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Metodi e strumenti dell'approccio qualitativo alla valutazione della ...

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nascere dall’osservazione sul campo. 3Similmente l’uso in <strong>valutazione</strong> degli standard professionali può<br />

richiedere l’osservazione diretta sul campo, dove il valutatore effettua dal vivo la comparazione fra<br />

prestazione osservata e comportamento standard.<br />

I metodi visuali non sono una protesi dell’osservazione, ma hanno loro propri codici e veicoli: d<strong>alla</strong><br />

fotostimolo, alle immagini autoprodotte, <strong>alla</strong> raccolta di immagini (fotografiche o videoregistrate) da<br />

parte del ricercatore, di cui poi si farà l’analisi del contenuto e un montaggio tematico finale (con<br />

eventuale restituzione).<br />

2. Giudizi di esperti e tecniche di gruppo<br />

Raggruppiamo qui metodi e tecniche che riguardano attività di <strong>valutazione</strong> messe in atto sia da “pari”<br />

(cioè appartenenti <strong>alla</strong> stessa categoria professionale dei valutati) esperti che intervengono<br />

dall’esterno, sia da operatori che si autovalutano internamente al servizio. Si differenziano gli attori<br />

<strong>della</strong> <strong>valutazione</strong>. Ma qui vengono praticate specifiche tecniche di lavoro, basate fondamentalmente<br />

su metodologie di gruppo.<br />

a) I gruppi focalizzati 4 (abitualmente chiamati focus group) consistono in interviste rivolte a gruppi<br />

omogenei di un numero limitato di persone (di norma da sette a dodici), la cui attenzione è mirata su<br />

un argomento specifico che viene sviscerato in profondità. Un moderatore dirige la discussione e cura<br />

che ogni partecipante possa esprimere liberamente la propria opinione (per es. sui problemi aperti nel<br />

servizio). Il gruppo dovrebbe essere orientato all’ascolto e al contraddittorio aperto. L’aspettativa sta<br />

nella capacità esplorativa e nelle potenzialità comunicative del piccolo gruppo. L’obbiettivo è<br />

l’elaborazione collettiva di analisi e/o indicazioni operative, su cui occorre verificare in una certa<br />

misura il consenso. I problemi aperti sono vari:<br />

il tipo di composizione dei gruppi (naturali o artificiali)<br />

la consistenza numerica del gruppo<br />

il ruolo forte e/o debole del moderatore/conduttore<br />

la formalizzazione o meno del consenso<br />

la concentrazione dei temi da approfondire<br />

b) La tecnica dei gruppi Delphi 5 ha l’obbiettivo di produrre idee creative e attendibili e di elaborare<br />

informazioni utili al processo valutativo e decisionale. Viene usata dunque come supporto ad altre<br />

attività valutative. Si basa su un processo strutturato che raccoglie e approfondisce informazioni dal<br />

patrimonio conoscitivo di un gruppo di esperti. Essi sono consultati attraverso una serie di questionari,<br />

interv<strong>alla</strong>ti da feedback di verifica sulle opinioni espresse. I questionari (trasmessi anche per via<br />

telematica) sono formulati con lo scopo di approfondire risposte individuali al problema posto,<br />

aiutando gli esperti ad affinare progressivamente il loro punto di vista, mano a mano che il gruppo<br />

progredisce nella riflessione. Infatti le risposte al primo questionario vengono analizzate, sintetizzate<br />

e utilizzate per costruire il secondo. E così via, finché il ricercatore non ritenga che si sia raggiunto un<br />

soddisfacente livello di approfondimento e di convergenza.<br />

c) I gruppi nominali di esperti (fondati sulla procedura chiamata NGT, nominal group technique)<br />

consistono nell’aggregazione di individui con uno specifico obbiettivo conoscitivo, valutativo o<br />

decisionale [Bertin 1995, 189], dove le normali dinamiche di gruppo sono evitate strutturando e<br />

riducendo al minimo la comunicazione verbale fra i partecipanti. Anche qui il numero di esperti<br />

coinvolti va da sette a dodici, per favorire la penetrazione nel tema ed evitare i rischi <strong>della</strong> dispersione.<br />

Gli esperti vengono riuniti attorno ad un tavolo, ma la comunicazione non è libera, ma imperniata su<br />

un processo strutturato. Il confronto avviene prima per iscritto e poi si chiede a tutti di reagire alle<br />

cose scritte, ma dissimulando l’identità di ciascun autore: si commenta cioè, durante la riunione, si<br />

approfondisce e si discute di quanto gli altri hanno scritto, ma senza sapere a chi va addebitato<br />

3<br />

cfr. il saggio di A. Robertson, <strong>Metodi</strong> e disegni per la <strong>valutazione</strong> <strong>della</strong> qualità nei servizi socio-sanitari, in Bertin<br />

[1995].<br />

4<br />

cfr. L. Bovina, I focus group. Storia, applicabilità, tecnica, in Altieri et. al. [1998].<br />

5<br />

cfr: E. Ziglio, La tecnica Delphi. Applicazione alle politiche sociali, in Altieri et al. [1998].<br />

17

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