POETICA

D E L L A
POETICA
DIFRANCESCO
P A T R I C I
La Dcca Iftonalc,
V^ZLLA QVALEy CON DILET TE VO L E
an tic a nouita, oltre à Poeti, ç lorpoemi innumerabili 3
chcuifi contano :fifkn palefiytutte le cofe compa­
gne, e feguAci delTantiche poefîts»
£ con marauigliofa varietâ, cnotîzia di cofe, marauigliofo
piacere, ed vtile , fi pone auanti à'Leggitori.
Efi gittanoi'Vcri fondamentiall'ane dcl poetart-»
m*
tALLA SER. M ADAM A LVCREZ1A ?>A ESTE
DVCHESSA D' V R 3 I N O,
INtfERRARA, TerVittorioBaldini
Stampator Ducale* «
Con licenza de'Supcjiori, M D LXXXVI.
«

ALLA SEREN
Madama Lucrezia
D A E S T E
M A
DVCHESSA D'VRBINO.
S mit nobile Famwlia al
o
mondo fa nominatn, che pt r
grandi, altiaffari, diuenijfe
glortofa, è ï

grandez&a, ela lunghe^a délia Signoria,
ctiella, eper tutta Jmlia, & in (fermant a ha
tenuto : e iparentadi, con con Papi,econ
Imperadorihauuti: ele fupreme degnità, cb'
ellainogni tempohapojfedute, e che damoltil
famofi Ijîoricijono fi Me raccontate : non eda
tralafciare alcunecofe, chefono ,Qf or naine n.
todeglihuomini, eperfe&ione degh ingegni^
e compagne dellapace,e délia humana félicita.
S que fie fono tre Jpeci aiment e, le Lettere, la
J\4u/îca, e la Toefia di que fie due compoft lepm^ùlt\
pià diletteuoli dottrine^j... , J
irripe-

Jmpero che\findatoda Alberto V, l'annO
M CCC XCIL lo Studio in Ferrara, e conduit
mi à leggere in ogni profîfiione, if tu famofihuominidi
queitempi, (juarino Oeronefe,
prima ch'altroue ,qm rifufiitb lelettere Crèche,
ch'egU dopo moltiJecolijn Italiagiaciute,
di (jrecia hauea riportate. EdopQ lui Teodo^
ro Ga&a buom Greco ,fece lo fiejfo ; e infieme
diede principio à leggere Platone j la cm diuina
Filojofia sfeguirono à fbndare prima qui t
Befikrione, e Giorgio Gemifio, njenuti quà al
(oncilio colGreco Imper adore. Equi/blo,e no
in altroftudio, la medefima da noifileggç^*
Qui Çiouannidi Aionteregio,fingolare Ma*
tematico 3 rinoub lofiudio délie Matematichc
inpublico leggendo. E qui fimilmenteprima,
che in altra parte, Nicole Leoniceno, la buona
JVIedicina di Ippocrate, edt G aie nofeceriforgère.
Ferrara adunque, per liber ait ta délia
Serenijsima (afa njofira /fi pub dire d'ejere
fia ta nuoua génitrice e délie Greche lettere, e
délia diuina Platontca Filofifia 3edella Ma-
* 3 tema-

! tematicaj délia Medicina < S no menofipuo
dire,ngénératrice délia Mufoa,poi cb'ulk >nd
la Badiadi Pompofa^operadtvoflrimagg^ri
da ijuido Monaco fu rigenerata, epoi crefim
ta.erafflnatada Lud* Fogliani Moddnefi^
in teorica infegnœta yed efercitMUt.dâGmfl^uk
nhdagJi Adriani,e>da* ÇiprianijC datanti altri
thequï prima hehberofofiegno tefindlmente^
ta {rcmaticaj la Enarmonica per T). Nicole
VicentinOynè'feruigi di voflra caja 3 prima fyù
Jtfefentir^. Quantoepoi atta^otfixj^
'ta côfa l 3ihefotto Srcole L qmprïmieramènh '
rinacque là Scenica,per (orne die 3di Pandojfi
GoiïenucciOi e di Ludouico Arioflo.' e fotto £/- '
xole 11. padre njoflro, 'per Tragédie di Qîo. '
Mattifla Qiraldi vi s'accrèbbe s Rifirfe qm
anco la Satira, anzjqùi nacquela 'Saura ai
que fia hngua,per opéra dell Arioflo. QwfimïL
mente Je non rinacque ^fu alrinafcere vicinal»
la Lirica Latina 3perErcole,e ^Tttà Stro&zJ,e
la *rofcanàper l Arioflo. ed or a con tant afeli
cita vi fort/ce 3nelCaualiere Xattifla Cjua-

(
rini,* in ^orquato ^TaJJb > e in ^Tarquinia
MolzA, e in tant A aura giouenth ,che di fe
èen tôfio fyœrgerà tlgrido. •«
Jn Ferrara fimtlmmu fetîv À' medcfimi
fauori,l'Eroicapoefia^eh 'altr{ chiamb R omanzj,primafirabheB^efifice
grande,per Fran*
cefioCieco }perti{bnte M-attto Maria 'Boiar*
•do: S fitfegmto dà Nicole Agofiùrijpur Ferra
refe,ë da Lodouico Ariofio. llquale con lagra
deZjZja Jûa^frpera ogni inuidia degli antichi*
Âpprejfo al qùale il Giraldofopradetto, copofè
in altrogeneTt Eroico poemaJEquida ^Torqua
to T* ajfihfg il Rinaldofuojla G ierufalemme
fufabricaîa. Si chemin *vna frîtàjotto laprote
xÀone de' PrencipifïtoiJ'

Vicen&o Maggio. Qtâ tornb in 'vita tarte
délia, Comedia^enacque tarte delRoman&o
dalGiraldo, e da Gio. Battifta Pigna. ç 44
Tatfo l'arte deli'Eroico. e qui fa compilât a l'ar
tepoeticadal Cafteluètro,e qui da noi vnapiù
ampia finefabrica. S^ealtra(ïttàfpuoglo
riare di hauer nodrito fette Scrittori deiïarte
poetica,fuor che Ferrara fila. Et quefio e auuenuto
9per lafila buona mené, del SerehiJÏ.
\ Ercole IL padre voftro, e del Serenifsimo AL
fin fi IL *voflro fratello, edi voi Serenifsima
Madama. f quais, congli aiuti, e co'fauo- j
ri, e con la protez>ione loroYhanno fatto e pro*
durre, e port are frutti degli ingegni nofiri\ \
gloriofi) e per voi Prencipi Serenifsimi, eper
noi. M-a nel particolar di voi Serenifsima \
JMadama. chi e colui 3 che non fappia in qmn
ta prote&ione ella habbia fempre hauuto, tutti
glihuomini dijpirito >e letteratt. Jl Paân
Francefio e
Pamgarola, cosigranpredicaton,
dAntonioM.ontecatini cofgran Filofifo. "Bat
tifla Guariniie c
Torquato c
raJfo )cofgrandi

, Antonio Maria Parolaro, cofgran Aïedtco
3eme, chefono il minimo tra loro ; fenz^a
tantialtri, che qui non dico.
, Schi non sa, quanto elia habbia amata la
\ Aïufca, e con quanta maefla e dolcezjz,a 3 in
altri tempi ella t"habbia ejfrcitata ? St à cui è
nafcojb 3 quant o le fa fatagrata la Poe fa ï
e con quanta finez.z»a digtudizJo 3n habbiapre
fo 9 eprenda tuttauia dtletto ? A cui dunquè
meglio, e più debitamente,f douea que fa mieônori
e chipmch'io con queflopicciolfegno 3douea mo
ftrare al mondo,quanto ip lefa tenuto? e quan
to le dourano ejfer tenutijutti quelli 3che b dalle
pajfate miefatiche 3b dalle prefenti,o da quel
le 3cheà que fiefeguirano alcun fruttofentir anno
? perhauermi ella col Serenijs.juofatello
pro-

procacciatoquejh ripojo^nquefîa etamia già
' inclinante. Ter lo quale io hopotuto, epotrb
corneJpero, condurre à fine moite cofe comm­
uâtes . . ^
Fer tutte adtmque leJudette moite, egran
cagio ni, 10 doueua, e debboà voi 'Aiadama
Serenifsima dedtcare quefia primaDeca deU
la miâ Poeticà ; di cui ella e, la piu eccellentc
parte ,çfè déliefeguenti tutte ilfindamento.
& ha loro da mofirare ilcallz_j .
f. . Gradifiala adunque t^lt. 'V.conbenignï-
tàcorrï/pondentêp alla diuoz.4one,con la quale
ioglieleoffèrQ,e dedicOje confacro + \ r
*~
. . .t
'QïV.sAlt.Serenifs.^ , • <
••• 1
• - * • ^ * »
Diuotijs. Semitorc^
' ' Francefco Patricil

I
f r

TITOLI DE LIBRI-
Crigine, e progrefsi dclla Toefia. lib.I. car.i J
PartïmentodeirAntichePoefie. II.
Partimento per verfi deirAntiche Poefie.
III. 201
De gli vfi deirAntiche Poefie. MI. 213
De gli Agoni dell'Antiche Poefie. V. 241
Del cantare l'Antiche Poefie. VI. 2$
DeU'Armonia compagna dell'Antiche
Poefie. VIL
Délia R itmica, compagna deirAntiche
Poefie. VIII. 32P
De' Chori dell'Antiche Poefie. IX. 555
De' Rapprefentatori dell'Antiche Poefie.
X, ' 581

kHkkkkkkkkkkkkkkkHkkkkkkJkkk
Lo Stampatore à chi legge.
ERCHE l'aurore di quefto Iibro, Giudicioû*
leccori, in tutti glifcrittifuoi, adaltrofinnon
mira,cheal giouamento commune de gliStudiofi,
parendogh, che vcile voftro poteflTe eflere
il farmfapere lefeguenticofe, ha voiuto, ch'io
fia quegh, che note ve le faccia • Sappiate adunquecliedi
mefiauanti, ch'ioqueftoJibroaftam
pare cominciafli, e dopo comincuto, e vadu tofi
il primo foglio,moftroquf,&mandatoalrrouea diuerfi ; varigiudia
neîbnoftatifatti, Ecioè, oli'alcribene, ôtf altnmalen'hanno
detto, e totn variamenre. Quelli che n'hanno detro bene, hari
no detro,che fono grâ cofe lepromeflTene! primo foglio,e che lo ûile
c buono, bC ha maefta, ôc^altri, che lo ftile è breue, e chiaro ( con
tra il timot d'Orazio) egiaue, eappropriatoallamatena,ead infegnare.
E dadiuerfi luoghigh cftacofcnttofopraciô- (Etioho
'Veduto le lettere, e venedirèinomi.) cioè
Da Vinegia , quefte ftefle parole.
Ho moliraco U foçlio al Clarijs. S'g. Giacomo Contarini, al Clarifs.
Sign. Giorgio Gradtnico,alSign. CamiUà CamiUi. &A4INFINITI altri
nobiliffimi ingegni, quali tutti vnitamente lo lodano, & inal%ano fino
al cielo, & afpettano con inefplicabil deftierio di vedere glt altri.
e tutti FIANTO caduti in quefio pet fiero, che cotale imprefa non meno fia
per apportare gtoria al nome di lei, di quello babbi recata fatica aWtn*
gegno di V. S. La quai fi giudica, che fia fiata immenfa, & infinit a.
E fiata contela fopra alcune voci, corne del tutto nuoue, le quali giudi
co 10. che ad huotno di autorità non fi dijconuengano punto»
AgoftinoMicheli. Scilmedefimoin vn'altro, ferme cofi .
Legiuro,chfmolti de piunobili ingenidi queflacitta, affermano,
che l'impreja è nobiliff ma,&i concetti di lei pellegrini, si che non kg-

GONO CONPERFETTO GUFLO IL PRIMO FOGLIO,FATTI INQUIETI
DERGLIALTRI.
EtpuredaVinegiavenne fcritto.
7{ON HO RIJPOFLO JUBITO, PERCHE HO VOLUTO INTENDER'
LETTERATIDI-QUEFLACITIA, DÉLIA POETICA FUA. IL CHENONH
JENFI VEDER IL FOGLIO MANDATOMI. TUTTI VNIFORMEMENT
PIENAMENTE FODISFATTI, E DEL FLILE, E DÉLIA MATER TA, & AF
FIDERIO QUEL GIORNO, CHE POTRANNOLEGGERLA.
HieronimoDonzellini.
D i TADOUA POT. HEBBI IL PRIMO FOGLIO DÉLIA "POETICA M
FE FIN QUI NON GLIHO DATO CONTO TE FLATO PER HAUERLOVOLU
DIUERFI, CHE TUTTI VERATNENTE fi FONO MARAUIGLIATI DÉL
•PENGONO ABBRACCIATE DA V. S. IN EJFA . E PER POTERNE DA
PER OR A NON FANNO DIRALTRO , CBEDI FLARE AFPETTANDO CON
IL LIBRO FLAMPATO. E BEN VERO, CHE AD ALCUNI È PARFO NU
V. S. DITE, DI NON CURARFI PI» CHE TANTO DELGIUDICIO DÉLI
FIO FECOLO, TROPPO DEDITO AILEAUTORITÀ, TURE FI CONOF
PAFS'WNE_S.
Gio. Vicenzo Pinelli.
DATEFARO. BJCEUI IL FOGLIO CBELA MIMANDB DEL SIG.TDT
MOFIRATO A QUEFLI SIGNORI, CHE FE NE INTENDONO. E TUTT
fi VIDE LAUDANO AFFAI. E fi AFPETTA CON GRAN DEFIDERIO TU
DO CHE DAL SIG PATRICIO NON PUO VENIR JE NON COFA BELL
GtiidobaldodeMarchefi del m on te a Vicenzo Fronti.
DA FIORENZA. IL PRINCIPIO DÉLIA FUA TOETICA, PIACQUE.
Gio. Bardi di Vernio.
DIMANTOUA. SENONTEMEFFÎDIEJFERE PROFONTUCFO, MOF
NE HO VDITO, E FENTO ,IO LE HAUEREI DTTTO ALCUNA COFETT
GUA DI QUEFLE FUT FCRITTURE, E FE VORRÀ IO LO FARO RIUER
DOMI IL FOMMO DEFIDERIO, CHE TENGO DÉLIA FUA GLORIA. C
DA EAUILLOFI SHAUEFFE MINIMO ATTACCO DI PUR VNA FOL LE
CurzioGonzaga.
II quale pregato pot dali'autore a dirg!iene,con vn'altra fua cofi ri
fcrifle.
/ FOGLI NUNDATIMI DI MANO IN MANO,FEMPRT PIU MIPIACCIO
TO PIU CHE Y, s. È ANDATA LEUANDO IN TUTTO E PER TUTTO QU
DIRE ,

dire y e quelle poche parolettt\ chc mi pareano non yfate, da que lit, che
attendons fiu or a alla politia délia lingua noftra, riducendofi alla pur
ritd,ealladolce^ja. Onde febentengo per fupetfluoil mandarlepiu
quelle poche cefette, che hauerei dtftderato per lo poco parer mio, di
queftofuo bellifiimo libro, nondimanco , piu per obbedirla, che per che
ella n'habbîa di bifogno, vengo a fcriuergliele. proteftandole perà^h'to
intendo difarlo con ogni riueren%a che fi conuiene al debito di y>n dicipolo
verfo il maeflro.
Da Bologna. Ho hauuto il primo foglio délia poetica. e ïho moflratoa
moitibeUi ingengni, e a tutti è fommamente piaciuta l'imprefa
di y. S. E vero che ad alcunipare lofiile duro, edifufato
Afcanio Pcrfio.
E perche l'autore gli ferifle alcune fueragioni in materiadiftile.
con vn'altradice.
"Non dubtto chel'opéra non fia per piacermolto , DtUa lingua fodisfacc
aftchi vuolf P.S. corne eUadice benijjimo,ha da feguitart
quello che le par meglio.
Da Roma il Padre Fra Francefco Panigarola.
il guflo ,ionil qualeholetto il primo foglio délia poetica di y. S. e
la fodtsfattione, che ne ho ritratto, mi fanno inmdiare a quelli che popfono
leggere gli altri fogh di mano in tnano mentre vanno vfcendo.Epre
garo'Diocheaggiunga tanta celerità a gli Stampatori,quanta fi richiede
per mitigare l'ingordigia a mc^>.
Da Roma fimilmente. llSignor Qirolamo e Sign.Latino latini,
non rolfero dare il giudicio loro alla vifla del primo foglio. Vifii
gltaltriquattrot fi fonlaffati intendere, piacergli fommamente l'or.
dine- yammirare l'inuen^ione, e piu d'ogni altra cofa la fatica,congiunta
con rna grande cognitione, èperquifrçionede tempi, e depotli, tde
potmi in vna cofilunga ferie, & ofcurità.
Orazio Amaducci.
Et in m*altra. Clt feriffi con Paîtra m/a liberamente quello haueuo inte
fo difeorrere, circa qutflafua operaja quale è da tuttt,che l'hanno vifla,
lodata, & ammirata-».
Quefte fono le lodi, o Lettori, dateaquefto libro*;' e in parteanche
il biafimo dello ftile. Maie lodi vèngono tune da perfone (oda
tiffi m e, e tinte per lettere, cf er dottriita iîiiiftn,e per libti ftam pan
„ * * i t \ ~~

dalmondoconofciute. equelledelbufimofonoignote,coCùrT"
E qui fi dirannoibiafimi. x '
Primach'arhmparficominciafe,fuquia Ferrara, Chidi(Te lChe
grande ardireraquello del Patrick), a pcnfare di volere ftnucredi
Poetica, dopo che al mondo erano vfcue ie poetiche, di Giulio (V
fai-e Scaligero, e del Cafteluetro. Etvn'altro, ch'eraftoltizia U cre
derfi di poter dire di poetica cofenuoue, e diuerfe da quelle,chenè
hauea detto Ariftotile, ei tan tifuoi comentatori. perche al mondo
non fi troiuuano piu cofe nuouo.
Ma dopo era
Tofcana, che vediamo vfata a tempi noflri da fcrittoridi queUa,tnon
•pfar la lingua antica Tofcana, che non fi pno dir piu Tofcantu, fendo
sbandîta da Srittori, la qùale vfironogli^crittori diquei tempi il Viluni
,& altri piu antichi, per nonhauerlamigliore, e fibenpulita, t
leggiadra, corne habbiam hoggjdi. E tanto piu che a quefli pare, che
ella di indufiria, e a bella mano fia andata cogliendo ahunevoci antiche,
e difufate. che banno dell'afiritfo > e del ruuido, e dura, cbeft
negli Scrittoriantichi, fancomportate, an^iin quellihamtodelbwno,
perchet>ipaiononate, cbeinqueflo fuo paionocufitcj.
Epiu,pnfloaffettare se mendicate, ch'altrimenti. lîcbeailettoriap.
portarà naufa, e difpltcen^a. Se gli è rifpofto cofi al primo rincontr»,
colto all'improuijo, chetrattando vna materiataie, laquale com'efsi
dicono ,fenon era il riftetto fudetto ,fi doueua fermer e con fiilo Latino,
è (latoneceffario ritrauarevno fiilo graue, enon cofivolgare, comt
è hoggidi il famigliare ddle lettere, (imili.E replicando quefli che M.
Tullio fçrijfe col medemo pmo flile le lettere famigliari, e le cofe filofo
fiche gli fu rijpofio, cbe in quello non è intntto lodatof diffefo dalla op
pofgione che fe glidà -, che le cofe di fiiofofia, non douea trattare coft

aW^tfïatica, con tanto profluuio di parole, e cofi famigliari. Et a quefla
riftiofla nefu replicato, che an%i non farà mai biafimato Cicérone di
qnefto,bauendo per guida Tlatone, Tu rijpoft» che la filofofia di TlatO'
ne ha altri fenft miftici, di quello ftgnificano le parole. che non ha coft
la filofofia di Cicérone. e coft fe n'vfiï del ragionamento. Sogg'iungendohyche
fe ellanonbau

mai, cofi fono vari in ci6 gli intendimcnti, eigulti délie perfonT
E fa che anche Platone, e Senofonte, che furono gmdicati da granl
diantichi, hauerparlaro quelli conlmgua.di Gioue, equefticott
quella délie Mufe trouarono riprenfon. E Cicérone, e Virgiho non piacquero, e non piacciono a molti. Co*qualiefcmpi, egli pon l'ani
mo fuo in tranquille, non difegnando, ne fperando, di poterefodif
fareatutti. Mapurevuole, ch'io al prefente dica alquante parole
in fua diffefa. E dice che quattro fono l'accufe che in materiàdilin guaglifidanno. L'vna,che egli non habbia quefti fuoi libri di poe.
ticafcrktiin Latino: L'altra,cheoalmenoin vçra lingua Tofcana
vfata hoggi da gli Scrittori, gli hauefle pofti.s non nell'antica, ch«
non è piuTofcana. La terza ch'egli èandato nell'anticacogliendo,
alcnne voci antiche, e difufate. ch'hanno de]l'aftru f
o, delruuido,
e del duro, e (bno arfettate, e mendicate, e non nate, ma cucitcEla
quarta, che loftile, eduro, cdifulàto.
Al primo vuole ch'io rifponda, ch'egli non l'ha fcrttta Latina,n5
perche non fapefte farlo ; e teftimonio ne danno le fue Peripatetiche
Difcufsioni.&altro. Ma per li rifpetti (che fono grandi) ajlegati
dall'amico fuo a Roma. Er anco perche, douendo egli fcriuere, tut
toin vn corpo di poetica,etianciio délia poefiaTofcana,non hauereb
befaputc (fegiàl fuoioppoilcori non glielehaïufleroinfcgnatojco
me s'hauefllro a nominar Latinamente Sometti, Madrigali, BJlate,
el'altrepoefie diquefta fchiera, necomeefprimerein Latino molti
termini, e bellezze propie,& eiîenziali, délia poeiiaTofcana,ovol
gare ,oIraliana,chefi dxijcheqiiefta quiltione vnole», chealuifia
terminara, Diceapprcflo (maildice fcherzaudo) che^puiglorij
fua,il moftrare di fapere fcrîuerem duelinguè, La tin a, e Tofcana
che in Latinafola. Et quarto, che maggior onore fuo farà.fequcfti
libri fàranno lerti in quefta lingua da gli huomini ftrahieri. Perche
fi trouera là oltrea monti, valence huomo (corne giafu deftioiDialoghidell'Iftoria)
il quale in Latino glitraduca, e piu volte,come
quelli, fi facciano ftampare, con moka Iode dell'aucore.
Qaantoal fecondo, dice che prima fia dichiarato, da quelfaccé
te,qualelingua, fia la vera Tofcana, fe non èl'antica? Laqualefi
truoua vfata da vari ScrittoriFioren dni Se altii, rra gli anni 1500. e
1400. Laquale, coluidice, che non è piu Tofcana, enonnedice
la ragione. Forfelârà vera Tofcana fecondo lui, la CortigianadiRo
mafolaSegretariefcaî olacorrente, poichealcuna cofivienqnominata
?
EtilPatricio dice, che ne la Cortigiana, nequelladeSegretari,
non è la vera Tofcana, poi che fuoridi Tofcana ella cnata,&vfata.
E la corrente, o commune, manco è vera Tofcana, poi chejrcom-
mune

munca nutel'aitreparti, ccittàd'Italia. Adunque colui parla più
diqnel che menointende,diqueftaveralinguaTofcana. fegianon
intendeffe diquella, checofi pulitamétef riuonoi moderni Fiorea
tini,ealaw Sanefe. Chefe diqueftaeifaueIla,diceilPatricioeflere
in ciod'accordo feco, machel'antica piu non fiaTofcana, e daiui
diflordante, e concorde con canti nobiliScrittori, eFiarentini, &
sltn. Iquali quellaantica hannoapprouata, e tuttauiaapprouano
perl'ottima-jEch'egli.diceil Patricio,haeletroigualmente, el'antica,
e la molerna per ifcriuerequeft', & al tri libn fuoi. Perciochejnô
hatiendocgh afcnuerea Cortigiani foli,non èafuopropofitolahn
gua Cortigianaî ne la Segrmnefca,poicheletrerenonifcriue: ne
la commune, o correnre,parendoli ella, e men pura, e m en o efficace
, e perche fta in continua mutazion di'Voci, edi forme di dire,
e perche non ha tanti Scrwtori, ne cofifamofi quanti, equali, gli ha
la Tofcana fopradetta_».
Quanto èpoialla terzaaccufa. dice, che quel diRoma»gli haue
rebbe facto grancortefia, feglihaHefleadditate >quelle'Yociaftnife,eruuide,
e dure, eaffettate, cmendicatc,e non nate, macucite.
e grande obhgogliene haurebbetenuto, fi corne grande il tiene
alSig. CurztoGonzaga,ealSig. Orazio*riofti. Iquali molto da
lui pregatia voler fegnare le cofi fattevoci, non nehan potuto,o voluto,
fegnare più che cinque. Trattamenti, Ed,Saluo, Addottrina
re, fcienziare. Edc'modi dire, Perantico. De'dinoftri,Porre
per opéra, In quel torno. Corne parole, e modi non gia non Tofcani,
ma corne fuoridel commun vfo, in queifignificati. Epure, fe
l'vno, el'altro,fienointendenti di bella lingua, l'haqueglimoftra-
tonclfuoFidamante, poematantoeccellen[e,eleggiadro >
chetra
gli Eroici mira alla pnmimnza, enelleRime.
E quefti, ein Linchepoefie, ôç,. inTragiche. Lequali parole,
emanure, fefieno Tofcane, on6, odure, eruuide, poiche
eglimoftradinon hauerelettii buoni Scrittor Tofcani, nedimandiàiTofcania'oggi,
che vi fcriuono con tan ta Iode. &accerrato
fene, fi pongaagmdicare.fefienocucite. ea farvedcre,comes'habbiaafare,afaruelenafcerc.
Il chefinocheemon fa, il Patriciodice,
che fi nfolueacredere, checoftui, parli piudiquel, chemeno
intende. E che fia vero quello che di quefti cah dice il Caualier LionardoSuluiatt,
Che peraffetta^one intendonola purità, lahelle'^adeldire, ela
fctlta délie paroles.
E perciô lafeiando di piu quiftionare con i cofi fatti, che tengono
del Vefpone, che fempre rode l'altrui mêle, edefso nonne
fa giamai; l'autore fi fachiaramenteintendere, cheegh haperotti
_ ' me

me voci, e modi quelle de gli antichi, e de Fiorentini del di dWt
ed'alcun'altri, che loro fonfimili, efecondofuo potere, feguir£L
gli efempi loro : &anco alcuna fiata, quando bene gli verra, fi
fi farà lecito di mettere m opéra l'mfegnamemo di Ariftotile,frapo
nendo tra le proprie, e pure parole, c forme, alcuna voce, e manie,
ra peregnna : pofciache, cio è quello intra l'altre, che lieua di baffez
zalefcntture, elorodabellezza,edegnità, edolcezza. Efimil.
mente, ch'egh vferà tal'ora voci, e forme, da altri Scrittori non v&.
te (mirandoperô fempreallachiarezza) edimefticheràdeJleGreche,
e délie Latine, fecondo la neceflïtà, che le gli porrà dayianri, fe
ben non foflero per altri ftatedimefticate. Edice, ches'altri, per
non fi noiare di quefta, onouità, oantichità ,chefia, fuggiràdile»
gère gli fcritti moi, egiifacerto, che ne portera non leggiere peni!
tenza,reftando ignorante di moite cofe, di-non picciolo momento.
Crede poi cheal buio fode pronôçiata la quarta accufa, cheil fuo
ftile fofle duro, e difufato. fe per iftiie, fu in tcfo, le voci, e modi fopradetti.
Perciochefra ftile, equefti,vi ha non pocadifferenzajla
qualenon puoconofcere,chinonha primaveduti, einiefiiCarat
teri, o Generi,oIdee, diDemetrio Falereo, di Cicérone, di Dienigi
Alicarnafleo, ediErmogene. Sicomenon„paredi comprenderla,
chi dice che Cicérone fcrifle le lettere, elecofedi Filofofia,
colmedefirnopuro-ftile. hauendo Platonein cio per guida- Non
comprendedico, chedifFcrenzadi ftile fia tra le letterefteflediCicérone,
mentrefcriueaLentulOjO a Pompeo,oa Cefarejverfoquelle
fcritte a Terenzia,& a Tirone. E che fomiglianza è tra lo ftile del
la Filofofia di Cicérone tutto proprio, e piano, aquello di Platone,
figurato, e femipoetico j'e tra fe diuerfo, mentre, facheparli Socrate,
altrimente co' Giouani, e co' Sofifti d'altra guifa. eco'Saui
d'altra. Nefacoluiladiuerfirà che ne ftili porta, la diuerfità délia
materia, ne gli fcritti di coloro che fànnociô che fia ftile; ecome,
ein.qualicoie, l'vno ftile dail'altro fia différente-, equaleadvna,e
quale âd altra materia s'acconuenga-.. E s'acconuiene alla materia
prefen te, la qualenon è lettere, ne cortigianie, neamorofeleggiadrie,
ma iftoria, e filofofîa, ed è lo ftile, di che l'ha il Patncio vèftite.adeffe,
anco per giudiciod'aitri appropriato. Il quale fe dure
ad alcuno pare, fi l'ammollifca egli con qualchefua ricetta, o il lafci
ftare. PerchequantoadjfufatoconfrflailPatricioilfuoftiloeflete
taie, e tal yolerlo. Poi che quello di Platone, e quello di Cicérone, '
furono ftili, da loro foli, e non daaltri Scritrori viati, neformatiad
imitazione degliartrui ftili. ecofi afferma il Patricio, nonhanere
nel fuo, volutoimitare, ne rafiomigliare ftile alcuno d'altri ,mavo-
1ère, corne propriofuo, e che fi refti difufato.
— - * - — - — e _

Et tutto il fopradetto ha voluto, per me, o Letton fârui tapere, ac
cioche piu non iftiatein briga, del fuo o fapere, o non fàpere fi rmere,o
Tofcano, o non Tofcano, o dnro, ô non duro. E queft'alrre co
feappreffo, vuolche io aggiunga in materia d'altro che di lingua,che
fimilmenteda Roma gli fono ihue fcritte.
Cioc,chevngalant'huomoha derto,ch'eg!i fa troppo grandefti
ma deU'autontà di Suida il cui hbro è folo vn centone di aurori vari
non nominati. A quefto ei nfponde. ch"egli piu non îftima S lida,
di quel ch'altri valent! fi ftimino Sterano, e Polluce. a quali pur fi cre
de. E Suida ha pure moite cofe piudi loto. oalmen dell'vno. epoi
che di m eglio non ci ha, che fi ha egli a fare? hauere alcuna norizia,
o hauerne niuna ? per via di centoni, poi che non fi puo per via di
pnncipaliautori.
Difle più, che in tanta ifquifetezza di pceti, e di poemi, (ï douea
rar anche memona de poetiEbrei, fra quali vnofu Dauide. Edei
nfponde, hauerlafatta, quanta hapotuto, infiemecon poeti d'altrenazioni
Caldei Fenici Egizij, eCelti. egrazu gli farà chiunque
più n'hauerà trouato, a dirglicne.
Vn'altro, lodandolaratica, el'ingegno dell'autore, ha detto,
che la fua è vna infinita diligenza, maofcura, efenza giouamento.
Ofcura,perche delfè piu cofe da lui dette,non fi puo hauere ne venta
ne certezza.Senza giouamentojperche (tanco il lettore in quefte cofe
lunghc, ôc^difutili, credendo che le feguenti fieno, corne quefte, le
lafueràdileggere. ecofi niun frurtonon ne cauerà. Acoftui, per
fuo nome fi nfponde . chepiuchiaracognizione, ne più certa non
fi è dalui porutarintracciare. e che corne hodctto, meglioèdi hauerne
qualchenotizia, chenuina.
Ma ch'ella fia fenzagiouamento, è (latogiudicio troppo frettolo
fb, e non bene maturato . Percioche, edorfi puodaqueftaiftoria
raccorre, la falfità di moite, e délie piu famofe, e credute vere optnioni,
cheora perli commentatori di Anftotile,neIlementi de gli
huomini fono in flore. Et per l'innanzi per quefti fondamenti più
fi fcopnranno. Et efle, e le vere ragioni di queftaarte,e délie bene,e
maie formate poefie . 11 che feneîfatto délie fcienze, fia gioueuole
o ro ,chi non fa, o non puo, o non \uole giudicarlo, e non foftiene
di leggere piu auanti, gli fi da per l'autore grata licenza anche a non
cominciare. Perche fa, che coftoro niun danno potranno portare
ail opéra, cofi facendo. cPIatoneda molti non èletto, e non fi refta
pero eç»li perciô di ell'erequel grande, e quel dmino, che veramentee^li
è. Eil danno è tutto di coloro, che noi leggono.
Altri ancora ha detto, che di fi gran maiTa, e di fi îfquifita, il Patricio
corre due pericoli. L'vno ch'altm prendendo il miglioreje ab-
. * * * bre-

uiandolapotràfarfeneonore, corne di ma inuenzione, émette
reluiin oblio . El'altro, cheinqueftatamaifquifetezza, potràalcuno
oiTcmare alcuna cofa,dall'dUtore, corne da huomo , tralafciata,eriprenderlo,etacciarlo.
,
Alla prima parte il Patncioaice, cheiedi Huio lamaggior parte,
e Trogo Pompeo tutto fi èTmarrito, non ne è ftata cagtonel'ab.
breuiazione che di quello fece L.FIoro, e di queftoGniftino. m
fi il tempo edax rerum ; pofciacheStrabone, ed Anftotilein quelle
fixe parti che ancor habbiamo, fono ftati abbieauui, e pur fi ttuoua
no. E Polibio, eDiodoro, eDionigi Ahcarnaffeo, e Dione Caffio
emolti altri, che non fono itati abbreuiati, nel piu fono andati ia
perdizione. Alla quai difau:ntura, fi puo fperare, che diquii nil3n
zi, porta laStampaarrecar akixn nmedio . equando pureauuengi,
che di gia pofto ha l'animofuo in tranquillo,conofcendo egli 5eie,e
lecofcïueelferemortali. e che in pace portera il cafo del deftinô,
gîoriandofifratanto tra fe medefimo, ch'altrireputi, dipoteifiacquittar
onore fu le fue fatiche. tutto che di furto. I
Ail'altro capo dice ch'egli non tanto di fe prefume, checredagli
fcrittifuoi, eflerefenzaerrore. baftaalui, di porui tuttaquellacji.
Jigenza, cheperluifi puomaggiore,perche'Verifieno . Echemol.
to piu era periglio di eflere tacciato fe in vna imprefa grande, impre
fapergiouare aîtrui moite cofe hauefle tralafciate, chehauendoneafuo
poter, o niuna, o poche lafciate fuoci *. Es'altri il riprende
là, percio col vero, ch'anzi ei glienehaueràobfigazione. efil'ame
rà,e ammireràjcome amico di verità.Ma fe il farà con animo malua
gio, e côtrail vero delletCofe,come alcuno maligno ha fatto in altro,
egli cercherà , fe farà in vita, diatuttofuopotere, diffendere, &fe
dalle calunnie, e il vero, cheegli hanrà detto, dalle bugie. e fe ciô
ardirà altri dopo la morte fixa, fpera che fi trouera tanta bontàinal
cuno, ficomefin'ora s e trouato,chi prenderà la fixa diffefa. eche
. mol to fi fente et tenuto a quefti tre valen t'uomini, i quah qixerti dub
bihannomofïi. Perche §H pare,che l'habbian fatto .perzelodive
rità, e di fua riputazioneCol quai fine, priegoui gioia a mtcJ,quan
tibenegli 'vorrete.

ALf ONSINO TROTTI.
jgf Hiutique poetando al Jàggio, fanto
Cm Monte del bel Tarnafo il T>olo intende,
if-fâiï E perfiio duce ilgran TK.1CJO prende,
6piegar ben puo fècuro il ^volo, e'Icanto.
Cb'ei delprifco faper la glorta a canto
Tienprigioniera, e cofi pronto afcende
La

DEL MEDESIMO.
j£ «m/ minute) il fuono intorno
Tortbla fkmtty adallettare ilmondo;
Nel tuo dir faggio, e nel faper profondo
Hor fonora rinforza ilcanto adorno.
Ctiindolci pacï, en placido foggiornot
Virtute, eterna gloria, honor jecondo,
DepoBo han qui de pregi loro d pondo >
Lieu godendo à la tua iuce il giorno,
Hor qualmarmo , qualtela , o qualpuo inchiojlro
'De rveri merù tuoi la ^yïua imago
Ànoi mo/lrar, che non Jïa mn ombra, wn

DEL SI G. GIROLAMO
F O N T A N A.
**&jêa otN^profondo faperilmodo, e Tarif
Del'-vero poetar à noi dimoflri,
CNj tuoi bcn (frarji, e ben purgati inchio-
PAT RI CI O bonor délie piifdotte carte : (flri
Cià di te manda il grido in ogni parte
La fama piu pregiata ^cb'ori ofîri)
E rtmuzza il mal dir de* tempi no flri,
Toiche njoci digloria intorno hai sj>artt*>,
'Ter Jempre k fremer co'lïlridorde' denti
Qon Uuidi occhi, (liafî ml comle
Vlnuidia di a,'enen fumante, e molle.
£\> ardifcbi al nome tuo, ch'al ctel s'eftolle,
(orne Sol di "V/r/« raro, e gentile
Temeraria adombrare i raggx atàtnù.
DE L

G I V L I O N V T I .
01 P^T^lTiO, quafrpadre ogniToeU i
Secottdo l'opre frite frcoprite hor

G I V L I O M O R O.
E NTR E o/curagiacea negletta,, e liile
Lagrangloria di tHpu' col canto > e coljonoro HiliLj j
êcco di r
vaghi fior nouello zAprilç^
Jlgran PAT KIT 10, choggi fol per nsoi
Ttjjècoronx, efâ coifcrittifuoi
IJoUr

TAVOLA TAVO L A DE" DE* POETI. POETI.
tAnfione 12
Srranicri. ^întagora 112
Bf*^*^!*.* Schpiolmute 5 milite 12
IfoJg^X^j ^polloMufageta $ 57
Oreci *4ntifitne Comico 87
F^LS^y ^ibarifcita 53 *&ntifa.ne Colofonio 95
^tcato^irgino 40 ^intiloco 80
83 uintimaco Colofonio 97
129 lAntimaco Tfeca 80
Jtgatillo 105 ^întimaco Egi^io 80
xrfgatone 91 A^ipollodoro 97
lAlceoLirico 60 *4pottodoro Comico 109
KAUCO Comico, e Tragîco 65 .Apoïïofkne Comico 98
^ilceo Comico 6 7 ^ipollouio Rodio 116
s/îlceo Meffenio 124 lArato Comico 98
s/ilcmane • 53 oiraro Cilice 117
*Alcmeone 40 tA, iano 127
*Altffandro Licno m xArcbebolo Liric» 117
lAleffandro Ecolo 117 ^trchelao 90
lAleffandao S'euero 126 ^îrchcflrato 93
sAhffi Comico 88 oircb'u 122
^Alimnio 106 ^irchiloco JI
tAnacreonte 6? vfrcbippo Comico 93
iXnacrconte Lirico 73 ^irijrone IO4
^înacreonte {{i^otomico 73 Grignote 70
vdnaffandride Comico 88 ~4rioye 59
^inajjila Comico 93 *Ari(larco Tragico 84
^Anajfippo Comico 118 oinfiea 43
lAnfi Comico 97 ^irifleo 65
a. iA,ijto-

tÂriftafhneComicQ 54 •
viriftotile
94
tArtino 39
itsholo • 3*
4i
Afopodoro
57
^Ajjlonko Comîcù 99
^îf.anajfa 6z
^Jiidamante faire 88
^tflidamante figlio 89 autocrate Comico • ' Latini 98 98
^iecio Tragico 131
xAdt iano Ctfare 145
xAfranio Comico ' i?4
145
.rflbino
^dlhinouano .141
136
^fipino
142
Antonio
142
^iugufta
146
Jîufomo
oîlano
Chriftiani
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Criftodoro 120 Dionigi Bi^an^io 121
Crobilo Comico
Latini
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DionigiMilefio
121
121
Caluo 158 Dionigi Mit'ileneo I20
Camerino • 141 Dionigi Samio I20
Caro 141 Dionigi Tiranno 186
Cajfio 140 Dionigi Tiranno II.87
Cato 136 Dionigi Vticenfe 120
Catone
Catullo
136
138
Diotimo
Doroteo
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104
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T A V O L A
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T A V O L A
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TEO-

Teofkne 122
Teofilo Comico 99
Teogoni 69 Teolito 95
Teopompo Comico 99
Terpandro
Tejpi
45
65
Timacbida 118
Timete 19
Timifiteo Tragico 96
TimocU Comico
202
Timocreonte
Timone
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Timoteo 90
Timoteo Gaçeo 128
DE' P O E T 1.
Ttrteo
Tolomeo
Trifiodoro
V *Arrone
Virgilio
Vittorina
Vgubddo
Z Oneo
Zoroaflro
11 fine délia Tauola de' Poeti.
fi TA-
54
119
126
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138
J47
«51
113
126

TAV O LA SECONDA
; DE' P O E M I< w
.
^îrifiarao di Orner0
CaicodiRjano *tï5' butane di Ignacio 120
^£cut% Tyomo ytntigenidadiiAlceo
diZer
pandro 45 lAntidoti di Orfeo 2î.
Jïdulterio di Venere
-diDemodoco 30 lAntmchiadilfctcojlfrodifiadedi
Criflodoro 129 *Anxïaco di Simonide
lAftonîo diVanolbio 120
.Agen Satîro 103 ^intîppe JiTartenio ï^
lAleptria diEfiodo 36 tenioFocefe 123
^ilèffandrïa diDemoflene
112 lAntomerodiTolomeo
^flejfandriaco di Soterico
128 ^ntropogonia di Arato
*Aleffandriada di^iriano
127

DE' P O E M T.
TA 63. DI.APOLLONIO LI6 LAFFACENDATODIDIFILO ico
LARIADNA DI TEOLITO 95. DI SOTE- ^FLCEFIE DI^TNTIFKNE 87
RICO 128 ALCINOO DI FORMO 66

Tragédie.
T A V O L A
ZAMORIDIVONTICOI^ DIFON-
ACHILLE DI SOFOCLE SI.DI GIOFO- TANO 142. DI.ADRIA.NO i^y
NE 82. DI CLEOFONTE 9 7 ANNALI DI ENNIO 131. DIOJLIL
A.DONE DIT>IONIGI 86 133-DI'JH.FURIO I36.DI

DE' P O E M I.
'BACIDEDISOPATRO 10? CHIOMA DI LATONA DI TALEFH-
BAGNO DI ^INFI 97. DI DIFILO 1 oo TO 27
BAUANTI DI TOFIDIPPO I o i CHIRONEDIEFIODO
BARBITO DI MAGNE | 66 CBIROFCOPICADIEUMOLPO 25
BATTE DI EUPOLI 89 CIANIPPODIVARTENIO 40
BEO^IA DI THEOFILO 99.DIDCFI- CICILIADI OMERO^^, DILPIÔS. DI
LO îoo TSQCANDRO. 120
BEFLIE DI CRAIE 8$ CICÉRONE DI ^FRCBIA 12 2
BRUTTN DI .ANAFFANDRIDC - CIMBRICA 88 DI *ARCBIA 122
BUCALIONEDI SENARCO 102 CIMERIJ DI CALLINO 76
BUFIRI DIMNEFIMACO 99. DI EFIP- CINEDI, DI SOTADE^ 110. DI TIMO-
PO 100 NC 113. DI^ÎLEJFANDRO ETOLO
Tragédie.
NJ.DI TIMACHIDA 118
BACCHE DI GIOFONE 82. DI CLEOFON- CINIGETICA DI OPPIANO 12 5
TE 97 CIRCE DI ^ÎNACREONTE 7 3
BELLEROFONTE DI ^IJLIDAMAN- CIRCOLI DI OMERO 3 4
TE 88 CIRCOLI TERGAMENI, DI MU- *
C
C
FEO 120
MICEDISTEFICORO 58 CIRCOLOEPICODISTAFINO 38
CLEOPATRA DI THEODOFTO 122
CALIDOHIACA DI COLUTO
CODRO
129
DI TANIAFI 79
CAMBIFEDISIMONIDECEO 68
COLIAMBO DIIPI 68.' DI CALLIMA-
CANOPO DI

T A V G
CRONIA DIMCLAMPO N.DI JPI. 6 COMAFLI 8 DI FRHICO
CRUMATH DI OLIMPO 23 CARIFFE- COMPSODI'MCOFIRATO i 0 I
NA 61 CONTUDINIDIIANAJFTMDRIDE
Comédie.
CORALIJ CO DI EPILICO p
CACCIATORI DI LANAFFAUDRIDE CORIRIAFLEDI 8 8 FILÈTERA lo
CACCIATRICE DIVILITERA 101 CRCTEFIDIAPOLLOFKNE p8
C d/c^e A" XAFFIONICO 99 CRIFICOO DEL DETTO ç
CALCIDICO DEL DETTO 99 C«oc/« DI^INAJFILA 88.DI^ICO-
CALIJÎO DI

DE" P O E M I.
DARDARÙCO DI CORINNO 3 O. DI DEMIA EGE­ DI SOFILO 100
MONE .
1 1
7 DEFMANTIDICRATE • 8 y
DECAETERIADI ORFEO 21 DEIUALIONE DI ^LNTIFHNE 8J.DIEU
DEDALO DI CAUIMA CO 11 | y BOLO 92
DELODI TARTENIO 40. DIEUMELO DIABOLO DI T^ICOFLRATO 1 o 1
- 4&.DI TARTENIO FOCEFE 123 DIONIGIALEFFANDRO DI CRATINO 81
DIANA DI TIMOTEO 9 o DIONIGI DUE DI MAGNE 66, DIEU­
DIAFCEUE DEL DETTO 90 BOLO 92
DICLIADI ORFEO . 20 DIFCOLODIMNEFTMACO 99
DIMETRIDI\ARCBÏLOCO 50 DITIRAMBO DIJTFNFI 97
DITIRAMBO DI\ARCHILOCO yo. DISE DODONA DI^ANTIFKNE 8 7
NOCRITO y 2. DI^FRIONE y p. DOLORE'DIEUBOLO DI
' 91
TINDARO 74. DI MENALIPPIDE DRUDIDÎSOPATRO 92
%JO,E DELT^IPOTE 7 $.DI TIMO­ Tragédie. !
TEO 9OJITLATONE 91 JI TELEFIE T>ANAIDIDIFRIUICO J%.DI EFCHI-
77 .DICINEFIA 89. DIDICEOGE^ LO 109
NE 96.DILAMPROCLE 1 O^.DI^A- Latini.
LIMNIO 10$, DIFILIRINO 106 "DIANA DI CATO 136
DITIRAMBO CALÉ DI TRAFILLA 8 y
DITIRAMBO DCLIACO DI SIMONIDE
E
E
^ICIDI DI^IFTO 41. DIFILOFFE-
CEO ' 68 NO 86
DITIRAMBO IMENEO DI TELEFIE EACIDIDI^IFIO^I.DIFÏLOFFENO JJ
86
DITIRAMBO MARFTA DI MENALIPPI- E CALE DI CALLIMACO 11 y
d e
. , r 75
DODECAETERIA DI ORFEO
E CCIDIO DI LLIO DI STEFTCORO
2 E r CFRAFT DI CRIJIODORO 129
y 8
DONNE DIEFIODO 36 EDIPODIA DI OMERO 3 y. D'INÇER-
DOROTCODITANOLBIO I29 TO 42
Comédie
EEE DIEFIODO 36
D ALTRI DI^TPOÏLOFKNE 98 EGIDE DEL DETTO 3 6.DI CORINNA 74
DANAE DI SANNIRIONC ÇJ EGONIA DI PJANO 116,
DAULIDI^ÎPOLLOFHM 98 ELÉGIE DI ~*£R CHILOCO yo. DI SIMO­
DEDALO DIEUBOLO • 02 NIDE H-DIMIMNERMO y4. DI
! DEIDIERMIPPO îoo SAJFO ÔI.DI SOLONE 6 3 .DI ^INA
VANETRIO AI *

T A V O L A
04 DI FILETA 107. DIEUENI DUE EPITZTFIO DI TANOLBIO
106. DI^ÎGATILLO 105 DIEME EPITDAMIJ DIOMERO 3 y,
FTANETTE 108. DI ERATOILENE DO36.DISTEFUORO,
L$6DI

DE' P O E M I.
EUROPIA DIEUMELO 48. DIT^ICAN- EFIONADIALEFFI 88
DRO 120 EFOPO DEL DETTO 88
Comédie.
ETERI DI TELECLIDE I o 2
EBEDIEPICARMO 66 ETROPIONEDIFILITERA 101
ECATEDIDIFILOIOO. DI TFJCOJLRA- EUANDR'TADIANAFFILA 98
TO 101 EUBOLOTEOMBROTO DI SOPATTO 1 ©3
EDIPODIEUBOLO 92 EUERGETIDIBAZONE 98
EDOCARE DI TEOPOMPO 99 co rf/ D//z7o ï 00
EFCBIDIEFIPPO 100 EUUUCO S OLDATO DIDIFILO 100
E fi AL TE DI FRINICO y 6 EUROPADITLATONE8^.di EUBO-
EGITFA ILIADE DILPPARCO 10 LO 92
EGI^IOAI CTFLIAÇZ. DITIMO- Tragédie.
CLE 103
ELENA diAlçffi88. DIFILIUO 94 £é/z/>o DI SOFOCLE 82. di LICOFIO~
ELIONEPORTANTE DIDIFILO 100 NE 114
EMPOTE DIEFIPPO 100 EGI^JJ DI FRINICO y 6
EMPORIO DI DIFILO
ELENA DI SOFOCLE 8 2. di LICOFRO-
ENCHIRIDIODISOFILO 100 «e
ENIDIA DI SOPATRO 9 2 ENEO DI EURIPIDE
EOLODIA.NTIFH.NE 87. DIERI- ENOMAO DILICOFIONE
FO 102 EOLIDE DEL DETTO
114
83
114
114
EPICLERODÎDIODORO 99 EOLODELDETTO
U4
EPIDAURO DI TEOFILO 99 EPLGONI DIAFIIDAMANTE 84
EPIGRAMMI DI TOFIDIPPO loi ERCOLE DI SOFOCLE 8 2 ; DI EURIPID E
EQUIMOCIDIDIONIGI 99 83. DILICOFIONE 114
ERAINE DI EPIGENE 9 5 ERIGONEDIFRINICOIL. y 6.DI CLEO
ERCOLE DI ANAFFANDRIDE 88. DI DI­ FONTE _ 97
FILO 100 EFADAPIODIARIFIARCO 84
ERCOLE FPOFO DI L^ICOCARE 9 2 ETONE .DI AR SATIRICODI ACHEO 83
CHIPPO 98 ENRIIIDE DICIONE 84
ERCOLE CORAGO DI TS(JCOCARE EURIFTEADI 9 2 EURIPIDE 83
ERITIDIANFI 97 EUROPA DI SOFOCLE 83
EROE DIDIFILO 100
Latini.
EROI DI CRATE 8$.DI TIMOCLE 103 ENCOMIO DI CEFARE 142.

T A V O L A
Epigrammi di Licinio 134.$Caluo
138.di Martiale H5
Erbedi Macro- 14°
ErcoleidadiCaro I4 1
Formiche di Cantaro 98
Formoforo di Ermippo 100
FratellidiDifilo loo
FreoticodiFililh
97
Erotopegnia diLelio 135 Tragédie.
F Factonte di Euripide
MlicadiTcocle 8$ Fenice diSofocle . 8 2. di
F di^fiidaniante 88
FamadiBjano Fenijfe 116 di Stratte
Farmaco di Filone 114
97
Filottcte di Stratte
FduolediSocrate 90
97:
Fineo di Sofocle
FinidadiTimoteo 90 ForbantediTefyi 6j
Filof-ifia di Senofkne jï.di Filo- Frixo di Euripide 83
lao 71
Latini
Fiore di ^gatone 91 F agetica di Ennio
Fifica di Orfeo 2 2. di Brontino Fatti de 71' Romani di Em
Fipmi di Callimaco 115 Albino .jjj
Focaida di Omero Fenomena 3 3 di Cicéron
Frigia poefia di Timete dio 2 9 \39.diGermanico
Comédie.
Falira di Efippo 100 ^ilatea di Filoffeno
F aralifco diEpilico - 99 G limaco nj
F'enicide di S'tr atone loi
Fenice di Frinico 7
Cj
6
aleomiomachia di O
Ferito di Cheremone 03
Ganimcde diF anode f
Fialoforo di Anaffandride
co 68
8 8
FiladelfidiiAnfi 9J
GaftrologiadiArcheftr
Filarco di Sofilo 1 oo.diF
Gelone
enici­
di Callimaco \
de
Gemme diOrfeo \$
loi
Filanlo di Teofilo 99. di Filite-
Genalogie di Licea qo.
ra diTrodico^2,diEume
101
FileterodiiAnfi 07 Georgica di Crifippo 1
FïleuripidedizAffionico candro 99 W
FilippodiMnefimaco Geografia 99 di T)ionigi C
Filiradi.AjJionico ' 99 Dionigi Milefio,di D
FilotiroditJMetagene fandrino '07 m
Fiueo di Teopompo 99 Geranomachiadi Ome
Gerjo-

DE* P O E M I.
Çerionedisteficoro $j Gioue villaneggiato del detto 84
Giambi di Giabe 49. di^trchiloco Giuochi di Crate 8 y
%o.diSimmia 50. diS'monide Glauco di Cratino 81
53.diSaffo6\.diSolone62. di GolofodiDifilo 100
Senofhneji.di Ipponattej3. Gracie di ^inf, di Eubolo 92. di
di^inacreote 73 .di Scotino 8 5 zAnaffila 98
di^igatone çi.diErmia 103. Tragédie.
diFenice 106. diCercida 106. Cj iufli di Frinico 7 6
diTimone 113. di Callimaco
Latini.
H^.diTeocrito 119 (f eorgica di Virgilio I3 8. di ts4l-
G ierofolica di Orfeo 2 o
Gigautomacbia di Egemone 118.
Gigantiade, di Dionigi Sabino
I 145
TsljudiOleno lo.di Melanopo
I 12. di Tamira 16. diOrfeo 19.
mio 120 diTanfo26 diMnfeo 24 diEro
Giornidi Orfeo 21 fila 2j.di Orfeo Ciconeo 28. di
Giuramento del detto 21 Omero 3 3. di^ilceo 60. diDa-
Glauco di Teolito95. di Callimamofilaôi.diMero 61.di Teanb
co 115 y o.di Mia 70 di Empedocle y 2
Gliconij di Glicone 1 o y di Lafo 74 di Tindaro j^diBac
Gnome diFoc'ûide 69 cbilide 8 y .di Timoteo 9 o.di So
Gradidi Orfeo 20 crate 90.diEraclko ioy. diGi
Grifi di Cleobolina y 7 tiada io$.di Omero Sellio 114
Gracie di Tanfb 26. di Teocri- di Callimaco n$.di*Arato
to Comédie. 119 Uj.diTeocrito 119
Galatea di ^£leffi 8 8. di TSJjcoca- ibi di Callimaco 11 y
re 92 IdeiDatilidi Olimpo 23. diEfio-
Ganimede di^ilceo
ne diEubulo
6-j.di^întifk
92
d o
, , 36
IdilijdiTeocrito 119. diBione
Gcrione di Efippo 100 120. diMofco 121
Gerontomania di^£riajfandride88 Ifigenia di Simonide Ceo y 3
Giacinto adultero 98 Iliaca di ^inino 39.di Rjano 116
GialemodiEubolo92.di^inf. 97 dilflro 119
Giambi di Ermippo 100 Iliada diTalamede 29.di Corinno
Ginecocatiadi t/lnfi 97 , 3o.diSiagro 3 1. diDarete 3 2.
Ginecomanla del detto . 9-j di Omero 3^-.di JS^eflore 126.di
Gioue diTlatone 84 Timolao izô.diIdco 1 27
y 2 Ilia-

T A V O L A
ILIADA PICCOLA DI OMERO 33. LE fi­
CHE 39
LLIOPERFISDIDEMODOCO LO.DIACA
TO&O. DI TRIFIO DORO 126
INUIDIDI DEMETRIO 112
LO DI CALLIMACO I1 $
IPORCHEMI DI SENODAMO $2.DITRA
TIIIA 7 8. DI TINDARO Y^.DIBAC-
CHILIDE 85
IPOTECHE DI MUFEO 2 4. DI TIRTEO
54. DIFERECIDE 5 6. DI DRACONE
5 7 DI CLEOBOLO 5 J.DI TERIANDRO
6O.DI SOLONE 63.DI DIONIGI CO-
RINTIO 121
IPODAMANTE DI EUFORIONC 115
IFAURIA DI CRIJLODORO 129
IFFENTICA DIOPPIANO 12 y. DI CRIFIO
DORO IIÇ
ÎJLMIJ DIEUFORIONE 11J .DI MU-
FEU 120
IFIORIA DI EUMELO 8 8
ITZILIADILPI 68
Comédie,
ICARIJDITINIOCLE
LLIOPERFIS DI FORMO
103
6 6
ÎJJIONE DI EUBOLO 29
Tragédie, ,
IBRIDI SOFOCLE 82
-ICETI DI LICOFRONE 114
ICNEUTIDI SOFOCLE 82
IFIGENIU DEL DETTO 8 2. DI STRAT- N
te
LLIOPERFIS DI CIOFONE
9 7
8 2
INACODI SOFOCLE 82
IPPOLITO DI LICOFRONE 114
IPPONE DI SOFOCLE
x
IRIS DEL DETTO 82.DI JTCHE^
Latini.
IDUMEADI'DOMI'ZIANO 1^.
ILIADE DI TRIMATIO, DIVUMIO^
MAULIO 1 \ 3.DI.ATTI0 137. #
MACRO 140. CAMETI-
NO i4x
IMENEODITICIDA
INCENDIO DITROIAIDI'T^ERONE
DILUCANO 14^
INCENDIO DI B^OMA DI LUCANO
J»»/ , c# ^INDRONIEO 131.

DE P O E M ï.
Tragédie.
METEORADI TALETE%6. DIDIONIGI
LAERTEDIGIOFOUE 84 CORIUTIO 121
LAIO DI LIC^FRONE 114 MIMIDISOFIONE 102
LARIFFEIDI SOFOCLE j 82 MIMIGIAMBIDICERCIDA, 106
LEMNIE DEL DETTO 82 M INI.XS DI TRODICO 41
LIEAONE DI SENTCLE 8 3 MIFLERIDIOIFEO 20. DIEUMOL-
LINCEODI SOFOCLE 82 PO 2$
LINODI ACHEO 83 MHOPEA DI ORFEO CICONEA 2 8
M
M
MONODIA DI SAJFO 61
ARGITEDIOMERO $4. rf/T'i-M
OPFOPT A DIEUFORIONE 114
£re 49 MUFEDIVIERO \ I.DI TAMIRI 13 .DI
MATROI DI ORFEO 20. DI MAX FIA 2 2. ALCMEOHE 40
rf; 57»7e 2 2
MAUFOLO DI DEMOFIENE 114 Comédie.
MEDICINADI ORFEO 20. DIEFIODO MAMACITO DIMETUGENE 97
36. DIEMPEDOCLE 73 MARATONE DI TOMOCLE 103
MELAMPO DIEFIODO 36 MEDEADIEUBOLO92.DI CANFA-
MEK/FIURGICADIL^JCANDRO 120 RO 98
MELI DIMUFEO LÔDELL'ERITREA MEDICODITEOFILO 27
99
TALONT 32. DIARCHILOCO MEDODITEOPOMPO 50.
99
DISACADA J2 MELEAGRO DI S CIRA loi
A/é// Ih7« DIALCMANE $ 3. DIAL MCLIBEA DIE RIFO loi
CEO60. DIDAMAFILA6\.DISAF-MELILOTO
DI ANAFFANDRIDÇ 8 8
FOÔI .DI TEANOYO.DIANACREON MEMWIALE DIDÉFILA 100
73. DICINEFIA, DIVRINE 89. DI MENDAO DITLATONE 84
TLATONE? I.DI SATO 104. DI GLI MENEO DI ARARO 9 S
CORIE 105. DI CALLIMACO 11$.DI MENANTE DIDIFILO LOO.DIEPIERA
DIDIMO 124 TE 100
MELITIRRICHIDITALEINGNOFIO MINIF $6. DICHEREMONE 93
DICINEFIA 89 MINOSDIALTFFT 88
MELOPEIDIEUFORIONC 114 MIRI DI ERMIPPO 100
MEFICNICA DI RJANO 116 Af «ft SOPATRO 103
METABO DI AFIO 41 MNCFIPTOLEMO DI EPILICO 102
METAMORFOFIDI TEODORO 122. MONOTROPO DI FRINICO J 6.DI OFEL-
WJTFTORE 12 6. DI CALLIFIENE 123. Uone88.DIANAFFILA 98
DITARTENIO 123 MOREMATICO-DIEPIGEM 98

lufedi Epicamo 66. di Frinico
7 6. di Ofellione 88
Tragédie
CMacedonidi Stratte 97
Maratonij di Licofione 114
Medeadi Stratte 97
Menalippe di Enripide 8 3
Miletoprefo di Frinico 76
Mifidi Sofocle 82
Latini
Menonia diaAlpino 13 6
MetellodiC atone ' 136
MimidiLaberio 'J41
Moreto di Sueuio 13 3
Morte dirario 140
N Acle
K '
T A V O L A
di Criflodoro 129
2>{anno di Mimnermo 54
T

DE' P O E M I.
T^AUPLIO DI LICOFRONE 114 TATRIA DI SOTERICO 128
VAI FÎCADISVFJCLE 82 Tetfm DI TAIT TA 47. rfi SENODAMO
T^IOBE DEL DETTO 82 IZ.DISENOCRITO $2.DISIMONI­
Latini
DE$8 AÏTLNIAROJ4.DI SOFOCLE
T^ATURADILNCREXIO 136. DI VAR- 82. DI ZAC:HILIDE 8 5 ,DI*ARIFI-O
RONE 136. DI FV.RIO 13 Y NE 194
O
TCDIA, E PEDICA DI STCFICORO $ 2
ODE DI^FNACREONTE • TEGNIA 73 DI TELLENO IO$.DI G NE FTP -
OD'FFT A DI OMERO 34. DI TRIFI PO io5
DO,0 126. DITI.NOLAO 126.DI TELOPIDA DI FILOSLRATO ni
IDEO 127 TEPLO DI ORFEO 2 O DIARIFLOTILE 94
ONOMAFIICO DI ORFEO 20 TERIPETIE DI'T^JEANDRO 120
OOTELICO DEL DETTO TERFEIDE 2 o DI MUFEO EFEFIO 120
OPÈRE DEL DETTO 21 TERFIDI TIMOTEO 90
ORACOLIDIDAFNE 27 TERFICADI ENNCFIANATTE 108. DI
ORFEO DI F ANODE 43 COLNTO 129. GIORGIO 129
ORGIJ DI ORFEO 17 TE FOI DI CALLIMACO 115
ORGIJ DI BACÇO DIONOMACRITO TIANTAGIONE 2 8 DI EUMOLPO 2 y
ORTRIO > E ORTIO T^OMI DI TOLINE- TIRRICBE DI TALETA 47. DICINE-
FLO Comédie 52 FTA 89
OREFTC DIMCFFI 88. DI SOPA- TITONC DI TIMONE 113
TROI 103 TOMPEO DI TEOFKNE 122
OCIOFI DI C ALLIA 9 2 TOTITIADISOTERICO I28
OMERO DI MEMGENE
Tragédie
97 TRIAPEA DIEUFRONIO
TRETIDI DI TEOCRITO
96
119
ONFHLEDIUICBEO 8z.DICIONE TROEMIDI 84 TERPANDRO4

T A V O L A
TFATOMOCHIADI OMERO Y
TFALACANTE DI TOLOMEO I Z >
TTACBIDIGNEFIPPO LOT
TTOODI^FIO 4 1
TUGNA DILAPITIDI MCLIFFANdro
3 2
N
ITTORE DEL DETTO
L'IANO DI .ANFI
HUTODIVICOFIRATO
POAFLRIE DI FRINICO
PODETIDI CRATE
loi
76
Comédie.
TOETN DI MTJFÎ
TOI FIA DI ^INTIFKNE
88
8
TACEDITEOPOMPO 99 POPDARI DI ERMIPPO 7 (
îoo I
TALEFLRA DI CEO 6Y TORCELLODISOFIH
IOO
TANDARO DI ^ÎNAFFANDRIDE TORFIRADISENARCO
8 8
loj
TANDTRA DI K(ICCFRONE 9 2 PORTANT ELAMPADA
101
TANDROFO DILS(ICOFIRATO TRETIDIDITEOFILO
LOI
99
TANFILADITEOPOMPO 99 TRIAPO DI SENARCO Ioî
TAN CRAIIA DI TEOFILO 9 9 TRIFANID: TELECLLDE
I02
TARATECADISOFILO îoo TROMETEO DIEPICARMO
66 \
TARAFITO DIDIFILO 100 TROTEFILAO DI .ANAJFANDRID
88
TATRIOTI DI T^ICOFIRATO 107 TFICAFII DI SANNIRIONE
97
TECEANTE DI DIFILO 100 Tragédie.
TEDERAFTE DI DETTO 100 TALAMEDE DI AFTIDAMANTE
TEGGIORI DI CRATE 8 5 TANDORA DI SOFOCLE 82
TELMFLA DI EFIPPO 100. DI ERI-TARCBEDI^ICHEO
FO 102 TAFLORIDI SOFOCLE
8*
h
TCLOPE DI^ANTIFKNE 87. cft 2vjco- TAUFANIADISTRATTE

TragmatiadiFurio 136
Tftcomachia diTruden^a
K
diTroferpina diMelam
R Utto
po 22
Hatto diGanimede di ib ico 68
J{attodiElena,diColuto 120
^aunan^a diFarmaci, di T^Jcandro
120
Fjïtorica diTeodette 04
Xj^otomico di ^inacreante "ji.di
. Dionigi vticênfe 120
Rjmana di Simolo 122
^omolodiButa 122
Comédie.
Xjme di Magne 6 6. di C allia 9 2
J{edi7yicoflrato ' loi
Hffo di Sannirione 97
Hjngiouenimento di Filippide loi
BjferratzidiToftdippo lot
Bjfo di Sannirione 97
BjuedentediTofidippo loi
Latini.
Bjiris Opufeula diS et timio 14 J
S acrifia
S
DE' P O E M T.
di Mclampo 2 2 .di%Arato
117
Sataminio di Simonide 68. di Solo
ne 62
Satiri di^fnacreonte 7 5 .di Menip
ponz.di Timone 11 $ .di Callimaco
115
Scefa allo'nferno di Orfeo 19
Schenione di Clonà 4 6
Scoliodi Timocreonte di Simmia
di Teriile 19Ï
StudodiEftodo %6
S mêle di Calimaco * 11$
Sermone Sacro diOrfeo 1 $.diiAri
gnote jo.diCercope » 71
Serpenti di Timotco 128
Serfe di Empedocle 7 2
S fera di Mufeo 2$.di Talete 5 6
Sfinge di Tolomeo 119
SillidiSenofkne 71. diT'mone
11$
Siotere di Steficoro 5 8
Sminéia di Tolinefto $ 1
Scolij diTinditro 74 di Timocreon
te 81
Sodali^ij di'tyjcandr* no
SoteriadiOrfeo ic»
SpondofotidixArato 117
Smgione di Teodofto izi
Sticopea di Tamenide 7 i
Comédie.
Sacerdote diSopatro I02
Sajfo di lAntifhne 8Y.di ïparco
too. diEfippo 100. di Timo~
cle 102
Saluante di Dionigi ^9
Saluatidilpparcoldo. diDifilo
tto
Samia di^inajfandride 8 8
SAMEDI Craie £5
Samo di ^tntifkne S 7
£ antificante diDifilo 100
&zftY*' diFrinicej6, di Ofellinne
8S.diEcfàntide , loi
SattirnodiFrinico 76
S cacciaro di l^icofirato 1 o 1
Sciti di Senarco 1 o 2
£ Seme-

TAVOL A D ELLE
S EMELE DIEUBOLO
SENTENCE DÎMACONE
SFINGE DI FRINICO
92
105
76
SETTEATEBEDIMEFFT 88
SILFIA DISOPATRO 02
SIMILI DIEFIPPO 100
SIMMACBIE DI CANTARO 08
SIMROFI DI TOFDIPPO I DI o 1 DA-
MAFFENO
IOi
SIRÈNE DI EPICARMO 66 .DI L^ICOFRO
, NE 92 DÎTEOPOMPÀ ' 99
SIRO DISOPATRO 102
SOLDATO DI DIFDO LOO.DI SENARCO
• 102. DIERMIPPO îoo
SONNODI SENARCO ' 102
•SPARITA DI ^ÎRIETO DIFILIPPIDE 101
STEFANOPOLIDIDIEUPOLI 1
SERPENTIDI MACRO
140
SMIRNADICINNA

COSE N O T A B 1 L I .
TRACIO DI EUFORIONE
TRAUIDICRIJIODORO
11y
129
Tragédie,
TRENETICI'HLOMIDIOLITZTPO TAMRADI 23 SOFOCLE 8z
TRENIDILINO I^.DITINDATO .74 TEL EFO DI *AGATONE 91
TRIAFMI DI ORFEO 2 O TELEGONO DI LICOFRONE 114
TRICONÀ DI TIRTEO J 4 TEUCRODI SOFOCLE 8a
TRINERCO DI *APOL!ONIO 116 TIEÏLE DIXAGATONE9I .DI CLEOFON-
TRIPARTITO DI CLONÂ A 6 TE 97
TROADE DIEGEFIANATTE , T 96 MPANIBIDISOFACLE 8 a
T/OCBEO DI TERPANDRO 4 y TITO DI DETTO 82. DI *ASLIDAMAN-
TROCHILIAS DI TEODOFIO 122 TE 88
TRONIFMIDI ORFEO 20 TRAGÉDIE DI SIMONIDE 68.DIEMPE
DOCLE 7 2 .DÏTINDARO74.DI TIMO
Comédie,
CREOTE 81 .DITLATONE 91. DI CAR
CINO 91 DI VJCOFRONE 91 J'^IGA
TAMIRA DI^ANTIFANE
TONE 9Ï.DITIMONE 113.DI0ME
TAIDE DI IPPARCO 100 RO BI^AN^IO 114. DICALLIMACO
TAFFIARCBI DI EUPOLI 89 N^.DI^ALEFFANDROETOLO 117
TEBANIDI*ALEJ]I
88 TRAGEDIACRAMATICADICAUIA 9%
TELEFIA DIDIFILO 100 TRITOLEMODI SOFOCLE 8 a
TROFONIO DI*ALEJFI 88 TROIANIDI EURIPIDE 83
TEREO DI

VitedibuoniTrencipi di ^ilejfan
dro Seuero
Vite di Crifio diEudocia r 28
Comédie.
T A V O L A
Vliffe diEubolo 92. diClmemone
93
Plifft di Teopomp» jip
VreodiCheremone «jj
Latini.
Vlijffe fuggitiuo di Epicartno
66 Vccelli di CMacro 140
VliJJe naufragorfetto
Vita di San Benedetto àitj&ax.
Vlijfe di Cratino 81. di ^inajfan- co
dride 88 VitadiI{pmitidiMarbodeo ïji
Vicini di Crate 83 Vitadi San zAman&w ii

(
TAVOLA D ELLE COSB
più Notabili del Libro.
^TR CONTEQUALEMAEFLRATOERA 578
C QJ^^Î TRATTATAIN ^ÎRIFIIPPO FCRIJFE DI POETICA. EDE
POÉFIA 178 POETI 94. E DE T^OMOPEI I6P
^FDONIDIA QUALEFEFLA ^TRIFIOTILE FCRIJFE DI POETICA L*DE
foJfe,E QUALE POE- POETI ^4
FIAVOLEA . 225 ^FRMONIAMOGLÎEDICADMO o
TSFERECANTITTOIN POEFTA •ARMONSCACHEANEFÔFLE 17B
267
%4goniMufici, CBE COFAERANO Z45 ^ARMORIE GRECHE QUANTE, T QUALI
ELORO ORIGINE
FOFFETO 298.299. 50I
-AGONI POETICIIN ^FTENE,ELOR-MA­ t/TRMONIE QUALI, A QUALIPOEFIE T'AC
NIÈRE 2JO COMPAGNARONO 315
ULCIBIADE PRIMO §RE?zj£TW- ^IRMONICI Tarif 313
LO 312 ~4tte PORTO LE LETTERE IN GRECIA DO-
MEUIAMENTB 17 .VFODETIAPOEFIA POMOFE Y
2 3 4-£ POEFTE VFATEIN QUELH ~£ULO QUALE FIORMENTO FOFFE 311. E
•AMOROFEPOEFTE, ELORO JPECIE DI 192 QUANTE FORTE.
*£NAPEFIICO VERFO QUALE FIA VFU'EDI, 276 E^AULETI TCXAULODIA, &
JTNFITTIOTÙ QUUK MAEJLRATO FOF- *AULETICA IN CHEFOJFERO DIFFERETI,
FE 254
*' 39J
^CRTTIJPAFLICO VERFO QUALE •ANTON FUT a 27 VAN, CHE DI POETICA, E DI
WTNTIJIEVIE FCRIFFEDT POETICA 1
^FPERGAFTICA 11. PARTE DÉLIA MU- POETI FERIFFERO 190 ^200
FICA 16S
JLPOLLO PRIMO MUFICO, E TOETA 9. •B
DIODETOETIYEDETROFETI IO 10 %ARDOINTRODUFFEIVEI>fi PREFF0 «CELTI * 3 BAC-
£

TAVO L A PELLE
'Bactemtoredegïiisîgom
lia
Time- <
6$
Barbito di JLnacreonte 7 3
Beb poète fa, e prefeteffa io
Ballo fuantichijjimoin grande fii
ma J
" 334
Biafimipoefie*e if.faeciefue lS6
C
C
tAdmopomleletterein Gre
ciadopbMofe J
Canto de verfi i8o.in cbe coufifia
z 81. effen^iale alla poefia 282
CarminaCipiiadiStnfino 37
Carnia, quale fefla fu 230. quali
poefie ri fi cantnrono 2 31
Caturmi. quale poefia feffe 175
Cérame primo in "Pitbia IS
Cbitri agonie in .Aune ' • 252
\Ciclo fu trattuto in poefia 117
Çjturedij e Citarifiit corneDifferen
. »•?14./390. " 39-i
Çleunte feriffe diToetica I
Coro trouato da Filammone 15 fua
_ origine 45 6. che cofa foffe, e
quale $6o.Cbori feftiui. 361
Ti agonaliiôi.conpoefie 366-for
melor'o fei 3 7 2, à fine digttada
*- gMo, quando cominciarono 3 7 y
Çhoriche perfone « ' '364
Con'cd

GOSE N O T A B I L 1 .
IFITIRAMBO QUALE POEFIA foffe 170 ETICA POEFIA D)6 COJAfit 174.
CORNEF>Jfe DDIFOMO DIFFÉRENT F/ - - F
r 70.171. QUALE ARMONÎA GLIFU ANIA FCRIFFE DI POETICA L
PROPRIA 171. $IY^NONFUDI FAUOLA IN POEFIA 184.EFUEPOE
BACCO FOLO 12 2
R
'FIE €9
DORIA ARMONIA QUALE FOFFE 298. FEFIE A PRIMO VFO DÉLIE POEFIE 216
QUALI POEFIE FERUIJFE 320 311 QUATTRO FPECIE FUE 21 Y. IN GRAN
E
E
NUMÉRO IN GRECIA 242. ELEPRIN
LEMENNTRATTATIINPOEFIA 178 XIPALI ,
ELEMENTI PARTE DÉLIA METRICA FILAMMONE TROUO IL CORO 1J. 360
CHE COFÀ FIENO, 270. FPECIE FILOFOFARE 22. VFO DÉLIA POEFIA 237
FUE LYI FINI, E MATERIE DÉLIE POEFIE DT QUOI
ETCGOVERFO QUALEFU IOÔ.FECEEROI TROPRIMIFECOLIZOÏ. , 202
COP «MAZOY.QUANTEMATERIETRAT FONAFCIAARTEDETTAVOCE 291
TO 207 FRIGIA ARMONIA QUALI FOFFE 3 00. FER.
ENARMONICO TROUATO DA OLIMPO 23 UI AL DITIRAMBO ^ÎY.EA MELI DI
ENTUFIAFIICA ARMONIA QUALEFU 316 OLIMPO, EADALTREPOEFIE$IY~
ADOPERO L'AULO. TFULA FRI- 3-18 , ' . S
EOLIA ARMONIA QUALE FOFFE 298
EPIMELETI QUALI MINIFTRT FOFFE-
RO 380
EPINICIJ QUALI POEFIE FURONO 192
EPITNLAMIJ QUALE POEFIA FU 188
ERACLIDE FCRIFFE DI POETICA 1
ERBE TRATTATE IN POEFIA 179
EROICHE POEFIE 229. IN QUALE VFO
FURONO ,V A CHE FINE.
EFAMETRO TROUATO, DA FEMONOE, E
DA.ALTRI9.FU UPRIMOVERFO 204
DURO ÉOO.UNNI
EFAUGELIA TERÇAPARTEDELLAMUFICA
• ZÔS.&KEBBETRE PARTI.
EFOMNTI POEFIE, QUANPE, E QUALI
FUROM I $G
EUFORIONC FCRIFFE DE MELOPEI 94
1
*
FRINEPRIMO MUTO LA ARMONIA ANTI-,
CA, 306.E POIALTRI ^ 307
« '\ *
G
G
.
ENERIFOMMI DÉLIE POEFIE'
TRE 154k
GÉNÈRE NATURALE DI POEFIA 17 6. E
FUE JPECIE &Y

T AV O L A DELL E
Gioiofapoefia,ef^eciefuei88 189
Cionici ver fi maggiore, e minore
qualifoffero ' 278
Giuochi tre principali in Grecia
M a
Cirolamo fcriffe di poeti,ede Tra
godopei ' 94
Giudici de gli agoni 259
Glauco \egino fcriffe depoeti 94
Creci fen^a lettere 8
I
Î72
I jfcoInnoàBacco
Imeneopoefia,che cofa fit 188
189.
innanimarenono vfo délia poefia
2?i
infermhà xx.vfo délia poefta ». 3 5
Jncanto xxi. vfo déliapoefia 236
Inno.prima poefta 160.cbe cofa fu*
non firofe,eJèn^à 16o.diquaw+
te forte 161
Infegnantipoefie,quante,equali
- 186
llarodiqualipoefiefurom 195
Ioniaarmoniaquaiefu 299
Ifocriticaquar ta parte délia Mufica
\ 268
Jpocriti 398
lporcbema,the poefia fit 173
Ifioria in poefia 182. poemi 197.
' dieffa • 1*2.183
ïflro fcriffe de'tjMelofd 94
Ifbrmenti CMufici principa-
' 509
4a qualipoetivjàti 310
L ^bone
*Argiuo fcrifie de'
poeti 5 4
Lamenteuolipoefie, e fuefpecie
187.188.
Lafciue poefie qualifurono ipj
Latini poeti,non vfaronofuono,
cantando lé lorpoefie 256
Leneaagone in attend, 15$
Lettere portate in Grecia,da^u
tedaCadmo-j. reformate da
Lino < 13
Lidiaartnonia qualefofie apj
fulapatetiea,e[ue$ecie 31$
a qualpoefiefu compagna 221
Linifurono tre » e loro verfi 14
Lino,Etal'no,Elino,'blelino,Mma*
nero poefie lamentmoliper la
• morte di Lino
14
Lira dell^Erkrfig 2 7, \Afiatka 4$
Lirici verfi di Jtlemane 5 j
Lirodi quale gentefu ^
Lifamafcrifiede'Giambopei ^4
Lifiodiqiialepoefia fH ' j^y
Lodantipoefte 1 ï 5 ^E»c«w»
Lodareprodimpoefia . »jo
• • VxM
M
iAteriale prima parte délit
Mnfica 268. hêbetreptri
Magodi quale poêfiafu jtpj
Melodia différente daMelopea
,4 8 3- J^elodia bebbe due para
284.

C O S E NOTA BILL
MEIICO VERFO. FU DI NOM MANIÈ­
RE
2
PERGAFIICA DÉLIA MUFICA. 268
°8 OLEMHICIO TROUA L'EFAMETRO io.
METRICA CHE ARTE FU 267. FUE PRIMO PAR­ POETA D'INNI 11
TI 270. ARMONIA METRICA OLIMPIADI, 325 ORDINATE DA IFITO 43
METRI,E JPECIEFUE 274 OLIMPO TRMATORDIMO.UEFOEFIE>&
MÉTRO BJTMICO 351 ARMONIE 2 3
MIMI CHE POEFTA FU 194. OMERO TRAFFE VER fi DA DAFNE 27.
MINIFLRI DE GLI AGONI 260 FUA FCHIATTA 17. PERDE CONEFIO-
MIFLERI QUALE POEFIA FÎL 174 DO 33
MODI DE GLI AGONI 253 ORACOLI DIUERFI IN GRECIA 15 y
MOADO TRATTATO IN POCF.A ORACOLO 177 DELFICO QUANDO COMINCIO
MORTORIO I9.VFODI POT FA. E QUA­ D-RIJPONDERE 1 O.IN VERFO E INPRO
LI POEFIE 234 • FA 156. PIÙ CÉLÈBRE DE GLI AL­
MUFE CHI FOJFEROJSON OFIRI 5. TRI CON OR CBEFII • 397
TANO AILE NO^E DI Cadmo9. CCN ORCHCFT CHE COFI /# 334. PARTE DÉL­
BACCO IN JNDIA 9. PRIME POETEF- IA CINNAFLICA 335. FUE FPECIE
FE TRA GRECI 11. YITUPERATE DA 336.Bellica336.pacifica3^O
TAMIRA.
VARIE 341.342. BACCHICA 345.
MUFTCA IN VFO TRA GLIEBREI ORDINATORI 6. CIÈ DE GLI AGONI 253
FIATA DATA DA DEIPER CONFOLARCI ORDINATORE PRIMO DE GLI OLIMPICI
114. DIUIFA IN QUATTRO PARTI 255
267 .CIÈ NATURALE, E FOAUE ORFEO, 267 E FUA GENOLOGIA 17. FUIN
QUANDO FIMUTB. 306 EGITTO'JINFIITUI ORGIJ, e FACRIFI-
N
CIVARI 18
ARRANTE POEFTA 172 ORGIJ CHE POEFTA FOFFE 175
ORIGINE DÉLIA COMEDIA 6 y
T^AFCIMENTI 14. VFO DI POE­
ORMO CHE COFA FOFFE 338
FTA 233
OFCOFORIA-, CHE POMPA ,E POEFIA
T^OMI DIUERFI, E LORO AUTORI 168
FOFFE 321
2{OMI AULODICI, ^IULETICI,TRENE
OFIRI CONDUCE FECO, MUFE POLIO
TICI 168
%.MUTATO IN BACCO DA GRECI S
T^OMO ONDE FU DETTO ie»y. IMMU-
TABILE 166. DI QUANTEFORTE\\67
P
T
^FNATENEAAGONE IN *4TENE2 y i
T^OT^EÏ^.VFODIPOEFIA 233
VANFB PRIMO, PARLO DI "PETR-
O
O
FONA 261
h A DI QUANTE FORTE FU. 133
TANTOMIMO QUALE POEFTA FOFFE 195
ODICON, QUARTAPARTE DÉLIA A-
Taffa-

TAVOL.A DELLfT
Taffatempo \%.vfodiToefia J{apfodi a33 di quanteforte 3 87
Tarenie che poefiafit 190 Bjtmo génère, a canto,afuo
Tarlare di treforte 2 éô* orcheft 266
Tarodie che poefia fù 19a Bjtmopeia arte del detto J
Teane qualepoefie fît 163. tmo di due ^ 267 guife 163.a qualiDeifi cantaua Rjtmo,di due,e ditre guife
eadhuomini 164 I{itmo fpecie che fu 2 31. 23
Tegnia quale poefia fù Ejtmica 19a arte di queïlo ritmo
Tentametro fece vnapoefia a o y S
Teone che poefia foffe 16$
Teonicoverfo quale fia
O.Acerdoti
278
cantaronol'alt
Tiédi parte délia metrica 272
f
Tiero chifu 11
•piètre foggettodi poefia 179
Tirrica che cofa foffe 317
Titrionomo quale poefia fu 226
"Plettro trouato daSaffo 6t
Toemache cofa è 280
"Poefie vfate infacrifici quali equa
te 218
"Poefie Enagonie 263
"Poeta latino primo 130
Toeti trouarono elaMuficaegli
fiormenti 282. 283
Toeti chefen%a fuono cantarom
296. inquantimodi cantaro-
. no . 382
Tompe ni .vfo dipoefia 218
Trefidenti de gli agoni 256
Troemi che poefia fu- 169
Trofa quando nacque 5 5
iApprefentantipoefte quali fu
R ronoip3. 224
Rjipprcfentatori délie poefie 382
ie
. . ^7
Sacrifia il.vfo dipoefia 2
Sambucatrouatadalbicù
Satiriprimi di Arione 59
Satire di quattro forte 185.
Scherzo 16.vfo dipoefia 23
cie fue.
Sciroforia quale pompa e
fu 225
S colio quale poefia fit 1
Scrittoriantichi di poetica
derni ' 2
S crittori di armonie 206
Secolifette délie poefia 2. fe
7. ter^o 29. quarto 47. qmn-
107
Serpenti to materia dipoefia
179
Simodi quale poefia fit
Simone fcriffe dipoetica 1
Simmia f rifle dipoetica 1
Sillabe,parte délia 271 Metric
Specieprima didiuinapôef
fpecie féconda 157. efua d
fione. fpecie ter^efue ma
re • 159
TV-

C O S E N O T A B I L I ,
VERFOGIATNBO DI^TRCHILOCO 49
T^ÎRGELIAFEFIA E AGONELNCITE­V
ERFILIRICI DI VDLCMAAE 5?
NT 252 VERFO AUANTI ALLAPROFA DURA AN-
TEATRIPER LO6.VFO DI POEFTA 228.E NIJ27^ " 5 5
QUANTE POEFIE RICEUERONO VERFO TRAGICO DI ^DRIONE y 9
TEOFRAÏÏO FCRIJFE DI POETII A VERFOFAFFI 1
CO, & EOLICO DI SAFFO 61.
TEOGONIA 11 .JPECIE DI DIUINA POE­ VERFO LANTIFPAFLICO*
FTA 157 VERFO IBICIO 67
TEMPIPRIMI E COMPOILI NELLAMU VERFO COLIAMBO 68
FIE A 260 VERFO PRIMA FORMA DIPOEFIA 203
TEMPI COMPOILI FINOAL QUADRU- VERFT HEBBER CINQUEFORME GÊNER A
PLO 260 LI - 204
TELETE,CBE POEFTA, FIT 174 VERFO MELICO,E FUE Ç.FPECIE 20"
TERPANDRO VSO MUFICA BELLA,EFUOI VER fi CATALETTICI E COMPAGNI 209
FEGUACI305.FINOAFRINE 306 VERFI MELICI CORNE S'ACCOPPIARONO
TERRA MATERIA DIPOC FIA 178 E IN QUANTE MANIÈRE 210
TEFMOFORIA QUALE POEFIA FIT 225 VERFO MELICO, FECE ANCHE LUNGHE
TRIPODIFORIA QUALE POMPA EPOEFIA POEFIE 212
FU * 221 V ERFI COMPOFLID'ALTRI 279
TROCAICOVERFO QUALE FIA 277 VERFO QUANDO E CORNE NACQUE 281
TRAGEDIA fi CANTAUA 289 VOLANTIINPOEFIA 180
TRIONFI IL.VFO DI POEFTA 231 VOMO FOGGETO DI POEFTA 180
V
V
Vfi DÉLIAINTERA MUFICA APPOIGRE
ERFO PRIMO QUANTO AUANTI A CI 215:
CBRIÏLO 10 Vfi DEU'ANTICBE ARMONIE 304
FER fi NUOUIQ% .TRIMETRO 48 .£/ï-VITTOTIA
1 O.VJO DI POEFTA 231
METRODUROANNI^SJ. 49
Regiftro.
****** ^IBCDEFGHJKLMJIOTQFISTVXRZ
^FABBCCDDEE FFGG HB LIKHJ.LMML^TI OOTPQAL^ ST TT VU
XXTYZ^ ~4AABBBCCCDDDEEE. *. $ Y Z
Tutti fono fogli^ccttto *&fcbe fono vn foglio ememo fer vno.

DELLA POETICA
DI F R.ANCE SCO PATRICI,
LA DEÇA I S T O R I A L E .
Originp, e frogrejsi délia Poefia.
L i B B^O T JIJ M o.
'ARTS dc'Poeti,che Poetica fi dice,c
che del formarelodcuoli poemi,e poefie,
ci dà infegnamenti,hebbe perantico ,e
de' dinoftri hà hauuto molti, c molto no
bili maeftri , U che fa argomento ,e délia
nobiltàfua,edclia difricoltà. Il primo,
che ne fcriueiTe fù Democrito, vno de' Filofofi maggiori>
epiulibn ne compote. EdopoluiSocrate moite difpute
ne tenne. e fu cagione, che piu difeepoli fuoi, Critone, c
Simone.c Simmia, e Antiftene,ed Ariitippo.non pochi vo-
1 umi ne compilaffono. E Platone il diuino, aflài cofe, per
entro a' fuoi Dialoghi ne fparfe. Ed'Ariftotile ne fece piu
trattati.Edeglivditori fuoi i/piu famofi,Teofra{to,eFania,
ed Eraclide,c Dicearco,eDemetrio Falereo,di molti ienrti
ne lafeiarono. E dictro à quefti, il fondatore délia Scuola
Stoica Zenone, e'1 fucceflbrç fuo Cleante f ecero lo llclfp,
La on de e'fi puo abuona ragion dire, che il flore de
I
. A Ftlofo-
X

2 'DELL oi T 0 E T I C U "**
Filotofintiintornoalla Poetica,impiegaflerolctorzcdê r
loto ingegrti. Senzach'altriscrittori di gran nome,anoueco
piu di cinquan ta, a tempi antichi ne fecciono trattamenti.
i cui nomi, e i particolari capi, da lôr confiderati,
piuinnanzi perquefti libri fifaranpalefi. Maperdiuerfa
guifa,dimemor.anoftra,altri piudiquarantahuominidi
fama,a fcriuere di Poetica prefo han fatica,parte la Piftola
di Orazio,e parte il poco che d*Anftotile ci è rimafo, commentando,o
fecondo que' ricordi, poetiche ftendendo in
verfi, e in profa. Noi di quella medefima arte prendiamo
ora a fcriuere, per cagione, che tutti eflendofï fmarritiglf
fcrirri de' Greciantichi, niunoprô ci pofibno efsi piure.
care : e perche gli fponitori di Ariitotile,e di Orazio,ed anco
i formatori di Po eriche, col piè fempre tentoni, intorno
a pochi precem,e non baftanti,e moite fiatefalfi,e non
poch'altre non propri, e fouerchi, fi fono sggirando andati,
Con che hanno si opérato,cheda gli fcrittiloro,pochifsimo.opurniunprofitto
trarfipofla. Le quali cofe,
cagione fono ftate, che noi, quefta imprefa,inlin'airanno
M D Lv.incominciata,epoiperlitrauaglidi xxi m.anni
continouati,non purinterrotta,ma deltuttoabbandonata,habbiam
riprefa in mano.E l'habbiam fatto con ifpc
ranza.che fe non da prefenti huomini,troppo piu alPauto
rità.che a' fatti.e aile ragion credenti,almeno fien per l'auuenire,
a venir fecoli, ne' quali fia la gente piu difpofta, al
verode'fatti ftefsi,chall'altruiparolo. Appo la quale,
quando cheiia, noi non difperiamo, chela prefentefatica
noftra,lipofla a battante farconofcere,ed anche, in alcun
pregio tenir per auuenrura. Adunque fenza piulungo
proemiare, diamle cominciamento.
£* ci pare la prima cofa, non poterfi alla propofta noffra
miglior camino aprire,chein fu l'entrante,farcidaprincipio,daniunojO
bello,o men bello ingegnochimerizzatoi
ma fia futo per lo paflato, opéra de' Poeti, e de' Poemi.
E ciô farà, fe la iftoria poetica a' lettori porremo innanzi ;
incominciandoci da moi primi nafeimenti, e tutti i pro-

L 1 B n O V \ 1 M 0.
grefsi fuoi, di accrefcimenti,di colmo, e di finimenti partitamcntedimoftrando,emettcndo
per ordinedauatiti l'opère
de' Poeti, cofi quelle, che antichifsime, e meno antiche
ci paflano per le mani; corne quell'altre, che mancate
per lo lungo tempo, fi fono in qualche memoria conleruate.
11 che a quefto fine imprendiamo a fare, perche in fu
la ftoria fondandoci, e gli argomenti, e gli vfi, dell'antica
poefia fi verrem difeoprendo. e da gli vfi raccogliendo i ve
ri fini, e da fini le proprie forme, e da quelle la varietà, e le
materie; e dalle matene i trouati,e da trouati.i riempimen
ti,eiverifimili,eilontani.egliornamentitutti. Lequali
cofe,lepoefiede'valentiinformaronoaque'tempi,epoffonlc
per i'auenir formare, e foprale quali noi,arte poetica
verrem formando,a fine ch'altri intenderne bene a den
tro.c nuoue poefie pofla formar con Iode.
Ora per ciô porre per opéra partitamente, egli ci fa me«
ftieredidiftinguere tutto il tempo in che la poefia fentire
s'è fatta,in cerre età fue,e fecoli diterminatiilecondo ch'ella
nafcendo,ecrefcendo,eregnando,emantenendofi,ede
clinando, e morendo, e riuiuendo fino a di noftri è peruenuta.
I quali fecoli, fembra ch'acconciamente fi poûano
partir in Fetto.
Il primo de' quali fia quello, che pafsô dalla memoria --p
del fuo primo nafeimento, finch'ellavennc inGrecia.
Del quai tempo, non ha tempo terminato.
Ilfecondofie,daqueftavenutafin alla fine délia Troia
nadiftruzione,che prête lolpaziod anni clxxxv.
Il terzofaràda quel fine, fino alla prima Olimpiade, che
fuil corfod'anniccccu.
La quarta età fua s'annoucrerà dalla detta prima Olimpiade
fino alla ex 1111. Nella quale fi mori Ar iftotile, ed A4-letfandro
magno,che tenne anni c c c c lv i . ,r
La quintaliporrà dal fine délia detta infino alla fine del \**z hy
la Olimpiade c c, nella quale venne a morte Augufto. e
comprendeanni ce cxli n i.
La îeftaetàfiftenderà dalla morte di Augufto» fin alla
nnt

t
DELL^£>TOETIC^
finedello'mperio diEradio.sottoacui,per quanto~sn â
memoria fini la Grecâ poefia infieme,ela Latina. nel q ua|
mezzo tempo trappaiîarono anni d x c m i.
Lafettima fi contera quella,nella quale riforgendola
Poefia volgare i n diuerfe parti,diede origine allaTofcana
e riforgimento alla Latina, le quali fino adî noftri fi f ono'
deriuate.Equcftavltimarinarcenza,firiferberàafcoprire
a quando fi verra al trattamento délia Tofcana poefia cd
ora de gli altri fecoli torniamo a fauellare-») n^.\^ 0 -,
S ËC 0 LO P7{J 4M 0.
Ripigliando il primo ; noi diciamo (c non fenza
molta ragione, che poi fi farà chiara ) ch'allora-cominciô
la poefia , quando huomeomincio
a cantare. canto,. non dico di vocefola,qualemoltivccellùemoltihuomini
fpeflbfanno.rna
canto di par oie. Conciofiacofa,ch'eflèndofituttelepoefie
ne" primi fecoli cantate,e doaendofi elleno fernpre can
tatc : e nella vdeuole loro forma non eflfendo elleno altto
checanto amifurafattOjquandunquee'fi fu,cheil primo
canto a mifura fatto fu, allora fi fuil primo nafeimento di
poefia. Ma perche ei non hamemoria,chiilprimierfifoffechecotale
canto pronunciafle,atteniamci alla prima,
e più antica ftoria che di ciô fi legge. E quefta s'è quella di
Giubale ;diculMofe difle-rf. '
Ejjb fu ilpadre de' cantanti in Ckara, in Salterio, e in Organo,
Le quali parole non dicono, che Giubale a cantar foffe il
primiero : ma si ch'egli fuil primiero che cantaffe a fuono
diftormenti. 11 per che noi diremo, ch'egli fia futo il primo
Poeta^e'l primo Sonatore,chevcnganomlnato. eda
lui douremo far principio alla prima età délia poefia. Ciô
fu auanti aldiluuio dicenrinaiad'anni. maincertoè,di
quantefofte. Neèlungidalverifimilc,anzic'pareptenaf
mente vero,ch'cflendo Giubale fratello di Noe.la fua poc
fia paflaûc,comc cofa gentiie e carènefuoi nipoti,Camo,
semo,

L 1 B T^O ? i j I M Q . ç
Semo,e Giafeto.E ch'eglino per cio, e ca nti,e vcrfi, (che la.
mifura Ton del canto) vfaffero e prima e poi.E quando que
fto non fcmbri vcro rcerto farà,chela poefia, in quella rouinadellecofe,
vcniflèanch'ella meno Ofeputvdurôin
coloro,non prima peros'vdi, (quanto èin iftoria) che ne
tempidiNino. Uqualcentrôaregnareanni c ex LIX. dopoil
diluuio.Dicui,con(îgliereecompagno alla guerra,e
non neroico.come alrri fcriflè, fu Zoroaftro. 11 quale moftra.cheîa
poefia ftata auantii o continouafle, o rinouafle
in quegli oracoli fuoi,che tradottiîn vcrfi GrctidaGiuliâ
Caldeo,fono in alquantapartc,ftatida noi raccolti,nel no
ftro Zoroaftro. Perciochecglièverifimile, che li corne |
Giuliânoin verfiGrecig!iriuoltô,eofifofferodalloroau f
tore ftati da prima ferirci in verfi di fua lingua, che fu Caldea.E
fequcfto non cofi fu,cofacertaèd'aitro lato, che la
poefia,ô continudjô riforfein Egitto,fenonprima,a tempi
di Ofiri per lo meno. Ilquale per detto di Scrittorigrau'tjfigliuolo
fudiCamo,enacqueanni CCLXXV. dopo
i'innondazione. Efeeliafirinouô, ilrinouatore fuvno
Afclepio.cognominato Imute. ilehe afferma Ifi, forella e
mogiie di Ofiri. ncl libro di ErmeteTrifmcgifto, intitolato,Pupilla,
ô Verginedel mondo, con parole cofi fatte.
"De conftgli maeflro, Mercurio il Tnfmegiflo j e délia medicina-i
*Afclepio figliuolo di Vokanoylella força Ofiri : dopo cui, tu medeftmo,o
figliuolo.EdeUafilofqfia eslrrebafcene ; e délia poetica dinuouo
*Afdepio lmutc_j.
EDiodoro, narra diOfiri,chefuhuomliero,edilertanrefi
di Mufica, e de'chori, e per cio neireffercito fuo, conduffe
numéro di donne Mufiche : Fra le quali, dice efleruiftate
noueVerginivalenti, incanro , edinaltro addottrinate.
che furono qucllcche i Greci nominarono Mufe, e che di
lor fu capo Apollo, che da cio fu chiamato Mufagera.Di
piu racconta, che nel viaggio,in Eriopia furono preficerti
î>atiri,atti mol to ad ogni giuoco, e a ballo, e a mclodia, e
adogniricreazioncd'animo.01tréàciô,perlo teftimonio
di Platone, è manifelto, che Ifi fopradetta fu poetefl'a, Per-
_ cioche

D E L L *d T O E T T 1 C *4.
ciocheegli parla diquefta guifa.nel fccondo dêÏJcT^g^
E queflo intornoalla CMufica,evero,e degno da conhderarfi ; cbe f H
poffibile di or dinar perleggi pabili,cantiefuoniatti,a dare diritturaal
U natura,Ma cio è opéra o di Dio, o dialcun diuino tfi corne in Egitto,,
cantine i fuoni,cbe fi lungo tempo fi fono conJeruati }dicono efiere fia.
ti poemi d']fi.
Certa cofa è adunque,che fe non tra Caldei, almeno in Egitro,tra
nipoti di Noà,fi eflercitô la po efia, ô continuata
dalla fua origine.o rinouata ch'ella fi foffe.o di nuouo nata.Dopo
Ofiri, intorno a cento anni, fu tra Celri,fefcde fi
** '! daaBerofo,huomnomatoBardo.HquaIelaMufica,eiver
li introduflenella fua nazione.Oltre à ciô c cclx i i u.anni
dopo la morte di Ofiri.ôcolà intorno,nacqueinEgicto
MofeEbreo evi fudi tutte le (ciczeaddottrinato.il quale
poi nella fuga fua di quelpaefe,e nell'vfcire del mar Roflb,
con (aluo di tutto il popol fuo, canto egti è tutti gli huo.
minida vn lato : e Maria fua forclla, con tutte le donneal
fuo dirimpettoafuondiTimpaniinchoro glirilpofc,Ci
tate Domino, & è ftato creduto che quel canto : folTe in
verfiefametricompofto,ficome anchequello diGiobo
diconochefuefametro Dattilico, cheinantichitàandô
inanzua qualunque poeta Greco.E per quanto fe ne leggc
poipcrlaScrittura,laMufica,e'l cantoperfèueroadvfarfi,
tra gliEbrei.lmperciocheDxv.annidopo Mofe,atem
pi di Saule ell'era in vlo. e Dauide a fuon di vari ftormenti
vifugran poeta:conaltripoetichecom'egliSalmicom
pofero in varie forte di uerfi, e la cantica di SalomonC in
guifa di poema,è comporta, fi corne i prouerbi fi tengono
eflerfattiintetrametro giambico.eitreni di Gieremia, fono
quafidiverfoSaffico, cofiil canto detrefanciullinella
fornace ; e coli Efaia fece in uerfi, ed altri profetti,la
Mufica efercitarono ,ed Elifeo.E fi legge che tra Caldei vi
fu Sambete la Sibilla, dilcendente, ô figliuola di Noè» La
quale in xx 111 i.libri da lei fcritti in vcrfi,prediuediCriftOi
e di Aleflàndro il grâde,e di moite cofe di varie gentiepae
fi.E fu 1 a prima di tutte le sibille.c dictro alei,di moltianni

L 1 B HO T Kl M 0. j
tra la medefima nazione, in BabiJonianacquc, l'altra che
da Gireci fa dinominata Eritrea t chefu in numéro la quinta
traie Sibile, e di molti uerfi poetici anch'ella fece profetando.
Ma auanti à quefta,e dopo Sambete, in Lidia fu la
feconda,nommata Libica,che pure in uerfi profetô,e poeto.
Et c da tenir per vero, ch'altre geti,fimilemente,ô tutte
o gran parte, fecondo che il canto, ô à tutti, 6 al piu è naturaledaMuficacdilcantoinconto
haueifero, e fi'lcoftumalïcro
ô per tradizione deriuara dafigliuoli di Noè,o
per nuoui trouamenti.E per cio,(i legge,che fra gli Asfirij,
fu fonato vno ftormenro, chefi chiamo Pandurajs tra gli
Arabi.fene vfo vn'altro di tre corde. E di cinque tra gli ici
ti vn'altro.E fe tra quefti due popoli, Arabi»eî>citi, che piu
duri, e piu feluaggifi tennero degli altri ,1a Mufica hebbc
luogo: ragion perfuade> che molto piu foiTe coftumata,
fra piu gen tili,e piu dati al fapere,ed a piaceri. E fra quefti
termini da principio e da fine di incer ti anni,fia chiufo délia
poefia il primo fecolo.da uarienazioniadoperata,ma a
notizia noltxa piu in particolarenon peruenuta.
SECOLO SECOO^DO.
EN G a s i ora al f«Rplo fecondo,che fu de Grc
cifolulqualiin Mifeî edin poefia tanto ualfono,&
merirarono tanta loda,che nîun'altra
nazion del Mondo, non le fi puote pareggia»
re.Ediciamo,chcquantunque un certo Atte, odalrri,lidi
cano per alcuni,haucredi Fenicia le lettere portate in Grecia
: tuttauia,ofoffèro eslî,di fua brigata od'altro : codante
credcnza,e tradizion comunefu degli Scrittori,che Cad
mo,o di Egitto oue regnaua, o di Fenicia le ui portafle. intornoà
dccccxvi m . annidopo il diluuio. E dopo
nato Olirianni dcxliii. c dopo ulcito di Egitto
Mofe anni c x x 11.
M y-

"Y DEL LU T 0 E T I C
M V S E.
Aja egli è malageuole cofa molto, nella ofcurkà di tanta
antichità a rintracciareil uero dellecofe: da joro autori
ô nô ifcrite, 6 Te pur ilcritte. fenza ordinc di tcmpi fcritrja
eabello ftudio occultate in alte ténèbre diiftorie con fa!
uolc mefcolate.mentre ch'altri con mcnzogne fi ftudia di
far al trui marauigliare : ed altri di t. ;
rare,alla nazione,6 pa.
tria fua.ciô che di onorato.e gloriofo andaflè intorno.C0" fi il comun de Greci, i fatti di Oun,mutô ne fattidi Bacco
figliuoIdiSemeia, elecolui Mufiche Vergini.diedccon
nome di Mufe a quefti.E quefte flcHe Mirfilo di Lesbo.traffc
à gloria délia patria fua » facendole feruecomperateda,
Megaclo figliuola di Macare Re diqueU'ifola.E fe QcerQ.
ne^Paufania^Plutarco.edaltrijfononelfattccnellage.
nalogia, e nel numéro délie Mufe tra lor difcordi, mente
marauiglia,ponendo mete Tantickità di fi lunghi tépi,ela
vanità moftrata in moite cofe délia gente Grcca, el'ambi.
zione di uoierciafeuno gloriare,ô fe,ô la patria fua Perle
quali cagioni fendo il uerofatto in ofcuro,feguitiam noi !
inquefto affare,ci6chcmenointricato36piu appareverifi
mile,opiuiniftoriafondato,ôpiucredutocomunemen-1
te.Cofa certa dunque è, chcFiloneEbreo,dottis(îmo ferit '
tore, eantico allai, narra cj*elafigliuoladiFaraone,chcdi
Nilo raccolfe Mofe bar^îio, il fe feienziarc, non pureda
Saut di Egitto,ma da IL-anieri ancora,fatri venire da prosfi
mipae(i,e da lôtani: efra altrifecechiamareGreci-Adunque
auanti che Mofenafceile u'era Sapienzia tra Greci.
Ma corne u'era ella , fequellagente,di que' tempi.di lettere
era pnua \ E fenz' elTe,per c xx 11. an ni ui ftette d opo che
Mofcuicîdi Egitto ? Chealtro fi puo in ciô dire J fenon
fe ch'ellino filofofauano fenzafcriueremelmodo.chepoi
Pitagora,huomo dilornazione,per un tempo usôdifare? '
Epote eltere, che là intorno alla uenura diCadmo in Gte- ]
cia le Mufe, che donne contemplarrici dinotano colnome,e
tre,equattro,epiu,efinalmente noue, folfono tenu-
_____ _

I 1 B K.0 *P H 1 M O. £_
tcfauiein Muficaed in poefia Es'abbatteflbno,inquc'
tempi, cheCadmoportatorc délie lettere, prefe in moglie
Armonia : allecuinozzePaufania dice ch'elleno fonarono,ecantarono.
Edal nome délia fpofa il lormeftie
roprendelfenome d'Armonia. Efediquelle nozzenacque
Semele, e di Iei Bacco ; le Mufe, o non furono feco in
India.ôvi furono molto attcmpate. Efeilloro cantofu
poefia, (fi corne è da dir che foffe_) pofcia che altra piu vecchia
Greca memoria,non ci ha, fi pongano elleno per le-»
prime poetciTe traquella nazione. Eciô moftraprouareilconfentimento
commune de poeti tutti, che perDee
lorole riconobber fempre, edin aiuto lechiamarono .
e con loro Apollo, che o con loro f u,eIor maeftro,o pri
mach'elfefu emufico, epoeta. Eperchenonpotèeflere,
ch'abitaffero in Elicona i Furono dunque le Mufe le-,
prime poetcfle Grcche, quante vnque di numéro elle li
foiTcro. Ma di poefia fcrittada loro, non ci ha memoria
ch'io mi fappia v eruna.
F E M O N O E.
Serine Clcmcte Aleflandrino, che la prima profetefla in
Dclfi.come che nome nô ledea,foflefigliuola di LamiaSi
donia, e che fu creata ed infegnata dalle Mufe in Elicona.
La quale prima profetefla edEfiodo, eStratonc, ôStraboae
ch'egli fi fia, c Paufania.e Pbrfirioj ed Euftathio,nomiuarono
Femonoe. E diconoch'ella fuinuentrice del
verfoefametro. La quale inuenzionc, iofoch'altri hannofcritto,eflereftatadiTcmi,vnadélieTitanidi,cherifpondcad'oracoliin
Beozia, EdEufebiorattribuifccaSi
donadi Fenicia, cheperauentura fulaLamiaSidoniâ fopradetta
madré di Femonoe. ECIemente l'affegna a Fanotea.
La quale perche fi dice, effereftatamoglic dilcario,
ella vienc ad ciTere madré di Pénélope : e a feendere a
tempi délia guerra di Troia. Al quai tempo,di molti poc
miinquelverfo, fitrouauanogià feritti. Utrouamenro
del quale , anche Plinio attribuifee all'oracolo di Ddfi,
1 B ma non

D R L L *A T 0 E T I €

L 1 B 1^0 T» ^ J M O. II
DichePauiania rédetcftimonio fcriuendo diqueftaguiia
Oleno il Licio, il quale gli antlcbisfimi Hittnifece a Greci, nell'Hin. •
no à Lucina dijje tet effere, madré di Cupidine, c cbi dopo Oleno fece
poefia, Tanfo,ed Orfeo dijfero lo flefio.
E del medefimo Hinno parlando al troue (enfle.
Eque' diDelo,fanno facrifici a Lucina . Ed auanti all'altar fuo
cantan l'Hinno d'Oleno.
E d'vn'altro Hinno , fatto dal medefimo à Giunone fa
menzionein qneftaguifa.
Oleno poeta, in que' verft, ne quali adorna Giunone.
E parimente fa memoria d'vn'altro in fimili parole.
Effere gli Jperborei, vna gente fopra gli *Aquiloni, certamentepri
nio di tutti , feriffe in verfi oleno Licio , nell'Hinno, cb'egli cornpofe
ad JLcbeia. dicendo ch'ella venne dagli Jperborei à Delo.
P I E R O.
DiPiero Macedonc, ô Trace ch'ei fi foffe, variaèlafama,
e diucrfa. ch'cgli, o Gioue di Antiopa le Mufe ingeneraffe
Altri che di Eunippc fua moglic, fofle padredi
noue fighuole, ch'egli feccammaeftrare in Mufica . Di
che,diucnute ellenofuperbc, ardironodisfidarleMufe
à cantar feco. Ma vi furono vinte: e dalle vincitrici mutateinGazze.
Ma Patifania di Pieroferiue, cheeglifunatioMacedone.
Evenuto àTefpia, fotto il monte Elicona,
ordinôcheleMufe, co'nomi che poi furono in vfo,
foflero nominate . Ed alrri hauere feritto , chequefte
ftcfieMufefuronofuefigliuole. E diloroeflercaluinati
que' nipoti, che i Greci hebbono opinione, che figliuoli
foflero délie Mufe, MaStratonedice, ch'egli édifice loro
vntempio. Ma comunquedicio foflero le ittorie.o le
fauole , Plutarco afferma ch'egli compofe poemi dclle
Mufe, cioè, fi corne io in tendo, a Iode e gloria, econfegrazione
loro. E perche in cio fu il primiero egli,forfe da
lui prefero elle dinominanza di Pierie, e di Picridi, o figliuole
od altro ch'elieno a lui foflbno.
B 2 ME-

1 2 D E L L T O E T I C ^
M E L A N O P O .
Paufania, dopo le parole, che délia menzione de eh*
IperboreifattadaOleno, fcriiTe, incontanente foggj u.
gne quelle altre.
Dyo Oleno, Melanopo Cumeo,vnacan^pne canto h Iode diOpi tt
di Ecargè. E teflimonio, cb'Mbeia da gli Iperborei venne in usicbeia,
e in Delo. Onde e* pare , che prosfîmo fofle ad Oleno
: ne piu memoria di lui ritrouo.
A N F I O N E.
Piutarco riferiffe , ch'Eraclide affermé, lacitarodia, e
la poefia citarodica, effere ftata prima ritrbuata da Anfione
di Antiopa , e di Gioue, hauendoglieleinfegnato il
padre. Echecid fiprouaua per ladefcrizioneferbatairb
iiciona- Nella quale fi nominauano , e le Sacerdoteffe
d'Argo, e i poeti, e i Mufici. Eche nella medefima etàLino
di Eubea, hauea poetaro Treni, ed An te di Anredonia
Hinni.e Pierodi Pieria,ipoemidélie Mufe. DiPieros'c'
a baftanza detto,Ma di Ante, io non truouo altra mémo
ria veruna. Or di Anfione , cofe afiài, e non lieui, fono i
ftatelafciatefcritte. Le quali tralafciando nella maggior
parte ,-direnne alcune folo,a poefia fpertanti. Etraquefte
quella che Paufania conta : che la fania fi grandech' ç.
gli hebbe in mufica, ei s'acquiftè, per la parentella ch'egli
hauea conTantalo, ch'eraRedeLidi. Da quali egliimparô
i modi mufici. E perche primo d'ogn'altro,allequat
tro corde pofteda coloro alla lira, eglin'hauea tre altre
aggiunte. Equeftoèquanto adittoria. Perche de* poeti,
altri altre cagion'arrcca. Si corne fi fu cohii, che diEuropa
compofe poefia. Il quale di ciô fauoleggiando,diceef.
fergliciô auuenuto, perche Mercurio glifolTeftatonue-.
ftro del fonare. E Miron Bizanzio, conta, che perche Anfione.,
primo d'ognivno, a Mercurio hauea dirizzatoaltare,inguiderdone,hauerne
lalirariportato. Dipiufu
detto da Prodico Eocefe, nella fua Minias, che Anfione
per

L 1 B B^O V \ I M 0. 13
per hauercantando lefue poelie vituperato Latonaco'
figliuoli,eg!i era ftato dannato ad infernali pene. infieme
conTamiriTracio, per hauerquefti fparlato dellcMufe.
E di piu fu creduto, ciô che difle Orazio.
Dtclus & ssfmpbion Tbebanœ condïtor arcis
Saxamouete fono tejtudmis ,& prête blanda.
Il che di parer noftro, altio non vuoldirc, fenonfech'egli,col
canto délia ma poefia, perfuadefle à cittadini à cignercdimuraTebe.
E doucttecfiere quefta poefia (fefu
prcceblandajdi efortazione, e di preghicre.ficomeraltra,di
biafimo è da crederc che folle.
L J N O.
Nelluogo fopraaddotto da Plutarco, fu pofto Lino di
EubeadeU'ctà (teflacon Anfione. E Diodoro,vn Lino fa
Tebano, e maeftro di Ercole, diTamira, c di Orfeo. E Carace
îftorico délie cofe Greche, ne fa vno figliuolo di EtufaTracia,e
padredi Picro« Adiinquce* (i puo credere,che
tre, cnonvnofoflcro i Lini ,di patria,di padri»edi tempi
differenti. Quelli diTracia, in poefia, non hebbearTare,
fenonfequanto , ei ne fu largo progenitore : poichedi
lui, nacquero, e Picro, e le Mufe, e poi Orfeo, e dopo alcuni
fecoli Efiodo & Omero. e poiTerpandro . 11 fecondo
di Eubea » fu trouatore délia poefia deTreni che fu ma
nieralamenteuole.elagrimofa. E'Iterzo,ch'alquantiannifu
da poi,perquanto Diodoro conta, riformo,i caratteriFenicijdiCadmo
in quellaforma,chepoifutraGreciin
vfo ;e loro impofe nomi, e per ordine li difpofe. eda
lui lettere Pelasgiche furono dinominate, nelle quali egli
ferifle i fuoi poemi. Paufania di quefti duc fecondi fa menziondicendo,
del primo d'esfi , ch'eifu figliuolo diAnfimaro
di Nettuno, e di Vrania la Mufa. E che hauendo in
macftria diMufica tutti ipiuvecchiauanzato » fu ofo di
agguagliarfi adApollo,sfidandolo a tenzonamuficale.
Diche coftui fdegnatofiThaueavcciio. La cui morte pian
fono anco le genri Barbcre. Perche que' d'Egitro.vna can-
zone

I 4 DELIA T O E T 1 C A. ~
ZONEFOPRACIÔCOMPOFERO , ED VIARONOACANTARE, INIOR
LINGUACHIAMANDOLA EMANCRO . MAIPOETI GRECI, QUELLA
CARÎZONE CORNE GRECACELEBRARONO. E LA CHIAMARONODAL
FUO NOMELINO. E PANFO, QUELLE CH'AGLI ATENIEFI HINNI
ANTICHÎSFIMICOMPORE,FCRIITE_VNAIARNENTEUOIC POEFIA DEL.
LA MORTE DI LIN O, CHE CHIAMOETOLINO. ESAFFO COLMEDE-
FIMONOMC, NE CANTO VN'ALTRA. ED ALRRI ANCHENEFECERO
DEIRAKRE.CONNOMIDIELINO, E DINCLINO.
DELTERZOLINO , DICELOFTEIÏOAUTORE,CHEINFEGNANDO
MUFICAAD ERCOLE ANCOR FANCIULLO, FN DA LUI CON LA LIRA PER-
COFIB, E MOR TO. E QUANTUNQ; EGLI FOGGIUNGA, CHE NE IL PRI­
MO , NE IL FECONDO FACEFLER VERFI, O I FATTI ALLA POFTERITÀ NON
PERUENIFLERO.FU CIO NONDIMENO,S'INGANNAEG!IDINONPO-
CO. ANZI A FE FTEÏÏB CONTRADICE. PERCIOCH'EGU NELL'OTTAUO.
CITANDOCERTOLUOGODIEFIODOFOGGIUGNE A QUELLO, QUE-
FTOPARLARE.
Da quefli detti, niente difcordante dicono, ne fuoiveYfihauerçaiu
tato Lino .Eame, mentre i verfi di quefti due poeti leggo accuratamentefuoiparere>non
effere da atribuirgli a niun di loro.E DIODORO
DEL RERZOLINO FAUELLANDO AFFERMA JUI,APPREFFO A GRECI, CF
FERE FTATO INUENTORE, DI RITMI. E DICANTI. E RACCONCIE.EOR-
DINATE LE LETTERE FENICIC.IN PELAFGICHE,E PER CIO, E PERLAFUA
MELODIA,TENUTO INAMMIRAZIONE, HAUEREINQUEFTELETTERE
FCRITTO IFUOI POCMI.E FPEZIALMENTEIL POEMA DE FATTI DEL PRI
MODIONIGI.EL'ALTREFAUOLE DI LUI. EDI PIU DI QUEFTI, LAER
ZIO NARRA CHE QUEFTO LINOTEBANO CANTO VNA COFMOGO-
NIA, Ô VUOI DIRE IL NAFCIMENTO DEL MONDO. & IL CAMINO DEL
SOLE,E DÉLIA LUNA, & LA GENERAZION DE GLI ANIMALI, EDEGLI
ALBCRI. E PONE IL PRIMO VERFODI QUEFTO POEMA, CHEFII
nvirdilotypôvosc/ïros,iv aa/**w'y?y«

I 1 B K_ 0 T H, 1 M 0. 15
G R I S O T E M I A .
SeTamira,infiemeconErcole,econ Orfeo,fa difcepo
lo del terzo Lino,, come Diodoro riferifce, conuiene che
Filammon fuopadre.fofïea Lino contemporaneojel'auo
lo Grifotemia che foffe vn'età piu lufo,colàintorno a Lino
diEubea,ed'Anfione perlomeno,maperauuentura
anche piu antico. fiante che il bifauoloCarmanore, hauea
purgato Apollo d'vna vcciiione. Scriuendo di ciô
Paulània in quefta forma.
Cumcaptiiam efîentTyibia ludi celibrari, anùquisfimum fuiffe
omnium certamcnmemo'antinttr ecs qui premio propofito^bymnum
in lApollinis bonorem cetini/Jint,& pnmum qitïdem omnium pfallentem
vicijfe Cbryfotbemia e Creta : Cuiuspater Curmanor &sfpollir,em
de cœde purgajfet. Confecutos Thilammontm Cbtyfotbemidis ipfius
fitium , & Thilammonis filium Tbarnyrin.
Adunque Grifotemia fu il primiero che in contcfa
di canto d'hinni, nellefcfte diPythia, vittoria de gli altri
riportafle . Al cui tempo comincio quell' agone a
celebrarii.
F I L A M M O N E.
Dietro adunque al padre Grifotemia fegua iî fîgliuolo
Filammone.chenacquein Delfi,eperciôfucognominato
Delfo. Il quale h* come Plutarco feriue, fece poeiia del
la nafeenza di Latona, e di quella di Apollo, e diDiana. E
primo di tutti fececantareachori, intorno altempio di
Dclrî. non dicendo quale poefia. ma ellafu perauuentura
la fteffa ora mentouata. Altri hanno fcritto>ch'eglifu parimentetrouatore
di quelle poefie, cheNomi s'appellarono,
oucr Lcggi Citarodiche. Le quali altri attribui a Terpandro
di moiti anni,nella difeendenza di Orfeo e d'Orne
ro a lui feguente, come a fuo luogo G farà palefe.NediFilammone,
altra poefia, ho letto ch'ci facefle.
l A-

1 6
D E L L *A T 0 E T I C
T A M I R A.
Tamira, corne che di Filammon fofie fig!iuolo,per che
nacqueinTracia,fuchiamatoTracio. Ecorne detto s'è
fùdifcepolodel terzo Lino . Ene diuennein muficaed
in poefia foprano. Di che diuenuto altero troppo,fiVantôdicantarpiufoaue,
cheleMufe. Ed elleno di ciô fcco
adirate ,e la mufica glileuarono, e la vifta. E ProdicoFocefe,
nel fuo poema intitolato Minia, corne tocco s'è di fo
pra fcrifTe lui per cotale orgoglio , eflereftatodannato
anch'allo'nferno, MaPaufaniacrede, che la perdita délia
vifta, gliadiuenifle, corne ad Omero dapoi, permalore.
E narra, che Omero, niente (î perde d'animo, per quella
difauentura; anzicofi cieco, l'incominciato fuolauoro
de'due fuoimaggior poemi conduite a fine. E Tamiri
per contrario, vinto dalla pasfion di non vedere,il far verfi
lafciô del tutto : e fpezzata lalira,la gittô in vnflumeche
daleiprefeil nome, corne chevnoftatuario, fattoluiin
fembiante auuilito d'animo ed abietto, co 4
capelli,ela bar
ba lunga , e con abito lugubre, la lira gli pôfc giacente à
piedi, le corna, e le corde rotte.
Plutarco afferma, lui hauer fatto vn poema déliaguerradeTitanicontroaDei,eSuidadice,
ch'eglifuepopeo
quinto, ô ottauo auanti Omero, e di piu aggiugne,ch'an
dauaintornolafuaTeol»giaditremilaverli. EPlatone
i fuoi hinni pone in ifchiera con que' d'Orfeo.
M V S E O.
. Bella c gloriofa difcendenza diquattro poeti invnafamiglia.
Grifotemia,Filammone,Tamira, e Mufeo fuo
figliuolo , il quale fecondo Suida fu Melopeo, e feriffe
Meli,ed Afmati,
O R F E O .
Diodoro, fece con Ternira difccpolodi Lino , Orfeo,
che fu di OdrifTa di Tracia,e di Lebetro città. Di lui piu che
1 d'ogn'al- _

l 1 B 110

"iS D ë L L A - P O E T I C A .
& quetto edaltro egli hebbe agio di fare , perch'era m
o-randis ima gloria falito , per la î>cienza fua, e per la f 0 u
uVimi armonia del fuo canto, col quale fu detto hauer
a fe tirato non pure gli huomini, e le fiere, ma le fcl Uc Cziandio.c
i monti,e fatto fermare advdirlo ifiumUEt
cio mas'imamente, dopo ch'egli paffato in Egitto, hebbe
da que' Sacerdoti, moite délie loro fcienze, e facrifici,
e cérémonie imparate, e ritornato iu Grecia, fuin grande
merauiglia tenuto, cofi per Ii nuoui riti apportât!, ein
molnluoghiefefteinftituiti, corne per moite purgationi,
e prieghi, ch'egli ordinô, c per mitigare l'irade' Dei,
e penmpetrar daloro, grazie e benifici. E per molti ri-1
medi à moite infermità corporalied'animo ch'egliinfegno.
Accompagnando egli,tutte quelle azioni fue ,con
cerra grauitàdicoftumi, ecertadegnitàefantitàdivitiu.
On Je non pure egli f u quali vn Pontefice tra Greci, mada
molti riputato perMago, ed egli ne fuoi poemi Argonaunca,
e délie Gemme, quafi il confeffa aperto, mefco.
landoui fempre il canto , e'ifuonodcllafuacitara . Efu
creduto, che quanto Apollo va lea di mufica tra Dei pcotanto
valeffc egli tra gli Eroi, de,' quali egli era vno.E vàlfc
tantoinciô,checon vnfuopoemapcrfuafealla genre,
ch'egli foffe fcefo allo'nferno, econlamelodia placarii
Dei infernali, hauere impetrata la moglie fuaEuridice, a
vita; a gara di Dionigi gia fatto Deo; il quale ito allo'nferno,
hauea d'indi traita la madré Scmela, econnome
dirhiona,fattal'haueadelnoueto de'Dei. Efu credenza,
che la fua lira foffe portataincielo , erraieftelle pofta,
e che'l fuo capo, por tato dal mare in Lesbo, e raccolto
da quegliïfolanijfabncatogli vntempio,defferifpofi
di future cofe. E l'altremembra fueraccolte, efatte
ceneri,& in vn'vrna poite fopra vnacolonna, con l'ombra
fua hauere fi operato, in vn paftore poftofï a dormirc
fotto , checofi dormente » foauisllmamente cantaflb
verfi d'Orfeo . Al quale canto , concorfamoltimdino
d'altri paltori , e veduto il miracolo , per piu appreflar-

glilipremendorvni'aJtro, efofpigncndofi hauergittata
Jacolonna in terra , el'vrnarottafi, eflerfifcopertealSo-
, le, l'ofla di Orfeo, e la notte feguente eflere fi forte pio-
! uuto,che crefciuto di moite acque îlSio fiume che per
entro a Lebetra fua patria correa, che a terra hauea gittato,
e le mura, e tutta la città. Et cio eflere ftato già dalf
oracolopredetto, che quando if £>ole l'ofla di Orfeo piu
vedefle,douea quellapatriarouinare , Queftiecofifatti
altrimiracoli d'OrfeOjhal'antichità creduti, e feritti.
Ma.alle fue poefieritornando, egli piu ch'altro poeta mai,
necompofe. Perciocheoltre allafcefaallo'nferno, che
gia s'edetta* egli primo di tutti ferifle il poema Eroico,
che e l'Argonauticach'ancorfilegge, con la quale diede
efempioacotanti altri, che in cio il feguitarono dapoi.
Fece (imilmente, il poema délie Gemme che pitre ancora
habbiamo.e gli hinni.o piu toftoTelete , licorne hauean
titolo in vno antichifsimoeflemplare, che già haucmmo,
e fi come ellino hanno forma piu di facrifici a
e fi anche perlomolto numéro loro; 11 quale Paufaniaferiue
, eflere ftato picciolo negIihinniluoi,edifomma
breuità, e che i facerdoti di Licomede, che ne fuoi facrifici
gli cantauano > fapeano quali i fuoifoflero , ch'erano
dicoltezza i primi dopo que'd'Omero, ma di maggior
religioneefantimonia. Oltre a qualipoemi,io truouo
appo Diodoro, ch'egli ne fece alcuni à Ccrerc, nominandoliOrfici.
11 principio dequali io credo che foflequefto
verfo, per fuo allcgato.
Lo fdegno canta 0 Dea di Cerere fplendidi fruttAj.
Dicui la meta prima, pofe Omero per principio délia
fua llliada. _crifl'e parimente vn'altro poema,che fecondo
moftra-,cofi fatto principio, hebbe in fua lingua-.,
e fu rradotto.
ALtherii atque inferni t maris , terrœque Tyrannt. Compofe
appreflo vn poema il quale Diodoro, nomina con marauigli_,l'ammirando.
Ta' 6*.vy.

2 0 7> E L L JL T 0 JE T I C U
Tarkrà\ à oui giuflo È , gli *fci cbiudere A profani,
Coi quai poema per la marauigHofa fua dottrina, e per
l'altezza defuoi concetti » fu veramete da tutti non purci
Plaronici ,chefpeffo fi allegano de verfi, ma ancorada no.
ftriantichiTeoIogi moltoammirato. Porto titolodiSer!
mone facro, kfis A» v
>»ffdiftimo in xxim rapfodie,
ôlibri. Nel quale dall'vno Dio fommo, venner tutti î
Dei, e tuttè le menti, e tutte l'anime, e tutti i corpi, e anv
bedue i Mondi mtelligibile,efenfibile deriuando,efor.
manJo. Per lo quale egliauanzddi gloria, tutti coft gli
antepaflati,corne ifeguentipoeti. Poetôancoraaparte,
vna Teogonia, & a parte parimente vna Cofmopcia ,chc
fono quaîi due membra di quel primo, Generazionde
Dd,efacituradelMondo , Nequalificontenneromoltidique'verfi
, chctfpofti altamente da Platonici, fono
ftatida noinel noftro Orfeo raccolti. Eperli quali,granderagion
hebbe Clémente Aleffandrino adiré ; Ter manu
fe>tfa,mnlta efi philofophatm.Edd génère di poefie religio.
fe, moite altre ne compofe. Le quali i feguenti,tito!i por.
taronoCrefmichefuonanooracoli. Soteria, chefuona
falutari.Crateri.chceoppe fignifica . Matroo, délia ma.
dredeDei, Cibele. vn'altro nechiamo Didia i che fono
Reti, vn'altro Peplo. oManto. AltrointitoIoCatarmi,
che fono efpiazioni. eTronifmi che fon medicamenti.o
efalramenti aïroniTriafmijChecil numéro ternario.Vn'
altro ne nomind Ammocopia,che non indouino ciô che
foffe. & vn'altro detto Thiopolico, cheera d ufficio, comeioftimo
Sacerdotale,* ed Ootelico,chepotèefferevn
Sacrificio dVoua. II catazoftico, cheforfefucerimonia
dicignere.cX.vn'OnomafticoJn M ce verfi,cheperauuen
tura furonovarinomi,dicolediuine, èceremoniali, ô
naturali.Vn'altro porto nome diCoribantico, che potè
hauerfoggettodeCoribanti, efcftediCibela.E vn'altro
Bacchica ,&vnoGierofolica. & vn'altro gradi mondanl
&vno Neotcutica,eiMifteri. Dequali xx. oramémo-
rati

L I B l^O T J{ I M 0. 2i_
rati poemi, corne che per alcunifoflero credutii CrcfnùeT
ieTelere elïereopere di Onomacrito : elaSoteria di Timocle
Siracufano,edi Pcrgino Milefio,iCrateri, e'1 Pcplo,
e la Rete di Zopiro Eracliota, o di Brontino Pitagoreo
: ed i Triafmi di GioncTragico. e la Bacchica di Nicia
Eleate.e la Gierofolica, ei gradi mondiali, e la Neotcutica,
di Teogneto Teflalo, 6 di Ccrcope Pitagoreo ; nondi
meno Piragora il grande vdirele difterenze diquefti libri,
difcernitore fi fecedi efsi.c per Orfici giudicolli tutti. Gran
giudice, cdcgno giudicedicofi altaconuerfia. FeceOr.
feo fimilmen te al tre non poche poefie, e ciô fono.vna Fificadcllecofenaturali.&vna
Aftronomia délie co le cclefti.&vnaDecaeteria,
&vnaDodccaeteria , dicofcdi x.
&di xn anni. Di piu ne fece vn'altro con titolodi Opère.
& vno con nome di Giorui. e furono dell'opere di Villa
Le quali poiEfiodoimitô. c Plinio fcriue, che Orfeo
fcrifle anche vn poema délia natura dell'herbe .& vn'altro
délia compofizionc degli Antidoti, corne riferi Galeno, c
parimente vn'altro detto Giuramentoôt vn'altro de'Terremoti.
Liqualirutti poemi in numéro di xxxix. raccol
fe, c pofe infiemc Ferecide Ateniefe, dell'altro FerecideSiro,
di molti anni anziano. eintorno adesfimolta fatica
poferovn Nicomede , cvn Apollonio Afrodifeo . E Piragora
fe fidiede penain difcernerc.ilibri di Orfeo legitimi,danonvcri;
moltapiu la fi dicde in appenderelefuc
dottrine, délie quali volle eflere dichiaratore.Di che molti
grauislimi Platonici renderono teftimonianza. c fpezialmenteSiriano.il
grande. Il quale fcrifle la concordia,
di Orfeo, di Piragora, e di Platone. e lo fteflb fece l'vditor
fuo Proclo. Orafe Orfeo, nellafapienzafua fu conforme
à Pitagora, c à Platone chi non vedeia fuprema altczza
de fuoi poemi :
M E L A M P O.
Se Orfeo fu del medefimo tempo con Ercole, come veduto
s'è, perla fcuoladi Lino, e percheamendunifuro/
notra

22 Z) E L L -A TOETlCtA.
no tra gli Argonauti ,• conûicnc, che Ificlo, CHËLDVÎRPAÎ.
to nacqueconErcole, nell'età fteflaviuefleparimente, c
feciô,medefimamenteèforza , cheMelampo, cheaiuto
diedeal fratdDiante, àmenar viaibuoiadlnclofoflèacj
OrCeo,e ad Ercole contemporanco.Fu dunque Melampo,
e gran poeta.e gran profeta.ma lafciâdo la fua profeziadeî
la quale moite cofefi narrano,dal'vn cato, diciam dall'altro
délie fue poefie.Tra le quali io truouo,chefu vnadcllc
geûe di faturno intitolataCronia,&vn'altra délia rapina di
Proferpina,cd i pianti di Cerere,e facrifici.vnodella batta>
eîiadeTitani controaGioue.&vnoaltrefi defacrificidi
Egitto. M I D A.
E fi narra, che Mida Re di Fregia fofie infegnato diMufica
, e di poefia, e d'altre feienze da Orfeo. e che fendo
mortagli la madré, compofe vn poema lamenteuole.ed
ileantô nel fuo mortono. E coneffovolle hauerlaDeifi.
cata,& a quel poema, cheTreno dall'autor fuo Lino, cra
primaftatochiamato,pofenomeElego. IIperchedaindiperlo'nnanziindifFerentemente,
eTreni » edElegi, le
cofi fattepoefie furono nominate.
. M A R S I A.
Se vera fu la fauola che Mida foûe giudice délia tenzone
muficale traMarfia e Apollo, vieneMarfia'a darene^
tempi di Orfeo. Mafepiu vero fu quello che racconta
D ;
odoro, che Marfia , corneprefodeU'amor di Cibela,
poi che di uen ne forfennata, l'andô feguendo per lo mon*
do errando, non mol to fi difeofta quanto pare dal medefimo
Otfeo.il quale puo bene, fendo di frefeo fatta DeaCi
bele,haueread onor fuo,catato il fuo Conbantieo, &imi
ta

L I B KO T Kl M 0. 33
le e Luna repurata,& adorata.ed era per lo mondo vagan -
doandata.inquellaguifaappunro ch'àfua fembianza,ô
Marfia, od altri, hauea in Ci bele trasformato.
O L I M P O .
Olimpo di Mifia, fu v n giouanc da Marfia e amato, ed
infegnaro délia Mufica dell'Aulo. In che egli riufci foura -
no,e gran poeta,e Melopeo, ed'Elegie.e per teftimonio di
Plutarco,fu il primo a comporredi quelle poe(ie,chefi di
mandarono Leggi, o Nomi a ulodici. perch crano cantati
ad aulo, De quali,due fi ricordano da lui fatti .l'vno detto
Crumata, e l'altro Idci Dattili, e fecondo alcuni, vn terzo
chiamato Armario. Pu fimilmente Autore, de NomiTrenetici.e
lugubri,forfe nell'clegie fopradette.Di piu feriue il
medelimo Plutarco,ch'egli trouôi Nomi ArmbnicLe parimente
il terzo génère délia mufica,nominato Enarmoni
co.E vi fu di quelli. che giunfero anche il génère cromatico,per
il Nomo Crumata I udett o,da cui fu dinominata la
mufica Crumatica,che per Oomatica venne interpretata,
ma corne di quefta fi ftea il fatto, per fermo sè tenuto, che
Tenarmonico fuflefuainuenzione. conchenonfoloaccrebbe
l'antica mufica , ma fi rimafe eziandio principe
délia nuoùa, e délia migliore.
G I E R A C E.
Di Olimpo fu difeepolo Gieraccvn certo.non fo d'onde
. 11 quale fi dice eiïère Itato formatore ,'di vn altro Mo*
mo,dal fuo nome Gieracio nominato.
C R A T E.
Fu coftui vn'altro difeepolo di Olimpo.e gli fi da l'onoreper
alcuni, di hauerritrouato vn'altro Nomo chiamato
Policefalo, ad Apolline dedicato.
MVSEO. D'ANTIFEMO.
Ma ritornando in fufo alquanto,& vna & al tra fiata iïfilo
di quefta ftoria,e de tépi ad Orfeo rattaccando diciamo
che fi corne poco dianzi>tre Lini furono l'vn dopo l'altro,
cofi ora in vn tempo ftefloviffono treMufeicio ionoil
già derto di Tamira. & vn figliuolo di Orfeo il quale
cia

24
f
D E L L U T 0 E T 1 C ^
cra, cometeftimonia Diodoro capo de aacerdotidiCeT'
rereinEleufina, allora che colà Ercole ne ando. Mad]
lui non hà memoria che alcuna cofa poetafie. Il terzofu
Mufeod'Antifemo , o Antiofemo Ateniefe, alqualeOrfeo
fu maeftro, e a lui indirizzo l'Argonautica, e IcTeiete,
6 hinni ch'eglino fieno » e come pare anche il Sermonefacro.
Il che moftra, che molto gli folle caro. Suida
afferma, ch'e' fu Epopeo, e che in quattro mila verfi, ferif.
fead Eumolpo fuofigliuololpotcche, ch'io intendo,ammacftramenti.
e quefto, vicino al vero, fu di mio credere,
quel poema di cui Paufania cofi hebbe a feriuere.
I Greci hanno vn poema cbe s'appeUa Eumoîpia. Il cui autort,
ajfermano efiert flato Mufeo £ Antiofemo.
Del quale Mufeo parlando egli altroue, dice, chêne
verfi degli antichi, egli hauea letto, che Mufeo per dono
diBorea,haueahauutol'ali, evolato. echelefcritturc,
ch'andauano intitolate del fuo nome, ei credeachefbflèro
di Onomacrito. perche di Mufeo, niente fi trouaua,al.
tro che l'hinno a Cerere, fatto a Licomedi. Del quai hinno,
vn'altra fiata fa memoria nel quarto. Ma Suidaafferma,
cheoltra gli. ammaeftramenti fopradetti, compoie
moltisfimc altrecofe, e traquefti noiftimiamo, chefoffero
i Crefmi, od oracoli.I quali Erodoto, allega perfuoi.
e diced'esfi,che a tempi di Ipparco di Pififtrato s'adoperd
Onomacrito, intorno ad esfi. E perche n'acconcio vno
in guifà, che dicea cio che ei voile ch'e* prediceûe, feopertohlo'nganno,nefuperci6d^Atene
mandato in banda
llche,perauuenturadiede à Paufania occafione, di credere,che
fofiero d'Onornacrito le cofe ch'andauano fotto
nome di Mufeo. E noi fiamo di parère, ch'egli s'in-
, gannafle cofi in quefto, come quando egli ferifle in cotai
forma.
Certamente i Titani, primo di tutti, finfe ne fuoi ver Ci Omero, tbt
fo/feroDei di quelle contracte , cbediTartarotengonnome. Dicbei
, verfi del poeta , fono nel giuramento di Giunone, Trefo poi itu
Omero il nome di Titani Onomacrito , nel libro , oue egli fec(j
cbiari

L 1 B K.0 ? Kl M O. 25 f
cbiarigliorgif di Bacco, [enfle cbe egii fugranementt perfeguitato.
Conciofia cofa, che non Omero fu il primo, ad muen
rareiTirani.maperquantogias'èmoftrato , Tamira fecevnpoema
délia gaerra deTitani contro a Dei. EMe- .
lampo ne compofe vn'altro . Etragh hinnidi Orfeo il
xxxvi. aTitaniedirizzato.
E V M O L P O.
Fu coftui figliuolo dell'ora detro Mufeo. & fu quelli, a
cuiilpadrcindinzzo l'Ipoteche. Poeto anch'eglidimol
tecofe. ImperôcheEufebio nel primo,cita vn fuo poemacon
titolodiBacchica, Et vn'altro délia piantagione
degli alberi > t délie viti, E Suida ne nomina vn'altro fotto
tirolo,diTelereaCerere. Eparimentevn'altrointito
lato Mifterij. che fudi tre mila verfi. El'indirizzô allepro
pnefigliuole. Scriffefimilmentevn'altrodettoChirofco
picache fecondome» diceChiromanzia. Ediluifi conta,
che quello fece,chene Orfeo,ncilpadre, degnaronodifare,
Cioè di moflrarli inpruoua di canto necontafti
mufici di Pithia. Oueegli voile andare. e fifi diporto
incontro a gli altri poeti, che a luort di Lira cantauano
i lor poemi, che di loro riporto corona.».
M V S E O D ' E V M O L P O .
Cofi corne Eumolpo hebbe il padre con nomedi Mufeo
, cofi voile hauerne vn figliuolo. U quale fu poeta anch'egli.
Eper teftimonianza diLaerzio, primo d'ogni vno>dclla
Sfera poeto . Eparimcntefece vna Teogonia.
Ed in effa infegno, corne da vno procedeano tutte le cofe.e
nello fteflb vno, fi rirornauano .Ma fcdi quefto Mu
feo, o di alcuno de due fopradetti, foffeil leggudro piccio
lopoemadiLeandro, clî'ancorlilegge, opurfoiîedel
quarto Mufeo Efefio,che moite cenrinaiad'anni venne
dapoi>lacofaè inofcuro,neionefaprei accertare nulia
co(a_>,
D Pi

z6 2) E L L U "PO
P I S A N D R O.
Del medefimo Eumolpo, fu creato, e difeepolo Pif an.
dro. llquale, iotruouo, ch'altrificredette chefoffedi
Camira Città di Rodi, ed altri, Camirefe hanno fatto vn'
alrro Pifandro,di cui fi dira a fuo tempo,o pure furono di
quella cittaamenduni. Or quefti, di cui ora fauelliamo
compofevn poema délieprodezzed'Ercole. eglifeceti.
tolo di Ercoleida. e f u in cio il primo. ed il primo parimente
ad imitare Orfeo, in formare Eroica poefia. j
P A N F 0\
Rifalendo ad Orfeo di nuouo.diciamoche perquan.
to puo congiettura trarre, da quelle parole di Paufania.
8quei, che dopo Oleno ,fecero verfi Tanfà & Orfeo. Panfô ed
Orfeo , ad vn tempo viffono. E lolteffo fi trae perpoco
dalProtefilao diFiloftrato.oueei faparagone dialcunc
cofe délie poefîe,di Orfeo,di Mufeo.e di Panfô,â quelle di
Omero. Del quale Panfô, Paufània,piu volte fa memoria
fi corne quando dice, ch'egli, antichisfimi hinni compofe
a gli Ateniefi. e ch'egli in morte di Lino canto l'Etolino,
Et ancora, che egli primiero di tuttii poeti, cantô poefia
in lodedelle Grazie,fenzaperôdirnene'lnuméro, ne'nomi.Eparimente.che
invn hinno fuo,che fi catauafralecerimoniedi
Licomede,eidiffe alcune cofe diCupidine. Et
in vn'altro a Cerere,cantô gliaffànnifuoifofrertiincercare
la rapita fua figliuola, a cui primo ch'altri, diedeno
me di Perfefona. E Filoftrato, neil'allegato luogo arreca
anche di coftui alcuni pochi v erfi.
E R I T R E A.
La SibillaEritrea, conrcgiafu detto, fu Babilonica,
mavenutain Grecia> abitandoinEritradi Gionia,fuEri
trea cognominata . Et ancorch'altridi variealtre patrie
habbin detto ch'ellafofle. e di molti anni foffe dopo 1*
guerra j

guerraTroiana, nôdimencperche ella predifse la diftruzionedi
quella Citta per man di Greci>chiaro argomenro
è.ch'ella fofleauanti .EciofunetempidiOrfeo, edegli
Argonauti . Coftei moite cofe profetô inuerfi, efece
poelia parimente del battimento del cuore, e Meli.-e dico
no che ella trouo vna Lira di forma triangolare.
D A F N E.
Coftei fu figliuola diTirefia. e fcrifle oracoli d'ogni
guifa, da gh altri délie precedenti profetefle e poetefle
di apparatl (corne Diodoro chiama ) differenti . Da
quali, dice lo fteflb, Omero prefe gran numéro diverfi,
c di esfi orno le fuepoelie.
E R O F I L A.
FaPaufania lungamemoriadiErofila, edicechefufigliuola
di Lamia, ediGiouc, e quefta Lamia cflereftatadélie
donne laprimiera, cheprofetafle. Madi ciorimettendoliegii,
afferma ch'ErofilafuauantialIa guerra
diTroia: e predifse che in Ifparta fi douea alleuare Elena
aruinad'Alia ed'Europa; per la quale iGrecidiftruggercbbonôllio.
Oltraleprofezie, fcriflèvarihinni.de'qua
lii Sacerdotidï Apollo Delio,conferuauanomemona.
Ede' fuoi, adduce alcuni uerfi, e varie cote ne racconta,e
pare ch'ellatoccafïeitempidi Pnamo.pofciache dicono.ch'ellainterprété
vniognod'Ecuba , mogliedi lui,
che fignifico , la guerra e la disfaziondiTroia.
P A L E F A T O .
Fra quefti mezzi tempi, da Fcmonoe alla guerra Troiana
, non fo gia io metterea giufto in quale fi dea ripor
re Palefato Ateniefe . Perche Suida feriue che alcuni
feriffono ,ch'eifu piu antico,di Femonoe. Ed altri che
____ _

2 8
D EL t U T 0 E T 1 C ot
fu dopo lei. Senzall dirne il quando. Ma dicendouTcp
ei fuAtenicfe.ed Atene fu daTefeofatta abitare, cTe.
feofu dopo Feinonocdimoltianni,non puo coftui, a*
uanrilei effere ftato. E fc fu vero il detto di Plutarco,
che Filammone foffe il primo a poetare il nafcimento d*
Apollo.ediDiana, Palefato cheil medefimo fcriffe,f 0r.
zaè che dopo Filammone foffe. ondeuienneacaderene
tempi d'Orfeo, o piu giu di poco. Serine egliadunqnela
nafeita predetta in tre mila verfi. Compofe akrefi vncon
trafto di Pailade e di Ncttuno fopra il porreforfe, nome
ad Atene; poi che d'altra contefa tra queftidueDci,p er
qaanto memoria mi ferua, non fi legge. E fu il poema
di mille verti. Ne compilé parimente vn terzo, chlntitolo
chioma di Latona.
ORFEO. C I C O N E O .
, Scriue Suida , che due gençrazioni auanti allaTroianaguerra
fiori (vn' Orfeo Ciconeo» Il quale compofe
vn poema intitolato Mitopeia^, che fuona fattura far
uoiofa , 6 defauole . E fcriffe parimente Epigrammi,
ed hinni.
'O N O M A C R I T O.
Onomacrito,non quellosbandito daPififtratidi, che
fidiffea dietro , ma vno piuanticodi moltifecoli* moftra
che foffe in quel medefimo tornod'anni,con quefto
fecondo Orfeo. E che poemi vari componeffe. Efra queftiCrefmi,
ondenacqueTequiuoco di Paufania già da
to. ScriffemedelimamenteTelete Efifamenzioned'vn'
altro de' fuoi tiel quale egti diffe *, che vn certo Ercole,
foffe ftato vndi coloro, ch'appellati furono Idei
Dattili . Vn'altro poema parimente ienfle de gli orgij
vdiBacco. ' ' " •
XI -

IJJ5 J(,0 T 1^1 M O. 29 I
T I M E T E.
Piu baûb ne tempi vienead effere ftato Timcte, e già
toccanteforfela guerradiTroia. PerciochcDiodoro dice,
ch'ei fu figliuolo diTimete, diLaomedonte Redi
Troia. U quale viffe nell'età pari ad Orfeo il grande, e quefti,
nipotediPriamo, venne ad effere ftato. Conta egli,
cheegliandôgirandopeHo mondo» eperl'Africa verfo
Occidente , arriuô fino aJl'Oceano > & in andando vido
l'IfolaNifa,ou'eraftato nodricatoBacco. Di cui hauendo
quiui apparato le particolari geftc, vn poema ne compofe,
che fi nomino, Frigiapoclià, elcrittafudicarattenPelafgici.
» >
S E C 0 L 0 T E \ Z 0.
L L* E T A* fopradetta délia poefia de Greci, che
fu lunga anni ctxxxv.diede corneveduto s*è
finimentOjTimete, e porto il nouero,di xxx.
poeti nominati,e^i poemi c. agiuftonume.
P A L/ A M E D E.
Paîamede, ilqualefuvnodeBaroni Greci chefopra-,
Troia andaronô, e cugino di Agamenne, darà principio
al terzo fecolo de* Poeti. Quefti trouandofi fornito dinaturaartà
à filofofare, futrouatoredimoite cofevtili, in
guerrae'inpace, efra l'altredialcuneletterc, giunfeall'
alfabetodiCadmo, ediJLino. Inuentôil giuocochefu
detto de*calcoli,equello deglifcacchi,ededadi,etrouô
lemifure,cipefi, c moite machinedaguerra. Epercofi
fattiritruoui, fudaGrecicognominato il Paofofo,chc_^
fuon a il fauio di tutto » Et Euripide poi, in certo cantico,
dilui, corne dipoetaancora fememoria, chiamandolo
Filomenadellemufe. Compofeegh , poemiEpici» d'altre
cofe, ed Eroici di quella ftefla guerra fra Troiani e Greci
, e délie imprefeda luifatte -con Achille nella prefadi
XXIII.

XXIII. Città da ioro foggiogate. Si ch'e' fu il terzo*Ero1 |
co Poeta, dopo Orfeo, e Pifandro. Ma i poemi f uoi, f u
fama, che i fucceflbri di Agamennone, eper la nemiftà fu.
ta tra l'vno, el'altro, & piacimento di Omero,chefoffo
no mandati a maie . 11 che fembra, allai detto à ragione
poi ch'Omero, in duefi lunghipoemi fuoi di molti, mof!
to indegni fece memona,èdi Palamede,che fu il pi u f auio
di guerra di tutti i Greci, edin prodezza non punto minor
d'Achille, non ne fe veruna.
C O R I N N O.
DiPalamede, fu difcepolo Corinrto. Il quale durante
anchor la guerra fece di efla vn poema Eroico. con titolo
di Iliada, Ène verfi fuoi,frapofe le lettere trouate dal mac
ftro che furono quattro z. P *. x. che furono poi, co.
gnominate Doriche. Scrifle egli vn'altro poema parimen.
te , délia guerra fatta già da Dardano contro à Parlagoni.
E fu fama,che Omero , moite cofe prefeda poemi
di coftui, e nella propria Iliade infieme col titolo le
ando inferendo • . .
D E M O D O C O .
Vifle ne tempidélia medefima guerraDemodocod.-
Corfu. Del quale Omero fa menzionneirOdiflea, eatla
prefenza d'Alcino Re di queli'Ifola, all'arriuo di Vliffe, il
fa canrare, à fuono di Forminga, l'adulterio di Venere.e
di Marte, e come Vulcan gli prefe nella rete del rame.
Del quai foggetto, per teftimonio di Plutarco.Demodoco
hauea già vn poema fatto , efimilmente n'hauea
compofto vn'altro con titolo di Portefi d'Ilio che fuona
faccheggiamemo d'Ilio x per via del Cauallo Durateo
. II quai poeta, Omero nel luogo medefimo afferma
ch'era cieco.
F E M I O.
i Nell'Odiflea medefima fi fa menzione diFemio pure
| ' ~~ 1
" poeta ~

L 1 B KO T Kl M 0. jl
poeta,cmufico. II quale a conuiti de'Drudi di Pénélope
, era folito di cantate. Ma Erodoto, ha nella vita di Omcro
fcritto,che Femio era futo a Smirna macftro d'Ornero
> c che per guiderdonc di quel merito relsè la memoria
fua nelfuo poema. Ciônon oftante, ePlutarco, edEufebio,
confermano che Fenio e Demodoco viffono in vn
tempo , e ch'egli compofe vna poefia fopra i ritorni de'
GrecidaTroiaie lefeceperciô titolodiNofti.che fignifica
ritorni.
S I A G R O.
EUano nella varia ftoria fa memoria divn Siagro J
con parole di cotale fentimento.
Fu vn certo porta Siagro, dopo Orfeo , e Mufeo. il quale fi dice
, hauere egli il primo , cantato la guerra Troiana , prendendo
arditamente grandisfimo foggetto. Ma fe Eliano quiui intende
che Siagro poetaffe délia guerra da Agamennone fatta,
vano fu il fuo dire , ch'egli dopo Orfeo,e Mufeo poetaffe.
I quali di parecchianni pr,ma,erano giàmorri,etra ioro,
cquella guerra, altri poetiforle xim. eranoflati in flore
. Ma le pure intendere fi dee, che Siagro, dopo Orfeo c
Mufeo feriueffe la fuapoefia,ei non ha luogo,ch'ella con
teneffe la guerra di Agamennone, che fu fatta dopo loro.
Ma fi farà quella ch'ErcoIe coetaneo d'Orfeo,mofle a Lao
medonte Re di Troia.Ma cio non fu grandisfimo foggetto.H
quale fe ha da hauer luogo, Siagro haurà luogo non
dopo Mufeo,mafraprimi Scrittori délia féconda guerra,c
fefu grandisfimo foggetto, perauuentura tuttadaprincipioàfinelacomprefe,
e fumaggiore che 1 fatti di pochi
giorni, che comprefe Omero.
O R O B A N Z I O .
Lo fteffoautore fcriuedivnoOrobanzio Trezenio.in
quefta forma.
Cbefoffero «uanù ad Omero i verfi EroicicTOroban^odiconlo i
ftrmoni Trtrenij.
I ~ Ml

j2 D E L L A_ "PO. ET I C A .
Maqualifofferoiferrnoni,e^
verfi.noldichiarâdo egh>ne altri ch'io mifappi a,fireftano
in ofcuro.Ma egli a quel luogo, foggiugne quefteparolc.
D A R E T E.
E'I Frigio Rareté , la cui iliada fino ad ora è conferuata. !{ qua
le diconoparimente,eJfere ftato auanti Omero. Ed aggiugne Eliano.
M E L I S S A N D R O,
E Melijfcndro Milefio, fu poeta ancb'egli. E fece poefia dellapugna
deLapiti, edeCentauri,&Eufebioteûimonia.
che precederono ad Omero, van altri poeti t ficome f uro.
no Asbolo, eCentauro,&Ifare , &Orimone,edEuecI©
diCipri.&OriodiSamo, ePronatida Atheniefe. Madi
che faceffero coteftoro poefie, egh non fa memoria>neal
troautoredimiaricordanza, fuor chee'pare, che
P R O N A T I D E.
Secondo il teftimonio di Diodorofufle Melopeo eccer
lente, e che fcriueûe con caratteri Pelafgici di Lino, e che
fu maeftrod'Omero. E moftranocertememorie,cheparimentecomponefevnProtocofmo
in poefia, chefarebbelagenerazion
delmondo , o piutofto,Primomondo.
Deriuando in eflbla Genalogia de Dei,dal primo Dio.ch"
egli nomino, fe la memoria non falla, Demogorgone.E
quantunqueEufebio, aifopranomatiaggiunga,Epimenide,&
ArifteaProconefio, e' pare perô,. che egli in cio
fiaerrato. Peto che per teftimonio d'alrri molti ferittori,eglino
furono nel quarto Secolo dell'Olimpiadi.
T A L E T A.
Ben fi fa memoria da' Suida, cheauanti Omerofuvn
Taleta, ôCretefe 6 Ilhrïco , il quale fofle poeta Linco;
, e formelle Melu
I
OME-

I I B I^O T J{ I M O.
O M E R O .
Omero con la grandezza fua, fece la Grcca vanità tutta
in fedifeorde, coli nello afîegnarli parria ycome fecolo, in
ch'egli ville, perciocherra Eratofteneche 100. anni il
fece eflere dopo la diftruzion diTroia, eTcopompo, che
joo. difle,fettealtri Ariftarco, Filocoro, Erodoto,Eutimene,Apollodoro,
ePorfirio,edEuforione,traquefii numeri
eftremi, variamente variarono. e taie fu chedifledui
in perfona eflerfi rrouato a quella guerra. Di tutti e' quali
adErodoto cheilconto deglianni veggiamohauer farto
» îô per me prefto piu fede. 11 quai e parla di quefta guif a.
lAnni cxxx. dopo la fpediqone deiïefsercito, cht %Agamennone,
tMenelao, tonduffero ad iho,1'Jfola di Lesbo,cb'era abitata *
Viïïaggi fu ridotta ad abitarfi per Città. Dopo di che , anni xx.
Cuma chiamata Foliote fu edificata, e xvnr. poi t Smirna fu
fatta da Cimani, ed in quel tempo nacque Omero.
Il chefalafommad'anni CLXVIII. ed accerta la patria
chefuSmirna. Daqualianni,fcfi fottraggonoJi x. che
durô la guerra, Omero viene ad eflernato CLVIII. an*
nidopodiftruttaTroia. Lacondizione délia fuanalcenza,
ed il feguito à quella fino alla morte fua, chiunque ha
talentodilàpereàminuto, leggaloinciôche fcriueErodoto
délia fua vita. 11 quale afferma, dihauernecercato
à fuo potere tutto il certo. Di quella fomma fciegJianLnoi,
ciô ch'alla noftra intenzion di poefia, piu s'appartiene.
E diciamo, che poi ch'egli, per malore d'occhLdiuenuto
cieco,apoetarecominciôimprouifando ,ecantando
verfi per accattar da viuerc,ghvenner fatti a quefta gui
fadi molti vcrfi àpicciolidrapelli. Ma in corpo dimagiore
poefia, fece in prima gli hinni. e poi la'mprefa di An
arao fopraTebe. Equàelà, errando,giunfe a Focea,
oue fu da vn macftro di lcuola raccoho, che haucanome
Teftoridc,& a fua iftanza compofe Ja picciola iliade,& vn'
altropoema,chechiamôFocaida. Di queftidue poemi
impadronitofi il maeftro Teftoride, leuari d'indi gli arneli
E fnoi,

54 2) E I I ^ "POETICA
fuoi, fcnza far morto à Omero pafsô in Chio, equiui co
meluoi, glirecitaua, e'nfegnaua afuoifcolari, trahen
donegranprofitto. II che da Omero riïaputo, colàfif c
portaredavn nauiglio, edacconciofsipcrmaeftro de* fi
gliuoli di vn cittadino di Boliffo città di quell'Ifola, afpcj
tando agio ,

L I B KO 7 K J M O. n
che c ritorni. La prefa di Cicilia, & vn'altra derta Circoli,
& anche Epitalamij, e di piu anche vn'Amazonia. La quale
altri difiè, effere ftata fatta da vn poeta Magnefio, chiamatoPofi,
eCelenoparecheteniffe,dacui, nonmoftra
difcordar paufania,che Omero componeffe anche vn poe
ma detto Edipodia. Ma Plutarco affaicoftantemente niega,
ch'egli altro non faceffe,che l'Iliade, el'OdifTea, eche
iningannokmcoloro, cheviaggiungonoilMargitc, e
la guerra de ranocchl» Onde fegue, ch'egli vengaanch'à
negare,che i poemi ora memorati non follero da lui fatti.
E S I O D O.
Efiodo, corne già moftrato sè, fu cugin d'Omero, e vif
fero ambedue nell età mededma. Il che , dal teftimonio
ora addotto, di Plutarco, e da Paufania fi conferma. A co
ftui il commun confentimento de Grammatici Greci anti
chi,fudatoilfccondo onore ineecelienza dipoefia dopo
Omero. ECleomeneil prodc> Re diSparta, hebbe vfo
di dire ch'il poema d'Omero, era per gli cittadini fuoi,
e quello di E(ïodo,per gli lloti, ch'erano i contadini Quel
loperch'infegnauaa combattere , e quefto per che mo
ftrauaalauorarlatcrra. Intcndcndo il poema dell'Operc.edc'
Giorni. 11 quale egli, edi titolo, cdimaterie.haueaformato
ad imitazione di duecotalid'Orfeo, già detti.
Quefto fol poema, afrermarono i fuoi paefam efiere:
ftatodaluicompofto, e non altro. Il che Paufania teltU
monia con parole tali.
I popoli di Beoxia cb' intorno ad Elicona banno fuoi abituri,
per certa opinione prefa da lor maggiori, niegano ch' Efiodo babbia
lafçiato feritto , altro poema che quello , che Opère fi chiam*-i
• *An^ di tffe lieuano la inuoca'rione délie Mufe^j , ch' è
nel proemio : uffermando U principio fuo , ejfere là , doue , fauella
délie difeordies , ed vna tauola di piombo mifecero vedercs «
pofla ad vna fonte nella quale era feritto, quel poema fleffb ycbe s'appella
Opère. Da qutfia credenT&molto è diutrfa queWaltra di coloro,
che molti altri volumidi verfi attrtbuifcono ad Efiodo Cto fono quello
E 2 che

g é T) E L L KA T 0 E T I Cy)
che dtlle donne,da lui fu cantato, e quell'altro che fi àirnanàa £e e ? M„
di : e la Teogonia, e quello di Melampo indouino, e la difcefa di Tefe&
con Tiritoo allonferno,e fiiwfignamentidi Cbironead

• L l B KO T 1 / ITF Q. 3J
che per fi Iungheerà,da Efiodofiam lontanife vogliam

^ " DEL tZT T 0 E T t C A.
Colui chefece i verfi Ciprif, o Ciprio foffe ; o Stafino
Del quai poema, non poca memoria e fparfa inPauf ;
nia,e Focio, nellaabbreuiizione 4ella Grillo mathia '
Polimathia diProcIo, feriue in quefto fenfo. *
^acconta(Vrodo)ancora dei circolo detto Epico.Il quale tornintk
dalla fauolofa mefebiarrra del aelo, e délia terra. Dalla quale gli nafCfh no tre figliuoli, di centa tnaniper vno. 1 quali ingenerano tre altri Ci.
clopi. E fi flende intorno aile fauole Grecbe de Dei, toccando talara ù
verita délia floria. e termina il circolo Epico compofio didiuerfi pom; e poetijmo alla difcefa di Vliffe in itaca. oue no conofciuto dalfigljH0 lo Telemaco, ch'egli foffe padre, viene vccifo. e narra che ipoctidd
circolo Epico fi conferuano ,e fono da molti fiudiati, non tantopnk
ualorloro }qttanto per la çollegan^a délie cofe che fono in effo. de'quali
fu quefto circolo contefto. e paufania a Stafino afiegna
vn'altro poema ,chiamato Eraclia, o Ercoleida.
E G E S I N O.
, PareEgefino diSatamina diCipri,foflenegliftesfi,o
molto vicini têpi à Stafino : pofeia che no mancô dicoloro,
che hebbono crçdëzâ, che foffe ftato egli l'autore, de
verfi Ciprij fopradetti. e Paufania fa quefta menzione.
, In Elicona yprimi di tutti ,fi dicono, hauer fatto Sacrifia alleMufe,e
hauer loro quel monte ccmfegrato Sfialte ed Ofo- ed i medefimi
" "" hauer-

L 1 B P^O T 1^1 M O. 39
haueredtficata Afcra,Egefmo,nel libro ch'egli fecedell'+4ttica,fcrif-
Je in cotai verfi.
E dopo hauerui foggiunti i verfi aggiugn
Queflapotfiadi Egefino > io nonleffi mai; pofcia cbe auanti ch'io na
to foffi ,tlla traandatain nulla . MaCallippo Corinthioneh'ifloria
the fcnfie dette cofe diCvrinto tfi pale del teftimonio diquefli verfi .
A R T I N O.
Hanno affcrmaroalcuni, ehe Artino foffè difccpolo
d'Omero. QrilIoilfanetempideirolimpiadeprima,ed
Eufebio nellanona. Maperpiuvero s'è tenuro,ch'ci foffepiualro.
Ateneo dice ch'egli compofevn poema chiamatoTitanomachia.ed
vn'altro parimente con titolo di
Iliaca clades. & vn'altroCladesEtiopica. eFannia làfciô
fcritto,cirandolo Clémente, ch'egli fu a tenzonedimufica
con Lefchc,e che ne fuvinto.
L E S C H E.
Se Lefche, o Lefchco.chcfu di Lcsbo,fu a contefa con
Artino,conuien diforzach'egli _ncoraviuefTepoco dopo.Omcro,
e non foffe fi baflb,comc Eufcbio lo pone nel
la xxx.Olimpiade. Diconochefucoftui,enonOmero,
che fcrifse la piccol a Iliade, e cio pare confermarfi co' luo
ghi che paufania cita come fuoi ,parJanti délie cofe fatte
ad Iho. ficome èfragli altri,quefto.
lAJlynomum etiam,cuius Lefcheus memimt,in genu coUapfum,7^eo
ptolemusfcrit- ôc^anche
Lefcheus vulneratum tradidit in pugn* noïlurna Helicaonem^ ..
E perche Ariftotile non attribui la Iliade picciola ad Orne
ro,e platarco cfpreflb il niega, non farà longe daTagione,
a tenercch'ella fofle di coftui. Mafsimamenre, cheil contralto
ch'egli hebbe con Artino, è piu ragione, che fofle
nel medefimo foggetto.piu toftô che fopra altro. Quelli
con l'Uiaca dades,ollioperlis, e quefiicon la picciola Uiada.
Del quale contafto Clémente feriue in quefta forma.
. _ Tba- 1

~ ThaniasaHtem,Jonens Lefcben Ltsbium, ante Terpandtum re(et\
hune jircbûocho recentiorm. Lefcbenautem concertajjè cm ^
tino, & unifier.
A L C M E O N E .
De poeti, e de poemi,ch'in quefta terza età io porto fcguentementefinoaTaleta,ionontrouodeH'età
loro ne
memoria,necongetturaalcuna, mafoJo cheauanti ail*
Olimpiadi fcrifïbnoilorpoemi. e'1 porgliio l'vn prima,
el'altro dopo,non faccia pregiudizio all'antichitàdiniun
di loro. e fra quefti, il primo lia Aicmeone 4. il quale fi ha
memoria che fcriffe vn poema délie Mufe.
A C A T O.
Acato fu Argiuo,edel fuo cita Ateneo,vnaIlioperfis,
chec diftruzionedi Troia, o d'Uio.
D I N A R C O.
Vn certoDinarco,!io trouo che fcriffe vn poema de* fat
ti di Bacco. Nel quale egli canrô, ch'in vna battaglia co*
Titani, egli fu da loro vecifo, e in molti pezzi dimcmbta.
to • il quale argomento, fi ha memoria in Produite «at
. tato haueamoltoprima Orfeo.
P A R T E N I O. ,
Tra difeendenti di Omero.fi feriue effere ftato vn Parte,
nio Chio. il quale vari poemi fece .cio è vno in Iode diT c
flore fuo padre. & vn'altro dilficlo.efimilmentevnoij,.
titolato Ptopemptico ; edambedue quefti, vengono ^
stefanoallegati. Vn'altro nefeeedicerriamanri. epa^.
mentevno déliafauola diDafne.&vn'altro diquella^
Cianippo. & vno di vna Antippe. & va'altro di Delo.
L I C E A.
> Coftuivienepiuvolte addotto da Paufania corne poet
tadigenalogiedéliecafate délia Crecia. & inconteflere
I ' certe

L 1 B 0 T H,I M 0. 4i
ccrtc parti délia fua iftoriafi valc délie teftimonianze Aie
corne di quelle de* feguenti.
A S I O.
Simile argomento quafi prefe Afio da Samo, ad vn fuo
poema, percioche Paufania feriue.
lo ho riuolto il libro, che è intitolato le grandi Eee . £ tutti i carmi
7{aupa7tf. E dipiù le co/e, che in uerfi feri/fono délie gentilita Cine.
to, & .Afio. T^e ho trouato cofa, che à queflo p ertenga.
E nel fecondo parla, corne egli hauefle /critto délia gen
tedegliEacidi. E fileggonoperentro al fuo libro molti
altri propofiti cofi fatri, leuati dal poema d'Afio. Serine egli
parimente, la fauola di Metabo, e di Menalippe.& uno
altro poema del monte Ptoo, nel quale Apolline eraadorato,
c ui proferaua,
C1NETONE.
Dalluogofopraaddotto daPaufamia, ficonofcechc
un Cinetonc, e fu Laccdcmonio,trattô argomento fimigliantc
in poefia di généalogie. Edi piu truouo chefù fua
vnaThcogonia. c nellc feolic di Apollonio Rodio, viene
citato un'altro fuo poema con titolo di Ercoleida,
C A R C I N O.
Da quello ifteflb Iuogodi Paufania, fi moftra chei verfi
Naupazi;,del medefimo argomentofotfero. Dell'autor
de quali, il medefimo au tore n el x cofi dice.
Or a que'camifChe i Greci dicono Tfaupafti* il comun confentimento,attrtùuifce
ad un Milefto.Ma Carone figliuolo di Titteo, afferma che
l'autorlorofù Carçino di Vaupatto.
PRODICO.
Délia poefia >cognominataMinias, ancorchc Paufania
moftri portarc dubitanza,nondimeno, poi che ne egli
ne altri, ne nomano altro ,Siterremchefufie di Prodico
Focefe. La qualeMinias,perleallegazioninon poche,facte
F dâf

- 4 2 DE L L A T 0 E T 1 C A.^ -
dâTmedetimo Pâûsania (i com pren de,c he comelîèlîernTteria
nmiglianteallequattro proshmamente fopradettt
di genalogie, e di gentx délia Grecia.
T E S P R O T I .
Le tre feguenti,nonpaiono effere ftatediuerfe difog.
gctto dalle fuddette,cioè quella che Tefprotide viene non
una fiata da Paufania nominata. e fra raItre,cofc dicendo.
T^el cafo di Tenelope, non ft confronta ilparlare degli *iuadicon
la pot fia Tefprotide. E perche Eufebio e Clémente citano
vn poema de' Tefproti, fcriuendo cheEugannone Cireneo
il rubo a Mufeo, & a fe l'appropria, ci è paruto non
lontano da veri(imile,che poffa efiere quello délia Tefpro.
tidc,di Paufania.
E D I P O D I A. ' M
'
Vn'altro ne cita il medefimo, con nomediEdipodia, c
nonvnafiatai edaquello chenel nonolibronc racconta.moftracheper
argomento haueffein lignaggio diE»
dipo. Perche parla in quefto fentimento.
E quefla guerra fu fcritta in verfi. De quali facendo ntem^onc Ce.
leno, penfa che da Omero fofftro fiati fatti. %A cni molti, e non ignobili
autori acconjentono. Ter certo io dopo Vlliada, e dopo l'Oâiffea,
di quella poefia fomolta flima. etantobafli hauer detto délia guerra
ehegliArgiui fccceno a Tcbani per amorede figliuoli diEdipi,
T E B A I D A.
Del medefimo foggetto ne fu un'altra,nominata Tc«
baida. Perche lo fteffo autore ,di Adrafto fauellandodit
fecofi.
Bjcano teflimoni dalla lliada,e dalla Tebaid/uj.
Et a cio foggiugncquali teflimoni furono quelli dcllV
no, e dell'akro poema.
AR1-J

! ' LIS n^O T K J M 0- 4_~
I A' R I S. T E O.
Vno Ariftco non fo d'onde,e'fofle, compofevn poema
Con tirolodi Eroiche Epigamic in moitilibri, che fono
quafi nozzed'Eroi. e moftra che moire foflero quelle noz
ze,poi che mol ti furono i libri. e quafi fono dell'argomen
to medefimo con le fudette.
F A N O C L E.
Non viene feritto quanto io sappia, di che patria fofle
Fanocle, ne di che tempo. baftachc eglifu piuantica delle
Olimpiadi ; ferifle egli vn poema, di Ganimede. fi come
cglifurapiro nondaGioue,madaTantalo.&altri hannodctrochenolrapi.ma
ch'eflendo egli ftato mandato
da Troe fuo padre, a far certi facrifici nello ftato di Tantalo
egli credutolo fpia, fi'l foftenne. e Ganimede in quella
dimorainfermatofi, morisfi.& il padre di cio fieramente
addolorato, mofle la guerra aTantalo, che regnaua in Si
pilodi Lidiaein Frigia.e tanto fece che lofcacciôcolfigliuolo
PclopediRegno. Diqueftifuccesfi ferifle poema
Eroico Fanocle. & vn altro ne compofe dell'amorc d'Orfeo
verfo Calai fanciullo.
T E R P A N D R O .
Terpandro nacque in Lesbo in Antiflâ citta,e fu il quarto
nellaftirpe d'Omerocomedigias'c detto. Madi che
fecolo eiviuefle,varic fono ftatclerelazionidegliferittori,
Conciofia che Ateneo reca la teftimonianza di vn Girolamo,
che ferifle piu libri de' Citaredi, e de Poeti, che difle
Terpâdro eflere ftato ne tépi di Ligurgo.Or quefti di côfcn
timent o cômune degli iftorici fu dello ftcflb fecolo,cô Ifito
Elco,che fu quelli,che rinouâdo le fefte di Olimpia, piu
volte d'altrifatte,e tralafciate,volle ch t dallefue s'incomïciaflbno
ad annouerare gli anni per Ohmpiadi.ed il medefimo
Ateneo,nerecavn'altradi Ellanicojil quale difle che
Terpâdro vinfeinLacedemone,il primo agone che de poe
ti fi celebraflc nelle fefte Carnie. Le quali fecondo Sofimo,
F z H co-

^44 'D E L L iA V 0 E T J C ~ -,
ficominciarono nella xxvi. Olimpiade. Ilchefarebbe
c. anni appunto dopo la prima. Alrri anche hanno detto
ch'egli fu a tempi di Mida. Ma s'egli fu il quarto nella pt 0
génie di Omero.e quefti nacque anni c LXV I I i.dopo roui
nataTroia.eviiïeaftimaper'lomeno L, anni,&tantip 0fto
che ne viueffe per ciafeuno Boeo, Focio, ed Eurifbnte
viene a cadere il suo nafcimento colà intorno di cinquanta
anni,o meno, auanti alla prima Olimpiadi, che cominci6,comedettos'è,cccci
i. dopol'arfion diTroia.epote
arriuare al porre la prima délie Olimpiade, 8c effere vero il
detto di Girolamo, ch'ei foffe ne' tempi di Ligurgo. & eh'
ei viuelfe auanti alla prima OIimpiade,fi vedrà anche inTa
leta. Oracoftui fu cccelIentemo)to,mufico,epoeta;efu
il primo che alla mufica délia Cirara pofe certe leggi, che
chiamô perci6,Nomi citarodici. De' quali,ancorcheauâ.
ti fi fia detro, che fecondo alcuni, foffe autor primo Filammone
Dclfo,il trouator de'Gori; il più perô de gli Scrittori,
aTerpandro hannodato queftoonore. Lacagion di
quefto nome de' Nomi,fu corne Plutarco afterrna,perche
acertiefcrmitermini,lefuearmonie riftrinfe: ecioperche
effendo le fuepoefiedl piu>o tuttedodide'Dei, non gli
parue che foffelecito, oggicon vna,ôc«domaniconaltra
arrnoniacelebrargli,maconferuar]eftabili,& immutabili.
Il perche egli l'accordamento délie corde délia cirara^acia
feun Nomo accommodé in maniera,che femprelamedefimaarmoniafi
fentiffc,mentre ei cantandô lodaiia pogniam
Apollo. &vn'alrraarmoniadaqUelladiuerfa,mâ
in (e fteffa ferma, & incommutabile, foffe quella a suono
délia quale, egli cantaua di Diana, ôcaltra, ma del niedefimo
modo fempre quella che feruia aile lodi di Bacco. eco
ii delfaltre, parte per parte.nelle lodi de gli altri Dci A qua
liNomi, auanti ch'egli entraffe a cantare le lodi di alcun
Dio, cantaua cfonauacerti ( corne gli diremnoi fecondo
l'vfo d'oggi ricercate ) poemi da lui compofti ; 1 quali finiti
di cantare, entraua a canrar le lodi, o da Iuifatte,o daOmero
,o da Orf eo,in alcun o de srh hinni loro. Il che io trag
... g ° \

L 1 B B^O T ^ 1 M 0. 45
go di mio credere, da quelle parole di Plutarco. v
Tercio che effendo Terpandro ,poetadeWomi Citarodici ,fecondo
ciafcun Tfomo, a verfi fuoi, & a que' d'Omero, circomponendo Mtli
bauea cantato ne gli agoni.
E la ragion,cofi di quefto, corne de Nomi,fi fa manifefta
da quelle altre fueparole.
In fomma la Citarodia di Terpandro, fino aWetà di Frine, del tut'
to, vna certa femplice dura. Tercio che non era per antico lecito, di
farelt Citarodte corne or a ,ne trafportareïarmonie,n.eiritmi. Tercio
che ne 7{omi,a ciafcuno ferbauano ilproprio accordamento. il
perche prefero quefto cognome. Conciofia che 7{omi furono appellati,
poi che non era lecito trasgredire la forma che in ciafcuno eraquaftleg
geordinata,dello accordamento. Imper o cheejpiatift, tome voleano,
re rfo i Dei, pajfauano incontanente alla poefta d'Omero > e dt altri
il che è chiaro, per li poemi di Terpandro.
Epocofopra hauea detto, che coftui era ftato zelante
c imitatore de'verfi di Omero, c de' Meli d'Orfeo. ed eranocolii
poemi,comeiNomidiTerpandro fatti in verfiEroici
dicendolo il medefimo Plutarco, con quefteparole.
Furono anche fatti da Terpandro Troemi Citarodici in efametri. e
che i 7

46 «P E L L JA V 0 E T 1 C
Concotali fuepoefie,dicePlutarco.che quattrofia7 c
rvnadoporaltravinfeilcontrafto in Pirhia,con maniera
dimuficadaluimigliorata,hauendolc açgiunto la netc
Doria,eiItuono Miflolidio.cI'Orthia Melodia. enefaliin
gran fama.E pcrcommandamento dell'oracolo.fu
daLacedemonijchiamato,pcr acchetarc con lamufica,
lafcdizionciuile,ch'cratraloro. Inch'egli cantando.c
sonando, si adoperô, che cefsô tutti quei tumulti. Onde
fu per legge da coloro ftabilito, che non altra forte di mu.
ficanelle feftïuità de'loro Dei,nène conuiti, fofse pofta
in opera,che la fola di Terpandro. Il quale vn giorno can
rando certa fua canzone, e per cio la boccatenendaapertavnodeglivdicorijgligittodcntrovnncojefi
l'affogô.
C E P I O N E.
DiTerpandrofudifcepoIoCepione,cquantôparemoI
to amato,poi che del fuo nome,pofenomeadvno defuoi
Nomi, Fu anch'ei poeta di quei Nomi Citarodici. e fu
il primoa dar forma à quella Lira.chefu nominata Afiati.
ea. La quale poi fu fempre adoperata da poeti di Lesbo,on
d'era Terpandro. Tvltimo dequa'poeti,nioltt anni poi
faPericlito. chepervnofinoma di coloro, che aile feftc
Carnie,la vittoria muficale riportafle. contalo Plutatco.
C L O N A'.
Clonà.dTebano.o Arcade ch'eî fofse ( nonoffante che
a/cuno scrittore, quefto onore attribuifea ad ArdaloTrczenio)
fu dopo Terpandro trouatore dell'Aulodia ,sccon
do Plu tarco riferifee di detto d'alcuni. Ma il medefimo af
fermâdoyche Olimpo difeepolo di Marfia,ne era ftato lo'n
uentOEe, di piu di ecco anni prima.forzafaaereder^chc
Clonànefofse rinouarore. EdeNomiaulodici di coftui
due ne ricorda lo ffefeo. Ciô fono ,lo Apoteto, el'altrolo
Schinione.efecondo ch/akridifsefuo ,fu anche il Tripartito.
Scrifseparimentedi cette poefie, che fi chiamarono
Profodia,&ancheElegi,& altriverfiefametri. edefsendo^
—• coftui {

L 1 B B^O T 1^1 M 0. 47
coftui dopo Ferpandro ftato,& auanti ad Archeloco, lem
bra che folle nel terzo fecolo.I'uliimo de' poeti verfo la
prima Olimpiade. Cofi nellefpaziodi ccccn. anninon
piu che je x x 111 z, poeti fiorirono . che fecer o ex VII •
poemi.
S € C 0 L 0 g^v A \ T 0.
T A L E T A.
gï|*||S&IV TafctadiGnofo,odiGortina,ambedue cittàdiCreti.
Scriuono Strarone,ePlutarco,ch'
c n
Wt ^ ^° Ligurgo venutoin Creti,trou6quiuiTa
{SzJ&Z&l let4,che componea Peani, & altre cartfoni Liri
che^ad honor deDci,efacealecantarèda fanciulli. Da
checomprefolo per huom'atto amuouere glianimide'
fuoi Spartani, pperô che colà n'andaûe. 11 che egli fece ,
c loro infegnô mufica, e poefie, acconcie aformarc a buô
coltumi glianiroidegiouani. EPlutarconellavitadiLigurgodicc.
Ligwcgo mando* Sparttfalttafh'iYapottaài MeliTÎrrhhi.
1 quali eranoparlari,c canzoni,attea ingenerarc obedienza,cconcordia,
Eviene detto, che futanta la foauità
dei cantar fuo.e del fonare, chenon pure mouea gli animi,
maancorafanaual'infermirà de corpi. Trouô egliilpiedcCretico,che
i muliei chiamarono anco Mamarona,
eCuretico, perche a mifura di quello, iCuri.cio
èifanciulli,eigiouani faceâno le loro Mélodie. Il quai
piede non cra ftato adoperato ne da Orfeo prima, ne da
Terpandro. ma parue che deil'Auletica di Ohmpo il deriuafle.
cfu la fua mufica, e le fue poefie, dopo quelle di
Terpandro appo gli Spartani nel fecondo onore, c fu colà
intorno alla prima Olimpiad—/.
E V-

4 8 D E L L U T O E T I C *A.
E V M E L O.
IntornoallamcdcfimaOlimpiadcprima.viflc Eumclo-
Cormthio,regnandotraMcffcni)Finta^lcui tcmpo.fi rup
pc la guerra cofi afpra tra loro,e gli Spartani. Il qualtempo
cade nel nafcimcnto di Romolo, e di Remo, o in quel
tomo. Nonmiènafcofo,cheaIcunil'hanno fattoefTere
nellanonaOlimpiade,&altricontempOraneoalla Sibilla
Eritrea. Ma verificandofi quelle parole di Paufania.
J{eg»ando oggimai Finta figliuolo diSibofa tiMeJfenif, U p r i m o
facto mandarono ad Apolline in Delo, e vn cboro d'buomini. ^ quali
Eumelo fecevn cantico col quale il Dio falutafiero, e cbiatnanlt
Trofodio. • T / /
Vienead efière ftato Eumelo ne tempi di quefto Finta.
cfotto di lui hebbe principio quella guerra, che fu nella
dettapriraa Olimpiade- OItrc alProfodio détto egli côp 0
fe anche egli vna Titanomachia fecohdo Afeneo. Scnflc
parimente vn'altra poefia in Iode di Delp. Di che il medefi
mo Paufania riferifee. edalrrefi ,dicendo, al troue.
l verfi d'Eumelo fono gentilità ; Moftra che egli quefl'al.
tro poema compilafle de lignaggi. &in vn altro iuogo
feriue.
Laifioria Corintbiana fcritta in verfi^ttlui s'attribuifit .Onde fu
cognominato poeta iflorico. • >.
Dache appare,ch'egliqucftaaItracomponeffc. Dipiu
di quefti, Eufebio nomina due altre poefie, l'vna con tiro
lo di Bugamia el'altradi Europia. e fecondo altri fcriffe
anche i Nofti Ritorni. j
v e r s ! N V O V I . \ \ '
• >. • j t
- Ancorache Plutarco nel fuo Tefeo dica»ch'egliduever
fi Trimetri facefle feolpirein vna coionna aIi'Iftmo,pejcô
fino, che erano quefti
T < * *>V > T

I 1 B KO T K,I M 0. 40
AU'Oriente, non e Teloponefo,ma lonitu.
All'Occidente, e Teloponefo, non loni

J 0 D E L L A T O E T I C A .
meil fuogiambico poema hauefle, tengali cômcdïpuT
illuftre per primo, quello diArchiloco , contra Licambo,
col quale, egli fi fatramente il trattô, che eglicon trc
fue figliuoleper fouerchio dolore délia fua maladicenza
fis'appeleroperlagola. Altri hannodctto, chcciôfurono,non
giambi,maEpododi trimetri, edimerri, daim
trouati, û come i tetrametri. ma il commune parère è,che
Giambi foflero. e fra quefti è Orazio,
lArchllochutn proprio rabies amauit iambo.
E de dimetri, e trimetri, e tetrametri, egli fece altri poc.
mi cio fono,Epodi,Profodiaci, e Procritici, cofi da lui
chiamati, ferifle anche giambi contra vno detto Chido,
£c contra vn certo Pericle poeta,o facerdote .e fu riputata
quefta fua giambica poefia per difficile, ma per eccellente
cofa. Trouo parimente il uerfo Pentametro, il q Uai e âg.
giunfe allo efametro antico ,e ne forma quell'elegia.che
poi per molti, fu poftain vfo. Fu eziandio inuentoredel
piedePeonç,ecolGiambo il mefcold, cl] feruidel CilrcticoôGrerico
,pocoanzidaTaleta ritrouato,&aU'fr
roico l'accompagnô in certe compofizioni. Eu fimilmen
te trouatore di que'poemi, che fi nominarono Meli.
non come quelli di Orfeo, e di Mufeo di Tami ra, che in
efametri furono, ma altri che in verfi minori, da indi
inanzis'andarono componendo. Introduire parimente,
di pcrcuoterela lira mentrefi cantaua, e ne c teftimonio
Plutarco, & ordinô, ch'alcuni giambi fi cantaflèroa fuo.
no. & altri fenza fuono. 11 quai modo prefono poi da lui
i poeti Tragici. E Crefsô vn certo poeta l'vsô anche nelDi
tirambo. 11 quale Ditirambo, puo non fenza ragionparère
, che fofle trouamento del medefimo Archiloco.
pofeia che s'arrecano da gli ferittori, come fuoi quefti
verfi. • • „
ils Amverai ttvuKTtS
K Ahiv l^tlp^cu [ÀKot
oTcj» evyMfdAjvuSiU ppfottf, ChcdiconOr
Corn

" t I S K.0 T fl, 1 Ai O. 51
Corne di Bacco I{e
Cominci vn bel mêla
Ditirambo io SA
Da vin la mente folminato. >
Ma perche quefti fono verfi Mclici,fu altri il trouatorc
di quel Ditirambo, che divoci molro comporte fi facea,
che il piu vlato, e il molro celebrato fu.
Serine ancheprima che niun'altro, Hinni in altro verfo
che in efamctro. De quali ,d' vno fatto ad Hcrcoleil principio
fu quefto.
Xaupt KAtoniM 7«c«W*
Godi vittoriojb, Tinelltt
KE Enolc^f.
OuclavoceTinellavalenon altro, chevn faluto, propriamcnrcdapoetidato
ad Ercole, Diche gliscoliaftidi
Pmdarofanfcde.
P O L I N E S T O .
Di Colofona fu coftui • e délia fcuola di ClonàTebano
poco ha ricordato. e ragioneuole pare che ne tempi d'Ar
chiloco fiorifle, fendo il maeftro fuo di poco pteceduto
& auuenga che l'cffere gli anni cominciati ad ordinatamé
teannouerarfi per01impiadi,promctta piu ccrtezza di qui
inanzi neU'aflcgnamSto dell'ctà de poeti.che venner poi,
fieno iiettori auuerriti.che ciô,fe bene in molti ci verra fat
to, in non pochi altri ci verra meno : o per negligenza di
chi ne fe memoria per antico ,o per eflerfene ella perduta.
Noi certamente,fi tcrrem quefto flilo.di far chiari gli anni
di ciafcuno diquelli, che gli troueremo .edi que*che nô,
fccondonoftracongettura,daalcun prosfimo fegno 1cuata
,verremfaccndo memoria, meno errata che per noi
fipotrà. lnche,fefal)o commettesfimo, preghiamo ad
eflèrnetenutiifcufati,poi chcaltronon se ne farà potuto.
MatornandoaPolinnello, diciamo,che feguendo
il maeftro fno Clonà .compofcanch'eglUNomi aulodici,
G 2 efu-

"'sa' P i l M T 0 E T l C • . 'i ;
S A C A D A. *
Argiuo fuSacadâ,efupoeta eccellentediMeli,adiElegie
corne Plutarco chiama Memclopiemene j che figni
>fica,ammelate o fattein guifadi Meli. vinie trefiatefago
jne muficoin Pithia. Compofei! NomoTrimere,o Tri-
' partira, cofi detto, per ch'era^li tre parti, edi rretuoni,
1 La ftrofa Dorio ,Frigio l'antiitrofa, e Lidio TEpodo. cd
i infegnoalchoro a câtarle in quefti tuoni,fonâdo egli Tau
|lo.lnArgoordin61amufica,aq!lcfefte :chefidifleroEndi
j matia. c in Arcadia a qli'attrcciie fi nominarono Epidifsi.
/
, > ' !
a b a r T

L 1 B T^O V \ I M 0.
A B A R I.
In Iicithia nacquc Abari, e venne in Grecia,e fiori intorno
alla terza Olimpiade. Imparô la lingua Greca, e vi poète
dentro con molta loda vari poemi. cio furono Crefmi
icirici.ouero oracoli. LenozzealtrefidiEbrofiume. ela*
venuradi Apolline da glilperboreiin Grecia.e Catarmi,
o luftrazioni o purgazioni. e parimente vna Teogonia.
A L C M A N E .
Alcmane fu di Laconia, ed in quella lingua intorno alla
î x.OIimpiadècominciôapoetareinnamoratodi Mégalo
ftratapoetefla, poefie d'amore. Ne quella lingua nocque
punto,alia dolcezza loro. Fu fecondo alcuni, egli
il primo trouatordc'Meli.efenon cio,che giain Archilo
cofiuidc.fuil primo ch'in uerfid'altraguifa ch'cfametri,
a fareamorofe poefie comincialse.In ûctfi dicodi fortrua
rie, che poi furono chiamatj Lirici. e ji'hebbe toftamente
molti feguaci.lcriflcne libri fei. & ufo di porrc fra due nomi
un uerbo, ne fuoi ucrfi. c fu appellata qiiefta maniera
Alcmanica, e fu il padre,e'l prcncipe di tutti que'poeti che
da indi innanzi furono propriamcnte chiamati Lirici.
S I M O N I D E ,
Piu poeti ,con nome di Simonide, fi truoua eflere ftati.
Ma il piu anricodi loro >e de'tempidi Alcmane^ fudi A-
morgo pkciola Ifola nell'Arcipelago
meportodiAmorgino. La cuiantichitàfeccacerti ferit
tori jtredere, chenon Archiloco, ma coftui fofle {lato il
primo, a compilarepoefieinterc inuerli giambi. Main
tutti imodi, egli fuGiambopeo. fcnflèanch'Elegiein due
libri,giunroil pentametro allocfametro .cdigiambi tri
metri,nc fcriflealrriduc. Compbfe parimente inefame-
iu4. i*. unu ucuc lucpropnc cuiauuenture.
TIR.

•Z) E L t >A "POETICA
T .1 R T E O.
D'INTORNO A QUEFTI FTCSFI TCMPI ,TIRTEP MAEFTRO DT SCUO
LA IN ATCNC, PER RICORDO DELL'ORACOLO FU CHIAMATO DA LACE
DEMONI J PER CAPITANO DEL CFERCITO ,NELLA GUERRA CH'CGLI NO
HAUEANOCO'MEFSEHI).ED EGLIANDAROUI,ECOMPOFTI CERTI
CANRI ,ARTI AD ACCENDEREI CUORI DE COMBATTENTI, SI FI PORTO
CHE NE RIPORTÔ VITTORIA. ONDE NE FU DA GLI SPARTANI HAUU.
TO INMOLTO ONORE . E CONLOR REFTANDOFI PER L'O'NNANZI
COMPOFE ADIFTANZADELPUBLICO, LIBRICINQUEDICANTI DC|.
LICI CONTENENTI EFORRAZIONI ALLA VIRTU DÉLIA FORREZZA . &
ALTRE RPOTECHE, LE QUALI NE' CONUITI,C NELLSFEFLE (I CANTANA*
NOMENTREI GIOUANI BALLAUANO LAPIRRICA. COMPOFE AN-
* CHE LORO.LATRICHORIA, CH'ERANO CANZONI CANTATE DA TRE
CHORI,CIO ÈDI FANCIULLI, DI GIOUANI, EDI MATURE ICRIFFE
MEDEFIMAMENTELAEUNOMIA,CHE FU VNADEFERIZZIONEDEL
GOUERNO DI QUELLA RCPUBIICA,C TUTRO CIOFU IN ELÉGIE.
M I M N E R M O. '
VERFO LA OLIMPIADE X X 111. COMINCIO A FÎORIR MIM*
NERMO COJOFONIO, O ÎMIRNEO ; CHE FU ELEGIOPCO .DI CUI
ALCUNI ROTTAMI, ANCHE A DINOFTRI fi RITROUANO. FU DETTO H-
GIFTIADE PERLA DOLCEZZA DEL FUO CANTO .E CANTO ICSUE-EJC-
GIE AFUONO DIAULO FECONDOIL NOMO DETTO CRADIA. DI
LUI PAUFANIA DICE, CHE IN ELCGI FCRIFLE LA GUERRA DE SMIRRIEI
CONRRO AGIGE.NELQUAL POEMA,NELBELLOENTRANTCDIFTIN.
FE LE MUFE, IN PIU ANTICHE FIGLIUOLE DI CELIO . CD IN PIU
GIOUANI,DI GIOUE. SCRIFLE ANCHE PURE IN ELCGI VN POEMA
CHEINTITOLÔNANNO.CHEFUIL NORNEDIVNAGIOUANETIBI-,
CINA, DA LUI MOLTO AMATA.
B E R E C I D E .
DI SIRO IFOLA VICINA A PARO FUFERECIDEFAMOFO PEREFLERE
FTARO IL PRIMO, CHE (CIOLTI I LEGAMI DE VERFI,COMINCIO A FCRI­
UERE IN
P R O- !

. L 1 B il 0 T B^I M 0. 55
P R O S A.
Di che Plinio ,nel fettimo feriue di quefto modo.
Dell'origine de poemi ri ègran contraflo. e fi pruoua che furono ananti
alla guerra Troiana. ma ileomporre ora^ion in profit comincià
Ferecide Siro, nel tempo di Ciro,cl'ifioria Cadmo Milefio.
Et in conformità di ci 6 Strabone o Stratonc.
Trimamente ilpoetîco appareetbio rené in me^o, e fu in molto onore.
Toi quello imitando e difciogliendo il métro, e conferuâdo il tefio
di poctico,fcrifiero Cadmo f Ferecide ed Ecateo .Da poi, que' che fuo
céder ono leuando fempre alcuna cofa cotale, nella prefente forma, qua
fi da rn'altcçra, ridujfono al bajfo, il modo dello feriuercs.
Fiori Ferecideintorno alla xxxv. Oiîmpiadc . Onde
fi comprende che per lo fpazio diDccxxvii. anni regnô
Uvcrfointuttele feritturechein Grecia fi fecciono:
cdil primo libro in profada lui fcritto,fu quello diNatura.
Il cui principio fu quefto.
Cioue per certo, e'I tempo flefio, e la terra furono fempre^j.
11 quai libro morendo egli poi, lafeiô a Taletc Milefio,
che ammendatolOjfe cofi glipareffedl publicaffe.llchepet
vna cpiftola fua da Laerzio addotta appare. Dicefi,ch'egli
fenza hauer hauuto mai maeftro, s'auuenea' libri fc
greti de' Fcnici, d'onde tolta la lof Tcologia in x. libri la
diferiffe in Greco, ftendcndola cofi in profa, corne feritta
inquc'librilavcdca 4« Sanconiatonc Bibliodigia molti
anni feritta. c fe non tra Fcnici, certamente tra gli Ebrei,
Mofe edaltrw etra gliEgizzi; Mcrcurio, ed Afclepio in
profa hauendo feritti i libri loro ; non fu di Ferecide la pro
là propno trouato. 11 quale noi qui pogniamo, non corne
poeta, ma cornenuouo introducitorediferitturadalla
poefia différente, e per moftrare, corne in pochi anni,
fu variato in verfi, c in profa l'antichisfinu maniera di fcriuere
in efametro.
FERE-

56
DE L L A T O E T J C A.
EEKECIDE. II.
OitreaFerecidedaSitoantedetto, ncfuun'altto Ateniefe
,o piu uccchio fecondo Suida, o piu giouancféconde»
Strabone. Il quale fenza niuno dubbio fu poeta.efcrif
fe librix.delle antichità di Attica, fotto titolo di Autoûoni.chefignifica,natidiquelterreno.
PerchegIiAttici,fi
uantauano, di non effere come gli altri Greci peregriniin
Grecia, uenutiuid'altrôde. ma nati délia terra del lor paefe.
e fcriffe cio in uerfi efametri. fi come fece ancora di un
librodilpoteche.
E P I M E N. 1 D E.
se è uero che alcuni riferirono, che Epimenidedi€reti
fioriffenella xxvii. Olimpiade,eglifarafutodopoFerccide.
ma fecondo altri egli fu piu antico. Madicio hab.
bia luogo il uero > e lafeiando i miracoli del fuo fogno.c
délie lue magie, diciamo cio che appartiene a poefia, che
egli compofe Catarmi, in un poema.& in un'altro Argo
nautica in 6500.uerfi.Sc unaTeogohia & uno deCoribanti,&unaTelchiniaea.
'
T A L E T E.
. In MiletocittànobilediGionianacqueTaIctc,nelIaO.
limpiade xxx v., efualfuo tempo annoueratoper uno
de fettefaui délia Grecia. cquando FerecideSiro fopra
detto uenneàmorte, giailfuonômecra molto* efu il
principe di quella filoïbfia che fu cognominata Gionica.
Alcuni ïcrittori hanno detto, ch'egli non iferiffe nulla. c
fecondo altri eglipure fcriffe in uerfi efametri, e la Meteo
ra .e délia sferà .& anche c c. altri uerfi fimili, di altrc cofedinatura.
D R A C O N E.
Fiori Dracone nella x x x v i. Olimpiade ,'ed in quella
diede leggi alla patria fua che fu Atene. Le quali per l'au-
______

L I g K O ? A, * M 0 . 5 7
fterità loro furono in prouerbio,d'eflere fcritte, non d'inchioftro,madifangue.Econ
tuttalafeuerità fua, voile
eflere poeta. E ferifle da tre mila verfi d'Ipoteche,o fîan am
maeftraménti, ( >
CLEO BO L O.
Di Lindo Città di Rodi: fù vn'altro de' fette faui Greci*
detto per nomeCleobolo. 11 quale pongono alcuni tra il
numéro de* poeti, per ammaeftramenti, & lpoteche che
egli ferifle.
CLEOBOLINA.
Dell'ora detto Cleobolo fu figliuola Qeobolina , E ,
fu poerefla di certi poemi intitolati Grifi, che erano enim- (
mi vari. Efe ne leggc ancor vno in Suida foprai dodici me.
fi, comefigliuoli dell'anno.
A N T E A.
Délia medefima patria Lindo,fu Antea, c parente di
Cleobolo. Diccfi che fu trouatore dicertapoefia, che fi
facca di nomi compofti, fimili à quelli forfe, del Ditirambo.
La quale dicono chefu feguita da vn poeta,che hebbe
nome Afopodoro Hiafio. i
(
S T E S I C O R O .
l Dicoftuj, che per credenza communcnacquc in imera
Città di Ctciha, fu grande ,e m entre vifle ^e dopo morte la i
nominanza.Enacquc nella xxxv 1 1 . 01imp.ade,edurô •
famofofinoalla iv i. Fu poeta Lirico: e ferifle in lingua
Dorica, di vari foggetti Lirici > libri x x v i. In vno de' quali
, hauendo egli detto in biafimo di Elena cerre cofe,ne diuenne
cieco. Et ammonito di cio da certo oracolo, feriffenein
contrario vno encomio,chechiam6Palinodia. E
nèracquiftoilvedere. Cantô parimente vn poema, che
intitolo Siotere.che foneria caccia di porci. E Paufania nè
cita vno nell'ottauo ,con nome di Gerione. E nel x.vn'al-
H rro

5$
ELLA "POETICA.
tro con tirolo diEccidio diïho. vn'altrodicon^chë~n7
fecenomirtato Calice, e parc effere ftato degli amorfuoi
portati à donna di cotai nome. & altre amorofe poefie
compofe, chiamate-Pedia , e Pedica'. Scriffe parimente
Epitalamij. c fra gli altri quello di Elena. fcrilfe altrefi
Eroico. e poefie dette Afmata. ed Epodi, che nominè
Epodica . 1 quali furono diuili in Strofa Antiftrofa ,xi
Epodo corne già il Trimere di Sacâda. e per che tinta
la fua poefia, corne Suida afferma, era Epodica, pafsô in
prouerbio contra gliignoranti, il dire,nonsànèanche
iltrediStcficoro. 11 fuo proprionomctraTilîa.maper.
chefu il primo à ftabilire ilehoro cantantela ftrofa,e
l'antiltrofa,e mouentifi in due contrari giri intorno ad
al tare, od altro , nell'Epodoil fe ftare fermo. e percio
Steficoro quafi ftabilitor dichoro.fu cognominato.Non
imito nelle lue armonie , nè Archiloco , nè Taleta, nè
Terpandro, ma l'anrico Olimpo. Vfàndo il nomoArmatio.
e la maniera del Dattilo ,che fu parte del Nomo
Ortio.
EVGANNO. ' •
Ma auanti che Stefichoro veniffe in famà, fiori nella
xxxvi i i. Olimpiade Eugannone Cireneo. llquak
compofe vn poema,con titolo diTeogonia.&vn'altro
de fatti de Tefprotijche per auuenturaèquelio,chePaufania
fouenre va cirando , con nome di Tefprotide»!!
quale, fecondo che detto s'è, fu creduto opéra di 4 vn
Muleo. tifurparafidacoftui.
PISANDRO.
^ Vn'altro Pifandfo, non fo, fe anch'egli di Camira, o
d'altronde , pare che di quefta età viueffe , e fu uno di
coloro, chedella diftruziondiTroia,ma corne in parte
di maggior poema poctar ono. Del quai poema, Macrobio
in faueifando di Vergilio,cofi feriue.
- • • • Cbt

» l î B B^O *P Kl M O. 59
I Cbe t'eue)fton di Troia, col fuo Sinone ,e col cauailo del legno, *
tutte Paître cofe,cbe empionoil fuo fecondo libro daTifandro, quafi
à parola trafcriffe il quale va poeti Greci > i per topera fua emisente.
La quale dalle noT^re di Cjioue ,e di Giunone incominciandoft,
tuttt^te i/lorie,cbeinquel me^o de' fecoli fino all'etâ di Tifandro
auuennero, in vna catena ordinate, coviprefe. E di diuerft interrompimenti
di tempi, vn corpo folo fece. "Nella quale opéra fra l'altr(_j
ifiorie la rouina di Troia fu in quel modo narrât a.
Ella fu opéra di moltiiibri. Perche Srefano,nècira, c
terzo,efettimo,edecimo,cterzodecimo, cquanodeamo,
e uentefimofefto ancora. e lo chiama fegnalatifsimo
poera. c moftra fenza fallo quefto poema efiere ftato farto
a (imiglianza, del circoîo Epico diStafino. Ma da quello
fu différente, perche il circolo, da diucrfi poeti » e poemiinfiemeda
Stafino congiunti fu compilarô:ecominciQ
dalle nozze di Cielo. c fini nella morte di Vliflc. e quefto
diPi!andro,fututraopéraluajeda Gioue, eda Giunone
hebbe principio.c fino all'età di Pifandio fi diftefe.
A R I O N E.
Pure intorno alla xxxv 11 i.'OHmpiadchamemoria
che fiorilfe Arione di Metinna di Lcsbo ,e dicono che f u
difccpolodi A.'cmane. c fu gran trouatore dicofe uarie
poetiche. Perciochc Ariftorilefe teflimonianza, che fua
inuenzione foffe il Ditirambo , Scriffe cziandiodiquelle
poelie,chefidi(lbno Afmata. ediqueU'altrecheProemi
furono dette, e nèfecein piùdi due mila uerfi. Dicefi
parimente, che fu il primo inuen tore del uerfo Tragico.
c del choro fimilmente Tragico , che hebbe nome il
cantato . & introdufse Satin in ileena aparlare in uerfi.
Fu carifsimoaPeriandro, allora fignorediCorinto. La
fauola del Delfino, c del fuo can to, è nota.
H » PERIAN-

6 e
' P E R I A N D R O.
Itfopradetto fâu.oratored'Arione >fu poeta anch'eglî
Efece Ipoteehe in duemilaverfîïnèquali defcriffe mtto
cio, ch'era dVopo aU'humana vitâ.
P I T T A C O.
Délia ftefla Olimpiade Pittaco,Cittadino prima in Mi.
tilenainLesbo,Signore,fenèfece. E fu detto vno difettefaui.
ScruTedi Elégie mille verfi, altri dicono dileggid a.
te à fuoi Cittadinit & altri di argomento di fapienza.
A L C E ô! ,\ '' '
- Quefti délia medefima Città f u con Pittaco, ma fuo ne.
mico- grande.concorfè lecb à farfHignote, mainte nel.
la garaphëfutcondimokialtri sbandito .'L'a'bndccon.
tràPicfacofdegnatoydifnblte Yilianicïhè fub) f
paernl d
cartaô. cori-cértiasltri fuoi par tigîahî\ Ef quefta ^oefiain-i
titqlô Stafiotica . che fuona , fediziofa,6 di fedizione.
Canto parimente in verfi lirici, délia pùgnadi Pittaco auatiche
fuo nemico fofîe, fatta contra FnnoneCapitano, de
gli Àceniefi, contra.Mitilena-, e la preftfra di cbftut, Vn ferzjôpdemafecêdellabattagliâdiAntigenida'fuo
frâMo?
elavittortashâuiata contra Machëta',huomodigtati for- 1
za. Compofe medefimàmente Meli amorofi,fopra vn gid*
uareech'egliamb forte, chiamatoLico. Et Paufania ad.
duce vn inno fuo à Mercurio, & vn proemio ad Apolline^.
••• : . . . • l
1 1
* • S A E E O, i •
Fu delta ftefla Ifbladi Lesbo,SafFo,ma di Ercflb: alquantopiù
giouanè di Alceo. perche fu in flore intorno alla
XLV. Olimpiade.Donna quanto à Poefia,per giudiciodi
Strabone incomparable, La primafuàbàtterelaliracon
; plettro , fonandofi ellafinoall'ora ,con le dita . Trouô
parimente il verfo, che da lei fu nominato Saffico. E que.

gliaItrichcfurondeniEolica,& Amipeflico . Scrifleno,
ue libri di verfi Lirici vari. E fra quefti alcuni in onorediLarico,einbiafimo
di Caraflo fuoi fratelli * Et^Ittî
In Iode di Faonefortementeda lei amâto * Côfnpofc
etiandio Giambi, &Epigramrni,&Elegie,&Monodie )fche
erano canto lamenteuolc.Per li cjuali trouô il fuono MIT/
folidio, che fu armonia mefta, e dolente la quale ella adoperôfu
la Pittidc, iftrumento M-ufico da lei fimilmentc
ritrouato.
D A M Ô F I L A.
Và patria * e di età , e di amidtia cdngiunra rhdlro à Saffo
fu Damofila giouane poetefla. La quàle compofe Meliamorofied
inniàDianaPergea,advfoEolico,è Panfilico.
I quali poi folennerhentC fi cantarono ne facri dellc
fucfefte. , f. ( }
i £ R I N N A. i' .
Erinna fu pur diLesbo, edell'età medefima con lé'eTtfc
detteora. MafuEpopea.e ferifle vn poema, con titolo
di Elacate^che val conocchia.E fcriifelo in lingua Dorica,
& Eolicamcfcolata, in ecc vetfi.' 1 quali furono giudicari,
in finezzair del pari corrqueid'Omerô, tutto che gid- 1
uanetta anchorar, di x i x. ahhi venifle à morte.
C A R l à S E N À .
Pofciacfeenoifiamo ora tra donne, fpediamne aîcune,
délie quali, l'età s'ignora, c fra qneftefiala prima Cariflena.
La quale fi dice eflere ftata donna di lafciua,e licèn*
ciofavita. Cantô pero,ccompofç di quelle poefie, che
fi dimandarono Crumata , inuentate già da Olimpo il
primo. ioî
M E R O*. ' «
.1 /
Mer6 per Iô contrario,fu Vna donzella .La qualé.vh bel
lifsimo Inno fece, c canto, à Nettuno. ' ' ' ' ' c
~ : ASTIA^

t r
~6l *D Z L L T 0 E T l C U
^ASTIANASSA.
Coftei fu detto, che foffe già fante di Elcna. îl che fc fof.
fevero,conucrrebbcregiftrarlane tempi délia guertaTro
iana,opocoauanti,6pocodopo ;CouunquediciofiaU
vero,o fi dea fate,diciamo, ch'ella fcriffe varie poefie,di va.
rimodijdicarnalicongiugnimenti. Diche già.adinoftri
fi vedea andar intorno vn libro di Pietro Aretino, con va.
riefigurcdi cotaleatto.conifcandalodimolti. t i f t
ELEFANTINA.
- Dopô la detta Aftianafla,moltifecoli, venne Elefàntina
meretnee . La quale imitando colci, fece di drnili
poefie.
V
F I L E N L
Quefta parimentefu donna di rei coftumi, e Iarga di fua
perfona.efimiglianre aile due ora ricordatc, fecepoemi
di atti di quella'guifa.
B A T T A L O .
Aile tre donne feguaBattalo poeta, poiche di materia
conforme à quelle, formo le fue poefie ediennoluogo ad
huomini, e à donne di coftumi più lodcuoli.
CHILONE.
• Fù coftui di Lacedemona.c fu vno de fette fauLeconSo.
lone ad vn tempo ville. Compofe vn'elegiadi ce. verfi,in
figura di fentenze brieui, e Laconiche,di cofemorali*
-'• < ' S O L O N E.
Solone, ancorche nato, fecondo alcuni in Salamina di
Cipri, vifle in Atene. e vi fiori intorno alla Olimpiade
xtvi i. fu per natura,-à poefia icofi acconcio.chePla.
tone non dubitodi chiamarlo liberifsimo, ( che è quanto
nobilifsimo ) di tutti i poeti. e di affermarc osa, che s'egli
ruor-

L 1 B 1^0 T I M 0*. 6?
ritornando d'Egitto, non hauefle trouara Atcne,piena
di tumulti ciuih, per li quali achetare,egli s'occupe, e che
hauefle hauuto agio di porrein poetia la iftoria Arlantica,
nè Efiodo, nè Omero, nè verun'altro poetal'haurebbein
gloriatrapaflato La quallode'alcuniattribuïronoatroppaaffetione,
che Platone hauefle,di lodare vno de iuoi
maggiori. cdal quale egli per la madré venia à difeendere.
ma grandifsima ftima fi dee fare, del giudicio d'huom fi diuino.Scrifleperô,con
tuttiitrauagli Ipotechein elegie,
cheanchor fe nelegge alcun rottame. Fecealtrefi,vn poema,chcnomin6
Salaminio.Scrifle anche Giambi. e fimilmenre
vn Epodo. Fra l'elegie, nè fu vna che tratto délie
fette età délia vita humana , ch'è recitata da Filon
Giudeo.
ORFEO.
Non il grande, nè il Ciconeo. ma vn terzo Orfeo da
Crotonefune'medefimitempi famigliaredi Pififtrato.e
fu Epopeo, & à lui per alcuni viene attribuitavn'Argonautica.
non già mi credoiol'anticadel grande,ma vna
altra dell iltefîb titolo.
A N A C A R S I .
Vifle ne* tempi medefimi, edamico di Solone.Anar
carfi, non già Greco, ma Scita. e fratello di Re. Vennc ih
Atene,cconuers6conSolonc ,ccon altri faui. lmparo
la lingua Greca, e inefla fcrifle le leggiScitiche délia patria
fua. & anche in comendazione, délia fobria vita vno
Encomio. in tutto di DC ce. verfi efametri.
T R A G E D I A.
T E S P I.
Sendo oggimai vecchioSolone colà intornoalla cinquantefima
terza Olimpiade, comincio in Atenc a rappre
fcntarfilaTragedia, davncertoTefpi. Il quale fecondo
Arifto-

6
4 D.JLL.L*4> V O E T 1 C*J. * •
Ariftotile ed Orazio fu il primo fuo trouatorc. e cio peP
auuentura potè in Atene effere vero. Perô che di già vedu
to s'è,che Arionc,fu inuentore del verfo, e del choro Tragico,
Sein Ifcena introduire Satiria fauellarein uerfi,fa. ceffe'l fi egli o in. Lesbo ond'egli fu,-o in Corinto.ouecc-n
Periandromeno fuavita,oin Italia, ouefidice cheeglj
pafsô,edarrichi, forfeconfimili rapprefentazioni,o al,
trefuecanzonifacendovdire. Ilcheeraftatoben xv.O<
limpiadi, o diciamo L X. anni auanti. ed in Atenenon era
perauuentura peruenuta quefta nuoua forte di poefia.pri,
ma chéTefpi la ui introduceffe. Di che Plutarco nel Solone
fetiue di quefta guifa.
Cominciando già Tejpi a muouere la Tragedia. La quale per la no>
uità délia cofajnouendo gli animi del volgo, non effendo antma vtmtf
in contefad'agone Solone fendodinaturainclinatoadudireead impa
rare .epiu in vecchip^a, oggimai menando la vita in ripofo, e in fo.
lazgiein conuiti ,ein mufica, fuprefenteadudire Tejpi, mentrt egli
flejfo rapprefentaua, come fu pot coflume degli antichi, e finita U et,
fa afe il cbiamo,e dimandoUo, s'egli non fi uergognaua,aHa préfaça $
tanti, di menthe cofi granmen%ogne ? A che rifpondendo Tejpi, cbt d
non era rea cofa, ne dannofa,e dire le bugie perifiber%p,e fartfortteon
la bachetta percotendo in terraSolone, dijfe : Bene tofio quefto giuoco
lodando, ed onorando, noi ne troueremo ne' menati, e ne'contratti. •
; . Per quefta teftimonianzadi cofi graue autore potreb-
;
t>e per auuentura, non parer uera la communeppinione,,
' nata da Orazio, o dagrammatici piu antichi,che. Tefpi
com'inciaffe le Tragédie fùeperle villearapprefentarfocarra,-chinondiceffe,che
cofi cominciô, epoiin cittàlc
! conduffe : ad efempio di Arione,o piutoftodiEpicatmo»
i ediFormo.iqualil'Ohmpiade antécédente, haueanoin
| Siracufacomi'nciàto a rapprefentar COmcdie. Maachi
bene rianda le memorie, che dellâ origine délie Tragédie,
* ancor fi leggono,non Tefpi,non Arione, porteran l'onofedi
quefta inuenzione. PerciochéSuida^ifer.ifée.chevn
certQEpigenesicionio,xvi. generazionif ogeoeç,comç
i Greci dicono, che vaglionoletteannifynaperjo meno)

L ! M O V 1{ I M 0. 6*
auan'i ex 11. anni n'era itato il primo trouatore. e fra i
Iui,eTeIpieraviuuto vn'AIceo Ateniefe.ch'hauea ferit- •
to,e Comédie e Tragédie ed Areneo cira di fuo vn poema
con titolodiComedotragico- Mafeil detto di Plu,
rarco èvero, che Tefpi cominciafle in Arène a recirare
Tragédie, conuienechequefto Alceo Ateniefe pure, fuffe
vn de iuoi fcguaci.e no anteceflore.Quanto ad Fpigene,
in Diodoro ha teftimonio» che Bacco, molti fecoli per adietro
era ftaro inuentore de gli AgoniTimelici di scena.
Perlequali autoritàe'parepoterficonchiudere àficuro»
che non fu Tefpi il primo trouatore délia Tragedia; ma fi
il primo fuo recitatore in Atenc. erecitaua egli medefimo
cpernoneflereconofciuto,fivgnea lafaccia di fecciadi
vino, o di oho, o ai fugo di porcelaga, o pur di geflb. c finalmcnteparendogliquello
vgnerïi,laidacofa,trouô la
mafehera di femplice panno fottile. Di Tragédie (uc.fi ricordano,
il Forbante,o fatiche di Peha, i sacerdoti, i semidci,il
ponteo.
A R I S T E A.
In quefto m ezzo.de! tempo medefimo, fiorî Ariftea Pro
connefio, che fu Epopeo. e fcrifle vn poema con tirolo di
Arimafpia. e rrartô in tre libri,la ftoria de gli Arimafpi.popo!i
ïperborei. scriflene anch'vn'altro di Teogonia in mil
le verfi. Hcbbcfama coftui, ch'à fuo piaeere, l'anima fua
gli vfcia di corpo, e s'andaua per lo mondo, e quando le pa
rea da caporal corpo fi ritornaua.
C, O M E D I A.
EPICÀRMO.
Vn'OHmpiade auanti, cheTefpi cominciafle in Atenc
a rapprefentarlefucTragédie, cioèla m dato giaprin
cipio»a recirar comédie in Siracufa . enevieneper pimio
trouatore d'eflarepuratoe ne fcrifle al numéro dixxxn 11.
e fecondo altri LH.C fra quelle alcUne con titoli di nozee
— — j dT.be.

66 DE L I A "POETICA
d T
Ébe. diCidop^dTMâfe, d'Vliffefug^ûTÛ^'vilift n a B
trago, o Nocchiere,diPrometteo,di Sirène, diSfinse.di
Filotcrte,edi Aicione. Di alcuncdelc qualifucci fonoPUr jreftati alcuni vcni, pieru piu d'alta iapienza, chedi C0. mica piaceuoiczza.
F O R M O.
Formofu compagno d'Epicarmo in rapprefentarCo.
medie:poifeparatofidalui,ne compofeançh'egli. Fece
la feena di cuoi rosfi. c v'introdufle le perfone veftire a iun
ghi panni.Delle fueComédie fi nominano TAdmeroJ'Al.
cinoo, l'Alcione,riIioperfis,il Cauallo ,il Cefeo, il Perfeo
el'Atallanta.
M A G N E .
-t DiEpicarmo oggimaivecchio fu difcepolo ançor giouane
Nlagnes Ateniefe-.edapprefa dalmaeftro Tarte Gomica
lai trafportofecoin Atena.ecominripa^fercitarla ;
moite cofe difuo aggiugnendqle ,,e trasformandola in
maniera contraria alla graue del maeftrd, Percioche rutta
lariuolto,efecela dimaterievili, erideuolccereandole
riOiper ogniverfo.Nouc Comédie côpofo e tra quellefu-
/ono il primo Dionigi. & il fecôdoDionigi,ttBarbit,o,nel.
;la quale beftaudo i fonatorridi,quelloftor,mêto,ie6trafecc
eç»n la fua voce", il fuono di quelïp, çdin vn'altra contrafece
il fuono délia citara in vn'altra detta pterigizon
irhitôlavocc déliegalline. &in vn'altra deirAnitre.^in
al tra il gracchiare délie Rane « & vna ne fece dettàlidi,oue
conrrafece rl pariaredc'Lidiefi.xhe jeggkrmente fimile
a noftri zâni, e fembra chê da coftui hauefle originel'vfo,
che poi fu molto, di contrafare quelle tante voej, e fire-
-pitiydituoni>digragnuola, diventi,difuote,edi tante
altre coie, che Platone biafima,nel terzo délia Republia
Coftui, non hauendo per ancora Tefpi trouatala mafche
radel panno,s'vnfelafacciadi fugo di Battrachio erba.
ët vsp dimottegiarc >edimorderechiunquelipiacea.Del-
'>'. ! \ le

L 1 B K.Q 7» n^i M O. •* 6y
le noue Comediç ch'egli fcriffe e rappresétô.ne uinie duc
Ma conrra cui, s'egli t u il primo Comico in Atene ? A che
è da fapere, che fei anni auanti, che coftui di Cicilia veniffe
,haucan cominciato, o più tofto feguitato» a rapprefen
tare l'antica Comedia maledica tre Comici chiamati l'vrjo
Euete, ra!rroEuffenida,iIterzo Milo, corne Suida fa teftimonio.
Il quai coftume di vituperare in ifeena altrui era
glâ ftato il primo ad introducere, Sufarione . Maciô
di che tempo eifaceffeio non ho trouato, Dietroal qua
lc,diconoch'AIccoilfudetto,fuiIquinto Comico. Ma
diciô comunque c' fi ftia,Magne fuil primo ad introdurre
inComcdia il ridcuole contrafacimento. c di lui Arifto
tile famenzionc.
C H I O N I D E .
Di coftui, chepur Ateniefefù, fi conta ch'era prima ftato
Protagonifta delTantica Comedia, otto anni auanti al*
la venu ta diXerfc inGrecia;epoifïdiede,afar Comédie
di fuo ingcgno ,e a recitarle.edelle fue s'ha memoria.che
furono alcunedi quefti nomi. GliEroi,i Pcrfi,o gli Asfiri),
ôçji mendichi ; Tre dunqueerano in quefti tempi le manière
délie Comédie, la maledica anticadi Sufanonc, la
graue di Epicarmo, e la rideuole di Magnetc.
A L C E O.
Coftui fu Comico & Ateneo cita cinque Comédie fuc;
Leforellc adultère, il Ganimcde, laCallifto,lcSacrenoz
ze. la Paleftra.
I B I C O.
Nella Olimpiade che venne, LIIII. fuinfiore Ibico
di Regio di Calabria, vno de famofi I.irici. Trouo egli vna
foggia di verfi da cantare gliamor fuoi, che da lui prefcrncmedilbici;,
cciôafuonodellafambucadalui trouara.ch'era
vna cirara diforma di triangolo. Lafleffa foric,ocofafimiçlianreaquella,
ch'oggi fidiman la Arpa.
" î z icnliè "

H F 75 T JT T O E T I C u.
"Scrsllc 1 îbn tette de moi amori porrati a diuerli gU^^p
ti,&cio in lingua Oorica. Fecemedehmamcnte vn p o e.
ma con nome diGorgia & vn'altro de! rapimento diC*.
nimede. & vn'altro diTitone. Ville con Policrate dià*.
nio, al tempo di Grefo,e d'Efopo fauolatore.
I P I.
Perche non habbiam trouato in che tempo viueffe ipi
Regino,pogniamlo leguenteal fuo patriota. Coltui ha
, nome di eflere ftato il primo ferittore di Parodie, ma Ari-
. ftotile dice che fuEgemone Talioilprimo.Lequaiifendo
da Ariftotile nominate, conuiene che l'autor loro primo,
, fofle anziano a lui. Sono le parodie, come centoni di veriij
o tutti altrui; o parte alrruLe partepropri.tottiin propofi-
I todiuerfo .emoltocfempio fene vede in Ateneo,nellc
: memoriedivn Matrone poeta di cotali poefie,&di certf
• dit ri, come di Sopatro, e di Ermippo. e fi ricordano di poe.
ticolifatti,vn SenofancLesbio,&Ipponatte.&vno Eu.
beo Pario.che ne fece ben quattro libri. Trouô lpi> anche
il verfo Coliambo. E ferifle de fatti di Cicilia, c d'italia libri
V. di p oeiia. & vno poema con titolo di Argolica in trcUbrl
& vn'altro di Cronica. forfc di saturno libri V.
- S I M O N I D E .
Mètre Ibico era tenuto in onore da Policrate neU'Olimpia'dc
LV i.fall in fama Simonide Ceo. Lirico anch'cgli,efa
uorito dal medefimo Policrate, e poi anche da Gieronefi.
gnor di Siracufa. Coftui per la dolcezza del cantar fiio.fu
cognominatoMelicerta . ScrifleTragédie,quantoappare,
il primo dopo Tefpi. Trouô la memoria arrificiolà.
Aggmnfe alla lira il tcrzoFtongo . Scrifle in lingua Dorica
Treni, & Encomi & Epigrammi, e Peani. &in Elégie le
cofe di Cambife, e del primo Dario. e la pugna nauale ad
Artemifio pur in Elegia. c poi quella a Salamina contra Ser
fe ferifle in verfi Melici.& vn Ditirabo Deliaco.cheintitolè
Menone. e moite lodi di vn Eualcide, & vno Epinicio fuo
~ - cita

t T B ^ 0 T» V J
M 0.
cite Ateneo Cô le quali pocfie,oggimai vecchio di xc.an
ni venne in agonc con altri poeti. Trouanfi del fuo,ancora,cofe
intere,e rottami.
SIMONIDE.
Vn'altroSmonide (iononfod'onde,)Liricofimilmere,mofl;rachefiaviuuto,ne'tempi
del fopradetto, o in
quel torno. edicono che fu il primo,a porre ne fuoi Afma
ti, o cantici certa micrologia, o minutezza di concettt. Di
che poi da Ariftofane fu tacciato, corne ch'egli hauefle
due Icngni l'vno pien di grazic,c l'altro voto.
P I T A G O R A.
IntornoaU'OIimpiade L I X. flori Pitagoradi Samo.II
prencipe délia Greca filofofia migliore . Scrifle in verfo
Eroico, quel picciolo poema,che per la beliezza délie fen*
tenze,fu nominato poema aureo.
F O C I L 1 D E.
Nc'mcdefimianni.vifle Focilide di Mileto . e feriflein
Elegie,e verfi efametri,fentenzeraccoItc da libri Sibillini.
efu notatoda A*cneo,cheperch'egli,e SoIone.eTeogoni,e
Senofanc.e Periandro,noncantauano i verfi loro,
gli fecero, tutti giufti mifurati. Ma che Omero, c gli altri
poeti, che i loro canrauanoa fuono, fouente fenza giufto
capo,cfcnzafine,emancantiinmczzo gli formarono.^
tali dice Plutarco, che crano i verfi de rifpofi dcglioracoli.
T E O G N I.
Teogni,oTeogoni,neIl'etl mcdefimaviûe.efu di Mega
tadiCicilia. Scnflevn'Elegiain Iode di coloro, che s'erano
faluatidalTaflediodiSiracufa. e veggendoeglirutri.o
ipiu poeti.cflcrfi occupati a fcriuere fauole.fprezzaro quel
li,e quelle, fi diedea compor fentenze, & ammaeftramcntidarcgioucuolialla
vita. clerntitolô.come anche Foci-
m
cilide,
1

f 7 C " T) I. L £ U "F 0 E T 1 C ^
cihdcParcnefi. che fono efortazioni. e fcriflène be n tre
mila verfi, fenza quelle ch'egli indnzzo a Cirno, giouano
da ! ui amato, con nome di Gnome Elegiache. Quefti cofi
fatri fuoi poemi furono poi chiamau Angelitici.qu af un.
noncianti.
T E A N O'.
SucceflbnoaPitagoraalcunedonne. La moglicTean6,efigIiuok,Scaltre.
Le quali efïendo ftatcfue vditrici,
parte in profafcriflbno, e parte in verfi, cofedella fuamo.
fofia. efra le poeteffefuTeano, chein efamctriçerto poe.
ma fece.
. T E A N CV L O C R E S E.
Vn'altra Teano che fu di Locridi Calabria, G fu Lirica,c
compofe Inni,Afmati,e Meli.
ARTGNOTE. '
Di Pitagora fu figliuolacoteftei. compila vn poema.no
• minato Bacchica .& vn'altro in Epigrammi de miften di
Cerere, intitolato ,Sermonefacro. Scrifle parimentiTe-
' letedi Bacco pure in Epigrammi.
M I A.
'. MofcafuonaqueltavoceMia.enonfiivnafoIa,marnol
• te furono le donne di cotai nome letteratc/altre ch'in ;
profa,& altre che in poefta fcriflbno.edi queftevnafuTe» ;
fpia,cfu Lirica,& alira canto varie cofe con foauità,quai>
to porto la fama^arauigliofa. |
... M1A S P A R T A N A . ~
,, Coteft'altra poetovarilnniad Apolline, &.aDiana.
TE LESILLA.
Spartana fu ancheTelefilla, donnapoetefia,eprode in
Arme. Di cui Paufania cofi pari6. |
1

£op« »/ Teatro, vi è U tempio dt Venere> netla eut fonte, dal juoloiinnaljj
vna colonna.fu la qualefiede Telefilla, quellacbeiompo^
fecantici. >A piedicuigiaccionotfuoivtrfi,&iffamira in vna celât
a,cbe tiene in mano,per porlaftin capo.Fu quefta l'elefilialeper altre
cagioni> lUuflre femina. ma grande onortfi mertto per conto di opère
poetichc.
F I L O L A O.
Filolao fu vno de gli vdirori di Piragora de* maggiori. C
fcrilîèin verfi cofe di filofofia, e alcuni nèarrecaStobeo.
B R O N T I N O .
Anche Brontinofu difeepoio del medefimo maeflxo. c
fcrifle poema con titolo di nfica •
CE R C O P E
Côpagno di fcuola de' due fopradetti, fu vno Cer cope.
Il quale fcrifle poefia, con titolo diSacrifcrmoni/orfedi
materia,come di titolo,Orfica.
SENOFANE.
CircaaiIafeflantefîmaOfinipiade,cominciô afalire in
nominanza di gran filofdfo, Senofahe di Colofona. Vifle
in CiciJia grarriempo, c fcrifle in y erfi Elcgiaci cofe di filofona>fino
a duc rnaîa verfi. fcrifle fimilmente GiambLcon
tra Omero, e contra Efiodo,perchehaueffèro de' Deifauo
leggiato^n guifà allalor diuinita,non diceuole, e fu il primo
çhe comppncfe di quçllepoefie,che fi nomjnaronQ
S L J L
*
1
PA^MEÎÏTDÈ. U ,
Vcli tore del fopradetto fu Parmenide, di Elea cfl Cicilia.
compofe in efametri vn poema dellecofcdinatura,fogget
te alla noftra opinione,pcr la inconftanza,e uariazione loro
continua. &un'aIrronè fece, contrario al primo» che
nomo poema di uerità., c fu Teologico, fotto titolo di
Cofmo-

%?
guironp,e chiamati furono Rctori, cSofifti.
C E N E T O. »
:
Pureintorno alla i x. Olimpiade fioriCeneto, il quale
nuoua forma di poefia recô innanzi ma nô comcTcrpan j
dro,i proemi facea de fuoi ucrfi,e poi lor foggiugnea, altri
uerfi di Orfeo ,c di Omero, o d altri. ma toglicndo una
dclIeRaptodicdiOmero,fra quella molti uerfulefuoi,
quàelàandotrapponcndo.e fu perauuentura quegh.o
altri a fua fembianza, ch'andô tramefcolando fra* uerddi
Efiodo, altri fuoi. Di che, Paufania di fopra femenzione.
I P P O N A T T E
i
j " Coftui fuGiambopco, emaledicomolro.c contra la
! leggedelTimetrogiambico,uifrapofeilTrocheo;&an-
\ clïelo Spondeo .innouando peil primicrufo.e fu trouai—-•
' " tore

L I B t\ 0 T Y\,l M O. 2J_
rorcdcLo ,
>cazonreochoiaJcheèuerlozoppo,emanv.o. & an.unotu,cheil troua'odella Parodia ditie cflhre (la?o
f UO-ASO il nomo detto Oadii prima ufato da Mimnermo.
Scnilegiambicôrra Bubalo e Atem fcoltori,perch'hauea
nô^ i unaftVuafartolo di uifo moho sforrlîatjahorirtdlafteflà
LX Oumpiade,epiuoItre.
A N A C R E O N T E .
DueO'impiadipiuinnanzi,cioènella LX it.incominciô
ad hauer gran nome Anacr conte Teio & il piu dei fuo
muentefidimoro con Pohcrate di samo. con simonide
cco,e con lbico. Fu Lirico » e délie iue,fi Jeggono, anche
adinoftn moitefoauifc rr-ecarzoni. scnfleolrreall'ode,
ed Elégie, e Giambi m lingua (Jionica. ecerti Meli dal fuo
jiomc detri » naerronzij e di piu Parenie. che tanto è a dite,
canzoni in fui ber cantate, scriffe panmente Satire, &
un poemadiCirce, c di Pénélope, d'VJiflc innamoratc.
Fu com'alrn fcrifle, il primo, che dopo saffo, de gli amor
luoicanrafle. llchenonpareuercfpoichceDarr.ofila. &
*lceo haueano lo fteflb fatto. Fu trouatore del Barbito dU
uerfo dal piu antico.percioche fu di foie tre corde.& ad un
*lrro ftormento detto Magadc,n'aggiunfeoltre all'ufate
tanreche'lfccedi xx i corda, edenrro ui fonô armonic,
Frigia,Doria,el idia. ciafcuna in fette délie corde ora dct>
te. Dicefi, ch'egli fimiimeme un poema faceflè, con titolo
diRizotomico Ma huom datoal buon tempo ,ea godimentidegli
amori, edelbere.chc bngali potè egli prendere
di ragliar radia", di crbe: Fu adunquedi mio crtuere,
cm'altro Anacreonte,chc quel poema li compofe.
' ' L A S O. '
Lafo fu di Ermionia e fu célèbre il fuo non»** intomo alla
LX i 11 i Oumpiade tuilpiimochetiimuiîca icf.ueife
epnmoconduHein publica tenzoneiiDi.iran.bo.miltamio
l'an.ica armoniadeil aulodiOiimpo.con utio iuo
ni jlt piicjr di uoci ccon ilpezzarede'ttongi.scrille ainhc
- K •

7 4 D E L LA T U E T I C A .
Hinni, & uno fe ne leggein Ateneo fattcVàCëreTclr:
m i o û e a
* P I N D A R O .
PindarofuTebano,e nacque nell'Olimpiade.i, x v,e fa
poi difcepolo di Lafo. e diuenne,in maggiotanza, prenci.
pe di tutti i Lirici. Vifle anni L v. e mori 1 edcndo in Tcatro
fopraiginocchidi Teoflcno,giouane da lui amato. H
quintodecimoanno, dopo che Xerfeera uenutô in Grc.
cia. scrifle in lingua Dorica libri xv 11. diEpinieij, odi
uittorie da diuerfi ottenutc, ne giuochi 01impici,Pirhici,
Iftmici, eNemei,ed altri. De 5
quali Epinicij habbiamo an.
cora una gran parte, scrifle parimente poemi chiamatr,
Profodia.ôc altri detti Partenia.& altri eziandio.con nome
diEntronifmi. e fimil mente Bacchica. e Dafniforica,e
r eani, & Iporchemi,& Inni, & Ditirambi,e Scolij, & Encornée
Treni,& Epigrammi Epici.&unProemio aSacada
cita v aufania, eTragedie x v 11. Compofe anche ad inftan
za de gli E gineti un'Afma» o cantico, ad Afea da loro ado.
rata. & a gli Atenieli,Inni à Miner ua. per li quali merito
ch.'una ftatua gli dirizzaflèro.scrifle moite altre cofe,anche
in profa,fi come efortationi a Greci. e con tantafuagrandezza,
non potè fare, che in A gone Mufico, non fofle cinque
fiate uinto da una donna, o per lo ualor dilei,o come
Eliano afferma, per ignoranza de' GiudicLLa qualdonea
hebbenome
C 0,R I N N A.
ChefuTanagrea.efuperla dolcezza délie fuepoefie,co
gnominata Mia, o Molca Lirka. scrifle diNomiLirici,cm
que libri. & Epigrammi.& un poema detto Egide.Dicoftei
v au fa nia cofi feriue.
Di Corinna, lu quale fola appo i Tanagrei fece cantici, in hogo t>
lebre délia Città, è il fepokro pofto t& ejfa nel Cinnafw è dipint*, enta
il capo di vna fafeia, in fegno délia vittoria che in Tebc,in contnjlt
di verfi, ottenne contra Tindaro, ^
• •—~~ ; ^ c a

L i B no y n r M o. 75
C O R I N N A.
Vn'altra Corinna fiori intorno a gli anni medefimi, che
fu diTefpia, e fecondo altri di Corinto. fu célèbre in poefia
Lirica. e come l'ai tra, fcriffe anch'clla Nomi Lirici.
N A V M A C H I O .
Dicoftui tuttauia fi legge vna non lunga poefia indirizzata
aile uergini efortandole a ftarfi in quello fiato.
M E N A L I P P I D E .
Ma auanti che Pindaro foffe fcolare di Lafo,fioria Mena
lippide Melio. che fu Melopeo, e caro à Perdicca Re di Ma
cedonia.Compofe x x 1 1 iu.libridiDitirambi .&anche
fcriffe alcuni poemi Epici, & Epigrâmmi, & Elégie, & altrc
cofe moite. Nellc quali non fi ftette, nel coftume antico
délia mufica dinuata daTerprando. ma mutolla in moite
cofe.e fpecialmcnte in cantando egli i Ditirambi. & antepofe,
contro all'vfo vecchio i mufici,a poeti.-Fra Ditirambi
fuoi. truouo che vno fu detto Marfia. & il principio di vn*
alrro,fi dice effere ftato quefto.
T«C £nÇpùvs piStert 4 t % * * « che diçc •
Oiimi o padre,de' mortai fluport
CheT aime fempreviue fignoreggi.
Eper lo numéro grande de Ditirambi ch*ei compofe,fu
cognominato Ditirambico é Fiori intorno alla l x v i .
Olimpiade.
M E N A L I P P I D E
Figliuolo divnaforella di coftui,fu vn'altro Menalippide,ch'hebbc
per padre vn Critoncpoeta Lirico . Scriffe
ad imitazionc del zio anch'cgli, Ditirambi. ma non in tan
ta copia. Compofe altrefi corne il padre canti Lirici. & a
fembianzadelzio moite cofe nuouc introduire ne Ditirambi*

T) E t l A "POETICA
F R I N I C O I.
Nella t xv 11 Olimpiade venne in granderinonieaFrU
J5ico,çh'era (lato difeepolo di Tefpi.e fu il primo a far mon
tare m ifeena, petfona di Donna, e ritrouo il TetEa.rnetrx)
o piu tolto il pofpin opéra n elle Tragédie ,E ne feriife n 0-'
ue di quefti nomV. Pleuronia, Égiizij.Atteone, Alcefte,
ArtTeo,iGiufti,iPerfi,fe Danaidi, &iConfe!fsi.invnadeIlequah,
gli auuenne,difardô )che Eliano con parole di
cotai fenfo riferifee.
CMamcerta Tra^dia,feceMeli accommodati a iTîrrichiflif militari,
t per 00 cofts'acquifloil Teatro » eprefe glianimi dituiti i
prefenti ^eimmantinente il crearono Capitano, credendofi, ch'eglf j
faxtidtUa guerra condurrebbe ottimamente,e fecondo il btfogno-,po.
feia cbéffion difeordattti da huominibellicofi, bauea neldrama> fatto}
fœmi,eimili.
- Coftui hebbe vn figliuolo,Tragico poeta parimente
chiamatoPolifradmone, f«
*,:/ .. E R i N i c 6 f
ni\, ;
Vn'altro Frinico fu pure anche Tragico. Délie cuîTr£
gedie, è reftata memoria di quefti nomi. Andromeda,Erigone,
Prefa di Mileto. Per la quale, i Satr?pi Perfiani, venuto
per certo cafo nellelor mani,in milledrammeilcon
dennarono. Fece anche poefia délie Pirriche. >
. ». i k ( ;o:il.R J N I C Q II J.'
Vn terzo fu Comico. & Areneo cita le fue Efialte, Saturno^omafti.Mul^MonatropOjPeftricPoaftriejSatiri,
Trage,Tragedi, Fenifle.
• ' , . C AL L LN O. .|
• Coftui ,di patria incognito,dicefi che fuElegiopeo.&
irtEIegi ferifiela guerra de' Cimerij, conrroagliEfionei.c
parimente fece in poefia la fauola di Apollo Sminthio.
ESCHI-

L I R 110 T 1^1 M O. 77
Fy S C H, I L O.
- Nella battaglia che gl'Ateniefi hebbono co Perfianr in
Mararona, che fu nella L XX I I. Ohmpiade, fi porto da
prodehuom',EfchiloilTragico. Bi cui Paufania fa cofi
fatta teftimonianza.
Egli (itfio,d felafriô feritto, chementreegliancor fanciu!lo,guardaual'vue
nella vigna-^doimendo g/i apparue Bacco in Jogno > e gli co.
manda ch'a fcriuere Tragedia firrctttffe. e fatto giorno", toftatnente
tfferfi poflo in pruoua,di ciôch'e"potejfe fare . &ejfergli fern^a finita
,riujcitobene. Dapoi venuto ad e:i di x x v. anni entra co' Tragui
in contraflo Mufico.
Trouo egli le mafchcrcorribili, cl'vfb délie pian elle alte,
o coturni.E trou6,come Ariftotile teftimonia il fecondo
Ipocrita, o Iftrione Compofe x c. Tragédie. e ne vmfe
xxvn i.Narrano ch'entrando egli in Ifccna, da principio
raceua a lungo, e facea del graue ftraordinariamente.i>crif
fcanch'Elegic.eTcofrafto ne recaalcun verfo Hebbedue
figliuoli, anch'eglino Tragici, Euforione,e Bione. Vinto,
oggimai vecchio,in certaTragcdia da Sofocle giouanc,fi
ne prefe tanto difpiacere,che parti di Atene, & ando in Cicilia.equiuill
mori,ofuvccifodalla gallana porrata per
aria dall'Aquila, elafeiata cadere foprail fuo caluo capo.
T E L ES T E.
Fa maeftro coftui dcll'Orchefi,o dell'atteggiare e corne
Iftrione rapprefento Tragédie, edell'opera fua m cio fi val
le Efchilo.c li conta che nel recitare la fua Tragedia de SettcaTebe,co(îfattamcntefiporto,checon
glLatti, e gefti
fuoi, rapprefento tutto quel fatto, corne fe ïuio foffe vc
ro. Fu anche Comico",e due délie fue fi nominano TArgo,
ePAfdepio. Medefimamente compofe Ditirambi,e ne
fece vno, che nonùnd lmeneo. Scnrtèanchela fauola di
Pallaiee di Marfia quando ella gitto via l'aulo.
PRA-

7»
2 ) £ I I ^ T 0 E T I C
P R A T I N A.
VifTe ne tempi ftefsi Pratina, e fu emolo di EfchUo,c f a
il primo che componeffe, e rapprefcntalTcin Atcne,Satin
il palco. perche altroue. Arione corne fi vide Phauea prima
fatto. & A nacreonte fimilmente fe forfe di quefti le satire
nonhadacrederficheinifcenafaliffcro.Scriuono,chcrap
prefentandofi unaTragediafua, fi ropponoigradidel ]egno,
oue il popolo fedea. e cio fu cagionc, che il Teatro
fi ftbricaffe délia pietra. Vso nelhfuoidrami,perfone,che
nominô Prodici,e Mimi,eTaumatopei,che tanto dicono,
quantopremoftratori,Atteggiatori, cfattori dimiracoli.
Scrifle anche Iporchemi,e Ateneo,nereca vno intero.
C H E R I L L O .
Concorrente diPratina , cola* intorno aU'Olimpïado
ix x v. fu un Cherillo Ateniefe, Tragico,* il quale fu il primo
advfarlemafcheretirateamiglior forma di'quelledi
Tefpi,cdiEfchiIo. Vsô parimente jl primo,vna forma di
Scenaappropriata aTragedia. eperciô detta Tragica.Scriffec
i.Tragédie, e riportô vittoria dixi 11.
C H E R I L L O II.
Nella medefima età fu vn fecondo Cherillo;im fu di Samo,
ed Epopeo. e fcriffe in verfo efametro vn poema,con
titolo di Lamiaca. & vn'altro délia vittoria, de gli A teniefi
fopra Serfe. Per ciafeun verfo del quai poema hebbe in
premio dal publico vno ftatere d'oro. e di piu per decreto
fu ordinato, che il fuo poema fi leggeffe pet le fcuole^lpa
ri di queid'Omero.
C H E R I L L O III,
Quefto terzoCherillo, fu di Laccdemone, c fit fauortto
diLifandro,econlui,come Plutarco narra,fu alla guerra,
condottoui appofta, perche in poefia celebrafle le aie gcfte.
e l'imprefe da lui fatte.

L 1 S !{ 0 V R^l M 0. 79
P A N I A S I.
• D'intornp a gli anni deirOIitnpiadc L X X V, fouradetta
vifle.cfioripaniafid'AlicarnaflocuginodiErodoto lo fto
rico. Di lui è ftato fcritto ch'eflendo la poefia, (di mio intendere)
l'Eroica,per la foruenutadeilaLirica,edéliaScenica,
andata quafi al niente,egli ne fu riftoratore.e dentro
vifcriflêrErcoleidain librixu n.de quali l'undecimo da
Stefano ë citato.con vcrfi noue milaefametri. econ fette
mila altri, tutti quanti Pcntametri, canto i fatti di Codro,
e di Ncleo nelle colonnie da lor poftein Gionia, e dcllc co
fein guerraperciô fatte . Pe'quali nieriti.eglifu tra gli
Epici pofto da certi grammatici per terzo in, eccellenza di
poefia.
A N T I M A C O . »
Di Paniafi fu difeepolo Antimaco da, Colofona.Il quale
compofevariepoefie. cfrS quelle vn'Eroica, délia guerra
Tebana. c Stefanô Padduce con titolo di Tebaida. e dicefi
che in eflb fu cofi lungo,che riempiè ben xx 1111. libri auâ
ti che pur fi conduceflèrhofte de' fette,fotto aTebe. Scriuono.che
recitandone egli certa parte, gli vditori tutti
quantité nepartirono,fuorfolo Platone,ancorgiouanet
to. Ond'ci grido. e quefti folo,a me per tutti, bafta.Fu nô«
dimeno, vno de' cinque migliori Epopei,e fra loro hebbe
il quarto luogo,nel quinto riponendofi Pifandro.Mi gioua
di aggiugnere, ciô che di lui Plutarco, nella uita di Lifandro
iciifle.
De' Cittadini, tgli fempre hebbe in fua compagnia CberiUo. il
quale legrfie fue hauefle a celebrarc in poefta. AdAntiloco, il quale
vn certo numéro di verfi hauea in fua Iode compofii ,Uetamente vn
capelloempidiaritnto. &bauendoAntimaco Cokfonio }e ^herato
Vn certo poeta di Sraclea, cantato in contrajio, in Iode fua nelle fefle ai
enorfuonominate Lifandria, aT^icerato cerne a vincitore, donà vna
eorona. Di che Antimaco fdegnato firaccio il fuo poema. Ma "Platone,
cbe in quel tempo ammirandolo, ilfeguia. Il con[olo,del riceuuto fcornu.
Sentie

8 o DE L L A T 0 E T I C A "*""--]
"ScWeAntimâcoin Elégie vn poema in Iode dTrïdâl a |
quale Plutarco affcrma,chefumogliefua.& vn'altro r*
fecealtrefi.inritolato Delti.&vn verfo ne cita Ateneo.»
Che dice.
F/u Q
a>V wyh iTttS'ivm'oS.
Feutuo 0 £udia , a font/ ciel gmgliofo.
A N T I LO C O.
Dal fopradetto luogo di Plurarcoè manifefto,chenel
medefimo tcmpo.fiori vn'altro poetadetro Aoriloco^hc
da Lifandro fu premiato per le iodi fuedalui cantateecio
fuEncomio.
N I C E R AT O.
E parimente appare che fù'Nicerato ilquale in concorrenzadi
Anrimaco ;poetôlaLifandria.
L A M i N #T O.
Se non di quel tempo fteffo, non molto lonrano viflç
Lamin o Mileiio,il quale Plutarco feriue ch'vn poema
fece, efu in,verl>meiici,con nome come Antimaco,diLi.
c.a. ma di Lida che non moglie,ma concubinaluaera.
A N T I M A C O II.
Vn'altto Antimaco fu : efu di Eliopolidi Egitto.Uquale
fcriffe vna Cofmopeia. che è fazion dei mondo. in molti
irula verfi.
A N T I M A C O III. ,• . ;
Fu anche vnterzo Antimaco Areniefe, cognomjnaro,
Piccadalladoicezzadeluoicanti FuMelepeo.à^etiènJo
egh maciuato,fece vn dcc»eio,che nô piu folle iecLo,d>
ieggiare,o mordere ndle Comédie niuno,per prppnono
me. Dachenacque.chemoisi pocti,nonandauanoaJimandare
il Choio. eda cio vennc.che moiu 4icoloro,the
m ciioro recirando, di quel mePu-ro lbfteneano ta vitale-
~ ro,

L 1 B B^O V K 1 M 0. 8i
ro,moltonepatirono.&altri dicono,ch'effcndoCorago
buono,fcarfamentepagauaquei delchoro.
C R A T I N O.
Atcniefe fu Cratino, Comico di que'della comedia antica.econiftiloiJluftreôc
alto, nelerifleil nouero di xxi.
e vinlene ix. e Suida dice, ch'hauendo egli lafciato di piu
fcriuere, e di venir in paraggio con altri Comici»fu da vno
non fo quai di loro,punto,e morduto fi corne ebbro . Di
che adiratofi egli,fece,e rapprefentô vna comedia fotto titolo
di Pitine. fingendo che la comedia foife moglie fua,e
voleffeegli fardiuorzio feco,edaccufarladi ingiuria,e
dimalificio. ed eliarimprouerandogli,chepiu non comediaffe,
ma folo atj endeffe a bere.fi ftauano prouerbiando.
Finalmcntcamici trapoftifi fra loro,gli accordarono in
buona pace.
C R A T I N O II.
Pur d'Atenc fu queft'altro Cratino ancora. ma trattola
comedia,nominataMedia. Scriffène comeil primo xxi.
& Ateneo ne nomina xix. e le piu fegnalate di titoh, fono
quelle. Gli Archilochi. Il Glauco, le Deliadi, la Cleobulinc,
il Dionigialeflandro. la Republica dc'Tcflali, la Nemcfi,
le Lcggi,rVliflê,ilTrofonio,iChironi, el'Orc.
T I M O C R E O N T E .
Rodiano fu Timocreonte nel torno delPOlimpiade
txxvi. coftui hebbcodioaTemiftocle,viuoomortochc
egli al fuo tempo folle. e fcriffegli contra vna Tragedia.Sc
contro al medefimo vn poema epico indrizzô. e contro a
Simonide vna altraTragcdia. Fu anche poeta di Scolij,e fe
ne lcggevno.
SOFOCLE.
>•
Nella medefimaOlimpiade LXXV I. nacque Sofocle,
anni xvn. auantiSocratcFu Tragico grande,cd il primo
~ L â~d

— g a ' D E L L * * T 0 E T 1 C ^. -
ad vfate tre iltr ioni,& il Tritagonifta. Era gia il^hoTôloT
mato da Tefpi di x n. giouani, ei Paccrebbc a xv.e p 0fei n
vfanza.che non più a fchiere,ma a drama,a drama,s"entraf.
fe in agone. Scrifl'e cxx î 11. Tragédie. e vinfene xx 1111. e
nella piu riputata fua, che è PEdipo Tiranno,Fu egli vinto
da Filocle. Introduire in ifcena Satin fordi, e muri.Et j
fuoi iftrioni coronati agitauano. Vna délie fu c fu in titolataTamira,nella
qualerecitando, ballo a fuon di Citara.&
in vn'altra con titolo di Naufica fommamente bene fece
alla palla. Oltre alleTragedie,chc fue fi truouano,Stefano
ne nomina dell'altre.cio fono. 11 Linceo liberato,ie Schiaue,gh
Alrari,l'Europa,ilChrife,l'Ercole Pïppone, leLemnie,il
Peleo.i Paftori, il Teucro, i Timpanifti, il Fineo. E
Ateneo ne recita x x x 111. tra le quali piu délie nominatc
ora,fono PAmico,PAnfiarao Satiricod'Andromeda.l'An.
tenoricle,la cena de gli Achei.gli amatorid'Achille,vadramaSatiricode
nozzed'Elena.jilTamira.l'Inaco, l'Iris,l'Iflgenia,
gli Ichneuti, i Camici,il Cedalione,le Colchidi,le
Coclidi, iLatiffei, i Mifi.la Niobe,PEnomao, iaPandoia,
i Paftori, il Salmoneo, gli Sciti, il Tritolemo,la Tirô,l'Ibri,
il Fenice. Compofe anche Peani,& Elégie. In mufica fu difeepolo
di Lampro, e fu ballatore, & atteggiatore matftre
uole C dopo la battagliadi Salamina, danzôignudo à fuô
di Lira. Hebbe più figliuoli, fra quali Giofonecompofelc
Tragédie. e fe ne nominan l'Achille, il Telefo, l'Atteonc,
la llioperfis, il Defiàmeno, le Bacche, il Penteo,e gli Auledi
Satiro. e Paltro,che fi nomô Arifronc fu anch'egliTragico;
& hebbe vn figliuolo chiamato Sofocle.ll quale xi.
Tragédie fçrifîe,e fette vinfe.
EVR1PIDE.
Euripide fu piu giouanediSofocle, ma viflenetempi
: medelimi, conlui. Fece dimora buonaparte di fua vita,
in corre di Archelao Rè di Macedonia. Fu difeepolo nella
Fifica di Anaffagora, e nella morale di Socrate. e poi fi volto
a comporTragédie,e ne compofe m.o féconde-al.
tri

L 1 B Kp "P M O. 8;
tri Lxxv.btefano adduce il fuo Eurifteo Satirico, & Atenco
oltrc alleauanzate ne adduce xvn. l'Andromeda.Autolico
primo Menalippe. Euriftea. l'Ercole, Tefeo. Suppli.
canti, Criffe, Eneo,Pliftene,Stenobea. Scirone. Factonte,
Frixo. e fi dice che tra le fue fauole otto ne furono Satiriche.Madi
tanto nouero,cinqucfolenevinfe.Lequattro
viuendo egli ; e la quinta dopo morto lui,vinfe vn fuo nipote,
com'egli detto Euripide. & hauea parimente hauuto
egli vn zio, pur di cotai nome, e Tragico, di xi i.Trage
die. cô due délie quali era fiato vinc^tor e, c fu il primo che
aile Tragédie fue prefiffe argomenti.
S E N O C L E.
Concorrenza fece ad Euripide il grande,vn Tragico dimandato
Senocle. Di cui, Eliano in cotale fentenza parla,
fendo il numéro fcorretto nelle Olimpiadi.
T^eîla prima,e fefia Olimpiade, nella quale tinfe lo Stadio EfenetoAgrigentinofecciono
a concorrença Senocle ed Euripide .efu il
primo Senocle, quai s'e'ch'ei fi foffe. e c ont efe egli con l'Edipo, col Licaone,conleBaccbe,e
conl'Atamante,Satirico* A cofiui fu fecondo
Euripide, con l'Ahffandro, col Talamede, co' Troiani, e col Sififo Satirico.
MaeÏÏa fu rideuol cofa. r
Perciocbe, perche non fu vint o Senocle^.
e perche non vinfe Euripide'*, e mafsimamentecondramicofi
fatti\ Di due cofe adunque fu l'rna. o furono mentecattiiSignori
de' >oti, & ignoranti. e lontanx da giudi^io diritto, ouero furono corrotti
.
Ma l'vno c l'altro è difdiceuole , e non degno de gli
Ateniefi.
ACHEO.
Parimente Acheo, fu fcrittorc di Tragédie, di gran nome,
e fu di Eretria, e compagno di Euripide , in rccitarfi
l'vno l'altro, le lor Tragédie. Di fuo ingegno n e compila
11111. c di alcunc viuono i nomi. cio fono. Atla o certami.
Circolo, Parche,Lino,Omfale.equattro,Alcmeone
, Volcano , Iri,Etone,tutti quanti con cognome di
. L 2 Sati-

" 84" DE L L -A T O E T J G " ' .
Satirico , altri dice , che anche rOnfaiëlu~Sa!ïr
t K
*" CARGINO.
Vn certo Tragico di quefto nome, fu il primo ad intro
durre nelle fue Tragédie machine, e Dei per machina feen
denti.
A R I S T A R C O.
Coftui nacqueinTçgea. e di certa infermitàfanato da
Efculapio, compofe vna Tragediadi fuo nome. Ed elfendo
fino allora ftate le Tragédie poema corto affai : egli fu
il primo ad allungarlo. in quella lunghezza che dapoi s'y.
sô. Ne fcriffe egli LXX,C dinon piu che di due ,riport6vittoria.
G I O N E.
GiondiChio.fiorinell'etàmedefima.e fu Tragico, e
Lirico, e Rapfodo, vno di quelli che andauano cantando
le Rapfodie d'Orner o. Sotto il coftui nome, fcriffe Platone
il dialogo fuo delfurorepoetico.VinfeinAtenevna
fiata di Tragedia, e donô a ciafeuno Ateniefe vnapentola
di Chio. Et Ateneo teftimonia ch'egli fcriffe anche, comédie
, e Dirirambi, & Epigrammi in profa. DelleTragedie fi
contano Y Agamennone ,il Laerte, l'Euritide, l'Onfale, il
Fenice, il Ceneod Cuftodi.
P LA TO NB. ' '
FuvnPIatone Comico,eccellente, netempi ftefsi,e fa
poeta délia média Comedia, e ne fcriffe molto numéro.
Délie quali Ateneo cita xx 111. e fra efle fono quelle di tito
lipiuilluftri. Adone,Eurôpa, Giouevillaneggiato Gion,
LaiOjMenelao.
CRATE.
Quefti fu Comico dell'antica, e per quanto hanno certi
_ -— ' vni

II^Q T H, 1 M 0. 8j
vnifcritto.ilprimiero fuie fra gli antichi.com'ioftimo
» foIoafcriucrîainprofa.Sono dellefucreftate in memoria
Je qui fottopofte. GJi Eroi, i Vicini,le Beftie, la Lamia,i Samij,iPodeti,iGiuochi.
leDefinantiinfieme,ele Peggiori;
S C O T I N O.
FuTeio coftui,e ferifle giambi contro'Eraclito in vna
poeiia,di titolo di Scotino.
C R A T E II.
Fu parimente vn'altro Comico pur délia vecchia di quefto
ftclfo nome. di cui fi nomano tre comédie. llTcforo,
l'Auaro,egli Vccelli.
T E O C L E.
Coftui fu poeta di que* poemi, ch'Ariftotile chiamaFallica,
& altri ltifalii. ne ho memoria di altri tali ritrouata.
B A C C H I L I D E .
Di Simonide Ceo fu nipore Bacchiiide, -figliuolo di vn
fuofratello.purdiCeo.efioriintorno alla Lxxxi.OJimpiade.
Fucomeilzio Urico. Compofe varie cofe,ôcancor
fe ne leggono certi rottami rotti da fuoi Peani, & da Profodi;,
e da Iporchemi, e da gli Erotici. Scrifle Inni chiamati
Apopemptici. & vn'altro, oueNercopredice a Paris le co
feauuemre.
PRASSILLA.
Prafsillafu di Sicione. Fu Lirica, e ferifle varie cofe nel
torno dclla txxxi;. OhmpiadeTrouo vna nuoua maniera
di verfo, da lei detto Prafsillio. Che da Lirici che venner
poi fu vfato aflai. Fece anche Ditirambi. e fra quefti uno a
Calai fanciullo délia mutazion d'Amore,
E D I L A.
Io non truouo onde fofle coftei;ma folo che ella fcriC
fevn

"7ô D E L L ~4 "P O E T 1 C U. " ^
fe vn poema detto Scilla . efudell'amore di Stiïîa"7c~dï
Glauco.
D I O N I G I.
Dionigi, il padre Tiranno di Cicilia, fcriffe Tragédie,
e comédie, & vna di effe fi nominô Adone. Le quali legl
gendo egli a Filoffeno Citerio poeta Lirico famofo,per ha
uerne lodo,n' hebbe biafimo. e percio il condanno a lauo
rare alla petraia. & indi a tempo il mandô ditnandando.e
da capo glielemoftroj & hebbene il medefimo. ondeillafciôire.
F I L O S S E N O .
Il fudetto Filoffeno fu poeta Lirico. Il quale effendo
prigîone fatto in guerra, fu ricomperato da Menalippide
& infegnato di mufica. e di poetica.Scriffe egliMelicamen'
telagenalogiadegliEacidi. exxnu. Ditirambi. Iquali
egli tento di cantare in tuono Dorio.e non gliriufci bene.
percioche cotalepoefiadinatura,tiraua al tuono Frigio.
Egli piu, ch'altro poeta, che fi legga,fudato alpiacerdigo
la.e trouandofi in Efcfo,non effendo inuitato a certe nozze,
v'andô egli. e nell'entrante canto vn Imcneo. Il cui
principioera.
Nozze, de Dei, più chiare. e fu accettato a menfa. Vna
altra voira definando con Dionigi antedetto. Veggendo
pofta a fe dauanti vna triglia picciola, & a Dionigi vna grade
, prefa in man la fua moftrô di fauellarle. e poi la fi pofe
all'orecchio. llcheveduro Dionigi, forridendoil dimandô,checiôera?Edeiglirifpofe
ch'eglifcriueavn poema
di Galatea, e dimandaua a coftei, qualche informazion di
lei. ed ella gli hauea rifpofto dinon faperne,percheerafta
ta prefa troppogiouane .ma che ne dimandaffea quella
piu vecchia ,• eDionigi gliele porfe. Ma corne ei vide, che
fenza parlar feco, la fi tranguggiaua,glieleritolfe, e toftamente
percio ( corne alcuno ha detto ) e non per la cagion
_ dîloT"

L I *B ^ O T II 1 M O. 8?
difopra,ilmando alla petraia.Di che, egli dolente Iran"
do, e lauorando, fegm a comporre la Galatea. figurandola
per la fua Tibicina. e Politemo il Ciclope di lei innamorato
per Dionigi. e fe medelimo per VlifTe. Nella quale
poefia,fingendo,cheil Ciclope fonaûela Siringa,in fra l'ai
tre, quelle parole gli fece dire.
IlChoro fa ch'io canto
E'iferuo detto l'haue
Etiovoglioballarc.
Trctanelo, Treranelô. Con quelle due voci volendo
ifprimere il fuono délia Sirin ga. che quelle parea dire. Oltre
aile dette poefie, egli anche fece vn poema piu volteda
Ateneo citato, con titolo diCena, e ne allega certi verfi .
CompofcanchedelleTragedic.& AIclTandroil grande ,
voile hauere de fuoi Ditirambi. e comifead Arpaloche
ghene mandafte in Afia con di quelli di Teleftc.
D I O N I G I II.
Dionigi il figliuolo del fudetto Tiranno, dopo che ei fu
delregnodifcacciato.fi mifeacompor Tragédie, e con
vna d'elfe venuto in Agonen'hebbevittoria. e fudi cio ,
cotanta la fua aliegrezza, che fubitamente caddemorto.
A N T I F A N E.
Compofe Antifanc comédie, délie antiche, più ch'altro
Comico, che folle mai. percioche elle furono il noueto
di cccLXV.DellequaliAteneonevacitandofinoa cv edi
effe i piu nobili titoli fono, Eolo, Alceftc, Anteo Afclepio,
Nafcita di Venere, Ganimede,Deucalionc, Ceneo ,Ciclo*
pe,Dodoua,Tamira, Pelope, Onfale,Samo,Pocfia,Saffo,
Timone,Tritagonifta,Idra ,e laltreda Ateneo allcgate .
Hebbc per figliuolo Stefano,anch'egliComico.
A S T 1 D A M A N T E .
. Hcbbecoflui,FiloclerAuolo,cMorfimo il padre ambedueTragedi.
eTragico fu anch'cgli & vn f»o figliuolo
1
f ... i •

88 *D E L L *A T 0 E T 1 C U
dcllo iteifonome. Compofe egliTragcdie ccxi..eriportô
vittoria di xv. Del figliuol fuo, Ci nomanoTragédiediq Uc
ftinomi,l'ErcoleSatirico,gIiEpigoni, PAiace funofo, U
Bellerofonte la Tirô,rAlcmena, il Fenice,ilPalamcdc.
Scriffe anche molti Satiri.
OFELIONE.
Coftui fu Comico.e délie fue Comédie fi truoua mémo
riadiqueftinomi. Deucalione,Callefcro,Centauro,Satiri,
Mufe, Monotropi.
A L E S S I.
Queft'altro nacque in Sibari. Hebbe il padre Menandro
(non giailfamofo)&ilfigIiuoIoStefanoComici,& egli
fu fimilmente Comico . e fcriffe CCXLV comédie, Del.
le qualinomina ex 1i. Ateneo. efraefsetitolichiarifo.
no Efopo, Archiloco, Galatea, Elena,ifetteaTebe,Efiona,
Cleobolina, Lino, Minos, Vliffe telsitore, Orefte, Poe.
ta Pitagorizante,Teofonio, l'Afclepioclide,il Demetrio,i
Tcbanijel'altrejChetroppaopera^forfevana fora il raccontarle.
A N A S S A N D R I D E .
Ne medefimi tempi fu anche coftui vno de'Comici.edi '•
cono che fu il primo a portare in ifeena Amori, e Vergini
fuerginate. Côpofecomedie LXV.Areneo n'allegaxxichc
fonoquefte.ilRiamante,laBrutta,iContadini, l'Anchife,
la Gerontomania, l'Ercole,il Cercio,ilTeforo,iCacciato.
ri, il LigurgoJe Nereidi, l'Vliffe, il Pandaro, il Meliloto, il
Nereo,laSamia,leCittà,ilTereo,il Satiro il Protefilao, il
Fialoforo.
E V P O L I.
Eupoli Aten iefe, giouane di xv 11. anni cominciô a rapprefentare
fue comédie, e fecene xv 11. e ne vinfe ix.Di que
fie x 111. ne nomina Ateneo. le Câpre gli Aftrateuri > l'Autolico,

L 1 B T^O T fl. 1 MO. 89 î
tohco,leBatte,i Demi,glitloti,gli Adularori.IeCittà, i Pro
fpatij,gii Stcfanopolidi, i Taxiarchî,gli Amici, l'Aureo génère.
In vna.o piu dcllc quali hauendo egli morduco Alcibiade,
fendo egli poi foldato in ful'armata, & Alcibiade
Capitano, fi'i fece prendere, e legato ad vna fune, piu voltetuffarcin
mare.dicendogli, che fi comein podeftà di
luieraftatoilmorderloincomedia, cofi era ora in pôter
fuo, di farlo in pelago aftogarc. 1 utrauia il lafcio Viuerc.
Ma da indi a tempo, rotrafi per fortuna la galea ,oue Eupoli
era, egli vi fi annegô. & per lui leguirono due cofe no
tabiliin Atene. L'vna che per l'atro d"Alcibiade, i poeti
Comici, venncrointimorde' grandi; cceflàrono di piu
lacerargli fu per gliTeatri;e perla fua morre,fuda gliAte
niefi fatta vna leggc che per lo innanzi, non piu fofle tenuto
vn poeta di militare . Scrifle coftui eziandio vn poema
contra Omero, riprcndendolo corne bugiardo ..
C i N E S I A.
Coftui fu Ditirambopeo.c moite cofe nuoue troub nel
la mufica. fu anche Melopeo.cfcrifTe anche la Pirrica". Fu
taflaro di empiéta. e con cio diede cagione a Stratti Comi
co di lacerarlo con vna comedia, che porto il fuo nome
infronte.
F R I N E.
Fu di MitiIenadiLesbo,fcoIaredi Ariftoclidc citaredo.
II qualedifcendeadaTerprandro. Mokecofemuto nella
mufica anch'egli. e fece poefie melichc.
P I G R E
Fufratello di Artemifiala famofa Reinadi Caria» moglic
di Maufolo.Qucfti a ciafeun verfo délia lliada d'Ornero,
aggiunf c vn fuo pentamttro. Scrifïbno alcuni ch'opcre
fue, e non d'Omcro, furono il Margirc, e la Battracomiomachia.
M T I

T I M O T E O.
Timoteo fu diMileto.e fu grande ritrouator dicofe
mu(îea)i,aggiungnendo aile corde dellalira,1a decima,c
l'yndecima • per lo chefu da lacedemonij sbandit© délia
Città, e fta to loro, Perchelor parue,che la fua mufica., dj.
Jicataemollccorrompeffea'coftumi graui délia loro gi

P L A T ON E.
Menfrefu giouane Platone, & auanti ch'vdifleSocrate.
fu Melopeo etragico.ecompofeTragedie,eDitirambi, c
Meli, & Epigrammi. ma comintiato ad vdirc gli infegnamenti
fodi.diquel fauio vecchio.tuttequante i'arfe.
E V D O S S O. ,
Nacque in Gnido ,e filofofô in Egitto,cibtto Socrate»c
Platone,compofe in efametri,cofe di Aftrologia.
A G A T O N E.
Coftui ancora fu fcolare di Socrate,e da Platone fu mol
toamato. Fuleggiadro, eviuacemolro. Scrifle comédie,
c Tragédie.ediqueftefinomano ,ilTiefte,eil Telefo. e
Ariftotilcfa memoria anche di vna che porto titolo di Fio
re .nellaqualefcriuono,chemoltecofe mifticamentediffe.
E per una uittoria di Tragedia che egli ottenne,fece il
conuito fcritto da Platone, oue fu ragionato d'Amore .
ma tra Filofofi, e poeti.uiinterucnnero il nouero di xxvii).
fe ben non tutti Platone gli nominô Scrilfe parimente
Giambi,adimitazionediconodiGorgia,nonfo fe delfamofo,od'altro.
C A R C I N O.
Fràquefti tempi, o poco anziani fiorironomolti altri
poeti, fpccialmcnteScenici. 1 quali ne tutti vengono nominative
i nominati fecciono cofe, che fia la Joro mémo
ria ftata feritta, o trouata, ne gli feritti de gli au tori che fo
no all'erà noftra peruenuti. Solo diro di alcuni,che pur me
moriacièauanzata.ficomcdiCarcino Ateniclc,il quale
ferifle CLX. Tragédie, e non ne vinfefe non vna. efu il primo
ad induccre Machine,e Dci da Machine in ifeena.
N E O F R O N E .
Coftui andô con Aleflandro, c compilé cxx Tragédie,
e il primo vi inrerpofe Pedagoghi. c torture di ferui.
I VÎ ~l C'A'-

D E L L "POETICA.
C A L L ï A.
Compofe unaTragedia di Grammatica, epiu comédie
rAtalantajiCiclopi/Egizio^LegatideRancegliOeiofil
S O P A T R O.
Fu Comico, e délie fue fi truoua memoria dello Ippoliv
to Fifiologo,delIa Silfia.della Enidia,della Nicia.della Pil c
dell'Oreftce délia Lente, e de' Drudi, e délia Bacchide, '
ARISTOFANE.
Fu coftui, Rodiano,ma fatto Cittadin Atcniefe.viffe qui.
ui, e fu Comico. Délie cui comédie Ateneo cita i nomi di
XLVi.delle quali otto fe ne leggono ancora.ei Battachi piu
che egli non nomina. Ma Suida dice che nefeceLim.e
Che hebbe anche tre figliuoli Aratore,Filippo,e Filetero
tutti e treComici, efcefe ne gli agoni fino alla Olimpiade
cxnn.
N I C O F R O N E
Fucompagno di Ariftofanc. Scriffe comédie di quefti
nomi. IlntornatodaU'inferno. Ilnafcimentodi Venerc,
la Pandora, le Sirène.
EVBOLO.
Scriffe anche coftui comédie, fecondo Suida x x 111 j.
Ma Ateneo ne noma L. e fra quelle Antiope.BelIerofonte,
Ganimede,Dedalo,Deucalione, Dionigi. Dolore, Gialcmo,
Europa, Ifione,Leda,Medea,Nautica,Edipo, Vliffe, Semele,Titani,
e Grazie. & altre fino a L H. che Ateneo racconta.
N I C O C A R E.
Comico fu,ediluiAriftetiIefamenzione.Sono nominatedelle
fue,l'A mimone,il Pelope,la Galateâ,rErcole fpo
fo, e l'Ercole Corago.

L f B KO ¥ \1 M O. 9%
C H E R E M O N E .
Anche coftui èda Ariftorilenominato, non come Comico,quale
il dicono Suida,& Areneo, ma come Epopeo.
e fecondo lui fecelaRapfodiamefcoIataditutte manière
verfi,con titolo di Ippocentauro. Ma délie comédie fue fi
nomina il Ferito, l'Vreo, I'Alfefibea,il Centauro,iI Bacco,
ilTieftc,rVhffe,iMini;.
P I R R O N E.
Auan ti che a filofofar fi deffe Pirrone.dicefi che in Corin
to prefenrô ad Aleffandro vn poema. en'hebbe in donox.
mil?, dinari d'or o.
FERECRATE,
Coftui fu Comico.e con Aleffandro alla guerra.Fece dra
mati xv 11. ma Atcneo ne adduce xix.
A R C H E S T R A T O .
Siracufano fu, e ne tempi di Aleffandro fece poefie di vi
uande, c condimenti loro Ondefu il fuo poema appellato,
Gaftrologia, c Gaftronomia,bifticciando con Aftrologia.
e con Aftronomia. & alquanti anni dopo,Crifippo
Stoico, hebbe a dire.che il poema di cottui.era vna Métro
poli délia Filofofu di Epicuro.e gli Epicurei,il chiamarono
la lorTeogonia.
C A R M O. -
Coftui parimente fu di Siracufa, nel medefimo torno d'anni.
Fudatoallagola.cvolentieri fi trouaua a conuiti
altrui. e ad vn conuito , fopra cento viuande ,c cento
conuitati fece verfi . I quali poi fi tolfe impaccio Clearco
difeepolo d'Ariftotilediraccorre,elor pofe nome di
TtO-

DÉLIA "POETICA.
TEODETTE. >
Fu di Fafelo. ftudio in Atene, e fu fcolare prima di ifo'cra
te, e poi di Ariftotile, CompofeTragcdie ben L. e con vna
vinfel'agonepropoftodaArtemifia ad onoredel marito
Maufolo. Scriffe parimente in poelïa con nuouo trouato
farte Retorica, che anche da Stefano viene alkgata. e di
piu feceorazionRetoriche in efametri.
A R I S T O T I L E.
:
Non fi fdegnôdi porfi anch'egliin nouerode'poe*ti.
percio ch'egli fcriffe d'EIcgievnlibro adEudemofuofc'o
lare,ed vn Peanead ÊrmiaEunuco.Dicono anchedivn
Peplochefu fuo ma altri, ad vn'altro Ariftotile il danno.
Oltre a quali tutti poeti, che fi fono da noi, il tnigliore \
chehabbiampptuto per li tempi délie Olimpiadi ordinati,crediamo
che molti altri fioriffono;iquali a notizia
chiaracifarebbonovenuti,fegli fcritti che Damafte,&
Ariftotile j&Àriftippoj&LaboneArgiuo.eDionigiFafe.
lirc,eGlaucoRegino,evnGirolamofecero de'poeti,la
fortuna non ci hauefle tolti,o ci foffe fopfauanzatoalcun
libro di quelli, che il medefimo Ariftippo ci fecedeNomo
pei. & Euforione, ed Iftro, de Melopei, e Lifania di Giambopei
,c Girolamo il fudettodeTragodopei,eTekfo,de
Tragici,ôcdeComici. Ma pofcia che cotantericchezzeli
fon perdute, facciam noi quello che per noi fi puo ,perriftoro
in parte di tanto danno;e qui fotto regiftriamo,quel
li che piu de'fopradetti hàbbiamo Ietto effere ftati. Ma
fuora' dèll'ordine d'elle Olimpiadi. non hauendo noi potùro
rintracciarlo ,1 quali perè crediamo che auantiatem
pidi Ariftotile viueffero. e fono i feguenti.
E,G I A.
Coftui fu di Trezena. c per lo teftimonio di Paufania,
fciiflevn poema, délia imprefa diErcoIe,ediTefeo contra
i' vn i ? ni.
: • _ _ _ , ; ' A N . "
; " r
' ) "

L I g S, 0 T Kl M 0. 95
ANTIFANE.
Queft'altro fu di Colofona, e compofe vnaTebaida,co
me Antimaco fuo contcrraneo.
P O L I C R I T O.
Nonfoio xçndecoftui fifofle.mafuEpopeo.efcriffe
in poema Je cofe fattedaCiciliani,& in effo femenzionc
di vna fonte, le cui acquebeuute.faceano crefcere gli huo
miniagrandezzamarauigliofa.
D I O T I M O.
Dice Ateneo, che quefto Diotimo , fcriffe vn poema
délia Lottadi Ercole con Antco . e dal verfo che ne allega
.
Apyl'iav £ T

I. 96 T) IL L A "POETICA
E V F R O N I O.
Compofe Eufronio un poema, con titolo di Priapea e
fotfequindi furono toltelc cofedi quella, che a VirgiÛo
vieneattribuita. '
E G E S I A N A T T E .
Fu coftui, come Stefano afferma di Troade, e fece tin
poema chiamato Troiadc. & fecond'altri,vn'altro,di Varie
fauole tefluto.
M E N E L A O.
MenelaofuEgeo diMacedonia.e feceinxii. libri vna
Tebaida,che da Stefano uiene addotta.
F E D t MO.
Ateneo cita il primo libro délia Ercoleida di Fedimcon
de appare ch'ella fu di piu libri.
M A N E T O.
Coftui fii d'Egitto ; Scrifle perô in Greco.vn poema di
Natura.ôc vn'altro con nomediAftrologica.
C E F l S O D O R O .
Coftuivieneallegatoda Ateneo perifcrittoredellaTragediaAntica.
efenenominanGliAntilai, L'Amazone,
UTrofonio,eil Porco.
DICEOGENE.
Anchetoftui fi cita perTragico poeta.edi piu per Ditirambico,ma
fenza nomi de fuoi poemi.
T I M I S I T E O .
Quefti ancora fctifteTragedie,e ne fu vna délie fae, che
fiintitolô.Nafcimento di Gioue.
CLEO- J

L 1 B R^O T K I M 0.
CLEOïONTE
Coftui parimentc fuTragcdo. c deilcfuc fu VAttconc,
l'Anfiarao,!'Achille, le Bacche>il Defl"ameno ,1'Erigone, il
Tiefte,iILcucippo,il Perfe,il Tclefo.
S T R A T T E.
Vn'altro Tragico fu coftui. e fi con tano per fueJ'Anriorefte,rAntroporefte,rAtalanta,gli
AgariJ'Ifigcnia, il
Callipide, il Limnomeda. i Macedoni, la Medea, il Troio,leFcniflc*ilFilottctc,ilCrifippo,ilPanfamia,ilGncfia,
& i Pficafti.
C O M I C I.
S A N N I R I O N E .
Fu Comico, c fcrifle il Refo, la Danac, le Pficafti u c il
Rifo.
A N F I.
Comico anch'cgli, e compofe varie *Comcdie, & appo
Ateneo fi leggono le feguenti. L'Atamantc, il Bagno, la
Ginccratia, la Ginccomania, il Ditirambo, i fette a Tebe>
gli Eriti.il Gialemo.la Curidcla Lcucadei il Piano, o Erroné,
il Filetcro, i Filadelfi.
F I L I L L O.
Comico altrcfifu quefti.efece rErcoIc,IâNaufica,l*Ata
IantajrEIena,I ,
Augc,icCittà,& il Frcorico.
A P P O L L O D O R O .
Diccfi che coftui fu il primo a icnuereTragiambo.
M E T À G E N E .
Quefti fu Comico,& vna Te ne nominôOmero,vna Aurc,&
vn'altraTurioperfe. & vna Mâmacito,& vna Filoiito.
N AN AS-

| ^gi g n U T 0 E T I C * -
A N A S S I L A. """""
Anchcqueftifcriflecomsdïc,cdifue furonol'Aulete
l'AureopeoJa Neotti.il MonotropOjIaCallipfo.iRicchi'
i Cuochi, la Euandria ,1a Circe,le Grazic.la Comps6,il Gi a!
ciuto Aduitero,ilCrifocoo. . '
A P O L L O F A N E.
Scriffe qaefteçomcdie,Daltri,Ctetcri,cDauIi.
E P I G E N E.
Tre comédie fînomanodicoftui,l'Eraine,ilMorcmati.
codaBacchia.
A V T O CRATE.
Tragico.e Comico fu queft'huomo. c délie Tragedicdi
cono che fcrifle aifai, enmna ne ho ïrouata. è délie comédie
la fola Timpanifta.
B A Z O N E.
L'Omicida,e gli Euergeti, o beneficifurono comediedi
fuacompolitione.
'\ A R A R O.
Quattro comédie andarono forto fuo nome.l'Adone,
il Campilioncjil Meneo.e il nafcimenro di Pan.
C A N T A R o.
Compofe coftui le comédie, Medea, Tereo, le Sinima*
chie,IeFormiche,iRofignuoli. * -
ARCHIPPO.
Gnque comédie fi dice che coftui fece, do fono gl'Anfitrioni,
primo.e fecondo. l'Ercole che prendc moglic, i Caualicn.i
Pefcù
—. . • ETîT"

EPIL.IGO.
Coftui fu cd Epico, e Comico. duc fuc comcdic truouo
nominate> il CocaUico.c'i Faralifco.
A S S 1 O N I C O.
Quefti feee il Tirreno, il Tirrcnico, il FUeuripide,la Filirr
a, uCalctdico,c la Calcide. comédie.
MNESIMACO.
E queftYaltro fece il Bufiri, il Difçolo, l'Ippotrofo, & il
filippo.
C R O B I L O.
Lo ftrangolato comedia compofe Crobilo, e la cenan*
te,cla laldante, e'1 falfo fuppoiito.
TEOPOMPO.
NonPlftorico, ma vn Comico, fece comédie a! nouero
di xxi u i.& di quefti Areneo neadducexi 111 ciô fono
Vencrc, Pace.Ccrtame ,Tefeo, Edochare, Callefcro, Ncmea,Medo,PanfiIa,VIifllsPcnelopc,SircneulFmeo,lcàtratiotidi.lo
Afclepio che ècirato fciittote.
DIONIGI.
Dionigi di Sinopa fece trecomédie,Gli Equiuoci,Ia Saluanted'Aconuzomcno.
DIODORO.
Diodoro fu pur di Sinopa,e Comico,fçccI'Auletria,è V-
Erpiclcro.
TEOF1LO.
Le fue comcdic porrarono quefti nomi. II Medico,I'Epidauro.la
Pancrazia,laBeozia,lcPretidi,iI Neottolemo, il
Filaulo .

ELLA "POETICA
S O E I L O.
Fece le comédie, del Citaredo,deI Filarco.delTindaren
del Demia,del Porcelio,deIla Patateca,dell'Androcledrf
l'Enchiridio. - ' a
"
D I F I L O.
Moite comédie compofe queft'huomo. & Ateneon'ar
reca l'infrafcritte. L'Ignoranza,il Soîdato, iFratdli,il Coc
chio, l'Eunuco, il Bagnô, l'Emporio-, i Saluati,, Beozio
la Ecate,la Peccantc, l'Abbandonante,il Morcaate.rE'.
lioneportanti,i Santificanti, il Pittorc,l'Eunuco loJdâto
J'Ercole, il Tefeo,l'Eroe,le Lemnie, il Memoriale,i Pcderafti,le
Peliade, il Paraflto, la Saffo,l'ArYaccendato,iiGoL©fo"
UPitraufte,leNozze,UTelefia. '
E F I P P O.
Le feguenti comédie fececoftui. La Diana, il Gcrione
gli Efebi,Ia Circe,il Bufiri, l*e mpolcil Nauago,il Cidoaei
Simili, il Peltafta,Ia Safîo,la Falira.
D E M E T R î O.
Dcmctrio Tatfeniéifcriffe molti poemi Satirici.
" I P P A R C Ô.
'"s !
s.
Quefti fcriffe la Taide, i Saluati» e la tgizia lliade,chetut
te c' tre furono comédie . «' : » r

I I B H 0 P i t J M O . loi
N I C O S T R À T O .
JCI m.comédie di coftui nomina Ateneo.cio fono. la
Pviamante,rAbra,iRe,loScacciato,rF.cate )il DiaboIod'Efiodo,il
Sacerdoté,il Letto,il Cuocoùl Pandroib,iI Piuto,
ilSito,eiParriotu
FILIPPIDE.
E di Filippide il medefimo ncallega le fofcritte. P Amfiarao,
iIRingiouinimento,gli AuliJeconnauiganti,l\Auaro,la
fparita dcli'Aricnto „
P O S I D I P P O.
Piu numéro ncannoueradi coftui, cioèjîaRifèrrata, la
Efefia,t Locrefi,iltrafportato,il Riuedente,leRallanti, i
Sintrofi,rAduItero,gU Epigrammi, e lileggono di coftui,
o d'altri di quefto nome x certi rotrami di fentenze in
Elceia.
ECFANTIDE.
Scrifle molti SatîrLma non fenc nomina veruncK
F1L1TERA.
L'Afclepïofu di coftui. e'I Coriiriafte.ePAralanta ,e la
Cacciatrice, el Portante Iampada,e'lTerco> e'IFilaulo »e
l'Etropione.Comedic.
S C I R A:
FuTarentincbefcrifi^vnacornediachiamataMcIeagro.
EEN1CIDE
Equcft*altro,fcriiTeIaDJminuita,c"'I Filarco.
S T R A T O N E .
Ancor coftui comédie fcriiTe,tioè JaLepnomeda,e la
Fenicido •
ËRT

102
t> E L L, *é T 0 E T I C ^„
E R I F O,
Serine coftui l'Eolo comcdia>e\ PeItafta,eIaMelibea.
M A V C R A TE
Fecevna comeciia con titolo di Perfide. ?
T E L E C L I D E.
AnchVgli Comico, compofe gli Anfitrioni,gJiEteri,gli
Efiodi,gli Sterri.i Prifani.
N A V S I C R A T E . -, '
Ne fece vna che fi noma, cioèil Nocchiero.
E P I N I C O.
Due ne compofe, le nipponte,^! Mnefitolemo."
D A M A S S E N O .
Due altre fece quetValtf 6,ï Sintrofi,e'l Auropenton.
S E N A R C O.
Quegliforfeche Ariftotilenomina corne ferittoredi Mi
mi, Comico fuparimente. e fcrifle il Pentatlo.il PriapoJa
Porfira,il Sonno,gli Sciti.chefurono comédie, efirmlmente,ilSoldato,iIBucalione,eiGemelii.
. , ,
S O F R O N E.
Quefti che dal medefimo AriftotileperMimografocoI
précédente caddottodi hamemoria,chefcriucfle. IMimi
Virili ,i MimiFeminili, gli Agrefti ,il Pefcatorc»ilPutto,il
Nmfopono,la5uocera. - y
T I M O Ç LE.
Coftui fu Comico.e fihannoinomi dlxxît délie fue
appoAteneo . chelonoiepiu nobilidititoli.laS.dfo.De-

L 1 B E^O T \ 1 M 0 . ic;
Jo, Dcmofatiro.GliEroi,gli lcarij,leMaratone,gliEgizzi/.ei'aitre.
M A C O N E
Fu Sicionio,e ferifle comédie, l'Ignoranza, la PiftoIa»lc
fentenze.
S O P A T R O.
•
Cognominato Facio,fu Poeta diParodie,eComico.c no
manliquelkjla Bacide.l'Oreftejeil Mittc.o Sacerdoce.
S O P A T R O.
Vn'altro Sopatrofu che ferifle cianciumi, efu perciodet
to Fhacografo.fece la Bacchide,Ic nozzedi Bacchidc,i Dru
didi Bacchide. le Pile, c l'Eubuloteombroto.
A G E N.
Dicono che fu vn Drama Satirico, l'Agen : addotto da
Ateneo, fenza nome deli'Autore, & dubita le fofle diPitone
Cat aneo, o di Aleflandro Magno.
VARI.
E R M I A.
Che porto cognome di Cuneo.Scrifle Giambi.
L A M P R O C L E .
Non fo di che Patria foffeLamprocIe,nc altro diluifb,fc
non iolo^hcfu Ditirambico poeta.
L I S ] M A C O.
Altretanto mi è ignoto Lilïmaco, fuorche, ch'egli Fece
vn poema intitolato Nofti.
L I s i P P O.
Non fo,o fcolrore o altro/crifle vn poema.Baccnc.
S O-

104 D E L L A T O E T I C A
S O S I T E O.
Tragédie ferifle coftui. c due hanno il loro nome con.
feruato. ciô fono Dafni. e Litierfa.
FENICE.
Di colofona vfci coftui. e fu Giambopco,cfaine leco.
fe délia patria fua in giambo.
D O R O T E O.
Doroteo rfacque in Sidona di Fenicia. e ferifle vn poema
diAftronomia.
A N T I M A C O.
Vn'altro Antimacoi chefudi Egitto; ferifle vn poema
di titolo diCofmopeia.
M E L O P £ I.
Quefti altri che appreflb vengono regiftrati, faranno
Melopei. e tra quefti.
S A N T O.
Di cognome fu detto Lido. fece Meli, & Afmati.
P E R I C L E. ,
Di Rodi fu quefti, e ferifle di quei Mcli, detti Scolij.
D I A G O R A.
Eilofofo fu coftui., ma empio, fu poeta d'Afmati,
, ' A R I F R O N E.
Quefto altro hebbe per patria Sicione,e fece peani,cvc
n'èancorvno.
- r
TËRX"
\

L 1 *2 K O P H.. / M Oi MU
ERACLI.TO.
vnoEraclito,nonilfilofofô,fcriffeIriniaxii.Dci,chc fi
chiamaronomaggiori. t
T E L L E N O.
Quefti compofe AlmaticPcgnia,che fono poefie fcherzcuoli.
TELENICO.
Tclcnico fece vn poema, a cui pofe titolo di Argo. e fu
vna tcfsitura di Nomi cif arodici di diuerfi poeti, differenti
da Nomi di Terpandro .
F A L E C O.
Faleco fu MeIopeo,e troué i verfi da lui detti Falecij.
G L IC O N E.
parîmenti quetValtro poeto Mclie troué ânch'cglii ver
fi chiamati Gliconi/.
G I T I A D A.
Princîpalmcntcfcolrore fu Gitiada, epoî poeta compofe
Afmati,& vno Inno a Pallade,che poi nelie fuc fcftcfu Cà
htoacantarfi.
CLEOMENE.
FuRegino,eDitirambopco. & vno nefc con titolo dî
Meleagro.
A Ô A T I L L O.
•Qyfcft'aïtro fu célèbre. Elegiopeo.
" TELECLÏDE.
FupoetaEpopeo.efcriuelaiftoriadeTelchiniin vn poe
mâche nominôTelchinia$> corne hauea prima fatto Epimenide.
O GNE-

i o 6 D E l L .._,i '
AJL I M N I O.
_ ^Quefto altro fu di Chio. e fç,riuefi,che fu Ditiramj)opco.
c che mphi ne f acêfle., • • . .» ç 0 1J c, v > ','
E V A N T E. . - V nu c
Et vn cer to per nome Euânte vi è rnemoria che vnlnno
componefle a Glauco. , -*•.„, t

M MO ÎUM O.. 107
G I O F O N E
Fu coftui di Gnofo Città di CrctLc rcriflè,comc Paufania
afferma in verii efametri glioracoii degliimcrpreri.Cofi
adunque ntl quarto fecolo da ccxxx 1111. o più poeti furo
no compolle chipienamentelepoteffeannoucrarepiudi
m m m poclie. Percioche quelle che fono nel racconto paG
fato nominate.co'lor particolari nomi,afcédono alla i om
ma di mm dlx 111. fenza gli Inni,iMcli, gli Afmati.i Ditiram
bi,i peani»e l'Elegicchc è baftato cofi in générale nominargli,ecolii
proemi, i Pronomij.gliEpigrammi gliScolij.c
iNomi,&altri- Cotanto difioritilsimiingcgnifioriqucl-
.'aureo fecolo che durb annicCcetvx.
S E C 0 L 0 J N T 0.
O R T o nella fine del précédente fecolo, Alet
fandro, êc^ Ariftotile,con la fine loro diedo
ro principio ad vn'altro fecolo, il qualefino alla
ce Olimpiadc.&aJla morte di Angufto,come
che d'vn centinaio d'anni,e piu, fia ftato mi
nore dcll'altro, non pero in nouero di poemi,c di poeti gli
andopuntovicino. Con tutto cio, di moite nouità furfono
in elTo di poefie,molto lontanc dalle regole Ariftotclichc,
e dalle opinionide gli fpofitori fuoi : c di coloro, che
molto faccSti in poetica voglionoparered'cflere.Ilchepcr
lo racconto fufleguente apparirà palefe. e fi farà chiaro,
quantocoteftoro fienoerrati,equantopocofoffictenti.e
mancanti, c non proprii fienoftatiiloro infegnamenti^
e diffettofi 1 precetri dell'arte loro . Ma al feguirc quefta
iftoria fi rttoini. E ripigliandola dalla Olimpiada cxv.
narriamoquc'poetijch'in cflafurfonceviflcro cofi in Cre
cia.come fuori.fotto a « re fuccefiori di Aleflandrcschemol
ti ne nodrirono, & hebbono in onore. e cio facciamo con
quell'ordine de tempi,che per noifi potrà il migliore.
O x E R-

""l08> DÉLIA T 0 E T 1 C A. •
ERMÏSI A NATTE.
Vifle FilctâCoo molti annLfi che cominciando a poetare
fotto Filippo il padre di Aleflandro feguitôfino alla mor
te fua ( che fu fotto il fecondoTolomeoJa poetare. ccornpagno
fuo fotto i Tolomei primo e fecondo fuEtmefianat
te Colofonio compagno dico,e in amifta,& in maniera di
poefia. Percioche egli fu Êlegiopeo,e diElegie fcrifTe trelibrUell'amor
fuo portato a Leonzia meretrice. Scriffc vn'
altro poema,con titolo diPerfica.&Elegiedegliamorïdi
filofon,ed'altripoeti.
4>
' F I,L E M O JN JE.-
Quefti fu Siracufano,e vifle in Atene, e fu egli,e non Menandro
inuehtoredéliacomediachiamataNuoua, Scriffc
x c. comedie.e vifle anni cento meno vno.e fi racconta che
vnanotte,videinfogno,chedicafa fua s'vfciuanonoue
donzelle.&eilordomandô,perche^vfcifferofed elieno
glirifpofono,chelor nô era piu lecïto di vdirlo. Soprache
fuegliatofi, contô la vifione ad vn de ferui. e fattofi dar da
feriuere cofi in letto, compie vna comedia ch'aueuaaile
mani. Poiricoricatofi, parue che s'addormentaffeVenuto
il giorno, parendo a que' di cafa, che contra coftume fuo
troppo dormiflea lungoxappreffatiglifi,ïl conobbero effet
morto. Ateneo allega xx.fue comédie. >
' J
F 1 L'E M O N Ê II.
Hebbe il fudetto Comico, vn figliuolo del fuo medefimo
nome, eComico,fi come il padre. e fcriffe comédie uni.
» ' ' • 1
M E N A N D R O ; ''"•!,
^Menandrô fu d'Atene,viflee fiori intorno allà'cxx.Olim
piade.guerciodivn'occhio,madi mente aguto,epefduto
ne gli amori délie donne.Fu creduto dairvniuerfatcchefof
fe egli il primo chetrouaffela maniera délia comedianuoua.
La cui forma fu, che leuato l'vfo délia maladicenza^
aperta

L 1 B n^O T %1 M 0.
aperra deJi' Arnica; c la mordacita occulta, c fottontefa del
la Media, niuno piu con proprio nome s'induceflê inpalco,
ma tutte le perfbne hauelte di nomi del tutto finti,e fof
fein(ieme,rideuoIe,emaeftra de'coltumi.Scrifleegli comédie
c v 11 r. & Ateneo ne adduce x L I X. e per efle faii a
grande rinomea, fi che fu reputato il Sourano di tutti i Co
mici.
L I N C E O.
Hebbe Menandro, per concurrente fuo,Linceo Samio,
ch'era ftato tcolarc di Teofraftoje compofè,& agitô comediein
contrafto con Menandro.ôc alcune fiateil vinfe.c cio
non oftante fcriûedi lui, e délie comédie fue, forfe riprendendole.
E SC H I L O.
Eu coftui Alcflandrino, cTragïco. & Ateneo cita xxiu
délie Tragédie fue.ctraeiTe,rAnfitrione,l'Agamcnnone.
II Glauco Pontio,le Danaidi, il Ligurgo.il Prometeo legato,il
Proteo,ilFUotte.& altre. ScriTse parimente vn poema
Epico, detto Mefleniaca.
APPQLLODORC».
Fu coftui Comico délia nuoua comedia. e dalle fue traslatôTerenzio.
. F I L I P P I D E.
Anche coftui era d'Atene,e Comicodella fteflacomedia
nuoua. c ne fcrifle,e rapprefentè il nouero dixi.V.
R I N T O N L
RintonefuTarcntino, evilTeconTolomcoil primo.Rc
di Egitto, c toccô il fecondo. Fu inuentoredi quellaTrage
dia, che fi chiamollarotragodia. Délia quale Stefano cofi
feriuc nella voce Taras.

HO *D E L L *A T 0 E T 1 Cyt
Rjntont Tarent ho Tliace. Il quale le cofe Tragiche trasfomo in
tu
demie.vi fono de'fuoi Dramati xxxv m.
Et Ateneoallega de* fuoi, l'Amfitrione, e l'ErcoIe. &Sui
da diccche quefto fuo fare,fu Fliacografia. conformealfu detToHiacc^:hefignificacbbro,erideuole,&anehcQne"
do. Fu coftui fteflb, anche Comico, e tra comedie,c trao;&
dic,lefue furono il numéro fudetto.
&
LEVCEA,
.. Coftui fu Argiuo,edefcriûc, corne paufania le cofe del
Paefc di Pirro.
S O T A D E.
Fu Cretefe Sotade, e di lui Strabone feriuc.
Chefu il primo autore ,del Cinedico fermone» &ilfeguUn cil
tAlejfandro Etolo. t quefii due il fecero in pfilologo, cioè in parlare nudo
ma con canto il fecciono Lift. & auanti anche a coftui Simo.
Ma Strabone dopô à quefte parole, foggiugne tre verfi
del detto Aleflandro. Onde fi chiarifïe , che non fempre
, il pfiloslogos de Greci fignifica profaico parlaro.
Il che fia auuertito per cofe auuenire. Suida afferma che
Sotade, fu feritror di Giambi, & in efsrfcrifïê il poema detto
Fliaca ouer Cinedo in lingua Gionica.Et aggiugne.
Che quefta fpecie di fermone vso anche il detto lAlefiandto, eTirrj
Milefio. e Teodoras,& Timachida B^pdiano, & vn Senarco . e che di
efiocrano moite le manière fteome fulxScefaatlo infernoJlTriaço.il
1îele(lua,Ç iAma%ona, l'Encliomene, e le Taralitrumene.
Ma non dicendo egli altro, fipuofolo per congiettura
credere,chefofferopoemi Iaidi, emaledici,fi comefurono
i Lifiodi,& i Simodr.cofi dinominati da iloro fopraderti
aurori Lifi,e Simo. Trouô Sotade vna forte di verli da lui
detti Sotadei. & i due piedi Gionico del maggiore, & Gio
nico del minore chiamati da GrammaticL Col maggiore
de quali egli fece vn poema con titolo di Adone. Dicono
che Sotade per la fua maladicenza fu fatto morir in prigio-

L i s ti o y n J H O.Ï ut
ne. & ai tri che rinchiufo in vna cafla del piombo fu manda
toinfondodelmaredaPatrodo Capitano dcH'armata di
Toloraeo Filadclfo.
ERACLIDE
Eraclide di Ponto, difeepolo diTeofrafto, in verfi Saffici,
e Falcci) fcrifTe certi poemi, con titolo di Lefchc. e furono
qucftioni difncili.
C E C I L I O.
Cccilio fu Argiuo, c fcrifle in efametro vn poema de pcfei
cdn titolo di Alicutica.
N V M E N 1 O.
Fu di Eraclca. è fecc corne Cccilio vn poema Alieutica. c
lo fteffo fecc anche.
P O S I D O N l O.
Corinthio pure in efametro.
PANCRATE.
Sotto il medefimo ReviflevnPancratedi Arcadia Fpopeo,efecevn
poema con nomediErgaTalafsiajchefuona,
Opère marincj&vn'altro poema detto Aheutica.cioè de
pefei.
B A B R I A.
OG-abria, (corneferiue alcuno) conuertî le fauole di
Elbpo in verfo Coliambo, chcègiambozoppoie tante
délie fauole fue aggiunfc a quelle di Efopo, che n*cmpic x.
libri^c fe ne leggono ancor parecchie,
PROMATIDAi,
SicomcBabriavsôil verfo Cbliambo, cofi Promatida
accortôdclmezzoilgiambo. e chiamollo,Hcm»ambo.
che è mezzogiambo. " AN-

112 D E h L JL
b a i d a
A N T A G O R A .
Antagora fu di Rodi, e fcrilTevn poema con titolo diTc-
* A L E S S A N D R O .
Cognominato Licno fece vn poema délie cofe celcfU.e
délia terra. Il quale Cicérone, appella poeta innetto, ma
nondifutile.
P E M O S T E N E .
» * *
Nônl'orator famofo, ma vnodiBitinia Tviene' fpcfla*
mente da Stefano allegato,. con certiverfi,e poemafuo
detto Bitiniaca.Iibro 4.ÔC vn'altro di Aleffandrialibro i9.Sc
il 10. di Ar tace. & vno di Maufolo. & il x 1111. libro deaon
fo quale altro fuo poema. *
- G RI S î P P G*, i
Non credo lo ftoico,ma trfaltro poetô vnaGcbrgica.
M E N I P P O»
Eiïofofo Cinico, fcriffe comedie,e Satire affai. efra cfleil
SimpofiOjC l'Arcefilao çitate da Ateneo.
F I L O S T R A T O.
Niuno de due Filofttari padre ,é-figliuoli Sofifti, ma vn
. terzo piu antico, compofe in poefia la vira di Pelopida,e
;
diEpaminonda.&vn'altrâcori titolo diTefeidâ.
DEMÊTRIO."
Demetrio,non fo feilFalereo, od altto ,,fecévnpoettiît
contra gli inuidionV l> a > \
U< . ., C A V ÇA LO. * ~
Leggiermentc coftui fu piu antico. e fcriffe vno Encc*
mio diËrcole. *"
— " :
' ÂTX~

L 1 *B K 0 ? K.I M O.
M A T R E.
E queft'al-tro forfc a fua concorrenza ne compofe vn'altroipurc
d'Ercole.
P I T T A C O.
Non il Mitiîeneo, ma vn di quefti tempi, c piu difoperato
,fece vno Encomio délia Mola,permoftrarc,mi fo a cre
dere.infi piccioloargomemo, la grandezza del fuo ingegno.e
difie in cflb corne Eliano riferiffe.che in poco Juogo,
moitié differenti fi poteanoefcrcitare.efucantato daMo
linai, e perciô detto, *V/« ***•/*•/x/ar. canto alla Mola.
Z O N E O.
Coftui fcriffe in verfi piftolc amorofc,&vn poema del
giuoco délia sfera,cioc palla.
T I M O N E.
TimoneFliafio.fupocomigliore di Timone il Mifantropo.
eviffenetempi del fudetto Filadclfo. Fu filofofo
délia fetta di Pirrone fempre dubitante. e percio nemico>di
tutti quanti ifilofofi dogmatici, 6 infegnanti di tutte le fit
te. Fu anche pocta,c compofe trelibridiSilli.contta tutti
i filofofi fopradetti,ne quali chiamo Socratc Graium incan
tator Perche dalla contemplaziondinatura j s'era dato a
quella de'coftumi. 11 primo de' quali trelibri, fu vnanarratiua
fattadi fua perfona. gli altri due erano corne Djaloghi
tra lui,e v
enofanc Colofonio,primo ferittor di Silli.
àcriffe parimente Giambi cSatiri.c comédie xxx. c Tragédie
tx. & vn poema detto Pitone. & vno di Cinedi,& vn'altro
detto Dalmas.
L I C R O F O N E .
Fu anch'cgli ne tempi ftefsi .e di altriToIomei feguenti ;
ScnffèTofcuro poema detto Aleffandra.ch'ancor fi legge .
Fu parimente Tragico. efecenc-buon numéro . e fra elle
P furono

It4 T> E L L U T 0 E T I C ^
furono l'Eolo, PÀndromeda ,l'Alcte, 1*EolideJ'FÏëfcno'r
1 Ercole, gli Jceti o fupplicanri. l'ippoliro, laCaflàndra
Làio,iMararonij iINâuplio,rEdipo,due,l'Orfano,iip
teo. i Pclopidi, i Confedcrati, il Telegono,il Crifjnpo c f
vno de ferre Tragici cognominati la Pléiade. Scriilcanch
vndramaSatirico. ' '
OMERO II.
• Vn'altro Omero oltre al grande viflè fotto a detti Tolo
mei e fu di Bizanzio. eTragico, anch'cgli vno délia Pleia
de. Scriffe Tragédie in numéro xiv. fiori intorno aJl'OIim
piade-cxxmi.
OMERO :III.
e Migliaia,raccol(egliOracoh
di mille anni,dati.,& ad effetto riufciti. e quefti che furono
cinquehbri rfonodaSrefano,alcunafiataaddotn.Fii
fimilmente Elégiopeôï e fcrifle in Elegia vnEpicedio,di vil
Protagora Aftrologo,fuo amico. Tra Ateneo e Stefano,
• . vengono

L l B K.0 T K.J M 0, , ÏIA
vcn^ono citatifotto nomedi Euforionecertipoemi>con
titoUuî Apodidu!à,dc Iltmij ede* Melopei, e di lppodamante,diTracio,e
di Artcmidoro. Ma per le lor'cittazioni
nondifcemo, felieno di quefto Euforione, odi vno de figliuoli
di Efchilo, che fu Tragico, eportoquefto nome
ftcllb c ccrte d'elfe paiono hauer fembianza di titoli di Tra
gcdie.
S O S I T-E O.
O ArcnicfcoSiracufano ch'ei foffe,fu concorrentc in
contraftodiTragedie.ad Omero.Bizanzio fouradctto . c
fu anch'egh vno délia PléiadeTrâgica. e dicefi hauere icritti
poemi in profa. "
M I R O'-
Sofitco fudetto hebbe vna figliuola, per nome chiamata
Mirù, la quale fu poetefla Epica, & Elcgiaca, e Mclica. 1
C A L L I M A C O
Di Cirene fu quefto poeta. e fu a feruigr diTiladelfo antedetto,
c viffe fotto aTolomci fino all'Eucrgcte.Poctô in
ogni maniera diverfijedclle fue poefie fi contano la Ecale,
lo Arriuo di lo in Fgitto. La Semclc.Gli abitatori d'Argo ;
j 1* Arcadia, il Glauco, le Elpidi. e di piu coinedice Tragédie,
e Satire.ed Epodi, e Mcli, & Inni che fin oggi alcuni fon du
rati.Dipiuvn Nomo Sifsitico. eStcfano cita il fuo Dcdalo
.ôci Giambi. 6c vn'altro poema detto Etic .che fono cagioni,efu
di Metcora.Atcneo nechiama vn'altro Galatca.
Scrifleparimentepoefielii Venti.edi Fmmi altre. & altre
di vccelli .& altrediPcfci. &vn poema chiamato il Branco.chcfuvn
fanciulloda Apolline amato.&altri Innim
VerioFalecio ,ad Appollinc.epoia Gclone. Scriffc fimiU
mcmcColiambi &vn poema inritolato lbi,conrro vnnei
mico fuo che fu Apollonio Rodio. compofe ancora alrrc
poefie, cira quelle vn Fpinicio a Caflandro in verlo Lleguco.
_ p z A p o f 7 1

1 i6 D E L L A "POETICA.
A P O L L O N I O . ~~
Quefti fu il nemico di Callimaco, contro a di cui, egliia
fua lbi indirizzè. Fu di Aieflandria.- ma prefé abituro in R0 di. c fu prima fuo f colarc, e poi nemico. e fucceûe àd Eratoftcne
nella celebrata librena di Aieflandria, e per vn tcm*
no le foprantefe. Compofe 1* Argonautica,ch'ancor fi truo"
ua. & v n'altr o poema daStefano allegato, fotto nome di
Canopo. Ed Ateneo cita come di fuo,la fabrica di Naucrate.
ÔulTrierico, adducendo di quefto alcuni verfi.
t RA T O S T E N E.
1
Quefti fu filofofo fi grande,che alcuni ardirono dichia,
marloil nuouo Platone. Scrifle molti libri filofofici diyarie
cofe,celefti,tcrreftri,enaturali.eftone.edipi upoefie
aftai fra l'ai tre vnadetta Ermes,chefu in verfo Eroico. c
yarie Elégie. • • .
. ,R I A N
, Scolare ddl fopradetto Eratoftene fu Riano. che era di
CretL Compofe coftui vn poema délia guerra Mefleniaca.
Di cui Paufania.
, Bjaho non toctb il comlnciamento délia guerra MtfiitiUca. Mafok
kcofech'auuemerodopàla ribellionede Lacedemonsf da Mrjfentj tnt
ancbequejle particolamente *on defirijfe, &alcrouedicc.
' Bjana,non mena ne fuoi verfiadorna Ariflomene Mefienio che fi fa.
cia neW Iliade, il fuo Achille Omero.
Del quai poema Stefano adduceillibroquinto.Feceparîmentevnaltro
poema con titofodiErcoleida,&ilrnede
fimo Stefano cita il fecondo libro divn terzo poema chiamato
Acaico. epiu libri fino al nono de vn'altro intito.
lato Teflalica,& il terzo d'un'altro chiamato Iliada.&il
primod'vnodetto Eliaca. e fimilmente nomina vn altro
poema, con nome diEgonia. e di piu vn'altro con titolo
difama, efinalmenteallegaiixvi. librodivn fuo poema,
fenza fpecificarneil nome. ____
—- ' ' ARA-

L 1 B R^O *P il l M O. 117
A R A T O.
Arato fitdi Soli.Cittàdi Cilicia. Dimofô in Macedonia,
con Antigono Rc di quella, cognominato Gonatà. Fu
Epopco. e compofe il poema de Fenomcni ch'habbiamo
ancora. Di piu fcrifle pure in efametri due poemiil'vno der
to Aftrologia. e l'altro Aftrotefia, & ancora fece, la Teriaca.
el'Antropogonia.& Inni a Pan & vno chiamato Spon
dofori.£cvnSacrifizio.& vno Encomio di Antigono. ePe
gnia.el'Etopeia &aFdalaRcinaEpigrammi, &Eiegie, c
Piftolc, & vno Epicedio in morte di Cleombroto.
A L E S S A N D R O .
Aleflandro Etolo, gia di fo pra mentouato,fu vno de fcttcTragici
délia Pléiade .Fu il fecondo a fcriuere Cinedologiingiambo,afêmbianzadi
Sotade. &a lui fcguirono,
Àiefsi,Teodoras Timarchida,Pirro,eSenarco, poeti del
medefimo argomento.
S E L E V C O.
Scleuco non fo onde fi fofle, ma fcrifle vn poema detto
Afpalicutica.Sc vn'altro chiamato Partica,inhbri n.
A R C H E B O L O .
Fu poeta Lirico.e trouô certo verfo da fe detto Archeboleo,
del quale tefle tutto vn poema.
S O S I C L E
Da Siracufafu Soficlc, c fu compefitore di Tragédie, &
vno délia Pléiade an tedetta. Fece Tragédie ixxi 11. c porto
vittoriadifette.
E G E M O N E
Egemone di Aleflàndria,non la grande, ma di quella di
Troade,(cnllcla guerra, o pugnaLeutrica.tra lacedcmonij.cTebani
Compofe anch'vn'altrodi Dardano, cchiamollo
Dardanico.

118 D Z L L A T 0 E T\l C A.
E CE M ON E.
Vn FgemoneTafio fi nouera anche tra poeti. U qualém
poefiaddcriffediuerfeCcne. Compofe eziandio Parodie
ein Atene le condufl'e primo di tutti in cont-rafto con altri
poeti. e vinfe .Fece fimihnentevn poema con titolo diGigantomachia.
e compila altreti la comedia Pnfca,che nc^
minôFilirene.
T 1 M ACH1DA.
Coftui fu vno de' poetide* Cincdologi fourà nominati.
oltre a quali compofe libri x i. di diuerfe Cçne in verfo efa.
métro. •< _ .. ,
A N À S S I P f O . *
Coftui viffe con Demctno Poliorcete,c fu Comico dcllà
nuoua comedia.
1
* \
F t I L I S C O. ;
Fu diCorfu,vno dcIlaPleiade.feceTragediexi.. .
L E S C H 1 DE.., s. 1
Epopeo era queft'altro.- e fembça che ne di fuoi fufle
chiarifsimo di tutti i poeti. Vifle conEumeneRcdiPergano
eirca l'Olimpiade cxxxi i. Ma non fi fa îîùUa de' fuoi
poemi. •
SIMONIDE.
01trcafouranominatiSimonidi,ne fiivno,

i - - •- 1 • ; 1
L J B f^O T 2^1 M O. 1 1 ?
T O L O M E O.
NonrAftrologO,~ma vn'altro Alcflandrino ferifle. vn'
poema di xx 1 1 1 1 . libri, c ghimpofe titolo di Ancomcro, &
vn drama iftorico detto Sringe.
I S T R O.
Fu coftui feruo di Callimaco . e percio cognominato
Cillmiachio .e fece poemi con nomi.di Arrica.di Argolica,diTolcmaide.
e Stefano ne adducc un quarto, detto
lliaça.
T E O C R I T O .
SiracufanofujCfccefuauitainbuona parte, co Tolomci
Redi Egitto. Scrifle di m6*lti poemi Bucolici,iotto no
me di ldilij.Lainuézion de quali,!econdo il teftimonio che
nelafcioEpicarmo ,(i debbea Diomo bifolco Ciciliano,
che che fc nedicano iGrâmatici.MaElianodice che tu un
Dafni.pur bifolco, figliuolo di Mercurio, o amato. pur Ciciliano.
Il quale compiacqucdcl fuo amore una Ninfa di
lui innamorata. clc promifc di non haucr aft'arc con al tra.
predicendogli ella, che fc con.ratccclfccradideilino ch'ei
«c perderebbe gli occhi. Maoccorfc, ch'elscdoebbroegli, •
unafigliuoladel Re,chediluicraacccla,glifiaccofto. &
egli ruppe i patti. e lubitamcntc perde la u (ta. la quai difaucnturadoloro(amcntccanrandocg/i,
diede principio a
poelicBucolichc. i_aqualeftoria, o tauola, Teocrito in
uno Idiiio canro efembra, cheper le poche memoriepocht
poeti di coii fatto bnccolico argomento fieno ftatî. &
cghil primo almcno adîlluftrarlo. &a cotanto alto portarlodiccccllcnza.cheparehaucreatuttii
feguenti tolta
lafpcranzadip ircggiailo.Compofealtrcli Epigrammi,e fc
ne truouaalcune»'. c certo Vouo.ccertc Ali, ccerta Scure.
le quali altri danno a Simmia di Rodi. Scrifle eziandio, certo
pocim detto Prctcdi cdipiuElpidi.cGrazie,5clnni, &
Eroinc,& Fpicc li;,e Mcli,& FlcciccGiambi.
i o. ,
—~ b

I2Q ~ ~D E L L T 0 E T I C \4.
B I O N E.
Fn di smirna,c f u poeta anch'egli di Buccolicî. Al qu al c
vengono attribuitil'Epitafio di Adone,il Cleodamo,ilGiacinto.equattro
altri fenzatitoli.e fono foauifsimi. fcjorî
truouo,incheetàegIiviuefle. f
N I C A N D R Q,
Nîcandro fu di Colofona, e non intorno alla Olimpiade
CXL. forto quell'AttalOiCheda Romani fu foggiogato.çfu
Medico. Scriflein efametri,laTeriaca, l'Alefîefarrnaca,Ja
Georgica,la Raunanza de medicamenti.la Prognoftica.la
Eteriumena. De gli oracoli tre libri. I Sodalizi',rEtaica,5c
l'Etolica,e vnaEuropiâ.& vnaCiciliadi eut Stefano allega
il libro x. & di piu di quefti vn poema de poeti Colofonïj &
vn'altro Beotico .& vn'altro Melefsiurgica. & finalmentc
vn'altro,con titolo di Péripétie.
M V S E 0»
CscftonuouoMufeofudiEfefocïrcaalla eut. Olimpiade
fu Epopeo. e fcrifle la Perfeide in libri x.& v no Enco
mio ad Eumene, ôcunoad Attalo.ôcodedettelftmia.ccôpofefopraicircoliPergameni»
•
' DIONIGI.
Stefano allega il primo Rïzotomico di Dionigi VticêTe.
DIONIGI II.
Pure da Stefano è addotto Dionigi diSamo.e fcrifle Baffarica,diBacco.enecitailIibroxv
ni.ela Gigantiade.
DIONIGI Ht
Dionigi cognominato Periegete,fcrifle unaGeografia
& Ipoteche, & Etie di meteora. & una Litiaca, & Ornithiaca,
Ôc un'altra Baflarica.
DIO-

L 1 g O V K î M 0. 121
D I O N I G I H IL
Quefti fu Bizanzio. c fcriffe vn po£ma del Bosforo Bizan
zio. & vn poema detto Trcni,pieno di Epiccdij.
D I O N I G I fV.
QuçûYaltro fu di Corinto. e fece Ipoteche, cMeteora,cX
vna Gcografia délia tcrra,e'dcl mare.
D I O N I G I VI.
MilcOofu cotefto altro, & anche egli fcriffe Gcografia.
D I O N I G I VII.
Quefto fettimo fu Aleffandrino, o diLibia /fecc anche
egli Geografia che ancor fi tr uo ua.c Litiacà.
M O S C O.
Mofco fu corne Teocrito,Siracufano, eferittor d'Idilij,
efonode' fuoiJ'Amorfuggitiuo, rEuropa,laMegara,FEpitafio
di Bionc,c certi rottami, & vn Epigramma ad Amor
AranteViffc fottoTolomeo Filometore.intorno all'Olim
piade CLVI. Dopô il quale per lo fpaziodixe. anni fin dopo
il confbIatodiCicerorie,cheCadencU'anno terzo délia
c LXX ix. Olimpiade, moftra di effere data vna vacanea di
poeti Greci. e per mio credere cio addiuenne, perche,man
cando, e in Macedonia, e in Afia minore, & in Soria,già oc
cupate da Romani, e neU'Ifole, i Re, e i Prencipi fauoritori
de* poeti. & in Grecia, & in Atenc afflitte, c da Tiranni, e
dalla Slgnoriaoradetta,cefsôloftudio délia poefia : dandofi
i bcgli ingegni, per piacer a nuoui fignori, e valerfcne
con loro,allaotatoria,e allafilofofia.Defideriadelleqûali,
e ftudio cra gia ne Romani entrato. Onde tan ti oratori, e
filofofi > in bricue fpazio di tempo, furfono in quella gente
tanto bcllicofa.E perche là verfo i tempi di Cicérone di Pô
pco, c di Ccfare, comincio ad vfeir di Scena la poefia Latina,
che poi fotto Augufto fali in tanto grado : cofi ri-
Q^ forfè

,122 D E l t A TO <
Sembra che ne tempi medefimi viuefïèvn'altroTcodc*
ro, il quale in varie poefie fenueffe. e fpecialmentc fece vna
Metamorfofi. , '• s
cU

L J B K 0 T K 1 M 0. 12? 1
CALLISTENE. ,
De' medefimigiornico' fopradetrifiorivn CaIl'iftene 3Ia
cui patria,non m'èanotkia peruenuta.Compofe, forfc a
garadiTcodpro,yn'aUraMe.tamorfofi.
P A R t E N I O,
La patriadi coftui fu NiceadiBitinia. e corne i due ora
detti, fcriffe anch'egli vna terza Mctamorfofi. Lç quali.poi
adOuidiodiedonooçcafipne,diformare,c di arrichirJa
fua. Scriffe anch'Elegic, e fra quefte vna a Venerc,& un Encomio
ad Arera moglie lua in tre ljbri, & vno Epicedio alla
ftcfla.ôc un poema,che intjtplo Archelaida in verfo Elcgiaco.Dicefi
che fu maeftro di Virgilio.
P A R T E N 1 O II.
Vn'altro Partenio viene fouente daStefano aIIegato,cô
cognome di Focefc. Ma non diccndone egli il tempo, fiami
lecito di porlo a canto aU'altrô. e de'poemi fuoi cita,
rAntippc,ntklp. I quali potrcbbono effere di Partenio an
ucô,chc poemi tcce di quefUtitoli, fi corne anche vn Prope"fnptico.
O che ambpduc feciono gli ftcfsi. Scriflènc vn*
aIrro,connomediErcoIc,&vnDelo, «5c vno Epicedio ad
AUfsitemi. fecc parimente le cofe di Focca patria fua.
RE O "E O. j
Fuanchediquci tempi vn'altro poeta detto Beoto, il
qualepoctôdiucrfeParodie. Il quale de Greci in quefto
Quinto fecolo fu l'vltimo.che duro c c CXL n i i.anni, fino
alla c c. Olimpiade, e fino aJlamorte di Augufto. e chi bençannoueranonpiiidi
LXXII I, poeti Greci trouera che jvi
fiorirono. e che non piu di 78 3. poemi efsi jco-m pofono < U
che pofto in paragone de' poeti, e de' poemi del fecolo fuperiore,
fi vedràdigranlungaeficr minore. Pcrcioche fe
berte-il Quarto fecolo ,fu del quintopiu lungo anni ex n.
fu anche maggiore nel numéro de poeti. piu di tretanti. e
" Q7z del

«P Et L'A ï> O £ T î t U "~ <
del numéro di poemi piu di fei tanti, e di fettantalei. il che
vince d'aflai la proporzione de gli anni. La qualcofadi
mio ctedereadiuenne, perche il caldo de fauori verfo i p 0e
ti, non pafso di molro i terzi fuccelTori di Aleflandro. çj 0ë
làintorno allaOIimpiade cxuefu miracolo* che-Mofco
fotto l'ombra viuefle del Fiiometore Re fi fceIerato,&empio.efe
pure in quelle xvi. Olimpiadi frapofte fra la ex t.
ela cLVi.fiori alcun poeta,che fur forfemen div. fi foftdnnerodafè,edafepoetarono.
Cofi pare che i Poeti fieno
ftati proie di poch'altre Republiche, che di quellad'Atcne.
mafidePrencipi. il fa uor de quali, e'Idisfauore,eforgere
fa i poeti, e mancare, & anche nforgere, e nftinguere. fi corne,
e per le due etàfuperiori s'è ueduto. e fi uedrà altrefi
nel Setto fecolo, e nella poefia Latina che verra appreflb.
e poi nella volgare - A) quai feûo fecolo, dando principio,
diciamo,primai poeti Gfeci,epoifi uerremo aLatinL
> . S E C 0 LO S E S :T Ô,
OPO mancatoAugufto,cominci6ilfeftofecolo
de poeti Greci. llqûale corne cbefiad'anhi
afiai piulungo che il quinto non fi fu, fi troue
rà cg li di poeti, e di poemi ~aflaij>iu corro, #
pouero. * ' • '
D I D I M O ,
:
Et il primo ch'in éfib io truouo régiftratd, fi* è unDidi
rno,che ftori fotto Neronc,e fu Melôpeo. '
, . A L C'E Q. •» , • jrC, j
i il fecondo fû Alceô Mefîeniô. il quâlc vifle "ht témpi di
Véfpafiano,efuLi'ricoV , v' « î '< - • u
, . , D E M O C'A R E.
• Democare fudi profefsione medico, fotto Adriano.c
feriffe moiti medicaraenti in verfo Giambico Senario.
~ i
—-r
:
: ;
' CLÏT

C L r N I co.
Ai 0.
E moftra che in quello Imperio ueniûe un furore di poefia
tra medici, che l'un o a gara dell'altro cio che vollono
feriuere, in poefia lo fcriflbno. c l'vn di loro fu quefto Clinico
.11 quale poetô i dclla preparazione degli Antidotti. c
dell'Erba Iberide. e délia Teriaca.
E V D E M O.
Anche quefto Eudemo fu medico,& ahrefi fcriffe poefia
délia Teriaca.
E L I O D O R O .
Vn certo Eliodoro rfiedico pure, fece una poefia Con titolo
di Analitica Medica.
T O L O M E O.
ToIomeoCiteriomedefimamentemedico,poet6 délia
Erba chiamata Pfaiacantc.
M A R C E L L O .
Quefto Marcello fu di Patria Sidite, e medico nelPimperio
di Antonino c M. Aurclio. e ferifle poefia di cofe medidnalilibrixj.ii.
C A N I N I O.'
L>
SottoTraiano ferifle in poema Greco, la guerra Dacica
fatta da quello Imperadore.
O P P I A N O.
Oppiano fu diZcrbo diCilicia ne tempi medefimi.fu
Epopeo.Scriflè un poema con titolo di Alieutica^he è délia
pcfcaggionc in libri v.ôc uno detto Cinegetica.Iibri int
che è dclla Caccia.Edilfleutica,odiuccellarauifco libri ij.
eper ogni ucrfo n'hebbedall'Imperadore, un denaio d'oro.cioèxx
milliafeudi.
Giy.

126 D B L UA ^:
G1VL1ANO.
Coftui fu un Caldeo, che fotto il medefimo Aurelio tra
slatoin uerfiGreci,gli oracoltdiZoroaftro.edcCaldei da
noirac'coltiinpartenelnoftroZoroaftro. * , 1
*
A L E S S A N D' R O. 1
AleflandrodiMammeâil buono lmperadore ferifle ïn
uerfi Greci, foggetto fimile a fe, cio fono le uite de buoni
Prencipi. t - \
N E S T O R E.
Nel fuo tempo, uiflë NeftoreLarandeno,- II quale fcriffe
vnaMetamorfofi.evnalliada, concapricciofo trejuato.
Perche fegnandofi tra Greci il nouero con lettere*fi cheiv
vno fia A. & il due B. e cofi de gli altri. egli fece quella Iliade
in maniera, che nel primo libro, non vi fofle neffuno A
e nel fecondo nefluno B. pnel terzo nefluno Gecofi negli
altri feguentemente fino a libri x x 1111. echiamofsi quefta
cofi fatta Iliada lipogtammatos, per lo mancamento délie
letterepredette. ' - '
T R I H I O D C» R Q,*' '
Seguito il capriccio di Ncftore,vno Trifiodorochenrcb*
Egitto. e fece vna Qdjfleadi quella fatta,tuttainteradi
xx 111 i.libri. & vn poema délia pr da. di Uio che tuttauia fi
teggêl : ' * > s ^ »' n
'il io r oiT t,
TIM Ô L AO.ff! >: oy si.
. MaTimolao LanlTco,inmito,non coftoro, main certo,ni'àdoPigrete
giaa'ntcdkto.U quak

I D E CU '
Ï27
îdcoRodrofecélafteflaoperadi frapôtre adogni duc
verfi di Omero un fuo efametro, con cbevennero adaddoppiareamendae,criliadcèrOdifreain
lunghezzâ.Scrrf
fe parimente vn poema delleçofc di Rodiâh verfi ttemillia.
' PIS A N D R O III.
Coftui, che tra pxxtti è il tctzO Pifandro, fufigliuolo di
Neftoreiudctto.e fecc un poema di Eroiche Epigamie.
A R I A N O.
Vno Ariano, non fo fc lo iftorico, o altro, fcrifTc del medefimo
foggcttOjCioè i fatti di Aleffandro Magno,ma in vn
poema di xx t i î 1. fibri,ch'hebbe titolo di Aleflàndriada.Fe
ce parimente àlrrrpocmi fopra Attalo Pergameno. & vna
Metafrafij o traslazione in verfi Greci délia Georgica di
Virgiho.
Dopo il quale Ariano che fu fottô AIelIandro,per piudi
LX. annîfinoatempidiDiocIezianonon fi nomina alcun
poeta. cofi m ccxvui anni che paffaronodal principio
dcli'Imperio di Tibcrio.fiHo allafinedi AIcflandro,non fio
rirono altro che xv 11. poeti, che non piu che xxv 1. poefie
con*jp"ofcro le dopo vna vacanzadi t x.anni. fottoDiodeziano
rorno âlcun poco a rifiorireper vno.
M A R I A N O.
Vn certo Mariano, di cui non fo nel la patria.ne il rempo
per appûro fcrilïein giambila Mctafrafi di tutto Teocrito
in giambi 3 050. el'Argonautica di AppoiïoAio Jngiqmbi
jôoS.la Ecaledi Callimaco, e gli Inni, e gh Epigrammi, e te
caufe meteoiichc,in giambi 6910. laFcnomeha d'Aratp in
giambi 1140. e la Tenace di JSicandro in giambi 1370.

128
D E L -L U
SOTERICO. ~~
, Che fu délia ftefla patria con Marcello medico-antedetto
,Sidite e fu Epopeo. Scrifle vnEncomio al detto Impç,
radore. e quattro libridi un poernaintitolato Baflarica» &
vn'altro, contro a Pontia Babiloniça. & un'altro contro
ad vna Ariadna. & uno Alcflandriaco,che coritennclaprefadiTebe.
elavita di Apollonio Tianeo,& vn'altro che
Stefano adduce,delle cofe délia Patria fua.
ER.DO CI A.'-
MogliefucofteidiTepdofioilgiouane. Scriue INJEENtoni
di Omero la vita di chrifto.
C I R Ô. r <
, Ciro fupanopolita, fotto l'Impcrio 4i Zenone-Tçuono
che fu in pregio di poeta,manon truouo quale poefia egli
faceffe. . _ < t u
P A M P R E Z I O.
Edcl medefimo tempo fu Pamprezio.il qualccomcpoe
ta fi ricorda,ma non di quale poefia.
* ; N O N N O.
Eu dçlla medefima Patria Panopoli di Égifto, con Ciro
ora nomato. Scrifle in verfi efametri l'Euangelio diS.Giouanni.
& vn poemalungo con titolo di Dionifiaca, che li
legge. I
: ; T I M O T E O. ' tU i
f • Eu coftui di Gazae vifle fotto ANAFTAFIO. e compofe con«
traluivnaTragedia. e quattro libriin verfi efametri,degli
animaliquadrupedi,&vccelli,eferpenti, chef! truouano
in India,in Arabia,3u n
Egi"°- • - '
CRI-

L I B 1^0 7 Kl M O.
C R I S T O P O R O .
VilTc pute fotto Anaftafio. e compofe vna poefia délia
prefadiifauriada detto Imper-adorc. fimilmente fecevn
{ )oema délie cofedi Coftantinopoli. & vn'altro di quele
di Teflalonica . & vnodi quelle di Nacle. & vno di
Tralli .& vn'altro di quelle di Afrodifiade. & vno parimen
te detto Ecfrafi dcllc ftatuc di Zcufippo.
C R I S T O D O R O .
Vn'altroCriftodoro fu Tebano, non fo fe prima>opoi »
fece vna lfleutica,che è vccellaggionc à vifco.
A G A T I A.
Viûe coftui fotto Giuftiniano,compofc vn poema detto
Dafniaca. di moite fauole amorofo.
C O L V T O.
Scriflecoftui.vn poema con nome diPerfica. & vn'altro
di Calidoniaca. &Encomi,&vno ch'ancor fi truouadarapinad'Elena.
I G N A T I O.
Compofe Giambi Epitimbij. e vno contra Tomafo Anrarto,
P A N O L B I O .
Fu Epopco. scrifie varie cofe ad Eretrio.ad Eterio, a Doroeto,ad
Aftonio. & vn'Epitafio ad Ipatia.
G I O R G I O .
Giorgio Pifitc, fiorî fotto Eraclio. e poetô la fua guerra
contra Perfi. & vno Encomio a lui > c lo Elameron di Mofein
tre mda giambi.
I S A C O.
Fece vn poema dclla ruina di Antiochia.
* R EZfc.

130 DELIA T 0 E T I C .
E Z E C H I E L E
Eramczzoaqueftitempi,(nontruouo i!quando)fiori
vn Ezechide Giudeo. Il quai e in verfi Greci, compole piu Tragédie di cafi Tragici auuenuti gia nelle café Reali de eli
Ebrei. #
Cofi in piu di altri c c cxxx.anni non fiorirono tra Gred
fotto ad lmperadori Greci, piu dix m. poeti. nepiu. che
xxvni.poemifuron fatti. . 1
. P 0 E S I A L A T î N vf.' '
Molto tardo pafsô la poefia da Greci a Latini. Perche fe
beneEnniofece menzionedicertiverfiantichi di Lazto.
Qnoi'olim Faimi,vate{f,_canebant, e Dionigi Alicarnaffeo fâcciamemoriadicertialtricantati,nellevittorie
di Romo.
lo; e Cicérone de' uerfi cle Saline di çerti altri cantati ne côuiti
Sacri : tutto ciô fi pub dire, principio piu tofto cheinterâ
poefia. Con tutti quelli diMartio profcta, e que*cantati
ne Iudi fecolari. e quelli che feguirono a Ludi Sccnici,
_ei verfi Fefcennini. Perche il vero principio de'poemiintc
ri fi haurà a porre,ne compoftijereçi^tatiin ifcena da
.. ,' LIVIO. • ,
Andronico nel confolato di C.Claudio Centone^etiM.
Sempronio Tuditano. che yiene a^cadere nella', Olimpiade
cxxxv. allora quando la poefia Greca ? a granpafsi andaua
alt'occafo.Ilqûal principio,èdiretanoa quello dellaGrecagiadettad'Oleno^anniMCxxvii.
Da quefto comiticiamento
adunquefacendoci, dlciamo ,^he Liuio Andronico
ora nomato, diede la fua prima fauola inifçena>cantan
doU egjifteflb e atteggiandôla.La quale di chefpeziefolfc,
Ttagica, o Cdmica, o SàtiricV, o Mimica, gran fatto memorianon
(iha.ch'io rrti fapp^a. Oraîti rappre'fentandola
egli, e in cantandola, gli fi interrupe la voce-, e prefe pet
partito, che neU'àltre fégu'e!riti,vn giouanelaTibiafonaffe,
.y /'^ ...... . .... - - yp'altro ^
6

vn'altro la cantaflè,ed egli fi riferbôfolo i'atteggiarla. Tra
le altre me feguenri.ne furono di Con icfie, di Tragiche,&
ancodiSatiriche. Tutte le quali Cicérone giudicô, che
non foflero degncdileggcrfi due voire. OJtr^adi quelle
iotruouo,ch'egli fcrifleanch'vnaOdifkafoi ettaslatandola
da Omero. Parimente compoie Inni,efra quefti vno
a Giunone. che da tre fiate noue donzelk",pcr Roma in cer
re fefte folennifu cantato.
E N N I O.
L'anno feguente allarapprcfentazionedclla prima fauo
la di Àndronico, nacque Ennio.oin R.udi, oin Taranto
. Et eflendopoifoldaro con Catone Cenforino.fuda
lui condotto a Roma . e diedefi a poetare . Scrilfe vn
poema tutto continouato de gli Annali di Roma : ciô
fono i fatti da Romani d'anno in anno. Quefto volume
, vn certo Vargontcio diuife poi in libri ,cincerti di
folenni, nella gui fa de Rapfodi Greci, c de gli Omerifti,vsô
ncllefrequcnzedelpopolodi cantargli. Compofe vn'altro
poema pur délie gefte de Romaniin xi 1 .libri. & vn'altro
con titolo di Fagetica, materia di viuande. Scriffe pariméteComcdie,
c Tragédie diargomenriperauentura Grc
ci, fe l'altre furono fimili allaTieftc. La quale egli vecchio
gia di Lxx.anni,rccitô l'anno ftcffo che ci fi mon,neli'01im
piade CLI 11.Incertiverfifuoi,eglis'hebbeadar vanro, di
faper tre lingue. LaGrecada Latina,e l'Ofca.
C E C I L I O.
CeciIioStazio,fucompagnodiEnnio; edicefiche ambeduc
morirono lo fteflb anno. c fu Comico. Traduflc da
Mcnandro ,il Plo tio, ed i Sincfcbi. & altre d'al tri. 11 quale
fe benCicérone chiama reo autore di Latinità, tutta via fi
trouô Volcazio, ch'ardi tra Comici Larini di porlo nel primo
luogo .
R z fX-

• " " ' B Ï I U T 0 E T 1 C ut.
P A C V V I O.
Fu di forella, nipoted'Ennio .Fu pittore, efcritroreinfiemediTragedie.diduedellequali
ho trôuato i nomi ciô
fono Niptra,e Giudizio d'arme. Vifle fino a i xc. anni.
A C C I O.
Giouane effendo Accio, vide Pacuuio gia uecchio .e fu
anch'eglifcrittorediTragédie.edidue ho lettoinomidi
Arreo,ed'Aftianatte. Cicérone il chiamôduro, e Licinio
Ferreo. E ciô perche, niente facendo egli di fuo, ma folo
traducendo in Latino IeTragediediS'ofocle.glivennefat.
to d'cffere duro.Ma Brutolo ftimô tanto,che de' verfi fuoi
ornô tcmpij, e fepolcri. e lui di vna fia tua fembiantea lui,
onorô ,ela pofe nel tempio délie Camene;
• " !
N E V 10. *
Qijefti fudiCampania, e tocco i tempi d'Ennio. Fu poe.
ta Comico, e Tragico .E tra l'v ne, e l'ai tte ne fcrifle vcnti •
o tutte, o la partemaggiore, traslatate da altre tali Greche,
& v na fi ricorda con nome diTrifalo. Nelle quali,talento
hebbe di faredelfaceto. e morde di molti grandi, efunne
incarcerato. Ouc ftando,ricantô in Iode,quantohauea
primain altrui biafimo detto. e ciô cô due poemi fauolofi,
l'vnoLaureolo,eraltroLeonte intitolati.Conchejmetitô
d'effere tratto di prigione. Epoi corne Epico fcrifle la guerra
primaPunica,in volume tutto continouato.il quale
poi GaioOttauio Lampadionediftinfein fette libri. Parimente
fu poeta diEpigramrni. .i
N O V 1 0% ' • , w
NeitempodiNeuio,fu vno Nouio fcrittore di quella
forte di comédie che fi dimandarono Attellane.
, f
P O M P O N I A NO.
Quefti ancora fu Corn ico délie Attellane. •
NO-

L I B I{ 0 T II 1 A4 0.
N O N I O.
Fu anchccoftui fcrittore délie comédie Attelane,
S V E V I O.
Vifie altrcfi ncll'età medelima.vn poera Epico,chiamato
Sueuio. che vn poema compoie^on nome di Moreto. col
quale lembrach'habbiavolutogareggiare con Virgilio,
O S T 1 L 1 O.
Enetempiftefsi,vnoper nome OftiIio,ad imitazionc
d'Ennio.in poefia ferifle gli Annali.
T R 1 M A T 1 O.
In quel torno de tempi,Trimatio/criflè,o piu tofto traslaro
in Latino l'Iliade di Omero.
N V M M I O.
Il coftui eflempio feguiro, Nummio Craflo , perche la
medefimalliadatraslato , cncvieneillibro xxm. citato
da Prifciano.
M A N L I O.
A concorrenza de duc fopradetti, lo fteflb fece nel tempo
fteflTo,vn Gnco Manlio. cofi erano in quell'ctà, e l'altra
appreflb i Latini a petto a Greci mefehini diinuenzionc
P L A V T O.
»
Plauto toccô gli anni di Cecilio, c non molti dopo lui
anchcfimorio.FuComico, opiu veramente traducitore
di comédie Grcche. Parlôegli fi polito, cheM.Varronc,
cofi gran cenfore, fu ofo di affermarechefe le Mufe haueffero
Latino faucllato, de'coftui modi fi farebbonovalute.
traslatô fpccialmente da Fpicarmo.da Difilo, e da Filemone.
Del numéro Ioro,vario fi conta.dicendo altri chefuro
no xxi. & altri che xxv. ed altri che x i. e Gellio teftimonia
che

\ 134 2) E L L xAV 0 E T I C A
che x L. e Gellio tcftimonia che a fuoi giorni da cxxx.fenc
nomauano per fue .E fu chi fi credeo, che fra le lue andaf
fero mefcolate parecchie dt quelle di Plauzio. e per lo fi ffii
le de' nomid'vne per l'altredi prendefiero.
A F R A N I O.
Fu Comico medefimamente di quel torno. e ferifle co.
medie di quelle che fi nominarono Togate: e délie Attella'.
ne. e di due, Compitalia, e Selle, fono rimafi i nomi.
M V M M I O.
Anche Mummiofu Comico délie Attellane. è Macrobio
dice, che ne fu riftoratorc» dopoche molt'anni s'erano
giaciute.
D O R S E N N O
FabioDorfennofufimitmcnte Comedo de' traducitori.
Truouo che fu vna di quelle l'Achariftionc.
L I C I N I O.
AncheLicinio fu vno di cotali traducitori,comcapparc
per lo nome di vna che fi chiamô NecraFu eziandio Giam
bopeo,e icrittore di Epigrammi.
!
' ' M. ATT1LIO.
EComico,eTragico infiemefu M. Attilio. MancllcTra
gedienon fu punto piugraziofo d'Accio. en'hebbe ilmcdefimo
cognome di Ferreo.
!
TITINiÔ.
Similmete fi nouera tra Comici di quelli délie Togate c
Vfjî nefu il Barbar o,vna la Gemina, & vna terza laPfaltria.
T. ciy INTIO.
Scrittore Comico delIemedefimcTogatcfuTito Quin
•.io.efu la Matertera. ,
j j — : ^vT" i

L I B KO T K.I M 0. i J 5 1
L V C 1 L L 1 O.
Coftui fcriffe Tragcdie,e Satire alla Greea. e fu anche il
primo che la Satira Greca traffedi Sccna.ôc alla forma la rc
coJaqua'efupoifcguitadaOraziOjdaPerfio.e da Giouenale.
Di cui dilfe Quintiliano. Saura tota noflraeH Fu poi coftui
da Adriano Cefare,antipofto a tutti quanti iTragici.
T E R E N T I O .
Quefti che à di noftri è tanto in pregio, non tanto fu poc
ta, quanto traducitore. Percioche délie Comédie, fei che
vi fono le quattro fono di Menandro.eleduedi Apollodoro.
Pafso egli in Grecia. c fi diffe che gran numéro di
tradottcncriportauaaRoma,Lequalihauendo per fortunaperduteinmare,famafucheperdolorefimoritlè,
o
ch'anche ei vi fi affogafîc. t
A L B 1 N O. -
Vn Albino, fcriffe poema Epico de fatti de Romani.
P E T R O N 1 O.
Fortcmcntc amo coftui.vna fanciulla detta ColIira.c dal'
fuo nome pofe titolo di Collira alîbri xvi. di poefia, credo
de fuoi amori.
• V A L E R I O.
VnValerio dicognomeValentino fecevn poema con
maniera di verfi rideuole. & il chiamô lcggcTapulIa.
L E L 1 O.
Lelio,non fo quale, fcriffe vna poefia con titolo diEroto
pegnia .che fignifica Amorofi Scherzi.
M. FV-

136 DELLA V O E-T J Ç A'. " -~
M. F V R I O.^T~ "
Per fopranomcdetto Bibacolo,fece vn poemacomPr nio,& Oftilio,de gli Annali. & vn'altro che nornirtô K
matia. scrifsefimilmente Giambi&Epigrammi.cfraGia
bi,vnochechiamopantomimo.
i V a
A L P I N O .
Cornelio Alpino,compofe vn'Eroico con titolo diMen
nonia, - n
C A T O.
ValetioCato ,fcrifse piu poemi : ma tre fra gli altri più
grazioli, i'vn detto Lidia, e l'altro Diana, & vn terzo intito
latolndignatio.
C A T O N E.
Catoneilfeuero, fecevn Giambo contro Metello.
r
O S T 1 O.
Scrifsccoftui vu Poema délia guerra Iftriana,nel quale
moltecofe inneftô traducendole da Omero.
Lucrezio

L 1 "B K 0 * K* o. i n
*tuia "Pieridum,tcragro loc*, nuliius antc,
Tritafolo.
M. V A R R O N E.
Vifle di quel tempo anche M. Varroncil dottirsimodi
tutti i Romani, epiu anniftcfela fuavita,dicoIui,chcl'heb
becorta. Feceanch'egli vn poema diNatura.edi piu Satire
fimili a quelle di Menippo Cinico. e percio furono dette
Mcnippec.eCiniche.Lcggo ch'vna hebbe titolo di Fulmine.
& vn'altra. flicaltcrHcrculci, ma ambedue con parole
Crèche.
L. A T T I O.
Lucio Attio fu poeta Eroico.c fcrifle con iftilo aflâi leggiadro
vna lliada.ma non fo le di fuo ingegno,o toltala da
alcun Greco.
F V R I O.
Parc anche Furio cflerc ftato poeta di cofe di Natura di
cuiGclho reca alcuni verfi.
T I T I O.
Coftui in verfi Lirici Latini, traslatômoIte|odcdiPindaro.
C I C E R O N E
Voile cotefto huomo cflerc tutto, Oratore, Filofofo, e
Poeta. edagiouinetto fcrifle poemi varie Plutarco ne lo
da vnointitolatoPôrioGIauciaforfc tradottodaEfchilo
in verfo tetametro. Compofene vn'altro i con nome di
Limon. & vna ElegiachechiamOTalcmafti. & vn'altro
poema con titolo di Mario.E di cofe de* fuoi tempi, vn'altro.
c traduflela Fenomcnad'Arato.
C A T V L L O.
Oltrc aile poefie brieui che di lui fi leggono. fcrifle folo,
ch'iofappia tra Latini vnltifallo . & vn'altra poefia fotto
S tirolo

138 D E L L T O E T S Ç ^.
titolo di Ver. che è Pnmauera. &vn'aItro côrùôolnTrTmatoriaincantamenta.
.
l A r
C A L V O.
LicinioCaluofu poeta môltolpdato di Epigrarnrni
di Endecaiillabi. Compofe vn poema che chiamô Hippô
naâ:cumPreconium.&vn'altro addimandold. "
EluioCinna, poeta anch'eglimolto gentile . Compofe
vn poema detto Smirna.
M A R S O.
Domizio Marfopurs'annoueratralodati.ScrifTe vn'Amazonida.
' . . , <
T I C I D A.
Gaio Ticida, poeta Lirico, fece vn'Imeneo.
G A L L O,
Cornelio Gallo, fece Latino tutto vn poema di Euforio
ne, ma non fo quale. e feriffe quattro libri de gli amorfuoi
verfo Citeride. La quale daVirgilio èchiamataLicoril
VIRGILIO,
Troppo c noto chi egli foffe. e da giouanefcrifleilMoretoja
Priapea, gli Epigrammi,leDire,e il Culice,& anche
rEtna,ancor che diquelta fi lia portato dubbio,e la Bucco-
Jica, e la Georgica, e l'Enéide. e di pi u vn picciolo poema
detto Copa, & vn maggiore detto Ciris. che tutti ancor li
leggono . Ma la Priapea pare hauere traslatato da vari
Greci. \ •
O R A Z I O.
Equcfti parimente è poeta molro conofciuto. S'enfle
Ode,& Epodi,e Sermo*ni,o Satire, & Epiftole. efra quelle in
vna trattôdell'ai-tc poetica.. . ,>

L 1 B KO *P Kl M O. 139
T I B V L L O.
AlbioTibuIIo cfimilmentcnoto poeti*Scriffe l'EIcgic
amorofe,che fi leggono. e gli Epigrammj.
P R O P E R Z I O .
Sefto Properzio va con Albio del pari, autorc anch'cgli
di quattro libri di Elégie.
O V I D I O.
Nequeftièmcnchiaro de gli altri fopradctti. Scrifle la
famofa Metamorfoli. c Piftole amorofein Elegiecon titolo
di Eroidi. & altri tre libri di E/egic amorofe. & altri pur
tre libri diElcgicfotto tirolodcll'Arte deJl'amare. e fimilmenre
altri tredel rimcdio d'amore in Elegic.& v no altrefi
in verii Elcgiaci,oggimai di età di L. anni contra vn fuo nemico,con
ritoloimitatoda Callimaco, di Ibi.&vnoconfolatorioaLiuia
Augufta,nella morte di Drufo pure Elegiaco
ôcvn'altra Hegiacon titolo. de Nuce,& vn'altra
del mcdicamcnro délia faccia. e di piu.libri xii.dc Falle,De
quali (ei (1 (on pcrduti. clibri V. con titolo diTrifti. e libri
mi inntolatide Ponto . Tutti e'quali fono tralemani
deglilludioli.Madique'poemi, che fi fono fniarriti, c
non cofi (i fanno, fcrifle egli vna Tragcdia di Mcdca. ôç^
vna Fenomcna,non foie quella d'Arato .& vn poema de
Pcfci,& vn'altro con titolo diVaticinij, che credo furono
Oracoli. cla battaglia Attiaca.&ilTnonfodi Augulto. c
mcdcfimamente,tuttiigeftidellofteifo Augulto. Ma quefti
in lingua Getica.apparatamentre ci viflerre sbandito,
tra quella nazione. Scrifle parimente vari fcpigrammi. In
guilache (c fi paragona Ouidioad Omero in nouero di
poemi che l'vnoccrtofece , c all'altro furono indubbio
attnbuiri, egli gli è fuperiore di graniunga. c a tutti gli
Epici.ôc Elegiaci, cofi Greci corne La uni, eccettuato vn lo
lo Orfeo. c fuora molti Scenici.

I 40,

I I J *lO "PH.JMO. 141
PASS1ENO.
Fu Elegiopeo polito. c poi anche Lirico gentilc.
S A B I N O.
Fu quelli che ad alcune delJe Eroidi di Ouidio fece le rifpofte.
Scrifle parimente vn poemaintitoiato Trezenia. &
vn'altro ne lafeiô imperfetto, detto Dies.
R A B 1 R 1 O.
C Rabirio dicono che d'alto fpirito ,fu Epopeo,e Satirico,&Epigrammatario.ma
titoli de fuoi poemi, non ho
trouato.
C A M E R 1 N O.
Scrifle coftui vna lliada dal fin d'Omero infinoalla fine,
corne Macro.
L A B E R 1 O.
Quefti fotto Cefare fu Mimografo.e Mimo. e fcriffe vari
Mimi,di quefti nomi. Cofino,Fullone.Staminario,Reftione,Compitali,
Naca,Anna PerannaSaturnali, Necromantia,Alcffandria,Cacomncmone.
A L B 1 N O V A N O .
Fu poeta Eroico,e fcriffe vna Tcfeida.& in vn'altro poema
, le gefte di Germanico. «5c Epigrammi. hebbe alto fpirito
poctico.
C A R O.
Quefti de fatti di Ercolc fecc vn'Ercolcida.
G R A Z 1 O.
Compofe vna Cinigetica.ch'è caccia dicani.
TV-

i 42 D E L L A T 0 E T 1 C A.
TVT1CANO.
Amico d'Ouidio,traslat6 quella Focaida,chc ad Omero
venneattribuita.
RVFF.O.
Antonio Rufto conuertiïn verll Latini tutto Pindaro, c
tutto Omero. r '
A N T O N I O .
Giulio Antonio,fcce vn poema di x i i.libri,con titolo di
Diomedca.
F O NT A N O.
Compofe vna poefia di Amori di satiri,e diNaiadi.
S I L L A.
Ma auanti a tutti quefti, e tra quefti furono i trePrencipI
Romani, che poeti anche vollono eflere. e Silla Dertato.
re dicono» che compofe Comédie, eSatirealla GrecajC
Mimi.
C E S A R F.
E Giulio Cefarefcrifle un poema co titolo di Iter.&vna
Tragedia diEdipo & vno Encomio di Ercole.
A V G V S T O.
_ Scrifle vn poema in efametro ,con foggetto,e titolo di
Sicilia. & vn libro di Epigrammi. & vna Tragedia cheintitolô
Achille.&vn ,
altrachechiamôAiace La quale non
gli piacendo fcancellô con vna fpugna. e dimandato davn
LuciofuofamigliareTragico,chetaceflerAiacc/tioh^fpo
Ce. In (bungiamincubuit. accenando ali'Aiacecheincubuitin
enfem.Si kggono certi efanietri fuoi .fopral'Eneida di Virgilio,che
non s'haueflead abbruciare,econtra Pollione,
verfi Fefcennini.
\

L 1 B ^ O T R^l M 0. *4?
M E C E N A T E.
GiantoadAugufto.pongafiilfauorito fuo Mecenate
corne poeta Tragico. c di luo li nominadl Prometeo,e l'Ot
tauia.
Coli nella prima etàdc poeti Latini, fiorirono LXXIII»
poeti. ma piu che la meta 1 taducitoridelle poefie de Greci
-cfu tanto il caldodclfauorcdi Augufto,chc benexxx.
d'efsio piu, fiorirono cviflero nelllmpenq fuo colqual
finc.fini il primo fccoio de Latini inficme col quarto iecolo
de Greci.
S E S T 0 S E C 0 L 0.
fFTPL fauore che diceuamo hauerelapocfiahauuto
t& dalla bontà,e liberalitàd'Augufto.durô per alquâ
U«, tedozine d'anni feguenti. Perche-»
T 1 B E R I O.
Il fuo fuccelTorefeccvn poemaLirico,con tirolo di LAmentatio.
foura la morte diGiulioCclare & vn'altro con
titolo di Acon tia. nome di vna CORNET a, ch'appari nel luo
V. confolaro. Traslatô délie poefie di Euforione, di Ariano,
cdiPartenio. 1 quali piu ch'altri poeti gli piaceano,e
le ftatuc de' quali fece porre nelle publiche hbreric.
G E R M A N 1 C O .
Frà Paître grandifsimevirtu diqucflo giouane,fu l'eflere
egli gentilifsimo poeta Crcco, e Latino . Laiuo da lui
ferme Comédie Greche, & Epigrammi Larini. e cerf o EncomiodclCauallodi
Augulto. c traslatô la Fenomeni-,
d'Arato.
B A S S O.
Ccfio Baflb,che fece il commento fopra la ora detta
Fenomcna , rutenuto poeta Lirico. ma non truouo ciô
ch'eiij feriuefle.
NE-

i
144 DELIA "POETICA.
N E R O N E.
Non folo fu coftui amatorc deU'altrui poefie; mafïtpoc
ta anch'egli.Compofevnpoema con titolo di Mitridatcfcriuendo
le geftc di quel Rc grande. Vn'altro ne fece del.
lo Incendio diTroia. scrifle parimente TragedicKlnni.
L V C A N O .
Lucano, oltre alla Farfaglia che leggiamo, compofe vn
poema > di Orfeo. tC v n'altro de Saturnali. e di Selue libri
x. e la MedeaTragedia. e lo Incendio diTroia. e quello di
Roma. e Fauole,e Piftolc.
S E N E C A.
Non il filofofo, ma vn'altro di tal nome, fuTragico.e
x. fue, foie di tutte le Latine ci fono rimafe.
P O M P O N 1 O.
Amico fuo e pure Tragico fu PomponioSecondo nu
non truouo niuna délie lue.
P E R S ro.
Aulo Perfio vifle pure fotto Ner on e, e fcriffe Satire Larine,chefileggono.
S 1 L 1 O.
Silioltalicofuin fiore,daNeronefinoa Domiziano. a
cuifu molto in grazia. Scrifle quel pocma,che tuttauialeg
giamo,della guerra Punica féconda.
TITO.
Tito figliuolo di Vefpafiano,a cui neirimperio fucçedet
te, ferifle Tragédie Grechc,& altripoemi.
D O M I Z I A N O ,
Fratel diTito, fi dice che compofe vn poema de fatti de
fuo padre in Idumea. _
? çYtf-

L 1 B il 0 T %l M O.
S P V R 1 N A.
Vcftizio Spurina fu poeta Lirico.
F L A

» © £ i'i ^ T f) E T, 1
G O R D I A N O ,
\J ^ A
ino Imp
\_/ .
Gordiano iibridef Imperadore il vecchio, ferifle vn poema iun go niniade. ii xxx.libn de fattidi Antonino Pio, e lo intirolo Anto
* ; " :
' A V S O N I O. ' ' '
Cofi come dopo Augufto, la poefia tra Latini s'ando di
nunoinmanofmo adAiriano perladifcefadixm. lmperadori
rarefacendodiche appena x vi n. poeti in un nouero
d'anni ex L.venner nominati ; cofi furono piu radi.in
altri anni.c x lv i fino a Gordiano. che non ne furono al.
rrichedue Albino,& egli.&daluifino ad Arcadioper | a
fucecsiione di xl. altri lmperadori,oj>iù,nello fpacio dian.
ni c l. e piu.non ne appari pur uno. che uenga nominato
fino ad Aufonio Gallo,che fu di Arcadio maeftro. Fecein
V-hapoeliàgli Annali,epiu,raltre chefileggono/ .
• 1
" ' ul
"cïXv.niAN o. ' •
Efu miracolo, che ne' medefirai tempi, fotto Ononoin
Itaha fiorifee vn'altro poeta che fu Claudiano.Aleflandri.
no. le poefie del quale fi van leggendo tuttauia. Nel quai
Ôaudiano,tembra ch'haueflero fine |e poefie deGentili.
11 che fu nel torho de gliantli di Chrifto cccc.
..pQESIiA CRISTlANiA.
M A.auanti,chein,Claudiano,finifcejlaPagana,eradiottantaanni
prima intorno al cccxx. cominciata la Criftiaria,introdottacomediconoda
1
G 1 V V E N C'O.
Il quale in verfi Eroici,conuerti i quattro Euangfeli. Et a
lui iégm
LAT-

L I B R^O l x
H I M 0.
L A T T A N T I O .
Firmiano. il quale fccc vn poema délia pafsion di Crifto,
& vn'altrodélia Refurrezione epariméte vn'altrodell'ira,
&vno Itincrario, & vno délia Fcnice.
V I T T O R 1 N O.
E intorno al cccx L.fiori Vittorino maeftro di Retorica.
IlqualefcrilTeinEroicoifattidcMacabei. & Inni allaTrinua.
D A M A S O.
Er anni xxx. dapoi Damafo Papa i. in verfi Eroici fece vn
poema detto Platonia. in Iode dell'altare di S. PieroediS.
Paolo. & vn'altro de fepolcri di molti Martiri, che chiamô
Conchilia.
G R E G O R 1 O.
Tra quefh Latini, ma Chriftiani habbia Iuogo vn Greco
Chriftiano dcgnifsimo per altro di maggior Iuogo: e cioè,
GregorioNazianzeno,oltrecheTeologo incomparabiJe,
anche poeta non comparabilc ( Pcrcioche fcride lnni & altre
Liriche poefie di cofe pie in xxx. mila verfi. & vna Tragc
dia délia pafsion di Chrifto.e fu Vefcouo,fatto del CÇCLXXJ.
A M B R O S 1 O.
Et Ambrofio fu fatto Vefcouo di Milanodelcccixxvi i.
c compo fc lnni che ancor fi cantano nella fua Chicfa,
ATTILIO.
Et vno Attilio Scuerô x. annij)oi fcrilTe in verfo,e in profa
inliemc vno Odiporico. che e viaggio. nel quale dclcriffccrifiianamcntela
fua vita.
T 2 PRO-

U 8 V Z L L A T 0 E T 1 C u
P R O B A.
» *
E dello fteffo tempo fiori vna donna chiamata Proba
Falconia. La quale di verfi diVirgilio, compila v n Q tmQm
ne del la vitadiCrifto.fi come poco anzi l'hauea fatto de
verfi di Omero.Eudocia mogliecome dicemmo.diTeod
fio il Giouanc Imperadore.
P R V D E N T I O .
Coftui pareggiôinetàCIaudiano.efi puo riporre tra^
poeti Lirici. Perchein varie forte di verfi , compofe varie
poefie, difoggettivari Criftiani comelono.il Dittochco,
l'Efameron, l'Apoteofi,la Pficomachiada martigeniaDcl.'
la diuinità. Délia compunzioned'animo DeU'origine de
peccati,De' martiri,lnni. e contra Simmaco, e Periftcfano,
URomano.
S E D V L I O.
EdopoLUI,INTORNO aie ce cxxx.fiori CelioSedulio, c
fcriffe IN verfo Giambico DIME tro, v n'inno A Crifto. & vo
POEMA CON titolo Mirabilium.
P A O L I N O.
Î,intorno A XX.anni poi, Paolino Vcfcouo diNola,com
pofe Inni per la fuaChiefa.
P E T R O N I O.
Cognominato Arbitro, certa poefia ferifle in verfi,c in
' A VI'TO. - •
ECOLÀÏNTORNOAXL.annidopo Paolino fiori vnAlcimo
Auito,fotto oggimaiZenone,5c Anaftagio. H qualecôpo-
FE piu poemi. E cio fono. DeU'origine del mondo.Del pec
cato Originale. Del Diluuio.Dclla fentenzadi Dio.Ddpaf
iaggio del marRoffoie délia Verginità. !
~— —

L l B \ 0 V I M O. I49
S I D O N I O.
D'intorno a tempi medeiimi fu in flore, Sidonio Apollinare.
11 quale in verfo Eroico fcrifle lç annehirà de gli Ebrei
fino a Saule, in xx 1111. libri,imitando,come ei (i fece a cre
derc, Omero. cMenandro in far comédie, ed Euripide in
compor Tragédie, e Pindaro in lcriuere pociicL.iriche.Del
quale fpirito, ci mérita moltaloda. le ben torienon dell'opera.
L I C E N T I O .
Coftui.o allora.o poco auanti fcrifle Inni sacri. E di profanolafauoladi
Piramo,eTisbe.
B O E T 1 O.
xx 1111. anni appreffo o di quel torno» non Boezio Seue
rino filolofo.il quale fcrifle in verfi c in proiala Filofofica
conlolazionc,
P R O S P E R O .
Nonmoltolontanoglivadi tempi Profpero Vefcooo
di Reggio. 11 quale in Eroico fcrifle délia Prouidenza.&lnm
«5c O de facre, & un poema De gli Ingrati. E vno di caufe
diucrfe & Epigrammi.
A R A T O R E.
In efàmetri, «5c in due libri fece gli Atti de gli Apofloli.
M A R Z I A N O.
Marziano Capclla fcrifle lenozzc délia Filologia cô Mer
curio,in uerfi E profa mefcolata.
F O R T V N A T O .
Colà oggimai intorno a gli anni DIX*. Scrifle Venanzio
Fortunaro 1111. libri de* Miracoli di S.Martino. &vn poema
dclloEccidio dcTuringi, vnoOdiporicodifua vita a
GnT-

l 5 0 D E L L A T 0 E T I C ^j.
Gluftino 11. & vno De Regno à Mgiberto Re di
Lnnialtrefi.
îm
M A R C O .
Edopo cheEracio fu afunto intornoal DCXI I. vn M
co Monaco diS. Benedeto, compofe in Eroico , la v
quelSanto. . :
Et aneorche alcuni altri pochi poeti fi nomano den
alcorfodiqueftiannî,perche nonfiricorda,qualipoemi
egli fcnlTono, non ci fono paruti degnidi ricordanza.
Dal quale racconto, fi corne da quelo deGreci, fi
chiaramente vedere.che nelo fpacio di D CXV I I I. anni no
fiorirono poeti Greci piudi xxx i.e tra Latini
xL. e cid a gran faltonidi centinaia d'anni vacuipiu v
che l'vna, e l'aîtra fchiera hebbe il fuo fine, neirimpe
Eraclio,infelice ç altre cofe alîài,ma nô meno infeljcein
fta.che e' vjde la eftinzione di due fi gloriofe fc
mini riput'ati diuini.E fi aroggc ala miferia fua çhela fc
ra délia fua nazione,nô piu riforfe mai. e la Latina fe
mai,fuBarberadeltuto,equafiBalbetante,efcilinguata.
e da non porrein conto. De quali fe benequalc
moriafacciamo, fi la facciamo,non perche la ricordanza
loro fia da eflere tenura cara fma perche, per mancaqz
quefto libro,non fia dcliderata. . s
"B EDA. -
Carlo Magno glon'oioPrcncipe tra rari,degnodi gran
difsima Iode fu, per lo fingolare valor fuo di guera.cd
uerno.maoonmendegno d'immortalefamaper lofauo
re dato aile letere, gia quafi tra Chriftiani eftinte. C
fauore, intorno a c c. anni dopo la morte de pd
Latini, fece cheBeda, molto aile letere fi defle. e pr
quel lecolo rifufeitafie la poefia. Perche egli fcrifle vn
di lrini in vari verfi, & Epigrammin Eroico. e cofi la
S.Eudtlberto. • '
.PAO-

L L V \ 0 V \J M 0. Kl
P A O L O.
Paolo Piacono iftorico. poctô la vira di S Bcnedctto, &
vn libro d'Inni in varie forte verlï.
R A B A N O.
Rabano de tempi fkfsi, fece vn poemabizzarro di Iettere,di
imagini, c d» varie figure.
S T R A B O.
Difcepolodi Rabano fece una poefia in efametro detta
Hortulus.
A N G L I C O.
Giouanni Anglico ferifle. vn poema giàaffatto Barbero
detto Architrcnia.
A L A N O.
Dicotale.opeggioremlofece vn Alano, vn fuo poema
intitolato Anticlaudiano.
T E O D O L O.
Vn poema compofe.de miraColi del teftamoro vecchio.
&vn'altrodifauoicpoetiche.
V G V B A L D O .
Al tempo di Carlo Caluoi fece vna poefia de laudeCal-
UOrurru..
G O D E L B E R T O .
Queft'altro ferifle in efametro.tutta la iftoria del teftamé
to vecchio fino a Criito.con le allégorie di ciafcheduna.
R O S O 1 T A.
Coflei Monaca in Salïbnia, a tempo de gli Ottoni intorno
al 920. Scrifle in verfi vn Pancgirico in loro loda e in Ele
gialodidélia Vcrgine Madré. &inaltroiavitadi S. Dionigi.
cfei comédie.
M A R B O D E O .
Marbodeo Gallo,fcrifle un poema dertoLapidatio,ôç^
vn^altro chiamato Liliario c di piu la vita de Romiti di Tebaida
in vn terzo. e vifle fotto Arrigo 11 i.intorno al MX t.
IDELBERTO.
Fu meno Barbero cheipredetti.intorno al M C. Scrifle-»
lnni in efametro. —

152 D E L L ^ P Q £ TI C
M I L O N E.
E nel tempo medefimo Milonc fece la vita di S. Aman
clio. e certi altri verfi di fobrietà. *
l u
G V A L T I E R I .
Pur Francefe fece in vn poema la vita di Aleffandro
Magno.
PIERO.
Cognominato di Riga , tutto il teftamcnto vccchioc
nuouo* fcriffe in poema,c chiamollo Aurora.
GVIDO.
Vn ccrto Guidodbpra ambedue i tcftamentifcce in verfo.
e l'intitolô Margarita délia Bibbia.
T E O D O L F O.
Coftui, fcrifle un libro di in ni a Dio,e a fanti fuoi.
GANFREDO.
Fece in verfi vna poetica, che chiamô nuoua,
G V N T E R O.
Coftui fuTedefco,e dopo coloro nô pochi anni,fcriflein
verfo Eroico ifattidiFederigo Barbarofla.inrornoal jijj,
Cofi la poefia,dacapo , da tempi di Carlo Magno, non
hebbepiucheintorno di xx poeti fino alflmperiodiFederigoBarbaroflacheèil
numéro di anni c c ex 11. Ma
perchefurono tuttiBarbari,non méritai! pregiochefimet
tano in conto di poeti. La onde contandofi daEraclio,fot
toacuimancarono, non dirai buonimaimen malipoeti
per DCCXXX.anni reftô vedoua affatto la poe(ia,finoal
trionfo del Petrarca, trionfo non piu vdito,nefattoadalcun
poeta de piu fourani.ornato dt tre poetiche Corone,
di Edera, di Ailoro,e di Mirto,per hauere egli il primo, dopo
tante centinaiad anni trattaneirAfrica fua,la poefia La
tinadalfondo deilaBarbariainuecchiata. 11 che fu l'anno
M. C Ç C X L I.
jfl fine del primo hbro.

I5Î
D ELLA POETICA
DI f RANCESCO PATRICI
LA DEÇA ISTORIALE.
Partimento dell'Antkhe Poejicj.
II B KO S EC OT^D 0.
EDVTO s'ènd précédente libre*, con
quanta piu diligenzas'èpernoipotuto,
non tanto il giufto numéro de* poeti,che
in ici fecoli furono al mondo in alcun pre
gio ; quanto il noucro de' poemi, de quali,
fatti da loro, qualche memoria ci e nmafa.
E ciô affine di rintracciarc per iftoria,
non pure il nafeimento délia poefia, cofi fra ftranierc
nazioni, come tra Greci,e tra Latini. ma ancora gli acercfcimenti.c
lo ftaro»e le declinazioni,c le morti fue. E fpeziat
mente per di fecolo, in fccolo,v edcrc,quali manière, c forme,
di Ici vennero forgendo : per poter poi, da quelle tuttccoferitrarre,
c l'cflcnzadel poeta,ci veri vfiici fuoi: c i
ycricpropri fini: eleverc.&effenzialiformedc'pocmi; e
i mezzi dacondurle alla loro perfezione. Maefiendoeiper
la grade varictà de' poemi,da piu di DLX. diuerfi poeticompilati,
venuta fatta vna raccolta confufa» c fenza ordinc
vcruno.cgli fa forza, ch'al prcfentc,fatica per noi s'impren-
V dâ.

i i 54 1) E L L u£ T 0 E T 1 Ç Id^^"^
da,di trarli di cofi gran confufione, edi ridurJi aleni&ÔT
dinati fpczie ,c gcncri : acciô che alcuno fcicnziale fti mû
corre,e godere fe ne poffa ; pofcia che per coftante fié, che
l'ordincfanima fiadelfarti, e délie fcienze, il quale,évita
dea loro,& ogni bene. Adunquc pogniamo ora manoad
ordinareil précédente confufo caos di si gran numéro di
poefie Greche,e Latine. le quali, quanto a noftra notizia c
peruenuto,epiufiorirono,epiuammirandefurôno.spj c.
gando infieme,di quelle, di che alcuna contezza hauercs'c"
potuta,ciè ch'ellefoûbno.
E diciamo,che riducendole a fomma.tre fono ftate qua n
to a foggetti e materie loro,le generali e femplici manière
depoemi. le quali tutte l'ai tre,men generali,efpcziali,epar
ticolari in le hanno comprefe. E eio fono ftati, o poemi di.
uini. o poemi di natura; o poemi di eofe vmane. E di que.
fte femplici trequattro fono ftate le compofte. ecioè,o di
diuina,e di naturale : o di diuina,e umana, o di vmana.ena
turale. o di tutte e tre infieme giunte Diuina, Naturale, c
Vmana. Ne piu che di quelle fette guifé, èpofsibilcch'eUeno
ftate fieno.opoffano effere.
Le tre adunque femplici per ordine ripigliando perle
quali fi verranno le compofte diuedendo : veggiamo a patte,
per parte, qualipoefie,a ciafeunode' detticapifiriducano.
Ecio fecondo ordinedi natura.facciam prima dalle pti
maie in tempo,in degnità > & in natura.
DIVINE.
Le diuinc poefie diciamo, effere ftate quelle,che o dadiuinitàprocederonOjO
di diuinità narrarono . o diuinità
lodarono;oa diuinità fauellarono.ointorno a diuinità
operarono.o diuinità rappresêtarono.Ne in piu,che inque
fte fei manière, io truouo, che poefie in meteria diuinas*adoperaffono.
Efiaci lecito, di vfare quefto nome di diuinità
, in quel fignificato,che i Latini il prefero; quandocon
cffo,& i Dei ioro,e le cofe de' Dei vollono dinotare,pôich
al tra voce,non ci puo quefti concetti efprimere,
SPF7

1* S E C 0 t^D 0. l*<
S P E Z I E I.
La prima Spezie adunque di poefia,tra Greci, la quale da
diuinità fia proceduta, fi è quella che fi chiamô Crefmi,che
fono Oracoli, o Profezic.La quale fucreduto.cheda Apol
j Io.per bocca di Femonoe,e di Olcno da pnma.e poi dialrre
I donne Pithie,e di Sibille, c di altri profeti fofle prononciata.
Percioche non folo in Delfi, oue c la pfofezia, ela poefia
s'incomincio a dare, e a direa Greci; e non da Apollo Co
lo, ma in molti altri Iuoghi, e da quefto fteflb Dio, e da altri
Dei, cio fi fcnti a farc. Percioche, oracoli e veri, e parte
fal(i,s'vdirono eziandio da Apolline Dclio,c dallo Actio, e
dalDidimeo,c dalSelinuncio.cdal Clario.c dallo Smin»
thio. Er anche da Diana Surpedonia . c dall'Efcfia j c da Latona
Buria. c dal Gioue di Dodona, e dal Trofonio. e da altri
tali, non mica pochi. Ma divero, Apolline il Delfico,
e piu antichi, e piu in numéro,oracoli diede.c fu di tutta la
Grcciailpiuammirato , & il piu célèbre. Oue dicemmo
che da prima nacquc la poefia giunta con la profezia,mcntrc
Oleno, c Fcmonoe, dallo fpirito fuo infuriati, in verfo,
ccantando,diedono,ad Acrido prima, cpoiadaltridiman
danri,pcr lo fpazio di più di mille anni,come teftimonia
Plutarco, ifuoi rifpofi. per bocca di varie donne,in quel
minifterio, l'vna dopo l'altra fuccedcnri.
E che in vcrfi dcflbno i rifpoii.già s'è fatto palelc.cche an
che gli deflero cantando, moite tcftimonianzeilproucreb
bono. ma ne baftin due.l'vna di Beo,profctcfla in quel luo
go medefimo,c poetefla,allegato da Paufania.
Atque Olen pr'imus, Ccc'mit, qui oracula Tbœbi.
Et vn'altro di Pindaro,addotto dallo fteflb.
lAure* cantabant,e laquearibus &c.
che cofi an che dice il tefto Greco.
Di quefto oracolo,cdclle fueprofetefle, feriue Strabonc,
pat oie di quefto fentimento.
Dicono roracolo eflere *na caua, e profond* fpelonca. A'entrât a non
molto larga. e da quella vftire -pno fpirito atto ad infuriare. e fopra
\ y"~ fa

156 D £ Z L A T- Q E ,T J € ^
U bocca eflere poftovno tuf ode alto : fui quale fallu U TithU^Ù
ch'etlabalo {bmto,prefetiiam?crÇi,t\n profa. U qualep rtk^
çerti pottiminiflridtltempio,firiuoltam»erfi.ela prim* TitbUii.
cono efiere fiata lemonoe.
Me folamente coftei,e le Pithie,Ccofî fi chiamauano
quelle profeteffe ) che di tempo in tempoin quello minifte
riofuccederono, profetarono fopra quel tripode fedendo
ma anch altrc donnedi. fuori, fedendo fopra certa pietrafé
cero il medefimo. Di che Paufania feriuc.
Dicono adunqueiDelfi,nellacortemoflrarft certa pktra tfopr»U
quale dicono efiere feduta la primaSibilla, venuta d'£/'cwj« 5o«f ffl
fiata aUeuata dalleMufe.efu figliuola di LamiaSidonia.
Et il medefimo narra eflere cio ad Erofila eziandio auuenuto.
Vn fajfoè quiui pojlo in alto,fui quale bannodettoiDelji }eJ]crt
fiata folita di cantareoracoli, Erofila la Sibilla.
Et quello che délia profa difle Straboneèdaprendere
per di rado, & per di molto tempo dopo. Perô che, più di
D c anni auanti,chc la profa venifie a lucc, tuttii Crefmi,in
verfi furono dati .Bda queftifatti, e non davana opinion
divolgo,neda poeti, quella a pro loro fauoranti,(corne
alcuno ha feritto ) nacque ,1a credenza del poetico furorc.
Il cheanchea fuo Iuogo fi verra prpuando piu a diftefo. I
Crefrniadûque, benedanoifu pofta.ecofidagl'Antichifti
mata per prima fpeziedella diuina poefia, da diuinità proçedente.E
quefti di due for ti, oin verfi prononciati,odi
profa inverti trasformati. MaiCrcfmi, ( e fiami lecito di
vfare quefto nome con lamedefimaragione , che fi fono
vfati a dire, eTreni, &Elegi, con voci Greche, e Nomi,c
Peani. e quafi tutti gli altri ) i quali furono da diuerfi poeti
compilati,cheprofeti non furono, corne daOïiomacritO)
daAbari,daGiofone,daEuforione,edaNicandrci,fiirono
vna terza maniera di poefia, cioè vna raccolta di efsi Crefmi
primai. e fécondai. Conciofia , che Onomacrito,
raccolfcquellidi Mufeo,conie è chiaramcntedettodaF.ro
doto.c forte d'altri. & Abari raccolfe quelli diScithia.t
Giofone,

LIS KO S E C 0 7^D 0. 157
Giofone, Paufania dice che pofe infieme queili de gli interprète
olcndo forfe dire quelli^rhc dati in profa dalla Pithia.erano
da miniftri conuertiti in verfi. & Euforionc tutti
quclli raunô.che in mille anni in Attica erano ftati dati. c
cofifattideono efiereftatiquclli di Nicandro. polcia che
non fi leggc, ch'egli ne pro feta foffe, ne di v er un or acolo
miniftro.
S P E Z I E II.
La maniera féconda délia Antica diuina poefia dieemmo
effere la narrante. La quale ci pare, che dalla fteffa cofa
fi conducaadiuidcrfi,in tre manière, cioè ,ch'ella o narraffcil
nafeimen to di tutti,o di alcuni Dei,o di vn folo. ouero
contaffe le gefteda piu di loro, oda alcuni operatc. o per
terzo raccontaflelepafsioni,ci cafi,a piudiefsi, o pure ad
vnfoloadiuenuti.
TEOGONIA.
U primo de mcmbridclla fudetta diuifione,abbracciô
tutti que* poemi, che di Tcogonia ,0 di Teologia titolo
portarono .Quefta fu feritta da Tamiri. c quella nello fteffotempo,
da Orfeo c lunghi fecoli dapoi,Tcogonia fu
feritta da Efiodo, e da Cinctonc, c da Abari, e da Epimcnide,
cda Ariftea,eda Fugannonc, Délie quali, quella di
Efiodo fola ci è rimafa :crottami d'altifsimi fenh di quella
diOrfeo.
Del nafcimento.non di tutti, ma di alcuni Dei, fi feccro
altre poefie. fi come la nafeita di Apolline e di Diana,da Filammone,cda
Palcfato.&il Ditirambo,Platonediffe,eflërc
ftato poema del nafcimentodiDionigi,ofiadiBacco.
Ncaltrilo.cheintcro corpodipoefiafaceffe délia nafeenza,
odi vno,o dipiuDei.mafi beneappare, che in poefia
d ,
alirotrattante,fitoccôpcr*alcuno,corne alcun Diona-
fccflc.fi come Platone tcftimonia,che di Amore fu fatto da
Parmenidc,e da Acufilco.
CÔST

D'E L L\A T O E T i c a.
C O S M O G O N I A .
I poemi de'fatti dialcun Dio , fu il fecondo membro
deJla foprapofta diuifione. e diciamo che il maggiorcepiu
nobilefatto del primo e fommo Dio. fuïl produrregli af
tri Dei. chefu comprefo da fudetti poemi delleTeogonît
e la féconda opéra fu il creare il mondo. e cio da poemi del
leCofmogonie fu cantato v La prima délie quali fu fatta da
Lino Tebano, come fi vide. Lo ftcffo vale quefto nomedi
Cofmôpeia. che è fàttura del mondo. e di quefto titolo,vn
poema di que' di Orfeo ,fu adornato. &vn'alrro dei m&
defimo,come che fotto nomedi feggiMondani.conten.
ne la medefima matcria,ecoraledoueaeffere il Protocole
mo di Pronatida, l'vno de poemi di Parmenide, che tratrô
l'argomento fteffo,porto nomedi Cofmogonia. e quell'altro
diEmpedoclc cheprodufleil mondo dallo Sfero.fe
benes'intitol6dinome,diNatura.Ambedueleprodozio.
ni,de Dei,edel.mondo,in vn'altro poema comprefeOrfeo
nominato.SermoneSacro.forfe imitando Zoroaftro.il
quale tra Caldei, vn cotale ne hauea compofto. come da
rotramidi ambedue da noi pofti infieme fi comprcnde. &
vno cofi fatto, per mio credere fotto il medefimo titolo di
î-ermoneSacro.fufattodaCetcopePitagoreo.ctiittiquefti,
fi potrebbono forfe riporre nella prima fpezie dellepoc
lîecompoftcdiDiuinità.cdiNatura.
Fattr poi de Dei, d'al tra guifa contennero, le TitanomachiediTamira,
di Melampo, diArtino,diDinarco,cdiEumelo.
e la Gigantiade di Dionigi Samio, e la Gigantomachia
di EgemoneTafio, fe trattarono,comeio mifo actedere,
délia guerra di Giganti contro a Dei. Cofi fatto argumenta
hebbe la fpedizione di pallade,e di Bacco, di Dionigi
Mitileneo.
. De! J e gefte di vn Dio foio /furono i non pochi poemi,
che di Bacco furono fatti .'.Percioche e Lino,& Orfeo,ncfc
cero vn per vno, con titolo Bacchica. e cofi Eumolpo.cTi
mete. e poi Dinarco, & Arignote. gtaltri con titolo di Bal-.
:
l iarica

L J E \,0 S E C 0 7j D 0: 159
farica, fatti dadueDionigi,edaTcolito,edaSotcrico. e
Nonno con nome di Dionifiaca. U Peplo di Orfeo, di mia
ftima, contenne la pugna di Minerua contra Encelado Gigante.
Pcrciochc quello nome di Peplo, fu quali proprio
del mantodiquefta Dea. ncl quale era figurataa ricamo
quella battaglia. F-ûto di Gioue fu il poema del rapimento
di Ganimede compofto da Ibico . C la fauola di Apollo
Sminthio di Callino.
P A S S I O N I.
Pafsionic difauenturc auuenutca Dei, hebbe forfc la
CroniadiMelampo.pofciachenellc fauole vienedetto ,
Saturno efllre ftato prefo, C legato dal figliuolo Gioue,e di
piu caftrato, c di regno priuo . c del medefimo Mclampo il
rapimento di Profcrpina e i pianti e le fatiche diCererc ccrcantcla.
ecofi quello diClaudiano.c taie parimente, farà
forfe ftato il Matroo di Marfia.e di Orfeo & il Coribantico
di quefti.e quel di Epimenide. riferenti i lamenti, e le iagrimc,eil
forlennamento,egli errondiCibcle per la morte
di Ati. e cofi fatti faranno anche ftati i poemi di Filammone,
e di Palefato, fopra di Latona grauida,& errante, c tç>
mente Tira di Giunone.
S P E Z I E III.
La terza fpezic délia poefia diuina, dicemmo effere la lodante
dminità. La quale ora diciamoparimcntihauere,fot
to a di fe, fpezic diuerfe piu minute. e di qtieftc effere la prima,
C la piu antica quella che comunemente fu nominata
Inno.
I N N O.
Dell'Inno Platone cofi parla ncl 1111. dcllclcggi.
Et era certa fre^ic di OdaJi pregbiert verfo i Dei te per nome Inno fi
appellaua.
E quiui ragiona dell'Antica Mufica, C poefia. Ma nel 11.
dcllaRcpub.dice.
Tutti d'vna voce Himnufi, (lodano ) come bella,e ontflt (ofa la temptran-za.
—

T6o D E L L ot T> Q E T I C U. —*
Et in quefto fignificato di lodare, c gloriare altrui )C1ïato
poiprcfo,evratpl'Inno,cveffo;huomini, e verfo Dei t
verfo altro ancora. Ma qucH'Inno> che dopo i Crefmi, f u
antichifsima poefia ,di Oleno , e d'altri fuoi fcguaci 'fij
lodedirizzataaDei,cdicofifartafi fono nominatiautori
dopo Oleno,MeIanopo,Ante,Tamira,due Orfcidl grande
e'I Ciconeo. e Panfô,e Mufeo di Tamira. c poi in altri fc C0!|
li Omero, cGitiada, eTcano.c Mia,x Merô,ePindaro,cri
moteo,«3c Euante,& Erac!ito,& Omero Sellio,c Callimaco,
ôc^Arato, eTeocrito.e Proclo. MaPlatone,parchauere
hauuto mira a que' di Orfeo,quando diflc,che gli lnni cranoOdedi
pricghiaDei, Perche nella fine diogn'vno di
quelli, ha la preghiera, a cui pero preecdono fempre lodi,e
gloriamcnti.
L'Inno adunque propriamente prefo,fia la poefia lodante
Dei, o piu infieme, o ad vno,ad vno. Del quai Inno Pro-,
clo nella fua Chriftomathia ,da Focio abbreuiata, cofi
parld. I
fiicono l'Inno, effere fiato nominato, iallo effere egli vna Hipon.
nefi ( rhordan'ça ) e perche a Mneme ( a memoria ) & Bipomnefi (ri.
tordanTa. ) conduca altri, degli Himnumeni ( lodati ) outro fu cofidtu i
todallo,Idein,cbeèdire.e cbiamarono in vniutrfale, lnni tuttt M!
che a Beifi cantaua. epercib,cofi ilTrofodio, corne l'altre poefie prtitt.
te, pare che diflingueffero verfo C Inno, tome jpe^ie verfo il geme. Ter-J
che s'ode cb'efsi feriuono lnni Trofodijjnni Encomij, & lnni Ttmi,t
fimiïi .
• Cofi fatta poefia adunque furono gliInni,lodantciDri.i
E corne che ne in quc'di Orfeo,ne di Omcro.ne di Callima
co,nc di Proclo fi vegga effere Stroïe,ne Antiftrofc Macrcbionondimenocolincfcriue.
<
ln ipfis quoque hymnis Deorum per Stropham* & uintiflriifhiK
metra canoris verfibus adbibebantur,vt perfiropham reâus orbisfiAiferi
motus, per antifirophdm diuerfus vagarum digreffui predicaretur ;
ex quibus duobus motibut primus in natura bymnus dkendus Deo,fum
< pfitexordiunu.^
j Ma nella ftoria précédente de poemi,s'ètrouatafatta
menzionc

L 1 B KO S E C 0 Tj,?) 0. iji
mcnrioncdiinniFificidiEmpedocle.cdiInni ApopempticidiBacchilidc.lenzaaltra
lor dichiarazioncl quali noi,
da congiettura guidari, crcdiamo che i primi foflero Inni,
c lodi cantate, a que' Dei, che cura hanno, appo quel poeta,
dcllccofcdi natura.che molti furono (come fi vedra
piu innanzi) parte i communi délia Grecia.-c parte certi
propri fuoi, c da lui con nuoui nomi cognominati.Et i fccondi
Apopcmptici io credo che folîèro inni cantati a Dei,
nella partenza ch'aftn facca per far viaggio, quafi preganti
i Dei, che buon viaggio,e buon rirorno gli donaflero. &
vn talchabbiamo appo Stazio fotto nomedi Propemptico,aMczio
Cclere.
P R O S O D I O.
Proclo fopradetto,pone il Profodio,come vcdutos'è
pcrifpcziedi Inno . 11 quale egli piu oltrcdichiarando,in
quefta fentenza feriue.
Si dicta il Trofidio, quindo{Vrofiafi )andauano Verfo gli altari,
o verfo i tempif. & in andando fi cantaua a fuono d'aulo . Ma quello
che propriamente era lnno, fi cantaua a fuono dicitara,eflando.
Oue fi vede che il Profodio cra come vn'antecurfor dcll'Inno,
c quafi vn meflaggicro ,dcl Signorc, che douea leguire.
Era adunqueil Profodio vna ode,o canzone précédente
l'inno, cantata inandando ,cinaccoftandofia tempio,
o ad altare. douendo l'inno cantarfi, non in caminan
do, ma ftando fermi, giunti che al tempio foflero, o all'altarc
. Vn'altra terza ode cra lo Efimnio , di cui Suidsu
dice-».
Efimnio è l'afma ( canto) dopo l'inno.
Ilchedimiocrcdcrc.vuoldirc: che lo Efimnio ficantaua
,dopo l'eflerfi cantato l'inno : & in partendo daU'alratc
o tempio, c quafi al Profodio contrapofto. Del qualProlodio,
Suida cofi parla.
Vrofodia ,fon detti,da Trofôdi. che cofichiamauano le pompe condont
a Dei. t Vrofodia i poemi, r.clle Tancgiri (fefle ) de Dei, cantati da
Lirici. e Vrofoiia fo io Inni. e principio di Trofodto è
X Ti

l 6 z
D E L L A "POETICA, "*-<
H K&l&itcwniÂvnriv
Oual più bcilo à comincianti,
~Odafinenti?cbecantare
sferçatori de cauai de Dei ?
II medefimo Suida pone il profodio, per vna di
poefie, che Ciclie crano dete. quaficommuni,& vfit
mentredice.
Ciclia, erano Meli, bauenti il medefimo argomento,inni, T?eani^r

L 1 B K 0 S E C 0 7^D 0. jôj
ncnte laudi propric di Apolline. Il quale per quel/iiè, io, fu
cognominato Ieio, Di che fa teftimonio lo fcoliaftedi Sofocle
. fopra quel verfo dell'Edipo Tiranno.
lté Delio Tean.
'De Teanift dice leta. perche ad Apolline fi cantauano i Teani. &
Apollo and e fi dicca leio, come tjnelli che da cotale meloseralodato. e fi
come Dionigi era detto Euieojoficffofopra il peane auuiene. per cloche
peane fi chiamaloInno ad Apolline.
Et Ariftide contando di hauer in fogno fatto vn Peane,
cofi feriue.
Che il peane fia da fcriuerfiad Apolline .evolendoprouarmi,in fui
prh.cipio,quaftfopra primo fcaglion fondatomi ,fino a due Strofe condufsi
il canto.Aggiunfi anco la terçaja quale fe io non erro Epodo cbiamano
i Crammatici.
Con le quali parole fi manifcfta,che il Peanead Apolline
fi fcriuea. e che fi facea per lftrofe, An tiftrofe,& Epodo. nella
guifa cheveggiamo l'ode che ci fondi Pindaro,echc fi
vide per Macro bio.eflcrfi vfato anche ne gli Inni. e che vsô
Stcficorointutte.oquafituttelefucpoctie. Ma da quelle
altre parole, che il medefimo autor foggiunge.
il Teane da me compoflo,pare che fefieffo cantaffe, a cui fi accinntua.
lo Tean,Ercule, Efculapio.
Due altre cofe fi feorgono. L'vna che qucll'lô Pean, era
rifpofta,e come Antifona del primo canto. e l'altra fe non
foffe in fogno,che ftato foffe il Peane, non pur di Apolline,
ma di Ercole ancoraedi Efculapio. Ma Suida dice il Peane
cflcre ftato di due guife.
y no Fnialio,quando wful cominciare lahattaglia fi cantaua.e r altro
quando fi vincea.Duepeani cantauano gli antichi $auanti alla pugna a
Marte,e dopo la pu^na ad Apolline.
Ma Proclo nella Criftomatia. del Peane feriue,
il Veane,e fi e-çie di ode,firitta a di nofirita tutti i Dei: ma per antico
propriamente/attribuiuaadApolloj&a Diana, per ceffamento di pefitlen
,
ra,o di infermità cantato . Ma per abufo alcuni, anche i Trofodt} ,
Teani chiamano.
X 2 Di

164 D E L L A T 0 E T 1 C u\
Di proprio adunque che era il Peane di ApolIinTTfilc^*
commune a poco a poco anche ad altri Dei. a Marte,adEr
colcadEfculapto, & come moftra vn rottame,dicente"
là >xh. là Pan,a Pane, e finalmente a tuttii Dei come Prol cho duîe e non pure a Dei, ma come Plutarco teftimonU,
anche ad huomini. Percioche feriuendo di Lifandro coli
difle.Aiiùprimo deGreci.lecittàdirizzarono altari.eglif»
crificarono Sacrifici. & a lui primo. Peani furono cantati,
Dell'v n de quali ricordano eflere ftato il principio quefto."
TeV hT^siSo; iya.^\iw a-7faltnor
Kit dyixapov '
D
' Gr
e d i
*Ky ' KfaZf
SiôiSÏ yaoit, oùW tvïcuuœv. Mm viue beau.
— — —, PËâ

L 1 V K 0 S E C 0 l^D O.
P E O N E.
16$
Il Pconc è poefia nominata da Platonc ncl quarto dcllc
leggi • E come che paia, per lo nome, effere lo fteffo quafi
col Pcancnondimcno egli vi ha differenza.fecondo che la
pone Suida, dicendo.
T tonifias, cioè pregando,& à Deigracie rendendo. TerciocheilTeone,
i Inno rendentt gracie.
EporrcbbccfferCjChedopôlalibcrazionde malii per la
quale il Peane, fi can taua, come detto habbiamo,con quefto
altro canto detto Peonc.fi ringraziaffero i Dei.di eflerne
ftati liberati. Pcrcioche i Medici li diceano Peoni,per la me
dicina ch'cra chiamara Peonia .Epcraucnrura era compofio
quefto rendimento di grazic di piedi Peoni,dcquaIi
Ariftotile,&iMctricifanno mcnzione.c dicemmo effere
gia ftato trouamento di 1 aleta fopradetto. Ma de* poeti di
cofi fatta Pocfia.io nô rruouo nominato vcrunofuor che
Tinnico Calcidcfc, che infuriato fece vn Peonc di che Platonencll'Ione
fa teftimonio.
N O M O .
Il Nomo, fu da PIatone,eda Ariftotilc,e da molti altri au
tori,nominato per vna fpeziedipoefia pertinente a Dei, c
fra Dei ad Apollo e da lui nato pare.Conciofia cofa cheSui
da di rclazione di Ariftotile, parla in quefta guifa.
Ttymi citarodici, Apolline con la lira ,tnoflràa gli huomini, T^omi
( ^SZ' ) fecondo i quali bautflero a tiutre : addolcendo infieme, cal canto
, cio che da printipio, tn tfsi hauea del fiero. facendolo con lafioauità
del PJtmo manfueto ,eobedienté. cda cio,corne anebe ad Ariftotile pare
, degnamente t^omifonoftati cbiamatij modi muficali,fiecondo i quali
cantiamo.
E nomi fi chiamano gli Innî a Dei. Mad'altra guifa-.
l'hauea primaPlatoneefpoftonel giaallcgatoiiii-dellc
Jeggi.cosi.
7{omi,

, 66
DELLiATOETlCuî.
~~Iiomi,

I6 7
fitruoui. Etaggiugniamo.chefono ftatii Nomi poctici
di duc gencri -Citarodici i gia dctri.ôc altri Aulodici. quclli
da Terpandro,come detto habbiamo ritrouati. equeftida
Ardalo Tezenio,o piu tofto da ClonaTebano ad imitazione
di quelli di Terpandro. & Olimpo difeepolo di Marfia
, era ftato inuentore di Nomi non Aulodici ma Aulctici,
& Armonici, & Trenetici. Il che palefemente fi dice in quelle
parole di Plutarco.
Impetàthe fi dice,cb ;[fendo Vanteietto Olimpo tAulete di que' di Fri
gia,fece il T^omoauletuo ad Apolline, q'iello cio ê, che èchiamatoTolicefato
,&qutfto Olimpo dicono efiere fiato vno de'' fucceffon del primo
Olimpo di Marfu,quello che a Dei fece i J^omi. Ter che effendo coftui cofa
di Marfia , e da lui hauendo l'autefi imparata , reco in Gtecia
i T^omi Armoniti. I quali al prejente vfino i Greci nelle fefle
de* Dei.
Eté per ciodaracconciare vn'errorc ncltefto feorretto
di Plutarco.la oue dice.
Toiibe&it^omi Aulodici.&infieme i Citarodici antichihabbiam
manifefiatofafiiatno a T^omi tAulodici.
E vuoldire.
Pafsiamo a Nomi Aulctici. Perche quale fenfo è
quefto ? Poiche habbiam trattato de gli Aulodici, paffiamo
a gli Aulodici? fpecialmente niunacofa fcgucndoa
dirc,degli Aulodici,ma ii degli Aulctici 5c Aulcfi & aulete,
ôcauletica arte,come nel tello fegue. Tra quali Aulodici
& a uletici manifcltaè la differenza. quefti fignificando ,i
fonati ad aulo, e quegli icantatia fuono d'aulo . fendo
cheAuledo,cAulodia,eAulodici hannoin fe compofizionedaOdc,&Ado,cheè
canzone,e canto. Oue Aulete,
& Auleti,& Aulctici non l'hanno, c fignificano, il
Sonatore c'1 fonare l'aulo,eiNomi fonati adello.econ
cio,e con Plutarco,con corda Suida, dicendo.
Olimpo fu Aulete, ma perla M ifica sfortunato. imitiamo nellagnarci
la Sinaulia di Olimpo . coftui in Frigia i Ttymi tAuletici
feecs .
Efcnf-

168 1> E L L xA T 0 E T J C U
E fcrifle anche Nomi Trenetici. Et
Olimpo Mijo aulete,e poeta di MeH,e i'Elégie fu principe delU muftct
cruraatica degliauli.
Ouefe beneOlimpo viene detto poeta diMeli,cdiElegie,e
Scrittore di Nomi Trenetici, non perô vi è nominato*
poeta de gli Aulodefti. Sia adunqueorato o l'vno, ol'ahro
Olimpo inuentore de' Nomi Armonici,& Auletici,cTrcne
tici, da cantare corne io mi fo a credere, i'Elegie dolentida
Mida di que'ftefsitempi introdotti.molto tempo dapoi
Terpandro trouô i Citarodici.e quefli molto primafurono
ritrouati che gli Aulodici. Scriuendo ciô Plutarco con que
fte parole.
I nomi délia Citarodia,molto ttmpo prima de gli AulodiciJktmo et
ftituiti da Terpandro.
Del trouamento de' quali Aulodici fetiuc il medefimo
in quefta forma.
Clonà il poeta degli aulodici Vomi,chefu poco dopo Terpandro.ct.
me dicono gli Arcadi,fu di Tegea.ecomoi Beo7^,Tebano.1)opo Terpttn
drop Clonà,Archiloco dkono chefu.Mtri Serittoridicono Mdalo Ttt
%e*io,prima che Clona hauere conflituito la mufa sAulodica.
Et il medefimo autore riferifee che de Nomi Auletici,
due furono i nominati, corne fatti da Olimpo .o da altryl
Policefalo,& l'Armatio. E de Citarodici fatti dàTerpâdro,
il BroziorEolio,ilTrocheo,rAcuto,ilCepione 5ilTerpandrio,
e'ITetraidio. A quali Suida aggiugncrOrthio.cdice
ch'eranointonati e',inrenfi c che l'Orthio, e'lTrocheo,gli
hauea nominati da ritmi. Ma degli Aulodici Plutarco narra
che Clonà feced' Apotero,e lo Schenione.& altri feguaci
fuoi hauer fattod'Elego.ilComarchio.il CepionCjilDecil
Trimele.ePolinnefto Colofonio hauetnecompoftoduc
dalfuonomc,Polinnefto,ePolinnefta.erOrrrio,eloSmin
tio,& il Trimere eflere di Sacada Argiuo.& il Cradia di Mim
nermo adoperato anche da lpponatte.e Teopompo Colofonio
fecevn Norao Mufico detto Armatio,mainvetfo
Eroicovn'alrra foggia di Nomi, fembra che foflbnoi Lirici.
fotto il quai nome fecciono moite pdcueledueCorin-
- " ne,

L l S K 0 SE C 0 T^jD 0. 169
ne.Tonagrea, cTefpiefcc* vn Critonc, eil figliuol fuo Me
nalippide il giouane. c Prafilla. cTelenico, li vide, che fece
vn poema detto Argo, che fu vna tefsitura di Nomi citarodici,
diuerfi da quelli di Terpandro. Ma fecifoflèillibro
che ferifle Atiftippo de' Nomopei, quelle cofeforfc fa*
neno piu chiarc,
P R O E M I.
AndaronoauantiaNomi.comeil Profodio, auanti gli
Inni,certi poemi che fi dimandarono Proemi,alla guifa che
i Proemi Oratorijvannoinnâzi all'altrecinque parti diorazioni,
& il primo che poemi coli fatti componeflè fu Terpandro
. De' quali Plurarco dice.
Furono fatti da Terpandro ancora, Troemi citarodici in verfi efametri.
epiuoltrc.
Terciotbe faite le loro ejpiaçioni verfo i Dei ,fi come voleano, tofla.
mente paffxuano alla potfn d'Omero, 0 d'altri. & chiaro è cio, per li
Troemi di Terpandro.
Per le quali parole, iovengo in opinione, che Tcrpan*
dro hauea quefli proemi fatti,tencndogli apparecchiati,
( come di Ciceron li ferifle ) per feruirfene aile occafioni, e
per attaccatgli a quai poefia, o fua, o altrui, piu gli rornafle
bene. Pcrciocheilmcdcfimo Plutarco haucua auanti cofi
parlato.
lmperoche efjendo Terpandro poeta de tjj>mi Citarodici per ciafeun
T^omo, a verfi cfametri, cofifuoi ycomedt Omero,Mcli bauea aggiunti tc
cantato ne gli Agoni. '
Adunque ega, a ciafeun nomo fuo»chcpurdicfamctri
era fatto, & a quai fi vogliaaltrui poefia ch'ei cantar voleffc,
antiponca, c precinca i proemi. 11 che moflra che faceffe
anche Timoreo .il quale hauendo xix. libri de Nomi in
verli clametn ottomila feritti, in altri mille verfi compofe
xxxv 1. Proemi,chcnomino eziandio Pronomij. quafipropolli,
o da an tiporre a Nomi. non altrimenti,che Proauli;
erano dc*tti 1 verii cantati auanti a poefie cantate ad aulo, o
que' luoni>cl.cin gnil di procmio,cdiricercata,auanti al
~ Y pm l

170 D E L L A T*0 E T 1 C *4,
piu importante fuono,fi faceano. I cotali ProemudûrrçûT
Terpandro, & a lu oi Nomi,& ad altrui poefie prcpofc, e Tu
moteo xxxvi n'hebbe, da preporgli à fi gran numéro di
Nomi daluicompofti.Made* Proemi.furono anche p o c
aiifeparati,&perfeftanti. Perôchefimoftrô cheAtionç
hauea farti Proemi in verfi due mila,-fenza che vi li agg !a.
gneflè,che ad altre poefie gli accommodafle. e Paufania af.
ferma che Alceo fece v n Pr oemio ad Apolline. A cui ne fece
vno Empcdoclc. & vn'altro Socrate, corne è fcritto nel
Fedone .e Paufaniaalfcrma che Pindaro feceparimentcyn
Proemio, in Iode di Sacada. e non fo, s'io mi vi appong a>
che i Procriri fatti corne detto s'è daEumelo,potcireroeirc
recofa,ofimile,ola ftefla, co'Proemi di quella forte che
auantiad altre poefie fi cantaifero, quali prenonci), e p rc.
giudici per cofi dire di cio,chc douea ieguitare,
D I T I R A M B O.
Primo fcrittore del Ditirambo, per teftimonio di Arifti.
le, fi diflc eflere ftato Arione. ôtErodotoil medefimo afferma,
& hauerlo prima infegnato in Corinto. efembrd.che
fi corne il Nomo da prima fu del folo Apolline,e poi fiaçcommunô
ad altri Dei, cofi eflere auuenuto del Ditirambo.
U quale,Platone dilie hauer fauellato del nafcimewo
di Dionigi,o Bacco.ôc altri ha fcritto chequefto nome fof-
-fe percio formato da Diotirasbenin. che è, due portepalfa-
•re: fauoleggiandofi ch'egli prima nacque di Semcle, e poi
délia cofcia di Gioue . Ma âuuegnadio che quefta poefia,
da prima>del nafcimento di Bacco fi cantafle ; pafsôpoi
a cantare tutte le lodi fuc. e percio fu da Suida detto.
Ditirambo Jnno a Dionigi.
E Proclo diftinguendolo dal Nomo, cofi ne ragiona.
' £' dimque il Ditirambo commojfo,e mofirante nel ballo moite iâ»
e ntufiaftico. e fatto conforme aile pafsioni proprie del fuo Die. & egonfio
di Rjtmi, e compofîe parole vftt. Ma il Nomo per contrario, ë faffioni
è rimeffo, e procède con ordine, e magnifcenxa. e rimefiba mht
i rkimi> & vfà vccinon coftcompofte. Dipi>», ciafcunod'efsi,yftm-
morne

L 1 B KO S E C 0 *j7) 0. 171
monte proprie, accordandofi il Ditirambo in tuono Frigio, cJr Jpofrigio.
ma il T^omo, con vn fiftema Citarodico Lidh. E fembra cbeU Dit trambo
,fta fiato ritrouato, tragiuocbi di contado, etra la poca tcmperan-ra
del bere. Ma il 'Homo pare che fia deriuato dal Teane. fendo quefto piu
commune »e feritto per cejfamento ie mali. e quello è propriamente ad
apollo. il perche non halo entufiafmo, comeil Ditirambo . T{el quale
ui è, ebbre^a,efcherçi. ma in quello priegbi, emolto ordine, e decoro.
Tertio ch'egli, con ordtnato efiabile fiftema y a toccando i fuoni, e far.
monte.
Che l'entufiafmo foffe proprio de Ditirambi, apparc anche
da parole di Socratc a Fcdro,cofi fatte.
Si che moite rolte, s'10 fat 0 prefo dallo ff'trito délie T^infe, in procedendo
il fermone,non ne prendert marauiglia .ptrothtal prtfente io fa
uello non lunge da Ditirambi.
Et Ariftotile parlandodcirarmonie,c degli ftormentiloro
appropriât», diffe.
imper à che la medefima facoltà ba l'armonia Frigia,cbe tragît ftormenti
hal'aulo.eftendo ambedue Orgiaftici, e Tatetici. e foggiunfc.
Come il Ditirambo di confefsion di ogn'vno, pare effere Frigio.
Dinotando.cper queftcparole, eperaltre dettequiui,
che il Ditirambo era orgiaftico,&cntufiaflico.cioèconuc
niente a Bacco einfuriante. E Dionigi d'Alicarnaflb de ditirambici
cofi feriuc.
j Dithambici, anche i modi mutauano facendoglinclcanto, D01ici,
e Frigif te Lidtf ye le mélodie tramutauano facendole talora armoniebe,
talor cromatichee talor anche diatone-.t i ritmi ffarono con molto araire,
10 duo di Filbfftno,di Timoteo,e di Telefle, perche appo gli antichi il
Dititambo era ordinato. Per la quai cagionc,cperlevociftranamentcdaDitirambici
comporte, fu
poi tenuto il Ditirambo vna corrotrella dell'antica Mulica
c fu alcuno che di loro ,rifcrentelo Suida.cofi fcriffe.
Se alcuno cianciaffe,o riuoltaffe alcunaflrofa, di quelle chefanno ora
quefti Dijcolocamptiyfi batttrebbe,come fe le Mufe mandaffe a maie.
E cita vn detto di Callimaco chedicea. (feno.
Fiortrono ctrtefpur'ie tarpni.volcndotaffarc Cinefiaf Cleomene, e F tlof.
E fi come quefta acclamazionçle Pean fi dicea ne Peani,
Y 2 el'Eui

l 7Z «P £ £ I U V O E T^l Ç ,
el'EuiSabidn altrepoefiefatteaBacco,cofi nelDitiramrT
fidiceafpeffo. . 0
Intorno à meloI{e.
Eil cofi dire,fu chiamato Anfianactizin. cderano i cofi
fatti poemi pieni di concetti, di aere ,di nugole,di venti,di
cieli,e diftelle. e fe nedavno efempio, il principio,di vno
Ditirambo di Gione Chio.che dicca,
Aoîov tîipoQo'iTttvaçipa,
MWV* JVV «EW'EU 'hJLwnlif'jycL •SPO^PO/NA*.
^eo aerandantejiella.
Luna del Sole biancaligera precorritrice v Con tiittc te
quali tante ftranezze,fu poema nobilc,c da molti nôbili
poeti efercitato-Imperochedopo Arione,e Simonide Cco,
nefece,eLafoErmioneo,cheanchell meno in Agône.e'
Pindaro, e i due Menalippidi zio, e nipotc. e Prafsilla.CÀ
loffeno,e Cinefia,e Gione,eTimoteo,e Platone,tQeomene,
e Diceogene, e Lamprocle, e Crefsô, & Alimmio,eFili.
tino, & altri. c ne fu di quclli, che trattolo di materiadi Bac
co, vi cantarono dentro, e di ApoIIo,edi huomini.ficome
Simonide detto,fecevn Ditirambo Del iaco,& quefto ftef.
fo.o pure vn'altro,intitolatoMenone. eMenalippidcil zio
ne chiamô vno Marfia, &Prafsilla vn'altro a CalaieCieomenca
Mclcagro .eTelefte,vnimcneoDitirambo,Ma

f L i B R^O- s E c o- ?^J> o. i7j>
càuida,eloanredettoScoliaftedi Sofocle. edacio Dionigi
fu cognominato, corne fi vide, Euio,come Apollo,leio.
ôçjùTEuoijfiaggiugnea talora,Saboi,cofiEuoiSabpi- &
era vno Epifonetna che a ver ticamatifi foggiugnea .corne
nelPcaneilgiadetto,0,ieFe3n. ofiv£iua,loEuoi»anche
da Frigi,nc Sacnfici,c fcfte-di Cibcla. corne JScrabonee Clémente
rccitauo.
I P O R C H E M A .
Quefta poefia parimcnte annoucrà Proclo tra le Sacre
Jodan ti. e dice clic fi.cantau'a ballandeu c che fccondoalcti
nifcrittori>eraftata trouatadaCretcfi. e fccondo altri da
Pirrofigliuoldi Achille.da cui fu detta Pirrica ccrtafpeziç
diballoarmato.maafcftadiquûl Dio l'adoperafl'cro egli
noi diflc. Ma fréquente èquclto noraene gli ferittori. c Lu
ctano di eflb fcrifle in qupfta fentenza.
I cantijirttti a qaefti ebori, fi xbiamano Jforcbemi. E fi empic die fii
la lira.
Dalle quali parole, canti,chori,Iira,moftra aflai chiaro,
con quello, chequaelafiIcggeiparfo.checofifatta poefia
era congiunta, con (ucmo.econballo. corne per appun
tofonoftatcpocofopraau'aànoftra.c in quella dclBoccaccio,
le carolc. Ouc la poefiacantata ,ballata fi nominaua.rarmomacradiUuto,o
dilira,od'altro. &ilballo fra
le fette donne, & i tregiouahiera mCnato. c de gli Iporchemi,
il piu antico flrittorc fu di fopra nominato6çnodamo
Citcno. c poi Pratina, di cui fe ne icgge un iutero appo
Ateneo. c Pindaro ne fece molci.
Secglièlecitodi porre duc contrarie fpeziefottoad vn
generc, pongafi fotto alla lodantc i Dei la poefia i Dei biaiimante.
fi corne fu quella di Anfione contra Latona,c con
tra aile MufcdiTamira.
S P E Z I E IIJL
La quarta fpezie di dmina poefia noi ponemmo eflere
quella , che adiuinitàfaucllaua , e la prcgaua.e Proclo
dal priego Euxtica lachiama mentre feriuc. _

I 74 ' D E L I A T Ù E T I C ^ Y ^
Gli Euftici Meli,fi fcriuedno da coloro, che da <
£e~i qualcbe càjk&
tnandauano.
E quefti fono quegHInnj perauuëtura che Platone chi*.
ni6prieghi,eomes 5
èuetto,&Euchè.mapoetidicoufattc poefie feparate ,-non il fono trouati, fra tanti da noi fopra
nominati.fe nonfono forfe le Teletè diOrfeo.cd* altri che
fîfonodetti.
SP.EZÎE V. TELETE'.
- Maie Teletè, môftrano di eflere fra le poefie intorno a
diùinità operanti .Dcllc quali Ateneo, dice»
> Teletè chiamiamo le fejle ancor maggiori, con alcund^ mijlka im*.
firazioncçer conto dette jpcfe cbefifanno in ejfe.^
Ottre che col proprionomediTeletè importano l'atto
del Sacrificio. e chi Sacrifica, opéra. & in operando priegj,
c in pregando loda, emagnifica il pregato,eluiinuoca,&
il fuo aiuto..IIchetuttoii vedefatto,nelleTeletèdiOrfeo.
Cotaledouete eflere la poefia de Sacrifia d'EgittodiMelâpo.
e quegli di Cerere del medefimo,e di Eumolpo. e quegli
di Arignote a Bacco. & vna fpezie di Teletè, 40 mi dô a
credereche fofle l'Ootelico di Orfeo, &UTiopolieOxCforfe
taie ilSoteria dello fteflb a Gioue Sotercche in Ateneha
ueatempio,efeftefolenni; . , - <
MIS T'S R I. i
• Êfi corne le Telete cran o Sacrifia pâlefi,e fatti conifpefa
grande, cofi parte di quefti.o da quefti fèparati erano quelli
che dimandati.erano Mifteri. fatti in parte occulta,oue erano
o cantati, omormorati qualchebrieui poemi- quali,
verbi grazia erano quelli délia Dca Bona inRomai&in
Eleufina quelli di Cerere, altri magni, & altri piccoli alJaftgliuola.
ftati gia ordinatii primi, corne e Diodoro.e Paufà
nia riferirono da Orfeo. & percio furono detti Orfici. &
Diodoro cofi di ciô foggiunge, e délia loro fecretezza.
. In fomma da gli antiebi poeti e fauolatori la terra viene cbiamatt
Demetra. e conforme a cio fono le €ofe dichiarate da poemi Qrfici,tlt
" cofe

L l Ti H. 0 S E C 0 T^D 0. i 75
cofe introdotce ne Sacrifia. de' quali non è lecito di contare t pu, tnoUri,a
gtntenon facrata.
E Paufania incerto luogo diffe. Che ciô inrenderebbe
chiunque, o i Sacrifia in fckufina hauefTe veduti,o i poemi
Orficihauetfeletti. Oicre ad Orfeo fcriffe poefie di Mifteri,
anche Eumolpo»appuntodi quefti diCerere» ede medcJimi
Arignôte. efe ben airri poctinon fono di ciô ftari
da noi ricordati,cdacredercpcro,chc& altri Mifteri in
Grecia fi eclebrafiéro. & poeti di cisiin quell'età prima non
mancaffero.
O R. G I I.
Si corne Orfeo, inftitui Miflcri aCercre,e compofe poefie
da cantanlifî entto. cofi fu aurore de Sacrifid,e Cenmo
nie di Bacco, che propriamente fi diflero Orgia.
Di che il medefimo Diodoro fcriue in quefta forma nel
in, dopo l'haucr narrata la ftoria diTaropo.e di Bacco.
Dopa cib, a Taropo rende Qrajie 'Bacco delriceuutobeneficio . egli
dono d\eame de' Traci.egliinfegnàgli Orgtj ne Jacrifià. Da Taropo
il figliuoloEagro ,prefe usiilregno, corne i Sacrifici,&itnifleri. Dal
quale poi Orfeo fuo fjgliitolo appreniendoli, ecctllence effendofopra tut
ti, edinatura^didottrina, muta ne gli Orgif motte coje. & per cià i
Sacrifici da Bacco ordinati,Orfici furono appcllati.
Di quefti perauuentura rratto egli nel fuo poema intitolato
Bacchica.Et Onomacritonominatamentenccompofc
vno detto, Orgij di Bacco.
C A T A R M I.
ICatarmi erano poefie cantate con cerimonie vfate in
purgandoli,& efpiandofi auanti a Dei, per le quali credeano
di mondarfi da peccati. emondi ch'eglino foffero,di po
ter piacere a Dei. c da loro impetrar fauori ,e benefici.E di
efsi, per !a iftoria apparc.effercftato il primo autoreil fudet
to Orfeo.-e dopo lui ne compofe Abari Scita,epoi Epimeni
dc,c finalmente EmpedoclcMa dcgli altri poemi diOrfeo,
ch'andaronoforto nomi diTroni(mi,diTriafmi ,di Amo-
copia,

ijfi ~ DELIA TOErTi Ç ~ ^ ~ ^ —
"copia, di Catazoftico, e di Gierofolica, jo xonfeiÔdu^;
faper rendere.ragione, fuor chepercongiettura^ioftim?
che foflero poche Sacre.
' S P E Z I E vi; J
' La fefta Spezic di poefia diuina fi difle eflere Urapprefentante.
Dellaqnale feakuna fu pofta in opera-fnpr di Sçena
in alcuno de profsimi libri fi uerrà rnanifeftando. & ordi.'
ciamochela rapprefentazione di poefie di foggctto-diui*
ne, pafsô fino in Ifcena, e fu trattata in palco, j'rj Tragédie
in Comédie, &Tin Satiri. Çonciofia,cofa che Timifiteo,fe!
ce vna Tragedia délia nafcitàdi Gioue. & Acheo vn'altra
délie parche. & Ariftarco vna di Efculapio-. & vn Satire di
Voleano Acheo. Et aflai piu.il feceroiComici Imperôche
vn Frinico fece Comedia,di Saturno, e délie Mufe. e Platone,
il Gioue villaneggiato. œ Nicofrone il nafeimento di
Venere. e cofi anche Antifane, e quefti eziandio fece l'Ee.
lo. e Cratino la Nemefi,& Of ellione leMufe.& Alefsicjvli.
cocare ambedue la Galatea. & Anaflàndride il Nereo,c le
Nereidi. ôcEubolo il Dionigi,o Bacco. e di piu le Grazie.&
altri altre moite Comediecompofero|de'Dei, & in Ifcena
lefecerorapprefentare. Ma quefteferuano perefemplo,
Cofi adunque le diurne poefie da noi raccoltc nel primo
de'tregenerivniuerfali,fienoper modiinfeifpeziepartjte.
& alcun particolare vi fia fottopofto.
G E ^ E R E
7^ A T r %A L E.
' Il génère naturalc che fu il fecondo,'ha moite manière
! di poemi anch'egli. Percioche, odi tutto il mondo infie»
mefièpoctato,odellcprincipali parti fue. o dcl!cmeno,
principali, o délie dilorcomporte.Iquali quattro fattaiterni
generi, s'intendono ora,come corpi di Natura mofsi,&
mutati. eU principali fono iCieli,e gli elementi.Aere, Ac-

I J g ^ O S E C O T^D O. 177
qua,cTerra.EIc men principalinelCielofono le Stelle.il
Solc.ela Luna. NeirAerefonovenri,nugole,pioggic_i ,
tuoni, baleni, e fuoehi. E cofe di Acqua fono Mari,fonti,
fiumi»Iaghi,e cofe tali, eifatti,econtcnuti in efsi,ifole,pian
te,pefci. E nella terra fono pietre,Mctalli,pianrc,& animali,
«5c huomo. Délie quali tutte parti fembra che (ieno ftate fat
te poefie in nouero non' picciolo . Le quali, noi, fecondo
l'antécédente iftoria,,, verrem o ora a parte per parte regiftrando.
M O N D O.
Di tutto il mondo corne da Dio prodotto, già s'è detto
effere ftate fatte poefie fotto titoIidiCofmogonie,diCofmopcie.di
Protocofmo,- Délie quali ora fi tien ragionc,comc
di trattantidicorpo da Natura gouernaro, e corne picno
d'altri corpi, di natura loro, l'vno nell'altro agenti. E di
cofi fatte cofe, fi v ide hauer trattato la Cofmogonia di Lino
. c l'opéra maggioredi Parmcnide, c quella di Empedoclc
fi vedejne lor rottami,che di quelle faucllano. c fu forfc
talcaltrcli la Cofmopeia di Antimaco Egizzio.
CIELO.
Ma délia parte del mondo , che il Cielo c , fecciono
poefie, primo di tutti Orfeo, vna Aftronomia. & vn'altra
ne fece Efiodo.cpoiTalcrevna sfera.&Eudoffo vna
Aftrologia.e DorotcoSidoniovna Aftronomia.cManeto
Egizzio v n'altra. «5c Arato di foggetto di Cielo, c dcllc cofe
in eflo contenutc, ne fecc tre. cio fono vna Aftrologia.vna
Aflrotelia.claFenomena. La quale daCicerone,eda Germanico.cpcrauuentura
ancheda Ouidiofuin Latino traslarata.&vna
Aftronomia compofe M. Manilio.e forfe ai
Cielo.oalmouimenro fuo appartennero la Decaetcria,e
la Dodecaetcria di Orfeo.
Z E L E

I 78 T> E t L U T 0 E T J C
E L E M E N T !
DeghElementiinvniuerfale ferifle Parmcnide vnoof
ma con nome di Sticopeia. e tali poemiîn commune die
fe di natura ne gli démenti fatte, ftimo io che foffelaFifS
, di Orfeo. e quella di Filolao, e quella di Brontino. equeS
medelimamente di 5enofane,e di Archelao. e quel'ladi M
neto. e di Eratoftene, e di Aleflandro Licno, e tra Latiniy
poema di Naturadi Lucrezio*e diM.Varrone. e di Marco
Furi'o.
AERE.
Ma in particolare délie cofe fatte neIPaere,fu la Meteora
diTalete,e l'Etie meteorologiche diCallimaco. &ilpoema
de'ventidel medcfimo.e leErie divn Dionigi. & a quefto
ôrdineperauuenturafideonoridurre il poemadiTeodoro,dclle
Stagioni. e il Ver di Cat ulio.
A C Q_V A.
Fu di foggetto di acqua il poema di Callimaco, chcfudc
Fiumi. e délie cofe in aequa contenuted'altro fuo de pcfci,
erErgaTalafsia,erAlieuticadiPancrate.e lo Afpalieutico,
o di pefeaggionc di Selcuco. e gli Alieutici di Ceclo Arg-mo.diNumenioEracIeote.diPofidonio
Corinthio,edi
Oppiano Cilice. e quello di Ouidio dePefci. cquellodc^
Bosforo di Dionigi Bizanzio.
TERRA,
: Piu toccarono alla terra, il poema di Callimaco il Niporc>
che fu deîFlfole. e la Periegeli di Dionigi Corinthio,edi
Dionigi Aleflandrino;edivn terzo Dionigi parimente.
Alla terra appartennero anche queglialtri poemi, cheinfo
gnaronoacQltiuarla,comcche congiunta vi folle opéra
vmana,e per ciè poemi mifti foflero. & cio furonoidue
poemi di Orfeo,l'vno de giorni,e l'altro dell'opere.& quelio
deTerremoti,equello che Efiodo, feguendo il fiio ptogenitore

' I J B ^,0 S E C 0 T^û 0. 179
gcnitore intitolo ai trcfi,di opere.cdi giorni. e dopo di quefti
la Gcorgica di Crifippo,e quella di Nicandro,e tra Latini
quella di Virgilio, e la traduzion fattane da Ariano, c poi
quella di Albino . Nella qualefchiera fi poflonoriporre
queU'altre poefie, chedi alcuna parte dell Opère di Villa ragionarono.Sicome
fu quella di Eumolpo délia piantaggionede
gli alberi, e délie viti. c quell'altra di Sertimio tra
Latini. chefuintitolara J{urh Opw/cw/a.EraltradiGargilio.
Dehortifoput. PIETRE.
Délie piètre preciofe fecc vn poema Orfeoi ilqualeancor
fi legge. tutto che con opéra diuina,&vmana fia mefcolato.
& vn'altro ne fececon titolo di Litiaca,vno deDio
nigicognominato Pcricgetc.
E R B E
Di naturale materia femplice furono que' poemi, che
trattarono dcll'Erbc. & vno taie fecondo Plinio,ne fecc Or
feo.MadiErbccongiuntecon opéra d'huomo,furono i
Rizotomici, o Erbolai, l'vno di vno Anacreon te. e l'ai tro
di vno de Dionigi, l'Vticcnfc. E tah furono altri due.l'vno
diCIinico dcU*ErbaIberide.craItro di Tolomeo Citcrio
dcllaPfalacante. e tra Latini trattô pure d'Erbe in poefia
Macro.
S E R P E N T E
II medefimo Macro fcriffe parimente in poefia de*Serp5ti.
c lo ftcffb fece fotto Anaftalio Timoteo Gazeo.
QJ/ ADRVPEDI.
E quefti ftefsidue, quello in verfi Latini,e quefto in Greci
fcriflono degli animali quadrupedi. MaTimotco comprefe
tutti gli animali ftrani,che fi trouauano,non folo in Egit
to ma tra gli Arabi ancora,e tra gli Indi. In quefta fchiera fi
potrebbon porre anchci poemi che fauellarono délia caccia.
e portarono titolo di Cinigetica, & vno nefece Oppiano.&
vno Grazio fra Latini.
i n r vu-

l2 0 D E L I A T 0 E T î C\A. »
V O L A N T L " '
Il medefimo Macro ,& il medefimo Timoteo, fcriflèm
fimilmcntc poefie di vccclli. ôcDionigi il Periegete,vna ne
fece con nomediOrnuhiaca feperô nonfu piutoftoopc
ra trattantediGalline. efeciofu, vi interoenne opéra L
mana. come nel Meleisiurgico di Nicandro,che trattôdel
1- Api,e del mêle, e la Iffeunca di Criftodoro ,che parlodell'vcceilare
a vifeo, e la Fenice di Lattantio, edi Claudiano"
Ma le fcherzeuoli poefie di Omero, délie guerre, deTopj è
de ranocchi.e de' topi e délie Gatte.e délie Gru.e de gli Sc 0t
nelli,edegliAragni.ficomel'altreduedeTordi,cddleSi.
mie, in quale fchiera anderanno ? infiemecon le Gallmc, ê
l'Anitre,eleRane,cleVefpeintrodotte ï IfcenadaMag'ne
te,e da Ariftofane Comici ? Di mio credere,(aranno anch'el
le poefie miftedinaturale.ediumano,in quanto ellenoa
lembianza d'elle umane azioni furono in partefatte.cpatte
con umane azioni in Kcena fi mefcolarono.
H V O M O.
L'huomo anch'egli, come fattura di Naturafu foggetto
di poefia » Perciô che Arato fcriffe l'AntropogoniajChefecôdo
fuonail titolo douette parlare délia fua concezionc,
enafeimento.
E quefti tutti poemi di foggetti naturali che afeendono
a XL 111. innouero,èdacredereper gliefempi che (c ne
hanno, furono fatti in guifa di trattamenti. cioè di fpiegamentide
gli effetti di natura, accôpagnati bene fpeffoda
affegnamentidi cagioni. el'Etie,chefi fono citatediCallimaco,ediDionigi,celofanno
manifcfto col proprionome,chefignifica
cagioni. Il quai modo di trattare ,-nonè
maniera narratiua, ma domatica, & infegnante.
- Bene fi feccro poemi dicofe di natura,in maniera.lodante,c.omeilfecediDelo
Eumelo,e Partenio ,& altri d'altrc
cofe, come del Nilo, ediBagnid'Abano Claudiano. ede'
__ -, Caualli

L / B H_ 0 S EC 0 "K^D 0 l8l
Cajalhdi Augu(to,edi Domiziano.ediOnorio lodati da
Cermanico,da Stazio,e da Claudiano.
G E N E R E
v M u 2v; o.
De* trc fommi gcncri di poefia propofti,Diuino,Naturalc,&
Vmano,habbiamo li due primi, nelle loro fpezie diuifi
& in elsi regiftrate rutte le particolari poefie di natura,che
da poeti Greci e Latini fono ftatcfatte.Oraci tefta che il ter
zo Vmano diuidiamoi & intorno ad cflo la medefima opera,facciamo
che ne gîi altri. Per tanto cofi diciamo che il
Génère Vmano fotto a di fe,di prima diuifion comprende,
pocfia.o di cofe,o di perfone,o dcirvne,edelJ'aItregiuntc.
& quefta è la femplice maniera tripartita, od ella è mefcolata,con
lanaturale,oconladiuina;0 conamendunc. & fono
elleno ftate fecondo i modi,o Narranri,o Lod5ri,o Biafimanti,oEfortanti,oIn/egnanti
oLagnantifi,o Gioiofe,
o Amorofe,o Lafciue : o Rapprefentanti.
Sotto a quali x-capi fembranoporerficondurretuttelc
poc(ievmane,oquahtuttc,dicuialcunanotizia, ci è ftata
nell'anteccdente iftoria additata.
COSE V M A N E I.
Di cofe umanc fono ftate fatte poefie da Erinna» che
lodo la conocchia . c da Pittaco, che lodô la mola del
molino . iotto il quale nome di cofa , corne chc»tutto
cio che ad huomo appartienc , o da lui vienc fi pofià_.
comprendete. fia pero prefo orafolo per cola,nonanimata.
c da lui feparata . Ma ciochea perfona tocca.cad
azioni,ea pafsioni,& a cou u mi fuoi, fotto l'altromcmbroliafottontcfo.
NAR-

l$Z D E L L ^4 T 0 E T 1 C \4.
N A R R A N T E I.
Chiunque o Scriuendo,o parlando.ocanrando narra- 0
il vero, e iftoria racconta; o il falfo e fauola,o il vero,eilfà|
fo di parte in parte. La quai diuifione, anche altri membri
riceuepiu particolari. Ma di quefti tre.diciamo ora, cheè
di pura iftoria,e di pura fauola, e di mefcolare iftpria c fao 0
la.poemi fi fono fatti,e cio,o di piu genti,o di vna, o di p ro.
uincia,o diCittà. o di piu lignaggi,o di vno, odi piu pc-fo
fone.odivnafola . E pognian prima le iftorichepoefie
quelle cioè, che o per teftimonio chiaro.o per congiettu- a'
vicina al ucro,tali faranno ftate, per foggetto principale.
. ' ISTORIA."
Perquanto chiaramente da Paufania fi trae,EumeîoCo
rinthio, fece in po efia la iftoria Corinthiaca.e per ciô fu det
to poeta iftorico. & iftorie moftra il medefimo che foffero
i Cataloghi delledonne Illuftri,fatti da Efiodo.ele Genalo.
gie di Licea,e di Agi d'Anfiptolemo. e di Afio, e di lbico,c
le Gen tihtà del detto Eumelo,e quelle di CinetoneLacedo
rrionio. e gli Eacidi di Filoffeno. e la Naupattia di Carcino.
emedefimamenteleEee grandi diEfiodo fembra che ftàte
fienoGenalogie, Ma iftorie divnpaefemoftranôeffbefta
terAtticadiEgefi.no. e quella di Ferecide Areniefe. epoi
quella di Euforione,e diiftro. e la Cicilia, per non dirquel.
la di Omero, almeno di Ipi Regino, e diNicandro poi,edi
Augufto.el'Italia di Ipi. ela fua Argolica.con quelladiLcu
cea,e di Callimaco,e di Iftro. e laTefprotide antica,e quella
diEuganone.ela Etolica,e la Beotica di Nicandro,ela Acai
ca,e la Teffaiica, e la EJiaca di Riârto. el'Arcadia di CalJima
co. e la Bitiniaca di Denioftene,e la Partica di Seleuco ,ela
Perfica diTimoteo, e poi di Giorgio.ela Perfeidedi Mufeo
Efefio,e la Rodiaca di ldco. che turte paiono effere ftatedeferizionidi
quelle prouincie,e narrazioni di iftoric,e difatti
délie genti di que* paefi. Si corne le feguenti fembrano effere
ftatedialcuneCittaparticolari.fi corne la Smirna di
Mimnermo, t
J ' " ~ — ~ :
— " ~

L 1 B J^O S E C O t^D O. IS?
Mimnermo » che narro la guerra di quella Città contro a
Gigc.elaLamiacadi Cherillo Samio. e la Mcflenjaca di
Riano,che contenne la guerra di Meflcne conrro a Sparta.
e tala douctte clîerc la Egor.ia del medeiimo. c la Etaica di
Nicandro. e la edificazion di Naucrato di Apollonio.e for
feil fuo Canopico. emedefimamenre canto Fenice, la dcftruzione
di Colofona patria fua, c di Lebaida. c lo fteflb fe
ce Egefianattc. Cofi fatte furono parimente la Tolemaide
di Iftro : e la lfautia di Criftodoro, infieme con la fua Teflalonica,cConftantinopoli,
eTralli )cNaclc,& Afrodifiadc,e
laCalidoniaca di Coluto.el'Antiochia di Ifaco. ela battaglia
Leuttrica di Egemone AlcfTandrino. e i fatti de' Roma
nidiSimolo.ediEnnio. e gliannalidclmedefimoEnnio,
c di Oftilio,e di Bibacolo, e poi di Aufonio. e la prima guer
ra PunicadiNcuio.edi Albino.epoilc iftoriediOftio, di
Lucano,ediSiIio,ele guerreGetica.e Gildonica di Claudiano
.
Ma de' fatti di alcun Re,o Capitano, fu la poefia di Simonide
Ceo, fatta fopra Cambife, c fopra il primo Dario. e la
ugna di Serfc allô Artemifio, e poi quella a Salamina. e il
alaminiodi Solone. clafpedizionediCodro,diPaniafi.
c la pugna diPittaco, c Paîtra di Antigenida, cantate da .
Alcco. c la fcefa di Scrfe in Grccia di Empedoclc . e di
Cherillo Samio. e la Lifandria di Cherillo Spartano,edi
Nicerato , c di Antilocoi edi Antimaco . e l'Archelaida
di Partenio. e PAleflandriada di Anano, ePAttalo del me-
•dçtimo . c PAlefTandriaco di Soterico. c P Aieflandria di
Demoftenc , e PArtace, c'1 Maufolo del medefimo c'i
Pclopida di Filottrato. c PAntioco di Simonide Magnefio.
e il Romolo di Buta ,e il Cicérone, e il Cimbricodi :
Arclna . c il Pompeo di Teofane. e piu poemi di Ouidio
fopra Augufto , e'I Gcrmanico di Albinouano . e'I
Mario di Cicérone, ei Mitridatc di Ncronc, e Pldumca
di Domiziano. c i Prencipi di Aleflandro Scuero. el'Antoniniadedi
Gordiano . e la vita di Tfaneo di Soterico,
e le cofe délia patria fua.
Le

184- D E L L A T O E T ] C Jt.
Le quali tutte poefie, in maggior nuraeroThTdTcçrîto
parteauanti ad AriftotiIe,e partedopo,contennero f og!
getto iftorico.
F A V O L A.
Come de iftoria pura, fi fecero poefie in tanto numéro
cofi di pura fauola, ne furono dell'altre. si come la Miro,'
pcia di Orfeo Ciconeo.e quelle varie fauole di Egefianatjt
c 1 e Eroiche Epigamie , eTeogamic di Arifteo, e dej terzo
Pifandro, e le Metamorfofi diTeodoro, ediCalhftç.
ne , e di Partenio, e di Ouidio, edi Neftore.etaliperauenturafurono
la Cicilia, ela Focaida,el'Amazoniadi
Omero, e quella di Pofi, e la Edipodia, e l'Odiffea, l'Iliade
fua. e forfe l'Anfiarao. e gli Idei Dattili di Efiodo, ç UJEgdi
fua, e di Corinna. e la difcefa di Orfeo all'Inferno, e quella
di Tefeo, e di Pirtoo. e le Tefeidi di chi lefece.elcTebaidj,
e l'Ercoîeidi di molti, e i Dardanici, e i Ganimedi, e lalô,e
la Scmele, e l'Ecale di Callimaco. & il Laerte ,e il Telçfo.e
i'Arimafpiadi Ariitea,e laCimeriadiCallino, Infieme col
fuo Apollo Sininthio. ele fauole mefcolatedi huomini,e '
di Dei adietro mentouate. Quella di Marfia e di Palladc. c
le Galatee,e i GIauci,e le Scille. e le NaiadLe laDafne,cll'An
tippe,eil Cianippo.cla venutadi Apollo da gli Iperborà,
elenozzediEbro.elachioma di Latona,&initone,e'l
Nereo, e la Diana, e le Grazie, & altre umane. il Metabo,c
Menalippe. e la Circe, e Pénélope, e 1'Ariadna,&il Leandro.el'altretalich'anomideloro
autori fi fono gia tegiftrate.
/
ISTORIA, E FAVOLA.
Mcfcolate poefie di fauole, e di iftorie.diffe Prodo effere
ftato il Circolo Epico diSrafinot..eMacrobio,il poema emi
nentedi Pifandro. e parimente mi fo io a credere che tau
foffero Ielliadi, el'llioperfi ,eicofifatti altri délie cote «a
Greci fuccedute, c Troiani dicotanti che le fenflono,&i n,
torni de Greci. e il Ganimede di Fanocle. e cofi fatti alffl,
— — • CôïT
g

JL J g \ 0 S E C 0 T^D 0. 185
Cofi gran numero adunquc di poemi cadono fotto la manicrachcfichiamè
Narrante fcguiranno ora quelli che fi
ftringono fotto alla
L O D A N T E II.
Il racconto e la loda, non fono la 'medefima cofa. Perô
che quello.altro non è.chcnarrazionefchictta c pura.c la
loda bene fpeflb non narra. c fc il fa > magnificando il fa le
qualità.clccofc dellodato. Ilchc,piuinnanzi fi farà piu
chiaro,& ora fi prefupponga che cofi ûca. e come che fi lodi,
e Dio, e diuina cofa, c di Natura,noi ora fauelliamo di
Iode data ad huomô. La quale con vn nome folo di Encomio
venne tutta comprefa e fenza dir di cui, feriflero Encomi
Pindaro cTimotco ,e Coluto. maçon nomi fpecificati
feccro Encomi Partcnio il primo, aTefrorc,ead Inclo.cStc
ficoro ad Elena, nella Palinodia, c SafFo a Laricc fuo fratel
lo,caFaoncfuoinnamorato. c Simonide Ceo ad Eualci
de, c Mufeo Efcfio ad Eumonc.c Matre,e Caucalo.eCefarc
vno per vnoadErcolc. Aratovnoad Antigono. & lbico,
com'10 credo.a Gorgia. 6

186 7) Ê L'VU* T'O É T I Ô ^
& altri Froi.e Dei. e poi nella terza trouata da MTr^iJoTf *
gaitadaCallimaco,eda Varrone. e finalmentein quella
dlLucilIo ediOrazio,ed'altri. Anche in vrt'aftra fpezic di
poefia di Palco, fi eiercitôilbiafimarejchefidifle Minio
poinelPantomimo. & anche nel Mimigiambo diCercida.e
prima nel giambodi Archilpcb.edilpponatte.ed'al
tri molti e nel Semigiambo di Prômàtida.e Senofané ilfc
ce in Elegia. e nel SiJlo. &in quefto eziandio'Tlrnone.ç rte
fuoi Cinedi Sotade, e dcglialtri feguaci fuoi: e poi nellalbr
fua Callimaco. & nella fua Ouidio parimente. e forfe an.
che in altre.
ES O R T A N T E IV,
Sotto quefto nomeio cômprendoqueIlo 3cheappoGre
cifu Parenefi ."eNuteteli. mentrealtriconfortaaltruiafare,
o a non fare. e cofi fatta poefia per mio credere fii quel,
h di Anfione, con la quale fu detto hauer moflo lepietre.a
far lemura aTebb.cioèinnanimô gli huomini Cittadini'a
farlc TaliparimentefurpnoîpoemidiTerpandro,éfomn
ri alla pace glïSpârtani.'&i Peani,e le Pimche diTalcta
Gnofio. e le poefie diTirteo. e il Salaminio di Soloné,e la
pPefiadiNaumachio âlleVergini.ele ParanefidiFocilide,
e gli Angeltici di Teogoni. e cofi fatte altre,perauentura,e
taie è il Prorreptico a Crifpino di Stazio. $ç alcuni talifono
appoCatullo. t ., P
\. " j.'l I N S E G N A N T E V.*
Le poefie che da certi poeti furono per ammacftrarc altruicompofte,ditreguife,moftra
che fotïero.'Imperoche
odomatizaronodi alcuna arte.comelaChirofcopicadiEû
molpo. & ilMelampo di Efiodo, e Tarte fua dello indouinare.
e dell'ârte dell'Vgnerfi fu l'AIeptria del medefimo, e
vn poèma di Médicinal & vn'altro taie di Orfeo.&vn'altro
di Filone,e le Terjache altre.fi di Arato, di Nicandro ,diGinico,diEùdemo.elaAlefsifarmaca;elaPronoftica
di Nicadro.
ele cofe medicinali di Democare, di Ehodoro,e diTo
Jomeo

L l B ^ O S E C 0 1^ D_0. 187
îouico cuer o edi Maiccllo Sidite e l'arre ReroricadiTco
de re.elapotticadi Orazio e la ftaruaria di Criitodoro c
forfe fotto a quefta regola cidcrcbbono tutre le Georgtche,
e le parti loro, e l< CiniRetjche.e quelle de) pefcare, e
deH'vccellare.&perauuentura i'artc dello amarc. & iRimedi
fuoi di Ouidio. Ouero inlegnarono Icggi ciuilu comeinCreri
,clepoelicdi Pirtaco.cdi Dracone,& alcune
di Solone, & altre di Anacarli, e le leggi di Caronda che fi
cârauano fino allemenfe Eleterzefuronoquellecbeinfegnamentidicdonodibuon
coflumi, corne ilpotechedi
Mufeo.e quelle di Ferecide Arenicfe.c diCleoboJoxdiPc
riâdro, e di Chilone»e 1 a Sobrietà di AnacariLe 1 verfi d'joro
di Pitagoia.e prima di quefti gli infegnamentidi Efiodo a
Perfe fuo fratello, e quelli che in poema feparato fece darc
adAchilledaChironcepoiTEtopeiadi Arato c l'AretalogodiPlozioCrifpino
& altre tali.eleGnomoiogiche.
LAMENTEVOLI VI.
Cofi corne le profsime fudette manieredi poefia, mirâro
no a mighorarela potenza ragioneuoledeli'huomo. cofi
lefegucnti.omirano.o nafeono dalla parte aftettuofa Ela
prima fi è la dolente. La quale, o il proprio doloresfoga,o
in cafi altrui dolorofi uienc adoperara. Quelle portarono
diuetfinomi edi clferantichils ma fuil Trcno daLino rU
trouato,c vfaro. De qualiDionigi Biz izio fcrifle.Ma poi cô
la Iua morte Lino diede ad altri poetï occadonedi pianger
la.con poclic di nome dal (uo formate.Perciochc Panfo, c
Sifto pianfono la morte lua con Ecolini Se ahn poeti il difcro,Elino,Sc
altri anche Ndino. Ma Simonide Ceo.e Pinda
ro il dimanuarono propriamente Lino.Mida che dopo Lino
viuc.volendoindcarelamadrcmortagli, lopraîl fepolcro
pungendola, c repheando fpeflb quefta dolente voce,
E E,dalei.edal dirla,legon,dinominoquelpianro Flego.e
cofi Olimpo Elégie chiamolcpoc(ic,ciNomiTrenenci,
cVcçli compofe. cdawdi innanzifu quella lamentcuole
podumditfcrentemente,eTreno,& Elego chiamata. A4a
àjffo.vn'altro ne dinomino pur dolente, Monodia.
Ââ 2 Lo "

IS8 DELL Jt TOE T J C A.
Lo Epicedio ahrefi fu poefia ne mortorij adop^alà7^£
ceroEfiodo,Euforione (Arato,Teocnto Je duc Partenii c
Stazio ne febenquattro.e Proclo cofi il defcriiïe,
j E différente lo Epicedio dal Treno. Perche lo Epicedio, è fopra

LI B KO S EC 0 7^D Q. 189
L'imeaeodiconocbe[nanti a no^iç per defidcrio, ecercamentodi
Imento ,figliuolo di Te\ pficore. il quale dicono, ch'baimdo tnoglie prefo,
difparue. Et altri affermano cbe per onore dell'Attico Imeneo. il
quale dicono cbe pofioft dietro a certi ladroni, ritolfc loro Atticbe vergini,
da lor rapite. Ma io ftimo, cbe fia vna voce di fortunata vita,
pregata a qutlli cbtinmatrimonio conuengono con amort. trateffendola
pregbiera con parlar Eolico dictndo tlmentin , per Omonoin.
che è, effere d'animo concordi fempre i congiunti infieme.
CotalcImcneofccefiloffenoinÈfefo, non chiamato a
carte nozzc. il cui principio gia ponemmo. c tali fono quel
li di Catullo, Colhs, o Hcliconi;. & Vefper adeft. & vn Imeneo
in Ditirambo fece Teleftc.
Vn'altra fpezic di poefia, confino aile due fopradctte.fu
lanominata
G E N E T L 1 A C O .
Che fi folca feriuerc ncl nafeimento dialcun figliuolo,
quale fi vede vna dcll'Egloghc di Virgilio del figliuol nato
a Pollionc . c taie c appo Stazio , la poefia che porta titolo.
OB P R O L E M.
A Giulio Menccrate. ma col proprio nome di Gëetliaco
diLucano, fatto nellarâmemorazione del giorno del fuo
nafeimento, nella guifa, che fi conta che ifilofofi Platonici
a tempi di Plotino, il di fcfto di Aprilc folennemcnte ce-
Icbrauano, in memoria del nafeimento in cotai giorno di
Platonc. e fe poefie cantauano, crano da dirfi Genctliaci.
E perche in nozze,c in cotalinafeimenti, & in altre allègre
occafioni.s'yfauadifarconuiui,varie fortidipoefie fi
faccano che diremo.
C O N V I V A L L
Furono vfate a cantarfi ne conuiti.Ôc vna fpeziedi quelle
fichiamo.
PA-

,ç,o D t L L ^ T 0 E T 1 C ji. *--»
P A R E N I E! '
Qiiafi cantatepreiTb a! vino,& in fui bere.edi qucflcal.
cunefece Anacreonte etaleèiorfeqnelJa.
To' o'û^OV, 7 0 1 £ 1 tptéluV.
La*oiadeglianio*i.
Oue fi confortan al bere coronati di rofe.c cofi'jafc.
guérite. & altre.
S C O L 1 O.
Lo Scolio Melos viene da Proclo,conquelle paroledicbiarato.
A
lo ScolioMelo,ft cantaua in fui bere . & perché, che talon 'û
chiatninoTarenîo .&èditompofrçione fieuole,e femplkifsima, tfu
detto Scolio ( che juonaoblicoe tort o) non per antifrafi, comeadalcu.
ni parue, quafi che per ifcopo hauefle il lodare altrui, e traftonafît U
maladicen^a in Iodé. Ma perche eflendo già occupati i fenfi dt
tati, e dal vinorilafciati,ft introducea alconmto ilBarbitotrabaccan.
ti. 1 quali A quel fuono cantanâo per lo vino gia cantauanp oUk
Quello adunque ch'efsi patiuano per ebbwga conuertendolo nel Mtlos
femplicifimo,Scolio il cbiamarono. j
Ma Û)iccarco, ( riferendolo Suida ) difle che ne conuhitremanmt)
di càti'zpnificantaua.no : L'vna quando tutti quelli che fedeawtma.
fa, l'vno per ordine dopo l'altro cantauano. e la féconda, quando qutÈi
che piu fapeano,fiponeanacantare. e perche auuenia, che di coloro
vn quà,&altro là, fen^a ordine fedeflèro,& vno oblico all'altte,fu k
can%ona da cio, cbtamata Scolio.
La terza maniera nel tefto manca. ma egli vi aggiugne,
che lo Scolio era vn Melos di pochiverfi.e n'adduccvnodi
TimocreonteRodio.di Ici verfi. , >
£kpzhi'b>7v

L I * K.Q s E c o D o.
Fo/}», o cicco Tluto
T^e in terra, ne in mare 5
T^em Epiro appareflu :
Ma U Tartaro abitafsi
Etutcberonte,cbeper te,
Fraglibuomini fono i malt.
E CIcmcntc di quefta poefia dello Scolio , cofi fcriue-»
.
tsfppo gli antiebi Greci ne conuiti al bere preparati, a ftmiglian^a
de'SatmiEbraici,vncanticocbiamato Scolio,oobltco ,ft cantaua in
Commune, e tutti infieme gridauano il Teane. & talora a >icenda del
canto, mandauanointorno l inmto albere. & cbi diloro era alquanto
piu di mufica ammaeflrato, cantaua e^andio a lira.
Di cotali Scolij ,oltrea Timocreonte, poeta fu anche
SimmiapurdiRodi,

101 D E L L A T O E T I Ç ^.
P A R O D I E .
Poefie comporte dicetoni di vari verfi cproprii fcaltr •
Dell e quali fi difle eflere ftato primo au tore Ipi.e pi»
ne, c Sopatro, & Ermippo, & vn Senofane,& Ipponatte î
vn Eubeo Pario,chc ne fece quattro libri, c poi vn Beoto'
In quefta fchiera di Liete poefie, io riporrei,cofi diauûi.
fo,tutti que' poemi,chc portarono titolo.
P E G N I A.
. Che fuonangiuochi,cfcherzi. quale furono i Pegniadi
Omero il primo, e poi quelli di Omero Sellio.e di Arato c
diTeleno,edi Gnefippo. el'ErotopegniadiLelio.clalcé
geTapula di Valcrio.c forfe li Spiidcogelij di Blefo.cil gi Uo*
co di Palla di Zoneo.
E P 1 N I C 1 1,
Lo Epinicio da Proclo vienc fpofto.
. Che ft cantaua in fu 1'allegria di Vittaris, a colorocke l'biutm
ottenutit-j.
Et tali fono l'Ode,OIimpie, Pithie,Iftmie, eNemce, che
habbiamo di Pindaro,da lui cantate,fopra varie Vittorie,
tnque'luoghi davarihuomini,caualli,ecarretteriportatc,
ç tali credo io chefoftero 1'lftmicdi Mufeo Efcfio .eprima
tre Epinicij di Euripide fopra tre vittorie tali diAlcibiadc.
A M O R O S 1 vnr.
L'amorofepoefie fono anch'elle traie pafsionate.&han
no luogo vicino a gli Epitalamij, e a gli Imenci. e poflbnfi
diftinguerein due manière, cioèin quelle, che gli amorial.
truicantarono.ôc^in quelle che ipocti feccro de lotjropriamori.
• Délia prima manierafuil Leandro di Mufeo. & vnocofi
fatto ne fece Partenio ,e Steficoro nel fuo Calice cantôl'amore
di Calice verfo Euatlo. & Ibico cantô I'amore diîitone.
& quello di Gioue a Ganimede • c Prafsilla, l'amoto
portato

L J "g K 0 S E C 0 T^P 0. 10*
portaro uaOïteoaCalai .eFilolleno quello di PuiiMuo
a Galatca.eTeolito qucllodi Ariadna.Scaltri,quello di
PiramoediTisbe. eTcocritocMofco , c Vif gilio diuerfi
amon di piftori.ScOuidio,qucllodimoltcErome.eFontano
gl i amori di Sariri.c di Ninfc Naiadi.
Ma di quelli che gli amori propn canrarono fu comeap^
pare, Alcmanc il primo,innamorato di Mtgaloflrata. e
poiMimnermodiNarmo, t Ste(icoro»lc fue Pcdia &A1»
ccodi Lico,e SafFo di Faone. tk AnacrconrediBatiiho
eDamofila canto de gli amor fuoi .& lbko parimenre,
epoi Fileta, Se Ermcnanatte . e Zoneo piftole amorole.
e de Latini, canto Gallo la fua Citcride, o Licori. c Petto*
nioCollira e Carullo,e Tibullo, e Properzk), 6c,. Oui»
dio, flc^. Orazio, Pontico vari amori loro. fie Adiia-t
no Celait>.
L A S C I V I IX •
Confino alt'amorofe poefie furono le lafciue. poi che
di opère, che in amor fi fanno.faucllarono. e di quelle
parceflerc ttata prima inuentrice molro antica Aitianaflà
fantcdiElena.cda poi Elcfantina,C Filent» donne di tta_
vita,e'lnonmig lorc Batralo.epoi Eufronio. che cantô
di Prwpo viric cofe. e poi Catullo in due Pnapi, & in altre
lue laide canzoni de anche cio fu fatto nella Priapea che
viene a Virgtlio attnbuita.
RAPPRESENTANTI X.
Délie poefie che in ifcena rhontaron o, quale fofle prîmiera,
gran tenzona è, tra la Comedia, e la 1 ragedia.e tor-
(c la Saura di Arehiloco non ne tacc. Macomunqucdi
cio il tarro ftato fia, furono tuttc.eirc in grande Credito.
c fpezialmcntcin Atenc. Oue i maeftrau , per piacere al
popolo nehebbero cura grande, e grannouerode poe.
tidi elle vi fi nodnrono ,e maggiore quello de rappreien.
Bb tatori.

- i 9 A D E L I A T O E T ,
tatori > e de Chori e grandifsima fu la copia di^ol^^îp
in tanto che vi fu tal poeta, che pm di cento, e piu diduceô
to ,e Tragedie.e Comédie compofero&Antifonc atri„ô
col numéro délie fue Comédie al numero-dituttiji gi0tni dell anno c c c L xy. Dopo Atene, vi fi pofe, ma non cô tan.
to fmdip,in Aieffandria, fotto aTolomei. epoimoltotatdo
elleno a Roma vennero .Non gia come pare di propti»
inucnzionedegtiltalici,main tradoztone délie Grechc.
Cofi furono gli ingegni Greci, &aU'altre poefie piu accom
modati, & aile cofi fatte, che non furono iLatini>e piu chc
non fiamo noi. poi che quefti a gloria fi tennero, di f0| 0
"çonuertirein lingua loro i;componimenti Çreci .çnoi
grandejaierito riputiamo hauere,(e vno, o duçdi quefti
poerofci vengori fatti. Ma che di cio fia la cagione,in piu acconcio luogo fi porrà in aperto, E di già effendoli a battante
detto molti titoli di Comédie, edi Tragédie, ediSatiri,ediloroautoropafsiamoad
altre,çhepure falirono
lnpalco.Ei
M I M I.
i * ',..•»-. .. , . i | * <
_t Fraeffe moftrache foffero ipiu antichi,PoichePlatone
hebbe del continuo aile manii Mimi di Sofrone.cV Ariftotile
e quefti cira,e quelli di Senarco.Maqualecafa efsi foUèro,io
non truouo appo altri.che appo Piomede . Il quale
dice.
il Mîmo êvnmoto fin^a riueren^a, cTogni parlare. 0«eroeg/i
è imita^one di fatti con lafciuia, di perfone, t di coje vili.
A che dice che fi accordé anche Donato, & da Macrobio,e
da altri viene fcritto.che al tempo di Cefare fuinRo
mavnLaberioCaualiere Romano, che feriuendo Mimi
fu fatto da Cefare quafi in Onta, egiifteffo montar in ifeena
arapprefentargli, e che in cio fu mirabile.
< r
: , _ .

LI BH.0 S IC 0 7^ DO. 195
, Bb 2 Qinli
•v
P A N T O M I M CV.
E fotto Augufto, fi racconta, che furfe vna popfia che fi
chiamô Pantomimo.chefuoaaimitatrice d'ogni foggetto,
& per quanrofc ne legge in Luciano* parc cr^e «fort» a ;
Nerone fi rapprelcntafle ogni fauola,e fi ponça auanti agH
occhi co gefti foli,e fenza niun parlare. E la diffinizio- ,
nediDiomedcèuerafpezie diMimo,faràftata certa forte
di poeiia,di cui Ateneo fa menzione. fenzapero addurne
niun poeta. cn'allcga il detto di vn Ariftocle in quefta
forma.
J cbiamatillarodi. i quali ora alcuni chiamano Simodi, perche imitano
il Simo,piu jpejjb ,fi veggono di altri poeti llarodi. e di cojlaro »
nel libro délia mufica ei fa eatalogo, e dice. il Magodo èlo flefîo col tifiodo.
tria Ariftoffcno dice ,cbc colui che rapprefenta abiti d'buomini,
edi donne fi cbiama Magodo. Ma colui Acbc cmabiti virili, rapprefenta
i feminili, Lifiodo fu dimandato r Ma efsi cantanogli fiefsï Meli,
e in tutte l'altre cofe fono flmili *
Et dopo alquanto foggiugnc-*.
Ma di quefti poeti piu maefleuole è, fllarodo. Terciocbe egli non rode
il Lentifco, & y fa vefta bianca virile, e porta corona

P E t t A T* o Ê r r rjT *"—
Quafi parentea quele fu la MmodU^idTcui^boHî
eofî fcriffe.
* tféomMuhiayi ii Magnefia furmo Egefia Qratovt. il quale fu d
r»îmr> aUtd^ii q'tellofttie, chè fi dmanio ^ifiatko, eonompenio rçfl
t^tko &i vfitat». E Situé Melopeo t fit mch'egli corro»,^
dc-H'*t*»%tàêprimiMelopei.èintroducitore delkSimodia. si n t
anche i tifioê, & i Magodi. e Cteomaco pugile caduto ai mm vn(tT to€Uedo,elafante f»a, imité ïmoiide parlariCinedtcijdtlorcofa
• » • ' . f cominciè Sotadeilprimo il parlare Cmeàicdpoi ^tltjfit^
Etnlo macofloroin parlare nudo. maçon Mêla Hfi > & ancopfmi tbecofluiSimo.
Adunque per cotante reftimonianze appare afiai chiaro :
che Pllarodoal Magodô, il Sirriodo.il Uliodo.etanotrafc
Confini.in poco piu che ne norni diférence fimigfianti in
marcria a Onedi, «c a Mimi fopradetti.
" Àg*iutife a quefte-aiere due manière froh chTsimltî thoîto,Àtèneo,rifereridoio
da n\ 5oIibiô*.
Era appo Lacedemonif, vn ntoèo 1
ahtreo di feBetiro 'Covnht, nn
molto ornato. fcguhandoègfrnù anthé in quefto, la frugalità diSpmt,
Veniocbevn certo,conjemplici paroleimitma coloro che fruttafo».
ttano ,omedicoforaftiere.
Echiamauanlîi cofi fatti giuocoîicri,appo i LaconiDi.
celifti quàfidiceffero Mimi, eapparatofidi cofe Sceniche.
! AquâliegIifoggiungegliltifalli,eFaHofor'i,iqua!iIàpoe.
j fia Fallicà ttartâroho : dellaquale a piu accôncio iuogo^fi
! dira aleuna cofa.
Dalle fbpranarrate, c dichiarare poefie, piu cofe io rach
colgo. E la prima fi è, che moire piupoelic furonodapoeti
ad Ariftotile anziani feritte ch'egli.nonpiuchexij-inifpe
• zie non nominô, tutto che arte di poefia haueffe imprefoj
feriuere. e la féconda, che qualu nque dopo lui prefe a me
morrâîarne, tra Greci» o tra Latini, Prodo, ci duefratdh
Zczzi,e Diomcde,eLilio Giraldo.efinalmenteGiulioCe
farc Scaligero,che tanto fece del làcentefu cofi in nouerai
le, come in ordinarle fomraamenrcdifettuofoE terzamen
te, che tra quelieche noi fotto a loro facitori habbiamo
' ripofte,

| LIS KO ^ * C 0 K.T> 0- 197
I tïpoftc, alcunc Ibnoche per niuna notizia da piu vecchi ln_
faataci» ne per veruna congicttura.pofsiamofofpetrare
cio ch'clleno foflero. e tra quefte fono i Tronifsimi di Orfeo
c I'Amocopia,e J'alrre dette, ne gli Entronifmi di Pinda
ro. NelaDiafceue,nelaFinidadiTimoteo, ne i Delri di
Antimaco.ne il Da'mas di Timone, ne la Eteriumena di Ni
candro.ne îaTrochilias diTeodoro.ne il Trierico di Apol-
Jonio, le non fu cofa di Galec Ne gli Spondofori di Pindaro
edi Arato,fc non furono Odccâtatc da coloro cheportauano,o
cowduceano i Libamini.e •cofe da baCrificarc.Nc
il qualiDitir2mbodi Anrca, feguito da Afopodoro,e per
auuentura altri cofi fattî. E per quarto,che oltrea poemi
fopranarrari.a quali fi fonoafkgnafii loro compolitori,
ne furono dcgli altri ,e diuini c umani,che cantati da genre
vile,non potcronoconfertiareinomidcloro genitori.
c délia fchiera Sacra furono 1) Fflcliacantaro ad Apolline.
L'Vpingo a Diana.E i Giuli.o Vli, o Calliuli,a Cerere,che
fi cantauano da paftori, c da "mictirori infieme col Lirierfe,
el'lmeo.cl'Fptmilioda mugnai, DallcDalic.il Buccalefe,
c la Erigonc, la Epilcnia da vendemiatori. e l'Elino de' tef-
(itori di telc,& l'Iulo de tefsitori di panni. & Frifanc Mclopea
innamorata di vn cacciatore detto Menalca, il fcguitô
per monti.eper feluclagnandofiecantando vnacanzonc
detta Non io dicui fi ricorda vn verfo.
£ tn^ht le qucnït, o cJMenalca. .
Che fu poi folita a cantarfi, e da cacciarori, e da paftori.
Cicli, & Ciclica,crano poefie plebec. e di effe forfe Orazio
intelc quando difle.
7{et circa >ùem, patulumque moraberis orbtvt.
0!treaturrelequali,Procloalcunealtre ne racconta,e
dichiara,dcllequali niuna truouo comporta da muno de
poeti nel hbro antécédente memorati, iuor che due, vna
con nome gcneralc,chc chiama Erotica,o amorofe. c dice
Erotui^biaroitbe c*ntano t U cirtoflawçe amoroje di donne, di fanciuUi^di
Vtxpni.
E rali

( 193 DELLoiTOETlCA.
| t talipotrebbonoeiïereftatefattedapoetiehe gliamo
ti aItrui cantauano. e l'altra fi è.
Parrenia che eglicoli efpone, e Pindaro ne fece.
1 poemi detti Tartenia ,ft fcriueano a cbori di Fergini. & in effi,
corne in génère cadono i Dafniforici.
Ecofa taie douea eflere, rArpaIice,canzonc cantata da
vergini in Agonc.Di che Ateneo fcriue riferendolo da Ariftofleno.
in quelle parole.
jficlo Jpre^rp Jlrpàlice di lui innamorata. ond'ella ne muore. efifa
fopra effa , tra le vergini agone di vna canine cb%fi cbiama ±4rpalice.
Maraltrech'iodico,chedeltuttoio-non truouo efferneftatefatteda
poeti fouranomati-fono le feguenti dalui
dichiaratc.
O D A.
Moite materie compofe quel poema ,'che Oda fu nominato.
e il nome prefe da Ado, che è canto, fi che per lo gênerai
fuo fignificato, Oda è ogni cantata poefia, fi corne fi
è anco l'Afma pure da Ado denuatoe lo fteflb dice anche
ilMelos. Maelo A(ma,eil Melos, ePOdaoltre alla gène,
ral loro fignificazione, n'hebbono 'anche vna particolare.
de quali cofi fatti, Meli, èd Afmati, non ho io trouato
particolare menzion veruna . Madelï'Ode alqnanta Ed
efernpimoltin'habbiamoin Anacreonte,ein Pindaro. e
in rotrami di altri antichi Melopci, de quali cofi fcriueP Ali
carnaffeo Dionigi. Gli antichi MeIopei,dico Alceo,e SarTo,
picciolefaceano le Strofe,fi che in pochi membri non moite
induceano le mutationi. ed Epodi vfaronodel tutto pochi
. Ma Steficoro,e Pindaro,maggiori fecciono i periodi,
in molti verfi.e membridiftribuirono leftrofanon gia per
altro che per amor délia mutatione. Efideenotare che le
OdediStefieoro,furonotutteEpodiche.cioè furono diftribuitcquafi
in rre membri, cioèflrofa,antiftrofa,ed Epo
do. e vienein proucrbio a dirfi. i tre di Steficoro. e piu da o
£ r
p
:

j
L 1 B KO JS^E CO D 0- 199
pcTîopiu il feguito,corne che taloraEpodo non fece. Il
quale fempreTi vede da luifattodiuerfo.e di numéro di
vcrfi,edimaniera,daquelli délia ftrofa. Le quali fempre,
c di numéro di efsi,e di qualità.furono del tutto pari.
EuticiMelifi fcriueano a dimandanti alcuna graziada
Dei. *
Prammatici crano quelli checomprendeano inegozij
di alcwni.
Emporici,tutti quelli che ne peregrinaggi,e nelle merca-;
tanzie , ad alcunifi moftrauano fcritti.
Apoltolici,quegli altri che fifaceano.mandati ad alcuno.
Gnomologici, quelli che conteneano conforti di coftumi.
Epiltaltici, quelli chç corne comandamenti fi mandauanoadaltrui.
Di tre altri fa egli menzione cioè, de Dafniforici, de Tripodifori.
e deglj Ofcoforici. I quali ci è paruto , corne a
piu proprio luogo , di rrafporrare nel quarto libro . E
crcdiamo,che& queftedi Proclo ,ele fudettealtreignotc.ci
farebbon notc,quando la fortunarca depoeticihauellc
lafciati i libri, che a poetica pertinenti, furono da
molti nobili autori fcritti. Perche infieme co' nomi de
poeti, e délie poefie ci haucano eziandio Tarte dichiarata
. Conciofia cofa che de poeti, feriffero libri, Damaflc
conremporaneo ad Erodoroil primo . Ariftippo Socratico
vn'altro . Ariftorile fimilmentevn libro . c Labone
Argiuo,e Dionigi Fafelite.e Glauco Rcgino,eGirolamo
ne fecciono dcgli altri. e Chriftodoro Tebano
nel libro che nominô , Ecfrafi de poeti, moftra che di
loro facefleiftoria,& MarcoVarroncappoLatini. 1 quali
è da credere, che di tutti, o délia piu parte de poeti, c del-
Topcre loro ci lafeiaffer conto, e dclla.
POE-

200 *D E L L A V 0 E T 1 C Jl
P O E T I C A .
Primo di tutti fcrine Democrito. c poi DionigiTiranno
il Padre e Critone difeepolo di Socrate. e Simone fuo cornpagno.della
poefia. & Ariftoriledue libri,eTeofrafto akretantfcedueEraclidePontico,
& vn'altro Eraclide,feccde
poeticiprecetti.eDiogcnediTarfo.dellepoetiche quiftioni.eZenone
Stoico délia poetica vdizione.c Cleante fuo
fcolaredelpoeta.eDemetrioBizanzio nzi.Uibridel poema.
& Eratoftene délia poetica,fi come Ariftotile Circnaico.
c Crifippo di vari poemi. e Proclo quiftioni poctiche, c
Chiftomathia.I qua'i autoriè dacredere che tutte le cofe al
la poetica in génère pertinenti comprendeffero neU'opcrc
loro fopradette. Le quali fefi trouaflero, dimolto la noftra
fatica haurebbono alleggierita.

^ 2 Q I
f d& f* cti o c £ > < f > elfe* ^> t &
DELLA POETICA
DI FRANCESCO PATR.ICI
LA DEÇA ISTORIALE.
Partimentoper 'uerftdcll'jinticbe Poejie.
L J B n^o T E n. z o.
O T A K T t , c cofi diucrfc furono le matcricdcirantichcpocfie
, quanre c quali
ncll'antccedcntelibro.fono per noi ftate
dmifate. Nelle qualiquelloè degno da
notarfi, che perla memoria.chccen'crimafa,1cpoche
dell'etàprimiera,e fragli
Egizzi,erra gli Ebrei,e tra Fcnici,tuttc paiono
cflerc ftate di materia diuina • Pcrciochci poemi di
Ifidc mentouati da Platone fi cantarono ne tempi), efra ce
rimonic facre. e l'Inno di Mofc, c di Maria ,fumedefimamente
facro. Cotalieziandio fono le poefie di Giobo.di
Dauidc, di Salomone, di Gieremia, di Efaia i c de' tre fanciulli,
e's'altra talc memoria ha,tra quella nazionc. Equcilidibidoniaparimcntefurono
Inni.Nelloftcflbmodo tra
Greci,nel primo fccol loro ,chc duro CLXXXV.anni, tutti
i poemi furono diargomentidiuini, fuor che alcuni pochi
di Orfeo, Aftrologici, o Naturali, o Mcdicinali.o vma
ni. 1 quali per loefcmpio che fi vedein quello dcJle Gcm-
Ce me,

iOZ D E L L ut T O E T 1 C ut.
n\enonè,fuordiragioneacredtre, che foiTero ancoradi
alcuna diuinità confperfi; fi corne è in qualche parte anche
f Argonauticafua. Oltre aile quali, non piu che laChirofcôpicâdiEnmolpo,ela
piantaggione ,e la Palpitazione
dcii'Eritrea, e l'Ercoieida di Pifandro,furono,che di diuina
matçrja non foffero,. Ma nel fecolo fegucnre,lafciate quafi
del tutto le facre poefie,tutte per poc,o,de s
fatti vmani furo
no teffute : parte in tutto fauolofe, e parte in tutto iftoriali,
e partcquefte e quelle mefcolate. E la fbmma di efiè,f'u délie
cofeauuenuteintornoaTroia,o ne ritorni di coloro,
che vi andarono, o délie fuccefsioni loro, e délie famiglie
/déliaGrecia. Perciochefattifiper quella guerra llluftri,e
popoli,elignaggi,ebaroni,paruea lor poeti, ch'eglino degni
foffcro,di cui conto fi tenifie. E duré quefto umore,di
poco varîandô,tutta quella età, lungapiùdi anni c c c c.
Main

I î R 0 T E Fj Z 0. 303
to .& cio,fi c, dimoftrare, che tuttele |materic antenarratc,
o diuine, o di natura, o d'huomo.o femplici,o mefcolate,
ch'clleno ftate fieno, tuttc dico di vna forma commune
atuttc.fivcftirono.Formaiocmamofecondovio filofofico,
quello che aile cofe,eflcrc da,& cffenza;di ciô ch'clleno
fono.E quefta forma cômune,che a tuttc le poefie in corn^
mune diede forma, fi fu, non il parlare,d'ogni guifa, a cafo,
oadartefatto,mailfolomifurato, c verfeggiato. Conciofia
cofachcincotefta forma quafi embrionein fecondina
inuol to, s'v fei da prima, di ventre di fua madré la poefia,
in quefta crebbc.irt quefta ville, in quefta regno. e in quefta
piu voltcûconduûe a morte. & in quefta ridiuifte quandunqucrinafcerdfivide.
lmpcrochcnon pureFemonoe i
iuoi nfpofi ,el'alrrcSibillele lor profeziedi verfi informarono,8i
01cno,& Ante,cTamira,& Orfco,e Pâfô di verfi ve
ftirono gli lnni loro, ma ancora tutte l'altrc lor poefie. E
non foli coteftoro.cio pofero in opéra, per tutti i componimcntiloro:ma
tutti gli altri poeti, che in tante centinaia
habbiamo adietro nouerati.tutte le loro poefie ver feggiarono.Eniunpocmafudalorfattomai,
che in verfi non
folïe feritto. c s'altra cofa, dopo i primai,e i fécondai, feriffero
i feguenti in profa, o vera, o fauolofa, ne eflfa fu poefia
ftimata, nceglino per meritodi quella,poeti furono,ne riputati,ne
nominati.
Sifteaadunque,quanto adiftoriadel fatto, per ferma, e
per coftan te, quefta nfoluzione, tutti quanti i poeti, a dietro
regiftrati.per lo verfeggiare furono poeti. E tutti quanti
i poemi in tante migliaiada noi nominati, per lo verfo
furono poemi. & il verfo lor diede, ela prima forma, e l'effenz
a prima di poefia, Ecio ora,quan to ad iftoria dico. perche
quanto a ragione,& a nccefsità che cofi fia lia to, c cofi
efiere habbia fcmprc:e che poefia in profa cfTerc non pofla
piuoltrc/ralcdilputazionifiporràin aperto . Alla quale,
iftoria ritornandondiciamo,chelaprïmiera,claconnata,c
la naturale.forma di poefia in commune.fia ftaro il verfo,c
fia . Ci corne quello , che piu che p c. anni auanti che la
Ce 2 profa

7) E L Lut T 0 ÏÏ T 1' C U
pïQfanafçeu^,diedecfïereatuttalapoefia.é che dopo la
profà nata.nori le cedè mai il luogo, e il fuo poffeffo con tinuameittefic
finoadinoftrivenuta mantenendo. llqual
verfo,femplice prima,cpoiin moite guife,vario fattofi,
fecondo iftoria in tcrminate,& ordinatecinque fchierc generaii,quafi
in altrettantemen generali forme diftinguiamo.
Forme dicoinformantirutre.quantefurono le poefie.
Cio fonoi'Efametro, ilGiambo,ilPentametro,l'Elego,
c il Melico. E cio a parte a parte dimoftriamo.
E S A M E J R O.
Per la primaforma adunque, e per la piu antica,e perla
piu adoperata,c durata,pogniamo quella , ch'alle poe-
Uedie^eilvccfoeGimetro,coghominaîo Eroico- . iqua.
Iccomefoffeilprtmo,&: il piu aatico ad informare le poc-*
fie de Crefmi, ede gli lnni, e l'ai tre, già fi« fatrto manifefto.
Ecorne egli foffe il piu adoperato, altrefi èpalefè,quando
effo folo, tutte le materieda piu che daLX poeti, in piudi
ce. poefie feritte,- informé.E che egli piudurato habbia,
fimiîmenreèchiaro.pofciacheeglupreffocheà o c. anni
folo regnô.e ne feguenti tutti, ora in vna, &. ora in altra
materia, non mai fi tralafeiô.

L 1 B H.0 T E K. Z 0. 2Q<
ucfTc nota, non fu ardito quafi mai.di dipàrtirfi dal iuo hâco,c
dalla fua protezione. L'Efametro adunque fra gli altri
verfi,corneEroetragentccommunale, ne altra,opoca
al tra compagniafoftennc che la detta. nefoftennc di effere
diuilo, ne in piu fpezie ripartito,ne egli,neil fuo raccom
mandato. Ma nella maefta lua fedcndo>femprevniforme r
&afeftclfoconformcfemprc,fimantennc. c da fcfolo r
non fu materia vcruna.diuina^aturale.vmana.-al ta o baffa,
o feria, o da fcherzo,ch'egli non vcftifïc,& informafle >
cofi ne primi,come ne piu moderni tempi. Ne fu maniera
dipoema,pcrlunghifsimo,omezzano,o brieuc ancora*
ch'egli d'mformare non foffe acconcio. Pcrcioche in effo»
cicorti Crefmi,clciunghcprofczie;eicorti,cilunghilnni,e
tutti gli altri poemi facri,ctuttii naturali,e tutti gli
vmani,etutti inqualunquemodo mcfcolaùe tutti ifeueti,c
tutti gli fchcrzcuoli.erutti gli amniaeftranti, c tutti
gli appafsionati, egli folo informo per tutia la Iunghezza,
de duc primiGreci fecoli. & effo fece,egli Epigrammi,e gli
Afmati.ci Meli,ciNomi,eiProemi,ci Profodi,ei Peani,c
ognialtra forte fino che vennero Archiloco ,& Alcmane.
Eli trattaronoadunqueprima.etratrarevi fi poffono tuttauia
quante le materic in qualunque guifa elle fi fieno in
verfo Efametro Eroe.
P E N T A M E T P v O .
Non cofi pno dirfi del Pcntametro. U quale e n on prima
che da Archiloeo fu conofciuro ; e dopo rirrouato, per Ce
folo non piu di vna fiata fola, fece poema intero. per opéra
di Paniafi, de fatti di Codro, c non piu altro veruno ,nc
lungo,ne brieue $ ne grauc, ne leggiere, ne materia veruna
piu di quella quafi le fue forze, non vibaftaffero fu ofo di
trattare.Cofi quello a poefiemoltifsimcfuvalentc.cquefto
appena fu ballante ad vna.,.
GlAM-

206 DELL** T 0 E T 1 C A.
G I A M B O.
IlGiambo,quafî fpauentato di piu mctterfi in compagniadelloEfametro,hebbe
poi,per fe folo ardire diporfi
inmoltepruoue,ene riportd orreuolc nominanza. Percioche
da Archiloco per prima imprefa, fu di rabbia armato,
contro à Licambo, & a certi altri ; e quafi di non minore
da Ipponatte, contra Bubalo.ed Ateni ; e da Sotade contra
altri, edaalrri non pochijfu cfercitato, in maledicen-
;ze,einvituperarealtrui,efu da prima,quafi quefto folo
. l'vfficio fuo. c per molti anni poi ; entrando per Comédie, 1
per Sillijper Cinedi,e per altre manière di poefie biafimanti,
epredendodell'altrui ire vaghezza, e degli fdegnigioia.
Einalmente vncerroMariano,diquelFafprezza il trafic, el'- i
ammolli, e piu il fece piaceuole,informando di eflb tutte le
r cofe di Teocrito, e l'Argonautica di Apollonio. c l'Ecale, e
gli Inni,e gli Epigrammi,e le Caufc diCallimaco. e la FenomenadiArato,elaTeriacadi
Nicandrodnpiudi xvni.m.
verfi, con che moftra di efferfi voluto porre in paragone cô
lo efametro. E poi diuenne,quafi Santo. Perche per opéra
divn Giorgio Pifite,informé lo efameron di Mofcin tre
mila verfi. Ma egli non iftette faldo in fe medefimo, corne
l'efametro, ed il petrometrO|haueano fatto, che non mai fi
lafciarono,netrasformarc,ncdiminuire. ma egli fi iafciô
riformare, e trasfigurare, inCohgiambi, in Emigiambi ,in
Ifçazonti, inDimetri, inTrimetri,in Tetrametri,in Pentametri,ed
in Senarij.e di piu in Mimigiambi, e in Tragigiambi.
e forfe in altre guife,e di fe cofi trasformato,lafciô infor
marc varie poefie. E fi è anche lafeiato mefcolare con altre
manière verfi, per porfi in Comédie, & in Tragédie cofi da
Greci, corne da Latini.
E L E G O.
Ma fi com e quefti in tante forme fi andô trasformando,
e con vari altri accompagnando',cofi il Pentametro nato
ad vn tempo feco,non a lui corne a fratello, ma allo efame-
__

L I B K 0 T E !{, Z O. 207
tro ,come a Baronc s'appoggio, dalla cui protezione, non
piu chcla fudcttafiata s'abbandonô. etuttcraltre,incompagniadiluifivide.e
fotto la fua ombra, ecaminare,cnpo
farc.Econ efib fcco varie poefie, venne informando. efra
quelle vna brieue>che fi dinomino Epigrammi.dequali
molti poeti vi hebbe. Vn'aJtra ne fu piu lunga.che commu
nementcfu dettaElegia. non perchefempre,comcdaprincipio.ella
fofle lamenteuole. ma perche a piu altre cofc,e di
uerfe.fi andoaccommunando.-cioè a lamenti ad ammacftramenti.ad
amorii & a quante altre, fi veggono nerottami
Greci, che vanno intorno,e ne gh interi di Ouidio,diTibullo,
e di Propcrzio. Ancora vna terza forma di poefia fcccrol'efamctroj&ilpentametrogiuntiinfieme.
c cio c, il
poema Eroico. Imperciochc Mimncrmo in Elcgia cantô
la guerra degli Smirnci.e di Gige.e Simonide Ceo vi deferif
fc Je cofe farte daCambife.c dal primo Dario.e medefimamente
la pugna nauale de Greci côtra Xerfe all'Artemifio.
cCalhno fimilmente la guerra de Cimcrij.Di piu dclle quali
tre manière di poefie, per quarro. vi fi cantarono cofe di
Nat ura, quale fece Scnofane. e per quinto cofe di Mcdicina
da Filone, e per fefto cofe morali,come Teogoni fece, e
Tirteo,cperfettimocofcSacte,comeInni da Callimaco.
& per ottauo cofe altre varie in lunghi poemi. quali fono i,
Fafti,iTrifti,e il Ponto di Ouidio. c parimente Tarte Amorofa,
i Rimcdi di Amorc.
M E L 1 C O
Fin'oraficveduto.chctrefortidi vcrfi informarono,o
tutte.o quafi tutte le manière di poefia. Lo efametro tutte
lefattefinoad Archiloco. emoltifsimedapoi. e da Archilocoinpoi,
il Giambo moite, il Pentametrovnafola.c
li congiunti pentametto, ôc^efametro,moite altre fimilmente
. Segui la forma Mclica , la quale in quel medefimo
torno d'anni di Archiloco , fu introdotta da AIcman«->
di Laconia-. . E da molti nobihlsimi poeti
fufe-
, _4

2o8 DELIA T 6 E T 1 C A.
fu fcguitata. c fu fi varia, efi diuerfa,che fembra fenza niuna
ferma regola effere ftata adoperata. Percioche ne Io efa
metro,ne il pentametro,neambcduc congiunti,ne il giam
bo,invnacontinuara poefia, per picciola che foffe adopero.
'Ma altri piedi,altri verfi,altn coli,e periodi,e altre ftrofe,pofeincampo,quafiinfiniti.
Conciofia cofa, che ne*
piedi da mifurare i verfi, oltra al DattiIo,aIlo fpondeo,& al
giambo, che tutti i verfi di tutte le antedette poefie compofero,
grandeaggiuntaevariafcce. Perche al giambo,e
allo fpondeo, due altri di due fillabe aggiunfe. il Pirrichio,
& il Trocheo. al Dattilo che di tre fillabe era, fette altri pur
ditrefillabefecompagni.efopraaquefti tutti, netrouô
xv i.di quattro fillabe. I nomi de quali, non guari quindi
lontanofianderàmettendo .co tempi,econlelor mifure.
Del mefcolamento de quali piedi, e verfi l'vn con l'altro ,
furfevnamoltitudine,&vn chaosdi poefie molto grande,
c con niuna,o poca regola. percioche Mario Seruio gram
niatico, nenomino ben cento fatte da Latini & Efeftione
numéro molto maggioreappreffo a Greci. Fra quali tanti
furono i poemi Melici,ed i poeti Melopei, che quafi non
vi ha numéro diloro. La iftoria de quali feritta da Euforione,e
da Iftro, e di parte da Dracone Stratonicefe, fe haueffimo
aile mani hauuta,di loro,e maggiore,e forfe ballante
contezza,orahancremmo. Ma perquantodi quelle memorieciauanzadiciamaIcunacofa,quanto
per noi fi potràpiu
chiara. Cofi grandechaos,vollono alcuniinordineridurre.alla
fommadi noue quafi fommi generi.o fomme
fpezie di verfi.-dicendo che tutti i verfi Melici,foffero, o
Giambici, o Trocaici, o Dartilici, o Anapeftici, o Coriambici,o
AntifpafticijoGionicidalMaggiore,o Gionicidal
Minore,o Peonici. Dannofi loro quefti nomi,dal nome de
piedi, che entrauano nella lor foi mazione, o in piu numéro,
ch'altre;o per Iuoghi piu principali ch'efsi occupauano,neverfi,piu
o meno lunghi.o bricui. Conciofia cofa,
che vi fi fecciono verfi, e di vn piede, e di duc, e di tre, e di
quattro, e di cinque, edi fei, e di otto.nominandogh dalla
mi fur a

L I B 1^0 T E 0, 109
mifura de piedi, Monometri,Dimetri,Trimetri, Tetrametri,
Pen'amcrri,& Efamctri, d'aIrraguifa,pero quefti due,
per la ditTcrenza de lor piedi, dell'eiamctro, e pentametro,
giadcttiauanti.FacenaofiancheIccito,quando ior parue
che ben venific, di farc vno.e piu v erfi.piu c meno,lunghi,c
cortidellalormifura'giuftafopradctta.a noucro di piedi.
La quale quâdo giultâ cra.'appcllarono i Grammaticiqucl
rcrlb.diqualunquc maniera egli fi fofle, Catalettico, che
fuonajfincntc. U piucortodivnafillaba,diflcro A catalettico,
cioc non finente. fie^il piu brjeue di duc fillabc,o di vn
piede.dimandarono'iSrachicatalcrtico.ôç^ il piulungo dclla
mifura fu detto !percalcrtico,che c foprafinente. La quai
licenza fi prefeto que" poeti mafsimamen te, i quali, i loro
verfi, a fuono di ftormento , cantarono : aiutandogli il
fuono , non pure a coprirc idifetti,ocadettidelorverfi,
ma queglialtri eziandio,chc nominarono i medefimi Grâmatici,
Accfali, Lagan, c Miuri.che voglion dire,fenza capo,
fenza ventre, e fenza coda cioè, mancanti di fillaba.da
prinCipio,di mezzo, o nel finire • Onde e' fu notato,chc per
contra que'pocri,chcfenzaaiut,adiarmonia di ftormenti
cantarono;comcTcogoni,eFociIide,cSolone,cScnofane,
c Pcriandro,& tali altri,conduflero i loro verfi compiuti,e
in niuna parte diffettuoli A che nel Giambico>non miraro
no ne Archiloco, ne Aicmane,ne Alceo.ne Anacrconte»ne
Iponattc. Ne nel Trocaico Alcmanc.nc Archiloco, ne Saffo,nePancrate,ne
Bacchilide,neSotade. Ne fimilmente
ncll'Anapeftico.nô vi mirarono,ne Alcmane.nc Steficoro,
ne Simonidcnc Pindaro,ne Partenio.Ncmeno altri, ne in
quefti tre,nenegli altri fei gencridi metri fouranominati.
Dltrca quali verii.nc furono nôpochidcnominatidaloro
autori.comcil Saffico^'Afclepiadco,il Gliconio, ilFcrccrazio.il
Fakrcio.ccofi fatnaltri.Nc furono eziâdiodecognominati
dalle fefte.ouc furono câtati,comcl'Adonio»jl Pria
pio l'ilifallico.o d'altrccircôftâze^omerEulogiccc'lEnit
tologio.E nô folo fu in qflo sôma la varictà formata variaméte
dadiuerfità di verfi vari,ma nô minore fu la lecôda di-
D d uerlîrà
r

il© 7)HI^ Pfl£ n C Corone tempie. Nella quale tutti fono fimili, fuori
chètre.chefon dialtrâmifura. E délia quarta forte,oue i
pîufienodiuerfi, 5c i menofien divna mifurà,èfempio ci
puo daré la t^rima oda Pithia di Pindaro Nella quale,il lecô
4o,&il nono fon fimili,è gli altri tutti, c da quefti, e fra di
loro difsimigliantl Délia maniera quinta oue fono gli mi,
agli altri pari in numéro farâno quelli cheappo Orazio fan
no queH'odcche Dicoli.ediftrofi fonô appellâte,fi corne è;
. Beatus ^

L I B il O T E Z 0.' zn
geatus lUe quiprocul negctifs.
Vt prifca gens mortalium.
E tali altrc,ch'anno il primo verfod'vna guifa,&il fecon
dod'altra.c poi rornano a ripigliarfii mcdefimididuein
due,( c percio è detradiftrofo qucfla maniera ) fino in fine,
efonoparunnoucroglivniaglialtri. AJtria quefte fimi-
.ghiti, lono dette Dicoli tctraltrofi>e tricoli tcrraftrofi.ouc

2 12 'DELLA-VOETICA
—" • i n
fa, & con Epodo 11 che di lui.anchepafsô in prouerbio.l tre
di Stcficoro. e perche non vi manco mai l'F.poclo,fu la fua
poefia detta Epodica. Ma Orazio fece vn libro di Epodi^n
niuna cofa rifpondéte a gli Epodi,ne di Srcficoro, ne di Pindaro
. ma il fece pcrauuentura,alla guifa di coloro,che poefie
fcrifibno the Fpodi furono appcllate corne Aichiloco,
eSolone,eCaliimaco.O pure perch'hauendo egli prima
farroquatrro libri di ode ,volle che ad clic feguifie il Jibro
degli Epodijn proporzio ne agli EpodLdi Steficoro,che feguiuanoalleftrofe.ô^all'antiitrofe,
Ora rutto il précédente conchiudendo ridiciamo,che
cinque furono le gcnerali forme délie poefie, quanto a for
maverfeggiatas'appartiene . L'Fpica del verfo Efamctro .
L'Epicadcl pèntametro,e la Giambica. & quelle tre furono I
(èmplici : c poïduc ne furono di giunreinueme.vna di efà- •
metro,e pentametro che fi difie Élegiaca, e la quintafi fu la
Melica nelle cinque fudette manière complicata.
La quale>quafituttèîemanîeredelleminoripoefieandô
mformando, è dopo vn tempo âll'eiametro le tolfe, Profo- j

DELL A POETICA;
DI FRANCESCO PATRICI
LA DEÇA JSTORLALE.

I 2 1 4 . D E L L *A T> 0 E T I C U.
| ecofifannoifantiulli,anoirolt,inqueftidue primi noftti
aflfari, fcntimento diordine,cdi buon rîtmo,e di atmonia
condiletto, handonato. Per lo quai diletto, cantiamo ,c
danziamo, conojrdinati moti délia vocc,e dclla perfopa cô
allegrczza. Dalla qu.alejche in Grecha lingna,Charà (come
egli djcej ha n$me,^onnomc qualî connato,i çhori decan
« tori.ède ballatorifono ftati dctti. E pcrcio ordina^che ta
prima difciplina che afaaciulli fi debba infegnarftfia la Mu
fica, la qualc tutta fi riuolgc circa il rirmo, c l'armonia. ef-
; (cndola choréa,non alrro che ballo c canto. E ncl teizo
del Commune, dopo di haucredella Mufica faucllato,con
chiude. ,
Che il Melos di tre cofefia tompoflo . de Ttrtare di tAmonia, t di
RjtTHO. )
Che fono le cofc,anchc ne! primo luogo comedoni délie
Mufe.edi ApolIo,ediBacco,perconfolazion dcllefati- '
che, date all'vman lignaggio. & AriftideRctorc, fimile in
qualchc parte al fudetto, feriuc.
Le ferk di Baeco, eelebrare noi dobbiamo. e qttelU di Venere re di
tutti gli altri T)ei, e cio libando, facrificand», Teanicanta»do,ccorone
portando :
Ma illuftrifsimo in qucflo affare è vn luogo di Sttâfone,
o Strabonech'eififia,inpartedalfudetto di PJatone,e in
parte dall'iftoria leuato de facrifici,.edegliv fi délia mufica,
e délia poetica.}1 qualecigipuadiquitutto recare,comc
moltpalnoftroprefenteproppCto facente. Et ènelx. in
queûo.fen.titnento. , , . 'c , " ,
Commune

I L J v Ï( o iA ^ r a n$
cotatragto/ie^conladiutnitacicongiugnt. JmperoibCybtnt ju auto
queftoancora che glibuomini fi factan fimiliaDti, mentrt tglino ad
altruifacedno btntficio. M* mtgtio farebbt ftato dette+the do fcfit, >
mentrt èfti erano beau. E la btatitudine e pofta iifgvitnda, t* feflcg- f
giando,lufihfofando,eintr*tt*ndo Mufic* -< Ttniacbe^ non penbc
Ta cofa xh vhçh fi conut> ta, mentre lMufici,gUartrficiloro accmmo-t
danoaliilettode tonuiti ,dellrSc*ne,de Teatri ,ed'a/tri luogbittli,i
tlla da btafimarfi ;maèda tfcminatfi la natura dtlle difciplittt, lt quali
hanno quindi H fuo frinttpi*. £ percii Tlatont Tt auanti a. lui Titagora,
cbiantarono Mufic* la filofifia : e diffao il mondo effere compofio
diarmoni*. rtpùtaodo tin tutto tii ibt Muficoèppera fiadebti*ilue*
fit flefiiUinfo'rrka^fèhYde' buon toflumi forment*, danno alla Muft»
ta. Quafi ibetutiotd,ihtal dintto mena la nêflra mente, fia viaco*
Dei. fl perche, il piu de GreSi, * Bacco, ad Upollo, ad Ec*te,*ctompa.
gnarono le Mufe Dee. e utpotlo fu dalor cbtamato Mufageta. t tutta
la poetica,cbe Innica ê,cantandole lodi degli Dei > gli fi attribnifie.
t{ei medefimo màio aile Mufe , e « Certre ,jonoatuibuiti gli Orgif, e
leierhnonie fatrC. i tutto il Bauart, t i

216 D £ L L U P 0 E T J C A>
facrifiei,c per caotar peani, cioè lodi di Dei. è da Plutarco
per lo libro ch'egli fcriffe, di Come i giouani doucan' i poç
ti vdire,e da altri detti(uoi,e d'altri autori nobiliquefti altri
iifi li raccolgorto dclla mufica,e délie parte lue e cio fono,
ch'ella era ufata alla guerra. ne gli Agoni, a Iode d'huomini
ua!oroli,a cantare i fatti de femidei A confolazione degli
animi. A paflatempo diletteuole, c uirtuofo. Ariftotile ne
fuoircggimenticiuili,diflciamufica effere utileperinformazionedecoftumi,aPcdiàcheèfcherzo,&adiagogeche
è paflatempo nell'ozio.e col teftinionio di Omero,c di Euripide
ad ufo di conmti.c del berç. E noi di piu per gli au tori
habbiam raccolto, che i Greci l'ufarono ancora,nelle infermirà»nemortorij,enegliincantefimi,enelIcpompe,
e
nelle nozze, e nelle uittorie, c ne rrionfi. J quali tutticapi,
confufàmcntcraccolti,cricordati,ordiniamo in quefta gui
fa,e in certo numéro riduciamo .Fefte de Dei.facrifici.pom
pe.rapprcfcntazionis. agoni, teatri,cantarcdegh Eroi,cantare
deglihuominiprodi.fareanimoacombattenti.Vitto
rie,trionfi,conuiti >nozze,paffatempi,fcherzi,alIeuiamentji
difatiche, confolazioni,infermità>mortoru. Incantefimi.Fi
lofofare,coftumi. Ragioniamo adunque di tutti quefti ufi,
che in nouero fono xxnn. con l'ordine propofto ad
uno ad uno, • > » . v v , ,^ . ,
^ * • il >l.J ' t i
j ' • • - . F- ( E 5< T 1
- E I. t u
, °. \ \ • \
- Non fital mondo, per quant© fi puo in iftorie offeruare
nazion ueruna ,chepiu Dei haueffe, e che piu tempi; loro
cr gefle, c che con piu fefte, e cerimonic gli celcbrafle,della
Greca. In ranto.chc per niuna cagion del mondo tralafçia.
ua,difolcnnizarlca(uoitempideterminati. ecofa rnirabik
li legge.che effendo Xetfe in Grecia uenuro » con quello
efercito,di cui maggiore,appo gliantichi.non ha memoria,
e turtâ l'hauclîe piena,di fuochi,dimorti,e di rapine, non fi
reftarono perd di farcie fefte à loro Dei, in maniera, che
udendo il Rçrifonarc da per tiuto,muficj.ftorméti, e canti,
" ï " eballi,

cbalit taJibui n.andauit fuit qux Lyccmedi inktji
ttltbrtnu ScantAintur.
E parlando di quei di Orfco dicc lo fleflb.
„ £ e 'HSI'*

t 21» D E L ? O E T I C

L / B RIO Q^V A H. Ï* O. t\9
rauiglia, che i Greci in cofi fatte proccsfioni,oltre al canto,c
al fuono, ballaflcro eziandio. Percioche fi leggee
nella facraBibia,&appo Giofcfo,cheDauidc ,incora!c
pompa,fon6,canto,edanzoauantiall'Arca. Enoihabbia
mo veduto in Madrid in lfpagna nella procesfioncdel dl
del corpo di Crifto, c fonarfi, e cantarfi.e danzarfi, & anco
rapprefçntarfialcune iftorie del teftamento vecchio. Di
cotali pompe .oprocesfionicrano per la Grecia in grande
numéro. e tra l'altrc in Atene, nella fefta che dimandarono.Magna
Ponatcnca,che ogni quinto anno fi eclebraua,
ftendendofi la pompa dal Ceramico, fuor délia Citrà fino
in Elcufina, e portandouifi varie imagini di Dei. Ma principalmentc
quella di Mincrua, à cui era la fefta dedicata.
Et il fuo Pcplo.chccravn Wanto grande,nelquale,craarieami
figurata la battàglia, e la vittoria di lei fopra Encelado
Gigantc. & io credo,chc Orfeo facefle il fuo poema che
porto titolo diPcplo,accièchc inquefta pompa ficantalTc,
DÀENIFORIA.
*
Simigliantc a quella fu la poefia chiamata Dafniforica,
fcrittadaPindaro fra gli altri. c da Proclo dichiarata in
quefto modo.
1 Toemi detti Tartenifft fcriueano * thm d! Vtxgimfit* qu
in gtnere cadono i Dafniforici. Et cio ê, che i Sacadoti pe
rideportando Lauri neltempio di Apolline, gli cantauano i
Ela cagionedicïo era fiata, che già, gli abitatoti di Arnaf del
nitoro, per certo oracolo, di loro fedtt leuati, ajftdiarono T
Je fuo pofero a ruba , che era babitato da Telajgi. Ora ven
di ApolUne,ch'era commune ,fcccre tregua. e tagliati allo
Eliconeje quegli di vicino al fiume detto Melano,glt portaron
line Tolemata il capitano dt"Beo%t) vide in fognofbe vng
gtarn'armatura, nnponendogli tbc ad Apolline poigrjfe p
Ee 2 tando

~~J.zo~~~ 'I) £. L l IA -T O E T 1 C
i' _ s , • •• - •• |
tandogU allori pe* Enn«t Teride ,fopra che da indi a tre giornt afj'aiiti, i
nemifi,ne bebbe vittoria. e ptrcio porto la r
Dafntfma< ttgli facrificè.
e da quel tempo ft ferbx il cojl urne „ e la Dafniforia è taie . Fn legnt
di Oliuo, coronano di allori, e di -pari fion. e in cima ad ejfo fi arcomtriodi
vnapalladi rame. dalla quale fanno pendere de!l'alt,c tniaori^
, &a me^o il legno ,ne pongono vnaltraminorediquella cima, cou
. torontdi po.pera, cbed-iquella pendono.& al baffodellegno,danno
colorai ^ifferano. E vuolela palh fuprema ftgnificar loro il Sole, a
ctfirijeriJLOno tfioApolline tqyelladime%go, fignificala Lttna. tle
polie attaccate, fono le Stelle, ma le corone fignificano ilcorfo dell'an>
no .percheanche nefanto CCZLXV t* frencipedi quefla Dafniforia
giouanetto pubefcente, e cb babbia padre, e madré : e rn'altro il piti
prafsimo parente fuo, porta il legno coronato,cbe è cbiamato COvOè
Etilvencipe fegueniolo conlechiome ft>arfe,ecoacoronad'oro,econ
vefla lunga fiao in terra ;econ pianelle in pie, tocca gli allori. fl quale
è poi feguita da vnthoro di fergini, porgente rami d'alloro, e can7 tante fnni fupplickfuoli, E conduceano quefla pompa nel tempio dj
^Apolline Ifmenio',e Galafsw,&i ramichele vergim cantanti portaua*
no,ft appellauano Efaci.
Et c cofa dcgna da notarG.chc le paJIi4ocbeilCielocanti,fttoni mufici aggiunjèro a Sacrifia'.
JL quali appo altri con Lira, e con Citaxa. & appo altri con tibte, p aU
1
tri mufici iflrumenti ,foglion'fatfi. E negli Inni de Dei, per ïftrofa> &
antiflrofa ft adoperauaao mifure di verfi canorii a fine che per la firofa,
il moto retto dtl Cielo fiellato, t per l'antifirof* il ritorno in tontrano
déliefiellc vagke,fojfee(f>reJfo . Da quali due tnoti il primoln.no
in b{atura da-d'wft a Dioprefe cominciamenta.
Co.i miraronoglianrichie facerdoti,epoeti-non folo
1 i • i ~ ' ' ne

( ne milteri,eneJlefauole,maancheneIlcfignre,enegliornamcntidcllecerimonie,enemouimenti,ebaIli
difo»ton
dendcrcdcunolimbohco lentimento.
i
T R I P O D I F O R I A .
j II medcfimo Proclo»trapocmi ,a Dei, ead huomini peftinen
ti, preflb alla Dafniforia, pone la Tripodiforia.& a luo
luogo poi, la dichiara in qnctta guila.
Ma il Melos Tripodifonco, appo i Beo^if fi cantaua, precedendo vn
Tripode E quefio ancora hebbe cagione taie. Certi de Telafgi manda*
nanoarubailVanattodelta BeoT^a, eiTebanhl diffendeano. E quefii
tnaudarono alf oracolo di Dodona, per rtjpofo delta Vit t or ia di quella-t
guerra. E gli fu dato in rijpofta , che vmcertbbono, dopa ib'baueffeto
commeffo».affimaempiéta. Taruedunqueloro,che maflima empiéta
Jarebbe,vccidere ilTrofeta .e coft Cvccifono, Di che le Saterdotejje dei
tempio ,gliaccufxrono, dimandaiidegli alla penadi quella vctifioht_j.
Ma itebani contendono,che le foie donne non fieno lor giudui. Fettfi
adunquevn giudicto permet à donne, e per meta buomini. Da quais
huortitni fendo flate date le faut bianche, i Tebani fuggWono quella pe*
na. Dapoi riconoftendociot.beloro baueal'oracolo otdinato mandai ono
m Dodona, vno de Tripodi, che in Beo^ia trouarono con/acrati, bc*>
uendolo corne facrilegi furato. e da allo> a di miglior fortuna *Jando,per
lauuennetn ftfla Jolenne conuertitono quel fait o.
O S C O F O R I A .
Vnaterza fpezie di poêla pur fatra in proccfsionericorda
,c dichtara Proclo, che ii nomino Olcoioria. c coli ne
ferme-».
•sfppo gl* *4teniefi,ft cantauano Meli Ofcoforici. 'Due giouani
delchoro,da femintvefliti,portauatio pampini di viteftenidi grap.
pi d'vua ,e chiamauangli Ofiht. Daqualt fidniubpot il nomede'caa*
ti délia fefla. E quefio farto t per fi cominciato da Tejeo oftermaro .
Terciotbedopocheegli volontartatnentenauigàinCreti,eliberi lapatria
dalto sfortunato tnbuto, rende gra^ea Mineruaf a Bacio, i quali
nell'jfola

222 D E L L ^ i T ù E T ^ l C ^ t .
neU'lfola Diaglïërâno apparfe. E nelrendergli gratte con Sacrifia,
yso typera di duegiouanettenodrite in agio. Egli^tteniefimenauano •
queftaprocesftone dal tempio di Dionigi,aquellodi Minerua cognominata
Sciriade. Et erano quelle duegiouanifeguite dal eoro cbe cantaua i
iJMeli. Eda ogni tribu, giouanfttisbarbati contendeuano tra lor di
corfo. Ecbidiloroerailprimoalfegno,guftauadélia FialadettaTen
tapie, nella quale era temperato }olio>c v»w,e mêle» ecacio, e farina,
Ne folo faceano quefteprocesfiemi nelle cittaloro i Gre
ci,ma anche fuora a certi tempii piu celebri ne rmdauano.
licorne fi leggenelprincipio del Fedoneche ciafcunanno
faceano gli Atenieli mandando in Dclo, coronata quel!a N
nauechehauea riportatoTefco diCreri vitroriofo. Equa
le Plutarco racconta che Nicia fu vna fiata a ciô mandato.
la quai cofa perche al noftro proponimento c notabile at
fai,porro qui tutta intera.
, Si contano di Tjiciaje cofefatte in Delo,come cofe onoreuoli, efplen
ni. & a quel Dio conuenienti .Tercioche i cori cbe le città mandaua
no a cantare a quel Dio s'attuicinauano difordinati al litoye tofioche
turba di terra veniu* alla naue, erano comandatia cantare fin^a or
dineveruno. £ feendendo in terra fin^a ordine ,& anco Çtn^aordint
fi coronauano, c fi vefliuano. Ma egli quatido lo fpettacolo t la
pompa conduffe là, /monta in Fjnia, infieme col coro, e con l'a.
fiie dafacrificarc * Econ tutto'il refianteapparato.Et hauendo fino
in oîtenefmo fare a mifura vn ponte magnificatnente ornato , di indo
rament i e di colori, e di corone, e di tapeti, l'hauea feco portato, e di
noete tempo y fi lo ghè da Fjeniaa Delo fopra lo fpa^io del mar(_j, !
cbe era nonmolto. Quindi in fui far del giorno, conducendo la pompa
e'I eboro riccamente guernito ecantante, pafsè per lo ponte in '
Delo, E dopo il Sairifiiioé 1
1'agone }eiconuitifattitn>na palmafat
ta di rame %drhgp anatema a quel Dio ,e comperato î>» terreno pet
mille dramme, a quello U confeab, /' en trate del quale obligé i Delif a
facrificare, e a conuiuare tmolti benia Tficia da Deîprçgando>
E Paufania parlando diEumelo Pocta Corinthio cofi
ferifle. . i
> Hegnan-'**'\l

L I B KO £j f A I{ T O.
fie^nando oggimai Ftnta figliuolo di Stbota,i Ul,cfitr.ii il primo
facrificio mandarono ad tApollir.e i» Dtlo % & vn coro d'hucn.im, à '
quali tumeloinfegnb Xa\maTrofod'to,col quale quel DiofalutalJeiO.
Aggiugniamo aile dette pompe vna de gli Spartani allai
notabilc,riferita da Atenco, che fu dctta
GIACINTIA.
TolicratthdueWiftoria di Laconia fcritto^heilaconiper tre gior
ni fefleggiauano ifacrificii Ciadnti. Eperlo dotore del cafo di Ciaiin
to, nelle cenenonficoronano,nepanevi mangiano,mafrutta e dopo
pafli, ne vi cantano il "Peane ad honore di quel Dio fatto, ne al tra cofa
•pi introduceano di quelle, che r.tiïaltre fefte foleano fare. maçon mol
to ordine hauendo cenato ,fi ne vfiiuano. il giorno di mcçro di qnei
tre ,fifa vn Tantgiri riguardeuole, & vna pompa, efpettacolo varie,
Ifella quale fanciutii in vtfiefuccinte, fuonano di citât a, & afiw
no di aulo cantano, ricorrendo col pletro tutte le corde, & inritmo
Anapefto, & tuono acuto cantano quel Dio . Altri f opta cauaïïi
ornati, paffino per lo Teatro} e vi tntrano moltifiimi chori
di giouanetii, cantando certivfati lor poemi. Fra quefli fono mcfcolati
ballatori, i quali con moumenti alT antica, fotto il fuono '
di aulo, cantano lor cançoni. e délie Fergini alcune vanno fopra
canette fatte di vim'uii, e coperte, in foggia di Çriffi , e di Tragelafi,
ne' quali fono pofii fanciulletti, efono riccamtnte ornate,
& altre con carrettt iduecaualli in concurrença ftnno la pompa, e
tutta U città di allegrezça di quel fpettacolo i in moto. e quel giorno
facrificano moite btflic-j,« i Cittadim danno cenaa tutti iforeflieri
lor conefienti, & a proprïloro ferui. E niuno è cbe lafei difatrificart,
e tutta U àtta fi vuota fer ire a quello fpettacolo.
Dalle dette cofe,e'fi vede manifcfto, che nelle cotali
pompe,eproccsfionidcGreci,fi vfaua di cantare poefie,
c fuoni vari di ftormenti, c balli, & alttc gioconde cofe.
e fi nort, per quello che poi ci verra inpropofito didire.
che in quefti Giacintij tlritmo fi facea in Anapefto.
RAP

D E L L A T 0 E T 1 C A.
RAPPRESENTANTI HIL
Il quarto vfo de poemi facri,era nel rapprefentarc',i fatti,
e le pafsioni di alcun Dio, con fatti * e paisioni propos
Di quefta guifa, conta vna ftoria Strabone délie fefte di CibeJa,fctiuendo
in queftoJeofo. • . j
Tropri alla Tibia, & alloftrepito de Timpani, e de' Cembali,e agnda
di Euafmi, t al bat t ère de piedi, ( fono gli orgij fuoi ) éfono anche fiati
finti nomi da dare a capi de b alliée a Saccrdoti chiamandoli Cabiri «
Coribanti,Tani,Satiri,Titiri,E'lDio Bacco ,e Bja,e Ctbe!e,e Cibe,eDin
dimene_j.
E Paître cofe che feguono, la fomma dejle quali è, che le
fefte dtCibele.o délia madré de Dei fi celcbrauano, imitan
do i fuoi mini ftri ,1e grida,ei fuonide' Cembali, e de'Timpani
di lei, quando infuriata andô per lo mondo errando,
con altrevoci,egridiiimili,& con altri luoni de ftormenti
quel fuo fatto rapprefentando. E poi nel x. fcriue, ede' làcrifici
di Rea in Creti, e di quefti in Frigia, in quefta forma.
Et in fomma da tutti fi defcriuono, tnfuriati di certo furor diuino, *
Baccanti,con balli,econ iflrepito d'armi.edi Timpani,e di Cembali,e
Tibie,egrida fare gran tumulti per intronar la gente. Et bannit quefie
fefie communico'Samotraci, con que' di Lenno, e con altri moitié
Ter che quefti fieffi dicono fffere miniflri di tutti. Tut ta quefta confidera%ione,
pertienea Teologia. e da contempla^one filofofica non èlon*
tdna->. t f.
Aqueftecotalifeftcdi Cibele, credo cheferuiflonoipoe
miMatroidiMarfia,ediOrfeo.eiCoribanticidi coftui, c
di Epimcnide. Et i Telchiniaci di quefti, c quello diTelecli*
de. PercheTelchini, e Coribanti, come poco fopra all'addotto
ktogo Strabone afferma, furono gliftefsi.SimilialJc (
fefte di Cibele, fono ftati gli Orgij diBacco.oue hebbonor |
iucigo quegli altri poemi, che portarono titolo di Orgij.di
Bacchica, & altri tali. e Diodoro dopo hauere raccontato i
le cofedi Bacco nel terzo ,.enef quarto cofifoggiugno.'
Et

*
L 1 'B HO Q r *4 KT O. us j
EtiBrvfif,t g ÎMtnGreci,ei Tract rammemwidol*fnatt'iiataitlndu
tleleVittorie inflituhonotriennati fxcrifiu à Eue*, cre
dendo, cb'ogm tatt tempo, il Dio i gli buomini apparifia. It per ciô
inmoltedtlle tittà G

226 O E U ^ V 0 E T I C v4. (
Javicinanzade!pacfehebbeno'icia, cdiilc. Ecco, cb'midon.
ne fedeano piangenti^Adones. E S. Girolamo cosi ne parla.
Quello cbe noiv4Xonidehj.bbia.mo interpretato, il fcmone Ebreo, e
S:rocbiamaTjrnu%. La onde, perche fecondo la fauola degentih, fi
tiarranelmefe di Luglh il belïifimo giouane, dntdo di Fenere foffe *ç.
ci fa. & i çjandio rifufcitato, // detto mefe appeUzno dello fiefîo nome,
eciafcunanno glicelebranovna folenne fefla. neUaquale fi cerne mor
to viene pianto. e poi si come tornato à vita fi canta, e Loda.
E Suida adduce vn verfo di Ferecrate Comico.
L'v4doniafacciam >etsfdon piangiemo.
E foggiugne,ch'Adonecra anche detto vn pianto fàcro
jn Libano, ein Biblo per cagion di Adone. Et in Grecia in
certefeftediVenerefi facealofteffo. cfpeziaJmcnte, co-
• me afferma Paufania in Argo,ouc cosi come in FeniciaJe
donnepiangeuano Adone. EPJtrrarco neil'A'cibiadeeA
fèrfifatta anchein Atenelafcfta Adonia, tenue çosi, l'Ado
nia erano in quei giorni ; c molti idoli (îmili à morti porutià
fepoltura eran prefi inmolti luogbi dalle donne chç
imitauanèfepellimcnti battendofi,eTrenicantando.EtaI
cunoh.Ucritto che quefto pianto fptto nome di Adone,
era loiteûo col pianto>chefoprala morte diOiirilî facea
in Egiwo. JVla chi habbia poeîia feritto di quelto foggettp
noncièvenutonominato poeta vetunodegliantiderti.fe
; non fefuPrafilla. Là qtiale fi dice che in certa fua Poefiaj
. canto ,che dopô che fù morto Adone, andô allo inferno.
' Efu dalle deitàdi quel luogo dimandato, qualecofa egli
haueflela(ciatoalmondo ? ech'eirifpofe,foie,e poma, c
cocomeri, Laqualeparendorifpoftafciocca,pafsôinpro
ucrbio, tu fe più feiocco dell'Adone di Pralilla. E perô da
c^edere, poichcProclo traiepoefie annoueral* Adonia,
çheâepoetidieflaanchevihaueflealcuno. ' '
N O M O P.ITHIO.
Qnefto Nomo nô fa niuno di quelli di Qlimpo,ne de* fuoi
diicepoli t ne diTcrpandro, nè di Cloria, nè de fuoi e fù co.
farapprefèntante DclqualStraboneriferifcein qfta guifa.
. ^ippo Deifi ariticatœnte> fii pn'^igone di cantanti in Iode del-,
• " • ~~rid-

n m . o QJ^A K T o. 137
l'Uieo vu Teane % mflituito da Delfidopo la guerra Crifr*. Ma fotto
Eur/loc» gliAnfittioni v'aggiunfero f Agone de cauatii, t'I Ginafiico,
p-opofla vna corona per premio, al vincitore.e'l nominarono ^tgone Ti
tbio Aggiûfero anche à Citarediantedetti^l x
Auledifi Citariffùqua
iJèmra canCo,citara fonajfero. t rapprefentaffert. il Melot.che fi chiatna
ma il "tfonto Titbio. Di CHI ci" que fono le parti .Anacmfu, empira,
Cataceleufmo, Giambi/ Datttli eShingbe .Qutfla Melopea copofe TimofleneCapitan
dtïïarmâta del fecondo Tolomeo.ll quaT am.be fcrijfe
de To'ti, i o. lib. E voile con quel meloslodare la pugna di Apolline co'l
draionejt C\Anacrufi{ignifica vn certo preludio/appartubiamè'to al
la pugna J'Amp'tra è il cominciamento d'tffa^e quafi la prima pruoua.
il cataceleufmo è ilftruor délia battaglta.ltgiambo i maledtcenja contra
il Serpente. Il Dattih è il Teane cantato àgloria del Dio co» ritnri
lot conntnienti.e la Sirifgafiridula rapp) eftnta loflridere de denti itl
draconeihtfimuore. Nel quai racconto fie bencdi renir men
rc,a cio che fi dice del giâbo.c del datrilo,co* rit mi lor conuenienti,
per quella ftcua occafion che di fopra fu auucnita
dcIl'Anapcfto. 11 che fi dourà anco farc nel feguenreche
Giulio PoIlucerecira,dcirificfloNomoalquanrodirTcren
temenre. in quefta forma di parole. Ma del nomoTitbioault
ho ton» le parti cinque,Tira,Cataceleufmo,Gianibico,Spondeà, Catacottft.
Et il 7{pmo è vn manijejlamento, dtlia pugna dt Apolline contra
il Dratone.E nella Tira, mira illuogo, l'egltéiomodo alla pugna.
T^el cataceleufmo to sfida alla battaglia. £ nel Gtambico combatte,e co.
p> enie il Cjiambtco il fuono eziandio dtlk trombe. e lo ftridor de demi.
quafi che il dracone nelftntbfi Jatttart ,ftrir,ga i denti, eflrida, lo Spon
deo dubiarala vittoria del Dio, e nella Cmtailjorei-fut Dio perla vitt*
tia dAtt-çi. Queftadifflrêza di rclationi potè nalcerc perche
&raboncJ >
ha*ucife Jeuata dall'irtcilà Melopea diTcmoftenedalui
citaro.c Polluced'alcun'alcro Scrittorc.o dal fuo
tëpo delVerj di comodo fotto cui viffe, forfc mutato Tvlo
da quel primo.Es'ella nô fu prima in vfo ella vennemolro
urdo.dopo i pnnù Agoni Pitici de gli anni piu di mille chç
corfero trjq li.c'l ftâoTolomco.Dequaiagoni.comcda
noi propoftt in quello p vno de gl'vli dcli'ant iche poclie p
clfcr ma'eri.i p le (lefta luga aflai.rimcttercmo di ragionar
" F? i ticT

238 P E L l T 0 E T 1 C yf.
nci hbro fegucnte\ Ne piu a lungo ci indugicremo in quetto
a recar piu efempi,ne délie pompe,nc dellc rapprerentaziomdepoemi,percheintendimcntonoftronon
è di qui
necorgh tutti, ma folo di con aiquanri efempli, prouare
eiTcrcverc le noftre propose. Riportando dunque a quel
tempo gli Agoni,cheil quinto vib erancli'ordine propofto,noa
lari malageuolc à prouare ilfcfto, che furono i
|T E A T R 1 VI.
Perciochcnoè niunocofi ignaro dell'an riche, e moderne
vfanze,che poemi fi recitaflero nellc Scenc.e ne TeatrijComedie.Tragedie.Satiri.MimijPantomimijllarodi.Simodi,
Magodi, e Lifiodi. einfino a poefie Sacre. Poiche
Suctoniorirerifce che Nerone aNapoliin Teatro cantô
V/n Nomo/enza direquale. e gli kifalii parimentea Bacco
confegaati.de quali Ateneo,e Cletrjète >& altti hanno ferit
to.ChenellefeiteD.oniiîe, iS.icerdotifuoi,formato dei
Iegno dei ficaio,mëbrt virtli dincti.chc poifi fecerodi cuoio
rofïb.in cima ad vna pertica ne poneano vno il maggiore,&
altri minori fe n'accommodauano intorno al collo,
ôc,amczzcle cofcie.cveftitidipannidonnefchi lunghi fino
in terra,emezzo bianchi.inghirlandatidi ellcra.cdi vio
le,e con marjili di altri fiori.con mafehere da ebbri, entraiiano
danzando'con (ilenzio per vna porta délia Scena.ma
giuntinelTorchcfta riuoltifi al Teatro cantauano.Sorgete,
fatte luogo al Dio. Percioche egli vuole, diritto>erefo,
entrare per lo mezzo. Dietro a coftoro,chef.*condo diuer
fe patrie., erano appellari Autocabdali,o Itifalli. veniuano i
Fa!lofori,nonrnafcherati. ma fattili capelli di ferpollovi
poneano Amorini,e vna ghirlanda folta di ellera, e di vio»
le. e veftiti di pelle di capra. altri in paflândo,& altri fermatifi,efermoilTalloporcatoda
vno pieu di caligine cantauano.
D'imtt Bacco quefla Mufa jplendid* > ,
E fentplicerimo, fpargiam di canto
• yam'ben Vtrgint. ?V« fuonianticbi
' ' yfiam

l 1 B J^O Q^r *A n T O. 229
yfiam, ma mm oit aie
jnno ti nmincîamo.
IIchcfinito,efsioccorrcanoaque ,
deg!ivditori >ch ,
çrsi
piu volcanoA' attilafciui loro vlauano. La fefta, 0 1 4 e cio
li facca, corne ho dctto era di Bacco.çhiamata, corne Futnuto
aller ma,Fallagogia, dal portarc»c condurrcii fallo-j
11 quai vfo onde vcniflcCIcmcnW narca da certa Scefa di
Bacco allo inferno.e fuo ritoroo • Ondedicechc iFallofori,
e gli Itifalli furono dctti,c la Fallica pocfia anche da AriftotUc
mentouata.
EROlCHE Vlï.
L'Eroichepoefie, fonoal pari di quelle dclla Scena note
cpalefîad ogn'vno.Chedaprimafuronoda Orfco.e dal
primo Pifandro poctarc.epoftein vfo.cda moltialtripoi
feguire a fcriucrli raccontando i fatti da diucrfi Eroi adope
ra r
i.& cio con proponimento non folodilodarc,& efalta
re cl.i meritato fc l'hauca.ma anche per muoucre altri.con
l'altrui efi. mpio,c con la cclebrazionc,a defiderio d» gloria
& afarcofe.chcperla grandezzalorofofleroda poctiall'immortalità
confegrate: 11 chcchiaramcnte fu da Platone
detto in parole fimiglianti a quelle ben due fiatc.
Diuino adnnque,& indeatojt U génère de poetijodante con cette gra
xje,e LMufc, moite coje ycramente fatte. & a ncora.
il x e r ^ o oicnpamento,&furtrtjdalleMufejlqualeprendendoanimo
délitat0 ,c non profondo/eccita,e fabaccante.tcon ode/ con aitra
potfi-t diecemila fatti dtglianlhbi ornando/lodando, ammae/ira quclli
che dopé nafeono.
Ora quetti poemi fi cantauano da principioda poeti loro
facirori. U chc a ballante pruoua Erodoto ch'Omero
fece. Poi vennero huomini,iqualifi prefero per mcllierc,
l'andare per la Grccia recitando l'altrui poelic per guadagno.cfu
loro porto nome diRapfodLDequâltpoilï terra
da noi ragionamento.
LO-
t

2?Q D E L LU V O E T J C A.
L O D A R E P R O D I VIII.
Fu per antico in molro pregio l'Iliada diOmero.comc
quella che cantaua.i fatti egregi degli Eroi. Percioche come
teftimonia Arenco, di rutte le ciuili virtù.gli antichi riputarono
effere fourana la fortezza, Alla quale mirauano
turti gli ftudi dellcCittà bene ordinate,Creti,Sparra, Atçnc
& altre. E di qui venne che cotanto cafo Aleffandro il magno,
fece délia detta lliada» quanto Plutarco récita .cchc
Caffandro fuo vecifore, tanto l'hebbe famigliare.-eche poi
Clemcenei! buono,cl prode RediSparta era folitodidire
che il poema diEfiodo.comcquello ch'infegnaua a lauorarlaterra,erabuonopcriContadini
di]î>parra . cquel di
Omcro,periCitradini,comequellocheacombarrere infc
gnaua. equindt fu che per leggidiLicurgo.gli Spartani,e
fefte folenni.e pocmi,a quefta fortezza indirizzarono.cdel
le fefte fra l'ai tre fu la chiamata.
C A R N I A.
Délia quale Atenco teftimonia in quefta forma.
"Vemetrio Scepfio net prime del Troico Diacofmo,dtce, cbe la feflcdeCarnif
tappreffoaLactdcmonij,cravna imitaçione delta milttare
vita. Terciocbe noue luoghi per numéro detti Sciadi, ( quafi ombrofi )
fatti in certa fi-niglian^a di feene, e di tende di campo driççano ,eper
ciafeuna, noue buomini allvggiano, e vi cenano,e mangianojl tutto fa.
cendo di comandamento. E aafeuna ombra ha tre fratrie, ofrattme ; e
dura lafefia de Camijper nouegiomi.
Nella quale chefifaceflero anche agoni di poefie refti.
monia il medefimo cofi.
Cbe Terpandro fia piu antico di Anacreonteê da quejlo palefe,
perche come Ellanicoin ifioria fcriffe, primo di tutti li Camu vinfe_j
Terpand>o,cofine verftg%iati Cvrtieonici,coment profati.
• E gia (i vede, che Taleta in Crcti infegnauâ i Peani

cantare,& cfercirarcdalla giouenm loro, in moire occalio
ni.-maancheinvn'altratefta^chhmaraGimnopedia.LaCjUa
le dicc Àreneo.chemenauanochofidi ranciull iin lfparra
lqualicanrauanolnniaDci,&inonore di que' Cittadim
iorccheallagucrra moriuano forto a? gîi fcudi. Perche
fu coitume dellc donne 6partane,di armarel mariti.c i figfi
uoli c i rratclli quando partiuano per ire alla guerra, e dopO
armatizli di tuttcarmejin line lor porgeano gli fcudi ; e
dlceanOj ilày »Jxî7*f Cioèibqittflo^fopratjHeflo.
încendcndo.o quelro fcudo riporta a cafa, ô fopra quefto
iianpôriJto. E non (olo, cor*co& altri (hniglianri
Itudjje d'alrro,edi pocfia li àfl'uofaceanoa Cûorcfe a vita,
e adifciplina militare.mëtre a cafa ftauano.ma anche dopo
ch cranovlcni.cin câpoE Paufaniail tcltimoniadicerido.
^i'Jafi

-ija T) E l L U T 0 E T 1 C
- o t;iU £ïjkYÏ'i\ » !\
Senza molto ritrouafétfrùoiïe éhefa muficà.'éta pôelîà I
fî adoperaflcnecpnujti|il credcraciafcu|iochen ricorderà
délie Parenie.oeglfScoIij c délie Parodie a dierrodichial
ratèjêïchi amemoria fiïidurra ch'OmcrOi fa chèDèmodocOjCantauaallamenû
di Alcinoo,nô cofe giocofes èTicui,
quali fono poiftaté le fopradette tre pôelîe, ma cofe grartttUcotiK
poi feee appo Virgilîb Ioppaj cFemibtïe»èônul-
ti del dtudi di PdnelorpeÉjiclïmaua i ritorni de Gred daTro-,
ià.&altrccqfCiejchcbenedifleOmefQ; * ->>T • 1
' \
Formmga ch'a merije i Deî fer campagnaT
Et al troue ne gli Inni di Apolline dxce chc anche iDei
Tvfauanonclorconuiti. * 1
•
il f v ( J !
•! >f o j
ii.- . 1 . 1
AOTIKDT,-
i
-

T / H O £ V JF \ T O. 2JI
MTVRET/AIT 1
IFTA.TCD.AIJ TT (*H G CFTTIR EU IWT
TO/IO ROILIONO T I>TT AI J)4 T TANTO.
K (E SIUJE A VICTND* TUTTC,* »OT«
7 ODA NO I DON DE DEI.
Et Arheneo dice.Gli antichi prefero per coflnmi, e per
leggi acanrare tutti gli lnni de Dei he conuiri.a fineche-»
anche per cl$i,ficonfcriullèrno noi in latempcranza.
N O Z Z E XI H.
Che anche nelle nozze fi vfauano le poefie ; già fi è per
noi dimoltrato,quando degli lmenei cdegli Fpiralamii li
renne ragionamento. La onde egli non fa ora mcfticn di
maggior pruoua.
NASCIMENTI XIV.
Quando ancora ad alcun grande nafcea alcun fîg'tuolo
per Pallcgrraza fi faceano di moire feitc. & fra quelle balli,
c fuoni.c canri comea di nofln fi fa czianctio.e come li fece
d noi chiaro quan do parlammo de poemi Gcnctluci.
l'ASSATFMPO XV.
Arifrotilc a bail JIUC pruoua che la mufica,e nuda come
egli la chiama.c con canto.accon'paenata.& adopenra,c
potea porfi in opéra per padàre ton po,e l't z o.onefiamen
te. 11 quai farxo egli nommi pedia,cdugogc. Ohrc al quai
vio fi puo per lepararo porre lo
.SCHFRZO XVI.
Pcrciocheçià fie polio in chiaro, che alcunc poefie, fi
fono dai?Ii antichi fatrc.pcr îfcherzo puramëtc c ira qiu (le
con nome gênerai diPcgnu, hi'bbcr luou;o tuttc le eircofedi
Pcgnu dOmero.cioeil Margirc.eleiitnie eiTor li,
c gli Stornelli.clc Gru,e çli Aragni,e 11 opi,e le C atte , clc
R.aue .ecod quelle di Anltofanccdi Mastnere. e tut tel altrccheandaronolotronomecuPcgnia.di
Frotopcgnu di
llarotragedia , c di Spudcogeha. e quali admoitn u lono
Ge V

2.j*fc
if^iajJ3CQalJçuj4niei>K?degl«an r
a«a^q'Wan4o3kun
poeta vçolçanto » c con la poefia stbgaua Je luesmcurafe
pai$ioni. quale & Alcmane,e Saftb, ô^Anacreontef^cero^
c d e g l i altri, allai » çi noftri amoroli tutti ,& hanno fatto,e
fanno e q u a l e feceSimonidcchevn p o e m a compofe délie
lue^çiagure. Equa'eOuidio stbgaua il doforedeU'efiglio
f u o con tante elegie fentte ne hbri,edi Ponto>edeTri
m. & a l t r i con a l t r e çoli fatte poefie
CONSOLAZiONE XVÏtr.
A cofi fatto sfogamento non è molto lunge il poema
conf olatorio.qualçè quello del medefimo Ouidio a Liuia
Augu'ta délia morte di Drufo. e quale è il Gallo di Virgilio.
edi quali ne fece Panolbio.adEterio, eadEretrio,ea
Doroteo.& te di cofi fatti,(i truoua altro.
MORTORIO XIX.
Giadi quefta for.edi poeiie allcqxulifeguono le confo
lanuin pai\e,detto fi è.chc erano di piu gui(e,e 1 reni,&Ele
g>>3t Epueui^àt Epuimbij.Sc Epitah/.ralora anche fatti con
m A^au'iwçnza, quale u ULledi, A l l i a neilo indear la madrei
^efi ~~

L I B H O Q r Jt T O. 235
c t\ conta che rece Ariermfia fopra la morte di Mauiblo
Redi Caria fiiomariro.al qualeandaronohuominifamo
(i Uocrarc.Teopompo &alrri,eTeodcttcadircofiinptofacomein
verfo,vn Fpit3fio, 5c in agone corne fi dità poi.
&è cofi dariorare, che appo i Greci foleano faxvfficto di
pngnere.canrando loprai! corpo mortocerti chori condorti
aprczzo,&ilpiudiefsi erano di Caria, di cherra gli
altri PI atone fa mrnzione cofi dicchdo.
E fe tjlora fa mtflieriihei Cittadini fient >ditori di toft
menta^joni. S ta quando fono certi giorni non puri, e n
ra vengano pin tofto certi chori flranieri, canton mertenetn
no itr.trcenaricondotttamorti che con certa A4ufa

235 T> TL l l JL T 0 E T I C^i
Tanta prorfus ejlaffiaiias bomînitm corporibus mentibufq-..&pro^tçr ffaquoqivutjtaut wdellisanimorù,& corporum.&c pciofudetto.
Cantaniorumpituranguh. ,
Et ènota per tutto la iftoria dellaTarantoJa diPugta
dalla quale i morduti guarifcono co^.fuono.ccol baUo. e
fi videgiaperauanti, cheTaletàCretefehebbe maniera/i
dolce di cantare,che non pure mouea gli animi', ma ancorafanaualeinfermitàdecorpi,eIa
peftilenza..e PJutarco
feriueche Afclcptade fand i délira nti con la Simfonia.e i
fordlcon h tromba. Pitagora,e Damone gli ebbri. Ifmcnia
Tibicine , gh feiadici, e laiebre, Empedocle i furiofi K ç
Senocratevnofpiritaro.,
1 N C A N T O XXI.
Vicino a quefte pruoue,fono quelli,che gli hu omini. de
primi fecoli.nebbono per via di incante(imi,ne quali vfaua
jio lapoefia.e ilcanto,ecio tettimoniano le f armaceutrie
I afnin . Et quello
cheloggiugne. CarminadeCœlopojfuntdeducere Lunam.
llchequantunque falfofofle,le donne, eglihuomini
, Maliardi, o per credenza propria, o per farlp altrui.credère
a pro.loro, (i feruirono nellelorfimilifollie,de'verfi è del
canto. Ôndeforfe e deriuata qûefta voceincanto. c Catullo
fividechevnpocmajÇeceincantamenta.elaSibilla ap_
^ po Virgiîioconduce'Enea.'elefidice.
4 1
; FoliistttntumneCarminàm'anda, Et Horendas canit ambages.
E li fauoleggia che con fijono^e con canto Orfeo Icen-
.

L 1 B vna cer ta prima
filofofia,bannoafjctmatotjfvela pvCtica . Ecio chea queflo
lungamente feçue.
COSTVMI. XXIII.
Cofi come la Pocrica,e la mufica,fannol'ahrui mente at
ta alla coiucmplauonc,colinon minore forzahâno a difpor-

2j8 D E l L T 0 E T 1 C ^f.
porre,ad eccuare.ead achetatc la parrcdell'animo animo
fa econcupHceuole. 11 perche dicca Damonefrifcrcndolo
hxcnco)maeftro dimulica,emaeftro di Socrate,cheIai
mnfrca, cofidcl tant© corne dell'armonia hauea forzadr
muouerecdidiïporre glianimi fehonefti,ad hontftàcvi
ru.efeeonrrarie.a contra ri viz j .&qucftaforza dimoftrô
Pilagora.quando fonandofilane ibegli antubifitmi^irea»
à\,hautffero m tanta onere bamto tittk lero B^efub. ic Muftca. 1 quali
voltono ibt folo tfattciulli per neafsitâ infiefferàtaffero, ma t%iandio
igiottxnttti,e igiouanifinoall&età di x X X.anni/utt ochefojjerogeH
te di vit a afpra & auftera. Condoftacbe e non e tofa incognita> che apfo
gli *ytrcadi ifantiulli per legge .fin dalla prmattàeantino lnni f
Teani ledando thjïuno fecor.do rcdellapairia, egh Ëroi,e i Dei paefani.
E che difciplinati ne 7^>mi di Filoffeno > e di TWoteo, con moka
ambi^one-tdafcun anno nellffefte di Bano dttn%ano a fuono d'auto nt
Teatri, ifanctulli gti agoni fanciulejM e igwuanettigli agoni cbiama
ti virili .Sitniltnente in tutto il lor viuente, qutflijlesft fono il loro
paffaUtnpo ,«ow J v
w in afttlter.ào,, pain effiititatdcfi tfii mcdefirki
' ' 11 |

j L I 'B K O ^ i i i r o . Z?9 I
UT LAUTID'PARTE, À PARTE. £Î C/O * « RAFIFO IBE niuna PERGOGNA fiimano L
" IT CONFTFFARE DI EJJM D'altra DIFCIPLINA IGNARI. MA DI FAPERE CANTARE, NE
NEGAR PCTFONO-, PERIFFERtonADU\AÙ }ea GRAN >ERGOGNA fi RECHERTBBO Ï
KO IL NON JAPERNE-, J» FVMMA TFFERCITANÀOFI i GIOUANIDFUONDI AULOÂ T
TNUOUERFIion ORDINE in BATFAGLIA, & Àdati7are>con PUBLICA CURA,Effe- •
JAFCIOMOFLR*NOOGMAMOÀCUTADMLOROYNE TEATRI. LEqiiaMCOFE non \
PAIONO À ME gli ^ANTKBI nofiri HAUERE in VFAN^A POFLO per delhatura 5 *
ne per niun fiudio JOUER thio, & OTIOFO, MA con CONFIDERA^I om dtU* for »
•ÇA DÉLIA MUFICA, E DÉLIA AUFT*rità>, E DIFFICOLTD. DELÙI LOR vna, E DELLA-du-
REIGA DE i ROFLUMI, THE LOROADTUENIUA PIR LA DNRT^^A DETFARIA, EPE*
l'AFFRÉTA CHE pei'LO PIÀDEL TEMPO TÉNIA QUFLPAEFE. Effendbolje voi J
tutti di FO* %A , DIFFOFTI FIAMO À CONFSTMARFI ALLEAERECHE ne CITCONDA J 1
Eperquefta DIFFERCN^GÀBABITAIORIIDIPTT PAEFE,(onoditqiidiodivnà
altro DIFFÈRENTI,' in cofimtiii, in- CABRE, E NE* voltige TW K
MODI.DET
Tercio FOLLONOammoUire ILDUT 0, EL'AFPRO DTLLA NATURA T VTEMPRARLO \
ton la DOLCT-^A DÉLIA MUFICA. I PEUIO INTRODUFFANO le cofe ANTTDETTET cleraunan^TPUBLICHEa FATRIFITI CDSÎD'BUOMINI, •COMEDIDNNNE >T CHO,
ri DI YERGINEJT DT FAMIULLI^&INFOMMA MACHINARONO- DI fare OGNI coja
per FINEDI domefiicare ,edi ADDOKIRE con L'VFO L'AFPRETGA ddle anima.
Conforme alla quai reftimonianza Strabone aneh'egli.
fauellandodélia RepublicadiCretijOltreamoirealtrecofc,chedaEforopredettocaua.dice
a^ucito propofîto,il
feguente dr Minos fauellando.
Effèrcitàancorai FÀMIULLIà facttare,TDdan^are ET'mati, quella
dan^aihe PNMATROUB Cureté^,, ilQUALEDOCLXordinal''altrAdan^A,
CHE fi CHIARI 0 Tirrube, AFFUIE, CHE ne ANCHE i giuoihi foffero fèn^A co
fe GIORNEUOLI ALLA guerra. Coâ PARIMENTE i ritmi, CHE fi DIMANDAM
Cretici pofe in vfo NE I canti INTERFIFF MI, DE QUALT FÙÏNUEUTOT Taletdt
^4 TTUAITRIBUIFTONOETIANDIO iTtani ,el'àltre

240 DELIA T 0 E T 1 C A. •
Ladan^arfatadâLacedemonij ,Tnjtmi, &iTeari che per legge fi
tatano temoltt altri irtfiituti cbiamano Cretici. E piu là
Lizurgo rofio che -penne in Creti,figiunfe a Taleta huom melopeo, e
intendente di leggi. E ancora piu giù. Jfantiulii imparanolettet
e,e l'ode che U legge càmanda,e certe fpe^e di CMufica.
Etancorchcquefteordinazionida Minos edaTalcta.e
c da Ligurgo foflero ordinare alla fortczza coli d'animo,
comedi corpo,per gli vfidélia guerra, che fiimarono folo
fineatroaconfcruarelalibertaloro,conieftxomcnto del
lafelicira.nondimeno e(icomprende,che (i come la mulica,ela
poelïaeranoaciôfareaccôcie, code manifeftoch'
elleno beneadoperate,fonoatrea difporead ogn'altroab'todi
v irtu glianimivmani.^i come maie vfate.poflbno
il côtrario. U che a lungo e teftimoniarono, e prouarono
in piu luoghie Platone, & Ariftotile ne i Joro ciuili infegnamenti
.E fpecialmcnte dicendo queflï.
Tutti gli huomini affermano la mufica efiere délie cofi foauifsime , e
nuda tffèndo t co melodia L'vjo délia quale è arnica a tutte t'età,e a tut
tii coflumi. perche ella di natura ha quel piacere che ti porge, & ha
for^a difare il coflume dell'animo nofiro qualificato di qitefla,o dt quel
la altra qualitâ, e di molcerlorf di difporlo a quelïaffetto che ma manie
va di ejfit è atta a concitare ; o inafprendolo, o adiclcendo.
• • L O D A R E . XXV.
Onde vennc la maniera délia poefia lodanteibuoncoftumi,e
le belle operazioni,&ogni altra, eccellente altrui
qualità.c la biafimantele contrarie cofe. le quali cofe haucficro
a deftar gli animi altrui ad honore, pofcia che niû
ciboèfidolce,comeèl'vdirfi lodare.e niun piu amaro,
cheil fcnrir diremaledi le ,con che fi haueflero atirirare
dimerirarlo. OndeiorfcroegliEncomi lodanti, étante
altre manière ui poefie maldicenti, che fi fon dette. .
jfl Fine del Quarto Libro .

ZA-l
DELLA POETICA
D I F R A N C I S C O P A T I U C I
LA DEÇA ISTOR1ALE,
gtAgoni dell'Antiche Toejicj.
t i B \ 6 Q^r i TO.
ON parequanto per iftoria fi fâppia»che
nazion veruna al mondo, fofle cofi data a
piaceri,qùanto la Greca. e fpczialmcntea
quelli, che in publicoal popolo (i dauano
nelle fefte de Dei,ne' Panegiri.ne' giuochi,
negli Agoni.e ne' Teatri.e nelie pompe loro,&
in ognia'tra taie occafione, Daqualimolte
dclJecfi fattccole , poitolfonoiRomani.E cio
era,-perch'efsiporrauano ferma opinione,che per lo fefteg
giace nellefolennità de loro Dei, e ne facrinci » faccano lor
cofagrara, e gli rendeano piu prop-zi a prieghi,e aile domâ
deloro.epenfauano,chei'animc de'loro morti godeflero
non ajtrimenti.che quelle de' vigi, quando alcuna fefta, o
gmoco.o conuito faccano ad onor loro. E parte anche
iitilluirono lpettaco!i,c cote ta h publiche per placer de popo.i,
eperallegiamento délie fauche,e de grauami, fle/Ja
minuta gente.ln che non pur (i credettonodimeritargrazia,
e Iode dalla plèbe, ma anche di far cofa piacen te a Dei,
H h poiche

242 7> E L L U V 0 E T 1 C uL,
poichcfîleggc,chcFabio Mafsimofe botorneîlo-andàre
conrro Annibalc, difacrincate^grannurnerad^nimïili; e
di dare fpcttacoli Mufici, c Timeiici, di fçefa dijeftertij trecento
mrntatre. cdenari trecenrô trentatrt'j'e vn tcrzo.
Etra Greci moltedi cofifattecofe,^prfuronodag]i oricoli
comandate.e parte ncFecdono petvaiulazian dV grati
di,fi corne i Samij,che la fefta loro di Giuoone, mut^rono
ad onore di Lifandro, e Lifandria la nominarono. ediedono
fpettacoli, e mufici Agoni. Etaltri per akre occafioni.
Edacofifatte opinion condottiî Greci antichi,grandifsimo
numéro di folennità ?c di façrifici,e di pompe,e di giuochi
per la Greciain tutte leCittà ,eÇûfrtadi ordinarono, e
celebrarono. Ma fopra tutte l'alrre, quattro furono le prin
cipali, e le piu famofe. cio iono Pithia ,01impia,Iftmia, e
Nemea. La prima inftituitadaDelfija^oriordi Apolline.
L'Olimpia da gli Elei.c dalfito Eleo Habilita tidonor di Gio
ue. L'iftmia da Corinthij a Melicerta la JMemea da ColoneiadArchem"oro,ambeduecredutî,diucnuri^pei,
A
concorrenzade'qual^gli Aïeniefi quatff6 altre délie principaliappo
loro ne ordinarono % La Dionifia, cia^Lenea
adonordi Bacco.La Panatenea"grande confegrata aMi_
nerua. ela Chitra, ad onore dicoloro.che per la patria
combattendoeranomorri. e fi corne gli altri Greci dalle
feftefatteinOlimpiaogniquinto anrto numcraronol'ordinedegli
anni per Olimpiadi, Cofi gli Afênic(î,i loroanni
ordinarono dalla fefta Dionifia, la quale altrefi percfafcunquintoanno,
corne anche la Panatenea prcdetta, fi
tornaua a cclebrarc . In cofi fatte fefte , concorrendoui
grandemoltitudine digente,fi celebraronodiirerfigiuochi
,oLudi, chefi appellarono facri. La fomma de quali
fi riduficatre>quafi a tre fômmi generi. cioè Lûdi ôimnici,
Equeftri, e Mufici. I quali con nome Creco, fignificante,contrano,
o contefa, o tenzone, fi nonicrano Agoni.
>7ero è, che per quanro da Paufania fitrac, chedue
libri lunghi degli Ohmp») fcruTè, non ha memoria che in
quellafelta,haueflerluogogli Agoni Mufici.
^ • '• Ma

' Mati bene I htbbo no negli altri, c ne' quartro AtenienT
&inmoltialfji. iendoperôncgli altri tre, & in altri fatto
Iuogo»a vGimn,ici,&agliEquefin. Dequali due,come di
Içofea noftramatérianonpcrtinenii,laicieitemdi fauella-
' re.e li pafierem folo degli agoni,ocertarm\ ocontrafti,
'/yluficiafnoUro propolitofacenti.
AGONI M V S I C I.
< î dieîamo che gli Agoni Mufici furono quelli, per li
quali nelle fudette iette , & altre moite fefte fi venne in
contraftodi Mufica . La quale Mulica già fi è fatto piano.chcfu
cempoftadi tre cofedi Pocfîa ,diaimonia ,e di
ri f
mo,e pote,efu eferçitata.o tutteinfiemeponendo in
opéra quefte tre parti ; o due di loro , poefia, armonia.
poefia c ritmo.ritmoôc armonia. o ciafeunaper fefola_i.
E fe fi trouera per gli autori antichi,nominati altri agoni
,Dionifiaci,Timelici,Scenici,comenel fuderro luogo
di Plurarco Mufci.eTimclici,od altri tali,&altrimenti
accompagnati ,fappiafi fuggircla confufione.diltinguendo
i Mufici come génère dagli altri tre, Dionifiaci, Timelici,
ebeenici ,comeda fpezie vna fola,da tre nomi lignificata.
Percioche altro non fonoi Dionifiaci daTimelici,ne
quefti da gli icenici. 1 quali cofi furon déni, perche
in ifcena in contrario di Tragédie,e Comédie, e Satiri,
li faceano. eTimelici da Timela ch'era quella parte
délia i^cena , ch'era afiegnata a fonatori. e Dioniliaci,
perche nella felta di Dionigi fi ténia conrrafto di poemi
Sccmci principalmenre . o lia anche, perche fu creduto
ch'egli ne folle ftato trouatore . Délia prima cagione
Clémente feriue di quefto fenfo.

A 4» O E L L «4 T O E T 7 C +A.
1 Contaiini Gieci,facrificnndoà Bacco,perimpetrare buonaannota
, actrft che baneano gli al tari, in vece dl priegbi alatna cofa cantïlU
uano. T»i per folofipiù prvphço,legefk fid, (le v\ttorit,eit^
fiiperati,t te loro calamità,e i trionfi fuoi cù,mittciarbno h tanïaré. É pei
vxgliatià f*r*>ft propofe pretnio dell'induflria vntàbrô, 6tterodit>4
capro la pelle, piena di vino, per cagione delqaal prèmlh, $i%ge%ni
de gli huomini ,ft imaginarono,e compofero verJi,pochi da prima, eincolti,
e poi, corne ft fà, e più limati. E di qui fu la tragedia, e la corned'u,o
fît ne facrifici di Apolline K(itmio, che èpaflorale .
MA DIODORO ALTRIMENTI PARIA PUR DI BACCO.
Dicono an tara cb'egli ntenb feco (in lndia ) Satiri, $ quali con ialli,
econ- Tragédie, dilettan%a, E molto piacere deffero al Dh. EÏinfomma
le Mufè , co' beni délie loro discipline, E giouamento gli maffero, t difcttà,eiSat&hom
fare,attiàmuouer ri(a, portajfero à Dbr>igi vitdbea
ta. E dicono cb'egli fà trouatore de gli .Agoni Tintelkl ,edi Ttatri \
e dim»ngv%e,£audio,%emuftche. &> oltre à cio batttr 1
fàttiWit^i dallé
fu^oni militari tutti quelli déWeffercito, vhe alcHnd tdfi treBa mufttd
tnuentajfera. Daquali,colorochepoivenner^tConflitiiMnoadunaïrçf
muficalide gli amfici Dhniftaci. e coloro cheàao àttehdeatio libérarono
datributi. • 1
'
MA DIODORO ,E PRIMA, E DOPO QUELLE PARO^MOFTRA.CH-É
CGLJ TUTNELECOFEDI BACCO D-RFLU! NANATE, EORRIE ÏÀN6TE HA,
R-ACEONTAT E, & IL PARLARE DI CLERR>ENT£,& DUBBIÈ È NEI FINE, E
TUTTOFEMBCAIMAGINÂT©. ÔTCERFËË^HE^rVnoiè'I'ALTFB È
ALL'IFTOIRIACONTRATIO-. LAQUALEEI'MOFTTD PEÉ ADÎETRD LA TTAK
GEDIA, E LA COMEDIA.EFLERE DAPIFIMÂ NATÉ', IN CIEÎLIA, EIN A-
TENE, À TEMPI DI EPICARMO, E DI SOLONE, INTOIRNO AILE OLIM.
PIADE Lii.EMI< E I VERFI NON DAGEFITEDITÔNTADO, MA b
DASPIRITODIUINO, Ô^DA HUOMINI FPIRATID'CFLB HAUERHAUU-
TO ORIGINE. EFEGLI AGONI SCENICI,PORTARON NONNE DI DIO-
NIFIACI, FÙO PERCHE FOIÏCRO LE FTUOLEDI BACCO CREDURÈVERE
COFE.-Ô PERCHE PRENDEFLER NOME DALLE FETTE DIÔNIFIACHE DI
ATENE, NELLE QUALI LE COTALI POEFIE ERANO RAPPREFENTATC. SIA
ADUNQUE FTABILITO,CHE GLI AGONI TIMELICI, DIONI(KCI,ESCE
NICIFONO FTATE VNA,E LA (IEFL'ACOFA.E FONO VNA FOLA FPEZIEDEL-
L'AGONE

L I'B H. O il r t 7{,T 0. 245
ï'Agone Mufico; il quale fotrodi fe comprefe ancoaitrc
poclic, altre armonie,^ altn ritmi.
ORIGINE.
3
È diciamo ora alcuna cofà deirorigin fua,e poi vcrremô
reflère fuo,e gli vfi quanto piu à pien potrcmo, dimoftraudo.
Diciôadunque Proclo,dice.
il J^omo jfi fcriue ad Apolline ,&hada lui U co%nome • percio cbe
hjomimo è^ipollo,e T^omimofu lognomînatQ. perche gli antichi conftituïronocbo*i
cantant^ajuono d*atflo,o di lira il f^oûio. $1 Cre'tefe Çrf
foteni, primiero, prefa ma vtfla^ïendida, & la citara, ad imitaT^on cti
*Apolline,solo cantbil Tfymo. & hauendoneriportato gloria, rimafela
maniera delT agonifm&j. ' i
Ma Paufania, d*uerfo afquanto di ciô racconta jtiij non
fi diuerfo, che non pofla.cÛere futo vcroi e che i piu an ti^hi
canraflTero in choro>quefto Nomo, ad Apolline, e che Crifbiemi.prîmiero,»!
canraflc ioîo,in abito di quel Dio. e chc
hâuendonè egli Iode mcritato,al tri a cio fare fi mettefièro,
& egli, in contralto -di meglio tare, vittoria n'hauelle. Mi
egli è bene che qui rechiamô le parole di Paufania ,1e q'uali
fnplra notiziadiciô ci fort perdare. Scriuc eghadunquè
in parole dï tal fenfp ,di Delh\fauellando.
Mnticbisfimo agonejricordano (fferftfatto, nel quale la prima fat a->
pofero ilpretio per caniare lnno al Dio, e cantollo, e vinfe Crijotemï de
freci . H cuipadre Carmanore ,fi dice cbe haueagia purgato ^ipçllint.
Dopo Crijotemi memorano hauer yinto in canto Filammone, e dopo lui
il pgliuol fito tamira. MaOrfeo per ifeien^a di facrifici, eper altro
fuofapere, e Mufeccbein tutto VoileïmitareOrfeo, dicono nonbauer
ctegnatodipo>fitnprouadiagoneMufico. Diconoe^iandiocheEteutere
riportà Tnhica vittoria, alto, efoaue cantando ,oda non fua. Dictfi
anche Lfiodo tffereflato pevdente nello agone,come quegli cbe non h ave a
apparato, col canto, diJonare citara. Omero ben -penne in Delfi, per dimandare
dall'Oracolo cio , di cbe y000 bauea. ma auuenga cbe di citara
japeffe,per to effer cieco,caduto gli fora in darno. 1

2*6 7) E L L A T 0 E T 1 C A
ne di aulodici Y e di auli. E furono prononciati vincitori di Cttarodia
Cefaleno di tampo . Diautodia Sihembroto arcade. e di auli Sarada
tArgiuo. il quale anche didue feguenti Titiadi riportè le medifime
vittorie. Et allora ,la prima fiata pofero premi A gli *4tleti in Olm.
pia, fuor che daÏÏagone di quattro Caualli, e flabilirono per legge il çor.
fo Dolico ,e Diaulo A fanciulli. T^ella féconda feguente Titiade,le.
uatii premi,ordinarono che la toronafffe delvincitore dell'apone.
ttolfer via l'aulodia ,fpre%rjtala, pt) ihe non era lieto, ne dibuono auguuo
il Juo fuono . *Perctoche l'aulodia era vno fludio tnalinconofo
molto y cantandcfi a quegli auli Elegi, e Tnni. Di cio ttfiimonio NJ
tende il donodiEtherttbroto fudetto, che fu vntripodedt RART.ededu
çatoinTebeadErcoleconquffiorpigrawma. •• *
Echcmbroto Afcas vincit.or de premi
Degli Anfittioni.ad Ercolpofe
Cantando a Greci moi Meli,& Elegi.
E per quefta cagione cefso Cagone deli'aulodia. e vi aggiunfero il torfo
de Caualli. e fu pronomiato vincitoredélie canetteClifienne Tiranno
di Siciona. L'dttaua Viihiade per legge or dinar onoJCagone de Citari
fii,quelli che fonauano fen^avoce.
Quefto Iuogo tuttoinrero ,nondaIrradorro dcJPAmafeo,madalGreco,
hovoluto qui porrë,perche di moire
cofe al noftro prefente propolito facenti,ci da cognizione.
Al quales'aggiugna vn lïmiledi Strabone.
jîppo Delfi anticamente fu vn agone DI Citaredicantanti in /o«/«_»
delTlddeo, vn Veane . iuflhuito da Delfi dopo la gt»e

L 1 B KO l "KT 0. 247
Terzo,che il primo vincitore fu Chriforemi, e poi Filam
mone,che fu fuo figliuolo 3e poi Tamira figliuol di Filam-mone.
Qiiarto.che Orfco,e Mufco non fenedegnarono.
Qujnto,ch*era lecitoâ cantareraltruipoefîe>e riportarnevittona.comefcceEleutere.
Sefto,ch'Eliodo»perjion faperfonare,non vi hebbc
luogo.
Setrimo,chequeflo Agonefi tralafciè, efudagli Anfittionich'crano
fommo macftrato, commune a tutti i Greci,fottoEuriloco
lor capcneU'OlimpiadexLVi u.aggiun
tiui gli altri due,Gimnico & Equeftre, rinouato il Mufico,
che prima era ftato di fola Citarodia. & ampliato di aulodia.edi
auli foli,fenza canto. epoco dopo rifiutatal'aulodia.in
fua vece ripofero i citarifti fenza voce,conféruandoui
gli auli foli. 11 che dinora,che fpiacque neIl'auIodia,.np
il (uono de gli auli, ma il canto, ch'erano Treni, & Elegi,
pocliedimortori.emalinconofe.
' Et ottauo,che i Citarifti, e i Tibicini fenza canto, fecondoStrabone,doucaao
rappreientare ilNomoPitico,di
cinqûe parti.
11 che non parc pienamentevero, perche dopo haucrecfpofte
le cinque parti di c/To, dice.
. Que/la Melopea, tompofe Timojlem capkan deU'armata deljecondo
Tolomeo.
• 11 quâle Tolomeo entré a regnare neU'OHmpiadc-»
cxxii 11. chefudopolaxLVin.nellaquale fu rinouato
l'agone Mufîco in Pithia anni ceci 111. II percheèda dire
che in quefto mezzo tempo, vi Ci conten JeflTe d'altr e poefie
citarodichc,&altri fuoniauleticiecitariftici, eforfcaltri
Nomi ; & NomiPithicid'altra foggia, fatii, chequello
di cinque parti fatto da Timeftene.
Egli è anco da fapere, che fe ben Mufeo di Antiofemo
fmitando Orfeo, non uolle porliin pruouadiquelloago
ne ; vi (i pofe perd il figliuolo Eumolpo.
Il che teftimonia Suida, e dice che

248 DELIA T 0 ET J Ç A.
Fu vincitore in Vithia, percio cbe à L' r

L I B ^ 0 Q^r ! V T 0. 2 49_
che m Calcide alt'Euripo di Eubea, dicono hauere de fuoi wft rip 0cta~
to Efiodo. il bofco d'intorno intorno abitano i •picini Tejpirfî,

2) E L L U T 0 E T I C U
icDrau. eche altri furono ordinari, efatti o ciafcun'anno,
ouero ogni ranti anni. & altri r'atti a piacimcnto akrui, o
per vittoria,oper mortorio.o per folcnniràdi alcun lddco
o anco per conuiti. pofcia che tutto cio per gii efempi dati
fi vede eflereauuenuto.e perche Ateneo afferma, che la
Mufica Enagonia,cioè vfata ne g!i agonUi vfaua anche ne
conuiti fontuofi. & di cio rende ragion dicendo.
Tuttalaraunan^a deSimpofuappogliantubirifvî lacagîone U
alcun J>to.&vso coronepxopne aquejU Dei,& Inni,&Ode.
A G O N I ATEN1ES1.
' Main Atcncpiu ch'inalcun'altro luogofuronoinvfan
2agliagoniMuiJcali.incerteordinate ioleunità de loro
Dei. e recitiamne alquanti, i piu nominati.
L E N E A.
Eravna feftadedicata aBacco', c celebrauafi nel tempo
-délia veridemiajh come f uona il nurne, di cm coii fi iegge
in. Suida.
ExamaXC .Lafeflapreffb a gli ^itenieft,cbiamata Ler$a .nella qua
4e contendeano ipoeti certi ^îjmatiper cagion di rifo. L che Ùemojitue.
chiamb Examaxes. (cbeèd'infu'lcano) Per cio cbejedtndo fit carrai
canta>iti,recirauano,e cantauano ipoemi. Si dice anche Lefiate,Ucbo~
rodeLenti.
E dira poi che quefta fteflfa fefta era vna dellc quattro,
nellequaiifi contendeadiTragedic,e di Satin,
CER AM1CO* ,
Di quefto il medefimo Suida cofi parla.
Ceramico è vn luogo alto BeU'^ittica>onegli ^îtenitfuiafcu»''anno
faccano l'agone delchoro délia Umpada. E piu lufo liauca leritto.
. Ceramuo è vn luogo m tAune ,oueimorctinbattaglia vemuano
fepoltifi corne Menecle,e Callijlwto dicono negh fcutti de gli^iienttfi
& è anche vn populo (délie tribu xAtenkfi) detta Ceramicox vijono di.
qua fi di là colon ce,a coloro che dei pubiico fono fiatijepàliti. & bauea»
no jirïttoui su oue etajeuno era mono.
Eauan-

T—~ J,
~"*1iriTn-T*« " " " " — ' •• — — • • • •
L i B f{ o tj~r' IJK T
°-
F. qnanto parelo F.pitafio fermonefinto da Platoae ncJ
Mciicdcaojtuiii talcoccafionefacto.
P A N A T E N E A ,
Erano due fefte di quefto nome in Arène. L'vn a fi facea
og'i'anno.el'altra ogn'annoquinto,edi qfta Suida feriue,
Vitatene.% m A te >eè vna'ff fia per lo rag'tnametlo da Ttfeo fatto.
Vnnti da Enâio'nh fîgtiuol di Volcano e di Miterua, e po> da Tejeo, il
Dopolo ( cbe prima abitanalpaïfo pervillaggi ) fu in Cittàridotro. e fi
fj l'a«a-ie ogviq untoanno. e contende lflmia fancmllo , e non piu vecclvo,
e feaçi barb >,& hunmo. e al vincitore fi da in prtmio,Olto in am
fot e,p ft coro>'a di otina intiffuta.
E fi chiannui Magrn quefta feftadicinq-ieanni . Nella
quale dice Plutarco introduite Pericle l'agone Mufico.
V -r défit -do di onor Vende,oitenne allara primie amenle,cbefi do-,
uefft meijr agite Mufico neVanatenei. Et effendq,ie egli fiato dttto
Adorera,o di-,0 i" quai modo i tençonanti d n
urffe> o, o cantare,o fonar
l'a-ilo,0 ckariz ire. Ficc^doft alla-a e poi l'atone Mufico nelt'Odto.
Er mqueito agoneilprimochehebbeavincere fuFrine
Ciraredo,'criuen,dolo Suida.
F ine Cita-'tdo Mmleneo. il quale pare, cbe primo citari^o appo gli
Atejiiei,fcttol'Arconte C allia.
Il c'u fe vero foffîyzh'egli il primo di tutti i Citaredi,com
panfcein Arène,maranigliajarcbbegrande c fembrache
p>ifieifjrvcro,poichc riandandofi l'iftoria de poeti raccontata,
nmnocheCitarodiaefcrciraflè apparc,che Ateniefefolîe,oin
Arène capitaffé.Oltrea che li no ti, che ne Pa
n itenci vi era anche certamedi Cirarodta .'cui Aulodia» c
forfe Ji CKiriftica fola edi AuIenca,pofciache Pericle ordi
no,(comeè ncl luogo fudetto di Plutarco )i modi edeican
tare c Jelcifarizare,edel fonarel'aulo. MJ nella medelima
vi fu anche principale queftionediTragedia.Pcroche Suida
coi tuudla \
Fetralogia rragica.Terciocbecolorocon quattro dramati veniano
in coirefa. D.oiijiitne Leneiyne Tanatenei, e ne Cbitri. De quali il
quarto e> a Satidio. e i quattro Dr ami fi nominaua Tttralog'a.
_ _ _ _ _ _ c H - j -

2J2 D E L L A POETICA.
C H I T R I.
Ne Chitri dieequi^he fi contendea l'agonede poemi Sa
tiri. de quali Chitri leriue lo fteflb.
Cbitri ,è vna fefta in Atene ,& in vno fleffo di fi menauano iChitri
,&iCboi. J^ella quale ogni maniera diSemente cuoceano in vna
pentola,e facrificauano a Dionigi, & a Mercurio. Teopompo dice, •
che coloro cbe dal diluuio fi faluarono, cocerono in pen'tola panfpemia,
( che è ogni femente )& quindi eflere ftata la fefta cofi chiamata, e ne
Cboi, che fi facrificaua a Mercurio Terreflre. ma non s'affaggiaua del, '
la cbitra, o pentola. & quefto fteciono i faluatifi, fupplicanti a Mercurio
anco per li morti.
Di onde è forfe a di noftri la fatta, il di de morti. c quefta
fefta foggiugne che fi facea ilx 111. di, del mefe Antefterione,
che è il N o uem bre.
* D I O N I S I A.
Di quefta,che cra la quarta fefta délia Tetralogia Tragica,fcriue
il medefimo Suida in quefto modo.
Dionifiaca fefta in Atene. e prouerbio. Qiiafi tanto da lui, quan
dalla Dionifia. Coflume era appo gli Attici di nouer are gli ami dal numéro
délia Dionifia. d«Uaqualesè nelï'antécédente libro ,alcma cofa
detto; e lo feoliafle di *s4nftofane dice, A quefti ( a Dionigi ) fi faceano
la Dionifia^nella quale ten^onattano i poeti délia Tragedia,edélia Co
média antica.
T A R G E L I A. (
Quefta era vn'altra fefta dedicata ad Apolline, e a Diana
edi cui lo fteflb autoredice.
Targelia era fefla di Apolline, t viana. & il mefe Targelione ( die
è l'isiprile) confecrato ad Apollo, col quai nome, fidicea anche una
pentola piena di Sementi cotte» eocendain effa le primitie defrutti, a
quello Dio, nominato dal rifcaldare la terra,fendo egli lo fleffo con Apol 1
line. F ifi faceaho cori, & agone detto Targelia.
Et in vn'altro luogo feriue.
il

Tithio è un tefrpio di utpnlline,fatto da Tififirato, nel qualcripo- ,
ntano i T'ipodi colorQ,cbe col Ciclia coro, uinceano la Targelia.
Vi era adunque l'agonede poemi Ciclij ,-che già fi diffe,
effere ftari,Inni»Profodij.,Peani,e Partenij,ouero t'uron cofi
derti quefti coriperchein cerchio fi figurauano come fi
vedrà. poi Platone»nel Gone fa mëzïone deii'Agone de Ra
pfodi, e deli'altra MuficainEpidauro nella fetta di Efcuiapio.
MODT DEGLI AGONI.
Ne' paragoni checotjâîtri,huotù fadi femcdefimo,mol
to puo V ambizione,molto l'inuidia^molto il dolorcdi ve
derfireftare al difotto. 11 perche ,fi rruouanoarti,& ingan
ni, & corruttelle, c danari, per reftarne al di'lopra, c portarne
e prcmi,equello cmore,che nel paraggio,o fi ç propofto
o puotcaltriîperare,cheglieneconfcgua. La onde eper
ifchifarclefudctteinconuenienzé >çimaiicheiDdinafcere
poterono. c parte per giuftameûteantiporrecolni.chcpiii
de gli altri, in valore fi foflèauarizato % vollono, c le Repwbliche,eiPrêcipi,egrhuommidimezzo,chc
agoni pofer©
o in v fo,o in opera,fargli per ordini caminare, fi che a muno
inconucnicnre,aniimtortoreftaffeluoga.e per tanto i
in tutti gliagoni,0Gimnid,oEqueftri,oMufi/ci furono
prepofti,Çapi,e Prefetti,e, Sopra,intêdenti. I quali fi diftinfb
rioinquattro principali-cioèin Prelidëti ,in OrdinatorLJn
Giudici.çinMiniftri.
O R D I N A T O R I .
Gia per i luoghi addotti di Strabone, e di Paufania, e di
Plutarco fi vide,che gli Ordinatori, & inftirutori dell'ago- ]
nePithio furono il Senato,oil Popolo,oiMagiftratidella
Città di Delfi. dicendo cofi Strabone,
~4ppoDelfiyanticamente fu rn'uigone de Citaredi cantanti in Iode
deli'Iddeo vn Teane injlituito da Delfi dopo la guerra di Crifea.
Ma quello che fegue.
Ma fottoEurilocogliuinfittioniy&c.
Moftra

254 DEL L Jl T> 0 E T T C ^f.
MoftrachenonpiuiDe'fivi haueano aiuoriràTrnTg?T
Anfi&ioni, licorne afFermo anche Paufama.che nell'O-
Jimpiadexr vu i o-rdinaronocernalrn giuochi,erinouarono
J'aeonedeCnaredi. Ma ciô fu piu di r>rc. anni dopoil
pornoagonevinro daCrifotcmt.Del quale.ioflimo
cfteintcrrdereftdea.chefu inftïtuitodopo la eu ma diCnf
fea. echeeHendofi poiperl'antichin del tëpo.o per guerre,
o per altro, annullato qurllo ?e< ne, e'i Anfidioni il rinomflVro.
Ft erann gli Anfiftion* vn, Magiflra'o cotrmunc
a quafi mua la'Crccia ,epoi li fece commune a tut ta . e re.
iideua corne Pau l'an iafcriue inTermopile Ne! quale mae
ikato huomini propri creauatio da prima quelH popoli
délia Grecia.ciôfôno eh îoni,î Dolopi.i Ttftalieli Eniani,i
Magneti i Malecfi,iFtiotuDoriefi.iFoce(i,i Locrefi: c
Suidaaegiuenei Perrebi,ei Beoti e gli Achei,ei Dt Ifi-e eli
fa in rurtododici.ctâcede'dieci Paufaniai Locreft,ei Teffali.
Macio potèaunenircperchealcuni di quefti popoli,
o fu per misfatro leuato, & alcuni vi furono ageulnti. fi co
me in quel luogo piu a dittefo Paufania fcriue. e che tal popolo
fu, che due maeftrati vi mando.ëc^talc vn folo. Bafta
anoi difipereper l'inrento noftro.chegli Anfidioni antichifsimo
maertrato/tnftituito firtoda Anfi&ione figliuolo
di Deucalione,fu communevntempo'a tinta la Crecia. e
che olcre aile difterenze'tra popolo e popolo, eCittà eCitrh,&ordino
moite cofc;efu padronedellequatrro ferle Sa
crc'gii nomate. Pithia,01impia,lftmi'a,eNemea,& ordinô
di nuouo,erinouo. eleu-à ,em'.r6 in eifeçio che voile. II
chefividechiarôneluoghi di Paufania,ediStrabone. e
quell Euriloco che viene nominato.io credo chefoiîé come
prelidemedegli Anfiâioni per quel rempo;che fi mura
ua,o per 01impiadi,o per Pithtadi.o per altro nouero d'anni.
Echet'oifero anche pvdroni degiiagoni Olimpici.ioil
traggo da piu luoghi di Paufania,e fpezialmente da quefto
parlando di vn Pancratiafte detto Softrato Sicioniocognominato
Acrocheriite.
Furono

I 1 B 1^0 0* V I T 0. 35? i
Furono a lui,traNjmeef & Ifimie mefcolate Vittorie dodici . JJI
Olimpia,ediTithiajn quefta due,& in quella tre. e nell'Olimp'adc^
quart a fopra la tenteftma. cbefu la prima ch'egli quiuifu Pinci r
ore_j$
no» ifcriuonogli Elei. pertbe no» efs'ijna in veceloro i T>ifei,egli Arcadi
pofero l'atone. lAppreffo a Soflrato,i>n buom lottatore era fermato.
dtito Leontifco, ch'era di Ciçilta, e di Hefsina allô ftretto. efu coronato
dA9.iijluficltoni,edagliElei. • < ;
Gucèancodanotare,chefebenegIi Elei,nel territoro
de quali ii celebrauano i giuochi Olimpici,erano padroni
dielsi cheperOjO volontariamente,oper decreto degli
Anridionijli concedea di celcbrar ad altri popoli,e Citrà, a
proprie loro fpeie. 11 perche,fe gli Anfidtionipoteftàhauea
no lopra gli Agoni Pithid>& Ohmpici.ch'erano.i principa
li;ragion porta,che gli haueffono anche fopra gli ajrridue.
Eordinatore primo de giuochiOhmpici fu Ercolc Ideo co
me Paufania conta. Ilquale ordinô che ogni quinto anno
ii celcbralVero. Perche egli &ifratelli che prirpi quiui corferolottadio
erano cinque.-cioè Peone,Epimede,Iaiio, êç^
lda,& cglijchc furono chiamati ktei Datnli.e Cureri. & altri
difiero che Gioue in quel Iuogo haueacon Saturno côbattuto,e
vintolo,hauer polio l'agone. Dopô il quai tëpo,
perlunga fuccefsionedianni.fudadiucrlï piu volte come
Paufania conta,rinouatohnche(i venue ad Irito. Il quaîeil
rinouo & elkndo oggimai gli agoni antichi fatti quiui,paf
fatiin obiiuioncfecondo cheapoco a poco leneveniain
ricordanza,coO l'jggiugneano, Dopo Irito il pofero idifeë
dentidiOxilo. Ma nella L. Oiimpiade,ditUttiicirtadinidi
Elea,a forte furono tra iidue,che nehebbon cura, e poi
ne furono elettincuecon cognomediEilanodiche; ! qua
li haueano vna itanza chvamata Ellanodiceone. nella quale
per x meli elsi habirauanOj&il di foggiornauano in certi
ponici Tredeqjali haueano il carico dd corfo de caualli.
ah ri ire doueano hauer cura del Pentatlo. e a trercltanti re
ilaua il relto degli agoni.c quâdo fi facea la fetta, i treprimi
Itauano al ttrmino delcorto; & auuëne che lopraltâdo tre
di loro al corfb di vno Eupolcmo,iduegiudicarono g lui.

25,6 P F L U ? O E T 1 C
Et"Uterzo perLcontcAmbraciota. c dichiararono quefti
trechein quella occafion fedeano dicendo.
Paflato lo ftudio, oue feggono gli Ellanodiche il qualc
luogo èouelilalcianoi Caualli al corlo; & oue fono le
mo&è loro. Iquali haucano autorità di gaftigare,& di con
dannare,a chidecertatoridegli ordini mancafle, oinganno
vfafie. e ne recita alcunicali. Ma quefti Ellanodici.prendeano
anch'cfsi l'ordine da Nomofilaci,o conferuatori
délie leggi. Uchc teftimonia lo fteiTo Paufania feriuendo.
In quefio SUunodiceone abitano diece feguenti meft gli eletti Ella,
nodici. e da "K^omofilaci fono infegnati, di quanto conuiene che efsi facciano
nell'agone.
Tuttequeftecofe, âuuenga che, negli agoniOlimpici,
nonvi fofleagonemuiîco.habbiam voluto riferire, perche
cièparuro,che alcuna lucc,al noftro intento ci poflan
darc. Gli ordinatori adunquede gli agoni Mutici in Pithia
furono prima i Cittadini di Delfi. e poi rinouatori gli Anfi t
tioni,& Euriloco. Main Atenequefta autorità fudelpopolo
.Perciochefividenel teftimonio di Plutarco,che PericledalpopoloottennechefiponeiïeilSacroAgonenella
fefta Panatenea. Ma (i videancora che Pififtrato hauea
prima edificato il tempio Pithio ad ApoIIine,oue fi dedicauan
iTripodidacoloro .chenella fefta Targilia haueano
vintoconchoroCiclio.ecio bafti hauerdetto degliordinatori;
P R E S I D E N T ! .
I prefidëti agli agoni crano chiamati Agonarchi,& Agonotheti,&
Atloteti. e come che Suida dica.che gli Agonoteti
erano degliScenici. cg!i AtlotetidegliagoniGinnici.
io ftimo perô clvegli fia errato. Perche Plutarco nferî che
Periclefueictto Atloteta. e purei'agone da lui ottenuto
eraagonemufico,enon Ginm'co,&egliordinô,comes'ha
uelfe a canrarc,e fonare,& auli,e citare, ncH'Odeo da lui fabricato
llchcmoltrachefoilecariconegli Olimpici.de
Noinohlaci^hecomepoco ha fi vide,ci6 ordinauano agli
Ellano-

l 1 B K 0 ^QjV TJ). •
Ellanodici .iquali poicran© giudici .Cofi fatta cofa douea
hauere a canco,alcunmaeftraro ncgli agoni Piticid quali,
ôc,ordinaffero, eprefedeiîèro', fè bene efempio non fene
pofïàdarc. Main Atcne gia ftdifiè, che Peride^ufl priai o
Atloteta,chedel popolofofîea qaelcaricojeletto rtePana
tend. Giulio Poll.uce per lo fteffo pont rAgofio&ta.e l'At
.oteta.enon fo feJo ftefl'a foffe in quefto yffick> FAFCÔNTE
dator del Choro,di cui Ariftotife nella poetici fa menzione,di
daror di Choro mentrc dice.
Verciocbe Cboro de Comedi tarda diedei'uircote,ma erano volotari.
E per quanto parc era vno dcpriflcipali maeftratfrdi Arène
. Teftimoniandolo Suida.
tArcbon.+Arçbonti certi noue.Tefinotetefci- }^s4nboniH'Pokmono.
C H O R AGOi •
Del Chorago dice Suida.
Chorago è il conduttor del Cboro,& ildatorcj.
O lo fteffo folïe,o nô,il Ghorago con l'Arcontc,notabi-
Ie cofa è,quello che Plutarco fcriue di Ariftide,e délia pouertà,o
ricchezzafuajcosi.
Ter%p,&vltimo,ebe dedicat'wni di vittoriedafcib nehempio di Dionigi,Tripodi,Choragici.
i quali alnoflro tempo anche (i mojlrauano con
feruanti quefla infcriQones.
. L'uintiochideyinfe.^4riflidefu Chorago,*uircheflratorapprefentb.
Quefio corne cbepaiamaffimoargomento déliariccherga fua, debolifftmo
è. Verciocbe Epaminonda, il quale tutti gli buomini fanno efftrfi
nodricato in grande pouertà e viuuto. t Wlatone itfilofofo,hebbono
acarico, Cboragie non da ff>re^are,o da ftimar poco, quegli ad buomi-
•ni auleti. e quefti dando la Cboragia a fanciulli Ciclij. *A quefti diede la
fpefa Dione Siracufano. e ad Epaminonda Telopida.
Da che è manifefto,che il Chorago, e comc io credo anche
rAtloteta,o Agonoteta facétie del fuo la fpela che a farc
agoni mufici>c cofi fatte altre fefte^andaua.llchc èchiaro
in vn altro luogo di Arift. nel 4. deU'Etica cô quelle parole.
Si come,oue bifogna effer Cborago,o C api tan di galera, 0 dar conuito
alla città. E da Plutarco fi côferma,quando parla de certami
mufici propofti in Fenicia da Aleflàndro, cofi dicendo.
KK In |

258 D E L L A T Q E T 1 C A.
In Fenicia di Egitto ritornando, ordino Sacrifia, e pompe a Dei. e
Cborodi Enciclijje agoni di Tragici, non folodi apparati,ma anche di
tonteferiufcitiittufiri. Tercioche faceanolacboragia,(cioèla fpefa)
iRjde'Cipriani ,ftcome in Atene,coloro,cbea forte traeuano le tri. ',
bit .6 agoni^tronoconmirabileambi^onel'vncon l'altro. emafiU
mamenteTficocrconteRjdiSalamina.eTaficratcR^ediSoli vennero
in que fia concurrent- Tercioche queflitharono a forte di far la fpefa
afamofijiimi ipocriti, ( che fono iflrioni )Taficratc ad Atenodoro.
e T^eocreonteaTeffalo. Acui fauoriuaancheAleffandro fleffo.ma
nonmanifefto queflo fiudio fuo, prima che con voti foffe vincitore di.
chiarato Atenodoro. Allora indi partendo, diffe. ch'eilodaua i Giudici.
ma che egli volontieri haurebbe fpefo la meta del Bjgno, per non
vederevinto Teffalo. CMa pçi çheAtenodoro fu da gli Atenieficon.
dannatoin danari ,perche non era comparito alla fefta 1>ionifia,cbie.
fealHe,cbe a fuo fauor voleffe fcriuere. Cio gia non fece. ma del
fuomando A pagare la condannaggione. E portandofi benenel Teatro,
e piacendo Licone Scarfeo. e vn verfo nella Comedia traponendo,
che contenta, dimanda di dieci Talent'hrife,egHeli diede.
Il quai luogo moltoanoftripropofiti,comcfivedrà, è
fexuente .& ultra che pruoua, fhe gli Agonqteti.o Atlote
ti, o Choraghi,come Furono iui Pa(icrate,eNicocreontex faceano del proprio la fpefa, moftra anche come era coftu
me in Atene in eleggerli,mentre dice.
Si come in Atene eoloro,che a forte traeuano le Tribu. < !
Le quali Tribu in Atene eranodiece, nelle quali tutto il
popolo era diuifo. E fra quelle eraPAntiochidcdclla quale
era per lo teûjmonio fudetto di Plutareo, Ariftide.& per
ciofufcrittoneTripodiChoragicifudetti, Vinfe l'Antiochide.fuChorago
Ariftide,erapprefentô Archeftrato* 11
Chorago hauea anche vfncio di trarre a forteilcapodegli ;
iftrionijfi come fecciono i detti due Re » e come è da credere
che faceflè Ariftide di Archeftratoi che era ftato maeûro
de Chori.
GIV-
'

LIBIDO Q^r 1 O.
G 1 V D I C I.
i
Il Chorago Te bene etail datorejdel Choro,c facirore dcl
la fpdà, non giudicaua egli perô dclla vittoria,per quanto
da vn'altro luogo di Plutarco apparc, & è nel Cimone cofi
fatto.
Tofero in memoria ( dice) ilgiudicio de' Tragedi, che fu fatnofo .
Terciocbe bauendo Sofocle ancoragiouane la prima fua di dafcalia (cioè
rapprefenta^ion)propofïo t^l.fepfioneV Urconte tyeggendo contefa,e
quafi fedi^ione, che era fra gli jpettatoii non forti i Giudici deU'agàne,
Ma quando Cimone, con glialtri fuoi collegbi Capitani venne, /»
Teatro, fecea Dei gli ftatuiti libamenti, e non glilafcio parure. MA
dato lora giuramento,gli cofirinfe a fédère, e a Giudicarc, fendo eglino
diece,vno per ciafcuna Tribu. L'isfgoncadunque per la iegnita de
giudict ,fu piu cbe il folito contefo. & bauendo vinto Sofocle dicefi cbe
Efcbilodi cio, oltre modo pafsionato,egrauemente fofferendolo , non
molto tempo dimorb in >Atene. tJMa per ira partitofi, pafso in Cicilia 5
oue anche morendojntorno a Cjaleafu fepolto.
Il qualc teftimonio, ci fa palefe, c che l'Arcontc hauea il
carico.di far trarre a forte i Giudici,di ogni Tribu v no. e di
fare aile occafioni d'altra guila.
HaueanoancheipoetiComici,quando di Comediahaucano
tra lor tenzone,i loro Giudici,& erano cinque in n u
niero.fcriuendone Suida in quefto modo.
Su leginocchia di cinque Giudici ( che in prouerbio era paffato ) in
quanto appo gli antkhi,cinque Gïudici,i Comici giudicauano.
Ne pur quefte forti dipoefie, haueano giudici, e fopraftanti,
ma anche ogni altra pocfia, che da Ghori.o in choro
fi cantaiTe. c fi cleggcano,non come i detti a forte, ma a
voti.&diceanû* Epimelete. di che parla Suida.
' Epimelete de' Chori,fielegeano a voti taffine cbe i Cboreuti, 0 ChorU
fii,non fidirordinaJf.ro ne'Teatri.
Et in vn'altro luogo dice in quefta guifa.
T\jtbducbierano,nella Timele i Giudici deWagone,acciocbe con ordîneft
procedejfe ne' Teatri. chefidicono Efmneti.
KK 2 Fa

x6ex C S f T ^ T C B n C i ^ .
ta anche menzion di vn'alrro maeftrato, chiamato Atti.
nomi,ch'crano x. cinque de* quali.refïdeano neUa Cirtà,e
dnqucndPireu.j&haueanocura délie donne Pïalrric, e
délie Tibicitii. efcriue.
^jftinoma. "Pièce erano gli^4ftinomi,cinquein Tirtff, e cinque ntÏÏa
Citta(Mene ) a quali et A data la curatelle ^iuletridi, eàelle TfJtrir.
i
M1NISTRI.
Haueano i fopradetti maeftratijPrefidenri.e GiudicUl rc
citamento délie poefiein agone,per do fare ï fuoi miniftri,
& erano, ( prelî in fomma) di ix. (brti.'quatrro verfanti nel.
larapprefentazione. e cio erano.iPoeti ftefsi,rRapibdigt(
lfttioni,& LChorifti Due ,
accompagnanri,& aiutantilarap
prefentazione. i lonatorî,e i dàzatori, e di quefti tutti fi dira
afuoj piu propri luoghi. Etre erano i minifterialipropriàraentexte
maefttari' fouradetti ;efrar quefti erano i Cerici,
'cbxfoûoi prec&ni i eLtrombettî, echiamaiianfi Brabei. o"
jBrabeute,e Suida cofi gli defcriue.
J
* c
| BrahifonoiTrewnittegWisJgoMi HciU-vfScioPoIlucedofi
defcriue-». * 'r -
il génère de Treconi è Sacro a Merctirio, e préconisa, quiettyne giïag9nr,ene Sacrifia, eannunciauailibamenti,ele vata^oniyeguidaua-glkuigonifliycioè>itmzpnanti:
&anchei i>incitori. 1
j Vi erano poiiRabduchi. de qùalidice Suida.
( Bjçhdmbi erano neUa TimHa, eerti portâtori di bafloni, perche te-
.nifferoinkuonoordinei Tiatril Qi(jiudicidegli sAgon'i che ibiamanor
Efimvetis • • - u
Quefti direm noi oggi baftonieri, 11 cui vfficio è,ne con*'
corlidel popolo, fare far largo,el uogo, a ciô che fi deuo.
» Simili a quefti erano i Maftigofori. o come Littori che
accompagnauano gli Agonotetti, per fare ftar la turba a
dietro,e per vietare le rifle,ele queftioni. II che fi legge nella
leggc vltima di Arcadio,d e 'Muneribus.&c.
RAP

L 1 B'T{_0 Q^r I -KJ T ©. 26r i
RAPPRESENTARE.
Non hoio gia trouato memoria veruna tfpprefïb nefllino
ferittorc de gli antichi, ne de'modérai, dellemaniere,
chefi renieno a tare andar perordine i pocmi,chefi hauèanoaporreincontefa.rvnodopol'ahro.
Perchenonfcm.
! bra,che fi corne negli altri cerramififacea,che piu ad vntë-
; poliponca^noincamp©,duelottatoriperlomeno3duepu gili, piu corridori caualli, e piu corlori huomini. cofi fi haueficro
due ù piu poefic ad vn tempo à recitare,non poten
done.giiipertïtori,neiGiudici'âd ambedueinficme dar
orecchie. Il perche, parc che di necefsit-à folle, che vn*
prima, che l'altra, foflc,o recitata, o cantat-a, o rapprefCrftara.
& è daauucrtire cio che diSofocîe feriue Suida dicendo.
Cofiuiprimo,vsbt¥eiflrionhoqueU0che i
ft chiamb Tritagonifla. e
prmo,introduffeileborodixv.giouaniyentrand.oui prima xif.ft cbia*
mo *Ape per la dolce^a. & egli tomincio ad agoni^are, o contendtre a
drama contra a drama,e non per Stratologia.
LaqualeStratologia,altrononfU)ChequcIlo,chciLatini
dillero, dcle&us militum. deletto de foldati,& clezione.
11 quale fi facea, chiamandofi prima uno, & dopô qucllo
vn'alrro- corne Polibio infegno, e noi lopi l
aeflo.Adunque
èdaintenderfi chc Sofoclerifiuto qoefto modo dirapprefentare
TvnaTragedia dopô l'altra,cheper auâti era invfoi
e'cominciô a contendere drama contra drama. cioè in vn
tempo fteflb,quefto drama côtra quello, e fembrache cofi
fofle. Anche dal fu allegato giudicio diCimonc. oue fu da
SofoclevintoEfchilo,auanti che da fédère fi leuafiero. }1
che non fo imaginarmi corne fteflejfe non fe l'vno prima,c
l'altropoi,echein vndi ducDrami,firapprefentafïero.
Vn'altroliiogohaprefibadElianodi quefto piu malageuole
perauuentura • 11 quale è bene recar qui tutto ,
7

1 262 DELIA "POETICA.
Tvfcfljprima,e(efta Olimpiade ,nella quale vinfe lo jîadio Exeneto
Agrigentino, furono l'vn contra l'aitro in agone Senocle,&Euripide,
e fu primoSenocle, ( quale vnque coflui fi fojfe,) con l'Edipo,col Licao.
ne,con le Baccbe,e con l'\Atamante Satirico.

L 1 B H 0 g, V I X r
EN AGONIE POESIE.
0' ' 263
deflèadramaadrama,enon pcrTetralogia. Secondo la
quale moftra.chei poeti foflèro tenuti contendere con
quattro drami. ma non lo fe in quelle quattro diuerfe fefte,opurein
vnafidica.non parebaftareil tempo,chein
vn di otto Tragédie fi taceflero. fe nellc quattro, in troppo
dtftanti tempi fi difFeriua la prononcia dclla vittoria. In i
fomma io non fo difciorre quefto nodo: altri la gloriafc
n'habbiajfe vnquïauuienccnearcuno il comprendcfle.'
Bafta a me di aggiugnere ora, chc fc bene Sofocle quel fiio
modo introduire, non cefsô perôil contarneprifeo délia
Tetralogia,poi che Euripide piu giouanedilui,ncrhebbe.
Enagonie Pocfie,& Armonie, e Mufichc chiarrrçronTr i
Greci quelle, chc venienoin agone,in|concorrenza. Quali
adunquefurono ipoemi,chevennero inagone? Dalle
profsime dette cofc,furono le Tragédie , &iSatiri.c per
lo teftimonio dello feoliafte di Ariftofane,anchc le Comedie.ne
Dionilî j. e fe in quefti,anche neiraltrc di ragione.e di
tanta menzione, che nel primo libro de poemi.c poeti Comici
s'è fatta,e ('perche fi vide che cinque erano i giudici délie
Comédie. E per le cofe in quefto derte,Inni,c Pcani,e gli
altriEnciclij cioèProfodij, cPartenij.&anche poemidélia
nafeenzadi Apolline, edi Diana. eTreni,&Epicedij , o
Epitafij. Corne ne mortorij diAcafto.e di Artemifio, &
Eroici. corne tra Efiodo,& Omero, inCalcidc, & in Teflaglia.
e tra Lefcheo 7& Arttinp. e tra Rapfodi in Aleflandria.
c Nomi corne feTerpandro,eMeli corne fe Sïmonide, e
Ditirambi,comeLafo.e corne tra Pindaro,eCorinna Nomi
Lirici,o Afmati.& le poefic chc da Chori furono cantate
. E corne io credo ogni altra forte dipoefiapoichc
ne autorità , ne teftimonio di veruno il contradice , ne
ragionc

S64 DEL L -A T O E T J C A.
ragionedetta,cne piu j e (opradette,ch'altre vi poteflèro
venire. Le quali uitte,che fi rapprefentarono,o in contefa
, o fenza. iirapprefentarono, o in Panegiri. o neTeatri.
Ne quali erano tre particolari luoghi aflègnati, l'vno fi
chiamô Scena,e l'aitro ,Odeo, & U rerzo fu detto Logio.
flfine del Quinto Libro.

• 26?
2)

266 B E L L A "POETICA.
R I T M O.
"Eccrfamentc* per quanto habbiam potuto per le antichc
mcmorieraccorre, il Ritmo fu quella cofa,che a turte
le fudctte fu commune. Percioche,oltrecheanco a cofe
non animate alcuna fiata fu attribuito, quando acconciamentefoffer
fatte,comeadvnaftatuataIe,ead vna pittura,
fu detto ch'era Euritmps; fpezialmentc il ritmo, al mo
to de gli animali,c dell'huomo fu affegnato, e pcrciô PI atone
del moto cofi fatto nel'.i i. délia Leggi ragionando,
diffe_.
E all'ordine del moto » fia poflo nome I{itmo,
E perche il moto, di fua natura è, o prefto,o tardo,quefli
ancora al ritmo accornmodarono. e ij medefimo Platonc,
fcriffe nel Simpofio, ^ •» . -J .
Si come il ritmo del prefl6,e del tardo,prima difcordanti,e poïcon~
cordi,ê fatto. ' t > \
E per cofi fatta ragione propriamente, il ritmo farebbe,
ordine délia preftezza.e târdità,de moti concordantiinfieme.
Mapercheilmoto, non pure ènel corpo tuttodel-
J'huorho>( per lafeiar quello degli animali) ma eziandio
nelle fue parti ; edi pîu,nella voce 5 differo i mufici,cheil rit*
mo,fitrouaua,cofinel ballo,cheèmotodi tutto il corpo,
come nelle figurcegefti, che fi fanno nelle parti; che
efsiinloro lingua fchemata differo, che figure fono. e
noi chiamiamo gefti, c atti, e atteggiamenti : e come parimente
nel moto délia noftra voce fignificante.enon fignificante.
e percio diffono,che ogni human parlare, foffe, o
metrico, o melico, o profaicô ,in moto confiilendo, e ordine
hauendo; hauea fimilmeate ritmo. Ed aggiunfono,
che il fuono degli iftromenti facendofi con moto, o di fiato,©
dimaniquando ordinatofoffe,medefimamente ritmo
haueffe. Ora perche la Mufica, e l'intero Melos, fatti
erano di canto,di armonia di fuoni,edi orchefi. e tutti que
fticon motofifaceano, e ognimotojè da tempi mifurato,
ïMu-

I J B ' S.E S T 0.. • • 167
i Mufici^e tri quefti AriftideÇ|unitiliano,il ritmo in quefta
guifa difrinï.
il ritmo, è fiflema Ai tempi con certo or dîne compoflo.
E Tarte di quefto commune Ritmo, chiamofsi da fuoi
maeftrLRitmopcia Délia quale Dionigi Alicarnaffeo il gio
uanc,Qrro titoîodiRitmiconiicriffe libri xxïnt. I quali
fe hauefsimo,quefta farica,o del tutto ci harrebbono toit»
oageuolataci d'affai. Ma quegli mancando,vagIianci,
di quanto pet gli ferittori che ci ion rimaii,ne pofsiam raccorre.
Pfello adunque in certi fuoi rottami,dcIIa detta ritmo
peia par Iando,co(i difie.
La Bjtmopeia, è cônfideratrice del? ordine de tempi,del verfo,ielFarmonta,
e dell'orcbeft. E di effa Rjtmopeia,quella parte cbe confidero For
dine de tempi de verfi, 0 metr^ft cbiamb Metrica. E quella cbe contempla
l'ordine de tempi deU'armonia,fi appelle uirmonica .0 crufis, 0 crufiica,dal
percuotere, 0 con dita,o con plettrogli iflormentiarmoniofi. E
laterxacbefecefue ragioninell'ordine de tempi dell'orcbeft ,fi appello
con piu ftretto nome Bjtmica .
Quefta diftinzione è bclla e realc,ma guardianci dal con
fonderci,in queftafimilitudinedi nomi, délia Ritmopea
enerale, e délia Ritmica, fpezic di quella. e piu dal nome
effo di Ritmcampio molto, corne fi difle; e riftretro ancora;prcnde
due fignificati, Tvno corne genere,al metrico,
aU'armonico.e alTorchcftico .cTaltro corne fpezie, che c
ritmo orcheftico. E perche tre furemo le parti délia Ritmo
peia,Metrica/Armonica,eOrcheftica,oRirmica, farà da
vedereciafcheduna,non purecomediparti^della Ritmopeia;
maancora, comedi parti matcriali délia Mufica .E
perche quefto eziandio piu s'inrenda, diciamo per via di
fommario,qucl tanto, che di cio,il medefimo Pfello ci lafeiô
feritto.
Dice egli adunque tutta la mufica diuifero gliantichi
fuoimaeftri inquattro parti principali. Délie quali la prima
, chiamarono Materiale; la féconda Apergaftica, la terza
Exangeltica,e la quartalpocritica.
Ll z Délia

z€i 2 ) I I U T» 0 E,T l C vf
pcila prima.Materîale/ccCifino ri:eparti,laMetjica,l'À~ï
monica.e la Ritmica.
La féconda Apergaftica, che fuona effectuante, partirono
in quattro al tre parti. L'vnarifpondenteallà Metrica,e
fua miniftra- La quale confiderb,lelettere>lefillabe,ei piedi,
ei verfi, quanto è a tempi lunghi,cofi fu ella in tre parti diuifa,Citarodia, Lirodia,
e Aulodia, che fonq,canto a citara,cantq a lira, e canto
ad aulo.
La quarta principale, che fi addimandô Ipocritica, heb*
be per proprio vfficio, di mertere per opéra tutte le parti, e
délia Materiale,e dei f Apergaftica, e délia Exâgeltica. e rap*
prefentare in atto,per via di canto,e difuono, e di orchefi;
o fia di ba!lo,e di atteggiamento,con certi ordini,e mifure
tutro cio che alla Metrica,e al canto, fecondo la lunghezza,e
breuità, de tempi, eacutezza^e grauità di armonia,e
preftezza.e tardità dimoticorporali. fi poteaaltrui porre
auantiagliocchûeagJiorecchi.
Nella contemplazionedellcqualiparti,e parricelle.fot-
" " til-

_ _ K , . „ *r ,.„...
h IB IL_0 S E £ T Q. a4»
fomimente fiïofofarono, dicendo. Ch'eiienô doueanô
eflereoidinate.edOgniordine era mifurato diluôghi, é
danumeridVgliordinati.equefti nelvcrfo crano le fillabe.
nelï'arnionia fronght ,e rrell'orchefi i gfi fchemi.I quali
tre, farebbono efsi le ïïîirure drfe ftefsr, fela fnifiaf a pdre£
feeflerelofteflb, col mifurato-
Ma perche cio norî piiojlainuai££ débbe eflerc eftrinfeca
al mifurato. Adunqueella èdiuerfa,e dalle fillabe,eda fton
ghi,e daglifchcmi.epet cio hebbe AriftotïèfiO ragiqn a
dire, che la fitlabarnon pofea eflerc mifura,neil fton'go, ne
lo fchema. Ed anche perche, fono variate lefiiïabe dalbriÇ
ue;e daiîungo ,* eiftbhg* deiraftô, e del baffo, egjf fefremi
del ppefto,e^tardô.ep'erciofonbmtMa6îKetlincefte,i
IamifurapercôMrario,eflcredee i
certa, ed- imnvatabife 't La quai mi fut a, non porendo lo fteflb eflérecol mifiïraf o,
ne ella,ne il mifurato, puo eflerc di vn tempo primo efolo.
Tempo primo &quello,che è minimo,d indiuifibile,non iri
fe, corne èl'vnità net numero,e il puntonelcowtim.ro, ma
verfo di nui. cioè quel primo,e quel mininio, che dal fetffo
noftro è comprefo-. Ed il cofi fattd, nel parlarefi tonfi'derain
vnafillaba. nen ,
armom*a,mvnftongo,oifl vnirittentailo.
c neU'bTchefi>in vno fchema. Ma il tempo chc è
mifuratOjha meftieri,del dianzi,edel dopo,ouero del prius
cdelpoftCrius. eperciô viene detto da Mufici tempo fecondo»
e tempo compofto. perchediuideuc fi puo, ne duc
primi per lomeno ,o vogliam in vn dianzi, e in vn dopo,o
lia in vn'arfi,einvnatefi. Dequefticompofti tempi, altro
è doppio al primo,e indiuifibile for>radetto. ed altro è triplo
ad eflb, & altro anche quadriiplo. Eino al quai termine
quadruplo, procède il tempo ritmico.c non pafla piu
oltre,proportionandofinepicdi,alletantediefidel tuono
cofi nel canto,come nel fuono.
E di quefti compofti tempi, alcuni fono Enrrtmi, c al ritmo
acconci. altri Arritmi,eal rirmo innetti.ôc altri fra quefti
due.fono mezanLcdiconfi rirmoidi participando, eglino
de' loro cftremi d'ambi i lati. Di piu di cio, di quel.

ttcfsi tcmpi, «ioè de ptimi enritmi al trifono fcmplici, 5c altri
fono moltiplici. 1 quali anche fi dicono tempi podici dal
piedcch'efsi formano. Il quai piede è parte di tutto vn ritmooTiedianteilqualetuttoilrirmocomprendiarno.
e le
parti del piede fono due, Arfi, e Tcfi.
. - M E T R. I G A,
Quefti cofi fatti piedi, ele qualità. econdizioni,furono
confiderati dalla prima parte Materiale délia Mufica, e da
fuoi maeftri, come quella che confiftendo nel parlare, çra
principaleparte délia poetica,e fondamento dell'altre due,
armonia.eorchefi. Nelle quali clla pafsôparimente, efu
lor commune ,-nelIa guifa quafi medçfima d«lla Pitmopeia,con
cui lo fteflb, per poco ella diuenne. fenon in tanto
différente, che la ritmopcia confidero folo Tordinc de tem
pi loro, qu,anto è a preftezza,e a tardezza. E la Metrica.oltreaquettedue,laarfi,elatefi
fopradette. Cominciandofi
dalle lettere, e da quelle aile fillabe paflando, e da quefte a
piedi. edapieâiàverfi.cdaverfia pocmi. Il trattamento
de quali, non fie fc nonbcne,trafportarc qua da ltbri di
Ariftide Quïtilkno,e da fudetti rottami di Michèle Pfello:
I quali cômechcvtililsimifieno,fiftanno perôancora nelle
ténèbre di alcunec publichc,e priuate libreric nafcofi.co
tanta,è la neghgenza,a noftci tempi,e la ignoranza di Mufica
perfetta. /
E L E M E N T I. \
Incominciandoci adunque dalle lettere, che démenti fu
rono dette del parlare,dicono.
L'elemento,èdélia vocearticolata parte minima. De
gli elementi,alcunifuronofentireillor fuono chiaro, c
vdibi/e.

L I B E^O S £ S T 0. 271
vdibilc.ediconfivocali. Altre ofcuramente vengonoalrvdito^ecbiamanfifemiuoca]i:&
altrepoco fuonano , e
*quafi non s'odono,e fono dette Mute. Délie vocali, alcunefonodivnbreuifsîmo
tempo,ediconfi monochrone.
&aItrefonodiduetcmpi,ediconfiDichrone. Délie Se-
^niuocali, quelle che a due confonanti,ne verfi, fono equi
ualenti. fi dicono doppie ; e quelleche meno di vna confo
nantepofibno,fiaddimandano humide. Ma quelleche
di niuna di quelle differenze communicano,fi chiania proprie.
Délie mute poi,quelk che fuperficialmentemuouono
lo fpirito fono dette, nude. c quelle che di dentro con
forza il traggono, fon chiamateirfute, fcaa quelle che il di
mezzo fannOjMctlie fono appellate.
S I L L A B E. *
Componendofi gli elcménti detti,fi formano îe fillabe*
perdiuerïità dellevocalidicuitêgono çpgnome.E dique
Xtc altre da vna hanno la lor forza,c altrc da piu. e di quelle
altreda vocale, corne i dittongi,quali, o per temperamento,
o per compheazione, o pei predominio diciamb farfi.
&alrrc anche per confonanti, fi corne le pofitioni ftgurate.
E quelle che îungo hanno l'elemento. ovn dichrono
diltefo, o breue elemento, a dichrono complicate, o duc
dichronicomplicati infiemeXappellanolunghe. Ma quelle
che vocalebrieue.ovndichrono iterato,odafe,ocon
femplice,perche taloradélia breue,etalora délia lungsu
l'vfo adempfono. E di quelle altre fi prendono dalle per
naturalunghe,quando invocalelunga finifcelafillaba,c
quella che fegue da brieue cominciando. Perche per non
haucr di mezzo confonante, che le congiunga,cagionando
i fuoni aperti, fciogliono la forza délia voce.ouero ftudiando
noi di prendjere l'altra fillaba per continuar la voce
auanti, che la intera précédente le accoftiamo>fi lcua délia
lunghezza del précédente fuono. _
E altre

272 1) L L LA T a E T 1 C A ^
E altre liprendono dalle brieui per natnra,quando in parte
del parlare la fillaba finifce. Perche H diftanza£,he è tra
la fine del primo,e tra h pnncipio dell'altro, lunghezzaalJa*
fillaba aggmgne. E altre dalle lunghe per pofizioncquan-
'dofeguèndadueconfonanti )L'vnaemuta,e"altra umida.
Pcrcio che'dalîacomplicazione dcH'clementoprécèdent*
chedinToIravoceè,equclla del feguente èdi piuibttile,
fuaaifce,e fi fcaccia. Anchora,di qucfte,aicune,dallc lun.
ghe per, riatura fi fanno men communi, quando la fillaba
_pate.il concorfo di vocale, e termina in parte dei paf lare, e
la complicazione fi fa per dittongi ,çhe di effe fi compon-r
gono. perche quitte piu in tenfi fanno i fuoni, perche anabeduechiarerendono
levocali. Et altue dalle breui quan
do la fillaba terminando in parte del parlare, pate concor-fo
df vocali mq_J_ro debole,ma Iunghezza acquitta maggio
re. Altre fi fanno anche da commune, fe il principio délia
feguente fillaba ha elemento afpirato. & altre dalle lunghe
per pofizione. quando precedendo muta, la M. vi fi complcia.
Per che le reftanti vmide, nel mandar fuorill fiato facendofi
vdire, quefta fola chiudendo la via, ci sforza prononciarla.perche
in vno ttefso tcmpo,l'organo délia vece
due contrari pate. e per cio Vieta,i'egualità délia voce.E pe
ro alowni de gli antichi volendo la prepofta a quefto fillaba
in molti modifarebrieue,trafcorrono ilftongo délia
M.emandano vdibile folo quello délia N. Fa meftieri, anco
quello confiderare, che fenoi.vorremo vna fola fillaba
muouere,da proprifuoielementijla fuagrandezza ci
farà nota .'Ma fe in figura podica è da prehdcrli anche la fe
«uente, per intera notitia délia confideraziorî del piede.in*
çontinente,diciafcun verfo l'vltima indifférente dichiaria>vno.
niuna altra fillaba fegucndo!c,per la quale conuenga
determinatamente di vna gràndezza dirla.
P I E 1> I.
Le fillabe infieme componendofi ,*fe ne fanno i piedi.
dachefurono anchedetti.fiftemidifillabe. Efe dueficô-
pongono

L J B H 0 S E S T €h z?»,
pongono.fifannoquattroipicdi. Perciochetfeambeduc
rhabricui.fi fa U Pirrichio^hcanchccdcttoPcriambo. ;
Se ambedue fono lunghe, fe ne fa lo spondeo. se h prece- j
dente è brieue, e lunga la feguentevfeneforma il giambo. !
se per çontrario.ilTrochco.Se trefillabc fi compongono,
piedi otto ncnefcono, Perche* otuttectre fono brieui ,c
fa ilchoreo,o tri braco .set utte ctre lunghe, fa il Moîoflb,
da v na genre cofi chiamato. Od ha vna Junga,c daebrieui,
e fi fa il Dattilo.se vna bricue.vna lunga.c vnabrie«e,«ei1e
fal'amfibraco. se due brieui prima, c vna longaift fine,-è
l'Anapcfto.Oueron'hàvnaijrieue^duelunghe,ifcâbiandolcpcr
ciafcuno de tre luoghi ,fe ne fannoilBacchio, lo
Amfimacro.e'I Palimbachio/ Ma feficomporrânnoinfiemequattro
fillabe.fe nefarano piedi (cdeci.i quali fi pof
fono confiderare per le medclime vie. Percio che fe tutti
quattro fono brieui,fî dice Proceleumatico. se lequattro
ha lunghe,fi forma ii Difpondeo. O n'ha duc brieui prima
educJunghepoi, efi dice Gionico minore, c fe fono pet
contrario pofte,c Gionico maggiore. O ha da capiîe lunghe.ele
brieui in mezzo è detto Choriarnbo .O al contrario
fon pofte, c dicefi Antifpafto. iwa fe vna lunga n'ha, c
trebrieui,fccondo i fiti che la lunga prende, formanè quar
tro Peoni. chia mari per ordine t primo, fecondo, tcrzo » e
quarto.E per lo medefimo modo ,ie vna brieuen'ha, e tre
lunghe.se ne formano quattro alrri>n©roinôtiEpirriri,primo,efccondo,eterzo,e
quarto. E'1 nome diEpitriri lor ven
ne,pcr che fono comporti di piedi,epitrita, o sefquiterza ra
gion hauenti. cio è quella che è tra quattro c rre. Perche di
quelli di due lillabe, (ono in efsi, altro di tre.rempi, & altro
diquattro. Equeftianche compofti,feriYformanopiedi
altri ixiiit.iqjiaJichiamanoanche,congiunzioni,ofizi- "
gie metriche.Percioche fino al senariodi è.accrefciuta,e la
f illaba.e il piede,e ii métro. per la perfezione, che è in quefto
numéro, c perche in eflbjtuttefono comprefeleragioni
délie confonanzt^.
Mm ME

274 2 ) I I I U T O E T I C A
" METRI, O VERSI,
5, ^ - - , '
Di piedi fi fanno i met», o i verfi, ôc^è il verfo ,vn fiftema di piedi compofto di fillabe dislimili,dilunghezza •mifiirata.
E dicono, che il Jvletro è dal Ritmo différente, corne la
parte è dal tutto différente. Perche dicendo eflere, vn fe-
^guimento del.Rirmo. e per cio anche eflere ftato detto Me
tro daj v erbo Metin,che è merizin, e partire. Altri l'hanno
detto dallamateria ; Perche de fatti di disfimili,due p'erlo
nieno,ilritnîo ha l'cflènza fua, nell'Arfi, e neliaTefL Ma il
fnerro nèfle fillabe l'ha,e nella lorodisfimiglianza. E il ritmo
fi fa.edifillabefimili, edicontrapofti piedi. Manon
mai di fillabe tutte fimiU. Eper piedi contrapofti poche!
fiate . « , . . . -
, De'veri7,ifemplicie primai, fon on oue, cîoè Dattilico,
AnappfticQjGiambicoTrochaicOjChoriambicOjAntifpaftico.
Gionicomaggiore,Gionico minore.Peonico.
Di quefti, gli altri fino a quatf ro piedi,cOn decoro fi àccréfeono
; Mail Dattilico,quando èCatalettiço, s'accrefee
fino a fèi. Percio che per vn piede caminando peruiene qua
fi a xxmi. tcmpi;vguali in numéro délie diefi che fono
i nella diapafon^ t altri per- due piedi, o fizigia arriua à
tempi, op.ochi piu. La onde alcuni ttappaflanti quefto
n,umerodjîcmpi^diiiidendo indue, l'appelhrono corn-"
,pofti », r . ' • r r
-# • -o'. ,. • •
DeverfialtrifichiamanOjCataletti.qucglijdhe conlefue
fillabe compiono i piedi. Altri fi dicono Acatalettici,quegli
che dajf vltimp piede leuano vna fillaba. per cagione di
gcauità déliapiûiunga definenza.. Altri fono detti brachicatalettiçi,nequali
due fillabe vi fono meno. ma le vi folie
piuvnpiedcfifalorteflbcôlbrachicatalettd. :
* • ' '
De'verfi,ancoraaltri,fono Dimetri^ltriTrimetriialtriTe
tjrametri,altriPentametri.ealtriEfametri. Ancora altrifi
fanno di foii piedi, di tempi iguali. & akri di tempi dogpù â
tempi. E altri riceuono quelli, che di tempi fono egùali,
"" ' /" ' '• » .quando

L 1 'B K 0 S E S &. " \ _ _z}£ l
quando poffono- la medeuma natura coriiêruaire. e altri I
nô. queglicioè,cheperqueftacagione,in apparent d'al- '
tro verfo cade. •'•*-•
Di piu»altri da piedi interi cominciano, da qurafî prendbnoil
cognome.caltrida minori, fieome|quelft»che ïcirh*- "
bianza hanno di profa. E âlrn fanno JeSinecfonitf d'elle fillabe,pcrviodelverfb.eaitrinô\EdèlaSmcdbnlfi,qrtandoper
laSimmetriadclpièdejduc lillabefenzacOnfonan
te,iomezzo,o duebrieuiin vece d'una brieue. o una brieue,e
una commune,in vece d'vna comm'unedlche di rado
è. o anche,due brieui,o vna brieue,e vna lunga.o vna cqm.
munc,e vnahinga,in vece di vnalunganoi prendiafn©* '
D A T T I L I C O.
Ma diciam brieuemcnte,di ciafcun generedi verfî,facerïdo
principio dal Dattilico. Perciochc egli è piu grauedi
tutti, perhauerfemprciungalaprimiera.fE riceuc il Dar- ••
tiIico,iI Dattilo,elo Spondeo, corne vgualerie tempi. ma
non mai il proccleumatico. pereiochc nô è cônueneuole,
perlamoliitudinedéliebrieui, Cominciada Dimetro, e
procedefinoalloefametro,talor acataletto,etaIorà eatâletto.
e quando in fine riceue il Trocheo, propriamente fi
chiamaEroo.e'l folo efametro prede quefto cognome.Per
cioche altro di lui non fi fa piu graue,cofi per la grandezza
corne per cominciare da lunga fillaba* e per finire iti tCrmi-,,
nediconuencuole'e grandezza,éinteruallo. '
E fi diuide con maniera conueneûole, prima în-fillabi.
dopo due pièdi. e quefta iezione raddoppiata, fa l'Elegio.
di cui naturale virtù è, l'hauere lafillabadopo la prima fizigia
per necesfità lunga. E la fécondafizigiay fenza corrtrafto
hauere,di due dartili comporta. La féconda feziône 9
' j
c'quella,che èdopo dùepiedLLaterza,dopo trô', finifceîri . ; j
fillaba. La.quartà,fecondoalcunijfbnoi quàttractettfli. '
o quel che è migliore, il quarto fiaTrocheo-^Pèrciôche ' £
a diaijione che fi fa in parti fimili,piu che feziofl fi çhiama. |
Mm z, _ Ela

276 D E L L.Jt 1h 0 E T I C U. }
Elafezione è, parte del metro .compienteil primo (uo~
•parlarc.oltrc a due piedi, c diuidente il metro in parte non
fimili. Ma del génère Dattilico hanno fatto alcuni certç
peziediDimetri,Trimcrri,eTetrametri.e proecdono aU
riperfizigiefaccndoTetrametri catalcttici. E altrr nelle
foie prima fedic, mutano il Dattilo.e pongonui, de bihllabi
quegli che di tempi fono ineguali.e ne fanno quelle che
chiamano Logoidici»cioc çhc fembianza a parlare hanno.
A NA P E S T I C O.
Ma^U contrapolto a quefto, che An apeftico vien detto,
riceue piedi Dattili -, perche con efsi, rendeli piu venerabie.
e lo ipondeo, che è di tempi cguaJi. c il Procleumatico.
ècomirteia dal Dimetro. e va fino al Tetrametro.
' Eqiiandoèfempiice fi fa pet vn piede.Ma qaandb ècom
porto » per lacagion gia detta, fi la per fizi^ia ta drpodia,
0cè la Dipodia.ilpiediquattcofillabe. e ciorhe tiaii?igia
gi^dett^habbi^mo.Elelpcaiedifinimentitiatti.eèhriceuç»elan>egodjO,jel'vfd-,deLogoidicifinoiïfolo
hépnimi
luoghi vpjcdifiJlabi di tempi piu brieui riceuendd,nia an-,
the ne luoghj finali,il Bacchio.
GIA M B I C O . W i i
JlGiambicQ riceue, il Datrilo, il Tribraco^TAnapelto,
Ma il Trocheo non mai. Pcrciochc fi muterebbe in altro
verfo: Riceue anche lo Spondeo ne luoghi impari.ma non
gianepari. Perchc.qucllochcdalla fomiglianza al Dat.
rilicoilfeparo»ilgiambofu,poftofi ne luoghi pari. EpcfQydi
rado anco riccue, ipicdi,allo lpondco,vguaIi in tempo,,
e molto pin dirado ne luoghi impari.E negli Acaralec
ti,rtclla fin riceue anche il Pirrico. c lo Spondeo, quando fi
fa il chiamato Colo.c ne Catalettici.i'Amfibraco, o il Bac*
'ch.io,per«crtadifTcrenza. ' • .
^ Ecominciando dalDimctro,arriua fino al Tctrarne-
tro.

L 1 g K.0 S £ S T 0. 277 \
tro. ecaminaperdipodia. Riceuetimilmcntc, Jcfpccie-.
tutte definimenti, efeztoniconutnienti. quclla cioc, che
(i fa dopo due piedi, nella fillaba,che fichiama Pcntcmime
rc.cl'altradopo tre piedi,chcfi nommaEptcmemcrc.
T R O Ç A I C 0. #
•
L'oppofto a qucfto ilTrocaïco,riccueil Tribracoàl Dat
tilo,l'Anapefto; ma loSpondeo.nelle foie pari. Perle cagionidanoidettenel
Giambicê.Eperchc,poftel'yna fcguentcall'altramohelunghclacontinuazioncdcllayope
fi rccide nclic grandczzcdelîe fillabc. Ma fe farà çatalet-
^ico, e riceuerà,e l'Anfimacro, ô il Dattilp, c CQmincia an-
:h'eglida vnDimctro.evafinoal Tetrametro. M fa an-
:he zoppo qnândo ncll'vltimo luogo dedifpari, cadealcu
1 0 fpondeo. e la piu graziofa fua fczione c, in tre Trochci.
AiceueancheJ'alrrc.
CORIAMBICO. 1
I Icompoiîidique(ti,fonoilCoriambico,ç]p Antifpaftico.
E il Coriambico,riceuc la pura'dipodia Giambica. e
quelladifette tempi radevoitc.Riçeuea.iche lafizigiadi
^empivgualia fe. Cominciadal Dimetto,eva fino al Tetrametro.
quando è femplice. c nccue ancora lediflcrcnti
ierminazîoni,
ANTISPASTICO'.
Lo Antifpafticodl mifura col piede dei medefimo nome
e fpefle fiate.il primo è difillabo.e negli altri difiilabi iîmuta,epiudeco*ofariamutarfimirpondeo,crade
voltç ne
reftanti. ccominciandofidalDimerro.arriuaalTetrarrictro.
riccuendo gli vfi fopradctti.del'primo piede in ogni fcdia.
terminando per cagione di leggiadria ,in puro giambo.
Ma quando fi fa catarcttîco,riccue anche l'anfibraco,
E IL

278 'D E L L «4 7 0 £ T I C ~4
o il Bacchio. c nellclmpari, quando prende l'antifpaftica,
fegue la giambica. e talora fan il contrario fimilmente, del
la giambica il primo piede,mnta ne bifill^bi reftanti.e quai
ehefiatain Tribraco,oin Anapefto , per la parcntelache
col giambo tiene.
GIONICO M AGGIORE.
I! Gioniço del maggiore,fi compone,dispondeo,e di Pir
richio:mûtaperôfpefibnellaprimadipodia,lo fpondeo
in Giambo per ogni grandezza del verfo. e procède dal dimétrofino
alTerrametro.Ele fpeziê délie definenze egli
riceue,e fimilmente prende,laTrochaica dipodia, ne iuoghiimpari,pura,enepari
ancoia'dipodiadijfette tempi,,
Spcflb anche prende il Moloflb,riducendo le brieui in lun
ghe.o in fizigia giambica di cinque fillabe, & difeirifoluen
doleiunghein breui,
GIONICO MINORE.
11 Gionico minore,è mifurato dal piede,che con lui ha il
home fteflb. e moite fiate anche il Ditrocheo. Il quai quan
do fi prendc,Ia propofta dipodia,fene fa il terzo Peone;accioche
fehdo poftc tre lunghe l'vna dopo l'altra,non diuéga
afpro il poema. Riceuele fpezie délie definenze, c fi varia
corilcbrcui. .. ,
"/ , ,\ P E O N I C O .
Si chiama il Peonico,eziandio Cretico,perche talora c5
Peoni puri, e talora con Cretici fi mifura. S'accrefce fino al
Tetrametro. e alcunl n'hanno fatto di Pentametri. I quali
fi fanno anehedel quarto Peone puro,non fpefl'amente .0
uero Ieduemédiebrieui,raunando in lungo perJo mezzo
del Baççhio pur il fanno Bacchjaco. o. rifoIuo.no J'vJrima
iungàîn due breui.facendolptintodibreui.nellacbiu
fura foIo,côieruâdo il quarto Peohe JPerçhe le lûghe,alripofo
fono conueneuoli. E quefti fono i femplici verfi, ed i
primai. . .
' ~ CÔM-

L 1 B KO S E S T 0. 2
C O M P O S I Z I O N D' A L T R I
Y E R S L
' ' pîqtieftifi compongbno in vârîmodjaJtrivcrfivSi çome
degli ftefsi raddoppiati. & al tri di difsimili. e quefti non
fi affannd. E cio, o di due metri compiendo vn colo. o di
métro, e fezioni o tutto di fczioni, o a ritrofo di fezione,e
dimerro,cfezioni.ConchevarioJifarvfb,ela efattaarte.
c facilita d'appreudcre a gliintcndentL
' Si fanno anco pet AntipatJiia, due verfi. De quali l'vno
c dettoEpigionico,quandoprepoffa dipodia giambica,
4c n'aggiugnevnaGionica.Laqualehavna certa parentela
colTrochaico,fi comedimoftrammo .emeritamentefi
dice alla Giambica contrapatire. L'altro fi dice,Epicoriam
bico, quâdo antepofta vna trocaica dipodia, vi fi aggiugne
la coriambica. Parentado hauendo con la Giambica, con
traria al Trocheo, fi come detto s'è. Alla ftefla fpeffefiate
s'aggiugne anchelaGionica, la quale compatifee con la
Trocaica. S'aggiugne anco alla,a lei contrapofta^dico
alIaAntipaftica. Ecrefconoanchequcfte,finoaTetrame
tri. E di esfi fono alcune acatalette. e altre fi fanno catalet
tice.Medij fi dicono i metri, quando a due piedioppofti,
fepongainmezzo, e parentelahaad ambidue,fa difficifcil
difeernere la bafi. Quale e propofto vn dattilo, e vn di
métro Anapeftico in mezzo,fpondeo fia pofto, non c chia
ro,quali due habbiam à dire,eflère quefto Dattilico, c quel
10 Anapeftico, e ambi due dimetri, o pure il tutto tetrame
tro Artapeftico.Eloflcflb ficonfidera anchç in altri metri.
Confufi fono poi que'metri, ché di compoftipiedi fi £om
pongono. quando rifoluendofi le lunghe,ele bricui reftri
gnendofi nella ftefsa dipodia fi rendemalageuole,a décide
r e di quale délie due etla fia. fi come è,fe alcuno rifoluerà la
primalunga,dclmaggioreQonico,eriftring~rà le breui
chiaro, qualede due Gionici fia fatto, il maggiore,o purç
11 minore.
1 cotali ^

' 2 S 0 DELIA T 0 E T J C A.
1 corail verfi adunque, o vero di pure dipcrdie, a cui s"aggiungono.fi
comprendono. o da feguenti coli, o da quelie,cheagïiantiftrofifidanna.
e alcuni lichiamano apparenti,quando
necompofti piedi, oue habbia vopo di breue,
(i prenda lunga : Il che alcuni degh' antichi vlarono,pcr
necelsitàde'nomi.
POEMA.
Il compofto graziolb di verfi fatto, chiamafi poema.
Di quefti, alcuni fi fanno per noucro di Elementi, come
que'd Omero. Altri di due verfi;, come l'elcgia. Altri di
tre, fi come quando alPElegie, qualch'vno aggiugne vno
giambo,oaltrotalc. E altri di piu fimilmente. Èdiqucfti
altri, comeappo a Cornici le parabafi. E per lfchefi,e rifpctf
o i comele antiftrofc. E di quelle di nuouo, altre fono,
bipartite, altre tripartite ,fi comcquellc ch'anco l'Epo
do fi arrogono:& altri con fimileordine, c altri fi hanno
pcrcontrarioîcfimiliintendo,quando il primo deli'antiftrofa,corrifponde
al primo déliaStrofa. ç il iecondo al
fecondo.ei feguenti fimilmente. Eal contrario è,quando
il primo ail'vltimo» cil fecortdo al penu!timo,e gli altri
» per la ragione ftefla. Baftino le cofe dette, e de verfi, e
del poema. Percioche a battante habbîamo la ragionarti
ficialedellaMufica,condottoafinc. Quefto dice Ariftide
Quintiliano. c Michèle Pfcllo.
* Eqùaptoè fin ad ora detto, fia per metrica artc intefo,
quantoèalla lunghezza.ebrcuità délie fillabe, checntçanoaformarei
piedi,cheà verfi mifura danno,e a tempi
délie battituredeli'armonia;e alla prcftezza,c tardità de
moti délia orchefi.
CANTO.
Meqtianto èal cantare i detti vcrfi armoniofamente,
vuole altra confiderazione. tutta pofta neglialzamenti.
— e ab-

L 1 S Î^X) • S E S T 0. 281 \
eabbaflamentidella voce,chci Grccidiflbno,ArfieTefi ei
mufici.acuto cgraue. Lavariazaon dequali,fo quellafoauità,che
naturalmente place a tutti gli huoraini. e chefenti
A/ufeo quando difîe, •> ' •'
B/»o7o«r ni'içov iu'i'M.
\A mortali dolcifsimo è il cantare_j.
Ora l'arfi,cla tcfi,pcr ordine de' tempï,e de piedi fopradet
tivariate,renderannoivcrficanori,earmoniofi.Eauucgna
che, auanti al ritruouo de verfi, fia da credere, che il canto
foflein vfo,rozzo,efattoacafo,efcnzamifura determinata,e
paia verifimile, che al verfo po telle hauere qualche fomiglianza,
e in cantando, nel verfo talora fi fdrucciolaffe $
nondimeno,cgli fu regolato.e a certi terminiridotto, quâdo
il verfo fu trouato, fofle cio, o a cafo, o per arte fatto.
Difsi a cafo, per qucllo,che in Ateneo,neIIa fin fi legge. che
Latonavcnuta inDelfi,cofigliuoli,eaffalita dal Pitone,
diffeadApollo î» W, chefarebbclanciafiglio. efortan-*
dolo a faettare quel serpente. 11 che da lui fu fatto,e vedutoda
Delfi,"acclamandQalDio,fupiuvoItereplicato.
In TCUÀ* , /« Tcuiy , itl -rouir .
T eu à. v t là TCU&V, id'Xaxiv .
Il primoconfortandolo,eil fecondogloriando.il chepti
ma nato a cafo,fe brieui fi pronôcian le prime fillabe impa
ri.parrorifcono il verfo Giâbo,cfelunghe,fanno l'Efametro.
e fu poipofto in vfo. e catato in Iode di quel Dio. c fpef
fe fiatc inneftato ne gli lnni,e altrc Ode,fattc a lui»Paufania
dice nel x che per opinion di alcuni,donne chiamate le Peliadi,prima
di Femonoc côpofcrb verfi,e ne reca due.
A M.proû{ Ària , S~io KM^tit yjuTtfiL ycu'ct*.
Gioue er*, Gioue è, Gioue fard, 0 gran Gioue^y.
Ella ifrutti porge } perb dite madré la tenu-».
Macontutto cibla communefamafu,che iprimiverfi
foffero da Femonoefatti,efolferoEfametri. e in cantando
oracoli prononciati.1 quali poi per lunghi lccoli,fuin tutte
lepoefie pofto in opéra, fino ad Archiloco, e ad Alcmane,
Nn e altri

283 D E l t A "POETICA. -
c altrilor fcguaci* che altre manière diverti andarono in.
uentindo. c fecondo varie mélodie cantando. Ou fendofilapoefjafiu
dal primo fuo nafeimento cantata ; e prelo
NEL canto hauendo il latte da OIeno,da Melanôpo.c da Antc,e
da altri. E col canto nodricata ,da Anfione.daCnfotemia,da
Filammone, E da Tamira,E dal fuo Mufco^« da Orfeo,cdall'AJTRO
Mufeo 9e da Uni. E pet canto crebbe,E ptefe
regno.e meno fua^ita cantando fempre, E cantando A mor
te LI conduffe,c rçelcanto.quafi Feniceriuiuendo,piu fiateef
fèndoù rinouellata : altro non li puo dire,che il canto le fia
çieuenziale,E cofi nellafoftanza fua innefiato,chc poefia
non FIA, ne eflere pouaquella,cb.E O non è cantata ,0 atra NÔ
è A çantarfi E quindi FÙ che tutti I poeti Greci,O in priuato,
o ne publici luoghi, in ogni tempo JAEFERCITATONO.E che
cïo folle vero,lunga pruoua fene potrebbefarc. Percio
che oltre che, Anfione, cantando, fi dica hauerele MURA a
Tebe fabricate, ed Orfeo haaericsçluc, ei raonri, clc pietre,ekfiere
al fuo canto vdire,FATTÇVEIITT'c: certa cofaè,
che ÇEIIBTEMIA,eFUammon,e,cTamiri, cantando xiportaronola
palma Pithia.edEIeutere,edEumoipo.ep©I Omero
cantando,hauerfiiI viuere-CERCATOJAFUAVITAIKEFTIMOnia.
ed Efiodo cantando, eflere ftato in Pithia perditore." e
poi in Calcide pur cantando vinciror diOwicro. c Terpandro
eflere ito,per gli agoni délia Grecia,I Nomifuot cantâ,
do Plutarco fcrifle. ed in fomnxdiè di fopra per LUNGA IFTO
fia v eduto,che

L 1 B ^ O SES T 0.' 28*
Conciofia cofa,che Anfione.trouô, o accrebbe, la citara, e*
il generediaronico.eMarfia.e'lpadrefuo JagnctrouôTait
lo. eOlimpoil gcnerccnarmonico. lbico trouolas^trjj
buca, Anacreontc il barbue*. Jk altripoeti altri ftormen" ti di
varie forti inuentarono;cofi per aiutarc,come per rerideré
piu foaue il canto loro. c finalracnte i poeti furonô trouatori,oalmenregolaroridcmodi
Armonici,Dorij,Lidij,Frî
gij,ÉoIijJpidorij,Ipofngij,lpolidij,eMiflblidi;, es'altri rali
v hebbe. e fecondo esfi cantarono le loro poclie. E fu poe
fia tutto cio chc fi canto nelle tre principali,Citarodia,Lîrô
dia, e Aulodia, del le quali Pfello ne detti fuoi rotrami, fece
menzione,c molti altri auanti a lui, çhc di Mufica tratrarono.
De' qualiil primo fu poeta,di gran nome: e fu Lafo Er
mioneo, maeftro di Pindaro, cola intorno alla Olimpiade
1.x 1111 .Délia quale, dopo lui fcriflbno altri fenza nouerô.
cintre parti principali,comegiàfivide,ladiftinfero, Metrica,Armonica,eRitmica.callaMatricapertgnc
laragion de
Mctri,c de ycrfi,quanto è,all'ordine de tempi lunghi e brieui,dc
piedi ,chc a farei vcrfi entrano. ma quanroè al cantargli,
vn'alrra artc conftiruirono,che contemplô la variazionede
ftonghi,e delPArfi, e dellcTefi, o fia de gli alzamentijCabbaflamcnti
dclla voce de cantanti. ela nominaronoMelopeiaafimiglianza
délia Ritmopeia fopradetta.
c la diftinfero dalla Melodia. dicendo Ariûide, chc la Mefo
pcia,cra vnaEpangelia del Melos,cherantoè,adire,an>
maeftramento,e narrazion del canto. E la Melodia, era vrr
habito poctico,o fia v n'habito.col quale il poetâ fàppea câtareifuoi
poemi. édifie fimilmente che leMelopeie, oie
partidellaMelopcia générale»eranolVnadaU'altrâ differëri,o
per genere.comcch'aitra foflc.o Enarmonia,o Chro
matica.o Diatona.o per fiftcmi ;comela lpatoide,Mefoide,
c Netpidc,cioche fi cantafic in confonanza vnifona,con le
Ipate corde,o conle Medie,o con le ncte.e loro pertinenti.
O differiuano per tuono,fi ch'altra fofle Doria,altra Frigia,
altra Lidia,e fimili. O per modo.fi comeè, Nomico^o lJ>irirambico,o
Tragico. O per coftume. fi corne diceajujo, o al-
N n 2 tra

284 DELL 2A "P 0 E T I C ui.
tra eflereSiftaltica,cioè mefta,ç la quale moueano gl'affet
tidolenti,ealtra diaftatica,equafiaprete,edifrbndente,rjla
quale l'animo eccitauano.elaterza chiamaron Mefa,o me
zana,p la qualTanimp riducèano à quieteEquelle chiama
. uanocoftumi,pofcia che iftatidelt'animojincotali tre prime
manière fi confiderauanOjeancofidirizzauano.no perd
per foli quefti,comeparti,aiutauano alla cura, c purgazionedegrafietti.
MELODIA.
Ma délia Melodia fecero principalmëte due pardla mixi
o diciamefcolaméta,per la quale.o i ftôgi, o i luoghi délia
voce l'vn con l'altro accomodauano,o i generi deïla Mdo
dia,o ififtemi de Modi.La féconda parte dimadarono Chre
fis,che è vfo,e la diffinirono cofi.La Chrefis,è vna certa qua
le effettuatione délia Melodia.quafi dica vn certo mctterla
in opera,in tale,ô in cotale altro vfo.e di qfta;fecero tre fpe
cie.le quali cô quefti nomi chiamarono.^^w, *ei-«',jwAax».
Agoge,Petia>PÎoce,che fuonano Conducimento.Giuoco
Complieamëto.EdeirAgogefecciono trefpeciejdirittajrî
tprnâte, rotôda* Ela diritta Euthia,differo effere quella,che
per le.feguenti voci faceal'intéfionejos'inalzaua. La Ritor
nate,o anacâptufa,queH'altra, che per levocidiezcugmene
o difgiuntefaliua,o percôtrario fcendea.e quefta era anche
nelle mutationi côfiderata. la Rotôda Ariftide no dichiara.
Ma la Ploce, o côplicameto dice effere quella, che per toni,
oftongilperbatijdue o piu,effettuauail cato.Ma la Petia,o
Giuoco difle,ch'era quella.per la quai ficonofcea quali vo
ci doueano lafciarfi,e quali pigliarfi.e quante fiate ciafcuna
e da quale cominciare,e in quai finire .da quali atti,pare an-*
chehauer prefo il nome di Petia,che il giuoco de' fcacchi è.
E quefta diceano anche effer quella ch'operaua il coftume.
E quefta Melodia diftinfero in tre modi prïcipali,e quafi ge
neri de gPaltri,Nomico,Ditirambico,e Tragico.E il Nomi
co fi cantaua vnifono allanete,e fue pertineti;o diciamo al
tctracordo Netoide, che è quello de fourani.E pciô fi dicea
Netoide,quafi difpezie,o fimilealleNeti:Il Ditirâbico fi câtaua,
M.efoide,cioè vnifono aile corde mefe. Eil Tragico
erâT

L 1 B KO S E. S T 0. 285
cra Iparoide,cioè fi cantaua vnifono aile corde grain, c côpagne,egtinetiairipate,QfiataracordoIpaton,ôdebas(ï.
Mafotto à quefti tre quafi generi, fpezie diuerfefl coilocauano
per cerra fimilitudine,checon loro haueano alrrican
ti di poefie diuerfe,-si corne erala fpezie Erotica.o diciamoj
Amorofa.di cui propri erano,gli Epitalamij,e grimeuei, ei
Partenij.e fimili. che corneio credo, fi contenieno,fotto il
génère Nomico.il quale effendo neTetracordi fourani,fica
taua,comç Arift. ne problemi dicc,con difficoltà.EFrinicQ
nclcanto délie fueTragédie l'vfaua.eperè Ariftotileilchia
maMelopeo. Vieraanchelafpczieencomiaftica,. conte-*
ncnte,lnni, Peani* Peoni, etuttcTaltre poefie lodanti»
chefotroil génère Ditirambico, quantoè al canto, fi riponeano
,evnifoneallc corde mêle fi cantauano. Vi fù
anche lafpezie Comica. comprendente il canto .cofi délie
Comédie ,'comedeU'altre poefie tutte allègre y c conuiuali.Parinij,Éarodie,i>colij.
e ogni aLtra cofi fatta,ed era corne
io-credo fottordinata al genere Nomico, che vnifono aile
corde altefi câtaua,e Netoide.Sotto al genere Tragico, vi*
era cosi il cato délie tragedie.come quellod'ognialtra poc
fia dolente,elamëteuole,Treni,Elegi,Epicediji efimigliâti.
Nealtruipaia nuouo, che quifiponga il genere Tragico
per vno de tre generi diMclodia. efua fpezie fi fia detto
il canto délie Tragédie. Percioche Ariftotile ne" Problemi
fa teftimonio, chcleTragcdiein rapprcfentando'e ficanta
uano.ll che fi trae, c dal iettimo Problema, de gli Armonici.
e dal 31. ma fpezialmentcdal 48. oue fi dite, che nei
chori dclleTragedie,non cantauano, ne lpodorio, nel po
frigio, perche egli non cra attiuo. ma che conueuieno à
gl 1 Iftrioni,ch'erano in azione, l'ipogrigio perche era prat
tico.e l'Ipodorio, perche era graue, e maefteuole,a gliEroi.
Ealchoro, ch'era d'huominicommunali,conuenia cantodolente,clamenteuole,
poicheicofifattihuomini più
fono da ti al dolore, e aile altre pasfioni, che non fono i potenti.
Dachcficomprende,chetuttala Tragcdia, chedi
attori era comporta, e di choro fi cantaua.
ïï

286 DELIA T 0 E T 1 C A.
11 medefimo è da eredere anco délia Comedia, pofeia che e
di attorî, e di Chori, corne laTragedia era com pofta. e corne
ella nella meta del fuo nome ténia l'Ode ,che canto c
non altrimenti,che nella Rapfodia, c nelle fopradette Cita.
rodia,Lirodia,cd Aulodia,cheiI canto atali iftrumenri fi~
gnificarono. eche iNomi ancora fi cantalfero,il medefimo
nclxvi i i.fa teftimonio. onde l'vno venne detre generi di
Melodiafopradetti. Moire altre pruoueaddurre fi potreb
bono,in pruoua che tutte le poefie fi cantaffero per an tico.
ma e'cibaftcrà oltre aile cofedette vna gentil memoria,che
eièdmafa,regiftratanel fuo hbro da Vincenzo Galilei.
eciô fono vn'Ode Grcca di vn Dionigi, con fegni a ciafeuna
fillaba foprapofti,di quegli che AUpio scrittore Mufico,
pone,per fegni délie corde di ciafeun Tropo,Dorio,Frigio,
e gli altri. 1 quali fegni.ragionc è che additino,come quellefillabcecon
che tuono fi deano cantare per levoci délie
corde da loro dinotate* llchc l'efempio feguente t farà
piuchiaro.
t t 9 9
tititl (MU9tL (AU Ç/AH .
9 £ 9 a '
Canta mufa mia cara^.
Ncl quai verfo la prima fillaba ha la «•. che nel tuono Lidioèfegno
délia cordalpatemefon.e délia voce alla cor*davnifona,ledue
feguenti,fonol'vna laparanete die—
: zeugmenon, e l'altra la nete finemmenon nella corda. e le
. doppiàèla_ichanoslpatonnellavoce.ele** ,
.lame

, t R 0 • S E S T Os aS7 \
folidio,non fia caotatojne'qualique'fegni non titiouano
e pcrciô quelle fudette corde, ne iloro tuonivi feruirono.
Li quali fegni di mio conofcere,non altrimenti feruirono
à gii an richi in quefto affarc,ehe feruano hora a'noftri canrorilenorc,&anoûrifonatoririntauolarure,edelliftcsfi
ç
fimigliâti fegni fi veggono fegnati gli altri v-erfidi quel l'Onde,
equelli pari mente délia ftg«çntetuttj;ehecomincia
rcnlptiev(, EcoftlatCrzA
Chcdicono..
Dalle'Hjute àgliafadteMl'^uror/u. Et
tletnefi alata délia fïta fondo.
Tutte le qu ali cofe, certo teftimonio ci-danno, che non
pure quefti o Ode,o lnni,cofi fi cantarono. ma ancora,c he
ïutrel'altrepo

.88 DEL L.*A T O E T î C Jt.
epoiiltcilimonio di Ariftotile. Il quale dichiarando vna
particellapoftadalui nelladiffiniziondellaTragedia, dice,
lo chiamo parlât foauejo hauente Bjtmo,^£rmonia, e Mrlos.
Cioè, quelle» che ha metro,e verfo, & armonia di fuôno,
e Melos, cioè canto. corne che alcuno de gli fponitori di
quefto luogo.il Mclos,chc in tutti i tefti fi è letto,habbia ci
biato in Merro. e pofto parlar foaue, l'haucnte ritmo.cioè
bal!o,& armonia,e métro, cio è verlo. Ma cio fi chiariûc
per vno belhsfimo problemaiilquale non ci grauerà di qui
intraporre. " ' ' 11
Terche, i thori che fon nella Tragcdia ynon cantano Ipodorîflî,ne Ipo
frigifli ï 0 perche queftearmonie minimo hanno ilMelos. di cuimaffintamentefa
vopo al Choro : E U Ipofrigifli ha coflume pratiico. Terà
nel Gerione, lo efodo, e ïarmarfifufatto in quejla. E la Ipodorifla, ha
del magnanimo, e del coflante. e per cio quejla armonia di tutte l'aine è
conuenientisfima alla Citarodia. Sque/le cofe ambedue,alchoro non couengono,epiu
proprie fono a quei,cbefono in ifeena. Ter cloche esft fono
imitatori diEm.e i T>uci de gli anticbi,folo erano gli Eroi. ma i popoli
eranbuomini (communi.) 'De.qualièil Choro. e perb conuiene a lui il
dolent e,e quîeto coflume te melos. perche fono cofe da huomini (cotàli. )
& queflo hanno l'altre armonie. de quali per niente è l"lpàfrigijli,percbt
ê Entufiajiica,e Bacchîca. e per effa patiamo non fo che. percioche piu
fono Tatetici i deboli,che i potenti. & per cio ejja è conueneuole a ebori.
Ma per ta Ipofrigifii,e per la Ipodori/li, operiamo (e fiamoin azione ) il
che non ê proprio del Choro. Tertio cbt il Choro è >n curatore sfaceniato.
" Etinvn'altro problemaantécédente lofleffohaucadu
bitato, e piu breuemente feiolto.
. Terche, l'lpodorifli,el'Jpofrigifli,in Tragedia,nonèChoricof Oper
che non ha antiflrofo. ma è da Scena,perche è imitatiutu . .
. Quafi voglia dire, le due armonie predette non fono del
Choro, perche in eue non ha luogo i' Antiftrofa.come ne'
chori, ma fi di Scena,perche fono imitatiue. II che piu chia
ro hauea detto, e piu proprie fono a que* che fono in Ifce-
' na. sendo folito.il choro ftare.non in ifcena.manell'orche
lira. E ie bene chiamo quefte due con nome di armonia,

• L 1 *B Fj 0 T E S T 0, 289
che parc propna del fuono $conuiene qui intenderJe di can
to, che è pure armoniofo, & armonia. Percioche fuono
non ha qui luogo.poichc vifivfano parolenelle azioni
imitatrici de gli Eroi. Le parole de i quali fe fono armonie
Ipofrigia ,&lpodoria, neceflàrio c, chelicnocanto- Lo
fteflb ti fa anche palefe,dal Problcmapro$fimo,aU'ora det
to che dice.
Ter quai cagione queicirca Frinico ( ciè è Frinico ) trano -più tofio
Melopeil 0 per cheall'ora tranomolto di più i meli, veimetri
délie Tragédies . cioè, Frinico ne verfi délie Tragédie, cioè
ne Giambi, &Anapefti, vfo armonie, ccanti, e meli ad
v fo de Melopei>forîc ftrofc,e antiftrofe.Le quali poi fi trafportarono
à chori, comein Euripide fi vede. enonfu più
antiftrofo ne i verfi dclla feena. E che Frinico, chefu Tragico,
e difeepolo di Tcfpi nelle Tragédie vlafle meli, il teltimonia
Eliano, le cui parole fono di quefto lenfo.
Gli Ateniefi a Capitano eleffero Frinico, ne per brogHo tne per degnita
del cafato ,ne perche foffe ricco. percioche fpefie volte, per que fie
cofe, erano in Atene gli huomini ammirati, & erano à gli altri preferiti.
ma perche in certa Tragedia compofe Meli, atti à Tirricbifli, e Bel
licofi. ecofi ft gu-adagnà il Tbeatro,e fi potènegli afianti, che fubitoi'eleffero
per Capitano, credendoficbele cofedi guerra douejfe condurbene,
&ad uopo, quando egli hauea fatto, ntlùrama Ckleli, t
poemi, da huomini guerrieri non difonanti.
Vso adunque Frinico nelle Tragédie fue Meli, emodi
A/elopei,cioècanti,efuoni. 6

zço DE L L *A T 0 E T I C U.
. Che la Comcdia anche per antico fi ca malle, dal fuo nome
pur fi caua,compofto anch'eflb, comequello dcllaTra
gedia,da Oie Onde fu prefo in vfo ,che fola la voce, Comi,
tofie prefa corne Suida la fpone, Ode, & bal H con cbrezza.
e Comafte foflc detto l'ebro cantanteOdelafçiua, e
mtemperata. Eil verbo Comaziilmedefimoinrerpreta,
IlCoîio, o il Drama canta. Efuverilim le, che la Trage<
dia cofaEroicae graue, fi cantaua, che anche la Comedia
cofadaridere,eda cherzo ficaiirafleparimente . ôepero
ellaancorafuinverfo da tutti gli antichi faita,fuor torle
da Crate folo, t con chori j e per cio douerte anche a quella
fimiglianza rapprefentarfi in canto , A che cçcderç ci
muoue eziandio più, vn'altro Problema » che è cofi fatto.
Ver quai cJomïnon fi faceano in^întifirofil ma fit'#l 7
tre Ode Choriçhe ï 0perche t T^omi erano degli lAgontfii 1 qualipo_
tendu oggimai imhare, e d'irarui, Coda fi face» lunga, di moite jpei^e.
Si corne admque ele parole, e i meli,feguitauano alla imita^one ,jem •
pre diuerfifiiandofi. Tenhe piu è necejfario imitar col melo, che con Ig
parole : E pero i Ditirambi, poi cbe fi fecero imitatiui, non pin barmo
gli«Antifltofi. eprmaPbamam. Lacagwnefu,perche,perantico,
i liberi, esfi medefimi Cboreauano. & era malageuole opéra ihe melci,
in agone cantaffero. il perche, in armoniaftacantaua.no Meli. Teuhepiu
facilmente fi muta per moite muta^oni ad vno, che a moite, e all'agonifia
,ouero a colora ,che conferuano ïlcoflume . e pero piufimplici
faceano loro i meli. Ma l'^intiflrofo èfemplice. perche numéro è, &
ion l'vno fimifura. e quefto fiejfoèlacagione xperche le cofi di Sema f
non fono ^intiftrofi. e quello del Choro,fono ^intifirofi. per cloche l'if
trione è ^igonifia. Ma il Choro imita meno.
Da che fi caua afiài chiaro, che la Comedia eflendo poema
imitatiuo,e in Sccna fatto, e in agone efercitato . le
mede(ïmecondizionihabbiahauuto,chequi a gli Imitatiui
, c à gli Agonifti, c alla Scena li aflegnano . cio è meli,
non Antiltrofi, come al choro,ma difteii, ecantilunghi,
edi molreforme .Lequalicole ficonfermanoancoradallo
fiudio, che gh îpocriti, o ïftrioni poneano a far buona,
erobuftavoce,&.aitaeibnora. perviadivn'arte da loro
' detta

t_i BJK Ose s t o. 291
dettaFonafcia, che è,efcrciziodi voce. Dicheci piace di
recarequi teftimonianze, che Ja ci confcrmano, edichiarano.e
l primo teltimonio fia Platone,checotîicnue. ,
t{on piuJi yergognerebbe, flando dtritto in Tearro, auanti à gente
tfogni fatta, cantare : e cià face/fe come i chor'', che per t> ttoria contendono,
effercitati infenajcia } magri, e digiuni, fo/fero i cantare
coftreni >
Eue problerai è fcrîtto vno ,di quefta fcntenza.
Ter quaica°ione, e i cborici, egli altri cofi fntti, di mattina
>ei digiunoft pruouano.
E Cicérone di Dcmoftenc, parlando, fcriue.
Deindedum jpiritus dus effet anguflior, tantum in continenda anima
, in diiendo eji affecutus, w "»na continuatione verborum ( id quoi
eius fcripta déclarant ) binaticontentior.es *och, &remi(ftones confinèrentur.
etiam (r>t memort* proditum eft ) conieftis in os calculis
fummavoce, tttrfus multos, fno ff>iritu pronunciare confuefccbat.t{eq;
is confiflens loco fed inambulans^atq; afcenfu ingredies arduo.
Efcquî parlad'vn'oratorc, altroue fa mcntione délia
voce de Tragici dicendo.
lnoratoreautem,acHmcHdiakclicorum, fente ntiœphilofopborutn»
yerba propè p«etarum, rnemoria lunfconfultorum, fox Tragedorum,
geflus penê fummorum aclorum efl tequirendus.
E Quintiliano, nel primo » come che principalmente faucllidcllavoccdeirorarorc,
nonfilcordo pcrodi quella
delpoeta. quando dicc
T^amq;,& roce,& meduUtione,grandU elate, iucunda dulciter tmo
derata teniter c*nit,M*q;arte confentit,cum eorum qux dnr afftftibus*
Ma quanta foffc la diligenza, che vfarono coloro, che in
Agoneàrecitar haueanopocmi, chiaramcnte fi leggein
buetoniomentrediNeronejfauellando fcriue.
^Acptfl htec trh abfuit, a rtmittendo laxandoq;ftudio, vt conferuadit
vocisgratia,neque milites >nquam,niftab/ens, autalio rerba pronundante
appellarit. neque quicquamferio,iocoue egerit ynifi adftantc Tbo
nafco,qui moneret,parcerct mrtertjs, ac fudarium ad os applicans.
"T ~ oS 2 Ha^~

2ÇZ 'DELIA "POETICA
Hauendc* egli prima detto. "
Inter c&ltras difciplinas pueritix imbiaut fempovs f accerfiit. Diebusque continuis po/i tcenam, canenti in tnul.
tant ncclem asfidens, paulatim ,& ipfc rneditari, exerceriquecœpit ;
neceorum quicquamommittere, quœgeneris eius artifices,vel cornfiruandavociscaufa,y>el
augendç facluarent. Std,&plumbeam char,
tam fiipinuspeclorefufiinere, & Clyfiete, vomituque purgari, & abfiinerepomis,cibisq;officientibus.
Altre cofe del medefimo Nerone, a quefta attinemi, &
al canto fuo in Teatro ,e quiui foggiugne, & altroue. e fra
l'altrc quefta.
Et prodijt T^çapoli primum, acne conçuffo quidem repente,motu- ter
ne Theatro,antecaneredeflitit, quam inchoatumabfolueretT^omctL,. >
E piu giù fimilmente ha queftealrre parole.
Tragedias quoque cantare perfonatm, Heroum Deorumqtte, itenu
Heroidum, ac Deatum perfonis effiBir, ad fmilitttdinem oris fui, &•
fœminœ ,prout quam que diligeret. Inter cetera, eantauh Canacent
parturientem.. Orefiem Matricidam, Oedipodem excœcatum, Hercm
lent infanum-r,
Oue oltrcaU'altre cofe chiarisfimo appare,che le Trage_
dicin rapprefcntandoficantauano. E dipiu,raccogliendolefudette
teftimonianze tutte,moite cofe a notareft
hanno. ciô fono, ehe vi erano maeftri délia voeç, che
fegnauano, di adoperarla, di aggrandirla, e di conferuarla,
& erano dcttijFonafci. Che in Theatro fi cantauanoi
Nomi ; che le Tragédie fi cantauano, con voce alta, e gran
de, e come Cicérone difle, vox tragadorum.
La quale cura, e ftudio délia voce potè foTfehaner primcipio
hauuto fino là da Eleutere, del quale da Paufania det
fofù, che porto la palmaPitica, per la Voce, tutto che hauefle
altrui poefia cantato. E moftra quefto ftudiohaueré
durato fino à tempi diTheodofio,il quale fece venir à fe tut
tiiFonafci.
Ogni maniera adunque di poefia fu cantata,& ne gli ago
ni, c in altre occaiioni di fefte,e di eonuiri,e d'altre. Nesô
per

- É i s KO s E rrff, 29^
per qu al ea gf o n c, no n fe n e aâègnanda niuna, vn cer to: A IbinodaBoeziaailegatodica.
< , •
Heroum poematalegimusnequecontinuacurfu fvt profit», nequ*
|fufyenfo,fegnioriquemodovocb,ytcanthum^» i r , j •,,
I Pcrchea!trimcntifcriueErodoto,cheOmero andauai
poemi fuoi cantando. e i Rapfodi Omeriftifaceano lo ftef- ;
' fo.come èmanifeffodal GioriçdiPrarone.eda Areneo.
& Omero fi narra d^ErodotOjdiegli carrtauaincerti luoghi
publici in ciafeuna città, che fi chiamauano Lefcht-..
oue i piu faui.cn piu ociofi fi raunauanoil giorno, che for'
fècrano comeîôggic, o portier."TïPTndarb In vn trbno dî
ferro afsifo .di cui Paufania cofi dice .
'Nonlungcdalfocolareèpofl&ilTrono diTindaro, llqualTrono
è di Ferro. nel quale diconoqu-andttnque Vindaro venia in Delfi , effere
folitodifcderfi,equitti cantate-,tutti queglfAfmati,cb'eglï adApàU
line compo/es.
_ Eqp.eftoTronoeràneLTcmpioDclfico. MainaitrecittàvicranoiTeatri,
ne' quali, e con agone efenza agone fi
eantauanoi poemi. Et alcuni di quefti Teatrihaueanovn
particolare luogo fabricato, ncl quale fi cantaua. c dal can
to prendea. il nome, di Odeo~».EPlu urcac^£paida>di¥a-'
Odeo fatto farc in Ateneda Pericle.
L'Odeo ,per lafabrica, e diffofndon didentro era di molti feggi ,e
dimoltecolonne, eflaua inafeendere,edifeendere da vna cima-j.
E dicono, cbe fu fatto ad imitarione délia Scena del I{e> (cioè de'
Terfi.)
E Paufania fa menzione di vn'altra cheera-in Smima.
Et era nell'Odeo vna imagine divna Gra^a, opéra diApellc_j*
Ed'altrianchora fa memoria il medefimo. e fra quefti,
di vno, ch'era in via, tra Corintq,e Sicione. e vn'altro in
Corfnto. E pare daque' due dïSmirna , e di Atene, che
molto foffero quefti Odei ornati, e dimolta fpefa.
Efu talora,che d'improuifo per certeoccafioni, fifecciono
de' Teatri leuaticci. Si come di Cleomene Re di Sparta
Plutarco riferifee.
Alla

294
V E L L *A T 0 E T 1 C JL.
^llafine, raccolti gli ^irtefici Qjonifi iniy cbe di tMejfina eran paffati,
e dri'Zgato vn Teatro in terra de' ntmici, & ag%impo il prtmio di
quaranta mine, pofe l'agone, & vn giorno vifedenefëettatorc; non già
per bijogno dijj>ettacolo,ma per rmprouero de ntmtci.
y
jfi fine dei Sefto Libro.

2 9 5
DELLA ; POE TIC>
Dï FRANCESCO P ATRICI . ;
LA DEÇA ISTORIALE, " .
, i i . (
'DeliArmùnïa (ompagnadeR'An- '
fiche Poe/îcj.
I c o R D A K E ' c i dobbiàrao, che gH-^rrtichi
macflri dclla Mufica, in-quattro parti la di
uilero, Materiâle, ApergaftiCa, Exangel
tica, & Ipocritica, con quelle iuddiuiiioni,
che di quelle, ciafcuna riceuea. e che
Platone dilfeil Mclos eflere compofto di
tre cote, di parole, di Armonia, e di ritmo.
che fono le trç parti materiali délia Mufica antedetta. Del-.
laprimadeliequaii,cheilparlaremi(uraroàpiedi, eà tempibrieui»elunghi.ead
Arfi,c Tcfi,cheèinquanroapoefia
appartenga Ti, è nel prccedenre libro à battante ragionato.
Oraperl'ordineicguire, èdaraucllare dclla féconda
parrematenaledélia Mufica, edelMelos. cioèdell'armonia.
ccio màfsimamente, perche dal medelimo Plarone
fummo auuerriti, chel'armonia, e'I ritmo fegukare
_
douea
noi. parère, e à quello conformarfi.
r

I 2 9 6 D E L L ui V 0 Ti T l C xA
Dell armonia dunque è da tenire trattamen t o, non dell'artc
tutta ifttera ,*raa in quanto ella per antico fu dclla poelia
compagna. Alla quale opéra, moltiantichipofer mano,
Lato Ermioneo, Democriro ,e molti délia Scuola Pitagorica.
e délia Socritica,Simone, & Antiftenc : c dcllaPiatonica
Ariftofien corne gia fi difle per t e f t i m o n i o di Ateneo, furo
no ç o m p i t i j C i j o ntuna parte mandù, corne mokLdiOme»
1
ro^ed'altru quali nel cantaxgiifiàiutarono di melodia del.
ramonie. Mepiùnumefio,dcpoc!hi£opradctti fi ftouerarto
fra Greci altri poeti dileggieri ,i quali il canto loro con
armonia di fuoni non habbua© accompagnâtes aiutai
to. Go5icomefraLatini,nitini^fu.orqueidifcena)furoncf
che il faceflèro. Ma per quai cagione,da principio Tarmo*
niaabbracciaronoAnfione

" L 1 B \0 S E T T I M 0. 297
LàMufuahailpiacerenaturale. &percià à tutte leetà, e a tutti i
i coflumi è amica-i.
Etancora_>.
La Mufica di natura è foaue, e pare che fra l'armonie, e i ritmi fia
certaparenttUa.
El'Auttore de* Problemi rende di ciô ragione quando
cofi parla.
Ver quai cagione, il ritmo, e'IMelos, e in Çomma le Sinfoniepiacionoàtutti'i
Terche de motinaturali ci dilettiamo pernatura. Segno
di cio è, che i Hamblni toflo che fono nati, ne prendono diletto. Ma i
tropt, ê modi de meli, ci allegrano per cojïume. E ci attegriamo del ritmo
y perche ha numéro noto, & ordinato ; e perche con or aine ci muoue,
Imperoche pià proprioè, a natura il moto ordinato. Et è per ciô piu
fecondo natura. Di che fegno è, che fhticando, e beendo, e mangiand»
ordinatamente, conferuiamo, & aumentiamo la natura, e la for%a. e
per difordine la corrompiamo. e di fuo luogo la dimouiamo. E le infermità
fono moti nel corpo, di ordine contrario à natura . E délie Sinfonie
ci dilettiamo, perche fono temperamento di contrarie cofe, tra loro
propor^ionate. ela propor^oneordine è, ch'anaturaè piacente
ogni cofa temperata ê délia non temperata pià placent ç^j.
II Melos adunquc che qui è canto, &,il Ritmo, cheèil
mouimento corporale ordinato, e la Sinfonia, che è farmonia
cofi del canto, corne de fuoni, piaciono per l'ordinc
che è in loro, eper la proporzionc, che a noftra natura
fonoamiche. Eper tanto ottimamentecantoMufeo.
BpoToTf nfiçev àltîitiv.
*4 mortali foauiffimo ê'i cantare_j. .
E ragion grade hebbe Anfione,aI canto aggiugncrc l'ar
monia. El'hebbonoifuoifcguaci, edel fuo primo fecoloi
cdegli altri, che venner poi. E ragion hebbono Giuba
le, ad accompagnare al canto fuo, le citare, gli organi, ci
falteri, e quegli, che da lui l'appararono ; e gli Egizzi j, i loro
Siftri. c quei di Libia i timpani, c i cembali, e gli Afsirij le
pandure, & altrenazioni, altri ftormcnti, & al tri fuoni. Ma
de Grcci pocti,per teftimonio di Plutarco,e di Eraclide Pôtico,
e délia deicrizzione che era in Siciona, Anfione il pri.
~~ ~ PP mo"

293 D E L L *A T> Q E T l C jt.
mo fu, che il fuono délia citara, al canto délia fua poefiaac
compagnafle. efu il primo autore délia citarodia, e délia
poefîacitarodica.' HquarEraclidePontico, ficomeAtenëo
fa teftimonianza ferifle che ne gliantichifsimi tempi,
tre erano, i principali po poli Greci. Do ricfi,Eolefi, & kmi.
A R M O N I E.
Traqualimolta, e grande era la difFerenza de coftumi.
Secondoiquaicoftumi,différente eraancora la Melodia
da ciafeunadi quelle genti, necantilorovfata. Il perche
quellacheiDoriefiincantando vfauano,chiamarono Me
lodia, o armonia Doria. & Eolia fi dicea quell'altra che gli
Eoli cantauano. E t Ionia, &f Iade,& lafti era appellata quel
la terza, chesVdiuafra gii loni, o cantare.
D O R I A .
La Doria,Tecondo i coftumi de gli Doriefi, non era , ne
difioluta > ne allegra, ne varia, ne di moite guife, ma haueua
dcl melanconico, e dell'auftcro, ôepercio delviri-'
le, e dei grande, edel graue, e dei magnifico, e dei maefteuole,
e dei diuino ; ôc appreiîo dei temperato,del modefto,
edell'onorato,e conueneuole. Ecotalearmoniapiacquc
poi fempre a Lacedemonij, che più che gli altri DorieIî,offeruarono
le paterne vfanze. e cotale armonia fimilmente
approuô Platone da ritenerfi in vna città ben coltumata,
&. Ariftotile in cio fegui il fuo parère, e fola volleche fi ado
peraflenei darea giouaniammaeftramentidicoftumi.
E O L I A .
L* Armonia de gli Eoli, ténia dei fuperbo, dei gonfio, e
dei vano alquànto, delto elato, e dell'ardito .conformeal
lo fplendore di quella gente,amica, a ricettareforaftieri, e
conuiuare fpeflb, e nodricar cauaîli, e ftare in fu gli amori.
c cotale armonia amarono fempre i Tefiali, che de gli Eolc
fi erano. La quale perche non molto era dalla Doria diffe-
' ^ rente,

L 1 B KO S E T T 1 M 0. 2 0 9
rente, fu col tempo Ipodoria chiamatapiu volontieriiqua
fi alla Doriafimigliantc.
I O N I A.
La terza detta Ionia fu vfata tra popoli loni, che parte fu
rono in E uropa, c parte paffarono in Afia, e vi edificarono
piucittà,eMileto. cquiuifu quefta armonia più ch'altroue
in vfanza. I coftumi del quale popolo, erano in pregiarfi
afsai de beni corporali, e pieni di ambizione, e contenzio
fi, e maie conuerfeuoli, eduri, epriuid'ogniamoreuolez
za, e niente vmani, e niente lieti. Il perche l'armonia da lo
ro vfata ne Ior cantiniente hauea, nedifiorito, nedi allegro
. ma del feuero, e del gonfio, e dello innetto .& in que
fta Pitermo Teio, poeta compofe certi fuoi meli, conf ormi
a coftumi di quella gente.e Platone, la nomina rimeffa
» e da conuiti infieme con la Lidia.
L«I D I A.
Confino alla quale verfo Settentrione, era pofto il paefe
di Lidia. e poi quello di Frigia. Signore de quai paefi era fta
toTantalo padredi Pelope. Il quale, da llo Re diTroia
perlorapimento del figliuoloGanimede, di indifu lcacciato.
e feguito daLidi, e da Frigi pafsô in Grecia, & in Peloponefo.
E la gëte venuta leco vi porto l'armoniedel pac
feouenati erano. Da quali Anfione le preie, efu in mufica
percio gîoriofo,fi corne Paufania dice,
Gloria htbbe

300 D £ L L U ? O 1 T I C Jt.
E R I G I A. :
Che la Frigîa ancora venifle in Grecia cô Pelope, Atcneo
il teftimonia dicendo. >
La Frigifli, e la Lidifti fu de Barbari. E fur comfciute da Greci, per
que'Frigi, elidi y che conTdopevennero in Veloponefa. Ter cloche
Lidi il feguitarono. perche Sipilo era di Lidia,(la çitta regale. ) E Fri,
gi, non perche fojfero confinant! à Lidi. ma penhe Tantalo fu ancht
lor Signorcs.
La Frigia era concitata armonia. e véhémente, e per cio
atta a muouere ad ira, a furore, & a battaglia. Et perô Ari
ftotile la nomina orgiaftica, & entufiaftica, & atta ad infïu
riare, e quindi è, che fi vfaua ne facrifici di Bacco, e di Cibela.cfilcgge
cheTimoteOjii Nomo Orthioïn'tuonoFri

Soi
SarTa; e certo altroche fa detto (Come è appo Ateneo)îper
rnifsolidio,cheèforfe quello che Platone chiamaSintono
lidiftijCheèintenfoLrdro / elechiarna arhbedueTrenodi,
cioè lamentanti, e da Tteni^ AniMAë dmiàhda la mifsolidifti
odirtico tera> che è più hmenfeubié, e pi tf pîàhgente,
& vn'alrra fi chiamoîpolidia, che d9,uetteefsere,neinfom
ma dolorofa,comele deftc, necooïe l'aLîâia j+rîafotto a
quella, e meno . Altri ne tiôudrotio, duealtrejl'vna fopra
la Frigia detta Ipcrfrigia. e Paîtra fotto Ipofrigia,che douet
tono Pvnaefserepiùinfuriatadella Frigia,el'altrameno.&
vnaLoGrifti chiamata. Laquale\Ateneo dice ehe vso Simonide
j 5c Pindaro_, eçerti altri, echefu poifprezzata.
Tuttedico lecinqueantiche, Doria,Eolia,Ionia, Lidia,<
Frigia. e le nuoue fei Miîsolidia ,Ipermifsolidia,lpoIidîa,
Iperfrigia. e Locrifti. Si gouernarono fotto, e,den tro a tre
generipredetti,Diâtonico>eChromaticoprimicri, &Enar
monico.piunuono. ' .
Le condizionide'qtiali fecondo chc'Euclide, cNrcoma?codefcriupno.
furono che in ogni Tetracordo,ouela 7
prirnâcorda,conla"quartàfonafserovria-confonanzaDiateffaron
(ocmartaçheladiciamo)fofse partira ht 3Q.parti'vguafi
à mifura f vna come Paîtra. Dellequali 30. partifei
n'andafsero heîlo fpacio dellalunghezzadella prima alla fe
conda, fi che rifonàfïero tra loro vn fcmituono. e da quefto
per lunghezza dclla terza corda fofse doppio fpacio al
primo, cioè XI. délie parti detre, cherifuonanovnruono
inter o. &altrotâto fofse la lunghezza délia quarta corda
fino alla fine, che fono le reftanti 12. parti délie trentafopradette
per vn'altro tuono. ficomeènell'efempio fpttôpoftoin
30. parti diuife tutte.
jlcuta'.
ÇRAUE.
C
B no DIA-*teffaron
Dalla

0 2
5
D E L L T 0 E T I C U.
Dalla A. allaB. èvnfemituono. c parti vi.deîïc xxx.
. Dalla B. alla C. è vn mono. & x 11. parti délie xxx.
Dalla C. alla D. è vn'altro mono, cio è altre x n. reftanti
parti dellc fudette xxx Et quefta è la diuifione del primiero,
e fcmplice, génère diatonico.
Quella deIgcncrcCromatico,erapur fatta infra dette
xxx. parti d'vna diatefiaron in queftaaltra guifa.
• ... i I l I . n
B ^
, : T~- '< ~~
'. " 1
^ ' i l
Si chc dall'A. alla B » fofse come prima vn femituono, e
VI. parti délie xxx. E dalla B. alla C. fofse altrettanto appun
to. cio è vn'altro semituono, & altre vi. parti délie xxx. &
lo reliante fpacio dalla Ç. alla D. fofse vn semituono & vn
mono, non diuilo,chcdimandaronoincornpofto.eparti
xvi II. dellc xxx.
MaOlimponelterzbgénère Enarmonicodalui trouato,
diuife la medefima quarta d'altra maniera, la Xulseguente.
C
r. i.. , . . . • 1
B
A
Il che fu dall'A. alla B. la meta divn semituono, cioèle
i r r. parti dellc xxx. E dalla B. alla C. un'altra meta di semituono,
o fia alrrc i il. parti délie xxx. antedetre. Lequali
parti m. appellarono Diefi enarmonica. e le reftanti parti
fino aile xxx.che fono xx 111 i.c tengono lo fpacio di due
1
'
1
D
-m
D
' tuo-

LIBIDO SET T 1 MO* 30*
tuoni intcri, nondiuifi,o incompofti,chiamô Ditono in"
compofto. Et con quefto ritruouo.dice Plutarco ,che O"
limpo trouo il bello délia Mufica.
Senibra, cbe Olimpo, bauenàolaMuÇtcaaccrefciuto, &introdotto
cofenon piu faîte, ne conofciute da primieri, diuenïffe duce, délia Creca,
e bella Mufua->.
Ma corne tra quefti spacij, accommodafsero i cinque
primi tuoni,& armonie, Doria, Eolia, Ionia,Lidia,e Frigia,
el'alttefeifopranominate, in ofcuro èrimafo , ô^quaridoin
chiaro fofse , lungo fora perauentura ildiuifarlo:
efuori del cafonoftro,forfe.U quale è didimoftrare folo
in générale, come l'armonie, allepoefie s'accompagnaf- *fero.
A che bene bafta d'hauerne quefti fonti rintracciati.
Ora quanto a poefia pertiene, l'arrnonia fu fua compagna
sonata ora à Citara, ora a Lira, trouate o da Apolline, o da
Mercurio,& vfate da Anfione,da Crifotemi, da Filammone
daTamirâ,da Orfeo,da Mufeo, e da Eumolpo,e da altri poe
ti, cofi ne sacrifici, come ne gli Agoni, e in altre occafioni,
Nelqualmentre,Iagne Frigio,tolto daSirite Libio l'vfo
deU'aulo, che fu ftormento da fiato, quafi vn Piffero, l'infegnô
a Marfia fuo figliuolo, e quefti ad Olimpo fuo difcepolo.
il quale nell'armonie di efso e il fudetto terzo gene
reenarmonico trouo, ecerte lcggi Armonichc, &Auletichechiamate,chenellefefte
dc'Dei s'adoperarono.
Délie quali Pi utarco ferme.
Cofiui effendo da Marfia amato, e imparata da lui Farte del fonare
l'aulo, i KÇpmi ^Armonki porto en Grecia, i quali vfano ora i Greci nelfeflede'
Dei.
Or fe quefti Nomi Armonici,da Olimpo durarono fino
a tempi diPlutarco,fenzadubbio duraronoeziandio
fino a tempi diTerpandropiu anticodiPlutarco meglio
diannicinquecento. E cofi durarono fino a Terpandro i
NomiCitarodicitrouati,comcfcrittofu daalcuni daFilammone,anche
ad Olimpo anziano -
Per

3C-4 H E L l U V 0 E T 1 C ^î.
Perfeuerôadunquelaantica armonia,incerta fuafchiet.
tezza»ç(implicità, cfenzapatirmutazionealcuna nediac
neri, ne di fpezie, ne de de tri cinque tuoni, ne di llormenri,
fino aTerpandro, chefuintorno , di quattrocento ANNL
do.pôOlimpo. .
V S I' A N T I C H I .
. E fuadoperata in ottimi vfidilodi, ediringraziamenti
di Dei, nelle folennit;à, e facrifici loro, edi piu in cantare le
Jodi de gli Eroi, e d'huomini grandi. qualefu rrouato da
gli Ambafciadori de Greci, Achille afuonare iaforminga,
çonfolandofi, ediletando l'animo,
: Et à cantar le glorie de gli Eroi.
, L'vfaronoancheper purgarel'animo da penfieri m-auy
datriftiaffetti,edareicoftumj, evizij» eperindurui, vna
conftituzione temperata, & quafi armonica. Di che fa te,
ftimonio Ariftotile, e Plurarco ancora, •
: Eper quartoyfofe nevalfero neconuiti. dicendo
Qmero. .
Laforminga,ch'aconuito
iDei fecero compagn a.
: Et cio à quel fine che récita Ateneo, in parole di quefto
fenfo. .
Sembrache i pià huomini, acçommodino quejla feien^a aile conùer.
fationi, per cagion diemenda, e di giouamento. e gli antichi ,flabiliro
tfo per leggi, V per t>fan ,
^e, di cantare Innia T>ei, tutti i conuitati,
à fine che per quefio meqçp, fi conferuaffel' oneflà, e la temperan%a.
E folse quafi ( corne primaderto hauea) medicina, deli'infolenze,edeiringiuric,
mentrea'ltriaberéfi rilcalda, e
rendefse ajtrui lieto.fi, ma modefto, e manfueto. ,
,j Et percheefsendôTarmonia per natura piacentc,e grata,
moka imprefsionc fa nelle nottre menti, & per cio moite
città Greche l'vfarono in publico,e fecero in efsala giouen
tu loro ammaeftrare, e fpezialmente allafortezza deil'animo,
& all'ardire. La quale virtù riputarono gli antichi,
per

L I B 2^ O S E T T 1 M 0. 30J
per la principale di tutte le ciuili. c credettono che la Mufi
ea foffe adeffa vno cccïtamenro,& vno efercizio. In tanto
che Alceô poeta l'anripofe alla poetica, & Archiloco fecc
10 fteffo, dando alla fortczza il primo, e alla poefia il fecon
doluogo. EtEfchilo anch'egli, tutto che in molta gloria
p la poefia fi foffe,volIe perô fui fuo fepolcro onorarfi délia
Iode del guerrière. E piu genti, alla guerra andando,delmufica
corne di cofa innanimantefi feruirono. 1 Geti di citara,
i Lidi di auli, c di Siringhcdi Lira i Cretefi, e di auli i
Lacedemoni),afuondel qnaleentrandoallazuffa eran,o
di cantare foliti vn melos, che dimandarono Embaterio.
E gli Arcadi, e per fare la giouen rù loro animofa; & per adl
dolcire Pafprezzade coftumi, dall'afprezza dcll'aere del
paefecagionata, turtalalor vitavifiefercitauano, fiche
a vergognafi recauano, fe ignoranti ne foflero feoperti.
11 che è Polibio, recita, & Ateneo. Ecorne che de gli Arca
di Polibio affermi, che fi feruiffero de Nomi di Timoteo ,
e di Filoffeno, e pcio délia nuoua mufica,neH'antica ichiet
ta, e pura fi perleuerô, corne ho detto fin à Terpandro.
Il quale fu il primo,aportaruidentro certa fua nouità. Di
che Plutarco fcriue.
La prima innouatione ,fu quella di Terpandro, che introdujje nella,
mufica vn certo modo bello, e Tolinenflo da poi, vso il modo di Terpan
dro y non fi dipartendo dal fudetto tipo. [E coft Taleta, e Sacada.Tcroche
anche cofloro, in Bjtmopeia furono fufficienti, ma non vfeirono di
quel bel modo. Vifu anche certa nouitddi uilcmane,e di Steficoro,nean
cbe ejjedipartentift dal bello,
E la nouità diTerpandro, fu il trouarc, corne detto s'è,
i Nomi Citarodici,orinouando quelli di Filammone, o
trouandonede'fuoi. c parimente l'aggiugncre la corda
fettima alla lira, che fi diffeNereDoria. Trouo parimente,
sccondoalcuni, il tuono Miflblidio,e la melodia del
modoOrthio,el'OrrhioTrocheo,ciMeliscolij. Maco
me, che gli altri fudetri innouaffero certe cofe, & Archiloco
, e Taleta, e Saffo, & altri ,non vfeirono perô de modi
belli di Terpandro. I qualinon pare, che fi guaftaffero
: Qjq fino

$Q6 'DELIA "POETI C A
j&nôall'etàdiFrine. Dichcii medefimo Plutarco dice,~7
Jn fomma la Çitarodia di Terpandro ,fino aïïttà di Frine, del tutto
vna certa femplice dura. Impero cbe non fu tra gli antichi lecito di
fore, come fi f à ora, le Citarodie, ne trafëorfarel'amonie, ne i ritmi,
; Quefto Frine fu anch'eghTesbio.ediAuledo,comeSui
j da narra, fatto fucitaredoda Ariftoclide, che fù de difeen
denti di Terpandro. E fiori Ariftoclidè àrempidiSerfe, e
Frine à tempi diGierone quando ancheviffe Pindaro. Di
• cui fu maeftro LafoErmioneo, 11 quale primo diognial-
' tro fcriffe di Mufica. E moftra criandio efiere ftato quegli,
;cheprimo lafciaflèrantica già dettafemplicità dell'armo-
:
:
nia. Perciochedi lui Plutarco recita cosi. v .-,
„ Lajo l'Smioneo, trafmutando t ritminelmoio ùhirambico fegni
lamoltitudinede fiongi ne gli auli,&vsb piu ftongi,quafi fquaniaù.
contheriduffel'anticamuficaintraff>ofi'zione_j. - ••,
Ma quanto,o quale, Frine viinnouaffe, non narra già
Plutarco, ne altri ch'io mifappia j fe non ch'egli porto nome
di grande innouatore. e dopo lui ,od in quel torno Me
nalippidefecelo fteffo. eloftefibildice. < 4-
SimilmenteMenalippide foruenendo, non firifietteneWanticamn
fica. Tercro checcfiuieffendolalira fin da Terpandro Antiffeo, fiata
di fit te fiongi, in piu ftongi la àifiinfe.
Et anche l'auletica > di femplice, cb'ella era, in pià varia fimutb. "Perche
ab antico fino a Menalippide Melopeo, s'eravfato, che gli auleti
prendefifero falario da poeti : tenendo la poetica il primo luogo, e l'auletica
era fua minifira. Ma in vltitno quefto ancora fi corruppe. x >
Cofa fimfgliante riferifee Atcneo in quefto modo.
"PratinaFîiafio, regnandonell'Orchefire> tAuleti,echoreutimerct
narif, con alcun'altri fi fdegnaua, perche gli auleti non fonaffero à cho
ri ,fi come era ftato patrio coftume. ma i ebori cantaffero alfuono degli
auleti. '
. Efe era cofa di fdegno, che gli auleti femplici Sonatorii
foffero fouraniachori, di molto maggiore ful'inconuenienteche
anziani foifero a poeti. Seguirono a fudettfin-
~" T"" noua-

LJ_B ^ O S E T T J M 0. 3°7_ I
nouarori Cineiia,Crefsô,Fdofieno,e Timoteo. Dequali
co fi Plutarco paria.
Ma Crexèf e Timoteo, e Tihffeno, e gli altri di quell'etâ poeti, pià
arroganti, e pià amici di nouita, feguitarono pià quello, che pià aigufto
era del volgo, e come efsi l'appellauano, il primario. e la pocljeiga
délie corde, e la femplicità, e la gramtà antica délia Mufica lafciarono.
E Ferrerate Comico introdnffe in ijcena la Mufica, in abito dontiefioja
gnandofi alla gwfii^ia, de gli flracci, e dello fcempio, che di lei haueano
fatto Menal'ippide the con 12 coule piu languidal'hauea ridotta-,
' Dopo il q'ualc Cinefia Attico, a riuefcio l'hauca vfata ne
Ditirambi. e Friné con cerri propri fuoi tormenti, c tortu
re l'hauea sforzara in cinque corde a fare 12. armonie. e Ti
moteo Milefio in 12. corde l'hauearifoluta, ediffolura.
eFilofieno hauea dentro mefcolato, cerri fuoi Exarmonij,
Iperbolei, Anofij,eNiglari. e per teftimonianza di coreftenouità,ïeggafiappoBoeziovndecretopubhco
de gli
Spartani ,col quale sbandirono délia Cirtà, e del rerrirorio
loro Timoteo fudetto. per hauereinfegnato a giouani lo
ro, mufica piu molle.e piu languida délia loro anrica,e cor
rottoilor coftumi;introdotta primadaDôiiefi, epoida
Terpandro, daTalcta,daPolinefto,daSacada,e daSeno
damo,e da Senocrito gia derti feguitata. Di che, non è da
dubitare, chel'vna mufica più che l'altra di natura tra loro
dirTerenti,. sforzanoglianimi altruiadiuerfeaffettioni. e
ctôprouô AriftoflenoMufico grande» convnaftoria fopta
ciô natrata .'dicendo ch'all'età fua.
Vu ccrto Telefia Tebano, mentre giouanetto era, ftato
era,neH'ottima, ebellilsimamufica addottrinato. eche
ftal'altrepiucelebri hauea apparato quella diPindaro, e
di Dionigi Tebano, e di Lampro, e di Prarina, e di altri quâ
ri erano itatiliricijhuominilegnalati, e poeti buoni, dei
fuoni, e bene hauea fonato d'aulcenell'aiire parti dclladi.
iciplinas'era bene affaticato. Ma palfato il flore dell'età>co
fi forte f eltô ingannato dalla Scenica, e varia mufica, che
fprezzô que' modi belli, ne' quali alleuato s'era ,Et apparô
i modi di Filolï'eno,e di Timoteo, e di loro, quelli che maf-
Qq 2 lima-

_ _ J 0 8 DELL** T 0 E T 1 C
fimamente eranovariati. &haueano moltifsimanouità."
Et poftofi à far Meli tcntô di mefcolare ambedue imodi, il
Pindarico, é'I Filoflenico. cnonpotèfar cofa buonaiin
quefto. dichefucagionc l'ottima fua prima djfçiplina, il
chc fi confermada Ariftotile contante che Filoflfeno. ^
Tenta nella Dorïa di comporte Ditirambo.e non potè-ma da effa natura
fu fpinto, e cadde nella Frigia, conueneuolearmonia ad effa.
E che in diuerfi modi difpongano varie armonie il teftifico
il medefimo Ariftotile, dicendo. _
Manemelivi fonoimitarnsntidicoflumi, &cioècbiàro. perche
la natura dell'armonie è difiinta, fi chevdendole altramente cidifpongono.
nefliamo in vn medefimo modo à ciafeuna di effi^i. 4 •
Ma verfoalcune, fiam piu piangenti, come alla detta Miflblidia.,.
Everfo altre, ftiamo piu molli di mente, come aile rime fe, eme^
^anamente-perfoaltra, comemofira farelaDoriftifoladell'armonie.
Et EntufiafiicilaFrigiJli. Ttrciochebene dicono coloro,, cheintorno
à cio banno Filofafato. perche prendono teftimonio délie j-agioni, da
fatti Jîefsi.
v
M V T A Z I O N D E L L - "
ARMONIE.
Giàvedutos'èjchcrarmonie antiche, belle,piufecoli
durarono fino aTerpandro, fenzamaicangiare Io ftato
loro antico, c fe Terpandro, e gli altri feguaci vi mutarono
alcuna cofa, non pero vfeirono di quelle bellezze prime,
eche neU'etàdiFrinc; prefero altra ftrada, cnelpeggiorevalicarono.
Maperqualcagione, fendouitanta la
differenza di bontà, e di bellezza da quelle a quefte, volon
tariamentepeggiorarono?' Dicio Plutarco aflegna la cagione,
quando in quefta maniera feriue .
*/f tempi de piu antichi, dicono che i Greci affatto ignorarono la mufa
de Teatri. matuttala feien^a fua pofero adbonorareiDei, &ad
ammaeflramento de Giouani. 2\£e appreffo a quegli huomini era per an
cor a fipto Teatro fabricato, ma la Mufica ne tempif fi riuolgea, ne quajj—p^—

, ^ ^ KO S ET T 1 M 0, 3cg
li, per effa fi celebraua l'onor de Dei, e le lodi deglibuomini buoni 1
.
Et çvevfimilt,*hc il Teatro da poi dal Theorin,tmolto prima da Teo
frendeffe il fuo nom ( cioè, dal mirare, è da Dio) Ma ne tempi nofiri,
tanto èpreualutala différent délie fue forme • che de modi ammaeflra
fi, niurut'memoriaci lÀ+én'mnoappreniiment'O l Ma tutti coloro, che
muficatoccano,alla Teatrica fi danno. • .< "
" ' Ma perche cib habbiano fatto, Ariftotile chiaramente
diffein parole cofi fatte.
T 7\(E fii fiormenti? è neU'adoperarlirifutiamo Partificiale difcipUna.
Et artificialepoûiamo quella che è, a gli agoni. Terciocbe in quefta l'opérante,
non opéra per cagione dipropria virtù, maperpiacimerito de
gli vditori. e cio per ignobile piacimento. Il perche giudichiamo l'ope
rare non effere da buomini liberi, ma più da ferui. & accade che diuenti
no opérai. Terciocbe lo fcopo al quale il fine diri'igano, è reo. Tercio
che lojpettatore plebeio effcndo, fiuole mut are la mufica.
I S T R V M E N T I.
I
Si èadunque fin hor veduto che i poeti la maggior parte
, accompagnarono le loro poefie con l'armonie, cosi ne
migliori fecoli, come ne peggiori ; e ne tempi délie piu, e
délie meno belle armonie. Délie quali ambedue,esfifuro
no,etrouatori,eformatori,eaccrefcitori, emutatori, c
curatoriOra fipruouich'eglino ancora fecciono, 6c inuentarono
gli ftromenti, accomodati a loro. E gia, moite
fiate s'è detto che Anfione, troud la citara. o fecondo Pau
iània,Mercurio la trouô,e adApollo la donô.di quatro cor
de, & Anfione aile quattro, neaggiunfe tre, efeceladi fette
col quai numero,gia fié veduto ch'ella durôfino àTerpan
dro, efinoaMenalippidecheneadoperô 12. Benefi troue
rà, che Anfione, fecondo gli altri fcrittori adoperô ci tara.
& fecondo altri,lira:fpefib in altri.prendefie lira,e citarà per
tutto vnacofa. confondendola ancora con Forminga, c
conCheli. _
DÉLIA

3 I O 7) E L L c/f T 0 E T t C ^
Délia quale cliucrlità > o lia qnello che ilSignôrBardi.ap
po i' Galileo ne dice,che citara,e lira foflero lofteflo^n g,râ
dczza folo difterenti, o fia altrimenri.,a r^ot nid là importa,
i quali folo cerçhiamo diproûare, chê\ Poeti, adoperarono
armonie di ftormenti, co' canttde^leloro poefie,o fia
invnoiftromento,ofiainaltro.^ T *
Percioche ol tre a quefti Citara,e Lira, fe bene Sirite in Li
bia trouo l'auto, & lagne l'vfo in Frigia,e forfe non furono
poeti. nondimenoMarfiailfigliuolo,eradoperô,cfu poe
tarecoti Olimpoilprimo.&cofiil fecpndo Ôljmpo..epoi
a fecoli, Oonà, Tebano, che i Nomi aulodici rit roùôjcAt
dalo Trezenio, e Polinefto, e Sacada, l'aulo adoperarono
e cô aulo coftui più volte vinfe l'agone. L'adoperô parime
teMinnermoacantarelefueelegie. emolti altri, e final'mente
Filofleno, eTimoteo i quando infurio col Npmo
Orthio Aleffandro.
D'altro lato, adoperarono.la lira, o.lacitera oltre ad An
fione, Chrifotemi, è Filammone,eTamïral e Mufeo fuofigliuolo,
e Lino, ed Orfeo, e l'altro M ufeo ,& Eumolpo, e
gli altri poeti, che con lui perderono in Agone. Omero fe
neferuiparimente,eTerpandro, e tutti iieguaçi fuoi ncî
nomiOtarodici, e Taleta Gnofio ,c Senodamo, e Senocri
to,e Alcmane, e Arione, e tutti i poeti, che port arono nome
di Lirici,e le Corinne, che Nomi iirici poetarôno.
MaSafto ritrouô di batterelacitaraconplettro. ctrouofimilmenteloftormentodettoPittide.lbicotrouatorefudéliafambuca.
& Anacreontedel barbito ditrecorde,
& vn'altro dizo.carde detto Magade, nella quale fona
ua egli tre armonie Frigia, Doria,eLidia. EFrinevnpen-»
tacoxdo.che rertdea i 2 armonie... Aleffandro Citerio, di p

TripadçDelfiGo, il quale lortaua quali tre eitare,l Vna l3oriaJ'altraLidia.
e la terza frigia. " ' •> r
' 1
Più altri ftormentivi furono a corde il Clepfigiambo,
il Salterio, lo Elimo, il.Nouecordo,il Pentacordo,il Feni-
Ce, il Lirofenice ,il Monoçordoy lo ScindapfôV e laPându
ra,&altri nominatida Atéhe^>^iialcuni d é q u a l i f i e r a i * © *
nô i Poeti, &d'altrLLMufici .\e di cjueftrniuna cura hâbbiâ
mojcomeapropofiïonoftrononfacenti. ' *> *
. A V L I.
• Non minore varietàfu ne ftromentidanato .percioche
moite manière d'aùii furono trouate. EtAriftotreno, fece
mémoria di cinque fpezie, di Partenij, di Pedici di Telij,
di Ipertehj,e diCitarefterij.oltre a quali vi furono i Monau
li. I Fotingi, che non da cima, ma da fianco prendeano fia
tOjôci.Dattilici.egliElimi, checoiFrigi), econleScetalie,erano
lo fteflb.Ve ne fu di Diopi quali traguardeuoli da
cimaàpiedLDiMuficopi,di Iponeti,quafi foratidifotto
DiLesbij. Venefudigrandi,dimezzani, dipiccioli, e d i
picçLolifsbmue a folo, e a due congiunti, come i Partenij,
e vguali, e difuguali, come i Gamelije più congiunti infie
me,chenomeacquiftaronodiSiringa. Laquale Diodoro
ferjue efTere futo trouato di Cibela. & altri di Sileno f u o
compagho. e come che iLatinideflero all'aulq n o m e d i
Tibia, perche vna for ta di eubfoffe fatta dell'oflo d i g a m ­
ba di Nibio» o di Aquila, o di Gru, nondimeno è, fi leggc,
çhé ne furono formati, e di corno, e di oflb di Lionfante,
è d i Ceruo, & altri di lo to, e di buflb, e di Ajloro, & anco d i
gambo dell'orzo, ôcanchedirame. e d a principio quelli
diOlimpo fi traeda Plutarco hebbonotrefori foli, e p o i
fe gliene accubbe vno.e DiodoroTcbano gliene f e c e mol
ti. Ondefuchehebberoiforidacima,altridifotto 3altri
in mezzo e altri dauanti,e altri da dietro,c altri anco da fiâchi
Ter virtù de quali forami,tale f o n d graue, e taie acuto.e
tal'altro l'v no,e i'altro. Onde hebbe luogo Ateneo d i d i r e .
— ——

Y 11% D.E» L L ui 'SPO E T l C ùi. s
. TerJ^eM0î^àci^cuvaamomapr'epriaulL tTaciafcun-'aule^
taèranoatdinegli agoni,apropofitodiciafcutia armonia. ' t
f ' Laquai cofa fpiana Paufania in quefta guifa.
Qttiuivnqflatua ipofia diTronomo ,huom che fono l'aulo apiacttnentoddpjipplo
piU cValcuti altro. Infino altiigli aùleti tre forme di
auli haueanobauuto, con certi.de quali ,fonauano armonia Dorja. < da
quejli differentemente erano fattigli auli délia Frigia armonia. e quella
chefidicea Lidia fi fonaua con auli diuerfi, eTronpmofu quelli,cbepn
mo, s*imaginé auli acconci ad ogni armonia^.
E perche dice, che quiui preflb alla ftatua di Epaminon.
da la sua ftarua era dirizzata, moftra che in grande pregio
fu quell'arte .Epiu cio fi proua,perchenon fifdegnarono
di feriuerne huomini grandi* Archi ta,& Eufranore Pirago
rei,&AriftolTeno.cperchepermoItecentinaiad'anni,era-
11 quell'arre per la Grecia fparfa, che i piu nobili huomini,
c fpezialmente Spartani,o Tebani,e Ateniefi, a molto fi rc
cauano di faperne. e ciô for fe per quella cagione, che fe
n'aflegna ne Probleml mentre vi fi dice. i
Ter quai cagione,piufoaueèla Monodia (chee canto divnfolo)feai
auloJcbefeal\raficanta\ Operche,tuttoilfoane,afoauemefcolato
ft fa vno. e l'aulo epiu foaue,cbe la lira. // perche anche il canto a queU
lo mefcolato , piu che alla lira, è foauc^j.
Epoco dopo.
il cânto adunque e l'aulo fi mefcolan tra loro perlafomiglian%a,pcrche
ambeduc fi fan col fiato. • . . .
Ma quefto fi gran pregio, in che l'auto era falito,per leggicr
cagione a n on ifperato fine fi conduite. Percio che Al
cibiadeancorfanciulJo>fecondo il coftumede' nobili, datofi
ad appararnc^alcuno dice daAntigenida,huomin quel
l'arte famofo,&ipiu,diconodaPronomofudetto:epoftofi
l'aulo a bocca, fi cornes'accorfc, che il gonfiamento
dclle guancic,il rendea men bello, cofi incontanentedafe
lo fcagliô; corne di Minerua s'era già fauoleggiato.Ne piu
toccare il voile. Il qual'atto rifaputofiin Atene,nôufu piu
— alcuno

| L I B H O SE T T 1 M 0. ?i*
T
alcunodenobiligiouani, nedepiùattemparijCheperlo
innanzi appararne G volefle,e CQ(Ï pafsô in difufanza.fe non
forfedaqualcheTragico,oComico,operlonachediquel
lo efcrçiziofiympflc.
AR MON ICI.
Di già fi è moftrato,che i poeti niedefimi, cof] cafttaro?
nq le loro poefie, corne anco fonarorjo al fuocantq varie
armonie, evari ftornientidiesfi,cyari diquettj, c di quelle
inuentarono. Ma perche chi fuona aulo, parlare^comc
Ariftotilediiïe) $cil canto proprio impedifle. eper ciô non
tutfoadvntempo ;ecanra, efuona, maayieenda, l'yno
dopo i'altro fa; çonuennç che cofi, c Marlia, e gljQIjmpi,.
eClohà, c gli altri fuoifeguacijanch'cgfinofaceffero.
Ma perche il fuono dell'aulo mefcolato con ,1a voce ,e piu
foaue che folo ; cpnuenne a poeti trouare miniftro » che
mentre esfi cantauano fonafle, c cofi fecefi arte del fonarlo
fplo detta Auletica. egenre, çhel'efercitafreroehe Auleti
fjirpfto chiamati. I quafi cantando, o poeta^ o choro, gli
fonauanp, Macol tempo tanto s'auanzarono in pregio,
çhe foprafecero, eichori» epoeti. JUehgdi fopriià vide
neJlo$egnodiP* at
Ȕst. t
Diuerfic da poetid'aulo,,

* . M-;./ - c I T A R E D I.
i '•;'!:. ,
.' !
^»' (
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r ' «* ^ - '
Nel qualefteflo luogo.chiaraè IadHïerénza de'Citaredv
e de Citarifti. perche vi fi dice, che quando da fudetri fu rinoiIatoTagone
Pifehio diÇitaredï, corne per anricoftato
era ; dopo licenziatà Faùlodia » poferb in campo agone di
Citarifti. D'altraragioneadunquçfu Ann,one4a,Eraclide,
e-da Plutarco dettb primo poetadellapoefia citarbdica,
ed'altra fucitaredoquellb Eleuteredi Paufania ,'che"cah- !
tandbcaritilena altrui>haueavittbria riportato. Ed'àltra
terzaragionefuronoiCitarifti.cioègenre, che fenzà càh
\ tare,lacitarâfoleartofonare.efi corrifpondonopoefiacî
'. rarodica', epoefiaaulodica. citaredi >ac'auiedi,citarodia,&'
^auIodia,-eGirârifti,&auleti EcofanotabilcfcriueAtcneo
idivno AmebeoCitaredo,dicendo *
; i 11 quale, Arifitanellibro decitarediafjerma,hauere abitato in ^iiî
i rte vkino al Teàtrô.e quando >i entraua per caniare,prendeavn taknto
\ jitthociafeun'giorno. ' •'•
i Chefarebeperlomeno DC. Scudid*orb,denoftriod.
DCCC. Et vn'altro chiamaroEunbmô viene feritto » mol-
! tocelebrato. EcotàlèfuquelTérpno,cheàNeroneinfe-
; gnodi>citara\ &altrifen2anoùerô infiniri. Et vna fpéziédi
" ciraredi furono i Rapfodi, quale fu ïone,c Metrodoro i &
: altri aflaùchel'altrui poefieandauano cantâdo a fuon di ci
| t«ra,o di'Lifa'nô foïoglî bmérifti, b Ôméridi come Gione
: fi vâtaua di eflef e. ma anche fi recitauano da Rapfodi le cô
. led'Eliodoye di Archiloco,c di Mimnermo,e di Focilide co
j me da Camaleonte refet i Ateneo.e dà Cleàrco,chc Simoni
• de Zacinthiorapfbdofedëdb neTcatri, câtaua lepoéfiedi
; Antilbcb^E Mnafionecerti.Giambi diSimonide. crifercn
l dolo da DiceatcojCleoinchè Rapfodo » cantô i Catarmi di
. Empedbclc. E non è vero cib che quiui fi dice, che Dernetrio
Falereo primocondûûe irïTeatfo iRâpfodi">ne gliO
\ meritti, ne altri. - *< *'.;'''
Perche Gione appo Platone pur fi vanta di cflerc il migliore

L H KO -S E T.T. I M O. 3 x 5
rc de gli Gmeridi, ôthauerevinto l'agone deRapioai in'
Epidatiro,-&fperaredi vincere in Atene anche quello de
Panatenei. E pur Platonefu auanti al Falcreo, che difeepo
lo fu di Teofcafto.Et Eliano rende teftimonio che Ipparco
figliuolodiPiliftratocoftrinfe iRapfodi acantarelc poe-,
fie di Omero, ne Panatenei,nc quali fi vantô di vincere Gio
ne. E da luoghi di Platone antedetti, fi nota, che anco i rap
fodi haueano gli agoniloro, non folo in Atene, e in Epi- 1
dauro,nelIefeftcdiMinerua,e diElcuIapio,ma ancheèda
credere, che l'haueûero per al tre fefte-/, c per altri luo,. •
ghi délia Grecia, ficome fe l'haueano, eicitarifti',eici-*
taredi, e i poeti citarodici, e gli Aulodici, e gli auledi, e gli l
auleti, . , .. • , w i
Sia adunque infino a qui a baftate dimoftrato,chei poc- \
ti antichi, medefimo furono Mufici, e poeti, c la armonia
infieme efercitarono : ele buone manière » x le men buonedi
armonie ritrouarono, e quello in efle, che piupiac-,
que loro, di tempo in tempo andarono..&giugnendo,.
cleuando, erimUtando,enuouccote,ôciftrumentifor-!
rnando, e riformando ; e genti hauendo quando miniftrê, J
cquandoimitatrici. equandoancoraemulatrici,econ- 1
correnti. . . a
i ;
POESIE, ET ARMONIE. J
,/Ma quali poefie,a quali armonie £ o per contra quali ar-j
moniea quali poefie accompagnarono^ Nella qualcdimâ I
da,come che molta ofcurità v'habbia,diciannc perô, quel-,
lo che,operchiararelazione,operadombrata, con mol !
tafaticapotutohabbiamraccorre. . . !
La prima, cofa, rimembrianci del detto di.Platone.» che
conftandoil côpiuto Melosditrecofe,Parolc,Armonia,e
Ritmo,conuenia,cheFarmonia, &il ritmo (eguitaflero il
parlare, cioè, a quello ambedue fi concordaflero.c confor
maflpro i ,E appreflb ci torni a mente, il cafo diTelefia. da \
Plutarco, c da Ariftoflcno raccontato,cbejnoa potè accor •
dare i modi Pindarici con quelli di Filôfleno. ;
i .

316 D E £v t Jt "P 0 g Ff C Jf.
• Êqueiloche Ariftotile rfiFiioflenô narrai chcvolmdT
comporte Ditirambo in mono Oorio pcf fbrza fu dalla
naturadell'armonia tirato nella Frigia. Adunque* nonfi
i accordando i'armdnia »lVnac©n 1 àkra* ecorruenendo, !
! ch'elle feguatîo le parole* e loro fi cowcordino $, non ogni
poefia ebbe conformante 7 & feguâce bgui armotaXa i Si
raniment! ahrtàpprcflo ,cht fc brene/anUche arménien*.
ronocinque> Dorid*, E'oIia,lonia,Lidiâi e Frigia. e le pià
moderne fci, Mifibîidia.Ipermifîôlidiâ, & ipolidiâ, & iperfrigiâ,&ipofrîgia
y e-Locrîfti. farond nôndime-no, qirafi
tutte l'altré>ï> del mtrorifiutate,, ô in poco rfare*. fuôrche
le tre Doria, Lidia, c Frigia, onde fi è ved® d, che Saeadayb
=: fia Clonà il fuo Nomo Trimere in quelle tre armonie cô>
! fofe.«PitagdraZacînthidilfuoTtipodeiflqueftetreéon
itituii Et Anacreonee la fua Magade di i u corda in qmeftè
S t*e fono médefimàrnente, Ateneo ûi teftàfnbni'd'di Pofid©
\ -ùià dice cofi •' r * <
Jthtmtme'nttfdâHdohMtfgtidedîce*. ' > ^ '•• , <
'•' £ Po (icto nio di ce, ch'egli di m ttfehdie fk~MKMtrritt PvtgiaSmp
e Lidia. "Perche qmfie fblt AhttcricMtt hebbe in */!r., Dèlk'qunU tinfi
; cunain fette corde fi finia.
\ Principalmenteadun^ueveggiamodi quefte tre principali
prima* ,quàtdïlôr"o ,aqualëp6efiaVaccbnuenifie.
!
DVn'altrâtofàprimaanchericordariddcî, quèMacheAri
ïlotilcdifle/ Che atcttni fildlbfâtttf ha&éanodiftinti i 'meti
iii tre fpezie »Eticà P_tetkfa, & Eutufiâftica, Defleqnah' ld»da
i come Eticâ, êtàm ad ingénier" are buon coftumi la Do-
* lia. e la Frigia chiama chiaramenteEnfufiaftiea.Miincîuc
I laLkha,elcfiiéfigliiïdlefa'rannô/,iapatetka.
•J Cominciandoci âdiinquedâHa più manifeftata^ da Arii
ftotite, chelaEnrdfiàfticatv didamô^piriaià quello che tfe
X diceegli. t
; • li bnirkmhofpffconfeffato pa^eèjJè^eFr^hiDiebeittolti'tpmp
dicono iéofo 'èb~e ïtPcii ftejîa !
iatèUîgeh^lfiMo
Epoi

LIBT^Q SET A/9. |ty.
Epoireca i'efempio fudettodi Filoflèno, II perche anche
gli fi fuona l'aulo.diccndb chei'attlo è ïîfpondcmc al
laFrigiâafmortia.. , .
Yerwcbela mvûefma pùffanqihalk Prtgîa deUUtMèv^ik fkdtbk
i'attlo fra gli ftormemi ^ perche ambtdut forte «ïgtuftieh* * *-
Il Dkirambo diroqiie fia la ç*ta>a poefta* c-he alfa Frîg&
armoniaficbnforrai. Elàfccottdq;fie%ôi

jî8 D El LA TO £ TTC A . *
Da che pare, che a qualunque poefia s'accompagnaffe
;l'aulo > e la Frigia atmonia ,fofle con.Bacchia, o Bacchico
mouimentodacantarfi. EtalecerrqfuquelladiOnomacrito,cheportô
titolo diOrgia. poiche quefto nome alrOrgiafticaarmoniafidaE
feBacchia prede nome da Bac
coaltresi,perchenonalfresiadaulo,c conFrigia armonia
fi caAtaronol'altrc poefie jChé^ hebbono ti.
tolo. Si come furono quelledi Lino Tebano,di Orfeo, di
Eumolpo, e la'Frigia poefia diTimcre, che fe in Frigia fu
compofta, c da huom Frigio, & percio vfante l'armonia
del fuo paefe. e che perfoggetto hebbe le cofe di Bacco.
fi come r hebbono poi le Bacchiche diDinarco,cdiAri.
gnotc, ediTeolito Metinneo. EleBafiarichè di due Dionigi,delSaroio,
edelPeriegete, el'alrro taie. Es'eglièvero,quello,
ch' Ariftotile pur dice * . <
Ancora l'aul» non è Etico, ma piu tofio Orgia/lico. il perche è da
vfarlo a tali occaftomtnelle quali In ftettacolo puo piu tofio purga^ione
theimparamento. f , < \- o >. ,
., Egli farà da dire, che qualunque pocfia.ad aulo cantata
. fofle Orgiaftica. Ecotali paiono eflere ttati da prima quelle,
che Satirihebbcro nome,&ânchc le poefie di Prono»
mo Auledo,pofcia,cheappareeflerftato poeta scriuendo
Paufania.
Efece va'A fin* a Calcidefi in fùVEuripo>Trofodio a Vélo , , ,
;'Et ancora fauellando di quando Epaminonda rifece Mef
fena, dice. . r
Sifabricauano anche a Mufica,non già d'altra, che de gli auli Beo^if
K&Argiui.: E iMeli diSacada, e di Tronomo, allora s'mtroiujjeroa
^tontef*->. \- • . r
, < *';••.\ ' s
< 3' Et da ciô fi tirera in confequenzayehenon pure gli Afr
-jnati,eiMeli>& i Profodij dicoftoro» ma qualunque altra
.manieradi poefia daqvialunque altro poeta,&auledo,chc
a fuono di aulo fofle câtata,hauefle armonia a quello ftor
•mento çonucnicnteiChe la Frigia fu. Et ancoradi piu, che
ïtutri icanti decQri,çhca fupnôd'auleti fi câraflero,douea*
no eflere cantati nella medefima armonia Frigia. quali fu-
tfi rono

' L-l B-HjO S E R T 1 MO. 3 19 "
ronoquelli contra quaiiPratina Flafiofecelo Iporchema
da Ateneo recitato. e dicendo.
-" TratinailFliafio,regnando nelle orcbeftre Jtuleti,e Chsre»timercè
riarij, fi corrucciarotio alcuni,perche gli aulttinon fonajferoà ch6ri,cù
meeràcofiumpatriOimaichoriyaceine/feroagliauletiimofirol'animO'
- E come che dal detto Ariftotelicô. venga in confegue»
zà,chedouunqueinteruenifle fuono d'aulo, e canto, Vï
douéfle adoperarfi l'armonia Frigia, non pare percio eflere
futo del tutto vcro. Percioche già s'è vedùto, che nelle feftedi
Adone, le donne erano in pianto ; éil mono era di au
lôpicciolodetro Gingro. EH cui Ateneo cofi ragiona:
Gbigrano i Fenki, corné Senbfonte dice. & vfario auh di grandt^a âi,
vnopalmo di fuono acuto ,e lamenteuole molto : e quefti anche •pjanoi
Can, ne Treni, fe forfe non anihe la Caria fi chiamaua Fenicia fi ço~'
tneappo Cofinna, e Bâcch/lide fi truoita. Si nominano quefti auli Gin
gri/da Fenici,di Treni ibefàmo intorno *Adone. fercioi.be voiFeni
dtMfdonecbiamateGingra.•
1
V V
E gia fappiamo dalle condizioni aficgnatc di fopfa a dàfçu
naarmoniachelaMnfolidià,eràlalamenteuole. colifcm
ueridonePlatonev . ; . -i
Quali dunque fO'tot'amonie da Treni ? Dilmi tu che fei Mufico }t cet
te altre tali. # » .,. r r,
Efi èveduto che Olimpo il grande,fu trouatore de nomi
Trenetici : ôcènoto, ch'egh l'aulo adoperô, Adùnqiie
a fuono d'aulo fi cantarono NomiTrenetici. e Treni,
equefti inarmoniaLidiadaTerpartdro,ôpurdaSaffo. .
1 quali Treni erano pureftati prima cantati da Lino. Enon
pnrel'aulô ferui anche alla Lidia, ma alla Doria eziandio.
percioche il medefimo Olimpo fonatore d'aulo, quandô
trouo, proiiandôfi in quel fuono, il generc Enarmonico,
il fece in tuonoDoiio, 11 che Plutarco deferiuendo dice
in fine. 1
E cos) maràuîgUatofi del Siftema confiituito dianalogia, & «PPT^*,
uandoloil fectin tuonoDorio %
Non

t j 320 ~ t>"E L L %A ' "POE T 1 C *A.
Non buona adûlVquëTne vera fuis doct na* AruWiïci
dcll'aulo che fofte folo Orgjaftïco, e facefle la purgazioae,
pertinente ala Frigia armonia fecondo lui.fi non bene percio
riprefe egli Socrate, che riftutando^aulorireneflençU
la repubiicala Frigia, con la Doriaarmonia., Uqualçper.
cio quella ritenne, perche eiJendoCommotiuadi ira, e di
bclhcofurore {comefi videnetytfempio gia detto diTimoteo,
e d'Aleilandroj po tçfle à fuoi giouani fare animo,
& ira nelle battaglief L'aulo adunque non ferui ioloalla
Frigia.ne quella forzafolaebbe tra l'armpnie.che ha l'aujo
fra gli ftormenti. ne furono ambedue orgiaftici/ perçhç
fe bene quella fu fempre raie» faulp nondimeno non fera*
prefutale, ma tal'ora ferui aTreni, ôcalamenti, ô^tal/?
or a anco all'armonia Doria fe feruizio, perchç fu detto di
teftimonio di Ateneo, quelle parole, >
E perô erano perpaièunaarrnonia propri auU. Et a ciafci*
no auleta erano aui a çiafçuna armonia y tili ne gli agoni.
! Ma Pronomo Tebano primo fonô da gli aulile armonie.
; Dalla cui iftoria era ftato da Paufaniafatto più chiaro, chç
auanti a lui gli aulcti haucano auU diuejtfi per la Doria, pep
la Frigia, e per la Lidia. & Pronomo trouô auJo, çhe tjjttg
trciçfonaua.
D O R I A ,
. Maquaîi poefie furonp dalla Doria aj&ompag&atçl prî
»^'icraïr^ntequeHedicl^Anftotiieintefideq«ando difle*
oii ammaeftramentfr hfi mmÂmo, è, fono da vfarfi $4$ 4$ a*
- Ma^EaUfoffero f «tfti U4h nondiOTe p*rel*$faeiUdi&
ft Piatso»ne in quefte. ' ?>
, Verjgiki i,itbi(fSkfcint , bjtyiff * fkfrigifc. ftw/ty 4ftf
b^ammie* mnkfcia ptsjktfnmia,* l4%wh*hk$k**t>iwM
httom forte,&in ogni sfor^ata operaçione, con decoroimitilp%ock&
icanti. edicolui )che,ferde^vàtrajeritty.ejnortf } oin alfra difauentuta
cade : & in tutti quefti cafi, con ordine f e confqjferen.'Ça fofliene
la fortuna. Et al tra d'altro lato, d'vno Che in pacifica, e non isfer-
, •• - l
- ••• ' i " ' ^ a f a
\

L 1 B T^O S ET T J M Q. $lt
•^tta a^jon fi truout, ma in volon'taria » o ahuno bttcmo perjuada, P
priegbi, o per pregbiera a Dei, oper ammatflrawento ,oper ammani-
%ione, o per contrario, ad altri preganse ,o injignante, a per/nadetite »
fi fottopone; & in ciafcuna fi poxti, corne ragion yuoU,e neu fi'Jnfuper
b'ifca .rnatemperat ameniez mode/lamente in tutte quefle ope*i, &ami
ciotbenefuccede. • * >
Quefle due armonie, %for%ato, e volontarîo di buamini di xea fortur
na, e di buona, di temperati, e di forti, le quali imitino., ottimamente
Uveci,queflelafcia. LMa ,di/feegliynonaltredomandi, cbet,Uafti>
che quelle cbe ti bo dettes. Cbeerano la Doria, e la Frigia. •
Dal quale ragionamento il raccoglie perla, Prigia, che
quell'ode, e meli, che canteranno azioni belliche d'huomi
ni fortiverfanti traferiti, eraorti, e trxmantifiin facende
dure, & afpre ; e per la Doria, l'ode èi meli cantami, huo*
mini foffer enti a dettato di mente, la buona ,x la rea for m
na, e temperati, e modem", & i diuoti a Dei, e gli amoreuo
liadinfegnare, eadammonireahrui'i e toftenenri gli:altr
ui prieg hi, e in fegnamen ri, e per i u aii oni. M a qu ali fono
le poefie che cio facciano? 1
& operino gli effetti lopradetti^ ;
E quante di tali fi troueranno „ a tante fi douea accompagnare,
e conformare la Doria armonia* e fra quefte poefio
(ipongano.
Prima grHinniiquaifurono^ettiprieghideDei da PU
tone, e da altri anche laudi, e tali f urona di mol ti d'Oleno,
di Melanopo d'Ante di Panf6,diTamiera,d'Orfeo^d'Qme
ro,e de gli altri che fi ionogia nominatif E le altre poefie
congiunteagl'hinni,Telete,Mifteri,SQteria,C.atarmi»Cra
teri,Pepli,&altridiQrfeo, ed'altri. EtPeani-.&- Peoni,
e Profodij, e N omi, e Proemi, e fe vifu attrafpezie di lodan
ti, a di Sacrificanti a Dei.
Di pm tutte leraccontanti opère deDei. quali furono»
leTeologie, lcTeogonie,&i SermQniàacti,eleGo,fmopeie,e
le Cofmogonie, e i Protocolmi. eiç Titanamachie,
e le Gigantomachie, & altre tali, f^rtttgda tanti poeiu ifi
quanti per auanù memoria s'è farta -
E perche Platane dopoilpriegoaDei, pone lo infe-
_ _____ - _ ^, guà- "

$22 DE L l \A P O E T J C\A.
gnamento, tutti que'p^emvcheinfegnamenticihauran~
no dati, Aftronomici, o dicofedi natura ,e generali, e par
ticolari, chemolto furono ih grande noucro, fotto quefto
capo fi ricorranno ; che fe o cantari ad armonia furono,o
fi potettono, dailaDoriafaranno ftatiornati.
• E cofi tutti gli altri, ch'alcun'arte ci haueranno fpiegato
quale fu quella dello'ndouinare per linee di mano, o per
battimento dicuore,o per altro indouinaméto, quai fono
ftati quelli di Eumolpo, e délia Eritrea Sibilla, e di Efiodo.
o Tarte di coltiuar la terra in rutto, o in parte,chenti fono
ftati alcuni poemidiOrfeo,diEumolpo,diEfiodo>ed*altri
affai.
- E fimilmentequelli, che di Medicina furono in non pic-,
ciolo numéro compofti.
' E quelli, che di herbe, e di piètre,ed'animali ci diedero
dotrrina.
- E parimente quelli,che di Geografia.e vniuerfale,e particolare
furono diftefi. e di certi propri luoghi, >
\ E quegli altri, che iftoria di cofe ira huomini fucccdutc' •
cidiuifacono .ôcilignaggiciandaronocantando. e ïê fai
uolevarieteflendo. per ciô che tutte qucfte nel génère di
dafcalico fi poflbno riporre. Si corne Taltre ancora.chedi
virtù, edibuoni coftumi,ediciuili cofe per via diinfegnamento
ci fauellarono, corne furono gli infegnamenti di
Efiodo,di Chironc ad Achille .'e le Ipoteche di tanti, che fi
fono adietroregiftrate. elelcggi Scitiche diAnacarfi, e
quelle diCaronda, che in Atene a conuiti fi cantaroho. *
v Vicino aile quali pofê Platone Tammoniziôni» evanno
Tammonitorie,di Focilide,che pure da Rapfodi furono'
cantate, c quelle di Pitagora, e diTeogoni,e Taltre cofi
fatte. • .
E quelle, ch'era folito acantare Femio, egli altri poeti;
& Achille fteffo per confolarfi,e per onorare gli Eroi, e TEroiche
loro opère, le quali Plutarco pur ripone, nel génère
Pedeutico,oinfegnante conloefempio, & efortantécon
le lodi a bene,e a virruofamente adoperare. E fotto quefte
1 • lipor- :

L I B HO S E T T I M 0. £23
fi porran no tutti gli Eroici pocmi, ch'in numéro grande Co
nofutifcritti. >. •
Es'altroalcunov'ha.il quale alcuna.o piu délie côdizionidi
fopra date a l l a Dorica armonia tiene, ciô è, dei virile,
dei grande, dei graue, dei magnifico, dei maefteuole, e dei
diuino. E fra quelle hanno ad hauer luogo le canzoni, c
le poefie d e ' tempi primieri, che n e ' conuiti fi canrauano.
dicendo, come veduto f u . , Ateneo.
Maglianticki ; prefiro in coflume, e per leggi; di cantate ne conuiti
gli Hinni de Dei, acciocbeancbe perque/ti fi offeruaffe l'oneftàno
fera, e la temperanfa. Terciocbe effendo armonici, gli ^tfmati, aggiu -
gnendoui il parlât de oei,fiicca piu venerabile il mttdo di ciaftbeduno.
L I D I A.
La armonia,chiamataLidia,fu anche dcttaLidiftiJaqual
hebbe di fe,come fig!iuole,o germogli. La Miffolidifti.tro
uata non fo fe da Terpandro, o da SafFo, chcl'vno,eraltro
riferiPlutarco. LaIpermiftolidifti,chc difle Ateneo.LaSin
tonolidifti,chenominô Piatone,e laLidifti.daluidetta
Chalara,eda Ariftotele animene,che tuttovnofignifica-
Uano,dirimefle. llchenonpatironol'altredue,come che
l'vna hauefiel'lpodoria,chela fteflàcra con l'EoIia.c l'ai tra
h a u e f l e npofrigia.el'Iperfrigia, che Ateneo non reputôar
monie,perchenecoftumcefpreflero,nefuronopatetiche.
Oradella semplicc Lidifti, Ariftotile feriue.
*Ancora, fe délie armonie alcuna è taie, thes'acconuenga alla età de
fànciulli,perchepofia, &omamentohauere t & infegnamento ,quale
moftra mafsitnamente dell'armonie bauerela Lidijti. cbh.ro è, che
tre terminifono da por re, alla pedia, o difeiplina. cioè il médiocrey/pof
fibile, t'I conueniente.
Dalle quali parole m o J t o è palefc.che la Lidifti e r a accÔmodata
afanciulli Per ciô fi potrebbe dire, chei poemi
c o n U e n i e n t i ad ammaeftrar fanciulli,fecondo ifmcdiocre,
&ilpofsibiIe,folïeroda cantarfiafuono di quefta armon
i a . Ma ciôïcmbraamolto ofcnro derto . niuna menzione
facendofi de'poemi cofifatti. epercongiettura p o -
tendofene tirarcà ciè,oniuno,omolti.
Si" 2 Et

-JG» 1 J>. El% JL T O E T I C Ji.
Et içicvdeil- fraiera. 4i moki alt'ri Kd rte più, Ariftoteiici,o"
ricordi, o infegnamenti, il più i ncerti, e dubbi, & ad emn_i
firiiigtianith|5IUMAPERTOLAPOFEPLATÔRREQAAR)do diffe.
^^ un
^ ue
'àSekrmpniè-'fono m
B à» a
'egli, è la lidifli. te qkali cbâlare fi clm
. ;TuttêadûnqU.I-pôëfiec_NUÏIIÂII ("d^dôpbêhèquel -
.
(
la prima buona difciplitià fU-miit'atâ) lôttoa qfteftd âfm_'
nia FI conduire4 . • > ' ; '
4
» & àlfcf Wofi fat'te.
Di plu tutte RÀFRTO¥ôfe lieteyqïiaïi quelle di Ànawêbfïtfc,
Che (î trouarvôi. t ît più Che n oh il tto'ùatto i ftejt d>l
triGreci. .;.

h l B KO S E T T î M 0. * 25
EUni,eNelini,eGiaïerni,Ôc01oflrmi. Perchechiaramen f
' te Plutarco ne parla in quefta forma.
La Lidia. armonia dunque rifiuta ÇPlatme) attontfoâ Tttiû.La qtta
le, la fua prima tohflitu^iow, dkono cb'hibèt, Trinoi Tttdêche
i utriftaffleno, net primo Ma mufua, « ferma Q&mpti hame LWfti Un
ma Epicedio a Titane. Vi fmo di quelli t cbe^dicono Mentdippidehaue
\ requeftoMeloscominciato. MaTindaroneT>tani,effhrifla!talaLiSia
armonia infegnata nelle no^e di "tyjobe, & altri, Torebo bauerla pn- -
• mieramente vfata,si corne per iftoria narra bionigiGiambo. ela'Miffolidia
è vna certa Tateticd confacentefi à Tragédie. *jArifioffenO affev-
. ma Saffo prima, bauer trouata la MîJJblidia . da cui i Tragici bauerla
apparata, econgiuntala con la nmtfti. fwkhe•q»efta rende il MAgni.
. fico,e'IMaeflemfo, e qnellail Tateticoteâieffeèmefcolatu la Tra- '
gèduu: • •
' S'èdunqufcpofto ifi chiaro» theattanti alrirrouo délia :
j Miflolidia, la Lidia fempliceferuiall'vfîîciô deliaûventarfi,.
edel piagnere. [
Ma venutala Miffolidia aluce, feruiefla ttlIcTragiche 1
querele, Sclamentamenti» epiami.epertàôdaPIaroncfus
Trinode, e da Ariftotele Odirticotera nominata^c fe il ca- !
fofupiu acerbo fivalfono diva fuoramp-oilo,cheSintonolidiftida
Platone, eda Ateneo Jpermiflolidiftâ fu appel.'
lata. & perciè mi credo io che la femplke Lidifti, fiximai
fe, comc Platone difle tra le molli, e co nuiuali infieme côn
la Iafti. La quale anco taPora neirantichisfimc Tragédie*
fu adoperàta. Tutto adunque il génère délia Lidia armo-
• nia,atrevfiîcis'auuenne nepoemi,apianti,afcherzi,ead
amori. Et a cotalialtre leggieri compolizionL
METRICA ARMÔNÏCA. 'y
Se l'armonia compagna délia poefia^fuBieftieri» cheal
parlare(corne Platone difle) ficoncordafl"e,^contormaf-
• " fèT~
J

fe, neceflario fu, che non p ure le fofle conforme nelloalzamento,
eabbaffamcnto délie voci, ma ancora a tempi
co' quali quefti due moti erano mifurati > & percio a pie
di,&averfidellepoefie. Ilchenon folo da quefta Platonicaragione
fi dimoftra, ma.ancne da parole, deU'aiitore
de problemi, che fono quefte. in quello oue ficerca.
Perche piu foaueè, il finfono dell' omofono ; edopo
ccrtc ragioni fi foggiungc.
Tercbe fi comenemetti, fihannotra loroi piedi, in ragione vguale
ad vguale, o due verfo vno, o altra taie, cofi iftongi nella finfonk •
banno ragion di moto verfo fe fiefji.
Il medefimo fi pruoua apertamente per fatto di Térpan
dro. 11 quale citarcdo cffendo,ad vno de fuoi Nomi Citarodici
dal piede che dentro vi era,pofe nome Trocheo. Et
auantt a lui d'OIim pô, dice Plutarco.
Et effo Olimpo, quelli, « cui danno il principato délia Greca, e T^p-
, mica Mufa : & dicono bauer trouato il génère armontco, e de Hjtmi
ilTrofodiaco, nel quale c il"Homo diCMarte. Et U Cboreo, cbe
moltovsbneMatroi.
Et alcuni dicono, cbe Olimpo troub anco il Bacchio.
E gia è notoche il Chorco ,& il Bacchio fono piedi metrici.
Et il medefimo autore dice
Tongono di quefii primo lo Jpondeo, nel quale niuna délie diuifioni
faapparereilproprio. Je non forfe qualcb'vnonel piùintenfo jj>ondaifmo.
Et ancora piu giu di poco.
- Efe alcuno nella força, del Tonico porrà il proprb del piu intenfo
jpondaifmo. ' . ,
Et piu oltrefimilmente.
E bafîarono a lui (a Tlatone ) le armonieà JWarte ,ca Taliade accommodate,
e gli fpondei.
Etancora.
Glt antichi non per ignoranxa s'afiemero dalla Tripartita corda,
\ nel modo ftondai-çantcs,
Etantofto. • •
• • Ma

IIBKO SETT1M0. 327
Ma cbiaro è il coftume délia bellerga, cbe è nel modoffondaico. '
Et parimente ^
Troué ancora il tuono Mijfolidio (Terpandro) e'imodo délia Qrtbia
melodia. quello che verfi l'orthio fignificaTrocheo.
Edi Archiloco, parlando dice.
A lui primo gli Epodi, e i Tetrametri, & U Trocritko, €1 Trofo
diaco s'attribuifce.e faccrefcimento del primo. i per alcuni anche l'Ele
gio. & oltre à quefti Cintenfton del Giambico al Teone Epibato.
E ïaccrefciuto Eroo, nel Ttofodiaco, e Cretico.
Del quale Cretico che pur piedeè, altriattribui àTaleta
Gnoîio, che pur poeta armonico fu, e di Olimpo, tornando
a fauellare, dice
Come Olimpo il génère Enarmonio pofe nel tuono Frigio miflo con
Teone epibato. Tercioche quefto, generà da principio il coftume nel
Tfomo di Tallade. Tercioche aggiunta la Mtlopeia, e la Bjtmopeia,
e con arte traprefo folo il ritmo, e fatto Tracheo in vece di Teone,ft fe
ce il génère enarmonio di Olimpo.
Etancora dice.
ChiconofceilTeone yenon perôfala proprietàdtlFvfofuOjpercbe
folo fappiailTeonc-J.
Et Ateneo fauellando délie fefte di Giacinto.
I^ella quale i fanciulli in vefle fuccinte, fuanano di citara, e a fuono
d'aulo cantano,e ricorrono colplettro lutte le cor de.e in rùmo Ana <
pefto,e fuonoacuto cantano quel Dio.
Di piu di quefti Suida feriue cofi.
Cata datlylon, era vna fpecie di ritmo, e di fuono f che vfauanogli auleti
auanti al T^omo. •
Etin altro luogo.
Diont Cbio, hauer primo citariçatolo fpondeo oionigi conta Me.
neemo.
Et altri ancora hanno detto, che Timoteo, commoflo
con l'ortio Nomo a furorc, Aleffandro, mutato illuono
in Ifpondeo, fe'l riprefsc.
Ma pi u d'ogni al tra pruouà è chiara quella, che polluçc
conta del Nomo Pitio délie cinque parti gia mentouate,
quando dice.

2 ) E I I ^ T? 0 E T ï C

329
DELLA POETICA
DI FRANCESCO PATRICI
LA DEÇA ISTORIALE.
'Delta 7{hmiça»(pmpagnadeïïantiche
Poejttu. '
L 11 T^O o T T a v o.
RE furono le parti materiali dell'antica
Mufica,Metrica, Armonia, eRitmo. e di
trecofe, diffeplatonc cffcrc compofto il
m clos, parole, armonia, e ritmo. Or cflendofi
da noi ne due precedeti libri délie due
primeragionato, parole & armonia, refta
che délia terza, e dei Ritmo s'habbia a fauellare.
Del quale fcrifle già Dionigi d'Alicarnafio il giouane
libri 24. con titolo diRitmicicomentari Etaltrettan
ti libri intitolati Ritmici, eMetrici,compofeTreboniano
Sidite. 1 quali fehauesfimo ora amano, epiu chiarecofe
foxfe, e piu partit e fe ne haurebbono. Ma noi di qucfti effendo
priui, non ci difperiamodi potere, raccogliendola
quàelatdaantichi, ed'auterouoliScrittori, alcunacofa ,
' T t dirmc

i 330 DJE L L U T 0 E T 1 C oi.
dirne forfcnon rea, e diftinta pcrauentura quanto afprel
fente noftro propofitopoûaferuire.
Adunque diiiinguiam primieramente, in duelafignificaziondelritmo.
in générale, Se in ifpeziale.
E del générale Ritmo fi è a ballante nel fefto libro ragionato,
come di cofa commune, alla Metrica, alFArmonica,
& alla Ritmica particolare.
Lacuiefienzagénérale, dicemmoconfiftere, nell'ordi.
ne de moti tardi, e veloci concordan ti. II quale perche cadc
ne moti tardi,eveloci dellelillabe, edepiedi,edever
fi,conftituifce la prima fpezie di Ritmo, che il verfo è, nel
quale fi confnma la metrica poetica, overfificante nella
quale folai grammatici fi pagoneggiarono. Ma perche
l'ordine medefimo de moti veloci, e tardi concordante ca
de anche nell'armonia de canti, ede' fuoni di ftormenti,ef
fa ancora da medefimi piedi poetici, fi come s'è prosfimamentedimoftratadaRicmo
fumifurata, efece la féconda
fpezie. E perche il medefimo ordine di moti tardi ,e veloci
, ha luogo ne mouimenti del corpo noftro tutto, e délie
parti, cagioneèftato, che anche quefti mouimenti fieno
ftati da medefimi piedi poetici milurati, come fi vederàpiù
innanzi, e fece la terza fpezie di ritmo. Adunque il ritmo
génère, trafeorrendb e per le parole, e per farmonie, e pe'
mouimenti corporali, farà in tre fpezie diftinto. Et perche^
eflb è mifurato co i medefimi piedi poetici,il metro(chemi
fura fuonâ) in génère, ne la metrica arte nô farà propria de
verfi. ma correrano,& egli,5c* ella per li verfi,per l'armonie»
e per li mouimenti corporali. E cosi il metro,e la Metrica,
altrimenti, che il Ritmo, ela Ritmica , in tre fpezie faran
partiti. E quell'arte, chc in générale di tutte le tre fpezie di
ritmo, o dimetro fauellô ,*fu Ritmopeia appellata.
Ma noi nelprefente trattamento, non intendiamo di fauel
lare di quefto générale, ritmo, o métro, ne di ritmopeia.
mafolo riftringere noftro fermonealla particolare terza
fpezie di ritmo, coniiftente, ne corporali mouimenti, che
piu propriamente di ritmica fi ritenne il nome.
~ ~~ I quali _

L l B H.0 0 T T *A F 0. JJI
1 quali cofi fi appropriarono, c fuo nome fpczial fi fecero,
il Ritmo, come le parole, il métro génère, a fe foie accom
modarono > e la mifura commune anche aU'armonie, e a
mouimenti,vollono che a fe folo nome defle.
Del Rirmo'adunque, come fpezie a moti del corpo fauellando
diciamo,eiTerequello, che da Ariftotele fu poflo
per vno de i tre ftormenti délia imitatione, quando
difle.
Tut t e fanno imitatione in ritmo, t parlare, & armonia.
Et piu altre fîate. e quando
Con effo il ritmo imitano fen^a amouia alcuniie gli Orchejii :
• Iquali Orcheftï.chiinterprété» Saltatori,echiBaIlatori,
eniuno bene ,perche la orchefi, piu fignifica affai, & ifta co
megenerc,n$npurealfalto, & al ballo, maanco all'atteggiare
di capo, di mani, di piedi, e d'ogni altra parte. Et
all'andare, e a voltolarfi, e ad altre cofe tali, come piu oltre
fifarà palefe.
Il Ritmo adunque del quale fauelliamo ora, fi è quello,
che a Platone venue pe terza parte, del melos ; e ad Ariftotile,
perterzo ftormento déliaimirazione, ôcanoiviene,
intanto, quantoèl'orchefi, con tutte le moite lue
fignificazioni, e dette ora, cchefi feopriffero dapoi. E
tanto ci varrà a dire di qui per lo innanzi, ritmo, quanto
orchefi.
11 nome délia quale Orchefi ci farem lecito di vfare.con
quella medefima, o autorità, o ragione ,con laqualealtri
ha fat to a noftra lingua famiglian i nomi, di Mu(ica,di armonia,
diritmo,dipoeta,e dipoefia, che tutti vi fonoftra
nieri, con altri molti di Grecia venuti.
Quefto ritmo ,adunquc e le fue parti dal génère dipeden
ti,èordine dimoti,e tempiveloci, etardi; eperifpeziale
ladirferenzadelnoftro corpo.
Si che tutta la f ua particolare effenza venga da quefta diffinizioncomprefa.
Tt 2 Ritmo,

D B L L A T Ot E T I C A,
Ritmo,è.rordinc de' moti, e tempi veloci,e tardii del no
ftro corpo. & quefta ftefla fia l'orcheli.
E di quefto cofi fatro Ritmo Platone pari6, quando heb
beadire.
E ne mouimenfi del corpo , altre talipasfioni fi fknno, le quali
numeri (aritmt ) mifurate, dicono , bi/ognare , Pjtmi, & metnnotninarle_j.
"•
E quefto è il Ritmo, che alla armonia, & alla poefia ftida
fauiantichi dato per compagno, perla cagione addotta
dall'autore de problemi. qnando parla in quefta guifa
Diletto prendiam del Bjtma, perche ha numéro nçt^,& erdinato,
& perche con ordine cimuoueu.
i Etjuefto Ritmo,per hauere aritmo, e numéro noto, ôc
più a gliocchi manifefto, che quello deirarmonia, e délie
parole, approprié il nome commune anche a loro, a fe foloJVUfu
obligatcra feguirel'armonia,e leparolecomecô
, mandoPlaron-Ç.enoaqueftehebberoafeguirluii; §econ,
docheiconcettideU'animoj conleparoi^efprefic, fono
piùnobili, epiùnobilefanno loftormentolofochenon,
fono i fuonuechenotî fono i mouimenti cOrporaîu
. E di quefto» feguimento del Ritmo, il medefimo Piatonedifie.
. , , k : •
Sudunquepurghiamo atico ilreflo, e feguente ail* armonie eiba, de
* ïtjtmi non cercarli varî, e andari di moite gui fe. ma vedere quali Jiem
i ritmi di vna vita modtfta, e forte z i quali veduti fi ha a'sforçart U
piede ytilmelot> a figuitare, e quali fieno quefti ritmi, carico fuoè
di dire, fi come l'armonieu. , J
. Oradi cofi fatto Ritmo, er di cofifattaOrchefi più olrre
fauellando, diciamo che egli dentroà fignfîcati/uoi.com.
prefe tuttiimouimentiregolati, emifiiferatidel corpo noftro.
I quali k* qualunque gufifa„ che foffèr fatti in corrto
fiironotenuti,^ctal'orainmolto pregio. Perctochefino
caminâreper la via con certa grazia.e con leggiadria*ftirna
' rono che fofle da potloin conto di oneftàj&inconto divi
iziola fgarbataggine. Onde Alesli Comico morde, colo-

L i B KO 0 T T iA V 0. 333 \
ro,chefenza garbo cammauano per la via,dicendb cglï,c
riferendolo Ateneo.
Da ferui io flimoeffère quefto vno \
L'andare fen^a Hjtmo per le firadey 1
Totendofi fkrben fen^a fètha.
E pur non-fh'n fâ conta davermo-y ' - "
E niuh'è, che no'l prenda dal mnpagnd.
Ma à cbt ben t vfa, grande onor apporta.
E placer à cbi'l vede. & ornatnento
Dona alla vita Vn'atto gra^ofo,
Quafi che Pandare attilato fofle argomcnto d'animo
bene ammaeftrato. chiamando il ben farlo, euritnios,
con buon Ritmo. Maggïormente ftudiaronô molti, e
grandi, & faui, in mouerlî conleggiadrianegli clèrcizijcorporali,
Perche Socrate, per feruigio di fanità, folea
danzare vna orchefi, da Menfidefilofofo ritrouata.
Nella quale egli fenza nivllo parlare, rapprefentaug ( & era
intefp ) i precetti délia PItagoricafilofofia,-e coltoui tal'hô
ra da amici;dicea loro, quella orçhefi eflere acconcia ad ogni
melos. e Theofrafto fi gran cura pofe in muouerfi regolatamente,che
non farebbe in Ucio venuto, fe non prima
efercitato, e pollofi in fedia a leggerc non lafciaua mo
to di pcrfona ,0 gefto ,ch'alla matena tcattata fofle çotrit
pondente. Elotteflbfaceano nelballo.
E fi conta, cheCJiftene Tiranno di Siciona, veggendo
IpoClideAteniciîe,vnodedrudi dcllafiglia, cheamarito
proponea, in ballando era fgarbato, difle. Coftui fi ha
sballatola fpofa. Stimando che taie fofle anche l'anima
di colui, chenti erano ftati i mottidella pcrfona.
, 1
B A L L O.
îlqualballo fuinvfanzaantichifsima. conciofiacofa,
ch'Omero fa memoria, che i Fcaci
Ballauano, mutandofi fouentes.
_ — Ëfu"

3Î4-,. 7) E L L A TO E T I C A
Efuilballareintanta Aimai chevollonoi poeti, chei
Dei ballaffero, eziandio. & Artino Corinthio ,di Gioue in
vn verfo,difle
B aVaua in me%%o a loro,
il gran padre de gli huomini, e de Dei.
Et Omero in vn Inno di Apolline, diffe.
E con la bella fua forminga in mano,
BaUaua Apollo,ben alto faltando.
E Pindaro inuoeô il medefimo.
0 ballator, Signor d'ogni fflendore.
Largafaretra Apollo.
E Anacreonre fe ballar le Mufe.
* * Del gran Chue le figlie, *
t>a be' capei ballauano leggiadro.
Et Efiodo afferma hauerle vedutc danzarepreffo ad vna
fonte
Intorno a vn fonte, di viole adorno, »
!
Co* molli pie, ballauano le UMupLJ.
O R O H E S li
Ma non folo del ballo fecero i poeti,e gli altri ftima gran
de, ma di tutta la reliante orcheli. La quale Platone in ge
nerai cofi deferifle.
- • Queflo adunque dalla orebefi, cbe fi fa nell'armi, penfando, che fia
poflo {cioèil nome aTallade) dirittamente io flimo 7che penferemo.
Tercioche, o fe fieffo, o altro, leuar in alto , o da terra, o per mano di
*nenare(pallein,epallejle)chiamiamo,Orchein, &çrchifte^j.
Adunque orchefi farà tutto quel mouimento délia perfona,
col quaie, o s'alza ella da terra, o altro, o con le ma
ni dimena, o uibra.o cri(pa,o quai (I voglia al tra voce,che
ilPallein,e'lpallefte,ci pofla eiprimere, e come che perla
leggiadria dedetti mouimenti l'haueflero iri môlto contp,
fi Iaportarono eglino anche in grande ftima per l'vtileche
netraeuano.
4
« Con-

- L 1 B \0 0 T T sA V 0. j?6
Conciofia cofa chè, come,ch'ella foflecompagna délia
poefia, e parte deila mu(îca,fu ella anche parte délia Ginnaftica,ordinata
aconferuarelafanitàdelcorpo. EdcllaGin
nanica manifeftamente parte la fa efTere Platone,in dire.
Le difcipline,ptr via di dire,quanto a noflro vfo,fono due. quellache
del corpo è, délia Ginnaftica è. & quella, chè per bontà dell'animo ê ,fi
è délia Mufica. E délia Ginnaftica, due fono, la Or chef e la pale,( o lotta.)
e laOrchtfi altra è quella, de gli imitanti la fauella délia mufa ( U
poefta) conferuanti il ticbile, e'imaefteuole. Et altra èquella,cbeèper
cagione déliabuona abitudïne,e délia leggereiga, e delta belle^a del
corpo, e délieJue mtmbra, e parti, il tonueneuole nelpiegarft. e nello
flenderfi,dando a ciajcun di loro, vn moto di buon ritmo ,jparfo infieme,
e feguente a bajlante,a tutta la Orcbefi. E le cofe délia pale (o lotta) futteda
lAnteo, e da Cercione nell'arti loro,per cagion d'inutile coten^ione,
o Epeo, o ssfmico aile pugna,niente effendo vtili alla guerra,non fono degne
di ornarle con parole. Ma quelli,che fono délia diritta lotta prendimentine'
colli,nellemani,enefianchi,eJercitaticon deflra contenqone,
eftabilimento, perfkxefor%a,e fanità, effendo elle vtili ad ognicofa, non
fonodalafciaift.
Et quelle fieno quafi due particolarifpeziedell'Orchefi,
come parti délia Ginnaftica, per due particolari fini efercitata,
di fanità di corpo e di forza. per potere poi a fini quafipublici
indirizzarla. e quefti parimentedue. diguerra,
chelacittàhabbia,edapace. ôcqueftoper occafioni parte
ciuili,eparte diuine. DichePlatone fa affai lungo ragionamen
to. E fr a l'altre parole fegnanri le manière fopradet
te fono quelle délia Orchefiiper cofi dircbellica,confiftente
nella pale,o lotta, che già s'è veduto eflèrervnmembro
dell'Orchefi.
£ cbe inpugna di guerra,mafsimamente ,molto dituttigli altri moti
ha noiconnato quefto délialotta->.
E feguendo a dire délie reftanti tofto foggiungo.
E dcll'altro mouimento di tutto il corpo . di cui la moltiffima parte,
Orçbtfinominandoalcuno-Joenebauràdetto'.duefpezie conuien penfar
che fieno ,1'vna imitante i moti de piubelli corpi alla grauità. e F altra
imitante quelli de piu soiçjri, al male^j.

3 3

LIBR^O OTTuiVO. 3 3 7
ca,l'Edicomo, confecratiadErcole. EdipiùrEdione, il
Criifmo ,erOcdafma,e'lCoIabrifmo. Ma di quelle ehe al
cuna cofa fappiamo oltre il nome, fu la Gimnopedia fatta
vfar da gli Spartani â lor fanciulli, per vfargli ad effercizij di
guerra. Nella qnale i fanciulli tutti ignudi danzauano con
certimouimentidiperfona,in Ritmo graziofo, edipiedi,
e délie mani, che dauano fembianza di paleftra, e di Panera
zio ,ecantauano cerrecanzoni,tal'oraconramiin mano,
per H quali la fefta era detta Ifchoforia ,& Ariftofleno fcriffe
, ch'ella era, corne vn preludio per farfi ftrada alla
P I R R I' C A.
Cofi dettadaPirricofuo trouatore,chefudiCreti. La
quale era danzatadàfanciulliarmati.'mouentificon molta
preftezza ,1a quale douea loro far uopo alla guerra,e per
feguire > e per fuggire. E fi facca a tempi del piede Pirrichio,
chequindi prefeil nome, 11 cuivfo conferuatoda gliSpar
tani, e da gli altri Greci tralafciato,fu cagione, che quefti
andaffero in feruitu di'quelli. Appo i quali tutti i cittadini,
cominciando dalfetà di cinque anni, ad apparare la Pirrica
dalle leggi erano conftretti. E fi corne la Gimnopedica
difarmata, era vn preludio alla Pirrica armata, cofila
Pirrica armata, era vn preludio alla verace guerra.
EficomcnellePirriche, gli efercitanrificantauano, en
trandoin battaglia coficantauanocanzoni,eMeli,detti
Enopli;,armati, ôcEmbaterij, quafi Entranti. Alla quale
guerra, narrôFilocoro, ch'hauendogli Spartani vinto i
Meflenij per virtu di Tirteo poeta,pofero in coftume,di can
tare a cena,e dopo catato il peane, Poefie di Tirteo,efôrtan
ti a virtù bellica ; ad vn per vno a concorrenza, e giudicaua
ne il Polemarco, o Capitano. eper premioal vincitore,do
narecarne. A fine pure délia quai guerra, tuttiipoemidi
Tirteo erano indirizzati ; & anche vno detto Trichoria, la
quale era, can-tandofi canzata da tre Chori, di fanciulli, di
V y gio

•SJS D E L L *A T O E T I C *4.
giouanii e di maturi ; ela fefta Carnia, come (i videra fembianza
di alloggiamento Militare. E
V O R M O.
Sin-nlmentefuvn'Orchefi Bellicaappo imedefimi, ma
mefcolataconalcunpiacere, econtempcranza. Efuche
giouanetti ,everginelle, bailauanoinfiemea coppiaa cop
pia,in cofi fatta guifa, che il giouane iua innanzi ballando,
emouendofidiquel motiappunto, iqualieglidoueaçoi
porre per opéra in battagîia; e la verginella ilfeguiacon
mouimentidimodeftia, elcggiadri. ôtcraquefto ballo,
quaficompofto, difortezza, di temperanza, edidolcezza.
Nepurequeftoftudiodidanzare, edi far Orchefi per
auezzarfi a forze, e mouimentimilitari, fu deLacedemonij
foji, ma di altri Gceci ancora J. E alquante pr uoué t&çconta
Senofonte,dicendo che dopo illuorifornodi Babilonia
capitano di x.tnila Greci,egli fi trauô à conuito con
Seute Re diTracia. E definato che fi fu,c ad honor deDei
fparfo vino, e cantato il Peanevfato, furfero primiero cet
tiTraci, & a luon d'aulo, armati ( fiami lecito di cofi dire j
orcheggiarono. ebeneinalto faltando eleggicfo,fcher>mironoconifpade.
i \ < > • » • • ! ? ' 3
E cofi fatto, t'vno di esfi finalmente, percofle l'altro in gui
fa ,che e' parue a tutti, che ferito l'haueffe da douero. onde
il fedito artificiatamente, incontancntc cadde, come e i
fofle morto. E i circonftanti di cio dolen ti ,aIzarono il gri
do tutti. Etal caduto airucntatofi il feditore,fpogliollo
dell'armi, e dell'armatu,ra, e fen'vfci cantando vnacanzo
ne, che dal nome di vn loro gia Re; nominauano Sitalca.
Altri prcfo il morto, fe'l portaron fuora. Il quale non hauendo
mal veruno, ben moftraua di eflere paffato. Dopo
quefti primi, fi leuarono alcuni altri Magnefi. I quali guernitipur
dituttearme, menaronocerta Orchefi nominata
Carpca, efu cofi fatta. Vndiloro facea fembianza di fcmentaregrano,
hâuehdo iuipréfio pofte giu l'armifueïe
\ " fpeffo

L 1 B KO 0 T T A V 0. 339
fpeflbquali temente,guataualiintorno, eadietro. hi in
quella, li vfci d'aguato vn ladroncello, per furar, fe vi popotea.
Diche il feminatore accorrofi, prelè toftamente
l'arme, fipoleauantiabuoi, eprcfeacombatterecol furo.
11 tutro facendo conmaeftreuolerirmo a fuono d'aùlo.
EGombattutollfieramenteperalquanto d'orailladro,
prelb tempo auuentosli ali'oftetuo,eftrcttamenteabbrâc
ciollo, c toltoglila fpada, e l'altre armi,fi'I legô, 6Ci buoi
meno via. Et «titrafiata auenne, chel'aratoreprefeiirubatore.
Dopo ciô, fu anche orcheggiato alla Perfiana. e fu di
quefta guifa.
Vno fattoii auanti, fi inginocchiô. efu faltando conrego
lati motij e ritmi, a fuono del medefimo aulo, armato tut
to, moftrô quanto poco gli pefauano queli'armi • Indi gio
uani Arcadi vennero innanzi, come gli altri armati, al me
defimo fuono, danzarono il ritmo, dali'armi chiamato
Enoplio cantando il Peane.
Tutte, equattro le quali orchefi, neballo fonnefalto, e
fono orchefi $ e feruirono a far gli huomini, leggieri, e deftriamaneggiarel'armi.
Etinmoltecontrade délia Grcciaeravfitatal'Orchefi
Enoplia antedetta. Laqualé, o
dafanciuili, odamaturi chefofle fatta, fempre era fatta
da armati, e mouentifi di mano, di piedi, e di pcrfona a caa
to, c a fuono, e a ritmi, compofti di due Dattili feguenti.
E llmile cofa alla fudctta Orchefi Perfiana,fifaccain Grecia
nelle folennitàchiamateTcimoforia.
• La Telefia era orchefi anch'ella armata, trouata come
Ateneo, e Polluce dicono da huom di cotai nome. In
facendoft h quale a bello ftudio, vn Tolomeo Macedone
vccile Alelfandro fratello diFilippo padrediAleflandro il
Magno. Militari erano anche l'Orfitc,e l'Epicridio vfatein
Creti, onde iCretefi erano detti Orchefti. Et Omero cofi
chiamô Merione, vno de no bili Crctefi ito a Troia.
Vv z OR.

' 34Q DELIA T 0 E T I C A.
O R Ç H E S I IN PACE.
• Di moite guife poi, e di vari nomi, e modi furono le Orchefi
che in tempo di pace, per folo diporto fi faceano per
JaGreciad'ogniintorno. edi quelle, due a ntichisfimeda
Omero fono fiate nominate. Délie quali l'vnafu quella
deCibefteriiquali, fecondo ch'alcunihanno dichiarato,
faceanoillor giuoco in quella guifa. Pofte le mani in terraacapoin
giu, epiediinaria,girando cadeanoin piedi.
rielmodo appunto ,che Ariftofane nel conuiuiodi Platone
dice,che caminaua quel fuo Androgino. E Fefto ferifle,
cheiSacerdotidi Gibele erano vfatidicofigirare,a fuono
di Cembali, e di Timpani, e di Crepiracoli,forniti come io
credo difonagli, o di rami, per fare ftrepito.
'JI Ma adi noftri, vfanlo di far chimie, e marinai, e certi fan
ciullidi.ple.be. • t .
Vn'altra forte pur detta deCibefleri era,chedue abbracciatiinfieme,rvnconraltro
icapi tralecofcie, co'ventri
a dentro, e petti, fatti quafi vna palla fi girauano, cofi, che
fenïprecadeano in piedi. • • < ,
L'altraOrcheliOmericafuil giuoco di palla trouato»
come Agalligrammatica Corfianalafcio fcritto>daNanficaa
figliuola di Alcino Rè di queU'lfola,il quale giuoco fa
pai viitato,ecélèbre. eforfedieflbZoneofeceilfuopoe
ma eTimocrate Lacone ferifle délia Sferiftica ( che sfera
chiamauano la palla ) e certa cofa è, che Sofocle, nella rap
prefentazione délia Nauliacaa fua Tragedia,giuocô egli in
perfona quefta Orchefi.'
Ma di quai maniera fi maneggiaflè quefta palla, memoria
non ho trouata. Se non fo rie fu,olo fteflb, ovnfîmile,cheaCorfù
habbiamveduto farfi, ealtroue-, tradonzclle,edonnegiouani;
le quali prefeii per manb, çfatto
di loro vn cerchio a fuondi Cem.balo,danzando gittafi tra
loro vna palla a piu colori grande aflai. e a quai di loro fi
fa prefîb, ella fi la prende, e fpiccatati del cerchio, corren-

j L 1 B K 0 0 T T U V 0. g 4 l^
j dointornofereconefla, chilepare, cJaferitale cordierro,
prefa ch'ha la palla,fin tanto che Ja ferente torna a pot
r fiàmoluogoincerchio. elacorrente quandoIepiace fere,o
quella, oaltra. e cofi fanno fino alla fin del giuoco.
Altri giuochi di palla, che non eiîèndo ne falti, ne balli,Or
chefi pur furono derti, e vfati, e tra quefti vno detto Fenin
da moltolodato, emolto faticofoesforzato, eftudiato
a farfi con Euritmia, eleggiadria.
11 quale da Antifane Comico fu in certo modo diffegnato,
con verfi di quefto fenfo,
Trende la palla, e altrui la dona, e allegro
E fugge infieme, & altrtti fturha a for^a.,
E jgrida a quefti, e fuoi compagni inuita.
EDemoffenovn'altro Comico, divngiouanettoCoo
graziofo,egiocante diffe.
Od ei prenda la palla, o altrui laporga
_ Tutti infieme gridiam ; ma di colui
La leggiadria, il cofîume, e l'ordin vago
LMentre egli parla, od alcun atto muone
T^e beltà vidi mai, ne gratia tant a.
- EGiulio PolIuce,nedcfcriuevno fotto nomediEpifciro,
che è propriamente il Calcio adi noftri vlâto.
Il quai Giulio, alcun'altri ne defcriue, & ne nomina altri
fenza notizia darne.
Si corne fu Y Apocino detto anche Matttifino. che fu bal
lato da moite donne infieme, con attilafciui. E iimile fu lo
Strouilo con dimenamento d'anche. E pur donne faceano
l'orchefiEclactifmata_,le quali faltandoin alto.menauano
vn piede fopra l'uomero dell'al tra. E la Bibafi era pur fatta
da donzelle, e da fanciulli. & era un faltare in maniera,
chedefferodecalcagninelle proprie natiche. eicofifatti
falti finouerauano, & quale piunefacea, ne rïportauail

| *Z> E L L A T 0 E T I C A
prumo propoito. E taie ne_tu lodato.c fu detto in Epigraîrj
madivna donzella .millegiaBibanti. fendol'orchefidet.
ta Bibaiî.Ôc ufata fu in Laconia. Di moite altre fono da Pol
luce,eda Ateneo poftiinomiignudi,eftrani, cheionort
mi faprei indouinare i modi loro.
Ben fi puo dire che mue li faceano.o con canto, & armo
nia difuoni, oalitono folo. &ilpiudi aulo. Percioche
Ateneo cofi feriue.
Délie aukft(o fonamentid'aulo ) ccmeTrifone dice nel fecondo délie
romtnançe, quefli fono i nomi. Como tBucoliafmo, Gingra>Tetracemo,
Ep>fatto, Como , Callinico, Tole'mico, Edicomo, Sicinotirbe,
Tirocop'tco, o Crufitiro , Cnijmo, Moxono. e tutti quefti, con Orchef
fi fonauano ad aulo.
Ma piu ftrana Orchefi, fu quella che Senofonte deferiffe
nelfuoconuito.
Al quale dice, comparue vna Orcheftria,' la quale dopo
fatto diuerfi giuochi fuoi ,finalmente Ecibeftife ( per ufare
Jafuauoce) cioèSaltô fnonfofeacapotombo, comei
fudetti Cibefteri, o altramente ) dentro, e fuora di un cerchio
di legno pofto in terra piano, nella cui circonferenza,
ogni cofa erapien difpade, o coltclli, fitti con punte all'insù.
Et ella per difopra a quelle punte, faltellaua fenza
darui dentro, o farfi maie.
Et quefta Qrchefi, dal nome délie fpadefu nominataXififmo.
-
Ma quefte quafi tutte furono orchefi mercenarie, fatte da
huomini, che di quel meftiere il uiuere accattauano.isfor
zandofidifarpcrmarauigliaconcorrerela gente apagargli,
délia maniera, ch'oggidi veggiamo andar intorno
molti, che chiamiam o Ciarlatani.
EtiCjreci g!i chiamauano Taumatopei, che farebbea
dire,ta'miracoli. E quefte non punto fanno perla diftinzionefattadaPlatonedelf
Orchefi Ireniche,odi pace, fatte
per allegrezza, o di pericoli fchifati, o di beni conferuatijOdaccreiciuti.

I 7 B IL 0, 0 T T A V_0_^ /
Per le quali occafioni è da credere,che molti, e fefte faceS
fero,econuiti,echevifiballaffe, Ecrederei, che i poemi
cantati, e ballati in quefti tempi, foffero quelli cheIporche
mieranodettijtutto chesVlaûero anche nelle folcnnità
del li Dei.
Et Ateneo hauendo diftinto le Orchefi Sceniche, délie
quali fi dira in altro Iuogo, diftinfe anche le Lfrichein altre
tre, Pirrica, Ginnopedica gia dette, & Jporchematica.
La quale io ftimo, che folle appunto quella Cajola, che il
Boccaciofafare, afuoi tre giouani, e.fetted,onne nouel-
Janti. danzandouifi,acanto, eafuono. ""."'
Edcllaqualelporchemauca, fauellando il medefimo Ate
neo cofi ragiona.
La Iporcbematica è, neRa quale il Cboro canta.
EdiceBacchilide. " (. - • ;
"Hon t>'bà opra di fegg'io, o di ripofb. s
E Pindaro dice. s
Laconico diverginivxogregge. , s - ,
E quefta.
Appo Tindaro ballano Laconi.
Et è la Iporcbematica d'huemini, e di donne ott'mimoài, cbe
anche fiballano, fonoiTrofodiaci,& gliApoflolici, ,lquali anche
Tartenij fi addimandano. Et i fimiglianti a quefit t Vtrwe, e Dionigi,
tyilTeane,quando,si,equando nà .
Cioècantauano,eballauano,comeiofupplifco aldifet
to,come io credo,4i quel tefto.
Et efiendo quefti Jpochemi pofti tra l'Orchcfi Liriche, è ragione
à credere che'a fuonodilirafi facefîero.ç corne qui
h dice, in choro, il quale canti, fia o di vergini, percio detti
Partenij, o dihuomini, e di donne, come vi fi dice. E gli
ottimi modi, dice che furono i Profodiaci. cioè-quelli che
f aceano in andando a falutare alcun Dio, o Venere, o Dio
nigi, od Apollo come, e qui fi dice, e gia è ftato detto a die
tro, che profodij da canrare in Delo furono fattida Eume-lo,
e da Pronomo, e d'altri poeti, e da Nicia, e gli Apofto- ;
lici,già difle Proclo efiere ftati poemimandati davno ad
». . . vri^at -

344 DEL L ol T 0 E T I C jt.
vn'altro, ma qui èd'altrofignificato. forfe fimilc a Profodiaci,o
altro taie. E febenquifidice,cheil Chorocantaua
eballaua lo.Iporcb.ema, non è pero,che anche vtt
folocantantc,efonante,e ballante nolfacefie, fi corne fi
comprcndedalfottofcritto bellifsimo di Pratina,recitato
daAteneo,chenoi ci sfotzeremo,ilmegIio,che potremoditralatare.
T'IVA. r« T« TV
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ÎLIRI &.IIVVRKT.£A, *<
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__ ) L 1 B \ 0 0 T T ù4 V 0.
Cbe jirepitoè cote/h ?
Che dan-çe fono qiiejïe ?
Qual'ingiufla è venuta
tAl facro di Dionigi
StrepitofaTimela?
Mio ymï è'iBromio:
i/lme conuien fonare,
%Amebatterconuiene
Correndo fu pe'montî
Con le ls{aiadi'njjewe.
E corn' cigno cantare.
Con ali varie vn melot
7)'vna dolce can^one.
"Ne piu l'aulo dan^i,
Che miniftro è d'ebreïga,
E di focofa pugna
Su'l bere , tra foldati.
Vccid'i quella botta varia, e grande :
Bructa il velen dé' calami de l'aia,
Ciancigrauefuormeloritmandante,
Cacianforfimil finto Frigio melos.
Matuodeflripolo
>
. :4 Triamboditirambo, edericrine
Qdi la mia Doria carola .-
ORCHESI. BACCHICAi
Plarone féconda pofelaOrchefi Bacchica, la quale, ne
militareè, nedipace propriaménte. Madifefte diDei.
e non di tutti, nedi Baccofolo, onde pare hâuere il nome
prefo, ma di tutti quei Dei, aile folennità de quali con
futore^ econgridal'orchefiiicelebraua. Epertuttedichiararle
avncolpo, lecofi fatte, bene farà che qui trafportiamovn
luogo diStrabonetuttointero poi, che ci
folo ci darà nonziadel più di quello che quiandiamcercando.
E tali fon le fue parole.
- « Xx lGre-

1 Greci, i piu di loro, attribuirono, a Dionigi, ad Apol
line, e ad Ecate, le Mufe Dec. •
Ed Apollo è loro Mufageta, e duce, e la poetica tutta che è
lodatiua,è loro ftata data.
Similmente aile Mufe, ca Cerereè ftato affegnato, tutto
cio che èOrgiaftico, e Bacchico, eChorico, e nelle Teleteil
miftico, SC anche Dionigichiamano lacco.
Et il DemonediCereretengonoper prencipe de milieu.
E le Dendroforie (portamenti di raini ) e le Choree, e i Sa
crifici, fono communia quefti Dei. \
E le Mufe fono prefidenti a Chori,e Apollo cofi a quefti, •
comeallo'ndouinamento. ->
Eminiftri délie Mufe fono, tutti gli addo.ttrinati, ma
propriamenteiMufici. EdiApolline, ecoftorofonomi
niftri, egliigdpuini. , - !
MadiCerereminiftri fonoiVlift^facerdotidefecreti^iDa
duchi (chefonportafacelle) eglilerofanti (ciofonodichiaratori
deSacri.) ^ \
MiniftripoidiDiQnigifonoiSilenijiSatiri, leBacche,îe ;
Lcne,leThie,leMimallone,IeNaiadi,leNinfejeiTitiri, :
cofichjamati. . - > }
Ma in Creti» e quefte cofe ,&in particolarefi celebrauano
iSacriaGioue con orgiafmo, edaminiftritali," quali fono
in quelle di Dionigi i Satiri. E quefti nominauano Cureti
; Et erano certi giouani, che con orchefi menauano Io
Enoplio *,in propolito délia fauola del naftimentcTdi Gio-
; ue. Nella quale introdnceanoSaturno,folito a mangiarfi
i figliuoli tofto che fofier nati. -,
EReainduftriantefidicelare^edogîienzedelpartorire,
e'1 fîgliuol nato di nalcondere a fuo potere,c allontanarlo.
Alchefareprendeal'aiutodeCureti. N
I quali con timpani, e tali altri ftrepiti^ e con Enoplia Cho
rea, e rumori, circondando la Dea ,coli per ifpauentar Saturno,
come per fottrargli il figliuolo. N
Da quali con la medefima diligenza nodricato. renduto le
venia. Si che i Cureti, Q perche Curi,e giouani effendo,le
mini-
y

L IB 0 TT ut V O.
miniftrauanco perche togliéano a nodricar'il Curo(ham
bino) Gioue.(perche in ambedue il dice le manière) quefto
cognome prefero, corne intorno a Gioueeghno foflero i
Sariri. I Greci dunque intorrrp a gli orgiafmi ibno cofi fat
ti. MaiBerecintifono certa tribudiFrigi, eiFrigi ftelsi,
e que' Troiani che habitano intotno al monte Ida, anch'eglino
onorano Rea, elefanno l'orgio, Madré chiamandoIadeDei,EtEefte>&
Frigia,eDea grande cdaluoghi,
Idca, e Dindimene, e Pilene, e Pifînoncia, e Cibele. I Greci,
in equiuoco, ifuorminiftridicono Cureti. Ma non
gia dalla fauola medefima, ma certi altri quafi certi aiutan
ti, corrifpondenti aSatiri. E gli ftcfSï chiamano Coribanti.
e teftimonidi quefti conectti, fono i poeti. Perciochc
Pindaro nel Ditirambo il cui principio ç.
Dianvy Serpeano canti
Bette lunghi vna corda, in Ditirambo.
Et hauendo fatto memoria de gli antichi, ede' fezzai,da
quefti paflando dice.
* iTreffo a te madré innan^i vanno,grandi
Di cembali rumor, di vndici péri.
Seluaggi ; e Crotali, e lampada accefit
Di biondi pini,
Moftrandola communanza, ch'era fra le cerimonie
per leggi riceuute, da Greci intorno a Dionigi, e fra quelle
ch'erano in vfanza preflb a Frigi inrorno alla madré de Dei
conformi tfaloro. Et Euripide nelle Bacche. fa il fimiglian
te, conleFrigie, conferendo fecondo Omero, anche le
Lidie.
0 mio Thiafo donne, che lafciajle
D* Tmolo Lidio la rocca ,ei miei
Vrouati. Et o beato,
. - 0beatocbiunque .*.
7{oti ha li Sacrifici de gli Dei
E la fua vita mena
Con fantitade, egliOrgij délia grande
Madré Cibela fi va ctlebrando. '
' • A\ z Ël

? 4 - 8 'DELL^i'POETlC^t
$1 Tirfo fcuote in ait» , ,
l ' D'ellera coronato,
[ A , E'IbmnDionigicolei
IteBacche,e'l'Bromio>
Dio, figliuolo di Di •. «
> Dionigi menate
v
Da glialtimontiFrigi
.. WsUe fix&fe contrade Greccj.
, , EdinuQUQnefeguenticonqueftcvatrattelIcndoleco-.
fediCreti.,
- . * >
y _ S>Tt>QiÇamerierideCrueti, f
Diuin'Cretefi, Gbuiali,pairi
"D'ardi, editre enfle ornati, in avtri.
Di pelle teja quefto cenhio ,fummi •.
i l'hy:
p
*Coribantitniei.j . '\, . , •
Ritrouato^eancorconBacçhiaintenfet . - •. ,
L'empitodifoauefiato,d'auli . *.*
D; Frigia ; e in mano délia madré B^ea-
Toferlo, bello Euafina rifonante
Délie Baccbe, Indi Satiri furenti
Semir, la madré Bja, ,
E conuertiro in triennal coree
Tercuizaccos'allegra
, E nel Palamede dice il Choro »
7{on io con Bacco inebbro,
Ch'in Ida gode con la madré car a
D e timpani gli Iaccbi.
Cofi il Sileno, e Marfia, e Olimpo. conducoado in vno,
e d'auli narçando gli trouatori, dacapo le fefte Dionifie, e
le Frigiein vn riducono.
E l'Ida, e I'Olimpo, come fofte vno fteflb monte gridano.
Maeifono quattro colii chiamati Olimpi. Vno in Ida,
in Antandria,e vi è anche I'Olimpo Mifo, confino» ma non
_ . , , _ -,

L l B KO 0 J T

35Q *D E L h \A VOETlC^i
Queftecoies'aflbmigliano ai Frigij. Enonèfuordira^ •
gione, fi come fono i Frigi colonia deTraci, eoli le cerimonie
facre, fieno d'indi trafportate. Edi piu congiungendo
Dionigi con Ligurgo Edone, per Enimma, danno
ad intendere, i modi fimili di loro facri. \
- Madal Melos, edalRitmo, laMufica tuttaTracia> &
Afiaticàèreputata. Il cheè palefeda Iuoghi, ouele Mufe,
fono adorate. Pieria, &OHmpo, e Pimpla, e Lebetro.
per antico erano pertinenze di Tracia. e monti di confino
Et ora gli ha Macedonia. EI'Elicone fualle Mufe confacrato
da Traci, che habitarono la Beozia.
E quefti confegrarono anche v nantro aile Ninfe Lebetriade.
E quegli che hebbon cura dell'antica Mufica, Traci fu
rono,Orfeo,e MufeceTamira. eadEumolpo il nome
è d'indi. e quegli ch'a Dionigi tutta l'Afia confegrarono
fino in India, di quindi il piu délia Mufica trafportarono.
Etvnodiçc. Toccal'AfianaLira. EtaltroghauliBerecin
tini chiama.E Frigij" e de gli ftrumenti, alcuni fono barba
rameute detti. Nabla, e Sambuca, eBarbito, e Magade ,e
piu altri. . >
E gli Ateniefi,fi come nell'altre cofe amano lo ftraniero,
cofi fanno anche circa a Dei, percioche molti peregtini facri
riceuerono. Onde anche furono m Comedu tacciati.
Efra quefti, facri Traci j ,e Frigij. J
DeBendidij Platonefa menzione,e de Frigij Demoftene
calunniando,e la madré diEfchine, elui, come che fofle
compagno alla madte facrificante, e gridando Thiafmi, Se
Euoi, Saboi, les, Attes, Et Attes, res,e quefte voci fono di
Sabazio,edeMatroi. •
Fino a quefto luogo habiam voluto trafporrequa le^ofe
dette da quefto grande autore, perche fi vegga fatta men
zione di Canti, e Meli, e di Suoni, e di Ritmi> e di Choree,
che fono Orchefi,edixhoreute, che fono orchefti, non ;
danzanti, ma mille atti, e gefti di perfona fa centi, prefe, &
menatedafurore. Edipoeiieba bazie,eMatrei,edivoci
proprie loro. ^_
' Il che .

ZJB/jQ 0 T T A V 0. 3Jj_ |
Il che tutto habbiaaferuireperdichiarazione, epruoua
délia terza Bacchica orchefî poftada Platone. Oîtrealle
quali non credo io, ch'uopo fia di altre addurne. fpezialmente
fendofeneanchealcunacofatocca mentrefifauellddeglivfi
délie poefie, Aggiungendo folo, c!he gli Irimbi,
e la Dimabea erano orcheiî facre a Bacco, fatte da Sileniintondo.
M E T R O R I T M I C O .
Ora,ei ci refia a dimoftrare, qualunque ritmo fpezialc,
chelofteffb dicemmo efiere con l'orchefi generalmente
prefa, non per faltô, ne per ballo foli, ma per tutti i rego-
Jatimouimenti,odituttalaperfona, odellepartidi efia,
anch'egli fuda piedi pocticimifurato. E la ragione detta
delParmonia, è pruoua eziandiodi quefto. Perche fi comel'armonia
douendo alla poefia feguire,di verfi, e di pie
di fat ta, conuenne che a piedi anch'ella fofle mifuratajCofi
il ritmo, e l'orchefi, che all'armonia, e alla poefia douea fe ;
guitare, forza fu,ch'ella ancora aile mifure medefimeforte
commefurata ,ecorrifpondente. e cofa contra ragione, e
brutta fora ftata a vedere, di quelle P vna a cantarfi,e Paîtra
a fonarfi a tempi conformi, e vniti, e quefta terza a vederfi
muouere, c fenza ordine, di tempi, e confufi, e a cafo.
11 perche fu detto da quel padre, che quello drudo ,1a fpofa
s'haueasballato. Oltre aile quali ragioni, vi ha fimilmen
te auttori, che il teftimoniano. e Platone per loprimo co
fineferiue.
Ma per Gioue, difle, non ho che dirne. Ma che certe tre
fpezie fono,delle quali fi îeflbno, le bafi (gli andari dei piedi)
come ne ftongi quattro, onde fono tutte l'armonie,
poiche Phauero confiderato il dirô.
Ma quali, di quale vita ,fieno imita^oni non fo dire. Ma quefle co
fe, difii io yconfigliertmo ton Damone, quali fieno gli andari, eimoti»
conuenientiadignobiltàfOadingmia, oafurore. Equaliritmi fieno
da prendereper gli lor contrari.

35Z D E L L %A T 0 E T 1 C
E parmi i hauer vdito, ma non cbiaramente nommare *>n certo E ~
noplio compofto,eDattilo,&Eroo,non foin quaimodo glidifronejji.
e poneffe vguali fu ,e giu, in brieue ,e lungo, fi corne io fiirno, Giam
bo, & certo altro Trocbeo, nominando, lungbevga, breuttà aggiungendo.
E quale foflelo Enoplio quiui nomiriarb, dichiara lo
Scoliaftedi Ariftofane fcriuendo in quefta fentenza.
Cat'Enopîion, è jpe^edi ritmo, fecondo il quale, orcheggiauano,
menando l'arme. & è in Emiolio ( o fequiter^a ) Ver cloche la lunga ver
foie due brieui, eguale ha il ritmo ^inapefiico, di Tripodia ( o tre piedi
) il quale prende tutti i piedi di due fillabe. ,
tAltrihan detto, Enoplio, l'amfimacro, che anche Cretico fichiama^
perlo melos, riferito à Cureti. Ter cloche con qutflo mentre faceano l'or
chefi, dibattendo îarmi E fi chîama Enoplio per c
Dattilo, che vjanogli
auleti.
Et anche.
Cat'Enopîion, quello chedopodueDattili halo jpondeo,'& poi If
ripetes.
EdicefiforfeCat'EnopIionjperches'auuenga queftorit
mo, anch'a gli altri, che li muouono veloci, ma piu a co«
loro>.che armati faltano , e Pirrichizano.
Equello chedifle Platorte,il ritmo farfidi trefpezie,ponc
Plutarco in quefte parole.
Dijfs, m ejfere ( le parti dell'Orchefi ) la fora, lo fchema. ela dix't»
Terci&che l'ortbefi confia di mouimenti, e di dijfofï^ioni ( fchtfi) fi co -
meilmelos ,divoci,e diinterualli. Equiuiinfyofi fonoterminidemo
uimenti. fora chiamano i mouimenti. e fchema d'wno lefcbefi, & le
dijpofi^oni aile quali portandofi i mouimenti fine hanno. fi corne quan
do : di oApolline » o di Veane, o di

L 1 B KO 0 T T *A V 0. 353
Délie quali figure pari 6 anche Ateneo dicendo •
Ter cio fin da principioi poeti ordinarono ad huomini liberi le orcbefi.
& vjarono le figure, per fegni délie cofe cantate, conferuando
stmpre il nobile, e l virile in effi. epercio\letaU, dimandarono Iporcbemi.
ELucianodice.
La Orcbefi è vna certa scien^a imitatiua, e oflenfiua, e annonciante
i concetti deïï antmo,e de gli occulti dichiaratrice^J.
Efoggiugne.
Cbe quefta dicbiara^ione fi facea, con la cbiarevga déliefigure , ede
glifcbemi. Et anche, • • . „
cbe l'orcbifla facea profesfione di moftrare co' mouimenti,le cofe cantate
. e cbefitrasformaua in ciafcuna di quelle cofe, cbe nelle parole erano
efpreffe dal poeta, ifprimendo tutti i coftumi, e tutti gli affetti. & il
fàr cio confifieua,in moti,e queti,e veloci,egiri,e viuolte,e falti,e cbinamenti.
E che fofiero fatti a piedi poetici, oltre il fudetto>iI confermaSenofonte
fauellando d'un ianciullo.
Non ancora comparendo Dionigi (macftro luo) fi fono
ad aulo, il Ritmo bacchio, oue fu lodato l'Orcheftodidafcalo.
maeftro dcU'Orchcfi. Ouéil Bacchio èdaintenderfi
per piede cofi detto. E cio piu manifefto apparirà fe a memoria
ci torneranno le parti delPagone Pitico,defcritto da
PolluceedaStrabone. ediftribuitoincinqueparti, due
délie quali nome haueano da piedi, Giambô, Spondeo, e
Giambo,eDartilo. co'quali erano mifuratequelleparti,
del combatere contra il Serpente. e chiaramente Polluce
dice,nel Giambico combatte. e Strabone.
Il Ciambo, e'I Dattilo è il Teanifmo per la vittoria, con cotali ritmi
a' quali l'Inno êproprio.
A quelle ,aggiunganfi le parole di Ateneo cofi dicenti.
J piu flabili, e piu varif, e che Ïorcbefi hanno piu fempltce ,fi cbiamano
T>attili,Giambici.Moloffui,'Emmeliaci.
Sia dunque a baftanza proua to, che anche nelPOrchefi,
enelio ipezialerirmodiadoperarono imedefimipiedi poe
tici, & armonici. e s'aggiunga, che gli antichi, quelle tre

jS4 D E L L ut T 0 E T I C ut.
cofe infieme accompagnarono, poefia, armonia, 5c orche
fi, perche per fe ftefla. anco la poefia,e'l canto diletta,fecondo
che Mufeo difïè.
utmortali foauifiimoe'Icantare^ . El'armoniaancheporta
da fe foladiiettazione. E comePlutarco difle,entra nelf
animo a marauiglia ; e lo fteffo per fua natura fa il ritmo.
come l'autore de problemi ci dimoftrôje giunte tutte,e tre
quelle cofe infieme necefiario fu, che grandifsima fofle la
dilettanza, & ne feguiffe quello effetro, che Platone difle.
Quando entrano nell'armonia 9enel ritmo, Baccano i Melopei, egli
Epopei, e i Coribanti.
Jl Fine deïïoiuuo Libro.

355
DELLA POETICA
DI FRANCESCO PATRICI
LA DEÇA ISTORIALE.
2 V Chori (bmpagni dell'antiche
Poefîcj.
Olte fiate per adietroide* Chori,in aflai pro
pofiti s'è fatta mentione,,& moftratoa
gran parte délie poefie hauer fatta compa
gnia. Per tanto conuieneora di trattarne.
efpezialmente, perche a di noftridi gran
tenzonifenemuouono, ecomefembra,
niuna certa,ne con fondamento. Le quali
perauentura tutte Ci dileguerebbono. fe piu libri, che Ariftoclideautoreantico
de chori lafcio fcritti, compariflero
I quali perche a lucenon vengono.e venirenon ci poffono
gran fatto,pogniamui noi ogni opéra, perche de Ghori
iopradettialcuna notizias'habbiajquellacioèmaggiore,
e migliore, che non picciola noftra îatica, fimigliantealle
cofe altre per auanti diuifate,raccorrehaurà potuto.
" YY 2 EDÂT

L 1 B KO 71 0 7^ t). ij2__ i
l'ordinc delfacuto, e delgraue nella voce. La quale era
poiftataimitatadalfuono regolatodivari ftormcnti. Al
qual'il nome commune primo d'armonia s'era accommo
datoj fi che a lui folo era rimafo.Concorfero adunque chi
benraccoglieil fopradettonellaintera chorea,canto fuo- .
noarmoniofo,ballo. E quefte tutte cofe entrarono ezian
dionelchoro. 11 quale era vn numéro di perfone, tal'or
maggiore, e minore taie altra. come fi vedrà piu innanzi.
Et il quale non pure cantaua, ma anche danzaua, fonando
altri al cunQ ftormentomuficale. Ma quefta origine,ch'al
la ehorea, & al cho'ro affcgnô Piatone, vi è finta in guifa di
fauola, riconofcendo egh, quefto fi grande beneficio délia
Mufica, e délia confolazione, che a gli huomini da quel
la viene, dalla bontà di Dio;fi come egli fa, e délia filofofia.
c délia virtù, e del buonreggimento dicittà, &mfomma
diogn'altro bene, ch'indivuolechecipioua.
Ma l'iftoria del nafeimento del choro, e délie fue parti fopradetteda
ci narra Diodoro, quando diOfiriRe diEgitto
conta.
Ch'egli fubuomamico a rifa ,e dilettantefi di Mufica, edieborz. ,
epercioconditcea feco gran numéro di Mufici. e fra quefli le Don^lle
dette da Greci Mufe,e con loro ,come capo Apollo . E in Etiopia Satiri
gli furono prefentati, atti a balli ,ead ogni melodia, e ad ogni altra
maniera diricrea^one. E fit cio, cola intorno a ccc. anni dopo
ilùiluuio, nepiuantica memoria ha de chori.
Ma quefto fatto deile Mufe, e d'Apollo, cioè di donne
Mufiche, e d'huom capo di quella mufica, diamlo per vero
ma non fi intenda, per le Mufe, e per T Apollo, che in
Grecia furono celcbrate. e le quali dicono cofi effere anda
te con Dionigi in India, come andarono quelle con Ofiri.
Anzi che tutti i fatti di coftui, Diodoro fteffo, & altri ,affer
mano, i Greci hauere attribuito, al loro Bacco, e cofi que
fie donne. Le quali, è il quale quando per vere, o per falfc
fi riceuano, faranno ftate dopo Ofiri,de gli anni intorno
à cinquecento.
_ Ma"

358 DELIA T 0 E T I C g.
"Ma ritornando a chori, dopola morte di Ofiri anni 364V
naeque in Egitto Mofe. llqualedituttelefcienze de faui
del paefe, e de ftranieri, e de Greci ancora fu addottrinato.
&T anni So. da poi, traffedi quella féruitù,la fua nazione.
e pâffato, ch'hebbe il mar Roffo. refe gratie a Dio,cantando
egli a choro d'huomini, e Maria forella fua, a choro di
donne, rifpondendo con mono di cembali, editimpani.
E dice il tefto facro,che quefti duechori di femine.e di maf
chi poftifi dirimpeto gli vni degli altri fi rifpondeano,o vicenda,
quellofteflbcanto.,Manullamenzionevifi fadi
ballo, E quindi perauuentura,migliaia d'anni dapoi, Flauiano
(comefa memoria Suida) Vcfcouo di Antiochia,a
tempi di Coftanzolmperadore_>, là intorno a glianni di
Crifto ce CXL v t. fi'tolfe il coftume, introdotto prima nel
lafuachiefa, fparfofi poipertutte, dicantarea duechori
diuifî, erifpondentifil'vnl'altro, incantandoi Salmi.
Ma quefto lafeiando. e di quello che dopo Mofe a gli Ebrei
in coftume fi rimanefle,luce niuna non hauédo, pafsiamo
a Greci. E diciamo, che anni 145. dopo morto Mofe,Cad
mo > o di Egitto, o di Fenicia ( come già detto s'è) porto'in
Grecia le lettere, e vi edificoTebe. e 23. anni poiFemonoe,
(foffeella,o Greca,o pure di Fenicia) comincidàrifponde
re oracoli d'Apollo in Delfi, in verfi efametri', & Oleno, a
poetareHinni,& acantargli. Et Anfionedopo colei non
piu che anni 3 S.cominciô, poetâdo,a cantarea fuono di ci
tara, o fia di lira. Edi quegli anni, opocoauanti, opoco
dopo, Filammone fu tra Greciil primo, chechoro adoperaffe.
E di cio Plutarco fa teftimonio cofi feriuendo.
. Ma Filammone Delfo, di Latona, e di Diana, e di Apolline il nafeimento,
hauer dichiarato inAidi, e prima intorno al tempiachcè in
oelfi hauer conflituho choro.
•>
Al coftui detto contradiaPrQcIOjil'qualedi Crifotemi»
padre, come gia difsi,di Filammone cofi feriue.
TSÇomma fi cognomino ( Apollo ), Tercioche appo gli antichi, flan
do i chori ad aulo, 0 lira cantanti il TSJomo, Crifotemi il crettfe primo
pre-

L 1 B KO 7^0 1^ 0. 5 5 9 I
prefohabito betto' e citara ad imitation di Apollo, folo canto r'/T^V
tno. dicbe fendoneglibeneriufcito,dnra il modo delï'agone_j.
Oue appare, che auanti a Crifotcmijnon che a FiJam mo
ne,in Delfi medefimo, i chori vicantanano. edicepiu an
che (appo gli antichi )'che moftra di mol to tempo prima.
Ma egli èdi forza.o c.he Proclo fia errato,o che Plutarco,
e Paufania fieno in errore. Conciofiacofa, che coftui nel
Iuogo allegato anche altra fiata.
Anticbisfimo agone memorano effetft fktto '(parla di Delfi ) nel
quale premi pofero, per cantate Inno al Dio. Etante, e vinfe contai®
CrifotemidiCreti,ilcuipadre Carmanoredicefichepurgé jtpollo.
poi Filammone di Crifotemi >dicono, che con oda vinfe,« dopo lui,
Tamira di Filammone.
NeJqualluogo fono quattro huomini l'vno delPaltro
difcendenti s de quali Hlammone è il terzo,c Crifotemi il fe
condo ,e Carmanoreil primo. Il quale fi dice, hatro: purgato
Apollo,cioè délia vccifione del Pitone.percioch.eera
vfo all'orad'ogni vccifione con cerimonie di purgarfi. Et
elpiarfi. Délia quai purgazione il medefimo Paufania cofi
teftimonia.
Entrandoin piavga vi è il tempio diTitea,fen%a flatua .Et auuen
ne, che prendeffero a venerare Tito ptr vn cotai dire. Apollo, e Dianajbauendo
vccifo,Tittone vennero in EgUlia per cagion dipurga^jone.
Ma foruenutaglipaura, là oue anche or a, il Iuogo thiamano,Timoré i
fen'andaronoin creti a carmanore.
E piu innanzi agg^ugne.
Dicono i Cretefi,di Carmanore, che purgi Apolline délia vccifione
diTitones, &c.
Edouea efiere coftui, oSacerdote, o altra perfona taie
d'autorità.
Ora fe a tempidiCarmanorepadrediCrifotemi, Apollo
viuea, e fu Deificato in Delfi, e fattogli tempio nel Iuogo
ftefio, che vccifo hauea Pitone, ben pote efiere, che Cri
fotemi vincefle il primo agone mufico,che ad onor di quel
fuo Dio, i Delfi haueano inftitu/to, e che'il vincefle cosi or
nato di Lira, cantando folo. Ma non potè giadirfi, che per
anti-

;6o D E L L *A "POE T 1 C oi.
antico,oue pure vn'età non era paiïata, vi cantaflero chol*
rijilNomo, chenons'eraancor compofto, aquelDio,
che non era ancora nato .'ein tempo del quale, anzi dopo
deificato, era la poefia nata da lui. Per le quali ragioni, o
vere fieno 5 o nelle ténèbre del tempo, e délie fauole, a vero
fieno fimili, tegniamonoi conPIutarco, econEraclide
Pontico,da cui egli traffe quefto detto, e dalla tauola di.
Siciona, oue i poeti, ei mufici erano defcrit ti : da cui il fuo
detto traffe Eraclide; che il primo Greco, che Choro adoperaffeconpoefia,fiaftatoFilammone.
Enonèlunge da
ragione, ch'egli a quel choro,infegnaffe a cantare,o la poe
fia da lui comporta di quel medefimo Dio, od alcun Inno
infualodefatto. Pofciache il padre cantando Inno > hauea
vittoria riportato ) & era gial'ordine ftabilito, che
l'agone di cantarlnnifi celebraffè;nel quale anch'egli vin
fe. ma non vi efiendo memoria, ch'egli con choro vinceffe,
ne altri, o di quel f ecolo, o da poi ; è da ftimare, ch'egli
non in quell'agone, ma in qualche feftiuità di quel Dio IV
introducefle fonandoegli, e cantando, eforfedanzando
il choro. E tanto fia delforigine del chprQ da noi detto.
V S I D E C H O R I .
e E vegniamoadirdeghvfi, del choro. 1 quali per tutta
la Grecia, e in moite fpez ie, ein moite folennità, efefte di
que' Dei loro ,-dopo quella origine fi fparfono. E percioche
diciamo,cheil choro infieme colnafcer fuo câtô afuo
nodiFilammone,diremo ,in générale ,ch'il choro fia (lato
vn drapello di perfone cantanti, & tal'oranche ballanti
a fuono, o di vn di loro, 6 di poeta, o di aulete, o di auledo
; o di citarifta, o di citaredo. o di cotale altro fonatore,
di quefti ,0 di altri ftormenti, quanti,.& quali vnque ellino
fi fofiero-tra la Greca nazione, che d'altra io non intendo
di volere fauellaro.
CH O-

GH O Pv I F E: S T I V I .
E prima diciamo di que'chori, chenelle fcftedei molti
Dei iGrecivfarono, notando prima, che Pan era il Dio
prepofto, e protettor de chori ,kriuendol Suida.
Uliplanclo, è Tane, o perche hauejfe voce grandijfîma neUa ChoreaSt
è Tan de Chori protettore .
Omero fa mcnzioned'vn choro. in quefti verfî.
Qui giouani, e Don\elle, ^Alfefibea
Dan^ar perman tenendoft l'vn ïaltro,
E molta intorno al dolce choro ,/laua
Gente a vederes. *.
E Plutarco > per due teftimoni moftra l'antichità de chori.
perciochedice, che Tefeo tornando dalla vittoria del
Minotauro ,in Delo.
Mené chorea in choro di giouani, la quale fin ora fi dice, che célébra
no iDelij. che è imitatione, de circoiti del Labirinto, e dell'vfcitein cer
to Kjtmo hauente certipermutamenti, e riuolte.
EfudettaGerano, cheèGru. &fucofaforfenonmolto
difsimilc,a quel ballo,che in Vinegia chiamano dell'Oca
E ballollo Telèo intorno all'altare Ceratona, fatto di corna
tuttefiniftre,
E l'altro teftimonio fi è, che egli dice del medefimo Tefeo
edi Piritoo,che
Vennero in ljparta ambedue, e la vergine (Elena) nel tempio di DianaOrthia,
menante choro, rapirpno, efifuggirono, .
NeUa medefima fparta,e nelle fefte di Giacinto cota Ateneo,che
- Chori di giouanetti ajjaifflmi entrano, e certi poemi paefani cantano
. Et orchefii con quéjli mejcolati ,ion mouimenti antithi, a fitono
d'aulo, cantano.
V'erafimilmentein Lacedemone, la celebritâchiamata
Ginnopedia. di cui Suida.
Ginnopedia, eranocbori di fanciulli,cantantiInnia Dei,einonore
di quegli Spartani, che ne gli Jeudi erano moni.
Zz Enel-

$6z b El l *A T O E T I C >A.
E nella medefimacittà dice Plutarco. j
l^elle fefle raunandofi tre cbori,fecondo le tre etâ, petto de yeccbi
cominciandocantaua.
T^oifummogia giouani gagliardi.
Acherifpondendo quello dematuridice.
E noi fiatno» e fevoi,fanne la pruotta.
>• Etilterzodefanciuîli.
£ no'ffarem, dimolti affai migliort.
E quefti tre chori furono inftitui ti da Ligurgo. E Tirteo
poeta fecepoi vn pocma j che come fu detto, fu chiamato
Trichoia. f che è come trç chori ) il quale fofte da quefti
tre chori di vecchi, di maturi, e di giouani cantato. E Platoneordinô,
prefa forfe fimilitudine da quefto, chenella
citra dalui formata, tre chori cantaflero quefta fentenza^,
.cheTottirnavita, elagiocondifsimaeralaftefla. Etil primo
fofte di fanciulli, che cio cantaflero. ilfccondo fofle
di giouani fino all'etàdi 30.anni,echiamaflè in teftimonio
di quefto vero, Apolline, e'i pregafle,- che propizio fofle a
giouani. Et il terzo fofle di attempati da 3 o. anni fino a 6a
5 cantaflero lo fteflb. > J
- > •. ' 1 1
"< r
- AppreflbiLacedemonH, erafuorideîlacittàvntempio
di Diana cognominataCariatide, al quale, certo di folenne,
u'andauano donzellefolc, a chori ad onorarequella
Dea,cantandolelodifue. -
Il che non hauedo elleno al tempo di Xerfe,potuto fare
per timor dell'armi de' nemici, v'andarono paftori. ôc*adepierono
quello vffizio. Dal quale hanno poi fcritto alcuni,
ch'hauefle principid la Paftorale poefia..
In Atene del melè di Aprile, fu vna fefta, dettaTargelia
dedicataad Apolline, e a Diana, nella quale fi coceayna
pentola facra,di tuttefortifcmi,come primiziede'fruttià
que* Dei. e vi in terueniuano, come Suida narra, chori,
Et il medefim o conta che il choro, che feruia nelle fefte
di Lenea, dedicate a Bacco, e celebrate al tempo délia vendemiaj
haueanomeLeneite.
_ E n e, -

^ L 1 B KO 7{0. 36 3
Ene SacriticidiEfculapio, cantandofi dal Choro il Pea.
ne à quel Dio, vno del choro, elettodalchorodette, poftofi
a fuo luogo in ordine, fi sforzaua di concinnere aime
los ornithio, che era, a (imiglianza fatto, del canto del Gai
lo, quando e 5
canta in fu l'aurora. falutando il Sole.
Al quale Efculapio il Gallo erafacro. come in Platone fi
vede.
Era anche ordinario, che quafi tutta la Grecia,o almeno
le città principali, ogni anno mandauano in Delo a cantare
ad Apolline l'aima detto Profodio. fi come già fu detto
, che Eumelo Corinthio ne hauea vno fatto a Meffeni;.
Evno Pronomo Tebano. Et fi vide in Plutarco, quando
Nicia vi fu mandato da gli Ateniefi, ch'egli con gran folcn
nità,per lo ponteornaro riccamente,condufieil choro catante.
hauendo detto, che ichori che le città mandauano
per cantare a qu el Dio, à cafo, e con tumulto metteano in
terra di naue difmontando. E chi per gli autori antichi anderà
piùaminuto ricercando trouerà,chein moltealtrefe
fte di quegli Iddei,il canto de chori era in vfanza.
C H O R I IN AGONE. ,
E non folo appare cio efierîî vfato da chori fempliccmente
cantanti Inni, e Pcani, e Profodij a diuerfi Dei, ma
ancora appare, che piu chori l'vn contrario all'altro entraf
ferorn agone dicantar meglio,epremi ne riportauano.
Di che è teftimonio Suida cofi dicendo.
7 3
itbio, e tempio d'Apolline in Atene fatto da Tififirato, nel qua*
le ïiponeano i Tripodi, coloro, che con choro Ciclio vinceano lefefle Tar
gelie, e credo che in cotale vittoria il vincitore choro cantafje lo Epifo~
netna. ^Alalale io Teion.
Et il medefimo fa menzionc.
Che il Ceramico era deU'Attica, luogo alto,nel quale ogni anno gli
Ateniefi celebrauano ïagont del choro délia lampada.
E da quel che pare,da"quel che fegueinquefte parole.
~~ Zz 2 Cera-

364 D E L L T 0 E T I C
Ceramici, due erano l'pnodentro délia cittâ, el'altro fuorl, oueanTS"
del publico feppell'iano i loro morti in guerra, e >i diceanogli Epitefii>
Sembra,chequeIlalarapadarudettadciragone,reruiflc
aque'mortorij, e che L'a go ne cantate» dal choro, fofledi
poefie di Epitafi. Platone fimilmente fa memoria de gli
agoni, de chori, con quefte parole »
E cio, fe ft corne i ebori agoni^anti per fine di Vhtoria, babbiano la
voce efercitata, e magri, e digiuni fieno aftretti di cantare.

t - L i B KO K° "H o- 36s
I ehe cofa onorata foffe tenuta. e cofi appo gli Arcadi come
j Polibio conta, che tutto l'ânno chori di ogni forte vi fi efer
I citauano. ecofi era per eflerenella città formata da Plarone.
Manon cofi pare in Atene. oueforfeda principio, e
nelle fefk,e fino che la cofa non fi conuertiin arte di guada
: gao ,emercenaria,douettecfiereorreuolcofa.
- Ma da poi fu tenuta a vile, e mefticre da huomini plcbei
fi come fu anche Tarte de fonatori citarifti, e atileci, c fimigliauti..
Di che piu innanzi.
ARTE DE' CHORI.
La quale arte vieneda Platon enominata Chorodidafca
lia, e Chorodidafcahca. ondei maeftri che altrui l'infegnauano,erano
dettichorodidafcali^e colui che l'apparaua
hebbe nome di Choreute. Ben credo io che in Lacedemo'
ne,&ouunquein Arcadia, ealtroue,choricantaflero,o
ballaffero, che da maeftri, erano di cio faper fare, infegnati,perche
ei non pare,che far fi fia potuto fenza infegname
to. da moltitudine difanciulli fpezialmente, e di verginclle.
e quando pure fatto fi fofie, farebbe quello fucceduto,
che Collumela fcrifie. con quelle parole.
TXJam vbi chorus canentium,non ad certes modo, nequenumeripreeuntismagifler
,confenfit, dijfonum quiddam, & tumultuofum }audien
tibus canere'videtur. *At -pbi certis numeris, ac pedibus, velutifafîa
confyiratione confenftt, atque conclnuit, ex eiufdem vocum concordia,
non folum ipfts canentibus amicum quiddam, & dulce refonat, verûm
etiam jpeâantes, audientefque lœtisfima voluptatepermulcentur.
E Senofonte la medefima fentenza cofi efprefTe.
?^O« è cofa, 0 donna, ne migliore ad vfo, ne più bella, quanto è
Vordine. Tercioche il eboro di huomini è compoflo tepurefe ciafeuno
in effo fa cioebe gli porta il caJo,fembra ma confufione ,&èda veder
noiofo. Ma fe con ordine fanno, e cantano, queglifiesfi, e degni fono
da vedere,e degni di effere vditi.
Quello farebbe dico fucceduto, cheè nelle primeparti
di que- _

l66 1) E L L ui T 0 E T 1 C Jl
di quefti dirifcritto. quando le perfone entranti a cantare^
oaballarenelchoro non foflero ftati di cio benfare am,
maeftrati. e cio effendo, ne i Lacedemonij, ne Arcadi i'ha
urebbonoinalcun pregio hauuti,ne gliAteniefi. L'antica
mufadi qualijfeaMafsimoTirioèdacredere, tutta confiftea
nechori. Neceflario fudunque che anche gli antichif
fimi chori, quando nobilgente, e con nobili modi, efini
l'efercitaua, foflero di cantare, edi ballareaddottrinati.
Ma piu crebbe il magifterio, quando l'y tile vi fi aggiunfe.
ôcilguadagnodigente di quello bifognofa. eche percio
amercedefifacea condurre. per folo alrruidilettare, fenza
altra mira, di oneftà,o digiouamento a buon coftumi.
Il qualvfo, auuenga, cheprecifamente non fi fappia,come
nelmen buonofi mutafle,tuttauiaèda credere,chequelle
medefimecagioni, che Tarmonie, e la mufica alterarono,
ne chori ancora l'operaflero. Cio fu, come vifto s'è,Io
ftudio de poeti di piacere neTeatri, alla ignara plèbe, onde
fu dato occafion ai dire ad Anafsila poeta.
La Mufica, come la Libia, o T>ei
Ogn'anrtOi noua fera partorificj .
•>
A« ri xffiVov KCIÎIVICWTOVl'aura Svphv .
H (AwriMi ^' coçvîp toGk, oV rùv ôtuv
C H O R I CON POESIE.
Per gli efempi non pochi, che di foprafi fono addotti, è
apparito afîai palefe, che i chori nelle fefte de Dei, e cantauano,
e ballauano ( e gia fappiamo che quel canto era poe
fia) fipuoaficUro conchiudere,chein qualunqueluogo,
o tempo il chorocanrafle, alcuna poefia cantaffe_». Ma
quali fono elleno, opoffono effere ftate? diquellechene'.
difcorfi adietro fatti,fono venutenominates' Per mio credere
(perche memoria di cio niuna certa habbiamo) neffunadi
quelle, puo effere ftata dachoro cantata, che fotto
nome di Cr efmi f u compofta, ne niuna che di cofe di natu-

L I B KO 7^0 7^0. 367 _ j
ra fauelafle,odi tutto il mondo, odi parte. Ne alcuna di
arte,odifcienxa. Ne meno poefia diiftoria,ouera,ofintach'elJafofle.
E quefto, percioche quellenonfuronoco
fe da volgo, ne da huomini communi cantanti, o afcol tan
ti. Difsi cantanti, a choro. perche altra maniera di cantari
toccô aile fudette poefie,che fi dira poi.
E fimilmente nefiiina di quelle, che in altrui biafimo furono
feritte, ne niuna che lafciua fofle, o fua propria, o altrui
amorofapafsioneifprimefîe. & alcun'altra cofi fatta.
Ma polciache in Lacedemone cotanto fu il choro vfato,ra
gioneuol cofa pare, che tutte le poefie,che da loro furono
tenuteinpregio,achoro parimente lefaceflero ecantare,
& anche danzare. E le tali poefie, mi fo a credere, che fof
fero tutte le comporte da poeti, da loro approuati, e riceuu
ti. E coteiti, gia è ftato da noi detto, che furono Terpandro,
Taleta,Cretefe , Polinnefto, Senodamo',Senocrito,
Sacada, eTirteo. E per tanto, hauendo Terpandro, e Polinnefto,
e Sacada feritto Nomi, il primo Citarodici, e gli
altri due aulodici, tutti i Nomi loro è da credere, che foflero
cantati à chOro. & eflendo le poefie de gli altri quattro,
Taleta, Senodamo, Semocrito, e Tirteo ftate Peani, Iporchemi,
& E legie, che anche quelle foflero fatte cantare da
lor chori è da ftimare. E che per confeguenza,in quella cit
niuna di quelle poefie, cheTimoteo fece, non licantafle
non dico a choro, ma ne anche aMonodia.
Ncniun'altra, che a quelle foflero fimili in varietà di armo
nia, e di ritmi. Quali fono ftate già dette, eflere ftate quel
le da che la antica mufica cominciô a mutarfi nella nuoua.
nelPetàdiFrine,diMenalippide,diCinefia, ediFilofîeno.
E memoreuole cofa nota Plutarco,che Ligurgo a gli llo
ti, comandô che cantare doueflèro canzoni, e menar choree
vili, e da ridere. es'afteneflero dalle libère , 11 perche dicefi,
che eflendo i Tebani con efercito entrati nel paefc gli
lloticomandatia cantare cofediTerpandro,ediÀlcmane
ediSpendonde Lacone.fifcufarono dicendo, non voler
cantare le canzoni de padroni.
. . — MT -

368 D E L L A T O E T I C A .
Ma per contrarie» tra gli Arcadi, che niuna cura haueano
per via di Mufica a ciuile buona inftituzione, ma a folo cô
folarelafeuerità ,&adaddolcireladurezza deglianimi Io
ÏO ,vfaronoperauuentura piu le féconde poefie, & armonie,chele
primierç. Di chedalleparolediPolibio,chedi
quel paefe fu ,fi puo prendere teftimonianza. le qualifono
di quefto fenlo k
Apprejfo gli Arcadi i fanciulli ,finoda teneri bambini, s'auuevga
no per legge, a cantare lnni, e Team . co' quali ciafcuno, fecondo il co
ftume patrio lodano , gli Eroi,ei Dei del paefe. Edopoquefii,i7tymi
ii Timoteo, e di Filojfeuo imparando , ciafcunanno a chori, a fuono
d'auli, canta.no, e baUano aile fefle di Dionigi ne Teatri. l fanciulli,gli
agoni fanciullefchi ,e i giouanetti gli agoni virili.
Et in lutto il lor viuente, nelle raunançepubliebe, non tantopublici t>dimenti,quanto
priuati l'vn conValtro,a parte cantano.&ilnegardi
faper alcun*altra difciplina,non è lor vergogna. Ma il negar di faper ca
tare, è reputata cofa, preffo a loro vergognofa. e fi efercitano con aulo,
e con ordine ne meli Embaterij. & in orebefi faticandofi ciafeun anno
fi fanno poi, a ff>efe del publico, vedere ne Teatri.
Edopo hauer di cio rendutoragione, vifoggiunge,
Et ancora congrégation} communi,e facrifici,adhuomini,.
Adunqued'ogni forte chori erano app'reflb a gli Arcadi
di huomini, e di donne $ e di verginelle, e di fanciulli,, che
gli lnni, & i Pearii fatti in Iode di Eroi, e di Dei cantauano,
e ballauano. e non meno i Nomi di Filofleno, e di Timoteo
. che molti furono, come fi vide, c'in nuoue armonie '
fabricati. Fino a quidunqueraccogliamo, che lnni, e Pea„
,ni, ej^omi, cofi de vecchi, come de nuoui ,& Iporchcmi,
£t Elegie,furonoappo gli antichi Greci cantate, çballate
a choro. - . . »
. Orav'eggafipiu innanzide poefia d'al.tro nomevennein
,queftoconto£ Efenzadubbiovenne, ilProfodioperprjmo.
edicio fa fede Paufania >cofifcriuendo. N , •'
• • • m- i

, L I B F^O Î ( Q ^ Q . 369
Regnando tinta diSibota Meffenij primieramente tmandaronoin De
lo facrificio, & choro d'buomini. e lo afma Trofodio al Dio injegno lo~
roEumelo.
. Del quale Profodio fa poi due altrefiatemenzione.Elo
fteflb appare in Plutarco nell'andata di Nicia in Delo, con
choro dicantori.
Oltre a Profodi j, a choro di vergini fi cantarono quelle
poefie che dal nome délie câtatrici furono dette Partent;..
Diche fa fede Proclo in quelle fue parole.
Le poefie dette Tartenia, fi fcriueano a chori di verginf.
- Et il taie choro, con proprio nome era chiamato Partcnone.
Ma Proclo foggiugne.
T^e quali, come in génère cadono le Dafniforiche.
Adunque anche le poefie Dafniforiche in choro ficantauano.
Et il medefimo dice.
? Meli Ofcoforici fi cantauanoappogliAteniefi, e del choro due gio
uanetti. E più giù dice.
- Seguia a due giouani il eboro, e cantano i meli.
Adunque a cantar gli Ofcoforici, interuenenia choro.
Êditali altre moite folennità, fifafimiglianteavero, che
foflero in Atene. bue, difle Mafsimo Tirio, che tutta l'anticaMufa,cioèpoefia,armonia,e
ritmo, oOrchefi, era
pofta ne chori. Et di Icggieri quindi fu, che certi chori,deputati
a cotali fefte, e fpczialmente di Bacco, foflero come
cola lacratenuti, & con quefto particolare nome di
Thiafonominati. Diche Suida in quefta maniera feriue.
Tbiafo, i choro facro,e Tbiafote è il Choreuta.
E quefto credo io fofle nome de chori antichi, non trapaffanti
le leggi, e i coftumi v fati ne facrifici.
Ma per tornare aile poefie piu profane, e che non ifteronodentroamifteri.
Gli Epitalamij fimilmente da chori furono cantati. Percioche
Proclo cofi ne feriue.
Gli Epitalamij ficantauano da giouani, tâayerginiinfieme quan
do gli jpofi in caméra ,e in letto fi ritirauano.
A A a E fi

J 570 D E L L A T 0 E T I C A.
~~Ëficantaua anaritiallacafade glifpofi, fera, e mattina,
onde perauen'tura fono lenoftreferenate,emattinate_».
E quello délia fera era detto canto x^taxo^Jx^V, che è>
comeaddormentante, quello délia mattina, era detto,
cfy Qpiov, & ftiytpliKofi cheè d'aurora, e rifuegliantc.
GUImenei medelimamentc, nongiaiempre,'matarorâ,
erano cantatia choro. Difsi non fempre, perche già
s'è detto, cheFilofleno inEfefo, a certenozze entré folo
cantandol'Imcneo. Edifsi tal'ora, perche Ateneo fcriuo
divn choro in quefta forma. v r
T>a poi, choro entrôdi cento huomini ,• (oanemente cantanti, ïrino
àinoTgLJ. , r
Etgia ènoto, chef Inno délie nozzeè l'Imeneo* Lo
Scolio altrefi, fembra efterein certa guifa canto di choro,
diperfone, le non ballanti,almen cantanti in fui bcre,nella
guifa, che fièraccontata. 1. . . ^ ;
Di piu. di tutte le fudette, non fora pefauentura gran pce
cato a credere, chelepoefiefiteArionefaceffc cantaretafor
a chori. poiche Suida feriue di quefta guifa-, r> '
" Ariane Metinneo Lirico, figliuolo di cicleo. fu nella 5SI Olimpiade.
Et alcuni banno fcrittày cbe fu difeepolo'di Alcmane?Scriffe
Afmati,Troemij in verfi due tnila. Si dice çhefu trouatore dei tno^
do Tragico. E primo hauer confi'ituito il choro. '& cantatoil -jyitirambo.
Et pofio nome al cantato dal choro }& introdotto Satiria parlare
in verfi .' *. •> ' •
Dal quai luogo più cofe fi poffonoritrarre, madellefacentialnoftro
cafoquefte, cheicantidiproemio,ch'egli
fece, poiche fu trouator del choro, gli faceflè, fe non fèm
pre, qualchefiataalmenocantara choro. Sobene,efi'l
1 dilsiadietrOjCheErodotoconto, quando Arionefaltbin
mare, dafe folo, cantd il Nomo Orthio. e cio forfe, perche
que' marinai, che i danai, e la vita gli volcan torre,non
crano acconcfa fargli choro.
E la féconda cofa, li è che non fu gia egliil primo, che il
choro ritrouafle,- hauendolo di cotante centinaia d'anni
• l • ' puma I

LIBIDO KQKo- 371
prima trouato Filammone, e tante citta publicamente viatolo
dapoi.
Ma di mio credere deonfi quefte parole intendere, che ef
fendofidalfuomaeftroAlcmane truouaronuouo modo
di poefia lirica, &hauutonein pochianni molti feguaci,
tra loro egli fofle il primo , a fare cantare a choro la lirica
poefia, di que' proemi, o afmati. Et hauer pofto nome.
e non dice quale, al canto di quel choro. Ma contrario a
fefteflb fembra Suida, quando di Steiicoro parla di quefta
fentenza.
Sichi'amà Steftchoro , perche primo, alla Citarodiachoro flatui.
chiamandofi egli prima Tifia.
Beneèvero, che quai unquediefsi due fi fofle il primo,
poca differenza d'anni v'ha, fendo Steiicoro nato, come
lo fteflo diced'Olimpiade 58 eviffefino allo 56che fono an
ni intorno a 72.
Ma fendo gia palefe per la iftoria recitatadi Arione, che
egli vifle al tempo di Periandro. E quefti come'Soficrate riferi
fi mori l'Ohmpiade49^ da intendere che Arione, non
nacque (come porta dubbio il gegone, che Suida vfa) ma
fiori nella 38. Olimpiade. fendo laprofsimaanteriore nato
Stcfiro. fi chelàprimieranza del choro Lirico, oCitarodico,
refta ad Arione. E puo darfi à Steiicoro vn'altro
onore,cheparepoterportareilverbo Iwi ftabili,&fermoil
choro trouato da Arione, o non ancora tra gli altri
Liriciriceuuto, o cantando in moto, ocon l'autorità
liia il fecei a gli altri Lirici, piacere,e feguitart-».
Ma di cio comunqueli ftea la cofa, bafta ad intendere,
che per vn di loro, fu il choro dato alla Lirica, ô Citarodicapoefia.
LafopoidiErmiona.
Al Ditirambo diede il choro, e gliele diede cantànte in
cerchio. E poi che a quefto paflb fiamo giunti.
A A a 2 FI-

$7& J) EL L *A T 0 E T I C
EIGVRE DI, CHORI.
Diciamo alcunacofa délie forme, e figure, o fti, che dir
vogliamo che ichoriin cantando, e ballandotenkno, o
fiponeano.
. Et effendo il choro drapello di perfone cantanti,e ballan
tiin(ieme,conuiendire ,chequefto cotai drapello,foffeo
difordinato, o con alcun'ordine tra fe poflo, che fenza or
dine foffe, non moftra ragionepoterfi dire, poi che la confufione
porta fecofempredifpiacere.
Et il choro, perpiaceredeglichorifti, Scdeglivcdenti
fi erafatto. 01treche,ladifordinatamoltitudinetra feme
defimas'impediflè in ogni azione,che fi faccia. E Senofonte
difle, niuna cofa,nepiu advlovtile,nepiu bellaeflere,ch è
l'ordine. e ne die l'efempio il choro.
Adunqueil choro, era drapello di perfonefradifeordi- ;
nate. Etio truouo, che l'ordine eradi feimanière.
- Laprima, :epiufemplïceera, quando altri precedendo,
altri feguia. JE taie fu l'ordine del choro deli'ofcoforie appo
gli Ateniefi, dicendo Proclo, che i due giouanetti, in
abito, e fembianti feminili andauano auanti, e il choro gli
feguiua. forfe è ragioneuole a d ue a due.
- Il fecondo ordine era il tenirfi per mano l'vno l'altro *
Si come fuil choro, che daOmero firecô non moltolunge.
E li chiamà choro Cretele, perche di Dedalo che era
in Creti, parla quiui Omero. ei cotai balli li diflero Cretefi
Iporchemi.
11 terzo farà quello piu volte,volto, e rinuolto délia Gru
di Tefeo, o dell'oca di Venetia, ordinato bellamente.
-. Il quarto fié il circolareda Lafo ritrouato al Ditirambo
di cui molta memoria piu fra gli autori viene fatta, che diniun'altro.
Mâche Lafo primo il ritrouafle loteftimoniaSuida, in
qûefte parole.
Cidiodidafcalos. Trimo Lafo Emioneo, » drcolari chori flatui.
E coftui gia fu detto eflejc ftato il primo,nô pure fcrittoredi
Mufica,

-y h l B B^O 7^ Q 1^0. 373
Mufica, ma ancora il primo a porrein contafto, & in agônc
il Ditirambo. E fegue a dire Suida, che Ariftofane,qua
do difle.
De circolari chori uiÇmatocampie, o torcitori.
Intefe di Cinefia, di Cleomene, e di Filoffeno, ch'erano
Ditirambopei. Er anche erano maeftri de chori circolari.
Etilquinto faràilchoro quadrangolare di cui Ateneo
cofi dice. > /
Quelli che detti fono Laconifi, dice Timeo, cantauano in choritetra
goni tchefon quadrangoli.
La fefta maniera è quella che Suida chiama chori antifliconti,
che dice, oppofti.o contrapbfti. prefb il traslato dalle
fquadec, quando l'vna fi oppon e all'altra. E Polluce met
te certo ordine, quafi militare ne chori dicendo •
Tard del cboro fono lo flico, & il^igo (le quali fono voci militari
apprtjfo Eliano ) & il^igèt è ordine di fantida fianco a fianco, e lo flico
f da JpaUc a petto di quel dinanyi, a quel di dietro.
E dice che
il Cboro Tragico hauea %igà cinque ditre (che noidiremo cinquefile
l'vna dopo l'altra in altéra )atre fanti per fila, e flhbitre a cinque
(cbeèlo fteffo.) perche il choro era di i$.perfbne.Ea tre entrauano,
fe il pttffaggio era per ygà.' Ma fe egli era per ifticbi, a cinque entrauano.
Et è tal'ora, che ad vno fanno il paffaggio.
Epoifoggiugne.
E fu per antico il choro Tragico di cinquanta fino aïl'Eumenidi di
Efchilo, & effendo il popolo, per quella mollitudine fpauentato, la leg
ge riflrinfe il choro a minor numéro.
E fi fpauentô,mi credo io.non per lo nouero di cinquan
ta, che gia erano foliri a vederfi, ma perche tutti i cinquan
ta erano in habito di Furie infernali, come nellaTragedia
fi legge, ch'ancor è in effere.
// cboro délia Comedia (dicelo fteffo autore ) era di 24. choreuti, di
%igi fei. e ciafeun %igo di quattro. eftichi quattro, fei huomini hauen
do ogni fliebo.
De quali zigiconuenîa, che vn choreuta foffe alPaltro a
deftra, o a finiftra. e quello ch'era a deftra(dicelo fkflo)era
_____ . „ detto

374 D E L L *4 T O E T l C U.
detto'deftroftate.e quello a finiftra, finiftroftate,eTritoftâtc.
E Lauroflate, credo io fofi'e il quartOrnel choro Comico.
CnelTragico di I 5. nô paflaua iltritoltate,o terzo chia
ma anche irraltra guifa
Semhhoria ,e Dichoria, &\Antichoria ,e fembralo fleffo fieno que.
Jîitre. fer ciocbe quando il choro in due fia diui/o,il fatto fi chiama
Dichoria. e ciafiuna parte Semhhoria le quali.., contracantandofi, è
*Anticboria.
Il chèèolo ftefïcvocofafimile ai chori, chedicemmo
antifticonti, ocontrapofti. es'evi è diiferenza, ellafara
da vn choro partitô in due ; contrapofte ; a duc chori inte
ri poftiTvn contra l'altro.
Et quefto fia a battante detto de gl'ordini de chori, per
quantos èpemoipotuto dall'antichitàritrarrc.
II reliante de chori, eTragici,eComici, chcèappo Poilu
ce, direm quando di quefti due poemi fi ragioncrà in parti
colare,fendo ora il parlar noftro générale.
Al quale aggiugniamo, che diuerfi altri chori vengono
fu pe libri de gli antichi nominati. fi come dicemmo,i Cre
tici, e i Laconifti, cofi altri furono da altre patrie vfati.e co
fi Ateneo ne fcriue.
Jrt fomma différente fu la Mufica tra Greci. fendo che gli *Ateniefi
preferirono i chori Dionifiaci, & i Ciclij. Et i Siracufanhquelli che dif
ferolambifii, & altri alcun'altro.
Si come fuvn choro chè bàllaua vnadanza chiamara
Emmelia. Etvn'altralporchematica. Scriuendo Ateneo
di quefta.
lporchematha,èoue il choro cantanàoballa,.
Etdiquella.
Emmelia è cboricoballo.
Io fo ben , che Emmelia è anche detto il ballo Tragico.
fi come anche fo che Ateneo fcriue.
Eraconfiituttatutta laSatirica poefia perantico di chori, fi cbe
anche la Tragediad'aïïora. & perb non haueano Ipocriti, olfirioni.
Et conforme a cio, Acrone grammatico dice.
) Chori in plauflris tragedias dicebant.
ELaer-

L 1 B \ 0 7^0 7j 0. 3 7 5
ELaerzio parimente in alcun luogo difle.
il cboro fhcea tutta la fauola->.
I chori adunque grandifsima parte délie poefie cantarono,altrefiate
per obligo dileggi publichedélie città, di Ar
cadia,-e di Sparta ; da cittadini, d'ogni feflb, e d'ogni età, e
fenzapremio veruno. Main Atene,eforfealrroue, nepri
mi tempi, nelle Ofcoforie, e fimili altre, è da ftimare, che
foflero i chori comandati da maeftrati, e d'huomini libcri.
Et akun'altri chori ho per fermo,che foflero volontarij,co
me quegli de gli Epitalamii, e de gli Imenei, e de gli Scolij ^
eforfe âltritali. Ma come ho detto finalmente la cofa fi
conuerti inarte da guadagno. cViprimia farlo fembra,
che foflero i poeti ftefsi. quelli pero délie Tragédie. Di che
Ateneo quefta teftimonianzarende.
Efchilo non folo îroub, la belle^a, e lagrauîtà de vefiimenti.i quali
piacendo ,fe ne fon poi vefiiti i Gierofunt'u e i Daducbi (ch'eran Jacerdo
ti ) ma ancora moite figure orchefltche effo troub,e difbenso a Cbereuti.
E Cbameleonté afferma, lui primo hauer dato figure, e fchemi, a chori
,fen%a hauer vfato •orcbefiodidafcali.& egli facendo gli fchemi délie
ct-chefi a chori, tutîa in fomma l'economta délia Tragedia, in fe riferi.
Che cofe fieno Schemi e figure de gli orchefti è ftato, nô
môlto adictro, dichiarato. e ben è noto, che Efchilo fu
poetaTragico.E feguendo lo fteflb propofito Ateneo dice.
Arillocle(chefu colui che de chori fcrijfe, e ne vien citato l'ottauo libro)
dke che Telefte,l'orcbefia di Efchilo,cofieramaeflro,che nelïorcheg
giare, isette a Tebe (cb'e Tragedia d'Efchilo)fece le cofe molto chiare
con l'orchefi. E due ancora cbe i poetiantichi. Ttfpi,Tratina, Cratino,
Frinico fi cbiamauano orcheflici,perchenon folo i loro drami riferiano
nell'orchefi delchoro>ma anebefuori deproprij loropoemi ,infegnarono
a cbi voile imparar di orchefi. Et anche dice.
TtUfirO TekfIeiOrcheflodidafcalo.lmaepo d'orchtfi)moltefigure, e fche
mi^itroub.co le mani molto dimofiranti cioebe fi dicea w
Adunque Tclefte,Efchilo, e auanti a loro,Tefpi, & Pratina,e
Cratino, e Frinico, tutti poetiTragici, furono maeflri
deu'orçheû, & a chori, e ne i drami loro, &fuori)ain-
~~~ fegna-

; 76- DELL** ? 0 E T l C *4.
fegnarono, fi intenda per mercede, poiche anche le Tragë"
die per propofta mercede fi faceano. ôcaggiugne.
Theofraflodiceche^AndronedtCataniaaukte^primo, infonando
l'atilo, molt i mouimenti, e ritmifece di perfona. nopo il quale Clepfan
to Tebano ; Orcbefii famofi Bolbo preffo a Cratino, e Callia. é appo
Ctefia Zenon Cretefe, ad oirtafferfe molto caro. &*Aleffandro nella pifiola
a Viloffeno, fa menions di Theodoro, e di Criftppo. 1 quali tut-,
ti furono maeflri.
Et infegnarono a chori di orcheggiare. e gia vedemmo,
che chori di donne di Caria piagneano morti per mercede.
Et altro choro era di Arabi, che pafsô inprouerbio > Cho-rodiArabi.
DicuiSuida.
Dicono cbe ab antico gli buomini liberi, per la fatica non imparaua
no di fondre d'aulo. E degli ftrani il piu erano Barbari, Et*Atabi.
De quali fu detto in prouerbio, fuona l'aulo per Tma dranima. e per
quattro cejfk. E cantato fit nella Medea.
Leuato ha Citaredo, quefto *Arabo Choro.
' Intendendodichoro, nebencantante, nebenl'orchefi
fua facentc.La doue gli antichigran cura prendcano
cheichori benefaceflero iliormeftiero. Diche Ateneo
cofi fauella.
Et era la forte deÏÏorchefi ne chori, di buone figure, e con decoro itni
tante quafi i mouimenti militari. La onde Socrate ne poemî, quegli cho
reuti, che cio beUamente faceano, chiamo ottimi, dicendo.
Que' ch'in chori bello onore a Dei.
Ottimi fono in gu erra.
'Percioche la cboreaeraquafi vn'efercty'o d'arme, & vn dimoftrame
- to ,non pure del buonordine nel reflo délie cofe,ma anche délia-ciira délia
perfona.
Epoipocofotto.
, E cercauano anche in cio mouimenti belli ,eda tiberi» prendendo,nel
far bene il grande. e le figure quindi traftortauano ne i chori ,edai cho:
ri nelle pakflrcj. •
Ma tornando a moftrare, chei chori, dopo vntempofu
rono merccnari, appare per parole del medefimo A teneo,
in luogo gia allegato, cofi dicente. •
T.

l 1 E R^O 7{ 0 X 0- 377
Tratina Fliafio, tenendo all'ora ïorcheflre,auleti, e choreuti mercenarij,
fe ne adiraua.no alcuni, perche gli auletinon fonauano a cbori }fi
corne era patria vfan%a : ma i chori cantauano a gli auleti,
Nelle quali parole chiaramente, e gli auleti, e i choreuti
fono detti mercenari*. emercenariin guifache moftrache
delPytiledi quefto folo efercizio fofteneflero la vita loro.
11 quale mancando loro (i morieno dellafame. 11 cheappa
re per quefto altro teftimonio di Suida.
Tare che queflo *Antimaco (lo Tfeca) fkceffe vn decreto che nofoffe pià
lecito dicomediarveruno perproprionome.e fopra cio,moltide'poeti
, non venieno a prender choro, efu chiaro che molti choreuti periano
délia famc-J.
Sopra che fu anche vn prouerbio Ieuato, dicente, Egli
odia i chori Tragici. Solito a dirfi di coloro, che periano
dellafame. Perche non fi recitando Tragédie » fe non nelle
quaftro fudettefeftiuità dell'anno, il guadagno non fem
bra, che po tefle a choreuti baftare, o dall'vna all'altra, o £
tuttol'anno.
Per rimedio» del quai malefu in Atenefatta vnalegge, che
niun foraftiere, potefle cantar in choro. accioche il guada
gno fofle de foli cirtadini. 11 che Plutarco teftlmonia nella
vitâ di Focione ; paragonando la pouertà di coftui, con
la ricchezza di Demade Oratore. De i quali due dice, Anti
patro Re di Macedonia folea dire. Io ho due amici in Atene,
Focione, e Demade. Quello non ho mai potuto perfuadere.
E quefto dandogli. non ho mai potuto empire.
Le parole di Plutarco fono.
Demade per la riccbeiga, contrafacendo aile leggi, anche fe ne vantaua.Terciocbe
effendo all'ora in Utene vnalegge, che foraftiere non
foffe cboreuta,o che il chorago pagar doueffé mille dramme, tutti gli introduffe
foraftieri, & erano cento. Etinftemeporto fecola pena nel
Teatro, e page a mille dramme pet ciafcbeduno.
Che fanno la fommadiio.miladucati.
C H O R A G O .
Molto fpeflamente ne gli aatori antichi, fi legge quefto
nome di Corago. -• fra gli altri luoghi, nelle parole ora ad-
~" B B b dotte.

?7S_ T) E L L %A T 0 E T I C ut
dotte. chi era egli adunque i e quale carico, & officio era il
fuo : Suida quali diffinendolo dice. > ' •
Chorago è il duce del cboro ,& il datore. \ > •
Et Arcneo, cofi ne parla.
Cbiamauano choragift come Txmttrio Bi^amço dice nel quart adel
poema, non come ora i conducenti a mer cède i chori, ma i duci, e capi
del choro. . , < , ' "
LVffïcio adunque del Chorago era, chefoffecapo, e
ducedechori.chegliconduceftea mer-cede, eche gli difle,
Mafeilchoragodauailchoro,achi'ldauaeglif Apoeta, "
che n'haueabifogno. Il quale volendo,oComedia,o Tra
gedia rapprefentare, andaua al chorago che choro gli con
cedefle. ÉCratino comico fopra cio difle.
, • O? eux, tS'aKZ cÙTwvli SsçsjcAeTp^sV.
T^on diede à Sofocle d'imandante il choro. • '
E lo fteflb appare, per lo citato luogo poca ora, di Antl
maco Pfeca, di cui fi difle ^
Molti de poeti, nonvenieno a dimandar choro. "t
* Ma Ariftotile quefto vfficio di dar il choro,dà non al cho
rago,*maall'Arconte. dicendo.
Verciocbe cboro de Comedi,tardi l'uircbonte diede,ma erano volontari.
i E cio fuforfe nel rempo che DemetrioBizanzio difle nel
quarto del poema,comepoco ha,fuaIlegato,cheichoragi,
erano duci, c capi del choro, c non i conducenrilo per
mercede,comeora. Onde appare manifefta la mutazione
di quefto vfficio di dar i! choro, dali'Archonte al chorago.
Perche forfe,(endol'Arconte ilfuprema, ovnodefupremi
magiftratiiri Atenc& in hegozij m'aggiori affaccendato
,rinuncio quefto vfficio al capo, educe del choro, cioè
al chorago. ii qnale non pure hauefle da condurre a mercede
il choro, e a darlo a poeti dimandantilo, ma anche di
dare tutto cio che era d'uopo al recitarej, Tragédie, e Comédie,
e fare tutta la fpefa dell'apparato, e de veftiri. ed'altro.
Il che fi fapaiefe per vn luogo di Plutarco. nel medefi
mo Focione. oue fi dice.
Erano gli zAteniefi a fpettacolo di nuoui Tragedi, e douendo il Trage-

LI B KO KO H- 3 7 9
do entraxe, dSmfindamt al Cbotiago, mafcbera,eperfon* da B^eina, con
molti, e ben ornât e anctlle t e non glièle dantio, ei s'adiré, tflaua trattenendo
il Teatro a bada. non volendo entrare. Et il Cborago Melanthio,
fyingendolo in meTgo gr'idaua ; TS^on y edi tu la moglie di Focione,
andar con vna fante_j\
. Ma quefta fpefa déliamercè dechori, edegPapparati,chi
la facea s il publico, o il Chorago del fuo ? Egli è manifefto
datreluoghi, chela fpefa la faceailChorago defuoipropridinari,&percio
era anche dcttaChotagia. Etil primo :
e quello nella vita di Anftide. oue fi dice.
Vinfe l'eyfntiocbide, Arididt fu Cborago, infegnb Arcbeflrato.
Oueèdetto fecondo DemetrioFalereo,ehe Ariftideera
riccVfe pote fare quella fpefa. MaPlutarco,cioargomen .«
tQ a che non vaglia,poi che Epaminondapouero da fe>era
ftato Coragoco'denaridiPeiopida. - . . „•
Si come a Platonel'hauea dato Dione. Et if fecondo
luogo è nella vita di Aleffandro, nelf Agone Mufico, oue
come in Ateneifortiti choragi dalle tribu, fecero la fpefa
i Re di Cipri, Paficrate, e Nicocreonte. Et il terzo è quello
di Pemade non ha molto allegato. E per quarto (i puo.por
re quefto diMelarîthio Chorago. Edadueprimi Juoghi
moftra che li poffa trarre, che egli fi traeffeda ognitribu,a
forte. Elerribuerano x.edicendoli, vinfe l'Antiochide.
fi manifefta, che vi crano piu altre tribu in quel certaine.
Cioètuttel'altre,o vna parte di elfe, ma quale dedue, io
non ne ho pptuto rintracciare cofa certa. & è da credere,
che fi come dell'A.ntiochide era Chorago Anftide, cofi ciaf
cuna dell'altre difeendentiin Agone, haueffero i lor Corag
gi huomini délia ftefsa tribu. fi come erano anco altri magiftrati
per ciafcuna tribu vno. c fi come fi vide. che Cimo
ne con altri non e capirani, vno per ciafeuna tribu, furono
ci del certame, che corfe tra Sofocle, & Efchilo.
Sipuo adunque.conçhiudere.che mentrel'Archontedc
ua il choro a poeti,ilchorago era femplicemête capo.a gui
da del choro Et il publico faceaja fpefa e fi creauav nMagi
ftrato,che hauea cura d'effa,&era detto queftoMagiftrato.
B B b 2 D Ë T

3$Q P E I U TOETîC^t.
D E M O S I O N E. "
Quafi publicone. di cui Suida fcriue.
Demofione è il curât ore délia cboragia-,.
Çioè délia fpefa del choro, e del chorago. Ma dapoi che
ilchorago prefela cura dell'Archonte in darei chori, fece
egli la fpefa de fuoi prûpri beni. Et il fuo luogo dieflere ca
po, e guida del choro, prefe quello, che fu detto.
C O R 1 E E O.
Di cui moltamenzion fie fatta da gli autori. Et Suida di
luidice.
Il Cborifeo è il primo de Cboreuti.
Çioè Guida,e duce, ecapo loro, guida in andare, &in
raenare la danza, & in cominciareij can to.. Et per cio fu an
che detto Chorolette, come Polluce dice,che farebbc dici
tor del choro. E Suida il chiamaChorodettc.
Chorodette è il continuante il cboro.
Cioèil primo comcio credo, che a cantare incominciaffe,
&a ballarc. ôç^cra anche detto Chorico. dicendo egli.
Chorico è il cominciatite il cborc.Ètale era ^ïgatonejl quale poetaua
Meli lpocrhij.&ejfo li rapprefentaua. Eper cio diconfi.fJMeti cborici.
E P I M E L E T I .
Quefti erano huomini fuor di choro, haueano perô carico
di regolarlo. fi che non difordinaffe. Perche Suidafcri
uequefte parole.
GliEpimeleti fi eleggeano a chori a chori, acciocbe icboreuti,non di
fordinaJJeroneTeatri.
C H O R O S T A T T E . "
Maionon fo ,fechoroftate, e chorolette, erano lofteffo.Perche
col fuo nome moftra che fofle ftahrc coftui.Enô
guida, che è neceffario, che fi mouefse. fe guida douea efse
re,Sc duce, & Ago. Ma perauuen tura quefto chètoftate era
quclli che facea la Monodia. perche fu tal'ora ,.che vn fol
caoreutacantaua. Eforfeallorafifermaua.
I
li fine del 7{ono Lîbro.
DEL-

: ju_
D ELLA POETIGA
DI FRANCESCO PATRICI
LA DEÇA ISTORIALE.
2 V l^apprefentatori deÏÏantiche
Poe/îcj *
LIB %Q D E C 1 M O.
OGNIAMO oggimai fine, con quefto libre
all'vltimo lauoro dell'Iftoria poetica,
prefa a principio da dimoftrarc, perche da
lei, e piu vera, e piuchiara parte de poeti,
e de poemi, che per altri non s'èfatto, fi ri
tragga.E l'vltimo lauoro in quefta parte fi
è, che per noi fi faccia palefe, quan te forte
di perfone,oltre a quella dei poeta nell'antiche poefie, o co
me aiutatori, o come miniftri pofèr mano. o gliele dierono.E
furono, fe io ben rimiro oltre al poeta ix.E cio fono
Rapfodi.CitaredijCitarifti^irodi^uledijeAuIeti^rChefti
Chori, ôcjpocrhi,o lftrioni. E perche de chori lunga ma
teria, eofeura s'è aflai a battante, e déliaChorodia ragiogionato,
e-li èparteimportantifsimarecataaluce diciam
' " Ma"

382 D E L L A "POETICA.
ora dell'altre, propofte, fecondo che per ordine deU'antichitàloro,rvn
dopol'altroiïforiopofti.
s
• \
, ' . * • \ i •
P O E T A..
*.Eprimaifpiuantico, eprincipalecapo, fia il poeta» al

L 1 BJ^O D E C I M 0. 383
to ufato*, o fi ricordano di non hauerlo vfato. Et hauere
percio cantato gli Inni, e i Treni ,cle poefie loro, e ne' pu '
blichiluoghi fopradetti.
Délia féconda guifâ, dei poemifatti da poeti loro, non
per cantargli efsi, ma per fargli cantare ad altri,di mio cre
derefuronoqueglidi Pitagora,diracîlide, diTheogoni,
.diSolone, ediCleobolo,ediPittaco, ediPeriandro, c
di Anacarfi, c di Caronda, e di quahihque altrichelpothe
che,oleggi, o poefiemoralifcrifse: perchejaltri in cantandogli
per diletto,venilsero ahco a bereco'petti loro,
i gioueuoli ammaeftramenti in quelle contenuti, & in operagliponefsero.
-
Perlo ftefso riguardo mi credo io t chepoetafsero tutti
quegli, chedicofe, edi opère di Dei, &dinatura poefie
compofcrOjin tutte quelle manière, chefifonracconte,
chefofseroi fatteThéologie, Teogonie, Cofmogonie,
e Cofmopeie, e Protocofmi, e Sricopeie, e di Natura, c di
Aftrologia, e di Meteora, e di Geografie. e Paître cofi fatte,
perche altri con marauiglia, c con dilettazionelcggen- *
do, ôccantando quellecole,diloroprendefseroinfegnamentidifapienza.
Etaqueftofinmededcfimo, èdacredere, chepoetafsero
quegli ancora, ch'alcuna opéra v tile, comprefero con
verfi, fi come feccro, Orfeo, & Eumolpo, & Efiodo, e poi
altri infegnando il lauorar la terra, e gouernar alberi, & animali,
& cacciargli, Se prendcrgli; percheall'huomfruttafsero.
E fimilmente, chi di alcun'arre, poefia fece, come da Or
feo cominciando,diMedicina ,0 dello'ndouinare,o difauellare,
odicofefare, che ovtile, odornamentoaltnu
potefsero recare.
Scopo fimigliantehebbono tutti quegli a!triî,cheifloria,
6 priuata di vnforo,odidue, o cîi tutro vnlignaggio,
. opu-

3 84

L I B 1^,0 D E C J M 0* 385
od Inni vtel medefimo Orfeo. Fece ne anche Orfeo, perche
i Licomedi, cioè facerdoti di Licomede gli cantaflèro
ne facrifia • cofi fcriuendon e Paufania -
Oleno poi

' 3 S 6 ' D EL L U T O E T 1 C .
. Etilmedefimonefeceanchea Gioue Ammone. 11 che
leriueilmedefimo.
Mando anche Tindavo in Libia a gli^Ammonij Inni ad ^immone_y.
llquallnno finoamieitempiera intagtiatoinvnacolonnatriangokre,preJfo
aïïaltare che ad ^Ammone dedicô Tolomeo di Lago.
, ' Dietro alla quale vfanzaè ragioneuole, che andaiTero
molti poeti, &fra quefti EumcloCorintio. ilqualefece
aMeflenij l'afraa Profodio, ilqualedouea vn lor choro
d'huomini cantare in Delo ad Apolline-.. Efimilefula
• poefia dell'agonePirico, fcritta da Timoftene capitano
delfarmatadi Tolomeo Filadelfo, perche quiuid'anno
in annofoffeè cantata, erapprcfentata.eTaleta.Gnofio
fece.rnofti peani, adiftanzadiLigurgo, edegliSpartani
pcrchefoflero dalla lor giouentucantati. Elofteflo è da
crederechefaceffero gfaltri.da loro per buoni riceuuti,Po
linnefto, Scnodamo,Senocrito, eSacada. Perche di Terpandro,
e diTirteo la cofa èchiara ,che vi furono per corn
mando dell'oraçolomandatij ôcquelU-Nornivarifeceloro
;& quefti, moite Elegiç,enominatamente la TricjiQria
da cantarlî da tre Chori, come detro s'è,delorocittadini.
Efimigliante cofavollonoforlegliArcadidaTimoteo ,e
daPitaffeno. Et altre cirtàda altri poeti leggiermente. E
nonpureciofu invfone glilnni, negliAfmati, &inaltri
fimil poefie minori, ma fu per ôpera pofto eziandio nelle
maggiori.Percio che li dice,che Omero ad iftanza diTeftoridecompofe,elapicciola
Iliade, e la Focaida. Et Arifto
jfane (i fa, che ad iftanza di Anito!, e di Melito, e de gli altri
.maleuôIidiSocrate,compofe.efcce tâpprefentarelenuuo
lefuaComedia.ErEuripidein fimil cafo haurebbetragedia
fcritto di Archelao qiiando l'haueftc compiaciuto.
Simiie cofa, per pouertà facea Pifandro Coinico. 11 qua
le tutte le fue Comédie vendea. 11 che appo Latini hauere
Plauto fatto molti hanno téftimoniato.
Délia terza maniera, poifurono tutte quelle poefie, che
gli autori poeti loro cantarono, e da altri furono cantate, i
PerciocheOmero,lepoefie,eomcErodotofcriue, ando
I ' quà

L I B %0 D E C 1 M O. 3X7
quà,e là cantando per le Lefche délie città.E furono poi j. er
gliTearri, & per gli Odei cantate da gli Omerifli, eda gli
Omeridi, edaaltriRapfodi, come che forfe non a qucîïo
finefofïero ftate da lui comporte. E perô lo fteiro auuenne
a tutti q uelliche in quelle parole di Ateneo qui lotto polie
fono comprefi.
Che i ]{apfodi fi cbiamafféro anche Omerifli, ^irifiocle diffe nel trat
tato de chori. E qittlli ch'ordfi nomano Omerifli, primo introduffe ne
Teatri Demetrio Falereo. E Cbameleonte nellibro che fece di Steficoro,
diffe effere flati in melodia cantati non folo i poemi di Omero,ma e^ian
dio quei di Efiodoy e di tsircbiloco. & anche di Mimnermo, e di Focilide.
EClearconelprimodiTaragrafi,dice,cbeSimonide7gcinthio,in
"pn feggio fedendo ne Teatri, Hapfodi%aua. elifania, nel primo de'
labopei afferma, che Mnafione dice ne dimoflramenti, efferfi da lui rap.
prefentatialcuni G'iambi diSimonide ,&i Catarmi di EmpedocleB^ap
fodi^p ntWOlimpia Cleomene ^{apfado.
Varie poefie dunque furono. e da lor poeti prima, e poi
da altri cantate. Ma da quali altri i
S A C E R D O T I .
DaSaccrdoti prima che daniun'altra gente. Pcrcioche
lafeiato Femonoe, e Dafhe, c Beo Saccrdotefle foffeno anche
potefï'e, &Oteno, ôt Orfeo, e M ufeo poeti toiTero anche
Sacerdoti;veduto gia s'è, che i S'acerdoti di Licomede,
cantarono gli Inni di Oleno, di Orfeo ,di Mufeo,c di Panfo.
& i Deli j quelli, dei primo di quefti, e gli Ateniefi queliidell'vltimo.&que'diPindaro,
qucllidiEcatc inEgina,
ôciSacerdotidi Ammone. i
R A P S O D 1.
Rapfodo fecondo la fignificazion dei nome, che dice,
cucitor di ode, e di canto, puote ogni poeta domandarfi.
Equindiè, che s'allegano due verfi, comedi Eliodo, nç
quali eglijOmero, e le ileflo appelle di cotai nome.
Ccc 2VrTaT

"*"38S ' D E L L _4 T 0 E T 1' C Jl.
"""""Vh'aîrro fignificato ha pure proprio quefto nome,dicu
. cir ode, proprie, con l'altrui.
. II quale per teftimonio di Plutarco piu volte addotto.folea
far.Terpandro.il quai in due modi,od anche in tre fj le cuci
ua. cioè fuoi Nomi co' verfi d'Qmero cucendo,feglianda
uacantando per gli Agoni. El'altro modos'era di cucire
iproemifuoi,co'fuoipropriNomi. Etilterzodi cucire j
fuoi detti proemi, co' poemi di Orfeo, e d'Omero, e d'al.
tri. E coli fatta Rapfodia, e cucitura di Ode fu quella di.
Timoteo*.quandoeglivnode' tan ti fuoi proemi attaccaua
ad alcun 3
altra fua poefia ; fofle ella, 6 Nomo » o d'altra
forte. •
Somigliantecucimenteèftatofatto, enonfifada cui,
all'opere di Efiodo, li come di gia per teftimonio di Paufania.
dicemmo, di tutta la inuoeazione délie Mufe,che tiene
x uerfi, e piu lungo proemio è, per quanto io credo, ftato
àppofto a gl'Inni, o Teleted'Orfeo di verfi L I i.Ep vn'altro
vi è piu lungo di uerfi xc 11. al poemadeIIegemme,il quale
poema piu tofto fidouriachiamare,Sacrificio.
Si trouo poi, intorno alla LX. Olimpiade vn'altra manie
ta di cucitura da Cineto, non da principio a"alrfui poenu
cucendo verfi fuoi ; ma quà e là per entro al poema, e piu
e meno, oué, e come, a lui piu piacque. Il quale non fo fe
altro feguacehauefle. • s
- Ben n'hebbe Pigrete, il quale ad ogni verfo dell'Iliada di
Omero pofpofe vn fuo pentametro. che fuvn nuouo mo
do di cucitura, la quale piacque ad Ideo Rodio si, che non
pentametro, mavnoefametro de'fuoifrapofe, ad ogni
verfo,edelPlliada,edeirOdi(Ièa. 8c* ilfimigliantefeceancoraTimolao.
f
.. . .
Vn' altra nuoua foggia di cucire trouo Ipi da Regio, nô
di molti verfi, o pochi lùôi,o vn folo,mâ di mezzi, e meno,
e più che mezzi de fuoi con altrettati de gli altrui,e chiamô
quefto modo Parodia,auuegna, che Ariftot.quefto trouatojattribui
ad EgemoneTafio» &hebbechiilfuo modo
prefe, e non vno, ma piu numéro, i cui nomi gia fi fono
\^ ; ; . "> " ~ feritti.

(_ I / B KO D EC 1 M 0. 589
j fcritti. E fra efsi vi fu, chi ben quattro libri necompofe.
Et auegnache cotante-folfero le (manièredicucir verfi ini
fieme, nondimenoilnomediRapfodianonfu alcuna attribuito,
fuori che aile poefje di Ofnerç». e quella diChcre
mone. chccofi Ariftotilela chiama. Et altri gran fatto nô
truouo, che i fuoi poemi Rapfodie nominaffe.
•
Rapfodi finalmente, come con proprio nome, e con mi
nor cagione di alcun de' fopradetti, furono chiama ti quel
li, che gli altr ui poemi, andauanocantantando fupe'Tea-
' tri, epergliOdei, per fine dj'guadagno. Et perche gran
nouero di coftoro, fecero lor pruouene poemi di Qmero,da
lui prefero cognome, edi Omerifti >e di Omeridi,tutto
che alcuno habbia detto, che gli vni di coftoro, furono da
Omerodifeendenti. TràgliOmeridinominaPlatone,qua
fiipiufamofître. Metrodoro Lampfaceno» StefimbrotoTafio,
eGIaucone. Econquefti andpGioneChio.
D'altra forte Rapfodi, furono poj^altri affai ço' i fudetri,
che i poemi diEfioclo, edi Archiloco, ç diMimnermo, e
di Antiloco, e di Focilide, e di Empedocle. recirarono,can
tando, & atteggiando ,• e pafsô tanto innanziqueftavfanza
, chefuarditoEgefia Comico direcitarenel granTeatro
di Aleffandria dclla profadi Erodoto. Ilche rifenfee
Ateneo. E Plutarco che altri in ifcena,rapprefentarono al
cuni dialoghidi Platone. Macoteftoro s'vfcirono délia
poefia. Délia quale noiragioniamo. Elaqualehebbono
per mano, molti Rapfodi di cantare, de quali molti nomi
fipotricnopergli fcritti raccorre de gliantichi. madinoftra
opéra non èil raunarli tutti. Bafta a quefto aggiugnere,
che il primo che queft'arte metteffe in piede,fe la mémo
ria non mi falla, fu Cineto, quelli chelaRapfodia di teffere
per entro a gli altrui poemi, verfifuoi,trouô. Et da que
ftofare, diRapfodoprefeilnome, mafuapplicatoall'altra
azione fua piu manifefta, di recitare in publico.
Ma di molti iecoli auanti era gia ftato Eleutcre, Cantore
de gli altrui poemi, e vittoria, epremio neU'agone Pitico,
come

J 390 D E L L A T 0 E T 1 C A.
come detto fu, ne hauea riportato, e da lui perauentura Ci"
neto del coli fare l'efempio tolfe.
C I T A R E D I .
Ogni canto di poefia, che a fuono di citara'fofle fatto,
fu con nome commune ad ambedue, di Otarpdia» chiama
to. Etqumdiicolï fatticantori, efonatoriCiraredi furono
appellati. E quefti hebbono principio daAnfione. II
quale, per lo teftimonio délia tauola di Siciona, edi Eracli
de Pontico, e di Plutarco, fu il primo che la poefia, e Tarte
Citarodica in Grecia introducefle. 6C egli fteflb l'efercito,
in cantando i verfi fuoi al fuono di quello ftormento.
e fu poeta infieme, e citarifta.
Ma per la iftoria précédente de poeti, non moftra» che
molti feguaci hauefle fino a Terpandro. 11 quale, non fi
nominando altriincotantianni, fi puo dire di eflere ftato
riftoratore di cofi fatta arte. Ma fe ci fofle foprauanzato il li
bro di Ariftea.che ferifle de Cttaredi,e vn'altro di vn Girola
mo.H quale feriuendo de poeti.il quinto libro fece de Citaredi,
piu ageuole cofa fora, il fapere délia iftoria loro il vero.
Madicianne, quantopofsiam dirne. FuTerpandro,
come è ftato detto diLesbo. nella qualelfola dopo lui
dilcefevnalungafchiera di Citaredi, & Plutarco di cio
feriue.
Fa anche fatta la forma délia citara primieramente, fecondo Cepione
difeepolo di Terpandro. E fu chiamata Afiana, perche l'vfituano
i Citaredi di Lesbo, vicino ad A fia abitanti, l'vltimo de quali,
fu Tericlito Citaredo, che in Lacedemone vinfe l'agone Carnio,E nato
era in Lesbo. JL quale mono , finiia continuata fuccefsione in Lesbo
delmefliero délia Citaredia: Alcuni errando penfano y cheIpponatte
foffe ne medefimi ttmpi con Terpandro. & apparecbeanche Tericlito
fojfe piuaatico dilpponatte^j*
, ' •* i. ' )
~7" " " ~~ Ët~

L I B KO D E C I M O. 39i
Ec Ipponatteîivide ch'era flatoin fioreintorno alla Olïm
piade_x- Etfein Periclito fini quella fuccefsionc, moftra
cfferedurataintomo acci. anni. E nondimeno pcrlo re
ftimonio di Suidadurd piùlungamentequefta fuccefsione.
Il quale fcriue cofi.
Frine Citaredo Mitikneo. il quale pare, che primo Citarifîa appo
gli t/itenieft habbia vinto iVanatenei fotto Callia ^irconte. e fu difcepolo
di uiriflodide, & ^iriftoclide fu del lignaggio di Terpandro.
e fioïiin

39* DELIA •POETICA.
11 che cofi rifoluiamo, che è vero che Terpandro fu poe
ta. echele fue poefie canto a fuono di citara.
Et percio f u anche citaredo. che fi come potè egli efière
poeta femplicemente••>fenza porremano a citara. cofihauendogliele
pofta, & a quellacantato diuenneCitaredo.
Ma altri, fenza far da loro poefiaveruna,quandoPaltrui
poefie càntarono al fuono délia citara, furono, e meritarono
nome difemplici Citaredi. &di quefta maniera fu il
piu nouero de Citaredi. tutto che tal'ora,aIcnn diloroxo
(i fatto efercrao, facendo akun verfo ancora componeflè.
fi come f u vno,che AtenCo nomina Clearco Citaredo
cerri fuoi verfi cita. E fémbra che il primo che a citara can
tafie altrui compofizioni, fofle vn certo Dione Chio. Di
cui egli feriue.
Menegtno dice, Dione il Chio hauer cîtari^to primieramente. lo
fbondeo di Dionigi. E Timomaco-^eUa iftoria Cipriana, dice, che S te-,
fandro Samio ,accrebbeajfai quefl'arte. E fit ilprimo che in 7)elfi, ci
tarodixp {cantoa citara) lebactaglie deferitte da Omero cominciandoft
daWOlijJea. Etaltri diconor cheprejjbâgliEleuternei,AmitoreE.
leuterneo, Citari^ Ode amorofes.
Comunque di cio fi fia. due cofe da quefto difeorfo con
chidiamo. Pvna che ogni canto fatto a fuon dicitara,fi fu
Citatodia. e Paîtra, che taPora il medefimof u quel d'eflb /
chePvnd,ePaltro fecÂcomeTerpandro. Et tal'ora, anzi
il piu, auuenneche il Citaredo, altrui 8
poefie di profefsioneaquel
fuon cantafie. epiu» cheïnDeifi,come Citaredo
, e cantore dellepoefie d'Oméro a fuon di citarafu Stefandro.
E cofi i Citaredi di queûafecondaguifafurono mi
niftride poeti.
C I T A R I S T I.
II medefimo poeta Citaredo, & il Citaredo délia féconda
guifa fu anche Citarifta, confiderati femplicemente, come'Sonatoridicitara,
efenzacanto. mentre auueniua,
| ""' ' ' che

L 1 B B^O D E C I M 0. 593
che di citara, o fonaffero fenza dentro cantarui, fe ne pro
uaflero. Ma propriamentecitariftafuco!ui,chefenza pun
to far efercizio dicantare, faceafolo i! meftiero di fonare
la citara, & la coftui arte era detta pfilicitarifis cioè nuda citarizazione.
ediquefla ancora Ateneofe neviene coiîfcriuendo.
La pfili, la nuda Citari^a^one, due Menecharmo hauere prima in
irodotto uiriftonico .Argiuo all'etd di *Antioco. & abitb in Corcira.
Ma fe d'Antioco s'intende del Rè di Soria, de fuccefïbri
di AlelTandro,non par vero. perche molto prima haueano
gli Anfittioni, come detto fu inftituito in Delfî, l'agone,ediCitaredi,
e di Citarifti. Epoifoggiugne Ateneo.
Eilocoro nel ter^o libro deïïxAttica dice, Lifandro il Sicionio Citarifta,
primotrafmuto la Tfilocitariflica flendendo lunghi i tuoni,efacen
do la t>oce grande.
Oue non fo io, fe fi dea intendere délia voce délia citara,
o délia fua. Ma i cofifatti Citarifti, al poeta niun minifterio
portarono, fe non quando il poeta fteffo, o altri in fua
vece, cantaua, fonando il Citarifta la fua citara .II quai ca- 1
fo potè perauentura fpeffo effere auuenuto, auuenga ch'io
recare efempio non ne poffa.
L I R O D I.
- Si come Citaredo fu colui, che o fua, odaltrui poefia
cantô a citara, cofi Lirôdo, fu quel poeta, o quel fonato.
re, che a f uono di lira cantô poefie, qualunque elle fi foffc
ro . e cofi fatta attefuchiamataLirodia.
E manilefta cofa è, che molti poeti, e de maggiori a lira
canuronoifuoipoemi. Percioche lafciaroin incerto
Anfione, ch'alcuno dice, che di citara, Scaltri di lira fonaife
,a Linofu laLiradata. & ad Orfco, & aTamira.
11 che molti hanno teftimoniato, e Suida, dicendo di
Lino,
E délia Lirica mu fa effere ftato primo duce.
"~ ' DrTd Edi"

394 D E L L A T O E T t C A . \
! ^EdiTamira Paufania riferifce, chefu fcolpito con la lira
giacente a piedi &Orfeo con la lira, tirante le fieread
vdirlo, e di Eumolpo Suida dice, che vinfe in Pithia.e che
all'oraipoeri faceano loro pruouealira. Epoi Alcmane
con tutta l'altra fchiera de poeti Melici furon chiamati
Linci e Pindaro Lirico, eCorinna la fua vincitrice, con
l'altra Tefpiefe,Liriche furono, e Nomi Lirici, comefi .
vide,fcriffono. Ma fe Lira, eCitara, furono tutto vno, ei
Lirici, ei Citarodici poeti, furono tutto v nofimilmente.
Epate che tutto vno foffero queglidueftormentipermol .
teteftimonianzedaaltriaddotte, eper quefte ancora. "
Terpandro per io detto di Plutarco, fu aurore de Nomj
Citarodici. Enondimeno Suida in quefta guifadilui
parla.
il quale primo, di fette corde fece la lira ; e i T^omi Ikhi, primo
fcriffe. -
Et Ateneo parlandôdiCIiniaPitàgoreodice.. ^ O "
. CliniaVitagoreo, fi corne Cbameleonte Tontico narra per îftçriai
fendo divita, e di coflumi eccellente, fe tal'oraau(tenia,cbeperirafi
corrucciajjè, prefa la lira Citari'7aua. •
Ouefelalira, e la citara foffero ftatidiuerfi ftormenti r
non poreacon laliraCirarizare. Anzichela citara pare ha #
uere hauuto Nome, e di Lira, e di Salterio, e diBarbito > e
diForminga, ediÇheliîedii4agadé. Epuoteeffere, che
quello foffe vn nome générale, e quefti foffero i particola
ri, o nomi ,*o fpezie di quello, &foffero poi tra fe variati,
di numéro di chorde, edi figura. Macomunquedicio (i
fia, Lirodo , e Lirico , fu il poeta, chei propri verfi a lit
ra canto.E Lirodo anche,ma non Lirico qualunque a fuon
diiira canto verfi d'akri. Ecofianch'eglifu miniftro del
poeta, & ogni altro, che a ruono de alcuno de gli ora nominatiiftrumenti,
canto le poefie non fue^ ELirifta>oLi
rico femphcementechiunque, fenza canto la Lira hebbe
per meitiero di fonare.
\

L l S 0 - D E C I M 0. 395
A V L E D I.
Prima furono gli Auledi, cioè i femplici fonatori diauio,
noidircmooggi,oFlauto ,6 Fmto,oFiffero,o PifFero,
o altro (imil nome. Et primo fonatore d'au lo, o diciam
aulete.fu vncertodi Libia, odiNumidia, come (idiffe a
dietro, nominato Sirite. Ma perche ei li dice da gli iftorici,
che egli a quel fuono, canro anche il Matroo, in onor
di Baiiiea madré de Dei, Sole, e Luna. egh farà ezjandio fia
to, il primo Auledo. che dice cantore ad aulo. e comeche
quelli, fecondo il dire commun de Greci folle Barbero, nô
ii l'degnarono perô efsi, che ii tenieno gentili, di apprende
re da lui, tutra quefta arte lagne di Frigia quella del fonarel'Aulo.
e Marfia fuo figliuolo, quella del cantarui fopra
imedefimiMatroi, einfommatuttal'AuIodia. Cofi
fra tre primi, di queft'arte, veggiamo la diffcrenza, de gli
auledi i>irite,e Marfia >edell'Auiete lagne. quefti foJamen
te fonatore. & quegli cantori infieme, e fonatori. Segui
a Marfia Olimpo il primo, che ço' rirruoui fatti enrro al fo
nare, nuoui, e vari di armonie ; e con varie lue poefie cantateui
entro, grande fece, quelt'arte, e grande fece anche
fe Iteffo, ne modi che già fi fono raccontati. Dopo al qua
le, Crate fuo difcepolo, eGierace, & vn'altro Olimpo, e
certi pochi altri fifecero fentire, in quel primo fecolo délia
Greca poefia. Epoi quanto è nel (ilenzio de libri,per mol
te cen tinaia d'anni l'aulodia h dette m foppreflb,& cheta fino
che dopo Terpandro, furiero, o ArdaioTrezenio, o
ClonàTebano, o altri chidiqueilecoiOlitofTe,tornoin
grido rAulodia,-efu come detto fi è, pottada g!i Anfitiioniin
^gonePitico,inlitme con PAuletica. e quella , per la
troppa fua triltizia rifiutata, tu quefta ritcnuta. Ma per ridur
quefto parlare a quella lomma che al nofiro propoiito
piu fa, Auledi furono tal'ora i medciimi poeti ,Sirite,Marlia,
Olimpo, e gli altri poca ora, detti ,eMimnermo.
D D d 2 -—il piu

"> 396 SD E L L *A "P 0 E T I C *A
11 piu poi de gli huomini di quefto nome, furono di pro
fefsione propria Sonatoridiaulo ..macantori, non délie
fue, ma délie non fue poefie. E tra quefti direm, che fieno
ftati i piu famofi Pronomo il Tebano, come che egli alcun
Profodio componefle difuo. &Antigenida." & altri
(enza numéro che quefto efercizio andarono facendo. '
1 quali tutti miniftri furono de poeti. Ma di molta lunga
trapafsô quefto numéro di Auledi,il numéro d'Auleti,fem
plici ,e délie donne auletrie. Perciocheconuenendo afonatori
di aulo, non potere nel tempo medefimo fonare, e
cantare, fiu di forza, che eglino dopo hauer fonato, mouef\
fcro il canto. e dimezzare l'armonia, che tutta a vn tempo
fatta, del doppio piu foaue farebbeftata.il che non poten
dofi per vn folo fare, di necefsità hebbe a trouarui compa- '
gno» che o al fuono cantafie, o fonafle al canto. Ma percioche
quefto fu partire indue,Pvtile, che ad vnfolovenia
prima, fi ritirô la cofa per lo piu al fuono. & quefti cofi
fatti artefici in grandilsimo numéro fi multiplicarono,^
tra mafchi, efemine, fi che nouero non vi hebbe. La quai 1
mokitudine fi s'accrebbe per quella cagione che Suidarac
contô in parole a quelle fomiglianti.
Gli antichi, ne conuiui vfarono di fermonare di varie cofe quijlionan
do. Ma i plu moderni v'introdujfero, & auletridi, e Citarifii,
E quefta ftefia cagione era prima ftata da Socrate allegataappo
Platono. Epafsotanto auanti quefto coftumej
che pochi, 6 niuno conuiuio, o Epinicio, o per nozze, o
per altra occalion limilefifecepoi, che délie Auletridi fpeziaJmente,nonviinterucniftecopia.
Etquandodueauli
o più, o vn'aulo,eliracompareano a cantarein concorren
za. diceafiMnaulia.
Di ^4ulo>e di %itmo, fen^a parlare accinente_j. •
E fu tal'ora, che vna medefima femina fofle, & auletria,
e Gitarifttia, o anche Citareda, perche con variera maggio
re di armonie, maggioreil piacere s'ingeneraflene gli vditori,
e maggiore d'indi fofle il fuo profirto. Perche per
ifperienzahaueano prouato,chequell'huom. che la foia
aule-

• L 1 B B^O D E C 1 M 0, 397
auleticaefercitaua,dipouerovtileiipafcea. Ondeprouer
bio n'eravfcito. ^ I ' %
Tu viuivitad'aulete; cioètuviuimifero, efempredell'altr
ui mcrcede .Mai cofi fatti Auleti, e Aulerrie, quando
al fuono, canto non accompagnauano, niunoaffare
haueano,col poeta. E fi T haueano quando canto ,e fuQno
congiugneano infieme, e diueniane Auledi.
.ORCHESTL
Tutti coloro, che Orchefi efercitauano, qualunque ella
fi fofie, délie manière antenarrate. Orchelti furono det
ti. Egiàs'èveduto, che alcuni poeti, fono anche ftati Or
chefti, fi comeTefpi, Frinico, Pratina, Efchilo, e gli altri
per adietrcmominati. Et altri furono miniftride poeti. fi
comefu Telefte di Efchilo. & tutti queglialtri, che con atteggiamenti
foli di piedi, di mano, e di perfona rapprefentarono
l'altrui poefie, o anche le proprie lue. e qui gia ven
g ono in campo glilftrioni, de quali diceLiuio.
Sine carminé vllo, fine imitandorum carmimm afin, ludiones ex
Hetruria acciti ad Tibicinis modos faltantes ,baud indecoros motus
more'Hetrufco dabant.
I quali fenza dubio fariano ftati da Greci chiamati Orche
fti. E di tali puce furono in Grecia quelli.che non ha guari
dicemmo, che ad aulo, e con Ritmo, fenza canto faceana
la Siriaulia. Et iCibefteri diOmero.e la donna di Senofon
te anche piu femplici Orchefti furono, fenza fuono, e fenza
canto. Ma ne quefti, ne quegli negozio hebbonoco'
poeti. Ma fi quegli altri furono lor miniftri,che o con fuo
no, o fenza, agli atteggiamenti ;loro, o canto accompa.
gnarono, o a propri ver fi, o di altro poeta, i gefti délia perfona
conformarono. e de cofi fatti furono i gia detti Tefpi,
Frinico,Pratina,Cratino,Efchilo.edipiuTelefte.eRo
fcio. Et conforme a primiLaberio, fcrittore,erapprefentator
de Mimi.
IPO-

5 98 D E L L *A T 0 E T I C __.
I P O C R I T I .
O pure fono, o tutti gli ora detti, o parte di efsi da porre
per ifpezie vna fola délia orehefi, per proprio vfïïcio hauenreil
rappreféntarein ifcenail contenuto nelle proprie,
onon proprie poefief Certamente di giavedutos'è, per •
kvluogo di Ateneo, che
TuttalaSatmca poefia per antico ft fàcea di chori, ft corne anche
la Tragedia d!'all'ora il perche, ne anche haueano Ipocriti.
Adunque ,o le Satire, e le Tragedia dette, non erano fat
tedipiudi vnaperfona; oilchorofacealeperfone chevi
erano introdotte. e quefto nell'vno de due modi. ovna
parte del Choro facea l'vna perfona.e vn'altra parte,l'altra
perlona, & altra vn'altra, in tanto che tante foffero le parti
del choro, quante erano le perfone del Drama. o pure tutto
il choro iniieme fenza partirfi in parti,parlaua ora da Agamënone,ora
da Menolao,ora da Vlilfe, & ora da altri. E
con quefto s'accorda chi difle, che t chori ne plauftri, e nel
le carra diceano le Tragédie. Et Orazio fimilmente quandodifle.
Y *
Ignotum TragicA genus inueniffe Camœna
Dicitur, & pLauftris vexijfe poemata Theftîs S
Ma il verfo che foggiugne.
0_ uœ canerent, agerentq; perunCli fœcibus ortt->.
Moftra che il coro nô folo le cantaua, ma anchele atteg
giaua. cioèifprimeal'azion d'ogni perfona che v'era »
Ma corne fta quell'altro fatto, che a quefto par contrario t
che gli autori ftefsi, e corne pare fôli,vnaTragedia con tut
teleperfoneinteruenentirapprefentauano? Diche Anfto
tilefateftimonianzanel in.déliaRetorica ,fcriuendoco
Ci, Percioche da prima i poeti ftefsi rapprefentauan'o le Tragédie.
, , . _^

I L 1 B H 0 DEC 1 M 0. £99
E PJurarco nel Solone fauellando di Tefpi dice,che egli fief
fo rapprefentaua le fue Tragédie, fi come fu coftumede gli
antichi. Eficomelidice di quefto fteffoTefpi, ediSofocle,
quando da Ateneo è fcritto, ch'egli fece alla palla men
tre la fua Nauficaa era in ifcena, e di Liuio Andromico, il
quale fu gia detto che appo Romani fu il primo adarein
ifcenafauola, cantandolacgli, & atteggiando. ementre
cio facea, la voce gli fi interruppe, onde voile ncllefeguen
ti, che vngiouane la tibia fonafle^n'altrolacantafle, &
egli tolfe l'atteggiarla.
11 quil modo, non è impofsibile cofa ch'egli da alcfun Gre
co antico hattefTe toi to. ma fu in vero ftrana, cofa ; & oltre
alla difficoltà nonfacentel'vfncio del drama di piu perfone,
fetalefu. Manonpare, checioappo Grecifofïcin
vfo. perche fe bene, il poetaTefpi, Frinico, Cratino, Efchilo,
ePcatina, e Sofocle, e gli altri che fi dicono eflere fia
ti Orchefti nelle tragédie loro, come Andronlco atteggiatore
délie fuej moftra perô Ateneo in quai guifa eglino fof
fero Orchefti. men tre dice»
Terchenon folo i loro drami,riferirononeW orchefi del choro. mai
percheanche fuoridepropri poemiinfegnauano achivolea.
Oue dicendofi, che riferiuanoi loro drami nell'orchefi
del choro, ci fidaadintendere, cheinquella'rapprefentazione,
non erano eisi gli orchefti, come Andronico, ma il
choro facea l'orchefi, & il choro folo tutta la fauola rapprefentaua.
E fe il poeta fteffo vi interuenia, egli non era
cofa, dal choro diftinta ,ma di quel numéro, vna.
Et Andronico nel primo fuo drama, fuinveceditutto
il Choro. E ne gli altri, il Cantore fece l'vfficio del Choro
in vna parte del cantare, &eghTaltraneIi'atteggiare. od
orcheggiare. che ttitto vno è.
Et cheii choro faceffe tutto il drama II medefimo Ateneo,
dichiara in quefte parole, diEfchilo folo fauellando.
Ma

400 DELL A "POETICA.
Maancora moite figure Orcbefiicbe ritrouanio, le diflribuiua a choreuti.
e Cbameleonte dice, ch'egli primo figuré (Schématisa ) il choro,
non hauendorfato l'opéra degliorcbefiodidafcalit ma egli fteffo fece
le figure délie orchefi ai Chori.
Adunque ii choro era quello, che ateggiauaanfegnato
auanti di Efchilo da maeftri dell'orchefi gente di quefta
profefsione, &alI'oradalui. Del quai numéro de maeftri
era l'orchefta fuo Telefte, il quale fi dice quiui,che era.
Si maeftteuole,che nelTorchiçare i Jette a Tebe fece cbiare le cofe per
l'orchefi.
Ma e* pare, che quefti allegati luoghi fi vadano IVn l'aitro
auuiluppando. Percioche fe Telefte era orchefta nelle
Tragédie di Efchilo. perche fi dice, che Efchilo non adoperoOrcheftodidafcali^
E l'aitro, fe Tefpi il primo, eFnrricofuo
difcepolo,precederono in tempo Efchilo l'vno
d'Olimpiadi xix & l'aitro div. e furono chiamati orchefti,
per hauer ne lor drami riferito l'Orchefi nel choro; perche
fi dice, che Efchilo fofïe il primiero a dar figure al choro f
Quefto nodoio no'lfodifciorre, fenon forfe,s'habbiaa
dire, che egli fofle il primo adinfcgnarediciofar bene. E
, percio quiuis'aggiugne.
Happrefentaua co'l verifimile i drami.
-JVÏafecio, perche fi dice, che Telefte n'era fi gran maeftro
? Il quale fe fu Orchefta di Efchilo, il fu auanti, che Efchilo,dafe,
efenzamaeftridaualefigure al choro, ecofi
nô farà Efchilo ftato il primo. O fu dopo ch'Efchilo gl'ebbe
dati ? E cofi, non fara ftato fuo orchefte. E mafsimamen
te, perche fi dice, cheAnftofane in certa fua Gomedia fa
; ad Efchilo dire-/.
A chori io fteffo le figure feci.
Di piu fe Telefte fu quegli, che non moftro al choro del
ca Tragedia di Efchilo, ch'ha titolo, de'Sette a Tebe, ch'an
lor habbiamo,ma egli fteffo, con la fua maeftri a, con for
chelifecelecolejelefacendechiare,' nonilchoro, adunque
fece le figure, mailmaeftro. & fara ftato egli, come
_____

L I B % 0 D E C 1 M~ OU 401- J
Andronico nel primo drama, cheil tutto hauea fâtto. "
Diqneftiviluppinonfaprei io fuilupparmi altrimenti, fe
non cheipiuantichidiEfchilo, Tefpi, e gli altri, furono
orchefti, ma non fi eccellenri, come egli. ÔC egli fu primo
a far bene. & auânti che s'affinafle, hebbe orchefta fuo Te
lefte ; il quale, tolfe l'officio tu tto al choro, e voile egli fo
lo, rapprefentare i fette a Tebe. Ma Efchilo dopo che fi fu
affinato tornôil choro alPvficio fuo,ma voile eflb ammae,
ftrarlo nell'orchefî, e negli atti a modo fuo. Il quale oltre
all'hauereciô trouato,trouô duealtrecofe, miglioride i
piu antichi, l'vna fi fu la grauità de vefhmenti, e l'altra Tintrodurredue
Ipocriti ,0 rifpondenti al choro.
Perche il Nome di Ipocrita prende iafua formazione dal
verbolpocrinefte,cheè lo fteflb con Apocrinefte, come
Suida dice» &quefto fignificarifpondere. Edicecheda
quello è.
Lo Ipocrita » colui, che rifyonde al choro.
E quefto cotale rifpondente. fu da lui introdotto,come
alcuno fcriue, per dar ripofo al choro, mentreegli riïpondea,
aile cofe dal choro dette, e cantate, & atteggiate. Ma
Ariftotile afferma, che Efchilo trouô non vno Ipocrita,ma 1
il fecondo * quando dice quefte parole.
E la moltitudine de gli Ipocriti, di vno in due primo Efchilo inâuffe.
Sia dunque dalle cofe fopranarrate per conchiufo. che
Pantiche Tragédie, e Satire, erano tuttedal choro fenza
Ipocriti fatte,come dal luogo chiaro di Ateneo fi conoice.
Seconde che tal'ora, il maeftro dell'orchefi fofle il poeta
od altri, comeTelefte ,e Andronico, le recitô fenza choro
. E terzo, che fu trouato, e non fi fa da cui prima di Efchi
10, vh'Jpocrita, & Vn rifpondente al choro. E quarto,ché
Efchilo fu il primo che all'vn primo rifpondente al choro,
aggiunfe il fecondo con che anche venne a dimin uire il carico,
e la fatica dei choro. & Ariftotile foggiugne. .
Et il parlare protagonifia acconcià. E Sofocle n'htbbe tre, e troué il
dipignere la Scena.
Ma come va quefto affare? che Efchilo trouô il fecondo
ËEÇ Ipo- .

402 D JE L L A 'POE T J C A.
lpoctita,eSofocleilterzo> fenelle.fetteTragedie, chedi
Efchilo habbiamo quella » ché minore numéro ha ( come
noi ora fogliamo dire di interlocurori ) ne ha quattro, e
quella che piu, ne ha fette fenza i chori ? Et in quelle di Sofocle
fe ne vede per Io meno di cinque,& di noue perfone,
per lo più ? Il che fi puo rifoluere, tuttoche più difficile pa
ia,piuageuoImente, per quello che racconta Luciano di
vn'Orchefta de tempi di Nerone. Ilquale pofto filenzio,
a battitori, 8c, a fonatori di aulo, & allo fteffo choro,fenza
pur dire vna parola, co' gefti foli rapprefento la fauola,côtenente
l'adulterio di Venere, e di Marte, con tutti i fati lo
ro, e del Sole, e di Vulcano, e de gli altri Dei guatanti,e ridentidi
quel fatto. Eli chiaro fece, che Demetrio Cinico
prima non credente, fu sforzato a gridareio 6do cio, che
fai. Rapprefento egli adunque folo, cinque, e piu perfone
con tutti gli atti loro, Venere, Marte, Sole/Volcano, Dei;
tutto fenza parlare. Et il medefimo, volendo vn'altro dra
ma di cinque parti rapprefentare, fece apparechiare cinque
mafehere. Lé quali vedendo vn certo Signorino Barbero
nonfolitoavedere fimilicofe, e non vedendo altri che co
ftui, dimandô chi folfero gli altri fuoi compagni. Et intefo
che coftui folo douea quelli tutti rapprefentare, ftupito
difle. E' fi par bene, che tu habbia vn corpo folo,' ma den
trovifon moite anime. Da quefti fuccefsi noi prendiamo
quelle rifoluzioni. Che come che le Tragédie di Tefpi, e de
gli altri, che venner dietro, haueflero nel drama piu perfo
ne, tutte peroil choro folo rapprefento, o tutto infieme,o
a par te a par te. E medefimamente, quando fi difle, che o
: il poeta,o'I maeftrodell'orchefi rapprefento vnaTragedia,
che tanti habiti, e mafehere egli vefti, e fotto quelledifle,
o canto, & atteggio, quante erano le perfone délia Tragedia
. E che percio Telefte in rapprefen tando i Sette a Tebe
di Efchilo, egli fi trasformo in Eteocle, in Noncio, inlfme
na, in Antigone,& in Trombeta con varie mafchere,& abi
ti.auuenga,che ciononpaiaeflerlïpotutofare,cheinvn
tempo fteifo, vn folo poteffe crederii perfona, di Eteocle,
i edi

L I B B^O D E C I M 0. 40$
e diNoncio. & in altra parte, di Ifmena, edi Antigonc.
Et in vn'altra,di Antigone, e delTrombeta. poichein quel
laTragedia, oltreil choro non mai in ifcena montano piu
di due perfone. & percio conuenga dire piu verifimilmente,
che quelle foflero le due perfone, chc Ariftotile difle ha
uere introdotto Efchilo. Àladiciopiua minuto fi terra
quiftione,nc' trattamenti, chedellaTragedia, da noi fi faranno.
E bafta ora in vniuerfal conchiudere, come diciauamo,
che da prima, laTragedia, elaSatiratutta, fi raprefentô
dal choro, o tutto, o per parti, detti come fi difle
Emicorij&Semichori, diche,nelladettafetteaTebe, fi
vede alquanto di efempio. E poi per fuggire la malageuolezza,
e la fatica, che il choro folo foftenea, fu trouato
vn'Ipocrita fuo rifponditore. Et Elchilo, ne trouo vn'altro;
eSofocle vnterzo. equiui fi ferma il numéro de gli
Ipocriti. ne piu crebbe. Diche ho teftimonio Suida» U
da, il quale cofi ne parla.
T^emefis Ipocriton. (cioê partimentidi Ipocriti) I poeti prendeano
tre Ipocriti, partiti a forte per rapprefentare drami. De quali quel che
vinceaper l'auuenireprefo, non giudicato. '
Cioè fenza piu porlo alla forte, fi prendea per approuato
E da chi fi prendea, o a forte fi ponea t Dal Chorago,come
io credo, per quello che nel précédente libro, fi è di iuirac
colto. E quefto cotale vincitorc, & approuato, era nomi
nato Protagonifta. non perche primo foflead entrarein
agone, ma perche hauefle il primo onore.e il premio maggiore.
11 chein partetraggodaquelle paroledi Plutarco,
che fono in Lifandro.
Come nelle Tragedia a ragion fuole accadere întorno à gli Ipocriti.
cbe alcuno, che tiene mafchera di noncio ,odt qualche mioiflro, è riputato,
e protagonifta. e quegli, cbe porta diadema. e fcettro, non è vdi.
to quandoparla.
Adunqueil Protagonifta era queglichepiù ecccllcremé
te rapprefentaua,e percio vincea,e percio maggior premio
giuftamente fi meritaua. Quegli ch'in eccellenza gli venian
preflb,e in fama,e in acquilto era appellato dtuteragonifta
E E e 2 Et

404 D E L 1 U T Q £ T I C A.
Et quello che de tre eletti, o tratti a lorte dal Corago, ripor
tauail terzopremio, erachiamato Tritagonifta, dicuiil
medefimo Suida dice cofi.
Tritagonifta da Sofocle. Il quale primo vso trelpocrit't, e quello che
fu cbiamato Tritagonifta,
A che aggiugne quelle parole.
, Tritagonilia, in moite cofe Efchine era da Demoflene morduto, come
Ipocrita di Tragédie. e lo chiama. Tritagonifta,come tra gli Ipocri
ti di pochisfima confideraçione, annouerandolo ter^o in ordine.
Con che a ballante fi pruoua quanto per noi de tre Ipo­
cri ti fié detto. Et Orazio quando diffè.
' "Hecquartaloqui ptrfonalaboret. ,
. Hebbe come io credo quefto riguardo ,che non vi inter
uenifle in ifeena piu, cheil Tritagonifta. La onde fe bene in
vndramainteruerrannootto, enoueperfone, non fe ne
douendo trouare in ifeena piu di trè, potranno le foie tre à
vicenda rapprefentarle tutte. E quefto intefe Plutarco,par
landodiDemetrio. " '
Sicomegli Ipocr iti Tragicî, infieme col vefiimento mutano, & andare,
e voce, e luogo,e modo di ragionare.
I qualinel mutarperfona mutano tutto il refto, nonco
meeisivogliono, ma come ricerca il fatto > eil foggetto
del Drama. di che medefimamente Plutarco fece nota
GliIpocritidélieperfonel{eali,iquali veggiamone Teatri,rte pia>
gnere, ne ridere, come efsi vogliono, ma come rkhiede r Agone fecondo
il foggetto.
Per fare il quale mutamento fu la mafehera trouata, varia
fecondo, che nella ftoria de poeti j s'è toecato. E fecon
do che veggiamo fino ad oggi effere in vfo. E quando fi tro
uerà per gli autori fatta menzione, oltre al Protagonifta,
Deuteragonifta, e Tritagonifta, del Nome di Agonifta, o
di Antagonifta è da faperli per lo primo effere fignificato,
il capo dcll'agone, o principal perfonain effo, o chêne ha
carico> e per lo fecondo intenderfiil contrario ,o auuerfario
deiragonifta. e cio in tutti gli Agoni, ma nel propofito
noftro poetico, nelf Agone fatto fare da.AIefîàndro in
_ - Feni"
!

L I D KO DEC1M0. ' 405 ,|
Fenicia moire dellecofelbpradettefiraccolgono.e percio"
non inutile laradi trafportarequain parole noftrali,tutta
la lentenza di quel luogo.
7)1 Egitto in Fenicia ritornando ( Aleffandro) celebrb facrifici, c
pompeai Dei., E choro di Encidif (poemi ) & Agoni Tragici .non fo
lo per apparati rma anche per concurrença illuflri. Terciocbe,n'erano
Choragi i ftje di Cipri, come in ^îtene, quelli che fortiano le tribu. Et
agoniçarono, con marauigliofa ambiçionea concurrença. E maffma
mente T^icocreonte di Salamina, e Taficrate di Soli concorfero. Ter"
ciocheaqutfîi toccoin forte ad effire Choragi f a fâmofifiimi Ipocrili,
Taficrate ad Atenodoro. eVjcocreonteaTfffalo. Al quale fauoreuole
era anche Akffandro, ma non già dijcopri la mente fua, prima,
cbepervoti foffe p>onunciatovincitore ssitenodorO. ^AK or a, come
pare, in partendofi dijfe, lodare per certo igiudici, ma ch'egli volontie
ri haurebbeperduto la meta del reame, e non vedere vinto Teffalo. •
Ma poicbe Atenodoro fu da gli Ateniefi condennato in danari f per»
che non foffe interuenuto neWagone de Diomfi, dimandoal J^e, che per
lui voleffe fcriuere. quefto non voile fare, ma del fuo mdndo a pagare
quella pen*->.
Dal quai luogo moitecofeper noi fi traggono. Ela pri
ma fi è.
Che per caufa délie vittorie hauute, Aleffandro feguen
do il coftume antico, fece facrifici, e procefsioni a Dei.
E percio furono quelle fefte.
Secondo che in quefto Epinicio Agone, furono cantati
poemi Enciclij .cioèlnni, Peani,Nomi, Partenij' ,Ditiram
bi, efimiglianti.
Terzo, che vi furono rapprefentate Tragédie, con que'
medefimi ordini, che fi facea in Atene.
Quarto, che percio fare, i Re di Cipri, che erano piu, furono
tratti a forte per Choragi in guifa délie Tribu di Atene.
fi come fugia notato di Ariftide. L'Anriocliide vinfe
Ariftide fu Chorago, & Archeftrato infegnô,tioè fu il Poe
ta compofitor délia Tragedia, o Protagomtta.
Quintoche fraiRedi Cipri tratti Choragi a forte a due

_4ç£ D EL L U T 0 E T I C Jt.
d'efsitoccarono.puretrattia forte due Protagoniftii più
famofi Atenodoro, eTeflalo.
Sefto,che i Choragi fecero la fpefa dei fuo,xome Ariftide
fattohauea.
Settimo che a quelle rapprefentazioni vi erano piu giudici.
Ottauo, chei giudici, faccano il giudicio a vorî.
Nono che Atenodoro , eTeflalo erano per fe ciafcuno
giaapprouati Protagonifti. Echeinquefto agone furono
antagonifti.
Decimo, che Atenodoro, hauea obligo con gli Ateniefi,
o per eflerelor cittadino, o lor falàriato. ETeflalo non
l'era. ,
Vndecimo che vi fu Agone anche di Comédie per quello,
che foggiugne.
Licone Scarfenfe, piacendo alTeatro, t>n*erfb frapofè nella Cotnedia,
contenente dimanda dix.talenti, fatridendo^dleffandro gliele
àiedeu.
Oue ben è chiaro cheLicone era in qucllaComedia Pro
tagonifta. manonfivedegiachealle Comédie vifoflero
Choragi. Se non forte erano imedefimi, che nelle Tragédie-»
.
IL F J Ti, E.
/

4°7
E R R O R I O C C O R S I NELLO
ilampare,che potcano guaftarc fenfo.
Errori Correggi
Errori Corrcggi
crcdenti, almeno z credentifie-gradita, Eli Hgdi 184 Egide
( almeno ma non co tanto 194 ma non tanto
proferti 6 ptofeti
corepofei98 comprefe
mouete i; mouere
E piu dato • 98 e Pindaro
chiudere 20 ihiudete di quella cima 210 di quella délia cim»
nouatore 22 trouatore 0 fplenni 221 e fplendida
giunfe
che giunfe Tallo 138 Fallo
racorre 38 raccorre fi puo noiln la tëperâiaijj m noi la tempérant»
in Iignaggio 42 il Iignaggio modum lis 23c modulis
contaua 45 cantaua che folp 23$ che non fol*
fogno %6 fonno
vooo 245; uopo
traTilîà 58 eraTifia ftudio 156 ftadio
dato gia dato hauea già Galeai;? Gela
corr5p eiTe a coftumi i coftumi con TA me prifeo 163
come Paufania 110 come Paufania affer OTTO titolo 2«7
contendercprHc»
di Pirrojio di fcpiro (ma furono fentire 270
fotto tito lo
Egemone fado 118 vàpofto nel fecolo Troco di 324
fanno fentire
(auanti Ariftotile ne di Bacco 34;
Troco di Teodofio
Erdocla 128 Buaocia
Crueti 248
ma di Bacco
Brutolo 151 Bruto lo
e gli diuin 349
Cureti
fanltà Ateneo 164 fanità che Ateneo 1 rifpofi 352
& ildiuino
Aulodefti i6t aulodici
gh diffe 378
i ripofi
adunque orato 168 adunque ftato argomento a 379
gii deife
da Eumelo 170 da Archiloco furono ci 379
aigomenta'
furono giudici
fattaterni 176 fottakerni. » chori a chori 308 a chori.
I piu leggieri fi lafeiano alla diferezione de Lettori.