Cronologia degli Avvenimenti - Istituto Tecnico Commerciale ...
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Keitel Wilhelm capo di Stato maggiore dell'OKW. Imputato dei capi d'accusa 1, 2, 3 e 4<br />
Jodl Alfred<br />
generale di corpo d'armata. Capo delle operazioni militari dell'OKW (Oberkommando der<br />
Wehrmacht) e consulente militare di Hitler. Imputato dei capi d'accusa 1, 2, 3 e 4<br />
ALL’ERGASTOLO<br />
Raeder Erich<br />
Funk Walter<br />
Hess Rudolf<br />
ex comandante supremo della marina militare, nel 1940 preparò l'attacco alla Norvegia. Fu<br />
sostituito nel 1943 dal grande ammiraglio Dönitz. Imputato dei capi d'accusa 1, 2 e 3<br />
ministro dell'economia del Reich e dal 1939 presidente della Deutsche Reichsbank (banca<br />
centrale del Reich). Imputato dei capi d'accusa 1, 2, 3 e 4<br />
delfino di Hitler , ad Auschwitz sperimentò lo sterminio di massa nelle camere a gas con lo<br />
Zyklon B (acido prussico in cristalli) fu imputato dei capi d'accusa 1, 2, 3 e 4<br />
A 20 ANNI DI RECLUSIONE<br />
Speer Albert<br />
architetto, ministro del Reich per l'armamento e le munizioni. Imputato dei capi d'accusa 1, 2,<br />
3 e 4<br />
Schacht Horace banchiere, presidente della Reichsbank e ministro dell'economia, poi sostituito da Funk. Dal<br />
Greely Hjalmar 1944 nel campo di concentramento di Flossenbürg. Imputato dei capi d'accusa 1 e 2<br />
A 15 ANNI DI RECLUSIONE<br />
Neurath von primo ministro <strong>degli</strong> esteri di Hitler e poi protettore del Reich per la Boemia e la Moravia.<br />
Konstantin Imputato dei capi d'accusa 1, 2, 3 e 4<br />
A 10 ANNI DI RECLUSIONE<br />
grande ammiraglio, comandante della Kriegsmarine (la flotta da guerra), fu il successore di<br />
Dönitz Karl Hitler; alla sua morte costituì un governo che ebbe come compito principale quello di firmare<br />
la resa (il 7 maggio 1945). Imputato dei capi d'accusa 1, 2 e 3<br />
ASSOLUZIONE<br />
Papen von Franz<br />
Fritzsche Hans<br />
vicecancelliere nel primo gabinetto Hitler del 1933, successivamente ambasciatore a Vienna<br />
ed Ankara. Imputato dei capi d'accusa 1 e 2<br />
giornalista; dal maggio del 1933 direttore delle informazioni presso il servizio stampa del<br />
ministero della propaganda, fu soprattutto accusato come "fantasma" del suo superiore,<br />
Goebbels, il ministro della propaganda del Reich. Imputato dei capi d'accusa 1, 3 e 4<br />
II 15 ottobre 1946 nella prigione di Norimberga furono eseguite le condanne a morte. Goring si suicidò, dopo<br />
la condanna. Numerose altre condanne furono emesse da tribunali militari delle singole potenze<br />
d'occupazione della Germania, soprattutto da corti americane, ma all'inizio <strong>degli</strong> anni cinquanta le<br />
circostanze della guerra fredda arrestarono l'opera dei tribunali alleati e introdussero larghe amnistie per le<br />
condanne gia emesse. Soltanto alla fine del 1958 la giustizia tedesca cominciò a lavorare in modo coordinato<br />
sui grandi crimini nazisti.<br />
LA FUGA DEI NAZISTI IN ARGENTINA DOPO IL CROLLO DEL III REICH<br />
Il 25 maggio 1949 il dottor Mengele sale a Genova sulla «North King», il 22 giugno 1949 è al sicuro,<br />
dall'altra parte dell'Oceano. Di questo arrivo oggi esiste una nuova testimonianza: una scheda di<br />
immigrazione a nome Helmut Gregor conservata negli archivi argentini e riemersa tra polvere e armadi<br />
sigillati grazie a un ordine del ministro <strong>degli</strong> Interni di Buenos Aires, Anibal Fernández. A impegnarsi per<br />
l'apertura dei registri che quasi sessant'anni fa annotarono l'ingresso di Adolf Eichmann, Klaus Barbie,<br />
Martin Bormann, Erich Priebke e altre migliaia di nazisti più o meno noti in Argentina è stato il presidente<br />
Néstor Kirchner. Una promessa fatta al Centro Simon Wiesenthal (insieme all'assicurazione che il governo<br />
si occuperà anche dell'estradizione dell'italiano Bruno Caneva, 91 anni, accusato dell'eccidio di 82 partigiani<br />
a Pedescale). Di qui, l'ordine di Fernández alla Direzione nazionale delle migrazioni (che dipende dal<br />
ministero <strong>degli</strong> Interni) e la scoperta dei nuovi documenti, con un lunghissimo elenco di nomi tedeschi,<br />
croati, austriaci, belgi, francesi e anche molti italiani.<br />
Tutti nuovi tasselli da inserire in una storia che in Argentina ha in gran parte ricostruito il giornalista Uki<br />
Goñi (è stato proprio il suo La auténtica Odessa, pubblicato nel dicembre 2002, a spingere il Centro Simon<br />
Wiesenthal a chiedere l'apertura <strong>degli</strong> archivi). Nel libro Goñi racconta di alcune riunioni alla Casa Rosada -<br />
in particolare ce n'è una ben documentata del dicembre ‘47 - tra Perón e nazisti tedeschi, francesi e belgi per<br />
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