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un’ora dopo tornarono e portarono via anche l’anziana madre, Irma<br />
Finzi.<br />
Margherita Coen era sposata con Adolfo Penco, di professione<br />
fotografo. Ed è proprio nel negozio del marito che alle 18,15 del 15<br />
settembre le <strong>SS</strong> la prelevarono obbligandola a salire su una camionetta.<br />
La figlia diciassettenne Eugenia la vide allontanarsi, per sempre,<br />
«minuscola e pallidissima tra quegli uomini giganteschi». 11<br />
Dove portarono le persone arrestate? Stando al racconto fatto dal<br />
maresciallo dei carabinieri Francesco Gino, un gruppo di ebrei - più di<br />
una decina – la notte del 15 settembre rimase segregato nella camera di<br />
sicurezza della sua caserma, requisita dalle <strong>SS</strong>. Tra gli arrestati riconobbe<br />
il conte Cantoni e la signora Margherita Penco.<br />
Sempre il maresciallo raccontò che la notte del 17 settembre appostatosi<br />
ad Invorio, in località Salita Testa - luogo in cui precedentemente era<br />
11 Si salvò dalla cattura Federico Jarach, detto il comandante (in gioventù era stato<br />
comandante di vascello), proprietario delle Rubinetterie Riunite. Fascista,<br />
persona di grande autorevolezza all’interno della Comunità ebraica milanese, ex<br />
presidente della Unione Comunità Israelitiche italiane. Dopo l’emanazione delle<br />
leggi razziali organizzò la scuola di Via Eupili 8, che permise a molti ebrei di<br />
continuare gli studi. Insieme alla famiglia era sfollato ad Arona dove possedeva<br />
una grande villa con attracco a lago. Il pomeriggio del 15 settembre un marinaio<br />
dell’imbarcadero telefonò agli Jarach consigliando loro di scappare. In nove<br />
salirono sulla barca governata dal giardiniere Visconti. A terra rimase la signora<br />
Modena, di 93 anni, e Ludovico Misrachi che a causa della sua pinguetudine non<br />
poté salire sull’imbarcazione (un dottore di Arona lo nascose in ospedale).<br />
Un’ora dopo giunsero le <strong>SS</strong> e non trovarono nessuno: scrutarono la montagna<br />
con i cannocchiali senza accorgersi della barca che in mezzo al lago, non<br />
sapendo dove andare, puntò prima su Ranco, quindi ritornò ad Arona per poi<br />
raggiungere definitivamente la sponda lombarda. Per tre giorni i soldati attesero<br />
il ritorno dei padroni di casa. “Annoiati”, la sera del 18 settembre obbligarono<br />
madre e figlia Pepere, che vivevano in affitto nella villa, ad organizzare una festa.<br />
Vi partecipò il capitano Krüger ed i suoi uomini che dopo essersi ubriacati si<br />
lasciarono andare a sconcezze e violenze: il capitano delle <strong>SS</strong> violentò la moglie<br />
del custode, Angelina Visconti e la nipote Maria.<br />
Sempre il 15 settembre, grazie anche alla prontezza del commissario prefettizio,<br />
l’avvocato Carlo Torelli, si salvarono i coniugi Veneziani, la famiglia Neumann,<br />
il commediografo Sabatino Lopez, due dipendenti della Mondadori (ditta che a<br />
causa dei bombardamenti aveva trasferito i propri uffici a Villa Ponti) e Sem<br />
Benelli.