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Il Cheratocono: conoscere per riconoscere - Lions Club Bagheria

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<strong>Lions</strong> <strong>Club</strong> <strong>Bagheria</strong><br />

bambino, <strong>per</strong>ché nel mio immaginario vedevo Mariano cieco, Mariano<br />

accompagnato, proiettato in un mondo senza luci né colori: ero veramente<br />

distrutta. Mi attacco ad internet e scopro che il cheratocono è una malattia<br />

degenerativa non infiammatoria della cornea; in pratica, significa cornea conica<br />

ed è una condizione nella quale la cornea viene a <strong>per</strong>dere la sua forma sferica<br />

normale, deformandosi in modo irregolare a forma di cono. Questo fatto<br />

compromette la nitidezza della visione anche quando sono utilizzati gli occhiali.<br />

A mio figlio è toccato averlo in entrambi gli occhi. Molto raro nell’infanzia<br />

si manifesta in genere in pubertà fra i 12 e i 13 anni. Purtroppo ad oggi, nonostante<br />

numerosi studi, non sono state individuate con certezza le cause del cheratocono.<br />

Esistono numerose teorie al riguardo. Ora conosco il mio nemico e<br />

decisi di combatterlo, anche se non ero certa di sconfiggerlo. I medici del<br />

Policlinico avevano chiaramente detto che Mariano doveva essere trattato chirurgicamente<br />

e ci consigliarono l’oculista che secondo loro era in grado di farlo.<br />

Non conoscevamo nessuno e nessuno mi dava certezze sulle capacità di questo<br />

medico. La sintonizzazione, <strong>per</strong>ò, è immediata: pur senza nascondermi nulla,<br />

tale medico entra a far parte di quella motrice di supporto che normalmente i<br />

medici non sono. Sicuro e competente cerca, ed in parte ci riesce, di restituirmi<br />

una leggerezza che sembra essersi cristallizzata. Scherza con Mariano, lo<br />

rende partecipe, lo motiva. Ci descrive l’intervento, si tratta del cross-linking,<br />

un trattamento laser che serve a ispessire la cornea <strong>per</strong> evitare ulteriori assottigliamenti.<br />

Vengono praticati due interventi, uno a distanza di un mese dall’altro.<br />

Mariano oggi è un ragazzone sereno e sicuro che ha elaborato e su<strong>per</strong>ato<br />

questa parte della sua vita. La serenità e la fiducia in una vita futura normale,<br />

io e mio marito la attingiamo da lui che ogni giorno ci dà la forza con la sua<br />

vivacità e la sua voglia di vivere e <strong>conoscere</strong> il mondo. Sappiamo bene che niente<br />

di quello che riguarda la malattia è definitivo, ma siamo stati fortunati <strong>per</strong>ché<br />

sappiamo di essere seguiti e monitorati da un grande professionista ed<br />

amico. Questa è la mia storia fatta di sentimenti contrastanti: l’impotenza, il<br />

desiderio di rimediare, la voglia di essere aiutati, il senso di inadempienza a<br />

gestire la malattia, il senso di colpa. Ma è soprattutto la storia di Mariano che<br />

mi ha insegnato la gioia e la difficoltà di essere madre.<br />

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