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uso e manutenzione pisello - Dr. Giorgio Cavallini

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19<br />

Incamerò l’ informazione, senza dire nulla. A quel punto Talaltro pensò bene che era ora delle<br />

relazioni sociali e condusse quel misantropo di Tale a conoscere Tizio, Caio e Sempronio.<br />

Al solito, passata la paura del parlare in pubblico, i due si divisero, chiaccherarono con questo e<br />

quello, diedero fastidio alle hostess più giovani e carine, intrattennero rapporti di buon vicinato con<br />

qualche pezzo grosso, e poi a pranzo, ove Tale credette bene di esagerare. Finito di mangiare, i due<br />

si cercarono, chiaccherarono ancora un pochetto, risero di gusto di questo e quello. Finalmente<br />

vennero raggiunti al ristorante dalle rispettive consorti, altre due chiacchere e poi via: l’ uno a sud e<br />

l’ altro a nord.<br />

Nel primo pomeriggio Tale e signora imboccarono l’ autostrada, chiaccherando del più e del meno,<br />

ma il cervello di Tale era da tutt’ altra parte. Tale passò la domenica a smanettare come un<br />

forsennnato su Internet: non c’ era niente in letteratura sull’ impiego di quella tal sostanza in quella<br />

tal malattia. In compenso trovò un sacco di articoli sulla azione di quella tal sostanza, che già<br />

veniva usata per altre patologie: a studiarne la formula di struttura chimica e gli effetti<br />

farmacologici l’ osservazione di Talaltro era assolutamente plausibile. Il lunedì demolì<br />

accuratamente la biblioteca dello studio: ancora niente sull’ impiego della tal sostanza nella tal<br />

malattia, in compenso l’ efficacia osservata da Talaltro diveniva sempre più verosimile. Di solito il<br />

dottor Tale si teneva il martedì mattina per sbrigare commissioni e burocrazia, quel martedì invece<br />

lo passò alla biblioteca della facoltà di medicina a scartabellare come un dannato: nulla sull’<br />

impiego di quel farmaco in quella malattia, in compenso si confermavano sempre di più le<br />

intuizioni del collega.<br />

Arrivò allo studio alle 13.45 e si incastrò nella poltrona dietro la scrivania, il primo paziente era in<br />

appuntamento per le 14; il carattere misantropo e solitario nonché le tasse e le spese di gestione gli<br />

impedivano di avere una infermiera. Attendeva il malcapitato nuovo paziente sperando in cuor suo<br />

che avesse la malattia oggetto delle sue ricerche. Alle 13 59 minuti e 37 secondi udì il campanello,<br />

aprì e da sopra la rampa di scale che conduceva all’ ingresso dello studio guardò in basso. Entrò un<br />

ometto occhialuto, curvo, pelato, magretto e maleassortito.<br />

“Sono il dottor Tale, Lei è il signor Anacleto?” “Sì…, sono io” “Prego si accomodi pure, inizio ora<br />

l’ ambulatorio”. Anacleto entrò, si sedette col soprabito addosso ed iniziò un lungo panegirico, di<br />

disgrazie, di malattie e di diabete. Tale ascoltava, sapeva che certa gente ci mette un tot ad arrivare<br />

al nocciolo ed era inutile aggredirle, Anacleto aveva tutti gli odori dell’ universo, fuorchè quello del<br />

sapone. Alla fine si decise: “Vede dottore, mi sono venute delle placche dure sul pene ed ora è<br />

storto come un uncino e poi mi fa male”. Era la malattia che Tale aspettava. Schizzò dalla poltrona,<br />

letteralmente trascinò il malcapitato nella saletta a fianco ove c’ era il lettino e gli apparecchi. In un<br />

attimo visito, visitò, esplorò, palpò, ecografò. La diagnosi era quella: era arrivato il primo paziente<br />

con la sospirata malattia.<br />

Immemore del fatto che fino ad allora aveva curato quel disturbo con infiltrazioni locali da lui<br />

stesso praticate, che naturalmente gli fornivano un discreto guadagno, ordinò la medicina per bocca<br />

proposta da Talaltro dando appuntamento per un controllo da lì ad un mese. Nei giorni successivi<br />

palepeggiò, ecografò, esplorò tutti i peni possibili ed immaginabili, se avesse potuto iniziare una<br />

caccia all’ uomo affetto da quella tal malattia lo avrebbe fatto. In ogni caso riuscì a pescare un<br />

discreto numero di persone.<br />

Il giovedì mattina non resistette e mandò via posta elettronica un messaggio a Talaltro<br />

complimentandosi con l’ idea e postulando alcune spiegazioni all’ azione della famosa medicina.<br />

Ma non era abbastanza, il suo cervello da affarista aveva annusato qualche cosa, aveva avuto<br />

esperienza di brevetti di farmaci, ne aveva fatti e venduti ricavandoci bene. Conosceva quel mondo<br />

di multinazionali, fatto di facce marmoree e voci flautate, di riunioni che iniziavano alle 7 di<br />

mattina per finire alle 8 della mattina dopo per fiaccare la resistenza del malcapitato inventore, per<br />

tutto quel giorno si vide come allora anni prima, aspettare telefonate con il nodo alla gola, correre<br />

per città straniere, per aereoporti, solo. Si rivide per poco vittima dei cacciatori di brevetti (=specie<br />

meno rara di quanto sembri e pertanto non protetta che alberga in costosi vestiti e che ha come<br />

habitat preferenziale la Svizzera ed il Lussemburgo. Altamente pericolosi), si rivide solo. Si rivide

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