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Il Cheratocono: conoscere per riconoscere - Lions Club Bagheria

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L’ESPERIENZA DI UNA MAMMA<br />

<strong>Lions</strong> <strong>Club</strong> <strong>Bagheria</strong><br />

Mi chiamo Serena e sono la mamma di<br />

Mariano. Mariano è un ragazzo di 16<br />

anni che all’età di 14 anni ha subito un<br />

intervento agli occhi <strong>per</strong> cercare di bloccare<br />

o quantomeno rallentare una patologia<br />

oculare chiamata cheratocono.<br />

Non avevo mai sentito parlare di questa<br />

malattia né conoscevo la parola che la<br />

identificasse, fino a quando non sono<br />

stata costretta a confrontarmi con essa e a conviverci. Mariano è un ragazzo<br />

dall’intelligenza vivace, estroverso e dinamico, pieno di amici ed interessi,<br />

bravo a scuola e sufficientemente dotato di quella irrequietezza tipica dell’adolescenza.<br />

Ma nonostante i suoi guizzi adolescenziali, io e suo padre non l’abbiamo<br />

mai <strong>per</strong>so di vista in ogni senso, seppure sempre in maniera discreta ed<br />

è stata proprio quest’attenzione continua e costante che ci ha <strong>per</strong>messo di notare<br />

un giorno che c’era qualcosa che non andava come doveva. Mariano strizzava<br />

gli occhi, soprattutto quando guardava lontano, ruotava im<strong>per</strong>cettibilmente<br />

il capo come <strong>per</strong> mettere a fuoco; decidemmo allora di sottoporlo ad una<br />

visita oculistica, una normale e banale visita oculistica, al Policlinico di<br />

Palermo. <strong>Il</strong> medico che visita Mariano è attento e scrupoloso, ma la visita sembra<br />

non finire mai e mi rendo conto di avvertire un sottile malessere che non<br />

so spiegarmi e a cui successivamente darò il nome di paura. Sottopongono<br />

Mariano ad ulteriori esami. Viene eseguita una topografia corneale che è un<br />

metodo di lettura della cornea assistito dal computer e che ai medici consente<br />

di formulare con assoluta certezza la diagnosi di cheratocono. <strong>Il</strong> medico parla<br />

di possibilità, di modalità d’intervento, di futuro, ma io ero stata improvvisamente<br />

catapultata in una dimensione totalmente distruttiva e dolorosa che mi<br />

impediva di ascoltare. Nel <strong>per</strong>corso dall’ospedale a casa l’unico pensiero che<br />

riuscivo a formulare era che una realtà medica mi aveva improvvisamente<br />

impedito di continuare a tracciare ed elaborare un <strong>per</strong>corso evolutivo <strong>per</strong> il mio<br />

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