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Genetica e Genomica II - Miglioramento genetico

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Estratto distribuito da Biblet<br />

Estratto della pubblicazione


Estratto distribuito da Biblet<br />

Gianni Barcaccia e Mario Falcinelli<br />

<strong>Genetica</strong> e genomica<br />

Vol. <strong>II</strong><br />

<strong>Miglioramento</strong> <strong>genetico</strong><br />

Seconda edizione accresciuta<br />

Liguori Editore


Questa opera è protetta dalla Legge sul diritto d’autore<br />

(http://www.liguori.it/areadownload/LeggeDirittoAutore.pdf).<br />

Tutti i diritti, in particolare quelli relativi alla traduzione, alla citazione, alla riproduzione in qualsiasi forma,<br />

all’uso delle illustrazioni, delle tabelle e del materiale software a corredo, alla trasmissione radiofonica o televisiva,<br />

alla registrazione analogica o digitale, alla pubblicazione e diffusione attraverso la rete Internet sono riservati.<br />

La riproduzione di questa opera, anche se parziale o in copia digitale, fatte salve le eccezioni di legge,<br />

è vietata senza l’autorizzazione scritta dell’Editore.<br />

Liguori Editore<br />

Via Posillipo 394 - I 80123 Napoli NA<br />

http://www.liguori.it/<br />

© 2005, 2011 by Liguori Editore, S.r.l.<br />

Tutti i diritti sono riservati<br />

Prima edizione italiana Novembre 2005<br />

Stampato in Italia da Liguori Editore, Napoli<br />

Estratto distribuito da Biblet<br />

Barcaccia, Gianni :<br />

<strong>Genetica</strong> e genomica. Vol. <strong>II</strong>. <strong>Miglioramento</strong> <strong>genetico</strong>/Gianni Barcaccia, Mario Falcinelli<br />

Napoli : Liguori, 2011<br />

ISBN-13 978 - 88 - 207 - 3742 - 9<br />

1. <strong>Genetica</strong> quantitativa 2. <strong>Genetica</strong> delle popolazioni I. Titolo <strong>II</strong>. Collana <strong>II</strong>I. Serie<br />

Ristampe:<br />

—————————————————————————————————————————––——————————————––——————————————––————<br />

20 19 18 17 16 15 14 13 12 11 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0<br />

La carta utilizzata per la stampa di questo volume è inalterabile, priva di acidi, a ph neutro, conforme alle norme UNI EN Iso 9706 ∞,<br />

realizzata con materie prime fibrose vergini provenienti da piantagioni rinnovabili e prodotti ausiliari assolutamente naturali,<br />

non inquinanti e totalmente biodegradabili (FSC, PEFC, ISO 14001, Paper Profile, EMAS).<br />

Estratto della pubblicazione


Indice dell’opera<br />

XI Presentazione<br />

di Franco Lorenzetti<br />

X<strong>II</strong>I Prefazione all’opera<br />

Vol. I <strong>Genetica</strong> generale<br />

Cap. 1 Introduzione: storia della genetica<br />

Cap. 2 Principi mendeliani e teoria cromosomica dell’eredità<br />

Cap. 3 Associazione, scambio e mappe genetiche<br />

Cap. 4 Struttura e replicazione del materiale <strong>genetico</strong><br />

Cap. 5 Sintesi proteica e codice <strong>genetico</strong><br />

Cap. 6 Organizzazione e trasmissione del materiale ereditario<br />

Cap. 7 Mutazioni ed elementi genetici mobili<br />

Glossario<br />

Vol. <strong>II</strong> <strong>Miglioramento</strong> <strong>genetico</strong><br />

Cap. 8 Principi di statistica applicata alla biologia e pratica della selezione<br />

Cap. 9 Eredità ed ereditabilità dei caratteri quantitativi<br />

Cap. 10 Sistemi, barriere e controllo <strong>genetico</strong> della riproduzione<br />

Cap. 11 Struttura genetica delle popolazioni<br />

Cap. 12 Origine ed evoluzione delle specie coltivate, e biodiversità genetica vegetale<br />

Cap. 13 <strong>Miglioramento</strong> <strong>genetico</strong> delle specie prevalentemente autogame<br />

Cap. 14 <strong>Miglioramento</strong> <strong>genetico</strong> delle specie prevalentemente allogame,<br />

a propagazione vegetativa ed apomittiche<br />

Cap. 15 Registro varietale, selezione conservatrice e produzione sementiera<br />

Glossario<br />

Vol. <strong>II</strong>I <strong>Genomica</strong> e Biotecnologie genetiche<br />

Cap. 16 Colture in vitro e biotecnologie genetiche cellulari<br />

Cap. 17 Marcatori molecolari ed analisi genomica<br />

Cap. 18 Analisi dell’espressione genica e bioinformatica<br />

Cap. 19 Elementi di ingegneria genetica: OGM e varietà transgeniche<br />

Cap. 20 Caratterizzazione genomica, mappaggio genico e selezione assistita nei vegetali<br />

Cap. 21 <strong>Genomica</strong> e proteomica animale a supporto del miglioramento <strong>genetico</strong><br />

e della sicurezza alimentare<br />

Glossario<br />

Indice analitico<br />

Estratto distribuito da Biblet<br />

Estratto della pubblicazione


Estratto distribuito da Biblet<br />

Estratto della pubblicazione


Indice del Volume <strong>II</strong><br />

Capitolo 8<br />

Estratto distribuito da Biblet<br />

PrIncIPI dI statIstIca aPPlIcata alla bIologIa e PratIca<br />

della selezIone<br />

8.1 Elementi di statistica applicata alla ricerca biologica 1<br />

8.2 Test statistici 8<br />

8.3 Analisi della varianza 15<br />

8.4 Selezione per caratteri qualitativi o monogenici<br />

o a variabilità discontinua 25<br />

8.5 Selezione per caratteri quantitativi o poligenici<br />

o a variabilità continua 26<br />

8.6 Pratica della selezione 28<br />

8.7 Risposte alla selezione 31<br />

8.8 Pratica della selezione per i caratteri principali 38<br />

Sommario 46<br />

Bibliografia di riferimento e approfondimento 47<br />

Capitolo 9<br />

eredItà ed eredItabIlItà deI caratterI quantItatIVI<br />

9.1 Misura dei caratteri quantitativi 49<br />

9.2 Tappe fondamentali della genetica quantitativa 53<br />

9.3 Influenza dei fattori ambientali sui caratteri quantitativi:<br />

Esperimenti di Johannsen 55<br />

9.4 Effetti della componente genetica sulla variabilità<br />

dei caratteri quantitativi: Esperimenti di Emerson e East 59<br />

9.5 Eredità dei caratteri quantitativi: Esperimenti di NilssonEhle<br />

sul colore della cariosside in frumento 61<br />

9.6 Determinazione del numero di poligeni per un carattere<br />

quantitativo: Esperimenti di East sulla lunghezza della corolla<br />

fiorale in tabacco 64<br />

9.7 Effetto della dominanza sull’eredità dei caratteri quantitativi 74<br />

9.8 Ereditabilità dei caratteri quantitativi: componenti della varianza<br />

fenotipica e della varianza genetica 75<br />

9.9 Ereditabilità in senso largo e in senso stretto 79<br />

9.10 Geni modificatori, penetranza ed espressività 85<br />

Sommario 87<br />

Bibliografia di riferimento e approfondimento 89<br />

Estratto della pubblicazione


V<strong>II</strong>I Indice<br />

Capitolo 10<br />

sIstemI, barrIere e controllo genetIco della rIProduzIone<br />

10.1 Sistemi riproduttivi nelle piante: sporogenesi,<br />

gametogenesi e fecondazione 91<br />

10.2 Biologia dello sviluppo delle piante e del fiore<br />

10.3 Identità dei verticilli fiorali: evoluzione delle conoscenze<br />

95<br />

sul MADS box<br />

10.4 Classificazione dei sistemi riproduttivi: modo di riproduzione<br />

97<br />

e sistema di unione 101<br />

10.5 Meccanismi fiorali che determinano l’auto- e l’allofecondazione<br />

10.6 Monoicismo e dioicismo: Determinazione genica e cromosomica<br />

103<br />

del sesso<br />

10.7 Morfologie fiorali e meccanismi fisiologici condizionanti<br />

104<br />

il sistema riproduttivo 106<br />

10.8 Incompatibilità 109<br />

10.9 Maschiosterilità e femminasterilità 118<br />

10.10 Gameti non ridotti: meccanismi citologici e conseguenze genetiche 122<br />

10.11 Poliploidizzazione sessuale, eredità sbilanciata dell’endosperma<br />

e sterilità dell’embrione 127<br />

10.12 Apomissia 129<br />

10.13 Determinazione del tipo di riproduzione 136<br />

Sommario 145<br />

Bibliografia di riferimento e approfondimento 148<br />

Capitolo 11<br />

Estratto distribuito da Biblet<br />

struttura genetIca delle PoPolazIonI<br />

11.1 Struttura genetica delle popolazioni naturali 152<br />

11.2 Dinamica delle popolazioni<br />

11.3 Struttura genetica delle popolazioni di specie apomittiche<br />

153<br />

e a propagazione vegetativa<br />

11.4 Struttura genetica delle popolazioni di specie<br />

154<br />

prevalentemente autogame<br />

11.5 Struttura genetica delle popolazioni di specie<br />

155<br />

prevalentemente allogame 159<br />

11.6 Legge dell’equilibrio <strong>genetico</strong> di Hardy-Weinberg<br />

11.7 Dimensione effettiva della popolazione in relazione<br />

162<br />

a deriva genetica e inbreeding 189<br />

11.8 Principio di Hardy-Weinberg con due geni 192<br />

11.9 Variabilità genetica nelle popolazioni naturali 194<br />

Sommario 193<br />

Bibliografia di riferimento e approfondimento 196<br />

Estratto della pubblicazione


Capitolo 12<br />

orIgIne ed eVoluzIone delle sPecIe coltIVate,<br />

e bIodIVersItà genetIca Vegetale<br />

12.1 Origine delle specie coltivate 202<br />

12.2 Filogenesi delle principali specie coltivate 207<br />

12.3 Meccanismi di domesticazione ed evoluzione delle specie coltivate<br />

12.4 Ruolo delle mutazioni, dell’ibridazione e della poliploidizzazione<br />

217<br />

nell’evoluzione delle piante coltivate 221<br />

12.5 <strong>Genomica</strong> comparativa per lo studio dei processi evolutivi 227<br />

12.6 Fonti di risorse genetiche naturali 231<br />

12.7 Erosione genetica nelle specie coltivate<br />

12.8 Esplorazione, collezione e valutazione del germoplasma<br />

232<br />

di specie di interesse agrario 235<br />

12.9 Determinazione della dimensione minima del campione<br />

12.10 Conservazione della biodiversità vegetale nell’ambito<br />

239<br />

della utilizzazione e valorizzazione delle risorse genetiche locali 242<br />

12.11 Utilizzazione e valorizzazione delle varietà locali<br />

12.12 Caso di studio – Il progetto PRIS2 e la difesa delle varietà locali<br />

246<br />

presenti in Italia per la salvaguardia della biodiversità 248<br />

12.13 Caso di studio – Il germoplasma di mais in Italia 249<br />

Sommario 253<br />

Bibliografia di riferimento e approfondimento 258<br />

Capitolo 13<br />

Estratto distribuito da Biblet<br />

mIglIoramento genetIco delle sPecIe PreValentemente autogame<br />

13.1 Obiettivi del miglioramento <strong>genetico</strong> 260<br />

13.2 Il miglioratore <strong>genetico</strong> vegetale 260<br />

13.3 Strategia del miglioramento <strong>genetico</strong> 262<br />

13.4 Concetto di ideotipo<br />

13.5 Struttura genetica delle popolazioni naturali e delle varietà<br />

262<br />

nelle specie prevalentemente autogame<br />

13.6 Metodi e schemi di miglioramento <strong>genetico</strong> nelle specie<br />

267<br />

prevalentemente autogame 268<br />

13.7 <strong>Miglioramento</strong> <strong>genetico</strong> per la resistenza a stress biotici 297<br />

13.8 Varietà multilinee 310<br />

Sommario 311<br />

Bibliografia di riferimento e approfondimento 313<br />

Indice IX


X Indice<br />

Capitolo 14<br />

mIglIoramento genetIco delle sPecIe PreValentemente allogame,<br />

a ProPagazIone VegetatIVa ed aPomIttIche<br />

14.1 Struttura genetica delle popolazioni naturali e delle varietà<br />

nelle specie prevalentemente allogame<br />

14.2 Metodi e schemi di miglioramento <strong>genetico</strong> delle specie<br />

316<br />

prevalentemente allogame 317<br />

14.3 Costituzione varietale nelle allogame 317<br />

14.4 Varietà sintetiche 330<br />

14.5 Varietà ibride<br />

14.6 Ruolo dei blocchi cromosomici sull’eterosi in relazione<br />

335<br />

alle teorie di dominanza e sovradominanza 345<br />

14.7 Impiego della maschiosterilità per la produzione di seme ibrido<br />

14.8 Metodi per la costituzione varietale nelle specie<br />

352<br />

a propagazione vegetativa 355<br />

14.9 <strong>Miglioramento</strong> <strong>genetico</strong> delle specie apomittiche 365<br />

Sommario 372<br />

Bibliografia di riferimento e approfondimento 374<br />

Capitolo 15<br />

Estratto distribuito da Biblet<br />

regIstro VarIetale, selezIone conserVatrIce<br />

e ProduzIone sementIera<br />

15.1 Varietà migliorate e costitutori 377<br />

15.2 <strong>Genetica</strong> Agraria e sementi 381<br />

15.3 Criteri di classificazione della varietà e loro costituzione genetica<br />

15.4 Registri nazionali delle varietà di specie agrarie e ortive,<br />

383<br />

e iscrizione di una nuova varietà 384<br />

15.5 Selezione conservatrice 389<br />

15.6 Garanzie sanitarie e genetiche del materiale vivaistico 397<br />

15.7 Produzione e certificazione della semente in Italia 399<br />

15.8 Produzione e commercializzazione di semente biologica 416<br />

15.9 Rilascio di varietà GM e commerciabilità di prodotti GM<br />

15.10 Produzione di seme delle varietà da conservazione<br />

418<br />

e di colture tipiche locali 420<br />

15.11 Diritti del costitutore e brevetti nel settore vegetale 423<br />

Sommario 440<br />

Bibliografia di riferimento e approfondimento 443<br />

GLOSSARIO 445<br />

Estratto della pubblicazione


Presentazione<br />

Estratto distribuito da Biblet<br />

È passato poco più di un secolo dalla nascita della genetica, ma questa disciplina, nella<br />

sua pur breve esistenza, ha subìto un’evoluzione che non ha uguali quanto a rapidità e<br />

consistenza. Come spesso accade, all’ascesa della disciplina nel campo della ricerca<br />

e delle applicazioni non ha fatto riscontro un subitaneo adeguamento delle strutture e<br />

dell’insegnamento nelle Università, che sono la sede naturale di sviluppo e recepimento<br />

del progresso scientifico.<br />

La genetica è diventata materia di studio obbligatoria per gli studenti di Biologia<br />

solo nel 1967, e solo nel 1982 lo è diventata per gli studenti di Agraria.<br />

La didattica si è giovata inizialmente di testi tradotti dall’inglese, cui hanno fatto<br />

seguito, negli anni più vicini a noi, testi italiani che meglio dei primi soddisfano le<br />

esigenze dei nostri studenti perché tengono conto della realtà culturale nella quale<br />

vengono calati e della collocazione della disciplina nei curricula. Negli anni in cui<br />

questo si verificava la genetica si dilatava enormemente aprendo nuovi campi di studio<br />

e guadagnandosi un ruolo centrale per lo sviluppo della biologia e uno spazio prima<br />

impensabile nel campo tecnologico. La rivoluzione molecolare, iniziata nel 1953 e<br />

tuttora in pieno svolgimento, ha fatto fare alla genetica un balzo di qualità la cui portata<br />

non può essere ignorata né dai biologi puri, né da coloro che applicano le nuove<br />

conoscenze al miglioramento delle piante coltivate e degli animali domestici.<br />

I concetti della genetica devono essere oggi conosciuti non solo dagli addetti ai<br />

lavori ma anche dal grande pubblico, visto che la società civile è di fatto la protagonista<br />

di scelte importanti che per essere razionali devono essere basate su conoscenze<br />

scientificamente provate e capillarmente diffuse.<br />

In questo contesto le Università, godendo di una accresciuta autonomia didattica,<br />

hanno responsabilità nuove che le portano ad offrire pacchetti formativi fortemente<br />

diversificati con una articolazione di corsi e moduli di insegnamento non facilmente<br />

inquadrabili in schemi determinati. La preparazione di testi che soddisfino le esigenze<br />

didattiche della nuova Università dell’autonomia non è semplice e richiede un approccio<br />

non facilmente individuabile.<br />

La Scuola di Perugia è stata nel tempo un laboratorio didattico sempre presente<br />

nei momenti delle scelte e anche con questi volumi preparati dai Colleghi Gianni<br />

Barcaccia e Mario Falcinelli si propone all’attenzione di docenti e studenti impegnati<br />

nella articolazione e realizzazione dei nuovi e numerosi corsi di studi.<br />

È certo che oggi, ovunque si affrontino problemi biologici, la genetica deve essere<br />

presente, con un peso e un orientamento che non possono essere standardizzati, ma<br />

che devono comprendere anche gli aspetti più moderni. È per questo che l’opera pur<br />

costituendo una guida aggiornata, nei contenuti e nella grafica, di discipline divenute<br />

ormai classiche come la genetica e il miglioramento <strong>genetico</strong>, comprende anche gli<br />

aspetti più moderni della nascente disciplina della genomica.<br />

È il primo testo didattico di autori italiani che combina la genetica e la genomica<br />

con le biotecnologie genetiche avanzate e col miglioramento <strong>genetico</strong>. La suddivisione<br />

in tre volumi è stata dettata da necessità pratiche ed editoriali. Benché articolata<br />

in distinti volumi, gli autori hanno infatti cercato di dare continuità e organicità alla<br />

trattazione degli argomenti. La numerazione progressiva dei capitoli nei tre volumi ne<br />

è una dimostrazione. Ogni volume può anche essere considerato a sé, come d’altronde<br />

Estratto della pubblicazione


X<strong>II</strong> Presentazione<br />

i singoli capitoli, ma acquista la sua vera identità solo quando inserito nel contesto<br />

dell’opera.<br />

I tre volumi possono comunque soddisfare, presi singolarmente, variamente integrati<br />

o nella loro interezza, esigenze molto diverse che possono andare dai Corsi di<br />

Laurea triennali da un lato e fino alle Scuole di Dottorato dall’altro.<br />

Non è necessario sottolineare l’impegno richiesto da un’opera che vuole essere<br />

approfondita, lineare e nello stesso tempo semplice e adatta ad essere scomposta e<br />

ricomposta per soddisfare esigenze variabili. All’impegno degli Autori si è accompagnato<br />

un uguale impegno dell’Editore che ha portato all’utilizzazione doviziosa ed<br />

efficace di sussidi illustrativi che ben complementano il testo.<br />

Ritengo che il lavoro profuso da Autori ed Editore ha permesso di realizzare<br />

un’opera che merita ampia considerazione e mi auguro che essa possa incontrare il<br />

successo che merita.<br />

Estratto della pubblicazione<br />

Franco Lorenzetti<br />

Professore Emerito<br />

Università degli Studi di Perugia


Prefazione all’opera<br />

Estratto distribuito da Biblet<br />

Negli ultimi anni la genetica e la genomica sono andate acquistando sempre più una<br />

posizione predominante nell’ambito delle scienze biologiche, divenendo le discipline<br />

di riferimento e con funzione di coordinamento tra le biotecnologie genetiche avanzate<br />

ed il miglioramento <strong>genetico</strong> convenzionale.<br />

Attualmente la scienza della genetica può essere suddivisa, a grandi linee, in<br />

una serie di sotto-discipline: i) la genetica mendeliana, che studia la trasmissione dei<br />

caratteri da un individuo alla sua discendenza; ii) la genetica molecolare, che riguarda<br />

la struttura del materiale ereditario e il controllo del metabolismo in relazione alla<br />

manifestazione dei caratteri; iii) la citogenetica, che si occupa principalmente dell’organizzazione<br />

del materiale ereditario a livello di singoli individui; iv) la genetica<br />

quantitativa, che è connessa all’eredità, in gruppi di individui, dei caratteri determinati<br />

dall’azione simultanea di numerosi geni; v) la genetica di popolazione, che si occupa,<br />

invece, dell’eredità dei caratteri controllati da uno o pochi geni, sempre in gruppi di<br />

individui; vi) il miglioramento <strong>genetico</strong>, che riguarda la manipolazione della variabilità<br />

finalizzata alla selezione di nuove varietà; ed infine, vii) l’analisi genomica e le biotecnologie<br />

genetiche avanzate, che, da un lato, consentono l’acquisizione di informazioni<br />

e l’avanzamento delle conoscenze di base e, dall’altro, si occupano della manipolazione<br />

in vitro del materiale ereditario di singoli individui con finalità diverse.<br />

La suddivisione del libro in tre distinti volumi nasce dall’esigenza di trattare in<br />

maniera sufficientemente autonoma ognuna di queste sotto-discipline, nell’ambito<br />

delle quali sono stati poi individuati una serie di argomenti principali per importanza<br />

teorica ed applicazione pratica, ordinati secondo una sequenza dimostratasi didatticamente<br />

molto efficace.<br />

I volumi costituiscono nel loro complesso una guida aggiornata e scientificamente<br />

rigorosa. La sua struttura è stata pensata ed organizzata con la finalità principale di<br />

rendere la trattazione degli argomenti esaustiva e, allo stesso tempo, sintetica ed essenziale.<br />

L’idea maturata e sviluppata dagli autori è stata fin dall’inizio fondata sulla<br />

consapevolezza di dover fornire agli studenti ed agli appassionati di questa disciplina<br />

le basi per una adeguata ed utilizzabile conoscenza della genetica vegetale ed animale<br />

nel suo complesso: dalla genetica classica all’ingegneria genetica attraverso il<br />

miglioramento <strong>genetico</strong> e la genomica. Questo fatto deve essere, inoltre, considerato<br />

nel contesto della recente riforma universitaria riguardante i nuovi ordinamenti che<br />

prevedono corsi di base (Laurea di I Livello), corsi specialistici (Laurea di <strong>II</strong> Livello)<br />

e Scuole di Dottorato. In sostanza, il cambiamento in atto nelle Università italiane ci<br />

ha spinto verso un libro di genetica generale ed applicata completo negli argomenti<br />

ma leggero nei contenuti e, soprattutto, commisurato al carico didattico dei docenti<br />

ed alle ore frontali degli studenti.<br />

Attualmente sono disponibili sul nostro mercato molti libri moderni di genetica<br />

generale e pochissimi di genomica, in lingua italiana, ma la maggior parte di questi<br />

è rappresentata da traduzioni di testi americani ed anglosassoni, scritti pertanto da<br />

docenti inseriti in un sistema universitario diverso da quello italiano. Fra i libri di<br />

questo settore scientifico mancava in realtà un testo italiano di genetica e genomica<br />

aggiornato nei contenuti e nella grafica. In questo testo la genetica formale, il miglioramento<br />

<strong>genetico</strong>, la genomica e le biotecnologie genetiche sono affrontati e<br />

descritti in modo esaustivo, usando un linguaggio semplice quanto essenziale. Inoltre,


XIV Prefazione all’opera<br />

Estratto distribuito da Biblet<br />

la successione dei temi trattati è originale rispetto a quella presente in altri testi già<br />

disponibili sul mercato nazionale ed internazionale e consente di fornire un quadro<br />

unitario dell’intera materia.<br />

Nell’intenzione degli autori il libro è destinato agli studenti dei corsi di laurea e delle<br />

scuole di dottorato che seguono lezioni ed affrontano ricerche afferenti alla genetica<br />

e alla genomica, al miglioramento <strong>genetico</strong> delle specie agrarie ed alle bio tecnologie<br />

genetiche avanzate. Non solo agli studenti della Facoltà di Agraria, più direttamente<br />

interessati alla genetica ed al miglioramento <strong>genetico</strong> delle piante coltivate e degli<br />

animali domestici, ma anche a quelli delle Facoltà di Scienze Biologiche e Naturali<br />

che desiderino integrare la loro preparazione in analisi genomica e biotecnologie<br />

genetiche con lo studio di alcuni aspetti connessi agli organismi di interesse agrario.<br />

Tuttavia, l’uso di un linguaggio agevole e di una presentazione piacevole, arricchita<br />

con disegni schematici e quadri riassuntivi, rende il testo facilmente consultabile anche<br />

da tutti i tecnici del settore agro-alimentare (sementieri, vivaisti, zootecnici, ecc.) che<br />

desiderino avvicinarsi, in particolare, alle basi teoriche ed ai concetti generali della<br />

genetica agraria ed aggiornarsi sui problemi del miglioramento <strong>genetico</strong>, della costituzione<br />

varietale e delle biotecnologie genetiche, più in generale.<br />

Desideriamo ringraziare tutti coloro che hanno collaborato alla stesura ed allo<br />

sviluppo del testo, ed in modo particolare il nostro comune maestro i cui insegnamenti<br />

hanno reso possibile l’esecuzione del lavoro, ed i cui modi di affrontare la materia<br />

hanno efficacemente influito sulla sua organizzazione e realizzazione.<br />

Prof. Gianni Barcaccia Prof. Mario Falcinelli<br />

Ringraziamenti relativi al Volume <strong>II</strong><br />

Un particolare ringraziamento va al Dott. Luca Pallottini, del Dipartimento di Biologia<br />

applicata dell’Università degli Studi di Perugia (attualmente Ricercatore associato della<br />

Seminis), per il prezioso contributo dato alla realizzazione del presente volume. Il suo<br />

supporto scientifico in fase di stesura e rilettura dei capitoli è stato determinante per<br />

giungere alla conclusione del lavoro. Desideriamo ringraziare il Prof. Franco Lorenzetti,<br />

Professore emerito dell’Università degli Studi di Perugia, per la rilettura attenta e critica<br />

di tutti i capitoli e per i preziosi suggerimenti forniti in fase di riedizione del presente<br />

volume. Ringraziamo inoltre i Prof.ri Fabio Veronesi, Valeria Negri, Alvaro Standardi,<br />

Rita Ceppitelli, Roberto Buonaurio, Egidio Ciriciofolo, Mario Monotti, Francesco<br />

Tei, Marcello Guiducci e Vittorio Raggi dell’Università degli Studi di Perugia, i Prof.<br />

ri Giovanni Bittante, Martino Cassandro e Margherita Lucchin dell’Università degli<br />

Studi di Padova, il Prof. Oronzo Tanzarella dell’Università degli Studi della Tuscia di<br />

Viterbo, i Dott.ri Oriana Porfiri e Silvia Lorenzetti dell’Università degli Studi di Perugia,<br />

la Dott.ssa Romana Bravi dell’Ente Nazionale Sementi Elette e il Dott. Natale Di<br />

Fonzo dell’Istituto Sperimentale per la Cerealicoltura per la collaborazione scientifica<br />

offerta nel corso della stesura del presente volume. Infine, desideriamo ringraziare il<br />

Dott. Renzo Torricelli, dell’Università degli Studi di Perugia, per aver curato la parte<br />

riguardante gli elementi di statistica applicata alla ricerca biologica e il Prof. Emidio<br />

Albertini, dell’Università degli Studi di Perugia, per aver curato la grafica relativa agli<br />

schemi di miglioramento <strong>genetico</strong> delle specie agrarie.<br />

Estratto della pubblicazione


Principi di statistica applicata<br />

alla biologia e pratica della selezione<br />

“Il ruolo della metodologia statistica è essenziale nell’applicazione<br />

del metodo scientifi co”<br />

Ercole Ottaviano (1995)<br />

In un qualsiasi programma di miglioramento <strong>genetico</strong> volto alla costituzione varietale, dopo aver defi nito le caratteristiche<br />

peculiari che la nuova varietà dovrà presentare ed aver individuato i materiali vegetali più idonei per il conseguimento degli<br />

obiettivi fi ssati, il miglioratore deve scegliere gli individui che daranno origine alla generazione successiva (selezione) e<br />

stabilire il sistema di unione mediante il quale gli individui selezionati dovranno riprodursi. La scelta degli individui autorizzati<br />

a riprodursi non può essere effettuata soltanto in base al fenotipo ma deve tener conto del tipo di controllo <strong>genetico</strong><br />

dei caratteri oggetto di selezione. La valutazione della manifestazione del carattere nelle progenie e nei collaterali è quindi<br />

molto importante ai fi ni della conduzione del lavoro. Inoltre, nella pratica della selezione l’esame del fenotipo per caratteri di<br />

diffi cile valutazione come la qualità, la resistenza ad avversità biotiche o la resistenza all’allettamento può richiedere apposite<br />

analisi di laboratorio e prove di campo.<br />

La variabilità presente nelle popolazioni, sulla quale si fa presa con la selezione, ha un diverso signifi cato a seconda che si<br />

tratti di specie autogame, allogame o a propagazione vegetativa. Nelle popolazioni naturali delle specie autogame la variabilità<br />

genetica è distribuita tra un gran numero di genotipi omozigoti e pochi cicli di selezione per un determinato carattere,<br />

sia qualitativo che quantitativo, sono in grado di esaurire la variabilità genetica libera. Ulteriori miglioramenti sono possibili<br />

soltanto creando nuova variabilità genetica ed operando la selezione nelle generazioni segreganti, tenendo conto del controllo<br />

<strong>genetico</strong> dei caratteri. Nelle specie allogame il discorso cambia radicalmente in quanto, in conseguenza del continuo<br />

fl usso genico e dell’infl uenza dell’eterozigosi sul vigore e sulla sopravvivenza dei diversi genotipi, gli individui appartenenti<br />

a popolazioni naturali sono altamente eterozigoti. La risposta alla selezione praticata entro tali popolazioni, qualora si tratti<br />

di caratteri poligenici, può continuare per più generazioni anche scegliendo una sola pianta iniziale grazie alla notevole<br />

variabilità genetica che si renderà via via disponibile attraverso la ricombinazione genetica. In defi nitiva, le problematiche<br />

che il miglioratore deve affrontare nella scelta degli individui che forniranno la generazione successiva sono molteplici e di<br />

diversa natura a seconda del tipo di caratteri per i quali viene effettuata la selezione (monogenici o poligenici) e del sistema<br />

riproduttivo che caratterizza la specie coltivata.<br />

8.1 Elementi di statistica applicata alla ricerca biologica<br />

La statistica applicata allo studio e alla risoluzione dei problemi biologici può essere<br />

considerata una scienza al servizio di tutti coloro che si trovano ad operare nel mondo<br />

degli organismi viventi. Particolarmente utile ai fi ni della ricerca biologica e del<br />

miglioramento <strong>genetico</strong> è la “biometria”, cioè la scienza che studia le tecniche di<br />

riconoscimento e classifi cazione di un individuo o di un insieme di individui in base<br />

Estratto della pubblicazione


2 Capitolo ottavo<br />

Fig. 8.1 – Misurazione dell’altezza di<br />

piante di erba medica (A); variazione<br />

continua per caratteri quantitativi: superficie<br />

delle foglie in erba medica (B),<br />

dimensione del cespo in lupinella (C) e<br />

peso del seme in lenticchia (D).<br />

Nota chiave – Concetto di variabile<br />

Il termine più comunemente impiegato in statistica è “variabile”,<br />

tuttavia in biologia la parola “carattere” viene di solito usata<br />

come sinonimo.<br />

Le variabili possono essere suddivise in due categorie: variabili<br />

qualitative e variabili quantitative.<br />

Le variabili qualitative o attributi, sono quelle che non<br />

possono essere misurate, ma possono essere espresse soltanto<br />

in modo qualitativo. Ad esempio, sono variabili qualitative il<br />

colore dei semi di pisello, la forma di una foglia ed il sesso di<br />

una pianta in una specie dioica, la presenza o assenza di reste<br />

in frumento tenero.<br />

Le variabili quantitative sono quelle che possono essere misu-<br />

Estratto distribuito da Biblet<br />

alle caratteristiche fisiche. Molto spesso, infatti, il biologo, il genetista,<br />

l’agronomo o più in generale il ricercatore ha la necessità di valutare e<br />

selezionare individui, analizzare popolazioni, osservare un carattere o<br />

comunque di comprendere un determinato fenomeno. Queste ricerche<br />

possono essere affrontate soltanto ricorrendo ad esperimenti controllati<br />

costituiti da un certo numero di unità sperimentali alle quali vengono<br />

applicati appropriati modelli matematici che conducono alla determinazione<br />

di indici. Sulla base di tali indici sono formulate e verificate le<br />

ipotesi che permettono di descrivere il fenomeno oggetto di studio.<br />

I dati in uno studio biometrico sono generalmente basati sulla<br />

osservazione di individui appartenenti ad una popolazione. Una popolazione,<br />

dal punto di vista statistico, può essere considerata come un<br />

insieme di infiniti elementi, comprende tutti i valori attribuibili ad una<br />

determinata variabile e ad essa possono essere estese delle inferenze,<br />

scaturite dall’analisi effettuata su un campione rappresentativo. Il campione è una<br />

porzione della popolazione e affinché sia rappresentativo deve essere estratto a caso,<br />

cioè tutti gli elementi che compongono la popolazione devono avere la stessa probabilità<br />

di far parte del campione. Inoltre, il campione deve essere costituito da un numero di<br />

elementi tali da rappresentare al meglio la popolazione. È ovvio che più il campione<br />

è numeroso più le inferenze effettuate sulla popolazione sono attendibili. Comunque,<br />

per evidenti ragioni legate al rilevamento dei dati si tende al raggiungimento di un<br />

soddisfacente compromesso tra numero degli elementi del campione e attendibilità<br />

della stima. Generalmente questo obiettivo si raggiunge con un’indagine campionaria<br />

condotta su almeno 60 elementi.<br />

Qualsiasi analisi statistica è caratterizzata da più fasi delle quali la pianificazione<br />

dell’esperimento è la più importante. Ad essa fa seguito la raccolta dei dati sperimentali<br />

e la loro elaborazione condotta utilizzando modelli statistici appropriati e rispondenti<br />

al quesito posto inizialmente. Si otterranno così delle stime dei parametri della popolazione<br />

oggetto di studio. Le stime campionarie della popolazione (ad esempio, media,<br />

varianza, deviazione standard ed errore standard) vengono anche dette “statistiche<br />

descrittive”. Allo scopo di illustrarne il significato e le modalità di calcolo, nella Tab.<br />

8.1 è riportato il peso (g) del seme prodotto, per pianta singola, in un campione di 100<br />

piante estratte a caso da un ecotipo di erba medica (Medicago sativa L.).<br />

8.1.2 Classi di frequenza<br />

rate. Qualora assumano un numero infinito di valori tra due punti<br />

qualsiasi vengono definite “continue”. Molti caratteri studiati<br />

in biologia, come l’altezza, la superficie fogliare e la produttività,<br />

sono variabili continue (Fig. 8.1). Qualora, invece, assumano<br />

valori numerici fissi senza possibilità intermedia vengono definite<br />

“discrete” o “discontinue”. Esempi di questo ultimo tipo di<br />

variabili sono il numero di piante in una determinata superficie,<br />

il numero delle discendenze, il numero di insetti catturati, il numero<br />

di cellule e il numero di colonie batteriche sviluppatesi.<br />

Si chiamano varianti le diverse espressioni di un carattere: ad<br />

esempio, giallo e verde sono le varianti del carattere colore, pennata<br />

o palmata della forma di una foglia, maschile o femminile<br />

del sesso, i valori numerici corrispondenti ai singoli individui nel<br />

caso di caratteri quantitativi.<br />

Prendendo in considerazione i valori riportati nella Tab. 8.1 appare evidente che il<br />

campo di variazione del carattere esaminato è compreso tra 6,46 e 41,59 g e che i<br />

Estratto della pubblicazione


pianta g pianta g pianta g pianta g pianta g pianta g pianta g pianta g pianta g pianta g<br />

1 22,56 11 35,08 21 6,46 31 16,05 41 12,66 51 31,14 61 12,42 71 41,36 81 14,13 91 23,76<br />

2 32,75 12 30,12 22 16,10 32 36,87 42 25,92 52 25,27 62 20,63 72 15,39 82 20,75 92 22,17<br />

3 9,95 13 30,11 23 10,60 33 21,37 43 26,49 53 36,38 63 9,90 73 26,44 83 27,51 93 32,92<br />

4 35,66 14 29,60 24 38,20 34 22,11 44 18,53 54 20,69 64 38,76 74 40,68 84 28,47 94 20,17<br />

5 34,78 15 28,02 25 15,30 35 23,14 45 30,04 55 12,26 65 18,67 75 19,18 85 17,47 95 10,80<br />

6 11,70 16 18,06 26 35,30 36 13,78 46 15,56 56 19,66 66 35,53 76 30,30 86 23,08 96 31,62<br />

7 23,53 17 11,60 27 25,20 37 27,09 47 23,97 57 33,54 67 9,27 77 17,43 87 19,57 97 24,60<br />

8 19,62 18 23,49 28 41,30 38 41,59 48 27,76 58 24,99 68 24,00 78 21,84 88 11,64 98 15,33<br />

9 21,61 19 28,60 29 15,90 39 28,23 49 27,77 59 30,50 69 18,14 79 14,30 89 22,44 99 21,85<br />

10 13,89 20 17,33 30 23,80 40 12,75 50 21,52 60 17,64 70 31,22 80 24,09 90 35,14 100 13,65<br />

valori estremi sono stati registrati per un limitato numero di individui. Questo ultimo<br />

aspetto può essere però meglio evidenziato se i valori vengono raggruppati in classi di<br />

frequenza. Per fare ciò è sufficiente costituire delle classi di peso e contare il numero<br />

di individui che entrano in ciascuna classe. Si ottengono così le frequenze assolute (f)<br />

delle singole classi. In Fig. 8.2 sono riportati gli istogrammi delle frequenze assolute.<br />

Il rapporto tra la frequenza assoluta (f) di una determinata classe e il numero degli<br />

individui del campione (n) fornirà la sua frequenza relativa (f/n) che, a differenza di<br />

quella assoluta, permette di confrontare campioni con numero diverso di individui<br />

(Tab 8.2).<br />

Frequenze assolute<br />

20<br />

18<br />

16<br />

14<br />

12<br />

10<br />

8<br />

6<br />

4<br />

2<br />

0<br />

≤10,0 10,1-14,0 14,1-18,0 18,1-22,0 22,1-26,0 26,1-30,0 30,1-34,0 34,1-38,0 ≥38,1<br />

Classi di frequenza<br />

8.1.3 Media, varianza e deviazione standard<br />

Le statistiche descrittive che meglio sono in grado di definire le caratteristiche di un<br />

campione di individui sono la media x, la varianza s 2 e la deviazione standard s (statistiche<br />

campionarie). Quando la media, la varianza e la deviazione standard anziché al<br />

campione sono riferite alla popolazione sono indicate, rispettivamente, dalle notazioni<br />

µ, σ 2 e σ. Mentre µ, σ 2 e σ sono valori teoricamente ben definiti, ma in genere non noti<br />

per l’impossibilità di esaminare la totalità della popolazione, x, s 2 ed s rappresentano<br />

delle stime di tali parametri nel campione. Queste stime hanno il vantaggio di poter<br />

Principi di statistica applicata alla biologia e pratica della selezione 3<br />

Tab 8.1 – Produzione di seme in g<br />

rilevato su 100 piante di Medicago<br />

sativa.<br />

Tab. 8.2 – Distribuzione delle classi di<br />

frequenza relative alla tabella 8.1.<br />

Classi Frequenze Frequenze<br />

di frequenza assolute relative<br />

≤ 10,0 4 0,04<br />

10,1-14,0 12 0,12<br />

14,1-18,0 13 0,13<br />

18,1-22,0 17 0,17<br />

22,1-26,0 18 0,18<br />

26,1-30,0 11 0,11<br />

30,1-34,0 11 0,11<br />

34,1-38,0 8 0,08<br />

≥ 38,1 6 0,06<br />

Totale 100 1,00<br />

Fig. 8.2 – Istogrammi delle frequenze<br />

assolute definiti in base ai dati della<br />

tabella 8.2.


4 Capitolo ottavo<br />

Tab. 8.3 – Calcolo della sommatoria<br />

degli scarti al quadrato.<br />

essere facilmente calcolate sulla base dei dati misurati sugli individui che compongono<br />

il campione, ma presentano l’inconveniente di dipendere dal campione stesso. Il<br />

calcolo della media relativa ad un campione, permette di sintetizzare in un solo valore<br />

alcuni aspetti del fenomeno. Le medie più diffuse sono: la media aritmetica semplice<br />

o ponderata, la media armonica, la moda, la mediana e i quantili. In questo contesto<br />

si userà solo la media aritmetica semplice, che per ragioni di brevità verrà indicata<br />

come media aritmetica.<br />

Relativamente ad un campione {x 1 , x 2 , … , x n } la media aritmetica (x) viene calcolata<br />

sommando tutti i valori esaminati e dividendo per il numero degli elementi (n):<br />

Prendendo in considerazione i valori del peso del seme prodotto dalle 100 piante<br />

di M. sativa riportati in Tab. 8.1, la media aritmetica del campione per questo carattere<br />

è pari a:<br />

La media fornisce una prima indicazione sul valore fenotipico registrato per il<br />

carattere oggetto di studio nel campione. Tuttavia, la media non dà alcuna informazione<br />

sulla sua variabilità, cioè sulla dispersione dei singoli valori intorno alla media stessa.<br />

Nel campo biologico la conoscenza dell’indice di dispersione dei dati registrati è però<br />

estremamente importante. Molte più informazioni vengono quindi fornite dal calcolo<br />

della varianza (s 2 ) che non è altro che una stima della variabilità di una popolazione<br />

per un determinato carattere. La varianza è funzione della distanza dei singoli valori<br />

x x–x (x–x ) 2<br />

x x–x (x i –x) 2<br />

x x–x (x i –x ) 2<br />

x x–x (x i –x ) 2<br />

22,56 –0,83 0,68 35,34 11,96 142,94 31,14 7,76 60,21 30,30 6,92 47,91<br />

32,75 9,37 87,87 25,16 1,78 3,16 25,27 1,88 3,55 17,43 –5,95 35,46<br />

9,95 –13,43 180,38 41,34 17,96 322,66 36,38 13,00 168,92 21,84 –1,54 2,38<br />

35,66 12,28 150,78 15,89 –7,49 56,13 20,69 –2,69 7,25 14,30 –9,08 82,46<br />

34,78 11,40 129,91 23,79 0,41 0,17 12,26 –11,12 123,70 24,09 0,71 0,51<br />

11,70 –11,68 136,49 16,05 –7,33 53,78 19,66 –3,73 13,88 14,13 –9,25 85,54<br />

23,53 0,15 0,02 36,87 13,48 181,83 33,54 10,16 103,20 20,75 –2,63 6,92<br />

19,62 –3,76 14,15 21,37 –2,01 4,06 24,99 1,61 2,59 27,51 4,13 17,09<br />

21,61 –1,77 3,13 22,11 –1,27 1,62 30,50 7,12 50,67 28,47 5,08 25,85<br />

13,89 –9,49 90,13 23,14 –0,24 0,06 17,64 –5,74 33,00 17,47 –5,91 34,96<br />

35,08 11,70 136,78 13,78 –9,60 92,09 12,42 –10,96 120,09 23,08 –0,30 0,09<br />

30,12 6,74 45,44 27,09 3,71 13,79 20,63 –2,75 7,57 19,57 –3,81 14,54<br />

30,11 6,73 45,29 41,59 18,21 331,56 9,90 –13,48 181,75 11,64 –11,74 137,90<br />

29,60 6,21 38,62 28,23 4,85 23,55 38,76 15,38 236,41 22,44 –0,94 0,89<br />

28,02 4,64 21,52 12,75 –10,63 113,03 18,67 –4,71 22,17 35,14 11,76 138,27<br />

18,06 18,06 325,99 12,66 –10,72 114,97 35,53 12,15 147,69 23,76 0,38 0,14<br />

11,60 11,60 134,50 25,92 2,54 6,46 9,27 –14,11 199,18 22,17 –1,21 1,47<br />

23,49 0,11 0,01 26,49 3,10 9,64 24,00 0,62 0,38 32,92 9,54 91,05<br />

28,60 5,22 27,26 18,53 –4,85 23,53 18,14 –5,24 27,48 20,17 –3,21 10,30<br />

17,33 –6,05 36,58 30,04 6,66 44,33 31,22 7,84 61,41 10,80 –12,58 158,27<br />

6,46 –16,92 286,28 15,56 –7,82 61,15 41,36 17,98 323,27 31,62 8,24 67,85<br />

16,12 –7,26 52,68 23,97 0,59 0,34 15,39 –7,99 63,89 24,60 1,22 1,48<br />

10,57 –12,81 164,07 27,76 4,38 19,20 26,44 3,06 9,38 15,33 –8,05 64,84<br />

38,24 14,86 220,71 27,77 4,39 19,29 40,68 17,30 299,28 21,85 –1,53 2,35<br />

15,28 –8,10 65,65 21,52 –1,86 3,47 19,18 –4,20 17,62 13,65 –9,73 94,76<br />

Estratto della pubblicazione<br />

100<br />

∑ (xi – x )<br />

i=1<br />

2<br />

2338,08 0 7152,01


x i dalla loro . La distanza tra x i e è data da se > x i oppure da<br />

se . Cioè, ricordando la definizione di valore assoluto, la distanza tra x i e è<br />

misurata da |x i – |. Per eseguire i calcoli, è però opportuno considerare il quadrato<br />

della distanza , così come riportato in Tab. 8.3. L’espressione<br />

prende il nome di devianza. La varianza (s 2 ) si ottiene dividendo la devianza per i<br />

gradi di libertà (normalizzazione della devianza).<br />

Nel calcolo della varianza il numero di elementi al denominatore è pari ad n–1<br />

(gradi di libertà) e non ad n, cioè al numero dei dati elementari meno uno, imposto<br />

dal vincolo che la somma degli scarti dalla media è uguale a zero. Infatti, conoscendo<br />

n–1 scarti dalla media l’ennesimo scarto è automaticamente individuato come complemento<br />

a zero.<br />

La deviazione standard (s) si ottiene estraendo la radice quadrata della varianza:<br />

Considerando i dati della Tab. 8.1, gli elementi necessari per il calcolo della<br />

varianza sono:<br />

i) la media ; ii) la devianza ; iii) i gradi di libertà (n–1).<br />

La media è stata precedentemente calcolata ed è pari a 23,38. La devianza è invece<br />

pari a 7152,01, mentre i gradi di libertà sono 99. Disponendo quindi di tutte le informazioni<br />

necessarie è possibile determinare la varianza (s 2 ) e la deviazione standard<br />

(s) del carattere produzione di seme nel campione preso in esame:<br />

Nota chiave – Concetto di gradi di libertà<br />

In una serie di n misurazioni relative ad uno stesso carattere su n<br />

individui, il valore dei gradi di libertà (g.l.) coincide con il numero<br />

n delle variabili matematicamente indipendenti. Nei test statistici,<br />

invece, il numero di gradi di libertà deve essere determinato<br />

8.1.4 Coefficiente di variabilità<br />

Estratto distribuito da Biblet<br />

La deviazione standard permette anche di valutare quanto due o più popolazioni, aventi<br />

medie simili per un certo carattere, sono variabili. Tuttavia, al fine di comparare la<br />

quota di variabilità tra due popolazioni che hanno medie molto diverse rispetto alla<br />

stessa caratteristica (ad esempio, l’altezza in due popolazioni di frumento di cui una<br />

a taglia alta e l’altra a taglia bassa) oppure tra caratteristiche differenti (ad esempio,<br />

peso e altezza) nella stessa popolazione, la deviazione standard può essere fuorviante.<br />

In questi casi è pertanto opportuno calcolare per ciascuna delle due distribuzioni di<br />

valori da confrontare il coefficiente di variabilità (CV) che rappresenta il rapporto<br />

percentuale tra la deviazione standard (s) e la media aritmetica ( ):<br />

Principi di statistica applicata alla biologia e pratica della selezione 5<br />

Estratto della pubblicazione<br />

caso per caso, in funzione del numero delle variabili che sono<br />

effettivamente indipendenti da un punto di vista matematico. I<br />

g.l. indicano dunque il numero minimo di osservazioni sufficienti<br />

per avere una completa informazione del fenomeno una volta<br />

conosciuti altri parametri in qualche modo dipendenti dalla serie<br />

di dati considerata.


6 Capitolo ottavo<br />

Frequenza (f)<br />

–3σ –2σ –1σ µ +1σ +2σ +3σ<br />

68,26%<br />

95,45%<br />

99,73%<br />

Fig. 8.3 - Curva normale o a campana<br />

di una popolazione teorica con media<br />

µ e deviazione standard σ.<br />

µ<br />

Fig. 8.4 – Curve gaussiane aventi<br />

stessa media µ ma diversa deviazione<br />

standard σ.<br />

Estratto distribuito da Biblet<br />

Si supponga che per il campione estratto dalla popolazione di erba medica precedentemente<br />

considerata, oltre alla produzione di seme per pianta (carattere peso del<br />

seme) sia stato valutato anche il carattere altezza della pianta. Le due distribuzioni<br />

(altezza e peso) presenteranno le seguenti medie e deviazioni standard:<br />

Altezza (cm) Peso (g)<br />

x 53,59 23,28<br />

s 10,85 8,50<br />

Prendendo in considerazione soltanto le deviazioni standard sembrerebbe che i<br />

dati relativi al carattere altezza siano più dispersi intorno alla media rispetto a quelli<br />

del carattere peso. Questa informazione è erronea in quanto non tiene conto delle<br />

diverse unità di misura dei due caratteri. È opportuno calcolare quindi i coefficienti<br />

di variabilità:<br />

Tali coefficienti indicano che in realtà è la distribuzione del carattere peso a presentare<br />

una maggiore dispersione dei valori individuali intorno alla media.<br />

8.1.5 Distribuzione normale<br />

L’istogramma di frequenza riportato nella Fig. 8.2, qualora venisse preso in esame<br />

un numero più elevato di piante, assumerebbe una distribuzione a forma di campana.<br />

Una distribuzione di questo tipo si dice “normale” o “gaussiana”, dal nome del<br />

matematico K. F. Gauss. Ovviamente non è detto che la distribuzione delle frequenze<br />

abbia sempre un andamento a campana. Infatti, sulla manifestazione di un carattere<br />

incidono numerosi fattori, spesso non determinabili, che possono renderla molto dissimile<br />

dalla curva normale. Tuttavia, è sempre conveniente assumere che la distribuzione<br />

reale possa essere descritta dalla curva di Gauss in quanto è possibile trasferire<br />

le proprietà aritmetiche di tale curva (simmetria, punto di massimo e punto di flesso)<br />

alla popolazione, assegnando ad esse un significato biologico (punto di massimo =<br />

media aritmetica e punto di flesso = deviazione standard). Quando i dati hanno una<br />

distribuzione differente da quella normale, spesso una semplice trasformazione conduce<br />

ad una distribuzione normale. Ad esempio, a tal fine può essere impiegata la radice<br />

quadrata o cubica, il reciproco, l’elevazione a potenza o il logaritmo.<br />

L’analisi di una popolazione con le frequenze distribuite normalmente secondo<br />

la curva di Gauss riportata nella Fig. 8.3 permette di dedurre che il 68,26% degli<br />

individui avranno valori compresi tra µ-σ e µ+σ; il 95,45% valori compresi tra µ-2σ<br />

e µ+2σ e il 99,73% tra µ-3σ e µ+3σ. L’andamento della curva fornisce anche una<br />

indicazione sulla variabilità presente nella popolazione. Infatti, qualora la maggior<br />

parte delle osservazioni siano distribuite intorno alla media, la deviazione standard<br />

(s) è piccola e di conseguenza la curva sarà stretta ed alta. Viceversa, una curva larga<br />

e bassa denota una distribuzione delle osservazioni che si scostano molto dalla media,<br />

quindi con deviazione standard più grande (Fig. 8.4).<br />

Estratto della pubblicazione


Estratto distribuito da Biblet<br />

8.1.6 Deviazione standard del valore medio (errore standard)<br />

Così come in un campione i dati elementari risultano dispersi attorno alla loro media<br />

e la deviazione standard misura l’entità di questa dispersione, le medie campionarie,<br />

cioè le medie degli infiniti campioni che in teoria si possono estrarre da una popolazione<br />

sono disperse intorno alla media µ della popolazione stessa e tale dispersione<br />

può essere misurata mediante un parametro chiamato “deviazione standard del valore<br />

medio” o errore standard (es) che è dato dal rapporto tra la deviazione standard e la<br />

radice quadrata del numero dei dati del campione:<br />

È importante osservare che mentre la deviazione standard risulta praticamente<br />

indipendente da n, l’errore standard decresce all’aumentare di n e tende a zero per n<br />

tendente all’infinito (Fig. 8.5). In queste condizioni le medie dei singoli campioni si<br />

approssimano alla media della popolazione µ, fatto che giustifica l’impiego di campioni<br />

di grandi dimensioni al fine<br />

di ottenere delle stime efficaci<br />

di µ. In termini di misure, ciò<br />

corrisponde alla prassi, sempre<br />

seguita ove possibile, di impiegare<br />

un elevato numero di misure al<br />

fine di minimizzare l’errore della<br />

media. L’errore standard consente<br />

di individuare un intervallo intorno<br />

a entro cui con una certa<br />

probabilità è compresa la vera<br />

media della popolazione. Questo<br />

è un problema di inferenza statistica,<br />

di riferire cioè i risultati<br />

campionari all’intera popolazione<br />

statistica e il discorso diventa<br />

necessariamente probabilistico. Poiché le medie dei diversi possibili campioni di una<br />

popolazione (medie campionarie) sono distribuite normalmente, si può affermare che<br />

l’errore standard permette di stimare l’errore di campionamento, cioè di quanto la<br />

media campionaria sia distorta rispetto alla media della popolazione (µ).<br />

Considerando i dati riportati in Tab. 8.1 e applicando la formula si ha:<br />

Conoscendo la media campionaria = 23,38 e l’errore standard è possibile ora<br />

risalire in termini probabilistici alla media vera della popolazione. Il risultato dell’errore<br />

standard precedentemente calcolato indica che con probabilità del:<br />

i) 68,26% la media della popolazione è compresa tra 23,38–0,85 e 23,38+0,85;<br />

ii) 95,45% la media della popolazione è compresa tra 23,38–2×0,85 e<br />

23,38+2×0,85;<br />

iii) 99,73% la media della popolazione è compresa tra 23,38–3×0,85 e<br />

23,38+3×0,85.<br />

Principi di statistica applicata alla biologia e pratica della selezione 7<br />

Estratto della pubblicazione<br />

Fig. 8.5 – Confronto fra la deviazione<br />

standard s e la deviazione standard<br />

della media (errore standard) es.

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