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STAMPA - Associazione Italiana Genitori

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SPED ABB. POSTALE - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art .1 comma 1, DCB Brescia - Tassa riscossa/Taxe percue<br />

Periodico dell'<strong>Associazione</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>Genitori</strong> A.Ge. - Anno XXII - n. 2 - Febbraio 2009<br />

I R<br />

ONLUS<br />

Anno XXII - Numero 2 - Febbraio 2009<br />

Mensile di approfondimento dell’<strong>Associazione</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>Genitori</strong><br />

<strong>STAMPA</strong><br />

ONLUS


ONLUS<br />

2<br />

Sommario<br />

2 Editoriale di D. Guarneri<br />

3 I genitori protagonisti nell’educazione<br />

di P. Cesaretti<br />

4 L’A.Ge. compie quarant’anni!<br />

5 Due giorni di formazione e amicizia di G. Nicolì<br />

6 Per una nuova alleanza famiglia-scuola<br />

a cura della redazione<br />

7 Il “bene comune”, una definizione in divenire<br />

a cura della redazione<br />

9 Chi garantisce i bambini?<br />

di M. Fagiolo D’Attilia<br />

11 Da internet ai social network di E. Manduca<br />

12 La scuola: relazioni umane o virtuali?<br />

di L. Santoro<br />

13 Ascensori sociali: oggi se ne sente la<br />

mancanza di M. Saiani<br />

14 Pensando ad Eluana Englaro<br />

A.Ge. Locali<br />

15 A.Ge. Bottanuco: sei mesi di intenso lavoro<br />

16 A.Ge. Acerra: Raccontami… storie, fiabe e<br />

leggende sul Natale di G. Di Capua<br />

16 Con A.Ge. Arenzano il gusto della salute<br />

di Dr. Hilke Kracke<br />

17 Da A.Ge. Lecco un sostegno alla casa<br />

circondariale<br />

17 A.Ge. di Aulla: la Shoah raccontata agli<br />

studenti di R. Manzani Di Goro<br />

18 Benessere a scuola: realtà ed esperienze<br />

nuove di G. Destro<br />

19 I genitori freschi di… diploma dell’A.Ge.<br />

di Bascapè<br />

19 A.Ge. Avetrana, quando il volontariato<br />

è scelta di vita<br />

20 Perché iscriversi all’A.Ge.?<br />

Febbraio 2009<br />

Direzione Amministrativa:<br />

Via Aurelia 796 - 00165 ROMA<br />

Tel 06.66514566 - Fax 06.66510452<br />

Direttore Responsabile:<br />

Valeria Gasperi<br />

E.mail: redazione@age.it<br />

Sito Internet: www.age.it<br />

Registr. Trib. Roma n° 519/88 del 18.10.88<br />

Abbonamento annuo:<br />

€ 20,00 per i non soci<br />

c/c postale 15359003<br />

codice IBAN IT19 Z076 0103 2000 0001 5359 003<br />

c/c bancario 1000/1369 Banca Prossima<br />

codice IBAN IT05 W033 5901 6001 0000 0001 369<br />

Progetto grafico: Elena Conter<br />

Fotocomposizione e stampa:<br />

Com&Print s.r.l. Brescia<br />

Editoriale<br />

di Davide Guarneri<br />

presidente@age.it<br />

La cronaca delle scorse settimane impone una riflessione<br />

a noi che, in quanto genitori, vorremmo lasciare<br />

ai nostri figli il mondo un poco migliore di come l’abbiamo<br />

ricevuto: la cronaca, appunto, descrive (talora<br />

nei particolari, quasi morbosamente) disgustosi ed esecrabili<br />

episodi di violenza e stupro perpetrati nei confronti<br />

di donne, giovani, ragazze.<br />

Raramente la cronaca si pone dal punto di chi ha<br />

subito la violenza, spesso cerca un colpevole, così che<br />

le nostre coscienze siano tacitate: perché “la gente”<br />

vuole risposte, subito, e vuole controlli, misure severe,<br />

condanne, così che, passato e rimosso un episodio,<br />

l’attenzione voracemente possa rivolgersi al consumo<br />

di altre notizie.<br />

Poco importa di quel che resta, negli anni, in quell’anima<br />

violata, dopo che i riflettori si sono spenti.<br />

Eppure dovremmo soffermarci e interrogarci sul<br />

desiderio di possesso che prende molti: se ogni bene,<br />

soprattutto nell’opulenta società occidentale, pare disponibile,<br />

senza sforzo e in ogni momento, che succede<br />

di fronte ad un diniego, ad una indisponibilità? Perché<br />

non dovrei fruire di ciò che, in fondo, mi pare dovuto?<br />

Pare di leggere, dietro molte violenze, quell’abitudine<br />

a considerare identicamente cose, persone, relazioni.<br />

“Non sappiamo perché - dichiarano alcuni violentatori<br />

- ma quando l’abbiamo avuta davanti non ci siamo<br />

fermati”. In altre parole, cercavamo qualche euro e<br />

un telefonino, ci siamo presi una persona.<br />

A ben poco serviranno i pur necessari controlli.<br />

Ancor meno utili saranno le ronde di cittadini, magari in<br />

cerca di qualche notorietà.<br />

Se i nostri occhi e i nostri cervelli ad ogni ora sono<br />

bombardati dall’immagine di ragazzine ammiccanti; se<br />

il confine tra realtà e desiderio è sempre più labile; se i<br />

luoghi comuni della comunicazione pubblica si snodano<br />

ancora, come sempre, intorno al potere e alla forza,<br />

agli stimoli sensoriali, al denaro; se “tutto e subito”, meglio<br />

se di fretta, è il pensiero che guida economia, politica,<br />

organizzazioni, sistemi… forse è proprio il momento<br />

di fermarci, di scendere da questa folle corsa, respirando<br />

profondamente.<br />

Recuperiamo il senso della terra, i colori e i profumi.<br />

Riannodiamo il filo che lega i nostri sensi all’intelletto,<br />

le parole alle relazioni, le cause agli effetti. Riscopriamo<br />

la corporeità che è intrico complesso di carne e<br />

sensi, emozioni, pensieri, desideri, relazioni. Vera realtà.<br />

Non è reale un mondo in cui nessuno è mai sudato<br />

e tutti i corpi sono belli ed abbronzati: è reale il ritmo<br />

lento che i veri educatori ben conoscono, l’alternarsi di<br />

fatiche e successi, di passi avanti e ricadute. È reale un<br />

tempo che si snoda fra il giorno e la notte, il sonno e la<br />

veglia, non forzato e indistinto susseguirsi di eventi<br />

sempre sopra le righe. È reale il fatto che non tutte le<br />

domande trovino risposta. Che l’esperienza del limite<br />

sia quotidiana, e che riconoscerla ed accettarla sia autentica<br />

fortezza.


A.Ge. in festa<br />

L’A.Ge. compie quarant’anni!<br />

Invitati tutti gli associati e gli amici dell’A.Ge. a Roma, nei giorni 27-29 marzo 2009<br />

VENERDÌ 27 MARZO 2009<br />

13,00 Arrivo dei vari ospiti con mezzi propri presso l’Hotel IBIS Tor Vergata - Roma<br />

15,00 Registrazione dei partecipanti e sistemazione nelle camere<br />

16,00 Trasferimento con pullman al centro di Roma ed incontro con le autorità in una sede istituzionale.<br />

Invitati il Ministro dell’Istruzione on. Mariastella Gelmini e il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio<br />

con delega per la Famiglia sen. Carlo Giovanardi<br />

21,30 Serata in compagnia, con il “Fiuggi Family Festival”, presentato dal Direttore Gianni Astrei<br />

SABATO 28 MARZO 2009<br />

9,30 Convegno “40 anni di AGe: ispirazione chiara, per rinnovare la partecipazione”.<br />

Intervengono<br />

Fabrizia Antinori, ordinario di Filosofia dell’Educazione, Università di Padova<br />

Mons. Giacomo Canobbio, teologo<br />

Paola Dal Toso, docente di Storia dell’Associazionismo, Università di Verona<br />

Davide Guarneri, presidente nazionale A.Ge.<br />

Segue dibattito<br />

15,00 Visita libera alla città di Roma: saranno a disposizione i biglietti per i bus turismo con il programma “Stop and go”<br />

20.30 Serata di gala con aperitivi e varie degustazioni delle regioni italiane<br />

DOMENICA 29 MARZO 2009<br />

10,00 Trasferimento alla Basilica di S. Paolo Fuori le Mura per la Santa Messa<br />

Visita al complesso basilicale e Santa Messa celebrata dal Cardinale Zenon Grocholewski,<br />

Prefetto della Congregazione Vaticana per l’Educazione<br />

13.00 Pranzo e saluti<br />

ONLUS<br />

PER INFORMAZIONI: Segreteria Nazionale, Via Aurelia, 796 - 00165 Roma; Tel. 06.66514566; Fax 06.66510452<br />

www.age.it<br />

3<br />

ONLUS


ONLUS<br />

Educazione & Società<br />

di Pompilio Cesaretti<br />

cesaretti@age.it<br />

Nel corso della sua storia, l’A.Ge.,<br />

<strong>Associazione</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>Genitori</strong>, si è più<br />

volte ritrovata a dover rivendicare sia nella<br />

scuola sia nella società, la legittima<br />

presenza di valori educativi diversi per<br />

non dire opposti.<br />

L’<strong>Associazione</strong> non ha potuto “gustare”<br />

la meritata soddisfazione di una vittoria<br />

conseguita su un fronte, che ha dovuto<br />

subito impegnarsi su altri versanti.<br />

Molto tempo fa l’A.Ge. si è fatta carico<br />

di costruire, insieme alla Scuola, un<br />

progetto educativo comune, per dare una<br />

completezza ancor più proficua, ai programmi<br />

scolastici; ricordo, a tal proposito,<br />

il volumetto scritto dal nostro fondatore<br />

Ennio Rosini “La gente, l’educazione, la<br />

Costituzione”.<br />

Negli ultimi anni, soprattutto i più recenti,<br />

l’<strong>Associazione</strong> ha lavorato in sinergia<br />

con le scuole, per riflettere sull’importanza<br />

delle abilità cognitive e sulla necessità di verifiche<br />

oggettive e calibrate dei risultati.<br />

L’A.Ge. continua ad affiancare le famiglie perché<br />

possano raggiungere appieno la consapevolezza del<br />

proprio ruolo educativo, svolgendo così una funzione<br />

4<br />

I genitori protagonisti dell’educazione<br />

E l’A.Ge. continua ad affiancare le famiglie<br />

equilibratrice e compensativa rispetto alle offerte della<br />

società e della scuola stessa.<br />

La famiglia oggi deve spesso fare da contrappeso<br />

a ciò che le agenzie educative propongono. La scuola,<br />

in questi anni, non sempre è riuscita a diventare<br />

una comunità armonica, anzi<br />

conferma un “comportamento pendolare”<br />

tra due funzioni alterne ed esasperate:<br />

quella educativa-socializzante e quella<br />

istruttiva-professionale. Sembra, al di là<br />

delle ipotesi e dei pensieri di alcuni pedagogisti,<br />

che la scuola si collochi in posizione<br />

subalterna e quasi di dipendenza,<br />

rispetto ai mutamenti culturali ed economici<br />

della società.<br />

In questo contesto deve confermarsi<br />

la tesi vincente che l’A.Ge. ha da sempre<br />

sostenuto: la famiglia è per eccellenza<br />

il soggetto sociale, capace per sua natura,<br />

di svolgere il ruolo di filtro pedagogico<br />

“tra il dentro e il fuori” in un rapporto<br />

dialettico, senza sovrapposizione né<br />

identificazione, con la realtà scolastica. I<br />

valori fondamentali della vita familiare come<br />

l’amore, la dedizione, l’accoglienza,<br />

l’ascolto, devono essere i cardini di ogni<br />

atto educativo. L’A.Ge. ha fondato il suo<br />

progetto su questi ideali e con essi continuerà<br />

la sua missione.


Vita Associativa<br />

di Gianni Nicolì<br />

scuola@age.it<br />

Due giorni di formazione e amicizia<br />

Metti che… Davide Pedrazzani, in<br />

quanto responsabile A.Ge. della Formazione,<br />

ti organizzi uno strepitoso fine settimana il 7<br />

e l’8 febbraio nello splendido scenario della<br />

Corte dei Settefrati di Rodigo (Mantova) e<br />

che ventisei soci, provenienti da varie parti,<br />

aderiscono all’iniziativa;<br />

metti che il Presidente nazionale Davide<br />

Guarneri e il responsabile dell’Ufficio nazionale<br />

scuola dell’associazione Gianni Nicolì<br />

interagiscano con i qualificati e motivati convenuti<br />

per approfondire le tematiche che più<br />

ci stanno a cuore;<br />

metti pure che ti viene chiesto, in un gioco di<br />

simulazione, come ti immagini metaforicamente<br />

la tua associazione… ti vengono fuori<br />

delle cose molto interessanti.<br />

Qualcuno se la pensa come una risorsa per la famiglia<br />

e la società con rappresentazioni tipo: cassetta<br />

degli attrezzi, astuccio dei colori, libro e armadio, dove<br />

trovare le cose utili.<br />

Altri la vedono come l’unione del molteplice e del<br />

diverso ben armonizzati con immagini della rosa (quindi<br />

tanti petali), della pianta fruttuosa (quindi tanti rami), dell’arcobaleno,<br />

della tavolozza e così via…<br />

Per non parlare poi del paravento e della noce di<br />

cocco, che pure è un frutto, che esprimono difesa e protezione,<br />

ma che nascondono o contengono anche cose<br />

buone.<br />

Meno rappresentato, ma non per questo meno importante,<br />

il concetto di crescita manifestato dal lievito e<br />

trasversalmente ancora dall’immagine della pianta, che<br />

ha avuto più di un sostenitore.<br />

Al primo posto i mezzi di locomozione e trasporto:<br />

siamo un popolo<br />

di viaggiatori! La<br />

nave, la carrozza<br />

ferroviaria, la giostra,<br />

il trekking e,<br />

udite udite, la<br />

macchina che non<br />

si ferma mai, danno<br />

proprio l’idea<br />

che scegliamo un<br />

mezzo, cioè l’associazione<br />

e un<br />

percorso comuni<br />

per andare insieme,<br />

su progetto<br />

condiviso, verso<br />

lo stesso orizzonte<br />

ideale.<br />

Interessante<br />

è raffigurarsi l’associazione come uno specchio, immagine<br />

della società e attraverso il quale vedere i processi<br />

sociali.<br />

Si è fatto notare che ognuna di queste “icone” non<br />

è né autonoma né statica, ma richiede il principio di cura<br />

e di guida se si vuole correttamente orientarle ed ottenere<br />

validi risultati. Inoltre si è constatato che questi principi<br />

sono quelli che costituiscono la forza, la coesione e<br />

l’incisività di un sistema sano e funzionale come l’A.Ge.<br />

intende essere. Difatti questi requisiti si richiamano e si<br />

sostengono l’un l’altro dichiarando l’identità associativa.<br />

Sarà l’effetto del gioco, sarà la profondità della formazione<br />

seguita, sarà la ricchezza della discussione,<br />

l’efficacia della condivisione e la bellezza dell’incontro,<br />

sarà il posto ameno, sarà l’ottimo cibo, sarà il prezzo<br />

buono, sta di fatto che molti, alla fine, hanno scaldato e<br />

lavato le loro immagini nell’acqua bollente delle terme vicine,<br />

meditando con soddisfazione sul prossimo incontro<br />

formativo, che non nasconde anche i suoi espliciti<br />

obiettivi di relax e di amicizia. Grazie a chi ha così ben<br />

organizzato e… alla prossima! Voci ben informate parlano<br />

di obiettivo sud e poi centro, ma non fermaimoci, le<br />

cose belle vanno godute!<br />

5<br />

ONLUS


ONLUS<br />

a cura della redazione<br />

redazione@age.it<br />

Tradizionalmente, negli scorsi anni, si celebrava in<br />

ottobre la Giornata europea dei <strong>Genitori</strong> e della Scuola,<br />

promossa dall’EPA, l’<strong>Associazione</strong> delle Associazioni europee<br />

dei <strong>Genitori</strong>.<br />

Promosse in Italia sei edizioni, la VII Giornata è stata<br />

celebrata diversamente, lo scorso 17 febbraio, a partire<br />

da un convegno, presso il Ministero dell’Istruzione, sul<br />

tema “Per una nuova alleanza Scuola – Famiglia”; seguiranno<br />

iniziative regionali, che le Direzioni sono state invitate<br />

a promuovere con lettera del Ministro, del 12 febbraio<br />

2009.<br />

È, inoltre, a disposizione delle scuole e delle associazioni<br />

un pregevole “Quaderno del Patto di corresponsabilità<br />

educativa”, che racchiude gli interventi del Convegno<br />

(Maria Rita Parsi, don Antonio Mazzi, i presidenti<br />

delle associazioni che costituiscono il FoNAGS, il Ministro<br />

dell’Istruzione on. Mariastella Gelmini), la presentazioni<br />

di “buone pratiche” da scuole di Puglia, Toscana e<br />

Lombardia selezionate dal Ministero, un approfondimento<br />

del prof. Piero Cattaneo e un’ampia appendice normativa.<br />

Al Convegno del 17 era presente una piccola rappresentanza<br />

di ogni associazione di genitori aderente al<br />

FoNAGS, insieme a docenti, genitori e studenti delle<br />

scuole che hanno presentato la loro esperienza di patto<br />

di corresponsabilità educativa; presente, inoltre, una delegazione<br />

dell’Istituto comprensivo di Lonigo (VI), nel<br />

quale sta nascendo, appartenente alla “famiglia A.Ge”,<br />

un’associazione di genitori e insegnanti, che hanno scelto<br />

di condividere stabilmente la corresponsabilità dell’essere<br />

adulti che si<br />

fanno carico insieme<br />

dell’educazione.<br />

Il Presidente<br />

dell’A.Ge., Davide<br />

Guarneri, intervenendo<br />

sulle condizioni<br />

che rendono<br />

possibile il patto di<br />

corresponsabilità,<br />

“poiché il “patto”<br />

non è un atto intellettuale,<br />

né di per sé<br />

avviene in modo<br />

spontaneo”, ha sottolineato<br />

che è necessario<br />

un confronto<br />

“serio, se necessario<br />

spigoloso,<br />

ma costruttivo, fra<br />

adulti, così che i<br />

6<br />

Scuola<br />

Per una nuova alleanza famiglia-scuola<br />

Al Ministero dell’Istruzione una giornata di studio, da rilanciare nel territorio<br />

Patti di corresponsabilità educativa tra scuola e genitori<br />

non si esauriscano in una presa d’atto delle norme in vigore<br />

nella scuola o delle sanzioni pecuniarie a carico dei<br />

genitori per atti di vandalismo dei figli”.<br />

Tema, quello del confronto che realizza un accordo<br />

sui valori fondanti la comunità educativa, ripreso in tutti<br />

gli interventi e le esperienze, e rilanciato in chiusura dal<br />

Ministro dell’Istruzione, on. Mariastella Gelmini. “Nell’educazione<br />

– ha detto il Ministro - nessuno si può chiamare<br />

fuori, e nessuno ha ricette precostituite: i ragazzi<br />

non vanno lasciati soli nella fatica del crescere, e ciò necessità<br />

che scuola e famiglia sviluppino fra loro rispetto,<br />

stima, reciproca legittimazione”.<br />

La quotidianità della vita scolastica, le scelte organizzative<br />

e gestionali, la crudezza di alcune realtà locali<br />

certamente mettono a dura prova gli auspici emersi dalla<br />

Giornata del 17 febbraio: non limitandoci all’elencazione<br />

dei problemi, si conferma la risorsa di valore dell’associazionismo<br />

dei genitori che, concretamente, vive le situazioni,<br />

senza pregiudizi e superando gli individualismi<br />

familiari, di piccolo gruppo, geografici.


Educazione & Società<br />

Il “bene comune”, una definizione in divenire<br />

Un seminario “promosso dal Tavolo interassociativo per l’educazione,<br />

cui partecipa intensamente anche l’A.Ge.<br />

Proponiamo qui la parte conclusiva di uno degli interventi, predisposto da alcune associazioni<br />

a cura della redazione<br />

redazione@age.it<br />

Si parla ormai da tempo in<br />

Italia di “emergenza educativa”,<br />

ma preferiamo parlare di “sfida<br />

educativa”, relativa non solo ai più<br />

giovani, il cui disagio è spesso sotto<br />

gli occhi di tutti. Pensiamo al<br />

senso di cittadinanza diffuso tra i<br />

più grandi, dai giovani precari agli<br />

adulti lavoratori ed in pensione. È<br />

una crisi di appartenenza, di senso<br />

del bene comune, che riguarda il<br />

complesso processo di costruzione<br />

delle identità personali e collettive e<br />

che richiede un rinnovato impegno<br />

educativo e formativo. Occorre ripartire<br />

innescando cicli virtuosi di esperienza<br />

e prassi educative che facciano<br />

riscoprire il senso di appartenenza<br />

e di cittadinanza, che portino a far<br />

proprio uno stile per vivere da protagonisti<br />

e non da inquilini, non da turisti di passaggio nelle<br />

nostre città e tra le nostre strade. Per innamorarsi del<br />

bene comune non occorre che farne esperienza e ci si<br />

allena a questa pratica faticosa di virtù solo nelle concrete<br />

situazioni di convivenza. Il bene comune si matura<br />

in un tessuto relazionale comunitario: se non si sperimenta<br />

in comunità, se non si condividono esperienze di<br />

relazione anche diverse fra di loro, l’idea e il desiderio di<br />

qualcosa da porre come valore accomunante si smarrisce.<br />

Non ci si difende rinserrando le fila, ma condividendo<br />

comunità. Ed una quotidiana esperienza di convivenza<br />

civile, la prima che si incontra da adolescenti, è certamente<br />

la scuola, il cui primo compito dovrebbe essere di<br />

educare le nuove generazioni non ad un sapere astratto,<br />

a collezionare contenuti di cui riempirsi la testa, ma ad<br />

una sapienza che faccia sentire responsabili della comunità<br />

e del mondo in cui viviamo. Alla scuola oggi tocca<br />

avviare un processo di educazione, e non solo di apprendimenti<br />

e competenze che, da soli, non fanno la<br />

persona. La scuola come esperienza di comunità educante,<br />

democratica, corresponsabile, è un prezioso laboratorio<br />

di incontro con la diversità, di allenamento al<br />

dialogo, al confronto, anche quando è scontro, alla condivisione<br />

della responsabilità di portare avanti insieme le<br />

sorti della vita scolastica. Saper comunicare per costruire<br />

reti di significato e di comunità, incanalare energie e<br />

pulsioni personali verso direzioni condivise, sperimenta-<br />

re in modo sempre più autentico l’umanità che si colora<br />

della diversità di ciascuno e che si gusta nell’incontro reciproco,<br />

ecco come educazione al bene comune si traduce<br />

quindi innanzitutto in esperienza, esperienza di relazioni,<br />

esperienza di scambi. Per questo la scuola è un<br />

bene comune: perché educa al bene comune. Vanno<br />

preservate la sua esperienza, la sua missione formativa,<br />

la sua vocazione educativa. In questa comune responsabilità,<br />

non si può non far rete tra le diverse risorse<br />

chiamate a questo compito educativo. Non si tratta di<br />

introdurre logiche di mercato nel sistema formativo, ma<br />

di aprirsi alla corresponsabilità della comunità civile ai<br />

compiti formativi della scuola. All’inizio di un nuovo anno<br />

scolastico vale la pena di investire ancora attese e speranze,<br />

vale la pena continuare l’impegno educativo,<br />

scommettere ancora sulla scuola, chiedendo più attenzione<br />

al mondo politico, più risorse economiche e serietà<br />

nella gestione dell’istituzione. Ma sono necessari anche<br />

impegno e convinzione rinnovati, da trasmettere ad<br />

allieve e allievi che vanno ad affollare aule e banchi. Affinché<br />

il processo formativo possa coinvolgere radicalmente<br />

la responsabilità (e corresponsabilità) del singolo,<br />

occorre ricentrarsi sulla soggettività dell’educando, sulla<br />

sua compartecipazione educativa, sul suo protagonismo,<br />

non inteso in senso individualista, ma come esercizio<br />

di corresponsabilità. È questo stile di fedeltà alla propria<br />

coscienza quello che lo studente ha l’occasione di<br />

7<br />

ONLUS


ONLUS<br />

imparare a scuola, per poi<br />

poterlo sperimentare nella<br />

vita, nella città, nella vita da<br />

cittadino. Contribuire, da<br />

protagonisti, al bene comune<br />

della propria scuola è il<br />

primo allenamento perché si<br />

possa compartecipare, da<br />

cittadini, al bene comune<br />

globale.<br />

Ma oltre ad essere stile<br />

quotidiano di vita tra i banchi<br />

di scuola, l’educazione<br />

al bene comune deve anche<br />

concretarsi in uno specifico<br />

percorso formativo, in quell’educazione<br />

civica su cui si<br />

concentrano le attese di tutti,<br />

attenzione formativa trasversale<br />

che può attuarsi<br />

anche attraverso percorsi<br />

concreti di servizio, sperimentazioni<br />

di cittadinanza,<br />

“ingressi ufficiali” della comunità civile nella scuola… e<br />

viceversa. Sono percorsi attraverso cui incontrare il territorio,<br />

la verità locale, conoscere realtà di servizio e volontariato,<br />

sperimentare i primi rudimenti di democrazia.<br />

Occorre passare dall’educazione all’azione civica, insomma.<br />

Vi è una educazione al bene comune che<br />

riguarda in modo speciale il periodo tipico della educazione<br />

dell’uomo - l’infanzia, l’adolescenza, la giovinezza<br />

- e vi è una educazione al bene comune che deve<br />

proseguire. Vi è una educazione di fondo alla consapevolezza<br />

delle responsabilità sociali e vi è una educazione<br />

specifica che si incarna nella concretezza dell’esperienza<br />

di cittadinanza. Educare al senso del bene comune<br />

vuol dire formare l’uomo ad una lineare aderenza ai principi<br />

della convivenza umana e allo stesso tempo non<br />

astrarlo dal senso storico, cioè dalla capacità di cogliere<br />

il modo nel quale quei principi possono trovare applicazione,<br />

nella vita di tutti i giorni, tra le strade dell’uomo.<br />

Ed è il lavoro l’ambiente di vita che più a lungo si è chiamati<br />

ad abitare, un’esperienza di vita che chiama anche<br />

a scelte responsabili. Vivere infatti la professione in<br />

un’ottica consapevole e problematica, mantenendo capacità<br />

di scelta autonoma e responsabile, è contribuire a<br />

costruire il bene comune. Occorre una seria disciplina<br />

etica per il superamento della tentazione di comportamenti<br />

non responsabili o rinunciatari rispetto alla globalità<br />

dei problemi che al proprio lavoro sono connessi, un<br />

esercizio faticoso che coinvolge la piena responsabilità<br />

dell’individuo. In questo senso, anche il lavoro chiama<br />

ad un impegno educativo. Occorre infatti attivare percorsi<br />

e prassi di “orientamento al lavoro” per i giovani che si<br />

affacciano al mondo del lavoro, orientamento che non si<br />

deve ridursi però a corsi di pratiche e tecniche per barcamenarsi<br />

tra curriculum e diverse professioni, che non<br />

orienti semplicemente alla domanda “che cosa voglio fare?”,<br />

ma che sposti il discernimento sul “cosa voglio essere”.<br />

Educare al lavoro come vera e propria vocazione,<br />

che chiama ad impegni di fedeltà e di coscienza, è<br />

l’obiettivo alto a cui vogliamo portare i giovani di questa<br />

generazione. Un ambiente di vita che occorre prepararsi<br />

ad abitare e con una certa consapevolezza. Oggi il per-<br />

8<br />

corso lavorativo non è più lineare.<br />

Il destino professionale<br />

viene gestito soggettivamente,<br />

la carriera diventa<br />

una traiettoria individuale,<br />

che il soggetto costruisce<br />

interagendo via via con le<br />

opportunità e gli ostacoli<br />

che incontra. Una gara<br />

competitiva, un’avventura<br />

vissuta in traversata solitaria,<br />

per cui il giovane lavoratore<br />

spesso si ritrova solo,<br />

individualizzato, tante volte<br />

trapiantato in un altro contesto<br />

territoriale, culturale,<br />

sociale. L’atmosfera di competizione<br />

che si respira nell’ambiente<br />

che lo circonda<br />

rischia di fargli smarrire la<br />

preziosa solidarietà che nasce<br />

di solito spontaneamente<br />

tra le persone che<br />

condividono una stessa passione lavorativa, lo stesso<br />

posto di lavoro. Occorre ridare ai giovani e ai lavoratori<br />

in genere la speranza che è possibile vivere il lavoro come<br />

esperienza di condivisione, di arricchimento. La crisi<br />

finanziaria globale ha dimostrato una volta per tutte che<br />

il sistema economico non funziona senza valori. Ci è<br />

toccato fare i conti con l’ovvia non coincidenza fra sviluppo<br />

economico e sviluppo umano, tra bene privato e<br />

bene comune. È un naturale principio economico che<br />

deduciamo dalla nostra quotidiana esperienza quello per<br />

cui è giocoforza che la casalinga che esce di casa per<br />

recarsi a fare la spesa, non può e non deve interessarsi<br />

al bene del macellaio o del fruttivendolo, ma cercare solo<br />

il proprio interesse. È emersa la frattura tra mercato e<br />

società civile, fra mercato e realtà di un benessere che<br />

non si rispecchia nei valori di borsa: lo strumento economico<br />

inventato dall’uomo per la propria promozione è diventato<br />

fine a se stesso. Per di più, al momento in cui<br />

questa grave crisi attraversata ne ha dimostrato la caducità,<br />

è imploso, dovendo ricorrere per salvarsi all’aiuto<br />

dello Stato, quale garante del bene comune. Sostenibilità<br />

significa equilibrio tra lavoro, tempo libero e tempo<br />

dedicato alle relazioni, significa anche dare un volto, una<br />

“prossimità” alle relazioni economiche. Difficile applicare<br />

l’insegnamento del Buon Samaritano se non riesco a focalizzare<br />

esattamente su chi si riversano concretamente<br />

le conseguenze delle mie scelte economiche.<br />

La sfida del bene comune oggi, anche a causa della<br />

crisi economica, è la vera sfida dei paesi occidentali.<br />

La parola chiave per una soluzione probabilmente sarà<br />

la sussidiarietà, da sostituire o integrare al welfare, promuovendo<br />

le organizzazioni che “dal basso” si danno<br />

una missione di assistenza sociale. Sussidiarietà necessaria<br />

per passare da una dimensione burocratica dello<br />

Stato somministratore di servizi ad un’organizzazione<br />

che tenga conto dell’aspetto relazionale, della interazione<br />

tra fornitore e fruitore delle prestazioni. Eliminando la<br />

distanza tra fornitore e fruitore di servizi, si promuove<br />

l’inclusione e la prossimità. La sussidiarietà è il metodo<br />

che consentirà di dare fioritura alla società civile. Con la<br />

corresponsabilità di tutti.


Minori & Media<br />

Chi garantisce i bambini?<br />

I genitori hanno il diritto-dovere di chiedere un’offerta televisiva di qualità<br />

di Miela Fagiolo D’Attilia<br />

Rappresentante A.Ge.<br />

nel Consiglio Nazionale degli Utenti<br />

“Insomma, a cosa servono questi comitati per la<br />

tutela dei piccoli spettatori?”. La domanda è ricorrente e<br />

non certo priva di fondamento. Personalmente, lavorandoci<br />

dentro da anni, mi sono abituata a rispondere: “La<br />

situazione sarebbe certamente peggiore se non esistessero”.<br />

Risposta “politicamente corretta” perché come<br />

genitori abbiamo il diritto-dovere di esprimere disappunto<br />

e condanne, ma abbiamo anche il dovere di partecipare,<br />

nella misura in cui sentiamo che ci è possibile, a<br />

chiedere il miglioramento della qualità dell’offerta televisiva<br />

per i nostri figli e non solo.<br />

Nel mondo dei media tutto cambia rapidamente,<br />

se è vero che un anno solare equivale a quattro anni internet.<br />

Proprio internet sta prendendo il posto occupato<br />

un tempo dalla televisione con tutte le incognite<br />

aperte del caso, vista la difficoltà di controllare la navigazione<br />

in rete.<br />

Come ha ricordato anche Benedetto XVI, nel messaggio<br />

alla “generazione digitale” in prossimità della<br />

43esima Giornata mondiale delle comunicazioni sociali<br />

(24 maggio 2009), internet e le sue potenzialità sono anche<br />

un grande “dono per l’umanità”. Sempre che si rispettino<br />

le regole di un uso positivo del mezzo, anche<br />

grazie a strumenti di controllo istituzionali. “A voi, giovani,<br />

che quasi spontaneamente vi trovate in sintonia<br />

con questi nuovi mezzi di comunicazione, spetta in particolare<br />

il compito della evangelizzazione di questo ‘continente<br />

digitale’”, ha detto il Papa.<br />

Proprio le parole di Benedetto XVI ci introducono al<br />

tema della necessaria supervisione di questo come di altri<br />

new media da parte delle famiglie, degli educatori e di<br />

apposite Istituzioni dello Stato.<br />

La sostituzione da parte dell’Autorità per le Garanzie<br />

nelle comunicazioni (Agcom) dello scomparso<br />

Emilio Rossi con Franco Mugerli alla presidenza del<br />

Comitato Media e Minori apre nuovi orizzonti di speranza<br />

e di attività nel campo della tutela dei minori. Tale<br />

comitato -che ha come vice presidente il magistrato<br />

Paolo Bafile ed è composto da cinque<br />

esperti designati dal Ministero delle attività<br />

produttive, da cinque designati<br />

dal Consiglio Nazionale degli Utenti e<br />

da altrettanti designati dalle emittenti<br />

radiotelevisive- si occupa attualmente<br />

solo di tematiche e sanzioni nei confronti<br />

dei programmi televisivi che offendono<br />

la sensibilità dei minori.<br />

Proprio auspicando un allargamento<br />

di attività, il Consiglio Nazionale<br />

degli Utenti presso l’Agcom ha elaborato<br />

un documento con alcune proposte<br />

positive per un nuovo e più efficace sistema<br />

di regolamentazione della materia,<br />

in quattro ambiti di riferimento (oltre alla<br />

tv anche internet, video-tv-telefonia,<br />

videogiochi) per una reale tutela dei<br />

9<br />

ONLUS


ONLUS<br />

diritti dei minori nel campo delle comunicazione.<br />

Il documento del CNU prende il via dal Codice Media<br />

e Minori presentato dal ministro per le Comunicazioni<br />

Paolo Gentiloni durante il precedente governo e<br />

lo allarga con una maggiora attenzione agli aspetti<br />

sanzionatori, che di fatto restano in ombra quando si<br />

parla dell’applicazione di codici di autoregolamentazione.<br />

Va chiarito che un codice di autoregolamentazione<br />

vede il fornitore di servizi e prodotti audiovisivi<br />

darsi da solo un sistema di norme in grado di mettere in<br />

atto comportamenti virtuosi, che sarebbe meglio definire<br />

nella maggior parte dei casi, virtuali. E’ ad esempio, nel<br />

caso del codice Pegi (Pan European Game Information)<br />

che le major produttrici dei videogiochi si sono date sulla<br />

base delle direttive europee e del sistema di valutazione<br />

televisiva olandese Nicam. L’ampia diffusione di<br />

videogiochi con contenuti violenti mette ben in luce<br />

come il codice Pegi sia di fatto un enunciato<br />

di buoni propositi che, in<br />

mancanza di un corrispondente<br />

sistema di monitoraggio<br />

e sanzioni, produca<br />

vantaggi più all’industria<br />

che non agli utenti del<br />

videogioco, in particolare se<br />

si tratta di minori.<br />

Con l’avvento dell’era<br />

del digitale terrestre mezzi, e<br />

messaggi sono destinati ad<br />

interagire sempre di più l’uno<br />

con l’altro, rendendo più difficile<br />

monitoraggio e applicazione<br />

di sanzioni. In questo<br />

scenario lo Stato non può<br />

tradire il ruolo di primo<br />

“garante” della crescita equilibrata<br />

del cittadino- minore, mettendo in moto organismi<br />

in grado di poter procedere non solo “ex post”, ma di<br />

prevenire la diffusione di materiali inadatti a questa fascia<br />

d’utenza.<br />

È quindi ormai improrogabile la necessità di uniformare<br />

i vari campi-televisione, internet, videogiochi e<br />

telefonia - sotto un nuovo assetto normativo con un sistema<br />

unitario di norme che possano agglomerare, sotto<br />

il sistema della co-regolamentazione, i vari ambiti mediatici<br />

usati dai minori.<br />

Il nuovo Codice Media e Minori ha in prospettiva il<br />

merito di accorpare, coordinare ed uniformare una pluralità<br />

di fonti, creando una nuova istituzione che, per<br />

competenze e funzioni, può meglio rispondere alle<br />

nuove sfide della multimedialità. La stessa struttura<br />

Codice Media e Minori appare giustamente segmentata<br />

in vari settori, al fine di monitorare più attentamente ogni<br />

campo, con la creazione di “sottocomitati”: un primo<br />

10<br />

dedicato a TV e Minori, un secondo ad Internet e Minori,<br />

un terzo a Telefonia - Videofonia e Minori, un quarto a<br />

Videogiochi e Minori. Un approccio organico ed efficace<br />

per fare ordine in un campo dagli orizzonti smisurati<br />

come quello della multimedialità e dei suoi scenari futuri.<br />

La spinta che il Consiglio Nazionale degli Utenti sta<br />

dando in questa direzione vede convergere il consenso<br />

di numerose associazioni e istituzioni che hanno a cuore<br />

la tutela dei minori e il buon livello del prodotto mediatico<br />

in circolazione. Primo fra tutti il comitato “TV e minori”<br />

della Federazione Radiotelevisioni, di creazione<br />

precedente a quello che porta lo stesso nome in attività<br />

presso il Ministero delle attività produttive. Questo comitato<br />

(a torto definito “piccolo”) raccoglie una rappresentanza<br />

di associazioni di utenti, editori televisivi e<br />

genitori, tra cui, ovviamente l’A.Ge., presente da tempo<br />

attraverso l’attività di<br />

Chiara Anguisssola.<br />

Nell’insieme, il coordinamento<br />

di queste realtà<br />

istituzionali è un farraginoso<br />

“work in<br />

progress”. Da tempo,<br />

dalle associazioni e dallo<br />

stesso Cnu sono stati<br />

sollevati dubbi sull’effettiva<br />

operatività ed efficacia<br />

dei Comitati che<br />

operano nel settore media<br />

e minori, rilevandone<br />

– a seconda dei<br />

casi – la limitata, o assoluta<br />

inadeguatezza.<br />

L’introduzione del<br />

Codice Media e Minori potrebbe<br />

dare nuovo impulso all’intero apparato, coinvolgendo<br />

nell’applicazione istituzioni diverse, associazioni di<br />

genitori, educatori, aziende, editori televisivi, producers<br />

del web. Solo con la responsabilizzazione di tutte le<br />

parti in questione si può impostare un serio impianto<br />

normativo di co-regolamentazione e solo attraverso la<br />

valutazione da parte di istituzioni preposte si può dare<br />

convalida effettiva all’autocertificazione dei produttori<br />

di infotainement. Parole un po’ obsolete con cui dobbiamo<br />

imparare a familiarizzare se non vogliamo restare<br />

tagliati fuori dalla rivoluzione mediatica che è già entrata<br />

nelle nostre case.<br />

Qualora un genitore verifichi violazioni al Codice<br />

di Autoregolamentazione TV e Minori, è possibile inviare<br />

una “segnalazione di infrazione”. All’indirizzo<br />

www.comunicazioni.it/tutela_minori/comitato_media_e<br />

_minori le informazioni opportune e il modulo da compilare<br />

COLLABORATE CON NOI!<br />

La redazione di A.Ge. Stampa v’invita a far conoscere iniziative, eventi, notizie che vi riguardino.<br />

Vi chiediamo d’inviare, entro il 15 del mese precedente a quello della pubblicazione, all’indirizzo<br />

redazione@age.it i vostri file di word, corredati quando possibile da file d’immagine in formato .jpg<br />

ad alta risoluzione (300 dpi minimo).<br />

Grazie!


Minori & Media<br />

di Elisabetta Manduca<br />

Da internet ai social network<br />

Un progetto per informare e formare docenti, genitori e figli<br />

Il potenziamento a casa e a scuola dell’utilizzo del<br />

personal computer con connessione internet ha indubbiamente<br />

reso inderogabile il bisogno delle famiglie di<br />

conoscere la rete internet e di imparare a utilizzarla per<br />

seguire e proteggere i figli nei giochi e nello studio. La<br />

navigazione, infatti, può essere per i nostri figli uno strumento<br />

di grande opportunità educativa, didattica e comunicativa,<br />

ma dobbiamo sapere come salvaguardarli<br />

dai pericoli: conoscenza, attenzione e prevenzione sono<br />

condizioni indispensabili per assicurare loro adeguata<br />

protezione. Sicuramente siamo stati messi a dura prova,<br />

diciamocela tutta: viviamo la nostra maturità nell’era dell’High-Tech,<br />

ma a malapena riusciamo a domare un manuale<br />

di istruzione per accendere una fotocamera digitale.<br />

Quanti di noi cedono le armi ai propri figli, che invece<br />

si muovono agili e sicuri fra questi misteri? Espressioni<br />

come “Lui (il figlio) ne sa più di me” “Ah, questa roba<br />

non fa per me, lascio fare a lui” sono ormai ricorrenti.<br />

Questa “delega” per rinuncia quasi ci inorgoglisce, ci fa<br />

pensare “all’allievo che supera il maestro”. Inoltre, assuefatti<br />

da una pubblicità martellante, siamo rassicurati<br />

che basti un click per entrare nel mondo di Internet e<br />

usufruire di questo straordinario strumento, che ci semplifica<br />

la vita, facilita i contatti e azzera le distanze: all’interno<br />

delle mura domestiche, senza rischio di essere avvicinati<br />

da sconosciuti, al riparo da droga, alcool e proposte<br />

indecenti. Perché dovremmo temere di metterci in<br />

casa questo alieno? C’è, però, anche una zona buia, che<br />

pone i nostri figli a rischio di contatto con siti purtroppo<br />

dai contenuti violenti od osceni, sicuramente accattivanti,<br />

ma certamente non adatti alla loro crescita equilibrata.<br />

Internet apre la nostra casa ad un mondo straordinario,<br />

ma anche straordinariamente pericoloso. Un altro aspetto<br />

che ci rende difficile l’allineamento con<br />

la tecnologia è determinato dalla velocità<br />

in cui una tendenza nasce, si sviluppa<br />

trasformando gli stili comportamentali dei<br />

nostri figli e di riflesso i nostri. Abbiamo<br />

sofferto la presenza in casa dei telefonini,<br />

che dissacravano l’intimità familiare e azzeravano<br />

le regole del bon ton: una mano<br />

per mangiare, l’altra per digitare i messaggini<br />

sotto la tavola apparecchiata.<br />

Non abbiamo fatto in tempo a “digerire”<br />

gli sms, che irrompe nelle nostre case<br />

Messenger, la chat che consente di conversare<br />

gratuitamente con gli amici, in<br />

qualsiasi parte del mondo, ad ogni ora<br />

del giorno e, purtroppo, della notte. “Indovina<br />

se viene a cena?” potrebbe essere<br />

lo slogan sconfortato di una famiglia<br />

che si vede inghiottire il proprio figlio nel-<br />

la comunità virtuale. Pur intuendo la criticità del fenomeno,<br />

nonostante gli allarmi continuamente lanciati dai<br />

mezzi di comunicazione sui pericoli di internet, i genitori<br />

ancora si illudono che il problema sia del vicino della<br />

porta accanto. Arriviamo ad oggi, o meglio ai nuovi scenari<br />

virtuali: i social network, capaci di far socializzare<br />

milioni di giovani del continente. Quanti genitori sanno<br />

se i propri figli sono iscritti ad un social network? Sono<br />

in grado di vedere cosa essi pubblicano? Siamo consapevoli<br />

che un ulteriore indugio crea uno scollamento comunicativo<br />

e dialogico con i nostri figli non più risanabile?<br />

È quanto mai urgente ridurre questa forbice: l’<strong>Associazione</strong><br />

<strong>Genitori</strong> <strong>Italiana</strong> può contribuire in modo rilevante<br />

a creare figure capaci di interloquire con le famiglie<br />

e le istituzioni, a ridimensionare l’uso selvaggio della<br />

rete, a contrastare l’emulazione di comportamenti deviati,<br />

a dare valore al rischio di quanto possa pesare sui nostri<br />

figli un minuto di celebrità in rete. A Bergamo abbiamo<br />

elaborato un progetto (che ha il sostegno dell’<strong>Associazione</strong><br />

nazionale), articolato in due percorsi, rivolto uno<br />

ai genitori e l’altro agli alunni, il cui tema della sicurezza<br />

in rete è stato calibrato per le diverse utenze ed affrontati<br />

dal punto di vista tecnico-didattico, grazie ai nostri<br />

esperti interni e psicologico, normativo, grazie al contributo<br />

dell’<strong>Associazione</strong> Meter di Don Fortunato Di Noto e<br />

della Polizia Postale di Bergamo, con i quali abbiamo<br />

una sperimentata collaborazione. È necessario non solo<br />

tamponare una emergenza educativa, ponendosi come<br />

interlocutori tra scuola e famiglie, ma anche arrivare ad<br />

un intervento capillare e permanente nelle scuole dell’obbligo,<br />

che per il profilo didattico ed educativo può<br />

trovare nel POF la collocazione adeguata; per formare<br />

studenti aperti alla conoscenza, alle nuove tecnologie, a<br />

cui non solo inibire i “gusti potenzialmente tossici” dei<br />

nostri piccoli consumatori ma, come tutti auspichiamo, a<br />

formare cittadini consapevoli e responsabili.<br />

11<br />

ONLUS


ONLUS<br />

Lettere ad AGeStampa<br />

di Lorenzo Santoro<br />

Presidente dell’ A.Ge. Regione Puglia<br />

L’occasione dell’inaugurazione del polo d’eccellenza<br />

dell’Istituto Tecnico Commerciale “M. Laporta” di Galatina,<br />

il 31 u.s., alla presenza dei Ministri della Pubblica<br />

Istruzione Mariastella Gelmini, della Pubblica Amministrazione<br />

Renato Brunetta e del Ministro on. Raffaele Fitto,<br />

mi spinge a manifestare qualche perplessità su alcune<br />

dichiarazioni precedenti espresse dagli stessi sull’importanza<br />

e il ruolo delle tecnologie informatiche nella<br />

scuola. “Le scuole hanno il dovere di comunicare alle famiglie<br />

- dice il Ministro Gelmini - l’andamento dei figli,<br />

negli incontri scuola famiglia, ma anche nel contatto<br />

quotidiano che potrà essere affidato alle nuove tecnologie<br />

e i genitori che lo vorranno, infatti, riceveranno un<br />

sms che li informa dell’assenza dei figli dalle lezioni”. Il<br />

Ministro Brunetta aggiunge: “La tecnologia è destinata<br />

ad un ruolo di primo piano nel nostro sistema dell’istruzione,<br />

entro un anno la stragrande maggioranza delle famiglie<br />

riceverà per e-mail, o potrà consultare via internet,<br />

la pagella scolastica o altre informazioni sull’andamento<br />

scolastico dei figli”. Senza dubbio la tecnologia è<br />

destinata ad avere un ruolo sempre più importante nella<br />

vita delle persone. Certamente il sistema informatico e la<br />

comunicazione telematica possono essere opportuni<br />

strumenti per conoscere e tempestivamente intervenire,<br />

così possono essere ottimi strumenti per una nuova didattica<br />

che, se sapientemente utilizzata, può catturare<br />

l’attenzione dello studente e renderlo più partecipe<br />

alla lezione, come abbiamo<br />

potuto osservare con<br />

la dimostrazione che ne è<br />

seguita all’inaugurazione.Per<br />

ritornare alle dichiarazioni<br />

dei Ministri, c’è però<br />

un dettaglio molto importante<br />

che non può essere<br />

trascurato. Oggi si sta cercando<br />

di recuperare i genitori<br />

come componente essenziale<br />

nel percorso educativo<br />

e scolastico del ragazzo, tanto<br />

essenziale che alcune problematiche,<br />

come bullismo,<br />

tossicodipendenze e devianze<br />

tutte, sono alquanto impossibili da affrontare, con la<br />

speranza di attenuarle se non annullarle, senza una forte<br />

azione sinergica fra famiglia e scuola. La scuola va sempre<br />

più perdendo la sua alta funzione educativa, sostituita<br />

fortemente dai nuovi sistemi di comunicazione e, anche<br />

se lo dico con rammarico, dalla perdita da parte della<br />

classe educante di quella forte motivazione, che faceva<br />

dell’insegnamento una missione ed un’attività unica,<br />

diversa da tutte le altre, sicuramente non paragonabile al<br />

lavoro di fabbrica o di un’azienda dove il risultato è un<br />

12<br />

La scuola: relazioni umane o virtuali?<br />

prodotto e/o servizi. Nessuna comunicazione tecnologica<br />

potrà sostituire mai il rapporto interpersonale fra genitori<br />

e insegnanti. L’incontro reale e non virtuale dei<br />

soggetti educanti (famiglia e scuola) determina una comunicazione<br />

efficace, chiara ed emotivamente coinvolgente,<br />

tale da conseguire risultati sicuramente validi nel<br />

processo educativo/formativo che vede destinatari i nostri<br />

ragazzi. Un imperfetto messaggio determina una non<br />

corretta interpretazione e quindi una risposta inattesa.<br />

Ora se sms, e-mail sono funzionali alla trasparenza e alla<br />

tempestività, sarebbe opportuno ribadire, Signori Ministri,<br />

contestualmente, che comunque nessuna comunicazione<br />

on-line può sostituire il rapporto autentico e ravvicinato<br />

fra genitori ed insegnanti. Il nostro auspicio è<br />

che le Istituzioni sostengano, sempre di più, le iniziative<br />

volte alla partecipazione attiva dei genitori al progetto<br />

educativo, con incontri e percorsi formativi di insegnanti<br />

e genitori insieme. Altrimenti, vano è l’impegno delle associazioni<br />

dei genitori, di concerto con le istituzioni, per<br />

ricostruire quel rapporto di riconoscimento reciproco fra<br />

scuola e famiglia come elementi essenziali del processo<br />

educativo. Vana la speranza di costruire nei nostri giovani<br />

personalità capaci di fare scelte responsabili per una<br />

società migliore.<br />

E potrebbe risultare inutile, per esempio, lo sforzo<br />

della Dirigente dell’Ufficio Scolastico Regionale della<br />

Puglia, impegnata sul fronte delle emergenze educative<br />

a far incontrare realmente, e non in modo virtuale, insegnanti,<br />

famiglie e studenti per un coinvolgimento e partecipazione<br />

attiva al patto di<br />

corresponsabilità. Nel suo intervento<br />

la dott.ssa Stellacci,<br />

a Galatina, ha opportunamente<br />

sottolineato che nell’educazione<br />

va privilegiata la formazione<br />

della persona umana<br />

che non deve essere asservita<br />

alle tecnologie, ma<br />

sono queste ad essere al<br />

servizio dell’uomo. A meno<br />

che il Ministro Brunetta, nell’annunciare<br />

che presto un<br />

milione di bambini riceveranno<br />

un computer, non<br />

abbia voluto far intendere<br />

che, come alla fine degli anni settanta, grazie alla robotica<br />

e all’informatica si sperimentava la fabbrica senza<br />

operai, in un prossimo futuro vi sarà la scuola senza<br />

insegnanti. Ora, se tali pensieri possono sembrare irreali<br />

e solo fantasiosi, valorizziamo il rapporto interpersonale<br />

e la comunicazione diretta: non ci potranno essere<br />

mai sms, e-mail che sostituiranno l’azione congiunta<br />

fra insegnanti e genitori per una partnership<br />

educativa efficace. L’allontanamento dei genitori dalla<br />

scuola è anche opera di tali dichiarazioni, a mio avviso,<br />

improvvide.


Lettere ad AGeStampa<br />

Ascensori sociali: oggi se ne sente la mancanza<br />

di Milena Saiani<br />

Ho ritrovato tra le mie carte<br />

un trafiletto da Italia Oggi “diritto<br />

e rovescio” che recita:<br />

“È morto a 94 anni Dino<br />

Formaggio, padre dell’Estetica<br />

italiana. Figlio di un contadino,<br />

cominciò a lavorare come<br />

operaio alla Brown Boveri<br />

e poi alle orologerie Binda.<br />

Studiando la sera, si diplomò<br />

maestro. Lavorando, riuscì a laurearsi.<br />

Divenne quindi professore di<br />

liceo e poi cattedratico e pro rettore<br />

all’università di Padova.<br />

La storia di Dino Formaggio è la storia di<br />

un paese dove l’ascensore sociale funzionava ancora,<br />

per cui un povero, se si impegnava, poteva raggiungere<br />

i vertici. Oggi, l’ascensore sociale non funziona più.<br />

E chi parte dal basso, resta in basso. Una bella eterogenesi<br />

dei fini per chi, livellando gli studi, voleva tutelare<br />

i poveri.”<br />

L’età di questo professore è quella di mio padre e<br />

posso quindi testimoniare questa verità per esperienza<br />

vissuta e non solo per la sua generazione ma anche per<br />

la mia, la nostra di primi soci dell’A.Ge. Anche per gli<br />

eredi di Dino Formaggio c’è stata quindi la possibilità,<br />

per chi lo ha voluto, di migliorare la propria condizione<br />

sociale. È così cresciuto il cosiddetto “ceto medio”, protagonista<br />

nella seconda metà del Novecento di grandi<br />

metamorfosi sociali ed elemento di benessere, di equilibrio<br />

sociale e politico. Non il 68 ha creato il boom italiano,<br />

ma questo ceto medio, lavoratore, idealista, positivista.<br />

Appare però evidente che la generazione dei<br />

nostri figli, i genitori di oggi, è<br />

immemore dell’ impegno e della<br />

fatica costata ai loro nonni ed ai<br />

loro genitori per emergere e<br />

creare questo ceto medio o borghese<br />

che dir si voglia. Anzi è<br />

abbastanza diffuso il luogo comune<br />

che la borghesia ha la responsabilità<br />

di tutte le presenti<br />

difficoltà e causa dell’ impoverimento<br />

del paese.<br />

No, l’impoverimento è il risultato<br />

della mancanza di produttività,<br />

a partire dalla scuola, che ha<br />

smesso di promuovere le capacità,<br />

l’impegno individuale, il merito nello<br />

studio, l’ambizione, la fatica, l’<br />

educazione civica e troppo spesso<br />

ha sfornato cittadini con solo diritti,<br />

diritto di voto e diritto alla protesta;<br />

è il risultato della mancanza di fer-<br />

mezza di quelle famiglie che hanno pensato<br />

che dando tutto ciò che potevano<br />

in termini materiali, assolvevano il<br />

loro compito; è il risultato della<br />

conflittualità su temi di interesse<br />

generale dove le riforme si<br />

sono protratte inutilmente per<br />

decenni e quindi l’ ascensore<br />

sociale non ha più potuto far<br />

crescere una società che si è<br />

seduta pensando che qualcun<br />

altro, “lo Stato” avrebbe garantito<br />

tutto!<br />

Questo mio intervento è<br />

quindi indirizzato ai genitori di oggi,<br />

ai nostri figli, ai quali spetta, secondo<br />

me, il grande compito di fermarsi e pensare<br />

con la propria testa, ripensare alla propria storia, ringraziare<br />

il cielo per quello che siamo, rimboccarsi le maniche<br />

in prima persona, perché i cambiamenti, i miglioramenti<br />

oggi dipendono da loro, “lo Stato” non deve garantire<br />

tutto, l’ ascensore sociale non è invocare più denaro,<br />

non perché non sia utile avere maggiori disponibilità<br />

economiche, ci mancherebbe dopotutto il denaro da<br />

investire è anche il nostro, ma perché è invece assolutamente<br />

prioritario ripensare i ruoli, la cultura, le responsabilità,<br />

le corresponsabilità, la libera iniziativa, la produttività,<br />

i compiti dei genitori e dell’ associazione, gli obiettivi<br />

per gli anni 2000.<br />

Dopotutto è quello che abbiamo fatto noi! Se i genitori<br />

di oggi vogliono offrire opportunità ai loro figli e veramente<br />

tutelare i poveri ripensino i moderni ascensori<br />

sociali!<br />

13<br />

ONLUS


...Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza.<br />

Percorreremo assieme le vie che portano all’essenza.<br />

I profumi d’amore inebrieranno i nostri corpi,<br />

la bonaccia d’agosto non calmerà i nostri sensi.<br />

Tesserò i tuoi capelli come trame di un canto.<br />

Conosco le leggi del mondo, e te ne farò dono.<br />

Supererò le correnti gravitazionali,<br />

lo spazio e la luce per non farti invecchiare.<br />

Ti salverò da ogni malinconia,<br />

perché sei un essere speciale ed io avrò cura di te...<br />

io sì, che avrò cura di te.<br />

(da “La cura”, di Franco Battiato)<br />

Pensando ad<br />

Eluana Englaro<br />

Dopo molte parole,<br />

uno spazio di silenzio rispettoso


A.Ge. Locali<br />

A.Ge. Bottanuco: sei mesi di intenso lavoro<br />

È giovanissima l’<strong>Associazione</strong><br />

<strong>Genitori</strong> Bottanuco (Bergamo), nata<br />

dall’iniziativa di 11 associati e soci<br />

fondatori, carichi di entusiasmo e<br />

buoni propositi nel fare qualcosa di<br />

buono e costruttivo per i ed i figli della<br />

comunità e oggi arrivata a contare<br />

ben 49 associati. “Non male - ha<br />

commentato soddisfatto il presidente,<br />

Stefano Lodovici - per un’<strong>Associazione</strong><br />

nata in sordina, ma che forse attraverso<br />

il suo entusiasmo ed un lavoro a<br />

misura di genitore, è riuscita a coinvolgere<br />

e stimolare l’interesse anche<br />

in altri genitori”. Che dire, poi delle iniziative<br />

e dei progetti cui la vivace assoiciazione<br />

ha dato il via? Il percorso<br />

di formazione rivolto soprattutto a chi<br />

svolge quel delicato “mestiere” di Genitore,<br />

tanto per cominciare, ha avuto<br />

per relatore il prof. Don Giuseppe Belotti,<br />

psicologo e psicoterapeuta del<br />

Conventino. Lo spazio compiti, intitolato<br />

quest’anno “Insieme s’impara e si gioca” è stato<br />

gestito in collaborazione con l’istituto Comprensivo, le<br />

Parrocchie, l’Amministrazione Comunale e l’<strong>Associazione</strong><br />

Mamme nel Mondo, figure queste organizzate e convenzionate<br />

tra di loro, e con compiti ben precisi per rispettive<br />

competenze. La giornata del 31 agosto 2008,<br />

ha visto la neonata associzione presentarsi ai concittadini,<br />

partecipando alla terza edizione della ”Festa delle<br />

Associazioni” cui A.Ge. ha contribuito predisponendo<br />

un gazebo con tavoli che esponevano materiale infor-<br />

mativo a disposizione dei genitori interessati, quattro<br />

grandi cartelloni illustrativi della realtà A.Ge. ai suoi vari<br />

livelli (nazionale, regionale, provinciale e locale). E non<br />

va dimenticato “Non buttare i tappi…possono contenere<br />

ancora molta acqua”, un progetto compartecipato<br />

con l’<strong>Associazione</strong> Filomondo, mirato alla raccolta tappi<br />

per la realizzazione di pozzi in Kenya e Tanzania: e i numeri<br />

parlano da soli, A.Ge. Bottanuco ha raccolto ben<br />

2mila chilogrammi di tappi. Attualmente A.Ge. Bottanuco<br />

sta investendo forze ed energie, oltre che tempo, nel<br />

verificare la possibilità di: dare inizio a<br />

corsi di formazione per adulti e per ragazzi,<br />

suddivisi per fasce d’età, relativamente<br />

all’uso di internet e ai suoi “lati<br />

oscuri”; dare inizio ad un progetto mirato<br />

al miglioramento della qualità della<br />

nostra scuola, destinato a coinvolgere<br />

in prima persona i docenti (per una qualità<br />

dell’insegnamento) ma e soprattutto<br />

i genitori (per una miglior approccio e<br />

maggior avvicinamento ed interessamento<br />

alla scuola). Inoltre è negli obiettivi<br />

l’attivazione di “Piedibus”, ovvero<br />

l’accompagnare a casa, o in un punto<br />

di raccolta, i ragazzi dopo l’uscita dalla<br />

scuola, insieme all’attivazione sul territorio<br />

della “settimana corta” o della<br />

scuola integrata“; e ancora l’associazione<br />

intende arrivare a dotare le scuole<br />

medie di armadietti in cui gli studenti<br />

possano lasciare i libri di testo, i quaderni<br />

ed in generale il materiale didattico,<br />

a favore di uno zaino più leggero.<br />

15<br />

ONLUS


ONLUS<br />

A.Ge. Locali<br />

di Gioacchino Di Capua<br />

Il giorno 6 gennaio 2009 presso piazza Castello<br />

ad Acerra (Na) inserita nella manifestazione ‘’Natale<br />

ad Acerra 2008’’ si è svolta la premiazione della I° rassegna<br />

letteraria per ragazzi dal titolo ‘’Raccontami…<br />

storie fiabe e leggende sul Natale’’ promossa ed organizzata<br />

dall’ A.Ge. locale, che ha visto la partecipazione<br />

di nove istituti di ogni ordine e grado con i lavori redatti<br />

da circa 300 alunni.<br />

Alla presenza del sindaco di Acerra Espedito<br />

Marletta, dell’Assessore alla cultura Giovanbattista De<br />

Laurentis, sono stati premiati tre istituti: scuola materna<br />

ed elementare paritaria ‘’La Tartaruga’’;scuola superiore<br />

statale di primo grado ‘’N. Capasso’’ e la scuola<br />

superiore statale di primo grado ‘’Ferrajolo’’.<br />

Sul palco la presidente sig.ra Rosaria D’Anna,<br />

dopo aver ringraziato tutti per la felice riuscita del progetto,<br />

ha ricordato che l’iniziativa vedrà il suo epilogo<br />

nell’edizione di un volume nel quale si ritroveranno<br />

pubblicati i racconti più interessanti e la consegna di<br />

un attestato di partecipazione ad ogni alunno che ha<br />

presentato i lavori. I dirigenti scolastici dei tre istituti<br />

vincitori, dopo aver elogiato l’iniziativa, hanno ritirato<br />

una splendida scultura raffigurante la befana realizza-<br />

di Dr. Hilke Kracke<br />

Dopo una fortunata iniziativa dedicata alla relazione<br />

tra padre e figlio, attraverso la proiezione di una serie di<br />

film, l’A.Ge. Arenzano (Genova) ha scelto di fare focus, con<br />

analoghe modalità, su un altro tema particolarmente sentito,<br />

dando vita ad un breve cineforum intitolato “Il cibo oggi,<br />

gioie e dolori”. Partendo dall’odierno cambiamento culturale<br />

e disagio nei confronti del cibo, si è pensato di riscoprire<br />

come “antidoto” il lato piacevole dell’alimentazione. Riconquistare<br />

un buon rapporto con il cibo, recuperare il momento<br />

educativo e comunicativo a tavola, usare i pasti per<br />

rafforzare i legami familiari, condividere la propria esperienza<br />

di cuoca, trasmettere il proprio sapere alle generazioni<br />

future, è parsa una necessità su cui riflettere attentamente.<br />

Anche sostenere quanti soffrono di un disagio alimentare e<br />

fornire informazioni sulla presenza di istituzioni e di professionisti<br />

attivi in quest’ambito sul territorio può costituire un<br />

efficace aiuto alle famiglie coinvolte. Da queste considerazioni<br />

è discesa la scelta della proiezione di due film divertenti,<br />

accompagnati da tavole rotonde cui sedessero<br />

esperti. Sono stati proposti “Un tocco di zenzero”, di Tassos<br />

Boulmetis, che tratta la storia di Fanis, un ragazzo gre-<br />

16<br />

A.Ge Acerra: Raccontami…<br />

storie, fiabe e leggende sul Natale<br />

ta dal maestro Di<br />

Capua. A.Ge. Acerra<br />

era presente in<br />

piazza con un proprio<br />

stand, cui molti<br />

cittadini si sono avvicinati<br />

per chiedere<br />

informazioni sulle<br />

attività e sui moduli<br />

di adesione.<br />

Un tocco di colore<br />

lo ha regalato una<br />

nostra associata,la<br />

sig.ra Anna Fiammengo<br />

che per<br />

l’occasione si è vestita<br />

da simpatica<br />

Befana e ha distribuito,<br />

tramite una piccola pesca, premi e gadget ai<br />

molti bambini incuriositi. Non ha voluto mancare, nonostante<br />

i numerosi impegni,il presidente regionale<br />

dell’A.Ge ing. Gennaro Bernardo, che ha fatto i complimenti<br />

a tutti gli associati acerrani per il successo<br />

dell’iniziativa,che è andata ad aggiungersi alle altre<br />

già poste in essere sul nostro territorio.<br />

Con A.Ge. Arenzano il gusto della salute<br />

co, e del suo amore per il cibo; sia “Ratatouille”, cartone<br />

animato della Walt Disney Pictures che narra le vicende del<br />

topolino di campagna, Remy catapultato a Parigi proprio<br />

sotto un ristorante a 5 stelle… Ogni proiezione è stata introdotta<br />

da uno psicoterapeuta che ha brevemente illustrato<br />

gli argomenti in questione, per facilitare il dibattito conclusivo,<br />

caratterizzato da grande partecipazione e vivacità.<br />

Per l’organizzazione della tavola rotonda, A.Ge. Arenzano<br />

ha collaborato con le diverse istituzioni presenti sul territorio.<br />

La referente alla salute scolastica ha voluto nel suo intervento<br />

sfatare la visione della mensa scolastica come<br />

luogo dove nutrirsi su tavoli affollati e rumorosi, ma caratterizzarla<br />

invece come momento di incontro tra bambini e insegnanti<br />

uniti dal piacere del mangiare insieme. La dietista<br />

del Comune ha mostrato foto dei bambini che imparano a<br />

fare il pane, la nutrizionista dell’ospedale ha informato dell’esistenza<br />

di un servizio di consulenza e diversi psicologi e<br />

psicoterapeuti hanno sottolineato come si debba trovare il<br />

gusto in tutte le cose e non solo nel cibo. E in perfetta coerenza<br />

con il profondo messaggio dell’iniziativa, a conclusione<br />

dell’incontro si è tenuto un apprezzatissimo rinfresco,<br />

con polpettone di pesce e verdure, spremute di pompelmo<br />

e acqua di Arenzano.


A.Ge. Locali<br />

Da A.Ge. Lecco un sostegno alla Casa Circondariale<br />

Nella primavera del 2008, la Cooperativa Sociale<br />

della Brianza con sede a Meda (Mi), attiva da diversi anni<br />

presso alcuni carceri lombardi attraverso progetti a<br />

sostegno della genitorialità, ha contattato A.Ge. Lecco<br />

cui ha chiesto un supporto nella costruzione e nell’attivazione<br />

di una “rete” sul territorio lecchese con le realtà<br />

istituzionali e non, interessate al mondo della scuola.( e<br />

di conseguenza ai suoi partner principali ossia i genitori).<br />

La richiesta è stata accolta con gioia, nella convinzione<br />

che la “formazione” sia imprescindibile per i genitori, anche<br />

per quelli che forse hanno sbagliato, ma non per<br />

questo devono essere abbandonati a se stessi. Attraverso<br />

la condivisione con varie realtà, attivata dall’A.Ge., e<br />

dopo aver effettuato l’analisi dei bisogni sul territorio, la<br />

Cooperativa ha progettato una serie di interventi innovativi<br />

da effettuarsi per i detenuti della Casa Circondariale<br />

di Lecco e i loro familiari. Ne è nato un progetto che è<br />

stato presentato dalla Cooperativa e finanziato dalla Regione<br />

Lombardia tramite la L.R. 23/99. Fin dal titolo,<br />

S.O.S. Tengo Famiglia, è chiara l’intenzione di rivolgersi<br />

a chi ha necessità d’essere aiutato perché appartiene a<br />

una famiglia da aiutare. Esaurita una prima fase di presentazione<br />

del progetto e raccolte le richieste di adesio-<br />

ne da parte dei detenuti, condivise con i referenti operativi<br />

del carcere, si è dato avvio alla parte operativa attivando<br />

percorsi psicologici individuali volti al sostegno e<br />

all’elaborazione di vissuti familiari; percorsi psicologici<br />

che coinvolgono detenuti e loro familiari da svolgersi internamente<br />

al carcere attraverso colloqui con i detenuti,<br />

colloqui di coppia, incontri genitori figli e esternamente<br />

attraverso colloqui con familiari e visite domiciliari; costituzione<br />

di un gruppo di detenuti in cui dopo una fase<br />

formativa iniziale tenuta da una psicologa, sono stati<br />

previsti incontri con esperti quali pediatri, insegnanti di<br />

alunni di diverse fasce di età. E appunto grazie alla collaborazione<br />

di A.Ge. Lecco sono state coinvolte queste<br />

figure professionali che hanno dato il proprio contributo<br />

a titolo volontaristico. Nel mese di gennaio 2009 ha preso<br />

inoltre vita un gruppo di sostegno per le mogli e le<br />

compagne dei detenuti in un luogo limitrofo al carcere al<br />

fine di svilupparne e rinforzarne gli strumenti educativi e<br />

relazionali per promuovere uno stato d’equilibrio nelle famiglie<br />

durante la detenzione. Nel corso degli incontri, i<br />

più piccoli hanno potuto usufruire di uno spazio animato,<br />

gestito da educatori esperti in laboratori teatrali.<br />

A.Ge. di Aulla: la Shoah raccontata agli studenti<br />

di Rita Manzani Di Goro<br />

La memoria dello Shoah, il<br />

racconto di atrocità che non dovrebbero<br />

mai più ripetersi è stato al<br />

centro dell’incontro “Prigionieri della<br />

speranza”, che ha visto riuniti,<br />

alunni delle scuole medie e superiori<br />

della Lunigiana presso il Cinema<br />

Teatro “Città di Villafranca”. L’iniziativa<br />

s’inquadra nel progetto “Mi fido<br />

di te”, promosso dall’<strong>Associazione</strong><br />

<strong>Genitori</strong> A.Ge. “Alice e Flavio” di Aulla<br />

sul tema della fiducia “quale collante<br />

- ha precisato la presidente Marina Pratici - del<br />

dialogo generazionale ed istituzionale”. Aperto dal magistrato<br />

torinese Giancarlo Caselli sul tema della legalità e<br />

giustizia e proseguito con l’avvocato Marco Scarpati, relatore<br />

al terzo congresso mondiale di Rio Janeiro sullo<br />

spinoso fenomeno della pedofilia, il percorso ha fatto<br />

tappa a Villafranca Lunigiana, dove, sotto la guida di<br />

Don Gianni Botto, sacerdote cattolico, studioso di Ebrai-<br />

smo, promotore del dialogo interreligioso<br />

e fondatore del “Gruppo Samuel”,<br />

è stato affrontato un argomento<br />

di grande valenza umana e<br />

culturale. Nel 2005, in occasione del<br />

60mo anniversario dell’apertura dei<br />

cancelli di Auschwitz, Don Botto<br />

collabora alla realizzazione del primo<br />

video “La Spezia Sha’a Tzion”<br />

(“Porta di Sion”), progetto realizzato<br />

per gli studenti dell’Istituto<br />

Comprensivo di Lerici (SP) e, nel<br />

2006, si reca con una piccola<br />

troupe in Israele alla ricerca di alcuni sopravissuti<br />

che, nel 1946, salparono dal porto di La Spezia sulle<br />

navi Fenice e Fede alla volta della “Eretz Israel”. Un progetto<br />

importante, vincitore per ben tre volte del concorso<br />

nazionale per le scuole “Adriana Revere”, che è stato<br />

riproposto, in forma adattata, agli alunni delle scuole<br />

medie e superiori della Lunigiana, dai quali è pervenuta<br />

una piena adesione all’iniziativa promossa dall’A.Ge.<br />

aullese e patrocinata dal Comune di Villafranca.<br />

DATI BANCARI E POSTALI: PRENDETE NOTA!<br />

Proponiamo alla Vostra attenzione i dati aggiornati e corretti dell’A.Ge. Nazionale:<br />

c/c postale n° 15359003 - Codice IBAN: IT19 Z076 0103 2000 0001 5359 003<br />

c/c bancario n° 1000/1369 Banca PROSSIMA - Codice IBAN: IT05 W033 5901 6001 0000 0001 369<br />

17<br />

ONLUS


ONLUS<br />

A.Ge. Locali<br />

di Giampaolo Destro<br />

A.Ge. Rovigo<br />

A Rovigo, nell’ambito del X° Salone per l’Orientamento,<br />

l’A.Ge. Regionale e Provinciale , rispettivamente<br />

presiedute da Fabrizio Azzolini e Gino Furini, in collaborazione<br />

con il Distretto Scolastico Territoriale 58 di Rovigo,<br />

presieduto da Ilario Bellinazzi e con il patrocinio e<br />

l’intervento dell’Assessore Provinciale Laura Negri, hanno<br />

programmato una stimolante tavola rotonda con l’intento<br />

di far conoscere al pubblico presente, docenti e<br />

genitori, alcune esperienze genitoriali Esperienze <strong>Genitori</strong>ali<br />

in Polonia - Francia - Danimarca e Italia, volute dall’A.Ge<br />

e dal Fo.Pa.G.S. di Rovigo. Per il Comune di Rovigo<br />

ha portato il saluto il Sindaco Fausto Merchiori. Per<br />

l’Italia hanno portato le loro esperienze Paolo dal Prà,<br />

già Segretario Generale dell’E.P.A. e il Presidente Nazionale<br />

A.Ge. Davide Guarneri il quale, in chiusura della Tavola<br />

Rotonda, ha sottolineato come la presenza di genitori<br />

associati sia un elemento di qualità nella scuola, poiché<br />

rappresentano un impegno per il bene comune, non<br />

solo per interessi individuali. In Europa, l’<strong>Associazione</strong><br />

<strong>Italiana</strong> <strong>Genitori</strong> (A.Ge.) incontra altre Associazioni le<br />

quali, seppur con altro nome, ricoprono lo stesso ruolo<br />

che ha l’A.Ge. in Italia. Dalla<br />

18<br />

Benessere a scuola:<br />

realtà ed esperienze europee<br />

COPIE AGGIUNTIVE DI AGE<strong>STAMPA</strong><br />

Danimarca ha partecipato la Signora Solveig Gaarsmand,<br />

membro dell’esecutivo nazionale della Skole of<br />

Samfun; per la Francia ha portato il proprio contributo<br />

Claudine Caux, Vice Presidente Nazionale della PEEP<br />

(associazione che riunisce milioni di iscritti!) e, per la Polonia,<br />

è stata interessante la relazione di Sylvia Kolczynska,<br />

membro del Trio Parents in Education. Il Prof. Ferdinando<br />

Cerchiaro, Dirigente Tecnico dell’Ufficio Scolastico<br />

Regionale Veneto, ha coordinato i lavori esprimendo ,<br />

anche a nome della Dirigente Scolastica Regionale Carmela<br />

Palumbo il plauso per l’iniziativa che ben si inserisce<br />

nel contesto delle direttive Europee (vedi Lisbona<br />

2000), soprattutto quelle riguardanti le otto competenze<br />

da far acquisire ai giovani studenti. Tra di esse vi sono,<br />

in posizione di rilievo, la promozione dell’autonomia e<br />

della responsabilità. Paolo dal Prà, già Segretario Generale<br />

dell’E.P.A. (l’<strong>Associazione</strong> delle Associazioni <strong>Genitori</strong><br />

europee), ha introdotto le relatrici sopra citate anche a<br />

nome della nostra rappresentante Europea Milena Saiani,<br />

assente da Rovigo per un analogo Convegno Internazionale<br />

a Malta. Le tre esperienze, documentate con slides<br />

e fotografie, sono state tradotte in Italiano per l’uditorio<br />

in simultanea da Francesca Pugina, che per l’A.Ge.<br />

di Rovigo opera come Mediatrice Linguistica in alcuni<br />

Progetti interculturali presenti sul territorio polesano.<br />

Il tutto è stato documentato in un DVD<br />

che, oltre che per le Istituzioni locali è a disposizione<br />

anche di quanti volessero farne richiesta.<br />

Il Presidente Nazionale, Davide Guarneri,<br />

ha chiuso i lavori della mattinata ricordando alcune<br />

priorità strategiche dell’azione dell’A.Ge.<br />

a tutti i livelli: l’impegno nella formazione dei<br />

genitori; la necessità dell’informazione puntuale<br />

(specie in questa fase di riforma); il criterio<br />

della qualità dell’educazione e dell’istruzione;<br />

il bisogno di comunicazione e relazione<br />

autentica (specie fra docenti e genitori); la<br />

continuità didattica nell’iter formativo dei nostri<br />

figli. Al termine del meeting il Presidente<br />

A.Ge. Veneto Fabrizio Azzolini ha consegnato<br />

ai convenuti della Tavola Rotonda, una<br />

pubblicazione artistica fatta dall’Ente Provinciale<br />

per il Turismo, sul Delta del Po, patrimonio<br />

artistico e culturale d’Italia.<br />

Eventuali copie aggiuntive della nostra rivista possono essere richieste direttamente alla sede nazionale.<br />

Ecco i recapiti: <strong>Associazione</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>Genitori</strong> A.Ge. Onlus; Via Aurelia, 796 - 00165 Roma; Tel. 06.66514566<br />

Fax 06.66510452.


A.Ge. Locali<br />

I genitori freschi di… diploma dell’A.Ge. Bascapè<br />

Presente sul territorio da circa 3 anni, l’A.Ge. di Bascapè<br />

è una sezione staccata dell’A.ge di Pavia, con cui<br />

intrattiene un rapporto di continua e fattiva collaborazione.<br />

Organizza “scuole genitori”, incontri su tematiche di<br />

interesse educativo, collabora con il circolo didattico di<br />

Landriano per progetti alla “prevenzione al disagio giovanile”.<br />

E mentre è in corso un nuovo ciclo di “Scuola<br />

<strong>Genitori</strong>”, giunto al terzo anno, a dicembre 2008 si è<br />

concluso con soddisfazione il precedente corso quinquennale,<br />

guidato dalle insegnanti Francesca e Cristina:<br />

nella foto, ecco i sorrisi dei neo-promossi, che esprimono<br />

anche la soddisfazione di aver coinvolto tante famiglie<br />

in un paese di soli 1700 abitanti.<br />

A.Ge. Avetrana, quando il volontariato è scelta di vita<br />

Illustri esperti hanno offerto il proprio prezioso contributo<br />

per una iniziativa che A.Ge. Avetrana (Taranto) ha<br />

voluto dedicare al volontariato come scelta di vita: Elvira<br />

D’Alò, pedagogista clinico, dirigente scolastica in Brindisi<br />

e presidente onorario Corte d’Appello del Tribunale<br />

dei Minori di Taranto e Lecce, e la psicologa Sara Caforio,<br />

esperta nei disturbi alimentari. A conclusione del<br />

percorso formativo sul tema “La relazione d’aiuto: accogliere<br />

e incontrare il disagio” (corso vincitore di un bando<br />

di progetti formativi patrocinato dal Centro servizi Volon-<br />

tariato di Taranto e realizzato in partenariato con il comune<br />

di Avetrana e con l’<strong>Associazione</strong> Avetrana Soccorso),<br />

i partecipanti, volontari e aspiranti volontari si sono<br />

visti consegnare un attestato di frequenza. L’occasione è<br />

parsa propizia per sottolineare, da parte degli organizzatori,<br />

la rilevanza del volontariato nel supportare istituzioni<br />

ovviandone le carenza e facendosi carico di tanti disagi,<br />

in particolare di quelli che pesano caratteristicamente<br />

sulle più deboli fasce della popolazione. È grazie ad<br />

A.Ge. Avetrana, d’altra parte, che a partire dall’estate<br />

2008 è diventata una realtà il servizio di distribuzione<br />

territoriale dei presidi sanitari per gli anziani disabili. Da<br />

tempo l’A.Ge. aveva sollevato il problema, sollecitando<br />

gli organi competenti e i dirigenti della AUSL della sede<br />

Manduria. La serena e fattiva collaborazione tra l’asso-<br />

ciazione e gli enti locali ha prodotto risultati socialmente<br />

apprezzabili e una decisa crescita culturale, facilitando<br />

gli anziani disabili e le loro famiglie, già in condizioni di<br />

difficoltà, a disporre delle risorse che spettano loro per<br />

diritto. In linea con la mission A.Ge., anche ad Avetrana<br />

si progettano iniziative a misura di famiglia, come la maxi<br />

tombolata dello scorso gennaio, un appuntamento<br />

giunto alla terza edizione e atteso specialmente dai<br />

bambini. I momenti di coinvolgimento e aggregazione<br />

riescono a far dimenticare le controversie e le amarezze,<br />

infondendo anche ai genitori il coraggio di passare da<br />

oggetti a soggetti sociale capace di interagire con tutte<br />

le istituzioni in favore e per il bene dei figli di tutti. Da<br />

queste persone è composta la vera A.Ge.: genitori al<br />

servizio di altri genitori, dove non hanno posto protagonismo<br />

o arrivismo, personale bensì la disponibilità al sacrificio<br />

per un servizio reso da pochi a molti, uno stile<br />

semplice fatto da principi semplici come la coerenza.<br />

Sostenere il genitore come volontario è una missione altamente<br />

qualificante, in quanto prepara al compito pedagogico<br />

più difficile, ma sicuramente il più affascinante:<br />

l’educazione delle nuove generazioni, sfida dei nostri<br />

tempi in una situazione di emergenza educativa.<br />

19<br />

ONLUS


ONLUS<br />

ASSOCIAZIONE ITALIANA<br />

GENITORI ONLUS<br />

Perché iscriversi all’A.Ge.?<br />

Perché i complessi temi legati alla famiglia,<br />

all'educazione e alla scuola, ai media e alla società esigono<br />

di essere affrontati non da soli, ma insieme<br />

Perché i genitori in associazione, insieme, possono trovare<br />

risposte a tante domande, smuovere tanti ostacoli,<br />

creare molte opportunità<br />

ONLUS ONLUS<br />

Perché, pur in mezzo alla moltitudine,<br />

abbiamo bisogno di essere meno soli.<br />

ONLUS ONLUS<br />

Associati e sostieni l’A.Ge.<br />

Nel sito www.age.it<br />

trovi molte informazioni e il riferimento<br />

delle associazioni più vicine a te.<br />

ONLUS ONLUS

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