Scarica il PDF - Settimanale Tempi

«Vent’anni fa l’unica scuola media ebraica
ammessa aveva tre studenti, oggi abbiamo
tre scuole superiori con 600 ragazzi e una
università dove hanno studiato 5 mila giovani»
A lato, festa per
la ridedicazione
di una sinagoga
a Budapest nel
2010. In alto, la
piazza degli Eroi
della città invasa
dai paramilitari
legati al partito
di estrema destra
Jobbik, dichiarati
fuori legge nel
2009; più in
basso, la stessa
piazza durante i
festeggiamenti
di Hanukkah.
Sotto, il rabbino
capo Shlomo
Köves
erano già adolescenti. Le comunità ebraiche
principali in Ungheria sono tre, diverse
per dottrina, visione del mondo e prospettive
per il futuro. Io sono il rabbino
capo dei cosiddetti ebrei “statusquo
ante”, che oggi sono affiliati al movimento
Chabad-Lubavitch. Crediamo nei valori
dell’ortodossia ma siamo aperti sul mondo,
abbiamo rapporti con tutti. Le nostre
priorità sono l’educazione dei giovani,
l’apertura al mondo e la riorganizzazione
della comunità, un obiettivo che in
Ungheria è di fondamentale importanza.
A causa prima dell’Olocausto e poi del
comunismo molti ebrei ungheresi hanno
cessato di dichiararsi tali, la loro ebraicità
è diventata un tabù ai loro stessi occhi.
Noi lavoriamo per riattivarli come ebrei,
perché considerino positivamente la loro
identità ebraica, prima ancora di diventare
eventualmente praticanti. Per questo,
oltre alle nostre sette sinagoghe (cinque
a Budapest, una a Debrecen e un’altra a
Szecen), abbiamo scuole, asili, strutture
per l’educazione degli adulti, case editrici,
newsletter. Con queste strutture
| | 8 agosto 2012 | 21