ALLE RADICI DEL VIGNETO FRIULI , fabbro, 1998 - Claudio Fabbro
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ALLE RADICI DEL VIGNETO FRIULI , fabbro, 1998 - Claudio Fabbro
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quesito, devonsi escludere a priori, perchè impossibili ad applicarsi nelle circostanze<br />
agrologiche ed economico-rurali in cui quella si trova. E li giudichiamo nel caso<br />
nostro di impossibile applicazione, perche il 1.° c'imporrebbe un considerevole<br />
aggravio di spesa il quale tenuto, conto del costo dell'insetticidio, della mano<br />
d'opera e delle copiose concimazioni ristoratrici e complementari che richiedono le<br />
vigne trattate con quel mezzo sterilizzante, non può valutarsi a meno di f. 150<br />
all'ettaro; laddove lo scarso prodotto delle nostre vigne paesane, il tenue valore del<br />
vino che ne ricaviamo e che rimborsa a mala pena le altre spese di produzione, e i<br />
mille ostacoli che, tanto all'interno come all'estero, ne difficoltano lo smercio e ne<br />
rinviliscono il prezzo, non ci consentono il lusso di tale costoso spediente; - perchè il<br />
2.° esige terreni di natura speciale, simili a quelli delle estesissime dune di sabbie<br />
marine intorno a Aigues-mortes che formano il delta del Rodano, o simili a quelli<br />
delle lande sabbiose che coprono la vasta pianura centrale dell'Ungheria e si<br />
estendono su parecchie migliaia di ettari dal piede dei Carpazi fino alla frontiera della<br />
Serbia verso il mezzodì; dei quali terreni non havvi neppure un palmo in questa<br />
provincia; e perchè il 3.°, finalmente, presuppone dovizia di acque dolci correnti, di<br />
cui abbiamo somma penuria, e che richiederebbe inoltre nel caso nostro, anche nelle<br />
rarissime situazioni in cui fosse applicabile, l'impiego di macchine elevatorie,<br />
condutture, tubature, ecc., quindi nuovi ragguardevoli dispendi cui, per le ragioni<br />
dette, torna impossibile sobbarcarci.<br />
Non ci rimane quindi altro ripiego all'infuori di quello delle viti<br />
resistenti americane, e di queste soltanto intendiamo perciò occuparci.<br />
Fu il signor Laliman il primo che nel 1869, al Congresso viticolo di<br />
Beaune, richiamò l'attenzione dei suoi concittadini sulla resistenza di alcune specie e<br />
varietà di viti americane le quali, coltivate nel suo podere della Touratte presso<br />
Bordeaux, avevano conservato una splendida vegetazione e una mirabile feracità in<br />
quel terreno pienamente infetto, in cui tutte le viti europee erano perite o stavano<br />
morendo sotto gli attacchi della fillossera.<br />
Il fatto annunziato da Laliman e confermato da altri coltivatori di viti<br />
americane in Francia, non poteva però essere accolto come articolo di fede della<br />
viticoltura moderna per inferirne la generale resistenza di quelle viti alle punture<br />
dell'insetto, prima di sciogliere il quesito, se la loro resistenza dovesse ascriversi a<br />
particolari favorevoli circostanze locali, ovvero alla immunità intrinseca di esse viti,<br />
prima di conoscere, cioè, se la fillossera esistesse anche in America e come si<br />
comportassero colà, in presenza della medesima, tanto le viti americane come le<br />
europee.<br />
Era noto da gran tempo che tutti i tentativi fatti in America da svizzeri,<br />
tedeschi e francesi per introdurvi e acclimarvi quest' ultime, avevano fallito<br />
completamente, poichè tali viti, dopo breve periodo di stentata esistenza, vi perivano<br />
tutte inevitabilmente.<br />
Era altrettanto notorio che le viti del nuovo mondo, tuttochè portassero<br />
sulle loro foglie un numero maggiore o minore di gallozzole, prodotte dalla puntura<br />
di una specie di afide, analogo a quello delle foglie di quercia, e che è conosciuto in<br />
America sotto il nome di Pemphygus viti-foliae, prosperavano, invece a meraviglia