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Capitolo sul pino domestico a cura di Livio Bianchi, Gianluca ...

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LA SELVICOLTURA DELLE PINETE<br />

Si tratta <strong>di</strong> obiettivi non necessariamente alternativi. Levol1,zi6n€<br />

verso un bosco a prevalenza <strong>di</strong> latifoglie è, <strong>di</strong> fatto,<br />

rner-itabile sia nei casi in cui i rimboschimenti <strong>di</strong> <strong>pino</strong> (spesso<br />

rnisto a pinastro e cipresso) hanno già compiuto la funzione<br />

preparatoria all'ingresso e allo sviluppo <strong>di</strong> specie quercine e<br />

altre latifoglie arboree, sia nei casi in cui il <strong>pino</strong> era stato introdotto<br />

per rinfoltire cedui degradati o per ottenere prodotti che,<br />

oggigiomo, non hanno più alcun utilizzo (resina) o interesse<br />

economico in ambito collinare (<strong>pino</strong>li). L"evoluzione in <strong>di</strong>rezione<br />

del bosco misto a prevalenza <strong>di</strong> latifoglie ha il vantaggio<br />

<strong>di</strong> rendere il bosco meno soggetto al rischio <strong>di</strong> incen<strong>di</strong>o.<br />

Per preservare la tipica fisionomia <strong>di</strong> questi soprassuoli,<br />

tuttavia, è necessario garantire la rinnovazione del <strong>pino</strong> <strong>domestico</strong>.<br />

L'elevata capacità germinativa del seme molto<br />

spesso garantisce nelle pinete la presenza dr plantule che<br />

riescono a emergere dallo strato erbaceo e certe volte da<br />

quello arbustivo, anche se <strong>di</strong>fficilmente trovano poi le con<strong>di</strong>zioni<br />

idonee a un ulteriore sviluppo a causa della forte<br />

concorrenza esercitata delle piante dei piani superiori.<br />

La rinnovazione naturale <strong>di</strong> <strong>pino</strong> può essere favorita dall'esecuzione<br />

<strong>di</strong> tagli a scelta, tipici del trattamento delle<br />

fustaie <strong>di</strong>setanee (Rrr, art. 35), da attuare nelle zone più assolate<br />

e dove è minore la concorrenza delle latifoglie. In alternativa,<br />

si può optare per l'apertura <strong>di</strong> buche (Rrr, art. 33) <strong>di</strong><br />

piccole-me<strong>di</strong>e <strong>di</strong>mensioni (2000-4000 m2), da eseguirsi dopo<br />

ur'attenta analisi stazionale, oppure con tagli a orlo che favoriscano<br />

nuclei <strong>di</strong> rinnovazione <strong>di</strong> <strong>pino</strong> già affermati (Rrr, art.<br />

32, comma 5).<br />

Passare da strutfure tendenzialmente coetaneiformi a strutture<br />

<strong>di</strong>setanee a gruppi come quelle proposte necessita <strong>di</strong> una<br />

fase <strong>di</strong> passaggio in cui il mantenimento della fisionomia potrebbe<br />

essere garantito lasciando in pie<strong>di</strong> un certo numero <strong>di</strong><br />

piante stramature <strong>di</strong> <strong>pino</strong> (ad esempio, 50-80/ha) ben oltre gli<br />

80 anni del tumo rninimo previsto dal Regolamento Forestale<br />

e da sostituire gradualmente, confidando nel fatto che la longevità<br />

naturale <strong>di</strong> queste piante può raggiungere i 200 anni.<br />

Laddove prevalga la componente <strong>di</strong> latifoglie arboree<br />

(cerro, roverella, car<strong>pino</strong>), prevalentemente <strong>di</strong> origine agamica<br />

per effetto <strong>di</strong> ceduazioni o <strong>di</strong> passaggio del fuoco, i sopras-

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