LA STORIA SHARIF DI IESOLO GLORIA NAZIONALE 35 anni fa il campione di Pino Rossi conquistava la classica di San Siro 30 La tipica azione di Sharif di Iesolo con in sulky Pino Rossi in una falsa partenza a San Siro
Scorri l’albo d’oro <strong>del</strong> <strong>Nazionale</strong>, e devi andare indietro di 35 anni per trovare il nome di Sharif di Iesolo. È il 6 luglio 1972, infatti, e il trotto italiano sta per iniziare, sotto le luci di San Siro, una nuova storia. In una torrida sera d’estate, il nostro trotto si appresta infatti a scoprire non solo l’autentico leader <strong>del</strong>la generazione 1969, ma anche lo stallone che saprà imporre il suo marchio all’allevamento di fi ne millennio. Una foto che fa storia: Sharif premiato dopo il Derby 1972 da Giulio Andreotti, alla presenza di Guido Berar<strong>del</strong>li “Siamo andati a Jesolo e abbiamo portato a casa 5 cavalli: fra questi c’era anche Sharif...” La vicenda di Sharif di Iesolo é iniziata poco più d’un anno prima, quando Giuseppe (per tutti Pino) Rossi comincia a guardarsi intorno per comprare qualche buon cavallo per la torinese Scuderia Spartana. “Felice e Luca Blangino - spiega il driver - avevano mezzi e passione, volevano puntare in alto, cercavano il meglio. Fino ad allora io non potevo lamentarmi: vincevo tante corse a Torino, il Morino mi aveva fatto guidare americani di prima, ma certo la Spartana mi offriva l’occasione per svoltare... Con Saverio (Chirico) abbiamo deciso subito di prendere la strada di Jesolo, per puntare su un allevamento che ci dava le massime garanzie. Quando siamo arrivati noi, per la verità, avevano già fatto... man bassa. Non era rimasto molto, due 3 anni e tre 2 anni, ma evidentemente era scritto nel destino che fra i cinque che ci siamo portati a casa per 22 milioni di lire ci fosse il campione <strong>del</strong>la mia vita”. Sharif di Iesolo non é la perfezione, ma si muove in modo promet- tente e presenta anche un bell’incrocio: il sangue americano di Quick Song (linea Victory Song) e quello francese di Odile de Sassy con una doppia presenza di Kairos. “Il bravo Mario Treggia me l’ha consegnato già a buon punto di preparazione, poi io me lo sono studiato bene a Torino e ho pensato di usare gli stivaletti e almeno all’inizio i ferri pesanti. Impostato così, in breve Sharif ha lavorato da 2.13 e a settembre abbiamo debuttato per vincere in 2.11. Gli ho fatto vincere altre due corse sulla pista e poi ci siamo detti che bisognava tastargli il polso a Milano per capire se quelle vittorie valevano davvero qualcosa. A San Siro in quel momento c’era un magnifi co 2 anni, Bourbon, che andava come il vento. Ci abbiamo provato, il cavallo ha corso più che bene ma contro il sauro in quel momento la partita era impossibile. Però sono tornato a Torino con il sorriso. Ho capito che Sharif c’era, aveva mezzi e testa buona, semmai doveva maturare dal punto di vista fi sico e migliorare come duttilità d’impiego”. “Nel <strong>Nazionale</strong> ho aspettato solo la retta d’arrivo e Sharif ha volato via anche Patroclo” A questo punto, occorre scegliere la base di preparazione di Sharif per la primavera. Pino Rossi non é per nulla entusiasta di passare l’inverno a Torino. Pensa a una trasferta a Nizza, poi decide per una soluzione quasi rivoluzionaria: Palermo, il dolce clima siciliano. “Diciamocela tutta - commenta Rossi - qualcuno mi ha sorriso dietro e magari qualche dubbio sulla scelta all’inizio ce l’avevo anch’io. All’atto pratico, invece, la soluzione si é rivelata senz’altro azzeccata: Sharif ha potuto lavorare senza problemi per tutto l’inverno, Patroclo esplode in rottura e Sharif di Iesolo conquista il Premio San Siro, St Leger <strong>del</strong> trotto 31