Lettera accompagnatrice del libro "l MoMENTI Plu' tMPoRTANTt DELLA MIA VITA" inviato a Maurizio Fanucchi dall'autore GIOVANNI ZANOLETTI in gioventù valente fon<strong>di</strong>sta e portaor<strong>di</strong>ni sciatore Alpino della 52n comp. "Edolo" durante la Campagnia <strong>di</strong> Russia L9421L943 Caro Maurizio La tua lettera, che ho ricevuto circa un mese fa, mi ha fatto molto piacere e - mi ha dato modo <strong>di</strong> ricordare più da vicino tuo papà, che per me è stato un grande comandante e un uomo <strong>di</strong> inestimabile valore. Ti invio una copia dei miei ricor<strong>di</strong> in modo che tu possa conoscere un po' meglio questo vecchio alpino bergamasco, che ha avuto l'onore <strong>di</strong> avere vicino durante la sua giovinezza per alcuni mesi il <strong>Capitano</strong> Fanucchi. affetto. Tuo padre mi ha guidato in momenti <strong>di</strong>fficili e lo ricordo sempre con tanto Colgo l'occasione per salutare te e la tua famiglia, augurandoti una vita colma <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfazioni e <strong>di</strong> gioie. Un abbraccio affettuoso ( firma <strong>di</strong> GiovanniZanoletti ) L3
'IA BREVE GUERRA DEL CAPITANO <strong>FANUCCHI</strong>' da mensile "L'ALPINO" mese <strong>di</strong> novembre f:964 a firma <strong>di</strong> Dario Galimberti ll capitano Fanucchi è stato in perlustrazione notturna fuori della linea, sul Don, e riposa. Ci dovremo presentare, poiché dobbiamo sostituire chi, qualche giorno fa, è saltato sulle mine in una azione <strong>di</strong> pattuglia. Aspettiamo lungamente al comando <strong>di</strong> Compagnia. Al suo risveglio,lieto <strong>di</strong> vederci, ci propone <strong>di</strong> far visita ai due capisal<strong>di</strong> "Lovere" e "Foresto", giacchè non è ancora buio. Seguiamo la rotazione delle sue lunghe gambe. Ha una gíacca a vento ed il passamontagna bianchi; gli occhiali gli si appannano ogni tanto e sosta per ripulirli. E' deciso, entusiasta. Glà l'avevamo conosciuto ed apprezzato in ltalia, al battaglione <strong>di</strong> marcia e siamo venuti su con i complementi del 5". Egli sta riorganizzando ed elettrizzando la 52^, la vecchia "Ferrea". Man mano, su richiesta del Comandante del Battaglione e con l'autonomia propria delle truppe alpine, stu<strong>di</strong>a da tutti i lati il terreno affidato al suo reparto. Siamo a Bassowka, allo sbocco <strong>di</strong> una larga balza, verso il Don. Alle spalle vi sono alcune collinette, verso nord presi<strong>di</strong>ate, in cresta, dalla 50^ e dalla 51^, ma non sul rovescio del fronte. Verso sud, dopo un vasto tratto in<strong>di</strong>feso <strong>di</strong> quasi un chilometro, si confina con il "Val Cismon". ln basso, sull'argine, r/è la terra <strong>di</strong> nessuno. Gli ungheresi, a cui abbiamo dato il cambio, se ne sono partiti in tutta fretta, senza lasciarci piani dei campi minati, Fanucchi decide <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduarli <strong>di</strong> persona e con l'aiuto <strong>di</strong> numerose pattuglie. Passano i giorni e le notti; una fitta ragnatela <strong>di</strong> gabbioni e <strong>di</strong> nuovi reticolati, cavali <strong>di</strong> frisia, nuove mine a strappo ed a pressione circuiscono i capisal<strong>di</strong> e raggiungono gli avamposti della Julia. Approfon<strong>di</strong>amo i camminamenti, rinforziamo i ricoveri con travi, scaviamo gallerie e postazioni a sorpresa per le armi automatiche. E si va sempre fuori <strong>di</strong> pattuglia; specie gli esploratori del plotone comando, <strong>Capitano</strong> in testa. Versi i primi <strong>di</strong> <strong>di</strong>cembre 1942 sembra ci debba dare il cambio un reparto tedesco. Vengono ufficiali e feldwebeln, che accompagniamo in ricognizione un po' dovunque. Fanucchi, col <strong>Capitano</strong> germanico, al chiaro <strong>di</strong> luna, esce a fissare dei gabbioni con la squadra ar<strong>di</strong>ti, sulla sinistra del caposaldo " Foresto ", nel punto piir esposto e delicato dello schieramento della 52^. I russi se ne accorgono e ne salta fuori una bella sparatoria a <strong>di</strong>stanza rawicinata - 60/70 metri - poiché ci <strong>di</strong>vide solo il piccolo Don, ghiacciato. Loro sono apprestati su un'isola coperta da fitto bosco. Alla fine, niente cambio e l"'Edolo" rimane alsuo posto, sulla sua piccola "Maginot". A metà <strong>di</strong>cembre la Julia, nostra vicina <strong>di</strong> destra, viene spostata e buttata nella fornace dello sfondamento subito, verso l'ansa del Don, da altri reparti. ll 'Val Cismon" viene rimpi'àzzato dal "Vestone".ll nostro <strong>Capitano</strong> decide <strong>di</strong> riattivare uno stretto servizio <strong>di</strong> sorveglianza e collegamento sul lungo tratto <strong>di</strong>feso solo dal reticolato, che già è stato rafforzato. Tutte le notte le pattuglie si susseguono fra il caposaldo "Lovere" e quello del 5'. Ma la preoccupazione <strong>di</strong> Fanucchi è pur sempre la estrema sinistra <strong>di</strong> "Foresto", oltre l'ultima postazione della quarta squadra, quella dei <strong>di</strong>menticati <strong>di</strong> Dio, contro i quali i nostri awersari, quasi tutte le notti inviano i loro uomini vestiti <strong>di</strong> bianco per saggiare la resistenza e sempre vengono respinti a bombe a mano. Verso il piccolo Don, a nord, era rimasta - sulla riva - la testata <strong>di</strong> un poderoso ponte, che, prima, collegava la riva ovest con llisola; era un ammasso <strong>di</strong> tronchi d'albero accatastati ed intersecati: ostacolava, da "Foresto", la panoramica per lungo tratto del canale e rappresentava per le pattuglie russe un ottimo punto <strong>di</strong> partenza contro le nostre posizioni, al riparo del tiro dei nostrifucili mitragliatori. In barba alle mine ed alle raffiche dei vicini <strong>di</strong>rimpettai, Fanucchi ed il Ten. Rossi del Genio Alpino ( poi M.O. alla memoria , a Scheljakino), una notte - <strong>di</strong> soppiatto - va a far saltare con cariche <strong>di</strong> tritolo il pezzo <strong>di</strong> ponte rimasto. La vedetta russa passeggia avanti ed in<strong>di</strong>etro nel camminamento - ne sentiamo i passi - e non si accorge <strong>di</strong> nulla dei preparativi. Tutto è pronto per l'esplosione. I due risalgono il pen<strong>di</strong>o e, come ombre, rientrano in trincea e premono il detonatore. Niente. ll freddo fa da guastafeste. Si ritorna t4