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Capitano GINO FANUCCHI - Sezione di Modena

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Medaglia d'Argento al V.M. alla Memoria<br />

<strong>Capitano</strong> <strong>GINO</strong> <strong>FANUCCHI</strong><br />

Comandante della 52^ Compagnia Btg, EDOLO del 5" Regg. Alpini<br />

Divisione "TRl DENTINA"<br />

Campagna <strong>di</strong> Russia L9421L943<br />

Articoli estratti da perio<strong>di</strong>ci e quoti<strong>di</strong>ani- bibliografie - epistole - aneddoti<br />

raccolti a cura dei figli<br />

Giovanni e Maurizio Fanucchi<br />

ll:<br />

.


N unrero


ODISSEA DI UN EROE<br />

Da mensile "lL NASTRO AZZURRO"<strong>di</strong>cembre 1996 <strong>di</strong> GARIBOLD! Gen. Mario<br />

1943 - Sul Don settore della"Tridentina". Tra due ampie porte affacciata al fiume, sulle alture <strong>di</strong><br />

Bassowka (posizione chiave da tenere), è schierata la 52n Compagnia del Battaglione Alpini<br />

"Edolo", comandata da un giovane capitano, Gino <strong>FANUCCHI</strong>, nato e vissuto a <strong>Modena</strong> con forti<br />

legami con il Friuli. Per breve tempo comando un plotone controcarro nel suo settore. Ai furiosi<br />

attacchi <strong>di</strong> reparti Siberiani a metà gennaio, la Compagnia reagisce con decisi contrassalti guidati<br />

dal suo comandante, che viene ferito gravemente. Muore alla <strong>Sezione</strong> sanità del reggimento, un<br />

giorno prima dell'inizio del leggendario ripiegamento dal Don. Al <strong>Capitano</strong> Fanucchi viene<br />

conferita una medaglia d'argento alla memoria.<br />

1954 - ll cappellano <strong>di</strong> quella <strong>Sezione</strong> <strong>di</strong> sanità, Don Carlo Caneva, che sta costruendo il tempio <strong>di</strong><br />

Cargnacco, de<strong>di</strong>cato ai non tornati dal fronte russo, dopo essere rientrato dalla prigionia in mano<br />

russa, si reca a Tolmezzo, a portare alla vedova del capitano Fanucchi, le memorie e gli oggetti<br />

personali che aveva raccolti e conservati. Conosce così anche i due figli ( uno non ha mai visto il<br />

padre).<br />

L972 - Mentre comando la Brigata "Julia" ho frequenti colloqui con Don Caneva e ricor<strong>di</strong>amo<br />

assieme il capitano Fanucchi. Mi spiega dove è stato sommariamente sepolto assieme ad altri<br />

deceduti negli ultimigiorni <strong>di</strong> resistenza sul Don.<br />

1985 - Qui a <strong>Modena</strong>, dove sono ormai in pensione, il Gruppo Alpini conserva una fotografia del<br />

capitano Fanucchi e vengo a conoscerne i figli: due giganti, larghi come arma<strong>di</strong>, che frequentano le<br />

riunioni del Gruppo e del "Fogolar Furlàn " . Hanno nell' animo la venerazione per il padre e<br />

l'angoscia <strong>di</strong> non avere qualcosa <strong>di</strong> lui, su cui pregare.<br />

1990 - Rientra la prima salma dai campi <strong>di</strong> battaglia <strong>di</strong> Russia. Un caduto ignoto. An<strong>di</strong>amo con un<br />

autobus alla sua inumazione a Cargnacco ; sono con noi i fratelli Fanucchi e ci <strong>di</strong>cono, commossi:<br />

"Oggi giunge il nostro papà". Nel silenzio che è calato nell'autobus dopo questa frase, sentiamo<br />

l'armonia <strong>di</strong> " Stelutis Alpinis ", suonata sotto tono con l'armonica a bocca dall'altro fratello, ora<br />

socio aderente del "Nastro Azzurro". A Cargnacco faccio incontrare Don Caneva ed i Fanucchi;<br />

abbracci e richieste sulle possibilità che vengono riportate in ltalia anche le spoglie del padre.<br />

L992- Sono a lavorare Rossosh alla costruzione della scuola che l'Associazione Alpini donerà alla<br />

città che nel'42 fu sede del Comando del Corpo d'Armata Alpino. Ho l'occasione <strong>di</strong> rivisitare i posti<br />

dove eravamo schierati e raggiungo così Bassowka, quel gruppetto <strong>di</strong> isbe in riva al Don, ancora<br />

con il tetto <strong>di</strong> paglia e nessuna antenna TV. Ritrovo l'osservatorio della compagnia,la traccia delle<br />

trincee dove fu ferito Fanucchi. Vado anche a cercarne il luogo <strong>di</strong> seppellimento, non toccato, al<br />

margine <strong>di</strong> un boschetto e ne riferisco al Colonnello Aureli della commissione <strong>di</strong> recupero, che mi<br />

assicura che scaveranno, l'anno successivo, quelle fosse, ma con poche speranze data la<br />

sommarietà della sepoltura. Al rientro a <strong>Modena</strong> ne riferisco aifigli.<br />

1993 - | fratelli Fanucchi, in camper, raggiungono Rossosh ed il Don con l'autocolonna organizzata<br />

per l'inaugurazione della scuola (Operazione lcaro).<br />

1995 - lmprowisa e liberatoria giunge la notizia che i resti del capitano Fanucchi sono stati<br />

ritrovati ed identificati. Monsignor Caneva, deceduto due anni prima, ci sorride da lassùr! ll 16<br />

settembre siamo all'aeroporto <strong>di</strong> Ronchidei Legionari per l'arrivo delle salme riesumate nell'anno.<br />

1996 - ll 15 settembre solenne cerimonia a Cargnacco. Siamo presenti, accanto ai due fratelli ed<br />

ai loro famigliari, con il labaro ed una rappresentanza della Federazione. Dal giorno successivo i<br />

resti del capitano Fanucchi riposano nella cripta del tempio, a qualche metro dal sepolcro <strong>di</strong><br />

Monsignor Caneva. Pochi giorni dopo,ad attestare che ogni ciclo vitale,anche se tormentato, si<br />

rigenera, si sposa in <strong>Modena</strong> il nipote, che porta il nome del nonno: Gino Fanucchi. ll "Nastro<br />

Azzurro" fa dono alla nuova famiglia della Ban<strong>di</strong>era Nazionale, simbolo <strong>di</strong> unità, perché sventoli<br />

anche nei loro cuori, nei momenti lieti ed in quelli più impegnativi.<br />

2


Articolo pubblicato sulla Gazzetta dell'Emilia il 2l aprile t943<br />

PRESENTIALLE BANDIERE<br />

<strong>Capitano</strong> Gino Fanucchi<br />

Sulle rive del Don il 16 gennaio scorso ha chiuso combattendo la sua breve, operosa ed attiva<br />

giornata terrena, sacrificando la sua giovinezza alla Patria, il <strong>Capitano</strong> degli Alpini Gino Fanucchi da<br />

<strong>Modena</strong>.<br />

Fra la schiera eletta degli eroi che sui campi insanguinati della Russia hanno saputo combattere<br />

in silenzio per la <strong>di</strong>fesa della nostra civiltà e per la Patria, egli è tra i primi per l'alto senso del<br />

dovere, per l'ar<strong>di</strong>mento, per la generosa bontà che lo rendeva caro ai superiori e ai suoi fedeli<br />

"scarponi" della "Tridentina".<br />

Nato nella nostra città nel 1909, educato dalla madre e dal padre al culto dei più nobili ideali,<br />

compì gli stu<strong>di</strong> presso il nostro lstituto Magistrale e successivamente frequentò l'Accademia della<br />

Farnesina, uscendone ventenne.<br />

De<strong>di</strong>catosi in un primo tempo all'insegnamento dell'educazione fisica, dopo la parentesi <strong>di</strong> vita<br />

militare, chiuso con la nomina a sottotenente degli Alpini, venne nominato segretario provinciale<br />

dell'O.N.B. <strong>di</strong> <strong>Modena</strong>, dove la sua attività era feconda <strong>di</strong> risultati nella organizzazione dei giovani;<br />

<strong>di</strong> qui nel 1937 fu trasferito a Ferrara.<br />

Nel 1941, come tenente, partecipò alle operazioni sul fronte Jugoslavo e, congedato, ritornò fra<br />

le file della G.l.L. a Venezia ed ad Aosta, dove ricopriva la carica <strong>di</strong> capo <strong>di</strong> stato maggiore.<br />

Ma Gino Fanucchi anelava <strong>di</strong> ritornare sui campi <strong>di</strong> battaglie e, a sua domanda, rivestiva il grigio<br />

verde e col Battaglione Edolo nel settembre dello scorso anno, col grado <strong>di</strong> capitano partiva per il<br />

fronte orientale.<br />

Durante quattro mesi il giovane comandante della 52^ Compagnia si conquistò coi i suoi Alpini<br />

una fama <strong>di</strong> abnegazione, <strong>di</strong> tenacia, <strong>di</strong> eroismo, consacrata da luminosi episo<strong>di</strong>, che valsero al<br />

capitano Fanucchi la proposta <strong>di</strong> due ricompense alvalore.<br />

ll 16 gennaio, durante un violento attacco in forze del nemico, fra i suoi Alpini, sulla linea da lui<br />

rafforzata, egli è caduto, ma l'ar<strong>di</strong>mento suo e dei suoi soldati che, nell'esempio del loro<br />

comandante, si batterono meravigliosamente, valse a salvare la posizione<br />

"Morte più che gloriosa - ha scritto <strong>di</strong> lui alla famiglia l'amico e collega sottotenente Mario<br />

Garibol<strong>di</strong>, figlio del comandante dell'A.R.M.l.R. - morte da eroe e come tale è quivalutata.<br />

Per onorare il sacrificio <strong>di</strong> Gino Fanucchi, è stata proposta la concessione <strong>di</strong> un'altra decorazione<br />

alla sua memoria.<br />

La salma venne recuperata e sepolta a Sirotowka nel cimitero del 5'Alpini.<br />

Numerose testimonianze <strong>di</strong> cordoglio e <strong>di</strong> ammirazione sono giunte a confortare nel loro fiero<br />

dolore i genitori dell'eroico Scomparso, già provati dalla per<strong>di</strong>ta del figlio primogenito Giovanni,<br />

sottotenente del genio, caduto a Tirana nel t927 nell'adempimento del suo dovere, "sulle vie -<br />

come scrisse il Duce - della nuova grandezza della Patria".<br />

Ai genitori, alla consorte ed ai suoi tre piccoli figli, ai fratelli Giuseppe, volontario, tenente<br />

d'artiglieria, e Mario pure volontario, tenete <strong>di</strong> fanteria, ferito e decorato, porgiamo l'espressione<br />

del nostro memore ricordo e della nostra dovuta solidarietà nel loro cordoglio, consacrata dal<br />

fulgore della gloria del caro Caduto.


Articolo pubblicato dal quin<strong>di</strong>cinale "lL PERIODICO" <strong>di</strong> Ferrara il 30 maggio 1943<br />

a firma <strong>di</strong> Piero Longo<br />

<strong>GINO</strong> <strong>FANUCCHI</strong><br />

ll Prof. Gino Fanucchi fu o Ferraro funzionario del Comando Federole della G.l.L. Egli è caduto<br />

eroicamente allo testa dei suoi Alpini in territorio russo.<br />

Gino Fanucchi: sei caduto per una fede, la nostra fede, l'ltalia. Hai pagato il tuo tributo a una<br />

causa e sei andato a ricongiungerti con lo spirito, nobilissimo e fierissimo, ai fratelli che ti hanno<br />

preceduto.<br />

Altri ti seguono e ti seguiranno su quella via che ha esaltato la tua superba giovinezza eroica.<br />

Attraverso una vampata <strong>di</strong> gloria e <strong>di</strong> martirio, aleggia intorno a noi il tuo spirito purissimo <strong>di</strong><br />

amico e <strong>di</strong> soldato.<br />

Chi ha conosciuto la tua limpida fede e la passione della tua anima versa oggi, sulla tua bara, la<br />

lacrima e ilfiore <strong>di</strong> un ricordo imperituro.<br />

La luce che irra<strong>di</strong>a gli spiriti forti e generosi ti illumina e ti accoglie in quella schiera <strong>di</strong> morti<br />

gloriosi.<br />

Sei caduto per la tua ltalia che fortemente amavi e agli apatici, ai traviati hai in<strong>di</strong>cato la via del<br />

dovere.<br />

ll fiore della forza, della giovinezza, della fede, cade ora su <strong>di</strong> te mentre l'eco della battaglia che<br />

hai combattuto risuona alto.<br />

Sono ridesti i morti e con loro tu sii orgoglioso del sacrificio che non avrai invano compiuto,<br />

Sei qui ad animare gli uomini, a <strong>di</strong>fendere gli adolescenti, sei ancora fra ituoi ragazzi cui arride la<br />

primavera della vita.<br />

Sono bambini timi<strong>di</strong> e pur sublimi, tutta una ra<strong>di</strong>osa primavera, anime pure <strong>di</strong> fede che si<br />

raccolgono e cantano una lode appassionata e sincera.<br />

"Sono con i miei Alpini qui dove si resiste e si muore" Queste le ultime parole che mi hai scritto.<br />

Ed io ti vedo con i tuoi soldati fra il fango,la neve, il ghiaccio, nella battaglia, primo fra i primi, nello<br />

strazio delle carni.<br />

ll martirio della morte è stato l'apoteosi luminosa della tua esuberante vita ed hai acceso una<br />

fiamma che la gioventù d'ltalia custo<strong>di</strong>rà orgogliosa nel cuore.<br />

Davanti alla schiera compatta dei giovani si ergono tutti i Caduti. Fra essi un Alpino buono e<br />

generoso: Gino Fanucchi.<br />

Presente


ACCADDE ALIA 52^ DELL'EDOLO<br />

TRATTO DAL TIBRO DI BEDESCHI "FRONTE RUSSO C'ERO ANCH'IO"<br />

Gli alpini S. e T. erano impalati sull'attenti davanti al capitano Fanucchi. L'avevano fatta grossa:<br />

incaricati una sera <strong>di</strong> portare dei rotoli <strong>di</strong>filo spinato al caposaldo " Lovere ", avevano abbreviato il<br />

lavoro e la fatica scaraventando una parte dei rotoli sul fondo <strong>di</strong> un pozzo.<br />

Durante l'interrogatorio, avevano abbozzato una linea <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa accennando al freddo atroce,<br />

paralizzante, alla tempesta <strong>di</strong> neve, alle continue sparatorie: ma la <strong>di</strong>fesa si era rivelata assai<br />

fragile, inconsistente, perché cose del genere erano soltanto delle sciocchezze ri<strong>di</strong>cole per un<br />

uomo come Fanùcchi, che non conosceva fatica, né stanchezza, né paura, mai.<br />

Ora, rei confessi, aspettavano la sentenza: che non doveva essere molto benevola, perché il<br />

capitano ( sia pure parlando nella solita maniera pacata, senza neppure alterare il tono <strong>di</strong> voce )<br />

aveva concluso la requisitoria con una frase agghiacciante: " Se dovessi fare il mio dovere fino in<br />

fondo, dovrei mandarvi alla fucilazione".<br />

Poi era sceso if silenzio nella baracca: un silenzio penoso e pesante.<br />

A un tratto Fanucchi riprende a parlare, seguendo il filo del <strong>di</strong>scorso prima interrotto: " Ma<br />

queste cose si devono aggiustare tra noi. Perciò, a titolo <strong>di</strong> ammenda, mi farete un lavoretto a cui<br />

sto pensando da qualche tempo. Al caposaldo "Foresto", davanti alle postazioni della 4^ squadra<br />

(quella del caporal maggiore Furloni, per intenderci) c'è una pianta <strong>di</strong> rovere, alta, che ostacola il<br />

tiro delle Breda situate alle spalle del caposaldo. Voi vi armate <strong>di</strong> un segone a due manici e,<br />

appena buio, mi abbattete il rovere segandolo a livello del terreno. Ci sarò anch'io da quelle parti.<br />

Andate pure".<br />

Scende la sera. S. e T., muniti <strong>di</strong> segone, confabulano con Furloni che in<strong>di</strong>ca la pianta, spiega il<br />

modo più sicuro per raggiungerla e raccomanda la massima attenzione perché i russi, come<br />

sentono volare una mosca, sparano senza risparmio come fossero ad un poligono <strong>di</strong> tiro.<br />

I due superano il bordo della trincea, scivolano guar<strong>di</strong>nghi verso il rovere, mettono in posizione<br />

il segone e iniziano il lavoro ".. adagissimo ... quasi accarezzando la rude corteccia della pianta.<br />

Qualche secondo ... poi, improwisamente, raffiche <strong>di</strong> parabellum, fittissime e mici<strong>di</strong>ali, trafiggono<br />

la neve, sollevando nembi <strong>di</strong> fiori bianchitutt'intorno al rovere e ai due improwisati boscaioli.<br />

lmmobilità e silenzio, quin<strong>di</strong>, per lunghi minuti.<br />

Poi S. e T. ci riprovano con ancora più grande cautela: ma come il segone si muove, arriva una<br />

gran<strong>di</strong>nata <strong>di</strong> pallottole, rabbiosa, invelenita. Così per cinque o sei volte. Alla fine i due alpini,<br />

miracolosamente illesi, rinunciano all'impresa: ritraggono il segone dal tronco appena scalfitto e<br />

con un balzo da acrobati ripiombano nella trincea.<br />

Ora c'è da affrontare Fanucchi, che li aspetta nel bunker della 4^ squadra; ma questa volta<br />

(cosa che lascia <strong>di</strong> stucco i presenti) è l'alpino S. che passa all'attacco, reso audace dagli sgomenti<br />

vissuti ai pie<strong>di</strong> del rovere: " Signor capitano, se lei ha deciso che dobbiamo morire in Russia,<br />

estragga la pistola e ci uccida lei, qui dove siamo: non ci faccia massacrare dai russi!". E<br />

continuando a parlare, stravolto com'è dalla rabbia e dalla fatica, gli scappa <strong>di</strong> <strong>di</strong>re: "Provi lei,<br />

signor capitano!".<br />

Fanucchi reagisce alla sua maniera; calmo ed imperturbabile come sempre, si mette sotto<br />

braccio il segone e: "lo sono pronto, ma bisogna essere in due: chi viene con me?".<br />

" lo, naia schifosa!" grida l'alpino S., in uguale misura impulsivo e generoso.<br />

E così ha inizio una vicenda, a <strong>di</strong>r poco incre<strong>di</strong>bile: il capitano sostituisce l'alpino T. a tirare la<br />

lama del segone nel taglio appena abbozzato e danno inizio al lavoro: con molta prudenza<br />

dapprima, poi via via con sempre maggior decisione.


Non succede nulla, Nessuna reazione. Neppure un colpo <strong>di</strong> fucile. I russi sembrano spariti<br />

dall'altra sponda del Don. ll rovere segato si rovescia per la scarpata con enorme fragore, E ancora<br />

niente: un silenzio <strong>di</strong> tomba. L'alpino mangerebbe il segone tanto è imbestialito: pochi minuti<br />

prima c'era l'inferno e adesso, che è presente il capitano, neppure il pigolio <strong>di</strong> una pallottola<br />

vagante... neanche una! Poco dopo, infuriato come un toro, siede in <strong>di</strong>sparte nel bunker della 4^<br />

squadra: ha lo sguardo torvo e i lineamenti tirati.<br />

Fanucchi lo prende in giro, bonariamente " Cosa vuoi farci, la paura ci gioca dei brutli scherzi; e<br />

a volte , quando ci prende, abbiamo l'impressione <strong>di</strong> sentire raffiche <strong>di</strong> parabellum dove non c'è<br />

neppure il cri cri <strong>di</strong> un grillo".<br />

" Signor capitano", scatta l'alpino, " già mi hanno preso per i fondelli i russi: non ci si metta<br />

anche lei, adesso".<br />

Sembrerebbe l'inizio <strong>di</strong> un <strong>di</strong>verbio, <strong>di</strong> uno scontro: ma una "pacca" affettuosa del capitano<br />

ristabilisce la serenità e la concor<strong>di</strong>a.<br />

*{.r1.*,trl.{c**<br />

Così si svolsero i fatti. Baffelli, sergente <strong>di</strong> fureria, e Furloni, comandante la 4^ squadra fucilieri,<br />

sono vivi e vegeti in quel <strong>di</strong> Malegno ( Brescia ) e possono confermare la sostanziale verità <strong>di</strong><br />

quanto sopra narrato.<br />

Certo è impossibile sapere perché i russi non si facessero vivi al secondo tentativo; si possono<br />

formulare solo delle ipotesi: un awicendamento <strong>di</strong> reparti , uno spostamento delle sentinelle<br />

avanzate; forse il sonno, la stanchezza, la voglia <strong>di</strong> stare in pace ...; forse la buona stella <strong>di</strong><br />

Fanucchi, che allora splendeva così vivida da farlo ritenere invulnerabile .... Quella stella che si<br />

spense tragicamente per un colpo <strong>di</strong> mortaio alla vigilia della ritirata, quando la 52^ iniziava il<br />

lungo calvario attraverso la steppa <strong>di</strong> ghiaccio: ma a guidarla non c'era più lui, Fanucchi, l'intrepido<br />

capitano dalle mille risorse d'ingegno e <strong>di</strong> cuore.<br />

Sergente Vittorio Bozzini<br />

52^ Compagnia Battaglione Edolo<br />

5" Reggimento AIpini


Lettera inviata a Giovanni e Maurizio Fanucchi da Baffelli Gregorio, Sergente<br />

Maggiore Furiere nella 52^ compagnia del Batt. Edolo durante la Campagnia <strong>di</strong><br />

Russia.<br />

Cari Maurizio e Giovanni,<br />

Morbegno, 16 gennaio 7997.<br />

Nel 54" anniversario della morte dell'in<strong>di</strong>menticabile <strong>Capitano</strong> Fanucchi, ora che le spoglie<br />

riposano in Patria, voglio ricordarlo de<strong>di</strong>candogli in raccoglimento il tempo necessario a scrivere le<br />

seguenti note.<br />

L'ho avuto come comandante in Russia dalla prima decade <strong>di</strong> novembre L942 fino al 16 gennaio<br />

1943, poco tempo per conoscere una persona normale ma poiché Fanucchi Gino era straor<strong>di</strong>nario<br />

in così poco tempo ho avuto modo <strong>di</strong> imparare tante cose: trattare bene i subalterni; aiutare i più<br />

bisognosi; dare buon esempio; dare un or<strong>di</strong>ne solo se sicuri che il destinatario potrà eseguirlo;<br />

lavorare con intelligenza e profitto; ecc. ecc..<br />

Allego alla presente fotocopia del mio <strong>di</strong>ario dal quale apprenderete quanto vostro padre fece<br />

sulle rive del Don e quanti alpini il giorno 16 gennaio 1943 si sono salvati grazie all'assiduo e<br />

intelligente lavoro <strong>di</strong>retto dal <strong>Capitano</strong>: trincee - bunker - camminamenti - rifugi coperti con<br />

grossi tronchi e soprastante spessore <strong>di</strong> terreno.<br />

Tanto lavoro per i suoi alpini e niente per lui. Certo non era un uomo da chiudersi al riparo <strong>di</strong><br />

una buca: doveva andare al caposaldo Lovere all'estremo schieramento dell'Edolo per mantenere<br />

il collegamento col Btg. Vestone; correre al caposaldo Foresto per controllare la 4^ squadra molto<br />

esposta; poi fare un salto alla squadra mitraglieri posta su in alto verso le case <strong>di</strong> Bassowka per<br />

controllare l'effetto del tiro; poi tenere sotto controllo la situazione munizioni; poi ispezionare i<br />

vari plotoni; poi mantenere il collegamento col comandante <strong>di</strong> Btg. poi....poi era destino che lui<br />

andasse avanti a raggiungere il Para<strong>di</strong>so <strong>di</strong> Cantore, vicino al Comandante Supremo, da dove avere<br />

facilità a guidare e a proteggere i suoi alpini durante la ritirata, per far uscire dalla famigerata<br />

sacca il massimo possibile <strong>di</strong> poveri <strong>di</strong>sgraziati.<br />

Ho letto sul giornale Nastro Azzurro "O<strong>di</strong>ssea <strong>di</strong> un Eroe" scritto dal Gen. Garibol<strong>di</strong> che ho avuto<br />

la fortuna <strong>di</strong> conoscere in Russia quale ufficiale del 5" Alpini e in Valcamonica durante un<br />

pellegrinaggio in Adamello e mi complimento con voi che con il vostro lodevole comportamento vi<br />

siete guadagnata la stima <strong>di</strong>tale personalità.<br />

Apprendo da tale scritto che si è recentemente sposato il nipote Gino e esprimo a lui e consorte<br />

i miei pitr vivi auguri.<br />

ll Prof. Bozzini telefonicamente mi ha dato notizia <strong>di</strong> Cargnacco ivi compreso il malinteso. Mi<br />

spiace.<br />

Colgo l'occasione per ringraziare degli Auguri Natalizi che anche in ritardo ricambio. Buon Anno<br />

a tutti che <strong>di</strong>a salute, pace e prosperità.<br />

Ricevete un forte abbraccio con tanti cor<strong>di</strong>ali saluti.<br />

Gregorio Baffelli


Diario della Campagna <strong>di</strong> Russia del Sergente Magg. Baffelli Gregorio<br />

integralmente riportato quale testimonianza personale e <strong>di</strong>retta sulla tragicità <strong>di</strong><br />

quel capitolo della ll Guerra Mon<strong>di</strong>ale.<br />

A metà luglio 1942 dobbiamo lasciare l'accogliente Alpignano (TO ) e patire per la Russia.<br />

Pren<strong>di</strong>amo la tradotta ad Avigliana e dopo attraversato il Brennero, Innsbruk, Monaco,<br />

Norimberga, Varsavia, Minssk e Gomel scen<strong>di</strong>amo a Nowo Gorlowka.<br />

Con estenuanti marce ci trasferiamo in <strong>di</strong>rezione Caucaso, ma all'improwiso cambio <strong>di</strong>rezione;<br />

si punta su Vorosilovgrad, poiché i Russi hanno sfondato nella zona dov'è schierata la <strong>di</strong>visione<br />

Sforzesca e pertanto dobbiamo prowedere a ristabilire la linea,<br />

Giunti autocarrati a Bolschoi, il 6" Regg. Alpini ha dovuto sostenere furiosi combattimenti,<br />

lasciando sul campo parecchi morti. ll Btg. Edolo è rimasto nelle vicinanze <strong>di</strong> rincalzo. Durante i<br />

combattimenti una scheggia <strong>di</strong> proiettile mi ha trapassato parte-parte la sommità del cappello,<br />

senza provocare ferite.<br />

Alla fine <strong>di</strong> agosto, dopo che, ilfronte fu ristabilito, il Btg. Edolo si trasferisce a Rubaskin dove si<br />

intraprendono i favori <strong>di</strong> fortificazione: camminamenti, postazioni per armi, bunker per le squadre,<br />

cucine, comando <strong>di</strong> battaglione e <strong>di</strong> compagnia. GliAlpini <strong>di</strong> Pezzo (Vallecamonica) hanno ricavato,<br />

scavando nelterreno gessoso, un artistico altare dove ilTen. Cap, Don Badariotti celebra la Messa.<br />

Abbiamo appena finito quando le truppe romene ci danno il cambio e vanno ad occupare una<br />

specie <strong>di</strong>villaggio sotterraneo, che con tanto lavoro e cura abbiamo approntato.<br />

ll 5" Alpini intraprende ancora la marcia in <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> Podgornoje fino a raggiungere Bassowka<br />

(Belgorie).<br />

ll Battaglione Edolo va ad occupare una zona tenuta dagli Ungheresi e la 52^ compagnia ha<br />

parte delle postazioni sulla sponda del Don in corrispondenza della grande ansa. GliAlpini liberi dal<br />

servizio <strong>di</strong> vedetta devono lavorare per scavare rifugi camminamenti e fosse anticarro.<br />

In pochi giorni la zona è trasformata in un grande cantiere. Si lavora tutta la notte a all'alba<br />

tutto deve essere in or<strong>di</strong>ne con spargimento <strong>di</strong> neve sulle zone dove sono stati eseguiti gli scavi,<br />

previa copertura con grossi tronchi d'albero, che gli Alpini incaricati, hanno tagliato, sezionato e<br />

trasportato a piè d'opera. lo mi assumo l'incarico <strong>di</strong> formare il rifugio per le cucine e per la fureria,<br />

altri per il comando compagnia, altri i camminamenti; ogni squadra il proprio bunker. Occorre<br />

mandare qualche Alpino a lavorare con quelli <strong>di</strong> altre compagnie per formare il fosso anticarro.<br />

Comanda la compagnia il capitano Fanucchi che lavora 24 ore su 24 ad organizzare, <strong>di</strong>rigere,<br />

ispezionare e dare mano anche a lavori <strong>di</strong> fatica in modo da avere tutti i suoi uomini al riparo dal<br />

freddo e da eventuali attacchi nemici.<br />

Procura frumento e ru<strong>di</strong>mentali mulini per ogni postazione in modo che ognuno possa avere un<br />

supplemento al rancio (polenta <strong>di</strong>farina <strong>di</strong> frumento).<br />

Una notte tagliò, con l'aiuto <strong>di</strong> due Alpini, che dovevano scontare una punizione, un albero<br />

situato sull'argine del Don; nell'ondeggiare durante le notti <strong>di</strong> luna, veniva dai Russi scambiato per<br />

una sentinella in movimento ed essi scaricavano i loro parabellum in <strong>di</strong>rezione dell'albero il quale<br />

non ci rimetteva niente, ma le pallottole che si infilavano nei camminamenti, alle volte colpivano<br />

gliAlpini <strong>di</strong> guar<strong>di</strong>a.<br />

ll Natale passa tranquillo, ma le prospettive sono tutt'altro che buone; la posta non arriva ed al<br />

<strong>di</strong> là del Don si sentono <strong>di</strong> continuo strani rumori <strong>di</strong> mezzi cingolati.<br />

Arriva il fati<strong>di</strong>co giorno 15 gennaio e con l'alba inizia la grande ed aspra battaglia che durerà<br />

fino all'indomani. E' un vero inferno, sul Don continuano ad avanzare ed ammucchiarsi soldati<br />

Russi caduti nel tentativo <strong>di</strong> conquistare le nostre postazioni. La 52^ è la piu esposta e dai capisal<strong>di</strong>


continuano ad arrivare richieste <strong>di</strong> munizioni. Molti sono i feriti nelle prime linee e tra quelli<br />

addetti al trasporto delle munizioni, ed è problematico trovare un Alpino libero. 5i pro<strong>di</strong>gano con<br />

coraggio ed abnegazione i due fratelliAbon<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Darfo, il più giovane dei quali rimane gravemente<br />

ferito e awiato all'ospedale <strong>di</strong> Potgornoje dove rimarrà senza poter seguire la compagnia in<br />

ritirata; l'altro non cessa <strong>di</strong> lavorare e con l'esempio trascina anche altri passando da un caposaldo<br />

all'altro onde non lasciare mancare il necessario. Nemmeno questo rientrerà in ltalia perché<br />

rimane ucciso nei primi giorni <strong>di</strong> ritirata. Era appena rientrato al reparto dopo aver trascorso in<br />

Italia una licenza per la morte <strong>di</strong> un suo bambino.<br />

Giunge un ferito (portaor<strong>di</strong>ni Riva Celerino n.d,r.), che piangendo annuncia la morte del<br />

capitano Fanucchi colpito mentre si spostava, sprezzante del pericolo, da una postazione all'altra<br />

per avere in mano la situazione, per imprimere coraggio e per aiutare dove si presentava la<br />

necessità" Teniamo il più possibile nascosta la triste notizia per non demoralizzare gli Alpini che<br />

continuano il furioso combattimento.<br />

Un sergente ha le mani bruciate perché non ha ancora mollato l'impugnatura della<br />

mitragliatrice; dalla sua postazione tiene battuta una vasta zona e nessuno riesce ad avanzare. Se<br />

non verranno a mancare le munizioni gliAlpini non cederanno ed infatti la sera del giorno 17 sono<br />

tutti ai propri posti senza aver perduto un centimetro <strong>di</strong>terreno.<br />

Alle 17 del giorno t7 inizia, con or<strong>di</strong>ne, la ritirata e rimane sul Don una squadra col compito do<br />

proteggere il ripiegamento. Tale squadra resisterà eroicamente tutta la notte sparando ogni tanto<br />

qualche raffica per ingannare il nemico.<br />

ll giorno L9 gennaio si pare da Podgornoje con temperatura polare; ogni giorno un accanito<br />

combattimento ci attende per aprire l'accerchiamento e molti sono i caduti, feriti e <strong>di</strong>spersi e la<br />

52^ iniziava il lungo calvario attraverso la steppa, ma a comandarla non c'era più l'eroico <strong>Capitano</strong><br />

Fanucchi.<br />

Durante quei giorni ho visto delle cose incre<strong>di</strong>bili che mi fanno rabbrivi<strong>di</strong>re a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong><br />

parecchi anni: soldati morti dal freddo nelle posizioni più macabre; soldati impazzire; isbe bruciate<br />

con dentro militari impossibilitati a fuggire al rogo; soldati morti per aver mangiato cibi avariati o<br />

bevuto acqua inquinata; italiani dare botte ai tedeschi per avere la precedenza al pozzo; tedeschi<br />

attraversare con pariglie <strong>di</strong> grossi cavalli la colonna e creare confusione; Alpini picchiati perché<br />

awicinatisi troppo all'aliante appena planato carico <strong>di</strong> viveri per i tedeschi; sbandati occupare le<br />

isbe lasciando all'ad<strong>di</strong>accio gli Alpini che dopo aver combattuto attendono or<strong>di</strong>ni dai loro<br />

comandanti. E potrei continuare riempiendo parecchie pagine.<br />

Quando si riesce ad avere una sistemazione sorge il problema del mangiare, si devono formare<br />

dei gruppi ed ad ognuno dare un compito: razziare una pecora, una capra, un vitello, delle galline;<br />

macellare, fare l'acqua me<strong>di</strong>ante scioglimento della neve, cucinare e finalmente mangiare.<br />

Non sempre però la fortuna ci fa incontrare qualche bestiola ed allora si salta il pasto.<br />

(Personalmente non ho sentito bisogni <strong>di</strong> cibo, almeno nei primi giorni, perché affetto da febbre<br />

reumatica oscillante sui 38 - 40").<br />

Coloro che non hanno servizio <strong>di</strong> guar<strong>di</strong>a possono tentare un sonnellino, ma ecco che i pidocchi<br />

incominciano il loro turno. Oltre ai pidocchi ci sono i lamenti dei feriti e congelati e perciò è<br />

impossibile dormire anche ai sani; si deve sopportare il fetore emanato dagli arti dei congelati<br />

alcuni dei quali in avanzata fase <strong>di</strong> cancrena.<br />

I Russi, vecchi e bambini, che troviamo nelle isbe si danno da fare per offrirci quel poco <strong>di</strong> cui<br />

ancora <strong>di</strong>spongono e cedono i loro giacigli, vicino alforno, ai feriti più gravi.<br />

ll giorno 25 gennaio arriviamo a Nikitowka dove ci viene assegnata un'isba <strong>di</strong>stante dal paese<br />

circa venti minuti <strong>di</strong> marcia. La casa era in muratura <strong>di</strong> mattoni e nel locale principale ardeva<br />

ancora una stufa, segno che chi l'abitava era appena scappato.


Prima <strong>di</strong> sdraiarci stendemmo, su un filo teso sopra la piastra della stufa, degli indumenti ad<br />

asciugare, e mentre dormivamo sentimmo il Serg. Corona, che era <strong>di</strong> guar<strong>di</strong>a, esclamare: "Sveglia,<br />

moriamo asfissiati". lstintivamente accesi il lume ( scatola <strong>di</strong> grasso anticongelante con annegato<br />

uno stoppino) ed in quell'istante vi<strong>di</strong> chiudersi una botola <strong>di</strong> accesso alla sottostante cantina.<br />

Scendemmo nel locale e trovammo, oltre a donne e bambini, uomini <strong>di</strong> età da combattenti (soldati<br />

o partigiani). Dopo una breve ispezione, non trovando armi dato che il poco chiaro che il lume<br />

sviluppava, sentite le implorazioni dei Russi (nema partisan) risalimmo e ci mettemmo a dormire,<br />

dopo aver constatato che il fumo acre che aveva provocato l'allarme era causato da una calza<br />

staccatasi dal filo e caduta sopra la piastra surriscaldata della stufa.<br />

Al mattino del giorno 26, mentre ci incamminavamo per l'adunata, giunti a cinquanta metri<br />

dalla casa, i partigiani con i quali avevamo passato la notte, iniziarono a sparare colpi <strong>di</strong><br />

parabellum però senza l'intenzione <strong>di</strong> colpirci; probabilmente grati che durante la notte non li<br />

abbiamo uccisi come avrebbero senz'altro fatto i tedeschi.<br />

Raggiunto il posto stabilito per l'adunata senza nessun ferito, ricevetti l'or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> rimanere in<br />

retroguar<strong>di</strong>a al battaglione ( già retroguar<strong>di</strong>a del reggimento); con una certa sod<strong>di</strong>sfazione,<br />

accendemmo il fuoco per far bollire una gallina, mentre gli altri reparti del battaglione iniziavano la<br />

marcia. La gallina non era ancora cotta che già le truppe regolari russe, unitamente ai partigiani,<br />

incominciarono ad avanzare e fummo costretti, dopo breve resistenza, ad abbandonare il villaggio<br />

prima del tempo stabilito. Attraversammo <strong>di</strong> corsa un ponticello, ma subito venimmo intrappolati<br />

in un fuoco incrociato; gli sfortunati che ancora si trovavano al <strong>di</strong> là del ponte, dovettero, per<br />

essere coperti, attraversare a guado il torrente gelido.<br />

Dopo aver marciato fra decine <strong>di</strong> cadaveri caduti in occasione della resistenza trovata durante la<br />

notte dai reparti già avanzati, ci ricollegammo al battaglione sull'altopiano che sovrasta<br />

Nikolajewka, proprio nell'istante in cui due aerei russi mitragliavano la marea <strong>di</strong> soldati in attesa,<br />

Per spirito <strong>di</strong> conservazione mi buttai sotto la pancia <strong>di</strong> un mulo e uscii quando sentii gridare<br />

"Avanti Edolo".<br />

lmpossibile descrivere come feci a percorrere, in lieve <strong>di</strong>scesa, il tratto che ci separava dalla<br />

ferrovia. Ricordo <strong>di</strong> aver visto volare per aria soldati a pezzi, poiché dall'abitato <strong>di</strong> Nikolajewka le<br />

artiglierie russe sparavano a zero. Dopo aver oltrepassato la ferrovia all'inizio della città, a fine<br />

combattimento mi imbattei a faccia a faccia con il maggiore Bellotti, il quale mi chiese perché mi<br />

trovassi lì, mentre stando agli or<strong>di</strong>ni, avrei dovuto essere ancora in marcia da Nikitowka. Cercai <strong>di</strong><br />

giustificarmi, ma mi rispose che ne avremmo riparlato ( violata consegna ) e mi 'or<strong>di</strong>nò <strong>di</strong><br />

presentarmi al Generale Reverberi che, sebbene fosse a pochi passi da noi, non avevo riconosciuto<br />

perché <strong>di</strong> spalle, mi awicinai <strong>di</strong>cendo: " Coman<strong>di</strong> Eccellenza " "Vorrei qualcosa da bere, ho una<br />

sete da morire".<br />

Mi presi come scorta due Alpini e fatti duecento metri, vista una caprefia, incominciai a<br />

mungerla meravigliandomi <strong>di</strong> essere riuscito ad ottenere mezza gavetta <strong>di</strong> latte senza far morire la<br />

bestiola. Mentre consegnavo il latte al maggiore Bellotti affinché lo passasse al Generale, mivenne<br />

assegnata una isba alla periferia a monte della città. Nel cammino sentimmo un buon profumo <strong>di</strong><br />

pane, andammo nella <strong>di</strong>rezione dalla quale proveniva l'odore e trovammo delle pagnotte ancora<br />

calde. Sfondammo la porta constatato che solo quattro o cinque tedeschi la tenevano occupata ci<br />

sistemammo pure noi e mangiammo il pane con del miele trovato nell'isba.<br />

ll giorno2T si parte e appena fuori dell'abitato un Alpino che trascina un russo corre in testa alla<br />

colonna e chiede al Magg. Bellotti: " Cosa ne facciamo <strong>di</strong> questo?". ll Magg. ci pensa un attimo poi<br />

con voce non troppo rassicurante risponde: "Fatelo fuori". Mentre l'Alpino che ha in consegna il<br />

prigioniero gli da una spinta e gli <strong>di</strong>ce i " Cicai" (scappa), due Alpini spianano il fucile e mentre il<br />

fuggiasco se la da a gambe vengono sparate un paio <strong>di</strong> fucilate, pero gli spruzzi della neve levati<br />

dalle pallottole sono <strong>di</strong>stanti almeno cinquanta metri dal bersaglio.<br />

to


Quando il russo raggiunge una balza, in fondo al breve percorso in <strong>di</strong>scesa e risulta fuori dal tiro,<br />

tutti ( compreso il maggiore)tiriamo un sospiro <strong>di</strong>sollievo.<br />

Dopo qualche ora <strong>di</strong> marcia siamo fermi perché una pattuglia russa ci blocca la strada. Tale<br />

pattuglia vien e sbaragliata dalla 5L^ compagnia dell'Edolo.<br />

ll giorno 28 e 29 per evitare <strong>di</strong> incontrare altri russi, viene effettuato un <strong>di</strong>rottamento su<br />

terreno innevato senza nessuna pista e si marcia affondando nella neve fino alla cintola.<br />

ll giorno 31 gennaio finalmente arriviamo a Bolscke Troskoje e il Generale Garibol<strong>di</strong> in persona<br />

ci comunica che siamo fuori dall'accerchiamento. Ci viene in<strong>di</strong>cato da appositi incaricati dove si<br />

devono riunire e pernottare ivari reparti.<br />

ll giorno l febbraio feriti e congelati vengono caricati su autocarri e spe<strong>di</strong>ti verso ovest.<br />

Chi è in grado <strong>di</strong> camminare deve riprendere la marcia. Marciamo fino al 25 febbraio e arrivati<br />

alla stazione <strong>di</strong> Warchejewka ci fanno salire sui vagoni, che alcuni baciano poiché vedono la scritta<br />

'FS<br />

ITALIA".<br />

Dobbiamo però attendere la partenza che awiene solo il 28 perché i tedeschi non hanno<br />

agganciato la locomotiva, decisi a trattenerci per riprendere la collaborazione e combattere.<br />

Dal 5 al t4 marzo sostiamo a Slobin, in Ucraina, dove finalmente arrivano regolari razioni <strong>di</strong><br />

viveri.<br />

ll 14 marzo partenza in tradotta ed il 19 transitiamo per Vienna; il giorno 20 entriamo in ltalia<br />

pazzi <strong>di</strong> gioia.<br />

Consegniamo al comando tappa <strong>di</strong> Tarvisio i do<strong>di</strong>ci muli che prowidenzialmente hanno resistito<br />

per tutta la ritirata grazie ai bravi conducenti che oltre che a sfamarli, con paglia alle volte<br />

strappata dai tetti delle isbe, hanno sorvegliato perché non fossero rubati da coloro che<br />

tentavano <strong>di</strong> impossessarsene per uso traino o per uso bistecche.<br />

Contumacia a Prestrane e poi via a casa con un mese <strong>di</strong> licenza.<br />

FORZA DELIA 52^ COMPAGNIA BTG. EDOLO:<br />

Presenti il 15 gennaio 1943<br />

Presenti il 20 marzo 1943<br />

Malegno, 15 settembre 1993<br />

Uff. Sott. Truppa<br />

Uff. Sott. Truppa<br />

325<br />

89<br />

Baffelli Gregorio<br />

Serg. Magg. Furiere<br />

Quadrupe<strong>di</strong> 78<br />

Quadrupe<strong>di</strong> t2'<br />

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t 19 gennaio 1943 - 4 febbraiO rn4a Percorso ritirata dentro lraccerchiamento<br />

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L2


Lettera accompagnatrice del libro "l MoMENTI Plu' tMPoRTANTt DELLA MIA VITA"<br />

inviato a Maurizio Fanucchi dall'autore GIOVANNI ZANOLETTI<br />

in gioventù valente fon<strong>di</strong>sta e portaor<strong>di</strong>ni sciatore Alpino della 52n comp. "Edolo"<br />

durante la Campagnia <strong>di</strong> Russia L9421L943<br />

Caro Maurizio<br />

La tua lettera, che ho ricevuto circa un mese fa, mi ha fatto molto piacere e<br />

- mi ha dato modo <strong>di</strong> ricordare più da vicino tuo papà, che per me è stato un grande<br />

comandante e un uomo <strong>di</strong> inestimabile valore.<br />

Ti invio una copia dei miei ricor<strong>di</strong> in modo che tu possa conoscere un po'<br />

meglio questo vecchio alpino bergamasco, che ha avuto l'onore <strong>di</strong> avere vicino<br />

durante la sua giovinezza per alcuni mesi il <strong>Capitano</strong> Fanucchi.<br />

affetto.<br />

Tuo padre mi ha guidato in momenti <strong>di</strong>fficili e lo ricordo sempre con tanto<br />

Colgo l'occasione per salutare te e la tua famiglia, augurandoti una vita<br />

colma <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfazioni e <strong>di</strong> gioie.<br />

Un abbraccio affettuoso<br />

( firma <strong>di</strong> GiovanniZanoletti )<br />

L3


'IA<br />

BREVE GUERRA DEL CAPITANO <strong>FANUCCHI</strong>'<br />

da mensile "L'ALPINO" mese <strong>di</strong> novembre f:964 a firma <strong>di</strong> Dario Galimberti<br />

ll capitano Fanucchi è stato in perlustrazione notturna fuori della linea, sul Don, e riposa. Ci<br />

dovremo presentare, poiché dobbiamo sostituire chi, qualche giorno fa, è saltato sulle mine in una<br />

azione <strong>di</strong> pattuglia. Aspettiamo lungamente al comando <strong>di</strong> Compagnia. Al suo risveglio,lieto <strong>di</strong><br />

vederci, ci propone <strong>di</strong> far visita ai due capisal<strong>di</strong> "Lovere" e "Foresto", giacchè non è ancora buio.<br />

Seguiamo la rotazione delle sue lunghe gambe. Ha una gíacca a vento ed il passamontagna<br />

bianchi; gli occhiali gli si appannano ogni tanto e sosta per ripulirli. E' deciso, entusiasta. Glà<br />

l'avevamo conosciuto ed apprezzato in ltalia, al battaglione <strong>di</strong> marcia e siamo venuti su con i<br />

complementi del 5".<br />

Egli sta riorganizzando ed elettrizzando la 52^, la vecchia "Ferrea". Man mano, su richiesta del<br />

Comandante del Battaglione e con l'autonomia propria delle truppe alpine, stu<strong>di</strong>a da tutti i lati il<br />

terreno affidato al suo reparto. Siamo a Bassowka, allo sbocco <strong>di</strong> una larga balza, verso il Don. Alle<br />

spalle vi sono alcune collinette, verso nord presi<strong>di</strong>ate, in cresta, dalla 50^ e dalla 51^, ma non sul<br />

rovescio del fronte. Verso sud, dopo un vasto tratto in<strong>di</strong>feso <strong>di</strong> quasi un chilometro, si confina con<br />

il "Val Cismon". ln basso, sull'argine, r/è la terra <strong>di</strong> nessuno. Gli ungheresi, a cui abbiamo dato il<br />

cambio, se ne sono partiti in tutta fretta, senza lasciarci piani dei campi minati, Fanucchi decide <strong>di</strong><br />

in<strong>di</strong>viduarli <strong>di</strong> persona e con l'aiuto <strong>di</strong> numerose pattuglie. Passano i giorni e le notti; una fitta<br />

ragnatela <strong>di</strong> gabbioni e <strong>di</strong> nuovi reticolati, cavali <strong>di</strong> frisia, nuove mine a strappo ed a pressione<br />

circuiscono i capisal<strong>di</strong> e raggiungono gli avamposti della Julia. Approfon<strong>di</strong>amo i camminamenti,<br />

rinforziamo i ricoveri con travi, scaviamo gallerie e postazioni a sorpresa per le armi automatiche.<br />

E si va sempre fuori <strong>di</strong> pattuglia; specie gli esploratori del plotone comando, <strong>Capitano</strong> in testa.<br />

Versi i primi <strong>di</strong> <strong>di</strong>cembre 1942 sembra ci debba dare il cambio un reparto tedesco. Vengono<br />

ufficiali e feldwebeln, che accompagniamo in ricognizione un po' dovunque. Fanucchi, col <strong>Capitano</strong><br />

germanico, al chiaro <strong>di</strong> luna, esce a fissare dei gabbioni con la squadra ar<strong>di</strong>ti, sulla sinistra del<br />

caposaldo " Foresto ", nel punto piir esposto e delicato dello schieramento della 52^. I russi se ne<br />

accorgono e ne salta fuori una bella sparatoria a <strong>di</strong>stanza rawicinata - 60/70 metri - poiché ci<br />

<strong>di</strong>vide solo il piccolo Don, ghiacciato. Loro sono apprestati su un'isola coperta da fitto bosco.<br />

Alla fine, niente cambio e l"'Edolo" rimane alsuo posto, sulla sua piccola "Maginot".<br />

A metà <strong>di</strong>cembre la Julia, nostra vicina <strong>di</strong> destra, viene spostata e buttata nella fornace dello<br />

sfondamento subito, verso l'ansa del Don, da altri reparti. ll 'Val Cismon" viene rimpi'àzzato dal<br />

"Vestone".ll nostro <strong>Capitano</strong> decide <strong>di</strong> riattivare uno stretto servizio <strong>di</strong> sorveglianza e<br />

collegamento sul lungo tratto <strong>di</strong>feso solo dal reticolato, che già è stato rafforzato. Tutte le notte le<br />

pattuglie si susseguono fra il caposaldo "Lovere" e quello del 5'.<br />

Ma la preoccupazione <strong>di</strong> Fanucchi è pur sempre la estrema sinistra <strong>di</strong> "Foresto", oltre l'ultima<br />

postazione della quarta squadra, quella dei <strong>di</strong>menticati <strong>di</strong> Dio, contro i quali i nostri awersari,<br />

quasi tutte le notti inviano i loro uomini vestiti <strong>di</strong> bianco per saggiare la resistenza e sempre<br />

vengono respinti a bombe a mano. Verso il piccolo Don, a nord, era rimasta - sulla riva - la testata<br />

<strong>di</strong> un poderoso ponte, che, prima, collegava la riva ovest con llisola; era un ammasso <strong>di</strong> tronchi<br />

d'albero accatastati ed intersecati: ostacolava, da "Foresto", la panoramica per lungo tratto del<br />

canale e rappresentava per le pattuglie russe un ottimo punto <strong>di</strong> partenza contro le nostre<br />

posizioni, al riparo del tiro dei nostrifucili mitragliatori. In barba alle mine ed alle raffiche dei vicini<br />

<strong>di</strong>rimpettai, Fanucchi ed il Ten. Rossi del Genio Alpino ( poi M.O. alla memoria , a Scheljakino), una<br />

notte - <strong>di</strong> soppiatto - va a far saltare con cariche <strong>di</strong> tritolo il pezzo <strong>di</strong> ponte rimasto. La vedetta<br />

russa passeggia avanti ed in<strong>di</strong>etro nel camminamento - ne sentiamo i passi - e non si accorge <strong>di</strong><br />

nulla dei preparativi. Tutto è pronto per l'esplosione. I due risalgono il pen<strong>di</strong>o e, come ombre,<br />

rientrano in trincea e premono il detonatore. Niente. ll freddo fa da guastafeste. Si ritorna<br />

t4


all'antica: si accende una miccia. E, allora sì, si balla. Settanta chilogrammi <strong>di</strong> esplosivo provocano<br />

un terremoto; gli uomini, nei ricoveri, sono gettati a terra, si spengono le lampade a gasolio;<br />

volano travi <strong>di</strong> quintali l'una. Piazza pulita. Al mattino dopo, lo sguardo ( ed il tiro ) si spinge<br />

liberamente molto più a nord, sul canale; rimane ritto solo qualche pilone <strong>di</strong> sostegno. Proprio un<br />

lavoro fatto a regola d'arte. Possiamo ben <strong>di</strong>re che la nostra Compagnia, con un <strong>Capitano</strong> così in<br />

gamba, non lascia nulla <strong>di</strong> intentato per garantirsi da ogni sorpresa; e l'organizzazione si affina<br />

sempre piùr.<br />

Ma Fanucchi è instancabile. ll 22 <strong>di</strong>cembre L942 alcuni russi riescono, passando lungo l'argine,<br />

ad arrivare sul fianco sinistro <strong>di</strong> "Foresto". Di notte, naturalmente. Perche <strong>di</strong> giorno, da ambo le<br />

parti, lavora il cecchino. ll Ten. Paci, che era balzato subito fuori al contrassalto, era rimasto ferito.<br />

Subito, dopo qualche istante, ecco arrivare il <strong>Capitano</strong>, con gli esploratori, che insegue gli<br />

awersari. Ne ricerca le tracce e stabilisce che essi avevano passato il canale molto più a nord,<br />

sotto la posizione della 50^, sfruttando alcuni ostacoli: siepi, case <strong>di</strong>roccate e aggirando tratti<br />

minati. Pertanto, da ora in poi, tutte le sere, altre pattuglie staranno sempre all'erta, anche su<br />

questo lato dello schieramento. ll buon sottotenente Cei ci farà la firma con i suoi uomini della<br />

Comando.<br />

ll comandante del Battaglione non è da meno del <strong>Capitano</strong> Fanucchi. "Bronzo" è il suo nome <strong>di</strong><br />

battaglia, è sempre in giro fra i capisal<strong>di</strong> e ce lo troviamo spesso e volentieri, anche qui negli<br />

avamposti, in tuta bianca, come tutti noi quando an<strong>di</strong>amo <strong>di</strong> pattuglia o fuori oltre il ciglio delle<br />

trincee ad "osservare" se i gabbioni <strong>di</strong> filo spinato sono stesi per bene.<br />

Passa il Natale senza molti spari. I Sottufficiali possono godersi qualche ora... <strong>di</strong> svago al<br />

caposaldo "Lovere"; vero, sergente Bozzini? E gli altri, solo i pidocchi. Dopo la pausa <strong>di</strong> Natale, si<br />

ricomincia a lavorare per rafforzare la linea, fra un colpo <strong>di</strong> mortaio e l'altro. I russi sono sempre<br />

più vivaci, sia in linea con pattuglie, sia sul retrofronte con movimenti <strong>di</strong>truppa e <strong>di</strong>carri armati,<br />

Ma anche noi intensifichiamo il pattugliamento preventivo, l'intercettazione e le azioni <strong>di</strong><br />

artiglieria. Quasi tutte le notti " l'è festa in borgo", con fuochi <strong>di</strong> artificio e ci scappa sempre,<br />

purtroppo, qualche morto o qualche ferito, da ambo le parti. E quin<strong>di</strong> dall'Est: niente <strong>di</strong> nuovo.<br />

ll <strong>Capitano</strong> Fanucchi arriva sempre al momento giusto con i suoi esploratori quando una squadra<br />

è in <strong>di</strong>fficoltà, quando un caposaldo è attaccato più violentemente. Così il 30 <strong>di</strong>cembre, notte. E<br />

allora il breve combattimento si allarga; entrano in ballo, dalle colline, le Breda pesanti, gli<br />

ottantuno ed i centocinque del Gruppo Valcamonica; il tutto in lugubri luminarie <strong>di</strong> razzi e<br />

traccianti. I russi battono e ribattono contro il fronte dell"'Edolo" e, specialmente, .della 52^;<br />

continuano a saggiare il terreno, perché - in effetti - a Bassowka, come più avanti a Belogorje e,<br />

sul fronte del Îirano", vi sono tutte le possibilità <strong>di</strong> sfondamento: se non ci fossero gli Alpini.<br />

Ma il <strong>Capitano</strong> non era rimasto del tutto contento del lavoretto fatto tempo prima al ponte. E<br />

sempre in vena <strong>di</strong> novità, una sera - il 1" gennaio t943- colloca quattro belle mine a strappo fra i<br />

grossi pali ancora rimasti sulla riva; sarebbero servite per far desistere le pattuglie awersarie che,<br />

dopo aver passato il canale, da lì prendevano il balzo per <strong>di</strong>rigersi verso le nostre postazioni. E così<br />

awiene dopo un paio <strong>di</strong> sere. Due fortissime esplosioni polverizzano quasi tutti i coraggiosi<br />

avversari. I superstiti ritornano dall'altra parte lasciando una dolorosa striscia <strong>di</strong> sangue, incalzati<br />

dalle nostre raffiche. Naturalmente Fanucchi va subito a "vedere" nel bel mezzo del canale<br />

ghiacciato, scaricando la sua Beretta calibro nove e lanciando alcune bombe a mano.<br />

Qualche sera dopo Fanucchi vuole completare l'opera <strong>di</strong> sgombro del terreno al tiro dei<br />

mitragliatori della quarta squadra <strong>di</strong> "Foresto". E, a cinquanta metri dai russi, si permette - allo<br />

scoperto - <strong>di</strong> segare grossi tronchi che davano fasti<strong>di</strong>o...<br />

ll 10 gennaio verso le quattro pomeri<strong>di</strong>ane - è già buio - i russi ci lanciano due grossi pattuglioni<br />

all'attacco attraverso il Don verso il greto, fra i due capisal<strong>di</strong> "Lovere" e "Foresto". lmme<strong>di</strong>ata è la<br />

nostra reazione che inchioda gli awersari fra i dossi e le vallecole, a venti metri dei reticolati:


l'azione russa è condotta senza preparazione <strong>di</strong> fuoco. A gruppetti <strong>di</strong> due o tre ar<strong>di</strong>ti tentano,<br />

strisciando, <strong>di</strong> penetrare attraverso un varco fra i cavalli <strong>di</strong> frisia. Bisogna dar loro atto che si<br />

muovono sul terreno molto bene e che sono in gamba. Con i razzi illuminiamo <strong>di</strong> luce verdognola<br />

la platea bianca del fiume. I russi, se pur costretti a non alzare la testa, sono sempre fra le pieghe<br />

del terreno innanzi ai capisal<strong>di</strong>. A snidarli ci va il <strong>Capitano</strong> Fanucchi, che - con la solita pattuglia<br />

esploratori - ha sempre da insegnare qualcosa in fatto <strong>di</strong> fegato. I nostri scendono sul greto<br />

attraverso una piccola balza, si appostano in un campo minato ed eseguono un nutrito lancio <strong>di</strong><br />

bombe a mano verso gli assalitori, con l'accompagnamento <strong>di</strong> altri lanci dalle nostre posizioni<br />

vicine. In breve: dopo mezz'ora le ombre awersarie appaiono ritte, scompaiono e riappaiono più<br />

lontane; ripiegano, insomma, inseguite da un concerto generale a tutto fiato.<br />

Ma nei giorni successivi i russi manifestano una attività più febbrile. Però continua pure la nostra<br />

aggressività, manifestata - su or<strong>di</strong>ne del Comando <strong>di</strong> Divisione - con un riuscito colpo <strong>di</strong> mano,<br />

effettuato da due grosse pattuglie della 50^ Compagnia e da guastatori Alpini, durante la notte del<br />

14 gennaio L943, sull'isola occupata dal nemico. E anche qui Fanucchi organizza, prevede,<br />

interviene.<br />

Ma arriviamo ben presto al L6 gennaio. Quasi le ore 5 del mattino. Un fragore assordante,<br />

improwiso e continuo rompe l'incantesimo del riposo per chi aveva tentato <strong>di</strong> prendere sonno,<br />

dopo la notte <strong>di</strong> veglia ai piccoli avamposti. Siamo tutti in trincea, ognuno nella sua nicchia <strong>di</strong><br />

fuciliere o ad una postazione. I russi attaccano a plotoni affiancati, sotto un ombrello <strong>di</strong> fuoco <strong>di</strong><br />

katiuscia, mortai, artiglieria. I capisal<strong>di</strong> dell"'Edolo" sono vulcani in eruzione, tanto i colpi che vi<br />

esplodono. Gli awersari si awentano innanzi urlando. La reazione nostra è istantanea e violenta,<br />

da tutte la parti, con tutti i mezzi. E così per tutto il 16 gennaio. E' una lotta feroce, nel freddo<br />

intenso, smozzicata in tanti <strong>di</strong>stinti brevi episo<strong>di</strong>. Gli Alpini sono calmi come al tiro a segno. In<br />

alcune postazioni i fucili mitragliatori si inceppano: sono roventi, bisogna smontarne e rimontarne<br />

egualmente i pezzi, con cura, mentre i russi avanzano.<br />

Si spara col '91, ci si sbraccia con le bombe a mano. Mancano i collegamenti. I telefoni sono a<br />

pezzi. Dai capisal<strong>di</strong> si inviano portaor<strong>di</strong>ni verso i Coman<strong>di</strong>. Le per<strong>di</strong>te sono sensibili da parte<br />

nostra: feriti i due comandanti del caposaldo "Lovere"; L2 morti tra gli Alpini. Morti ancora al<br />

comando <strong>di</strong> Compagnia. Quattro morti a "Foresto", oltre ad un numero considerevole <strong>di</strong> feriti. Ma<br />

gli awersari sono fermati. I cadaveri dei russi sono tanti sul greto del fiume. Hanno attaccato con<br />

un reggimento contro una compagnia, sostenuta da un Battaglione: l"'Edolo". Hanno tentato in<br />

tutti i mo<strong>di</strong> e non sono passati.<br />

Ma il <strong>Capitano</strong>? ll <strong>Capitano</strong> Fanucchi è caduto. Ucciso da un colpo <strong>di</strong> mortaio mentre portava la<br />

solita squadra esploratori laddove vi era più bisogno, I russi erano penetrati nello schieramento tra<br />

l"'Edolo" ed il "Vestone", nei 700/800 metri scoperti, garantiti solo dal reticolato e dal tiro<br />

incrociato delle Breda. Vi era corso con tutto il suo ardore, lottando corpo a corpo aveva<br />

tamponato l'infiltrazione e respinto gli assalitori. Muore così: da coraggioso.<br />

Risentiamo ancora, a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> oltre vent'anni, la sua pacata e nel contempo infuocata parola,<br />

dalla cadenza emiliana, e gli dobbiamo una profonda, doverosa gratitu<strong>di</strong>ne. Ci rincuorò nei<br />

momenti <strong>di</strong> inquietu<strong>di</strong>ne, <strong>di</strong> smarrimento. Eroi non si nasce, alla faccia della retorica. Ci fece<br />

<strong>di</strong>ventare uomini, quando eravamo imberbi ragazzi <strong>di</strong>vent'anni.<br />

Fu proposto per la Medaglia d'Oro alla Memoria, Roma gli decretò quella d'Argento. Ma per noi<br />

dell"'Edolo", della cinquantadue, rimane sempre nel nostro cuore, senza declassamento alcuno.<br />

Era ed è il nostro <strong>Capitano</strong> quello del Don, quello che, con il suo sacrificio silenzioso e <strong>di</strong>tanti altri,<br />

ci permise <strong>di</strong> lasciare invitti la linea delfiume e <strong>di</strong> iniziare, a testa alta, quel ripiegamento o, per <strong>di</strong>r<br />

meglio quella avanzata verso ovest che doveva concludersi a Nikolajewka.<br />

E ne sortì fuori anche il riconoscimento, cavalleresco, dell'awersario <strong>di</strong> allora.<br />

76


"LE SIGARETTE DEt CAPITAN <strong>FANUCCHI</strong>"<br />

Dal bimestrale'VECI e BOCIA" dei mesi <strong>di</strong> novembre e <strong>di</strong>cembre 1966<br />

a firma <strong>di</strong> Vittorio Bozzini<br />

Mancano pochi minuti alla mezzanotte <strong>di</strong> Natale. Sono qui al caldo, vicino alla stufa, e tocco con<br />

mano l'albero ed il presepe costruiti dai miei piccini. Ci sono le candeline, le statuette, i pastori, le<br />

pecore vagolanti nel muschio verde e, in alto, la stella dalla lunga coda sfavillante. ll Bambino giace<br />

nella paglia, sotto la grotta fatta con pezzi <strong>di</strong> legno e corteccia rugosa <strong>di</strong> pianta; la Madonna e S.<br />

Giuseppe sono chini su <strong>di</strong> Lui in muta contemplazione estatica; il bue e l'asinello ruminano assorti,<br />

benché un angelo vestito <strong>di</strong> rosa stia suonando celesti canzoni sulla grotta <strong>di</strong> Betlemme.<br />

Tra poco esploderà lo squillo giulivo delle campane ad annunziare ancora una volta che Gesù e<br />

nato per noi; e sentiro viva nel cuore l'eco dell'infinita letizia che si <strong>di</strong>ffonderà nel mondo al<br />

rinnovarsi del grande pro<strong>di</strong>gio. ll Natale: gran ventura è questa <strong>di</strong> poterlo vivere in famiglia, nella<br />

dolce intimità della casa, accanto ai bambini che stanno dormendo nei lettini bianchi e morbi<strong>di</strong>. ll<br />

pensiero corre così ad altri Natali, spogli <strong>di</strong> questa gioia profonda e cara: e affiora dai ricor<strong>di</strong><br />

lontani.... un pacchetto <strong>di</strong> sigarette nazionali.<br />

IL SOGNO E LA BOMBA<br />

Natale del 1942. Gli Alpini del 5^ erano schierati sulle bianche scarpate del Don. La 52^<br />

dell' arroccata in due capisal<strong>di</strong>, dominava il grande fiume lastricato <strong>di</strong> ghiaccio , tutto<br />

can<strong>di</strong>do e liscio; solo dei cumoli, qua e là, rompevano l'uniforme levigatezza del fiume gelato:<br />

nascondevano ruderi <strong>di</strong> carri armati colpiti dall'artiglieria, lasciati lì a morire, anch'essi ammantati<br />

<strong>di</strong> bianco. La nostra casa erano le trincee affondate nella neve dura come cristallo, ed avevamo il<br />

passamontagna incollato al viso da una pattina <strong>di</strong> ghiaccio. Vicino a noi, le canne dei mitragliatori<br />

sporgenti dalle feritoie. ll luccichio sinistro <strong>di</strong> quelle bocche orlate <strong>di</strong> gelo! Di tanto in tanto<br />

mordevano l'aria <strong>di</strong>accia con rabbiose fitte scariche, tagliavano la notte con sciabolate luminose <strong>di</strong><br />

pallottole traccianti. Di là dal fiume c'erano i Russi, annidati in mezzo alle armi, pronti come noi a<br />

dar morte o a morire, anch'essi protesi a spiare il buio infinito da brevi pertugi inguainati <strong>di</strong> neve.<br />

Bisognava tenere gli occhi puntati verso l'opposta sponda irta <strong>di</strong> insi<strong>di</strong>e, per sorprendere ombre<br />

nemiche fra i reticolati e le mine. Ma la tenebra si popolava <strong>di</strong> volti <strong>di</strong> mamma, <strong>di</strong> luci <strong>di</strong> chiesa e <strong>di</strong><br />

focolare, <strong>di</strong> bianche tovaglie imban<strong>di</strong>te; dal fondo dei ricor<strong>di</strong> sembravano scaturire lontani<br />

rintocchi <strong>di</strong> campane. E il fulgido sogno durava fin quando una bomba <strong>di</strong> mortaio spaccava<br />

l'incanto e ti scagliava <strong>di</strong> nuovo nell'orrore <strong>di</strong> una notte <strong>di</strong> guerra a temperatura polare.<br />

Anche allora nasceva Gesù per portare nel mondo i suoi doni: ma nessun segno annuúciava che<br />

fosse Natale anche per noi. Passò così la notte santa, senza che i Russi attaccassero, senza che<br />

niente arginasse l'onda dei ricor<strong>di</strong> che <strong>di</strong>speratamente premevano sul cuore. Ma quando il livido<br />

chiarore dell'alba si aprì su quel sepolcrale mondo <strong>di</strong> gelo, in tutte le postazioni ed i bunker<br />

sotterranei comparve il <strong>Capitano</strong> Fanucchi: l' che non sapeva cosa fosse paura, che<br />

perlustrava il terreno scoperto come se passeggiasse tra aiuole fiorite, che maneggiava le mine<br />

come giocattoli e a noifaceva rizzare icapelli sul capo. Lo accompagnavano due attendenti carichi<br />

<strong>di</strong> grossissimi zaini; e a tutti gli alpini suoi <strong>di</strong>ede, con una stretta <strong>di</strong> mano, un piccolo dono. A me<br />

toccò un pacchetto <strong>di</strong> sigarette nazionali. Vorrei avere qui quel pacchetto, <strong>di</strong>nnanzi a me, messo in<br />

cornice come una sacra reliquia: ed incentrarvi il cuore, per gustare ancora più la poesia <strong>di</strong> questo<br />

Natale, la ineffabile commozione <strong>di</strong> questo istante in cui Gesù sta per rinascere nel mondo.<br />

RIMASTO NEL GELO<br />

Domani, fattosi giorno, sarà festa grande in casa; e i miei piccini intorno al presepio faranno<br />

giochi e strepito giocondo. Ma io rivedrò i camminamenti ghiacciati del Don e barbe ispide <strong>di</strong> alpini<br />

e squarci <strong>di</strong> bombe.<br />

L7


Capitan Fanucchi è rimasto nel gelo delle trincee sbriciolate dalle Katiuscie: perché quando<br />

niente più pareva salvarsi nell'uragano <strong>di</strong> fuoco che forò palmo a palmo i ghiacci del Don, volle<br />

dare agli alpini suoi l'insegnamento supremo: come si dovesse impavidamente morire.<br />

Ma domani egli, in bianca <strong>di</strong>visa chiazzata <strong>di</strong> sangue, ritornerà ancora una volta nel ricordo a<br />

portarmi il suo dono: la sua vita, offerta un poco anche perché io potessi tornare e godere questo<br />

nuovo Natale.<br />

------ooooo0000000000000------<br />

Moltissimo sono i libri e<strong>di</strong>ti sulla Campagna ltaliana in Russia e svariati sono quelli che parlano<br />

<strong>di</strong> nostro padre, sempre descrivendolo come uomo <strong>di</strong> grande carisma, ufficiale <strong>di</strong> notevole<br />

coraggio, amato daisuoi subalterni e rispettato dai superiori. Ne citiamo alcunifra itanti:<br />

o TRIDENTINA AVANTI <strong>di</strong>A. Rasero;<br />

o TUTTI lVlU ALUASSALTO <strong>di</strong>A. Caruso;<br />

r ILTRAGICO DON <strong>di</strong> P. Fortuna e R. Ubal<strong>di</strong>;<br />

o FRONTE RUSSO: C'ERO ANCH'lO <strong>di</strong> G. Bedeschi;<br />

o BATTAGLIA SUL DON <strong>di</strong> C. Tomaselli;<br />

o ALPINI lN RUSSIA SUL DON <strong>di</strong> M. Barilli;<br />

o STORIA DELLE TRUPPE ALPINE <strong>di</strong> E. Faldella;<br />

o CANTAVAMO'ROSMUNDA" <strong>di</strong> L. Caprioli.<br />

Tutti libri commoventi che ci hanno fatto conoscere le sofferenze ed il valore <strong>di</strong> quanti sono<br />

stati coinvolti in quella nefasta guerra. Ma quello che piùr degli altri ci ha emozionato, è stato il<br />

leggere il capitolo intitolato "La Leggenda delle Penne Mozze" sul 3" volume del libro 'îLPlNl<br />

STORIA E LEGGENDA" e<strong>di</strong>to dalla Compagnia Generale E<strong>di</strong>toriale s.r.l.. In detto capitolo è<br />

immaginata una grande parata, in para<strong>di</strong>so, davanti ai Generali Cantore e Martinat, delle <strong>di</strong>visioni,<br />

dei reggimenti e dei battaglioni <strong>di</strong> Penne Mozze, cioè <strong>di</strong> tutti gli Alpini che sono morti<br />

combattendo sulle montagne, nella steppa e nei "lageî". lvi vi sono citati vari eroici nomi e, fra<br />

questi, si legge:<br />

........ Gli occhi si puntano su Auguadri, Battisti, Slataper, Sampietro, Nicola, Piatti, Beppe Perego e<br />

Soucellí, Brioliní, Gran<strong>di</strong>, Achilli che sono tra i primi: sono le medaglie d'oro. Gran<strong>di</strong> íntona come<br />

allora il îestamento del <strong>Capitano</strong>", gli altri lo seguono a voce bassa e profonda. Passano i morti<br />

d'Albania. Sono rimasti abbarbicati sulle nevi e sulle rocce <strong>di</strong> Dushar, Varri Lamit, Cuka, Paputit,<br />

Guri I Topit. Poi quelli <strong>di</strong> Russia. Ecco il copitono Fanucchi, con lo sua giocca a vento bianco, eroe <strong>di</strong><br />

Bassowka, della 52^ compagnio; ecco imorti Warwarowka del Morbegno. Quasitutto il Morbegno<br />

è su in Para<strong>di</strong>so. ........<br />

Nostro padre è così entrato a far parte <strong>di</strong> coloro che hanno fatto degli Alpini una Leggenda.<br />

Riproduciamo stralcio del foglio matricolare in cui è riportata la motivazione della concessione<br />

della Medaglia d'Argento al V.M. alla Memoria e l'originale dell'atto <strong>di</strong> morte. Quest'ultimo è<br />

stato ritrovato a Fortezza (BZ) nel 1995 assieme a una considerevole parte della documentazione<br />

relativa alla Campagna <strong>di</strong> Russia del 5" Reggimento Alpini. Abbandonati in un albergo dopo l'8<br />

settembre, ove il Comando del 5" si era installato al ritorno dalla Russia; buttati anni dopo in una<br />

<strong>di</strong>scarica durante i lavori <strong>di</strong> ristrutturazione del caseggiato, sono stati recuperati, ripuliti e<br />

ricomposti da Enzo Cicchino che, nel 2008, ha ritenuto opportuno inserirli in internet affinché tutti<br />

avessero la possibilità <strong>di</strong> visionarli e masterizzarli per aprire altri più ampi capitoli<strong>di</strong> quella tragica<br />

ma eroica Campagna.<br />

18


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20


INSERTO<br />

Dopo la prima <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> un certo numero <strong>di</strong> DVD e relativi fascicoli a reduci,<br />

loro familiari, parenti ed amici, ci sono giunte commoventi lettere <strong>di</strong><br />

apprezzamento e ringraziamento per i ricor<strong>di</strong> risvegliati.<br />

Era uno degli obiettivi, oltre alla memoria storica ed affettiva, che ci prefiggevamo<br />

<strong>di</strong> raggiungere durante la ricerca e stesura,<br />

Alcune <strong>di</strong> queste missive, ricopiate, le uniamo al fascicolo a testimonianza delle<br />

emozioni suscitate e per la stima, l'affetto e l'ammirazione con cui è ricordato<br />

nostro padre.


DA GIOVANNIZANOLETTICON UN ALLEGATO DALI.A DI LUI FIGLIA<br />

Carissimo Maurizio,<br />

Ho ricevuto con tanto piacere il fascicolo dei documenti e i DVD riguardanti il tuo valoroso<br />

papà.<br />

Mi scuso per il ritardo della mia risposta,ma tu sai che, dopo l'ultimo ictus che mi ha colpito, non<br />

mi è piu possibile scrivere <strong>di</strong> mio pugno e devo rivolgermi a mia figlia, attendendo ovviamente i<br />

tempi in cui lei è <strong>di</strong>sponibile.<br />

Leggendo prima le pagine relative ai giorni infernali trascorsi in Russia e vedendo poi il video<br />

realizzato sulla vita e sull'esperienza bellica <strong>di</strong> tuo padre, è riaffiorata nitida nella mia mente la<br />

figura nobile e carismatica del mio grande capitano, che nei momenti tragici ci rincuorava e<br />

rappresentava per noi l'esempio <strong>di</strong> combattente eroico. Per me, che non avevo avuto una vera<br />

famiglia, il capitano Fanucchi era inoltre quasi un padre perché sentivo il suo sincero affetto e la<br />

sua preoccupazione per me e per tutti gli alpini che da lui <strong>di</strong>pendevano.<br />

L'orrore vissuto in guerra ha portato istintivamente la mia vecchia mente a <strong>di</strong>menticare certe<br />

situazioni o certi episo<strong>di</strong>, ma, leggendo alcuni passi dei documenti che mi hai spe<strong>di</strong>to e vedendo i<br />

filmati della ricostruzione storica, ho ricordato il trauma della scomparsa del mio capitano ed ho<br />

sentito ancora quel senso <strong>di</strong> smarrimento e <strong>di</strong> vuoto che si era impadronito <strong>di</strong> me e dei miei<br />

compagni afla notizia della sua morte.<br />

Ti confesso che ho nuovamente avvertito un brivido corrermi per tutto íl corpo: nella terribile<br />

situazione in cui mi trovavo veniva a mancarmi un punto <strong>di</strong> riferimento fondamentale, un padre<br />

che mi proteggeva e che mi in<strong>di</strong>cava la strada da seguire. Furono momenti dawero duri,<br />

caratterizzati dallo sconforto e dalla paura <strong>di</strong> non riuscire più a soprawivere e ad uscire da<br />

quell'infernol<br />

Nel libro dei miei ricor<strong>di</strong> ho trascurato momenti fondamentali del mio passato in guerra proprio<br />

perché, come ti ho già accennato, la mia mente rifiuta <strong>di</strong> riviverli e ne cancella la memoria. Dentro<br />

<strong>di</strong> me è comunque rirnasto vivo il ricordo affettuoso degli ufficiali migliori che mi sono stati vícini<br />

ne che hanno lasciato un'impronta indelebile nella mia vita: il capitano Fanucchi ed il maggiore<br />

Bellotti ín particolare sono stati per me una guida ed un esempio.<br />

Non crucciarti se Roma ha decretato per tuo padre la medaglia d'argento e non quella d'oro!,., Si<br />

sa che le istituzíoni sono spesso ingiuste e non riconoscono i meriti a chi ha veramente agito per il<br />

bene della Patria! Sappi pero che tutti gli ufficiali che hanno vissuto accanto a tuo padre e tutti i<br />

soldati semplici che l'hanno avuto come comandante hanno tramandato il suo valore umano ed il<br />

suo amor patrio ai loro familiari e questo, a mio parere, è il riconoscimento piir grande. Del resto le<br />

interviste ai reduci testimoniano l'ammirazione generale <strong>di</strong> cui tuo padre godeva e sono certo che<br />

il tempo restituirà al capitano Fanucchi quello che ingiustamente gli è stato sottratto. ll video che<br />

hai realizzato è un documento <strong>di</strong> fondamentale importanza perché riporta la testimonianza <strong>di</strong>retta<br />

<strong>di</strong> chi ha vissuto in prima persona l'esperienza della campagna <strong>di</strong> Russia ed in futuro verrà<br />

sicuramente utilizzato per ricostruirne la storia: il nome <strong>di</strong> tuo padre sarà ricordato dalle future<br />

generazioni.<br />

nao 1<br />

VÈrÉ. .b.


Mi hai fatto proprio un bel regalo!! Ho rivisto imiei vecchi compagni alpini, ho sentito le loro voci<br />

e mi sono commosso!! Purtroppo mi sono anche reso conto che la maggior parte <strong>di</strong> loro<br />

è...."andata avanti" e che ormai siamo rimasti dawero in pochi e ridotti piuttosto male.<br />

Ti ringrazio anche per avermi inserito nel video: per me è motivo <strong>di</strong> grande orgoglio! A te ed a tuo<br />

fratello il mio caloroso grazie.<br />

Approfitto per augurare a te e a tutti i tuoi familiari un sereno 2011.<br />

Con affetto<br />

Gentile Sig. Fanucchi<br />

-----=====OOOOOOOOOOOOOOO=====-----<br />

Giovanni Zanoletti<br />

La ringrazio per il pensiero gentile che ha avuto per mio padre. Ho cercato <strong>di</strong><br />

tradurre in scritto le sue parole ed isuoi sentimenti, ma Le assicuro che non ci sono riuscita!<br />

Quando ha ricevuto il suo plico, gli brillavano gli occhi ed era fiero ed orgoglioso del fatto che il<br />

figlio del suo capitano si fosse ricordato <strong>di</strong> lui. Ha letto e riletto avidamente il fascicolo, l'ha poi<br />

dato a me e ai miei figli perché lo leggessimo e si è infine rivolto a me perché Le scrivessi i suoi<br />

ringraziamenti. Dovendo annotare l'in<strong>di</strong>rizzo a cui spe<strong>di</strong>re la lettera, ho preso in mano la busta che<br />

era stata recapitata a mio padre e mi sono resa conto che conteneva un DVD: mio padre non<br />

sapeva che cosa fosse e non me l'aveva mostrato. Gli ho allora spiegato che si trattava <strong>di</strong> un video<br />

ed insieme l'abbiamo guardato: non Le <strong>di</strong>co la sua sorpresa, la sua gioia e la sua commozione! Ha<br />

voluto rivederlo assieme a mia mamma prima ed ai mieifigli poi ed ognivolta si è commosso.<br />

Mi complimento per l'ottimo lavoro <strong>di</strong> raccolta <strong>di</strong> documenti e per la realizzazione del DVD, che<br />

rappresenta una fonte storica <strong>di</strong> primaria importanza: sarebbe auspicabile <strong>di</strong>ffonderlo nelle scuole<br />

quale approfon<strong>di</strong>mento nello stu<strong>di</strong>o della seconda guerra mon<strong>di</strong>ale.<br />

Nel rinnovarLe i ringraziamenti miei e <strong>di</strong> tutta la mia famiglia, Le auguro <strong>di</strong> cuore un felice nuovo<br />

anno Le porgo cor<strong>di</strong>alisaluti.<br />

Clusone, 4 gennaio 20LL.<br />

Eleonora Zanoletti<br />

pag.z


DALLA FAMIGTIA GREGORIO BAFFELLI<br />

Ai fratelli Maurizio e Giovanni Fanucchi,<br />

Malegno, <strong>di</strong>cembre 2010.<br />

Abbiamo ricevuto con piacere il Vostro pfico, il cui contenuto non consideriamo "un piccolo regalo<br />

<strong>di</strong> Natale", bensì un bellissimo modo per tenere sempre vivo il ricordo dei nostri cari, e nello stesso<br />

tempo una precisa testimonianza <strong>di</strong> quanto, assieme ai loro commilitoni, hanno dovuto e saputo<br />

soffrire con grande spirito <strong>di</strong> sacrificio e <strong>di</strong> de<strong>di</strong>zione, senza mai venire meno ai valori <strong>di</strong> umanità e<br />

amicizia che hanno sempre contrad<strong>di</strong>stinto gliAlpini in ogni situazione.<br />

Alcuni episo<strong>di</strong> citati nelVostro pregevole lavoro sono a noi già noti perche presenti nei racconti <strong>di</strong><br />

papà Gregorio. Siamo pure testimoni della stima e della venerazione che anche dopo tanti anni<br />

traspariva in lui ogni volta che negli episo<strong>di</strong> ricordati compariva la figura <strong>di</strong> Vostro padre, che ci<br />

sembrava <strong>di</strong> conoscere, anche se deceduto ancor prima della nostra nascita.<br />

Nostro padre ha sempre custo<strong>di</strong>to con cura, da buon furiere, il Ruolino della 52^, e immaginiamo<br />

quanti ricor<strong>di</strong> saranno passati nella sua mente quando vedeva quei nomi scorrendo tra le pagine e<br />

con quale commozione sisara soffermato su quelli dei commititoni che, sia in guerra che dopo, lo<br />

hanno preceduto in cielo.<br />

Riteniamo che possa farvi piacere ricevere in allegato fotocopia della pagina del Ruolino con il<br />

nome <strong>di</strong> Vostro padre e, nel ringraziarvi <strong>di</strong> cuore, auguriamo Buone Feste a voi e alle Vostre<br />

famiglie.<br />

Gini, Maria, Sergio Baffelli con mamma Erminia.<br />

pag.3


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DAL FIGLIO DI VITTORIO BOZZINI<br />

Carissimo Maurizio,<br />

Affi, 15 <strong>di</strong>c. 10<br />

mi permetto <strong>di</strong> darti del "tu" anche se non ci siamo mai incontrati ... sono Stefano, il più giovane<br />

dei figli delsergente VITTORIO BOZZINI.<br />

Abbiamo ricevuto il materiale da te spe<strong>di</strong>to e non posso fare altro che ringraziarti a nome <strong>di</strong> tutta<br />

la famiglia.<br />

Certe testimonianze non possono e non devono essere <strong>di</strong>menticate!!<br />

Ho sentito parlare molto <strong>di</strong> tuo padre. ll "mio capitano", <strong>di</strong>ceva mio papà narrandoci dell'eroismo<br />

e della grande umanità <strong>di</strong> <strong>GINO</strong> <strong>FANUCCHI</strong>.<br />

ll video è meraviglioso e per noi è stata una grande emozione rivedere nostro padre parlare degli<br />

alpini con grande fede e fervore.<br />

L'ammirazione e la stima del sergente Bozzini per il suo "capitano", l'ho capita fino in fondo<br />

quando, negli ultimi anni <strong>di</strong>vita, andavamo a Cargnacco la 3^ domenica <strong>di</strong>settembre.<br />

Mio padre camminava a stento col bastone, ma quando arrivavamo al tempio, scendeva dalla<br />

macchina e quasi correva verso l'amico Fanucchi. Alle mie raccomandazioni <strong>di</strong> stare attento alle<br />

scale, <strong>di</strong> non correre luirispondeva " devo andare: là Cè il mio capitano!!!<br />

La commemorazione dei caduti <strong>di</strong> Cargnacco è stata e sarà sempre uno dei ricor<strong>di</strong> più vivi che<br />

porterò con me.<br />

Ringraziandoti ancora per lo splen<strong>di</strong>do pensiero, auguro a te e ai tuoi familiari, un felice Natale e<br />

un 20ll meraviglioso.<br />

Con affetto<br />

Stefano Bozzini<br />

pag.5


DALLA FAMIGLIA DI FURI.ONI GIUSEPPE<br />

Carissimi Maurizio e Giovanni.<br />

Malegno, 19 - 12 -2010"<br />

Vi lasciamo immaginare la forte emozione che la visione delle immagini che<br />

ci avete mandato ha scatenato in tutti noi.<br />

Grazie alla passione che avete messo nel ricostruire la vita <strong>di</strong> vostro padre e la dura<br />

esperienza della guerra, avete permesso anche a noi <strong>di</strong> con<strong>di</strong>videre le emozioni dei nostri<br />

alpini.<br />

Quando p'ensiamo a loro ci piace immaginarli riuniti ad un tavolo, magari bevendo un<br />

bicchiere <strong>di</strong> buon vino, a parlare dei loro ricor<strong>di</strong>.<br />

Non sapete che piacere ci ha fatto rivedere il nostro papà seduto nella sua cucina mentre<br />

racconta momenti belli e brutti dell'o<strong>di</strong>ssea che hanno vissuto.<br />

Ci sembra solo ieri ..... ! Sarebbero tutti molto orgogliosi <strong>di</strong> voi e dell'onore che portate a<br />

tutti loro.<br />

Nella speranza <strong>di</strong> poterci rivedere presto, cogliamo I'occasione per augurarvi un Buon<br />

Natale ed un felice anno nuovo.<br />

Domenica e famiglia<br />

pag. 6


DA DI DATO GEN. CESARE 6IA'DIRETTORE DEL MENSILE "L'ALPINO<br />

Caro Fanucchi,<br />

Como,2A/n/L0<br />

il ritardo nella risposta è dovuto al fatto che sono stato ricoverato all' H. C. <strong>di</strong> Como<br />

per un piccolo guaio ad una coronaria " <strong>di</strong> periferia " per cui, per alcuni giorni, mi è stato<br />

impossibile comunicare con il mondo.<br />

Sia chiaro: una cosa <strong>di</strong> poco conto ma tale da costringermi a letto; il nostro fisico è più <strong>di</strong> un<br />

, orologio e basta un granello <strong>di</strong> polvere per bloccarlo. Ora devo fare un paio <strong>di</strong> settimane <strong>di</strong><br />

convalescenza in casa, il che equivale per me agli arresti domiciliari.<br />

Ma bando alle chiacchiere: ho gra<strong>di</strong>to il vslumetto che mi hai mandato e che completa il quadro<br />

che mi ero fatto <strong>di</strong> quell'eroe che era tuo padre.<br />

Mi piace vedere quanto tu sia fiero <strong>di</strong> lui e quale amore filiale tu porti alla sua memoria.<br />

Grazie, veramente grazie <strong>di</strong> cuore: sono certo che avrai mandato copia dello scritto al Centro Stu<strong>di</strong><br />

dell'A.N.R.; mai <strong>di</strong>menticare chi ha dato tutto alla Patria senza esigere. Me<strong>di</strong>tino i nostri<br />

politicanti!<br />

Con mia moglie ricambio gli auguri <strong>di</strong> buone feste a te e ai tuoi cari.<br />

Cesare DiDato<br />

'<br />

pag.7

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