Scarica il PDF - Settimanale Tempi
Scarica il PDF - Settimanale Tempi
Scarica il PDF - Settimanale Tempi
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
Poste italiane spa - spedizione in a. p. D.L. 353/03 (conv. L. 46/04) art. 1 comma 1, NE/VR<br />
sEttimaNaLE DiREtto Da Luigi amicoNE<br />
aNNo 18 | NumERo 30/31 | 8 agosto 2012 | 2,00<br />
Vola pensiero vola<br />
Indagine al di sopra di ogni sospetto sugli eventi culturali dell’estate
PER UN RINASCIMENTO “POLICENTRICO”<br />
Se anche <strong>il</strong> Wall Street Journal<br />
si scaglia contro lo statalismo romano<br />
La settimana scorsa davamo conto di un sogno circa la rifondazione dell’Italia su basi<br />
federali e solidali. Fantasticavamo di una nuova Teano e immaginavamo che<br />
all’incontro cavalleresco convenissero d’amore e d’accordo, invece di un re e un<br />
Garibaldi, un leader del Nord e uno del Sud. Ma insomma, non pensavamo che questa<br />
pinz<strong>il</strong>lacchera trovasse conferma sul Wall Street Journal. Che, rincarando la dose, ha<br />
rimproverato all’Italia (e alla Grecia) di avere un impianto istituzionale troppo centralistico<br />
e perciò inadeguato ad affrontare l’enormità della crisi attuale. «Italia e Grecia devono<br />
smetterla di falsificare la loro esistenza». Il segreto del loro fiorire come economie<br />
e civ<strong>il</strong>tà furono le “città-stato”. Perciò, consiglia <strong>il</strong> Wsj, è da quel modello che italiani e<br />
greci dovrebbero ripartire se vogliono ritrovare «la scint<strong>il</strong>la della crescita economica».<br />
In pratica, si consiglia all’Italia la chiusura coi sig<strong>il</strong>li di una struttura statale di matrice<br />
ottecentesca e la rivisitazione in chiave attuale del modello rinascimentale “policentrico”<br />
che fece splendere nel mondo le città italiane. Dovremmo valorizzare la nostra<br />
storia e seguire l’esempio della Baviera rispetto alla Repubblica federale. O articolarci,<br />
come accadeva prima che si realizzassero le aspirazioni del «più romantico che realistico»<br />
movimento risorgimentale, in città-stato come Singapore e in cantoni st<strong>il</strong>e Svizzera.<br />
Chiaro che l’assetto unitario e <strong>il</strong> processo di integrazione europeo non sarebbero in discussione.<br />
Poiché, detto con la metafora prodiana sui “cani piccoli”, esposti a ogni vento<br />
speculativo, l’epoca della globalizzazione<br />
non consente altre romanticherie (o ti unisci<br />
all’Europa e ti fai “cane grosso” come America<br />
e Cina, o finisci gambe all’aria e, presto o<br />
tardi, diventi una colonia). Ma ecco l’altro sogno:<br />
perché l’Italia rinasca occorrono uomini<br />
vivi, piuttosto che produttori di distintivi.<br />
TUTTI PURI COI BROGLIACCI DEGLI ALTRI<br />
I paladini della legalità che si vantano<br />
di infrangere sistematicamente la legge<br />
Per bocca di un suo <strong>il</strong>lustre collaboratore, l’ex magistrato bruno tinti, <strong>il</strong> Fatto quotidiano<br />
è tornato a ribadire <strong>il</strong> proprio diritto di pubblicare «ogni intercettazione di<br />
cui venga in possesso» (Fq, 19 luglio). Una bella trovata. Però, stampi un giornale<br />
di veline giudiziarie, ti vanti di rappresentare la “legge uguale per tutti” e ti chiami fuori,<br />
riservandoti <strong>il</strong> diritto di violarla perché ti senti lo spazzino morale del mondo e in<br />
missione per conto del Padreterno? In effetti <strong>il</strong> ragionamento del quotidiano di Padellaro<br />
non fa una piega. Chiama “interesse pubblico” la gogna. Si industria ad aggirare l’articolo<br />
15 della Costituzione sulla libertà e segretezza delle comunicazioni sofisticheggiando<br />
sulle nuove regole dettate dalla Corte europea dei Diritti dell’uomo. E, dulcis<br />
in fundo, si spinge a equiparare l’atto di pietà umana di Antigone, che sfidando le leggi<br />
dello Stato dà degna sepoltura a Eteocle, all’atto di sputtanamento di chicchessia (<strong>il</strong><br />
Fq li chiama “i potenti” essendo quelli del Fq notoriamente “i deboli”). Ma che bravi questi<br />
rivoluzionari orwelliani. E infatti, nella nuova versione della famosa allegoria dello<br />
stalinismo, la storia della rivoluzione egualitaria e legalitaria accarezzata dai Tinti&C.<br />
Per bocca dell’ex magistrato<br />
Bruno Tinti, <strong>il</strong> Fatto quotidiano<br />
è tornato a ribaride <strong>il</strong> diritto di<br />
divulgare «ogni intercettazione<br />
di cui venga in possesso»<br />
EDITORIALI<br />
Il Wsj rimprovera all’Italia di avere<br />
un impianto troppo centralistico<br />
e perciò inadeguato ad affrontare<br />
la crisi. «Italia e Grecia la smettano<br />
di falsificare la loro esistenza»<br />
potrebbe ben concludersi così: dopo aver intercettato<br />
e sputtanato gli altri animali della<br />
fattoria, i porcellini puliti vanno al potere,<br />
fondano la democrazia della legalità e delle<br />
intercettazioni uguali per tutti. Eccetto<br />
che per i porcellini puliti che, orwellianamente,<br />
sono i più uguali di tutti.<br />
FOGLIETTO<br />
Dopo <strong>il</strong> flop tecnico.<br />
Qualche idea (e un<br />
paio di nomi) per<br />
gestire l’emergenza<br />
senza svendere tutto<br />
Mario Monti ha fallito. I<br />
suoi grandi elettori Washington<br />
e Berlino un anno<br />
fa volevano una tregua almeno fino alle<br />
presidenziali americane. Si sono divisi<br />
prima. Le incerte leadership americana<br />
e tedesca hanno destab<strong>il</strong>izzato<br />
senza creare nuovi equ<strong>il</strong>ibri, convinte<br />
anche di dominare le contraddizioni<br />
non con soluzioni ma semplificando<br />
la governance. Così ora si ritrovano<br />
senza quel decisivo mediatore che nel<br />
secondo Dopoguerra (da De Gasperi<br />
a Craxi, ma anche con Berlusconi e<br />
persino D’Alema) è stata Roma. I fattori<br />
di crisi si accumulano senza visib<strong>il</strong>i<br />
sbocchi, con possib<strong>il</strong>i rapidi avvitamenti:<br />
esigenze di controllo tedesche e<br />
residue sovranità francesi e spagnole<br />
paiono poco conc<strong>il</strong>iab<strong>il</strong>i. Non sarà<br />
fac<strong>il</strong>e dare alla Bce quel ruolo di supplenza<br />
che potrebbe tamponare la situazione.<br />
L’Italia deve prepararsi a un<br />
duplice compito: gestire l’emergenza e<br />
recuperare un po’ di sovranità per non<br />
farsi svendere. L’emergenza chiede<br />
condivisione di alcune scelte garantite<br />
da persone come Vittorio Gr<strong>il</strong>li che<br />
dovrebbe rimanere comunque all’economia<br />
con esecutivi di destra o di<br />
sinistra per almeno tre anni. Serve poi<br />
una tregua nella devastante guerra<br />
per <strong>il</strong> Quirinale rieleggendo <strong>il</strong> frag<strong>il</strong>e<br />
ma corretto Giorgio Napolitano. Il<br />
recupero della sovranità implica riformare<br />
la Costituzione. Andrebbe eletta<br />
subito una commissione di “saggi” tipo<br />
quella per la Carta europea<br />
e definiti referendum di<br />
indirizzo sui nodi controversi:<br />
presidenzialismo,<br />
federalismo, separazione<br />
delle carriere nella<br />
magistratura.<br />
Lodovico Festa<br />
| | 8 agosto 2012 | 3<br />
Vittorio Gr<strong>il</strong>li
Poste italiane spa - spedizione in a. p. D.L. 353/03 (conv. L. 46/04) art. 1 comma 1, NE/VR<br />
Un flor<strong>il</strong>egio di argomenti<br />
prêt-à-parler perfetti per<br />
resistere all’inflazione delle<br />
kermesse intellettuali estive<br />
14<br />
SOMMARIO<br />
36<br />
sEttimaNaLE DiREtto Da Luigi amicoNE<br />
ROSSOPORPORA<br />
La tempesta<br />
sulla via<br />
di Damasco<br />
Per <strong>il</strong> patriarca maronita Béchara Raï «<strong>il</strong> conflitto<br />
in Siria minaccia tutto <strong>il</strong> Medio Oriente. Non c’è<br />
prospettiva quando le vittime sono decine ogni<br />
giorno. Per una svolta positiva delle rivolte arabe<br />
i cristiani confidano nel viaggio del Papa in Libano»<br />
A destra, dall’alto in basso,<br />
<strong>il</strong> patriarca maronita Béchara<br />
Raï; una marcia contro <strong>il</strong> regime<br />
di Bashar el Assad, accusato<br />
di soffocare l’opposizione nel<br />
sangue; m<strong>il</strong>itari siriani in festa<br />
dopo aver sedato una rivolta in<br />
un quartiere di Damasco. Sopra,<br />
un’esplosione nella capitale<br />
abbiamo avuto l’occasione di conoscere cesi maronite con cui è sempre in contat-<br />
che non ci sia nessuna stab<strong>il</strong>ità politica, co. Noi siamo sempre stati per l’intesa e mediorientale, si trova influenzato dagli<br />
di Giuseppe Rusconi<br />
l’allora vescovo di Byblos Béchara Raï e da to – <strong>il</strong> settantaduenne patriarca osserva:<br />
ad esempio, né in Libia né in Egitto. Nep- la soluzione nel dialogo, lontano dal lin- avvenimenti regionali. Purtroppo oggi è<br />
al 14 al 16 settembre Benedetto XVI allora l’abbiamo intervistato più volte per «Quello che sta succedendo in Siria è molpure<br />
in Iraq c’è stab<strong>il</strong>ità, malgrado l’interguaggio delle armi. Intanto in Siria biso- diviso a causa del conflitto tra sciiti e<br />
dovrebbe compiere un viaggio apo- cercare di comprendere meglio la situazioto grave e minaccioso per tutti i siriani<br />
vento armato massiccio di alcuni paesi. Si gna mettere termine ad ogni costo al con- sunniti a livello internazionale, da cui si<br />
D stolico tanto importante quanto ne libanese, snodo fondamentale per l’av- come per i libanesi, particolarmente per<br />
nota in genere che con la “primavera” si flitto armato. In ogni caso ogni interven- fanno condizionare anche i libanesi del-<br />
delicato in Libano. Pur stab<strong>il</strong>ito anche nei venire del cristianesimo nel Medio Orien- i cristiani a livello politico ed economi-<br />
fa un passo indietro sui piani della conto m<strong>il</strong>itare accrescerebbe i danni umani e le rispettive appartenenze. Tale conflitto<br />
dettagli, resta in realtà ancora in forse: sulte. Dal marzo 2011 è diventato patriarca co». Patriarca, dicono che gli avvenimenvivenza<br />
e dell’auspicata democrazia. I cri- materiali, aumenterebbe odio e divisioni, paralizza quasi totalmente la vita politica<br />
la visita grava l’incognita degli sv<strong>il</strong>uppi maronita, una figura istituzionale di granti siriani siano parte della “primavera arastiani<br />
in ogni caso sono chiamati a perse- rallenterebbe fortemente ogni soluzione ed economica nazionale. Non tutti i liba-<br />
della situazione in Siria. Che, se dovesse de r<strong>il</strong>evanza che storicamente è un punto ba”. «Come si può parlare di “primavera”<br />
verare nella presenza e nella testimonian- di pace. Sono la comunità internazionale nesi, particolarmente i musulmani, mani-<br />
ancora peggiorare, ripercuotendosi dun- di garanzia per la sussistenza e l’unità del quando le vittime si contano tutti i giorza<br />
a favore della civ<strong>il</strong>tà nata dal Vange- e gli uomini di buona volontà che hanno festano lealtà verso <strong>il</strong> bene superiore delque<br />
con effetti nefasti sui frag<strong>il</strong>i equ<strong>il</strong>ibri paese. Il patriarca Raï, disponib<strong>il</strong>e come ni a decine, centinaia? Quando si distruglo».<br />
Patriarca, in una nostra recente inter- <strong>il</strong> dovere di intervenire in modo positivo la nazione: fanno invece prevalere gli inte-<br />
confessionali libanesi, costringerebbe <strong>il</strong> sempre anche in momenti di grande pregono le città e gli abitanti sfollati diventavista<br />
<strong>il</strong> cardinale Tauran, a proposito di sia a livello politico che sociale».<br />
ressi della propria comunità. Quanto a<br />
Papa a restare a Castel Gandolfo.<br />
occupazione come quelli che sta vivendo, no profughi? Non si sa dove si andrà a fini-<br />
un eventuale intervento armato in Siria,<br />
noi, continuiamo ad agire con tutti i mez-<br />
Mentre scriviamo, si susseguono dal- ha risposto alle nostre domande dalla resire con questa violenza, con questa guerra:<br />
aveva richiamato l’attualità delle parole IL VIAGGIO DI BENEDETTO. Anche <strong>il</strong> zi per la ricostituzione dell’unità nazionala<br />
Siria notizie drammatiche e appelli denza estiva di Dimane (a 1.400 metri di al momento l’orizzonte politico è ancora<br />
di Giovanni Paolo II nel 2003: «Mai più la Libano, secondo <strong>il</strong> patriarca Raï, soffre le». In tale contesto, subito dopo l’elezio-<br />
angosciati da parte anche dei pastori del- altitudine, nel Libano settentrionale). Sul- chiuso». La “primavera” fin qui ha porta-<br />
guerra!». Lei è d’accordo? «Ogni intervento per la situazione in Siria. «Il nostro paese, ne a patriarca, Béchara Raï ha convocato<br />
le varie Chiese orientali. Alcuni anni fa la Siria – ricordato che lì vi sono tre dio- to vantaggi ai paesi coinvolti? «A me pare<br />
armato è sempre più malefico che benefi- essendo legato organicamente al mondo a Bkerké dapprima i capi cristiani del-<br />
14 | 8 agosto 2012 | |<br />
| | 8 agosto 2012 | 15<br />
26<br />
interni presunti colpevoli<br />
26 | 8 agosto 2012 | |<br />
| | 8 agosto 2012 | 27<br />
Foto: AP/LaPresse<br />
22<br />
M<strong>il</strong>a<br />
ciò che più attrae le<br />
critiche della stampa<br />
estera monitorata da<br />
Klaus Davi è <strong>il</strong> sovraffollamento:<br />
sono circa<br />
67 m<strong>il</strong>a i reclusi nelle<br />
carceri italiane, quasi<br />
22 m<strong>il</strong>a gli esuberi<br />
2<br />
Mq<br />
i giornali esteri condannano<br />
le carenze<br />
strutturali: 6 detenuti<br />
in media per cella<br />
hanno riservati 2 mq<br />
di spazio ciascuno in<br />
luogo dei 7 previsti<br />
dal comitato europeo<br />
La rICerCa<br />
Le nostre galere viste<br />
dalla stampa estera<br />
Questo è uno dei motivi,<br />
tra gli altri, che ha spinto<br />
recentemente un centinaio<br />
di costituzionalisti a scrivere<br />
una lettera aperta al presidente<br />
della Repubblica in<br />
favore dell’amnistia per mettere<br />
fine, «con prepotente<br />
urgenza», a una palese situazione<br />
di <strong>il</strong>legalità.<br />
Circostanza che, come<br />
documentato da una ricerca<br />
presentata giovedì in Parlamento<br />
dal massmediologo<br />
Klaus Davi (“Allarme Carceri<br />
Italiane: tra luci e ombre,<br />
l’immagine dei nostri penitenziari<br />
sulla stampa estera”),<br />
inizia a trovare spazio<br />
anche sui quotidiani stranieri,<br />
che girano <strong>il</strong> coltello nella<br />
piaga delle nostre carenze,<br />
r<strong>il</strong>evando vizi noti: le pessime condizioni<br />
delle nostre strutture, <strong>il</strong> sovraffolla-<br />
Invivib<strong>il</strong>e e intollerante: è <strong>il</strong> giudizio<br />
condiviso dal 75 per cento della stampa<br />
estera sul sistema carcerario italiano.<br />
lo sottolinea la ricerca “Allarme carceri<br />
italiane: tra luci e ombre, l’immagine dei<br />
nostri penitenziari sulla stampa estera”<br />
presentata <strong>il</strong> 19 luglio scorso in parlamento<br />
dalla Klaus Davi & co. nelle critiche,<br />
durissime, raccolte monitorando oltre cento<br />
testate internazionali, dal new York times<br />
al Guardian, si fa riferimento costante al<br />
sovraffollamento e alle condizioni di vita<br />
“disumane” dei detenuti. in queste pagine,<br />
alcune citazioni raccolte nel rapporto.<br />
la stagione, c’è stato, almeno quantitativamente.<br />
Allora avevamo esagerato. Qua-<br />
864 litativamente, tuttavia, mi rimane qualmento, l’eterna mancanza di fondi, i tem-<br />
tentativi che dubbio. Ancora oggi mi pare che certe pi biblici per arrivare a sentenza e, più in<br />
Dopo <strong>il</strong> sovraffolla- carcerazioni avvengano per “far collabo- generale, un cattivo funzionamento delmento,<br />
a indignare rare”. È un discorso sott<strong>il</strong>e, che sottende la macchina giudiziaria, anche per l’ano-<br />
la stampa estera è un’ipocrisia. Quando parli significa che malo ricorso a pentiti e intercettazioni.<br />
l’allarmante tasso di<br />
suicidi nelle nostre sei pentito, quindi collabori, quindi puoi «In ogni caso – chiosa Violante – rispetto<br />
carceri. sono 864 i essere rimesso in libertà». Formalmente, al passato, per quanto riguarda i detenu-<br />
tentativi registrati spiega Nordio, un tale comportamento ti in carcerazione preventiva, i numeri si<br />
nell’ultimo biennio ha tutti gli strumenti giuridici per essere sono abbassati. Carceri, custodia cautela-<br />
Condannati<br />
giustificato, ma è evidente che si tratti di re e processo penale. È tutto <strong>il</strong> sistema che<br />
una prassi sull’orlo del precipizio, in cui va cambiato».<br />
13 è fac<strong>il</strong>e cadere in dichiarazioni rese solo<br />
M<strong>il</strong>a per evitare un ulteriore periodo di deten- Chi cavalca <strong>il</strong> caso Daccò<br />
al carcere<br />
zione. «La verità che bisognerebbe avere <strong>il</strong> Nel frattempo, di custodia cautelare si<br />
<strong>il</strong> 42 per cento dei<br />
reclusi è in attesa di coraggio di evidenziare è che la custodia discute soprattutto per quel che riguar-<br />
giudizio, 13 m<strong>il</strong>a sono cautelare è un male necessario, che cozda casi eclatanti. Come quello di Dario<br />
le persone ancora in za con la presunzione d’innocenza. Solo Mora detto Lele, attualmente detenuto<br />
attesa del primo. se<br />
in caso di flagranza di reato, e per rispon- nel carcere di Opera. Mora è stato arresta-<br />
preventivo<br />
si conferma <strong>il</strong> trend<br />
attuale, la metà risuldere al quarto comma non scritto – e cioè to <strong>il</strong> 20 giugno 2011 per bancarotta. È staterà<br />
innocente che bisogna placare l’allarme sociale –, to in custodia cautelare fino a marzo, poi<br />
mi sentirei di dire che è una scelta obbli- ha patteggiato quattro anni e tre mesi. In<br />
mai essere ritenuta provvisoria, poiché<br />
l’ultima lettera di Gabriele Cagliari. Per gata. Ma per <strong>il</strong> resto dei casi, cioè quel- cella, mentre attende gli sv<strong>il</strong>uppi su altri<br />
le vicende dei “sequestrati” di M<strong>il</strong>ano rivelano<br />
“l’imputato non è considerato colpevole<br />
chi come me si occupa di giustizia, quelli basati su indizi, deve valere la presun- suoi procedimenti (Ruby e altri episodi di<br />
inganni e abusi della custodia cautelare. Da male sino alla condanna definitiva” (articolo<br />
lo è un documento da tenere sul tavolo. zione di innocenza. La custodia cautelare bancarotta), «legge, risponde alle lettere,<br />
27 della Costituzione)».<br />
Rispetto ai tempi di Mani pulite vedo una deve essere l’eccezione. Oggi, invece, se ne cura un piccolo orto», racconta al Foglio <strong>il</strong><br />
provvisorio a mezzo improprio per estorcere<br />
Dieci anni dopo, nel mezzo dell’an-<br />
differenza: è caduta l’immunità dei collet- fa un uso non voglio dire improprio, ma suo avvocato, Gianluca Maris. È dimagri-<br />
confessioni e condurre battaglie politiche. sulla<br />
nus horrib<strong>il</strong>is di Tangentopoli, <strong>il</strong> 4 marti<br />
bianchi. È venuto meno <strong>il</strong> tema di Tan- certamente esagerato».<br />
to cinquanta ch<strong>il</strong>i, «non vuole strumentazo<br />
1993, Rossi ritornò con un’intervista<br />
gentopoli. Oggi, quando qualcuno casca I numeri relativi alla carcerazione prelizzare le proprie condizioni di salute, ma<br />
pelle di migliaia di uomini, reclusi senza processo su quelle parole, riconfermando quanto<br />
nella custodia cautelare, c’è più mob<strong>il</strong>itaventiva in Italia rispecchiano la dramma- certamente si trova in una situazione di<br />
scritto due lustri addietro («la carceraziozione.<br />
Quel che mi rincresce è che ci sia ticità di quelli del pianeta carceri. Circa 67 grave disagio». Sebbene oggi rifugga qual-<br />
edici dicembre 1983. Sul Corriere mi». Un articolo fieramente garantista, in ne preventiva, a volte, si è trasformata in<br />
una “corporativizzazione del sentimen- m<strong>il</strong>a detenuti stanno stipati in penitenziasiasi posa vittimista («Mi dice: “Sono stato<br />
della Sera veniva pubblicato un cui si denunciava <strong>il</strong> fatto che «<strong>il</strong> rapporto una vera e propria pena») e constatando<br />
to”, se così posso dire. Cioè che ci si mobiri che ne potrebbero contenere 45 m<strong>il</strong>a. scemo”»), è oggettiva la sua condizione di<br />
S articolo dell’avvocato Guido Rossi libertà-detenzione si è progressivamente come nell’arco di un decennio la situaliti<br />
per gli aderenti alla propria cerchia, Il 42 per cento di coloro che sono dietro difficoltà cui una detenzione domic<strong>il</strong>iare<br />
dal titolo “Stato di diritto e leggi d’emer- distorto. Si discute, infatti, di “carceraziozione fosse rimasta «più o meno la stessa».<br />
dimenticandosi dei “senza voce”». Secon- le sbarre è in attesa di giudizio (<strong>il</strong> doppio potrebbe dare un qualche sollievo.<br />
genza”. Nel suo fondo, Rossi scriveva: «Pur ne preventiva” e di “libertà provvisoria”. Quasi vent’anni dopo, cosa è cambiado<br />
Carlo Nordio, procuratore aggiunto di della media europea) e ben 13 m<strong>il</strong>a sono le Così come i domic<strong>il</strong>iari invoca un<br />
in regime d’emergenza, la cosiddetta car- Ma prima della sentenza di condanna è la to? Laconicamente dobbiamo registrare<br />
Venezia e autore con Giuliano Pisapia di persone ancora in attesa del primo. Se vie- altro detenuto, celebre più per <strong>il</strong> suo<br />
cerazione preventiva può essere appli- carcerazione preventiva che deve essere che la situazione è ancora “più o meno la<br />
un bel libro (In attesa di giustizia) che alla ne confermato <strong>il</strong> trend attuale, la metà di nome che per i suoi lineamenti (per mesi<br />
cata solo come mero strumento istrut- considerata provvisoria. La libertà provvi- stessa”? «Nei miei corsi universitari – rac-<br />
carcerazione preventiva dedicava un capi- coloro che si trovano oggi in custodia cau- sono circolate sui quotidiani e sui siti<br />
torio ed entro limiti temporali strettissisoria, in quanto tale, non può e non deve conta Luciano Violante al Foglio – leggo<br />
tolo, «un cambiamento, rispetto a queltelare risulterà, infine, innocente.<br />
internet fotografie non sue). Si tratta di<br />
36<br />
CULTURA DISCORSI pRêt-à-paRlER<br />
Prontuario<br />
per sermoni<br />
agostani<br />
Sono così tante le rassegne culturali estive che<br />
potrebbe capitare a chiunque di trovarsi su un<br />
palco a intrattenere <strong>il</strong> pubblico. Ecco un flor<strong>il</strong>egio<br />
di argomenti abbastanza bolliti da strappare un<br />
applauso sicuro. O, nel caso, un tweet di Saviano<br />
interessante da dire a persone che – tanto al futuro come a un giorno lontano per-<br />
di Antonio Gurrado<br />
sono già lì – batterebbero le mani comunché <strong>il</strong> futuro è già cominciato: lo vediamo<br />
agari non sarà Cortina inContra, que, <strong>Tempi</strong> vi offre un piccolo prontuario ogni giorno negli occhi dei nostri figli. Se<br />
però potrebbe essere Rapallo di argomenti prêt-à-parler qualora doveste non applaudono qui, vuol dire che sono<br />
M Riflette, Capalbio Pondera, Taor- trovarvi nell’imprevista necessità di tene- lobotomizzati. Alla peggio provate a ripemina<br />
Arguisce o Vipiteno Medita; una re un pubblico discorso.<br />
tere le stesse parole con la voce rotta dal<br />
qualsiasi insomma fra le infinite rassegne L’ha insegnato in primavera “La Repub- pianto, ma di rado è necessario.<br />
e kermesse di cui è punteggiata la Peniblica delle Idee”, nota altresì come Bolosola<br />
nei mesi estivi e che contemplano la gna Se La Canta E Se La Suona: la paro- Caro vecchio paese per vecchi<br />
proliferazione di intellettuali o giornalisti la chiave dell’anno è <strong>il</strong> futuro. Quest’esta- Qui fate bene a piazzare una bella concio-<br />
o politici o registi o cantanti in bermuda te non sarà possib<strong>il</strong>e parlare in pubbline sui giovani, seguendo lo stesso sche-<br />
e sandali, intenti ad arrotondare pronunco senza concedere un congruo numero ma. Iniziate argomentando che l’Italia<br />
ziando davanti al pubblico sermoncini di di minuti all’idea, e <strong>il</strong> volume di applau- è un paese per vecchi: <strong>il</strong> premier ha 69<br />
stagione. Sono così tante ormai che non si varierà in proporzione. Per assicurarve- anni, <strong>il</strong> presidente della Repubblica 87,<br />
solo è impossib<strong>il</strong>e seguirle tutte, a meno li, anzitutto dovete dire che l’Italia è una vostro figlio 42 e ancora dorme nella sua<br />
di essere dotati del dono dell’ubiquità e nazione ripiegata sul passato: la tv man- stanzetta. Dite che nelle nazioni civ<strong>il</strong>i tut-<br />
di tanta ma tanta pazienza; sono così tanda le repliche, i giornali sono pieni di ti i ruoli di governo sono ricoperti da tarte<br />
ormai che a un occhio statistico risalta notizie del giorno prima e mai del giordoadolescenti; buttate lì con nonchalan-<br />
subito l’elevatissima probab<strong>il</strong>ità che su un no dopo, a scuola s’insegna <strong>il</strong> latino anzice che grandi aziende sono rette da fes-<br />
numero sempre più limitato di cittadini ché le lingue marziane, Berlusconi riprosacchiotti appena usciti dall’età impube-<br />
se ne trovi uno chiamato a intervenire sul pone lo spirito del ’94, Napolitano quelre, con le tracce dei brufoli ben chiare sul<br />
palco di Sorrento S’Interroga od Ostuni Si lo del 1861, <strong>il</strong> Papa addirittura quello del volto. Lamentate la mancanza di occasio-<br />
Guarda Allo Specchio. Poiché le leggi di 30-33 d.C. Quest’andazzo deve mutare. ni, soprattutto per <strong>il</strong> vostro figlio quaran-<br />
probab<strong>il</strong>ità sono indefettib<strong>il</strong>i, c’è <strong>il</strong> rischio L’Italia deve diventare una terra fert<strong>il</strong>e per taduenne che trascorre intere giornate<br />
concreto che anche ai lettori di questo set- <strong>il</strong> futuro. Dopo tale suggestiva afferma- su facebook a cliccare “mi piace” sotto le<br />
timanale capiti di trovarsi all’improvvizione vi conviene fare un attimo di pausa foto marittime delle sue compagne delle<br />
so su di un palco, con in mano un micro- per riempire <strong>il</strong> quale <strong>il</strong> pubblico applau- medie inferiori: è costretto a farlo, povefono<br />
gracchiante, di fianco a un assesdirà pavlovianamente. Se invece qualcurino, perché in Italia non c’è lavoro ed è<br />
sore implorante e di fronte a una platea no alza la manina contestando: «Sì, ma noto che, se una cosa non c’è, è inut<strong>il</strong>e cer-<br />
plaudente. Poiché inoltre fa caldo, d’esta- cosa bisogna fare in concreto perché un carla. Considerate l’età media dei presente<br />
ci si riposa, non si ha voglia di fare nul- giorno ci aspetti un futuro migliore?», gli ti e poi lanciatevi nell’affermazione che<br />
la e men che meno pensare a qualcosa di potete rispondere che non si deve pensare l’unica speranza per l’Italia è che <strong>il</strong> pote-<br />
36 | 8 agosto 2012 | |<br />
44<br />
L’INTERVISTA IN ORBITA<br />
Paolo<br />
Nespoli<br />
«Nello spazio guardi <strong>il</strong> mondo in modo totalmente<br />
diverso. Lo vedi come non lo hai mai visto prima.<br />
Di fronte a tanta bellezza come fai a non domandarti<br />
da dove viene?». Il racconto dell’astronauta<br />
«Senza gravità sei costretto a reimparare da capo<br />
anche le cose più normali. Tutti dovrebbero provarlo»<br />
on 174 giorni, 9 ore e 40 minuti, Pao-<br />
la prima volta di voler fare l’astronauta,<br />
lo Nespoli (classe 1957) è l’astronau-<br />
di voler sfidare l’ignoto. Mi ricordo che la<br />
C ta italiano che è rimasto più a lun-<br />
fidanzatina di allora mi ha regalato Se <strong>il</strong><br />
go nello spazio. Il totale è raggiunto grazie<br />
sole muore di Oriana Fallaci, un libro che<br />
a due missioni: la prima, nel 2007, con lo<br />
racconta le sue esperienze alla NASA a<br />
Space Shuttle Discovery, una “gita” durata<br />
Houston e Capo Kennedy alla vig<strong>il</strong>ia dello<br />
un paio di settimane per riparare alcune<br />
sbarco americano sulla luna.<br />
parti della Stazione Spaziale Internazio-<br />
E come ha fatto <strong>il</strong> sogno di un ragazzino<br />
nale (ISS); la seconda è quella che gli è val-<br />
a diventare realtà?<br />
sa gli onori della cronaca lo scorso anno.<br />
È stato un percorso lungo. Dopo <strong>il</strong><br />
La spedizione, questa volta sotto l’egida<br />
liceo scientifico mi sono iscritto all’uni-<br />
dell’ESA (Agenzia spaziale europea) preversità,<br />
ma non funzionava molto e quinvede<br />
la permanenza sulla ISS per quasi<br />
di dopo pochi mesi ho deciso di parti-<br />
sei mesi, pricipalmente per svolgere espere<br />
per <strong>il</strong> servizio di leva a Pisa, alla Scuorimenti<br />
scientifici. A bordo della Soyuz<br />
la m<strong>il</strong>itare di paracadutismo: mi intriga-<br />
TMA-20, Nespoli parte dal Cosmodromo<br />
va l’idea di sfidare <strong>il</strong> cielo. Poi ho deci-<br />
di Bajkonur, in Kazakistan, la stessa piattaso<br />
di rimanere e sono diventato istruttoforma<br />
di lancio da cui cinquant’anni prire.<br />
Un anno dopo ho passato le selezioma<br />
era partito <strong>il</strong> russo Yuri Gagarin, <strong>il</strong> prini<br />
per entrare a far parte del corpo degli<br />
mo uomo andato nello spazio. Con l’ita-<br />
incursori. Nel 1982 sono partito per <strong>il</strong><br />
Qui sopra, <strong>il</strong> Discovery, lo shuttle della<br />
liano, a bordo, ci sono <strong>il</strong> russo Dmitri Kon- prima missione di Paolo Nespoli (2007) Libano insieme alla Forza multinazionadratyev<br />
e l’americana Cady Coleman. Parle<br />
di pace e lì sono rimasto 18 mesi. È statiti<br />
<strong>il</strong> 15 dicembre del 2010, faranno ritor- della missione Apollo 11, e Buzz Aldrin ta un’esperienza incredib<strong>il</strong>e, mi ha inseno<br />
sulla Terra 159 giorni dopo, <strong>il</strong> 24 mag- sono scesi sul nostro satellite, io ero gnato molto, mi ha aiutato a conoscermi<br />
gio 2011. Da questa esperienza Nespoli ha davanti alla tv insieme a m<strong>il</strong>ioni di perso- e a misurarmi. Ho conosciuto tantissime<br />
tratto un libro: Dall’alto tutti i problemi ne in tutto <strong>il</strong> mondo. Era una tarda sera persone, dal ministro della Difesa al pre-<br />
sembrano più piccoli (Mondadori). <strong>Tempi</strong> di un giorno estivo, caldo. Eppure eravasidente della Repubblica. E lì ho incontra-<br />
lo ha incontrato in centro a M<strong>il</strong>ano. mo tutti incollati al televisore. Ho assistito Oriana Fallaci. È stato sulla nave che<br />
20 luglio 1969. Cosa significa questa to alla realizzazione di un sogno impossi- mi stava riportando in Italia che ho ripre-<br />
data per lei?<br />
b<strong>il</strong>e. Mi ricordo gli astronauti che saltellaso in considerazione <strong>il</strong> mio sogno nel cas-<br />
L’inizio di un sogno. È <strong>il</strong> giorno in vano sulla superficie lunare, e poi, nelle setto. Mi ricordo che la Fallaci mi ha avvi-<br />
cui <strong>il</strong> primo uomo è sbarcato sulla luna. missioni successive, le derapate che facecinato e mi ha chiesto che cosa volessi<br />
Quando Ne<strong>il</strong> Armstrong, comandante vano con le loro jeep. Lì ho pensato per fare da grande. Con qualche esitazione<br />
Foto: ESA/NASA<br />
aNNo 18 | NumERo 30/31 | 8 agosto 2012 | 2,00<br />
Vola pensiero vola<br />
Indagine al di sopra di ogni sospetto sugli eventi culturali dell’estate<br />
re sia preso dai giovani: se <strong>il</strong> pubblico ha<br />
un’età media di 50 anni, dite che ci vogliono<br />
i quarantenni; se ha un’età media di<br />
60, invocate i trentenni; se l’età media è<br />
di 70 spingetevi senza timore sui ventenni<br />
e se state parlando in un ospizio ponete<br />
pure l’asticella massima alla licenza<br />
elementare. In ogni caso ribadite che finché<br />
Berlusconi non cesserà di candidarsi a<br />
premier, <strong>il</strong> precariato sarà una piaga inestinguib<strong>il</strong>e;<br />
al pubblico piacciono le associazioni<br />
ardite e troverà modo di esprimere<br />
apprezzamento, se non altro per non<br />
dimostrare di non avere capito.<br />
Oltre al lavoro, i giovani hanno diritto<br />
anche all’amore. Stupite tutti con una<br />
dichiarazione lucida riguardo alle coppie<br />
omosessuali: i loro diritti devono essere<br />
tutelati, devono essere liberi di accoppiarsi<br />
in piazza come qualsiasi coppia di stranieri<br />
ubriachi, di litigare perché <strong>il</strong> telecomando<br />
è solo uno e lo scolapasta quando<br />
serve è sempre sporco; è impossib<strong>il</strong>e<br />
che una nazione civ<strong>il</strong>e non consenta a un<br />
uomo di sposare un altro uomo, di metterlo<br />
incinto se necessario, di divorziare da<br />
lui e maledire <strong>il</strong> giorno in cui l’ha incontrato,<br />
fermo restando che <strong>il</strong> matrimonio<br />
fra uomo e donna deve restare una realtà<br />
diversa, che nulla può eguagliare l’amore<br />
di una mamma, che l’unione fra due gay<br />
dev’essere equiparata al matrimonio in<br />
| | 8 agosto 2012 | 37<br />
44 | 8 agosto 2012 | |<br />
| | 8 agosto 2012 | 45<br />
e l’arresto del maggiordomo del Papa.<br />
Vat<strong>il</strong>eaks. La stampa senza notizie<br />
Così un giornalismo ridotto a buca delle lettere (rubate)<br />
si ritro spiazzato dalla solidità della Santa Sede. Dove<br />
le parole hanno ancora un peso. A partire dalla giustizia<br />
Ubaldo Casotto ...........................................................................................................................................................................................................................6<br />
ESTERI<br />
Rossoporpora. Il patriarca e la Siria<br />
Per <strong>il</strong> leader maronita Béchara Raï <strong>il</strong> viaggio del Papa<br />
in Libano è la sola speranza. Anche per le rivolte arabe<br />
Giuseppe Rusconi ................................................................................................................................................................................................14<br />
Ungheria. Primavera ebraica<br />
Il rabbino capo di Budapest e la rinascita di un popolo<br />
Rodolfo Casadei....................................................................................................................................................................................................20<br />
INTERNI<br />
Carcere preventivo. Mora, Daccò, Simone<br />
I tre casi m<strong>il</strong>anesi che rivelano gli inganni e gli abusi<br />
della custodia cautelare. Una condanna senza processo<br />
Emanuele Boffi .......................................................................................................................................................................................................26<br />
Spending review. Non fermate la locomotiva<br />
L’ad di Trenord contro i tagli ai trasporti in Lombardia<br />
Massimo Giardina ............................................................................................................................................................................................32<br />
CULTURA<br />
Luoghi comuni. F<strong>il</strong>osofia da spiaggia<br />
Troppe rassegne culturali quest’estate? Un prontuario<br />
di discorsi abbastanza bolliti da strappare un applauso<br />
Antonio Gurrado .................................................................................................................................................................................................36<br />
Allarme squali. Cartolina dall’Australia<br />
«L’oceano uccide. Ma noi domani ci tufferemo ancora»<br />
John Kinder ....................................................................................................................................................................................................................40<br />
LE INTERVISTE<br />
A gennaio la pubblicazione di carteggi privati<br />
CORVI E FALSARI<br />
Questo non è<br />
giornalismo<br />
Vat<strong>il</strong>eaks. Così la stampa ridotta a buca delle lettere<br />
(rubate) si ritrova spiazzata dalla lezione della Santa<br />
Sede. Dove le notizie si verificano e non si copiano.<br />
E dove la giustizia non obbedisce alle regole dello<br />
show. Il resto sono chiacchiere e veleno. Che non<br />
intaccano l’azione rivoluzionaria di Benedetto XVI<br />
| | 8 agosto 2012 | 7<br />
Paolo Nespoli. L’astronauta racconta<br />
«Nello spazio tutto appare diverso. Di fronte a tanta<br />
bellezza come fai a non domandarti da dove viene?»<br />
Daniele Guarneri .................................................................................................................................................................................................44<br />
L’Italia che lavora. Cent’anni di CCC ................................................................50<br />
LA SETTIMANA<br />
Foglietto<br />
Lodovico Festa ...................................3<br />
Non sono d’accordo<br />
Oscar Giannino ..............................13<br />
Boris Godunov<br />
Renato Farina .................................25<br />
Le nuove lettere di<br />
Berlicche ....................................................35<br />
Presa d’aria<br />
Paolo Togni ..........................................54<br />
Mamma Oca<br />
Annalena Valenti ....................55<br />
Post Apocalypto<br />
Aldo Trento ........................................60<br />
Sport über alles<br />
Fred Perri .................................................62<br />
Cartolina dal Paradiso<br />
Pippo Corigliano .......................63<br />
Diario<br />
Marina Corradi ............................66<br />
RUBRICHE<br />
Green Estate ........................................54<br />
Per Piacere ..............................................57<br />
Mob<strong>il</strong>ità 2000 ..................................59<br />
Lettere al direttore ................62<br />
Taz&Bao .....................................................64<br />
Reg. del Trib. di M<strong>il</strong>ano n. 332 dell’11/6/1994<br />
settimanale di cronaca, giudizio,<br />
libera circolazione di idee<br />
Anno 18 – N. 30/31<br />
dal 26 luglio all’8 agosto 2012<br />
DIRETTORE RESPONSABILE:<br />
LUIGI AMICONE<br />
REDAZIONE: Emanuele Boffi, Laura Borselli,<br />
Mariapia Bruno, Rodolfo Casadei (inviato<br />
speciale), Benedetta Frigerio, Massimo<br />
Giardina, Caterina Giojelli, Daniele Guarneri,<br />
Elisabetta Longo, Pietro Piccinini,<br />
Chiara Rizzo, Chiara Sirianni<br />
SEGRETERIA DI REDAZIONE:<br />
Elisabetta Iuliano<br />
DIRETTORE EDITORIALE: Samuele Sanvito<br />
PROGETTO GRAFICO:<br />
Enrico Bagnoli, Francesco Camagna<br />
UFFICIO GRAFICO:<br />
Matteo Cattaneo (Art Director), Davide Viganò<br />
FOTOLITO E STAMPA: Roto2000 S.p.A.,<br />
Via L. da Vinci, 18/20, Casar<strong>il</strong>e (MI)<br />
DISTRIBUZIONE a cura della Press Di Srl<br />
GESTIONE ABBONAMENTI:<br />
<strong>Tempi</strong>, Corso Sempione 4 • 20154 M<strong>il</strong>ano,<br />
dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13<br />
tel. 02/31923730, fax 02/34538074<br />
abbonamenti@tempi.it<br />
EDITORE: <strong>Tempi</strong> Società Cooperativa,<br />
Corso Sempione 4, M<strong>il</strong>ano<br />
La testata fruisce dei contributi statali diretti<br />
di cui alla legge 7 agosto 1990, n. 250<br />
SEDE REDAZIONE: Corso Sempione 4, M<strong>il</strong>ano,<br />
tel. 02/31923727, fax 02/34538074,<br />
redazione@tempi.it, www.tempi.it<br />
CONCESSIONARIA PER LA PUBBLICITà:<br />
Editoriale <strong>Tempi</strong> Duri Srl<br />
tel. 02/3192371, fax 02/31923799<br />
GARANZIA DI RISERVATEZZA<br />
PER GLI ABBONATI: L’Editore garantisce<br />
la massima riservatezza dei dati forniti dagli<br />
abbonati e la possib<strong>il</strong>ità di richiederne gratuitamente<br />
la rettifica o la cancellazione scrivendo<br />
a: <strong>Tempi</strong> Società Cooperativa, Corso Sempione,<br />
4 20154 M<strong>il</strong>ano. Le informazioni custodite<br />
nell’archivio elettronico di <strong>Tempi</strong> Società<br />
Cooperativa verranno ut<strong>il</strong>izzate al solo scopo<br />
di inviare agli abbonati la testata e gli allegati,<br />
anche pubblicitari, di interesse pubblico<br />
(D.LEG. 196/2003 tutela dati personali).
Campagna Meeting 2012<br />
Applicazioni per tablet e smartphone<br />
Abbonamento annuale<br />
Cartaceo<br />
Abbonamento annuale<br />
Digitale<br />
Tutti gli abbonamenti comprendono:<br />
www. .it<br />
<strong>Tempi</strong> in versione digitale<br />
.it<br />
www.<br />
Sottoscrivendo un abbonamento a <strong>Tempi</strong><br />
20€ 20€<br />
l’Osservatore Romano<br />
da you&agip nasce<br />
al Meeting di Rimini avrai diritto <br />
anche a:<br />
30€ *<br />
30€<br />
di benzina<br />
in omaggio by<br />
<br />
di spesa<br />
in omaggio by<br />
da you&agip nasce<br />
Ti aspettiamo al nostro stand<br />
PAD B5 - Stand 01 dal 19 al 25 agosto<br />
Ricordati di portare la tua tessera<br />
<br />
<br />
* A fronte di una spesa minima di 50€
CORVI E FALSARI<br />
Questo non è<br />
giornalismo<br />
Vat<strong>il</strong>eaks. Così la stampa ridotta a buca delle lettere<br />
(rubate) si ritrova spiazzata dalla lezione della Santa<br />
Sede. Dove le notizie si verificano e non si copiano.<br />
E dove la giustizia non obbedisce alle regole dello<br />
show. Il resto sono chiacchiere e veleno. Che non<br />
intaccano l’azione rivoluzionaria di Benedetto XVI<br />
| | 8 agosto 2012 | 7
di Ubaldo Casotto<br />
All’ipocrisia non c’è limite. Sentire <strong>il</strong><br />
celebrato cronista giudiziario<br />
Gianluigi Nuzzi difendersi<br />
dall’accusa di ricettazione di documenti<br />
rubati, e confluiti in un faticoso lavoro<br />
di copia e incolla nel libro che lo sta rendendo<br />
ricco, fa sorridere: «Non si tratta di<br />
furto, gli originali non sono stati asportati,<br />
sono stati solo fotocopiati». Al giornalista<br />
che, dimostrando una grande attitudine<br />
a travestirsi da buca della posta,<br />
ha ridicolizzato anni di oscuro lavoro<br />
dei vaticanisti è evidentemente concesso<br />
prendere per fessi tutti gli altri. Chissà<br />
come valuterebbe la fotocopia dei codici<br />
della tessera bancaria per le operazio-<br />
8 | 8 agosto 2012 | |<br />
ni on line sul suo conto corrente; fotocopia<br />
che, beninteso, lascerebbe l’originale<br />
nelle sue tasche, forse non i suoi euro.<br />
E se qualche collega assatanato dal morbo<br />
della trasparenza e della deontologia<br />
professionale (“se ho una notizia, la<br />
pubblico!”) decidesse di rendere pubblico<br />
ciò che lui ritiene segreto (“È roba mia”,<br />
forse che le lettere private del papa non<br />
lo sono?), l’indignato dei segreti altrui<br />
come reagirebbe?<br />
Al di là di molte fantasie giornalisti-<br />
La difesa di Gianluigi Nuzzi dall’accusa di<br />
ricettazione di documenti rubati fa sorridere:<br />
«Non si tratta di furto, gli originali non sono<br />
stati asportati, sono stati solo fotocopiati»<br />
che, si sa come ha reagito ufficialmente<br />
la Santa Sede, dopo non pochi tentennamenti:<br />
un’indagine giudiziaria e una<br />
parallela inchiesta portata avanti da una<br />
commissione composta da tre cardinali<br />
che riferirà direttamente al Papa. Dei<br />
lavori della prima poco sappiamo. Sappiamo<br />
che all’inizio della scorsa settimana<br />
aveva completato l’audizione di ventotto<br />
persone, la notizia arriva dal direttore<br />
della sala stampa vaticana padre<br />
Federico Lombardi, la sua fonte è <strong>il</strong> capo<br />
della commissione, <strong>il</strong> car-<br />
dinale spagnolo Julian<br />
Herranz. «Le audizioni<br />
continuano con <strong>il</strong> loro ritmo»,<br />
ha detto Lombardi,<br />
aggiungendo che «entro
Foto: AP/LaPresse<br />
le prossime settimane, probab<strong>il</strong>mente<br />
entro fine luglio, i cardinali dovranno<br />
fare un rapporto per <strong>il</strong> Papa».<br />
Dei risultati della seconda indagine<br />
sappiamo un po’ di più: l’arresto dell’aiutante<br />
di camera di Benedetto XVI, la sua<br />
detenzione per quasi sessanta giorni, la<br />
sua volontà di collaborare con gli inquirenti<br />
manifestata durante i ripetuti e<br />
lunghi interrogatori (in Vaticano non gli<br />
hanno fatto passare l’estate in cella mentre<br />
<strong>il</strong> pm andava in vacanza), la concessione<br />
degli arresti domic<strong>il</strong>iari, e l’annuncio<br />
di una imminente decisione riguardo<br />
al proscioglimento o al più probab<strong>il</strong>e rinvio<br />
a giudizio dell’accusato (che, fino a<br />
prova contraria, è per ora l’unico) con un<br />
inizio processo nel prossimo autunno.<br />
LA VICENDA<br />
LETTERE TRAFUGATE<br />
Sua Santità di Gianluigi Nuzzi<br />
Il 19 maggio è stato pubblicato<br />
<strong>il</strong> libro di Gianluigi Nuzzi, interlocutore<br />
priv<strong>il</strong>egiato dei “corvi”<br />
vaticani, composto da carteggi e<br />
lettere rubati a Benedetto XVI e<br />
ai suoi più stretti collaboratori.<br />
L’INCHIESTA<br />
L’arresto del “maggiordomo”<br />
L’indagine giudiziaria della<br />
Santa Sede ha portato in cella<br />
l’aiutante di camera del Papa.<br />
Parallelamente è cominciata<br />
un’inchiesta portata avanti da<br />
una commissione composta da<br />
tre cardinali che riferirà direttamente<br />
al Papa entro fine luglio.<br />
I FALSI SCOOP<br />
Non ci sono nuovi indagati<br />
Per Repubblica ci sono altre tre<br />
persone sottoposte a indagine. La<br />
notizia (poi smentita dal Vaticano)<br />
è ripresa dal tedesco Die Welt.<br />
Come si vede, pur trattandosi di una istituzione<br />
m<strong>il</strong>lenaria come la Chiesa cattolica,<br />
tempi di giustizia non propriamente<br />
biblici. E una invidiab<strong>il</strong>e capacità di mantenere<br />
<strong>il</strong> segreto istruttorio che ha messo<br />
in difficoltà molti giornalisti, abituati da<br />
magistrati di altra pasta a ricevere fotocopie<br />
(quando non direttamente dischetti)<br />
degli atti riservati.<br />
Nel frattempo, quindi, mentre sembra<br />
si sia arrestato <strong>il</strong> flusso di documenti in<br />
uscita dalle mura leonine, non si è ferma-<br />
Con una nota per Radio Vaticana, padre<br />
Lombardi ha risposto allo scoop di Repubblica<br />
dicendo che è un’invenzione con l’aggravante<br />
del plagio, perché copiata da un altro giornale<br />
CORVI E FALSARI PRIMALINEA<br />
In alto, a sinistra, l’inchiesta<br />
di Repubblica di lunedì 23 luglio<br />
ripresa da un articolo pubblicato<br />
online da Die Welt domenica<br />
15 luglio (foto a destra)<br />
ta la fantasia dei nostri colleghi cronisti.<br />
Lunedì scorso, nel s<strong>il</strong>enzio del resto della<br />
stampa, Repubblica ha pubblicato una<br />
non proprio originale ricostruzione dei<br />
risultati “a sorpresa” dell’inchiesta, con lo<br />
scoop di tre nuovi indagati: due ecclesiastici<br />
(un cardinale, Paolo Sardi, che aiutava<br />
<strong>il</strong> Papa a redigere i suoi discorsi, e un<br />
vescovo, l’ex segretario di Ratzinger alla<br />
Dottrina della fede, Josef Clemens) e un<br />
laico dipendente del Vaticano (una donna,<br />
Ingrid Stampa, l’unica persona – si<br />
dice – in grado di decifrare correttamente<br />
la grafia del Pontefice e per questo stretta<br />
collaboratrice di Benedetto XVI e “intermediaria”<br />
tra lui e Sardi). Ricostruzione<br />
non proprio originale – si diceva – perché<br />
ricordava molto da vicino un’analoga<br />
operazione di un giornale tedesco. Il tempo<br />
di accorgersene e nella stessa mattinata<br />
di lunedì arrivava una durissima smentita<br />
di padre Lombardi. Non la prima per<br />
<strong>il</strong> quotidiano di Largo Fochetti.<br />
Un bel copia e incolla<br />
Il direttore della sala stampa ha risposto<br />
alle “rivelazioni” di Repubblica con<br />
una nota per Radio vaticana. Scrivere<br />
che «dopo l’arresto del maggiordomo del<br />
Papa, altre persone sarebbero state sottoposte<br />
a indagini: la governante tedesca<br />
Ingrid Stampa, l’ex segretario personale<br />
di Joseph Ratzinger, <strong>il</strong> vescovo Josef Clemens,<br />
e l’ex vice Camer-<br />
lengo, <strong>il</strong> cardinale Paolo<br />
Sardi» è un’invenzione<br />
con l’aggravante del plagio,<br />
perché «copiata da<br />
un articolo del giorna-<br />
| | 8 agosto 2012 | 9
le tedesco Die Welt». Lo spunto delle<br />
fantasie “repubblicane” era una frase<br />
del cardinale Julian Herranz, capo della<br />
Commissione d’inchiesta di nomina<br />
pontificia <strong>il</strong> quale giorni fa aveva dichiarato:<br />
«Ci saranno sorprese». La sorpresa,<br />
invero parziale vista la frequenza<br />
con cui padre Lombardi è stato costretto<br />
negli ultimi mesi a interventi sim<strong>il</strong>i,<br />
è nella durezza della smentita: «L’articolo<br />
di Repubblica di questa mattina sulla<br />
vicenda della fuga di documenti vaticani<br />
ricopia (in diverse espressioni anche<br />
letteralmente e non solo nella citazione<br />
finale) un articolo firmato da Paul Badde,<br />
apparso su Die Welt on line una settimana<br />
fa (15 luglio), senza aggiungere praticamente<br />
nulla se non alcuni argomenti<br />
non pertinenti e interpretati in modo<br />
infondato. Faccio notare che l’articolo di<br />
Die Welt non era stato ripreso finora dalla<br />
generalità della stampa tedesca, che<br />
ne aveva giustamente riconosciuto l’evidente<br />
parzialità e la grave responsab<strong>il</strong>ità<br />
di indicare alcune persone come corresponsab<strong>il</strong>i<br />
senza argomenti oggettivi.<br />
Per questo non avevo ritenuto opportuno<br />
reagire ad esso con decisione».<br />
Il testimone non è un indagato<br />
Poi la correzione in punta di diritto di<br />
una malevola estensione di correità cui<br />
la stampa italiana ci ha abituato negli<br />
ultimi anni. Se l’apertura delle indagini<br />
su una persona e <strong>il</strong> conseguente avviso di<br />
garanzia venivano ormai offerti all’opinione<br />
pubblica come l’indicazione di un<br />
colpevole, più recentemente anche l’essere<br />
ascoltato come testimone o come<br />
persona informata sui fatti getta un’ombra<br />
di sospetto sul convocato. Padre Lombardi,<br />
che oltre a un curriculum studiorum<br />
in matematica e teologia vanta un<br />
ascendente giurista in famiglia (è nipote<br />
di Gabrio Lombardi), ha ricordato al vaticanista<br />
di Repubblica che essere ascoltati<br />
in Commissione non vuole dire «in<br />
alcun modo essere sospettati o indagati».<br />
In merito alle coincidenze che l’articolo<br />
segnala come significative di una caduta<br />
in disgrazia dei tre “indagati” e del loro<br />
allontanamento dagli incarichi, Lombardi<br />
spiega a muso duro: «L’affermazione,<br />
fatta per dovere: “Come è ovvio, per tutti<br />
vale la presunzione di innocenza”, alla<br />
luce dell’articolo e della sua presentazione<br />
appare perlomeno ipocrita. Quanto<br />
all’allontanamento dai loro incarichi, <strong>il</strong><br />
cardinal Sardi ha terminato <strong>il</strong> suo compito<br />
in Segreteria di Stato quando aveva<br />
ormai compiuto i 75 anni, la signora<br />
Stampa continua a lavorare in Segreteria<br />
di Stato, e Sua Eccellenza Clemens<br />
10 | 8 agosto 2012 | |<br />
è Segretario del Pontificio Consiglio dei<br />
Laici da diversi anni ed è falso che abbia<br />
ricevuto dal Papa una lettera come quella<br />
descritta nell’articolo di Die Welt (lettera<br />
a cui Repubblica fa riferimento solo<br />
indirettamente)». La durezza della replica<br />
del padre gesuita è rafforzata dall’accusa<br />
di recidiva con cui colpisce Repubblica.<br />
Lombardi ha ricordato e smentito<br />
l’intervista con la presunta moglie<br />
del maggiordomo del Pontefice (pubblicata<br />
<strong>il</strong> 27 maggio); l’intervista con un<br />
monsignore non identificato che affermava<br />
l’esistenza di una équipe di relatori<br />
capeggiata da una donna che doveva<br />
riferire direttamente al Papa; <strong>il</strong> presunto<br />
hacker aggirantesi nei sotterranei<br />
della Santa Sede, misteriosamente scomparso.<br />
Aveva già dovuto farlo in altre<br />
occasioni, dicendo con ironia che non<br />
c’era nessun giornalista nascosto nella<br />
stanza del Papa durante un suo incontro<br />
con <strong>il</strong> segretario di Stato, cardinale<br />
Tarcisio Bertone; né i due interlocutori<br />
hanno riferito alla stampa cosa si sono<br />
detti, per cui «I virgolettati riportati da<br />
un quotidiano (Repubblica, ndr) – disse<br />
– sono frutto di una costruzione, e <strong>il</strong><br />
contenuto non corrisponde<br />
alla realtà oggettiva». «Questo<br />
non è giornalismo», ha ribadito<br />
senza giri di parole in una<br />
irrituale quanto significativa<br />
intervista concessa nella sera<br />
di lunedì 23 luglio al Tg1.<br />
Turbolenze mediatiche<br />
In attesa di vere novità sulle<br />
due inchieste, resta da fare <strong>il</strong><br />
punto sulle altre turbolenze<br />
mediatiche che hanno coinvolto<br />
i vertici della Chiesa cattolica<br />
in questi mesi e alcune<br />
loro istituzioni. In primis lo<br />
Ior. La temuta valutazione di Moneyval<br />
sui criteri di trasparenza nelle operazioni<br />
della banca vaticana, pur non essendo<br />
totalmente soddisfacente, non ha bocciato<br />
la riforma presentata dalla Santa<br />
Sede come molti “corvi” di altra natura<br />
avevano auspicato. La nomina del nuovo<br />
presidente dell’istituto, che succederà<br />
a Ettore Gotti Tedeschi, non avverrà in<br />
tempi immediati, comunque non prima<br />
dell’autunno. Oltretevere hanno deciso<br />
di non prendere decisioni sotto l’incalzare<br />
della pressione mediatica. Prendersi <strong>il</strong><br />
tempo necessario per questa scelta – ha<br />
detto la settimana scorsa padre Lombardi<br />
– non è <strong>il</strong> sintomo di uno “stallo”. «Ci<br />
sono i tempi naturali di consultazione –<br />
ha sottolineato –, per fare delle proposte,<br />
chiedere alle persone se sono dispo-<br />
La nomina del<br />
nuovo presidente<br />
dello Ior, che<br />
succederà a Ettore<br />
Gotti Tedeschi<br />
(foto sotto), non<br />
avverrà in tempi<br />
immediati.<br />
Oltretevere hanno<br />
deciso di non<br />
prendere decisioni<br />
sotto l’incalzare<br />
della pressione<br />
mediatica.<br />
Gli attacchi a<br />
Tarcisio Bertone<br />
(foto in basso) non<br />
miravano solo a una<br />
sua caduta, ma a un<br />
indebolimento del<br />
Pontefice. Anche<br />
in questo caso<br />
<strong>il</strong> Papa non ha<br />
ceduto ai media<br />
nib<strong>il</strong>i, e poi l’estate vale per tutti, non è<br />
<strong>il</strong> tempo per attività e incontri dal ritmo<br />
intenso». Padre Lombardi in quell’occasione<br />
ha anche smentito gli articoli di<br />
stampa che hanno parlato della nomina<br />
di una commissione o di un commissario<br />
per risolvere la situazione. «Questo<br />
non è previsto», ha detto.<br />
La volontà di purificazione<br />
Più delicata della partita per la banca<br />
vaticana c’è solo quella di chi, dentro<br />
e fuori la Chiesa, si sta preparando<br />
al prossimo Conclave. Tutto <strong>il</strong> battage<br />
mediatico, che non ha necessariamente<br />
una regia unica, è <strong>il</strong> riflesso di interessi<br />
che in modo semplicistico vengono<br />
ricondotti a questioni di potere economico<br />
(che non mancano) ma che han
Foto: AP/LaPresse<br />
no <strong>il</strong> vero focus nella successione a Benedetto<br />
XVI. Il suo pontificato sta diventando<br />
più lungo del previsto, la sua salute<br />
non mostra cedimenti se non quelli normali<br />
per l’età (85 anni), è intatta la lucidità<br />
con cui persegue <strong>il</strong> suo programma<br />
di riforma che, e questo confonde i suoi<br />
avversari, non è un programma ma una<br />
volontà di purificazione. La durezza con<br />
cui ha affrontato lo scandalo della pedof<strong>il</strong>ia<br />
ha avuto ripercussioni profonde e<br />
positive nel tessuto ecclesiale. In America<br />
le nomine in importanti diocesi hanno<br />
ridato vita e protagonismo pubblico<br />
a una Chiesa che solo pochi anni fa era<br />
intimidita, impaurita se non annich<strong>il</strong>ita;<br />
come notava <strong>il</strong> cardinale Cam<strong>il</strong>lo Ruini<br />
presentando <strong>il</strong> secondo libro di George<br />
Weigel su Giovanni Paolo II a Roma<br />
<strong>il</strong> 22 giugno scorso: «Sono stato recentemente<br />
negli Stati Uniti, ho rivista una<br />
comunità cristiana vivace e presente». In<br />
Irlanda non è intervenuto solo con nuove<br />
nomine, ma ha avuto <strong>il</strong> coraggio di mettere<br />
mano alla struttura amministrativa<br />
delle diocesi. Ha commissariato una delle<br />
congregazioni religiose più potenti e<br />
formalmente più fedeli al Soglio di Pietro,<br />
i Legionari di Cristo. In Italia ha resistito<br />
a un anno di pressing per la nomina<br />
dell’arcivescovo della sede più importante<br />
nel mondo per riuscire a imporre la<br />
sua scelta, <strong>il</strong> cardinale Angelo Scola. Su<br />
una questione decisiva per la Chiesa ita-<br />
liana, come quella dell’Università Cattolica<br />
non ha esitato, anche qui dopo una<br />
campagna stampa con pubblicazione di<br />
documenti e corrispondenza riservata,<br />
a respingere <strong>il</strong> progetto del suo Segretario<br />
di Stato per garantire l’indipendenza<br />
dell’ateneo m<strong>il</strong>anese.<br />
Il viaggio in Gran Bretagna<br />
A chi in questo vedeva una mossa di<br />
schieramento ha risposto, chiudendo le<br />
polemiche che puntavano a una sostituzione<br />
del cardinal Bertone, con una lettera<br />
che di fatto rinvia di un anno la decisione:<br />
era troppo evidente che gli attacchi<br />
al porporato salesiano non miravano<br />
tanto a una sua caduta (anche), ma a un<br />
indebolimento del Pontefice e dell’istituzione<br />
stessa del pontificato. Con la beatificazione<br />
di Henry Newman ha rovesciato<br />
i pronostici di fallimento che aleggiavano<br />
sul suo viaggio in Gran Bretagna e dato<br />
sostanza al suo appello sul nuovo <strong>il</strong>luminismo<br />
nel confronto con la modernità<br />
in base a un rinnovato e più largo concetto<br />
di ragione. Con le ultime nomine<br />
ha ulteriormente internazionalizzato la<br />
Curia romana, alla quale, in un memorab<strong>il</strong>e<br />
discorso di auguri per l’ultimo Natale,<br />
ha detto chiaramente di aver visto <strong>il</strong><br />
futuro della Chiesa e della fede durante<br />
<strong>il</strong> suo viaggio in Africa, e le conseguenze<br />
di queste parole potrebbero rendersi<br />
evidenti nel prossimo concistoro. Le sue<br />
CORVI E FALSARI PRIMALINEA<br />
Le preoccupazioni del Papa vanno<br />
oltre le propalazioni a mezzo<br />
stampa sugli assetti della curia<br />
per le quali <strong>il</strong> Papa è addolorato<br />
ma non ne fa una “tragedia”<br />
(copyright padre Lombardi)<br />
preoccupazioni vanno ben oltre le propalazioni<br />
a mezzo stampa sugli assetti di<br />
curia che appassionano <strong>il</strong> mondo politico<br />
ed ecclesiastico, e per le quali <strong>il</strong> Papa<br />
è “addolorato” ma non ne fa una “tragedia”<br />
(copyright padre Lombardi). Basti un<br />
veloce elenco per ridimensionare <strong>il</strong> tutto:<br />
<strong>il</strong> duro scontro in atto in Cina con la Chiesa<br />
patriottica e con <strong>il</strong> regime; <strong>il</strong> delicatissimo<br />
confronto con l’islam che spazia dai<br />
rischi di ulteriore emarginazione dei cristiani<br />
che le cosiddette primavere arabe<br />
portano con sé all’aperta persecuzione in<br />
Nigeria; gli spazi di un dialogo con l’Ortodossia;<br />
la speranza e nello stesso tempo<br />
la fonte di problemi che è la Chiesa africana,<br />
dove comunque la crescita dei fedeli<br />
ha un andamento esponenziale. Il rientro<br />
nella comunione cattolica di parti significative<br />
dell’anglicanesimo, e la chiusura<br />
dello scisma lefevriano.<br />
Un’idea vale m<strong>il</strong>le immagini<br />
Ma, soprattutto, l’elemento programmatico<br />
più decisivo di questo pontificato,<br />
da cui forse dipenderà la profondità della<br />
sua incidenza culturale ed ecclesiale,<br />
sarà l’anno della fede, <strong>il</strong> culmine magisteriale<br />
di una convinzione radicata in Benedetto<br />
XVI, per cui <strong>il</strong> riconoscimento della<br />
presenza di Cristo oggi ha a che fare con<br />
l’intelligenza, ma se l’intelligenza della<br />
fede non diventa intelligenza della realtà<br />
non può essere di alcun interesse per<br />
l’uomo moderno: «La crisi della predicazione<br />
cristiana, che da un secolo sperimentiamo<br />
in misura crescente, dipende<br />
in non piccola parte dal fatto che le<br />
risposte cristiane trascurano gli interrogativi<br />
dell’uomo: esse erano giuste e continuavano<br />
a rimanere tali però non ebbero<br />
influenza in quanto non partirono dai<br />
problemi e non furono sv<strong>il</strong>uppate all’interno<br />
di essi». Il teologo Joseph Ratzinger<br />
scriveva queste parole nel 1969, quarantatré<br />
anni fa. Non sembra aver cambiato<br />
idea, e «siamo in un momento in cui<br />
una vera idea – come disse, appena eletto<br />
Papa, a uno stupito Joaquín Navarro-<br />
Valls che gli spiegava l’importanza della<br />
comunicazione nel mondo dell’immagine<br />
– vale m<strong>il</strong>le immagini». Quando <strong>il</strong><br />
Papa parla di purificazione, secondo voi<br />
pensa a Gianluigi Nuzzi? n<br />
| | 8 agosto 2012 | 11
COSA VOGLIONO I TEDESCHI (E GLI ITALIANI)<br />
Altro che debiti e spread<br />
ormai è una guerra di religione<br />
di Oscar Giannino<br />
Ci risiamo. Come da 31 mesi di<br />
eurocrisi a questa parte, la domanda<br />
torna ad essere: “Ma in<br />
realtà, i tedeschi che cosa vogliono?”.<br />
Torna ad esserlo perché è evidente<br />
ai mercati che l’aria in Germania<br />
da dieci giorni è nuovamente cambiata.<br />
La presa di tempo della Corte<br />
di Karlsruhe fino a metà settembre<br />
per giudicare la costituzionalità<br />
dell’Esm, le dichiarazioni della Cancelliera<br />
(«non so se l’euro ce la farà<br />
nella composizione attuale»), quelle<br />
NON SONO<br />
D’ACCORDO<br />
di molti politici di prima f<strong>il</strong>a ispirate al “basta aiuti”. I<br />
mercati hanno capito che ad agosto la spallata è gratis,<br />
a meno che la Bce di Mario Draghi non forzi e cominci a<br />
comprare i titoli eurodeboli a gogo, infischiandosene del<br />
veto della Bundesbank. Obiettivi? Grecia fuori dall’euro<br />
senza <strong>il</strong> versamento dell’ennesima tranche del secondo<br />
maxi prestito Fmi, visto che Atene chiede la rinegoziazione<br />
delle condizioni. Spagna in ginocchio, malgrado gli<br />
aiuti alle banche, per i default a catena minacciati dalle<br />
regioni. Italia strangolata, magari dalla proposta congiunta<br />
Fmi-Berlino di un maxi fondo di abbattimento del<br />
debito pubblico che ne vincolerebbe per anni e anni <strong>il</strong><br />
gettito fiscale, e una bella patrimoniale alle famiglie, in<br />
aggiunta al reddito in decremento per l’effetto rapinafiscale-rapinarecessione.<br />
O, altrimenti, anche Spagna e Italia<br />
si accomodino fuori, e se la vedano da sole. Persino la<br />
Confindustria tedesca – che per un anno ha ricordato alla<br />
Merkel che è meglio evitare di lasciar liberi gli italiani<br />
di tornare a svalutare minacciando l’export tedesco –<br />
ha iniziato a parlare di euro di serie A ed euro di serie B.<br />
Quella confidenza del Prof<br />
Sono segnali pesanti. La Germania pensava di poter andare<br />
avanti un anno, fino alle elezioni, costringendo al<br />
ravvedimento deflazionistico uno dopo l’altro tutti gli<br />
eurodeboli. Ma gli euroartifici (come l’Esm senza licenza<br />
bancaria cioè senza munizioni Bce), cooperativi di nome<br />
ma non di fatto, non bastano a comprare un tempo così<br />
lungo. Questa volta è a rischio l’euro stesso. L’Italia vale <strong>il</strong><br />
19 per cento dell’euroarea, la Spagna <strong>il</strong> 12. Con la Grecia,<br />
sarebbe un terzo dell’auroarea ad andarsene. Con gravi<br />
danni all’esposizione tedesca in Target2, diverse centina-<br />
Mi ha detto Prodi: «Nell’attitudine della Merkel<br />
c’è l’etica protestante che ti vede come un latino<br />
peccatore. Che per di più crede di sfangarla con<br />
la confessione, invece che con le opere e <strong>il</strong> sudore»<br />
L’OBIETTORE<br />
ia di m<strong>il</strong>iardi. È questo che vuole Berlino? Continuo a credere<br />
di no. Tuttavia non è più una convinzione razionale.<br />
L’élite tedesca non appare semplicemente più in grado<br />
di assicurare un governo ragionevole a un exit dalla crisi<br />
che non sia catastrofico per la Germania stessa.<br />
Mi ha fatto pensare una confidenza del professor Prodi,<br />
che interrogavo su come a sua volta veda i tedeschi oggi:<br />
«Mi sentivo così a mio agio con Helmut Kohl», ha detto.<br />
«A volte aveva delle battute, delle strizzate d’occhi, dei<br />
riflessi condizionati che mi riportavano all’oratorio, al<br />
m<strong>il</strong>ieu comune cattolico di una generazione che ha condiviso<br />
morti in guerra e sofferenze, e che si è rimessa in<br />
piedi senza dimenticare mai l’abisso che aveva alle spalle.<br />
La Merkel è diversa. Anche se non esce mai fuori esplicitamente,<br />
nella sua attitudine c’è l’etica protestante che ti<br />
vede comunque come un latino peccatore. Un peccatore<br />
che per di più crede di sfangarla con la confessione, invece<br />
che con le opere e <strong>il</strong> sudore». Credo che Prodi abbia parecchia<br />
ragione. L’Europa protestante ha perso la pazienza<br />
verso quella cattolica controriformista e ortodossa. Ai<br />
loro occhi siamo dei causidici cav<strong>il</strong>losi, sempre pronti a<br />
dimenticare i nostri azzardi morali e gli otto anni di bassi<br />
tassi che l’euro ci è valso, e di cui abbiamo fatto pessimo<br />
uso prima di iniziare a rimproverare i tedeschi non tanto<br />
di essere ingenerosi, quanto di non saper fare innanzitutto<br />
i propri interessi, difendendo l’euro e l’Europa.<br />
Secoli di ecumenismo in fumo<br />
Sulla linea dell’intolleranza tedesca – che, ripeto, ha le<br />
sue ragioni – si è schierata non solo come al solito l’iperpopolare<br />
B<strong>il</strong>d, che sui temi dell’eurosolidarietà è la Padania<br />
della Germania (ma con 4 m<strong>il</strong>ioni di lettori). Anche la<br />
Süddeutsche Zeitung, che pure è “di centrosinistra”. Come<br />
l’austera Faz, e <strong>il</strong> Financial Times Deutschland. Solo<br />
l’Handelsblatt ha ammesso quel che a me sembra la verità.<br />
Cioè che le classi dirigenti tedesche hanno la colpa di<br />
non aver voluto ammettere esplicitamente davanti a contribuenti<br />
ed elettori, in questi 31 mesi, che la difesa cooperativa<br />
dell’Europa era nell’interesse del paese. Perché<br />
se l’euro si rompe, la Germania avrà pure una b<strong>il</strong>ancia<br />
dei pagamenti sul P<strong>il</strong> più attiva di quella cinese, ma nana<br />
resta, nel G20, senza Europa dietro.<br />
In verità, come molti in Germania rimpiangono <strong>il</strong><br />
marco, così da noi un bel po’ di demagoghi e guru da<br />
strapazzo della rete rimpiangono la liretta, l’inflazione<br />
e la svalutazione che consentiva allo Stato di spendere<br />
fac<strong>il</strong>e <strong>il</strong>ludendo gli italiani con rendimenti a doppia cifra<br />
sui titoli pubblici. L’inflazione è un vantaggio solo per<br />
<strong>il</strong> grande debitore, cioè per lo Stato, in Italia; ma molti<br />
l’hanno dimenticato. Tornare al cuius regio, eius religio,<br />
è questa la sostanza dell’eurocrisi senza nessuno al timone.<br />
Secoli di ecumenismo che rischiano di svanire, ciascuno<br />
strigendosi alla religione del suo principe. Eppoi dicono<br />
che faccio male a preferire <strong>il</strong> mondo anglosassone.<br />
| | 8 agosto 2012 | 13
ROSSOPORPORA<br />
La tempesta<br />
sulla via<br />
di Damasco<br />
Per <strong>il</strong> patriarca maronita Béchara Raï «<strong>il</strong> conflitto<br />
in Siria minaccia tutto <strong>il</strong> Medio Oriente. Non c’è<br />
prospettiva quando le vittime sono decine ogni<br />
giorno. Per una svolta positiva delle rivolte arabe<br />
i cristiani confidano nel viaggio del Papa in Libano»<br />
di Giuseppe Rusconi<br />
Dal 14 al 16 settembre Benedetto XVI<br />
dovrebbe compiere un viaggio apostolico<br />
tanto importante quanto<br />
delicato in Libano. Pur stab<strong>il</strong>ito anche nei<br />
dettagli, resta in realtà ancora in forse: sulla<br />
visita grava l’incognita degli sv<strong>il</strong>uppi<br />
della situazione in Siria. Che, se dovesse<br />
ancora peggiorare, ripercuotendosi dunque<br />
con effetti nefasti sui frag<strong>il</strong>i equ<strong>il</strong>ibri<br />
confessionali libanesi, costringerebbe <strong>il</strong><br />
Papa a restare a Castel Gandolfo.<br />
Mentre scriviamo, si susseguono dalla<br />
Siria notizie drammatiche e appelli<br />
angosciati da parte anche dei pastori delle<br />
varie Chiese orientali. Alcuni anni fa<br />
14 | 8 agosto 2012 | |<br />
abbiamo avuto l’occasione di conoscere<br />
l’allora vescovo di Byblos Béchara Raï e da<br />
allora l’abbiamo intervistato più volte per<br />
cercare di comprendere meglio la situazione<br />
libanese, snodo fondamentale per l’avvenire<br />
del cristianesimo nel Medio Oriente.<br />
Dal marzo 2011 è diventato patriarca<br />
maronita, una figura istituzionale di grande<br />
r<strong>il</strong>evanza che storicamente è un punto<br />
di garanzia per la sussistenza e l’unità del<br />
paese. Il patriarca Raï, disponib<strong>il</strong>e come<br />
sempre anche in momenti di grande preoccupazione<br />
come quelli che sta vivendo,<br />
ha risposto alle nostre domande dalla residenza<br />
estiva di Dimane (a 1.400 metri di<br />
altitudine, nel Libano settentrionale). Sulla<br />
Siria – ricordato che lì vi sono tre dio-<br />
cesi maronite con cui è sempre in contatto<br />
– <strong>il</strong> settantaduenne patriarca osserva:<br />
«Quello che sta succedendo in Siria è molto<br />
grave e minaccioso per tutti i siriani<br />
come per i libanesi, particolarmente per<br />
i cristiani a livello politico ed economico».<br />
Patriarca, dicono che gli avvenimenti<br />
siriani siano parte della “primavera araba”.<br />
«Come si può parlare di “primavera”<br />
quando le vittime si contano tutti i giorni<br />
a decine, centinaia? Quando si distruggono<br />
le città e gli abitanti sfollati diventano<br />
profughi? Non si sa dove si andrà a finire<br />
con questa violenza, con questa guerra:<br />
al momento l’orizzonte politico è ancora<br />
chiuso». La “primavera” fin qui ha portato<br />
vantaggi ai paesi coinvolti? «A me pare
Foto: AP/LaPresse<br />
che non ci sia nessuna stab<strong>il</strong>ità politica,<br />
ad esempio, né in Libia né in Egitto. Neppure<br />
in Iraq c’è stab<strong>il</strong>ità, malgrado l’intervento<br />
armato massiccio di alcuni paesi. Si<br />
nota in genere che con la “primavera” si<br />
fa un passo indietro sui piani della convivenza<br />
e dell’auspicata democrazia. I cristiani<br />
in ogni caso sono chiamati a perseverare<br />
nella presenza e nella testimonianza<br />
a favore della civ<strong>il</strong>tà nata dal Vangelo».<br />
Patriarca, in una nostra recente intervista<br />
<strong>il</strong> cardinale Tauran, a proposito di<br />
un eventuale intervento armato in Siria,<br />
aveva richiamato l’attualità delle parole<br />
di Giovanni Paolo II nel 2003: «Mai più la<br />
guerra!». Lei è d’accordo? «Ogni intervento<br />
armato è sempre più malefico che benefi-<br />
A destra, dall’alto in basso,<br />
<strong>il</strong> patriarca maronita Béchara<br />
Raï; una marcia contro <strong>il</strong> regime<br />
di Bashar el Assad, accusato<br />
di soffocare l’opposizione nel<br />
sangue; m<strong>il</strong>itari siriani in festa<br />
dopo aver sedato una rivolta in<br />
un quartiere di Damasco. Sopra,<br />
un’esplosione nella capitale<br />
co. Noi siamo sempre stati per l’intesa e<br />
la soluzione nel dialogo, lontano dal linguaggio<br />
delle armi. Intanto in Siria bisogna<br />
mettere termine ad ogni costo al conflitto<br />
armato. In ogni caso ogni intervento<br />
m<strong>il</strong>itare accrescerebbe i danni umani e<br />
materiali, aumenterebbe odio e divisioni,<br />
rallenterebbe fortemente ogni soluzione<br />
di pace. Sono la comunità internazionale<br />
e gli uomini di buona volontà che hanno<br />
<strong>il</strong> dovere di intervenire in modo positivo<br />
sia a livello politico che sociale».<br />
LA VISITA DI BENEDETTO. Anche <strong>il</strong><br />
Libano, secondo <strong>il</strong> patriarca Raï, soffre<br />
per la situazione in Siria. «Il nostro paese,<br />
essendo legato organicamente al mondo<br />
mediorientale, si trova influenzato dagli<br />
avvenimenti regionali. Purtroppo oggi è<br />
diviso a causa del conflitto tra sciiti e<br />
sunniti a livello internazionale, da cui si<br />
fanno condizionare anche i libanesi delle<br />
rispettive appartenenze. Tale conflitto<br />
paralizza quasi totalmente la vita politica<br />
ed economica nazionale. Non tutti i libanesi,<br />
particolarmente i musulmani, manifestano<br />
lealtà verso <strong>il</strong> bene superiore della<br />
nazione: fanno invece prevalere gli interessi<br />
della propria comunità. Quanto a<br />
noi, continuiamo ad agire con tutti i mezzi<br />
per la ricostituzione dell’unità nazionale».<br />
In tale contesto, subito dopo l’elezione<br />
a patriarca, Béchara Raï ha convocato<br />
a Bkerké dapprima i capi cristiani del-<br />
| | 8 agosto 2012 | 15
ROSSOPORPORA LA TEMPESTA SULLA VIA DI DAMASCO<br />
le diverse fazioni, poi ha promosso alcuni<br />
incontri tra i capi delle diverse religioni.<br />
«E ora si sta preparando un vertice in<br />
tal senso a livello mediorientale. Devo dire<br />
che alla fine di ogni incontro interreligioso<br />
è stato emesso un comunicato ufficiale<br />
proprio per ribadire i princìpi (cui i capi<br />
religiosi sono tenuti) sui quali si fonda <strong>il</strong><br />
Libano: sempre c’è stato l’appello ai politici<br />
perché rispettino tali “costanti nazionali”<br />
così da contribuire all’edificazione<br />
di una società libanese unita e caratterizzata<br />
dal pluralismo culturale e religioso».<br />
Venendo alla visita del<br />
Papa, quale atteggiamento<br />
palesano i musulmani<br />
libanesi verso Benedetto<br />
XVI? «Siano essi sunniti o<br />
sciiti, hanno una grande<br />
venerazione per la persona<br />
del Santo Padre, sono<br />
entusiasti di accoglierlo».<br />
Che cosa si attendono i<br />
cristiani dal pellegrinaggio<br />
libanese di papa Ratzinger?<br />
«Sono trepidanti,<br />
pieni di gioia. Sarà per tutti<br />
noi una visita di incoraggiamento,<br />
di sostegno<br />
morale, di speranza in un<br />
momento storico così cri-<br />
tico nel paese e nell’intero<br />
Medio Oriente. Spero<br />
proprio che la visita del<br />
Papa riesca a promuovere<br />
una “primavera cristiana”<br />
nel Medio Oriente, contribuendo<br />
molto all’auspicata<br />
e necessaria evoluzione<br />
di una “primavera araba” intesa in senso<br />
positivo. La Chiesa e la presidenza della<br />
Repubblica sono in questi giorni nel pieno<br />
della preparazione della visita; è stato<br />
costituito un comitato centrale di coordinamento<br />
per i diversi avvenimenti: la firma<br />
e la proclamazione dell’esortazione<br />
apostolica post-sinodale, l’incontro con<br />
i giovani libanesi, la Messa conclusiva».<br />
In sintesi, patriarca, quali saranno i punti<br />
più importanti dell’esortazione? «Nel<br />
documento si paleserà un piano pastorale<br />
per la Chiesa cattolica nel Medio Oriente,<br />
che racchiuderà certamente tre grandi<br />
dimensioni: la presenza effettiva dei<br />
cristiani in un contesto sociale molto problematico<br />
(con un richiamo al loro passato<br />
così incisivo e importante nei duem<strong>il</strong>a<br />
anni di presenza), la comunione della<br />
Chiesa cattolica con quelle ortodosse e<br />
protestanti, la testimonianza del dialogo<br />
interreligioso a livello dei diversi servizi<br />
culturali e sociali dei cristiani e nel dialogo<br />
di vita quotidiana».<br />
16 | 8 agosto 2012 | |<br />
Anche <strong>il</strong> Libano,<br />
come tutto <strong>il</strong> Medio<br />
Oriente, secondo<br />
<strong>il</strong> patriarca Raï è<br />
influenzato dalle<br />
lotte tra sciiti e<br />
sunniti che hanno<br />
alimentato le rivolte<br />
arabe. Nelle foto a<br />
lato, dimostrazioni<br />
a Beirut e Sidone<br />
pro e contro Assad.<br />
Sotto, i cardinali<br />
O’Brien e Schönborn<br />
(con Benedetto XVI)<br />
«Spero proprio che la visita del Papa riesca<br />
a promuovere una “primavera cristiana”<br />
nel Medio Oriente, contribuendo molto<br />
all’auspicata e necessaria evoluzione di una<br />
“primavera araba” intesa in senso positivo»<br />
WOELKI E LE COPPIE GAY. In “Rossoporpora”<br />
di giugno (vedi <strong>Tempi</strong> numero<br />
27) si era riferito ampiamente di approcci<br />
cardinalizi differenti alla questione dei<br />
cosiddetti “matrimoni gay” e dintorni.<br />
Questa volta ritroviamo alcuni dei protagonisti<br />
impegnati nel tentativo di chiarire<br />
le loro affermazioni. In particolare se<br />
ne ricorderà una – che aveva provocato<br />
accese controversie – del cardinale Rainer<br />
Maria Woelki durante <strong>il</strong> Katholikentag di<br />
maggio a Mannheim: «Se in una relazione<br />
omosessuale i due partecipanti si amano<br />
in modo duraturo e fedele, bisogna considerarla<br />
alla stregua di un rapporto tra due<br />
persone eterosessuali». Ora l’arcivescovo<br />
di Berlino, intervistato dal noto settimanale<br />
tedesco Die Zeit nel numero con data<br />
28 giugno 2012 e posto davanti alla richiesta<br />
di confermare tale considerazione,<br />
risponde partendo dal rifiuto dell’emarginazione<br />
degli omosessuali contenuto<br />
nel Catechismo della Chiesa cattolica: «Se<br />
io prendo sul serio tale atteggiamento di<br />
accoglienza, non posso vedere nelle relazioni<br />
omosessuali solo una “violazione<br />
della legge naturale” com’è formulata nel<br />
Catechismo». Perciò, ragiona <strong>il</strong> cardinale,<br />
«cerco anche di comprendere, di guardare<br />
con rispetto al fatto che ci sono persone<br />
che si assumono una responsab<strong>il</strong>ità l’una<br />
verso l’altra e che tali persone si sono promesse<br />
fedeltà e cura reciproca; questo<br />
anche al di là della mia non condivisione<br />
del loro progetto di vita». Conclude <strong>il</strong> cinquantacinquenne<br />
porporato: «Il progetto<br />
di vita, in cui noi come Chiesa cattolica<br />
ci riconosciamo, è quello del matrimonio<br />
sacramentale tra un uomo e una donna,<br />
aperto alla nuova vita. Questo ho detto<br />
a Mannheim immediatamente prima<br />
dell’affermazione citata». Che dunque è<br />
pienamente confermata.<br />
VIENNA NON CAMBIA CHIESA. Un’altra<br />
decisione cardinalizia in materia aveva<br />
fatto molto discutere: l’assenso dato a fine<br />
marzo dal cardinale Christoph Schönborn<br />
all’elezione nel Consiglio pastorale<br />
di una parrocchia dell’arcidiocesi di<br />
Vienna di un omosessuale dichiarato e<br />
praticante. Anche <strong>il</strong> porporato austriaco<br />
ha poi cercato di chiarire la sua decisione,<br />
in un’intervista al settimanale cattolico<br />
più diffuso negli Stati Uniti, l’Our Sun
Foto: AP/LaPresse<br />
day Visitor (nel numero con data 5 luglio<br />
2012). «Prima di tutto – dice <strong>il</strong> presule sessantasettenne<br />
al giornalista – credo che<br />
si trattasse di una situazione molto locale<br />
(a very local situation), certamente non<br />
adatta a una discussione pubblica». E prosegue:<br />
«La sola cosa che ho messo in chiaro<br />
è che, se ho adottato tale decisione in<br />
una circostanza molto precisa, ciò non<br />
significava affatto che essa comportasse<br />
un qualsiasi cambiamento nel mio riferirmi<br />
al magistero cattolico». Evidenzia poi<br />
<strong>il</strong> cardinale: «Il fatto è che talvolta ci confrontiamo<br />
con situazioni oggettivamente<br />
disordinate, ma dobbiamo farlo con la<br />
speranza che gli interessati siano incamminati<br />
sulla via della fede. Noi siamo una<br />
comunità di peccatori e dobbiamo tutti<br />
migliorare le nostre vite. Dobbiamo ancora<br />
percorrere un tratto di strada per essere<br />
sempre più conformi nel nostro vivere<br />
agli insegnamenti del Signore». Poi un’annotazione<br />
puntuale sul caso della parrocchia<br />
di Stützenhofen e del ventiseienne<br />
Florian Stangl: «Sono sicuro che <strong>il</strong> giovane<br />
è sulla via di una vita cristiana e vuole<br />
conformare sempre più i suoi comportamenti<br />
ai progetti di Dio. Sono stato chiaro<br />
con lui sul magistero della Chiesa, ma<br />
noi dobbiamo avere pazienza». Inoltre –<br />
ribadisce l’arcivescovo di Vienna – la sola<br />
cosa che ho richiesto è di credere che io<br />
non ho preso con superficialità e arbitrariamente<br />
la decisione di confermare l’elezione<br />
nel Consiglio pastorale e che in nessun<br />
modo sto negando <strong>il</strong> magistero ecclesiale<br />
sulla questione».<br />
LO SCOZZESE IMPAVIDO. Intanto <strong>il</strong><br />
cardinale Keith O’Brien, arcivescovo di<br />
Edimburgo, continua a evidenziare i gravi<br />
rischi per la società di un’equiparazione<br />
tra <strong>il</strong> matrimonio eterosessuale e le unioni<br />
omosessuali. Dopo la vigorosa lettera<br />
aperta, di cui si sono riportati ampi stralci<br />
nella scorsa edizione di “Rossoporpora”, <strong>il</strong><br />
porporato settantaquattrenne ha chiesto<br />
al governo scozzese (come si legge sul quotidiano<br />
The Scotsman di lunedì 16 luglio)<br />
di sottoporre a referendum la revisione<br />
legislativa che intende equiparare le unioni<br />
omosessuali al matrimonio. Il motivo?<br />
I cittadini si interessano delle questioni<br />
morali fondamentali e quindi i politici<br />
«dovrebbero avere fiducia nel popolo<br />
e lasciar decidere gli scozzesi in materia».<br />
Del resto sono state quasi 80 m<strong>il</strong>a le<br />
risposte giunte al governo entro dicembre,<br />
mentre nella consultazione riguardo<br />
all’indipendenza della Scozia erano state<br />
26 m<strong>il</strong>a. In quest’ultimo caso <strong>il</strong> referendum<br />
è stato indetto per <strong>il</strong> 2014.<br />
«A me pare che non ci sia<br />
stab<strong>il</strong>ità politica né in Libia<br />
né in Egitto né in Iraq. Si nota<br />
che con la “primavera” si fa<br />
in genere un passo indietro<br />
sui piani della convivenza e<br />
dell’auspicata democrazia»<br />
Tuttavia <strong>il</strong> portavoce dell’esecutivo la<br />
sera del 17 luglio ha escluso <strong>il</strong> referendum<br />
sui “matrimoni omosessuali”, adducendo<br />
che si tratterebbe di questioni di coscienza<br />
e non di Costituzione. Entro fine luglio <strong>il</strong><br />
governo deciderà perciò le modalità della<br />
revisione legislativa. Il “no” al referendum<br />
può essere fac<strong>il</strong>mente interpretato come<br />
una reazione dettata dalla paura che gli<br />
scozzesi potessero respingere la proposta:<br />
secondo i risultati di un recente sondaggio<br />
apparsi sul quotidiano The Herald,<br />
infatti, la maggior parte dell’elettorato<br />
della nazione resta contraria all’equiparazione.<br />
Insomma, una volta ancora vince<br />
una sorta di “democrazia à la carte”,<br />
da ut<strong>il</strong>izzare solo quando conviene. Forse<br />
si ricorderà che perfino in Svizzera si era<br />
tentato fino all’ultimo di evitare <strong>il</strong> voto<br />
popolare sul blocco della costruzione dei<br />
minareti: sforzi antidemocratici comprensib<strong>il</strong>i<br />
nell’ottica dei loro promotori, dato<br />
che poi <strong>il</strong> 29 novembre 2009 oltre <strong>il</strong> 57 per<br />
cento dei votanti si pronunciò a favore della<br />
proposta invisa alla larga maggioranza<br />
dei partiti, di altre istituzioni religiose e<br />
sindacali e della crème culturale.<br />
Per via delle sue schiette e inequivocab<strong>il</strong>i<br />
affermazioni contrarie al riconoscimento<br />
legale del cosiddetto “matrimonio<br />
omosessuale”, del cardinale O’Brien aveva<br />
auspicato l’arresto <strong>il</strong> cantante pop trentatreenne<br />
W<strong>il</strong>l Young, durante la trasmissione<br />
di punta Question Time <strong>il</strong> 9 marzo<br />
scorso (vedi <strong>il</strong> sito della Bbc). Il già vincitore<br />
del programma televisivo Pop Idol ha<br />
definito in tale occasione le forti valutazioni<br />
del porporato come tali da suscitare<br />
«ribrezzo», degne come sarebbero dell’età<br />
della pietra. Il cardinale O’Brien per W<strong>il</strong>l<br />
Young sarebbe una persona «ripugnante»:<br />
del resto se avesse fatto affermazioni sim<strong>il</strong>i<br />
su temi razziali o religiosi, sarebbe già<br />
stato tradotto davanti a un giudice. Alla<br />
giornalista Janice Atkinson, che gli faceva<br />
osservare come, secondo i suoi ragionamenti,<br />
ogni sacerdote che esprima un<br />
parere a difesa del matrimonio tradizionale<br />
dovrebbe essere incriminato, <strong>il</strong> cantante<br />
ha risposto che «sì, sarebbe proprio<br />
giusto!». W<strong>il</strong>l Young è certo un magnifico<br />
esemplare del “politicamente corretto”<br />
nella sua accezione muscolare. n<br />
| | 8 agosto 2012 | 17
L’INTERVENTO<br />
DA CAVOUR AL GOVERNO TECNICO<br />
Perché sono 150 anni che lo Stato<br />
tenta di papparsi le feste cattoliche<br />
18 | 8 agosto 2012 | |<br />
di Angela Pellicciari<br />
Fino a giovedì 19 luglio sembrava che <strong>il</strong> governo<br />
Monti, in nome dell’emergenza economica e della<br />
necessità di produrre di più, fosse intenzionato ad<br />
accorpare alcune festività religiose e civ<strong>il</strong>i. Poi, <strong>il</strong> giorno<br />
dopo, al Consiglio dei ministri, <strong>il</strong> capo del governo ha<br />
smentito questa ipotesi. Vedremo se non ci saranno ulteriori<br />
ripensamenti. Comunque sia, c’è poco di nuovo<br />
sotto <strong>il</strong> sole. Numerosi e reiterati sono stati i tentativi dei<br />
governi della Repubblica di farci lavorare nei giorni di festa:<br />
gli italiani andrebbero aiutati a dedicare più tempo<br />
al lavoro. Oggi ne andrebbe di un punto del P<strong>il</strong>. E allora<br />
via alla razionalizzazione delle solennità dei Patroni,<br />
dell’Immacolata e dei Santi. Come se gli eventi che quelle<br />
festività commemorano fossero equivalenti: la Vergine<br />
senza peccato, la festa dei santi Pietro e Paolo o di Ambrogio<br />
o di Gennaro o quella di tutti i santi, potrebbero<br />
essere spostati a piacimento, un giorno vale l’altro.<br />
E no! Non è così. Un giorno non vale l’altro. Un giorno<br />
non è la stessa cosa di un altro perché le feste cristiane<br />
non sono feste ideologiche come quelle della donna,<br />
della mamma, del papà, dei nonni e così via. Sono feste<br />
storiche, cioè legate a fatti. Ambrogio, Gennaro e i vari<br />
patroni che festeggiamo sono saliti al cielo in un giorno<br />
determinato, non in un altro. E noi li ricordiamo quasi<br />
sempre nel giorno della loro nascita alla vita eterna.<br />
Non è solo un problema di produttività<br />
Le statistiche dicono che siamo all’11 per cento della<br />
popolazione senza lavoro. Sono tanti quelli che cercano<br />
un impiego con pochissime speranze di trovarlo: sia<br />
giovani che uomini e donne adulti che <strong>il</strong> lavoro lo hanno<br />
perso. Per contro, tantissimi italiani fanno due o anche<br />
tre lavori: la laboriosità e l’ingegnosità del nostro<br />
popolo sono cosa nota.<br />
Bisognava attendere l’unità d’Italia all’epoca dei Savoia<br />
e dei liberali governi sardi perché gli italiani venissero<br />
dipinti come buontemponi, fannulloni e inguarib<strong>il</strong>i<br />
festaioli. Il 9 marzo 1850, da poco entrato nell’agone<br />
politico, alla Camera dei deputati del parlamento subalpino<br />
Cam<strong>il</strong>lo Benso conte di Cavour afferma: «Io penso<br />
che un soverchio numero di feste torni fuor misura nocevole<br />
alle classi operanti perché siffatte feste straordinarie<br />
non si dedicano per lo più al riposo, ma si spendono<br />
in quella vece in sollazzi e mali altri usi». Il moralista<br />
Cavour, che di “sollazzi” se ne concedeva parecchi, toglie<br />
ai poveri i pochi che hanno. Cavour conduce un attacco<br />
frontale all’accattonaggio e alle festività religiose perché<br />
vuole giustificare e preparare <strong>il</strong> terreno alla soppressione<br />
di tutti gli ordini religiosi (ordini della Chiesa cattolica<br />
che <strong>il</strong> primo articolo dello Statuto definisce religione<br />
di Stato) a cominciare da quelli mendicanti. Gli uomini<br />
del risorgimento sono convinti che francescani e domenicani<br />
passino la vita oziando essendo poi costretti a<br />
chiedere l’elemosina come <strong>il</strong> loro stesso nome indica. Un<br />
pessimo esempio. La cancellazione degli ordini religiosi<br />
permette a Cavour di consolidare l’appoggio delle potenze<br />
protestanti e liberal-massoniche che sono i grandi<br />
(e unici) sponsor dell’unità d’Italia sotto i Savoia. Scrive<br />
Rosario Romeo a proposito della politica religiosa dei<br />
governi Cavour: <strong>il</strong> conte ben «conosceva l’influsso che i<br />
gruppi protestanti avevano sull’opinione pubblica inglese.<br />
Un argomento di politica estera di fondamentale importanza<br />
si aggiungeva dunque alle motivazioni ideologiche<br />
del liberalismo cavouriano in fatto di religione».<br />
A quali interessi e a quali valori ci dobbiamo omologare<br />
oggi? La pretestuosità dell’attacco alle festività<br />
religiose, opportunamente accomunate a quelle civ<strong>il</strong>i,<br />
dovrebbe essere evidente. Ad essere in gioco è, ancora<br />
una volta, una questione morale. Morale liberale, fin<br />
dall’inizio dell’Italia unita opposta e contraria a quella<br />
cattolica.
ESTERI<br />
Primavera<br />
ebraica<br />
in Ungheria<br />
20 | 8 agosto 2012 | |<br />
l’oriente europeo<br />
Vent’anni fa erano decimati dalle persecuzioni.<br />
oggi si riappropriano di antichi luoghi e tradizioni<br />
aprendosi al mondo. «Allarme neonazismo?<br />
Siamo più tranqu<strong>il</strong>li per strada a Budapest<br />
che a parigi». parla <strong>il</strong> rabbino Shlomo Köves<br />
La comunità ebraica ungherese è stata<br />
storicamente la più integrata d’Europa<br />
e insieme quella che più ha<br />
sofferto a causa dell’Olocausto. Nonostante<br />
le leggi discriminatorie accumulate<br />
contro di loro a partire dal 1920, gli<br />
ebrei ungheresi sperarono fino all’ultimo<br />
di essere risparmiati dalla furia nazista<br />
a motivo della loro lealtà verso lo Stato<br />
nazionale ungherese e degli specialissimi<br />
rapporti dell’Ungheria del reggente<br />
Miklós Horthy con la Germania di Hitler.<br />
Ma dopo l’occupazione tedesca del paese<br />
nel marzo 1944 e ancor più dopo <strong>il</strong> colpo<br />
di Stato che nell’ottobre successivo depose<br />
Horthy la situazione precipitò.<br />
All’alba dell’occupazione tedesca,<br />
nei territori corrispondenti all’Ungheria<br />
attuale vivevano 400 m<strong>il</strong>a ebrei, quasi<br />
725 m<strong>il</strong>a se si considerano i territori della<br />
“Grande Ungheria” recuperati grazie<br />
all’alleanza fra <strong>il</strong> 1938 e <strong>il</strong> 1941 dei magiari<br />
con la Germania e l’Italia di Mussolini.<br />
Alla fine della Seconda guerra mondiale<br />
ne restavano in vita poco più di 200 m<strong>il</strong>a:<br />
gli altri erano stati passati per le armi o<br />
erano morti ad Auschwitz e in altri campi<br />
di sterminio. Gran parte dei sopravvissuti<br />
doveva la propria salvezza a uomini<br />
come Raul Wallenberg, Giorgio Perlasca,<br />
monsignor Angelo Rotta e altri pochi<br />
coraggiosi che oggi sono ricordati come<br />
“Giusti tra le Nazioni” nel museo Yad<br />
Vashem di Gerusalemme. Oggi gli ebrei<br />
che vivono in Ungheria sono circa 100<br />
m<strong>il</strong>a, per più del 90 per cento insediati a<br />
Budapest. Dal punto di vista dottrinale gli<br />
ebrei ungheresi sono divisi dal 1868 in tre<br />
correnti: quella dei riformatori “neologhi”,<br />
quella dei tradizionalisti ortodossi,<br />
e quella degli ortodossi “statusquo ante”,<br />
una sorta di terza posizione minoritaria<br />
a cavallo fra riformatori e tradizionalisti.<br />
Nel 2003 gli ebrei ungheresi dello “statusquo”<br />
si sono riorganizzati con l’assistenza<br />
del movimento internazionale ortodosso<br />
Chabad-Lubavitch, che è attualmente<br />
la più grande organizzazione ebraica<br />
del mondo. Il loro rabbino capo, Shlomo<br />
Köves, ha accettato di r<strong>il</strong>asciarci un’ampia<br />
intervista sulla realtà dell’ebraismo<br />
nell’Ungheria contemporanea e sulla questione<br />
dell’asserita ripresa dell’antisemitismo<br />
nel paese.<br />
Rabbino, la storia degli ebrei d’Ungheria<br />
è singolare. Cosa sta facendo la sua<br />
congregazione per riattivare la presenza<br />
ebraica?<br />
È vero, oggi gli ebrei in Ungheria sono<br />
circa 100 m<strong>il</strong>a, e la maggioranza di essi è<br />
secolarizzata o addirittura non ha quasi<br />
coscienza della sua identità ebraica. I<br />
miei stessi genitori sono divenuti consa-<br />
Ap/lapresse<br />
pevoli della loro ebraicità solo quando Foto:
«Vent’anni fa l’unica scuola media ebraica<br />
ammessa aveva tre studenti, oggi abbiamo<br />
tre scuole superiori con 600 ragazzi e una<br />
università dove hanno studiato 5 m<strong>il</strong>a giovani»<br />
A lato, festa per<br />
la ridedicazione<br />
di una sinagoga<br />
a Budapest nel<br />
2010. In alto, la<br />
piazza degli Eroi<br />
della città invasa<br />
dai param<strong>il</strong>itari<br />
legati al partito<br />
di estrema destra<br />
Jobbik, dichiarati<br />
fuori legge nel<br />
2009; più in<br />
basso, la stessa<br />
piazza durante i<br />
festeggiamenti<br />
di Hanukkah.<br />
Sotto, <strong>il</strong> rabbino<br />
capo Shlomo<br />
Köves<br />
erano già adolescenti. Le comunità ebraiche<br />
principali in Ungheria sono tre, diverse<br />
per dottrina, visione del mondo e prospettive<br />
per <strong>il</strong> futuro. Io sono <strong>il</strong> rabbino<br />
capo dei cosiddetti ebrei “statusquo<br />
ante”, che oggi sono aff<strong>il</strong>iati al movimento<br />
Chabad-Lubavitch. Crediamo nei valori<br />
dell’ortodossia ma siamo aperti sul mondo,<br />
abbiamo rapporti con tutti. Le nostre<br />
priorità sono l’educazione dei giovani,<br />
l’apertura al mondo e la riorganizzazione<br />
della comunità, un obiettivo che in<br />
Ungheria è di fondamentale importanza.<br />
A causa prima dell’Olocausto e poi del<br />
comunismo molti ebrei ungheresi hanno<br />
cessato di dichiararsi tali, la loro ebraicità<br />
è diventata un tabù ai loro stessi occhi.<br />
Noi lavoriamo per riattivarli come ebrei,<br />
perché considerino positivamente la loro<br />
identità ebraica, prima ancora di diventare<br />
eventualmente praticanti. Per questo,<br />
oltre alle nostre sette sinagoghe (cinque<br />
a Budapest, una a Debrecen e un’altra a<br />
Szecen), abbiamo scuole, as<strong>il</strong>i, strutture<br />
per l’educazione degli adulti, case editrici,<br />
newsletter. Con queste strutture<br />
| | 8 agosto 2012 | 21
ESTERI l’oriente europeo<br />
riattiviamo gli ebrei nella vita ebraica e<br />
informiamo i non ebrei e l’intera società<br />
circa la realtà dell’ebraismo.<br />
Quanti sono gli ebrei ungheresi che si<br />
possono considerare praticanti?<br />
Ci sono molti livelli di pratica. A frequentare<br />
le sinagoghe durante le feste<br />
principali sono 6-7 m<strong>il</strong>a persone in tutto<br />
<strong>il</strong> paese. In base al livello di osservanza<br />
dei precetti la cifra osc<strong>il</strong>la, a seconda<br />
del punto di vista, fra i 5 e i 10 m<strong>il</strong>a. L’alimentazione<br />
strettamente kosher è praticata<br />
da non più di 300-400 persone in tutta<br />
l’Ungheria.<br />
Dobbiamo parlare di un momento di rinascita<br />
o di un momento di declino della<br />
vita ebraica in Ungheria?<br />
Di rinascita, certamente. Negli ultimi<br />
venti anni gli ebrei ungheresi, specialmente<br />
i giovani, hanno riscoperto<br />
la loro identità e la manifestano apertamente;<br />
sono state ricostituite le infrastrutture<br />
ebraiche e c’è una nuova generazione<br />
che non ha paura di dichiarare<br />
le proprie radici anche se non è praticante.<br />
Vent’anni fa l’unica scuola media<br />
ebraica ammessa in epoca comunista<br />
aveva tre studenti, oggi abbiamo tre<br />
scuole medie superiori con 600 studenti<br />
e un’università ebraica dove nell’arco<br />
di dieci anni hanno studiato 5 m<strong>il</strong>a giovani.<br />
Vent’anni fa non c’erano ristoranti<br />
kosher, oggi ce ne sono quattro, più altri<br />
ristoranti e caffè di tradizione ebraica.<br />
Ci sono due teatri dove si recitano autori<br />
ebraici, centri culturali e un festival di<br />
cultura ebraica estivo.<br />
Sotto <strong>il</strong> comunismo l’educazione e la<br />
cultura ebraica non erano ammesse?<br />
Assolutamente no! Non era tollerata<br />
nessuna espressione o iniziativa culturale<br />
ebraica: l’ebraismo era ridotto al culto<br />
strettamente inteso. Nessuna educazione,<br />
nessuna vita culturale, nessuna vita<br />
comunitaria erano permessi, per timore<br />
che l’aggregazione diventasse<br />
qualcosa ost<strong>il</strong>e al<br />
regime. C’era solo la scuola<br />
con due o tre studenti di<br />
cui ho detto prima.<br />
Cosa dice dell’attuale<br />
momento storico? Gli<br />
ebrei si trovano a loro agio in Ungheria<br />
oggi o ci sono motivi di inquietudine?<br />
Non è fac<strong>il</strong>e rispondere a questa<br />
domanda. È in corso un processo certamente<br />
non buono. L’estremismo sta<br />
alzando la voce, <strong>il</strong> linguaggio antisemita<br />
sta diventando sempre più comune. In<br />
parlamento è presente un partito razzista<br />
e antisemita, e questo è un problema per<br />
tutto <strong>il</strong> paese, non solo per gli ebrei. Fra i<br />
quali i più preoccupati sono gli anziani, a<br />
22 | 8 agosto 2012 | |<br />
«Certamente chi ha votato Jobbik non lo ha<br />
fatto per sostenere un programma politico<br />
antisemita. Il peggioramento attuale ha a<br />
che fare con le difficoltà economiche recenti»<br />
motivo delle esperienze del passato.<br />
Trova che <strong>il</strong> sentimento antisemita, che<br />
è sempre esistito in Ungheria come in<br />
altri paesi europei, sia in crescita?<br />
Senz’altro sta alzando la voce. Anche<br />
in passato, per dire la verità ci sono stati<br />
in parlamento partiti politici a vocazione<br />
antisemita. Fra <strong>il</strong> 1990 e <strong>il</strong> 2002 c’era<br />
un partito chiamato Miep che aveva idee<br />
sim<strong>il</strong>i a quelle dell’attuale Jobbik. Senz’altro<br />
quello che sta succedendo ha a che<br />
fare con la crisi economica e finanziaria<br />
internazionale: infatti l’estrema destra<br />
cresce in tutti i paesi europei. A dire la<br />
verità nella sua propaganda Jobbik insiste<br />
molto più sulla demonizzazione dei rom,<br />
che in Ungheria sono molto più numerosi<br />
degli ebrei e che sono concentrati nel<br />
nord e nell’est del paese, dove c’è un forte<br />
problema di disoccupazione e la qualità<br />
della vita è bassa. E certamente <strong>il</strong> 16<br />
per cento di ungheresi che ha votato Jobbik<br />
non lo ha fatto per sostenere un programma<br />
politico antisemita. Però <strong>il</strong> partito<br />
usa quel tipo di linguaggio, e questo fa<br />
paura, perché cambia in peggio nel tempo<br />
<strong>il</strong> modo di pensare della gente.<br />
La spiegazione del fenomeno sta tutta
Foto: AP/LaPresse<br />
Circa 600 m<strong>il</strong>a ebrei ungheresi vennero<br />
deportati nei campi di concentramento<br />
nazisti. Sopra, <strong>il</strong> memoriale della Shoah di<br />
Budapest. A sinistra, la commemorazione<br />
nelle difficoltà economiche di oggi?<br />
No, c’è sempre stata una componente<br />
razzista nella società ungherese. L’isolamento<br />
linguistico e una storia unica<br />
per molti aspetti hanno favorito una certa<br />
chiusura. Ma <strong>il</strong> peggioramento attuale<br />
ha a che fare con le ristrettezze economiche<br />
recenti.<br />
La comunità ebraica si sente protetta<br />
dallo Stato, dal governo, oppure ha dei<br />
dubbi?<br />
Lo Stato ha sempre assicurato che<br />
proteggerà la comunità ebraica e io non<br />
ho motivi di dubitare, sia che governi<br />
la destra oppure la sinistra. Non vedo in<br />
alcun modo che noi si debba avere paura<br />
del governo attuale. Altra questione sono<br />
i loro rapporti con l’estrema destra e che<br />
parte avrà quest’ultima in futuro. Detto<br />
questo, se paragono la condizione degli<br />
ebrei in Ungheria con quella degli ebrei<br />
in altri paesi europei, bisogna riconoscere<br />
che un ebreo si sente più tranqu<strong>il</strong>lo<br />
per strada qui a Budapest che in Francia<br />
o in Belgio.<br />
Ma c’è qualcosa che <strong>il</strong> governo può fare<br />
per rassicurarvi, per venirvi incontro?<br />
Diciamo quello che hanno già fatto:<br />
bisognava restituire le proprietà immob<strong>il</strong>iari<br />
alle comunità ebraiche, e questo è<br />
stato fatto. L’Ungheria è <strong>il</strong> paese dell’Europa<br />
dell’Est che negli ultimi venti anni<br />
più si è impegnato nella restituzione agli<br />
ebrei delle infrastrutture espropriate nei<br />
decenni precedenti: non si sarebbe potuto<br />
fare di più. Dove invece si può migliorare<br />
è nell’educazione delle giovani generazioni:<br />
si può fare di più per far conoscere<br />
la realtà dell’Olocausto, per insegnare<br />
<strong>il</strong> rispetto di tutte le minoranze.<br />
Poi mi aspetto che l’attuale coalizione di<br />
governo tracci un confine più netto fra sé<br />
e l’estrema destra. Ci sono stati recentemente<br />
funerali di noti esponenti antisemiti<br />
che hanno visto la partecipazione di<br />
esponenti della maggioranza: questa non<br />
è una cosa in sé importante, però ha un<br />
valore simbolico, e lo si potrebbe evitare.<br />
Allo stesso modo <strong>il</strong> governo non è responsab<strong>il</strong>e<br />
delle statue e delle lapidi commemorative<br />
dedicate al reggente Horty inau-<br />
«Lo Stato ha<br />
sempre assicurato<br />
che proteggerà la<br />
comunità ebraica.<br />
L’Ungheria è <strong>il</strong><br />
paese dell’Europa<br />
dell’Est che negli<br />
ultimi venti anni<br />
più si è impegnato<br />
nella restituzione<br />
agli ebrei dei beni<br />
espropriati»<br />
gurate recentemente da amministrazioni<br />
locali, però potrebbe almeno prendere le<br />
distanze da queste iniziative, che celebrano<br />
un uomo sotto la cui amministrazione<br />
sono stati deportati centinaia di migliaia<br />
di ebrei. Invece preferisce <strong>il</strong> s<strong>il</strong>enzio. Ecco,<br />
su queste cose preferirei dal governo un<br />
prof<strong>il</strong>o più deciso. Recentemente un esponente<br />
di Jobbik in parlamento ha evocato<br />
un delitto di sangue attribuito agli<br />
ebrei nell’Ottocento, che anche la giustizia<br />
del tempo aveva dichiarato insussistente.<br />
Io ho condannato pubblicamente<br />
questa provocazione, e <strong>il</strong> primo ministro<br />
Viktor Orban mi ha telefonato per esprimermi<br />
solidarietà. Di questo gli do atto.<br />
Rodolfo Casadei<br />
| | 8 agosto 2012 | 23
Foto: AP/LaPresse<br />
IL SOTTOSCRITTO, LELE MORA E ILDA BOCCASSINI<br />
Lo strano caso di un deputato (io)<br />
condannato per aver fatto <strong>il</strong> bravo<br />
di Renato Farina<br />
Non ho nessuna voglia di piagnucolare per <strong>il</strong> torto subìto, anche se brucia, ma<br />
la vicenda giudiziaria di cui sono stato e ancora sono protagonista è istruttiva<br />
per tutti. La magistratura, non tutta per carità, di certo la sua squadra<br />
d’avanguardia, fa politica come i politici, ma con le manette in più. Come i lettori<br />
di <strong>Tempi</strong> sanno, l’11 luglio sono stato condannato dal gup di M<strong>il</strong>ano a due anni e otto<br />
mesi di reclusione, senza condizionale, per “falso in atto pubblico”, avendo sottoscritto<br />
come pubblico ufficiale una dichiarazione che la dottoressa Ilda Boccassini<br />
ha considerato menzognera. In essa, comp<strong>il</strong>ando un foglio prestampato, affermavo<br />
che <strong>il</strong> mio accompagnatore era in regola per entrare con me nel carcere di Opera. Si<br />
notino le date: visita a Opera 17 febbraio 2012, condanna 11 luglio. Meno di cinque<br />
mesi. Indagini, valutazione del gip, rinvio a giudizio, processo, sentenza.<br />
Sono così stati stab<strong>il</strong>iti alcuni record. Velocità del processo. Entità<br />
della condanna. Novità del tipo di reato. Mai in passato, nei 37<br />
anni da cui vige la legge sull’Ordinamento penitenziario, si era registrata<br />
la condanna di un parlamentare. C’è sempre una prima<br />
volta, si obietterà. Ma perché proprio io? Il pm Sangermano mi ha<br />
rimproverato più o meno così: «Si vergogni, lei è come quelli che<br />
parcheggiano in seconda f<strong>il</strong>a e si lamenta col vig<strong>il</strong>e perché dà la<br />
multa solo a loro». A parte che paragonare la visita a degli uomini<br />
in cella alla maleducazione stradale è orrib<strong>il</strong>e, ma domando ancora: perché <strong>il</strong> vig<strong>il</strong>e<br />
vede solo me? C’entra <strong>il</strong> fatto di essere del Pdl? Di avere avuto contenziosi giudiziari<br />
e di stampa con la pm Boccassini? Questo lo escludo. Se la dottoressa avesse avuto<br />
del rancore verso di me, la sua finezza deontologica le avrebbe certo impedito di colpire<br />
un nemico personale. E allora? C’entra la visita al “mostro” Lele Mora?<br />
Boh, in realtà facevo banalmente <strong>il</strong> mio dovere, che ha un chiaro riferimento nella<br />
Costituzione, dove è scritto che le pene devono dar prova del «senso di umanità» e<br />
«tendere alla rieducazione». E questo è possib<strong>il</strong>e se si impedisce l’isolamento del mondo<br />
dei “ristretti”. È mia responsab<strong>il</strong>ità eseguire questo mandato in carcere che è «una<br />
proiezione esterna della funzione parlamentare». La quale consiste anche nel far entrare<br />
la gente comune dentro <strong>il</strong> reame ritenuto (e questa sentenza lo conferma) dominio<br />
esclusivo delle toghe. Ci sarà l’appello, mi dicono. Avrei la tentazione di rinunciare,<br />
e fare come Guareschi, rendendo esecutiva la sentenza col lasciarmi tradurre in<br />
carcere. Ma non credo, sarebbe superbia. A me poi mi dimenticano subito.<br />
Due note anzi tre. 1) Il Corriere della Sera e le agenzie varie hanno usato un verbuccio<br />
gent<strong>il</strong>e e subliminale per descrivere i fatti. Io avrei «spacciato» per collaboratore<br />
«un amico di Lele Mora». Chiaro <strong>il</strong> messaggio, non è vero? 2) Repubblica e <strong>il</strong> Fatto<br />
non hanno dedicato una riga alla condanna. Mi sa che neanche loro sarebbero<br />
riusciti a parlar bene della procura e del gup di M<strong>il</strong>ano… Quanti loro giornalisti sono<br />
entrati in carcere “spacciandosi” per collaboratori di deputati? 3) Il presidente Fini,<br />
a cui voglio bene, non ha voluto che la Camera impedisse o almeno protestasse per<br />
questo trattamento. La Costituzione – pare, forse – non vale solo per Napolitano…<br />
Mauro Mellini, vecchio deputato radicale, mi ha scritto: «Oggi è miserevole l’acquiescenza<br />
di fronte ad esorbitanze tanto gravi e pericolose». Mi piace questo st<strong>il</strong>e antico.<br />
BORIS<br />
GODUNOV<br />
IL NOSTRO UOMO<br />
A PALAZZO<br />
Fini non ha voluto che la Camera<br />
protestasse per <strong>il</strong> mio trattamento.<br />
Il radicale Mellini mi ha scritto: «È<br />
miserevole l’acquiescenza di fronte<br />
ad esorbitanze tanto pericolose»<br />
Farina è stato condannato a<br />
2 anni e 8 mesi per essersi<br />
portato dietro una persona,<br />
dichiarandola un collaboratore,<br />
durante una visita a Lele Mora<br />
nel carcere m<strong>il</strong>anese di Opera<br />
| | 8 agosto 2012 | 25
interni<br />
26 | 8 agosto 2012 | |<br />
presunti colpevoli<br />
Condannati<br />
al carcere<br />
preventivo<br />
le vicende dei “sequestrati” di M<strong>il</strong>ano rivelano<br />
inganni e abusi della custodia cautelare. Da male<br />
provvisorio a mezzo improprio per estorcere<br />
confessioni e condurre battaglie politiche. sulla<br />
pelle di migliaia di uomini, reclusi senza processo<br />
Sedici dicembre 1983. Sul Corriere<br />
della Sera veniva pubblicato un<br />
articolo dell’avvocato Guido Rossi<br />
dal titolo “Stato di diritto e leggi d’emergenza”.<br />
Nel suo fondo, Rossi scriveva: «Pur<br />
in regime d’emergenza, la cosiddetta carcerazione<br />
preventiva può essere applicata<br />
solo come mero strumento istruttorio<br />
ed entro limiti temporali strettissi-<br />
mi». Un articolo fieramente garantista, in<br />
cui si denunciava <strong>il</strong> fatto che «<strong>il</strong> rapporto<br />
libertà-detenzione si è progressivamente<br />
distorto. Si discute, infatti, di “carcerazione<br />
preventiva” e di “libertà provvisoria”.<br />
Ma prima della sentenza di condanna è la<br />
carcerazione preventiva che deve essere<br />
considerata provvisoria. La libertà provvisoria,<br />
in quanto tale, non può e non deve<br />
mai essere ritenuta provvisoria, poiché<br />
“l’imputato non è considerato colpevole<br />
sino alla condanna definitiva” (articolo<br />
27 della Costituzione)».<br />
Dieci anni dopo, nel mezzo dell’annus<br />
horrib<strong>il</strong>is di Tangentopoli, <strong>il</strong> 4 marzo<br />
1993, Rossi ritornò con un’intervista<br />
su quelle parole, riconfermando quanto<br />
scritto due lustri addietro («la carcerazione<br />
preventiva, a volte, si è trasformata in<br />
una vera e propria pena») e constatando<br />
come nell’arco di un decennio la situazione<br />
fosse rimasta «più o meno la stessa».<br />
Quasi vent’anni dopo, cosa è cambiato?<br />
Laconicamente dobbiamo registrare<br />
che la situazione è ancora “più o meno la<br />
stessa”? «Nei miei corsi universitari – racconta<br />
Luciano Violante al Foglio – leggo
22<br />
M<strong>il</strong>a<br />
Ciò che più attrae le<br />
critiche della stampa<br />
estera monitorata da<br />
Klaus Davi è <strong>il</strong> sovraffollamento:<br />
sono circa<br />
67 m<strong>il</strong>a i reclusi nelle<br />
carceri italiane, quasi<br />
22 m<strong>il</strong>a gli esuberi<br />
2<br />
Mq<br />
I giornali esteri condannano<br />
le carenze<br />
strutturali: 6 detenuti<br />
in media per cella<br />
hanno riservati 2 mq<br />
di spazio ciascuno in<br />
luogo dei 7 previsti<br />
dal Comitato Europeo<br />
864<br />
tentativi<br />
Dopo <strong>il</strong> sovraffollamento,<br />
a indignare<br />
la stampa estera è<br />
l’allarmante tasso di<br />
suicidi nelle nostre<br />
carceri. Sono 864 i<br />
tentativi registrati<br />
nell’ultimo biennio<br />
13<br />
M<strong>il</strong>a<br />
Il 42 per cento dei<br />
reclusi è in attesa di<br />
giudizio, 13 m<strong>il</strong>a sono<br />
le persone ancora in<br />
attesa del primo. Se<br />
si conferma <strong>il</strong> trend<br />
attuale, la metà risulterà<br />
innocente<br />
l’ultima lettera di Gabriele Cagliari. Per<br />
chi come me si occupa di giustizia, quello<br />
è un documento da tenere sul tavolo.<br />
Rispetto ai tempi di Mani pulite vedo una<br />
differenza: è caduta l’immunità dei colletti<br />
bianchi. È venuto meno <strong>il</strong> tema di Tangentopoli.<br />
Oggi, quando qualcuno casca<br />
nella custodia cautelare, c’è più mob<strong>il</strong>itazione.<br />
Quel che mi rincresce è che ci sia<br />
una “corporativizzazione del sentimento”,<br />
se così posso dire. Cioè che ci si mob<strong>il</strong>iti<br />
per gli aderenti alla propria cerchia,<br />
dimenticandosi dei “senza voce”». Secondo<br />
Carlo Nordio, procuratore aggiunto di<br />
Venezia e autore con Giuliano Pisapia di<br />
un bel libro (In attesa di giustizia) che alla<br />
carcerazione preventiva dedicava un capitolo,<br />
«un cambiamento, rispetto a quel-<br />
La rICerCa<br />
Le nostre galere viste<br />
dalla stampa estera<br />
Invivib<strong>il</strong>e e intollerante: è <strong>il</strong> giudizio<br />
condiviso dal 75 per cento della stampa<br />
estera sul sistema carcerario italiano.<br />
Lo sottolinea la ricerca “Allarme Carceri<br />
Italiane: tra luci e ombre, l’immagine dei<br />
nostri penitenziari sulla stampa estera”<br />
presentata <strong>il</strong> 19 luglio scorso in Parlamento<br />
dalla Klaus Davi & Co. Nelle critiche,<br />
durissime, raccolte monitorando oltre cento<br />
testate internazionali, dal New York Times<br />
al Guardian, si fa riferimento costante al<br />
sovraffollamento e alle condizioni di vita<br />
“disumane” dei detenuti. In queste pagine,<br />
alcune citazioni raccolte nel rapporto.<br />
la stagione, c’è stato, almeno quantitativamente.<br />
Allora avevamo esagerato. Qualitativamente,<br />
tuttavia, mi rimane qualche<br />
dubbio. Ancora oggi mi pare che certe<br />
carcerazioni avvengano per “far collaborare”.<br />
È un discorso sott<strong>il</strong>e, che sottende<br />
un’ipocrisia. Quando parli significa che<br />
sei pentito, quindi collabori, quindi puoi<br />
essere rimesso in libertà». Formalmente,<br />
spiega Nordio, un tale comportamento<br />
ha tutti gli strumenti giuridici per essere<br />
giustificato, ma è evidente che si tratti di<br />
una prassi sull’orlo del precipizio, in cui<br />
è fac<strong>il</strong>e cadere in dichiarazioni rese solo<br />
per evitare un ulteriore periodo di detenzione.<br />
«La verità che bisognerebbe avere <strong>il</strong><br />
coraggio di evidenziare è che la custodia<br />
cautelare è un male necessario, che cozza<br />
con la presunzione d’innocenza. Solo<br />
in caso di flagranza di reato, e per rispondere<br />
al quarto comma non scritto – e cioè<br />
che bisogna placare l’allarme sociale –,<br />
mi sentirei di dire che è una scelta obbligata.<br />
Ma per <strong>il</strong> resto dei casi, cioè quelli<br />
basati su indizi, deve valere la presunzione<br />
di innocenza. La custodia cautelare<br />
deve essere l’eccezione. Oggi, invece, se ne<br />
fa un uso non voglio dire improprio, ma<br />
certamente esagerato».<br />
I numeri relativi alla carcerazione preventiva<br />
in Italia rispecchiano la drammaticità<br />
di quelli del pianeta carceri. Circa 67<br />
m<strong>il</strong>a detenuti stanno stipati in penitenziari<br />
che ne potrebbero contenere 45 m<strong>il</strong>a.<br />
Il 42 per cento di coloro che sono dietro<br />
le sbarre è in attesa di giudizio (<strong>il</strong> doppio<br />
della media europea) e ben 13 m<strong>il</strong>a sono le<br />
persone ancora in attesa del primo. Se viene<br />
confermato <strong>il</strong> trend attuale, la metà di<br />
coloro che si trovano oggi in custodia cautelare<br />
risulterà, infine, innocente.<br />
Questo è uno dei motivi,<br />
tra gli altri, che ha spinto<br />
recentemente un centinaio<br />
di costituzionalisti a scrivere<br />
una lettera aperta al presidente<br />
della Repubblica in<br />
favore dell’amnistia per mettere<br />
fine, «con prepotente<br />
urgenza», a una palese situazione<br />
di <strong>il</strong>legalità.<br />
Circostanza che, come<br />
documentato da una ricerca<br />
presentata giovedì in Parlamento<br />
dal massmediologo<br />
Klaus Davi (“Allarme Carceri<br />
Italiane: tra luci e ombre,<br />
l’immagine dei nostri penitenziari<br />
sulla stampa estera”),<br />
inizia a trovare spazio<br />
anche sui quotidiani stranieri,<br />
che girano <strong>il</strong> coltello nella<br />
piaga delle nostre carenze,<br />
r<strong>il</strong>evando vizi noti: le pessime condizioni<br />
delle nostre strutture, <strong>il</strong> sovraffollamento,<br />
l’eterna mancanza di fondi, i tempi<br />
biblici per arrivare a sentenza e, più in<br />
generale, un cattivo funzionamento della<br />
macchina giudiziaria, anche per l’anomalo<br />
ricorso a pentiti e intercettazioni.<br />
«In ogni caso – chiosa Violante – rispetto<br />
al passato, per quanto riguarda i detenuti<br />
in carcerazione preventiva, i numeri si<br />
sono abbassati. Carceri, custodia cautelare<br />
e processo penale. È tutto <strong>il</strong> sistema che<br />
va cambiato».<br />
Chi cavalca <strong>il</strong> caso Daccò<br />
Nel frattempo, di custodia cautelare si<br />
discute soprattutto per quel che riguarda<br />
casi eclatanti. Come quello di Dario<br />
Mora detto Lele, attualmente detenuto<br />
nel carcere di Opera. Mora è stato arrestato<br />
<strong>il</strong> 20 giugno 2011 per bancarotta. È stato<br />
in custodia cautelare fino a marzo, poi<br />
ha patteggiato quattro anni e tre mesi. In<br />
cella, mentre attende gli sv<strong>il</strong>uppi su altri<br />
suoi procedimenti (Ruby e altri episodi di<br />
bancarotta), «legge, risponde alle lettere,<br />
cura un piccolo orto», racconta al Foglio <strong>il</strong><br />
suo avvocato, Gianluca Maris. È dimagrito<br />
cinquanta ch<strong>il</strong>i, «non vuole strumentalizzare<br />
le proprie condizioni di salute, ma<br />
certamente si trova in una situazione di<br />
grave disagio». Sebbene oggi rifugga qualsiasi<br />
posa vittimista («Mi dice: “Sono stato<br />
scemo”»), è oggettiva la sua condizione di<br />
difficoltà cui una detenzione domic<strong>il</strong>iare<br />
potrebbe dare un qualche sollievo.<br />
Così come i domic<strong>il</strong>iari invoca un<br />
altro detenuto, celebre più per <strong>il</strong> suo<br />
nome che per i suoi lineamenti (per mesi<br />
sono circolate sui quotidiani e sui siti<br />
internet fotografie non sue). Si tratta di<br />
| | 8 agosto 2012 | 27
interni presunti colpevoli<br />
Piero Daccò, fino a prova contraria un<br />
«innocente incensurato», per usare la definizione<br />
del governatore lombardo Roberto<br />
Formigoni. Daccò oggi si trova detenuto<br />
in custodia cautelare sempre a Opera ed<br />
è in carcere ormai da otto mesi, raggiunto<br />
da due diversi ordini, <strong>il</strong> secondo recapitato<br />
a un paio di mesi dal primo. Le accuse<br />
nei suoi confronti sono riconducib<strong>il</strong>i alle<br />
ormai note vicende degli ospedali San Raffaele<br />
e Maugeri. A settembre saprà se sarà<br />
condannato a 5 anni e 4 mesi per <strong>il</strong> primo<br />
dei suoi processi (bancarotta) e oggi attende<br />
s<strong>il</strong>enziosamente in cella di conoscere <strong>il</strong><br />
suo destino. Attorno al suo nome, intanto,<br />
però, è battaglia con <strong>il</strong> quotidiano scontro<br />
tra <strong>il</strong> governatore lombardo e i giornali<br />
Il fatto e Repubblica. Una lotta fatta<br />
a colpi di pubblicazioni di verbali secretati,<br />
fiammeggianti conferenze stampa per<br />
28 | 8 agosto 2012 | |<br />
denunciare «palesi falsità, trasfigurazioni<br />
del vero e violenza espressiva» (così Formigoni),<br />
elenchi – con tanto di sgangherate<br />
fotogallery sul web – di yacht, v<strong>il</strong>le, vini<br />
pregiati, auto di lusso. «Oggi Daccò sconta<br />
– dichiara al Foglio <strong>il</strong> suo avvocato Giampiero<br />
Biancolella – una carcerazione preventiva<br />
particolarmente severa. C’è stato<br />
un rigetto delle istanze di scarcerazione<br />
confermato dal riesame, ma mi chiedo<br />
se la detenzione possa essere ancora giustificata.<br />
Il clamore e la risonanza del suo<br />
caso rendono inimmaginab<strong>il</strong>e che qualcuno<br />
possa riferirsi a lui o che possa reiterare<br />
<strong>il</strong> reato. Non vedo anche come si possa<br />
pensare, dopo <strong>il</strong> sequestro dei suoi beni,<br />
che possa fuggire o inquinare prove, dato<br />
che tutto è stato acquisito e documentato.<br />
Anzi, è stato lo stesso Daccò a far rientrare<br />
dalla Svizzera i documenti necessa-<br />
150 spagnoli soffrono <strong>il</strong><br />
collasso delle carceri italiane nelle<br />
quali vivono 25 m<strong>il</strong>a detenuti in<br />
più rispetto alla loro capacità. (…)<br />
Molti si dicono pronti a confessare<br />
un reato non commesso pur di<br />
andarsene da questo inferno<br />
Sono 110 i tedeschi<br />
rinchiusi in prigione in Italia. (...)<br />
D’estate <strong>il</strong> caldo è insopportab<strong>il</strong>e e<br />
le celle sono sovraffollate. Circa la<br />
metà degli oltre 60 m<strong>il</strong>a prigionieri<br />
in Italia è in carcere preventivo<br />
in attesa di giudizio<br />
Molti dei quasi 1.000<br />
decessi registrati nelle carceri<br />
italiane tra gennaio 2002 e<br />
maggio 2012, di cui <strong>il</strong> 56 per<br />
cento è morto suicida e <strong>il</strong> 22 per<br />
malattia, non sono stati trattati<br />
dai media tradizionali<br />
Secondo alcune stime ci<br />
vogliono 20 anni per imporre una<br />
sentenza penale e 10 per risolvere<br />
una causa civ<strong>il</strong>e. (...) Nonostante<br />
la straordinaria mole di lavoro<br />
arretrato, i giudici si prendono<br />
circa tre mesi di ferie<br />
A Poggioreale, (...) con<br />
2.700 prigionieri per 1.300 posti<br />
di capienza massima, i detenuti<br />
rischiano pesanti vessazioni:<br />
bruciature di sigarette sulle<br />
braccia, denaro rubato,<br />
percosse e insulti
i. Perché, dunque, non gli si dà la possib<strong>il</strong>ità<br />
di essere giudicato a piede libero?». A<br />
febbraio una sentenza della Cassazione ha<br />
annullato la prima ordinanza sulla misura<br />
cautelare relativa alle vicende legate al<br />
San Raffaele, «perché – spiega Biancolella<br />
– Daccò non può essere considerato un<br />
amministratore “di fatto” dell’ospedale».<br />
Oggi è in cella, preoccupato soprattutto<br />
per la sorte dei suoi fam<strong>il</strong>iari. E continua<br />
a dichiararsi innocente.<br />
Le accuse di Antonio Simone<br />
Anche <strong>il</strong> suo socio, Antonio Simone è in<br />
custodia cautelare. Si trova nel carcere<br />
di San Vittore a M<strong>il</strong>ano dal 13 apr<strong>il</strong>e. Ha<br />
festeggiato 58 anni pochi giorni dopo l’arresto,<br />
motivato da contestazioni di reati<br />
ancora legati alla vicenda Maugeri. Politico<br />
democristiano, era già stato arrestato<br />
nel 1994 e aveva scontato un mese in<br />
detenzione preventiva, uscendo poi assolto<br />
– in un solo caso per prescrizione – da<br />
tutti i processi celebrati negli anni successivi.<br />
Anche Simone si professa innocente<br />
e lo fa pubblicamente, scrivendo,<br />
dall’11 maggio e al ritmo di una missiva<br />
al giorno, lettere che sono pubblicate sul<br />
sito del settimanale <strong>Tempi</strong>. Proprio <strong>Tempi</strong>,<br />
Simone contribuì a fondare in quel-<br />
la primavera del ‘94 mentre si trovava già<br />
dietro le sbarre, rispondendo con un epigrammatico<br />
«ci sto» alle richieste dell’allora<br />
e attuale direttore Luigi Amicone. In<br />
una delle sue ultime lettere, Simone ha<br />
scritto di «sentirsi prigioniero della politica»<br />
e di essere in carcere «perché ai pm<br />
non dico “tutto”, cioè non confermo le<br />
loro ipotesi accusatorie». Simone ha fat-<br />
to esplicito riferimento al suo<br />
coinvolgimento con Formigo- LE FOTOGRAFIE<br />
ni – con cui è amico d’antica In queste pagine, foto<br />
data e condivide l’esperienza di Giorgio Mesghetz,<br />
realizzate per la mostra<br />
ciellina – mettendo nero su<br />
“Libertà va cercando,<br />
bianco <strong>il</strong> seguente interroga- ch’è sì cara. Vig<strong>il</strong>ando<br />
tivo: «Tutto questo perché non redimere” dell’edizione<br />
accuso Formigoni, né Lucchi- del Meeting del 2008<br />
na e tantomeno altri funzionari<br />
della sanità? Se lo facessi, avrei detto<br />
“tutto” e potrei andare a casa?».<br />
Le parole di Simone hanno avuto una<br />
certa eco, tanto che una trentina di parlamentari<br />
del Pdl hanno presentato un’interrogazione<br />
al ministro della Giustizia<br />
affinché «promuova gli opportuni accertamenti<br />
in ordine alla fondatezza della<br />
narrazione di Antonio Simone e assuma<br />
tutte le iniziative del caso». Si è anche<br />
chiesto di verificare «la fondatezza di tali<br />
affermazioni per evitare anche <strong>il</strong> rischio<br />
più remoto che si possa riproporre, a venti<br />
anni di distanza da Mani pulite, <strong>il</strong> fenomeno<br />
dell’uso della custodia cautelare<br />
in carcere come strumento deviante di<br />
acquisizione della prova».<br />
Chi sta facendo quotidiana battaglia<br />
sugli abusi della carcerazione preventiva<br />
è l’onorevole pidiellino Alfonso Papa. Non<br />
solo, come noto, per ragioni personali –<br />
Papa è stato tre mesi a Poggioreale<br />
in una custodia cautelare<br />
poi dichiarata nulla dalla Cassazione<br />
– «ma anche per ragioni<br />
d’antica data. Da magistrato<br />
– precisa al Foglio – vi sono<br />
ricorso solo quattro volte, e<br />
sempre per delitti di sangue».<br />
Papa ha presentato una proposta<br />
di legge per modificare alcuni articoli<br />
del Codice di procedura penale affinché<br />
«essa diventi l’extrema ratio cui ricorrere.<br />
La custodia cautelare priva un essere umano<br />
del suo bene più prezioso dopo la vita, e<br />
cioè la sua libertà». Il deputato è molto netto<br />
nel denunciare la metamorfosi di uno<br />
strumento di tutela delle indagini in un<br />
«mezzo ordinario di anticipazione della<br />
pena nei confronti di presunti innocenti».<br />
L’iniziativa di Papa è confortata da<br />
alcuni dati di fatto che dovrebbero sol-<br />
| | 8 agosto 2012 | 29
lecitare, su diversi fronti, le forze politiche.<br />
La Commissione Europea ha più volte<br />
esortato tutti gli stati membri a limitare<br />
l’uso della custodia cautelare. Nel 2011<br />
l’Italia ha dovuto prelevare dalle proprie<br />
casse 46 m<strong>il</strong>ioni di euro per risarcire chi<br />
era finito ingiustamente in cella. La recidiva,<br />
a sette anni dalla conclusione della<br />
pena, è del 68,4 per cento per chi ha scontato<br />
i suoi debiti in cella e solo del 19 per<br />
chi ha usufruito di pene alternative.<br />
<strong>il</strong> processo come liberazione<br />
Su questi numeri e su queste basi, Papa<br />
ha presentato la sua proposta di legge per<br />
le modifiche degli articoli 275, 303, 294,<br />
310, 453 del Codice di procedura Penale<br />
affinché, schematizzando e in estrema<br />
sintesi, la durata complessiva della custodia<br />
cautelare in carcere non superi i sei<br />
mesi; gli interrogatori dei detenuti avvengano<br />
sempre alla presenza di un giudice;<br />
<strong>il</strong> collegio dell’appello del riesame non<br />
sia composto dagli stessi giudici del primo<br />
grado; <strong>il</strong> pm sia obbligato a chiedere<br />
<strong>il</strong> giudizio immediato entro trenta giorni<br />
dall’esecuzione della misura cautelare<br />
e debba richiedere la liberazione dell’indagato<br />
al fine di consentire una corretta<br />
espressione del diritto alla difesa; le<br />
persone sottoposte a custodia cautelare<br />
in carcere siano separate dai condannati<br />
in via definitiva. «È una battaglia di civ<strong>il</strong>tà»,<br />
chiosa <strong>il</strong> deputato. «Bisogna cercare<br />
di limitare gli errori, anche quelli relativi<br />
a dichiarazioni rese dopo un periodo<br />
di detenzione. Possiamo considerarle confessioni<br />
spontanee? Non credo. Persino i<br />
giudici dell’Inquisizione furono portati a<br />
chiedersi quanto potessero essere attendi-<br />
L’abuso di intercettazioni da parte di<br />
alcuni magistrati italiani è un assoluto spreco di<br />
denaro. (…) Non mancano coloro che in queste<br />
faccende ci lucrano, come personaggi della<br />
giustizia o delle forze di polizia<br />
Si rimprovera un po’ di tutto alla<br />
giustizia italiana. (...) La si definisce forte con i<br />
deboli e debole con i forti». «Con i suoi ritardi<br />
e gli errori, la giustizia italiana oramai è sim<strong>il</strong>e<br />
alla commedia dell’arte»<br />
b<strong>il</strong>i le parole di persone prostrate da un<br />
periodo di tortura».<br />
C’è un ulteriore aspetto di cui tenere<br />
conto: la pressione esercitata dall’opinione<br />
pubblica, soprattutto in relazione<br />
a casi clamorosi. «Bisogna di nuovo scindere<br />
<strong>il</strong> discorso – dice Nordio. Il giudice<br />
deve valutare l’allarme sociale che provoca<br />
un individuo colto in flagranza di reato.<br />
In casi di delitti avvenuti alla luce del<br />
sole è chiaro che la custodia cautelare sia<br />
un atto dovuto». Non è solo un modo per<br />
evitare la pressione pubblica o dei media<br />
e trovare una scorciatoia emotiva per<br />
vedere punito immediatamente <strong>il</strong> colpevole,<br />
«ma si tratta anche di preservare<br />
quello stesso da una possib<strong>il</strong>e vendetta di<br />
ritorno». Ma nei casi di personaggi la cui<br />
vicenda ha carattere solo indiziario, «la<br />
presunti colpevoli interni<br />
malagiustizia<br />
1959-2010<br />
L’Italia viola i diritti<br />
umani 2.121 volte<br />
Dal 1959 al 2010,<br />
denuncia la deputata<br />
radicale rita<br />
Bernardini, la corte<br />
europea dei Diritti<br />
umani (cedu) ha condannato<br />
l’italia 2.121<br />
volte per violazione<br />
della convenzione<br />
europea dei Diritti<br />
umani.<br />
DIcEmBrE 2010<br />
475 violazioni della<br />
convenzione Europea<br />
la sentenza del<br />
comitato dei ministri<br />
del consiglio d’europa<br />
ha constatato in 475<br />
casi la violazione<br />
della convenzione<br />
europea da parte<br />
dell’italia per i ritardi<br />
nella corresponsione<br />
dell’indennizzo per<br />
eccessiva durata dei<br />
processi.<br />
DIcEmBrE 2011<br />
2.166 sentenze<br />
“per casi pendenti”<br />
la corte europea dei<br />
diritti dell’uomo di<br />
strasburgo ha comunicato<br />
all’italia 2.166<br />
sentenze per “casi<br />
pendenti”, delle quali<br />
1.651 con almeno una<br />
violazione all’articolo<br />
1. paragrafo 6 della<br />
convenzione europea<br />
dei diritti dell’uomo,<br />
che sancisce «<strong>il</strong> diritto<br />
ad un processo giusto<br />
in un arco di tempo<br />
ragionevole».<br />
cautela del magistrato deve essere doppia,<br />
se non tripla». Altrimenti dovremmo<br />
ammettere che la custodia cautelare o è<br />
una forma ut<strong>il</strong>izzata per vincere la frustrazione<br />
dei magistrati che comminano<br />
anticipatamente oggi pene che forse<br />
domani non ci saranno, «oppure – fatto<br />
inammissib<strong>il</strong>e – che sia solo un metodo<br />
per estorcere confessioni».<br />
A questo punto, però, non rimarrebbe<br />
che constatare che, quasi vent’anni dopo<br />
quella famosa intervista a Rossi, ancora<br />
oggi la situazione sia rimasta «più o meno<br />
la stessa». E che dunque non si sbagliava<br />
Giuliano Vassalli quando diceva che «sempre<br />
di più, <strong>il</strong> giorno del processo, diventa<br />
per l’imputato, <strong>il</strong> giorno della libertà».<br />
Emanuele Boffi<br />
per gent<strong>il</strong>e concessione del Foglio<br />
| | 8 agosto 2012 | 31
interni SVILUPPO AL BINARIO MORTO<br />
non fermate<br />
questo treno<br />
«Spending review? Una stupidaggine». L’ad<br />
di Trenord Giuseppe Biesuz condanna i tagli<br />
annunciati dal governo nel settore trasporti.<br />
E oppone alla politica della mannaia quella<br />
dell’unione di sinergie collaudata in Lombardia<br />
i<br />
tagli comunicati dal governo monti a<br />
seguito della spending review coordinata<br />
da Enrico Bondi per Regione<br />
Lombardia sono pari a 284 m<strong>il</strong>ioni e una<br />
buona parte (110 m<strong>il</strong>ioni) è destinata al<br />
settore dei trasporti. Non è molto contento<br />
l’amministratore delegato di Trenord<br />
spa, Giuseppe Biesuz che non nasconde<br />
le sue perplessità<br />
Dottor Biesuz, quali saranno gli effetti<br />
del taglio, nel caso in cui non verranno<br />
modificate le cifre?<br />
I conti sono semplici: 110 m<strong>il</strong>ioni di<br />
euro di tagli rappresentano, rispetto al<br />
contratto di prestazione di servizio con<br />
Regione Lombardia di 413 m<strong>il</strong>ioni, <strong>il</strong> 25<br />
per cento. La matematica non è un’opinione<br />
e in linea teorica potrebbe tradursi<br />
in un 25 per cento di taglio ai servizi.<br />
Una razionalizzazione di questo tipo<br />
non è sopportab<strong>il</strong>e da un’azienda come<br />
la nostra: siamo efficienti perché forti<br />
dal punto di vista economico e finanziario,<br />
ma i risultati della gestione aziendale<br />
sono indirizzati agli investimenti e al rinnovo<br />
dei treni. Se dovesse essere confermato<br />
un taglio del 25 per cento dovremmo<br />
rivedere, da un lato, <strong>il</strong> livello dei servizi<br />
insieme a Regione Lombardia (che<br />
ne ha la titolarità) e, dall’altro, dovremmo<br />
ripensare anche al piano degli investimenti<br />
e rivedere la strategia aziendale<br />
complessiva. Trovo che la spending review<br />
sia una stupidaggine e sono convinto che<br />
non servivano dei professori per portare a<br />
termine un’operazione di questo genere.<br />
Questa è la peggiore pratica politica che si<br />
poteva portare avanti, perché non si taglia<br />
32 | 8 agosto 2012 | |<br />
così, non si fanno tagli lineari, ma si riformano<br />
e si lavora sui processi che generano<br />
i costi: <strong>il</strong> taglio fatto in questo modo si<br />
riproporrà l’anno prossimo, fra due anni<br />
e fra dieci anni. Noi dobbiamo lavorare<br />
su operazioni di sistema che consentano<br />
di portare a casa dei risultati messi a fattor<br />
comune e che evitino questi tagli: Trenord<br />
è un esempio di questo tipo.<br />
Vedremo quindi una task force tra lei, <strong>il</strong><br />
presidente Roberto Formigoni e l’assessore<br />
Raffaele Cattaneo?<br />
È sempre stato così: la forza della<br />
nostra iniziativa è stata anche questa. Da<br />
un lato, un management che lavora seriamente,<br />
dall’altro una Regione che ha strategie<br />
serie e che dà indicazioni sempre<br />
univoche. Qui non si è mai cambiato idea<br />
sulle cose, si è presa una strada e la si è<br />
percorsa anche in momenti in cui c’era<br />
qualche polemica. Così si sono ottenuti<br />
buoni risultati. È dal punto di vista del<br />
rapporto e dall’aiuto che ricevo dall’assessore<br />
Cattaneo e dal presidente Formigoni<br />
che nascono i buoni risultati che stiamo<br />
ottenendo.<br />
Lei ha parlato di un 25 per cento di tagli.<br />
È percorrib<strong>il</strong>e la strada di un aumento<br />
dei biglietti per la medesima quota?<br />
In linea teorica non sarebbe una cosa<br />
così sbagliata aumentare <strong>il</strong> costo dei<br />
biglietti perché la differenza tra i livelli<br />
tariffari italiani e <strong>il</strong> resto d’Europa è molto<br />
ampia, anzi è molto più ampia del 25<br />
per cento. È anche vero che in un momento<br />
così critico per <strong>il</strong> paese è diffic<strong>il</strong>e pensare<br />
di aumentare ulteriormente le tariffe.<br />
Ne consegue che vanno razionalizza-<br />
Giuseppe Biesuz,<br />
amministratore<br />
delegato di Trenord
ti i servizi, la spesa in termini di processi<br />
in tutta Italia, ma non dove buoni risultati<br />
sono già stati ottenuti e le razionalizzazioni<br />
sono già state fatte. Trenord costa<br />
15 euro a treno/ch<strong>il</strong>ometro; in Campania<br />
<strong>il</strong> costo è doppio: 30 euro.<br />
Il messaggio al Governo Monti è: razio-<br />
l’accusa dell’assessore cattaneo<br />
«Qui si risparmia,<br />
al sud si spende»<br />
Il b<strong>il</strong>ancio del settore mob<strong>il</strong>ità in<br />
Lombardia ha registrato nell’ultimo<br />
triennio buoni risultati e in cantiere<br />
sono presenti progetti già avviati<br />
destinati al potenziamento della rete<br />
secondo criteri di efficienza per <strong>il</strong><br />
comparto autostradale, per la viab<strong>il</strong>ità<br />
ordinaria, le ferrovie e <strong>il</strong> trasporto<br />
pubblico. I tagli imposti dal Governo<br />
Monti potrebbero fermare <strong>il</strong> percorso<br />
avviato: «Con la spending review –<br />
ha sottolineato l’assessore alle<br />
Infrastrutture e mob<strong>il</strong>ità<br />
in Regione Lombardia,<br />
Raffaele Cattaneo<br />
– <strong>il</strong> governo<br />
prevede<br />
nalizzare le realtà meno inefficienti e<br />
non tagliare linearmente anche dove i<br />
servizi funzionano?<br />
Bisogna pensare a operazioni come<br />
Trenord e pensare di ristrutturare <strong>il</strong> mondo<br />
dei trasporti, cominciando ad evitare<br />
la concorrenza tra la gomma e <strong>il</strong> ferro per<br />
per la Lombardia un taglio tra i 100<br />
e i 120 m<strong>il</strong>ioni per <strong>il</strong> 2012 e tra i 150<br />
e i 170 m<strong>il</strong>ioni per <strong>il</strong> 2013 destinato a<br />
scaricarsi prevalentemente sui fondi<br />
del trasporto pubblico locale. Cifre importanti<br />
che avrebbero inevitab<strong>il</strong>mente<br />
ricadute su una situazione virtuosa: negli<br />
ultimi tre anni abbiamo introdotto<br />
623 nuove corse sul servizio ferroviario<br />
regionale, 137 solo nell’ultimo anno.<br />
Siamo l’unica Regione ad avere incrementato<br />
i servizi. In Piemonte, solo<br />
per fare un raffronto con una realtà<br />
vicina a noi, sono state chiuse in questi<br />
giorni 11 linee ferroviarie, che rappresentano<br />
<strong>il</strong> 24 per cento della rete Rfi<br />
in quella regione e sono state tagliate<br />
123 corse. Soprattutto colpisce che,<br />
a fronte dei tagli previsti a livello<br />
nazionale che graveranno in maniera<br />
indiscriminata su tutte le Regioni, compresa<br />
dunque la Lombardia, scopriamo<br />
che vengono attivati finanziamenti ad<br />
hoc per <strong>il</strong> risanamento delle aziende<br />
ferroviarie di Calabria, Campania<br />
e Puglia per un totale<br />
di 240 m<strong>il</strong>ioni». [mg]<br />
<strong>il</strong> trasporto pubblico locale con operazioni<br />
di aggregazione nel settore. Le imprese<br />
in Italia che lavorano sul trasporto pubblico<br />
locale sono 1.200, di cui 120 sono in<br />
Lombardia: non sono certo un esempio<br />
di efficienza. È ora di cominciare a creare<br />
aziende che non siano troppo piccole e<br />
di conseguenza inefficienti, attraverso delle<br />
sinergie di natura industriale. Se facessimo<br />
così, queste centinaia di m<strong>il</strong>ioni di<br />
tagli imposti dal governo, li troveremmo<br />
senza dover diminuire i servizi. Non sono<br />
un manager che taglia i servizi, anzi <strong>il</strong><br />
mio compito è aiutare la Regione a trovare<br />
le risorse anche fuori dal trasporto per<br />
evitare questi tagli. Per esempio la grande<br />
lotta all’evasione che stiamo facendo è in<br />
questo senso: se noi recuperassimo <strong>il</strong> 20<br />
per cento di evasione sui biglietti che sappiamo<br />
esserci (circa 40 m<strong>il</strong>ioni) avremmo<br />
già recuperato una buona parte del taglio.<br />
Italo contro Ferrovie dello Stato. La<br />
concorrenza in questo caso è a livello<br />
nazionale. Se fosse a livello locale, stimolerebbe<br />
l’efficienza?<br />
Quel tipo di concorrenza è fuori dal<br />
nostro contesto: era giusto che si facesse<br />
e migliorerà la qualità dei servizi ai cittadini.<br />
Sul trasporto pubblico locale la<br />
concorrenza è già stata definita per legge<br />
e qui sta tutta la schizofrenia di questo<br />
governo. Hanno approvato la Legge Cresci<br />
Italia sbandierandola in tutto <strong>il</strong> mondo<br />
come la grande legge sulle liberalizzazioni<br />
e tre mesi dopo tagliano le risorse<br />
per i servizi pubblici locali: come si fa a<br />
liberalizzare un settore a cui togli le risorse?<br />
Questo me lo devono spiegare e mi<br />
piacerebbe che qualcuno venisse a dirmi<br />
come fare a realizzare una cosa del genere.<br />
(segui l’intervista su tempi.it)<br />
Massimo Giardina<br />
twitter: @giardser<br />
| | 8 agosto 2012 | 33
Il Free DUCk è un quadriciclo elettrico<br />
leggero, pratico e maneggevole<br />
che costituisce una valida risposta<br />
al problema della mob<strong>il</strong>ità nel pieno<br />
rispetto dell’ambiente.<br />
• Quadriciclo di tipo leggero disponib<strong>il</strong>e nelle versioni<br />
oelettrica ed ibrida serie<br />
• Autonomia: 60 Km in modalità elettrica, > 200 Km<br />
ocon range-extender<br />
• Dimensioni ridotte: 180x165x100 cm<br />
• Vano di carico: da 180 litri o da 300 litri<br />
• Omologato per due persone<br />
• Guida con patentino CIG per scooter 50cc<br />
• Esente dall’uso di casco e di cinture di sicurezza<br />
Ducati Energia SpA a Socio Unico, Via M. E. Lepido nr. 182 Bologna Italia - tel. 00 39 051 6411511 - fax 00 39 051 402040 - sito web www.ducatienergia.com
itaLia (af)fondata neLL’incertezza deL diritto<br />
Napolitano e <strong>il</strong> sofisma<br />
dell’intercettatore “indiretto”<br />
Mio caro Malacoda, un presidente della repubblica che adisce le vie legali nei confronti<br />
di un ufficio giudiziario (a modo suo, lui si rivolge direttamente alla<br />
Corte costituzionale con un decreto presidenziale) è decisamente un bel vedere.<br />
In Italia dovrebbero cambiare <strong>il</strong> primo articolo della loro carta fondamentale:<br />
«L’Italia è una Repubblica affondata nell’incertezza del diritto». E con <strong>il</strong> diritto tanti<br />
saluti anche alla lingua nazionale. Perché, nel bel paese «dove <strong>il</strong> sì sona», ormai <strong>il</strong> sì<br />
vale quanto <strong>il</strong> no. Una persona normale (ma confondere i semplici è <strong>il</strong> nostro mestiere)<br />
crede di sapere cosa legge quando vede questa sequenza di caratteri: <strong>il</strong> presidente<br />
della Repubblica non è intercettab<strong>il</strong>e; invece scopre che lo è assolutamente, basta che<br />
l’intercettazione sia “indiretta”. L’orecchiamento “indiretto” ha questo di differente<br />
rispetto a quello “diretto”, spiegano gli esperti, che a essere sotto controllo è <strong>il</strong> numero<br />
di un’altra persona cui <strong>il</strong> presidente telefoni o che gli telefoni.<br />
Nel caso in discussione, un signore di nome Mancino, che ha l’utenza sotto controllo,<br />
chiama <strong>il</strong> capo dello Stato, la telefonata viene registrata e messa agli atti di un’in-<br />
dagine. A domanda: Giorgio Napolitano è<br />
stato intercettato – cioè è stata registrata,<br />
ascoltata e trascritta una sua conversazione<br />
con un’altra persona – sì o no? Voi cosa<br />
rispondereste? E come stanno insieme <strong>il</strong><br />
dettato di legge (non intercettab<strong>il</strong>e) e <strong>il</strong> fatto<br />
concreto che si esibisce un’intercettazione<br />
in cui si sente la sua viva voce?<br />
Per capirci: sono vietate le intercettazioni dei colloqui tra un imputato e <strong>il</strong> suo avvocato,<br />
così come le confessioni al sacerdote. Chi parla all’avvocato o al prete gode di<br />
questa loro prerogativa: <strong>il</strong> segreto. Identicamente, sono le parole in privato del presidente<br />
che non sono intercettab<strong>il</strong>i, sarebbe ben strano che perdessero questa intangib<strong>il</strong>ità<br />
in base alla persona cui sono dirette.<br />
Ora, <strong>il</strong> presidente, che è uomo di mondo, capisce che un’intercettazione, fra le tante<br />
che si fanno, possa scappare, ma perché, appurata l’identità dell’interlocutore, non<br />
è stata distrutta? Perché gli italiani hanno <strong>il</strong> diritto di conoscere la verità sui rapporti<br />
tra Stato e mafia, è la pronta risposta dei fautori della conservazione del nastro: Napolitano<br />
non rischia nulla, ma quello che si sono detti lui e Mancino potrebbe <strong>il</strong>luminare<br />
«una pagina di storia su cui molti hanno mentito». Non solo, quelle parole non<br />
intercettab<strong>il</strong>i, potrebbero essere importantissime in un processo: «Se io indagato e intercettato<br />
confessassi un reato al telefono a un interlocutore che ha l’immunità sulle<br />
sue telefonate, posso essere graziato o no dalla distruzione di quelle registrazioni?». E<br />
se <strong>il</strong> presidente telefona a persona non intercettata, e questi gli confessa un reato, come<br />
la mettiamo? E se invece gli giura innocenza? O se gli rivela un segreto di Stato, come<br />
avrebbe potuto fare <strong>il</strong> generale Pollari in una telefonata al Colle?<br />
Si capisce che un giornalista smani per pubblicare le telefonate del capo dello Stato,<br />
si capisce meno che un magistrato, dopo averle ascoltate e giudicate “irr<strong>il</strong>evanti”<br />
per l’indagine, non proceda a distruggerle, lasciando aperto uno spiraglio per le brame<br />
del gazzettiere e un’ombra di dubbio, se non una macchia <strong>il</strong> suo alone, su cui far<br />
leva per gli sfasci prossimi venturi. Forza Italia, continua a farti del male. Ciao.<br />
Tuo affezionatissimo zio Berlicche<br />
L’incredib<strong>il</strong>e spettacolo di un capo di Stato<br />
costretto ad adire le vie legali contro un<br />
pubblico ministero che vuole dimostrare<br />
che una conversazione registrata<br />
e trascritta non è un’intercettazione<br />
GLi ULtiMi<br />
Saranno PriMi<br />
Le nUoVe<br />
Lettere di<br />
BerLiccHe<br />
| | 8 agosto 2012 | 35
CULTURA<br />
Prontuario<br />
per sermoni<br />
agostani<br />
Sono così tante le rassegne culturali estive che<br />
potrebbe capitare a chiunque di trovarsi su un<br />
palco a intrattenere <strong>il</strong> pubblico. Ecco un flor<strong>il</strong>egio<br />
di argomenti abbastanza bolliti da strappare un<br />
applauso sicuro. O, nel caso, un tweet di Saviano<br />
di Antonio Gurrado<br />
Magari non sarà Cortina inContra,<br />
però potrebbe essere Rapallo<br />
Riflette, Capalbio Pondera, Taormina<br />
Arguisce o Vipiteno Medita; una<br />
qualsiasi insomma fra le infinite rassegne<br />
e kermesse di cui è punteggiata la Penisola<br />
nei mesi estivi e che contemplano la<br />
proliferazione di intellettuali o giornalisti<br />
o politici o registi o cantanti in bermuda<br />
e sandali, intenti ad arrotondare pronunziando<br />
davanti al pubblico sermoncini di<br />
stagione. Sono così tante ormai che non<br />
solo è impossib<strong>il</strong>e seguirle tutte, a meno<br />
di essere dotati del dono dell’ubiquità e<br />
di tanta ma tanta pazienza; sono così tante<br />
ormai che a un occhio statistico risalta<br />
subito l’elevatissima probab<strong>il</strong>ità che su un<br />
numero sempre più limitato di cittadini<br />
se ne trovi uno chiamato a intervenire sul<br />
palco di Sorrento S’Interroga od Ostuni Si<br />
Guarda Allo Specchio. Poiché le leggi di<br />
probab<strong>il</strong>ità sono indefettib<strong>il</strong>i, c’è <strong>il</strong> rischio<br />
concreto che anche ai lettori di questo settimanale<br />
capiti di trovarsi all’improvviso<br />
su di un palco, con in mano un microfono<br />
gracchiante, di fianco a un assessore<br />
implorante e di fronte a una platea<br />
plaudente. Poiché inoltre fa caldo, d’estate<br />
ci si riposa, non si ha voglia di fare nulla<br />
e men che meno pensare a qualcosa di<br />
36 | 8 agosto 2012 | |<br />
DISCORSI pRêt-à-paRlER<br />
interessante da dire a persone che – tanto<br />
sono già lì – batterebbero le mani comunque,<br />
<strong>Tempi</strong> vi offre un piccolo prontuario<br />
di argomenti prêt-à-parler qualora doveste<br />
trovarvi nell’imprevista necessità di tenere<br />
un pubblico discorso.<br />
L’ha insegnato in primavera “La Repubblica<br />
delle Idee”, nota altresì come Bologna<br />
Se La Canta E Se La Suona: la parola<br />
chiave dell’anno è <strong>il</strong> futuro. Quest’estate<br />
non sarà possib<strong>il</strong>e parlare in pubblico<br />
senza concedere un congruo numero<br />
di minuti all’idea, e <strong>il</strong> volume di applausi<br />
varierà in proporzione. Per assicurarveli,<br />
anzitutto dovete dire che l’Italia è una<br />
nazione ripiegata sul passato: la tv manda<br />
le repliche, i giornali sono pieni di<br />
notizie del giorno prima e mai del giorno<br />
dopo, a scuola s’insegna <strong>il</strong> latino anziché<br />
le lingue marziane, Berlusconi ripropone<br />
lo spirito del ’94, Napolitano quello<br />
del 1861, <strong>il</strong> Papa addirittura quello del<br />
30-33 d.C. Quest’andazzo deve mutare.<br />
L’Italia deve diventare una terra fert<strong>il</strong>e per<br />
<strong>il</strong> futuro. Dopo tale suggestiva affermazione<br />
vi conviene fare un attimo di pausa<br />
per riempire <strong>il</strong> quale <strong>il</strong> pubblico applaudirà<br />
pavlovianamente. Se invece qualcuno<br />
alza la manina contestando: «Sì, ma<br />
cosa bisogna fare in concreto perché un<br />
giorno ci aspetti un futuro migliore?», gli<br />
potete rispondere che non si deve pensare<br />
al futuro come a un giorno lontano perché<br />
<strong>il</strong> futuro è già cominciato: lo vediamo<br />
ogni giorno negli occhi dei nostri figli. Se<br />
non applaudono qui, vuol dire che sono<br />
lobotomizzati. Alla peggio provate a ripetere<br />
le stesse parole con la voce rotta dal<br />
pianto, ma di rado è necessario.<br />
Caro vecchio paese per vecchi<br />
Qui fate bene a piazzare una bella concione<br />
sui giovani, seguendo lo stesso schema.<br />
Iniziate argomentando che l’Italia<br />
è un paese per vecchi: <strong>il</strong> premier ha 69<br />
anni, <strong>il</strong> presidente della Repubblica 87,<br />
vostro figlio 42 e ancora dorme nella sua<br />
stanzetta. Dite che nelle nazioni civ<strong>il</strong>i tutti<br />
i ruoli di governo sono ricoperti da tardoadolescenti;<br />
buttate lì con nonchalance<br />
che grandi aziende sono rette da fessacchiotti<br />
appena usciti dall’età impubere,<br />
con le tracce dei brufoli ben chiare sul<br />
volto. Lamentate la mancanza di occasioni,<br />
soprattutto per <strong>il</strong> vostro figlio quarantaduenne<br />
che trascorre intere giornate<br />
su facebook a cliccare “mi piace” sotto le<br />
foto marittime delle sue compagne delle<br />
medie inferiori: è costretto a farlo, poverino,<br />
perché in Italia non c’è lavoro ed è<br />
noto che, se una cosa non c’è, è inut<strong>il</strong>e cercarla.<br />
Considerate l’età media dei presenti<br />
e poi lanciatevi nell’affermazione che<br />
l’unica speranza per l’Italia è che <strong>il</strong> pote-
e sia preso dai giovani: se <strong>il</strong> pubblico ha<br />
un’età media di 50 anni, dite che ci vogliono<br />
i quarantenni; se ha un’età media di<br />
60, invocate i trentenni; se l’età media è<br />
di 70 spingetevi senza timore sui ventenni<br />
e se state parlando in un ospizio ponete<br />
pure l’asticella massima alla licenza<br />
elementare. In ogni caso ribadite che finché<br />
Berlusconi non cesserà di candidarsi a<br />
premier, <strong>il</strong> precariato sarà una piaga inestinguib<strong>il</strong>e;<br />
al pubblico piacciono le associazioni<br />
ardite e troverà modo di esprimere<br />
apprezzamento, se non altro per non<br />
dimostrare di non avere capito.<br />
Oltre al lavoro, i giovani hanno diritto<br />
anche all’amore. Stupite tutti con una<br />
dichiarazione lucida riguardo alle coppie<br />
omosessuali: i loro diritti devono essere<br />
tutelati, devono essere liberi di accoppiarsi<br />
in piazza come qualsiasi coppia di stranieri<br />
ubriachi, di litigare perché <strong>il</strong> telecomando<br />
è solo uno e lo scolapasta quando<br />
serve è sempre sporco; è impossib<strong>il</strong>e<br />
che una nazione civ<strong>il</strong>e non consenta a un<br />
uomo di sposare un altro uomo, di metterlo<br />
incinto se necessario, di divorziare da<br />
lui e maledire <strong>il</strong> giorno in cui l’ha incontrato,<br />
fermo restando che <strong>il</strong> matrimonio<br />
fra uomo e donna deve restare una realtà<br />
diversa, che nulla può eguagliare l’amore<br />
di una mamma, che l’unione fra due gay<br />
dev’essere equiparata al matrimonio in<br />
| | 8 agosto 2012 | 37
comune e che <strong>il</strong> matrimonio in comune<br />
deve restare equiparato al matrimonio<br />
in chiesa ma <strong>il</strong> matrimonio in chiesa non<br />
dev’essere mai equiparato all’unione fra<br />
due gay nonostante le insidie della proprietà<br />
transitiva, che lo Stato deve garantire<br />
i diritti di tutti ma che si tratta di scelte<br />
private nelle quali lo Stato non deve immischiarsi<br />
in alcun modo. Se renderete questa<br />
dichiarazione tergendovi <strong>il</strong> sudore con<br />
una tessera del Pd, state sicuri che tutti vi<br />
ascolteranno con soddisfazione.<br />
Le istanze degli elettori di Gr<strong>il</strong>lo<br />
Il calcio servirà a cavarvi d’impaccio. È<br />
d’obbligo elogiare la Nazionale di Prandelli,<br />
evidenziando che senza i nuovi italiani<br />
alla Balotelli la nostra nazione non<br />
potrà mai riscuotere un pari successo.<br />
Sottolineate <strong>il</strong> grande cuore del tecnico,<br />
grato ai suoi beniamini fino al punto<br />
da esporli a un’um<strong>il</strong>iazione senza precedenti,<br />
e dite che quella contro la Germania<br />
era solo una partita di pallone e che<br />
lo spread non c’entrava nulla, figuriamoci<br />
la Seconda Guerra Mondiale. Già che<br />
ci siete, stigmatizzate che gli italiani siano<br />
orgogliosi di esserlo solo in occasione<br />
delle partite, e che Berlusconi (<strong>il</strong> cui<br />
nome risveglierà d’un tratto le f<strong>il</strong>e di pubblico<br />
più barcollanti) ha introdotto nella<br />
politica la contrapposizione violenta che<br />
regnava negli stadi. Dichiarate a fronte<br />
alta che per voi giocare bene è più importante<br />
che vincere.<br />
Mi raccomando la puntatina sui costi<br />
della politica. Ut<strong>il</strong>izzate <strong>il</strong> termine “casta”<br />
in sostituzione di qualsiasi nome collettivo.<br />
Dite che se aumentassero<br />
i prezzi della buvette<br />
tutti gli italianipotrebbero<br />
permettersi<br />
una settimana<br />
in più<br />
di ferie, e che se tutti gli italiani si decurtassero<br />
le ferie di una settimana la Sic<strong>il</strong>ia<br />
avrebbe un P<strong>il</strong> superiore a quello della<br />
Baviera. Dite che Beppe Gr<strong>il</strong>lo è un volgare<br />
imbonitore ma che i temi che affronta<br />
sono ineluttab<strong>il</strong>i e che quindi bisogna<br />
ascoltare con attenzione le istanze del suo<br />
elettorato. Esigete le preferenze, le primarie,<br />
i finanziamenti privati, la trasparenza<br />
dei conti, l’indicazione del premier, la<br />
grande coalizione, lo snellimento dell’iter<br />
parlamentare, <strong>il</strong> bicameralismo perfetto,<br />
<strong>il</strong> rispetto letterale della Costituzione,<br />
la sovranità del capo dello Stato e <strong>il</strong> diritto<br />
di trasmettere tutte le sue telefonate in<br />
prima serata.<br />
Dite che è un momento diffic<strong>il</strong>e ma<br />
che insieme ce la faremo; che gli italiani<br />
mostrano <strong>il</strong> meglio di sé nella difficoltà;<br />
che un tempo eravamo anche noi un<br />
popolo di migranti; che bisogna riscoprire<br />
la povertà come valore; che la decrescita<br />
è necessaria al benessere collettivo; che<br />
abbiamo <strong>il</strong> potere di contrastare <strong>il</strong> surriscaldamento<br />
globale cambiando contratto<br />
di fornitura del gas; che se saltassimo<br />
tutti insieme la terra si sposterebbe<br />
di un centimetro nello spazio; che <strong>il</strong><br />
battito d’ali di una farfalla in Mozambico<br />
scatena un uragano in Polinesia; che<br />
i toast cadono sempre dal lato imburrato;<br />
che chi va con lo zoppo impara a zoppicare;<br />
che come la legge Benigni, la Divina<br />
Commedia sembra tutta un’altra cosa;<br />
che i finanziamenti statali sono la salvezza<br />
della cultura; che non sopportate le<br />
kermesse e le rassegne culturali ma che<br />
avete accettato volentieri di partecipare<br />
DISCORSI pRêt-à-paRleR CULTURA<br />
a questa perché costituisce una sorprendente<br />
eccezione in un panorama sconfortante;<br />
che Berlusconi (così la gente si sveglia)<br />
ha creato un popolo di teledipendenti;<br />
che col pesce non si deve bere sempre<br />
vino bianco; che i cinesi usano la stessa<br />
parola per dire sia “crisi” sia “opportunità”<br />
e che gli eschimesi ne usano duecento<br />
per indicare la neve. Non elencatele.<br />
Un tempo, saranno stati gli anni Ottanta,<br />
tutti facevano con due dita per mano<br />
<strong>il</strong> segno delle virgolette quando dicevano<br />
qualcosa da prendersi con le molle. Oggi<br />
ut<strong>il</strong>izzate le medesime dita incrociandole<br />
davanti alla vostra bocca quando pronunziate<br />
un termine chiave: sarà <strong>il</strong> segno<br />
convenzionale per dire che quella parola<br />
non è una parola ma un hashtag, nella<br />
miglior tradizione di grandi showman<br />
come Fiorello e Saviano. Con un cancelletto<br />
davanti, qualsiasi cosa diciate assumerà<br />
importanza perché siamo nell’era di Twitter<br />
nella quale, come non mancherete di<br />
far notare, internet è un veicolo di democrazia<br />
per cui basta scrivere parole sconnesse<br />
composte di sole consonanti @beppesevergnini<br />
per rovesciare in un sol colpo<br />
sanguinari regimi tirannici.<br />
Fermiamo <strong>il</strong> #femminicidio<br />
Non dimenticate le donne. Dite che sono<br />
la grande risorsa dell’Italia, come Twitter,<br />
i tagli alla politica, gli immigrati, la<br />
Nazionale di Prandelli, le coppie omosessuali<br />
e vostro figlio quarantaduenne<br />
che temporaneamente ha abbandonato<br />
facebook per dimenarsi davanti alla Wii.<br />
Rivendicate con forza una quota rosa<br />
del 50 per cento di donne in tutti i ruoli<br />
dirigenziali, oltre che nella<br />
Nazionale di Prandelli e<br />
nelle coppie omosessuali.<br />
Sancite che due mamme<br />
sono meglio di una. Scuotete<br />
i pugni dicendo che<br />
le mazzate non sono mai<br />
sintomo di amore. Urlate<br />
a gran voce che bisogna<br />
fermare <strong>il</strong> femminicidio,<br />
e mi raccomando le<br />
dita a cancelletto davanti<br />
alle labbra mentre dite<br />
#femminicidio: ciò lo renderà<br />
un fenomeno estremamente<br />
più serio, preoccupante,<br />
urgente. Auspicate<br />
l’estinzione delle donne<br />
nude ed elogiate l’ammirevole propensione<br />
al compromesso delle donne che non<br />
sono a disposizione di nessuno.<br />
Non lasciatevi mai sfuggire <strong>il</strong> sospetto<br />
che l’Italia sia una penisola bagnata su<br />
ogni lato da un mare di cazzate. n<br />
| | 8 agosto 2012 | 39
CULTURA ALLARME? QUALE ALLARME?<br />
Tanti saluti<br />
dal paradiso<br />
Si fa presto a creare una psicosi da spiaggia.<br />
Basta dire che gli squali in Australia si sono presi<br />
cinque persone in soli dieci mesi. Ma nella vita c’è<br />
sempre un pescecane in agguato. Ecco perché<br />
qui a Perth domattina ci ritufferemo nell’oceano<br />
40 | 8 agosto 2012 | |<br />
da Perth (Australia) John Kinder<br />
Certo, fa pensare. Ti alzi alle 6:30, in<br />
cinque minuti metti insieme costume<br />
maglietta occhialini asciugamano<br />
e ti lanci in macchina, alle 6:45 ti trovi<br />
in una delle più belle spiagge del mondo.<br />
Poi la tradizione vorrebbe che ti facessi<br />
i tuoi due-trecento metri lungo la piccola<br />
barriera rocciosa coperta di piante e abitata<br />
da pesci di vario tipo. Alle 7:30 sei di<br />
nuovo a casa per una rapida doccia e caffè.<br />
Alle 8:15 sei al lavoro con una energia e<br />
un’aria di superiorità morale che i tuoi colleghi<br />
sopportano sempre meno. Ma lì, nel<br />
punto in cui continente e oceano si incontrano,<br />
questa volta ti fermi e pensi. Cinque<br />
vittime di attacchi di squali, lungo le<br />
nostre coste, negli ultimi dieci mesi. Vabbè,<br />
d’accordo, l’ultimo si è verificato parecchio<br />
fuori, 150 metri, mentre tu ti avventuri<br />
magari a 30, però i pesci piccoli che tu<br />
ammiri attraverso i tuoi occhialini (made<br />
in Italy, tra l’altro), verranno pure mangiati<br />
da pesci grandi, no?, e i pesci grandi…?<br />
Niente. Ti butti, fai le tue vasche in oceano<br />
ed esci, raggiante e sollevato.
Quest’ultimo attacco ha fatto impressione<br />
a tutti in Australia, per la forza e la<br />
violenza. Il pesce era lungo 4 metri, pare<br />
abbia preso metà del corpo della vittima<br />
con <strong>il</strong> primo morso e poi, nonostante i tentativi<br />
dei suoi amici sulle moto d’acqua di<br />
avvicinarsi per ricuperare i resti, è tornato<br />
per portare via quel che restava.<br />
Qui appunto si dice che uno viene<br />
“preso” da uno squalo. La neutralità<br />
semantica del termine ha l’effetto paradossale<br />
di agghiacciare ancora di più <strong>il</strong><br />
pubblico avido di horror e scandalo. Se<br />
le vittime venissero ammazzate, mangiate,<br />
d<strong>il</strong>aniate, divorate, l’immaginazione si<br />
fermerebbe davanti alla brutalità del linguaggio.<br />
Ma no, vengono semplicemente<br />
e innocuamente “prese”, e così la fantasia<br />
si sbizzarrisce.<br />
Le reazioni non si sono fatte attendere:<br />
per qualcuno gli squali, che attualmente<br />
sono specie protetta, sono diventati<br />
<strong>il</strong> nemico da far fuori in ogni possib<strong>il</strong>e<br />
momento; per altri <strong>il</strong> surfista se l’è quasi<br />
meritato perché <strong>il</strong> povero squalo ha fatto<br />
solo quel che Madre Natura lo ha addestrato<br />
a fare. E poi <strong>il</strong> mare a chi appartie-<br />
IL CASO<br />
UCCISO UN SURFISTA<br />
Quinta vittima da settembre<br />
Il 14 luglio Ben Linden, un<br />
surfista 24enne è stato assalito<br />
e ucciso da un grosso squalo<br />
nei pressi dell’isola di Wedge,<br />
a nord di Perth, Australia<br />
Occidentale. Sono cinque gli<br />
attacchi letali registrati negli<br />
ultimi dieci mesi, presumib<strong>il</strong>mente<br />
tutti opera dello stesso<br />
esmplare di squalo bianco.<br />
CHIUSE LE SPIAGGE<br />
Caccia all’animale protetto<br />
In seguito alla morte di Linden,<br />
troncato in due dal morso del<br />
pesce, le autorità locali hanno<br />
deciso di chiudere temporaneamente<br />
le spiagge, frequentate<br />
soprattutto da famiglie. La caccia<br />
all’animale, aperta in deroga<br />
alla protezione della specie, non<br />
ha però sortito risultati.<br />
ne? Mica agli uomini, golosi predoni ed<br />
egoisti. I politici parlano di misure concrete,<br />
ora si tratta decidere se mettere in<br />
acque apposite reti o far portare ai surfisti<br />
degli aggeggi elettronici che tengono lontani<br />
gli indesiderab<strong>il</strong>i. Tutti sono d’accordo<br />
che la risposta più adeguata e intelligente<br />
è l’educazione, istruire la gente sui<br />
pericoli degli squali.<br />
Si è infranto un mito del Paradiso Terrestre?<br />
Un certo romanticismo che fonda<br />
le sue origini nel Sette-Ottocento europeo<br />
è duro a morire (già, l’Europa: guarda<br />
caso, questo tragico ma unico caso ha<br />
portato l’Australia sulle pagine di giornali<br />
seri come <strong>il</strong> Corriere e Repubblica). Ma<br />
in Australia <strong>il</strong> rapporto con la natura è<br />
diverso dal vostro. Non appena le spiagge<br />
sono state riaperte i surfisti si sono nuovamente<br />
buttati in acqua. Qualcuno ha<br />
parlato di Paradiso Perduto? Non certo<br />
Eden perduto? Non certo per i tanti abituati<br />
al tuffetto mattutino. Tra di noi si parla di più<br />
degli incidenti stradali, che nel 2011 hanno<br />
fatto 1.300 morti (contro 3 presi da squalo)<br />
tra i miei amici e i tanti altri abituati al<br />
tuffetto mattutino. Tra di noi si parla di<br />
più degli incidenti stradali, che nel 2011<br />
hanno fatto 1.300 morti (contro 3 presi<br />
da squalo), cioè 6 morti per 100 m<strong>il</strong>a persone.<br />
E gli italiani che regolarmente ogni<br />
tot mesi inorridiscono per uno squalo<br />
non sanno che l’anno scorso le strade del<br />
loro paese hanno prodotto 5 m<strong>il</strong>a morti,<br />
cioè ben 8 per 100 m<strong>il</strong>a persone. E vi prego,<br />
non cominciamo a ragionare su quale<br />
forma di decesso sia più spaventosa,<br />
orrip<strong>il</strong>ante, da evitare, eccetera. Un po’<br />
di pietà, please. Per <strong>il</strong> povero surfista ma<br />
anche per noi, che in un modo o in un<br />
altro dovremo passarci tutti.<br />
È <strong>il</strong> rischio di vivere, bellezza<br />
Certo, è bello vivere qui. Chi non apprezza<br />
<strong>il</strong> bel clima, le città pulite, lo spazio,<br />
<strong>il</strong> cielo grande… Guardiamo con ansia a<br />
ciò che i paesi dell’Unione Europea stanno<br />
combinando in fatto di debiti e crisi<br />
di tutti i tipi. Sì, con ansia, ma anche<br />
con sollievo ché qui non è così. E non è<br />
così perché <strong>il</strong> Padreterno ci ha messo sotto<br />
i piedi una quantità di risorse minerarie<br />
che ci garantisce le attenzioni amichevoli<br />
dei nostri vicini più vicini, tra i quali<br />
spiccano Cina, Giappone e Corea. Tuttavia<br />
parlare dell’Australia come del Paradiso<br />
è tanto fac<strong>il</strong>e quanto prematuro. A ben<br />
vedere l’economia, si comincia a dire, va<br />
“a doppia velocità”, con un settore minerario<br />
impazzito che traina un settore<br />
manufattiero sempre più in difficoltà. E<br />
altri tarli si nascondono nel Giardino (in<br />
iraniano antico pairideza): <strong>il</strong> tasso di suicidio<br />
giovan<strong>il</strong>e australiano è più del doppio<br />
di quello italiano, per non parlare dei<br />
divorzi e… Ma come, ci mettiamo a fare la<br />
gara a chi sta peggio, così ognuno si sente<br />
sicuro della propria miseria?<br />
Gli squali ce li ha ognuno di noi – dentro,<br />
fuori, dietro l’angolo – e si chiamano<br />
malattia, dolore, tutti i mali che fanno<br />
parte integrante di quella grande avventura<br />
che si chiama vivere. Non dovrei<br />
più fare <strong>il</strong> bagno la mattina? Allora non<br />
dovrei più uscire di casa, perché sai, oggi,<br />
con tutti gli aerei che vengono giù, non<br />
si sa mai. E quali altre corazze di bambagia<br />
dovrei costruirmi intorno? Naturale<br />
(benché inut<strong>il</strong>e) inorridire davanti a un<br />
ragazzo preso da uno grosso pesce. Meglio<br />
pensare a lui semplicemente come a un<br />
uomo che è morto e affidarlo al Padre che<br />
lo accoglierà. Poi, domatti-<br />
na, svegliarsi alle 6:30 e inf<strong>il</strong>arsi<br />
<strong>il</strong> costume come sempre.<br />
Avendo ben presente<br />
che <strong>il</strong> rischio di vivere non<br />
te lo toglie nessuno.<br />
| | 8 agosto 2012 | 41
un sito<br />
tutto nuovo<br />
tempi.it cambia<br />
look. Aggiornamenti<br />
ora per ora<br />
Il sito di <strong>Tempi</strong><br />
cambia grafica<br />
per diventare uno<br />
strumento più fac<strong>il</strong>e<br />
da consultare e condividere<br />
attraverso<br />
Facebook, Twitter e<br />
i Feed Rss. <strong>Tempi</strong>.it è<br />
aggiornato ora dopo<br />
ora con contenuti<br />
inediti, che non rivedrete<br />
sul settimanale<br />
cartaceo. Su tempi.it<br />
trovate articoli, interviste,<br />
video preparati<br />
dalla redazione e dai<br />
suoi collaboratori,<br />
con vecchie e nuove<br />
firme. Registratevi<br />
al sito (si può effettuare<br />
<strong>il</strong> login anche<br />
attraverso Facebook)<br />
e iscrivetevi alla newsletter<br />
per rimanere<br />
sempre aggiornati.
<strong>il</strong> quotidiano online di tempi. ogni giorno contenuti inediti<br />
fotogallery<br />
Vedere per credere<br />
Eventi di cronaca,<br />
costume, attualità e<br />
rassegne d’arte nelle<br />
foto di tempi.it.<br />
Versione mob<strong>il</strong>e<br />
ottimizzato per<br />
smartphone e tablet<br />
Scopri la versione mob<strong>il</strong>e<br />
del sito. Fac<strong>il</strong>mente<br />
consultab<strong>il</strong>e, permette<br />
di visitare tempi.it, commentare<br />
e segnalare gli<br />
articoli anche attraverso<br />
smartphone e tablet. E<br />
presto arriverà l’app.<br />
i blog di tempi<br />
padre aldo, Corradi<br />
e tutti gli altri<br />
I nuovi blog di Luciano<br />
Moggi, delle chestertoniana<br />
Annalisa Teggi<br />
e quello di Susanna<br />
Campus, malata di Sla,<br />
che scrive con gli occhi.<br />
Cinema, musica, hi-tech<br />
e molto altro.
L’INTERVISTA<br />
44 | 8 agosto 2012 | |<br />
IN ORBITA<br />
Paolo<br />
Nespoli<br />
«Nello spazio guardi <strong>il</strong> mondo in modo totalmente<br />
diverso. Lo vedi come non lo hai mai visto prima.<br />
Di fronte a tanta bellezza come fai a non domandarti<br />
da dove viene?». Il racconto dell’astronauta<br />
«Senza gravità sei costretto a reimparare da capo<br />
anche le cose più normali. Tutti dovrebbero provarlo»<br />
Con 174 giorni, 9 ore e 40 minuti, Paolo<br />
Nespoli (classe 1957) è l’astronauta<br />
italiano che è rimasto più a lungo<br />
nello spazio. Il totale è raggiunto grazie<br />
a due missioni: la prima, nel 2007, con lo<br />
Space Shuttle Discovery, una “gita” durata<br />
un paio di settimane per riparare alcune<br />
parti della Stazione Spaziale Internazionale<br />
(ISS); la seconda è quella che gli è valsa<br />
gli onori della cronaca lo scorso anno.<br />
La spedizione, questa volta sotto l’egida<br />
dell’ESA (Agenzia spaziale europea) prevede<br />
la permanenza sulla ISS per quasi<br />
sei mesi, pricipalmente per svolgere esperimenti<br />
scientifici. A bordo della Soyuz<br />
TMA-20, Nespoli parte dal Cosmodromo<br />
di Bajkonur, in Kazakistan, la stessa piattaforma<br />
di lancio da cui cinquant’anni prima<br />
era partito <strong>il</strong> russo Yuri Gagarin, <strong>il</strong> primo<br />
uomo andato nello spazio. Con l’italiano,<br />
a bordo, ci sono <strong>il</strong> russo Dmitri Kondratyev<br />
e l’americana Cady Coleman. Partiti<br />
<strong>il</strong> 15 dicembre del 2010, faranno ritorno<br />
sulla Terra 159 giorni dopo, <strong>il</strong> 24 maggio<br />
2011. Da questa esperienza Nespoli ha<br />
tratto un libro: Dall’alto tutti i problemi<br />
sembrano più piccoli (Mondadori). <strong>Tempi</strong><br />
lo ha incontrato in centro a M<strong>il</strong>ano.<br />
20 luglio 1969. Cosa significa questa<br />
data per lei?<br />
L’inizio di un sogno. È <strong>il</strong> giorno in<br />
cui <strong>il</strong> primo uomo è sbarcato sulla luna.<br />
Quando Ne<strong>il</strong> Armstrong, comandante<br />
Qui sopra, <strong>il</strong> Discovery, lo shuttle della<br />
prima missione di Paolo Nespoli (2007)<br />
della missione Apollo 11, e Buzz Aldrin<br />
sono scesi sul nostro satellite, io ero<br />
davanti alla tv insieme a m<strong>il</strong>ioni di persone<br />
in tutto <strong>il</strong> mondo. Era una tarda sera<br />
di un giorno estivo, caldo. Eppure eravamo<br />
tutti incollati al televisore. Ho assistito<br />
alla realizzazione di un sogno impossib<strong>il</strong>e.<br />
Mi ricordo gli astronauti che saltellavano<br />
sulla superficie lunare, e poi, nelle<br />
missioni successive, le derapate che facevano<br />
con le loro jeep. Lì ho pensato per<br />
la prima volta di voler fare l’astronauta,<br />
di voler sfidare l’ignoto. Mi ricordo che la<br />
fidanzatina di allora mi ha regalato Se <strong>il</strong><br />
sole muore di Oriana Fallaci, un libro che<br />
racconta le sue esperienze alla NASA a<br />
Houston e Capo Kennedy alla vig<strong>il</strong>ia dello<br />
sbarco americano sulla luna.<br />
E come ha fatto <strong>il</strong> sogno di un ragazzino<br />
a diventare realtà?<br />
È stato un percorso lungo. Dopo <strong>il</strong><br />
liceo scientifico mi sono iscritto all’università,<br />
ma non funzionava molto e quindi<br />
dopo pochi mesi ho deciso di partire<br />
per <strong>il</strong> servizio di leva a Pisa, alla Scuola<br />
m<strong>il</strong>itare di paracadutismo: mi intrigava<br />
l’idea di sfidare <strong>il</strong> cielo. Poi ho deciso<br />
di rimanere e sono diventato istruttore.<br />
Un anno dopo ho passato le selezioni<br />
per entrare a far parte del corpo degli<br />
incursori. Nel 1982 sono partito per <strong>il</strong><br />
Libano insieme alla Forza multinazionale<br />
di pace e lì sono rimasto 18 mesi. È stata<br />
un’esperienza incredib<strong>il</strong>e, mi ha insegnato<br />
molto, mi ha aiutato a conoscermi<br />
e a misurarmi. Ho conosciuto tantissime<br />
persone, dal ministro della Difesa al presidente<br />
della Repubblica. E lì ho incontrato<br />
Oriana Fallaci. È stato sulla nave che<br />
mi stava riportando in Italia che ho ripreso<br />
in considerazione <strong>il</strong> mio sogno nel cassetto.<br />
Mi ricordo che la Fallaci mi ha avvicinato<br />
e mi ha chiesto che cosa volessi<br />
fare da grande. Con qualche esitazione<br />
Foto: ESA/NASA
| | 8 agosto 2012 | 45
L’INTERVISTA PAOLO NESPOLI<br />
ho risposto che da bambino avrei voluto<br />
fare l’astronauta ma che oramai era tardi.<br />
E lei, guardandomi dritto negli occhi,<br />
mi disse: «Perché no?». Ecco, diciamo che<br />
lei è stata la scint<strong>il</strong>la, ma è una tesserina<br />
di tante altre che mi hanno sostenuto.<br />
Non posso non citare la mia famiglia, così<br />
come <strong>il</strong> generale Angioni col quale avevo<br />
lavorato in Libano e poi tutti i professori<br />
che ho incontrato al Politecnico di New<br />
York, a cui mi sono iscritto subito dopo <strong>il</strong><br />
ritorno in Italia. Dopo la laurea in Ingegneria<br />
aerospaziale, nel 1989, ho lavorato<br />
in un laboratorio di ricerca in Italia e nel<br />
1991 sono stato assunto dall’Esa.<br />
46 | 8 agosto 2012 | |<br />
Il presidente americano Richard Nixon<br />
in un suo discorso disse: «La missione<br />
sulla luna è stato un viaggio della conoscenza».<br />
Cosa intendeva secondo lei?<br />
Credo che la ragione per cui andiamo<br />
nello spazio sia quella di esplorare, conoscere,<br />
scoprire cose nuove che possono<br />
esserci ut<strong>il</strong>i nella vita quotidiana. L’uomo<br />
vuole, anzi deve conoscere, non può farne<br />
a meno, è un desiderio che la natura ci<br />
ha dato. Faccio sempre questo esempio: io<br />
ho una figlia di tre anni, quando la lascio<br />
sola in una stanza le devo sempre chiedere<br />
di non toccare nulla. Si immagina cosa<br />
succede dopo due minuti? Inizia a tasta-<br />
re tutto, perché toccando esplora e quindi<br />
impara a conoscere cose che le serviranno<br />
nella vita. Andare nello spazio è la stessa<br />
cosa. Questo è <strong>il</strong> concetto dell’esplorazione<br />
fin dall’antichità. Marco Polo è andato<br />
in Cina ed è tornato con le spezie.<br />
E le spezie le usiamo tutti i giorni, d’accordo.<br />
Ma quello che scoprite durante le<br />
vostre missioni a cosa serve?<br />
Potrei fare un elenco infinito di scoperte<br />
che abbiamo fatto in tutti questi anni<br />
e che hanno modificato <strong>il</strong> nostro modo<br />
di vivere. Certo, non abbiamo scoperto<br />
la cura del cancro, però cosa succederà<br />
domani io non lo posso sapere. Cerco di
Foto: ESA/NASA<br />
spiegarmi: è <strong>il</strong> principio dell’esplorazione<br />
che vale, non <strong>il</strong> risultato. Solo esplorando<br />
posso scoprire qualcosa, non so cosa, ma<br />
qualcosa di sicuro lo trovo. Quando si fa<br />
ricerca magari non si trova nulla; magari,<br />
invece, si trova qualcosa ma non si sa<br />
come usarla. Il laser è rimasto inut<strong>il</strong>izzato<br />
per oltre vent’anni perché non si sapeva<br />
come ut<strong>il</strong>izzarlo. Oggi lo usiamo ovunque.<br />
Nell’ultimo viaggio cosa avete scoperto?<br />
In tanti mi fanno questa domanda<br />
con l’aspettativa di sentire cose veramente<br />
spaziali. Ma la ricerca non funziona<br />
così, occorre tempo per fare e rifare esperimenti,<br />
confermarli e acquisire dati. Tra<br />
Qui a lato, <strong>il</strong> germoglio<br />
di una delle piante usate<br />
per gli esperimenti<br />
a bordo della Soyuz<br />
TMA-20 durante la<br />
missione che ha reso<br />
Paolo Nespoli.<br />
Nella pagina accanto,<br />
in basso a sinistra,<br />
l’astronauta italiano,<br />
<strong>il</strong> collega russo Dmitri<br />
Kondratyev e l’americana<br />
Cady Coleman affiggono<br />
sulla stazione lo stemma<br />
della spedizione 27<br />
gli oltre cinquanta esperimenti che abbiamo<br />
fatto voglio menzionarne uno che ha<br />
a che vedere con le modalità di sv<strong>il</strong>uppo<br />
delle radici delle piante. Nel loro sv<strong>il</strong>uppo<br />
le radici rispondono all’acqua e alla gravità,<br />
ogni specie in modo diverso. Alcune<br />
piante muoiono e male si sv<strong>il</strong>uppano<br />
dove c’è poca acqua, perché le loro radici<br />
vanno verso <strong>il</strong> centro della Terra invece di<br />
cercare acqua. In orbita, dove non c’è gravità,<br />
si fanno crescere piccole piante (lenticchie<br />
nel nostro caso) e si cerca di capire<br />
quali siano i geni della gravità e quelli<br />
dell’acqua. L’idea è quella di ottenere<br />
piante che resistano meglio alla siccità.<br />
Una leggenda vuole che Yuri Gagarin,<br />
una volta tornato sulla Terra, disse:<br />
«Sono andato in cielo ma non ho visto<br />
alcun Dio». Anche lei è andato nello spazio,<br />
ha visto Dio?<br />
Immagino che la frase di Gagarin fosse<br />
un diktat del partito, niente di più. Per<br />
quanto riguarda la mia esperienza, posso<br />
dire che andare nello spazio non vuol<br />
dire necessariamente trovare delle risposte<br />
alle domande teologiche. Anzi, nel<br />
mio caso si sono moltiplicate. A bordo<br />
dell’ISS guardi <strong>il</strong> mondo in un modo totalmente<br />
diverso, lo vedi come non lo hai<br />
mai visto prima e di fronte a tanta bellezza<br />
come fai a non domandarti da dove viene?<br />
È un’esperienza fortissima, ti accorgi<br />
che è possib<strong>il</strong>e fare cose “impossib<strong>il</strong>i”, ma<br />
allo stesso tempo che nonostante l’impresa<br />
non hai fatto niente rispetto all’universo<br />
che ti sta attorno. A bordo della Stazione<br />
vedevo la Terra che passava sotto di me<br />
a circa 8 ch<strong>il</strong>ometri al secondo. In pochi<br />
minuti lo scenario passava dall’inverno<br />
all’estate, dalla primavera all’autunno, e<br />
poi dal deserto alla Siberia, dai Caraibi ai<br />
ghiacciai della Patagonia. Guardando la<br />
Terra così non riesci a pensare solo alla<br />
gente italiana. Pensi all’umanità intera.<br />
| | 8 agosto 2012 | 47
L’INTERVISTA PAOLO NESPOLI<br />
Se si ragionasse in questo modo, pensando<br />
alla collettività tutta, non agli interessi<br />
di pochi, sarebbe tutto diverso.<br />
Cosa ha imparato durante i sei mesi della<br />
sua missione?<br />
Una cosa che mi ha lasciato impressionato.<br />
Il fatto che in orbi-<br />
ta non ci sia la forza di gravità<br />
ti obbliga, ti costringe a spogliarti<br />
mentalmente di tutti i<br />
preconcetti, i modi di fare che<br />
hai imparato fin da bambino.<br />
Durante le prime settimane in<br />
missione facevo le cose come<br />
ero abituato a farle: sulla Terra<br />
per camminare devi spostare<br />
<strong>il</strong> tuo centro di gravità in<br />
avanti. Nello spazio se ci provi<br />
non ci riesci perché la gravità<br />
non c’è. Questo ti costringe a<br />
fare le cose, anche le più banali,<br />
in modo diverso. È un processo<br />
che ti obbliga a rimetterti<br />
in gioco, devi provare, tentare,<br />
sbagliare, scoprire. Credo che<br />
se ogni tanto, anche sulla Terra, provassimo<br />
a fare le cose in modo diverso, forse la<br />
nostra vita un pochino ci guadagnerebbe.<br />
48 | 8 agosto 2012 | |<br />
IN LIBRERIA<br />
DALL’ALTO<br />
I PROBLEMI<br />
SEMBRANO<br />
PIÙ PICCOLI<br />
P. Nespoli<br />
Mondadori<br />
18 euro<br />
Tornando agli esperimenti spaziali: arriveremo<br />
mai su Marte?<br />
Sono convinto di sì, in 20 o al massimo<br />
30 anni. È complesso, diffic<strong>il</strong>e, ma<br />
possib<strong>il</strong>e. E quando ci saremo arrivati<br />
non avremo fatto altro che un passetti-<br />
no perché Marte, considerando<br />
l’universo intero, è vicinissimo<br />
a noi. Cerco di farle capire: la<br />
stella Alfa del sistema Centauro<br />
è quella più vicina alla Terra,<br />
si trova a 4,2 anni luce, vuol<br />
dire che se riuscissimo ad andare<br />
alla velocità della luce (300<br />
m<strong>il</strong>a ch<strong>il</strong>ometri al secondo) ci<br />
impiegheremmo 4,2 anni per<br />
raggiungerla. Alla velocità delle<br />
navicelle di oggi circa 30 m<strong>il</strong>a<br />
anni, anno più anno meno.<br />
Molti credono che l’uomo non<br />
sia mai stato sulla luna.<br />
E mi fanno ridere. Però la<br />
cosa è interessante perché rivela<br />
<strong>il</strong> modo in cui molta gente<br />
ragiona: tanti sono più propensi<br />
a dare credito a una foto che dicono<br />
abbia un’ombra sbagliata, piuttosto<br />
che alle altre 10 m<strong>il</strong>a che sono state scatta-<br />
A lato, <strong>il</strong> veicolo HTV<br />
durante <strong>il</strong> riposizionamento.<br />
Sotto, alcune istantanee della<br />
Terra vista dallo spazio: da sinistra<br />
a destra, Kimberley Coastline,<br />
Western Australia; Grand Canyon,<br />
Arizona, Stati Uniti; una delle isole<br />
di Sottovento, Capo Verde<br />
te. Alle persone della mia età chiedo: se in<br />
piena Guerra fredda i russi avessero potuto<br />
dimostrare che l’allunaggio era tutta una<br />
colossale montatura, pensate non lo avrebbero<br />
fatto con enorme piacere?<br />
Senta, lei che è stato nello spazio ci dica<br />
una volta per tutte: esistono gli alieni?<br />
Posso assicurarle che non abbiamo<br />
mai incontrato forme di vita aliene dagli<br />
anni Sessanta a oggi. Però, se mi chiede<br />
se credo alla loro esistenza, devo ammettere<br />
che la risposta è sì. Nell’universo esistono<br />
sicuramente dei pianeti con le stesse<br />
caratteristiche della Terra e quindi mi<br />
sembra strano che l’uomo sia l’unica forma<br />
di vita esistente.<br />
Al Meeting di Rimini di quest’anno ci<br />
sarà una mostra dedicata alla sua avventura<br />
nello spazio intitolata “Space<br />
Gallery”. Che obiettivi ha l’esposizione?<br />
La mostra è <strong>il</strong> tentativo di portare<br />
sulla Terra un pezzettino di universo. Ci<br />
saranno immagini di come si vede la Terra,<br />
di come la stiamo cambiando, magari<br />
senza rendercene conto. Servirà a stupirsi<br />
di fronte al bello e alla sua frag<strong>il</strong>ità, a fare<br />
riflettere su chi siamo e cosa facciamo.<br />
Daniele Guarneri<br />
Foto: ESA/NASA
l’italia<br />
che lavora<br />
Cent’anni<br />
di costruzioni<br />
Hanno fatto corpo nel 1912, per rimettere<br />
in piedi un paese flagellato dalle guerre. Erano<br />
birocciai e scariolanti, oggi sono trecento realtà<br />
guidate da Piero Collina. Storia di CCC e di quella<br />
brava gente cresciuta a pane, bad<strong>il</strong>e e solidarietà<br />
50 | 8 agosto 2012 | |<br />
Duro <strong>il</strong> lavoro come dura era la vita<br />
che ricominciava ogni mattina, <strong>il</strong><br />
volto perennemente bruciato dalla<br />
morsa gelida dell’inverno e dal sole di<br />
ferragosto. Andavano, i birocciai, trasportavano<br />
ogni tipo di merce giunta in porto<br />
o in stazione in grandi città e minuscoli<br />
paesi, sempre a bordo di carretto,
ischiarando la notte sull’appennino em<strong>il</strong>iano<br />
con piccoli lumi a petrolio, <strong>il</strong> ciocco<br />
potente del frustino che tuonava sullo<br />
scalpiccìo incessante di buoi, asini e cavalli.<br />
E andavano, gli scariolanti, centinaia e<br />
centinaia di operai che attraversando fiumi<br />
e paludi, armati della sola forza delle<br />
braccia e di inseparab<strong>il</strong>e carriola, traspor-<br />
tavano la terra per costruire gli argini e<br />
bonificare le paludi costiere della Bassa<br />
Romagna e del ferrarese. Siamo nell’Italia<br />
di cento anni fa e mentre l’attenzione del<br />
paese è tutta rivolta all’impresa del Regio<br />
Esercito impegnato nella campagna di<br />
Libia, tra queste strade e paludi ha inizio<br />
un’altra impresa. Piccola, s<strong>il</strong>enziosa, ma<br />
fatta di brava gente, gente che ce la mette<br />
tutta: inizia così la storia del Consorzio<br />
fra le cooperative di birocciai, carrettieri<br />
ed affini della provincia di Bologna,<br />
l’antenato di quel Consorzio Cooperative<br />
Costruzioni che oggi, con 300 cooperative<br />
associate, rappresenta uno dei più grandi<br />
e importanti soggetti imprenditoriali del<br />
settore costruzioni del nostro paese.<br />
«Fu proprio un’intuizione di pochi<br />
birocciai a dare origine al Consorzio con<br />
l’obiettivo di diventare attori nel mercato<br />
pubblico e non solo semplici subappaltatori.<br />
Il primo b<strong>il</strong>ancio fu di trecentom<strong>il</strong>a<br />
lire. Oggi superiamo <strong>il</strong> m<strong>il</strong>iardo di euro».<br />
Bolognese doc, Piero Collina è <strong>il</strong> 21° presidente<br />
del CCC, in carica dal 1998: a lui<br />
l’onore e l’onere di tagliare <strong>il</strong> traguardo<br />
dei cento anni di storia in un momento<br />
che non sembrerebbe indurre a festeggiamenti.<br />
Tutto inizia dunque nel 1912,<br />
Alcune immagini prese<br />
dall’archivio storico del<br />
Consorzio Cooperative<br />
Costruzioni. In apertura,<br />
<strong>il</strong> muro del Tiro a Segno<br />
realizzato a Carpi (Modena)<br />
nel 1924. In alto, a sinistra,<br />
i lavori per <strong>il</strong> sottopassaggio<br />
di via Ugo Bassi a Bologna,<br />
nel 1964. Qui sopra, ancora<br />
a Bologna, la manutenzione<br />
di un escavatore in una cava<br />
d’arg<strong>il</strong>la della Fornaciai, tra<br />
gli anni 1955/60. A lato,<br />
<strong>il</strong> presidente di CCC Piero<br />
Collina durante <strong>il</strong> discorso<br />
per la celebrazione del<br />
centenario lo scorso 2 luglio<br />
«dopo quell’inizio <strong>il</strong> Consorzio ha ampliato<br />
la sua base sociale, prima in provincia<br />
di Bologna, poi fuori provincia ed infine<br />
in tutta l’Italia, e non ha mai sospeso l’attività;<br />
durante <strong>il</strong> ventennio fascista invece<br />
di essere chiuso fu occupato da gerarchi<br />
locali ed introdusse al suo interno competenze<br />
tecniche che prima non esistevano».<br />
Strade, case, interi quartieri e soprattutto<br />
la Direttissima Bologna-Firenze, <strong>il</strong> cantiere<br />
più prestigioso del ventennio mussoliniano:<br />
sono solo alcuni del lavori affidati<br />
al gruppo di cooperatori dal ras di Bologna<br />
Leandro Arpinati. «Nei 100 anni <strong>il</strong><br />
Consorzio ne ha viste comunque di tutti i<br />
colori: dai risultati positivi a quelli negativi,<br />
sino ad avere problemi di equ<strong>il</strong>ibrio di<br />
b<strong>il</strong>ancio che però la solidarietà dei soci ha<br />
sempre contribuito a superare».<br />
Parlare di cooperazione a Bologna<br />
significa infatti ripercorrere la storia di un<br />
territorio profondamente legato ad associazionismo,<br />
solidarietà e mutuo esercizio:<br />
una formula che ha aiutato la ripresa<br />
del paese flagellato da due conflitti mondiali.<br />
Nella ricostruzione, si legge nelle<br />
note dedicate al centenario, «<strong>il</strong> settore del<br />
lavoro e della produzione recupera la sua<br />
vocazione “ad arte” per i mestieri tradi-<br />
| | 8 agosto 2012 | 51
l’italia che lavora<br />
zionali, innestandosi tra<br />
le nuove esigenze costruttive<br />
di natura imprenditoriale,<br />
applicando antichi saperi<br />
a nuove strutture e nuovi<br />
materiali». Con la fine della<br />
Seconda Guerra mondiale<br />
e la nascita della Repubblica sono numerose<br />
le nuove cooperative che si associano<br />
al Consorzio. Vengono realizzati ponti,<br />
canali, ospedali, ferrovie, piani di ed<strong>il</strong>izia<br />
economica e popolare nelle principali<br />
aree metropolitane. Nel 1955, nonostante<br />
l’andamento politico nazionale dettato da<br />
movimenti centristi, <strong>il</strong> Consorzio si aggiudica<br />
81 lavori tra opere ed<strong>il</strong>i e bracciant<strong>il</strong>i.<br />
Da quel momento la storia di CCC è un<br />
crescendo di successi imprenditoriali senza<br />
precedenti confrontandosi con i quali i<br />
soci imparano a unirsi davanti alle difficoltà<br />
– come negli anni Settanta della grande<br />
stagnazione produttiva –, lavorano insieme<br />
allo sv<strong>il</strong>uppo del corpo sociale, soffrendone<br />
anche i numerosi fallimenti, ma senza<br />
mai venir meno al “collante” che sempre<br />
li ha rimessi in piedi, più forti di prima.<br />
«Oggi come allora quello che contraddistingue<br />
<strong>il</strong> Consorzio è lo stretto vincolo<br />
con i soci, <strong>il</strong> senso di appartenenza, la<br />
solidarietà reciproca. Non c’è solo l’ottenimento<br />
di una commessa che salda <strong>il</strong> rapporto<br />
cooperativa-Consorzio, ma anche la<br />
convinzione che a “stare insieme” si fronteggiano<br />
meglio le difficoltà e si cresce<br />
più in fretta». È questa l’eredità raccolta<br />
da Collina, rispetto alla quale <strong>il</strong> presidente<br />
è fermamente deciso a fare un passo in<br />
più per tutelare le cooperative più deboli e<br />
consolidare la funzione consort<strong>il</strong>e in questi<br />
anni di incertezza. «C’è una grande sfida<br />
oggi, che riguarda <strong>il</strong> futuro e che vede<br />
l’intero settore delle costruzioni in palese<br />
difficoltà. Anche <strong>il</strong> Consorzio ne risente,<br />
ma questa volta, diversamente da quanto<br />
è avvenuto nel passato, non basterà la solidarietà<br />
dei soci (che hanno i loro proble-<br />
52 | 8 agosto 2012 | |<br />
Alcuni progetti che raccontano<br />
la storia più recente di CCC.<br />
Sopra, <strong>il</strong> restauro della Scala<br />
di M<strong>il</strong>ano e, a destra, la sede di<br />
CCC a Bologna. Qui lato, l’Alta<br />
Velocità Roma-Napoli e la sede<br />
della Regione Em<strong>il</strong>ia Romagna<br />
mi), ma ci vorrà una “nuova intuizione”,<br />
un’idea che innovi la missione e stab<strong>il</strong>isca<br />
nuovi obiettivi, perché <strong>il</strong> nostro Paese, <strong>il</strong><br />
modello economico che ne ha contraddistinto<br />
gli ultimi decenni è superato e “nulla<br />
sarà più come prima”. Se tutti dovranno<br />
cambiare perché noi no? Anzi avendo<br />
anche un compito di orientamento per i<br />
soci, noi dovremo farlo presto».<br />
«Nulla sarà come prima»<br />
Inut<strong>il</strong>e attendersi un intervento radicale<br />
dalla politica, oggi «la situazione generale<br />
appare veramente grave per cui i provvedimenti<br />
da chiedere partono dal mantenimento<br />
delle promesse già fatte. È inut<strong>il</strong>e<br />
puntare su altro se nemmeno quanto<br />
indicato non viene attuato in tempi brevi».<br />
Per questo, promette Collina, «ci trasformeremo.<br />
Ci confronteremo con <strong>il</strong> mercato<br />
ancora con una nuova e grande capacità<br />
competitiva, salvaguardando comunque i<br />
princìpi base, i fondamentali etici. Saremo<br />
ancora testimoni dello sv<strong>il</strong>uppo del paese<br />
con le opere che realizzeremo così come<br />
lo siamo stati in cent’anni passati: dalla<br />
Direttissima Bologna-Firenze, alle grandi<br />
bonifiche, ai grandi interventi di ed<strong>il</strong>izia<br />
residenziale, l’Alta Velocità M<strong>il</strong>ano-Bologna,<br />
la Scala di M<strong>il</strong>ano; le numerose opere<br />
per le Olimpiadi invernali di Torino e<br />
così via. Il Consorzio saprà distinguersi<br />
per capacità e credib<strong>il</strong>ità anche in futuro».<br />
Protagonista del settore da Nord a Sud,<br />
nelle grandi opere, in operazioni di recupero,<br />
nell’ambiente come nelle opere per<br />
<strong>il</strong> terziario, dai cantieri stradali della Brebemi<br />
a quelli della A14 Bologna-Taranto,<br />
dalla realizzazione del termovalorizzatore<br />
di Bolzano al progetto di una nuova struttura<br />
ospedaliera per la Asl di Lecce e del<br />
sistema di trasporto pubblico f<strong>il</strong>oviario di<br />
Verona, sono innumerevoli gli interventi<br />
che hanno visto e vedranno protagonisti<br />
i 300 soci di CCC nel corso degli anni. Ma<br />
quando si tratta di fare previsioni sul prossimo<br />
decennio, Collina resta con i piedi<br />
per terra: «Da anni superiamo <strong>il</strong> m<strong>il</strong>iardo<br />
di fatturato ed esprimiamo una forte forza<br />
imprenditoriale, noi, e le nostre associate.<br />
Nel futuro, anche prossimo, vedo un ruolo<br />
della finanza che sarà determinante anche<br />
per i successi nel settore delle costruzioni:<br />
quando si dice “passare dal mercato<br />
pubblico al mercato di interesse pubblico“<br />
significa finanza, capacità di dialogo con<br />
un sistema creditizio risanato e più partecipe<br />
alla soluzione di problemi del Paese,<br />
significa credib<strong>il</strong>ità. Non è un futuro per<br />
tutti quelli che esistono oggi, noi – conclude<br />
Collina – cercheremo di restare».<br />
Sono trascorsi cento anni da quegli<br />
argini costruiti da braccianti, carriole e<br />
bad<strong>il</strong>i. Certo, l’eco dello scalpiccìo, un<br />
tempo incessante, degli animali che trainavano<br />
<strong>il</strong> biroccio si è fermato molto tempo<br />
fa, lo immagini risuonare in alcune<br />
poesie di Pascoli o sul ponte della stazione<br />
ferroviaria di una Bologna degli anni<br />
Quaranta. Pure, guardando le foto d’epoca<br />
appese nelle bella sede in vetro strutturale<br />
e zinco-titanio del CCC a Bologna, la<br />
certezza di un futuro che ricomincia ogni<br />
mattina parla da sola e parla una lingua<br />
molto chiara. Quella di gente piccola e<br />
s<strong>il</strong>enziosa ma brava gente, gente che oggi<br />
come allora ce la mette tutta.<br />
Caterina Giojelli
GREEN ESTATE<br />
ECOLOGIA UMANA<br />
Chi dà <strong>il</strong> cattivo esempio<br />
di Paolo Togni<br />
Una corretta applicazione dell’ecologia umana presuppone<br />
come requisito principale che ogni soggetto eserciti<br />
sempre e solo le funzioni e i poteri affidatigli dalle<br />
norme vigenti. Oggi in Italia non è così. E non è così da diverso<br />
tempo. Il cattivo esempio parte dall’alto, se è vero, come<br />
è vero, che <strong>il</strong> presidente della Repubblica ha svolto e probab<strong>il</strong>mente<br />
sta svolgendo funzioni assolutamente al di fuori di quelle<br />
previste dalla Costituzione. La sua natura di arbitro supremo<br />
degli equ<strong>il</strong>ibri istituzionali vorrebbe infatti che egli non intervenisse<br />
in scelte che riguardano esclusivamente le forze parlamentari,<br />
come ha fatto a proposito di legge elettorale; e ancor<br />
di più proibirebbe che si spendesse, come ha fatto qualche mese<br />
fa, per garantire a una crisi parlamentare uno sbocco pre-<br />
determinato, al di fuori del corretto dibattito politico, e tale da determinare la<br />
formazione di un vero e proprio “governo del presidente”, istituto che la Costituzione<br />
non conosce e non vuole.<br />
Dice un vecchio detto: «Chi la fa l’aspetti». E così un gruppetto di magistrati noti<br />
per <strong>il</strong> loro esagitato impegno politico, lo scarso rispetto per le leggi e la faziosità<br />
si sono presi la briga di intercettare le telefonate del Quirinale. Qualunque mediocre<br />
cittadino sa che <strong>il</strong> presidente è “irresponsab<strong>il</strong>e”, cioè non può essere chiamato<br />
a rispondere in sede giudiziaria dei suoi atti, sui quali nessun ufficio di giusti-<br />
Non solo i magistrati hanno<br />
dimostrato di avere l’abitudine<br />
a tenere comportamenti scorretti.<br />
Se vogliamo vivere in uno Stato<br />
di diritto, ordinato e democratico,<br />
ciò non può più essere tollerato<br />
54 | 8 agosto 2012 | |<br />
zia ha potere di indagare: egli ha<br />
per unico giudice <strong>il</strong> Parlamento<br />
in seduta comune. Evidente,<br />
dunque, la scorrettezza dei magistrati.<br />
Sebbene particolarmente<br />
gravi e clamorosi, i due comportamenti<br />
riferiti non sono gli<br />
unici nei quali si ritrovi lo sconfinamento<br />
dalle funzioni proprie:<br />
diffusissima è infatti l’attitudine a tenere comportamenti che con chiarezza e sincerità<br />
dovrebbero essere definiti <strong>il</strong>legali. Se uniamo questa propensione a d<strong>il</strong>atare le<br />
proprie competenze con una ignoranza di base sicuramente più diffusa di quanto<br />
sarebbe auspicab<strong>il</strong>e e con la renitenza a svolgere funzioni proprie, <strong>il</strong> quadro dell’attività<br />
amministrativa italiana è quasi completo.<br />
L’abitudine a tenere comportamenti scorretti è stata dimostrata negli ultimi<br />
tempi, in particolare ma non solo, dai magistrati. Se vogliamo vivere in uno Stato<br />
veramente di diritto, ordinato e democratico, ciò non è più tollerab<strong>il</strong>e.<br />
tognipaolo@gma<strong>il</strong>.com<br />
HUMUS IN FABULA<br />
GIOCHI OLIMPICI<br />
L’avanguardia delle<br />
strutture di Londra<br />
Dow Bu<strong>il</strong>ding Solution è una<br />
delle migliori aziende che si<br />
occupano di isolamento degli<br />
edifici. I tetti di gran parte degli<br />
stadi e appartamenti costruiti<br />
per i Giochi Olimpici 2012 che si<br />
svolgeranno a Londra sono stati<br />
costruiti dalla Dbs. Un paio di<br />
esempi. La Handball Arena è un<br />
edificio che è stato paragonato<br />
PRESA<br />
D’ARIA<br />
a uno scrigno portagioie, ed<br />
è stata concepita come una<br />
struttura permanente. Due le<br />
necessità a cui Dbs ha saputo<br />
rispondere: che tutte le attrezzature<br />
sul tetto fossero al riparo<br />
dalla vista e che l’arena fosse<br />
protetta da vibrazioni e rumori<br />
esterni. La soluzione è stata<br />
quella di posizionare tutte le apparecchiature<br />
sul tetto e creare<br />
un alto parapetto per far sì che<br />
ci fosse una vista ininterrotta<br />
della struttura. Questa soluzione<br />
ha permesso inoltre che rumori<br />
e vibrazioni fossero limitati alla<br />
zona perimetrale. L’Olympic e <strong>il</strong><br />
Paralympic V<strong>il</strong>lage per i Giochi<br />
CINEMA<br />
Contraband,<br />
di Baltasar Kormákur<br />
Buone le scene<br />
d’azione<br />
Per salvare <strong>il</strong> cognato un<br />
po’ fesso, ritorna a fare <strong>il</strong><br />
contrabbandiere.<br />
Che sia <strong>il</strong> remake di un f<strong>il</strong>m<br />
islandese nemmeno troppo<br />
bello deve fare un po’<br />
HOME VIDEO<br />
Marigold Hotel,<br />
di John Madden<br />
Bravissimi gli attori<br />
Diverse persone, avanti con<br />
gli anni, decidono di dare una<br />
svolta alla propria vita andando<br />
in vacanza in India.<br />
La cosa migliore è la prova corale<br />
degli attori. Grandi interpreti<br />
britannici da far venire invidia<br />
a qualsiasi collega e ben<br />
diretti da John Madden, regista<br />
che ha tanti difetti ma ha sempre<br />
curato molto la recitazione.<br />
Il f<strong>il</strong>m, però, ha anche molti<br />
problemi, a partire proprio dalla<br />
regia che cade nella tentazione<br />
del calligrafismo e dell’<strong>il</strong>lustrazione<br />
un po’ superficiale.<br />
comprendono appartamenti<br />
residenziali per quasi 17.000<br />
tra atleti e funzionari, negozi,<br />
ristoranti, centri di assistenza<br />
medica e spazi dedicati al<br />
tempo libero. Terminata la<br />
manifestazione <strong>il</strong> v<strong>il</strong>laggio sarà<br />
trasformato in un complesso di<br />
2.800 abitazioni (più della metà<br />
a prezzi accessib<strong>il</strong>i). Dbs ha<br />
proposto una soluzione in grado<br />
di rispondere contemporaneamente<br />
a parametri di efficienza<br />
energetica e durab<strong>il</strong>ità a lungo<br />
termine: i materiali ut<strong>il</strong>izzati, infatti,<br />
non offrono solo eccellenti<br />
proprietà d’isolamento, ma sono<br />
resistenti all’umidità.<br />
riflettere sullo stato delle<br />
cose anche oltreoceano.<br />
Wahlberg è un ex marinaio<br />
contrabbandiere divenuto,<br />
per amore della Beckinsale,<br />
un elettricista. Ritorna<br />
a smerciare roba contraffatta<br />
per salvare <strong>il</strong> fondoschiena<br />
al cognato un po’<br />
troppo avventato. Confezionato<br />
in modo professionale,<br />
<strong>il</strong> f<strong>il</strong>m dell’islandese<br />
LA CAMPAGNA E.ON<br />
La nuova festa<br />
dell’energia in piazza<br />
E.ON, uno dei maggiori gruppi<br />
energetici al mondo a capitale<br />
interamente privato, lancia la<br />
nuova campagna di sensib<strong>il</strong>izzazione<br />
per <strong>il</strong> risparmio energetico<br />
“Festa dell’Energia in Piazza”,<br />
rivolta a tutte le famiglie e<br />
ai cittadini, per scoprire come<br />
usare l’energia in modo consapevole<br />
e ricevere informazioni<br />
sul contenimento dei consumi.<br />
La “Festa dell’Energia in Piazza”<br />
fa tappa in cinque Comuni<br />
italiani, da luglio a settembre.
Kormákur non pecca nelle<br />
scene d’azione (l’incipit<br />
notturno non è malaccio)<br />
ma nella narrazione che ha<br />
troppi snodi inverosim<strong>il</strong>i e<br />
nei tanti personaggi che<br />
paiono sulla scena per caso.<br />
Wahlberg regge ed è<br />
ruvido quanto basta, ma<br />
la Beckinsale è fuori parte<br />
e Ribisi, nella parte del<br />
cattivo spietato, è troppo<br />
COMUNICANDO<br />
PRIMA PERSONA<br />
Costruire un paese<br />
migliore viaggiando<br />
Un viaggio itinerante alla ricerca<br />
di piccole e grandi storie da<br />
raccontare. È partito <strong>il</strong> 15 luglio<br />
ItaliaViva, <strong>il</strong> progetto di Prima<br />
Persona – associazione culturale<br />
che crede e promuove una<br />
democrazia fondata sulla partecipazione<br />
culturale (www.primapersona.eu)<br />
– volto a far luce<br />
su alcune delle esperienze<br />
stolido per essere credib<strong>il</strong>e.<br />
Nulla di nuovo, tante scopiazzature:<br />
l’idea geniale di<br />
Wahlberg per far passare le<br />
merci è copiata da un celeberrimo<br />
f<strong>il</strong>m di gangster.<br />
visti da Simone Fortunato<br />
Il regista<br />
Baltasar<br />
Kormákur<br />
L’IDEA CHESTERTONIANA<br />
Avere <strong>il</strong> culto<br />
dei bambini<br />
di Annalena Valenti<br />
umane, sociali e imprenditoriali<br />
più significative del paese. Il<br />
percorso coinvolgerà soggetti di<br />
diversa natura, ma accomunati<br />
dallo stesso spirito: individui<br />
tenaci e coraggiosi, enti pubblici<br />
virtuosi e aziende di successo.<br />
L’associazione cede infatti<br />
la parola agli attori di un cambiamento<br />
già in atto, del quale<br />
ognuno può essere protagonista.<br />
Il viaggio di Prima Persona<br />
è iniziato in Umbria e <strong>il</strong> tragitto<br />
sta continuando attraverso<br />
gran parte delle regioni italiane,<br />
dalla Sic<strong>il</strong>ia al Piemonte. Gli<br />
eventi vedranno la partecipazione<br />
di associazioni di categoria,<br />
Mi chiedono se ho<br />
<strong>il</strong> culto dei bambini,<br />
perchè dico<br />
che tutto, fin la terra<br />
e <strong>il</strong> cielo, si fa e si muove<br />
per loro. Sì, ho <strong>il</strong> cul-<br />
STILI DI VITA<br />
MAMMA<br />
OCA<br />
to dei bambini, ma non <strong>il</strong> moderno riverirli<br />
e assecondarli, che si trasforma<br />
sempre nell’usarli e nel fare di loro ciò<br />
che più pare e piace, ma quello chestertoniano.<br />
Potete leggerlo nel suo libro<br />
L’imputato edito da Lindau, e già<br />
nel sottotitolo In difesa di ciò che c’è<br />
di bello nel brutto del mondo si coglie<br />
qualcosa della sua, della nostra tesi. Le<br />
domande incalzano, ma nel mondo di<br />
oggi, nel nostro mondo occidentale, i<br />
bambini perché devono essere difesi?<br />
Non siamo ai tempi in cui venivano<br />
fatti lavorare, né bastonati sulle nocche<br />
a scuola! Tanto per fare un esempio.<br />
Se un libro ideologico, falso e furbetto<br />
dello scorso anno, per bambini<br />
dagli 0 ai 6 anni, (ne ho parlato nel numero<br />
42 di <strong>Tempi</strong> del 26 ottobre 2011),<br />
ma perfettamente asservito al potere<br />
di oggi che impone le sue idee a scapito<br />
della realtà, può vincere <strong>il</strong> più prestigioso<br />
premio per l’editoria infant<strong>il</strong>e<br />
in Italia, intitolato ad Andersen, che si<br />
rivolterà nella tomba, lui che della fiaba<br />
ha fatto <strong>il</strong> trionfo del senso della realtà<br />
(vabbè, per dire dei premi, anche<br />
Dario Fo ha vinto <strong>il</strong> Nobel), allora sì, i<br />
bambini devono essere difesi. Con responsab<strong>il</strong>ità<br />
anche civ<strong>il</strong>e, intelligenza<br />
e passione creativa.<br />
mammaoca.wordpress.com<br />
organizzazioni del terzo settore,<br />
esponenti istituzionali e altri<br />
soggetti legati ai territori e alle<br />
tematiche affrontate, per individuare<br />
insieme nuove modalità<br />
di azione. Obiettivo prioritario<br />
del viaggio è stimolare <strong>il</strong> confronto,<br />
dando voce a chi già si<br />
impegna per se stesso e per <strong>il</strong><br />
proprio paese, e trarre indicazioni<br />
di pratiche ut<strong>il</strong>i da trasferire<br />
anche sul piano politico. Un<br />
augurio sincero di buona strada<br />
a ItaliaViva, con la speranza che<br />
si riesca a costruire una rete<br />
del valore a cui tutti abbiano la<br />
possib<strong>il</strong>ità di prendere parte.<br />
Giovanni Parapini<br />
| | 8 agosto 2012 | 55
AMICI MIEI<br />
LIBRI<br />
Il peccato nel mondo<br />
giudaico-cristiano<br />
Che cosa è <strong>il</strong> peccato nella tradizione<br />
giudaico-cristiana? In<br />
che modo i suoi effetti perdurano<br />
e possono estinguersi attraverso<br />
<strong>il</strong> tempo? Il peccato di<br />
Gary A. Anderson (Liber<strong>il</strong>ibri,<br />
372 pagine, 19 euro) è un’analisi<br />
storico-f<strong>il</strong>ologica dei testi biblici<br />
dove l’autore documenta <strong>il</strong><br />
processo attraverso cui <strong>il</strong> peccato<br />
concepito come un fardello<br />
caricato sulle spalle di<br />
chi lo ha commesso, si modifica<br />
a partire dal periodo del Secondo<br />
<strong>Tempi</strong>o e via via fino al<br />
II secolo a. C. Il peccato assumerà<br />
nel Nuovo Testamento, in<br />
tutta la letteratura rabbinica<br />
e nella cristianità aramaica, la<br />
metafora commerciale-finanziaria<br />
del debito che deve essere<br />
ripagato. L’idea della macchia<br />
resterà, ma a quella del<br />
fardello si sostituirà l’idea che<br />
nel libro contab<strong>il</strong>e di Dio verrà<br />
registrato un debito: <strong>il</strong> peccatore<br />
diviene <strong>il</strong> debitore che potrà<br />
estinguere <strong>il</strong> debito con l’elemosina.<br />
L’uomo virtuoso diviene<br />
invece un creditore che accumula<br />
un tesoro in cielo.<br />
TURISMO<br />
CROAZIA<br />
Vacanza anti crisi<br />
a un passo da casa<br />
Sono cresciuti del 9 per cento<br />
gli arrivi internazionali in Croazia.<br />
Il paese offre un mare incantevole<br />
e un ambiente incontaminato.<br />
In un periodo in cui<br />
l’Italia – e non solo – si trova a<br />
fare i conti con <strong>il</strong> vento della crisi<br />
che pesa sulle tasche degli italiani<br />
tanto da far sembrare fuori<br />
proposta <strong>il</strong> balneare nostrano,<br />
AL PUGNALONE, ACQUAPENDENTE<br />
Creatività e tradizione per<br />
un omaggio alla cucina laziale<br />
di Tommaso Farina<br />
Q<br />
uella parte del lazio che si incunea tra l’Umbria e la Toscana<br />
è un tesoro di paesini stupendi. Ad esempio, Acquapendente<br />
(Viterbo). Lì, per la festa della Madonna del Fiore, in maggio,<br />
la popolazione crea dei grandi quadri con petali di fiori: si<br />
chiamano “pugnaloni”. E Al Pugnalone è <strong>il</strong> nome di un ristorante<br />
del paese in cui occorre fermarsi. Francesco Sacco e Mara Zannoni,<br />
circa sei anni fa, hanno r<strong>il</strong>evato l’antico e magnifico ambiente di<br />
questa ex pizzeria per farne un locale di gran qualità. Nell’indirizzo<br />
indicato in calce c’è <strong>il</strong> ristorante vero e proprio, che recensiamo<br />
qui, mentre voltato l’angolo c’è l’Osteria Al Pugnalone, dove Mara<br />
e Francesco preparano piatti più semplici e popolari.<br />
Al ristorante, dalla bella sala, <strong>il</strong> menù parte con un’indicazione<br />
trasparente dei fornitori. Poi, ecco arrivare un appetizer: una<br />
stupenda bruschetta vegetariana con gelato di panzanella ai peperoni.<br />
Cucina creativa dunque, ma di grande sapienza nel mescolare<br />
tradizioni locali e sfizi di pesce. Tra gli antipasti c’è <strong>il</strong><br />
carpaccio di cappesante con tartara di gamberi rossi, pesca nettarina,<br />
pepe di Sechuan e salsa al lime e zafferano: un gioco tra freschezza,<br />
dolcezza e sapidità.<br />
Tra i primi, di stupenda saporosità e inaspettata leggerezza i<br />
cappelletti farciti alla coda di manzo su cremoso di Parmigiano<br />
e salsa alla vaccinara, omaggio quasi commosso alla cucina laziale.<br />
Si può continuare poi con un bel collo di maialino cotto dolcemente<br />
nella birra, verza piccante e puré di mela: <strong>il</strong> cuoco ha mantenuto<br />
croccante sia la carne sia la verza, in un risultato davvero<br />
rimarchevole. Tra i dolci, semifreddo di pistacchio di Bronte con<br />
crema e sentore di liquore Strega. Citiamo pochi piatti perché la<br />
carta cambia abbastanza frequentemente. Ci sono ben sette menù<br />
degustazione (di cui uno vegetariano) per tutte le tasche, e un menù<br />
bambini a 15 euro. Alla carta, ne spenderete circa 50. Menzione<br />
particolare per <strong>il</strong> pane fatto in casa da Francesco: segnatevi quello<br />
al curry. Bella anche la cantina.<br />
Per informazioni<br />
Ristorante Al Pugnalone<br />
www.ristorantealpugnalone.it/<br />
Via A. Salimbeni, 1 Acquapendente (Viterbo)<br />
Tel. 0763711252<br />
Chiuso <strong>il</strong> mercoledì<br />
l’altra sponda dell’Adriatico macina<br />
numeri in crescita, anno<br />
dopo anno. Nel 2011 si è registrato<br />
un forte sv<strong>il</strong>uppo: 11,45<br />
m<strong>il</strong>ioni gli arrivi degli stranieri.<br />
Aumenta anche <strong>il</strong> turismo interno<br />
(+2,4 per cento). I turisti<br />
italiani si collocano in terza posizione<br />
con un m<strong>il</strong>ione e 50 m<strong>il</strong>a<br />
arrivi, in crescita del 13 per<br />
cento. Più ridotto l’incremento<br />
in termini di presenze, che si<br />
fermano a 4 m<strong>il</strong>ioni e 994 m<strong>il</strong>a<br />
(+5,6 per cento). Questo significa<br />
una riduzione dei giorni<br />
di permanenza. Inattesa la crescita<br />
del 13,6 per cento degli arrivi<br />
di turisti statunitensi dove <strong>il</strong><br />
prodotto, pur con numeri ancora<br />
ridotti, si sta affermando come<br />
destinazione mediterranea<br />
alternativa a quelle tradizionali.<br />
Le previsioni dell’Ente per <strong>il</strong> turismo<br />
croato sono di arrivare a 12<br />
m<strong>il</strong>ioni di turisti grazie a una se-<br />
IN BOCCA<br />
ALL’ESPERTO<br />
PER PIACERE<br />
IL VINO<br />
Frascati superiore<br />
Il vino Frascati superiore Casale<br />
Marchese 2010 nasce in provincia<br />
di Rimini, in un casale del<br />
1800 costruito vicino a due antiche<br />
cisterne romane. Il vino<br />
esprime un carattere<br />
sorprendente con profumi<br />
di mela bianca e un finale<br />
lungo e complesso. Il Frascati<br />
si accompagna perfettamente<br />
ad antipasti,<br />
minestre, primi piatti,<br />
secondi di pesce e carni<br />
bianche. Ottimo anche<br />
come aperitivo. Costo in<br />
enoteca di 10 euro.<br />
Carlo Cattaneo<br />
rie di investimenti per migliorare<br />
la qualità delle infrastrutture turistiche,<br />
e all’ingresso nell’Ue, in<br />
calendario per <strong>il</strong> 2013. Il paese<br />
continua ad attrarre flussi turistici<br />
grazie a una offerta adatta<br />
a diversi target e ai prezzi rimasti<br />
molto competitivi. Al primo<br />
posto, come immissori di turisti,<br />
si posiziona la Germania seguita<br />
dalla Slovenia. Il terzo gradino<br />
del podio è occupato dall’Italia.<br />
Ottimo lo sv<strong>il</strong>uppo del turismo<br />
enogastronomico. E ottimi sono<br />
anche i vini prodotti dai vitigni<br />
istriani: vini secchi con alta gradazione.<br />
Qualità garantita.<br />
Walter Abbondanti<br />
| | 8 agosto 2012 | 57
PUBBLICAZIONE BILANCIO AL 31.12.2011 DI e materiali, TEMPI altre svalutazioni SOCIETà delle immob<strong>il</strong>izzazioni COOPERATIVA<br />
Stato patrimoniale<br />
Ai sensi dell’articolo 9 della delibera 129/02/Cons. dell’autorità per le garanzie nelle comunicazioni<br />
2011-12-31 2010-12-31<br />
Attivo<br />
A) Crediti verso soci per versamenti ancora dovuti<br />
Parte richiamata - -<br />
Parte da richiamare - -<br />
Totale crediti verso soci per versamenti ancora dovuti (A)<br />
B) Immob<strong>il</strong>izzazioni<br />
I - Immob<strong>il</strong>izzazioni immateriali<br />
- -<br />
Valore lordo 216.220 204.845<br />
Ammortamenti 161.394 151.385<br />
Svalutazioni - -<br />
Totale immob<strong>il</strong>izzazioni immateriali<br />
II - Immob<strong>il</strong>izzazioni materiali<br />
54.826 53.460<br />
Valore lordo 55.306 32.068<br />
Ammortamenti 28.978 24.217<br />
Svalutazioni - -<br />
Totale immob<strong>il</strong>izzazioni materiali<br />
III - Immob<strong>il</strong>izzazioni finanziarie<br />
2) crediti<br />
26.328 7.851<br />
esigib<strong>il</strong>i entro l'esercizio successivo - -<br />
esigib<strong>il</strong>i oltre l'esercizio successivo - -<br />
Totale crediti - -<br />
Altre immob<strong>il</strong>izzazioni finanziarie - -<br />
Totale immob<strong>il</strong>izzazioni finanziarie - -<br />
Totale immob<strong>il</strong>izzazioni (B)<br />
C) Attivo circolante<br />
I - Rimanenze<br />
81.154 61.311<br />
Totale rimanenze<br />
II - Crediti<br />
- -<br />
esigib<strong>il</strong>i entro l'esercizio successivo 3.116.534 2.716.235<br />
esigib<strong>il</strong>i oltre l'esercizio successivo 5.090 5.070<br />
Totale crediti<br />
III - Attività finanziarie che non costituiscono<br />
immob<strong>il</strong>izzazioni<br />
3.121.624 2.721.305<br />
Totale attività finanziarie che non costituiscono<br />
immob<strong>il</strong>izzazioni<br />
IV - Disponib<strong>il</strong>ità liquide<br />
- -<br />
Totale disponib<strong>il</strong>ità liquide 43.615 15.306<br />
Totale attivo circolante (C)<br />
D) Ratei e risconti<br />
3.165.239 2.736.611<br />
Totale ratei e risconti (D) 9.292 -<br />
Totale attivo<br />
Passivo<br />
A) Patrimonio netto<br />
3.255.685 2.797.922<br />
I - Capitale 550 550<br />
II - Riserva da soprapprezzo delle azioni - -<br />
III - Riserve di rivalutazione - -<br />
IV - Riserva legale 20.363 16.920<br />
V - Riserve statutarie 37.231 29.540<br />
VI - Riserva per azioni proprie in portafoglio<br />
VII - Altre riserve, distintamente indicate<br />
- -<br />
Differenza da arrotondamento all'unità di Euro -3 -1<br />
Totale altre riserve -3 -1<br />
VIII - Ut<strong>il</strong>i (perdite) portati a nuovo<br />
IX - Ut<strong>il</strong>e (perdita) dell'esercizio<br />
- -<br />
Ut<strong>il</strong>e (perdita) dell'esercizio. 8.736 11.478<br />
Copertura parziale perdita d'esercizio TEMPI SOCIETA' - COOPERATIVA-<br />
Ut<strong>il</strong>e (perdita) residua 8.736 11.478<br />
Totale patrimonio netto<br />
B) Fondi per rischi e oneri<br />
66.877 58.487<br />
Totale fondi per rischi ed oneri - -<br />
C) Trattamento di fine rapporto di lavoro subordinato<br />
D) Debiti<br />
234.587 189.415<br />
esigib<strong>il</strong>i entro l'esercizio successivo 2.390.399 1.732.852<br />
esigib<strong>il</strong>i oltre l'esercizio successivo<br />
Totale debiti<br />
333.032 591.587<br />
TEMPI SOCIETA' COOPERATIVA<br />
2.723.431 2.324.439<br />
B<strong>il</strong>ancio E) Ratei al 31/12/2011 e risconti<br />
Pag. 2 di 6<br />
Totale ratei e risconti 230.790 225.581<br />
Totale passivo Generato automaticamente - Conforme3.255.685 alla tassonomia itcc-ci-2011-01-04 2.797.922<br />
Conto economico<br />
2011-12-31 2010-12-31<br />
A) Valore della produzione:<br />
1) ricavi delle vendite e delle prestazioni 2.845.314 2.765.504<br />
2), 3) variazioni delle rimanenze di prodotti in corso di<br />
lavorazione, sem<strong>il</strong>avorati e finiti e dei lavori in corso su<br />
ordinazione<br />
- -<br />
2) variazioni delle rimanenze di prodotti in corso di<br />
lavorazione, sem<strong>il</strong>avorati e finiti<br />
- -<br />
3) variazioni dei lavori in corso su ordinazione - -<br />
4) incrementi di immob<strong>il</strong>izzazioni per lavori interni<br />
5) altri ricavi e proventi<br />
- -<br />
contributi in conto esercizio 411.037 503.000<br />
altri 53.794 -<br />
Totale altri ricavi e proventi 464.831 503.000<br />
Totale valore della produzione<br />
B) Costi della produzione:<br />
3.310.145 3.268.504<br />
6) per materie prime, sussidiarie, di consumo e di merci 369.821 249.693<br />
7) per servizi 1.705.597 1.929.627<br />
8) per godimento di beni di terzi<br />
9) per <strong>il</strong> personale:<br />
135.883 153.413<br />
a) salari e stipendi 708.972 577.737<br />
b) oneri sociali 165.790 151.032<br />
c), d), e) trattamento di fine rapporto, trattamento di<br />
quiescenza, altri costi del personale<br />
45.962 43.005<br />
c) trattamento di fine rapporto 45.962 42.726<br />
d) trattamento di quiescenza e sim<strong>il</strong>i - -<br />
e) altri costi - 279<br />
Totale costi per <strong>il</strong> personale<br />
10) ammortamenti e svalutazioni:<br />
920.724 771.774<br />
a), b), c) ammortamento delle immob<strong>il</strong>izzazioni immateriali<br />
e materiali, altre svalutazioni delle immob<strong>il</strong>izzazioni<br />
23.371 42.621<br />
a) ammortamento delle immob<strong>il</strong>izzazioni immateriali 18.610 37.601<br />
b) ammortamento delle immob<strong>il</strong>izzazioni materiali 4.761 5.020<br />
c) altre svalutazioni delle immob<strong>il</strong>izzazioni - -<br />
d) svalutazioni dei crediti compresi nell'attivo circolante e<br />
delle disponib<strong>il</strong>ità liquide<br />
- -<br />
Totale ammortamenti e svalutazioni 23.371 42.621<br />
11) variazioni delle rimanenze di materie prime, sussidiarie,<br />
di consumo e merci<br />
- -<br />
12) accantonamenti per rischi - -<br />
13) altri accantonamenti - -<br />
14) oneri diversi di gestione 57.302 62.953<br />
Totale costi della produzione 3.212.698 3.210.081<br />
Differenza tra valore e costi della produzione (A - B)<br />
C) Proventi e oneri finanziari:<br />
15) proventi da partecipazioni<br />
97.447 58.423<br />
delle disponib<strong>il</strong>ità liquide<br />
Capitale sociale euro 550= codice fiscale n° 03596310965<br />
TEMPI SOCIETA' COOPERATIVA<br />
REA M<strong>il</strong>ano n° 1687470, Iscr. albo Coop. n° A102419<br />
d) trattamento di quiescenza e sim<strong>il</strong>i - -<br />
e) altri costi - 279<br />
Totale costi per <strong>il</strong> personale<br />
10) ammortamenti e svalutazioni:<br />
920.724 771.774<br />
a), b), c) ammortamento delle immob<strong>il</strong>izzazioni immateriali<br />
23.371 42.621<br />
a) ammortamento delle immob<strong>il</strong>izzazioni immateriali 18.610 37.601<br />
b) ammortamento delle immob<strong>il</strong>izzazioni materiali 4.761 5.020<br />
c) altre svalutazioni delle immob<strong>il</strong>izzazioni - -<br />
d) svalutazioni dei crediti compresi nell'attivo circolante e<br />
- -<br />
Totale ammortamenti e svalutazioni 23.371 42.621<br />
11) variazioni delle rimanenze di materie prime, sussidiarie,<br />
di consumo e merci<br />
- -<br />
12) accantonamenti per rischi - -<br />
13) altri accantonamenti - -<br />
14) oneri diversi di gestione 57.302 62.953<br />
Totale costi della produzione 3.212.698 3.210.081<br />
Differenza tra valore e costi della produzione (A - B)<br />
C) Proventi e oneri finanziari:<br />
15) proventi da partecipazioni<br />
97.447 58.423<br />
da imprese controllate - -<br />
da imprese collegate - -<br />
altri - -<br />
Totale proventi da partecipazioni<br />
16) altri proventi finanziari:<br />
a) da crediti iscritti nelle immob<strong>il</strong>izzazioni<br />
- -<br />
da imprese controllate - -<br />
da imprese collegate - -<br />
da imprese controllanti - -<br />
altri<br />
Totale proventi finanziari da crediti iscritti nelle<br />
immob<strong>il</strong>izzazioni<br />
- -<br />
TEMPI SOCIETA' - COOPERATIVA-<br />
b), c) da titoli iscritti nelle immob<strong>il</strong>izzazioni che non<br />
costituiscono partecipazioni e da titoli iscritti nell'attivo<br />
circolante che non costituiscono partecipazioni<br />
- -<br />
b) da titoli iscritti nelle immob<strong>il</strong>izzazioni che non<br />
costituiscono partecipazioni<br />
- -<br />
c) da titoli iscritti nell'attivo circolante che non<br />
costituiscono partecipazioni<br />
d) proventi diversi dai precedenti<br />
- -<br />
B<strong>il</strong>ancio al 31/12/2011 da imprese controllate<br />
da imprese collegate<br />
-<br />
-<br />
Pag. 5 di 6-<br />
-<br />
da imprese controllanti<br />
altri<br />
- -<br />
Generato automaticamente - Conforme alla tassonomia itcc-ci-2011-01-04<br />
227 42<br />
Totale proventi diversi dai precedenti 227 42<br />
Totale altri proventi finanziari<br />
17) interessi e altri oneri finanziari<br />
227 42<br />
a imprese controllate - -<br />
a imprese collegate - -<br />
a imprese controllanti - -<br />
altri 7.716 6.484<br />
Totale interessi e altri oneri finanziari 7.716 6.484<br />
17-bis) ut<strong>il</strong>i e perdite su cambi - -<br />
Totale proventi e oneri finanziari (15 + 16 - 17 + - 17-bis)<br />
D) Rettifiche di valore di attività finanziarie:<br />
18) rivalutazioni:<br />
-7.489 -6.442<br />
a) di partecipazioni - -<br />
b) di immob<strong>il</strong>izzazioni finanziarie che non costituiscono<br />
partecipazioni<br />
- -<br />
c) di titoli iscritti all'attivo circolante che non costituiscono<br />
partecipazioni<br />
- -<br />
Totale rivalutazioni<br />
19) svalutazioni:<br />
- -<br />
a) di partecipazioni - -<br />
b) di immob<strong>il</strong>izzazioni finanziarie che non costituiscono<br />
partecipazioni<br />
- -<br />
c) di titoli iscritti nell'attivo circolante che non costituiscono<br />
partecipazioni<br />
- -<br />
Totale svalutazioni - -<br />
Totale delle rettifiche di valore di attività finanziarie (18 - 19)<br />
E) Proventi e oneri straordinari:<br />
20) proventi<br />
- -<br />
plusvalenze da alienazioni i cui ricavi non sono iscrivib<strong>il</strong>i al<br />
n 5<br />
- -<br />
Differenza da arrotondamento all'unità di Euro 1 1<br />
altri 36.730 68.972<br />
Totale proventi<br />
21) oneri<br />
36.731 68.973<br />
minusvalenze da alienazioni i cui effetti contab<strong>il</strong>i non sono<br />
iscrivib<strong>il</strong>i al n 14<br />
- -<br />
imposte relative ad esercizi precedenti - -<br />
Differenza da arrotondamento all'unità di Euro - 16<br />
altri 65.845 53.223<br />
Totale oneri 65.845 53.239<br />
Totale delle partite straordinarie (20 - 21) -29.114 15.734<br />
Risultato prima delle imposte (A - B + - C + - D + - E)<br />
22) Imposte sul reddito dell'esercizio, correnti, differite e<br />
anticipate<br />
60.844 67.715<br />
imposte correnti 52.108 56.237<br />
imposte differite - -<br />
imposte anticipate - -<br />
proventi (oneri) da adesione al regime di consolidato fiscale /<br />
trasparenza fiscale<br />
- -<br />
Totale delle imposte sul reddito dell'esercizio, correnti,<br />
differite e anticipate<br />
52.108 56.237<br />
23) Ut<strong>il</strong>e (perdita) dell'esercizio 8.736 11.478<br />
B<strong>il</strong>ancio al 31/12/2011 Pag. 6 di 6<br />
Soggetto segnalante: TEMPI SOCIETA' COOPERATIVA<br />
Generato automaticamente - Conforme alla tassonomia itcc-ci-2011-01-04<br />
Codice fiscale: 03596310965 Anno 2011<br />
DETTAGLIO VOCI ATTIVITÀ EDITORIALE<br />
01 Vendita di copie 924.902<br />
02 Pubblicità 791.245<br />
03 - Diretta 0<br />
04 - Tramite concessionaria 791.245<br />
05 Ricavi da editoria on line 18.117<br />
06 - Abbonamenti 3.687<br />
07 - Pubblicità 14.430<br />
08 Ricavi da vendita di informazioni 0<br />
09 Ricavi da altra attività editoriale 1.111.049<br />
10 Totale voci 01+02+05+08+09 2.845.314
SUL MERCATO LA NUOVA CROSSOVER SSANGYONG<br />
Korando, benzina-gpl<br />
“firmata” da Giugiaro<br />
In tempi come questi <strong>il</strong> mercato risponde<br />
abbastanza bene con le vetture<br />
economico-sostenib<strong>il</strong>i. Auto, quindi,<br />
non molto costose, motori bi-fuel, qualità<br />
sicuramente buona. Fra le ultime novità<br />
di questo tipo di automob<strong>il</strong>i c’è la<br />
nuova SsangYong Korando, un crossover<br />
di media dimensione, alimentato a benzina-gpl.<br />
Firmato da Giorgetto Giugiaro,<br />
una grande “matita” del design internazionale.<br />
Nello specifico, SsangYong Korando<br />
è equipaggiata con un impianto a<br />
gpl (originale della casa, con tutti i vantaggi<br />
in termini di affidab<strong>il</strong>ità e garanzia)<br />
che, accoppiato a un moderno propulsore<br />
2 litri a benzina, permettono a<br />
questo crossover di limare molto velocemente<br />
i 1.500 euro che la separano in listino<br />
dalla classica variante a benzina.<br />
Il sistema di alimentazione, sv<strong>il</strong>uppato<br />
in collaborazione con Brc, fornisce <strong>il</strong><br />
gas a ciascun c<strong>il</strong>indro sfruttando un apposito<br />
“ra<strong>il</strong>” e quattro iniettori. Il risultato?<br />
Combustione efficiente e differenze<br />
nel passaggio dall’alimentazione a benzina<br />
a quella a gpl praticamente inesistenti.<br />
Il tutto senza influire sull’abitab<strong>il</strong>ità e,<br />
soprattutto, sulla capienza del serbatoio.<br />
La Korando vista<br />
anteriormente<br />
e posteriormente,<br />
<strong>il</strong> volante con<br />
i comandi dei<br />
sistemi sulle tre<br />
razze, <strong>il</strong> motore<br />
In pratica, sommando l’autonomia classica<br />
della Korando a benzina con i 650<br />
ch<strong>il</strong>ometri aggiuntivi legati al serbatoio<br />
gpl (77 litri nominali), le soste dal benzinaio<br />
diventano piuttosto rade. Ecologica<br />
DI NESTORE MOROSINI<br />
MOBILITÀ 2000<br />
ma anche rifinita di tutto punto, <strong>il</strong> crossover<br />
coreano vanta un equipaggiamento<br />
e una serie di optional degni di una<br />
premium. Cerchi in lega da 16 e 18 pollici,<br />
impianto audio con comandi al volante,<br />
vetri oscurati, pomello del cambio<br />
e volante in pelle, cruise control e sensori<br />
di parcheggio. Senza dimenticare i grandi<br />
passi in avanti compiuti in termini di<br />
sicurezza (Abs, Ebd e 6 airbag di serie). La<br />
linea di partenza per <strong>il</strong> listino è fissata<br />
a quota 19.490 euro e non mancherà la<br />
possib<strong>il</strong>ità di equipaggiare la SsangYong<br />
Korando Benzina-gpl con la trazione integrale<br />
elettronica e con un pratico cambio<br />
automatico a sei rapporti.<br />
| | 8 agosto 2012 | 59
UN ALTRO MONDO<br />
è POSSIBILE<br />
LE TESTIMONIANZE DEI PAZIENTI<br />
Il Signore non è<br />
sconfitto dalle<br />
nostre sconfitte<br />
di Aldo Trento<br />
Attraverso i volti che ci donano la<br />
certezza di Cristo e che ci confermano<br />
che la fede è ut<strong>il</strong>e per testimoniare<br />
la vera gioia, incontriamo testimoni di un<br />
amore eterno che ha pietà del nostro niente.<br />
Queste persone hanno vissuto drammi indescrivib<strong>il</strong>i,<br />
hanno abbandonato Dio per altri<br />
idoli, hanno sofferto fino in fondo <strong>il</strong> vuoto<br />
e <strong>il</strong> nulla tipici di un’oscurità senza meta, ma<br />
nonostante ciò, Cristo gli è andato incontro,<br />
come è successo a Zaccheo, Maria Maddalena,<br />
Matteo, ridandogli la dignità di uomini e<br />
ricostruendo <strong>il</strong> loro “io” ridotto e appiattito.<br />
Il Signore non viene sconfitto dalle nostre<br />
sconfitte, Lui ha promesso che «Il cielo e la<br />
terra passeranno, ma le mie parole non passeranno».<br />
Lui continua a essere presente e<br />
assetato dell’amore degli uomini.<br />
Quando i nostri pazienti arrivano per la prima<br />
volta in Clinica, sappiamo che una nuova<br />
e dolorosa storia arriva con loro, ognuno<br />
rappresenta un mondo, un insieme di evidenze<br />
ed esigenze che gridano: «Amore!».<br />
Un solo sorriso, una dolce carezza, un gesto<br />
di tenerezza, un abbraccio sincero, una buona<br />
parola, possono trasformare <strong>il</strong> loro cuore<br />
sofferente in una serena gioia. L’incontro<br />
con Cristo attraverso un uomo o una donna<br />
li cambia, semplicemente perché, come diceva<br />
don Giussani, sono stati penetrati e accolti<br />
da uno sguardo che li riconosceva e li<br />
amava così come erano. Questo è <strong>il</strong> miracolo<br />
più grande che possa accadere, non <strong>il</strong> fatto<br />
di curare o cicatrizzare le ferite, né <strong>il</strong> ritornare<br />
a vedere o camminare, ma di essere<br />
abbracciati da uno sguardo che rivela attraverso<br />
<strong>il</strong> s<strong>il</strong>enzio dello stupore chi sono io. I<br />
nostri ammalati sono felici perché sono abbracciati,<br />
guardati come nessuno li ha mai<br />
guardati, accuditi come non gli era mai successo<br />
prima. Perché possono dire di essere<br />
felici se si trovano prostrati in un letto, senza<br />
potersi alzare, con flebo nelle braccia, con<br />
dolori fisici, senza amici, senza fam<strong>il</strong>iari, sapendo<br />
che gli manca poco tempo da vivere?<br />
Il dolore diventa qualcosa di positivo quando<br />
scoprono che grazie a questo raggiungono la<br />
gioia del cuore: Cristo stesso.<br />
60 | 8 agosto 2012 | |<br />
POST<br />
APOCALYPTO<br />
Contemplare Cristo che soffre nascosto in<br />
ognuno di loro significa adorare ogni istante<br />
condiviso come espressione di una relazione<br />
amorosa e fam<strong>il</strong>iare con Lui. Ogni gesto<br />
rappresenta adorazione, esprime un modo<br />
di convivenza, in ginocchio, con Colui che è<br />
la pienezza del cuore. Questo sguardo è percepito<br />
da loro come una liberazione, una salvezza,<br />
un abbraccio gratuito e infinito che<br />
non è sconfitto dalle loro sconfitte.<br />
paldo.trento@gma<strong>il</strong>.com<br />
Mi sono ritrovato esausto e distrutto<br />
a causa degli errori che ho commesso<br />
nel passato. Nel pieno della<br />
mia sofferenza e angoscia ho chiesto,<br />
domandato perdono e misericordia a Colui<br />
che è sempre misericordioso. Nell’ospeda-<br />
le in cui ero ricoverato senza forze ho chiesto<br />
di poter morire degnamente in un luogo<br />
santo. Non avevo <strong>il</strong> mio rosario, mia unica arma,<br />
e non avevo modo di uscire dalla situazione<br />
nella quale mi trovavo. In un modo efficace,<br />
forte e pieno di amore verso <strong>il</strong> Signore,<br />
senza che io potessi anche solo immaginarlo,<br />
sono arrivato fino qui. Il viaggio per trasportarmi<br />
è stato molto doloroso: sono arrivato<br />
teso, nudo, senza poter parlare, solo<br />
percependo ciò che mi circondava. Sono entrato<br />
nella Casa della Divina Provvidenza, dove<br />
mi hanno accolto, mi hanno pulito e, superata<br />
la notte, <strong>il</strong> miracolo è stato istantaneo.<br />
Il giorno seguente, sono continuati i dolori,<br />
ma ho ricevuto un regalo speciale: due visite<br />
del Santissimo Sacramento. Più tardi<br />
ho potuto confessarmi e alla fine ho ricevu-
to <strong>il</strong> mio Amato attraverso la comunione, dopo<br />
tanti anni in cui l’avevo evitato. Una forza<br />
di un amore sovrabbondante, unico! Che meraviglia<br />
avere <strong>il</strong> mio Dolce Gesù! I dolori sono<br />
diminuiti e l’affetto e le cure di questi fratelli<br />
che danno la vita per <strong>il</strong> Vangelo è più di<br />
quanto io meriti. Posso testimoniare che esiste<br />
<strong>il</strong> perdono, la riconc<strong>il</strong>iazione, la verità, la<br />
forza dello Spirito Santo che dimora ogni<br />
giorno in coloro che amano e vivono in Cristo.<br />
Fino ad oggi, posso dire che Cristo è un<br />
Dio dei vivi ed è presente in ogni istante. Abbi<br />
pietà di me che sono debole e peccatore!<br />
David<br />
Sono padre di un figlio e una figlia e <strong>il</strong><br />
giorno che ho saputo della mia malattia<br />
ho reagito con tranqu<strong>il</strong>lità, so-<br />
L’Anastasis<br />
(Resurrezione,<br />
ossia la Discesa<br />
di Cristo agli<br />
Inferi), Bas<strong>il</strong>ica<br />
di San Marco,<br />
Venezia<br />
no andato dal medico e ho fatto quello di cui<br />
c’era bisogno per la terapia. Inizialmente sono<br />
stato ricoverato in un Istituto, da cui poi<br />
mi hanno trasferito qui. Sono arrivato alla<br />
Clinica Divina Provvidenza da sei giorni e<br />
ho sentito un forte cambiamento in me: sento<br />
di avere più forze per muovermi e mi è<br />
tornata voglia di stare bene. Anche prima di<br />
ammalarmi avevo una grande fede. Da bambino<br />
i miei genitori mi hanno battezzato, mi<br />
hanno mandato a catechismo e ho potuto ricevere<br />
la Prima Comunione.<br />
La fede deve essere presente in ogni momento<br />
e in qualsiasi luogo, ma la verità è che<br />
adesso la sento più viva che mai. Sono molto<br />
felice qui, ricevo la visita del Santissimo Sacramento<br />
nel mio letto e faccio la comunione<br />
tutti i giorni. Tutto questo mi fa sentire<br />
L’incontro con Cristo<br />
attraverso una persona li<br />
cambia, perché, come diceva<br />
don Giussani, sono stati<br />
penetrati e accolti da uno<br />
sguardo che li riconosce<br />
e li ama così come sono<br />
molto bene. Vorrei ringraziare tutti quelli che<br />
appartengono a questa Clinica. Grazie per <strong>il</strong><br />
bellissimo luogo, per come lo gestite, per la<br />
grande attenzione. Tutto è spettacolare.<br />
Hipólito<br />
Ciao! Sono una perSona con cui la vita<br />
è stata un po’ ingiusta. Sono sempre<br />
stato solo, senza la presenza di un padre<br />
che mi guidasse e mi insegnasse a essere<br />
un buon uomo. Mia mamma lavorava molto<br />
e non poteva seguirci. Siamo quattro fratelli,<br />
di cui tre femmine.<br />
Ho conosciuto <strong>il</strong> mondo della strada, ero sempre<br />
fuori. Ho fatto della mia vita un disastro.<br />
A 17 anni ho cominciato a prendere alcolici<br />
e poi sono entrato nel mondo della droga.<br />
Sono passati anni e io ho continuato a vivere<br />
in questo modo, fino a quando ho incontrato<br />
una persona meravigliosa che mi ha cambiato.<br />
Ho smesso di frequentare le persone con<br />
cui uscivo, mi sono innamorato di lei e velocemente<br />
abbiamo avuto un bambino. Abbiamo<br />
convissuto 5 anni, i migliori della mia vita.<br />
Era un sogno vivere con mia figlia, con la mia<br />
compagna, fino a quando mi sono reso conto<br />
di non essere cambiato totalmente. Lavoravo<br />
bene, ma continuavo con i miei vizi e questo<br />
è stato <strong>il</strong> motivo per cui ho perso la mia famiglia<br />
e mi sono ritrovato di nuovo da solo.<br />
Ho sprecato molte opportunità nella vita,<br />
non ho saputo sfruttarle. Ho perso vari lavori,<br />
mia moglie, mia figlia e moltissime altre<br />
cose. Adesso sono malato, sono ricoverato<br />
già da un po’ di tempo e con l’aiuto di Gesù<br />
guarirò. Grazie a Dio ricevo <strong>il</strong> sostegno della<br />
mia famiglia e la compagnia di mia mamma<br />
tutti i giorni.<br />
Grazie alla fede, pregando molto, so che Dio<br />
mi aiuterà, potrò tornare ad avere una vita<br />
normale, essere un padre, un esempio per<br />
mia figlia che tanto amo. Lei è l’unico motivo<br />
per cui voglio continuare a vivere. Lotterò<br />
con tutte le mie forze contro <strong>il</strong> male, continuerò<br />
<strong>il</strong> cammino che Dio ha voluto affidarmi.<br />
È l’unica possib<strong>il</strong>ità per poter star bene e<br />
per diventare una grande persona. Spero<br />
di venire dimesso molto presto per poter-<br />
mi ricostruire una vita, con la grazia di Dio.<br />
Hugo<br />
| | 8 agosto 2012 | 61
LETTERE<br />
AL DIRETTORE<br />
Il “grazie Antonio”<br />
di Mimmo, tessera n. 2<br />
di comunione e libertà<br />
Gent<strong>il</strong>issimo direttore, ho passato un periodo di detenzione<br />
con Antonio Simone nella stessa cella… se<br />
così si può chiamare. Vi scrivo per esprimere un mio<br />
pensiero: una persona va giudicata quando la si conosce e<br />
la si frequenta, io l’ho conosciuto e frequentato e posso solo<br />
ringraziarlo per avermi fatto capire, o meglio per avermi<br />
indirizzato sulla strada della fede e della preghiera, la fede e<br />
la preghiera per nostro SIGNORE. Tieni duro Antonio, spe-<br />
ro che tu torni subito dai tuoi cari, con tanta stima e affetto.<br />
SPORT<br />
ÜBER<br />
ALLES<br />
62 | 8 agosto 2012 | |<br />
Concludo dicendo: “Che culo ho avuto<br />
ad incontrare Antonio Simone”.<br />
COMUNIONE E LIBERTÀ<br />
(Mimmo)<br />
La prego di accettare la mia richiesta<br />
di iscrizione. Sarei la tessera<br />
n. 3, vero?<br />
2<br />
Le lettere di Antonio Simone stanno<br />
diventando brani di Vangelo, parabole<br />
di vita. Ciò che non è vissuto nella carne<br />
si cancella. Quello che sta accadendo<br />
(oggi come allora) non si può levare<br />
con la cancellina. Caro Luigi, ho conosciuto<br />
Simone ai tempi di Radio Superm<strong>il</strong>ano.<br />
Lui conduceva <strong>il</strong> contenitore<br />
“Le intenzioni della Balena Bianca”.<br />
Qualcosa gliela devo visto che ho capito<br />
di radio (sono direttore della radio<br />
diocesana di Nuoro, Radio Barbagia)<br />
grazie anche ai suoi insegnamenti.<br />
In Barbagia siamo abituati alla carcerazione<br />
preventiva che non fa notizia.<br />
Solo Lui sa e rimedia alle amicizie improvvise<br />
tra P<strong>il</strong>ato ed Erode, tra i fi-<br />
IL WATERPOLO INSEGNA<br />
Non basta essere tecnicamente<br />
imbattib<strong>il</strong>i per dettare legge<br />
Lo so, voi volete sapere se la Juventus prende <strong>il</strong> famoso<br />
top player o se <strong>il</strong> M<strong>il</strong>an riesce a rimpiazzare<br />
Ibrahimovic. Beh, compagni e amici, io sono<br />
angustiato per le sorti del Recco. Parlo di waterpolo.<br />
Vi racconto la storia perché è esemplare. C’è un signore<br />
molto ricco (ma potrebbe essere molto intelligente<br />
o molto ben ammanigliato) che si è comprato la squa-<br />
gli di Giacobbe e i mercanti di Madian.<br />
Grazie per quello che state facendo.<br />
don Francesco Mariani Nuoro<br />
Grazie, caro don e direttore, e ricorda?,<br />
con Simone si faceva anche un<br />
programma a Superm<strong>il</strong>ano che andava<br />
dalla mezza (notte) in poi, si<br />
intitolava “Forse non lo sai ma pure<br />
questo è amore” e da allora è andata<br />
così. Forza Barbagia!<br />
2<br />
Leggo su Repubblica del 23 luglio: «Il<br />
Comune di Lecco ha stab<strong>il</strong>ito che <strong>il</strong> can<strong>il</strong>e<br />
municipale – gestito da dieci anni<br />
dalla Bramb<strong>il</strong>la attraverso la sua Leida<br />
(Lega italiana per la difesa degli<br />
animali; prima si chiamava Lida) – non<br />
potrà più accogliere gli oltre 150 cani<br />
che sono ospitati: troppo vecchio,<br />
troppo angusto e insicuro, insomma,<br />
non a norma con la legge della Regione<br />
Lombardia. La lettera, inviata alla<br />
stessa Leida e ad altre associazioni<br />
animaliste, alle quali si chiede aiuto,<br />
è firmata dall’assessore alle Attività<br />
produttive Armando Volontè. “La<br />
struttura del can<strong>il</strong>e – scrive <strong>il</strong> Comune<br />
– è molto vecchia e non risponde più<br />
ai requisiti di legge”». Ha proprio ragione<br />
<strong>il</strong> nostro amico Antonio Simone:<br />
per sperare in un trattamento umano<br />
meglio porci o cani.<br />
Francesco Manzo via internet<br />
Per la cronaca (ma solo per quella) la<br />
Bramb<strong>il</strong>la ha smentito e querelato.<br />
2<br />
Nel leggere <strong>Tempi</strong> numero 29 mi accorgo<br />
con piacevole sorpresa che è<br />
presente un articolo su Arezzo, ma ri-<br />
mango sorpreso dallo skyline sul fondo<br />
della pagina, che non è la città<br />
Arezzo, ma Monte San Savino. Piacevolmente<br />
soddisfatto della vostra scelta,<br />
vi saluto da… Monte San Savino.<br />
Luca Biondi<br />
Nessun giornale può vantare lettori<br />
così piacevolmente affezionati da<br />
pizzicarti anche sul refuso paesaggistico.<br />
Grazie della correzione.<br />
2<br />
Innanzitutto grazie per la possib<strong>il</strong>ità<br />
che ci dai pubblicando le lettere<br />
dell’amico Simone dal carcere. A proposito<br />
di iniziative legate alla vita delle<br />
carceri mi è capitato casualmente<br />
di leggere una bella testimonianza da<br />
San Vittore pubblicata sul blog dello<br />
scrittore Alessandro D’Avenia, <strong>il</strong> quale<br />
segnala la possib<strong>il</strong>ità di regalare libri<br />
di narrativa alla sezione giovani del<br />
carcere stesso. Perché non segnalarlo<br />
a tutti i lettori di <strong>Tempi</strong>?<br />
Elena Zuccotti via internet<br />
Giusto. Regalate ai giovani detenuti<br />
Faulkner e Green, Flannery<br />
O’Connor e Gogol. Siamo in piena di<br />
gratitudine.<br />
2<br />
Dopo aver atteso un anno (avevate già<br />
segnalato l’uscita del f<strong>il</strong>m in America)<br />
e aver letto la recensione su <strong>Tempi</strong> che<br />
ne indicava l’arrivo nelle sale italiane (3<br />
in tutta la Lombardia!) mi sono commossa<br />
alla visione di The Way Back e<br />
ho avuto <strong>il</strong> desiderio di leggere subito<br />
<strong>il</strong> testo dal quale risulta essere ispirata<br />
la sceneggiatura. Questo ha portato<br />
però a r<strong>il</strong>evare discrepanze che<br />
di Fred Perri<br />
dra di pallanuoto più titolata d’Italia e, ingaggiando<br />
i migliori giocatori d’Europa, l’ha resa ancora più titolata.<br />
Poi, non contento, ha acquistato in blocco la<br />
squadra femmin<strong>il</strong>e del paese vicino e l’ha portata a<br />
vincere tutto. Nel frattempo, convinto di avere idee e<br />
progetti migliori di tutti gli altri (magari è anche ve-<br />
AP/LaPresse<br />
ro), si è messo in testa di riformare regole e campio- Foto:
mi hanno fatto nascere alcune domande.<br />
Il libro non accenna affatto all’elemento<br />
del perdono che invece <strong>il</strong>lumina<br />
la pellicola. Innanzitutto perché non<br />
c’è nulla da perdonare (a parte i nemici<br />
russi, ai quali però <strong>il</strong> perdono sembra<br />
esplicitamente negato). Il protagonista<br />
viene infatti condannato non<br />
per la falsa testimonianza della moglie<br />
(che dal giorno delle nozze vedrà solo<br />
una manciata di ore e che non ritorna<br />
più nella storia), bensì perché, drogato<br />
dalle guardie moscovite della Lubjanka,<br />
è costretto a firmare una confessione.<br />
Così come Mr Smith è arrestato<br />
dopo essere stato pedinato e internato<br />
perché colpevole in fondo di ostentare<br />
un tenore di vita troppo alto: nessun<br />
figlio “ingannato” sulla coscienza,<br />
ma solo una vita un po’ cinica alla caccia<br />
della ricchezza e del fac<strong>il</strong>e divertimento.<br />
Anche Irena/Kristine non è<br />
una bugiarda, ma una emigrata polacca<br />
in Ucraina (prima versione del suo<br />
racconto nel f<strong>il</strong>m) cui sono stati uccisi<br />
i genitori. I compagni di viaggio sono<br />
tutti internati “politici” che cercano la<br />
libertà, non ci sono pericolosi detenuti<br />
comuni; tra loro abbastanza immediata<br />
è la nascita del sentimento di solidarietà<br />
e di amicizia. Non ci sono segreti<br />
inconfessab<strong>il</strong>i da nascondere. Non vengono<br />
mai citate le devastazioni operate<br />
dal regime oppressivo comunista (<strong>il</strong><br />
tempio buddista distrutto non si incontra<br />
nel testo); i fuggitivi vengono messi<br />
in guardia dalla presenza dell’esercito<br />
cinese, che non incontreranno comunque<br />
mai. Il libro rispetto al f<strong>il</strong>m presenta<br />
dunque sì una testimonianza umana<br />
di coraggio e di lotta per la libertà,<br />
ma innegab<strong>il</strong>mente di minore denuncia<br />
e coinvolgimento. A questo punto mi<br />
redazione@tempi.it<br />
IL SENSO DELLA VITA SOTTO L’OMBRELLONE<br />
Estate, stagione di Confessioni.<br />
Quelle di sant’Agostino e le nostre<br />
di Pippo Corigliano<br />
CARTOLINA<br />
DAL<br />
PARADISO<br />
incuriosirebbe sapere: questa r<strong>il</strong>ettura<br />
dei fatti è opera del regista? Oppure si<br />
deve al sedicente vero autore dell’avventura<br />
Witold Glinski?<br />
Anna Chiroli via internet<br />
Vabbè Anna, non è che <strong>il</strong> rispetto di<br />
una storia trasposta in pellicola sia<br />
d’obbligo. Si chiama “libera ispirazione”.<br />
Ma la puntigliosa f<strong>il</strong>ologia<br />
comparata vien buona per sospet-<br />
le pinne, <strong>il</strong> fuc<strong>il</strong>e e gli occhiali, mentre <strong>il</strong> mare è una tavola<br />
blu…», recitava una canzone degli anni Sessanta: di-<br />
«Con<br />
rei che ci sta bene un tuffo al mare o una scarpinata in<br />
montagna dopo un anno di tensione. Per un cristiano c’è qualcosa<br />
di più. L’estate è <strong>il</strong> momento in cui si può approfondire. Certamente<br />
qualcuno dirà che gli impegni aumentano perché le esigenze della<br />
famiglia si moltiplicano e alla fine si dirà: «Aiutatemi!» come quel tale<br />
della pubblicità; ma un po’ di verità c’è nel significato del termine<br />
“vacanza”: essere libero da incombenze e compiti. Un cristiano sa che<br />
porta dentro di sé un Gesù. Può sembrare scioccante dirlo in questo<br />
modo, ma è quanto afferma san Paolo quando dice: «Non sono più io<br />
che vivo, è Cristo che vive in me» (Gal 2,20). È vero che porto dentro<br />
di me un Gesù che aspetta degli artisti (la grazia di Dio e la mia volontà)<br />
che tirino fuori la Sua immagine a mo’ di bravi scalpellini, come<br />
Michelangelo estraeva i capolavori dal marmo. L’estate è <strong>il</strong> momento<br />
buono perché la creatura si metta davanti al Creatore e lo contempli,<br />
è <strong>il</strong> momento di leggere le Confessioni di Sant’Agostino (a diciotto anni<br />
le lessi e rimasi fulminato) o un altro libro che apra gli orizzonti. È<br />
<strong>il</strong> momento di trasmettere la fede con naturalezza: sotto l’ombrellone<br />
ricordo i discorsi più belli sul senso della vita. È <strong>il</strong> momento in cui<br />
gli amici aprono volentieri <strong>il</strong> loro cuore e si può parlare con semplicità.<br />
Posso confessarmi meglio. L’estate può essere <strong>il</strong> momento di Gesù.<br />
tare che <strong>il</strong> f<strong>il</strong>m sia meglio del libro.<br />
Dopo tutto, più dello spettacolo del<br />
National Geographic, la cosa veramente<br />
forte è proprio quella battuta<br />
sul voler tornare per voler perdonare.<br />
È l’unico atteggiamento sano<br />
che esista al mondo, l’unico che preservi<br />
<strong>il</strong> mondo. Via di lì, giustizia è<br />
solo vendetta. Di cui i gulag di ieri<br />
e i giustizialisti di oggi sono la più<br />
atroce e scema espressione.<br />
nati. Problema: <strong>il</strong> suo voto vale uno e gli altri hanno<br />
bocciato tutti i progetti. Così ora molla tutto. Morale?<br />
Piove governo ladro.<br />
Il problema è che se vuoi cambiare le regole devi<br />
presentarti alle elezioni, fare campagna elettorale, venire<br />
eletto. E poi prenderti gli insulti perché non riesci<br />
a realizzare quello che hai promesso. È la politica,<br />
bellezza. Ecco perché non mi piace <strong>il</strong> trucco del “governo<br />
tecnico”. Perché è lì a fare <strong>il</strong> lavoro sporco che<br />
gli altri fenomeni non hanno avuto <strong>il</strong> coraggio di fare:<br />
svuotare le nostre tasche. Costoro pensano di presentarsi<br />
alle prossime elezioni liberi e belli, ma ve lo dico<br />
con largo anticipo: non mi avranno.<br />
| | 8 agosto 2012 | 63
taz&bao<br />
64 | 8 agosto 2012 | |<br />
La strategia<br />
della tensione<br />
Se <strong>il</strong> comunismo, come voleva Lenin,<br />
è <strong>il</strong> potere dei soviet più l’elettrificazione,<br />
si potrebbe dire che per alcuni la lotta<br />
alla mafia è <strong>il</strong> potere delle procure più l’elettrificazione.<br />
Due sono infatti le categorie che adottano quotidianamente<br />
l’espressione “caduta di tensione” come parte del loro gergo<br />
professionale: gli ingegneri elettrici e i magistrati sic<strong>il</strong>iani.<br />
Escludendo che al centro dei loro crucci sia l’insufficiente fornitura<br />
energetica degli uffici giudiziari, la luce che salta o le fotocopiatrici<br />
che si spengono di colpo, a quale tipo di elettricità alludono? (…)<br />
«Loro sono affezionati alla “tensione”, e si preoccupano che non cada»,<br />
notava Sciascia. «Ma le “tensioni” sono appunto destinate a cadere:<br />
e specialmente quando obbediscono a giochi di fazione<br />
e mirano al conseguimento di un potere».<br />
Guido Vitiello<br />
<strong>il</strong> Foglio, 21 luglio 2012
GLI ULTIMI<br />
SARANNO I PRIMI<br />
L’EDEN RITROVATO DEGLI ALPINI<br />
L’Italia che vide mio padre<br />
66 | 8 agosto 2012 | |<br />
di Marina Corradi<br />
Ogni volta che per l’autostrada del Brennero risalgo verso Bolzano, mi viene in<br />
mente. Prima, a Verona, c’è la grande pianura. Poi la valle si stringe, e a un certo<br />
punto l’orizzonte a destra e a sinistra è circoscritto da dei massicci di roccia,<br />
che si aprono in mezzo come a lasciare un gigantesco alveo. Di qui è passata un tempo<br />
la lingua di un ghiacciaio, lenta, pachidermica, candida? In mezzo scorre l’Adige;<br />
di un colore verde intenso che non finisce, ogni volta, di meravigliarmi. Ma verdissimi<br />
sono anche i campi e i meli in schiere ordinate, e le vigne, in rigorosi f<strong>il</strong>ari. I binari<br />
della ferrovia corrono paralleli all’autostrada. Spesso vedo passare alla mia destra<br />
un treno merci, carico di container, che scende verso la pianura, adagio.<br />
Ecco, mi piacerebbe questa strada farla in senso contrario, e varcare <strong>il</strong> Brennero<br />
con un treno così, vecchio, cigolante su mozzi rugginosi. Su un treno come questo<br />
tornava dal Don mio padre, alpino, sopravvissuto alla Ritirata, <strong>il</strong> 19 marzo 1943. Dopo<br />
<strong>il</strong> gelo, e <strong>il</strong> fuoco dei russi, e i compagni che si lasciavano andare a dormire per<br />
sempre nella pianura bianca, mio padre scrisse<br />
come ultima parola del suo diario di quei giorni,<br />
passando su una tradotta m<strong>il</strong>itare <strong>il</strong> Brennero:<br />
«L’Italia ci apparve come uno straordinario<br />
meraviglioso giardino».<br />
E così ogni estate verso Rovereto io comincio<br />
a guardarmi attorno; a immaginarmi come<br />
siano i campi qui, a marzo, gli alberi già<br />
coperti di un velo di verde molto chiaro. E allora capisco, confrontando tra me le<br />
immagini delle colonne di alpini nella steppa con questa terra dolce: l’Italia a chi<br />
tornava, incredulo d’esser vivo, davvero si mostrava a quel varcare <strong>il</strong> Brennero come<br />
un Eden, un grembo materno e misericordioso.<br />
Cosa deve essere stato quel viaggio. C’era <strong>il</strong> sole, mi immagino, quel mattino, e<br />
<strong>il</strong> cielo chiaro di marzo, azzurro come <strong>il</strong> pastello nel disegno di un bambino. E tutto,<br />
dopo <strong>il</strong> grande inverno e <strong>il</strong> trionfo della morte, doveva sembrare ai reduci promessa:<br />
l’arcobaleno dopo <strong>il</strong> d<strong>il</strong>uvio, come lo videro gli uomini dall’Arca.<br />
Sotto a quel cielo si faceva concreta la speranza di riabbracciare la madre; frusciava<br />
in una tasca, forse, l’ultima lettera della fidanzata («Quando tornerai ci sposeremo<br />
e avremo una casa, piccola, ma con un balcone e i gerani, e dei bambini, e<br />
un gatto»). Parole assurde, nel candore della steppa che assopiva per sempre, come<br />
un incantesimo cattivo. Ma qui, sull’Adige, sui campi disseminati di campan<strong>il</strong>i, la<br />
vita rinasceva; limpida come è l’aria soltanto dopo un gran temporale.<br />
Dieci anni di vita darei, per fare quel viaggio del giorno di<br />
san Giuseppe con te. Me ne starei invisib<strong>il</strong>e in mezzo ai tuoi<br />
compagni. Me ne starei zitta, ombra di creatura non ancora nata.<br />
Vedere nei vostri occhi l’accendersi meravigliato, incredulo<br />
di una speranza. Possib<strong>il</strong>e? La tempesta, forse, passata.<br />
Vorrei vedere la speranza allo stato nascente, come l’acqua<br />
che scaturisce dalla roccia, vergine, cristallina. E in quel getto<br />
la valle, i meli, le vigne, dolci e feconde, Eden ritrovato. Come<br />
vorrei vedere da quel treno l’Italia che tu hai visto. Quello straordinario,<br />
meraviglioso giardino.<br />
Cosa deve essere stato quel viaggio.<br />
C’era <strong>il</strong> sole, immagino, quel mattino di<br />
marzo. E tutto, dopo <strong>il</strong> grande inverno<br />
e <strong>il</strong> trionfo della morte, sembrava<br />
ai reduci della Russia una promessa<br />
DIARIO