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Magnificat n. 97 - Suore Francescane Immacolatine

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Periodico trimestrale delle <strong>Suore</strong> <strong>Francescane</strong> <strong>Immacolatine</strong> - Anno XXIV - Numero n. <strong>97</strong> - Luglio Agosto Settembre 2009 - Sped. in abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB - Benevento - Taxe perçue au Bureau de Benevento


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42<br />

Carissimi amici<br />

Artigiana della pace<br />

Maria, maestra di gratitudine<br />

Nella più grande umiltà...<br />

Lourdes<br />

Il senso<br />

Lettera a mio figlio<br />

Arte e Poesia<br />

Vita della Congregazione<br />

Dalle Missioni<br />

Anno XXIV n. <strong>97</strong><br />

magnificat-sfi@tiscali.it


noi che scriviamo su questa rivista:<br />

il “<strong>Magnificat</strong>” non possiamo non pensare alla<br />

Vergine Maria che canta: “Ha fatto in me<br />

cose grandi il Signore perché ha guardato<br />

l'umiltà, la bassezza, l'inanità della sua<br />

serva, della sua ancella.” A tal proposito<br />

occorre anche meditare sulla Venerabile<br />

Teresa Manganiello che seppe dire<br />

“Sì” al suo Signore.<br />

Per tutti Teresa è protettrice,<br />

Siamo confortati da questa donna mite,<br />

umile. Siamo contenti di averla come<br />

tutrice e interprete presso Gesù,<br />

dei nostri desideri, delle nostre aspirazioni,<br />

del nostro lavoro.<br />

La vita della Venerabile è mirabile<br />

apparizione nella nostra storia.<br />

La sua santità fu scoperta durante<br />

la sua esistenza e dopo.<br />

A noi tocca oggi sempre più<br />

viverla e diffonderla.<br />

La Redazione


u Teresa hai dato da mangiare agli affamati, da bere agli assetati;<br />

hai vestito gli ignudi, accolto i forestieri, curato gli<br />

ammalati, visitato i carcerati. Il tuo stile di vita non il consumo.<br />

Non avevi né timore né vergogna della povertà.<br />

Anzi quest'ultima: la tua gloria. Non avevi nulla, ma piena di Dio. Sul<br />

sentiero di Cristo alleviavi il dolore degli afflitti, degli ammalati, degli<br />

ultimi. Tu, come Gesù, con chi schiacciato dalla vita e aveva “fame<br />

e sete di giustizia”. Tu Teresa, piccola artigiana della pace.<br />

Amavi ascoltare e mettere in pratica le parabole di Gesù, di quel<br />

Gesù che parlava a tutti dalla montagna, in riva al mare, su una barca<br />

e sulla croce. Oggi avresti fatto sentire la tua voce in difesa degli indifesi.<br />

Tu avevi la coscienza di radicale nullità, di radicale povertà avvertivi<br />

in te la dignità di quel qualcosa che è immensamente grande.<br />

Tu Venerabile avevi compreso che siamo in funzione degli altri,<br />

non in funzione di noi stessi. Ti sentivi “incaricata” di espiare i peccati<br />

degli altri. Facevi penitenza in luogo dei penitenti.<br />

L'Eucarestia diventava centro della tua vita.<br />

Pregavi, meditavi, ti mortificavi, facevi opere di misericordia.<br />

Questa, la tua semplice grandezza: ripetere incessantemente<br />

gesti di amore verso l'altro.<br />

Venerabile Teresa mettevi in pratica ciò che affermava<br />

il curato d'Ars: “Dare tutto dare tutto e non conservare<br />

niente e praticare la parola di Cristo”. Tu, come questo<br />

umile servo di Gesù sapevi fare “discorsi infuo-


cati con Dio”, sapevi conversare con gli altri, compatirli, aiutarli.<br />

La tua presenza era Conversione. Come il Curato d'Ars “non turbasti<br />

la serenità, non togliesti il sorriso, non rendesti nevrastenica ed<br />

eccitata la conversazione quotidiana, ma sempre dolce, umile, umana”.<br />

Tu Venerabile vivesti con quel particolare stile cristiano, cogli og-


gi auspicato dal nostro Pontefice: “La carità è il dono più grande che<br />

Dio abbia dato agli uomini, è sua promessa e nostra speranza.”<br />

Infatti “solo nella verità la carità risplende e può essere autenticamente<br />

vissuta”. Teresa nella semplicità comprendesti che “… la carità<br />

supera la giustizia e la completa nella logica del dono e del perdono”.<br />

Tu Venerabile ci hai insegnato che dobbiamo noi tutti maturare<br />

sempre più quella “coscienza solidale che considera<br />

l'alimentazione e l'accesso all'acqua come diritti universali di<br />

tutti gli esseri umani, senza distinzioni né discriminazione.”<br />

(Benedetto XVI) Cara Teresa, fai in modo “che la nostra vita<br />

parli di Dio, che la nostra vita sia realmente liturgia, annuncio<br />

di Dio, porta nella quale il Dio lontano diventa il<br />

Dio vicino, e realmente dono di noi stessi a Dio.” (Benedetto<br />

XVI) Venerabile Teresa, facci contemplare


Dio come lo hai colto col tuo sguardo. Sei in sintonia con<br />

ciò che scrive il nostro Papa: “… Dio è il custode della nostra<br />

libertà, dell'amore della verità. Questo occhio ci vede<br />

non è un occhio cattivo che ci sorveglia, ma è la presenza di un<br />

amore che non ci abbandona mai e ci dona la certezza che il bene<br />

è essere, il bene è vivere: è l'occhio dell'amore che ci da l'aria<br />

per vivere”. Cara Teresa aiuta tutti ad uscire dall'oceano del male<br />

e ad entrare nel fiume dell’amore di Dio”. Tu Teresa, eri convinta<br />

che “L'uomo non è un atomo sperduto in un universo casuale, ma è<br />

una creatura di Dio, a cui Egli ha voluto donare un'anima immortale<br />

e che ha da sempre amato.” “Senza la prospettiva di una vita eterna,<br />

il progresso umano in questo mondo rimane privo di respiro. Chiuso<br />

dentro la Storia, esso è esposto al rischio di ridursi al solo incremento<br />

dell'avere…”. (BenedettoXVI)<br />

Tu Teresa insegnaci a perdonare anche l'imperdonabile. La tua costante<br />

parola: misericordia. Tu eri persuasa che “nella misericordia,<br />

Dio dimostra il vero potere”. Tu sapevi che “Perdonare non è ignorare,<br />

ma trasformare, cioè Dio deve entrare in questo mondo e opporre<br />

all'oceano dell'ingiustizia un oceano più grande del bene e<br />

dell'amore. E questo è l'avvenimento della Croce: da quel momento,<br />

contro l'oceano del male esiste un fiume infinito e perciò sempre<br />

più grande di tutte le ingiustizie del mondo, un fiume di bontà, di verità,<br />

di amore. Così Dio perdona trasformando il mondo ed entrando<br />

nel nostro mondo perché ci sia realmente una forza, un fiume di<br />

bene più grande di tutto il male che può mai esistere”.<br />

(Papa Benedetto XVI)<br />

Tu Teresa esperta di luce in questa epoca a volte così buia, fai pensare<br />

a ciò che scriveva Edgar Lee Masters in una poesia dedicata ad<br />

un ottico: “che cosa vedete adesso? Luce risponde: “benissimo!<br />

Faremo gli occhiali così”. Questi versi ci invitano a non lasciarsi sfuggire<br />

i tuoi sprazzi di luce, di Speranza. Tu cara Teresa hai compreso e<br />

vissuto che la carità viaggia con la verità e conoscevi che quest’ultima<br />

si colloca al centro tra la via e la vita.


L'anima mia magnifica il Signore<br />

e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,<br />

perché ha guardato l'umiltà della sua serva.<br />

D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.<br />

Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente<br />

e Santo è il suo nome:<br />

di generazione in generazione la sua misericordia<br />

si stende su quelli che lo temono.<br />

Ha spiegato la potenza del suo braccio,<br />

ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;<br />

ha rovesciato i potenti dai troni,<br />

ha innalzato gli umili;<br />

ha ricolmato di beni gli affamati,<br />

ha rimandato a mani vuote i ricchi.<br />

Ha soccorso Israele, suo servo,<br />

ricordandosi della sua misericordia,<br />

come aveva promesso ai nostri padri,<br />

ad Abramo e alla sua discendenza,<br />

per sempre».<br />

Maria rimase con lei circa tre mesi,<br />

poi tornò a casa sua<br />

(Lc 1, 46-56).


L'anima mia magnifica il Signore.<br />

Maria è la donna del ringraziamento perché rende grazie<br />

a Dio per tutti i prodigi che ha compiuto nella sua vita.<br />

La Vergine gode di grandi privilegi: è l'Immacolata, la Madre<br />

di Dio, Colei che coopera in modo perfetto al piano della<br />

Redenzione, Colei che è chiamata a seguire Gesù in tutta la sua<br />

vicenda terrena, ma è consapevole che deve tutto alla misericordia<br />

di Dio. La vocazione di Maria è un dono divino ed ella ringrazia<br />

l'Altissimo per i doni ricevuti. Nella Madonna ammiriamo proprio la<br />

capacità di ringraziare e lodare Dio per quanto compie in lei.<br />

Quante volte i religiosi hanno la capacità di ringraziare? Anche la<br />

nostra vocazione viene da Dio ed è caratterizzata da tanti doni, ma abbiamo<br />

la capacità di dire “grazie” a Colui che ci ha chiamati a vivere<br />

in stretta comunione con Lui? Talvolta tra i credenti emerge una sorta<br />

di scoraggiamento dovuto alla convinzione che non è possibile vivere<br />

la propria chiamata all'insegna dell'autenticità. E' venuta meno la


percezione della grandezza della chiamata! La<br />

nostra capacità di ringraziamento nasce ed è<br />

più grande se siamo consci dell'altezza e della<br />

bellezza della nostra vocazione. Ciò che pesa è<br />

proprio la chiamata a vivere la croce con<br />

Cristo. La sofferenza fisica o morale è spesso<br />

l'elemento scatenante di crisi durature o irreversibili.<br />

Le difficoltà comunitarie sembrano<br />

insormontabili e causano frequentemente depressione<br />

e sconforto, al punto di perdere la<br />

consapevolezza e la certezza della grandezza e<br />

della bellezza della “sequela di Cristo”.<br />

Conformarsi a Gesù vuol invece dire proprio<br />

accettare anche i momenti di prova.<br />

Conformarsi a Lui significa chiederGli la<br />

grazia della perseveranza e della fedeltà, nonostante<br />

i momenti di dolore e di deserto.<br />

Anche l'Immacolata ha conosciuto la prova e il<br />

dolore, ma ha saputo comunque ringraziare<br />

Dio per la sua vocazione.<br />

Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente.<br />

Maria ringrazia Dio per i doni meravigliosi<br />

che ha ricevuto! Ella è la piena di grazia, è piena<br />

della presenza e della forza divina. La<br />

Madonna ringrazia l'Altissimo per quanto<br />

le ha donato. Non dobbiamo dimenticare<br />

che abbiamo ricevuto una vocazione bellissima:<br />

servire e amare Dio con la forza<br />

della grazia che viene da Lui.<br />

E' vero, talvolta siamo chiamati<br />

a vivere sofferenze intense o incomprensibili.<br />

Ricordiamo però che an-


che noi abbiamo il conforto della divina<br />

grazia che ci aiuta ad essere fedeli, perseveranti.<br />

Il Signore compie prodigi, compie grandi<br />

cose per le quali sciogliere in inno di ringraziamento<br />

e di lode. Il peso della croce, che pure<br />

siamo chiamati a sperimentare, non deve schiacciarci<br />

e farci dimenticare la bellezza e l'altezza della<br />

nostra vocazione. Siamo chiamati a stare con Gesù<br />

ed a seguirlo in tutto il suo mistero, in tutto quello che<br />

ha vissuto e ha detto, a vivere come Egli è vissuto, ad<br />

amare come Egli ha amato. Si tratta di una realtà che<br />

implica grande responsabilità da parte nostra, ma che<br />

resta pur sempre entusiasmante.<br />

Di generazione in generazione.<br />

Maria realizza che la sua vita e la sua vocazione fanno<br />

parte di un preciso progetto di salvezza. Dio parla<br />

all'uomo lungo i secoli, lungo il fluire delle generazioni.<br />

E' bene ricordare che noi siamo dentro una tradizione<br />

spirituale. Siamo già dentro un cammino di santità<br />

suggerito dallo Spirito Santo.<br />

Non siamo chiamati a realizzare nostre “invenzioni”<br />

ma a continuare a seguire il cammino dei nostri padri,<br />

assecondando le intuizioni che ci vengono offerte<br />

costantemente da Dio. A volte i Cristiani sembrano<br />

avere la memoria corta, dimenticando la tradizione<br />

spirituale da cui provengono e che sono, invece, chiamati<br />

ad arricchire. Recuperiamo il grande valore della<br />

nostra storia! Il passato ci insegna che Dio è fedele e<br />

sostiene con la sua grazia coloro che chiama alla realizzazione<br />

di un determinato progetto. Il dramma di tanti<br />

battezzati è rappresentato dal fatto che non sono<br />

sempre consapevoli della fedeltà di Dio e per questo<br />

manca la loro risposta fatta di amore e dedizione.


Ha innalzato gli umili.<br />

Maria comprende che l'umiltà è la virtù che “apre” il cuore di<br />

Dio. Egli innalza gli umili perché essi hanno il Lui la loro unica ricchezza.<br />

Quando Egli è la nostra unica ricchezza, quando viviamo davvero<br />

di Lui, la nostra vita diventa un prodigio, diventa emanazione di<br />

Lui, del Suo amore, della Sua grazia, della Sua presenza tra gli uomini.<br />

Più siamo umili, più è grande la manifestazione dell'amore misericordioso<br />

di Dio nella nostra vita. Umiltà è vivere di Dio e permettergli<br />

la massima disponibilità del nostro cuore. Questa virtù ci consente<br />

di aprire il cuore sempre alla grazia di Dio, a non aspettarci consensi<br />

dal “mondo” e ad attendere da Dio solo ogni bene! La nostra è<br />

una vita all'insegna dell'imitazione di Gesù povero ed umile e chi nutre<br />

altro tipo di aspirazioni andrà certamente incontro a grandi frustrazioni.<br />

Nel nostro linguaggio e nel nostro vissuto dovremmo dare<br />

più spazio all'ascesi, al nascondimento, alla preghiera fervorosa, alla<br />

richiesta di grazie sempre più utili al nostro cammino.<br />

Come aveva promesso.<br />

Maria si rende conto di essere dentro un progetto. Vi è un progetto<br />

grande nel quale l'Immacolata è inserita! Con il suo “si” ella collabora<br />

in modo mirabile al piano della salvezza, grazie alla sua docilità a<br />

noi giunge il Salvatore, Colui che avrebbe lavato i peccati<br />

dell'umanità donandole la vita divina. Anche i religiosi sono inseriti<br />

in un progetto grande! Il nostro “si” ci pone nella condizione di vivere<br />

il piano di bene e di amore che l'Altissimo ha voluto per ogni consacrato.<br />

I credenti dovrebbero riflettere su questo grande mistero:<br />

essi entrano a far parte di un progetto di Dio, essi sono gli<br />

“strumenti” mediante i quali Egli parla all'umanità, soprattutto<br />

essi sono chiamati ad essere “terreno sacro” per Lui mediante<br />

la loro preghiera e la loro adorazione. I religiosi sono davvero<br />

privilegiati, ma se ne rendono davvero conto? Dio ci ha<br />

chiamati fin dal grembo materno ad amarLo, a servirlo<br />

senza riserve ed essere speciali testimoni del suo amore<br />

nel mondo.


Vi sono tante forme di deserto.<br />

Vi è il deserto della povertà,<br />

il deserto della fame e della sete,<br />

il deserto dell’abbandono,<br />

della solitudine, dell’amore distrutto,<br />

il deserto dell’oscurità di Dio,<br />

dello svuotamento delle anime<br />

senza più coscienza della dignità<br />

e del cammino dell’uomo.


Lucia Ciarcia<br />

sacerdoti sono gli uomini ai quali Dio ha assegnato la<br />

missione più grande ma anche la più difficile: "la salvezza<br />

delle anime". Si diventa sacerdoti per "chiamata<br />

divina". Al di là di alcuni giudizi insensati,<br />

l'umanità riconosce le difficoltà della delicatissima missione.<br />

La storia ha lasciato esempi stupendi di sacerdoti. Non solo<br />

nel passato remoto o recente ci sono stati modelli grandiosi,<br />

ma sicuramente ce ne sono nel presente e nel futuro, per questo<br />

siamo tutti inviati a pregare perché possano esserci "grandi<br />

pastori a guidare un gregge di pecore in balìa delle onde".<br />

Infatti le folle sono sempre più disorientate a causa del caos<br />

dei tempi moderni.<br />

La grandezza di un sacerdote non va paragonata o confusa<br />

con quella di un vip esaltato dai mass media.<br />

In che cosa consiste la "maestosità" di un ministro di<br />

Dio? Tante debbono essere le virtù, sicuramente occorre<br />

grande umiltà. Si pensi a S. Antonio da Padova venerato<br />

come il Santo del popolo, preparato ed eloquente oratore,<br />

sempre nascosto, silenzioso ed obbediente, infatti,<br />

si ricorda un episodio in cui si racconta che il<br />

Santo fu costretto a fare il cuoco in uno sperduto<br />

convento del Trentino, in un'altra occasione a<br />

Forlì per la consacrazione sacerdotale di alcu-


ni chierici, il fraticello Antonio per obbedienza<br />

accettò di tenere il “sermone”. Nessuno si sarebbe<br />

aspettato da frate Antonio “parole” che ardevano<br />

di fuoco divino.<br />

E che dire del Santo curato d'Ars, festeggiato come<br />

il patrono di tutti i preti della Chiesa di Roma e<br />

del mondo eppure era il sacerdote più sprovveduto ed<br />

incolto della Francia, ma per una grazia speciale della<br />

Madonna divenne messaggero di Dio! II demonio lo odiava<br />

per la sua umiltà," quante anime mi rubi umile prete!"<br />

così lo rimproverava. Chi non ricorda poi il redentorista<br />

di origini lucane che visse una breve vita a Materdomini<br />

nel silenzio, nella dura penitenza e nella grande sofferenza<br />

interiore e fisica. San Gerardo visse per servire ed obbedire<br />

a Dio soltanto. Egli amò tanto i poveri e i sofferenti<br />

nello spirito e nel corpo invitando tutti a fare soltanto la<br />

volontà dell'Onnipotente.<br />

E chi non ha mai sentito parlare di San Giovanni<br />

Bosco: il prete che spese tutta la vita ad aiutare i giovani<br />

più poveri, emarginati ed abbandonati dalla società riuscendo<br />

in molti casi a cambiare vite spirituali e materiali.<br />

Ed ancora chi in tutto il mondo in qualche modo, non è<br />

stato "toccato" dalla maestosa figura del sacerdote di<br />

Pietrelcina?<br />

Quanta umiltà nell' austero frate dalle cruente e dolorosissime<br />

piaghe di Cristo incarnate nel suo spirito e nel<br />

suo corpo. San Pio, per obbedienza agli ordini della<br />

Chiesa, a causa delle infamanti e menzognere accuse sollevate<br />

nei suoi confronti, accettò per un lungo e penosissimo<br />

periodo di tempo di vivere nella più completa segregazione,<br />

senza poter rivolgere la parola a nessuno, senza<br />

avvicinarsi alle finestre, celebrando la messa chiuso a<br />

chiave, assistito soltanto da un inserviente.


Questi sono esempi di stupende figure di preti, l'elenco sarebbe<br />

lunghissimo. Indubbiamente la straordinaria virtù di cui si sta parlando<br />

non dovrebbe riferirsi solo ai sacerdoti ma a tutta l'umanità,<br />

però, qui, si vuole sottolineare la particolare "emblematicità" dei preti:<br />

guide spirituali indispensabili.<br />

A questo punto è opportuno ricordare la singolare espressione di<br />

S. Agostino in proposito dell'umiltà: "le altre virtù bussano alla porta<br />

del cuore di Dio, l'umiltà invece lo apre".<br />

Per evidenziare la grandezza della virtù in questione soffermiamoci<br />

sulle sublimi parole pronunciate dalla Beata Vergine Maria nel<br />

<strong>Magnificat</strong>: "ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore, ha rovesciato<br />

i potenti dai troni, ha innalzato gli umili".


Se nel cuore avverti il desiderio<br />

di conoscere di più Gesù,<br />

di dare senso alla tua vita,<br />

lasciati provocare dalle sue parole:<br />

“Vieni e vedi”.<br />

Ti proponiamo degli incontri di formazione cristiana<br />

e discernimento vocazionale<br />

ogni 2ª Domenica del mese<br />

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Cell. 340 2402905<br />

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Lourdes non avevo grandi aspettative. Ero partito senza<br />

quel desiderio di aiutare e essere aiutati, ciò dovrebbe caratterizzare<br />

ogni pellegrinaggio. Ero privo, diciamo, della<br />

serenità e della consapevolezza: provavo un certo disagio. Non vi nego<br />

che prima di partire ero triste, non ero convinto del viaggio che stavo<br />

per fare. Quelle rotaie che scorrevano mi portavano soltanto lontano<br />

dalla mia città, mentre, per alcuni barellieri non era così “Non ci<br />

stiamo mica allontanando da una meta? - No! Ci stiamo semplicemente<br />

avvicinando ad un'altra” - dicevano con voce serena e calma.Un<br />

tono che non appartiene affatto alle voci che sento ogni giorno.<br />

Nella mia realtà quotidiana sono molto più attinenti voci tristi,<br />

volti agitati, depressi, preoccupati, e, talvolta, arrabbiati. Ogni giorno<br />

siamo perennemente sotto pressione, una quantità enorme di problemi<br />

sembra rincorrerci, un'apparente macchinazione diabolica è atta<br />

a farci impazzire, intrappola. Il risultato è ingigantire se stessi e i<br />

propri problemi, con la conseguenza di diventare ciechi di fronte ai<br />

bisognosi.<br />

Arrivati a Lourdes si cambiava notevolmente.<br />

Improvvisamente la parola “io” diventa “noi”. L' altruismo ci<br />

prendeva, si “appiccicava” allo stemmino dell' UNITALSI lo portavamo<br />

sempre sul petto. Ogni cosa che facevamo era sempre<br />

rapportata verso gli altri. Quel luogo è così: E' un disegno perfetto<br />

, in cui scopri che tutti ne facciamo parte. E ogniqualvolta<br />

tu porti una sedia a rotelle, aiuti un compagno, obbedisci,<br />

o fai il tuo dovere, sei felice. Sei Felice perché sei<br />

partecipe di un progetto, sei dipinto in un disegno, sei<br />

inserito in uno schema. E' un universo, quello di


Lourdes, confinato in un bicchiere di spazio. Un universo<br />

formato da stelle-ingranaggio, pianeti-bullone, cometebatteria…<br />

Si potrebbe paragonare a un motore in cui ogni<br />

singolo pezzo è essenziale. Ma il vero carburante non sono né i<br />

volontari, né l'associazione che li coordina: la condivisione della<br />

debolezza. La potenza divina riemergendo rivela la forza più<br />

potente della terra. Tale potenza non può spianare montagne, non<br />

può combattere guerre o distruggere città, non può nemmeno camminare,<br />

ma è capace di attrarre attorno a sé una quantità inimmaginabile<br />

di persone. Volontari che intendono intervenire. Intendono<br />

cambiare le cose. Ecco! Cos'è veramente: Cambiare. Cambiare la<br />

propria consapevolezza. Perché l'individuo viene a crearsi con il confronto<br />

con l'esterno. Ed è solo attraverso questo confronto che possiamo<br />

realmente valutare noi stessi. Comprendere il nostro potenziale<br />

e la fortuna che ci è stata donata. Ma, questo momento (perché<br />

di momento si tratta) è praticamente impossibile da identificare. Se<br />

mi doveste chiedere di identificare il fotogramma preciso in cui ogni<br />

persona ha questo cambiamento, proprio non saprei che dirvi. Ogni<br />

persona percepisce gli eventi attraverso se stessa. Per quanto concer-


ne la mia esperienza personale, dirò, l'istante che mi ha più scosso è<br />

avvenuto in treno. In barellato, con precisione.<br />

Arrivato a Lourdes vidi un uomo. O meglio, qualcosa che si avvicinava<br />

alla concezione di uomo. Gambe contratte, tutto contorto, annodato<br />

su se stesso, si presentava come matassa indistinta di carne e<br />

ossa. Mani nodose, contorte, uncinate, arti ridotti a dover imitare gli<br />

artigli dei rapaci. Apparentemente, nulla del suo aspetto faceva pensare<br />

all'uomo. Ma negli occhi balenava una luce. In fondo a quel pozzo<br />

incredibilmente buio vi era una scintilla, un lieve tocco di delicata<br />

umanità, repressa in quel corpo. Ogni tanto l’uomo tentava di arrampicarsi<br />

attraverso l'esofago, un’umanità tentava di uscire fuori da<br />

quella prigione. Arrivavano solo gorgheggi e indistinti rumori gutturali.<br />

Eppure rideva, e ridevano anche i barellieri e le dame che gli<br />

stavano accanto. La drammaticità di quella condizione andava sfumando<br />

fino al riso. Ridere in quella situazione, a primo acchitto<br />

mi parve un ossimoro incomprensibile. Probabilmente in quel<br />

momento la solidarietà aveva abbattuto le barriere fisiche.<br />

Quella scintilla avvampava tutti, era un incendio che ci<br />

avvolgeva, era un fuoco che ci univa. La fragilità è la più potente<br />

delle calamite, potrebbe cambiare il mondo, ma,<br />

nel frattempo, ha cambiato me.


Fermati uomo! ... e guarda...<br />

Il bimbo che muore di fame,<br />

l’infante che “vive” la morte,<br />

la vita che stenta la vita,<br />

il giovane che fatica a sperare,<br />

l'anziano che ha perso l'amore,<br />

la scienza che arroga e surroga,<br />

il Dio che si pensa “ormai morto”,<br />

la natura che nega colori,<br />

la gioia che non trova più cuori.<br />

Quel Dio che cerca e abbassa,<br />

n'sino a ciò ch'è natura,<br />

che vuole destare la ragione,<br />

che vuole impedire l'errore,<br />

ch'è Lui “respiro vitale”,<br />

che sa dissolvere il grigiore,<br />

che vuole albergare nel tuo cuore,<br />

s'è fatto presente in Maria,<br />

a chiuder l'attesa dei tempi,<br />

venuto a scontare l'errore<br />

– è Gesù – il Messia,<br />

il Salvatore!<br />

Riprendi o uomo il cammino,<br />

è bello scoprire il destino,<br />

ch'al dono del Santo Bambino,<br />

ti vesti di gloria immortale!<br />

La provvida mano che sazia,<br />

la vita che invita la vita,<br />

il giovane che torna a sperare,<br />

la scienza che abbassa la fronte,<br />

l'amore che “cerca” l'anziano,<br />

l’infante che offre la mano,<br />

la natura che dona colori,<br />

la gioia che entra nei cuori.<br />

Oh notte!<br />

Che fissi alla storia il “senso”<br />

e all'arbitrio ridoni consenso,<br />

accendi la cometa<br />

a indicar la via,<br />

al passo dei pastori,<br />

ai semplici di cuori.<br />

Accoglici Giuseppe,<br />

accoglici Maria,<br />

veniamo ad adorare il Bambino<br />

e da Lui, riprendere il cammino !


aro Francesco,<br />

un'altra estate è finita. È autunno, non c’è più lo stridio<br />

delle cicale, né i grilli che erano soliti cantare all'imbrunire<br />

nelle prime e ultime ore della notte. Con me, caro<br />

Francesco, avresti trascorso un'altra estate. L'estate è salutare riposo,<br />

è essere serenamente allegri senza i faticosi impegni della scuola.<br />

Con me avresti partecipato a manifestazioni di vario tipo di divertimento<br />

e culturali. Ti avrei portato in luoghi diversi, avremmo scoperto<br />

insieme nuovi paesaggi. Ma tutto, senza pesantezza, senza noia.<br />

Caro Francesco avrei stimolato la tua curiosità di sapere, di conoscere,<br />

di vedere... Ti avrei portato con me dove desideravi.<br />

Quando eri più piccolo nelle feste ascoltavi la musica delle bande.<br />

Eri sorpreso dalle intermittenze delle luminarie colorate. Ti improvvisavi<br />

maestro, direttore d'orchestra, ti bastava un'asticciola di<br />

legno, un pezzo di materia qualsiasi. Battevi il tempo, indicavi<br />

l'entrata agli strumenti.- Per strada ti confondevi con i “musicanti”.<br />

Non distraevi, non disturbavi. Ti accoglievano. Eri il benvenuto.<br />

Affascinato dal suono. Io ti seguivo, tu seguivi il ritmo.<br />

Marciavi. Io dietro i tuoi passi.<br />

La musica: cosa sublime. Trasporta in altri mondi, tu amavi<br />

mescolarti fra la gente. Nessuno ti calpestava.<br />

Poi all'improvviso correvi li dove erano le bancarelle.<br />

La tua gioia: quando comprai un tamburino. Con colpi<br />

rapidi, in modo continuo e fitto, battevi sulla superfice<br />

di questo strumento.


Quando eri piccolo api alate, di plastica di color giallo<br />

si muovevano intorno alla culla al suono del carillon. La meraviglia<br />

del tuo sguardo. Ricordo la tua gioia quando ti regalai<br />

la piccola batteria. Non dimentico anche lo stupore che si<br />

destava in te quando premevi i tasti di una pianola e poi senza intervenire<br />

ascoltavi brani musicali.<br />

Anche io, caro Francesco quando avevo la tua età, ero incuriosito<br />

da un mandolino, che avevamo nel salotto di casa: strumento a<br />

corde pizzicate col plettro, che di solito si accompagna alla chitarra,<br />

dono affettuoso del caro amico.<br />

Studia e ama la musica. Un nuovo orizzonte si apre.<br />

Caro Francesco prima di chiudere la lettere, ti offro uno spunto<br />

di riflessione: è crudeltà cercare la propria illusoria “felicità” a danno<br />

del figlio. E' disumano spegnere la gioia dell'altro, chiudersi in uno<br />

squallido egoismo. E' peccato mortale ridurre l'altro in uno stato di<br />

totale soggezione privandolo di ogni suo personale giudizio.<br />

La verità vince. La verità: ti voglio sempre bene!<br />

Il bene che nutro verso di te è tanto che le parole non riescono a<br />

tradurlo, come è intraducibile nel linguaggio la sofferenza: il non vederti.<br />

Questo non è da attribuire a me. Quanta ostentata indifferenza<br />

ci circonda! Quanto disprezzo di ciò che veramente conta nella vita!<br />

La verità può essere alterata, contraffatta, ma vince non con la<br />

prepotenza, né con l'arroganza, né con la forza, ma grazie all'umile,<br />

sincero, aperto dialogo. Lasciamo che la fiducia ci guidi.<br />

Affettuosamente, il tuo papà.


Per la Dichiarazione dell'eroicità delle virtù<br />

della Serva di Dio Teresa Manganiello<br />

E' ben chiaro in mia memoria<br />

Come nacque il bell'intento<br />

Che produsse poi l'evento<br />

Ed all'esito portò.<br />

Lo si deve al cuore nobile<br />

Della Madre Elisabetta<br />

Che mi spinse e con la fretta<br />

A cercar mi stimolò<br />

La fortuna volle subito<br />

Che trovassi degli scritti<br />

Resi in seguito più fitti<br />

E il processo iniziò<br />

Aspettava quella mammola<br />

Dal fogliame troppo ascosa<br />

Che la storia generosa<br />

La traesse a vista un dì.<br />

Ora appare fresca e florida<br />

Olezzante di candore,<br />

profumata come un fiore<br />

troppo raro di beltà<br />

Oramai di luce splendono<br />

per la voce della Chiesa<br />

Tutti i doni di Teresa<br />

E il corredo di virtù.<br />

Il Signore la vuole in gloria<br />

Riservata ai nostri tempi<br />

Per frenare i tanti scempi<br />

Del decoro e dell'onor.<br />

Ed allor ritorni a vivere<br />

Qui tra noi la Manganiello<br />

E ci insegni quanto è bello<br />

ricalcar le sue virtù.


Piccola Stella<br />

Piccola stella<br />

sul firmamento dell’Irpinia,<br />

la tua luce la sveli un po’ alla volta.<br />

Sei cresciuta nel nascondimento,<br />

per le contrade di Montefusco.<br />

L’unico tuo sogno<br />

è di far amare Gesù,<br />

riparare, pregare e niente più.<br />

Sei analfabeta<br />

ma piena di saggezza,<br />

giovane di età<br />

ma molto matura.<br />

Piccola stella<br />

sul firmamento della Chiesa,<br />

la Chiesa che hai tanto amata e servita,<br />

la Madre Chiesa che con la sua autorità,<br />

al mondo addita, la tua piccola,<br />

umile ma risplendente luce.


ndimenticabile il 3 luglio, giorno in cui la Chiesa ha annoverato<br />

Teresa Manganiello tra i venerabili. Da allora le<br />

<strong>Suore</strong> <strong>Francescane</strong> <strong>Immacolatine</strong> hanno impiegato tutte le<br />

loro energie per preparare la Celebrazione durante la quale sarebbe<br />

stato letto il decreto di Venerabilità. La notizia dell'evento, programmato<br />

per il 12 settembre, si è diffusa velocemente nei luoghi in cui vivono<br />

o giunge il raggio d'azione delle “figlie spirituali” di Teresa<br />

Manganiello, suscitando ovunque un clima di gioioso ringraziamento<br />

e di lieta attesa.<br />

Un triduo di preghiera ha preparato tutti al 12 settembre: un momento<br />

eccezionale che resterà una delle pagine d'oro della storia della<br />

Congregazione, del paese di Montefusco e della diocesi di<br />

Benevento. Ne riferiamo la cronaca, non senza un fremito di commozione,<br />

sapendo che la realtà più grande è quanto lo Spirito Santo<br />

ha segnato nel cuore dei presenti.<br />

9 settembre: la fede di Teresa.<br />

La Confraternita della Madonna<br />

dell'Arco, un numeroso gruppo di giovani del servizio d'ordine,<br />

suore e fedeli si sono ritrovati davanti al monumento della Ven.<br />

SdD Teresa Manganiello in Pietradefusi per dare inizio al pio<br />

esercizio della Via Crucis, presieduto dal m. rev.do don<br />

Aurelio Capone, vicario foraneo. È stato un momento di preghiera<br />

molto suggestivo: lo sguardo di tutti era rivolto ad<br />

un'immagine altissima del Crocifisso di San Damiano,<br />

che lungo le strade del paese era portata dai giovani e<br />

accompagnata con fiaccole. La “peregrinatio


Crucis” ha raggiunto la Chiesa Madre dove il parroco rev.do don<br />

Gerardo De Corso e il rev.do P. Salvatore Ambrosino, ofm capp.,<br />

hanno celebrato l'Eucarestia, animata dal coro Frate sole.<br />

Nell'omelia il parroco di Pietradefusi ha parlato ai presenti del grande<br />

dono della fede.<br />

10 settembre: la speranza di Teresa.<br />

Questa giornata del triduo<br />

ha coinvolto la parrocchia di Montefusco, dove il parroco, rev.do don<br />

Gerardo Mucci, ha presieduto l'adorazione eucaristica, animata dai<br />

giovani della forania. In un clima di gioiosa compostezza la liturgia ha<br />

aiutato i fedeli a contemplare in Teresa la donna delle beatitudini.<br />

Commoventi e toccanti le testimonianze di due giovani donne che<br />

da alcuni anni fanno parte del gruppo laicale che s'ispira alla spiritualità<br />

di Teresa Manganiello. Il rev.do P. Gianluca Manganelli ofm<br />

capp., dunque, con un'omelia intensa e coinvolgente, durante la<br />

Celebrazione Eucaristica, ha aiutato i presenti a riflettere sulla speranza:<br />

essa è un anelito certo verso una conquista che non possediamo,<br />

ma che certo è preparata per noi. Ed è la speranza che gestisce il<br />

presente dei santi, spingendoli a donarsi. Alla luce della speranza si<br />

spiegano la preghiera, le penitenze, la vita francescana, la forza e la


gioia di fronte alla morte di Teresa Manganiello, che vede compiute<br />

in Maria SS. le promesse di Dio e guardando a lei è divenuta per noi<br />

tutti modello di speranza. Ha concelebrato il rev.do P. Vittorio<br />

Clemente, ofm capp. La liturgia è stata animata dal coro Musicae<br />

cantores.<br />

11 settembre: la carità di Teresa.<br />

Questa è stata la giornata del triduo<br />

che sicuramente ha coinvolto il maggior numero di fedeli. Il<br />

Rosario Missionario è stato realmente partecipato da tutti coloro che<br />

sono venuti nella chiesa di Sant'Egidio: ognuno ha recitato l'Ave<br />

Maria e apposto un grano colorato alla grande corona colorata che<br />

su un pannello che si è andata formando. È seguita la S. Messa,<br />

presieduta dal m. rev.do mons. Pasquale Maria Mainolfi. Il sacerdote,<br />

che a suo tempo fece parte della commissione per la<br />

fase diocesana del processo, ha profondamente impressionato<br />

l'assemblea con una vibrante omelia sulla testimonianza<br />

di instancabile carità della Venerabile, additandola come<br />

modello di vita riuscita ai numerosi giovani, che animavano<br />

la liturgia. Ha concelebrato il rev.do P. Antonio<br />

Salvatore, guardiano del convento di Montefusco.


La serata è continuata sul piazzale della chiesa dove è stata<br />

proposta una proiezione sulla vita e la spiritualità della<br />

Neo Venerabile. Quindi, una rassegna di cori, intercalata da<br />

simpatiche scenette preparate dai giovani del servizio<br />

d'ordine: ai partecipanti, provenienti da diversi paesi, Madre<br />

Pasqualina Di Donato Savino, superiora generale della<br />

Congregazione, ha consegnato l'attestato di partecipazione. Una<br />

serata all'insegna della gioia e della fraternità, allietata soprattutto<br />

dalla presenza di tanti giovani. Neanche il pungere della fresca aria<br />

montefuscana, annuncio dell'imminente autunno, è riuscito a spegnere<br />

la comune letizia dello stringersi attorno alla “futura beata”.<br />

12 settembre: giornata di ringraziamento.<br />

Emozione, gioia e stupore<br />

hanno colto le circa 1800 persone che arrivando sul sagrato del<br />

convento di Sant'Egidio sono state accolte da una gigantografia della<br />

Ven. SdD Teresa Manganiello che spiccava nella sua disarmante semplicità<br />

sulla facciata della chiesa. Il Signore rovescia i potenti dai troni<br />

e innalza gli umili!<br />

Quello spazio santificato dalla presenza e dall'opera di Teresa, battuto<br />

quotidianamente dai suoi passi svelti e operosi, raccoglieva fedeli<br />

da ogni dove: da Roma a S. Giovanni Rotondo; da Napoli ad Assisi;


da Foggia a Campobasso, fino a Catania e Cagliari; senza parlare delle<br />

diocesi di Benevento e Avellino, largamente rappresentate; nonché<br />

le confraternite, le associazioni e i gruppi ecclesiali. Hanno onorato<br />

la Celebrazione della loro presenza numerose autorità civili e militari.<br />

Il Prefetto della Congregazione delle Cause dei santi, S. Ecc.za<br />

Mons. Angelo Amato, è stato accolto con un caloroso benvenuto da<br />

tutti gli astanti. Parole di saluto e ringraziamento gli sono state rivolte<br />

da S. Ecc.za Mons. Andrea Mugione, Arcivescovo di Benevento<br />

e dai sindaci di Montefusco e Pietradefusi, dott. Mirko Figliolino<br />

e dott. Giulio Belmonte.<br />

Un folto numero di seminaristi e frati, oltre quaranta sacerdoti,<br />

di cui i ministri delle province cappuccine di Napoli e<br />

Foggia e quello dei minori della provincia sannito- irpina, sei<br />

Vescovi e S. Ecc.za Mons. Amato con la solenne processione<br />

hanno raggiunto il palco, preparato con grande cura e<br />

addobbato da una miriade di fiori bianchi e gialli. Uno<br />

splendore che richiamava al cuore la santità della


Madre Chiesa e risvegliava la nostalgia della liturgia celeste! Quindi,<br />

è iniziata la Celebrazione.<br />

Ha animato la liturgia il coro della cattedrale di Benevento, diretto<br />

dal M° don Lupo Ciaglia. Dopo la proclamazione del Vangelo il momento<br />

tanto atteso: il segretario dell'arcivescovo di Benevento, don<br />

Alessandro Saraco, ha dato lettura del decreto di venerabilità, che è<br />

stato accolto con uno scrosciante e prolungato applauso.<br />

Il Prefetto ha tenuto un'omelia indimenticabile, chiara. Senza dilungarsi<br />

è riuscito a delineare splendidamente il vissuto spirituale di<br />

Teresa Manganiello, inserendola in quella scia di santità che da secoli


illumina la Chiesa sannito-irpina. Riferiamo in breve i punti sui quali<br />

Mons. Amato ha voluto fermare l'attenzione dei presenti. Teresa ha<br />

praticato la fede, la speranza, la carità, l'umiltà in modo così straordinario<br />

da suscitare nel prossimo stupore, ammirazione, imitazione.<br />

Le perle della sua santità sono: la penitenza, la preghiera, la carità e<br />

l'amore alla croce. Tre i messaggi che la Venerabile ci consegna oggi.<br />

A tutti: di vivere integralmente le promesse battesimali. Ai giovani:<br />

di vivere lieti di ciò che hanno, nella purezza e nella trasparenza, portatori<br />

di pace e di armonia nella famiglia. Alle <strong>Suore</strong> <strong>Francescane</strong><br />

<strong>Immacolatine</strong>: di rivestire l'abito splendente della santità e di conservare<br />

con gratitudine il tesoro della vocazione religiosa. Quindi,<br />

il Prefetto ha esortato le suore alla letizia e alla santità. In questo<br />

momento privilegiato della loro storia, sono chiamate a preparare<br />

la beatificazione e canonizzazione della loro Venerabile con<br />

il perfezionamento della vita.<br />

Per tutti la Congregazione ha preparato una confezione<br />

con una piccola biografia, immaginette, corona del<br />

Rosario, ventaglio: un dono gradito agli intervenuti alla<br />

Celebrazione, che hanno ringraziato di cuore per<br />

l'invito.


Una giovinezza di luce: è il titolo della prima biografia ufficiale<br />

della SdD Teresa Manganiello, scritta dal m. rev.do e carissimo P.<br />

Antonio M. Di Monda a chiusura del processo diocesano. Ora, la<br />

Congregazione ringrazia di vero cuore Sua Santità Benedetto XVI<br />

per l'ineguagliabile dono della venerabilità di questo “raggio di luce”<br />

e con tutti i fedeli che hanno condiviso questa gioia aspetta che<br />

Teresa sia beatificata, prima donna ad essere annoverata nel glorioso<br />

santorale della Chiesa beneventana.


l 3 luglio scorso il Santo Padre Benedetto XVI ha firmato il decreto<br />

dell'eroicità delle virtù della Serva di Dio Teresa<br />

Manganiello, nata a Montefusco, in contrada Potenza, in una<br />

famiglia contadina, undicesima di dodici figli.<br />

La lieta notizia, pubblicata sull' Osservatore Romano, si è diffusa<br />

come un lampo e ha portato una gioia immensa in primo luogo nel cuore<br />

delle <strong>Suore</strong> <strong>Francescane</strong> <strong>Immacolatine</strong> di Pietradefusi, che vedono<br />

in Teresa l'ispiratrice e l'incarnazione vivente del loro carisma.<br />

Ma da tempo tutti attendevano con trepidazione questo annuncio.<br />

E l'attesa è stata ben ripagata. Teresa ha superato l'esame più difficile<br />

del processo di canonizzazione: il riconoscimento delle sue virtù<br />

eroiche. La Chiesa ha riconosciuto che Teresa ha praticato in modo<br />

straordinario le virtù teologali della fede, speranza e carità e le virtù<br />

cardinali della prudenza, giustizia, fortezza e temperanza con le<br />

virtù connesse.<br />

In concreto, cosa significa l'esercizio eroico delle virtù cristiane?<br />

La risposta è semplice: Teresa ha raggiunto nella sua breve esistenza<br />

la perfezione della santità. Ha cioè praticato la fede, la speranza,<br />

la carità, l'umiltà in modo così straordinario da suscitare nel<br />

prossimo ammirazione, stupore, imitazione. Teresa è un'eroina<br />

della santità cristiana. È un'atleta che ha tagliato vittoriosamente<br />

il traguardo della perfezione cristiana.<br />

Alla sua morte tutti dicevano che era morta una santa.<br />

Tra le tante testimonianze, voglio ricordare quella di una<br />

Suora Domenicana, Suor Colomba Lepore, che afferma:<br />

«La gente lo dice che Teresa era una santa. Si è


sempre detto che era una santa». Anche il Cappuccino,<br />

Padre Romualdo Gambale, testimonia che ai funerali di<br />

Teresa, nonostante la giornata "piovosissima", la gente accompagnò<br />

compatta la salma al cimitero di Montefusco, commentando:<br />

«È morta una santa». Angelina Manganiello, nipote<br />

di Teresa, riporta: «Tutti dicono che è santa.<br />

Anche nonno e papà dicevano che Teresa era una santa. Nella<br />

mia famiglia si è sempre detto che Teresa ha vissuto da santa».<br />

Questa figlia dell'Irpinia, analfabeta nelle cose del mondo, era altamente<br />

sapiente nelle cose di Dio. Teresa si aggiunge così ai numerosi<br />

testimoni esemplari del Vangelo di Gesù in questa terra benedetta<br />

dal Signore. È lunga la loro lista.<br />

Ne cito solo alcuni dei più vicini a noi: san Pompilio Maria Pirrotti<br />

(1710-1766), educatore e confessore, nato a Moltecalvo Irpino e canonizzato<br />

nel 1934; san Gerardo Maiella (1726-1755), canonizzato<br />

nel 1904; sant' Alberigo Crescitelli (18631900), nato ad Altavilla<br />

Irpina, missionario e martire in Cina, canonizzato il l° ottobre 2000;<br />

il medico santo, Giuseppe Moscati (1880-1927), nato a Benevento<br />

e canonizzato nel 1987; il Beato Paolo Manna (1872-1952), missionario,<br />

nato ad Avellino; il Venerabile Antonio Vincenzo Gallo (1899-<br />

1934), sacerdote apostolo della sofferenza, nato a Monteforte<br />

Irpino; il Venerabile Padre Vito Michele Di Netta (1787-1849), nato<br />

a Vallata, apostolo della Calabria; il Servo di Dio Padre Giuseppe


Maria Cesa (1686-1744), nato ad<br />

Avellino, apostolo dell'lrpinia e del<br />

Sannio; la Serva di Dio Madre Maria<br />

Gargani (1892-1<strong>97</strong>3), fondatrice delle<br />

<strong>Suore</strong> Apostole del Sacro Cuore, nata a<br />

Morra Irpina (ora Morra De Sanctis); la<br />

diciassettenne Serva di Dio Rachelina<br />

Ambrosini (1925-41), nata a Venticano;<br />

il Servo di Dio Padre Lodovico Acernese<br />

(1835-1916), nato a Pietradefusi, fondatore<br />

delle <strong>Suore</strong> <strong>Francescane</strong> <strong>Immacolatine</strong><br />

e padre spirituale di Teresa; il Servo<br />

di Dio Giovanni Palatucci (1909-1945),<br />

nato a Montella , testimone del Vangelo<br />

durante la seconda guerra mondiale.<br />

In questo splendido firmamento si inserisce<br />

con una sua luce propria la nostra<br />

cara Teresa Manganiello (1849-1876).<br />

Con il decreto sull'eroicità delle virtù, la<br />

Chiesa attribuisce ora a questa giovane<br />

contadina ventisettenne il titolo di<br />

Venerabile, qualifica che indica che<br />

Teresa ha praticato in modo eroico le virtù<br />

cristiane.<br />

La biografia di Teresa è stata brevemente<br />

delineata poco fa.<br />

L'odierna liturgia della Parola ci<br />

offre alcuni spunti, per accennare<br />

a quattro talenti spirituali di<br />

Teresa, che costituiscono quattro<br />

gioielli del suo splendido<br />

abito di "sposa di Gesù", come<br />

ella soleva chiamar-


si. «Non ho sottratto la faccia agli<br />

insulti e agli sputi» (Is 50,6). Ecco<br />

la prima perla della sua santità: la penitenza,<br />

la mortificazione, l'umiliazione.<br />

Praticava queste virtù in casa e fuori.<br />

Una testimone, Suor Teresa Gnerre, dichiarava:<br />

«Aveva una cognata che era una tigre.<br />

Teresa l'amò fino a trasformarla. In famiglia<br />

e fuori diede esempio di santa, perdonava<br />

e beneficava tutti». Teresa si mortificava duramente<br />

non tanto in espiazione dei suoi peccati,<br />

quanto piuttosto in riparazione delle offese<br />

fatte a Dio dai peccatori.<br />

Il salmo responsoriale ci ha fatto cantare:<br />

«Amo il Signore, perché ascolta la voce della<br />

mia preghiera» (Sal 116,1). Ecco il secondo<br />

gioiello: la preghiera, che per lei era un dialogo<br />

continuo con Gesù. Ogni giorno, anche<br />

quando l'inverno era più rigido, saliva qui su,<br />

alla chiesa del convento, affondando abbondantemente<br />

i piedi nella neve, per non mancare<br />

all'appuntamento col Signore nella Santa<br />

Messa e nella comunione eucaristica. A proposito<br />

dello spirito di preghiera, una Suora afferma:<br />

«Tutte le suore dicevano che Teresa<br />

pregava molto, facendo lunghi momenti di<br />

preparazione e ringraziamento alla comunione,<br />

apparendo colta nelle cose di Dio, sembrando<br />

più un angelo che creatura umana».<br />

Forse senza volerlo, questa Suora dà la più<br />

bella testimonianza della santità eroica della<br />

nostra Venerabile. La carità è il terzo gioiello.<br />

Nel brano della lettera di san Giacomo, che


abbiamo sentito proclamare, l'apostolo ammonisce: «Se un fratello o<br />

una sorella sono senza vestiti e sprovvisti del cibo quotidiano e uno di<br />

voi dice loro: "Andatevene in pace, riscaldatevi e saziatevi", ma non<br />

date loro il necessario per il corpo, a che cosa serve? ... La fede, se<br />

non è seguita dalle opere, in se stessa è morta» (Gc 2,15-17). Teresa<br />

aveva una fede viva, accompagnata dalla pratica delle opere di carità.<br />

I "pezzenti" - come venivano allora chiamati i poveri - accorrevano numerosi<br />

per essere da lei accolti e rifocillati. Lavava e medicava le loro<br />

piaghe con unguenti da lei stessa preparati. Offriva loro un piatto caldo,<br />

un pezzo di pane e anche vestiti per coprirsi. Soleva dire che<br />

quanto più si dà gli altri, tanto più la roba cresce. E la fama della sua<br />

carità e gentilezza era nota a tutti e tutti edificava.<br />

Nel Vangelo, il Signore Gesù ci ha ripetuto: «Se qualcuno vuol<br />

venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua»<br />

(Mc 8,34). Questa è la perla più splendente di Teresa:<br />

l'amore alla croce, all'umiliazione, all'obbedienza più impegnativa.<br />

La sua breve esistenza trova in ciò la sua identità e la<br />

sua originalità. Ma questa croce ella la portava con serenità,<br />

con gioia, col sorriso sulle labbra, senza lamenti, senza<br />

insofferenza, senza tristezza.<br />

Era l'umiltà l'atteggiamento con cui Teresa ac-


cettava la croce, soprattutto la croce di una obbedienza<br />

piena a Padre Acernese, il suo direttore spirituale.<br />

Ecco cosa testimonia Suor Elisabetta Gnerre al riguardo:<br />

«Il P. Acernese, volendo provare la Sua umiltà, volle che<br />

Teresa, in chiesa, pubblicamente chiedesse perdono a tutti dei<br />

suoi peccati baciando la mano ai presenti, inginocchiandosi dinanzi<br />

ad ognuno e dicendo: "lo sono una fetente, una grande peccatrice".<br />

Chiamava "Ciuccio" il suo corpo, come S. Francesco. Lo<br />

stesso Direttore Spirituale volle che si tagliasse i capelli a zero e girasse,<br />

da S. Egidio a Montefusco di mezzo alla gente in quelle condizioni.<br />

[Teresa] lo fece umilmente anche se la gente la prese per pazza<br />

[.. .]. Fu sempre serena e diceva: "A me tocca fare sempre la volontà<br />

di Dio" [...]. Sopportò le avversità della cognata. Sopportò le umiliazioni<br />

impostegli dal Direttore Spirituale».<br />

A proposito del taglio dei capelli, il cappuccino Padre Claudio<br />

Ruggiero annota: «Il confessore le impose la rasatura dei capelli. Lei<br />

si è umiliata ed ha offerto alla Madonna Assunta i suoi capelli. La<br />

Statua dell'Assunta si trova tuttora nel nostro convento».<br />

Questa obbedienza assoluta ed esemplare, colpiva tutti. La nostra<br />

Venerabile veniva continuamente messa alla prova nella sua<br />

umiltà. E lei superava ogni ostacolo senza inciampare, senza cadere,


con facilità, come un'atleta ben allenata nella virtù.<br />

Suor Gerarda Nuzzolo, delle <strong>Suore</strong> Figlie di San Maria di Leuca,<br />

testimonia: «La virtù dominante [di Teresa] è l'obbedienza. Ogni cosa<br />

la chiedeva con estrema umiltà. [Un giorno] P. Ludovico, in presenza<br />

di tutti, le negò la comunione, e Teresa ancora una voltà obbedì<br />

in pace». Questo suo spirito di mortificazione era straordinario, ma<br />

era fatto sempre senza ostentazione e con semplicità. La già citata<br />

Suor Colomba Lepore testimonia: «Era modesta, vestita con un abito<br />

semplice e un fazzolettone sulla testa. Nessuna vanità. Non accettava<br />

un vestito nuovo. Quando la mamma cucinava, Lei prendeva<br />

quello che le toccava e lo portava discretamente ai poveri, che numerosi<br />

stavano davanti al convento». E rileva: «Amava molto il Signore.<br />

Le penitenze le faceva per amore di Dio».<br />

Il cappuccino Padre Romualdo Gambale offre una sintesi<br />

dell'esercizio eroico dell'umiltà da parte di Teresa: «La virtù che più<br />

brilla e che può essere ritenuta come radice di tutto il Suo comportamento<br />

è quella dell'umiltà e, in collegamento con l'umiltà,<br />

l'ubbidienza e la purezza, il senso di povertà e soprattutto la compartecipazione<br />

alle sofferenze del Cristo. Per me le virtù sono vissute in<br />

grado eroico, tutte quelle che ho nominato».<br />

Preghiera, penitenza, carità, umiltà sono le quattro perle<br />

dell'abito della santità di Teresa Manganiello. La memoria della sua<br />

santità non si è spenta con la sua morte. Se fosse stata semplicemente<br />

una persona buona, a poco a poco il suo ricordo si sarebbe affievolito.<br />

Invece, il ricordo si è mantenuto, anzi si è accresciuto. Fra<br />

Giuseppe da San Giovanni Rotondo attesta: «Quando andavo<br />

per la questua, i contadini mi parlavano di Teresa Manganiello,<br />

dicevano che veramente era una brava ragazza, una santa figlia.<br />

Tutti la ricordavano con venerazione per le sue virtù».<br />

Una fama che, data la personalità semplice di questa<br />

contadina figlia del popolo, sembra circoscritta<br />

all’Irpinia, soprattutto ai paesi di Montefusco,<br />

Montaperto, Pratola, Serra, presso i Padri Cappuc-


cini e presso le Suor <strong>Francescane</strong> <strong>Immacolatine</strong> di<br />

Pietradefusi. Ma d'ora in poi, il nome di Teresa verrà conosciuto<br />

in tutto il mondo. Perché ella è una testimone eroica<br />

del Vangelo di Gesù. Il mio giudizio su Teresa è chiaro. Teresa<br />

è una giovane innocente, che ha conservato la sua innocenza<br />

battesimale fino alla morte, senza mai volontariamente macchiarla<br />

col peccato. La sua santità è inequivocabile.<br />

Cosa ci dice Teresa oggi? Sono tre i messaggi. A tutti noi Teresa<br />

dice di vivere integralmente le promesse battesimali, di non tradirle.<br />

La parola di Gesù è luce e vita ieri, come oggi e come domani. Cari fedeli,<br />

Dio è presente nella nostra vita. Non è assente. È la sua provvidenza<br />

che ci sostiene, donandoci i trotti della terra, la gioia della famiglia,<br />

le meraviglie del creato. E come Teresa, ringraziamo il Signore<br />

quotidianamente per questi doni nella preghiera, nella partecipazione<br />

alla Messa, nella lettura e nell' ascolto della parola di Dio.<br />

In secondo luogo, Teresa consegna ai giovani un messaggio di gioia.<br />

Nonostante le mortificazioni e umiliazioni, Teresa è stata una ragazza<br />

serena, lieta, non triste, non chiusa. Era contenta della sua esi-


stenza contadina, del suo lavoro, della sua famiglia. Teresa è una giovane<br />

limpida, pura, trasparente come un cristallo. Portava pace, concordia<br />

e armonia in famiglia. Quante indicazioni per i giovani di oggi<br />

e soprattutto per la loro educazione umana e cristiana.<br />

In terzo luogo Teresa ha un messaggio particolare per le <strong>Suore</strong><br />

<strong>Francescane</strong> <strong>Immacolatine</strong> di Pietradefusi. A loro essa dice di mantenersi<br />

fedeli al Signore, di rivestirsi dell'abito splendente della santità,<br />

di conservare con gratitudine il grande tesoro della vocazione religiosa.<br />

La sequela di Gesù non è la negazione della vita, ma un sì generoso<br />

e gioioso a una esistenza piena e realizzata. Con Gesù nel cuore<br />

si possono superare tutte le difficoltà e le afflizioni senza perdersi<br />

di coraggio, come Teresa. Anzi, gli ostacoli possono costituire dei gradini<br />

che portano a poco a poco alla vetta della santità.<br />

Care <strong>Suore</strong>, Teresa vi esorta alla letizia, alla santità. È questo un<br />

momento privilegiato della vostra storia. Non lasciatelo passare senza<br />

impegnarvi con serietà in propositi di conversione e di rinnovamento<br />

spirituale. Il riconoscimento delle virtù eroiche di Teresa è<br />

solo una tappa del cammino verso la sua beatificazione e canonizzazione.<br />

Preparate questi eventi con il perfezionamento della<br />

vostra vita. Teresa vedeva tutto alla luce della sua comunione<br />

con Gesù. Per questo era sempre lieta. Siate anche voi liete<br />

nel Signore. La gioia di questi momenti non si allontani<br />

mai dai vostri cuori. Gesù è coi voi e non vi farà mai mancare<br />

la sua gioia. E siate sempre fedeli al Papa, che vi<br />

ha fatto questo dono ineguagliabile. Amen.


Sorrento, 15 settembre 2009<br />

Dopo l'invito di Suor Giuseppina Crisci a partecipare alla Santa<br />

Messa di ringraziamento per la Venerabilità di Teresa Manganiello,<br />

con entusiasmo mi sono subito prodigato per far si che la mia fraternità<br />

OFS di Sorrento vi prendesse parte; così il 12 settembre, di buon<br />

mattino, ci siamo messi in cammino per incontrare Dio nei luoghi<br />

di Teresa iniziando da Pietrelcina, luogo di nascita di San Pio, e ivi ci<br />

siamo ritrovati insieme nella preghiera fraterna come persone, che illuminate<br />

dal Signore, testimoniano la speranza cristiana dentro la vita<br />

vissuta.<br />

Successivamente, dopo aver visitato i luoghi di San Pio che lasciano<br />

sempre qualcosa di toccante, pensando alla bellezza del passato<br />

e agli agi del presente, siamo ripartiti verso Pietradefusi.


Nella tarda mattinata, accompagnati dalla pioggia, siamo giunti alla<br />

Casa Madre delle <strong>Suore</strong> <strong>Francescane</strong> <strong>Immacolatine</strong> ed abbiamo<br />

consumato la colazione a sacco nella sala d’accoglienza.<br />

In seguito abbiamo visitato il museo “Padre Ludovico Acernese”,<br />

luogo che ci ha lasciati stupiti suscitando in noi tante domande che<br />

hanno avuto risposte nella concelebrazione presieduta da S. E.<br />

Angelo Amato. Nell’Omelia S. E. Angelo Amato ci ha invitati ad essere<br />

come Teresa: creature caratterizzate dall’umiltà che é un aspetto<br />

fondamentale della nostra esistenza, un aspetto che deve essere<br />

compreso e accolto nel suo profondo significato per giungere alla santità.<br />

Il Signore ci chiama non solo ad accogliere le nostre fragilità, ma<br />

anche a vedere le fragilità che ci circondano; sull'esempio di Teresa<br />

dobbiamo cercare di illuminarle con la luce che il Signore ci dona, e<br />

allo stesso tempo soccorrerle senza avere la presunzione di poterle<br />

eliminare definitivamente in un istante assieme alle sofferenze.<br />

Nel mondo di oggi, dove purtroppo ci sono fragilità particolari<br />

quasi mai prese in considerazione: la fragilità del feto appena concepito<br />

e ucciso, la fragilità del bambino non amato, la fragilità<br />

dell'anziano abbandonato, la fragilità della solitudine e<br />

dell’indifferenza; la fragilità delle famiglie divise e dei figli che ne pagano<br />

le conseguenze crescendo sbandati, noi Terziari Francescani vogliamo<br />

essere quella goccia di acqua pulita nel mare dell’infelicità e,<br />

anche noi come Teresa, alla sequela di Cristo, dobbiamo mettere al<br />

primo posto la nostra Regola e sentirci chiamati a portare davanti al<br />

Signore tutta questa sofferenza. E’ l'invito che oggi la Chiesa in<br />

cammino propone a tutti affinchè la preghiera, l’ascolto e la meditazione<br />

della Parola di Dio converta il nostro modo di amare<br />

e doni luci nuove. In fine in tarda serata sempre gioiosi, siamo<br />

ritornati alle nostre case più forti nei sentimenti e nella fede<br />

senza avvertire la stanchezza di un'intera giornata incammino.<br />

Grazie Teresa per questo dono. Ricorderemo questa<br />

giornata e continueremo a pregare per te e per la<br />

tua Santità.


2 agosto 2009<br />

Nella solennità di S. Maria degli Angeli alla Porziuncola, quattro<br />

suore francescane immacolatine ricordano cinquanta anni di<br />

vita religiosa: Sr. Agnese D'Addario, Sr. Irene Conte, Sr. Filomena<br />

Pepe, Sr. Sofia Nardone. La solenne e gioiosa Celebrazione Eucaristica<br />

è stata presieduta del Rev. do parroco Don Gerardo De Corso<br />

e concelebrata da P. Salvatore Ambrosino O.F.M. capp. Si è tenuta<br />

nella chiesa parrocchiale Maria SS. Annunziata di Pietradefusi.<br />

Momento di gioia per tutta la famiglia delle suore francescane immacolatine.<br />

50 anni di testimonianza e di fedeltà. Numerosi i parenti,<br />

amici e benefattori convenuti e accolti, dopo la celebrazione, nel<br />

giardino della Casa Madre per un semplice e francescano rinfresco.<br />

La festa è stata animata dai canti della ragazze del campo scuola in<br />

corso a S. Egidio. Dopo il rinfresco. La torta, il canto di auguri e le foto<br />

ricordo con i parenti e le consorelle. Testimonianze forti che invitano<br />

ogni credente alla fedeltà gioiosa e creativa al Suo Signore e che<br />

spronano a superare ogni ostacolo della vita per fare alla fede, alla<br />

speranza e alla carità.


Brasile<br />

- Progetto: La nonna e il nonno.<br />

27 luglio<br />

Gli studenti hanno presentato una commedia riflettendo<br />

sull’importanza delle storie raccontate dai nonni.<br />

Un modo semplice e bello per offrire un meritato omaggio ai nonni<br />

che collaborano da tempo nell’educazione dei nostri figli.


30 e 31 luglio - Gincana sociale.<br />

Il tema della Gincana Sociale quest’anno è stato sulla pace.<br />

Giochi, gare, balli e canti sono stati eseguiti dai giovani con impegno<br />

e unione tra loro. Essi hanno dato un messaggio che l’unione fa la<br />

forza e insieme si può fare molto. Il ricavato della manifestazione è<br />

stato donato alle famiglie disagiate e a tutte le scuole bisognose.<br />

Tra le donazioni anche una raccolta di materiale igienico che è stato<br />

portato alle carceri della città.<br />

La manifestazione Gincana Sociale è stata un successo!<br />

Congratulazioni a tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione<br />

di questo evento sociale ed educativo.


15 agosto - Professione Religiosa<br />

La novizia Sr. Fabiana de Jesus dos Santos emette la professione<br />

dei consigli evangelici di povertà, castità e obbedienza nelle mani della<br />

superiora Sr. Concetta Resta Zaccaria nella Cappella dell’I.N.S.A.


29 agosto: S. Messa di ringraziamento per la Venerabilità della<br />

Serva di Dio Teresa Manganiello.


India<br />

2 Agosto.<br />

La missione Regina SS. del Rosario in India è in festa:<br />

inizio del noviziato delle postulanti, inizio del postulato delle aspiranti,<br />

nuovi ingressi in convento.<br />

Rendiamo grazie a Dio per la fioritura di vocazioni!


Cadono le foglie lente ad una ad una<br />

e lentamente l'albero si spoglia<br />

Sembra compirsi un mesto rituale<br />

Ch'è già preludio d'un profondo sonno<br />

Lieve tristezza scende nel mio cuore<br />

Mentre il pensiero vaga nel futuro<br />

Tutto è caduco in questa nostra vita<br />

E lentamente l'olio si consuma<br />

Per l'albero e le foglie ritorna primavera<br />

Ma non è così per la vicenda umana<br />

Resta comunque il senso della vita<br />

Fatta d'amore gioia e fedeltà<br />

Il cuore si riempie di dolcezza<br />

Quando s'accende in esso la speranza<br />

Quando prende corpo una visione<br />

Che si proietta nell'eternità.<br />

Nicola Boniello

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