Rapporto Ambiente, Salute e Sicurezza 2011 - Saras SpA
Rapporto Ambiente, Salute e Sicurezza 2011 - Saras SpA
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<strong>Rapporto</strong> <strong>Ambiente</strong>,<br />
<strong>Salute</strong> e <strong>Sicurezza</strong> <strong>2011</strong>
Indice<br />
09 Il Gruppo <strong>Saras</strong><br />
11 Lo stabilimento di Sarroch e le consociate<br />
12 Strategia e investimenti<br />
13 Lo stabilimento di Sarroch: la raffinazione e la produzione di energia elettrica<br />
14 L’evoluzione della raffineria<br />
14 La descrizione dello stabilimento<br />
22 L’inserimento dello stabilimento nel contesto locale<br />
23 EMAS e la comunicazione con il territorio<br />
24 Le Società del Gruppo<br />
24 Sartec: la ricerca per l’ambiente e l’innovazione<br />
26 Sardeolica: la produzione di energia eolica<br />
26 Arcola e <strong>Saras</strong> Energia (Spagna)<br />
27 Deposito di Arcola<br />
31 Le Politiche<br />
33 La politica di gestione ambientale<br />
35 La politica per la salute e la sicurezza<br />
39 La certificazione di Qualità<br />
43 La Produzione<br />
45 Lo stabilimento di Sarroch<br />
45 Il bilancio energetico<br />
46 L’attività di raffinazione<br />
47 La qualità ambientale dei prodotti<br />
48 La produzione di energia elettrica<br />
49 Le Società del Gruppo<br />
49 Sardeolica<br />
49 Sartec<br />
50 <strong>Saras</strong> Energia
53 L’<strong>Ambiente</strong><br />
55 Lo stabilimento di Sarroch<br />
55 L’impegno per l’obiettivo del miglioramento continuo<br />
55 La Registrazione EMAS<br />
55 L’Autorizzazione Integrata Ambientale<br />
56 I dati<br />
83 Le Società del Gruppo<br />
83 Sardeolica<br />
84 Arcola Petrolifera / Deposito di Arcola<br />
86 <strong>Saras</strong> Energia<br />
87 Sartec<br />
89 La <strong>Salute</strong> e la <strong>Sicurezza</strong><br />
91 Lo stabilimento di Sarroch<br />
91 Il “Progetto <strong>Sicurezza</strong>” <strong>Saras</strong><br />
93 REACH e CLP<br />
94 Monitoraggi di Igiene Industriale<br />
105 Il <strong>Rapporto</strong> di <strong>Sicurezza</strong> del sito<br />
105 I sistemi di sicurezza della raffineria<br />
106 I dati<br />
111 Le Società del Gruppo<br />
111 I dati<br />
113 Monitoraggi di Igiene Industriale<br />
117 Glossario<br />
Significato dei simboli<br />
Informazione / Curiosità<br />
Approfondimento sul Gruppo <strong>Saras</strong>
Presentazione<br />
Benvenuti nel <strong>Rapporto</strong> <strong>Ambiente</strong>, <strong>Salute</strong> e <strong>Sicurezza</strong> <strong>2011</strong> del Gruppo <strong>Saras</strong>.<br />
Il <strong>2011</strong> è stato un anno particolarmente complesso, segnato dall’incidente mortale dell’11 aprile, accaduto a un dipendente di una<br />
ditta appaltatrice; un lutto che ha segnato profondamente la società e il sistema industriale del territorio.<br />
L’evento ha sollecitato la società a moltiplicare l’impegno e l’attenzione riguardo la sicurezza, rafforzando tutte le attività avviate<br />
nel corso degli anni.<br />
È quindi attraverso la collaborazione di tutti che potremo migliorare il nostro comportamento e quello di tutte le persone che<br />
lavorano al nostro interno, confermando la nostra “vision della sicurezza”: “Vogliamo riconoscerci ed essere riconosciuti come una<br />
realtà industriale fatta di persone che vivono e diffondono la cultura della sicurezza nell’agire quotidiano”.<br />
Tra le molteplici iniziative, mirate a migliorare l’efficacia della comunicazione, segnalo il particolare impulso dato allo strumento<br />
denominato “dialoghi di <strong>Sicurezza</strong>” studiato per coinvolgere e motivare tutto il personale, operante all’interno del sito, sulle<br />
tematiche di sicurezza.<br />
Malgrado la difficile situazione di recessione globale, che ha avuto pesanti ripercussioni sui margini di raffinazione, le risorse che<br />
<strong>Saras</strong> ha destinato a migliorie, manutenzioni e investimenti (come adeguamenti tecnici/strutturali/organizzativi), funzionali alla<br />
sicurezza e all’ambiente, hanno mantenuto gli stessi livelli di impegno finanziario degli ultimi anni.<br />
<strong>Saras</strong> considera la <strong>Sicurezza</strong> come primo fattore produttivo. Senza sicurezza non c’è garanzia di prospettiva industriale.<br />
Analogamente, gli aspetti ambientali, previsti dall’Autorizzazione Integrata Ambientale, sono fondamentali per il business e<br />
concorrono a realizzare i risultati produttivi.<br />
Francesco Marini<br />
Direttore Operations Management
Madrid<br />
Milano<br />
Roma
Il Gruppo <strong>Saras</strong><br />
Il Gruppo <strong>Saras</strong>
Il Gruppo <strong>Saras</strong><br />
11 Lo stabilimento di Sarroch e le consociate<br />
12 Strategia e investimenti<br />
13 Lo stabilimento di Sarroch: la raffinazione e la produzione di energia elettrica<br />
14 L’evoluzione della raffineria<br />
14 La descrizione dello stabilimento<br />
14 Ricezione materie prime e spedizione dei prodotti tramite il terminale marino<br />
16 Produzione di prodotti petroliferi<br />
19 La produzione di energia elettrica<br />
21 Stoccaggio materie prime e prodotti<br />
21 Spedizione prodotti via terra<br />
22 Servizi ausiliari<br />
22 Uffici, officine, magazzini ed altri servizi<br />
22 Attività delle Ditte d'appalto<br />
22 L’inserimento dello stabilimento nel contesto locale<br />
23 EMAS e la comunicazione con il territorio<br />
24 Le Società del Gruppo<br />
24 Sartec: la ricerca per l’ambiente e l’innovazione<br />
26 Sardeolica: la produzione di energia eolica<br />
26 Arcola Petrolifera e <strong>Saras</strong> Energia (Spagna)<br />
26 Arcola Petrolifera<br />
27 Deposito di Arcola<br />
27 <strong>Saras</strong> Energia
Lo stabilimento di Sarroch e le Consociate<br />
Il Gruppo <strong>Saras</strong>, la cui attività ha origine nel 1962 per iniziativa di Angelo<br />
Moratti, opera nel settore energetico ed è uno dei principali operatori italiani<br />
ed Europei nella raffinazione del petrolio. Le sue aree di attività sono:<br />
la vendita e la distribuzione dei prodotti petroliferi nel mercato<br />
nazionale ed internazionale, direttamente ed attraverso le controllate<br />
<strong>Saras</strong> Energia S.A. in Spagna ed Arcola Petrolifera S.p.A. in Italia;<br />
la produzione e la vendita di energia elettrica attraverso le consociate<br />
Sarlux S.r.l. e Parchi Eolici Ulassai S.r.l.;<br />
l’offerta di servizi di ingegneria industriale e ricerca scientifica per i<br />
settori petrolifero, petrolchimico, dell’energia e dell’ambiente con la<br />
società Sartec<br />
<strong>Saras</strong> <strong>SpA</strong> – società capogruppo controllata di diritto dalla Angelo Moratti<br />
S.a.p.a. – costituita nel 1962 per svolgere attività di raffinazione, è oggi<br />
proprietaria dello stabilimento produttivo di Sarroch. Detiene le quote<br />
azionarie in una serie di società controllate in Italia e all’estero, di cui<br />
viene fornita qui di seguito una breve descrizione.<br />
Arcola Petrolifera commercializza prodotti petroliferi sul mercato<br />
nazionale extrarete, in Sardegna e in Italia.<br />
Deposito di Arcola srl fornisce ai primari operatori servizi di ricezione,<br />
stoccaggio e riconsegna via mare e terra di prodotti petroliferi per la rete<br />
di distribuzione carburanti e per il bunkeraggio marittimo.<br />
Sarlux - società controllata da <strong>Saras</strong> al 100%, è proprietaria dell’impianto<br />
IGCC e gestisce solo gli aspetti commerciali relativi alla produzione di<br />
energia dall’IGCC, mentre la responsabilità della gestione operativa<br />
dell’impianto è totalmente affidata a <strong>Saras</strong>.<br />
<strong>Saras</strong> Energia SA opera nel mercato spagnolo della distribuzione rete ed<br />
extrarete dei prodotti petroliferi, gestisce un impianto di produzione di<br />
biodiesel, un deposito di idrocarburi, a Cartagena, e 119 stazioni di servizio.<br />
Sardeolica gestisce il parco eolico ubicato nel comune di Ulassai (OG). A<br />
seguito dell’acquisizione da parte di <strong>Saras</strong> S.p.A. delle quote possedute da<br />
Babcock & Brown Wind Energy nella controllata Parchi Eolici Ulassai Srl<br />
(PEU), quest’ultima è consolidata integralmente a partire dal 30 giugno 2008.<br />
Akhela: <strong>Saras</strong> ha ceduto la società al Gruppo Solgenia, una delle maggiori<br />
realtà italiane nel settore ICT.<br />
Sartec (<strong>Saras</strong> Ricerche e Tecnologie) offre servizi di ingegneria industriale<br />
e di ricerca scientifica in campo nazionale e internazionale. Inoltre,<br />
progetta, produce e rende operativi impianti modulari per la rilevazione<br />
delle emissioni ambientali.<br />
Il Gruppo <strong>Saras</strong><br />
<strong>Saras</strong>, con 1.270 dipendenti, ha sede legale a Sarroch,<br />
sede amministrativa a Milano e sede di rappresentanza<br />
a Roma.<br />
11
Strategia e investimenti<br />
Per quanto concerne il settore Raffinazione, la strategia del Gruppo <strong>Saras</strong><br />
nell’esercizio <strong>2011</strong> è stata incentrata sull’implementazione del programma<br />
di asset management chiamato “Project Focus”. Tale programma ha<br />
per obiettivo l’incremento dell’efficienza produttiva, l’efficacia delle<br />
operazioni industriali, e la riduzione dei costi. I risultati fin qui ottenuti<br />
sono decisamente positivi nell’area di “razionalizzazione dei costi” (circa<br />
23 milioni di Euro nell’esercizio <strong>2011</strong>, quando si consideri anche le azioni<br />
di compensazione della deriva inflazionistica) e nell’area dell’“efficacia<br />
operativa”, mentre il progresso nell’area dell’“efficienza energetica” continua<br />
a richiedere sforzi importanti ed offre ancora margini di miglioramento.<br />
Nel corso dell’esercizio poi, lo scopo del programma è stato esteso<br />
identificando investimenti che forniscano ritorni immediati, in aree di<br />
efficienza energetica, rimozione di limitazioni operative per talune unità,<br />
miglioramento delle rese, e razionalizzazione dell’outsourcing. Inoltre,<br />
la struttura organizzativa ha subito alcune importanti revisioni, con la<br />
nomina di nuovi professionisti del settore in posizioni manageriali chiave.<br />
“Project Focus” è stato esteso anche alle aree di “Programmazione”<br />
e “Supply & Trading”. L’approccio alla programmazione di raffineria,<br />
precedentemente dettato dalla gestione industriale, adesso viene guidato<br />
primariamente da scelte commerciali, al fine di cogliere maggior valore<br />
dalle opportunità che sorgono in un contesto di mercato forte con elevata<br />
volatilità dei prezzi petroliferi.<br />
Inoltre, nel primo trimestre del <strong>2011</strong>, il Consiglio di Amministrazione<br />
<strong>Saras</strong> ha approvato la ripresa parziale del programma pluriennale di<br />
investimenti annunciato nel 2008. Più specificatamente, è stato approvato<br />
il completamento del progetto di revamping del MildHydroCracking2<br />
(MHC2), per un importo complessivo di circa 60 milioni di Euro. Si<br />
prevede che tale investimento sarà completato entro la prima metà del<br />
2013, e porterà benefici quantificabili in circa 600 mila tonnellate di<br />
maggior produzione di diesel a scapito di gasolio da riscaldamento, ed un<br />
incremento della lavorazione di raffineria per circa 650 mila tonnellate.<br />
Nel settore Eolico, il parco eolico di Ulassai ha raggiunto la potenza<br />
installata di 96 MW durante il secondo trimestre del <strong>2011</strong>. Attualmente, il<br />
Gruppo continua a sviluppare altri progetti presenti nella propria “pipeline”,<br />
riguardanti siti posizionati in Sardegna ed anche all’estero (Romania).<br />
Infine, relativamente alle attività di Esplorazione e Ricerca del Gas, il 15<br />
luglio <strong>2011</strong> è stata creata la società Sargas S.r.l., preposta alle attività di<br />
ricerca e coltivazione di giacimenti, nonché il trasporto, lo stoccaggio,<br />
l’acquisto e la vendita degli idrocarburi gassosi. Il Gruppo sta attualmente<br />
procedendo lungo l’iter autorizzativo necessario per iniziare le attività<br />
di perforazione in una zona dell’Oristanese (permesso “Eleonora”), dove<br />
prudenzialmente si stima di ottenere una produzione annua compresa tra<br />
70 e 170 milioni di metri cubi di gas naturale, per un periodo produttivo<br />
di oltre 20 anni. I tempi previsti per la realizzazione del pozzo esplorativo<br />
variano da quattro a sei mesi una volta completato l’iter autorizzativo.<br />
Il Gruppo <strong>Saras</strong><br />
Investimenti realizzati nel <strong>2011</strong><br />
e sviluppi futuri<br />
Nel <strong>2011</strong> gli investimenti sono stati pari a 105 ml di Euro, ripartiti<br />
come mostrato nella tabella allegata. Ciò rappresenta un ulteriore<br />
ridimensionamento rispetto al programma realizzato dal<br />
Gruppo negli anni precedenti, e deriva dalla decisione di sincronizzare<br />
accuratamente la tempistica del nostro piano strategico<br />
di medio periodo, con la contingente situazione macroeconomica<br />
che, nella sua incertezza, ha consigliato un atteggiamento<br />
prudente anche nell’esercizio <strong>2011</strong>, mirato a preservare una<br />
robusta solidità patrimoniale.<br />
Milioni di Euro <strong>2011</strong> 2010<br />
RAFFINAZIONE 64,6 92,5<br />
GENERAZIONE ENERGIA ELETTRICA 31,2 10,3<br />
MARKETING 4,8 5,1<br />
EOLICO 2,5 14,9<br />
ALTRE ATTIVITÀ 1,9 6,2<br />
Totale 105,0 129,0<br />
In particolare, durante il <strong>2011</strong>, presso il segmento Raffinazione,<br />
sono proseguiti gli interventi preparatori necessari per il revamping<br />
dell’impianto MildHydroCracking-2 (MHC2), che verrà effettuaro<br />
nelle fermate del 2012 e 2013. Si è proceduto con le opere<br />
civili per la realizzazione delle fondazioni, e con il montaggio<br />
delle apparecchiature e strutture principali (“main items”), tra cui<br />
il sistema di lavaggio gas ed i compressori. I lavori procedono<br />
perfettamente in linea con il programma, che traguarda l’impianto<br />
completamente revampato in esercizio verso la fine del primo<br />
semestre del 2013.<br />
Per quanto concerne il segmento Generazione di Energia Elettrica,<br />
nell’esercizio <strong>2011</strong> è stata effettuata la fermata decennale,<br />
con un investimento complessivo di circa 30 milioni di Euro. Durante<br />
la fermata si è provveduto allo svolgimento delle attività finalizzate<br />
al ripristino della piena efficienza dei “main items” quali<br />
ad esempio le macchine rotanti (tubine e generatori), i gasificatori,<br />
la sezione di produzione idrogeno (che rappresenta un “utility”<br />
fondamentale per la raffineria), e la torre di raffreddamento.<br />
Infine, nel segmento Eolico, presso il parco di Ulassai (Sardegna),<br />
sono state completate le ultime opere civili, oltre all’installazione<br />
di un trasformatore elevatore MT/AT con i relativi collegamenti<br />
elettrici, che hanno consentito il raggiungimento della<br />
piena capacità installata di 96MW.<br />
12
Lo stabilimento di Sarroch: la raffinazione<br />
e la produzione di energia elettrica<br />
<strong>Saras</strong> svolge la propria attività di raffinazione nella sua sede a Sarroch<br />
(Cagliari), sulla costa meridionale della Sardegna. La più grande<br />
raffineria del Mediterraneo per capacità produttiva ed elevata complessità<br />
nell’Europa occidentale. Il ciclo di raffinazione è integrato con l’impianto<br />
IGCC, destinato alla produzione di energia elettrica.<br />
La capacità di raffinazione è circa 15 milioni di tonnellate per anno (Tabella<br />
1) e rappresenta circa il 15% della capacità italiana, mentre la capacità di<br />
conversione catalitica è di 9,6 milioni di ton/anno e quella di conversione<br />
termica è di 2,4 milioni di tonnellate. L’impianto di generazione di energia<br />
elettrica IGCC ha una capacità elettrica installata di 575 megawatt e<br />
produzione annuale eccedente i 4 miliardi di KWh interamente venduti al<br />
GSE (Gestore Servizi Elettrici).<br />
Tabella 1 – Materie prime lavorate (Migliaia ton/anno)<br />
Figura 1 – Sinergia tra lo stabilimento <strong>Saras</strong> e il polo chimico adiacente<br />
STABILIMENTO<br />
SARAS<br />
2008 2009 2010 <strong>2011</strong><br />
15.517 13.305 14.340 14.006<br />
Idrogeno<br />
Cherosene/Gasolio petrolchimico<br />
Virgin Nafta<br />
Propilene<br />
Gas combustibile/Olio combustibile<br />
Vapore<br />
Ossigeno<br />
Idrogeno<br />
Gas di petrolio liquido<br />
Benzina riformata (basso benzene)<br />
Gasolio deparaffinato<br />
POLO CHIMICO<br />
DI SARROCH<br />
Elevata capacità di lavorazione e complessità strutturale: queste<br />
caratteristiche fanno dello stabilimento di Sarroch un punto nodale delle<br />
attività produttive del Mediterraneo, in grado di effettuare sia i processi<br />
di separazione, sia i processi di conversione e di modulare le differenti<br />
fasi del ciclo produttivo in base alle caratteristiche dei petroli grezzi da<br />
lavorare, per ottenere prodotti petroliferi di elevata qualità commerciale<br />
ed ambientale. La collocazione geografica dello stabilimento produttivo<br />
di Sarroch si è confermata nel tempo come ottimale e strategica per gli<br />
scambi con i Paesi del Mediterraneo centro-occidentale, sia europei sia<br />
nord-africani; allo stesso tempo, la vicinanza degli stabilimenti Polimeri<br />
Europa (oggi Versalis), Air Liquide e Sasol Italy, consente di integrare le<br />
operazioni di raffineria con le produzioni di tipo petrolchimico (Figura 1).<br />
Il Gruppo <strong>Saras</strong><br />
13<br />
Il Polo industriale di Sarroch<br />
Il polo produttivo sorto nell’area di Sarroch intorno agli anni ’60<br />
ha contribuito a creare occupazione e ricchezza sul territorio.<br />
Attorno alle maggiori industrie presenti – come <strong>Saras</strong>, Polimeri<br />
Europa (oggi Versalis), Sasol Italy, Air Liquide, Liquigas – sono<br />
sorte negli anni numerose piccole e medie imprese che si occupano<br />
di costruzione e manutenzione degli impianti presenti, generando<br />
un rilevante indotto. Con tutte queste realtà produttive<br />
<strong>Saras</strong> intrattiene rapporti di scambio industriale.<br />
Lo stabilimento che accomuna Polimeri Europa e Sasol Italy<br />
nasce agli inizi degli anni ’70, col nome di <strong>Saras</strong> Chimica (con<br />
partecipazione anche di <strong>Saras</strong>). Il nome poi cambia varie volte<br />
nel corso degli anni, sino ad assumere quelli attuali di Polimeri<br />
Europa e di Sasol Italy.<br />
Gli impianti di Polimeri Europa ricevono le materie prime da<br />
<strong>Saras</strong> e le utilizzano per produzioni destinate all’industria delle<br />
plastiche, mentre da quelli di Sasol Italy, sempre a partire dalla<br />
materia prima ricevuta da <strong>Saras</strong> (principalmente gasolio e cherosene),<br />
derivano produzioni per la detergenza e basi per oli<br />
lubrificanti sintetici.<br />
Air Liquide è, invece, una società che produce ossigeno liquido,<br />
utilizzato negli impianti <strong>Saras</strong> (impianto IGCC). Infine, nello stabilimento<br />
di Liquigas si effettua lo stoccaggio e la commercializzazione<br />
di GPL proveniente da <strong>Saras</strong>.
L’evoluzione della raffineria<br />
La storia di <strong>Saras</strong> a Sarroch ha avuto inizio nel 1962, quando Angelo Moratti<br />
individuò in questo sito un luogo strategico per l’attività di raffinazione<br />
del petrolio. Nel 1963 furono avviati i lavori di costruzione degli impianti<br />
della raffineria; nel 1965 ebbe inizio l’attività di raffinazione. Fino alla fine<br />
degli anni ’80, <strong>Saras</strong> ha svolto prevalentemente servizi di raffinazione per<br />
“conto terzi”, ossia raffinazione del petrolio grezzo di proprietà di altre<br />
società petrolifere che affidavano a <strong>Saras</strong> la materia prima per ottenere<br />
prodotti petroliferi. A metà degli anni ’90, in vista di una forte riduzione<br />
della domanda di oli combustibili ad alto tenore di zolfo, <strong>Saras</strong> ha avviato un<br />
progetto di grande rilevanza industriale, incentrato sulla realizzazione di un<br />
impianto di gasificazione dei distillati pesanti della raffinazione e successiva<br />
cogenerazione di energia elettrica e termica mediante ciclo combinato<br />
(impianto IGCC). Con l’entrata in esercizio dell’IGCC, il ciclo produttivo<br />
petrolifero risulta strettamente integrato con quello elettrico, consentendo<br />
di massimizzare la conversione della materia prima di partenza in prodotti<br />
petroliferi finiti e in energia. Nel frattempo sono proseguiti gli investimenti<br />
finalizzati all’adeguamento tecnologico degli impianti esistenti e al<br />
miglioramento della qualità ambientale dei carburanti, anche in relazione<br />
alle sempre più stringenti specifiche di qualità definite dalle norme europee.<br />
Questi investimenti hanno portato alla progressiva riduzione della quantità<br />
di zolfo presente nei prodotti petroliferi e al miglioramento della qualità dei<br />
distillati medi e delle benzine.<br />
La descrizione dello stabilimento<br />
Le attività svolte nel sito di Sarroch possono essere suddivise, dal punto di<br />
vista funzionale, nel modo seguente:<br />
ricezione materie prime e spedizioni prodotti tramite il terminale marittimo;<br />
produzione prodotti petroliferi;<br />
produzione energia elettrica nell’IGCC;<br />
stoccaggio materie prime, prodotti liquidi e gas liquefatti;<br />
spedizione prodotti via terra;<br />
servizi ausiliari (produzione energia nella Centrale termoelettrica,<br />
trattamento acque in ingresso, trattamento acque di scarico);<br />
uffici, officine, magazzini;<br />
attività delle Ditte in appalto.<br />
La Figura 2 a pagina 15 evidenzia le aree interessate dai diversi tipi di attività<br />
svolte all’interno dello stabilimento, qui di seguito sinteticamente descritte.<br />
Ricezione materie prime e spedizione prodotti tramite il terminale marittimo<br />
Il terminale marittimo collegato alla raffineria è costituito da un pontile<br />
di 1.600 metri e dalle piattaforme denominate “isola”, collegata al pontile<br />
mediante una palificata di 1.200 metri.<br />
Da qui viene ricevuta la totalità delle materie prime e spedita la maggior<br />
parte dei prodotti petroliferi. Nel triennio 2009-<strong>2011</strong> la quota di prodotti<br />
petroliferi spediti via mare è stata pari al 80%.<br />
Il Gruppo <strong>Saras</strong><br />
14
Figura 2 – Planimetria generale del sito <strong>Saras</strong><br />
TERMINALE MARINO<br />
TERMINALE MARINO<br />
1 cm<br />
: 250 m<br />
15<br />
1 cm<br />
Stoccaggio gas liquefatti<br />
(sfere e sigari GPL)<br />
Uffici, officine e magazzini<br />
: 100 m<br />
Ricezione materie prime<br />
e spedizione prodotti via mare<br />
Produzione prodotti petroliferi<br />
Produzione energia elettrica (IGCC)<br />
Stoccaggio materie prime<br />
e prodotti (parco serbatoi)<br />
Stoccaggio prodotti liquidi<br />
(Deposito Nazionale)<br />
Spedizioni prodotti via terra<br />
Servizi Ausiliari<br />
Area Ditte in appalto
Il terminale dispone di undici punti di ormeggio indipendenti, nove dei<br />
quali sono destinati alla spedizione di prodotti petroliferi finiti e ricezione<br />
semilavorati, con possibilità di attracco di navi cisterna fino a 65.000 tonnellate,<br />
e i restanti due dedicati alla ricezione delle materie prime, con possibilità di<br />
attracco di navi cisterna fino a 300.000 tonnellate. Avanzati sistemi di controllo<br />
assicurano lo svolgimento di tutte le operazioni di ricezione e spedizione in<br />
condizioni di massima sicurezza: sono controllate in continuo le fasi di attracco,<br />
la permanenza all’ormeggio delle navi ed il collegamento fra la nave e i bracci<br />
di carico per il trasferimento delle materie prime e dei prodotti finiti verso<br />
terra ed a bordo nave. Per essere ammesse al terminale marittimo di <strong>Saras</strong>,<br />
tutte le navi in arrivo devono rispettare elevati standard di sicurezza conformi<br />
a criteri internazionalmente riconosciuti cui si aggiungono requisiti definiti da<br />
<strong>Saras</strong>. Una sala controllo dedicata, completamente rinnovata e dotata delle<br />
migliori tecnologie di controllo, è presidiata ed operativa 24 ore su 24, ed è in<br />
costante contatto radio con le navi operanti presso il terminale per verificare<br />
che tutte le operazioni si svolgano nel massimo rispetto di tutti i requisiti di<br />
sicurezza e protezione ambientale.<br />
Produzione di prodotti petroliferi<br />
Il processo di produzione è illustrato graficamente nello schema semplificato<br />
riportato nella figura 3 e si sviluppa attraverso le seguenti unità:<br />
um),<br />
delle materie prime per la produzione delle frazioni primarie;<br />
<br />
Catalytic Cracking–FCC), in cui avvengono le trasformazioni di idrocarburi<br />
e distillati pesanti in frazioni medio–leggere; dall’impianto Visbreaking<br />
si inviano gli idrocarburi pesanti all’impianto IGCC;<br />
zione<br />
dei distillati leggeri (nafte) in componenti ad alto ottano, con<br />
contemporanea produzione di idrogeno, utilizzato nei trattamenti di<br />
desolforazione;<br />
ne)<br />
e prestazioni (TAME, impianto Ter–Mail–Metil Eteri) delle benzine;<br />
<br />
sono sottoposti a processi di idrogenazione catalitica per la rimozione<br />
dello zolfo e il miglioramento della qualità dei prodotti;<br />
<br />
<br />
per la rimozione dei composti solforati e successivo riutilizzo del gas<br />
per uso interno.<br />
<br />
l’incremento del rendimento di recupero dello zolfo e conseguentemente<br />
riduce le emissioni di SO2 ;<br />
<br />
benzine a basso contenuto di zolfo;<br />
ne<br />
di gasoli, destinati al mercato per autotrazione, a bassissimo contenuto<br />
di zolfo.<br />
Il Gruppo <strong>Saras</strong><br />
16
Distillazione atmosferica<br />
Propano<br />
Butano<br />
Il Gruppo <strong>Saras</strong><br />
Figura 3 – Ciclo di produzione dello stabilimento <strong>Saras</strong>: produzione petrolifera e produzione di energia elettrica<br />
Materie prime<br />
Gas combustibile<br />
Isopentano<br />
Virgin Nafta<br />
Nafta pesante<br />
Cherosene<br />
Gasolio<br />
Vacuum<br />
Visbreaker<br />
impianto IGCC<br />
Idrocarburi pesanti<br />
Grafico 1 – Prodotti e consumi della raffineria<br />
7,7%<br />
6,0%<br />
27,3%<br />
Reformer (CCR)<br />
M.H.C. 1<br />
M.H.C. 2<br />
Residuo atmosferico<br />
Gasolio da visbreaking<br />
Fuel Gas lavato (uso interno)<br />
Idrodesolforazione<br />
Idrodesolforazione<br />
Idrodesolforazione<br />
Gasolio F.C.C.<br />
Olio<br />
combustibile<br />
17<br />
Recupero zolfo/TGTU<br />
Lavaggio Gas<br />
Alchilazione<br />
F.C.C. TAME<br />
4,4% 1,7% Distillati medi<br />
52,9%<br />
Nafta e benzina<br />
TAR a gasificazione<br />
Olio combustibile e altro<br />
GPL<br />
Consumi e perdite<br />
Zolfo<br />
GPL<br />
Benzina<br />
Virgin Nafta<br />
Cherosene<br />
Gasolio<br />
Olio combustibile<br />
Energia elettrica
Tabella 2 – Prodotti petroliferi (ton/anno)<br />
Tabella 3 – Materia prima lavorata della raffineria di Sarroch: provenienza grezzi (%)<br />
Grafico 2 – Totale spedizioni anno <strong>2011</strong><br />
19,1%<br />
30,6%<br />
Il Gruppo <strong>Saras</strong><br />
2008 2009 2010 <strong>2011</strong><br />
GPL 337.000 221.000 323.000 238.000<br />
Benzine e virgin nafta 4.056.000 3.343.000 4.024.000 3.824.000<br />
Distillati medi (Gasolio, Cherosene) 8.275.000 6.769.000 7.517.000 7.415.000<br />
Olio combustibile e altri 825.000 1.119.000 463.000 623.000<br />
Zolfo* 110.000 110.000 130.000 113.000<br />
TAR 1.121.000 1.077.000 1.166.000 1.075.000<br />
* Comprende lo zolfo recuperato sia dalla raffinazione che dall’IGCC<br />
Africa Nord<br />
Ovest<br />
2008 2009 2010 <strong>2011</strong><br />
47 43 38 15<br />
16<br />
Medio Oriente 10 12 7 20<br />
Russia e Caspio 25 29 30 42<br />
Mare del Nord 16 16 11 3<br />
Altro 2 0 14 4<br />
Totale 100 100 100 100<br />
18<br />
50,3%<br />
Sardegna<br />
Resto d'Italia<br />
Resto del mondo
La produzione petrolifera dello stabilimento di Sarroch presenta<br />
un’elevata resa di prodotti medi (gasoli) e leggeri (GPL, nafta, benzina),<br />
che nel <strong>2011</strong> hanno rappresentato complessivamente circa l’82% della<br />
produzione totale, come mostrato sinteticamente nel Grafico 1 e nel<br />
dettaglio della Tabella 2, che riporta i dati relativi alla produzione nel<br />
quadriennio 2008– <strong>2011</strong>.<br />
Le materie prime provengono principalmente dall’area del Mediterraneo<br />
(Nord Africa e Medio Oriente), dalla ex Unione Sovietica, dall’Africa<br />
occidentale e dal Nord Europa (Tabella 3). La destinazione dei prodotti della<br />
raffineria è prevalentemente, ma non esclusivamente, nel bacino centrooccidentale<br />
del Mediterraneo.<br />
In particolare, nel <strong>2011</strong>, circa il 20% della produzione complessiva di prodotti<br />
petroliferi è stata assorbita dal mercato regionale sardo (Grafico 2).<br />
La produzione di energia elettrica<br />
L’impianto IGCC (Integrated Gasification Combined Cycle, Impianto<br />
Integrato di Gasificazione a Ciclo Combinato) produce energia elettrica,<br />
idrogeno e vapore, a partire dagli idrocarburi pesanti derivanti dal processo<br />
di raffinazione ed è riconosciuto nel suo complesso come una delle migliori<br />
tecniche disponibili per il settore della raffinazione.<br />
Come mostrato nella Figura 4, l’impianto è suddiviso in due sezioni<br />
principali:<br />
<br />
<br />
Nella sezione di gasificazione – mediante utilizzo di ossigeno fornito dallo<br />
stabilimento Air Liquide – gli idrocarburi pesanti provenienti dall’impianto<br />
Visbreaking sono trasformati in un gas di sintesi, brevemente denominato<br />
“syngas” che, depurato dallo zolfo e dai metalli contenuti, viene bruciato<br />
nella sezione a ciclo combinato.<br />
Figura 4 – Schema di flusso dell'impianto IGCC<br />
Raffineria<br />
Air Liquide<br />
Idrocarburi pesanti<br />
Ossigeno<br />
Gasificazione<br />
Filter cake<br />
Zolfo<br />
IMPIANTO IGCC<br />
Syngas<br />
Idrogeno<br />
Il Gruppo <strong>Saras</strong><br />
Ciclo combinato<br />
Recupero di Vanadio<br />
per uso industriale<br />
(ind. metallurgica)<br />
Uso industriale<br />
esterno<br />
Sarlux, proprietaria dell'impianto, ha sede legale a Sarroch<br />
e sede amministrativa a Milano.<br />
19<br />
Energia elettrica<br />
Vapore<br />
Rete distribuzione<br />
nazionale<br />
Raffineria
Tabella 4 – Prodotti IGCC<br />
Il Gruppo <strong>Saras</strong><br />
2008 2009 2010 <strong>2011</strong><br />
Energia elettrica "lorda" (MWh) 4.251.353 4.086.439 4.339.335 4.034.163<br />
Vapore a bassa pressione (ton/anno) 539.680 437.003 586.626 555.647<br />
Vapore a media pressione (ton/anno) 667.763 570.754 737.033 699.486<br />
Idrogeno (t/anno) 34.042 37.939 39.731 35.809<br />
Zolfo* (ton/anno) 49.752 48.405 52.666 37.872<br />
Concentrato di Vanadio (ton/anno) 1.199 1.633* 1.122** 1.494***<br />
* Di cui 877 ton/anno fuori specifica, quindi non inviate a recupero ma a smaltimento<br />
** Di cui 181 ton/anno fuori specifica, quindi non inviate a recupero ma a smaltimento<br />
** Di cui 44 ton/anno fuori specifica, quindi non inviate a recupero ma a smaltimento<br />
L’energia elettrica – prodotta in tre linee identiche, ciascuna composta da<br />
una turbina a gas, una caldaia a recupero di vapore ed una turbina a vapore<br />
– viene venduta al GSE. Una quota del vapore prodotto, non utilizzata per<br />
la generazione di energia elettrica, e l’idrogeno derivante dalla sezione di<br />
gasificazione sono inviati alla raffineria per gli usi di processo.<br />
Come avviene per lo zolfo recuperato dal ciclo di raffinazione, anche lo zolfo<br />
recuperato dalla rimozione di acido solfidrico dal syngas viene destinato<br />
alla commercializzazione (dati riportati nella tabella 4).<br />
I metalli rimossi dal syngas vanno a costituire un pannello metallico<br />
denominato “Concentrato di Vanadio” o “filter cake”, destinato ad impianti<br />
esterni per il recupero dei metalli. L’esercizio dell’impianto IGCC permette,<br />
dunque, al sito produttivo <strong>Saras</strong> di massimizzare la conversione delle materie<br />
prime in prodotti pregiati. La configurazione a tre linee dell’impianto IGCC<br />
consente di assicurare continuità alla produzione sia di energia elettrica,<br />
sia di idrogeno e vapore per gli usi interni al sito. I dati registrati fino ad<br />
oggi attestano la validità processistica e tecnologica dell’impianto, che<br />
presenta caratteristiche di elevata affidabilità, in media superiore al 90%.<br />
Tra i vantaggi dell’impianto IGCC, assumono particolare rilievo quelli di<br />
tipo ambientale e tecnologico, legati all’adozione delle migliori tecnologie<br />
disponibili, che consentono un rendimento tra i più elevati fra i diversi<br />
processi di produzione (superiore al 50%, vedi Tabella 5) e un livello di<br />
emissioni estremamente basso, con una performance migliore del dato Enel<br />
assunto come riferimento medio nazionale.<br />
Tabella 5 – Confronto dei rendimenti delle tecnologie di produzione energetica<br />
Impianto Rendimento globale lordo<br />
Ciclo combinato a gas naturale 56÷57%<br />
Ciclo convenzionale a gas naturale (turbogas) 30÷35%<br />
Ciclo convenzionale a olio combustibile 35÷38%<br />
IGCC Sarlux 51%<br />
Con l’entrata in funzione dell’impianto di gasificazione, nella raffineria<br />
di Sarroch si è ottenuto un miglioramento delle emissioni prodotte dal<br />
complesso “raffineria + IGCC” rispetto alla situazione antecedente.<br />
Questo risultato è legato anche alla realizzazione di una serie di interventi<br />
migliorativi della dotazione impiantistica della raffineria, soprattutto per<br />
20<br />
Il Filter Cake<br />
Il prodotto proveniente dalle filtropresse, denominato per la sua<br />
consistenza fisica “filter cake” (“torta filtrata”), è il solido risultante<br />
dal processo di gasificazione dei prodotti pesanti di raffineria<br />
che contiene elevate percentuali di metalli quali Ferro, Vanadio,<br />
Carbonio e Nickel.<br />
Viene stoccato nell’area di deposito temporaneo della raffineria<br />
oppure in un’area appositamente autorizzata per la messa in riserva<br />
prima dell’invio all’esterno, in impianti ubicati in Germania,<br />
per il recupero dei metalli contenuti. Per questo invio, annualmente<br />
viene richiesta un’autorizzazione al movimento di rifiuti<br />
transfrontaliero, in accordo con il Regolamento CE/1013/2006.
quanto riguarda le emissioni di ossido di zolfo; inoltre, la diminuzione delle<br />
uscite di oli combustibili ha ridotto il numero di navi che transitano nell’area<br />
del golfo di Sarroch.<br />
Dal punto di vista tecnologico, il principale vantaggio connesso all’adozione<br />
di impianti IGCC consiste nell’integrazione del ciclo petrolifero con<br />
quello elettrico: il ciclo di lavorazione complessivo costituisce un circuito<br />
completo, in cui tutta la materia in ingresso viene trasformata in prodotto<br />
finito o in energia.<br />
Da sottolineare, infine, come il fabbisogno di acqua dell’impianto IGCC -<br />
particolarmente elevato per impianti di produzione di energia elettrica di<br />
dimensioni significative - venga soddisfatto interamente tramite acqua di<br />
mare, che viene dissalata e poi demineralizzata negli appositi impianti di<br />
trattamento, senza influire sulle riserve idriche della Sardegna. Tale acqua<br />
viene poi restituita al mare tenendo sotto controllo il pieno rispetto di tutti<br />
i parametri di qualità ambientale stabiliti dalla legge.<br />
Stoccaggio materie prime e prodotti<br />
Le strutture di stoccaggio presenti nel sito sono suddivise in:<br />
<br />
<br />
Deposito Nazionale, situato all’esterno della “recinzione fiscale”, oltre<br />
la Strada Statale 195;<br />
re”<br />
e “sigari”).<br />
Si tratta, complessivamente, di 161 serbatoi aventi una capacità complessiva<br />
di circa 3,5 milioni di metri cubi. Tutti sono dotati di sistemi fissi antincendio<br />
e di bacini di contenimento in cemento armato e pavimentato in<br />
cemento (43 serbatoi) o con argini in terra (118 serbatoi).<br />
Il sistema antincendio nelle aree di stoccaggio del gas di petrolio liquefatto<br />
(GPL) è governato da un dispositivo che, in funzione di vari parametri<br />
(tra cui la direzione del vento), attiva misure volte a evitare gli incendi e<br />
a contenere eventuali fuoriuscite di prodotto. Inoltre, al fine di prevenire<br />
incidenti, i serbatoi di GPL sono attrezzati con una strumentazione per il<br />
monitoraggio e la protezione dagli imprevisti aumenti di pressione.<br />
La movimentazione interna al sito delle materie prime e dei prodotti –<br />
tra gli impianti, le aree di stoccaggio e di spedizione – avviene mediante i<br />
seguenti sistemi e attrezzature:<br />
gamento<br />
con il Deposito nazionale ed il terminale marittimo;<br />
<br />
<br />
<br />
Spedizione prodotti via terra<br />
La spedizione dei prodotti via terra si effettua tramite apposite pensiline<br />
di carico delle autobotti:<br />
<br />
Il Gruppo <strong>Saras</strong><br />
21
prodotti liquidi (cherosene, gasolio ed olio combustibili), ubicate in<br />
prossimità della portineria di stabilimento<br />
<br />
Il sito <strong>Saras</strong> è collegato mediante oleodotti e gasdotti con il Deposito Nazionale<br />
ed il Deposito Liquigas e tramite un oleodotto con l’adiacente stabilimento<br />
petrolchimico, per interscambi commerciali di semilavorati e<br />
servizi (figura 1 pag.13).<br />
Servizi ausiliari<br />
Lo stabilimento è dotato delle seguenti unità che forniscono servizi necessari<br />
al ciclo produttivo:<br />
<br />
dell’energia elettrica e del vapore necessari ai processi;<br />
<br />
distribuzione, una per gli strumenti e una per i servizi;<br />
quedotto<br />
industriale;<br />
<br />
sito (impianto TAS, Trattamento Acque di Scarico).<br />
Infrastrutture interne permettono la distribuzione di servizi, quali acqua,<br />
vapore, energia elettrica, combustibili, azoto, e la raccolta delle acque reflue<br />
da convogliare all’impianto di trattamento prima dello scarico a mare.<br />
Uffici, officine, magazzini ed altri servizi<br />
Gli edifici dedicati ad attività di ufficio sono ubicati a lato dell’area produttiva;<br />
di fronte ad essi sono situate l’officina meccanica, l’officina elettrica<br />
ed una parte dei magazzini, in cui sono depositati sostanze ausiliarie e<br />
materiali di consumo, in attesa di essere inviati alle aree di utilizzo.<br />
Altre zone destinate a deposito materiali (parco tubi) si trovano al centro<br />
del parco serbatoi e al Deposito Nazionale. Inoltre, nell’area uffici sono<br />
presenti altri servizi generali, quali la mensa e l’infermeria.<br />
Attività delle Ditte d’appalto<br />
Le Ditte d’appalto che svolgono con continuità attività all’interno del sito<br />
<strong>Saras</strong> (manutenzioni, costruzioni, controlli meccanici e strumentali, ecc.)<br />
dispongono di una base logistica nel sito, in aree dedicate, che permette<br />
di ottimizzare lo svolgimento dei lavori e di ridurre la necessità di spostamenti<br />
all’esterno. In particolare, due Ditte terze operano stabilmente nella<br />
gestione dei rifiuti per la gestione dell’impianto di inertizzazione dei rifiuti<br />
e per la gestione di un’area in cui si effettuano operazioni di selezione e<br />
recupero prevalentemente di materiali ferrosi ed elettrici.<br />
L’inserimento dello stabilimento nel contesto locale<br />
L’area in cui si esplicano maggiormente le ricadute socioeconomiche<br />
dell’attività connessa alla raffineria interessa il territorio di quattro Comuni:<br />
Sarroch, Villa San Pietro, Pula e Capoterra, che formano un’area per<br />
certi versi omogenea a Sud-Ovest di Cagliari.<br />
Il Gruppo <strong>Saras</strong><br />
22
Si tratta di un territorio in cui è possibile individuare principalmente due<br />
tipologie di attività economiche: quelle legate al polo energetico e petrolchimico<br />
di Sarroch e all’area industriale di Macchiareddu e quelle connesse<br />
alle risorse naturali del territorio, all’agricoltura, all’allevamento e al<br />
turismo, soprattutto nella zona di Pula.<br />
Con l’inserimento della raffineria nel contesto locale, il primato che <strong>Saras</strong><br />
esprime in termini di dimensioni e di capacità produttiva assume un notevole<br />
significato sul piano dell’occupazione: dall’inizio della sua attività ad<br />
oggi, la società è infatti passata da 100 a 1.270 dipendenti - ripartiti tra lo<br />
stabilimento di Sarroch, che ne accoglie la maggior parte (oltre l’ 87%),<br />
e le due sedi di Roma e Milano - ed alimenta un indotto, non solo legato<br />
all’attività di raffinazione, di altre 7.000 unità. Inoltre, la realtà produttiva<br />
della raffineria costituisce un importante volano di sviluppo per un gruppo<br />
di aziende ed un ceto imprenditoriale industriale, ma anche del terziario<br />
avanzato, in grado di inserirsi in processi produttivi e tecnologici sofisticati.<br />
È da ricordare, poi, l’importante funzione svolta dallo stabilimento<br />
come fornitore di combustibili alla quasi totalità delle industrie regionali<br />
e la sinergia attiva con le aziende del polo chimico adiacente, con le quali<br />
esiste uno scambio commerciale di molte materie prime necessarie alle<br />
produzioni.<br />
Emas e la comunicazione con il territorio<br />
In un’ottica di trasparenza, integrazione e collaborazione con il territorio di<br />
riferimento sono proseguite anche nel <strong>2011</strong> le attività volte al rafforzamento<br />
dei rapporti con il contesto esterno e in particolare con i paesi limitrofi al sito<br />
produttivo. Tali iniziative sono peraltro in linea con gli impegni previsti dalla<br />
registrazione EMAS (Eco Management Audit Schemes) conseguita nel 2008.<br />
Emas rappresenta infatti uno strumento evoluto per attestare l’impegno di<br />
un’azienda nella direzione del miglioramento continuo in campo ambientale<br />
e dello sviluppo sostenibile anche attraverso il coinvolgimento e il confronto<br />
con i dipendenti, diretti e indiretti, nonché con tutti i principali stakeholders.<br />
Anche nel <strong>2011</strong> è stato portato avanti un piano articolato di comunicazione e<br />
relazioni esterne rivolto in particolare a istituzioni, enti, associazioni, mondo<br />
della scuola, media e riviste specializzate, elaborando e attuando talvolta<br />
progetti ed eventi comuni.<br />
Al riguardo si segnalano vari incontri con esponenti delle amministrazioni locali,<br />
che hanno rappresentato momenti di confronto, di scambio di informazioni<br />
e di comunicazioni su materie di interesse comune, quali la sicurezza,<br />
la tutela dell’ambiente e lo sviluppo del territorio.<br />
Queste riunioni sono state anche l’occasione per divulgare sia i risultati raggiunti,<br />
sia i programmi e gli obiettivi ambientali di <strong>Saras</strong> per un ulteriore miglioramento,<br />
come riportato nei due documenti “Dichiarazione Ambientale”<br />
e “<strong>Rapporto</strong> <strong>Ambiente</strong>, <strong>Salute</strong> e <strong>Sicurezza</strong>” distribuiti in queste circostanze.<br />
Nella generale politica di relazioni con il contesto sociale in cui opera <strong>Saras</strong>,<br />
improntata alla massima collaborazione e trasparenza, si inserisce il Progetto<br />
Scuola, una consuetudine giunta alla tredicesima edizione.<br />
L’iniziativa nasce nel 1998 dalla collaborazione tra <strong>Saras</strong> e i Comuni di Sarroch,<br />
Villa San Pietro, Pula e Capoterra e il patrocinio del Coni e dell’Unicef,<br />
Il Gruppo <strong>Saras</strong><br />
23
con l’obiettivo di diffondere la cultura dell’energia tra gli alunni delle quinte<br />
elementari. Negli anni il progetto si è evoluto, diventando una preziosa occasione<br />
di confronto e di incontro con le Istituzioni locali oltre che con gli<br />
Istituti scolastici.<br />
Nel <strong>2011</strong> il progetto, dal titolo “La via dell’energia”, ha accompagnato durante<br />
l’anno scolastico le attività di circa 200 studenti delle scuole elementari,<br />
con la finalità di far conoscere la realtà industriale della raffineria, far<br />
comprendere in che modo i prodotti derivati dal petrolio sono utilizzati nella<br />
vita di tutti i giorni e di sensibilizzare i ragazzi ad un uso consapevole delle<br />
fonti energetiche. In questa fase il personale <strong>Saras</strong>, in collaborazione con le<br />
insegnanti, fornisce nozioni sul mondo dell’industria energetica, sulle fonti<br />
rinnovabili e non rinnovabili, sulla formazione del petrolio e sulla sua trasformazione,<br />
in particolare sul processo di distillazione.<br />
Le sessioni in aula diventano un’occasione di confronto diretto con gli studenti,<br />
un’esperienza per i ragazzi, nella quale trovare risposte alle domande<br />
sul ciclo produttivo della raffinazione e sul tema dell’energia.<br />
Parte del progetto consiste nella visita alla raffineria di Sarroch, che rappresenta<br />
un altro momento importante di apertura e confronto con il territorio.<br />
Inoltre, nel corso del <strong>2011</strong> <strong>Saras</strong>, sempre disponibile ad investire su tematiche<br />
come ambiente e sicurezza, in collaborazione con i comuni di Sarroch e<br />
Villa San Pietro, Asl, MIUR e Unicef, ha sostenuto il Progetto Scuola Sicura,<br />
ideato dall’Associazione nazionale dei Vigili del fuoco che andrà avanti anche<br />
nel 2012. Tale progetto consiste in una campagna sulla sicurezza fatta a misura<br />
per i bambini delle scuole elementari e medie. L’iniziativa ha suscitato<br />
particolare interesse presso l’Istituto Comprensivo di Sarroch: infatti le scuole<br />
di Sarroch e Villa San Pietro saranno le prime a sperimentare il progetto.<br />
L’obiettivo della campagna è di rendere i bambini consapevoli dei rischi che<br />
li circondano, sia a casa che a scuola, in modo da trasmettere loro esperienza<br />
sulle azioni positive per prevenire gli incidenti domestici.<br />
Fuoco, corrente elettrica, cadute e sostanze tossiche sono i quattro pericoli<br />
che causano il maggior numero di incidenti, sia in casa che a scuola. Per insegnare<br />
ai bambini come evitare gli incidenti domestici verranno distribuiti<br />
cinque album da colorare che raccontano una storia, ciascuno con un tema<br />
che descrive uno dei pericoli domestici. Inoltre saranno proiettati dei cartoni<br />
animati che insegnano ai bambini ad evitare i pericoli.<br />
Le Società del Gruppo<br />
Sartec: la ricerca per l’ambiente e l’innovazione<br />
SARTEC è la società di tecnologia e ricerca per l’ambiente e l’industria<br />
del Gruppo <strong>Saras</strong>. I servizi di consulenza e monitoraggio ambientale, la<br />
progettazione, l’ottimizzazione dei processi produttivi e di automazione<br />
industriale di SARTEC, sono indirizzati a supportare l’innovazione e lo sviluppo<br />
industriale sostenibile. Oltre ad essere realizzati con le competenze<br />
tecniche dei suoi specialisti, sono rafforzati da una particolare attenzione<br />
su quelli che per SARTEC sono valori imprescindibili e che diventano per i<br />
suoi clienti valori aggiunti: sostenibilità ambientale, innovazione e qualità.<br />
Il Gruppo <strong>Saras</strong><br />
24
Per offrire le migliori soluzioni tecnologiche SARTEC, oltre alle più avanzate<br />
tecnologie disponibili sul mercato, ai risultati delle attività di studio<br />
provenienti dal mondo della ricerca o svolte per conto proprio, si avvale di<br />
una propria struttura di ricerca e sviluppo dotata di un laboratorio chimico<br />
all’avanguardia.<br />
L’offerta di SARTEC si articola nei seguenti servizi:<br />
Servizi per la salvaguardia ambientale: sistemi di monitoraggio della qualità<br />
dell’aria, dell’acqua e delle emissioni, servizi di ingegneria e consulenza<br />
ambientale e analisi di acqua, aria ed emissioni grazie alla presenza di un<br />
laboratorio analitico di eccellenza.<br />
In particolare, relativamente al monitoraggio ambientale, SARTEC è in<br />
grado di offrire sia singoli strumenti di analisi, sia intere reti di misura<br />
nella formula “chiavi in mano”, gestendo il processo dalla progettazione<br />
all’assistenza tecnica post vendita; mentre, per quanto riguarda i servizi di<br />
consulenza, l’azienda fornisce il proprio supporto nell’analisi del rischio,<br />
nella caratterizzazione di siti contaminati, nella progettazione di interventi<br />
di messa in sicurezza e bonifica di siti contaminati, nel monitoraggio<br />
delle emissioni fuggitive ma anche negli studi di impatto ambientale (SIA)<br />
propedeutici alla procedura di valutazione di impatto ambientale (VIA),<br />
nella predisposizione di domande di Autorizzazione Integrata Ambientale.<br />
Servizi per l’efficienza industriale e il risparmio energetico: questi servizi<br />
vanno dalla realizzazione di impianti package per l’industria (fra cui<br />
sistemi di recupero di gas da blow down, sistemi di filtrazione, sistemi di<br />
additivazione chemicals) ai controlli avanzati di processo sino ai sistemi<br />
di analisi di processo (dalla loro progettazione e avviamento sino alla loro<br />
revisione e al revamping periodico della strumentazione). In questa tipologia<br />
di servizi rientrano anche quelli di ingegneria (ad esempio, studi di<br />
fattibilità ed analisi costi-benefici, basic di processo, ingegneria di piping<br />
e layout, ingegneria civile, ingegneria delle macchine, elettrostrumentale<br />
e dell’automazione), la consulenza nel campo dell’oil refining, i test sui<br />
catalizzatori e la razionalizzazione allarmi, sviluppo di sistemi per il training<br />
degli operatori d’impianto OTS (Operator Training Simulator), servizi<br />
integrati per la realizzazione e l’eventuale successiva gestione di interventi<br />
mirati al miglioramento dell’efficienza energetica.<br />
Nel 2009, SARTEC si è accreditata presso l’Autorità per l’Energia Elettrica<br />
e il Gas come ESCO (Energy Service Company) al fine di offrire servizi<br />
di consulenza energetica finalizzati all’ottenimento di titoli di efficienza<br />
energetica (TEE), commercializzabili per mezzo di trattativa privata con i<br />
soggetti obbligati e/o sul mercato telematico del gestore del mercato elettrico<br />
(GME). L’innovazione guida SARTEC in ogni progetto; ciò ha permesso<br />
all’azienda di realizzare alcune soluzioni originali che hanno risolto efficacemente<br />
i problemi dei clienti. SARTEC svolge, infatti, attività di ricerca<br />
applicata e di sviluppo di nuovi prodotti e tecnologie, per conto proprio e<br />
per conto terzi, in campo ambientale e per l’ottimizzazione dei processi<br />
industriali. SARTEC ha sviluppato numerosi progetti di ricerca, anche avvalendosi<br />
di finanziamenti dell’Unione Europea, del MIUR e della Regione<br />
Sardegna, con la collaborazione dell’Università, del CNR e di altri centri di<br />
ricerca ed imprese innovative.<br />
Il Gruppo <strong>Saras</strong><br />
Con 140 dipendenti, Sartec è presente in Italia in due<br />
sedi: Cagliari, nella zona industriale di Macchiareddu<br />
(sede legale, stabilimenti e laboratori) e Milano (sede<br />
commerciale).<br />
25<br />
SARAS RICERCHE E TECNOLOGIE
Sardeolica: la produzione di energia eolica<br />
L’attività di Sardeolica si inserisce pienamente nelle strategie aziendali<br />
del Gruppo <strong>Saras</strong>, per il quale la tutela dell’ambiente rappresenta un<br />
obiettivo prioritario. A conferma di ciò, Sardeolica ha rinnovato nel 2009 la<br />
propria certificazione ambientale secondo lo standard internazionale ISO<br />
14001:2004, conseguita fin dal 2006. L’impianto di Ulassai, primo impianto<br />
eolico realizzato da Sardeolica, è uno dei più importanti parchi eolici<br />
in Sardegna. Nel corso del 2010 sono state installate le ultime sei turbine<br />
autorizzate, portando l’impianto a 48 aerogeneratori. Nel <strong>2011</strong> è stato<br />
installato un terzo stallo di trasformazione e sono state apportate alcune<br />
modifiche software agli aerogeneratori che hanno permesso di portare la<br />
potenza complessiva dell’impianto da 72 a 96 MW.<br />
A regime il Parco di Ulassai produce circa 175 GWh/anno, corrispondenti<br />
al fabbisogno annuale di circa 60.000 famiglie, rappresentando circa il 12%<br />
della potenza eolica installata in Sardegna.<br />
L’energia prodotta è immessa direttamente nella Rete di Trasmissione Nazionale<br />
e venduta al GSE alle condizioni stabilite nello schema di convenzione<br />
predisposto dall’AEEG. L’impianto beneficia dei Certificati Verdi per<br />
15 anni dalla data di avviamento.<br />
Il Parco eolico di Ulassai è situato in uno dei siti più ventosi della regione.<br />
Tali condizioni consentono una produzione di energia durante gran parte<br />
dell’anno con una media superiore a quella nazionale.<br />
Il <strong>2011</strong> è stato caratterizzato da ventosità decisamente inferiore ai valori<br />
medi, pertanto ha consentito una produzione di circa 141.000 MWh, portando<br />
la produzione complessiva dall’entrata in esercizio a circa 995.000 MWh.<br />
Il sito di Ulassai contribuisce in maniera significativa alla produzione di<br />
energia eolica in Sardegna con circa il 15% della produzione realizzata, nel<br />
<strong>2011</strong>, nella regione Sardegna.<br />
Arcola e <strong>Saras</strong> Energia (Spagna)<br />
Arcola Petrolifera<br />
È la società del gruppo che commercializza prodotti petroliferi sul territorio<br />
nazionale nell’ambito del mercato extrarete. La sua attività si estende<br />
ad un’ampia gamma di prodotti che vengono messi a disposizione in diverse<br />
aree geografiche attraverso il transito su depositi di proprietà e logistiche<br />
di terzi. Le aree di maggiore influenza sono rappresentate dalla Sardegna<br />
e dall’Italia centrosettentrionale (vedi fig. 5). Nata nel 1987, Arcola nel<br />
<strong>2011</strong> ha movimentato circa 2.300.000 tonnellate di prodotti per la rete e<br />
l’extrarete.<br />
Con 16 dipendenti, Arcola ha sede legale a Sarroch utilizza contratti di<br />
transito su basi terze (Civitavecchia, Livorno, Ravenna, Arcola, Napoli, Venezia,<br />
Visco oltre che svariate basi logistiche in Val Padana) così da coprire<br />
il bacino tributario corrispondente a tutta l’area centro e nord orientale.<br />
Nel settembre <strong>2011</strong> è stato perfezionato l’atto di scissione societaria della<br />
Arcola Petrolifera con costituzione della società Deposito di Arcola srl.<br />
Per gli effetti della suddetta scissione societaria a far data dal 01 ottobre<br />
Il Gruppo <strong>Saras</strong><br />
Il contesto in cui nasce Sardeolica:<br />
il Protocollo di Kyoto<br />
La riduzione dei gas climalteranti è diventata una priorità a livello<br />
mondiale. In questo contesto l’Unione Europea si è impegnata, in<br />
base al Protocollo di Kyoto del 1997, a ridurre dell’8% le emissioni<br />
di gas ad effetto serra rispetto ai valori registrati nel 1990.<br />
Di conseguenza sono stati adottati una serie di atti, fra cui il Libro<br />
Bianco del 1997 e la Direttiva 2001/77/CE, che sostengono e<br />
valorizzano l’approvvigionamento elettrico da fonti rinnovabili.<br />
In questo scenario si inserisce Sardeolica, società costituita nel<br />
2001 per realizzare e gestire impianti di produzione di energia<br />
elettrica da fonte rinnovabile. A seguito dell’acquisizione da parte<br />
di <strong>Saras</strong> S.p.A. delle quote possedute da Babcock & Brown Wind<br />
Energy nella controllata Parchi Eolici Ulassai S.r.l. (PEU), quest’ultima<br />
è consolidata integralmente a partire dal 30 giugno 2008.<br />
I vantaggi ambientali.<br />
L’energia eolica è una fonte di energia rinnovabile, pulita ed inesauribile.<br />
L’impatto ambientale dei sistemi di generazione eolica<br />
è bassissimo, sia in fase di costruzione che di esercizio. Tra i<br />
vantaggi ambientali di questo tipo di impianti possiamo elencare<br />
i seguenti:<br />
bassissimo impatto sull’ambiente: durante l’esercizio, gli impianti<br />
eolici non producono emissioni in atmosfera né scarichi<br />
al suolo, non consumano acqua né richiedono l’uso di<br />
prodotti chimici e non recano alcun danno alla flora e alla<br />
fauna. Al termine del ciclo di vita dell’impianto questo potrà<br />
essere completamente rimosso senza cagionare alcun danno<br />
ambientale e non sarà necessario effettuare opere di ripristino<br />
o bonifica di aree in quanto non sussistono possibili rischi<br />
di inquinamento.<br />
bassi livelli di rumore: i livelli delle emissioni acustiche degli<br />
aerogeneratori installati sono tali da non essere percepibili dai<br />
punti sensibili dell’area.<br />
contenuto impatto visivo: una corretta localizzazione dei parchi<br />
e dei singoli generatori, frutto di studi accurati per raggiungere<br />
la massima compatibilità ambientale, consente di<br />
rendere gradevole l’inserimento nel contesto paesaggistico<br />
degli impianti – di regola distanti dai centri abitati (il centro<br />
abitato più vicino si trova, infatti, ad oltre 4 km) – senza modificare<br />
la destinazione d’uso del terreno circostante. Il parco<br />
di Ulassai, ad esempio, occupa un’area di 2.900 ettari, ma<br />
ne utilizza con le sue installazioni solo una porzione inferiore<br />
all’1%. Inoltre sono state adottate soluzioni tecniche ottimali,<br />
come l’interramento dei cavi elettrici, al fine di minimizzare<br />
l’impatto visivo ed escludere interferenze elettromagnetiche<br />
sulle telecomunicazioni.<br />
Con 25 dipendenti, Sardeolica ha sede legale a Uta (CA)<br />
nella zona industriale di Macchiareddu. Il parco eolico di<br />
Ulassai si trova nelle località di Corte Porcus e Fenarbu,<br />
nella provincia dell’Ogliastra.<br />
26
<strong>2011</strong> la società Deposito di Arcola srl ha assunto la titolarità delle attività<br />
industriali, già in capo alla Arcola Petrolifera, relative al deposito di<br />
carburanti e combustibili di Arcola e delle attrezzature logistiche ad esso<br />
funzionali.<br />
Deposito di Arcola<br />
La società Deposito di Arcola srl fornisce a primari operatori servizi di<br />
ricezione, stoccaggio e riconsegna via mare e terra di prodotti petroliferi<br />
per la rete di distribuzione carburanti e per il bunkeraggio marittimo. Possiede<br />
una capacità di stoccaggio di circa 200.000 m³ nella quale transitano<br />
oltre 500.000 m³ di carburanti e combustibili in conto terzi; il deposito è in<br />
grado di ricevere una media annua di 30 navi cisterna, caricare circa 100<br />
bettoline ed oltre 15.000 ATB (autotreno botti).<br />
<strong>Saras</strong> Energia<br />
<strong>Saras</strong> Energia nasce nel 2001, dalla fusione tra Saroil e Continental, due<br />
società petrolifere create in Spagna dal Gruppo <strong>Saras</strong> nei primi anni ’90.<br />
<strong>Saras</strong> Energia ha mantenuto nel <strong>2011</strong> una buona posizione nel mercato<br />
spagnolo dei prodotti petroliferi destinati alla Rete e all’Extra Rete.<br />
L’azienda opera su tutto il territorio nazionale, attraverso la propria struttura<br />
commerciale che si caratterizza per un’elevata competenza, professionalità<br />
e conoscenza del mercato. La capillare distribuzione dei prodotti sul<br />
territorio è assicurata da una rete logistica composta dal Terminal di proprietà<br />
di Cartagena, integrata con il sistema CLH e depositi indipendenti.<br />
Nel corso del 2009, <strong>Saras</strong> Energia acquisisce gran parte della rete di stazioni<br />
di servizio ERG. Nel corso del 2010 e <strong>2011</strong>, allo scopo di integrare le<br />
stazioni ex Erg nella Rete <strong>Saras</strong> Energía, si è lavorato per cambiarne la immagine<br />
e modernizzare alcune istallazioni e si è dato il via a un processo di<br />
sviluppo delle attività di gestione coordinato mediante il Progetto DERES<br />
(Desarrollo de la Red de Estaciones <strong>Saras</strong>). Scopo del Progetto, dirigere<br />
e armonizzare la crescita della RETE <strong>Saras</strong> Energía, fissando come punti<br />
fondamentali la “Attenzione al Cliente”, gli aspetti di sicurezza e salvaguardia<br />
della salute e dell’ambiente (HSE), il modello di gestione commerciale,<br />
nonché la integrazione e armonizzazione di forme diverse di lavorare conseguenza<br />
della fusione tra persone di compagnie differenti, attraverso un<br />
ciclo di formazione in continua evoluzione.<br />
Attualmente la RETE di <strong>Saras</strong> Energia è costituita da 119 Stazioni di Servizio<br />
di cui 82 COCO (Company Owned Company Operated) a gestione<br />
diretta, 7 CODO (Company Owned Dealer Operated) e 30 DODO (Dealer<br />
Owned Dealer Operated). Nel corso del <strong>2011</strong>, <strong>Saras</strong> Energia ha cercato di<br />
ottimizzare la propria rete di stazioni di servizio modificando il modello<br />
di gestione, la vendita o la locazione di quelli che erano meno redditizie.<br />
Sempre nel 2009, <strong>Saras</strong> Energia ha potenziato la sua struttura logistica nel<br />
polo industriale di Cartagena con la messa in marcia di un nuovo impianto<br />
per la produzione di Biodiesel, della potenzialità di 200.000 t/anno. L’impianto<br />
Biodiesel è collegato via tubo al deposito di carburanti con il quale<br />
condivide attrezzature di carico e scarico via mare. Nel corso del <strong>2011</strong>, la<br />
produzione era di circa 87.000 tonnellate di biodiesel, immesse sul mercato<br />
Il Gruppo <strong>Saras</strong><br />
Figura 5 – Depositi - Basi di carico<br />
Con 16 dipendenti, Arcola ha sede legale a Sarroch);<br />
inoltre la società utilizza contratti di transito su basi<br />
terze (Sarroch, Arcola, Civitavecchia, Livorno, Ravenna,<br />
oltre che svariate basi logistiche in Val Padana) così da<br />
coprire il bacino tributario corrispondente a tutta l’area<br />
centro e nord orientale.<br />
Con 24 dipendenti, il Deposito di Arcola, con sede legale<br />
e operativa ad Arcola; fornisce servizi di ricezione,<br />
stoccaggio e riconsegna di prodotti petroliferi.<br />
27<br />
Lacchiarella<br />
Arquata<br />
Arcola<br />
Cagliari<br />
Livorno<br />
Depositi propri: Arcola e Cagliari<br />
Ravenna<br />
Visco<br />
Marghera<br />
Civitavecchia<br />
ARCOLA<br />
Torre Annunziata
spagnolo ed italiano allo scopo di essere miscelate con gasolio autotrazione<br />
cosi come previsto dalla normativa europea in materia di obbligo si immissioni<br />
al consumo di biocarburanti. Questa produzione, di gran lunga inferiore<br />
alla sua reale capacità, è dovuta alla chiusura dello stabilimento per<br />
diversi mesi a causa della la situazione difficile del mercato, che ha reso<br />
più conveniente l’acquisto rispetto alla produzione di biodiesel.<br />
In questo clima economico, ci aspettiamo di continuare per il 2012, una<br />
strategia di produzione focalizzata i maniera flessibile rispetto alla situazione<br />
del mercato in ogni momento.<br />
La strategia commerciale della società si basa sul consolidamento ed ulteriore<br />
sviluppo di una posizione forte e stabile soprattutto nelle zone prospicienti<br />
il Mediterraneo e sull’incremento dei margini. Massima attività<br />
e dedicazione ai canali di vendita a maggior valore aggiunto a scapito dei<br />
settori meno remunerativi. Oltre a potenziare il canale Rete con l’aumento<br />
di Stazioni di Servizio di proprietà già citato, <strong>Saras</strong> Energia ha sviluppato<br />
ulteriormente la sua presenza nel settore della Grande Distribuzione, delle<br />
Stazioni di Servizio Libere e delle Vendite Dirette a piccoli e medi rivenditori.<br />
La attività di supporto commerciale si è rinforzata alla ricerca dell’eccellenza<br />
nel servizio ai clienti. Particolare attenzione è stata rivolta ad<br />
una rigorosa applicazione delle norme ambientali e di sicurezza oltre che,<br />
ovviamente, all’ottimizzazione dei costi. <strong>Saras</strong> Energia dispone di un’organizzazione<br />
commerciale ed amministrativa molto agile e fortemente orientata<br />
al Cliente che lavora in sinergia con il comparto logistico e produttivo.<br />
I servizi di supporto alla vendita ed il call center di Madrid operano per<br />
soddisfare le necessità dei clienti e rispondere in modo esauriente alle loro<br />
richieste di natura commerciale, amministrativa o tecnica onde creare un<br />
rapporto di fiducia reciproca. L’organizzazione e la puntuale spedizione dei<br />
prodotti avviene pianificando le operazioni ad ogni livello fino al coinvolgimento<br />
diretto degli autisti delle imprese che trasportano per nostro conto.<br />
In <strong>Saras</strong> Energia si lavora per ottimizzare e migliorare i processi di lavoro<br />
e per raggiungere Standards Operativi all’altezza della “Misión y Visión”<br />
della Impresa.<br />
Nella situazione economica attuale, in cui le condizioni di mercato sono<br />
in costante evoluzione, <strong>Saras</strong> Energia lavora ogni giorno per adattarsi<br />
alle esigenze dei loro clienti senza abbassare i suoi standard di qualità e<br />
usando questo momento come un’opportunità per la ricerca di efficienza<br />
. In questa linea, il miglioramento continuo e la definizione di efficienza<br />
dei processi e dei tempi, nel corso del 2012 Progetto Strategico si propone<br />
come l’attuazione del sistema operativo SAP, che offrirà significativi vantaggi<br />
competitivi per la società e lo sviluppo del valore delle nostre risorse<br />
umane. Sfruttare al meglio di una notevole quantità di coordinamento, comunicazione,<br />
sviluppo e formazione per tutte le aree.<br />
Il Gruppo <strong>Saras</strong><br />
Con 431 dipendenti, <strong>Saras</strong> Energia ha sede legale a<br />
Madrid, deposito e impianto di biodiesel a Cartagena.<br />
28
Figura 6 - Rete logistica di <strong>Saras</strong> Energia<br />
Il Gruppo <strong>Saras</strong><br />
29
Le Politiche<br />
Le Politiche
Le Politiche<br />
33 La politica di gestione ambientale<br />
33 <strong>Saras</strong><br />
34 Le Società del Gruppo<br />
34 Sardeolica<br />
34 Sartec<br />
35 La politica per la salute e la sicurezza<br />
35 <strong>Saras</strong><br />
35 La Dichiarazione di politica di sicurezza<br />
35 Il Sistema di Gestione della <strong>Sicurezza</strong><br />
36 Le Consociate<br />
36 Sardeolica<br />
36 Sartec<br />
37 Arcola Petrolifera / Deposito di Arcola<br />
38 <strong>Saras</strong> Energia<br />
39 La certificazione di Qualità<br />
39 <strong>Saras</strong><br />
40 Le Società del Gruppo<br />
40 Sartec
La politica di gestione ambientale<br />
<strong>Saras</strong><br />
<strong>Saras</strong> ha sempre rivolto la sua attenzione ai diversi fattori di impatto<br />
ambientale connessi alle attività dello stabilimento e, in un percorso già<br />
avviato da tempo di impegno a favore della tutela ambientale, nel 2001<br />
ha intrapreso le attività finalizzate al conseguimento della certificazione<br />
ambientale del Sistema di Gestione Ambientale (SGA) della raffineria secondo<br />
lo standard internazionale ISO 14001.<br />
<br />
si inserisce all’interno del processo di miglioramento continuo della<br />
gestione ambientale, avviato da <strong>Saras</strong> oramai da molti anni:<br />
Politica Ambientale<br />
aziendale, contenente i principi ispiratori e gli impegni della<br />
gestione ambientale di <strong>Saras</strong>;<br />
<br />
Ambientale (SGA) e delle relative procedure attuative ha codificato le<br />
modalità di azione ed i comportamenti per tutto il personale aziendale;<br />
<br />
di Direzione, che vengono verificati ed aggiornati annualmente;<br />
<br />
periodica della corretta applicazione del SGA;<br />
condo<br />
la norma di riferimento ISO 14001:1996; successivamente, nel<br />
maggio 2006, la certificazione è stata aggiornata secondo la norma di<br />
riferimento ISO 14001:2004 (Figura 6)<br />
<br />
rinnovo della certificazione ambientale, seguita nel giugno 2010 dalla<br />
seconda verifica triennale, con la quale <strong>Saras</strong> rinnova e conserva la<br />
certificazione ISO 14001:2004. Inoltre, come previsto dalle attività di<br />
controllo da parte dell’Ente di certificazione, il Lloyd’s Register Quality<br />
Assurance (LRQA), semestralmente vengono effettuate apposite visite<br />
di sorveglianza da parte dello stesso Ente;<br />
bientale,<br />
diffusa a tutti i dipendenti diretti e ai dipendenti delle ditte<br />
d’appalto operanti nel sito, concludendo quel processo di evoluzione<br />
del Sistema di Gestione Ambientale, che ha consentito allo stabilimento<br />
<strong>Saras</strong> di essere registrato secondo il regolamento EMAS, lo standard<br />
europeo di ecogestione ed audit (Regolamento CE n.761/2001)<br />
che ha portato alla diffusione al pubblico del documento di Dichiarazione<br />
Ambientale 2008 (Figura 7), rivolto alla Comunità esterna ed<br />
interna all’azienda, con l’obiettivo di stabilire un rapporto trasparente<br />
con la popolazione, le Autorità locali ed i lavoratori illustrando le attività<br />
svolte da <strong>Saras</strong>, gli aspetti ambientali diretti ed indiretti ad esse<br />
collegate e gli obiettivi di miglioramento ambientale che la società si è<br />
prefissata.<br />
-<br />
Le Politiche<br />
33
segno organizzativo delle strutture aziendali interessate alle tematiche<br />
HSE (Health, Safety, Environment) prevedendo l’istituzione di una posizione<br />
centrale dedicata alle attività legate al conseguimento e al mantenimento<br />
delle certificazioni ambiente e sicurezza e di quattro nuove<br />
figure HSEQ (Health, Safety, Environment, Quality - <strong>Salute</strong>, <strong>Sicurezza</strong>,<br />
<strong>Ambiente</strong>, Qualità), una per ciascuna area produttiva, con attenzione<br />
specifica agli aspetti ambientali, di salute e sicurezza e di qualità.<br />
<br />
certificazione del proprio SGA in conformità alla norma ISO 14001:2004,<br />
successivamente è stata poi convalidata, sempre a cura LRQA, e pubblicata<br />
la Dichiarazione Ambientale 2010, redatta secondo il nuovo Regolamento<br />
EMAS CE n.1221/2009 e contestualmente è stata confermata<br />
la registrazione EMAS per <strong>Saras</strong>.<br />
<br />
di Gestione Ambientale le visite di sorveglianza periodica semestrale,<br />
da parte dell’Ente di certificazione Lloyd’s Register Quality Assurance<br />
(LRQA). Inoltre, nel mese di luglio <strong>2011</strong>, l’Ente certificatore ha proceduto<br />
alla verifica triennale della registrazione EMAS convalidando il<br />
documento della Dichiarazione Ambientale <strong>2011</strong> e proponendo all’Ente<br />
di Controllo ECOLABEL il rinnovo triennale dell’organizzazione <strong>Saras</strong><br />
il cui iter di approvazione al 31 dicembre <strong>2011</strong> era ancora in corso.<br />
Le Società del Gruppo<br />
Sardeolica<br />
Sardeolica produce energia elettrica da fonte eolica nelle proprie Unità<br />
Produttive nel comune di Ulassai (OG). Sebbene questo tipo di produzione<br />
sia già di per sé un’attività a basso impatto ambientale, Sardeolica<br />
ha ritenuto importante dotarsi di un Sistema di Gestione Ambientale per<br />
conseguire obiettivi di miglioramento continuo dei diversi aspetti ambientali:<br />
consumi energetici, consumi di risorse idriche e di materiali<br />
ausiliari, produzione di rifiuti e prevenzione e riduzione di ogni inquinamento.<br />
Dal 2006 Sardeolica ha conseguito la certificazione ambientale<br />
del proprio Sistema di Gestione Ambientale (SGA) secondo lo standard<br />
internazionale ISO 14001:2004, certificazione rinnovata positivamente a<br />
luglio 2009. Come previsto dalle attività di controllo da parte dell’Ente<br />
di certificazione, il Lloyd’s Register Quality Assurance, annualmente<br />
vengono effettuate apposite visite di sorveglianza da parte dello stesso<br />
Ente. Nel marzo 2006 è stata comunicata a tutti i dipendenti la Politica<br />
Ambientale aziendale, contenente i principi ispiratori e gli impegni della<br />
gestione ambientale di Sardeolica; successivamente, l’elaborazione delle<br />
procedure attuative del Sistema di Gestione Ambientale (SGA) ha codificato<br />
le modalità di azione ed i comportamenti per tutto il personale<br />
aziendale.<br />
Sartec<br />
SARTEC, allo scopo di perseguire la prevenzione dell’inquinamento e l’attuazione<br />
di ogni ragionevole soluzione per ridurre gli impatti ambientali<br />
Le Politiche<br />
34
significativi delle proprie attività, promuovere l’uso razionale di risorse naturali,<br />
di energia e di materiali riducendo, ove possibile, i relativi consumi,<br />
prevedere una adeguata manutenzione degli impianti, delle macchine e<br />
delle attrezzature e gli eventuali interventi utili a garantire la salute e la<br />
sicurezza dei lavoratori, il miglioramento della efficienza energetica e la<br />
protezione dell’ambiente, mantenere l’offerta dei propri prodotti e servizi<br />
relativi alla salvaguardia ambientale, l’efficienza industriale ed il risparmio<br />
energetico, individuando le esigenze dei Clienti e proponendo soluzioni integrate,<br />
adotta da aprile <strong>2011</strong> un sistema di gestione ambientale, certificato<br />
in conformità alla norma EN ISO 14001:2004, integrato con i sistemi<br />
di gestione <strong>Sicurezza</strong> e Qualità. L’8 aprile <strong>2011</strong> è stata pertanto emessa<br />
dall’alta direzione la nuova politica aziendale integrata, contenente i principi<br />
ispiratori e gli impegni dell’azienda in merito alla tutela dell’ambiente,<br />
della salute e sicurezza dei lavoratori e della qualità dei prodotti e dei servizi<br />
in riferimento alle proprie attività.<br />
La politica per la salute e la sicurezza<br />
<strong>Saras</strong><br />
La Dichiarazione di politica di sicurezza<br />
Partendo da un quadro legislativo sempre più delineato anche in materia<br />
di gestione della sicurezza nelle attività industriali, per la tutela dei lavoratori<br />
e del territorio, <strong>Saras</strong> ha avviato anche in questo ambito un percorso di<br />
miglioramento progressivo degli standard e dei risultati, riconoscendo alla<br />
sicurezza un valore strategico nel proprio agire aziendale. Una specifica<br />
Politica per la <strong>Sicurezza</strong> è stata definita fin dal 1996 e partendo da questa<br />
base <strong>Saras</strong> ha maturato positivi risultati nell’ambito della prevenzione e<br />
della protezione costante dei lavoratori e del territorio.<br />
Nell’ottica del miglioramento continuo, tra il 2009 ed il <strong>2011</strong> è stato il<br />
progetto “<strong>Sicurezza</strong> <strong>Saras</strong>” a supporto della gestione della sicurezza, ideato<br />
in collaborazione con Du Pont – società leader a livello mondiale sulle<br />
tematiche inerenti la sicurezza sul lavoro.<br />
Il Sistema di Gestione della <strong>Sicurezza</strong><br />
L’implementazione di un Sistema di Gestione della <strong>Salute</strong> e <strong>Sicurezza</strong><br />
(SGS) ha introdotto la misura delle prestazioni e la pianificazione di obiettivi<br />
e traguardi di miglioramento. Seguendo un percorso analogo a quanto<br />
intrapreso per il SGA, nel dicembre 2007 <strong>Saras</strong> ha ottenuto la certificazione<br />
del proprio Sistema di Gestione della <strong>Salute</strong> e <strong>Sicurezza</strong> sul Lavoro rispetto<br />
allo standard OHSAS 18001:2007, rilasciata da Lloyd’s Register Quality<br />
Assurance Italy.<br />
Nel mese di Novembre del <strong>2011</strong>, <strong>Saras</strong> è stata oggetto di una nuova verifica<br />
del suo SGS attraverso un intenso percorso di audit ispettivi a cura dell’ente<br />
di certificazione TÜV Austria che ne ha confermato l’adeguatezza allo<br />
standard BS OHSAS 18001:2007 rilasciando il rinnovo della certificazione<br />
per ulteriori tre anni.<br />
La salvaguardia della salute e la prevenzione di qualsiasi forma di inciden-<br />
Le Politiche<br />
35
te o infortunio (sia per i propri dipendenti che per i lavoratori delle ditte<br />
d’appalto) sono considerati da <strong>Saras</strong> valori primari, come dichiarato nella<br />
Politica <strong>Salute</strong> e <strong>Sicurezza</strong> sul Lavoro aggiornata al 19/07/2007.<br />
Per utilizzare sinergicamente le parti comuni ai due Sistemi di Gestione, il<br />
SGS di <strong>Saras</strong> è integrato con il Sistema di Gestione per la Prevenzione degli<br />
Incidenti Rilevanti, che è stato implementato secondo i dettami del D.M.<br />
09/08/2000. Inoltre, una specifica Politica di Prevenzione degli Incidenti<br />
Rilevanti è stata elaborata per il sito di Sarroch il 31/03/2008.<br />
L’impegno di <strong>Saras</strong> per la gestione della sicurezza ha sempre avuto come<br />
obiettivo prioritario quello della prevenzione e della ricerca degli strumenti<br />
più efficaci per ridurre la probabilità di accadimento di eventi incidentali.<br />
Questa filosofia di gestione è lo strumento che sta alla base del D.Lgs<br />
334/99 (Seveso II), che ha definito l’adozione di un Sistema di Gestione<br />
della <strong>Sicurezza</strong> per la prevenzione degli Incidenti Rilevanti (SGS), integrato<br />
anche per la produzione di energia elettrica con l’impianto IGCC.<br />
In prospettiva, <strong>Saras</strong> si pone l’obiettivo di integrare il Sistema di Gestione<br />
della <strong>Sicurezza</strong> e <strong>Salute</strong> con il Sistema di Gestione Ambientale.<br />
Le Consociate e il Sistema di Gestione della <strong>Salute</strong> e <strong>Sicurezza</strong> sul<br />
Lavoro<br />
Anche le altre società del Gruppo hanno ritenuto importante dotarsi di<br />
un Sistema di Gestione della <strong>Salute</strong> e <strong>Sicurezza</strong> sul Lavoro per assicurare<br />
la massima sicurezza a tutti i dipendenti diretti e delle ditte appaltatrici.<br />
Sardeolica<br />
Sardeolica si è dotata di un Sistema di Gestione della <strong>Salute</strong> e <strong>Sicurezza</strong><br />
sul Lavoro, secondo lo standard internazionale OHSAS 18001:2007. In questo<br />
ambito, nel giugno 2008, è stata comunicata a tutti i dipendenti la Politica<br />
per la <strong>Salute</strong> e la <strong>Sicurezza</strong> sul Lavoro, contenente i principi ispiratori<br />
e gli impegni di Sardeolica; successivamente, l’elaborazione del Manuale<br />
del Sistema di Gestione Integrato <strong>Ambiente</strong> & <strong>Sicurezza</strong> e delle relative<br />
procedure attuative ha codificato le modalità di azione e i comportamenti<br />
per tutto il personale aziendale.<br />
Sartec<br />
SARTEC vuole controllare i propri rischi sulla <strong>Salute</strong> e sulla <strong>Sicurezza</strong><br />
dei Lavoratori (SSL) nel luogo di lavoro e migliorare le proprie prestazioni,<br />
in modo da eliminare o minimizzare i rischi per i dipendenti e le altre<br />
parti interessate che possano essere esposte ai rischi associati alla propria<br />
attività lavorativa e correlata al lavoro del personale, interno o sotto<br />
il controllo dell’Azienda. Pertanto anche a seguito del vigente quadro<br />
normativo, sempre più definito e stringente, assieme al riconoscimento<br />
autonomo da parte dell’azienda dell’importanza strategica della tutela<br />
della salute e sicurezza dei lavoratori nel corso del <strong>2011</strong> SARTEC ha provveduto<br />
a certificare, secondo la norma BS OHSAS 18001:2007, il proprio<br />
sistema di gestione della sicurezza già in essere dal 2008, integrandolo<br />
con i sistemi, certificati, di gestione Qualità e <strong>Ambiente</strong>.<br />
Le Politiche<br />
36
Adottando un Sistema di Gestione Integrato (SGI) SARTEC si propone di:<br />
<br />
persone, l’ambiente e la proprietà, ed il perseguimento di un continuo<br />
miglioramento delle condizioni e della qualità del lavoro all’interno del<br />
Sito;<br />
<br />
quelli derivanti da incidenti infortuni e malattie correlate al lavoro<br />
minimizzando i rischi cui possono essere esposti i dipendenti o i terzi<br />
(clienti, fornitori, visitatori, ecc.);<br />
<br />
<br />
Il SGI garantisce inoltre l’individuazione, all’interno della struttura organizzativa<br />
aziendale, delle responsabilità, delle procedure, dei processi e<br />
delle risorse per la realizzazione della politica aziendale, nel rispetto delle<br />
norme di salute e sicurezza vigenti.<br />
Arcola Petrolifera / Deposito di Arcola srl<br />
La redazione e divulgazione, a tutti i livelli, della Politica per la <strong>Salute</strong> e la<br />
<strong>Sicurezza</strong> sul Lavoro contenente i principi ispiratori e gli impegni di Arcola<br />
e la revisione del Documento di Valutazione del Rischio, adeguato ai criteri<br />
espressi nel D. Lgs. 106/2009, rappresentano la naturale integrazione<br />
agli obblighi previsti dalla normativa sul rischio d’incidente rilevante e si<br />
concretizzano nel Sistema di Gestione della <strong>Salute</strong> e <strong>Sicurezza</strong> (SGS) e<br />
del relativo Manuale. Il SGS è dunque integrato con il Sistema di Gestione<br />
per la Prevenzione degli Incidenti Rilevanti, secondo quanto previsto<br />
del D.M. 09/08/2000. Esso trae origine dalla Politica di Prevenzione degli<br />
Incidenti Rilevanti e si concretizza nel Documento di Politica per la prevenzione<br />
degli incidenti rilevanti e la tutela della salute e sicurezza dei<br />
lavoratori ( art. 7 D. Lgs. 334/99.). L’attività di formazione, informazione ed<br />
addestramento integrata dalle relative attività di audit interni ed esterni,<br />
assieme ai processi di revisione ed aggiornamento del Manuale del Sistema<br />
di Gestione della <strong>Sicurezza</strong>, rappresentano i cardini fondamentali su cui<br />
si fonda il concetto di “miglioramento continuo”. Allo scopo di rendere<br />
più efficace ed efficiente il processo di formazione ed informazione, nel<br />
mese di marzo 2009 Arcola Petrolifera / Deposito di Arcola srl si è dotata di<br />
una piattaforma di apprendimento multimediale e-learning per il supporto<br />
delle attività informazione e formazione degli operatori; le prime sessioni<br />
pianificate ed organizzate sono state ovviamente dedicate ai temi specifici<br />
di prevenzione degli incidenti rilevanti e tutela della salute e sicurezza sul<br />
lavoro (SICURPOINT).<br />
In quest’ottica sono stati realizzati su tale piattaforma specifici percorsi<br />
formativi dedicati ai seguenti argomenti: Sistema Gestione <strong>Sicurezza</strong>, Testo<br />
Unico <strong>Sicurezza</strong> (Dlgs. 81/08 e successive modificazioni) - (D.Lgs 106),<br />
Rischio chimico, Normativa ATEX, Piano di Emergenza Interno (PEI).<br />
Tutto il personale del deposito si è sottoposto con successo all’intero programma<br />
formativo previsto. Nel 2010 sono stati introdotti ulteriori percorsi<br />
formativi nella piattaforma multimediale e-learning:<br />
<br />
Le Politiche<br />
37
Nel <strong>2011</strong> sono stai inseriti nella piattaforma multimediale e- learning i seguenti<br />
nuovi percorsi formativi:<br />
<br />
pericolose)<br />
<br />
Parallelamente a tali attività di formazione interna sono state sostenute<br />
attività di formazione di tutto il personale delle ditte terze operanti in<br />
deposito attraverso un idoneo corso sviluppato sempre sulla piattaforma<br />
SICURPOINT vincolando al superamento di tale corso le autorizzazioni<br />
di ingresso in aree di cantiere. Arcola Petrolifera, per la sede di Arcola,<br />
ha elaborato una “mappa delle aree aziendali potenzialmente a rischio di<br />
commissione reati “una parte della quale, assume grande rilievo ai fini della<br />
“salute e sicurezza sul lavoro”.<br />
Quest’attività si inserisce nel contesto del documento “Modello Organizzazione<br />
Gestione e controllo” ex D.Lgs 231/01, adottato dalla Società, che<br />
descrive gli elementi di base e le modalità di gestione attraverso i quali la<br />
società ha impostato l’attuale sistema di controllo interno, riporta le azioni<br />
finora svolte in relazione all’adeguamento organizzativo e procedurale e,<br />
nel contempo, indica le misure generali predisposte per prevenire potenziali<br />
commissioni di reati.<br />
<strong>Saras</strong> Energia<br />
<strong>Saras</strong> Energía, in coerenza con i principi stabiliti nella propria politica di<br />
sicurezza salute e ambiente, ha effettuato una revisione dei Documenti di<br />
Valutazione dei Rischi di tutti gli stabilimenti che costituiscono la società,<br />
ha completato in modo soddisfacente un programma di formazione attraverso<br />
il quale tutto il personale ha avuto accesso alla formazione necessaria<br />
per conoscere ed evitare i rischi connessi con le attività che si svolgono<br />
nei diversi stabilimenti; il programma di formazione ha sviluppato, tra le<br />
altre, specifiche azioni formative in materia di sicurezza nelle operazioni<br />
di discarica di carburanti, conoscenza dei sistemi meccanici delle stazioni<br />
di servizio, misure di protezione dell’ambiente e sistemi di protezione<br />
antincendio. Allo scopo di attuare i principi stabiliti nella sua politica di<br />
sicurezza, salute ed ambiente, al fine di vigilare sulla salute dei lavoratori,<br />
la società ha sottoposto il proprio personale ad un programma di visite<br />
mediche, alla valutazione dell’esposizione individuale alle sostanze chimiche<br />
pericolose e del rumore. Per soddisfare l’esigenza di disporre di uno<br />
strumento che ci consenta di diffondere in maniera semplice ed efficace<br />
le informazioni relative alla sicurezza, salute ed ambiente, all’interno della<br />
intranet di gruppo è stata sviluppata un’area specifica dedicata a queste<br />
tematiche. Per sviluppare adeguatamente il concetto di miglioramento<br />
continuo si è definito un programma di audit sulla sicurezza esteso a tutte<br />
le aree aziendali i cui risultati sono stati utilizzati per la definizione delle<br />
successive azioni formative.<br />
<strong>Saras</strong> Energía è titolare, tra l’altro, di due stabilimenti soggetti alla Direttiva<br />
96/82/CE del Consiglio, de 9 dicembre 1996, relativa al controllo<br />
dei rischi inerenti agli incidenti rilevanti nei quali intervengano sostanze<br />
Le Politiche<br />
38
pericolose (Seveso II), che sono il deposito di idrocarburi e l’impianto di<br />
produzione di biodiesel; in quest’ambito, è stato sottoposto a revisione il Sistema<br />
di Gestione della <strong>Sicurezza</strong> di entrambi gli stabilimenti, apportando<br />
le modifiche necessarie e sviluppando le azioni di miglioramento emerse<br />
dalla conclusione del processo di audit del sistema.<br />
Ha anche avviato un riesame nell´impianto di biodiesel dell´piano di emergenza<br />
per assicurare, in caso di blocco dell´impianto, la presenza di personale<br />
necessario a garantire la sicurezza degli impianti.<br />
Per garantire la corretta applicazione del Piano di Emergenza Interno dei<br />
due stabilimenti è stato elaborato ed attuato un programma di esercitazioni<br />
di emergenza che è stato completato con successo nell’arco dell’anno<br />
certificando l’adeguatezza della preparazione del personale preposto a<br />
fronteggiare le situazioni di emergenza oltre che l’idoneità delle attrezzature<br />
predisposte a questo scopo. Secondo le previsioni della normativa<br />
spagnola che ha recepito la Direttiva 96/82/CE (Seveso II),entrambi gli<br />
stabilimenti sono stati sottoposti ad un’ispezione da parte della Direzione<br />
Generale dell’Industria, Energia e Miniere attraverso un organismo di controllo<br />
accreditato; il risultato delle citate ispezioni è stato favorevole ed ha<br />
certificato che entrambi gli stabilimenti hanno adottato misure adeguate<br />
a prevenire gli incidenti rilevanti e la mitigarne le conseguenze all’interno<br />
ed all’esterno dello stabilimento.<br />
La certificazione di Qualità<br />
<strong>Saras</strong><br />
Precedentemente all’attività di certificazione ambientale, l’azienda aveva<br />
già avviato un percorso di adozione di un Sistema di Gestione della Qualità<br />
(SGQ), che ha definito le procedure per la gestione di una serie di aree/<br />
processi interni alla raffineria.<br />
Attualmente sono certificati secondo lo standard di qualità ISO 9001:2008 i<br />
processi aziendali relativi alle seguenti attività (Figura 10):<br />
Movimento Prodotti, nel quale si preparano i prodotti secondo le specifiche<br />
contrattuali dei clienti;<br />
Spedizioni, dove viene curata la distribuzione, via terra e via mare, dei<br />
prodotti richiesti dai clienti;<br />
Programmazione Operativa e a Medio Termine, dove si supervisionano<br />
gli arrivi delle materie prime (grezzi), le lavorazioni degli stessi, le preparazioni<br />
e le uscite dei prodotti finiti richiesti dai clienti;<br />
Ingegneria, in cui si segue la progettazione di nuovi impianti, nonché le<br />
modifiche di miglioria degli impianti esistenti;<br />
Costruzioni, dove si gestisce la realizzazione di impianti nuovi, nonché le<br />
modifiche costruttive agli impianti esistenti.<br />
Inoltre, i processi elencati di seguito, anche se non certificati, operano<br />
nell’ambito del SGQ, conformemente a quanto richiesto dalla norma di riferimento<br />
ISO 9001:2000 e secondo le procedure relative al SGQ stesso, a tutela<br />
del cliente e del mercato nel quale <strong>Saras</strong> opera:<br />
Ricezione, dove, tramite il terminale marittimo, si sovrintende alle operazioni<br />
di scarico dalle navi cisterna delle materie prime (grezzi);<br />
Le Politiche<br />
39
Controllo analitico della produzione, effettuato mediante il laboratorio<br />
chimico, cui sono assegnati la verifica e il controllo degli idrocarburi<br />
prodotti; inoltre, nel giugno 2008 il laboratorio chimico ha conseguito<br />
l’accreditamento SINAL, secondo la norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025.<br />
Acquisti e Appalti, dove si curano l’assegnazione e la programmazione<br />
degli ordini di materiali e degli appalti e la selezione e valutazione dei<br />
fornitori;<br />
Risorse Umane e Organizzazione, nella quale si assicura la corrispondenza<br />
del personale dipendente alle esigenze aziendali, attraverso il<br />
puntuale reperimento delle risorse e le attività di formazione finalizzate<br />
all’acquisizione, lo sviluppo e il trasferimento delle competenze professionali;<br />
Supply e Trading, dove vengono stipulati i contratti di rifornimento di<br />
materie prime (attraverso sia acquisti, sia contratti di processing) e di<br />
vendita dei prodotti;<br />
Manutenzione, dove si seguono le attività necessarie per mantenere in<br />
condizioni di efficienza e funzionalità infrastrutture e apparecchiature<br />
volte alla produzione di prodotti richiesti dai clienti.<br />
, nel quale si cura il trasporto dei materiali per/<br />
dalla Raffineria ed il relativo expediting, il ricevimento e la distribuzione<br />
degli stessi (attività sia fisica che contabile), oltre che il loro stoccaggio<br />
in ubicazioni definite.<br />
, in cui attraverso la gestione di un insieme di applicazioni<br />
software, interconnesse tra di loro, si raccolgono, si elaborano e si<br />
distribuiscono informazioni a supporto delle attività decisionali, gestionali<br />
e di controllo del business dell’azienda.<br />
Le Società del Gruppo<br />
Sartec<br />
Il sistema di gestione si applica alle seguenti attività/processi:<br />
Progettazione multidisciplinare d’impianti industriali nel settore petrolifero,<br />
petrolchimico, chimico e dell’energia;<br />
Progettazione, montaggio, collaudo ed assistenza all’avviamento di impianti<br />
package per il settore petrolifero e petrolchimico;<br />
Progettazione, configurazione, collaudo e fornitura di sistemi di automazione,<br />
di controllo e ottimizzazione di processo, di supporto decisionale,<br />
attività di training e assistenza ai montaggi per applicazioni<br />
industriali nel settore petrolifero e dell’energia;<br />
Progettazione, montaggio, collaudo, messa in servizio, assistenza postvendita<br />
e manutenzione di sistemi di analisi per la misura di inquinanti<br />
in aria, acqua, emissioni in atmosfera e caratteristiche di fluidi dei<br />
processi chimici;<br />
Manutenzione e verifica di sistemi di misura di prodotti petroliferi;<br />
Servizi di ricerca applicata e consulenza in campo ambientale e petrolifero;<br />
In particolare:<br />
Caratterizzazione siti contaminati, progettazione di interventi di<br />
messa in sicurezza e bonifica di siti contaminati;<br />
Il Gruppo <strong>Saras</strong><br />
40
Studi di impatto ambientale (SIA) e di Valutazione Ambientale<br />
Strategica (VAS); assistenza e consulenza agli iter autorizzativi in<br />
ambito ambientale;<br />
Ricerca e sviluppo nel settore della raffinazione del petrolio e dei<br />
biocombustibili;<br />
Studi sui catalizzatori e sui processi catalitici mediante impianto<br />
pilota e modellistica<br />
Studi di processo nel settore della raffinazione del petrolio mediante<br />
la modellistica;<br />
Sviluppo controllo on line lavorazioni/preparazioni di prodotti petroliferi;<br />
Studi analitici e modellistici del comportamento dei grezzi atipici;<br />
Servizi di chimica analitica in ambito merceologico e ambientale;<br />
Rivendita di strumentazione di misura e ricambi per il monitoraggio<br />
ambientale.<br />
ed a tutti i processi aziendali (processi di supporto) che contribuiscono a<br />
garantire la capacità di fornire prodotti che siano conformi ai requisiti dei<br />
Clienti e/o a quelli cogenti applicabili.<br />
Non si esclude nessun requisito della norma ISO 9001:2008.<br />
Il Gruppo <strong>Saras</strong><br />
41
La Produzione<br />
La Produzione
La Produzione<br />
45 Lo stabilimento di Sarroch<br />
45 Il bilancio energetico<br />
46 L’attività di raffinazione<br />
47 La qualità ambientale dei prodotti<br />
48 La produzione di energia elettrica<br />
49 Le Società del Gruppo<br />
49 Sardeolica<br />
49 Sartec<br />
50 <strong>Saras</strong> Energia
Lo stabilimento di Sarroch<br />
Il bilancio energetico<br />
L’energia in ingresso al sito è costituita dalle materie prime (grezzo e semilavorati),<br />
dall’energia elettrica e dall’acqua, come illustrato nello schema della<br />
figura 7. ll grezzo è utilizzato per l’attività di raffinazione – attraverso cui si<br />
ottengono anche i combustibili per i consumi interni e la carica all’impianto<br />
di gasificazione (IGCC) – mentre l’energia elettrica importata è necessaria<br />
per completare il bilancio del fabbisogno di energia per le lavorazioni. Il<br />
complesso “raffineria+impianto IGCC” produce energia in forma di prodotti<br />
petroliferi – destinati all’impiego quotidiano su tutto il territorio regionale<br />
ed extraregionale – e di energia elettrica, attraverso la centrale termoelettrica<br />
interna (CTE) e l’impianto IGCC (Tabella 7). La produzione da CTE<br />
viene impiegata per usi interni legati al ciclo di raffinazione; la produzione<br />
da IGCC, invece, viene ceduta totalmente alla rete nazionale di distribuzione<br />
esterna. II bilancio energetico dello stabilimento di Sarroch ha registrato per<br />
il <strong>2011</strong> un fabbisogno energetico pari a 989.215 TEP.<br />
Figura 7 – Il sito <strong>Saras</strong> di Sarroch: schema di flusso<br />
Energia<br />
Materie<br />
prime<br />
Acqua<br />
Emissioni<br />
in<br />
atmosfera<br />
Scarichi<br />
idrici<br />
Rifiuti<br />
riciclati<br />
Rifiuti<br />
smaltiti<br />
Tabella 6 – Ingressi di energia (TEP)<br />
Raffineria<br />
<strong>2011</strong><br />
Grezzo e olio combustibile 14.006.000<br />
Energia elettrica ed energia termica da esterno* 251.335<br />
Totale 14.257.335<br />
* Trasformati in TEP utilizzando fattori ufficiali AEG.<br />
La Produzione<br />
GPL<br />
Benzine<br />
Jet fuel<br />
Gasoli<br />
Oli combustibili<br />
Cariche petrolchimiche<br />
Carica<br />
IGCC<br />
IGCC<br />
45<br />
Energia<br />
Elettrica<br />
Vapore<br />
Idrogeno<br />
Zolfo<br />
Concentrato<br />
di Vanadio
Tabella 7 – Uscita di energia (TEP)<br />
Grafico 3 – Lavorazione Grezzi (Migliaia ton/anno)<br />
Tabella 8 – I prodotti degli impianti <strong>Saras</strong> (tonnellate/anno)<br />
La Produzione<br />
2008 2009 2010 <strong>2011</strong><br />
GPL 337.000 221.000 323.000 238.000<br />
Benzine e virgin nafta 4.056.000 3.343.000 4.024.000 3.824.000<br />
Distillati medi (Gasolio, Cherosene) 8.275.000 6.769.000 7.517.000 7.415.000<br />
Olio combustibile e altri 825.000 1.119.000 463.000 623.000<br />
Concentrato di Vanadio 1199 1633* 1.122** 1.494***<br />
Energia elettrica (TEP) 780.974 750.679 797.136 759.386<br />
Zolfo 110.000 110.000 110.000 113.000<br />
Idrocarburi pesanti a IGCC 1.121.000 1.077.000 1.166.000 1.121.000<br />
* Di cui 877 ton/anno fuori specifica, quindi non inviate a recupero ma a smaltimento.<br />
** Di cui 181 ton/anno fuori specifica, quindi non inviate a recupero ma a smaltimento.<br />
*** Di cui 44 ton/anno fuori specifica, quindi non inviate a recupero ma a smaltimento<br />
<strong>2011</strong><br />
Prodotti finiti 12.342.000<br />
Energia elettrica alla rete 741.076<br />
Fuel gas 53.926<br />
Totale 13.137.002<br />
L’attività di raffinazione<br />
Nel <strong>2011</strong> la raffineria di Sarroch ha lavorato un quantitativo di materia<br />
prima (greggio e oli combustibili) pari a circa 14,0 milioni di tonnellate<br />
(Mton); il dato risulta nella media degli ultimi anni; complessivamente,<br />
tra il 2008 ed il <strong>2011</strong> sono state lavorate 57,2 Mton di materia prima, con<br />
una media di 14,3 Mton/anno (Grafico 3). Negli ultimi anni la produzione<br />
è andata sempre più privilegiando i prodotti leggeri, mantenendo la quota<br />
di olio combustibile ai valori minimi e destinando i distillati pesanti della<br />
raffinazione (TAR) alla produzione di energia elettrica.<br />
20.000<br />
15.000<br />
10.000<br />
5000<br />
0<br />
15.517<br />
13.305<br />
14.340<br />
2008 2009 2010<br />
14.006<br />
<strong>2011</strong><br />
46
La qualità ambientale dei prodotti<br />
Il contenuto di zolfo è sicuramente uno degli indici di maggiore interesse per valutare<br />
la qualità ambientale dei prodotti di raffinazione, oggetto negli ultimi anni<br />
anche di interventi in ambito normativo che hanno stabilito limiti di riferimento;<br />
infatti, un basso tenore di zolfo garantisce, nel successivo impiego dei combustibili,<br />
una migliore performance in fase di combustione ed un minore impatto<br />
sull’atmosfera. L’elaborazione del bilancio zolfo dello stabilimento (Figura 8 e<br />
Tabella 9) fornisce utili indicazioni sulla quantità di zolfo che entra nel ciclo produttivo<br />
e su come questa si distribuisce in uscita. Attraverso l’analisi dei dati si<br />
evidenzia una stabilità nella quantità di zolfo in ingresso con le materie prime. A<br />
partire dalla scelta delle materie prime, fino alla dotazione di efficienti sistemi di<br />
desolforazione (U800 per la desolforazione delle benzine e DEA4 per migliorare<br />
la rimozione del H 2 S del Fuel gas utilizzato all’interno del sito) e di trattamento<br />
dei gas di coda del Claus (TGTU) nell’ambito del processo, il sito ha adottato<br />
scelte e realizzato progetti che hanno permesso di raggiungere importati risultati<br />
su questo fronte. Il dato del <strong>2011</strong>, che migliora ulteriormente i dati dell’ultimo<br />
biennio in relazione soprattutto allo zolfo nelle emissioni, rappresenta il giusto<br />
consolidamento di scelte tecniche fatte nel corso degli anni. La quantità di zolfo<br />
presente nei prodotti immessi sul mercato presenta un incremento significativo,<br />
dovuto alla maggiore produzione di olio combustibile rispetto agli anni passati.<br />
Tale risultato conferma la capacità di desolforazione del sito, cui si accompagna<br />
una notevole riduzione della quantità di zolfo emessa in atmosfera.<br />
Figura 8 – Bilancio zolfo degli impianti - anno <strong>2011</strong><br />
Zolfo<br />
in<br />
ingresso<br />
99%<br />
Grezzi<br />
120.456 ton<br />
1%<br />
Semilavorati<br />
1.230 ton<br />
Tabella 9 – Bilancio zolfo degli impianti - anno <strong>2011</strong><br />
Impianti<br />
La Produzione<br />
Grafico 4 – Zolfo in uscita prodotto<br />
100<br />
90<br />
80<br />
70<br />
60<br />
50<br />
40<br />
30<br />
20<br />
10<br />
1,6%<br />
Zolfo emissioni<br />
1.990 ton<br />
47<br />
95,5<br />
0,3%<br />
Zolfo come rifiuto<br />
369 ton<br />
95,9<br />
1,3 2,1<br />
2008 2009<br />
97,1<br />
1,3<br />
92,7<br />
5,4<br />
2010 <strong>2011</strong><br />
Zolfo nei prodotti Zolfo come prodotto<br />
5,4%<br />
Zolfo nei prodotti<br />
6.554 ton<br />
92,7%<br />
Zolfo come prodotto<br />
112.773 ton<br />
2008 2009 2010 <strong>2011</strong><br />
ton % su totale ton % su totale ton % su totale ton % su totale<br />
Zolfo in ingresso<br />
Materie prime<br />
Zolfo in uscita<br />
115.141 100 114.714 100 133.634 100 121.686 100<br />
Nelle emissioni in atmosfera 3.568 3,1 2.200 1,92 2.086 1,55 1.990 1,64<br />
Nei prodotti 1.441 1,3 2.430 2,12 1.767 1,3 6.554 5,39<br />
Come zolfo puro 110.000 95,5 110.017 95,9 129.718 97,1 112.773 92,68<br />
Come rifiuto 132 0,11 68 0,06 63 0,05 369 0,3
La produzione di energia elettrica<br />
Di seguito si riporta la performance di produzione dell’impianto IGCC e gli<br />
interscambi con la raffineria.<br />
I dati del <strong>2011</strong> e il confronto con i tre anni precedenti.<br />
Tabella 10 – Consumi IGCC (ton/anno)<br />
La Produzione<br />
2008 2009 2010 <strong>2011</strong><br />
Idrocarburi pesanti per la gasificazione 1.179.604 1.128.568 1.222.328 1.121.249<br />
Syngas (ottenuto dalla gasificazione) 3.770.558 3.757.686 4.021.014 3.676.704<br />
Gasolio 4.370 18.904 3.440 13.994<br />
Energia elettrica da esterno (MWh) 380.508 378.700 379.495 349.658<br />
Tabella 11 – Prodotti IGCC<br />
2008 2009 2010 <strong>2011</strong><br />
Energia elettrica a esterno (MWh) 4.318.134 4.066.306 4.336.730 4.012.325<br />
Vapore Media Pressione (ton/anno) 667.762 572.368 741.905 699.486<br />
Vapore Bassa Pressione (ton/anno) 539.680 437.003 613.911 555.647<br />
Idrogeno (t/anno) 34.042 37.939 39.731 35.809<br />
Zolfo (ton/anno) 49.753 48.405 52.666 37.872<br />
Concentrato di Vanadio (ton/anno) 1.199 1.633* 1.122** 1.494***<br />
* Di cui 877 ton/anno fuori specifica, quindi non inviate a recupero ma a smaltimento.<br />
** Di cui 181 ton/anno fuori specifica, quindi non inviate a recupero ma a smaltimento.<br />
*** Di cui 44 ton/anno fuori specifica, quindi non inviate a recupero ma a smaltimento<br />
48
Le Società del Gruppo<br />
Sardeolica<br />
L’energia elettrica netta prodotta nel parco eolico di Ulassai e distribuita<br />
nella rete nazionale (GSE), è riportata nella tabella 12.<br />
Nella stessa tabella sono state evidenziate le emissioni evitate di CO 2 , SO 2<br />
e NO x . Il dato delle emissioni evitate è particolarmente significativo perché<br />
mette in evidenza le tonnellate di inquinanti che non sono stati emessi<br />
avendo prodotto energia elettrica utilizzando il vento al posto di combustibili<br />
convenzionali.<br />
Analogamente viene stimato il numero di famiglie che potrebbero essere<br />
servite di energia elettrica utilizzando questo tipo di generazione e la corrispondente<br />
quantità di petrolio equivalente risparmiato.<br />
Tabella 12 – Energia elettrica prodotta nel parco eolico di Ulassai<br />
Sartec<br />
In campo Ambientale SARTEC ha negli ultimi anni sviluppato alcuni importanti<br />
progetti innovativi. Tra questi un progetto di monitoraggio delle<br />
emissioni fuggitive di composti organici volatili provenienti da perdite dei<br />
componenti di processo di impianti industriali. SARTEC utilizza un nuovo<br />
approccio definito “Smart LDAR” che prevede la rilevazione delle perdite<br />
di composti organici volatili mediante un’indagine visiva dei componenti di<br />
processo degli impianti di produzione con una telecamera e la quantificazione<br />
delle perdite mediante un PID o un FID. Un altro progetto innovativo<br />
è quello finalizzato al monitoraggio delle emissioni odorigene, mediante<br />
un approccio integrato basato sulla speciazione delle emissioni odorigene<br />
mediante analisi chimiche per la identificazione e quantificazione dei composti<br />
costituenti la miscela odorigene, sulla quantificazione dell’impatto<br />
La Produzione<br />
2008 2009 2010 <strong>2011</strong><br />
Produzione (GW/h)<br />
Energia elettrica netta<br />
Indicatori<br />
154 156 176 141<br />
Emissioni di CO2 evitate (1) 127.292 129.143 145.674 116.697<br />
Emissioni di SO2 evitate (2) 584 593 669 536<br />
Emissioni di NOx evitate (3) 292 296 334 268<br />
Famiglie equivalenti (4) 51.245 51.990 58.645 46.979<br />
TEP risparmiati (5) 13.140 13.331 15.037 12.046<br />
Barili di petrolio risparmiati 95.920 97.315 109.771 87.936<br />
(1) Il calcolo delle emissioni evitate è stato fatto considerando un coefficente di emissione specifica di 828 gCO 2 /kWh come indicato nel Bollettino Ufficiale della Regione Autonoma della Sardegna,<br />
Parti I e II, n° 26 pagina 31 (30/08/2003).<br />
(2) Il calcolo delle emissioni evitate è stato fatto considerando un coefficente di emissione specifica di 3,8 gSO 2 /kWh come indicato nel Bollettino Ufficiale della Regione Autonoma della Sardegna,<br />
Parti I e II, n° 26 pagina 31 (30/08/2003).<br />
(3) Il calcolo delle emissioni evitate è stato fatto considerando un coefficente di emissione specifica di 1,9 gNo x /kWh come indicato nel Bollettino Ufficiale della Regione Autonoma della Sardegna,<br />
Parti I e II, n° 26 pagina 31 (30/08/2003).<br />
(4) Stima di consumo di una famiglia media italiana: 3.000 kWh/anno (fonte www.scienzagiovane.unibo.it)<br />
(5) 1 TEP = 7,3 barili = 11.700 kWh<br />
N.B.: un Barile di petrolio corrisponde a 42 galloni USA ovvero a 158,98 litri.<br />
49
odorigeno mediante analisi olfattometriche e sulla valutazione dell’impatto<br />
mediante l’utilizzo dei modelli di dispersione. Altri progetti sono orientati<br />
all’individuazione delle sorgenti di contaminazione, anche nel loro<br />
possibile sviluppo temporale, mediante un approccio di chimica forense<br />
grazie alla vasta dotazione di strumentazioni analitiche di elevata tecnologia.<br />
Tale metodologia integrata con la modellistica e con l’analisi di rischio<br />
permette di sviluppare servizi di due diligence ambientali orientate alla<br />
valutazione anche economica del danno ambientale ed alla definizione dei<br />
possibili interventi di bonifica. I principali progetti che SARTEC ha seguito<br />
nel campo delle bonifiche dei siti contaminati sono legati alla progettazione<br />
di barriere idrauliche per la messa in sicurezza di falde contaminate,<br />
progetti di bioremediation, o di soil washing per suoli contaminati e di supporto<br />
alla progettazione e realizzazione di barriere fisiche.<br />
Continua inoltre la decennale fornitura e gestione di sistemi per la misura<br />
della qualità dell’aria, in particolare si segnala la gestione della reti di monitoraggio<br />
della Valle d’Aosta, della Provincia di Terni e della rete complementare<br />
della città di Cagliari, e numerose forniture di beni e servizi per le<br />
reti di monitoraggio di stabilimenti industriali di terzi.<br />
Nel campo dell’efficienza energetica SARTEC progetta e realizza impianti<br />
a fonti rinnovabili.<br />
SARTEC in qualità di Energy Service Company (ESCO), sviluppa le proposte<br />
e consuntiva i Titoli di Efficienza Energetica (TEE) per i progetti di<br />
risparmio energetico.<br />
Per la Raffineria SARAS ad oggi sono state presentate 7 proposte all’autorità<br />
per l’energia elettrica e gas (AEEG) di cui 3 approvate e 4 in corso di<br />
valutazione e sono stati consuntivati circa 30.000 TEE il cui valore medio<br />
di mercato nel 2012 è di circa 100, 00 /cad.<br />
<strong>Saras</strong> Energía<br />
La Rete di Stazioni di Servizio che fa parte di <strong>Saras</strong> Energía, ha chiuso<br />
l’anno <strong>2011</strong> con un fatturato complessivo di oltre 222 milioni di litri.<br />
Nella tabella 13 si può valutare l’evoluzione delle vendite di carburanti nella<br />
nostra rete stradale.<br />
La Produzione<br />
50
Tabella 13 – Vendita di carburanti nella rete <strong>Saras</strong> Energía in litri<br />
2009 2010 <strong>2011</strong><br />
Vendita di carburanti<br />
(litri/anno) 178.684.814 233.326.098 222.663.614<br />
Seguendo la stessa linea di sviluppo il deposito di carburanti ha consuntivato<br />
un traffico in entrata ed uscita, che supera le 672.000 tonnellate. Nella<br />
tabella 14 si può osservare l’evoluzione del traffico del deposito nel triennio<br />
2009/ <strong>2011</strong>.<br />
Tabella 14 – Movimento prodotti nel deposito di Cartagena.<br />
Entrate + Uscite (Tm)<br />
2009 2010 <strong>2011</strong><br />
DIESEL 765.567 958.402 534.725<br />
BENZINE 101.146 99.334 96.212<br />
BIOCARBURANTE 15.519 27.398 25.410<br />
METANOLO 24.532 21.018 15.923<br />
Totale 906.764 1.106.147 672.270<br />
La Produzione<br />
51
L’<strong>Ambiente</strong><br />
L’<strong>Ambiente</strong>
L’<strong>Ambiente</strong><br />
55 Lo stabilimento di Sarroch<br />
55 L’impegno per l’obiettivo del miglioramento continuo<br />
55 La Registrazione EMAS<br />
55 L’Autorizzazione Integrata Ambientale<br />
56 I dati<br />
56 I consumi energetici<br />
58 I consumi idrici<br />
59 Le emissioni in atmosfera<br />
65 Le emissioni gas ad effetto serra<br />
65 Il monitoraggio della qualità dell’aria<br />
70 Gli scarichi idrici<br />
72 Il monitoraggio dell’ambiente marino<br />
73 Interventi a tutela del mare e delle coste<br />
74 I rifiuti<br />
77 Suolo, sottosuolo, ed acque sotterranee<br />
80 Il monitoraggio del rumore<br />
82 Il miglioramento dell’impatto visivo interno ed esterno<br />
82 Gli importi stanziati per l’ambiente<br />
83 Le Società del Gruppo<br />
83 Sardeolica<br />
84 Arcola Petrolifera / Deposito di Arcola<br />
86 <strong>Saras</strong> Energia<br />
87 Sartec
Lo stabilimento di Sarroch<br />
L’impegno per l’obiettivo del miglioramento continuo<br />
Da anni presentiamo il <strong>Rapporto</strong> <strong>Ambiente</strong> e <strong>Sicurezza</strong> nel quale sono rappresentati<br />
dati puntuali e dettagliati relativi a tutti quegli aspetti ambientali<br />
che, direttamente o indirettamente, interessano l’ambiente interno ed<br />
esterno allo stabilimento di Sarroch.<br />
Alcuni di questi aspetti, quali le emissioni in atmosfera o gli scarichi idrici,<br />
sono di più immediata percezione, essendo legati all’ambiente in cui le<br />
persone quotidianamente vivono o lavorano; altri, quali il consumo di energia,<br />
di acqua o le emissioni di anidride carbonica (CO 2 ), rimandano a temi<br />
di interesse più generale che vengono vissuti su scala globale senza che si<br />
abbiano ricadute dirette sensibili sull’ambiente locale.<br />
L’andamento delle emissioni, in un arco temporale di 4 anni, mostra un<br />
trend generale di miglioramento, fatte salve piccole fluttuazioni che si<br />
possono avere di anno in anno, legate a interventi impiantistici e di manutenzione<br />
straordinaria. Il miglioramento dei dati per quanto riguarda<br />
l’ambiente è derivato da interventi tecnici, organizzativi e gestionali che<br />
hanno progressivamente dotato la raffineria di tecnologie e di mezzi più<br />
efficaci per lavorare rispettando l’ambiente.<br />
In particolare l’andamento delle emissioni di anidride solforosa (SO 2 ), di<br />
notevole interesse per la comunità locale, mostra una sensibile riduzione<br />
rispetto al passato e una importante flessione negli ultimi tre anni con<br />
l’entrata in esercizio della sezione di trattamento del “gas di coda” dell’impianto<br />
di recupero zolfo. Infatti il confronto dell’ultimo triennio rispetto<br />
alla media dei precedenti periodi mette in evidenza una riduzione delle<br />
emissioni di SO 2 di circa il 50%.<br />
La Registrazione Emas<br />
Nel corso dell’anno <strong>2011</strong> sono proseguite con esito positivo sul Sistema<br />
di Gestione Ambientale le visite di sorveglianza periodica semestrale da<br />
parte dell’ente di certificazione Lloyd’s Register Quality Assurance. che<br />
hanno confermato il mantenimento della certificazione alla norma ISO<br />
14001:2004. Nel mese di luglio <strong>2011</strong> l’Ente certificatore ha poi convalidato<br />
il documento della Dichiarazione Ambientale <strong>2011</strong> <strong>Saras</strong>, redatta in conformità<br />
al nuovo Regolamento CE n.1221/2009, proponendone il rinnovo<br />
triennale della registrazione all’Ente di Controllo Comunitario ECOLABEL<br />
il cui iter di approvazione al 31 dicembre <strong>2011</strong> risulta ancora in corso.<br />
La Dichiarazione Ambientale <strong>2011</strong>, un documento rivolto alla Comunità<br />
esterna ed interna all’azienda, con l’obiettivo di stabilire un rapporto trasparente<br />
con la popolazione, le Autorità locali ed i lavoratori e di illustrare<br />
inoltre le attività svolte da <strong>Saras</strong>, gli aspetti ambientali diretti ed indiretti<br />
ad esse collegate e gli obiettivi di miglioramento ambientale che la società<br />
si è prefissata, è stata poi pubblicata e divulgata.<br />
L'Autorizzazione Integrata Ambientale<br />
Il <strong>2011</strong> è stato il secondo anno di piena attuazione dell’Autorizzazione Integrata<br />
Ambientale, il Decreto infatti è stato rilasciato per il complesso<br />
L’<strong>Ambiente</strong><br />
55<br />
La formazione ambientale<br />
Allo scopo di raggiungere risultati di progressivo miglioramento<br />
ambientale è fondamentale la formazione, in termini sia di aggiornamento,<br />
sia di sensibilizzazione sull’importanza del ruolo<br />
singolo di ciascuno.<br />
Oltre alla formazione continua dedicata, come tutti gli anni ai<br />
temi della tutela e salvaguardia ambientale, il secondo semestre<br />
<strong>2011</strong> ha visto l’avvio di un percorso formativo dedicato all’Autorizzazione<br />
Integrata Ambientale di <strong>Saras</strong>, con particolare attenzione<br />
alle opportunità che essa offre nella gestione e nell’ottimizzazione<br />
delle risorse e del contributo che ciascuno può dare<br />
nella diminuzione delle ricadute sull’ambiente.<br />
Inoltre, per i neoassunti, all’interno della formazione generale,<br />
dedicata all’inserimento in azienda, è previsto un modulo sul Sistema<br />
di gestione Ambientale della durata di due ore.<br />
Nel complesso sono state erogate 2.969 ore di formazione ambientale,<br />
con un incremento del 74% rispetto al 2010.<br />
EMAS (EcoManagement<br />
and Audit Scheme)<br />
EMAS (EcoManagement and Audit Scheme): istituito con Regolamento<br />
(CEE) 1836/93, aggiornato con il Regolamento (CE)<br />
n.761/2001 (EMAS II) e infine nel 2009 con il Regolamento (CE)<br />
n.1221/2009 (EMAS III), è uno strumento a carattere volontario<br />
volto a promuovere costanti miglioramenti dell’efficienza ambientale<br />
delle attività industriali. Il Regolamento prevede che le<br />
imprese partecipanti adottino, nei propri siti produttivi, sistemi<br />
di gestione ambientale basati su politiche, programmi, procedure<br />
e obiettivi di miglioramento dell’ambiente e pubblichino una<br />
Dichiarazione Ambientale. Ai fini della registrazione di un sito<br />
nell’apposito Registro istituito presso la Commissione Europea,<br />
tale Dichiarazione Ambientale deve essere convalidata da un verificatore<br />
accreditato da un Organismo nazionale competente; in<br />
Italia tale organismo, attivo dal 1997, è il Comitato per l’Ecolabel<br />
e l’Ecoaudit che si avvale del supporto tecnico dell’ISPRA (Istituto<br />
Superiore per la Prevenzione e la Ricerca Ambientale).<br />
AIA<br />
L’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) è il provvedimento<br />
che autorizza l’esercizio di un impianto imponendo misure<br />
tali da evitare oppure ridurre le emissioni nell’aria, nell’acqua e<br />
nel suolo per conseguire un livello elevato di protezione dell’ambiente<br />
nel suo complesso. L’Autorizzazione Integrata Ambientale<br />
sostituisce ad ogni effetto ogni altra autorizzazione, visto, nulla<br />
osta o parere in materia ambientale previsti dalle disposizioni di<br />
legge e dalle relative norme di attuazione. Sono regolate dalla<br />
normativa specifica “Seveso” le disposizioni relative al controllo<br />
dei pericoli in incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze<br />
pericolose.
Raffineria e IGCC il 24 marzo del 2009. Il Decreto di Autorizzazione Integrata<br />
Ambientale, è stato emanato ai sensi del D. Lgs. 59/05, oggi confluito nel Testo<br />
Unico Ambientale, ed ha recepito la Direttiva 91/61/CE, meglio nota come<br />
Direttiva IPPC, relativa alla prevenzione e riduzione integrata dell’inquinamento.<br />
L’IPPC (Integrated Pollution Prevention and Control) è una nuova<br />
strategia, comune a tutta l’Unione Europea, per aumentare le “prestazioni<br />
ambientali” dei complessi industriali soggetti ad autorizzazione. L’aspetto<br />
fondamentale della Direttiva è la valutazione comparata dei vari settori ambientali<br />
e l’unificazione delle procedure di autorizzazione, evitando così che<br />
approcci distinti nel controllo delle emissioni nell’aria, nell’acqua e nel suolo<br />
favoriscano il trasferimento dell’inquinamento da un elemento ambientale<br />
all’altro anziché proteggere l’ambiente nel suo complesso, con ciò introducendo<br />
anche la necessità di valutare le diverse soluzioni per evitare che il miglioramento<br />
su una matrice ambientale non costituisca un inaccettabile peggioramento<br />
dell’altra. L’AIA ha sostituito tutte le autorizzazioni esistenti e ha<br />
profondamente cambiato le modalità di gestione delle tematiche ambientali.<br />
Nel corso del <strong>2011</strong> sono proseguite le attività di messa a punto del Piano di<br />
Monitoraggio e Controllo sia con specifici incontri con i tecnici dell’ISPRA<br />
e dell’ARPAS di Cagliari, sia a livello di comparto petrolifero essendo ormai<br />
quasi completato il rilascio delle AIA per le raffinerie italiane. Riguardo alle<br />
prescrizioni contenute nel Parere Istruttorio, nell’anno in esame nel presente<br />
rapporto, sono proseguite le attività di applicazione e studio relative alla<br />
misura della temperatura di torcia, recupero vapori pontile e misura delle<br />
polveri sul camino del CO-boiler.<br />
I Dati<br />
I consumi energetici<br />
I consumi di energia, strettamente legati alla performance ambientale dello stabilimento,<br />
rappresentano per l’azienda un ambito di sensibile impegno anche per<br />
gli anni futuri, in direzione di una razionalizzazione ed ottimizzazione. Tra la fine<br />
degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80 <strong>Saras</strong> ha avviato importanti investimenti<br />
per il recupero di calore e di energia (“Energy conservation”), interventi allora<br />
legati fortemente anche alla crisi energetica della metà degli anni ’70. Anche<br />
oggi risparmio ed efficienza energetica rappresentano obiettivi strategici legati<br />
al miglioramento ambientale complessivo dello stabilimento. In questo ambito<br />
nel 2009 sono stati realizzati importanti interventi di recupero termico che hanno<br />
consentito di ridurre i consumi che hanno consentito di ridurre i consumi<br />
dell’anno <strong>2011</strong> di circa 30.000 TEP. Per questi importanti investimenti sono state<br />
attivate presso l’Autorità per l’energia elettrica ed il gas (AEEG) le richieste per<br />
la certificazione dei risparmi e l’ottenimento dei titoli di efficienza energetica<br />
(TEE, conosciuti anche come Certificati Bianchi), che costituiscono un incentivo<br />
alla realizzazione ed al mantenimento di investimenti per il miglioramento<br />
dell’efficienza energetica. Tra gli interventi più significativi si segnala l’integrazione<br />
tra FCC e Dissalatore che consente di produrre acqua dissalata riducendo in<br />
modo significativo l’apporto del vapore. La Tabella 15 e il Grafico 5 – in cui sono<br />
riportati i consumi di combustibili liquidi e gassosi (questi ultimi autoprodotti<br />
dalla raffineria stessa) e la quantità di energia elettrica derivante da fornitura<br />
L’<strong>Ambiente</strong><br />
56<br />
BREF<br />
Le misure per la prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento,<br />
contenute nella Autorizzazione Integrata Ambientale,<br />
devono in particolare implicare l’uso delle “migliori tecniche disponibili”<br />
(Best Available Techniques, BAT).<br />
Le BAT comprendono procedure, tecniche, tecnologie, standard<br />
operativi, efficienza e consumi, con applicazioni industriali. L’Autorità<br />
Competente stabilisce le condizioni e i valori limite basandosi<br />
su quelli ottenibili con le BAT; e dunque sono da intendersi<br />
come parametro di riferimento sulla cui base valutare l’efficienza<br />
di un impianto.<br />
La Direttiva 91/61/CE ha stabilito che la Commissione Europea<br />
realizzi “uno scambio di informazioni tra gli stati membri<br />
e le industrie riguardante le migliori tecniche disponibili,<br />
il relativo controllo delle emissioni e gli eventuali sviluppi<br />
a riguardo”, e che pubblichi i risultati dello scambio di informazioni.<br />
Lo scambio di informazioni riguarda tutte le attività industriali a<br />
cui è rivolta la Direttiva. I risultati dello scambio di informazioni<br />
sono pubblici sotto forma di Documenti di Riferimento<br />
per le BAT denominati BREF (Bat REFerece document).
Tabella 15 – Consumi energetici complessivi (Raffineria + IGCC; TEP)<br />
L’<strong>Ambiente</strong><br />
2008 2009 2010 <strong>2011</strong><br />
Energia elettrica 194.118 160.969 168.159 167.918<br />
Olio combustibile 205.367 185.270 183.450 174.786<br />
Fuel gas 439.011 403.358 446.345 459.213<br />
Flue gas 174.345 125.143 183.564 187.298<br />
Totale 1.012.841 874.740 981.518 989.215<br />
Grafico 5 – Consumi energetici complessivi (Raffineria + IGCC)<br />
1.200.000<br />
Tabella 16 – Fabbisogno e approvvigionamento di energia elettrica (Raffineria + IGCC; MWh)<br />
Grafico 6 – Fabbisogno e approvvigionamento di energia elettrica (Raffineria + IGCC; %)<br />
2008 2009 2010 <strong>2011</strong><br />
Fabbisogno totale 1.170.189 1.137.842 1.218.295 1.202.358<br />
- da produzione interna* 351.800 277.044 319.049 304.402<br />
- da esterno 818.389 860.798 899.246 897.956<br />
* Produzione dalla centrale termoelettrica di raffineria; la produzione dell’impianto IGCC viene ceduta totalmente alla rete esterna.<br />
100<br />
80<br />
60<br />
40<br />
20<br />
800.000<br />
400.000<br />
0<br />
2008<br />
69,9<br />
30,1<br />
2008 2009 2010 <strong>2011</strong><br />
2009<br />
75,6<br />
24,4<br />
2010<br />
73,8<br />
26,2<br />
<strong>2011</strong><br />
74,7<br />
25,3<br />
57<br />
Fuel gas<br />
Flue gas<br />
Olio combustibile<br />
Energia elettrica<br />
Da importazione esterna<br />
Da autoproduzione
esterna – evidenziano un andamento dei consumi energetici sostanzialmente<br />
stabile nell’arco di tempo considerato, con una leggera riduzione, in relazione<br />
alla materia prima lavorata, nell’anno 2010. Nella Tabella 16 alla pagina che segue<br />
è riportato, in particolare, il fabbisogno di energia elettrica, indicando con<br />
“produzione interna” la quantità di energia elettrica prodotta dalla centrale termoelettrica<br />
di raffineria (CTE), mentre l’approvvigionamento esterno proviene<br />
dalla rete nazionale di distribuzione.<br />
I consumi idrici<br />
L’acqua rappresenta per lo stabilimento di Sarroch una risorsa preziosa, il<br />
cui impiego viene tenuto sotto costante controllo al fine di una ottimizzazione<br />
dei consumi e privilegiando il recupero e la dissalazione, in sostituzione<br />
del ricorso all’acqua dolce, erogata dal CACIP (Consorzio Industriale<br />
Provinciale di Cagliari, preposto alla gestione dell’acquedotto dell’area<br />
industriale di Sarroch). L’acqua utilizzata per gli usi industriali serve,<br />
principalmente, ad alimentare le caldaie per la produzione di vapore per<br />
usi tecnologici (strippaggio con vapore, scambiatori di calore e produzione<br />
di energia elettrica), ad alimentare la rete antincendio, a reintegrare le<br />
perdite del ciclo di raffreddamento e ad usi civili. I dati sui consumi idrici<br />
presentati sono comprensivi anche della quantità associata all’impianto<br />
IGCC che, per la propria attività di produzione, ricorre principalmente ad<br />
acqua proveniente dai dissalatori dedicati, insieme ad acqua di mare, impiegata<br />
nella torre di raffreddamento. La quota parte relativa all’attività<br />
di raffinazione risulta sostanzialmente stabile. Per quanto attiene le fonti<br />
L’<strong>Ambiente</strong><br />
Tabella 17 – Consumi idrici complessivi per fonte di approvvigionamento (Raffineria + IGCC; m 3 /h)<br />
2008 2009 2010 <strong>2011</strong><br />
Dissalazione 612 546 540 464<br />
CASIC 742 771 905 885<br />
Recupero interno 457 447 446 438<br />
Totale 1.821 1.674 1.891 1.787<br />
Grafico 7 – Fabbisogno idrico di sito - valori specifici (m 3 /Migliaia ton lavorato)<br />
1200<br />
1000<br />
800<br />
600<br />
400<br />
200<br />
1.028<br />
2008<br />
1.118<br />
1.155<br />
2009 2010<br />
1.117<br />
<strong>2011</strong><br />
58<br />
Indice dei consumi idrici complessivi
di approvvigionamento, il <strong>2011</strong> mostra un andamento in linea con gli anni<br />
precedenti, come evidenziato dalla Tabella 17 e dal Grafico 7. Nel periodo<br />
considerato, il recupero interno ha coperto annualmente in media circa<br />
il 24% del fabbisogno totale e la dissalazione ha rappresentato una fonte<br />
di approvvigionamento, pari al 26% del totale. In particolare, il contributo<br />
percentuale complessivo dell’acqua da dissalazione e da recupero interno<br />
alla copertura del fabbisogno nel <strong>2011</strong> è risultato pari a circa il 50%. Si<br />
tratta di un risultato importante per lo stabilimento che conferma la strada<br />
percorsa: razionalizzazione dei consumi e riciclo interno.<br />
Le emissioni in atmosfera<br />
L’impegno di <strong>Saras</strong> per la riduzione delle emissioni atmosferiche si è concretizzato<br />
in una serie di interventi che nel tempo sono stati finalizzati<br />
al miglioramento impiantistico e alla definizione di procedure e sistemi<br />
di gestione atti a garantire la compatibilità ambientale delle attività, con<br />
risultati che evidenziano nel tempo una riduzione degli inquinanti emessi.<br />
In questo quadro, un contributo rilevante all’abbattimento del carico emissivo<br />
è stato offerto proprio dall’impianto di gasificazione, come descritto a<br />
pag. 17. Tra i principali progetti che incidono positivamente sulla riduzione<br />
delle emissioni atmosferiche, a partire dall’anno 2009, è stata la messa in<br />
esercizio dell’impianto Tail Gas Treatment Unit (TGTU), sezione di trattamento<br />
dei “gas di coda”, che ha permesso di incrementare il rendimento<br />
dell’impianto di recupero zolfo e quindi una riduzione delle emissioni di<br />
SO2 . È stato ormai consolidato e adeguato il processo di desolforazione<br />
delle benzine e dei gasoli, per il mercato europeo. La produzione di benzina<br />
e gasolio a 10 ppm (parti per milione) della concentrazione di zolfo,<br />
contribuisce alla riduzione delle emissioni indirette di SO2 . Sono inoltre<br />
da citare gli interventi che hanno interessato il miglioramento della combustione<br />
nei forni e la riduzione delle emissioni da fonti diffuse, ottenuta<br />
dotando le pompe che movimentano benzine di doppie tenute. Dal punto<br />
di vista normativo è da segnalare che dal 9 Aprile 2009 è entrata in vigore<br />
l’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), che impone nuovi limiti<br />
più sfidanti anche nell’ambito delle emissioni in atmosfera, pienamente<br />
rispettati come illustrato nei seguenti grafici. È stato ormai consolidato<br />
e adeguato il processo di desolforazione delle benzine e dei gasoli, per<br />
il mercato europeo. La produzione di benzina e gasolio a 10 ppm (parti<br />
per milione) della concentrazione di zolfo, contribuisce alla riduzione<br />
delle emissioni indirette di SO2 .<br />
Tabella 18 – Le emissioni in atmosfera complessive (Migliaia ton/anno)<br />
L’<strong>Ambiente</strong><br />
2008 2009 2010 <strong>2011</strong><br />
Raffineria IGCC Raffineria IGCC Raffineria IGCC Raffineria IGCC<br />
SO2 6,73 0,41 3,89 0,51 3,71 0,46 3,57 0,39<br />
NOx 3,13 0,86 2,43 0,58 2,85 0,60 2,13 0,56<br />
POLVERI 0,45 0,004 0,28 0,03 0,35 0,03 0,32 0,03<br />
CO 1,16 0,13 0,54 0,12 0.36 0,16 0.26 0,17<br />
CO2 * 2.485 3.728 2.130 3.540 2.369 3.783 2.354 3.519<br />
* come da dichiarazione Emission Trading (vedi box a pag. 63)<br />
59<br />
La tutela dell'acqua<br />
<strong>Saras</strong>, consapevole delle difficoltà legate alla scarsità delle<br />
risorse idriche sul territorio, ha affrontato il “problema acqua”<br />
adottando specifici accorgimenti, tesi a ridurre l’utilizzo di fonti<br />
idriche primarie di provenienza regionale. Ciò è stato realizzato<br />
tramite:<br />
la differenziazione delle fonti di approvvigionamento;<br />
l’installazione di un primo dissalatore nel 1994, con una capacità<br />
di 300 m 3 /ora, cui ha fatto seguito, nel 1999, l’inserimento<br />
di sei moduli di dissalazione dedicati per l’IGCC, con una<br />
capacità totale di circa 600 m 3 /ora;<br />
gli interventi per la massimizzazione del riciclo delle acque<br />
chiarificate derivanti dal processo di depurazione, resa possibile<br />
sia dal miglioramento del processo di trattamento, sia<br />
dall’aumento della capacità di filtrazione.<br />
In particolare, l’impianto di dissalazione consente una netta riduzione<br />
dei prelievi d’acqua dolce dall’acquedotto CASIC (Consorzio<br />
per l’Area di Sviluppo Industriale di Cagliari, preposto alla<br />
gestione dell’acquedotto dell’area industriale di Sarroch), senza<br />
che ciò comporti effetti di disturbo sull’ecosistema marino antistante<br />
la raffineria.<br />
Per quanto riguarda invece i sistemi di trattamento delle acque,<br />
la raffineria è dotata di un impianto di depurazione delle acque<br />
di processo (TAS) e di un sistema di trattamento delle acque di<br />
zavorra (TAZ) a disposizione delle navi cisterna che trasportano<br />
greggio e prodotti da e per la raffineria.<br />
Costruiti entrambi con le migliori tecnologie disponibili sul mercato,<br />
sono dotati di sistemi di monitoraggio degli inquinanti; in<br />
particolare, sia le acque di processo che quelle di zavorra, vengono<br />
sottoposte ad un processo di disoleazione che permette<br />
di separare le particelle di idrocarburi dall’acqua, che poi verrà<br />
avviata al trattamento.<br />
Inoltre, una parte dell’acqua trattata dal sistema di depurazione<br />
delle acque di processo (circa 400 m 3 /ora) viene riutilizzata in<br />
raffineria per usi industriali, riducendo in questo modo il prelievo<br />
da fonti primarie, quali gli acquedotti e il sistema di dissalazione<br />
dell’acqua di mare.
Anidride solforosa (SO 2 )<br />
Il <strong>2011</strong> ha registrato il miglior risultato in assoluto per le emissioni complessive<br />
di SO2 del sito, confermando il trend di riduzione in atto ormai<br />
da diversi anni. Il risultato è da attribuire sia al progressivo miglioramento<br />
della qualità dei combustibili utilizzati, che alla stabilità dell’impianto TGTU.<br />
Da notare l’indice di emissione per tonnellata di materia prima lavorata (Grafico<br />
10), che conferma il miglioramento delle performance di processo evidenziate<br />
già negli ultimi anni.<br />
I risultati del <strong>2011</strong>, confermati anche dalle campagne di monitoraggio sui camini<br />
di raffineria e dell’IGCC, dimostrano, inoltre, come tutti i valori registrati<br />
siano ampiamente contenuti al di sotto dei limiti di legge per la raffineria<br />
(Grafico 11) e per l’impianto IGCC (Grafico 12).<br />
Grafico 9 – Contenuto di Zolfo (% in peso)<br />
0,75<br />
0,50<br />
0,25<br />
0<br />
Grafico 11 – Concentrazioni di SO 2 dai camini della raffineria (mg/Nm 3 )<br />
1.800<br />
1.600<br />
1.200<br />
800<br />
400<br />
0<br />
0,54<br />
0,22<br />
1.700 1.700<br />
639<br />
2008<br />
Fuel gas<br />
0,53<br />
0,19<br />
0,05 0,07<br />
613<br />
Dato calcolato fino a marzo<br />
365<br />
2009<br />
Dato calcolato da aprile con AIA<br />
0,62<br />
0,23<br />
335<br />
Limite di legge<br />
0,59<br />
0,22<br />
0,05 0,05<br />
2008 2009 2010 <strong>2011</strong><br />
Flue gas Fuel oil<br />
650 650 650<br />
314<br />
2010 <strong>2011</strong><br />
Limite di legge con AIA<br />
10,00<br />
6,00<br />
2,00<br />
L’<strong>Ambiente</strong><br />
Grafico 8 – Emissioni di SO 2 (Migliaia ton/anno)<br />
6,73 6,70<br />
60<br />
0,41<br />
Raffineria<br />
3,89<br />
0,51<br />
2008 2009<br />
3,71<br />
IGCC<br />
6,70 6,70<br />
0,46<br />
2010<br />
Nuovo limite di legge con l’autorizzazione AIA<br />
3,57<br />
0,39<br />
<strong>2011</strong><br />
Grafico 10 – Indice di emissione di SO 2 (ton SO 2 / Migliaia ton lavorato)<br />
0,80<br />
0,60<br />
0,40<br />
0,20<br />
0<br />
60<br />
40<br />
20<br />
0<br />
0,460<br />
2008<br />
60 60<br />
14,7<br />
2008<br />
23 23<br />
2009<br />
Dato calcolato fino a marzo<br />
0,331<br />
2009<br />
Dato calcolato da aprile con AIA<br />
0,291<br />
Indice SO 2 (raffineria + IGCC)<br />
40 40<br />
16<br />
2010<br />
0,282<br />
2010 <strong>2011</strong><br />
Grafico 12– Concentrazioni di SO 2 dal camino dell'IGCC (mg/Nm 3 )<br />
40<br />
16<br />
<strong>2011</strong><br />
Limite di Legge<br />
Limite di legge con AIA
Ossidi di Azoto (NO x )<br />
Un andamento complessivo di contenimento si registra nel sito <strong>Saras</strong> anche<br />
per quanto riguarda gli ossidi di azoto.<br />
Questi risentono solo marginalmente della qualità dei combustibili, ma dipendono<br />
fortemente dalla tecnica di combustione, cui si legano anche fattori<br />
strutturali come la tipologia di bruciatori.<br />
Con la messa a regime dell’impianto IGCC, l’andamento delle emissioni di<br />
NOx si conferma negli anni (Grafico 13). Anche l’indice di emissione risulta in<br />
linea con gli anni precedenti (Grafico 14). L’andamento delle concentrazioni<br />
delle emissioni conferma, nel <strong>2011</strong>, la performance già raggiunta negli anni<br />
precedenti.<br />
Il confronto delle concentrazioni con i limiti normativi di riferimento evidenzia<br />
risultati positivi e inferiori al limite (Grafici 15 e 16).<br />
Grafico 13 – Emissioni di NO x ( Migliaia ton/anno)<br />
4,00<br />
2,00<br />
0<br />
3,13<br />
0,83<br />
2008<br />
Raffineria<br />
3,40<br />
2,42<br />
0,58<br />
2009<br />
IGCC<br />
3,40 3,40<br />
2,85<br />
0,60<br />
2010<br />
2,13<br />
0,56<br />
<strong>2011</strong><br />
Nuovo limite di legge con l’autorizzazione AIA<br />
Grafico 15 – Concentrazioni di NO x dai camini della raffineria (mg/Nm 3 )<br />
500<br />
250<br />
0<br />
500 500<br />
297<br />
290<br />
266<br />
2008 2009<br />
Dato calcolato fino a marzo<br />
Dato calcolato da aprile con AIA<br />
300<br />
258<br />
2010<br />
Limite di legge<br />
300<br />
188<br />
<strong>2011</strong><br />
Limite di legge con AIA<br />
L’<strong>Ambiente</strong><br />
Grafico 14 – Indice di emissione di NO x (ton NO x / Migliaia ton lavorato)<br />
0,7<br />
0,5<br />
0,3<br />
60<br />
40<br />
20<br />
0<br />
0<br />
0,257<br />
2008<br />
61<br />
60 60<br />
31<br />
2008<br />
0,225<br />
2009<br />
Indice NO X (raffineria + IGCC)<br />
Grafico 16 – Concentrazioni di NO x dal camino dell'IGCC (mg/Nm 3 )<br />
Dato calcolato fino a marzo<br />
27<br />
22<br />
2009<br />
Dato calcolato da aprile con AIA<br />
50<br />
0,241<br />
2010<br />
50<br />
22<br />
2010<br />
0,193<br />
<strong>2011</strong><br />
Limite di Legge<br />
50<br />
21<br />
<strong>2011</strong><br />
Limite di legge con AIA
Polveri<br />
La scelta della raffineria di utilizzare esclusivamente olio combustibile a basso<br />
contenuto di zolfo (BTZ), adottata dal 2000, ha reso possibile lo stabilizzarsi<br />
delle emissioni di polveri su livelli contenuti e stabilmente al di sotto dei<br />
limiti di legge (Grafici 19 e 20).<br />
In tale quadro si inserisce perfettamente la positiva performance dell’impianto<br />
IGCC, che presenta emissioni di polveri molte contenute, come evidenziato<br />
dal Grafico 17, sulle emissioni globali. L’andamento dell’indice complessivo<br />
del sito risulta sostanzialmente costante (Grafico 18).<br />
Grafico 17 – Emissioni di Polveri (Migliaia ton/anno)<br />
0,50<br />
0,25<br />
0<br />
0,45<br />
2008<br />
0,004<br />
0,28<br />
2009<br />
0,03<br />
Raffineria<br />
0,35<br />
2010<br />
0,03<br />
IGCC<br />
0,32<br />
<strong>2011</strong><br />
0,03<br />
Grafico 19 – Concentrazioni di Polveri dai camini della raffineria (mg/Nm 3 )<br />
80<br />
60<br />
40<br />
20<br />
0<br />
80 80<br />
43<br />
2008<br />
33 30<br />
2009<br />
Dato calcolato fino a marzo<br />
Dato calcolato da aprile con AIA<br />
50 50<br />
31<br />
2010<br />
Limite di legge<br />
29<br />
50<br />
<strong>2011</strong><br />
Limite di legge con AIA<br />
L’<strong>Ambiente</strong><br />
Grafico 18 – Indice di emissione di Polveri (ton Polveri/Migliaia ton lavorato)<br />
0,05<br />
0,025<br />
0<br />
10<br />
5<br />
0<br />
62<br />
0,029<br />
2008<br />
10 10 10 10<br />
0,1<br />
0,023<br />
2009<br />
Grafico 20 – Concentrazioni di Polveri dal camino dell'IGCC (mg/Nm 3 )<br />
0,5<br />
1,3<br />
2008 2009<br />
Dato calcolato fino a marzo<br />
Dato calcolato da aprile con AIA<br />
0,026<br />
2010<br />
Indice polveri (raffineria + IGCC)<br />
1<br />
2010<br />
10<br />
1,4<br />
<strong>2011</strong><br />
Limite di Legge<br />
0,026<br />
<strong>2011</strong><br />
Limite di legge con AIA
PM10<br />
La normativa precedente non prevedeva limiti per questo parametro, pertanto,<br />
l’andamento riportato per l’anno 2008 è una stima puramente indicativa, non<br />
confrontabile con i dati degli ultimi anni, calcolati con metodo US-EPA 1998. I<br />
limiti autorizzativi del PM10 sono riferiti alla sola raffineria e sono stati introdotti<br />
a partire dal 9 aprile 2009 dal decreto AIA.<br />
L’indice di emissione a partire dal 2009 registra un andamento costante .<br />
Grafico 21 – Emissioni di PM10 (Migliaia ton/anno)<br />
0,300<br />
0,200<br />
0,100<br />
0<br />
0,186<br />
2008<br />
Raffineria<br />
0,330<br />
0,229<br />
2009<br />
0,330<br />
0,250<br />
2010<br />
Limite di legge<br />
0,330<br />
0,223<br />
<strong>2011</strong><br />
Grafico 23 – Concentrazioni di PM10 dai camini della raffineria (mg/Nm 3 )<br />
80<br />
60<br />
40<br />
20<br />
0<br />
17,63<br />
2008<br />
28 25<br />
2009<br />
30 30 30<br />
2010<br />
Dato calcolato prima dell’Autorizzazione AIA<br />
Dato calcolato da aprile con AIA<br />
23<br />
20<br />
<strong>2011</strong><br />
Limite di legge con AIA<br />
0,05<br />
0,025<br />
0<br />
L’<strong>Ambiente</strong><br />
Grafico 22 – Indice di emissione di PM10 (ton PM10/Migliaia ton lavorato)<br />
63<br />
0,012<br />
2008<br />
0,019 0,019<br />
2009<br />
2010<br />
Indice polveri (raffineria + IGCC)<br />
0,018<br />
<strong>2011</strong>
Monossido di Carbonio (CO)<br />
Anche le emissioni di monossido di carbonio confermano un andamento positivo:<br />
pressoché stabile il dato IGCC, in riduzione il dato degli impianti di raffinazione,<br />
legato ad interventi di ottimizzazione del processo di combustione<br />
di alcuni forni, ma in particolare al nuovo contributo portato dal 2009 anche<br />
in questo ambito dall’impianto TGTU (Grafico 24); positivo anche il dato relativo<br />
all’indice di emissione che registra nel <strong>2011</strong> il valore più basso rispetto<br />
all’arco temporale di riferimento.<br />
Tutti i valori registrati si confermano, inoltre, ampiamente al di sotto dei limiti<br />
di legge.<br />
Grafico 24 – Emissioni di CO (Migliaia ton/anno)<br />
1,50<br />
0,75<br />
0,00<br />
1,16<br />
0,13<br />
2008<br />
1,00<br />
0,54<br />
2009<br />
0,12<br />
Raffineria<br />
1,00<br />
0,36<br />
0,16<br />
2010<br />
IGCC<br />
1,00<br />
Nuovo limite di legge con l’autorizzazione AIA<br />
0,26<br />
0,17<br />
<strong>2011</strong><br />
Grafico 26 – Concentrazioni di CO dai camini della raffineria (mg/Nm 3 )<br />
250<br />
200<br />
150<br />
100<br />
50<br />
0<br />
250 250<br />
111<br />
2008<br />
110<br />
Dato calcolato fino a marzo<br />
41<br />
2009<br />
Dato calcolato da aprile con AIA<br />
50 50<br />
33<br />
2010<br />
Limite di legge<br />
22<br />
50<br />
<strong>2011</strong><br />
Limite di legge con AIA<br />
0<br />
L’<strong>Ambiente</strong><br />
Grafico 25 – Indice di emissione di CO (ton CO/Migliaia ton lavorato)<br />
0,1<br />
0,05<br />
0<br />
30,0<br />
20,0<br />
10,0<br />
64<br />
0,083<br />
30<br />
5,0<br />
30<br />
5,1 5,5<br />
2008 2009<br />
Dato calcolato fino a marzo<br />
0,050<br />
2008 2009<br />
Grafico 27 – Concentrazioni di CO dal camino dell'IGCC (mg/Nm 3 )<br />
Dato calcolato da aprile con AIA<br />
0,036<br />
2010<br />
Indice CO (raffineria + IGCC)<br />
25 25<br />
5,9<br />
2010<br />
<strong>2011</strong><br />
Limite di Legge<br />
0,031<br />
6,6<br />
25<br />
<strong>2011</strong><br />
Limite di legge con AIA
Sono inoltre da citare gli interventi che hanno interessato il miglioramento<br />
della combustione nei forni e la riduzione delle emissioni da fonti diffuse,<br />
ottenuta dotando le pompe che movimentano benzine di doppie tenute.<br />
Dal punto di vista normativo è da segnalare che dal 9 Aprile 2009 è<br />
entrata in vigore l’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), che<br />
impone nuovi limiti più sfidanti anche nell’ambito delle emissioni in<br />
atmosfera, pienamente rispettati come illustrato nei seguenti grafici.<br />
Le emissioni gas ad effetto serra<br />
Il Gruppo <strong>Saras</strong> rientra nel campo di applicazione della Direttiva europea<br />
“Emission Trading” con le due attività svolte nel sito di Sarroch, ovvero la<br />
raffineria (settore raffinazione) e l’impianto IGCC (settore termoelettrico).<br />
La Direttiva è stata introdotta in tutta Europa per controllare e ridurre<br />
le emissioni di biossido di carbonio al fine di contrastare la minaccia<br />
dei cambiamenti climatici. Le emissioni di anidride carbonica non hanno<br />
effetto diretto su scala locale, in particolare sulla qualità dell’aria nell’ambiente<br />
circostante il sito, ma sono correlate a fenomeni a livello globale (il<br />
cosiddetto “effetto serra”). Lo schema Emission Trading è stato introdotto<br />
a partire dal 2005 per aiutare gli stati membri a rispettare i requisiti del<br />
Protocollo di Kyoto. Il principio di funzionamento si basa sull’assegnazione,<br />
per ogni singola installazione che rientra nel campo di applicazione della<br />
Direttiva, di un tetto di emissioni stabilite dallo stato membro attraverso<br />
un Piano Nazionale di Assegnazione.<br />
Il meccanismo prevede che il surplus di quote potrà essere negoziato e/o<br />
accumulato, ed un eventuale deficit dovrà essere coperto con l’acquisto di<br />
quote di emissione dal mercato.<br />
La Decisione di assegnazione elaborata dalla Autorità Competente per il<br />
quinquennio 2008-2012, ha portato per tutte le aziende del settore petrolifero,<br />
una riduzione delle assegnazioni di circa il 15%.<br />
I dati complessivi del <strong>2011</strong> risentono della fermata generale, per manutenzione,<br />
dell’Impianto IGCC della durata di 49 giorni giorno all’interno<br />
del 2 trimestre dell’anno. Guardando i soli dati della Raffineria possiamo<br />
osservare come le emissioni di CO2 siano sostanzialmente stabili rispetto<br />
all’anno precedente confermando i dati di riduzione derivanti da investimenti<br />
sul risparmio energetico.<br />
La strada intrapresa da <strong>Saras</strong>, uso razionale dell’energia e adozione di sistemi<br />
di produzione efficienti, è il sistema principale - i dati del biennio<br />
2010-<strong>2011</strong> lo dimostrano - per arrivare ad controllo e riduzione delle emis-<br />
Tabella 19 – Emissioni di CO 2 dallo stabilimento (Raffineria + IGCC; ton/anno)<br />
L’<strong>Ambiente</strong><br />
2008 2009 2010 <strong>2011</strong><br />
Raffineria 2.485.255 2.130.113 2.368.781 2.353.582<br />
IGCC 3.728.496 3.539.598 3.782.755 3.519.056<br />
Totale 6.213.751 5.669.711 6.151.536 5.872.638<br />
Quota assegnata complessiva (Raffineria + IGCC) 2.582.276* 2.604.100** 2.604.100** 2.604.100**<br />
*Il dato tiene conto delle 489 tonnellate/anno che sono state assegnate per il 2008 per l’entrata in esercizio dell’impianto U800.<br />
** Il dato tiene conto delle 22.313 tonnellate/anno assegnate per il periodo 2009-2012 per l’entrata in esercizio dell’impianto U800.<br />
65<br />
Direttiva Emission Trading<br />
Il 13 ottobre 2003 la Commissione Europea ha pubblicato<br />
la Direttiva Europea sul mercato delle emissioni (Direttiva<br />
2003/87/EC), meglio conosciuto come Emission Trading<br />
System.<br />
I punti fondamentali stabiliti dalla direttiva sono i seguenti:<br />
dal 1°gennaio 2005 nessun impianto che ricade nel campo<br />
di applicazione, può emettere CO 2 (in sostanza può continuare<br />
ad operare) in assenza di apposita autorizzazione;<br />
i gestori di tali impianti devono restituire annualmente all’Autorità<br />
Nazionale Competente quote di emissione di CO 2 in<br />
numero pari a quanto rilasciato in atmosfera;<br />
sono state assegnate quote massime di emissione di CO 2<br />
per ogni impianto regolato dalla direttiva;<br />
infine, le emissioni di CO 2 effettivamente rilasciate in atmosfera<br />
sono monitorate secondo le disposizioni impartite<br />
dall’Autorità Nazionale Competente e certificate da un verificatore<br />
accreditato.
Grafico 28 – Emissioni di CO 2 : valori assoluti e quote assegnate (ton/anno)<br />
4.000<br />
3.000<br />
2.000<br />
1.000<br />
0<br />
2.485.255<br />
3.728.496<br />
2008<br />
2.137.872<br />
444.404<br />
2.130.113<br />
3.539.598<br />
2009<br />
2.159.696<br />
444.404<br />
2.368.781<br />
3.782.755<br />
2010<br />
2.159.696<br />
444.404<br />
sioni di CO 2 .Nel Registro Nazionale Emission Trading, liberamente consultabile,<br />
sono documentate sia le quote assegnate, sia le emissioni anno per<br />
anno delle quote di CO 2 a livello italiano. A <strong>Saras</strong> è stata assegnata un’unica<br />
posizione cui corrisponde la totalità delle emissioni derivanti dalle<br />
attività svolte nel sito di Sarroch.<br />
Il monitoraggio della qualità dell’aria<br />
Il monitoraggio costante ed il controllo continuo della qualità dell’aria rappresentano<br />
elementi cruciali di una politica concreta a favore della tutela<br />
ambientale. Per questo, nel tempo, <strong>Saras</strong> si è dotata degli strumenti ed ha<br />
adottato le procedure di gestione finalizzate a tali obiettivi. Attualmente il<br />
controllo della qualità dell’aria viene effettuato tramite bioindicatori, studi<br />
sulla biodiversità e tramite reti di monitoraggio (centraline di rilevamento).<br />
<br />
Lo stato di qualità dell’aria può essere monitorato, oltre che mediante<br />
indicatori di tipo chimico, anche con indicatori di tipo biologico.<br />
I muschi epifiti, ossia i muschi che vivono sul tronco degli alberi, sono i<br />
biondicatori più utilizzati per il monitoraggio della qualità dell’aria. La<br />
metodologia di monitoraggio è basata su una misura della biodiversità,<br />
ossia dell’abbondanza delle diverse specie muscinee. La presenza di<br />
inquinanti atmosferici (principalmente ossidi di zolfo e di azoto) può<br />
ridurre i valori di biodiversità.<br />
In una vasta area che interessa l’entroterra di Sarroch, mostrata nella<br />
figura 9, viene svolta da anni, dal Dipartimento di Scienze Botaniche<br />
della Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali dell’ Università<br />
di Cagliari, una campagna di controllo sullo stato di salute della<br />
vegetazione, adottando anche la metodologia dei muschi epifiti per il<br />
biomonitoraggio della qualità dell’aria.<br />
Nella tabella 20 si riportano gli elementi di riferimento per l’interpretazione<br />
delle classi di qualità dell’aria naturalità ambientale, con riferimento<br />
all’indice denominato “Index of Atmpspheric Purità” (I.A.P.) 1.<br />
Sempre nella tabella 20 sono state evidenziate le classi in cui rientrano<br />
L’<strong>Ambiente</strong><br />
2.353.582<br />
66<br />
3.519.056<br />
<strong>2011</strong><br />
2.159.696<br />
444.404<br />
Quota assegnata IGCC<br />
Quota assegnata raffineria<br />
Raffineria<br />
IGCC<br />
Figura 9 - Ubicazione stazioni di biomonitoraggio della<br />
qualità dell'aria.<br />
1 - L’indice I.A.P. è stato proposto da: P.L.Nimis, “Linee guida per la bioindicazione<br />
degli effetti dell’inquinamento tramite la biodiversità dei muschi epifiti”,<br />
Dipartimento di Biologia, Università di Trieste, 1999, ed è stato adottato in<br />
diversi studi sulla qualità dell’aria, anche da parte delle Agenzie Regionali di<br />
Protezione dell’<strong>Ambiente</strong>.
i valori dell’indice rilevato nelle stazioni oggetto di monitoraggio.<br />
È confermato anche nel <strong>2011</strong> che la qualità dell’aria nel territorio in<br />
esame rientra nella classe di “I.A.P. 3” con giudizio di qualità dell’aria e<br />
naturalità “media”, per 8 stazioni di monitoraggio su 11, e nella classe<br />
di “I.A.P. 4”, con giudizio di qualità dell’area “mediocre”, naturalità “bassa”<br />
ed alterazione “bassa” per le restanti 3 stazioni. Tra queste è inclusa<br />
la stazione più vicina all’area industriale.<br />
Come era ragionevole attendersi, la qualità risulta generalmente più<br />
Tabella 20 - Indice di Purezza Atmosferica (I.A.P.): classi di qualità e naturalità ambientale<br />
Classi<br />
I.A.P.<br />
Valori<br />
I.A.P.<br />
Giudizio<br />
di qualità<br />
dell’aria<br />
Naturalità<br />
alterazione<br />
7 I.A.P. = 0 Molto scadente Alterazione molto alta<br />
6 1 < I.A.P. < 10 Scadente Alterazione alta<br />
5 11 < I.A.P. < 20 Bassa Alterazione media<br />
4 21 < I.A.P. < 30 Mediocre<br />
Naturalità bassa<br />
Alterazione bassa<br />
3 31 < I.A.P. < 40 Media Naturalità media<br />
2 41 < I.A.P. < 50 Discreta Naturalità alta<br />
1 I.A.P. > 50 Buona Naturalità molto alta<br />
elevata nelle stazioni più interne e meno elevata nella postazione più<br />
vicina all’area industriale di Sarroch. Il quadro che emerge dall’analisi<br />
mediante i bioindicatori mostra, comunque, uno stato di qualità che si<br />
colloca nella fascia intermedia rispetto agli estremi della scala di valutazione<br />
dell’indice I.A.P.. Nell’area di indagine, viene svolta anche una<br />
campagna di controllo sullo stato di salute della vegetazione.<br />
L’indagine viene realizzata mediante verifica dello stato di salute della<br />
vegetazione tramite controllo visivo di diverse specie vegetali e mediante<br />
verifica del bioaccumulo di sostanze inquinanti. Dai risultati<br />
delle rilevazioni sul campo, sono derivate informazioni che anche nel<br />
<strong>2011</strong> non evidenziano particolari criticità.<br />
<br />
La qualità dell’aria all’esterno della raffineria di Sarroch (immissioni)<br />
è controllata da tre reti di monitoraggio. <strong>Saras</strong> gestisce le proprie<br />
centraline di monitoraggio (quattro), Polimeri Europa ha in corso la<br />
ristrutturazione della propria rete di monitoraggio, l’ARPA Sardegna<br />
(ARPAS) gestisce le tre centraline di proprietà della Regione Sardegna;<br />
la stazione CENSA9, Sarroch Villa d’Orri, è stata disinstallata nel<br />
maggio <strong>2011</strong>, per l’utilizzo in altra località.<br />
La rete <strong>Saras</strong> – gestita in parallelo a quella dell’Amministrazione locale<br />
e delle altre aziende del territorio – fornisce in tempo reale indicazioni<br />
sulle variazioni dei parametri significativi per la qualità dell’aria, al<br />
fine di verificare che i valori di concentrazione degli inquinanti siano<br />
mantenuti al di sotto dei valori limite fissati dalle leggi vigenti e di<br />
effettuare, qualora necessari, interventi immediati.<br />
Ciascuna delle quattro stazioni <strong>Saras</strong> (Villa d’Orri, Sarroch, Porto Foxi<br />
L’<strong>Ambiente</strong><br />
67
e Deposito Nazionale) è attrezzata con analizzatori in grado di misurare<br />
in continuo la concentrazione nell’aria dei seguenti inquinanti: SO 2 ,<br />
NO 2 , CO, H 2 S, PM10, Ozono e Idrocarburi (il PM10 nel <strong>2011</strong> è stato disponibile<br />
solo per la stazione di Porto Foxi, a causa di un aggiornamento<br />
del software gestionale); la stazione situata nell’area del Deposito<br />
Nazionale è inoltre integrata con una stazione di rilevamento meteoclimatica.<br />
A partire dal secondo semestre 2010 due stazioni (Sarroch<br />
e Deposito Nazionale) sono attrezzate anche con analizzatori in continuo<br />
di PM2,5. La rete dell’ARPAS rileva i valori di concentrazione media<br />
oraria per gli inquinanti: SO 2 , NO 2 , Polveri, H 2 S e PM10 in tutte le<br />
stazioni; Ozono e Benzene in due stazioni e CO in due stazioni. Un sistema<br />
di monitoraggio dedicato tiene sotto costante controllo le emissioni<br />
dell’impianto IGCC per quanto riguarda i seguenti parametri: SO 2 NO X ,<br />
PTS, CO e portata dei fumi, garantendo un elevato grado di affidabilità,<br />
evidenziato dall’indice di disponibilità del dato (rapporto tra le ore di<br />
funzionamento dell’analizzatore e le ore di normale attività dell’impianto),<br />
che nel <strong>2011</strong> è stato pari a circa il 99%.<br />
Un analogo sistema di controllo delle emissioni è in funzione in raffineria<br />
per il camino centralizzato; questo raccoglie circa il 30-35% delle<br />
emissioni totali (Topping 1 e centrale termoelettrica) e sono monitorati<br />
gli stessi parametri sopra descritti. Inoltre dal 2009 sono stati installati<br />
analoghi sistemi di monitoraggio delle emissioni provenienti dai camini<br />
degli impianti di recupero dello zolfo Z3 e Z4, e da settembre 2010 sono<br />
in linea anche i sistemi di monitoraggio dei camini relativi agli impianti<br />
Topping2, Reformer -Alchilazione (CCR-Alky) e CO-Boiler Il resto delle<br />
emissioni viene monitorato periodicamente con campagne di prelievo<br />
semestrale.<br />
Nelle tabelle alla pagina seguente vengono presentati i dati sulle concentrazioni<br />
dei principali parametri rilevati dalle centraline di <strong>Saras</strong>,<br />
messi a confronto con i limiti imposti dalla normativa vigente.<br />
L’<strong>Ambiente</strong><br />
Figura 10 - Mappa con l’ubicazione delle centraline di monitoraggio<br />
della qualità dell’aria della rete pubblica.<br />
68
L’<strong>Ambiente</strong><br />
Tabella 21 – Rilevazioni da rete di monitoraggio e confronto con i limiti di legge ai sensi del dm 60/02 (μg/m 3 )<br />
SO 2<br />
Numero di superamenti<br />
del valore limite orario 1 del valore limite di 24 ore 2 del limite per gli ecosistemi 3<br />
2009 2010 <strong>2011</strong> 2009 2010 <strong>2011</strong><br />
69<br />
Valore<br />
limite<br />
2009 2010 <strong>2011</strong><br />
Villa d’Orri 0 0 0 0 0 0 20 2 3 4<br />
Porto Foxi 0 0 0 0 0 0 20 7 7 7<br />
Sarroch 0 0 0 0 0 0 20 8 6 3<br />
Deposito Nazionale 0 0 0 0 0 0 20 3 4 1<br />
1 - Valore limite orario da non superare più di 24 volte per anno civile (350 μg/m 3 dal 2005)<br />
2 - Valore limite di 24 ore da non superare più di 3 volte per anno civile (125 μg/m 3 ).<br />
3 - Valore limite per la protezione di ecosistemi (20 μg/m 3 ).<br />
NO 2<br />
Numero di superamenti del<br />
valore limite orario 1 2009 2010 <strong>2011</strong><br />
2009 2010 <strong>2011</strong><br />
Valore<br />
registrato 3<br />
Valore<br />
limite 2<br />
Villa d’Orri 0 0 0 6 42<br />
Porto Foxi 0 0 0 5 42<br />
Sarroch 0 0 0 6 42<br />
Deposito<br />
Nazionale<br />
Valore<br />
registrato 3<br />
Valore<br />
limite 2<br />
Valore<br />
registrato 3<br />
1 - Valore limite orario da non superare più di 18 volte per anno civile (250 μg/m 3 nel 2005; 240 μg/m 3 nel 2006; 230 μg/m 3 nel 2007; 220 μg/m 3 nel 2008; 210 μg/m 3 nel 2009; 200 μg/m 3 nel 2010).<br />
2 - Valore limite annuale.<br />
3 - Media annuale su base oraria.<br />
PM10<br />
0 0 0 6 42<br />
1 - Valore limite di 24 ore da non superare più di 35 volte per anno civile (50 μg/m 3 dal 2005).<br />
2 - Media aritmetica delle concentrazioni medie di 24 ore nell’arco di 1 anno.<br />
N.D. : dato non disponibile, in corso sostituzione sistema di acquisizione<br />
Valore<br />
limite 2<br />
5 40 4 40<br />
4 40 3 40<br />
6 40 5 40<br />
6 40 5 40<br />
Numero di superamenti<br />
del valore limite di 24 h 1 2009 2010 <strong>2011</strong><br />
2009 2010 <strong>2011</strong><br />
Valore<br />
registrato 2<br />
Valore<br />
limite<br />
Valore<br />
registrato 2<br />
Valore<br />
limite<br />
Valore<br />
registrato 2<br />
Villa d’Orri - - - - 40 - 40 - 40<br />
Porto Foxi 5 N.D. 4 24 40 17 40 19 40<br />
Sarroch 2 N.D. N.D. 23 40 14 40 N.D. 40<br />
Deposito<br />
Nazionale<br />
CO<br />
1 - Media massima giornaliera su 8 ore (10 μg/m 3 dal 2005)<br />
Valore<br />
limite<br />
- - - - 40 - 40 - 40<br />
Numero di superamenti della media massima giornaliera 1<br />
2009 2010 <strong>2011</strong><br />
Villa d’Orri 0 0 0<br />
Porto Foxi 0 0 0<br />
Sarroch 0 0 0<br />
Deposito Nazionale 0 0 0
I dati evidenziano come lo standard di qualità sia rispettato per tutti gli inquinanti<br />
monitorati; infatti, i valori rilevati dalle stazioni sono risultati tutti<br />
al di sotto dei valori limite (Tabella 21 a pag. 69). Si tratta di un aspetto<br />
importante, poiché strettamente legato alla salute ed alla qualità ambientale<br />
del territorio, obiettivi per i quali vengono realizzati interventi impiantistici<br />
mirati ad una gestione del processo produttivo costantemente tenuto sotto<br />
controllo relativamente alla performance ambientale. A questo proposito, si<br />
evidenzia come l’entrata a regime nel 2009 dell’impianto TGTU riducendo le<br />
emissioni, abbia fatto registrare un netto miglioramento anche della qualità<br />
dell’aria, in particolare per il parametro SO 2, confermato anche dai dati <strong>2011</strong>.<br />
Gli scarichi idrici<br />
Dal 2008 al <strong>2011</strong> si è registrato un andamento tipico del sito, con leggere<br />
fluttuazioni legate ad interventi manutentivi negli impianti di processo,<br />
(Grafico 30). Per misurare la qualità ambientale delle acque scaricate,<br />
sono stati adottati come riferimento il COD, indice generale di qualità<br />
dell’acqua e gli idrocarburi (Oli minerali) indicativi della lavorazione (Tabella<br />
22). In linea con quanto stabilito dal decreto AIA, sui flussi di scarico<br />
a mare vengono effettuati campionamenti mensili di analisi da parte di un<br />
laboratorio esterno accreditato e campionamenti giornalieri da parte del<br />
laboratorio interno <strong>Saras</strong>. Sulla base di tali dati e sulle informazioni provenienti<br />
dagli analizzatori in continuo di idrocarburi, sono stati realizzati i<br />
Grafici 35 e 36, che mostrano come tutti i valori di concentrazione, rilevati<br />
nell’arco di tempo considerato, risultino costantemente ben al di sotto dei<br />
limiti stabiliti dalla normativa vigente.<br />
L’<strong>Ambiente</strong><br />
Grafico 29 – Scarichi idrici complessivi (m 3 /h) Grafico 30 – Indice scarichi idrici complessivi (m 3 /Migliaia ton lavorato)<br />
1000<br />
800<br />
600<br />
400<br />
200<br />
0<br />
703<br />
2008<br />
729<br />
2009<br />
796<br />
2010<br />
Tabella 22 – Le principali sostanze rilevate (ton/anno)<br />
751<br />
<strong>2011</strong><br />
600<br />
400<br />
200<br />
0<br />
70<br />
397<br />
2008<br />
480<br />
2009<br />
486<br />
2010<br />
470<br />
<strong>2011</strong><br />
2008 2009 2010 <strong>2011</strong><br />
COD 368,6 561 673 571<br />
Oli minerali 10,4 12,2 13,8 14,6<br />
La differenza dei dati registrati per il parametro COD, a partire dal 2009, è da ricondurre ad un nuovo criterio di calcolo adottato, previsto dal decreto AIA, e non ad una reale variazione del contenuto emissivo.
L’<strong>Ambiente</strong><br />
Grafico 31 – Emissioni di COD (ton/anno) Grafico 32 – Emissioni di Oli minerali (ton/anno)<br />
500,0<br />
300,0<br />
100,0<br />
40<br />
30<br />
20<br />
10<br />
0<br />
368,6<br />
2008<br />
23,75<br />
2008<br />
561<br />
2009<br />
42,20<br />
2009<br />
673<br />
46,90<br />
2010<br />
2010<br />
40,80<br />
<strong>2011</strong><br />
571<br />
<strong>2011</strong><br />
Grafico 33 – Indice di emissione di COD (ton/Milioni ton lavorato)<br />
Grafico 35 – Concentrazione di COD (mg/l)<br />
150<br />
100<br />
50<br />
0<br />
160 160 160 160<br />
55,9<br />
2008<br />
COD<br />
87,9<br />
2009<br />
96,5<br />
2010 <strong>2011</strong><br />
Limite di legge<br />
86,8<br />
14,0<br />
10,0<br />
6,0<br />
2,0<br />
1<br />
0,5<br />
0<br />
7<br />
5<br />
3<br />
0<br />
10,4<br />
2008<br />
71<br />
0,65<br />
2008<br />
1,7<br />
2008<br />
12,2<br />
2009<br />
0,92<br />
2009<br />
0,96<br />
2010<br />
5 5 5<br />
1,9<br />
2009<br />
Oli minerali<br />
13,6<br />
2010<br />
1,97<br />
2010<br />
14,6<br />
<strong>2011</strong><br />
Grafico 34 – Indice di emissione di oli minerali (ton/Milioni ton lavorato)<br />
Grafico 36 – Concentrazione di oli minerali (mg/l)<br />
Limite di legge<br />
1,04<br />
<strong>2011</strong><br />
5<br />
2,2<br />
<strong>2011</strong>
Il monitoraggio dell’ambiente marino<br />
La tutela dell’ambiente marino rappresenta per <strong>Saras</strong> un impegno prioritario<br />
e continuo che si attua, anzitutto, con un controllo costante della qualità<br />
delle acque scaricate e tramite un monitoraggio a cadenza semestrale<br />
dei parametri ambientali dell’ambiente marino. L’area interessata dalle indagini<br />
è evidenziata nella Figura 11 ed al suo interno sono stati individuati<br />
i punti di controllo, in corrispondenza dei quali vengono effettuati prelievi<br />
in superficie e sul fondo.<br />
Tali punti di controllo – posizionati lungo i cinque transetti perpendicolari<br />
alla linea di costa – restano costanti, per permettere la piena confrontabilità<br />
dei risultati delle diverse indagini condotte nel tempo.<br />
Figura 11 - Area di indagine sulla qualita dell’acqua di mare<br />
I parametri tenuti costantemente sotto controllo permettono di tracciare<br />
lo stato trofico delle acque antistanti lo stabilimento di Sarroch; si tratta<br />
dello strumento principale per valutare lo stato di salute del mare, delineato<br />
attraverso i dati sulle caratteristiche seguenti:<br />
<br />
<br />
<br />
posidonia oceanica, macroalghe);<br />
<br />
campagna) e dei sedimenti superficiali;<br />
<br />
Nella Tabella 23 a pagina 73 sono riassunti in sintesi, i risultati dello stato<br />
trofico dell’acqua di mare in base alle indagini effettuate negli ultimi<br />
4 anni sulla qualità dell’acqua di mare antistante la raffineria. Il giudizio<br />
sullo stato trofico è riportato sia per le acque di superficie che per quelle<br />
di profondità.<br />
L’<strong>Ambiente</strong><br />
72
Tabella 23 – Indice trofico (TRIX): classi di qualità e condizione delle acque (indagine<br />
2008-<strong>2011</strong>)<br />
acque di superficie acque di fondo<br />
Gennaio 2008 elevato elevato<br />
Luglio 2008 elevato elevato<br />
Gennaio 2009 buono buono<br />
Luglio 2009 buono buono<br />
Gennaio 2010 buono buono<br />
Luglio 2010 buono elevato<br />
Gennaio <strong>2011</strong> elevato elevato<br />
Luglio <strong>2011</strong> elevato elevato<br />
Oramai da qualche anno, per formulare il giudizio sullo stato trofico delle<br />
acque, è stato introdotto anche un nuovo parametro, l’indice CAM (Classificazione<br />
delle Acque Marine) che si basa su algoritmi specifici per il mare<br />
di Sardegna. In genere l’indice CAM ha evidenziato una qualità delle acque<br />
media in tutta l’area di indagine, ad eccezione del 2009 anno in cui la bassa<br />
qualità delle acque è da ricondurre al periodo particolarmente piovoso<br />
registrato già a partire dall’ultimo trimestre del 2008, che ha determinato<br />
lo straripamento di alcuni corsi d’acqua che sfociano nel Golfo di Cagliari<br />
con conseguente trasporto di sostanze nutrienti e sedimentabili. Queste<br />
immissioni hanno creato una vasta area di torbidità persistente con notevole<br />
influenza sulla qualità delle acque del golfo (vedi Tabella 24). Ad ogni<br />
modo, questi indici hanno significato su intervalli temporali ampi e non sul<br />
singolo periodo. Nel <strong>2011</strong> il parametro in oggetto registra un miglioramento<br />
rispetto agli anni precedenti.<br />
Tabella 24 - Stato trofico acqua di mare (indagine 2008 -<strong>2011</strong>)<br />
Indice CAM (specifico per i mari di Sardegna)<br />
acque di superficie acque di fondo<br />
Gennaio 2008 medio medio<br />
Luglio 2008 medio medio<br />
Gennaio 2009 basso basso<br />
Luglio 2009 basso basso<br />
Gennaio 2010 medio medio<br />
Luglio 201 basso basso<br />
Gennaio <strong>2011</strong> medio medio<br />
Luglio <strong>2011</strong> alto alto<br />
Interventi a tutela del mare e delle coste<br />
Dall’inizio degli anni ’90, <strong>Saras</strong> ha avviato diverse iniziative per la<br />
protezione e la salvaguardia delle acque marine e delle coste. Le<br />
più significative sono:<br />
lezione<br />
delle navi; un elenco dei minimi requisiti di sicurezza che le<br />
navi devono garantire per essere esaminate ed autorizzate ad operare<br />
presso il Terminale marino <strong>Saras</strong>;<br />
L’<strong>Ambiente</strong><br />
73
operazioni, la presenza sulla nave di personale qualificato incaricato di<br />
verificarne la conformità tecnica e gestionale, in relazione alla sicurezza<br />
ed alla salvaguardia dell’ambiente; tale intervento, inteso a mitigare<br />
e minimizzare il maggior rischio per l’ambiente marino dovuto alle navi<br />
che trasportano prodotti particolarmente pesanti e sporcanti (come<br />
grezzo, olio combustibile ed alcuni tipi di gasoli).<br />
<br />
Shut Down), che permette di prevenire episodi di sversamento di prodotto<br />
bloccando automaticamente le pompe di carico e chiudendo le<br />
valvole di intercettazione dei prodotti petroliferi in caso di sovrappressione;<br />
<br />
(acqua di mare che non viene a contatto con il prodotto petrolifero)<br />
per le navi che trasportano prodotti particolarmente inquinanti e<br />
sporcanti;<br />
In caso di sversamento, sono disponibili una serie di attrezzature e mezzi<br />
che permettono di far fronte in tempi rapidi ad ogni tipo di inconveniente,<br />
secondo le indicazioni previste nel Piano di Emergenza Interno, che comprende<br />
il Piano Antinquinamento Marino (pag. 88).<br />
Inoltre <strong>Saras</strong>, da anni, ha scelto di incrementare l’utilizzo di navi a doppio<br />
scafo per il trasporto del petrolio grezzo e dei prodotti petroliferi e questa<br />
scelta ha portato già nel 2009 a consolidare l’obiettivo del 100% delle navi<br />
a doppio scafo sia per il trasporto di grezzi che per il trasporto di benzine,<br />
cherosene e gasoli (Tabella 25).<br />
Ad ulteriore garanzia della protezione e tutela del mare e delle coste, in<br />
tutti i contratti di noleggio sottoscritti da <strong>Saras</strong> per l’approvvigionamento<br />
di materie prime e spedizioni di prodotti finiti, sono presenti clausole che<br />
vietano a tutte le navi il passaggio attraverso le Bocche di Bonifacio.<br />
I rifiuti<br />
Con il DM del 17/12/2009 e s.m.i. il Ministero dell’<strong>Ambiente</strong> dispone una<br />
serie di nuovi adempimenti per le imprese, che prevedono sostanzialmente<br />
l’ iscrizione al SISTRI (sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti)<br />
e l’utilizzo di nuove procedure informatiche nella gestione dei rifiuti. Tali<br />
procedure informatiche andranno a sostituire l’attuale documentazione<br />
cartacea (Registri, formulari, MUD).<br />
<strong>Saras</strong> è iscritta al SISTRI dal febbraio 2010 ed ha utilizzato il nuovo sistema<br />
informatico, nei periodi di funzionamento, in parallelo alla documentazione<br />
cartacea ancora in vigore. Inoltre, ha partecipato alle giornate di<br />
L’<strong>Ambiente</strong><br />
Tabella 25 – Impegni e verifica risultati su protezione ambiente marino da traffico navale - Anno <strong>2011</strong><br />
74<br />
Dotazioni della raffineria a tutela<br />
del mare e delle coste<br />
La raffineria di Sarroch dispone di 4 mezzi natanti, operativi 24<br />
ore su 24:<br />
la motobarca antinquinamento “Nettuno” dotata di sistemi per<br />
il recupero e lo stoccaggio degli idrocarburi pesanti;<br />
la pilotina “Pegaso” per il trasporto di persone e attrezzature<br />
e supporto per il posizionamento delle panne;<br />
il battello da lavoro “Proteo” per le ricognizioni veloci, il posizionamento<br />
delle panne e le operazioni sui bassi fondali;<br />
il motoscafo “Tripesce” per il posizionamento delle panne e le<br />
operazioni sui bassi fondali.<br />
Un articolato sistema di dotazioni garantisce la piena e pronta<br />
capacità di risposta dello stabilimento per il contenimento e la<br />
raccolta di eventuali sversamenti di prodotto, attraverso le seguenti<br />
attrezzature:<br />
skimmers per la raccolta di prodotto in galleggiamento sulla superficie<br />
dell’acqua con capacità di recupero fino a 27 m 3 /ora;<br />
serbatoi galleggianti, della capacità di 5 m 3 ciascuno, per la<br />
raccolta di eventuale prodotto recuperato a mare;<br />
motopompe per il recupero di prodotto, con capacità fino a<br />
48 m 3 /ora;<br />
1.950 metri di panne galleggianti per il contenimento del prodotto<br />
in galleggiamento con relativi sistemi di gonfiaggio (3<br />
motocompressori e 2 elettrosoffianti);<br />
radioboe collegate al sistema GPS;<br />
sistemi assorbenti.<br />
Impegno per il <strong>2011</strong> Risultato per il <strong>2011</strong> Impegno per il 2012<br />
Doppio scafo per il petrolio grezzo leggero 100% 100% 100%<br />
Benzine / Kerosene / Gasolio 100% 100% 100%
Grafico 37 - Tipologia navi (%)<br />
100<br />
90<br />
80<br />
70<br />
60<br />
50<br />
40<br />
30<br />
20<br />
10<br />
1<br />
99<br />
2008<br />
0<br />
100<br />
2009<br />
2010<br />
test SISTRI indette dal Ministero <strong>Ambiente</strong>. È fissato per il 30 giugno 2012<br />
l’entrata in vigore del SISTRI. La gestione dei rifiuti da parte dello stabilimento<br />
è improntata secondo gli obiettivi di minimizzazione della quantità<br />
prodotta e di un aumento progressivo della quantità avviata a recupero.<br />
Per quanto riguarda la produzione complessiva di rifiuti derivanti dalle attività<br />
di raffinazione, nell’anno <strong>2011</strong> si registra una diminuzione in linea<br />
con gli anni precedenti da ricollegarsi alla minor produzione di terre da<br />
scavo. Nel <strong>2011</strong> sono stati inviati a recupero o riciclo circa 106.890 tonnellate<br />
di rifiuti in linea con gli ultimi anni; questo dato è legato principalmente<br />
alle attività di bonifica del sito oltre che all’invio di catalizzatori esausti<br />
a società specializzate nel recupero dei metalli (Co, Mo, Ni).<br />
Per quanto riguarda i rifiuti destinati al trattamento chimico-fisico, questo<br />
Tabella 26 – Rifiuti prodotti dallo stabilimento (Migliaia ton/anno)<br />
L’<strong>Ambiente</strong><br />
2008 2009 2010 <strong>2011</strong><br />
Rifiuti Pericolosi* 33,9 29,2 25,5 19,7<br />
Rifiuti Non pericolosi 10,2 5,7 7,2 5,3<br />
Totale 44,1 34,9 32,7 25,0<br />
*ad esclusione dei rifiuti provenienti dal piano di caratterizzazione per l'anno 2008<br />
0<br />
100<br />
0<br />
100<br />
<strong>2011</strong><br />
PRE MARPOL SBT SBT-PL Doppio scafo<br />
Grafico 38 - Età media delle navi cisterna (anni)<br />
8<br />
6<br />
4<br />
0<br />
6,6<br />
2008<br />
5,7<br />
2009<br />
6 6<br />
2010 <strong>2011</strong><br />
Nuove misure per proteggere<br />
le nostre coste:<br />
la fine delle petroliere monoscafo<br />
Per ridurre drasticamente il rischio di catastrofi ambientali, la<br />
legge (n.51 del 7 marzo 2001: “ Disposizioni per la prevenzione<br />
dell’inquinamento derivante dal trasporto marittimo di idrocarburi<br />
e per il controllo del traffico marittimo”) richiede l’ammodernamento<br />
della flotta petrolifera, promuovendo l’uso di navi cisterna<br />
a basso impatto ambientale e favorendo l’eliminazione delle unità<br />
a singolo scafo non conformi ai più avanzati standard in materia<br />
di sicurezza della navigazione, applicabili alle navi a doppio scafo<br />
che sono invece dotate di una doppia struttura esterna in metallo<br />
con intercapedine che, in caso di incidente, è in grado di assorbire<br />
l’urto riducendo la probabilità di fuoriuscita in mare del carico.<br />
In particolare, i modelli più vecchi e vulnerabili di petroliere<br />
monoscafo, costruite prima del 1982, sono state ritirate dalla<br />
circolazione entro il 2005. Altre categorie di grandi petroliere<br />
monoscafo devono essere eliminate entro il 2010.<br />
Le tre principali categorie di petroliere monoscafo rimangono<br />
quelle del regolamento (CE) n. 417/2002:<br />
Categoria 1: cosiddette petroliere monoscafo “pre-MAR-<br />
POL”, ossia petroliere prive di cisterne a zavorra segregata<br />
e relative sistemazioni protettive (segregated ballast tanks in<br />
protective locations - SBT/PL). Queste sono le petroliere più<br />
vulnerabili e più vecchie, in genere costruite prima del 1982.<br />
Categoria 2: petroliere monoscafo “MARPOL”, aventi le<br />
stesse dimensioni delle unità della categoria 1, ma equipaggiate<br />
con cisterne a zavorra segregata e relative sistemazioni<br />
protettive (SBT/PL). In genere costruite tra il 1982 e il 1996.<br />
Categoria 3: petroliere monoscafo con dimensioni inferiori a<br />
quelle delle categorie 1 e 2, ma con una portata lorda superiore<br />
a 5 000 tonnellate. Queste petroliere più piccole sono<br />
spesso adibite al traffico regionale.<br />
Negli ultimi anni sono aumentate le navi di Categoria 6, ossia<br />
quelle a doppio scafo, con lo scopo di prevenire gli incidenti<br />
in mare o di limitare le conseguenze dei sinistri. È questo il tipo<br />
di navi che <strong>Saras</strong> ha scelto di incrementare per il trasporto del<br />
petrolio grezzo e dei prodotti petroliferi (Grafico 34).<br />
75
Grafico 39 – Rifiuti prodotti dallo stabilimento (Migliaia ton/anno)<br />
60<br />
40<br />
20<br />
0<br />
10,1<br />
33,9<br />
2008<br />
5,8<br />
28<br />
2009<br />
pericolosi<br />
7,2<br />
25,5<br />
2010<br />
5,3<br />
19,7<br />
<strong>2011</strong><br />
non pericolosi<br />
viene effettuato per conto <strong>Saras</strong> da una società specializzata del settore,<br />
che opera all’interno dello stabilimento, e viene verificata costantemente<br />
come previsto dalle procedure interne di valutazione di tutte le ditte di<br />
appalto di cui <strong>Saras</strong> si avvale. I rifiuti così trattati subiscono una trasformazione<br />
che li rende compatibili per l’invio in discarica (tabella 29).<br />
Nel <strong>2011</strong> l’impianto di inertizzazione interno ha inviato in discarica con-<br />
Tabella 28 – Destinazione finale dei rifiuti (Migliaia ton/anno)<br />
L’<strong>Ambiente</strong><br />
2008 2009 2010 <strong>2011</strong><br />
Discarica 3,38 31,25* 0,75 1,0<br />
Recupero 107,34 106,54 112,35 106,53<br />
Termodistruzione 0,45 0,50 0,37 0,31<br />
Trattamento chimico-fisico interno<br />
Trattamento chimico-fisico esterno<br />
22,95<br />
1,46<br />
24,06 27,09 19,79<br />
Totale 135,57 162,35 140,56 127,63<br />
* Nel dato sono comprese le attività di bonifica pari a 25,9 ton/anno.<br />
Grafico 40 – Destinazione finale dei rifiuti (%)<br />
100<br />
90<br />
80<br />
70<br />
60<br />
50<br />
40<br />
30<br />
20<br />
10<br />
0,3<br />
79,2<br />
18,0<br />
2,5<br />
0,3<br />
65,6<br />
14,9<br />
19,2<br />
0,2<br />
80<br />
19,3<br />
2008 2009 2010 <strong>2011</strong><br />
Termodistruzione Recupero Trattamento chimico-fisico Discarica<br />
0,5<br />
0,2<br />
83,5<br />
15,5<br />
0,8<br />
Tabella 27 - Attivitá di bonifica (Migliaia ton/anno)<br />
76<br />
2009 2010 <strong>2011</strong><br />
ACQUA 91,7 105 103<br />
TERRA 35,8 2,8 0
trollata circa 9.303 tonnellate di rifiuto inertizzato per conto <strong>Saras</strong>.<br />
In accordo con il Comune di Sarroch, nel <strong>2011</strong> è proseguita la raccolta differenziata<br />
dei rifiuti negli uffici e in mensa. Le quantità di materiale inviato<br />
a recupero sono riportate nella Tabella 30.<br />
Tabella 29 – Trattamento chimico-fisico dei rifiuti (Migliaia ton/anno)<br />
Tabella 30 - Risultati raccolta differenziata materiali riciclabili (ton)<br />
L’<strong>Ambiente</strong><br />
2008 2009 2010 <strong>2011</strong><br />
Carta 95,8 74,6 81,7 82,4<br />
Plastica 14,9 24,7 20,8 17,5<br />
Vetro e alluminio 8,1 10,9 14,4 12,1<br />
Umido (dal 2008) 7,4 7,8 12,6 22<br />
RSU 448,6 498,5 373 307,1<br />
Suolo, sottosuolo ed acque sotterranee<br />
In linea con le disposizioni del D.M. 25 ottobre 1999, n. 471 e successive<br />
modifiche (regolamento recante criteri, procedure e modalità per la messa<br />
in sicurezza, la bonifica e il ripristino ambientale dei siti inquinati), <strong>Saras</strong>,<br />
ai sensi dell’articolo 9 del decreto, ha presentato alle Autorità competenti<br />
il proprio Piano di Caratterizzazione, relativo allo stato dei terreni e delle<br />
acque di falda soggiacenti la raffineria.<br />
A seguito di tale istanza, l’azienda – nel 2004 – ha definito con il Ministero<br />
dell’<strong>Ambiente</strong> e della Tutela del Territorio e del Mare, la Regione Sardegna,<br />
la Provincia di Cagliari, la ASL n. 8 e il Comune di Sarroch le modalità<br />
di esecuzione del Piano di Caratterizzazione, che prevedeva una serie di<br />
indagini da effettuare e prospettava possibili interventi necessari alla protezione<br />
ambientale e alla tutela della salute pubblica.<br />
Nel luglio 2004 sono state dunque avviate le attività di caratterizzazione<br />
del sito con l’utilizzo di diverse tecniche:<br />
, con l’estrazione di campioni (“carote”) profonde<br />
mediamente dai 5 ai 10 metri, al fine di stabilire la stratigrafia del sottosuolo<br />
e verificare la presenza di eventuali contaminanti e misurare la<br />
loro concentrazione;<br />
, particolari sondaggi nei terreni con estrazione di campioni<br />
(“carote”) profonde mediamente dai 10 ai 20 metri, in grado di intercettare<br />
la falda acquifera superficiale; si tratta di una indagine che, oltre<br />
la stratigrafia del sottosuolo e la sua qualità (come per i sondaggi),<br />
permette di verificare le condizioni dell’acqua presente nel sottosuolo.<br />
Infatti, il piezometro viene realizzato con un tubo finestrato, nella zona<br />
2008 2009 2010 <strong>2011</strong><br />
Trattamento chimico-fisico di cui: 22,95 22,96 27,09 19,79<br />
Inertizzato a discarica 10,09 10,61 13,1 9,3<br />
Riciclo interno 12,86 12,35 13,9 10,49<br />
77
di scorrimento della falda, al fine di prelevare periodicamente campioni<br />
di acqua per il controllo della sua qualità;<br />
, una tecnica che permette di verificare l’eventuale<br />
presenza di gas di origine idrocarburica negli spazi interstiziali<br />
del terreno;<br />
sul 10% dei punti di indagine è stato eseguito il<br />
campionamento dei primi 10-15 cm di suolo per la determinazione del<br />
contenuto di amianto, PCB e diossine.<br />
Il Piano di investigazione del sito è stato concluso nel giugno 2009 con la<br />
realizzazione di 739 sondaggi, 140 piezometri, 89 Top Soil e 542 punti di<br />
controllo “gas survey”.<br />
Nel corso del mese di ottobre 2010 è stata realizzata una campagna di campionamento<br />
ed analisi delle acque di falda in contraddittorio con ARPAS al<br />
fine della validazione dei risultati analitici; sono stati campionati complessivamente<br />
130 piezometri e, di questi, 15 sono stati campionati in contraddittorio<br />
con i tecnici ARPAS.<br />
Nei primi mesi del <strong>2011</strong> sono state concluse tutte le analisi dei campioni<br />
di suolo e acqua prelevati. Sulla base delle analisi sono state rilevate le<br />
seguenti situazioni generali:<br />
scontrano<br />
alcuni superamenti per quanto concerne i valori di concentrazione<br />
degli idrocarburi. Si riscontrano inoltre limitati superamenti<br />
di altri parametri (Cd, Co, Cr, Cu, Ni, Pb, V, Zn e IPA), in zone limitate<br />
e mai contigue, a conferma che trattasi di fenomeni puntuali e non<br />
diffusi;<br />
senza<br />
di idrocarburi sopra i valori limite di concentrazione. Inoltre è<br />
stata riscontrata la presenza di idrocarburi in fase liquida (surnatante)<br />
e limitati superamenti di altri parametri (Cd, Ni, Pb, IPA, BTEX,<br />
MTBE, solfati);<br />
<br />
di valori fuori norma;<br />
ma.<br />
Nel corso del <strong>2011</strong> è iniziata la predisposizione dei documenti finali del<br />
Piano di caratterizzazione che saranno trasmessi ufficialmente nel corso<br />
del 2012.<br />
In base ai risultati finali delle attività di caratterizzazione, è stato definito<br />
un Progetto di Messa in <strong>Sicurezza</strong> d’Emergenza ed Operativa della Falda<br />
che è stato approvato nell’aprile 2007 dalla Conferenza dei servizi presso il<br />
Ministero dell’<strong>Ambiente</strong> e della Tutela del Territorio e del Mare.<br />
La fase del progetto che prevede la realizzazione di una barriera idraulica<br />
con sistemi di recupero di surnatante è già stata completata. Infatti sono<br />
stati realizzati tutti i 46 pozzi previsti: 26 pozzi già operativi sulla linea<br />
mediana con la funzione di emungimento delle acque contaminate e di<br />
recupero del surnatante, 13 pozzi di ravvenamento sul fronte mare, di cui<br />
uno all’esterno sud dello stabilimento, per evitare i fenomeni di ingressione<br />
L’<strong>Ambiente</strong><br />
78
salina e 7 pozzi di emungimento a monte idrogeologico per il controllo del<br />
livello di falda, attivati nel corso dei primi mesi del <strong>2011</strong>.<br />
A settembre <strong>2011</strong> sono iniziati i test di ravvenamento sui 13 pozzi ubicati<br />
sul fronte mare, che saranno conclusi entro la prima metà del 2012 con<br />
l’obiettivo di attivare l’intero fronte di ravvenamento entro il 2012.<br />
La barriera fisica ipotizzata avrà uno sviluppo di 3.050 m e sarà realizzata<br />
con tecnica prevalente di Jet-Grouting ed iniezioni di impermeabilizzazione.<br />
Nel corso del 2009 sono stati realizzati i campi prova per testare le con-<br />
L’<strong>Ambiente</strong><br />
Figura 12 – Ubicazione dei pozzi costituenti la barriera dinamica e localizzazione prevista della barriera fisica<br />
79
dizioni operative e realizzative per la predisposizione del progetto esecutivo.<br />
Nel corso del 2010 sono stati realizzate delle indagini propedeutiche<br />
alla valutazione delle tecniche più idonee per il barrieramento nel lato sud<br />
della raffineria. Nel <strong>2011</strong> sono state definite le specifiche per l’appalto per<br />
la realizzazione dell’intera opera, suddivisa per lotti funzionali.<br />
Nel corso del 2008 è stato predisposto il Progetto di bonifica degli Hot spot<br />
di idrocarburi C>12 dei suoli dell’area del Parco Ovest e di Messa in sicurezza<br />
dei suoli nell’area dell’ex serbatoio ST1.<br />
Dall’anno 2009 si sta procedendo, come previsto dai progetti, nell’area del<br />
Parco Ovest allo scavo e al trattamento delle terre con soil washing per la<br />
rimozione degli idrocarburi e il conseguente ripristino dei terreni lavati<br />
presso il sito d’origine, mentre nel caso dell’area ex ST1 i terreni contaminati<br />
sono stati conferiti in discarica autorizzata. Entrambe le attività<br />
sono in fase di ultimazione. Nel corso del 2010 sono stati effettuati i campionamenti<br />
e le analisi in contraddittorio con ARPAS al fine di approvare<br />
le operazioni di reinterro dei suoli lavati e di quelli incontaminati nell’area<br />
del parco Ovest.<br />
Relativamente all’area dell’ex ST1, sono stati conferiti in discarica tutti i<br />
suoli contaminati e nel mese di dicembre <strong>2011</strong> è stato presentato il progetto<br />
di Messa in sicurezza permanente del sito, a valle della realizzazione del<br />
quale verrà fatta richiesta per la restituzione del sito.<br />
Il monitoraggio del rumore<br />
<strong>Saras</strong> dal 1999 predispone ed attua controlli periodici delle immissioni<br />
sonore nell’ambiente esterno attraverso indagini fonometriche specifiche,<br />
finalizzate alla caratterizzazione acustica dell’ambiente circostante.<br />
I punti di misura rappresentativi del fenomeno acustico sono stati localizzati<br />
nelle strade periferiche adiacenti il confine della raffineria, nelle strade<br />
di accesso al centro abitato di Sarroch ed all’interno del centro abitato<br />
e possono essere identificate nella carta aerofotogrammetrica seguente<br />
(nella figura 13 a pag. 79). Le rilevazioni fonometriche hanno evidenziato<br />
come la raffineria generi un’emissione di rumore costante e stazionario.<br />
All’interno del centro abitato, il livello del rumore assume fluttuazioni sempre<br />
più marcate, influenzate da fenomeni di rumorosità derivante da traffico<br />
veicolare o altri rumori comunque estranei alla raffineria. L’immissione<br />
sonora attribuibile alla raffineria, rappresentata dal livello L90 (che permette<br />
di eliminare i fenomeni di rumorosità derivanti da traffico veicolare)<br />
misurato nel periodo notturno, risulta sensibilmente ridotta nel centro abitato<br />
di Sarroch. Anche l’ultima campagna di misure relativa all’anno <strong>2011</strong><br />
ha confermato l’andamento sopra descritto, come evidenziato dai grafici<br />
41 e 42 a pagina 79. L’interesse di <strong>Saras</strong> nei confronti del rumore non si<br />
limita solo alle valutazioni effettuate all’esterno della raffineria; infatti, nel<br />
quadro degli interventi per la protezione dagli agenti fisici (Titolo VIII del<br />
D.Lgs 81/2008), sono proseguite, come da programma in corso, le misurazioni<br />
fonometriche che porteranno alla completa mappatura acustica avviata<br />
nel 2006 dello stabilimento. Nel 2010 sono state mappate le aree degli<br />
impianti MHC1, MHC2, TAME e U800, mentre nel <strong>2011</strong> gli impianti TMK<br />
(Trattamento acque in ingresso) e SWS (Stripper acque acide) .<br />
L’<strong>Ambiente</strong><br />
Le attività di rilevamento<br />
dell’inquinamento elettromagnetico<br />
Per verificare l’eventuale esistenza di situazioni di rischio, nel<br />
2001 <strong>Saras</strong> ha avviato uno studio per l’analisi e la valutazione<br />
di questo fenomeno all’interno dell’area della raffineria ed al suo<br />
esterno.<br />
La prima fase dello studio è stata portata a compimento<br />
nell’ottobre dello stesso anno, con l’ausilio di un rigoroso<br />
sistema di rilevamento ed i risultati ottenuti hanno fornito<br />
indicazioni assolutamente tranquillizzanti, che affermano che<br />
i campi magnetici generati all’interno dello stabilimento siano<br />
ampiamente contenuti nei limiti di legge posti a tutela della<br />
popolazione. Inoltre, è stato accertato che la presenza di tali<br />
campi non è rilevabile all’esterno del perimetro aziendale.<br />
Questo studio ha fatto da premessa ad una successiva indagine,<br />
conclusa nel 2004, in cui è stata valutata l’esposizione dei<br />
lavoratori ai campi elettromagnetici durante l’attività lavorativa:<br />
anche in questo caso i valori riscontrati si sono rivelati molto<br />
inferiori ai valori di riferimento.<br />
A luglio del 2007 è stato condotto uno studio per la verifica dei<br />
risultati ottenuti nel 2001. È stata infatti effettuata una nuova<br />
campagna di monitoraggio dei campi magnetici, utilizzando<br />
gli stessi criteri adottati nello studio del 2001. I valori sono<br />
risultati in linea con quanto già emerso nello studio precedente,<br />
confermando che i campi magnetici generati all’interno dello<br />
stabilimento sono ampiamente al di sotto dei limiti di legge<br />
imposti per l’esposizione della popolazione.<br />
Nel 2008 è stata ripetuta l’indagine sulla esposizione dei<br />
lavoratori ai campi elettromagnetici. Rispetto all’analisi<br />
precedente risultava essere anche più chiaro il quadro normativo<br />
introdotto dal D. Lgs 81/2008.<br />
I dati rilevati hanno confermato lo studio del 2004 evidenziando<br />
che non si sono riscontrati valori di campo elettrico e magnetico<br />
superiori i valori limiti di soglia imposti.<br />
80
Figura 13 – Ubicazione e stazioni di misura del rumore<br />
L’<strong>Ambiente</strong><br />
Grafico 41 - Immissioni ambiente esterno db(A)- Valori L90 - Periodo diurno (abitato di Sarroch)<br />
60<br />
55<br />
50<br />
45<br />
40<br />
35<br />
30<br />
60<br />
55<br />
50<br />
45<br />
40<br />
35<br />
30<br />
11 12 13 14 15 16 17 11 12 13 14 15 16 17 11 12 13 14 15 16 17 11 12 13 14 15 16 17<br />
2008 2009 2010 <strong>2011</strong><br />
Punti di rilevazione segnalati nella figura 13<br />
Grafico 42 - Immissioni ambiente esterno db(A) - Valori L90 - Periodo notturno (abitato di Sarroch)<br />
11 12 13 14 15 16 17 11 12 13 14 15 16 17 11 12 13 14 15 16 17 11 12 13 14 15 16 17<br />
2008 2009 2010 <strong>2011</strong><br />
Punti di rilevazione segnalati nella figura 13<br />
81
Le finalità di tale mappatura sono le seguenti:<br />
<br />
<br />
di prevenzione e protezione;<br />
viduazione<br />
degli interventi di contenimento delle sorgenti di rumore<br />
rilevanti.<br />
L’elaborazione dei dati fonometrici ha consentito di quantificare i potenziali<br />
effetti acustici del rumore diffuso nell’ambiente di lavoro in condizioni di<br />
normale regime operativo.<br />
Parametri Periodo<br />
L90<br />
Diurno<br />
grafico 41<br />
Notturno<br />
grafico 42<br />
Post. 11<br />
(H24)<br />
Post. 12<br />
(H24)<br />
Post. 13<br />
(SPOT)<br />
Il miglioramento dell’impatto visivo interno ed esterno<br />
Il miglioramento dell’impatto visivo dello stabilimento è un impegno aziendale<br />
che è cresciuto soprattutto a partire dal 2000. L’obiettivo è quello di<br />
offrire sia un ambiente di lavoro più gradevole e curato, sia di migliorare l’inserimento<br />
della raffineria nel territorio; infatti l’attenzione è stata concentrata<br />
verso una percezione più gradevole di ambienti e strutture all’interno<br />
e all’esterno della raffineria. Per il raggiungimento del primo obiettivo, l’area<br />
interna del sito è stata interessata da interventi di risistemazione di spazi<br />
e strutture, lavori di verniciatura, miglioramento delle aree verdi, installazione<br />
di grafica di sensibilizzazione ai temi della salvaguardia ambientale e<br />
della sicurezza e di nuova segnaletica. Inoltre, sono state collocate numerose<br />
sculture, realizzate su proposte dei dipendenti e delle ditte esterne utilizzando<br />
materiali e attrezzature di lavoro dismessi. Interventi di trasformazione<br />
hanno interessato anche strutture e spazi che costituiscono aree di contatto<br />
diretto con l’esterno: si è trattato di interventi di naturalizzazione, per creare<br />
zone di continuità tra stabilimento e territorio. In particolare, si è intervenuti<br />
con la ristrutturazione dello svincolo stradale sulla S.S. 195 e il miglioramento<br />
delle aree verdi nella zona parcheggi. In particolare nel corso degli ultimi<br />
anni sono stati completati i lavori per evitare la presenza del pennacchio di<br />
vapori in atmosfera dalle caldaie della sezione a ciclo combinato dell’IGCC.<br />
La nuova installazione ha consentito, da un lato, l’eliminazione dell’impatto<br />
visivo costituito dal “pennacchio” di vapore e, dall’altro, il recupero di calore<br />
per l’impiego in attività legate al processo.<br />
Gli importi stanziati per l'ambiente<br />
L’impegno di <strong>Saras</strong> a favore di sempre migliori performance sul versante<br />
ambientale può essere misurato e valutato anche attraverso lo sforzo<br />
economico sostenuto a questo scopo. I dati riportati nella Tabella 31 sintetizzano<br />
il forte impegno profuso su questo fronte dall’azienda, con finanziamenti<br />
complessivi negli ultimi 4 anni per oltre 39 milioni di Euro.<br />
L’<strong>Ambiente</strong><br />
82<br />
Post. 14<br />
(SPOT)<br />
Post. 15<br />
(SPOT)<br />
Post. 16<br />
(SPOT)<br />
Post. 17<br />
(SPOT)<br />
46.0 40.5 60.0 42.0 41.0 43.0 44.0<br />
41.5 41.0 47.5 38.0 34.5 38.0 39.0
Per quanto riguarda il <strong>2011</strong>, i principali finanziamenti hanno riguardato:<br />
completamento della barriera dinamica per il controllo della falda;<br />
<br />
della torcia;<br />
<br />
per la movimentazione benzine;<br />
<br />
<br />
gio<br />
delle polveri del camino FCC-COBoiler.<br />
Tabella 31 – Importi stanziati per l’ambiente (Migliaia di euro/anno)<br />
2008 2009 2010 <strong>2011</strong><br />
Investimenti 15.160 11.690 5.680 6.485<br />
Grafico 43 – Importi stanziati per l’ambiente (Migliaia di euro/anno)<br />
15.000<br />
12.500<br />
10.000<br />
7.500<br />
5.000<br />
2.500<br />
0<br />
15.160<br />
2008<br />
11.690<br />
2009<br />
Le Società del Gruppo<br />
Sardeolica<br />
5.680<br />
2010<br />
6.485<br />
<strong>2011</strong><br />
Monitoraggi ambientali e SSL<br />
Fin dalla fase di costruzione, Sardeolica ha predisposto una serie di monitoraggi<br />
ambientali finalizzati alla quantificazione degli eventuali impatti<br />
ambientali legati al Parco Eolico. L’esito dei monitoraggi su:<br />
<br />
<br />
Tabella 32<br />
L’<strong>Ambiente</strong><br />
2009 2010 <strong>2011</strong> TOTALE<br />
Potenza [kW] 18,9 18,9 18,9 18,9<br />
Produzione [MWh] 21.186,4 21.137,3 26.884,0 75.207,7<br />
Mesi di esercizio 8 12 12 20<br />
Famiglie equivalenti 7.062 9.046 8.961 25.069<br />
83
ha finora dimostrato non solo la compatibilità del Parco con il contesto in<br />
cui è stato realizzato, ma la sua piena integrazione con le attività tradizionali<br />
svolte nell’area e con gli habitat naturali preesistenti.<br />
Nella tabella seguente n. 32 sono invece mostrati i dati di produzione<br />
dell’impianto fotovoltaico (potenza: 18,9 kW) installato sui tetti dell’Edificio<br />
Polifunzionale di Ulassai.<br />
Arcola Petrolifera / Deposito di Arcola<br />
Il progetto di bonifica del sottosuolo del Deposito di Arcola, attualmente in avanzata<br />
fase esecutiva, rappresenta la conclusione di un percorso che ebbe inizio nell’anno<br />
2002 con l’approvazione del “Progetto Preliminare” e del successivo “Piano Operativo”<br />
elaborati da Arcola Petrolifera come attività propedeutiche al programma di<br />
bonifica e messa in sicurezza del Deposito di Arcola. Quest’attività aveva lo scopo<br />
di individuare le migliori tecniche di decontaminazione del sottosuolo applicabili<br />
al sito di Arcola tenendo conto del fatto che l’acqua di falda viene utilizzata a fini<br />
idropotabili. Ebbe quindi inizio la fase sperimentale volta alla pianificazione e definizione<br />
di un progetto di bonifica, espressione delle migliori tecnologie disponibili<br />
ed applicabili al sito. Il progetto sperimentale è stato sviluppato con il contributo e<br />
la consulenza scientifica dell’Università di Cagliari.<br />
Sono state selezionate e sperimentate diverse tecniche di biodegradazione in aree<br />
specificamente individuate ed attrezzate secondo il Progetto Preliminare ed il relativo<br />
Piano Operativo. Tutta la fase di sperimentazione è stata realizzata mantenendo<br />
attiva una barriera idraulica di protezione del sito, realizzata mediante 5 pozzi<br />
di emungimento distribuiti all’interno del Deposito, controllandone costantemente<br />
l’efficacia mediante il monitoraggio della qualità dell’acqua di falda. La fase sperimentale<br />
ha comportato un rilevante impegno per la individuazione e la definizione<br />
dei parametri operativi più idonei in relazione alla specificità ed alla vulnerabilità<br />
del sito. Le numerose campagne di prove sperimentali sono state condotte variando<br />
in maniera coerente e coordinata gli elementi impiantistici ed operativi ed<br />
analizzandone di volta in volta i risultati con un monitoraggio continuo supportato<br />
da riscontri analitici in campo. La sperimentazione in campo è stata integrata con<br />
attività di ricerca sviluppate dall’Università di Cagliari e volte alla caratterizzazione<br />
microbiologica delle comunità batteriche autoctone del sito ed alla determinazione<br />
del loro processo evolutivo. La ricerca ha consentito di individuare, tra l’altro, un<br />
particolare microrganismo biosurfattante (già noto in letteratura scientifica con<br />
il nome di Gordonia Bacterium), specializzato nella biodegradazione degli idrocarburi,<br />
a testimonianza dell’evoluzione selettiva delle comunità microbiologiche<br />
autoctone verso microrganismi specializzati al tipo di substrato organico del sito. A<br />
conclusione di questo complesso insieme di sperimentazioni, monitoraggi in campo<br />
e ricerche di laboratorio, la tecnica di base, il Bioslurping, è stata ulteriormente<br />
sviluppata e raffinata per massimizzarne l’efficacia, nel rispetto della specificità e<br />
vulnerabilità del sito. La sperimentazione in campo delle tecnologie di bonifica si<br />
è conclusa nel dicembre 2004. Il Progetto di Bonifica Definitivo nasce dal lavoro di<br />
quasi 3 anni nel corso dei quali è stato possibile mettere a punto e perfezionare le<br />
tecniche più idonee e garantire il risultato richiesto nel rispetto di tutte le matrici<br />
ambientali con particolare riguardo alle risorse idropotabili. Il Progetto di Bonifica<br />
L’<strong>Ambiente</strong><br />
84
Figura 14 – Progetto di bonifica del sito di Arcola<br />
Definitivo prevede l’applicazione simultanea e sinergica delle tecnica di “bioventing”<br />
e “skimming” (ottimizzate durante la sperimentazione), in 60 nuovi piezometri<br />
strumentati ed attrezzati. Nel corso del 2005, Arcola Petrolifera ha redatto e<br />
presentato il Progetto di Bonifica Definitivo alla Conferenza del Servizi indetta dal<br />
Comune di Arcola che lo ha approvato alla fine dello stesso anno; nei primi mesi del<br />
2006 ha avuto inizio l’attività d’installazione e messa a punto delle apparecchiature<br />
in campo che si è conclusa nel mese di aprile. L’evoluzione del progetto viene seguita<br />
costantemente mediante il monitoraggio di specifici indicatori di efficienza<br />
e di efficacia associati alla puntuale registrazione delle condizioni ambientali al<br />
contorno. Ciò è stato possibile utilizzando particolari attrezzature di monitoraggio,<br />
alcune fisse ed altre portatili, che consentono di registrare l’evoluzione del processo<br />
e misurarne l’efficacia. La strumentazione installata permette, ad esempio, di<br />
valutare l’attività della flora aerobica autoctona mediante la misura dell’ossigeno e<br />
dell’anidride carbonica nel sottosuolo. Periodiche analisi su campioni di sottosuolo,<br />
prelevati mediante microcarotaggi, integrano le citate informazioni. I risultati delle<br />
attività di monitoraggio vengono periodicamente raccolti interpretati e commentati<br />
sotto forma di rapporti tecnici periodici che vengono poi trasmessi alle Autorità<br />
Preposte. Nel mese di dicembre del 2008 è stato redatto e presentato il V <strong>Rapporto</strong><br />
Tecnico sulle attività di bonifica riferito al periodo giugno-novembre 2008. I dati più<br />
significativi confermano l’efficacia delle tecniche poste in essere che hanno consentito<br />
la sostanziale decontaminazione di tutta la zona insatura dell’area di bonifica;<br />
come ci si attendeva, il punto di attenzione rimane sulla zona della frangia capillare<br />
in cui, per le dinamiche della falda, ancora permane un orizzonte di contaminazione.<br />
Nell’anno 2009 è stata avviata la sperimentazione di tecniche integrative volte<br />
a massimizzare l’efficienza degradativa nella frangia capillare mediante sommini-<br />
L’<strong>Ambiente</strong><br />
85
strazione di acqua ossigenata. Nel corso dell’anno 2010, alle tecniche di bioventing<br />
e skimming, è stata affiancata la tecnica di air sparging che consiste nella somministrazione<br />
di elevate quantità d’aria al di sotto del livello di falda (4 metri) allo<br />
scopo di ottenere l’eliminazione delle frazioni volatili (COV) mediante strippaggio<br />
ed aumentare il livello di ossigeno nello strato saturo. Contemporaneamente è stata<br />
programmata la costruzione di un pozzo aperto di grande diametro per testare alcune<br />
tecniche di richiamo e raccolta del prodotto residuo in fase libera; con l’occasione<br />
sono stati prelevati campioni di sottosuolo contaminato per realizzare ulteriori<br />
test di laboratorio. Le attività di installazione ed avviamento degli impianti si sono<br />
protratte fino alla primavera dell’anno <strong>2011</strong> con una interruzione di tre mesi dovuta<br />
a condimeteo avverse, e si sono concluse nel mese di marzo con l’installazione di<br />
un sistema di richiamo e recupero del contaminante residuo, nel pozzo a grande<br />
diametro. Nel corso dell’anno sono state svolte le prove di ossidazione chimica in<br />
laboratorio utilizzando tutti i mezzi ossidanti disponibili e le prove di ossidazione<br />
aerobica ed anaerobica condotte sia in laboratorio che in campo a scala ridotta.<br />
Tutte le informazioni ottenute sono state raccolte e commentate in uno specifico<br />
elaborato tecnico inviato all’Ufficio <strong>Ambiente</strong> del Comune di Arcola che provvederà<br />
ad indire la Conferenza dei Servizi allo scopo di analizzare congiuntamente i risultati<br />
e definire le azioni ancora necessarie per la completare le operazioni di bonifica.<br />
<strong>Saras</strong> Energia<br />
Impianto di produzione biodiesel<br />
Il 5 giugno 2008 <strong>Saras</strong> Energia ottenne, dalla Direzione Generale di Pianificazione,<br />
Valutazione e Controllo Ambientale, l’Autorizzazione Ambientale Integrata per<br />
l’impianto per la produzione di biodiesel di Cartagena rispettando tutti i requisiti<br />
previsti dalla Legge 16/2002, del 1 luglio, i prevenzione e controlli integrati della<br />
contaminazione, legge che recepisce nell’ordinamento spagnolo la Direttiva 91/61/<br />
CEE. Allo scopo di mantenere l’autorizzazione conseguita, l’azienda ha sviluppato<br />
un programma di vigilanza ambientale che prevede un controllo puntuale e sistematico<br />
degli effetti ambientali che si producono a causa dell’attività dello stabilimento<br />
e definisce le misure di controllo necessarie per ottenere un’adeguata protezione<br />
dell’ambiente. Il citato programma di vigilanza ambientale si è concluso con<br />
esito positivo nel corso dell’anno <strong>2011</strong>. L’adozione e la corretta attuazione del citato<br />
programma di vigilanza ambientale è stata verificata dalla Direzione Generale di<br />
Pianificazione, Valutazione e Controllo Ambientale attraverso le attività ispettive di<br />
un’entità collaboratrice dell’Amministrazione, che ha sancito il risultato favorevole<br />
Tabella 33 – Parametri di controllo<br />
* Non sono stati stabiliti limiti legali<br />
Parametro<br />
Valore<br />
registrato 3<br />
L’ambiente<br />
2009 2010 <strong>2011</strong><br />
Valore<br />
limite 2<br />
Valore<br />
registrato 3<br />
86<br />
Valore<br />
limite 2<br />
Valore<br />
registrato 3<br />
Valore<br />
limite 2<br />
CO (ppm) 54,6 500 49,1 500 17,7 500<br />
NOx (ppm) 69,9 300 71,3 300 97 300<br />
COV´s (mg/m3N)
certificando che lo stabilimento rispetta tutti i requisiti ambientali previsti dalla<br />
vigente normativa. Nel corso dell’anno <strong>2011</strong>, in ottemperanza a quanto previsto nel<br />
Real Decreto 9/2005, del 14 gennaio, che stabilisce la relazione di attività potenzialmente<br />
contaminanti per il suolo ed i criteri e gli standard per la dichiarazione<br />
di suolo contaminato, lo stabilimento ha elaborato e presentato, alla Direzione Generale<br />
di Pianificazione, Valutazione e Controllo Ambientale, la Nota Informativa<br />
Preliminare sulla Situazione del Suolo con cui, sulla base delle analisi previste e<br />
realizzate, dichiara che non si deduce l’esistenza di un inizio di contaminazione ne<br />
esistono evidenze di contaminazione del suolo.<br />
Deposito di carburanti<br />
Il deposito di carburanti fu realizzato da <strong>Saras</strong> Energía a Cartagena secondo le<br />
previsioni del Real Decreto 833/1988, del 20 luglio, con il quale si approvava il<br />
Regolamento per l’esecuzione della Legge 20/1986, del 14 maggio,che regola la<br />
materia dei rifiuti tossici e pericolosi. Pertanto il deposito risulta iscritto presso la<br />
“Consejería de Medio <strong>Ambiente</strong>” come stabilimento produttore di rifiuti pericolosi;<br />
in conseguenza di ciò, il deposito deve presentare con frequenza annuale una<br />
Dichiarazione Annuale Ambientale, una Dichiarazione Annuale come Produttore<br />
di Rifiuti Pericolosi ed una Dichiarazione Annuale come Produttore di imballaggi<br />
contaminati. Nel corso dell’anno <strong>2011</strong> le citate dichiarazioni sono state<br />
regolarmente redatte e presentate nei tempi previsti senza alcun rilievo da parte<br />
della pubblica Amministrazione. Il deposito è munito di autorizzazione allo scarico<br />
di acque industriali nel corso d’acqua denominato El Fangal, rilasciata dalla<br />
Confederación Hidrográfica (ente che regola gli scarichi industriali in acque<br />
pubbliche). La vigente normativa prevede che l’azienda presenti con frequenza<br />
annuale una memoria relativa agli scarichi effettuati nel corso dell’anno. Entro le<br />
scadenze previste la citata memoria è stata redatta e presentata senza che alcun<br />
rilievo da parte dell’ente competente. Secondo le previsioni del Real Decreto<br />
9/2005, del 14 gennaio, in materia di attività potenzialmente contaminanti che<br />
stabilisce le regole per las determinazione e dichiarazione di cuolo contaminato,<br />
è stato inoltrato alla Consejería de Medio <strong>Ambiente</strong> una Relazione sullo stato del<br />
suolo su cui insiste il deposito dalla quale si evince che l’attuale stato di contaminazione<br />
del suolo rispecchia esattamente le medesime condizioni rilevate prima<br />
dell’inizio dell’attività di <strong>Saras</strong> Energia.<br />
SARTEC<br />
In linea con quanto previsto dal Sistema di Gestione Integrato SARTEC<br />
tiene costantemente sotto controllo tutti i propri aspetti ambientali significativi,<br />
anche attraverso specifici monitoraggi strumentali.<br />
In particolare sono tenuti sotto controllo i seguenti aspetti:<br />
<br />
operative di SARTEC;<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
L’ambiente<br />
87<br />
La formazione<br />
Nel corso del 2010 sono stati realizzati corsi specifici sulla sicurezza<br />
e il rispetto dell'ambiente nelle stazioni di servizio della<br />
rete di <strong>Saras</strong> Energia, così come previsto dal Piano di Formazione<br />
(Progetto DERES).<br />
Un primo corso dedicato alla sicurezza nelle operazioni di scarico,<br />
durato tre giorni, diretto ai responsabili del "Desarrollo Ventas"<br />
e agli "Encargodos" della stazione.<br />
Temi trattati: un breve escursus sui prodotti e loro caratteristiche<br />
chimico-fisiche, elementi di prevenzione e procedure di sicurezza<br />
per lo scarico di autobotti.<br />
Si sono inoltre tenute giornate di formazione tecnica condotte<br />
da esperti di manutenzione e di problematiche ambientali dove<br />
sono stati approfonditi i temi citati.<br />
Infine sono state organizzate Esercitazioni pratiche Operative su<br />
stazioni di servizio, opportunamente identificate. L'esercitazione<br />
ha coinvolto, nei vari ruoli, il personale della stazione, il coordinatore<br />
Trasporti di sede e i responsabili commerciali della rete.<br />
Il coordinamento didattico affidato al Responsabile EHS che si è<br />
avvalso dei Consejeros di Seguridad delle imprese di trasporto<br />
nonchè del Consejeros di Seguridad RED.<br />
Nel piano annuale <strong>2011</strong> la sicurezza e l'attenzione all'ambiente<br />
mantengono il ruolo prioritario dedicato alle Stazioni di Servizio<br />
<strong>Saras</strong> Energia.
La <strong>Salute</strong> e la <strong>Sicurezza</strong><br />
La <strong>Salute</strong> e la <strong>Sicurezza</strong>
La <strong>Salute</strong> e la <strong>Sicurezza</strong><br />
91 Lo stabilimento di Sarroch<br />
91 Il “Progetto <strong>Sicurezza</strong>” <strong>Saras</strong><br />
93 REACH e CLP<br />
94 Monitoraggi di igiene industriale<br />
105 Il <strong>Rapporto</strong> di <strong>Sicurezza</strong> del sito<br />
105 I sistemi di sicurezza della raffineria<br />
106 I dati<br />
106 Gli infortuni<br />
109 Le emergenze<br />
110 Gli importi stanziati per la sicurezza<br />
111 Le Società del Gruppo<br />
111 I dati<br />
113 Monitoraggi di igiene industriale<br />
113 Sartec<br />
115 Sardeolica<br />
115 Arcola Petrolifera / Deposito di Arcola
Lo stabilimento di Sarroch<br />
Alimentare costantemente la cultura della sicurezza è una priorità nell’ambito<br />
degli obiettivi aziendali, per lo stretto legame che ha con l’instaurarsi<br />
di condizioni di lavoro adeguate alle esigenze dei lavoratori e per perseguire<br />
la riduzione progressiva dei casi di emergenza e degli infortuni.<br />
Allo stesso modo di altri obiettivi misurabili - come la qualità dei prodotti<br />
ed il grado di competitività maturato - la promozione e la conservazione<br />
di un elevato livello di <strong>Sicurezza</strong> si traduce in questa parte del <strong>Rapporto</strong><br />
<strong>2011</strong> in dati ed informazioni precise e puntuali. Infatti, la valutazione sulla<br />
correttezza delle scelte compiute dall’azienda sulle tematiche inerenti alla<br />
<strong>Sicurezza</strong> non può non passare per un’attenta analisi di dati opportunamente<br />
indicizzati. Gli indici considerati, confermano come molta strada<br />
sia stata fatta per il miglioramento continuo della <strong>Sicurezza</strong> dei lavoratori,<br />
ma esistono ancora dei margini di miglioramento che la società considera<br />
perseguibili e raggiungibili.<br />
Il "Progetto <strong>Sicurezza</strong>" <strong>Saras</strong><br />
Il programma “la <strong>Sicurezza</strong> è la nostra Energia”, è stato implementato dalla<br />
<strong>Saras</strong> nell’ ottica del miglioramento continuo a partire da marzo del 2009.<br />
Il progetto, sviluppato nell’ arco di 3 anni, si focalizza sullo sviluppo della<br />
cultura della <strong>Sicurezza</strong> e sul comportamento Sicuro di tutte le persone che<br />
operano sul sito. Il programma è stato sviluppato nei seguenti sette moduli<br />
1. Visione e gestione strategica del progetto<br />
Come punto di partenza si è proceduto alla definizione della vision di<br />
sicurezza che esprime i valori e le aspirazioni in materia di sicurezza<br />
della nostra società.<br />
La vision di sicurezza è stata approvata il 7 aprile 2009 dal comitato<br />
guida del progetto, che ha inoltre disposto di dare ad essa la massima<br />
diffusione e visibilità.<br />
2. Standard e procedure<br />
Nell’ ambito del programma “la <strong>Sicurezza</strong> è la nostra Energia”, sono stati<br />
sviluppati nuovi strumenti per la diffusione e l implementazione del comportamento<br />
sicuro quali:<br />
portamenti<br />
basilari per la sicurezza;<br />
<br />
base ad un apposito calendario annuale al fine di garantire il costante<br />
monitoraggio e presidio in termini di sicurezza di tutte le zone d’impianto,<br />
verificando condizioni e comportamenti, evidenziando aspetti positivi<br />
e criticità.<br />
3. Comunicazione<br />
A supporto di tutte le iniziative del programma sono state sviluppate delle<br />
attività di comunicazione interna dirette sia al personale <strong>Saras</strong> che delle<br />
Ditte d’ Appalto.<br />
La <strong>Salute</strong> e la <strong>Sicurezza</strong><br />
91<br />
La formazione sulla sicurezza<br />
Un sistema ad alta affidabilità può garantire la propria sicurezza<br />
solo se le persone che lo fanno vivere sono formate e<br />
competenti per agire ciascuno nel proprio ruolo. Ogni persona<br />
perciò deve essere formata al meglio sia per quanto riguarda le<br />
competenze tecniche che per quanto riguarda le competenze<br />
comportamentali.<br />
Durante il <strong>2011</strong> <strong>Saras</strong> ha focalizzato l’attenzione su entrambi<br />
i livelli, incrementando il monte ore di formazione erogata del<br />
24%.<br />
Nel complesso sono state erogate 49.623 ore di formazione di<br />
cui 33.181 ore di sicurezza.<br />
L’inizio del <strong>2011</strong> ha visto il completamento del progetto di<br />
Certificazione delle Competenze di Manutenzione, iniziato<br />
durante il 2010.<br />
Inoltre, a seguito dell’approvazione della nuova procedura che<br />
regolamenta l’emissione e la gestione dei permessi di lavoro e<br />
prima della sua entrata in vigore, è stato avviato e completato<br />
un percorso di formazione per oltre 730 risorse interne, ovvero<br />
tutti coloro che in tale processo rivestono un qualsiasi ruolo. Per<br />
questa formazione sono state impegnate oltre 4.400 ore. Sono<br />
state formate anche 120 risorse delle ditte d’appalto, in qualità<br />
di responsabili esecutori.<br />
Tra le tante iniziative di formazione, molte hanno avuto un diretto<br />
impatto sull’acquisizione di tecniche e tecnologie derivanti anche<br />
dall’aggiornamento di strumenti e processi. Per tale formazione<br />
sono state dedicate oltre 10.800 ore.
4. Struttura manageriale/HSE<br />
Sono state apportate importanti modifiche organizzative mirate a decentrare<br />
le responsabilità gestionali in tema di <strong>Sicurezza</strong> dal Servizio Prevenzione<br />
e Protezione (SPP) alle Aree Produttive/Servizi di staff mantenendo<br />
il coordinamento con l’unità SPP. Un passaggio fondamentale è stato l’ inserimento<br />
in ciascuna Area Produttiva, ed altri processi aziendali, di una<br />
nuova figura, lo specialista HSEQ (Health, Saferty, Environment, Quality<br />
– <strong>Salute</strong>, <strong>Sicurezza</strong>, <strong>Ambiente</strong>, Qualità) con il compito specifico di contribuire<br />
a diffondere il comportamento sicuro, presidiare le anomalie e la<br />
verifica delle azioni correttive.<br />
5. Gestione degli incidenti<br />
Sul questo campo si è proceduto con il miglioramento degli strumenti (revisione<br />
della procedura) e delle metodologie di esame degli eventi incidentali<br />
(analisi di primo e secondo livello) che hanno consentito notevoli progressi<br />
nella capacità e nella tempestività di analisi, di elaborazione delle<br />
azioni correttive e del monitoraggio della loro attuazione.<br />
6. Audit e dialoghi di sicurezza<br />
Sono state introdotte delle importanti novità anche sul tema del sistema di<br />
audit in campo, modificando radicalmente lo strumento delle ispezioni in<br />
campo che ha visto implementate le seguenti modifiche:<br />
riduzione del numero degli ispettori coinvolti (in modo da rendere più<br />
snella la loro esecuzione);<br />
selezione più mirata degli ispettori stessi (scelti tra persone di elevata<br />
esperienza impiantistica);<br />
destinatari e finalità dell’ ispezione, che concentrano il focus sulle Ditte<br />
d’ Appalto.<br />
Una novità assoluta riguarda invece i Dialoghi di <strong>Sicurezza</strong>. Si tratta infatti<br />
di un momento di incontro tra un operatori e due “dialoganti” opportunamente<br />
formati che ha lo scopo di:<br />
diffondere la cultura della sicurezza in termini di adozione di comportamenti<br />
sicuri e di percezione e valutazione dei rischi;<br />
identificare e raccogliere spunti per migliorare la sicurezza in azienda;<br />
coinvolgere e motivare il personale.<br />
7. Gestione imprese esterne<br />
Importanti innovazioni sono state introdotte anche nella gestione delle<br />
Ditte d’ Appalto. Il lavoro sinergico di servizio Prevenzione e Protezione<br />
con il Servizio Acquisti e Appalti ha consentito, in questo campo, di<br />
Elaborare uno standard minimo su tematiche HSE (Health, Saferty,<br />
Environment) per le Ditte d’ Appalto<br />
Istituzione di una verifica formalizzata tramite liste di controllo su diversi<br />
ambiti (tra cui quelli HSE)<br />
Elaborazione di uno standard HSE in aggiunta a verifica di ottemperanza<br />
agli obblighi di legge<br />
Certificazione delle ditte terze rispetto agli standard HSE necessaria<br />
per l’inserimento nella vendor list (appaltatori abilitati)<br />
La <strong>Salute</strong> e la <strong>Sicurezza</strong><br />
92<br />
inserimento
Aggiornamento del sistema di verifica delle ditte terze certificate su<br />
HSE<br />
Definizione di un controllo settimanale del rispetto degli standard HSE<br />
REACH E CLP<br />
Attuazione del Regolamento REACH<br />
Obiettivo principale del “Regolamento REACH” è accrescere la protezione<br />
della salute umana ed ambientale attraverso una migliore e più rapida<br />
identificazione delle proprietà intrinseche delle sostanze chimiche; allo<br />
stesso tempo mira ad incrementare la competitività dell’industria chimica<br />
europea.<br />
In assenza di registrazione, la sostanza non può essere fabbricata o immessa<br />
sul mercato europeo, secondo il principio del “NO DATA NO MARKET”.<br />
Le sostanze prodotte dalla Raffineria rientrano nel campo di applicazione<br />
del “Regolamento REACH”, il quale impone la registrazione delle sostanze<br />
chimiche attraverso la trasmissione di un fascicolo ad una banca dati centrale<br />
comune agli Stati Membri, gestita dall’Agenzia Europea per le sostanze<br />
chimiche (ECHA).<br />
Per quanto riguarda il settore petrolifero le sostanze di interesse (circa<br />
660) sono state raggruppate in 20 categorie dall’Associazione Europea delle<br />
Compagnie Petrolifere (Concawe), sulla base delle affinità nei processi<br />
di raffinazione e delle similarità nelle proprietà chimico-fisiche nonché degli<br />
usi finali cui sono destinate.<br />
Le sostanze prodotte dalla Raffineria <strong>Saras</strong> sono comprese nelle seguenti<br />
categorie: “gases”, “low boiling point naphthas/gasolines”, “kerosines”,<br />
“straight run gas oils”, “vacuum gas oils”, “hydrocracked gas oils and distillate<br />
fuels”, “cracked gas oils”, “heavy fuel oils” e “sulphur”.<br />
L’attività di Registrazione delle sostanze è stata fatta in due tempi:<br />
pre-registrazione<br />
registrazione vera e propria<br />
Come previsto dal Regolamento, <strong>Saras</strong> ha pre-registrato 43 sostanze phasein<br />
entro il 1° dicembre 2008 trasmettendo una serie ridotta di informazioni<br />
sulle sostanze all’Agenzia Europea per le sostanze chimiche (ECHA).<br />
La pre-registrazione ha consentito ai produttori e/o importatori di:<br />
proseguire le attività di fabbricazione e di immissione sul mercato oltre<br />
il 1° dicembre 2008;<br />
beneficiare dei termini di registrazione scaglionata a seconda della pericolosità<br />
della sostanza e del tonnellaggio (2010, 2013 o 2018), cosiddette<br />
sostanze “soggette a regime transitorio”;<br />
avere accesso alle agevolazioni relative alla condivisione dei dati tra<br />
più dichiaranti (SIEF).<br />
La registrazione che è stata completata come previsto dal Regolamento<br />
entro il 30 novembre 2010 ha comportato la redazione e la trasmissione di<br />
un fascicolo all’ECHA, costituito da:<br />
un Dossier Tecnico, contenente le informazioni relative alle proprietà<br />
intrinseche delle sostanze (chimico-fisiche, tossicologiche ed ecotossicologiche),<br />
agli usi ed alla pericolosità per la salute umana;<br />
un <strong>Rapporto</strong> sulla <strong>Sicurezza</strong> Chimica (CSR) per quantitativi superiori<br />
La <strong>Salute</strong> e la <strong>Sicurezza</strong><br />
93<br />
REACH E CLP<br />
Regolamento REACH<br />
Il Regolamento (CE) 1907/2006 del Parlamento Europeo e del<br />
Consiglio, è entrato in vigore il 1° giugno 2007 con l’obiettivo<br />
di razionalizzare e migliorare il precedente quadro legislativo in<br />
materia di sostanze chimiche dell’Unione Europea (UE).<br />
Il Regolamento REACH (acronimo di Registration, Evaluation,<br />
Authorisation of Chemicals), attraverso un sistema integrato di<br />
registrazione, di valutazione, di autorizzazione e di restrizione<br />
delle sostanze chimiche, mira a garantire un maggiore livello di<br />
protezione della salute umana e dell’ambiente e a migliorare la<br />
competitività e la capacità di innovazione dell’industria chimica<br />
europea.<br />
Sostanze “phase-in”<br />
Sostanze soggette a regime transitorio che soddisfino almeno<br />
una delle seguenti condizioni:<br />
è compresa nell’inventario europeo delle sostanze chimiche<br />
esistenti a carattere commerciale (EINECS);<br />
è stata fabbricata in UE, ma non immessa sul mercato dal<br />
fabbricante o dall’importatore, almeno una volta nei quindici<br />
anni precedenti l’entrata in vigore del presente regolamento,<br />
a condizione che ne sia fornita la prova documentale;<br />
è stata immessa sul mercato UE prima dell’entrata in vigore<br />
del REACH dal fabbricante o dall‘importatore ed è stata considerata<br />
notificata a norma della Direttiva 67/548/CEE, ma non<br />
corrisponde alla definizione di polimero (“no-longer polymer”)<br />
contenuta nel REACH, a condizione che ne sia fornita la prova<br />
documentale.<br />
SIEF<br />
SIEF è l’acronimo di “Substances Information Exchange Forum”,<br />
forum per le imprese che hanno pre-registrato le sostanze con<br />
lo stesso numero CAS/EINECS, per la condivisione e la trasmissione<br />
comune dei dati, per la ripartizione dei costi e le tasse di<br />
registrazione e per evitare la duplicazione di test, in particolare<br />
sugli animali vertebrati.<br />
Lead Registrant<br />
Il Lead Registrant è il dichiarante che all’interno di un SIEF agisce<br />
per conto degli altri dichiaranti della medesima sostanza (member-registrant)<br />
presentando un fascicolo di trasmissione comune,<br />
cosiddetto “joint submission”.
a 10 tonnellate l’anno, contenente l’identificazione dei pericoli chimico-fisici<br />
per la salute e per l’ambiente e delle sostanze PBT o vPvB;<br />
eventualmente la valutazione dell’esposizione e la caratterizzazione<br />
dei rischi.<br />
Il Regolamento prevede che per ogni sostanza ci sia un dichiarante capofila<br />
che, su mandato degli altri dichiaranti, presenta all’ECHA il fascicolo di registrazione,<br />
cui poi ogni dichiarante fa riferimento: <strong>Saras</strong> ha svolto il ruolo di<br />
capofila per 7 delle 43 sostanze registrate. Ciascun fascicolo di registrazione<br />
trasmesso all’ECHA ha subito controlli di conformità e completezza, solo dopo<br />
l’esito positivo di questi viene assegnato un numero di registrazione. Nel corso<br />
dell’anno <strong>2011</strong> sono proseguite le attività di mantenimento della registrazione<br />
con particolare riferimento alle verifiche documentali delle sostanze in ingresso<br />
ed in uscita dal sito di Sarroch. <strong>Saras</strong> ha registrato 41 sostanze petrolifere, 30<br />
delle quali destinate alla commercializzazione per le quali è stato necessario<br />
produrre le schede di sicurezza secondo i nuovi standard.<br />
Monitoraggi di Igiene Industriale<br />
Nel corso degli anni sono state condotte in Raffineria, numerose campagne<br />
di monitoraggio degli ambienti di lavoro, sia nel caso di lavorazioni all’aperto<br />
che in ambienti chiusi, in relazione alla presenza di pericoli di natura fisica<br />
chimica, microclimatica. Il programma di monitoraggio è periodico e integra<br />
temi quali: videoterminali, sostanze pericolose, agenti biologici, campi elettromagnetici.<br />
Per semplicità si riporta la tabella “Programma monitoraggio”<br />
relativo all’ Igiene Industriale attuato dal 2004 al <strong>2011</strong> che si è articolato con<br />
frequenza triennale; tale periodicità può variare a seconda delle necessità<br />
che possono nascere all’interno dello stabilimento o di un singola area.<br />
L’AIDII (Associazione Italiana Degli Igienisti Industriali), prevede tre categorie<br />
di Valori Limite di Soglia – TLV (AIDII, 1997; ACGIH, 2002), riportate<br />
nella Tabella 35.<br />
Considerazioni generali<br />
Sostanze pericolose e sostanze cancerogene<br />
Le campagne di monitoraggio sulle sostanze pericolose sono state individuate<br />
in base a considerazioni sulle materie prime utilizzate, sui cicli<br />
di produzione ed, ovviamente, sulla loro nocività intrinseca (idrocarburi,<br />
anidride solforosa, acido solfidrico, acido fluoridrico, ecc.).<br />
Tabella 34 – Programma monitoraggio<br />
La <strong>Salute</strong> e la <strong>Sicurezza</strong><br />
GHS-CLP<br />
L’ONU ha sviluppato un sistema globale che definisce criteri<br />
armonizzati per la classificazione e l’etichettatura dei prodotti<br />
chimici (GHS -GloballyHarmonizedSystem of Classificationand<br />
Labellingof Chemicals) assicurando uno standard internazionale<br />
di alto livello a tutela della salute di chiunque impieghi sostanze<br />
chimiche (per scopi professionali e non) e a protezione dell’ambiente.<br />
L’entrata in vigore già a partire dal 2010 del Regolamento<br />
1272/2008 noto anche come regolamento CLP ha determinato<br />
l’applicazione dei nuovi criteri di classificazione, etichettatura ed<br />
imballaggio (anche ai fini del REACH) che sarà obbligatoria a<br />
partire dal 1 dicembre 2010 per le sostanze e dal 1 giugno<br />
2015 per le miscele.<br />
Tale Regolamento, applicando in UE i criteri internazionali mutuati<br />
dal Sistema Globale Armonizzato GHS (Globally Harmonised<br />
System), ha l’obiettivo di armonizzare i criteri per la classificazione<br />
e le norme relative all’etichettatura e all’imballaggio delle<br />
sostanze<br />
e delle miscele pericolose garantendo la libera circolazione delle<br />
stesse e al contempo un elevato livello di protezione per salute<br />
dell’uomo e di tutela dell’ambiente.<br />
Il Regolamento CLP introduce cambiamenti per l’Industria circa<br />
la classificazione delle sostanze e delle miscele e la riformulazione<br />
delle Schede Dati <strong>Sicurezza</strong> e delle etichette di pericolo, nelle<br />
quali muteranno gli attuali pittogrammi di pericolo, le indicazioni<br />
di pericolo, le frasi di rischio“R” e i consigli di prudenza “S”.<br />
SARAS ha partecipato a livello Nazionale di un gruppo di lavoro<br />
che si è occupato della stesura delle nuove schede dati di sicurezza<br />
(SDS) sui prodotti petroliferi coordinato da UNIONE PETRO-<br />
LIFERA, associazione alla quale aderiscono le principali aziende<br />
che operano in Italia nell’ambito della trasformazione del petrolio<br />
e della distribuzione dei prodotti petroliferi.<br />
Le schede di dati di sicurezza SDS rappresentano il documento<br />
tecnico più significativo ai fini informativi sulle sostanze chimiche<br />
e loro miscele, in quanto contengono le informazioni necessarie<br />
sulle proprietà fisico-chimiche, tossicologiche e di pericolo per<br />
l’ambiente necessarie per una corretta e sicura manipolazione<br />
delle sostanze e miscele.<br />
Le SDS consentono:<br />
al datore di lavoro di determinare se sul luogo di lavoro vengono<br />
manipolate sostanze chimiche pericolose e di valutare<br />
quindi ogni rischio per la salute e la sicurezza dei lavoratori<br />
derivanti dal loro uso<br />
agli utilizzatori di adottare le misure necessarie in materia di<br />
tutela della salute, dell’ambiente e della sicurezza sul luogo<br />
di lavoro.<br />
Tali documenti sono pubblicati in una pagina dedicata sulla intranet<br />
aziendale e sono a disposizione di tutto il personale operante<br />
nello stabilimento. Inoltre vengono consegnati a tutti i nostri<br />
clienti, preliminarmente o contestualmente alla prima fornitura<br />
del prodotto.<br />
Pericoli 2005 2006 2007 2008 2009 2010 <strong>2011</strong> 2012<br />
Illuminamento<br />
Sostanze pericolose 1° gruppo<br />
Sostanze pericolose 2° gruppo<br />
Rumore<br />
Campi elettromagnetici<br />
Microclima<br />
Agenti biologici<br />
Asbesto<br />
94
Tabella 35 – Valori Limite di Soglia<br />
TLV-TWA<br />
Valore Limite di Soglia<br />
Media Ponderata nel Tempo<br />
TLV-STEL<br />
Valore Limite di Soglia<br />
Limite per Breve Tempo di Esposizione<br />
TLV-C<br />
Valore Limite di Soglia – tetto (“Ceiling”)<br />
I parametri da campionare in base alle classi di pericolosità, sono:<br />
sostanze pericolose 1° gruppo (idrocarburi totali, n-esano, benzene,<br />
toluene, xilene, etilbenzene, percloroetilene, butadiene, metanolo,<br />
TAME (etere), ossidi di metalli;<br />
sostanze pericolose 2° gruppo (polveri respirabili, mercaptani, fenolo,<br />
piombo, acido cloridrico, acido fluoridrico, acido solfidrico, monossido<br />
di carbonio, ammoniaca).<br />
Il Protocollo <strong>Sicurezza</strong> e <strong>Salute</strong>, adottato da <strong>Saras</strong>, prevede che durante le<br />
campagne di valutazione sia coinvolto il personale turnista, addetto alla<br />
normale attività produttiva, e anche il personale addetto ai servizi tecnici<br />
ed alle attività ispettive e di controllo e comunque tutti coloro che in base<br />
al Documento di Valutazione dei Rischi risultano potenzialmente esposti<br />
alla sostanze citate.<br />
Gli obiettivi delle campagne sono:<br />
valutare l’esposizione degli operatori mediante dosimetrie personali,<br />
effettuate<br />
- durante l’attività operativa svolta nei normali 3 turni di lavoro<br />
ognuno di 8 ore, per tutte le mansioni d’impianto,<br />
- durante l’attività giornaliera, di 8 ore, per tre giorni consecutivi per tutte<br />
le posizioni di addetto ai servizi tecnici/ispezione e controllo e confrontarlo<br />
con le soglie di concentrazione media ponderata nel tempo<br />
(TLV-TWA), previste dalla normativa nazionale o internazionale;<br />
valutare l’esposizione dell’operatore durante lo svolgimento di particolari<br />
operazioni, a confronto con le soglie di concentrazione per brevi<br />
periodi di esposizione (TLV-STEL), ove disponibili, applicabili a periodi<br />
di tempo limitati (postazioni fisse specifiche);<br />
valutare l’esposizione a cui è soggetta ogni persona che abbia accesso ad<br />
una determinata area mediante monitoraggio nelle vie di transito (postazioni<br />
fisse), effettuato durante le 8 ore di attività lavorativa giornaliera.<br />
Al fine riconsentire un’analisi statistica dei risultati, i valori di concentrazione<br />
rilevati sono stati suddivisi in 4 classi all’interno della massima concentrazione:<br />
La <strong>Salute</strong> e la <strong>Sicurezza</strong><br />
Concentrazione media ponderata nel tempo, su una giornata lavorativa convenzionale di 8 ore e su 40 ore lavorative<br />
settimanali, alla quale quasi tutti i lavoratori possono essere ripetutamente esposti, giorno dopo giorno,<br />
senza effetti negativi.<br />
Concentrazione alla quale i lavoratori possono essere esposti continuativamente per breve periodo di tempo, purché<br />
il TLV-TWA giornaliero non venga superato, senza che insorgano: 1) irritazione; 2) danno cronico o irreversibile<br />
del tessuto; 3) riduzione dello stato di vigilanza di grado sufficiente ad accrescere le probabilità di infortuni od<br />
influire sulle capacità di mettersi in salvo o ridurre materialmente l’efficienza lavorativa (sempre nel presupposto<br />
che il TLV-TWA non venga superato). Il TLV-STEL non costituisce un limite di esposizione separato indipendente,<br />
ma piuttosto integra il TLV-TWA di una sostanza la cui azione tossica sia principalmente di natura cronica, qualora<br />
esistano effetti acuti riconosciuti. Gli STEL vengono raccomandati quando l’esposizione umana o animale ad alta<br />
concentrazione per breve durata ha messo in evidenza effetti tossici. Uno STEL viene definito come esposizione<br />
media ponderata su un periodo di 15 minuti, che non deve mai essere superata nella giornata lavorativa, anche<br />
se la media ponderata su 8 ore è inferiore ai TLV. Esposizioni al valore STEL non devono protrarsi oltre i 15<br />
minuti e non devono ripetersi per più di quattro volte al giorno. Fra esposizioni successive al valore STEL, devono<br />
intercorrere almeno 60 minuti. Un periodo di mediazione diverso dai 15 minuti può essere consigliabile se ciò è<br />
giustificato da effetti biologici osservati.<br />
Concentrazione che non deve mai essere superata durante l’attività lavorativa, nemmeno per un brevissimo<br />
periodo di tempo.<br />
95
1° CLASSE Zona di sicurezza - Valori entro il 10% della concentrazione<br />
massima tollerabile<br />
2° CLASSE Prima zona di attenzione - Valori compresi tra il 10% e il 50%<br />
della concentrazione massima tollerabile.<br />
3° CLASSE Seconda zona di attenzione - Valori compresi tra il 50% e il<br />
100% della concentrazione massima tollerabile - necessità di<br />
ulteriori controlli ed eventuali miglioramenti tecnici.<br />
4° CLASSE Zona di rischio - comprende i valori superiori alla concentrazione<br />
massima tollerabile.<br />
Riepilogo ultimo triennio<br />
Monitoraggi 2008<br />
I risultati delle dosimetrie riferite alle sostanze pericolose del primo gruppo<br />
hanno messo in evidenza una situazione di rispetto degli obiettivi prefissati;<br />
infatti tutti i valori riscontrati sono rientrati in classe 1, cioè nella<br />
zona di sicurezza (valori di concentrazione inferiori al 10% della concentrazione<br />
massima tollerabile) ad eccezione di 5 mansioni ricadenti in classe<br />
2, ma con valori molto vicini alla soglia di passaggio tra la classe 1 e 2.<br />
I risultati delle dosimetrie riferiti alle sostanze cancerogene o potenzialmente<br />
cancerogene, hanno messo in evidenza che i valori rientrano tutti<br />
in classe 1, cioè nella zona di sicurezza (valori di concentrazione inferiori<br />
al 10% della concentrazione massima tollerabile) e tutti, ad eccezione di<br />
uno, rientravano anche in classe 0.<br />
Monitoraggi 2008 e 2009 durante la bonifica e manutenzione degli impianti<br />
Nel 2008 e 2009 sono stati inoltre condotti dei monitoraggi di sostanze pericolose<br />
e potenzialmente cancerogene in occasione della fermata per manutenzione<br />
degli impianti FCC, RT1 e V2 durante le operazioni di bonifica e<br />
apertura delle apparecchiature. Le misurazioni sono state osservate in occasione<br />
della punta di attività di cantiere (sflangiatura impianto, bonifica<br />
impianto) e occorre comunque precisare che tutto il personale coinvolto<br />
nell’attività di bonifica, durante le fasi di lavoro e quindi di esposizione,<br />
ha indossato la maschera con filtro ABEK specifica per i composti organici<br />
permettendo di eliminare l’eventuale rischio legato all’esposizione. L’obiettivo<br />
dell’indagine è stato quello ottenere le informazioni necessarie per la<br />
valutazione del rischio di esposizione alle seguenti sostanze, in occasione<br />
di operazioni di preparazione alla manutenzione degli impianti rispetto al<br />
caso di normale esercizio. Il risultati del dosimetrie hanno messo in evidenza<br />
un buon risultato, infatti, in tutti e tre gli impianti, considerando<br />
come riferimento il benzene, si sono riscontrati quattro casi di superamento<br />
della classe 1, mentre la maggior parte dei risultati sono in classe 1 e<br />
classe 0. Analogo andamento anche per gli altri parametri.<br />
Monitoraggio 2009/2010<br />
Tra la fine del 2009 e i primi mesi del 2010 è stato effettuato un monitoraggio<br />
delle sostanze pericolose mirata a verificare il livello di esposizione<br />
La <strong>Salute</strong> e la <strong>Sicurezza</strong><br />
96
per il personale operante all’interno della Raffineria, ad alcuni composti<br />
organici e sostanze inorganiche. Tutte le sostanze indagate nel corso di<br />
questa ultima campagna ed in particolare: mercaptani, fenolo, acido fluoridrico,<br />
acido cloridrico, ammoniaca e monossido di carbonio sono rientrati<br />
sempre in classe 1. Per acido solfidrico, mercaptani e fenolo non si sono<br />
mai riscontrate concentrazioni significative, ovvero sono sempre sotto il<br />
limite di rilevabilità strumentale. Le polveri respirabili, risultano in linea<br />
con dati storici. In conclusione si può affermare che le sostanze monitorate<br />
non hanno mai superato i limiti di soglia in nessuna delle attività o<br />
postazioni monitorate.<br />
Monitoraggi sostanze pericolose del primo gruppo anno <strong>2011</strong><br />
Nella campagna di monitoraggio, che ha visto coinvolte tutte quelle mansioni<br />
lavorative sia turnista che giornaliere considerate esposte a tale rischio,<br />
l’ indagine è stata eseguita sia con l’ utilizzo di dosimetri personali<br />
che tramite postazioni fisse di rilievo collocate nelle posizioni più rappresentative<br />
del sito. Sono stati effettuati circa 300 campionamenti per ogni<br />
agente monitorato ad eccezione delle sostanze: Nichel e metanolo, per le<br />
quali ne sono stati eseguiti rispettivamente 139 e 116, in relazione alle<br />
specifiche aree dove sono presenti le sostanze. I primi risultati mostrano<br />
che non è stata rilevata la presenza significativa di sostanze quali n-esano,<br />
toluene, etilbenzene, xileni, tetracloroetilene, metanolo, molibdeno, alluminio<br />
e pentossido di fosforo, se non al di sotto di 1 mg/m3 . Occorre sottolineare<br />
che nell’impianto CCR-ALKY, dove è stato registrato l’unico valore di<br />
toluene significativo (ca. 1 mg/m3 ), quest’ ultimo risulta comunque molto<br />
al di sotto del valore TLV-TWA di riferimento (192 mg/m3 ). Dai risultati si<br />
evince che tutte le concentrazioni misurate sono al di sotto del 10% del<br />
valore limite TLV-TWA e TLV-STEL, il che significa che tutte le dosimetrie<br />
personali, le postazioni fisse e le operazioni particolari cadono all’interno<br />
della classe 1. Relativamente invece alle sostanze 1,3-butadiene, benzene,<br />
idrocarburi totali, Nichel (composti inorganici insolubili) sono ancora in<br />
corso le indagini o l’ elaborazione dei risultati del monitoraggio che si è<br />
protratto, per queste sostanze, anche nel 2012.<br />
Amianto<br />
Storicamente i materiali di coibentazione principalmente utilizzati in Raffineria<br />
sono stati lana di vetro e lana di roccia. In alcune installazioni<br />
e per tubazioni di piccolo diametro, è stato utilizzato occasionalmente il<br />
cordoncino di amianto. Sono state inoltre utilizzate in Raffineria lastre di<br />
Eternit, come coperture, e guarnizioni con fibre di amianto su accoppiamenti<br />
flangiati. Tutti i materiali contenenti amianto non sono più presenti<br />
in Raffineria. Dal 1990 sono stati banditi i materiali contenenti amianto ed<br />
è iniziata una progressiva azione di eliminazione degli stessi, in particolare<br />
durante le operazioni di manutenzione degli impianti. Nel 1995 sono stati<br />
demoliti due forni di processo. Per la rimozione e lo smaltimento di piccole<br />
quantità di cordoncino di amianto fu presentato alla competente ASL il piano<br />
di lavoro sul quale la ASL si espresse favorevolmente. Nel corso del 1996<br />
seguirono ulteriori attività di smontaggio di alcuni tubi, anch’essi rivestiti<br />
La <strong>Salute</strong> e la <strong>Sicurezza</strong><br />
97
con cordoncino in amianto, previa presentazione, alla competente ASL del<br />
piano di lavoro. Nel 1998 è stata effettuata una indagine ambientale per<br />
verificare la presenza di fibre di amianto nell’ambiente di lavoro. Le conclusioni<br />
dell’indagine hanno consentito di definire il rischio di esposizione,<br />
del personale, molto basso. Nel 2002 è stata ripetuta l’indagine ambientale<br />
e, anche in questo caso, il rischio di esposizione del personale è risultato<br />
molto basso. Successivamente sono stati formulati diversi piani per la rimozione<br />
di lastre di eternit di copertura al fine di eliminare progressivamente<br />
la presenza di questo materiale; detti piani sono stati presentati, di<br />
volta in volta, alla competente ASL e sul piano di lavoro la ASL ha sempre<br />
espresso parere favorevole, talvolta con ulteriori prescrizioni. Sulla base<br />
dei predetti piani sono state effettuate e completate le rimozioni di tutto<br />
l’eternit. Nei mesi di settembre/ottobre 2004 è stata effettuata l’indagine<br />
ambientale periodica, ripetuta nei medesimi punti nell’aprile 2007 ai sensi<br />
delle modifiche richieste dal D.Lgs. 257/2006, successivamente inserito al<br />
Titolo IX, Capo III del D.lgs 81/08. I risultati ottenuti hanno evidenziato<br />
la presenza di particelle di aspetto fibroso, indipendentemente dalla loro<br />
natura mineralogica, nel corpuscolato aerodisperso, in concentrazione<br />
praticamente nulla. Il valore limite di esposizione per l’amianto, definito<br />
dall’art. 254 del D.Lgs. 81/08 è pari a 100 ff/L. Avendo trovato un valore di<br />
0ff/L nel 98% dei campionamenti effettuati (100 su 102 totali) e la quota<br />
restante dei campioni con un valore inferiore a 1ff/L, si può concludere che<br />
l’indagine svolta consente di definire molto basso il rischio di esposizione a<br />
fibre di asbesto all’interno dello stabilimento.<br />
Rumore<br />
L’indagine fonometrica per la valutazione dell’esposizione a rumore è stata<br />
eseguita nel luglio - settembre 2007, come aggiornamento alle precedenti<br />
indagini e a seguito dell’entrata in vigore del D.Lgs 195/2006 che aveva<br />
modificato la precedente normativa sul rumore. La campagna di misurazioni<br />
ha consentito, sul versante programmatico, operativo, divulgativo e<br />
di verifica dei risultati, il consolidato coinvolgimento e interessamento di<br />
tutti i lavoratori dei vari reparti produttivi.<br />
Il D.Lgs 81/08 specifica i valori limiti di esposizione ed i valori di azione,<br />
in relazione al livello di esposizione giornaliera al rumore e alla pressione<br />
acustica di picco, secondo l’art. 189:<br />
valore limite di esposizione (VLE) LEX,8H = 87 dB(A) e Ppeak = 140 dB(C)<br />
valore superiore di azione (VSA) LEX,8H = 85 dB(A) e Ppeak = 137 dB(C)<br />
valore inferiore di azione (VIA) LEX,8H = 80 dB(A) e Ppeak = 135 dB(C)<br />
La valutazione come stabilisce la norma verrà aggiornata, con periodicità<br />
quadriennale. L’ultima campagna di valutazione dell’esposizione al rumore<br />
dei lavoratori, completata nel febbraio 2007, ha delineato l’attuale<br />
situazione dei livelli di esposizione personale secondo gli aspetti disciplinati<br />
dalle vigenti norme in materia di controllo dell’esposizione al rumore<br />
nell’ambiente di lavoro. È stata pertanto valutata l’esposizione al rumore<br />
del personale operante nello Stabilimento, mediante analisi e stime basate<br />
sui dati fonometrici rilevati tramite dosimetria personali.<br />
La <strong>Salute</strong> e la <strong>Sicurezza</strong><br />
98
A tutt’oggi sono diverse le misure di bonifica ambientale adottate ed i sistemi<br />
di insonorizzazione di macchine ed impianti posti in essere in seguito<br />
agli interventi mirati in materia di igiene e sicurezza del lavoro, ed in questa<br />
prospettiva segue sulla strada del potenziamento e della qualificazione<br />
delle attività di prevenzione nei luoghi di lavoro.<br />
A conferma delle precedenti esperienze e relative campagne di misura<br />
del rumore, alcune mansioni operative ricadono nelle categorie di rischio<br />
acustico. Pertanto, a seguito dei rilievi fonometrici personali effettuati, la<br />
condizione di esposizione al rumore del personale operativo risulta il seguente:<br />
Tuttavia è opportuno ricordare quanto segue:<br />
non si sono ottenuti livelli di pressione sonora istantanea superiori a<br />
140 dBC;<br />
Dispositivi di Protezione Individuali (DPI) uditivi attualmente utilizzati<br />
sono idonei a garantire il rispetto dei limiti di esposizione e determinano<br />
una idonea protezione dei lavoratori (in termine di attenuazione<br />
del rumore).<br />
Inoltre è in fase di completamento la mappatura acustica degli impianti<br />
del Complesso “Raffineria+IGCC”, che ha fra i suoi obiettivi principali<br />
la caratterizzazione in frequenza del rumore, ai fini dell’applicazione<br />
del metodo per bande d’ottava per l’individuazione degli idonei D.P.I. di<br />
ogni singolo impianto.<br />
Questo tipo d’attività di monitoraggio, sia la mappatura soggettiva attraverso<br />
le dosimetrie personali che la mappatura oggettiva (mappatura acustica<br />
degli impianti) sono seguite dal Servizio di Prevenzione.<br />
Al momento sono state eseguite le mappature acustiche dei seguenti impianti<br />
T1, T2/V2, CTE, Alchilazione, CCR, FCC, API/TAS/TAZ, Laboratorio<br />
Chimico Targas, Unità 800 TAME MHC1/2, nel <strong>2011</strong> sono state eseguite<br />
quelle relative agli impianti SWS e TMK, a cui seguiranno quelle per tutti<br />
gli altri impianti.<br />
Mappature acustiche <strong>2011</strong> (Impianti Strippers e Termochimik)<br />
Nell’ottica del miglioramento continuo delle proprie attività finalizzate<br />
alla tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori (obiettivo di tutte<br />
le politiche aziendali), SARAS, pur in assenza di una precisa imposizione<br />
normativa, ha deciso di integrare la valutazione del rischio di esposizione<br />
a rumore dei lavoratori determinando la situazione dei livelli acustici nelle<br />
varie aree degli impianti TMK e SWS redigendo le relative “Mappatura<br />
Acustiche”, individuandone i luoghi a maggior rischio. La finalità di tale<br />
indagine è segnatamente quella di delineare l’attuale situazione dei livelli<br />
di rumore nelle varie aree di Impianto e di individuare i luoghi a maggior<br />
La <strong>Salute</strong> e la <strong>Sicurezza</strong><br />
CATEGORIA DI RISCHIO ACUSTICO LIVELLO DI ESPOSIZIONE PERSONALE ESPOSIZIONE AL RUMORE DEL PERSONALE OPERATIVO %<br />
0 LEX,8h < 80 dB(A) 29<br />
I 80 dB(A) < LEX,8h < 85 dB(A) 35<br />
II 85 dB(A) < LEX,8h < 87 dB(A) 15<br />
III LEX,8h > 87 dB(A) 21<br />
99
ischio, consentendo di redigere la mappa di rumore oggettiva, strumento<br />
immediatamente comprensibile al Datore di Lavoro e agli operatori di Impianto<br />
ai fini della prevenzione del rischio di esposizione. In conseguenza<br />
di tale mappatura potranno convenientemente essere individuate:<br />
le aree di Impianto omogenee in termini di livello equivalente di rumore,<br />
secondo le fasce di rischio individuate dal D.Lgs. 81/2008, “Titolo VIII,<br />
Capo II (Protezione dei lavoratori contro i rischi di esposizione al rumore<br />
durante il lavoro), e le relative percentuali di superficie di Impianto;<br />
i livelli di picco (ppeak) misurati in scala “C”;<br />
i corretti dispositivi di protezione individuale, la cui capacità di attenuazione<br />
concorre al non superamento del limite di esposizione;<br />
gli obblighi del Datore di Lavoro, conseguenti all’applicazione del Titolo<br />
VIII, Capo I (Disposizioni Generali) e successivo Capo II “Protezione<br />
dei lavoratori contro i rischi di esposizione al rumore durante il lavoro”<br />
del D.Lgs. 81/2008.<br />
Tabella 36 Categorie di Rischio Acustico (D.Lgs. 81/2008, art.189)<br />
La <strong>Salute</strong> e la <strong>Sicurezza</strong><br />
CATEGORIA DI RISCHIO ACUSTICO LIVELLO DI ESPOSIZIONE PERSONALE RISCHIO<br />
0 LEX,8h < 80 dB(A) ppeak < 135 db (C) Assente<br />
I 80 dB(A) < LEX,8h < 85 dB(A) 135db (C)
alcuni macchinari rumorosi, da tenere pertanto sotto attenzione in relazione<br />
ai provvedimenti in materia di prevenzione imposti dal D.Lgs.81/2008.<br />
Le aree operative dell’Impianto sono state suddivise in zone acusticamente<br />
omogenee, secondo la classificazione prevista dal Titolo VIII, Capo II,<br />
art.189 del D.Lgs. 81/2008. L’area complessiva in cui i livelli sonori hanno<br />
raggiunto e superato il valore limite di esposizione (87 dBA) presenta un’estensione<br />
dell’ordine del 11,2 % per l’ area del TMK e del 47,16% per gli<br />
impianti SWS. In ogni caso si conferma che non è mai stato riscontrato il<br />
superamento del valore di picco ponderato “C” (ppeak) di 135 dB(C), valore<br />
limite di picco, sostitutivo del valore di livello equivalente LEX, 8h = 80<br />
dB(A), corrispondente al “valore inferiore di azione” stabilito dalla Norma.<br />
Campi elettromagnetici<br />
Nel 2008 è stato effettuato un nuovo studio, come aggiornamento di quelli effettuati<br />
in precedenza, in osservanza del Titolo VIII, Capo IV del D.lgs 81/08.<br />
La valutazione dell’esposizione dei lavoratori a campi elettromagnetici, con<br />
l’obiettivo di approfondire la conoscenza attinente i livelli di esposizione personale,<br />
è stata effettuata monitorando l’attività lavorativa (monitoraggio dei<br />
3 turni lavorativi mediante dosimetrie personali) e di alcune postazioni di<br />
lavoro (circa 42 postazioni fisse con rilevamento in bassa e alta frequenza),<br />
scelte in maniera tale che rappresentassero lo stabilimento in maniera esaustiva.<br />
La scelta delle mansioni da monitorare è stata eseguita seguendo il<br />
concetto dei casi più esposti, non trascurando misurazioni sul personale che<br />
lavora negli uffici. Dall’analisi dei dati nel rilevamento dell’induzione magnetica<br />
ottenuta tramite dosimetria personale Frequenze industriali (intorno<br />
dei 50 Hz), si è verificato che il valore massimo ammesso di 500 μT non viene<br />
mai raggiunto per nessuna delle mansioni rilevate; in ogni caso i valori medi<br />
di esposizione durante il turno di lavoro sono risultati pari a 1,23 μT ben<br />
lontani dai limiti di soglia ammissibili. Dallo studio non sono stati rilevati<br />
valori di esposizione massimi eccedenti i limiti di soglia ed in generale, i<br />
valori medi di esposizione per le 22 mansioni monitorate si aggirano intorno<br />
all’unità del microtesla, un valore veramente molto basso. Anche dall’analisi<br />
dei dati del rilevamento dei campi elettromagnetici in alta frequenze si<br />
evince il rispetto dei limiti di soglia. Osservando anche i dati ottenuti tramite<br />
il rilevamento del campo elettrico si rilevano nella totalità delle postazioni<br />
valori pari a zero. È da notare che il rilevamento dei campi elettrici è stato<br />
eseguito in condizioni di lavoro normali.<br />
Radiazioni ionizzanti<br />
In ottemperanza agli adempimenti richiesti dal D.Lgs 17/03/1995 n. 230 e<br />
del D.Lgs 81/08, SARAS ha nominato un esperto qualificato che ha il compito<br />
di verificare periodicamente l’eventuale esposizione del personale alle<br />
radiazioni ionizzanti e di produrre la relativa documentazione accessoria.<br />
In raffineria, sono presenti alcune strumentazioni che per il loro funzionamento<br />
utilizzano sorgenti a Raggi X (Analizzatori nel Laboratorio Chimico),<br />
e Isotopi radioattivi (Misuratori di livello nell’Impianto CCR e IV stadio<br />
FCC). Il loro impiego è regolarmente validato da Nulla Osta rilasciati<br />
dalla Prefettura di Cagliari.<br />
La <strong>Salute</strong> e la <strong>Sicurezza</strong><br />
101
Sulla base delle caratteristiche delle apparecchiature, delle misurazioni<br />
effettuate, delle condizioni operative e delle valutazioni della dose, non<br />
sono state individuate né zone controllate né zone sorvegliate pertanto<br />
tutte le aree esterne alle apparecchiature con sorgenti radioattive sono da<br />
classificare “NON CLASSIFICATE”. In considerazione dei modesti valori di<br />
irradiazione in gioco non sussiste alcuna possibilità per gli operatori e i<br />
frequentatori della zona di assorbire dosi in misura significativa differenti<br />
dal fondo naturale e quindi vanno considerati come facenti parte della popolazione<br />
nel suo insieme, con limite di dose annuo di legge di 1.000 μSv.<br />
Agenti Biologici<br />
Monitoraggio <strong>2011</strong><br />
Le campagne di monitoraggio microbiologico, hanno come obiettivo quello<br />
di monitorare le sorgenti biologiche individuate, verificandone l’andamento<br />
stagionale delle concentrazioni. La comparazione dei risultati oggettivi,<br />
fra condizioni operative diverse (estive ed autunnali), consente non solo<br />
una classificazione del Rischio completa ed esaustiva, ma soprattutto la<br />
valutazione dell’efficacia dei sistemi preventivi individuati ed adottati per i<br />
bioinquinanti aerodispersi (Bioaerosol), in particolare presso l‘IMPIANTO<br />
DI TRATTAMENTO ACQUE REFLUE dell’aria e acque reflue presso l’impianto<br />
di depurazione della Raffineria. Lo studio condotto è stato condotto<br />
ai sensi del Decreto Legislativo 9 aprile 2008 n.81 (attuazione dell’art.268<br />
titolo X – Esposizione ad agenti biologici) e della Direttiva 2000/54/CE.<br />
Fra le attività lavorative, indicate dal legislatore, che possono comportare<br />
una potenziale esposizione ai microorganismi, sono incluse quelle svolte<br />
presso gli impianti di depurazione delle acque reflue urbane ed industriali,<br />
dove l’uso di tecnologie avanzate si associa alla naturale funzione degradativa<br />
(aerobica ed anaerobica) dei batteri.<br />
Sono stati controllati i parametri:<br />
Conta batterica totale,<br />
Coliformi totali,<br />
Escherichia coli,<br />
Salmonella spp e Legionella pneumophila nell’aerosol;<br />
Escherichia coli e Salmonella spp nelle acque reflue.<br />
Il metodo utilizzato per la valutazione del rischio biologico, presso l’ Impianto<br />
di trattamento acque reflue risponde ai protocolli operativi previsti<br />
dalla normativa vigente e, si articola secondo una sequenza in fasi:<br />
FASE 1 _ ACQUISIZIONE DATI SULLA STRUTTURA<br />
- Valutazione del sito con planimetria e destinazione d’uso dell’area di<br />
lavoro<br />
- Valutazione delle potenziali sorgenti di inquinamento (attività, macchinari,<br />
microclima)<br />
- Valutazione protocolli gestionali (procedure di manutenzione)<br />
FASE 2_ AUDIT<br />
- Sopralluogo degli ambienti e valutazione di Impianti, Attrezzature, layout<br />
di produzione<br />
La <strong>Salute</strong> e la <strong>Sicurezza</strong><br />
102
- Definizione dei parametri (classe batterica) da ricercare in base alle<br />
attività svolte<br />
- Definizione dei punti di campionamento più rappresentativi per ciascuna<br />
area operativa<br />
- Definizione calendario di intervento (4 campionamenti in condizioni<br />
ambientali e operative differenti)<br />
FASE 3 _ MONITORAGGIO<br />
- Indagine strumentale con prelievo dell’aria mediante Impattatore SAS<br />
(Surface Air System).<br />
- Rilievi del microclima interni ed esterni (Temperatura, Umidità relativa,<br />
velocità e direzione dell’aria)<br />
- Definizione della Classe di Rischio<br />
Superati gli accertamenti delle prime tre fasi, è possibile, nel caso di riscontri<br />
negativi o accettabili, concludere l’indagine. Il protocollo, infatti prevede che<br />
solo in caso di risultati anomali (Classe di Rischio Alta) si prosegua l’indagine<br />
con accesso alle fasi 4 e 5. Il risultato del monitoraggio ha mostrato che il<br />
valore stimato, su base oggettiva, dell’ entità di rischio presso l’IMPIANTO DI<br />
TRATTAMENTO ACQUE risulta basso in quanto le specie identificate sono correlate<br />
alla natura e alla tipologia delle matrici (Reflui), nonché alle modalità di<br />
trattamento ed alle condizioni ambientali. I livelli di esposizione dei lavoratori<br />
ad agenti biologici, valutato per Le aree impianto TAS –TAZ – Raffreddamento,<br />
esaminate nel corso del monitoraggio, presentano valori di rischio globale medio<br />
- basso (rischio = 2 ÷4). Con livelli di esposizione moderati (2° - 4°grado),<br />
sostanzialmente limitati alla sola concentrazione della Carica Batterica Totale<br />
(CBT) e Muffe. Le specie patogene isolate presentano bassa concentrazione<br />
con conseguente limitata incidenza a fronte di adeguati sistemi di prevenzione<br />
(uso di DPI e corretta modalità comportamentale dell’operatore). Solo 3 punti<br />
evidenziano presentano valori di Rischio medio. L’analisi dei risultati fra settembre<br />
2009 e II semestre <strong>2011</strong> conferma la classificazione del Rischio a livelli<br />
di esposizione medio _bassa, infatti, le singole specie identificate, pur appartenendo<br />
a classi patogene di livello 2 – 3 (muffe), presentano concentrazioni<br />
nettamente inferiori ai valori limite.<br />
Illuminamento<br />
La situazione dell’illuminazione in Raffineria è radicalmente cambiata<br />
negli ultimi anni e risulta adeguata alle esigenze di lavoro e di percorso<br />
all’interno dello stabilimento. È stata comunque effettuata nell’anno 2007<br />
una specifica campagna di controllo dell’illuminamento affidando ad una<br />
società specializzata nel settore, uno studio sistematico della situazione<br />
di illuminamento sia nelle aree d’impianto che negli uffici. Lo studio si è<br />
concluso con l’indicazione delle aree con possibiltà di miglioramento.<br />
A seguito dello studio lo stabilimento ha elaborato un piano pluriennale<br />
per miglioramento dell’illuminazione dei vari impianti.<br />
Microclima<br />
Questo tipo di monitoraggio viene effettuato secondo il programma trien-<br />
La <strong>Salute</strong> e la <strong>Sicurezza</strong><br />
103
nale previsto, e viene condotto in punti rappresentativi, cioè al centro<br />
dell’ambiente se si tratta di un’area omogenea, oppure in punti particolari<br />
se proprio questi costituiscono i luoghi da valutare.<br />
Nel corso del 2008/2009 è stata ripetuta l’indagine sul microclima condotta<br />
nel 2006. Le indagini eseguite hanno avuto come principale obiettivo quello<br />
di verificare gli indici di benessere per ambienti moderati, e gli indici<br />
di stress calorico per ambienti caldi; tali valutazioni si basano sulla misurazione<br />
di grandezze fondamentali di natura ambientale (temperatura<br />
dell’aria, temperatura media radiante, umidità relativa, velocità dell’aria)<br />
e di natura personale (dispendio energetico metabolico, resistenza termica<br />
del vestiario).<br />
I risultati della valutazione sul microclima per ambienti moderati sono<br />
espressi in percentuali di soddisfatti o di insoddisfatti a causa del caldo o<br />
del freddo.<br />
Dall’analisi degli ambienti effettuata nelle aree della Raffineria considerate<br />
‘ambienti moderati’ (61 ambienti in totale), è emerso che 48 postazioni,<br />
corrispondenti al 78,7 % delle postazioni valutate, hanno mostrato una<br />
percentuale di insoddisfatti minore del 10% (obiettivo della Norma UNI<br />
EN ISO 7730). Nessun ambiente mostra una percentuale di insoddisfatti<br />
maggiore o uguale al 30%. Fra i criteri di valutazione per ambienti caldi,<br />
nel corso di questa indagine si è fatto riferimento a:<br />
indice WBGT (Wet Bulb Globe Temperature), oggetto della Norma<br />
UNI EN 27243<br />
HSI (Indice di Stress Termico)<br />
indice di Sudorazione Richiesta (SWreq), oggetto della Norma UNI<br />
EN ISO 7933<br />
Nell’analisi degli ambienti caldi è stata calcolata anche la Durata Limite<br />
di Esposizione continuativa (DLE), che è stata confrontata con la durata<br />
effettiva dell’esposizione (DEE). In nessun caso tutti e tre gli indici hanno<br />
valori superiori alle soglie di allarme per una stessa postazione, dal momento<br />
che, per nessuna il valore SWreq è risultato maggiore del valore<br />
limite. In generale, dall’analisi degli ambienti, si può concludere che le<br />
conseguenze dello stress da calore in zone critiche sono ridotte.<br />
Sorveglianza sanitaria - Relazione sanitaria anno 2010<br />
Il piano di sorveglianza, come stabilito dal medico competente, ha previsto<br />
i seguenti accertamenti clinici e strumentali per tutti i reparti che compongono<br />
lo stabilimento:<br />
visite mediche preventive<br />
spirometrie<br />
audiometrie<br />
accertamenti bioumorali<br />
metaboliti urinari (acido ippurico, acido metilippurico, fenoli totali,<br />
acido trans muconico).<br />
Visite oculistiche<br />
Test per tossicodipendenza<br />
I soggetti interessati alla sorveglianza sanitaria, secondo la legislazione vigente,<br />
sono stati invitati a sottoporsi agli accertamenti previsti dal piano<br />
La <strong>Salute</strong> e la <strong>Sicurezza</strong><br />
104
con una cadenza semestrale. Nel primo controllo vengono effettuati tutti i<br />
controlli strumentali, gli accertamenti bioumorali ed i metaboliti urinari,<br />
mentre in occasione del secondo controllo vengono effettuati gli accertamenti<br />
legati al monitoraggio biologico dell’esposizione (emocromo e metaboliti<br />
urinari). In una fase successiva vengono invece effettuati i test per<br />
l’esclusione di tossicodipendenza per le squadre di 1° intervento e autisti.<br />
Accertamenti in materia di sostanze psicotrope. In accordo a quanto stabilito<br />
dalla Conferenza Unificata Stato Regioni del 30.10.2007 secondo quanto<br />
previsto dall’articolo 8 comma 6 Legge 5.06.2003 n° 131, in materia di<br />
accertamenti di tossicodipendenza, lo stabilimento ha provveduto ad adottare<br />
uno specifico protocollo di verifica e monitoraggio.<br />
Il <strong>Rapporto</strong> di <strong>Sicurezza</strong> del sito<br />
Per la redazione del <strong>Rapporto</strong> di <strong>Sicurezza</strong> (RdS) del sito l’azienda conduce,<br />
per tutti gli impianti con cadenza quinquennale, un’accurata ed approfondita<br />
analisi delle proprie attività in relazione al rischio associato,<br />
derivante dal processo di lavorazione, dalle materie impiegate e da tutto<br />
il complesso di procedure che permettono ad un sistema articolato come<br />
una raffineria di lavorare. Deve dunque essere effettuata una lettura della<br />
situazione impiantistica e gestionale esistente, ipotizzati gli scenari di<br />
rischio e gli eventi incidentali possibili, quindi le conseguenze che questi<br />
possono portare, relativamente ai lavoratori, all’area interna dello stabilimento<br />
ed al territorio esterno. Il RdS rappresenta, dunque uno strumento<br />
prezioso per prevenire situazioni di rischio e studiare tutte le possibili<br />
misure per evitare il verificarsi di eventi incidentali; parallelamente, permette<br />
di individuare ed adottare le soluzioni tecnologiche, le dotazioni ed<br />
i sistemi di sicurezza che garantiscono una corretta risposta all’eventuale<br />
episodio incidentale, minimizzandone le conseguenze. La raffineria <strong>Saras</strong><br />
ha redatto il 1° <strong>Rapporto</strong> di <strong>Sicurezza</strong> nel 1989 e da allora il documento è<br />
stato costantemente aggiornato per recepire tutte le variazioni impiantistiche<br />
effettuate nel tempo e di cui doveva essere verificata l’interazione<br />
con il sistema esistente. Attualmente, l’analisi degli scenari incidentali<br />
ipotizzabili esclude che questi possano avere conseguenze significative per<br />
l’esterno, in ogni caso ricadenti in un’area, in direzione della Strada Statale<br />
195, in cui non vi sono insediamenti abitativi.<br />
L’ultima revisione del <strong>Rapporto</strong> di <strong>Sicurezza</strong> è stata effettuata ad ottobre<br />
del 2010 (la precedente revisione era del 2006 che ha sua volta era<br />
una revisione del rapporto del 2005 in base a quanto richiesto dal D.Lgs.<br />
238/2005) ed è stato, nello stesso mese, inviato agli enti competenti.<br />
Nel luglio del 2007 il Comitato Tecnico Regionale per la Prevenzione<br />
Incendi ha completato l’esame del RdS edizione 2006 e ha trasmesso le<br />
“Valutazioni tecniche finali”. Il <strong>Rapporto</strong>, e quindi l’esame, si riferisce al<br />
sito <strong>Saras</strong> di Sarroch nel suo complesso. Le conclusioni, riportate in un<br />
dettagliato verbale del Comitato, indicano una valutazione positiva delle<br />
attività realizzate e invitano il gestore a proseguire nel cammino già avviato<br />
per il “miglioramento continuo”. Proprio nella visione del miglioramento<br />
continuo, il Comitato ha suggerito una serie di ulteriori approfondimenti<br />
da studiare ed eventualmente realizzare. Attualmente, in attesa delle valu-<br />
La <strong>Salute</strong> e la <strong>Sicurezza</strong><br />
Il Piano di Emergenza Interno (PEI)<br />
Definito lo scenario di rischio per l’interno dello stabilimento,<br />
l’azienda, con la predisposizione del Piano di Emergenza Interno<br />
(PEI), ha individuato procedure da adottare e comportamenti da<br />
seguire perché un ipotetico evento incidentale venga gestito con<br />
la massima efficacia e minimizzazione delle conseguenze grazie<br />
ad un intervento coordinato. Infatti, il PEI è finalizzato alla miglior<br />
reazione da parte dell’azienda nei confronti di un incidente, con<br />
lo scopo di:<br />
prevenire e limitare i danni alle persone e soccorrere gli<br />
eventuali infortunati;<br />
controllare gli eventi incidentali, limitando le dimensioni degli<br />
effetti;<br />
prevenire e limitare i danni all’ambiente;<br />
prevenire e limitare i danni al patrimonio aziendale.<br />
Come anticipato, il PEI - via via revisionato per tenere conto<br />
delle modificate condizioni operative ed impiantistiche -<br />
comprende anche il Piano Antinquinamento Marino, predisposto<br />
per fronteggiare emergenze derivanti da scarichi a mare dalla<br />
raffineria o da eventi critici che dovessero verificarsi presso<br />
le strutture a mare del sito. Sulla base di quanto indicato dal<br />
<strong>Rapporto</strong> di <strong>Sicurezza</strong> della raffineria, il PEI definisce, anzitutto, i<br />
criteri per la classificazione di un evento incidentale che dovesse<br />
essere segnalato, distinguendo tre tipi, o livelli, di emergenza:<br />
Emergenza limitata;<br />
Emergenza generale;<br />
Mancati incidenti.<br />
L’“Emergenza limitata” si ha quando l’evento incidentale<br />
è circoscritto ad una zona ben delimitata dell’impianto,<br />
normalmente senza incendio, e può essere rapidamente<br />
eliminata con le sole risorse disponibili localmente. Le<br />
“Emergenze generali” si hanno quando un evento incidentale,<br />
per sua natura o per particolari condizioni ambientali, presenta<br />
il pericolo di propagarsi ad altri punti dell’impianto o interessare<br />
le aree esterne alla raffineria. Infine, i “Mancati incidenti”<br />
rappresentano situazioni che potenzialmente avrebbero potuto<br />
portare ad incidenti la cui analisi e valutazione sono di rilevante<br />
importanza per il miglioramento continuo della sicurezza del sito.<br />
Per un intervento tempestivo ed efficace, inoltre, sono<br />
di fondamentale importanza le procedure di allarme e di<br />
segnalazione dell’emergenza, finalizzate ad allertare, in relazione<br />
al tipo di evento, tutte le figure aziendali interessate. Infine,<br />
grande rilievo assume all’interno del Piano anche la variabile<br />
comunicazione, per predisporre sistemi chiari e diretti con i quali<br />
informare chi è coinvolto nell’attuazione del piano, i presenti<br />
all’interno dello stabilimento, le forze di soccorso esterne<br />
(Carabinieri, Vigili del Fuoco, ecc.) e l’opinione pubblica.<br />
Sono capillarmente diffusi in tutta l’area di raffineria strumenti di<br />
comunicazione e segnalazione (avvisatori di incendio a pulsante,<br />
telefoni, radio ricetrasmittenti fisse e portatili in dotazione<br />
presso strutture o figure aziendali chiave), che permettono<br />
l’attivazione in tempo reale di uomini e strutture. Secondo una<br />
lista di priorità, dal Centro Coordinamento Emergenze situato<br />
internamente alla raffineria (Figura 15, pag. 89) viene data<br />
comunicazione ed aggiornamento sulla gestione dell’evento<br />
incidentale agli enti esterni interessati, che, in relazione al tipo di<br />
incidente registrato, saranno i seguenti:<br />
Vigili del Fuoco;<br />
Prefettura;<br />
siti industriali limitrofi.<br />
Altri referenti sul territorio sono il Comune di Sarroch, i Carabinieri<br />
di Sarroch, la Polizia di Stato e la Capitaneria di Porto. Un<br />
aggiornamento costante sull’evoluzione della situazione, fino<br />
al completo esaurimento dell’emergenza, permetterà a tutti gli<br />
interlocutori esterni di gestire al meglio anche la comunicazione<br />
alla comunità locale.<br />
105
tazione relative al RdS edizione 2010, <strong>Saras</strong> è impegnata nella implementazione<br />
di quanto richiesto dal Comitato Tecnico Regionale a valle dell’esame<br />
del RdS edizione 2006. Nel giugno del <strong>2011</strong> la Prefettura di Cagliari, ha<br />
approvato il Piano di Emergenza Esterno dell’agglomerato industriale di<br />
Sarroch Edizione <strong>2011</strong>, che tiene conto degli aggiornamento del RdS dei<br />
diversi stabilimenti a rischio di incidente rilevante che insistono nell’area<br />
industriale di Sarroch. Il piano è disponibile nella sezione Protezione Civile<br />
- Piani Provinciali di protezione Civile- del sito internet della Prefettura<br />
(www.prefettura.it/cagliari). Con l’entrata in vigore del Regolamento<br />
1272/2008/CE, meglio conosciuto come Regolamento CLP, l’Olio Combustibile<br />
è stato riclassificato e quindi ai sensi dell’articolo 6 del D. Lgs 334/99<br />
si è reso necessario un aggiornamento del RdS edizione 2010, inviato agli<br />
enti competenti nel mese di novembre <strong>2011</strong>.. L’aggiornamento ha compreso<br />
anche la revisione di classificazione del Petrolio Grezzo contenuta del<br />
Report CONCAWE n° 11/10. Nel corso del <strong>2011</strong> si è svolta una visita ispettiva,<br />
articolata in 8 giorni e mezzo, presso lo stabilimento, ai sensi del DM<br />
5 novembre del 1997 disposta dal Ministero dell’<strong>Ambiente</strong> e della Tutela<br />
del Territorio, avendo come oggetto lo stato di attuazione del Sistema di<br />
Gestione della <strong>Sicurezza</strong>. L’ispezione è stata condotta da una Commissione<br />
appositamente nominata dallo stesso ministero. Queste le conclusioni: “Il<br />
SGS, così come attualmente riscontrato, risulta sostanzialmente adeguato<br />
e rispondente nei suoi elementi essenziali, sia in termini strutturali, sia di<br />
contenuto, a quanto previsto dalla normativa e dal Documento di Politica.”<br />
I sistemi di sicurezza della raffineria<br />
Nello stabilimento di Sarroch è presente un complesso sistema di dotazioni<br />
di sicurezza, finalizzato alla rilevazione immediata di potenziali situazioni di<br />
pericolo. Il sistema di distribuzione dell’acqua antincendio è costituito da<br />
una rete capillare che copre tutta l’area dello stabilimento. Tutti i serbatoi di<br />
stoccaggio sono protetti da impianti di raffreddamento antincendio; di questi,<br />
quelli a maggior criticità hanno sistemi di attivazione automatici, che<br />
intervengono nel caso di aumento eccessivo della temperatura delle strutture.<br />
Analoghi impianti sono installati su tutti i serbatoi a pressione, le strutture di<br />
stoccaggio e carico GPL e qualsiasi altra struttura per la quale l’innalzamento<br />
della temperatura possa rappresentare un elemento critico ai fini della sicurezza.<br />
La raffineria è, inoltre, dotata di otto mezzi antincendio con accumulatori di<br />
polvere e schiuma, veloci e maneggevoli, che permettono un intervento tempestivo<br />
in situazioni di emergenza e costituiscono un ulteriore supporto ai sistemi<br />
fissi. Dotazioni e sistemi di sicurezza sono, in ogni caso, sottoposti a verifiche<br />
periodiche e a regolari ed accurati interventi di manutenzione.<br />
I Dati<br />
Gli infortuni<br />
Il personale <strong>Saras</strong>. La politica del miglioramento continuo adottato dalla<br />
<strong>Saras</strong> in molti campi quali l’ambiente, la tecnologia e la formazione, vede<br />
la sua applicazione anche alle tematiche della <strong>Sicurezza</strong>. Il programma “La<br />
<strong>Sicurezza</strong> è la nostra energia” avviato nel 2009, è stato completato nel <strong>2011</strong><br />
La <strong>Salute</strong> e la <strong>Sicurezza</strong><br />
Il Piano di Emergenza Esterno (PEE)<br />
Strettamente connesso al Piano di Emergenza Interno è il Piano<br />
di Emergenza Esterno (PEE), un documento coordinato dalla<br />
Prefettura di Cagliari e redatto attraverso un iter istruttorio che ha<br />
coinvolto numerosi enti locali, i rappresentanti delle forze dell’ordine<br />
e di pronto intervento, tra cui Regione, Provincia, Comune di<br />
Sarroch, Vigili del Fuoco e ASL.<br />
Il Piano interessa nel suo complesso l’area industriale di<br />
Sarroch e prende in considerazione ipotesi di eventi incidentali<br />
che interessino uno dei siti presenti nell’area, facenti capo alle<br />
diverse società presenti (<strong>Saras</strong>, Polimeri Europa, Sasol Italy,<br />
ENI, Liquigas, Air Liquide Italia) e dai quali possano derivare<br />
conseguenze dannose per l’esterno degli stabilimenti.<br />
Anche in questo caso, punto di partenza sono stati i Rapporti di<br />
<strong>Sicurezza</strong> dei diversi siti produttivi e l’analisi degli scenari incidentali<br />
ipotizzati, quindi l’analisi del territorio, con gli insediamenti umani<br />
e le infrastrutture presenti, per prevedere le migliori modalità<br />
di gestione di un incidente rispetto alla popolazione presente<br />
nell’area.<br />
Sono state definite le modalità di attivazione e gestione del Piano,<br />
dalla fase di allarme a quella dell’intervento di tutte le figure,<br />
interne ed esterne alle aziende, responsabili con diversi ruoli<br />
delle azioni previste: dalla gestione diretta dell’evento all’interno<br />
del sito produttivo, al controllo del territorio esterno interessato,<br />
all’informazione ed assistenza ai cittadini (infrastrutture stradali,<br />
strutture sanitarie, mezzi di informazione).<br />
Prefettura, Questura, Vigili del Fuoco, Polizia Stradale,<br />
Carabinieri, Guardia di Finanza, Corpo Forestale, Capitaneria<br />
di Porto, ASL, ARPA Sardegna, Regione, Provincia, Comune<br />
di Sarroch: tutti questi soggetti saranno a vario titolo coinvolti<br />
per assicurare al territorio una tempestiva ed efficace gestione<br />
di un incidente con possibili ripercussioni sull’esterno degli<br />
stabilimenti produttivi.<br />
Al fine di verificare costantemente l’efficacia del Piano e della<br />
sua attuazione, vengono condotte esercitazioni periodiche che<br />
coinvolgono le aziende e tutti gli altri soggetti responsabili.<br />
Figura 15 – Localizzazione del Centro Coordinamento<br />
Emergenze della Raffineria<br />
106
Tabella 37 – Lavoratori <strong>Saras</strong> - Indici sugli infortuni<br />
La <strong>Salute</strong> e la <strong>Sicurezza</strong><br />
2008 2009 2010 <strong>2011</strong><br />
Indice di Frequenza Totale 11,6 13,2 10,7 6,8<br />
Indice di Frequenza degli infortuni* 6,4 7,5 6,3 3,7<br />
Indice di Gravità 0,172 0,376 0,330* 0,155<br />
Durata media infortuni 26,7 49,9 43,8* 41,8<br />
Mancati infortuni segnalati 10 60 82 129<br />
* Nel calcolo di questo indice sono considerati tutti gli infortuni che abbiano comportato astensione dal lavoro di almeno un giorno ( escluso quello di accadimento)<br />
Grafico 44 – Lavoratori <strong>Saras</strong> - Indice di frequenza totale<br />
15<br />
10<br />
5<br />
0<br />
11,6<br />
Grafico 46 – Lavoratori <strong>Saras</strong> - Indice di gravità infortuni<br />
0,40<br />
0,20<br />
0,00<br />
2008<br />
0,172<br />
2008<br />
13,2<br />
2009<br />
0,376<br />
2009<br />
10,7<br />
2010<br />
0,330<br />
2010<br />
6,8<br />
<strong>2011</strong><br />
0,155<br />
<strong>2011</strong><br />
con un notevole impegno sulle attività finalizzate ad incidere, con attività<br />
di formazione ed informazione, sul fattore comportamentale, principale<br />
causa di infortunio in azienda. Gli indici di frequenza totale e di frequenza<br />
di infortuni INAIL, registrati nel <strong>2011</strong>, indicano un importante trend di miglioramento;<br />
il risultato del <strong>2011</strong> è uno dei migliori in assoluto. Il <strong>2011</strong> ha<br />
registrato un ulteriore aumento delle segnalazioni di mancato infortunio<br />
(+57%), che sono state oggetto di analisi e conseguenti azioni correttive<br />
finalizzate alla prevenzione degli eventi infortunistici.<br />
Grafico 45 – Lavoratori <strong>Saras</strong> - Indice di frequenza degli infortuni<br />
7<br />
5<br />
3<br />
0<br />
6,4<br />
2008<br />
Grafico 47 – Lavoratori <strong>Saras</strong> - Durata media infortuni (giorni)<br />
60<br />
40<br />
20<br />
0<br />
26,7<br />
2008<br />
107<br />
7,5<br />
2009<br />
49,9<br />
2009<br />
6,3<br />
3,7<br />
2010 <strong>2011</strong><br />
43,8<br />
2010<br />
41,8<br />
<strong>2011</strong>
Le ditte esterne. Sono oggetto di registrazione ed analisi da parte di <strong>Saras</strong><br />
anche i dati sugli infortuni sul lavoro che interessino i dipendenti delle<br />
ditte esterne. Nel <strong>2011</strong> all’interno del sito si è verificato un incidente sul<br />
lavoro particolarmente grave che ha causato il decesso di un lavoratore di<br />
una ditta d’appalto, durante le attività di manutenzione di un impianto in<br />
raffineria. Anche per le ditte d’appalto l’analisi degli eventi infortunistici<br />
Tabella 38 – Lavoratori Ditte esterne - Indici sugli infortuni<br />
La <strong>Salute</strong> e la <strong>Sicurezza</strong><br />
2008 2009 2010 <strong>2011</strong><br />
Indice di Frequenza Totale 5,77 8,50 5,97 6,18<br />
Indice di Frequenza degli infortuni*** 2,26 4,90 2,83 3,27<br />
Indice di Gravità 0,061 4,939 0,203 2,752<br />
Durata media infortuni 26,7 30,5* 58,8** 10**<br />
Mancati infortuni segnalati 15 127 153 60<br />
* il dato, non comprende incidenti mortali<br />
** il dato è condizionato da due infortuni accaduti nel 2009 che sino prolungati nel 2010. Epurato di questi due eventi il dato assume il valore di 31,6<br />
*** Nel calcolo di questo indice sono considerati tutti gli infortuni che abbiano comportato astensione dal lavoro di almeno un giorno ( escluso quello di accadimento)<br />
Grafico 48 – Lavoratori Ditte esterne - Indice di frequenza totale Grafico 49 – Lavoratori Ditte esterne - Indice di frequenza degli infortuni<br />
15<br />
10<br />
0<br />
5,77<br />
2008<br />
8,50<br />
2009<br />
5,97<br />
2010<br />
6,18<br />
<strong>2011</strong><br />
Grafico 50 – Lavoratori Ditte esterne - Indice di gravità infortuni<br />
6,0<br />
4,0<br />
2,0<br />
0,0<br />
0,06<br />
2008<br />
4,939<br />
2009<br />
0,2<br />
2010<br />
2,75<br />
<strong>2011</strong><br />
10<br />
5<br />
0<br />
2,26<br />
2008<br />
108<br />
4,90<br />
2009<br />
2,83<br />
2010<br />
3,27<br />
<strong>2011</strong><br />
Grafico 51 – Lavoratori Ditte esterne - Durata media infortuni<br />
600<br />
400<br />
200<br />
0<br />
26,7<br />
2008<br />
30,5<br />
2009<br />
58,8<br />
2010<br />
10,0<br />
<strong>2011</strong>
avvenuti ha evidenziato che l’area comportamentale è la più critica. Anche<br />
nel corso del <strong>2011</strong>, si è confermata l’attenzione da parte di <strong>Saras</strong> verso le<br />
ditte d’appalto che operano all’interno del sito con l’intensificazione sia<br />
delle attività di controllo in campo sia delle attività di formazione in aula<br />
condotta da personale <strong>Saras</strong>. Questo sforzo ha inciso positivamente sugli<br />
indici infortunistici che hanno registrato, nonostante l’evento di cui sopra,<br />
valori in linea con gli anni precedenti.<br />
Le emergenze<br />
Nel corso del <strong>2011</strong> sono state registrate 1 emergenza generale e 4 emergenze<br />
limitate. Nessuna emergenza ha causato danni alle persone o fermate di<br />
impianto (Tabelle 39 e 40). L’andamento delle segnalazioni dei Mancanti<br />
Tabella 39 – Le emergenze - Numero di eventi<br />
La <strong>Salute</strong> e la <strong>Sicurezza</strong><br />
2008 2009 2010 <strong>2011</strong><br />
Emergenze limitate 18 32 15 4<br />
Emergenze generali 7 3 5 1<br />
Mancati incidenti 11 20 4 17<br />
Grafico 52 – Emergenze limitate<br />
30<br />
20<br />
10<br />
0<br />
18<br />
2008<br />
32<br />
2009<br />
Grafico 54 – Mancati incidenti<br />
20<br />
10<br />
5<br />
0<br />
11<br />
2008<br />
20<br />
2009<br />
15<br />
2010<br />
4<br />
2010<br />
4<br />
<strong>2011</strong><br />
17<br />
<strong>2011</strong><br />
Grafico 53 – Emergenze generali<br />
10<br />
8<br />
6<br />
4<br />
2<br />
0<br />
7<br />
2008<br />
109<br />
3<br />
2009<br />
5<br />
2010<br />
1<br />
<strong>2011</strong>
Tabella 40 – Le fermate a seguito di un'emergenza<br />
incidenti (Grafico 51) mostra per il <strong>2011</strong> una sensibile aumento che, riporta<br />
le segnalazioni, e quindi le analisi dei mancati incidenti, ai valori<br />
del 2008 e 2009. Nella pagina accanto si riportano, inoltre, i grafici riferiti<br />
al numero di fermate di impianto a seguiti di un’emergenza e i giorni di<br />
fermata impianto ad esse collegati (Grafici 55 e 56).<br />
Gli importi stanziati per la sicurezza<br />
La politica ed i progetti di <strong>Saras</strong> per l’innalzamento continuo dei livelli di sicurezza<br />
del proprio stabilimento hanno potuto contare tra il 2008 e il <strong>2011</strong> su<br />
oltre 27 milioni di Euro di finanziamenti, con una media di circa 6.750 milioni<br />
di euro/anno. I principali interventi stanziati nel <strong>2011</strong> hanno interessato sia<br />
il miglioramento di dotazioni di sicurezza esistenti, sia modifiche su sistemi<br />
impiantistici e di movimentazione prodotto, come di seguito descritto:<br />
inserimento di ulteriori valvole di intercettazione dei volumi di prodotto negli<br />
impianti;<br />
sostituzione negli impianti di processo dei sistemi di controllo di livello a vetro<br />
con quelli magnetici;<br />
proseguimento dell’adeguamento della rete antincendio e nuove attrezzature;<br />
proseguimento dell’adeguamento del sistema di rilevazione incendi e rilevazione<br />
idrocarburi (impianto CCR);<br />
completamento dell’adeguamento dei sistemi di protezione al fuoco delle strutture;<br />
adeguamento di sicurezza dell’interno dei bacini di contenimento dei serbatoi.<br />
La <strong>Salute</strong> e la <strong>Sicurezza</strong><br />
2008 2009 2010 <strong>2011</strong><br />
Fermate impianto 1 3 4 0<br />
Giorni di fermata 3 7 11 0<br />
Grafico 55 – Le fermate Grafico 56 – Giorni di fermata<br />
10<br />
8<br />
6<br />
4<br />
2<br />
0<br />
1<br />
2008<br />
3<br />
2009<br />
4<br />
2010<br />
0<br />
<strong>2011</strong><br />
30<br />
20<br />
10<br />
0<br />
3<br />
2008<br />
110<br />
7<br />
2009<br />
11<br />
2010<br />
0<br />
<strong>2011</strong>
Tabella 41 – Importi stanziati per la <strong>Sicurezza</strong> (Migliaia di euro/anno)<br />
2008 2009 2010 <strong>2011</strong><br />
Investimenti 6.345 6.608 7.640 6.889<br />
Grafico 57 – Importi stanziati per la <strong>Sicurezza</strong> (Migliaia di euro/anno)<br />
8.000<br />
6.000<br />
4.000<br />
2.000<br />
6.345<br />
2008<br />
6.608<br />
2009<br />
7.640<br />
2010<br />
6.889<br />
<strong>2011</strong><br />
Le Società del Gruppo<br />
I dati<br />
Nei grafici che seguono sono riportati gli andamenti dei principali indici infortunistici<br />
relativi alle società del Gruppo. I dati relativi al sito di Sarroch<br />
sono già stati descritti. La Sede <strong>Saras</strong> di Milano, Arcola, Sarlux e Sardeolica<br />
non hanno registrato infortuni con perdite di giornate lavorative, sia per<br />
i dipendenti diretti che per i dipendenti delle ditte d’appalto.<br />
Sartec ha registrato un infortunio tra il proprio personale e il valore dell’indice<br />
3,96, rapportato alle ore lavorate, risulta in linea con la media del gruppo.<br />
Nel 2010 sono stati inseriti per la prima volta i dati relativi alla <strong>Saras</strong> Energia,<br />
che opera nel mercato spagnolo della distribuzione di prodotti petroliferi.<br />
Gli indici di frequenza totale, degli infortuni e di gravità sono stati calcolati<br />
secondo le modalità di aggregazione utilizzate per le altre società del gruppo,<br />
operanti tutte in Italia. I valori degli indici di <strong>Saras</strong> Energia, anche nel<br />
<strong>2011</strong>, sono risultati mediamente più elevati della media del gruppo e sono<br />
identificabili con i risultati derivanti dalle stazioni di servizio, dove si sono<br />
concentrati il maggior numero di infortuni. Nei seguenti grafici, la colonna<br />
identificata come “Totale” riporta l’indice riferito alla somma degli infortuni<br />
diretti ed indiretti rispetto alla somma delle ore lavorate dei dipendenti diretti<br />
ed indiretti. Il personale del sito di Sarroch e quello della <strong>Saras</strong> Energia<br />
influenza particolarmente l’andamento degli indici del Gruppo in quanto le<br />
ore lavorate risultano rispettivamente il 51 e il 29% per i dipendenti diretti;<br />
mentre per i dipendenti delle ditte d’appalto è il sito di Sarroch che influenza<br />
in modo particolare il dato con una percentuale del 95,1%.<br />
La <strong>Salute</strong> e la <strong>Sicurezza</strong><br />
111
Grafico 58 – Indice di frequenza totale<br />
26,00<br />
22,00<br />
18,00<br />
14,00<br />
10,00<br />
6,00<br />
2,00<br />
29,41<br />
29,57<br />
diretti<br />
indiretti<br />
28,4<br />
28,1<br />
totale<br />
SARAS ENERGIA<br />
diretti<br />
indiretti<br />
ARCOLA<br />
totale<br />
7,54<br />
3,49<br />
3,96<br />
diretti<br />
indiretti<br />
totale<br />
2009 2010 <strong>2011</strong><br />
Grafico 59 – Indice di frequenza degli infortuni<br />
18,00<br />
14,00<br />
10,00<br />
6,00<br />
2,00<br />
14,71<br />
16,43<br />
diretti<br />
indiretti<br />
14,20<br />
15,61<br />
totale<br />
SARAS ENERGIA<br />
diretti<br />
indiretti<br />
ARCOLA<br />
totale<br />
3,49<br />
7,54<br />
diretti<br />
3,96<br />
6,94<br />
3,16<br />
3,72<br />
diretti<br />
indiretti<br />
totale<br />
diretti<br />
indiretti<br />
La <strong>Salute</strong> e la <strong>Sicurezza</strong><br />
13,81<br />
112<br />
10,66<br />
6,79<br />
8,51<br />
5,97<br />
6,18<br />
9,70<br />
SARTEC SARLUX SARAS Milano SARAS Sarroch SARDEOLICA<br />
indiretti<br />
3,16<br />
6,94<br />
totale<br />
3,72<br />
2009 2010 <strong>2011</strong><br />
diretti<br />
indiretti<br />
totale<br />
diretti<br />
indiretti<br />
totale<br />
7,53<br />
diretti<br />
indiretti<br />
totale<br />
7,53<br />
6,40<br />
6,27<br />
3,70<br />
4,90<br />
3,45<br />
3,27<br />
5,56<br />
4,39<br />
3,43<br />
SARTEC SARLUX SARAS Milano SARAS Sarroch SARDEOLICA<br />
totale<br />
diretti<br />
indiretti<br />
totale<br />
diretti<br />
diretti<br />
indiretti<br />
indiretti<br />
totale<br />
totale<br />
8,35<br />
4,93<br />
13,23<br />
diretti<br />
12,37<br />
8,41<br />
5,88<br />
5,88<br />
indiretti<br />
8,39<br />
9,68<br />
9,27<br />
totale<br />
MEDIA<br />
GRUPPO SARAS<br />
7,44<br />
diretti<br />
6,98<br />
4,92<br />
3,24<br />
indiretti<br />
3,11<br />
4,93<br />
5,41<br />
5,13<br />
totale<br />
MEDIA<br />
GRUPPO SARAS
Grafico 60 – Indice di gravità infortuni<br />
0,45<br />
0,35<br />
0,25<br />
0,15<br />
0,05<br />
0,49<br />
diretti<br />
0,56<br />
indiretti<br />
0,47<br />
totale<br />
SARAS ENERGIA<br />
0,53<br />
diretti<br />
indiretti<br />
ARCOLA<br />
0,20<br />
0,34<br />
0,02<br />
0,18<br />
0,32<br />
0,02<br />
2009 2010 <strong>2011</strong><br />
* Nell'indice di gravità è escluso l'incidente mortale "indiretti <strong>Saras</strong> Sarroch"<br />
totale<br />
Monitoraggi di igiene industriale<br />
Sartec<br />
diretti<br />
La <strong>Salute</strong> e la <strong>Sicurezza</strong><br />
113<br />
0,38<br />
0,43<br />
0,15<br />
0,15*<br />
0,20<br />
0,21<br />
0,28<br />
SARTEC SARLUX SARAS Milano SARAS Sarroch SARDEOLICA<br />
Nel corso dell’ultimo anno sono stati effettuati i seguenti monitoraggi e/o<br />
misurazioni per verificare i livelli di esposizione del personale ai seguenti<br />
rischi per la sicurezza e per la salute:<br />
Rumore;<br />
Vibrazioni;<br />
Sostanze pericolose - mirate all’esposizione del personale operante nel<br />
Laboratorio chimico - petrolifero;<br />
Microclima;<br />
Radiazioni ionizzanti.<br />
I risultati delle indagini hanno dato tutti esiti confortanti; i monitoraggi<br />
non hanno rilevato il superamento dei limiti di soglia previsti dalle norme<br />
di legge e da quelle tecniche.<br />
Sorveglianza sanitaria - Estratto della relazione sanitaria anno <strong>2011</strong><br />
Secondo le linee tracciate dal Piano di Sorveglianza Sanitaria elaborato dal<br />
MC in accordo con il Dl e con quanto previsto dal D.Lgs. 81/2008, a seguito<br />
dei risultati della Valutazione dei Rischi il programma dei controlli è stato<br />
nel corso del <strong>2011</strong> portato a compimento.<br />
Il Piano di sorveglianza, come stabilito, ha previsto i seguenti accertamenti<br />
clinici e strumentali:<br />
Visite mediche preventive;<br />
indiretti<br />
totale<br />
diretti<br />
indiretti<br />
totale<br />
diretti<br />
indiretti<br />
totale<br />
diretti<br />
indiretti<br />
0,03<br />
totale<br />
0,07<br />
diretti<br />
indiretti<br />
totale<br />
0,25<br />
0,34<br />
diretti<br />
0,24<br />
0,15 0,19<br />
indiretti<br />
0,03<br />
0,18<br />
0,27<br />
totale<br />
MEDIA<br />
GRUPPO SARAS<br />
0,14
Grafico 61 – Ore lavorate dipendenti diretti<br />
Sardeolica<br />
1,2%<br />
Sarlux<br />
0,1%<br />
<strong>Saras</strong> Milano<br />
8,5%<br />
Sartec<br />
8%<br />
Arcola<br />
1,8%<br />
<strong>Saras</strong> Energia<br />
29%<br />
Grafico 62 – Ore lavorate dipendenti ditte appalto<br />
<strong>Saras</strong><br />
Sarroch<br />
95,1%<br />
Grafico 63 – Ore lavorate totali<br />
<strong>Saras</strong><br />
Sarroch<br />
72,3%<br />
Sartec<br />
0,6%<br />
Arcola<br />
0,3%<br />
Sardeolica<br />
1,1%<br />
Sartec<br />
4,4%<br />
Sarlux<br />
0,1%<br />
<strong>Saras</strong> Sarroch<br />
51,4%<br />
<strong>Saras</strong><br />
Milano<br />
1,4%<br />
Sardeolica<br />
0,9%<br />
<strong>Saras</strong><br />
Energia<br />
1,7%<br />
<strong>Saras</strong><br />
Milano<br />
5,1<br />
Arcola<br />
1,1%<br />
<strong>Saras</strong><br />
Energia<br />
15,9%<br />
La <strong>Salute</strong> e la <strong>Sicurezza</strong><br />
114
Spirometrie;<br />
Audiometrie;<br />
Visite oculistiche;<br />
Accertamenti bioumorali;<br />
Metaboliti urinari.<br />
I soggetti interessati alla sorveglianza sanitaria (l’organico medio annuo<br />
dell’azienda per l’anno <strong>2011</strong> è stato di 149,5 Addetti), secondo la legislazione<br />
vigente, sono stati invitati a sottoporsi agli accertamenti previsti dal<br />
piano con la cadenza prevista a seconda del tipo di attività svolta. Nel corso<br />
dell’anno sono stati sottoposti a sorveglianza 104 lavoratori (102 visite<br />
periodiche e 2 visite all’assunzione), di cui 46 hanno effettuato anche i<br />
controlli semestrali finalizzati al monitoraggio biologico dell’esposizione a<br />
sostanze pericolose / cancerogene (emocromo e metaboliti urinari).<br />
In particolare sui lavoratori sono state effettuate:<br />
86 esami spirometrici;<br />
44 esami audiometrici<br />
86 accertamenti bioumorali<br />
46 metaboliti urinari<br />
I dati risultanti dall’analisi degli accertamenti sia clinici che strumentali<br />
mostrano un quadro confortante per quel che riguarda l’assenza di tecnopatie<br />
e lo stato di salute generale dei dipendenti.<br />
Sardeolica<br />
Fin dalla fase di costruzione, Sardeolica ha predisposto una serie di monitoraggi<br />
finalizzati alla quantificazione degli eventuali impatti sul personale<br />
operante nel sito del Parco Eolico. L’esito dei monitoraggi su rumore<br />
e campi elettromagnetici confortati dai risultati del protocollo sanitario,<br />
confermano l’assenza di rischi ad essi riconducibili per il personale operante<br />
in sito.<br />
Arcola Petrolifera / Deposito di Arcola<br />
Sorveglianza sanitaria - Relazione sanitaria anno <strong>2011</strong><br />
Il piano di sorveglianza, come stabilito dal medico competente, ha previsto<br />
i seguenti accertamenti clinici e strumentali per tutti i reparti che compongono<br />
lo stabilimento, in relazione alla valutazione del rischio:<br />
visite mediche preventive<br />
spirometrie<br />
audiometrie<br />
accertamenti bioumorali<br />
metaboliti urinari<br />
La <strong>Salute</strong> e la <strong>Sicurezza</strong><br />
115
Glossario<br />
Glossario
ACQUE DI ZAVORRA<br />
AFFIDABILITÀ<br />
AIA (Autorizzazione<br />
Integrata Ambientale)<br />
ARPA<br />
(Agenzie Regionali<br />
per la Protezione Ambientale)<br />
AUDIT<br />
BENZINA<br />
BONIFICA<br />
CO (monossido di carbonio)<br />
CO 2 (anidride carbonica)<br />
COD (Chemical Oxygen Demand)<br />
COGENERAZIONE<br />
Glossario<br />
Acque provenienti dallo zavorramento con acqua marina delle navi da carico vuote.<br />
L’affidabilità di un dispositivo è definita come la probabilità che esso funzioni correttamente,<br />
per un dato tempo, in certe condizioni.<br />
È il provvedimento che autorizza l’esercizio di un impianto imponendo misure tali da evitare<br />
oppure ridurre le emissioni nell’aria, nell’acqua e nel suolo per conseguire un livello<br />
elevato di protezione dell’ambiente nel suo complesso. L’autorizzazione integrata ambientale<br />
sostituisce ad ogni effetto ogni altra autorizzazione, visto, nulla osta o parere in materia<br />
ambientale previsti dalle disposizioni di legge e dalle relative norme di attuazione.<br />
Sono le “Agenzie Regionali” deputate alla vigilanza e controllo ambientale in sede locale.<br />
Sono state istituite con la Legge 61 del 1994, insieme all’ANPA (Agenzia Nazionale per la<br />
Protezione dell’<strong>Ambiente</strong>) - oggi ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca<br />
Ambientale), già APAT - con l’incarico di indirizzo e di coordinamento delle Agenzie regionali<br />
e delle Province autonome. In seguito, tutte le regioni italiane e le province autonome<br />
si sono dotate di proprie Agenzie. L’ARPA Sardegna è stata istituita con la Legge regionale<br />
18 maggio 2006, n. 6.<br />
Termine utilizzato in vari contesti con il significato di verifica ispettiva o valutazione. Indica un processo<br />
sistematico, indipendente e documentato per ottenere evidenze (registrazioni, dichiarazioni<br />
di fatto o altre informazioni) e valutarle con obiettività, al fine di stabilire in quale misura i criteri<br />
della verifica ispettiva di riferimento (politiche, procedure o requisiti) sono stati soddisfatti.<br />
Miscela di idrocarburi costituita da frazioni di diverse lavorazioni di raffineria. In condizioni<br />
ambiente, di temperatura e pressione, si presenta allo stato liquido.<br />
Insieme degli interventi di tipo fisico, chimico o biologico, atti a risanare situazioni di<br />
degrado o a rimuovere impianti non più in funzione al fine di eliminare o limitare i rischi<br />
per la salute umana e/o per l’ambiente.<br />
È un gas prodotto dalla combustione incompleta di carburanti e combustibili fossili. La fonte<br />
principale è costituita dai motori a benzina non dotati di marmitta catalitica ossidante.<br />
Gas inodore, incolore, insapore che si produce in seguito a processi di combustione, respirazione<br />
e decomposizione di materiale organico. Tra le sue caratteristiche è quella di<br />
assorbire le radiazioni infrarosse emesse dalla superficie terrestre per cui contribuisce al<br />
cosiddetto ‘effetto serra’.<br />
Quantità di ossigeno necessaria ad ossidare la sostanza organica presente nelle acque<br />
reflue, inclusa quella non biodegradabile.<br />
Processo mediante il quale due prodotti energetici diversi, come l’energia elettrica e il<br />
calore, possono essere generati insieme da un solo impianto progettato ad hoc, caratterizzato<br />
da un’elevata efficienza ambientale.<br />
119
DESOLFORAZIONE<br />
DISTILLAZIONE<br />
EFFETTO SERRA<br />
EMAS (EcoManagement<br />
and Audit Scheme)<br />
EMISSION TRADING<br />
EMISSIONE<br />
EPER (European Pollutant<br />
Emission Register)<br />
ESCO (ENERGY SERVICE COMPANY)<br />
Processo di trattamento di frazioni petrolifere finalizzato alla riduzione del contenuto<br />
di zolfo nei prodotti di raffinazione.<br />
Processo di separazione progressiva dei componenti del greggio nella colonna di distillazione,<br />
alla base della quale viene iniettato il greggio, tramite il flusso in controcorrente<br />
di un liquido e di un vapore che vanno ad arricchirsi, rispettivamente, delle<br />
componenti più pesanti e più leggere.<br />
Aumento graduale della temperatura media dell’atmosfera come effetto dell’aumento<br />
della concentrazione dei gas ivi presenti. Tra le sostanze che contribuiscono in maniera<br />
significativa all’effetto serra (gas serra) vi sono i clorofluorocarburi (CFC), l’anidride<br />
carbonica (CO 2 ), il metano (CH 4 ), gli ossidi di azoto (NO x ), l’esafluoruro di zolfo (SF 6 ).<br />
Istituito con Regolamento (CEE) 1836/93, aggiornato con il Regolamento (CE) n.<br />
761/2001 (EMAS II), è uno strumento a carattere volontario volto a promuovere costanti<br />
miglioramenti dell’efficienza ambientale delle attività industriali. Il Regolamento prevede<br />
che le imprese partecipanti adottino, nei propri siti produttivi, sistemi di gestione<br />
ambientale basati su politiche, programmi, procedure e obiettivi di miglioramento<br />
dell’ambiente e pubblichino una Dichiarazione Ambientale. Ai fini della registrazione di<br />
un sito nell’apposito Registro istituito presso la Commissione Europea, tale Dichiarazione<br />
Ambientale deve essere convalidata da un verificatore accreditato da un Organismo<br />
nazionale competente; in Italia tale organismo, attivo dal 1997, è il Comitato per l’Ecolabel<br />
e l’Ecoaudit che si avvale del supporto tecnico dell’APAT. oggi ISPRA.<br />
Il 13 ottobre 2003 la Commissione Europea ha pubblicato la Direttiva Europea sul<br />
mercato delle emissioni (Direttiva 2003/87/EC), meglio conosciuto come Emission<br />
Trading System. I punti fondamentali stabiliti dalla direttiva sono i seguenti: dal 1°<br />
gennaio 2005 nessun impianto che ricade nel campo di applicazione, può emettere<br />
CO2 (in sostanza può continuare ad operare) in assenza di apposita autorizzazione;<br />
i gestori di tali impianti devono restituire annualmente all’Autorità Nazionale Competente<br />
quote di emissione di CO2 in numero pari a quanto rilasciato in atmosfera;<br />
sono state assegnate quote massime di emissione di CO2 per ogni impianto regolato<br />
dalla Direttiva; infine, le emissioni di CO2 effettivamente rilasciate in atmosfera sono<br />
monitorate secondo le disposizioni impartite dall’Autorità Nazionale Competente e<br />
certificate da un verificatore accreditato.<br />
Scarico di qualsiasi sostanza solida, liquida o gassosa introdotta nell’ecosistema - proveniente<br />
da un impianto o da qualsiasi altra fonte - e che può produrre direttamente o<br />
indirettamente un impatto sull’ambiente.<br />
Registro Europeo delle emissioni di inquinanti, istituito dalla Commissione Europea<br />
con Decisione adottata il 17 luglio 2000 (2000/479/EC) in accordo con l’Articolo 15<br />
della Direttiva 96/61/EC del Consiglio Europeo sulla prevenzione e la riduzione integrate<br />
dell’inquinamento (IPPC). Rappresenta la prima e più ampia rendicontazione in<br />
ambito UE delle emissioni da insediamenti industriali in aria ed acqua.<br />
Sono società che effettuano interventi finalizzati a migliorare l'efficienza energetica,<br />
assumendo su di se' il rischio dell'iniziativa e liberando il cliente finale da ogni onere<br />
120
EXTRARETE<br />
FILTER CAKE<br />
GASOLIO<br />
IGCC (Integrated Gassification<br />
Combinated Cycle)<br />
IMMISSIONE<br />
IMPATTO AMBIENTALE<br />
INDICE CAM<br />
(Classificazione Acque Marine)<br />
INDICE DI FREQUENZA INAIL<br />
INDICE DI FREQUENZA TOTALE<br />
INDICE DI GRAVITÀ<br />
INES (Inventario Nazionale<br />
delle Emissioni e loro Sorgenti)<br />
organizzativo e di investimento. I risparmi economici ottenuti vengono condivisi fra la<br />
ESCO ed il Cliente finale con diverse tipologie di accordo commerciale.<br />
È il canale di vendita di prodotti petroliferi destinato a clienti grossisti, quali industrie,<br />
consorzi ed enti pubblici.<br />
Prodotto proveniente dalle filtropresse, denominato, per la sua consistenza fisica, “filter cake”<br />
(“torta filtrata”). È il solido risultante dal processo di gasificazione dei prodotti pesanti di raffineria,<br />
che contiene elevate percentuali di metalli quali Ferro, Vanadio, Carbonio e Nickel.<br />
Miscela di idrocarburi che si ottiene principalmente dalla distillazione primaria del greggio.<br />
Impianto che permette la produzione di gas di sintesi (syngas) dagli idrocarburi pesanti e<br />
la successiva produzione a ciclo combinato di energia elettrica e calore.<br />
Rilascio, in atmosfera o nei corpi idrici, e conseguente trasporto di un inquinante nell’ambiente.<br />
La concentrazione dell’inquinante è misurata lontano dal suo punto di emissione.<br />
Qualsiasi modifica all’ambiente, positiva o negativa, derivante in tutto o in parte dalle<br />
attività, dai prodotti o dai servizi di un’organizzazione.<br />
È l’indice utilizzato nel Monitoraggio dell’<strong>Ambiente</strong> Marino costiero che trasforma i valori<br />
misurati in un giudizio sintetico sullo stato di qualità del mare secondo tre tipologie, interpretate<br />
e ricondotte a tre classi di qualità, dove per qualità si intende quella legata allo<br />
stato di eutrofizzazione dei sistemi costieri ed alla potenziale incidenza di rischi di tipo<br />
igienico sanitario: Alta qualità - acque incontaminate;<br />
Media qualità - acque con diverso grado di eutrofizzazione, ma ecologicamente integre;<br />
Bassa qualità - acque eutrofizzate con evidenze di alterazioni ambientali anche di origine<br />
antropica.<br />
È calcolato considerando il numero di infortuni denunciati dall’azienda all’Istituto Nazionale<br />
Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro in riferimento al numero di ore lavorate<br />
(calcolato con la formula n° infortuni INAIL x 10 6 /ore lavorate).<br />
È calcolato considerando il numero totale di eventi verificatisi (infortuni INAIL e medicazioni)<br />
in riferimento al numero di ore lavorate (calcolato con la formula n° eventi x 10 6 /<br />
ore lavorate).<br />
Con riferimento ad un dato arco temporale, esprime il rapporto fra il numero di giorni di<br />
invalidità temporanea associati agli infortuni realizzatisi e il numero di ore lavorate (calcolato<br />
con la formula n° giornate lavoro perdute x 10 3 /ore lavorate).<br />
Registro nazionale delle emissioni nato in base al D.Lgs. 4 agosto 1999, n. 372 (attuazione<br />
della Direttiva 96/61/CE) e ai Decreti del Ministero dell’<strong>Ambiente</strong> e della Tutela del<br />
Territorio del 23/11/2001 e del 26/04/2002. Si tratta di una raccolta di informazioni sulle<br />
emissioni dei siti industriali nazionali soggetti alla normativa IPPC. La normativa prevede,<br />
infatti, che tali aziende comunichino annualmente all’ISPRA (già APAT) i dati qualitativi<br />
e quantitativi rispetto ad un elenco definito di inquinanti presenti nei reflui gassosi ed<br />
acquosi dei loro impianti. Le comunicazioni sono quindi trasmesse al Ministero dell’Am-<br />
121
IPPC (Integrated Pollution<br />
Prevention and Control)<br />
ISO (International Organization<br />
for Standardization)<br />
ISPRA<br />
(Istituto Superiore per la Protezione<br />
e la Ricerca Ambientale)<br />
KWH (Chilowattora)<br />
MW (Megawatt)<br />
MWH (Megawattora)<br />
NO X (ossidi di azoto)<br />
OHSAS (Occupational Health and<br />
Safety Assessment Series)<br />
OLIO COMBUSTIBILE<br />
PIEZOMETRO<br />
PM10<br />
biente per l’invio alla Commissione Europea ed andranno a costituire il registro EPER.<br />
Direttiva europea del 1996 su “Prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento”<br />
inerente la riduzione dell’inquinamento dai vari punti di emissione nell’intera Unione<br />
Europea, recepita in Italia con il D.Lgs. 59/2005.<br />
È l’organizzazione internazionale non governativa, con sede a Ginevra, cui aderiscono<br />
gli organi normatori di circa 140 paesi e che ha il compito di studiare, redigere e<br />
divulgare nella comunità internazionale il complesso delle norme riguardante essenzialmente<br />
la Gestione Ambientale (ISO 14000) e il Sistema Qualità (ISO 9000) relativi<br />
alle aziende di ogni settore.<br />
È un ente di ricerca italiano nato nel 2008 dall'accorpamento di tre enti controllati dal<br />
ministero dell'<strong>Ambiente</strong>, l'APAT (Agenzia per la Protezione dell'<strong>Ambiente</strong> e per i Servizi<br />
Tecnici), l’ICRAM (Istituto Centrale per la Ricerca scientifica e tecnologica Applicata<br />
al Mare) e l’INFS (Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica) al fine di razionalizzare<br />
l'attività svolta dai suddetti tre organismi e snellire per assicurare maggiore efficacia alla<br />
protezione ambientale anche nell'ottica del contenimento della spesa pubblica.<br />
Unità di misura dell’energia elettrica prodotta o consumata, pari all’energia prodotta<br />
in 1 ora alla potenza di 1 kW.<br />
Multiplo del kW (Chilowatt), l’unità dimisura della potenza di un impianto di produzione<br />
di energia elettrica, cioè della sua capacità di produrre energia. Misura anche la<br />
potenza assorbita da un apparecchio utilizzatore. 1 MW = 1.000 kW.<br />
Unità di misura dell’energia elettrica prodotta o consumata, pari alla energia prodotta<br />
in 1 ora alla potenza di 1 MW, pari a 1.000 kWh.<br />
Sono composti gassosi costituiti da azoto ed ossigeno (NO, NO 2 , ecc.), normalmente<br />
rilasciati durante il processo di combustione dei combustibili fossili nei quali l’azoto<br />
libero (N 2 ) si ossida. In atmosfera costituiscono i principali agenti determinanti lo<br />
smog fotochimico e, dopo l’SO 2 , sono i maggiori responsabili delle piogge acide.<br />
Normativa sviluppata in sostituzione della precedente British Standard 8800 per rispondere<br />
alla crescente domanda di uno standard riconosciuto circa l’organizzazione<br />
necessaria per gestire <strong>Salute</strong> e <strong>Sicurezza</strong>. La certificazione OHSAS 18001 è stata sviluppata<br />
in modo da risultare compatibile con le ISO 14001 e ISO 9001 e permettere<br />
l’adozione di un Sistema di Gestione Integrato.<br />
Frazione pesante della raffinazione del petrolio, utilizzato come combustibile, sempre<br />
più spesso nella qualità a basso tenore di zolfo, al fine di limitarne gli impatti negativi per<br />
l’ambiente in termini di emissioni atmosferiche (principalmente SO 2 e particolato).<br />
Tubo o pozzo di piccolo diametro inserito in un corpo idrico e usato per misurare, tramite<br />
il livello raggiunto dall’acqua al suo interno, la quota della piezometrica (la linea luogo<br />
dei punti aventi una quota pari a quella del corpo idrico) in un determinato punto.<br />
La frazione di particolato con diametro inferiore a 10 m (1 m = 1 milionesimo di me-<br />
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PPM (Parti per milione)<br />
PROTOCOLLO DI KYOTO<br />
PST (Polveri Sospese Totali)<br />
RAFFINAZIONE<br />
RENDIMENTO<br />
REVAMPING<br />
RISCHIO DI INCIDENTE<br />
RILEVANTE<br />
SISTEMA DI GESTIONE<br />
SO 2 (anidride solforosa)<br />
tro) può superare le vie aeree ed arrivare ai polmoni, diventando potenzialmente pericoloso<br />
per la salute umana a seconda delle sostanze che compongono il particolato.<br />
Unità di misura della concentrazione di una sostanza presente in piccola quantità in un<br />
liquido o in un gas, corrispondente a “parti per milione”.<br />
Atto approvato dalla “Conferenza delle Parti” (Kyoto, 1-10 dicembre 1997) e contenente le<br />
prime decisioni sulla attuazione operativa di alcuni degli impegni della Convenzione UN-<br />
FCCC (Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici, approvata nel<br />
1992 e ratificata dall’Italia nel 1994). Il trattato è entrato in vigore il 16 febbraio 2005, dopo<br />
la ratifica anche da parte della Russia; infatti, perché il Protocollo diventasse obbligatorio a<br />
livello internazionale, doveva essere ratificato da almeno 55 Paesi. Tra i punti chiave, l’obbligo<br />
per i Paesi più industrializzati (tra cui l’Italia) a ridurre le emissioni di gas serra (anidride<br />
carbonica, metano, protossido di azoto, fluorocarburi idrati, perfluorocarburi, esafluoruro<br />
di zolfo) di almeno il 5% rispetto ai livelli del 1990, nel periodo di adempimento che va dal<br />
2008 al 2012. Inoltre, gli stessi Paesi devono predisporre progetti di protezione di boschi, foreste,<br />
terreni agricoli che assorbono anidride carbonica, realizzare un sistema nazionale per<br />
la stima delle emissioni gassose e possono guadagnare ‘carbon credit’ aiutando i Paesi in via<br />
di sviluppo ad evitare emissioni inquinanti. I Paesi firmatari andranno incontro a sanzioni se<br />
mancheranno di raggiungere gli obiettivi. Più flessibili le regole per i Paesi in via di sviluppo.<br />
È costituito da particelle solide piccolissime in sospensione in aria. Per la maggior parte è materiale<br />
carbonioso incombusto che può assorbire sulla sua superficie composti di varia natura.<br />
Insieme dei processi di trasformazione del petrolio greggio in derivati di diverse qualità<br />
(principalmente GPL, benzina leggera, nafya, kerosene, gasolio e residui).<br />
Il rendimento di una macchina è definito come un rapporto tra la potenza erogata (o<br />
energia prodotta) e la potenza assorbita (o energia spesa) in uno stesso momento; quanto<br />
maggiore è il rendimento, tanto più è efficiente l’apparecchio; più il rendimento è basso,<br />
più la macchina spreca energia.<br />
Interventi su impianti industriali per migliorare o aumentare la capacità di lavorazione.<br />
Probabilità che un avvenimento connesso ad uno sviluppo incontrollato di un’attività industriale<br />
possa dar luogo ad un pericolo grave, immediato o differito, per l’uomo e per<br />
l’ambiente.<br />
La struttura organizzativa, le attività di pianificazione, le responsabilità, le procedure,<br />
le prassi, i processi, le risorse per elaborare, mettere in atto, conseguire, riesaminare e<br />
mantenere attivo il controllo, ove possibile, su tutte le variabili interne ed esterne ad<br />
un’organizzazione.<br />
È un gas incolore, di odore pungente che viene rilasciato durante la combustione di combustibili<br />
fossili contenenti zolfo. In atmosfera elevate concentrazioni di SO 2 rappresentano<br />
la causa principale della formazione di piogge acide.<br />
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TEE (TITOLI DI EFFICIENZA ENER-<br />
GETICA)<br />
TEP (Tonnellate<br />
Equivalenti di Petrolio)<br />
ZOLFO<br />
I Titoli di Efficienza Energetica conosciuti anche come Certificati Bianchi, sono titoli<br />
che certificano i risparmi energetici conseguiti attraverso la realizzazione di specifici<br />
interventi e rappresentano un incentivo. Istituiti in Italia con i DD.MM. 20 luglio 2004<br />
elettricità e gas, ed entrati in vigore nel gennaio 2005, i certificati bianchi consistono<br />
in titoli acquistabili e successivamente rivendibili il cui valore è stato originariamente<br />
fissato a 100 €/tep. Il valore energetico di un tep è comparabile col consumo annuale<br />
di energia elettrica di una famiglia media.<br />
Unità di misura convenzionalmente utilizzata per la determinazione dell’energia contenuta<br />
nelle diverse fonti tenendo conto del loro potere calorifico.<br />
Elemento chimico presente nel greggio come composti solforati. Lo zolfo, recuperato<br />
dai processi di desolforazione, viene poi avviato alla commercializzazione per gli usi<br />
dell’industria chimica.
Note
Note
Note
A cura di<br />
<strong>Saras</strong> S.p.A.<br />
Sistema di Gestione e Normativa HSE<br />
Servizio Prevenzione e Protezione<br />
Direzione Relazioni Esterne<br />
S.S. 195 Sulcitana Km 19 - 09018 Sarroch (CA)<br />
www.saras.it<br />
Foto Archivio <strong>Saras</strong><br />
Impaginazione<br />
Arti Grafiche Pisano [Cagliari]<br />
Completata impaginazione nel mese di aprile 2012<br />
Per informazioni contattare<br />
Direzione Relazioni Esterne<br />
relazioni.esterne@saras.it<br />
<strong>Saras</strong> S.p.A. - Sede legale: Sarroch (CA) SS. 195 Sulcitana, Km 19<br />
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<strong>Saras</strong> S.p.A. - Sede legale: Sarroch (CA)<br />
SS. 195 Sulcitana, Km 19<br />
Numero Iscrizione Registro Imprese,<br />
Codice Fiscale e Partita IVA 00136440922