31.05.2013 Views

Scarica il PDF - Settimanale Tempi

Scarica il PDF - Settimanale Tempi

Scarica il PDF - Settimanale Tempi

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Poste italiane spa - spedizione in a. p. D.L. 353/03 (conv. L. 46/04) art. 1 comma 1, NE/VR<br />

sEttimaNaLE DiREtto Da Luigi amicoNE<br />

aNNo 18 | NumERo 30/31 | 8 agosto 2012 | 2,00<br />

Vola pensiero vola<br />

Indagine al di sopra di ogni sospetto sugli eventi culturali dell’estate


PER UN RINASCIMENTO “POLICENTRICO”<br />

Se anche <strong>il</strong> Wall Street Journal<br />

si scaglia contro lo statalismo romano<br />

La settimana scorsa davamo conto di un sogno circa la rifondazione dell’Italia su basi<br />

federali e solidali. Fantasticavamo di una nuova Teano e immaginavamo che<br />

all’incontro cavalleresco convenissero d’amore e d’accordo, invece di un re e un<br />

Garibaldi, un leader del Nord e uno del Sud. Ma insomma, non pensavamo che questa<br />

pinz<strong>il</strong>lacchera trovasse conferma sul Wall Street Journal. Che, rincarando la dose, ha<br />

rimproverato all’Italia (e alla Grecia) di avere un impianto istituzionale troppo centralistico<br />

e perciò inadeguato ad affrontare l’enormità della crisi attuale. «Italia e Grecia devono<br />

smetterla di falsificare la loro esistenza». Il segreto del loro fiorire come economie<br />

e civ<strong>il</strong>tà furono le “città-stato”. Perciò, consiglia <strong>il</strong> Wsj, è da quel modello che italiani e<br />

greci dovrebbero ripartire se vogliono ritrovare «la scint<strong>il</strong>la della crescita economica».<br />

In pratica, si consiglia all’Italia la chiusura coi sig<strong>il</strong>li di una struttura statale di matrice<br />

ottecentesca e la rivisitazione in chiave attuale del modello rinascimentale “policentrico”<br />

che fece splendere nel mondo le città italiane. Dovremmo valorizzare la nostra<br />

storia e seguire l’esempio della Baviera rispetto alla Repubblica federale. O articolarci,<br />

come accadeva prima che si realizzassero le aspirazioni del «più romantico che realistico»<br />

movimento risorgimentale, in città-stato come Singapore e in cantoni st<strong>il</strong>e Svizzera.<br />

Chiaro che l’assetto unitario e <strong>il</strong> processo di integrazione europeo non sarebbero in discussione.<br />

Poiché, detto con la metafora prodiana sui “cani piccoli”, esposti a ogni vento<br />

speculativo, l’epoca della globalizzazione<br />

non consente altre romanticherie (o ti unisci<br />

all’Europa e ti fai “cane grosso” come America<br />

e Cina, o finisci gambe all’aria e, presto o<br />

tardi, diventi una colonia). Ma ecco l’altro sogno:<br />

perché l’Italia rinasca occorrono uomini<br />

vivi, piuttosto che produttori di distintivi.<br />

TUTTI PURI COI BROGLIACCI DEGLI ALTRI<br />

I paladini della legalità che si vantano<br />

di infrangere sistematicamente la legge<br />

Per bocca di un suo <strong>il</strong>lustre collaboratore, l’ex magistrato bruno tinti, <strong>il</strong> Fatto quotidiano<br />

è tornato a ribadire <strong>il</strong> proprio diritto di pubblicare «ogni intercettazione di<br />

cui venga in possesso» (Fq, 19 luglio). Una bella trovata. Però, stampi un giornale<br />

di veline giudiziarie, ti vanti di rappresentare la “legge uguale per tutti” e ti chiami fuori,<br />

riservandoti <strong>il</strong> diritto di violarla perché ti senti lo spazzino morale del mondo e in<br />

missione per conto del Padreterno? In effetti <strong>il</strong> ragionamento del quotidiano di Padellaro<br />

non fa una piega. Chiama “interesse pubblico” la gogna. Si industria ad aggirare l’articolo<br />

15 della Costituzione sulla libertà e segretezza delle comunicazioni sofisticheggiando<br />

sulle nuove regole dettate dalla Corte europea dei Diritti dell’uomo. E, dulcis<br />

in fundo, si spinge a equiparare l’atto di pietà umana di Antigone, che sfidando le leggi<br />

dello Stato dà degna sepoltura a Eteocle, all’atto di sputtanamento di chicchessia (<strong>il</strong><br />

Fq li chiama “i potenti” essendo quelli del Fq notoriamente “i deboli”). Ma che bravi questi<br />

rivoluzionari orwelliani. E infatti, nella nuova versione della famosa allegoria dello<br />

stalinismo, la storia della rivoluzione egualitaria e legalitaria accarezzata dai Tinti&C.<br />

Per bocca dell’ex magistrato<br />

Bruno Tinti, <strong>il</strong> Fatto quotidiano<br />

è tornato a ribaride <strong>il</strong> diritto di<br />

divulgare «ogni intercettazione<br />

di cui venga in possesso»<br />

EDITORIALI<br />

Il Wsj rimprovera all’Italia di avere<br />

un impianto troppo centralistico<br />

e perciò inadeguato ad affrontare<br />

la crisi. «Italia e Grecia la smettano<br />

di falsificare la loro esistenza»<br />

potrebbe ben concludersi così: dopo aver intercettato<br />

e sputtanato gli altri animali della<br />

fattoria, i porcellini puliti vanno al potere,<br />

fondano la democrazia della legalità e delle<br />

intercettazioni uguali per tutti. Eccetto<br />

che per i porcellini puliti che, orwellianamente,<br />

sono i più uguali di tutti.<br />

FOGLIETTO<br />

Dopo <strong>il</strong> flop tecnico.<br />

Qualche idea (e un<br />

paio di nomi) per<br />

gestire l’emergenza<br />

senza svendere tutto<br />

Mario Monti ha fallito. I<br />

suoi grandi elettori Washington<br />

e Berlino un anno<br />

fa volevano una tregua almeno fino alle<br />

presidenziali americane. Si sono divisi<br />

prima. Le incerte leadership americana<br />

e tedesca hanno destab<strong>il</strong>izzato<br />

senza creare nuovi equ<strong>il</strong>ibri, convinte<br />

anche di dominare le contraddizioni<br />

non con soluzioni ma semplificando<br />

la governance. Così ora si ritrovano<br />

senza quel decisivo mediatore che nel<br />

secondo Dopoguerra (da De Gasperi<br />

a Craxi, ma anche con Berlusconi e<br />

persino D’Alema) è stata Roma. I fattori<br />

di crisi si accumulano senza visib<strong>il</strong>i<br />

sbocchi, con possib<strong>il</strong>i rapidi avvitamenti:<br />

esigenze di controllo tedesche e<br />

residue sovranità francesi e spagnole<br />

paiono poco conc<strong>il</strong>iab<strong>il</strong>i. Non sarà<br />

fac<strong>il</strong>e dare alla Bce quel ruolo di supplenza<br />

che potrebbe tamponare la situazione.<br />

L’Italia deve prepararsi a un<br />

duplice compito: gestire l’emergenza e<br />

recuperare un po’ di sovranità per non<br />

farsi svendere. L’emergenza chiede<br />

condivisione di alcune scelte garantite<br />

da persone come Vittorio Gr<strong>il</strong>li che<br />

dovrebbe rimanere comunque all’economia<br />

con esecutivi di destra o di<br />

sinistra per almeno tre anni. Serve poi<br />

una tregua nella devastante guerra<br />

per <strong>il</strong> Quirinale rieleggendo <strong>il</strong> frag<strong>il</strong>e<br />

ma corretto Giorgio Napolitano. Il<br />

recupero della sovranità implica riformare<br />

la Costituzione. Andrebbe eletta<br />

subito una commissione di “saggi” tipo<br />

quella per la Carta europea<br />

e definiti referendum di<br />

indirizzo sui nodi controversi:<br />

presidenzialismo,<br />

federalismo, separazione<br />

delle carriere nella<br />

magistratura.<br />

Lodovico Festa<br />

| | 8 agosto 2012 | 3<br />

Vittorio Gr<strong>il</strong>li


Poste italiane spa - spedizione in a. p. D.L. 353/03 (conv. L. 46/04) art. 1 comma 1, NE/VR<br />

Un flor<strong>il</strong>egio di argomenti<br />

prêt-à-parler perfetti per<br />

resistere all’inflazione delle<br />

kermesse intellettuali estive<br />

14<br />

SOMMARIO<br />

36<br />

sEttimaNaLE DiREtto Da Luigi amicoNE<br />

ROSSOPORPORA<br />

La tempesta<br />

sulla via<br />

di Damasco<br />

Per <strong>il</strong> patriarca maronita Béchara Raï «<strong>il</strong> conflitto<br />

in Siria minaccia tutto <strong>il</strong> Medio Oriente. Non c’è<br />

prospettiva quando le vittime sono decine ogni<br />

giorno. Per una svolta positiva delle rivolte arabe<br />

i cristiani confidano nel viaggio del Papa in Libano»<br />

A destra, dall’alto in basso,<br />

<strong>il</strong> patriarca maronita Béchara<br />

Raï; una marcia contro <strong>il</strong> regime<br />

di Bashar el Assad, accusato<br />

di soffocare l’opposizione nel<br />

sangue; m<strong>il</strong>itari siriani in festa<br />

dopo aver sedato una rivolta in<br />

un quartiere di Damasco. Sopra,<br />

un’esplosione nella capitale<br />

abbiamo avuto l’occasione di conoscere cesi maronite con cui è sempre in contat-<br />

che non ci sia nessuna stab<strong>il</strong>ità politica, co. Noi siamo sempre stati per l’intesa e mediorientale, si trova influenzato dagli<br />

di Giuseppe Rusconi<br />

l’allora vescovo di Byblos Béchara Raï e da to – <strong>il</strong> settantaduenne patriarca osserva:<br />

ad esempio, né in Libia né in Egitto. Nep- la soluzione nel dialogo, lontano dal lin- avvenimenti regionali. Purtroppo oggi è<br />

al 14 al 16 settembre Benedetto XVI allora l’abbiamo intervistato più volte per «Quello che sta succedendo in Siria è molpure<br />

in Iraq c’è stab<strong>il</strong>ità, malgrado l’interguaggio delle armi. Intanto in Siria biso- diviso a causa del conflitto tra sciiti e<br />

dovrebbe compiere un viaggio apo- cercare di comprendere meglio la situazioto grave e minaccioso per tutti i siriani<br />

vento armato massiccio di alcuni paesi. Si gna mettere termine ad ogni costo al con- sunniti a livello internazionale, da cui si<br />

D stolico tanto importante quanto ne libanese, snodo fondamentale per l’av- come per i libanesi, particolarmente per<br />

nota in genere che con la “primavera” si flitto armato. In ogni caso ogni interven- fanno condizionare anche i libanesi del-<br />

delicato in Libano. Pur stab<strong>il</strong>ito anche nei venire del cristianesimo nel Medio Orien- i cristiani a livello politico ed economi-<br />

fa un passo indietro sui piani della conto m<strong>il</strong>itare accrescerebbe i danni umani e le rispettive appartenenze. Tale conflitto<br />

dettagli, resta in realtà ancora in forse: sulte. Dal marzo 2011 è diventato patriarca co». Patriarca, dicono che gli avvenimenvivenza<br />

e dell’auspicata democrazia. I cri- materiali, aumenterebbe odio e divisioni, paralizza quasi totalmente la vita politica<br />

la visita grava l’incognita degli sv<strong>il</strong>uppi maronita, una figura istituzionale di granti siriani siano parte della “primavera arastiani<br />

in ogni caso sono chiamati a perse- rallenterebbe fortemente ogni soluzione ed economica nazionale. Non tutti i liba-<br />

della situazione in Siria. Che, se dovesse de r<strong>il</strong>evanza che storicamente è un punto ba”. «Come si può parlare di “primavera”<br />

verare nella presenza e nella testimonian- di pace. Sono la comunità internazionale nesi, particolarmente i musulmani, mani-<br />

ancora peggiorare, ripercuotendosi dun- di garanzia per la sussistenza e l’unità del quando le vittime si contano tutti i giorza<br />

a favore della civ<strong>il</strong>tà nata dal Vange- e gli uomini di buona volontà che hanno festano lealtà verso <strong>il</strong> bene superiore delque<br />

con effetti nefasti sui frag<strong>il</strong>i equ<strong>il</strong>ibri paese. Il patriarca Raï, disponib<strong>il</strong>e come ni a decine, centinaia? Quando si distruglo».<br />

Patriarca, in una nostra recente inter- <strong>il</strong> dovere di intervenire in modo positivo la nazione: fanno invece prevalere gli inte-<br />

confessionali libanesi, costringerebbe <strong>il</strong> sempre anche in momenti di grande pregono le città e gli abitanti sfollati diventavista<br />

<strong>il</strong> cardinale Tauran, a proposito di sia a livello politico che sociale».<br />

ressi della propria comunità. Quanto a<br />

Papa a restare a Castel Gandolfo.<br />

occupazione come quelli che sta vivendo, no profughi? Non si sa dove si andrà a fini-<br />

un eventuale intervento armato in Siria,<br />

noi, continuiamo ad agire con tutti i mez-<br />

Mentre scriviamo, si susseguono dal- ha risposto alle nostre domande dalla resire con questa violenza, con questa guerra:<br />

aveva richiamato l’attualità delle parole IL VIAGGIO DI BENEDETTO. Anche <strong>il</strong> zi per la ricostituzione dell’unità nazionala<br />

Siria notizie drammatiche e appelli denza estiva di Dimane (a 1.400 metri di al momento l’orizzonte politico è ancora<br />

di Giovanni Paolo II nel 2003: «Mai più la Libano, secondo <strong>il</strong> patriarca Raï, soffre le». In tale contesto, subito dopo l’elezio-<br />

angosciati da parte anche dei pastori del- altitudine, nel Libano settentrionale). Sul- chiuso». La “primavera” fin qui ha porta-<br />

guerra!». Lei è d’accordo? «Ogni intervento per la situazione in Siria. «Il nostro paese, ne a patriarca, Béchara Raï ha convocato<br />

le varie Chiese orientali. Alcuni anni fa la Siria – ricordato che lì vi sono tre dio- to vantaggi ai paesi coinvolti? «A me pare<br />

armato è sempre più malefico che benefi- essendo legato organicamente al mondo a Bkerké dapprima i capi cristiani del-<br />

14 | 8 agosto 2012 | |<br />

| | 8 agosto 2012 | 15<br />

26<br />

interni presunti colpevoli<br />

26 | 8 agosto 2012 | |<br />

| | 8 agosto 2012 | 27<br />

Foto: AP/LaPresse<br />

22<br />

M<strong>il</strong>a<br />

ciò che più attrae le<br />

critiche della stampa<br />

estera monitorata da<br />

Klaus Davi è <strong>il</strong> sovraffollamento:<br />

sono circa<br />

67 m<strong>il</strong>a i reclusi nelle<br />

carceri italiane, quasi<br />

22 m<strong>il</strong>a gli esuberi<br />

2<br />

Mq<br />

i giornali esteri condannano<br />

le carenze<br />

strutturali: 6 detenuti<br />

in media per cella<br />

hanno riservati 2 mq<br />

di spazio ciascuno in<br />

luogo dei 7 previsti<br />

dal comitato europeo<br />

La rICerCa<br />

Le nostre galere viste<br />

dalla stampa estera<br />

Questo è uno dei motivi,<br />

tra gli altri, che ha spinto<br />

recentemente un centinaio<br />

di costituzionalisti a scrivere<br />

una lettera aperta al presidente<br />

della Repubblica in<br />

favore dell’amnistia per mettere<br />

fine, «con prepotente<br />

urgenza», a una palese situazione<br />

di <strong>il</strong>legalità.<br />

Circostanza che, come<br />

documentato da una ricerca<br />

presentata giovedì in Parlamento<br />

dal massmediologo<br />

Klaus Davi (“Allarme Carceri<br />

Italiane: tra luci e ombre,<br />

l’immagine dei nostri penitenziari<br />

sulla stampa estera”),<br />

inizia a trovare spazio<br />

anche sui quotidiani stranieri,<br />

che girano <strong>il</strong> coltello nella<br />

piaga delle nostre carenze,<br />

r<strong>il</strong>evando vizi noti: le pessime condizioni<br />

delle nostre strutture, <strong>il</strong> sovraffolla-<br />

Invivib<strong>il</strong>e e intollerante: è <strong>il</strong> giudizio<br />

condiviso dal 75 per cento della stampa<br />

estera sul sistema carcerario italiano.<br />

lo sottolinea la ricerca “Allarme carceri<br />

italiane: tra luci e ombre, l’immagine dei<br />

nostri penitenziari sulla stampa estera”<br />

presentata <strong>il</strong> 19 luglio scorso in parlamento<br />

dalla Klaus Davi & co. nelle critiche,<br />

durissime, raccolte monitorando oltre cento<br />

testate internazionali, dal new York times<br />

al Guardian, si fa riferimento costante al<br />

sovraffollamento e alle condizioni di vita<br />

“disumane” dei detenuti. in queste pagine,<br />

alcune citazioni raccolte nel rapporto.<br />

la stagione, c’è stato, almeno quantitativamente.<br />

Allora avevamo esagerato. Qua-<br />

864 litativamente, tuttavia, mi rimane qualmento, l’eterna mancanza di fondi, i tem-<br />

tentativi che dubbio. Ancora oggi mi pare che certe pi biblici per arrivare a sentenza e, più in<br />

Dopo <strong>il</strong> sovraffolla- carcerazioni avvengano per “far collabo- generale, un cattivo funzionamento delmento,<br />

a indignare rare”. È un discorso sott<strong>il</strong>e, che sottende la macchina giudiziaria, anche per l’ano-<br />

la stampa estera è un’ipocrisia. Quando parli significa che malo ricorso a pentiti e intercettazioni.<br />

l’allarmante tasso di<br />

suicidi nelle nostre sei pentito, quindi collabori, quindi puoi «In ogni caso – chiosa Violante – rispetto<br />

carceri. sono 864 i essere rimesso in libertà». Formalmente, al passato, per quanto riguarda i detenu-<br />

tentativi registrati spiega Nordio, un tale comportamento ti in carcerazione preventiva, i numeri si<br />

nell’ultimo biennio ha tutti gli strumenti giuridici per essere sono abbassati. Carceri, custodia cautela-<br />

Condannati<br />

giustificato, ma è evidente che si tratti di re e processo penale. È tutto <strong>il</strong> sistema che<br />

una prassi sull’orlo del precipizio, in cui va cambiato».<br />

13 è fac<strong>il</strong>e cadere in dichiarazioni rese solo<br />

M<strong>il</strong>a per evitare un ulteriore periodo di deten- Chi cavalca <strong>il</strong> caso Daccò<br />

al carcere<br />

zione. «La verità che bisognerebbe avere <strong>il</strong> Nel frattempo, di custodia cautelare si<br />

<strong>il</strong> 42 per cento dei<br />

reclusi è in attesa di coraggio di evidenziare è che la custodia discute soprattutto per quel che riguar-<br />

giudizio, 13 m<strong>il</strong>a sono cautelare è un male necessario, che cozda casi eclatanti. Come quello di Dario<br />

le persone ancora in za con la presunzione d’innocenza. Solo Mora detto Lele, attualmente detenuto<br />

attesa del primo. se<br />

in caso di flagranza di reato, e per rispon- nel carcere di Opera. Mora è stato arresta-<br />

preventivo<br />

si conferma <strong>il</strong> trend<br />

attuale, la metà risuldere al quarto comma non scritto – e cioè to <strong>il</strong> 20 giugno 2011 per bancarotta. È staterà<br />

innocente che bisogna placare l’allarme sociale –, to in custodia cautelare fino a marzo, poi<br />

mi sentirei di dire che è una scelta obbli- ha patteggiato quattro anni e tre mesi. In<br />

mai essere ritenuta provvisoria, poiché<br />

l’ultima lettera di Gabriele Cagliari. Per gata. Ma per <strong>il</strong> resto dei casi, cioè quel- cella, mentre attende gli sv<strong>il</strong>uppi su altri<br />

le vicende dei “sequestrati” di M<strong>il</strong>ano rivelano<br />

“l’imputato non è considerato colpevole<br />

chi come me si occupa di giustizia, quelli basati su indizi, deve valere la presun- suoi procedimenti (Ruby e altri episodi di<br />

inganni e abusi della custodia cautelare. Da male sino alla condanna definitiva” (articolo<br />

lo è un documento da tenere sul tavolo. zione di innocenza. La custodia cautelare bancarotta), «legge, risponde alle lettere,<br />

27 della Costituzione)».<br />

Rispetto ai tempi di Mani pulite vedo una deve essere l’eccezione. Oggi, invece, se ne cura un piccolo orto», racconta al Foglio <strong>il</strong><br />

provvisorio a mezzo improprio per estorcere<br />

Dieci anni dopo, nel mezzo dell’an-<br />

differenza: è caduta l’immunità dei collet- fa un uso non voglio dire improprio, ma suo avvocato, Gianluca Maris. È dimagri-<br />

confessioni e condurre battaglie politiche. sulla<br />

nus horrib<strong>il</strong>is di Tangentopoli, <strong>il</strong> 4 marti<br />

bianchi. È venuto meno <strong>il</strong> tema di Tan- certamente esagerato».<br />

to cinquanta ch<strong>il</strong>i, «non vuole strumentazo<br />

1993, Rossi ritornò con un’intervista<br />

gentopoli. Oggi, quando qualcuno casca I numeri relativi alla carcerazione prelizzare le proprie condizioni di salute, ma<br />

pelle di migliaia di uomini, reclusi senza processo su quelle parole, riconfermando quanto<br />

nella custodia cautelare, c’è più mob<strong>il</strong>itaventiva in Italia rispecchiano la dramma- certamente si trova in una situazione di<br />

scritto due lustri addietro («la carceraziozione.<br />

Quel che mi rincresce è che ci sia ticità di quelli del pianeta carceri. Circa 67 grave disagio». Sebbene oggi rifugga qual-<br />

edici dicembre 1983. Sul Corriere mi». Un articolo fieramente garantista, in ne preventiva, a volte, si è trasformata in<br />

una “corporativizzazione del sentimen- m<strong>il</strong>a detenuti stanno stipati in penitenziasiasi posa vittimista («Mi dice: “Sono stato<br />

della Sera veniva pubblicato un cui si denunciava <strong>il</strong> fatto che «<strong>il</strong> rapporto una vera e propria pena») e constatando<br />

to”, se così posso dire. Cioè che ci si mobiri che ne potrebbero contenere 45 m<strong>il</strong>a. scemo”»), è oggettiva la sua condizione di<br />

S articolo dell’avvocato Guido Rossi libertà-detenzione si è progressivamente come nell’arco di un decennio la situaliti<br />

per gli aderenti alla propria cerchia, Il 42 per cento di coloro che sono dietro difficoltà cui una detenzione domic<strong>il</strong>iare<br />

dal titolo “Stato di diritto e leggi d’emer- distorto. Si discute, infatti, di “carceraziozione fosse rimasta «più o meno la stessa».<br />

dimenticandosi dei “senza voce”». Secon- le sbarre è in attesa di giudizio (<strong>il</strong> doppio potrebbe dare un qualche sollievo.<br />

genza”. Nel suo fondo, Rossi scriveva: «Pur ne preventiva” e di “libertà provvisoria”. Quasi vent’anni dopo, cosa è cambiado<br />

Carlo Nordio, procuratore aggiunto di della media europea) e ben 13 m<strong>il</strong>a sono le Così come i domic<strong>il</strong>iari invoca un<br />

in regime d’emergenza, la cosiddetta car- Ma prima della sentenza di condanna è la to? Laconicamente dobbiamo registrare<br />

Venezia e autore con Giuliano Pisapia di persone ancora in attesa del primo. Se vie- altro detenuto, celebre più per <strong>il</strong> suo<br />

cerazione preventiva può essere appli- carcerazione preventiva che deve essere che la situazione è ancora “più o meno la<br />

un bel libro (In attesa di giustizia) che alla ne confermato <strong>il</strong> trend attuale, la metà di nome che per i suoi lineamenti (per mesi<br />

cata solo come mero strumento istrut- considerata provvisoria. La libertà provvi- stessa”? «Nei miei corsi universitari – rac-<br />

carcerazione preventiva dedicava un capi- coloro che si trovano oggi in custodia cau- sono circolate sui quotidiani e sui siti<br />

torio ed entro limiti temporali strettissisoria, in quanto tale, non può e non deve conta Luciano Violante al Foglio – leggo<br />

tolo, «un cambiamento, rispetto a queltelare risulterà, infine, innocente.<br />

internet fotografie non sue). Si tratta di<br />

36<br />

CULTURA DISCORSI pRêt-à-paRlER<br />

Prontuario<br />

per sermoni<br />

agostani<br />

Sono così tante le rassegne culturali estive che<br />

potrebbe capitare a chiunque di trovarsi su un<br />

palco a intrattenere <strong>il</strong> pubblico. Ecco un flor<strong>il</strong>egio<br />

di argomenti abbastanza bolliti da strappare un<br />

applauso sicuro. O, nel caso, un tweet di Saviano<br />

interessante da dire a persone che – tanto al futuro come a un giorno lontano per-<br />

di Antonio Gurrado<br />

sono già lì – batterebbero le mani comunché <strong>il</strong> futuro è già cominciato: lo vediamo<br />

agari non sarà Cortina inContra, que, <strong>Tempi</strong> vi offre un piccolo prontuario ogni giorno negli occhi dei nostri figli. Se<br />

però potrebbe essere Rapallo di argomenti prêt-à-parler qualora doveste non applaudono qui, vuol dire che sono<br />

M Riflette, Capalbio Pondera, Taor- trovarvi nell’imprevista necessità di tene- lobotomizzati. Alla peggio provate a ripemina<br />

Arguisce o Vipiteno Medita; una re un pubblico discorso.<br />

tere le stesse parole con la voce rotta dal<br />

qualsiasi insomma fra le infinite rassegne L’ha insegnato in primavera “La Repub- pianto, ma di rado è necessario.<br />

e kermesse di cui è punteggiata la Peniblica delle Idee”, nota altresì come Bolosola<br />

nei mesi estivi e che contemplano la gna Se La Canta E Se La Suona: la paro- Caro vecchio paese per vecchi<br />

proliferazione di intellettuali o giornalisti la chiave dell’anno è <strong>il</strong> futuro. Quest’esta- Qui fate bene a piazzare una bella concio-<br />

o politici o registi o cantanti in bermuda te non sarà possib<strong>il</strong>e parlare in pubbline sui giovani, seguendo lo stesso sche-<br />

e sandali, intenti ad arrotondare pronunco senza concedere un congruo numero ma. Iniziate argomentando che l’Italia<br />

ziando davanti al pubblico sermoncini di di minuti all’idea, e <strong>il</strong> volume di applau- è un paese per vecchi: <strong>il</strong> premier ha 69<br />

stagione. Sono così tante ormai che non si varierà in proporzione. Per assicurarve- anni, <strong>il</strong> presidente della Repubblica 87,<br />

solo è impossib<strong>il</strong>e seguirle tutte, a meno li, anzitutto dovete dire che l’Italia è una vostro figlio 42 e ancora dorme nella sua<br />

di essere dotati del dono dell’ubiquità e nazione ripiegata sul passato: la tv man- stanzetta. Dite che nelle nazioni civ<strong>il</strong>i tut-<br />

di tanta ma tanta pazienza; sono così tanda le repliche, i giornali sono pieni di ti i ruoli di governo sono ricoperti da tarte<br />

ormai che a un occhio statistico risalta notizie del giorno prima e mai del giordoadolescenti; buttate lì con nonchalan-<br />

subito l’elevatissima probab<strong>il</strong>ità che su un no dopo, a scuola s’insegna <strong>il</strong> latino anzice che grandi aziende sono rette da fes-<br />

numero sempre più limitato di cittadini ché le lingue marziane, Berlusconi riprosacchiotti appena usciti dall’età impube-<br />

se ne trovi uno chiamato a intervenire sul pone lo spirito del ’94, Napolitano quelre, con le tracce dei brufoli ben chiare sul<br />

palco di Sorrento S’Interroga od Ostuni Si lo del 1861, <strong>il</strong> Papa addirittura quello del volto. Lamentate la mancanza di occasio-<br />

Guarda Allo Specchio. Poiché le leggi di 30-33 d.C. Quest’andazzo deve mutare. ni, soprattutto per <strong>il</strong> vostro figlio quaran-<br />

probab<strong>il</strong>ità sono indefettib<strong>il</strong>i, c’è <strong>il</strong> rischio L’Italia deve diventare una terra fert<strong>il</strong>e per taduenne che trascorre intere giornate<br />

concreto che anche ai lettori di questo set- <strong>il</strong> futuro. Dopo tale suggestiva afferma- su facebook a cliccare “mi piace” sotto le<br />

timanale capiti di trovarsi all’improvvizione vi conviene fare un attimo di pausa foto marittime delle sue compagne delle<br />

so su di un palco, con in mano un micro- per riempire <strong>il</strong> quale <strong>il</strong> pubblico applau- medie inferiori: è costretto a farlo, povefono<br />

gracchiante, di fianco a un assesdirà pavlovianamente. Se invece qualcurino, perché in Italia non c’è lavoro ed è<br />

sore implorante e di fronte a una platea no alza la manina contestando: «Sì, ma noto che, se una cosa non c’è, è inut<strong>il</strong>e cer-<br />

plaudente. Poiché inoltre fa caldo, d’esta- cosa bisogna fare in concreto perché un carla. Considerate l’età media dei presente<br />

ci si riposa, non si ha voglia di fare nul- giorno ci aspetti un futuro migliore?», gli ti e poi lanciatevi nell’affermazione che<br />

la e men che meno pensare a qualcosa di potete rispondere che non si deve pensare l’unica speranza per l’Italia è che <strong>il</strong> pote-<br />

36 | 8 agosto 2012 | |<br />

44<br />

L’INTERVISTA IN ORBITA<br />

Paolo<br />

Nespoli<br />

«Nello spazio guardi <strong>il</strong> mondo in modo totalmente<br />

diverso. Lo vedi come non lo hai mai visto prima.<br />

Di fronte a tanta bellezza come fai a non domandarti<br />

da dove viene?». Il racconto dell’astronauta<br />

«Senza gravità sei costretto a reimparare da capo<br />

anche le cose più normali. Tutti dovrebbero provarlo»<br />

on 174 giorni, 9 ore e 40 minuti, Pao-<br />

la prima volta di voler fare l’astronauta,<br />

lo Nespoli (classe 1957) è l’astronau-<br />

di voler sfidare l’ignoto. Mi ricordo che la<br />

C ta italiano che è rimasto più a lun-<br />

fidanzatina di allora mi ha regalato Se <strong>il</strong><br />

go nello spazio. Il totale è raggiunto grazie<br />

sole muore di Oriana Fallaci, un libro che<br />

a due missioni: la prima, nel 2007, con lo<br />

racconta le sue esperienze alla NASA a<br />

Space Shuttle Discovery, una “gita” durata<br />

Houston e Capo Kennedy alla vig<strong>il</strong>ia dello<br />

un paio di settimane per riparare alcune<br />

sbarco americano sulla luna.<br />

parti della Stazione Spaziale Internazio-<br />

E come ha fatto <strong>il</strong> sogno di un ragazzino<br />

nale (ISS); la seconda è quella che gli è val-<br />

a diventare realtà?<br />

sa gli onori della cronaca lo scorso anno.<br />

È stato un percorso lungo. Dopo <strong>il</strong><br />

La spedizione, questa volta sotto l’egida<br />

liceo scientifico mi sono iscritto all’uni-<br />

dell’ESA (Agenzia spaziale europea) preversità,<br />

ma non funzionava molto e quinvede<br />

la permanenza sulla ISS per quasi<br />

di dopo pochi mesi ho deciso di parti-<br />

sei mesi, pricipalmente per svolgere espere<br />

per <strong>il</strong> servizio di leva a Pisa, alla Scuorimenti<br />

scientifici. A bordo della Soyuz<br />

la m<strong>il</strong>itare di paracadutismo: mi intriga-<br />

TMA-20, Nespoli parte dal Cosmodromo<br />

va l’idea di sfidare <strong>il</strong> cielo. Poi ho deci-<br />

di Bajkonur, in Kazakistan, la stessa piattaso<br />

di rimanere e sono diventato istruttoforma<br />

di lancio da cui cinquant’anni prire.<br />

Un anno dopo ho passato le selezioma<br />

era partito <strong>il</strong> russo Yuri Gagarin, <strong>il</strong> prini<br />

per entrare a far parte del corpo degli<br />

mo uomo andato nello spazio. Con l’ita-<br />

incursori. Nel 1982 sono partito per <strong>il</strong><br />

Qui sopra, <strong>il</strong> Discovery, lo shuttle della<br />

liano, a bordo, ci sono <strong>il</strong> russo Dmitri Kon- prima missione di Paolo Nespoli (2007) Libano insieme alla Forza multinazionadratyev<br />

e l’americana Cady Coleman. Parle<br />

di pace e lì sono rimasto 18 mesi. È statiti<br />

<strong>il</strong> 15 dicembre del 2010, faranno ritor- della missione Apollo 11, e Buzz Aldrin ta un’esperienza incredib<strong>il</strong>e, mi ha inseno<br />

sulla Terra 159 giorni dopo, <strong>il</strong> 24 mag- sono scesi sul nostro satellite, io ero gnato molto, mi ha aiutato a conoscermi<br />

gio 2011. Da questa esperienza Nespoli ha davanti alla tv insieme a m<strong>il</strong>ioni di perso- e a misurarmi. Ho conosciuto tantissime<br />

tratto un libro: Dall’alto tutti i problemi ne in tutto <strong>il</strong> mondo. Era una tarda sera persone, dal ministro della Difesa al pre-<br />

sembrano più piccoli (Mondadori). <strong>Tempi</strong> di un giorno estivo, caldo. Eppure eravasidente della Repubblica. E lì ho incontra-<br />

lo ha incontrato in centro a M<strong>il</strong>ano. mo tutti incollati al televisore. Ho assistito Oriana Fallaci. È stato sulla nave che<br />

20 luglio 1969. Cosa significa questa to alla realizzazione di un sogno impossi- mi stava riportando in Italia che ho ripre-<br />

data per lei?<br />

b<strong>il</strong>e. Mi ricordo gli astronauti che saltellaso in considerazione <strong>il</strong> mio sogno nel cas-<br />

L’inizio di un sogno. È <strong>il</strong> giorno in vano sulla superficie lunare, e poi, nelle setto. Mi ricordo che la Fallaci mi ha avvi-<br />

cui <strong>il</strong> primo uomo è sbarcato sulla luna. missioni successive, le derapate che facecinato e mi ha chiesto che cosa volessi<br />

Quando Ne<strong>il</strong> Armstrong, comandante vano con le loro jeep. Lì ho pensato per fare da grande. Con qualche esitazione<br />

Foto: ESA/NASA<br />

aNNo 18 | NumERo 30/31 | 8 agosto 2012 | 2,00<br />

Vola pensiero vola<br />

Indagine al di sopra di ogni sospetto sugli eventi culturali dell’estate<br />

re sia preso dai giovani: se <strong>il</strong> pubblico ha<br />

un’età media di 50 anni, dite che ci vogliono<br />

i quarantenni; se ha un’età media di<br />

60, invocate i trentenni; se l’età media è<br />

di 70 spingetevi senza timore sui ventenni<br />

e se state parlando in un ospizio ponete<br />

pure l’asticella massima alla licenza<br />

elementare. In ogni caso ribadite che finché<br />

Berlusconi non cesserà di candidarsi a<br />

premier, <strong>il</strong> precariato sarà una piaga inestinguib<strong>il</strong>e;<br />

al pubblico piacciono le associazioni<br />

ardite e troverà modo di esprimere<br />

apprezzamento, se non altro per non<br />

dimostrare di non avere capito.<br />

Oltre al lavoro, i giovani hanno diritto<br />

anche all’amore. Stupite tutti con una<br />

dichiarazione lucida riguardo alle coppie<br />

omosessuali: i loro diritti devono essere<br />

tutelati, devono essere liberi di accoppiarsi<br />

in piazza come qualsiasi coppia di stranieri<br />

ubriachi, di litigare perché <strong>il</strong> telecomando<br />

è solo uno e lo scolapasta quando<br />

serve è sempre sporco; è impossib<strong>il</strong>e<br />

che una nazione civ<strong>il</strong>e non consenta a un<br />

uomo di sposare un altro uomo, di metterlo<br />

incinto se necessario, di divorziare da<br />

lui e maledire <strong>il</strong> giorno in cui l’ha incontrato,<br />

fermo restando che <strong>il</strong> matrimonio<br />

fra uomo e donna deve restare una realtà<br />

diversa, che nulla può eguagliare l’amore<br />

di una mamma, che l’unione fra due gay<br />

dev’essere equiparata al matrimonio in<br />

| | 8 agosto 2012 | 37<br />

44 | 8 agosto 2012 | |<br />

| | 8 agosto 2012 | 45<br />

e l’arresto del maggiordomo del Papa.<br />

Vat<strong>il</strong>eaks. La stampa senza notizie<br />

Così un giornalismo ridotto a buca delle lettere (rubate)<br />

si ritro spiazzato dalla solidità della Santa Sede. Dove<br />

le parole hanno ancora un peso. A partire dalla giustizia<br />

Ubaldo Casotto ...........................................................................................................................................................................................................................6<br />

ESTERI<br />

Rossoporpora. Il patriarca e la Siria<br />

Per <strong>il</strong> leader maronita Béchara Raï <strong>il</strong> viaggio del Papa<br />

in Libano è la sola speranza. Anche per le rivolte arabe<br />

Giuseppe Rusconi ................................................................................................................................................................................................14<br />

Ungheria. Primavera ebraica<br />

Il rabbino capo di Budapest e la rinascita di un popolo<br />

Rodolfo Casadei....................................................................................................................................................................................................20<br />

INTERNI<br />

Carcere preventivo. Mora, Daccò, Simone<br />

I tre casi m<strong>il</strong>anesi che rivelano gli inganni e gli abusi<br />

della custodia cautelare. Una condanna senza processo<br />

Emanuele Boffi .......................................................................................................................................................................................................26<br />

Spending review. Non fermate la locomotiva<br />

L’ad di Trenord contro i tagli ai trasporti in Lombardia<br />

Massimo Giardina ............................................................................................................................................................................................32<br />

CULTURA<br />

Luoghi comuni. F<strong>il</strong>osofia da spiaggia<br />

Troppe rassegne culturali quest’estate? Un prontuario<br />

di discorsi abbastanza bolliti da strappare un applauso<br />

Antonio Gurrado .................................................................................................................................................................................................36<br />

Allarme squali. Cartolina dall’Australia<br />

«L’oceano uccide. Ma noi domani ci tufferemo ancora»<br />

John Kinder ....................................................................................................................................................................................................................40<br />

LE INTERVISTE<br />

A gennaio la pubblicazione di carteggi privati<br />

CORVI E FALSARI<br />

Questo non è<br />

giornalismo<br />

Vat<strong>il</strong>eaks. Così la stampa ridotta a buca delle lettere<br />

(rubate) si ritrova spiazzata dalla lezione della Santa<br />

Sede. Dove le notizie si verificano e non si copiano.<br />

E dove la giustizia non obbedisce alle regole dello<br />

show. Il resto sono chiacchiere e veleno. Che non<br />

intaccano l’azione rivoluzionaria di Benedetto XVI<br />

| | 8 agosto 2012 | 7<br />

Paolo Nespoli. L’astronauta racconta<br />

«Nello spazio tutto appare diverso. Di fronte a tanta<br />

bellezza come fai a non domandarti da dove viene?»<br />

Daniele Guarneri .................................................................................................................................................................................................44<br />

L’Italia che lavora. Cent’anni di CCC ................................................................50<br />

LA SETTIMANA<br />

Foglietto<br />

Lodovico Festa ...................................3<br />

Non sono d’accordo<br />

Oscar Giannino ..............................13<br />

Boris Godunov<br />

Renato Farina .................................25<br />

Le nuove lettere di<br />

Berlicche ....................................................35<br />

Presa d’aria<br />

Paolo Togni ..........................................54<br />

Mamma Oca<br />

Annalena Valenti ....................55<br />

Post Apocalypto<br />

Aldo Trento ........................................60<br />

Sport über alles<br />

Fred Perri .................................................62<br />

Cartolina dal Paradiso<br />

Pippo Corigliano .......................63<br />

Diario<br />

Marina Corradi ............................66<br />

RUBRICHE<br />

Green Estate ........................................54<br />

Per Piacere ..............................................57<br />

Mob<strong>il</strong>ità 2000 ..................................59<br />

Lettere al direttore ................62<br />

Taz&Bao .....................................................64<br />

Reg. del Trib. di M<strong>il</strong>ano n. 332 dell’11/6/1994<br />

settimanale di cronaca, giudizio,<br />

libera circolazione di idee<br />

Anno 18 – N. 30/31<br />

dal 26 luglio all’8 agosto 2012<br />

DIRETTORE RESPONSABILE:<br />

LUIGI AMICONE<br />

REDAZIONE: Emanuele Boffi, Laura Borselli,<br />

Mariapia Bruno, Rodolfo Casadei (inviato<br />

speciale), Benedetta Frigerio, Massimo<br />

Giardina, Caterina Giojelli, Daniele Guarneri,<br />

Elisabetta Longo, Pietro Piccinini,<br />

Chiara Rizzo, Chiara Sirianni<br />

SEGRETERIA DI REDAZIONE:<br />

Elisabetta Iuliano<br />

DIRETTORE EDITORIALE: Samuele Sanvito<br />

PROGETTO GRAFICO:<br />

Enrico Bagnoli, Francesco Camagna<br />

UFFICIO GRAFICO:<br />

Matteo Cattaneo (Art Director), Davide Viganò<br />

FOTOLITO E STAMPA: Roto2000 S.p.A.,<br />

Via L. da Vinci, 18/20, Casar<strong>il</strong>e (MI)<br />

DISTRIBUZIONE a cura della Press Di Srl<br />

GESTIONE ABBONAMENTI:<br />

<strong>Tempi</strong>, Corso Sempione 4 • 20154 M<strong>il</strong>ano,<br />

dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13<br />

tel. 02/31923730, fax 02/34538074<br />

abbonamenti@tempi.it<br />

EDITORE: <strong>Tempi</strong> Società Cooperativa,<br />

Corso Sempione 4, M<strong>il</strong>ano<br />

La testata fruisce dei contributi statali diretti<br />

di cui alla legge 7 agosto 1990, n. 250<br />

SEDE REDAZIONE: Corso Sempione 4, M<strong>il</strong>ano,<br />

tel. 02/31923727, fax 02/34538074,<br />

redazione@tempi.it, www.tempi.it<br />

CONCESSIONARIA PER LA PUBBLICITà:<br />

Editoriale <strong>Tempi</strong> Duri Srl<br />

tel. 02/3192371, fax 02/31923799<br />

GARANZIA DI RISERVATEZZA<br />

PER GLI ABBONATI: L’Editore garantisce<br />

la massima riservatezza dei dati forniti dagli<br />

abbonati e la possib<strong>il</strong>ità di richiederne gratuitamente<br />

la rettifica o la cancellazione scrivendo<br />

a: <strong>Tempi</strong> Società Cooperativa, Corso Sempione,<br />

4 20154 M<strong>il</strong>ano. Le informazioni custodite<br />

nell’archivio elettronico di <strong>Tempi</strong> Società<br />

Cooperativa verranno ut<strong>il</strong>izzate al solo scopo<br />

di inviare agli abbonati la testata e gli allegati,<br />

anche pubblicitari, di interesse pubblico<br />

(D.LEG. 196/2003 tutela dati personali).


Campagna Meeting 2012<br />

Applicazioni per tablet e smartphone<br />

Abbonamento annuale<br />

Cartaceo<br />

Abbonamento annuale<br />

Digitale<br />

Tutti gli abbonamenti comprendono:<br />

www. .it<br />

<strong>Tempi</strong> in versione digitale<br />

.it<br />

www.<br />

Sottoscrivendo un abbonamento a <strong>Tempi</strong><br />

20€ 20€<br />

l’Osservatore Romano<br />

da you&agip nasce<br />

al Meeting di Rimini avrai diritto <br />

anche a:<br />

30€ *<br />

30€<br />

di benzina<br />

in omaggio by<br />

<br />

di spesa<br />

in omaggio by<br />

da you&agip nasce<br />

Ti aspettiamo al nostro stand<br />

PAD B5 - Stand 01 dal 19 al 25 agosto<br />

Ricordati di portare la tua tessera<br />

<br />

<br />

* A fronte di una spesa minima di 50€


CORVI E FALSARI<br />

Questo non è<br />

giornalismo<br />

Vat<strong>il</strong>eaks. Così la stampa ridotta a buca delle lettere<br />

(rubate) si ritrova spiazzata dalla lezione della Santa<br />

Sede. Dove le notizie si verificano e non si copiano.<br />

E dove la giustizia non obbedisce alle regole dello<br />

show. Il resto sono chiacchiere e veleno. Che non<br />

intaccano l’azione rivoluzionaria di Benedetto XVI<br />

| | 8 agosto 2012 | 7


di Ubaldo Casotto<br />

All’ipocrisia non c’è limite. Sentire <strong>il</strong><br />

celebrato cronista giudiziario<br />

Gianluigi Nuzzi difendersi<br />

dall’accusa di ricettazione di documenti<br />

rubati, e confluiti in un faticoso lavoro<br />

di copia e incolla nel libro che lo sta rendendo<br />

ricco, fa sorridere: «Non si tratta di<br />

furto, gli originali non sono stati asportati,<br />

sono stati solo fotocopiati». Al giornalista<br />

che, dimostrando una grande attitudine<br />

a travestirsi da buca della posta,<br />

ha ridicolizzato anni di oscuro lavoro<br />

dei vaticanisti è evidentemente concesso<br />

prendere per fessi tutti gli altri. Chissà<br />

come valuterebbe la fotocopia dei codici<br />

della tessera bancaria per le operazio-<br />

8 | 8 agosto 2012 | |<br />

ni on line sul suo conto corrente; fotocopia<br />

che, beninteso, lascerebbe l’originale<br />

nelle sue tasche, forse non i suoi euro.<br />

E se qualche collega assatanato dal morbo<br />

della trasparenza e della deontologia<br />

professionale (“se ho una notizia, la<br />

pubblico!”) decidesse di rendere pubblico<br />

ciò che lui ritiene segreto (“È roba mia”,<br />

forse che le lettere private del papa non<br />

lo sono?), l’indignato dei segreti altrui<br />

come reagirebbe?<br />

Al di là di molte fantasie giornalisti-<br />

La difesa di Gianluigi Nuzzi dall’accusa di<br />

ricettazione di documenti rubati fa sorridere:<br />

«Non si tratta di furto, gli originali non sono<br />

stati asportati, sono stati solo fotocopiati»<br />

che, si sa come ha reagito ufficialmente<br />

la Santa Sede, dopo non pochi tentennamenti:<br />

un’indagine giudiziaria e una<br />

parallela inchiesta portata avanti da una<br />

commissione composta da tre cardinali<br />

che riferirà direttamente al Papa. Dei<br />

lavori della prima poco sappiamo. Sappiamo<br />

che all’inizio della scorsa settimana<br />

aveva completato l’audizione di ventotto<br />

persone, la notizia arriva dal direttore<br />

della sala stampa vaticana padre<br />

Federico Lombardi, la sua fonte è <strong>il</strong> capo<br />

della commissione, <strong>il</strong> car-<br />

dinale spagnolo Julian<br />

Herranz. «Le audizioni<br />

continuano con <strong>il</strong> loro ritmo»,<br />

ha detto Lombardi,<br />

aggiungendo che «entro


Foto: AP/LaPresse<br />

le prossime settimane, probab<strong>il</strong>mente<br />

entro fine luglio, i cardinali dovranno<br />

fare un rapporto per <strong>il</strong> Papa».<br />

Dei risultati della seconda indagine<br />

sappiamo un po’ di più: l’arresto dell’aiutante<br />

di camera di Benedetto XVI, la sua<br />

detenzione per quasi sessanta giorni, la<br />

sua volontà di collaborare con gli inquirenti<br />

manifestata durante i ripetuti e<br />

lunghi interrogatori (in Vaticano non gli<br />

hanno fatto passare l’estate in cella mentre<br />

<strong>il</strong> pm andava in vacanza), la concessione<br />

degli arresti domic<strong>il</strong>iari, e l’annuncio<br />

di una imminente decisione riguardo<br />

al proscioglimento o al più probab<strong>il</strong>e rinvio<br />

a giudizio dell’accusato (che, fino a<br />

prova contraria, è per ora l’unico) con un<br />

inizio processo nel prossimo autunno.<br />

LA VICENDA<br />

LETTERE TRAFUGATE<br />

Sua Santità di Gianluigi Nuzzi<br />

Il 19 maggio è stato pubblicato<br />

<strong>il</strong> libro di Gianluigi Nuzzi, interlocutore<br />

priv<strong>il</strong>egiato dei “corvi”<br />

vaticani, composto da carteggi e<br />

lettere rubati a Benedetto XVI e<br />

ai suoi più stretti collaboratori.<br />

L’INCHIESTA<br />

L’arresto del “maggiordomo”<br />

L’indagine giudiziaria della<br />

Santa Sede ha portato in cella<br />

l’aiutante di camera del Papa.<br />

Parallelamente è cominciata<br />

un’inchiesta portata avanti da<br />

una commissione composta da<br />

tre cardinali che riferirà direttamente<br />

al Papa entro fine luglio.<br />

I FALSI SCOOP<br />

Non ci sono nuovi indagati<br />

Per Repubblica ci sono altre tre<br />

persone sottoposte a indagine. La<br />

notizia (poi smentita dal Vaticano)<br />

è ripresa dal tedesco Die Welt.<br />

Come si vede, pur trattandosi di una istituzione<br />

m<strong>il</strong>lenaria come la Chiesa cattolica,<br />

tempi di giustizia non propriamente<br />

biblici. E una invidiab<strong>il</strong>e capacità di mantenere<br />

<strong>il</strong> segreto istruttorio che ha messo<br />

in difficoltà molti giornalisti, abituati da<br />

magistrati di altra pasta a ricevere fotocopie<br />

(quando non direttamente dischetti)<br />

degli atti riservati.<br />

Nel frattempo, quindi, mentre sembra<br />

si sia arrestato <strong>il</strong> flusso di documenti in<br />

uscita dalle mura leonine, non si è ferma-<br />

Con una nota per Radio Vaticana, padre<br />

Lombardi ha risposto allo scoop di Repubblica<br />

dicendo che è un’invenzione con l’aggravante<br />

del plagio, perché copiata da un altro giornale<br />

CORVI E FALSARI PRIMALINEA<br />

In alto, a sinistra, l’inchiesta<br />

di Repubblica di lunedì 23 luglio<br />

ripresa da un articolo pubblicato<br />

online da Die Welt domenica<br />

15 luglio (foto a destra)<br />

ta la fantasia dei nostri colleghi cronisti.<br />

Lunedì scorso, nel s<strong>il</strong>enzio del resto della<br />

stampa, Repubblica ha pubblicato una<br />

non proprio originale ricostruzione dei<br />

risultati “a sorpresa” dell’inchiesta, con lo<br />

scoop di tre nuovi indagati: due ecclesiastici<br />

(un cardinale, Paolo Sardi, che aiutava<br />

<strong>il</strong> Papa a redigere i suoi discorsi, e un<br />

vescovo, l’ex segretario di Ratzinger alla<br />

Dottrina della fede, Josef Clemens) e un<br />

laico dipendente del Vaticano (una donna,<br />

Ingrid Stampa, l’unica persona – si<br />

dice – in grado di decifrare correttamente<br />

la grafia del Pontefice e per questo stretta<br />

collaboratrice di Benedetto XVI e “intermediaria”<br />

tra lui e Sardi). Ricostruzione<br />

non proprio originale – si diceva – perché<br />

ricordava molto da vicino un’analoga<br />

operazione di un giornale tedesco. Il tempo<br />

di accorgersene e nella stessa mattinata<br />

di lunedì arrivava una durissima smentita<br />

di padre Lombardi. Non la prima per<br />

<strong>il</strong> quotidiano di Largo Fochetti.<br />

Un bel copia e incolla<br />

Il direttore della sala stampa ha risposto<br />

alle “rivelazioni” di Repubblica con<br />

una nota per Radio vaticana. Scrivere<br />

che «dopo l’arresto del maggiordomo del<br />

Papa, altre persone sarebbero state sottoposte<br />

a indagini: la governante tedesca<br />

Ingrid Stampa, l’ex segretario personale<br />

di Joseph Ratzinger, <strong>il</strong> vescovo Josef Clemens,<br />

e l’ex vice Camer-<br />

lengo, <strong>il</strong> cardinale Paolo<br />

Sardi» è un’invenzione<br />

con l’aggravante del plagio,<br />

perché «copiata da<br />

un articolo del giorna-<br />

| | 8 agosto 2012 | 9


le tedesco Die Welt». Lo spunto delle<br />

fantasie “repubblicane” era una frase<br />

del cardinale Julian Herranz, capo della<br />

Commissione d’inchiesta di nomina<br />

pontificia <strong>il</strong> quale giorni fa aveva dichiarato:<br />

«Ci saranno sorprese». La sorpresa,<br />

invero parziale vista la frequenza<br />

con cui padre Lombardi è stato costretto<br />

negli ultimi mesi a interventi sim<strong>il</strong>i,<br />

è nella durezza della smentita: «L’articolo<br />

di Repubblica di questa mattina sulla<br />

vicenda della fuga di documenti vaticani<br />

ricopia (in diverse espressioni anche<br />

letteralmente e non solo nella citazione<br />

finale) un articolo firmato da Paul Badde,<br />

apparso su Die Welt on line una settimana<br />

fa (15 luglio), senza aggiungere praticamente<br />

nulla se non alcuni argomenti<br />

non pertinenti e interpretati in modo<br />

infondato. Faccio notare che l’articolo di<br />

Die Welt non era stato ripreso finora dalla<br />

generalità della stampa tedesca, che<br />

ne aveva giustamente riconosciuto l’evidente<br />

parzialità e la grave responsab<strong>il</strong>ità<br />

di indicare alcune persone come corresponsab<strong>il</strong>i<br />

senza argomenti oggettivi.<br />

Per questo non avevo ritenuto opportuno<br />

reagire ad esso con decisione».<br />

Il testimone non è un indagato<br />

Poi la correzione in punta di diritto di<br />

una malevola estensione di correità cui<br />

la stampa italiana ci ha abituato negli<br />

ultimi anni. Se l’apertura delle indagini<br />

su una persona e <strong>il</strong> conseguente avviso di<br />

garanzia venivano ormai offerti all’opinione<br />

pubblica come l’indicazione di un<br />

colpevole, più recentemente anche l’essere<br />

ascoltato come testimone o come<br />

persona informata sui fatti getta un’ombra<br />

di sospetto sul convocato. Padre Lombardi,<br />

che oltre a un curriculum studiorum<br />

in matematica e teologia vanta un<br />

ascendente giurista in famiglia (è nipote<br />

di Gabrio Lombardi), ha ricordato al vaticanista<br />

di Repubblica che essere ascoltati<br />

in Commissione non vuole dire «in<br />

alcun modo essere sospettati o indagati».<br />

In merito alle coincidenze che l’articolo<br />

segnala come significative di una caduta<br />

in disgrazia dei tre “indagati” e del loro<br />

allontanamento dagli incarichi, Lombardi<br />

spiega a muso duro: «L’affermazione,<br />

fatta per dovere: “Come è ovvio, per tutti<br />

vale la presunzione di innocenza”, alla<br />

luce dell’articolo e della sua presentazione<br />

appare perlomeno ipocrita. Quanto<br />

all’allontanamento dai loro incarichi, <strong>il</strong><br />

cardinal Sardi ha terminato <strong>il</strong> suo compito<br />

in Segreteria di Stato quando aveva<br />

ormai compiuto i 75 anni, la signora<br />

Stampa continua a lavorare in Segreteria<br />

di Stato, e Sua Eccellenza Clemens<br />

10 | 8 agosto 2012 | |<br />

è Segretario del Pontificio Consiglio dei<br />

Laici da diversi anni ed è falso che abbia<br />

ricevuto dal Papa una lettera come quella<br />

descritta nell’articolo di Die Welt (lettera<br />

a cui Repubblica fa riferimento solo<br />

indirettamente)». La durezza della replica<br />

del padre gesuita è rafforzata dall’accusa<br />

di recidiva con cui colpisce Repubblica.<br />

Lombardi ha ricordato e smentito<br />

l’intervista con la presunta moglie<br />

del maggiordomo del Pontefice (pubblicata<br />

<strong>il</strong> 27 maggio); l’intervista con un<br />

monsignore non identificato che affermava<br />

l’esistenza di una équipe di relatori<br />

capeggiata da una donna che doveva<br />

riferire direttamente al Papa; <strong>il</strong> presunto<br />

hacker aggirantesi nei sotterranei<br />

della Santa Sede, misteriosamente scomparso.<br />

Aveva già dovuto farlo in altre<br />

occasioni, dicendo con ironia che non<br />

c’era nessun giornalista nascosto nella<br />

stanza del Papa durante un suo incontro<br />

con <strong>il</strong> segretario di Stato, cardinale<br />

Tarcisio Bertone; né i due interlocutori<br />

hanno riferito alla stampa cosa si sono<br />

detti, per cui «I virgolettati riportati da<br />

un quotidiano (Repubblica, ndr) – disse<br />

– sono frutto di una costruzione, e <strong>il</strong><br />

contenuto non corrisponde<br />

alla realtà oggettiva». «Questo<br />

non è giornalismo», ha ribadito<br />

senza giri di parole in una<br />

irrituale quanto significativa<br />

intervista concessa nella sera<br />

di lunedì 23 luglio al Tg1.<br />

Turbolenze mediatiche<br />

In attesa di vere novità sulle<br />

due inchieste, resta da fare <strong>il</strong><br />

punto sulle altre turbolenze<br />

mediatiche che hanno coinvolto<br />

i vertici della Chiesa cattolica<br />

in questi mesi e alcune<br />

loro istituzioni. In primis lo<br />

Ior. La temuta valutazione di Moneyval<br />

sui criteri di trasparenza nelle operazioni<br />

della banca vaticana, pur non essendo<br />

totalmente soddisfacente, non ha bocciato<br />

la riforma presentata dalla Santa<br />

Sede come molti “corvi” di altra natura<br />

avevano auspicato. La nomina del nuovo<br />

presidente dell’istituto, che succederà<br />

a Ettore Gotti Tedeschi, non avverrà in<br />

tempi immediati, comunque non prima<br />

dell’autunno. Oltretevere hanno deciso<br />

di non prendere decisioni sotto l’incalzare<br />

della pressione mediatica. Prendersi <strong>il</strong><br />

tempo necessario per questa scelta – ha<br />

detto la settimana scorsa padre Lombardi<br />

– non è <strong>il</strong> sintomo di uno “stallo”. «Ci<br />

sono i tempi naturali di consultazione –<br />

ha sottolineato –, per fare delle proposte,<br />

chiedere alle persone se sono dispo-<br />

La nomina del<br />

nuovo presidente<br />

dello Ior, che<br />

succederà a Ettore<br />

Gotti Tedeschi<br />

(foto sotto), non<br />

avverrà in tempi<br />

immediati.<br />

Oltretevere hanno<br />

deciso di non<br />

prendere decisioni<br />

sotto l’incalzare<br />

della pressione<br />

mediatica.<br />

Gli attacchi a<br />

Tarcisio Bertone<br />

(foto in basso) non<br />

miravano solo a una<br />

sua caduta, ma a un<br />

indebolimento del<br />

Pontefice. Anche<br />

in questo caso<br />

<strong>il</strong> Papa non ha<br />

ceduto ai media<br />

nib<strong>il</strong>i, e poi l’estate vale per tutti, non è<br />

<strong>il</strong> tempo per attività e incontri dal ritmo<br />

intenso». Padre Lombardi in quell’occasione<br />

ha anche smentito gli articoli di<br />

stampa che hanno parlato della nomina<br />

di una commissione o di un commissario<br />

per risolvere la situazione. «Questo<br />

non è previsto», ha detto.<br />

La volontà di purificazione<br />

Più delicata della partita per la banca<br />

vaticana c’è solo quella di chi, dentro<br />

e fuori la Chiesa, si sta preparando<br />

al prossimo Conclave. Tutto <strong>il</strong> battage<br />

mediatico, che non ha necessariamente<br />

una regia unica, è <strong>il</strong> riflesso di interessi<br />

che in modo semplicistico vengono<br />

ricondotti a questioni di potere economico<br />

(che non mancano) ma che han


Foto: AP/LaPresse<br />

no <strong>il</strong> vero focus nella successione a Benedetto<br />

XVI. Il suo pontificato sta diventando<br />

più lungo del previsto, la sua salute<br />

non mostra cedimenti se non quelli normali<br />

per l’età (85 anni), è intatta la lucidità<br />

con cui persegue <strong>il</strong> suo programma<br />

di riforma che, e questo confonde i suoi<br />

avversari, non è un programma ma una<br />

volontà di purificazione. La durezza con<br />

cui ha affrontato lo scandalo della pedof<strong>il</strong>ia<br />

ha avuto ripercussioni profonde e<br />

positive nel tessuto ecclesiale. In America<br />

le nomine in importanti diocesi hanno<br />

ridato vita e protagonismo pubblico<br />

a una Chiesa che solo pochi anni fa era<br />

intimidita, impaurita se non annich<strong>il</strong>ita;<br />

come notava <strong>il</strong> cardinale Cam<strong>il</strong>lo Ruini<br />

presentando <strong>il</strong> secondo libro di George<br />

Weigel su Giovanni Paolo II a Roma<br />

<strong>il</strong> 22 giugno scorso: «Sono stato recentemente<br />

negli Stati Uniti, ho rivista una<br />

comunità cristiana vivace e presente». In<br />

Irlanda non è intervenuto solo con nuove<br />

nomine, ma ha avuto <strong>il</strong> coraggio di mettere<br />

mano alla struttura amministrativa<br />

delle diocesi. Ha commissariato una delle<br />

congregazioni religiose più potenti e<br />

formalmente più fedeli al Soglio di Pietro,<br />

i Legionari di Cristo. In Italia ha resistito<br />

a un anno di pressing per la nomina<br />

dell’arcivescovo della sede più importante<br />

nel mondo per riuscire a imporre la<br />

sua scelta, <strong>il</strong> cardinale Angelo Scola. Su<br />

una questione decisiva per la Chiesa ita-<br />

liana, come quella dell’Università Cattolica<br />

non ha esitato, anche qui dopo una<br />

campagna stampa con pubblicazione di<br />

documenti e corrispondenza riservata,<br />

a respingere <strong>il</strong> progetto del suo Segretario<br />

di Stato per garantire l’indipendenza<br />

dell’ateneo m<strong>il</strong>anese.<br />

Il viaggio in Gran Bretagna<br />

A chi in questo vedeva una mossa di<br />

schieramento ha risposto, chiudendo le<br />

polemiche che puntavano a una sostituzione<br />

del cardinal Bertone, con una lettera<br />

che di fatto rinvia di un anno la decisione:<br />

era troppo evidente che gli attacchi<br />

al porporato salesiano non miravano<br />

tanto a una sua caduta (anche), ma a un<br />

indebolimento del Pontefice e dell’istituzione<br />

stessa del pontificato. Con la beatificazione<br />

di Henry Newman ha rovesciato<br />

i pronostici di fallimento che aleggiavano<br />

sul suo viaggio in Gran Bretagna e dato<br />

sostanza al suo appello sul nuovo <strong>il</strong>luminismo<br />

nel confronto con la modernità<br />

in base a un rinnovato e più largo concetto<br />

di ragione. Con le ultime nomine<br />

ha ulteriormente internazionalizzato la<br />

Curia romana, alla quale, in un memorab<strong>il</strong>e<br />

discorso di auguri per l’ultimo Natale,<br />

ha detto chiaramente di aver visto <strong>il</strong><br />

futuro della Chiesa e della fede durante<br />

<strong>il</strong> suo viaggio in Africa, e le conseguenze<br />

di queste parole potrebbero rendersi<br />

evidenti nel prossimo concistoro. Le sue<br />

CORVI E FALSARI PRIMALINEA<br />

Le preoccupazioni del Papa vanno<br />

oltre le propalazioni a mezzo<br />

stampa sugli assetti della curia<br />

per le quali <strong>il</strong> Papa è addolorato<br />

ma non ne fa una “tragedia”<br />

(copyright padre Lombardi)<br />

preoccupazioni vanno ben oltre le propalazioni<br />

a mezzo stampa sugli assetti di<br />

curia che appassionano <strong>il</strong> mondo politico<br />

ed ecclesiastico, e per le quali <strong>il</strong> Papa<br />

è “addolorato” ma non ne fa una “tragedia”<br />

(copyright padre Lombardi). Basti un<br />

veloce elenco per ridimensionare <strong>il</strong> tutto:<br />

<strong>il</strong> duro scontro in atto in Cina con la Chiesa<br />

patriottica e con <strong>il</strong> regime; <strong>il</strong> delicatissimo<br />

confronto con l’islam che spazia dai<br />

rischi di ulteriore emarginazione dei cristiani<br />

che le cosiddette primavere arabe<br />

portano con sé all’aperta persecuzione in<br />

Nigeria; gli spazi di un dialogo con l’Ortodossia;<br />

la speranza e nello stesso tempo<br />

la fonte di problemi che è la Chiesa africana,<br />

dove comunque la crescita dei fedeli<br />

ha un andamento esponenziale. Il rientro<br />

nella comunione cattolica di parti significative<br />

dell’anglicanesimo, e la chiusura<br />

dello scisma lefevriano.<br />

Un’idea vale m<strong>il</strong>le immagini<br />

Ma, soprattutto, l’elemento programmatico<br />

più decisivo di questo pontificato,<br />

da cui forse dipenderà la profondità della<br />

sua incidenza culturale ed ecclesiale,<br />

sarà l’anno della fede, <strong>il</strong> culmine magisteriale<br />

di una convinzione radicata in Benedetto<br />

XVI, per cui <strong>il</strong> riconoscimento della<br />

presenza di Cristo oggi ha a che fare con<br />

l’intelligenza, ma se l’intelligenza della<br />

fede non diventa intelligenza della realtà<br />

non può essere di alcun interesse per<br />

l’uomo moderno: «La crisi della predicazione<br />

cristiana, che da un secolo sperimentiamo<br />

in misura crescente, dipende<br />

in non piccola parte dal fatto che le<br />

risposte cristiane trascurano gli interrogativi<br />

dell’uomo: esse erano giuste e continuavano<br />

a rimanere tali però non ebbero<br />

influenza in quanto non partirono dai<br />

problemi e non furono sv<strong>il</strong>uppate all’interno<br />

di essi». Il teologo Joseph Ratzinger<br />

scriveva queste parole nel 1969, quarantatré<br />

anni fa. Non sembra aver cambiato<br />

idea, e «siamo in un momento in cui<br />

una vera idea – come disse, appena eletto<br />

Papa, a uno stupito Joaquín Navarro-<br />

Valls che gli spiegava l’importanza della<br />

comunicazione nel mondo dell’immagine<br />

– vale m<strong>il</strong>le immagini». Quando <strong>il</strong><br />

Papa parla di purificazione, secondo voi<br />

pensa a Gianluigi Nuzzi? n<br />

| | 8 agosto 2012 | 11


COSA VOGLIONO I TEDESCHI (E GLI ITALIANI)<br />

Altro che debiti e spread<br />

ormai è una guerra di religione<br />

di Oscar Giannino<br />

Ci risiamo. Come da 31 mesi di<br />

eurocrisi a questa parte, la domanda<br />

torna ad essere: “Ma in<br />

realtà, i tedeschi che cosa vogliono?”.<br />

Torna ad esserlo perché è evidente<br />

ai mercati che l’aria in Germania<br />

da dieci giorni è nuovamente cambiata.<br />

La presa di tempo della Corte<br />

di Karlsruhe fino a metà settembre<br />

per giudicare la costituzionalità<br />

dell’Esm, le dichiarazioni della Cancelliera<br />

(«non so se l’euro ce la farà<br />

nella composizione attuale»), quelle<br />

NON SONO<br />

D’ACCORDO<br />

di molti politici di prima f<strong>il</strong>a ispirate al “basta aiuti”. I<br />

mercati hanno capito che ad agosto la spallata è gratis,<br />

a meno che la Bce di Mario Draghi non forzi e cominci a<br />

comprare i titoli eurodeboli a gogo, infischiandosene del<br />

veto della Bundesbank. Obiettivi? Grecia fuori dall’euro<br />

senza <strong>il</strong> versamento dell’ennesima tranche del secondo<br />

maxi prestito Fmi, visto che Atene chiede la rinegoziazione<br />

delle condizioni. Spagna in ginocchio, malgrado gli<br />

aiuti alle banche, per i default a catena minacciati dalle<br />

regioni. Italia strangolata, magari dalla proposta congiunta<br />

Fmi-Berlino di un maxi fondo di abbattimento del<br />

debito pubblico che ne vincolerebbe per anni e anni <strong>il</strong><br />

gettito fiscale, e una bella patrimoniale alle famiglie, in<br />

aggiunta al reddito in decremento per l’effetto rapinafiscale-rapinarecessione.<br />

O, altrimenti, anche Spagna e Italia<br />

si accomodino fuori, e se la vedano da sole. Persino la<br />

Confindustria tedesca – che per un anno ha ricordato alla<br />

Merkel che è meglio evitare di lasciar liberi gli italiani<br />

di tornare a svalutare minacciando l’export tedesco –<br />

ha iniziato a parlare di euro di serie A ed euro di serie B.<br />

Quella confidenza del Prof<br />

Sono segnali pesanti. La Germania pensava di poter andare<br />

avanti un anno, fino alle elezioni, costringendo al<br />

ravvedimento deflazionistico uno dopo l’altro tutti gli<br />

eurodeboli. Ma gli euroartifici (come l’Esm senza licenza<br />

bancaria cioè senza munizioni Bce), cooperativi di nome<br />

ma non di fatto, non bastano a comprare un tempo così<br />

lungo. Questa volta è a rischio l’euro stesso. L’Italia vale <strong>il</strong><br />

19 per cento dell’euroarea, la Spagna <strong>il</strong> 12. Con la Grecia,<br />

sarebbe un terzo dell’auroarea ad andarsene. Con gravi<br />

danni all’esposizione tedesca in Target2, diverse centina-<br />

Mi ha detto Prodi: «Nell’attitudine della Merkel<br />

c’è l’etica protestante che ti vede come un latino<br />

peccatore. Che per di più crede di sfangarla con<br />

la confessione, invece che con le opere e <strong>il</strong> sudore»<br />

L’OBIETTORE<br />

ia di m<strong>il</strong>iardi. È questo che vuole Berlino? Continuo a credere<br />

di no. Tuttavia non è più una convinzione razionale.<br />

L’élite tedesca non appare semplicemente più in grado<br />

di assicurare un governo ragionevole a un exit dalla crisi<br />

che non sia catastrofico per la Germania stessa.<br />

Mi ha fatto pensare una confidenza del professor Prodi,<br />

che interrogavo su come a sua volta veda i tedeschi oggi:<br />

«Mi sentivo così a mio agio con Helmut Kohl», ha detto.<br />

«A volte aveva delle battute, delle strizzate d’occhi, dei<br />

riflessi condizionati che mi riportavano all’oratorio, al<br />

m<strong>il</strong>ieu comune cattolico di una generazione che ha condiviso<br />

morti in guerra e sofferenze, e che si è rimessa in<br />

piedi senza dimenticare mai l’abisso che aveva alle spalle.<br />

La Merkel è diversa. Anche se non esce mai fuori esplicitamente,<br />

nella sua attitudine c’è l’etica protestante che ti<br />

vede comunque come un latino peccatore. Un peccatore<br />

che per di più crede di sfangarla con la confessione, invece<br />

che con le opere e <strong>il</strong> sudore». Credo che Prodi abbia parecchia<br />

ragione. L’Europa protestante ha perso la pazienza<br />

verso quella cattolica controriformista e ortodossa. Ai<br />

loro occhi siamo dei causidici cav<strong>il</strong>losi, sempre pronti a<br />

dimenticare i nostri azzardi morali e gli otto anni di bassi<br />

tassi che l’euro ci è valso, e di cui abbiamo fatto pessimo<br />

uso prima di iniziare a rimproverare i tedeschi non tanto<br />

di essere ingenerosi, quanto di non saper fare innanzitutto<br />

i propri interessi, difendendo l’euro e l’Europa.<br />

Secoli di ecumenismo in fumo<br />

Sulla linea dell’intolleranza tedesca – che, ripeto, ha le<br />

sue ragioni – si è schierata non solo come al solito l’iperpopolare<br />

B<strong>il</strong>d, che sui temi dell’eurosolidarietà è la Padania<br />

della Germania (ma con 4 m<strong>il</strong>ioni di lettori). Anche la<br />

Süddeutsche Zeitung, che pure è “di centrosinistra”. Come<br />

l’austera Faz, e <strong>il</strong> Financial Times Deutschland. Solo<br />

l’Handelsblatt ha ammesso quel che a me sembra la verità.<br />

Cioè che le classi dirigenti tedesche hanno la colpa di<br />

non aver voluto ammettere esplicitamente davanti a contribuenti<br />

ed elettori, in questi 31 mesi, che la difesa cooperativa<br />

dell’Europa era nell’interesse del paese. Perché<br />

se l’euro si rompe, la Germania avrà pure una b<strong>il</strong>ancia<br />

dei pagamenti sul P<strong>il</strong> più attiva di quella cinese, ma nana<br />

resta, nel G20, senza Europa dietro.<br />

In verità, come molti in Germania rimpiangono <strong>il</strong><br />

marco, così da noi un bel po’ di demagoghi e guru da<br />

strapazzo della rete rimpiangono la liretta, l’inflazione<br />

e la svalutazione che consentiva allo Stato di spendere<br />

fac<strong>il</strong>e <strong>il</strong>ludendo gli italiani con rendimenti a doppia cifra<br />

sui titoli pubblici. L’inflazione è un vantaggio solo per<br />

<strong>il</strong> grande debitore, cioè per lo Stato, in Italia; ma molti<br />

l’hanno dimenticato. Tornare al cuius regio, eius religio,<br />

è questa la sostanza dell’eurocrisi senza nessuno al timone.<br />

Secoli di ecumenismo che rischiano di svanire, ciascuno<br />

strigendosi alla religione del suo principe. Eppoi dicono<br />

che faccio male a preferire <strong>il</strong> mondo anglosassone.<br />

| | 8 agosto 2012 | 13


ROSSOPORPORA<br />

La tempesta<br />

sulla via<br />

di Damasco<br />

Per <strong>il</strong> patriarca maronita Béchara Raï «<strong>il</strong> conflitto<br />

in Siria minaccia tutto <strong>il</strong> Medio Oriente. Non c’è<br />

prospettiva quando le vittime sono decine ogni<br />

giorno. Per una svolta positiva delle rivolte arabe<br />

i cristiani confidano nel viaggio del Papa in Libano»<br />

di Giuseppe Rusconi<br />

Dal 14 al 16 settembre Benedetto XVI<br />

dovrebbe compiere un viaggio apostolico<br />

tanto importante quanto<br />

delicato in Libano. Pur stab<strong>il</strong>ito anche nei<br />

dettagli, resta in realtà ancora in forse: sulla<br />

visita grava l’incognita degli sv<strong>il</strong>uppi<br />

della situazione in Siria. Che, se dovesse<br />

ancora peggiorare, ripercuotendosi dunque<br />

con effetti nefasti sui frag<strong>il</strong>i equ<strong>il</strong>ibri<br />

confessionali libanesi, costringerebbe <strong>il</strong><br />

Papa a restare a Castel Gandolfo.<br />

Mentre scriviamo, si susseguono dalla<br />

Siria notizie drammatiche e appelli<br />

angosciati da parte anche dei pastori delle<br />

varie Chiese orientali. Alcuni anni fa<br />

14 | 8 agosto 2012 | |<br />

abbiamo avuto l’occasione di conoscere<br />

l’allora vescovo di Byblos Béchara Raï e da<br />

allora l’abbiamo intervistato più volte per<br />

cercare di comprendere meglio la situazione<br />

libanese, snodo fondamentale per l’avvenire<br />

del cristianesimo nel Medio Oriente.<br />

Dal marzo 2011 è diventato patriarca<br />

maronita, una figura istituzionale di grande<br />

r<strong>il</strong>evanza che storicamente è un punto<br />

di garanzia per la sussistenza e l’unità del<br />

paese. Il patriarca Raï, disponib<strong>il</strong>e come<br />

sempre anche in momenti di grande preoccupazione<br />

come quelli che sta vivendo,<br />

ha risposto alle nostre domande dalla residenza<br />

estiva di Dimane (a 1.400 metri di<br />

altitudine, nel Libano settentrionale). Sulla<br />

Siria – ricordato che lì vi sono tre dio-<br />

cesi maronite con cui è sempre in contatto<br />

– <strong>il</strong> settantaduenne patriarca osserva:<br />

«Quello che sta succedendo in Siria è molto<br />

grave e minaccioso per tutti i siriani<br />

come per i libanesi, particolarmente per<br />

i cristiani a livello politico ed economico».<br />

Patriarca, dicono che gli avvenimenti<br />

siriani siano parte della “primavera araba”.<br />

«Come si può parlare di “primavera”<br />

quando le vittime si contano tutti i giorni<br />

a decine, centinaia? Quando si distruggono<br />

le città e gli abitanti sfollati diventano<br />

profughi? Non si sa dove si andrà a finire<br />

con questa violenza, con questa guerra:<br />

al momento l’orizzonte politico è ancora<br />

chiuso». La “primavera” fin qui ha portato<br />

vantaggi ai paesi coinvolti? «A me pare


Foto: AP/LaPresse<br />

che non ci sia nessuna stab<strong>il</strong>ità politica,<br />

ad esempio, né in Libia né in Egitto. Neppure<br />

in Iraq c’è stab<strong>il</strong>ità, malgrado l’intervento<br />

armato massiccio di alcuni paesi. Si<br />

nota in genere che con la “primavera” si<br />

fa un passo indietro sui piani della convivenza<br />

e dell’auspicata democrazia. I cristiani<br />

in ogni caso sono chiamati a perseverare<br />

nella presenza e nella testimonianza<br />

a favore della civ<strong>il</strong>tà nata dal Vangelo».<br />

Patriarca, in una nostra recente intervista<br />

<strong>il</strong> cardinale Tauran, a proposito di<br />

un eventuale intervento armato in Siria,<br />

aveva richiamato l’attualità delle parole<br />

di Giovanni Paolo II nel 2003: «Mai più la<br />

guerra!». Lei è d’accordo? «Ogni intervento<br />

armato è sempre più malefico che benefi-<br />

A destra, dall’alto in basso,<br />

<strong>il</strong> patriarca maronita Béchara<br />

Raï; una marcia contro <strong>il</strong> regime<br />

di Bashar el Assad, accusato<br />

di soffocare l’opposizione nel<br />

sangue; m<strong>il</strong>itari siriani in festa<br />

dopo aver sedato una rivolta in<br />

un quartiere di Damasco. Sopra,<br />

un’esplosione nella capitale<br />

co. Noi siamo sempre stati per l’intesa e<br />

la soluzione nel dialogo, lontano dal linguaggio<br />

delle armi. Intanto in Siria bisogna<br />

mettere termine ad ogni costo al conflitto<br />

armato. In ogni caso ogni intervento<br />

m<strong>il</strong>itare accrescerebbe i danni umani e<br />

materiali, aumenterebbe odio e divisioni,<br />

rallenterebbe fortemente ogni soluzione<br />

di pace. Sono la comunità internazionale<br />

e gli uomini di buona volontà che hanno<br />

<strong>il</strong> dovere di intervenire in modo positivo<br />

sia a livello politico che sociale».<br />

LA VISITA DI BENEDETTO. Anche <strong>il</strong><br />

Libano, secondo <strong>il</strong> patriarca Raï, soffre<br />

per la situazione in Siria. «Il nostro paese,<br />

essendo legato organicamente al mondo<br />

mediorientale, si trova influenzato dagli<br />

avvenimenti regionali. Purtroppo oggi è<br />

diviso a causa del conflitto tra sciiti e<br />

sunniti a livello internazionale, da cui si<br />

fanno condizionare anche i libanesi delle<br />

rispettive appartenenze. Tale conflitto<br />

paralizza quasi totalmente la vita politica<br />

ed economica nazionale. Non tutti i libanesi,<br />

particolarmente i musulmani, manifestano<br />

lealtà verso <strong>il</strong> bene superiore della<br />

nazione: fanno invece prevalere gli interessi<br />

della propria comunità. Quanto a<br />

noi, continuiamo ad agire con tutti i mezzi<br />

per la ricostituzione dell’unità nazionale».<br />

In tale contesto, subito dopo l’elezione<br />

a patriarca, Béchara Raï ha convocato<br />

a Bkerké dapprima i capi cristiani del-<br />

| | 8 agosto 2012 | 15


ROSSOPORPORA LA TEMPESTA SULLA VIA DI DAMASCO<br />

le diverse fazioni, poi ha promosso alcuni<br />

incontri tra i capi delle diverse religioni.<br />

«E ora si sta preparando un vertice in<br />

tal senso a livello mediorientale. Devo dire<br />

che alla fine di ogni incontro interreligioso<br />

è stato emesso un comunicato ufficiale<br />

proprio per ribadire i princìpi (cui i capi<br />

religiosi sono tenuti) sui quali si fonda <strong>il</strong><br />

Libano: sempre c’è stato l’appello ai politici<br />

perché rispettino tali “costanti nazionali”<br />

così da contribuire all’edificazione<br />

di una società libanese unita e caratterizzata<br />

dal pluralismo culturale e religioso».<br />

Venendo alla visita del<br />

Papa, quale atteggiamento<br />

palesano i musulmani<br />

libanesi verso Benedetto<br />

XVI? «Siano essi sunniti o<br />

sciiti, hanno una grande<br />

venerazione per la persona<br />

del Santo Padre, sono<br />

entusiasti di accoglierlo».<br />

Che cosa si attendono i<br />

cristiani dal pellegrinaggio<br />

libanese di papa Ratzinger?<br />

«Sono trepidanti,<br />

pieni di gioia. Sarà per tutti<br />

noi una visita di incoraggiamento,<br />

di sostegno<br />

morale, di speranza in un<br />

momento storico così cri-<br />

tico nel paese e nell’intero<br />

Medio Oriente. Spero<br />

proprio che la visita del<br />

Papa riesca a promuovere<br />

una “primavera cristiana”<br />

nel Medio Oriente, contribuendo<br />

molto all’auspicata<br />

e necessaria evoluzione<br />

di una “primavera araba” intesa in senso<br />

positivo. La Chiesa e la presidenza della<br />

Repubblica sono in questi giorni nel pieno<br />

della preparazione della visita; è stato<br />

costituito un comitato centrale di coordinamento<br />

per i diversi avvenimenti: la firma<br />

e la proclamazione dell’esortazione<br />

apostolica post-sinodale, l’incontro con<br />

i giovani libanesi, la Messa conclusiva».<br />

In sintesi, patriarca, quali saranno i punti<br />

più importanti dell’esortazione? «Nel<br />

documento si paleserà un piano pastorale<br />

per la Chiesa cattolica nel Medio Oriente,<br />

che racchiuderà certamente tre grandi<br />

dimensioni: la presenza effettiva dei<br />

cristiani in un contesto sociale molto problematico<br />

(con un richiamo al loro passato<br />

così incisivo e importante nei duem<strong>il</strong>a<br />

anni di presenza), la comunione della<br />

Chiesa cattolica con quelle ortodosse e<br />

protestanti, la testimonianza del dialogo<br />

interreligioso a livello dei diversi servizi<br />

culturali e sociali dei cristiani e nel dialogo<br />

di vita quotidiana».<br />

16 | 8 agosto 2012 | |<br />

Anche <strong>il</strong> Libano,<br />

come tutto <strong>il</strong> Medio<br />

Oriente, secondo<br />

<strong>il</strong> patriarca Raï è<br />

influenzato dalle<br />

lotte tra sciiti e<br />

sunniti che hanno<br />

alimentato le rivolte<br />

arabe. Nelle foto a<br />

lato, dimostrazioni<br />

a Beirut e Sidone<br />

pro e contro Assad.<br />

Sotto, i cardinali<br />

O’Brien e Schönborn<br />

(con Benedetto XVI)<br />

«Spero proprio che la visita del Papa riesca<br />

a promuovere una “primavera cristiana”<br />

nel Medio Oriente, contribuendo molto<br />

all’auspicata e necessaria evoluzione di una<br />

“primavera araba” intesa in senso positivo»<br />

WOELKI E LE COPPIE GAY. In “Rossoporpora”<br />

di giugno (vedi <strong>Tempi</strong> numero<br />

27) si era riferito ampiamente di approcci<br />

cardinalizi differenti alla questione dei<br />

cosiddetti “matrimoni gay” e dintorni.<br />

Questa volta ritroviamo alcuni dei protagonisti<br />

impegnati nel tentativo di chiarire<br />

le loro affermazioni. In particolare se<br />

ne ricorderà una – che aveva provocato<br />

accese controversie – del cardinale Rainer<br />

Maria Woelki durante <strong>il</strong> Katholikentag di<br />

maggio a Mannheim: «Se in una relazione<br />

omosessuale i due partecipanti si amano<br />

in modo duraturo e fedele, bisogna considerarla<br />

alla stregua di un rapporto tra due<br />

persone eterosessuali». Ora l’arcivescovo<br />

di Berlino, intervistato dal noto settimanale<br />

tedesco Die Zeit nel numero con data<br />

28 giugno 2012 e posto davanti alla richiesta<br />

di confermare tale considerazione,<br />

risponde partendo dal rifiuto dell’emarginazione<br />

degli omosessuali contenuto<br />

nel Catechismo della Chiesa cattolica: «Se<br />

io prendo sul serio tale atteggiamento di<br />

accoglienza, non posso vedere nelle relazioni<br />

omosessuali solo una “violazione<br />

della legge naturale” com’è formulata nel<br />

Catechismo». Perciò, ragiona <strong>il</strong> cardinale,<br />

«cerco anche di comprendere, di guardare<br />

con rispetto al fatto che ci sono persone<br />

che si assumono una responsab<strong>il</strong>ità l’una<br />

verso l’altra e che tali persone si sono promesse<br />

fedeltà e cura reciproca; questo<br />

anche al di là della mia non condivisione<br />

del loro progetto di vita». Conclude <strong>il</strong> cinquantacinquenne<br />

porporato: «Il progetto<br />

di vita, in cui noi come Chiesa cattolica<br />

ci riconosciamo, è quello del matrimonio<br />

sacramentale tra un uomo e una donna,<br />

aperto alla nuova vita. Questo ho detto<br />

a Mannheim immediatamente prima<br />

dell’affermazione citata». Che dunque è<br />

pienamente confermata.<br />

VIENNA NON CAMBIA CHIESA. Un’altra<br />

decisione cardinalizia in materia aveva<br />

fatto molto discutere: l’assenso dato a fine<br />

marzo dal cardinale Christoph Schönborn<br />

all’elezione nel Consiglio pastorale<br />

di una parrocchia dell’arcidiocesi di<br />

Vienna di un omosessuale dichiarato e<br />

praticante. Anche <strong>il</strong> porporato austriaco<br />

ha poi cercato di chiarire la sua decisione,<br />

in un’intervista al settimanale cattolico<br />

più diffuso negli Stati Uniti, l’Our Sun


Foto: AP/LaPresse<br />

day Visitor (nel numero con data 5 luglio<br />

2012). «Prima di tutto – dice <strong>il</strong> presule sessantasettenne<br />

al giornalista – credo che<br />

si trattasse di una situazione molto locale<br />

(a very local situation), certamente non<br />

adatta a una discussione pubblica». E prosegue:<br />

«La sola cosa che ho messo in chiaro<br />

è che, se ho adottato tale decisione in<br />

una circostanza molto precisa, ciò non<br />

significava affatto che essa comportasse<br />

un qualsiasi cambiamento nel mio riferirmi<br />

al magistero cattolico». Evidenzia poi<br />

<strong>il</strong> cardinale: «Il fatto è che talvolta ci confrontiamo<br />

con situazioni oggettivamente<br />

disordinate, ma dobbiamo farlo con la<br />

speranza che gli interessati siano incamminati<br />

sulla via della fede. Noi siamo una<br />

comunità di peccatori e dobbiamo tutti<br />

migliorare le nostre vite. Dobbiamo ancora<br />

percorrere un tratto di strada per essere<br />

sempre più conformi nel nostro vivere<br />

agli insegnamenti del Signore». Poi un’annotazione<br />

puntuale sul caso della parrocchia<br />

di Stützenhofen e del ventiseienne<br />

Florian Stangl: «Sono sicuro che <strong>il</strong> giovane<br />

è sulla via di una vita cristiana e vuole<br />

conformare sempre più i suoi comportamenti<br />

ai progetti di Dio. Sono stato chiaro<br />

con lui sul magistero della Chiesa, ma<br />

noi dobbiamo avere pazienza». Inoltre –<br />

ribadisce l’arcivescovo di Vienna – la sola<br />

cosa che ho richiesto è di credere che io<br />

non ho preso con superficialità e arbitrariamente<br />

la decisione di confermare l’elezione<br />

nel Consiglio pastorale e che in nessun<br />

modo sto negando <strong>il</strong> magistero ecclesiale<br />

sulla questione».<br />

LO SCOZZESE IMPAVIDO. Intanto <strong>il</strong><br />

cardinale Keith O’Brien, arcivescovo di<br />

Edimburgo, continua a evidenziare i gravi<br />

rischi per la società di un’equiparazione<br />

tra <strong>il</strong> matrimonio eterosessuale e le unioni<br />

omosessuali. Dopo la vigorosa lettera<br />

aperta, di cui si sono riportati ampi stralci<br />

nella scorsa edizione di “Rossoporpora”, <strong>il</strong><br />

porporato settantaquattrenne ha chiesto<br />

al governo scozzese (come si legge sul quotidiano<br />

The Scotsman di lunedì 16 luglio)<br />

di sottoporre a referendum la revisione<br />

legislativa che intende equiparare le unioni<br />

omosessuali al matrimonio. Il motivo?<br />

I cittadini si interessano delle questioni<br />

morali fondamentali e quindi i politici<br />

«dovrebbero avere fiducia nel popolo<br />

e lasciar decidere gli scozzesi in materia».<br />

Del resto sono state quasi 80 m<strong>il</strong>a le<br />

risposte giunte al governo entro dicembre,<br />

mentre nella consultazione riguardo<br />

all’indipendenza della Scozia erano state<br />

26 m<strong>il</strong>a. In quest’ultimo caso <strong>il</strong> referendum<br />

è stato indetto per <strong>il</strong> 2014.<br />

«A me pare che non ci sia<br />

stab<strong>il</strong>ità politica né in Libia<br />

né in Egitto né in Iraq. Si nota<br />

che con la “primavera” si fa<br />

in genere un passo indietro<br />

sui piani della convivenza e<br />

dell’auspicata democrazia»<br />

Tuttavia <strong>il</strong> portavoce dell’esecutivo la<br />

sera del 17 luglio ha escluso <strong>il</strong> referendum<br />

sui “matrimoni omosessuali”, adducendo<br />

che si tratterebbe di questioni di coscienza<br />

e non di Costituzione. Entro fine luglio <strong>il</strong><br />

governo deciderà perciò le modalità della<br />

revisione legislativa. Il “no” al referendum<br />

può essere fac<strong>il</strong>mente interpretato come<br />

una reazione dettata dalla paura che gli<br />

scozzesi potessero respingere la proposta:<br />

secondo i risultati di un recente sondaggio<br />

apparsi sul quotidiano The Herald,<br />

infatti, la maggior parte dell’elettorato<br />

della nazione resta contraria all’equiparazione.<br />

Insomma, una volta ancora vince<br />

una sorta di “democrazia à la carte”,<br />

da ut<strong>il</strong>izzare solo quando conviene. Forse<br />

si ricorderà che perfino in Svizzera si era<br />

tentato fino all’ultimo di evitare <strong>il</strong> voto<br />

popolare sul blocco della costruzione dei<br />

minareti: sforzi antidemocratici comprensib<strong>il</strong>i<br />

nell’ottica dei loro promotori, dato<br />

che poi <strong>il</strong> 29 novembre 2009 oltre <strong>il</strong> 57 per<br />

cento dei votanti si pronunciò a favore della<br />

proposta invisa alla larga maggioranza<br />

dei partiti, di altre istituzioni religiose e<br />

sindacali e della crème culturale.<br />

Per via delle sue schiette e inequivocab<strong>il</strong>i<br />

affermazioni contrarie al riconoscimento<br />

legale del cosiddetto “matrimonio<br />

omosessuale”, del cardinale O’Brien aveva<br />

auspicato l’arresto <strong>il</strong> cantante pop trentatreenne<br />

W<strong>il</strong>l Young, durante la trasmissione<br />

di punta Question Time <strong>il</strong> 9 marzo<br />

scorso (vedi <strong>il</strong> sito della Bbc). Il già vincitore<br />

del programma televisivo Pop Idol ha<br />

definito in tale occasione le forti valutazioni<br />

del porporato come tali da suscitare<br />

«ribrezzo», degne come sarebbero dell’età<br />

della pietra. Il cardinale O’Brien per W<strong>il</strong>l<br />

Young sarebbe una persona «ripugnante»:<br />

del resto se avesse fatto affermazioni sim<strong>il</strong>i<br />

su temi razziali o religiosi, sarebbe già<br />

stato tradotto davanti a un giudice. Alla<br />

giornalista Janice Atkinson, che gli faceva<br />

osservare come, secondo i suoi ragionamenti,<br />

ogni sacerdote che esprima un<br />

parere a difesa del matrimonio tradizionale<br />

dovrebbe essere incriminato, <strong>il</strong> cantante<br />

ha risposto che «sì, sarebbe proprio<br />

giusto!». W<strong>il</strong>l Young è certo un magnifico<br />

esemplare del “politicamente corretto”<br />

nella sua accezione muscolare. n<br />

| | 8 agosto 2012 | 17


L’INTERVENTO<br />

DA CAVOUR AL GOVERNO TECNICO<br />

Perché sono 150 anni che lo Stato<br />

tenta di papparsi le feste cattoliche<br />

18 | 8 agosto 2012 | |<br />

di Angela Pellicciari<br />

Fino a giovedì 19 luglio sembrava che <strong>il</strong> governo<br />

Monti, in nome dell’emergenza economica e della<br />

necessità di produrre di più, fosse intenzionato ad<br />

accorpare alcune festività religiose e civ<strong>il</strong>i. Poi, <strong>il</strong> giorno<br />

dopo, al Consiglio dei ministri, <strong>il</strong> capo del governo ha<br />

smentito questa ipotesi. Vedremo se non ci saranno ulteriori<br />

ripensamenti. Comunque sia, c’è poco di nuovo<br />

sotto <strong>il</strong> sole. Numerosi e reiterati sono stati i tentativi dei<br />

governi della Repubblica di farci lavorare nei giorni di festa:<br />

gli italiani andrebbero aiutati a dedicare più tempo<br />

al lavoro. Oggi ne andrebbe di un punto del P<strong>il</strong>. E allora<br />

via alla razionalizzazione delle solennità dei Patroni,<br />

dell’Immacolata e dei Santi. Come se gli eventi che quelle<br />

festività commemorano fossero equivalenti: la Vergine<br />

senza peccato, la festa dei santi Pietro e Paolo o di Ambrogio<br />

o di Gennaro o quella di tutti i santi, potrebbero<br />

essere spostati a piacimento, un giorno vale l’altro.<br />

E no! Non è così. Un giorno non vale l’altro. Un giorno<br />

non è la stessa cosa di un altro perché le feste cristiane<br />

non sono feste ideologiche come quelle della donna,<br />

della mamma, del papà, dei nonni e così via. Sono feste<br />

storiche, cioè legate a fatti. Ambrogio, Gennaro e i vari<br />

patroni che festeggiamo sono saliti al cielo in un giorno<br />

determinato, non in un altro. E noi li ricordiamo quasi<br />

sempre nel giorno della loro nascita alla vita eterna.<br />

Non è solo un problema di produttività<br />

Le statistiche dicono che siamo all’11 per cento della<br />

popolazione senza lavoro. Sono tanti quelli che cercano<br />

un impiego con pochissime speranze di trovarlo: sia<br />

giovani che uomini e donne adulti che <strong>il</strong> lavoro lo hanno<br />

perso. Per contro, tantissimi italiani fanno due o anche<br />

tre lavori: la laboriosità e l’ingegnosità del nostro<br />

popolo sono cosa nota.<br />

Bisognava attendere l’unità d’Italia all’epoca dei Savoia<br />

e dei liberali governi sardi perché gli italiani venissero<br />

dipinti come buontemponi, fannulloni e inguarib<strong>il</strong>i<br />

festaioli. Il 9 marzo 1850, da poco entrato nell’agone<br />

politico, alla Camera dei deputati del parlamento subalpino<br />

Cam<strong>il</strong>lo Benso conte di Cavour afferma: «Io penso<br />

che un soverchio numero di feste torni fuor misura nocevole<br />

alle classi operanti perché siffatte feste straordinarie<br />

non si dedicano per lo più al riposo, ma si spendono<br />

in quella vece in sollazzi e mali altri usi». Il moralista<br />

Cavour, che di “sollazzi” se ne concedeva parecchi, toglie<br />

ai poveri i pochi che hanno. Cavour conduce un attacco<br />

frontale all’accattonaggio e alle festività religiose perché<br />

vuole giustificare e preparare <strong>il</strong> terreno alla soppressione<br />

di tutti gli ordini religiosi (ordini della Chiesa cattolica<br />

che <strong>il</strong> primo articolo dello Statuto definisce religione<br />

di Stato) a cominciare da quelli mendicanti. Gli uomini<br />

del risorgimento sono convinti che francescani e domenicani<br />

passino la vita oziando essendo poi costretti a<br />

chiedere l’elemosina come <strong>il</strong> loro stesso nome indica. Un<br />

pessimo esempio. La cancellazione degli ordini religiosi<br />

permette a Cavour di consolidare l’appoggio delle potenze<br />

protestanti e liberal-massoniche che sono i grandi<br />

(e unici) sponsor dell’unità d’Italia sotto i Savoia. Scrive<br />

Rosario Romeo a proposito della politica religiosa dei<br />

governi Cavour: <strong>il</strong> conte ben «conosceva l’influsso che i<br />

gruppi protestanti avevano sull’opinione pubblica inglese.<br />

Un argomento di politica estera di fondamentale importanza<br />

si aggiungeva dunque alle motivazioni ideologiche<br />

del liberalismo cavouriano in fatto di religione».<br />

A quali interessi e a quali valori ci dobbiamo omologare<br />

oggi? La pretestuosità dell’attacco alle festività<br />

religiose, opportunamente accomunate a quelle civ<strong>il</strong>i,<br />

dovrebbe essere evidente. Ad essere in gioco è, ancora<br />

una volta, una questione morale. Morale liberale, fin<br />

dall’inizio dell’Italia unita opposta e contraria a quella<br />

cattolica.


ESTERI<br />

Primavera<br />

ebraica<br />

in Ungheria<br />

20 | 8 agosto 2012 | |<br />

l’oriente europeo<br />

Vent’anni fa erano decimati dalle persecuzioni.<br />

oggi si riappropriano di antichi luoghi e tradizioni<br />

aprendosi al mondo. «Allarme neonazismo?<br />

Siamo più tranqu<strong>il</strong>li per strada a Budapest<br />

che a parigi». parla <strong>il</strong> rabbino Shlomo Köves<br />

La comunità ebraica ungherese è stata<br />

storicamente la più integrata d’Europa<br />

e insieme quella che più ha<br />

sofferto a causa dell’Olocausto. Nonostante<br />

le leggi discriminatorie accumulate<br />

contro di loro a partire dal 1920, gli<br />

ebrei ungheresi sperarono fino all’ultimo<br />

di essere risparmiati dalla furia nazista<br />

a motivo della loro lealtà verso lo Stato<br />

nazionale ungherese e degli specialissimi<br />

rapporti dell’Ungheria del reggente<br />

Miklós Horthy con la Germania di Hitler.<br />

Ma dopo l’occupazione tedesca del paese<br />

nel marzo 1944 e ancor più dopo <strong>il</strong> colpo<br />

di Stato che nell’ottobre successivo depose<br />

Horthy la situazione precipitò.<br />

All’alba dell’occupazione tedesca,<br />

nei territori corrispondenti all’Ungheria<br />

attuale vivevano 400 m<strong>il</strong>a ebrei, quasi<br />

725 m<strong>il</strong>a se si considerano i territori della<br />

“Grande Ungheria” recuperati grazie<br />

all’alleanza fra <strong>il</strong> 1938 e <strong>il</strong> 1941 dei magiari<br />

con la Germania e l’Italia di Mussolini.<br />

Alla fine della Seconda guerra mondiale<br />

ne restavano in vita poco più di 200 m<strong>il</strong>a:<br />

gli altri erano stati passati per le armi o<br />

erano morti ad Auschwitz e in altri campi<br />

di sterminio. Gran parte dei sopravvissuti<br />

doveva la propria salvezza a uomini<br />

come Raul Wallenberg, Giorgio Perlasca,<br />

monsignor Angelo Rotta e altri pochi<br />

coraggiosi che oggi sono ricordati come<br />

“Giusti tra le Nazioni” nel museo Yad<br />

Vashem di Gerusalemme. Oggi gli ebrei<br />

che vivono in Ungheria sono circa 100<br />

m<strong>il</strong>a, per più del 90 per cento insediati a<br />

Budapest. Dal punto di vista dottrinale gli<br />

ebrei ungheresi sono divisi dal 1868 in tre<br />

correnti: quella dei riformatori “neologhi”,<br />

quella dei tradizionalisti ortodossi,<br />

e quella degli ortodossi “statusquo ante”,<br />

una sorta di terza posizione minoritaria<br />

a cavallo fra riformatori e tradizionalisti.<br />

Nel 2003 gli ebrei ungheresi dello “statusquo”<br />

si sono riorganizzati con l’assistenza<br />

del movimento internazionale ortodosso<br />

Chabad-Lubavitch, che è attualmente<br />

la più grande organizzazione ebraica<br />

del mondo. Il loro rabbino capo, Shlomo<br />

Köves, ha accettato di r<strong>il</strong>asciarci un’ampia<br />

intervista sulla realtà dell’ebraismo<br />

nell’Ungheria contemporanea e sulla questione<br />

dell’asserita ripresa dell’antisemitismo<br />

nel paese.<br />

Rabbino, la storia degli ebrei d’Ungheria<br />

è singolare. Cosa sta facendo la sua<br />

congregazione per riattivare la presenza<br />

ebraica?<br />

È vero, oggi gli ebrei in Ungheria sono<br />

circa 100 m<strong>il</strong>a, e la maggioranza di essi è<br />

secolarizzata o addirittura non ha quasi<br />

coscienza della sua identità ebraica. I<br />

miei stessi genitori sono divenuti consa-<br />

Ap/lapresse<br />

pevoli della loro ebraicità solo quando Foto:


«Vent’anni fa l’unica scuola media ebraica<br />

ammessa aveva tre studenti, oggi abbiamo<br />

tre scuole superiori con 600 ragazzi e una<br />

università dove hanno studiato 5 m<strong>il</strong>a giovani»<br />

A lato, festa per<br />

la ridedicazione<br />

di una sinagoga<br />

a Budapest nel<br />

2010. In alto, la<br />

piazza degli Eroi<br />

della città invasa<br />

dai param<strong>il</strong>itari<br />

legati al partito<br />

di estrema destra<br />

Jobbik, dichiarati<br />

fuori legge nel<br />

2009; più in<br />

basso, la stessa<br />

piazza durante i<br />

festeggiamenti<br />

di Hanukkah.<br />

Sotto, <strong>il</strong> rabbino<br />

capo Shlomo<br />

Köves<br />

erano già adolescenti. Le comunità ebraiche<br />

principali in Ungheria sono tre, diverse<br />

per dottrina, visione del mondo e prospettive<br />

per <strong>il</strong> futuro. Io sono <strong>il</strong> rabbino<br />

capo dei cosiddetti ebrei “statusquo<br />

ante”, che oggi sono aff<strong>il</strong>iati al movimento<br />

Chabad-Lubavitch. Crediamo nei valori<br />

dell’ortodossia ma siamo aperti sul mondo,<br />

abbiamo rapporti con tutti. Le nostre<br />

priorità sono l’educazione dei giovani,<br />

l’apertura al mondo e la riorganizzazione<br />

della comunità, un obiettivo che in<br />

Ungheria è di fondamentale importanza.<br />

A causa prima dell’Olocausto e poi del<br />

comunismo molti ebrei ungheresi hanno<br />

cessato di dichiararsi tali, la loro ebraicità<br />

è diventata un tabù ai loro stessi occhi.<br />

Noi lavoriamo per riattivarli come ebrei,<br />

perché considerino positivamente la loro<br />

identità ebraica, prima ancora di diventare<br />

eventualmente praticanti. Per questo,<br />

oltre alle nostre sette sinagoghe (cinque<br />

a Budapest, una a Debrecen e un’altra a<br />

Szecen), abbiamo scuole, as<strong>il</strong>i, strutture<br />

per l’educazione degli adulti, case editrici,<br />

newsletter. Con queste strutture<br />

| | 8 agosto 2012 | 21


ESTERI l’oriente europeo<br />

riattiviamo gli ebrei nella vita ebraica e<br />

informiamo i non ebrei e l’intera società<br />

circa la realtà dell’ebraismo.<br />

Quanti sono gli ebrei ungheresi che si<br />

possono considerare praticanti?<br />

Ci sono molti livelli di pratica. A frequentare<br />

le sinagoghe durante le feste<br />

principali sono 6-7 m<strong>il</strong>a persone in tutto<br />

<strong>il</strong> paese. In base al livello di osservanza<br />

dei precetti la cifra osc<strong>il</strong>la, a seconda<br />

del punto di vista, fra i 5 e i 10 m<strong>il</strong>a. L’alimentazione<br />

strettamente kosher è praticata<br />

da non più di 300-400 persone in tutta<br />

l’Ungheria.<br />

Dobbiamo parlare di un momento di rinascita<br />

o di un momento di declino della<br />

vita ebraica in Ungheria?<br />

Di rinascita, certamente. Negli ultimi<br />

venti anni gli ebrei ungheresi, specialmente<br />

i giovani, hanno riscoperto<br />

la loro identità e la manifestano apertamente;<br />

sono state ricostituite le infrastrutture<br />

ebraiche e c’è una nuova generazione<br />

che non ha paura di dichiarare<br />

le proprie radici anche se non è praticante.<br />

Vent’anni fa l’unica scuola media<br />

ebraica ammessa in epoca comunista<br />

aveva tre studenti, oggi abbiamo tre<br />

scuole medie superiori con 600 studenti<br />

e un’università ebraica dove nell’arco<br />

di dieci anni hanno studiato 5 m<strong>il</strong>a giovani.<br />

Vent’anni fa non c’erano ristoranti<br />

kosher, oggi ce ne sono quattro, più altri<br />

ristoranti e caffè di tradizione ebraica.<br />

Ci sono due teatri dove si recitano autori<br />

ebraici, centri culturali e un festival di<br />

cultura ebraica estivo.<br />

Sotto <strong>il</strong> comunismo l’educazione e la<br />

cultura ebraica non erano ammesse?<br />

Assolutamente no! Non era tollerata<br />

nessuna espressione o iniziativa culturale<br />

ebraica: l’ebraismo era ridotto al culto<br />

strettamente inteso. Nessuna educazione,<br />

nessuna vita culturale, nessuna vita<br />

comunitaria erano permessi, per timore<br />

che l’aggregazione diventasse<br />

qualcosa ost<strong>il</strong>e al<br />

regime. C’era solo la scuola<br />

con due o tre studenti di<br />

cui ho detto prima.<br />

Cosa dice dell’attuale<br />

momento storico? Gli<br />

ebrei si trovano a loro agio in Ungheria<br />

oggi o ci sono motivi di inquietudine?<br />

Non è fac<strong>il</strong>e rispondere a questa<br />

domanda. È in corso un processo certamente<br />

non buono. L’estremismo sta<br />

alzando la voce, <strong>il</strong> linguaggio antisemita<br />

sta diventando sempre più comune. In<br />

parlamento è presente un partito razzista<br />

e antisemita, e questo è un problema per<br />

tutto <strong>il</strong> paese, non solo per gli ebrei. Fra i<br />

quali i più preoccupati sono gli anziani, a<br />

22 | 8 agosto 2012 | |<br />

«Certamente chi ha votato Jobbik non lo ha<br />

fatto per sostenere un programma politico<br />

antisemita. Il peggioramento attuale ha a<br />

che fare con le difficoltà economiche recenti»<br />

motivo delle esperienze del passato.<br />

Trova che <strong>il</strong> sentimento antisemita, che<br />

è sempre esistito in Ungheria come in<br />

altri paesi europei, sia in crescita?<br />

Senz’altro sta alzando la voce. Anche<br />

in passato, per dire la verità ci sono stati<br />

in parlamento partiti politici a vocazione<br />

antisemita. Fra <strong>il</strong> 1990 e <strong>il</strong> 2002 c’era<br />

un partito chiamato Miep che aveva idee<br />

sim<strong>il</strong>i a quelle dell’attuale Jobbik. Senz’altro<br />

quello che sta succedendo ha a che<br />

fare con la crisi economica e finanziaria<br />

internazionale: infatti l’estrema destra<br />

cresce in tutti i paesi europei. A dire la<br />

verità nella sua propaganda Jobbik insiste<br />

molto più sulla demonizzazione dei rom,<br />

che in Ungheria sono molto più numerosi<br />

degli ebrei e che sono concentrati nel<br />

nord e nell’est del paese, dove c’è un forte<br />

problema di disoccupazione e la qualità<br />

della vita è bassa. E certamente <strong>il</strong> 16<br />

per cento di ungheresi che ha votato Jobbik<br />

non lo ha fatto per sostenere un programma<br />

politico antisemita. Però <strong>il</strong> partito<br />

usa quel tipo di linguaggio, e questo fa<br />

paura, perché cambia in peggio nel tempo<br />

<strong>il</strong> modo di pensare della gente.<br />

La spiegazione del fenomeno sta tutta


Foto: AP/LaPresse<br />

Circa 600 m<strong>il</strong>a ebrei ungheresi vennero<br />

deportati nei campi di concentramento<br />

nazisti. Sopra, <strong>il</strong> memoriale della Shoah di<br />

Budapest. A sinistra, la commemorazione<br />

nelle difficoltà economiche di oggi?<br />

No, c’è sempre stata una componente<br />

razzista nella società ungherese. L’isolamento<br />

linguistico e una storia unica<br />

per molti aspetti hanno favorito una certa<br />

chiusura. Ma <strong>il</strong> peggioramento attuale<br />

ha a che fare con le ristrettezze economiche<br />

recenti.<br />

La comunità ebraica si sente protetta<br />

dallo Stato, dal governo, oppure ha dei<br />

dubbi?<br />

Lo Stato ha sempre assicurato che<br />

proteggerà la comunità ebraica e io non<br />

ho motivi di dubitare, sia che governi<br />

la destra oppure la sinistra. Non vedo in<br />

alcun modo che noi si debba avere paura<br />

del governo attuale. Altra questione sono<br />

i loro rapporti con l’estrema destra e che<br />

parte avrà quest’ultima in futuro. Detto<br />

questo, se paragono la condizione degli<br />

ebrei in Ungheria con quella degli ebrei<br />

in altri paesi europei, bisogna riconoscere<br />

che un ebreo si sente più tranqu<strong>il</strong>lo<br />

per strada qui a Budapest che in Francia<br />

o in Belgio.<br />

Ma c’è qualcosa che <strong>il</strong> governo può fare<br />

per rassicurarvi, per venirvi incontro?<br />

Diciamo quello che hanno già fatto:<br />

bisognava restituire le proprietà immob<strong>il</strong>iari<br />

alle comunità ebraiche, e questo è<br />

stato fatto. L’Ungheria è <strong>il</strong> paese dell’Europa<br />

dell’Est che negli ultimi venti anni<br />

più si è impegnato nella restituzione agli<br />

ebrei delle infrastrutture espropriate nei<br />

decenni precedenti: non si sarebbe potuto<br />

fare di più. Dove invece si può migliorare<br />

è nell’educazione delle giovani generazioni:<br />

si può fare di più per far conoscere<br />

la realtà dell’Olocausto, per insegnare<br />

<strong>il</strong> rispetto di tutte le minoranze.<br />

Poi mi aspetto che l’attuale coalizione di<br />

governo tracci un confine più netto fra sé<br />

e l’estrema destra. Ci sono stati recentemente<br />

funerali di noti esponenti antisemiti<br />

che hanno visto la partecipazione di<br />

esponenti della maggioranza: questa non<br />

è una cosa in sé importante, però ha un<br />

valore simbolico, e lo si potrebbe evitare.<br />

Allo stesso modo <strong>il</strong> governo non è responsab<strong>il</strong>e<br />

delle statue e delle lapidi commemorative<br />

dedicate al reggente Horty inau-<br />

«Lo Stato ha<br />

sempre assicurato<br />

che proteggerà la<br />

comunità ebraica.<br />

L’Ungheria è <strong>il</strong><br />

paese dell’Europa<br />

dell’Est che negli<br />

ultimi venti anni<br />

più si è impegnato<br />

nella restituzione<br />

agli ebrei dei beni<br />

espropriati»<br />

gurate recentemente da amministrazioni<br />

locali, però potrebbe almeno prendere le<br />

distanze da queste iniziative, che celebrano<br />

un uomo sotto la cui amministrazione<br />

sono stati deportati centinaia di migliaia<br />

di ebrei. Invece preferisce <strong>il</strong> s<strong>il</strong>enzio. Ecco,<br />

su queste cose preferirei dal governo un<br />

prof<strong>il</strong>o più deciso. Recentemente un esponente<br />

di Jobbik in parlamento ha evocato<br />

un delitto di sangue attribuito agli<br />

ebrei nell’Ottocento, che anche la giustizia<br />

del tempo aveva dichiarato insussistente.<br />

Io ho condannato pubblicamente<br />

questa provocazione, e <strong>il</strong> primo ministro<br />

Viktor Orban mi ha telefonato per esprimermi<br />

solidarietà. Di questo gli do atto.<br />

Rodolfo Casadei<br />

| | 8 agosto 2012 | 23


Foto: AP/LaPresse<br />

IL SOTTOSCRITTO, LELE MORA E ILDA BOCCASSINI<br />

Lo strano caso di un deputato (io)<br />

condannato per aver fatto <strong>il</strong> bravo<br />

di Renato Farina<br />

Non ho nessuna voglia di piagnucolare per <strong>il</strong> torto subìto, anche se brucia, ma<br />

la vicenda giudiziaria di cui sono stato e ancora sono protagonista è istruttiva<br />

per tutti. La magistratura, non tutta per carità, di certo la sua squadra<br />

d’avanguardia, fa politica come i politici, ma con le manette in più. Come i lettori<br />

di <strong>Tempi</strong> sanno, l’11 luglio sono stato condannato dal gup di M<strong>il</strong>ano a due anni e otto<br />

mesi di reclusione, senza condizionale, per “falso in atto pubblico”, avendo sottoscritto<br />

come pubblico ufficiale una dichiarazione che la dottoressa Ilda Boccassini<br />

ha considerato menzognera. In essa, comp<strong>il</strong>ando un foglio prestampato, affermavo<br />

che <strong>il</strong> mio accompagnatore era in regola per entrare con me nel carcere di Opera. Si<br />

notino le date: visita a Opera 17 febbraio 2012, condanna 11 luglio. Meno di cinque<br />

mesi. Indagini, valutazione del gip, rinvio a giudizio, processo, sentenza.<br />

Sono così stati stab<strong>il</strong>iti alcuni record. Velocità del processo. Entità<br />

della condanna. Novità del tipo di reato. Mai in passato, nei 37<br />

anni da cui vige la legge sull’Ordinamento penitenziario, si era registrata<br />

la condanna di un parlamentare. C’è sempre una prima<br />

volta, si obietterà. Ma perché proprio io? Il pm Sangermano mi ha<br />

rimproverato più o meno così: «Si vergogni, lei è come quelli che<br />

parcheggiano in seconda f<strong>il</strong>a e si lamenta col vig<strong>il</strong>e perché dà la<br />

multa solo a loro». A parte che paragonare la visita a degli uomini<br />

in cella alla maleducazione stradale è orrib<strong>il</strong>e, ma domando ancora: perché <strong>il</strong> vig<strong>il</strong>e<br />

vede solo me? C’entra <strong>il</strong> fatto di essere del Pdl? Di avere avuto contenziosi giudiziari<br />

e di stampa con la pm Boccassini? Questo lo escludo. Se la dottoressa avesse avuto<br />

del rancore verso di me, la sua finezza deontologica le avrebbe certo impedito di colpire<br />

un nemico personale. E allora? C’entra la visita al “mostro” Lele Mora?<br />

Boh, in realtà facevo banalmente <strong>il</strong> mio dovere, che ha un chiaro riferimento nella<br />

Costituzione, dove è scritto che le pene devono dar prova del «senso di umanità» e<br />

«tendere alla rieducazione». E questo è possib<strong>il</strong>e se si impedisce l’isolamento del mondo<br />

dei “ristretti”. È mia responsab<strong>il</strong>ità eseguire questo mandato in carcere che è «una<br />

proiezione esterna della funzione parlamentare». La quale consiste anche nel far entrare<br />

la gente comune dentro <strong>il</strong> reame ritenuto (e questa sentenza lo conferma) dominio<br />

esclusivo delle toghe. Ci sarà l’appello, mi dicono. Avrei la tentazione di rinunciare,<br />

e fare come Guareschi, rendendo esecutiva la sentenza col lasciarmi tradurre in<br />

carcere. Ma non credo, sarebbe superbia. A me poi mi dimenticano subito.<br />

Due note anzi tre. 1) Il Corriere della Sera e le agenzie varie hanno usato un verbuccio<br />

gent<strong>il</strong>e e subliminale per descrivere i fatti. Io avrei «spacciato» per collaboratore<br />

«un amico di Lele Mora». Chiaro <strong>il</strong> messaggio, non è vero? 2) Repubblica e <strong>il</strong> Fatto<br />

non hanno dedicato una riga alla condanna. Mi sa che neanche loro sarebbero<br />

riusciti a parlar bene della procura e del gup di M<strong>il</strong>ano… Quanti loro giornalisti sono<br />

entrati in carcere “spacciandosi” per collaboratori di deputati? 3) Il presidente Fini,<br />

a cui voglio bene, non ha voluto che la Camera impedisse o almeno protestasse per<br />

questo trattamento. La Costituzione – pare, forse – non vale solo per Napolitano…<br />

Mauro Mellini, vecchio deputato radicale, mi ha scritto: «Oggi è miserevole l’acquiescenza<br />

di fronte ad esorbitanze tanto gravi e pericolose». Mi piace questo st<strong>il</strong>e antico.<br />

BORIS<br />

GODUNOV<br />

IL NOSTRO UOMO<br />

A PALAZZO<br />

Fini non ha voluto che la Camera<br />

protestasse per <strong>il</strong> mio trattamento.<br />

Il radicale Mellini mi ha scritto: «È<br />

miserevole l’acquiescenza di fronte<br />

ad esorbitanze tanto pericolose»<br />

Farina è stato condannato a<br />

2 anni e 8 mesi per essersi<br />

portato dietro una persona,<br />

dichiarandola un collaboratore,<br />

durante una visita a Lele Mora<br />

nel carcere m<strong>il</strong>anese di Opera<br />

| | 8 agosto 2012 | 25


interni<br />

26 | 8 agosto 2012 | |<br />

presunti colpevoli<br />

Condannati<br />

al carcere<br />

preventivo<br />

le vicende dei “sequestrati” di M<strong>il</strong>ano rivelano<br />

inganni e abusi della custodia cautelare. Da male<br />

provvisorio a mezzo improprio per estorcere<br />

confessioni e condurre battaglie politiche. sulla<br />

pelle di migliaia di uomini, reclusi senza processo<br />

Sedici dicembre 1983. Sul Corriere<br />

della Sera veniva pubblicato un<br />

articolo dell’avvocato Guido Rossi<br />

dal titolo “Stato di diritto e leggi d’emergenza”.<br />

Nel suo fondo, Rossi scriveva: «Pur<br />

in regime d’emergenza, la cosiddetta carcerazione<br />

preventiva può essere applicata<br />

solo come mero strumento istruttorio<br />

ed entro limiti temporali strettissi-<br />

mi». Un articolo fieramente garantista, in<br />

cui si denunciava <strong>il</strong> fatto che «<strong>il</strong> rapporto<br />

libertà-detenzione si è progressivamente<br />

distorto. Si discute, infatti, di “carcerazione<br />

preventiva” e di “libertà provvisoria”.<br />

Ma prima della sentenza di condanna è la<br />

carcerazione preventiva che deve essere<br />

considerata provvisoria. La libertà provvisoria,<br />

in quanto tale, non può e non deve<br />

mai essere ritenuta provvisoria, poiché<br />

“l’imputato non è considerato colpevole<br />

sino alla condanna definitiva” (articolo<br />

27 della Costituzione)».<br />

Dieci anni dopo, nel mezzo dell’annus<br />

horrib<strong>il</strong>is di Tangentopoli, <strong>il</strong> 4 marzo<br />

1993, Rossi ritornò con un’intervista<br />

su quelle parole, riconfermando quanto<br />

scritto due lustri addietro («la carcerazione<br />

preventiva, a volte, si è trasformata in<br />

una vera e propria pena») e constatando<br />

come nell’arco di un decennio la situazione<br />

fosse rimasta «più o meno la stessa».<br />

Quasi vent’anni dopo, cosa è cambiato?<br />

Laconicamente dobbiamo registrare<br />

che la situazione è ancora “più o meno la<br />

stessa”? «Nei miei corsi universitari – racconta<br />

Luciano Violante al Foglio – leggo


22<br />

M<strong>il</strong>a<br />

Ciò che più attrae le<br />

critiche della stampa<br />

estera monitorata da<br />

Klaus Davi è <strong>il</strong> sovraffollamento:<br />

sono circa<br />

67 m<strong>il</strong>a i reclusi nelle<br />

carceri italiane, quasi<br />

22 m<strong>il</strong>a gli esuberi<br />

2<br />

Mq<br />

I giornali esteri condannano<br />

le carenze<br />

strutturali: 6 detenuti<br />

in media per cella<br />

hanno riservati 2 mq<br />

di spazio ciascuno in<br />

luogo dei 7 previsti<br />

dal Comitato Europeo<br />

864<br />

tentativi<br />

Dopo <strong>il</strong> sovraffollamento,<br />

a indignare<br />

la stampa estera è<br />

l’allarmante tasso di<br />

suicidi nelle nostre<br />

carceri. Sono 864 i<br />

tentativi registrati<br />

nell’ultimo biennio<br />

13<br />

M<strong>il</strong>a<br />

Il 42 per cento dei<br />

reclusi è in attesa di<br />

giudizio, 13 m<strong>il</strong>a sono<br />

le persone ancora in<br />

attesa del primo. Se<br />

si conferma <strong>il</strong> trend<br />

attuale, la metà risulterà<br />

innocente<br />

l’ultima lettera di Gabriele Cagliari. Per<br />

chi come me si occupa di giustizia, quello<br />

è un documento da tenere sul tavolo.<br />

Rispetto ai tempi di Mani pulite vedo una<br />

differenza: è caduta l’immunità dei colletti<br />

bianchi. È venuto meno <strong>il</strong> tema di Tangentopoli.<br />

Oggi, quando qualcuno casca<br />

nella custodia cautelare, c’è più mob<strong>il</strong>itazione.<br />

Quel che mi rincresce è che ci sia<br />

una “corporativizzazione del sentimento”,<br />

se così posso dire. Cioè che ci si mob<strong>il</strong>iti<br />

per gli aderenti alla propria cerchia,<br />

dimenticandosi dei “senza voce”». Secondo<br />

Carlo Nordio, procuratore aggiunto di<br />

Venezia e autore con Giuliano Pisapia di<br />

un bel libro (In attesa di giustizia) che alla<br />

carcerazione preventiva dedicava un capitolo,<br />

«un cambiamento, rispetto a quel-<br />

La rICerCa<br />

Le nostre galere viste<br />

dalla stampa estera<br />

Invivib<strong>il</strong>e e intollerante: è <strong>il</strong> giudizio<br />

condiviso dal 75 per cento della stampa<br />

estera sul sistema carcerario italiano.<br />

Lo sottolinea la ricerca “Allarme Carceri<br />

Italiane: tra luci e ombre, l’immagine dei<br />

nostri penitenziari sulla stampa estera”<br />

presentata <strong>il</strong> 19 luglio scorso in Parlamento<br />

dalla Klaus Davi & Co. Nelle critiche,<br />

durissime, raccolte monitorando oltre cento<br />

testate internazionali, dal New York Times<br />

al Guardian, si fa riferimento costante al<br />

sovraffollamento e alle condizioni di vita<br />

“disumane” dei detenuti. In queste pagine,<br />

alcune citazioni raccolte nel rapporto.<br />

la stagione, c’è stato, almeno quantitativamente.<br />

Allora avevamo esagerato. Qualitativamente,<br />

tuttavia, mi rimane qualche<br />

dubbio. Ancora oggi mi pare che certe<br />

carcerazioni avvengano per “far collaborare”.<br />

È un discorso sott<strong>il</strong>e, che sottende<br />

un’ipocrisia. Quando parli significa che<br />

sei pentito, quindi collabori, quindi puoi<br />

essere rimesso in libertà». Formalmente,<br />

spiega Nordio, un tale comportamento<br />

ha tutti gli strumenti giuridici per essere<br />

giustificato, ma è evidente che si tratti di<br />

una prassi sull’orlo del precipizio, in cui<br />

è fac<strong>il</strong>e cadere in dichiarazioni rese solo<br />

per evitare un ulteriore periodo di detenzione.<br />

«La verità che bisognerebbe avere <strong>il</strong><br />

coraggio di evidenziare è che la custodia<br />

cautelare è un male necessario, che cozza<br />

con la presunzione d’innocenza. Solo<br />

in caso di flagranza di reato, e per rispondere<br />

al quarto comma non scritto – e cioè<br />

che bisogna placare l’allarme sociale –,<br />

mi sentirei di dire che è una scelta obbligata.<br />

Ma per <strong>il</strong> resto dei casi, cioè quelli<br />

basati su indizi, deve valere la presunzione<br />

di innocenza. La custodia cautelare<br />

deve essere l’eccezione. Oggi, invece, se ne<br />

fa un uso non voglio dire improprio, ma<br />

certamente esagerato».<br />

I numeri relativi alla carcerazione preventiva<br />

in Italia rispecchiano la drammaticità<br />

di quelli del pianeta carceri. Circa 67<br />

m<strong>il</strong>a detenuti stanno stipati in penitenziari<br />

che ne potrebbero contenere 45 m<strong>il</strong>a.<br />

Il 42 per cento di coloro che sono dietro<br />

le sbarre è in attesa di giudizio (<strong>il</strong> doppio<br />

della media europea) e ben 13 m<strong>il</strong>a sono le<br />

persone ancora in attesa del primo. Se viene<br />

confermato <strong>il</strong> trend attuale, la metà di<br />

coloro che si trovano oggi in custodia cautelare<br />

risulterà, infine, innocente.<br />

Questo è uno dei motivi,<br />

tra gli altri, che ha spinto<br />

recentemente un centinaio<br />

di costituzionalisti a scrivere<br />

una lettera aperta al presidente<br />

della Repubblica in<br />

favore dell’amnistia per mettere<br />

fine, «con prepotente<br />

urgenza», a una palese situazione<br />

di <strong>il</strong>legalità.<br />

Circostanza che, come<br />

documentato da una ricerca<br />

presentata giovedì in Parlamento<br />

dal massmediologo<br />

Klaus Davi (“Allarme Carceri<br />

Italiane: tra luci e ombre,<br />

l’immagine dei nostri penitenziari<br />

sulla stampa estera”),<br />

inizia a trovare spazio<br />

anche sui quotidiani stranieri,<br />

che girano <strong>il</strong> coltello nella<br />

piaga delle nostre carenze,<br />

r<strong>il</strong>evando vizi noti: le pessime condizioni<br />

delle nostre strutture, <strong>il</strong> sovraffollamento,<br />

l’eterna mancanza di fondi, i tempi<br />

biblici per arrivare a sentenza e, più in<br />

generale, un cattivo funzionamento della<br />

macchina giudiziaria, anche per l’anomalo<br />

ricorso a pentiti e intercettazioni.<br />

«In ogni caso – chiosa Violante – rispetto<br />

al passato, per quanto riguarda i detenuti<br />

in carcerazione preventiva, i numeri si<br />

sono abbassati. Carceri, custodia cautelare<br />

e processo penale. È tutto <strong>il</strong> sistema che<br />

va cambiato».<br />

Chi cavalca <strong>il</strong> caso Daccò<br />

Nel frattempo, di custodia cautelare si<br />

discute soprattutto per quel che riguarda<br />

casi eclatanti. Come quello di Dario<br />

Mora detto Lele, attualmente detenuto<br />

nel carcere di Opera. Mora è stato arrestato<br />

<strong>il</strong> 20 giugno 2011 per bancarotta. È stato<br />

in custodia cautelare fino a marzo, poi<br />

ha patteggiato quattro anni e tre mesi. In<br />

cella, mentre attende gli sv<strong>il</strong>uppi su altri<br />

suoi procedimenti (Ruby e altri episodi di<br />

bancarotta), «legge, risponde alle lettere,<br />

cura un piccolo orto», racconta al Foglio <strong>il</strong><br />

suo avvocato, Gianluca Maris. È dimagrito<br />

cinquanta ch<strong>il</strong>i, «non vuole strumentalizzare<br />

le proprie condizioni di salute, ma<br />

certamente si trova in una situazione di<br />

grave disagio». Sebbene oggi rifugga qualsiasi<br />

posa vittimista («Mi dice: “Sono stato<br />

scemo”»), è oggettiva la sua condizione di<br />

difficoltà cui una detenzione domic<strong>il</strong>iare<br />

potrebbe dare un qualche sollievo.<br />

Così come i domic<strong>il</strong>iari invoca un<br />

altro detenuto, celebre più per <strong>il</strong> suo<br />

nome che per i suoi lineamenti (per mesi<br />

sono circolate sui quotidiani e sui siti<br />

internet fotografie non sue). Si tratta di<br />

| | 8 agosto 2012 | 27


interni presunti colpevoli<br />

Piero Daccò, fino a prova contraria un<br />

«innocente incensurato», per usare la definizione<br />

del governatore lombardo Roberto<br />

Formigoni. Daccò oggi si trova detenuto<br />

in custodia cautelare sempre a Opera ed<br />

è in carcere ormai da otto mesi, raggiunto<br />

da due diversi ordini, <strong>il</strong> secondo recapitato<br />

a un paio di mesi dal primo. Le accuse<br />

nei suoi confronti sono riconducib<strong>il</strong>i alle<br />

ormai note vicende degli ospedali San Raffaele<br />

e Maugeri. A settembre saprà se sarà<br />

condannato a 5 anni e 4 mesi per <strong>il</strong> primo<br />

dei suoi processi (bancarotta) e oggi attende<br />

s<strong>il</strong>enziosamente in cella di conoscere <strong>il</strong><br />

suo destino. Attorno al suo nome, intanto,<br />

però, è battaglia con <strong>il</strong> quotidiano scontro<br />

tra <strong>il</strong> governatore lombardo e i giornali<br />

Il fatto e Repubblica. Una lotta fatta<br />

a colpi di pubblicazioni di verbali secretati,<br />

fiammeggianti conferenze stampa per<br />

28 | 8 agosto 2012 | |<br />

denunciare «palesi falsità, trasfigurazioni<br />

del vero e violenza espressiva» (così Formigoni),<br />

elenchi – con tanto di sgangherate<br />

fotogallery sul web – di yacht, v<strong>il</strong>le, vini<br />

pregiati, auto di lusso. «Oggi Daccò sconta<br />

– dichiara al Foglio <strong>il</strong> suo avvocato Giampiero<br />

Biancolella – una carcerazione preventiva<br />

particolarmente severa. C’è stato<br />

un rigetto delle istanze di scarcerazione<br />

confermato dal riesame, ma mi chiedo<br />

se la detenzione possa essere ancora giustificata.<br />

Il clamore e la risonanza del suo<br />

caso rendono inimmaginab<strong>il</strong>e che qualcuno<br />

possa riferirsi a lui o che possa reiterare<br />

<strong>il</strong> reato. Non vedo anche come si possa<br />

pensare, dopo <strong>il</strong> sequestro dei suoi beni,<br />

che possa fuggire o inquinare prove, dato<br />

che tutto è stato acquisito e documentato.<br />

Anzi, è stato lo stesso Daccò a far rientrare<br />

dalla Svizzera i documenti necessa-<br />

150 spagnoli soffrono <strong>il</strong><br />

collasso delle carceri italiane nelle<br />

quali vivono 25 m<strong>il</strong>a detenuti in<br />

più rispetto alla loro capacità. (…)<br />

Molti si dicono pronti a confessare<br />

un reato non commesso pur di<br />

andarsene da questo inferno<br />

Sono 110 i tedeschi<br />

rinchiusi in prigione in Italia. (...)<br />

D’estate <strong>il</strong> caldo è insopportab<strong>il</strong>e e<br />

le celle sono sovraffollate. Circa la<br />

metà degli oltre 60 m<strong>il</strong>a prigionieri<br />

in Italia è in carcere preventivo<br />

in attesa di giudizio<br />

Molti dei quasi 1.000<br />

decessi registrati nelle carceri<br />

italiane tra gennaio 2002 e<br />

maggio 2012, di cui <strong>il</strong> 56 per<br />

cento è morto suicida e <strong>il</strong> 22 per<br />

malattia, non sono stati trattati<br />

dai media tradizionali<br />

Secondo alcune stime ci<br />

vogliono 20 anni per imporre una<br />

sentenza penale e 10 per risolvere<br />

una causa civ<strong>il</strong>e. (...) Nonostante<br />

la straordinaria mole di lavoro<br />

arretrato, i giudici si prendono<br />

circa tre mesi di ferie<br />

A Poggioreale, (...) con<br />

2.700 prigionieri per 1.300 posti<br />

di capienza massima, i detenuti<br />

rischiano pesanti vessazioni:<br />

bruciature di sigarette sulle<br />

braccia, denaro rubato,<br />

percosse e insulti


i. Perché, dunque, non gli si dà la possib<strong>il</strong>ità<br />

di essere giudicato a piede libero?». A<br />

febbraio una sentenza della Cassazione ha<br />

annullato la prima ordinanza sulla misura<br />

cautelare relativa alle vicende legate al<br />

San Raffaele, «perché – spiega Biancolella<br />

– Daccò non può essere considerato un<br />

amministratore “di fatto” dell’ospedale».<br />

Oggi è in cella, preoccupato soprattutto<br />

per la sorte dei suoi fam<strong>il</strong>iari. E continua<br />

a dichiararsi innocente.<br />

Le accuse di Antonio Simone<br />

Anche <strong>il</strong> suo socio, Antonio Simone è in<br />

custodia cautelare. Si trova nel carcere<br />

di San Vittore a M<strong>il</strong>ano dal 13 apr<strong>il</strong>e. Ha<br />

festeggiato 58 anni pochi giorni dopo l’arresto,<br />

motivato da contestazioni di reati<br />

ancora legati alla vicenda Maugeri. Politico<br />

democristiano, era già stato arrestato<br />

nel 1994 e aveva scontato un mese in<br />

detenzione preventiva, uscendo poi assolto<br />

– in un solo caso per prescrizione – da<br />

tutti i processi celebrati negli anni successivi.<br />

Anche Simone si professa innocente<br />

e lo fa pubblicamente, scrivendo,<br />

dall’11 maggio e al ritmo di una missiva<br />

al giorno, lettere che sono pubblicate sul<br />

sito del settimanale <strong>Tempi</strong>. Proprio <strong>Tempi</strong>,<br />

Simone contribuì a fondare in quel-<br />

la primavera del ‘94 mentre si trovava già<br />

dietro le sbarre, rispondendo con un epigrammatico<br />

«ci sto» alle richieste dell’allora<br />

e attuale direttore Luigi Amicone. In<br />

una delle sue ultime lettere, Simone ha<br />

scritto di «sentirsi prigioniero della politica»<br />

e di essere in carcere «perché ai pm<br />

non dico “tutto”, cioè non confermo le<br />

loro ipotesi accusatorie». Simone ha fat-<br />

to esplicito riferimento al suo<br />

coinvolgimento con Formigo- LE FOTOGRAFIE<br />

ni – con cui è amico d’antica In queste pagine, foto<br />

data e condivide l’esperienza di Giorgio Mesghetz,<br />

realizzate per la mostra<br />

ciellina – mettendo nero su<br />

“Libertà va cercando,<br />

bianco <strong>il</strong> seguente interroga- ch’è sì cara. Vig<strong>il</strong>ando<br />

tivo: «Tutto questo perché non redimere” dell’edizione<br />

accuso Formigoni, né Lucchi- del Meeting del 2008<br />

na e tantomeno altri funzionari<br />

della sanità? Se lo facessi, avrei detto<br />

“tutto” e potrei andare a casa?».<br />

Le parole di Simone hanno avuto una<br />

certa eco, tanto che una trentina di parlamentari<br />

del Pdl hanno presentato un’interrogazione<br />

al ministro della Giustizia<br />

affinché «promuova gli opportuni accertamenti<br />

in ordine alla fondatezza della<br />

narrazione di Antonio Simone e assuma<br />

tutte le iniziative del caso». Si è anche<br />

chiesto di verificare «la fondatezza di tali<br />

affermazioni per evitare anche <strong>il</strong> rischio<br />

più remoto che si possa riproporre, a venti<br />

anni di distanza da Mani pulite, <strong>il</strong> fenomeno<br />

dell’uso della custodia cautelare<br />

in carcere come strumento deviante di<br />

acquisizione della prova».<br />

Chi sta facendo quotidiana battaglia<br />

sugli abusi della carcerazione preventiva<br />

è l’onorevole pidiellino Alfonso Papa. Non<br />

solo, come noto, per ragioni personali –<br />

Papa è stato tre mesi a Poggioreale<br />

in una custodia cautelare<br />

poi dichiarata nulla dalla Cassazione<br />

– «ma anche per ragioni<br />

d’antica data. Da magistrato<br />

– precisa al Foglio – vi sono<br />

ricorso solo quattro volte, e<br />

sempre per delitti di sangue».<br />

Papa ha presentato una proposta<br />

di legge per modificare alcuni articoli<br />

del Codice di procedura penale affinché<br />

«essa diventi l’extrema ratio cui ricorrere.<br />

La custodia cautelare priva un essere umano<br />

del suo bene più prezioso dopo la vita, e<br />

cioè la sua libertà». Il deputato è molto netto<br />

nel denunciare la metamorfosi di uno<br />

strumento di tutela delle indagini in un<br />

«mezzo ordinario di anticipazione della<br />

pena nei confronti di presunti innocenti».<br />

L’iniziativa di Papa è confortata da<br />

alcuni dati di fatto che dovrebbero sol-<br />

| | 8 agosto 2012 | 29


lecitare, su diversi fronti, le forze politiche.<br />

La Commissione Europea ha più volte<br />

esortato tutti gli stati membri a limitare<br />

l’uso della custodia cautelare. Nel 2011<br />

l’Italia ha dovuto prelevare dalle proprie<br />

casse 46 m<strong>il</strong>ioni di euro per risarcire chi<br />

era finito ingiustamente in cella. La recidiva,<br />

a sette anni dalla conclusione della<br />

pena, è del 68,4 per cento per chi ha scontato<br />

i suoi debiti in cella e solo del 19 per<br />

chi ha usufruito di pene alternative.<br />

<strong>il</strong> processo come liberazione<br />

Su questi numeri e su queste basi, Papa<br />

ha presentato la sua proposta di legge per<br />

le modifiche degli articoli 275, 303, 294,<br />

310, 453 del Codice di procedura Penale<br />

affinché, schematizzando e in estrema<br />

sintesi, la durata complessiva della custodia<br />

cautelare in carcere non superi i sei<br />

mesi; gli interrogatori dei detenuti avvengano<br />

sempre alla presenza di un giudice;<br />

<strong>il</strong> collegio dell’appello del riesame non<br />

sia composto dagli stessi giudici del primo<br />

grado; <strong>il</strong> pm sia obbligato a chiedere<br />

<strong>il</strong> giudizio immediato entro trenta giorni<br />

dall’esecuzione della misura cautelare<br />

e debba richiedere la liberazione dell’indagato<br />

al fine di consentire una corretta<br />

espressione del diritto alla difesa; le<br />

persone sottoposte a custodia cautelare<br />

in carcere siano separate dai condannati<br />

in via definitiva. «È una battaglia di civ<strong>il</strong>tà»,<br />

chiosa <strong>il</strong> deputato. «Bisogna cercare<br />

di limitare gli errori, anche quelli relativi<br />

a dichiarazioni rese dopo un periodo<br />

di detenzione. Possiamo considerarle confessioni<br />

spontanee? Non credo. Persino i<br />

giudici dell’Inquisizione furono portati a<br />

chiedersi quanto potessero essere attendi-<br />

L’abuso di intercettazioni da parte di<br />

alcuni magistrati italiani è un assoluto spreco di<br />

denaro. (…) Non mancano coloro che in queste<br />

faccende ci lucrano, come personaggi della<br />

giustizia o delle forze di polizia<br />

Si rimprovera un po’ di tutto alla<br />

giustizia italiana. (...) La si definisce forte con i<br />

deboli e debole con i forti». «Con i suoi ritardi<br />

e gli errori, la giustizia italiana oramai è sim<strong>il</strong>e<br />

alla commedia dell’arte»<br />

b<strong>il</strong>i le parole di persone prostrate da un<br />

periodo di tortura».<br />

C’è un ulteriore aspetto di cui tenere<br />

conto: la pressione esercitata dall’opinione<br />

pubblica, soprattutto in relazione<br />

a casi clamorosi. «Bisogna di nuovo scindere<br />

<strong>il</strong> discorso – dice Nordio. Il giudice<br />

deve valutare l’allarme sociale che provoca<br />

un individuo colto in flagranza di reato.<br />

In casi di delitti avvenuti alla luce del<br />

sole è chiaro che la custodia cautelare sia<br />

un atto dovuto». Non è solo un modo per<br />

evitare la pressione pubblica o dei media<br />

e trovare una scorciatoia emotiva per<br />

vedere punito immediatamente <strong>il</strong> colpevole,<br />

«ma si tratta anche di preservare<br />

quello stesso da una possib<strong>il</strong>e vendetta di<br />

ritorno». Ma nei casi di personaggi la cui<br />

vicenda ha carattere solo indiziario, «la<br />

presunti colpevoli interni<br />

malagiustizia<br />

1959-2010<br />

L’Italia viola i diritti<br />

umani 2.121 volte<br />

Dal 1959 al 2010,<br />

denuncia la deputata<br />

radicale rita<br />

Bernardini, la corte<br />

europea dei Diritti<br />

umani (cedu) ha condannato<br />

l’italia 2.121<br />

volte per violazione<br />

della convenzione<br />

europea dei Diritti<br />

umani.<br />

DIcEmBrE 2010<br />

475 violazioni della<br />

convenzione Europea<br />

la sentenza del<br />

comitato dei ministri<br />

del consiglio d’europa<br />

ha constatato in 475<br />

casi la violazione<br />

della convenzione<br />

europea da parte<br />

dell’italia per i ritardi<br />

nella corresponsione<br />

dell’indennizzo per<br />

eccessiva durata dei<br />

processi.<br />

DIcEmBrE 2011<br />

2.166 sentenze<br />

“per casi pendenti”<br />

la corte europea dei<br />

diritti dell’uomo di<br />

strasburgo ha comunicato<br />

all’italia 2.166<br />

sentenze per “casi<br />

pendenti”, delle quali<br />

1.651 con almeno una<br />

violazione all’articolo<br />

1. paragrafo 6 della<br />

convenzione europea<br />

dei diritti dell’uomo,<br />

che sancisce «<strong>il</strong> diritto<br />

ad un processo giusto<br />

in un arco di tempo<br />

ragionevole».<br />

cautela del magistrato deve essere doppia,<br />

se non tripla». Altrimenti dovremmo<br />

ammettere che la custodia cautelare o è<br />

una forma ut<strong>il</strong>izzata per vincere la frustrazione<br />

dei magistrati che comminano<br />

anticipatamente oggi pene che forse<br />

domani non ci saranno, «oppure – fatto<br />

inammissib<strong>il</strong>e – che sia solo un metodo<br />

per estorcere confessioni».<br />

A questo punto, però, non rimarrebbe<br />

che constatare che, quasi vent’anni dopo<br />

quella famosa intervista a Rossi, ancora<br />

oggi la situazione sia rimasta «più o meno<br />

la stessa». E che dunque non si sbagliava<br />

Giuliano Vassalli quando diceva che «sempre<br />

di più, <strong>il</strong> giorno del processo, diventa<br />

per l’imputato, <strong>il</strong> giorno della libertà».<br />

Emanuele Boffi<br />

per gent<strong>il</strong>e concessione del Foglio<br />

| | 8 agosto 2012 | 31


interni SVILUPPO AL BINARIO MORTO<br />

non fermate<br />

questo treno<br />

«Spending review? Una stupidaggine». L’ad<br />

di Trenord Giuseppe Biesuz condanna i tagli<br />

annunciati dal governo nel settore trasporti.<br />

E oppone alla politica della mannaia quella<br />

dell’unione di sinergie collaudata in Lombardia<br />

i<br />

tagli comunicati dal governo monti a<br />

seguito della spending review coordinata<br />

da Enrico Bondi per Regione<br />

Lombardia sono pari a 284 m<strong>il</strong>ioni e una<br />

buona parte (110 m<strong>il</strong>ioni) è destinata al<br />

settore dei trasporti. Non è molto contento<br />

l’amministratore delegato di Trenord<br />

spa, Giuseppe Biesuz che non nasconde<br />

le sue perplessità<br />

Dottor Biesuz, quali saranno gli effetti<br />

del taglio, nel caso in cui non verranno<br />

modificate le cifre?<br />

I conti sono semplici: 110 m<strong>il</strong>ioni di<br />

euro di tagli rappresentano, rispetto al<br />

contratto di prestazione di servizio con<br />

Regione Lombardia di 413 m<strong>il</strong>ioni, <strong>il</strong> 25<br />

per cento. La matematica non è un’opinione<br />

e in linea teorica potrebbe tradursi<br />

in un 25 per cento di taglio ai servizi.<br />

Una razionalizzazione di questo tipo<br />

non è sopportab<strong>il</strong>e da un’azienda come<br />

la nostra: siamo efficienti perché forti<br />

dal punto di vista economico e finanziario,<br />

ma i risultati della gestione aziendale<br />

sono indirizzati agli investimenti e al rinnovo<br />

dei treni. Se dovesse essere confermato<br />

un taglio del 25 per cento dovremmo<br />

rivedere, da un lato, <strong>il</strong> livello dei servizi<br />

insieme a Regione Lombardia (che<br />

ne ha la titolarità) e, dall’altro, dovremmo<br />

ripensare anche al piano degli investimenti<br />

e rivedere la strategia aziendale<br />

complessiva. Trovo che la spending review<br />

sia una stupidaggine e sono convinto che<br />

non servivano dei professori per portare a<br />

termine un’operazione di questo genere.<br />

Questa è la peggiore pratica politica che si<br />

poteva portare avanti, perché non si taglia<br />

32 | 8 agosto 2012 | |<br />

così, non si fanno tagli lineari, ma si riformano<br />

e si lavora sui processi che generano<br />

i costi: <strong>il</strong> taglio fatto in questo modo si<br />

riproporrà l’anno prossimo, fra due anni<br />

e fra dieci anni. Noi dobbiamo lavorare<br />

su operazioni di sistema che consentano<br />

di portare a casa dei risultati messi a fattor<br />

comune e che evitino questi tagli: Trenord<br />

è un esempio di questo tipo.<br />

Vedremo quindi una task force tra lei, <strong>il</strong><br />

presidente Roberto Formigoni e l’assessore<br />

Raffaele Cattaneo?<br />

È sempre stato così: la forza della<br />

nostra iniziativa è stata anche questa. Da<br />

un lato, un management che lavora seriamente,<br />

dall’altro una Regione che ha strategie<br />

serie e che dà indicazioni sempre<br />

univoche. Qui non si è mai cambiato idea<br />

sulle cose, si è presa una strada e la si è<br />

percorsa anche in momenti in cui c’era<br />

qualche polemica. Così si sono ottenuti<br />

buoni risultati. È dal punto di vista del<br />

rapporto e dall’aiuto che ricevo dall’assessore<br />

Cattaneo e dal presidente Formigoni<br />

che nascono i buoni risultati che stiamo<br />

ottenendo.<br />

Lei ha parlato di un 25 per cento di tagli.<br />

È percorrib<strong>il</strong>e la strada di un aumento<br />

dei biglietti per la medesima quota?<br />

In linea teorica non sarebbe una cosa<br />

così sbagliata aumentare <strong>il</strong> costo dei<br />

biglietti perché la differenza tra i livelli<br />

tariffari italiani e <strong>il</strong> resto d’Europa è molto<br />

ampia, anzi è molto più ampia del 25<br />

per cento. È anche vero che in un momento<br />

così critico per <strong>il</strong> paese è diffic<strong>il</strong>e pensare<br />

di aumentare ulteriormente le tariffe.<br />

Ne consegue che vanno razionalizza-<br />

Giuseppe Biesuz,<br />

amministratore<br />

delegato di Trenord


ti i servizi, la spesa in termini di processi<br />

in tutta Italia, ma non dove buoni risultati<br />

sono già stati ottenuti e le razionalizzazioni<br />

sono già state fatte. Trenord costa<br />

15 euro a treno/ch<strong>il</strong>ometro; in Campania<br />

<strong>il</strong> costo è doppio: 30 euro.<br />

Il messaggio al Governo Monti è: razio-<br />

l’accusa dell’assessore cattaneo<br />

«Qui si risparmia,<br />

al sud si spende»<br />

Il b<strong>il</strong>ancio del settore mob<strong>il</strong>ità in<br />

Lombardia ha registrato nell’ultimo<br />

triennio buoni risultati e in cantiere<br />

sono presenti progetti già avviati<br />

destinati al potenziamento della rete<br />

secondo criteri di efficienza per <strong>il</strong><br />

comparto autostradale, per la viab<strong>il</strong>ità<br />

ordinaria, le ferrovie e <strong>il</strong> trasporto<br />

pubblico. I tagli imposti dal Governo<br />

Monti potrebbero fermare <strong>il</strong> percorso<br />

avviato: «Con la spending review –<br />

ha sottolineato l’assessore alle<br />

Infrastrutture e mob<strong>il</strong>ità<br />

in Regione Lombardia,<br />

Raffaele Cattaneo<br />

– <strong>il</strong> governo<br />

prevede<br />

nalizzare le realtà meno inefficienti e<br />

non tagliare linearmente anche dove i<br />

servizi funzionano?<br />

Bisogna pensare a operazioni come<br />

Trenord e pensare di ristrutturare <strong>il</strong> mondo<br />

dei trasporti, cominciando ad evitare<br />

la concorrenza tra la gomma e <strong>il</strong> ferro per<br />

per la Lombardia un taglio tra i 100<br />

e i 120 m<strong>il</strong>ioni per <strong>il</strong> 2012 e tra i 150<br />

e i 170 m<strong>il</strong>ioni per <strong>il</strong> 2013 destinato a<br />

scaricarsi prevalentemente sui fondi<br />

del trasporto pubblico locale. Cifre importanti<br />

che avrebbero inevitab<strong>il</strong>mente<br />

ricadute su una situazione virtuosa: negli<br />

ultimi tre anni abbiamo introdotto<br />

623 nuove corse sul servizio ferroviario<br />

regionale, 137 solo nell’ultimo anno.<br />

Siamo l’unica Regione ad avere incrementato<br />

i servizi. In Piemonte, solo<br />

per fare un raffronto con una realtà<br />

vicina a noi, sono state chiuse in questi<br />

giorni 11 linee ferroviarie, che rappresentano<br />

<strong>il</strong> 24 per cento della rete Rfi<br />

in quella regione e sono state tagliate<br />

123 corse. Soprattutto colpisce che,<br />

a fronte dei tagli previsti a livello<br />

nazionale che graveranno in maniera<br />

indiscriminata su tutte le Regioni, compresa<br />

dunque la Lombardia, scopriamo<br />

che vengono attivati finanziamenti ad<br />

hoc per <strong>il</strong> risanamento delle aziende<br />

ferroviarie di Calabria, Campania<br />

e Puglia per un totale<br />

di 240 m<strong>il</strong>ioni». [mg]<br />

<strong>il</strong> trasporto pubblico locale con operazioni<br />

di aggregazione nel settore. Le imprese<br />

in Italia che lavorano sul trasporto pubblico<br />

locale sono 1.200, di cui 120 sono in<br />

Lombardia: non sono certo un esempio<br />

di efficienza. È ora di cominciare a creare<br />

aziende che non siano troppo piccole e<br />

di conseguenza inefficienti, attraverso delle<br />

sinergie di natura industriale. Se facessimo<br />

così, queste centinaia di m<strong>il</strong>ioni di<br />

tagli imposti dal governo, li troveremmo<br />

senza dover diminuire i servizi. Non sono<br />

un manager che taglia i servizi, anzi <strong>il</strong><br />

mio compito è aiutare la Regione a trovare<br />

le risorse anche fuori dal trasporto per<br />

evitare questi tagli. Per esempio la grande<br />

lotta all’evasione che stiamo facendo è in<br />

questo senso: se noi recuperassimo <strong>il</strong> 20<br />

per cento di evasione sui biglietti che sappiamo<br />

esserci (circa 40 m<strong>il</strong>ioni) avremmo<br />

già recuperato una buona parte del taglio.<br />

Italo contro Ferrovie dello Stato. La<br />

concorrenza in questo caso è a livello<br />

nazionale. Se fosse a livello locale, stimolerebbe<br />

l’efficienza?<br />

Quel tipo di concorrenza è fuori dal<br />

nostro contesto: era giusto che si facesse<br />

e migliorerà la qualità dei servizi ai cittadini.<br />

Sul trasporto pubblico locale la<br />

concorrenza è già stata definita per legge<br />

e qui sta tutta la schizofrenia di questo<br />

governo. Hanno approvato la Legge Cresci<br />

Italia sbandierandola in tutto <strong>il</strong> mondo<br />

come la grande legge sulle liberalizzazioni<br />

e tre mesi dopo tagliano le risorse<br />

per i servizi pubblici locali: come si fa a<br />

liberalizzare un settore a cui togli le risorse?<br />

Questo me lo devono spiegare e mi<br />

piacerebbe che qualcuno venisse a dirmi<br />

come fare a realizzare una cosa del genere.<br />

(segui l’intervista su tempi.it)<br />

Massimo Giardina<br />

twitter: @giardser<br />

| | 8 agosto 2012 | 33


Il Free DUCk è un quadriciclo elettrico<br />

leggero, pratico e maneggevole<br />

che costituisce una valida risposta<br />

al problema della mob<strong>il</strong>ità nel pieno<br />

rispetto dell’ambiente.<br />

• Quadriciclo di tipo leggero disponib<strong>il</strong>e nelle versioni<br />

oelettrica ed ibrida serie<br />

• Autonomia: 60 Km in modalità elettrica, > 200 Km<br />

ocon range-extender<br />

• Dimensioni ridotte: 180x165x100 cm<br />

• Vano di carico: da 180 litri o da 300 litri<br />

• Omologato per due persone<br />

• Guida con patentino CIG per scooter 50cc<br />

• Esente dall’uso di casco e di cinture di sicurezza<br />

Ducati Energia SpA a Socio Unico, Via M. E. Lepido nr. 182 Bologna Italia - tel. 00 39 051 6411511 - fax 00 39 051 402040 - sito web www.ducatienergia.com


itaLia (af)fondata neLL’incertezza deL diritto<br />

Napolitano e <strong>il</strong> sofisma<br />

dell’intercettatore “indiretto”<br />

Mio caro Malacoda, un presidente della repubblica che adisce le vie legali nei confronti<br />

di un ufficio giudiziario (a modo suo, lui si rivolge direttamente alla<br />

Corte costituzionale con un decreto presidenziale) è decisamente un bel vedere.<br />

In Italia dovrebbero cambiare <strong>il</strong> primo articolo della loro carta fondamentale:<br />

«L’Italia è una Repubblica affondata nell’incertezza del diritto». E con <strong>il</strong> diritto tanti<br />

saluti anche alla lingua nazionale. Perché, nel bel paese «dove <strong>il</strong> sì sona», ormai <strong>il</strong> sì<br />

vale quanto <strong>il</strong> no. Una persona normale (ma confondere i semplici è <strong>il</strong> nostro mestiere)<br />

crede di sapere cosa legge quando vede questa sequenza di caratteri: <strong>il</strong> presidente<br />

della Repubblica non è intercettab<strong>il</strong>e; invece scopre che lo è assolutamente, basta che<br />

l’intercettazione sia “indiretta”. L’orecchiamento “indiretto” ha questo di differente<br />

rispetto a quello “diretto”, spiegano gli esperti, che a essere sotto controllo è <strong>il</strong> numero<br />

di un’altra persona cui <strong>il</strong> presidente telefoni o che gli telefoni.<br />

Nel caso in discussione, un signore di nome Mancino, che ha l’utenza sotto controllo,<br />

chiama <strong>il</strong> capo dello Stato, la telefonata viene registrata e messa agli atti di un’in-<br />

dagine. A domanda: Giorgio Napolitano è<br />

stato intercettato – cioè è stata registrata,<br />

ascoltata e trascritta una sua conversazione<br />

con un’altra persona – sì o no? Voi cosa<br />

rispondereste? E come stanno insieme <strong>il</strong><br />

dettato di legge (non intercettab<strong>il</strong>e) e <strong>il</strong> fatto<br />

concreto che si esibisce un’intercettazione<br />

in cui si sente la sua viva voce?<br />

Per capirci: sono vietate le intercettazioni dei colloqui tra un imputato e <strong>il</strong> suo avvocato,<br />

così come le confessioni al sacerdote. Chi parla all’avvocato o al prete gode di<br />

questa loro prerogativa: <strong>il</strong> segreto. Identicamente, sono le parole in privato del presidente<br />

che non sono intercettab<strong>il</strong>i, sarebbe ben strano che perdessero questa intangib<strong>il</strong>ità<br />

in base alla persona cui sono dirette.<br />

Ora, <strong>il</strong> presidente, che è uomo di mondo, capisce che un’intercettazione, fra le tante<br />

che si fanno, possa scappare, ma perché, appurata l’identità dell’interlocutore, non<br />

è stata distrutta? Perché gli italiani hanno <strong>il</strong> diritto di conoscere la verità sui rapporti<br />

tra Stato e mafia, è la pronta risposta dei fautori della conservazione del nastro: Napolitano<br />

non rischia nulla, ma quello che si sono detti lui e Mancino potrebbe <strong>il</strong>luminare<br />

«una pagina di storia su cui molti hanno mentito». Non solo, quelle parole non<br />

intercettab<strong>il</strong>i, potrebbero essere importantissime in un processo: «Se io indagato e intercettato<br />

confessassi un reato al telefono a un interlocutore che ha l’immunità sulle<br />

sue telefonate, posso essere graziato o no dalla distruzione di quelle registrazioni?». E<br />

se <strong>il</strong> presidente telefona a persona non intercettata, e questi gli confessa un reato, come<br />

la mettiamo? E se invece gli giura innocenza? O se gli rivela un segreto di Stato, come<br />

avrebbe potuto fare <strong>il</strong> generale Pollari in una telefonata al Colle?<br />

Si capisce che un giornalista smani per pubblicare le telefonate del capo dello Stato,<br />

si capisce meno che un magistrato, dopo averle ascoltate e giudicate “irr<strong>il</strong>evanti”<br />

per l’indagine, non proceda a distruggerle, lasciando aperto uno spiraglio per le brame<br />

del gazzettiere e un’ombra di dubbio, se non una macchia <strong>il</strong> suo alone, su cui far<br />

leva per gli sfasci prossimi venturi. Forza Italia, continua a farti del male. Ciao.<br />

Tuo affezionatissimo zio Berlicche<br />

L’incredib<strong>il</strong>e spettacolo di un capo di Stato<br />

costretto ad adire le vie legali contro un<br />

pubblico ministero che vuole dimostrare<br />

che una conversazione registrata<br />

e trascritta non è un’intercettazione<br />

GLi ULtiMi<br />

Saranno PriMi<br />

Le nUoVe<br />

Lettere di<br />

BerLiccHe<br />

| | 8 agosto 2012 | 35


CULTURA<br />

Prontuario<br />

per sermoni<br />

agostani<br />

Sono così tante le rassegne culturali estive che<br />

potrebbe capitare a chiunque di trovarsi su un<br />

palco a intrattenere <strong>il</strong> pubblico. Ecco un flor<strong>il</strong>egio<br />

di argomenti abbastanza bolliti da strappare un<br />

applauso sicuro. O, nel caso, un tweet di Saviano<br />

di Antonio Gurrado<br />

Magari non sarà Cortina inContra,<br />

però potrebbe essere Rapallo<br />

Riflette, Capalbio Pondera, Taormina<br />

Arguisce o Vipiteno Medita; una<br />

qualsiasi insomma fra le infinite rassegne<br />

e kermesse di cui è punteggiata la Penisola<br />

nei mesi estivi e che contemplano la<br />

proliferazione di intellettuali o giornalisti<br />

o politici o registi o cantanti in bermuda<br />

e sandali, intenti ad arrotondare pronunziando<br />

davanti al pubblico sermoncini di<br />

stagione. Sono così tante ormai che non<br />

solo è impossib<strong>il</strong>e seguirle tutte, a meno<br />

di essere dotati del dono dell’ubiquità e<br />

di tanta ma tanta pazienza; sono così tante<br />

ormai che a un occhio statistico risalta<br />

subito l’elevatissima probab<strong>il</strong>ità che su un<br />

numero sempre più limitato di cittadini<br />

se ne trovi uno chiamato a intervenire sul<br />

palco di Sorrento S’Interroga od Ostuni Si<br />

Guarda Allo Specchio. Poiché le leggi di<br />

probab<strong>il</strong>ità sono indefettib<strong>il</strong>i, c’è <strong>il</strong> rischio<br />

concreto che anche ai lettori di questo settimanale<br />

capiti di trovarsi all’improvviso<br />

su di un palco, con in mano un microfono<br />

gracchiante, di fianco a un assessore<br />

implorante e di fronte a una platea<br />

plaudente. Poiché inoltre fa caldo, d’estate<br />

ci si riposa, non si ha voglia di fare nulla<br />

e men che meno pensare a qualcosa di<br />

36 | 8 agosto 2012 | |<br />

DISCORSI pRêt-à-paRlER<br />

interessante da dire a persone che – tanto<br />

sono già lì – batterebbero le mani comunque,<br />

<strong>Tempi</strong> vi offre un piccolo prontuario<br />

di argomenti prêt-à-parler qualora doveste<br />

trovarvi nell’imprevista necessità di tenere<br />

un pubblico discorso.<br />

L’ha insegnato in primavera “La Repubblica<br />

delle Idee”, nota altresì come Bologna<br />

Se La Canta E Se La Suona: la parola<br />

chiave dell’anno è <strong>il</strong> futuro. Quest’estate<br />

non sarà possib<strong>il</strong>e parlare in pubblico<br />

senza concedere un congruo numero<br />

di minuti all’idea, e <strong>il</strong> volume di applausi<br />

varierà in proporzione. Per assicurarveli,<br />

anzitutto dovete dire che l’Italia è una<br />

nazione ripiegata sul passato: la tv manda<br />

le repliche, i giornali sono pieni di<br />

notizie del giorno prima e mai del giorno<br />

dopo, a scuola s’insegna <strong>il</strong> latino anziché<br />

le lingue marziane, Berlusconi ripropone<br />

lo spirito del ’94, Napolitano quello<br />

del 1861, <strong>il</strong> Papa addirittura quello del<br />

30-33 d.C. Quest’andazzo deve mutare.<br />

L’Italia deve diventare una terra fert<strong>il</strong>e per<br />

<strong>il</strong> futuro. Dopo tale suggestiva affermazione<br />

vi conviene fare un attimo di pausa<br />

per riempire <strong>il</strong> quale <strong>il</strong> pubblico applaudirà<br />

pavlovianamente. Se invece qualcuno<br />

alza la manina contestando: «Sì, ma<br />

cosa bisogna fare in concreto perché un<br />

giorno ci aspetti un futuro migliore?», gli<br />

potete rispondere che non si deve pensare<br />

al futuro come a un giorno lontano perché<br />

<strong>il</strong> futuro è già cominciato: lo vediamo<br />

ogni giorno negli occhi dei nostri figli. Se<br />

non applaudono qui, vuol dire che sono<br />

lobotomizzati. Alla peggio provate a ripetere<br />

le stesse parole con la voce rotta dal<br />

pianto, ma di rado è necessario.<br />

Caro vecchio paese per vecchi<br />

Qui fate bene a piazzare una bella concione<br />

sui giovani, seguendo lo stesso schema.<br />

Iniziate argomentando che l’Italia<br />

è un paese per vecchi: <strong>il</strong> premier ha 69<br />

anni, <strong>il</strong> presidente della Repubblica 87,<br />

vostro figlio 42 e ancora dorme nella sua<br />

stanzetta. Dite che nelle nazioni civ<strong>il</strong>i tutti<br />

i ruoli di governo sono ricoperti da tardoadolescenti;<br />

buttate lì con nonchalance<br />

che grandi aziende sono rette da fessacchiotti<br />

appena usciti dall’età impubere,<br />

con le tracce dei brufoli ben chiare sul<br />

volto. Lamentate la mancanza di occasioni,<br />

soprattutto per <strong>il</strong> vostro figlio quarantaduenne<br />

che trascorre intere giornate<br />

su facebook a cliccare “mi piace” sotto le<br />

foto marittime delle sue compagne delle<br />

medie inferiori: è costretto a farlo, poverino,<br />

perché in Italia non c’è lavoro ed è<br />

noto che, se una cosa non c’è, è inut<strong>il</strong>e cercarla.<br />

Considerate l’età media dei presenti<br />

e poi lanciatevi nell’affermazione che<br />

l’unica speranza per l’Italia è che <strong>il</strong> pote-


e sia preso dai giovani: se <strong>il</strong> pubblico ha<br />

un’età media di 50 anni, dite che ci vogliono<br />

i quarantenni; se ha un’età media di<br />

60, invocate i trentenni; se l’età media è<br />

di 70 spingetevi senza timore sui ventenni<br />

e se state parlando in un ospizio ponete<br />

pure l’asticella massima alla licenza<br />

elementare. In ogni caso ribadite che finché<br />

Berlusconi non cesserà di candidarsi a<br />

premier, <strong>il</strong> precariato sarà una piaga inestinguib<strong>il</strong>e;<br />

al pubblico piacciono le associazioni<br />

ardite e troverà modo di esprimere<br />

apprezzamento, se non altro per non<br />

dimostrare di non avere capito.<br />

Oltre al lavoro, i giovani hanno diritto<br />

anche all’amore. Stupite tutti con una<br />

dichiarazione lucida riguardo alle coppie<br />

omosessuali: i loro diritti devono essere<br />

tutelati, devono essere liberi di accoppiarsi<br />

in piazza come qualsiasi coppia di stranieri<br />

ubriachi, di litigare perché <strong>il</strong> telecomando<br />

è solo uno e lo scolapasta quando<br />

serve è sempre sporco; è impossib<strong>il</strong>e<br />

che una nazione civ<strong>il</strong>e non consenta a un<br />

uomo di sposare un altro uomo, di metterlo<br />

incinto se necessario, di divorziare da<br />

lui e maledire <strong>il</strong> giorno in cui l’ha incontrato,<br />

fermo restando che <strong>il</strong> matrimonio<br />

fra uomo e donna deve restare una realtà<br />

diversa, che nulla può eguagliare l’amore<br />

di una mamma, che l’unione fra due gay<br />

dev’essere equiparata al matrimonio in<br />

| | 8 agosto 2012 | 37


comune e che <strong>il</strong> matrimonio in comune<br />

deve restare equiparato al matrimonio<br />

in chiesa ma <strong>il</strong> matrimonio in chiesa non<br />

dev’essere mai equiparato all’unione fra<br />

due gay nonostante le insidie della proprietà<br />

transitiva, che lo Stato deve garantire<br />

i diritti di tutti ma che si tratta di scelte<br />

private nelle quali lo Stato non deve immischiarsi<br />

in alcun modo. Se renderete questa<br />

dichiarazione tergendovi <strong>il</strong> sudore con<br />

una tessera del Pd, state sicuri che tutti vi<br />

ascolteranno con soddisfazione.<br />

Le istanze degli elettori di Gr<strong>il</strong>lo<br />

Il calcio servirà a cavarvi d’impaccio. È<br />

d’obbligo elogiare la Nazionale di Prandelli,<br />

evidenziando che senza i nuovi italiani<br />

alla Balotelli la nostra nazione non<br />

potrà mai riscuotere un pari successo.<br />

Sottolineate <strong>il</strong> grande cuore del tecnico,<br />

grato ai suoi beniamini fino al punto<br />

da esporli a un’um<strong>il</strong>iazione senza precedenti,<br />

e dite che quella contro la Germania<br />

era solo una partita di pallone e che<br />

lo spread non c’entrava nulla, figuriamoci<br />

la Seconda Guerra Mondiale. Già che<br />

ci siete, stigmatizzate che gli italiani siano<br />

orgogliosi di esserlo solo in occasione<br />

delle partite, e che Berlusconi (<strong>il</strong> cui<br />

nome risveglierà d’un tratto le f<strong>il</strong>e di pubblico<br />

più barcollanti) ha introdotto nella<br />

politica la contrapposizione violenta che<br />

regnava negli stadi. Dichiarate a fronte<br />

alta che per voi giocare bene è più importante<br />

che vincere.<br />

Mi raccomando la puntatina sui costi<br />

della politica. Ut<strong>il</strong>izzate <strong>il</strong> termine “casta”<br />

in sostituzione di qualsiasi nome collettivo.<br />

Dite che se aumentassero<br />

i prezzi della buvette<br />

tutti gli italianipotrebbero<br />

permettersi<br />

una settimana<br />

in più<br />

di ferie, e che se tutti gli italiani si decurtassero<br />

le ferie di una settimana la Sic<strong>il</strong>ia<br />

avrebbe un P<strong>il</strong> superiore a quello della<br />

Baviera. Dite che Beppe Gr<strong>il</strong>lo è un volgare<br />

imbonitore ma che i temi che affronta<br />

sono ineluttab<strong>il</strong>i e che quindi bisogna<br />

ascoltare con attenzione le istanze del suo<br />

elettorato. Esigete le preferenze, le primarie,<br />

i finanziamenti privati, la trasparenza<br />

dei conti, l’indicazione del premier, la<br />

grande coalizione, lo snellimento dell’iter<br />

parlamentare, <strong>il</strong> bicameralismo perfetto,<br />

<strong>il</strong> rispetto letterale della Costituzione,<br />

la sovranità del capo dello Stato e <strong>il</strong> diritto<br />

di trasmettere tutte le sue telefonate in<br />

prima serata.<br />

Dite che è un momento diffic<strong>il</strong>e ma<br />

che insieme ce la faremo; che gli italiani<br />

mostrano <strong>il</strong> meglio di sé nella difficoltà;<br />

che un tempo eravamo anche noi un<br />

popolo di migranti; che bisogna riscoprire<br />

la povertà come valore; che la decrescita<br />

è necessaria al benessere collettivo; che<br />

abbiamo <strong>il</strong> potere di contrastare <strong>il</strong> surriscaldamento<br />

globale cambiando contratto<br />

di fornitura del gas; che se saltassimo<br />

tutti insieme la terra si sposterebbe<br />

di un centimetro nello spazio; che <strong>il</strong><br />

battito d’ali di una farfalla in Mozambico<br />

scatena un uragano in Polinesia; che<br />

i toast cadono sempre dal lato imburrato;<br />

che chi va con lo zoppo impara a zoppicare;<br />

che come la legge Benigni, la Divina<br />

Commedia sembra tutta un’altra cosa;<br />

che i finanziamenti statali sono la salvezza<br />

della cultura; che non sopportate le<br />

kermesse e le rassegne culturali ma che<br />

avete accettato volentieri di partecipare<br />

DISCORSI pRêt-à-paRleR CULTURA<br />

a questa perché costituisce una sorprendente<br />

eccezione in un panorama sconfortante;<br />

che Berlusconi (così la gente si sveglia)<br />

ha creato un popolo di teledipendenti;<br />

che col pesce non si deve bere sempre<br />

vino bianco; che i cinesi usano la stessa<br />

parola per dire sia “crisi” sia “opportunità”<br />

e che gli eschimesi ne usano duecento<br />

per indicare la neve. Non elencatele.<br />

Un tempo, saranno stati gli anni Ottanta,<br />

tutti facevano con due dita per mano<br />

<strong>il</strong> segno delle virgolette quando dicevano<br />

qualcosa da prendersi con le molle. Oggi<br />

ut<strong>il</strong>izzate le medesime dita incrociandole<br />

davanti alla vostra bocca quando pronunziate<br />

un termine chiave: sarà <strong>il</strong> segno<br />

convenzionale per dire che quella parola<br />

non è una parola ma un hashtag, nella<br />

miglior tradizione di grandi showman<br />

come Fiorello e Saviano. Con un cancelletto<br />

davanti, qualsiasi cosa diciate assumerà<br />

importanza perché siamo nell’era di Twitter<br />

nella quale, come non mancherete di<br />

far notare, internet è un veicolo di democrazia<br />

per cui basta scrivere parole sconnesse<br />

composte di sole consonanti @beppesevergnini<br />

per rovesciare in un sol colpo<br />

sanguinari regimi tirannici.<br />

Fermiamo <strong>il</strong> #femminicidio<br />

Non dimenticate le donne. Dite che sono<br />

la grande risorsa dell’Italia, come Twitter,<br />

i tagli alla politica, gli immigrati, la<br />

Nazionale di Prandelli, le coppie omosessuali<br />

e vostro figlio quarantaduenne<br />

che temporaneamente ha abbandonato<br />

facebook per dimenarsi davanti alla Wii.<br />

Rivendicate con forza una quota rosa<br />

del 50 per cento di donne in tutti i ruoli<br />

dirigenziali, oltre che nella<br />

Nazionale di Prandelli e<br />

nelle coppie omosessuali.<br />

Sancite che due mamme<br />

sono meglio di una. Scuotete<br />

i pugni dicendo che<br />

le mazzate non sono mai<br />

sintomo di amore. Urlate<br />

a gran voce che bisogna<br />

fermare <strong>il</strong> femminicidio,<br />

e mi raccomando le<br />

dita a cancelletto davanti<br />

alle labbra mentre dite<br />

#femminicidio: ciò lo renderà<br />

un fenomeno estremamente<br />

più serio, preoccupante,<br />

urgente. Auspicate<br />

l’estinzione delle donne<br />

nude ed elogiate l’ammirevole propensione<br />

al compromesso delle donne che non<br />

sono a disposizione di nessuno.<br />

Non lasciatevi mai sfuggire <strong>il</strong> sospetto<br />

che l’Italia sia una penisola bagnata su<br />

ogni lato da un mare di cazzate. n<br />

| | 8 agosto 2012 | 39


CULTURA ALLARME? QUALE ALLARME?<br />

Tanti saluti<br />

dal paradiso<br />

Si fa presto a creare una psicosi da spiaggia.<br />

Basta dire che gli squali in Australia si sono presi<br />

cinque persone in soli dieci mesi. Ma nella vita c’è<br />

sempre un pescecane in agguato. Ecco perché<br />

qui a Perth domattina ci ritufferemo nell’oceano<br />

40 | 8 agosto 2012 | |<br />

da Perth (Australia) John Kinder<br />

Certo, fa pensare. Ti alzi alle 6:30, in<br />

cinque minuti metti insieme costume<br />

maglietta occhialini asciugamano<br />

e ti lanci in macchina, alle 6:45 ti trovi<br />

in una delle più belle spiagge del mondo.<br />

Poi la tradizione vorrebbe che ti facessi<br />

i tuoi due-trecento metri lungo la piccola<br />

barriera rocciosa coperta di piante e abitata<br />

da pesci di vario tipo. Alle 7:30 sei di<br />

nuovo a casa per una rapida doccia e caffè.<br />

Alle 8:15 sei al lavoro con una energia e<br />

un’aria di superiorità morale che i tuoi colleghi<br />

sopportano sempre meno. Ma lì, nel<br />

punto in cui continente e oceano si incontrano,<br />

questa volta ti fermi e pensi. Cinque<br />

vittime di attacchi di squali, lungo le<br />

nostre coste, negli ultimi dieci mesi. Vabbè,<br />

d’accordo, l’ultimo si è verificato parecchio<br />

fuori, 150 metri, mentre tu ti avventuri<br />

magari a 30, però i pesci piccoli che tu<br />

ammiri attraverso i tuoi occhialini (made<br />

in Italy, tra l’altro), verranno pure mangiati<br />

da pesci grandi, no?, e i pesci grandi…?<br />

Niente. Ti butti, fai le tue vasche in oceano<br />

ed esci, raggiante e sollevato.


Quest’ultimo attacco ha fatto impressione<br />

a tutti in Australia, per la forza e la<br />

violenza. Il pesce era lungo 4 metri, pare<br />

abbia preso metà del corpo della vittima<br />

con <strong>il</strong> primo morso e poi, nonostante i tentativi<br />

dei suoi amici sulle moto d’acqua di<br />

avvicinarsi per ricuperare i resti, è tornato<br />

per portare via quel che restava.<br />

Qui appunto si dice che uno viene<br />

“preso” da uno squalo. La neutralità<br />

semantica del termine ha l’effetto paradossale<br />

di agghiacciare ancora di più <strong>il</strong><br />

pubblico avido di horror e scandalo. Se<br />

le vittime venissero ammazzate, mangiate,<br />

d<strong>il</strong>aniate, divorate, l’immaginazione si<br />

fermerebbe davanti alla brutalità del linguaggio.<br />

Ma no, vengono semplicemente<br />

e innocuamente “prese”, e così la fantasia<br />

si sbizzarrisce.<br />

Le reazioni non si sono fatte attendere:<br />

per qualcuno gli squali, che attualmente<br />

sono specie protetta, sono diventati<br />

<strong>il</strong> nemico da far fuori in ogni possib<strong>il</strong>e<br />

momento; per altri <strong>il</strong> surfista se l’è quasi<br />

meritato perché <strong>il</strong> povero squalo ha fatto<br />

solo quel che Madre Natura lo ha addestrato<br />

a fare. E poi <strong>il</strong> mare a chi appartie-<br />

IL CASO<br />

UCCISO UN SURFISTA<br />

Quinta vittima da settembre<br />

Il 14 luglio Ben Linden, un<br />

surfista 24enne è stato assalito<br />

e ucciso da un grosso squalo<br />

nei pressi dell’isola di Wedge,<br />

a nord di Perth, Australia<br />

Occidentale. Sono cinque gli<br />

attacchi letali registrati negli<br />

ultimi dieci mesi, presumib<strong>il</strong>mente<br />

tutti opera dello stesso<br />

esmplare di squalo bianco.<br />

CHIUSE LE SPIAGGE<br />

Caccia all’animale protetto<br />

In seguito alla morte di Linden,<br />

troncato in due dal morso del<br />

pesce, le autorità locali hanno<br />

deciso di chiudere temporaneamente<br />

le spiagge, frequentate<br />

soprattutto da famiglie. La caccia<br />

all’animale, aperta in deroga<br />

alla protezione della specie, non<br />

ha però sortito risultati.<br />

ne? Mica agli uomini, golosi predoni ed<br />

egoisti. I politici parlano di misure concrete,<br />

ora si tratta decidere se mettere in<br />

acque apposite reti o far portare ai surfisti<br />

degli aggeggi elettronici che tengono lontani<br />

gli indesiderab<strong>il</strong>i. Tutti sono d’accordo<br />

che la risposta più adeguata e intelligente<br />

è l’educazione, istruire la gente sui<br />

pericoli degli squali.<br />

Si è infranto un mito del Paradiso Terrestre?<br />

Un certo romanticismo che fonda<br />

le sue origini nel Sette-Ottocento europeo<br />

è duro a morire (già, l’Europa: guarda<br />

caso, questo tragico ma unico caso ha<br />

portato l’Australia sulle pagine di giornali<br />

seri come <strong>il</strong> Corriere e Repubblica). Ma<br />

in Australia <strong>il</strong> rapporto con la natura è<br />

diverso dal vostro. Non appena le spiagge<br />

sono state riaperte i surfisti si sono nuovamente<br />

buttati in acqua. Qualcuno ha<br />

parlato di Paradiso Perduto? Non certo<br />

Eden perduto? Non certo per i tanti abituati<br />

al tuffetto mattutino. Tra di noi si parla di più<br />

degli incidenti stradali, che nel 2011 hanno<br />

fatto 1.300 morti (contro 3 presi da squalo)<br />

tra i miei amici e i tanti altri abituati al<br />

tuffetto mattutino. Tra di noi si parla di<br />

più degli incidenti stradali, che nel 2011<br />

hanno fatto 1.300 morti (contro 3 presi<br />

da squalo), cioè 6 morti per 100 m<strong>il</strong>a persone.<br />

E gli italiani che regolarmente ogni<br />

tot mesi inorridiscono per uno squalo<br />

non sanno che l’anno scorso le strade del<br />

loro paese hanno prodotto 5 m<strong>il</strong>a morti,<br />

cioè ben 8 per 100 m<strong>il</strong>a persone. E vi prego,<br />

non cominciamo a ragionare su quale<br />

forma di decesso sia più spaventosa,<br />

orrip<strong>il</strong>ante, da evitare, eccetera. Un po’<br />

di pietà, please. Per <strong>il</strong> povero surfista ma<br />

anche per noi, che in un modo o in un<br />

altro dovremo passarci tutti.<br />

È <strong>il</strong> rischio di vivere, bellezza<br />

Certo, è bello vivere qui. Chi non apprezza<br />

<strong>il</strong> bel clima, le città pulite, lo spazio,<br />

<strong>il</strong> cielo grande… Guardiamo con ansia a<br />

ciò che i paesi dell’Unione Europea stanno<br />

combinando in fatto di debiti e crisi<br />

di tutti i tipi. Sì, con ansia, ma anche<br />

con sollievo ché qui non è così. E non è<br />

così perché <strong>il</strong> Padreterno ci ha messo sotto<br />

i piedi una quantità di risorse minerarie<br />

che ci garantisce le attenzioni amichevoli<br />

dei nostri vicini più vicini, tra i quali<br />

spiccano Cina, Giappone e Corea. Tuttavia<br />

parlare dell’Australia come del Paradiso<br />

è tanto fac<strong>il</strong>e quanto prematuro. A ben<br />

vedere l’economia, si comincia a dire, va<br />

“a doppia velocità”, con un settore minerario<br />

impazzito che traina un settore<br />

manufattiero sempre più in difficoltà. E<br />

altri tarli si nascondono nel Giardino (in<br />

iraniano antico pairideza): <strong>il</strong> tasso di suicidio<br />

giovan<strong>il</strong>e australiano è più del doppio<br />

di quello italiano, per non parlare dei<br />

divorzi e… Ma come, ci mettiamo a fare la<br />

gara a chi sta peggio, così ognuno si sente<br />

sicuro della propria miseria?<br />

Gli squali ce li ha ognuno di noi – dentro,<br />

fuori, dietro l’angolo – e si chiamano<br />

malattia, dolore, tutti i mali che fanno<br />

parte integrante di quella grande avventura<br />

che si chiama vivere. Non dovrei<br />

più fare <strong>il</strong> bagno la mattina? Allora non<br />

dovrei più uscire di casa, perché sai, oggi,<br />

con tutti gli aerei che vengono giù, non<br />

si sa mai. E quali altre corazze di bambagia<br />

dovrei costruirmi intorno? Naturale<br />

(benché inut<strong>il</strong>e) inorridire davanti a un<br />

ragazzo preso da uno grosso pesce. Meglio<br />

pensare a lui semplicemente come a un<br />

uomo che è morto e affidarlo al Padre che<br />

lo accoglierà. Poi, domatti-<br />

na, svegliarsi alle 6:30 e inf<strong>il</strong>arsi<br />

<strong>il</strong> costume come sempre.<br />

Avendo ben presente<br />

che <strong>il</strong> rischio di vivere non<br />

te lo toglie nessuno.<br />

| | 8 agosto 2012 | 41


un sito<br />

tutto nuovo<br />

tempi.it cambia<br />

look. Aggiornamenti<br />

ora per ora<br />

Il sito di <strong>Tempi</strong><br />

cambia grafica<br />

per diventare uno<br />

strumento più fac<strong>il</strong>e<br />

da consultare e condividere<br />

attraverso<br />

Facebook, Twitter e<br />

i Feed Rss. <strong>Tempi</strong>.it è<br />

aggiornato ora dopo<br />

ora con contenuti<br />

inediti, che non rivedrete<br />

sul settimanale<br />

cartaceo. Su tempi.it<br />

trovate articoli, interviste,<br />

video preparati<br />

dalla redazione e dai<br />

suoi collaboratori,<br />

con vecchie e nuove<br />

firme. Registratevi<br />

al sito (si può effettuare<br />

<strong>il</strong> login anche<br />

attraverso Facebook)<br />

e iscrivetevi alla newsletter<br />

per rimanere<br />

sempre aggiornati.


<strong>il</strong> quotidiano online di tempi. ogni giorno contenuti inediti<br />

fotogallery<br />

Vedere per credere<br />

Eventi di cronaca,<br />

costume, attualità e<br />

rassegne d’arte nelle<br />

foto di tempi.it.<br />

Versione mob<strong>il</strong>e<br />

ottimizzato per<br />

smartphone e tablet<br />

Scopri la versione mob<strong>il</strong>e<br />

del sito. Fac<strong>il</strong>mente<br />

consultab<strong>il</strong>e, permette<br />

di visitare tempi.it, commentare<br />

e segnalare gli<br />

articoli anche attraverso<br />

smartphone e tablet. E<br />

presto arriverà l’app.<br />

i blog di tempi<br />

padre aldo, Corradi<br />

e tutti gli altri<br />

I nuovi blog di Luciano<br />

Moggi, delle chestertoniana<br />

Annalisa Teggi<br />

e quello di Susanna<br />

Campus, malata di Sla,<br />

che scrive con gli occhi.<br />

Cinema, musica, hi-tech<br />

e molto altro.


L’INTERVISTA<br />

44 | 8 agosto 2012 | |<br />

IN ORBITA<br />

Paolo<br />

Nespoli<br />

«Nello spazio guardi <strong>il</strong> mondo in modo totalmente<br />

diverso. Lo vedi come non lo hai mai visto prima.<br />

Di fronte a tanta bellezza come fai a non domandarti<br />

da dove viene?». Il racconto dell’astronauta<br />

«Senza gravità sei costretto a reimparare da capo<br />

anche le cose più normali. Tutti dovrebbero provarlo»<br />

Con 174 giorni, 9 ore e 40 minuti, Paolo<br />

Nespoli (classe 1957) è l’astronauta<br />

italiano che è rimasto più a lungo<br />

nello spazio. Il totale è raggiunto grazie<br />

a due missioni: la prima, nel 2007, con lo<br />

Space Shuttle Discovery, una “gita” durata<br />

un paio di settimane per riparare alcune<br />

parti della Stazione Spaziale Internazionale<br />

(ISS); la seconda è quella che gli è valsa<br />

gli onori della cronaca lo scorso anno.<br />

La spedizione, questa volta sotto l’egida<br />

dell’ESA (Agenzia spaziale europea) prevede<br />

la permanenza sulla ISS per quasi<br />

sei mesi, pricipalmente per svolgere esperimenti<br />

scientifici. A bordo della Soyuz<br />

TMA-20, Nespoli parte dal Cosmodromo<br />

di Bajkonur, in Kazakistan, la stessa piattaforma<br />

di lancio da cui cinquant’anni prima<br />

era partito <strong>il</strong> russo Yuri Gagarin, <strong>il</strong> primo<br />

uomo andato nello spazio. Con l’italiano,<br />

a bordo, ci sono <strong>il</strong> russo Dmitri Kondratyev<br />

e l’americana Cady Coleman. Partiti<br />

<strong>il</strong> 15 dicembre del 2010, faranno ritorno<br />

sulla Terra 159 giorni dopo, <strong>il</strong> 24 maggio<br />

2011. Da questa esperienza Nespoli ha<br />

tratto un libro: Dall’alto tutti i problemi<br />

sembrano più piccoli (Mondadori). <strong>Tempi</strong><br />

lo ha incontrato in centro a M<strong>il</strong>ano.<br />

20 luglio 1969. Cosa significa questa<br />

data per lei?<br />

L’inizio di un sogno. È <strong>il</strong> giorno in<br />

cui <strong>il</strong> primo uomo è sbarcato sulla luna.<br />

Quando Ne<strong>il</strong> Armstrong, comandante<br />

Qui sopra, <strong>il</strong> Discovery, lo shuttle della<br />

prima missione di Paolo Nespoli (2007)<br />

della missione Apollo 11, e Buzz Aldrin<br />

sono scesi sul nostro satellite, io ero<br />

davanti alla tv insieme a m<strong>il</strong>ioni di persone<br />

in tutto <strong>il</strong> mondo. Era una tarda sera<br />

di un giorno estivo, caldo. Eppure eravamo<br />

tutti incollati al televisore. Ho assistito<br />

alla realizzazione di un sogno impossib<strong>il</strong>e.<br />

Mi ricordo gli astronauti che saltellavano<br />

sulla superficie lunare, e poi, nelle<br />

missioni successive, le derapate che facevano<br />

con le loro jeep. Lì ho pensato per<br />

la prima volta di voler fare l’astronauta,<br />

di voler sfidare l’ignoto. Mi ricordo che la<br />

fidanzatina di allora mi ha regalato Se <strong>il</strong><br />

sole muore di Oriana Fallaci, un libro che<br />

racconta le sue esperienze alla NASA a<br />

Houston e Capo Kennedy alla vig<strong>il</strong>ia dello<br />

sbarco americano sulla luna.<br />

E come ha fatto <strong>il</strong> sogno di un ragazzino<br />

a diventare realtà?<br />

È stato un percorso lungo. Dopo <strong>il</strong><br />

liceo scientifico mi sono iscritto all’università,<br />

ma non funzionava molto e quindi<br />

dopo pochi mesi ho deciso di partire<br />

per <strong>il</strong> servizio di leva a Pisa, alla Scuola<br />

m<strong>il</strong>itare di paracadutismo: mi intrigava<br />

l’idea di sfidare <strong>il</strong> cielo. Poi ho deciso<br />

di rimanere e sono diventato istruttore.<br />

Un anno dopo ho passato le selezioni<br />

per entrare a far parte del corpo degli<br />

incursori. Nel 1982 sono partito per <strong>il</strong><br />

Libano insieme alla Forza multinazionale<br />

di pace e lì sono rimasto 18 mesi. È stata<br />

un’esperienza incredib<strong>il</strong>e, mi ha insegnato<br />

molto, mi ha aiutato a conoscermi<br />

e a misurarmi. Ho conosciuto tantissime<br />

persone, dal ministro della Difesa al presidente<br />

della Repubblica. E lì ho incontrato<br />

Oriana Fallaci. È stato sulla nave che<br />

mi stava riportando in Italia che ho ripreso<br />

in considerazione <strong>il</strong> mio sogno nel cassetto.<br />

Mi ricordo che la Fallaci mi ha avvicinato<br />

e mi ha chiesto che cosa volessi<br />

fare da grande. Con qualche esitazione<br />

Foto: ESA/NASA


| | 8 agosto 2012 | 45


L’INTERVISTA PAOLO NESPOLI<br />

ho risposto che da bambino avrei voluto<br />

fare l’astronauta ma che oramai era tardi.<br />

E lei, guardandomi dritto negli occhi,<br />

mi disse: «Perché no?». Ecco, diciamo che<br />

lei è stata la scint<strong>il</strong>la, ma è una tesserina<br />

di tante altre che mi hanno sostenuto.<br />

Non posso non citare la mia famiglia, così<br />

come <strong>il</strong> generale Angioni col quale avevo<br />

lavorato in Libano e poi tutti i professori<br />

che ho incontrato al Politecnico di New<br />

York, a cui mi sono iscritto subito dopo <strong>il</strong><br />

ritorno in Italia. Dopo la laurea in Ingegneria<br />

aerospaziale, nel 1989, ho lavorato<br />

in un laboratorio di ricerca in Italia e nel<br />

1991 sono stato assunto dall’Esa.<br />

46 | 8 agosto 2012 | |<br />

Il presidente americano Richard Nixon<br />

in un suo discorso disse: «La missione<br />

sulla luna è stato un viaggio della conoscenza».<br />

Cosa intendeva secondo lei?<br />

Credo che la ragione per cui andiamo<br />

nello spazio sia quella di esplorare, conoscere,<br />

scoprire cose nuove che possono<br />

esserci ut<strong>il</strong>i nella vita quotidiana. L’uomo<br />

vuole, anzi deve conoscere, non può farne<br />

a meno, è un desiderio che la natura ci<br />

ha dato. Faccio sempre questo esempio: io<br />

ho una figlia di tre anni, quando la lascio<br />

sola in una stanza le devo sempre chiedere<br />

di non toccare nulla. Si immagina cosa<br />

succede dopo due minuti? Inizia a tasta-<br />

re tutto, perché toccando esplora e quindi<br />

impara a conoscere cose che le serviranno<br />

nella vita. Andare nello spazio è la stessa<br />

cosa. Questo è <strong>il</strong> concetto dell’esplorazione<br />

fin dall’antichità. Marco Polo è andato<br />

in Cina ed è tornato con le spezie.<br />

E le spezie le usiamo tutti i giorni, d’accordo.<br />

Ma quello che scoprite durante le<br />

vostre missioni a cosa serve?<br />

Potrei fare un elenco infinito di scoperte<br />

che abbiamo fatto in tutti questi anni<br />

e che hanno modificato <strong>il</strong> nostro modo<br />

di vivere. Certo, non abbiamo scoperto<br />

la cura del cancro, però cosa succederà<br />

domani io non lo posso sapere. Cerco di


Foto: ESA/NASA<br />

spiegarmi: è <strong>il</strong> principio dell’esplorazione<br />

che vale, non <strong>il</strong> risultato. Solo esplorando<br />

posso scoprire qualcosa, non so cosa, ma<br />

qualcosa di sicuro lo trovo. Quando si fa<br />

ricerca magari non si trova nulla; magari,<br />

invece, si trova qualcosa ma non si sa<br />

come usarla. Il laser è rimasto inut<strong>il</strong>izzato<br />

per oltre vent’anni perché non si sapeva<br />

come ut<strong>il</strong>izzarlo. Oggi lo usiamo ovunque.<br />

Nell’ultimo viaggio cosa avete scoperto?<br />

In tanti mi fanno questa domanda<br />

con l’aspettativa di sentire cose veramente<br />

spaziali. Ma la ricerca non funziona<br />

così, occorre tempo per fare e rifare esperimenti,<br />

confermarli e acquisire dati. Tra<br />

Qui a lato, <strong>il</strong> germoglio<br />

di una delle piante usate<br />

per gli esperimenti<br />

a bordo della Soyuz<br />

TMA-20 durante la<br />

missione che ha reso<br />

Paolo Nespoli.<br />

Nella pagina accanto,<br />

in basso a sinistra,<br />

l’astronauta italiano,<br />

<strong>il</strong> collega russo Dmitri<br />

Kondratyev e l’americana<br />

Cady Coleman affiggono<br />

sulla stazione lo stemma<br />

della spedizione 27<br />

gli oltre cinquanta esperimenti che abbiamo<br />

fatto voglio menzionarne uno che ha<br />

a che vedere con le modalità di sv<strong>il</strong>uppo<br />

delle radici delle piante. Nel loro sv<strong>il</strong>uppo<br />

le radici rispondono all’acqua e alla gravità,<br />

ogni specie in modo diverso. Alcune<br />

piante muoiono e male si sv<strong>il</strong>uppano<br />

dove c’è poca acqua, perché le loro radici<br />

vanno verso <strong>il</strong> centro della Terra invece di<br />

cercare acqua. In orbita, dove non c’è gravità,<br />

si fanno crescere piccole piante (lenticchie<br />

nel nostro caso) e si cerca di capire<br />

quali siano i geni della gravità e quelli<br />

dell’acqua. L’idea è quella di ottenere<br />

piante che resistano meglio alla siccità.<br />

Una leggenda vuole che Yuri Gagarin,<br />

una volta tornato sulla Terra, disse:<br />

«Sono andato in cielo ma non ho visto<br />

alcun Dio». Anche lei è andato nello spazio,<br />

ha visto Dio?<br />

Immagino che la frase di Gagarin fosse<br />

un diktat del partito, niente di più. Per<br />

quanto riguarda la mia esperienza, posso<br />

dire che andare nello spazio non vuol<br />

dire necessariamente trovare delle risposte<br />

alle domande teologiche. Anzi, nel<br />

mio caso si sono moltiplicate. A bordo<br />

dell’ISS guardi <strong>il</strong> mondo in un modo totalmente<br />

diverso, lo vedi come non lo hai<br />

mai visto prima e di fronte a tanta bellezza<br />

come fai a non domandarti da dove viene?<br />

È un’esperienza fortissima, ti accorgi<br />

che è possib<strong>il</strong>e fare cose “impossib<strong>il</strong>i”, ma<br />

allo stesso tempo che nonostante l’impresa<br />

non hai fatto niente rispetto all’universo<br />

che ti sta attorno. A bordo della Stazione<br />

vedevo la Terra che passava sotto di me<br />

a circa 8 ch<strong>il</strong>ometri al secondo. In pochi<br />

minuti lo scenario passava dall’inverno<br />

all’estate, dalla primavera all’autunno, e<br />

poi dal deserto alla Siberia, dai Caraibi ai<br />

ghiacciai della Patagonia. Guardando la<br />

Terra così non riesci a pensare solo alla<br />

gente italiana. Pensi all’umanità intera.<br />

| | 8 agosto 2012 | 47


L’INTERVISTA PAOLO NESPOLI<br />

Se si ragionasse in questo modo, pensando<br />

alla collettività tutta, non agli interessi<br />

di pochi, sarebbe tutto diverso.<br />

Cosa ha imparato durante i sei mesi della<br />

sua missione?<br />

Una cosa che mi ha lasciato impressionato.<br />

Il fatto che in orbi-<br />

ta non ci sia la forza di gravità<br />

ti obbliga, ti costringe a spogliarti<br />

mentalmente di tutti i<br />

preconcetti, i modi di fare che<br />

hai imparato fin da bambino.<br />

Durante le prime settimane in<br />

missione facevo le cose come<br />

ero abituato a farle: sulla Terra<br />

per camminare devi spostare<br />

<strong>il</strong> tuo centro di gravità in<br />

avanti. Nello spazio se ci provi<br />

non ci riesci perché la gravità<br />

non c’è. Questo ti costringe a<br />

fare le cose, anche le più banali,<br />

in modo diverso. È un processo<br />

che ti obbliga a rimetterti<br />

in gioco, devi provare, tentare,<br />

sbagliare, scoprire. Credo che<br />

se ogni tanto, anche sulla Terra, provassimo<br />

a fare le cose in modo diverso, forse la<br />

nostra vita un pochino ci guadagnerebbe.<br />

48 | 8 agosto 2012 | |<br />

IN LIBRERIA<br />

DALL’ALTO<br />

I PROBLEMI<br />

SEMBRANO<br />

PIÙ PICCOLI<br />

P. Nespoli<br />

Mondadori<br />

18 euro<br />

Tornando agli esperimenti spaziali: arriveremo<br />

mai su Marte?<br />

Sono convinto di sì, in 20 o al massimo<br />

30 anni. È complesso, diffic<strong>il</strong>e, ma<br />

possib<strong>il</strong>e. E quando ci saremo arrivati<br />

non avremo fatto altro che un passetti-<br />

no perché Marte, considerando<br />

l’universo intero, è vicinissimo<br />

a noi. Cerco di farle capire: la<br />

stella Alfa del sistema Centauro<br />

è quella più vicina alla Terra,<br />

si trova a 4,2 anni luce, vuol<br />

dire che se riuscissimo ad andare<br />

alla velocità della luce (300<br />

m<strong>il</strong>a ch<strong>il</strong>ometri al secondo) ci<br />

impiegheremmo 4,2 anni per<br />

raggiungerla. Alla velocità delle<br />

navicelle di oggi circa 30 m<strong>il</strong>a<br />

anni, anno più anno meno.<br />

Molti credono che l’uomo non<br />

sia mai stato sulla luna.<br />

E mi fanno ridere. Però la<br />

cosa è interessante perché rivela<br />

<strong>il</strong> modo in cui molta gente<br />

ragiona: tanti sono più propensi<br />

a dare credito a una foto che dicono<br />

abbia un’ombra sbagliata, piuttosto<br />

che alle altre 10 m<strong>il</strong>a che sono state scatta-<br />

A lato, <strong>il</strong> veicolo HTV<br />

durante <strong>il</strong> riposizionamento.<br />

Sotto, alcune istantanee della<br />

Terra vista dallo spazio: da sinistra<br />

a destra, Kimberley Coastline,<br />

Western Australia; Grand Canyon,<br />

Arizona, Stati Uniti; una delle isole<br />

di Sottovento, Capo Verde<br />

te. Alle persone della mia età chiedo: se in<br />

piena Guerra fredda i russi avessero potuto<br />

dimostrare che l’allunaggio era tutta una<br />

colossale montatura, pensate non lo avrebbero<br />

fatto con enorme piacere?<br />

Senta, lei che è stato nello spazio ci dica<br />

una volta per tutte: esistono gli alieni?<br />

Posso assicurarle che non abbiamo<br />

mai incontrato forme di vita aliene dagli<br />

anni Sessanta a oggi. Però, se mi chiede<br />

se credo alla loro esistenza, devo ammettere<br />

che la risposta è sì. Nell’universo esistono<br />

sicuramente dei pianeti con le stesse<br />

caratteristiche della Terra e quindi mi<br />

sembra strano che l’uomo sia l’unica forma<br />

di vita esistente.<br />

Al Meeting di Rimini di quest’anno ci<br />

sarà una mostra dedicata alla sua avventura<br />

nello spazio intitolata “Space<br />

Gallery”. Che obiettivi ha l’esposizione?<br />

La mostra è <strong>il</strong> tentativo di portare<br />

sulla Terra un pezzettino di universo. Ci<br />

saranno immagini di come si vede la Terra,<br />

di come la stiamo cambiando, magari<br />

senza rendercene conto. Servirà a stupirsi<br />

di fronte al bello e alla sua frag<strong>il</strong>ità, a fare<br />

riflettere su chi siamo e cosa facciamo.<br />

Daniele Guarneri<br />

Foto: ESA/NASA


l’italia<br />

che lavora<br />

Cent’anni<br />

di costruzioni<br />

Hanno fatto corpo nel 1912, per rimettere<br />

in piedi un paese flagellato dalle guerre. Erano<br />

birocciai e scariolanti, oggi sono trecento realtà<br />

guidate da Piero Collina. Storia di CCC e di quella<br />

brava gente cresciuta a pane, bad<strong>il</strong>e e solidarietà<br />

50 | 8 agosto 2012 | |<br />

Duro <strong>il</strong> lavoro come dura era la vita<br />

che ricominciava ogni mattina, <strong>il</strong><br />

volto perennemente bruciato dalla<br />

morsa gelida dell’inverno e dal sole di<br />

ferragosto. Andavano, i birocciai, trasportavano<br />

ogni tipo di merce giunta in porto<br />

o in stazione in grandi città e minuscoli<br />

paesi, sempre a bordo di carretto,


ischiarando la notte sull’appennino em<strong>il</strong>iano<br />

con piccoli lumi a petrolio, <strong>il</strong> ciocco<br />

potente del frustino che tuonava sullo<br />

scalpiccìo incessante di buoi, asini e cavalli.<br />

E andavano, gli scariolanti, centinaia e<br />

centinaia di operai che attraversando fiumi<br />

e paludi, armati della sola forza delle<br />

braccia e di inseparab<strong>il</strong>e carriola, traspor-<br />

tavano la terra per costruire gli argini e<br />

bonificare le paludi costiere della Bassa<br />

Romagna e del ferrarese. Siamo nell’Italia<br />

di cento anni fa e mentre l’attenzione del<br />

paese è tutta rivolta all’impresa del Regio<br />

Esercito impegnato nella campagna di<br />

Libia, tra queste strade e paludi ha inizio<br />

un’altra impresa. Piccola, s<strong>il</strong>enziosa, ma<br />

fatta di brava gente, gente che ce la mette<br />

tutta: inizia così la storia del Consorzio<br />

fra le cooperative di birocciai, carrettieri<br />

ed affini della provincia di Bologna,<br />

l’antenato di quel Consorzio Cooperative<br />

Costruzioni che oggi, con 300 cooperative<br />

associate, rappresenta uno dei più grandi<br />

e importanti soggetti imprenditoriali del<br />

settore costruzioni del nostro paese.<br />

«Fu proprio un’intuizione di pochi<br />

birocciai a dare origine al Consorzio con<br />

l’obiettivo di diventare attori nel mercato<br />

pubblico e non solo semplici subappaltatori.<br />

Il primo b<strong>il</strong>ancio fu di trecentom<strong>il</strong>a<br />

lire. Oggi superiamo <strong>il</strong> m<strong>il</strong>iardo di euro».<br />

Bolognese doc, Piero Collina è <strong>il</strong> 21° presidente<br />

del CCC, in carica dal 1998: a lui<br />

l’onore e l’onere di tagliare <strong>il</strong> traguardo<br />

dei cento anni di storia in un momento<br />

che non sembrerebbe indurre a festeggiamenti.<br />

Tutto inizia dunque nel 1912,<br />

Alcune immagini prese<br />

dall’archivio storico del<br />

Consorzio Cooperative<br />

Costruzioni. In apertura,<br />

<strong>il</strong> muro del Tiro a Segno<br />

realizzato a Carpi (Modena)<br />

nel 1924. In alto, a sinistra,<br />

i lavori per <strong>il</strong> sottopassaggio<br />

di via Ugo Bassi a Bologna,<br />

nel 1964. Qui sopra, ancora<br />

a Bologna, la manutenzione<br />

di un escavatore in una cava<br />

d’arg<strong>il</strong>la della Fornaciai, tra<br />

gli anni 1955/60. A lato,<br />

<strong>il</strong> presidente di CCC Piero<br />

Collina durante <strong>il</strong> discorso<br />

per la celebrazione del<br />

centenario lo scorso 2 luglio<br />

«dopo quell’inizio <strong>il</strong> Consorzio ha ampliato<br />

la sua base sociale, prima in provincia<br />

di Bologna, poi fuori provincia ed infine<br />

in tutta l’Italia, e non ha mai sospeso l’attività;<br />

durante <strong>il</strong> ventennio fascista invece<br />

di essere chiuso fu occupato da gerarchi<br />

locali ed introdusse al suo interno competenze<br />

tecniche che prima non esistevano».<br />

Strade, case, interi quartieri e soprattutto<br />

la Direttissima Bologna-Firenze, <strong>il</strong> cantiere<br />

più prestigioso del ventennio mussoliniano:<br />

sono solo alcuni del lavori affidati<br />

al gruppo di cooperatori dal ras di Bologna<br />

Leandro Arpinati. «Nei 100 anni <strong>il</strong><br />

Consorzio ne ha viste comunque di tutti i<br />

colori: dai risultati positivi a quelli negativi,<br />

sino ad avere problemi di equ<strong>il</strong>ibrio di<br />

b<strong>il</strong>ancio che però la solidarietà dei soci ha<br />

sempre contribuito a superare».<br />

Parlare di cooperazione a Bologna<br />

significa infatti ripercorrere la storia di un<br />

territorio profondamente legato ad associazionismo,<br />

solidarietà e mutuo esercizio:<br />

una formula che ha aiutato la ripresa<br />

del paese flagellato da due conflitti mondiali.<br />

Nella ricostruzione, si legge nelle<br />

note dedicate al centenario, «<strong>il</strong> settore del<br />

lavoro e della produzione recupera la sua<br />

vocazione “ad arte” per i mestieri tradi-<br />

| | 8 agosto 2012 | 51


l’italia che lavora<br />

zionali, innestandosi tra<br />

le nuove esigenze costruttive<br />

di natura imprenditoriale,<br />

applicando antichi saperi<br />

a nuove strutture e nuovi<br />

materiali». Con la fine della<br />

Seconda Guerra mondiale<br />

e la nascita della Repubblica sono numerose<br />

le nuove cooperative che si associano<br />

al Consorzio. Vengono realizzati ponti,<br />

canali, ospedali, ferrovie, piani di ed<strong>il</strong>izia<br />

economica e popolare nelle principali<br />

aree metropolitane. Nel 1955, nonostante<br />

l’andamento politico nazionale dettato da<br />

movimenti centristi, <strong>il</strong> Consorzio si aggiudica<br />

81 lavori tra opere ed<strong>il</strong>i e bracciant<strong>il</strong>i.<br />

Da quel momento la storia di CCC è un<br />

crescendo di successi imprenditoriali senza<br />

precedenti confrontandosi con i quali i<br />

soci imparano a unirsi davanti alle difficoltà<br />

– come negli anni Settanta della grande<br />

stagnazione produttiva –, lavorano insieme<br />

allo sv<strong>il</strong>uppo del corpo sociale, soffrendone<br />

anche i numerosi fallimenti, ma senza<br />

mai venir meno al “collante” che sempre<br />

li ha rimessi in piedi, più forti di prima.<br />

«Oggi come allora quello che contraddistingue<br />

<strong>il</strong> Consorzio è lo stretto vincolo<br />

con i soci, <strong>il</strong> senso di appartenenza, la<br />

solidarietà reciproca. Non c’è solo l’ottenimento<br />

di una commessa che salda <strong>il</strong> rapporto<br />

cooperativa-Consorzio, ma anche la<br />

convinzione che a “stare insieme” si fronteggiano<br />

meglio le difficoltà e si cresce<br />

più in fretta». È questa l’eredità raccolta<br />

da Collina, rispetto alla quale <strong>il</strong> presidente<br />

è fermamente deciso a fare un passo in<br />

più per tutelare le cooperative più deboli e<br />

consolidare la funzione consort<strong>il</strong>e in questi<br />

anni di incertezza. «C’è una grande sfida<br />

oggi, che riguarda <strong>il</strong> futuro e che vede<br />

l’intero settore delle costruzioni in palese<br />

difficoltà. Anche <strong>il</strong> Consorzio ne risente,<br />

ma questa volta, diversamente da quanto<br />

è avvenuto nel passato, non basterà la solidarietà<br />

dei soci (che hanno i loro proble-<br />

52 | 8 agosto 2012 | |<br />

Alcuni progetti che raccontano<br />

la storia più recente di CCC.<br />

Sopra, <strong>il</strong> restauro della Scala<br />

di M<strong>il</strong>ano e, a destra, la sede di<br />

CCC a Bologna. Qui lato, l’Alta<br />

Velocità Roma-Napoli e la sede<br />

della Regione Em<strong>il</strong>ia Romagna<br />

mi), ma ci vorrà una “nuova intuizione”,<br />

un’idea che innovi la missione e stab<strong>il</strong>isca<br />

nuovi obiettivi, perché <strong>il</strong> nostro Paese, <strong>il</strong><br />

modello economico che ne ha contraddistinto<br />

gli ultimi decenni è superato e “nulla<br />

sarà più come prima”. Se tutti dovranno<br />

cambiare perché noi no? Anzi avendo<br />

anche un compito di orientamento per i<br />

soci, noi dovremo farlo presto».<br />

«Nulla sarà come prima»<br />

Inut<strong>il</strong>e attendersi un intervento radicale<br />

dalla politica, oggi «la situazione generale<br />

appare veramente grave per cui i provvedimenti<br />

da chiedere partono dal mantenimento<br />

delle promesse già fatte. È inut<strong>il</strong>e<br />

puntare su altro se nemmeno quanto<br />

indicato non viene attuato in tempi brevi».<br />

Per questo, promette Collina, «ci trasformeremo.<br />

Ci confronteremo con <strong>il</strong> mercato<br />

ancora con una nuova e grande capacità<br />

competitiva, salvaguardando comunque i<br />

princìpi base, i fondamentali etici. Saremo<br />

ancora testimoni dello sv<strong>il</strong>uppo del paese<br />

con le opere che realizzeremo così come<br />

lo siamo stati in cent’anni passati: dalla<br />

Direttissima Bologna-Firenze, alle grandi<br />

bonifiche, ai grandi interventi di ed<strong>il</strong>izia<br />

residenziale, l’Alta Velocità M<strong>il</strong>ano-Bologna,<br />

la Scala di M<strong>il</strong>ano; le numerose opere<br />

per le Olimpiadi invernali di Torino e<br />

così via. Il Consorzio saprà distinguersi<br />

per capacità e credib<strong>il</strong>ità anche in futuro».<br />

Protagonista del settore da Nord a Sud,<br />

nelle grandi opere, in operazioni di recupero,<br />

nell’ambiente come nelle opere per<br />

<strong>il</strong> terziario, dai cantieri stradali della Brebemi<br />

a quelli della A14 Bologna-Taranto,<br />

dalla realizzazione del termovalorizzatore<br />

di Bolzano al progetto di una nuova struttura<br />

ospedaliera per la Asl di Lecce e del<br />

sistema di trasporto pubblico f<strong>il</strong>oviario di<br />

Verona, sono innumerevoli gli interventi<br />

che hanno visto e vedranno protagonisti<br />

i 300 soci di CCC nel corso degli anni. Ma<br />

quando si tratta di fare previsioni sul prossimo<br />

decennio, Collina resta con i piedi<br />

per terra: «Da anni superiamo <strong>il</strong> m<strong>il</strong>iardo<br />

di fatturato ed esprimiamo una forte forza<br />

imprenditoriale, noi, e le nostre associate.<br />

Nel futuro, anche prossimo, vedo un ruolo<br />

della finanza che sarà determinante anche<br />

per i successi nel settore delle costruzioni:<br />

quando si dice “passare dal mercato<br />

pubblico al mercato di interesse pubblico“<br />

significa finanza, capacità di dialogo con<br />

un sistema creditizio risanato e più partecipe<br />

alla soluzione di problemi del Paese,<br />

significa credib<strong>il</strong>ità. Non è un futuro per<br />

tutti quelli che esistono oggi, noi – conclude<br />

Collina – cercheremo di restare».<br />

Sono trascorsi cento anni da quegli<br />

argini costruiti da braccianti, carriole e<br />

bad<strong>il</strong>i. Certo, l’eco dello scalpiccìo, un<br />

tempo incessante, degli animali che trainavano<br />

<strong>il</strong> biroccio si è fermato molto tempo<br />

fa, lo immagini risuonare in alcune<br />

poesie di Pascoli o sul ponte della stazione<br />

ferroviaria di una Bologna degli anni<br />

Quaranta. Pure, guardando le foto d’epoca<br />

appese nelle bella sede in vetro strutturale<br />

e zinco-titanio del CCC a Bologna, la<br />

certezza di un futuro che ricomincia ogni<br />

mattina parla da sola e parla una lingua<br />

molto chiara. Quella di gente piccola e<br />

s<strong>il</strong>enziosa ma brava gente, gente che oggi<br />

come allora ce la mette tutta.<br />

Caterina Giojelli


GREEN ESTATE<br />

ECOLOGIA UMANA<br />

Chi dà <strong>il</strong> cattivo esempio<br />

di Paolo Togni<br />

Una corretta applicazione dell’ecologia umana presuppone<br />

come requisito principale che ogni soggetto eserciti<br />

sempre e solo le funzioni e i poteri affidatigli dalle<br />

norme vigenti. Oggi in Italia non è così. E non è così da diverso<br />

tempo. Il cattivo esempio parte dall’alto, se è vero, come<br />

è vero, che <strong>il</strong> presidente della Repubblica ha svolto e probab<strong>il</strong>mente<br />

sta svolgendo funzioni assolutamente al di fuori di quelle<br />

previste dalla Costituzione. La sua natura di arbitro supremo<br />

degli equ<strong>il</strong>ibri istituzionali vorrebbe infatti che egli non intervenisse<br />

in scelte che riguardano esclusivamente le forze parlamentari,<br />

come ha fatto a proposito di legge elettorale; e ancor<br />

di più proibirebbe che si spendesse, come ha fatto qualche mese<br />

fa, per garantire a una crisi parlamentare uno sbocco pre-<br />

determinato, al di fuori del corretto dibattito politico, e tale da determinare la<br />

formazione di un vero e proprio “governo del presidente”, istituto che la Costituzione<br />

non conosce e non vuole.<br />

Dice un vecchio detto: «Chi la fa l’aspetti». E così un gruppetto di magistrati noti<br />

per <strong>il</strong> loro esagitato impegno politico, lo scarso rispetto per le leggi e la faziosità<br />

si sono presi la briga di intercettare le telefonate del Quirinale. Qualunque mediocre<br />

cittadino sa che <strong>il</strong> presidente è “irresponsab<strong>il</strong>e”, cioè non può essere chiamato<br />

a rispondere in sede giudiziaria dei suoi atti, sui quali nessun ufficio di giusti-<br />

Non solo i magistrati hanno<br />

dimostrato di avere l’abitudine<br />

a tenere comportamenti scorretti.<br />

Se vogliamo vivere in uno Stato<br />

di diritto, ordinato e democratico,<br />

ciò non può più essere tollerato<br />

54 | 8 agosto 2012 | |<br />

zia ha potere di indagare: egli ha<br />

per unico giudice <strong>il</strong> Parlamento<br />

in seduta comune. Evidente,<br />

dunque, la scorrettezza dei magistrati.<br />

Sebbene particolarmente<br />

gravi e clamorosi, i due comportamenti<br />

riferiti non sono gli<br />

unici nei quali si ritrovi lo sconfinamento<br />

dalle funzioni proprie:<br />

diffusissima è infatti l’attitudine a tenere comportamenti che con chiarezza e sincerità<br />

dovrebbero essere definiti <strong>il</strong>legali. Se uniamo questa propensione a d<strong>il</strong>atare le<br />

proprie competenze con una ignoranza di base sicuramente più diffusa di quanto<br />

sarebbe auspicab<strong>il</strong>e e con la renitenza a svolgere funzioni proprie, <strong>il</strong> quadro dell’attività<br />

amministrativa italiana è quasi completo.<br />

L’abitudine a tenere comportamenti scorretti è stata dimostrata negli ultimi<br />

tempi, in particolare ma non solo, dai magistrati. Se vogliamo vivere in uno Stato<br />

veramente di diritto, ordinato e democratico, ciò non è più tollerab<strong>il</strong>e.<br />

tognipaolo@gma<strong>il</strong>.com<br />

HUMUS IN FABULA<br />

GIOCHI OLIMPICI<br />

L’avanguardia delle<br />

strutture di Londra<br />

Dow Bu<strong>il</strong>ding Solution è una<br />

delle migliori aziende che si<br />

occupano di isolamento degli<br />

edifici. I tetti di gran parte degli<br />

stadi e appartamenti costruiti<br />

per i Giochi Olimpici 2012 che si<br />

svolgeranno a Londra sono stati<br />

costruiti dalla Dbs. Un paio di<br />

esempi. La Handball Arena è un<br />

edificio che è stato paragonato<br />

PRESA<br />

D’ARIA<br />

a uno scrigno portagioie, ed<br />

è stata concepita come una<br />

struttura permanente. Due le<br />

necessità a cui Dbs ha saputo<br />

rispondere: che tutte le attrezzature<br />

sul tetto fossero al riparo<br />

dalla vista e che l’arena fosse<br />

protetta da vibrazioni e rumori<br />

esterni. La soluzione è stata<br />

quella di posizionare tutte le apparecchiature<br />

sul tetto e creare<br />

un alto parapetto per far sì che<br />

ci fosse una vista ininterrotta<br />

della struttura. Questa soluzione<br />

ha permesso inoltre che rumori<br />

e vibrazioni fossero limitati alla<br />

zona perimetrale. L’Olympic e <strong>il</strong><br />

Paralympic V<strong>il</strong>lage per i Giochi<br />

CINEMA<br />

Contraband,<br />

di Baltasar Kormákur<br />

Buone le scene<br />

d’azione<br />

Per salvare <strong>il</strong> cognato un<br />

po’ fesso, ritorna a fare <strong>il</strong><br />

contrabbandiere.<br />

Che sia <strong>il</strong> remake di un f<strong>il</strong>m<br />

islandese nemmeno troppo<br />

bello deve fare un po’<br />

HOME VIDEO<br />

Marigold Hotel,<br />

di John Madden<br />

Bravissimi gli attori<br />

Diverse persone, avanti con<br />

gli anni, decidono di dare una<br />

svolta alla propria vita andando<br />

in vacanza in India.<br />

La cosa migliore è la prova corale<br />

degli attori. Grandi interpreti<br />

britannici da far venire invidia<br />

a qualsiasi collega e ben<br />

diretti da John Madden, regista<br />

che ha tanti difetti ma ha sempre<br />

curato molto la recitazione.<br />

Il f<strong>il</strong>m, però, ha anche molti<br />

problemi, a partire proprio dalla<br />

regia che cade nella tentazione<br />

del calligrafismo e dell’<strong>il</strong>lustrazione<br />

un po’ superficiale.<br />

comprendono appartamenti<br />

residenziali per quasi 17.000<br />

tra atleti e funzionari, negozi,<br />

ristoranti, centri di assistenza<br />

medica e spazi dedicati al<br />

tempo libero. Terminata la<br />

manifestazione <strong>il</strong> v<strong>il</strong>laggio sarà<br />

trasformato in un complesso di<br />

2.800 abitazioni (più della metà<br />

a prezzi accessib<strong>il</strong>i). Dbs ha<br />

proposto una soluzione in grado<br />

di rispondere contemporaneamente<br />

a parametri di efficienza<br />

energetica e durab<strong>il</strong>ità a lungo<br />

termine: i materiali ut<strong>il</strong>izzati, infatti,<br />

non offrono solo eccellenti<br />

proprietà d’isolamento, ma sono<br />

resistenti all’umidità.<br />

riflettere sullo stato delle<br />

cose anche oltreoceano.<br />

Wahlberg è un ex marinaio<br />

contrabbandiere divenuto,<br />

per amore della Beckinsale,<br />

un elettricista. Ritorna<br />

a smerciare roba contraffatta<br />

per salvare <strong>il</strong> fondoschiena<br />

al cognato un po’<br />

troppo avventato. Confezionato<br />

in modo professionale,<br />

<strong>il</strong> f<strong>il</strong>m dell’islandese<br />

LA CAMPAGNA E.ON<br />

La nuova festa<br />

dell’energia in piazza<br />

E.ON, uno dei maggiori gruppi<br />

energetici al mondo a capitale<br />

interamente privato, lancia la<br />

nuova campagna di sensib<strong>il</strong>izzazione<br />

per <strong>il</strong> risparmio energetico<br />

“Festa dell’Energia in Piazza”,<br />

rivolta a tutte le famiglie e<br />

ai cittadini, per scoprire come<br />

usare l’energia in modo consapevole<br />

e ricevere informazioni<br />

sul contenimento dei consumi.<br />

La “Festa dell’Energia in Piazza”<br />

fa tappa in cinque Comuni<br />

italiani, da luglio a settembre.


Kormákur non pecca nelle<br />

scene d’azione (l’incipit<br />

notturno non è malaccio)<br />

ma nella narrazione che ha<br />

troppi snodi inverosim<strong>il</strong>i e<br />

nei tanti personaggi che<br />

paiono sulla scena per caso.<br />

Wahlberg regge ed è<br />

ruvido quanto basta, ma<br />

la Beckinsale è fuori parte<br />

e Ribisi, nella parte del<br />

cattivo spietato, è troppo<br />

COMUNICANDO<br />

PRIMA PERSONA<br />

Costruire un paese<br />

migliore viaggiando<br />

Un viaggio itinerante alla ricerca<br />

di piccole e grandi storie da<br />

raccontare. È partito <strong>il</strong> 15 luglio<br />

ItaliaViva, <strong>il</strong> progetto di Prima<br />

Persona – associazione culturale<br />

che crede e promuove una<br />

democrazia fondata sulla partecipazione<br />

culturale (www.primapersona.eu)<br />

– volto a far luce<br />

su alcune delle esperienze<br />

stolido per essere credib<strong>il</strong>e.<br />

Nulla di nuovo, tante scopiazzature:<br />

l’idea geniale di<br />

Wahlberg per far passare le<br />

merci è copiata da un celeberrimo<br />

f<strong>il</strong>m di gangster.<br />

visti da Simone Fortunato<br />

Il regista<br />

Baltasar<br />

Kormákur<br />

L’IDEA CHESTERTONIANA<br />

Avere <strong>il</strong> culto<br />

dei bambini<br />

di Annalena Valenti<br />

umane, sociali e imprenditoriali<br />

più significative del paese. Il<br />

percorso coinvolgerà soggetti di<br />

diversa natura, ma accomunati<br />

dallo stesso spirito: individui<br />

tenaci e coraggiosi, enti pubblici<br />

virtuosi e aziende di successo.<br />

L’associazione cede infatti<br />

la parola agli attori di un cambiamento<br />

già in atto, del quale<br />

ognuno può essere protagonista.<br />

Il viaggio di Prima Persona<br />

è iniziato in Umbria e <strong>il</strong> tragitto<br />

sta continuando attraverso<br />

gran parte delle regioni italiane,<br />

dalla Sic<strong>il</strong>ia al Piemonte. Gli<br />

eventi vedranno la partecipazione<br />

di associazioni di categoria,<br />

Mi chiedono se ho<br />

<strong>il</strong> culto dei bambini,<br />

perchè dico<br />

che tutto, fin la terra<br />

e <strong>il</strong> cielo, si fa e si muove<br />

per loro. Sì, ho <strong>il</strong> cul-<br />

STILI DI VITA<br />

MAMMA<br />

OCA<br />

to dei bambini, ma non <strong>il</strong> moderno riverirli<br />

e assecondarli, che si trasforma<br />

sempre nell’usarli e nel fare di loro ciò<br />

che più pare e piace, ma quello chestertoniano.<br />

Potete leggerlo nel suo libro<br />

L’imputato edito da Lindau, e già<br />

nel sottotitolo In difesa di ciò che c’è<br />

di bello nel brutto del mondo si coglie<br />

qualcosa della sua, della nostra tesi. Le<br />

domande incalzano, ma nel mondo di<br />

oggi, nel nostro mondo occidentale, i<br />

bambini perché devono essere difesi?<br />

Non siamo ai tempi in cui venivano<br />

fatti lavorare, né bastonati sulle nocche<br />

a scuola! Tanto per fare un esempio.<br />

Se un libro ideologico, falso e furbetto<br />

dello scorso anno, per bambini<br />

dagli 0 ai 6 anni, (ne ho parlato nel numero<br />

42 di <strong>Tempi</strong> del 26 ottobre 2011),<br />

ma perfettamente asservito al potere<br />

di oggi che impone le sue idee a scapito<br />

della realtà, può vincere <strong>il</strong> più prestigioso<br />

premio per l’editoria infant<strong>il</strong>e<br />

in Italia, intitolato ad Andersen, che si<br />

rivolterà nella tomba, lui che della fiaba<br />

ha fatto <strong>il</strong> trionfo del senso della realtà<br />

(vabbè, per dire dei premi, anche<br />

Dario Fo ha vinto <strong>il</strong> Nobel), allora sì, i<br />

bambini devono essere difesi. Con responsab<strong>il</strong>ità<br />

anche civ<strong>il</strong>e, intelligenza<br />

e passione creativa.<br />

mammaoca.wordpress.com<br />

organizzazioni del terzo settore,<br />

esponenti istituzionali e altri<br />

soggetti legati ai territori e alle<br />

tematiche affrontate, per individuare<br />

insieme nuove modalità<br />

di azione. Obiettivo prioritario<br />

del viaggio è stimolare <strong>il</strong> confronto,<br />

dando voce a chi già si<br />

impegna per se stesso e per <strong>il</strong><br />

proprio paese, e trarre indicazioni<br />

di pratiche ut<strong>il</strong>i da trasferire<br />

anche sul piano politico. Un<br />

augurio sincero di buona strada<br />

a ItaliaViva, con la speranza che<br />

si riesca a costruire una rete<br />

del valore a cui tutti abbiano la<br />

possib<strong>il</strong>ità di prendere parte.<br />

Giovanni Parapini<br />

| | 8 agosto 2012 | 55


AMICI MIEI<br />

LIBRI<br />

Il peccato nel mondo<br />

giudaico-cristiano<br />

Che cosa è <strong>il</strong> peccato nella tradizione<br />

giudaico-cristiana? In<br />

che modo i suoi effetti perdurano<br />

e possono estinguersi attraverso<br />

<strong>il</strong> tempo? Il peccato di<br />

Gary A. Anderson (Liber<strong>il</strong>ibri,<br />

372 pagine, 19 euro) è un’analisi<br />

storico-f<strong>il</strong>ologica dei testi biblici<br />

dove l’autore documenta <strong>il</strong><br />

processo attraverso cui <strong>il</strong> peccato<br />

concepito come un fardello<br />

caricato sulle spalle di<br />

chi lo ha commesso, si modifica<br />

a partire dal periodo del Secondo<br />

<strong>Tempi</strong>o e via via fino al<br />

II secolo a. C. Il peccato assumerà<br />

nel Nuovo Testamento, in<br />

tutta la letteratura rabbinica<br />

e nella cristianità aramaica, la<br />

metafora commerciale-finanziaria<br />

del debito che deve essere<br />

ripagato. L’idea della macchia<br />

resterà, ma a quella del<br />

fardello si sostituirà l’idea che<br />

nel libro contab<strong>il</strong>e di Dio verrà<br />

registrato un debito: <strong>il</strong> peccatore<br />

diviene <strong>il</strong> debitore che potrà<br />

estinguere <strong>il</strong> debito con l’elemosina.<br />

L’uomo virtuoso diviene<br />

invece un creditore che accumula<br />

un tesoro in cielo.<br />

TURISMO<br />

CROAZIA<br />

Vacanza anti crisi<br />

a un passo da casa<br />

Sono cresciuti del 9 per cento<br />

gli arrivi internazionali in Croazia.<br />

Il paese offre un mare incantevole<br />

e un ambiente incontaminato.<br />

In un periodo in cui<br />

l’Italia – e non solo – si trova a<br />

fare i conti con <strong>il</strong> vento della crisi<br />

che pesa sulle tasche degli italiani<br />

tanto da far sembrare fuori<br />

proposta <strong>il</strong> balneare nostrano,<br />

AL PUGNALONE, ACQUAPENDENTE<br />

Creatività e tradizione per<br />

un omaggio alla cucina laziale<br />

di Tommaso Farina<br />

Q<br />

uella parte del lazio che si incunea tra l’Umbria e la Toscana<br />

è un tesoro di paesini stupendi. Ad esempio, Acquapendente<br />

(Viterbo). Lì, per la festa della Madonna del Fiore, in maggio,<br />

la popolazione crea dei grandi quadri con petali di fiori: si<br />

chiamano “pugnaloni”. E Al Pugnalone è <strong>il</strong> nome di un ristorante<br />

del paese in cui occorre fermarsi. Francesco Sacco e Mara Zannoni,<br />

circa sei anni fa, hanno r<strong>il</strong>evato l’antico e magnifico ambiente di<br />

questa ex pizzeria per farne un locale di gran qualità. Nell’indirizzo<br />

indicato in calce c’è <strong>il</strong> ristorante vero e proprio, che recensiamo<br />

qui, mentre voltato l’angolo c’è l’Osteria Al Pugnalone, dove Mara<br />

e Francesco preparano piatti più semplici e popolari.<br />

Al ristorante, dalla bella sala, <strong>il</strong> menù parte con un’indicazione<br />

trasparente dei fornitori. Poi, ecco arrivare un appetizer: una<br />

stupenda bruschetta vegetariana con gelato di panzanella ai peperoni.<br />

Cucina creativa dunque, ma di grande sapienza nel mescolare<br />

tradizioni locali e sfizi di pesce. Tra gli antipasti c’è <strong>il</strong><br />

carpaccio di cappesante con tartara di gamberi rossi, pesca nettarina,<br />

pepe di Sechuan e salsa al lime e zafferano: un gioco tra freschezza,<br />

dolcezza e sapidità.<br />

Tra i primi, di stupenda saporosità e inaspettata leggerezza i<br />

cappelletti farciti alla coda di manzo su cremoso di Parmigiano<br />

e salsa alla vaccinara, omaggio quasi commosso alla cucina laziale.<br />

Si può continuare poi con un bel collo di maialino cotto dolcemente<br />

nella birra, verza piccante e puré di mela: <strong>il</strong> cuoco ha mantenuto<br />

croccante sia la carne sia la verza, in un risultato davvero<br />

rimarchevole. Tra i dolci, semifreddo di pistacchio di Bronte con<br />

crema e sentore di liquore Strega. Citiamo pochi piatti perché la<br />

carta cambia abbastanza frequentemente. Ci sono ben sette menù<br />

degustazione (di cui uno vegetariano) per tutte le tasche, e un menù<br />

bambini a 15 euro. Alla carta, ne spenderete circa 50. Menzione<br />

particolare per <strong>il</strong> pane fatto in casa da Francesco: segnatevi quello<br />

al curry. Bella anche la cantina.<br />

Per informazioni<br />

Ristorante Al Pugnalone<br />

www.ristorantealpugnalone.it/<br />

Via A. Salimbeni, 1 Acquapendente (Viterbo)<br />

Tel. 0763711252<br />

Chiuso <strong>il</strong> mercoledì<br />

l’altra sponda dell’Adriatico macina<br />

numeri in crescita, anno<br />

dopo anno. Nel 2011 si è registrato<br />

un forte sv<strong>il</strong>uppo: 11,45<br />

m<strong>il</strong>ioni gli arrivi degli stranieri.<br />

Aumenta anche <strong>il</strong> turismo interno<br />

(+2,4 per cento). I turisti<br />

italiani si collocano in terza posizione<br />

con un m<strong>il</strong>ione e 50 m<strong>il</strong>a<br />

arrivi, in crescita del 13 per<br />

cento. Più ridotto l’incremento<br />

in termini di presenze, che si<br />

fermano a 4 m<strong>il</strong>ioni e 994 m<strong>il</strong>a<br />

(+5,6 per cento). Questo significa<br />

una riduzione dei giorni<br />

di permanenza. Inattesa la crescita<br />

del 13,6 per cento degli arrivi<br />

di turisti statunitensi dove <strong>il</strong><br />

prodotto, pur con numeri ancora<br />

ridotti, si sta affermando come<br />

destinazione mediterranea<br />

alternativa a quelle tradizionali.<br />

Le previsioni dell’Ente per <strong>il</strong> turismo<br />

croato sono di arrivare a 12<br />

m<strong>il</strong>ioni di turisti grazie a una se-<br />

IN BOCCA<br />

ALL’ESPERTO<br />

PER PIACERE<br />

IL VINO<br />

Frascati superiore<br />

Il vino Frascati superiore Casale<br />

Marchese 2010 nasce in provincia<br />

di Rimini, in un casale del<br />

1800 costruito vicino a due antiche<br />

cisterne romane. Il vino<br />

esprime un carattere<br />

sorprendente con profumi<br />

di mela bianca e un finale<br />

lungo e complesso. Il Frascati<br />

si accompagna perfettamente<br />

ad antipasti,<br />

minestre, primi piatti,<br />

secondi di pesce e carni<br />

bianche. Ottimo anche<br />

come aperitivo. Costo in<br />

enoteca di 10 euro.<br />

Carlo Cattaneo<br />

rie di investimenti per migliorare<br />

la qualità delle infrastrutture turistiche,<br />

e all’ingresso nell’Ue, in<br />

calendario per <strong>il</strong> 2013. Il paese<br />

continua ad attrarre flussi turistici<br />

grazie a una offerta adatta<br />

a diversi target e ai prezzi rimasti<br />

molto competitivi. Al primo<br />

posto, come immissori di turisti,<br />

si posiziona la Germania seguita<br />

dalla Slovenia. Il terzo gradino<br />

del podio è occupato dall’Italia.<br />

Ottimo lo sv<strong>il</strong>uppo del turismo<br />

enogastronomico. E ottimi sono<br />

anche i vini prodotti dai vitigni<br />

istriani: vini secchi con alta gradazione.<br />

Qualità garantita.<br />

Walter Abbondanti<br />

| | 8 agosto 2012 | 57


PUBBLICAZIONE BILANCIO AL 31.12.2011 DI e materiali, TEMPI altre svalutazioni SOCIETà delle immob<strong>il</strong>izzazioni COOPERATIVA<br />

Stato patrimoniale<br />

Ai sensi dell’articolo 9 della delibera 129/02/Cons. dell’autorità per le garanzie nelle comunicazioni<br />

2011-12-31 2010-12-31<br />

Attivo<br />

A) Crediti verso soci per versamenti ancora dovuti<br />

Parte richiamata - -<br />

Parte da richiamare - -<br />

Totale crediti verso soci per versamenti ancora dovuti (A)<br />

B) Immob<strong>il</strong>izzazioni<br />

I - Immob<strong>il</strong>izzazioni immateriali<br />

- -<br />

Valore lordo 216.220 204.845<br />

Ammortamenti 161.394 151.385<br />

Svalutazioni - -<br />

Totale immob<strong>il</strong>izzazioni immateriali<br />

II - Immob<strong>il</strong>izzazioni materiali<br />

54.826 53.460<br />

Valore lordo 55.306 32.068<br />

Ammortamenti 28.978 24.217<br />

Svalutazioni - -<br />

Totale immob<strong>il</strong>izzazioni materiali<br />

III - Immob<strong>il</strong>izzazioni finanziarie<br />

2) crediti<br />

26.328 7.851<br />

esigib<strong>il</strong>i entro l'esercizio successivo - -<br />

esigib<strong>il</strong>i oltre l'esercizio successivo - -<br />

Totale crediti - -<br />

Altre immob<strong>il</strong>izzazioni finanziarie - -<br />

Totale immob<strong>il</strong>izzazioni finanziarie - -<br />

Totale immob<strong>il</strong>izzazioni (B)<br />

C) Attivo circolante<br />

I - Rimanenze<br />

81.154 61.311<br />

Totale rimanenze<br />

II - Crediti<br />

- -<br />

esigib<strong>il</strong>i entro l'esercizio successivo 3.116.534 2.716.235<br />

esigib<strong>il</strong>i oltre l'esercizio successivo 5.090 5.070<br />

Totale crediti<br />

III - Attività finanziarie che non costituiscono<br />

immob<strong>il</strong>izzazioni<br />

3.121.624 2.721.305<br />

Totale attività finanziarie che non costituiscono<br />

immob<strong>il</strong>izzazioni<br />

IV - Disponib<strong>il</strong>ità liquide<br />

- -<br />

Totale disponib<strong>il</strong>ità liquide 43.615 15.306<br />

Totale attivo circolante (C)<br />

D) Ratei e risconti<br />

3.165.239 2.736.611<br />

Totale ratei e risconti (D) 9.292 -<br />

Totale attivo<br />

Passivo<br />

A) Patrimonio netto<br />

3.255.685 2.797.922<br />

I - Capitale 550 550<br />

II - Riserva da soprapprezzo delle azioni - -<br />

III - Riserve di rivalutazione - -<br />

IV - Riserva legale 20.363 16.920<br />

V - Riserve statutarie 37.231 29.540<br />

VI - Riserva per azioni proprie in portafoglio<br />

VII - Altre riserve, distintamente indicate<br />

- -<br />

Differenza da arrotondamento all'unità di Euro -3 -1<br />

Totale altre riserve -3 -1<br />

VIII - Ut<strong>il</strong>i (perdite) portati a nuovo<br />

IX - Ut<strong>il</strong>e (perdita) dell'esercizio<br />

- -<br />

Ut<strong>il</strong>e (perdita) dell'esercizio. 8.736 11.478<br />

Copertura parziale perdita d'esercizio TEMPI SOCIETA' - COOPERATIVA-<br />

Ut<strong>il</strong>e (perdita) residua 8.736 11.478<br />

Totale patrimonio netto<br />

B) Fondi per rischi e oneri<br />

66.877 58.487<br />

Totale fondi per rischi ed oneri - -<br />

C) Trattamento di fine rapporto di lavoro subordinato<br />

D) Debiti<br />

234.587 189.415<br />

esigib<strong>il</strong>i entro l'esercizio successivo 2.390.399 1.732.852<br />

esigib<strong>il</strong>i oltre l'esercizio successivo<br />

Totale debiti<br />

333.032 591.587<br />

TEMPI SOCIETA' COOPERATIVA<br />

2.723.431 2.324.439<br />

B<strong>il</strong>ancio E) Ratei al 31/12/2011 e risconti<br />

Pag. 2 di 6<br />

Totale ratei e risconti 230.790 225.581<br />

Totale passivo Generato automaticamente - Conforme3.255.685 alla tassonomia itcc-ci-2011-01-04 2.797.922<br />

Conto economico<br />

2011-12-31 2010-12-31<br />

A) Valore della produzione:<br />

1) ricavi delle vendite e delle prestazioni 2.845.314 2.765.504<br />

2), 3) variazioni delle rimanenze di prodotti in corso di<br />

lavorazione, sem<strong>il</strong>avorati e finiti e dei lavori in corso su<br />

ordinazione<br />

- -<br />

2) variazioni delle rimanenze di prodotti in corso di<br />

lavorazione, sem<strong>il</strong>avorati e finiti<br />

- -<br />

3) variazioni dei lavori in corso su ordinazione - -<br />

4) incrementi di immob<strong>il</strong>izzazioni per lavori interni<br />

5) altri ricavi e proventi<br />

- -<br />

contributi in conto esercizio 411.037 503.000<br />

altri 53.794 -<br />

Totale altri ricavi e proventi 464.831 503.000<br />

Totale valore della produzione<br />

B) Costi della produzione:<br />

3.310.145 3.268.504<br />

6) per materie prime, sussidiarie, di consumo e di merci 369.821 249.693<br />

7) per servizi 1.705.597 1.929.627<br />

8) per godimento di beni di terzi<br />

9) per <strong>il</strong> personale:<br />

135.883 153.413<br />

a) salari e stipendi 708.972 577.737<br />

b) oneri sociali 165.790 151.032<br />

c), d), e) trattamento di fine rapporto, trattamento di<br />

quiescenza, altri costi del personale<br />

45.962 43.005<br />

c) trattamento di fine rapporto 45.962 42.726<br />

d) trattamento di quiescenza e sim<strong>il</strong>i - -<br />

e) altri costi - 279<br />

Totale costi per <strong>il</strong> personale<br />

10) ammortamenti e svalutazioni:<br />

920.724 771.774<br />

a), b), c) ammortamento delle immob<strong>il</strong>izzazioni immateriali<br />

e materiali, altre svalutazioni delle immob<strong>il</strong>izzazioni<br />

23.371 42.621<br />

a) ammortamento delle immob<strong>il</strong>izzazioni immateriali 18.610 37.601<br />

b) ammortamento delle immob<strong>il</strong>izzazioni materiali 4.761 5.020<br />

c) altre svalutazioni delle immob<strong>il</strong>izzazioni - -<br />

d) svalutazioni dei crediti compresi nell'attivo circolante e<br />

delle disponib<strong>il</strong>ità liquide<br />

- -<br />

Totale ammortamenti e svalutazioni 23.371 42.621<br />

11) variazioni delle rimanenze di materie prime, sussidiarie,<br />

di consumo e merci<br />

- -<br />

12) accantonamenti per rischi - -<br />

13) altri accantonamenti - -<br />

14) oneri diversi di gestione 57.302 62.953<br />

Totale costi della produzione 3.212.698 3.210.081<br />

Differenza tra valore e costi della produzione (A - B)<br />

C) Proventi e oneri finanziari:<br />

15) proventi da partecipazioni<br />

97.447 58.423<br />

delle disponib<strong>il</strong>ità liquide<br />

Capitale sociale euro 550= codice fiscale n° 03596310965<br />

TEMPI SOCIETA' COOPERATIVA<br />

REA M<strong>il</strong>ano n° 1687470, Iscr. albo Coop. n° A102419<br />

d) trattamento di quiescenza e sim<strong>il</strong>i - -<br />

e) altri costi - 279<br />

Totale costi per <strong>il</strong> personale<br />

10) ammortamenti e svalutazioni:<br />

920.724 771.774<br />

a), b), c) ammortamento delle immob<strong>il</strong>izzazioni immateriali<br />

23.371 42.621<br />

a) ammortamento delle immob<strong>il</strong>izzazioni immateriali 18.610 37.601<br />

b) ammortamento delle immob<strong>il</strong>izzazioni materiali 4.761 5.020<br />

c) altre svalutazioni delle immob<strong>il</strong>izzazioni - -<br />

d) svalutazioni dei crediti compresi nell'attivo circolante e<br />

- -<br />

Totale ammortamenti e svalutazioni 23.371 42.621<br />

11) variazioni delle rimanenze di materie prime, sussidiarie,<br />

di consumo e merci<br />

- -<br />

12) accantonamenti per rischi - -<br />

13) altri accantonamenti - -<br />

14) oneri diversi di gestione 57.302 62.953<br />

Totale costi della produzione 3.212.698 3.210.081<br />

Differenza tra valore e costi della produzione (A - B)<br />

C) Proventi e oneri finanziari:<br />

15) proventi da partecipazioni<br />

97.447 58.423<br />

da imprese controllate - -<br />

da imprese collegate - -<br />

altri - -<br />

Totale proventi da partecipazioni<br />

16) altri proventi finanziari:<br />

a) da crediti iscritti nelle immob<strong>il</strong>izzazioni<br />

- -<br />

da imprese controllate - -<br />

da imprese collegate - -<br />

da imprese controllanti - -<br />

altri<br />

Totale proventi finanziari da crediti iscritti nelle<br />

immob<strong>il</strong>izzazioni<br />

- -<br />

TEMPI SOCIETA' - COOPERATIVA-<br />

b), c) da titoli iscritti nelle immob<strong>il</strong>izzazioni che non<br />

costituiscono partecipazioni e da titoli iscritti nell'attivo<br />

circolante che non costituiscono partecipazioni<br />

- -<br />

b) da titoli iscritti nelle immob<strong>il</strong>izzazioni che non<br />

costituiscono partecipazioni<br />

- -<br />

c) da titoli iscritti nell'attivo circolante che non<br />

costituiscono partecipazioni<br />

d) proventi diversi dai precedenti<br />

- -<br />

B<strong>il</strong>ancio al 31/12/2011 da imprese controllate<br />

da imprese collegate<br />

-<br />

-<br />

Pag. 5 di 6-<br />

-<br />

da imprese controllanti<br />

altri<br />

- -<br />

Generato automaticamente - Conforme alla tassonomia itcc-ci-2011-01-04<br />

227 42<br />

Totale proventi diversi dai precedenti 227 42<br />

Totale altri proventi finanziari<br />

17) interessi e altri oneri finanziari<br />

227 42<br />

a imprese controllate - -<br />

a imprese collegate - -<br />

a imprese controllanti - -<br />

altri 7.716 6.484<br />

Totale interessi e altri oneri finanziari 7.716 6.484<br />

17-bis) ut<strong>il</strong>i e perdite su cambi - -<br />

Totale proventi e oneri finanziari (15 + 16 - 17 + - 17-bis)<br />

D) Rettifiche di valore di attività finanziarie:<br />

18) rivalutazioni:<br />

-7.489 -6.442<br />

a) di partecipazioni - -<br />

b) di immob<strong>il</strong>izzazioni finanziarie che non costituiscono<br />

partecipazioni<br />

- -<br />

c) di titoli iscritti all'attivo circolante che non costituiscono<br />

partecipazioni<br />

- -<br />

Totale rivalutazioni<br />

19) svalutazioni:<br />

- -<br />

a) di partecipazioni - -<br />

b) di immob<strong>il</strong>izzazioni finanziarie che non costituiscono<br />

partecipazioni<br />

- -<br />

c) di titoli iscritti nell'attivo circolante che non costituiscono<br />

partecipazioni<br />

- -<br />

Totale svalutazioni - -<br />

Totale delle rettifiche di valore di attività finanziarie (18 - 19)<br />

E) Proventi e oneri straordinari:<br />

20) proventi<br />

- -<br />

plusvalenze da alienazioni i cui ricavi non sono iscrivib<strong>il</strong>i al<br />

n 5<br />

- -<br />

Differenza da arrotondamento all'unità di Euro 1 1<br />

altri 36.730 68.972<br />

Totale proventi<br />

21) oneri<br />

36.731 68.973<br />

minusvalenze da alienazioni i cui effetti contab<strong>il</strong>i non sono<br />

iscrivib<strong>il</strong>i al n 14<br />

- -<br />

imposte relative ad esercizi precedenti - -<br />

Differenza da arrotondamento all'unità di Euro - 16<br />

altri 65.845 53.223<br />

Totale oneri 65.845 53.239<br />

Totale delle partite straordinarie (20 - 21) -29.114 15.734<br />

Risultato prima delle imposte (A - B + - C + - D + - E)<br />

22) Imposte sul reddito dell'esercizio, correnti, differite e<br />

anticipate<br />

60.844 67.715<br />

imposte correnti 52.108 56.237<br />

imposte differite - -<br />

imposte anticipate - -<br />

proventi (oneri) da adesione al regime di consolidato fiscale /<br />

trasparenza fiscale<br />

- -<br />

Totale delle imposte sul reddito dell'esercizio, correnti,<br />

differite e anticipate<br />

52.108 56.237<br />

23) Ut<strong>il</strong>e (perdita) dell'esercizio 8.736 11.478<br />

B<strong>il</strong>ancio al 31/12/2011 Pag. 6 di 6<br />

Soggetto segnalante: TEMPI SOCIETA' COOPERATIVA<br />

Generato automaticamente - Conforme alla tassonomia itcc-ci-2011-01-04<br />

Codice fiscale: 03596310965 Anno 2011<br />

DETTAGLIO VOCI ATTIVITÀ EDITORIALE<br />

01 Vendita di copie 924.902<br />

02 Pubblicità 791.245<br />

03 - Diretta 0<br />

04 - Tramite concessionaria 791.245<br />

05 Ricavi da editoria on line 18.117<br />

06 - Abbonamenti 3.687<br />

07 - Pubblicità 14.430<br />

08 Ricavi da vendita di informazioni 0<br />

09 Ricavi da altra attività editoriale 1.111.049<br />

10 Totale voci 01+02+05+08+09 2.845.314


SUL MERCATO LA NUOVA CROSSOVER SSANGYONG<br />

Korando, benzina-gpl<br />

“firmata” da Giugiaro<br />

In tempi come questi <strong>il</strong> mercato risponde<br />

abbastanza bene con le vetture<br />

economico-sostenib<strong>il</strong>i. Auto, quindi,<br />

non molto costose, motori bi-fuel, qualità<br />

sicuramente buona. Fra le ultime novità<br />

di questo tipo di automob<strong>il</strong>i c’è la<br />

nuova SsangYong Korando, un crossover<br />

di media dimensione, alimentato a benzina-gpl.<br />

Firmato da Giorgetto Giugiaro,<br />

una grande “matita” del design internazionale.<br />

Nello specifico, SsangYong Korando<br />

è equipaggiata con un impianto a<br />

gpl (originale della casa, con tutti i vantaggi<br />

in termini di affidab<strong>il</strong>ità e garanzia)<br />

che, accoppiato a un moderno propulsore<br />

2 litri a benzina, permettono a<br />

questo crossover di limare molto velocemente<br />

i 1.500 euro che la separano in listino<br />

dalla classica variante a benzina.<br />

Il sistema di alimentazione, sv<strong>il</strong>uppato<br />

in collaborazione con Brc, fornisce <strong>il</strong><br />

gas a ciascun c<strong>il</strong>indro sfruttando un apposito<br />

“ra<strong>il</strong>” e quattro iniettori. Il risultato?<br />

Combustione efficiente e differenze<br />

nel passaggio dall’alimentazione a benzina<br />

a quella a gpl praticamente inesistenti.<br />

Il tutto senza influire sull’abitab<strong>il</strong>ità e,<br />

soprattutto, sulla capienza del serbatoio.<br />

La Korando vista<br />

anteriormente<br />

e posteriormente,<br />

<strong>il</strong> volante con<br />

i comandi dei<br />

sistemi sulle tre<br />

razze, <strong>il</strong> motore<br />

In pratica, sommando l’autonomia classica<br />

della Korando a benzina con i 650<br />

ch<strong>il</strong>ometri aggiuntivi legati al serbatoio<br />

gpl (77 litri nominali), le soste dal benzinaio<br />

diventano piuttosto rade. Ecologica<br />

DI NESTORE MOROSINI<br />

MOBILITÀ 2000<br />

ma anche rifinita di tutto punto, <strong>il</strong> crossover<br />

coreano vanta un equipaggiamento<br />

e una serie di optional degni di una<br />

premium. Cerchi in lega da 16 e 18 pollici,<br />

impianto audio con comandi al volante,<br />

vetri oscurati, pomello del cambio<br />

e volante in pelle, cruise control e sensori<br />

di parcheggio. Senza dimenticare i grandi<br />

passi in avanti compiuti in termini di<br />

sicurezza (Abs, Ebd e 6 airbag di serie). La<br />

linea di partenza per <strong>il</strong> listino è fissata<br />

a quota 19.490 euro e non mancherà la<br />

possib<strong>il</strong>ità di equipaggiare la SsangYong<br />

Korando Benzina-gpl con la trazione integrale<br />

elettronica e con un pratico cambio<br />

automatico a sei rapporti.<br />

| | 8 agosto 2012 | 59


UN ALTRO MONDO<br />

è POSSIBILE<br />

LE TESTIMONIANZE DEI PAZIENTI<br />

Il Signore non è<br />

sconfitto dalle<br />

nostre sconfitte<br />

di Aldo Trento<br />

Attraverso i volti che ci donano la<br />

certezza di Cristo e che ci confermano<br />

che la fede è ut<strong>il</strong>e per testimoniare<br />

la vera gioia, incontriamo testimoni di un<br />

amore eterno che ha pietà del nostro niente.<br />

Queste persone hanno vissuto drammi indescrivib<strong>il</strong>i,<br />

hanno abbandonato Dio per altri<br />

idoli, hanno sofferto fino in fondo <strong>il</strong> vuoto<br />

e <strong>il</strong> nulla tipici di un’oscurità senza meta, ma<br />

nonostante ciò, Cristo gli è andato incontro,<br />

come è successo a Zaccheo, Maria Maddalena,<br />

Matteo, ridandogli la dignità di uomini e<br />

ricostruendo <strong>il</strong> loro “io” ridotto e appiattito.<br />

Il Signore non viene sconfitto dalle nostre<br />

sconfitte, Lui ha promesso che «Il cielo e la<br />

terra passeranno, ma le mie parole non passeranno».<br />

Lui continua a essere presente e<br />

assetato dell’amore degli uomini.<br />

Quando i nostri pazienti arrivano per la prima<br />

volta in Clinica, sappiamo che una nuova<br />

e dolorosa storia arriva con loro, ognuno<br />

rappresenta un mondo, un insieme di evidenze<br />

ed esigenze che gridano: «Amore!».<br />

Un solo sorriso, una dolce carezza, un gesto<br />

di tenerezza, un abbraccio sincero, una buona<br />

parola, possono trasformare <strong>il</strong> loro cuore<br />

sofferente in una serena gioia. L’incontro<br />

con Cristo attraverso un uomo o una donna<br />

li cambia, semplicemente perché, come diceva<br />

don Giussani, sono stati penetrati e accolti<br />

da uno sguardo che li riconosceva e li<br />

amava così come erano. Questo è <strong>il</strong> miracolo<br />

più grande che possa accadere, non <strong>il</strong> fatto<br />

di curare o cicatrizzare le ferite, né <strong>il</strong> ritornare<br />

a vedere o camminare, ma di essere<br />

abbracciati da uno sguardo che rivela attraverso<br />

<strong>il</strong> s<strong>il</strong>enzio dello stupore chi sono io. I<br />

nostri ammalati sono felici perché sono abbracciati,<br />

guardati come nessuno li ha mai<br />

guardati, accuditi come non gli era mai successo<br />

prima. Perché possono dire di essere<br />

felici se si trovano prostrati in un letto, senza<br />

potersi alzare, con flebo nelle braccia, con<br />

dolori fisici, senza amici, senza fam<strong>il</strong>iari, sapendo<br />

che gli manca poco tempo da vivere?<br />

Il dolore diventa qualcosa di positivo quando<br />

scoprono che grazie a questo raggiungono la<br />

gioia del cuore: Cristo stesso.<br />

60 | 8 agosto 2012 | |<br />

POST<br />

APOCALYPTO<br />

Contemplare Cristo che soffre nascosto in<br />

ognuno di loro significa adorare ogni istante<br />

condiviso come espressione di una relazione<br />

amorosa e fam<strong>il</strong>iare con Lui. Ogni gesto<br />

rappresenta adorazione, esprime un modo<br />

di convivenza, in ginocchio, con Colui che è<br />

la pienezza del cuore. Questo sguardo è percepito<br />

da loro come una liberazione, una salvezza,<br />

un abbraccio gratuito e infinito che<br />

non è sconfitto dalle loro sconfitte.<br />

paldo.trento@gma<strong>il</strong>.com<br />

Mi sono ritrovato esausto e distrutto<br />

a causa degli errori che ho commesso<br />

nel passato. Nel pieno della<br />

mia sofferenza e angoscia ho chiesto,<br />

domandato perdono e misericordia a Colui<br />

che è sempre misericordioso. Nell’ospeda-<br />

le in cui ero ricoverato senza forze ho chiesto<br />

di poter morire degnamente in un luogo<br />

santo. Non avevo <strong>il</strong> mio rosario, mia unica arma,<br />

e non avevo modo di uscire dalla situazione<br />

nella quale mi trovavo. In un modo efficace,<br />

forte e pieno di amore verso <strong>il</strong> Signore,<br />

senza che io potessi anche solo immaginarlo,<br />

sono arrivato fino qui. Il viaggio per trasportarmi<br />

è stato molto doloroso: sono arrivato<br />

teso, nudo, senza poter parlare, solo<br />

percependo ciò che mi circondava. Sono entrato<br />

nella Casa della Divina Provvidenza, dove<br />

mi hanno accolto, mi hanno pulito e, superata<br />

la notte, <strong>il</strong> miracolo è stato istantaneo.<br />

Il giorno seguente, sono continuati i dolori,<br />

ma ho ricevuto un regalo speciale: due visite<br />

del Santissimo Sacramento. Più tardi<br />

ho potuto confessarmi e alla fine ho ricevu-


to <strong>il</strong> mio Amato attraverso la comunione, dopo<br />

tanti anni in cui l’avevo evitato. Una forza<br />

di un amore sovrabbondante, unico! Che meraviglia<br />

avere <strong>il</strong> mio Dolce Gesù! I dolori sono<br />

diminuiti e l’affetto e le cure di questi fratelli<br />

che danno la vita per <strong>il</strong> Vangelo è più di<br />

quanto io meriti. Posso testimoniare che esiste<br />

<strong>il</strong> perdono, la riconc<strong>il</strong>iazione, la verità, la<br />

forza dello Spirito Santo che dimora ogni<br />

giorno in coloro che amano e vivono in Cristo.<br />

Fino ad oggi, posso dire che Cristo è un<br />

Dio dei vivi ed è presente in ogni istante. Abbi<br />

pietà di me che sono debole e peccatore!<br />

David<br />

Sono padre di un figlio e una figlia e <strong>il</strong><br />

giorno che ho saputo della mia malattia<br />

ho reagito con tranqu<strong>il</strong>lità, so-<br />

L’Anastasis<br />

(Resurrezione,<br />

ossia la Discesa<br />

di Cristo agli<br />

Inferi), Bas<strong>il</strong>ica<br />

di San Marco,<br />

Venezia<br />

no andato dal medico e ho fatto quello di cui<br />

c’era bisogno per la terapia. Inizialmente sono<br />

stato ricoverato in un Istituto, da cui poi<br />

mi hanno trasferito qui. Sono arrivato alla<br />

Clinica Divina Provvidenza da sei giorni e<br />

ho sentito un forte cambiamento in me: sento<br />

di avere più forze per muovermi e mi è<br />

tornata voglia di stare bene. Anche prima di<br />

ammalarmi avevo una grande fede. Da bambino<br />

i miei genitori mi hanno battezzato, mi<br />

hanno mandato a catechismo e ho potuto ricevere<br />

la Prima Comunione.<br />

La fede deve essere presente in ogni momento<br />

e in qualsiasi luogo, ma la verità è che<br />

adesso la sento più viva che mai. Sono molto<br />

felice qui, ricevo la visita del Santissimo Sacramento<br />

nel mio letto e faccio la comunione<br />

tutti i giorni. Tutto questo mi fa sentire<br />

L’incontro con Cristo<br />

attraverso una persona li<br />

cambia, perché, come diceva<br />

don Giussani, sono stati<br />

penetrati e accolti da uno<br />

sguardo che li riconosce<br />

e li ama così come sono<br />

molto bene. Vorrei ringraziare tutti quelli che<br />

appartengono a questa Clinica. Grazie per <strong>il</strong><br />

bellissimo luogo, per come lo gestite, per la<br />

grande attenzione. Tutto è spettacolare.<br />

Hipólito<br />

Ciao! Sono una perSona con cui la vita<br />

è stata un po’ ingiusta. Sono sempre<br />

stato solo, senza la presenza di un padre<br />

che mi guidasse e mi insegnasse a essere<br />

un buon uomo. Mia mamma lavorava molto<br />

e non poteva seguirci. Siamo quattro fratelli,<br />

di cui tre femmine.<br />

Ho conosciuto <strong>il</strong> mondo della strada, ero sempre<br />

fuori. Ho fatto della mia vita un disastro.<br />

A 17 anni ho cominciato a prendere alcolici<br />

e poi sono entrato nel mondo della droga.<br />

Sono passati anni e io ho continuato a vivere<br />

in questo modo, fino a quando ho incontrato<br />

una persona meravigliosa che mi ha cambiato.<br />

Ho smesso di frequentare le persone con<br />

cui uscivo, mi sono innamorato di lei e velocemente<br />

abbiamo avuto un bambino. Abbiamo<br />

convissuto 5 anni, i migliori della mia vita.<br />

Era un sogno vivere con mia figlia, con la mia<br />

compagna, fino a quando mi sono reso conto<br />

di non essere cambiato totalmente. Lavoravo<br />

bene, ma continuavo con i miei vizi e questo<br />

è stato <strong>il</strong> motivo per cui ho perso la mia famiglia<br />

e mi sono ritrovato di nuovo da solo.<br />

Ho sprecato molte opportunità nella vita,<br />

non ho saputo sfruttarle. Ho perso vari lavori,<br />

mia moglie, mia figlia e moltissime altre<br />

cose. Adesso sono malato, sono ricoverato<br />

già da un po’ di tempo e con l’aiuto di Gesù<br />

guarirò. Grazie a Dio ricevo <strong>il</strong> sostegno della<br />

mia famiglia e la compagnia di mia mamma<br />

tutti i giorni.<br />

Grazie alla fede, pregando molto, so che Dio<br />

mi aiuterà, potrò tornare ad avere una vita<br />

normale, essere un padre, un esempio per<br />

mia figlia che tanto amo. Lei è l’unico motivo<br />

per cui voglio continuare a vivere. Lotterò<br />

con tutte le mie forze contro <strong>il</strong> male, continuerò<br />

<strong>il</strong> cammino che Dio ha voluto affidarmi.<br />

È l’unica possib<strong>il</strong>ità per poter star bene e<br />

per diventare una grande persona. Spero<br />

di venire dimesso molto presto per poter-<br />

mi ricostruire una vita, con la grazia di Dio.<br />

Hugo<br />

| | 8 agosto 2012 | 61


LETTERE<br />

AL DIRETTORE<br />

Il “grazie Antonio”<br />

di Mimmo, tessera n. 2<br />

di comunione e libertà<br />

Gent<strong>il</strong>issimo direttore, ho passato un periodo di detenzione<br />

con Antonio Simone nella stessa cella… se<br />

così si può chiamare. Vi scrivo per esprimere un mio<br />

pensiero: una persona va giudicata quando la si conosce e<br />

la si frequenta, io l’ho conosciuto e frequentato e posso solo<br />

ringraziarlo per avermi fatto capire, o meglio per avermi<br />

indirizzato sulla strada della fede e della preghiera, la fede e<br />

la preghiera per nostro SIGNORE. Tieni duro Antonio, spe-<br />

ro che tu torni subito dai tuoi cari, con tanta stima e affetto.<br />

SPORT<br />

ÜBER<br />

ALLES<br />

62 | 8 agosto 2012 | |<br />

Concludo dicendo: “Che culo ho avuto<br />

ad incontrare Antonio Simone”.<br />

COMUNIONE E LIBERTÀ<br />

(Mimmo)<br />

La prego di accettare la mia richiesta<br />

di iscrizione. Sarei la tessera<br />

n. 3, vero?<br />

2<br />

Le lettere di Antonio Simone stanno<br />

diventando brani di Vangelo, parabole<br />

di vita. Ciò che non è vissuto nella carne<br />

si cancella. Quello che sta accadendo<br />

(oggi come allora) non si può levare<br />

con la cancellina. Caro Luigi, ho conosciuto<br />

Simone ai tempi di Radio Superm<strong>il</strong>ano.<br />

Lui conduceva <strong>il</strong> contenitore<br />

“Le intenzioni della Balena Bianca”.<br />

Qualcosa gliela devo visto che ho capito<br />

di radio (sono direttore della radio<br />

diocesana di Nuoro, Radio Barbagia)<br />

grazie anche ai suoi insegnamenti.<br />

In Barbagia siamo abituati alla carcerazione<br />

preventiva che non fa notizia.<br />

Solo Lui sa e rimedia alle amicizie improvvise<br />

tra P<strong>il</strong>ato ed Erode, tra i fi-<br />

IL WATERPOLO INSEGNA<br />

Non basta essere tecnicamente<br />

imbattib<strong>il</strong>i per dettare legge<br />

Lo so, voi volete sapere se la Juventus prende <strong>il</strong> famoso<br />

top player o se <strong>il</strong> M<strong>il</strong>an riesce a rimpiazzare<br />

Ibrahimovic. Beh, compagni e amici, io sono<br />

angustiato per le sorti del Recco. Parlo di waterpolo.<br />

Vi racconto la storia perché è esemplare. C’è un signore<br />

molto ricco (ma potrebbe essere molto intelligente<br />

o molto ben ammanigliato) che si è comprato la squa-<br />

gli di Giacobbe e i mercanti di Madian.<br />

Grazie per quello che state facendo.<br />

don Francesco Mariani Nuoro<br />

Grazie, caro don e direttore, e ricorda?,<br />

con Simone si faceva anche un<br />

programma a Superm<strong>il</strong>ano che andava<br />

dalla mezza (notte) in poi, si<br />

intitolava “Forse non lo sai ma pure<br />

questo è amore” e da allora è andata<br />

così. Forza Barbagia!<br />

2<br />

Leggo su Repubblica del 23 luglio: «Il<br />

Comune di Lecco ha stab<strong>il</strong>ito che <strong>il</strong> can<strong>il</strong>e<br />

municipale – gestito da dieci anni<br />

dalla Bramb<strong>il</strong>la attraverso la sua Leida<br />

(Lega italiana per la difesa degli<br />

animali; prima si chiamava Lida) – non<br />

potrà più accogliere gli oltre 150 cani<br />

che sono ospitati: troppo vecchio,<br />

troppo angusto e insicuro, insomma,<br />

non a norma con la legge della Regione<br />

Lombardia. La lettera, inviata alla<br />

stessa Leida e ad altre associazioni<br />

animaliste, alle quali si chiede aiuto,<br />

è firmata dall’assessore alle Attività<br />

produttive Armando Volontè. “La<br />

struttura del can<strong>il</strong>e – scrive <strong>il</strong> Comune<br />

– è molto vecchia e non risponde più<br />

ai requisiti di legge”». Ha proprio ragione<br />

<strong>il</strong> nostro amico Antonio Simone:<br />

per sperare in un trattamento umano<br />

meglio porci o cani.<br />

Francesco Manzo via internet<br />

Per la cronaca (ma solo per quella) la<br />

Bramb<strong>il</strong>la ha smentito e querelato.<br />

2<br />

Nel leggere <strong>Tempi</strong> numero 29 mi accorgo<br />

con piacevole sorpresa che è<br />

presente un articolo su Arezzo, ma ri-<br />

mango sorpreso dallo skyline sul fondo<br />

della pagina, che non è la città<br />

Arezzo, ma Monte San Savino. Piacevolmente<br />

soddisfatto della vostra scelta,<br />

vi saluto da… Monte San Savino.<br />

Luca Biondi<br />

Nessun giornale può vantare lettori<br />

così piacevolmente affezionati da<br />

pizzicarti anche sul refuso paesaggistico.<br />

Grazie della correzione.<br />

2<br />

Innanzitutto grazie per la possib<strong>il</strong>ità<br />

che ci dai pubblicando le lettere<br />

dell’amico Simone dal carcere. A proposito<br />

di iniziative legate alla vita delle<br />

carceri mi è capitato casualmente<br />

di leggere una bella testimonianza da<br />

San Vittore pubblicata sul blog dello<br />

scrittore Alessandro D’Avenia, <strong>il</strong> quale<br />

segnala la possib<strong>il</strong>ità di regalare libri<br />

di narrativa alla sezione giovani del<br />

carcere stesso. Perché non segnalarlo<br />

a tutti i lettori di <strong>Tempi</strong>?<br />

Elena Zuccotti via internet<br />

Giusto. Regalate ai giovani detenuti<br />

Faulkner e Green, Flannery<br />

O’Connor e Gogol. Siamo in piena di<br />

gratitudine.<br />

2<br />

Dopo aver atteso un anno (avevate già<br />

segnalato l’uscita del f<strong>il</strong>m in America)<br />

e aver letto la recensione su <strong>Tempi</strong> che<br />

ne indicava l’arrivo nelle sale italiane (3<br />

in tutta la Lombardia!) mi sono commossa<br />

alla visione di The Way Back e<br />

ho avuto <strong>il</strong> desiderio di leggere subito<br />

<strong>il</strong> testo dal quale risulta essere ispirata<br />

la sceneggiatura. Questo ha portato<br />

però a r<strong>il</strong>evare discrepanze che<br />

di Fred Perri<br />

dra di pallanuoto più titolata d’Italia e, ingaggiando<br />

i migliori giocatori d’Europa, l’ha resa ancora più titolata.<br />

Poi, non contento, ha acquistato in blocco la<br />

squadra femmin<strong>il</strong>e del paese vicino e l’ha portata a<br />

vincere tutto. Nel frattempo, convinto di avere idee e<br />

progetti migliori di tutti gli altri (magari è anche ve-<br />

AP/LaPresse<br />

ro), si è messo in testa di riformare regole e campio- Foto:


mi hanno fatto nascere alcune domande.<br />

Il libro non accenna affatto all’elemento<br />

del perdono che invece <strong>il</strong>lumina<br />

la pellicola. Innanzitutto perché non<br />

c’è nulla da perdonare (a parte i nemici<br />

russi, ai quali però <strong>il</strong> perdono sembra<br />

esplicitamente negato). Il protagonista<br />

viene infatti condannato non<br />

per la falsa testimonianza della moglie<br />

(che dal giorno delle nozze vedrà solo<br />

una manciata di ore e che non ritorna<br />

più nella storia), bensì perché, drogato<br />

dalle guardie moscovite della Lubjanka,<br />

è costretto a firmare una confessione.<br />

Così come Mr Smith è arrestato<br />

dopo essere stato pedinato e internato<br />

perché colpevole in fondo di ostentare<br />

un tenore di vita troppo alto: nessun<br />

figlio “ingannato” sulla coscienza,<br />

ma solo una vita un po’ cinica alla caccia<br />

della ricchezza e del fac<strong>il</strong>e divertimento.<br />

Anche Irena/Kristine non è<br />

una bugiarda, ma una emigrata polacca<br />

in Ucraina (prima versione del suo<br />

racconto nel f<strong>il</strong>m) cui sono stati uccisi<br />

i genitori. I compagni di viaggio sono<br />

tutti internati “politici” che cercano la<br />

libertà, non ci sono pericolosi detenuti<br />

comuni; tra loro abbastanza immediata<br />

è la nascita del sentimento di solidarietà<br />

e di amicizia. Non ci sono segreti<br />

inconfessab<strong>il</strong>i da nascondere. Non vengono<br />

mai citate le devastazioni operate<br />

dal regime oppressivo comunista (<strong>il</strong><br />

tempio buddista distrutto non si incontra<br />

nel testo); i fuggitivi vengono messi<br />

in guardia dalla presenza dell’esercito<br />

cinese, che non incontreranno comunque<br />

mai. Il libro rispetto al f<strong>il</strong>m presenta<br />

dunque sì una testimonianza umana<br />

di coraggio e di lotta per la libertà,<br />

ma innegab<strong>il</strong>mente di minore denuncia<br />

e coinvolgimento. A questo punto mi<br />

redazione@tempi.it<br />

IL SENSO DELLA VITA SOTTO L’OMBRELLONE<br />

Estate, stagione di Confessioni.<br />

Quelle di sant’Agostino e le nostre<br />

di Pippo Corigliano<br />

CARTOLINA<br />

DAL<br />

PARADISO<br />

incuriosirebbe sapere: questa r<strong>il</strong>ettura<br />

dei fatti è opera del regista? Oppure si<br />

deve al sedicente vero autore dell’avventura<br />

Witold Glinski?<br />

Anna Chiroli via internet<br />

Vabbè Anna, non è che <strong>il</strong> rispetto di<br />

una storia trasposta in pellicola sia<br />

d’obbligo. Si chiama “libera ispirazione”.<br />

Ma la puntigliosa f<strong>il</strong>ologia<br />

comparata vien buona per sospet-<br />

le pinne, <strong>il</strong> fuc<strong>il</strong>e e gli occhiali, mentre <strong>il</strong> mare è una tavola<br />

blu…», recitava una canzone degli anni Sessanta: di-<br />

«Con<br />

rei che ci sta bene un tuffo al mare o una scarpinata in<br />

montagna dopo un anno di tensione. Per un cristiano c’è qualcosa<br />

di più. L’estate è <strong>il</strong> momento in cui si può approfondire. Certamente<br />

qualcuno dirà che gli impegni aumentano perché le esigenze della<br />

famiglia si moltiplicano e alla fine si dirà: «Aiutatemi!» come quel tale<br />

della pubblicità; ma un po’ di verità c’è nel significato del termine<br />

“vacanza”: essere libero da incombenze e compiti. Un cristiano sa che<br />

porta dentro di sé un Gesù. Può sembrare scioccante dirlo in questo<br />

modo, ma è quanto afferma san Paolo quando dice: «Non sono più io<br />

che vivo, è Cristo che vive in me» (Gal 2,20). È vero che porto dentro<br />

di me un Gesù che aspetta degli artisti (la grazia di Dio e la mia volontà)<br />

che tirino fuori la Sua immagine a mo’ di bravi scalpellini, come<br />

Michelangelo estraeva i capolavori dal marmo. L’estate è <strong>il</strong> momento<br />

buono perché la creatura si metta davanti al Creatore e lo contempli,<br />

è <strong>il</strong> momento di leggere le Confessioni di Sant’Agostino (a diciotto anni<br />

le lessi e rimasi fulminato) o un altro libro che apra gli orizzonti. È<br />

<strong>il</strong> momento di trasmettere la fede con naturalezza: sotto l’ombrellone<br />

ricordo i discorsi più belli sul senso della vita. È <strong>il</strong> momento in cui<br />

gli amici aprono volentieri <strong>il</strong> loro cuore e si può parlare con semplicità.<br />

Posso confessarmi meglio. L’estate può essere <strong>il</strong> momento di Gesù.<br />

tare che <strong>il</strong> f<strong>il</strong>m sia meglio del libro.<br />

Dopo tutto, più dello spettacolo del<br />

National Geographic, la cosa veramente<br />

forte è proprio quella battuta<br />

sul voler tornare per voler perdonare.<br />

È l’unico atteggiamento sano<br />

che esista al mondo, l’unico che preservi<br />

<strong>il</strong> mondo. Via di lì, giustizia è<br />

solo vendetta. Di cui i gulag di ieri<br />

e i giustizialisti di oggi sono la più<br />

atroce e scema espressione.<br />

nati. Problema: <strong>il</strong> suo voto vale uno e gli altri hanno<br />

bocciato tutti i progetti. Così ora molla tutto. Morale?<br />

Piove governo ladro.<br />

Il problema è che se vuoi cambiare le regole devi<br />

presentarti alle elezioni, fare campagna elettorale, venire<br />

eletto. E poi prenderti gli insulti perché non riesci<br />

a realizzare quello che hai promesso. È la politica,<br />

bellezza. Ecco perché non mi piace <strong>il</strong> trucco del “governo<br />

tecnico”. Perché è lì a fare <strong>il</strong> lavoro sporco che<br />

gli altri fenomeni non hanno avuto <strong>il</strong> coraggio di fare:<br />

svuotare le nostre tasche. Costoro pensano di presentarsi<br />

alle prossime elezioni liberi e belli, ma ve lo dico<br />

con largo anticipo: non mi avranno.<br />

| | 8 agosto 2012 | 63


taz&bao<br />

64 | 8 agosto 2012 | |<br />

La strategia<br />

della tensione<br />

Se <strong>il</strong> comunismo, come voleva Lenin,<br />

è <strong>il</strong> potere dei soviet più l’elettrificazione,<br />

si potrebbe dire che per alcuni la lotta<br />

alla mafia è <strong>il</strong> potere delle procure più l’elettrificazione.<br />

Due sono infatti le categorie che adottano quotidianamente<br />

l’espressione “caduta di tensione” come parte del loro gergo<br />

professionale: gli ingegneri elettrici e i magistrati sic<strong>il</strong>iani.<br />

Escludendo che al centro dei loro crucci sia l’insufficiente fornitura<br />

energetica degli uffici giudiziari, la luce che salta o le fotocopiatrici<br />

che si spengono di colpo, a quale tipo di elettricità alludono? (…)<br />

«Loro sono affezionati alla “tensione”, e si preoccupano che non cada»,<br />

notava Sciascia. «Ma le “tensioni” sono appunto destinate a cadere:<br />

e specialmente quando obbediscono a giochi di fazione<br />

e mirano al conseguimento di un potere».<br />

Guido Vitiello<br />

<strong>il</strong> Foglio, 21 luglio 2012


GLI ULTIMI<br />

SARANNO I PRIMI<br />

L’EDEN RITROVATO DEGLI ALPINI<br />

L’Italia che vide mio padre<br />

66 | 8 agosto 2012 | |<br />

di Marina Corradi<br />

Ogni volta che per l’autostrada del Brennero risalgo verso Bolzano, mi viene in<br />

mente. Prima, a Verona, c’è la grande pianura. Poi la valle si stringe, e a un certo<br />

punto l’orizzonte a destra e a sinistra è circoscritto da dei massicci di roccia,<br />

che si aprono in mezzo come a lasciare un gigantesco alveo. Di qui è passata un tempo<br />

la lingua di un ghiacciaio, lenta, pachidermica, candida? In mezzo scorre l’Adige;<br />

di un colore verde intenso che non finisce, ogni volta, di meravigliarmi. Ma verdissimi<br />

sono anche i campi e i meli in schiere ordinate, e le vigne, in rigorosi f<strong>il</strong>ari. I binari<br />

della ferrovia corrono paralleli all’autostrada. Spesso vedo passare alla mia destra<br />

un treno merci, carico di container, che scende verso la pianura, adagio.<br />

Ecco, mi piacerebbe questa strada farla in senso contrario, e varcare <strong>il</strong> Brennero<br />

con un treno così, vecchio, cigolante su mozzi rugginosi. Su un treno come questo<br />

tornava dal Don mio padre, alpino, sopravvissuto alla Ritirata, <strong>il</strong> 19 marzo 1943. Dopo<br />

<strong>il</strong> gelo, e <strong>il</strong> fuoco dei russi, e i compagni che si lasciavano andare a dormire per<br />

sempre nella pianura bianca, mio padre scrisse<br />

come ultima parola del suo diario di quei giorni,<br />

passando su una tradotta m<strong>il</strong>itare <strong>il</strong> Brennero:<br />

«L’Italia ci apparve come uno straordinario<br />

meraviglioso giardino».<br />

E così ogni estate verso Rovereto io comincio<br />

a guardarmi attorno; a immaginarmi come<br />

siano i campi qui, a marzo, gli alberi già<br />

coperti di un velo di verde molto chiaro. E allora capisco, confrontando tra me le<br />

immagini delle colonne di alpini nella steppa con questa terra dolce: l’Italia a chi<br />

tornava, incredulo d’esser vivo, davvero si mostrava a quel varcare <strong>il</strong> Brennero come<br />

un Eden, un grembo materno e misericordioso.<br />

Cosa deve essere stato quel viaggio. C’era <strong>il</strong> sole, mi immagino, quel mattino, e<br />

<strong>il</strong> cielo chiaro di marzo, azzurro come <strong>il</strong> pastello nel disegno di un bambino. E tutto,<br />

dopo <strong>il</strong> grande inverno e <strong>il</strong> trionfo della morte, doveva sembrare ai reduci promessa:<br />

l’arcobaleno dopo <strong>il</strong> d<strong>il</strong>uvio, come lo videro gli uomini dall’Arca.<br />

Sotto a quel cielo si faceva concreta la speranza di riabbracciare la madre; frusciava<br />

in una tasca, forse, l’ultima lettera della fidanzata («Quando tornerai ci sposeremo<br />

e avremo una casa, piccola, ma con un balcone e i gerani, e dei bambini, e<br />

un gatto»). Parole assurde, nel candore della steppa che assopiva per sempre, come<br />

un incantesimo cattivo. Ma qui, sull’Adige, sui campi disseminati di campan<strong>il</strong>i, la<br />

vita rinasceva; limpida come è l’aria soltanto dopo un gran temporale.<br />

Dieci anni di vita darei, per fare quel viaggio del giorno di<br />

san Giuseppe con te. Me ne starei invisib<strong>il</strong>e in mezzo ai tuoi<br />

compagni. Me ne starei zitta, ombra di creatura non ancora nata.<br />

Vedere nei vostri occhi l’accendersi meravigliato, incredulo<br />

di una speranza. Possib<strong>il</strong>e? La tempesta, forse, passata.<br />

Vorrei vedere la speranza allo stato nascente, come l’acqua<br />

che scaturisce dalla roccia, vergine, cristallina. E in quel getto<br />

la valle, i meli, le vigne, dolci e feconde, Eden ritrovato. Come<br />

vorrei vedere da quel treno l’Italia che tu hai visto. Quello straordinario,<br />

meraviglioso giardino.<br />

Cosa deve essere stato quel viaggio.<br />

C’era <strong>il</strong> sole, immagino, quel mattino di<br />

marzo. E tutto, dopo <strong>il</strong> grande inverno<br />

e <strong>il</strong> trionfo della morte, sembrava<br />

ai reduci della Russia una promessa<br />

DIARIO

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!