31.05.2013 Views

Scarica il PDF - Settimanale Tempi

Scarica il PDF - Settimanale Tempi

Scarica il PDF - Settimanale Tempi

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

COSA VOGLIONO I TEDESCHI (E GLI ITALIANI)<br />

Altro che debiti e spread<br />

ormai è una guerra di religione<br />

di Oscar Giannino<br />

Ci risiamo. Come da 31 mesi di<br />

eurocrisi a questa parte, la domanda<br />

torna ad essere: “Ma in<br />

realtà, i tedeschi che cosa vogliono?”.<br />

Torna ad esserlo perché è evidente<br />

ai mercati che l’aria in Germania<br />

da dieci giorni è nuovamente cambiata.<br />

La presa di tempo della Corte<br />

di Karlsruhe fino a metà settembre<br />

per giudicare la costituzionalità<br />

dell’Esm, le dichiarazioni della Cancelliera<br />

(«non so se l’euro ce la farà<br />

nella composizione attuale»), quelle<br />

NON SONO<br />

D’ACCORDO<br />

di molti politici di prima f<strong>il</strong>a ispirate al “basta aiuti”. I<br />

mercati hanno capito che ad agosto la spallata è gratis,<br />

a meno che la Bce di Mario Draghi non forzi e cominci a<br />

comprare i titoli eurodeboli a gogo, infischiandosene del<br />

veto della Bundesbank. Obiettivi? Grecia fuori dall’euro<br />

senza <strong>il</strong> versamento dell’ennesima tranche del secondo<br />

maxi prestito Fmi, visto che Atene chiede la rinegoziazione<br />

delle condizioni. Spagna in ginocchio, malgrado gli<br />

aiuti alle banche, per i default a catena minacciati dalle<br />

regioni. Italia strangolata, magari dalla proposta congiunta<br />

Fmi-Berlino di un maxi fondo di abbattimento del<br />

debito pubblico che ne vincolerebbe per anni e anni <strong>il</strong><br />

gettito fiscale, e una bella patrimoniale alle famiglie, in<br />

aggiunta al reddito in decremento per l’effetto rapinafiscale-rapinarecessione.<br />

O, altrimenti, anche Spagna e Italia<br />

si accomodino fuori, e se la vedano da sole. Persino la<br />

Confindustria tedesca – che per un anno ha ricordato alla<br />

Merkel che è meglio evitare di lasciar liberi gli italiani<br />

di tornare a svalutare minacciando l’export tedesco –<br />

ha iniziato a parlare di euro di serie A ed euro di serie B.<br />

Quella confidenza del Prof<br />

Sono segnali pesanti. La Germania pensava di poter andare<br />

avanti un anno, fino alle elezioni, costringendo al<br />

ravvedimento deflazionistico uno dopo l’altro tutti gli<br />

eurodeboli. Ma gli euroartifici (come l’Esm senza licenza<br />

bancaria cioè senza munizioni Bce), cooperativi di nome<br />

ma non di fatto, non bastano a comprare un tempo così<br />

lungo. Questa volta è a rischio l’euro stesso. L’Italia vale <strong>il</strong><br />

19 per cento dell’euroarea, la Spagna <strong>il</strong> 12. Con la Grecia,<br />

sarebbe un terzo dell’auroarea ad andarsene. Con gravi<br />

danni all’esposizione tedesca in Target2, diverse centina-<br />

Mi ha detto Prodi: «Nell’attitudine della Merkel<br />

c’è l’etica protestante che ti vede come un latino<br />

peccatore. Che per di più crede di sfangarla con<br />

la confessione, invece che con le opere e <strong>il</strong> sudore»<br />

L’OBIETTORE<br />

ia di m<strong>il</strong>iardi. È questo che vuole Berlino? Continuo a credere<br />

di no. Tuttavia non è più una convinzione razionale.<br />

L’élite tedesca non appare semplicemente più in grado<br />

di assicurare un governo ragionevole a un exit dalla crisi<br />

che non sia catastrofico per la Germania stessa.<br />

Mi ha fatto pensare una confidenza del professor Prodi,<br />

che interrogavo su come a sua volta veda i tedeschi oggi:<br />

«Mi sentivo così a mio agio con Helmut Kohl», ha detto.<br />

«A volte aveva delle battute, delle strizzate d’occhi, dei<br />

riflessi condizionati che mi riportavano all’oratorio, al<br />

m<strong>il</strong>ieu comune cattolico di una generazione che ha condiviso<br />

morti in guerra e sofferenze, e che si è rimessa in<br />

piedi senza dimenticare mai l’abisso che aveva alle spalle.<br />

La Merkel è diversa. Anche se non esce mai fuori esplicitamente,<br />

nella sua attitudine c’è l’etica protestante che ti<br />

vede comunque come un latino peccatore. Un peccatore<br />

che per di più crede di sfangarla con la confessione, invece<br />

che con le opere e <strong>il</strong> sudore». Credo che Prodi abbia parecchia<br />

ragione. L’Europa protestante ha perso la pazienza<br />

verso quella cattolica controriformista e ortodossa. Ai<br />

loro occhi siamo dei causidici cav<strong>il</strong>losi, sempre pronti a<br />

dimenticare i nostri azzardi morali e gli otto anni di bassi<br />

tassi che l’euro ci è valso, e di cui abbiamo fatto pessimo<br />

uso prima di iniziare a rimproverare i tedeschi non tanto<br />

di essere ingenerosi, quanto di non saper fare innanzitutto<br />

i propri interessi, difendendo l’euro e l’Europa.<br />

Secoli di ecumenismo in fumo<br />

Sulla linea dell’intolleranza tedesca – che, ripeto, ha le<br />

sue ragioni – si è schierata non solo come al solito l’iperpopolare<br />

B<strong>il</strong>d, che sui temi dell’eurosolidarietà è la Padania<br />

della Germania (ma con 4 m<strong>il</strong>ioni di lettori). Anche la<br />

Süddeutsche Zeitung, che pure è “di centrosinistra”. Come<br />

l’austera Faz, e <strong>il</strong> Financial Times Deutschland. Solo<br />

l’Handelsblatt ha ammesso quel che a me sembra la verità.<br />

Cioè che le classi dirigenti tedesche hanno la colpa di<br />

non aver voluto ammettere esplicitamente davanti a contribuenti<br />

ed elettori, in questi 31 mesi, che la difesa cooperativa<br />

dell’Europa era nell’interesse del paese. Perché<br />

se l’euro si rompe, la Germania avrà pure una b<strong>il</strong>ancia<br />

dei pagamenti sul P<strong>il</strong> più attiva di quella cinese, ma nana<br />

resta, nel G20, senza Europa dietro.<br />

In verità, come molti in Germania rimpiangono <strong>il</strong><br />

marco, così da noi un bel po’ di demagoghi e guru da<br />

strapazzo della rete rimpiangono la liretta, l’inflazione<br />

e la svalutazione che consentiva allo Stato di spendere<br />

fac<strong>il</strong>e <strong>il</strong>ludendo gli italiani con rendimenti a doppia cifra<br />

sui titoli pubblici. L’inflazione è un vantaggio solo per<br />

<strong>il</strong> grande debitore, cioè per lo Stato, in Italia; ma molti<br />

l’hanno dimenticato. Tornare al cuius regio, eius religio,<br />

è questa la sostanza dell’eurocrisi senza nessuno al timone.<br />

Secoli di ecumenismo che rischiano di svanire, ciascuno<br />

strigendosi alla religione del suo principe. Eppoi dicono<br />

che faccio male a preferire <strong>il</strong> mondo anglosassone.<br />

| | 8 agosto 2012 | 13

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!