uso e manutenzione pisello - Dr. Giorgio Cavallini
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come un impiegato americano col colesterolo alto in vacanza: pantaloni rossi larghi di tela,<br />
maglietta hawaiana, giubbottino di tela sbracciato con 3.827 tasche ed altrettante cerniere. Tizio<br />
abbracciò, baciò e riprese i due con la microtelecamera elettrotecnologica che portava appesa da<br />
qualche parte. Aveva l’ aria di un bambino scherzoso che tradiva un carattere perfezionista e quanto<br />
mai testardo. Personaggio noto nell’ ambiente: abilissimo nel prendere posizioni scomode con<br />
disinvoltura e cortesia ineffabili. Talaltro risalì nel gippone trascinandosi dietro Tale che non la<br />
finiva di prendere in giro Tizio: i due avevano litigato (cosa ovvia visti i caratteri) e si erano<br />
perdonati a più riprese. Fra i due c’ era stima e la qual cosa rincuorava Talaltro che aveva la<br />
necessità di mettere d’ accordo quei due: gente sveglia, permalosi e con la smania del<br />
protagonismo: in ogni caso gente preziosa, che non si tirava mai indietro.<br />
Talaltro guidò e fece strada a Tizio che come gli altri due si era portato dietro la moglie. Arrivarono<br />
alla casa di Talaltro, in collina, c’ era sole ed i tre e le relative mogli si piazzarono sotto il porticato.<br />
Arrivarono affettati e vino e poi la cena. Tutti e tre ebbero la bella idea di esagerare. In tutto.<br />
Mollate le signore si avventurarono in cantina a “parlare di lavoro”. Parlarono del più e del meno,<br />
non si perdevano d’ occhio un attimo, Tizio e Tale avevano intuito l’ idea di Talaltro e la<br />
condividevano, aspettavano il momento opportuno per parlare.<br />
L’ inizio lo dette Tale, impaziente al solito: “Embè che si vuole fare qua?”. “Lavorare meglio e<br />
divertirci di più”, risposero all’ unisono gli altri due. Da tempo avevano fondato una associazione,<br />
che loro tre facevano funzionare al meglio. “Vabbè e allora dobbiamo lavorare allo stesso modo,<br />
con protocolli comuni, con alleati comuni”, “Io lavoro come mi pare”, “Te lavori come dico io, e ti<br />
incavoli quando lo dico io” “Sì padrone” “Però l’ idea è buona” “Hai ragione, una volta tanto, ma<br />
solo una volta tanto hai ragione” “Se ne parla domani, quando saremo più lucidi” “Sono<br />
sobrissimo” disse la voce di qualcuno, mentre stramazzava al suolo.<br />
Talaltro caricò i due malcapitati sulle rispettive auto, pregò le relative mogli di prendere loro la<br />
guida, e diede istruzioni per raggiungere l’ albergo che aveva prenotato per loro. Le signore<br />
partirono all’ unisono, all’ unisono brontolarono sulle cattive abitudini dei mariti, all’ unisono si<br />
persero per la campagna, sbagliando miserevolmente strada, all’ unisono intimarono ai mariti di<br />
tacere e di non dare istruzioni che tanto non erano nella condizione di capire alcunchè, all’ unisono<br />
si dissero “chi me l’ ha fatto fare”, all’ unisono arrivaro all’ albergo, all’ unisono assunsero un’ aria<br />
da maestrine imbronciate coi rispettivi coniugi, all’ unisono i rispettivi coniugi si addormentarono.<br />
Tale, Tizio e Talaltro si ritrovarono il giorno dopo, domenica mattina, al centro medico di Talatro.<br />
Avevano scaricato le mogli e si stavano godendo la reciproca compagnia. Erano di buon animo.<br />
Talatro ruppe gli indugi: “Bene ragazzi, che si fa?” La domanda era a dir poco pleonastica:<br />
“Bisogna che ci muoviamo in un qualche modo, che tiriamo fuori per lo meno una qualche idea da<br />
mandare a quel dannato congresso" "Di idee ce ne sono" “Dai avanti butta fuori” “Bene voi come la<br />
curate voi l’ eiaculazione precoce?”<br />
Una domanda del genere avrebbe senz’ altro generato in qualsiasi altro ambiente una ridda di<br />
ipotesi, supposizioni, affermazioni. Quella malattia costituiva da tempo, ovvero da sempre, quello<br />
che si definisce una rogna: quasi sempre psicogena in origine, con pazienti che spesso rifiutano la<br />
terapia psicologica, caratterizzata dalla necessità di un continua somministrazione di farmaci che<br />
spesso i pazienti malsopportano, povera di bibliografia seria.<br />
In quell’ ambiente quella era una domanda provocatoria, in più l’ aveva posta Talaltro: cauto, topo<br />
da biblioteca, gran macinatore di articoli scientifici. Tale e Tizio tacquero: ogni loro risposta era<br />
scontata in partenza. Si accesero tre sigarette all’ unisono, Talaltro assunse l’ aria consueta del bel<br />
tenebroso, tirò fuori dati a valanga, nessuno ipotetico, e sciorinò un programma terapeutico di<br />
estrema concretezza: stava ponendo le basi per l’ esecuzione mirata di un intervento chirurgico già<br />
noto in bibliografia, ma fino ad allora poco praticato, e la cui indicazione era lasciata al<br />
volontarismo individuale. I due non poterono far altro che condividere. “E chi ci tiriamo dietro in<br />
questa ricerca?”. Passarano in rassegna i membri della associazione: li valutavano e li soppesavano,<br />
sempre attenti più alle doti umane di fiducia ed affidabilità delle persone che al resto. In effetti non<br />
c’ era nulla di rivoluzionario nel loro progetto di approccio alla malattia, stavano studiando l’