I disabili e lo sport: una trattazione psicologica (formato PDF)
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6. L’ATLETA DISABILE<br />
Il disabile convive con pesanti modificazioni della propriocezione, della<br />
esterocezione, delle sensazioni relative al do<strong>lo</strong>re/piacere; alcuni piaceri gli<br />
sono preclusi, alcuni do<strong>lo</strong>ri diventano abituali o comunque più frequenti<br />
della norma e alcune sensazioni muscolari sono assenti dalla nascita o sono<br />
improvvisamente sparite. Il quadro affettivo legato alla propria immagine<br />
psichica risente sia dei connotati negativi risultanti dalla propria figura<br />
riflessa nel<strong>lo</strong> specchio, che del giudizio degli altri. Nell’affrontare un<br />
contesto sociale c’è dunque <strong>una</strong> inibizione determinata dalla coscienza di<br />
disporre di un corpo imperfetto.<br />
Queste sono le premesse fondamentali dinnanzi alle quali si trovano sia il<br />
disabile che vuole intraprendere l’attività <strong>sport</strong>iva sia il tecnico che insieme<br />
a lui deve affrontare un percorso complesso e a volte difficile. Egli infatti<br />
deve fronteggiare sia gli aspetti tecnici della disciplina sia le dinamiche che<br />
si sviluppano nella relazione.<br />
In base a quanto espresso finora si può comprendere come il disabile<br />
mentale rappresenti <strong>una</strong> sfida ancor più ardua per il tecnico che si trova a<br />
lavorare con lui.<br />
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