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Dissertazione sul Regio Borgo di Pallanza

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DELL’ORIGINE, ANTICHITÀ, NOBILTÀ, ED INCREMENTO<br />

DEL REGIO BORGO DI PALLANZA<br />

DISSERTAZIONE<br />

<strong>di</strong><br />

GIO. BATTA BIANCHINI PALANZESE<br />

Ridotta in volgare e <strong>di</strong> annotazioni accresciuta<br />

1650<br />

1650<br />

(ms. ined. In Biblioteca Marazza <strong>di</strong> <strong>Borgo</strong>manero, Fondo Molli, Vol. 321).<br />

Trascrizione a c. <strong>di</strong> Leonardo Parachini<br />

1


§ § I.<br />

I.<br />

Fra gl’altri d’Italia tutti più celebre il Lago Verbano 1<br />

, delizia dell’Insubria,<br />

<strong>di</strong> chiarissimi borghi è circondato, fra quali Palanza, la cui topografia,<br />

dall’amor della patria forzato, che sfugga non soffro dalla mia penna.<br />

§ § II.<br />

II.<br />

Giace Palanza su la riva del Verbano Lago alle ra<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> promontorio, che<br />

vi si forma da un colle, che li borgheggiani Castagnuola il chiamano; nel<br />

sommo del quale evvi l’antica chiesa <strong>di</strong> S.Remigo, un tempo dello stesso<br />

borgo parochiale 2<br />

. Soggiace pertanto Palanza a quel colle che per lungo<br />

tratto nelle rive del Verbano, con nobili, eleganti e civili e<strong>di</strong>ficj, si<br />

estende; che non borgo, ma piccola città si <strong>di</strong>rebbe: sorgendo non lungi<br />

un isola, <strong>di</strong> S.Angelo una volta appellata, dove eravi l’antica chiesa<br />

parochiale 3<br />

, ora de<strong>di</strong>cata al precursore Battista. Eranvi contigue a questa<br />

chiesa <strong>di</strong>verse case 4<br />

, nelle quali abitavano tre canonici, i quali attendevano<br />

ivi alle cose sacre, come ho letto in certo instromento <strong>di</strong> <strong>di</strong>visione 5<br />

tra gli<br />

stessi tre Canonici fatta già dall’anno MCCCXLI., i quali Canonici<br />

furono dopo dal Vescovo <strong>di</strong> Novara Carlo Bescapè, aggregati alla<br />

1<br />

Per fatti rinomatissimi nelle istorie il Lario, il Trasimeno ed alcuni altri<br />

potrebbero maggior celebrità vantare: altro altresì non manca; ma non <strong>di</strong> tanto<br />

strepito, nè <strong>di</strong> sì lontana antichità.<br />

2<br />

V[eggasi] T[omo] III. nella mia storia <strong>di</strong> Palanza pag [...] ed in quella della<br />

Collegiata pag. [...].<br />

3<br />

V[eggasi] T[omo] III. Mem[orie] della Collegiata <strong>di</strong> Palanza.<br />

4<br />

Non v’ha memoria che più d’una casa ivi esistesse; d’una sola ci è pervenuto a<br />

notizia, la quale tuttogiorno sussiste, capae bensì <strong>di</strong> tre abitazioni separate.<br />

5<br />

V[eggasi] T[omo] IIII. num.<br />

2


Collegiata e Parochiale chiesa 6<br />

de<strong>di</strong>cata a S.Leonardo, ed in appresso con<br />

elegante architettura rie<strong>di</strong>ficata.<br />

§ § III.<br />

III.<br />

Di questo borgo molti ne fecero menzione, tra quali Volaterrano ed<br />

Alciati, il qual Volaterrano assordamente il chiama Pollenza, ingannato<br />

dalla simiglianza del nome.<br />

§ § IV.<br />

IV.<br />

Bernar<strong>di</strong>no Coiro nella Storia <strong>di</strong> Milano narra come Papa Galesio<br />

concesse al B[eat]o Teodoro Arcivescovo <strong>di</strong> Milano <strong>di</strong>versi privilegi, e fra<br />

gl’altri che lo stesso Arcivescovo potesse esigere decime in molte terre e<br />

borghi, che lo stesso Coiro nomina, e fra gl’altri da quello <strong>di</strong> Palanza 7<br />

.<br />

§ § V.<br />

V.<br />

6<br />

Prima che il Bescapè trasferisse li Canonici <strong>di</strong> S.Angelo nella chiesa <strong>di</strong><br />

S.Leonardo, già lo erano stati nel secolo XV. da Girolamo Pallavicino, la qual<br />

traslazione non ebbe effetto alcuno. Anzi dovette essere in allora che in<br />

S.Leonardo fu eretta la Rettoria coi pesi ed onori parochiali, volendo que’ buoni<br />

Canonici godersi le prebende in beneficio semplice col non fare alcuna<br />

residenza, come già fatto aveano; ricavandosi questo e dal Bescapè medesimo,<br />

Nov[ara] Sac[ra], e da una carta del detto Girolamo Pallavicino. V[eggasi]<br />

T[omo] III. Mem[emorie] della Coll[egiata] e T[omo] IIII. num.<br />

7<br />

Da Galesio consacrato Teodoro l’anno CCCCXCII. moltissimi privilegi dal<br />

medesimo ottenne, fra gl’altri <strong>di</strong> crear notai e cavalieri armati; e più il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong><br />

percepir decime in quasi tutto il territorio milanese, motivo per cui, se vero è<br />

quanto narrano, egli dovette essere il primo che amplificasse la giuris<strong>di</strong>zione<br />

Archiepiscopale, e però si potrebbe fondatamente congietturare, che in què<br />

tempi fosse Palanza sogetto alla Milanese <strong>di</strong>ocesi, come lo fu e lo è ancora<br />

Cannobio.<br />

3


Domenico Macaneo nella Corografia del Lago Verbano, stampata l’anno<br />

MCCCCXCII., così <strong>di</strong>ce <strong>di</strong> Palanza.<br />

In seguito veggonsi cospicui borghi <strong>sul</strong> lido Intra e Palanza, che il seno<br />

Mergoziano circonda, <strong>di</strong> lunghezza circa M. passi, il qual ramo e procedente<br />

da questo lago, del qual, come più ameno <strong>di</strong> tutti, abbiamo scelto <strong>di</strong>scrivere,<br />

così pure detto dal luogo vicino del medesimo nome 8 . Palanza solo poi fra li<br />

borghi del Verbano è sogetto all’imme<strong>di</strong>ata Signoria dell’invittissimo nostro<br />

duca, da ceto <strong>di</strong> nobili e ricchissimi personaggi frequentatissimo, cioè<br />

popolato.<br />

§ § VI.<br />

VI.<br />

Nè <strong>di</strong> Palanza si taque Biondo Flavio nella settima regione <strong>di</strong> Lombar<strong>di</strong>a.<br />

§ § § VII.<br />

VII.<br />

Gaudenzo Merula parimenti nel libro della Antichità de’ Galli Cisalpini,<br />

cap. 2., Polenza, scrive, città un tempo grande fra Alessandria ed Asti alla<br />

sponda del tanaro ora piccolo villaggio. . . Volaterrano credette essere lo stesso<br />

che Palanza situato alle rive del lago Verbano. . . , dove queste cose abbia egli<br />

pescato altri lo veggano. E nel capo XV. dove descrive il Verbano,<br />

appoggiato al Macaneo: dalla Isella si passa a Palanza, che il Volaterrano<br />

scrisse essere Polenza, ingannato dalla similitu<strong>di</strong>ne dei nomi. Questo<br />

8<br />

Essendo il passo un po’ intricato stimo <strong>di</strong> sotto mettere all’esame il testo<br />

originale: Pr tereuntur insuper in littoribus conspicua Oppida Intrum et Pallantia,<br />

quam circumfluit sinus Mergotianus longitu<strong>di</strong>ne M[ille] P[assus], qui ramus est<br />

procedens ex lacu isto, quem pulcherrimum inter alios scribere delegimus, sic quoque<br />

<strong>di</strong>ctus a loco vicino eiusdem nominis.<br />

4


Municipio è bagnato da un ramo del Verbano, che così lo chiamano i<br />

naviganti, <strong>di</strong> longitu<strong>di</strong>ne M. passi 9<br />

.<br />

Bonaventura Castiglioneo,<br />

§ § VIII.<br />

VIII.<br />

lib[er] De Gall[oribus] Insubr[is]<br />

Antiq[uibus] Se<strong>di</strong>b[us], ricordò egli pure Palanza non lungi dall’Atoce<br />

ossia Atisone al confluente del Verbano.<br />

§ § IX. IX.<br />

IX.<br />

Paolo Merula nella sua Cosmografia, par[agrafo] II. lib[ro] IV. pag.<br />

MCCCV.<br />

§ § X.<br />

X.<br />

Nicolao Doglione nell’Anfiteatro, sotto la descrizione del Verbano, pag.<br />

866.<br />

§ § XI.<br />

XI.<br />

Carlo Bescapè Vescovo <strong>di</strong> Novara <strong>di</strong>ffusamente, Novar[a] Sac[ra] Lib[ro]<br />

I. Terminat[io] Int[ri] pag. [...].<br />

§ § XII.<br />

XII.<br />

Filippo Ferrario nel Lessico geografico, che così <strong>di</strong>ce: <strong>Pallanza</strong> poi ossia<br />

Palanza, da Palante Liberto <strong>di</strong> Clau<strong>di</strong>o imperatore fabbricatore nominata 10 ,<br />

9<br />

Il Merula s’ingannò, confondendo il lago <strong>di</strong> Mergozzo, col seno che da Palanza<br />

passa al suo [canale].<br />

10<br />

Ve<strong>di</strong> la nota [...] sotto il §.<br />

5


orgo dell’insubria non senza celebrità alla sponda del lago Verbano fra<br />

Arona e Canobio, lungi XII. miglia da Arona, nel qual luogo <strong>di</strong> Palanza<br />

hannovi iscrizioni antiche in tavole <strong>di</strong> marmo, testimonio della sua<br />

antichità.<br />

§ § XIII. XIII.<br />

XIII.<br />

Leandro Alberto nella descrizione d’Italia, il qual non so come abbia<br />

potuto scrivere, che un tempo Palanza fosse sotto la giuris<strong>di</strong>zione <strong>di</strong><br />

Ferriolo 11<br />

, ed in<strong>di</strong> poi sotto <strong>di</strong> quella d’Intra 12<br />

, senza veruna autorità o<br />

documento <strong>di</strong> prova. Poichè Ferriolo vicino al torrente Strona, che dal<br />

lago d’Orta o altrimenti <strong>di</strong> S.Giulio nel Verbano si scarica, giace alle rive<br />

dello stesso Verbano, piccolo villagio, ed è sempre stato, come pure lo è,<br />

vile tugurio <strong>di</strong> tre o quattro case o meglio stalle; non d’uomini<br />

ricettacolo, ma più costantemente <strong>di</strong> fiere, senza giuris<strong>di</strong>zione, anzi senza<br />

chiesa 13<br />

, e senza croce. Palanza all’incontrario ha il suo particolare e<br />

proprio territorio, ed assai <strong>di</strong>verso e separato da quello d’Intra, come<br />

sempre per lo passato ancora, come a suo luogo <strong>di</strong>mostrerò.<br />

11<br />

E’ questo veramente un errore de’ più massicci, che mai si possino<br />

immaginare. Ferriolo sogetto è a Baveno, non avendo alcuna giuris<strong>di</strong>zione. Lo<br />

sbaglio può dunque essere venuto da che Palanza fosse sogetto al Vicariato <strong>di</strong><br />

Baveno, come lo fu più volte; e come avvenne altresì che il Vicario Foraneo fosse<br />

il Paroco <strong>di</strong> Stresa, da cui <strong>di</strong>pendevano tutte le Terre del lago Maggiore <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>ocesi Novarese, e quelle dell’Ossola inferiore, come indubitatamente si prova<br />

da una lettera originale, esistente presso <strong>di</strong> me <strong>di</strong> Benedetto Odescalchi, che fu<br />

poi Papa Innocenzo XI. <strong>di</strong>retta al Vicario Foraneo del lago Magg[iore] <strong>di</strong> Stresa.<br />

12<br />

Fu ben sogetto Palanza al Vicariato d’Intra, ma non giammai alla Pieve, cosa<br />

ben <strong>di</strong>versa, come si può vedere ampiamente nelle mie memorie della Collegiata<br />

<strong>di</strong> Palanza. T[omo] III. p. [ ]<br />

13<br />

Al presente esiste un oratorio non da molti anni fabbricato.<br />

6


§ § XIV.<br />

XIV.<br />

Meglio avrei io creduto, che ne’ tempi antichissimi la Villa <strong>di</strong> Palanza<br />

fosse nello spirituale sogetta all’antichissima Collegiata de’ SS.Gervaso e<br />

Protaso <strong>di</strong> Baveno, chiesa costrutta da Santi Giulio e Giuliano 14<br />

, con<br />

antichissimo battisterio, il qual luogo <strong>di</strong> Baveno è confinante allo stesso<br />

luogo vilissimo <strong>di</strong> Ferriolo, e posto all’occidente <strong>di</strong> Palanza, come pure<br />

essere potrebbe, che la stessa Villa <strong>di</strong> Palanza, non già il borgo, fosse ne’<br />

tempi antichi sottoposta spiritualmente alla Collegiata d’Intra 15<br />

.<br />

§ § XV.<br />

XV.<br />

Il borgo <strong>di</strong> Palanza si trova segnato nelle carte geografiche del Magino,<br />

dell’Ortellio, del Mercatore, e d’altri moltissimi.<br />

§ § XVI.<br />

XVI.<br />

14<br />

Di tutte quelle chiese, delle quali non v’ha memoria <strong>di</strong> loro primoria<br />

costruzione, e che alcuna antichità <strong>di</strong>mostrano, comune è l’opinione in queste<br />

parti del Verbano, Ossola e Lago d’Orta, che Giulio e Giuliano ne fossero li<br />

fabbricatori. Ma se coll’arte della critica esaminar vorremmo, non solo ciò si<br />

<strong>di</strong>strugge, ma altre moltissime cose insusistenti esser si provano. Veggasi a questo<br />

proposito T[omo] IIII. pag [...] la mia <strong>di</strong>ssertazione sopra il primo arrivo <strong>di</strong><br />

S.Giulio nell’Isola, dal suo nome quin<strong>di</strong> chiamata.<br />

15<br />

Dovea ben sapere il Bianchini, che nè manco la Villa <strong>di</strong> Palanza specialmente<br />

negl’antichi tempi, poteva esser sogetta alla Collegiata matrice chiesa d’Intra. E’<br />

noto che Palanza col suo territorio era feudo, sotto il titolo <strong>di</strong> corte, concesso fin<br />

dai tempi <strong>di</strong> Carlomagno agli ascendenti de’ Barbavari, detti quin<strong>di</strong> Conti <strong>di</strong><br />

Castello, dal Castello ivi posseduto. Le Corti non erano sogette alle pievi: si<br />

argomenti adesso, e mi si risponda. V[eggasi] T[omo] III. Mem[orie] <strong>di</strong><br />

Pal[anza].<br />

Manca l’annotaz[io]ne 16.<br />

7


Ma più <strong>di</strong> tutti illustrò questo borgo, tessendone lo<strong>di</strong> e <strong>di</strong>ffusamente<br />

rintracciando le doti Fr. Paolo Morigia nella Storia del lago Verbano,<br />

scritta in volgare, e stampata in Milano l’anno MDCIII.<br />

§ § XVII.<br />

XVII.<br />

Dal surriferito testimonio del Ferrari hai, lettore, la fondazione<br />

dell’istesso borgo da Pallante liberto <strong>di</strong> Clau<strong>di</strong>o Cesare 1617<br />

.<br />

§ § XVIII.<br />

XVIII.<br />

Ma prima del Ferrari così già opinò il prelodato Vescovo Bescapè, col<br />

quale va d’accordo il Morigia. Imperciocchè, <strong>di</strong>ss’egli essere Palanza un<br />

nobile borgo, aggiungendo, che mal non si possa congietturare così chiamato<br />

il vico da Pallante, sia per la simiglianza del nome antico al moderno e<br />

volgare; sia perchè esiste un antico monumento ivi posto da Narcisso per la<br />

salute <strong>di</strong> Clau<strong>di</strong>o Cesare 18 , essendo notissimo che li due liberti <strong>di</strong> Clau<strong>di</strong>o<br />

Narcisso e Pallante fossero presso l’imperatore in somma stima e potere, come<br />

Tranquillo e Tacito principalmente ne testificano. La lapida esiste nella<br />

chiesa <strong>di</strong> Santo Stefano della Villa <strong>di</strong> Palanza; ed è probabile, che<br />

primieramente Villa <strong>di</strong> Pallante fosse detta e non Palanza.<br />

§ § XIX.<br />

XIX.<br />

16<br />

[Mancando la nota numero 16, nel manoscritto questa postilla porta il<br />

numero 17, e così a seguire].<br />

17<br />

V[eggasi] la nota sotto il §. [...] e la <strong>di</strong>ss[ertazione] I. T[omo] IV. p. [...]<br />

18<br />

V[eggasi] la nota [...] sotto il §. [...] e la <strong>di</strong>ss[ertazione] I. T[omo] IV. p. [...]<br />

dove ampiamente si confuta una sì erronea interpretazione.<br />

8


Morigia opinò, che Palanza avesse la sua primaria fondazione da un certo<br />

nobile Trojano Palante, che noi non accor<strong>di</strong>amo, poichè fu ben <strong>di</strong>verso<br />

da quel Paranzo Trojano, il qual fondò Paranzo negl’Insubri alle rive del<br />

Tanaro 19<br />

, (se vero è quanto Galvaneo della Fiamma asserisce nel suo<br />

Cronico Maggiore, e nelle Polizie novelle MS.) da quello che costrusse il<br />

borgo <strong>di</strong> Palanza. Aderisco io più <strong>di</strong> buongrado all’opinione de’<br />

dottissimi personaggi Bescapè e Ferrario, che da Pallante liberto <strong>di</strong><br />

Clau<strong>di</strong>o Cesare fosse costrutto il borgo ossia instaurato, il che assai<br />

chiaramente sembra in<strong>di</strong>care il monumento marmoreo riportato dal<br />

Bescapè, che abbasso reciteremo.<br />

§ § XX.<br />

XX.<br />

Col Morigia poi io m’accordo, che questo borgo non d’un solo, ma <strong>di</strong><br />

molti, però in <strong>di</strong>versi secoli, l’opera fosse.<br />

§ § XXI. XXI.<br />

XXI.<br />

Siamo <strong>di</strong> pensiero adunque, che la prima sua e<strong>di</strong>ficazione fosse sotto il<br />

Colle <strong>di</strong> S.Remigio, vicino la chiesa <strong>di</strong> San Bartolomeo, dove pur oggi si<br />

19<br />

A questo proposito ben se ne vide l’Eminentissimo Noris personaggio <strong>di</strong> rara<br />

letteratura e versatissimo nelle antichità più rimote, parlando della supposta<br />

origine <strong>di</strong> Pisa, Cenot. Pis. Diss. I. cap. I. pag. I. et seq., Tutti, <strong>di</strong>c’egli, che alto<br />

ripetono i natali delle città, delle nazioni, senza testimonio a supposto <strong>di</strong>ritto,<br />

menzogne adornano, cosse scrivendo più proprie de’ poeti, che non tramandateci da<br />

incorrotti monumenti <strong>di</strong> epoche lontane, onde ne ri<strong>sul</strong>ti assai più antica e nobile<br />

l’origine delle decantate genti: ne venne però che non una sola nazione vanti l’origini<br />

sue dalle ceneri della fumante Troja come Roma da Enea, i Veneti da Antenore, ed<br />

altritanti che troppo lungo sarebbe tutti rescriverli, indotti in perpetuo inganno dalle<br />

supposte origini dell’impostor Viterbiense.<br />

9


avvisano basse case ed e<strong>di</strong>ficj, la maggior parte, per la grande antichità,<br />

rovinate e cadute.<br />

§ § XX XXII. XX II.<br />

La seconda poi alquanto dopo ai pie<strong>di</strong> della prima, che ora <strong>di</strong>cesi Villa <strong>di</strong><br />

Palanza, essendo cinta <strong>di</strong> mura colle sue porte per dove si entra nella<br />

terra, delle quali cose tutte oggigiorno non oscure vestigia pur anco<br />

appajono: e si estendeva questa seconda e<strong>di</strong>ficazione fino alla porta<br />

inferiore che dava l’ingresso nella sudetta terra, che anc’oggi si vede, o<br />

meglio le sue vestigia coi lati <strong>di</strong> vivo sasso, continuandosi ad esser<br />

denominata La Portazza.<br />

§ § XXIII.<br />

XXIII.<br />

Stima il Morigia, siccome abbiamo detto, che la prima costruzione fosse<br />

stata fatta da Pallante Trojano, e la seconda dal sopradetto Pallante<br />

liberto <strong>di</strong> Clau<strong>di</strong>o Cesare, e da questo Pallante essergli stato dato il<br />

nome 20<br />

mentr’era costà con Narcisso compagno <strong>di</strong> fortune nella milizia<br />

20<br />

Guido Ferrari illustratore delle cose degl’Insubri nella <strong>Dissertazione</strong> VIII.<br />

Tomo III. §. IV. pag. 169., parlando <strong>di</strong> Palanza, rifiuta le opinioni, che ne fosse<br />

primario fabbricatore Palante liberto <strong>di</strong> Clau<strong>di</strong>o Cesare, esserendo esserne stati li<br />

primi abitatori dell’Insubria; ma non seppe scansarsi dal credere, che almeno da<br />

quello ne fosse stato aggran<strong>di</strong>to e ristaurato, perpetuandone <strong>di</strong> ciò la memoria in<br />

una sua iscrizione, Tomo I. pag. 95. num. CCIV. Ch’è la seguente.<br />

PALAS LIBERTVS / CLAVDIO CAESARE / IMPERII POTENS /<br />

RESTITVIT<br />

A quali fondamenti abbia l’eru<strong>di</strong>to personaggio li sentimenti suoi appoggiato<br />

non saprei <strong>di</strong> certo rinvenire, se non che ricordando li sogni del Morigia, o le<br />

congietture <strong>di</strong> tant’altri, che ciò vollero arguire dal trovarsi Narcisso conliberto<br />

in un marmo Palanzese, che tuttora esiste, e che io con particolare <strong>di</strong>ssertazione<br />

ho cercato d’illustrare a scanso d’ulteriore inganno e degli oppidani e de’ letterati<br />

10


ed intimo amico, e quivi stazionando 21<br />

per ribattere e contenere l’impeto<br />

e l’irruzioni de’ Galli ed altri barbari, che a danno e rovina d’Italia spesso<br />

calate tentavano.<br />

§ § XXIV.<br />

XXIV.<br />

Crede anche il Morigia, che la chiesa <strong>di</strong> Santo Stefano, dove fu ritrovato<br />

il sopradetto monumento, che in appresso con gl’altri riportaremo, sia<br />

stata fabbricata dal medesimo Narcisso Liberto <strong>di</strong> Clau<strong>di</strong>o in onore della<br />

Matrona 22<br />

dell’istesso Clau<strong>di</strong>o terza moglie, e dell’Imperator Nerone per<br />

altro matrimonio genitrice; nel qual luogo anco Narcisso avrà sagrificato<br />

la vittima de<strong>di</strong>candole ad onore della stessa Agrippina, quando fu<br />

[...]iorato della sua morte, essendo egli quivi appunto.<br />

§ § § XXV.<br />

XXV.<br />

Del matrimonio <strong>di</strong> Clau<strong>di</strong>o Cesare con Agrippina è da vedersi Svetonio<br />

Tranquillo nella Vita <strong>di</strong> Clau<strong>di</strong>o, <strong>di</strong> Narcisso e <strong>di</strong> Palante suoi liberti,<br />

istessi, che alla cieca fino ad ora se lo osservarono è però da meravigliarsi come<br />

ciò sia tanto invalso contra l’evvidenza del fatto, e delle note del medesimo<br />

marmo.<br />

21<br />

Sappiamo da Tacito, Svetonio, Dione, Flavio Giuseppe Ebreo ed altri che<br />

Palante fosse bensì strettissimo amico <strong>di</strong> Narcisso, ma non già comilite e<br />

specialmente in queste parti. E’ dunque da argomentarsi che l’ignorante<br />

impostura degli adulatori abbia introdotto questa favola coll’appoggio della<br />

simiglianza dei nomi, come in altri casi si è osservato.<br />

22<br />

Essendo il marmo de<strong>di</strong>cato MATRONIS, toglie ogni congiettura che ne lo<br />

fosse per la terza moglie soltanto <strong>di</strong> Clau<strong>di</strong>o, cioè Agrippina, e molto più<br />

ravvisandosi nel rovescio la <strong>di</strong>vinità a cui fu sagrificato. Veggasi a questo<br />

proposito la prima Diss[ertazione] del Tomo [...] <strong>di</strong> questa raccolta.<br />

11


oltre <strong>di</strong> Svetonio ne fecero menzione Livio 23<br />

, Sesto Aurelio, Cornelio<br />

Tacito, ed altri, quali tutti affermano aver questi due liberti avuto mano<br />

ne’ maggiori affari dello stato.<br />

§ § XXVI.<br />

XXVI.<br />

La terza ed ultima e<strong>di</strong>ficazione <strong>di</strong> Palanza più nobile ed elegante appare,<br />

essendosi fino alla riva del Verbano, che come abbiamo premesso, non<br />

un borgo, ma una città rassembra: ed ora dal Giurecon<strong>sul</strong>to Carlo<br />

Ottaviano Viani, celebre avvocato Milanese e da suoi fratelli, da Palanza<br />

orion<strong>di</strong>, fu costrutto un nobile ed ampio palazzo, che con molti della<br />

Città <strong>di</strong> Milano puossi paragonare.<br />

§ § XXVII.<br />

XXVII.<br />

Hanno Palanza ed Intra (borgo noto per la mercatura vicino) colla Valle<br />

Intrasca li proprj e particolari Statuti e leggi 24<br />

dal Duca Gio. Galeazzo<br />

Conte <strong>di</strong> Virtù confermati fino dall’anno MCCCLXXIII. <strong>di</strong>ciannove<br />

gennajo, sotto de’ quali si regolano: dove non provedendosi alli Statuti<br />

Municipali <strong>di</strong> Milano si ricorre.<br />

§ § XXVIII.<br />

XXVIII.<br />

Eranvi un tempo, come oggi pur se ne ravvisano, alcuni antichissimi<br />

monumenti e marmoree iscrizioni, dalle quali ognuno può argomentare<br />

23<br />

Credo doversi leggere Flavio, cioè il Forlivese, overo Flavio Giuseppe Ebreo,<br />

non essendo possibile che Livio faccia menzione <strong>di</strong> Narcisso e <strong>di</strong> Palante<br />

avendoli preceduti poco meno d’un secolo.<br />

12


<strong>di</strong> questo borgo e <strong>di</strong> quello d’Intra 25<br />

l’antichità assieme e nobiltà, le quali<br />

furono osservate dall’Alciati, Gallarato, da Grutero ed altri.<br />

MATRONIS SACRUM / PRO SALUTE C CAESARIS / AUGUSTI<br />

GERMANICI / NARCISSUS C CAESARIS<br />

Di tre figure è ornato il marmo in fronte, la prima delle quali come<br />

sagrificante sovrasta all’altre, la seconda porge una corona 26<br />

, la terza<br />

conduce un toro: all’opposto sonovi tre femine infra <strong>di</strong> loro co’ bracci<br />

annodate: altre dai lati recando piccoli rami, pendendo dalle sommità<br />

ornamenti intrecciati <strong>di</strong> fiori.<br />

§ § § XXIX.<br />

XXIX.<br />

Gran monumento invero e prezioso tesoro de’ Palanzesi! mentre da lui<br />

per la famigliarità <strong>di</strong> Pallante con Narcisso la fondazione ed e<strong>di</strong>ficazione<br />

del borgo dallo stesso Pallante fatta argomentiamo 27<br />

.<br />

§ § XXX.<br />

XXX.<br />

24<br />

Li Borghiggiani d’Intra perchè nell’originale, a prima impressione nominato il<br />

loro borgo dopo quello <strong>di</strong> Palanza ritrovasi, un e<strong>di</strong>zione quin<strong>di</strong> ne fecero<br />

dandogli la precedenza<br />

25<br />

Il borgo d’Intra non è sicuramente anteriore al secolo XIII. Quin<strong>di</strong> il Lamberti<br />

nelle Memorie da lui scritte <strong>di</strong> S.Vittore Martire, Cap. XX. pag [...], <strong>di</strong>ce che:<br />

Prima del secolo decimo terzo nulla eravi dove ora giace questo borgo, se non<br />

l’ebdomo de’ Canonici. Io sono d’opinione che il Bianchini congietturò lontana<br />

antichità a quel borgo per la suposta iscrizione <strong>di</strong> Cajo Mario da Paolo Morigia.<br />

Un Castello ivi fabbricato dai prepotenti Conti <strong>di</strong> Biandrate in quel secolo trasse<br />

li circonvicini montanari a stabilirvisi, i quai furono perciò detti borghesi.<br />

26<br />

Non una corona, ma una patera.<br />

27<br />

Quivi il nostro autore sembra contra<strong>di</strong>rsi a quanto ha detto sopra nel §. XX.,<br />

<strong>di</strong>cendo, col Morigia, che questo borgo non d’un solo, ma <strong>di</strong> molti, però in<br />

<strong>di</strong>versi secoli, l’opera fosse, come pure al precedente §. XIX. dove <strong>di</strong>ce d’aderire<br />

13


Avvenne un altro, o meglio esisteva nella Casa dell’isola <strong>di</strong> S.Angelo in<br />

sarizzo colle seguenti note<br />

D. M. / SEVERI ROMANI VIBIUS / VIBIANUS OMNI / V. F. P.<br />

Forse da questo Viviano naque la nobilissima ed antichissima famiglia <strong>di</strong><br />

quel borgo de’ Viani, la quale anticamente <strong>di</strong>cevasi de’ Viviani, come in<br />

molti istromenti ho io letto, ed ora corottamente, come accade, de’<br />

Viani.<br />

§ § XXXI.<br />

XXXI.<br />

Nella chiesa <strong>di</strong> S.Remigio al sommo del Colle Castagniuola questa pure<br />

si vede<br />

NATIS / SIIVIIRI RI HI / PARA VALERIA / HA / S. L. M. 28<br />

È da notarsi in questo monumento che due II. formano la seconda vocale<br />

E.<br />

§ § XXXII.<br />

XXXII.<br />

Nella medesima chiesa <strong>di</strong> S.Remigio, oggi pure la seguente marmorea<br />

tavola si ravvisa.<br />

V. F. / BECCO MOCC. / ONIS. F. SIBI. ET. UTI / LIAE. VECATI.<br />

FUX / ORI. ET. FRONTONI / F.ET. CRCCAE / LIVONIS. F. UXO<br />

/ RI. ET. MASCIO. F. / ET. PRIMAE. OC / TAVI. F. UXORI. ET /<br />

SEXTO. F.<br />

<strong>di</strong> buon grado all’opinione del Bescapè e del Ferrario che Palanza fosse da<br />

Palante costrutto ossia instaurato.<br />

28<br />

Per l’intelligenza <strong>di</strong> questa iscrizione richiamo il lettore alla Diss[ertazione] III.<br />

del T[omo] III. quivi non riportando che la sua genuina lezione.<br />

NATIS / SIIVIIRI [...] I / PARA VALERIA / NA / V.S.L.M.<br />

14


Vuole il dottissimo Alciato che questa iscrizione sia <strong>di</strong> Beccone rustico<br />

padre <strong>di</strong> famiglia con questa marmorea tavola con<strong>di</strong>zionato, iscrittavi<br />

l’effigie dell’[...]. Ma il Vescovo Bescapè nel primo libro della sua Novara<br />

Sacra, nella descrizione della Val Diveria, riportandola pure, <strong>di</strong>ssente<br />

dall’Alciato che questi fosse un rustico, non accostumandosi a simil razza<br />

<strong>di</strong> gente principalmente ne’ luoghi publici, d’apporre iscrizioni<br />

germanica 29<br />

ripuntandola e non latina 30<br />

, come <strong>di</strong>mostrano le lettere, fatta<br />

forse in que’ tempi che li romani stazionavano in queste parti a cagione<br />

<strong>di</strong> custo<strong>di</strong>a e <strong>di</strong> presi<strong>di</strong>o.<br />

§ § XXXIII. XXXIII.<br />

XXXIII.<br />

Legiamo nel testamento <strong>di</strong> Atone Vescovo Vercellese fatto nel Sinodo,<br />

celebrato nella chiesa <strong>di</strong> S.Ambrogio Maggiore <strong>di</strong> Milano l’anno<br />

DCCCCXLV. alla presenza del Legato del Papa Marino e <strong>di</strong> molti altri<br />

Vescovi, che fossero dal medesimo Atone date in dono alla chiesa<br />

Milanese quattro Valli, cioè la Belleviana, la Leventina, la Biasca, come<br />

pure l’Intrasca colle sue Cappelle e case etc. 31<br />

Furon quin<strong>di</strong> costituiti<br />

quattro conta<strong>di</strong>, i quali i Car<strong>di</strong>nali della Chiesa Milanese ora Or<strong>di</strong>narj<br />

chiamati, pur anco ritengono, eccettuata l’Intrasca, che or soggiace al<br />

29<br />

L’inganno del Bescapè fu <strong>di</strong> aver trovato in un masso della Val Diveria alcune<br />

lettere consimili alla mal riportata iscrizione. sono queste<br />

+ TLVVCO + / + MOCCD +<br />

30<br />

Se meglio fosse stato questo marmo letto, lo sarebbe anco stato meglio<br />

interpretato: ponendo la sua vera lezione chiamo il lettore alla Diss[etazione] [...]<br />

T[omo] [...]<br />

N. oris I. / VECCO MOCC / ONIS F SIBI ET VTL / IAE VECATI F VX /<br />

SORI ET FRONTO / NI F ET CRACCAE / I IVONIS F VXO / RI ET<br />

MASCIO F / ET PRIMAE OC / TAVI F UXORI ET / SEXTO F<br />

15


Vescovo <strong>di</strong> Novara 32<br />

: questa si è, come abbian già detto, quella Valle<br />

Intrasca posta nel circondario del Verbano, che con particolari leggi e<br />

statuti si governa, <strong>di</strong> cui sono Capitale Palanza ed Intra, borgo<br />

antichissimo, detto un tempo <strong>di</strong> S.Ambrogio, situato alle rive del<br />

Verbano non lungi da Palanza più <strong>di</strong> MD.P., e denominato Intra,<br />

secondo alcuni, sendo che ivi si apre l’ingresso più vicino alla Valle<br />

Intrasca, o sia perchè da due fiumi lateralmente è bagnato.<br />

§ § XXX XXXIV. XXX IV.<br />

Sapiamo altresì che nell’antichissima chiesa Collegiata <strong>di</strong> S.Vittore <strong>di</strong><br />

quel borgo, o meglio nelle sue case canonicali contigue, esisteva un<br />

tempo marmorea iscrizione, nella quale i seguenti caratteri leggevansi, or<br />

più non apparendo dall’antichità del tempo corrosi.<br />

CAIUS. MARIUS. CONSUL / ROMANUS. HUMILI. LOCO /<br />

NATUS. SEPTIES. CONSUL / FACTUS. EST. IN. CAMPO /<br />

SAVIDICO. VICIT. CIMBROS / APUD. AQUAS. SEXTIAS 33<br />

31<br />

[Nota mancante].<br />

32<br />

[Nota mancante].<br />

33<br />

Guido Ferrari, Ins. Epist Diss. T[omo] III. <strong>di</strong>ss[ertazione] VIII. num. V. pag.<br />

172, dopo <strong>di</strong> aver questa iscrizione riportato, <strong>di</strong>ce che: meglio avrebbe fatto, il<br />

Morigia, se quanto si poteva leggere avesse con buona fede rescritto; ma ri<strong>di</strong>colmente<br />

egli vi supplì. A chiunque parrà incre<strong>di</strong>bile, che Mario quivi avesse tumulo ed<br />

iscrizione, sapendo da Tullio, che furono le sue ceneri per comandamento <strong>di</strong> Silla<br />

sparse al vento presso l’Aniene. E volendo egli in qualche modo sciogliere la<br />

questione sognò che alcuno <strong>di</strong> queste parti, come in tributo al suo liberatore,<br />

avesse racolto porzione delle <strong>di</strong>ssipate reliquie. Congiettura quanto falsa,<br />

altrettanto ri<strong>di</strong>cola. Dal Gori una parimenti consimile se ne riferisce nel T[omo]<br />

II. Inscr. Antiq. Etr. pag. 241, la quale dal suo comentatore, con alcune altre è<br />

così <strong>di</strong>fesa: Non solo queste Tavole si veggono, ma molte altre, le quali le lo<strong>di</strong> ed i<br />

gran fatti degl’eccellenti duci della Romana repubblica descrivono, come quella <strong>di</strong><br />

16


§ § XXXV.<br />

XXXV.<br />

Crede il Morigia, che la terza e<strong>di</strong>ficazione del borgo <strong>di</strong> Palanza, o meglio<br />

amplificazione seguisse ai tempi <strong>di</strong> Ottone IV. Imperatore, quando<br />

concesse il Castello <strong>di</strong> S.Angelo <strong>di</strong> quel borgo in feudo ai Barbavari, i<br />

quali poi n’e<strong>di</strong>ficarono un altro <strong>sul</strong>le sponde opposte alla riva del lago, da<br />

essi loro inseguito chiamato de’ Barbavarj, che per gran tempo<br />

possedettero, e ciò l’anno del Signore DCCCCLXXXIV.<br />

§ § XXXVI.<br />

XXXVI.<br />

Ma posso io accertare molto tempo essere stato concesso quel Castello in<br />

feudo ai Barbavari, e da essi loro per lo meno due o tre secoli<br />

anteriormento e<strong>di</strong>ficato. Come dal privilegio autentico presso <strong>di</strong> me<br />

esistente si conferma, nel qual l’Imperatore Carlo Magno <strong>di</strong> moto<br />

proprio concesse in feudo retto all’amabile e prudente personagio Ottone<br />

Citta<strong>di</strong>no Milanese suo Cameriero <strong>di</strong>lettissimo, per la chiarezza<br />

Brescia in onore <strong>di</strong> Cornelio Scipione, il frammento del Museo Riccardo in lode <strong>di</strong><br />

M. Furio Camillo <strong>di</strong>ttatore, ed altre altrove. Ecco l’iscrizione Goriana:<br />

C. MARIUS. C.F. COS. VII. PR. / TR. PL. Q. AUG. TR. MILITUM. EX /<br />

TRA. SORTEM. BELLUM. CUM. IUGUR / THA. REGE. NUMIDIAE.<br />

COS. GESSIT / EUM. CEPIT. ET. TRIUMPHANS. IN / SECUNDO.<br />

CONSULATU. ANTE. CUR / RUM. SIC. SUUM. DVCI IUSSIT.<br />

TERTIUM / COS. APSENS. CREAUTUS. ET IIII. COS. /<br />

TEUTONORUM. EXERCITUM DELEVIT / V. COS. CIMBROS. FUDIT.<br />

EX. IIS. ET / TEUTONIS. ITERUM. TRIUMPHAVIT / REMPUBLIC.<br />

TURBATAM. SEDITI / OMNIBUS. TR. TR. PL. ET. PRAETOR. QUI /<br />

ARMATI. CAPITOLIUM. OCCUPAVERANT / VI. COS. VINDICAVIT.<br />

POST. LXX. ANNUM / PATRIA. PER. ARMA CIVILIA. EXPULSUS /<br />

ARMIS. RESTITUTUS. VII. COS. FACTVS / EST. ET. DE. MANUBIIS.<br />

CIMBRICIS ET. TEUTONIS / AEDEM. HONORI. ET. VIRTUTI. ET.<br />

17


dell’antica sua famiglia, il Castello <strong>di</strong> Palanza ed il suo territorio e<br />

<strong>di</strong>stretto; creando il medesimo Ottone, ed i suoi legittimi <strong>di</strong>scendenti<br />

Conti e Conti del Sacro Romano Impero e dello stesso borgo <strong>di</strong> Palanza<br />

in perpetuo, colla permissione <strong>di</strong> portar nello scudo l’Aquila gentilizia<br />

Imperiale; e colle ren<strong>di</strong>te, onori, e preminenze, <strong>di</strong> cui sogliono usar, e<br />

godere i Conti del Romano Impero ed i Feudatarij. Il qual <strong>di</strong>ploma fu<br />

datato in Roma presso <strong>di</strong> S.Cristoforo in Mormore ai XXII Marzo,<br />

in<strong>di</strong>zione IV., l’anno dell’incoronazione del medesimo Augusto XI.; il<br />

qual privilegio fu confermato da Ludovico Pio Imperatore a favore <strong>di</strong><br />

Palamero Barbavara, figliuolo del detto Conte Ottone, dato in<br />

Aquisgrana XXXI. Maggio, in<strong>di</strong>zione IX, l’anno II. del suo impero: i<br />

quai privilegi pure furono confermati da Federico Barbarossa Imperatore<br />

a favore <strong>di</strong> Manfredo ed altri consorti de’ Barbavari l’anno MCLII., come<br />

dal <strong>di</strong>ploma dato in Ulma XXIX. Luglio, in<strong>di</strong>zione V.: come pure da<br />

Enrico VI. Augusto l’anno MCXCI., secondo appare dal privilegio<br />

concesso in Lo<strong>di</strong> l’anno sudetto a X. Decembre. Ultimamente poi<br />

Ottone IV. Imperatore l’anno MCCX., in<strong>di</strong>zione XIII., del suo regno<br />

XII. del impero I., a XV. d’Aprile i medesimi privilegi rinnovò a favore<br />

de’ Nobili de’ Barbavari <strong>di</strong> Castello, essi prendendo ed i loro beni sotto la<br />

protezione del Romano Impero, e concedendo immunità, aggiunse loro<br />

la riva <strong>di</strong> Palanza col mercato e Teloneo, ed altre onoranze: il Castel <strong>di</strong><br />

Cerro 34<br />

col Teloneo ed altre onoranze: la Atoce ed i fiumi che giù dalla<br />

VICTOR. / FECIT. VESTE. TRIUMPHALI. CAL. CEIS / PATRICIIS.<br />

MULTATIUS. M. F.<br />

34<br />

Del Castel <strong>di</strong> Cerro non sonvi a nostri tempi che rovinosi avanzi. Questo fu<br />

altresì un tempo colla sua Corte etc. cioè l’anno MXXVIII. da Corrado<br />

18


Val d’Ossola scorrono; e molte altre terre nella campagna Novarese<br />

situata: il Teloneo e mercato <strong>di</strong> Scorzola, il porto <strong>di</strong> Sesto, ed altre molte<br />

cose che legger si possono nel <strong>di</strong>ploma dato in Piacenza: e tutti questi<br />

privilegi esistono presso <strong>di</strong> me autentici.<br />

§ § XXXVII.<br />

XXXVII.<br />

Non adunque Ottone IV., il Castello <strong>di</strong> Palanza concesse ai Barbavari,<br />

ma molti secoli prima Carlo Magno e Lodovico Pio, che confermarono<br />

Federico I., Enrico VI. ed Ottone IV. è però da notarsi che Ottone non<br />

solamente confermò, ma molte altre onorificenze aggiunse.<br />

XXXVIII.<br />

XXXVIII.<br />

Oggi pur anco appajono le reliquie del Castello per la grande antichità<br />

<strong>di</strong>roccato, come pure l’abitazione de’ Barbavari. Veggonsi altresì le loro<br />

armi gentilize in marmo incese dal tempo corrose poste sopra la porta<br />

maggiore.<br />

§ § XXXIX.<br />

XXXIX.<br />

E’ cosa indubitata che li Barbavari ne’ tempi antichissimi signoreggiavano<br />

il borgo <strong>di</strong> Palanza, possedendo altresì latifon<strong>di</strong>, poderi, giuris<strong>di</strong>zioni,<br />

immunità de’ carichi; sicchè invalse il proverbio in quel borgo, che<br />

quando alcuno ricusi <strong>di</strong> sborsare secondo il dover delle imposizione,<br />

<strong>di</strong>casi ironicamente: sei forse tu de’ Barbavari? 35<br />

Imp[eratore] concesso alla Chiesa Novarese. V[eggasi] Bescapè Novara Sacra<br />

pag. 330.<br />

35<br />

Oggigiorno parimenti li fon<strong>di</strong> detti de’ Barbavarj non pagano decime.<br />

19


§ § XL.<br />

XL.<br />

Sonovi in Palanza bellissime ed amenissime larghe piazze, como<strong>di</strong> e<br />

deliziosi passegi, il Pretor biennale Giurecon<strong>sul</strong>to, ogni due anni<br />

<strong>di</strong>segnato dagli Eccellentissimi Proregi <strong>di</strong> questo dominio.<br />

§ § XLI.<br />

XLI.<br />

Sapiamo, e dal Macaneo abbiamo appreso, che solo questo borgo <strong>di</strong><br />

Palanza, circa l’anno MCCCCXC., fosse sotto la mera ed imme<strong>di</strong>ata<br />

giuris<strong>di</strong>zione dei Duchi <strong>di</strong> Milano, come inpoi sempre perseverò. Ma<br />

prima <strong>di</strong> quel tempo ancora, cioè l’anno MCCCCLXVII. l’ultimo <strong>di</strong><br />

gennajo, il detto borgo, me<strong>di</strong>ante le persone de’ spettabili Nicolao<br />

Regna, Giovanni Morigia e Giovannino Viani Palanzesi sin<strong>di</strong>ci della<br />

Comunità, comprò dalla duchessa Bianca Maria Sforza e dal duca<br />

Galeazzo Maria suo figliuolo il censo e convenzione che pagava alla ducal<br />

Camera, ed ogni dritto agli stessi duchi <strong>di</strong> Milano e loro ducal Camera in<br />

quel borgo spettante, in quel modo come prima era stato venduto ai<br />

Conti Giovanni e Vitaliano Borromei fratelli, da quali i medesimi sin<strong>di</strong>ci<br />

la debita retroven<strong>di</strong>ta ottennnero, ed in appresso li memorati duchi <strong>di</strong><br />

Milano fecero un altra ven<strong>di</strong>ta a favore de sopradetti Sin<strong>di</strong>ci a nome della<br />

Comunità <strong>di</strong> quel borgo, come consta da publici documenti, ivi<br />

conservati.<br />

§ § XIIL. XIIL.<br />

XIIL.<br />

L’anno poi MDCXXI. sotto pretesto <strong>di</strong> lesione, che nel primo contratto<br />

a pregiu<strong>di</strong>cio del fisco ducale stato vi fosse, la ducal Camera intendendo<br />

20


<strong>di</strong> riscuotere li feu<strong>di</strong> e censi medesimi; i Palanzesi usarono <strong>di</strong> nuovo del<br />

dritto del demanio; ed altri quattro mille ducatoni sborsarono al<br />

Potentissimo re nostro duca <strong>di</strong> Milano, dal quale amplissimo privilegio<br />

ottennero, per cui in nessun tempo fosse più Palanza ad alcuno concesso<br />

in feudo; ma perpetuamente sotto il retto dominio dello stesso re catolico<br />

duca <strong>di</strong> Milano e de’ suoi successori si conservasse; come dal <strong>di</strong>ploma,<br />

che si conserva nell’Archivio del borgo medesimo, coll’approvazione del<br />

duca <strong>di</strong> Feria, allora <strong>di</strong> questo Stato Governatore, e parimente del Senato<br />

<strong>di</strong> Milano, per la qual cosa, a perpetua memoria de’ posteri, furono poste<br />

due iscrizioni in marmo intagliate sotto le fenestre del Palazzo Pretorio<br />

<strong>sul</strong>la publica piazza colle seguenti lettere:<br />

(Sotto la fenestra destra che guarda Occidente).<br />

PHILIPPO. IV. AUSTRIACO. HISPANIARUM / INDIARUM. et.<br />

ET. NOVI. ORBIS / MONARCHAE. MEDIOLANENSIUM. DUCI<br />

/ QUOD. MUNICIPIUM. HOC. IN. ALIENUM / IUS. NON<br />

TRANSFERENDUM. SED / PERPETUO. SUB. INTEGRA.<br />

DITIONE. SUA / SUCCESSORUMQUE. IN. PERPETUO /<br />

MEDIOLANENSI. RETINENDUM. EDIXIT / D. N. M. Q. E. / C I<br />

I C X X I.<br />

(Sotto la fenestra che guarda Oriente)<br />

COMETIO. SUARIO. FICEROE. FERIEN. DUCI / PROV.<br />

MEDIOL. GUBERNATORI. REG / EXERCITUS. IMP.<br />

HAERETICORUM / ACCERRIMO. DEBELLATORI. PACIS. ET /<br />

SECURITATIS. ITALIAE. CONCILIATORI / HUIUS MUNICIPII.<br />

21


CONSERVATORI / PALLANTIENSES. OB. MERITA. / C I I C X<br />

X I.<br />

§ § § XLII.<br />

XLII.<br />

Ne’ tempi antichissimi Palanza, Intra colla Valle Intrasca avevano un solo<br />

Podestà ed un sol dritto 36<br />

, sotto del quale, come già <strong>di</strong>cemmo colle<br />

proprie leggi e particolari Statuti erano governati. Ora poi essendo<br />

Palanza imme<strong>di</strong>atamente sogetto al Potentissimo re nostro duca <strong>di</strong><br />

Milano, ottiene il proprio e particolar <strong>Regio</strong> Pretore Giurecon<strong>sul</strong>to,<br />

eletto ogni due anni, come già <strong>di</strong>cemmo, dagli Eccellentissimi Proregi <strong>di</strong><br />

questo Stato.<br />

§ § XLIII.<br />

XLIII.<br />

Sortì questo borgo la Beata Catarina fondatrice del Monastero delle<br />

Vergini <strong>di</strong> Maria SS. sopra il monte <strong>di</strong> Varese, dove anco il suo corpo<br />

sacrato, con gran <strong>di</strong>vozione de’ popoli si venera, chiaro ed illustre per<br />

molti miracoli. Contende il Frate Paolo Morigia nelle sue opere, che<br />

fosse quella sortita dalla nobile famiglia de’ Morigj Palanzese; ma questa<br />

sua asserzione da nessun documento, da nessuna autorità è confermata.<br />

Ellarè però costante fama nel borgo <strong>di</strong> Palanza, che non fosse già dessa<br />

de’ Morigi, ma de’ Ruffini Palanzesi: comunque però siasi non è d noi il<br />

giu<strong>di</strong>care, quantumque <strong>di</strong> buon grado conce<strong>di</strong>amo che la sua madre sia<br />

de’ Morigj. Della Vita, dei Fatti, dell’Instituzione e de’ Miracoli <strong>di</strong> questa<br />

Beata molti sono i libri, che ne parlano, a quali volentieri rimetto il<br />

lettore.<br />

22


§ § XLIV.<br />

XLIV.<br />

Nel borgo <strong>di</strong> Palanza alternativamente ne’ giorni <strong>di</strong> sabbato <strong>di</strong> ciascuna<br />

settimana fassi il mercato, dove convengono da monti e vicine lacuali<br />

terre e borgi moltissime persone per vendere e comprare: facendosi un<br />

sabbato cioè in Palanza, e l’altro in Intra.<br />

§ § XLV.<br />

XLV.<br />

Fannosi ancora due volte all’anno le Fiere <strong>di</strong> buoi e <strong>di</strong> cavalli 37<br />

, cioè sotto<br />

le feste delle Palme e <strong>di</strong> S.Michele conducendosi dalla Svizzera e<br />

Germania immensità <strong>di</strong> cavalli e bestie bovine a beneficio non tanto del<br />

paese e de laghisti, ma <strong>di</strong> tutto lo Stato Milanese.<br />

§ § XLVI.<br />

XLVI.<br />

Sonovi ancora in quel borgo granaj abbondantissimi a provvedere non<br />

solo que’ del paese, ma anche li Svizzeri.<br />

§ § XLVII.<br />

XLVII.<br />

Sonovi in questo borgo e nel suo territorio nove Chiese la prima delle<br />

quali ed antesignana vedesi la Collegiata e Parochiale de<strong>di</strong>cata a<br />

S.Leonardo, e<strong>di</strong>ficata <strong>sul</strong> continente, con elegante forma costrutta <strong>di</strong> tre<br />

navi cioè sostenute da grose colonne <strong>di</strong> sarizzo, ed incrostata <strong>di</strong> marmi<br />

bellissimi. Sonovi in essa tre corpi santi, cioè quello <strong>di</strong> S.Massimino,<br />

Ipolito e Bonifacio Martiri, chiusi nelle sue urne adorate, eccettuato<br />

36<br />

37<br />

Manca la nota.<br />

Ora con sommo pregi<strong>di</strong>cio sono totalmente andate in <strong>di</strong>suso.<br />

23


quello <strong>di</strong> S.Massimino, che giace sotto l’altar maggiore in urna<br />

marmorea. Sonovi poi altre moltissime reliquie <strong>di</strong> Santi.<br />

§ § XLVIII.<br />

XLVIII.<br />

Avvi inoltre la mirabil Tavola <strong>di</strong>pinta <strong>di</strong> S.Carlo, la quale l’anno<br />

MDCXXX. mentre infieriva in quel borgo devastante peste,<br />

miracolosamente tramandò sudore, onde ne fu costrutto processo, e<br />

quella stessa mirabile effigie, con gran concorso d’ogni parte e<br />

venerazione perpetua si venera, riposta sopra <strong>di</strong> un altare della medesima<br />

Collegiata, dove sono molti altari <strong>di</strong> marmo e plastico in adorato.<br />

§ § § XLIX. XLIX.<br />

XLIX.<br />

Ha la medesima chiesa il campanile <strong>di</strong> straor<strong>di</strong>naria mole tutto <strong>di</strong> pietre<br />

quadrate, e campane tali, che simili non si ritrovano su tutto il Verbano;<br />

come pure un ampio vestibulo alla porta maggiore, sostenuto da colonne<br />

<strong>di</strong> sasso.<br />

§ § L.<br />

L.<br />

Due Confraternite, una cioè del SS.Sacramento e l’altra de’ Morti,<br />

trovansi pure nella medesima chiesa, oltre delle quali da pochi anni in<br />

qua la terza fu eretta con gran<strong>di</strong> prerogative e privilegi, cioè quella della<br />

SS.Annunciata <strong>di</strong> Firenze.<br />

§ § LI.<br />

LI.<br />

Nella medesima Collegiata <strong>di</strong> S.Leonardo Carlo Bescapè Vescovo <strong>di</strong><br />

Novara restituì li tre canonicati <strong>di</strong> S.Angelo, ch’erano degenerati in<br />

24


semplici beneficj, altri a petizione del popolo istituì, aumentò il numero,<br />

fece il Preposito, col quale avessero altri quattro stabiliti Ministri la cura<br />

delle anime, con placito apostolico.<br />

§ § LII.<br />

LII.<br />

Per <strong>di</strong>sposizione del Fisico Camillo Viani Palanzese a nostri tempi altri<br />

due canonicati furono aggregati.<br />

§ § LIII.<br />

LIII.<br />

Vicino alla Collegiata vedesi un altra chiesa de<strong>di</strong>cata a S.Caterina, che<br />

<strong>di</strong>cesi anche <strong>di</strong> S.Giuseppe, un tempo Prepositura degl’Umiliati 38<br />

,<br />

essendo ora in essa eretta la numerosissima Confraternita del Santissimo<br />

Nome <strong>di</strong> Gesù, possendo molte reliquie <strong>di</strong> Santi.<br />

§ § LIV.<br />

LIV.<br />

La terza chiesa è <strong>di</strong> Santo Stefano, fabbricata nobilmente nella Villa <strong>di</strong><br />

Palanza con organo dolcissimo, nella quale veggonsi elegantissimi<br />

ornamenti <strong>di</strong> gesso e plastico indorato, con molti eleganti e bellissimi<br />

<strong>di</strong>pinti quadri, rappresentanti li misteri della redenzione, nella qual chiesa<br />

38<br />

Della Casa degl’Umiliati <strong>di</strong> Palanza così <strong>di</strong>ce il Tiraboschi, “Vet[era]<br />

Humiliat[orum] Monum[enta] Vol. II. pag. 40 num. XXIX: domus de<br />

Paranzia, corrupte pro Pallantia, quod celebre est in eadem ora (Verbani)<br />

Oppidum. Huic deinde Pr positus datus, nam et an. MCCCCXCI. Jo de Solario, et<br />

an. MDLII. Cornelius Torchius hujusce domus Pr positi, qu S.Catherin sacra erat,<br />

[conciliis] interfuerunt. Humiliatis extinctis illius red<strong>di</strong>tus, tenuissimos tamen Leuci<br />

Pr posito S.Carolus concessit. V[eggasi] [...] Not. ad Vit. S.Car. Col. 209. Not.(a)<br />

e chi vuol saper più <strong>di</strong>ffusamente le cose degli Umiliati <strong>di</strong> Palanza legga la <strong>di</strong>ss.<br />

del T.[...] della presente Collezione, dove tutto si è raccolto ad illustrare un tal<br />

punto.<br />

25


<strong>di</strong> Santo Stefano ogni giorno si officia da un Capellano e Paroco della<br />

stessa Villa ed altri Sacerdoti: in quella medesimamente havvi eretta la<br />

Confraternita del SS.Rosario <strong>di</strong> molti privilegj ed indulgenze ornata;<br />

vicino della quale avvi lospedale del medesimo borgo.<br />

§ § LV.<br />

LV.<br />

All’ascendere del Colle Castagniuola appare la chiesa <strong>di</strong> S.Bartolomeo<br />

apostolo con bellissima Ancona, nella quale d’ottimo pennello vedesi<br />

l’effigie del medesimo apostolo scorticata.<br />

§ § LVI.<br />

LVI.<br />

Nel sommo del Colle Castagniuola, <strong>di</strong> vignati, oliveti ed altre fruttifere<br />

piantagioni abbondantissimo, appare l’antica e memorata chiesa <strong>di</strong><br />

S.Remigio, una volta parochiale del borgo. Vicino alla medesima chiesa<br />

oggi pure ravisansi le rovine <strong>di</strong> certa antichissima torre, Castellazzo<br />

oggigiorno chiamata.<br />

§ § LVII.<br />

LVII.<br />

Nelle lettere d’Innocenzo 39<br />

Papa soltanto si chiama la sudetta chiesa<br />

Capella Sancti Remigij, come quell’altra Capella Sancti Angeli. Nelle quali<br />

chiese <strong>di</strong> S.Remigio e S.Angelo osservò l’Alciati le già memorate<br />

iscrizioni, che in<strong>di</strong>cano esserquivi stazionati soldati romani a rattenere li<br />

germani e gl’elveti che non penetrassare dal lago Verbano 40<br />

nell’Insubria.<br />

39<br />

40<br />

Manca la nota.<br />

Manca la nota.<br />

26


§ § LVIII.<br />

LVIII.<br />

Nell’isola viciniore <strong>di</strong> Palanza, quasi posta al lido, vedesi la chiesa<br />

de<strong>di</strong>cata al Precursore Battista, ora <strong>di</strong> S.Angelo, con nobile casamento<br />

contiguo, nella qual isola <strong>di</strong>moravano li già detti tre Canonici <strong>di</strong><br />

S.Angelo dal Bescapè alla Collegiata <strong>di</strong> S.Leonardo trasferiti ed<br />

incorporati. Era questa chiesa ne tempi antichissimi Parochiale del borgo.<br />

LIX.<br />

LIX.<br />

La medesima chiesa col suo casegiato contiguo a tempi nostri fu ristorata,<br />

ampliata e nobilmente costrutta da un certo nobilissimo Spagnuolo don<br />

Lorenzo della celeberrima famiglia de’ Mendozi, per l’antichità<br />

minaccianti rovina e questo e quella: ed ivi lo stesso nobilissimo<br />

Mendoza aveasi eletto il luogo del suo domicilio, menando vita privata,<br />

ed avendola molto deliziosa.<br />

§ § LX.<br />

LX.<br />

Siegue verso oriente ed alla riva del lago nel territorio <strong>di</strong> Palanza<br />

l’elegantissimo e deliziosissimo Convento <strong>di</strong> San Bernar<strong>di</strong>no dove<br />

stannovi li Frati <strong>di</strong> S.Francesco detti Riformati, comprendendo<br />

spaziosissimo terreno.<br />

§ § LXI.<br />

LXI.<br />

Della fondazione <strong>di</strong> questo Convento nelle minute <strong>di</strong> Ottaviano Viani<br />

notajo Palanzese trovasi quanto ho stimato qui sotto opportuno <strong>di</strong><br />

riferire:<br />

27


In nomine domini anno MCCCCLXVIII., in<strong>di</strong>ctione I. <strong>di</strong>e dominico X.<br />

Aprilis, hora vesperorum in burgo Palanti , ibique in porta de subtus<br />

Castrum nobilium de Barbavariis, ubi et in quo loco ali et similes<br />

congregationes vicinanti terr Palanti fieri solent. Existente ducali Potestate<br />

Palanti Comitatus Angleri spectabili et clarissimo artium et legum doctore<br />

domino Joanne Fontana de Zabarellis de Padua. Ibique congregatis generali<br />

Credentia et Vicinantia Generali Con<strong>sul</strong>is <strong>di</strong>ct Communitatis et Hominum<br />

terr Palanti ad instantiam Spectabilis et Egregii Viri domini Joannis Fq.<br />

Spectabilis et Egregii Viri domini Petri de Morigiis prõ [...] Communitatis et<br />

Hominum <strong>di</strong>ct terre Palanti , nobilium et prudentum virorum d. Stefani<br />

Fq. spectab. et Egreg. Viri d. Jo. de Morigiis, amborum Consiliariorum <strong>di</strong>ct<br />

Communitatis, et hominum, nec non <strong>di</strong>screti et provi<strong>di</strong> Viri Joannini fil. q.<br />

Viani della Pipera Con<strong>sul</strong> et Caneparii <strong>di</strong>ct Communitatis, et hominum<br />

omnium de Palantia, hic sponte nomine omnium vicinorum Communitatis<br />

et hominum Palanti congregatorum. Ad interrogationem mei Notarij<br />

infrascripti propositum fuit per [...] Joanninum Con<strong>sul</strong>em et Caneparium,<br />

quod jam pluribus annis [...] empt fuerunt cert pati terr camporum per<br />

homines totius Communitatis Pallanti , Intri 41 , et Vallis Intrasch et partim<br />

donat per pr fatum dominum Joannem Morigiam, jacentes in territorio<br />

Palantiae in campanea, ubi <strong>di</strong>citur partim ad Prosanum et partim in<br />

Vedegio, ad effectum ut ibi fieret Monasterium Sancti Bernar<strong>di</strong>ni, hortus, et<br />

viridorium, pro ut, deo laudes, factum est. Quivi descrivonsi li confini del<br />

Convento ossia de’ predetti beni <strong>di</strong> circa venticinque pertiche,<br />

41<br />

Ecco il motivo per cui sogliono incongruamente nominare S.Bernar<strong>di</strong>no<br />

d’Intra: ma que’ boni religiosi, che quantunque nel territorio <strong>di</strong> Palanza, si<br />

28


annunciandovi le donazioni ed esenzioni de’ detti beni rogate da<br />

Giovannino Viani, e fu esposto che dopo le dette esenzioni e donazioni<br />

fu fatta separazione <strong>di</strong> alcune terre del detto Comune della terra <strong>di</strong><br />

Palanza, della qual separazione i predetti congregati ne devono essere a<br />

pieno informati. Ultimo expositum fuit quod si Fratres <strong>di</strong>cti Monasterii<br />

capere debent canonice locum ipsius Monasterij, necesse est quod homines ad<br />

quos spectat, faciant sindacatum ad donandum in manibus alicujus<br />

Venerabilis Fratris nomine Patrum et Fratrum Or<strong>di</strong>nis Minorum de<br />

observantia Provinci Me<strong>di</strong>olani. Quin<strong>di</strong> fu esposto, quod ipsi Fratres<br />

rogent quod de <strong>di</strong>cto Sindacatu velint pr <strong>di</strong>cti homines eis complacere.<br />

Quibus au<strong>di</strong>tis fecerunt terr Palanti Sindacos <strong>di</strong>scretos et prudentes viros<br />

dd. Romerium fq. D. Jacobi de Regnis et Joanninum fq. Viani della Pipera<br />

ambo de Palanzia in solidum, specialiter ad donandum Rev. et Religioso in<br />

Xto. P. Fratri Antonio de Vercellis Or<strong>di</strong>nis Fratrum Minorum de<br />

Observantia, Vicario Provinci Me<strong>di</strong>olani <strong>di</strong>gnissimo, nomine omnium<br />

Fratrum et Patrum <strong>di</strong>cti Or<strong>di</strong>nis de Observantia et Provinci nominative de<br />

<strong>di</strong>ctis benis superius [...], donatis et coherentiatis, et de quibuscumque<br />

<strong>di</strong>ficiis in eis sitis factis et fundatis, et ad ponendum ad corporalem<br />

possesionem <strong>di</strong>ctorum bonorum. Item ad quodlibet instrumentum pro<br />

pr <strong>di</strong>ctis faciendum testibus Joanne <strong>di</strong>cto Potestate fq. Gulielmini Nigri,<br />

Bighetto Fil.qu. Jo. Righetti, et Joannini fil. qu. Jo. Comolinerii, omnibus de<br />

Santino. Rogatum per Octavianum de Viano fil. d. Joannini de Viano de<br />

Palantia.<br />

trovano abbondantemente beneficati da quelli d’Intra, sogliono per politico<br />

29


§ § § LXII.<br />

LXII.<br />

Questa chiesa contiene molte capelle <strong>di</strong> bellissime pitture ornate,<br />

essendovi in essa come ne’ claustri molti sepolcri delle nobili famiglie<br />

Palanzesi, come a suo luogo <strong>di</strong>remo.<br />

§ § LXIII.<br />

LXIII.<br />

Abbiam detto esser questo un deliziosissimo Monastero; ed infatti non<br />

crederei che que’ religiosi uno consimile ne abbiano in tutta la provincia.<br />

Poichè s’è verso oriente oltre vastissimo tratto <strong>di</strong> lago alle ra<strong>di</strong>ci d’alti<br />

monti borghi e ville si ravvisano: se verso settentrione larghe pianure le<br />

stanno alle spalle <strong>di</strong> vignati feracissimi d’ameni pascoli, fruttiferi monti,<br />

torrenti e fiumi, se verso occidente campi coltivi e fruttifere piante: se<br />

verso mezzogiorno le forma bel quadro il Colle Castagnuola.<br />

§ § LXIV.<br />

LXIV.<br />

In mezzo del territorio <strong>di</strong> Palanza chiamato volgarmente Campagna, avvi<br />

la Capella <strong>di</strong> S.Anna col suo modernamente e<strong>di</strong>ficato vestibolo alla porta<br />

<strong>di</strong> facciata.<br />

§ § LXV.<br />

LXV.<br />

Non lungi vedesi la bellissima chiesa <strong>di</strong> Parochiale detta della Madonna<br />

<strong>di</strong> Campagna, alle ra<strong>di</strong>ci del monte Rosso, in pianura e nel territorio <strong>di</strong><br />

Palanza. A questa chiesa soggiacere la Villa <strong>di</strong> Palanza, come pure la terra<br />

<strong>di</strong> Suna, non molto <strong>di</strong>stante situata all’occidente alla riva del Verbano.<br />

<strong>di</strong>simpegno chiamar S.Bernar<strong>di</strong>no <strong>sul</strong> Lago Maggiore.<br />

30


§ § LXVI.<br />

LXVI.<br />

Eresse il titolo <strong>di</strong> S.a Maria Gulielmo Amidano Vescovo <strong>di</strong> Novara<br />

l’anno MCCCXLVI. Questa chiesa così da molti decantata, pe’ miracoli<br />

della stessa Vergine Beata anche da paesi lontani genti concorrono<br />

moltissime a frequentarla, sicchè de principi e gran<strong>di</strong> Personagi per le<br />

offerte ed obblazioni magnifica si rese. ha questa chiesa l’organo, e molti<br />

altari mirabilmente ornati, e fra gl’altri quello della Beata Vergene, delle<br />

pitture de’ celebri Procaccini, Gaudenzo Ferrari della Valdugia e <strong>di</strong><br />

Bernar<strong>di</strong>no Luino Vercellese, conosciutissimo, oltre li plastici e finissime<br />

scolture indorate. Ha questa chiesa altresì la gloria colle altre mirabili<br />

pitture de’ medesimi Procaccini, sendo l’ammirazione e stupore de’ periti<br />

medesimi.<br />

§ § LXVII.<br />

LXVII.<br />

Avvi contiguo il Seminario 42<br />

, dove abita un Prefetto non solo per<br />

custo<strong>di</strong>a della chiesa; ma anco per instruire ed educare li fanciulli alunni.<br />

§ § LXVIII.<br />

LXVIII.<br />

Dirò ora del Monastero de’ Capuccini colla sua contigua chiesa de<strong>di</strong>cata<br />

a S.Francesco, nel territorio <strong>di</strong> Palanza, alla riva del lago verso occidente<br />

del borgo, nè meno delizioso ed ameno <strong>di</strong> quello del sopranominato <strong>di</strong><br />

S.Bernar<strong>di</strong>no; il qual monastero a tempi nostri dai Palanzesi fu alzato dai<br />

fondamenti, ed io era presente quando fu messa la prima pietra. Sonovi<br />

in esso molti religiosi, che officiano quoti<strong>di</strong>anamente.<br />

42<br />

L’istitutore <strong>di</strong> questo Seminario fu il Vener[abile] Bescapè, V[eggasi] Novar[a]<br />

Sac[ra].<br />

31


§ § LXIX. LXIX.<br />

LXIX.<br />

Non faremo qui menzione della Capella <strong>di</strong> S.Rocco in faccia della piazza<br />

maggiore del borgo, ornata d’immagini <strong>di</strong> più Santi 43<br />

, poichè ivi non si<br />

celebra se non che in tempo <strong>di</strong> Peste; come l’altra Capella <strong>di</strong> S.Rocco<br />

posta vicino la Madonna <strong>di</strong> Campagna, dove in simili circostanze suolsi<br />

formare il Lazaretto.<br />

§ § LXX. LXX.<br />

LXX.<br />

Tralasciar però non debbo l’altra chiesa <strong>di</strong> S.Giacomo Apostolo posta ne’<br />

confini del territoro <strong>di</strong> Palanza, contigua a limiti <strong>di</strong> Mergozzo, dove<br />

<strong>di</strong>cesi al Basso: come nè pure, che annualmente il Pretore <strong>di</strong> Palanza<br />

colla sua Curia accompagnato dai Reggenti del borgo e molti altri nella<br />

festa <strong>di</strong> S.Giacomo Apostolo, a’ venticinque cioè <strong>di</strong> Luglio, per la<br />

conservazione della Regia giuris<strong>di</strong>zione del detto borgo, colà si trasferisse<br />

43<br />

Dovean esservi un tempo anche quella <strong>di</strong> S.Arialdo Alciati martirizzato l’anno<br />

MLXVI. a ventotto Giugno, per or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> Oliva nipote <strong>di</strong> Guidone allora<br />

Arcivesco[vo] simoniaco <strong>di</strong> Milano. Questo invitto <strong>di</strong>fensore della Chiesa<br />

Catolica è <strong>di</strong> parere il dottissimo Giulino, T[omo] IV. lib[ro] XXIV. pag. 13,<br />

che spirasse l’anima trionfante nell’isola Madre <strong>sul</strong> lago Verbano. Ma il Puricelli<br />

non convenì che fosse questo in un’isola, essendo però con gl’altri tutti <strong>di</strong><br />

concerto che succedesse nelle parti del lago Maggiore, appoggiato alle parole del<br />

B.Andrea, il qual giunto in Angera pochi giorni dopo, e volendo andare al luogo<br />

del martirio del suo caro Maestro, <strong>di</strong>ce, essergli stato risposto che la strada era<br />

impe<strong>di</strong>ta da orribili e smisurati sassi, e che altronde non v’era nave alcuna. Ma il<br />

buon Puricelli, soggiunge lo stesso Giulino, non ha osservato un altro passo dello<br />

stesso antico Autore, da cui si ricava con evidenza, ch’era veramente un isola. Narra<br />

il B.Andrea, che sepolto il corpo del S.Martire, cominciò a comparire in quel luogo<br />

tanta luce in tempo <strong>di</strong> notte a’ pescatori, che la nipote dell’Arcivescovo, fatta <strong>di</strong> ciò<br />

consapevole, comandò, che segretamente in aliam in<strong>sul</strong>am eum nocte transferri etc.,<br />

se dunque fu trasportato in un altra isola, anche il sito dove prima trovavasi era pure<br />

un isola.<br />

32


con sacerdoti, musici, e cantori, ed ivi pria publicato il proclama<br />

dell’Eccellentissimo Senato per la conservazione della regia giuris<strong>di</strong>zione<br />

<strong>di</strong> Palanza, nel cui territorio è posta la chiesa sudetta <strong>di</strong> S.Giacomo, si<br />

celebra la Santa Messa, e ciò fatto si ritrocede. In testimoniale <strong>di</strong> che per<br />

publico Notaro fassi un atto e rogito annuale, perchè perpetuamente<br />

consti la medesima chiesa essere nel regio territorio <strong>di</strong> Palanza, e dai<br />

Palanzesi, presso de’ quali stanno le chiavi, essere custo<strong>di</strong>ta e governata.<br />

§ § LXXI.<br />

LXXI.<br />

Pertanto se alle altre pur questa chiesa <strong>di</strong> S.Rocco s’aggiunge, <strong>di</strong>eci<br />

saranno 44<br />

.<br />

§ § LXXII.<br />

LXXII.<br />

Finalmente da tacersi non sono i due fiumi, uno tra Palanza ed Intra e<br />

l’altro passato Intra da altissimi e scoscesi monti nel Verbano cadenti, per<br />

i quali ne’ tempi <strong>di</strong> gran pioggia, detta volgarmente Buzza, tanta quantità<br />

<strong>di</strong> scorticati abeti, larici, pini ed altri derivano, che tutta questa provincia<br />

abbundantemente ne resta provista, sia per fuoco come da opera.<br />

§ § LXXIII.<br />

LXXIII.<br />

Fiorirono un tempo molte antiche e nobili famiglie nel borgo <strong>di</strong> Palanza,<br />

delle quali molte esistono ed altre del tutto sono estinte, ed altre poi per<br />

la povertà oscure <strong>di</strong>vennero.<br />

44<br />

Se a tempi e prima del Bianchino pretendeva Palanza <strong>di</strong> suo territorio l’isola<br />

Madre, la sua chiesa <strong>di</strong> S.Vittore pur era da annoverarsi.<br />

33


§ § § LXXIV.<br />

LXXIV.<br />

E’ assai noto che li Barbavari Barbavari illustri Conti del Castello <strong>di</strong> Palanza negli<br />

antichissimi tempi in quel borgo fiorissero, e feu<strong>di</strong> e giuris<strong>di</strong>zioni<br />

amplissime possedessero, come dai sopra annoverati <strong>di</strong>plomi si prova.<br />

Ora tal famiglia in quel borgo è estinta 45<br />

, perennando però ne’ Barbavari<br />

feudatarii <strong>di</strong> Gravellona terra posta nell’agro Novarese, e nella città <strong>di</strong><br />

Milano, de’ quali e della nobiltà ed antichità loro molti ne fecero<br />

menzione fra quali il Ploto, [in L. si quando in ver. Novaria]; Fagnano<br />

ne’ suoi Commentari presso il Collegio de’ Giurisperiti <strong>di</strong> Milano,<br />

Morigia nella sua istoria dell’antichità <strong>di</strong> Milano, e nell’altra della nobiltà<br />

della medesima Città, come pure nella storia del Lago Verbano, nelle<br />

quali <strong>di</strong>ffusamente ed altrove, a cui rimetto il lettore. Ultimamente poi<br />

illustrarono la loro famiglia i Giurecon<strong>sul</strong>ti Giuseppe e Marco Fratelli<br />

Barbavari Milanesi nella loro comparizione all’ingresso dell’illustrissimo<br />

Collegio de’ Giurisperiti, nella quale trovasi a sazietà.<br />

§ § § LXXV.<br />

LXXV.<br />

Che ne’ tempi antichissimi fiorissero i Reini Reini o o o Regni Regni in quel borgo non è<br />

dubbio alcuno; ma questa famiglia è parimenti estinta, <strong>di</strong> cui naque<br />

Nicolao, che come legato e sin<strong>di</strong>co della Comunità con Giovanni<br />

Morigia e Giovannino Viani, dal duca Gio. Galeazzo e Biancha Maria<br />

Visconti la libertà del borgo, come già si è detto, procurarono. Vige però<br />

45<br />

L’ultimo <strong>di</strong> questa famiglia che in Palanza resti memoria fu Bartolomeo<br />

figliuolo <strong>di</strong> Giacomo, nipote d’altro Giacomo de’ Barbavari, come consta per un<br />

istromento rogato l’anno MCCCCLXXXII. a II. Novembre, essendo Podestà<br />

Egreg. V. d. Baptista de Morosinis da Ãglo.<br />

34


ancora in questa Città <strong>di</strong> Milano come anticamente pure, il che veggasi<br />

nei Commentari <strong>di</strong> Rafael Fagnano, e nelle storie del Morigia.<br />

§ § LXXVI.<br />

LXXVI.<br />

La famiglia de’ Morigi Morigi molto sempre fiorì in quel borgo, ed ottenne,<br />

come anco oggigiorno gl’antichissimi e nobilissimi feu<strong>di</strong> delle degagne<br />

de’ SS.Martino e Maurizio colla squadra d’Eugebio 46<br />

, esistenti alle rive<br />

del Verbano. Veggonsi nella chiesa <strong>di</strong> S.Bernar<strong>di</strong>no del borgo <strong>di</strong> Palanza,<br />

antichissimi sepolcri della famiglia Morigia, come anco in S.Leonardo.<br />

Sortirono da questa famiglia moltissimi celebri personagi, per pietà,<br />

religione, lettere ed armi chiarissimi, che tutti annoverarli troppo lungo<br />

sarebbe. Io rimetto il lettore a Frate Paolo Morigia nell’Istoria<br />

dell’antichità <strong>di</strong> Milano, della nobiltà della medesima Città, e nella Storia<br />

del Lago Verbano, ed in molti altri libri stampati in Milano, ne’ quali<br />

<strong>di</strong>ffusamente <strong>di</strong>ssertò, e molte altre cose possonsi vedere nella<br />

comparizione fatta dal Giurecon<strong>sul</strong>to Carlo Cesare per l’ingresso <strong>di</strong> se al<br />

Collegio, alla qual comparizione molte cose abbiamo noi aggiunto, e non<br />

cose volgari.<br />

§ § LXXVI.<br />

LXXVI.<br />

Ha la famiglia Morigia la Capella <strong>di</strong> juspatronato nella chiesa Collegiata<br />

<strong>di</strong> S.Leonardo.<br />

46<br />

Manca la nota.<br />

§ § LXXVII. LXXVII.<br />

LXXVII.<br />

35


Fiorì <strong>di</strong> questa famiglia Giacomo Antonio Chierico Regolare della<br />

Congregazione <strong>di</strong> S.Paolo decollato, uno dei tre fondatori della stessa<br />

Religione 47<br />

.<br />

§ § LXXVIII.<br />

LXXVIII.<br />

Abbiamo noi conosciuto Giovanni Francesco e Giovanni Battista, padre<br />

e figlio, feudatari delle stesse degagne; Carlo Cesare Giurecon<strong>sul</strong>to del<br />

Collegio de’ Conti, Cavalieri e Giu<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> Milano, ultimamente Vicario<br />

<strong>di</strong> Provisione; un altro Giacomo Antonio Chierico regolare della<br />

Congregazione <strong>di</strong> S.Paolo decollato l’anno MDCLXXXIII. eletto da<br />

Innocenzo XI. Vescovo <strong>di</strong> Fiorenza. Vive ora anche Gio. Angelo<br />

dell’istesso Collegio de’ Giu<strong>di</strong>ci Cavalieri, e Conti. Gio. Battista,<br />

figliuolo del detto Giurecon<strong>sul</strong>to Carlo Cesare, fu eletto uno dei XII. <strong>di</strong><br />

Provisione <strong>di</strong> Milano. E nello stesso borgo <strong>di</strong> <strong>Pallanza</strong> abbiamo<br />

conosciuti i fratelli dello stesso Gio. Battista figliuoli parimente feudatarj,<br />

Ercole, Giovanni Pietro, e Gio. Maria Vicario forano <strong>di</strong> Palanza, fratelli;<br />

Gio. Francesco dottor d’arti e Me<strong>di</strong>cina celebre de’ suoi tempi.<br />

Anticamente poi pria che la chiesa <strong>di</strong> S.Leonardo fosse eretta in<br />

Collegiata, cioè l’anno MDXX; era <strong>di</strong> essa Rettore Francesco Morigia,<br />

come in<strong>di</strong>ca la lapide posta nella torre del campanile coi seguenti<br />

caratteri.<br />

DICATUM SUMMO DEO ALMAE VIRGINI DI / VISQUE IO<br />

BAPTISTAE ET LEONARDO INITUM / QUE ANNO 1520 DIE 16<br />

MARTII SUB REV / DOM.o FRANCISCO MORIGIA RECTORE<br />

HUIUS / AEDIS<br />

47<br />

Manca la nota.<br />

36


da questa lapide abbiamo il tempo della stessa Basilica: e fioriscono<br />

ancora in quel borgo molti della stessa famiglia de’ Morigi.<br />

§ § LXXIX.<br />

LXXIX.<br />

Li Franci Franci parimenti fiorirono nel borgo <strong>di</strong> Palanza <strong>di</strong> antica e nobile<br />

famiglia, che da Francio Castiglioneo l’origine ha tratto. Questi dopo le<br />

celebri vittorie de’ Visconti, contro de’ Torriani cacciati dal dominio <strong>di</strong><br />

Milano, l’armi de’ quali seguiva, venne a Palanza già vecchio, ed ebbe un<br />

figliuolo nominato Giovannino da Franceschina Barbavara, e dal<br />

medesimo Francio trasse il cognome la famiglia, quantunque dopo tallora<br />

Franchini e de Francio si nominassero, abbandonato quello <strong>di</strong><br />

Castilioneo, come consta da molti documenti, che pervennermi alle<br />

mani, e principalmente dal tanto lodato privilegio del Contado Palatino<br />

da Sigismondo imperatore ai nobili Castiglionei e loro posteri in<br />

perpetuo fino dall’anno MCCCCXVII. concesso, il quale alla famiglia<br />

de’ Franci, come Castilionea fu giu<strong>di</strong>cato competersi da Filippo Maria<br />

Visconte duca <strong>di</strong> Milano l’anno MCCCCXXII.; e del qual privilegio ne<br />

ha sempre usato ed usa fino a tempi nostri quella illustre famiglia, <strong>di</strong> cui<br />

sortirono celebri personaggi nelle lettere, armi, <strong>di</strong>gnità e titoli magnifici.<br />

Tra quali il Padre Francesco Francio Palanzese dell’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> S.Agostino<br />

sua religione generale, per santità e dottrina celebre, il quale l’anno<br />

MCCCLXXXIX., con grande onore de’ suoi patrioti Palanzesi fu creato<br />

Lettore <strong>di</strong> Teologia Scolastica.<br />

§ § LXXX.<br />

LXXX.<br />

37


Furono anco <strong>di</strong> questa Famiglia Menadusio, Antonio, e Gio.<br />

Bartolomeo, i quali ultimi due esercirono la <strong>di</strong>gnità de Capitaniato del<br />

Contado d’Angera 4849<br />

sotto gl’anni MCCCCXXXVI. e<br />

MCCCCXXXVII.<br />

§ § LXXXI.<br />

LXXXI.<br />

Adriano fu uno del Gran Consilio, come sotto <strong>di</strong>rassi, e <strong>di</strong>ede alla luce<br />

con elegante stile il libello in titolato: Il Polito d’Adriano Franci.<br />

§ § LXXXII.<br />

LXXXII.<br />

Vive ora Gio. Battista dottor insigne d’arti e me<strong>di</strong>cina, che molte cose ha<br />

scritto per utilità publica, dalle quali il suo ingegno e scienza si<br />

comprende.<br />

§ § LXXXIII.<br />

LXXXIII.<br />

Fra gl’insigni personaggi, che nell’armi gran nome si fecero, puossi in<br />

primo luogo annoverare il soprascritto Francio Castillioneo, che avendo<br />

seguito la fazione de’ Torriani unitamente a suoi fratelli, nome s’aquistò<br />

<strong>di</strong> gran guerriero fino dall’anno MCCC. Di questo celebre personaggio<br />

menzion ne fanno il Beffa, Nigrino, ed altri molti scrittori.<br />

§ § LXXXIV.<br />

LXXXIV.<br />

Adriano parimenti non poca lode si procaccio nella milizia, come fra<br />

poco si vedrà.<br />

48<br />

49<br />

La nota numero 48 viene saltata e si passa subito alla 49.<br />

Manca la nota.<br />

38


§ § LXXXV.<br />

LXXXV.<br />

Nè <strong>di</strong> minor lode si è Andrea de’ Franci Palanzese, che presa per moglie<br />

Domenica de Sales, trasportò il suo domicilio nella Rezia, ed ivi per le<br />

gran<strong>di</strong> sue gesta e vittorie contra li nemici, grande fama s’aquistò, che poi<br />

conservò ed ingrandì Giovanni suo figliuolo, celebre conduttor d’armati<br />

per la Rezia, che nella guerra principalmente Svevica, l’anno<br />

MCCCCXCIX. fece valorosissime imprese, le cui lo<strong>di</strong> riferisce Fortunato<br />

Spinchero nella sua Pallade Retica.<br />

§ § § LXXXVI.<br />

LXXXVI.<br />

Fiorì puranco nel secolo decorso Sebastiano Seniore, che al suo principe<br />

Re <strong>di</strong> Spagna, servendo l’anno MDLIX. felicemente come Capitano<br />

d’Infanteria, meritò quin<strong>di</strong> l’anno MDLXXVIII. d’essere creato<br />

Tribuno 50<br />

de’ soldati.<br />

§ § LXXXVII.<br />

LXXXVII.<br />

Fu d’insigni <strong>di</strong>gnità decorata questa famiglia. Poichè Francio. . . fu ducal<br />

luogotenente nella città <strong>di</strong> Lo<strong>di</strong>, ed ebbe per moglie Giovannina de<br />

Borromei, figlia <strong>di</strong> Alessandro <strong>di</strong> San Miniato, colle quali nozze molti<br />

illustri affinità contrasse, e singolarmente col duca <strong>di</strong> Milano Filippo<br />

Maria Visconte, dal quale anco a favore <strong>di</strong> Giovannino suo figliuolo fu<br />

concessa ampla immunità per gl’egregi loro, e degli antecessori meriti e<br />

gesta, e principalmente per li propugnacoli fatti da essi per la <strong>di</strong>fesa del<br />

borgo <strong>di</strong> Palanza, giusta la relazione della confermazione osia <strong>di</strong>ploma del<br />

39


medesimo duca <strong>di</strong> Milano Filippo Maria Visconte dell’anno<br />

MCCCCXXII.<br />

§ § LXXXVIII.<br />

LXXXVIII.<br />

Fiorì anco Bartolomeo, il qual nell’anno MCCCCLXXVIII. era ascritto<br />

fra li Consiglieri, e fu molto caro al Principe per la sua probità <strong>di</strong> costumi<br />

e gran scienza nelle lettere.<br />

§ § LXXXIX.<br />

LXXXIX.<br />

Pietro nel general governo del Lago Maggiore fu luogotenente <strong>di</strong> Anchise<br />

Visconte. A questi Carlo Quinto Imperatore confermò gl’antichi<br />

privilegi, molti ne aggiunse, e finalmente lo creò conte del Sacro Romano<br />

Impero co suoi <strong>di</strong>scendenti in perpetuo l’anno MDXLI. come dal<br />

privilegio, ed anche presso l’officio degli Statuti <strong>di</strong> Milano nel registro<br />

sotto la lettera T.<br />

§ § XC.<br />

XC.<br />

Da questa nostra famiglia Palanzese, trasse anche l’altra famiglia de<br />

Franci origine, che fiorì nella Città <strong>di</strong> Siena ascritta all’or<strong>di</strong>ne Patricio e<br />

Senatorio, e principalmente il più volte nominato Adriano, il quale<br />

essendo per lettere consiglio ed armi eccellente, per la Patria, Capitano<br />

del Popolo e Senatore celebratissimo, fu oratore in Roma, come<br />

riferiscono molti scrittori, fra quali Bardo, Malavolto, ed altri.<br />

50<br />

Cioè Colonello.<br />

§ § XCI. XCI.<br />

XCI.<br />

40


Dai molti privilegi, <strong>di</strong>plomi ed istromenti, che vennermi alle mani,<br />

veggonsi li titoli insigni, con cui furono decorati li personaggi <strong>di</strong> questa<br />

famiglia: cioè Insignis miles; Nobilis et Spectabilis Vir; Magnificus et<br />

generosus vir et miles et illustris dominus, titoli tutti che in que tempi<br />

antichi non si conferivano se non se alle più nobili e raguardevoli<br />

famiglie.<br />

§ § XCII.<br />

XCII.<br />

Altresì ebbe sempre insigni matrimonii come anco oggigiorno; cioè coi<br />

Lampugnani, coi Visconti, coi Marcellini, Borromei, Barbavari, Morigi,<br />

Omodei, Pozobonelli, Ruffini, Viani, de Roasen<strong>di</strong> ed altri.<br />

§ § XCIII.<br />

XCIII.<br />

Ora vivono Sebastiano ed i figliuoli: costui avendo domicilio nella Città<br />

<strong>di</strong> Milano, anche per più facile e nobile educazione della sua famiglia,<br />

poco splendor non reca al borgo <strong>di</strong> Palanza, poichè usando del suo<br />

privilegio <strong>di</strong> Conte Palatino non pochi dottori d’una ed altra legge e<br />

notai crea, e da grande speranza per la splen<strong>di</strong>damente e nobilmente<br />

educata prole ai Comunipici palanzesi d’aver ottimi patrioti.<br />

§ § XCIV.<br />

XCIV.<br />

Essere li Viani Viani antichissima e nobilissima famiglia del borgo <strong>di</strong> Palanza<br />

bastevolmente lo in<strong>di</strong>cano i sopra riferiti monumenti, ed altri molti<br />

documenti da me veduti, anticamente forse Vibiani, ma sicuramente<br />

Viviani, ed ora corottamente Viani denominati. Essere stata chiarissima<br />

ed antichissima la Famiglia Viani. Rafael Fagnano chiaramente lo<br />

41


<strong>di</strong>mostra ne’ suoi Commentarii. Alcuni sono <strong>di</strong> parere che la famiglia de<br />

Viani origine traesse da quel celebre Giurecon<strong>sul</strong>to Viviano, che ne’<br />

tempi <strong>di</strong> Giustiniano imperatore figurò i casi alle leggi. Questo <strong>di</strong> certo<br />

non mi azzarderei d’affermare, ma è però senza dubbio, che da quella<br />

sempre ne sortirono celebri leggisti, dottori d’arti e me<strong>di</strong>cina, valorosi<br />

soldati, ottimi religiosi e feudatarj 51<br />

.<br />

§ § XCV.<br />

XCV.<br />

L’ingenuità [sic] e nobiltà della famiglia Viani, fra le altre cose lo<br />

<strong>di</strong>mostrano anco gli ampli e<strong>di</strong>ficj <strong>di</strong> pitture ed immagini decorate, e<br />

gl’antichi monumenti in esso borgo esistenti, da quali appare, che fino<br />

dall’anno MCCCL. era decorata col titolo dominorum et Nobilium.<br />

§ § § XCVI.<br />

XCVI.<br />

Era il palazzo Pretorio un tempo posseduto dai Viani: poichè in esso<br />

ancora veggonsi le insegne osia armi, una quercia cioè in campo rosso e<br />

bianco con l’aquila imperiale.<br />

§ § XCVII.<br />

XCVII.<br />

Possiede la famiglia de’ Viani in feudo le terre <strong>di</strong> Suna e Rovegro, che<br />

ebbe per titolo <strong>di</strong> compra nel secolo passato da Filippo Morigia<br />

Giurecon<strong>sul</strong>to Guido Viani celebre Giurecon<strong>sul</strong>to, del quale verrà <strong>di</strong><br />

trattarne.<br />

51<br />

Manca la nota.<br />

§ § XCVIII.<br />

XCVIII.<br />

42


Fu già sopra <strong>di</strong>mostrato essere Giovannino Viani stato uno de’ legati e<br />

Sin<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> Palanza, il quale con Nicolao Regna e Giovanni Morigia da<br />

Bianca Maria e Galeazzo Maria Sforza il censo e la convenzione <strong>di</strong><br />

Palanza, fin dall’anno MCCCCLXVII. sborsando, la libertà ottennero.<br />

§ § XCIX.<br />

XCIX.<br />

Un altro Giovanni Viani fu Luogotenente <strong>di</strong> Franchino Rusca Capitano<br />

<strong>di</strong> Lugano l’anno MCCCCXXXII.<br />

§ § C.<br />

C.<br />

Fiorì circa l’anno MCCCCXC. Pietro Viani d’arti e me<strong>di</strong>cina<br />

celebrissimo dottore, il quale morì in Palanza.<br />

§ § CI.<br />

CI.<br />

Francesco Viani sapientissimo oratore, che molte Preture biennali con<br />

somma lode amministrò morì circa l’anno MD.<br />

§ § CII.<br />

CII.<br />

Luigi Viani col titolo <strong>di</strong> Nobile, Pretore delle degagne, leggesi nel<br />

documento che incomincia: Francisca Castilionea tutrix et curatrix Joannis<br />

Morigi et fratrum etc.<br />

§ § CIII.<br />

CIII.<br />

Guido Viani Seniore intimo e familiare <strong>di</strong> Papa Leone X; per cui<br />

richiesta il Pontefice particolari indulgenze e garanzie concesse, come<br />

43


dalla bolla incominciante: Leo Papa etc. dat. Rom <strong>di</strong>e primo mensis Junii<br />

MDXXIV.<br />

§ § CIV.<br />

CIV.<br />

Altro Ottaviano Viani, il quale viveva nella città <strong>di</strong> Milano l’anno MDL.<br />

ebbe molti magistrature tanto in quella città come fuori; e morì in<br />

Milano sepolto nella chiesa <strong>di</strong> S.Giovanni alla Conca, coi titoli spectabilis<br />

et nobilis viri.<br />

§ § CV.<br />

CV.<br />

Guido Viani juniore dottore d’ambe le leggi, esimio feudatario <strong>di</strong> Suna e<br />

Rovegro, Vicario <strong>di</strong> Giustizia, Giu<strong>di</strong>ce Pretorio <strong>di</strong> Como, con<strong>sul</strong>tore<br />

celeberrimo, Oratore in Spagna presso la Maesta Catolica duca <strong>di</strong><br />

Milano, presso il duca <strong>di</strong> Lorena, presso il duca <strong>di</strong> Toscana, Alfiere della<br />

Santa Romana Chiesa, Cavaliere e Conte Palatino creato, colla facoltà <strong>di</strong><br />

crear Notaj, <strong>di</strong> legitimare etc. Au<strong>di</strong>tore <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi principi, e finalmente<br />

assunto fra i Consiglieri del Consiglio secreto. Questi ebbe per moglie<br />

Camilla de’ Conti <strong>di</strong> Meda, dalla qual ebbe Ottaviano Giurecon<strong>sul</strong>to,<br />

che sostenne molte biennali Preture con lode gran<strong>di</strong>ssima Francesco<br />

Giurecon<strong>sul</strong>to, ed Ippolito Capitano, che poi dal medesimo Ippolito<br />

naque un altro Ottaviano, Padre <strong>di</strong> Michelangelo feudatario, come sopra,<br />

ora vivente.<br />

§ § CVI. CVI.<br />

CVI.<br />

Trovo ancora essere stato un Roberto Viani anticamente Pretore <strong>di</strong><br />

Cremona.<br />

44


§ § § CVII.<br />

CVII.<br />

Fiorì similmente in questo secolo Camillo Viani dottore d’arti e me<strong>di</strong>cina<br />

sapientissimo, che morì in Palanza circa l’anno MDCXXVIII.<br />

§ § CVIII.<br />

CVIII.<br />

Fu celebre altresì a tempi nostri Gio. Giacomo Viani, Giurecon<strong>sul</strong>to,<br />

Prevosto della chiesa Collegiata <strong>di</strong> Palanza, <strong>di</strong> cui alcuni scritti mostrano<br />

l’ingegno e la dottrina.<br />

§ § § CIX. CIX.<br />

CIX.<br />

Fiorisce ora e vive Carlo Ottaviano Viani Giurecon<strong>sul</strong>to ed Avvocato<br />

celebre <strong>di</strong> questa Città oriondo dal borgo <strong>di</strong> Palanza, delizia del genere<br />

umano, e gran protettore della sua Patria. Tolto da immatura morte<br />

l’anno MDLXXIII. Morì in questa Città <strong>di</strong> Milano: ed i Palanzesi in<br />

gratitu<strong>di</strong>ne de’ suoi meriti nella Collegiata loro <strong>di</strong> S.Leonardo posero la<br />

seguente iscrizione scolpita in marmo.<br />

D.O.M. / CAROLO. OCTAVIANO. VIANO / NOBILITATE.<br />

DOCTRINA. VITA / UBIQUE. SEMPER. INTEGERRIMO /<br />

MEDIOLANI / TOGA. IURISPRUDENTIA. PIETATE.<br />

CLARISSIMO / QUOD. NULLIS. LABORIBUS / PERICULIS.<br />

SUMPTIBUS. PROPRIIS / PEPERCIT. UT. PALLANTIAM.<br />

PATRIAM / DIFICILLIMO. EIUSDEM. TEMPORE / QUIETAM.<br />

SECURAM. ET. LIBERAM. SERV.t / SCIENTIIS. NIL. SIBI.<br />

AUXIT. NEC. SUIS / SED. MERCES. FUIT. PUBLICAE.<br />

FELICITATIS / PRAESIDIUM / OPPIDANI / TANTO. VIRO / DE.<br />

45


PATRIA. ET. DE. OMNIBUS. OPTIME. MERITO / ANNOR.<br />

AETA. XXVIII. XVIII. AUG / MDCLXXXIII / MORTE. NIMIS.<br />

IMMATURA. EREPTO / REFERENDAE. GRATIAE. CAUSA. ET.<br />

SOLATII / LOCO / AETERNITATEM. QUAM. POSSUNT. P /<br />

KAL. IVNII. MDCLXXXIIII<br />

§ § CX.<br />

CX.<br />

Ha questa famiglia la propria capella nella chiesa <strong>di</strong> S.Bernar<strong>di</strong>no con<br />

sepolcro sopra del quale in marmo incise leggonsi le seguenti parole.<br />

D.O.M / GUIDONIS. VIANI. I. C. COMITIS / MILITIS. ET.<br />

EQUITIS. AC / CAMLLAE. RIPAE. LUNERIAE / EX. COMITIBUS.<br />

MEDAE. IUGALIUM / POSTERORUMQUE. SUORUM. PROVISA<br />

/ SEDES. DONEC. IN. D. O. RESURGANT / XX. OCTOBRIS.<br />

MDLI.<br />

Ha egualmente nella Collegiata <strong>di</strong> Palanza i proprii sepolcri ed iscrizioni<br />

marmoree affise al muro, cioè.<br />

OCTAVIANO. VIANO / IOANNINI. F. CAUS.co. AV.o. ET.<br />

IOANNI / NICOLAO. PATRUO. ET. IO. PETRO. PATRI / I. PP.<br />

CAUS.cis. ET. BENEDICTO MERCATORI / PATRUO. ET PETRO.<br />

MEDICO. FRATRI. VIRIS / ORNATISSIMIS / OCTAVIANUS.<br />

VIANUS. IUR. PERITUS / ET. CAUSIDICUS. MEDLNI / ANNO.<br />

MDLXVIII / F. C.<br />

§ § CXI. CXI.<br />

CXI.<br />

46


Ne’ tempi antichi li Viani non tanto si chiamavano Viviani, come già<br />

abbiamo detto, ma ancora Viani della Pipera, il che non solo da molti<br />

documenti a notizia ci venne, ma anche da un iscrizione in sasso incisa,<br />

che ancora si vede in una parete della nobil casa de’ Viani, dove una volta<br />

abitava Ludovico Viani de’ Feudatarj <strong>di</strong> Suna e Rovegro, ora defonto, del<br />

seguente tenore.<br />

D.O.M. / DOMINO. VIANO. DE. PIPERA. EX. NOB /<br />

VIANORUM. FAMILIA. ET. LESINAE / STEPHANI. DE.<br />

GEORGIIS. IUGALIBUS / CONSTRUCTUM. XV. KAL. APRILIS /<br />

1450 52<br />

.<br />

§ § § CXII.<br />

CXII.<br />

Di questo Viano fu figluolo Giovannino della Pipera, <strong>di</strong> cui sopra se nè<br />

fatta menzione dell’istromento della fondazione del Monastero <strong>di</strong><br />

S.Bernar<strong>di</strong>no <strong>di</strong> Palanza.<br />

§ § CXIII.<br />

CXIII.<br />

Fiorì in questo nostro secolo Benedetto Viani Viadanense, personaggio <strong>di</strong><br />

pietà e santità insigne, le cui gesta e vita scrisse Girolamo Balladoro<br />

Cremonese, e<strong>di</strong>ta in Milano per Federico Agnelli l’anno MDCLXXXIV.<br />

§ § CXIV.<br />

CXIV.<br />

Gl’Appiani Appiani Appiani famiglia nobile ed antica fiorì, e fiorisce pur anco in quel<br />

borgo, in<strong>di</strong>cando la sua nobiltà ed antichità molte ampie e civili case<br />

fabbricate in quel borgo.<br />

47


§ § CXV.<br />

CXV.<br />

Sortirono da quella personaggi fortissimi per santità, pietà, religione e<br />

stu<strong>di</strong>o, e fra gl’altri Giovanni Appiano <strong>di</strong> cui fa onorifica menzione il<br />

Corio sotto l’anno MCCVI., avendo altresì da Rafaello Fagnano essere<br />

stato questo Giovanni con altri dal Sommo Pontefice mandato in<br />

Tartaria alle missioni.<br />

§ § CXVI.<br />

CXVI.<br />

Fu chiaro altresì Guglielmo Appiano, <strong>di</strong> cui veggasi il Corio sotto l’anno<br />

MCCLXXXIII.<br />

§ § CXVII.<br />

CXVII.<br />

Minolo Appiano con altri due, che <strong>di</strong>edro principio al tempio <strong>di</strong> S.Maria<br />

e S.Gio. Battista fuori <strong>di</strong> porta Nuova <strong>di</strong> Milano il Corio pur<br />

rammemora sotto l’anno MCCCLXI., e Giovanni Simonetta nella<br />

Sforziade; siccome pure un altro Giovanni Appiano, personaggio<br />

audacissimo, e <strong>di</strong> grande stima ed autorità presso il Popolo Milanese della<br />

fazione Guelfa. Questo Giovanni, dopo la morte del duca Filippo Maria<br />

Visconte, essendosi la città ristabilita in republica, assieme <strong>di</strong> Giovanni<br />

Osona, Ambrogio Triulzio ed Innocenzo Cotta ottennero le re<strong>di</strong>ni<br />

dell'Impero, ed adunarono gran quantità <strong>di</strong> frumento a sostenere<br />

gl’armati partiggiani.<br />

52<br />

Manca la nota.<br />

§ § § CXVIII.<br />

CXVIII.<br />

48


Profuse questa famiglia molti Beati, ed altri eccellenti e celebri<br />

personaggi, che il Morigia annovera nella sua Storia dell’Antichità <strong>di</strong><br />

Milano, che tutti trascrivere troppo lungo sarebbe, e perciò rimetto il<br />

lettore al detto Morigia, ed anco al Fagnano 53<br />

.<br />

§ § CXIX.<br />

CXIX.<br />

Diremo solo alquanto degl’Appiani <strong>di</strong> Palanza che traggono l’origine da<br />

Rivalta, come consta dagli esemplari d’istromenti rogati da Giovannino<br />

del quondam Viano della Pipera.<br />

§ § CXX. CXX.<br />

CXX.<br />

Vi<strong>di</strong> lettere ducali <strong>di</strong> Bona duchessa <strong>di</strong> Milano date in Abbiate ai IV. <strong>di</strong><br />

Luglio MCCCCLXIX., nelle quali la stessa duchessa i fratelli Gabriele e<br />

Rafaello <strong>di</strong> Appiano habitanti in Palanza, per i loro lodati ed onesti<br />

costumi, suoi famigliari assume, ed aggiunge ed aggrega nel numero de’<br />

suoi famigliari, concedendo ad essi ampio passaporto senza pagamento <strong>di</strong><br />

verun dazio o gabella. Avvi nelle abbreviature <strong>di</strong> Cristoforo Appiano un<br />

istromento <strong>di</strong> <strong>di</strong>spensa e facoltà concessa da S.Carlo Borromeo<br />

Arcivescovo <strong>di</strong> Milano, e dal Generale de’ Frati <strong>di</strong> Monte Oliveto, del<br />

tenore che il Fratello del detto Cristoforo Appiano Palanzese vicino a far<br />

professione in quella religione, possi donare il suo patrimonio al sudetto<br />

fratello Cristoforo a con<strong>di</strong>zione che giusta li patti e qualità possa averne<br />

la manutenzione.<br />

53<br />

Manca la nota.<br />

§ § CXXI.<br />

CXXI.<br />

49


Veggonsi anche molti instromenti nel medesimo borgo <strong>di</strong> Palanza, dove<br />

gli stessi Appiani sono decorati coi titoli Egregij, Spectabilis, et Magnifici,<br />

a quali concordano i loro sepolcri antichi posti nei primarj luoghi della<br />

detta chiesa <strong>di</strong> S.Bernar<strong>di</strong>no <strong>di</strong> Palanza; uno cioè fra i cancelli dell’altra<br />

mggiore, e l’altro sotto le scale degli stessi cancelli.<br />

§ § CXXII.<br />

CXXII.<br />

Fiorì <strong>di</strong> questa famiglia Nicolao Appiano primo Prevosto della chiesa<br />

Collegiata <strong>di</strong> S.Leonardo <strong>di</strong> Palanza, Protonotario Apostolico del numero<br />

de’ Partecipanti, il <strong>di</strong> cui Zio Paterno fu me<strong>di</strong>co celeberrimo.<br />

§ § CXXIII.<br />

CXXIII.<br />

Sortì ancora a’ tempi nostri Flaminio, che molte cariche ed offici biennali<br />

sostenne con molta lode al servizio della Catolica Mestà in questo<br />

dominio.<br />

§ § CXXIV.<br />

CXXIV.<br />

Ora vive nella Città <strong>di</strong> Milano Francesco Appiano de’ scelti causi<strong>di</strong>ci del<br />

Collegio Milanese, che non una sol volta ebbe il Consolato <strong>di</strong> Giustizia.<br />

CXXV.<br />

CXXV.<br />

La famiglia de’ Bianchini nel borgo <strong>di</strong> Palanza antichissima fiorì sempre<br />

nobilmente ed ora vieppiù. La sua antichità e nobiltà non solo lo in<strong>di</strong>ca il<br />

sepolcro nella chiesa Collegiata <strong>di</strong> Palanza dov’è scolpito.<br />

NOBILIUM BLANCHINORUM<br />

50


ma ancora le ampie ed oneste loro case: eranvi a miei tempi nove famiglie<br />

separte de’ Bianchini in Palanza cioè Gio. Gicomo Giurecon<strong>sul</strong>to, Gio.<br />

Battista, Massimigliano Causi<strong>di</strong>co Collegiato <strong>di</strong> Milano, e Giovanni mio<br />

avo fratelli; un altro Giovanni Giuseppe; un altro Massimigliano; un<br />

altro Gio. Giacomo nominto Marenco; Cristoforo detto Crivello; e Gio.<br />

Pietro mio Padre.<br />

§ § CXXVI.<br />

CXXVI.<br />

E’ fama che questa famiglia venisse da Bologna circa l’anno MCCCCL.<br />

quando furono scacciati li Bentivoglj de quali era seguace.<br />

§ § § CXXVI. CXXVI. bis<br />

bis<br />

Sortirono da questa famiglia molti Personaggi insigni per lettere cioè:<br />

I. Gio Giacomo Giurecon<strong>sul</strong>to non incelebre.<br />

II. Gio. Battista dottore d’arti e me<strong>di</strong>cina, gran letterato de’ nostri<br />

tempi, e mio Zio Paterno.<br />

III. Massimigliano Giurecon<strong>sul</strong>to e Causi<strong>di</strong>co Collegiato, il quale fu<br />

sepolto nella sopranominata chiesa <strong>di</strong> San Bernar<strong>di</strong>no de’ Frati<br />

riformati <strong>di</strong> Palanza nel proprio sepolcro avanti l’altare<br />

maggiore, colla seguente iscrizione onorifica.<br />

D.O.M. / MAXIMILIANI. BLANCHINI. I. P. / ET. CAUSIDICI.<br />

COLLEGIATI. MLNI / MŒRENDUMQUE. SUORUM. PARA /<br />

TUM. SEPULCRUM. DONEC. IN / DOMINO. RESURGANT<br />

Questo Massimigliano mio Zio fu più volte Consolo <strong>di</strong> Giustizia in<br />

Milano.<br />

51


IV. Gio. Giacomo parimente Causi<strong>di</strong>co Collegiato mio Zio fu più<br />

Consolo <strong>di</strong> Giustizia in Milano.<br />

V. Vive ora Michele Salvatore Giurecon<strong>sul</strong>to dello stesso Collegio<br />

<strong>di</strong> Milano, che fu egli pure non una volta Consolo <strong>di</strong> Giustizia.<br />

VI. E noi egualmente qualche nome ed onore ci siamo procacciato.<br />

Naqui in Palanza: nella mia florida gioventù in questa Città <strong>di</strong><br />

Milano mi portai, attendendo all’officio <strong>di</strong> Causi<strong>di</strong>co, ed entrato<br />

nel Collegio de’ Causi<strong>di</strong>ci sette volte fu Consolo <strong>di</strong> Giustizia,<br />

quattro Abbate dello stesso Collegio, due volte dei Sindacatori<br />

della Curia Pretoria <strong>di</strong> Milano, essendo altresì eletto uno dei<br />

Conservatori perpetuo degl’or<strong>di</strong>ni dello stesso Collegio: <strong>di</strong> me<br />

fecero menzione l’umanissimo e finissimo scrutatore<br />

dell’antichità prima il dottissimo Gio. Pietro Puricelli Arciprete<br />

della Basilica <strong>di</strong> S.Lorenzo nel libro stampato che ha per titolo:<br />

De Sanctis Arialdo Alciato et Herlembaldo Cotta cap. 92. num.<br />

VIII. con queste parole. Quocirca mihi sane nulla videtur<br />

habendaratio tertij nuper exempi locij, quod mihi nuper<br />

commodatum fuit ab amico erga me officiosissimo, eodemque<br />

perquam eru<strong>di</strong>to, et selectis pro re historica libris aliisque<br />

monumentis abunde instructo, videlicet a Joanne Baptista<br />

Blanchino hic anno (MDCIVI) [...] urbe Con<strong>sul</strong>e meritissimo.<br />

Godofredo Henschernio, e Daniele Papebrochio notissimi ed<br />

eru<strong>di</strong>tissimi scrittori negl’atti de’ Santi del mese d’Aprile,<br />

Tom[o] I. in tractat de an. et <strong>di</strong>e [...] S.Ambrosij Me<strong>di</strong>ol. Archiep.<br />

pag.39 eiusdem anni CCCXCVIII. probatio desumi potest ex<br />

pluribus cronius et co<strong>di</strong>cibus pervetustis M.SS. quos anno<br />

52


MDCLXII nos examinavimus Me<strong>di</strong>olani in illustri Bibliotheca<br />

Ambrosiana, ed quod virum Clarissimun Joannem Baptistam<br />

Blanchinum Iur. Perit., virum in antiquitate Me<strong>di</strong>olanensi eximi<br />

eru<strong>di</strong>tionis, in quibus Co<strong>di</strong>cibus tradebatur Sanctum Ambrosium<br />

pr ter annos XXIV. [...] mensas quattuor, <strong>di</strong>es quinque aut X.<br />

Pietro Paolo Bosca prefetto della Biblioteca Ambrosiana <strong>di</strong><br />

Milano, poco fa meritamente dalla Santa Sede Apostolica<br />

Arciprete <strong>di</strong> Monza <strong>di</strong>segnato, personaggio eru<strong>di</strong>tissimo nelle<br />

sagre e profane lettere versatissimo, nel libro De Serpente Aeneo<br />

Ambros. Basil. Me<strong>di</strong>ol., stampato in Milano l’anno MDCLXXV.,<br />

pag. 66 così fece <strong>di</strong> me menzione. Eodem s culo exeunte<br />

Ambrosius Bossius Ticinensis ex or<strong>di</strong>ne domenicano, qu dam<br />

Chronica scripsit, queis titulas Hos Horum, ex eis nonnulla<br />

decerpsimus, nostrum laborem atque [sententiam] probante Joanne<br />

Baptista Blanchino, viro apprime eru<strong>di</strong>to, in cuius domestica<br />

Bibliotheca illa Cronica legimus. Francesco Mezzabarba Birago<br />

Conte del Sacro Romano Impero e Decurione della regia Città<br />

<strong>di</strong> Pavia nel libro Numis. Imp., stampato in Milano per Lodovico<br />

Monza l’anno MDCLXXXIII. nell’in<strong>di</strong>ce degli autori ed illustri<br />

Musei pag. 621. Jam manum de tabula instuleram, usque ad<br />

umbilicum, ut ajunt, opus perductum erat, cum humanitas<br />

Causi<strong>di</strong>ci Collegiati Me<strong>di</strong>olanensis, et ex re genealogica apprimè<br />

eru<strong>di</strong>ti Jo. Baptistae Blanchini, obtulit Jo. Jacobi Chifletii opera. ex<br />

quibus aliquot insignia Tjrannorum rara, et nullibi occurrentia<br />

excerpsi, et quia locis propriis inferere impossibile erat in adden<strong>di</strong>s<br />

reposui, ne tam singularium numismatum excideret memoria. Di<br />

53


me anco fecero menzione Placido Pacinelli Abbate della<br />

Passione; il Padre don Primo Tatti della Congregazione de’<br />

Somaschi, e don Cipriano Bosello Olivetano; Lazzaro Agostino<br />

Cotta Giurecon<strong>sul</strong>to nella Corografia ossia descrizione della<br />

Riviera <strong>di</strong> S.Giulio. Prima d’ogni altro a mia notizia scrissene<br />

Flavio Biondo, poi Domenico Macaneo, che circa a ducento anni fa<br />

in lingua latina celebrò elegantissimamente il Lago Maggiore; la<br />

quale operetta degna d’essere restituita alla luce vi<strong>di</strong> presso l’eru<strong>di</strong>to,<br />

cortese, e mai abbastanza lodato antiquario Gio. Battista Bianchini<br />

eccellentissimo Causi<strong>di</strong>co <strong>di</strong> Milano. Ma don Filippo Pacinelli<br />

Abbate Lateranese in molti luoghi nell’Ateneo de Letterati<br />

Milanesi, che mi encomiò col seguente elogio immeritamente. O<br />

si risguar<strong>di</strong>no le stu<strong>di</strong>ose gravissime fatiche tollerate da Gio. Battista<br />

Bianchini, o le innumerevoli cariche da lui con eroica lena sostenute<br />

ogni maggiore acclamazione se gli conviene. Sin dall’età giovanile<br />

intento a rivoltare le sue storie ed investigare le genealogie delle<br />

famiglie ed a possedere varie eru<strong>di</strong>zioni con incre<strong>di</strong>bile <strong>di</strong>spen<strong>di</strong>o,<br />

ha adunato anco da lontane Provincie circa tre mille pezzi <strong>di</strong> libri<br />

singolari ed insigniti, e circa cento pezzi <strong>di</strong> manuscritti, volumi tutti<br />

attinenti a si fatte materie e professioni, dai quali come da tante<br />

miniere ha poi cavato i letterati tesori come si <strong>di</strong>rà più abbasso.<br />

Essendo egli nella nostra Città un Causi<strong>di</strong>co dei più acclamati, ha<br />

perciò sostenute le cariche della Giu<strong>di</strong>catura, <strong>di</strong> Console <strong>di</strong> Giustizia<br />

ben cinque volte. L’anno MDCLXIII. fu Abbate del Collegio de’<br />

Notari, e dei Procuratori, ed attualmente Con<strong>sul</strong>tore dell’Università<br />

dei Mercanti e Banchieri, Cancelliere dell’insigne luogo Pio delle<br />

54


quattro Marie <strong>di</strong> S.Valeria e d’altri luoghi, e Conservatore perpetuo<br />

degl’Or<strong>di</strong>ni del suo Collegio. Ad ogni modo ciò nonostante tanti e<br />

così gravi impieghi, oltre la tutela dei più nobili e qualificati clienti<br />

della nostra Città, ha scritto tanti volumi, che svegliano nei più<br />

sensati la meraviglia. E primo.<br />

I. Celeberrimi Collegij Cusi<strong>di</strong>corum et Notariorum<br />

II.<br />

Me<strong>di</strong>olani Sanctiones, Stjlatus, et prerogativ ex veteribus<br />

Co<strong>di</strong>cibus excerpta, una cum <strong>di</strong>plomatibus et privilegiis<br />

nonnullis Collegij ipsius etc. Conjunct sunt allegationes<br />

aliquot Pr stantissimorum I[uricon<strong>sul</strong>torum], decorem<br />

splendoremque Collegij exprimentes.<br />

Famili a quibus Causi<strong>di</strong>ci pro<strong>di</strong>ere a primor<strong>di</strong>is Collegij<br />

ad h c usque nostra tempora, <strong>di</strong>gnitatesque quibus<br />

unusquisque decoratus fuit.<br />

III. Causi<strong>di</strong>ci Notariique Me<strong>di</strong>olanenses nonnulli, eorumque<br />

genitores et geniti ac nepotes, qui in Venerandum<br />

Collegium DD. I[uris]. P[eritorum] Me<strong>di</strong>olani fuere<br />

cooptati.<br />

IV. Collectanea <strong>di</strong>versorum Notariorum Me<strong>di</strong>olanensium<br />

variis <strong>di</strong>gnitatibus, ac muneribus tum regiis et ducalibus,<br />

tum publicis, decoratorum Abbatum omnium Cathalogus.<br />

V. Vend[erand]um Collegium DD. I[uris] P[eritorum]<br />

Me<strong>di</strong>olani: sive familiarum illustrium et nobilium e<br />

quibus I[uris] P[eriti] Equites et Comites pro<strong>di</strong>ere a primis<br />

eiusdem Collegij incunabulis usque in praesens.<br />

55


VI. Compe<strong>di</strong>um Alphabetico Or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong>gestum nominum et<br />

cognominum ac <strong>di</strong>gnitatum, quibus fulsere, temporum<br />

servata varietate fidelis indagatio.<br />

VII. De origine, antiquitate, et nobilitate illustrissim famili<br />

Crass Roman in <strong>di</strong>versis Itali Urbibus propogat , deque<br />

viris toga, sagove conspicuis eiusdem <strong>di</strong>sertatio.<br />

VIII. De montibus Brigantinis, sive Brianzeis ac Orobio, deque<br />

Castris in cacuminibus eorundem constructis, eorumque<br />

origine, et etimologia: Brevis <strong>di</strong>ssertatio.<br />

IX. De Nobilitate in genere et in specie nobilium familiarum<br />

Me<strong>di</strong>olani. Volumina duo pergamena.<br />

X. Vicecomitum, aliarumque illustrium familiarum a regibus<br />

Longobardorum propagatorum, stemmata ad nostra usque<br />

tempora ex publicis tabulis etc.<br />

XI. Commentarii ad historiam Me<strong>di</strong>olani, cui titulus Flos<br />

Florum, in quibus multa enodantur et <strong>di</strong>lacidantur ad<br />

Hist[oriam] Me<strong>di</strong>olani pertinentia.<br />

XII. Descriptio Chorographica Verbani Lacus et de dotibus<br />

eiusdem<br />

XIII. Adnotationes ad Historiam Arnulphi et Landulphi de<br />

Sancto Paolo.<br />

e molte altre operette, che tutte sono in embrione. Del nostro Procurator<br />

Bianchino fanno virtuosa menzione Gio Pietro Puricelli nella vita de’ SS.<br />

Arialdo Arciati et Herlambaldo Cotta <strong>sul</strong> fine. Don Placido Puricelli<br />

nella vita <strong>di</strong> Ugo: il Padre don Primo Tatti nell’Istoria <strong>di</strong> Como, il conte<br />

Gual<strong>di</strong> et altri.<br />

56


XIV. Quin<strong>di</strong> ho compilato ed elucubrato il trattato della<br />

nobiltà ed antichità <strong>di</strong> alcune famiglie milanesi.<br />

XV. L’arbore genealogico ed istorico della famiglia Crivella.<br />

XVI. La presente <strong>di</strong>ssertazione del borgo <strong>di</strong> Palanza.<br />

XVII. La <strong>di</strong>ssertazione dell’insigne monastero maggiore <strong>di</strong><br />

S.Ambrogio <strong>di</strong> Milano.<br />

§ § § CXXVII.<br />

CXXVII.<br />

La famiglia Rufina in questo borgo quasi estinta, sempre fiorì per nobiltà,<br />

ed altre prerogative. Ora <strong>di</strong> questa famiglia, che si trasportò nel Piemonte<br />

fioriscono i Conti <strong>di</strong> Castiliono, <strong>di</strong> Lavvera, <strong>di</strong> Ceresolo, <strong>di</strong> Cavarleono,<br />

<strong>di</strong> Diano, Cavalieri dell’Or<strong>di</strong>ne de’ SS.Maurizio e Lazaro.<br />

§ § CXXVIII.<br />

CXXVIII.<br />

Non poco onore apportano a questo borgo altre famiglie, fra le quali<br />

quella de’ Balioni Balioni, Balioni<br />

molto stimata ancora al tempo dei duchi Visconti <strong>di</strong><br />

Milano, essendo stati alcuni <strong>di</strong> questa famiglia del supremo Consiglio<br />

ducale, e d’altri molti officj decorati. La stessa famiglia commemora<br />

Francesco Sansovino nel trattato delle illustri famiglie d’Italia, e questa<br />

Palanzese è fama che traesse origine dagl’antichi Balioni annoverati dallo<br />

stesso Sansovino.<br />

§ § § CXXIX.<br />

CXXIX.<br />

La Ferramusca nobile ed antica famiglia, ora è estinta.<br />

§ § § CXXX.<br />

CXXX.<br />

57


La Bertarella antica e civile Famiglia Palanzese, e numerosa ha il<br />

juspatronato d’un Canonicato nella chiesa Collegiata <strong>di</strong> S.Leonardo,<br />

dove altresì possiede nobile sepolcro.<br />

§ § CXXXI.<br />

CXXXI.<br />

Ora vive Francesco Bertarelli me<strong>di</strong>co sapientissimo.<br />

§ § CXXXII. CXXXII.<br />

CXXXII.<br />

La famiglia de’ Pizzoli è antichissima ed assai civile. La sua antichità si<br />

desume ancora dalla publicazione de’ Statuti <strong>di</strong> Palanza, Intra e Val<br />

Intrasca, fatta l’anno MCCCXCIII. XVI. febbrajo, in cui si nominano li<br />

particolari che la medesima publicazione procurarono, e vi intervennero;<br />

fra gl’altri leggesi Romerio Pizzoli: in certo istromento dell’anno<br />

MCCCCLVIII. abbiamo un Agostino Pizzolio, figluolo del Signor<br />

Giacomo dal Vescovo <strong>di</strong> Novara investito delle decime del borgo d’Intra<br />

e del luogo <strong>di</strong> Turbaso, <strong>di</strong> poter giuri<strong>di</strong>camente percepire le decime in<br />

que’ territorj, come solevano li suoi antecessori.<br />

§ § CXXXIII.<br />

CXXXIII.<br />

Vive ora Carlo Cesare Pizzolio dottore esimio <strong>di</strong> sacra Teologia, Vicario<br />

Foraneo e Preposito della Collegiata <strong>di</strong> S. Leonardo, come pure Giacomo<br />

Agostino suo fratello, che l’anno MDCLXIX. fu ascritto al Collegio de’<br />

Causi<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> Milano, quin<strong>di</strong> fatto Cancelliero Apostolico del regio<br />

economato, e finalmente molte volte Consolo <strong>di</strong> Giustizia.<br />

§ § CXXXIV.<br />

CXXXIV.<br />

58


La Famiglia de’ Cadolini antica e civile, ebbe nel secolo passato Gio.<br />

Giacomo Giurecon<strong>sul</strong>to assai celebre, e Causi<strong>di</strong>co Collegiato <strong>di</strong> Milano,<br />

il qual fu molte volte Consolo <strong>di</strong> Giustizia della medesima Città; vive ora<br />

Carlo suo figliuolo del medesimo Collegio Consolo <strong>di</strong> Giustizia, e già<br />

Abbate <strong>di</strong> quel Collegio, come pur uno dei Sin<strong>di</strong>catori della Curia<br />

Pretoria <strong>di</strong> Milano; <strong>di</strong> cui è figliuolo Antonio Maria Canonico Or<strong>di</strong>nario<br />

della Chiesa Metropolitana <strong>di</strong> Milano, Sacerdote <strong>di</strong> gran pietà, costumi,<br />

ed umanità.<br />

§ § CXXXV. CXXXV.<br />

CXXXV.<br />

La famiglia Caccianina Caccianina antica e civile fiorì in Palanza; <strong>di</strong> cui sortì<br />

Stefano, che fu Causi<strong>di</strong>co Collegiato e Console <strong>di</strong> Giustizia <strong>di</strong> Milano:<br />

morì in Palanza l’anno MDCLXXVIII., dopo il qual anno fu ascritto nel<br />

medesimo Collegio Gio. Francesco suo Fratello, <strong>di</strong> cui fu Abbate, e lo è<br />

pure in questo anno MDCXCIX.<br />

§ § CXXXVI.<br />

CXXXVI.<br />

Illustrò la famiglia degl’Innocenti Innocenti Gio Battista Preposito della Collegiata<br />

<strong>di</strong> S.Leonardo, poco fa defonto; ma molto più Bernar<strong>di</strong>no suo nepote<br />

G[iure] C[on<strong>sul</strong>to] ed Avvocato esimio, che l’anno MDCLXVI. <strong>di</strong>ede in<br />

luce il trattato de Successione Municipali, oltre molte altre opere ine<strong>di</strong>te.<br />

Fu sepolto nella chiesa <strong>di</strong> S.Leonardo <strong>di</strong> Palanza, a <strong>di</strong> cui memoria<br />

perpetua fu posta nel muro della medesima chiesa Collegiata, vicino al<br />

Sacrario, la seguente iscrizione, in tavola <strong>di</strong> marmo a caratteri adorati.<br />

BARNARDINUS INNOCENTIUS I. C. / EXCELLENTISSIMUS<br />

PUBLICÆ NATUS / FELICITATI SIBI SUIS PATRIÆ ORNA /<br />

59


MENTO CAUSARUM PATROCINIO AD / VOCATUS INSIGNIS<br />

QUAMDIU VIXIT / GR[ATUITO PATRIAM LEGIBUS] VOCE /<br />

CALAMO PROPUGNAVIT OMNIBUS UNICE / CARUS.<br />

OMNIBUS LUCTVOSUM SIBI EXTRE / MUM DIEM OBIIT<br />

ANNO AETATIS LII / COMMUNIS. QUIETIS VINDICI HIC<br />

TUMU / LATO COMMUNE PALLANTIAE BENEFICII / VINDEX<br />

DOLENTIX GRATIQUE ANIMI / MONUMENTUM. POSUIT.<br />

ANNO SALUTIS / HUM. MDCLXIII.<br />

Vivono ora Bernar<strong>di</strong>no e Giulio Fratelli, nipoti <strong>di</strong> questo Bernar<strong>di</strong>no,<br />

ambedue Giurecon<strong>sul</strong>ti <strong>di</strong> grande affettazione.<br />

§ § § CXXXVII.<br />

CXXXVII.<br />

La famiglia degli Arridoni Arridoni, Arridoni Arridoni corottamente Ridoni è assai civile, e tuttora<br />

sussiste.<br />

§ § § CXXXVIII.<br />

CXXXVIII.<br />

La Famiglia Palanzena fiorì numerosa ne’ tempi antichi in Palanza: ora è<br />

estinta.<br />

§ § CXXXIX.<br />

CXXXIX.<br />

Li Arlini Arlini, Arlini forse Arluni, e Pizzar<strong>di</strong> Pizzar<strong>di</strong> erano famiglie antiche del borgo; la<br />

prim però è del tutto estinta.<br />

§ § CXL.<br />

CXL.<br />

Gl’Isolani Isolani Isolani, Isolani antica e civil famiglia, sono ora estinti.<br />

60


§ § CXLI.<br />

CXLI.<br />

Li Cagorgna Cagorgna, Cagorgna ora corottamente Cadorni, familia antica e numerosa,<br />

[manoscritto lacerato].<br />

§ § CXIII.<br />

CXIII.<br />

Non è ora da passarsi sotto silenzio il fatto <strong>di</strong> quel ricchissimo mercante<br />

<strong>di</strong> Palanza, dal Morigia riferito nella sua storia del Lago maggiore. Narra<br />

egli che al tempo in cui Francesco Sforza primo <strong>di</strong> questo nome duca <strong>di</strong><br />

Milano, facendosi e<strong>di</strong>ficare il Castello <strong>di</strong> porta Giovia, esservi stato in<br />

Palanza un certo mercante della famiglia Bartoletta ricchissimo in quel<br />

borgo. Questi solevasi vantare che avrebbe per le sue ricchezze una gran<br />

parte del Verbano potuto coprire <strong>di</strong> panno scarlatto; il che essendo<br />

venuto alle orecchie del duca, chiamato a se Bartolotto, comandò che a<br />

sue spese facesse costruire un altra torre dello stesso castello a sue spese, il<br />

che Bartolotto allegramente e con prontezza fece, chiamandosi pur oggi<br />

dal suo fabbricatore la Pallanzotta, ed è quella che guarda verso porta<br />

Vercellina: e dopo tale esecuzione ritornato in patria ai proprj lari, fece<br />

costruire un pozzo con l seguente iscrizione:<br />

ANCOR NON MI DISPERO<br />

§ § CXLIII.<br />

CXLIII.<br />

Ho letto in un antichissimo istromento <strong>di</strong> donazione fatta a favore del<br />

Monastero Maggiore <strong>di</strong> Milano della metà della Corte Aroxii dal Conte<br />

Bonifacio, padre del Conte Eriprando Visconti, dal quale i Visconti <strong>di</strong><br />

Milano tolsero il cognome, fugato nella Corte <strong>di</strong> Massino sopra il<br />

Verbano, luogo della nascita, secondo alcuni del Magno Matteo<br />

61


Visconti, l’anno DCCCCLIX., ho letto <strong>di</strong>co Rolandus de Pallantia, che<br />

intervenne per testimonio a quella donazione. Avrei io pertanto creduto,<br />

che da questo Rolando fosse nata la famiglia de’ Rolan<strong>di</strong> <strong>di</strong> Palanza, che<br />

a tempi miei corottamente nominavasi degli Arlan<strong>di</strong> Arlan<strong>di</strong>. Arlan<strong>di</strong><br />

La qual famiglia<br />

quantumque fosse ivi antichissima, era però bassa e plebea.<br />

§ § CXLIV.<br />

CXLIV.<br />

Li Varroni Varroni, Varroni<br />

corottamente detti Varoni Varoni, Varoni furono famiglia assai civile, ma<br />

ora del tutto quasi estinti.<br />

§ § § CXLV.<br />

CXLV.<br />

Possiede la Comunità <strong>di</strong> Palanza il dazio del pane, del vino, e delle carni, la<br />

scannatura, l’imbottato del vino, del grano, delle biade. de’ legumi, ed altri<br />

frutti. Come pure il dritto dell’attuario civile e criminale. Ha parimenti il<br />

dritto della pesca, che si estende fino alla metà del lago, il dazio delli<br />

centonari, stadere, pesi, misure, e bollo; e così il dritto <strong>di</strong> pesare, misurare, e<br />

bollare. Sono <strong>di</strong> suo dritto il dazio della mercatura, del pedagio, della sostra,<br />

della colaria, del terratico, della portura, de’ sacchi, della guar<strong>di</strong>a, o come<br />

volgarmente <strong>di</strong>cono del Navoleto, ed ogni altra cosa altrove spettante al Fisco<br />

e Camera ducale. E tutte queste cose sia a rispetto <strong>di</strong> proprietà, come <strong>di</strong><br />

libertà ed esenzione; come parimente l’imunità ed esenzione <strong>di</strong> qualunque<br />

annuale imposizione. Le quali cose ogni anno i vegenti della stessa Comunità<br />

a publica asta sogliono affittare, da cui non pochi red<strong>di</strong>ti ne ridondano 54 .<br />

54<br />

Entra quivi l’autore nella famosa lite già sopra annunciata nella prefazione, la<br />

quale si tralascia, perchè assai voluminosa, ed altronde fuori del nostro proposito<br />

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