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L'OSSERVATORE ROMANO<br />

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Via del Pellegrino 00120 CITTÀ DEL VATICANO - Segreteria<br />

di Redazione 0669883461/0669884442 - fax 0669883675<br />

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SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - ROMA<br />

CONTO CORRENTE POSTALE N. 649004<br />

GIORNALE QUOTIDIANO<br />

UNICUIQUE SUUM<br />

POLITICO RELIGIOSO<br />

NON PRAEVALEBUNT<br />

ABBONAMENTI 2 Anni Annuo Semestre<br />

VATICANO E ITALIA<br />

Quotidiano . . . . . . . . . . L. 726.000 - : 374,44 L. 372.000 - : 191,09 L. 186.000 - : 95,54<br />

L'Osservatore della Domenica . — L. 87.000 - : 44,42 L. 43.500 - : 22,21<br />

Cumulativo . . . . . . . . . — L. 441.000 - : 228,27 L. 220.500 - : 114,14<br />

ESTERO (VIA ORDINARIA)<br />

Quotidiano . . . . . . . . . . — $ 366 —<br />

L'Osservatore della Domenica . — $ 81 —<br />

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Italia L. 3.000 - ; 1,55<br />

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Extra Europa L. 6.000 - US$ 4,00<br />

Anno CXLI - N. 1 (42.639) CITTÀ DEL VATICANO Martedì-Mercoledì 2-3 Gennaio 2001<br />

Alla soglia del 2001 Giovanni Paolo II consegna ai pellegrini del Grande Giubileo<br />

la missione di vivificare la storia e le culture degli uomini con il messaggio salvifico di Cristo<br />

«R<br />

Come i pastori di Betlemme<br />

«anche noi, in questo Anno giubilare,<br />

ci siamo messi in cammino<br />

per incontrare Cristo,<br />

il Redentore dell'uomo»<br />

NOSTRE<br />

INFORMAZIONI<br />

Il Santo Padre ha accettato la rinuncia<br />

al governo pastorale della Diocesi di Austin<br />

(U.S.A.), presentata da Sua Eccellenza<br />

Reverendissima Monsignor John E.<br />

McCarthy, in conformità al canone 401<br />

§ 2 del Codice di Diritto Canonico.<br />

Gli succede Sua Eccellenza Reverendissima<br />

Monsignor Gregory M. Aymond, finora<br />

Vescovo Coadiutore della medesima<br />

Diocesi.<br />

«Vergine Santissima,<br />

Alba dei tempi nuovi,<br />

aiutaci a guardare con fede<br />

la storia passata<br />

e l'anno che inizia.<br />

Stella del terzo millennio,<br />

guida i nostri passi verso Cristo,<br />

il Vivente “ieri, oggi e sempre”,<br />

e rendi la nostra umanità,<br />

che trepidante avanza<br />

nel nuovo millennio,<br />

sempre più fraterna e solidale»<br />

(La preghiera di Giovanni Paolo II alla Mezzanotte di Capodanno)<br />

2 gennaio ore 12: in Piazza San Pietro<br />

tanti bambini con il Papa proprio come un anno fa<br />

«Tra qualche giorno si concluderà questo<br />

speciale tempo di grazia». Come ai pastori<br />

ora «Cristo chiede ai credenti... una coraggiosa<br />

disponibilità a ripartire per annunciare<br />

il suo Vangelo antico e sempre nuovo»<br />

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ipartire». È la parola-cardine<br />

dell'articolato e ricco messaggio<br />

che in queste ore il Santo<br />

Padre sta consegnando ai credenti e a<br />

quanti, pur non credenti, sono attenti<br />

con rispetto e con pensosità al suo Magistero.<br />

Ripartire dal Grande Giubileo; ripartire<br />

dalla Porta varcata per «annunciare<br />

il Vangelo» al Terzo Millennio. «Dobbiamo<br />

ripartire da Lui — ha detto il Papa<br />

— ed essere i suoi testimoni nel futuro<br />

che ci attende».<br />

L'inizio del nuovo millennio e del<br />

prossimo futuro è intimamente innestato<br />

nell'evento giubilare. È senza significato<br />

parlare di un millennio dopo il Giubileo.<br />

Il Terzo Millennio è nel Grande<br />

Giubileo. Ne porta i connotati, i valori, il<br />

senso. Il Grande Giubileo è l'atto di nascita<br />

del Terzo Millennio Cristiano.<br />

Non atteggiamento apocalittico, non<br />

senescenza, non stanchezza, non languore,<br />

non angoscia, non erosiva fondazione<br />

del non-trascendente: nessuno<br />

di questi sintomi, caratterizzanti la fine<br />

di epoche, toglie il respiro in questi<br />

giorni. Anzi!<br />

I pellegrini del Grande Giubileo sono<br />

i pastori di oggi: sono partiti, sono andati,<br />

hanno varcato la Porta, hanno<br />

adorato, sono ripartiti con una grande<br />

Speranza.<br />

Ripartiti in quest'«oggi» della storia,<br />

coscienti che l'«oggi» verificatosi a Betlemme<br />

all'inizio dell'era cristiana è<br />

l'«oggi» del Terzo Millennio.<br />

m. a.<br />

Stavolta non si può parlare di «sorpresa». A mezzogiorno di martedì<br />

2 gennaio alle migliaia di pellegrini in attesa di varcare la Porta<br />

Santa si sono aggiunte tantissime persone sicure, anzi sicurissime,<br />

che anche oggi il Papa si sarebbe affacciato dalla finestra del Palazzo<br />

Apostolico per recitare l'Angelus e impartire la Benedizione.<br />

«È bello venire qui in pellegrinaggio e sapere che il Papa ci guarda,<br />

ci sostiene, prega con noi e per noi» dicono cinque ragazzi spagnoli.<br />

Sono a Roma da tre giorni e il «passaparola» popolare li ha<br />

subito informati dell'appuntamento per la preghiera di mezzogiorno<br />

in Piazza San Pietro. Sono venuti sicuri, anzi sicurissimi di vedere il<br />

Papa, con l'emozione di chi va all'appuntamento con un padre. Sono<br />

venuti tenendo a tracolla le borse della Giornata Mondiale della<br />

Gioventù, con le quali il 19 e il 20 agosto hanno camminato verso<br />

Tor Vergata.<br />

C'è in Piazza una sicurezza tenera, confidente di vedere Pietro,<br />

come quella che si riconosce nelle parole di Andrea che alle due figlie<br />

— Simona e Alessia di 9 e 12 anni — ha detto alle ore 11.30:<br />

«Restiamo qui perché tra mezz'ora si affaccia il Papa». La finestra è<br />

stata aperta alle ore 12 in punto. Giovanni Paolo II si è affacciato alle<br />

ore 12.13 e ha recitato l'Angelus. Dopo la Benedizione, ha augurato<br />

a tutti: «Buon anno!».<br />

In Piazza a farla «da padroni» sono stati gioiosamente i bambini.<br />

«La nostra festa non deve finire e non finirà... perché la festa siamo<br />

noi che camminiamo verso Te...» cantavano un anno fa, proprio<br />

qui, esprimendo il significato autentico del Giubileo. Infatti sono stati<br />

loro — i pellegrini «più piccoli» — ad aprire, il 2 gennaio 2000, il<br />

tempo dei grandi raduni spirituali dell'Anno Santo. Bisogna ritornare<br />

ad essere come loro per essere degni di varcare la Porta Santa.<br />

L'Angelus<br />

del 31 dicembre,<br />

Festa della Santa<br />

Famiglia<br />

Pagina 7<br />

La preghiera del Papa<br />

allo scoccare<br />

della Mezzanotte<br />

di Capodanno<br />

Pagina 7<br />

L'omelia della Messa<br />

del 1° gennaio,<br />

solennità di Maria<br />

Madre di Dio,<br />

XXXIV Giornata<br />

Mondiale della Pace<br />

L'Angelus<br />

del primo giorno<br />

del nuovo anno<br />

Pagina 8/9<br />

Pagina 10<br />

Il Card. Etchegaray<br />

inviato dal Santo Padre<br />

in Terra Santa<br />

come suo rappresentante<br />

per la celebrazione<br />

della Giornata<br />

Mondiale della Pace<br />

Nostro servizio a pagina 11<br />

A pagina 2 servizio sulla situazione<br />

in Medio Oriente


DAL MONDO<br />

PAGINA<br />

2 .<br />

SANTA LUCIA Due le vittime tra i fedeli<br />

Commando assalta<br />

la Cattedrale di Castries<br />

CASTRIES, 2.<br />

Un tragico episodio caratterizzato<br />

da un'efferata violenza ha funestato,<br />

nell'isola caraibica di Santa Lucia, il<br />

giorno del capodanno. Un gruppo<br />

composto da quattro uomini ha infatti<br />

ieri assalito la Cattedrale di Castries,<br />

capitale del piccolo Stato,<br />

mentre questa era gremita di fedeli<br />

che partecipavano alla Santa Messa<br />

del mattino. Non meno di due persone<br />

sono rimaste uccise e altre quattordici<br />

sono state ferite.<br />

Al momento della Comunione,<br />

mentre si era formata una lunga fila<br />

di fedeli nella navata centrale, i quattro<br />

uomini sono entrati nella Cattedrale<br />

dedicata all'Immacolata Concezione<br />

e, senza pronunciare parola,<br />

sono passati all’azione.<br />

«È stata una scena di una brutalità<br />

inaudita», ha dichiarato un testimone<br />

oculare scampato alla violenza. «Due<br />

di essi gettavano benzina su di noi —<br />

ha detto ancora in preda al terrore<br />

— mentre altri due li seguivano e appiccavano<br />

il fuoco». Praticamente indisturbati,<br />

i quattro hanno agito fra<br />

le grida dei fedeli che cercavano una<br />

via di scampo. Una volta raggiunto<br />

l’altare — secondo quanto ha reso<br />

noto un portavoce della polizia locale<br />

— «hanno prima incendiato la Bibbia<br />

e quindi si sono rivolti verso il sacerdote,<br />

Padre Charles Gaillard, ed un<br />

chierichetto.<br />

Osce: la Romania<br />

assume ufficialmente<br />

per sei mesi<br />

la presidenza di turno<br />

VIENNA, 2.<br />

La Romania ha assunto ufficialmente<br />

da ieri la presidenza di turno dell’Osce<br />

(Organizzazione per la Sicurezza e la<br />

Cooperazione in Europa), ricevendo il<br />

testimone dall’Austria. Presidente di turno<br />

sarà quindi il nuovo Ministro degli<br />

Esteri romeno, Mircea Dan Geoana, che<br />

prende il posto della collega austriaca,<br />

Benita Ferrero-Waldner. L’Osce conta<br />

55 Stati membri europei, dell’America<br />

del Nord e dell’Asia Centrale e il suo<br />

compito è quello di prevenire i conflitti,<br />

gestire le crisi e fare rispettare i diritti<br />

umani. Nell’Osce è stata ufficialmente<br />

riammessa il 27 novembre scorso la Repubblica<br />

federale di Jugoslavia, dopo essere<br />

stata espulsa nel 1992 in occasione<br />

della guerra in Bosnia ed Erzegovina.<br />

Nata dalla Conferenza per la Sicurezza<br />

e la Cooperazione in Europa (Csce), l’Osce,<br />

con un bilancio annuale di circa<br />

200 milioni di euro forniti dagli Stati<br />

membri, impiega circa 300 persone, la<br />

maggior parte delle quali nella sua sede<br />

principale a Vienna, mentre oltre un migliaio<br />

si trovano in missione all’estero. Il<br />

nuovo Presidente dell’Osce, Dan Geoana,<br />

37 anni, è stato nel 1994 Direttore<br />

generale del ministero degli esteri e nel<br />

1996 Ambasciatore negli Stati Uniti.<br />

MARIO AGNES<br />

Direttore responsabile<br />

TIPOGRAFIA VATICANA<br />

EDITRICE<br />

«L'OSSERVATORE ROMANO»<br />

Redazione:<br />

via del Pellegrino<br />

00120 Città del Vaticano<br />

Segreteria di Redazione:<br />

Tel. 06.698.83461/06.698.84442<br />

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Servizi fotografici<br />

de «L'Osservatore Romano»<br />

a cura di Arturo Mari<br />

Le foto dell'attività della Santa Sede<br />

sono del SERVIZIO FOTOGRAFICO<br />

de «L'Osservatore Romano»<br />

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de «L'OSSERVATORE ROMANO»<br />

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«Quello che sembrava il capo li ha<br />

cosparsi di benzina e un altro componente<br />

del commando ha avvicinato<br />

la torcia che ha provocato le fiamme».<br />

Padre Gaillard è ricoverato in<br />

gravi condizioni. L’agenzia di stampa<br />

caraibica «Cana» ha informato che<br />

due persone, vittime delle ustioni più<br />

gravi, sono morte in ospedale. Una<br />

di esse è la suora di origine irlandese<br />

Theresa Egan, 72 anni.<br />

I quattro sono poi fuggiti, ma i fedeli<br />

sono riusciti a bloccarne uno ed<br />

a consegnarlo alla polizia. Si tratta di<br />

un giovane di soli 20 anni che — come<br />

reso noto dalle forze dell'ordine<br />

— ha fatto riferimento, nelle prime<br />

confuse dichiarazioni, alla cosiddetta<br />

ideologia «rastafari» ed ha sostenuto<br />

che le chiese debbono essere distrutte.<br />

Padre Theo Joseph, sacerdote del<br />

clero di Santa Lucia, non esclude<br />

che gli aggressori facciano parte di<br />

una setta. «Prima della Santa Messa<br />

— ha dichiarato — alcuni sconosciuti<br />

hanno attaccato all’entrata di varie<br />

chiese di Castries alcuni simboli satanici».<br />

Il Primo Ministro di Santa Lucia,<br />

Kenny Anthony, ha stigmatizzato<br />

l’azione dei quattro, definendoli «malati<br />

e demoniaci». Nello Stato caraibico,<br />

come in altri Paesi della stessa<br />

area, sono attivi alcuni movimenti<br />

«rastafariani» che hanno negato qualsiasi<br />

responsabilità.<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Martedì-Mercoledì 2-3 Gennaio 2001<br />

OLANDA Tragica fine d'anno nei pressi di Amsterdam<br />

Otto morti in un incendio<br />

divampato durante il veglione<br />

AMSTERDAM, 2.<br />

I festeggiamenti di fine anno si sono<br />

trasformati in tragedia a Volendam, un<br />

piccolo centro olandese nei pressi di<br />

Amsterdam, dove otto giovani sono<br />

morti e non meno di centocinquanta sono<br />

rimasti feriti in un incendio divampato<br />

durante un veglione. Secondo le prime<br />

ricostruzioni, il rogo si sarebbe sprigionato<br />

da alcune decorazioni. L’elevato<br />

numero di vittime sarebbe poi stato causato<br />

dalla mancata apertura di alcune<br />

uscite di sicurezza.<br />

L’incendio è divampato circa mezz’ora<br />

dopo la mezzanotte al «Piccolo paradiso»,<br />

il più grande locale pubblico del<br />

centro urbano situato quindici chilometri<br />

a Nord della capitale. Oltre che dalle<br />

fiamme, domate in breve tempo, i ferimenti<br />

sono stati causati dal panico. Per<br />

mettersi in salvo, infatti, molti ragazzi si<br />

sono lanciati dalle finestre dell’edificio<br />

di tre piani riportando contusioni e fratture.<br />

Oltre cento ambulanze sono accorse<br />

sul luogo della tragedia e in un'ora<br />

hanno portato i feriti presso negli ospedali<br />

più vicini. Il numero degli ustionati<br />

era però troppo elevato e alcuni di loro<br />

sono stati soccorsi da abitanti del posto<br />

che li hanno immersi in vasche da bagno<br />

piene d’acqua fredda.<br />

Gli otto ragazzi morti avevano tutti<br />

tra i 16 e i 22 anni, ha detto il sindaco<br />

di Volendam, Frank Ijsselmuiden. Si<br />

tratta di sette giovani e una ragazza.<br />

Abitavano tutti nel piccolo centro, una<br />

cittadina ventunomila persone.<br />

Anche in altri Paesi i festeggiamenti<br />

per il capodanno hanno causato delle<br />

vittime. Nelle Filippine non meno di<br />

Colombia:<br />

autobomba esplode<br />

a Barrancabermeja<br />

BOGOTÁ, 2.<br />

Un'autobomba è saltata in aria pochi<br />

minuti dopo la mezzanotte di capodanno<br />

a Barrancabermeja (Colombia Centro-settentrionale)<br />

vicino agli uffici della<br />

polizia segreta, la «Das», causando molti<br />

danni ma nessuna vittima. Si ritiene che<br />

il veicolo carico di dinamite fosse stato<br />

collocato da un commando armato che<br />

poco prima aveva attaccato la caserma<br />

di polizia del quartiere di Villarelis ferendo<br />

lievemente quattro agenti.<br />

Intanto a Bogotá il negoziatore governativo<br />

per la pace, Fabio Valencia Cossio,<br />

ha ieri chiesto alle Forze armate rivoluzionarie<br />

della Colombia (Farc) di<br />

confermare o smentire la loro responsabilità<br />

nell’attacco armato in cui sono rimasti<br />

uccisi, nel Dipartimento di Caquetà,<br />

il deputato Diego Turby, Presidente<br />

della Commissione per la pace della Camera,<br />

sua madre e altre cinque persone.<br />

Fonti dell’esercito — riprese dall'«Ansa»<br />

— hanno sostenuto ieri di essere in possesso<br />

dell’intercettazione di una conversazione<br />

telefonica fra due esponenti di<br />

spicco delle «Farc» che proverebbe le responsabilità<br />

del gruppo guerrigliero di<br />

sinistra nell'attentato.<br />

Riattivato dopo mezzo secolo il collegamento navale diretto tra Taiwan e la Cina<br />

PECHINO — Tre navi partite da Taiwan,<br />

con circa 700 persone a bordo, sono giunte<br />

oggi nel porto cinese Sud-Orientale di<br />

Xiamen (nel Fujian), realizzando dopo cinquanta<br />

anni il primo collegamento diretto,<br />

e ufficialmente approvato, tra l’isola e la<br />

Cina. Lo storico viaggio — per una distanza<br />

di 41 chilometri — è durato due ore.<br />

Le navi, la «Tai Wu», il «Wu Cinag» e la<br />

«Taima», trasportavano una delegazione<br />

ufficiale taiwanese, alcune centinaia di turisti<br />

e molti uomini d’affari. Le navi garantiranno<br />

il collegamento diretto in particolare<br />

tra le isole taiwanesi di Jinmen e Mazu<br />

e il Fujian.<br />

Un primo tentativo di collegamento era<br />

fallito ieri, a causa del maltempo. Una nave<br />

con 50 passeggeri a bordo era salpata,<br />

come previsto, ieri mattina dall’isola di<br />

Jinmen. Giunta a metà del percorso ha<br />

MEDIO ORIENTE Arafat negli Stati Uniti per incontrare il Presidente Clinton<br />

Nuovi attentati minacciano<br />

la ripresa del negoziato di pace<br />

TEL AVIV, 2.<br />

In un crescendo di violenza all’indomani<br />

delle uccisioni di un estremista di<br />

destra israeliano e di un esponente di Al<br />

Fatah, un’autobomba è esplosa ieri sera<br />

nei pressi di Tel Aviv causando non meno<br />

di trenta feriti. L’attentato ha scosso<br />

il centro di Netanya, trenta chilometri a<br />

Nord di Tel Aviv, seminando distruzione<br />

e provocando il panico tra la gente che<br />

affollava la località balneare. Uno dei feriti,<br />

un arabo, versa in condizioni gravi.<br />

Secondo la polizia, potrebbe trattarsi<br />

dell’attentatore.<br />

Il Primo Ministro, Ehud Barak, ha<br />

convocato in serata il Gabinetto di sicurezza<br />

per discutere le misure da assumere.<br />

Al termine della riunione è stata disposta<br />

la chiusura dell’aeroporto internazionale<br />

palestinese nella «Striscia di<br />

Gaza», dei passaggi di frontiera di Rafah<br />

(tra Gaza e l’Egitto), del ponte di Allenby<br />

(tra la Cisgiordania e la Giordania) e<br />

del valico di Karni, tra Gaza e Israele.<br />

Ma le violenze non si sono fermate.<br />

Stamane un palestinese è morto in uno<br />

scontro a fuoco contro militari israeliani<br />

nei pressi della colonia ebraica di Dughit,<br />

a Nord di Gaza. In precedenza nella<br />

stessa zona due ordigni erano esplosi<br />

subito dopo il passaggio di uno scuolabus<br />

di coloni. Inoltre nella città cisgiordana<br />

di Tulkarem, tre esponenti palestinesi<br />

sono stati uccisi fra domenica e ieri<br />

da unità speciali israeliane. Il più noto<br />

era il dottor Thabet Thabet, un funzionario<br />

della sanità che, secondo Israele,<br />

sarebbe stato il mandante di recenti attentati.<br />

Ieri i funerali di Thabet si sono<br />

svolti in un clima di estrema tensione. I<br />

quattrocento persone sono rimaste ferite<br />

a Manila da fuochi d’artificio e pallottole<br />

vaganti. In Brasile si sono verificati<br />

diversi incidenti. A Rio De Janeiro cinquanta<br />

persone sono rimaste ustionate<br />

dallo scoppio di un fuoco pirotecnico in<br />

una spiaggia affollatissima. Undici bambini<br />

sono stati trasportati in ospedale,<br />

assieme a quattro feriti gravi che sono<br />

stati sottoposti ad intervento chirurgico.<br />

A San Paolo, invece, i festeggiamenti di<br />

un milione di persone sull’Avenida Paulista<br />

si sono trasformati in una megarissa,<br />

con lancio di bottiglie, pietre e bastoni,<br />

che hanno causato non meno di cento<br />

contusi e hanno richiesto l’intervento<br />

di reparti speciali della polizia.<br />

Gravi incidenti si sono registranti inoltre<br />

a Strasburgo, in Francia, dove teppisti<br />

hanno incendiato circa ottanta automobili.<br />

La notte di San Silvestro da<br />

qualche anno è diventata teatro di una<br />

vera guerriglia urbana. La città era pattugliata<br />

da oltre mille poliziotti e gendarmi,<br />

ma nonostante questo gli atti<br />

vandalici si sono ripetuti. Dodici persone<br />

sono state arrestate.<br />

A Istanbul, in Turchia, invece, la notte<br />

di capodanno è stata funestata da un<br />

attentato e da numerosi incidenti. L’esplosione<br />

di una bomba pochi minuti<br />

dopo mezzanotte in una zona pedonale<br />

del centro ha causato dieci feriti. Alcuni<br />

manifestanti che protestavano contro il<br />

nuovo regime carcerario, meno duro del<br />

precedente, hanno inscenato inoltre una<br />

violenta dimostrazione davanti ad un albergo,<br />

mentre nel quartiere di Kasimpasa<br />

sconosciuti hanno lanciato pietre contro<br />

il locale commissariato di polizia.<br />

dirigenti di Al Fatah, la corrente maggioritaria<br />

all'interno dell'Organizzazione<br />

per la Liberazione della Palestina (Olp),<br />

hanno minacciato di vendicarlo. Appelli<br />

alla violenza sono stati lanciati anche<br />

dalle migliaia di manifestanti scesi nelle<br />

strade sempre ieri per ricordare il trentaseiesimo<br />

anniversario della prima operazione<br />

armata di Al Fatah.<br />

Fra i coloni ebrei, nel frattempo, serpeggia<br />

la rabbia dopo l’uccisione ieri in<br />

un agguato di Benyamin Zeev Kahane,<br />

dirigente del gruppo oltranzista «Kahane<br />

Hay». Nell'attentato è morta anche la<br />

moglie, mentre le loro cinque figlie sono<br />

rimaste ferite. Domenica a Gerusalemme<br />

i funerali della coppia si sono trasformati<br />

in una manifestazione anti-araba,<br />

ai margini della quale si sono registrati<br />

scontri con la polizia.<br />

Intanto la diplomazia internazionale è<br />

al lavoro per tentare di convincere le<br />

parti ad accettare il piano di pace messo<br />

a punto dal Presidente degli Usa, Bill<br />

Clinton. Il Papa ha inviato in Medio<br />

Oriente il Cardinale Roger Etchegaray,<br />

Presidente del Comitato del Grande Giubileo<br />

dell'Anno 2000, per presiedere la<br />

celebrazione della Giornata Mondiale<br />

della Pace. Il Porporato ha consegnato<br />

alle autorità palestinesi e israeliane il testo<br />

del Messaggio di Giovanni Paolo II<br />

sul tema: «Dialogo tra le culture per una<br />

civiltà dell'amore e della pace».<br />

Inoltre l’Alto rappresentante per la<br />

politica estera europea, Javier Solana, è<br />

impegnato in una spola tra Gerusalemme<br />

e Gaza per convincere le parti ad accettare<br />

il piano di pace messo a punto<br />

dagli Stati Uniti. «È tempo di prendere<br />

decisioni coraggiose», ha dichiarato al<br />

termine di un incontro con il Ministro<br />

degli esteri israeliano Shlomo Ben Ami.<br />

Ma per il momento il progetto americano<br />

è stato accettato come «base per i<br />

negoziati» solo da Israele, mentre i palestinesi<br />

attendono ancora chiarimenti da<br />

parte di Washington.<br />

Proprio per definire la situazione il<br />

Presidente dell'Autorità Palestinese (Ap),<br />

Yasser Arafat, si è recato oggi negli Stati<br />

Uniti per un colloquio con Clinton. Prima<br />

di partire per gli Usa Arafat ha fatto<br />

tappa al Cairo, per un incontro con il<br />

Capo di Stato egiziano, Hosni Mubarak.<br />

Al termine del colloquio il leader palestinese<br />

ha precisato che ci sono ancora alcuni<br />

punti sui quali pretende chiarimenti<br />

dagli Usa.<br />

Per preparare l'incontro con Arafat,<br />

Clinton ha avuto ieri un lungo colloquio<br />

telefonico con Barak. I due hanno «parlato<br />

delle violenze in corso in Medio<br />

Oriente e di tutto ciò che bisogna fare<br />

per combatterle», ha detto un portavoce<br />

della Casa Bianca. Ma le possibilità di<br />

giungere ad un accordo prima della fine<br />

del mandato di Clinton, che scade il 20<br />

gennaio prossimo, appaiono minime.<br />

Barak ieri ha accusato l’Ap di avere avvallato<br />

le recenti azioni armate contro<br />

obiettivi israeliani. Inoltre il consigliere<br />

legale dell'Esecutivo israeliano, Elyakim<br />

Rubinstein, ha suggerito al Premier di<br />

sospendere ogni ulteriore approccio con<br />

l'Ap. Essendo il Governo Barak dimissionario,<br />

sostiene Rubinstein, deve limitarsi<br />

ad impedire vuoti di potere fino alla installazione<br />

di un nuovo Esecutivo.<br />

MALTEMPO Francia: rischio frana a Mentone<br />

Ondata di freddo<br />

e tempeste in Spagna<br />

Israele e gli Usa firmano il trattato<br />

sulla Corte penale internazionale<br />

WASHINGTON, 2.<br />

Gli Usa e Israele hanno aderito «in<br />

extremis» al trattato costitutivo del Tribunale<br />

penale internazionale (Tpi).<br />

Per gli Stati Uniti l'annuncio è stato<br />

domenica scorsa dal Presidente Bill Clinton.<br />

«Gli Usa — si legge in un comunicato<br />

diffuso dalla Casa Bianca — firmano<br />

oggi il trattato di Roma sul Tpi.<br />

Prendendo tale decisione, noi raggiungiamo<br />

gli oltre 130 altri Paesi che lo<br />

hanno firmato prima della data limite<br />

del 31 dicembre 2000 stabilita dal trattato.<br />

Con questa iniziativa — prosegue<br />

Clinton — intendiamo riaffermare il nostro<br />

fermo appoggio al progetto di sottoporre<br />

a processo gli autori di genocidi,<br />

crimini di guerra e crimini contro l’umanità».<br />

Il testo del trattato sul Tpi fu negoziato<br />

e redatto nel corso di una conferenza<br />

internazionale svoltasi a Roma nel luglio<br />

del 1998. Da allora è stato sottoscritto<br />

da 136 Paesi. Domenica scorsa, era l'ultimo<br />

giorno utile fissato per associarsi<br />

agli Stati firmatari.<br />

Inizialmente, gli Usa avevano espresso<br />

riserve di natura giuridica sulla istituzione<br />

del Tribunale penale internazionale.<br />

BARCELLONA, 2.<br />

Un morto e sei dispersi: è il pesante<br />

bilancio di un incidente occorso a due<br />

gruppi di giovani sciatori e di escursionisti<br />

nei Pirenei catalani (Spagna), investiti<br />

da una violentissima ondata di maltempo.<br />

Lo hanno annunciato i soccorritori<br />

che ieri hanno trovato il cadavere di<br />

uno dei tre turisti, scomparsi da domenica<br />

mattina. Il corpo giaceva sul fondo<br />

di un torrente nella regione di Ripolles.<br />

Sempre ieri è stato ritrovato un giovane<br />

sciatore ancora in vita che faceva parte<br />

di un gruppo di ragazzi, sei dei quali so-<br />

Sierra Leone:<br />

le truppe britanniche<br />

non saranno ritirate<br />

FREETOWN, 2.<br />

Le truppe britanniche attestate<br />

in Sierra Leone resteranno sul posto<br />

fino a quando non sarà terminata<br />

la guerra civile che devasta<br />

questo Paese africano. Lo ha annunciato<br />

ieri il generale di brigata<br />

Jonathan Riley. Dopo avere partecipato<br />

nei mesi scorsi ad operazioni<br />

belliche contro i ribelli del<br />

«fronte unito rivoluzionario»<br />

(Ruf), il contingente britannico,<br />

forte di 400 uomini, è ora impegnato<br />

nell'addestramento delle<br />

forze governative sierraleonesi.<br />

In particolare — riferisce l'agenzia «Ansa»<br />

— Washington temeva che il mandato<br />

troppo ampio conferito al Tpi consentisse<br />

di perseguire militari impegnati<br />

in missioni internazionali di mantenimento<br />

della pace.<br />

Il trattato entrerà in vigore quando<br />

sarà stato ratificato da 60 Paesi. Per il<br />

momento si contano 27 ratifiche. Fonti<br />

dell'Onu ritengono che l'obiettivo delle<br />

60 ratifiche sarà raggiunto verso la metà<br />

del 2002. A quel punto il Tpi si installerà<br />

all’Aja ed entrerà in funzione.<br />

Attualmente, sono in attività due Tribunali<br />

penali internazionali «ad hoc».<br />

Uno siede all'Aja per punire i crimini di<br />

guerra e contro l'umanità commessi nella<br />

ex Jugoslavia; l'altro, istallato ad Arusha<br />

(Tanzania), ha il compito di perseguire<br />

i responsabili del genocidio (800<br />

mila morti) perpetrato in Rwanda nella<br />

primavera del 1994.<br />

Inoltre, il Consiglio di sicurezza delle<br />

Nazioni Unite progetta di istituire un<br />

Tribunale speciale — formato da giudici<br />

del posto e da magistrati stranieri — per<br />

processare i sanguinari guerriglieri del<br />

Ruf (fronte unito rivoluzionario) che infieriscono<br />

da anni contro la popolazione<br />

civile della Sierra Leone.<br />

no ancora dati per dispersi, partiti ieri<br />

per un’escursione. Da venerdì scorso<br />

sette persone sono morte in Spagna a<br />

causa del maltempo, soprattutto grande<br />

freddo e pioggia. Cinque di essi hanno<br />

trovato la morte in montagna.<br />

L'ondata di freddo che imperversa<br />

sull'Europa continua a causare danni e<br />

vittime anche in Gran Bretagna dove i<br />

servizi meteo diffondono l'allarme circa<br />

possibili nuove inondazioni nelle regioni<br />

meridionali del Paese. In Francia, a<br />

Mentone, sono in corso centinaia di<br />

sgomberi decisi dalle autorità francesi<br />

per il rischio di una frana del blocco<br />

roccioso di 500 tonnellate che sovrasta il<br />

tunnel della Giraude, sull'autostrada «A-<br />

8» che collega la Francia con l'Italia e<br />

che sabato scorso aveva provocato circa<br />

100 chilometri di fila. Tutti i palazzi e le<br />

case del quartiere di Garavan, ad Est di<br />

Mentone, situate in prossimità dell'autostrada,<br />

sono state sgomberate «a scopo<br />

precauzionale», dicono fonti delle autorità<br />

francesi. «La roccia si è mossa in<br />

nottata (tra domenica e lunedì, ndr.) —<br />

spiegano alla Prefettura —. Il blocco di<br />

roccia è stato recintato da un'inferiata e<br />

ora stiamo tentando di accelerare il più<br />

possibile la sua caduta». Ma la popolazione<br />

a Mentone ha paura.<br />

Infine, sta tornando lentamente alla<br />

normalità la città di New York dopo la<br />

nevicata da record (40 centimetri) che<br />

ha investito sabato scorso la «East Coast»<br />

degli Stati Uniti. Sono stati riaperti i<br />

tre aeroporti della metropoli americana.<br />

Nel vicino New Jersey la coltre bianca è<br />

arrivata a 60 centimetri di altezza.<br />

Russia: esplosione<br />

causata dal gas<br />

a Novosibirsk<br />

MOSCA, 2.<br />

Tre persone sono morte in una esplosione<br />

causata dal gas nella notte tra domenica<br />

e lunedì in un edificio a cinque<br />

piani della città siberiana di Novosibirsk.<br />

Ne dà notizia l’agenzia «Itar-Tass» citando<br />

i locali servizi di emergenza secondo<br />

cui almeno altre otto persone — fra cui<br />

due bambini — sono intrappolate sotto<br />

le macerie e sette altre sono state ricoverate<br />

in ospedale per le ferite riportate.<br />

Vari appartamenti dell’immobile sono<br />

stati completamente distrutti dall’esplosione,<br />

che sarebbe stata causata da una<br />

fuga di gas.<br />

Intanto, nell'ottimistico messaggio di<br />

fine anno il Presidente russo, Vladimir<br />

Putin, ha affermato che «ciò che fino a<br />

poco tempo fa sembrava impossibile è<br />

diventata una realtà della nostra vita».<br />

L'anno appena trascorso, ha aggiunto il<br />

Presidente russo, è stato difficile e si sono<br />

dovute prendere gravi decisioni, ma<br />

la ritrovata stabilità politica ha permesso<br />

un se pur moderato sviluppo economico.<br />

Inoltre, a parere del Presidente Putin,<br />

la Russia ha già riacquistato la consapevolezza<br />

del prezzo e del valore della<br />

dignità nazionale.<br />

però invertito la rotta ed è rientrata al<br />

porto di partenza. I portavoce della società<br />

taiwanese di navigazione a cui è stato<br />

affidato il collegamento hanno confermato<br />

che il rientro è stato dovuto all’inclemenza<br />

del tempo. È stato il Presidente di Taiwan,<br />

Chen Shi-bian, a decidere di consentire<br />

il collegamento — che non avveniva<br />

ormai dal 1949 — allo scopo di migliorare<br />

i rapporti con il Governo di Pechino<br />

.<br />

W<br />

Il Cardinale GRAN CANCELLIERE, il<br />

RETTORE, i COLLEGHI, gli STUDENTI<br />

e il PERSONALE del Pontificio Istituto<br />

di Archeologia Cristiana partecipano,<br />

con immenso dolore, la scomparsa di<br />

Monsignor<br />

PATRICK SAINT-ROCH<br />

Professore ordinario di Storia<br />

del culto cristiano e di Agiografia<br />

e ne ricordano, con profondo affetto e<br />

gratitudine, le incomparabili doti umane,<br />

il senso della giustizia e le qualità<br />

pedagogiche con le quali ha contribuito<br />

allo sviluppo del nostro Istituto ed alla<br />

crescita scientifica, umana e spirituale<br />

degli studenti degli ultimi venti anni.<br />

Nella speranza certa della Risurrezione,<br />

Lo affidiamo al Padre misericordioso<br />

della vita.<br />

Roma, 30 dicembre 2000<br />

.<br />

W<br />

La PROVINCIA ROMANA dei Padri<br />

Scolopi annuncia a quanti lo amarono e<br />

stimarono per la sua vita esemplare modellata<br />

su quella di San Giuseppe Calasanzio<br />

la scomparsa di<br />

P.VINCENZOVITILLOSch.P.<br />

avvenuta la sera del 31 dicembre 2000.<br />

Le esequie avranno luogo mercoledì 3<br />

gennaio 2001, alle ore 15 nella Parrocchia<br />

San Francesco a Monte Mario piazza<br />

Monte Gaudio 8.<br />

.<br />

W<br />

La SEGRETERIA di STATO comunica<br />

che è deceduta la<br />

Signora ROSA CASARINI<br />

Ved. SCOTTI<br />

madre di Don Giuseppe Scotti, Officiale<br />

della Segreteria di Stato.<br />

I Superiori ed i Colleghi partecipano<br />

al dolore di Don Scotti e assicurano la<br />

vicinanza nell'amicizia e nella preghiera<br />

per la cara defunta, in spirito di cristiana<br />

speranza nel Signore risorto.<br />

.<br />

W<br />

L'OSSERVATORE ROMANO, in tutte<br />

le sue componenti, partecipa con fraterna<br />

amicizia al grave lutto che ha colpito<br />

Don Giuseppe Scotti, Officiale della<br />

Segreteria di Stato, per la morte della<br />

madre<br />

Signora ROSA CASARINI<br />

Ved. SCOTTI<br />

e assicura preghiere di suffragio.<br />

Città del Vaticano, 2 gennaio 2001<br />

.<br />

Turchia:<br />

naufraga<br />

cargo pieno<br />

di clandestini<br />

ANKARA, 2.<br />

È stato trovato vivo, e portato<br />

in salvo oggi un clandestino sopravvissuto<br />

all’affondamento della<br />

nave georgiana carica di emigrati<br />

diretti in Grecia avvenuto ieri al<br />

largo delle coste turche, e dato fino<br />

a stamani per disperso assieme<br />

a una quarantina di altri compagni.<br />

La Guardia costiera turca ritiene<br />

comunque che siano pochissime<br />

le possibilità di trovare altri<br />

superstiti tra i clandestini dati ancora<br />

per dispersi. La loro ricerca<br />

è ripresa oggi nonostante il forte<br />

vento e il mare agitato. Intanto, i<br />

giornali turchi riportano le affermazioni<br />

dei trentadue superstiti<br />

della nave da carico «Pati», spezzatasi<br />

in due dopo aver urtato<br />

contro gli scogli al largo di Kemer,<br />

località turistica della Turchia<br />

meridionale. Secondo i sopravvissuti,<br />

che si trovavano tutti<br />

nel troncone della nave rimasto a<br />

galla e che sono marocchini e pakistani,<br />

molti degli emigrati clandestini<br />

erano chiusi nella stiva della<br />

nave, nella parte dello scafo colato<br />

a picco. Il capitano dell’imbarcazione,<br />

Polizois Galanis, greco,<br />

tratto in salvo, nega invece<br />

che le persone che trasportava<br />

fossero nell’impossibilità di muoversi<br />

e di trovare quindi una via<br />

di fuga.


ERZA T PAGINA .<br />

PAGINA<br />

3 .<br />

ELZEVIRO Auspici per il futuro<br />

Poter vivere<br />

e convivere<br />

LUIGI M. PERSONÈ<br />

Che ove speme di gloria agli animosi<br />

intelletti rifulga ed all'Italia,<br />

quindi trarrem gli auspici.<br />

Siamo nel 1806.<br />

Parla, anzi canta, Ugo Foscolo.<br />

Noi siamo nel 2001 e non ci chiamiamo<br />

Ugo Foscolo.<br />

Credo che non ci rifulga speme di<br />

gloria.<br />

Eppure, nonostante le enormi differenze,<br />

fra grandezza e umiltà, qualcosa<br />

ci accomuna: per le amarezze che ci<br />

tormentano, per le tristezze, per il disorientamento<br />

che, a volte, ci sbatte chissà<br />

dove, in quali rigurgiti di volgarità e<br />

di propositi che sembrerebbero originali<br />

e sono empi.<br />

Ma è mai possibile? — ci diciamo —.<br />

È mai possibile che per febbre di novità,<br />

per ansia di modernità ci si ritrovi a un<br />

punto in cui non si sa se persista l'umanità<br />

che Dio ci concesse, rendendoci responsabili,<br />

con il libero arbitrio, del bene<br />

ma anche suscettibili ad operare il<br />

meno bene?<br />

Con questi interrogativi si esce dal<br />

Novecento; esco io che l'ho percorso<br />

tutto, cercando di ritrovare la grazia di<br />

Dio e non sempre, ahimè, trovandola.<br />

Non trovandola, mi servo a volte dei<br />

mezzi di informazione che sono vari e<br />

usano di quella quasi inverosimile<br />

espressione che è la tecnica.<br />

Cos'è la tecnica?<br />

La tecnica, sento, è il più grande prodigio<br />

dell'uomo; è la sua scoperta; è la<br />

sua gloria.<br />

La tecnica, continuo a sentire, è il<br />

blasone dell'uomo, con la sua globalità.<br />

La tecnica, si conclude, è la suprema<br />

creazione dell'uomo.<br />

Oh, senti. Non si era mai concepito<br />

nei secoli, nei millenni che, oltre Dio, ci<br />

fosse l'uomo come creatore.<br />

Creatore, quasi a sfida di Dio.<br />

Sì, a questo si è giunti; a questo assurdo.<br />

Ci sono voluti dei millenni, vi si è applicata<br />

l'esperienza di un Dante, di un<br />

Michelangelo, di uno Shakespeare perché<br />

si realizzasse quel che nell'epoca di<br />

quei geni non si è realizzato, non si è<br />

mai compiuto.<br />

Il Novecento, specie nella seconda<br />

metà, ha battuto Dante, Michelangelo,<br />

Shakespeare; e ha sfidato Dio.<br />

Che cosa, date le premesse, ci dovremmo<br />

aspettare nel 2001? Gli sviluppi<br />

di queste concorrenze culminanti nella<br />

sfida a Dio?<br />

Oh, no. A cominciare dal 2001, io lo<br />

penso, noi lo pensiamo che, se insistessimo,<br />

finiremmo per cadere nella follia:<br />

ma noi rinsaviremo.<br />

È stata una brutta ventata che, per<br />

forza, passerà: se vorremo ancora vivere<br />

e godere della grazia di Dio.<br />

Dio, si diceva, ci ha dato il libero arbitrio<br />

per renderci responsabili delle nostre<br />

azioni; e quindi suscettibili di bene<br />

e di male, di premi e di castighi.<br />

La tecnica. Ecco il pungiglione che,<br />

mentreciesalta,ciaffliggeeci mortifica.<br />

La tecnica. L'avrebbe creata l'uomo.<br />

Ne siamo proprio sicuri?<br />

Sento qualche voce discorde.<br />

Dice: gli elementi che costituiscono la<br />

tecnica chi li ha creati?<br />

Dove si trovavano prima che l'uomo<br />

li componesse e li mettesse in funzione?<br />

Dove? Fuori dalla terra, forse?<br />

E la terra chi l'ha creata?<br />

Questi elementi non erano per caso<br />

dentro la terra creata da Dio e non dagli<br />

uomini? La terra e tutti gli elementi che<br />

in essa si trovano, tutti (nessuno escluso)<br />

sono creazione di Dio.<br />

Per lungo tempo gli uomini non se ne<br />

sono accorti, non li hanno cercati, non<br />

li hanno trovati.<br />

È come se in una stanza esiste un oggetto<br />

prezioso di cui nessuno sa.<br />

Viene un momento nel quale, per<br />

questa o per quella circostanza, si mette<br />

a soqquadro la stanza.<br />

Spunta l'oggetto prezioso. Stupore.<br />

Lo si gira e si rigira.<br />

Si incastona. Si mette in mostra.<br />

Qualcuno dice: il Tale ha inventato un<br />

gioiello.<br />

No. Il Tale l'ha trovato. Semmai, ha<br />

avuto l'abilità di farlo conoscere, da<br />

ignoto che era.<br />

Oh, dei ritrovamenti — dico, ritrovamenti<br />

—, ci sono, altri forse ci saranno;<br />

ma ci sono e ci saranno delle vaghezze<br />

— le chiamo così per pudore — che imperversano.<br />

Ne nomino soltanto una: l'eutanasia.<br />

L'eutanasia. Si è sopravvalutata o incompresa.<br />

È un obbrobrio, una mostruosità, come<br />

tante altre ne esistono.<br />

È un male che l'uomo è capace di<br />

compiere: come l'omicidio, la rapina, la<br />

strage, il suicidio.<br />

Ecco: l'eutanasia equivale al suicidio.<br />

Che cosa è il suicidio?<br />

È una delle espressioni di male che,<br />

con il libero arbitrio di cui l'uomo è dotato,<br />

si è capaci di compiere: salvo pagarne,<br />

a suo tempo, le conseguenze.<br />

Di tutto quel che si compie in terra si<br />

pagano le conseguenze.<br />

Chi ci crede, lo sa già, anche se si<br />

trova in questa terra.<br />

Chi non ci crede non lo sa.<br />

La realtà — bisogna ammettere che<br />

una realtà esiste —, si creda o non si<br />

creda, piaccia o non piaccia, è indipendente<br />

dal credere.<br />

Come è indipendente dal mio sperare<br />

e dal mio augurio il vincere all'enalotto:<br />

tanto per passare a una nota amena che<br />

può essere punto di chiarezza.<br />

La tecnica, montata e sviluppata con<br />

gli elementi trovati dall'uomo, può essere<br />

produttrice di bene e di male.<br />

Dipende dalle mani alle quali è affidata:<br />

che sono mani umane.<br />

Un esempio semplice e banale: la rivoltella.<br />

La rivoltella può essere utile come<br />

strumento di difesa ma diventa perversa,<br />

orribile se serve ad offendere, a<br />

colpire.<br />

Una medicina presa in tempo e in dose<br />

giusta salva; se no, uccide.<br />

La tecnica, adoperata bene, può giovare<br />

alla cultura, all'istruzione, all'educazione,<br />

all'onesto divertimento.<br />

Se usata male, può essere mezzo di<br />

perversione, di distruzione, di strage.<br />

Ci siamo spiegati, credo.<br />

Torno a Vittorio Alfieri e agli auspici<br />

evocati da Ugo Foscolo.<br />

(Vittorio Alfieri) irato ai patri numi<br />

errava muto / ov'Arno è più deserto, i<br />

campi e il cielo / desioso mirando; e<br />

poi che nullo / vivente aspetto gli molcea<br />

la cura, / qui posava l'austero; e<br />

avea sul volto / il pallor della morte e<br />

la speranza.<br />

Noi vogliamo credere fervidamente<br />

che, dal 2001, si moltiplicheranno i Vittorio<br />

Alfieri, per vincere il pallore della<br />

morte con la speranza.<br />

È come per una malattia.<br />

Si può trascurare. Si può perfino godere<br />

di quella trascuranza: ma arriverà<br />

un momento in cui non se ne potrà<br />

più.<br />

Se si sta troppo male, sia pure affrontando<br />

un certo sacrificio bisognerà per<br />

vivere mutare le regole.<br />

Bisognerà mettere giudizio, come si<br />

dice.<br />

Ecco, quella che sta per nascere sarà<br />

l'epoca del giudizio.<br />

Per poter vivere e convivere.<br />

Io mi affido allo stato urgente di necessità:<br />

che farà mutare usi e costumi.<br />

Mi affido all'irresistibile bisogno di<br />

cambiare tattica, di rinunziare al vano<br />

divertimento, alla smania spettacolare<br />

che si conclude col dolore e peggio.<br />

Io credo all'amore dell'amore.<br />

Io credo alla bellezza e alla bontà della<br />

vita.<br />

E credo ai mezzi per conseguire tutto<br />

questo: alla Fraternità e alla Bontà.<br />

Uso le lettere maiuscole, tanto le<br />

espressioni sono solenni.<br />

Vorrei che la mia voce, manifestante<br />

una brama irresistibile, arrivi in alto, in<br />

alto; e che la gente l'avverta, la goda e<br />

ne sia felice.<br />

E se l'anno che sta per nascere risultasse<br />

il preludio per la felicità così intesa?<br />

Se il dolore passato e il passato godio,<br />

fomentatori di guai, risultassero ora il<br />

pungolo capace di riscattare? Duemilauno.<br />

Quindi trarremmo gli auspici.<br />

La Provvidenza provveda a tutti, senza<br />

distinzione.<br />

A tutti.<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Martedì-Mercoledì 2-3 Gennaio 2001<br />

La vera «Cantata dei Pastori» da alcuni decenni è quasi scomparsa dai teatri napoletani<br />

Una «commedia dei santi» ispirata dal gusto spagnolo dell'epoca<br />

ANTONIO BRAGA<br />

Da alcuni decenni è quasi scomparsa dai teatri<br />

napoletani una «sacra rappresentazione» natalizia<br />

che ha avuto, negli ultimi tre secoli, un enorme<br />

successo: la «Cantata dei Pastori» di Andrea Perrucci.<br />

Questo dramma, miscela di colto e popolare,<br />

di sacro e profano, ha divertito molte generazioni,<br />

da quando apparve per la prima volta, non sappiamo<br />

su quale scena napoletana, nel 1695. Il titolo<br />

originale era diverso ed abbastanza lungo: «Il vero<br />

Lume tra l'Ombre per la nascita del Verbo Umanato»,<br />

divenuto più tardi «La Cantata dei Pastori»,<br />

più volte ristampata.<br />

L'autore non volle apporvi il suo nome, e la fece<br />

apparire come l'opera «pastorale sacra» di un inesistente<br />

«dottor Casimiro Ruggiero Ugone», forse<br />

perché considerava il suo lavoro troppo «popolare»,<br />

da meritare una sua paternità. Molte cose dovrebbero<br />

ancora essere poste a punto attorno a questo<br />

fortunato dramma teatrale: ad esempio, perché<br />

non attirò l'attenzione di qualche grande musicista,<br />

a partire dal Provenzale, che aveva già posto in<br />

musica la sua «Stellidaura vendicata»; e qualche altro<br />

esponente della fine del XVII secolo a Napoli. Il<br />

dramma era nato per il teatro, anche se lasciava<br />

qualche spiraglio adatto alla musica: delle versioni<br />

finora registrate, nessuna ebbe tuttavia la firma di<br />

qualche noto musicista, neppure nelle riedizioni del<br />

Settecento.<br />

Andrea Perrucci era nato a Palermo il tredici<br />

giugno del 1635, da buona famiglia borghese. Venuto<br />

a Napoli col padre Francesco nel 1645, fu posto<br />

a studiare coi Gesuiti, e qui dimostrò tutta la<br />

sua inclinazione allo studio delle lingue, apprendendone<br />

varie, risultando tra i migliori allievi in latino,<br />

greco e persino in ebraico: e come vincitore in collegio<br />

di varie «accademie», competizioni di poesia.<br />

Si laureò «in utroque», e tornò in Sicilia dopo la<br />

morte del padre, per raccoglierne l'eredità: ma, disgustato<br />

dai cavilli posti dai parenti, lasciò tutto e<br />

tornò a Napoli, dove visse sino alla morte, avvenuta<br />

il sei maggio del 1704.<br />

Il Perrucci é uno dei grandi esponenti della cultura<br />

partenopea, in un momento storico pieno di<br />

Libro d'Ore di fine '400 - (Parma, Biblioteca Palatina)<br />

MARIO SPINELLI<br />

È compito di altri e non nostro (in<br />

quanto operatori dell'informazione culturale)<br />

formulare un bilancio di quest'Anno<br />

Santo per quanto attiene agli<br />

aspetti più vari: dall'affluenza dei pellegrini<br />

al funzionamento di tutti gli ingranaggi<br />

della complessa macchina organizzativa,<br />

dalla qualità dell'accoglienza<br />

alla riuscita dei molteplici servizi<br />

predisposti, dalle reazioni quotidiane<br />

della gente nei confronti del ritmo<br />

ordinario e degli eventi speciali previsti<br />

nel calendario giubilare all'adattamento<br />

e alla «tenuta» globale della città. In<br />

ogni caso, per quel che riguarda la nostra<br />

specifica competenza, dobbiamo e<br />

possiamo dire — anche per il fatto di<br />

aver seguito giorno per giorno tutte le<br />

iniziative e manifestazioni culturali legate<br />

alla celebrazione dell'Anno Santo<br />

(come ben sanno i nostri lettori) — che<br />

sul versante culturale e per così dire<br />

formativo, cioè di riflessione e approfondimento<br />

intellettuale e conoscitivo<br />

del grande evento ecclesiale e spirituale<br />

che ci ha universalmente coinvolti, il<br />

bilancio del Giubileo si configura nettamente<br />

in attivo. Lo provano e lo confermano<br />

al di là di ogni ragionevole dubbio<br />

(in attesa di elaborare tutti i dati<br />

relativi e di disporre anche delle cifre<br />

su cui si potrà tornare in sede di analisi<br />

retrospettiva e più approfondita) le<br />

tante mostre, i convegni, le conferenze,<br />

le pubblicazioni, le trasmissioni radiotelevisive<br />

e tutti gli altri avvenimenti<br />

culturali che si sono susseguiti a ritmo<br />

incalzante e in numero anche superiore<br />

alle previsioni durante l'intero anno<br />

giubilare.<br />

Ora, a coronamento di questo denso<br />

e qualificato calendario, è stata appena<br />

inaugurata ed è in pieno svolgimento<br />

l'iniziativa culturale — ma anche religiosa,<br />

spirituale — che segna (almeno<br />

a Roma) l'ultimo atto di questo lungo<br />

omaggio, fiancheggiamento, contributo<br />

sinergico del mondo intellettuale, scientifico,<br />

accademico, artistico alla lettura<br />

e alla fruizione dei valori e dei frutti<br />

dell'Anno Santo. Si tratta della mostra<br />

iconografica sulla Madonna dal titolo<br />

Maria Vergine, Madre e Regina, promossa<br />

dal Ministero per i Beni e le Attività<br />

Culturali (in particolare dall'Uffi-<br />

fermenti nella capitale napoletana, sia dal punto di<br />

vista letterario che musicale. Gli ultimi viceré spagnoli<br />

favorirono lo sviluppo delle arti, ed in special<br />

modo la vita teatrale, che aveva le sue sedi nelle<br />

sale dei palazzi della corte spagnola. Al centro della<br />

vita musicale si era eretto il Teatro di San Bartolomeo,<br />

che fu testimonio di tanti successi della nascente<br />

scuola napoletana fino alla costruzione del<br />

Teatro di San Carlo, con il nuovo secolo.<br />

Il Perrucci fornì un testo a Francesco Provenzale,<br />

massimo esponente della musica a Napoli e futuro<br />

acerrimo nemico di Alessandro Scarlatti, che<br />

dalla nativa Palermo era venuto a sottrargli il posto<br />

di Maestro di Cappella del palazzo reale, grazie all'intervento<br />

della sorella Anna Maria, cantante assai<br />

stimata alla corte del viceré; la «Stellidaura vendicata»<br />

(nella prima versione «vendicante») eseguita il<br />

due settembre del 1674 nella villa Cursi-Cicinelli a<br />

Mergellina, e definita dal Testi «non più tragedia<br />

classica, ma già dramma romantico», è opera di<br />

grande rilievo nel panorama ad essa contemporaneo,<br />

ed ebbe moltissime repliche anche negli anni<br />

successivi. Anche in questo dramma, il Perrucci<br />

pone un personaggio comico, Giampietro, contadino<br />

calabrese che canta in dialetto, il quale raccoglie<br />

la copiosa eredità dei tipi popolari che tanto<br />

muovevano alle risa la corte. Nella successiva<br />

«Cantata dei Pastori», il napoletano vagabomdo sarà<br />

Razzullo, altra «maschera» della tradizione popolare<br />

seicentesca.<br />

Questa «Cantata» rivela abile scrittura da parte<br />

del Perrucci, il quale costruisce questa peculiare<br />

«commedia dei santi» seguendo il gusto spagnolo<br />

del tempo, in special modo del Calderón, con due<br />

zone ben distinte: quella letteraria, in «toscano», e<br />

qualla popolare in napoletano. Il dialetto affidato al<br />

Razzullo — oggi a volte difficile da decifrare —, risulta<br />

assai comico, e certamente ha contribuito al<br />

successo del dramma, giunto quasi integro fino a<br />

noi, ma con aggiunte che hanno fatto pendere la<br />

bilancia verso la commedia, con il personaggio del<br />

vagabondo, che prova tutti i mestieri, senza riuscire<br />

in alcuno, per ignavia, o anche per timore di ricevere<br />

le solite legnate. Eternamente affamato, si<br />

presta a tutti i lavori, purché leggeri, ma alla fine,<br />

cio centrale per i Beni librari, le Istituzioni<br />

culturali e l'Editoria) e allestita<br />

nella lignea barocca sala Borromini<br />

della storica Biblioteca Vallicelliana,<br />

accanto alla Chiesa Nuova. L'esposizione<br />

si potrà visitare fino al 28 febbraio<br />

del 2001, con ingresso gratuito.<br />

Prima di inoltrarci fra le teche e le<br />

vetrine degli spazi espositivi conviene<br />

formulare qualche considerazione che<br />

crediamo utile. Anzitutto pare molto<br />

opportuna, anzi addirittura doverosa<br />

una manifestazione, una mostra di carattere<br />

mariano a conclusione del<br />

Grande Giubileo del 2000. Infatti non si<br />

deve dimenticare che l'Anno Santo appena<br />

trascorso e celebrato ha coinciso<br />

fra l'altro con il Bimillenario dell'Incarnazione<br />

del Verbo, della nascita di Cristo.<br />

E questo evento assolutamente centrale<br />

e primario nella storia della salvezza,<br />

come ci insegnano la Sacra<br />

Scrittura, la Tradizione cristiana e il<br />

Magistero della Chiesa, si è verificato<br />

solo dopo il «sì» di Maria al divino concepimento<br />

e attraverso il suo parto verginale<br />

del Verbo in Lei incarnato ad<br />

opera dello Spirito. Come dunque ricordare<br />

e celebrare la discesa nel mondo<br />

del Salvatore senza abbinarvi strettamente<br />

il ricordo e l'esaltazione della<br />

Donna che l'ha resa possibile, di Colei<br />

che la Chiesa fin dalla più remota tradizione<br />

— confermata solennemente già<br />

nel Concilio di Efeso del 431 — proclama<br />

Madre di Dio? Ecco perciò il motivo<br />

di fondo della validità di questa mostra,<br />

che oltre tutto come diremo fra<br />

poco nel materiale esposto testimonia<br />

proprio questi attributi e questa grandezza<br />

della figura e del ruolo di Maria.<br />

In secondo luogo va sottolineata pure<br />

la scelta felice della Biblioteca Vallicelliana<br />

per ospitare la mostra in questione.<br />

Infatti questa prestigiosa istituzione<br />

romana è integrata nella poderosa memoria<br />

filippina che è il complesso della<br />

Chiesa Nuova (che fra l'altro è un tempio<br />

mariano, S. Maria in Vallicella) e<br />

dell'annesso borrominiano Oratorio Filippino.<br />

Ora, chi non sa quanto fossero<br />

profonde e fervorose la fede, la devozione<br />

e la spiritualità mariane di s. Filippo<br />

Neri? Non a caso l'emblema stesso<br />

della Vallicelliana reca l'immagine miracolosa<br />

della Madonna della Vallicella,<br />

che Pippo il Buono salvò dall'abbat-<br />

Libro d'Ore<br />

di fine '400 (Parma,<br />

Biblioteca Palatina)<br />

Miniatura del XIII<br />

secolo (Roma,<br />

Biblioteca<br />

Vallicelliana)<br />

«Maria Vergine, Madre e Regina»: una mostra iconografica alla Biblioteca Vallicelliana di Roma<br />

Miniature e Libri d'Ore diventano melodie<br />

di un sublime «concerto» mariano<br />

timento della chiesa anteriore facendola<br />

sistemare sull'altar maggiore della<br />

Chiesa Nuova, dove possiamo contemplarla<br />

e venerarla ancora oggi quando<br />

un meccanismo dell'epoca la scopre ai<br />

devoti sotto la grande pala dipinta successivamente<br />

da Rubens. Lodevole dunque<br />

l'idea della mostra, e indovinato il<br />

fondale del suo allestimento.<br />

Ma ora incamminiamoci pure lungo<br />

l'itinerario espositivo. La mostra iconologico-mariana<br />

della Vallicelliana si articola<br />

in nove sezioni, le quali si propongono<br />

di rappresentare altrettanti<br />

momenti-aspetti del ruolo e della figura<br />

della Madre di Dio e, in definitiva, di<br />

ricostruire tutto il suo percorso terreno<br />

e ultraterreno. Così i primi cinque manoscritti<br />

miniati raffigurano Maria prima<br />

di Gesù e dell'Incarnazione, còlta in<br />

una vita di pietà e di preparazione spirituale<br />

nell'intimità della casa, accanto<br />

ad Anna e Gioacchino e nel Tempio di<br />

Gerusalemme. Lo Spirito Santo è già al<br />

lavoro. I successivi tredici codici nelle<br />

loro splendide miniature dorate e multicromatiche<br />

rappresentano ed esaltano<br />

l'Annunciazione, e quindi al contempo<br />

la professione mariana di castità perpetua,<br />

il volontario generoso assenso di<br />

Maria e il concepimento del Figlio<br />

umano-divino per volontà del Padre e<br />

intervento dello Spirito. Le illustrazioni<br />

di altri venti manoscritti — libri liturgici,<br />

di pietà ecc. — testimoniano prima<br />

la Natività (dieci) e poi la vita della Sacra<br />

Famiglia (altri dieci), per cui le immagini<br />

spaziano dal viaggio verso Betlemme<br />

alla notte santa nella Grotta,<br />

dall'arrivo dei Magi alla violenza di<br />

Erode, dalla fuga in Egitto al ritorno<br />

in Palestina e a Nazareth, fino alla<br />

rivelazione da parte di Gesù giovinetto<br />

della sua sapienza soprannaturale fra<br />

gli increduli dottori del tempio gerosolimitano.<br />

La quinta sezione e una parte della<br />

sesta (in tutto una ventina di codici miniati)<br />

sono ancora per così dire Nuovo<br />

Testamento illustrato, descrivendo la<br />

Vita e i miracoli del Signore, la sua Passione<br />

e la Pentecoste, con Maria fedelmente<br />

presente — e condividente l'opera<br />

e le sofferenze del Figlio — da Cana<br />

al Calvario, dal Sepolcro alla discesa<br />

dello Spirito nel Cenacolo di Gerusalemme,<br />

già gloria e fulcro — Lei fra gli<br />

per la sua innata onestà, si libera dai tranelli del<br />

demonio.<br />

Il nucleo centrale di questo «dramma sacro» sta<br />

nella lotta delle forze infernali contro la Luce, ossia<br />

la nascita del Cristo. Nel prologo, Pluto, re dell'inferno,<br />

è preoccupato per la prossima nascita del<br />

Verbo, e teme che i suoi seguaci in terra scompaiano.<br />

Egli chiama a raccolta i suoi migliori aiutanti,<br />

che sono Asmodeo, Belfegor, Astarotte e Belzebù, i<br />

quali lo rassicurano che faranno scomparire il nemico<br />

con le loro arti malefiche.<br />

Nel primo atto, un vecchio pastore, Armenzio, si<br />

lamenta con i figli Benino e Cidonio, perché non<br />

gli danno l'aiuto necessario a tenere a bada il gregge:<br />

Cidonio è cacciatore, e passa il tempo ad inseguire<br />

gli animali selvaggi; e Benino ama i giochi, i<br />

salti, e lascia da parte la cura degli armenti. Essi<br />

hanno avuto in sogno la premonizione di un evento<br />

che si verificherà proprio fra di loro, a Betlemme.<br />

Entra in scena Razzullo, che è stato scrivano, ma<br />

ha raccolto solo debiti (allusione alla vita grama dei<br />

poeti) e cerca altro lavoro. Incontra Ruscello, buon<br />

pescatore, che lo invita a seguirlo: ne sorge una disputa<br />

con il cacciatore Cidonio, su quale dei due<br />

mestieri sia il migliore. Andati via questi, giungono<br />

Giuseppe e Maria, tornati a Betlemme per obbedire<br />

all'editto imperiale del censimento. Maria sta per<br />

dare alla luce il Bambino Gesù e non trova un posto<br />

dove riposare: tutti i luoghi sono occupati.<br />

Inizia la lotta tra Belfegor, dall'inferno, e l'Angelo<br />

Gabriele dal Cielo; il demonio giunge con una<br />

squadra di diavoli che legano Razzullo ad un albero:<br />

per fortuna, passano di là Giuseppe e Maria, e<br />

lo slegano: per ringraziarli, questi li aiuterà ad attraversare<br />

il fiume, sulla barchetta di Ruscello.<br />

Malgrado la fragilità dell'imbarcazione, con l'aiuto<br />

di Gabriele, riescono d attraversare il guado: ma<br />

Belfegor, non potendo far nulla contro le forze malefiche,<br />

si vendica su Ruscello e Razzullo, sollevando<br />

una tempesta che fa naufragare l'imbarcazione<br />

e getta in acqua i due.<br />

Al secondo atto questi, che si sono a stento salvati,<br />

si separano: il napoletano non sarà più pescatore.<br />

Cidonio incontra il povero vagabondo e gli<br />

propone di seguirlo come cacciatore: l'altro accon-<br />

Libro d'Ore di fine'400(Parma,BibliotecaPalatina)<br />

Apostoli — della Chiesa fondata da Cristo<br />

ma solo ora pronta a annunciarlo.<br />

Il resto della sesta sezione e le sezioni<br />

settima e ottava (in tutto circa venticinque<br />

manoscritti) si innalzano dalle mere<br />

pagine della Scrittura per accogliere<br />

e testimoniare con vivacità, pietà, creatività,<br />

con arte pregata insomma, la<br />

grande tradizione orientale e occidentale<br />

sulla Madonna, coltivata fin dai primi<br />

e dai più grandi Padri e più tardi riconfermata<br />

solennemente nel tempo<br />

dai Pontefici, dai Concilii, dal Magistero<br />

episcopale anche nelle forme più alte<br />

e ufficiali, cioè con le proposizioni<br />

dogmatiche. Così ecco le miniature sulla<br />

Dormizione (la latinità cristiana come<br />

si sa ha preferito parlare di Assunzione)<br />

e quelle sulla Regalità celeste e<br />

terrena di Maria, fino alla sua collocazione<br />

in trono accanto al Figlio, all'inserzione<br />

misteriosa e gloriosa nella divina<br />

Trinità, alla partecipazione finale<br />

al Giudizio Universale insieme al Figlio,<br />

al supremo governo della terra<br />

con sollecitudine materna e fedele al<br />

ruolo di corredentrice e mediatrice di<br />

grazie. La nona e ultima sezione è particolarmente<br />

azzeccata, dedicata com'è<br />

a Dante e Maria, cioè a quella Divina<br />

Commedia, a quel Paradiso che poeticamente<br />

nel cantare la Madonna ha toccato<br />

dei vertici che ben difficilmente<br />

potranno essere uguagliati e ancor meno<br />

superati. Qui poi, nella mostra, l'arte<br />

poetica dantesca si fonde con quella<br />

pittorica, figurativa di anonimi illustratori<br />

nell'esaltazione lirico-mistica della<br />

Madre del Signore, con effetti che edificano<br />

mente e cuore, anima e intelletto,<br />

spirito e gusto estetico. In definitiva gli<br />

ottantanove codici illustrati esposti alla<br />

Vallicelliana (e provenienti da una decina<br />

di prestigiose biblioteche storiche:<br />

l'Apostolica Vaticana, la Palatina di<br />

Parma, le Nazionali di Firenze e Napoli,<br />

l'Angelica, la Casanatense e ovviamente<br />

la stessa Vallicelliana di Roma,<br />

la Medicea Laurenziana e la Riccardiana<br />

sempre di Firenze, la Estense di Modena)<br />

non potevano essere «usati» e valorizzati<br />

meglio: infatti qui sono come<br />

note e melodie sublimi di un concerto<br />

mariano straordinario. Una degna conclusione,<br />

come si è detto, del «Giubileo<br />

culturale».<br />

sente dubbioso, temendo le bestie feroci e le armi:<br />

ma spera così di poter mangiare. Intanto Belfegor<br />

in vista della grotta, vi invia un terribile drago che<br />

spaventa i cani ed i pastori. Non potendo trovare<br />

posto in quei luoghi, Giuseppe e Maria si rassegnano<br />

ad entrare nella spelonca, mentre Gabriele fa<br />

scomparire il drago.<br />

Ancora il demonio, travestito da oste, promette<br />

dar lavoro a Razzullo e Cidonio, ma in cambio<br />

chiede che uccidano la santa coppia: i due poveretti<br />

fuggono spaventati, all'idea di dar morte a quei<br />

pellegrini tanto buoni.<br />

Gabriele con uno scudo di diamante si pone all'ingresso<br />

della grotta.<br />

Nel terzo atto, Belfegor, in veste di satiro, invano<br />

cerca di convincere i pastori a commettere il<br />

crimine, ma viene da questi scacciato. Razzullo è<br />

stato messo a guardia dell'armento di Asmodeo, ed<br />

ha trovato da mangiare in un anfratto: era la colazione<br />

di Benino, il quale, notato il furto, dice al napoletano<br />

che quella era avvelenata, per uccidere il<br />

siro. Morto di paura, il povero Razzullo si sente<br />

male, ma giunge il buon vecchio Asmodeo a rassicurarlo,<br />

rivelandogli che era uno scherzo del figlio.<br />

Belfegor giunge di nuovo, offrendo vino a tutti, e<br />

questi si addormentano: intanto nasce il celeste<br />

Bambino e tutta la capanna s'illumina: Belfegor<br />

non púò più combattere e tenta di far crollare il<br />

monte dove si trova la capanna. Ma, con l'aiuto di<br />

Gabriele, il monte, nel cadere, lascia intatto il Presepe,<br />

mentre il demonio, vinto, sprofonda. Tutti i<br />

pastori portano i doni ed adorano il piccolo Gesù,<br />

e cantano una vecchia pastorale: «Io pure so' venuto<br />

a Te vedere — Ninno bellillo, ma che t'aggio a<br />

dare?». Il dramma è nato per le scene senza musica:<br />

ma in alcuni punti, certamente offriva la possibilità<br />

a dei musicisti di adoperare dei temi conosciuti;<br />

nello stesso spirito, sant'Alfonso Maria de'<br />

Liguori adattava alle parole «Quanno nascette Ninno»<br />

una nota cantilena a lungo tramandata.<br />

In seguito fu aggiunto il popolare personaggio di<br />

Sarchiapone, altro napoletano che dialogava con<br />

Razzullo: i loro lazzi furono a volte condannati dalle<br />

censure; ma creavano una indimenticabile atmosfera<br />

esilarante.


.<br />

PAGINA<br />

4 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Martedì-Mercoledì 2-3 Gennaio 2001<br />

Pellegrini del Duemila<br />

Gli incontri serali di sabato e lunedì guidati rispettivamente dal Card. Ortas Javierre e dall'Arcivescovo Nguyên Van Thuân<br />

È ormai Cristo il tempo unico<br />

vero e definitivo<br />

«La pioggia di grazie scesa in questo<br />

anno giubilare non deve restare sterile».<br />

È una raccomandazione, e insieme un<br />

augurio, questa che il Cardinale Antonio<br />

María Ortas Javierre, Prefetto emerito<br />

della Congregazione per il Culto Divino<br />

e la Disciplina dei Sacramenti, ha rivolto<br />

sabato sera, 30 dicembre, ai pellegrini<br />

riuniti in Piazza San Pietro per la tradizionale<br />

celebrazione vespertina dell'Anno<br />

Santo.<br />

Dal Sagrato della Basilica Vaticana il<br />

Porporato ha presieduto la «preghiera<br />

del pellegrino» e ha commentato per i<br />

tanti fedeli presenti il Vangelo del giorno<br />

(Lc 2, 36-40), che concludeva il racconto<br />

della Presentazione del Bambino Gesù al<br />

tempio: dopo la vicenda di Simeone,<br />

evocata il giorno precedente, c'è la reazione<br />

di Anna davanti al Messia atteso<br />

da lunghi anni.<br />

«Alla luce del Giubileo — ha detto il<br />

Cardinale —, il brano evangelico lascia<br />

vedere aspetti inediti che ci consentono<br />

di approfondire meglio il senso dell'Anno<br />

Santo».<br />

«Il Protagonista indiscusso — ha spiegato<br />

— è sempre il Bambino Gesù, con<br />

la Madre a suo fianco, tanto discreta<br />

quanto efficace. Maria salì al tempio<br />

non più per purificarsi, essendo immacolata<br />

e piena di grazia, ma per adempiere<br />

un disegno divino al di là della<br />

norma riguardante il riscatto dei primogeniti.<br />

Dopo la nascita di Cristo, infatti,<br />

il venerabile tempio di Gerusalemme<br />

non rispondeva più alle esigenze del<br />

nuovo culto in spirito e verità. Occorreva<br />

prendere atto che è ormai Cristo il<br />

tempio unico, vero e definitivo. Provvidenzialmente,<br />

Maria, serva del Signore,<br />

assolve l'impegno di presentare il Bambino<br />

Gesù, affinché la realtà in Lui presente<br />

possa assorbire la figura profetica<br />

del tempio. In seguito, i veri adoratori<br />

troveranno in Cristo — verità e vita —<br />

la porta del vero culto e la via per i pellegrini<br />

verso la meta definitiva. L'accenno<br />

costante alla Madonna lungo l'intero<br />

anno giubilare poggia, dunque, sul suo<br />

apporto fondante nella Presentazione del<br />

suo Figlio».<br />

Pellegrini<br />

del primo Giubileo<br />

Il Cardinale Javierre ha proseguito la<br />

sua omelia proponendo le figure dei due<br />

vegliardi, Simeone ed Anna, presentate<br />

dal Vangelo, quali «veri antesignani»,<br />

«autentici pellegrini in quello che fu il<br />

primo Giubileo».<br />

«Noi oggi — ha spiegato —, nell'Anno<br />

Santo, tentiamo di risalire in spirito all'incontro<br />

di Cristo storicamente venuto;<br />

quei due illustri anziani furono invece i<br />

primi ad andare incontro al Messia ancora<br />

venturo. La meta rimane sempre la<br />

stessa, cioè il Verbo incarnato, divenuto<br />

Tempio del vero culto e Via nel pellegrinaggio<br />

perenne del genere umano verso<br />

la Gerusalemme eterna».<br />

Il Porporato ha quindi indicato come<br />

«esemplare» l'attesa di Anna com'è descritta<br />

dall'evangelista Luca: Non si al-<br />

A Santa Croce in Gerusalemme<br />

«Ci è stato dato un anno<br />

di tempo prezioso»<br />

Un anno che si chiude con un sincero<br />

pentimento dei peccati commessi,<br />

espressi con una profonda confessione,<br />

e uno nuovo che incomincia in nome<br />

della speranza.<br />

Così la comunità cistercense della basilica<br />

di Santa Croce in Gerusalemme, i<br />

parrocchiani e i pellegrini, riuniti tutti<br />

insieme come in una grande famiglia,<br />

hanno vissuto il passaggio dal 2000 al<br />

2001.<br />

Nell'ultimo giorno dell'anno, la sera<br />

del 31 dicembre, prostrati al cospetto<br />

delle Sante Reliquie della Croce poste<br />

sull'altare, hanno invocato l'aiuto del Signore<br />

e la Sua misericordia, affinché nel<br />

cristiano le debolezze umane non prendano<br />

mai il sopravvento sul proposito di<br />

seguire Gesù verso la Casa del Padre.<br />

«Anche quest'anno volge alla fine —<br />

ha esordito ai presenti Padre Simone<br />

Fioraso, Priore della Comunità —. Un<br />

anno di tempo prezioso che ci è stato<br />

dato per crescere lasciandoci penetrare<br />

dal mistero dell'amore e del dolore fino<br />

ad accettare senza sconti la realtà che ci<br />

riguarda.<br />

«Anche quest'anno abbiamo invocato<br />

molte volte “venga il Tuo regno, sia fatta<br />

la Tua volontà..”, e altrettante volte<br />

abbiamo dovuto constatare che non eravamo<br />

pronti ad accogliere né l'uno né<br />

l'altra, perché sempre l'Avvento del<br />

Messia che consola gli umili e gli affranti<br />

e che scioglie i prigionieri e i servi dai<br />

ceppi, sconvolge le formule in cui ci rifugiamo.<br />

«Allora siamo qui riuniti per chiedere<br />

perdono al Signore affinché ci accordi la<br />

grazia di guarire le ferite ancora presenti<br />

nella nostra comunità a causa del peccato.<br />

La nostra richiesta è che la gioia<br />

del perdono possa essere più forte di<br />

ogni risentimento e che il Signore, di<br />

fronte alla sincerità dei nostri cuori, possa<br />

concederci la remissione dei peccati e<br />

la Sua misericordia».<br />

Il Duemila quindi si chiude con una<br />

supplica, accompagnata dalle note del<br />

Te Deum, ma la benedizione della Croce,<br />

al termine della celebrazione, ha<br />

aperto una nuova finestra verso un futuro<br />

migliore, verso una rinnovata speranza<br />

sottolineata anche dall'anno giubilare.<br />

All'alba del nuovo anno, infatti, si risvegliano<br />

le speranze e i sogni, ma con<br />

loro anche il timore di rimanere delusi<br />

nelle aspettative, poiché già altre volte<br />

nel passato si sono espressi gli stessi desideri<br />

e promesse di cambiamento e miglioramento.<br />

Alla speranza quindi molte<br />

volte è subentrato lo sconforto, alle promesse<br />

la rassegnazione, alla gioia dell'attesa<br />

la tristezza della sfiducia. Contro<br />

questi pensieri che addensandosi come<br />

nuvole, possono oscurare le prospettive<br />

sul futuro, la mattina del 1° gennaio, Padre<br />

Simone ha rivolto il suo augurio ai<br />

primi pellegrini dell'anno. «Il miglior augurio<br />

è che questo possa essere veramente<br />

l'anno della speranza e di grande<br />

fermento per costruire la civiltà dell'amore<br />

— ha detto il presule —. Un anno<br />

vissuto alla luce di Dio.<br />

Anche se le difficoltà e il problemi<br />

non sono svaniti con il passaggio all'anno<br />

nuovo, non bisogna abbattersi, ma al<br />

contrario comprendere che spesso non<br />

si riesce a vedere le soluzioni poiché il<br />

cuore non è ancora aperto alla luce di<br />

Dio. La felicità che Dio ci promette, infatti,<br />

passa attraverso il sacrificio e l'apertura<br />

verso il prossimo e la maggior<br />

parte delle nostre sofferenze deriva dal<br />

nostro allontanamento dalla Sua luce.<br />

Questo accade perché i benefici del Signore<br />

non sono per il nostro benessere<br />

momentaneo ma sono rivolti ad una<br />

realtà più profonda e duratura, quella<br />

dell'anima. Richiamati quindi dal tenero<br />

amore della maternità della Madonna,<br />

riponiamo ai Suoi piedi le nostre speranze,<br />

poiché come è stato detto a Maria, il<br />

Signore è anche con ognuno di noi».<br />

Questo messaggio di speranza è stato<br />

accolto con molto entusiasmo dai numerosi<br />

fedeli che erano presenti alla celebrazione,<br />

e che avevano scelto quindi di<br />

inaugurare il nuovo anno nella Casa del<br />

Signore.<br />

«È un buon inizio dell'anno, questo,<br />

che infonde il coraggio di procedere nel<br />

nostro cammino — ha commentato<br />

suor Lorenza, missionaria in Pakistan<br />

—. La via per la santità è un percorso<br />

difficile e abbiamo sempre bisogno di incoraggiamenti,<br />

soprattutto in momenti<br />

come questo, nel quale si concentrano<br />

le nostre speranze. Le conversioni e la<br />

grazia concessa dall'anno giubilare che<br />

sta per concludersi, devono infatti essere<br />

i primi segnali di una nuova vita».<br />

RITA DIETRICH<br />

lontanava mai dal tempio, servendo<br />

Dio notte e giorno con digiuni e preghiere<br />

(2, 37); così come l'incontro tanto<br />

a lungo desiderato: Sopraggiunta in<br />

quel momento, si mise anche lei a lodare<br />

Dio e parlava del bambino a<br />

quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme<br />

(38).<br />

«La celebrazione del Giubileo — ha<br />

affermato — sarà fruttuosa se si rispetta<br />

questa doppia esigenza del paradigma<br />

evangelico: la lode riconoscente al Signore<br />

e la trasmissione gioiosa ai fratelli<br />

della buona nuova natalizia. Sono questi<br />

due elementi che integrano l'autentico<br />

«servizio cristiano», come l'ha inaugurato<br />

la Madonna, nostra Madre e Maestra.<br />

Nell'Annunciazione si era autodefinita<br />

serva del Signore (Lc 1, 38); subito dopo,<br />

nella Visitazione, iniziò il suo servizio<br />

bidirezionale: a favore della sua cugina<br />

e soprattutto a favore di Cristo Gesù,<br />

desideroso di santificare il suo Precursore<br />

prima della nascita. Ritroviamo<br />

queste due componenti del servizio nella<br />

Presentazione del Signore: infatti, la dimensione<br />

liturgica della «Vergine offerente»<br />

comporta un chiaro riflesso diaconale<br />

che riempie di gioia il cuore di<br />

Simeone e di Anna. Sono dunque due<br />

fattori inseparabili: poiché l'amore, meta<br />

definitiva del servizio cristiano, punta<br />

indissolubilmente verso Dio e verso il<br />

prossimo».<br />

«C'è dunque un rapporto intimo che<br />

lega questo Vangelo al Grande Giubileo<br />

— ha concluso il Cardinale —. Due so-<br />

no gli insegnamenti concreti radicati in<br />

questa liturgia. Primo: l'autentico incontro<br />

con Cristo comporta sempre la trasmissione<br />

del dono ricevuto. Secondo:<br />

l'apostolato cristiano diventa genuino<br />

nella misura in cui vibri d'amore verso<br />

Dio e verso il prossimo. In breve: non è<br />

cristiano chi non è apostolo e non c'è<br />

apostolato vero al di fuori del servizio di<br />

amore a Dio e ai fratelli».<br />

Una sorprendente<br />

intimità<br />

È una catechesi quotidiana quella che<br />

viene proposta ogni sera ai pellegrini<br />

che partecipano alla celebrazione. La<br />

lettura e il commento del Vangelo costituiscono<br />

il centro di questa preghiera<br />

vespertina così intensa e suggestiva, che<br />

colpisce i fedeli anche per la sua sorprendente<br />

«intimità». Lo hanno confidato,<br />

sabato sera, Loredana e Paolo, marito<br />

e moglie di Bergamo, venuti in pellegrinaggio<br />

per questi ultimi giorni dell'anno<br />

giubilare.<br />

«Abbiamo voluto concludere con un'esperienza<br />

concreta di pellegrinaggio l'intenso<br />

cammino spirituale percorso lungo<br />

questi mesi di Giubileo». Così hanno<br />

detto i due giovani coniugi. E hanno aggiunto:<br />

«Questo cammino, paradossalmente,<br />

è più difficile da compiersi per<br />

un cristiano che per un non cristiano:<br />

perché non è affatto facile convincersi<br />

della necessità di una conversione continua<br />

e permanente».<br />

ALESSANDRO IAPINO<br />

Nel Santuario di Castel di Leva<br />

Guardare alla famiglia<br />

di Nazareth<br />

L'antico Santuario di Castel di Leva<br />

ha visto concludere il 2000 con una<br />

messa celebrata nella serata del 31 dicembre<br />

e la recita comunitaria del tradizionale<br />

inno di ringraziamento «Te<br />

Deum», presieduto dal Rettore Parroco<br />

Don Pasquale Silla. Anche questa volta<br />

la Madonna del Divino Amore ha protetto<br />

dall'alto i fedeli accorsi per rendere<br />

grazie dei benefici ricevuti nell'anno appena<br />

trascorso con la celebrazione di<br />

quanto di positivo si è vissuto. Giovanni<br />

Paolo II nella bolla Incarnationis Mysterium<br />

ha stabilito che la chiusura dell'Anno<br />

giubilare abbia luogo nel giorno<br />

dell'Epifania di Nostro Signore Gesù Cristo.<br />

La celebrazione dell'Eucaristia, oltre<br />

che il memoriale della manifestazione<br />

del Salvatore, evento ricco di misteri<br />

salvifici, sarà anche espressione di gratitudine<br />

per il dono di questo Anno e di<br />

impegno a mettere in pratica le decisioni<br />

pastorali maturate per una vita cristiana<br />

ed ecclesiale più intensa. Ma domenica<br />

ricorreva pure la festa della Sacra<br />

Famiglia, una ricorrenza importante<br />

per ogni famiglia cristiana che guarda a<br />

quella di Nazareth come al modello<br />

esemplare a cui fare riferimento. Infatti,<br />

nonostante il mistero che li avvolge, si<br />

avverte che tra Gesù, Maria e Giuseppe<br />

c'è un'atmosfera di cura, di dialogo e di<br />

disponibilità ad imparare gli uni dagli altri.<br />

«Anch'essi vivono le difficoltà di una<br />

famiglia umile, il lavoro, la speranza, il<br />

silenzio, il rimettersi nelle mani di Dio<br />

nelle situazioni difficili, la fede in Dio e<br />

l'apertura agli altri. I tempi e le circostanze<br />

della vita moderna non impediscono<br />

alle famiglie di sperimentare si-<br />

tuazioni simili a quelle della Sacra Famiglia<br />

— ha ribadito il sacerdote celebrante<br />

durante l'omelia —. Per esempio<br />

quante famiglie si sfasciano ai nostri<br />

giorni per mancanza di dialogo, per il<br />

non rispetto delle esigenze di ognuno, o<br />

a causa della violenza che si perpetua<br />

nelle mura domestiche nel totale silenzio!<br />

Eppure basterebbe poco per formarsi<br />

al dialogo reciproco, alla solidarietà<br />

gli uni verso gli altri, alla carità fraterna.<br />

«Se nelle nostre famiglie venissero a<br />

mancare questi valori fondamentali non<br />

si potrebbe maturare nella serenità e<br />

nell'amore reciproco.<br />

«Ecco perché guardando alla famiglia<br />

di Nazareth si apprende il cammino<br />

umano e di fede che ognuno di noi può<br />

imitare per la propria quotidianità familiare.<br />

La Sacra Famiglia vive nella semplicità,<br />

vive degli affetti più genuini e<br />

sinceri e l'evangelista Luca ce lo attesta<br />

al II capitolo quando afferma che il<br />

Bambino cresceva e si fortificava, pieno<br />

di sapienza, e la grazia di Dio era sopra<br />

di Lui. Oggi è una data importantissima<br />

per il calendario, e non solo perché è<br />

l'ultimo giorno del secondo millennio,<br />

ma perchè per i cristiani non è il calendario<br />

a fare la differenza bensì la storia<br />

sacra.<br />

«Essa ci dice che noi viviamo già, e<br />

non da oggi, nei tempi ultimi, quelli annunciati<br />

dal Profeta Isaia: «Il lupo dimorerà<br />

insieme con l'agnello, la pantera si<br />

sdraierà accanto al capretto; il vitello e<br />

il leone pascoleranno insieme e un fanciullo<br />

li guiderà» (11, 6).<br />

ELIDE MARCUCCIO<br />

Per divenire capaci<br />

di dialogare con tutti<br />

Una bellissima preghiera a Maria,<br />

Vergine Madre di Dio. È quella che ha<br />

pronunciato lunedì sera, 1° gennaio, durante<br />

la «preghiera del pellegrino», l'Arcivescovo<br />

François Xavier Nguyên Van<br />

Thuân, Presidente del Pontificio Consiglio<br />

della Giustizia e della Pace.<br />

La coincidenza, al principio dell'anno,<br />

della solennità di Maria Santissima Madre<br />

di Dio con la celebrazione della<br />

XXXIV Giornata Mondiale della Pace,<br />

ha fatto dire al Presule: «Guardando a<br />

Maria, che oggi festeggiamo nel dono<br />

della sua divina maternità, frutto del<br />

dialogo che l'Altissimo ha stabilito con<br />

lei coprendola con la sua ombra, vorrei<br />

allora pregare così insieme a voi: «Vergine<br />

Madre Maria, / aiutaci a dialogare<br />

come te col Dio vivente, / per divenire<br />

anche noi terreno d'avvento / dove il<br />

tuo Figlio si faccia presente nella storia<br />

/ per portare a tutti l'amore del Padre<br />

/ nella forza dello Spirito di vita. / Fà<br />

che alla tua scuola / apprendiamo il silenzio<br />

dell'ascolto / e la parola dell'amore,<br />

/ per divenire capaci di dialogare<br />

con tutti, / rispettando la diversità nella<br />

verità / e offrendogli il dono di noi<br />

stessi nella gratuità / e nell'accoglienza<br />

che libera e unisce».<br />

«...Per divenire capaci di dialogare<br />

con tutti...». Non ha mancato di ricordare<br />

il Presule, ai pellegrini presenti in<br />

Piazza San Pietro, il tema scelto dal<br />

Santo Padre per la celebrazione di questa<br />

XXXIV Giornata Mondiale della Pace:<br />

«Dialogo fra le culture per una civiltà<br />

dell'amore e della pace».<br />

«Le Nazioni Unite — ha detto — han-<br />

no proclamato questo 2001, primo anno<br />

del terzo millennio, Anno Internazionale<br />

del Dialogo fra le civiltà, mostrando così<br />

di ritenere tale dialogo la sfida e l'impegno<br />

prioritario dell'umanità alle soglie<br />

del nuovo millennio».<br />

«La Chiesa — ha aggiunto —, nella<br />

sua missione evangelizzatrice, è chiamata<br />

a portare il suo messaggio di speranza<br />

a tutte le nazioni della terra e ad entrare<br />

in comunione con le diverse forme<br />

di cultura; da tale comunione, realizzata<br />

in un vero spirito di dialogo, la Chiesa<br />

stessa esce arricchita (Cfr Gaudium et<br />

Spes, n. 58)».<br />

In quest'anno del Grande Giubileo, la<br />

Chiesa ha davvero portato il suo «messaggio<br />

di speranza» a tutti i popoli e a<br />

tutti gli uomini.<br />

A pochi giorni dalla chiusura della<br />

Porta Santa, ecco la voce di Cristina, 26<br />

anni, di Roma, una dei tantissimi pellegrini<br />

presenti lunedì sera in Piazza San<br />

Pietro: «La porta che deve sempre restare<br />

aperta, che non deve chiudersi il 6<br />

gennaio, è quella della speranza».<br />

Accanto a lei c'era Luigi, il suo ragazzo,<br />

capo scout: «Anche per me è così»,<br />

ha confermato. E ha aggiunto: «Quest'anno<br />

è stato particolarmente importante<br />

per me, perché ho potuto vivere la<br />

fede in maniera più piena, colorata con<br />

tante esperienze forti, come la Giornata<br />

Mondiale della Gioventù, durante la<br />

quale ho ospitato nella mia casa alcuni<br />

ragazzi cubani, o come il pellegrinaggio<br />

che ho fatto subito dopo in Terra Santa,<br />

con gli amici della parrocchia».<br />

A. I.<br />

A Santa Maria Maggiore<br />

«Sono certa che il Signore<br />

mi rimarrà accanto»<br />

Animati dal desiderio di riconciliarsi<br />

con il Signore ed ottenere il perdono<br />

delle proprie colpe, a pochi giorni dalla<br />

chiusura del Giubileo i pellegrini di tutto<br />

il mondo continuano a raggiungere la<br />

Patriarcale Basilica di Santa Maria Maggiore<br />

per poterne varcare la Porta Santa.<br />

Un gesto simbolico, quest'ultimo,<br />

che i romei non mancano di compiere<br />

nel profondo e rispettoso silenzio suggerito<br />

loro dalla sacralità del luogo.<br />

La signora Maria è fra coloro che,<br />

spinti dal proposito di non commettere<br />

più gli errori del passato, hanno scelto<br />

la tranquillità delle prime ore della mattinata<br />

di sabato 30 dicembre per oltrepassare<br />

quella simbolica soglia. «Fra poco<br />

partirò per ritrovarmi con la mia famiglia<br />

— ha affermato la fedele residente<br />

a Roma —. Ma non volevo lasciare la<br />

città senza aver avuto la possibilità di inginocchiarmi<br />

un'ultima volta davanti alla<br />

Porta Santa, prima della sua chiusura.<br />

Spero tanto che la preghiera quotidiana<br />

mi aiuti ad accompagnare tale gesto,<br />

tanto carico di significato, ad un<br />

comportamento più buono ed onesto.<br />

Sono certa che il Signore mi rimarrà accanto<br />

lungo questo mio cammino di fede».<br />

«Il Giubileo è stato un anno di grazia,<br />

tramite il quale ho riscoperto l'importanza<br />

di alcuni valori dimenticati —<br />

ha proseguito la signora Maria —. Vedere<br />

la convinzione con cui tanta gente ha<br />

compiuto il pellegrinaggio a Roma mi<br />

ha portato a chiedermi: cosa rappresenta<br />

Cristo nella mia vita? E riflettendo su<br />

questo ho capito che Lui è la parte centrale<br />

della mia esistenza quotidiana. Prima<br />

vivevo tale realtà in modo superfi-<br />

Tra i fedeli a san Giovanni in Laterano<br />

Quell'umile preghiera che continua ad innalzarsi ogni giorno<br />

Interminabili file davanti la Porta Santa della Patriarcale<br />

Arcibasilica di san Giovanni in Laterano, anche<br />

nel giorno ultimo di dicembre, hanno continuato a richiamare<br />

l'interesse dei numerosi pellegrini, come pure<br />

dei singoli fedeli e così dei passanti.<br />

Consapevoli della rivelazione di un Dio-amore, che<br />

costantemente cerca e chiama a sé l'uomo, donandogli<br />

ogni giorno la sua stessa vita, con umile devozione arrivano<br />

davanti alla Porta Santa, dove manifestano con<br />

espressioni e riti molteplici un sentito atto di ringraziamento<br />

per l'anno che ormai sta per concludersi.<br />

Una visita lunga o breve che sia, ma pur sempre necessaria<br />

in questo giorno, per affrontare l'inizio di un<br />

nuovo periodo riaffermati nella fede e nella volontà<br />

di Dio.<br />

Nel tardo pomeriggio di domenica 31, tra i pellegrini<br />

che raggiungono la Cattedrale ci sono i signori Luciano<br />

e Giuseppina, due coniugi romani che affermano:<br />

«Prima di festeggiare questa sera con amici e con parenti,<br />

desideravamo “ritagliare” un piccolo spazio per<br />

riflettere su un'altra parte della nostra vita trascorsa<br />

insieme e che passerà nei nostri ricordi. Un anno intenso<br />

è stato quello vissuto grazie all'eccezionale proposta<br />

del Giubileo! Un anno dedicato alla preghiera e<br />

rivolto a pensare un po' anche agli altri! Sembra strano<br />

essere felici, soprattutto oggi, quando nel mondo<br />

più persone sono coinvolte involontariamente in guerre,<br />

nelle quali spesso le persone combattono gli uni<br />

contro gli altri senza conoscere le reali motivazioni.<br />

Allora, ecco alzarsi da parte nostra un'umile preghie-<br />

ra, umile ma profonda, l'unica, dunque, che possiamo<br />

offrire!».<br />

David Bolzonella, originario di Venezia, ed Annalisa,<br />

originaria, di Verona, visitano entrambi la Basilica Lateranense<br />

più per un interesse storico, che religioso.<br />

«Come lo scorso anno — spiega il giovane — nel medesimo<br />

periodo mi trovavo a Roma, dove sono tornato<br />

oggi, accompagnando per la prima volta la mia fidanzata.<br />

Il nostro interesse è puramente artistico, ma pensiamo<br />

che per chi crede possa essere l'occasione adatta<br />

per vivere un momento di fratellanza, un incontro<br />

comune presso la casa del Santo Padre».<br />

Accanto a queste impressioni ci sono poi le storie di<br />

coloro che danno al Giubileo un valore molto personale<br />

e particolare. La signora Antonietta Molle, per esempio,<br />

è una signora che abita a Roma e che ha deciso di<br />

ripetere ogni giorno l'itinerario giubilare lungo le Porte<br />

Sante della città. «Compio questo percorso quotidianamente<br />

per pregare per le anime del Purgatorio, come<br />

pure per tutte le persone, che ne hanno bisogno. L'Anno<br />

Santo in un certo senso ha sconvolto la mia vita,<br />

perché mi ha spinto a ricercare le radici di quella fede,<br />

che già pensavo di avere, e di vivere con fermezza le<br />

scelte in Cristo. Un ulteriore modo per vedere e sentire<br />

nelle meraviglie del mondo l'infinito amore e la grande<br />

misericordia, che prova per ciascuno di noi. Sono un<br />

ex insegnante ed un ex catechista, una donna realizzata<br />

nel campo del lavoro e degli affetti familiari, ma<br />

mai come ora ho provato una gioia così profonda come<br />

l'essere partecipe del Giubileo dell'Anno 2000. A ri-<br />

prova, dunque, che nella vita non si smette mai di imparare,<br />

ecco allora che il pellegrinaggio si presenta come<br />

metafora dell'uomo cristiano. È un anno di grazia,<br />

ma per essere efficace occorre, oltre l'intervento di<br />

Dio, una risposta ed un coinvolgimento diretto da parte<br />

della persona interessata. Bisogna predisporre il<br />

cuore a percepire la presenza di Cristo nella propria<br />

realtà giornaliera, come il buon pastore che ci ama e<br />

aspetta la nostra ospitalità. Non sempre è stato facile<br />

venire tutti i giorni a fare il Giubileo, ma ogni volta<br />

che pensavo di non riuscirci si presentava poi l'opportunità<br />

per coglierla. Mi è costato a volte sacrificio per<br />

la distanza e per il fatto che ho una famiglia, alla quale<br />

pensare, ma ho fatto tutto questo volentieri e con tanto<br />

amore! Ogni volta che varco la Porta Santa ho la<br />

convinzione che ogni mia colpa sia cancellata, è come<br />

se fossi un bambino, che nasce davvero a vita nuova!<br />

Attraverso il dono dei comandamenti, che sono per noi<br />

un'utile guida da seguire, ascoltiamo e cerchiamo di<br />

vivere in concretezza la Parola stessa di Dio. Il Natale<br />

ci ricorda la venuta di Gesù, una presenza che non si<br />

impone ma che si offre gratuitamente con tanto amore!<br />

Questo Giubileo, allora, è la gioia di un incontro!».<br />

Analoga è la storia del signor Leonardo Palasciano,<br />

anche lui romano: «Vivo ogni giorno l'esperienza giubilare<br />

per essere vicino agli altri con il pensiero e con la<br />

preghiera!».<br />

SIMONETTA ANTONELLI<br />

ciale... mentre ora, ne ho acquisito la<br />

consapevolezza totale!».<br />

Il mistero del rapporto fra l'uomo e<br />

Dio necessita di segni che aiutino l'individuo<br />

ad avvicinarsi sempre di più alla<br />

fede. È quanto ha affermato suor dell'Incarnazione,<br />

una religiosa della congregazione<br />

delle Figlie della Sapienza<br />

che, nella giornata di sabato, ha visitato<br />

la Basilica Liberiana. «La Porta Santa è<br />

uno dei segni che alimenta la relazione<br />

fra l'essere umano ed il Signore — ha<br />

spiegato la sorella, proveniente da Torino<br />

—. Varcarla comporta il compimento<br />

di un atto di fede nei confronti di Cristo,<br />

Porta di accesso al Signore. Nel corso<br />

di questo anno di grazia, inoltre, ho<br />

avuto la possibilità di prendere coscienza<br />

della serietà e dell'autenticità della<br />

preghiera dei fedeli, provenienti da ogni<br />

angolo della terra». La religiosa piemontese,<br />

che è giunta a Roma per partecipare<br />

ad un incontro in cui si è affrontato il<br />

tema del rapporto fra i giovani e Dio,<br />

inteso come Sapienza, ha aggiunto: «I<br />

ragazzi dimostrano di possedere un<br />

grande desiderio ed una forte sensibilità<br />

volta ad incontrare il Signore nella loro<br />

quotidianità. Non di rado loro hanno alle<br />

spalle un vissuto di fede, che forse<br />

hanno sperimentato in modo del tutto<br />

inconsapevole. Possiamo dire, dunque,<br />

che nel mondo contemporaneo c'è realmente<br />

la volontà di testimoniare la Parola<br />

di Dio».<br />

L'arricchimento interiore ricevuto nel<br />

corso della Giornata Mondiale della Gioventù<br />

è la ragione che ha spinto due fidanzati<br />

di Scordia, una cittadina in provincia<br />

di Catania, a tornare a Roma per<br />

celebrare ancora una volta il Giubileo.<br />

«Il nostro unico rammarico è quello di<br />

non poter essere presenti al momento<br />

della chiusura della Porta Santa», ha<br />

spiegato Arianna Sciré, di 23 anni. «Nel<br />

corso della GMG ho vissuto un'esperienza<br />

di volontariato — ha specificato Vincenzo<br />

Di Benedetto, di 28 anni —. Per<br />

me, che lavoro anche nell'ambito della<br />

Croce Rossa, è stato importante poter<br />

dedicare del tempo all'attività di auto ai<br />

pellegrini. Il servizio nei confronti del<br />

prossimo, infatti, rappresenta una parte<br />

determinate della vita di un buon cristiano,<br />

perché lo spinge ad anteporre le esigenze<br />

di colui che si trova in una condizione<br />

di bisogno, alle proprie. Vorrei<br />

tanto che questo desiderio fosse parte<br />

della vita di tutti gli uomini!». Ritornando<br />

con la memoria ai giorni di agosto,<br />

quando due milioni di ragazzi hanno<br />

raggiunto Roma per partecipare all'incontro<br />

con il Santo Padre, Vincenzo ha<br />

aggiunto: «Ho deciso di prendere parte<br />

a quell'esperienza meravigliosa, dopo<br />

averne sperimentato una simile a Parigi.<br />

La bellezza delle parole del Papa, ed il<br />

clima di comunione universale da lui<br />

creato, mi hanno spinto a vivere nuovamente<br />

un momento tanto importante».<br />

«Con molta probabilità, nel 2002, io e<br />

Vincenzo saremo sposati — ha aggiunto<br />

Arianna —.<br />

In quel caso ci recheremo a Toronto<br />

per vivere il viaggio di nozze in concomitanza<br />

con la Giornata Mondiale della<br />

Gioventù. Sarà un momento indimenticabile,<br />

una doppia ragione di festa!».<br />

SIMONA RUBEIS


.<br />

PAGINA<br />

5 .<br />

Tra i romei a San Pietro<br />

«Il Giubileo può rendere<br />

la mia anima più limpida e più pura»<br />

A 93 anni in pellegrinaggio a Roma<br />

per il Grande Giubileo. Si chiama Annamaria<br />

Vega e viene dal Messico, dalla<br />

Capitale.<br />

È lei la quasi centenaria pellegrina<br />

che il 1° gennaio ha attraversato la Porta<br />

Santa della Basilica Vaticana.<br />

Spinta su una sedia a rotelle, avvolto<br />

il capo in un caldo scialle, per proteggersi<br />

dal freddo, l'anziana donna è di<br />

poche ma luminose parole: «È lo spirito<br />

di fede che mi ha portato qui — ha detto<br />

—. È lo spirito di Dio che mi fa desiderare<br />

di ricevere la grazia di nostro Signore<br />

Gesù Cristo».<br />

Annamaria, come tutti gli altri pellegrini,<br />

è venuta per ricevere il dono della<br />

misericordia di Dio, l'indulgenza plenaria:<br />

«Il Giubileo può rendere la mia anima<br />

più limpida e più pura — ha detto<br />

— in preparazione della morte, del desiderato<br />

incontro col Signore, nel Cielo».<br />

Il desiderio di sentirsi più puri nell'anima,<br />

innocenti davanti a Dio, è proprio<br />

di ciascun pellegrino.<br />

Così la famiglia Farias, nove persone,<br />

sempre dal Messico, da Monterrey, è venuta<br />

con questa speranza di trovare a<br />

Roma, nel giubileo, nella Porta Santa,<br />

«una maggiore vicinanza a Dio come<br />

frutto della conversione e del Suo perdono».<br />

Così anche, ancora dal Messico, dallo<br />

stato di Guanajuato, i coniugi Manuel e<br />

Rosamaria sono venuti in San Pietro a<br />

cercare «la remissione totale delle colpe<br />

e delle pene».<br />

È la prima volta che vengono a Roma<br />

Basilica Vaticana:<br />

il senso<br />

della missione<br />

nel mondo<br />

L'attesa in processione avvolti dalle<br />

braccia del colonnato del Bernini e poi,<br />

finalmente, il passaggio attraverso la<br />

Porta Santa, l'ultimo di un anno davvero<br />

speciale. Sono venuti in migliaia i<br />

pellegrini che domenica 31 dicembre<br />

hanno «invaso» Piazza San Pietro fin<br />

dalla mattina. Un ultimo saluto al tempio<br />

della cristianità prima della chiusura<br />

del secolo ventesimo che cede il passo al<br />

nuovo millennio. Il Cardinale Virgilio<br />

Noè, Arciprete della Patriarcale Basilica<br />

Vaticana e Vicario Generale di Sua Santità<br />

per la Città del Vaticano, ha celebrato<br />

per loro la Santa Messa Capitolare<br />

presso l'altare della Confessione.<br />

Alla funzione, celebrata in onore della<br />

Sacra Famiglia di Nazareth, ha concelebrato<br />

Mons. Paul Stephen Loverde, Vescovo<br />

di Arlington, che 35 anni fa ha ricevuto<br />

l'ordinazione sacerdotale nella<br />

Basilica di San Pietro. Era presente,<br />

inoltre, il gruppo di fedeli del Santuario<br />

di Giulianello (Latina), che ha accompagnato<br />

il gruppo dei «Re Magi» che la<br />

tradizione vuole venga la domenica prima<br />

dell'Epifania, per portare i doni a<br />

Gesù Bambino presso la capanna che si<br />

trova allestita in Piazza San Pietro. «Come<br />

ogni anno, tre cavalli porteranno i<br />

“Re magi” in processione da Castel S.<br />

Angelo fino a Piazza San Pietro, in tempo<br />

per la recita dell'Angelus, preceduti<br />

da un gruppo di sbandieratori — ha<br />

spiegato Elena Pietrosanti — . Il gruppo<br />

si rimetterà simbolicamente in cammino<br />

verso Giulianello, per arrivare il 6 gennaio<br />

al Santuario dove è venerata dal<br />

1798 l'effigie di Gesù Bambino scolpita<br />

su legno d'olivo del Getsemani. Una delegazione<br />

del paese accompagna sempre<br />

questa manifestazione particolare che<br />

esprime la devozione al Bambino Gesù<br />

che si è incarnato duemila anni fa».<br />

Per loro e per altri numerosissimi pellegrini,<br />

il Cardinale Noè ha celebrato la<br />

Messa commentando, durante l'omelia,<br />

la pagina del Vangelo che narra l'episodio<br />

dello smarrimento di Gesù in Gerusalemme<br />

all'età di dodici anni. «Per tre<br />

giorni Maria e Giuseppe cercano un figlio<br />

e trovano la rivelazione di un Dio<br />

che è Padre — ha detto l'Arciprete — .<br />

Cercare Gesù è l'atto più profondamente<br />

religioso dell'uomo; la religione è la<br />

ricerca di Dio che si fa più intensa. Chi<br />

cerca Gesù trova Dio; Gesù è la parola<br />

vicina a Dio e a noi. Egli ci racconta di<br />

Dio che è venuto a farci visita, che è<br />

sceso nella nostra storia di uomini. La<br />

conoscenza di Gesù porta sempre vicino<br />

alla conoscenza di Dio: cercare Gesù significa<br />

trovarlo, anzi, secondo la parola<br />

di Pascal: “tu non mi cercheresti se non<br />

mi avessi già trovato”. E per chi avesse<br />

perso Gesù lo cerchi, perché il dramma<br />

di non avere Gesù è un dramma sconvolgente.<br />

Nessuno può fare a meno di<br />

Lui, non lo si può escludere dalla vita».<br />

«Maria quando trova questo suo Figlio<br />

gli dice: “Figlio, perché ci hai fatto<br />

questo? Ecco, tuo padre ed io, addolorati,<br />

ti cercavamo”. La risposta di Gesù:<br />

“Perché mi cercavate? Non sapevate che<br />

io devo occuparmi delle cose del Padre<br />

mio?”...quel Figlio era destinato per il<br />

mondo».<br />

ELISABETTA ANGELUCCI<br />

ed esprimono felici la loro gioia di vivere<br />

quest'occasione per loro unica di vicinanza<br />

al Santo Padre.<br />

Lunedì, tra la gente, c'è la gioia di un<br />

giorno particolare, di un giorno irripetibile:<br />

il primo dell'anno vissuto nella Basilica<br />

Vaticana, nel tempo di grazia del<br />

Grande Giubileo.<br />

«Non poteva esserci occasione migliore<br />

per venire a Roma», hanno dichiarato<br />

i coniugi Cremonesi, di Brescia, precisamente<br />

di Botticino, .<br />

«Non si può chiedere di meglio —<br />

hanno spiegato — che iniziare il nuovo<br />

anno, il 2001, che è anche l'inizio del<br />

nuovo millennio, con il perdono dei peccati».<br />

E hanno aggiunto: «Si apre un anno<br />

assai significativo e ricco di prospettive;<br />

ma si chiude anche, per la nostra famiglia,<br />

un anno sicuramente non facile, un<br />

passaggio difficile della nostra vita. Ed è<br />

anche per questo che siamo voluti venire<br />

qui a Roma, esclusivamente per celebrare<br />

il Giubileo, visitando le Basiliche<br />

Maggiori, per sentirci in contatto con il<br />

Signore».<br />

«Tra pochi giorni chiuderà la Porta<br />

Santa — ha commentato la moglie —,<br />

ma c'è una “porta” che non deve mai<br />

chiudersi, ed è quella che ci permette di<br />

arrivare a Dio, di avvertire la sua presenza<br />

e la sua vicinanza».<br />

La folla cresce con le ore in piazza<br />

San Pietro e nella Basilica Vaticana: non<br />

sembrano i giorni della fine ma dell'inizio<br />

di quest'Anno Santo.<br />

«Arriviamo in extremis, ma non pote-<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Martedì-Mercoledì 2-3 Gennaio 2001<br />

Pellegrini del Duemila<br />

vamo mancare». Così ha detto Valerio,<br />

che viene da Caravaggio, vicino a Bergamo,<br />

con la moglie Arianna.<br />

«La nostra fede, la devozione, e poi<br />

l'amore verso il Santo Padre ci imponevano<br />

di venire a Roma a celebrare il<br />

Giubileo».<br />

«Proprio questa carica di fede — ha<br />

aggiunto —, che come noi ha portato<br />

qui milioni di persone, non può certo<br />

andare perduta con la fine di quest'Anno<br />

Santo, ma accompagnerà la Chiesa e<br />

il mondo per l'anno nuovo che già comincia».<br />

Trascorsi dodici mesi di Giubileo è<br />

ancora tanta la curiosità della gente, dei<br />

cristiani stessi, per questo fenomeno —<br />

quest'anno «di massa» — del pellegrinaggio.<br />

Una curiosità che ha condotto a Roma<br />

Fabio ed Erika, 34 e 26 anni, entrambi<br />

di Venezia.<br />

«Volevo vedere da vicino — ha detto<br />

Fabio —, volevo capire cosa significasse<br />

vivere l'esperienza del Giubileo a Roma.<br />

E allora abbiamo deciso di venire in pellegrinaggio<br />

e visitare le quattro Basiliche».<br />

«Siamo contenti di averlo fatto — è<br />

intervenuta Erika, la fidanzata —, e di<br />

aver condiviso così, in qualche modo,<br />

l'esperienza già vissuta qui ad agosto da<br />

milioni di giovani, in occasione dell'incredibile<br />

e coinvolgente Giornata Mondiale<br />

della Gioventù».<br />

ALESSANDRO IAPINO<br />

A Santa Maria Maggiore<br />

L'esigenza di aprire totalmente<br />

il cuore alla Vergine<br />

«In questo anno di grazia sento con<br />

più forza il desiderio di invitare Maria<br />

ad entrare nel mio cuore. Solamente<br />

Lei, infatti, potrà aiutarmi ad avvicinarmi<br />

ogni giorno di più al Signore». Sono<br />

queste le parole con cui Stephanos Walde,<br />

un fedele etiopico residente a Roma,<br />

ha esternato il grande amore nei confronti<br />

della Vergine Maria. Seduto fra le<br />

prime file di sedie della Basilica di Santa<br />

Maria Maggiore, il ragazzo di origine<br />

africana, ha atteso in silenzioso raccoglimento<br />

l'inizio della Concelebrazione Eucaristica,<br />

officiata nella mattinata del 1°<br />

gennaio del 2001, Solennità di Maria<br />

Santissima, Madre di Dio. «Quando lasciai<br />

il mio villaggio fui colto da una<br />

grande tristezza e piansi all'idea di dover<br />

abbandonare la mia famiglia — ha<br />

proseguito Strephanos —. Ma in quel<br />

momento capii che la Vergine mi sarebbe<br />

sempre stata vicino, perché Lei è mia<br />

Madre. Pertanto, ogni domenica vengo<br />

in questa chiesa dedicata alla Madonna<br />

per renderLe onore, partecipando alla<br />

Santa Messa nel tempio che la venera».<br />

Presieduta dal Cardinale Carlo Furno,<br />

Arciprete della Patriarcale Basilica di<br />

Santa Maria Maggiore, la funzione è<br />

stata concelebrata da Mons. Domenico<br />

Caloyera, Arcivescovo Emerito di Smirne;<br />

da Mons. Francesco Gualdrini, Vescovo<br />

Emerito di Terni-Narni-Amelia; e<br />

dai Canonici Liberiani.<br />

«Celebriamo oggi la festa di Maria<br />

Santissima, Madre di Dio. Salve Madre<br />

Santa, tu hai dato alla luce il Re che<br />

governa il cielo e la terra per i secoli,<br />

in eterno. È questo il saluto che tutti i<br />

cristiani rivolgono alla Madonna, in ogni<br />

tempo». Ha esordito così il Cardinale<br />

Furno nel corso del commento al Vangelo<br />

di san Luca (2, 16-21), per poi proseguire<br />

dicendo: «Questa Chiesa, in cui<br />

abbiamo il privilegio di trovarci oggi, fu<br />

costruita nel V secolo per manifestare la<br />

fede in Maria, Madre di Dio, definita tale<br />

nel Concilio di Efeso del 431. A quel<br />

punto il Papa Sisto III edificò questa<br />

chiesa di puro stile paleocristiano e volle<br />

che nell'arco centrale vi fossero i mosaici<br />

che richiamassero, come in una lezione<br />

di catechismo, gli eventi evangelici<br />

prova della grandezza della Vergine Santa.<br />

(...) In queste rappresentazioni la<br />

Madonna è sempre vestita da imperatrice<br />

come in Oriente: diadema, perle,<br />

anelli ed una spilla scintillante alla cintura.<br />

Anche attraverso queste manifestazioni<br />

esteriori si vuole insegnare che si<br />

tratta di una persona eccelsa scelta da<br />

Dio, che primeggia fra tutte le altre».<br />

Dopo aver illustrato le immagini raffigurate<br />

nella Basilica, il Porporato ha proseguito<br />

dicendo: «Nell'abside abbiamo il<br />

trionfo della Madonna, di cui uno storico<br />

scrisse: “Il grandioso mosaico è opera<br />

di tanto splendore da non sembrare<br />

cosa terrena, ma celeste”. La Basilica di<br />

Santa Maria Maggiore è certamente uno<br />

dei monumenti più belli e significativi<br />

eretti in onore della Madre di Dio per<br />

affermare nei secoli la grande prerogativa<br />

di un essere che vola al di sopra di<br />

ogni altra creatura. (...) Il Figlio di Dio,<br />

facendosi uomo per opera dello Spirito<br />

Santo nel seno della Vergine Maria, assunse<br />

la natura umana conservando<br />

quella divina, dalla quale non può separarsi.<br />

Ma non assunse la persona uma-<br />

A san Giovanni in Laterano<br />

La riscoperta della famiglia<br />

Iniziato il nuovo anno, nel primo giorno<br />

di calendario in cui la Chiesa annovera<br />

la parte avuta da Maria nel mistero<br />

della salvezza umana e al contempo festeggia<br />

la Giornata Mondiale della Pace,<br />

nella Patriarcale Arcibasilica di san Giovanni<br />

in Laterano in molti accorrono alla<br />

Messa solenne officiata da Domenico<br />

Pecile, Vescovo emerito di Latina-Terracina-Sezze-Priverno<br />

alla presenza di alcuni<br />

membri del Capitolo Lateranense.<br />

Con l'entusiasmo e con la speranza<br />

che il nuovo anno sia prospero di lieti<br />

eventi i pellegrini ed i fedeli si uniscono<br />

nella comune preghiera.<br />

Eleonora e Paola sono due sorelle napoletane,<br />

rispettivamente di 23 e 25 anni,<br />

che fino a due anni fa abitavano insieme<br />

nella città natia con la loro famiglia,<br />

ma che poi l'una per motivi di lavoro,<br />

l'altra per approfondire una ricerca<br />

universitaria in vista della tesi, vivono<br />

ormai lontane, in Emilia Romagna e in<br />

Sardegna.<br />

«Grazie al Natale —raccontano — entrambe<br />

siamo tornate a case, dove con<br />

gli altri tre fratelli e con i nostri genitori<br />

abbiamo ricomposto quello che è tuttora<br />

il nostro nucleo familiare. A Napoli,<br />

le feste tradizionali legate al mondo cat-<br />

tolico sono ancora profondamente sentite<br />

e per questo, quando ci si riunisce, lo<br />

facciamo tutti assieme con gli amici e<br />

con i parenti. Solo per il Capodanno —<br />

proseguono sorridendo — è, dunque, lecito<br />

sottrarci dal grande raduno, ma per<br />

questo anno, diversamente dallo scorso,<br />

abbiamo pensato di recuperare il nostro<br />

rapporto di sorelle, che in soprattutto in<br />

questi ultimi mesi per via della lontananza<br />

si è allentato e a volte sembra<br />

perdersi nel nulla. Due giorni per stare<br />

insieme e per raccontarci la nostra vita,<br />

che sembra prendere sempre più strade<br />

diverse. Entrambe veniamo ora da due<br />

realtà che ai nostri occhi e alla nostra<br />

mentalità ci sembrano molto differenti,<br />

ma che seppur nella diversità ci uniscono<br />

sempre in una linea di valori comuni.<br />

Probabilmente con questa atmosfera<br />

giubilare, che si avverte non solo a Roma,<br />

ma per fortuna anche nelle proprie<br />

comunità parrocchiali, senza neppure<br />

accorgercene e senza esserne ancora<br />

completamente consapevoli, ognuno in<br />

realtà si pone nei confronti dell'altro<br />

con un modo di pensare più tollerante».<br />

SIMONETTA ANTONELLI<br />

A Santa Croce in Gerusalemme<br />

Il coraggio di scegliere<br />

di vivere secondo la fede<br />

Sono cento ragazze di età intorno ai<br />

vent'anni e provengono da tutto il mondo,<br />

con la loro semplicità annunciano il<br />

Vangelo e desiderano nella loro vita poter<br />

ricambiare l'immenso amore di Dio<br />

nei confronti dell'uomo. Fanno parte<br />

della congregazione del Regnum Christi,<br />

che in questi giorni è venuta con circa<br />

15.000 pellegrini, per festeggiare il Giubileo.<br />

Il loro carisma è rivolto verso la<br />

missione apostolica e la formazione dei<br />

religiosi e dei laici. Di fronte alle Sante<br />

Reliquie della Passione di Gesù, il loro<br />

compito di cristianizzazione si arricchisce<br />

di nuova forza che assurge dalla fonte<br />

primaria d'amore, la Croce di Gesù.<br />

«Fra di noi vi sono ragazze laiche già<br />

consacrate al movimento apostolico cattolico<br />

Regnum Christi — spiega Elena<br />

Spada di Los Angeles, una delle responsabili<br />

del gruppo —. Altre ancora sono<br />

in formazione. Insieme ai Legionari di<br />

Cristo, abbiamo partecipato al nostro<br />

pellegrinaggio internazionale, organizzato<br />

in occasione del Grande Giubileo, durante<br />

il quale festeggeremo, il 3 gennaio<br />

prossimo, il 60° anniversario della fondazione<br />

della congregazione. Celebreremo<br />

questa importante ricorrenza a Roma,<br />

con una Santa Messa presieduta dal nostro<br />

padre fondatore Padre Marcial Maciel.<br />

Il 4 invece saremo di udienza dal<br />

Santo Padre.<br />

«Il nostro contributo alla Chiesa è<br />

quello di sottolineare l'importanza dell'apostolato<br />

laico per l'evangelizzazione.<br />

La nostra preoccupazione principale è<br />

quella infatti della formazione religiosa<br />

na, di modo che tutte le sue azioni si riferiscono<br />

alla persona del Figlio di Dio,<br />

l'unica esistente in Gesù».<br />

Madre di tutti i cristiani, la Madonna<br />

è la speranza del mondo intero. È quanto<br />

ha affermato il Cardinale proseguendo<br />

la propria omelia. «La Madonna ha<br />

dato a Cristo la natura umana per opera<br />

dello Spirito Santo. Come qualunque altra<br />

donna, essa è madre del proprio figlio.<br />

La natura divina e la natura umana<br />

si unirono in Lei nel momento in cui essa<br />

diede il suo assenso alle parole dell'Angelo<br />

Gabriele: “Ecco la serva del Signore,<br />

si faccia di me secondo la tua<br />

parola”. Dante nella Divina Commedia<br />

fa dire a san Bernardo, nella sua preghiera:<br />

“Vergine e Madre, figlia del tuo<br />

Figlio”. Il disegno di Dio è certamente<br />

più grande della nostra mente, ma il<br />

cuore ci dice che è così. Questa condizione<br />

della Vergine di Nazareth è per<br />

tutti i battezzati di capitale importanza.<br />

Se essa fisicamente è la Madre di Gesù,<br />

è anche spiritualmente e realmente Madre<br />

di tutti coloro che formano il corpo<br />

mistico di Cristo, cioè dei battezzati,<br />

una compagine reale e spirituale di cui<br />

Gesù è il capo, come insegna san Paolo.<br />

(...) La Madonna è la speranza del mondo,<br />

non solamente dei cristiani, ma di<br />

tutti gli uomini, perché Cristo a voluto<br />

così! Questa è una consolante verità.<br />

Per chi guarda alla storia dell'umanità<br />

può vedere che Maria è perennemente<br />

presente in tutta l'ampiezza del mistero<br />

salvifico di Gesù».<br />

SIMONA RUBEIS<br />

dei laici per esempio nelle famiglie, nelle<br />

scuole, fra i missionari e fra i poveri.<br />

«Le ragazze che stanno con noi stanno<br />

sperimentando una parentesi di vita<br />

consacrata laica, un periodo di prova,<br />

per poter poi comprendere se questa sia<br />

la loro vocazione o meno. Se sceglieranno<br />

la vita consacrata laica, dovranno dare<br />

i voti di castità e di obbedienza come<br />

se fossero delle religiose. Tutto ciò è<br />

possibile poiché in una sincera vocazione<br />

l'amore di Cristo riempie e completa<br />

il cuore, e non si avverte la rinuncia dell'amore<br />

terreno poiché esso è solo una<br />

parte, un riflesso di quello infinito di<br />

Dio. Con noi vi sono anche molti ragazzi<br />

che provengono dai collegi gestiti dai<br />

Legionari di Cristo, la sezione maschile<br />

della congregazione.<br />

«La base principale per ogni formazione<br />

è quella di trasmettere che Dio è<br />

amore e misericordia, al fine di trovare<br />

la gioia nel conoscerLo e nel viverGli accanto.<br />

«Anche io ho studiato in una scuola<br />

di Padri Legionari, e dopo un anno di<br />

volontariato, più di sedici anni fa ho deciso<br />

di consacrarmi.<br />

«Questi giorni di pellegrinaggio per<br />

noi sono una grande festa che ci può<br />

aiutare a sviluppare dentro ognuno di<br />

noi la forza e il coraggio di scegliere di<br />

vivere secondo la fede».<br />

La maggior parte dei pellegrini del<br />

Regnum Christi sono giovani, oltre al<br />

gruppo di ragazze e agli studenti dei collegi,<br />

vi sono infatti i Legionari, religiosi<br />

di età media intorno ai trentacinque an-<br />

ni. Questi fedeli provengono da tutto il<br />

mondo soprattutto dagli Usa, Messico,<br />

Nuova Zelanda, Polonia e Australia. La<br />

loro missione è la «Ricristianizzazione»<br />

del mondo, cioè portare la luce di Cristo<br />

dappertutto al fine di ricambiare il Suo<br />

amore con altrettanto amore verso Dio<br />

e verso il prossimo.<br />

«La nostra preparazione e formazione<br />

è molto intensa — specificano Bridget<br />

Zeringue e Katie Biggs, dalla California<br />

—. Una messa giornaliera, un rosario,<br />

un ritiro spirituale una volta al mese, ed<br />

ogni settimana incontri per leggere e<br />

commentare le sacre scritture, e per il<br />

sacramento della confessione. La pratica<br />

ci serve per trovare Dio nella nostra vita,<br />

e portarLo nel mondo».<br />

«Il Giubileo è un evento molto importante<br />

per noi — interviene Rosa di Mexico<br />

City —. Poter incontrare il Santo<br />

Padre e vederLo a pochi metri di distanza<br />

è una vera benedizione.<br />

«Nella mia vita ho scelto questa congregazione<br />

poiché è uno degli strumenti<br />

di Dio messo a disposizione dalla Chiesa<br />

per raggiungere una più completa maturazione<br />

come cristiano.<br />

«Il nostro messaggio è che Cristo è vivo<br />

e si trova in mezzo a noi poiché dal<br />

momento che ha lasciato il Sepolcro,<br />

non si è mai allontanato dall'umanità.<br />

Ogni espressione d'amore, ogni emozione<br />

ed ogni sentimento dimostrano la<br />

Sua presenza, soprattutto in questi momenti<br />

di esaltazione e di festa».<br />

RITA DIETRICH<br />

A san Paolo fuori le Mura<br />

Quegli aiuti offerti<br />

lungo il cammino<br />

po. Perché il treno possa procedere, la<br />

velocità sulle due rotaie deve essere la<br />

stessa: così anche in noi corpo ed anima<br />

devono camminare di pari passo, avanzare<br />

in comune accordo — prosegue il<br />

Padre Abate, soffermandosi in modo<br />

particolare sul nutrimento che permette<br />

all'anima di crescere —: noi ci curiamo<br />

molto del nostro corpo, ma poco dello<br />

spirito. Ed ecco il motivo per cui il Signore<br />

ci ha donato alcuni aiuti, perché<br />

l'anima possa maturare e rendersi conto<br />

delle grazie del Signore».<br />

Il battesimo, l'Eucarestia, la confessione,<br />

la cresima, della confermazione, il<br />

matrimonio o il sacerdozio, l'unzione<br />

degli infermi: ecco i doni che il Signore<br />

ha offerto per curare la nostra anima:<br />

«all'inizio dell'anno, volgiamo il pensiero<br />

a questo Bambino che con tanta semplicità<br />

è venuto sulla terra e ci ha offerto<br />

questa ricchezza di doni, questo binario<br />

su cui porre il nostro treno — esorta<br />

dom Paolo Lunardon, concludendo la<br />

sua omelia —: ed è nostra responsabilità<br />

fare in modo di procedere alla giusta velocità,<br />

perché il nostro corpo e la nostra<br />

anima crescano insieme».<br />

Tra i numerosi fedeli presenti alla celebrazione,<br />

non pochi i pellegrini che<br />

hanno trascorso la notte in preghiera in<br />

piazza san Pietro, aspettando il saluto<br />

del Santo Padre. Johan Degewij arrivava<br />

da Amsterdam, e non ha esitato neppure<br />

un istante nel decidere dove aspettare<br />

l'arrivo del nuovo millennio: «volevo<br />

sentire le parole di incoraggiamento che<br />

il Papa riesce sempre a donare a chi ha<br />

davanti», ha spiegato il pellegrino, accompagnato<br />

a Roma dalla moglie.<br />

LUCIANA CORETTO<br />

Tra i fedeli nella Basilica ostiense<br />

Non importa quanta strada si deve compiere...<br />

Non importa quanta strada si debba<br />

compiere per raggiungere la meta: ciò<br />

che importa è mettersi in cammino. È<br />

questo uno dei grandi insegnamenti che<br />

diciotto giovani pellegrini hanno ricevuto,<br />

raggiungendo la patriarcale Basilica<br />

di san Paolo, nella tarda mattinata di sabato<br />

30 dicembre.<br />

Partiti molto presto dalla parrocchia<br />

romana di SS. Annunziata, su via di<br />

Grotta Perfetta, i novelli romei hanno<br />

proseguito il loro cammino lungo la via<br />

Appia, per fare sosta presso le catacombe<br />

di san Sebastiano prima, e di san<br />

Callisto poi, fino a concludere il loro<br />

pellegrinaggio sulla tomba dell'apostolo<br />

Paolo. «Ad ogni tappa era collegato un<br />

momento di riflessione e approfondimento<br />

— spiega don Massimo, vicario<br />

parrocchiale ed artefice dell'iniziativa<br />

—: la purificazione della memoria e la<br />

liturgia penitenziale hanno segnato la<br />

partenza dalla nostra parrocchia; mentre<br />

il tema del pellegrinaggio ha scandito<br />

i nostri passi nel cammino verso le<br />

successive mete». «Nella Basilica di san<br />

Sebastiano abbiamo fatto memoria dei<br />

martiri e alle catacombe di san Callisto<br />

la nostra attenzione si è focalizzata sul<br />

dono dell'indulgenza. Infine, al nostro<br />

arrivo nella Basilica ostiense, abbiamo<br />

Il primo giorno del nuovo millennio<br />

vede la Città Eterna svegliarsi a poco a<br />

poco, per tornare ad accogliere le migliaia<br />

di persone che, in ogni giorno del<br />

Grande Giubileo, hanno popolato le sue<br />

strade: sin di buon mattino, dunque, i<br />

fedeli hanno raggiunto la patriarcale Basilica<br />

di san Paolo fuori le Mura, per<br />

prendere parte alla solenne liturgia eucaristica<br />

in cui la Chiesa celebra la solennità<br />

di Maria Santissima Madre di<br />

Dio.<br />

È a loro che si rivolge il Padre Abate<br />

dom Paolo Lunardon, commentando la<br />

pericope evangelica ascoltata durante la<br />

celebrazione (Lc, 2, 16-21): «il brano del<br />

Vangelo richiama una scena che abbiamo<br />

vissuto all'inizio della nostra vita:<br />

come la circoncisione era il segno concreto<br />

per cui un bambino, da quel giorno,<br />

apparteneva al Popolo di Dio, così è<br />

il battesimo, il momento a partire dal<br />

quale iniziamo a far parte del Popolo di<br />

Dio — esordisce il Padre Priore —. Siamo<br />

alle prime ore di un nuovo anno, di<br />

un nuovo secolo, di un nuovo millennio:<br />

questo iniziare ci fa ripensare a tutte le<br />

grazie che il Signore ci ha donato nella<br />

nostra vita, ma anche agli strumenti che<br />

il Signore ci ha offerto per portarci alla<br />

salvezza, preparando per noi qualcosa<br />

che ci accompagnasse giorno per giorno,<br />

da quella piccola scena, il battesimo,<br />

fino al nostro ultimo respiro».<br />

Richiamando dunque un'immagine<br />

concreta desunta dall'esperienza quotidiana,<br />

il celebrante parla dei sacramenti,<br />

i mezzi che il Signore ci ha offerto<br />

per giungere alla salvezza: «noi siamo<br />

un binario, la nostra vita è un treno che<br />

avanza su due rotaie: l'anima ed il cor-<br />

voluto riflettere sul significato profondo<br />

che è racchiuso nel gesto di varcare la<br />

Porta Santa», conclude il sacerdote, pur<br />

riconoscendo che la maggior parte di<br />

questi giovani aveva preso parte ai grandi<br />

eventi giubilari, in modo particolare<br />

alla quindicesima Giornata Mondiale<br />

della Gioventù.<br />

«Abbiamo vissuto intensamente il Giubileo<br />

dei Giovani, offrendo il nostro contributo<br />

come volontari. Però, proprio<br />

per questo motivo, impegnati negli alloggi,<br />

nei punti di ristoro o nella segreteria<br />

parrocchiale, non avevamo avuto la<br />

possibilità di partecipare ai pellegrinaggi<br />

giubilari o alle confessioni al Circo Massimo<br />

— ci racconta Valentina, che ricorda<br />

la frenetica attività di quei caldi giorni<br />

d'agosto —: adesso, invece, volevamo<br />

vivere il Giubileo da pellegrini e come<br />

gli antichi romei metterci in cammino.<br />

E mi è sembrato che il Signore ci abbia<br />

guidato lungo tutto il tragitto, donandoci<br />

un clima mite ed un'inaspettata mattina<br />

di sole».<br />

Poco più di cinque chilometri percorsi<br />

tra le strade di Roma, hanno portato i<br />

ragazzi dell'oratorio della parrocchia di<br />

SS. Annunziata fino alla Basilica di san<br />

Paolo: «non abbiamo sentito la fatica<br />

della distanza, e non perché la strada<br />

non fosse molta: perché abbiamo intrapreso<br />

il nostro cammino con lo spirito<br />

giusto, quello della preghiera e del ringraziamento»,<br />

confida Leonardo, facendosi<br />

portavoce del gruppo. E ripensando<br />

all'esperienza di queste ore, che ha avuto<br />

quale tema un versetto del prologo di<br />

Giovanni«eilVerbosifececarneevenne<br />

ad abitare in mezzo a noi» (Gv 1, 14),<br />

aggiunge: «credo che sia stata una grande<br />

lezione di fede, anche per la gente<br />

che ci ha visto passare, cantando, tra le<br />

proprie case. Forse si saranno stupiti del<br />

nostro comportamento o si saranno<br />

chiesti, con curiosità, cosa facessero<br />

quei ragazzi. In ogni caso avranno capito<br />

che, nella loro città, ci sono giovani<br />

felici di essere cristiani, felici di cantare<br />

la propria fede in Cristo».<br />

«C'è un'immagine che riassume il senso<br />

di tutto quello che abbiamo fatto —<br />

aggiunge Paolo, ricordando una scena<br />

avvenuta pochi minuti prima, al loro ingresso<br />

nella basilica ostiense —: quando<br />

abbiamo iniziato a recitare la professione<br />

di fede, alcune persone si sono avvicinate<br />

a noi e si sono unite alla nostra<br />

preghiera. Questo è il Giubileo».<br />

L. C.


.<br />

PAGINA<br />

6 .<br />

6 GENNAIO 2001<br />

SOLENNITÀ<br />

DELL'EPIFANIA<br />

DEL SIGNORE<br />

Is 60, 1-6<br />

Ef 3, 2-3.5-6<br />

Mt 2, 1-12<br />

«Alcuni Magi giunsero da Oriente a Gerusalemme e<br />

domandavano: “Dov'è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo<br />

visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per<br />

adorarlo” (...). Ed ecco la stella, che avevano visto nel<br />

suo sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra<br />

il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la<br />

stella, essi provarono una grandissima gioia. Entrati<br />

nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e<br />

prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e<br />

gli offrirono in dono oro, incenso e mirra» (Mt 2, 1-2 e<br />

9-11).<br />

1) Cristo dona se stesso a tutti gli uomini. «Cristo è<br />

il compimento dell'anelito di tutte le religioni del mondo<br />

e, per ciò stesso, ne è l'unico e definitivo approdo.<br />

Se da una parte Dio in Cristo parla di sé all'umanità,<br />

dall'altra, nello stesso Cristo, l'umanità intera e tutta la<br />

creazione parlano di sé a Dio — anzi, si donano a Dio<br />

(...). L'uomo (vivens homo) è epifania della gloria di<br />

Dio, chiamato a vivere della pienezza della vita in Dio»<br />

(T.M.A., 6).<br />

Il Figlio di Dio viene al mondo come un bambino fra<br />

i tanti, nasce in una località sperduta, un villaggio che<br />

nessuno annovererebbe fra i gangli vitali della civiltà.<br />

La dimora che lo ospita non si fa certo notare per il<br />

suo splendore.<br />

Dio sceglie il nascondimento, l'umiltà, eppure non<br />

può trattenere tutto il fulgore che si sprigiona dalla<br />

maestà divina del Verbo. Un raggio della sua gloria trapela<br />

e si rende visibile a quei pochi che hanno occhi<br />

per vedere: «Un angelo del Signore si presentò davanti<br />

a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce» (Lc 2,<br />

9). A Natale accadde qualcosa di analogo a quanto successe<br />

sul monte Tabor nel giorno della trasfigurazione,<br />

quando «il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero<br />

candide come la luce» (Mt 17, 2).<br />

Oggi, giorno dell'Epifania, è una stella a rivelare la<br />

sua presenza: «Ecco la stella, che avevano visto nel suo<br />

sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il<br />

luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, essi<br />

provarono una grandissima gioia» (Mt 2, 9). È la gloria<br />

di Dio, la luce salvifica della fede annunciata dal<br />

profeta in contrapposizione alle tenebre dell'ignoranza:<br />

«Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande<br />

luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una<br />

luce rifulse» (Is 9, 1). Luce di gioia che inonda la Chiesa<br />

vivificata dalla presenza del suo Signore: «Alzati, rivestiti<br />

di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore<br />

brilla sopra di te (...); su di te risplende il Signore,<br />

la sua gloria appare su di te» (Is 60, 1-2). Luce di divina<br />

fecondità, che attira a sé tutti i popoli della terra:<br />

«Cammineranno i popoli alla tua luce, i re allo splendore<br />

del tuo sorgere. Alza gli occhi intorno e guarda: tutti<br />

costoro si sono radunati, vengono a te (...). Uno stuolo<br />

di cammelli ti invaderà, dromedari di Madian e di Efa,<br />

tutti verranno da Saba, portando oro e incenso e proclamando<br />

le glorie del Signore» (ibid., 3-4 e 6).<br />

La stella che brilla sulla casa dove i Magi «videro il<br />

bambino con Maria sua madre» (Mt 2, 11) rappresenta<br />

per tutti noi la chiamata divina a cercare Cristo, a vivere<br />

alla luce della verità che illumina il viaggio terreno<br />

della nostra vita. Cristo è venuto per portare la salvezza<br />

a tutti gli uomini. I Padri della Chiesa vedono nei tre<br />

7 GENNAIO 2001<br />

SOLENNITÀ<br />

DEL BATTESIMO<br />

DEL SIGNORE Is 49, 1-5.9-11<br />

Tt 2, 11-14; 3, 4-7<br />

Lc 3, 15-16.21-22<br />

«Quando tutto il popolo fu battezzato e mentre Gesù,<br />

ricevuto anche lui il battesimo stava in preghiera,<br />

il cielo si aprì e scese su di lui lo Spirito Santo in apparenza<br />

corporea, come di colomba, e vi fu una voce<br />

dal cielo: “Tu sei il mio figlio prediletto, in te mi sono<br />

compiaciuto”» (Lc 3, 21-22).<br />

1) È nell'atmosfera dell'Epifania che si colloca la riflessione<br />

sul Battesimo di Gesù. Le prime «manifestazioni»,<br />

come l'arrivo dei Magi nel presepe, hanno luogo attorno<br />

alla mangiatoia della grotta di Betlemme, mentre<br />

la «manifestazione» che avviene con il battesimo dà avvio<br />

alla vita pubblica del Salvatore.<br />

Nelle acque del fiume Giordano, quando Giovanni<br />

Battista compie il rito battesimale, Gesù si «manifesta»<br />

come il «Cristo», come il Figlio unigenito, oggetto della<br />

Predilezione del Padre.<br />

Lo Spirito Santo si posa su di lui, per indicare che<br />

Egli è il consacrato per antonomasia; ed anche questa è<br />

una «manifestazione», come «manifestazione» è la voce<br />

del Padre che proclama: «Tu sei il mio figlio prediletto,<br />

in te mi sono compiaciuto». Il battesimo al Giordano,<br />

che Gesù non riceve certo per necessità, è «manifestazione»<br />

e insegnamento di penitenzialità. Così, Cristo inizia<br />

la sua missione redentrice nel segno di una carità<br />

sconfinata che durerà fino alla fine e che varrà per ogni<br />

uomo, di qualsiasi razza, cultura e tempo. Sulle rive del<br />

Giordano Gesù riceve la sua investitura messianica ed<br />

inizia ufficialmente la sua opera. Per la chiesa, che di<br />

Cristo costituisce il prolungamento nel tempo, tutto ciò<br />

avverrà a Pentecoste, quando la discesa dello Spirito<br />

Santo la proietterà per le strade della storia e della geografia<br />

di questo mondo per recare a tutti ed a ciascuno<br />

la buona novella.<br />

Tutto ciò è accaduto anche ad ognuno di noi quando<br />

abbiamo ricevuto il sacramento della Confirmazione<br />

che, portando a fastigio il Battesimo, ci ha condotti, ormai<br />

«maggiorenni», responsabili e liberi, nella comunità<br />

ecclesiale e siamo così divenuti, ciascuno nelle modalità<br />

tipiche della propria specifica vocazione, corresponsabili<br />

della grande missione della Chiesa.<br />

Ciascuno nel proprio campo, con la propria identità,<br />

in comunione con gli altri e con la Chiesa, nel proprio<br />

segmento di storia, deve remare nello stesso senso perché<br />

la navicella ecclesiale, con le vele gonfie del vento<br />

dello Spirito ed avente come nocchiero Pietro, pervenga<br />

alla Patria.<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Martedì-Mercoledì 2-3 Gennaio 2001<br />

LITURGIA DELLA PAROLA<br />

Con lo sguardo fisso al mistero dell'Incarnazione del Figlio di Dio<br />

sapienti, giunti dal lontano<br />

oriente, i rappresentanti<br />

della gentilità:<br />

con loro nasce un nuovo<br />

popolo eletto, che si<br />

dilata in estensione fino<br />

agli estremi confini del<br />

mondo. Universalità<br />

della redenzione, universalità<br />

della Chiesa,<br />

chiamata universale alla<br />

santità.<br />

Ma la storia dei Magi<br />

ha un sottofondo su cui il testo evangelico non si sofferma,<br />

ma che non possiamo ignorare. I Magi vengono da<br />

lontano; hanno visto un singolare segno celeste e si sono<br />

messi in cammino. Date le condizioni del tempo,<br />

non è difficile immaginare che è stato un viaggio lungo<br />

e faticoso. Ma quegli uomini cercavano Dio, pur non<br />

sapendo esattamente che cosa li aspettava, e nulla è<br />

valso a fermarli. Avevano una meta.<br />

La vita cristiana comporta uno sforzo talvolta anche<br />

assai duro, ma non è un camminare alla cieca. Il cristiano<br />

ha un traguardo, non si limita a lasciarsi vivere,<br />

a far scorrere il tempo passando da un'esperienza all'altra,<br />

da una situazione all'altra come una foglia trascinata<br />

a caso dalla corrente. Lo sforzo sta proprio nell'indirizzare<br />

il percorso della vita verso il punto cui tendiamo,<br />

nell'essere più forti delle circostanze. La chiarezza<br />

della meta verso cui procediamo — la luce della stella,<br />

la fede — ci assicura che non esiste nessuna circostanza<br />

al mondo che non possa essere rivolta (magari faticosamente)<br />

a Dio, che non possa essere vissuta secondo la<br />

sua legge, che possa costringerci a deviare dalla direzione<br />

cui siamo chiamati. Montagne, fiumi, deserti... Situazioni<br />

familiari, professionali, affettive, di salute... In<br />

tutto e sempre dobbiamo proseguire il nastro cammino<br />

verso la luce di Dio.<br />

È il primo comandamento: «Gesù ha riassunto i doveri<br />

dell'uomo verso Dio in questa parola: “Amerai il Signore<br />

Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima,<br />

con tutta la tua mente” (Mt 22, 37). Essa fa immediatamente<br />

eco alla solenne esortazione: “Ascolta, Israele:<br />

il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo” (Dt<br />

6, 4)» (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2083). Alla<br />

comparsa nella storia della luce della stella, che ci porta<br />

ad adorare il Verbo incarnato, non possiamo rispondere<br />

come se nulla fosse successo. La stella non attraversò<br />

soltanto il cielo dei tre Magi. Altri la videro e restarono<br />

indifferenti, impegnati o distratti da occupazioni che<br />

sembrarono loro più<br />

urgenti. Noi ci siamo<br />

messi in cammino, ora<br />

dobbiamo impegnarci a<br />

voler arrivare fino alla<br />

fine.<br />

Quando i Magi giunsero<br />

a Gerusalemme, la<br />

stella scomparve. Ma<br />

loro non si fermarono,<br />

non pensarono di essersi<br />

sbagliati. La verità<br />

non è un miraggio.<br />

Perseverarono anche<br />

quando apparentemente<br />

il Signore sembrava<br />

essersi tirato indietro.<br />

Si rivolsero ai dotti di<br />

Israele ed ebbero la risposta.<br />

Allora la stella<br />

tornò a brillare ed «essi<br />

provarono una grandissima<br />

gioia» (Mt 2, 10).<br />

Quando un'anima ha<br />

sete di verità, quando<br />

In poche parole,<br />

quanto è avvenuto per<br />

Gesù Cristo nel Giordano,<br />

quanto è accaduto<br />

per la Chiesa a Pentecoste,<br />

si è pure verificato<br />

per ciascuno di<br />

noi quando è stata fatta<br />

scendere l'acqua lustrale<br />

sulla nostra testa<br />

e, con il crisma, ci è<br />

stata segnata una piccola<br />

croce sulla fronte.<br />

Battesimo e Cresima<br />

ci hanno resi solidali<br />

con l'unico Redentore<br />

del genere umano e ci hanno costituiti membra dell'unico<br />

Corpo ecclesiale. Così siamo stati immersi in modo<br />

attivo nelle onde correnti del fiume vivo della salvezza.<br />

Purtroppo per troppi cristiani il Battesimo è soltanto<br />

come un bel pacchetto di un regalo natalizio, dalla luccicante<br />

ed infiocchettata confezione, ma rimasto sotto<br />

l'albero senza essere stato aperto. Abbiamo il pacchetto<br />

ma ignoriamo cosa esso contenga. Non sappiamo così<br />

quale dignità, quale ricchezza e quali potenzialità abbiamo.<br />

Siamo figli di Dio, con tutto ciò che tale formidabile<br />

realtà contiene eppure non lo sappiamo! La festa di oggi<br />

ci dovrebbe indurre ad aprire finalmente quel pacco<br />

regalo. I doni di Dio sprigionano tutte le loro potenzialità<br />

soltanto nel momento in cui, sotto l'azione illuminante<br />

dello Spirito Santo, ne prendiamo coscienza e li<br />

accogliamo con fede.<br />

2) La vita pubblica di Cristo inizia con una straordinaria<br />

epifania della Trinità: mentre lo Spirito Santo<br />

scende su di lui, si ode la voce del Padre che lo dichiara<br />

suo Figlio. La divinità di Gesù viene proclamata in<br />

modo solenne, pubblico, percepibile al di là di ogni<br />

dubbio. Luca precisa che era presente «tutto il popolo»,<br />

una folla cospicua insomma. Sicché appare logico supporre<br />

che la voce si diffondesse rapidamente in tutta<br />

Gerusalemme. Eppure, sin dagli esordi, la predicazione<br />

di Gesù fu accolta dalla diffidenza e dal sospetto e, anche<br />

quando ebbe compiuto prodigi tanto strabilianti<br />

quanto numerosi, questo non fu sufficiente per indurre<br />

il popolo a credere. Non si smise mai di chiedergli nuo-<br />

ve conferme, nuovi segni. Così, dopo aver riportato nei<br />

capitoli 8 e 9 del suo<br />

Vangelo una serie ininterrotta<br />

di guarigioni<br />

miracolose, repentine,<br />

al capitolo 12 Matteo<br />

osserva: «Allora alcuni<br />

scribi e farisei lo interrogarono:<br />

“Maestro,<br />

vorremmo che tu ci facessi<br />

vedere un segno”»<br />

(Mt 12, 38). Persino ai<br />

piedi della Croce i de-<br />

«Cammineranno i popoli alla tua luce,<br />

i re allo splendore del tuo sorgere.<br />

Alza gli occhi intorno e guarda: tutti costoro<br />

si sono radunati, vengono a te.<br />

I tuoi figli vengono da lontano,<br />

e le tue figlie sono portate in braccio.<br />

A quella vista sarai raggiante...»<br />

(Is 60, 4-5)<br />

CRESCENZIO SEPE<br />

Arcivescovo Titolare di Grado<br />

Segretario Generale del Comitato<br />

del Grande Giubileo dell'Anno 2000<br />

«Quando tutto il popolo fu battezzato e mentre<br />

Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava<br />

in preghiera, il cielo si aprì e scese su di lui<br />

lo Spirito Santo in apparenza corporea,<br />

come di colomba, e vi fu una voce dal cielo:<br />

“Tu sei il mio figlio prediletto...”»<br />

(Lc 3, 21-22)<br />

davvero cerca Dio, il<br />

suo desiderio viene<br />

sempre colmato.<br />

2) Al termine dell'Anno<br />

giubilare. Oggi<br />

si conclude il Grande<br />

Giubileo dell'Anno<br />

2000. È tempo di bilanci,<br />

di esame di coscienza.<br />

Sono milioni i fedeli<br />

che hanno preso parte<br />

almeno ad una delle<br />

grandi celebrazioni giu-<br />

bilari. A Roma questa immensa partecipazione popolare<br />

agli eventi dell'Anno Santo è stata particolarmente evidente,<br />

palpabile, massiccia. Ma tutte le Diocesi del<br />

mondo hanno conosciuto un'analoga risposta di folla alla<br />

chiamata dei Pastori.<br />

Il bilancio dei frutti spirituali germinati nell'intero popolo<br />

di Dio è apparso superiore ad ogni attesa: innumerevoli<br />

conversioni, decisioni di rinnovata fedeltà a Dio,<br />

nuove vocazioni sacerdotali e religiose sorte in ogni latitudine.<br />

Frutti di ritrovata unità in tante famiglie, di<br />

generosa apertura alla vita, di impegno solidale al servizio<br />

dei poveri e dei malati. Il pessimismo di chi riteneva<br />

che il sacramento della penitenza fosse ormai in disuso<br />

e che occorreva aggiornare la pastorale alla “nuova sensibilità”,<br />

ha ricevuto la più clamorosa delle smentite. Altri<br />

sono stati costretti a rivedere l'immagine di “uomo<br />

contemporaneo” che si erano costruiti sulla scia dei<br />

messaggi della pubblicità: benessere, ricerca del piacere,<br />

la rinuncia come uno spettro da esorcizzare. Invece<br />

abbiamo visto con i nostri occhi che il richiamo del<br />

Giubileo alla penitenza, alla mortificazione, alla pratica<br />

della povertà, ha suscitato un'eco profonda ed immediata.<br />

Ma quale esperienza comune possiamo individuare<br />

sottesa a tutto questo? Io non avrei alcun dubbio ad affermare:<br />

è stata una continua, forte, palese esperienza<br />

di Chiesa. La conversione, la certezza consolante del<br />

perdono di Dio, la confessione, la carità, la preghiera<br />

comune, la penitenza: vie di una comunione profonda<br />

con Dio percorse da ogni anima. Ma ogni passo si è<br />

compiuto nella Chiesa: accompagnati, stimolati, condotti,<br />

sospinti dai fratelli. E sempre sorretti dalla forza che<br />

deriva dall'unità. Esistono milioni di creature che respirano<br />

la stessa speranza e nelle cui vene scorre lo stesso<br />

sangue. Milioni di creature che combattono le stesse<br />

battaglie e attraversano dolorosamente le medesime<br />

prove, ma tutte con lo sguardo rivolto alla promessa di<br />

salvezza, già operante,<br />

che è stata loro donata<br />

in Cristo.<br />

La fede non può, come<br />

forse vorrebbero gli<br />

estensori di certe moderne<br />

Carte dei diritti<br />

fondamentali, essere ridotta<br />

al rango di semplice<br />

convinzione privata,<br />

libera ma irrilevante<br />

in campo civile; essa<br />

non appartiene alla sfera<br />

delle scelte puramente<br />

individuali,<br />

estranee o indifferenti<br />

al configurarsi della<br />

realtà sociale. La Chiesa<br />

non potrà mai rinunciare<br />

al respiro<br />

pubblico che accompagna<br />

la sua vita. Chi<br />

l'accusa di non essersi<br />

ancora disfatta di pretese<br />

«temporali» o di<br />

nigratori giustificarono<br />

la condanna e rivendicarono<br />

la propria apparente<br />

buona fede chiedendo<br />

una prova definitiva:<br />

«È il re d'Israele,<br />

scenda ora dalla<br />

croce e gli crederemo»<br />

(Mt 27, 42).<br />

Giovanni si domanda<br />

il perché di quest'ostinazione<br />

degli uomini e<br />

la sua spiegazione ci fa<br />

intuire che, a tale resistenza<br />

da parte degli<br />

uomini nei confronti<br />

della parola di Dio, soggiace un misterioso disegno divino<br />

che, del resto, sembra destinato a coprire tutto l'arco<br />

della storia. Ecco la sua osservazione: «Sebbene<br />

avesse compiuto tanti segni davanti a loro, non credevano<br />

in lui; perché si adempisse la parola detta dal profeta<br />

Isaia: Signore, chi ha creduto alla nostra parola?»<br />

(Gv 12, 37-38). Insomma, dice san Giovanni, è il Signore<br />

che ha voluto così: i suoi saranno sempre pochi, una<br />

realtà insignificante, come il lievito rispetto alla massa o<br />

il chicco di senape invisibile nella lussureggiante vegetazione<br />

che lo circonda. Pochi e per giunta osteggiati,<br />

combattuti; non solo, ma anche sprovvisti dei mezzi necessari<br />

e quindi palesemente insufficienti al compito ricevuto.<br />

Ciò, da un lato, sembra implicare che la condizione<br />

dell'efficacia dell'apostolato cristiano non stia né<br />

nel numero né nei mezzi, bensì nelle disposizioni interiori<br />

dei chiamati: Dio li vuole fiduciosi non in se stessi,<br />

ma in lui; la conseguenza della loro fede sarà questa:<br />

dovranno mantenersi sempre pronti a tutto, decisi a<br />

non negoziare il deposito rivelato e le verità da esso derivanti<br />

in cambio di una più benevola accettazione da<br />

parte del mondo. Dall'altro lato, tutto questo dimostra<br />

che il Signore vuole farci capire, al di là di ogni dubbio,<br />

che anche il più piccolo frutto della redenzione è opera<br />

sua: per questo sceglie strumenti così inadeguati, affinché<br />

comprendiamo che non sono le forze umane a contare<br />

alcunché, bensì la grazia.<br />

Queste considerazioni ci riportano a quanto abbiamo<br />

appena vissuto nell'Anno Giubilare. È stato un evento<br />

di dimensioni straordinarie e il mondo ha potuto vedere<br />

e toccare con mano le folle silenziose di pellegrini sfila-<br />

re attraverso la Porta<br />

Santa delle cattedrali,<br />

affollarsi con ordine dinanzi<br />

ai confessionali,<br />

stipare le celebrazioni<br />

penitenziali ed eucaristiche.<br />

La vitalità della<br />

Chiesa si è palesata agli<br />

occhi di tutti. Ma non<br />

pochi hanno preferito<br />

liquidare questa realtà<br />

con analisi sociologiche<br />

ingerirsi indebitamente nella vita pubblica quando ribadisce<br />

i capisaldi della dottrina morale non hanno compreso<br />

il significato di una verità instancabilmente proclamata<br />

dal Papa: l'uomo è la missione della Chiesa.<br />

Il nostro cammino terreno nel chiaroscuro della fede<br />

non si è concluso con la fine dell'Anno Santo. Resta ancora<br />

tanta strada e non poca fatica prima di giungere<br />

alla meta. Ma quelle promesse non verranno mai meno,<br />

se sapremo conservare chiara dinanzi agli occhi la luce<br />

che conduce alla salvezza. Le tappe compiute nel corso<br />

del Giubileo sono le stesse che ci toccherà ripercorrere<br />

fino alla fine della nostra vita. Subiremo le medesime<br />

insidie da parte del demonio; sperimenteremo le stesse<br />

tentazioni; avremo sempre a che fare con i soliti difetti.<br />

Ma la strada che conduce al perdono ormai la conosciamo.<br />

Il futuro che si apre dinanzi a noi dopo il Giubileo<br />

è segnato dagli stessi passi che hanno scandito il<br />

nostro percorso durante quest'anno di grazia. Passi di<br />

speranza, di umiltà, di contrizione, di coraggio, di impegno<br />

a ricominciare daccapo ogni giorno. I punti di<br />

passaggio fondamentali saranno sempre rappresentati<br />

dalla confessione e dall'Eucaristia, dalla penitenza e dalla<br />

carità fraterna. Il vero pericolo da temere non è costituito<br />

tanto dalle debolezze che ci portiamo dietro e<br />

che ormai conosciamo bene, quanto dallo scoraggiamento,<br />

dalla sfiducia: l'impressione, anzi, l'evidenza di<br />

non cambiare mai davvero, di non essere mai all'altezza<br />

della vocazione d'amore cui siamo chiamati. Non dimentichiamolo:<br />

è sempre possibile, con la grazia di Cristo,<br />

convertirsi. Il cambiamento decisivo avviene nel<br />

cuore. La sua forza, più che nei fatti, sta nel desiderio.<br />

Ora desideriamo veramente innamorarci di Dio. E siamo<br />

veramente disposti a risollevarci dopo ogni caduta,<br />

a non rinunciare mai più a cercare la meta della<br />

santità.<br />

Non possiamo dimenticare che siamo stati non solo<br />

spettatori ma anche destinatari di una realtà che non si<br />

lascia spiegare dalla logica umana. In tutto il Giubileo<br />

abbiamo toccato con mano, con autentico stupore, tante<br />

prove della sollecitudine paterna di Dio per la sua<br />

Chiesa. Questo contiene per noi una lezione troppo eloquente<br />

per essere trascurata. Davanti a noi si apre un<br />

futuro immediato che va affrontato non solo nello stesso<br />

spirito di fede, con il medesimo impegno, ma anche<br />

insistendo sugli stessi mezzi che hanno contraddistinto<br />

la pastorale giubilare. Mezzi soprannaturali, come abbiamo<br />

sottolineato. Occorrerà che la predicazione continui<br />

a guardare prevalentemente ai sacramenti, vero<br />

punto di snodo e culmine della vita cristiana; occorrerà,<br />

seguendo l'esempio costantemente offerto dal Santo Padre<br />

ad ogni incontro giubilare e magari riprendendo i<br />

suoi stessi temi, continuare ad annunciare con chiarezza,<br />

senza mezzi termini, le verità perenni, specie in<br />

campo morale. I fedeli richiedono disponibilità da parte<br />

dei confessori, cercano la loro carità pastorale, chiedono<br />

fedeltà nella dottrina. Adattando la fede al mondo<br />

non si soddisfa la sete di Dio che pulsa nelle anime.<br />

Riconoscere le meraviglie compiute dal Signore in<br />

questi mesi straordinari significa nutrire in sé la certezza<br />

ferma dell'aiuto di Dio, confidare in Lui e non nelle<br />

nostre forze. Vivere è credere, non temere. È proiettarsi<br />

in avanti, coltivare traguardi ambiziosi, non lasciarsi<br />

intimidire dai fantasmi generati dall'immaginazione.<br />

Si chiude il Giubileo, ma prosegue il pellegrinaggio<br />

della vita dei cristiani i quali sono chiamati a dare al<br />

mondo del terzo millennio una testimonianza veramente<br />

credibile della forza di un ideale eterno che permane<br />

in tutte le crisi della civiltà e dà senso al nostro pellegrinaggio<br />

terreno.<br />

Chiediamo a Maria, Madre dolcissima, di darci sempre<br />

la forza che nasce dall'appartenenza a Cristo suo figlio<br />

e alla Chiesa, di amare Dio con tutte le nostre forze.<br />

Ella, Stella mattutina del nuovo millennio, illumini<br />

sempre il nostro cammino.<br />

Con Lei troveremo il Figlio, luce delle genti, che, un<br />

giorno, ci accoglierà sorridendo. Amen!<br />

sommarie, residui a buon mercato di ideologie ormai<br />

smesse. Sì, soprattutto alcuni intellettuali di obbedienza<br />

laicista si sono distinti in questo gioco di banalizzazione.<br />

Certamente rimane sempre per il cristiano, come eredità<br />

del Giubileo, il compito di riconfermare la propria<br />

fede nel quotidiano. Ma non possiamo non constatare<br />

che quella sete di salvezza, quel ricorso massivo al perdono<br />

divino, la sensibilità viva nel popolo di Dio alla<br />

promessa dell'indulgenza, stanno a testimoniare una fede<br />

vera. I commenti di chi non ha voluto vedere tutto<br />

questo ricordano un passo del Vangelo che va rimeditato:<br />

«In quello stesso istante Gesù esultò nello Spirito<br />

Santo e disse: “Io ti rendo lode, Padre, Signore del cielo<br />

e della terra, che hai nascosto queste cose ai dotti e ai<br />

sapienti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, Padre, perché così<br />

a te è piaciuto” (Lc 10, 21-22). Non c'è sapienza dove<br />

manca la semplicità. Occorre umiltà di mente e di cuore<br />

per scorgere le dimensioni più profonde che palpitano<br />

nell'intimo delle anime».<br />

Subito dopo aver pronunciato queste parole, Gesù,<br />

volgendosi ai discepoli, aggiunse: «“Beati gli occhi che<br />

vedono ciò che voi vedete. Vi dico che molti profeti e<br />

re hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, ma non<br />

lo videro, e udire ciò che voi udite, ma non l'udirono”»<br />

(Lc 10, 23-24). Che cosa abbiamo visto per tutto un anno,<br />

giorno dopo giorno, durante il Grande Giubileo? La<br />

risposta è ovvia: la verità dell'uomo che si svela agli occhi<br />

di chi con semplicità, senza sovrastrutture che offuscano<br />

lo sguardo, sa guardare l'essenziale. Che cosa abbiamo<br />

contemplato nei mille volti che abbiamo osservato<br />

nelle cattedrali delle nostre città? Folle strabocchevoli<br />

di uomini consapevoli e stanchi della propria piccolezza,<br />

ma sospinti anche dalla speranza nella promessa di<br />

salvezza donata loro da Dio in Cristo. Uomini capaci di<br />

grandezza.<br />

La grazia giubilare non ha certo cancellato dal mondo<br />

il male, ma ci ha mostrato che la redenzione è in atto.<br />

Abbiamo visto con i nostri occhi la felicità che tanti<br />

«semplici» hanno ritrovato riscattando, con la luce della<br />

grazia, il proprio passato. Questa sarà sempre la vita<br />

della Chiesa nel tempo. Il messaggio che resta dopo il<br />

Giubileo è dunque essenzialmente un messaggio di speranza.<br />

Che Maria, Madre della Chiesa, Rifugio dei peccatori,<br />

custodisca in noi la semplicità del cuore ed illumini<br />

sempre, Stella del mattino, il nostro pellegrinaggio terreno.<br />

Con le riflessioni sulla Liturgia della solennità<br />

dell'Epifania e della festa del Battesimo del Signore<br />

si conclude il commento alla Parola di Dio che<br />

l'Arcivescovo Crescenzio Sepe, Segretario Generale<br />

del Comitato del Grande Giubileo dell'Anno<br />

2000, ha offerto ai lettori durante l'Anno Giubilare.<br />

Siamo profondamente grati al Presule per la collaborazione<br />

prestata.


.<br />

PAGINA<br />

7 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Martedì-Mercoledì 2-3 Gennaio 2001<br />

31 dicembre: Giovanni Paolo II<br />

per la fine dell'anno 2000 e l'inizio del 2001<br />

ANGELUS La riflessione mariana del Papa con i fedeli presenti in Piazza San Pietro<br />

Guardando quest'oggi alla santa Casa di Nazareth, il pensiero va<br />

alle tante famiglie che, in questi nostri tempi, si trovano in situazioni difficili<br />

«Guardando quest'oggi alla santa Casa<br />

di Nazareth, il pensiero va alle tante famiglie<br />

che, in questi nostri tempi, si trovano<br />

in situazioni difficili. Alcune sono<br />

segnate da estrema povertà, altre sono<br />

costrette a cercare in Paesi stranieri<br />

quanto purtroppo manca loro in Patria,<br />

altre ancora incontrano al proprio interno<br />

seri problemi». È quanto ha sottolineato<br />

Giovanni Paolo II domenica mattina<br />

31 dicembre, rivolgendosi alle migliaia<br />

di fedeli convenuti in Piazza San<br />

Pietro per partecipare all'ultimo Angelus<br />

dell'anno 2000.<br />

Ecco la meditazione del Papa:<br />

CarissimiFratelli e Sorelle!<br />

1.Nel clima di gioia che è proprio<br />

del Natale, celebriamo oggi la<br />

Festa della Santa Famiglia. Essa cade<br />

quest'anno il 31 di dicembre,<br />

l'ultimo giorno dell'anno. Non ha<br />

in sé qualcosa di provvidenziale<br />

che il Duemila, l'anno che sigla un<br />

millennio, si concluda nel segno<br />

della famiglia?<br />

Dal presepe il nostro sguardo si<br />

sposta idealmente sull'umile dimora<br />

di Nazaret. Gesù, fattosi nostro<br />

fratello, ha voluto passare attraverso<br />

l'esperienza della famiglia. Si è<br />

così inserito nella prima e fondamentale<br />

cellula di aggregazione sociale,<br />

dando in tal modo un riconoscimento<br />

di validità perenne alla<br />

più comunefraleistituzioniumane.<br />

Per noi credenti la famiglia, riflesso<br />

della comunione trinitaria, ha<br />

come modello quella di Nazareth,<br />

al cui interno si è svolta la vicenda<br />

umana del Redentore e dei suoi genitori.<br />

Pensiamo alle difficoltà che<br />

Maria e Giuseppe hanno dovuto affrontare<br />

in occasione della nascita<br />

di Gesù; e poi nell'esilio in Egitto,<br />

per sfuggire alla persecuzione di<br />

Erode. Nazareth è anche diventata<br />

il simbolo di quella «normalità» di<br />

vita quotidiana che contrassegna<br />

l'esistenza di ogni famiglia.<br />

2.Guardando quest'oggi a quella<br />

Casa santa, il pensiero va alle<br />

tante famiglie che, in questi nostri<br />

“<br />

tempi, si trovano in situazioni difficili.<br />

Alcune sono segnate da estrema<br />

povertà, altre sono costrette a<br />

cercare in Paesi stranieri quanto<br />

purtroppo manca loro in Patria, altre<br />

ancora incontrano al proprio<br />

interno seri problemi a causa del<br />

Questo mostra quanto sia urgente riscoprire il valore della famiglia<br />

ed aiutarla in ogni modo ad essere, come Dio l'ha voluta, ambiente vitale<br />

dove ogni bimbo che viene al mondo è accolto fin dal suo concepimento<br />

con tenerezza e gratitudine; luogo dove si respira un clima sereno<br />

che favorisce in ogni suo membro un armonioso sviluppo umano<br />

e spirituale. Possa la Santa Famiglia, che oggi veneriamo, ottenere<br />

questo dono per ogni nucleo familiare, e lo aiuti ad essere una piccola<br />

«chiesa domestica», scuola di virtù umane e religiose<br />

rapido mutamento culturale e sociale<br />

che talora le sconvolge. E che<br />

dire dei non pochi attentati all'istituzione<br />

stessa della famiglia? Tutto<br />

questo mostra quanto sia urgente<br />

riscoprire il valore della famiglia<br />

ed aiutarla in ogni modo ad essere,<br />

come Dio l'ha voluta, ambiente vitale<br />

dove ogni bimbo che viene al<br />

mondo è accolto fin dal suo concepimento<br />

con tenerezza e gratitudine;<br />

luogo dove si respira un clima<br />

sereno che favorisce in ogni suo<br />

membro un armonioso sviluppo<br />

umano e spirituale.<br />

Possa la Santa Famiglia, che oggi<br />

veneriamo, ottenere questo dono<br />

per ogni nucleo familiare, e lo aiuti<br />

ad essere una piccola «chiesa domestica»,<br />

scuola di virtù umane e<br />

religiose.<br />

3.Quest'oggi, 31 dicembre, si<br />

conclude un altro anno della nostra<br />

vita e della storia. Un anno sicuramente<br />

singolare, perché anno<br />

del Grande Giubileo, in cui abbiamo<br />

colto in tanti uomini e donne<br />

segnali di buona volontà, come pure<br />

un autentico desiderio di riconciliazione<br />

con Dio e con i fratelli.<br />

Mentre si chiude quest'anno, invochiamo<br />

il perdono del Signore<br />

per le manchevolezze che hanno segnato<br />

l'esistenza nostra personale e<br />

comunitaria. Solo in tal modo l'azione<br />

di grazie per i molteplici benefici<br />

ricevuti può essere vera e<br />

sincera. E veramente tanti sono i<br />

motivi per i quali sentiamo di dover<br />

ringraziare il Signore, al termine<br />

di quest'anno Duemila. Lo facciamo,<br />

attraverso Maria, con la<br />

preghiera dell'Angelus.<br />

Al termine della preghiera mariana,<br />

prima di congedarsi, Giovanni Paolo II<br />

ha così salutato i pellegrini presenti:<br />

Saluto con affetto i pellegrini oggi<br />

presenti. Uno speciale pensiero<br />

rivolgo ai fedeli di Giulianello e di<br />

Cori, in provincia di Latina. Carissimi,<br />

secondo la tradizione, avete<br />

organizzato il corteo con i Re Magi<br />

a cavallo e gli sbandieratori; volentieri<br />

benedico il vostro itinerario,<br />

che vi condurrà dinanzi alla venerata<br />

immagine del Bambino Gesù,<br />

a Giulianello di Cori.<br />

A tutti i più cordiali auguri di<br />

pace e di bene.<br />

Dalla finestra dello Studio privato il Santo Padre imparte la Benedizione Apostolica a cinquantamila pellegrini intervenuti alla veglia guidata dal Cardinale Ruini<br />

La preghiera del Papa allo scoccare della Mezzanotte<br />

«Vergine Santissima, Alba dei tempi<br />

nuovi, aiutaci a guardare con fede la<br />

storia passata e l'anno che inizia. Stella<br />

del terzo millennio, guida i nostri passi<br />

verso Cristo, il Vivente “ieri, oggi e sempre”,<br />

e rendi la nostra umanità, che trepidante<br />

avanza nel nuovo millennio,<br />

sempre più fraterna e solidale». È la fervente<br />

invocazione che il Papa ha elevato<br />

a Maria nell'ultima notte dell'anno 2000.<br />

Lo ha fatto affacciandosi dalla finestra<br />

del suo Studio privato alla Mezzanotte<br />

del 31 dicembre, al termine della veglia<br />

di preghiera presieduta in Piazza San<br />

Pietro dal Cardinale Camillo Ruini, Vicario<br />

Generale di Sua Santità per la Diocesi<br />

di Roma, alla presenza di cinquantamila<br />

pellegrini.<br />

Ecco le parole pronunciate dal Santo<br />

Padre:<br />

CarissimiFratelli e Sorelle!<br />

Carissimi giovani!<br />

1.In questo momento varchiamo<br />

la soglia del duemila uno, e ci<br />

inoltriamo nel terzo millennio cristiano.<br />

Allo scoccare della mezzanotte,<br />

che segna questo storico pas-<br />

saggio, sostiamo, con il cuore ricolmo<br />

di gratitudine, a considerare le<br />

alterne vicende del secolo e del millennio<br />

trascorsi. Drammi e speranze,<br />

gioie e sofferenze, vittorie e<br />

sconfitte; su tutto emerge la consapevolezza<br />

che Dio guida gli eventi<br />

dell'umanità. Egli cammina con gli<br />

uomini, e non cessa di compiere<br />

grandi cose. Come non ringraziarlo,<br />

in questa notte? Come non ripetergli:<br />

«In te, Domine, speravi, non<br />

confundar in aeternum»? Sì, «In te,<br />

Signore, ho sperato, non sarò confuso<br />

in eterno»!<br />

2.Al termine del consueto incontro<br />

di preghiera che contrassegna<br />

ogni giorno dell'Anno giubilare,<br />

e che quest'oggi si svolge nella<br />

notte al chiudersi dell'anno Duemila,<br />

il nostro sguardo si fissa su Cristo,<br />

Salvatore dell'uomo. Senza di<br />

Lui la vita non raggiunge il suo ultimo<br />

destino. È Lui che con la sua<br />

saggezza e con la forza del suo Spirito<br />

ci aiuta ad affrontare le sfide<br />

del nuovo millennio; è Lui che ci<br />

rende capaci di spendere l'esistenza<br />

per la gloria di Dio e per il bene<br />

dell'umanità. Dobbiamo ripartire<br />

da Lui ed essere i suoi testimoni<br />

nel futuro che ci attende.<br />

Lasciamoci attirare dal suo amore<br />

ed il cammino della vita conoscerà<br />

la gioia che scaturisce dal<br />

servirlo fedelmente ogni giorno. È<br />

questo il mio augurio cordiale che<br />

formulo per tutti i credenti e per<br />

ogni uomo ed ogni donna di buona<br />

volontà. Un pensiero speciale, accompagnato<br />

dalla preghiera, rivolgo<br />

in questo momento a quanti soffrono,<br />

a chi è in difficoltà, a chi vive<br />

momenti di pena. Per ciascuno<br />

invoco l'aiuto provvidente del Signore.<br />

Il mio sguardo si allarga ora al<br />

mondo intero. Auguro che il nuovo<br />

millennio porti a tutte le Nazioni<br />

pace, giustizia, fratellanza e prosperità!<br />

In particolare, il mio pensiero<br />

va ai giovani, speranza del fu-<br />

turo: la luce di Cristo Salvatore dia<br />

senso alle loro esistenze, li guidi<br />

nel cammino della vita e li renda<br />

forti nella testimonianza della verità<br />

e nel servizio del bene.<br />

Affido questi auspici all'intercessione<br />

della Madonna.<br />

Vergine Santissima,<br />

Alba dei tempi nuovi,<br />

aiutaci<br />

a guardare con fede<br />

la storia passata<br />

e l'anno che inizia.<br />

Stella del terzo millennio,<br />

guida i nostri passi<br />

verso Cristo,<br />

il Vivente «ieri, oggi e sempre»,<br />

e rendi la nostra umanità,<br />

che trepidante avanza<br />

nel nuovo millennio,<br />

sempre più fraterna<br />

e solidale.<br />

Buon Anno a tutti!<br />

Cinquantamila fiaccole accese illuminano la notte di Capodanno<br />

GIANLUCA BICCINI<br />

Decine di migliaia di cuori battono insieme a quello<br />

di Giovanni Paolo II nella notte tra l'ultimo giorno del<br />

2000 e il primo del nuovo anno. Decine di migliaia di<br />

fiaccole illuminano i volti dei pellegrini presenti in<br />

Piazza San Pietro per partecipare, con il Papa, alla<br />

«speciale» preghiera serale del 31 dicembre di questo<br />

Anno giubilare.<br />

Nell'ultimo giorno del secolo e del millennio, Pietro<br />

ha incontrato due volte il gregge che Cristo gli ha affidato:<br />

a Mezzogiorno, con la meditazione mariana dell'«Angelus»,<br />

e a Mezzanotte, quandoiltradizionaleincontrodella<br />

preghiera dei pellegrini è stato posticipato.<br />

Presieduta dal Cardinale Camillo Ruini, Vicario<br />

Generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma, la veglia<br />

si è conclusa con la Benedizione Apostolica del<br />

Santo Padre.<br />

Il Papa si affaccia dalla finestra del suo studio privato<br />

allo scoccare della Mezzanotte. Rivolgendosi ai cinquantamila<br />

fedeli presenti pronuncia ancora una volta<br />

— come continua a fare da anni senza mai stancarsi<br />

— parole di pace e di speranza. A Mezzogiorno aveva<br />

posto la famiglia, «riflesso della comunione trinitaria»,<br />

al centro della sua riflessione; nella notte il discorso si<br />

è ampliato all'umanità intera, con l'invito a «ripartire»<br />

da Dio per esserne «testimoni nel futuro che ci attende»<br />

e l'augurio che il «nuovo millennio porti a tutte le<br />

Nazioni pace, giustizia, fratellanza e prosperità».<br />

È da sabato 23 dicembre che il Papa intesse un dialogo<br />

quotidiano ininterrotto con la sua Chiesa. Quando<br />

non sono state le tradizionali celebrazioni natalizie, gli<br />

Angelus e le udienze giubilari a fornirgli l'occasione di<br />

questo contatto diretto, Giovanni Paolo II si è «concesso»<br />

occasioni straordinarie, affacciandosi a mezzogiorno<br />

anche nei giorni feriali. L'abbraccio della notte del<br />

31 dicembre suggella questi momenti di grande vicinanza<br />

tra il Popolo di Dio ed il successore di Pietro.<br />

C'è un mondo eterogeneo in Piazza San Pietro: religiose<br />

di ogni angolo della terra; persone anziane, che<br />

sfidano il freddo della notte romana di dicembre; giovani,<br />

che preferiscono la preghiera ai vuoti abbagli dei<br />

«divertimentifici»; famiglie. Una donna coccola il suo<br />

piccolo che dorme sereno. «Ero a Tor Vergata — sussurra<br />

Milena, 27 anni, per non svegliare il bambino —,<br />

non potevo mancare agli ultimi “momenti forti” del<br />

2000». «Vedendo le persone intorno a noi, provenienti<br />

da Paesilontanissimi—le fa eco suo marito Andrea —<br />

ci rendiamo conto di quanto siamo fortunati di vivere<br />

a Roma». Lo sventolìo di molte bandiere, soprattutto<br />

di Stati dell'America centrale e meridionale, conferma<br />

questa impressione.<br />

Il Cardinale Ruini scandisce i tempi della veglia accompagnando<br />

i fedeli all'appuntamento della Mezzanotte.<br />

Due gruppi corali animano i canti. Tra i presenti<br />

vi sono il Cardinale Darío Castrillón Hoyos, Prefetto<br />

della Congregazione per il Clero; gli Arcivescovi Crescenzio<br />

Sepe, Segretario del Comitato del Grande Giubileo<br />

dell'Anno 2000, e Francesco Pio Tamburrino, Segretario<br />

della Congregazione per il Culto Divino e la<br />

Disciplina dei Sacramenti; i Vescovi Piero Marini, Maestro<br />

delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie, e Bruno<br />

Bertagna, Segretario del Pontificio Consiglio per i Testi<br />

Legislativi.<br />

-<br />

”<br />

Il Papa si affaccia dalla finestra dello studio privato<br />

e sorride felice: probabilmente sta rivedendo tutti i volti<br />

dei pellegrini che ha incontrato in questo Anno giubilare:<br />

si parla di milioni e milioni di persone; forse sta<br />

rivivendo gli istanti eterni di celebrazioni che hanno lasciato<br />

il segno nel cuore di ogni cristiano: l'apertura<br />

della Porta Santa della Basilica Vaticana, il Giubileo<br />

dei bambini, quello dei malati, i pellegrinaggi al Monte<br />

Sinai, in Terra Santa e a Fátima; la Giornata del Perdono,<br />

il XLVII Congresso Eucaristico, la commemorazione<br />

ecumenica per i testimoni della fede del XX secolo,<br />

la XV Giornata Mondiale della Gioventù, le beatificazioni<br />

e le canonizzazioni, il Giubileo dei Laici e<br />

quello dei disabili... per rievocarne qualcuna. Ma non<br />

sembra esserci tempo per tracciare bilanci, Giovanni<br />

Paolo II lo ha già detto nel Messaggio di Natale: «Le<br />

cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove».<br />

La Porta Santa sta per essere chiusa — come ha<br />

già detto negli auguri di fine anno alla Curia romana<br />

— però «più mai resta spalancata la Porta viva che è<br />

Cristo». Quel Cristo che il Papa continua ad annunciare<br />

a tutti i popoli della terra.<br />

Quando la figura bianca del Santo Padre rientra e la<br />

luce sulla finestra si spegne, sulla Piazza per un momento<br />

regna il silenzio. È questione di attimi... nelle<br />

vicinanze si sente l'esplosione dei fuochi d'artificio: colori<br />

e suoni destinati a consumarsi nel giro di una notte.<br />

Ma, nei cuori dei presenti in Piazza San Pietro,<br />

Giovanni Paolo II ha acceso un fuoco inestinguibile: la<br />

fiamma viva dell'amore diquelDio che si è fatto nostro<br />

fratello.


.<br />

“<br />

PAGINA<br />

8/9 .<br />

Fermiamoci a contemplare i pastori.<br />

Modellisemplici e gioiosi della ricerca umana,<br />

essi, specialmente nel contesto del Giubileo,<br />

pongono in evidenza quali devono essere<br />

le condizioni interiori per incontrare Gesù...<br />

Essi diventano messaggeri<br />

di salvezza, evangelisti ante litteram<br />

-<br />

“<br />

Quanti doni, quante occasioni straordinarie<br />

ha offerto ai credenti il Grande Giubileo!<br />

Nell'esperienza del perdono<br />

ricevuto e donato, nel ricordo dei martiri,<br />

nell'ascolto del grido dei poveri<br />

del mondo... abbiamo scorto la presenza<br />

salvifica di Dio nella storia<br />

-<br />

”<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Martedì-Mercoledì 2-3 Gennaio 2001<br />

1°gennaio2001:solennità<br />

di Maria Madre di Dio<br />

”<br />

«Come ai pastori accorsi ad adorarlo, Cristo chiede ai<br />

credenti una coraggiosa disponibilità a ripartire per annunciare<br />

il suo Vangelo antico e sempre nuovo».<br />

Lo ha sottolineato con forza Giovanni Paolo II nell'omelia<br />

della Concelebrazione Eucaristica presieduta in Piazza<br />

San Pietro nella mattina di lunedì 1° gennaio 2001, Solennità<br />

della Madre di Dio e XXXIV Giornata Mondiale della<br />

Pace.<br />

Questa è l'omelia pronunciata da Giovanni Paolo II:<br />

1.«I Pastori andarono senza indugio e<br />

trovarono Maria, Giuseppe e il Bambino,<br />

che giaceva nella mangiatoia» (Lc 2, 19).<br />

Oggi, Ottava del Natale, la liturgia ci<br />

sollecita con queste parole a camminare,<br />

con nuovo e consapevole fervore, verso Betlemme<br />

per adorare il divino Bambino, nato<br />

per noi. Ci invita a seguire i passi dei<br />

pastori che, entrati nella grotta, riconoscono<br />

in quel piccolo essere umano, «nato da<br />

donna, nato sotto la legge» (Gal 4, 4), l'Onnipotente<br />

che si è fatto uno di noi. Accanto<br />

a Lui, Giuseppe e Maria sono silenziosi<br />

testimoni del prodigio del Natale. Ecco il<br />

mistero che anche noi, oggi, stupiti contempliamo:<br />

è nato per noi il Signore. Maria<br />

ha dato «alla luce il Re che governa il<br />

cielo e la terra per i secoli in eterno» (cfr<br />

Sedulio).<br />

Restiamo estasiati dinanzi alla scena<br />

che l'Evangelista ci racconta. Fermiamoci,<br />

in modo particolare, a contemplare i pastori.<br />

Modelli semplici e gioiosi della ricerca<br />

umana, essi, specialmente nel contesto<br />

del Grande Giubileo, pongono in evidenza<br />

quali devono essere le condizioni interiori<br />

per incontrare Gesù.<br />

La disarmante tenerezza del Bambino,<br />

la sorprendente povertà in cui Egli si trova,<br />

l'umile semplicità di Maria e Giuseppe,<br />

trasformano la vita dei pastori: essi diventano<br />

così messaggeri di salvezza, evangelisti<br />

ante litteram. Scrive san Luca: «I<br />

pastori poi se ne tornarono glorificando e<br />

lodando Dio per tutto quello che avevano<br />

udito e visto, com'era stato detto loro» (Lc<br />

2, 20). Partirono felici ed arricchiti da un<br />

evento che aveva cambiato la loro esistenza.<br />

C'è, nelle loro parole, l'eco d'una gioia<br />

interiore che si fa canto: «Se ne tornarono<br />

glorificando e lodando Dio».<br />

2.Anche noi, in quest'Anno giubilare,<br />

ci siamo messi in cammino per incontrare<br />

Cristo, il Redentore dell'uomo. Varcando<br />

la Porta Santa, abbiamo sperimentato la<br />

sua misteriosa presenza, grazie alla quale<br />

è data all'uomo la possibilità di passare<br />

dal peccato alla grazia, dalla morte alla vita.<br />

Il Figlio di Dio, che si è fatto carne per<br />

noi, ci ha fatto sentire il possente richiamo<br />

alla conversione e all'amore.<br />

Quanti doni, quante occasioni straordinarie<br />

ha offerto ai credenti il Grande Giubileo!<br />

Nell'esperienza del perdono ricevuto<br />

e donato, nel ricordo dei martiri, nell'ascolto<br />

del grido dei poveri del mondo e<br />

nelle testimonianze colme di fede tramandateci<br />

dai nostri fratelli credenti di tutti i<br />

tempi, anche noi abbiamo scorto la presenza<br />

salvifica di Dio nella storia. Abbiamo<br />

come toccato con mano il suo amore<br />

che rinnova la faccia della terra. Tra qualche<br />

giorno si concluderà questo speciale<br />

tempo di grazia. Come ai pastori accorsi<br />

ad adorarlo, Cristo chiede ai credenti, ai<br />

quali ha offerto la gioia di incontrarlo,<br />

una coraggiosa disponibilità a ripartire per<br />

annunciare il suo Vangelo antico e sempre<br />

nuovo. Li invia a vivificare la storia e le<br />

culture degli uomini con il suo messaggio<br />

salvifico.<br />

L'omelia di Giovanni Paolo II durante la Concelebrazione Eucaristica<br />

presieduta in Piazza San Pietro gremita di fedeli<br />

3.«I pastori poi se ne tornarono, glorificando<br />

e lodando Dio» (Lc 2, 30). Anche<br />

noi, incoraggiati ed arricchiti dalla grazia<br />

giubilare, iniziamo questo nuovo anno che<br />

il Signore ci dona. Ci siano di conforto le<br />

parole della prima Lettura, che rinnovano<br />

la benedizione del Creatore: «Ti benedica il<br />

Signore e ti protegga. Il Signore faccia brillare<br />

il suo volto su di te e ti sia propizio.<br />

Il Signore rivolga su di te il suo volto e ti<br />

conceda pace» (Nm 6, 24-25). Ci doni il Signore<br />

la sua pace, la pace non frutto di<br />

GABRIELE NICOLÒ<br />

<strong>RIPARTIRE</strong><br />

.<br />

Tra doni significativi un dono<br />

speciale: è quello che si identifica<br />

nel «ripartire», una volta concluso<br />

l'anno giubilare, per annunciare<br />

al mondo il Vangelo antico e<br />

sempre nuovo di Gesù di Nazareth.<br />

Infatti i doni scaturiti, nel vivo<br />

dell'esperienza giubilare, dal<br />

perdono ricevuto e dato, dal ricordo<br />

della testimonianza dei<br />

martiri, dall'ascolto del grido dei<br />

poveri, non sarebbero valorizzati<br />

se non venissero dispiegati — in<br />

tutta la loro ricchezza, con «coraggiosa<br />

disponibilità» — nel<br />

cammino di fede a venire.<br />

È questa la solenne consegna<br />

affidata al Popolo di Dio da Giovanni<br />

Paolo II nell'omelia della<br />

Concelebrazione Eucaristica presieduta<br />

in Piazza San Pietro, nella<br />

mattina di lunedì 1° gennaio,<br />

Solennità della Madre di Dio. Il<br />

Papa ha ricordato che, varcando<br />

la Porta Santa, al credente è stato<br />

dato di sperimentare la «presenza»<br />

di Cristo, grazie alla quale<br />

l'uomo può passare dalla morte<br />

alla vita. Questa straordinaria<br />

esperienza va ora prolungata,<br />

continuando ad oltrepassare<br />

quella «soglia» attraverso il continuo<br />

richiamo alla conversione,<br />

affinché il passaggio dal peccato<br />

alla grazia sia una quotidiana<br />

conquista.<br />

Nel giorno in cui si celebra la<br />

XXXIV Giornata Mondiale della<br />

Pace, il Santo Padre, nell'omelia,<br />

ha fatto riferimento al suo Messaggio<br />

di questa significativa ricorrenza,<br />

dedicato al tema: «Dialogo<br />

tra le culture per una civiltà<br />

dell'amore e della pace». Giovanni<br />

Paolo II ha rinnovato il suo<br />

Come i pastori di Betlemme, «anche noi, in quest'Anno giubilare, ci siamo messi in cammino<br />

per incontrare Cristo, il Redentore dell'uomo... Tra qualche giorno si concluderà<br />

questo speciale tempo di grazia. Come ai pastori accorsi ad adorarlo, Cristo chiede ai credenti,<br />

ai quali ha offerto la gioia di incontrarlo,<br />

una coraggiosa disponibilità a ripartire per annunciare il suo Vangelo antico e sempre nuovo»<br />

compromessi umani, ma sorprendente effetto<br />

del suo sguardo benevolo su di noi.<br />

Ecco la pace che invochiamo quest'oggi,<br />

celebrando la trentaquattresima Giornata<br />

Mondiale della Pace.<br />

Con grande affetto, saluto gli illustri Signori<br />

Ambasciatori del Corpo Diplomatico<br />

accreditato presso la Santa Sede, presenti<br />

a questa solenne liturgia. Saluto, in modo<br />

particolare, il caro Monsignor François<br />

Xavier Nguyên Van Thuân, Presidente del<br />

Pontificio Consiglio della Giustizia e della<br />

Pace, e con lui i Collaboratori del Dicastero<br />

che ha il compito specifico di rappresentare<br />

la sollecitudine del Papa e della<br />

Sede Apostolica per la promozione di un<br />

mondo più giusto e concorde. Saluto le<br />

Autorità e quanti hanno voluto intervenire<br />

a quest'incontro di preghiera per la pace.<br />

A tutti vorrei idealmente riproporre il Messaggio<br />

per la Giornata Mondiale della Pace<br />

di quest'anno, nel quale ho affrontato un<br />

argomento particolarmente attuale, il «Dia-<br />

logo tra le culture per una civiltà dell'amore<br />

e della pace».<br />

4.Rinnovo oggi, in questa suggestiva<br />

cornice liturgica, ad ogni persona di buona<br />

volontà l'invito accorato a percorrere<br />

con fiducia e tenacia la via privilegiata del<br />

dialogo. Solo così le ricchezze specifiche,<br />

che caratterizzano la storia e la vita degli<br />

uomini e dei popoli, non andranno disperse,<br />

ma, al contrario, potranno concorrere<br />

a costruire un'era nuova di fraterna solidarietà.<br />

Sia sforzo di tutti promuovere<br />

Il dono di una rinnovata testimonianza arricchita dalla grazia giubilare<br />

«accorato» invito a percorrere<br />

con tenacia la via del dialogo,<br />

laddove esso è troppo spesso soverchiato<br />

dall'odio e dalla sopraffazione.<br />

Questo richiamo è vibrato<br />

con particolare intensità nella<br />

riflessione che ha preceduto la<br />

recita dell'Angelus. Il paterno<br />

pensiero del Papa è andato alla<br />

Terra Santa, dove è quanto mai<br />

urgente radicare «la via del dialogo»<br />

al fine di raggiungere la «tanto<br />

desiderata» pace. La «vicinanza»<br />

spirituale del Santo Padre a<br />

queste tribolate popolazioni è stata<br />

testimoniata quest'anno, in<br />

modo particolarmente significativo,<br />

dall'iniziativa di inviare il<br />

Cardinale Roger Etchegaray quale<br />

suo rappresentante a presiedere<br />

in quei luoghi Santi la celebrazione<br />

della Giornata Mondiale<br />

della Pace. Un'iniziativa resa<br />

ancor più pregnante dalla consegna<br />

da parte del Porporato alle<br />

Autorità israeliane e palestinesi<br />

del Messaggio per la Giornata.<br />

Un «segno» forte che esprime<br />

una volta di più la paterna sollecitudine<br />

con cui il Papa segue le<br />

dolorose vicende che segnano la<br />

storia dell'umanità del nostro<br />

tempo.<br />

Al contempo il Santo Padre ha<br />

invocato l'intercessione di Maria<br />

affinché gli uomini di ogni lingua,<br />

popolo e nazione «imparino»<br />

a condividere le proprie ricchezze<br />

culturali per costruire insieme<br />

una «nuova umanità».<br />

Con Giovanni Paolo II hanno<br />

concelebrato il Cardinale Angelo<br />

Sodano, Segretario di Stato; l'Arcivescovo<br />

Jean-Louis Tauran, Segretario<br />

per i Rapporti con gli<br />

Stati, l'Arcivescovo François Xa-<br />

vier Nguyên Van Thuân, Presidente<br />

del Pontificio Consiglio della<br />

Giustizia e della Pace; il Vescovo<br />

Martin Diarmuid, Segretario<br />

del medesimo Dicastero.<br />

Alla Santa Messa erano presenti<br />

i Cardinali Bernardin Gantin,<br />

Decano del Collegio Cardinalizio;<br />

Eduardo Martínez Somalo; Virgilio<br />

Noè; Camillo Ruini; Francis<br />

Arinze; Edmund Casimir Szoka;<br />

Dario Castrillón Hoyos; Giovanni<br />

Canestri; Opilio Rossi; Luigi Poggi.<br />

Erano presenti numerosi Arcivescovi<br />

e Vescovi, tra i quali,<br />

l'Arcivescovo Crescenzio Sepe,<br />

Segretario Generale del Comitato<br />

del Grande Giubileo dell'Anno<br />

2000 e del Consiglio di Presidenza;<br />

l'Arcivescovo Giovanni Battista<br />

Re, Prefetto della Congregazione<br />

per i Vescovi; l'Arcivescovo<br />

José Saraiva Martins, Prefetto<br />

della Congregazione delle Cause<br />

dei Santi.<br />

Con il Corpo Diplomatico accreditato<br />

presso la Santa Sede<br />

erano presenti l'Arcivescovo Leonardo<br />

Sandri, Sostituto della Segreteria<br />

di Stato; Mons. Pedro<br />

López Quintana, Assessore per<br />

gli Affari Generali; Mons. Celestino<br />

Migliore, Sotto-Segretario per<br />

i Rapporti con gli Stati; Mons.<br />

Tommaso Caputo, Capo del Protocollo.<br />

Vi erano poi gli Officiali<br />

del Pontificio Consiglio della Giustizia<br />

e della Pace.<br />

I temi della pace, del dialogo<br />

fra le culture, dell'amore fraterno<br />

sono stati richiamati con intensità<br />

alla preghiera dei fedeli, formulata<br />

in ucraino, in tedesco, in<br />

arabo, in cinese, in polacco, in<br />

portoghese.<br />

Si è pregato perché i responsa-<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Martedì-Mercoledì 2-3 Gennaio 2001<br />

bili delle nazioni e degli organismi<br />

internazionali favoriscano il<br />

dialogo tra le culture quale «strumento»<br />

per realizzare la civiltà<br />

dell'amore; per tutti coloro che<br />

riconoscono Abramo come padre<br />

nella fede, affinché coltivino la<br />

consapevolezza di «valori comuni»<br />

ad ogni cultura e, iniziando<br />

dalla Terra Santa, testimonino la<br />

promozione della giustizia. Si è<br />

pregato poi per gli immigrati, in<br />

particolare per coloro che vivono<br />

l'odissea umana di esodi tragici e<br />

dolorosi, affinché siano trattati<br />

con il rispetto dovuto alla dignità<br />

di ogni persona umana. Il pensiero<br />

è poi andato ai giovani del<br />

mondo intero, con la speranza<br />

che essi siano «artefici» di una<br />

nuova umanità basata sulla solidarietà,<br />

sulla pace e sull'amore<br />

alla vita. A suggello delle singole<br />

intenzioni di preghiera, il Santo<br />

Padre ha elevato un'invocazione<br />

al Signore affinché lungo il migrare<br />

del tempo, gli uomini e le<br />

donne, che vivono ed operano<br />

nel nuovo millennio, conoscano<br />

«giorni di pace».<br />

Le ripetute orazioni formulate<br />

al Signore dal Papa e dall'intera<br />

assemblea dei fedeli si sono poi<br />

unite con l'invocazione elevata a<br />

Maria nella preghiera dell'Angelus.<br />

Infatti è alla Madre di Dio<br />

che Giovanni Paolo II ha affidato<br />

con intensa emozione, nel primo<br />

giorno del 2001, «le attese e le<br />

speranze» dell'umanità intera.<br />

La preghiera del Papa è stata<br />

la preghiera di ogni credente: le<br />

peculiari attese e speranze di ciascuno<br />

sono state le «note» di un<br />

corale inno di amore e devozione<br />

sciolto, con trepidazione, alla<br />

Santa Madre di Dio.<br />

XXXIV Giornata<br />

Mondiale della Pace<br />

un'autentica cultura della solidarietà e<br />

della giustizia, strettamente «collegata con<br />

il valore della pace, obiettivo primario di<br />

ogni società e della convivenza nazionale e<br />

internazionale» (Messaggio per la Giornata<br />

mondiale della Pace, 18).<br />

Ciò è ancor più necessario nell'attuale<br />

contesto mondiale, reso complesso dalla<br />

diffusa mobilità umana, dalla comunicazione<br />

globale e dall'incontro non sempre<br />

facile tra culture diverse. Al tempo stesso,<br />

va con vigore ribadita l'urgenza di difendere<br />

la vita, fondamentale bene dell'umanità,<br />

giacché «non si può invocare la pace e disprezzare<br />

la vita» (Ibid., 19).<br />

Rivolgiamo al Signore la nostra preghiera,<br />

perché il rispetto di questi valori di<br />

fondo, patrimonio d'ogni cultura, contribuisca<br />

alla costruzione dell'auspicata civiltà<br />

dell'amore e della pace. Questo ci ottenga<br />

Cristo, Principe della Pace, che contempliamo<br />

nella povertà del presepe.<br />

5.«Maria, da parte sua, serbava tutte<br />

queste cose, meditandole nel suo cuore»<br />

(Lc 2, 19).<br />

Quest'oggi la Chiesa celebra la Solennità<br />

di Maria, Madre di Dio. Dopo averla presentata<br />

come Colei che offre il Bambino<br />

alla sollecita ricerca dei pastori, l'evangelista<br />

Luca ci dona un'icona di Maria, semplice<br />

e maestosa insieme. Maria è la donna<br />

di fede, che ha fatto posto a Dio nel suo<br />

cuore, nei suoi progetti, nel suo corpo,<br />

nella sua esperienza di sposa e di madre.<br />

È la credente capace di cogliere nell'inconsueta<br />

vicenda del Figlio l'avvento di quella<br />

«pienezza del tempo» (Gal 4, 4 ), nella quale<br />

Dio, scegliendo le semplici vie dell'esistenza<br />

umana, ha deciso di coinvolgersi<br />

personalmente nell'opera della salvezza.<br />

La fede porta la Vergine Santissima a<br />

percorrere strade sconosciute ed imprevedibili,<br />

continuando a serbare tutto nel suo<br />

cuore, cioè nell'intimità del suo spirito,<br />

per rispondere con rinnovata adesione a<br />

Dio e al suo disegno di amore.<br />

6.A Lei rivolgiamo, all'inizio di questo<br />

nuovo anno, la nostra preghiera.<br />

Aiuta anche noi, o Maria, a ripensare<br />

sempre con spirito di fede la nostra esistenza.<br />

Aiutaci a saper salvaguardare spazi<br />

di silenzio e di contemplazione nella frenetica<br />

vita quotidiana. Fa' che siamo sempre<br />

protesi verso le esigenze della pace vera,<br />

dono del Natale di Cristo.<br />

A Te, in questo primo giorno del 2001,<br />

affidiamo le attese e le speranze dell'intera<br />

umanità: «Sotto la tua protezione troviamo<br />

rifugio, Santa Madre di Dio: non disprezzare<br />

le suppliche di noi che siamo<br />

nella prova e liberaci da ogni pericolo, o<br />

Vergine gloriosa e benedetta!» (Dalla Liturgia<br />

delle Ore).<br />

Vergine Madre di Dio, intercedi per noi<br />

presso il tuo Figlio, perché il suo volto risplenda<br />

sul cammino del nuovo millennio<br />

ed ogni uomo possa vivere nella giustizia e<br />

nella pace!<br />

Amen!<br />

“<br />

Rinnovo oggi ad ogni persona<br />

di buona volontà l'invito accorato<br />

a percorrere con fiducia e tenacia<br />

la via privilegiata del dialogo. Solo così<br />

le ricchezze specifiche, che caratterizzano<br />

la storia e la vita degli uomini<br />

e dei popoli, non andranno disperse<br />

-<br />

“<br />

”<br />

Maria, aiutaci a saper salvaguardare<br />

spazi di contemplazione nella frenetica<br />

vitaquotidiana. A Te, in questo primo giorno<br />

del 2001, affidiamo le attese e le speranze<br />

dell'intera umanità. Madre di Dio<br />

intercedi perché il volto di Dio risplenda<br />

sul cammino del nuovo millennio<br />

-<br />


.<br />

PAGINA<br />

10 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Martedì-Mercoledì 2-3 Gennaio 2001<br />

1° gennaio 2001:<br />

solennità di Maria Madre di Dio<br />

ANGELUS Il Papa esprime, con particolare intensità ed emozione, la sua vicinanza spirituale alle tribolate popolazioni della Terra Santa<br />

La pace è base essenziale<br />

per una fruttuosa convivenza tra tutti i popoli della terra<br />

Al termine della Concelebrazione Eucaristica<br />

il Papa ha guidato la recita dell'Angelus.<br />

Nell'occasione ha rivolto il<br />

suo pensiero alle tribolate popolazioni<br />

della Terra Santa, auspicando che quanto<br />

prima si possa raggiungere, proseguendo<br />

sulla via del dialogo, la «tanto<br />

desiderata pace».<br />

Queste sono le parole di Giovanni<br />

Paolo II:<br />

1.In questo giorno particolare,<br />

non possiamo non<br />

pensare alla Terra Santa, dove<br />

duemila anni fa gli Angeli<br />

proclamarono: «Gloria a Dio<br />

nell'alto dei cieli e pace in<br />

terra agli uomini che egli<br />

ama» (Lc 2, 14).<br />

Quest'anno, nel desiderio<br />

di essere ancor più vicino a<br />

quelle popolazioni, ho inviato<br />

il Signor Cardinale Roger<br />

Etchegaray come mio rappresentante<br />

a presiedere in quei<br />

luoghi sacri la celebrazione<br />

della Giornata Mondiale della<br />

Pace. Allo stesso tempo, egli<br />

consegnerà alle Autorità<br />

israeliane e palestinesi il mio<br />

Messaggio con l'invito a proseguire<br />

sulla via del dialogo<br />

per giungere alla tanto desiderata<br />

pace, base essenziale<br />

per una fruttuosa convivenza<br />

tra tutti i popoli della terra.<br />

Il tema del Messaggio —<br />

«Dialogo tra le culture per<br />

una civiltà dell'amore e della<br />

pace» — ben si armonizza<br />

con la scelta delle Nazioni<br />

Unite di proclamare il 2001<br />

«Anno internazionale del dialogo<br />

fra le civiltà».<br />

2.Carissimi Fratelli e Sorelle,<br />

il nostro impegno per il<br />

dialogo e per la pace è sorretto<br />

dall'intercessione di<br />

Maria, che oggi la liturgia<br />

celebra come «Madre di<br />

Dio». Nella sua vita terrena,<br />

Ella ha saputo imparare,<br />

dall'incontro con il suo Signore,<br />

a dialogare con i fratelli<br />

ed a porsi con prontezza<br />

al loro servizio.<br />

All'inizio dell'Anno 2001 ci<br />

rivolgiamo a Lei ed<br />

invochiamo la sua<br />

materna protezione,<br />

perché gli uomini di<br />

ogni lingua, popolo<br />

e nazione imparino<br />

a stimarsi ed a condividere<br />

le proprie<br />

ricchezze culturali<br />

per costruire insieme<br />

una nuova<br />

umanità.<br />

Giovanni Paolo II ha poi<br />

rivolto, in occasione dell'inizio<br />

del nuovo anno, particolari<br />

espressioni di saluto ai<br />

fedeli di varie parti del<br />

mondo. Questo è il saluto<br />

formulato al popolo italiano:<br />

3.In questa prospettiva,<br />

rivolgo al<br />

Popolo italiano ed<br />

al suo Presidente<br />

l'Onorevole Carlo<br />

Azeglio Ciampi, cordiali<br />

auguri di un<br />

felice Anno Nuovo.<br />

Che il Duemilauno sia per<br />

tutti un anno di autentico<br />

progresso nella concordia e<br />

nella libertà! Durante i mesi<br />

che verranno, possano continuare<br />

a manifestarsi i frutti<br />

del Grande Giubileo, portando<br />

ai singoli, alle famiglie,<br />

all'intera società gioia interiore,<br />

pace e benessere. Dio<br />

conceda a tutti l'abbondanza<br />

delle sue benedizioni!<br />

La gioia di una giovane coppia di sposi:<br />

«È il Capodanno più bello della nostra vita»<br />

«È il capodanno più bello della nostra vita». Il primo<br />

gennaio in Piazza San Pietro, insieme con migliaia<br />

di pellegrini, per partecipare alla solenne Concelebrazione<br />

Eucaristica presieduta da Giovanni Paolo II: è<br />

stato questo «il capodanno più bello» per Michele e<br />

Alessandra Mirabella, giovani coniugi di Meolo, in<br />

provincia di Venezia.<br />

«Rispetto a tutti i capodanni “mondani” che abbiamo<br />

vissuto — hanno detto — questo è senza dubbio il<br />

più ricco di valore: iniziare il nuovo anno e il nuovo<br />

millennio da qui, in Piazza San Pietro, dà nuova forza<br />

e nuova speranza alla nostra vita».<br />

Sono venuti apposta a Roma, Michele e Alessandra,<br />

per chiudere l'anno trascorso celebrando il Giubileo<br />

sulla tomba di Pietro: «Questo pellegrinaggio rappresenta<br />

per noi il coronamento di questi mesi giubilari<br />

vissuti intensamente nella nostra comunità parrocchiale;<br />

era doveroso venire qui a Roma dopo un intero anno<br />

di cammino giubilare, in cui la nostra fede si è arricchita<br />

di una dimensione più globale: ogni piccolo<br />

gesto compiuto quest'anno sembrava acquistare un<br />

valore universale».<br />

«Oggi — hanno continuato —, l'esperienza concreta<br />

del pellegrinaggio ci insegna che questo cammino non<br />

finisce, che siamo sempre in cammino, pronti a ricominciare<br />

ogni volta una vita nuova».<br />

Un capodanno diverso questo del 2001 anche per<br />

Maria e Antonio Papagno, due coniugi anche loro, ma<br />

più anziani, seduti lunedì mattina nelle prime file davanti<br />

al Sagrato della Basilica Vaticana: «Un capodanno<br />

di preghiera anziché di chiasso».<br />

VenivanodaBresciai due coniugi, col desiderio vivo<br />

di «pregare il Signore per noi e per la nostra associazione,<br />

perchémantengasemprelasuaimprontaeil suo<br />

spirito religioso». La moglie infatti, Maria Guarneri, è<br />

la segretariadell'«UnioneLibereCasalinghe»diBrescia,<br />

associazione legata alle Suore Ancelle della Carità.<br />

Ma è un pellegrinaggio soprattutto «privato» quello<br />

che sono venuti a compiere i due coniugi bresciani,<br />

per iniziare il nuovo anno e il nuovo millennio in spirito<br />

autentico di fede: «Essere qui a Roma il primo<br />

dell'anno — hanno detto — è una gioia per noi così<br />

grande che supera qualsiasi festa, allegria o felicità di<br />

tipo materiale».<br />

Il primo gennaio la Chiesa ha celebrato la Solennità<br />

di Maria Santissima Madre di Dio e, insieme, la<br />

XXXIV Giornata Mondiale della Pace. In Piazza San<br />

Pietro, tra le migliaia di pellegrini, c'era un gruppo di<br />

ragazzi della Comunità Papa Giovanni XXIII, da anni<br />

impegnata nella promozione della pace, della giustizia<br />

e della cultura della non-violenza.<br />

«Questo è un giorno di speranza — ha detto Giovanni<br />

Grandi, 29 anni, che è obiettore di coscienza —.<br />

La ricorrenza di oggi è un segno importante di speranza<br />

per noi personalmente e per il mondo intero».<br />

«Il Grande Giubileo — ha aggiunto — ha fatto scoprire<br />

a noi cristiani l'urgenza e il bisogno di liberazione<br />

che c'è nel mondo, ha mostrato l'ingiustizia creata<br />

dalla ricchezza e dalla violenza. Ma l'Anno Santo ha<br />

anche rinsaldato la nostra identità di cristiani, ci ha<br />

fatto incontrare come Chiesa, ha rilanciato l'idea che<br />

noi siamo e dobbiamo essere un popolo. E proprio come<br />

popolo siamo invitati oggi ad affrontare la questione<br />

della pace, a non attendere nella passività o nell'indifferenza,<br />

ma ad agire da operatori di pace, da uomini<br />

capaci di dare speranza al mondo, soprattutto ai<br />

poveri, agli oppressi, alle vittime delle ingiustizie e delle<br />

violenze».<br />

L'orizzonte della pace non è solo quello planetario,<br />

quello mondiale, ma anche quello più piccolo, e non<br />

meno importante, della famiglia. E l'anno duemila ha<br />

visto celebrare ad ogni livello, in ogni ambito, il Giubileo<br />

della pace e del perdono.<br />

«È stato un anno vissuto all'insegna della riconciliazione»,<br />

ha assicurato un pellegrino messicano, Nicolas<br />

Zarzar, di Torreon, venuto a Roma per il Giubileo,<br />

con la moglie Libertad. Non solo lunedì mattina, il 1°<br />

gennaio, ma anche domenica sera, 31 dicembre, nonché<br />

la notte del 24 scorso, i coniugi Zarzar sono stati<br />

presenti in Piazza San Pietro, «per non sprecare nemmeno<br />

un giorno» della loro presenza a Roma, nella<br />

«capitale religiosa del mondo».<br />

«Non solo con il Signore ci siamo riconciliati — ha<br />

raccontato Nicolas —, ma anche con le persone della<br />

nostra famiglia, con le quali avevamo avuto non pochi<br />

problemi e difficoltà. L'indulgenza plenaria, la misericordia<br />

che riceviamo dalla Chiesa ci porta ad un cambio<br />

di mentalità, di vita, di modo di essere; ci porta ad<br />

essere noi stessi misericordiosi e pronti al perdono e<br />

alla riconciliazione. Siamo chiamati ad agire in prima<br />

persona come operatori di pace e di giustizia, ma a<br />

partire dalle nostre piccole o grandi realtà, dall'ambito<br />

della famiglia, degli amici e del lavoro».<br />

ALESSANDRO IAPINO<br />

Ai pellegrini di lingua francese, il Santo<br />

Padre ha detto:<br />

En ce premier jour de l'année,<br />

je vous adresse un salut<br />

affectueux, à vous pèlerins<br />

de langue française. Je vous<br />

Ländern deutscher Sprache.<br />

Am heutigen ersten Tag des<br />

neuen Jahres wünsche ich<br />

Euch Gottes Segen und Beistand<br />

für Euren Lebensweg<br />

im dritten Jahrtausend. Gerne<br />

erteile ich Euch und Euren<br />

Lieben daheim den Apostolischen<br />

Segen.<br />

Ai fedeli di lingua spagnola Giovanni<br />

Paolo II ha detto:<br />

Saludo con afecto a los peregrinos<br />

de lengua española.<br />

En la nueva época que comienza,<br />

os invito a mantener<br />

viva la llama de la fe en vuestros<br />

corazones, en vuestras<br />

familias y en vuestros pueblos,<br />

para que Cristo sea<br />

fuente de paz y esperanza de<br />

la humanidad. A todos os deseo<br />

un nuevo año lleno de<br />

las Bendiciones del Señor.<br />

Nel salutare i pellegrini di lingua portoghese,<br />

il Santo Padre ha detto:<br />

A todos os povos e nações<br />

de língua portuguesa, aos<br />

seus lares e comunidades,<br />

aos seus governantes e instituições,<br />

desejo a paz do Céu<br />

que hoje vemos reclinada<br />

nos braços da Virgem Mãe.<br />

Feliz Ano Novo!<br />

Ai fedeli polacchi Giovanni Paolo II si<br />

è così rivolto:<br />

Serdecznie pozdrawiam<br />

pielgrzymów z Polski i<br />

wszystkich moich Rodaków<br />

w Kraju i na świecie.<br />

Wszystkim życzę, aby rozpoczynający<br />

się rok był obfity w<br />

łaski Boże, pełen szczęścia i<br />

pokoju. Niech Bóg wam<br />

błogosławi!<br />

Questa è una traduzione italiana delle<br />

parole del Papa:<br />

Saluto cordialmente i pellegrini<br />

della Polonia e tutti i<br />

connazionali nel Paese e all'estero.<br />

A tutti auguro che l'anno<br />

che inizia sia abbondante<br />

nelle grazie di Dio, pieno di<br />

felicità e di pace. Dio vi benedica!<br />

Continuerà ad essere aperto il cuore<br />

dei pellegrini che hanno varcato la Porta Santa<br />

Quando la capitale era ancora immersa nel<br />

sonno, migliaia di pellegrini hanno raggiunto<br />

Piazza San Pietro per partecipare, lunedì<br />

mattina, alla Santa Messa per la Solennità di<br />

Maria Santissima Madre di Dio celebrata dal<br />

Santo Padre. È cominciato così il nuovo anno<br />

che apre il primo secolo di un millennio carico<br />

di speranze e di progetti per l'opera di<br />

evangelizzazione.<br />

A salutare in modo davvero singolare l'inizio<br />

di questa nuova epoca sono stati quattro<br />

amici della provincia di Bergamo venuti a<br />

piedi da Assisi fino a Roma, in tempo per ricevere<br />

la Benedizione Apostolica del Papa la<br />

notte di Capodanno e pregare per la pace nel<br />

mondo il giorno dopo.<br />

«Il giorno di Natale abbiamo salutato le nostre<br />

famiglie e poi abbiamo raggiunto Assisi,<br />

la città simbolo della pace, per cominciare il<br />

nostro lungo cammino pregando sulla tomba<br />

di s. Francesco — ha spiegato Fiorenzo Savoldelli,<br />

di Cerete —. In sei giorni abbiamo<br />

percorso circa 200 km sulla strada che porta<br />

a Roma, ritrovando noi stessi e ricuperando<br />

certi valori che la vita frenetica di tutti i giorni<br />

porta a dimenticare. Per una volta nella<br />

nostra vita abbiamo trascorso un Capodanno<br />

decisamente diverso: gli anni passati abbiamo<br />

sempre organizzato delle feste particolari per<br />

l'ultimo dell'anno da trascorrere con gli amici,<br />

ma questa volta la festa più grande l'abbiamo<br />

vissuta qui, accanto al Santo Padre,<br />

con la gioia di aver compiuto un cammino<br />

che rappresenta un po' il nostro sacrificio da<br />

offrire in dono al Bambino Gesù nato duemila<br />

anni fa».<br />

Nonostante le difficili condizioni climatiche,<br />

il gruppo bergamasco è riuscito a portare<br />

avanti il progetto di un'esperienza vissuta<br />

nella fede e nella speranza di poter celebrare<br />

il Giubileo all'alba del nuovo millennio. «Oggi<br />

preghiamo assieme al Papa per la pace nel<br />

mondo — ha detto Emanuela Rodigari, di<br />

Oneta — . In questi giorni di cammino abbiamo<br />

incontrato tanta gente e ricevuto un'accoglienza<br />

davvero straordinaria. Incontrarsi,<br />

confie, vous-mêmes<br />

et vos familles à<br />

l'intercession de la<br />

Vierge Marie, la Mère<br />

de Dieu. Qu'elle<br />

guide vos pas chaque<br />

jour et vous aide<br />

à découvrir le visage<br />

de son divin<br />

Fils, notre Sauveur,<br />

qui donne le sens<br />

véritable de l'histoire!<br />

Così il Papa si è rivolto ai<br />

fedeli di lingua inglese:<br />

At the beginning<br />

of this New Year, I<br />

extend my warmest<br />

greetings to the English-speakingpilgrims<br />

and visitors.<br />

May this be a time<br />

in which the spiritual<br />

fruits of the Jubilee<br />

will continue<br />

to bring joy and<br />

peace to many<br />

hearts. God bless you all!<br />

Queste sono le parole rivolte ai pellegrini<br />

di lingua tedesca:<br />

Herzlich begrüße ich alle<br />

Pilger und Besucher aus den<br />

dialogare con il prossimo, è l'inizio per trovare<br />

pace e può essere un aiuto per riconoscere<br />

Cristo in chi ha bisogno del tuo sostegno, di<br />

una tua preghiera. Durante il viaggio abbiamo<br />

dedicato le nostre preghiere a chi ne aveva<br />

più bisogno, a chi vive nella solitudine,<br />

nella depressione, a chi si trova in pericolo di<br />

vita anche solo per professare la propria fede.<br />

In un clima di gioia come quello che si respira<br />

nel periodo natalizio è necessario pensare<br />

anche a chi soffre».<br />

A compiere i primi passi nel nuovo millennio<br />

partecipando alla solenne celebrazione in<br />

Piazza San Pietro è stata anche una delegazione<br />

croata di 50 persone, tra cui diversi ragazzi<br />

del movimento eucaristico giovanile che<br />

hanno posto sul sagrato della Basilica Vaticana<br />

la croce portata a Roma dai giovani croati<br />

in occasione della Giornata Mondiale della<br />

Gioventù. «Questa croce, simbolo della fede<br />

del popolo croato, è rimasta a Roma fino a<br />

oggi, quando il Papa la benedirà — ha spiegato<br />

P. Bozidar Nagy — . La notte di Capodanno<br />

è stata portata in Piazza San Pietro<br />

perché divenisse il simbolo del passaggio dal<br />

secondo al terzo millennio, rappresentasse il<br />

passato e il futuro della cristianità del popolo<br />

croato. Insieme con la croce abbiamo portato<br />

un cero, simbolo del lume della fede cattolica,<br />

che il membro più anziano del nostro<br />

gruppo ha passato al più giovane, nel segno<br />

della continuità della fede cristiana nel nostro<br />

Paese. Oggi, dopo la benedizione del Santo<br />

Padre, porteremo la croce di nuovo in Croazia<br />

dove, di volta in volta, sarà portata per le<br />

varie comunità dei giovani. Da questo pellegrinaggio<br />

torniamo a casa portando con noi<br />

l'impegno di conservare e rafforzare la fede<br />

cattolica e di trasmettere i frutti spirituali raccolti<br />

durante quest'anno giubilare per il futuro<br />

della nostra Chiesa».<br />

A poche ore di distanza dall'ultima volta<br />

che sono stati in Piazza San Pietro, numerosi<br />

fedeli della famiglia dei Legionari di Cristo vi<br />

hanno fatto ritorno per vivere l'evento che<br />

apre il terzo millennio. Infatti, dopo aver ve-<br />

gliato la notte insieme con il Papa, migliaia di<br />

giovani giunti da tutto il mondo hanno nuovamente<br />

raggiunto il suolo petrino per iniziare<br />

il nuovo anno pregando per la pace e per<br />

il futuro dell'umanità intera. «Abbiamo chiuso<br />

il secondo millennio con il Papa e ora desideriamo<br />

cominciarne uno nuovo rimanendo<br />

accanto a lui — ha detto Teresa Salinas, venuta<br />

da Monterrey, Messico — . Portiamo<br />

nel cuore tanti motivi per ringraziare il Signore<br />

in questi ultimi giorni del Giubileo, e<br />

uno tra questi è quello di averci donato Giovanni<br />

Paolo II come guida della Chiesa. Lui<br />

ci ha introdotto nel Terzo Millennio con parole<br />

di speranza e di incoraggiamento e oggi<br />

continua a farlo parlando di amore e di pace<br />

fra tutti i popoli».<br />

Alla solenne celebrazione del primo gennaio<br />

hanno partecipato anche diverse comunità<br />

parrocchiali, tra cui quella della Chiesa<br />

di s. Semplicio, in Olbia (Sassari). «Questo<br />

nostro pellegrinaggio di fine Giubileo e di inizio<br />

di nuovo millennio è accompagnato dal<br />

desiderio di pregare per l'unità dei cristiani e<br />

per il dialogo tra i popoli di cultura e religione<br />

diverse — ha spiegato Simon Pietro Columbano<br />

— . Questa sera ci imbarchiamo per<br />

tornare a casa e con noi porteremo il proposito<br />

di mantenere le promesse fatte attraversando<br />

la Porta Santa della Basilica Vaticana».<br />

Nella Piazza gremita di fedeli c'era anche<br />

chi vive singolarmente l'esperienza del pellegrinaggio<br />

di fine Giubileo, come la Dott.ssa<br />

Patricia Gangi, arrivata dall'Arizona. «Sono<br />

venuta proprio in questo periodo per poter<br />

essere presente alle ultime grandi manifestazioni<br />

liturgiche di questo Anno Santo — ha<br />

spiegato — . Questo momento rappresenta<br />

una nuova primavera per la Chiesa cattolica;<br />

fra pochi giorni il Papa chiuderà la Porta<br />

Santa, ma continuerà ad essere aperto il cuore<br />

di tutti i pellegrini che l'hanno attraversata».<br />

ELISABETTA ANGELUCCI


.<br />

PAGINA<br />

11 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Martedì-Mercoledì 2-3 Gennaio 2001<br />

Nel clima natalizio e a coronamento<br />

dell'Anno Santo 2000 è stata celebrata a<br />

Fermo, nell'antica chiesa di s. Caterina, la<br />

Santa Messa presieduta dall'Arcivescovo<br />

Mons. Benito Gennaro Franceschetti, alla<br />

quale hanno partecipato i giovani dell'Istituto<br />

Scolastico Comprensivo «Da Vinci-Ungaretti».<br />

«Che i giorni di riposo siano un<br />

invito alla riflessione sul Mistero dell'Incarnazione<br />

— ha sottolineato l'Arcivescovo<br />

— e voi ragazzi siate fiaccole, punti-luce<br />

per le vostre famiglie. Ricordatevi che i<br />

GERUSALEMME Il Card. Etchegaray per la Giornata Mondiale della Pace<br />

Il ruolo insostituibile della preghiera<br />

per il dono della pace tra i popoli<br />

nostro servizio<br />

GERUSALEMME, 2.<br />

Il Cardinale Roger Etchegaray, inviato<br />

speciale di Giovanni Paolo II, conclude<br />

con un ramoscello di olivo nelle<br />

mani la Messa solenne nella Giornata<br />

mondiale della pace, e annuncia che lo<br />

porterà proprio a lui come auspicio di<br />

pace e di riconciliazione fra israeliani e<br />

palestinesi. Glielo ha presentato un fedele<br />

all'offertorio e lo trattiene accanto<br />

al pastorale mentre impartisce la benedizione<br />

a nome del Santo Padre. E poi<br />

anticipa che fra una ventina di minuti,<br />

quando a Roma sarà mezzogiorno, cioè<br />

all'Angelus, il Papa avrà un altro pensiero<br />

per questa Terra Santa che tanto<br />

è al centro delle sue preoccupazioni e<br />

preghiere. La Concattedrale latina si<br />

anima all'improvviso: religiosi e fedeli<br />

che la gremiscono, improvvisano una<br />

calorosa manifestazione di affetto al<br />

Cardinale, gli sfileranno dinanzi per un<br />

saluto in un salone del Patriarcato,<br />

molti gli saranno presentati dal Patriarca<br />

Michel Sabbah o dal Delegato Apostolico<br />

per Gerusalemme e la Palestina<br />

Pietro Sambi che gli sono stati accanto<br />

anche all'altare: qualcuno gli ricorda<br />

di averlo visto qui lo scorso marzo, vicino<br />

al Papa pellegrino.<br />

Tutti si sentono confortati, il Cardinale<br />

alla fine dell'omelia ha detto: «Coraggio,<br />

non siete soli». C'è chi si è commosso<br />

al suo saluto della pace detto in<br />

ebraico «Shalom» e in arabo «Salam».<br />

E che si è rallegrato nel sentirsi assicurare<br />

che «questa terra è anche la vostra,<br />

avete il diritto di viverci e di lavorare<br />

per la pace». Qualcuno cerca di recuperare<br />

una copia del testo del suo discorso,<br />

così incisivo e così lirico insieme<br />

specie quando è penetrato nel significato<br />

della pace cristiana, nel valore di<br />

Gerusalemme per tutti i credenti, nei<br />

compiti delle Chiese del Vicino Oriente<br />

in questo momento storico.<br />

Ad ascoltarlo ci sono stati anche rappresentanti<br />

delle altre Chiese cattoliche<br />

di Terra Santa, fra cui i Vescovi armeno<br />

André Bedoglouyan e siriano Pierre<br />

Abdel-Ahad e tutti i rappresentanti delle<br />

Chiese di Gerusalemme, ortodosse,<br />

orientali e protestanti, con il patriarca<br />

armeno Torkom Manoogian, gli Arcivescovi<br />

etiopico Gabriel e siriano Swerius<br />

Malki Murad, i rappresentanti greco,<br />

copto, anglicano e luterano. Più di ottanta<br />

i concelebranti dell'Eucaristia, oltre<br />

al patriarca e al Delegato Apostolico,<br />

che è anche Nunzio per Israele, due<br />

ausiliari del Patriarca cioè i Vescovi<br />

Kamal-Hanna Batish e Giacinto Boulos<br />

Marcuzzo e il suo vicario per la comunità<br />

di espressione ebraica; l'abate<br />

Jean-Baptiste Gourion Osb-Oliv., il Custode<br />

francescano di Terra Santa padre<br />

Giovanni Battistelli Ofm; tre Vescovi<br />

pellegrini, due francesi, Claude Dagens<br />

di Angoulême e Philippe Barbarin di<br />

Moulins, e uno svizzero, l'ausiliare di<br />

Losanna-Ginevra-Friburgo Pierre Bürcher;<br />

e fra i sacerdoti parecchi frati minori<br />

e superiori di congregazioni religiose<br />

operanti in Terra Santa. La Corale<br />

della parrocchia di san Salvatore,<br />

che il Cardinale ha pubblicamente<br />

complimentato, ha eseguito la «Missa<br />

Mater Misericordiae» di padre Armando<br />

Pierucci Ofm, con l'autore all'organo.<br />

«Se il Papa mi ha voluto inviare tra<br />

voi è perché, qui più che altrove e oggi<br />

più che mai, la pace è un'aspirazione<br />

pressante che rende la preghiera pure<br />

pressante», dice il Cardinale che, allargato<br />

lo sguardo sugli «anni di angoscia<br />

che state vivendo» (rileva che «negli ultimi<br />

tempi hanno raggiunto il loro parossismo<br />

di esasperazione»), perviene<br />

alla conclusione che «pregare per la<br />

pance nel Vicino Oriente è il test più sicuro<br />

e più arduo insieme per prendere<br />

sul serio la preghiera e la pace, l'una<br />

con l'altra, l'una per l'altra... In questa<br />

terra di Cristo ove la pace e la preghiera<br />

hanno il significato più espressivo e<br />

radici profonde» si scopre che «sono vitalmente<br />

legate l'una all'altra».<br />

E un'altra immagine poetica e realistica<br />

insieme: «è come la rugiada la pace<br />

feconda che attende questa terra<br />

straordinaria dove però tutte le contraddizioni<br />

che lacerano il mondo vi<br />

trovano espressione e simbolo». Pace<br />

per Gerusalemme, città «unica e universale<br />

che riassume il destino dell'umanità:<br />

facile cantarla — dice — con<br />

l'arpa di Davide, difficile cogliere quel<br />

che è della sua complessità e della pienezza<br />

della sua vocazione... Meglio<br />

comprendere il senso della sua appartenenza<br />

alle tre famiglie uscite da Abramo,<br />

ciascuna vi si ritrova a titoli diversi<br />

ma egualmente inviolabili. Tutti si<br />

richiamiano ad essa, ma nessuno la<br />

può reclamare escludendo le altre. Non<br />

è un luogo che si possiede ma un luogo<br />

che ci possiede nella leale dipendenza<br />

da Dio».<br />

Certamente, prosegue il Card. Etchegaray,<br />

la pace nel Vicino Oriente non<br />

può essere differente di quella che si<br />

cerca in altre parti del mondo, intrisa<br />

com'è di giustizia e di fraternità, di rispetto<br />

reciproco dei diritti di ciascun<br />

popolo e dello spirito di fiduciosa cooperazione<br />

tra i popoli; ma qui le ragioni<br />

di pace — sottolinea — si rivelano<br />

più pregnanti, perché nutrite della visione<br />

profetica, messianica di Isaia (9,<br />

1-6 evocata nella prima lettura della<br />

Messa) che deve sostenere ogni ascesa<br />

verso la pace». «Perché nulla — altra<br />

bella riflessione — è meno utopico di<br />

una profezia e nello stesso tempo nulla<br />

è più concreto, ci impegna a vivere<br />

qualcosa come un'anticipazione del regno<br />

di beatitudini che ci è promesso».<br />

E ancora: «su questa terra di profeti,<br />

chi cerca la pace dev'essere un profeta,<br />

un pioniere lucido e intrepido nella sua<br />

marcia incessante verso la pace».<br />

Delineato così questo cammino «insostituibile»,<br />

alimentato dalla preghiera,<br />

ecco un altro orizzonte di meditazione:<br />

il senso del Giubileo, ricorda, è<br />

«Dio venuto ad abitare fra noi per dare<br />

un nuovo slancio alla pace sulla terra»...<br />

«la pace di Cristo ci rivela le vere<br />

radici della pace, ricordandoci la necessità<br />

di lottare contro il male che è in<br />

noi stessi»... «la nostra forza sta nel sapere<br />

non solo che Cristo ci dà la pace,<br />

ma che è lui stesso la pace». Al centro<br />

dell'omelia si staglia a questo punto<br />

«Cristo che distrugge il muro dell'odio e<br />

attraverso la sua croce, nella propria<br />

carne, fa di due fratelli nemici un solo<br />

uomo nuovo».<br />

Poi lo sguardo si volge al recente pellegrinaggio<br />

di Giovanni Paolo II in Terra<br />

Santa, al suo «tracciato luminoso di<br />

gesti profetici, semplici per verità e coraggio»;<br />

ripercorrere i suoi incontri con<br />

la disperazione palestinese nel campo<br />

profughi di Deheishe e con il dolore degli<br />

ebrei al memoriale della Shoah, a<br />

Yad Vashem; immagina la sovrapposizione<br />

su un fondale, come nella tecnica<br />

cinematografica, della Spianata delle<br />

moschee, del Muro del pianto e del<br />

Santo Sepolcro. E in questo «excursus»<br />

dice che il Santo Padre ha potuto «accostare<br />

il Sinai e le Beatitudini» per affidare<br />

ai giovani sulle rive del lago di<br />

Galilea «il segreto della vera pace che è<br />

racchiuso nelle due vette; e chiamarli a<br />

essere «pietre vive per edificare la civiltà<br />

dell'amore e per ricostituire l'unità<br />

originaria della famiglia umana, la cui<br />

sorgente è Dio Padre, Figlio e Spirito<br />

Santo».<br />

Quindi il richiamo alla responsabilità<br />

per la pace della Chiesa nel Vicino<br />

Oriente: «la sua missione primaria, il<br />

suo carisma che supera ogni sorta di<br />

strategia, è di essere educatrice di coscienze,<br />

come una madre dolce e attenta<br />

verso tutti i suoi figli». Ricorre qui al<br />

Cardinale un'altra immagine, quella<br />

della tela di Penelope e dice che «il minimo<br />

strappo alla tunica della pace rischia<br />

di far scricchiolare tutto sotto la<br />

spinta degli estremismi più violenti e<br />

ciechi». Aggiunge: «Nessuna pace definitiva<br />

da accordi tiene se non è accompagnata<br />

dalla pace degli animi e da<br />

quella dei cuori. La pace non ha bisogno<br />

solo di esperti, è pure nelle mani di<br />

noi tutti, passa attraverso mille piccoli<br />

gesti della vita di ogni giorno. Con il<br />

nostro modo di vivere con gli altri, facciamo<br />

infatti una scelta a favore o contro<br />

la pace». E formula un appello:<br />

«Cristiani di Terra Santa, Chiese del Vicino<br />

Oriente in questa ora cruciale siete<br />

più che mai necessari per un avvenire<br />

pacifico del vostro paese. Rafforzate<br />

la vostra testimonianza di unità, di comunione<br />

fraterna, per resistere così a<br />

tutte le tentazioni e alle minacce di lasciare<br />

una terra... che è anche vostra,<br />

dove avete il diritto di vivere e il dovere<br />

di lavorare per la pace».<br />

L'ultima meditazione, nella solennità<br />

liturgica di Maria Santissima Madre di<br />

Dio, si sostanzia di citazioni, quella del<br />

Papa che a Nazareth presenta Maria<br />

come «la più autentica dei figli di Abramo»,<br />

quella di sant'Agostino: «Dio scelse<br />

la madre che aveva creato, creò la<br />

madre che aveva scelto»; si immerge<br />

nel mistero dell'Incarnazione celebrato<br />

nell'anno del Giubileo, si libera alla visione<br />

della speranza, perché Maria sosterrà<br />

«tutti coloro che senza scoraggiarsi<br />

cercano di rifare nel suo paese<br />

natale un'oasi di giustizia e di pace».<br />

GRAZIANO MOTTA<br />

Fermo: l'Arcivescovo incontra gli studenti in occasione del Natale<br />

regali non contano nulla: basta un sorriso<br />

per vivere bene il Natale. Porterete la vostra<br />

testimonianza gioiosa a casa, con i<br />

genitori, gli amici. So che è difficile, ma il<br />

Vescovo affida a voi questo mandato: sarete<br />

gli educatori, convertirete il mondo».<br />

L'Istituto Scolastico si è distinto per aver<br />

organizzato un originale pellegrinaggio<br />

giubilare nel mese di maggio, al quale<br />

hanno partecipato sia i ragazzi che i loro<br />

insegnanti. La particolarità sta nel fatto<br />

che si è svolto a piedi, da Fermo nelle<br />

Marche fino a Roma. Durante l'Anno Santo<br />

questi studenti hanno messo da parte,<br />

su invito dei loro insegnanti, i loro risparmi<br />

per farne dono, a Natale, ai coetanei<br />

poveri di una diocesi dell'Africa. «Stiamo<br />

distruggendo questo mondo che Tu ci hai<br />

donato — ha proclamato un alunno —<br />

aiutaci a rimediare, Signore Gesù». Nella<br />

sede centrale dell'Istituto scolastico comprensivo<br />

è stato allestito dagli studenti un<br />

singolare Presepe: a forma di un enorme<br />

«uovo cosmico», di lamiera argentata:<br />

sembra un'astronave che si spacca per<br />

lasciar nascere un piccolo Presepe tradizionale,<br />

con tanto di capanna e muschio.<br />

Quasi a dire che nel Terzo Millennio ci<br />

sarà sì la modernità, ma dentro l'involucro,<br />

nel «nucleo» resta il Santo Volto di<br />

Dio fatto uomo, nato a Betlemme.<br />

SUSANNA FAVIANI<br />

3 gennaio, memoria liturgica di santa Genoveffa<br />

Una vergine che si è fatta<br />

carità per il popolo di Dio<br />

COSMO FRANCESCO RUPPI<br />

Arcivescovo di Lecce<br />

Una santa popolare non solo in<br />

Francia, in Svizzera e in altre parti<br />

d'Europa, ma avvolta nelle nebbie della<br />

incertezza storica e della tradizione,<br />

è Genoveffa, nata verso il 420 a Occidente<br />

di Parigi e divenuta ben presto<br />

l'emblema della Gallia e dei nuovi popoli<br />

da essa conquistati.<br />

La vita di questa santa è al limite<br />

tra storia e leggenda, ma non mancano<br />

gli elementi di certezza che gli storici<br />

hanno sceverato con molta attenzione,<br />

cercando di cogliere i nuclei di<br />

verità, avvolti tra la tradizione e il<br />

senso popolare. Di certo consacrò la<br />

sua vita al Signore nelle mani del Vescovo<br />

Vilicus di Bourges e fu, a nostro<br />

sommesso avviso, l'anticipo di<br />

quell'Ordo Virginum che si sta lentamente<br />

propagando nella Chiesa di oggi:<br />

fu, infatti, una vergine consacrata<br />

nel mondo e a servizio dei poveri,<br />

senza appartenere ad una famiglia religiosa<br />

vera e propria.<br />

Una grande eroina<br />

Nella vita di questa santa, c'è un<br />

momenti in cui essa balza all'attenzione<br />

della gente ed è durante l'invasione<br />

di Attila, allorquando essa diventa il<br />

fulcro della resistenza, invitando tutti,<br />

uomini e donne a fermare la barbarie.<br />

Santa Genoveffa passa così alla storia<br />

come colei che infiamma Parigi alla<br />

resistenza, incoraggiando gli uomini a<br />

resistere e radunando le donne nel<br />

battistero per pregare intensamente e<br />

sostenere i mariti in trincea.<br />

Non tutti, però, compresero e condivisero<br />

la sua azione e il suo coraggio,<br />

anzi non mancarono di quelli che<br />

videro in lei legami occulti col potere<br />

germanico, ma un inviato del Vescovo<br />

tranquillizzò la gente sulla rettitudine<br />

di Genoveffa e sulla sua fedeltà alla<br />

Chiesa e al popolo francese.<br />

Una sintesi della grande storia lateranense dotata di apparato critico<br />

Una guida storico-bibliografica<br />

della Costantiniana Arcibasilica in Laterano<br />

«Costantiniana Arcibasilica in Laterano.<br />

Guida storico-bibliografica»: è il<br />

titolo del libro edito da «Laterano 2000»<br />

(pp. 224, s.i.p.) scritto dal prof. Annibale<br />

Ilari. Pubblichiamo la presentazione<br />

del Card. Camillo Ruini, Arciprete della<br />

Basilica, Vicario Generale di Sua<br />

Santità per la Diocesi di Roma:<br />

Il Santo Padre Giovanni Paolo II ha<br />

emanato il 23 maggio 1999 il chirografo<br />

Sacra liturgia per adeguare gli statuti<br />

del capitolo canonicale e del clero della<br />

Ecclesia Lateranensis (Ioannes Paulus<br />

PP. II, Statuta capituli patriarchalis archibasilicae<br />

Ss.mi Salvatoris ac Ss.<br />

Ioannis Baptistae et Ioannis Evangelistae<br />

ad Lateranum Romanae Ecclesiae<br />

cathedralis, Civitas Vaticana, [Typis Vaticanis<br />

impressa], XXIII Mai<br />

MCMXCIX) alle direttive del Concilio<br />

Ecumenico Vaticano II ed alla legislazione<br />

del nuovo Codice di Diritto Canonico,<br />

a motivo dell'arrivo del terzo millennio<br />

del cristianesimo e, soprattutto, della<br />

concessione dell'indulgenza centenaria<br />

nell'ultimo anno del secolo XX. Il<br />

Santo Padre dichiara che questo suo intervento<br />

— operato pure nei confronti<br />

delle altre Patriarcali Basiliche romane<br />

— sul mantenimento e, per quanto possibile,<br />

sull'accrescimento dello splendore<br />

del culto divino, è insito nell'esercizio<br />

del suo magistero dato che la sacra liturgia<br />

è la fonte del culto e contribuisce<br />

all'istruzione religiosa dei fedeli.<br />

La liturgia, intesa quale istruzione religiosa<br />

per i fedeli, si avvale anche dell'arte<br />

negli edifici sacri tanto che il Santo<br />

Padre si richiama alle origini civili ed<br />

ecclesiastiche della Sacrosancta Patriarchalis<br />

Laterarensis Archibasilica rammentando<br />

che fu costruita ed arredata<br />

dall'imperatore romano Costantino il<br />

Grande (307-337) — con il quale si concluse<br />

il lungo cammino del christianum<br />

esse non licet — e che fu dedicata dal<br />

sommo pontefice san Silvestro I al<br />

Ss.mo Salvatore (18 novembre 324). Il<br />

Santo Padre, a prova della validità mai<br />

cessata della funzione assunta dalla Sacrosanta<br />

Patriarcale Arcibasilica, ha ricordato<br />

le cure prodigatele dai suoi successori<br />

in quanto Cattedrale del Romano<br />

Pontefice. Scriveva, infatti, Giovanni<br />

Diacono, canonico lateranense della metà<br />

del secolo XII, che la storia della Cattedrale<br />

Romana si identifica con la missione<br />

profetica del Vicario di Cristo per<br />

essere madre e capo di tutte le chiese<br />

della terra, erede del glorioso Impero<br />

Romano, luogo di riferimento degli ambasciatori<br />

e dei cristiani che vi convengono<br />

per chiedere a Gesù Cristo, il Figlio<br />

di Dio, la pace per l'intera Chiesa.<br />

Aggiunge inoltre Giovanni Diacono che<br />

l'Arcibasilica, essendo aperta giorno e<br />

notte per dare asilo ai fuggitivi, merita<br />

l'appellativo di Tempio della Misericordia<br />

(Giovanni Diacono, Descriptio Lateranensis<br />

ecclesiae, in R. Valentini-G.<br />

Zucchetti, «Codice topografico della città<br />

di Roma», III, Roma 1946, p. 334:<br />

«Dicitur etiam templium misericordiae<br />

quia, ut usque hodie cernitur, cum multos<br />

aditus habuerit, nullis die vel nocte<br />

claudebatur nisi tapetibus, ut quasi alterum<br />

asilum semper pateret obnoxiis omnibus<br />

quatinus amplius non punirentur<br />

a legibus saecularibus»): un titolo arte<br />

litteram per la decretale Antiquorum<br />

habet del primo giubileo indetto da Bonifacio<br />

VIII.<br />

Uno dei modi di provvedere all'istruzione<br />

dei fedeli è stato, e non è mai cessato<br />

di esserlo, quello dell'utilizzo delle<br />

arti figurative allo scopo di far conoscere<br />

al popolo le verità di fede, gli insegnamenti<br />

evangelici, il culto della Madre<br />

di Dio, la venerazione dei martiri e dei<br />

santi. Non è forse la Biblia pauperum il<br />

susseguirsi di affreschi absidali e parieta-<br />

Dal Giubileo del 2000<br />

l'impegno per un mondo migliore<br />

«Dal Giubileo del 2000 il mio impegno per un mondo migliore»: è questo il<br />

tema del ventisettesimo concorso nazionale della bontà dedicato alla memoria<br />

di Andrea Alfano D'Andrea.<br />

Il Concorso è promosso dall'Arciconfraternita S. Antonio di Padova, con il<br />

Patrocinio della Conferenza Episcopale Italiana e del Comitato per il Grande<br />

Giubileo del 2000, nell'«intento di offrire un contributo alla crescita cristiana<br />

dei giovani».<br />

Al concorso possono partecipare tutti gli alunni delle scuole elementari,<br />

medie e superiori di lingua italiana residenti in Italia e all'estero. Il tema, frutto<br />

di impegno personale, dovrà pervenire entro il 31 gennaio 2001 all'Arciconfraternita<br />

di S. Antonio, piazza del Santo, 11 - 35123 Padova (c. z.)<br />

li nelle chiese sugli episodi del Vecchio e<br />

del nuovo Testamento? A questo compito<br />

è stata votata la Cattedrale del Romano<br />

Pontefice che ha chiamato grandi<br />

pittori, scultori ed architetti. Dai mosaicisti<br />

dell'abside, ai maestri Vassalletto,<br />

Cimabue, Giotto, Gentile da Fabriano,<br />

Giacomo della Porta, il Cavalier d'Arpino,<br />

Borromini e tanti e tanti altri di non<br />

minor valore è stata affrescata la Biblia<br />

pauperum Lateranensis. Gli incendi, le<br />

devastazioni, gli assedi, i saccheggi, i<br />

passaggi di milizie, le spogliazioni succedutisi<br />

nel corso dei suoi 1700 anni non<br />

hanno fiaccato la sua missione iniziale<br />

consacrata dal sommo pontefice san Silvestro<br />

I.<br />

Mirabile è l'abside dove materialmente<br />

è sita la Cattedra Papale sovrastata<br />

dalla composizione del gruppo di preghiera<br />

(deesis) — formato dalla Vergine<br />

con i riferimenti al dogma efesino, san<br />

Giovanni Battista, san Pietro, san Giovanni<br />

Evangelista e sant'Andrea — incentrato<br />

nella Croce risplendente nella<br />

magnificenza mosaicale delle tessere<br />

d'oro e di indaco. Quell'abside è la prima<br />

abside del cristianesimo — non sfuggita<br />

alle vicissitudini barbariche ed alle<br />

intrusioni — di indubbia progettazione<br />

costantiniana in funzione, secondo l'analisi<br />

esaustiva pubblicata da mons. Wilpert,<br />

della visione imperiale della Croce.<br />

L'icona del Cristo, la più antica dell'arte<br />

cristiana, rifulgeva lambita di cielo<br />

sul catino sotto il digitus paternae dexterae<br />

che la presentava nel mistero trinitario,<br />

purtroppo sostituito da un cherubino<br />

adorante nella ristrutturazione di<br />

fine secolo XIX. La restituzione originaria,<br />

quindi, è un auspicio doveroso. L'icona<br />

lateranense attuale è quella dell'epoca<br />

costantiniana, quella originale che<br />

gli storiografi più antichi dell'Arcibasilica<br />

ritengono essere la prima raffigurazione<br />

del sacro volto del Cristo venerata<br />

dal popolo romano per la prima volta<br />

dopo le persecuzioni. Gli antichi storiografi,<br />

per esprimere l'esultanza del popolo<br />

romano al momento della insperata<br />

visione usano il verbo «apparire» allo<br />

scopo di rendere lo stato d'animo di chi<br />

sperimenta un evento inatteso. L'icona<br />

inoltre sostituisce per la prima volta il<br />

simbolo paleocristiano del pesce le cui<br />

lettere greche significavano «Gesù Cristo<br />

figlio di Dio Salvatore».<br />

Sono grato a mons. Annibale Ilari per<br />

aver messo a disposizione questa sintesi<br />

della grande storia lateranense dotata di<br />

apparato critico ed auguro ai visitatori,<br />

in specie ai pellegrini che frequenteranno<br />

l'Arcibasilica per soddisfare gli obblighi<br />

giubilari, di trovarvi rapida e sicura<br />

informazione.<br />

È certamente questa una pagina<br />

oscura e intricata della vita di questa<br />

santa antica e sempre popolare, ma,<br />

superato questo frangente, ella balza<br />

sempre più agli occhi della gente come<br />

una santa taumaturga che guarisce<br />

e consola. Gli storici e i molti biografi<br />

di Genoveffa parlano di ciechi<br />

che vedono, storpi che camminano ed<br />

enumerano anche alcuni miracoli eccezionali,<br />

ma il punto che sottolineano<br />

di più nella sua vita è quello della<br />

sua eccezionale carità.<br />

Tra l'altro si attribuisce a lei la organizzazione<br />

dei servizi annonari di<br />

Parigi e una moltitudine di opere caritative<br />

che la resero famosa e amata<br />

da parte della gente, ma si attribuiscono<br />

a lei anche interventi pubblici, anche<br />

nel campo della organizzazione<br />

dei servizi civili, oltre alla supervisione<br />

nella costruzione della grande Basilica<br />

di Saint-Denis, in parte, con fondi<br />

pubblici e, in parte, con la sua personale<br />

carità.<br />

Santa Genoveffa, dunque, pur essendo<br />

vergine, non disdegna l'impegno<br />

pubblico e passa alla storia come<br />

una grande santa che ama molto la<br />

sua città e ancora di più ama e aiuta i<br />

poveri del suo tempo. La vita della<br />

nostra santa, come quella di altre donne<br />

sante famose nella storia, è punteggiata<br />

di incontri con Vescovi, tribuni,<br />

re e conti, coi quali trattava affari della<br />

gente e dai quali richiedeva precisi<br />

e puntuali interventi di religione e carità,<br />

tanto da apparire veramente<br />

grande agli occhi del popolo e soprattutto<br />

dei poveri come una grande benefattrice.<br />

Tra leggenda e storia<br />

Non mancano, però, quelli che hanno<br />

preso di questa santa gli aspetti<br />

leggendari e non è mancato neppure<br />

chi ha visto in lei l'immagine di una<br />

femminilità cristianizzata, ma è certo<br />

che alla sua morte, avvenuta il 3 gen-<br />

naio 502, essa venne acclamata santa<br />

e Clodoveo fece erigere sul suo sacello<br />

una grande chiesa dedicata ai Dodici<br />

Apostoli.<br />

Un'altra grande chiesa in suo onore<br />

venne iniziata nella seconda metà del<br />

secolo XVIII, ma la Rivoluzione francese<br />

trasformò l'edificio in Pantheon<br />

pagano.<br />

La fama di santa Genoveffa non rimase<br />

legata solo alla Francia, ma ne<br />

superò ben presto i confini, allargandosi<br />

a molte nazioni d'Europa: ne parla,<br />

tra gli altri, soprattutto Gregorio di<br />

Tours e se ne fa ampia menzione nel<br />

martirologio di Gerolamo.<br />

Più volte, durante le invasioni e durante<br />

le guerre, i francesi esponevano<br />

le reliquie della santa e ad essa attribuivano<br />

molte vittorie e moltissimi<br />

prodigi.<br />

La iconografia di Genoveffa è stata<br />

molteplice: a volte è rappresentata<br />

con un libro nella mano sinistra e un<br />

cero nella destra, mentre un angelo<br />

l'accende e un diavolo cerca di spegnerlo.<br />

Altre volte è rappresentata sotto<br />

l'aspetto di una pastorella semplice<br />

e dimessa. Molte sono le somiglianze<br />

con santa Giovanna d'Arco, l'altra<br />

grande santa che ha galvanizzato la<br />

gente dei suoi tempi ed è divenuta,<br />

come Genoveffa, eroina e santa.<br />

Vasta è la letteratura che tratta di<br />

santa Genoveffa, ma la Vita Genovefae,<br />

a giudizio dei critici più autorevoli,<br />

è certamente la più antica, perché<br />

venne composta appena diciotto anni<br />

dopo la sua morte ed è priva di quelle<br />

interpolazioni delle vite successive.<br />

Discordie a parte, è certo che questa<br />

santa venne riconosciuta come la<br />

vera patrona di Parigi e successivamente<br />

anche di tutta la Francia. La<br />

polemica, però, tra studiosi francesi,<br />

come il Duchesne, e studiosi tedeschi,<br />

tra cui il Krusch e Karl Kunstle, non<br />

è destinata a finire, tanto complessa è<br />

la storia e la vicenda della sua vita.<br />

Raccolti in un volume disegni e componimenti di alunni<br />

Non più schiavo<br />

ma fratello in Cristo Gesù<br />

GINO CONCETTI<br />

L'educazione alla fratellanza, alla solidarietà,<br />

alla pace, al rispetto reciproco,<br />

alla giusta considerazione dei diritti e<br />

valori fondamentali deve iniziare dai tenerissimi<br />

anni. Anzi si dovrebbe dire<br />

dalla nascita.<br />

L'essere umano non nasce colto o almeno<br />

alfabetico: deve, al contrario, prima<br />

iniziare ad usare il linguaggio, le parole,<br />

poi a comprenderne il significato,<br />

a leggere e scrivere.<br />

Così nell'ambito dei valori e dei diritti.<br />

Educatori naturali dei loro figli sono i<br />

genitori.<br />

Spetta loro formarli e orientarli nelle<br />

scelte religiose, morali, civili, culturali.<br />

Contestualmente spetta alla società,<br />

alle istituzioni.<br />

L'ambito religioso<br />

della Chiesa<br />

La Chiesa ha il suo proprio ambito,<br />

che è quello religioso. Da tutti questi<br />

soggetti il bambino riceve messaggi, impulsi,<br />

sollecitazioni al bene universale,<br />

che è di tutti e di ciascuno.<br />

Nella diocesi di Urbino la fondazione<br />

«Il Pellicano», già conosciuta e apprezzata<br />

per le sue iniziative pedagogiche e<br />

sociali, ha indetto una speciale gara tra<br />

gli alunni delle scuole elementari perché<br />

si esaltasse il valore della fraternità e<br />

della dignità umana.<br />

Come paradigma e simbolo è stato<br />

proposto Onesimo, figura emblematica<br />

ma reale che ricorre nella lettera di san<br />

Paolo apostolo a Filemone.<br />

Onesimo che era lo «schiavo» di Filemone,<br />

si rese indegno per un comportamento<br />

reprensibile. Paolo l'accolse e lo<br />

convertì al cristianesimo. Poi pregò Filemone<br />

di accoglierlo non più come<br />

«schiavo» ma come fratello, perdonandogli<br />

l'errore commesso.<br />

All'iniziativa hanno risposto molti<br />

alunni con disegni, componimenti che<br />

sono stati pubblicati in un elegante volume<br />

dal significativo titolo: Non più<br />

schiavo ma fratello, Ima, Urbino 2000.<br />

A questo se ne è aggiunto un altro analogo<br />

con contributi di artisti adulti.<br />

Le risposte nei due versanti sul tema<br />

proposto sono state entusiasmanti.<br />

Chiara Della Betta rileva che i bambini<br />

«sono stati capaci di rendere in maniera<br />

così semplice e diretta temi a volte<br />

difficili e dolorosi come la schiavitù e il<br />

perdono; temi che vedono spesso proprio<br />

noi adulti imbarazzarci e, vergognandoci,<br />

“cambiare canale” o prestare<br />

orecchio a qualcos'altro».<br />

I bambini «hanno dimostrato di essere<br />

sempre vigili e attenti e soprattutto di<br />

prestare ascolto ad ogni sentimento per<br />

arrivare poi a renderlo graficamente sorprendentemente<br />

bene».<br />

Nel suo intervento esplicativo don<br />

Ezio Feduzzi risponde ad alcuni rilievi,<br />

tra cui quello riguardante il tema comune<br />

proposto sia agli adulti che ai bambini<br />

delle elementari.<br />

«La risposta è molto semplice — chiarisce<br />

don Ezio —: viviamo in una società<br />

che, nonostante le grandi scoperte, i<br />

progressi raggiunti nei vari campi e il<br />

benessere esistente in alcune parti del<br />

pianeta, è schiavizzante a iniziare dai<br />

primi anni dell'esistenza. Si vive nella<br />

precarietà: anche coloro che hanno raggiunto<br />

un certo benessere, sono costretti<br />

a non abbassare la guardia, per non soccombere».<br />

Il giudizio di don Ezio sulla risposta<br />

dei bambini è positivo: «I disegni, le<br />

composizioni artistiche con le varie tecniche<br />

pittoriche, i componimenti poetici<br />

e i vari messaggi che vengono riportati<br />

in questo libro, sono una ricchezza per<br />

tutti noi. I ragazzi di 6-11 anni guardano<br />

senza ipocrisia la società in cui vivono,<br />

le immagini che proietta la televisione,<br />

ascoltano i discorsi, le spiegazioni che<br />

ricevono nell'ambito della scuola e si<br />

fanno una loro idea senza finzione. Essi<br />

chiamano, spesso invocano chi può<br />

ascoltare il loro grido, la loro denuncia,<br />

il loro bisogno d'amore e di protezione».<br />

Felice coincidenza<br />

dell'iniziativa<br />

Il Vescovo Francesco Marinelli rileva<br />

la felice coincidenza dell'iniziativa e della<br />

scelta del tema nel contesto dell'anno<br />

giubilare.<br />

Ha parole di apprezzamento per don<br />

Ezio Feduzzi, il suo gruppo culturale e<br />

per gli artisti, i quali «attraverso il cammino<br />

meditativo sulla lettera di san Paolo<br />

a Filemone, ci hanno donato l'esempio<br />

di un ponte verso lo splendore dell'Eterno<br />

e la sua energia redentiva».<br />

Il Vescovo Marinelli esprime un giudizio<br />

anche sulla qualità religiosa dell'iniziativa:<br />

«La proposta di visualizzare opere<br />

incontrando la parola di Dio scritta,<br />

diventa evento non solo culturale, ma<br />

pastorale e catechetico.<br />

«Parafrasando una espressione di Giovanni<br />

Paolo II sul rapporto tra fede e<br />

cultura, si può dire che la fede che non<br />

si traduce anche in arte, rimane una fede<br />

non pienamente accolta, non interamente<br />

pensata, non fedelmente vissuta,<br />

non totalmente confessata».


.<br />

PAGINA<br />

12 .<br />

Un figlio fedele<br />

della Chiesa e del Papa<br />

DOMENICO CORTESE<br />

Vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea<br />

La parola «oblazione» è la vera<br />

chiave di lettura e di interpretazione<br />

della vita e dell'azione del servo di Dio<br />

don Francesco Mottola. Oblazione come<br />

dono totale di sé. come amore<br />

senza riserve Nell'oblazione e nella<br />

forza dell'amore si deve spiegare la fedeltà<br />

filiale di don Mottola alla Chiesa,<br />

al Papa, al Vescovo. Al centro dell'amore<br />

e della fedeltà di don Mottola<br />

c'è il cuore di Cristo e dal cuore di<br />

Cristo l'amore si riversa nella Chiesa,<br />

nel Papa, nel Vescovo.<br />

L'obbedienza filiale<br />

L'obbedienza filiale di don Mottola<br />

è obbedienza «cristica»: Gesù ne è la<br />

fonte e l'ispirazione. L'obbedienza<br />

«cristiforme» modellata sull'obbedienza<br />

di Cristo al Padre nella piena oblazione<br />

di sé «usque ad effusionem sanguinis».<br />

Obbedienza e fedeltà come<br />

sintesi ed espressione suprema dell'amore.<br />

Ama la Chiesa come corpo<br />

«prolungato e diffuso del Cristo» e come<br />

membro di questo corpo, come<br />

cellula vivente di questo organismo, si<br />

definiva ed era «figlio della Chiesa».<br />

Amava il Papa con grande intensità<br />

e venerazione. «Il Papa — scrive — è<br />

il capo visibile del Corpo Mistico...<br />

Pietro è la roccia angolare su cui Cristo<br />

ha istituito la Chiesa...».<br />

Sono eloquenti le sue parole: «Sono<br />

stato a S. Pietro, ho posto la mia testa<br />

sotto il piede della statua di S. Pietro,<br />

simbolo e segno di fedeltà e di sudditanza<br />

alla Chiesa».<br />

Don Mottola ne era fermamente<br />

convinto: «Ubi Petrus, ibi Ecclesia» e<br />

perciò poteva affermare: «Questa legatura<br />

col Papa e coi vescovi è la nostra<br />

gloria più bella».<br />

Il sacramento della<br />

«presenza di Cristo»<br />

Egli sapeva vedere un nesso inscindibile<br />

della Chiesa e del Papa con il<br />

sacramento dell'Eucarestia, sacramento<br />

della presenza di Cristo, ma anche<br />

«signum unitatis et vinculum caritatis».<br />

Tale erano per don Mottola anche<br />

la Chiesa e il Papa.<br />

Il Vescovo era un altro anello necessario<br />

della fedeltà e dell'amore di<br />

Cristo. Il Vescovo per don Mottola è<br />

«maestro», è soprattutto «guida», «pastore»<br />

del gregge: «il pastore guida,<br />

custodisce, pasce, difende, muore... e<br />

il morire è l'atto supremo di amore».<br />

Chiama il Vescovo »Pater sacerdotii»<br />

per l'ordinazione che conferisce al<br />

presbitero, per la quale egli diventa<br />

«prolungamento del suo apostolato.»<br />

E partecipazione della pienezza sacerdotale<br />

del Vescovo e del suo stato di<br />

perfezione.<br />

Da tutto questo scaturisce per il sacerdote<br />

l'esigenza della santità. I sa-<br />

Iniziata la pubblicazione<br />

dell'«Opera omnia»<br />

composta di dodici volumi<br />

GIROLAMO GRILLO<br />

Vecovo di Civitavecchia-Tarquinia<br />

Con la dizione «Opera Omnia» si intende<br />

la preparazione e la pubblicazione<br />

degli scritti di un autore, con una veste<br />

tipografica identica, per poter disporre<br />

di essi per qualsiasi eventualità.<br />

Pertanto essa non è qualcosa da mettere<br />

in mostra in una biblioteca o da<br />

collocare alla gradita visione di quanti<br />

potrebbero incuriosirsi alla cosa.<br />

Imprudente sarebbe affidare oggi, prima<br />

della pubblicazione completa delle<br />

stesse opere, una valutazione del pensiero<br />

di don Mottola a una persona, che<br />

non abbia dello stesso autore l'intera<br />

mappa della sua individualità letteraria,<br />

poetica, filosofica, teologica, ascetica e<br />

mistica.<br />

Don Mottola, già da giovane chierico,<br />

comprese l'importanza della stampa, anche<br />

ai fini pastorali, e si impegnò personalmente<br />

nell'uso di questo strumento<br />

così prezioso.<br />

Fece le prime giovanili esperienze al<br />

Seminario Pontificio Pio X di Catanzaro,<br />

con la pubblicazione, insieme ad altri<br />

amici, del giornale «Fiamma Bruzia» e<br />

dell'«Unione Sacra» per il clero calabrese.<br />

Nominato rettore del Seminario di<br />

Tropea, nel 1930 avviò i seminaristi all'esperienza<br />

letteraria con il giornale «Cor<br />

Cordium», per iniziare nel 1933 la pubblicazione<br />

della rivista «Parva Favilla»,<br />

che ancora viene pubblicata, e della<br />

quale, il sottoscritto è il direttore.<br />

Diverse sono le opere, che don Mottola<br />

ci ha lasciato in gran parte inedite,<br />

Uno scrigno<br />

di santità<br />

da donare agli altri<br />

«Certosino della strada», «testimone di<br />

carità» «eloquente nel silenzio», «cantore<br />

di umiltà»: queste ed altre schematiche<br />

definizioni ben si attagliano alla figura<br />

di don Francesco Mottola. che ci apprestiamo<br />

a ricordare con particolare solennità<br />

nel centenario della nascita.<br />

La storia della comunità calabrese<br />

avrà modo di annoverare, tra i protagonisti<br />

della produzione culturale, sociale<br />

e religiosa della gente di Calabria, questo<br />

gigante della spiritualità e della morale<br />

sociale. Le «Case della Carità» potranno<br />

moltiplicarsi, lo studio della spiritualità<br />

mottoliana potrà entrare nelle<br />

Università e nelle Istituzioni cultura di<br />

tutto il Paese, la singolarità del suo essere<br />

sacerdote in modo oblativo e profetico<br />

raggiungerà i Centri di formazione<br />

dei presbiteri del nuovo millennio, il<br />

messaggio sociale che fu da lui elaborato<br />

per impegnare le coscienze degli operatori<br />

politici del suo tempo sarà un<br />

contributo sempre attuale.<br />

È questo, credo, il modo più appropriato<br />

per accompagnare il cammino<br />

verso il riconoscimento della santità di<br />

questo impareggiabile sacerdote della<br />

Calabria.<br />

GIUSEPPE BORGIA<br />

che troveranno posto nell'«Opera Omnia».<br />

L'edizione è curata da un Comitato<br />

Scientifico per incarico dell'Istituto<br />

Secolare degli Oblati del Sacro Cuore e<br />

della Fondazione don Mottola.<br />

Di prossima pubblicazione sono gli<br />

editoriali di «Parva Favilla» da lui diretta<br />

fino alla morte e sulla quale mensilmente<br />

scriveva saggi ed articoli di grande interesse<br />

sui problemi del tempo. Dal<br />

complesso delle sue opere, si può dire<br />

che don Mottola è veramente una miniera<br />

più che profonda, per scavare entro<br />

la quale, occorre avere molta pazienza<br />

e capacità di interpretare un linguaggio<br />

di una specularità unica, che va al<br />

di là di molti «neologismi», che gli sono<br />

propri e delle stesse mode letterarie ermetiche<br />

dell'epoca in cui scriveva.<br />

Non si può tentare di interpretare don<br />

Mottola, senza conoscere a fondo l'ermetismo,<br />

il futurismo e non si potrà mai<br />

comprendere la sua filosofia e teologia,<br />

senza tentare l'affondo nell'esistenzialismo<br />

cristiano, che fu tipico di G. Marcel<br />

e della filosofia di Bergson.<br />

Ed, infine, per quanto attiene alla teologia<br />

il dibattito scaturito in preparazione<br />

al Concilio Vaticano II (amava non<br />

poco De Lubac) lo appassionava.<br />

A cento anni dalla nascita sarebbe opportuno<br />

avere tra le mani tutti gli scritti<br />

di don Mottola, per poterli ben bene assaporare<br />

e delibare, senza cedere minimamente<br />

alla tentazione poco piacevole<br />

di centellinarli, come finora è avvenuto.<br />

Sarebbe questa la migliore commemorazione<br />

di uno dei più illustri uomini<br />

della Calabria dei nostri tempi.<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Martedì-Mercoledì 2-3 Gennaio 2001<br />

Un ricordo del servo di Dio Don Francesco Mottola<br />

nel I centenario della nascita (3 gennaio 1901/2001)<br />

cerdoti oblati per don Mottola sono i<br />

«religiosi» del Vescovo e si legano al<br />

Vescovo con il voto di ubbidienza.<br />

Idea ben espressa nella definizione<br />

del sacerdote oblato: «gli oblati sono i<br />

sacerdoti che, per vivere integralmente<br />

la loro vita sacerdotale si fondono<br />

in unità col loro Vescovo e si votano<br />

all'affermazione del Regno di Cristo».<br />

Perciò i sacerdoti oblati «dipenderanno<br />

ciecamente dal loro Vescovo,<br />

convinti che nella rinunzia alla propria<br />

volontà sta l'essenza della loro<br />

oblazione.<br />

Don Mottola visse così la sua oblazione<br />

e il suo sacerdozio: nella fedeltà<br />

piena e assoluta a Cristo e in Cristo e<br />

per Cristo alla Chiesa, al Papa, al Vescovo.<br />

Nel trentennio della sua ordinazione<br />

sacerdotale poteva ripromettere al Vescovo<br />

»obbedienza assoluta» senza<br />

tentennamenti, senza sottintesi alcuni.<br />

È stato sempre questo l'ideale di vita<br />

oblata del servo di Dio, il quale vedeva<br />

nel Papa la presenza dello stesso<br />

Gesù. Egli infatti «resta nell'Eucarestia<br />

come conforto in questa terribile vigilia<br />

dei sensi, nel Papa come guida dei<br />

fedeli, che sono il suo corpo». Perciò<br />

— affermava con forza — bisogna<br />

«vedere con la Chiesa, amare con la<br />

Chiesa», e «operare con la Chiesa, con<br />

il Papa, con il Vescovo», in piena e<br />

perfetta sintonia con Cristo, dal cui<br />

cuore nascono la Chiesa, il Papa, il<br />

Vescovo.<br />

Una vita interamente vissuta<br />

nella spiritualità eucaristica<br />

Il movimento liturgico nei suoi pionieri<br />

più validi, come il Marmion, il futuro<br />

cardinale di Milano Schuster, Karl<br />

Adam, Beaudouin, con i loro scritti, che<br />

Don Mottola lesse con avidità e fece leggere<br />

ai suoi figli spirituali, gli consentirono<br />

quel clima naturale della centralità<br />

della spiritualità liturgica, su cui impernierà<br />

la sua esistenza. Se apriamo il suo<br />

Diario, possiamo osservare come l'Eucarestia<br />

era la sua agenda quotidiana,<br />

intorno a cui tutti gli altri impegni si dipanavano<br />

e organizzavano. Era cioè<br />

quel tempo (kairòs) intorno a cui ruotavano<br />

gli altri appuntamenti.<br />

La sua giornata veniva distribuita in<br />

preparazione, celebrazione e ringraziamento.<br />

Tutta la vita di don Mottola può<br />

essere raccontata «eucaristicamente».<br />

Tre tappe eucaristiche sembrano dipanare<br />

e seguire, infatti, l'arco esistenziale<br />

della sua vita in costante e reciproca comunicazione<br />

principalmente, la presenza<br />

reale di Cristo nel sacramento dell'Eucarestia,<br />

nelle diverse forme del culto<br />

della Chiesa, come fonte significante<br />

e significativa della sua vita e della sua<br />

vocazione oblata. Scopriva così un nesso<br />

genetico tra l'altare e la presenza «eucaristica»<br />

di Cristo nella persona degli ulti-<br />

mi, da adorare fino a volere per essi l'istituzione<br />

degli Oblati del Sacro Cuore e<br />

la fondazione delle Case della Carità, intese<br />

come altrettanti tabernacoli eucaristici.<br />

Invece avvertì la tremenda avventura<br />

della trasformazione «eucaristica»<br />

della sua persona, provata dal dolore e<br />

dalla sofferenza fisica, Le ultime parole<br />

programmatiche annotate di suo pugno<br />

nel lontano 3 giugno 1942, prima di essere<br />

colpito da un ictus, sono «L'Ostia,<br />

il Cuore, la Madonna». Anche febbricitante<br />

era solito celebrare la divina eucarestia.<br />

Già agonizzante giorno, 27 giugno<br />

1969, alle cinque del mattino quando<br />

chiese di celebrare, arrivato alla comunione,<br />

guardò gli astanti, come per<br />

dire: «Ce l'ho fatta!» Con questa gioia,<br />

tipicamente presbiterale, si spegneva,<br />

esclamando «Eccomi». Il 29 giugno<br />

1969, suggellando una vita intesa come<br />

dono totale a Dio e agli altri. Con verità,<br />

Mons. Iannelli poteva dire il giorno dei<br />

funerali: «È stato un'ostia senza riserva,<br />

un'ostia non rassegnata, ma gaudente,<br />

un'ostia che oggi ci commuove e sprona<br />

a salire noi per la vetta del calvario con<br />

la certezza di ritrovare all'orizzonte la<br />

visione del Tabor».<br />

IGNAZIO SCHINELLA<br />

Profeta e testimone<br />

del nostro tempo<br />

A distanza di cento anni dalla nascita<br />

(3 gennaio 1901-3 gennaio 2001) e a quasi<br />

trentadue dalla morte (29 Giugno<br />

1969), il giudizio, che meglio coglie la figura<br />

di questo umile servitore di Dio e<br />

dell'uomo, è quello incisivo, lapidario ed<br />

altamente significativo, espresso da un<br />

altro santo, legato al prete tropeano da<br />

fraterna amicizia, l'On. Giorgio La Pira.<br />

La complessa figura del servo di Dio è<br />

delineata nella ricchezza delle sue sfaccettature,<br />

che non è facile cogliere in<br />

una formula sintetica. In lui era viva l'esigenza<br />

di unificazione di se stesso e dell'uomo<br />

in Dio: «Essere uni nell'Unico»<br />

ripeteva. Con una certa benevola ironia<br />

soleva anche dire: «Delle volte ho sorriso<br />

quando ho letto questa affermazione<br />

“Dio solo”, Dio solo, sì, ma a patto di<br />

essere “Dio completo”, di trovare Dio in<br />

tutte le cose, anche nella natura, anche<br />

nelle pietre della strada e negli angeli<br />

del cielo... non amare nessuno, ma a<br />

patto di amare tutti».<br />

Da giovane chierico, insieme ad altri<br />

compagni di studio, si pose il problema<br />

religioso e sociale della Calabria con la<br />

fondazione del «Circolo Culturale Calabrese»,<br />

il quale, nello Statuto, nel giornale<br />

«Fiamma Bruzia» , e nelle iniziative<br />

avviate, mette in luce le linee, che sarebbero<br />

state, poi, di guida della vita del<br />

suo sacerdozio: la santità personale per<br />

l'elevazione culturale e spirituale della<br />

società.<br />

Dall'ordinazione sacerdotale (5 aprile<br />

1924) al giugno del 1942, è il periodo,<br />

che, in modo improprio alcuni definiscono<br />

«attivo», per distinguerlo dai ven-<br />

Don Mottola ed Irma dei conti Scrugli, Confondatrice delle Oblate,<br />

la quale accende la lampada del tabernacolo<br />

per l'inaugurazione della Casa della Carità a Vibo Valentia nel 1955<br />

Nella «Fondazione<br />

Don Mottola»<br />

la sua missione di bene<br />

Casuale, ma decisiva per la mia vita è<br />

stata la conoscenza di don Francesco<br />

Mottola. Amici, con cui condividevo<br />

l'impegno nel sindacato e nel sociale, mi<br />

parlarono del prete tropeano e delle<br />

opere da lui realizzate. In particolare<br />

Nicola Di Napoli, un pugliese trapiantato<br />

a Roma, il quale per incarico di Gedda<br />

si portò in Calabria, prima come propagandista<br />

dell'Azione Cattolica, poi dei<br />

Comitati Civici, ricordava come don<br />

Mottola era punto di riferimento delle<br />

varie iniziative e direttore spirituale di<br />

tante anime che, da ogni parte ricorrevano<br />

a lui. La conoscenza dei suoi scritti<br />

e della fecondità delle sue opere ci<br />

spinse a costituire un'associazione, che<br />

poi si configurò in «Fondazione Don<br />

Mottola», con atto notarile del 2 dicembre<br />

1988. Si unirono all'iniziativa diversi<br />

altri amici, fra i quali, i soci della GEC<br />

(Gruppo Ecclesiale Calabrese). La Fondazione<br />

si pone l'obbiettivo di far conoscere<br />

e premiare le iniziative «personali<br />

e collettive a favore della crescita umana»<br />

e per atti di solidarietà verso gli<br />

emarginati e i bisognosi.<br />

ALBINO GORINI<br />

tisette anni seguenti di vita «crucisignata»<br />

per una paresi che stroncò il suo<br />

apostolato nel momento culminante della<br />

sua attività sacerdotale.<br />

Per la paresi, rimase condizionato nei<br />

movimenti per la gamba destra paralizzata<br />

e poté esprimersi con difficoltà con<br />

suoni inarticolati e non sempre comprensibili.<br />

Fu questa la penitenza più grande per<br />

uno come lui, che era richiesto in tutta<br />

Italia per corsi di formazione e di aggiornamento<br />

all'Azione Cattolica, esercizi<br />

spirituali, ritiri, ecc.<br />

Ma nei piani della Provvidenza, come<br />

lui stesso riconosceva, è stato il periodo<br />

più fecondo, per le tante anime di ogni<br />

ceto sociale che ricorrevano a Lui.<br />

Le oltre settemila lettere che ci rimangono<br />

e le opere e le iniziative che<br />

fiorirono sono un segno della fecondità<br />

della sua vita crocifissa, come la definiva<br />

La Pira.<br />

La sua presenza silenziosa, sofferente<br />

e raccolta ai corsi da lui promossi, era<br />

più di una predica. Reso sempre più<br />

conforme a Cristo Crocifisso, seminò serenità<br />

e pace, inquietando le coscienze<br />

alla ricerca di Dio. attraverso la direzione<br />

spirituale e con i suoi scritti.<br />

Poneva il sigillo ad una vita vissuta<br />

come «offerta, consacrazione e immolazione»<br />

e come «buon pane per essere<br />

mangiato fino all'ultima briciola», con<br />

l'espressione scandita chiaramente, con<br />

il volto e l'occhio raggiante di luce, in<br />

un supremo sforzo di staccarsi dal letto<br />

di morente: «ECCOMI! ECCOMI TUT-<br />

TO» (29 giugno 1969).<br />

La testimonianza di vita, le opere e il<br />

messaggio, che Egli ci lascia, rivelano la<br />

sorprendente attualità per la capacità di<br />

individuare i problemi alla luce della fede<br />

e dello studio, che curò con passione<br />

fino agli ultimi giorni.<br />

Riconoscibili sono i vari contributi religiosi,<br />

letterari, filosofici e sociali, anche<br />

di scrittori stranieri, in particolare francesi.<br />

Maritain, Mounier, Marcel, Mauriac,<br />

Berrnanos, De Lubac e riviste specializzate,<br />

alimentarono la sua mente e<br />

lo aprirono ai fermenti di novità, facendolo<br />

un «pastore secondo il cuore di<br />

Dio» (Mons. Cantisani Presidente della<br />

Conferenza Episcopale Calabra Arcivescovo<br />

di Catanzaro-Squillace), un «precone»<br />

del Vaticano II (Mons. Agostino<br />

Arcivescovo di Cosenza-Bisignano), un<br />

«profeta dei nuovi tempi» (Mons. Rimedio<br />

Vescovo di Lamezia Terme).<br />

Egli individuò le cause dei mali che<br />

affiggono la società in una duplice crisi:<br />

«crisi di pensiero» e «crisi di santità»<br />

Le considerazioni da lui fatte dagli anni<br />

Trenta agli anni Sessanta, possiamo<br />

ritenerle ancora validissime per conoscere<br />

il nostro tempo e per un orientamento<br />

pastorale, culturale e spirituale nel<br />

terzo millennio.<br />

Gli uomini — ribadisce — «presi da<br />

tante quisquilie non pensano più» e «più<br />

che mai chiusi ad ogni rigore di logica,<br />

sono incapaci di ragionare».<br />

Dinanzi alla tragedia del '900, sconvolto<br />

da due guerre mondiali, egli vide<br />

nelle ideologie aberranti, in particolare<br />

del nazismo, del razzismo e del comunismo,<br />

la genesi di tutti i mali, che avrebbero<br />

portato ineluttabilmente alla guerra.<br />

“Vivere sibi”: ecco l'origine di ogni<br />

male, ecco la posizione arbitraria che gli<br />

uomini anche dopo la morte di Cristo,<br />

hanno assunta». E con profetica e realistica<br />

intuizione non ebbe paura di scrivere<br />

(23 marzo 1938): «Nazismo e comunismo:<br />

son le posizioni estreme (che<br />

si toccano) di questo contrasto umano,<br />

che conduce necessariamente alla guerra...<br />

Vivere sibi: spiega tutte le deviazioni<br />

di pensiero e di vita nell'individuo,<br />

nella famiglia, nella società, nell'anima,<br />

che è il germe di tutto». E con realismo<br />

Una proposta di promozione<br />

dell'uomo per risolvere<br />

la «questione meridionale»<br />

«Nella mia terra di Calabria, ho rifatto<br />

in ginocchio la Via Crucis: son passato<br />

per tutti i villaggi... Ho sentito il singulto<br />

della mia gente nel mio povero<br />

cuore...». Don Mottola dettava questa<br />

confessione di scelta del suo itinerario<br />

insieme religioso e sociale nel 1939, aveva<br />

allora trentasei anni. Coerentemente<br />

con la sua formazione teologico-culturale<br />

impostò il suo progetto sul proseguimento<br />

della promozione integrale dell'uomo<br />

calabrese: l'elevazione spirituale,<br />

intellettuale ed economico-spociale, l'attenzione<br />

alla dimensione dell'anima all'attenzione<br />

alla dimensione della corporeità.<br />

Tappe significative di questo approccio<br />

alla questione meridionale possono<br />

essere considerate in una prima e<br />

immediata esemplificazione la fondazione<br />

e direzione del circolo culturale<br />

«Francesco Acri»(1924-1929), l'attività di<br />

assistentato nell'Azione Cattolica calabrese<br />

e l'opera di formazione dei suoi<br />

quadri dirigenziali. La pubblicazione della<br />

rivista «Parva Favilla», soprattutto la<br />

fondazione della Casa della Carità nella<br />

natia Tropea nel lontano 1936, la struttura<br />

che più e meglio di ogni altra riassume<br />

la figura e l'opera del sacerdote.<br />

GIACINTO NAMIA<br />

aggiungeva: «Paganesimo, ateismo, materialismo,<br />

fascismo, liberalismo, miscela<br />

di nazionalismo e di socialismo più o<br />

meno ibrido della croce uncinata, opposta<br />

alla croce di Cristo».<br />

Per questo motivo, convinto che solo<br />

una fede radicata nei veri ed autentici<br />

valori realizza la persona nella sua pienezza<br />

di «Umanesimo integrale», si fece<br />

promotore della formazione dei laici e<br />

dei sacerdoti, attraverso iniziative varie<br />

di carattere culturale e sociale, come le<br />

«Settimane di Studi Cristiani» i «Seminari<br />

di Cultura», le «Settimane Campestri»<br />

per il mondo rurale e gli operai,<br />

Corsi di aggiornamento e la pubblicazione<br />

della rivista «Parva Favilla» e di opere<br />

di carattere spirituale, educativo, morale,<br />

teologico e storico-letterario.<br />

Con convinzione affermò che la «santità<br />

salverà il mondo» e, da uomo concreto,<br />

ne chiariva la natura: «Una santità<br />

personale, che si irradia in opere di<br />

carità sociale, ecco l'apologia più efficace<br />

di tutti i tempi».<br />

Ebbe come impegno primario la santificazione<br />

del clero e dei laici. Già negli<br />

anni Venti affermò il dovere di educare<br />

anche i fedeli alla contemplazione, in<br />

particolare quelli che si dedicano all'apostolato.<br />

Nella sintesi di «Azione-contemplazione»<br />

vissuta nel mondo pose le<br />

basi di quella che sarà chiamata «spiritualità<br />

oblata».<br />

Anche i laici coniugati, secondo i doveri<br />

del proprio stato, sono chiamati come<br />

battezzati a portare il lievito del<br />

Vangelo nel mondo. Infatti l'uomo, con<br />

l'inserzione di Cristo nella storia umana,<br />

non è più «l'animale razionale» del filosofo,<br />

ma «l'animale razionale cristificato»,<br />

che «nella pienezza di Cristo trova<br />

la sua compiutezza» e deve essere il<br />

«plagiario», l'opera d'arte del volto di<br />

Cristo nel mondo.<br />

L'Istituto Secolare delle Oblate fondato<br />

insieme ad Irma dei Conti Scrugli,<br />

grande anima mistica, la «Chiara Tropeana»<br />

(Mons. Cortese), i Sacerdoti e gli<br />

Oblati laici del Sacro Cuore, furono la<br />

intuizione più profetica del Servo di<br />

Dio. Fu il primo in Italia a parlare della<br />

vita consacrata vissuta nel mondo per i<br />

suoi figli spirituali, idea, che avrebbe<br />

trovato poi la configurazione giuridica,<br />

con la provvida Mater Ecclesia (1947).<br />

Il Prefetto della Congregazione dei<br />

Santi, Mons. José Seraiva Martins, nel<br />

XXX della morte del servo di Dio, così<br />

delineava la sua spiritualità: «Nella sua<br />

vita tesa ad un'imitazione di Cristo,<br />

sempre più perfetta, spicca l'identificazione<br />

con il Crocifisso, specchio dell'amore<br />

infinito del Padre per l'umanità.<br />

La spiritualità del servo di Dio è, in effetti,<br />

essenzialmente cristocentrica».<br />

Egli con una certa soddisfazione ne<br />

indicava l'originalità: «Ci distinguiamo<br />

essenzialmente da tutte le altre famiglie<br />

di oblati con le quali “convenimus nomine,<br />

non re”: vivere nel secolo l'ideale<br />

di vita religiosa» Gli oblati hanno come<br />

«cella» il segreto del loro cuore, come<br />

«chiostro» le vie del mondo, per le quali<br />

«pellegrini» dell'Infinito, camminano come<br />

«certosini» e «carmelitane» della<br />

strada.<br />

E con afflato poetico concludeva: «Fino<br />

al 1933 i contemplativi erano nel<br />

chiostro. La nostra novità è l'aver portato<br />

i contemplativi sulla strada... Non abbiamo<br />

abito religioso, ma esso è la carità<br />

splendente, illuminante, che riscalda<br />

in questo inverno triste. Un po' di fuoco<br />

per le vie del mondo è tanto bello».<br />

Fu assillato dalla ricerca delle forme<br />

adatte per far giungere il messaggio<br />

evangelico all'uomo del suo tempo. Per<br />

questo raccomandava: «Non ti dico di<br />

estraniarti dalla storia: apri il tuo cuore<br />

a tutte le vicende storiche per sentirne il<br />

palpito doloroso, per farti tutto a tutti».<br />

Con occhio di amore guardò il tempo<br />

in cui visse e con ottimismo scriveva:<br />

«Bisogna vivere in contatto con il mondo...<br />

esso è uno svolgimento del piano<br />

divino, il cui centro è il Cristo».<br />

La storia — ripeteva — è il terreno su<br />

cui si svolge il piano divino e noi dobbiamo<br />

agevolarne il cammino con mezzi<br />

idonei ed efficaci. Rendeva più comprensibile<br />

il concetto con questa immagine:<br />

come il suolo porta alla fiamma<br />

con le legna il suo contributo, così ogni<br />

generazione, secondo i tempi in cui vive,<br />

deve alimentare l'amore e la fede in<br />

Cristo Signore. Con forza affermava:<br />

«Vogliamo vivere nel nostro tempo pienamente,<br />

con la croce, seguire tutto lo<br />

stile del nostro secolo anche nella pietà...<br />

nella concretezza dinamica del '900,<br />

con la passione ardente del nostro cuore<br />

calabrese, perché il vangelo è eterno,<br />

ma se non si colorasse di noi, non sarebbe<br />

eternamente vivo».<br />

Favorì per questo l'uso dei mezzi di<br />

comunicazione ed ascoltò in ginocchio il<br />

primo discorso alla radio di Pio XI. E<br />

pose le strutture delle sue Case della Carità<br />

a disposizione dell'Azione Cattolica<br />

e dei gruppi ecclesiali per corsi di aggiornamento<br />

e di formazione. Richiamava<br />

il prerequisito primario e insostituibile<br />

del binomio «Azione-Contemplazione»,<br />

se non si vuole «scimmiottare» Cristo<br />

ed essere «pericolosamente distributori<br />

di sacramenti». E concludeva «Imita<br />

Cristo! Questo è il migliore aggiornamento,<br />

poiché le mode passano e solo<br />

Cristo, che è eterno, resta».<br />

DOMENICO PANTANO OSC<br />

Moderatore Generale


L'OSSERVATORE IBRI<br />

PAGINA<br />

13 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Martedì-Mercoledì 2-3 Gennaio 2001<br />

Miniatura dagli «Statuti<br />

della Società<br />

dei Drappieri» (Bologna,<br />

Museo Civico Medievale)<br />

La «Cronica» di Salimbene de Adam nel «Corpus Christianorum. Continuatio Mediaevalis»<br />

Un'autentica miniera per ricostruire<br />

vita, usi e costumi del XIII secolo<br />

FELICE ACCROCCA<br />

Straordinario Salimbene! Costretto al<br />

silenzio per quasi sei secoli (lui, così loquace),<br />

gode oggi — tra i medievisti —<br />

del suo momento di gloria.<br />

Nato a Parma, da famiglia di agiata<br />

condizione sociale, il 9 ottobre 1221, entrato<br />

tra i Frati Minori nel 1238, Salimbene<br />

de Adam non occupò alte cariche<br />

di governo nell'Ordine e, pur dotato di<br />

buona cultura, non sedette su cattedre<br />

universitarie. Fu predicatore, è vero,<br />

avendogli concessa l'apposita licenza il<br />

Ministro Generale Giovanni da Parma,<br />

suo concittadino, e per vocazione fu anche<br />

girovago, pellegrino instancabile in<br />

molte città di Francia e d'Italia. La sua<br />

fama è legata unicamente alla sua Cronica,<br />

conservatasi autografa nel codice<br />

Vaticano latino 7260, purtroppo mutilo<br />

delle prime 207 carte e della parte finale,<br />

e con — in più luoghi — oggettive<br />

difficoltà di lettura. La Cronica, peraltro,<br />

è l'unica fonte per ricostruire il percorso<br />

biografico del cronista e la sua attività<br />

di scrittore: Salimbene compose<br />

infatti diverse altre opere, tutte perdute.<br />

Ottime edizioni, come quella dell'Holder-Egger,<br />

all'inizio del secolo, e di Giuseppe<br />

Scalia, nel 1966, hanno senz'altro<br />

favorito l'attuale fervore di studi sul frate<br />

parmense (nel 1987 Berardo Rossi ha<br />

pubblicato la prima traduzione integrale<br />

in lingua italiana). Recentemente Scalia<br />

ne ha curato una nuova edizione in due<br />

poderosi volumi (Salimbene de Adam,<br />

Cronica [Corpus Christianorum. ContinuatioMediaevalis,125-125A],Turnholti,<br />

Brepols, 1998-1999, LXIV-1073 pp.):<br />

dopo un'attenta revisione sull'autografo<br />

vaticano, l'autore ripropone il testo pubblicato<br />

nel 1966, apportandovi miglioramenti<br />

(soprattutto nelle rubriche), premettendovi<br />

un'ottima introduzione —<br />

che nell'impostazione ricalca le Note finali<br />

dell'edizione barese (cfr pp. VII-LI)<br />

—, corredandolo degli apparati consueti<br />

nel Corpus Christianorum e di ottimi ed<br />

accuratissimi indici (dei luoghi biblici,<br />

pp. 983-1026, e degli autori e delle opere<br />

anonime, pp. 1027-1069); mancano, purtroppo,<br />

il glossario e l'Indice dei nomi,<br />

presenti invece nell'edizione barese.<br />

Piuttosto essenziali, anche se efficacissime,<br />

le pagine dedicate all'autografo<br />

(cfr XXXIV-XXXVII), poiché l'editore si<br />

riserva di ritornarvi in un'apposita monografia<br />

che ha in preparazione per la<br />

Collana Autographa Medii Aevi (ed.<br />

Brepols).<br />

La Cronica, a cui il frate lavorò tra il<br />

1283 e il 1288, copre un arco temporale<br />

di circa centoventi anni (1168-1287). Salimbene<br />

si mostra un cronista curioso,<br />

mai sazio di sapere, desideroso di raccontare<br />

e di raccontarsi; orgoglioso e<br />

geloso delle sue prerogative, non riesce<br />

mai a vincere del tutto i propri pregiudizi.<br />

Brillante nel racconto, mordace nella<br />

polemica (ne sono un chiaro esempio il<br />

Liber de prelato, durissimo attacco a<br />

frate Elia — cfr pp. 137-239 —, e le pagine<br />

velenose — cfr pp. 369-428 — contro<br />

gli Apostolici e il loro iniziatore, Gerardino<br />

Segarelli), fortemente partigiano,<br />

Salimbene conquista decisamente il<br />

lettore, offrendogli una gran quantità di<br />

notizie, altrove difficilmente reperibili:<br />

particolari inediti sui grandi personaggi<br />

del tempo, sprazzi vivissimi della quotidianità<br />

dei conventi e delle città nel<br />

Duecento, facezie e beghe tra fazioni<br />

cittadine e ordini religiosi, e tante altre<br />

cose ancora. Su tutto e su tutti egli si<br />

erge arbitro, forte della sua estrazione<br />

sociale, orgoglioso della propria cultura<br />

(più volte sottolinea la sue conoscenze<br />

bibliche: cfr pp. 689, 927), certo di aver<br />

optato, con la scelta francescana, per la<br />

parte migliore.<br />

Con la Cronica salimbeniana ci troviamo,<br />

insomma, di fronte ad un'autentica<br />

miniera: anche se in queste brevi note<br />

mi soffermerò — volutamente — soprattutto<br />

su aneddoti e facezie, non dobbiamo<br />

dimenticare che l'opera del cronista<br />

risulta fondamentale per ricostruire la<br />

storia di alcune tra le pagine più significative<br />

del XIII secolo e le vicende di<br />

personaggi senza dubbio di primo piano:<br />

dal movimento dell'Alleluia, con i<br />

suoi famosi predicatori (e si veda la descrizione<br />

di frà Benedetto, soprannominato<br />

frà Cornetta: pp. 103-104), agli<br />

Apostolici, seguaci di Gerardino Segarelli,<br />

da Ugo di Digne a Giovanni da Parma,<br />

da frà Elia da Assisi, vicario di san<br />

Francesco e poi Ministro Generale, all'imperatore<br />

Federico II fino a Ezzelino<br />

da Romano. Ma la lista non termina<br />

qui. Anche sulla corte pontificia e su<br />

molti ecclesiastici egli offre notizie preziose<br />

e aneddoti gustosi, e certo non sarebbe<br />

possibile scrivere la storia di alcune<br />

città dell'Emilia-Romagna o dell'Italia<br />

padana nel Duecento, né quella di alcuni<br />

movimenti religiosi, senza la Cronica<br />

del frate parmense.<br />

Un uomo loquace, a tratti linguacciuto,<br />

persino impertinente, e che tuttavia<br />

dobbiamo benedire soprattutto per i<br />

suoi difetti, grazie ai quali sono sopravvissuti<br />

ricordi altrove difficilmente reperibili.<br />

Ci parla, ad esempio, del terremoto<br />

che nel Natale del 1222 colpì Reggio<br />

ed interessò buona parte del centro e<br />

del nord d'Italia: e fin qui niente di particolare,<br />

ché fin troppo scontate appaiono<br />

certe notazioni a qualsiasi lettore di<br />

cronache medievali. Ma Salimbene va<br />

oltre, sottolineando che quel terremoto<br />

fu soprannominato terremoto<br />

di Brescia, perché<br />

in quella città fu avvertito<br />

più forte che altrove<br />

ed i bresciani si erano<br />

talmente abituati alle sue<br />

ripetute scosse che, stando<br />

essi accampati in tende,<br />

fuori dell'abitato,<br />

quando cadeva il pinnacolo<br />

di qualche torre o<br />

rovinava qualche casa,<br />

guardavano e ridevano<br />

forte («cum clamore»,<br />

cfr p. 50). Non solo, parlando<br />

ancora di quel terremoto,<br />

egli mette a nudo<br />

particolari intimi della<br />

propria esistenza: al<br />

momento della scossa,<br />

egli, piccolino, era nella<br />

culla e sua madre (lei<br />

stessa gli aveva più volte<br />

narrato il fatto) scappò<br />

lasciandolo dov'era e<br />

prendendo in braccio le<br />

due sorelle più grandi-<br />

celle, timorosa che il battistero del duomo<br />

di Parma, vicino alla loro abitazione,<br />

vi rovinasse; per questo motivo, egli<br />

dice, c'era qualche ombra nel suo rapporto<br />

con la madre, poiché lo avevaabbandonato<br />

in mezzo al pericolo, quando<br />

invece avrebbe dovuto curarsi più di lui,<br />

maschio, che non delle figlie! Ma la madre<br />

— sono parole del cronista — si<br />

scusava col fatto che era molto più facile<br />

trasportare le sorelle più grandicelle<br />

(«aptiores erant ad portandum») che<br />

non lui (cfr p. 51). Quando voleva, non<br />

gli mancava il sarcasmo!<br />

L'abbiam detto: smanioso fu Salimbene<br />

di raccontare e di raccontarsi. Ci tiene,<br />

ad esempio, a dire che un grande<br />

barone di Francia, Baliano di Sydone, lo<br />

levò dal sacro fonte nel battistero di Parma<br />

(cfr p. 50), e per tale motivo quando<br />

era nel secolo qualcuno lo chiamava Ba-<br />

liano de Sagitta: «volevano dire — chiarisce<br />

lui stesso — di Sydone» (p. 56). La<br />

sera in cui fu ricevuto nell'Ordine (un<br />

giovedì) aveva già cenato splendidamente<br />

in casa di suo padre, ma i frati lo fecero<br />

ancora mangiare ottimamente; tuttavia<br />

non fu sempre festa: «In seguito —<br />

afferma rammaricato, ancora una volta<br />

fiero della propria estrazione sociale —<br />

poi mi diedero sempre dei cavoli, con i<br />

quali dovetti cibarmi tutti i giorni della<br />

mia vita; e giammai nel secolo avevo<br />

mangiato cavoli, anzi li detestavo tanto<br />

che non avrei nemmeno mangiato carni<br />

chefossero state cotte con essi» (p. 144).<br />

Gustoso, anche se a suo modo drammatico,<br />

il racconto dei tentativi posti in atto<br />

dal padre per indurlo a recedere dalla<br />

sua scelta francescana: Guido de Adam<br />

fece intervenire nientemeno che l'imperatore<br />

Federico II, in quel periodo (la fine<br />

del 1238) a Parma, ma non riuscì a<br />

piegare la volontà del giovane, col quale<br />

ebbe un accanito scontro (cfr pp. 57-<br />

59). Molti altri particolari autobiografici<br />

potrebbero riferirsi ancora, tanto Salimbene<br />

ci tiene a farli conoscere, ma il discorso<br />

si farebbe troppo lungo.<br />

Su tantissimi versanti il suo racconto<br />

appare indubbiamente intrigante. Egli<br />

offre, ad esempio, pagine interessantissime<br />

su cibi e bevande. Ne basti solo<br />

qualche assaggio: se il poeta Ausonio,<br />

nato a Bordeaux all'inizio del secolo IV,<br />

«S. Francesco fa distruggere dai frati le abitazioni ritenute lussuose»<br />

miniatura dal cod. 1266 (Roma, Museo Francescano)<br />

nel suo poema sulla Mosella definiva il<br />

luccio, pesce abituato a sguazzare nel<br />

fango, un cibo plebeo (cfr A. Donati,<br />

Dal mare al fiume: la pesca sul finire<br />

dell'antichità,inLa pesca. Realtà e simbolo<br />

fra tardo antico e medioevo, a cura<br />

di A. Donati e P. Pasini, Milano 1999,<br />

p. 15),Salimbene,narrandolavisita che<br />

nel1248 Luigi IX fece al capitolo provinciale<br />

dei Frati Minori riunito a Sens, ricordache,<br />

uscendo il sovrano dalla chiesa,<br />

gli venne offerto un «grosso luccio»<br />

ancoravivonell'acquainun recipiente di<br />

legnod'abete«chei toscani chiamano bigoncia,<br />

nella quale vengono lavati e fannoil<br />

bagno i fanciulli quando sono ancoranelle<br />

culle»: è da notare — precisa il<br />

cronista — che in Francia il luccio è ritenuto<br />

un pesce di gran valore («carus<br />

et pretiosus»: p. 336).<br />

Non solo. Salimbene ci trasmette l'in-<br />

«Falegname al lavoro», miniatura del 1270 (Bologna, Archivio di Stato)<br />

tero menù fatto servire dal re in quella<br />

medesima occasione: «Quel giorno, dunque,<br />

avemmo per prima ciliegie («cerasas»)<br />

e pane bianchissimo; venne servito<br />

anche vino abbondante e speciale, come<br />

era conveniente alla magnificenza regia...<br />

Poi avemmo fave fresche cotte nel<br />

latte e pesci e gamberi e pasticcio di anguille,<br />

riso al latte di mandorle con polvere<br />

di cannella, anguille abbrustolite<br />

con ottima salsa, torte e giungate [forme<br />

di latte rappreso, non salate e tenerissime]<br />

e la frutta d'uso, tutto in abbondanza<br />

e buono» (p. 339). Un'altra<br />

volta fu ospite, in Auxerre, della contessa<br />

Matilde, che a pranzo fece servire dodici<br />

portate: ma se il conte fosse stato in<br />

casa — annota con malizia — le portate<br />

sarebbero state certamente più numerose<br />

(cfr p. 329).<br />

Anche sui vini Salimbene offre notizie<br />

preziose: sappiamo cosi che la provincia<br />

minoritica di Francia era divisa in otto<br />

custodie, metà delle quali bevevano vino<br />

e l'altra metà birra. Da tre zone la Francia<br />

aveva abbondanza di vini, cioè da la<br />

Rochelle, Beaune e Auxerre: i vini rossi<br />

di Auxerre, tuttavia, non valevano niente<br />

(«minime reputantur»), poiché non<br />

eran «buoni come i vini rossi italiani»<br />

(p. 330); sempre in Auxerre, invece, i vini<br />

bianchi sono talvolta dorati, odorosi,<br />

confortevoli, di forte e buon sapore. «E<br />

nota — ci tiene a precisare — che i vini<br />

«Nella officina del fabbro», miniatura del 1366 (Roma, Biblioteca del Senato)<br />

di Auxerre sono così forti,<br />

che quando stanno<br />

per un po' in un orcio<br />

questo trasuda all'esterno»<br />

(ibidem). Aveva potuto<br />

constatare, quindi,<br />

la verità di quel che un<br />

tempo gli aveva detto frà<br />

Gabriele da Cremona, e<br />

cioè che Auxerre da sola<br />

aveva più vigne e più vino<br />

di Cremona, Parma,<br />

Reggio e Modena messe<br />

assieme, ed era proprio<br />

il vino che dava a tutti<br />

da vivere: gli abitanti di<br />

quelle terre, infatti, mandavano<br />

via fiume il vino<br />

a Parigi, dove lo vendevano<br />

a caro prezzo, ricavandone<br />

il necessario<br />

per mangiare e vestirsi<br />

(cfr p. 329).<br />

Pure in questa occasione<br />

egli non manca di<br />

offrire particolari gusto-<br />

si: francesi e inglesi —<br />

sottolinea — godono nel vuotar bicchieri,<br />

ed è questa la causa per cui i francesi<br />

soffrono di flussioni agli occhi e per il<br />

troppo vino hanno occhi «storti e rossi,<br />

cisposi e cerpellini» (p. 333). Di buon<br />

mattino, smaltiti i fumi dell'alcool, conciati<br />

in tal modo si recavano quindi dal<br />

sacerdote che aveva appena celebrato<br />

messa, pregandolo di versare sui loro<br />

occhi qualche goccia dell'acqua utilizzata<br />

per l'abluzione delle mani. Aveva ben<br />

ragione, dunque, frà Bartolomeo Guiscolo<br />

da Parma, che a Provins (Salimbene<br />

assicura di averlo udito più volte) diceva<br />

loro: «Alé! Ke mal onta ve don Dé!<br />

Metti de l'aighe in le vins, non in lis<br />

ocli» («Andate! Che Dio vi dia male!<br />

Mettete acqua nel vino, non negli occhi!»:<br />

ibidem).<br />

Un racconto piacevole e fluido. Eppu-<br />

re il lettore può provare un senso di fa-<br />

stidio per le continue interruzioni:<br />

Salimbene,<br />

infatti, prendendo spunto<br />

dai fatti narrati, inserisce<br />

nella trama lunghe<br />

digressioni per esporre le<br />

sue considerazioni su<br />

questa o quella materia,<br />

su vizi o virtù. Dei piccoli<br />

trattatelli, insomma,<br />

farciti di auctoritates bibliche<br />

e patristiche, sugli<br />

argomenti più disparati.<br />

Lo faceva notare, già nel<br />

1976, Mariano D'Alatri,<br />

il quale ne concludeva<br />

che la Cronica, «oltre e<br />

più che per la diletta nipote<br />

Agnese, fu scritta in<br />

vista dei predicatori e<br />

della predicazione» (Predicazione<br />

e predicatori<br />

francescani nella Cronaca<br />

di fra Salimbene, in<br />

Collectanea Francisca-<br />

na, 46 [1976], p. 88);<br />

spingendosi oltre, Antonio Ivan Pini (Bologna<br />

a la Romagna nella «Cronica sive<br />

Liber exemplorum ad usum praedicantium»<br />

di Salimbene de Adam, in Salimbeniana,<br />

Bologna 1991, part. pp. 174-<br />

179) ha ipotizzato che il genere cronachistico<br />

sia stato soltanto un espediente<br />

di cui Salimbene si è servito per mettere<br />

a disposizione dei confratelli un liber<br />

exemplorum da impiegare nell'esercizio<br />

dell'officium praedicationis. Personalmente,<br />

considero esagerata l'ipotesi di<br />

Pini (cfr anche le osservazioni di Scalia,<br />

pp. XIX-XX) e pertinente, invece, la<br />

proposta di D'Alatri. Nel Medioevo, infatti,<br />

un testo «privato» non era mai<br />

strettamente tale: pur mantenendosi nel<br />

genere letterario specifico (dall'autore<br />

inteso in modo tutto particolare) e soddisfacendo<br />

alle esigenze esplicitamente<br />

dichiarate da Salimbene, la Cronica poteva<br />

essere così utilizzata per scopi diversi.<br />

Dobbiamo esser grati allo Scalia per<br />

un lavoro che, va detto con chiarezza,<br />

appare senza dubbio esemplare: oltre all'ottima<br />

edizione del testo, egli ha ottenuto<br />

buoni risultati nell'individuazione<br />

delle fonti, migliorando il lavoro (eccezionale,<br />

è doveroso ribadirlo) dell'Holder-Egger,<br />

ed ha facilitato la fruizione di<br />

un'opera su cui molti ancora, e per molti<br />

anni, avranno possibilità di lavorare.<br />

Da tener presente, inoltre, che le righe<br />

di stampa della presente edizione sono<br />

identiche all'edizione del 1966 (pure i<br />

numeri di pagina di quella edizione vengono<br />

ripetuti nel margine sinistro dell'attuale):<br />

in tal modo, la presente edizione<br />

risulta compatibile «con le modalità di<br />

esecuzione del programma elettronico<br />

già pienamente attuato» (p. XLVIII): il<br />

Cetedoc di Louvain-la-Neuve, infatti, utilizzando<br />

l'edizione barese, da anni ha<br />

completato l'elaborazione elettronica<br />

della Cronica e nel 1992 Brepols ha pubblicato<br />

il Thesaurus, contenente, fra l'altro,<br />

l'Onomasticon, l'Index formarum<br />

et lemmatum, la Concordantia lemmatum<br />

et formarum (Index e Concordantia<br />

su microfiches).<br />

Un testo prezioso, da mettere a disposizione<br />

— con traduzioni e altre strategie<br />

da studiare — anche di un pubblico<br />

più vasto che non i soli specialisti, poiché<br />

non è saggio continuare a tenere la<br />

luce sotto il moggio.<br />

Gli atti di un convegno<br />

su Libero Bigiaretti<br />

Quarto titolo (dopo Pirandello, Primo Levi e Piovene)<br />

d'una fresca collana pensata e diretta da<br />

Corrado Donati, questo Bigiaretti è la raccolta degli<br />

«Atti» d'un Convegno che sullo scrittore di<br />

Matelica (1906-1993) si tenne nel suo paese natale<br />

circa tre anni fa (21-22 marzo 1998). Se è quasi<br />

inevitabile che pubblicazioni del genere presentino<br />

un materiale miscellaneo e collettaneo insie-<br />

Alfredo Luzi<br />

Libero<br />

Bigiaretti<br />

La storia,<br />

le storie,<br />

la scrittura<br />

Metauro<br />

me (voglio dire che, proveniente da più «mani» e pur relativo a un solo<br />

soggetto, espongono in dettaglio molteplici punti di vista critici su tutti i più<br />

importanti aspetti dello scrittore e della sua scrittura); ebbene, questo volume,<br />

pur non sottraendosi al suo «dovere», presenta interventi ciascuno di<br />

essi in sé rappresentativi di una globalità analitica del personaggio e della<br />

sua opera. Così è per «Le vie della narrativa di L.B.» di Giulio Cattaneo; così<br />

per «Il ruolo intellettuale nella narrativa e nella saggistica di L.B.»; così<br />

per il saggio dal semplice e complesso titolo «L'oltre di L.B.», di Giorgio<br />

Baroni. Ripeto: ogni contributo, partendo da una angolazione di lettura speciale<br />

e specialistica, compone poi attorno al singolare punto d'avvio tutto il<br />

restante affresco dei modi e dei motivi, dei temi e dello stile dello scrittore<br />

in questione. Perché (ma non possiamo citare tutti), se Luigi Fontanella ricostruisce<br />

il «suo» Bigiaretti interpretandone il «Parasurrealismo espressionista»;<br />

Marcello Verdenelli lo rivisita attraverso un ribadito filtro dell'«Altrove»<br />

e Alfredo Luzi quelli di «La memoria, il tempo, la differenza». Infine, se<br />

Giuliano Manacorda ne evidenzia «Realismo e neorealismo», altri ne ricordano<br />

biografia e «geografia», altri ancora le tematiche «industriali», altri infine<br />

le poesie. Ne esce il compiuto profilo di un intellettuale che si pone come<br />

coscienza critica del mondo in cui vive, come disincantato analista dei<br />

moti dell'animo e dei caratteri umani. (claudio toscani)<br />

Alfredo Luzi (a cura di), Libero Bigiaretti. La storia, le storie, la scrittura,<br />

Fossombrone, Metauro, 2000, pp. 224, L. 25.000.<br />

Vincenzo Galiè<br />

L'abbazia<br />

e il castello<br />

di Campofilone<br />

Tip.<br />

S. Giuseppe<br />

La millenaria storia<br />

dell'abbazia di Campofilone<br />

Prima che la popolazione, in gran parte, si riversasse<br />

lungo la riviera adriatica, le Marche avevano<br />

il loro «cuore» pulsante nella dorsale appenninica<br />

e nei centri medievali fioriti nelle dolci colline.<br />

Campofilone era uno di questi. Se ne conservano<br />

memoria e vestigia sia nell'abbazia che nel<br />

castello. Uno studioso archeologo locale, Vincenzo<br />

Galiè, da anni sta conducendo esplorazioni<br />

per far riemergere le «glorie» del passato. E si deve riconoscere che adempie<br />

al suo compito con successo. Galiè fa risalire l'esistenza dell'abbazia<br />

agli inizi del secondo millennio. Ritiene però ovvio che l'abbazia è stata costruita,<br />

con materiale di recupero del periodo romano, nell'area di una<br />

grande villa. Dai documenti e reliquie archeologiche è in grado di rettificare<br />

le affermazioni di storici che, evidentemente, hanno proceduto per intuizioni.<br />

Sotto il profilo della storia ecclesiastica, l'abbazia di Campofilone ha richiamato<br />

l'interesse di molti Sommi Pontefici. Clemente III la pose alle dipendenze<br />

di quella di san Nicola al Tordino che, a sua volta, dipendeva dal<br />

grande monastero di Montecassino. Benedetto XII nel 1349 vi elesse abate<br />

Giovanni di Morano o Marano. Nel 1421 la Sede Apostolica si riserva la<br />

scelta degli abati con l'assegnazione di un pingue beneficio. Dell'abbazia<br />

s'interessò anche Eugenio IV. Nel 1571 Pio V con la bolla di erezione della<br />

Diocesi di Ripatransone elenca le giurisdizioni limitrofe e cioè i Vescovi di<br />

Ascoli e di Fermo e gli abati di Campofilone e di Farfa. Questo punto luce<br />

che è l'abbazia di Campofilone ha irradiato sul territorio i valori umani e<br />

cristiani. (gino concetti)<br />

Vincenzo Galiè, L'abbazia e il castello di Campofilone, Macerata, Tip. San<br />

Giuseppe, 2000, pp. 86 (s.i.p).<br />

Pagine che si inoltrano<br />

nel segreto arcobaleno della vita<br />

La vita di un presbitero è, innanzitutto, un lasciarsi<br />

sequestrare dall'imprevedibile e permanente<br />

creatività dello Spirito di Dio: è questa la<br />

struttura nucleica e intima che fa muovere le vibrazioni<br />

spirituali e culturali di don Angelo Centrone,<br />

innamorato di Cristo e fine uomo di cultura<br />

storico-letteraria, filosofica e teologica nonché figlio<br />

di Castellana, località conosciuta in tutto il<br />

Angelo Centrone<br />

Rugose<br />

di pacata<br />

stanchezza<br />

Vivere In<br />

mondo per le sue «grotte» dov'è possibile estasiarsi grazie a un paradossale<br />

silenzio musicato dal ritmo di un tempo senza tempo. Rugose di pacata<br />

stanchezza — oltre ad evocare le pietre magnetiche della testimonianza di<br />

un inedito e comune destino, bagnato da lacrime celestiali e terrestri — è il<br />

distillato sapienziale di quella tipica «fatica del pensare nella fede» che sa<br />

inoltrarsi nel segreto arcobaleno della vita cogliendone il tratto più significativo<br />

e sublime. Composta da sei sezioni, intelaiate, con cura, da Pietro<br />

Piepoli, il volume mette insieme, rispettivamente, gli articoli composti da<br />

don Angelo in occasione di alcuni prestigiosi concorsi a premi letterari, a<br />

carattere nazionale; i «pezzi» scritti dal '55 al '60 su «L'olmo» (primo periodico<br />

castellanese) dove l'autore sprigiona una religiosità cristianamente<br />

ispirata e mariologicamente semantizzata lungo i sentieri francescani del<br />

Convento dedicato alla Vergine della Vetrana, vivificato dai Frati Minori, responsabili,<br />

tra l'altro, della rivista «Laudate sie» da cui sono stati stralciati,<br />

per il nostro libro, due acuti contributi critici aventi per oggetto la figura e<br />

l'opera di Maria di Nazareth e di sant'Antonio di Padova; le omelie, infine,<br />

sono — congiuntamente a una «selezione di frammenti» per Castellana e i<br />

castellanesi — una piccola summa della storica «poetica della trascendenza»<br />

di don Centrone, nella quale spicca l'«inno» (1976) consacrato a Franco<br />

Anelli che, da pioniere della speleologia meridionale (1938), «donò le grotte<br />

a Castellana e Castellana al mondo». (tommaso turi)<br />

Angelo Centrone, Rugose di pacata stanchezza, Roma-Monopoli, Vivere In,<br />

2000, pp. 186, L. 18.000.<br />

Nicola<br />

Abbagnano<br />

La saggezza<br />

della<br />

filosofia<br />

Bompiani<br />

«Medaglioni» sui filosofi<br />

più rappresentativi del '900<br />

Questo volume del filosofo esistenzialista salernitano<br />

uscì presso Rusconi nel 1987. Lo si ristampa<br />

a dieci anni dalla morte (9 sett. 1990) quasi testamento<br />

di un maestro di vita che alle nuove generazioni<br />

dice le ragioni della vocazione alla filosofia<br />

come acquisizione di uno stile saggio di vita<br />

prima e molto più che come competenza professionale<br />

in seno alle accademie. Avendo maturato<br />

la sua personale visione di mondo prima a stretto contatto col razionalismo<br />

sperimentale di Aliotta e poi in un cimento serrato e chiarificatore con lo<br />

strumentalismo pragmatistico di Dewey e col positivismo logico, Abbagnano<br />

viene classificato tra gli esistenzialisti che non condividono l'ateismo e il<br />

pessimismo di Sartre, ma propendono per la legittimazione della libertà<br />

orientata alla progettazione di una vita realisticamente possibile, cioè da<br />

costruire alla giornata con passione, senso di responsabilità e apertura<br />

slargata di prospettive in una società che svela il volto di Medusa della tecnica<br />

e postula l'utilizzazione di componenti umanistiche nella formazione<br />

dell'uomo. L'opuscolo in questione offre una serie di medaglioni che tratteggiano<br />

il pensiero «essenziale» dei filosofi più rappresentativi del Novecento,<br />

ivi inclusi l'etologo Lorenz, il saggista Cioran e lo psicanalista Eric<br />

Fromm, tutti interessati, a vario titolo, a lumeggiare gli aspetti salienti della<br />

vita umana e a indicare vie percorribili di pensiero e di azione con una forte<br />

istanza umanistica È una mappa diversificata di paradigmi sapienziali<br />

che mettono capo a quelli che una volta venivano chiamati maestri di vita.<br />

«Se il filosofo è l'uomo che si è fatto filosofo per rendersi conto dell'inquietudine<br />

che lo rende perplesso nella scelta tra Dio e il suicidio» (P. Piovani),<br />

allora si evince la serietà della riflessione sul senso della vita che le scienze<br />

non possono dare e che la filosofia, per contro, elucida con l'esercizio<br />

della ragione che diventa tanto più valido se non disdegna le illuminazioni<br />

della rivelazione soprannaturale, come nel caso di Etienne Gilson, rinomato<br />

studioso di filosofia medioevale e attualizzatore del tomismo nel Novecento<br />

filosofico. È vero: i vari medaglioni presentati da Abbagnano tengono conto<br />

anzitutto di singoli filosofi, ma dietro i nomi vengono a evidenza questioni<br />

fondamentali del sapere che attengono pur sempre alla vita e al destino<br />

dell'uomo. (paolo miccoli)<br />

Nicola Abbagnano, La saggezza della filosofia. I problemi della nostra vita,<br />

Milano, Bompiani, 2000, pp. 205, L. 13.500


A ROMA<br />

PAGINA<br />

CAPODANNO/1 La presenza di volontari nel carcere minorile e tra gli anziani<br />

Gesti di solidarietà e speranza<br />

tra gli emarginati della città<br />

Speranza e gioia, ma anche tanta tristezza<br />

e solitudine, fra gli emarginati<br />

della città per la notte di fine anno. Una<br />

animata parentesi che rompe i rigidi ritmi<br />

della dura realtà del carcere oppure<br />

un momento di gioia e di solidarietà per<br />

combattere la solitudine sofferta da un<br />

anziano, o ancora una calda festa organizzata<br />

in una casa famiglia fra persone<br />

che condividono le stesse speranze di riscatto<br />

sociale.<br />

Questo è l'ultimo dell'anno vissuto<br />

dalle persone più sofferenti e provate<br />

dalla vita. Capodanni di altre dimensioni,<br />

molto diversi da quelli rassicuranti e<br />

gioiosi dei cenoni con i parenti e delle<br />

discoteche. Ma c'è anche chi, potendo<br />

scegliere, ha preferito rinunciare ad una<br />

festa con gli amici di tutti i giorni, ed ha<br />

brindato con questi fratelli meno fortunati,<br />

come per esempio i trenta ragazzi<br />

volontari che sono andati ad intrattenere<br />

i detenuti del carcere minorile di Casal<br />

del Marmo.<br />

Una Santa Messa, presieduta dal cappellano<br />

Gaetano Greco, ha preceduto la<br />

festa, organizzata a conclusione di una<br />

giornata vissuta all'insegna dello sport.<br />

«Quando leggo il Vangelo a questi ragazzi<br />

— ha spiegato Padre Gaetano —,<br />

cerco sempre di trovare nel suo messaggio<br />

dei punti di riferimento che possano<br />

essere loro di insegnamento. Durante le<br />

omelie spesso i ragazzi intervengono<br />

con domande e commenti, per confrontare<br />

e apprendere le nuove verità. La<br />

speranza è sempre quella che questi ragazzi<br />

possano ritornare ad una vita normale<br />

il più presto possibile e diventare<br />

così artefici della propria esistenza. Questa<br />

speranza diviene ancora più urgente<br />

proprio la sera di capodanno, che per<br />

certi aspetti è per loro quella più triste<br />

dell'anno. Loro infatti vivono il carcere<br />

come un'ingiustizia, ma non sono convinti<br />

di poter aspirare a realtà migliori e<br />

nasce così nei loro cuori il pessimismo,<br />

e la tendenza a sottolineare sempre gli<br />

aspetti più negativi della vita».<br />

I trenta volontari, animatori della festa,<br />

hanno incominciato sin dalla mattina<br />

ad addobbare la sala per l'incontro, e<br />

ad organizzare tutti i preparativi. La loro<br />

presenza è indispensabile, poiché altrimenti<br />

i giovani detenuti non sarebbero<br />

in grado di divertirsi, rinchiusi per<br />

ventiquattro ore al giorno non solo fra<br />

le alte pareti del carcere, ma soprattutto<br />

nella prigione della loro triste storia personale.<br />

Quello della mezzanotte, quindi<br />

è stato per loro un brindisi nella speranza<br />

di incominciare con l'anno nuovo anche<br />

una nuova vita.<br />

Un forte messaggio di solidarietà e di<br />

calore umano è stato anche rivolto agli<br />

oltre duecento anziani assistiti dalla parrocchia<br />

di san Frumenzio nel quartiere<br />

di Monte Sacro. Il parroco don Enrico<br />

Feroci con circa sessanta volontari ha<br />

organizzato come ogni anno il consueto<br />

cenone presso i locali della chiesa, al<br />

quale sono stati invitati tutti gli anziani<br />

iscritti al servizio di assistenza offerto<br />

dai parrocchiani 24 ore su 24 con il sistema<br />

«televita». Ogni ospite è stato prelevato<br />

da casa e condotto nella grande<br />

sala dove erano stati allestiti più di trecento<br />

coperti. «Il nostro compito non è<br />

soltanto quello di servire questi anziani,<br />

ma soprattutto quello di farli sentire in<br />

famiglia», spiega Andrea, uno degli organizzatori.<br />

Infatti, oltre ad entrare nelle<br />

loro case per accompagnarli in parrocchia,<br />

ci sediamo con loro ai tavoli ed<br />

animiamo la serata con conversazioni.<br />

L'atmosfera di festa poi è ancora di più<br />

sottolineata con musiche e tombolate.<br />

Grazie alla rete di solidarietà, ormai collaudata<br />

dal 1988, conosciamo personalmente<br />

la maggior parte degli assistiti<br />

che sono diventati per noi degli amici. Il<br />

nostro desiderio infatti è quello che la<br />

comunità parrocchiale diventi una vera<br />

e propria grande famiglia, con i suoi<br />

giovani e i suoi anziani».<br />

I volontari che da anni si prestano a<br />

trascorrere l'ultima sera dell'anno con<br />

questi anziani, dichiarano che il momento<br />

più emozionante per loro è proprio<br />

quando li vanno a prendere a casa, poiché<br />

si sentono considerati ed accolti. Il<br />

desiderio della comunità parrocchiale è<br />

quello di poter fare al più presto possibile<br />

un centro diurno, dove questi assistiti<br />

possano trascorrere delle giornate in<br />

compagnia, eliminando così per sempre<br />

Prima linea di autobus urbani<br />

gestita interamente da privati<br />

Il trasporto pubblico in città cambia:<br />

la prima linea affidata a privati nell’ambito<br />

della normativa sull’apertura del<br />

servizio pubblico, è stata inaugurata il<br />

primo gennaio 2001.<br />

È la prima di 21 linee che l’Atac, l’azienda<br />

comunale di trasporto, ha ceduto<br />

in gestione a privati nella zona periferica<br />

orientale della Capitale.<br />

Il servizio sarà effettuato da 130 nuovi<br />

autobus e con tariffe e modalità identiche<br />

al trasporto pubblico e a carico del<br />

Comune secondo i parametri previsti dal<br />

bando di gara.<br />

I nuovi gestori, raggruppati in una Associazione<br />

temporanea d'imprese, sono<br />

«Sita» (Gruppo Sogin, che già fa parte<br />

di un consorzio privato con tariffe e modalità<br />

proprie che gestisce un’altra compagnia<br />

capitolina, la «Linea J»), la<br />

abruzzese «Arpa», «Apm» (l’azienda di<br />

trasporto pubblico di Perugia, che con<br />

la Sogin e altre due società figura nella<br />

«J») e la francese «Transdev».<br />

Gli autobus, riconoscibili perché di<br />

colore celeste, 21 sedili normali, 76 posti<br />

in piedi e 5 per obesi, servizi per i disabili,<br />

riscaldamento, aria condizionata, filodiffusione,<br />

sono stati acquistati dal Comune<br />

da due ditte, una modenese e l'altra<br />

tedesca.<br />

14 .<br />

dalla loro vita quelle lunghe e silenziose<br />

giornate di solitudine.<br />

Alle feste negli istituti penitenziari e<br />

nelle parrocchie si aggiungono anche i<br />

modesti brindisi nelle stazioni e in tutti<br />

quei luoghi dove trovano rifugio i senza<br />

tetto, che festeggiano il nuovo anno con<br />

i pasti distribuiti dai volontari della Caritas<br />

e della comunità di sant'Egidio.<br />

Ma anche nelle case famiglie è capodanno.<br />

Un capodanno ricco di speranza<br />

e di gioia, ma soprattutto di aspettative<br />

di una vita migliore, come quello delle<br />

ospiti della Casa Famiglia Labourè, gestita<br />

dalle suore vincenziane Figlie della<br />

Carità. In questa casa vivono circa venticinque<br />

ragazze madri, in attesa di un<br />

reinserimento dignitoso nella società<br />

grazie ai corsi di formazione professionale<br />

per parrucchiere, commesse, cameriere,<br />

bariste e donne di servizio. Nella<br />

notte dell'ultimo dell'anno la casa ha<br />

aperto le porte anche a parenti ed amici,<br />

sottolineando quell'atmosfera di collaborazione<br />

che si è sviluppata nel corso<br />

dell'anno.<br />

Quest'anno per i volontari della san<br />

Vincenzo vi è anche una speranza in<br />

più, quella di poter allargare la famiglia<br />

di altre venticinque ospiti con i loro<br />

bambini. Presto infatti verrà ristrutturato<br />

un appartamento di 500 mq sulla via<br />

Casilina, e con l'aiuto della provvidenza<br />

in questa oasi di salvezza altre giovani<br />

potranno imparare a vivere dignitosamente<br />

senza la paura di essere sfruttate.<br />

RITA DIETRICH<br />

«BOTTI» Petardi anche contro un'ambulanza<br />

Quasi 30 feriti<br />

durante i festeggiamenti<br />

Anche quest'anno l'incivile usanza dei<br />

«botti» di fine anno ha provocato seri<br />

danni alle persone e alle cose. Nella Capitale<br />

28 cittadini sono dovuti ricorrere<br />

alle cure in ospedale. I più gravi sono<br />

stati un ragazzo di 16 anni, con danni<br />

forse irreparabili a un occhio, e un immigrato<br />

— del quale non si conoscono<br />

le generalità — che ha avuto la mano<br />

destra amputata. Come sempre le ferite<br />

— contusioni e abrasioni agli occhi,<br />

trauma da schegge, lesioni alle mani o<br />

ai piedi — sono derivate dall’incauto<br />

maneggio di botti, rauti e petardi.<br />

Superlavoro c’è stato in particolare<br />

per gli operatori del pronto soccorso del<br />

sant’Eugenio — a cui si sono rivolte<br />

persone con ustioni, anche di primo e<br />

secondo grado, e lesioni alle mani, talvolta<br />

con interessamento anche dei tendini<br />

— e dell’ospedale Oftalmico che ha<br />

soccorso otto persone per contusioni<br />

bulbari e perforazioni delle palpebre.<br />

Molto affollati anche il pronto soccorso<br />

del Cto, del Policlinico Umberto I e del<br />

san Giovanni.<br />

Sconcertante, inoltre, il gesto di teppismo<br />

compiuto ai danni di un’autoambulanza<br />

del «118». Mentre il mezzo di soccorso<br />

passava in Piazza di Spagna, alcuni<br />

giovani gli hanno tirato contro alcuni<br />

petardi, che hanno provocato all’interno<br />

un principio d’incendio, subito domato<br />

dal personale del 118. Sull’ambulanza<br />

c’era un ferito che doveva essere trasportato<br />

all’ospedale san Giacomo e solo<br />

il tempestivo intervento di uno degli infermieri<br />

e della dottoressa hanno evitato<br />

che l’ambulanza prendesse fuoco. Il petardo,<br />

infatti, dopo aver danneggiato l’a-<br />

Le linee cedute in gestione avranno<br />

una frequenza di 15 minuti nei giorni feriali,<br />

di 30 in quelli festivi. Oltre ai servizi<br />

previsti dalla gara (controllo dei chilometri<br />

realmente effettuati, manutenzione<br />

dei mezzi, informazione sonora a<br />

bordo) il gestore offrirà alle fermate un<br />

avviso sonoro per il numero e la direzione<br />

del bus in arrivo e un servizio di<br />

chiamata, realizzato con appositi pulmini,<br />

per i disabili della zona. Sulle fiancate<br />

destre di ogni autobus sono riportati<br />

anche il percorso e gli interscambi con<br />

altre linee.<br />

Entrambi i servizi non comporteranno<br />

costi aggiuntivi per il Comune e con<br />

l’avvio delle linee dei privati l’Atac farà<br />

partire il potenziamento del servizio su<br />

sei linee (81, 85, 112, 451, 508 e 542) e<br />

l’attivazione di una linea Express che<br />

collegherà Tor Bella Monaca e Tor Vergata<br />

alla stazione della metropolitana<br />

della linea A di Anagnina. L’obiettivo è<br />

che nelle ore di punta nessuna linea<br />

Atac superi i 15 minuti di frequenza.<br />

Dal Campidoglio fanno sapere che<br />

prossimamente sarà bandita la gara per<br />

un secondo lotto di 20 linee bus private<br />

nell’area Flaminio e 10 in quella Eur-Ardeatino.<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Martedì-Mercoledì 2-3 Gennaio 2001<br />

reatore sul tettino dell’ambulanza, è caduto<br />

vicino alle coperte che avvolgevano<br />

il paziente.<br />

Ferimenti si sono verificati anche nei<br />

dintorni di Roma, in particolare a Velletri.<br />

In alcuni casi il lancio di rauti o di<br />

altri artifici pirotecnici ha provocato<br />

danni sui balconi a tende o a serrande<br />

di plastica. I Vigili del fuoco sono dovuti<br />

intervenire per principi d’incendio in varie<br />

zone della città. Grave il bilancio dei<br />

«botti» anche nelle province del Lazio:<br />

due feriti gravi a Latina, due feriti nel<br />

Frusinate e tre nel Reatino.<br />

CAPODANNO/2 Nella parrocchia di S. Maria della Presentazione a Torrevecchia<br />

Dal Te Deum di ringraziamento<br />

al futuro cammino di fede<br />

«Celebriamo questa sera la liturgia del<br />

primo giorno dell'anno, la Solennità di<br />

Maria Santissima, Madre di Dio. Iniziamo<br />

l'anno chiedendo a Maria di intercedere<br />

per noi, di farci veri e autentici discepoli<br />

del Figlio suo, portatori di pace<br />

perché obbedienti, perché disponibili al<br />

suo Vangelo. Il tempo ce lo portiamo<br />

dentro, fa parte di noi stessi, ci limita.<br />

Ma la nostra temporaneità limitata ci<br />

spinge verso l'eterno. Lui, l'eterno, ci ha<br />

voluti, ci ha amati, ci ha redenti e ci<br />

vuole con sé. Per avvicinarsi a noi da<br />

eterno si è fatto creatura, sperimentando<br />

la nostra fragilità ma elevandola fino<br />

a sé. Seguiamolo e dal tempo limitato<br />

scopriremo l'eterno». Queste le parole<br />

pronunciate da don Crispino Borgia,<br />

parroco di Santa Maria della Presentazione<br />

a Torrevecchia, durante la Santa<br />

Messa celebrata il 31 nella sua parrocchia.<br />

Queste le parole che hanno unito<br />

la comunità dei fedeli del giorno nel Te<br />

Deum, il ringraziamento al Signore per<br />

tutte le opere buone che ha saputo<br />

donare.<br />

Un ringraziamento per il cammino<br />

che la comunità tutta ha saputo affrontare<br />

in questi anni di grande prova, un<br />

cammino vissuto con quello che di bello<br />

il Signore ha mandato. «Siamo una porzione<br />

di questo grande gregge che è la<br />

Diocesi e che vive in comunione con il<br />

Padre — ha spiegato don Crispino —.<br />

Non abbiamo fatto niente di eccezionale,<br />

abbiamo soltanto vissuto intensamente<br />

un cammino che costituisce il terreno<br />

fecondo, fatto di ascolto ed intervento,<br />

Fiamme in un condominio di Guidonia:<br />

sgomberate ventidue famiglie<br />

Ventidue famiglie dono state sgomberate nel giorno di Capodanno da uno<br />

stabile di Guidonia Montecelio a seguito di un incendio scoppiato nel garage<br />

condominiale per cause ancora in corso di accertamento. L'allarme è stato<br />

dato intorno alle 8 di mattina. Il rogo ha distrutto undici auto e un motociclo<br />

parcheggiati nell'area condominiale di via Cecconi. Le fiamme, dal garage all’aperto<br />

sotto gli appartamenti, si sono propagate nell’androne e in alcune<br />

abitazioni danneggiando le colonne portanti, l’impianto elettrico e fognario e<br />

le condutture del metano. L’ala del palazzo è stata dichiarata inagibile e 22<br />

famiglie sono state fatte sgomberare.<br />

Forse a scatenare l’incendio, favorito dal forte vento, è stato un residuo dei<br />

«botti» di Capodanno o forse un corto circuito all'interno di una delle auto.<br />

Queste le prime ipotesi su cui stanno lavorando i Carabinieri e i Vigili del fuoco<br />

di Tivoli e Roma intervenuti immediatamente sul posto. Funzionari del comune<br />

stanno intanto cercando una soluzione per le famiglie rimaste senza casa.<br />

Nei giorni scorsi, a Guidonia, si erano già registrati altri casi di auto in<br />

fiamme ma l’origine era sicuramente dolosa. Gli investigatori in questo caso<br />

escludono però che si tratti dell’azione di piromani.<br />

Chiuso il reparto di ostetricia<br />

ad Anzio: partoriente<br />

dirottata a Priverno<br />

Una partoriente è stata dirottata all’ospedale<br />

di Priverno perché il reparto di<br />

ostetricia degli Ospedali Riuniti Anzio-<br />

Nettuno, è chiuso dal 31 dicembre (oggi<br />

è stato ripristinato il servizio) poiché tutte<br />

le sette ostetriche in organico hanno<br />

inviato certificati di malattia. Così il responsabile<br />

di ostetricia, dott. Vincenzo<br />

Monti, ha deciso insieme con il primario<br />

ed il direttore sanitario di bloccare le accettazioni.<br />

Molte donne, che si sono rivolte<br />

al reparto di Ginecologia hanno ottenuto<br />

l’assistenza medica ma sono state<br />

avvisate che, in caso di travaglio e di<br />

parto imminente, avrebbero dovuto scegliere<br />

un altro ospedale. La Uil-Sanità<br />

ha segnalato il caso di una donna, arrivata<br />

in travaglio la notte di s. Silvestro e<br />

dirottata in ambulanza all’ospedale di<br />

Priverno lontano da Anzio circa 50 chilometri.<br />

«Ci è sembrato — spiegano —<br />

molto rischioso mandare via quella donna<br />

da un ospedale attrezzato come quello<br />

di Anzio, in cui c’è pure la rianimazione,<br />

per farle affrontare un viaggio così<br />

lungo in una notte così particolare,<br />

quando per strada si potrebbero determinare<br />

anche difficoltà di circolazione.<br />

Oltretutto a bordo c’era solo un infermiere<br />

generico, perché era stato valutato<br />

che non fosse necessario il medico».<br />

3 GENNAIO 2001<br />

Mercoledì del Tempo di Natale<br />

- Feria (bianco)<br />

Messa propria<br />

Lezionario: 1 Gv 2, 29-3, 6;<br />

Salmo 97; Gv 1, 29-34<br />

Liturgia delle Ore: Merc. I<br />

sett. - Ufficio della Feria<br />

Fede<br />

Noi manteniamo la nostra fede solo dandola<br />

ad altri. Noi la accresciamo, solo condividendola<br />

con gli altri. Si potrebbe dire che<br />

una fede condivisa è una doppia fede.<br />

(August Berz)<br />

a cura di p. Leonardo Sapienza, R.C.I.<br />

di carità e amore. Dobbiamo sforzarci<br />

per dare all'ordinarietà di tutti i giorni il<br />

contenuto fondamentale di spinta missionaria».<br />

Il cammino della parrocchia di Santa<br />

Maria della Presentazione a Torrevecchia,<br />

al di là di tutto è stato lungo, vissuto<br />

in un garage come luogo di culto e<br />

con un piccolo appartamento adibito ad<br />

abitazione del parroco e sede di catechesi<br />

e incontri comunitari. Tutto questo<br />

per trent'anni, perché a febbraio la comunità<br />

avrà a disposizione una vera e<br />

INCIDENTI Nel ponte di fine anno<br />

Tre morti<br />

sulle strade del Lazio<br />

Tre persone sono morte ed altre sei<br />

sono rimaste ferite in incidenti della<br />

strada avvenuti nella regione durante il<br />

ponte di Capodanno. Le vittime, come<br />

spesso accade in queste occasioni, sono<br />

quasi tutte giovani.<br />

Una donna di 21 anni, Stefania Greco,<br />

è morta infatti alle 2 del primo gennaio<br />

in un incidente stradale avvenuto<br />

in via Fabbroni nei pressi di via Cassia.<br />

Secondo la ricostruzione dei Vigili urbani<br />

del IV gruppo, l’incidente ha coinvolto<br />

una utilitaria e una jeep che si sono<br />

scontrate in coincidenza di un semaforo.<br />

La jeep, che probabilmente procedeva a<br />

forte velocità, è stata urtata lateralmente<br />

dall’autovettura e si è ribaltata precipitando<br />

in un fossato alto circa quattro<br />

metri. I Vigili del fuoco hanno estratto<br />

dalle lamiere i quattro che erano a bordo,<br />

ma la ventunenne vicentina è morta<br />

poco dopo l’arrivo in ospedale; gli altri<br />

sono ricoverati. Il giovane che era alla<br />

guida della jeep, C. T.,30 anni, è risultato<br />

positivo alla prova dell’etilometro. La<br />

Polizia municipale ha accertato che in<br />

precedenza gli era già stata ritirata la<br />

patente per lo stesso motivo. Tra i feriti<br />

il più grave è un giovane di 27 anni, per<br />

il quale i medici si sono riservati la prognosi.<br />

Un quindicenne, Cristian Biosa, è<br />

morto a Viterbo. Il ragazzo è finito con<br />

il ciclomotore fuori strada. Un altro ragazzo,<br />

Cristian Raggi, di 18 anni, che<br />

viaggiava sul sellino posteriore, ha riportato<br />

soltanto ferite guaribili in pochi<br />

giorni. L’incidente è avvenuto poco prima<br />

della mezzanotte del 31 dicembre,<br />

lungo la provinciale che collega Viterbo<br />

alla frazione di Tobia.<br />

Sempre l'ultimo dell'anno una persona<br />

è morta e un'altra è rimasta ferita in<br />

un incidente avvenuto sulla via Appia,<br />

all'altezza di S. Maria delle Mole. Nell'incidente<br />

due auto si sono scontrate<br />

frontalmente. Il ferito è stato portato in<br />

ambulanza all'ospedale di Albano.<br />

Infine, un giovane è rimasto ferito in<br />

un incidente avvenuto lunedì, poco dopo<br />

le 7, nei pressi di Monteporzio Catone.<br />

Il giovane, forse per un colpo di<br />

sonno, ha perso il controllo dell'auto e<br />

si è schiantato contro il muro del casello<br />

autostradale.<br />

Acqua sotto il manto stradale:chiusa via Trionfale<br />

I tecnici dell’Acea sono stati impegnati dalle 6 di martedì sulla via Trionfale,<br />

all’altezza dell’incrocio con via Prisciano, per una improvvisa fuoriuscita di<br />

acqua da sotto il manto stradale. Sul posto sono intervenuti anche i Vigili<br />

del fuoco e i Vigili urbani che hanno chiuso quel tratto di via Trionfale al<br />

traffico.<br />

Falso allarme bomba al «Leonardo da Vinci»<br />

Allarme, subito rientrato, martedì mattina all’aeroporto Leonardo da Vinci<br />

per una valigetta 24 ore lasciata accanto ad un telefono pubblico nella zona<br />

partenze del terminal C, l’aerostazione dedicata ai voli intercontinentali ed<br />

extra Schengen. Alle 9.30 circa un passeggero ha notato la valigetta di colore<br />

nero incustodita ai piedi di una colonnina porta-telefono. È scattato<br />

quindi il dispositivo di sicurezza: la zona è stata fatta sgomberare e transennata<br />

dalle Forze dell’ordine per circa 400 metri quadrati. Poco dopo le<br />

10 gli artificieri dei Carabinieri, usando un cannoncino caricato ad acqua e<br />

telecomandato a distanza, hanno aperto la borsa all’interno della quale non<br />

c’era nulla di preoccupante.<br />

Dopo Capodanno raccolte 100 tonnellate di rifiuti<br />

Sono cento, secondo l’Ama, le tonnellate di rifiuti prodotti in città nella notte<br />

di san Silvestro. L'unità lavorativa composta da 230 operatori, con l’ausilio<br />

di 120 mezzi, è entrata in azione subito dopo la conclusione delle manifestazioni<br />

a piazza Marconi, Quirinale e San Pietro per ripulire le aree nelle<br />

primissime ore del mattino. L’Ama ha sottolineato che nonostante la giornata<br />

festiva, dalle 6 di lunedì tutto il personale disponibile, oltre 4.000 addetti,<br />

nei turni mattutino, pomeridiano e notturno, ha assicurato in tutta la città il<br />

consueto servizio di svuotamento di cassonetti e cestini e pulizia delle strade,<br />

svolto nei giorni feriali.<br />

Chiedonoriscattoaconnazionale:arrestati3cinesi<br />

Tre cinesi che avevano chiesto un riscatto ad un loro connazionale per restituirgli<br />

degli oggetti d’oro di cui era stato derubato sono stati arrestati per<br />

estorsione e ricettazione. I tre, Zhou Janjum, di 25 anni, Chen Cuman e<br />

Wang Pin, entrambi 24enni, sono stati bloccati nella Capitale la notte tra domenica<br />

e lunedì dai Carabinieri del nucleo operativo e radiomobile di Viterbo<br />

in collaborazione con i colleghi della stazione di Soriano nel Cimino.<br />

propria chiesa, poco distante da quella<br />

attuale e che finalmente potrà riunire i<br />

molti fedeli sparsi nell'intera zona.<br />

Già, perché le quasi 25.000 anime<br />

sparse per tutto il territorio finora non<br />

riuscivano a sentirsi interamente parte<br />

unica. La zona, che va da via Torrevecchia<br />

a via Casal del Marmo, è molto vasta<br />

e la parrocchia, oltre alla chiesa attuale,<br />

ha otto luoghi di culto, uno per<br />

quartiere. «La nuova chiesa darà la possibilità<br />

di riunire tutti — ha spiegato il<br />

parroco —, di incontrarsi e di fornire ai<br />

fedeli un vero punto di riferimento, uno<br />

spazio dove confrontarsi e proseguire il<br />

discorso iniziato tanti anni fa. Con l'inaugurazione<br />

del nuovo complesso parrocchiale<br />

avremo la disponibilità di spazi<br />

adeguati per la preghiera, per gli incontri,<br />

per il catechismo, per la solidarietà».<br />

Uno dei problemi più grossi che Santa<br />

Maria della Presentazione deve affrontare<br />

è l'aiuto alle famiglie bisognose<br />

della zona. Nonostante molti nuclei di<br />

benessere, infatti, esistono vaste sacche<br />

di povertà al limite della sopravvivenza,<br />

specialmente nell'area delle ex case Bastogi<br />

e il Quartaccio. «Sono circa 260 le<br />

famiglie che, come parrocchia, assistiamo<br />

costantemente — ha aggiunto don<br />

Crispino —. Notevole è in particolare<br />

modo l'opera della Caritas che grazie ad<br />

un centro ascolto, apporta un aiuto materiale<br />

e spirituale. Poi ci sono anche gli<br />

altri gruppi, le 23 congregazioni che<br />

coadiuvano le attività di solidarietà parrocchiale».<br />

Nonostante gli spazi limitati che Santa<br />

Maria della Presentazione offre ai fedeli,<br />

sono numerose le persone che lavorano<br />

al suo interno. Il gruppo dei Giovani<br />

lavoratori universitari, per esempio, si<br />

occupano degli adolescenti che escono<br />

dalla catechesi permanente e attualmente<br />

sono circa cinquecento i bambini e<br />

ragazzi che si stanno preparando per ricevere<br />

la Prima Comunione e la Cresima.<br />

O come i Giuseppini del Murialdo e<br />

gli Scout d'Europa. «Con i nuovi spazi<br />

— ha sottolineato ancora una volta il<br />

parroco — potremo fare ancora di più<br />

per mantenere l'unità comunitaria».<br />

Tra qualche giorno si chiuderà l'Anno<br />

Santo. In occasione del Giubileo la comunità<br />

di Santa Maria della Presentazione<br />

ha saputo vivere al meglio questo importante<br />

momento, la riconciliazione<br />

con Dio Padre, con una preparazione attenta<br />

e fruttuosa. «Abbiamo vissuto bene<br />

i tre anni di preparazione — ha spiegato<br />

don Borgia —, e tutti hanno compreso<br />

appieno il messaggio giubilare. In<br />

special modo in occasione della Giornata<br />

Mondiale della Gioventù. I mille giovani<br />

che sono stati ospitati nella zona<br />

hanno trovato un ambiente sereno e<br />

amico. Molti hanno dormito in parrocchia,<br />

altri sono stati ospitati nelle famiglie.<br />

Sono rimasto molto soddisfatto soprattutto<br />

dall'operosità e dalla disponibilità<br />

dei miei ragazzi che non si sono risparmiati<br />

e che hanno offerto tutto<br />

quello che potavano a quei sinceri portatori<br />

di pace».<br />

Pronta per il 10 febbraio, la nuova<br />

chiesa ha già accolto i fedeli la notte del<br />

Santo Natale, un'occasione per sentire<br />

che tutto è quasi fatto, che manca ancora<br />

poco. La realizzazione del nuovo<br />

tempio rientra nel progetto «50 chiese<br />

per Roma 2000»; i colori sono quelli del<br />

quartiere e le campane arriveranno per<br />

Pasqua. Ma quello che più importa alla<br />

comunità dei fedeli è che tra poco anche<br />

loro avranno un luogo degno dove<br />

celebrare degnamente la gloria di Dio,<br />

un luogo da dove guarderanno il passato<br />

con affetto e il futuro con amorevole<br />

speranza.<br />

MASSIMILIANO PORZIA<br />

RADIO<br />

VATICANA<br />

OM: 1530 kHz - 196 metri<br />

(Per la zona di Roma<br />

anche Onda Media 527 kHz<br />

e FM 93.3 e 105 MHz)<br />

OC: nelle bande 49, 31, 25 e 19 metri<br />

MERCOLEDÌ 3 GENNAIO<br />

00.10: Studio A (stereo): Con voi nella<br />

notte<br />

7.20-15.30-17.30-23-24: Orizzonti cristiani<br />

7.30: Santa Messa in latino<br />

8-12-14-15-16-18-21-23.30: Radiogiornale<br />

in italiano, spagnolo, portoghese,<br />

francese, inglese, tedesco e polacco<br />

10:Udienzagenerale del Santo Padre<br />

16.30: Novità e Curiosità Discografiche<br />

di M. Guadagnini<br />

17: Liturgia delle Ore: celebrazione<br />

dei Vespri in latino<br />

20.20: Programma tedesco: Die Römische<br />

Woche<br />

20.40: Recita del Santo Rosario in<br />

latino<br />

21.30: Programma francese: La premiére<br />

audience générale de l'année<br />

21.50: Programma inglese: The Pope<br />

and the people / Rights or wrong /<br />

An extraordinary year / No excuses<br />

22.10: Programma spagnolo: La voz<br />

del Papa / Informaciones y Reflexiones<br />

Jubilares


IN ITALIA<br />

PAGINA<br />

15 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Martedì-Mercoledì 2-3 Gennaio 2001<br />

GENOVA — Per assistere e tutelare detenuti<br />

ed ex detenuti e le loro famiglie,<br />

durante e dopo il periodo di restrizione<br />

della libertà, nonché per promuovere occasioni<br />

ricreative e di lavoro, nei giorni<br />

scorsi è stata presentata a Genova l'associazione<br />

«Airone». Parte con una quindicina<br />

di soci ma vi saranno presto coinvolte<br />

altre persone e sarà una presenza costante<br />

sul territorio, con la sede di via Bruno<br />

Buozzi aperta ogni giorno.<br />

Le linee programmatiche sono state il-<br />

«BOTTI» Drammi annunciati che non si possono giustificare come «fatalità»<br />

Quattro morti e centinaia di feriti<br />

nei festeggiamenti di Capodanno<br />

ROMA, 2.<br />

Anche quest’anno non sono bastati gli<br />

inviti alla prudenza e l’impegno delle<br />

forze di polizia, che nelle ultime settimane<br />

del 2000 avevano sequestrato tonnellate<br />

di materiale esplodente facendo<br />

centinaia di arresti e di denunce: i «botti»<br />

di Capodanno hanno provocato quattro<br />

morti e 806 feriti (769 dei quali guaribili<br />

in meno di 40 giorni e 37 più gravi),<br />

secondo i dati forniti dal dipartimento<br />

di pubblica sicurezza.<br />

L'anno scorso i morti erano stati la<br />

metà, due, ma il numero dei feriti era<br />

stato maggiore: 952, di cui 39 con prognosi<br />

superiore a 40 giorni.<br />

Quando la festa si trasforma in tragedie<br />

annunciate, è difficile parlare semplicemente<br />

di «incidenti». Se si consente a<br />

bambini o a ragazzi di maneggiare disinvoltamente<br />

materiale esplodente e incendiario,<br />

o quando qualcuno si mette addirittura<br />

a sparare alla cieca con armi<br />

vere, non si può liquidare tutto con<br />

l'«euforia» o l'ebbrezza dei festeggiamenti.<br />

Giustificare o considerare inevitabili le<br />

drammatiche conseguenze di questa incivile<br />

consuetudine significa banalizzare<br />

la vita umana, e spianare la strada ad<br />

ulteriori, nuove tragedie. Al contrario,<br />

non ci si deve stancare di richiamare<br />

tutti e ciascuno alle proprie responsabilità,<br />

nella famiglia e nella società, e all'impegno<br />

per promuovere un'azione<br />

educativa, culturale, morale.<br />

Il bilancio più pesante dei «botti», come<br />

purtroppo è ormai tradizione, anche<br />

quest'anno è di Napoli e della Campania.<br />

L’incidente più grave è avvenuto a<br />

Castellammare di Stabia, in una palazzina<br />

di due piani che è andata quasi distrutta<br />

per l'esplosione di un'intera cassetta<br />

di petardi all'interno di un appartamento.<br />

Nella casa si erano riuniti diversi<br />

nuclei familiari (quattro sorelle con rispettivi<br />

mariti e figli). Dopo la mezzanotte,<br />

quattro tra i più giovani si stavano<br />

divertendo a lanciare petardi in strada,<br />

prelevandoli da uno scatolone che<br />

ne conteneva in quantità. A innescare lo<br />

scoppio può essere stata una scintilla o<br />

MESSAGGIO Il Capo dello Stato agli italiani<br />

Toni pacati in politica<br />

Elezioni a primavera<br />

ROMA, 2.<br />

Un invito ai politici a moderare i toni<br />

della campagna elettorale perché gli<br />

elettori «vogliono capire per chi e per<br />

che cosa votare» e «per capire hanno bisogno<br />

che tutti ragionino pacatamente»;<br />

un appello al federalismo «solidale», a<br />

realizzare le riforme, a perseguire attraverso<br />

una maggiore competitività la lotta<br />

alla disoccupazione, a facilitare l'inserimento<br />

degli immigrati. Sono, in sintesi,<br />

alcuni passaggi del messaggio di fine<br />

anno del Capo dello Stato, Ciampi.<br />

Dopo aver ricordato la proclamazione<br />

della Repubblica, il libero voto e la Costituzione<br />

come «fondamenta di un’Italia<br />

che... è diventata sempre più protagonista<br />

di un’epoca di pace e di progresso<br />

senza precedenti», Ciampi ha così<br />

proseguito: «Siamo il Paese delle cento<br />

città. Nelle nostre diversità c’è tutta la<br />

grandezza dell’Italia. E questa complessa<br />

unità rende necessario il federalismo<br />

solidale».<br />

Tra le minacce a «questo patrimonio<br />

di civiltà», il Presidente della Repubblica<br />

ha indicato «l’uso di linguaggi intolleranti,<br />

indegni di un confronto democratico»<br />

e «iniziative eversive, fino ad atti di terrorismo».<br />

«A tutto — ha aggiunto —<br />

dobbiamo opporci con risolutezza», riaffermando<br />

«l’unità nazionale, fondata su<br />

ideali e valori condivisi, nel rispetto supremo<br />

della legge».<br />

Ciampi ha ribadito l’appello a realizzare<br />

le riforme istituzionali per rafforzare<br />

la stabilità politica, a proseguire il<br />

processo che fa registrare «alcuni successi<br />

significativi ma anche preoccupanti<br />

ritardi». E in un successivo passaggio,<br />

facendo riferimento «alle ormai prossi-<br />

Pensioni più alte nel 2001:<br />

l'importo medio annuo<br />

crescerà del 4,4%<br />

ROMA, 2.<br />

Gli aumenti più consistenti riguarderanno<br />

i commercianti e gli artigiani, con<br />

un importo medio annuo rispettivamente<br />

di oltre 12 milioni di lire (+4,8%) e di<br />

circa 11 milioni (+5,6%), ma assegni<br />

più pesanti ci saranno anche per i lavoratori<br />

dipendenti (+4,4%) che prenderanno<br />

in media 16 milioni di lire l’anno.<br />

Pensioni più ricche nel 2001, prevede il<br />

bilancio di previsione dell'Inps: l’importo<br />

medio annuo degli assegni erogati<br />

crescerà del 4,4%, più che nel 2000<br />

quando l’incremento era stato del 3,7.<br />

A prendere di più, come singole categorie,<br />

saranno ancora una volta ex piloti<br />

e assistenti di volo: circa 62 milioni l’anno<br />

(+4,2% rispetto al 2000) contro una<br />

media generale di 15 milioni. Tra i più<br />

pagati figurano inoltre gli ex dipendenti<br />

di Telecom, Omnitel ed Enel.<br />

L’importo complessivo che l’Inps dovrà<br />

sborsare nel 2001 per pagare le pensioni<br />

dovrebbe attestarsi sui 224.247 miliardi<br />

di lire, con un incremento del 5,1<br />

per cento sul 2000. In particolare, per le<br />

pensioni di vecchiaia e di anzianità l’istituto<br />

dovrà erogare circa 149.000 miliardi<br />

di lire. Incremento, del 2,4%, anche<br />

per le pensioni sociali (in media circa<br />

6.230.000 lire annue).<br />

Tragica esplosione<br />

in una palazzina<br />

del Bolognese<br />

BOLOGNA, 2.<br />

Sono sempre gravi le condizioni<br />

di Niki Girotti, il ventitreenne di<br />

San Pietro in Casale ferito nell’esplosione<br />

della palazzina avvenuta<br />

il 31 pomeriggio a Gavaseto,<br />

nella campagna bolognese, nella<br />

quale sono morti due suoi amici,<br />

Carlo Stellato, di 22 anni, e Andrea<br />

Gobbato, di 21. I tecnici<br />

hanno fatto un nuovo sopralluogo<br />

sul luogo della tragedia. L’ipotesi<br />

più probabile dello scoppio è quella<br />

di una fuga di gas acetilene.<br />

me elezioni a primavera», ha sollecitato<br />

i cittadini a recarsi alle urne perché «anche<br />

un solo voto conta».<br />

Il messaggio del Capo dello Stato è<br />

stato accolto positivamente da quasi tutte<br />

le forze politiche. «Un messaggio discreto,<br />

tranquillizzante, che rileva la serenità<br />

d’animo e la solidità del Capo dello<br />

Stato», lo ha definito il coordinatore<br />

di Forza Italia Claudio Scajola. «Intenso,<br />

sereno, fiducioso, umanamente caldo,<br />

patriottico ed europeista, politicamente<br />

non neutrale»: sono alcuni degli aggettivi<br />

usati dal segretario del Ppi, Castagnetti,<br />

per definire il discorso di Ciampi.<br />

«Ancora una volta Ciampi ha saputo<br />

trovare le parole giuste per rivolgersi ad<br />

una Italia il cui prestigio internazionale<br />

è aumentato e che si riconosce con legittimo<br />

orgoglio nella sua identità, nelle<br />

sue radici democratiche e antifasciste,<br />

nella fiducia con cui può guardare al<br />

proprio futuro», è stato il commento del<br />

segretario dei Ds, Veltroni.<br />

«Condivido in pieno l’appello alla ragione<br />

e alla pacatezza in vista della campagna<br />

elettorale: un appello giusto e appropriato»,<br />

ha detto il leader del Ccd,<br />

Casini. «Un messaggio forte e sobrio, di<br />

grande responsabilità» lo ha definito il<br />

portavoce di An, Adolfo Urso. Apprezzamenti<br />

anche dai Verdi, dall'Udeur, dai<br />

Democratici, dai socialisti.<br />

Fuori dal coro il Prc, che con Bertinotti<br />

esprime «un dissenso radicale» sul<br />

discorso di Ciampi; e i radicali con Pannella<br />

che esprime «allarmato e convinto<br />

dissenso» quando Ciampi «si rende interprete<br />

di quella buona coscienza a buon<br />

mercato che caratterizza in Italia il<br />

regime...».<br />

Bloccati a Gorizia<br />

70 clandestini<br />

di varie nazionalità<br />

GORIZIA, 2.<br />

Settanta clandestini di varie nazionalità<br />

— tra i quali cinque donne<br />

e due bambini in tenera età —<br />

sono stati intercettati lunedì a Gorizia<br />

dopo aver attraversato a piedi<br />

il confine italo-sloveno nella<br />

notte di Capodanno. Il gruppo più<br />

numeroso è formato da 49 cittadini<br />

iraniani che a più riprese sono<br />

stati bloccati dalle volanti della<br />

questura e dalle pattuglie della<br />

Polizia di frontiera. Vi sono poi 18<br />

iracheni, due eritrei e un uomo<br />

della Sierra Leone.<br />

Gli immigrati, in attesa delle<br />

operazioni di identificazione e fotosegnalazione<br />

all’ufficio stranieri<br />

della questura, sono stati accolti<br />

nella caserma Massarelli della Polizia<br />

di Stato e rifocillati. A tutti è<br />

stato notificato il decreto di espulsione<br />

dall’Italia.<br />

L’andamento del flusso di clandestini<br />

a Gorizia negli ultimi giorni<br />

di dicembre è stato altalenante<br />

a seconda anche delle condizioni<br />

atmosferiche e dei risultati delle<br />

operazioni condotte dalla polizia<br />

slovena.<br />

un petardo acceso caduto nella scatola;<br />

forse, secondo gli esperti, è bastata la<br />

presenza di una sorgente di calore. L’abitazione<br />

in un attimo è stata squassata.<br />

Un uomo e una donna sono morti, un<br />

ragazzo è in pericolo di vita, altre 14<br />

persone sono rimaste ferite. La deflagrazione<br />

ha anche semidistrutto gli appartamenti<br />

attigui. Ma a Napoli e provincia<br />

è stata una vera notte di fuoco: 124 feriti,<br />

alcuni dei quali raggiunti da colpi di<br />

arma da fuoco esplosi durante i festeggiamenti.<br />

Tra questi c’è anche una bambina<br />

di 6 anni che si era affacciata al<br />

balcone ed è stata raggiunta da un<br />

proiettile alla spalla.<br />

Il terzo a perdere la vita è un trentottenne<br />

del Trevigiano, colpito in pieno<br />

volto da un razzo partito da un tubo in<br />

cartongesso che egli stesso aveva costruito.<br />

Molto simile la dinamica dell’incidente<br />

che ha ucciso un ventenne della provincia<br />

di Brindisi: insieme a due amici,<br />

entrambi rimasti feriti, stava cercando<br />

di far esplodere un grosso petardo utilizzando<br />

una canna di lancio di quelle usate<br />

dai pirotecnici. L’ordigno è esploso<br />

all’improvviso, proprio mentre il giovane<br />

guardava all'interno del tubo.<br />

Altri gravi incidenti si sono verificati<br />

in Calabria: una trentina i feriti, tra cui<br />

un bambino di 11 anni che ha subito<br />

l’amputazione della mano destra.<br />

A Bologna e in provincia di Brescia,<br />

invece, due giovani di 25 e 28 anni hanno<br />

entrambi perso un occhio per l’esplosione<br />

di un «botto».<br />

Mutui: l'Adusbef<br />

disposta a trattare<br />

se il Governo<br />

ritira il decreto<br />

ROMA, 2.<br />

Sì ad un tavolo di confronto sui mutui<br />

ma a due condizioni: il Governo assuma<br />

un ruolo di garante e sia ritirato<br />

subito il decreto varato la scorsa settimana.<br />

È questa la posizione dell’associazione<br />

dei consumatori Adusbef. «Siamo<br />

determinati — afferma Elio Lannutti,<br />

presidente dell’organizzazione —, in<br />

mancanza di un confronto dove il Governo<br />

si faccia garante, faremo migliaia<br />

di cause nei tribunali». E, per il momento,<br />

conferma la manifestazione nazionale<br />

del 21 gennaio che, a Roma, potrebbe<br />

tenersi davanti la sede della Banca d'Italia<br />

in via Nazionale. La tensione, dunque,<br />

resta alta dopo il decreto legge della<br />

scorsa settimana del Governo che ha<br />

fatto insorgere le associazioni dei consumatori<br />

spaccando anche il fronte della<br />

maggioranza e l’invito, accettato, del<br />

Governatore ai banchieri a rinegoziare i<br />

tassi. «Il Governo — insiste Lannutti —<br />

doveva aprire un tavolo con le associazioni<br />

e, invece, ha tenuto un comportamento<br />

di una prepotenza inaudita non<br />

ascoltando le nostre ragioni. Ha barato<br />

anche sui dati prospettando un rischio<br />

per i titoli di stato. Ma che c'entrano<br />

con i mutui? Il risultato è che ora ci troviamo<br />

in una situazione di stallo; solo<br />

l’Adusbef ha ben 170 mila deleghe di<br />

consumatori che hanno utilizzato i nostri<br />

moduli per chiedere alle proprie<br />

banche la restituzione degli interessi pagati<br />

oltre il tasso di usura; la lettera è<br />

stata inviata alle proprie banche e, per<br />

conoscenza, anche alla Bce e a noi... Il<br />

Governo ritiri il decreto, poi apra il tavolo,<br />

la soluzione si può trovare e ciò<br />

dovrà avvenire in tempi rapidi».<br />

Gravi danni al porto-isola<br />

del petrolchimico di Gela<br />

per una violenta mareggiata<br />

CALTANISSETTA, 2.<br />

Diga foranea inagibile, lunghi tratti<br />

dei muri paraonde in calcestruzzo demoliti<br />

e spazzati via dalla furia delle acque,<br />

i circuiti elettrici e l’impianto telefonico,<br />

essenziali per i sistemi di controllo<br />

e di sicurezza, seriamente lesionati:<br />

sono ingenti i danni al porto-isola del<br />

petrolchimico di Gela (Caltanissetta)<br />

provocati domenica da una violenta mareggiata.<br />

La diga, che ospita gli uffici e i punti<br />

di approdo per le operazioni di carico e<br />

scarico dei prodotti petroliferi, è stata<br />

dichiarata inagibile. Non avrebbero subito<br />

lesioni, invece, le lunghe condotte<br />

sottomarine che collegano la raffineria<br />

alla diga foranea, che si trova a tre chilometri<br />

dalla costa, e al punto di approdo<br />

dove ormeggiano le petroliere per<br />

scaricare il greggio da raffinare.<br />

Tutte le tubazioni sono state sigillate<br />

per prevenire, in caso di rottura, il pericolo<br />

di inquinamento marino. Le navi<br />

che sono state costrette a lasciare gli ormeggi<br />

per la furia del mare, a forza 8,<br />

sono restate in rada. Oggi squadre di<br />

tecnici dell’Eni e di specialisti dell’Ufficio<br />

marittimo effettueranno un sopralluogo<br />

nella diga per un bilancio definitivo<br />

dei danni.<br />

Una nuova associazione a Genova per il reinserimento degli ex detenuti<br />

lustrate da Monsignor Alberto Boldorini,<br />

presidente del consiglio di amministrazione<br />

del neonato ente di volontariato: «L'iniziativa<br />

— ha spiegato — è nata spontaneamente<br />

da un gruppo di laici, tra amici<br />

credenti che, portatori di sensibilità spirituale,<br />

hanno pensato di tradurla socialmente<br />

così», sotto l'influenza e lo stimolo<br />

dell'anno giubilare.<br />

«Airone» ha per scopo l'assistere e il<br />

tutelare le persone con pregressa costrizione<br />

carceraria e le loro famiglie, in sede<br />

legale, fiscale, tributaria, amministrativa,<br />

assicurativa e previdenziale ponendo<br />

in essere iniziative atte a facilitarne il<br />

reinserimento nella vita di relazione e nel<br />

tessuto sociale.<br />

L'associazione tende inoltre a supportare<br />

con ogni mezzo a disposizione l'inserimento<br />

di quanti ne faranno richiesta attra-<br />

verso cooperative o altre organizzazioni<br />

di lavoro, a promuovere corsi di formazione<br />

o di specializzazione, attività ricreative<br />

e quanto sia ritenuto utile all'ottenimento<br />

dei suoi scopi. Monsignor Boldorini ha ribadito<br />

la volontà di perseguire programmi<br />

molto concreti e mirati alla risocializzazione<br />

dei detenuti, d'intesa con le istituzioni<br />

carcerarie, per il «necessario reinserimento<br />

di chi ha fatto scelte sbagliate ma<br />

ha deciso di cambiare rotta».<br />

GRAZIELLA MERLATTI<br />

INCIDENTI STRADALI Tre vittime presso Ancona e quattro nel Torinese<br />

Le festività funestate<br />

da una serie di sciagure<br />

ROMA, 2.<br />

Le festività di fine e di inizio anno sono<br />

state purtroppo funestate da gravi incidenti<br />

stradali provocati nella maggior<br />

parte dei casi, come quasi sempre, dall'alta<br />

velocità e dall'imprudenza.<br />

Nell'incidente più grave avvenuto intorno<br />

alle 8 del 1° gennaio sull'autostrada<br />

A14 in direzione Sud, tra i caselli di<br />

Senigallia e Ancona Nord, sono morti<br />

tre giovani mentre una ragazza che si<br />

trovava sulla stessa auto con le tre vittime<br />

è rimasta quasi illesa. La vettura è<br />

sbandata forse per un colpo di sonno<br />

del conducente e ha urtato con violenza<br />

il guard rail. Le vittime sono Marco Picciaiola,<br />

21 anni, che era alla guida della<br />

vettura, Vanessa Pasquali di 28, morti<br />

sul colpo, mentre Marco Re, 23 anni, è<br />

deceduto qualche ora dopo il ricovero<br />

nell'ospedale di Ancona. La giovane rimasta<br />

quasi illesa è Claudia Zoppi di 21<br />

anni.<br />

In un altro incidente avvenuto a pochi<br />

chilometri di distanza, nei pressi di<br />

Monterado (Ancona), è morto un anziano,<br />

che mentre si stava immettendo con<br />

la sua «Ape» sulla strada statale Pergolese<br />

è stato travolto da un'auto.<br />

Altre quattro persone sono morte il 1°<br />

gennaio nel Torinese in due tragici incidenti<br />

avvenuti rispettivamente sulla strada<br />

statale 26 che dal Canavese conduce<br />

in Valla d'Aosta e nei pressi di Settimo<br />

Torinese.<br />

Nel primo incidente, uno scontro<br />

frontale, sono deceduti Vanio Armarini<br />

di 43 anni e i coniugi Remo Eusebio e<br />

Mariangela Monti di 73 e 62 anni. La<br />

moglie di Armarini e un'altra persona<br />

sono rimasti feriti. A Settimo Torinese,<br />

in un altro scontro frontale, è morto Antonio<br />

Nardi di 56 anni. Due altre persone<br />

sono rimaste ferite.<br />

Un altro grave incidente è avvenuto<br />

nel Riminese, lungo la strada provinciale<br />

35 Tavoleto nella notte dell'ultimo dell'anno.<br />

Un gruppo di persone che stavano<br />

procedendo a piedi lungo la strada è<br />

stato travolto da un'auto. Uno degli investiti<br />

è morto e altri due sono stati ri-<br />

L'inquietante vicenda dei militari italiani colpiti da tumore<br />

Uranio impoverito: ancora<br />

drammatiche denunce<br />

ROMA, 2.<br />

Nuovi drammatici episodi emergono<br />

purtroppo nell'ambito dell'inquietante<br />

vicenda dell'uso di munizioni con uranio<br />

«impoverito» in Bosnia ed Erzegovina e<br />

in Kosovo da parte della Nato, uso che<br />

avrebbe causato casi di tumore tra i militari<br />

in missione in quelle località e anche<br />

alcuni casi di morte.<br />

Un sottufficiale degli Alpini residente<br />

a Feltre, «ammalatosi di tumore dopo<br />

essere stato in servizio in Bosnia, è costretto<br />

a pagarsi di tasca sua le cure<br />

chemioterapiche». Lo ha denunciato<br />

Falco Accame, presidente dell'Anavafaf,<br />

Incendio in parrocchia:<br />

salvi sacerdote<br />

e anziana madre<br />

PESARO, 2.<br />

Momenti di paura hanno vissuto<br />

ieri mattina il parroco di Tavernelle<br />

di Serrungarina (Pesaro), la<br />

sua anziana madre e un sacerdote<br />

ospite della parrocchia a causa di<br />

un incendio sviluppatosi, probabilmente<br />

a causa di un corto circuito,<br />

dal presepe allestito nella canonica.<br />

Le fiamme e il fumo hanno<br />

bloccato il parroco don Piergiorgio<br />

Sanchioni, sua madre e<br />

l'altro sacerdote al piano superiore.<br />

Tutti e tre si sono rifugiati su<br />

un balcone e sono stati salvati dai<br />

Vigili del fuoco.<br />

Neve su Malpensa: traffico<br />

regolare questa volta<br />

grazie al piano d'emergenza<br />

VARESE, 2.<br />

Nuova nevicata oggi sull'aeroporto<br />

della Malpensa, nel Varesotto, ed è subito<br />

scattato il piano di emergenza predisposto<br />

per evitare che si ripeta la situazione<br />

di caos patita a Natale. Fino alla<br />

tarda mattinata il traffico — secondo<br />

quanto ha reso noto la Sea, la società di<br />

gestione aeroportuale — è stato «regolare».<br />

A Milano il cielo è coperto, con<br />

pioggia e nevischio.<br />

I mezzi anti-neve (40 autocarri, 25 lame<br />

meccaniche e 8 pale) sono stati allertati<br />

stamane alle 4: alcuni sono entrati<br />

in azione, altri erano pronti ad intervenire.<br />

La Sea ha comunicato che entrambe<br />

le piste funzionano e sono sgombre dalla<br />

neve e che la temperatura (alle 9) era<br />

fra zero e un grado e la visibilità discreta.<br />

Non c’è stato alcun rallentamento<br />

nei voli in partenza ed in arrivo anche<br />

se si sono rese necessarie in molti casi le<br />

operazioni di «sghiacciamento» che richiedono<br />

un tempo medio di 5-10 minuti<br />

a seconda delle dimensioni degli aerei.<br />

Oggi a Malpensa è prevista una giornata<br />

di traffico particolarmente intenso: 730<br />

movimenti (364 in arrivo e 366 in partenza)<br />

per un totale di circa 68.000 passeggeri.<br />

l'associazione dei familiari delle vittime<br />

arruolate nelle Forze armate. Secondo<br />

Accame — riferisce l'Ansa — l'alpino di<br />

Feltre è un'altra «probabile vittima dell'uranio<br />

impoverito, contenuto nei<br />

proiettili con cui è stata bombardata anche<br />

la Bosnia come il Kosovo». Il sottufficiale<br />

— afferma il presidente dell'Anavafaf<br />

— «è stato in cura presso il centro<br />

di Aviano e ha dovuto pagarsi da sé cure<br />

chemioterapiche per circa 6 milioni<br />

di lire». Un altro alpino che è stato in<br />

missione in Bosnia ed Erzegovina, Corrado<br />

Di Giacobbe di 24 anni, vive a Ferrara<br />

ospite del fratello per sottoporsi a<br />

cure chemioterapiche ed è stato intervistato<br />

l'altra sera dal Tg5. Anch'egli deve<br />

curarsi a proprie spese.<br />

Intanto l'associazione dei genitori dei<br />

soldati in servizio di leva (Angesol) ha<br />

chiesto al Capo dello Stato e ai vertici<br />

del ministero della Difesa e delle Forze<br />

armate «il ritiro immediato dei militari<br />

italiani nei Balcani» perché prolungare<br />

la loro permanenza — ha affermato il<br />

presidente dell'associazione Amalia Trolio<br />

— sarebbe «criminogeno».<br />

In una nota l'Angesol osserva che<br />

«purtroppo il nostro buon Governo ha<br />

pensato bene di prolungare al 30 giugno<br />

2001 tali missioni all'estero, incurante<br />

dei 5 morti e degli oltre 30 ammalati in<br />

chemioterapia e senza chiedersi, a giugno<br />

del 2001, quanti ancora saranno.<br />

Ogni giorno infatti si scopre un ammalato<br />

o più di tumore, tutti giovani che<br />

hanno partecipato alle cosiddette missioni<br />

di pace. Le belle parole augurali del<br />

ministro della Difesa e del Capo dello<br />

Stato ai militari in missione oggi non bastano<br />

più, soprattutto per chi è morto o<br />

per chi è in chemioterapia o per chi ha<br />

paura».<br />

coverati in gravi condizioni in ospedale.<br />

Anche il guidatore dell'auto investitrice<br />

è rimasto ferito, in modo non grave. La<br />

vittima è un anziano di 79 anni, Pasquale<br />

Bicchiarelli. I feriti più gravi, ricoverati<br />

all'ospedale di Riccione, sono due<br />

donne, Maria Fraternali di 49 anni e Elisa<br />

Balsan.<br />

Per quanto riguarda la viabilità in<br />

questi giorni di traffico intenso c'è da<br />

registrare che dalle prime ore di stamane<br />

è stato chiuso a causa di una valanga<br />

l'accesso al Passo Gardena in provincia<br />

di Bolzano.<br />

Difficoltà al valico di Ventimiglia<br />

dopo tre giorni di code estenuanti<br />

IMPERIA, 2.<br />

Dopo le estenuanti code verificatesi lungo le arterie stradali che collegano<br />

Italia e Francia nel Ponente ligure, a causa di una frana verificatasi la mattina<br />

di sabato 30 dicembre in territorio francese, stamane si registrano ancora ingorghi,<br />

anche se di dimensioni ridotte. Non si sono più raggiunti, insomma, i<br />

20 chilometri di coda che hanno comprensibilmente esasperato gli automobilisti<br />

rimasti bloccati per ore durante le festività di fine e di inizio anno. In<br />

molti hanno lamentato disorganizzazione e carenza di informazioni.<br />

Le difficoltà tuttavia restano tanto più che dopo la frana di sabato scorso<br />

un'altra se ne è registrata nel pomeriggio di ieri in territorio francese, provocando<br />

la chiusura del valico di Ponte San Luigi sulla statale 1 Aurelia oltre a<br />

quella già disposta sabato lungo l'autostrada A10. Pertanto lungo la Riviera di<br />

Ponente l'unico collegamento stradale attualmente aperto è il valico costiero<br />

di Ponte San Ludovico che collega Ventimiglia con Mentone. Per gli automezzi<br />

pesanti l'unico collegamento stradale con la Francia è quello del Frejus.<br />

Cinque slavi evasi<br />

dalla casa circondariale<br />

di Udine:<br />

indagate<br />

due guardie carcerarie<br />

UDINE, 2.<br />

Approfittando dei festeggiamenti per<br />

il Capodanno, cinque slavi detenuti nelle<br />

carceri di via Spalato, a Udine, sono riusciti<br />

a eludere la vigilanza e a evadere<br />

dall’istituto di pena. Due di loro sono<br />

stati già rintracciati alle 8 di ieri mattina<br />

nel Pordenonese e ricondotti in carcere.<br />

Intanto sul fronte delle indagini sono indagate<br />

per l’ipotesi di reato di procurata<br />

evasione le guardie carcerarie in servizio<br />

nella casa circondariale di Udine la notte<br />

di Capodanno. Gli indagati — ha detto<br />

il Pm inquirente, Giovanna Mullig —<br />

sono cinque e si tratta di un atto dovuto<br />

nei loro confronti. Mullig ha confermato<br />

le modalità della fuga, con sbarre segate<br />

e una corda fatta con lenzuola ed ha<br />

precisato di non avere ancora sentito i<br />

due evasi catturati. Ciò — ha rilevato —<br />

in quanto la loro posizione è ancora di<br />

competenza della magistratura di Pordenone,<br />

nella cui giurisdizione sono state<br />

fatte le due catture. Muggig, invece, ha<br />

sentito ancora lungamente le guardie<br />

carcerarie e il detenuto italiano che era<br />

nella cella con i cinque evasi e che, pur<br />

rispondendo alle domande, ha detto di<br />

non ricordare nulla. Il magistrato ha<br />

confermato, infine, che le ricerche dei<br />

tre evasi stanno proseguendo in tutta<br />

Italia e che vengono controllate anche le<br />

frontiere.<br />

Mullig, però, ha lasciato trapelare la<br />

preoccupazione per la permeabilità dei<br />

confini terrestri del Friuli-Venezia Giulia.<br />

Anche il Procuratore Capo di Udine,<br />

Giorgio Caruso, ha ribadito che le indagini<br />

tendono ad accertare le modalità<br />

della fuga e le possibili responsabilità del<br />

personale di vigilanza.<br />

Agli arresti domiciliari esce per fumare: ucciso<br />

BRINDISI — Era uscito di casa, dove si trovava agli arresti domiciliari, per<br />

fumare una sigaretta ma è stato ucciso con due colpi di pistola al torace<br />

proprio davanti al portone della sua abitazione nel popolare quartiere Perrino,<br />

a Brindisi. Il crimine è avvenuto nella notte fra lunedì e martedì. Secondo<br />

quanto raccontato dalla moglie agli agenti della squadra mobile della<br />

questura, Francesco Colucci, di 34 anni, con precedenti penali per contrabbando<br />

ed estorsione, era uscito dall’appartamento per fumare una sigaretta<br />

quando è stato raggiunto dai proiettili. Colucci era stato arrestato nell’aprile<br />

dell'anno scorso per un tentativo di estorsione nei confronti di un autotrasportatore<br />

al quale aveva chiesto 130 milioni di lire in cambio di protezione.<br />

Da alcuni mesi era agli arresti domiciliari.<br />

Due attentati allo stesso negozio in poche ore<br />

LECCE — Prima un attentato dinamitardo, poi i rilievi della Polizia, infine<br />

un nuovo attentato, stavolta incendiario. È successo tutto in poche ore, nella<br />

notte fra domenica e lunedì, in una cartoleria con annessa tabaccheria<br />

nel centro di Lecce. L’esplosione è stata causata da un potente ordigno rudimentale<br />

collocato tra la vetrina e la serranda dell’esercizio commerciale.<br />

Il sopralluogo degli agenti della questura e dei pompieri ha confermato che<br />

l’intenzione degli attentatori era quella di causare danni e non di fare solo<br />

un «botto». Più tardi qualcuno è entrato nel locale e ha cosparso di liquido<br />

infiammabile arredi, suppellettili e merce e vi ha dato fuoco. I pompieri sono<br />

nuovamente intervenuti spegnendo le fiamme che hanno distrutto tutto<br />

quello che si era salvato dallo scoppio. Gli investigatori propendono per un<br />

avvertimento o per una vendetta del racket.<br />

Famiglia riforniva di droga discoteche di Riccione<br />

RIMINI — Padre, madre, figlio e il fidanzato della figlia sono stati arrestati<br />

lunedì dai Carabinieri di Riccione (Rimini) per detenzione di cocaina. Si ipotizza<br />

che i quattro, di origini napoletane, rifornivano di stupefacenti il «popolo<br />

della notte» che gravita attorno alle discoteche della zona. All’uscita<br />

del casello autostradale i militari hanno fermato due auto: a bordo di una si<br />

trovava Alberto Guarino, 45 anni, commerciante, nell’altra c’erano sua moglie,<br />

Addolorata Riccardi, 39, e il fidanzato della figlia, Salvatore Covato, 19.<br />

Una parte della droga era sull'auto di Guarino, la restante in un appartamento<br />

di Riccione dove si trovava il figlio, Attilio, di 20 anni.


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Anno CXLI - N. 2 (42.640) CITTÀ DEL VATICANO Giovedì 4 Gennaio 2001<br />

All'udienza generale Giovanni Paolo II esorta a contemplare nel Presepe il Dio fatto uomo per noi<br />

Immersi nella «gioia santa» del Natale<br />

Ex Zaire: arrestato<br />

il Vescovo<br />

Ausiliare di Boma<br />

mons. Mbuka<br />

KINSHASA, 3.<br />

Il Vescovo Cyprien Mbuka, Ausiliare<br />

della diocesi di Boma nella<br />

regione sud-occidentale della Repubblica<br />

Democratica del Congo<br />

(Rdc, ex Zaire), è stato tratto in<br />

arresto il 28 dicembre scorso.<br />

Lo ha annunciato ieri la Misna,<br />

Agenzia internazionale delle congregazioni<br />

missionarie. Il Presule<br />

è attualmente detenuto nelle carceri<br />

del Demiap (servizio investigativo<br />

militare sulle attività antipatriottiche)<br />

nella località di Kinshasa-Kitambo.<br />

L'accusa rivolta al<br />

Vescovo — riferisce la fonte citata<br />

— è di avere istigato i fedeli e la<br />

popolazione della diocesi contro le<br />

autorità governative nel corso delle<br />

omelie e mediante non meglio<br />

precisati mezzi di comunicazione.<br />

Al riguardo, si è appreso che le<br />

forze di sicurezza hanno sequestrato<br />

a mons. Mbuka un impianto<br />

radiofonico satellitare, per il<br />

quale disponeva di regolare autorizzazione.<br />

MEDIO ORIENTE Barak paventa il rischio di un'espansione del conflitto<br />

Conclusi senza esito i colloqui<br />

a Washington tra Clinton e Arafat<br />

Nuovi scontri tra israeliani e palestinesi<br />

in Cisgiordania e nella «Striscia di Gaza»<br />

TEL AVIV, 3.<br />

Mentre erano in corso a Washington i colloqui tra il Presidente<br />

degli Stati Uniti, Bill Clinton, e il leader dell'Autorità Palestinese<br />

(Ap), Yasser Arafat, violenti combattimenti tra israeliani<br />

e palestinesi sono scoppiati a Ramallah, in Cisgiordania,<br />

e nella «Striscia di Gaza».<br />

Secondo fonti palestinesi, carri armati israeliani hanno lanciato<br />

pesanti attacchi a Ramallah contro una base di «Forza<br />

17», i reparti scelti dell'Ap che garantiscono la sicurezza personale<br />

di Arafat. Gli scontri sono stati confermati da fonti militari<br />

israeliane, che hanno però specificato di avere risposto<br />

ad attacchi di agenti palestinesi. Altri combattimenti si sono<br />

registrati nella notte nella «Striscia di Gaza». Secondo la Radio<br />

israeliana, l’insediamento ebraico di Netzarim è stato teatro di<br />

scambi di artiglieria di tale intensità che i coloni sono corsi<br />

nei rifugi per la prima volta negli ultimi tre mesi.<br />

Secondo l'agenzia di stampa «Ansa», inoltre, nelle ultime<br />

settimane i servizi segreti di Israele e dell'Ap stanno mettendo<br />

in essere azioni mirate all'eliminazione di leader di spicco. I<br />

palestinesi, continua la fonte, intendono reagire all’uccisione<br />

di Capi locali della rivolta, attribuita ad agenti israeliani, con<br />

la costituzione di un’unità speciale per uccidere personalità<br />

politiche e militari della controparte. L’unità, precisa l'«Ansa»,<br />

sarebbe stata costituita da Tanzim, il braccio armato di Al Fatah,<br />

la corrente maggioritaria all'interno dell'Organizzazione<br />

per la Liberazione della Palestina (Olp). L'iniziativa, conclude<br />

l'agenzia di stampa, sarebbe stata assunta dai dirigenti palestinesi<br />

dopo l’uccisione, il 9 novembre scorso vicino a Betlemme,<br />

di Hussein Abayat, leader locale la cui automobile fu distrutta<br />

da un razzo sparato da un elicottero israeliano.<br />

L'incontro tra Clinton e Arafat alla Casa Bianca<br />

«La liturgia ci invita oggi a restare immersi nella “gioia santa” del Natale.<br />

All'inizio di un nuovo anno, questa esortazione ci orienta a viverlo interamente<br />

nella luce di Cristo, la cui salvezza è apparsa nel mondo per tutti gli uomini».<br />

È stata un'esortazione a continuare a contemplare nel Presepe il Dio fatto<br />

uomo per noi quella che Giovanni Paolo II ha rivolto alle decine di migliaia di<br />

pellegrini presenti in Piazza San Pietro mercoledì mattina, 3 gennaio, per partecipare<br />

alla prima udienza generale del 2001. Provenienti da ogni parte del<br />

mondo, hanno voluto stringersi al Papa per intraprendere con lui un nuovo<br />

cammino all'inizio dell'anno. Questi sono i punti nodali della catechesi pronunciata<br />

da Giovanni Paolo II:<br />

» «Il tempo natalizio ripropone all'attenzione dei cristiani il mistero di Gesù<br />

e la sua opera di salvezza. Dinanzi al presepe la Chiesa adora l'augusto<br />

mistero dell'Incarnazione: il Bimbo che vagisce tra le braccia di Maria è il<br />

Verbo eterno che si è inserito nel tempo ed ha assunto la natura umana ferita<br />

dal peccato, per incorporarla a sé e redimerla. Ogni realtà umana, ogni<br />

vicenda temporale assume così risonanze eterne: nella persona del Verbo incarnatola<br />

creazione viene meravigliosamente sublimata»;<br />

» «Nella grotta di Betlemme si esprime con disarmante semplicità l'amore<br />

infinito che Dio ha per ogni essere umano... San Francesco d'Assisi ebbe l'idea<br />

di riproporre questo messaggio attraverso il presepe vivente a Greccio, il<br />

25 dicembre del 1223. Narra il suo biografo, Tommaso da Celano, che egli<br />

era raggiante di letizia, perché in quella scena commovente risplendeva la<br />

semplicità evangelica, si lodava la povertà e si raccomandava l'umiltà»;<br />

» «L'intuizione di Francesco è sorprendente: il Presepe non solo è una nuova<br />

Betlemme, perché ne rievoca l'evento storico e ne attualizza il messaggio,<br />

ma è anche un'occasione di consolazione e di gioia: è il giorno della letizia,<br />

il tempo dell'esultanza»;<br />

» «Nel Presepe si celebra l'alleanza tra Dio e l'uomo, tra la terra e il cielo.<br />

Betlemme, luogo della gioia, diventa anche scuola di bontà, perché lì si manifestano<br />

la misericordia e l'amore che legano Dio ai suoi figli. Lì si attesta<br />

visibilmente la fraternità che deve vincolare quanti nella fede sono fratelli,<br />

perché figli dell'unico Padre celeste. In questo spazio di comunione, Betlemme<br />

risplende come la casa ove tutti possono trovare nutrimento — etimologicamente<br />

il nome significa casa del pane —, e si annuncia già il mistero<br />

pasquale dell'Eucaristia»;<br />

» «Nella grotta di Betlemme contempliamo Maria, che ha dato alla luce il<br />

Figlio di Dio per opera dello Spirito Santo».<br />

Un posto di controllo israeliano nella città cisgiordana di Hebron<br />

Pagine 8 e 9<br />

WASHINGTON, 3.<br />

Due incontri ieri a Washington tra il<br />

Presidente degli Stati Uniti, Bill Clinton<br />

e il leader dell'Autorità Palestinese (Ap),<br />

Yasser Arafat, non sono bastati a rilanciare<br />

il processo di pace in Medio Oriente.<br />

Al termine dei colloqui il portavoce<br />

della Casa Bianca, Jake Sievert, ha detto<br />

che le discussioni non hanno portato ad<br />

alcuna svolta nel complesso negoziato.<br />

Arafat, ha aggiunto, si è comunque impegnato<br />

con Clinton ad intensificare gli<br />

sforzi per ridurre la violenza nella regione<br />

e a riprendere la cooperazione sulle<br />

misure di sicurezza «per combattere il<br />

terrorismo».<br />

Il piano di pace messo a punto dagli<br />

Usa non ha dunque trovato l'approvazione<br />

delle parti. Israele lo ha accettato<br />

solamente come «base di discussione»,<br />

mentre l'Ap ha avanzato molti dubbi.<br />

Nei giorni scorsi Arafat ha chiesto chiarimenti<br />

su venticinque punti tra i quali il<br />

ritorno di oltre tre milioni di profughi,<br />

lo status di Gerusalemme e il futuro degli<br />

insediamenti.<br />

Israeliani e palestinesi hanno escluso<br />

la possibilità di raggiungere un accordo<br />

prima della fine del mandato di Clinton,<br />

il 20 gennaio prossimo. Secondo il Ministro<br />

della cooperazione internazionale<br />

palestinese, Nabil Shaath, «manca il<br />

tempo» per la firma di un'intesa entro<br />

quella data. Al termine di un incontro<br />

avuto ieri al Cairo con il Ministro degli<br />

esteri egiziano, Amr Mussa, Shaath ha<br />

aggiunto che sarebbe comunque «assai<br />

positivo che reali progressi siano realizzati<br />

al tavolo negoziale prima che Clinton<br />

lasci» la Casa Bianca. «Arafat — ha<br />

aggiunto — non è andato a Washington<br />

per accettare o respingere le proposte<br />

americane, ma per ascoltare Clinton e<br />

informarlo sulle obiezioni e i punti di<br />

accordo e disaccordo palestinesi». Per la<br />

dirigenza dell'Ap, ha spiegato Shaath, le<br />

idee americane sono ancora «vaghe»,<br />

anche se senza dubbio «costituiscono un<br />

buon contesto per dare impulso al processo<br />

di pace».<br />

Da parte sua il Primo Ministro israeliano,<br />

Ehud Barak, si è mostrato sempre<br />

più scettico su eventuali negoziati con i<br />

palestinesi, e ha sostenuto che esiste invece<br />

il rischio di un nuovo confronto armato<br />

generalizzato. «Sono molto scarse<br />

le probabilità che nelle prossime due o<br />

tre settimane si raggiunga un’intesa», ha<br />

detto il Premier, aggiungendo che in assenza<br />

di un accordo «aumenta la probabilità<br />

di una degenerazione della situazione».<br />

Il Premier ha menzionato in particolare<br />

la tensione al confine con il Libano,<br />

dove secondo la stampa di Beirut<br />

i guerriglieri Hezbollah hanno ammassato<br />

razzi capaci di colpire Haifa.<br />

Messaggio del Papa nel 50° anniversario dell'Alto<br />

Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati<br />

Tutela dei rifugiati, difesa<br />

e promozione della loro dignità<br />

«La tutela dei rifugiati, la difesa e<br />

la promozione della loro dignità sono<br />

anche al centro della missione della<br />

Santa Sede». È quanto sottolinea<br />

Giovanni Paolo II nel Messaggio indirizzato<br />

all'Alto Commissariato delle<br />

Nazioni Unite per i Rifugiati<br />

(ACNUR), in occasione delle celebrazioni<br />

per il 50 o anniversario dell'approvazione<br />

dello Statuto. Nel documento<br />

il Santo Padre si rivolge alla<br />

Signora Sadako Ogata, Alto Commissario<br />

delle Nazioni Unite per i Rifugiati,<br />

che, com'è noto, ha lasciato il<br />

suo incarico il 31 dicembre scorso (le<br />

è succeduto l'olandese Rudolphus<br />

Lubbers). «L'Anniversario — scrive il<br />

Papa — coincide con il Grande Giubileo<br />

celebrato dai cattolici e da altri<br />

cristiani in tutte le parti del mondo.<br />

Le radici bibliche del Giubileo ricordano<br />

“un anno di grazia del Signore”<br />

proclamato da Gesù quando annun-<br />

Pellegrini del Duemila<br />

ciò la Buona Novella ai poveri non<br />

solo con le parole, ma prima di tutto<br />

con le sue opere. Fra i membri più<br />

poveri della famiglia umana dobbiamo<br />

annoverare oggi i rifugiati e altre<br />

persone costrette a vivere lontano<br />

dalle proprie case; la Chiesa e l'AC-<br />

NUR sono entrambi impegnati senza<br />

sosta al loro servizio». «Alcuni anni<br />

fa — aggiunge Giovanni Paolo II —<br />

definii la piaga dei rifugiati nel mondo<br />

“una ferita vergognosa dei nostri<br />

tempi”. Da allora purtroppo il loro<br />

numero è aumentato e la loro situazione<br />

è divenuta più tragica. L'alba<br />

di un nuovo millennio chiama tutti<br />

gli uomini e tutte le donne responsabili<br />

a compiere sforzi nuovi al fine di<br />

realizzare il grande ideale umanitario<br />

che è al centro della missione dell'ACNUR».<br />

Pagina 10<br />

Pagine 4, 5 e 6<br />

NOSTRE<br />

INFORMAZIONI<br />

Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della<br />

Diocesi di Cruzeiro do Sul (Brasile), presentata da Sua Eccellenza Reverendissima<br />

Monsignor Luís Herbst, C.S.Sp., in conformità al can.<br />

401 § 1 del Codice di Diritto Canonico.<br />

Gli succede Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Mosé João<br />

Pontelo, C.S.Sp., finora Vescovo Coadiutore della medesima Diocesi.<br />

. .<br />

Provviste di Chiese<br />

Il Santo Padre ha nominato Ausiliari dell'Arcidiocesi di São Paulo<br />

(Brasile):<br />

— il Reverendo Sacerdote Pedro Luiz Stringhini, del clero della<br />

medesima Arcidiocesi, Professore di S. Scrittura e Vice-Rettore della<br />

Facoltà teologica «Nossa Senhora da Assunção» in São Paulo, assegnandogli<br />

la sede titolare vescovile di Ita;<br />

— il Reverendo Sacerdote Manuel Parrado Carral, del clero della<br />

Diocesi di Santo André, Rettore del Seminario Teologico della medesima<br />

Diocesi, assegnandogli la sede titolare vescovile di Giunca di Bizacena.<br />

. .<br />

Nomina di Coadiutore<br />

Il Santo Padre ha nominato Vescovo Coadiutore di Dourados (Brasile)<br />

il Reverendo Padre Redovino Rizzardo, C.S., attualmente Direttore<br />

del Centro Scalabriniano di Spiritualità a Guaporé, nella Diocesi<br />

di Passo Fundo.


DAL MONDO<br />

MARIO AGNES<br />

Direttore responsabile<br />

PAGINA<br />

TIPOGRAFIA VATICANA<br />

EDITRICE<br />

«L'OSSERVATORE ROMANO»<br />

Redazione:<br />

via del Pellegrino<br />

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de «L'Osservatore Romano»<br />

a cura di Arturo Mari<br />

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sono del SERVIZIO FOTOGRAFICO<br />

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2 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Giovedì 4 Gennaio 2001<br />

BOGOTÁ — Non si arresta in Colombia<br />

la lotta contro il narcotraffico, e le forze<br />

dell'ordine, nella prima operazione del<br />

nuovo anno, sono riuscite ad intercettare<br />

un ingente quantitativo di stupefacenti<br />

pronto ad essere immesso sul mercato internazionale.<br />

La polizia colombiana ha infatti<br />

ieri sequestrato a Uribia 450 chilogrammi<br />

di cocaina, che stava per essere<br />

spedita nei Caraibi e negli Stati Uniti, e<br />

ha arrestato cinque persone. Lo ha reso<br />

noto una fonte ufficiale.<br />

JUGOSLAVIA La «Kfor» arresta uno dei leader della guerriglia albanese<br />

Attaccato un posto di polizia<br />

nella Serbia meridionale<br />

BELGRADO, 3.<br />

Un nuovo attacco contro una postazione<br />

della polizia serba è stato compiuto<br />

ieri nella fascia smilitarizzata al confine<br />

con il Kosovo, mentre la «Kfor» — la<br />

forza di pace multinazionale in Kosovo<br />

— ha arrestato uno dei leader della<br />

guerriglia albanese che opera nella zona.<br />

Secondo quanto riporta l’agenzia jugoslava<br />

di stampa «Beta», che cita fonti<br />

della polizia locale, oltre dieci colpi di<br />

mortaio sono stati sparati da una delle<br />

roccaforti degli estremisti albanesi, ferendo<br />

un agente, proprio mentre era in<br />

corso una visita del Ministro degli interni<br />

del Governo transitorio serbo, Bozo<br />

Prelevic.<br />

Lo stesso Prelevic aveva annunciato<br />

in precedenza ai giornalisti l’arresto, effettuato<br />

ad un posto di blocco da parte<br />

dei militari della «Kfor», di Muhamed<br />

Xhemaili, considerato uno dei capi più<br />

estremisti dell’Esercito di liberazione di<br />

Presevo, Bujanovac e Medvedja (Ucpbm,<br />

dal nome di tre località a maggioranza<br />

albanese nella Serbia meridionale)<br />

responsabile degli attacchi alla polizia<br />

nel Sud del Paese. Anche il centro stampa<br />

di Bujanovac, capoluogo della regione<br />

serba teatro dei nuovi scontri, ha accusato<br />

gli «estremisti albanesi» di aver<br />

portato a termine l’attacco. L’incidente<br />

costituisce l’ultima violazione del cessate<br />

il fuoco che, in modo indiretto, è stato<br />

deciso all’inizio di dicembre dalle forze<br />

di sicurezza serbe e dai guerriglieri dell’Esercito<br />

di liberazione del Presevo,<br />

Medvedja e Bujanovac.<br />

RUSSIA Con la riforma del codice penale<br />

Saranno liberati nel 2001<br />

trecentomila detenuti<br />

MOSCA, 3.<br />

Più di trecentomila detenuti russi, in<br />

attesa di giudizio o condannati per reati<br />

minori, potranno tornare a casa nel<br />

2001 con la riforma del codice penale<br />

che è all’esame della Duma di Stato (la<br />

Camera bassa del Parlamento russo). Lo<br />

ha detto ieri il Ministro della giustizia,<br />

Iuri Ciaika, ricordando che nelle prigioni<br />

russe si trovano attualmente più di<br />

un milione di detenuti. Lo riferisce l’agenzia<br />

di stampa «Interfax».<br />

La Duma di Stato ha già approvato in<br />

due letture i 59 emendamenti al codice<br />

destinati a sfoltire la popolazione carceraria,<br />

l’approvazione definitiva è attesa<br />

nel primo semestre del 2001. I detenuti<br />

in Russia vivono spesso in condizioni disumane.<br />

Per quelli in attesa di giudizio,<br />

e poi giudicati innocenti, la prigione costituisce<br />

un incubo capace di segnarli<br />

per tutta la vita. I tempi del giudizio<br />

possono andare da uno a tre anni, quasi<br />

sempre trascorsi in celle sovraffollate<br />

con detenuti che soffrono di gravi malattie<br />

come la tubercolosi.<br />

Nel solo carcere moscovita di Matrosskaia<br />

Tishina, dove vengono appunto<br />

detenuti quelli in attesa di giudizio, nu-<br />

Combattenti dell’Esercito di liberazione di Presevo, Bujanovac e Medvedja<br />

merose celle ospitano 60-70 persone che<br />

dormono in due turni a causa dell’insufficienza<br />

dei letti. La società russa ha conosciuto<br />

negli ultimi anni colossali trasformazioni<br />

di cui il vecchio codice penale<br />

non tiene conto. Sono ancora previste<br />

pene per reati contro quello che<br />

era un tempo il regime sovietico e non<br />

sono adeguatamente considerati i reati<br />

connessi alla sfera economica.<br />

La riforma introdotta dai 59 emendamenti<br />

cerca di rimettere in linea i codici<br />

con la nuova realtà cresciuta dopo la<br />

dissoluzione del regime comunista dell’Unione<br />

Sovietica avvenuta nel 1991.<br />

Nel frattempo, in un sondaggio che<br />

chiedeva ai russi di designare l’uomo<br />

dell’anno, il Presidente Vladimir Putin si<br />

è piazzato al primo posto con il 38 per<br />

cento dei consensi. Al secondo posto «ex<br />

aequo» si sono piazzati il Presidente degli<br />

Stati Uniti, Bill Clinton, e il leader<br />

del partito comunista russo, Ghennadi<br />

Ziuganov, che hanno ottenuto il 4 per<br />

cento dei «voti». Lo ha detto ieri alla radio<br />

«Eco di Mosca» — come riferisce<br />

l'agenzia di stampa italiana «Ansa» —<br />

Iuri Levada, direttore del Centro panrusso<br />

per lo studio dell’opinione pubblica<br />

precisando che l’indagine è stata condotta<br />

in tutta la Russia negli ultimi giorni<br />

di dicembre.<br />

«La scena politica russa è dominata<br />

da un unico personaggio, Putin», ha detto<br />

il Direttore del Centro panrusso, Iuri<br />

Levada. Nei sondaggi sui leader politici<br />

russi, il Presidente Putin — riferisce ancora<br />

l'agenzia di stampa sopra citata —<br />

continua a essere in testa con oltre il 60<br />

per cento dei consensi.<br />

Spagna: un treno<br />

investe un pulmino<br />

Muoiono 13 immigrati<br />

MADRID, 3.<br />

Tredici immigrati ecuadoriani sono<br />

morti e altri due feriti questa mattina a<br />

Lorca, in provincia di Murcia (Est della<br />

Spagna), quando il furgone nel quale<br />

viaggiavano è stato investito da un treno,<br />

in circostanze non ancora chiarite.<br />

Lo rende noto la radio nazionale spagnola.<br />

L’incidente è avvenuto verso le<br />

7.45, quando il furgone — che trasportava<br />

gli emigranti verso il loro lavoro, in<br />

uno stabilimento agricolo dei dintorni —<br />

attraversava un passaggio a livello senza<br />

barriere nella località di Molino de los<br />

Pascuales, nel comune di Lorca. In quel<br />

tratto di binario, ha indicato un portavoce<br />

dell’ente ferroviario spagnolo «Renfe»,<br />

la visibilità è ottima tanto per i treni<br />

come per i veicoli, eppure il furgone è<br />

stato investito con violenza da un treno<br />

su cui viaggiavano una trentina di pendolari<br />

da Aguilas e Lorca fino a Murcia.<br />

Il veicolo è rimasto completamnte distrutto<br />

e tutti i suoi passeggeri sono<br />

morti, mentre il treno ha deragliato e alcuni<br />

passeggeri sono rimasti leggermente<br />

feriti, ma hanno subito ripreso il loro<br />

viaggio, a bordo di un pullman. Un solo<br />

passeggero del furgone era stato estratto<br />

dal veicolo ancora in vita, ma è morto<br />

mentre lo trasferivano in ospedale.<br />

Colombia: sequestrato ingente quantitativo di droga<br />

Intanto a Medellín, Luz Alba Quintero,<br />

una donna di 36 anni che stava partendo<br />

per la Spagna con un chilogrammo di cocaina<br />

nello stomaco, è morta in ospedale<br />

per lo scoppio di una delle capsule contenenti<br />

l’alcaloide. Le forze dell’ordine hanno<br />

sequestrato, nel solo anno 2000, 95<br />

tonnellate tra pasta di coca e cocaina, e<br />

hanno distrutto 57.518 ettari di coltivazioni.<br />

SENEGAL Alla frontiera con la Guinea Bissau<br />

Scontri tra gruppi rivali<br />

di separatisti casamancesi<br />

DAKAR, 3.<br />

Scontri tra fazioni rivali hanno impedito<br />

una riunione degli organi dirigenti<br />

del «movimento delle forze democratiche<br />

della Casamance» (Mfdc), il gruppo<br />

armato che si batte da diciotto anni per<br />

l'indipendenza della Casamance, la regione<br />

meridionale del Senegal. L'incontro<br />

in programma oggi a Banjul, capitale<br />

dello Stato confinante del Gambia,<br />

aveva lo scopo di ricompattare il Mfdc e<br />

di elaborare una piattaforma comune in<br />

vista della ripresa dei negoziati di pace<br />

con il Governo senegalese.<br />

Somalia: rimpatrio<br />

di tremila profughi<br />

dall'Etiopia<br />

MOGADISCIO, 3.<br />

Oltre tremila somali che vivevano<br />

in campi profughi nell'Etiopia<br />

orientale sono tornati volontariamente<br />

in patria il mese scorso. Lo<br />

hanno annunciato fonti ufficiali di<br />

Addis Abeba. A ciascuno di loro<br />

sono state consegnate razioni di<br />

viveri per nove mesi e una somma<br />

di quaranta dollari. I nove<br />

campi di rifugiati allestiti nell'Est<br />

etiopico ospitano ancora 120 mila<br />

somali fuggiti negli ultimi dieci<br />

anni dal loro Paese a causa della<br />

guerra civile.<br />

Quella della lotta al narcotraffico e della<br />

distruzione delle piantagioni di coca è una<br />

delle priorità del cosiddetto «Piano Colombia»<br />

varato nei mesi scorsi dal Governo<br />

del Presidente Andres Pastrana con il<br />

sostegno degli Stati Uniti, e fortemente<br />

osteggiato dalla guerriglia di sinistra, in<br />

primo luogo dalle Forze armate rivoluzionarie<br />

della Colombia (Farc). Alla fine dello<br />

scorso anno i guerriglieri hanno annun-<br />

ciato che proprio l'opposizione armata al<br />

«Piano Colombia» sarebbe stato il loro<br />

principale obiettivo per il 2001 e hanno al<br />

tempo stesso «invitato» i Paesi europei a<br />

non finanziare il progetto del Presidente<br />

Estrada. Le «Farc» hanno anche minacciato<br />

di abbandonare definitivamente le trattative<br />

di pace qualora non fosse stata ulteriormente<br />

prorogata l'esistenza della zona<br />

smilitarizzata nel Sud del Paese, cosa<br />

che appariva probabile al momento del<br />

varo del «Piano Colombia» stesso.<br />

STATI UNITI Nominati gli ultimi tre Ministri tra cui il democratico Norman Mineta<br />

George W. Bush completa<br />

la sua amministrazione<br />

WASHINGTON, 3.<br />

Il Presidente eletto degli Stati Uniti,<br />

George W. Bush, ha completato ieri in<br />

tempo record la sua amministrazione<br />

scegliendo i suoi ultimi tre Ministri: il<br />

democratico Norman Mineta ai trasporti,<br />

il senatore repubblicano Spencer<br />

Abraham all’energia e Linda Chavez al<br />

lavoro. Sono nomine che consentono a<br />

Bush di mantenere due promesse. Quella<br />

di conservare nel suo Governo la diversità<br />

razziale dell’America (Mineta è<br />

di origine asiatica, la Chavez di origine<br />

ispanica, Abraham è l’unico senatore di<br />

origine araba). E quella di aprire le porte<br />

ad un esponente democratico: Mineta<br />

è l’attuale Ministro del commercio dell'amministrazione<br />

di Bill Clinton.<br />

Bush ha completato la scelta del suo<br />

Gabinetto in poco più di quattro settimane,<br />

una rapidità da primato imposta<br />

dalla lunga contestazione del voto in<br />

Florida. Clinton aveva impiegato otto<br />

settimane a scegliere il Governo e Bush<br />

padre aveva avuto bisogno di nove settimane.<br />

«Ho scelto una squadra forte, ricca<br />

di personalità — ha commentato ieri<br />

George W. Bush in una conferenza<br />

stampa ad Austin (Texas) —. Piena di<br />

gente franca e diretta che non avrà alcuna<br />

esitazione a parlare chiaro durante<br />

le riunioni». Le tre nomine di ieri completano<br />

una squadra variegata che già<br />

includeva due neri (compreso il generale<br />

Colin Powell a Segretario di Stato), un<br />

cubano-americano, tre donne.<br />

Nel Governo George W. Bush abbondano<br />

i veterani non solo dell'ammini-<br />

Secondo quanto riferisce l'agenzia<br />

«France-Presse», combattimenti tra opposte<br />

fazioni del gruppo ribelle sono in<br />

corso dal 28 dicembre alla frontiera con<br />

la Guinea Bissau, e hanno provocato un<br />

numero imprecisato di morti e di feriti<br />

tra le due parti.<br />

Il Mfdc, nato nel 1982, si è trasformato<br />

con gli anni in un movimento complesso,<br />

diviso da contrasti per il potere e<br />

da rivendicazioni confuse. In esso convivono<br />

un'ala interna e una estera, un<br />

braccio politico e uno combattente, quest'ultimo<br />

frazionato in un fronte sud sul<br />

piede di guerra e in uno nord, che ha<br />

deposto le armi qualche anno fa. A ciò<br />

si aggiunga che i ribelli casamancesi attivi<br />

lungo la frontiera con la Guinea Bissau<br />

sono spesso intervenuti nei confronti<br />

politico-militari di questo Paese, provocando<br />

in passato una pericolosa tensione<br />

nei rapporti tra i Governi di Dakar<br />

e di Bissau.<br />

Il vertice (saltato) in programma a<br />

Bissau doveva servire a riunificare le diverse<br />

anime del movimento per presentare<br />

un fronte comune ai negoziati di<br />

pace avviati con il Governo centrale di<br />

Dakar. Il dialogo tra le parti ha esordito<br />

con una riunione svoltasi il 16 dicembre<br />

scorso a Ziguinchor, capoluogo della<br />

Casamance. Si è trattato, peraltro, di un<br />

contatto di carattere preliminare: le trattative<br />

vere e proprie cominceranno<br />

quando all'interno del Mfdc ci sarà stato<br />

l'atteso chiarimento. Ad ogni modo, il<br />

Governo senegalese ha escluso categoricamente<br />

l'ipotesi che il negoziato possa<br />

vertere sull'indipendenza.<br />

strazione di suo padre ma anche di<br />

quelle Ford e Reagan (la stessa Chavez<br />

aveva fatto parte della Commissione per<br />

i Diritti Civili durante la presidenza Reagan).<br />

Adesso le nomine devono essere<br />

confermate dal Senato americano. E lo<br />

stesso George W. Bush ha ammesso ieri<br />

di aspettarsi qualche problema specie<br />

per quanto riguarda la scelta dell’ultraconservatore<br />

John Ashcroft alla delicata<br />

carica di Attorney General (il Ministro<br />

della giustizia).<br />

I democratici sembrano intenzionati a<br />

dare battaglia sul nome di Ashcroft. Il<br />

reverendo Jesse Jackson ha già lanciato<br />

la campagna per bocciare la sua nomina.<br />

«Jackson può cercare di bloccare<br />

qualsiasi nomina a lui sgradita — ha affermato<br />

ieri George W. Bush — ma la<br />

decisione finale sarà presa dai senatori e<br />

sono sicuro che Ashcroft supererà l’esame».<br />

Il Presidente eletto degli Stati Uniti<br />

sottolineando la scelta del democratico<br />

Mineta, ha detto che la sua «è una amministrazione<br />

che sa riconoscere il talento<br />

a prescindere dall'appartenenza di<br />

partito». Mineta ha detto di essere orgoglioso<br />

di essere «un democratico, con la<br />

D sia minuscola che maiuscola». «La<br />

battaglia elettorale è finita e si tratta<br />

adesso di lavorare per il bene degli americani<br />

— ha aggiunto il futuro Ministro<br />

dei trasporti — a prescindere dalle affiliazioni<br />

di partito».<br />

Mineta, 69 anni, un passato di detenuto<br />

nei campi di internamento giapponesi<br />

negli Usa all'epoca della Seconda<br />

guerra mondiale, è divenuto lo scorso<br />

Ecuador:<br />

incidenti a Quito<br />

tra forze dell'ordine<br />

e manifestanti<br />

GRAN BRETAGNA Travolte sette vetture che sono precipitate nell'Atlantico<br />

Frana un tratto di costa nel Galles<br />

Il tratto di costa nel Galles del Nord precipitato nell'Atlantico<br />

QUITO, 3.<br />

Violenti disordini sono scoppiati ieri a<br />

Quito, capitale dell'Ecuador, dove gruppi<br />

di studenti e reparti della polizia si<br />

sono violentemente scontrati nel corso<br />

di manifestazioni indette per protesta<br />

contro l'aumento di alcune tariffe. Negli<br />

ultimi giorni — secondo quanto segnala<br />

l'agenzia «Ansa» — il Governo ha deciso<br />

un aumento del cento per cento del<br />

prezzo del gas, dell’ottanta per cento<br />

per i trasporti pubblici, e del trentacinque<br />

per cento della benzina. Gli incidenti<br />

più gravi si sono verificati vicino all’Università<br />

centrale della capitale e nei<br />

pressi di alcuni licei. La polizia ha fatto<br />

uso di lacrimogeni e di sfollagente per<br />

disperdere i manifestanti.<br />

Il Sottosegretario per le comunicazioni,<br />

Alfredo Negrete, ha intanto avvertito<br />

che il Governo non permetterà il moltiplicarsi<br />

delle proteste e che «agirà con<br />

pugno di ferro per reprimerle». Anche le<br />

comunità indigene e i sindacati hanno<br />

però annunciato manifestazioni per i<br />

prossimi giorni. Negrete ha anche spiegato<br />

che di fronte alla forte caduta del<br />

prezzo del petrolio — il tipo «Oriente<br />

ecuadoriano» è attualmente quotato 16,6<br />

dollari statunitensi, mentre nel bilancio<br />

dello Stato è previsto a 20 — non lasciava<br />

al Presidente Ricardo Noboa alternativa<br />

agli aumenti dei prezzi. Intanto ieri<br />

ha assunto le funzioni di Ministro dell’economia<br />

Jorge Gallardo Zavala, già negoziatore<br />

ecuadoriano per il debito estero.<br />

È il terzo responsabile di questo dicastero<br />

in meno di un anno di gestione<br />

da parte di Noboa.<br />

LONDRA, 3.<br />

Una donna ha perso la vita e un uomo è rimasto gravemente<br />

ferito in seguito una frana che ieri ha fatto precipitare nell’Atlantico<br />

un pezzo di costa del Galles settentrionale. La sciagura<br />

è avvenuta davanti alla spiaggia di Nefyn, sulla penisola<br />

di Lleyn, mentre in quel momento viaggiavano sulla strada a<br />

picco sull’Oceano sette vetture.<br />

Secondo il portavoce della Contea di Gwynedd, dove si trova<br />

la cittadina, la frana sarebbe stata provocata dal maltempo<br />

che si è abbattuto nella zona negli ultimi tempi. «Tutta la costa<br />

in quell’area è composta da argilla e sabbia — ha affermato<br />

il portavoce —. È facile immaginare l’effetto delle forti<br />

piogge che abbiamo avuto nei mesi scorsi». Nella stessa zona,<br />

inoltre,ha ricordato il portavoce della Contea di Gwynedd,era<br />

franato un altro tratto di costa durante il periodo natalizio.<br />

Dal canto suo, un portavoce dei vigili del fuoco ha spiegato<br />

che alcune auto sono precipitate sulla spiaggia mentre altre<br />

sono rimaste in bilico sull’orlo del tratto di costa colpito.<br />

«Sembra che la frana sia avvenuta in due fasi — ha detto il<br />

portavoce dei vigili del fuoco alla stampa britannica come riferisce<br />

l'agenzia di stampa «Ansa» —. La prima, iniziata a un<br />

livello più alto, è stata seguita da una seconda a circa 9-12<br />

metri sopra la spiaggia». La tragedia di ieri giunge meno di<br />

una settimana dopo una maxi-frana nella Contea di Dorset,<br />

nell’Inghilterra meridionale, che ha trascinato nel mare un<br />

tratto di oltre 1,5 chilometri di costa senza però causare vittime.<br />

La donna deceduta ieri, ha reso noto la polizia del Galles,<br />

si trovava in una delle auto travolte, mentre l’uomo — il quale<br />

è stato trasportato in elicottero in un vicino ospedale — si<br />

trovava probabilmente a bordo di un’altra vettura.<br />

anno il primo asiatico a rivestire incarichi<br />

di Governo negli Stati Uniti e sarà<br />

Ministro anche con George W. Bush. A<br />

differenza di migliaia di democratici,<br />

sconfitti nelle elezioni presidenziali dello<br />

scorso 7 novembre, non sarà cacciato<br />

dai luoghi di potere della capitale. Dovrà<br />

semplicemente traslocare dagli uffici<br />

del ministero del commercio a quelli dei<br />

trasporti. Ironia della sorta, Mineta era<br />

entrato nel Governo Clinton al posto di<br />

William Daley, che nel giugno scorso<br />

era andato a guidare la campagna presidenziale<br />

di Al Gore, lo sfidante di Bush.<br />

.<br />

Usa: undici persone<br />

muoiono in un incendio<br />

nel Delaware<br />

WASHINGTON — Undici persone<br />

sono morte in un incendio che ha<br />

distrutto nella notte tra martedì e<br />

mercoledì una abitazione a Oak<br />

Orchard (nel Delaware). Le vittime<br />

appartenevano alla stessa famiglia.<br />

Le cause della tragedia sono<br />

ancora da accertare.<br />

Unhcr: Lubbers<br />

assume la carica<br />

di Alto Commissario<br />

GINEVRA — È con emozione che<br />

l’ex Premier olandese, Ruud Lubbers,<br />

ha assunto mercoledì a Ginevra<br />

la prestigiosa carica di Alto<br />

Commissario delle Nazioni Unite<br />

per i rifugiati (Unhcr). Lubbers (61<br />

anni) succede alla giapponese Sadako<br />

Ogata. Nominato a sorpresa<br />

alla guida dell’importante Agenzia<br />

dell’Onu che si occupa dei profughi<br />

lo scorso ottobre dal Segretario<br />

generale delle Nazioni Unite,<br />

Kofi Annan, Lubbers si è mercoledì<br />

immediatamente schierato in favore<br />

di un «minimo di burocrazia<br />

ed un massimo di flessibilità» nelle<br />

attività dell’Unhcr per l’assistenza<br />

ai circa 22 milioni di profughi<br />

del mondo.<br />

Yemen: bomba esplode<br />

contro un'agenzia<br />

nella città di Aden<br />

ADEN — Una bomba è esplosa<br />

martedì senza causare vittime vicino<br />

all’ufficio dell’agenzia di stampa<br />

yemenita «Saba» ad Aden, nel<br />

terzo attentato nel giro di 24 ore<br />

nella città del Sud dello Yemen. La<br />

bomba ha aperto una breccia di<br />

quasi quattro metri di diametro in<br />

un muro dell’edificio dove si trova<br />

l’agenzia, nel quartiere di Tuwahi,<br />

vicino al porto. Lunedì un ordigno<br />

aveva parzialmente distrutto il muro<br />

di cinta di una chiesa anglicana<br />

nel centro di Aden e due granate,<br />

tirate contro un albergo erano fortunatamente<br />

finite in mare.<br />

Moldova: il 25 febbraio<br />

si svolgeranno<br />

le legislative anticipate<br />

CHISINAU — Il Presidente della<br />

Moldova, Petru Lucinschi, ha firmato<br />

un decreto per sciogliere il<br />

Parlamento ed ha fissato ufficialmente<br />

al 25 febbraio prossimo le<br />

elezioni legislative anticipate. Lo<br />

ha reso noto martedì il portavoce<br />

della presidenza, Anatoli Golia.<br />

W<br />

La COMUNITÀ ACCADEMICA della<br />

PONTIFICIA FACOLTÀ di SCIENZE<br />

dell'EDUCAZIONE AUXILIUM di Roma<br />

si unisce al dolore della Preside Sr.<br />

BiancaTorazzaperlamortedella Sorella<br />

Sr. ANNA fma<br />

avvenuta a Torino all'alba del 2 gennaio<br />

2001.<br />

Alla Preside e ai suoi familiari le Comunità<br />

accademica e religiosa porgono<br />

le più sentite condoglianze e assicurano<br />

preghiere.<br />

Roma, 2 gennaio 2001<br />

.<br />

W<br />

Il Cardinale Vicario CAMILLO RUI-<br />

NI, il Vicegerente Mons. CESARE NO-<br />

SIGLIA, il CONSIGLIO EPISCOPALE, i<br />

SACERDOTI e il PERSONALE del Vicariato<br />

di Roma, partecipano al grave lutto<br />

che ha colpito i Monsignori Alessandro<br />

e Agostino De Angelis, Officiali del<br />

Vicariato, per la morte della madre<br />

Signora MARIA GUIDONI<br />

Ved. DE ANGELIS<br />

e assicurano a Don Alessandro, a Don<br />

Agostino e alle loro sorelle Giovanna e<br />

Marcella la vicinanza nella preghiera per<br />

la cara defunta, che affidano alla bontà<br />

misericordiosa del Signore risorto.<br />

Le esequie saranno celebrate giovedì<br />

4 gennaio, alle ore 11, nella Basilica di<br />

Cristo Re a Viale Mazzini.<br />

.


ERZA T PAGINA .<br />

PAGINA<br />

3 .<br />

«Il Vangelo nella storia» di Pier Giovanni Agnes<br />

«Una società che ha perduto<br />

il senso del giusto,<br />

del vero e del buono»<br />

DANILO VENERUSO<br />

Per l'editrice Rubbettino di Soveria<br />

Mannelli (Catanzaro) che, sotto la direzione<br />

di Pietro Borzomati, ha già pubblicato<br />

numerosi testi della collana «Spiritualità<br />

e promozione umana», Luca Rolandi<br />

ha ora raccolto gli articoli scritti<br />

tra il 1979 e il 1998, anno della sua morte,<br />

per il periodico tortonese Il Popolo<br />

dal sacerdote Pier Giovanni Agnes, nativo<br />

nell'Oltrepò Pavese ma operante nella<br />

Diocesi di Tortona da quando, nel<br />

1954, gli è stata conferita l'ordinazione<br />

sacerdotale (P.G. Agnes, Il Vangelo nella<br />

storia, presentazione di P. Borzomati,<br />

con premessa di Mons. Martino Canessa,<br />

Vescovo di Tortona e nota introduttiva<br />

di Mons. Aldo Del Monte).<br />

Il curatore ha distribuito centoventi<br />

brani pubblicati in tre sezioni, che corrispondono<br />

ad altrettante aree di interesse:<br />

Religione e spiritualità (pp. 17-115),<br />

Etica, costume e società (pp. 117-218),<br />

Politica interna e internazionale (pp.<br />

219-308). Da questa notevole campionatura,<br />

emerge in primo luogo che Don<br />

Agnes sia più che un pubblicista nel senso<br />

tecnico del termine. Egli possiede in<br />

grado notevole le doti del vero scrittore:<br />

capacità di composizione, sensibilità, finezza,<br />

acutezza di giudizio e, non ultima,<br />

una vera e propria vena poetica:<br />

così veri e propri squarci di poesia sono<br />

spesso le pagine dedicate alle grandi ricorrenze<br />

liturgiche come la Pasqua e il<br />

Natale. Mai però esse si stagliano, occasionalmente<br />

ed accademicamente, per<br />

se stesse: sempre sono funzionali alla<br />

sua autentica vocazione sacerdotale,<br />

quella che lo spinge al servizio del giornale<br />

prima come collaboratore e poi,<br />

negli ultimi vent'anni di sua vita, come<br />

direttore: informare, istruire, educare i<br />

lettori nella finalità più generale della<br />

formazioneedella promozione cristiana.<br />

Di fronte ai tanti, troppi cedimenti di<br />

persone che non sono avvezze a vedere<br />

oltre alle forme in cui necessariamente<br />

si presenta la verità, Agnes rivendica<br />

con forza, con fermezza e con insistenza<br />

la funzione e lo «splendore» della coscienza<br />

(Il Popolo, 3 agosto 1980, pp.<br />

17-19, 9 giugno 1985, pp. 43-46 e 3 gennaio<br />

1987, pp. 57-60), a proposito della<br />

quale afferma che concorrono tre condizioni:<br />

che «sia libera», che «sia personale»,<br />

che «sia esatta» (pp. 17-19). Egli sostiene<br />

anche che la coscienza debba essere<br />

«difesa della verità», ma poi indebolisce<br />

la necessità e l'indissolubilità di<br />

questo legame parlando di essa, nel<br />

1985, come di un assoluto: «la coscienza<br />

è tutto. Anche la fede passa di lì. Non<br />

c'è, per questo, da morire di paura. Cade<br />

il relativo, rimane l'assoluto». Se non<br />

è la funzione della verità, perfino la coscienza<br />

può essere occasione di sviamento<br />

e di disorientamento: se di tanti<br />

sbandamenti è stato occasione di formalismo,<br />

non minori danni provoca alla vita<br />

cristiana il dominio di una coscienza<br />

sfrenata, sola legge ad un particolarismo<br />

individuale e sociale che è portato ad assolvere<br />

sempre se stesso, non collegata<br />

alla verità che ne sia criterio, «affermazione<br />

di principi, di valori, di leggi». La<br />

coscienza senza verità può essere allora<br />

ancora più pericolosa del formalismo.<br />

Non è certo da escludersi, da questo<br />

punto di vista, che Hitler considerasse<br />

come dovere di coscienza sterminare<br />

ebrei, nomadi, minorati psichici e razziali.<br />

Il collegamento della verità alla sua<br />

personale interiorizzazione illumina la<br />

vita dell'uomo tanto individuo quanto in<br />

società: «allora la morte, credi, per noi<br />

non esiste» (11 aprile 1982, nella ricorrenza<br />

del Venerdì Santo, pp. 28-31), allora<br />

«il mondo cristiano celebra e vive la<br />

sua antica e profetica memoria» (3 aprile<br />

1983, in occasione della Pasqua, pp.<br />

35-38), allora sarà data «a ogni uomo la<br />

sua speranza» (10 aprile 1983, pp. 38-<br />

40), allora il Natale non «è una ricorrenza,<br />

ma un evento» perché «Dio non ha<br />

Appuntamenti<br />

culturali<br />

Roma, 11 gennaio<br />

Sermoni dell'Oratorio<br />

di san Filippo Neri<br />

Per il ciclo dei Sermoni dell'Oratorio<br />

Secolare di san Filippo<br />

Neri, l'11 gennaio alle ore<br />

18.30, a S. Maria in Vallicella,<br />

Mons. Sandro Corradini parlerà<br />

sul tema: «Santi e santità riconosciuta<br />

dalla Chiesa».<br />

Parma, 24-26 gennaio<br />

Convegno internazionale<br />

di studi su Giuseppe Verdi<br />

Nel centenario della morte del<br />

grande musicista, Palazzo Sanvitale<br />

sarà sede, dal 24 al 26<br />

gennaio, di un convegno internazionale<br />

su Giuseppe Verdi. Il<br />

convegno si sposterà in seguito<br />

in America alla New York University<br />

(29-31 gennaio) e alla<br />

Yale University di New Haven<br />

(1º febbraio).<br />

finito di rivelarsi, non ha finito di incarnarsi»<br />

e «la sua luce è ancora alla sorgente,<br />

il suo bene ancora all'origine» (22<br />

dicembre 1985, pp. 48-50). Dalla continuità<br />

consegue logicamente che, «dunque,<br />

la Chiesa è per il mondo. Dunque<br />

il mondo ha dei diritti nei confronti della<br />

Chiesa. Dunque, la Chiesa è un bene<br />

per il mondo. Dunque, il mondo sollecita<br />

la Chiesa. Tutti e due l'uno per l'altro,<br />

sono un riferimento, una compagnia,<br />

un dono. Sono indissociabili» (21<br />

aprile 1985, Dopo il convegno su «Riconciliazione<br />

cristiana e comunità degli<br />

uomini», pp. 41-43). La Chiesa è ciò che<br />

porta al mondo il Cristo. E il mondo ha<br />

bisogno del Cristo perché è frammentario,<br />

anzi, per essere più esatti, è «diviso<br />

nel profondo». Non c'è più, nello stesso<br />

terreno che fu arato per secoli e secoli<br />

dal cristianesimo, «una concezione unica<br />

e universale. Il mondo non è più lo<br />

stesso per tutti. E così l'uomo, e così la<br />

vita». Le conseguenze sono preoccupanti:<br />

«la vita non è più quel gran bene e<br />

quel gran dono che era una volta. Anche<br />

la vita propria. È deprezzata. È ridotta<br />

a qualcosa» (Verso il Duemila con<br />

la nostra sofferta società e con lieta<br />

speranza, 14 maggio 1989, pp. 73-75).<br />

Se la vita è frammentata, Cristo «però è<br />

sempre lo stesso», è il punto di unità.<br />

Come Agnes osserva un anno dopo a<br />

proposito di un giudizio di Edward<br />

Schillebeeckx messo a confronto con<br />

una riflessione dell'economista Claudio<br />

Napoleoni alla vigilia della morte (Un vivace<br />

dibattito interno alla società prettamente<br />

umanistica: è possibile?, 22 luglio<br />

1990, pp. 84-87), è in fondo più facile<br />

agire da cristiani che pensare da cristiani<br />

perché «pensare è difficile, stanca<br />

ed estenua. È difficile incarnare la parola».<br />

A paragone della domanda posta da<br />

Napoleoni se sia possibile uscire dall'esilio<br />

consumistico della società consumistica<br />

con una risposta soltanto politica,<br />

la soddisfatta risposta «pluralistica» del<br />

teologo di professione appare quanto<br />

mai riduttiva e superficiale: l'uomo non<br />

può bastare a se stesso in quanto non è,<br />

né può essere ontologicamente, l'assoluto.<br />

La risposta del teologo olandese, a<br />

sua volta, alimenta i dubbi, la tristezza,<br />

la trepidazione di molti che «temono<br />

che il cristianesimo finisca in polvere» (I<br />

giorni amari della politica e la nuova<br />

diffusa trepidazione popolare, 14 maggio<br />

1995, pp. 104-106): come aveva già<br />

dimostrato l'esito dei referendum popolari<br />

sul divorzio e sull'aborto, lo Stato è<br />

«laico» in quanto la società è laica, ovvero<br />

i suoi membri non sono più guidati<br />

dai principi cristiani (Che cosa c'è dietro<br />

il risultato del referendum. Questa fiacca<br />

società si offusca di pessimismo, 24<br />

maggio 1981, pp. 142-145). L'esito non è<br />

consolante: è una società che «si affretta<br />

a morire, perché ha perduto il senso del<br />

giusto, del vero e del buono» (23 settembre<br />

1979, pp. 117-119).<br />

Agnes passa in rassegna le incongruenze<br />

sempre più gravi ed evidenti: il<br />

dilagare della pornografia (7 settembre<br />

1980, pp. 127-129), il ripudio degli anziani<br />

(23 marzo 1981, pp. 137-139), il culto<br />

dello sperpero (29 marzo 1981, pp. 140-<br />

142), la mancanza di rispetto della natura<br />

(18 luglio e 1° agosto 1982, pp. 147-<br />

152), gli equivoci dell'impegno politico a<br />

spese della fede (Acuto intervento della<br />

Congregazione per la dottrina della fede<br />

sulla «teologia della liberazione», 9 novembre<br />

1984, pp. 162-165), le prevaricazioni<br />

dell'ingegneria genetica (7 dicembre<br />

1986, pp. 173-174), gli abusi contro<br />

l'infanzia, «quella meraviglia senza fine»<br />

(17 gennaio 1988, pp. 177-179), l'illusione<br />

della droga (2 ottobre 1988, pp. 184-<br />

186), l'incremento vertiginoso dei suicidi<br />

(9 settembre 1990, pp. 199-201). Da questo<br />

bilancio, Agnes trae la conclusione<br />

che, contrariamente alle sue secolari ed<br />

incessanti dichiarazioni in contrario, la<br />

società contemporanea, tutta fondata<br />

sul presente, è immobile, è statica perché<br />

«non è del futuro, né si proietta verso<br />

il futuro» (Senza accorgerci siamo<br />

entrati nell'era della società «densa».<br />

Che cosa significa? 9 luglio 1995, pp.<br />

210-212).<br />

La situazione è tale da esigere la fondazione<br />

o, meglio, la rifondazione di<br />

«un concetto di democrazia autentica ed<br />

integrale» (23 giugno 1991, pp. 204-206)<br />

in cui «i bambini non vadano in vendita,<br />

non stiano tutto il giorno sulle strade,<br />

non siano cose», in cui diventi una realtà<br />

la partecipazione agli utili, in cui la<br />

politica venga esercitata come «carità»,<br />

secondo «un alto codice di moralità» all'interno<br />

di una concezione in cui «il popolo<br />

sia sovrano» e la «democrazia sia<br />

un assoluto, un assoluto relativo, beninteso,<br />

secondo le caratteristiche di tutti<br />

gli assoluti del mondo» (17 febbraio<br />

1995, pp. 294-297).<br />

Per quasi vent'anni, Agnes passa in<br />

rassegna la vita nazionale e internazionale<br />

con la bussola di orientamento di<br />

questi criteri e con la tradizione che unisce<br />

Sturzo e De Gasperi, attraverso cui<br />

emergono, in modo particolare, l'attenzione<br />

per la persona (5 marzo 1995, pp.<br />

299-302), la condanna della «Guerra del<br />

Golfo» del 1991 non solo per rispetto<br />

dell'uomo, ma anche per la convinzione<br />

che «la guerra non raggiunge lo scopo<br />

della guerra» (13 gennaio 1991, pp. 277-<br />

279) e la necessità di un ubi consistam<br />

in un mondo contraddittorio (Morte tragica<br />

di una principessa. Il mondo piange.<br />

Il cristiano pensa, 7 settembre 1997,<br />

pp. 307-308).<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Giovedì 4 Gennaio 2001<br />

Il nuovo Museo Diocesano «Bernareggi» a Palazzo Bassi Rathgeb<br />

Una progettualità espositiva che rivela<br />

lo storico rapporto tra fede e arte a Bergamo<br />

GIUSEPPE DEGLI AGOSTI<br />

La Diocesi di Bergamo ha recentemente inaugurato,<br />

nel Palazzo Bassi Rathgeb — una delle più significative<br />

architetture rinascimentali della città e donato<br />

alla Diocesi per la specifica finalità museale —, il<br />

nuovo Museo Diocesano. Il nome «Museo Bernareggi»<br />

vuole fare memoria del Vescovo Adriano Bernareggi,<br />

che negli anni del suo episcopato, come Ausiliare<br />

(1932-36) prima e poi come Vescovo Diocesano (1936-<br />

53), aveva prestato grande attenzione al mondo della<br />

cultura e dell'arte, raccogliendo dipinti e arredi che<br />

costituiscono oggi parte del patrimonio del Museo.<br />

La sequenza delle sale espositive esprime una visione<br />

nuova e moderna per un Museo Diocesano, illustrata<br />

puntualmente nel primo dei «Quaderni del Museo<br />

Bernareggi» pubblicato in concomitanza con l'inaugurazione,<br />

che ha un titolo programmatico «Delectare<br />

Docere Movere».<br />

La visita inizia con il tema dell'Altare, che per il<br />

suo messaggio teologico, è punto di raccolta e di richiamo<br />

di tutto quanto poi si presenta lungo il cammino<br />

espositivo. Quindi viene illustrato l'Anno Liturgico,<br />

con paramenti, vasi sacri, che permettono di<br />

leggere il ritmo diverso dei vari tempi nei quali si celebra<br />

nelle domeniche e feste e nella quotidianità il<br />

Mistero di Cristo.<br />

I santi sono presentati in un originale allestimento:<br />

le loro statue rappresentano come una processione<br />

che si muove verso il Mistero della Trinità, mentre tele<br />

e tavole illustrano i santi della devozione popolare<br />

con i loro specifici attributi, per essere riconosciuti<br />

nel momento della preghiera.<br />

La Vergine ha un grande spazio nella tradizione religiosa<br />

bergamasca e qui, in una sala dalle pareti azzurre<br />

— anche il colore delle singole stanze d'esposizione<br />

è volutamente diversificato per trasmettere un<br />

diverso messaggio ogni volta — il tema è stato presentato<br />

attraverso le forme nobili dell'arte e le espressioni<br />

più significative della devozione popolare.<br />

Cristo e la Croce rappresentano il punto culminante<br />

non solo del percorso di fede, ma naturalmente anche<br />

del percorso espositivo.<br />

Infine sono documentati altri aspetti della quotidianità<br />

religiosa, come per esempio le forti immagini<br />

nella sala della morte; gli stendardi processionali delle<br />

Confraternite permettono invece di comprendere il<br />

fervore e l'organizzazione di comunità cristiane della<br />

città e del contado.<br />

Va ricordato che gli spazi del Museo sono racchiusi<br />

da due altri momenti espositivi: all'inizio i momenti<br />

significativi di storia della Chiesa Bergamasca, nelle<br />

tele dei Vescovi e nella scultura della grande figura<br />

bergamasca, il beato Papa Giovanni XXIII; alla fine<br />

una carta antica del territorio, del 1500, quasi a sug-<br />

«Sottovento»: il più recente romanzo di Gino Montesanto ambientato nella Romagna degli Anni Settanta-Ottanta<br />

L'epopea di una popolazione estrosa e ricca di umori<br />

FRANCESCO LICINIO GALATI<br />

Dopo nove anni di silenzio — il suo<br />

ultimo libro, Re di sabbia, è del 1991 —<br />

Gino Montesanto torna in libreria, per i<br />

tipi di Aragno, con un nuovo romanzo,<br />

Sottovento (Torino, 2000, pp. 252, L.<br />

22.000) che, come recita il sottotitolo, è<br />

la «Storia di un uomo indocile nella Romagna<br />

anni Settanta-Ottanta», raccontata<br />

in una prosa serrata e nervosa, stilisticamente<br />

ineccepibile.<br />

Al pari dei precedenti, anche questo è<br />

un romanzo di idee che, secondo la poetica<br />

cui Montesanto si ispira, si avvalgono<br />

esclusivamente del vigore e della vivacità<br />

del racconto, senza alcun ricorso<br />

a supporti di natura saggistica.<br />

Narratore puro, scrittore cristallino e<br />

coerente, Montesanto appartiene a quella<br />

schiera di scrittori d'ispirazione cristiana<br />

che nel secondo dopoguerra hanno<br />

compiuto coraggiosamente una scelta<br />

di campo nell'agone della cultura cattolica,<br />

subendo assai spesso emarginazioni<br />

o, comunque, pagando di persona,<br />

soprattutto quando hanno tentato di farsi<br />

paladini di valori morali e cristiani.<br />

«Solo se ho qualcosa da dire — ci<br />

confessava tempo fa Montesanto — mi<br />

decido a scrivere un libro: scrivere per<br />

scrivere, foss'anche per non farsi dimenticare<br />

dai propri lettori, non avrebbe<br />

senso, soprattutto non sarebbe morale».<br />

Ecco perché, a fermentare i romanzi di<br />

Montesanto, apparsi nell'arco di cinquant'anni,<br />

è sempre presente un'urgenza<br />

interiore che tutti li sostanzia.<br />

La storia di Guidobaldo Ercolani (Baldo<br />

per gli amici) è una storia come tante<br />

che si snoda sulla costa romagnola,<br />

tra Rimini, Cesenatico e Ravenna, ma,<br />

narrata com'è da Gino Montesanto, diventa<br />

epopea di una popolazione estrosa<br />

e ricca di umori, impastata di solidarietà<br />

e altruismo, anarchia e ribellione, ironia<br />

Bergamo:<br />

Palazzo<br />

Bassi Rathgeb<br />

sede del Museo<br />

«Bernareggi»<br />

Sala<br />

con le<br />

«Madonne<br />

da vestire»<br />

gerire un percorso che inizia nel Museo Diocesano e<br />

che continua e si estende poi ai centri ricchi di storia<br />

e d'arte della Diocesi.<br />

Basterebbe ricordarne alcuni: le quattro chiese di<br />

Almenno S. Salvatore, le opere lignee del Fantoni ad<br />

Alzano Lombardo, la celebre «Danza macabra» a Clusone,<br />

la monumentale chiesa e il Museo parrocchiale<br />

di Gandino, l'Oratorio Suardi affrescato da Lorenzo<br />

Lotto a Trescore Balneario, il complesso monumentale,<br />

così ricco di richiami storici ai Benedettini di Cluny<br />

a s. Paolo d'Argon. Sono solo alcune indicazioni di<br />

una realtà territoriale vasta e ricca per storia, arte e<br />

fede.<br />

La modernità dell'allestimento, la stessa attrezzatura<br />

multimediale che accompagna tutto il percorso, la<br />

scelta degli elementi esposti, la connessione immediata<br />

con una biblioteca e un laboratorio di restauro, la<br />

prossima apertura di un altro spazio espositivo, la vicina<br />

chiesa di s. Lupo, per la conservazione degli exvoto,<br />

una scuola formativa delle guide al Museo, indicano<br />

una precisaprogettualitàdelMuseoDiocesano.<br />

Si poteva concepire il Museo come luogo di raccolta<br />

di opere d'arte di carattere religioso di proprietà<br />

della Diocesi, ma si sarebbe ripetuto uno schema statico<br />

e limitativo di Museo che avrebbe offerto sì «tesori<br />

d'arte» alla emozione estetica e per lo più ad un<br />

numero ristretto di studiosi per ricerche storiche, biografiche<br />

e di attribuzione. Ma poteva una Diocesi essere<br />

così riduttiva nel suo impegno, che è anzitutto<br />

pastorale, educativo e formativo di tutto un popolo?<br />

Il busto di Papa Giovanni XXIII opera di Lello Scorzelli<br />

e gioia di vivere. Fin dall'adolescenza<br />

Baldo vive nel segno della dissonanza:<br />

dallamadreche, per ragioni tutte sue, lo<br />

«rinchiude»in collegio, e dalla quale non<br />

si sente amato ma a malapena tollerato;<br />

dai fratelli e sorelle soprattutto da Beatrice,<br />

viziatissima sorella, dalla zia Egle,<br />

patetica zitella, che pur gli protesta affetto<br />

e protezione, dai compagni di collegio,<br />

a uno dei quali spezza addirittura<br />

un dente. Il solo elemento che lo rappacifica<br />

con se stesso e che, a suo avviso,<br />

dovrebbe rivalutarlo agli occhi di quanti<br />

lo detestano è il successo negli studi.<br />

C'è anche Annina, una ragazza di cui<br />

egli è innamorato, «sempre tanto a modo»,<br />

riservata e discreta, che vive in un<br />

mondodialtatensionespirituale assai diverso<br />

dal suo. Anche lei lo ricambia ma<br />

vorrebbe riuscire, piuttosto, ad affrancarlo<br />

dalle «matterie» e dalle bravate del<br />

suo conclamato anarchismo. Lo vorrebbe<br />

«più razionale», ecco tutto, ma quandosirendecontodell'incapacità<br />

di Baldo<br />

anon«prenderelavitasottogamba»,l'abbandona<br />

definitivamente al suo destino.<br />

Tuttavia ciò che negli anni della difficile<br />

frequentazione è riuscita a trasmettergli<br />

non può cancellarsi dalla mente di<br />

Baldo che, in ogni circostanza, ha lei<br />

come punto di riferimento e di confronto,<br />

soprattutto allorché decide di «mettersi»<br />

con altre ragazze, con la «senza<br />

sale» Malvina, o con la psicolabile Clelia,<br />

nient'affatto disposta a caricarsi di<br />

eccessivi problemi morali.<br />

Convinto di aver trovato in Clelia «la<br />

donna della sua vita, la compagna per<br />

sempre», decide di sposarla, a dispetto<br />

deiconsigli di quanti lo mettono in guardia<br />

dai problemi che la ragazza potrebbe<br />

in seguito procurargli. Non dà retta,<br />

oltretutto, per una forma di rivalsa, perché<br />

su Clelia sa di poter esercitare lo<br />

stesso dominio che su di lui un tempo<br />

aveva esercitato Annina e, sempre come<br />

Due quadri<br />

della «Sala<br />

della morte»<br />

La «Processione<br />

dei santi»<br />

rivalsa, considera la laurea in Agraria e<br />

il lavoro qualificato presso il Genio Civile<br />

— ottenuto grazie ai buoni uffici della<br />

madre — che gli consente d'imporsi in<br />

tutto il circondario. Ma strutturare la vita<br />

sulle rivalse non è produttivo, soprattutto<br />

quando è scandita da fallimenti familiari:<br />

la figlia Desideria, infatti, conduce<br />

un'esistenza da sbandata e Clelia, nella<br />

sua assoluta incapacità di amare, è<br />

vittima del vuoto esistenziale, al punto<br />

di cedere alla tentazione di «farsi del<br />

male». Salvata più volte dalla morte, i<br />

suoi problemi purtroppo rimangono e,<br />

oltre tutto, altri guasti intervengono a<br />

complicare l'esistenza tanto da indurla a<br />

compiere la sua definitiva follia.<br />

La morte di Clelia significa per Baldo<br />

precipitare in un baratro. «Non l'ha mai<br />

amata», sente dire da alcune donne alla<br />

vigilia del funerale ed egli, fin troppo<br />

consapevole di non averla aiutata abbastanza,<br />

si rende conto che è giusto che<br />

paghi per tutto il resto della sua vita.<br />

Inutile affermarsi nel campo del lavoro,<br />

se ad ogni istante si sente messo sotto<br />

accusa — «Sei stato tu a far morire<br />

la mamma» — dalla figlia Desideria che,<br />

dal canto suo, è più che mai decisa a<br />

continuare nella sua vita di sbandata.<br />

Incapace, anche se lo vorrebbe disperatamente,<br />

di trovare qualsiasi mezzo<br />

per salvarla, pensa di parlarne a don<br />

Guerrino, il sacerdote che si prende cura<br />

di tutti gli sbandati e drogati della zona,<br />

ma non lo fa, convinto che sarebbe<br />

tutto inutile se la figlia non ha alcuna<br />

intenzione di cambiar vita.<br />

Don Guerrino, un sacerdote «sui generis»<br />

— un mezzo mistero, pensa Baldo<br />

—, è suo amico, anche se la propria<br />

professione di ateo lo indice spesso a<br />

ironizzare sulla fede del sacerdote: «In<br />

questo momento il tuo Signore dov'è? È<br />

vicino a te oppure no? Se ti è vicino,<br />

dovrei sentire anch'io la sua presenza».<br />

Gli stendardi<br />

In seconda istanza, poteva il Museo essere semplice<br />

raccolta documentaria di reperti di una storia — qui<br />

a Bergamo la scelta cronologica è stata dal Concilio<br />

di Trento (1545-63) al Concilio Vaticano II (1962-65) —<br />

restando però memoria di esperienze definitivamente<br />

tramontate, una specie di salvataggio di oggetti di un<br />

naufragio.<br />

È evidente la volontà di ricollocare oggi il Museo<br />

Diocesano, a differenza di quello che era stato anche<br />

a Bergamo il Museo di Arte Sacra, in un'altra direttrice<br />

di pensiero e di azione.<br />

Gli oggetti in esposizione rivelano una identità del<br />

rapporto fede e arte, che qui a Bergamo si qualifica<br />

come essenzialmente popolare e per il popolo è stato<br />

prodotto quanto ammiriamo come opera di nobile artigianato<br />

e di arte. Serialità di molti elementi di culto<br />

ed anche eccezionalità di alcuni di questi: la serie<br />

delle Madonne da vestire e i paramenti sacri stanno<br />

bene a fianco di tele del Lotto e del Moroni che illustrano<br />

misteri cristiani o figure di ecclesiastici.<br />

Il Concilio Vaticano II, indetto dal Papa bergamasco,<br />

ha introdotto un dialogo col mondo che ha finito<br />

per cancellare una tradizione secolare: oggi molti segni<br />

di un tempo sono divenuti inutilizzabili e incomprensibili.<br />

Il Museo offre tutti gli strumenti per una<br />

lettura di questi segni della fede di un'altra epoca,<br />

perché la lettura sia memoria e ricupero di una tradizione<br />

in vista di una innovazione e di un futuro che<br />

si sta costruendo.<br />

L'uomo di fede troverà conferme storiche e d'arte<br />

alla eredità di fede che ha ricevuto, l'uomo non credente<br />

troverà nella molteplicità di oggetti i segni di<br />

una cultura e di una storia che non è ferma, ma che<br />

si rinnova, alla ricerca di altre forme più rispondenti<br />

al nuovo costume sociale e religioso.<br />

Potremmo definirlo un museo dinamico, una work<br />

in progress, perché ha nel suo progetto una valenza<br />

educativa per la gioventù e si è costituito come strumento<br />

di formazione permanente per gli adulti. Quindi<br />

non è offerta passiva di oggetti e del loro significato,<br />

ma rapporto fra tradizione e innovazione, fra memoria<br />

e progetto, con gli strumenti necessari per lo<br />

studio e l'approfondimento. È un museo vivo, perché<br />

costruito come luogo di offerta di cultura, di dialogo<br />

con le culture del nostro tempo, di offerta e accoglienza<br />

di collaborazioni.<br />

Il Museo Bernareggi, attraverso le tante relazioni<br />

che ogni oggetto in esposizione porta in sé, fa percorrere<br />

come tanti piccoli passi verso la scoperta di un<br />

altro senso e di un Altro, come persona. E questa scoperta<br />

dà il significato ultimo a quanto è stato fatto<br />

nel passato e a quanto ancora oggi la Diocesi di Bergamo<br />

fa attraverso il messaggio cristiano perenne che<br />

ha trovato nel Museo un altro significativo strumento<br />

di comunicazione.<br />

«Il mio Signore — replica don Guerrino<br />

— non è sempre mio. Non sta sempre<br />

con me, se ne va, scompare. Perché<br />

non lo cerco, mi distraggo, o mi metto<br />

a ragionare come chi non ci crede».<br />

E aggiunge: «Credete non è per nessuno<br />

una certezza che si acquista per<br />

sempre. Non è continua, non è totale,<br />

non è assoluta. Sarebbe troppo comodo,<br />

ma non bello. Credere è un atto di umiltà,<br />

di sottomissione che dobbiamo essere<br />

disposti a ripetere». Discorsi simili<br />

non ci sono mai stati tra i due, segno<br />

che qualcosa di nuovo fermenta nell'animo<br />

di Baldo, preludio a più inquietanti<br />

e sofferti interrogativi. I quali, purtroppo,<br />

non avranno risposta, perché Baldo<br />

viene colpito da una malattia mortale.<br />

«Posso far niente?», bisbiglia il sacerdote<br />

al capezzale dell'amico morente.<br />

L'uomo, ansimante, vorrebbe rispondere<br />

che non gli serve più niente: «S'accorge<br />

che don Guerrino è inginocchiato accanto<br />

a lui. Non ce la fa a morire. Non ha<br />

forza per prendergli la mano, dirgli un<br />

grazie, ma don Guerrino lo sa chi è».<br />

Con questa pagina di drammatica<br />

intensità la vicenda di Guidobaldo Ercolani<br />

giunge all'approdo definitivo e il romanzo,<br />

volgendo in positivo il negativo<br />

di una vita ribelle e sbandata, ne annuncia<br />

la catarsi finale. Questa la sottile magia<br />

dell'arte di Gino Montesanto che,<br />

«raccontando» semplicemente fatti e<br />

persone, penetra nei risvolti della psiche,<br />

svelandone i sentimenti più riposti<br />

e autentici.<br />

Baldo, riottoso e ribelle ad ogni valore<br />

dello spirito, sa tuttavia impegnarsi<br />

per la giustizia e per la solidarietà sostenendo<br />

l'opera di don Guerrino a favore<br />

degli emarginati e, rinnegando nei fatti<br />

il suo radicale agnosticismo, arriva ad<br />

interrogarsi sul destino dell'uomo e sul<br />

mistero di Dio.<br />

Romanzodicose, Sottovento non consente<br />

stanchezze e trascina il lettore.


.<br />

PAGINA<br />

4 .<br />

Tra i romei all'udienza generale<br />

Sessant'anni di matrimonio<br />

festeggiati nell'anno del Giubileo<br />

Sono venuti «a trovare il Papa» per<br />

il loro sessantesimo anniversario di<br />

matrimonio. Mercoledì mattina, 3<br />

gennaio, i coniugi Garlini, Ilario e<br />

Battistina, di Bergamo, erano in Piazza<br />

San Pietro per partecipare all'udienza<br />

generale del Santo Padre. Si<br />

sono sposati il 12 ottobre 1940, prima<br />

che il marito, oggi ottantasettenne,<br />

partisse per la guerra.<br />

«Dopo tanti anni — hanno detto —<br />

stiamo ancora insieme e stiamo bene.<br />

Di questo dobbiamo ringraziare il<br />

Buon Dio, che ci ha concesso anche<br />

la gioia di venire qui a Roma per il<br />

Giubileo, ad incontrare il Papa Giovanni<br />

Paolo II, ed a pregare sulla tomba<br />

di Papa Giovanni XXIII, che era<br />

delle nostre parti».<br />

Piazza San Pietro ha accolto mercoledì<br />

ancora una volta, tra le braccia<br />

dell'imponente Colonnato, decine di<br />

migliaia di pellegrini giunti da ogni<br />

parte dell'Italia e del mondo.<br />

Da Canosa, in Puglia, nella diocesi<br />

di Andria, arrivava un gruppo numeroso<br />

di giovani scout, dai 12 ai 20 anni,<br />

accompagnati dall'assistente, don<br />

Michele Malcangio, e seguiti dai familiari.<br />

«Abbiamo voluto iniziare il nuovo<br />

anno associativo con un momento forte<br />

di fede — ha spiegato il sacerdote<br />

—, sottolineando in questo modo l'impronta<br />

cristiana, cattolica, della nostra<br />

associazione, l'Agesci».<br />

È stato un anno intenso questo del<br />

Giubileo per i ragazzi di Canosa, che<br />

sono stati impegnati nelle celebrazioni,<br />

le attività, le feste che si sono svolte<br />

a livello cittadino: «Abbiamo scoperto<br />

la gioia di stare insieme — ha<br />

detto Eleonora Destino, 26 anni, capo<br />

scout —. Abbiamo imparato a vivere<br />

la gioia insieme, a condividerla con gli<br />

altri, a rendere partecipe la gente della<br />

nostra esperienza gioiosa».<br />

«Ecco perché — ha aggiunto — anche<br />

qui a San Pietro noi ragazzi non<br />

siamo venuti da soli, ma con grande<br />

meraviglia siamo riusciti a coinvolgere<br />

anche i nostri genitori e parenti».<br />

«Abbiamo fatto sì che le persone<br />

quest'anno non si sentissero isolate —<br />

è intervenuto don Michele —, ma le<br />

abbiamo invitate a sorridere in maniera<br />

più piena, perché condivisa insieme.<br />

Per questo obiettivo il Giubileo ha<br />

rappresentato un'occasione propizia,<br />

anzi davvero profetica».<br />

La gioia del Giubileo è riuscita a<br />

contagiare anche Titti Di Nunno, 26<br />

anni, una giovane del gruppo di Canosa<br />

che pure quest'anno — ha raccontato<br />

— ha vissuto un grave lutto familiare:<br />

«È in virtù della mia fede, di<br />

certo ancora piccolissima, che sono<br />

riuscita a superare questa grave perdita<br />

che ho subito; che sono riuscita a<br />

sentire la gioia e la serenità di quest'Anno<br />

Santo.<br />

«Venendo qui oggi — ha detto ancora<br />

Titti —, realizzo un mio sogno.<br />

Avevo un desiderio enorme, infinito,<br />

di incontrare il Papa, e la mia gioia è<br />

quindi oggi inimmaginabile».<br />

A Santa Maria Maggiore<br />

La più bella espressione<br />

del bisogno di speranza<br />

Il grande arricchimento interiore ricevuto<br />

dall'esperienza giubilare induce<br />

tanti pellegrini a tornare a Roma per ripercorrere<br />

l'itinerario attraverso le Basiliche<br />

Patriarcali e ricevere, ancora una<br />

volta, i benefici donati agli uomini dalla<br />

bontà e dalla misericordia del Signore.<br />

Non di rado, dunque, è possibile scorgere<br />

singoli individui o eterogenee comitive<br />

pronte a vivere nuovamente il cammino<br />

di fede nella città sede del Successore<br />

di Pietro.<br />

È quanto accaduto anche alla comunità<br />

parrocchiale di san Giuseppe di San<br />

Cesareo, la quale ha scelto la data del 2<br />

gennaio per compiere l'itinerario attraverso<br />

le varie mete giubilari. Il pellegrinaggio<br />

dei 150 membri della comitiva laziale<br />

è iniziato nella Basilica Liberiana di<br />

Santa Maria Maggiore e si è concluso,<br />

nella stessa giornata di martedì, nella<br />

chiesa dedicata all'Apostolo delle Genti.<br />

«Molti fedeli presenti all'esperienza<br />

odierna, pur avendo già celebrato il Giubileo<br />

a Roma, hanno desiderato ripercorrere<br />

questo cammino per lucrare ancora<br />

una volta l'indulgenza plenaria, prima<br />

della chiusura della Porta Santa —<br />

ha affermato don Marcantonio Tulli,<br />

parroco della chiesa di san Giuseppe —.<br />

Compiere un pellegrinaggio vuol dire<br />

predisporsi al rinnovamento interiore, al<br />

fine di dare un nuovo slancio alla propria<br />

vita cristiana. Ognuno di noi dovrebbe<br />

riflettere profondamente sul significato<br />

attribuibile alla Porta Santa e,<br />

nel suo complesso, all'intero anno di<br />

grazia che abbiamo vissuto. Esso ci porta<br />

a meditare sulla possibilità che Dio ci<br />

ha offerto di lasciare alle spalle il nostro<br />

passato ed i nostri peccati, per procedere<br />

il cammino quotidiano animati da<br />

uno slancio rinnovato. L'inizio del nuovo<br />

anno, del nuovo secolo e del nuovo<br />

millennio ci chiama ad una profonda testimonianza<br />

di fede cattolica».<br />

La Porta Santa è espressione di amore,<br />

speranza e carità. È quanto sostiene<br />

la signora Concetta Mugolino, una fedele<br />

proveniente da Messina. «Il Signore ci<br />

ha offerto la possibilità di vivere un anno<br />

meraviglioso, caratterizzato da tanta<br />

serenità — ha confidato la signora Concetta<br />

—. Nel mondo esistono tante situazioni<br />

difficili, e molti i paesi sono ancora<br />

travagliati dalla guerra. Io, però,<br />

credo che il Giubileo sia riuscito a produrre<br />

un forte risveglio delle coscienze<br />

umane, che non potrà non portare la<br />

pace alle varie nazioni della terra. E la<br />

Porta Santa costituisce la più bella<br />

espressione di questa richiesta di speranza».<br />

Fin dall'infanzia, la signora Concetta,<br />

che è giunta a Roma insieme con il<br />

marito, ha sentito l'esigenza di dedicarsi<br />

al prossimo. «Il Signore ci ha invitato ad<br />

amarci gli uni con gli altri — ha spiegato<br />

la fedele siciliana —. Pertanto, un<br />

buon cristiano non può non preoccuparsi<br />

delle condizioni in cui trova il fratello<br />

che gli accanto. Non è necessario compiere<br />

gesti eclatanti. Talvolta è sufficiente<br />

offrire una parola di conforto o più<br />

semplicemente mostrare un sorriso per<br />

aiutare il prossimo». «Fra le varie attività<br />

di volontariato a cui mi dedico, vi è<br />

quella nell'ambito dell'UNITALSI — ha<br />

proseguito la signora Concetta —. Ogni<br />

volta che ho la possibilità di accompa-<br />

gnare le persone sofferenti a Lourdes mi<br />

trovo a vivere esperienze particolarmente<br />

forti ed intense. Non di rado è accaduto<br />

che molte di loro, animate da un<br />

forte senso di rabbia per la propria disabilità,<br />

siano tornate arricchite da una<br />

grande serenità interiore. I pellegrinaggi,<br />

infatti, sono viaggi che rigenerano lo<br />

spirito!». Il volontariato è un mezzo attraverso<br />

il quale è possibile offrire assistenza<br />

al prossimo, anche attraverso un<br />

piccolo gesto. «Talvolta il sorriso è il<br />

mezzo più semplice per aiutare colui<br />

che si trova in difficoltà — ha proseguito<br />

la fedele siciliana —. Quando mi reco<br />

negli ospedali, offro la mia compagnia,<br />

la possibilità di parlare un po', o semplicemente<br />

una parola gentile. Per le persone<br />

ammalate e sole questo può essere<br />

un grande aiuto per la propria difficile<br />

situazione. Allo stesso tempo, però, noi<br />

volontari riceviamo un grande arricchimento<br />

interiore dall'energia derivante<br />

dall'incontro con le persone cui offriamo<br />

assistenza». «Aiutare il prossimo per<br />

me è un grande conforto, perché mi<br />

permette di essere più vicina a Gesù —<br />

ha concluso la signora Concetta —. Se<br />

sappiamo ascoltare, il Signore indicherà<br />

a ciascuno di noi la strada più consona<br />

da seguire nel corso della propria esistenza.<br />

E sono certa che per me, Lui<br />

abbia scelto la via del volontariato».<br />

«Per quanto sia sempre stato molto<br />

vicino alla fede, solamente nel corso di<br />

questo Giubileo ho scoperto il valore del<br />

pellegrinaggio compiuto nel silenzio della<br />

preghiera», ha detto sorridendo Giacomo.<br />

SIMONA RUBEIS<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Giovedì 4 Gennaio 2001<br />

Pellegrini del Duemila<br />

I gruppi di giovani pellegrini sono<br />

tanti ad ogni udienza in Piazza San<br />

Pietro.<br />

Venivano da Manfredonia, mercoledì,<br />

i ragazzi della parrocchia della Sacra<br />

Famiglia, accompagnati dal giovane<br />

vice parroco don Saverio Papicchio,<br />

che ha raccontato la confidenza<br />

di uno di questi giovani: «Al termine<br />

di una giornata intera di pellegrinaggio<br />

per Roma — ha detto —, questo<br />

ragazzo, prima di andare a dormire,<br />

mi ha confidato che chiudendo gli occhi<br />

due immagini gli rimanevano impresse:<br />

la Basilica di San Pietro e le<br />

catacombe dei martiri. Messe insieme<br />

significavano per lui la realtà di una<br />

fede solida, rocciosa, che rende capaci<br />

di offrire la propria vita tutta intera<br />

per il Signore».<br />

«Era proprio questo lo scopo che ci<br />

eravamo prefissi con questo pellegrinaggio<br />

— ha commentato don Saverio<br />

—: scoprire attraverso la testimonianza<br />

di Pietro, degli Apostoli e dei martiri,<br />

cosa significa veramente essere<br />

cristiani, cosa significa essere “figli di<br />

Dio”».<br />

«Anch'io ho imparato qualcosa da<br />

questo Giubileo — è intervenuta Alessandra,<br />

una dei giovani di Manfredonia<br />

—: ho imparato ad avere fiducia<br />

in me stessa, perché ho scoperto di<br />

essere preziosissima agli occhi del Signore,<br />

che mi ama e non mi abbandonerà<br />

mai».<br />

ALESSANDRO IAPINO<br />

L'incontro serale guidato dal Vescovo Piero Marini<br />

Ogni cristiano è chiamato<br />

a diventare «voce»<br />

date da Giovanni il Battista. Questa sera<br />

le domande sono poste a noi. Da noi la<br />

Chiesa aspetta una risposta. La prima<br />

domanda è: «Chi sei tu?». Nel Vangelo<br />

una persona conta ed esiste solo in relazione<br />

con il Signore Gesù. I Vangeli propri<br />

del tempo di Natale ci presentano<br />

persone che, nel bene e nel male, sono<br />

in relazione con il Signore: i pastori, i<br />

magi, Erode, i Sommi Sacerdoti e gli<br />

scribi, i dottori della legge, il vecchio Simeone<br />

e tanti altri».<br />

«Ognuno ha relazione<br />

con il Signore».<br />

«Ognuno ha una relazione particolare<br />

con il Signore. Ad esempio, la Vergine<br />

Maria, di cui abbiamo appena celebrato<br />

la divina Maternità, ha realizzato con il<br />

Signore la relazione di Madre; San Giuseppe,<br />

la relazione di custode; Pietro e<br />

gli altri apostoli quella di discepoli. Questa<br />

sera s. Giovanni Battista ci è presentato<br />

come l'amico e il testimone del Signore.<br />

Queste relazioni sono state vissute<br />

nella loro pienezza una volta per sempre<br />

nel Vangelo e ciascuno di noi è<br />

chiamato nella Chiesa a partecipare alla<br />

relazione di madre, di custode, di discepolo,<br />

di amico e di testimone di Gesù.<br />

La nostra identità cristiana non dipende<br />

dunque dal luogo di nascita, dall'età,<br />

dalla condizione sociale, dalla ricchezza,<br />

dallo stato di salute, dalla carriera, dal<br />

successo, ma solo dalla relazione che<br />

noi abbiamo con il Signore. Chi sei tu,<br />

A san Giovanni in Laterano<br />

La tragedia dell'indifferenza<br />

di fronte ai drammi del mondo<br />

presenza vuole essere così un atto di testimonianza,<br />

che vissuta già nei mesi<br />

addietro nella nostra stessa Diocesi, qui<br />

a Roma assume sia la dimensione universale,<br />

che quella ecumenica. È un'emozione<br />

indescrivibile, che nasce dal<br />

fatto di ritrovarsi nel cuore della cristianità,<br />

ma al contempo dalla consapevolezza<br />

di essere in un clima di reciproco<br />

rispetto con le diverse realtà del mondo».<br />

«Il Giubileo è indubbiamente una pausa<br />

di riflessione, che spezza il ritmo frenetico<br />

con la nostra vita quotidiana —<br />

afferma il signor Carlo Bitello, medico<br />

chirurgo, giunto nella Cattedrale con la<br />

famiglia da Napoli —. Si è trattato in<br />

questi mesi di riprendere nella giusta<br />

considerazione i valori cristiani! Fra i diversi<br />

momenti celebrati, quello della<br />

Giornata Mondiale della Gioventù sarebbe<br />

stata per chiunque un'occasione da<br />

non perdere, tanto che i suoi messaggi<br />

sarebbero da riascoltare! Con sorpresa,<br />

infatti, attraverso quei giovani abbiamo<br />

rafforzato l'idea della fratellanza a livello<br />

mondiale. Accomunati tutti da un'unica<br />

ideologia nonostante le diversità linguistiche,<br />

di costume e di pensiero! Andare<br />

e ritornare in Piazza San Pietro diventa<br />

sempre una grande emozione per ogni<br />

cristiano!». I coniugi Attilia e Francesco<br />

Colombo, invece, arrivano da Gorizia,<br />

ma sono originari di Milano. «Siamo venuti<br />

a Roma per coronare un cammino<br />

penitenziale, che si protrae da un anno<br />

e che si è fortificato nel tempo! —raccontano<br />

—. Come cristiani praticanti<br />

abbiamo deciso di compiere ogni giorno<br />

il Giubileo per lucrare il dono dell'indulgenza<br />

a favore dei defunti e delle perso-<br />

Tra i fedeli a San Pietro<br />

La splendida innocenza della preghiera dei bimbi<br />

«Caro Papa, salutami Gesù Bambino».<br />

Dopo aver disegnato, su un foglio, il «ritratto»<br />

di Giovanni Paolo II, un bimbo<br />

di otto anni ha lasciato scritte queste<br />

brevi ma splendide parole. Splendide<br />

nella loro innocenza e nella loro verità.<br />

Era con la mamma martedì mattina<br />

questo bambino, che giravano come pellegrini<br />

all'interno della Basilica Vaticana.<br />

Con loro c'erano anche il papà e altre<br />

due sorelline più grandi, di 9 e 10<br />

anni. È la famiglia Ceriotti, di Pioltello,<br />

vicino a Milano, che è venuta in pellegrinaggio<br />

a Roma in questi giorni di<br />

festa.<br />

Il 1° gennaio erano in Piazza San Pietro,<br />

insieme con migliaia di altri fedeli,<br />

per partecipare alla Santa Messa di inizio<br />

anno presieduta dal Santo Padre.<br />

«Tornati in albergo — ha raccontato la<br />

mamma — i bambini hanno voluto subito<br />

disegnare su un foglio quello che avevano<br />

visto». E così è nata la dedica del<br />

figlio più piccolo, e anche quest'altra<br />

della sorellina di nove anni: «Caro Papa,<br />

continua la tua missione in mezzo a<br />

noi».<br />

«Il Giubileo è stato un anno molto importante<br />

— ha detto ancora la mamma<br />

—; sia per noi genitori, come anno di<br />

Anche in questi ultimi giorni sono numerosi<br />

i pellegrini che affollano la Patriarcale<br />

Arcibasilica di san Giovanni in<br />

Laterano in segno di devozione e di comunione<br />

fra gli uomini.<br />

I coniugi Domenica Dogliani e Giorgio<br />

Morra arrivano da Torino e raccontano<br />

la loro esperienza giubilare: «Se potessimo<br />

avere un contatto diretto e tangibile<br />

con la povertà e la fame del mondo,<br />

probabilmente sentiremo più vicino<br />

a noi i problemi degli altri! Attraverso la<br />

scelta compiuta da nostra figlia, un'infermiera<br />

professionale, di partire ogni<br />

anno per l'Africa per prestare un servizio<br />

volontario e gratuito in un dispensario<br />

in Kenya, anche noi ci sentiamo partecipi<br />

di una realtà che in qualche modo<br />

esula da quella occidentale. Come non<br />

pensare ai tanti bambini che ogni giorno<br />

continuano a morire per continue guerre<br />

e per malattie che qui, invece, sono<br />

già state superate e debellate! Come restare<br />

indifferenti davanti a quel quadro<br />

di miseria assoluta e di morte giornaliera,<br />

dove le sole capacità dei medici e del<br />

settore infermieristico non bastano spesso<br />

a sostituire specifiche strutture! Come<br />

non credere all'entusiasmo e all'amore<br />

di quanti vivono e collaborano volontariamente<br />

e gratuitamente nelle missioni<br />

con il solo intento di aiutare chi ne<br />

ha bisogno! Ecco, allora, che per noi il<br />

Giubileo diventa questa grande riflessione!<br />

Siamo venuti a Roma con l'intenzione<br />

di partecipare lunedì mattina alla<br />

Santa Messa celebrata in onore della<br />

Giornata Mondiale della Pace. Convinti,<br />

dunque, di condividere questo desiderio<br />

e di vivere la remissione dei peccati abbiamo<br />

varcato la Porta Santa. La nostra<br />

cambiamento; sia per i figli, per i bambini,<br />

perché ha dato loro dei grandi stimoli<br />

per creare e riconoscersi in una sana<br />

gerarchia di valori».<br />

«Quest'anno il cuore di tutti — ha<br />

concluso — sembra essersi aperto un<br />

po' di più. A questo punto è altrettanto<br />

importante che non si richiuda, che rimanga<br />

aperto».<br />

Martedì mattina la Basilica Vaticana<br />

non ha quasi fatto in tempo ad aprire<br />

che già tantissimi pellegrini erano in fila<br />

nell'atrio per entrare. La partecipazione<br />

numerosa alle Messe d'orario, le lunghe<br />

file ai confessionali, sono i segni riconoscibili<br />

dell'urgenza di fede che spinge a<br />

Roma ancora così tante persone.<br />

C'è chi viene per la prima volta, «in<br />

extremis», per non perdere l'occasione<br />

unica di passare la Porta Santa del Giubileo<br />

del 2000. E c'è chi viene invece<br />

per ringraziare, dopo un anno giubilare<br />

vissuto intensamente, per le tante grazie<br />

ricevute.<br />

Tra questi ultimi ci sono i seminaristi<br />

religiosi della Congregazione dei Padri<br />

Missionari della Carità, provenienti da<br />

tutto il mondo, che hanno passato a Roma<br />

l'anno appena trascorso, per provvedere<br />

alla loro formazione.<br />

«Ogni cristiano è chiamato a diventare<br />

“voce”, grido, testimonianza, affinché<br />

la “Parola”, il Verbo, il Signore Gesù,<br />

possa farsi carne nel cuore di ogni<br />

uomo».<br />

L'appuntamento<br />

atteso<br />

Con queste parole il Vescovo Piero<br />

Marini, Maestro delle Celebrazioni Liturgiche<br />

Pontificie, durante l'incontro di<br />

preghiera serale che ha presieduto martedì<br />

2 gennaio in Piazza San Pietro, ha<br />

rinnovato l'invito che la Chiesa rivolge a<br />

ciascun fedele: mantenere viva la fede<br />

battesimale ricevuta in dono. Il Giubileo<br />

stesso offre a tutti i pellegrini l'occasione<br />

per recuperare il proprio rapporto<br />

con Dio e con il prossimo. E sono proprio<br />

i pellegrini ad aver ascoltato le parole<br />

pronunciate dal Presule durante la<br />

preghiera vespertina che, ancora una<br />

volta, si è rivelata un appuntamento atteso<br />

da migliaia di fedeli che in questi<br />

giorni raggiungono Piazza San Pietro<br />

per varcare la Porta Santa della Basilica<br />

prima della chiusura del Giubileo.<br />

A loro il Vescovo Marini si è rivolto<br />

commentando la pagina del Vangelo<br />

proposta durante l'incontro di preghiera<br />

(Gv 1, 19-28), che ricorda la figura e la<br />

testimonianza di Giovanni Battista. «Il<br />

Vangelo di Giovanni che abbiamo appena<br />

ascoltato — ha detto — è costituito<br />

quasi interamente da un dialogo, da alcune<br />

domande poste dai sacerdoti, dagli<br />

scribi inviati dai Giudei e dalle risposte<br />

Sono venuti come comunità, come<br />

«famiglia», a ringraziare il Signore per le<br />

grazie abbondanti ricevute durante l'Anno<br />

Santo, e per affidare sempre a Lui<br />

anche il nuovo anno, che si è aperto appena.<br />

«Il dono più grande che il Signore ci<br />

ha fatto è stato quello di aver potuto vivere<br />

qui a Roma il Grande Giubileo».<br />

Così ha detto Fratello Patrizio, 32 anni,<br />

che viene da Los Angeles, in California.<br />

«La gioia che quest'anno abbiamo vissuto<br />

— ha aggiunto —, la gioia della riconciliazione<br />

con Dio e con gli uomini,<br />

non deve andare perduta. Di questa<br />

gioia noi dovremo essere i missionari,<br />

portatori nel mondo della pace e della<br />

riconciliazione con Gesù, in Gesù e per<br />

Gesù».<br />

«E poi — ha detto ancora Fratello Patrizio<br />

— c'è da continuare il Giubileo<br />

ogni giorno, nella nostra vita quotidiana.<br />

C'è la “porta” del bisognoso, del povero,<br />

del sofferente, che non si chiuderà<br />

mai, e che ci chiede di entrare. Anche lì<br />

incontreremo Cristo, anche lì potremo<br />

fare il nostro Giubileo, come già il Papa<br />

ci ha insegnato quest'anno».<br />

A. I.<br />

ne, che ne hanno più bisogno. Così, dopo<br />

aver pensato agli altri, oggi per la<br />

prima volta dedichiamo le nostre preghiere<br />

a noi stessi. Pensiamo che il Giubileo<br />

abbia tracciato di nuovo quelle che<br />

sono le linee guida per la nostra religione.<br />

Accanto ad un cammino fortemente<br />

personale e comunitario, abbiamo poi la<br />

riscoperta parallela delle nostre origine<br />

cristiane, per mezzo delle quali tutti noi<br />

traiamo una forza comune. Siamo a Roma<br />

anche per dare un seguito alla tradizione<br />

perpetuata nei secoli passati e che<br />

ha coinvolta migliaia e migliaia di persone.<br />

Vogliamo così rinnovare la pratica<br />

giubilare riaffermati nella fede!».<br />

«Del Giubileo — aggiungono Giuliana<br />

e Francesco Arcari, una coppia di romani<br />

— ricorderemo sicuramente la sua<br />

forza prorompente nel diffondere la pace<br />

come elemento base per costruire<br />

una civiltà sana e veritiera. Un grande<br />

elogio è per l'opera costante perseguita<br />

dal Santo Padre, da quel volto instancabile<br />

che incoraggia la Chiesa a vivere<br />

nell'amore e nel rispetto reciproco dei<br />

popoli. Abitando proprio qui vicino alla<br />

Basilica di san Giovanni in Laterano per<br />

giorni e mesi abbiamo visto grandi masse<br />

di pellegrini incamminarsi lungo la<br />

celebre Porta Santa. Data la nostra età<br />

avanzata, che non ci permette di muoverci<br />

con facilità fra tanta gente, grazie<br />

alla televisione abbiamo seguito le celebrazioni<br />

focali dell'Anno Santo, ma non<br />

possiamo dimenticare i volti di quei giovani<br />

venuti in agosto e che sono stati<br />

l'esempio toccante di una religione capace<br />

di abbracciare tutto il mondo».<br />

SIMONETTA ANTONELLI<br />

significa per il credente: qual è la relazione<br />

che tu hai con il Signore».<br />

Nel ripercorrere gli eventi che hanno<br />

caratterizzato questi ultimi giorni dell'Anno<br />

Santo, il Vescovo Marini ha proposto<br />

alcune delle domande che rimandano<br />

al proprio rapporto con Dio, al significato<br />

vero della propria esistenza, al<br />

mistero che si rivela e si cela al tempo<br />

stesso in quel Bambino di cui il Giubileo<br />

celebra i duemila anni dalla nascita. «In<br />

mezzo a voi sta uno che voi non conoscete».<br />

Abbiamo appena celebrato il Natale<br />

del Signore — ha ricordato il Presule<br />

— , ieri abbiamo contemplato la<br />

Theotokos, la Vergine Maria che ci dona<br />

il Figlio, stiamo per concludere il bimillenario<br />

della nascita di Cristo e la<br />

Chiesa ci dice attraverso la voce di Giovanni<br />

Battista: «In mezzo a voi sta uno<br />

che voi non conoscete». Che cos'è per<br />

noi il Natale, chi è il Bambino nato a<br />

Betlemme? È veramente l'Emanuele il<br />

Dio-con-noi, il nostro compagno di viaggio?<br />

Colui con il quale condividiamo le<br />

gioie e i dolori della vita? Colui le cui<br />

Parole ci fanno fremere il cuore? Colui<br />

che ridà speranza alla nostra fede? Oppure<br />

il Natale e il Giubileo sono per noi<br />

solo una sterile scadenza di ricorrenze<br />

che si susseguono?».<br />

«Preparate la via<br />

del Signore»<br />

«Io sono voce di uno che grida nel<br />

deserto: preparate la via del Signore».<br />

Ogni cristiano è chiamato a diventare<br />

«voce», grido, testimonianza, affinché la<br />

«Parola», il Verbo, il Signore Gesù, possa<br />

farsi carne nel cuore di ogni uomo.<br />

La Chiesa continua questa sera il suo<br />

dialogo con noi: sei tu una voce che grida<br />

o uno che se ne sta in silenzio? Nel<br />

Battesimo il sacerdote ti ha toccato le<br />

labbra e ti ha detto «professa la tua fede»!<br />

Sei forse rimasto muto? Anche se<br />

la nostra anima è un deserto, ascoltiamo<br />

nel silenzio del cuore la voce del<br />

Battista: preparate la via del Signore!».<br />

Quelle domande<br />

inderogabili<br />

Il Vescovo, proseguendo la riflessione,<br />

ha indicato alcune delle vie da intraprendere<br />

per continuare la testimonianza<br />

di Giovanni Battista nel terzo millennio.<br />

«Io non sono degno». Il Battista<br />

non conosce altra gioia che quella della<br />

rinuncia e dell'umiltà. Ogni cristiano deve<br />

imparare a rinunciare a se stesso, a<br />

gustare la morte volontaria dell'umiltà,<br />

a diminuire, a venir meno perché in lui<br />

nasca e cresca il Signore Gesù. Abbiamo<br />

noi rinunciato ad ogni egoismo, ad ogni<br />

affermazione di noi stessi per fare posto<br />

alla presenza del Signore in noi? Abbiamo<br />

rinunciato al peccato? Abbiamo rinunciato<br />

alle seduzioni del male? Abbiamo<br />

rinunciato a satana, origine e causa<br />

di ogni peccato? «Chi sei tu?» Giovanni,<br />

colui che battezzava, ha dato la sua testimonianza<br />

al Signore Gesù. Lungo i<br />

secoli, tanti uomini e tante donne hanno<br />

continuato la testimonianza del Battista.<br />

Noi, i battezzati, quale risposta, quale<br />

testimonianza abbiamo dato o intendiamo<br />

dare alle domande che la Chiesa ci<br />

pone, agli impegni che noi abbiamo assunto<br />

nel nostro Battesimo?».<br />

Al termine dell'omelia, i fedeli hanno<br />

professato il Credo, cantato il Pater noster<br />

e un inno alla Vergine Maria. L'incontro<br />

si è poi concluso con la Benedizione<br />

Apostolica impartita dal Santo Padre<br />

per mezzo della Radio Vaticana e<br />

con l'inno del Giubileo.<br />

ELISABETTA ANGELUCCI<br />

La mostra Expo Missio Duemila<br />

Parlare a chi non Lo conosce<br />

Un cielo bianco ed un'aria pungente<br />

accolgono i pellegrini che, in occasione<br />

del Santo Natale, decidono di rifugiarsi<br />

nella suggestiva atmosfera dell'Expo<br />

Missio Duemila all'Abbazia delle Tre<br />

Fontane, dove la memoria della venuta<br />

del Signore è conservata in maniera particolarmente<br />

efficace.<br />

Per spiegare ai propri figli il senso degli<br />

avvenimenti liturgici di questi giorni,<br />

sono dunque venuti presso l'esposizione<br />

missionaria anche i coniugi Lambaglia:<br />

«Dio si è fatto uomo per salvare tutti gli<br />

uomini, anche coloro che ancora non lo<br />

conoscono — papà Pasquale spiega a<br />

Francesco e Sara, i suoi bambini di sette<br />

e dieci anni, il significato della missionarietà<br />

—: per questo motivo tanti uomini<br />

e tante donne, ogni giorno, partono dalle<br />

loro case per andare lontano a parlare<br />

di Gesù!».<br />

L'attenzione dei due bambini, però, è<br />

attirata dal grande mosaico che apre il<br />

terzo ambiente della mostra missionaria,<br />

dove è riprodotta un'immagine della<br />

Creazione di Michelangelo. «Mi piace<br />

molto il quadro di Dio ed Adamo» ci<br />

confida la bambina, indicando il grande<br />

pannello che i visitatori devono comple-<br />

tare acquistando, al simbolico prezzo di<br />

un dollaro, le tessere colorate che compongono<br />

la figura. Poi, ripetendo le parole<br />

ascoltate da Maria del Soccorso, la<br />

giovane volontaria che spiega la presenza<br />

di questo stand, afferma: «mi piace<br />

perché possiamo riempire le caselle, e<br />

dare colore alla creazione del mondo,<br />

perché il mondo sia più bello!».<br />

Sei ragazzi del gruppo scout Roma<br />

40, invece, scoprono nella sosta davanti<br />

al libro dei libri, la riproduzione dei libri<br />

sacri del Cristianesimo, dell'Ebraismo,<br />

dell'Islam, dell'Induismo, del Buddismo<br />

e del Confucianesimo, la ragione<br />

del loro pellegrinaggio: «questa è la conclusione<br />

naturale di un discorso sull'ecumenismo,<br />

iniziato alcuni giorni fa — ci<br />

spiega Giulia, una dei capi, parlando<br />

delle attività svolte durante il campo appena<br />

concluso —: e la ricerca di Dio è<br />

alla base del dialogo tra le religioni!». È<br />

questo il motivo per cui Stefano, Lorenzo,<br />

Maria e Susanna hanno intrapreso il<br />

cammino sulle strade dell'Expo, dove incontrano<br />

la testimonianza viva di chi<br />

annuncia il Cristo tra la gente non cristiana.<br />

LUCIANA CORETTO


.<br />

PAGINA<br />

Le grandi parole<br />

del Giubileo<br />

Primavera<br />

MARCO IMPAGLIAZZO<br />

La sorpresa di un numero<br />

sempre crescente di pellegrini che<br />

varcano la Porta santa in questi<br />

ultimi giorni del Grande Giubileo<br />

sembra collocare queste ultime<br />

giornate giubilari in piena primavera,<br />

piuttosto che nell'inverno<br />

appena cominciato. L'immagine<br />

commovente di Piazza San Pietro<br />

attraversata pazientemente da un<br />

popolo pellegrinante pare così<br />

suggellare la realizzazione dell'auspicio<br />

che la lettera apostolica<br />

Tertio Millennio adveniente<br />

aveva fatto proprio con forza:<br />

«il Grande Giubileo rivelerà una<br />

nuova primavera di vita cristiana».<br />

Primavera è una parola importante<br />

nella vita della Chiesa di<br />

questi anni. Alla vigilia del Concilio<br />

Vaticano II, il beato Giovanni<br />

XXIII definì lo straordinario<br />

evento come una «lieta primavera<br />

che non conoscerà stanchezza,<br />

né vicissitudini». Negli anni successivi<br />

al Concilio l'immagine<br />

della nuova primavera è tornata<br />

in tante occasioni a evocare quello<br />

che Papa Roncalli definì come<br />

un «grande risveglio, una ripresa<br />

di più animoso cammino». Se<br />

tanto si è parlato, all'indomani<br />

del Concilio Vaticano II, di nuova<br />

stagione nella vita della Chiesa<br />

tutta, di primavera della Chiesa,<br />

al Grande Giubileo è stato affidato<br />

il compito di rivelarla con<br />

più pienezza al mondo, manifestando<br />

i segni di una nuova fioritura.<br />

È quanto è accaduto: in particolare,<br />

come parecchi hanno sottolineato,<br />

con la Giornata mondiale<br />

della gioventù, laddove la<br />

presenza di tanti ragazzi e ragazze<br />

ha richiamato quasi spontaneamente<br />

l'immagine della primavera.<br />

Ma non solo. È essenziale<br />

riflettere su tutto il diciottesimo<br />

paragrafo della Tertio Millennio<br />

adveniente.<br />

Esso ricorda ai cristiani che<br />

«nella storia della Chiesa “il vecchio”<br />

e “il nuovo” sono sempre<br />

profondamente intrecciati tra loro.<br />

Il nuovo cresce dal vecchio, il<br />

nuovo trova nel vecchio una sua<br />

più piena espressione». Ciò è valso<br />

per lo stesso Concilio, che «ha<br />

attinto molto dalle esperienze e<br />

dalle riflessioni del periodo precedente».<br />

Ogni rinnovamento della comunità<br />

ecclesiale — l'arrivo della<br />

primavera, in altre parole — non<br />

può allora aversi senza che si<br />

manifesti l'attitudine evangelica<br />

dello scriba saggio, «simile a un<br />

padrone di casa che estrae dal<br />

suo tesoro cose nuove e cose antiche»<br />

(Mt 13, 52).<br />

Il Giubileo è stato quello scriba<br />

saggio, intenzionato a riproporre<br />

al mondo il tesoro del Vangelo,<br />

e pensoso sull'eredità di un<br />

secolo intenso e tragico, in cui<br />

più che in passato si è stati cristiani<br />

non tanto per nascita o per<br />

tradizione quanto per decisione,<br />

e tale scelta si è spesso compiuta<br />

e rinnovata a caro prezzo, come<br />

dimostra la moltitudine di testimoni<br />

della fede morti nel Novecento<br />

a causa della loro dedizione<br />

al Vangelo.<br />

Per valorizzare appieno le «cose<br />

antiche» del tesoro della tradizione<br />

cristiana, il Giubileo ha reputato<br />

necessaria una purificazione<br />

della memoria, sotto forma<br />

di scrupoloso esame di coscienza<br />

e di richiesta di perdono, che la<br />

Chiesa ha intrapreso — il Papa<br />

per primo — con un coraggio che<br />

è raro ritrovare nella vita dei singoli<br />

individui.<br />

Innumerevoli sono i segni di<br />

conversione e di novità portati<br />

dal Grande Giubileo.<br />

Non è certo ora il tempo di fare<br />

bilanci, ma di guardare con<br />

attenzione ai tanti germogli di<br />

questa nuova primavera di vita<br />

cristiana che si manifesta con<br />

sempre maggiore evidenza più ci<br />

si avvicina alla conclusione del<br />

Giubileo.<br />

I frutti di questo tempo nuovo<br />

li capiremo pienamente nel futuro,<br />

oggi ne osserviamo i germogli<br />

con trepidazione e gratitudine in<br />

ogni parte del mondo.<br />

5 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Giovedì 4 Gennaio 2001<br />

Pellegrini del Duemila<br />

L'incessante cammino del popolo di Dio<br />

Ecco le fotografie, scattate ieri, martedì, alle 11 circa, che testimoniano<br />

con la forza dell'evidenza quanto sta accadendo in questi giorni,<br />

in particolare, nella Basilica Vaticana e in Piazza San Pietro. Una<br />

lunga coda di persone in attesa di celebrare il Giubileo nonostante il<br />

tempo e la temperatura inclemente di questi giorni.<br />

In tanti stanno ancora convergendo verso le tombe degli Apostoli, per<br />

aggiungersi a quanti in questo anno straordinario si sono già messi in<br />

cammino. A quanti, in verità, si erano incamminati già negli anni scorsi<br />

attraverso una lunga preparazione nelle parrocchie, nei luoghi di lavoro,<br />

nelle case, per arrivare a questo appuntamento decisivo per la storia dell'umanità.<br />

A Santa Croce in Gerusalemme<br />

La scoperta fondamentale<br />

della fede<br />

Ritornare sui propri passi spesso permette<br />

di scoprire nuovi aspetti della<br />

realtà che non si sono scorti la prima<br />

volta. Molte esperienze infatti, per essere<br />

apprezzate in modo più approfondito,<br />

devono essere vissute con una maggiore<br />

calma. Per questi motivi diversi pellegrini<br />

ritornano volentieri a Roma, per<br />

completare il cammino che non hanno<br />

potuto fare nel primo viaggio. La complessa<br />

realtà del Giubileo quindi viene<br />

così maggiormente apprezzata ed assimilata.<br />

In una società votata al consumismo<br />

e al veloce degrado dei beni,<br />

questo approccio con la fede, dimostra<br />

che la religione è una dimensione che si<br />

scopre lentamente. Così fra i pellegrini<br />

dell'ultimo momento vi sono molti che<br />

in realtà non sono più a Roma per acquisire<br />

l'indulgenza, poiché hanno già in<br />

precedenza celebrato il proprio Giubileo,<br />

bensì sono ritornati alla culla del<br />

Cristianesimo per imparare qualcosa di<br />

più sulle proprie origini e per scoprire<br />

ulteriori testimonianze storiche dell'evoluzione<br />

della Chiesa nei secoli. Nella<br />

giornata di martedì 2 gennaio, fra la folla<br />

di fedeli che hanno visitato Santa<br />

Croce in Gerusalemme, vi era un folto<br />

gruppo di pellegrini appartenenti al movimento<br />

Comunione e Liberazione della<br />

città di Forlì. Accompagnati da don Stefano<br />

Pascucci, hanno celebrato una Santa<br />

Messa, durante la quale hanno ringraziato<br />

il Signore per le varie possibilità<br />

di costante conversione che Egli concede<br />

nella vita di un uomo.<br />

«Durante quest'Anno Santo vi sono<br />

state molte circostanze privilegiate per<br />

sviluppare maggiormente una maturità<br />

di fede — ha spiegato don Stefano —. I<br />

grandi incontri come quello di Tor Vergata<br />

per la Giornata Mondiale della Gioventù,<br />

o il Giubileo delle famiglie e quello<br />

dei lavoratori, hanno fornito importanti<br />

opportunità per vivere questo momento<br />

di grazia in comunione, mentre il<br />

servizio volontario del Giubileo ha dato<br />

la possibilità per sviluppare maggiormente<br />

la propria fede a livello personale.<br />

Questi incontri hanno permesso di<br />

essere ancor più in contatto con le indicazioni<br />

del Santo Padre che incitano ad<br />

una più profonda conversione e ad un<br />

rinnovamento della società.<br />

Questi messaggi li abbiamo portati negli<br />

ambienti dove operiamo come per<br />

esempio quello del lavoro o della scuola,<br />

ed hanno arricchito i nostri incontri settimanali.<br />

Il tutto è stato un approfondimento<br />

al cammino che stiamo compiendo.<br />

Il nostro obiettivo è quello di aver<br />

presente Gesù costantemente nella nostra<br />

vita, vivendo le situazioni che dobbiamo<br />

affrontare come un segno che<br />

Dio ci da affinché noi possiamo attuare<br />

quello che Egli ci propone. La nostra<br />

stessa vita quindi deve diventare la gloria<br />

di Cristo.<br />

Nella mia realtà da insegnante di religione,<br />

per esempio, vivere Cristo ogni<br />

giorno significa aiutarci l'un l'altro e trovare<br />

un dialogo fra gli studenti e i professori<br />

sia nell'istituzione della scuola sia<br />

nella catechesi. Per questo abbiamo organizzato<br />

a livello locale molti incontri e<br />

pellegrinaggi. Il compito degli insegnanti<br />

infatti è quello di trasferire attraverso il<br />

loro lavoro l'amore verso la cultura diventando<br />

testimoni con la propria vita».<br />

RITA DIETRICH<br />

La veglia di preghiera in Piazza San Pietro presieduta dal Card. Camillo Ruini<br />

«Domandiamo di aprire veramente<br />

le porte delle nostre vite al Signore»<br />

giunto — perché crediamo in Gesù Cristo,<br />

perché riteniamo che questi momenti<br />

importanti hanno valore solo se<br />

riferiti al Signore Gesù. E la cosa più<br />

bella è che stando in comunione con il<br />

successore di Pietro, preghiamo perché<br />

questo nuovo periodo che si apre sia<br />

sempre segnato dalla presenza di Gesù<br />

Cristo».<br />

Alla veglia di preghiera, diretta da P.<br />

Corrado Maggioni, Responsabile dell'Ufficio<br />

Liturgico del Comitato del Grande<br />

Giubileo dell'Anno 2000, erano presenti<br />

il Cardinale Darío Castrillón Hoyos, Prefetto<br />

della Congregazione per il Clero, il<br />

Vescovo Piero Marini, Maestro delle Celebrazioni<br />

Liturgiche Pontificie, l'Arcivescovo<br />

Francesco Pio Tamburrino, Segretario<br />

della Congregazione per il Culto<br />

Divino e la Disciplina dei Sacramenti, il<br />

Vescovo Bruno Bertagna, Segretario del<br />

Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi,<br />

e i vari superiori delle comunità dei<br />

Legionari di Cristo arrivati da tutto il<br />

mondo per attendere il nuovo millennio<br />

nella preghiera in unione con il Papa e<br />

la Chiesa di Roma.<br />

Dal sagrato della Basilica di San Pietro,<br />

il Cardinale Ruini ha commentato<br />

durante l'incontro la pagina del Vangelo<br />

di Giovanni letta in sei lingue diverse<br />

(Gv 6, 16-21). «Come abbiamo sentito<br />

dal Vangelo — ha detto — , un vento<br />

forte soffiava sul lago di Tiberiade e sulla<br />

barca dei discepoli di Gesù. Un vento<br />

abbastanza forte soffia anche su questa<br />

ultima sera del ventesimo secolo e secondo<br />

millennio dell'era cristiana. È<br />

quasi il simbolo di tutte le difficoltà, pericoli,<br />

minacce, che accompagnano da<br />

sempre il cammino dell'umanità e che<br />

A san Paolo fuori le Mura<br />

Un momento importante per un'intera comunità<br />

Preceduti dalla grande croce che, da<br />

sempre, accompagna le più importanti<br />

celebrazioni liturgiche della comunità,<br />

nelle prime ore del mattino di martedì<br />

due gennaio ottanta fedeli della parrocchia<br />

di Santa Maria degli Angeli, a Pozzuoli,<br />

hanno varcato la Porta Santa della<br />

patriarcale basilica di san Paolo fuori<br />

le Mura, prima tappa di un pellegrinaggio<br />

giubilare che vedrà il gruppo campano<br />

in preghiera nel santuario del Divino<br />

Amore e poi sulla tomba dell'apostolo<br />

Pietro.<br />

«È un momento importante per ognuno<br />

di noi, ma anche un evento che ci<br />

unisce come parrocchia. Ed il Giubileo<br />

è proprio questo: potersi convertire tutti<br />

insieme, per comprendere che non siamo<br />

individui in cammino, ma un Popolo<br />

in cammino — afferma Raffaele, ripensando<br />

alla sua conversione —. Anche io,<br />

come san Paolo, mi sono convertito,<br />

quando sono venuto a contatto con la<br />

sofferenza ed il dolore: ma adesso dobbiamo<br />

compiere un passo in avanti, convertirci<br />

insieme, come comunità».<br />

È una porzione particolare di comunità<br />

parrocchiale, quella che ha raggiunto<br />

Roma per il Giubileo: i collaboratori della<br />

parrocchia.<br />

Catechisti, gruppo Caritas, scuola biblica,<br />

coro...una realtà variegata ed eterogenea,<br />

ma impegnata ed attiva. Continua<br />

Raffaele: «io ero un lontano ed oggi<br />

sono un catechista, offro ai ragazzi<br />

che si preparano a ricevere il sacramento<br />

della cresima la mia testimonianza di<br />

fede: il Signore dona a tutti la possibilità<br />

di essere strumenti nel Suo piano di salvezza.<br />

Come fece con Paolo, scelto non<br />

soltanto al di fuori dei Dodici, ma addirittura<br />

tra coloro che perseguitavano i<br />

cristiani».<br />

Tra i numerosi parrocchiani che hanno<br />

già visitato l'Urbe in occasione del<br />

Giubileo, anche un gruppo di ragazzi<br />

che ha preso parte alla quindicesima<br />

Giornata Mondiale della Gioventù: «la<br />

veglia a Tor Vergata è stata indubbiamente<br />

un'esperienza che ci ha segnato.<br />

Ma anche l'appuntamento al Circo Massimo,<br />

per le confessioni, è stato un momento<br />

importante.<br />

Quasi fondamentale, direi, per il mio<br />

rapporto con questo sacramento — dopo<br />

essersi fatta portavoce dei suoi amici,<br />

Milena racconta ciò che ha imparato<br />

dal Giubileo dei giovani —: è sempre<br />

stato difficile, per me, trovare la forza di<br />

avvicinare un sacerdote e aprire comple-<br />

Arrivano, come in tutti i giorni già trascorsi dal Santo Natale del 1999<br />

ad oggi, da ogni luogo del mondo portando con sé le loro storie, il loro<br />

percorso personale, la necessità, il bisogno di un incontro attorno al quale<br />

hanno costruito la propria vita. In fila, per testimoniare come sempre<br />

con garbo e in sincero raccoglimento, il messaggio che ha squarciato le<br />

sbarre del tempo e della storia oltre che quelle delle convenzioni e delle<br />

sovrastrutture.<br />

Una certezza, questo popolo che ha, semplicemente, dato inizio al<br />

cammino verso una Porta che certo non cesserà mai di rimanere aperta.<br />

Tanti sono già passati. Dietro, tanti li seguono e continueranno a seguirli.<br />

«In questa nostra comune preghiera<br />

domandiamo a Dio di aprire veramente,<br />

anzi, di spalancare a Gesù Cristo le porte<br />

delle nostre vite e le porte di tutta la<br />

famiglia umana». È stato questo l'invito<br />

lanciato dal Cardinale Camillo Ruini, Vicario<br />

Generale di Sua Santità per la Diocesi<br />

di Roma, durante la veglia di preghiera<br />

che ha presieduto in Piazza San<br />

Pietro durante la notte «più lunga» dell'anno.<br />

Domenica 31 dicembre, infatti,<br />

migliaia di fedeli di tutto il mondo, nonostante<br />

il vento e il freddo rigido, si sono<br />

dati appuntamento alle 22.30 nel<br />

cuore della cristianità per vivere un «Capodanno<br />

alternativo» in un clima di preghiera<br />

e più raccolto rispetto a quello<br />

dello scorso anno, anche se l'atmosfera<br />

festante non è certo mancata. I canti<br />

natalizi eseguiti dal Gruppo musicale dei<br />

Legionari di Cristo e i cori improvvisati<br />

dall'entusiasmo dei numerosi pellegrini<br />

presenti in Piazza San Pietro, hanno fatto<br />

da preludio alla veglia di preghiera<br />

promossa dal Comitato Centrale del<br />

Grande Giubileo.<br />

Le luci delle fiaccole tenute strette tra<br />

le mani dei numerosi pellegrini accorsi<br />

alla veglia, hanno «acceso» in breve<br />

tempo Piazza San Pietro. L'Arcivescovo<br />

Crescenzio Sepe, Segretario Generale<br />

del Comitato del Grande Giubileo dell'Anno<br />

2000, ha introdotto l'incontro rivolgendo<br />

un saluto a tutti coloro che<br />

hanno scelto di «celebrare un momento<br />

particolare di preghiera in unione e comunione<br />

con il Santo Padre che a mezzanotte<br />

si affaccerà per benedire e augurare<br />

a tutti noi un nuovo anno, un nuovo<br />

secolo, un nuovo millennio. Lo vogliamo<br />

fare nella preghiera — ha ag-<br />

tamente il mio cuore. Ma in quell'occasione<br />

ho riscoperto la gioia della riconciliazione,<br />

la felicità che ti rimane dentro<br />

dopo che hai sperimentato l'amore del<br />

Padre!».<br />

Dopo averla visitata nei caldi giorni<br />

d'agosto, sono molti i giovani che ritornano<br />

nella basilica ostiense.<br />

Ma sono tanti anche i ragazzi che<br />

raggiungono la tomba di Pietro per la<br />

prima volta nel corso di quest'anno: Lucia,<br />

Marco e Simona sono tre studenti<br />

universitari, e dopo aver celebrato il<br />

Giubileo nella basilica di San Pietro, si<br />

sono incontrati nuovamente per varcare<br />

insieme la Porta Santa della basilica<br />

ostiense.<br />

«Se il Giubileo è cambiamento, non è<br />

a Roma che ho vissuto il mio vero giubileo,<br />

bensì nel mio primo viaggio a<br />

Lourdes, con il gruppo dell'UNITALSI.<br />

La compagnia di persone ammalate, che<br />

affrontano le grandi sofferenze delle<br />

proprie malattie con la forza della fede,<br />

ha cambiato radicalmente il mio modo<br />

di vivere i piccoli, grandi problemi di<br />

ogni giorno.<br />

«Sono partita pensando di dover aiutare<br />

qualcuno, sono tornata sapendo di<br />

essere stata aiutata».<br />

Anche Gilda, Tessie ed Elsa hanno<br />

vissuto l'Anno Santo lontano da Roma,<br />

nella città messicana di Hermosillo Sonora,<br />

dove vivono. Ma prima che il Giubileo<br />

volgesse al termine, le tre giovani<br />

pellegrine hanno voluto rendere omaggio<br />

alla memoria degli apostoli, nei luoghi<br />

che conservano le loro spoglie mortali:<br />

«abbiamo fatto numerosi pellegrinaggi<br />

verso la cattedrale della nostra città,<br />

partendo a piedi dalle nostre parrocchie:<br />

ma venire a Roma ha un significato<br />

speciale», racconta Gilda, mentre sistema<br />

al collo la sciarpa gialla che il suo<br />

gruppo ha scelto come segno di riconoscimento.<br />

«Giallo è il colore che compone,<br />

assieme al bianco, la nostra bandiera<br />

— continua la sedicenne pellegrina<br />

messicana, in cammino con centosessanta<br />

suoi connazionali che hanno raggiunto<br />

la Città Eterna in occasione del<br />

sessantesimo anniversario dalla fondazione<br />

del movimento Regnum Christi<br />

—: facciamo parte del movimento dei<br />

legionari di Cristo, perché siamo attratte<br />

dal suo carisma e vogliamo compiere un<br />

apostolato militante!».<br />

LUCIANA CORETTO<br />

hanno travagliato in questi duemila anni<br />

di storia anche la vita della Chiesa. Per<br />

ciascuno di noi questo vento è il simbolo<br />

delle proprie e personali tentazioni,<br />

incertezze, preoccupazioni, sofferenze,<br />

peccati. Ma mentre soffia il vento Gesù<br />

cammina sulle acque e si avvicina alla<br />

barca dei discepoli. Proprio questo è ciò<br />

che avviene nella vita della Chiesa e dell'intera<br />

umanità e, in particolare, nella<br />

vita di ciascuno di noi».<br />

«Gesù si avvicina a noi, non noi a<br />

Lui. Il Figlio di Dio si fa bambino e uomo<br />

per noi, viene a cercarci, si fa nostro<br />

compagno nel difficile e pericoloso<br />

viaggio della vita. A vederlo camminare<br />

sulle acque i discepoli ebbero paura; anche<br />

noi spesso abbiamo paura di Lui, temiamo<br />

che Egli si avvicini troppo a noi,<br />

che entri troppo nella nostra vita. Ma<br />

Gesù dice ai discepoli spaventati: «Sono<br />

io, non temete». Sono le parole che il<br />

nostro Papa ci ha ripetuto fin dal suo<br />

primo discorso ventidue anni fa qui, in<br />

Piazza San Pietro: «Non abbiate paura<br />

di Cristo, apritegli tutte le porte della<br />

vostra vita».<br />

«In questa nostra comune preghiera<br />

domandiamo a Dio di aprire veramente,<br />

anzi, di spalancare a Gesù Cristo le porte<br />

delle nostre vite e le porte di tutta la<br />

famiglia umana. Il Vangelo che abbiamo<br />

ascoltato dice che quando i discepoli accolsero<br />

Gesù sulla loro barca, questa<br />

barca subito toccò la riva. Arrivare a riva<br />

indica la salvezza, significa raggiungere<br />

la meta e lo scopo della vita. Anche<br />

noi accogliendo Cristo nella fede e nelle<br />

nostre scelte concrete possiamo essere<br />

certi che non andremo perduti, che il<br />

secolo che sta per cominciare sarà tempo<br />

di benedizione e di grazia, in preparazione<br />

di quella grazia più grande che<br />

è la vita eterna in unione con Gesù Cristo<br />

e con Dio Padre. Fra poco il Papa<br />

suggellerà con la sua benedizione apostolica<br />

questo passaggio di secolo e di<br />

millennio: gli chiediamo di mettere il sigillo<br />

di Dio anche sulle nostre vite».<br />

Al termine dell'omelia è stato professato<br />

il Credo e cantato il Pater noster.<br />

La veglia è poi proseguita con la lettura<br />

della preghiera del Papa per l'Anno Santo.<br />

Intorno a mezzanotte, gli occhi di<br />

tutti erano fissi sulla finestra dello studio<br />

del Papa per attendere il suo saluto e la<br />

sua benedizione apostolica, la prima del<br />

nuovo millennio. Tra i fedeli accorsi in<br />

Piazza San Pietro per vivere i primi minuti<br />

di una nuova epoca ascoltando le<br />

parole di augurio del Santo Padre, vi<br />

erano migliaia di giovani di tutto il mondo<br />

appartenenti alla famiglia dei Legionari<br />

di Cristo, che stanno per celebrare<br />

a Roma il 60° anniversario della fondazione<br />

della loro Congregazione, anticipata<br />

da una solenne celebrazione durante<br />

la quale si avrà l'ordinazione sacerdotale<br />

di quaranta seminaristi. «Siamo venuti<br />

per fare gli auguri al Papa che ci ha<br />

sempre invitati ad aprire le porte a Cristo<br />

con gioia e fiducia — ha detto Elisabetta<br />

Gonzalez, venuta da Tlaxcala, in<br />

Messico —. L'emozione di questo momento<br />

è forte perché per ventidue anni<br />

il Santo Padre ci ha guidati nel nostro<br />

cammino di fede e adesso ci introduce<br />

nel nuovo millennio».<br />

ELISABETTA ANGELUCCI


.<br />

PAGINA<br />

6 .<br />

A Santa Maria Maggiore<br />

Il ringraziamento<br />

per un anno di grazie<br />

Nella giornata di domenica 31 dicembre,<br />

liturgicamente dedicata alla Festa<br />

della Sacra Famiglia, tanti pellegrini si<br />

sono riuniti nella Patriarcale Basilica di<br />

Santa Maria Maggiore per partecipare<br />

alla Santa Messa conclusiva dell'anno e<br />

per intonare il «Te Deum», l'inno di ringraziamento<br />

rivolto al Signore per i benefici<br />

ricevuti nel corso del 2000.<br />

Solennemente avviata con la processione<br />

penitenziale attraverso la Porta<br />

Santa, la Santa Messa è stata presieduta<br />

da Mons. Domenico Caloyera, Arcivescovo<br />

emerito di Smirne, ed è stata concelebrata<br />

da Mons. Francesco Gualdrini,<br />

Vescovo emerito di Terni-Narni-Amelia.<br />

«Dobbiamo ringraziare Dio perché<br />

tanti uomini vivono la loro vita morale<br />

con fede e coerenza — ha affermato<br />

l'Arcivescovo Caloyera in attesa di riunirsi<br />

ai Canonici Liberiani ed sacerdoti<br />

per compiere il varco della Porta Santa<br />

—. In effetti, talvolta è difficile essere<br />

cristiano. Il Signore ha detto: «Chi vuole<br />

essere mio discepolo prenda la sua Croce<br />

e mi segua». Pertanto, credo che il<br />

pensiero più bello con il quale il singolo<br />

può ringraziare Dio è quello che lo porta<br />

a dire: Signore, ho saputo seguirti<br />

sempre con entusiasmo, anche nelle difficoltà».<br />

L'aver preso coscienza di quale sia<br />

l'impegno che sottende la vita cristiana<br />

è la ragione per la quale ciascun uomo<br />

di fede dovrebbe cantare l'inno di ringraziamento<br />

a Dio. È quanto ha affermato<br />

Mons. Victor Saxer, Canonico della<br />

Basilica Liberiana. «Al termine del<br />

momento penitenziale ci rivolgeremo a<br />

Dio per rendergli grazie di quanto ci ha<br />

donato nel corso dell'anno, ed in modo<br />

particolare nell'ambito di questo speciale<br />

tempo giubilare — ha affermato —.<br />

Durante l'Anno Santo abbiamo potuto<br />

constatare un risveglio delle coscienze<br />

degli individui, molto più grande di<br />

quello che avremmo potuto immaginare.<br />

Gli uomini hanno compreso quale<br />

sia l'impegno a cui sono chiamati per<br />

essere buoni cristiani e testimoniare la<br />

Parola di Dio. In questo ultimo giorno<br />

dell'anno, dunque, non possiamo non rivolgerci<br />

al Signore per ringraziarLo di<br />

averci concesso questo grande dono».<br />

Anche Mons. Caloyera, nel corso dell'omelia,<br />

ha desiderato ricordato ai fedeli<br />

quali siano la ragioni per cui ogni fedele<br />

dovrebbe rivolgersi al Signore per<br />

cantare l'inno di ringraziamento nei<br />

Suoi confronti. «In occasione della funzione<br />

della sera dell'ultimo giorno dell'anno<br />

— ha affermato il Presule —, ho<br />

sempre sentito con prepotenza il bisogno<br />

di invitare i fedeli, prima del Canto<br />

del Te Deum e della Celebrazione Eucaristica,<br />

alla partecipazione ad una veglia<br />

di preghiera nella quale tutti avrebbero<br />

dovuto sentire l'esigenza di compiere un<br />

profondo pentimento e di chiedere la<br />

misericordia del Signore. Prima di dire<br />

grazie a Dio, infatti, bisogna avere il<br />

cuore mondo e puro».<br />

Ma è compito di ogni fedele riconoscere,<br />

non solamente le proprie colpe,<br />

ma anche quelle del contesto nel quale<br />

è inserito: «(...) Ciascuno di noi deve<br />

chiedere perdono come individuo e come<br />

facente parte di questa società cor-<br />

Gli incontri giubilari ai ss. Ambrogio e Carlo al Corso<br />

Un'esperienza realmente<br />

preziosa per tutti<br />

Per l'appuntamento conclusivo della<br />

Messa Internazionale dei Giovani, la<br />

messa celebrata in più lingue durante<br />

l'intero Anno Santo nella basilica dei<br />

santi Ambrogio e Carlo al Corso, erano<br />

tante le persone presenti sabato 30 all'incontro<br />

organizzato e promosso dal<br />

Servizio Giovani del Comitato Centrale<br />

del Grande Giubileo dell'Anno 2000.<br />

Puntualmente, oltre al gran numero<br />

dei pellegrini, non potevano mancare i<br />

volti ormai noti dei giovani che più volte<br />

nell'arco di questi mesi hanno partecipato<br />

al momento settimanale, dimostrando<br />

così che c'è e diventa sempre più pressante<br />

la necessità da parte del contesto<br />

giovanile di voler verificare, esaminare e<br />

mettere alla prova la solidità e lo spessore<br />

delle proprie convinzioni, come pure<br />

la fermezza della coerenza in merito alla<br />

propria fede.<br />

Per l'atteggiamento di accoglienza e<br />

di ascolto mostrati ogni volta nell'appuntamento<br />

serale da quanti si sono impegnati<br />

per la sua realizzazione, la messa<br />

in più lingue ha fruito come mezzo<br />

ideale per sviluppare ed accogliere diversi<br />

messaggi, legati soprattutto alla<br />

cultura della pluralità e della solidarietà.<br />

Dei cinque progetti sostenuti a favore<br />

dei giovani sparsi nel mondo e che vivono<br />

in situazioni di estrema povertà sono<br />

stati raccolti i proventi, per sovvenzionare<br />

due iniziative, una in Pakistan, nella<br />

Diocesi di Multan, dove si provvederà<br />

ad avviare il cosiddetto «Luogo della<br />

Speranza», cioè una casa per giovani<br />

handicappati, e l'altra in Colombia, dove<br />

in collaborazione con la fondazione Futuros<br />

Valores de Barranquilla si costruirà<br />

la casa-famiglia «Luisa Picarreta» per<br />

ragazze vittime dello sfruttamento e della<br />

prostituzione.<br />

La Messa Internazionale dei Giovani<br />

ha, inoltre, sottolineato l'esigenza e l'importanza<br />

per i giovani di relazionarsi<br />

con gli altri e per cogliere attraverso le<br />

stesse esperienze altrui un quadro generale<br />

e complessivo della vita.<br />

Non bisogna così dimenticare i sei<br />

giovani che, dal settembre del 1999, con<br />

entusiasmo e con bravura si sono impegnati<br />

per rispondere al meglio all'accoglienza<br />

del pellegrino. Hanno tutti un'età<br />

media tra i 23 anni ed i 36 anni e<br />

provengono tutti da una nazione diversa<br />

come il francese Padre Etienne Vëto,<br />

coordinatore del Servizio Giovani e come<br />

ancora Jo Grafil, filippina; Patricia<br />

Marulanda, colombiana; Paola Benvenù,<br />

romana; Nicholas Schwartz, francese;<br />

Georg Tyrell, tedesco.<br />

Vasto e intenso è stato il programma<br />

di celebrazioni proposte ed animate per<br />

risvegliare così l'interesse della gente<br />

sulla religione e per riscoprirne il valore<br />

comunitario ed universale.<br />

«In tutto questo periodo — spiega<br />

Mons. Renato Boccardo, Responsabile<br />

della Sezione Giovani del Pontificio Consiglio<br />

per i Laici — abbiamo cercato di<br />

curare al meglio non solo l'aspetto logistico<br />

dell'accoglienza al pellegrino, ma<br />

anche uno più specifico che riguardasse<br />

la persona nel suo essere cristiano senza<br />

alcuna pretesa di imporre qualcosa, ma<br />

con l'intento, invece, di proporre un'idea<br />

e di approfondirla insieme. Si tratta<br />

di una realtà che ha arricchito interiormente<br />

tanto chi si è occupato di perso-<br />

na per attuarla quanto pure chi vi ha<br />

partecipato come pellegrino e come fedele.<br />

Abbiamo aiutato i giovani ad entrare<br />

con una certa facilità in contatto<br />

con la Chiesa. Attraverso gli incontri tematici<br />

e la scoperta di alcuni segni abbiamo<br />

cercato di far vivere loro un impatto<br />

nuovo con quella che è la liturgia<br />

classica della tradizione cattolica. C'è<br />

stato poi anche uno scambio di esperienze<br />

tra i membri del Seminario Maggiore,<br />

che spesso si sono occupati dell'animazione,<br />

ed i giovani del mondo. Numerosa<br />

e varia è stata anche la presenza<br />

di diverse realtà parrocchiali, che secondo<br />

più carismi hanno testimoniato come<br />

sia possibile collaborare e perseguire il<br />

medesimo fine. Un'esperienza di fede,<br />

dunque, profonda maturata nel cuore<br />

della Chiesa di Roma!».<br />

«Svolgendo questo servizio — afferma<br />

Jo Grafil — ho avuto l'occasione di fare<br />

nuove amicizie e di scoprire anche come<br />

sia possibile in ogni contesto operare,<br />

stimolare e far riscoprire la spiritualità».<br />

«Anche quando al termine di una celebrazione,<br />

le nostre aspettative non<br />

sembravano coincidere con esattezza<br />

con le nostre reali intenzioni — aggiunge<br />

Patricia Marulanda — ci bastava ricevere<br />

una sola impressione positiva dalle<br />

persone, per risollevarci e per capire<br />

che dietro quella gioia c'era la mano,<br />

l'opera del Signore, perché, nonostante<br />

quelle imprecisioni, aveva intuito la nostra<br />

buona fede e per questo aveva colpito<br />

in più modi il cuore di quelle stesse<br />

persone! È stata un'esperienza molto<br />

bella, che a me ha dato tanto».<br />

SIMONETTA ANTONELLI<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Giovedì 4 Gennaio 2001<br />

Pellegrini del Duemila<br />

rotta e corruttrice — ha aggiunto l'Arcivescovo<br />

Caloyera —. Una volta che<br />

avremo implorato sinceramente il perdono<br />

e ci saremo personalmente imposti<br />

una vita all'altezza della nostra vocazione<br />

cristiana, canteremo con entusiasmo<br />

il Te Deum, l'inno di azione di grazia,<br />

un canto che contiene invocazioni a Dio<br />

ed affermazioni teologiche. Ma per rivolgerci<br />

al Signore, potremmo anche<br />

utilizzare anche le parole del cantico di<br />

Daniele: «Benedite il Signore. LodateLo<br />

ed esaltateLo nei secoli». Benedire il Signore,<br />

Lodarlo e ringraziarLo per i suoi<br />

tantissimi benefici, anche per i doni che<br />

egli ci ha concesso e noi non conosciamo».<br />

«Auguro a tutti voi un anno veramente<br />

felice e santo perché, con la Vergine<br />

Maria, potremo fare grandi cose — ha<br />

concluso l'Arcivescovo —. Prendiamo il<br />

cammino della vita con Maria, per Gesù<br />

e per vivere all'altezza della nostra vocazione<br />

cristiana».<br />

Fra i fedeli che nel pomeriggio di domenica<br />

hanno partecipato alla Santa<br />

Messa, c'era suor Estela Reyes, una religiosa<br />

proveniente da Caceres (Spagna)<br />

ed appartenente alla congregazione delle<br />

Ancelle del Cuore di Gesù. «Siamo venute<br />

in questa città per il compimento del<br />

pellegrinaggio di due giorni e per partecipare<br />

alla funzione che si svolgerà durante<br />

la notte — ha affermato la religiosa<br />

—. Personalmente, sento solo il bisogno<br />

di ringraziare Dio».<br />

SIMONA RUBEIS<br />

A san Paolo fuori le Mura<br />

L'esempio di tante famiglie<br />

unite anche dalla fede<br />

re il Giubileo nel mio cuore», continua<br />

la signora Giuseppina. Poi, rendendoci<br />

partecipi delle sue riflessioni, aggiunge:<br />

«io sono convinta che assistere una persona<br />

ammalata, condividere il dolore e<br />

le sofferenze di quelli che amiamo e cercare<br />

di stare accanto a loro, sia comunque<br />

un modo di vivere l'anno di grazia<br />

del Signore... e allora, probabilmente, io<br />

non ho mai smesso di celebrare il Giubileo!».<br />

L'esperienza<br />

di due volontari<br />

del Giubileo<br />

Nella giornata di sole, che illumina<br />

questo scorcio finale di anno giubilare,<br />

altre famiglie raggiungono la basilica<br />

ostiense: per molti di loro, comunque,<br />

la visita alla tomba di Paolo è l'ennesimo<br />

appuntamento con il pellegrinaggio<br />

giubilare.<br />

I coniugi Candore, ad esempio, arrivano<br />

dalla Sicilia, ed hanno offerto il<br />

proprio contributo come volontari del<br />

Giubileo. Sono stati a Roma in primavera,<br />

poi ad ottobre ed infine sono tornati<br />

per trascorrere il Santo Natale al servizio<br />

degli altri pellegrini: «abbiamo terminato<br />

il nostro lavoro, ma prima di ripartire<br />

volevamo fermarci in preghiera in<br />

questa basilica, l'unica che non avevamo<br />

ancora visitato», ci racconta la signora<br />

Maria. E, parlando del motivo<br />

per cui hanno lasciato a casa i propri figli,<br />

per dedicarsi alla famiglia della Chie-<br />

sa, i due pellegrini spiegano: «noi facciamo<br />

parte di un gruppo scout, e crediamo<br />

che il servizio verso gli altri sia una<br />

delle espressione più alte dell'amore».<br />

«La prima volta che siamo venuti non<br />

avevamo ancora ben chiaro quale sarebbe<br />

stato il nostro ruolo, ma la decisione<br />

di tornare è stata frutto di una scelta<br />

consapevole e maturata: mio marito è<br />

un infartuato grave, ma non ha esitato<br />

neppure un istante di fronte alla decisione<br />

di offrire il proprio aiuto — continua<br />

Maria, commuovendosi al ricordo dei<br />

tanti volti che sono passati davanti ai<br />

suoi occhi, al pensiero delle tante storie<br />

ascoltate dai pellegrini —. Volevamo ricevere<br />

ancora la carica e l'entusiasmo di<br />

tutta questa gente che arriva nella casa<br />

del Signore portando tutte le proprie<br />

speranze e le proprie sofferenze, pronti<br />

a mettersi in discussione pur di riavvicinarsi<br />

a Dio».<br />

Felice per l'esperienza vissuta, mentre<br />

una lacrima di gioia le bagna il viso arrossato<br />

dal freddo, la cinquantaseienne<br />

pellegrina siciliana conclude: «io non sono<br />

capace di pregare, ma nella vita di<br />

ogni giorno cerco di mettere in pratica<br />

tutta la mia fede».<br />

E nella semplicità delle sue affermazioni<br />

ritroviamo l'eterno messaggio<br />

dell'inno alla carità di san Paolo: e se<br />

possedessi la pienezza della fede così<br />

da trasportare le montagne, ma non<br />

avessi la carità, non sarei nulla. (1 Cor<br />

13, 2).<br />

LUCIANA CORETTO<br />

A sant'Agnese in Agone<br />

La festa e la preghiera nell'attesa di un futuro<br />

carico di promesse<br />

Nel Santuario di Castel di Leva<br />

Capire che Gesù è già nella nostra vita<br />

«Come il Battista, anche Giovanni dirà<br />

alla fine del suo Vangelo e delle sue<br />

lettere di essere stato testimone. Non è<br />

facile per noi riconoscere Gesù. Sappiamo<br />

che è in mezzo a noi, vicino ad<br />

ognuno di noi, ma ce ne dimentichiamo<br />

spesso e facciamo a meno della sua presenza,<br />

oppure ci perdiamo nei ragionamenti,<br />

come facevano gli Ebrei: sarà<br />

Elia? Sarà un profeta? Non capiamo che<br />

Gesù è nella nostra vita, nel cuore del<br />

mondo ed in ogni fratello — così il sacerdote<br />

nella messa celebrata al Santuario<br />

di Castel di Leva affermava nella sua<br />

breve riflessione a commento delle letture<br />

odierne della Parola di Dio —. La celebrazione<br />

del Grande Giubileo dell'anno<br />

2000 ha riportato al centro della vita<br />

delle comunità ecclesiali, e di ogni loro<br />

membro, la consapevolezza di essere,<br />

come partecipi della condizione umana<br />

e come credenti, un popolo in cammino<br />

e pellegrino.<br />

«Con questa rinnovata consapevolezza<br />

siamo ora chiamati a vivere il primo anno<br />

di un nuovo secolo e di un nuovo<br />

millennio, per dire ad una umanità segnata<br />

dalle sue crisi, ma anche dalla ricerca<br />

dei suoi valori, la Buona Notizia<br />

di Cristo Gesù, in maniera udibile e cre-<br />

Cari amici, vedo in voi le «sentinelle<br />

del mattino» in quest'alba del terzo<br />

millennio. Con queste parole, nella indimenticabile<br />

notte del diciannove agosto,<br />

Sua Santità Giovanni Paolo II si rivolgeva<br />

ai milioni di ragazzi radunati nella<br />

spianata di Tor Vergata per celebrare il<br />

Giubileo dei Giovani. Ed è sulla eco di<br />

quelle parole che, nella notte che attende<br />

il nuovo millennio, una nuova veglia<br />

vede protagonisti i giovani, le sentinelle<br />

del mattino, nella centralissima basilica<br />

romana di sant'Agnese in Agone.<br />

È padre Etienne Vetö, coordinatore<br />

del Servizio Giovani del Comitato Centrale<br />

per il Grande Giubileo dell'anno<br />

2000, a spiegare il significato di questa<br />

lunga celebrazione, che ha coinvolto i<br />

giovani dalle ore 21 del trentuno dicembre,<br />

alle sette del primo gennaio 2001:<br />

«sono tre le idee portanti di questa veglia:<br />

innanzitutto il tema, sentinelle del<br />

mattino — ha affermato il sacerdote, riprendendo<br />

l'espressione di Isaia che il<br />

Santo Padre rivolse ai due milioni di<br />

giovani presenti a Tor Vergata —. L'idea<br />

è quella che i giovani sono l'avanguardia,<br />

sono tesi verso il futuro, aspettano<br />

con maggior desiderio anche la novità<br />

che il nuovo anno porterà nella propria<br />

vita. Sono loro, dunque, che vivono<br />

in modo particolare questo carisma,<br />

questo dono della speranza, sotto due<br />

punti di vista: la difficoltà di sperare,<br />

perché vedendo la società e le famiglie<br />

in crisi, possono avere dei dubbi sulla<br />

loro capacità di avere un lavoro, di formarsi<br />

una famiglia, di lasciare un segno<br />

nel mondo; ma poiché essi stessi sono il<br />

dibile. Davanti ai confessionali ad aspettare<br />

il proprio turno oggi abbiamo incontrato<br />

Don Giovanni, un sacerdote calabrese<br />

impegnato ormai da molti anni<br />

come missionario in Africa. È qui a Roma<br />

per celebrare il Giubileo ed in particolare,<br />

oggi, è al Santuario del Divino<br />

Amore per affidare alla Vergine tutto<br />

quanto avverrà a conclusione di quest'evento.<br />

«La Chiesa in Italia si appresta a vivere<br />

il prossimo decennio con una scelta<br />

di fondo irrinunciabile per i suoi orientamenti:<br />

l'evangelizzazione. Non possiamo<br />

che impegnarci sin da questo primo<br />

anno perché le nostre comunità passino,<br />

su questo tema, dal parlato all'operativo,<br />

dall'ecclesiastico al missionario, da<br />

una Chiesa preoccupata di sé ad una comunità<br />

in ansia per l'evangelizzazione<br />

dei popoli.<br />

«Ci attende così un impegno globale<br />

che, dalla riproposta di adeguati itinerari<br />

formativi, possa comportare la più<br />

coerente organizzazione delle comunità<br />

ecclesiali: una nuova gerarchia di priorità<br />

pastorali, l'apertura missionaria, il<br />

ruolo dei laici per l'annuncio... Anche<br />

sul fronte degli operatori pastorali non<br />

potremo restare indifferenti, dal mo-<br />

Sono tante le coppie di sposi, giovani<br />

e meno giovani, che decidono di dedicare<br />

alcune ore della loro giornata per ringraziare<br />

il Signore, nella chiesa che conserva<br />

il corpo dell'apostolo Paolo.<br />

Oltre<br />

la sofferenza<br />

La signora Giuseppina spinge avanti<br />

la carrozzella su cui siede Vincenzo,<br />

l'uomo che, quarantadue anni fa, diventò<br />

il suo compagno per la vita, nella salute<br />

e nella malattia: «il mio più grande<br />

rammarico è stato quello di non aver<br />

vissuto il Giubileo con quell'intensità e<br />

quella spiritualità che ho provato, poco<br />

più di un anno fa, nella notte di Natale<br />

del 1999, ma il Signore decide quale è la<br />

strada che dobbiamo percorrere, per arrivare<br />

a Lui — la vivace signora romana<br />

ci racconta dei gravi problemi che hanno<br />

travolto la sua famiglia, costringendola<br />

ad assistere costantemente il marito<br />

—. A gennaio abbiamo scoperto che<br />

Vincenzo era stato colpito da una pericolosa<br />

forma tumorale, e da allora ho<br />

dedicato ogni istante della mia giornata<br />

ad assisterlo: non avevo il tempo per entrare<br />

in Chiesa e pregare, o forse non<br />

avevo la disposizione d'animo necessaria<br />

per affidarmi a Dio, perché ero arrabbiata<br />

per quello che ci era accaduto».<br />

«Ora mio marito sta meglio... ed anche<br />

io inizio ad essere più serena, convinta<br />

che devo ricominciare lì dove ho<br />

interrotto: perciò, anche se le Porte Sante<br />

verranno chiuse, io continuerò a vive-<br />

futuro, sono anche coloro che sperano<br />

di più e possono portare gli altri a sperare».<br />

«C'è una seconda idea che ha portato<br />

a realizzare quest'evento — ha spiegato<br />

ancora padre Etienne —: il capodanno è<br />

solitamente un momento di festa, e noi<br />

volevamo mostrare che si fa festa anche<br />

nella gioia della preghiera. Questo non<br />

vuol dire che si debba trascorrere tutta<br />

la notte qui: sono due momenti che si<br />

completano, noi speriamo che i giovani<br />

facciano veramente la festa e che poi<br />

vengano veramente a pregare, affinché<br />

gioia e meditazione diano il senso dell'anno<br />

nuovo. In mezzo alla città, in<br />

mezzo alla festa, abbiamo creato un'oasi<br />

di pace!».<br />

«La notte è proprio il momento dei<br />

giovani, non solo per i divertimenti: anche<br />

le conversazioni più serie, di solito,<br />

avvengono di notte...di notte i giovani si<br />

confidano ed emergono tutte le paure,<br />

tutte le domande, tutte le speranze — il<br />

coordinatore del Servizio Giovani ha<br />

continuato a parlare delle idee sottese<br />

alla Veglia di preghiera —: la notte è il<br />

momento di giovani, perciò, o sono i<br />

giovani che vanno alla chiesa, di giorno,<br />

oppure è la Chiesa che va dai giovani e<br />

apre le porte proprio nel momento in<br />

cui sono più disponibili, cioè di notte».<br />

Un'iniziativa, quella di aspettare ai<br />

piedi dell'altare l'arrivo dell'anno nuovo,<br />

che ha già un precedente nella notte di<br />

san Silvestro del 1999: «l'anno scorso abbiamo<br />

fatto una veglia del genere nella<br />

chiesa di Santa Maria in Navicella per<br />

accogliere l'arrivo del duemila, sebbene<br />

mento che per dire la novità del Vangelo<br />

saranno necessarie persone e comunità<br />

fatte nuove dal Vangelo.<br />

Se è questo il cammino che ci apprestiamo<br />

a vivere, ci attende davvero un<br />

compito grande. Come “forze” più specificatamente<br />

missionarie potremo spendere<br />

quello che siamo e quello che abbiamo<br />

perché in questi prossimi anni sia<br />

recuperata alle nostre comunità la loro<br />

più coerente missionarietà, ispirata e<br />

modellata a partire dall'evangelizzazione<br />

dei popoli. Ci accompagna e sostiene la<br />

promessa: “Ecco, faccio una cosa nuova:<br />

proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?”<br />

(Is 43, 19)».<br />

Il nostro amico missionario conclude<br />

la sua riflessione formulando questo augurio:<br />

«La mia speranza è che l'anno<br />

2001 ci dia la grazia e la gioia di scoprire<br />

che Egli fa anche nuove tutte le cose<br />

e a noi dona il coraggio e la fedeltà necessaria<br />

per promuoverle, coltivarle e<br />

diffonderle.<br />

«La Vergine Maria ci sosterrà in<br />

questo compito così arduo ed impegnativo».<br />

ELIDE MARCUCCIO<br />

la struttura della celebrazione fosse differente:<br />

ogni ora avevamo un collegamento<br />

con un altro paese che festeggiava<br />

il passaggio all'anno nuovo. Abbiamo<br />

iniziato a mezzogiorno del 31, con il capodanno<br />

nelle isole Tonga, poi in Nuova<br />

Zelanda e così fino ad arrivare a Roma,<br />

dove siamo stati in Piazza San Pietro<br />

con il Papa, per tornare ad aspettare fino<br />

alla mattina, con il Messico e gli Stati<br />

Uniti — ha ricordato padre Etienne<br />

—. La chiesa era piena, piena di giovani<br />

che sono rimasti tutta la notte a pregare:<br />

ed è stato allora che abbiamo capito<br />

di dover fare qualcosa di analogo per<br />

accogliere il nuovo millennio».<br />

L'appuntamento con il 2001, comunque,<br />

si è articolato in modo differente,<br />

seguendo alcuni tratti che hanno caratterizzato<br />

il tradizionale incontro di Adorazione<br />

eucaristica del giovedì: ci sono<br />

state otto ore di adorazione, con i sacerdoti<br />

che hanno confessato, i biglietti con<br />

versetti biblici, i lumini ai piedi dell'altare<br />

per permettere alle persone di fare<br />

un cammino personale — ha raccontato<br />

ancora il sacerdote, spiegando lo svolgimento<br />

della nottata —. Ci sono stati però<br />

alcuni momenti particolari: il primo<br />

alle nove, quando cominciamo con la<br />

preghiera serale. Si inizierà con il lucernario,<br />

che è una parte della tradizione<br />

dei Vespri cattolici ed ha un significato<br />

profondo: portare la luce nelle tenebre...<br />

per questo la basilica sarà buia mentre,<br />

leggendo passi biblici che parlano di Cristo<br />

come luce, portiamo la luce di Cristo<br />

all'altare, segno che nascendo tra di<br />

noi Cristo è la luce che viene nel mon-<br />

do: una luce che viene anche nella vita<br />

di ciascuno».<br />

«Alle ventitré, poi, c'è stata la Messa<br />

di azione e grazia, presieduta da monsignor<br />

Boccardo, con il ringraziamento<br />

per alcuni eventi che sono accaduti durante<br />

l'anno. Un terzo momento particolare<br />

è avvenuto invece dopo la messa, a<br />

mezzanotte, quando ci siamo ritrovati in<br />

sagrestia per scambiarci gli auguri, brindando<br />

e festeggiando con spumante e<br />

panettone: è importante non tralasciare<br />

il lato umano della persona, e non dimenticare<br />

nessun aspetto».<br />

Parrocchie romane, comunità religiose,<br />

gruppi scout e piccoli gruppi internazionali<br />

si sono alternate nell'animazione<br />

della Veglia, che è proseguita fino alle<br />

sei del mattino, quando è stata celebrata<br />

la Santa Messa del primo gennaio, nella<br />

solennità di Maria Santissima Madre di<br />

Dio: «il senso è proprio quello di affidare<br />

tutto l'anno, nel suo primo giorno, a<br />

Maria — conclude padre Etienne Vetö<br />

—. Anche in questo caso ci sono stati<br />

due aspetti peculiari: la rinnovazione<br />

delle promesse battesimali al posto della<br />

professione del credo, perché il primo<br />

giorno dell'anno nasciamo nuovamente<br />

anche noi, e quindi riviviamo il nostro<br />

battesimo, ce ne riappropriamo. Infine,<br />

al termine della Messa, avremo un atto<br />

di affidamento a Maria, riprendendo alcuni<br />

passi dell'atto di affidamento a Maria<br />

che il Papa ha scritto in ottobre: in<br />

questo modo vogliamo affidare alla Madre<br />

di Dio tutti gli aspetti della nostra<br />

vita, del mondo, della Chiesa».<br />

L. C.<br />

Il Giubileo dei Figli<br />

e delle Figlie del Divino Amore<br />

Circa cinquanta pullman erano ordinati<br />

sul vasto piazzale a pochi passi<br />

del santuario del Divino Amore nei<br />

giorni dopo il Natale. Venivano dall'Italia<br />

e dell'estero con un unico intento<br />

spirituale: quello di lasciare migliaia<br />

e migliaia di pellegrini per rendere<br />

grazie alla Vergine Maria «Salus<br />

populi romani». Lunga era la catena,<br />

simile a quella del rosario, delle centinaia<br />

di migliaia di devoti che in<br />

questi mesi di anno giubilare hanno<br />

sostato ai piedi della Vergine. Tante<br />

le lacrime, le intenzioni, i propositi.<br />

Per tutti non mancava il sorriso della<br />

Madre che tutti abbraccia nel suo<br />

cuore materno. Vivere, questa esperienza,<br />

a pochi giorni di chiusura del<br />

Grande Giubileo dell'Anno 2000 vuol<br />

dire anche raccogliere le intenzioni e<br />

le invocazioni di tutti. Nei giorni 27 e<br />

28 dicembre 2000 al Divino Amore<br />

sono convenuti i Figli e le Figlie del<br />

Divino Amore, per una pausa di riflessione<br />

e di aggiornamento sulla<br />

tomba del venerato Fondatore Don<br />

Umberto Terenzi, prete romano e<br />

apostolo mariano che ha acceso un<br />

fuoco inestinguibile in questa landa<br />

benedetta dalla Madonna, che ha ri-<br />

scaldato pellegrini e viandanti per<br />

tutto l'anno giubilare. Provenivano<br />

dall'Italia, Perú, Brasile, Colombia,<br />

Bolivia, accolti dai loro superiori Don<br />

Fernando Altieri, Madre Teresa e dal<br />

rettore del santuario Don Pasquale<br />

Silla: in 600 hanno confrontato le loro<br />

esperienze apostoliche e il loro impegno<br />

di fedeltà alla Chiesa nella loro<br />

itineranza missionaria. Li ha guidati,<br />

nella liturgia e nella riflessione, p.<br />

Cristoforo Bove il quale ha svolto temi<br />

sulla figura di Don Terenzi «Maestro<br />

dello spirito». Quasi un coro di<br />

preghiera, che accompagnava i Figli<br />

e le Figlie di Don Terenzi, numerosi<br />

pellegrini che assiepavano i piazzali<br />

di sosta con i pullman o si addensavano<br />

nei pressi dei confessionali; in<br />

uno scenario post natalizio flagellato<br />

dalla pioggia e incrudito dal freddo.<br />

Ancora una esperienza di altissimo<br />

respiro spirituale alla fine dell'Anno<br />

Santo segnato, in questo santuario,<br />

dal volto materno della Madonna e<br />

dalla memoria di quell'infaticabile<br />

prete del confessionale che fu Don<br />

Umberto Terenzi.<br />

CRISTOFORO BOVE


AMERICA<br />

PAGINA<br />

7 .<br />

Il cammino<br />

della Chiesa<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Giovedì 4 Gennaio 2001<br />

I Vescovi del Paraguay hanno chiesto al<br />

Governo di riconsiderare la politica sugli<br />

aborigeni, sollecitando l'istituzione di un<br />

nuovo organismo, visto che l'«Instituto Nacional<br />

del Indigena» (INDI), così com'è,<br />

«non funziona».<br />

Il Vescovo consigliere della Pastorale<br />

per gli Indigeni, Lucio Alfert, ha affermato<br />

che l'INDI deve essere ricostituito perché<br />

lo Stato ha assunto un impegno con gli Indigeni<br />

nella sua Costituzione, e ha quindi<br />

I Presuli della provincia di Río Negro nel Messaggio natalizio rivolto ai fedeli<br />

«L'emarginazione e la povertà<br />

sono frutti del peccato d'egoismo»<br />

«Occorre essere solidali e combattere<br />

con vigore le strutture dell'egoismo».<br />

Sono queste le principali esortazioni che<br />

i Vescovi della provincia di Río Negro<br />

hanno rivolto ai fedeli delle loro diocesi<br />

tramite il consueto messaggio natalizio.<br />

«Il Natale — hanno scritto tra l'altro i<br />

Presuli — è una festa che ci ricorda che<br />

negare il pane e la dignità a una persona<br />

è negare la paternità divina», e che<br />

«non bisogna mai lasciare a digiuno i<br />

commensali, ma far in modo che il cibo<br />

basti per tutti».<br />

A Natale, si legge ancora nel messaggio<br />

dei Vescovi, si manifesta il desiderio<br />

di Dio, ossia che «tutti partecipino alla<br />

gioia e al possesso dei beni del creato» e<br />

si ricorda inoltre che «alle strutture dell'egoismo<br />

dobbiamo opporre le strutture<br />

della solidarietà».<br />

Il messaggio è stato firmato dai Vescovi<br />

Marcelo Melani e José Pedro Pozzi,<br />

Vescovi rispettivamente di Viedma e<br />

di Alta Valle del Río Negro, e Rubén<br />

Frassia, Amministratore Apostolico di<br />

San Carlos de Bariloche, che da marzo<br />

si farà carico della Diocesi di Avellaneda.<br />

Nella loro lettera ricordavano anche<br />

che: «siamo chiamati ad essere, per gli<br />

altri, il volto stesso del Padre condividendo<br />

la sua compassione per i poveri e<br />

per gli emarginati; siamo chiamati a vivere<br />

come fratelli e a costruire la fraternità,<br />

specialmente con quelle persone<br />

che sono isolate, emarginate, messe a<br />

tacere o dimenticate».<br />

Sottolinevano poi il fatto che «la fraternità<br />

oggi si chiama solidarietà», ciò<br />

Un volume<br />

sui trent'anni<br />

della Prelatura<br />

di Cafayate<br />

Non sempre si commemora un evento<br />

importante nella vita di Chiesa locale<br />

con l'eleganza con cui è stato fatto nella<br />

Prelatura di Cafayate. Un volume di<br />

216 pagine con illustrazioni racconta l'opera<br />

svolta negli ultimi trent'anni dai<br />

Padri agostiniani, in modo facile, accessibile<br />

e allo stesso tempo di buon livello<br />

intellettuale.<br />

Nella presentazione dell'opera Monsignor<br />

Cipriano García Fernández Osa,<br />

Vescovo di Cafayate, afferma: «Molti sono<br />

coloro che, sacerdoti, religiosi, religiose<br />

e laici, in questi trent'anni si sono<br />

impegnati e sforzati per dissodare, seminare<br />

e curare questo campo di Dio,<br />

Chiesa particolare di Cafayate. Alcuni di<br />

essi (Monsignor Diego, il primo Vescovo,<br />

e i Padri Emilio San Román, Tomás<br />

Angulo e Salustriano Miguélez, come<br />

pure Padre Baudilio Vázquez e suor<br />

Hortensia Jano) sono già nella casa del<br />

Padre. Altri stanno svolgendo la loro<br />

opera evangelizzatrice in diversi luoghi.<br />

«Come Pastore di questa Prelatura — si<br />

legge ancora — desidero esprimere il<br />

mio profondo e sincero ringraziamento<br />

a tutti. All'Ordine di sant'Agostino che<br />

ha sempre dato impulso alla nostra opera<br />

apostolica. Alla provincia religiosa del<br />

Santissimo Nome di Gesù di Spagna che<br />

si è generosamente assunta la responsabilità<br />

affidatale dalla Madre Chiesa di<br />

annunciare il Vangelo, di promuovere la<br />

condizione umana e di creare un clero<br />

autoctono.<br />

«Grazie anche ai religiosi e alla religiose<br />

agostiniani del Buon Pastore della<br />

Sagrada Familia y Azules — prosegue il<br />

Vescovo —; ai miei sacerdoti diocesani,<br />

con la fondata speranza di un rapido e<br />

saldo aumento del loro numero; ai laici<br />

impegnati in associazioni, movimenti e<br />

gruppi, appoggio e sostegno nella semina<br />

divina; ai miei seminaristi, fermento<br />

per un domani migliore; agli agostiniani<br />

della Vice-provincia d'Argentina-Uruguay,<br />

a tutte le istituzioni ecclesiastiche<br />

nazionali (Caritas, Colletta Más por Menos),<br />

internazionali (Adveniat, Misereor)<br />

e locali (OSAC) che ci hanno aiutato<br />

con il loro contributo economico nei<br />

momenti difficili e che continuano a finanziare<br />

gran parte dei nostri progetti.<br />

Infine vorrei condividere con tutti la<br />

più sincera e filiale devozione, fatta di<br />

obbedienza, al Santo Padre, Vicario di<br />

Cristo e Sommo Pastore della Chiesa». Il<br />

Vescovo conclude la sua presentazione<br />

con la seguente lode: «A Dio, Uno e Trino,<br />

ogni onore e gloria».<br />

Queste parole iniziali fanno comprendere<br />

il tono del volume in quanto tutto<br />

ciò che è stato realizzato in questi tre<br />

decenni è opera, prima di tutto di Dio,<br />

ma anche del clero e del laicato locali, e<br />

delle istituzioni che partecipano alla pastorale.<br />

È anche la storia della regione fin dai<br />

tempi remoti, ma soprattutto del lungo<br />

periodo di evangelizzazione che seguì alla<br />

conquista. Non sono sfuggiti alla curiosità<br />

degli autori temi quali la lingua<br />

degli abitanti primitivi della regione, i<br />

calchiquies e i diaguitas, e il popolamento<br />

della valle Calchaquí. Nel volume<br />

si affronta poi il periodo che va dalla<br />

fondazione della Prelatura fino ai nostri<br />

giorni, e si parla delle prospettive che si<br />

aprono per il futuro: sacramenti e culto,<br />

evangelizzazione e catechesi, il ruolo dei<br />

laici, l'area vocazionale, la famiglia, i<br />

giovani, l'educazione, l'impegno sociale.<br />

significa «considerare il prossimo come<br />

un fratello»; questo «è il sogno, il progetto<br />

di Dio». Pensando alla situazione<br />

attuale i Vescovi si sono chiesti se «sia<br />

possibile essere contenti in questo mondo<br />

e in questo momento della storia».<br />

La riflessione dei Vescovi si è soffermata<br />

quindi sulla esperienza della vita<br />

quotidiana. Essi hanno messo in guardia<br />

a proposito di «un futuro in cui moltissimi<br />

uomini e donne non avranno più posto<br />

e si ritroveranno ogni giorno più<br />

esclusi dalla società, pronta ad emarginarli».<br />

E questo rappresenta una delle<br />

conseguenze più gravi della crisi che<br />

stiamo vivendo e che «sta generando<br />

profondi cambiamenti in campo familiare,<br />

lavorativo e sociale».<br />

«Questa crisi — hanno sostenuto —<br />

non solo non rispetta i diritti fondamentali<br />

della vita umana, ma emargina ed<br />

esclude dalla vita sociale anche i “nuovi<br />

poveri“, in particolare uomini e donne<br />

capi famiglia che, non trovando lavoro,<br />

si sentono esclusi dalle reali possibilità<br />

della vita quotidiana. Ne conseguono depressioni,<br />

liti in famiglia e divisioni».<br />

Ecco dunque l'angosciante domanda<br />

che i Presuli si sono posti e hanno posto<br />

ai fedeli: «Come poter allora essere felici<br />

in una simile società? Come vivere nella<br />

vita di ogni giorno la gioia che deriva<br />

dalla presenza del Salvatore?».<br />

Un interrogativo al quale essi hanno<br />

risposto offrendo il dono del Natale che<br />

si rinnova. Spiegavano infatti che proprio<br />

la luce del Natale «può aiutare a<br />

capire come Dio, nella sua bontà e nel<br />

suo amore, non condivida questo nostro<br />

mondo; questo mondo così pieno di povertà<br />

e di miseria che non risponde al<br />

volere di Dio Padre. Non è questo il<br />

mondo sognato da Dio e affidato alla responsabilità<br />

della libertà umana».<br />

Secondo il piano di Dio, «questo mondo<br />

è stato creato a beneficio di tutti gli<br />

esseri umani. La volontà del Creatore è<br />

che, vivendo da fratelli, a tutti vengano<br />

assicurato il pane e la dignità quotidiani.<br />

Dio è particolarmente vicino ai poveri e<br />

agli emarginati in quanto esclusi dai benefici<br />

di una creazione che Lui ha pensato<br />

per tutti».<br />

In un altro passo del messaggio, i Vescovi<br />

hanno denunciato che «l'esclusione<br />

di una massa così grande di uomini e<br />

donne è frutto del peccato dell'egoismo<br />

e dell'individualismo imperanti nelle nostre<br />

società». Quindi hanno aggiunto:<br />

«Nella nascita del Bambin Gesù, povero,<br />

debole, dipendente, indifeso, incontriamo<br />

l'unica risposta valida per tutto il<br />

creato, per l'umanità e per la morte, anche<br />

nella violenza, nella povertà, nella<br />

mancanza di lavoro e di educazione,<br />

nell'assenza di strutture sanitarie e di sicurezza,<br />

nella crudeltà verso i più piccoli,<br />

nella droga, nel consumismo, nel potere,<br />

nel possesso o nel piacere». «Che il<br />

Giubileo — hanno concluso i Presuli —<br />

con i suoi valori e il Natale con il suo<br />

messaggio non restino semplici date del<br />

calendario, ma infondano in ognuno di<br />

noi un nuovo modo di vivere, un nuovo<br />

stile di vita. Sapremo così trasmettere<br />

anche agli altri la gioia del Signore».<br />

Paraguay: appello dei Vescovi per il rispetto degli indios<br />

l'obbligo di occuparsene attraverso un'istituzione.<br />

«L'INDI — ha sottolineato — è stato istituito<br />

per legge, e i suoi enunciati sono<br />

meravigliosi, ma bisogna analizzare perché<br />

non vengono messi in pratica».<br />

Secondo Monsignor Alfert, un INDI ristrutturato<br />

dovrebbe contemplare una<br />

maggiore partecipazione degli indigeni e<br />

delle altre entità, in modo che tutti gli in-<br />

teressati trovino una soluzione alle proprie<br />

necessità. Questo significa che deve<br />

esistere una cooperazione.<br />

Una ristrutturazione, quella auspicata<br />

dal Vescovo, che è stata recentemente<br />

annunciata proprio dal presidente del Paraguay.<br />

Raccogliendo la denuncia circa il<br />

mancato funzionamento dell'organismo ne<br />

ha annunciato la ristrutturazione.<br />

Sarà innanzitutto decentralizzato, in mo-<br />

do tale che saranno i vari governatorati a<br />

doversi incaricare di risolvere i problemi<br />

della componente indigena della popolazione<br />

affidata alle loro cure. Certo non significherà<br />

la soluzione della questione indigena<br />

perché la decentralizzazione viene<br />

applicata da qualche tempo in alcune giurisdizioni<br />

ma ciò non ha evitato, fino ad<br />

ora, la migrazione degli indigeni verso altre<br />

zone. La speranza è che tuttavia qualcosa<br />

di buono si cominci a fare nel rispetto<br />

della dignità delle popolazioni indie.<br />

Un intervento dei responsabili della Pastorale familiare nei paesi bolivariani<br />

La difesa e la promozione della vita<br />

reclamano la responsabilità di tutti<br />

Una pressante denuncia contro «la<br />

costante azione che svolgono alcuni organismi<br />

internazionali dediti a diffondere<br />

e a finanziare massicce campagne<br />

a favore degli anticoncezionali, della<br />

sterilizzazione e dell'aborto» è contenuta<br />

nel Messaggio che i responsabili della<br />

Pastorale Familiare dei Paesi bolivariani,<br />

riuniti nella città boliviana di<br />

Cochabamba, hanno diffuso al termine<br />

delle giornate d'incontro svoltesi nei<br />

mesi scorsi su iniziativa del Consiglio<br />

Episcopale Latinoamericano (CELAM).<br />

Nel loro Messaggio — pervenutoci alla<br />

fine di dicembre —, i Vescovi hanno<br />

anche denunciato i Governi che promuovono<br />

«campagne che ledono la vita<br />

e la dignità delle persone».<br />

Riportiamo qui di seguito, in una nostra<br />

traduzione in italiano, il testo<br />

completo della dichiarazione, firmata<br />

da 20 partecipanti all'Incontro Bolivariano<br />

di Pastorale Familiare, insieme ai<br />

Vescovi di Tulcán (Ecuador) e di Coroico-La<br />

Paz (Bolivia), i Monsignori Germán<br />

Pavón e Juan Vargas Aruquipa e<br />

Padre Jaime Humberto Henao Franco,<br />

segretario esecutivo di Famiglia del CE-<br />

LAM.<br />

«Convocati dal CELAM, noi, responsabili<br />

della Pastorale Familiare dei Paesi<br />

bolivariani, riuniti a Cochabamba, in<br />

Bolivia, dal 20 al 24 novembre 2000, dopo<br />

aver riflettuto sul rispetto e sulla promozione<br />

della vita umana, sentendoci<br />

impegnati come membri della Chiesa<br />

cattolica, esprimiamo la nostra solidarietà<br />

a tutti i nostri fratelli che subiscono<br />

la violenza e il degrado della loro condizione<br />

di esseri umani.<br />

Possessori di una grande ricchezza<br />

umana e materiale, i nostri Paesi bolivariani<br />

vivono una difficile situazione socio-economica<br />

il cui denominatore comune<br />

è la povertà, che per alcuni settori<br />

della popolazione è divenuta miseria<br />

estrema. I sistemi economici imperanti<br />

hanno provocato una grave crisi della<br />

qualità della vita.<br />

Denunciamo la costante azione che<br />

svolgono alcuni organismi internazionali<br />

dediti a diffondere e a finanziare massicce<br />

campagne a favore degli anticonce-<br />

Presentata recentemente, la nuova edizione offre una più ampia panoramica della realtà pastorale nel Paese<br />

Completamente rinnovata nei contenuti<br />

la «Guida ecclesiastica argentina»<br />

Dal sacerdote che esercita il suo ministero<br />

nella più sconosciuta regione del<br />

Paese fino all'ultimo Vescovo argentino<br />

nominato da Giovanni Paolo II poche<br />

settimane fa: tutti figurano nelle 880 pagine<br />

della nuova Guida Ecclesiastica Argentina<br />

che l'Agenzia «AICA» diffonderà<br />

nei prossimi giorni.<br />

Innanzitutto occorre dire che non si<br />

tratta di una nuova edizione aggiornata,<br />

ma di una Guida completamente nuova<br />

per il maggior numero di dati inseriti rispetto<br />

a quella precedente che ne era<br />

priva.<br />

Basti dire che l'edizione 2000 è composta<br />

di 368 fogli in più di quella precedente,<br />

della quale conserva — adeguatamente<br />

aggiornati — tutti i riferimenti.<br />

Con uno sforzo che non ha precedenti<br />

in Argentina, si offre per la prima volta<br />

un panorama della vita ecclesiastica nel<br />

Paese.<br />

Le numerose informazioni che la nuova<br />

Guida offre sulla Chiesa Cattolica<br />

universale, sulla Chiesa cattolica in<br />

America Latina, sulla Chiesa e sullo Stato<br />

argentini e sulle comunità non cattoliche<br />

presenti nel Paese, trasformano la<br />

Guida Ecclesiastica argentina in qualcosa<br />

di più di ciò che il suo nome indica.<br />

Il lettore passerà così da una sorpresa<br />

all'altra rendendosi conto che il volume<br />

gli offre molto di più di quanto si aspettava<br />

di ricevere.<br />

Impossibile parlare dell'intero contenuto<br />

dell'opera. Vale però la pena soffermarsi<br />

sui capitoli principali a titolo di<br />

esempio.<br />

Nell'ambito della Chiesa cattolica sono<br />

presenti dati riguardanti: Papa Gio-<br />

vanni Paolo II, tutti i Papi a partire da<br />

san Pietro; i Sinodi dei Vescovi, ordinari<br />

e straordinari, il Collegio Cardinalizio, le<br />

Encicliche e altri documenti importanti<br />

dell'attuale Pontificato, le Giornate Mondiali,<br />

i congressi eucaristici, la Segreteria<br />

di Stato, la Curia Romana con le sue<br />

Congregazioni, i consigli pontifici, i tribunali,<br />

gli uffici, le commissioni e le numerose<br />

istituzioni vincolate alla Santa<br />

Sede, le università e le accademie pontificie,<br />

i concili ecumenici.<br />

Nel quadro della Chiesa cattolica in<br />

Argentina, il lettore viene informato sul<br />

Consiglio Episcopale Latino Americano<br />

(CELAM), sui suoi dipartimenti, sezioni,<br />

segretariati e dipendenze, sul Segretariato<br />

Episcopale per l'America Centrale<br />

(CEDAC), sulla Conferenza Latino americana<br />

dei Religiosi (CLAR), sulla Conferenza<br />

degli Istituti Secolari Latino americani<br />

(CISAL), sulle 22 conferenze episcopali<br />

latino americane.<br />

Il capitolo sulla Chiesa e lo Stato argentino<br />

include informazioni su: il Ministero<br />

e la Segreteria per il Culto della<br />

Nazione, l'Ambasciata Argentina presso<br />

la Santa Sede e la Nunziatura Apostolica.<br />

Circa gli organi della Conferenza Episcopale<br />

Argentina, l'elenco corrispondente<br />

riporta: Assemblea Plenaria, Commissione<br />

Esecutiva, Segretariato Generale,<br />

Commissioni Episcopali, Province ecclesiastiche,<br />

regioni ecclesiastiche, nomine<br />

dei Vescovi argentini secondo la data<br />

di nascita, la precedenza, l'ordinazione<br />

sacerdotale, l'ordinazione episcopale, e<br />

nomina degli stessi con fotografie fatte<br />

appositamente per questa edizione, con<br />

i loro dati biografici.<br />

Le circoscrizioni ecclesiastiche occupano<br />

uno spazio considerevole, con questo<br />

ordine: per data di creazione, per<br />

superficie, per popolazione, per densità<br />

di popolazione. Sono riportate anche le<br />

Archidiocesi e le Diocesi (breve storia,<br />

mappa, indirizzi e telefoni delle curie<br />

diocesane, parrocchie, clero, diaconi<br />

permanenti, case religiose e collegi), le<br />

Prelature territoriali e personali, gli Ordinariati<br />

(orientale e militare), le Eparchie.<br />

Dati complementari<br />

La guida contiene anche informazioni<br />

su: seminari e università cattoliche, santuari<br />

e basiliche, santi, beati, venerabili<br />

e servi di Dio dell'Argentina, mezzi di<br />

comunicazione sociale (giornali, riviste,<br />

bollettini, radio, TV), case editrici e librerie,<br />

case per esercizi spirituali, centri<br />

di assistenza (ospizi, asili, centri sanitari,<br />

ecc.), comunità non cattoliche che operano<br />

nel Paese, città e paesi che hanno<br />

una o più parrocchie, quadri statistici<br />

della Chiesa in Argentina, feste incentrate<br />

sulla Pasqua fino all'anno 2007, trattamento<br />

solitamente riservato agli ecclesiastici,<br />

tutti i sacerdoti (diocesani e religiosi)<br />

del Paese, e un'infinità di indirizzi<br />

utili del Paese e dell'estero.<br />

La guida in numeri<br />

Con la sua obiettività e il suo senso<br />

pratico, la Guida Ecclesiastica Argentina<br />

è al contempo una prova della crescita<br />

che la Chiesa ha registrato negli ultimi<br />

È sempre grave nei Paesi latinoamericani<br />

la questione dei bambini abbandonati<br />

anni, cosa che possiamo constatare nelle<br />

cifre che seguono, che sono la somma<br />

di tutti quei dati minuziosi incontrati dal<br />

lettore nel corso del libro.<br />

Popolazione: 37.253.749 abitanti; percentuale<br />

di cattolici: 88%; parrocchie<br />

2.673; Chiese e cappelle non parrocchiali:<br />

8.893; santuari: 99; totale dei sacerdoti:<br />

5.650 (sacerdoti diocesani 3.448; sacerdoti<br />

religiosi: 2.202) diaconi permanenti:<br />

519; frati: 778; seminaristi maggiori:<br />

1.202; religiose: 9.149; monasteri<br />

femminili di vita contemplativa: 59; case<br />

di religiosi: 772; case di religiose: 1.803;<br />

centri educativi: 2.543.<br />

Più che semplici dati, quelli trascritti<br />

serviranno a politici, sociologi, storiografi,<br />

giornalisti, autorità di ogni livello, legislatori,<br />

scrittori, ecc. per i loro studi e<br />

le loro considerazioni personali. Essi<br />

analizzeranno i dati basati sulle informazioni<br />

che troviamo in ogni pagina della<br />

Guida Ecclesiastica Argentina, senza tralasciarne<br />

alcuno.<br />

Un elenco così lungo riguarda i religiosi<br />

ma anche coloro che non lo sono<br />

in senso stretto. In poche parole, è un'opera<br />

pensata per un vasto pubblico.<br />

Nella premessa del volume sono riportate<br />

diverse considerazioni di Monsignor<br />

Jorge Mario Bergoglio, Arcivescovo<br />

di Buenos Aires e Primate dell'Argentina,<br />

e di Monsignor Stanislao Esteban<br />

Karlic, Arcivescovo di Paraná e presidente<br />

della Conferenza Episcopale Argentina,<br />

con il suo consenso e il suo placet<br />

per l'edizione della Guida Ecclesiastica<br />

Argentina realizzata dalla AICA, con<br />

notevole sforzo e varietà di mezzi, edizione<br />

che dà rilievo all'Anno Santo Giubilare.<br />

zionali, della sterilizzazione e dell'aborto<br />

alla cui origine vi è una mentalità edonistica<br />

e irresponsabile riguardo alla sessualità<br />

e alla vita.<br />

Detto interventismo viola tutti i diritti<br />

umani e non rispetta i più saldi valori<br />

etici e morali propri della nostra cultura,<br />

scuotendo l'istituzione del matrimonio,<br />

della famiglia e il dono della vita.<br />

Sebbene sia certo che le legislazioni<br />

proprie di ogni Paese cercano di difendere<br />

la vita in tutte le sue fasi, è anche<br />

chiaro che i nostri Governi ignorano<br />

questi principi promuovendo campagne<br />

che ledono la vita e la dignità delle persone.<br />

Gli attentati contro la vita umana in<br />

ogni sua fase stanno diventando particolarmente<br />

gravi per la tendenza a far perdere<br />

loro nella coscienza collettiva il carattere<br />

di “delitto“ per far assumere loro<br />

quello di “diritto”, al punto di pretendere<br />

il riconoscimento legale da parte degli<br />

Stati.<br />

Indubbiamente il motivo più profondo<br />

della lotta fra la cultura della vita e la<br />

cultura della morte risiede nell'eclissi del<br />

senso di Dio e dell'uomo, credendosi<br />

quest'ultimo signore della vita e della<br />

morte. Solo dinanzi al Signore l'uomo<br />

può riconoscere il suo peccato e percepire<br />

tutta la sua realtà.<br />

La vita è sempre un bene che proviene<br />

da Dio, unico Signore della vita e<br />

della morte, per cui l'uomo non può disporne<br />

in nessun momento della sua esistenza.<br />

Dio affida all'uomo e alla donna<br />

il compito di generare, difendere, promuovere<br />

e rispettare la vita, chiamandoli<br />

a partecipare alla sua sovranità sul<br />

mondo come suoi collaboratori. Dio è il<br />

difensore degli innocenti e noi, quali servitori<br />

della vita, ci uniamo a Lui.<br />

La vita umana è sacra e inviolabile,<br />

poiché fin dal suo inizio comporta l'azione<br />

creatrice di Dio, e mantiene sempre<br />

un rapporto speciale con il Creatore,<br />

il suo unico fine. Solo Dio è il Signore<br />

della vita dal suo inizio al suo termine;<br />

nessuno, in nessuna circostanza,<br />

può attribuirsi il diritto di uccidere in<br />

modo diretto un essere umano.<br />

Evangelizzare costituisce la gioia e la<br />

vocazione propria della Chiesa, la sua<br />

identità più profonda. La Chiesa esiste<br />

per evangelizzare. È necessario far giungere<br />

il Vangelo della vita nel cuore di<br />

ogni uomo e di ogni donna ed introdurlo<br />

nella parte più recondita della società.<br />

Il servizio alla vita deve essere unitario,<br />

non devono esistere discriminazioni.<br />

La vita umana è un bene inviolabile, per<br />

cui farsi carico di tutta la vita e della vita<br />

di tutti. La difesa e la promozione<br />

della vita non costituiscono un monopolio<br />

di alcuni, bensì una responsabilità e<br />

un dovere di tutti. Solo la cooperazione<br />

concorde di tutti coloro che credono nel<br />

valore della vita potrà evitare una sconfitta<br />

della civiltà dalle conseguenze imprevedibili.<br />

Urge una mobilitazione generale delle<br />

coscienze e un comune sforzo etico per<br />

mettere in atto una grande strategia a<br />

favore della vita. Noi ci impegniamo nei<br />

nostri rispettivi Paesi a costruire una<br />

nuova società a partire dalla famiglia,<br />

una società caratterizzata dalla cultura<br />

della vita e dall'amore. Siamo convinti<br />

che sia questo il cammino più sicuro<br />

per ottenere la pace, la giustizia e<br />

un'autentica democrazia, mediante l'edificazione<br />

del bene comune.<br />

Invitiamo quindi tutti i cristiani e tutti<br />

gli uomini e le donne di buona volontà<br />

a unirsi a questa iniziativa. Ci affidiamo<br />

alla protezione della Santa Famiglia di<br />

Nazareth, modello di ogni famiglia umana,<br />

affinché sia la luce che illumina il<br />

sentiero di tutte le nostre famiglie in<br />

questo millennio che sta iniziando».<br />

COLOMBIA Un seminario organizzato dalla Caritas Italiana<br />

Una Chiesa per la pace in una terra sconvolta dalla violenza<br />

«Colombia, una Chiesa per la pace» è<br />

il tema di un seminario organizzato recentemente<br />

dalla Caritas Italiana, nel<br />

corso del quale è stato fatto un bilancio<br />

degli avvenimenti che stanno scuotendo<br />

questo Paese sudamericano, insanguinato<br />

da molti anni da una guerra civile.<br />

Il Seminario è stato colto tra l'altro<br />

come occasione per comunicare due iniziative<br />

della Caritas Italia portate recentemente<br />

a compimento. Infatti sono state<br />

destinate due consistenti somme di<br />

denaro — una di mille milioni di lire<br />

(450.000 dollari) e un'altra di 500 milioni<br />

(225.000 dollari) — per sostenere le attività<br />

di promozione umana integrale, di<br />

dialogo e di pace che i missionari stanno<br />

svolgendo in Colombia.<br />

Durante il Seminario Monsignor Héctor<br />

Henao Gaviria, direttore della Caritas<br />

colombiana, soffermandosi nella descrizione<br />

della grave situazione in cui vive<br />

il Paese latinoamericano ha denunciato<br />

il fatto che negli ultimi 10 anni sono<br />

stati registrati in Colombia 259.466 omicidi;<br />

il che vuol dire che la violenza ha<br />

causato 71 morti ogni giorno, ossia<br />

quattro ogni ora.<br />

Questa complicata situazione, secon-<br />

do gli osservatori, è frutto della presenza<br />

dei tre gruppi guerriglieri e dei gruppi<br />

paramilitari di autodifesa, pagati dai<br />

proprietari terrieri.<br />

A tutti questi gruppi armati che si<br />

rendono protagonisti di gravi episodi di<br />

Contadine lavorano il raccolto di un campo<br />

violenza si devono aggiungere quelli legati<br />

ai loschi affari dei produttori e dei<br />

trafficanti della cocaina a quelli causati<br />

dale bande criminali urbane che vivono<br />

di sequestri e che si sono rese protagoniste<br />

di ben 2.693 gesti criminosi nel<br />

1999,e che nel primo semestre dell'anno<br />

in corso ammontavano già a 1.418.<br />

Durante la riunione è stato anche<br />

analizzato il «Piano Colombia», un progetto<br />

di ricostruzione morale e materiale<br />

del Paese nel tentativo di liberarlo dalla<br />

schiavitù imposta da produttori e trafficanti<br />

di droga.<br />

Il progetto prevede un investimento di<br />

7.500 milioni di dollari.<br />

Il programma dell'iniziativa include la<br />

guerra al narcotraffico e la distruzione<br />

delle coltivazioni di cocaina.<br />

La Chiesa in Colombia ha però<br />

espresso la propria perplessità di fronte<br />

a sistemi come quello della fumigazione<br />

massiccia dei campi. Monsignor Henao<br />

Gaviria ha spiegato questa perplessità<br />

perchè nel progetto, nella sua globalità<br />

“nonostante si delineino criteri per sradicare<br />

le coltivazioni illecite (le coltivazioni<br />

di tipo industriale), non vengono<br />

chiaramente sottolineate le politiche e le<br />

strategie per la sostituzione di queste<br />

coltivazioni su scala minore».<br />

«Ci preoccupano — ha aggiunto il<br />

Presule — i metodi che vengono utilizzati<br />

per sradicare le coltivazioni illecite,<br />

a cominciare dalle fumigazioni nel sud<br />

del Paese, e la mancanza di sicurezza riguardo<br />

agli effetti nocivi sia per la vita<br />

umana sia per l'ambiente”.<br />

Padre Guido Miglietta, direttore della<br />

Segreteria della Caritas italiana per l'America<br />

Latina, ha voluto ricordare che:<br />

«Le fumigazioni costringono la popolazione<br />

ad abbandonare le aree 'risanate'.<br />

D'altra parte — ha proseguito consapevole<br />

della realtà della situazione— la repressione<br />

armata contro la guerriglia<br />

scatena nuove violazioni dei diritti umani<br />

a danno dei civili coinvolti».<br />

La Chiesa è invece a favore di una soluzione<br />

politica con trattative tra le parti<br />

in causa.<br />

Per quanto riguarda la questione del<br />

commercio e della produzione della droga,<br />

la Chiesa, nonostante sia d'accordo<br />

sulla necessità di eliminare queste coltivazioni,<br />

ha comunque affermato che il<br />

problema lo pongono i Paesi occidentali.<br />

Padre Gatenao Mazzoleni, missionario<br />

italiano in Colombia, lo ha spiegato così:<br />

«Spesso mi chiedono: quando smetteranno<br />

i colombiani di produrre coca?.<br />

Io rispondo sempre: Quando smetterà<br />

l'Occidente di consumarla?».


PAGINA<br />

8 .<br />

L'UDIENZA<br />

GENERALE<br />

La<br />

catechesi<br />

del Papa<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Giovedì 4 Gennaio 2001<br />

Immersi nella «gioia santa» del Natale<br />

«“Rallegriamoci nel Signore, esultiamo<br />

di gioia santa: la salvezza è apparsa<br />

nel mondo, alleluia”. È con queste parole<br />

che la liturgia ci invita oggi a restare<br />

immersi nella “gioia santa” del Natale.<br />

All'inizio di un nuovo anno, questa esortazione<br />

ci orienta a viverlo interamente<br />

nella luce di Cristo». Lo ha sottolineato<br />

Giovanni Paolo II nella catechesi pronunciata<br />

mercoledì mattina, 3 gennaio,<br />

in occasione della prima udienza generale<br />

dell'anno 2001, svoltasi in Piazza<br />

San Pietro.<br />

Eccoiltesto della riflessione del Papa:<br />

1.«Rallegriamoci nel Signore,<br />

esultiamo di gioia santa:<br />

la salvezza è apparsa nel<br />

mondo, alleluia». È con queste<br />

parole che la liturgia ci<br />

invita oggi a restare immersi<br />

nella «gioia santa» del Natale.<br />

All'inizio di un nuovo anno,<br />

questa esortazione ci<br />

orienta a viverlo interamente<br />

nella luce di Cristo, la cui<br />

salvezza è apparsa nel mondo<br />

per tutti gli uomini.<br />

Il tempo natalizio ripropone,<br />

in effetti, all'attenzione<br />

dei cristiani il mistero di Gesù<br />

e la sua opera di salvezza.<br />

Dinanzi al presepe la Chiesa<br />

adora l'augusto mistero dell'Incarnazione:<br />

il Bimbo che<br />

vagisce tra le braccia di Maria<br />

è il Verbo eterno che si è<br />

inserito nel tempo ed ha assunto<br />

la natura umana ferita<br />

dal peccato, per incorporarla<br />

a sé e redimerla. Ogni realtà<br />

umana, ogni vicenda temporale<br />

assume così risonanze<br />

eterne: nella persona del Verbo<br />

incarnato la creazione<br />

viene meravigliosamente sublimata.<br />

Scrive Sant'Agostino: «Dio<br />

si fece uomo perché l'uomo<br />

diventasse Dio». Tra cielo e<br />

terra si è definitivamente stabilito<br />

un ponte: nell'Uomo-<br />

Dio l'umanità ritrova la via<br />

del Cielo. Il Figlio di Maria è<br />

Mediatore universale, Pontefice<br />

sommo. Ogni atto di<br />

questo Bimbo è un mistero<br />

destinato a rivelare l'abissale<br />

benevolenza di Dio.<br />

2.Nella grotta di Betlemme<br />

si esprime con disarmante<br />

semplicità l'amore infinito<br />

che Dio ha per ogni essere<br />

umano. Contempliamo nel<br />

presepe il Dio fatto uomo per<br />

noi.<br />

San Francesco d'Assisi ebbe<br />

l'idea di riproporre questo<br />

messaggio attraverso il presepe<br />

vivente a Greccio, il 25 di-<br />

All'udienza generale di mercoledì 3<br />

gennaio 2001, in Piazza San Pietro,<br />

erano presenti i seguenti gruppi:<br />

Dall'Italia: Gruppi di Fedeli dalle<br />

Parrocchie: Santissima Trinità, in<br />

Montecchio Maggiore; San Giorgio, in<br />

Mantova; San Martino, in Corlo; Maria<br />

Santissima Assunta e San Leonardo,<br />

in Lari; Santa Croce in Abbadia<br />

San Salvatore; San Domenico, in<br />

Arezzo; Gesù Divin Lavoratore, in<br />

Prato; San Pietro, in Sezze Romano;<br />

San Nicola, in Ponzano Romano; Santa<br />

Maria, in Segni; Nostra Signora di<br />

Fatima in Talsano; Cuore Immacolato<br />

di Maria in Salerno; Maria Santissima<br />

della Visitazione, in Senise; Santi Pietro<br />

e Paolo, in Spezzano Albanese;<br />

Maria Santissima del Carmelo, in<br />

Troina; Santissimo Redentore, in Fontanafredda;<br />

Sacro Cuore di Gesù, in<br />

Belvedere di Tezze; Ognissanti, in Arzignano;<br />

Santi Fabiano e Sebastiano,<br />

in Maccacari; Santissimo Salvatore,<br />

in Brugine; Santi Pietro e Paolo, in<br />

Bossico; Conversione di San Paolo, in<br />

Brescia; San Giovanni Battista, in<br />

Adro; Santi Rocco e Sebastiano, in<br />

Gromlongo; San Giorgio, in Imberido<br />

di Oggiono; Santi Gervaso e Protaso,<br />

in Gorgonzola; Parrocchie di Vergate,<br />

di Rho e Nerviano; Santi Giovanni Bosco<br />

e Filippo Neri, in Merate; Santa<br />

Eufemia, in Oggiono; San Biagio, in<br />

“<br />

Nellagrottadi Betlemme<br />

siesprimecondisarmante<br />

semplicità l'amore<br />

infinito che Dio<br />

ha per ogni essere<br />

umano... San Francesco<br />

d'Assisi ebbe l'idea<br />

di riproporre questo<br />

messaggio attraverso<br />

il presepe vivente<br />

a Greccio... in quella<br />

scena commovente<br />

risplendeva la semplicità<br />

evangelica, si lodava<br />

la povertà e si<br />

raccomandava l'umiltà<br />

cembre del 1223. Narra il<br />

suo biografo, Tommaso da<br />

Celano, che egli era raggiante<br />

di letizia, perché in quella<br />

scena commovente risplendeva<br />

la semplicità evangelica,<br />

si lodava la povertà e si raccomandava<br />

l'umiltà. Il biografo<br />

termina osservando che<br />

Cavriana; Santo Stefano, in Borgomanero;<br />

San Lorenzo, in Cavour; San<br />

Fedele, in Verceia; Santa Barbara, in<br />

Riva di Pinerolo; Nostra Signora della<br />

Neve, in La Spezia; San Pier Damiano;<br />

Santa Maria dell'Angelo; Santa<br />

Lucia, in Faenza; Sacro Cuore, in<br />

Montepulciano; San Lorenzo, in Montevarchi;<br />

San Giuseppe, in Cavo; Santa<br />

Maria Assunta, in Ciciliano; San Nilo,<br />

in Gaeta; Santa Maria Maddalena,<br />

in La Maddalena; Assunzione della<br />

Beata Vergine Maria, in Colli a Volturno;<br />

San Giuseppe; Sacra Famiglia,<br />

in Manfredonia; San Giacomo, in Ruvo<br />

di Puglia; Beata Vergine Maria<br />

delle Grazie, in Seclì; Santi Cosma e<br />

Damiano, in Taranto; Natività di Maria<br />

Vergine, in Maruggio; Sant'Eufemia,<br />

in Carinaro; San Michele, in Trentola<br />

Ducenta; San Tammaro, in Grumo Nevano;<br />

San Rocco, in Fratta Maggiore;<br />

San Pasquale Baylon, in Villaricca;<br />

Santiissima Trinità, in Piano di Sorrento;<br />

San Matteo, in Bomerano di<br />

Agerola; San Giovanni Evangelista, in<br />

Sassano; Maria Immacolata, in Nocera<br />

Inferiore; San Michele, in Potenza;<br />

San Michele, in Dònnici; Santa Domenica,<br />

in Aprigliano; San Nicola di Bari,<br />

in San Filippo Superiore di Messina;<br />

Santa Maria del Carmelo, in Catania;<br />

San Francesco all'Annunziata, in<br />

Paternò; Maria Santissima del Rosario,<br />

in Palma di Montechiaro; San Pel-<br />

-<br />

”<br />

«dopo quella veglia solenne,<br />

ciascuno tornò a casa sua<br />

pieno di ineffabile gioia» (cfr<br />

Vita prima, cap. XXX, 86,<br />

479).<br />

L'intuizione di Francesco è<br />

sorprendente: il Presepe non<br />

solo è una nuova Betlemme,<br />

perché ne rievoca l'evento<br />

I gruppi presenti<br />

legrino, in Sant'Anna di Caltabellotta;<br />

Santa Maria di Monserrato, in Palermo;<br />

Maria Santissima Assunta, in<br />

Carmiano; Sacro Cuore, in Pontecagnano;<br />

Sant'Antonino, in Grumento<br />

storico e ne attualizza il messaggio,<br />

ma è anche un'occasione<br />

di consolazione e di<br />

gioia: è il giorno della letizia,<br />

il tempo dell'esultanza. Osserva<br />

ancora Tommaso da Celano<br />

che quella notte di Natale<br />

era chiara come il pieno gior-<br />

Nova; San Pietro, in Cetraro; San<br />

Marco, in Cetraro Marina; Federazione<br />

Coltivatori Diretti, da Molfetta;<br />

Cooperativa sociale e di volontariato<br />

«Emmaus», di Alatri; Comunità «La<br />

«La liturgia ci invita oggi a restare immersi nella<br />

“gioia santa” del Natale. All'inizio<br />

di un nuovo anno, questa esortazione<br />

ci orienta a viverlo interamente nella luce<br />

di Cristo, la cui salvezza è apparsa<br />

nel mondo per tutti gli uomini. Il tempo natalizio<br />

ripropone all'attenzione<br />

dei cristiani il mistero di Gesù<br />

e la sua opera di salvezza»<br />

no e dolce agli uomini e agli<br />

animali (cfr ivi, 85, 469).<br />

3.Nel Presepe si celebra<br />

l'alleanza tra Dio e l'uomo,<br />

tra la terra e il cielo. Betlemme,<br />

luogo della gioia, diventa<br />

anche scuola di bontà,<br />

perché lì si manifestano la<br />

misericordia e l'amore che<br />

Sentinella», da Napoli e Salerno; Reale<br />

Arciconfraternita di Maria Santissima<br />

del Monte Carmelo, in Piedimonte<br />

Matese; Cenacolo di Riparazione, da<br />

San Nicola La Strada; Ex-Alunne dell'Istituto<br />

Ravasco, da Pescara; Giovani<br />

della Pastorale vocazionale dei Padri<br />

Paolini; Associazione Volontari<br />

Ospedalieri, di Battipaglia; Associazione<br />

di volontariato «Insieme si<br />

può», di Udine; Associazione «Mir i<br />

Dobro-Pace e bene», di Viggiù; Associazione<br />

Cuochi Avellinesi; Gruppo<br />

dell'Ospedale di Polla; Associazione<br />

Arma Aeronautica, di Velletri; Delegazione<br />

della Confcommercio, di Termoli;<br />

Gruppi di Fedeli da Locara, Altomonte,<br />

Reggio Calabria, Oderzo,<br />

Aversa, Frosinone, Belpasso, Taranto,<br />

Bari-Santa Fara; Gruppi di Scout da<br />

Canosa di Puglia e da Tropea; Gruppi<br />

di Fedeli da San Giorgio delle Pertiche,<br />

Maratea; Scuola media, di Poggio<br />

Moiano; Scuole elementari di<br />

Cassino, e di Canosa di Puglia.<br />

Coppie di Sposi novelli.<br />

Gruppi di Fedeli provenienti da: Polonia;<br />

Repubblica Ceca.<br />

De France: pèlerins du diocèse de<br />

Belley-Ars; Collège Saint-Jean, de<br />

Douai; Association catholique des<br />

Familles de Vassieux-Crepieux, Caluire;<br />

groupe de pèlerins de Paris.<br />

legano Dio ai suoi figli. Lì si<br />

attesta visibilmente la fraternità<br />

che deve vincolare quanti<br />

nella fede sono fratelli,<br />

perché figli dell'unico Padre<br />

celeste. In questo spazio di<br />

comunione, Betlemme risplende<br />

come la casa ove tutti<br />

possono trovare nutrimento<br />

— etimologicamente il nome<br />

significa casa del pane<br />

—, e si annuncia già, in un<br />

certo modo, il mistero pasquale<br />

dell'Eucaristia.<br />

A Betlemme, quasi come<br />

su un simbolico altare, si celebra<br />

già la Vita che non<br />

muore e agli uomini di ogni<br />

tempo viene come dato da<br />

pregustare il cibo dell'immortalità,<br />

che è «pane dei<br />

pellegrini, vero pane dei figli»<br />

(Sequenza del Corpus Domini).<br />

Soltanto il Redentore,<br />

nato a Betlemme, può colmare<br />

le attese più profonde<br />

del cuore umano e lenirne le<br />

sofferenze e le ferite.<br />

4.Nella grotta di Betlemme<br />

contempliamo Maria, che<br />

ha dato alla luce il Figlio di<br />

Dio per opera dello Spirito<br />

Santo. «Donna docile alla voce<br />

dello Spirito, donna del silenzio<br />

e dell'ascolto, donna<br />

di speranza, che seppe accogliere<br />

come Abramo la volontà<br />

di Dio “sperando contro<br />

ogni speranza” (Rm 4, 18)»<br />

(Tertio Millennio adveniente,<br />

48), la Madonna risplende<br />

come modello per quanti si<br />

affidano con tutto il cuore<br />

alle promesse di Dio.<br />

Insieme a Lei e a Giuseppe<br />

restiamo in adorazione dinanzi<br />

alla culla di Betlemme,<br />

mentre si leva verso il<br />

cielo la nostra implorante invocazione:<br />

«Fa' splendere il<br />

tuo volto e salvaci, Signore!».<br />

Confortati dal dono della<br />

nascita del Salvatore, intensifichiamo<br />

il nostro impegno<br />

in questi ultimi giorni dell'Anno<br />

Santo. Apriamo il<br />

cuore a Cristo, unica e universale<br />

via che porta a Dio.<br />

Potremo così proseguire nel<br />

nuovo anno con salda fiducia.<br />

Ci sostenga in questo<br />

cammino la potente intercessione<br />

di Maria, Vergine fedele,<br />

testimone silenziosa del<br />

mistero di Betlemme.<br />

From Australia: students and teachers<br />

from Our Lady of Mercy College<br />

in Parramatta, New South Wales.<br />

From the United States of America:<br />

members of Regnum Christi from the<br />

Church of the Incarnation in Centreville,<br />

Ohio; pilgrims from St Peter's<br />

Parish in Pensacola, Florida; pilgrims<br />

from Saint Mark's Church in Vienna,<br />

Virginia; pilgrims from Saint Francis<br />

Newman Centre at Western Illinois<br />

University; a group of students from<br />

the University of Delaware; pilgrim<br />

students from Christendom College,<br />

Virginia.<br />

Aus der Bundesrepublik Deutschland:<br />

Pilgergruppe aus dem Erzbistum<br />

München und Freising; Collegium<br />

Josephinum, Bonn, Ursulinenschule<br />

Hersel und Gertrud-Bäumer-Schule,<br />

Bad Godesberg; Ministrantengruppe<br />

aus der Pfarrei Steinkirchen.<br />

De España: grupo del Seminario<br />

mayor de San Fulgencio, de Murcia.<br />

De México: grupo del Secretariado<br />

Nacional de Pandillas de la Amistad;<br />

grupo de Maestras de Monterrey;<br />

grupo de peregrinos de Tijuana.<br />

De Uruguay: grupo de estudiantes.<br />

De Argentina: grupo de peregrinos.


PAGINA<br />

Numerosi pellegrini, provenienti da<br />

ogni parte del mondo, hanno partecipato<br />

alla prima udienza generale dell'anno<br />

2001, svoltasi mercoledì mattina, 3<br />

gennaio, in Piazza San Pietro. Dopo<br />

aver pronunciato la catechesi in italiano,<br />

Giovanni Paolo II l'ha riassunta<br />

nelle diverse lingue, quindi ha rivolto<br />

espressioni di saluto ai gruppi presenti.<br />

Di lingua francese<br />

Gesù Bambino sia per voi<br />

luce di salvezza<br />

Ai fedeli di lingua francese il Papa<br />

ha detto:<br />

Chers frères et sœurs,<br />

Je suis heureux de vous accueillir<br />

ce matin, chers pèlerins de langue<br />

française. Je vous salue très cordialement,<br />

vous les jeunes du collège<br />

Saint-Jean de Douai. Que l'Enfant-<br />

Dieu, dont nous célébrons la naissance<br />

en ces jours, soit pour vous<br />

lumière et joie. Qu'il vous fasse<br />

rayonner de sa paix! A tous je donne<br />

de grand cœur la Bénédiction<br />

apostolique.<br />

Di lingua inglese<br />

Vi auguro pace<br />

e consolazione<br />

Il Santo Padre si è poi rivolto ai pellegrini<br />

di espressioneinglese provenienti<br />

da molte Nazioni. Ecco le sue parole:<br />

Dear Brothers and Sisters,<br />

I warmly welcome the Englishspeaking<br />

pilgrims and visitors present,<br />

especially those from Australia<br />

and the United States of America.<br />

In this season of joy, may the Word<br />

made flesh bless you and your families<br />

with abundant graces and con-<br />

FRANCESCO M. VALIANTE<br />

Perdono, rispetto della dignità di<br />

ogni persona, ecumenismo e dialogo<br />

inter-religioso, preghiera per l'unità:<br />

nell'ultima udienza generale del Giubileo,<br />

la prima dell'anno 2001, sono<br />

riecheggiati alcuni dei temi spirituali<br />

e delle «sfide» pastorali che in questi<br />

mesi hanno segnato i passi del popolo<br />

di Dio lungo l'itinerario tracciato<br />

dal grande evento giubilare. A tre<br />

giorni dalla chiusura dell'Anno Santo<br />

si avverte più che mai viva e palpitante<br />

la tensione a non disperdere i<br />

«semi» di speranza suscitati da questa<br />

straordinaria esperienza ecclesiale.<br />

Nessuno si sente già «arrivato»:<br />

per tutti inizia ora la missione di<br />

spargere questi «semi» nei solchi della<br />

storia dell'umanità incamminata attraverso<br />

i tornanti ardui ed impegnativi<br />

del Terzo Millennio.<br />

Un forte messaggio di conversione<br />

e di riconciliazione è venuto dai detenuti<br />

del carcere di Opera, a Milano.<br />

La particolare condizione in cui essi<br />

vivono ha impedito loro quest'anno di<br />

farsi pellegrini giubilari presso la<br />

Tomba di Pietro. Ma la loro ostinata<br />

volontà di «risorgere» li ha aiutati a<br />

superare gli ostacoli materiali. Oggi<br />

erano «presenti» in Piazza San Pietro.<br />

Erano «presenti» anzitutto nel toccante<br />

messaggio consegnato a Gio-<br />

9 .<br />

L'UDIENZA<br />

GENERALE<br />

L'incontro<br />

in Piazza<br />

San Pietro<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Giovedì 4 Gennaio 2001<br />

I saluti ai pellegrini<br />

solations. I wish you all a happy<br />

and blessed New Year!<br />

Di lingua tedesca<br />

La Parola di Dio<br />

sia fonte di grazia<br />

In Piazza San Pietro erano presenti<br />

numerosi fedeli di lingua tedesca. Giovanni<br />

Paolo II ha detto loro:<br />

Liebe Schwestern und Brüder!<br />

Mit diesen Gedanken grüße ich<br />

die Pilger und Besucher, die aus<br />

den Ländern deutscher Sprache<br />

nach Rom gekommen sind. Mein<br />

Wunsch ist, daß uns allen das menschgewordene<br />

Wort Gottes zur Gnadenquelle<br />

werde. Euch, Euren Angehörigen<br />

daheim und allen, die mit<br />

uns über Radio Vatikan und das<br />

Fernsehen verbunden sind, erteile<br />

ich gern den Apostolischen Segen.<br />

Di lingua spagnola<br />

L'incontro<br />

con il Verbo incarnato<br />

porti grazie abbondanti<br />

Molti come sempre i pellegrini di<br />

espressione spagnola, provenienti anche<br />

da diversi Paesi dell'America Latina. Il<br />

Papa li ha così salutati:<br />

Queridos hermanos y hermanas:<br />

Saludo con afecto a los peregrinos<br />

de lengua española, en especial<br />

al grupo de Seminaristas de la Diócesis<br />

de Cartagena y a los jóvenes<br />

del Secretariado Nacional de Pandillas<br />

de Amistad, de México. A todos<br />

os deseo que el encuentro con la<br />

Palabra divina hecha carne sea<br />

fuente de abundantes gracias y consuelos.<br />

vanni Paolo II dal cappellano, Don<br />

Eusebio Stefanoni. «Grazie — gli scrivono<br />

— a nome di tutto il mondo imprigionato».<br />

È un grazie per l'attenzione<br />

che il Papa ha avuto verso di<br />

loro. È un grazie per il Giubileo delle<br />

Carceri celebrato il 9 luglio 2000:<br />

«simbolicamente — confidano — eravamo<br />

tutti a “Regina Caeli”». È un<br />

grazie perché attraverso la sollecitudine<br />

di Giovanni Paolo II essi sentono<br />

«di essere amati e ricordati». I detenuti<br />

di Opera erano «presenti» anche<br />

attraverso un Cd-Rom interamente<br />

realizzato da loro nel corso di questo<br />

Anno Santo. In esso hanno raccolto<br />

riflessioni, poesie, testimonianze.<br />

«Così — spiega Don Stefanoni —<br />

hanno voluto celebrare il loro Giubileo<br />

in carcere. È un messaggio di fede<br />

che viene dalla Chiesa della sofferenza<br />

e che diventa annuncio di pace<br />

e di fratellanza». Il Cd-Rom, anch'esso<br />

donato al Papa, è stato offerto a<br />

tutte le parrocchie di Milano dalla Caritas<br />

ambrosiana. È il primo frutto di<br />

un'attività destinata a continuare anche<br />

in futuro. L'esperienza maturata<br />

con questo lavoro consentirà infatti ai<br />

detenuti di collaborare con una cooperativa<br />

per la produzione di altri Cd-<br />

Rom. È un modo per tener viva la dignità<br />

e la speranza di persone che<br />

custodiscono nel cuore l'appello ad<br />

Di lingua portoghese<br />

Buon Anno nuovo<br />

nel Signore<br />

Rivolgendosi successivamente ai fedeli<br />

di lingua portoghese il Santo Padre<br />

ha detto:<br />

Caríssimos Irmãos e Irmãs!<br />

Saúdo cordialmente aqueles que<br />

me escutam, desejando-lhes felicidades,<br />

com os favores de Deus, e que<br />

o ano que está a começar seja realmente,<br />

para todos, um Ano Bom<br />

iluminado pela luz de Cristo!<br />

Di lingua ceca<br />

Diffondete sulla terra<br />

la pace di Cristo<br />

Giovanni Paolo II si è quindi così ri-<br />

volto ai fedeli giunti dalla Repubblica<br />

Ceca:<br />

Srdečně zdravím poutníky z Brna.<br />

V tomto vánočním období zaznívá<br />

v našich duších andělský zpěv:<br />

«Sláva na výsostech Bohu a na zemi<br />

pokoj lidem, v kterých on má zalíbení!»<br />

(Lk 2, 14). Buďte i vy šiřiteli<br />

Kristova pokoje na zemi!<br />

K tomu Vám ze srdce žehnám!<br />

Chvála Kristu!<br />

E questa è una nostra traduzione in<br />

italiano del suo saluto in lingua ceca:<br />

Un cordiale saluto ai pellegrini provenienti<br />

dalla Repubblica Ceca.<br />

In questo tempo di Natale risuona<br />

nelle nostre anime il canto angelico:<br />

«Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace<br />

in terra agli uomini che egli ama» (Lc<br />

2, 14). Possiate anche voi diffondere la<br />

pace di Cristo sulla terra.<br />

La cronaca<br />

Con questo auspicio vi benedico di<br />

cuore.<br />

Sia lodato Gesù Cristo!<br />

Di lingua polacca<br />

Dio vi benedica<br />

nell'Anno nuovo<br />

Successivamente il Papa si è così rivolto<br />

ai pellegrini polacchi:<br />

Witam pielgrzymów z Polski: ks.<br />

abpa Wojciecha Ziembę — metropolitę<br />

białostockiego, Duszpasterstwo<br />

Księży Pallotynów z Warszawy,<br />

czytelników «Przewodnika Katolickiego»<br />

z Poznania, Katolicką<br />

Szkołę Prywatną z Mosiny koło Poznania,<br />

pielgrzymów z Katowic,<br />

Warszawy i innych miast Polski,<br />

także bpa Romana Marcinkowskiego.<br />

Wszystkim życzę: Szczęść Boże<br />

na Nowy Rok! Do siego roku!<br />

Di lingua italiana<br />

Quest'incontro vi rafforzi<br />

nell'impegno di generosa<br />

testimonianza cristiana<br />

Dopo aver salutato i fedeli polacchi<br />

Giovanni Paolo II ha rivolto queste parole<br />

di benvenuto ai pellegrini di lingua<br />

italiana:<br />

Rivolgo un cordiale benvenuto a<br />

tutti i pellegrini di lingua italiana ed<br />

a ciascuno formulo fervidi auguri<br />

all'inizio di questo nuovo anno. In<br />

particolare, saluto il Parroco ed i fedeli<br />

della Parrocchia dell'Assunzione<br />

della Beata Maria Vergine di Colli al<br />

Volturno (Isernia), venuti per far<br />

benedire la prima pietra dell'erigendo<br />

Monastero e Santuario dedicato<br />

a Maria, Stella dell'unità.<br />

un «segno di clemenza» verso di loro,<br />

lanciato ai governanti dal Papa proprio<br />

in occasione del Giubileo delle<br />

Carceri. «Quelle parole — sottolinea<br />

il cappellano — non restano un episodio<br />

sporadico. Anche se non sono<br />

state accolte da tutti, devono costituire<br />

per i cristiani una continua esortazione<br />

a vivere una missione di liberazione<br />

che va testimoniata anche nel<br />

difficile mondo del carcere».<br />

Un gesto significativo di riconciliazione<br />

e di comprensione è stata anche<br />

la presenza all'udienza generale<br />

di Anthony J. Cernera, Presidente<br />

della «Sacred Heart University» di<br />

Fairfield, Connecticut (Usa) e del Rabbino<br />

Joseph H. Ehrenkranz. Entrambi<br />

hanno consegnato al Papa un volume<br />

che raccoglie gli atti della conferenza<br />

su «Religione e violenza, religione e<br />

pace» promossa dal Centro «Christian-Jewish<br />

Understanding» nel maggio<br />

1998 ad Auschwitz. Si trattò di un<br />

importante momento di incontro e di<br />

confronto tra cattolici ed ebrei, al<br />

quale parteciparono studiosi, testimoni,<br />

personalità culturali, politiche ed<br />

ecclesiali (tra queste i Cardinali Macharski,<br />

Daly e Keeler). Oggi quel libro<br />

consegnato a Giovanni Paolo II<br />

racchiude una forte volontà di dialogo,<br />

che proprio nel tempo giubilare<br />

ha trovato conferma ed alimento.<br />

Saluto, poi, i membri dell'Associazione<br />

«Mir i Dobro — Pace e bene»<br />

di Viggiù, auspicando che quest'incontro<br />

valga a rafforzarli nell'impegno<br />

di generosa testimonianza<br />

del Vangelo.<br />

AI GIOVANI: crescete<br />

orientati dal Vangelo<br />

AI MALATI: accettate<br />

le prove come momento<br />

di redenzione<br />

AGLI SPOSI NOVELLI:<br />

testimoniate la fedeltà<br />

nella vita familiare<br />

Il Santo Padre si è poi rivolto in particolare<br />

ai giovani, ai malati e agli sposi<br />

novelli. Ecco le sue parole:<br />

Un saluto ed un augurio speciale<br />

dirigo, infine, ai giovani, ai malati<br />

ed agli sposi novelli.<br />

Gesù, che contempliamo nel mistero<br />

del Natale, sia per tutti guida<br />

sicura nel nuovo anno, da poco iniziato.<br />

Lo sia per voi, cari giovani,<br />

perché cresciate illuminati e orientati<br />

in ogni scelta dal suo Vangelo. Lo<br />

sia per voi, cari malati, perché possiate<br />

sempre accettare le prove dell'esistenza<br />

come momento di redenzione<br />

e di grazia. Lo sia per voi, cari<br />

sposi novelli, perché possiate<br />

sempre testimoniare nella vita familiare<br />

la vostra fedeltà a quanto avete<br />

ricevuto e promesso con il Sacramento<br />

del matrimonio.<br />

Infine il Papa ha guidato il canto del<br />

«Pater Noster» e ha impartito, insieme<br />

con i Vescovi presenti, la Benedizione<br />

Apostolica.<br />

Sarà un centro fervente di preghiera<br />

per l'ecumenismo il monastero<br />

delle clarisse dedicato a Maria Santissima<br />

Stella dell'Unità, che sorgerà<br />

nella Valle Porcina a Colli a Volturno,<br />

in provincia di Isernia. Il parroco Don<br />

Luigi Balsamo, presente all'udienza<br />

insieme con 400 fedeli, ha offerto alla<br />

benedizione del Papa la prima pietra<br />

del nuovo complesso. Già lo scorso<br />

anno Giovanni Paolo II aveva benedetto<br />

l'icona della Madonna che sarà<br />

collocata nel monastero. Il pellegrinaggio<br />

della comunità di Colli al Volturno<br />

è stata occasione per un'esperienza<br />

giubilare nel segno della riflessione<br />

e della preghiera per l'unità dei<br />

cristiani, che ha costituito un altro degli<br />

impegni caratterizzanti di questo<br />

Anno Santo.<br />

Al termine dell'udienza il Papa ha<br />

anche benedetto una croce dorata destinata<br />

alla Porta Grande della parrocchia<br />

della Santissima Trinità, di<br />

Piano di Sorrento. A portarla è stato<br />

il parroco Don Vincenzo Simeoli, presente<br />

insieme con 300 fedeli in rappresentanza<br />

di tutte le componenti<br />

della comunità. La croce, che risale<br />

al 1543, è stata sottoposta ad un accurato<br />

restauro e sarà ricollocata sulla<br />

Porta — anch'essa risalente alla<br />

metà del Cinquecento — in prossimità<br />

della Santa Pasqua.


.<br />

PAGINA<br />

10 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Giovedì 4 Gennaio 2001<br />

«L'Anniversario coincide con il Grande Giubileo<br />

celebrato dai cattolici e da altri cristiani<br />

in tutte le parti del mondo...<br />

Fra i membri più poveri della famiglia umana<br />

dobbiamo annoverare oggi i rifugiati<br />

e altre persone costrette a vivere lontano<br />

dalle proprie case; la Chiesa e l'ACNUR<br />

sono entrambi impegnati senza sosta<br />

al loro servizio»<br />

«Alcuni anni fa definii la piaga dei rifugiati nel mondo<br />

“una ferita vergognosa dei nostri tempi”.<br />

Da allora purtroppo il loro numero è aumentato<br />

e la loro situazione è divenuta più tragica.<br />

L'alba di un nuovo millennio chiama tutti gli uomini<br />

e tutte le donne responsabili<br />

a compiere sforzi nuovi al fine di realizzare<br />

il grande ideale umanitario<br />

che è al centro della missione dell'ACNUR»<br />

MESSAGGIO Giovanni Paolo II in occasione della celebrazione del 50° anniversario dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (ACNUR)<br />

La tutela dei rifugiati, la difesa e la promozione della loro dignità<br />

sono anche al centro della missione della Santa Sede<br />

Il 14 dicembre scorso è stato celebrato<br />

il 50 o anniversario dell'approvazione<br />

dello Statuto dell'Alto Commissariato<br />

delle Nazioni Unite per i Rifugiati (AC-<br />

NUR). In quell'occasione, il Santo Padre<br />

ha voluto inviare un Messaggio alla<br />

Signora Sadako Ogata, Alto Commissario<br />

delle Nazioni Unite per i Rifugiati.<br />

Com'è noto, la Signora Sadako Ogata<br />

ha lasciato il suo incarico il 31 dicembre<br />

scorso, e le è succeduto il Sig. Rudolphus<br />

Lubbers, olandese.<br />

Pubblichiamo di seguito il testo del<br />

Messaggio del Santo Padre:<br />

To Mrs Sadako Ogata<br />

United Nations<br />

High Commissioner for Refugees<br />

I am writing to thank you for<br />

your kind letter regarding the celebration<br />

of the Fiftieth Anniversary<br />

of the Office of the United Nations<br />

High Commissioner for Refugees.<br />

On this important occasion I<br />

extend my warmest congratulations<br />

to yourself, your staff in Geneva,<br />

and your co-operators throughout<br />

the world, most of them, as you<br />

wrote, “in the frontline”. For many<br />

people forced to flee from war or<br />

persecution these dedicated men<br />

and women of the UNHCR are often<br />

the only source of hope and<br />

help.<br />

For many reasons the Holy See<br />

feels close to the anniversary event.<br />

Over the past fifty years, the Catholic<br />

Church and its organizations have<br />

often worked with the UNHCR<br />

in difficult and even dangerous situations<br />

around the world. The Holy<br />

See has shared many of<br />

UNHCR's joys and sorrows, including<br />

the tragic events which have<br />

marred this anniversary year.<br />

The anniversary coincides with<br />

the Great Jubilee being celebrated<br />

by Catholics and other Christians in<br />

all parts of the world. The Jubilee's<br />

biblical roots recall the “year of the<br />

Lord's favour” proclaimed by Jesus<br />

when he announced the Good News<br />

to the poor by his words and deeds<br />

(cf. Lk 4:16-30; Tertio Millennio Adveniente,<br />

n. 11). Today we must<br />

count refugees and other forcibly<br />

Su iniziativa del Pontificio Consiglio<br />

per la Famiglia e dell'Acton Institute for<br />

the Study of Religion and Liberty<br />

(Grand Rapids, USA), numerosi docenti<br />

universitari, giuristi, economisti, politici,<br />

legislatori, teologi e responsabili della<br />

cura pastorale delle famiglie, provenienti<br />

da tutti i continenti, si sono incontrati<br />

dal 27 al 29 novembre 2000 nell'Aula<br />

Vecchia del Sinodo, per riflettere sui diversi<br />

aspetti della cosiddetta «globalizzazione»<br />

e sul suo impatto sulla famiglia e<br />

sulla vita familiare. L'incontro segue il<br />

Congresso Internazionale su «Famiglia,<br />

Economia e Futuro della Società» svoltosi<br />

in Vaticano dal 6 al 9 marzo 1996.<br />

È generalmente riconosciuto che la<br />

globalizzazione offre grandi possibilità di<br />

sviluppo e di produzione di ricchezza.<br />

Questo, tuttavia, non garantisce un'equa<br />

distribuzione delle ricchezze tra le persone<br />

dei diversi Paesi.<br />

Dai lavori è emerso che uno degli effetti<br />

più evidenti di questa globalizzazione<br />

si osserva nella promozione di una<br />

nuova mentalità contraria alla vita,<br />

estranea alle tradizioni locali, in molti<br />

Paesi poveri, mediante l'attività di ogni<br />

sorta di agenti. A questa grave aggressione<br />

culturale occorre poi aggiungere il<br />

ricatto fatto ai Paesi poveri mediante i<br />

prestiti per il sostegno allo sviluppo, laddove<br />

gli aiuti finanziari e tecnologici sono<br />

subordinati all'accettazione di programmi<br />

per il controllo delle nascite.<br />

Fortunatamente però — hanno osservato<br />

i congressisti — la globalizzazione ha<br />

anche aspetti positivi e promettenti.<br />

Prima di tutto, essa può essere positiva<br />

se raggiunge l'obiettivo fissato dall'Enciclica<br />

Centesimus annus di portare<br />

tutti i poveri del mondo nel circolo comune<br />

dello sviluppo. Alla Chiesa, inoltre,<br />

la globalizzazione offre un'eccellente<br />

displaced persons among the poorest<br />

members of the human family,<br />

and to their service the Church and<br />

the UNHCR are both unremittingly<br />

committed.<br />

Some years ago I referred to the<br />

plight of refugees in the world as “a<br />

shameful wound of our times”. Since<br />

then their number has unfortunately<br />

increased and their situation<br />

has become more tragic. The dawn<br />

of a new millennium calls all responsible<br />

men and women to fresh<br />

efforts to implement the great humanitarian<br />

ideal which is at the<br />

heart of the UNHCR's mission: the<br />

protection of refugees and the defence<br />

and promotion of their dignity.<br />

The Holy See fully shares the<br />

UNHCR's concerns in this respect,<br />

and will continue to do all it can to<br />

ensure that refugees and displaced<br />

persons are not forgotten in the<br />

midst of the profound transformations<br />

affecting international life. It<br />

will continue to encourage support<br />

for those countries that bear the<br />

heavy and often prolonged burden<br />

of sheltering displaced populations.<br />

This Fiftieth Anniversary year is<br />

also a moment of transition for<br />

yourself, Madam High Commissioner,<br />

as you hand over the administration<br />

of the UNHCR to your successor.<br />

Your presence and activity<br />

Questa è una nostra traduzione italiana<br />

del Messaggio del Santo Padre:<br />

In occasione del Capitolo Generale ordinario elettivo<br />

L'incontro del Papa con le Suore Benedettine di Carità<br />

Un convegno promosso dal Pontificio Consiglio per la Famiglia<br />

Globalizzazione, economia e famiglia<br />

opportunità per la nuova evangelizzazione:<br />

per sua natura, essendo «cattolica»,<br />

essa è aperta alle dimensioni mondiali.<br />

L'amore di Dio non conosce confini e<br />

deve essere rispecchiato ed espresso nella<br />

Chiesa come luogo divino di diversità<br />

e comunione.<br />

Nel corso dei lavori, il fenomeno è<br />

stato analizzato anche nelle conseguenze<br />

che ha per la famiglia. Le famiglie, infatti,<br />

svolgono complesse funzioni economiche.<br />

I relatori si sono soffermati<br />

inoltre sui fattori che influenzano il ruolo<br />

educativo della famiglia. Il ruolo principale<br />

della famiglia come luogo di formazione<br />

morale è messo in crisi dal fenomeno<br />

della globalizzazione, così come<br />

si sta attualmente sviluppando. Si sta<br />

diffondendo una nuova visione mondiale,<br />

in cui l'economia è vista come elemento<br />

principale della vita: ogni cosa è<br />

orientata all'avere piuttosto che all'esse-<br />

have left an indelible mark on the<br />

past decade of the history of the<br />

UNHCR, one of its most difficult<br />

periods so far. Your contacts with<br />

various agencies of the Holy See<br />

and with myself personally have<br />

been much appreciated, and have<br />

shown how close the cause of refugees<br />

is to your heart. A sign of the<br />

importance you have attributed to<br />

our cooperation is the appointment<br />

of a UNHCR Delegate to the Holy<br />

See during your mandate.<br />

You have carried out your demanding<br />

task with discretion and<br />

sensitivity to the political, philosophical<br />

and religious convictions of<br />

the many people and States with<br />

which you have dealt. At the same<br />

time, your dedicated personal commitment<br />

to the great humanitarian<br />

concerns of the UNHCR has been<br />

inseparable from your witness to<br />

the fact that promoting the good of<br />

the human person and society is intimately<br />

linked to living out our faith<br />

in Jesus Christ.<br />

As you celebrate this Fiftieth Anniversary,<br />

please be assured of the<br />

Holy See's lasting commitment to<br />

upholding the dignity and rights of<br />

refugees, and to contributing to the<br />

search for just solutions to the challenge<br />

posed by the forced migrants<br />

of the world. Upon you and all tho-<br />

Le capitolari dell'Istituto delle Suore Benedettine<br />

di Carità sono state ricevute dal<br />

Santo Padre nella mattina di martedì 2 gennaio.<br />

In questi giorni le religiose sono riunite<br />

per l'elezione della Superiora generale e<br />

del nuovo Consiglio generalizio, nonché<br />

per una rivitalizzazione del carisma. A guidarle<br />

nella preparazione del capitolo è stato<br />

l'Abate Ordinario della Basilica di San<br />

Paolo fuori le Mura, Dom Paolo Lunardon.<br />

Fedeli agli intendimenti e ai progetti della<br />

Fondatrice, Madre Colomba Gabriel, le<br />

Suore di Carità seguono la Regola di san<br />

Benedetto per quanto si riferisce agli elementi<br />

caratteristici della spiritualità e si dedicano<br />

alle più svariate attività, privilegiando<br />

i più poveri in ogni parte del mondo.<br />

L'Istituto, che ha la casa generalizia a<br />

Roma (via Tor de' Schiavi 116), è presente<br />

con 13 strutture in Italia, 4 in Madagascar e<br />

1 in Romania. Le 130 Suore benedettine di<br />

Carità che ne fanno parte, mediante la professione<br />

dei consigli evangelici cercano Dio nella sequela di Cristo casto,<br />

povero e obbediente, portando a compimento la sua totale donazione, come<br />

sacrificio offerto al Padre, perché la sua intera esistenza divenga un ininterrotto<br />

atto di culto nella carità. L'azione apostolica dell'Istituto, benché aperta<br />

ad altre forme secondo le necessità della Chiesa in luoghi e tempi diver-<br />

Celebrazione in suffragio<br />

di Mons. John T. Muthig<br />

a 10 anni dalla morte<br />

Nel 10° anniversario della morte,<br />

Mons. John T. Muthig, già Incaricatodell'edizionesettimanalein<br />

lingua inglese dell'«Osservatore<br />

Romano», verrà ricordato venerdì<br />

mattina, 5 gennaio (ore<br />

8.30), nella chiesa di sant'Anna in<br />

Vaticano. Presiederà la Concelebrazione<br />

Eucaristica di suffragio<br />

l'Arcivescovo Renato R. Martino,<br />

OsservatorePermanentedella Santa<br />

Sede presso le Nazioni Unite.<br />

re. Le domande fondamentali: chi sono<br />

io? dove sto andando?, sono considerate<br />

secondarie.<br />

Dai tre giorni di incontri nell'Aula<br />

Vecchia del Sinodo è scaturito il convincimento<br />

che la famiglia può essere protagonista<br />

e beneficiaria della globalizzazione.<br />

In un mondo in cui le forze della<br />

globalizzazione tendono verso la «depersonalizzazione»,<br />

la famiglia esiste come<br />

porto privilegiato in cui le persone possono<br />

affermare la propria identità e dove<br />

questa viene riconosciuta in un contesto<br />

di amore reciproco e di comprensione.<br />

La globalizzazione dovrebbe essere<br />

al servizio dell'uomo e non l'uomo al<br />

servizio della globalizzazione. Essa dovrebbe<br />

tutelare la dignità umana e il bene<br />

comune.<br />

In questa prospettiva, la Dottrina Sociale<br />

della Chiesa rappresenta una fonte<br />

d'ispirazione feconda per tutte le autorità<br />

pubbliche nazionali e internazionali.<br />

L'Enciclica Centesimus annus l'ha saldamente<br />

collocata sui due pilastri della<br />

solidarietà e della sussidiarietà. Fintanto<br />

che questi due principi vengono rispettati<br />

e promossi attivamente dagli<br />

Stati, la società ha la possibilità di rimanere<br />

giusta e umana.<br />

La creazione di un nuovo contratto<br />

sociale dovrebbe essere progettata a livello<br />

internazionale, e caratterizzata da<br />

uno spirito di solidarietà, che porti a<br />

una maggiore collaborazione ai vari livelli<br />

e non escluda nessuno dei Paesi più<br />

poveri, diversamente da quanto accade<br />

oggi. La famiglia occupa un posto speciale<br />

in questo contesto, poiché è in famiglia<br />

che i cittadini di domani, guidati<br />

attivamente dai genitori, possono imparare<br />

nel modo migliore come vivere<br />

concretamente sia la solidarietà sia la<br />

sussidiarietà.<br />

se who dedicate themselves to the<br />

noble mission of the UNHCR I cordially<br />

invoke an abundance of divine<br />

blessings.<br />

From the Vatican, 22 November<br />

2000.<br />

Alla signora Sadako Ogata,<br />

Alto Commissario<br />

delle Nazioni Unite per i Rifugiati<br />

Le scrivo per ringraziarla della<br />

cortese lettera sulla celebrazione<br />

del cinquantesimo anniversario<br />

dell'Alto Commissariato delle Nazioni<br />

Unite per i Rifugiati.<br />

In questa occasione importante<br />

esprimo le mie più vive congratulazioni<br />

a Lei, al suo staff a Ginevra,<br />

e ai suoi collaboratori nel mondo,<br />

che per la maggior parte, come Lei<br />

ha scritto, sono «in prima linea».<br />

Per molte persone costrette a fuggire<br />

dalla guerra e dalla persecuzione<br />

questi uomini e queste donne<br />

impegnati dell'ACNUR sono<br />

spesso la sola fonte di speranza e<br />

di aiuto.<br />

Per molte ragioni la Santa Sede<br />

si sente vicina a questo anniversario.<br />

Negli ultimi cinquant'anni, la<br />

Chiesa cattolica e le sue organizzazioni<br />

hanno spesso collaborato con<br />

l'ACNUR in situazioni difficili e<br />

persino pericolose.<br />

La Santa Sede ha condiviso molte<br />

gioie e molti dolori dell'ACNUR,<br />

inclusi gli eventi tragici che hanno<br />

funestato questo anniversario.<br />

L'Anniversario coincide con il<br />

Grande Giubileo celebrato dai cattolici<br />

e da altri cristiani in tutte le<br />

parti del mondo. Le radici bibliche<br />

del Giubileo ricordano «un anno di<br />

grazia del Signore» proclamato da<br />

Gesù quando annunciò la Buona<br />

Novella ai poveri non solo con le<br />

parole, ma prima di tutto con le<br />

sue opere (cfr Lc 4, 16-30; Tertio<br />

Millennio adveniente, n. 11). Fra i<br />

membri più poveri della famiglia<br />

umana dobbiamo annoverare oggi<br />

i rifugiati e altre persone costrette<br />

a vivere lontano dalle proprie case;<br />

la Chiesa e l'ACNUR sono entrambi<br />

impegnati senza sosta al loro servizio.<br />

Alcuni anni fa definii la piaga<br />

dei rifugiati nel mondo «una ferita<br />

vergognosa dei nostri tempi». Da<br />

si si caratterizza particolarmente nel servizio di carità e accoglienza, di<br />

evangelizzazione, di educazione. Norme essenziali e supreme di vita di ciascuna<br />

suora anche nell'attività apostolica sono la dottrina e la vita del Signore<br />

Gesù, presentata dal Vangelo, totalmente orientata alla gloria del Padre<br />

e alla salvezza delle anime.<br />

allora purtroppo il loro numero è<br />

aumentato e la loro situazione è<br />

divenuta più tragica. L'alba di un<br />

nuovo millennio chiama tutti gli<br />

uomini e tutte le donne responsabili<br />

a compiere sforzi nuovi al fine di<br />

realizzare il grande ideale umanitario<br />

che è al centro della missione<br />

dell'ACNUR: la tutela dei rifugiati e<br />

la difesa e la promozione della loro<br />

dignità. La Santa Sede condivide<br />

pienamente le preoccupazioni dell'ACNUR<br />

a questo proposito e continuerà<br />

a fare tutto il possibile per<br />

garantire che i rifugiati e i dislocati<br />

non vengano dimenticati in mezzo<br />

alle profonde trasformazioni della<br />

vita internazionale. Essa continuerà<br />

a promuovere il sostegno a quei<br />

Paesi che portano il fardello pesante<br />

e spesso costante dell'accoglienza<br />

di popolazioni dislocate.<br />

Il cinquantesimo anniversario è<br />

anche un momento di transizione<br />

per Lei, Alto Commissario, in<br />

quanto lascia l'amministrazione<br />

dell'ACNUR al suo successore. La<br />

sua presenza e la sua attività hanno<br />

lasciato un segno indelebile nell'ultimo<br />

decennio della storia dell'ACNUR,<br />

uno dei periodi più difficili<br />

avutisi fin ora. I suoi contatti<br />

con varie agenzie della Santa Sede<br />

e con me personalmente sono stati<br />

molto apprezzati e hanno dimostrato<br />

quanto abbia a cuore la causa<br />

dei rifugiati. Un segno dell'importanza<br />

che ha attribuito alla cooperazione<br />

è la nomina di un delegato<br />

dell'ACNUR presso la Santa Sede<br />

durante il suo mandato.<br />

Ha svolto il suo arduo compito<br />

con discrezione e sensibilità verso<br />

le convinzioni politiche, filosofiche<br />

e religiose delle molte persone e dei<br />

numerosi Stati con i quali ha trattato.<br />

Al contempo, il suo devoto<br />

impegno personale nelle grandi<br />

cause umanitarie dell'ACNUR è<br />

stato inseparabile dalla sua testimonianza<br />

del fatto che la promozione<br />

del bene della persona umana<br />

e della società è intimamente legata<br />

al vivere la nostra fede in Gesù<br />

Cristo.<br />

Celebrando il cinquantesimo anniversario,<br />

sia certa dell'impegno<br />

duraturo della Santa Sede volto a<br />

promuovere la dignità e i diritti dei<br />

rifugiati e a contribuire alla ricerca<br />

di soluzioni giuste alla sfida posta<br />

dalle persone costrette a emigrare.<br />

Su di Lei e su quanti si dedicano<br />

alla nobile missione dell'ACNUR<br />

invoco cordialmente l'abbondanza<br />

delle benedizioni divine.<br />

Dal Vaticano, 22 novembre 2000<br />

GIOVANNI PAOLO PP. II<br />

In una produzione video la figura del santo sociale torinese<br />

«San Leonardo Murialdo: la mia storia»<br />

Nella Torino ottocentesca animata dal<br />

fervore dei cosiddetti Santi Sociali —<br />

un gruppo di sacerdoti che si impegnò<br />

fortemente per il miglioramento delle<br />

precarie condizioni di vita del popolo,<br />

vivendo tra i ragazzi, gli uomini e le<br />

donne della città, condividendone i problemi,<br />

per una rinnovata crescita spirituale<br />

e materiale —, un posto di tutto<br />

rilievo assunse il sensibile, attivo e umile<br />

don Murialdo.<br />

Nel centenario della morte (1828-<br />

1900), celebrato con convegni ed altre<br />

iniziative, il video-vhs «San Leonardo<br />

Murialdo. La mia storia», realizzato dalla<br />

Nova-T (Torino 2000, 30'), con la regia<br />

di Paolo Damosso e fotografia di Antonio<br />

Morabito, propone la storia di un<br />

uomo mite e autorevole in mezzo ai ragazzi;<br />

di un cristiano che ha inseguito<br />

con coerenza e impegno il sogno di un<br />

mondo migliore con uno stile, con azioni<br />

e parole che sono ancora straordinariamente<br />

attuali. Il ricordo di s. Leonardo<br />

Murialdo, testimone rilevante di vita<br />

evangelica, è necessario e arricchente<br />

per l'originalità del messaggio che porta.<br />

Egli, figlio di un onesto agente di cambio,<br />

che lo lasciò presto orfano, allievo<br />

degli Scolopi a Savona, tornato a Torino,<br />

dopo qualche tempo di incertezza e<br />

di ricerca, si dedicò con passione alla<br />

catechesi e alla cura dei ragazzi sbandati<br />

delle periferie e a quelli del riformatorio<br />

che agli altri incutevano paura, i corrigendi<br />

della «Generala», la prigione minorile<br />

al cui solo nome tanti tremavano.<br />

Cresciuto in una cultura intransigente,<br />

tuttavia egli seppe essere affabile e dolce,<br />

capace di ascoltare e parlare personalmente,<br />

di creare legami significativi e<br />

liberanti con quanti incontrava.<br />

Toccati con mano la povertà degli immigrati,<br />

la solitudine e l'emarginazione<br />

dei bambini di strada, lo sfruttamento<br />

dei minori nelle campagne e nelle fabbriche<br />

— o, come gli spazzacamini, nelle<br />

case cittadine —, l'analfabetismo che<br />

creava dipendenza e perpetuava ingiustizia,<br />

divenne amico, riferimento e vigoroso<br />

sostegno per quei laici già da tempo<br />

consci delle urgenze emergenti nella città<br />

ottocentesca di fronte all'incipiente<br />

industrializzazione. «Se sei solo e abbandonato,<br />

sei uno dei nostri», era uno dei<br />

suoi motti, riferito soprattutto ai più<br />

giovani, che cercava e avvicinava nei<br />

quartieri più poveri, nelle soffitte dei palazzi<br />

e lungo gli argini del Po.<br />

Alle origini del movimento operaio e<br />

contadino, egli è uno dei protagonisti di<br />

questa avventura, buttato a capofitto<br />

nella prossimità e nell'azione a favore<br />

dei ragazzi e del mondo del lavoro, per<br />

il quale contribuì a fondare «La Voce<br />

dell'Operaio», primo giornale operaio<br />

cattolico in Italia. In particolare, perché<br />

la sua opera potesse continuare, e non<br />

restassero soli tanti giovani e tanti lavoratori<br />

non cadessero vittime dello sfruttamento,<br />

fondò la Pia società torinese di<br />

San Giuseppe, poi chiamati i Giuseppini<br />

del Murialdo, conscio che per una educazione<br />

efficace occorre l'opera di un<br />

intero staff in sintonia. Loro compito diventa<br />

quello di formare i formatori, accompagnando<br />

i laici in una crescita<br />

completa, integrale, coinvolgente gli<br />

aspetti umani e spirituali in una feconda<br />

simbiosi. Riteneva fondamentale lo studio,<br />

la qualificazione professionale e la<br />

partecipazione alle organizzazioni dei lavoratori<br />

cattolici e per questo non fu<br />

sempre capito, anche dalle autorità. Era<br />

sua convinzione che, come lasciò scritto,<br />

solo così si venga «ad evitare il deplorevole<br />

inconveniente che vadano perduti<br />

distinti ingegni delle classi più povere,<br />

dalla Provvidenza evidentemente destinati<br />

a prestare servizio alla società più<br />

con le doti dell'intelligenza che non con<br />

il vigore delle braccia».<br />

Uomo europeo, viaggiò molto, traguardando<br />

spesso i confini, non solo<br />

geografici, sempre teso a cogliere le<br />

istanze emergenti. Fu in Inghilterra e in<br />

Francia, per viaggi insieme di studio e<br />

pastorali. A Lione nell'ambito dell'Opera<br />

dei Congressi, incontrò Léon Harmel e<br />

conobbe dal vivo il suo esperimento sociale<br />

attuato negli stabilimenti di Val de<br />

Bois, con forme inedite di corporativismo<br />

cristiano. Già trentasettenne, e prete<br />

da tempo, si recò a Parigi dove rimase<br />

un intero anno a San Sulpizio volontariamente<br />

di nuovo studente, per capire,<br />

per scorgere le linee del nuovo, l'emergere<br />

del futuro. Per servire sull'orizzonte<br />

degli eventi in maturazione, per<br />

far crescere, tornato a Torino, coscienze<br />

adulte, capaci di vivere la professione, la<br />

vita e la fede con grande armonia interiore,<br />

con equilibrio e fiducia nelle novità<br />

che s'affacciano. Egli non si è mai<br />

sentito fondatore, perché, diceva, questi<br />

sono tutti santi. Senza avvedersene, egli<br />

stesso lo diventerà, impegnato nel sociale<br />

proprio per la profondità e la delicatezza<br />

della sua coscienza religiosa, coniugando<br />

in felice sinergia contemplazione<br />

e azione geniale e silenziosa, consumando<br />

con naturalezza in punta di<br />

piedi e in punta di cuore tutta la sua<br />

esistenza a favore dei giovani poveri,<br />

scoperti, amati e valorizzati nella precarietà<br />

dei quartieri più disagiati e della<br />

periferia. Il suo esempio sollecita oggi<br />

con grande intensità ad essere attenti e<br />

premurosi nei confronti di nuove drammatiche<br />

esclusioni, quelle dei nuovi poveri<br />

privi di cittadinanza perché senza<br />

un lavoro tutelato.<br />

GRAZIELLA MERLATTI


.<br />

PAGINA<br />

11 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Giovedì 4 Gennaio 2001<br />

«Come annunciare la vocazione all'amore<br />

verginale nella pastorale vocazionale»<br />

è il tema del convegno promosso dal<br />

Centro Nazionale Vocazioni (CNV) in corso<br />

alla «Domus Mariae» di Roma, dal 3 al<br />

5 gennaio. Mercoledì 3 i lavori sono cominciati<br />

con la preghiera presieduta dall'Arcivescovo<br />

di Taranto, Mons. Benigno<br />

Papa, Presidente del CNV. Hanno fatto seguito<br />

gli interventi di don Luca Bonari, direttore<br />

del CNV, e del vicedirettore, don<br />

Antonio Ladisa. Quindi don Carlo Rocchet-<br />

A Roma il convegno del Centro Nazionale Vocazioni<br />

ta, docente di teologia alla Lateranense,<br />

ha tenuto la relazione su: «La vocazione<br />

all'amore». Alle 18.45 il Cardinale Camillo<br />

Ruini presiederà la Santa Messa.<br />

Giovedì 4, alle ore 7.30, la Celebrazione<br />

Eucaristica sarà presieduta dall'Arcivescovo<br />

di Pisa, Mons. Alessandro Plotti, che<br />

terrà una relazione su: «L'annuncio della<br />

vocazione all'amore verginale nella vita<br />

della comunità cristiana e il contributo del<br />

Il Cardinale Angelo Sodano, Segretario di Stato<br />

ha benedetto la nuova sede<br />

del Pontificio Ateneo «Regina Apostolorum»<br />

ARTURO GUTIÉRREZ GÓMEZ<br />

Il Cardinale Angelo Sodano, Segretario<br />

di Stato della Santa Sede, ha benedetto,<br />

domenica 31 dicembre, la nuova<br />

sede del Pontificio Ateneo «Regina Apostolorum»,<br />

in via degli Aldobrandeschi a<br />

Roma. Alla cerimonia era presente Padre<br />

Marcial Maciel, Gran Cancelliere<br />

dell'Ateneo e fondatore dei Legionari di<br />

Cristo, che ha rivolto al Cardinale Segretario<br />

di Stato parole di profonda stima<br />

e di ringraziamento per il sostegno<br />

offerto al Pontificio Ateneo nel corso di<br />

questi anni. Erano presenti, tra gli altri,<br />

il Rettore Magnifico, Padre Paolo Scarafoni,<br />

e il Rettore del Centro studi superiori,<br />

Padre Alvaro Corcuera.<br />

«Non è possibile esprimere con parole<br />

adeguate l'immensità della nostra gratitudine<br />

— ha detto Padre Marcial Maciel<br />

—. Ma noi vorremmo che l'Università<br />

Pontificia “Regina Apostolorum” fosse<br />

considerata a pieno diritto un'opera sua,<br />

e che nella memoria e nella storia restasse<br />

sempre legata alla sua persona. Il<br />

percorso per arrivare alla costruzione<br />

dell'Ateneo è stato pieno di difficoltà.<br />

Non posso dimenticare che è stato proprio<br />

lei, Eminenza, ad aver reso possibile<br />

il raggiungimento del traguardo che<br />

ci eravamo posti, per assecondare il desiderio<br />

espresso dal Santo Padre di stabilire<br />

a Roma un nuovo centro universitario<br />

per gli studi ecclesiastici, diretto<br />

dalla Congregazione dei Legionari di<br />

Cristo. Lei, Eminenza, con saggezza e<br />

prudente determinazione, è potuto intervenire<br />

al momento giusto per superare<br />

gli ostacoli che si ponevano sul nostro<br />

cammino. I suoi gesti ci hanno manifestato<br />

la sua paterna benevolenza, la sua<br />

magnanimità nel proteggere e nell'appoggiare,<br />

seguendo l'esempio del Santo<br />

Padre, tutti i progetti che sorgono nella<br />

Chiesa come frutto dell'ispirazione dello<br />

Spirito Santo, che non smette di soffiare<br />

e di far crescere nuove opere per affrontare<br />

le sfide del Terzo Millennio».<br />

Dopo le parole di Padre Maciel, il<br />

Cardinale Angelo Sodano ha pronunciato<br />

il suo discorso, rivolgendosi alla comunità<br />

accademica del Pontificio Ateneo<br />

«Regina Apostolorum». «Le nostre<br />

comunità di studio sparse per il mondo<br />

— ha detto il Segretario di Stato — sono<br />

chiamate a diventare un luogo privilegiato<br />

di formazione, prima di tutto alla<br />

santità della vita, per essere il sale della<br />

terra, e poi all'apprendimento della dottrina<br />

cristiana, per essere luce del mondo.<br />

Fari luminosi per quella gioventù<br />

che anche oggi cerca Cristo ed ha bisogno<br />

di Lui. Questo è pure l'augurio che<br />

mi sale spontaneo dal cuore, nell'ora solenne<br />

della benedizione di questo grandioso<br />

Ateneo dei Legionari di Cristo:<br />

l'augurio che esso sia una sorgente di<br />

luce per tutti coloro che vi verranno,<br />

desiderosi di conoscere a fondo il Van-<br />

Una «guida» per il pellegrino del Terzo Millennio a cura di Carlo Alberto Lotti<br />

Il santuario di Santa Maria del Monte sopra Varese<br />

«Santa Maria del Monte sopra Varese.<br />

Il monte sacro Olona e il Sacro<br />

Monte del Rosario» è il titolo del volume<br />

di Carlo Alberto Lotti, edito a cura<br />

del Santuario (pagine 288). Pubblichiamo<br />

alcuni passi della «Presentazione»<br />

al volume di Silvano Colombo.<br />

Il libro è un'avventura per due: per<br />

chi lo scrive e per chi lo legge. Chi lo<br />

scrive, ricapitola la propria esistenza<br />

cercando di venirne fuori con un disegno<br />

incisivo e sintetico, anche se problematico;<br />

chi lo legge, si fa portare per<br />

strada dall'autore, senza poter dialogare<br />

e controbattere, accettandone vie dritte,<br />

scorciatoie, divagazioni, prendendo per<br />

assoluto ciò che gli si dice.<br />

Chi ha scritto questo libro è Carlo Alberto<br />

Lotti, che vi ha trasfuso tutta la<br />

sua particolare testimonianza di una vita<br />

vissuta nella vocazione del mestiere di<br />

ricercatore e di restauratore, e per di<br />

più innamorato e appassionato.<br />

Ricercatore contro corrente, come<br />

s'addice a un toscano che, trapiantato a<br />

Varese, studia la storia locale, indaga su<br />

monumenti affatto sconosciuti, compie<br />

e redige itinerari alla scoperta di siti e<br />

testimonianze accantonate da secoli,<br />

provoca l'attenzione del pubblico divulgando<br />

notizie e segnalando mete di studio<br />

importanti, scende in campo contro<br />

le burocrazie e si fa paladino di iniziative<br />

amplificate sui giornali, per scuotere<br />

il torpore degli indigeni, si fa editore, a<br />

proprie spese, con rischi e fastidi conseguenti.<br />

Tra tante imprese, ne ricordo una sola,<br />

bastante, però, ad assicurargli la nostra<br />

gratitudine: la scoperta del complesso<br />

di Torba che, dopo la segnalazione<br />

del Bognetti, era rimasto da parte perché<br />

troppo evidente il risalto di Castelseprio<br />

e di Santa Maria foris portas. Gli<br />

interventi sulla torre e la chiesa di Torba<br />

hanno portato in evidenza una storia<br />

tardo-romana ed alto-medioevale di altissimo<br />

rango ed il «bene culturale» è infine<br />

diventato pubblico perché alla lunga<br />

le istituzioni se ne sono appropriate,<br />

l'hanno ufficializzato, ed ora, proprietà<br />

gelo di Cristo. Questo è l'augurio che<br />

pongo nelle mani del vostro venerato e<br />

caro Padre fondatore Marcial Maciel, di<br />

Padre Paolo Scarafoni, di Padre Alvaro<br />

Corcuera e di tutti i professori. Vorrei<br />

aggiungere anche un secondo augurio:<br />

che questo centro di studi formi una comunità<br />

apostolica, unita con gli stessi<br />

santi ideali che animarono gli Apostoli<br />

nel Cenacolo di Gerusalemme, insieme a<br />

Maria, Regina degli Apostoli, alla quale<br />

è stata dedicata questa università. Che<br />

del F.A.I., viene goduto da tutti gli intelligenti<br />

della storia e dell'arte.<br />

Una presenza ed una testimonianza<br />

scomode, dunque, se inquadrate nell'ambiente<br />

provinciale o cittadino di provincia,<br />

che lascia andare le cose secondo<br />

il detto di non agitare quanto si è<br />

abituati a vedere e considerare fermo.<br />

Una provocazione salutare, perché talune<br />

battaglie degli anni Sessanta e Settanta<br />

ora sono diventate di ordinaria<br />

amministrazione, si sono rese familiari<br />

ma soltanto perché da una parte c'è stato<br />

un Lotti che, per non venir meno al<br />

suo cognome, non si è mai tirato indietro:<br />

dall'altra perché un ricambio di generazioni,<br />

di insegnanti, di studenti ha<br />

finalmente preteso che i valori della cultura<br />

venissero considerati come basilari<br />

e non degli accessori del solo guadagno.<br />

Nella vita, tuttavia, non si va avanti da<br />

soli anche se si è sulla strada giusta. Arriva,<br />

a volte provvidenzialmente, chi risolve<br />

d'un botto i problemi e lo fa con<br />

prestigiosa autorità. Mons. Pasquale<br />

Macchi, appena nominato Arciprete di<br />

Santa Maria del Monte, prendendo<br />

spunto da un intervento del Rotary Club<br />

di Varese rivolto al restauro delle sculture<br />

nella Prima Cappella del Sacro Monte<br />

(1980), progetta il restauro complessivo<br />

e globale della Fabbrica del Rosario, lo<br />

avvia e lo porta a termine in tempi stretti<br />

ed affida al Lotti l'impresa delle Cappelle.<br />

Qui si annoda e da qui si dipana la testimonianza<br />

di vita che il libro compendia.<br />

Chi lo leggerà dovrà farsi guidare da<br />

uno che è innamorato del suo mestiere,<br />

che è poco incline ad ammettere di aver<br />

preso strade impervie quando ve n'erano<br />

di più dirette, che eccita emozioni e<br />

va verso divagazioni erudite, che segue<br />

di par suo una via per comunicare dettata<br />

specialmente dal suo parlare, irruente,<br />

a strappi, provocatorio come il<br />

suo modo di fare, che viene sì controllato<br />

nel passare sulla pagina ma perde<br />

quel nerbo nel dire che si avverte e si<br />

scusa, nel leggere e nel rileggere si rileva<br />

o fa distrarre.<br />

la Madre del Signore vi introduca ogni<br />

giorno di più a conoscere Cristo e il suo<br />

Vangelo di Vita. Che faccia sempre più<br />

scoprire agli alunni la bellezza e la grandezza<br />

della vocazione cristiana».<br />

Al termine della cerimonia è stata<br />

esposta una lapide, come segno di ringraziamento<br />

nei confronti del Cardinale<br />

Sodano e in ricordo di questa giornata<br />

così importante per la comunità accademica<br />

dell'Università.<br />

Il Pontificio Ateneo «Regina Apostolo-<br />

Vero è che il libro è pensato come<br />

«Guida per il pellegrino del terzo millennio»<br />

anche se della Guida non ha le<br />

usuali doti di maneggevolezza e di concisione,<br />

proponendosi piuttosto come un<br />

libro da tavolo.<br />

(...)<br />

Lotti ha studiato il monte Olona, proponendo<br />

in un sottotitolo inatteso una<br />

puntualissima ragione d'ordine topografico<br />

e storico, provocando e richiamando<br />

l'attenzione su quanta altra storia vi<br />

sia costruita lassù prima di quella magistralmente<br />

scritta nell'età sforzesca e<br />

spagnola.<br />

Così avvertendo ed indagando nel vissuto<br />

del Borgo di Santa Maria, Lotti si è<br />

reso testardo e fortunato scopritore di<br />

monumenti nascosti di rilevantissimo<br />

prestigio ed intelligente indagatore delle<br />

loro vicende costruttive.<br />

Ne indico soltanto alcuni per lasciare<br />

a chi leggerà il piacere di trovarne altri<br />

da mettere all'indice.<br />

La scoperta dell'esistenza della facciata<br />

romanica della Chiesa della Madonna,<br />

poi sopralzata, nel tardo Quattrocento,<br />

per allestire la Chiesa delle Madonne,<br />

cioè delle Romite, grazie alla quale<br />

ci si è resi conto che l'edificio romanico<br />

è stato conservato quasi per intero nell'attuale<br />

Santuario, dettando in tal modo<br />

l'evidenza di una iconografia della quale<br />

si supponeva tutt'altro impianto e risalto.<br />

La ricostruzione, persuasiva delle vicende<br />

edilizie di ampliamento della chiesa<br />

romanica fino all'impianto di quella<br />

riservata alle Romite e dagli annessi ambienti<br />

del Monastero che si annidava<br />

contro il monte per ospitare sempre più<br />

crescente numero di testimonianze di fede<br />

e preghiera.<br />

L'altra, felicissima, della chiesa di san<br />

Bernardo, fatta erigere da Barnabò Visconti,<br />

il cui titolo ed i cui titolari emergevano<br />

soltanto dai documenti senza<br />

avere un recapito tra le case del borgo,<br />

cui si accompagna quella non da meno<br />

importante della «chiesa incompiuta»,<br />

compresa nella squadrata mole dell'ex-<br />

Albergo Camponovo.<br />

rum», diretto dai Legionari di Cristo, è<br />

giunto al suo ottavo anno di vita. Quest'anno<br />

è stata aperta la sua nuova sede,<br />

che potrà contenere fino a quattromila<br />

studenti ed è dotata di tutte le strutture<br />

e le innovazioni tecniche per una formazione<br />

adeguata alle necessità della Chiesa.<br />

Fra queste, il centro di teleconferenza<br />

(«aula virtuale»), che permette ai professori<br />

di impartire lezioni a studenti in<br />

sede e allo stesso tempo di collegarsi<br />

con tanti altri centri accademici in diverse<br />

parti del mondo.<br />

Attualmente l'Ateneo ha due Facoltà,<br />

Filosofia e Teologia, alle quali si sono<br />

aggiunte, nel corso degli anni, anche altre<br />

iniziative accademiche, come il biennio<br />

di Bioetica, creato per rispondere all'invito<br />

del Santo Padre a promuovere<br />

un'autentica cultura della vita, e il Centro<br />

per formatori nei seminari, che organizza<br />

corsi estivi per la formazione e<br />

l'aggiornamento degli educatori nei seminari<br />

diocesani.<br />

Inoltre, quest'anno è stato aperto l'Istituto<br />

Superiore di Scienze Religiose,<br />

che ha lo scopo di preparare gli insegnanti<br />

di religione.<br />

Esiste anche un centro affiliato negli<br />

Stati Uniti d'America, «Our Lady of<br />

Thornwood», con una Facoltà di Filosofia.<br />

Infine, è giunta al suo quarto anno di<br />

vita la rivista «Alpha Omega», che raccoglie<br />

la ricerca scientifica dei docenti<br />

delle varie Facoltà.<br />

Il risalto che ha nella ricerca la costruzione<br />

della storia del Borgo mette<br />

quasi in secondario rango la Fabbrica<br />

del S.o Rosario che per i più è la calamita<br />

del monte sopra Varese. Essa è invece<br />

ben complementare di una storia<br />

che nasceva da lassù e che Lotti inquadra<br />

a partire da più lontane radici per<br />

una testimonianza sulla origine e sugli<br />

sviluppi dei Sacri Monti. Quando, infine,<br />

si tratta della vera e propria vicenda<br />

architettonico-figurativa delle Cappelle<br />

del Rosario, Lotti si avvantaggia ancor<br />

di più rispetto agli ordinari studiosi per<br />

aver messo mano e bisturi sulle sculture<br />

e sugli intonaci, ed averne indagato la<br />

nascita, la crescita, i diversi stadi di interventi<br />

«conservativi».<br />

Dallo studiato rapporto di lavoro consumato<br />

su quelle testimonianze sono<br />

emerse novità di rilievo che anche questa<br />

volta indico appena sommariamente<br />

per i motivi già sopra indicati.<br />

La riscoperta dello spazio affrescato<br />

nella Sesta Cappella, che per le pareti è<br />

opera di Bartolomeo Vandoni di Oleggio,<br />

e la rivelazione di un affresco di Isidoro<br />

Bianchi da Campione, nella Undicesima<br />

Cappella, con la rarissima iconografia<br />

della Visita del Cristo risorto alla<br />

Madre.<br />

Lo spazio ultimo, forse perché alla<br />

Guida vien meno il fiato, chiude sbrigativamente<br />

sugli interventi contemporanei,<br />

tra i quali spicca il monumento a<br />

Paolo VI, geniale e sofferta scultura di<br />

Floriano Bodini, fatta erigere sempre ad<br />

opera di Mons. Pasquale Macchi, altro<br />

promotore d'imprese di fede e di arte<br />

sul Monte di Santa Maria del Monte sopra<br />

Varese, sul Monte Sacro Olona, sul<br />

Sacro Monte della Fabbrica del Rosario,<br />

per dirle un po' tutte: imprese di uomini<br />

le cui vicende Lotti ha compreso nel libro<br />

della sua vita, spesa per una vocazione<br />

i cui frutti son qui da cogliere ed<br />

apprezzare perché buoni per far conoscere<br />

e gustare un patrimonio di storia<br />

salvaguardato nelle sue opere e nei suoi<br />

valori ed affidato per la sua conservazione<br />

all'amore e all'intelligenza di tutti<br />

noi.<br />

CDV». Silvana Manfredi, docente di Sacra<br />

Scrittura alla Facoltà teologica di Sicilia,<br />

parlerà su: «Parola di Dio e vocazione:<br />

come annunciare la vocazione all'amore<br />

verginale nella vita della comunità cristiana<br />

attraverso l'esperienza dei “grandi<br />

chiamati”». Dopo i lavori di gruppo, la Veglia<br />

sarà presieduta dall'Arcivescovo Giuseppe<br />

Pittau, Segretario della Congregazione<br />

per l'Educazione Cattolica.<br />

Venerdì 5, la Santa Messa sarà celebrata<br />

dall'Arcivescovo Zenon Grocholewski,<br />

Prefetto della Congregazione per l'Educazione<br />

Cattolica. Don Lorenzo Ghizzoni, vicedirettore<br />

del CNV, terrà una relazione<br />

sui gruppi di studio e le prospettive pastorali.<br />

Padre Amedeo Cencini, docente di<br />

psicologia applicata e pastorale vocazione<br />

presso la Pontificia Università Salesiana,<br />

parlerà su: «Le attenzioni pedagoghiche e<br />

metodologiche nell'annuncio della vocazione<br />

all'amore verginale».<br />

La chiusura dell'Anno Santo in Terra Santa presieduta<br />

dal Card. Etchegaray, Inviato Speciale del Papa<br />

Tutta Betlemme nel Giubileo<br />

e tutto il Giubileo a Betlemme<br />

nostro servizio<br />

GERUSALEMME, 3.<br />

Tutta Betlemme nel Giubileo e tutto<br />

il Giubileo a Betlemme: è in questa «visione<br />

inglobante e unificatrice» di Giovanni<br />

Paolo II che il Cardinale Roger<br />

Etchegaray colloca la sua missione nella<br />

città natale di Gesù, Inviato Speciale<br />

del Papa per la chiusura del Grande<br />

Giubileo in Terra Santa. Chiusura avvenuta<br />

ieri con una Celebrazione liturgica<br />

bellissima, ma priva di un elemento<br />

coinvolgente, la partecipazione dei<br />

fedeli locali e dei pellegrini, alcune centinaia<br />

i primi, pochissimi i secondi.<br />

L'improvviso blocco militare dei territori<br />

palestinesi, deciso in conseguenza di<br />

un attentato terroristico la sera precedente<br />

nel cuore della cittadina israeliana<br />

di Netanyha, ha evidenziato, ancor<br />

più che per Natale, la situazione di angoscia<br />

in cui Betlemme è caduta da tre<br />

mesi, da tanto dura l'intifada, senza la<br />

linfa di quell'afflusso di pellegrini che è<br />

una sua ragione di vita.<br />

Impossibile ieri alle automobili provenienti<br />

da Gerusalemme superare il<br />

severo blocco militare, le autorità israeliane<br />

hanno fatto un'eccezione per<br />

quelle del Cardinale accompagnato dall'Arcivescovo<br />

Pietro Sambi, Delegato<br />

Apostolico in Gerusalemme e Palestina<br />

e Nunzio in Israele; del Patriarca latino<br />

Michel Sabbah, di alcuni Vescovi, del<br />

Custode francescano, per le auto con<br />

targa diplomatica. All'ingresso di Betlemme<br />

hanno dovuto evitare il passaggio<br />

dalla tomba di Rachele, luogo di<br />

quasi quotidiani scontri; poco più<br />

avanti hanno avuto la scorta della polizia<br />

palestinese. I pochi religiosi stranieri<br />

e i giornalisti giunti da Gerusalemme<br />

hanno passato il valico a piedi e raggiunto<br />

in taxi la chiesa parrocchiale di<br />

Santa Caterina adiacente alla Basilica<br />

della Natività.<br />

Qui, davanti alla porta del convento<br />

dei Frati Minori, si sono svolti i riti di<br />

introduzione alla cerimonia di chiusura.<br />

Si è cantata l'antifona «Populus qui<br />

ambulabat in tenebris, vidit lucem magnam»,<br />

il Cardinale ha salutato i pochi<br />

fedeli e il Patriarca ha introdotto la Celebrazione<br />

dicendo che «in quest'anno<br />

giubilare giunto al termine abbiamo<br />

sperimentato la grazia e la misericordia<br />

del Padre. Docili allo Spirito abbiamo<br />

camminato al seguito di Cristo luce del<br />

mondo. Ora gli andiamo incontro nella<br />

casa di dio ove lo troveremo e lo riconosceremo<br />

nella sua Parola e nello<br />

spezzare il pane, nell'attesa che venga e<br />

si manifesti nella sua gloria». La processione<br />

si è snodata attraverso il chiostro<br />

di San Gerolamo, il turiferaio con<br />

il turibolo fumigante, il crocifero con la<br />

croce ornata a festa e accanto i ministranti<br />

con le candele accese, poi il diacono<br />

le braccia levate con il libro dei<br />

Vangeli e i concelebranti. «Venit Dominus<br />

rex noster» è stata l'antifona che<br />

ha accompagnato il Salmo 71 («Dio dà<br />

al re il tuo giudizio») e con questo canto<br />

è avvenuto l'ingresso nella chiesa.<br />

Dove la Liturgia della Parola è stata<br />

preceduta dal rito dell'aspersione con<br />

l'acqua benedetta al canto di un'altra<br />

celebre antifona: «Vidi aquam egredientem<br />

de templo». La liturgia, dice il Padre<br />

Enrique Cabrera Bermejo OFM che<br />

l'ha curata, è di massima quella suggerita<br />

alle Chiese particolari per la chiusura<br />

dell'anno giubilare ma con alcuni<br />

adattamenti, come l'inserimento di riferimenti<br />

espliciti a Betlemme e l'eliminazione<br />

di quelli per la festa dell'Epifania,<br />

giorno in cui era inizialmente prevista.<br />

Non c'è stata una Porta da chiudere,<br />

come l'anno scorso non ne era<br />

stata aperta alcuna (si era attraversata<br />

quella, ornata per l'occasione da due<br />

palme, che unisce il chiostro alla basilica).<br />

Si è cantato il Gloria — a Betlemme<br />

ha sempre una pertinenza e una significazione<br />

speciale — e al centro della<br />

Liturgia della Parola l'omelia.<br />

Il Cardinale Etchegaray ha aperto e<br />

chiuso l'omelia non solo con il pensiero<br />

al Santo Padre, qui pellegrino il 22<br />

marzo scorso, ma anche con alcune<br />

sue parole. All'inizio sono di riflessione<br />

sul mistero dell'Incarnazione: «Ci volgiamo<br />

verso un momento avvenuto<br />

Duemila anni fa ma in spirito abbracciamo<br />

tutti i tempi. Riuniti in un solo<br />

luogo, includiamo il mondo intero. Celebriamo<br />

un bambino qui appena nato,<br />

ma ci stringiamo a tutti gli uomini e a<br />

tutte le donne di ogni luogo. Proclamiamo<br />

con forza in ciascun posto e a ogni<br />

persona: Che la pace sia con voi, non<br />

abbiate timore di nulla».<br />

Un ringraziamento al Comitato di<br />

Gerusalemme per il Giubileo — il suo<br />

presidente, il Vescovo Kamal-Hanna<br />

Bathish, Vicario generale del Patriarca<br />

Sabbah, è tra i concelebrante — nell'apprezzamento<br />

fra l'altro delle iniziative<br />

ecumeniche locali, «tappe importanti<br />

sul cammino dell'unità visibile di<br />

tutte le Chiese». Quindi una frase —<br />

«Avreste desiderato una Terra Santa<br />

più pacificata per accogliere i pellegrini,<br />

e in primo luogo quelli di questa regione,<br />

che avete per missione di introdurre<br />

allo spirito e alla lettera del Vangelo»<br />

— ha introdotto la riflessione sull'attuale<br />

difficile situazione. Anche se il<br />

Cardinale vi aveva accennato all'inizio<br />

quando rivolto il saluto ai presenti ha<br />

pensato agli assenti, «a quanti avrebbero<br />

voluto essere qui con noi e non hanno<br />

potuto». Fra le autorità in prima fi-<br />

la il sindaco di Betlemme Hanna Nasser;<br />

il governatore della regione Mohd<br />

Rashed Jabari, in rappresentanza del<br />

Presidente Yasser Arafat (è in viaggio<br />

per gli Stati Uniti d'America); il ministro<br />

per il turismo e delle antichità Mitri<br />

Abu Aita; il deputato cristiano del<br />

distretto di Gerusalemme Emil Jarjoui,<br />

assistente di Arafat per le comunità cristiane.<br />

L'accenno al conflitto si è connesso<br />

con quello sull'assenza di pace che<br />

«non si decreta, non dipende soltanto<br />

da un processo diplomatico, ma discende<br />

dalla conversione degli spiriti e dei<br />

cuori, si fonda sulla rispettata dignità<br />

di ogni uomo, senza discriminazione e<br />

senza fastidi, fino alla libera circolazione<br />

sociale e professionale. Se la giustizia<br />

e la verità non sono eguali per tutti,<br />

non sono né giustizia né verità per alcuno».<br />

Ma un pensiero anche per il Sinodo<br />

delle Chiese cattoliche di Terra Santa,<br />

di tutti i riti — il primo dall'epoca degli<br />

Apostoli — conclusosi dopo cinque<br />

anni di preparazione e di cammino<br />

proprio in occasione dell'anno giubilare<br />

e un'esortazione a calarne le direttive<br />

nell'esperienza quotidiana perché «più<br />

la terra è arida, più ha bisogno del sole<br />

della riconciliazione e della speranza<br />

per essere fertilizzata».<br />

Riconciliazione e speranza sono la<br />

sostanza del forte messaggio che il Cardinale<br />

ha lasciato ai cristiani e non solo<br />

ad essi, a tutti quanti vivono in Terra<br />

Santa. Riconciliazione che alla luce<br />

delle sofferenze vissute, delle case distrutte,<br />

delle atrocità, degli incubi, «per<br />

essere vera e duratura, non può non<br />

misurarsi con la profondità del male e<br />

con il prezzo del perdono. Proprio qui<br />

la riconciliazione è senza misura e senza<br />

prezzo. Dio solo può aiutare a riconciliarsi.<br />

La pace non può essere che il<br />

prodotto della giustizia, ma la giustizia<br />

non può essere colmata che dall'amore<br />

misericordioso di cui Dio ha il segreto,<br />

un segreto che peraltro ciascuno di noi<br />

conosce per propria esperienza».<br />

E la speranza, oggi «messa a dura<br />

prova, sino a quella della paura, la più<br />

pericolosa perché la paura abbrutisce<br />

l'uomo... Ma dinanzi alla disperazione<br />

dai mille volti e dalle mille maschere,<br />

occorre, da buoni figli di Abramo, “sperare<br />

contro ogni speranza”. E se c'è un<br />

posto in cui uno stato di speranza dev'essere<br />

decretato, questo è senz'altro<br />

Betlemme». E poi questa dolce esortazione:<br />

«Siate la speranza di coloro che<br />

hanno perso il gusto della vita, il gusto<br />

del vivere insieme. Siate la speranza<br />

dei numerosissimi profughi». Sono parecchi<br />

i campi attorno a Betlemme, in<br />

quello di Deheishe si recò in visita il<br />

Papa. Certo, ha aggiunto il Cardinale,<br />

«il Vangelo non viene ad anestetizzare<br />

le vostre sofferenze, le vostre angosce,<br />

nemmeno riconcilia magicamente i popoli;<br />

ma offre nel mistero di Dio fatto<br />

uomo a Betlemme una ricchezza inesauribile<br />

di speranze a quanti sono tentati<br />

di disperare persino di se stessi».<br />

Ha lasciato infine due visioni, il Cardinale:<br />

alla conclusione dell'omelia<br />

quella biblica del profeta Isaia «Allarga<br />

lo spazio della tua tenda» (54, 2); e dopo<br />

la solenne benedizione, quella personale<br />

del suo sentirsi cittadino di Betlemme<br />

sin dall'infanzia, da quando<br />

sua mamma gli insegnò dinanzi al presepio<br />

i nomi di Gesù, di Maria, di Giuseppe,<br />

di Betlemme appunto: «Oggi mi<br />

sento ancor più betlemita, latore del<br />

suo messaggio di pace al mondo». Con<br />

lui hanno concelebrato il Patriarca Michel<br />

Sabbah; l'Arcivescovo Pietro Sambi;<br />

l'Arcivescovo greco-melchita di Akko<br />

e della Galilea Boutros Mouallem, il<br />

Custode francescano di Terra Santa,<br />

Padre Giovanni Battistelli OFM; i Vescovi<br />

ausiliari del Patriarca Kamal-<br />

Hanna Bathish e Giacinto-Boulos Marcuzzo;<br />

il Vescovo armeno André Bedoglouyan;<br />

il Vescovo siriano Grégoire<br />

Pierre Abdel-Ahad; due Vescovi europei<br />

pellegrini, quello di Angoulême Claude<br />

Dagens e l'Ausiliare di Losanna-Ginevra-Friburgo,<br />

Pierre Bürcher; due Abati<br />

benedettini, Jean-Baptiste Gourion<br />

OSB-Oliv., , dell'abbazia Santa Maria<br />

della Risurrezione di Abu Gosh e vicario<br />

patriarcale per la comunità di<br />

espressione ebraica e Benedikt Lindemann<br />

dell'abbazia Hagia Maria Sion di<br />

Gerusalemme; nonché una sessantina<br />

di sacerdoti, molti dei quali frati della<br />

Custodia francescana.<br />

I riti di conclusione della Messa hanno<br />

compreso un ringraziamento del<br />

Cardinale al Signore per i benefici spirituali<br />

dell'Anno giubilare, il canto del<br />

«Magnificat», e brevi discorsi del Vicario<br />

del Patriarca Sabbah, il Vescovo<br />

Bathish, sugli impegni pastorali assunti<br />

durante il Giubileo, dell'Arcivescovo<br />

Mouallem per l'assemblea degli Ordinari<br />

e del Custode francescano; quest'ultimo<br />

di ringraziamento al Santo Padre<br />

per aver stabilito in questo Giubileo<br />

«un legame così stretto» con la Terra<br />

Santa, anche con il suo pellegrinaggio;<br />

di rinnovamento degli impegni nella<br />

custodia dei santuari e nell'accoglienza<br />

dei pellegrini; di promessa di fedeltà e<br />

devozione al Papa nella «guardia responsabile<br />

e umile dei Luoghi Santi». Il<br />

canto finale della Corale dei Frati Minori,<br />

con cui l'assemblea si è sciolta<br />

(Padre Armando Pierucci all'organo) è<br />

stato «Puer natus in Bethlehem».<br />

GRAZIANO MOTTA


A ROMA<br />

PAGINA<br />

TralepiùimportantilecasermedivialeGiulioCesare<br />

Areemilitari<br />

cedutealComune<br />

Un protocollo di intesa che fissa tempi<br />

e modi per il passaggio al Campidoglio<br />

di importanti aree e immobili di<br />

proprietà del ministero della Difesa per<br />

un valore di un paio di centinaia di miliardi,<br />

tra cui le storiche caserme di viale<br />

Giulio Cesare nel cuore del quartiere<br />

Prati.<br />

Il protocollo sarà firmato nelle prossime<br />

ore a palazzo Baracchini dal ministro<br />

della Difesa e dal sindaco.<br />

Dopo diciotto anni la questione della<br />

dismissione di importanti aree militari<br />

nella Capitale è giunta così ad un significativo<br />

traguardo.<br />

Un’accelerazione in favore della conclusione<br />

della lunga trattativa tra Governo<br />

e Campidoglio è stata impressa dal<br />

nuovo quadro normativo previsto dalla<br />

«legge Finanziaria» appena varata dall'Esecutivo,<br />

che con l’articolo 51 sulla alienazione<br />

di beni dello Stato accelera i<br />

passaggi tra amministrazione pubblica<br />

ed enti locali.<br />

Il protocollo è economicamente il più<br />

consistente tra quelli firmati dal Governo.<br />

Tra i numerosi beni che saranno ceduti<br />

al Comune di Roma vi è anche<br />

un’area verde di circa un centinaio di<br />

ettari sulla via del Mare, a Vitinia, che il<br />

Campidoglio trasformerà in un grande<br />

parco urbano e il Museo delle Armi, al<br />

Foro Italico.<br />

Il ministero della Difesa, riferisce l'agenzia<br />

«Ansa» — firmerà altri protocolli<br />

con Bologna, Verona e nei prossimi due<br />

mesi con altri comuni.<br />

Migliaia di visitatori<br />

a Capodanno<br />

nei musei aperti<br />

della Capitale<br />

Sono stati in molti quest’anno a scegliere<br />

di trascorrere l’ultimo giorno del<br />

2000 o il primo del 2001, visitando una<br />

mostra d’arte e approfittando della circostanza<br />

che nella Capitale, come ha ricordato,<br />

lunedì scorso, anche il sindaco<br />

Francesco Rutelli, c’erano alcuni musei<br />

aperti.<br />

La più visitata è stata la mostra «Novecento,<br />

arte e storia in Italia», nelle<br />

scuderie del Quirinale dove, complessivamente<br />

nei giorni 31 dicembre-1° gennaio,<br />

nonostante l’apertura ad orario ridotto<br />

(dalle ore 10 alle 15 il 31 e dalle<br />

ore 15 alle 20.30 il 1° gennaio), sono entrati<br />

duemilacinquecento visitatori. Una<br />

consistente affluenza si era registrata anche<br />

il giorno precedente, il 30 dicembre,<br />

quando il museo è stato aperto tutto il<br />

giorno ed ha accolto duemilatrecento<br />

persone.<br />

Ottimi risultati sono stati registrati anche<br />

in altri luoghi suggestivi della Capitale.<br />

Sono stati, infatti, un migliaio nei<br />

due giorni i visitatori della retrospettiva<br />

di «Keith Haring», all'interno della<br />

splendida cornice del Chiostro del Bramante;<br />

l’artista statunitense morto dieci<br />

anni fa di Aids è autore, tra l’altro, di<br />

cento metri di murale sul muro di<br />

Berlino.<br />

Molti i visitatori anche nel complesso<br />

del Vittoriano che ospitava la mostra di<br />

«Kandiskij», anche se non è stato possibile<br />

conoscere il dato preciso degli ingressi.<br />

A febbraio la mostra di «Kandiskij» lascerà<br />

il passo alle opere dell’artista belga<br />

Magritte.<br />

Detenuto in permesso<br />

rubava auto:<br />

in manette<br />

Condannato per undici rapine a nove<br />

anni di reclusione, Alessandro Balducci,<br />

di 29 anni, aveva ottenuto una sospensione<br />

della detenzione per il periodo delle<br />

festività natalizie. L'uomo, però non<br />

ha perso tempo per rientrare nel giro<br />

della malavita e mercoledì è stato nuovamente<br />

arrestato per furto aggravato<br />

insieme con un altro uomo, con precedenti<br />

penali, a bordo di un’automobile<br />

rubata vicino piazza Bologna.<br />

Il Balducci è stato notato sull’automobile<br />

bloccata nel traffico da alcuni agenti<br />

di Polizia e sapendo che doveva essere<br />

in carcere, lo hanno immediatamente<br />

fermato.<br />

Dopo gli accertamenti è emerso che<br />

la vettura era stata rubata poco prima<br />

vicino la fermata Anagnina della metropolitana.<br />

Sorte simile per due rapinatori che<br />

martedì, dopo aver derubato dell’automobile<br />

un’insegnante di 50 anni, minacciandola<br />

con pistole-giocattolo, sono rimasti<br />

bloccati dal traffico e, fuggiti a<br />

piedi, sono stati arrestati dai Carabinieri.<br />

Il fatto è avvenuto nel quartiere Talenti<br />

a due romani, uno di 36 anni, l’altro<br />

di 34, entrambi con piccoli precedenti<br />

penali.<br />

12 .<br />

La dismissione di importanti aree ed<br />

immobili di proprietà del ministero della<br />

Difesa al Campidoglio riguarda anche la<br />

caserma «Zignani», in piazza dei Re di<br />

Roma e l’area di via Guido Reni; quest’ultima<br />

sarà ceduta solo dopo la ristrutturazione<br />

del polo industriale della<br />

Difesa, mantenendo gli stessi livelli occupazionali.<br />

Per ogni singolo passaggio saranno<br />

firmati singoli contratti.<br />

«Sono soddisfatto, l’accordo raggiunto<br />

è un successo del Governo» ha commentato<br />

il sottosegretario alla Difesa,<br />

Massimo Ostillio, responsabile della delega<br />

alle dismissioni, che ha seguito passo<br />

passo la questione romana.<br />

«Abbiamo dovuto risolvere tanti problemi<br />

— ha aggiunto Ostillio — soprattutto<br />

per quel che attiene una certa<br />

mentalità burocratica che ha rallentato<br />

l’iter, ma alla fine siamo giunti alla conclusione<br />

che volevamo. Restituiamo pezzi<br />

di città ai cittadini con un vantaggio<br />

economico per lo Stato ed una reale<br />

possibilità di crescita e un significativo<br />

miglioramento della qualità della vita<br />

per i comuni. Il nuovo quadro legislativo<br />

— ha concluso il sottosegretario alla<br />

Difesa — ci permetterà di accelerare i<br />

processi, andando incontro alle esigenze<br />

dell’amministrazione pubblica, rilanciando<br />

la possibilità di valorizzare tutte quelle<br />

aree che, cedute ai privati, potranno<br />

essere riutilizzate imprenditorialmente<br />

con benefici per l’occupazione con un<br />

vantaggio certo per il bilancio dello<br />

Stato».<br />

Rubatooroper3miliardi<br />

adunasocietà<br />

dioreficeria<br />

durantelefeste<br />

diCapodanno<br />

COMUNE Dal 21 gennaio al 27 maggio<br />

Per i negozi terminano i turni:<br />

apriranno per otto domeniche<br />

Dal 21 gennaio e fino<br />

al 27 maggio i negozianti<br />

romani saranno obbligati<br />

a restare aperti per ben<br />

otto domeniche. È questa<br />

in sintesi la novità<br />

dell'intesa firmata martedì<br />

tra il Campidoglio, associazioni<br />

di categoria e<br />

sindacati.<br />

Secondo l'accordo, in<br />

sostanza, il nuovo calendario<br />

commerciale fissa<br />

deroghe all'obbligo del<br />

riposo settimanale in otto<br />

domeniche per il periodo<br />

da gennaio a marzo<br />

e ogni domenica, fino<br />

a maggio nell'area del<br />

Centro storico, con<br />

esclusione della domenica<br />

di Pasqua.<br />

Confesercenti e Confcommercio,<br />

però, sono<br />

riusciti a far riconoscere<br />

ai negozianti di tutta la città la facoltà di<br />

apertura domenicale il 21 gennaio; l'8, il<br />

22 e il 27 aprile; il 6, il 13, il 20 e il 27<br />

maggio. All'apertura del 21 gennaio l'ordinanza<br />

assegna il carattere promozionale<br />

poiché da quella data partiranno i<br />

saldi invernali.<br />

Novità anche per quanto riguarda gli<br />

orari feriali: secondo il decreto Bersani,<br />

infatti, il Comune riconosce ai singoli<br />

negozianti la libertà di fissarli a piacere<br />

tra le 7 e le 22, ma con l'obbligo di informare<br />

i consumatori tramite cartelli<br />

esposti fuori gli esercizi.<br />

Punto fondamentale è stata la richie-<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Giovedì 4 Gennaio 2001<br />

Duecento chilogrammi di oro, per un<br />

valore di circa tre miliardi di lire, e 50<br />

milioni in contanti, sono stati rubati durante<br />

il ponte di fine anno dall’appartamento<br />

in cui ha sede una società di oreficeria<br />

e argenteria all’ingrosso nel rione<br />

Monti.<br />

Tutto il metallo — 150 chilogrammi di<br />

oro lavorato, 25 di oro puro in lingotti,<br />

24 di oro vecchio e una verga aurifera<br />

da circa un chilogrammo — e il denaro<br />

erano contenuti in una cassaforte che è<br />

stata aperta praticando su un lato un foro<br />

con la fiamma ossidrica.<br />

Il furto nell’appartamento è stato scoperto<br />

da uno dei dipendenti al rientro<br />

dopo i due giorni di ponte di fine anno.<br />

Per entrare nella casa, i ladri — «cassettari»,<br />

cioè professionisti del settore,<br />

secondo gli investigatori del Nucleo operativo<br />

dei Carabinieri — hanno prima<br />

fatto il calco della chiave della porta<br />

d’ingresso (che richiederebbe all’incirca<br />

un’ora e mezzo di tempo). Una volta<br />

entrati, avendo difficoltà di accesso nel<br />

caveau in cui sono custodite due casseforti<br />

a causa di una porta blindata, i ladri<br />

hanno praticato un foro nel muro.<br />

Con la fiamma ossidrica hanno quindi<br />

fatto un altro foro in uno dei lati della<br />

cassaforte che conteneva l’oro. L’altro<br />

forziere non è stato invece aperto.<br />

Secondo i Carabinieri, per compiere<br />

tutto il lavoro è stata impiegata quasi<br />

tutta una notte. Nessuno, però, nel palazzo<br />

avrebbe avvertito rumori o visto<br />

persone sospette.<br />

sta da parte dei sindacati di un Osservatorio<br />

che effettuerà monitoraggi delle<br />

domeniche lavorative per quanto riguarda<br />

il rispetto dei contratti. A differenza<br />

degli altri anni, infatti, l'ordinanza ricorda<br />

ai negozianti gli obblighi contrattuali<br />

con i commessi, in particolare per quanto<br />

riguarda gli straordinari.<br />

L'intesa, inoltre, esclude dall'obbligo<br />

di chiusura esercizi come tabaccherie,<br />

stazioni, cinema, edicole, librerie, ecc.<br />

Come in passato, infine, il Comune concederà<br />

altre deroghe in caso di eventi<br />

particolari quali manifestazioni, eventi,<br />

iniziative o feste rionali.<br />

Duefurtiin7giorniincaffè nei pressi del Viminale<br />

Per un bottino di due milioni di lire non hanno esitato a compiere un furto<br />

in un noto Caffè del centro, a due passi dal Viminale, sede del Ministero<br />

dell’Interno, vigilata giorno e notte. Lo stesso bar era già stato “visitato”<br />

dai ladri il 27 dicembre: in quell’occasione il bottino era stato di 3 milioni di<br />

lire in contanti e di sigarette per un milione e mezzo di lire. Il furto avvenuto<br />

la notte tra martedì e mercoledì nel locale è stato scoperto solo in<br />

mattinata all’apertura de locale, alle 5.30. I ladri hanno forzato la porta a<br />

vetri e si sono impadroniti del denaro che hanno trovato nella cassa del bar<br />

e in quella del banco tabacchi: 500.000 lire in contanti e pacchetti di sigarette<br />

per un valore di circa un milione e mezzo di lire. Il commissariato di<br />

polizia Viminale ha avviato le indagini: non si esclude che i responsabili dei<br />

due furti possano essere gli stessi e che possano aver approfittato della circostanza<br />

che la porta a vetri del bar, con i montanti di alluminio, era stata<br />

riparata un po' approssimativamente. Le maniglie centrali, infatti, erano<br />

bloccate da una catena e c’era un lucchetto nella parte superiore: con un<br />

calcio la parte inferiore in alluminio, che già era stata manomessa nel precedente<br />

furto, ha ceduto agevolmente.<br />

Marino:apertosportelloinformazionitelematico<br />

Minore burocrazia, più efficienza con il servizio Front-line, messo a punto<br />

dal Comune di Marino con l'obiettivo di informare i cittadini sui servizi di<br />

interesse sociale realizzati dall'Amministrazione. La nuova realtà sarà inaugurata<br />

lunedì prossimo. I cittadini potranno inviare segnalazioni o messaggi<br />

al sito istituzionale. Sarà possibile una maggiore trasparenza della vita amministrativa<br />

del Comune mediante la divulgazione delle novità più importanti<br />

dell'Ente e dei suoi servizi.<br />

Ladri perdono denaro: passanti se ne appropriano<br />

Compiono una rapina ma durante la fuga perdono un sacchetto contenente<br />

una parte del bottino, raccolto dai passanti. È accaduto martedì, poco dopo<br />

le 13 a Centocelle. È stata una ragazza a dare l’allarme e a raccontare agli<br />

investigatori che alcuni passanti, una volta accortisi che all’interno del sacchetto<br />

c’era denaro, hanno preso ciascuno qualche banconota e poi si sono<br />

allontanati. L’auto a bordo della quale sono fuggiti i malviventi è stata poi<br />

ritrovata in via delle Orchidee, sempre nella zona di Centocelle, ed è risultata<br />

rubata agli inizi del dicembre scorso.<br />

4 GENNAIO 2001<br />

Giovedì del Tempo di<br />

Natale - Feria (bianco)<br />

Messa propria<br />

Lezionario: 1 Gv 3, 7-10;<br />

Salmo 97; Gv 1, 35-42<br />

Liturgia delle Ore: Giov.<br />

I sett. - Ufficio della<br />

Feria<br />

SOLIDARIETÀ Attività ricreative e culturali nel rinnovato circolo circoscrizionale<br />

Un luogo d'incontro e di svago<br />

per gli anziani di Villa Fiorelli<br />

Quattro chiacchiere con gli amici per<br />

combattere quel senso di solitudine che<br />

stringe il cuore, una partita a carte o a<br />

bocce per trascorrere qualche ora in<br />

compagnia, una discussione animata per<br />

sentirsi ancora attivi e partecipi alla<br />

realtà circostante: ecco cosa rappresenta<br />

per gli anziani il circolo circoscrizionale<br />

di Villa Fiorelli, presso la via Casilina.<br />

Dopo anni di attesa finalmente nei giorni<br />

scorsi i centoventi associati hanno potuto<br />

assistere all'inaugurazione del loro<br />

centro avvenuta alla conclusione dei lavori<br />

di restauro. Immerso nel parco di<br />

Villa Fiorelli, la struttura era ormai fatiscente<br />

e la fruizione delle sale era quasi<br />

impossibile.<br />

Questo anche perché solitamente questi<br />

centri vengono finanziati dagli associati<br />

stessi, e quindi ottenere dei fondi<br />

pubblici è stata una sorpresa per il circolo.<br />

Con i 37 milioni di finanziamento la<br />

IX Circoscrizione ha ristrutturato i bagni,<br />

eliminato le barriere architettoniche<br />

della costruzione e rimodernato la sala<br />

principale del circolo. Dopo questa ristrutturazione,<br />

gli associati hanno in<br />

progetto di ampliare le attività organizzate,<br />

coinvolgendo anche le donne.<br />

Le iniziative del centro non riguarderanno<br />

più solo il gioco delle carte e delle<br />

bocce ma anche incontri culturali, dibattiti,<br />

rappresentazioni cinematografiche e<br />

serate danzanti.<br />

Tutto ciò mira a far ritrovare all'anziano<br />

un'atmosfera familiare, grazie alla<br />

quale può socializzare e trascorrere del<br />

Due donne<br />

vittime<br />

di incidenti stradali<br />

a Latina e Ostia<br />

Due persone sono morte tra martedì<br />

e mercoledì in diversi incidenti stradali<br />

avvenuti a Latina e Ostia.<br />

Mercoledì mattina sulla statale Pontina,<br />

alle porte di Latina, in località Borgo<br />

Isonzo, una donna, Antonella Munno,<br />

32 anni, è deceduta e suo marito,<br />

Giovanni Simonelli, 35 anni, è in prognosi<br />

riservata.<br />

La vittima si trovava su un autocarro<br />

che trasportava frutta che, per cause ancora<br />

in corso di accertamento, si è scontrato<br />

con un automezzo della nettezza<br />

urbana, sulla corsia in direzione di Roma,<br />

all’altezza del chilometro 75,400.<br />

La donna è morta all’istante mentre il<br />

conducente dell’autocarro è in gravi<br />

condizioni e dovrà essere probabilmente<br />

trasferito in un ospedale romano. Le<br />

persone che si trovavano sul veicolo del<br />

servizio di raccolta dei rifiuti sono rimaste<br />

lievemente ferite.<br />

L’incidente ha provocato rallentamenti<br />

sul traffico in direzione Nord sulla<br />

Pontina.<br />

Martedì sera, invece, una donna è<br />

morta investita sulla via Ostiense all’incrocio<br />

con via delle Canarie, ad Ostia.<br />

L’incidente è avvenuto intorno alle 20<br />

quando la donna, una venticinquenne di<br />

nazionalità greca di professione hostess,<br />

stava attraversando la strada e per cause<br />

ancora da accertare è stata investita<br />

da un’automobile.<br />

Inutile il tentativo del conducente della<br />

vettura di soccorrerla: l’assistente di<br />

volo, che alloggiava in un albergo poco<br />

lontano dal luogo dell’incidente, è deceduta<br />

durante il trasporto all’ospedale G.<br />

Grassi.<br />

tempo anche in periodi come quello invernale<br />

dove la solitudine può diventare<br />

molto più pesante. Queste distrazioni<br />

certo non risolvono i gravosi problemi<br />

che affliggono la terza età come l'isolamento,<br />

il sentirsi inutile e la paura di<br />

non essere autosufficiente, ma dopo una<br />

giornata trascorsa con altre persone,<br />

l'anziano può riacquistare quella carica<br />

necessaria per affrontare le situazioni<br />

più difficili e ritrovare così anche la serenità.<br />

L'aiuto principale che un anziano può<br />

ricevere da un circolo è soprattutto la<br />

forza di sconfiggere insieme a degli amici<br />

la depressione che si sviluppa vivendo<br />

isolati dagli altri.<br />

Nell'età anziana infatti si possono subire<br />

forti traumi soprattutto quando si<br />

lascia il lavoro o si rimane vedovi, e in<br />

una città grande come Roma, facilmente<br />

ci si sente dimenticati e trascurati.<br />

Potere usufruire di un centro funzionale<br />

che possa fornire occasioni di socializzare<br />

è importante a qualsiasi età, e lo diventa<br />

ancora di più quando si è giunti<br />

ad una età nella quale si è perso il ruolo<br />

sociale che una famiglia o il posto di lavoro<br />

conferisce all'individuo. Arrivare al<br />

traguardo dei novant'anni, ad esempio,<br />

può diventare anche un'occasione di festa<br />

da condividere con gli amici, un momento<br />

di gioia che sottolinea che ogni<br />

periodo dell'esistenza umana ha le sue<br />

caratteristiche positive. Invecchiare infatti<br />

non significa necessariamente perdere<br />

interesse nei confronti della vita, e<br />

Artigianato: poesia e nostalgia<br />

nel lavoro del restauratore<br />

«Che cosa ci fa una barca in una bottega<br />

di Borgo?», ci siamo chiesti qualche<br />

giorno fa notando una vetrina a pochi<br />

passi da via di Porta Castello. Irresistibilmente<br />

ci siamo avvicinati alla barca<br />

e la signora che sta quasi sulla porta e<br />

ci sorride amabilmente. La bottega, oltre<br />

alla barca contiene un'infinità di<br />

splendidi oggetti di antiquariato. Soprattutto<br />

mobili, specialmente mobili da studio,<br />

da ufficio, librerie, grandi scrivanie<br />

con una infinità di cassetti, armadi, mobili<br />

da farmacia, sedie, divanetti.<br />

Guardandoci attorno notiamo anche<br />

particolarità e originalità di molti dei<br />

pezzi che riempiono gli ampi locali. Tra<br />

gli altri oggetti un grande baule da cabina,<br />

presumibilmente degli agli anni '20,<br />

almeno a giudicare dalle etichette che<br />

portano il nome di un famoso armatore<br />

triestino. Quel baule-armadio ci porta alla<br />

memoria le lunghe traversate oceaniche,<br />

i viaggi sui grandi transatlantici.<br />

Ma ci riporta anche al motivo del nostro<br />

ingresso, la barca.<br />

La signora che ci aveva accolto e che<br />

ci aveva mostrato tutti i «tesori» della<br />

sua bottega, ci spiega di essere una appassionata<br />

del mare, di essere nata in<br />

una città di mare, figlia di un ufficiale di<br />

Marina. Venuta in possesso di una vec-<br />

Fede<br />

La nostra fede, grazie a Dio, non<br />

è intaccata. Essa rimane salda in<br />

se stessa. Ma non accade troppo<br />

spesso di non avere più fede nella<br />

nostra fede?<br />

(Henri de Lubac)<br />

a cura di p. Leonardo Sapienza, R.C.I.<br />

mettersi da parte rinunciando ad ogni<br />

contatto con il mondo.<br />

Inoltre, in questi centri si possono anche<br />

organizzare attività che non siano<br />

solo degli intrattenimenti ma dei servizi<br />

utili per il quartiere come il controllo<br />

dei parchi e la custodia dei musei. Già<br />

in alcune associazioni sono state sperimentate<br />

delle collaborazioni fra gli<br />

iscritti ed enti pubblici, garantendo ai<br />

cittadini un servizio sociale professionale<br />

e gratuito.<br />

All'inaugurazione era presente anche<br />

don Marco Vianello, parroco dei Santi<br />

Fabiano e Venanzio, adiacente al circolo.<br />

Ascoltando i commenti dei presenti,<br />

il sacerdote ha sottolineato che le attività<br />

organizzate in parrocchia e quelle in<br />

programma nel circolo non sono in<br />

competizione. Anzi se ne può auspicare<br />

la collaborazione. In entrambi i luoghi<br />

infatti si cerca di fornire alle persone<br />

un'opportunità per incentivare le relazioni<br />

sociali. «In parrocchia abbiamo<br />

una sala-teatro dove si possono organizzare<br />

anche delle proiezioni cinematografiche<br />

— ha commentato il sacerdote —<br />

Questo spazio si potrebbe mettere a disposizione<br />

dei soci del circolo per attività<br />

culturali e di intrattenimento».<br />

Sono bastate quindi alcune decine di<br />

milioni, una cifra non considerevole in<br />

confronto a quelle stanziate per altre<br />

opere destinate al pubblico, per risvegliare<br />

fra questi anziani l'interesse di fare<br />

progetti e di dare un nuovo slancio di<br />

vitalità ad un luogo che rischiava di<br />

scomparire.<br />

RITA DIETRICH<br />

L'uomo è accusato di omicidio colposo<br />

Travolse e uccise un giovane:<br />

arrestato immigrato clandestino<br />

È stato arrestato con l'accusa di omicidio<br />

colposo il romeno di 22 anni, Marius<br />

Olaru Chiperi, che ha investito e<br />

ucciso, all’alba del 26 dicembre scorso,<br />

sulla via Portuense, Sergio Aranci, di 21<br />

anni, mentre alla guida del suo motorino<br />

si dirigeva verso l'aeroporto «Leonardo<br />

da Vinci». L’Ufficio stranieri della<br />

questura di Roma ha notificato, infatti,<br />

al giovane romeno l’ordinanza di custodia<br />

cautelare in carcere su disposizione<br />

dell’autorità giudiziaria.<br />

Il romeno, che si era fermato sul luogo<br />

dell’incidente a prestare i primi soccorsi,<br />

era privo del permesso di soggiorno<br />

ed era risultato positivo al test dell'etilometro.<br />

In un primo momento Marius Olaru<br />

Chiperi era stato arrestato dai Vigili urbani,<br />

che ritenevano sussistesse il pericolo<br />

di fuga.<br />

Gli agenti della Municipale ne avevano<br />

disposto la detenzione perché immigrato<br />

clandestino, perché nei suoi confronti<br />

era già stato emesso un decreto di<br />

espulsione (che il romeno non aveva rispettato)<br />

e perché senza fissa dimora.<br />

Ma il giovane romeno il 27 dicembre<br />

scorso era stato scarcerato in base a<br />

quanto previsto dal comma 8 dell’art.<br />

189 del Codice della Strada e portato nel<br />

Centro di permanenza per immigrati di<br />

Ponte Galeria.<br />

Il Codice della Strada prevede infatti<br />

che non è soggetto all'arresto per il caso<br />

di flagranza di reato il conducente che<br />

in caso di incidente «si fermi e occorrendo<br />

presti assistenza a coloro che hanno<br />

subito danni alla persona mettendosi a<br />

chia barca aveva deciso di restaurarla<br />

essa stessa. Lo stava facendo poco per<br />

volta, rubando ore al suo riposo.<br />

Nell'ultimo locale della bottega c'è il<br />

laboratorio restauro: e qui troviamo un<br />

altro personaggio interessante, il signor<br />

Renzo Costantini, un restauratore provetto,<br />

almeno a giudicare da ciò che<br />

vediamo. Anche lui è innamorato del<br />

suo lavoro. Un'attività iniziata quando<br />

aveva appena 13 anni, a Cortina d'Ampezzo,<br />

suo luogo d'origine. A quell'epoca<br />

aveva frequentato una scuola d'arte<br />

dove aveva appreso l'ebanisteria ampezzana,<br />

che trae origine, per i suoi famosi<br />

intarsi con l'uso della madreperla, dall'arte<br />

indiana Tarkasi.<br />

Dopo avere abbandonato per anni<br />

questo tipo di attività, da circa due anni,<br />

dopo un breve periodo di «apprendistato»<br />

— e qui si vede proprio la passione<br />

— ha ripreso a fare l'ebanista restauratore,<br />

riparatore. Lo vediamo con le<br />

agili mani, guantate come quelle di un<br />

chirurgo, usare gomma lacca e cera vergine;<br />

passa e ripassa sui mobili con tanta<br />

pazienza e li riporta alla primitiva bellezza.<br />

C'è nostalgia, c'è poesia, c'è posto<br />

per il bello.<br />

MARIELLA LOMBARDO<br />

disposizione degli organi della polizia<br />

giudiziaria quando dall'incidente derivi il<br />

delitto di omicidio colposo o di lesioni<br />

personali colpose».<br />

Contro la scarcerazione si erano subito<br />

espressi i familiari. «Una volta uscito<br />

— dichiarò Marcello Aranci, fratello della<br />

vittima — potrebbe di nuovo ubriacarsi,<br />

mettersi alla guida di un'auto e investire<br />

un'altra persona. Non sono assolutamente<br />

razzista, ma stiamo parlando<br />

di una persona che viola le leggi italiane<br />

anche soltanto restando in Italia, da dove<br />

è stato espulso».<br />

Tragedia<br />

sulla linea ferroviaria<br />

Roma-Viterbo<br />

Una donna di 70 anni, che non<br />

è stata ancora identificata, è morta<br />

martedì sera, travolta da un<br />

treno, mentre attraversava i binari<br />

della linea Roma-Viterbo.<br />

Il tragico episodio è avvenuto<br />

intorno alle ore 22, nei pressi della<br />

stazione «Roma-S. Pietro». La<br />

donna è stata subito soccorsa, ma<br />

purtroppo è morta poco dopo il<br />

ricovero nell’ospedale Santo Spirito.<br />

La Polizia ferroviaria sta ancora<br />

lavorando per identificare la<br />

donna e accertare le circostanze<br />

dell’incidente.<br />

RADIO<br />

VATICANA<br />

OM: 1530 kHz - 196 metri<br />

(Per la zona di Roma<br />

anche Onda Media 527 kHz<br />

e FM 93.3 e 105 MHz)<br />

OC: nelle bande 49, 31, 25 e 19 metri<br />

GIOVEDÌ 4 GENNAIO<br />

00.10: Studio A (stereo): Con voi<br />

nella notte<br />

7.20-15.30-17.30-23-24: Orizzonti cristiani<br />

7.30: Santa Messa in latino<br />

8-12-14-15-16-18-21-23.30: Radiogiornale<br />

in italiano, spagnolo, portoghese,<br />

francese, inglese, tedesco e polacco<br />

16.30: Duemila canzoni (II) di Paolo<br />

Famiglietti<br />

17: Liturgia delle Ore, celebrazione<br />

dei Vespri in latino<br />

20.20: Programma tedesco: Jugend-<br />

Magazin<br />

20.40: Recita del Santo Rosario in<br />

latino<br />

21.30: Programma francese: Un outil<br />

d'évangélisation: les «Cours Alpha»<br />

21.50: Programma inglese: Matters<br />

of fact / Against the floor / Where<br />

do we go from here<br />

22.10: Programma spagnolo: Al Hilo<br />

de la noticia / Comentario de Libros


BOLOGNA<br />

Anche a Messina la fine del XX secolo<br />

e del secondo millennio, all'alba del ter-<br />

zo millennio dell'era cristiana, è stata<br />

celebrata con intensità di preghiere e<br />

con grande partecipazione di tutta la co-<br />

munità dei cattolici messinesi in tutte le<br />

parrocchie e chiese dell'Arcidiocesi, nel-<br />

le quali è stato celebrato il Te Deum di<br />

ringraziamento e nelle quali, il primo<br />

gennaio, festa della Divina Maternità di<br />

Maria, è stato richiamato e particolar-<br />

mente illustrato il Messaggio del Santo<br />

Padre per la giornata della Pace.<br />

In Cattedrale l'Arcivescovo Giovanni<br />

Marra, nell'Omelia pronunciata in occa-<br />

sione della Messa e Te Deum di fine an-<br />

no, ha sottolineato il senso della celebra-<br />

zione caratterizzata dal momento di in-<br />

tensa preghiera e dal momento di rendi-<br />

mento di grazie per il dono del tempo e<br />

per i doni di grazia ricevuti come singoli<br />

e come comunità.<br />

«La maternità divina di Maria ci dice<br />

che Colui che Lei ha generato a Betlem-<br />

me è Dio». Soffermandosi sulla lettera ai<br />

Galati il Presule ha sviluppato quella che<br />

ha definito la grande verità della Theo-<br />

thokos: Quando venne la pienezza dei<br />

tempi, Dio mandò suo Figlio nato da<br />

Donna (Gal 4, 4) per riscattare coloro<br />

che erano sotto la legge e per ricevere<br />

l'adozione a figli.<br />

Dalla Maternità Divina di Maria di-<br />

scendono tutti quei privilegi che inseri-<br />

scono Maria nel mistero di Cristo e della<br />

Chiesa. «Alla luce della parola di Dio<br />

possiamo dire — ha affermato Mons.<br />

Marra — che a partire da Cristo conti-<br />

nua la pienezza dei tempi. Siamo consa-<br />

pevoli che la storia dell'uomo e dei po-<br />

poli si dibatte tra il bene e il male, tra il<br />

desiderio di concordia e l'esplosione di<br />

violenza, tra il bisogno di giustizia e di<br />

pace e la realtà delle ingiustizie e delle<br />

guerre».<br />

Ricordando che tutto questo vale per<br />

il mondo intero, l'Arcivescovo ha fatto<br />

riferimento alla Città di Messina dove<br />

c'è il bene ma non manca il male, c'è<br />

necessità di concordia, ma ci sono con-<br />

trapposizioni ed espressioni molteplici<br />

di violenza. C'è impegno per la giustizia,<br />

ma molti rimangono nell'ingiustizia della<br />

disoccupazione, della baracca, dell'estor-<br />

sione, dell'usura, della prostituzione e<br />

dell'emarginazione. Ma «da quando il<br />

Figlio di Dio si è incarnato è stato inne-<br />

stato nell'umanità il seme del Regno di<br />

Dio che certamente continuerà a sboc-<br />

ciare e fruttificare anche nella nostra<br />

Città». L'Anno del Grande Giubileo ci ha<br />

aiutato a riflettere sull'impegno missio-<br />

nario, pronti ad affrontare le sfide del<br />

nuovo millennio, certi che la presenza<br />

cristiana nel mondo, come nella nostra<br />

città, potrà dare sostegno e sviluppo alla<br />

crescita morale e civile della nostra gen-<br />

te. Tema ripreso dall'Arcivescovo nell'o-<br />

melia del 1 o gennaio nella quale Mons.<br />

Marra ha richiamato il Messaggio del<br />

Santo Padre «Dialogo tra le culture per<br />

una civiltà dell'amore e della pace», e<br />

facendo riferimento alla fiducia manife-<br />

stata dal Papa a Roma a due milioni di<br />

giovani di ogni razza e lingua in occasio-<br />

ne del Giubileo, rivolgendosi particolar-<br />

mente ai giovani, ha detto: «È necessa-<br />

rio un accordo pacifico perché ogni gio-<br />

vane possa oggi contribuire a realizzare<br />

la solidarietà e la concordia: la sfida più<br />

difficile del millennio ma che — nella<br />

quotidianità — val la pena di viverla».<br />

EUGENIO ARENA<br />

«Il tempo ha bucato, questa notte, la<br />

dura scorza del 2000 e si è tranquilla-<br />

mente installato nel solco del nuovo se-<br />

colo e del nuovo millennio. Oggi è un<br />

giorno di gioia, certo, ma più che mai a<br />

Capodanno bisogna cercare riferimenti<br />

sicuri per un cammino sereno e respon-<br />

sabile». Così l'Arcivescovo di Siena-Colle<br />

di Val d'Elsa-Montalcino, Monsignor<br />

Gaetano Bonicelli, in un Duomo gremi-<br />

to ha introdotto alla presenza delle auto-<br />

rità cittadine il tradizionale messaggio<br />

della Giornata Mondiale della Pace che<br />

la Chiesa celebra all'inizio del nuovo an-<br />

no.<br />

«Il 2001 — ha osservato l'Arcivescovo<br />

— sarà buono se noi ci sforzeremo di<br />

essere buoni. L'augurio vale a tutti i li-<br />

velli, per chi è investito di specifiche re-<br />

sponsabilità sociali e per gli uomini di<br />

buona volontà. Tutti abbiamo bisogno di<br />

Dio, anche se molti fanno finta di snob-<br />

bare il Creatore, non accorgendosi di<br />

impoverire se stessi. È il dramma del<br />

nostro tempo, la confusione delle idee<br />

che si concreta poi in una fatale abdica-<br />

zione morale.<br />

«Si pensa — ha continuato Monsignor<br />

Bonicelli — di apparire moderni negan-<br />

do la fede per essere fedeli alla scienza.<br />

La scienza a sua volta si prostituisce alla<br />

tecnica che rischia di diventare il princi-<br />

pio supremo che pilota la vita umana.<br />

L'etica, cioè il giudizio morale, secondo<br />

L'Arcidiocesi di Bologna ha celebrato<br />

nella Cattedrale di San Pietro, lunedì<br />

primo gennaio, Solennità di Maria San-<br />

tissima Madre di Dio, la trentaquattre-<br />

sima Giornata Mondiale della Pace;<br />

nella Basilica di San Petronio, domeni-<br />

ca 31 dicembre, è stato celebrato, inve-<br />

ce, il tradizionale «Te Deum» di fine<br />

anno. Riportiamo, qui di seguito, alcu-<br />

ni dei brani più significativi delle ome-<br />

lie pronunciate dall'Arcivescovo di Bo-<br />

logna Cardinale Giacomo Biffi, duran-<br />

te le Celebrazione Eucaristiche.<br />

In conformità e a prosecuzione della<br />

geniale intuizione di Paolo VI, il Succes-<br />

sore di Pietro dedica anche questo Ca-<br />

podanno alla pace; un oggetto di rifles-<br />

sione e di preghiera che, da quando<br />

questa consuetudine è invalsa, non ha<br />

mai cessato di essere purtroppo di pun-<br />

gente e drammatica attualità.<br />

Questa volta, quale tema specifico —<br />

e quasi angolazione preferenziale — del-<br />

la meditazione che ci viene proposta,<br />

Giovanni Paolo II ha indicato il Dialogo<br />

tra le culture per una civiltà dell'amore<br />

edellapace.Ascoltiamodalleparole stes-<br />

se del Papa le ragioni di questa scelta.<br />

«Ma proprio per questo vedo l'utilità<br />

di una riflessione corale su questa pro-<br />

blematica. A tale scopo mi limito qui ad<br />

offrire alcuni principi orientativi, nell'a-<br />

scolto di ciò che lo Spirito di Dio dice<br />

alle Chiese (cfr Ap 2, 7) e a tutta l'uma-<br />

nità, in questo decisivo passaggio della<br />

sua storia.»<br />

Il Papa è perfettamente consapevole<br />

di quanto il discorso sia arduo. Egli lo<br />

svolge con grande finezza, affrontando-<br />

ne tutta la complessità. Tanto che non è<br />

possibile qui riassumerlo, neppure per<br />

sommi capi: non possiamo che offrirlo e<br />

raccomandarlo alla lettura diretta e per-<br />

sonale di ciascuno e all'esame approfon-<br />

dito dei gruppi, della associazioni e dei<br />

movimenti. Soprattutto le difficoltà si<br />

fanno imponenti, quando si tratta di<br />

passare dalle enunciazioni di principio<br />

alla loro incarnazione nella realtà storica<br />

ed effettuale.<br />

Giovanni Paolo II ci esorta però alla<br />

speranza. E quasi a esemplificare il suo<br />

atteggiamento di incrollabile fiducia e a<br />

dargli concretezza esistenziale, conclude<br />

il suo messaggio indirizzandosi alla ge-<br />

nerosità e alla libertà spirituale dei gio-<br />

vani. È un appello che merita di essere<br />

qui ascoltato, come antidoto a ogni pu-<br />

sillanimità e a ogni pessimismo.<br />

Il «Te Deum» di fine anno<br />

Se a bruciapelo mi si chiedesse: qual<br />

è la parola che ti sembra più bella — o<br />

almeno che particolarmente ti affascina<br />

— del linguaggio umano? sarei invoglia-<br />

to a rispondere senza pensarci troppo: è<br />

la parola «grazie». Molteplici e tutti pre-<br />

ziosi sono i sentimenti che vibrano in<br />

questa parola: la gentilezza dell'animo<br />

che ci fa attenti al dono, l'umiltà di rico-<br />

noscerci debitori, la generosità che sa<br />

scorgere il bene anche esiguo e apprez-<br />

za anche il più tenue filo di benevolenza<br />

entro la congerie delle numerose espe-<br />

rienze spiacevoli.<br />

È caro agli uomini chi nella sua con-<br />

versazione non è mai restìo a dire «gra-<br />

zie». Ma si può pensare che egli sia caro<br />

anche a Dio, il quale ci ha insegnato a<br />

indicare proprio con il termine «eucari-<br />

stia» (cioè «ringraziamento») l'atto più<br />

alto e quasi onnicomprensivo del culto<br />

che gli dobbiamo rendere. «Rendiamo<br />

grazie al Signore nostro Dio»: stasera<br />

siamo qui convenuti per questo. Rendia-<br />

mo grazie per questo straordinario anno<br />

Duemila, che abbiamo avuto la fortuna<br />

di vivere.<br />

Rendiamo grazie per il ricordo del<br />

«Festeggiato»; ricordo che in questi mesi<br />

è stato rinvigorito un po' in tutti: il Si-<br />

gnore Gesù si è fatto presente alla no-<br />

stra consapevolezza come colui che è<br />

davvero il centro e il senso della storia,<br />

è l'anèlito magari anche inconscio di<br />

ogni esistenza e di ogni cuore, è la sola<br />

speranza che ci rianima e ci rasserena<br />

in mezzo alle ritornanti delusioni delle<br />

vicende umane.<br />

Rendiamo grazie perché è brillato da-<br />

vanti ai nostri occhi in maniera più vivi-<br />

da e persuasiva — di là da tutte le am-<br />

biguità circolanti e le nuove voci discor-<br />

di — la certezza antica, anzi eterna e in-<br />

contestabile, che «uno solo è Dio e uno<br />

solo il mediatore fra Dio e gli uomini,<br />

l'uomo Cristo Gesù, che ha dato se stes-<br />

so in riscatto per tutti» (1 Tm 2, 5); e<br />

perciò «non c'è altro nome dato agli uo-<br />

mini sotto il cielo nel quale è stabilito<br />

che possiamo essere salvati» (At 4, 12).<br />

Rendiamo grazie per il sussulto di vi-<br />

talità della Sposa di Cristo, che nelle<br />

manifestazioni giubilari di quest'anno ha<br />

maternamente accolto nei suoi sacri re-<br />

cinti una moltitudine immensa di figli,<br />

venuti a esprimere la loro volontà di<br />

conversione e di rinascita morale, e a<br />

cantare la loro gioia di appartenere alla<br />

«Chiesa del Dio vivente, colonna e fon-<br />

damento della verità» (1 Tm 3, 14).<br />

Renda grazie ciascuno di noi per le il-<br />

luminazioni dall'alto, di cui in questi<br />

mesi è stato gratificato, che hanno reso<br />

più acuto e penetrante il suo occhio e<br />

gli hanno consentito di valutare le per-<br />

sone, gli accadimenti, le idee, in confor-<br />

mità al giudizio e all'insegnamento di<br />

colui che è l'unico autentico Maestro di<br />

vita. Renda grazie ciascuno di noi per le<br />

ispirazioni e gli impulsi a liberarsi da<br />

ogni indegnità, anche se piccola, e a<br />

crescere nell'amore operoso del bene,<br />

che nell'anno trascorso gli sono stati in-<br />

teriormente donati. Renda grazie ciascu-<br />

no di noi anche per qualche eventuale<br />

momento di pena e di incomprensione,<br />

che l'hanno assimilato di più a Cristo<br />

crocifisso e risorto, primogenito e prin-<br />

cipio dell'umanità nuova.<br />

In questa basilica ci viene spontaneo<br />

pregare in primo luogo per la nostra cit-<br />

tà e per tutta la gente bolognese perché,<br />

fregiandosi e onorandosi del nome di<br />

san Petronio, essa con l'intercessione<br />

dell'antico Patrono si inoltri nel terzo<br />

millennio restando fedele alla sua storia,<br />

alla sua identità caratteristica, alla sua<br />

amabile umanità. Preghiamo anche per<br />

la nostra Nazione e per il suo futuro di<br />

pace, di benessere, di inalienabile civil-<br />

tà. Preghiamo infine per l'intera famiglia<br />

dei figli di Adamo, diffusa su tutta la<br />

terra, perché — riscoprendo e amando<br />

il Padre comune che è nei cieli — ritrovi<br />

efficacemente l'ideale della fraternità<br />

universale, antitesi di ogni violenza e di<br />

ogni razzismo. Questo nostro raduno<br />

orante di fine d'anno ci infonde una fi-<br />

ducia nuova e ci dà un nuovo coraggio<br />

di vivere. Questo significa appunto l'af-<br />

fettuosa invocazione con cui si conclude<br />

il nostro «Te Deum»: «Tu sei la nostra<br />

speranza,nonsaremoconfusiin eterno».<br />

FIRENZE<br />

La sera del 31 dicembre, com'è tradi-<br />

zione, nella chiesa del Gesù l'Arcivesco-<br />

vo di Genova, Cardinale Dionigi Tetta-<br />

manzi, ha presieduto la concelebrazione<br />

del Te Deum, ringraziamento per l'anno<br />

2000 al suo termine. L'Arcivescovo nel-<br />

l'omelia ha detto che nel passaggio al<br />

nuovo millennio i credenti sono chiama-<br />

ti a portare con sé essenzialmente tre<br />

cose: il libro del Vangelo, il legno della<br />

Croce e il fuoco dello Spirito. La Chiesa<br />

varca le soglie di un millennio con la<br />

forza di questo triplice bagaglio. Si trat-<br />

ta per ciascuno di essere più assiduo<br />

nell'ascolto della Parola, di rivolgere con<br />

maggiore intensità lo sguardo verso il<br />

Crocifisso salvatore dell'uomo e sorgen-<br />

te di speranza per l'umanità, di invocare<br />

con fiducia il fuoco dello Spirito, il solo<br />

capace di cambiare i propri cuori e<br />

quelli di coloro a cui ci si rivolge per an-<br />

nunziare il Santo Vangelo.<br />

Nella Cattedrale di san Lorenzo ha<br />

avuto poi luogo la solenne veglia di pre-<br />

ghiera, insieme di ringraziamento e di<br />

supplica, per il passaggio al nuovo mil-<br />

lennio.<br />

Durante l'adorazione guidata è stata<br />

fatta memoria della straordinaria intui-<br />

zione ed ispirazione che il fondatore del-<br />

la Famiglia Paolina, don Giacomo Albe-<br />

rione, ebbe nella notte che chiudeva<br />

l'Ottocento e apriva il Novecento, che<br />

gli rese chiaro «il dovere di essere gli<br />

apostoli di oggi, adoperando i mezzi<br />

sfruttati dagli avversari».<br />

Per la solennità di Maria santissima<br />

Madre di Dio, nell'omelia della Concele-<br />

brazione Eucaristica in Cattedrale, il<br />

Cardinale Tettamanzi ha parlato del dia-<br />

logo tra le culture come compito diffici-<br />

le e assolutamente necessario. Richia-<br />

mando il Messaggio del Papa sul Dialo-<br />

go tra le culture per una civiltà dell'a-<br />

more e della pace, ha ricordato che<br />

«non c'è altra via, all'infuori del dialogo,<br />

per l'edificazione di un mondo riconci-<br />

liato» (n. 3).<br />

La pace è «frutto e insieme la condi-<br />

zione di tanti valori presenti e operanti<br />

nella vita della società e dell'intera uma-<br />

nità» e chiede il superamento di «mani-<br />

festazioni patologiche» quali nazionali-<br />

smo, razzismo e xenofobia. Le culture<br />

«vanno modellate coi dinamismi tipici<br />

del dialogo e della comunione, sulla ba-<br />

se dell'originaria e fondamentale unità<br />

della famiglia umana, uscita dalle mani<br />

di Dio che “creò da uno solo tutte le na-<br />

zioni degli uomini” (Atti 17, 26)» (n.<br />

10).<br />

Genova, «più di altre, città multiraz-<br />

ziale e multiculturale» non può dimenti-<br />

care, come diceva il Papa ad Assisi e re-<br />

centemente a Roma, «che dalla recipro-<br />

ca apertura degli aderenti alle diverse<br />

religioni grandi benefici possono deriva-<br />

re alla causa della pace e del bene co-<br />

mune dell'umanità».<br />

La presenza in Cattedrale, «per la<br />

Giornata Mondiale della Pace, di rappre-<br />

sentanti di altre confessioni cristiane, se<br />

non di altre religioni, è per tutti noi mo-<br />

tivo di impegno e di speranza», ha con-<br />

cluso l'Arcivescovo. Gli ha fatto eco il<br />

Pastore Valdese Teodoro Fanlo y Cortés,<br />

a nome anche dei rappresentanti della<br />

Chiesa Ortodossa e delle Comunità Ri-<br />

formate, auspicando un più deciso co-<br />

mune impegno ecumenico a favore della<br />

giustizia e della pace in tutte le sue de-<br />

clinazioni.<br />

GRAZIELLA MERLATTI<br />

L'invocazione a Maria, «figlia del suo<br />

figlio» secondo la celebre definizione<br />

dantesca, si è levata dalla cattedrale<br />

di santa Maria del Fiore nella Messa del<br />

1° gennaio, Giornata Mondiale per la Pa-<br />

ce. Pensando alla tenerezza materna<br />

con cui la Madonna tiene in braccio Ge-<br />

sù, il Cardinale Silvano Piovanelli, Arci-<br />

vescovo di Firenze, ha implorato lo stes-<br />

so abbraccio amoroso per tutti gli uomi-<br />

ni: «Ti guardiamo, o Madre, mentre<br />

stringi il tuo bambino, e pensiamo che<br />

non hai dimenticato le parole che Lui,<br />

ormai cresciuto e verso il compimento<br />

della sua missione, ti disse sulla croce.<br />

“Ecco tuo figlio”, ti disse indicando il di-<br />

scepolo che Gesù amava e, in lui, ogni<br />

discepolo e ogni uomo, amato da Dio».<br />

Fedele al testamento che le è stato<br />

consegnato, la Madonna continua a<br />

guardare con amore gli uomini, soprat-<br />

tutto i più bisognosi: «Lo sguardo di<br />

Maria — ha sottolineato il Cardinale —<br />

si posa sul volto preoccupato dei disoc-<br />

cupati, sul volto spento dei tossicodipen-<br />

denti, sul volto degli anziani segnato<br />

dalla fatica, sul volto di chi non ha volto<br />

perché non è venuto alla luce ed è stato<br />

ucciso in grembo, sul volto triste delle<br />

donne costrette a vendere il proprio cor-<br />

po». L'Arcivescovo di Firenze ha rivolto<br />

una preghiera particolare a Maria per<br />

chiedere la pace tra ebrei e palestinesi:<br />

«Questi ultimi scagliano sassi e organiz-<br />

zano attentati, gli altri adoperano carri<br />

armati e armi automatiche, mentre gli<br />

estremisti di entrambe le parti soffiano<br />

sul fuoco e sembrano rendere impossibi-<br />

le la pace. Guarda a noi peccatori e cor-<br />

ri in aiuto di coloro che dal tuo Figlio ti<br />

sono stati dati come figli».<br />

RICCARDO BIGI<br />

BARI ALESSANDRIA CARPI<br />

Anche nella periferia dell'Arcidiocesi<br />

di Bari e Bitonto, in particolare nel<br />

quartiere san Paolo di Bari, la Giornata<br />

mondiale della pace, è stata celebrata<br />

con grande partecipazione di popolo.<br />

Nella parrocchia san Paolo Apostolo,<br />

nel cuore del vastissimo quartiere barese<br />

e prima tappa della visita papale degli<br />

anni Ottanta, il parroco don Domenico<br />

Moro nel ricordare che la sua comunità<br />

cristiana di periferia ha tanti valori ma<br />

anche i gravi problemi dei quartieri lon-<br />

tani dal centro urbano cittadino, ha invi-<br />

tato i fedeli ad accogliere il grande am-<br />

monimento di Giovanni Paolo II al dia-<br />

logo fra le culture per una civiltà dell'a-<br />

more e della pace. «Il tema dettato dal<br />

Papa — ha detto don Domenico Moro<br />

— suona come un invito ad aprirci agli<br />

altri, a non rinchiuderci nei nostri recin-<br />

ti, a non aver paura. L'invito alla pace è<br />

un appello ad essere sempre più comu-<br />

nità degna di questo nome, con un'ani-<br />

ma sola e un cuore solo mettendo a di-<br />

sposizione di tutti i propri carismi, le<br />

proprie competenze e anche i propri be-<br />

ni perché tutti possano crescere nel be-<br />

ne».<br />

Don Domenico Moro ha sottolineato<br />

che il mondo, gli Stati, le città hanno bi-<br />

sogno di pace: e la pace, come è intesa<br />

dalla Bibbia, non è solo assenza di guer-<br />

ra ma è, sulla traccia della parola ebrai-<br />

ca shalom, augurio di bene, di prosperi-<br />

tà. E principe della pace è il Bambino<br />

nato per noi perché in Lui possiamo tro-<br />

vare la risposta ai nostri bisogni più pro-<br />

fondi. Come avverte san Paolo nel bra-<br />

no della Lettera ai Galati, Egli ci ha ri-<br />

scattati dal peccato perché ricevessimo<br />

l'adozione a figli. E qui si svela l'altro<br />

aspetto del dono della pace che è quello<br />

del rapporto con gli atri.<br />

Gesù, l'uomo nuovo, ci ha ricercati<br />

rendendoci capaci di amare come Lui<br />

ama. «Con Lui — ha ancora sottolineato<br />

il parroco — hanno inizio i cieli nuovi e<br />

la terra nuova in cui avrà stabile dimora<br />

la giustizia, mondo nuovo che si manife-<br />

sterà in pienezza alla fine dei tempi ma<br />

che siamo chiamati a costruire ora gior-<br />

no dopo giorno, in una dimensione sem-<br />

pre nuova e con l'intercessione della<br />

Vergine Maria, vera regina della pace».<br />

VITO MAUROGIOVANNI<br />

«Non potevamo che partire di qui<br />

perché ad Alessandria, se c'è un segno<br />

tangibile di amore alle persone, qualun-<br />

que sia e in qualsiasi modo si presenti,<br />

lo troviamo nella Casa della Divina<br />

Provvidenza voluta da Madre Teresa<br />

Grillo Michel». Con queste parole il Ve-<br />

scovo di Alessandria, Monsignor Fernan-<br />

do Charrier, ha iniziato l'undicesima<br />

Marcia della Pace alle 21 di domenica<br />

31 dicembre, nel luogo da cui undici an-<br />

ni fa partì per il suo ingresso in Diocesi<br />

e che rappresenta il cuore vivo di Ales-<br />

sandria: «la Michel».<br />

«Siamo qui — ha proseguito Monsi-<br />

gnor Fernando Charrier — non per una<br />

tradizione, né per una formalità, né per<br />

metterci la coscienza a posto, bensì per<br />

farci carico di tutte le povertà del mon-<br />

do. I nostri ospiti non sono gli artisti fa-<br />

mosi o i potenti ma i più deboli, gli an-<br />

ziani cioè, gli emarginati, i discriminati,<br />

i disabili, i rifiutati. Sono tutti ospiti del-<br />

la nostra mente e del nostro cuore colo-<br />

ro che oggi non mangeranno — e sono<br />

800 milioni —, tutti coloro che non han-<br />

no libertà, coloro che le istituzioni di-<br />

menticano, tutti gli infelici della terra,<br />

intere popolazioni o singole persone».<br />

La prima testimonianza, sulla povertà<br />

di affetti e di speranza, è stata offerta<br />

da due disabili, Maria Grazia Galasso e<br />

Serafina Berni. La prima ha sottolineato<br />

l'importanza dell'amore che la famiglia<br />

può dare a chi soffre nel corpo ed ha<br />

evidenziato la povertà di attenzione da<br />

parte delle istituzioni, soprattutto per<br />

quanto concerne la possibilità di concor-<br />

rere a soluzioni che facilitino la vita di<br />

relazione di chi è svantaggiato. Serafina<br />

Berni, ospite della Casa di Madre Mi-<br />

chel e priva dell'uso delle gambe, con<br />

immensa gioia ha trovato «sorelle che<br />

camminano per lei con braccia tese ver-<br />

so gli altri e non piegate verso se stes-<br />

se», sottolineando che «a chi è aiutato e<br />

a chi aiuta non mancano la serenità e la<br />

gioia».<br />

La Marcia della Pace ha poi finalmen-<br />

te iniziato il suo cammino verso la chie-<br />

sa di s. Maria di Castello. Qui, Cordana<br />

Kovacevic, mediatrice culturale, ha of-<br />

ferto una riflessione molto forte e toc-<br />

cante evidenziando «i pregiudizi della<br />

gente verso chi proviene da etnie diver-<br />

se» e richiedendo «una accoglienza ade-<br />

guata per superare i problemi connessi<br />

all'immigrazione, che non possono esse-<br />

re risolti ricostruendo muri».<br />

«Il cristiano non può e non deve non<br />

pensare alle premesse della misericordia<br />

di Dio e al giudizio sulla propria salvez-<br />

za senza prescindere dal richiamo evan-<br />

gelico “ero pellegrino e mi avete ospita-<br />

to” — ha detto Agostino Pietrasanta,<br />

moderatore del Consiglio Pastorale Dio-<br />

cesano, nella seconda riflessione sulla<br />

povertà di accoglienza e di integrazione<br />

— e non si può ignorare il diritto alla<br />

reciprocità che si richiede a tutti i popo-<br />

li della terra. Sarà, pertanto, necessaria<br />

una opportuna e ragionevole gradualità<br />

ad una infinita pazienza, mentre le rea-<br />

zioni inconsulte cerano povertà di acco-<br />

glienza».<br />

Dopo aver raggiunto il centro cittadi-<br />

no, la Marcia della Pace si è conclusa al<br />

teatro Parvum per ascoltare la terza ri-<br />

flessione sulla povertà di cultura della<br />

partecipazione, offerta ai partecipanti da<br />

don Maurillo Guasco.<br />

Dopo aver richiamato l'attenzione sul-<br />

la mancanza di cultura che diventa<br />

mancanza di partecipazione e aver sot-<br />

tolineato che i problemi degli altri sono<br />

uguali ai nostri, ma il risolverli da soli è<br />

egoismo e il risolverli insieme è la politi-<br />

ca, don Maurillo Guasco ha posto alcuni<br />

interrogativi fondamentali: «Vogliamo<br />

provare a chiederci dove sia finita la po-<br />

litica come arte di partecipare e non co-<br />

me mezzo per annientare il nemico? Se<br />

sia possibile tornare a considerare l'altro<br />

non come il nemico da abbattere ma co-<br />

me l'interlocutore che esprime opinioni<br />

diverse, con le quali ci si deve confron-<br />

tare, sapendo che da sempre i torti e le<br />

ragioni convivono e sono difficilmente<br />

separabili? A sentirci coinvolti nel gover-<br />

no delle nostre vite senza delegare sem-<br />

pre tutto agli altri? La nostra sta diven-<br />

tando una civiltà della delega, dove si<br />

agisce sempre per interposta persona, e<br />

una società dello spettacolo, dove l'im-<br />

portante non è partecipare, ma assiste-<br />

re». E ancora: «La cultura diffusa è<br />

spesso fondata sulla ricerca della sicu-<br />

rezza, sull'eliminazione dei dubbi, sulle<br />

nozioni chiare che rendono tranquilli.<br />

La cultura della partecipazione, del<br />

coinvolgimento, è fonte di dubbio, di in-<br />

sicurezza, di orizzonti sempre aperti ma<br />

molto rischiosi».<br />

Monsignor Fernando Charrier, nel<br />

concludere la serata, ha invitato tutti a<br />

«costruire un mondo nuovo facendosi<br />

prossimi, sentendosi servitori di idee e<br />

di fatti — perché il “panem et circenses”<br />

è vecchio di duemila anni — sforzando-<br />

ci di andare controcorrente, compiendo<br />

gesti concreti come l'adesione all'impe-<br />

gno per la remissione del debito dei pae-<br />

si poveri, propugnando e vivendo un<br />

modello di vita che non ponga al primo<br />

posto il nostro sviluppo ma quello di<br />

tutti, aderendo a quel movimento cultu-<br />

rale che vede lo sviluppo nella sua glo-<br />

balità e non solo economico, poiché non<br />

c'è crescita senza democrazia».<br />

Alle 18 del 1° gennaio, in cattedrale,<br />

alla presenza delle autorità civili e mili-<br />

tari — fra cui il neo prefetto di Alessan-<br />

dria, Vincenzo Pellegrini, il presidente<br />

della provincia, Fabrizio Palenzona, il<br />

presidente del Consiglio Comunale, Pier-<br />

carlo Fabbio — Monsignor Fernando<br />

Charrier ha presieduto la celebrazione<br />

eucaristica nella ricorrenza della XXXIV<br />

Giornata Mondiale della Pace. «Il mes-<br />

saggio di Giovanni Paolo II — ha detto<br />

il Vescovo di Alessandria all'omelia — ci<br />

porta alle radici del dialogo fra le cultu-<br />

re in una società multietnica. È Dio che<br />

si mette in dialogo con l'uomo, che vuo-<br />

le essere vicino all'uomo e chiede a noi<br />

di dialogare. Questo è, oggi, il primo<br />

impegno. E la pace deriva proprio dalla<br />

conoscenza, diventando un dono posto<br />

nelle nostre mani per farlo crescere».<br />

Al termine della Santa Messa, Monsi-<br />

gnor Fernando Charrier ha consegnato<br />

alle autorità e ai presenti una copia del<br />

Messaggio del Santo Padre Giovanni<br />

Paolo II per la celebrazione della Gior-<br />

nata Mondiale della Pace.<br />

MARCO CARAMAGNA<br />

«La prima lettura che abbiamo ascol-<br />

tato dal libro dei Numeri ci ha invitato a<br />

vedere nel tempo che viviamo, nell'anno<br />

vecchio, che termina e nell'anno nuovo<br />

che a mezzanotte inizia, un dono del Si-<br />

gnore, un dono prezioso e attento di<br />

Dio Padre, un talento importante da<br />

trafficare con saggezza, una ulteriore<br />

occasione e un particolare richiamo a<br />

vivere sempre, dovunque e con chiun-<br />

que alla presenza di Dio, che può da un<br />

momento all'altro chiamarci a vivere<br />

per sempre con lui nel suo paradiso»: è<br />

uno dei passaggi più significativi dell'o-<br />

melia pronunciata dal Vescovo di Carpi,<br />

Elio Tinti, durante la S. Messa vesperti-<br />

na celebrata in Cattedrale il 31 dicem-<br />

bre.<br />

«Sono sempre frequenti — ha prose-<br />

guito il presule — le morti improvvise,<br />

le morti per disgrazie stradali, per inci-<br />

denti sulle nevi e in montagna, le morti<br />

per la cattiveria e la malvagità dell'uo-<br />

mo. È doveroso al termine di un anno,<br />

di un anno di grazia come questo 2000,<br />

Anno Santo e anno del Grande Giubileo<br />

del bimillenario del Signore, fare un bi-<br />

lancio di quanto il Signore ci ha donato,<br />

e di quanto ci sembra sia stato lo stile di<br />

vita di tanti nostri fratelli e di noi, per<br />

chiederne perdono».<br />

Tra i doni del Signore il Vescovo ha<br />

elencato: «l'Anno Santo, con la possibili-<br />

tà e l'appello insistente del Papa e del<br />

Signore a convertirci, a santificarci, a<br />

vivere “con sobrietà, giustizia e pietà in<br />

questo mondo, rinnegando l'empietà e i<br />

desideri mondiali” (Tito 2, 12).<br />

«Le grandi convocazioni di tutte le di-<br />

verse categorie di persone: scienziati,<br />

politici, sportivi, handicappati, sacerdo-<br />

ti, religiosi, vescovi, famiglie, catechisti,<br />

artisti, militari, e tanti altri, congregazio-<br />

ni culminate nella Giornata Mondiale<br />

della Gioventù con due milioni di giova-<br />

ni e con il Papa, che è stato loro educa-<br />

tore, loro maestro, loro guida».<br />

«Il Santo Padre Giovanni Paolo II, co-<br />

me uomo di Dio, come uomo di fede,<br />

come uomo appassionato per il Signore,<br />

per la Chiesa, per la salvezza e la pro-<br />

mozione e la dignità di ogni uomo spe-<br />

cie quelli più indifesi e bisognosi, come<br />

uomo che non si stanca di difendere e<br />

promuovere la vita della concezione alla<br />

vecchiaia, un uomo che non si rispar-<br />

mia, ma si consuma tutto per servire a<br />

causa di un mondo più “umano”, più<br />

«cristiano”, più ricco di pace e di sapien-<br />

za: un uomo che vive perché vuol vive-<br />

re, cosciente del dono della vita e della<br />

missione che il Signore gli ha affidato».<br />

«Per noi qui a Carpi — ha continuato<br />

Mons. Tinti — le tante convocazioni<br />

giubilari nel corso di quest'anno, e il do-<br />

no di un nuovo Vescovo, supplicato e<br />

impetrato dal Signore e che è venuto<br />

nel dono di questa mia povera persona,<br />

che pure deve ringraziare il Signore per<br />

la chiamata ad una vocazione che im-<br />

mette direttamente nel mistero di amore<br />

e di salvezza di Cristo, Unico e Sommo<br />

ed Eterno Sacerdote».<br />

Il presule ha poi fatto un bilancio «di<br />

quanto ci sembra sia stato e sia uno sti-<br />

le di vita che sta diventando contenuto<br />

di una cultura nefasta e insipiente», rile-<br />

vando «l'indifferenza e l'individualismo<br />

che prende tanti di noi, forse in alcuni<br />

momenti, prende anche noi stessi. Indif-<br />

ferenza e individualismo — ha continua-<br />

to — che portano a non distinguere più<br />

ciò che è bene e ciò che è male, su un<br />

piano oggettivo, lasciando a ciascuno<br />

determinare il bene e il male in maniera<br />

opportunistica, spesso calpestando o di-<br />

ritti e la libertà degli altri. Indifferenza e<br />

individualismo — ha aggiunto — che<br />

portano frequentemente diverse persone<br />

a una smania di evasione e di svago dal<br />

quotidiano, dalla vita semplice, ordina-<br />

ria, dai propri impegni e doveri di citta-<br />

dini e di professionisti e a vivere la do-<br />

menica e i giorni di festa in maniera<br />

spensierata, col rischio di riempire il<br />

proprio io, senza la capacità di affronta-<br />

re, risolvere e accompagnare i problemi<br />

coniugali, l'educazione responsabile dei<br />

figli, una propria interiorità e capacità<br />

di riflessione». «C'è l'obbligo — ha con-<br />

cluso — di riscoprire il valore e l'esigen-<br />

za di una sapienza e di una sosta nella<br />

nostra vita, riscoprendo la bellezza e la<br />

gioia della domenica come giorno della<br />

ripresa dei valori della propria persona,<br />

della propria famiglia, del proprio cam-<br />

mino, del Signore nella propria vita».<br />

SIENA-COLLE DI VAL D'ELSA-MONTALCINO<br />

qualcuno non deve interferire con la<br />

scienza, ma con quali prospettive?».<br />

E proprio sottolineando la necessità di<br />

riscoprire i valori fondamentali, l'Arcive-<br />

scovo di Siena ha commentato il mes-<br />

saggio che il Papa, Giovanni Paolo II,<br />

ha inviato alle Diocesi in occasione della<br />

34ª Giornata Mondiale della Pace. «Il<br />

Papa — ha spiegato il presule — si ri-<br />

volge quest'anno a tutti i popoli del<br />

mondo per parlare di pace e delle condi-<br />

zioni che la possono assicurare. Come si<br />

può essere in pace se non ci si conosce,<br />

se non ci si stima, se non ci si rispetta?<br />

Se ci si rifiuta e si resta indifferenti di-<br />

nanzi a quanti ci sembrano estranei? La<br />

costruzione di un mondo migliore non è<br />

possibile se non c'è il rispetto di queste<br />

diverse identità pur nella ricerca di un<br />

denominatore comune.<br />

I modelli culturali dell'Occidente —<br />

ha detto ancora Monsignor Bonicelli —<br />

appaiono fascinosi ed attraenti ma rive-<br />

lano, purtroppo, un progressivo impove-<br />

rimento umanistico, spirituale e morale<br />

perché pretendono di voler realizzare il<br />

bene dell'uomo facendo a meno di Dio.<br />

Anche le culture vanno modellate — ha<br />

sottolineato — con i dinamismi tipici del<br />

dialogo e della comunione sulla base<br />

dell'originaria e fondamentale unità del-<br />

la famiglia umana uscita dalle mani del<br />

Creatore».<br />

Intervenendo quindi sulla questione<br />

dell'immigrazione, Monsignor Bonicelli<br />

ha osservato come essa rappresenti «una<br />

verifica della capacità di dialogo e per-<br />

ciò di edificazione di un mondo di giu-<br />

stizia e di pace. Si tratta — ha spiegato<br />

— di un fenomeno che per la prima vol-<br />

ta tocca direttamente anche la nostra<br />

Italia. Abbiamo invocato in tutto il mon-<br />

do comprensione e rispetto per i nostri<br />

emigrati. E ora qual è il nostro compor-<br />

tamento con gli immigrati? Non si può<br />

all'inizio di un nuovo anno non porsi<br />

questo problema come Chiesa e come<br />

società anche nell'ambito senese».<br />

Non sono cambiati solo i numeri nella<br />

cifra degli anni — ha concluso l'Arcive-<br />

scovo di Siena-Colle di Val d'Elsa-Mon-<br />

talcino — «ci accorgiamo che stanno<br />

cambiando valori e modi di vita. Quale<br />

sarà il nostro futuro? Se non si migliora<br />

l'uomo in meglio non cambierà la socie-<br />

tà. La pace è un dono di Dio che si con-<br />

solida solo se penetra e si afferma in<br />

tutta l'esperienza umana. Inutile invoca-<br />

re l'Onu se non siamo tesi a vincere le<br />

piccole e grandi chiusure, le contrappo-<br />

sizioni irrazionali, la violenza e l'indiffe-<br />

renza di casa nostra».<br />

La pace è un dono ma è anche una<br />

conquista. «Iscriviamola — ha detto infi-<br />

ne Monsignor Bonicelli — come obietti-<br />

vo e come proposito sul frontone del<br />

nuovo anno. Sarà un anno bello! Sarà<br />

un anno buono!».<br />

ROBERTO ROMALDO<br />

MESSINA<br />

GENOVA<br />

PAGINA<br />

13 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Giovedì 4 Gennaio 2001<br />

ITALIA<br />

Il cammino<br />

della Chiesa<br />

La XXXIV Giornata della Pace<br />

nelle diocesi italiane


ITALIA<br />

PAGINA<br />

L'Anno Santo, le Giornate Mondiali della<br />

Gioventù, l'ostensione della Sindone: nel<br />

grande ringraziamento per l'anno appena<br />

concluso l'Arcivescovo di Torino Mons. Severino<br />

Poletto ha voluto sottolineare soprattutto<br />

questi tre grandi momenti, significativi per<br />

la Chiesa universale e per quella torinese.<br />

Proprio il «clima» del Giubileo continua a caratterizzare<br />

questi giorni di passaggio al nuovo<br />

millennio. Mons. Poletto ha ricordato che<br />

il 2001 è l'anno in cui occorrerà «mettere in<br />

cassaforte» i doni del Giubileo, cioè farli fruttare<br />

nella vita della Chiesa e nell'impegno dei<br />

credenti nella società civile.<br />

Per quanto riguarda la Sindone, conclusa<br />

la stagione delle ostensioni, rimane alla Chiesa<br />

torinese e a tutto il mondo non tanto il ricordo<br />

di un Volto che richiama così fortemente<br />

la Passione del Signore, ma anche il<br />

frutto di una carità concreta, perché quel<br />

Volto va cercato e trovato ogni giorno nel<br />

servizio al prossimo.<br />

Mons. Poletto ha guidato la preghiera del<br />

«Te Deum» nel santuario della Consolata, la<br />

chiesa più cara alla devozione torinese, nel<br />

pomeriggio del 31 dicembre. Alla sera ha<br />

partecipato, all'Arsenale della pace, alla meditazione<br />

dei giovani del Sermig, che ogni<br />

anno propongono un «cenone del digiuno»<br />

seguito dalla tradizionale marcia della pace,<br />

conclusa poi in Cattedrale dove l'Arcivescovo<br />

ha presieduto la Messa a mezzanotte.<br />

Nell'omelia dell'ultima Celebrazione Eucaristica<br />

del 2000 Mons. Poletto si è soffermato<br />

Nel primo giorno dell'anno la Chiesa<br />

cattolica celebra la Giornata Mondiale<br />

della Pace e nell'Arcidiocesi peruginopievese<br />

questa del 2001 è stata vissuta<br />

con due momenti di intensa preghiera<br />

presieduti dall'Arcivescovo Giuseppe<br />

Chiaretti, sia nella concattedrale di Città<br />

della Pieve, sia nella cattedrale di Perugia.<br />

Mons. Chiaretti, anche in qualità di<br />

presidente della Commissione Cei per<br />

l'ecumenismo ed il dialogo interreligioso,<br />

ha esortato, nella sua omelia, ad un<br />

«Dialogo interculturale per un millennio<br />

di pace».<br />

«Il nuovo anno e il nuovo millennio lo<br />

apriamo nel nome di Gesù, dinanzi al<br />

quale ogni ginocchio flette in adorazione<br />

— ha esordito —. È Maria a presentarci<br />

il suo Figlio dall'alto delle tante “maternità<br />

divine” collocate sugli altari delle<br />

nostre chiese, anche in Paesi remoti».<br />

Mons. Chiaretti a questo punto ha rilevato<br />

che Maria sembra dirci: È mio Figlio<br />

quel che venerate in ogni ostia consacrata;<br />

è mio Figlio colui che invocate<br />

ad apertura d'anno e di millennio per<br />

affidare voi e le vostre scelte operative<br />

alla sua protezione. Siatene degni!<br />

«Abbiamo certamente bisogno — ha<br />

osservato l'Arcivescovo — di un particolare<br />

intervento di Dio perché il tempo,<br />

che fugge così inesorabilmente, sia percorso<br />

da fremiti di bontà e di pace, e<br />

non da gemiti di egoismo e di guerra.<br />

«L'augurio della pace — ha detto il<br />

Presule — in questo primo giorno dell'anno<br />

dedicato alla pace, è scontato,<br />

anche perché di fatto il terzo millennio<br />

non s'apre nel segno della pace ma nel<br />

segno dell'odio e della prepotenza.<br />

«E il pensiero — ha aggiunto l'Arcivescovo<br />

— va subito alla terra di Gesù dove<br />

due popoli si fronteggiano con motivazioni<br />

anche pseudoreligiose: e non c'è<br />

di peggio delle guerre combattute in nome<br />

di Dio!<br />

TORINO TRENTO MILANO<br />

La conclusione dell'anno 2000 e l'inizio<br />

del 2001 — e con questo del terzo<br />

millennio — per la Chiesa ambrosiana<br />

sono avvenuti nel segno della tradizione,<br />

e nel contempo dell'attenzione ai nuovi<br />

segni dei tempi, seguendo le celebrazioni<br />

e gli appuntamenti cui ha preso parte<br />

l'Arcivescovo di Milano, Cardinale Carlo<br />

Maria Martini. Questi ha celebrato la<br />

Santa Messa di fine anno nella chiesa di<br />

san Fedele, «insieme con i Padri Gesuiti<br />

che la animano e con tante persone presenti»,<br />

con un significato anzitutto: «Alla<br />

conclusione di un anno solare, ringraziare<br />

Dio per i benefici dell'anno trascorso<br />

e fare un bilancio di quanto abbiamo<br />

vissuto insieme. Tanto più che l'anno<br />

trascorso è stato significativo in particolare<br />

per la Chiesa cattolica ... anno giubilare,<br />

anno santo, ricco di eventi e di<br />

simboli». «Qualche giorno fa — ha aggiunto<br />

il Cardinale —, con gli auguri alla<br />

Curia romana, il Papa ha fatto un primo<br />

bilancio dell'anno e ha sottolineato,<br />

ringraziandone Dio, momenti particolarmente<br />

significativi del Giubileo. ... Ricordando<br />

il suo pellegrinaggio nella terra<br />

di Gesù il Papa ha aggiunto alcune<br />

parole che facciamo nostre anche stasera:<br />

“Noi vogliamo oggi dire la nostra vicinanza<br />

a quanti stanno soffrendo in<br />

quell'estenuante conflitto e invochiamo<br />

Dio perché plachi la violenza dei sentimenti<br />

e delle armi e orienti gli animi a<br />

soluzioni adeguate per una pace giusta e<br />

duratura”». L'Arcivescovo ha sottolineato<br />

anche come il Papa abbia ricordato la<br />

Giornata Mondiale della Gioventù ed il<br />

PERUGIA-CITTÀ DELLA PIEVE REGGIO EMILIA-GUASTALLA<br />

«I due popoli, vittime di rancori e di<br />

esclusioni reciproche, continuano ad avvitarsi<br />

su se stessi senza trovare sbocco<br />

in accordi di convivenza pacifica in un<br />

contesto di riconciliazione e di perdono.<br />

Ci dispiace, e preghiamo per loro».<br />

Mons. Chiaretti ha voluto rivolgere<br />

«l'augurio di pace anche alla nostra patria,<br />

alla regione, alla città, dal momento<br />

che semi di violenza sono ormai dappertutto<br />

e portano solo frutti di morte.<br />

« Essi — ha sottolineato il Presule —<br />

sono ancor più diffusi nella società a<br />

causa della profonda crisi etica in atto,<br />

compresa l'etica civica, favorita dalla<br />

mitizzazione di una libertà senza regole».<br />

L'Arcivescovo ha parlato di una «litigiosità<br />

permanente fra le forze politiche<br />

e la loro pratica inconsistenza sul piano<br />

progettuale non lasciano bene sperare.<br />

In questo contesto continua ad essere<br />

un problema particolarmente drammatico<br />

e preoccupante per la popolazione<br />

italiana quello dell'immigrazione clandestina<br />

e irregolare — ha sottolineato —<br />

che, mentre offre braccia da lavoro di<br />

cui si ha urgente bisogno, non trova<br />

adeguata e tempestiva regolamentazione<br />

e tutela giuridica ed è fonte di insicurezza.<br />

«Per mio conto — ha affermato<br />

Mons. Chiaretti — torno a riproporre<br />

quel che dissi un anno fa per la festa di<br />

san Costanzo, chiedendo che almeno<br />

laddove siano state trovate occupazioni<br />

stabili e garantite e ci sia formale richiesta<br />

del datore di lavoro si accelerino le<br />

pratiche di riconoscimento e si provveda<br />

tempestivamente ad una regolarizzazione,<br />

che consenta anche ai datori di lavoro<br />

di sanare la loro posizione senza penalità<br />

aggiuntive.<br />

«Questo permetterebbe di sceverare<br />

con più facilità chi viene per delinquere<br />

da chi viene per lavorare seriamente» ha<br />

osservato il Presule.<br />

OPPIDO MAMERTINA-PALMI<br />

«...Il dialogo tra le culture emerge come<br />

un'esigenza intrinseca alla natura<br />

stessa dell'uomo e della cultura»: queste<br />

parole del messaggio di Giovanni Paolo<br />

II per la Giornata Mondiale della Pace<br />

del 2001 risuonano ammonitrici e<br />

profetiche anche nelle nostre contrade<br />

del Sud dove da decenni la comunità ecclesiale<br />

con un grande sforzo di fantasia<br />

e di aderenza ai principi del Vangelo e<br />

del Magistero ha intrapreso la via del<br />

dialogo con quanti si trovano a vivere e<br />

a condividere una situazione di diversità,<br />

di emarginazione, di sofferenza e di<br />

bisogno. Significativo a tal riguardo l'incontro<br />

sul terreno della carità tra la comunità<br />

autoctona e le espressioni storiche<br />

di immigrati soprattutto magrebini<br />

che pur alla ricerca di lavoro e di una<br />

fonte di sussistenza hanno dimostrato<br />

capacità di convivere, pur nel reciproco<br />

rispetto di identità, ruoli e differenze.<br />

Per la Chiesa il dialogo non è annullamento<br />

di identità, ma rispetto e stima<br />

reciproca che trova il suo equilibrio nella<br />

giustizia che si concretizza nella possibilità<br />

che ognuno possa realizzarsi nei<br />

valori, soprattutto in quello della pace<br />

che dalle nostre parti significa impegno<br />

per la costruzione delle città libere dalla<br />

mafia, dalle insicurezze e dalle paure.<br />

Proprio per questo il Vescovo della<br />

Diocesi Mons. Luciano Bux ha voluto<br />

riuniti a Polistena il clero, i sindaci della<br />

Piana di Gioia Tauro e la popolazione<br />

tutta, ai quali con toccante gesto ha voluto<br />

affidare di persona il «Messaggio»<br />

del Santo Padre per la Giornata della<br />

Pace di quest'anno. E invero una folla<br />

enorme di fedeli ha partecipato alla<br />

Celebrazione Eucaristica cui sono seguiti<br />

una fiaccolata promossa dai giovani<br />

delle parrocchie del circondario e un<br />

assai atteso concerto gospel. Il fatto che<br />

i giovani debbano dare il massimo<br />

contributo per la costruzione di una<br />

14 .<br />

Il cammino<br />

della Chiesa<br />

sul senso del tempo che trascorre, inesorabilmente,<br />

e sulla «tentazione» a cui tutti siamo<br />

esposti, quella di non pensare al significato,<br />

al valore del tempo per la vita presente come<br />

per quella eterna.<br />

La conclusione dell'anno, del secolo e del<br />

millennio sta invece a ricordarci, con la coincidenza<br />

di date così fortemente simboliche, il<br />

nostro «dovere» di dare un senso al tempo,<br />

cioè alla nostra vita.<br />

L'Arcivescovo di Torino ha voluto anche<br />

ricordare e ringraziare esplicitamente il Papa,<br />

protagonista di questa fine del secolo,<br />

per il suo alto magistero e per l'esempio<br />

di fede che ogni giorno offre al mondo intero.<br />

Mons. Poletto ha celebrato la Messa del<br />

1° gennaio, nella solennità di Maria Madre di<br />

Dio, ancora nel santuario della Consolata.<br />

L'Arcivescovo concluderà il Giubileo per la<br />

Diocesi di Torino presiedendo una solenne<br />

Concelebrazione Eucaristica venerdì 5 gennaio<br />

alle 16 in Duomo, mentre nella mattina<br />

dell'Epifania celebrerà la Messa nella parrocchia<br />

torinese del SS. Nome di Maria dove il<br />

Giubileo è stato caratterizzato (come questo<br />

giornale ha a suo tempo riferito) da un'esperienza<br />

forte di adorazione eucaristica: dal 26<br />

dicembre 1999 fino al 6 gennaio 2001 la gente<br />

della parrocchia e di altre comunità cristiane<br />

torinesi ha aderito in gran numero alla<br />

proposta di preghiera e adorazione continua:<br />

in questo modo, lungo l'intero Giubileo, il<br />

Santissimo non è mai stato lasciato «solo».<br />

MARCO BONATTI<br />

società più spontanea, libera e giusta è<br />

stato rimarcato quest'anno proprio per<br />

il valore universale di cui sono latrici la<br />

cultura e le culture: nell'afflato e nella<br />

compenetrazione di esse prendono avvio<br />

quelle istanze di vita capaci di produrre<br />

solidarietà e condivisione, umanità e<br />

fraternità.<br />

Nel frattempo proprio in coincidenza<br />

con l'inizio del nuovo anno e la solennità<br />

della Madre di Dio alcune parrocchie<br />

avvalendosi dell'apposita disciplina diocesana<br />

hanno deciso di celebrare il «giubileo<br />

parrocchiale»: è stato il caso della<br />

parrocchia san Francesco di Paola dove<br />

il parroco Mons. Albino Caratozzolo lo<br />

ha fatto avvalendosi della predicazione<br />

di un novenario da parte dei Padri Salettini;<br />

poi il 31 dicembre lo stesso Vescovo<br />

Mons. Bux ha celebrato la Santa<br />

Messa nella parrocchia della Santa Famiglia<br />

in Palmi nella ricorrenza dell'omonima<br />

festa, mentre il 4 gennaio la<br />

parrocchia del Duomo di Gioia Tauro su<br />

iniziativa del parroco Mons. Francesco<br />

Laruffa celebra il suo Giubileo. La chiusura<br />

dell'anno santo diocesano è prevista<br />

per il 5 gennaio vigilia dell'Epifania<br />

quando un lungo corteo formato dal Vescovo,<br />

dal clero diocesano, dai diaconi e<br />

dal popolo muoverà dall'antica chiesa di<br />

Maria S.S. del Soccorso in Palmi lungo<br />

tutto il corso Garibaldi e Via Pugliese<br />

per raggiungere la Concattedrale dove<br />

avrà luogo la solenne Concelebrazione<br />

Eucaristica.<br />

La chiusura dell'anno giubilare dell'Incarnazione<br />

di Gesù non rinchiude i<br />

tesori della misericordia di Dio che —<br />

come è stato sottolineato in tutte le catechesi<br />

celebrate — continueranno ad<br />

espandersi sull'umanità in cammino alla<br />

ricerca delle fonti della gioia, della resipiscenza<br />

e della Verità.<br />

FILIPPO MARINO<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Giovedì 4 Gennaio 2001<br />

Le celebrazioni di fine anno e<br />

della Giornata della Pace hanno dato<br />

all'Arcivescovo di Trento Mons.<br />

Luigi Bressan opportuna occasione<br />

per offrire alla comunità preziose<br />

riflessioni sul tempo e su valori universali.<br />

Nella sera del 31 dicembre, dopo<br />

aver invitato a riconoscenza per i<br />

doni materiali, ad apprezzamento<br />

per le forze nuove della società, a<br />

lode a Dio per il dono della sua paternità,<br />

a speranza anche nel turbine<br />

dei problemi, il Presule ha sollecitato<br />

«a non far spendereccio il nostro<br />

ringraziamento, ma comunione<br />

fraterna sostenuta dalla preghiera,<br />

poiché — ha soggiunto — abbiamo<br />

la coscienza che l'opera dell'uomo<br />

necessita della grazia di Dio, e solo<br />

con Lui si raggiunge la pienezza<br />

d'attuazione.<br />

«La gioia cristiana anche per il<br />

tempo concessoci si fa più intensa<br />

se inserita nel colma di preghiera».<br />

Uno sguardo a Maria e un approccio<br />

alle tematiche proposte dal<br />

Santo Padre Giovanni Paolo II nel<br />

Messaggio per la Giornata della Pace<br />

sono stati gli argomenti svolti da<br />

Mons. Bressan nell'omelia della<br />

concelebrazione Eucaristica di Capodanno.<br />

Dopo avere osservato che «il testo<br />

del Papa è assai denso sui rapporti<br />

tra l'uomo e la cultura, le di-<br />

L'Arcivescovo ha richiamato l'attenzione<br />

anche su «altri focolai di violenza<br />

da non disattendere: dalle tensioni nelle<br />

carceri sovraffollate anche per un mancato,<br />

pur se atteso, gesto di clemenza,<br />

ai racket delle schiave del sesso o della<br />

droga; dallo stravolgimento mercantilistico<br />

dello sport, alla dequalificazione<br />

progressiva dei processi educativi; dal<br />

dissesto di fatto perseguito, o almeno<br />

non frenato, delle famiglie, alla tragica<br />

spirale di morte anch'essa caparbiamente<br />

voluta, a partire dall'aborto in tutte le<br />

sue forme fino all'eutanasia».<br />

Il Pontefice nel suo messaggio tradizionale<br />

sulla Pace — che Mons. Chiaretti<br />

ha voluto consegnare alle autorità<br />

civili presenti — ha dedicato tutta la sua<br />

riflessione a proporre e a motivare il<br />

«dialogo tra le culture per una civiltà<br />

dell'amore e della pace», studiandone i<br />

molti aspetti.<br />

Giovanni Paolo II «non ha mancato di<br />

lamentare certi modelli culturali del<br />

mondo occidentale... — ha evidenziato<br />

Mons. Chiaretti — ispirati ad una concezione<br />

secolarizzata e praticamente<br />

atea della vita e a forme di radicale individualismo.<br />

«“Si tratta di un fenomeno di vaste<br />

proporzioni — ha affermato il Papa —<br />

sostenuto da potenti campagne massmediali,<br />

tese a veicolare stili di vita, progetti<br />

sociali ed economici... che erodono<br />

dall'interno civiltà nobilissime”».<br />

«L'integrazione culturale comunque<br />

procede in rapporto all'immane sfida<br />

delle migrazioni, che vuole rispetto sicuro<br />

ed accoglienza di ogni immigrato —<br />

ha continuato il Presule — chiedendogli<br />

peraltro di rispettare la “fisionomia culturale”<br />

del territorio.<br />

«Alle autorità tuttavia — ha sottolineato<br />

l'Arcivescovo — compete di garantire<br />

quell'“equilibrio culturale” che<br />

impedisce, sopraffazioni e favorisce uno<br />

sviluppo armonico».<br />

R. L.<br />

Una Marcia nel segno del dialogo tra<br />

le culture per una civiltà dell'amore della<br />

pace ha attraversato le vie della città<br />

di Reggio Emilia per concludersi dopo<br />

tre ore al parco don Bosco dell'Oratorio<br />

Cittadino, dove il Vescovo Adriano Caprioli<br />

ha benedetto la prima pietra della<br />

Casa «Querce di Mamre». È uno dei<br />

frutti del Giubileo, che manifesta la volontà<br />

della Diocesi di continuare la generosa<br />

accoglienza dei fratelli d'oltre confine,<br />

che sempre l'ha caratterizzata. La<br />

Casa sarà mensa per i poveri e ambulatorio<br />

medico, seguito da un gruppo numeroso<br />

di medici volontari, che già si<br />

sono attivati soprattutto nei confronti di<br />

immigrati senza lavoro o in situazioni<br />

difficili, perché senza permesso, allo<br />

sbando. La Casa sarà animata dalla Caritas<br />

diocesana e vuol essere la prima di<br />

altre «Querce di Mamre» in Diocesi. Il<br />

nome è stato scelto perché ricorda l'accoglienza<br />

di Abramo ai tre viandanti,<br />

che stavano passando oltre la sua tenda.<br />

Abramo li rincorre e chiede di accettare<br />

la sua ospitalità. Rincorrere il povero è<br />

propriodel credenteche vive il Vangelo.<br />

La benedizione della prima pietra è<br />

avvenuta al termine della Marcia, che è<br />

partita dal Centro città, dalla storica Basilica<br />

di san Prospero. Tra le testimonianze,<br />

quella di una rappresentante della<br />

Comunità Cinese, molto numerosa a<br />

Reggio Emilia, e di un giovane di Betlemme,<br />

tornato in Italia dopo la Giornata<br />

Mondiale della Gioventù, ospite<br />

della parrocchia di s. Anselmo, che l'aveva<br />

accolto in quei giorni. Parlando in<br />

inglese e leggendo in arabo la parola di<br />

Dio ha ricordato a tutti che «Gesù è nato<br />

per portare la pace negli animi e tra i<br />

popoli» e ha invitato i governanti del<br />

mondo a guardare gli occhi di Gesù<br />

Bambino e quelli di tutti i bambini e ad<br />

abbandonare le idee di potere e di egemonia<br />

per trasformarle in un grande<br />

PALERMO NAPOLI<br />

Un messaggio per la pace che ha abbracciato tutte le componenti<br />

della società è giunto dalla Chiesa di Palermo all'inizio<br />

del nuovo anno e del nuovo millennio. L'Arcivescovo, il Cardinale<br />

Salvatore De Giorgi, celebrando come da tradizione la<br />

prima Messa dell'anno nuovo nel Palazzo di Città, alla presenza<br />

delle autorità civili e militari, commentando il messaggio<br />

del Santo Padre per la 34ª Giornata Mondiale della Pace (il cui<br />

testo è stato distribuito ai presenti), ha rivolto in modo particolare<br />

un triplice invito.<br />

Far crescere il valore dell'accoglienza, soprattutto nei confronti<br />

degli immigrati — così numerosi nella città di Palermo<br />

e in tutta l'Isola — favorendone l'integrazione con il popolo<br />

palermitano che già avverte e vive questo valore.<br />

Testimoniare costantemente una maggiore sobrietà di vita<br />

per venire incontro alle tante povertà del nostro territorio, povertà<br />

che aumentano con il crescere del consumismo e della<br />

disoccupazione.<br />

Educare le nuove generazioni al culto della pace, sia promuovendo<br />

la cultura della sobrietà e della vita dal suo inizio<br />

al suo termine naturale, che eliminando dalla lista dei doni e<br />

dei regali, soprattutto quelli natalizi, tutto ciò che — come le<br />

armi giocattolo — richiama la violenza, la guerra ed ogni forma<br />

di disprezzo della vita.<br />

Questo triplice invito è stato rivolto non solo a quanti hanno<br />

responsabilità politiche ed amministrative, ma anche educative,<br />

soprattutto nei confronti dei più piccoli e dei giovani.<br />

«Che sia un nuovo millennio all'insegna del valore della famiglia»,<br />

ha auspicato l'Arcivescovo De Giorgi rivolgendosi agli<br />

sposi in occasione dell'incontro di fine anno in Cattedrale.<br />

«Che sia un millennio di rinnovamento sociale, ma non può<br />

esserci un rinnovamento sociale che non passi da quello personale;<br />

la solidarietà, la condivisione, l'amore per la famiglia,<br />

il rispetto per la vita, l'attenzione verso gli ultimi, il culto della<br />

legalità, rendono vivibile, serena e sicura la convivenza<br />

umana».<br />

Questo è stato anche il senso della veglia giubilare che si è<br />

svolta in Cattedrale durante il passaggio al nuovo millennio,<br />

un appuntamento, quello della veglia del nuovo anno, che è<br />

ormai entrato nella tradizione della Chiesa di Palermo, una<br />

Chiesa che si è impegnata, stretta attorno al suo pastore, a testimoniare<br />

con forza rinnovata la ricca e profonda esperienza<br />

di fede del Grande Giubileo che si avvia alla conclusione.<br />

LUIGI PEROLLO<br />

La XXXIV Giornata della Pace<br />

nelle diocesi italiane<br />

versità e il rispetto, le migrazioni<br />

dei popoli, i fenomeni globalizzanti<br />

e le identità proprie», l'Arcivescovo<br />

di Trento si è soffermato «su quelli<br />

che il Papa propone come i cinque<br />

valori che tutti dovrebbero accogliere:<br />

Solidarietà, pace, vita, educazione,<br />

perdono, e riconciliazione».<br />

Le difficoltà da superare sono<br />

molte — ha fatto osservare Mons.<br />

Bressan —. Tutti siamo chiamati a<br />

operare e pregare».<br />

«Poiché il compito è una sfida<br />

elevata, tanto più confidiamo nell'intercessione<br />

di Maria che, assumendo<br />

la missione di Madre di Dio<br />

è diventata anche madre nostra,<br />

modello di coloro che vogliono costruire<br />

la pace».<br />

Nel pomeriggio, la Commissione<br />

diocesana Giustizia e Pace in collaborazione<br />

con l'Ufficio pastorale<br />

per l'Ecumenismo e il Dialogo interreligioso<br />

ha proposto un ricco<br />

programma articolato in un intenso<br />

momento di dibattito e nella tradizionale<br />

fiaccolata.<br />

L'incontro pubblico sul tema della<br />

Giornata della Pace è stato animato<br />

dall'Arcivescovo Mons. Bressan,<br />

dal rabbino capo della comunità<br />

ebraica del Trentino-Alto Adige<br />

Benjamin Goldstein, e dal presidente<br />

della comunità islamica regionale<br />

Aboulkheir Breigheche.<br />

ARMANDO COSTA<br />

progetto di pace. Ha poi chiesto di pregare<br />

Dio perché volga il suo sguardo<br />

sulla Palestina, perché i Luoghi sacri dove<br />

è nato Gesù diventino luogo di preghiera<br />

e di fede e non di sofferenza e<br />

scontri di violenza.<br />

Il Vescovo, che ha camminato tutto il<br />

tempo, con la folla di giovani e adulti,<br />

che ogni anno, marcia per la pace, ha<br />

poi lanciato il suo messaggio di pace alla<br />

Diocesi. Ha, ricordato come l'anno<br />

prima in Rwanda, a fine anno, aveva<br />

partecipato ad un momento di riconciliazione<br />

tra Hutu e Tutsi, iniziato con il<br />

saluto del Vescovo: «Sia pace tra voi».<br />

ha sottolineato la ricchezza del Messaggio<br />

del Papa per la Giornata Mondiale<br />

della Pace: un messaggio propositivo,<br />

che orienta e incoraggia al dialogo e al<br />

confronto con le diverse culture che<br />

vengono da noi.<br />

La sosta presso il centro Islamico e la<br />

Moschea, deserta, senza nessuno ad accogliere<br />

la marcia, com'era negli accordi,<br />

ha mostrato come non sia per niente<br />

facile il confronto con i fratelli musulmani.<br />

Non bisogna comunque perdere<br />

la speranza e continuare sulla via del<br />

confronto onesto, sincero, così come il<br />

Papa ha sempre indicato.<br />

Mentre in altre piazze d'Italia e non,<br />

impazzava il divertimento, un altro seme<br />

di pace e di riconciliazione è stato<br />

gettato.<br />

Gioiosa è stata la partecipazione della<br />

Comunità Ghanese, di gruppi di volontari,<br />

venuti anche da fuori Diocesi, come<br />

«Gli amici del Sidamo», che dal 26 dicembre<br />

hanno tenuto in Città un campo<br />

lavoro e si occupa soprattutto dell'Etiopia<br />

e dell'Eritrea. Altri giovani hanno<br />

partecipato all'Incontro di Barcellona<br />

organizzato da Taizé e alla Marcia Nazionale<br />

per la pace di Assisi, mentre Delegazioni<br />

hanno visitato l'Albania e il<br />

Rwanda, dove la Caritas sta portando<br />

avanti progetti di fraternità e di pace.<br />

La vera pace si costruisce nel cuore degli uomini, ed è frutto<br />

della riconciliazione autentica prima ancora che dei trattati<br />

tra le potenze mondane. È questa la riflessione che il Cardinale<br />

Michele Giordano, Arcivescovo di Napoli, ha proposto ai fedeli<br />

partenopei in occasione del Te Deum di ringraziamento<br />

— svoltosi come ogni anno nella basilica di san Ferdinando —<br />

e della Santa Messa in occasione della Giornata mondiale della<br />

pace, celebrata dal Presule nella parrocchia di santa Teresa<br />

di Gesù Bambino.<br />

Sono tanti e tutti dolorosi, ha ricordato il Cardinale, gli attentati<br />

alla pace perpetrati in ogni angolo del mondo: la corsa<br />

agli armamenti, i conflitti tra popoli e nazioni, i gesti di violenza<br />

contro le persone, le ingiustizie sociali. In realtà dove la<br />

criminalità supera i livelli di guardia, oppure guardando le sofferenze<br />

di interi Paesi dove ogni giorno sono migliaia i morti<br />

per fame, potrebbe sembrare «che l'aspirazione alla pace sia<br />

solo un'utopia impossibile da realizzare, ma invece non è così:<br />

le parole di Paolo VI ci ricordano ancora oggi che la pace è<br />

non solo doverosa, ma anche possibile».<br />

Per edificare una pace autentica e duratura occorre però<br />

«dare un'anima a questo cammino, e l'anima della pace è solo<br />

l'amore», un amore «che per noi credenti discende da quello<br />

di Dio e si diffonde verso tutti i fratelli».<br />

L'amore-carità, infatti, «genera la riconciliazione, supera discordie<br />

e rancori, vince le ipocrisie e gli egoismi, supera gli<br />

odi e le contrapposizioni, anche quelli atavici».<br />

Da qui la consapevole speranza che guida i cristiani nel terzo<br />

millennio, forti della fede vivificata durante il Giubileo:<br />

«L'amore riuscirà a svellere dai cuori le radici della vendetta,<br />

a placare gli orgogli nazionalisti o razziali, a generare una solidarietà<br />

costante, non episodica, verso le sofferenze del prossimo».<br />

Un amore che esige «sentimenti forti, nobili, talvolta eroici,<br />

che vuole il superamento di sé e non dell'avversario, che può<br />

sembrare talora un disonore, e che invece è una paziente e sapiente<br />

arte della pace, del volersi bene, del convivere da fratelli,<br />

sull'esempio di Cristo».<br />

Un impegno difficile, ma — ha concluso il Card. Giordano<br />

— «che conduce gli uomini a far prevalere la parte migliore di<br />

sé. È più felice infatti chi vive il Vangelo della riconciliazione<br />

rispetto a chi porta in sé o accende negli altri un cuore colmo<br />

di rancore e di odio».<br />

MARIANO DEL PREITE<br />

tema della carità, specie nella dimensione<br />

dell'aiuto ai Paesi poveri. Considerando<br />

il tema della pace nel mondo, il Cardinale<br />

Martini ha detto anche: «... Cresce<br />

da una parte la voglia di dialogo e di<br />

pace, a tutti i livelli. Di questo dobbiamo<br />

ringraziare Dio che riversa continuamente<br />

nei cuori degli uomini desideri di<br />

pace. Dall'altra sembrano non diminuire<br />

mai i conflitti, gli scontri...». Che fare,<br />

quindi? «Occorre non solo una continua<br />

azione volta a ritessere ogni giorno pazientissimamente<br />

le fila del processo di<br />

pace, ma anche un'azione di smascheramento<br />

verso tutte le radici della violenza<br />

nascoste nel cuore dell'uomo. Per questo<br />

il Signore ci invita in questo momento<br />

conclusivo dell'anno a contemplare<br />

l'Eucaristia, a nutrirci di essa e ad adorarla».<br />

Nella stessa serata del 31 dicembre<br />

l'Arcivescovo ha portato i propri auguri<br />

agli ospiti del Pio Albergo Trivulzio (popolarmente,<br />

la Baggina); anche questa è<br />

«consuetudine che risale indietro nel<br />

tempo, probabilmente almeno ai tempi<br />

del beato Cardinale Ferrari, cioè oltre<br />

un secolo fa». «Vogliamo — ha detto<br />

qui il Porporato — insieme riconoscere<br />

quanto dobbiamo a questi e a tutti gli<br />

anziani e quanto vogliamo essere loro<br />

vicino. Nasce di qui anche un monito e<br />

un invito, non solo alle autorità e ai responsabili,<br />

ma ad ogni cittadino e ad<br />

ogni famiglia di prendersi cura di ogni<br />

anziano e soprattutto di coloro che vivono<br />

soli ... ; è importante dir loro quanto<br />

sono importanti, quanto ci stia a cuore<br />

la loro saggezza e la loro esperienza della<br />

vita».<br />

Un'ulteriore riflessione è stata quella<br />

proposta dal Cardinale Martini ai fedeli<br />

accorsi in Duomo, per la Santa Messa<br />

solenne nell'Ottava di Natale, festa della<br />

circoncisione di Gesù e Giornata della<br />

pace. Il testo del Vangelo proposto dalla<br />

liturgia — ha detto fra l'altro l'Arcivescovo<br />

— «ci porta di nuovo a Betlemme<br />

dove i pastori, giunti alla grotta, trovano<br />

Maria e Giuseppe e vedono con occhi<br />

pieni di meraviglia il Bambino nella<br />

mangiatoia. Il rito ambrosiano evoca in<br />

questa festa anche la circoncisione, mediante<br />

la quale il piccolo entra ufficialmente<br />

a far parte del popolo dell'alleanza,<br />

e ricorda pure l'imposizione del nome<br />

“Gesù” che significa “Dio salva”. E<br />

dal Natale noi possiamo attingere il significato<br />

autentico da dare al nuovo anno<br />

civile e al millennio che oggi inizia:<br />

alla luce della fede, il tempo che si snoda<br />

in ore, giorni, settimane, anni, secoli<br />

e millenni è il tempo propizio per la salvezza<br />

che ci è data nel nome di Gesù».<br />

Dopo aver ricordato anche le parole di<br />

san Paolo nella II lettura («Dio mandò il<br />

suo Figlio, nato da donna, perché ricevessimo<br />

l'adozione a figli»), il Cardinale<br />

ha proseguito: «In questo stupendo disegno<br />

di salvezza possiamo inserire la<br />

Giornata mondiale della Pace, istituita<br />

da Paolo VI, che si celebra in tutto il<br />

mondo il primo giorno di ogni anno civile,<br />

a sottolineare che la vera pace è<br />

dono dall'alto agli uomini che Dio ama.<br />

Perciò la Chiesa continua a credere nella<br />

pace, ... e a pregare per la pace come<br />

facciamo stasera con i nostri fratelli di<br />

altre confessioni cristiane, che saluto e<br />

ringrazio per aver accettato l'invito».<br />

Il Porporato ha notato che il messaggio<br />

di Giovanni Paolo II per la Giornata<br />

di quest'anno (Dialogo tra le culture per<br />

la civiltà dell'amore e della pace) ci riporta<br />

al tema «della prima enciclica di<br />

Paolo VI, Ecclesiam suam, nella quale<br />

auspicava il dialogo come via della Chiesa».<br />

Del discorso del Papa, il Cardinale<br />

ha voluto richiamare soprattutto il punto<br />

sul valore dell'educazione e l'appello<br />

conclusivo ai giovani di ogni lingua e<br />

cultura.<br />

ALBERTO MANZONI<br />

ORIA<br />

La Giornata della Pace è stata celebrata<br />

nella Chiesa che è in Oria già con<br />

la grande Veglia di preghiera per il passaggio<br />

d'anno che il Vescovo Marcello<br />

Semeraro ha presieduto, la sera del 31<br />

dicembre, nella splendida e spaziosa<br />

cornice architettonica della chiesa principale<br />

di Francavilla Fontana, la città<br />

più popolosa della Diocesi, colma soprattutto<br />

di tantissimi giovani, aderenti<br />

all'Azione Cattolica e alle aggregazioni e<br />

movimenti ecclesiali.<br />

Nella sua Omelia il Vescovo ha preso<br />

spunto dal Messaggio del Papa per la<br />

Giornata della Pace. In particolare, dopo<br />

avere sottolineato il valore del dialogo<br />

per l'edificazione di una nuova civiltà<br />

dell'amore, il Vescovo ha ricordato la<br />

necessità d'individuare i principi etici di<br />

base, cui riferirsi in tema d'integrazione<br />

culturale, considerata la sfida che alle<br />

comunità cristiane di Puglia giunge dal<br />

persistente fenomeno delle immigrazioni.<br />

Ampio spazio Mons. Semeraro ha<br />

pure dato al valore della vita, ineludibile<br />

perché vi sia autentico dialogo. «Non si<br />

può invocare la pace e disprezzare la vita»,<br />

ha detto il Vescovo, riprendendo le<br />

parole di Giovanni Paolo II.<br />

Collegandosi idealmente alla celebrazione<br />

del Giubileo delle famiglie, fatta<br />

coincidere nella Diocesi di Oria con la<br />

festa della Sacra Famiglia, Mons. Semeraro<br />

ha invitato tutti ad affermare con<br />

vigore il valore sacro e intangibile della<br />

vita umana, respingendo fermamente<br />

ogni forma di pensiero che sia favorevole<br />

alla sua eliminazione, ad esempio l'aborto<br />

e l'eutanasia, sia contraria al dono<br />

della vita. A tale proposito il Presule ha<br />

aggiunto: «Se davvero, come appare,<br />

esiste nella nostra società un vero e proprio<br />

“progetto della sterilità”, è appunto<br />

questa la più grave, mortale ferita all'identità<br />

della famiglia».<br />

LORENZO RUGGIERO


ITALIA<br />

PAGINA<br />

ASSISI-NOCERA UMBRA-GUALDO TADINO<br />

«A te, pellegrino in Assisi, all'inizio del<br />

nuovo millennio, ti chiediamo di pregare<br />

con Francesco per ottenere la pace<br />

nella Terra di Gesù». È stato questo l'invito<br />

che la comunità del Sacro Convento<br />

dei frati minori conventuali ha rivolto<br />

a tutti i pellegrini che sono giunti ad Assisi<br />

per trascorrere gli ultimi giorni del<br />

secondo millennio ed aprirsi con la preghiera<br />

al nuovo millennio. Una giornata<br />

quella del 31 che il Custode della Basilica<br />

ha voluto definire «in ginocchio per<br />

la terra martoriata dalla guerra». Da<br />

sempre siamo vicini ai francescani dei<br />

luoghi santi e alle popolazioni colpite<br />

dalla guerra e dall'odio. Ecco perché,<br />

prosegue il Custode, abbiamo indetto<br />

qui ad Assisi il 31 dicembre giornata di<br />

preghiera per la Terra di Gesù.<br />

Le ultime ore di questa giornata sono<br />

state vissute con la XXX marcia della<br />

pace organizzata dalla Commissione<br />

Episcopale della Cei per i problemi sociali<br />

e il lavoro, la giustizia e la pace;<br />

dalla Diocesi di Assisi-Nocera Umbra-<br />

Gualdo Tadino; dalla Famiglia Francescana<br />

di Assisi e dalla Pax Christi italiana.<br />

Una marcia che si è snodata da Santa<br />

Maria degli Angeli per concludersi<br />

con una solenne Celebrazione Eucaristica<br />

nella Basilica che custodisce il corpo<br />

di san Francesco. Un uomo quest'ultimo<br />

che della pace ne ha fatto uno dei motivi<br />

dominanti del suo stare con Dio e<br />

con gli uomini. E il suo saluto rappresenta<br />

un programma e un augurio per<br />

gli uomini del terzo millennio: Pace e<br />

Bene.<br />

La marcia intesa non solo come cammino<br />

fisico ma come disponibilità alla<br />

riflessione ha collegato i punti più cari a<br />

Francesco e Chiara: la Porziuncola, il<br />

santuario di san Damiano, la Basilica di<br />

santa Chiara e infine la Basilica Superiore<br />

di san Francesco. Ogni momento della<br />

marcia è stato contrassegnato da alcune<br />

testimonianze. In particolare a<br />

Santa Maria degli Angeli è intervenuta<br />

Rosemary Lynch, suora francescana statunitense,<br />

da anni impegnata in iniziative<br />

di pace. A santa Chiara vi è stata la<br />

testimonianza di Mons. Giuseppe Chiaretti,<br />

Vescovo di Perugia-Città della Pieve.<br />

Infine nella Basilica Superiore di san<br />

Francesco, Peter Madros, sacerdote cristiano<br />

palestinese di Betlemme, e Amos<br />

Mokedi, ebreo israeliano membro dell'associazione<br />

Peace now, ha portato il<br />

loro saluto e hanno detto con il loro abbraccio<br />

che la pace è possibile.<br />

L'Eucaristia è stata celebrata dopo la<br />

mezzanotte dal Vescovo di Assisi, Mons.<br />

Sergio Goretti, con lui concelebravano i<br />

Vescovi Mons. Brigantini, Mons. Bertoldo,<br />

Mons. Bettazzi, Mons. Bona, Mons.<br />

Chiaretti e circa 100 sacerdoti provenienti<br />

da tutte le parti d'Italia. La pre-<br />

15 .<br />

Il cammino<br />

della Chiesa<br />

senza dei pellegrini ha superato ogni attesa<br />

erano più di cinquemila, la Basilica<br />

Superiore non è stata sufficiente a contenerli<br />

tutti. Il Vescovo di Assisi richiamando<br />

il messaggio di Pace che il Papa<br />

ha donato alla Chiesa per la Giornata<br />

Mondiale della Pace, ha ricordato l'importanza<br />

della «convivialità» e il dialogo<br />

tra le culture per intavolare un cammino<br />

fruttuoso e ricco di senso e significato<br />

per questo millennio che ci attende<br />

tutti in ogni occasione come protagonisti<br />

e artigiani di pace e riconciliazione.<br />

E a tutti ha chiesto l'impegno per affrontare<br />

i numerosi problemi che ostacolano<br />

il cammino della pace: dalla giustizia<br />

agli embarghi alla lotta contro le<br />

malattie.<br />

Una notte quindi vissuta in preghiera,<br />

in ginocchio. È questa la vocazione di<br />

Assisi ci dicono i frati che custodiscono<br />

Nell'omelia pronunciata nella Festa<br />

della Sacra Famiglia e di Ringraziamento<br />

di fine anno nella chiesa cattedrale,<br />

affollata di fedeli, l'Arcivescovo di Gorizia<br />

De' Antoni ha collegato i fili multicolori<br />

dell'esistenza umana, additando il silenzio,<br />

la riflessione per leggere i fatti e<br />

gli avvenimenti in maniera diversa secondo<br />

lo Spirito.<br />

Il dono dell'Anno Santo ha così portato<br />

a meditare in profondità il Mistero<br />

dell'Incarnazione; il lavoro silenzioso e<br />

nascosto della Caritas, del Centro di accoglienza<br />

«Faidutti» e del «Contavalle»,<br />

hanno permesso alla Diocesi di corrispondere<br />

all'urgenza «immigrati» ottenendo<br />

la disponibilità di ambienti e alla<br />

Diocesi di proporre un documento sull'immigrazione<br />

a Gorizia.<br />

«Volenti o no, siamo usciti dal frastuono<br />

assordante dei veglioni e dei botti<br />

di fine anno, per trovarci qui insieme<br />

nel clima di una celebrazione che ci invita<br />

ad una quiete pacificante, ad una<br />

serenità contemplativa, all'accoglienza<br />

gioiosa della Parola di Dio».<br />

Con queste parole pronunciate in italiano,<br />

friulano, sloveno, l'Arcivescovo ha<br />

introdotto i fedeli, riuniti nella chiesa<br />

Metropolitana, nella solennità della festa,<br />

dedicata alla Maternità Divina di<br />

Maria SS.ma e nella ricorrenza della<br />

XXXIV Giornata mondiale per la Pace,<br />

1° gennaio 2001.<br />

Nell'omelia Mons. De' Antoni, richiamandosi<br />

alle letture, ha posto in luce il<br />

vero saluto di un «Dio che benedice»,<br />

decisamente diverso «dall'augurio superstizioso<br />

o fatalistico che fa dipendere dagli<br />

astri la vita di ciascuno»; con l'aiuto<br />

materno della Madre di Dio, il Presule,<br />

ha quindi invitato i fedeli a mettersi in<br />

cammino con i pastori verso Betlemme<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Giovedì 4 Gennaio 2001<br />

GORIZIA<br />

il corpo di Francesco. E qualche giovane<br />

pellegrino ricorda: «Tra i tanti obiettivi,<br />

che mi pongo il sogno di questa<br />

giornata dedicata alla pace nell'anno del<br />

grande giubileo, è stato vivere la notte<br />

di san Silvestro non con rumori che ti<br />

stordiscono ma con un silenzio che ti<br />

permette di sentire l'anelito di pace di<br />

un cristiano palestinese e un ebreo israeliano<br />

e stare insieme nella Basilica di<br />

san Francesco di Assisi per compiere un<br />

gesto di pace e speranza. È stato questo<br />

il momento più significativo per me che<br />

ritornerò a casa con una maggiore consapevolezza<br />

del mio essere cristiano».<br />

Preghiera e spiritualità ecco le note di<br />

un nuovo cammino di comunione che<br />

vede tutti con un impegno personale a<br />

dire e a cantare: «O Signore fa di me<br />

uno strumento della tua pace. Dove è<br />

odio fa ch'io porti l'Amore».<br />

ENZO FORTUNATO<br />

«in cerca di ciò che manca» per capire il<br />

senso della vita.<br />

La Giornata Mondiale della Pace ha<br />

indotto Mons. De' Antoni a ricordare<br />

Paolo VI che ha voluto far coincidere la<br />

giornata dedicata alla Pace con la solennità<br />

della Maternità divina di Maria.<br />

Richiamandosi al tema della Giornata,<br />

l'Arcivescovo ha evidenziato che il «dialogo<br />

tra le culture» presuppone di accettare<br />

ogni cultura come espressione qualificata<br />

dell'uomo e della sua vicenda<br />

storica, sia a livello individuale che collettivo.<br />

ARNOLFO DE VITTOR<br />

Una fervida testimonianza di pace, col<br />

pensiero rivolto alla Terra Santa, che<br />

anche in questo inizio di nuovo millennio<br />

deve fare i conti con l'odio e la violenza,<br />

è quella che le comunità di Grottaglie<br />

hanno voluto dare, anche quest'anno,<br />

riproponendo la marcia della<br />

pace che ha sfidato la pioggia battente e<br />

il freddo pungente di San Silvestro. È<br />

una consuetudine ormai consolidata da<br />

molti anni quella portata avanti dalle comunità<br />

della città ionica, per iniziativa<br />

dei Padri Gesuiti, e che l'Arcivescovo di<br />

Taranto Benigno Luigi Papa ha eletto a<br />

simbolo della giornata della pace per<br />

l'Arcidiocesi di Taranto. Vi ha presenziato<br />

egli stesso, dopo avere presieduto in<br />

serata la solenne Liturgia del Ringraziamento<br />

nel capoluogo, nella Concattedrale<br />

Gran Madre di Dio, cui ha partecipato<br />

il Capitolo metropolitano.<br />

La marcia, che attraversa la città con<br />

una lunga fiaccolata cui partecipano<br />

TARANTO<br />

La XXXIV Giornata della Pace<br />

nelle diocesi italiane<br />

Il dialogo tra le differenti culture e<br />

tradizioni dei popoli è la via necessaria<br />

per un mondo riconciliato. Lo ha ricordato<br />

il Vescovo di Trieste, Mons. Eugenio<br />

Ravignani, all'omelia pronunciata<br />

durante la solenne Celebrazione Eucaristica<br />

presieduta nella chiesa cittadina di<br />

s. Antonio Taumaturgo.<br />

Il Vescovo, nel suo discorso, ha fatto<br />

riferimento a quanto scritto da Giovanni<br />

Paolo II in occasione della Giornata<br />

mondiale della pace. «La forte preoccupazione<br />

per quanto sta accadendo nel<br />

mondo e una struggente ansia di pace<br />

insieme con la speranza di un mondo<br />

più giusto e solidale — ha detto — attraversano<br />

le pagine del messaggio del<br />

Papa». «Si tratta — ha aggiunto Mons.<br />

Ravignani ricordando quanto affermato<br />

da Giovanni Paolo II — di un tema decisivo<br />

per le prospettive della pace. Nella<br />

storia dell'umanità emerge la realtà di<br />

TRIESTE<br />

una pluralità di culture, tra loro differenti,<br />

per i tratti che le caratterizzano e<br />

per la vicenda storica che le distingue.<br />

Ed ogni uomo nasce e cresce, affermando<br />

la sua personalità, in una cultura<br />

geograficamente e storicamente attestata.<br />

Ad ogni cultura va doverosamente e<br />

lealmente assicurato rispetto, la sua specifica<br />

identità non può essere umiliata<br />

dalle prevaricazioni di identità culturali<br />

più forti e non può tollerare supine<br />

omologazioni che lentamente la facciano<br />

scomparire. Al contrario, tra le diverse<br />

culture può, e deve, stabilirsi un dialogo<br />

e un confronto dal quale non solo possono<br />

affiorare i tanti significativi elementi<br />

comuni ma può nascere un fruttuoso<br />

che diventi ricchezza per tutti».<br />

La parola del Papa, in questa Giornata<br />

mondiale della pace, all'inizio del Terzo<br />

Millennio, cogliendo la speranza sempre<br />

più viva di una fraternità universale,<br />

BOLZANO-BRESSANONE<br />

Il messaggio del Santo Padre per la<br />

34 a Giornata mondiale della pace ha<br />

ispirato l'omelia pronunciata dal Vescovo<br />

della Diocesi di Bolzano-Bressanone<br />

Monsignor Wilhelm Egger nella Santa<br />

Messa presieduta il giorno di san Silvestro<br />

nella cattedrale di Bressanone. Parlando<br />

nelle tre lingue ufficiali della comunità<br />

altoatesina — italiano, tedesco e<br />

ladino — Monsignor Egger ha ribadito<br />

come il dialogo tra le differenti culture e<br />

tradizioni dei popoli sia un tema decisivo<br />

per le prospettive della pace e come<br />

non a caso l'Onu abbia dichiarato il<br />

gruppi di tutte le parrocchie, ma anche<br />

cittadini che intendono testimoniare il<br />

loro messaggio di pace, parte dal Santuario<br />

di San Francesco de Geronimo, il<br />

Santo gesuita grottagliese, che fu operatore<br />

di pace e mediatore sociale nella<br />

Napoli del Settecento, e si conclude nella<br />

centralissima parrocchia della Madonna<br />

delle Grazie, dopo aver illuminato,<br />

con la luce calda delle torce, i quartieri<br />

che si apprestano a salutare il nuovo anno.<br />

«Una testimonianza coraggiosa — così<br />

Mons. Papa ha definito la nutrita partecipazione<br />

alla marcia — che manifesta<br />

una fede profonda nel piano divino, il<br />

quale richiede la nostra personale partecipazione.<br />

E ci dimostra come il sogno<br />

di Isaia dell'avvento di un'epoca di pace,<br />

non sia una vaga utopia, ma un progetto<br />

realistico».<br />

SILVANO TREVISANI<br />

2001 Anno internazionale del dialogo fra<br />

le civiltà.<br />

Nelle parole «identità» e «dialogo» il<br />

Vescovo di Bolzano-Bressanone ha indicato<br />

l'essenza del messaggio papale, sottolineando<br />

che bisogna saper conoscere<br />

e riconoscere le altre culture, ma senza<br />

rinunciare alla propria. Ha inoltre ribadito<br />

il principio che «gli immigrati vanno<br />

sempre trattati con il rispetto dovuto<br />

alla dignità di ogni persona» e che il dialogo<br />

fra le culture «funziona quando<br />

vengono riconosciuti alcuni valori di<br />

fondo quali l'apertura accogliente dell'altro<br />

e il generoso dono di sé, la consapevolezza<br />

dell'originaria unità della famiglia<br />

umana, la solidarietà, l'educazione e<br />

la riconciliazione». Pregno di significati<br />

è stato il richiamo che Monsignor Egger<br />

ha fatto all'eredità cristiana dell'Europa,<br />

invitando la società altoatesina a gestire<br />

il nuovo millennio sulla base di tale patrimonio,<br />

nella scuola, tra i giovani e in<br />

un equilibrato rapporto con la ricchezza<br />

che non dimentichi le fasce più deboli.<br />

Altrettanto fondante è stata l'allocuzione<br />

riservata al rapporto con le altre religioni,<br />

tema «caldo» e molto discusso di<br />

questi tempi anche in Alto Adige.<br />

Il Vescovo ha ricordato che «per un<br />

dialogo corretto bisogna anche saper<br />

evitare lo zelo disinformato» e che sono<br />

indispensabili, in quest'ottica, uno sforzo<br />

serio di conoscenza e la ricerca di<br />

strumenti e di aiuto da parte di persone<br />

competenti. Allo stesso modo il Presule<br />

ha ribadito l'utilità delle celebrazioni interreligiose,<br />

ma anche la necessità che<br />

esse vengano preparate con molta attenzione<br />

e nel rispetto della liturgia della<br />

fede cattolica.<br />

MAURIZIO MELLARINI<br />

Il nuovo Quaderno de «L'OSSERVATORE ROMANO»<br />

n. 54<br />

Giovanni XXIII<br />

Beato<br />

Presentazione di P. LUCA DE ROSA OFM, Postulatore della Causa<br />

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afferma che «senza la condivisione di<br />

questo ideale, la pace non potrà essere<br />

assicurata». E nel dialogo tra le culture<br />

indica la via per costruire una civiltà<br />

dell'amore e della pace.<br />

«L'alto insegnamento del Santo Padre<br />

— ha proseguito il Vescovo — non può<br />

essere certo riduttivamente ristretto alla<br />

nostra realtà locale. Esso è rivolto a tutti<br />

i credenti all'intera famiglia umana.<br />

Ma ciò non impedisce che in una città,<br />

dalla sua stessa storia descritta come<br />

luogo di incontro tra lingue, culture e<br />

tradizioni diverse, l'appello possa essere<br />

accolto con più viva sensibilità e con più<br />

impegnativa responsabilità».<br />

C'è una cultura, ha ricordato Monsignor<br />

Ravignani, che si arricchisce dalle<br />

diverse fedi religiose da cui trae ispirazione<br />

e vigore. Essa si apre al dialogo<br />

ecumenico e interreligioso, vissuto in<br />

docile ascolto dello Spirito e sostenuto<br />

da una grande speranza, che svela le<br />

ricchezze di spiritualità non conosciute<br />

e sempre più consolida un rapporto di<br />

sincero rispetto e di fraterna amicizia.<br />

«C'è una cultura — ha aggiunto il Vescovo<br />

di Trieste — che ha saputo aprirsi<br />

all'accoglienza dei valori delle grandi<br />

tradizioni di popoli diversi che da secoli<br />

vivono insieme nella nostra città e ha<br />

contribuito a far superare, anche se con<br />

fatica, incomprensioni e sofferenze del<br />

passato, ponendo le basi di una convivenza<br />

serena, di uno scambio fecondo,<br />

di una collaborazione leale».<br />

C'è una cultura cosiddetta «laica» che<br />

si ispira a nobili valori di giustizia e di<br />

umanità. «Non è una cultura chiusa ad<br />

accogliere e a far suoi altri valori che<br />

esaltino quelli umani. Non può avere alcuna<br />

giustificazione un atteggiamento di<br />

diffidente chiusura. Deve proseguire il<br />

dialogo, onesto e leale, che non tende<br />

certo a imporre una nostra visione cristiana<br />

della vita, ma correttamente non<br />

nasconde né attenua la radicalità del<br />

messaggio evangelico, che la nostra coerenza<br />

rende credibile».<br />

«E sarà proprio il rispetto che dobbiamo<br />

alle nostre profonde convinzioni che<br />

ci impedirà di lasciarci omologare da<br />

quella cultura che va diffondendosi e<br />

che ormai disancorata dal retroterra cristiano,<br />

si ispira ad una concezione secolarizzata<br />

e praticamente atea della vita e<br />

a forme di radicale individualismo... e<br />

rivela, purtroppo, con sempre maggiore<br />

evidenza, un progressivo impoverimento<br />

umanistico, spirituale e morale. Una cultura<br />

— come afferma Giovanni Paolo II<br />

— che rifiuta di riferirsi a Dio perde la<br />

propria anima».<br />

«A questa nostra città Giovanni Paolo<br />

II — ha ricordato il Vescovo — nella<br />

sua visita pastorale il 1 o maggio 1992 lasciò<br />

una precisa consegna: “Trieste, sii<br />

la patria del dialogo, promuovi senza<br />

paura e con spirito libero una genuina e<br />

costruttiva civiltà del dialogo”».<br />

CLAUDIO ZERBETTO<br />

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IN ITALIA<br />

PAGINA<br />

16 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Giovedì 4 Gennaio 2001<br />

TRENTO — Due giornate per conoscersi,<br />

per discutere dei problemi comuni e<br />

per fare festa insieme in occasione del<br />

Santo Natale: è quanto ha voluto offrire ai<br />

cittadini polacchi immigrati in Trentino l'iniziativa<br />

«Incontri di persone», organizzata<br />

dall'Associazione trentina accoglienza<br />

stranieri e dall'Associazione dei polacchi<br />

in Trentino in collaborazione con il Comune<br />

di Trento.<br />

La «due giorni» ha proposto una fitta<br />

serie di appuntamenti, con visioni cinema-<br />

MALTEMPO Lunghe code ed estenuanti attese al confine con la Francia<br />

Traffico a rilento per pioggia e neve<br />

specialmente nelle regioni del Nord<br />

ROMA, 3.<br />

Viabilità a rischio per il maltempo. La<br />

situazione dei collegamenti stradali e aerei<br />

al Nord Italia è ulteriormente peggiorata,<br />

a causa del maltempo e della neve,<br />

con il passare delle ore. A Milano città<br />

poco dopo le 20 di ieri una nevicata ha<br />

imbiancato la città e l’Amsa ha deciso di<br />

far uscire i mezzi e gli uomini per tenere<br />

pulite le strade. La situazione è tornata<br />

alla normalità solo in tarda serata.<br />

In Valle d’Aosta una improvvisa e fitta<br />

nevicata ha creato disagi alla circolazione.<br />

Soprattutto nella media e alta valle<br />

la neve ha raggiunto un’altezza che<br />

varia dai dieci centimetri di Aosta città<br />

ai 25-30 di Courmayeur e una quarantina<br />

nella valle del Gran San Bernardo.<br />

Su tutte le strade è obbligatorio l’uso di<br />

pneumatici speciali o catene antineve a<br />

bordo.<br />

Problemi anche al traforo del Frejus,<br />

che è stato chiuso per qualche ora, in<br />

uscita dall’Italia, a causa della neve.<br />

Dalla Francia in direzione dell’Italia si è<br />

formata una coda di circa 20 chilometri,<br />

mentre in senso contrario ci sono auto<br />

incolonnate per tre chilometri. In serata<br />

si sono invece accorciati gli incolonnamenti<br />

tra Mentone ed il valico di frontiera<br />

di Ponte San Ludovico, a Ventimiglia.<br />

E a peggiorare la situazione, si è<br />

aggiunta, nella serata di ieri, anche la<br />

chiusura temporanea della carreggiata<br />

Nord dell’autostrada A6 Torino-Savona<br />

tra Mondovì a Carrù, in Piemonte, per<br />

neve e tamponamenti. Una chiusura che<br />

ha reso impercorribile l’itinerario alter-<br />

nativo del traforo del Frejus suggerito ai<br />

mezzi pesanti per aggirare il blocco, nei<br />

loro confronti, di Ventimiglia.<br />

E proprio fra Ventimiglia e Genova la<br />

linea ferroviaria è stata interrotta nel<br />

tardo pomeriggio tra Alassio e Laigueglia,<br />

in provincia di Savona, per uno<br />

smottamento di fango. Le Ferrovie dello<br />

Stato hanno ripristinato attorno all'una<br />

di oggi la linea ferroviaria fra Ventimiglia<br />

e Genova, interrottasi nel tardo pomeriggio<br />

di martedì tra Alassio e Laigueglia,<br />

in provincia di Savona, per uno<br />

smottamento. I vari convogli ferroviari<br />

Per l'esplosione di petardi trovati per strada<br />

Ancora vittime per i «botti»:<br />

in gravi condizioni due bambini<br />

NAPOLI, 3.<br />

La notte di Capodanno è ormai lontana<br />

ma la pericolosa mania dei «botti»,<br />

che ha già causato quattro morti e oltre<br />

ottocento feriti, continua ad avere infausti<br />

strascichi. A Napoli un dodicenne è<br />

in fin di vita: ieri ha trovato e raccolto<br />

per strada un petardo che gli è scoppiato<br />

in mano. Erano con lui due compagni<br />

di gioco che sono rimasti feriti in<br />

maniera più lieve. Il dramma è avvenuto<br />

in via Marano, nel quartiere Pianura,<br />

alla periferia Ovest. L’esplosione ha provocato<br />

al ragazzino ustioni sul 50% del<br />

corpo e una grave ferita a una mano.<br />

Il dodicenne è stato portato all’ospedale<br />

San Paolo di Fuorigrotta e successivamente,<br />

per la gravità delle condizioni,<br />

al Centro Grandi Ustionati dell’ospedale<br />

Cardarelli, ove sono stati ricoverati, anche<br />

i suoi due compagni.<br />

E sono gravi le condizioni di un undicenne<br />

marocchino, vittima di un analogo<br />

episodio accaduto a Scafati, nel Salernitano.<br />

I medici gli hanno riscontrato<br />

la distruzione di un dito e la perdita parziale<br />

degli altri della mano sinistra nonché<br />

lesioni più lievi alla destra. Per la<br />

gravità delle sue condizioni, il bambino<br />

è stato trasportato all’ospedale Vecchio<br />

Pellegrini di Napoli dove è ricoverato.<br />

Un suo coetaneo ha riportato lesioni<br />

giudicate guaribili in otto giorni.<br />

Intanto permangono critiche le condizioni<br />

del diciottenne rimasto gravemente<br />

ferito, la notte di san Silvestro, a Castellammare<br />

di Stabia: è lui il più grave dei<br />

quattordici feriti nello scoppio che ha<br />

devastato una palazzina causando la<br />

morte di sua madre e di un suo zio.<br />

Secondo le testimonianze dei superstiti,<br />

nell’alloggio erano stati portati due o<br />

Scontro a Palermo<br />

tra auto e ambulanza:<br />

sette persone ferite<br />

PALERMO, 3.<br />

Un'autoambulanza si è scontrata<br />

ieri con un'automobile nel centro<br />

di Palermo, in via Libertà, e<br />

l’incidente ha provocato sette feriti.<br />

Il veicolo di soccorso fortunatamente<br />

non trasportava feriti.<br />

L’urto ha però provocato il ribaltamento<br />

dell’ambulanza che ha<br />

falciato tre ciclomotori fermi all’incrocio<br />

proseguendo la corsa<br />

per una cinquantina di metri. Il<br />

mezzo si è poi fermato davanti alla<br />

vetrina di un negozio.<br />

Il ferito più grave, la cui identità<br />

non è stata resa nota, è ricoverato<br />

con la prognosi riservata a<br />

Villa Sofia. Anche una ragazza ha<br />

la prognosi riservata per trauma<br />

cranico. L’ambulanza aveva il segnalatore<br />

acustico acceso perché<br />

si stava recando a prelevare un<br />

malato. Dai primi rilievi pare che<br />

l’ambulanza stesse attraversando<br />

l’incrocio col semaforo rosso:<br />

l’autista comunque era in regola<br />

perché la sirena era in funzione.<br />

Nella corsa l’ambulanza ha anche<br />

toccato altre automobili che si<br />

erano fermate per farla passare.<br />

Malpensa: previsti voli<br />

regolari dopo ritardi<br />

e cancellazioni<br />

MILANO, 3.<br />

La Sea prevede per oggi una<br />

giornata con traffico regolare allo<br />

scalo della Malpensa, dopo alcuni<br />

ritardi e cancellazioni di voli di ieri.<br />

Nel corso della notte tutte le<br />

aree aeroportuali sono state ripulite<br />

dopo l’intensa nevicata di ieri e<br />

trattate contro il ghiaccio. Si prevede<br />

che almeno nella prima parte<br />

della giornata tutti gli aerei effettuino<br />

l’operazione di sghiacciamento<br />

delle ali.<br />

tre scatoloni colmi di fuochi pirotecnici.<br />

All’arrivo del 2001, i più giovani si sono<br />

affacciati al balcone lanciando petardi in<br />

strada. Lo scoppio è avvenuto quando la<br />

padrona di casa, che faceva la spola tra<br />

la stanza e il balcone porgendo i botti a<br />

chi li accendeva, ha avvicinato uno scatolone.<br />

Una scintilla avrebbe quindi raggiunto<br />

il contenitore innescando la devastante<br />

esplosione.<br />

Questa ipotesi è ritenuta la più probabile<br />

dai tecnici incaricati dalla procura<br />

di Torre Annunziata di accertare le cause<br />

della tragedia. I periti, che hanno<br />

analizzato i fuochi trovati ancora inesplosi<br />

e sequestrati dalla polizia, hanno<br />

stabilito che erano quattro gli stoppini<br />

utilizzati per tenere viva la fiamma alla<br />

quale venivano accesi i petardi. Gli stoppini<br />

erano stati confezionati in modo artigianale<br />

e da uno di questi si sarebbe<br />

staccata una scintilla finita poi in uno<br />

degli scatoloni che contenevano il materiale<br />

pirico.<br />

È ancora in atto la valutazione della<br />

grammatura, del confezionamento e della<br />

compattatura dei botti utilizzati per<br />

stabilire se i singoli petardi erano stati<br />

potenziati con altro materiale esplosivo,<br />

tale da rendere micidiale l’intera confezione.<br />

L'elenco delle vittime, dunque, si allunga.<br />

Ed è amaro dover constatare che<br />

non sono bastati né i ripetuti appelli alla<br />

prudenza, né l’attività di prevenzione di<br />

Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza<br />

che, per contenere i danni da «botti selvaggi»,<br />

hanno sequestrato quasi 171 tonnellate<br />

di materiale esplodente (due milioni<br />

di pezzi) denunciando centinaia di<br />

persone e compiendo alcuni arresti.<br />

rimasti bloccati per ore ad Albenga,<br />

Ventimiglia e Savona hanno ripreso sia<br />

pure con grande ritardo, i loro percorsi.<br />

Sempre il maltempo, soprattutto la<br />

neve, ha creato difficoltà anche su molte<br />

strade nel torinese. In particolare,<br />

sulla Torino-Aosta e ancora sulla Torino-<br />

Savona (tra Quassone e Pavone) dove, a<br />

causa anche di un cantiere di lavoro, si<br />

è creata una coda di oltre 10 chilometri.<br />

Quasi paralizzate, dal pomeriggio, le<br />

strade valtellinesi; la polizia di Sondrio<br />

ha segnalato nel pomeriggio una colonna<br />

d’auto che procede a passo d’uomo<br />

per oltre 40 chilometri in direzione di<br />

Milano; la situazione è poi migliorata in<br />

serata.<br />

Ancora in Liguria è stata la pioggia a<br />

creare difficoltà al traffico, anche a<br />

quello aereo, tanto che il volo Meridiana<br />

Catania-Genova è stato dirottato su Malpensa.<br />

Per le strade il timore maggiore è<br />

il ghiaccio, specie sulla Torino-Savona.<br />

Code fino a 20 chilometri in Trentino Alto<br />

Adige, nella Val di Sole e nella Val di<br />

Non. Il traffico da rientro e la neve, che<br />

ha ripreso a cadere con insistenza, hanno<br />

creato qualche difficoltà alla circolazione.<br />

Si segnalano anche tamponamenti<br />

ed incidenti.<br />

Disagi anche nel Lecchese, dove per<br />

la neve, si registrano rallentamenti. In<br />

numerosi comuni sono entrati in funzione<br />

i mezzi spazzaneve. Le maggiori difficoltà<br />

si sono registrate lungo la vecchia<br />

strada provinciale Lecco-Ballabio per<br />

una colonna di veicoli che ha superato i<br />

due chilometri.<br />

Esposto dei pendolari<br />

della linea ferroviaria<br />

Milano-Torino: treni<br />

stracolmi e in ritardo<br />

Il debito pubblico del 2000 ammonta<br />

a quasi cinquantamila miliardi<br />

ROMA, 3.<br />

Il Tesoro chiude i conti del 2000 e segna<br />

in calce al proprio bilancio di cassa<br />

un fabbisogno complessivo pari a 49.200<br />

miliardi, oltre 18.000 miliardi in più di<br />

quanto segnato nel 1999, quando lo stesso<br />

valore si era attestato a quota 31.000<br />

miliardi.<br />

Depurato da alcune voci che non vengono<br />

contabilizzate nel valore dell’indebitamento<br />

netto della pubblica amministrazione<br />

— cioè dal parametro preso a<br />

riferimento dal patto di stabilità europeo<br />

— il dato lascia però prevedere, in base<br />

alle possibili variazioni della crescita del<br />

prodotto interno lordo, un rapporto deficit-Pil<br />

compreso tra l'1,3 e l'1,5%.<br />

I dati del fabbisogno dell’intero anno<br />

2000 sono stati diffusi ieri dal Tesoro<br />

mentre per conoscere con esattezza il<br />

valore del rapporto deficit-Pil bisognerà<br />

attendere i calcoli dell’Istat. Il mese di<br />

dicembre 2000 — spiega il Tesoro — si<br />

è chiuso con un avanzo del settore statale<br />

di circa 20.000 miliardi. Alla fine<br />

dell’anno il fabbisogno di cassa ha così<br />

raggiunto quota 49.200 miliardi. È questo<br />

un valore «di cassa» che ha un significato<br />

relativo rispetto all’indebitamento<br />

netto della pubblica amministrazione,<br />

dato utilizzato dai Paesi dell’Euro.<br />

TORINO, 3.<br />

Hanno annunciato un esposto alla<br />

magistratura i pendolari della linea Torino-Milano<br />

che da tempo lamentano disservizi<br />

da parte delle Ferrovie dello Stato.<br />

Lungo la tratta tra le due metropoli<br />

viaggiano ogni giorno 160-180 treni e<br />

circa 40.000 persone. Secondo i pendolari,<br />

che si sono costituiti in comitato di<br />

lotta, quasi sempre sono convogli stracolmi<br />

e spesso in ritardo.<br />

L’atto di protesta contro le Ferrovie è<br />

stato deciso dopo il viaggio di venerdì<br />

scorso, ultimo giorno lavorativo del<br />

2000: «Alle 18.20 il treno in partenza da<br />

Milano Centrale per Torino aveva solo<br />

otto carrozze, per un totale di circa 500<br />

posti a sedere — afferma Cesare Carbonari,<br />

uno dei più attivi esponenti del comitato<br />

spontaneo — e vi sono salite più<br />

di mille persone. Immaginabili i disagi».<br />

Il comitato di cittadini chiede che venga<br />

almeno ripristinato il treno straordinario<br />

che partiva da Milano alle 18.05, quando<br />

l’autostrada era stata chiusa per i<br />

danni provocati dall’alluvione dell’ottobre<br />

scorso.<br />

Da parte delle FS si ribatte però che il<br />

problema non potrà essere risolto in<br />

tempi brevi. Un portavoce afferma che<br />

«la linea è sovraccarica» e che «un miglioramento<br />

potrà avvenire solo dal<br />

2005» quando dovrebbe essere pronta la<br />

tratta ad alta capacità. «Seguiamo con<br />

attenzione la situazione e cerchiamo di<br />

rafforzare i convogli — garantiscono le<br />

Ferrovie — a fine dicembre eravamo a<br />

corto di carrozze perché abbiamo dovuto<br />

organizzare treni straordinari per il<br />

Sud».<br />

«L’ammontare del fabbisogno dell’anno<br />

2000 — spiega così il Tesoro — è<br />

comprensivo di voci irrilevanti per il<br />

computo dell’indebitamento della p.a.:<br />

al netto di tali voci il fabbisogno del settore<br />

statale si attesta a 27.200 miliardi, a<br />

fronte della previsione contenuta nel<br />

Dpef pari a 26.400 miliardi».<br />

In pratica il valore viene ridimensionato<br />

per la diversa contabilizzazione, in<br />

sede europea, di alcune poste. Il Tesoro<br />

ne indica espressamente alcune. In particolare<br />

— è scritto nel comunicato —<br />

«l’accelerazione dei rimborsi fiscali relativi<br />

a crediti di imposta delle famiglie e<br />

delle imprese risalenti al 1999 e ad anni<br />

precedenti per un importo pari a circa<br />

12.000 miliardi; lo slittamento al 2001<br />

della cartolarizzazione di crediti Inps<br />

per un importo pari a circa 7.000 miliardi;<br />

maggiori trasferimenti a programmi<br />

finanziari con risorse comunitarie per<br />

un importo pari a circa 3.000 miliardi».<br />

L’indebitamento netto delle pubbliche<br />

amministrazioni, ricorda comunque il<br />

Tesoro, sarà determinato dall’Istat nei<br />

prossimi mesi. Anche la crescita dell’economia<br />

sarà «misurata» dall’istituto di<br />

statistica. In base agli ultimi dati resi noti,<br />

la crescita del Pil sarà compresa tra il<br />

2,6 e il 2,8%.<br />

«Due giorni» d'incontro con gli immigrati polacchi che vivono in Trentino<br />

tografiche, mostre d'arte e di libri, concerti<br />

musicali e discussioni sui progetti riguardanti<br />

il fenomeno migratorio.<br />

Il momento più intenso è stato quello riservato<br />

al rito degli auguri di Natale, con<br />

l'atmosfera e le canzoni tradizionali del<br />

Paese d'origine. Attualmente in Trentino-<br />

Alto Adige gli immigrati polacchi sono più<br />

di mille: un primo considerevole flusso<br />

giunse nella seconda metà degli anni Ot-<br />

Quindicenne<br />

guidava contromano<br />

in autostrada<br />

un'auto rubata:<br />

due morti<br />

VERCELLI, 3.<br />

Un marocchino quindicenne<br />

guida l’auto (rubata) contromano<br />

sull’autostrada Torino-Milano.<br />

Muore lui e un torinese di 27 anni,<br />

a bordo della vettura contro la<br />

quale va a schiantarsi. È molto<br />

probabilmente questa la dinamica<br />

dell’incidente accaduto ieri sera<br />

tra Rondissone (Torino) e Cigliano,<br />

nel vercellese. Il quindicenne,<br />

senza fissa dimora, si chiamava<br />

Sadam Namir e con lui viaggiavano<br />

Mora Zaouil, 13 anni, Fatima<br />

Hamoti, 15 anni, entrambi domiciliati<br />

nel campo nomadi di Torino<br />

e un altro extracomunitario,<br />

probabilmente maggiorenne, ma<br />

del quale non sono ancora state<br />

accertate le generalità. Si tratterà<br />

anche di appurare se fossero sotto<br />

l’effetto dell’alcol quando, a Rondissone,<br />

hanno invertito la marcia.<br />

Nella notte è deceduto Andrea<br />

Periotto che si trovava sulla<br />

autovettura investita. Era in compagnia<br />

della fidanzata, Pamela Cavedo,<br />

anche lei di 27 anni, della<br />

madre Mirella Banducci, 63 anni,<br />

e del padre Gastone Periotto, di<br />

66, rimasti feriti non in modo grave.<br />

Andrea, la vittima che si trovava<br />

sull’auto travolta, era di ritorno<br />

da un viaggio all’estero che<br />

gli era stato donato dai genitori<br />

per festeggiare la laurea appena<br />

conseguita.<br />

tanta, seguito poi da un'ininterrotta serie<br />

di arrivi determinata dai nuovi accordi<br />

commerciali e dalla richiesta di personale<br />

infermieristico nella provincia di Trento. È<br />

un'immigrazione che oggi si presenta,<br />

nella quasi totalità, al femminile: donne in<br />

giovane età occupate nelle strutture sanitarie,<br />

nell'assistenza agli anziani, senza<br />

disdegnare, quando è necessario, anche i<br />

lavori più umili. Il processo di integrazio-<br />

MUCCA PAZZA Le analisi negli istituti zooprofilattici<br />

Via ai test obbligatori sui bovini:<br />

sulle tavole solo carne controllata<br />

ROMA, 3.<br />

Dal 1º gennaio, in base alla direttiva<br />

europea, sono scattati i test obbligatori<br />

anti-Bse (l’encefalite spongiforme bovina)<br />

sui capi italiani e di importazione<br />

con più di 30 mesi d'età. C'è dunque<br />

grande attenzione negli istituti zooprofilattici<br />

per garantire l'arrivo sulle tavole<br />

solo della carne che ha superato i controlli.<br />

«Le analisi — ha dichiarato Guido<br />

Alborghetti, commissario straordinario<br />

nominato dal Governo per il coordinamento<br />

delle iniziative volte a fronteggiare<br />

le conseguenze del «morbo della<br />

mucca pazza» — sono partite a tappeto<br />

su tutti i bovini «a rischio».<br />

Lo sforzo richiesto agli istituti zooprofilattici<br />

sperimentali è enorme considerato<br />

il poco tempo che c’è stato per potersi<br />

attrezzare e per preparare il personale<br />

veterinario, «ma nonostante le difficoltà<br />

i vari laboratori stanno entrando in progressione<br />

a regime».<br />

Il test «anti-mucca pazza» più utilizzato<br />

a livello europeo sarà quello svizzero<br />

e verrà eseguito su campioni di tessuto<br />

del cervello. L’obiettivo è di individuare<br />

i bovini che, nonostante siano stati colpiti<br />

dalla malattia, non manifestano alcun<br />

sintomo. Attraverso l’esame è infatti<br />

possibile identificare la presenza della<br />

forma alterata del prione, la proteina responsabile<br />

della malattia. «Per poter essere<br />

importato, esportato o macellato in<br />

Italia se il capo è nostrano — ha concluso<br />

Alborghetti — occorre presentare il<br />

certificato Bse negativo. Nessun animale<br />

è risultato positivo al test né sono stati<br />

segnalati nuovi casi in Europa».<br />

Il ministro delle Politiche agricole, Pe-<br />

Il più ingente sequestro<br />

di cocaina in un aeroporto<br />

passeggeri italiano<br />

VARESE, 3.<br />

Sei corrieri della droga in manette e<br />

276 chili di cocaina sequestrati per un<br />

valore sul mercato, al dettaglio, stimato<br />

dalla Guardia di Finanza in «alcune centinaia<br />

di miliardi»: si tratta del più grosso<br />

quantitativo mai sequestrato in<br />

un’unica operazione nel settore passeggeri<br />

di un aeroporto italiano.<br />

L’operazione (denominata Millennium)<br />

è stata compiuta ieri allo scalo di<br />

Malpensa. L’intervento è stato svolto<br />

dalle unità antidroga delle «fiamme gialle»<br />

e dai funzionari dello Svad (il Servizio<br />

vigilanza antidroga della dogana) il<br />

30 dicembre scorso, e si è concluso il<br />

pomeriggio di san Silvestro.<br />

La cocaina era contenuta in otto valige.<br />

I corrieri sono due donne brasiliane,<br />

due nigeriani e due ghanesi, tutti identificati<br />

ed arrestati. La droga proveniva<br />

da San Paolo del Brasile e, via Malpensa,<br />

sarebbe dovuta arrivare a Lagos, in<br />

Nigeria. Il passaggio dallo scalo milanese,<br />

per il grande traffico di questi giorni,<br />

avrebbe dovuto essere — secondo gli organizzatori<br />

del traffico — senza rischi.<br />

La droga era suddivisa in pani di pasta<br />

solida, ognuno dei quali coperto con<br />

una tela dipinta. I corrieri sostenevano<br />

che si trattava di regali.<br />

ne nella comunità trentina è giudicato positivo,<br />

nonostante la scarsa considerazione<br />

che le lavoratrici polacche lamentano<br />

per la loro professionalità.<br />

«Incontri di persone» è stato il frutto di<br />

un intenso lavoro di volontariato, volto a<br />

creare un ambiente familiare ed ospitale<br />

per i cittadini immigrati. Nel prossimo futuro<br />

saranno organizzate nuove manifestazioni<br />

anche per gli stranieri di altre nazionalità.<br />

MAURIZIO MELLARINI<br />

Il Capo dello Stato telefona al ministro della Difesa<br />

Uranio impoverito: paura<br />

e commozione per il tragico<br />

decesso di un altro militare<br />

ROMA, 3.<br />

Un altro tragico e toccante episodio<br />

ha acuito la crescente preoccupazione<br />

con cui l'opinione pubblica sta seguendo<br />

la vicenda dei militari italiani in missione<br />

nei Balcani, ammalatisi di tumore<br />

sembra a causa dell'uso di uranio impoverito<br />

da parte della Nato.<br />

Salvatore Carbonaro, 24 anni, originario<br />

di Floridia (Siracusa) è morto nella<br />

notte tra il 5 e il 6 novembre scorso —<br />

ma la notizia è stata diffusa dall'Ansa ieri<br />

pomeriggio — nel reparto di ematologia<br />

dell'ospedale «S.Matteo» di Pavia.<br />

Un decesso provocato ufficialmente da<br />

leucemia. Anche Salvatore Carbonaro,<br />

come Salvatore Vacca (il primo caso di<br />

cui si ebbe notizia) e altri quattro militari<br />

italiani, era reduce da una missione di<br />

pace nei Balcani.<br />

Il Presidente della Repubblica Carlo<br />

Azeglio Ciampi — riferisce l'Ansa — ha<br />

telefonato stamane al ministro della Difesa<br />

Mattarella «per chiedergli informazioni<br />

sugli sviluppi dell'azione di Governo<br />

a proposito degli accertamenti relativi<br />

al sospetto di contaminazione da uranio<br />

impoverito nelle operazioni militari<br />

svoltesi nei Balcani».<br />

Da parte sua il ministro della Difesa<br />

ha dichiarato in un'intervista ad un quotidiano:<br />

«Penso che i proiettili all'uranio<br />

impoverito non vadano adoperati e ci<br />

adopereremo perché vengano messi al<br />

bando. Il desiderio di comprendere —<br />

ha detto Mattarella ricordando di aver<br />

istituito una commissione di indagine<br />

coraro Scanio, ha nel frattempo sollecitato<br />

il ministro dell’Agricoltura svedese,<br />

che da lunedì ha assunto la presidenza<br />

dell’Ue, a rilanciare l'uso delle proteine<br />

vegetali dopo il divieto delle farine animali.<br />

«Per quanto riguarda i test — ha<br />

aggiunto Pecoraro Scanio — insisterò<br />

per ottenere dall’Ue un'etichetta più<br />

completa nell’interesse dei produttori e<br />

dei consumatori e ho chiesto di verificare<br />

le necessità degli allevatori perché il<br />

probabile prossimo decreto legge non riguardi<br />

solo le farine animali ma anche<br />

le emergenze negli allevamenti».<br />

Mille posti di lavoro<br />

disponibili in vari settori<br />

ma nessuno li vuole<br />

TRENTO, 3.<br />

In Trentino sarebbero disponibili<br />

almeno mille posti di lavoro ma<br />

nessuno li vuole. Lo afferma l’Associazione<br />

industriali della provincia<br />

e lo confermano le agenzie di<br />

collocamento. Mancano soprattutto<br />

muratori, geometri, operai specializzati,<br />

camionisti, macellai, infermieri.<br />

Alcuni cantieri devono<br />

rinunciare a molti lavori per mancanza<br />

di manodopera, ma anche<br />

nel settore della «new economy»<br />

non è facile trovare giovani disponibili,<br />

i quali preferiscono invece<br />

rivolgersi al pubblico impiego.<br />

scientifica presieduta dal prof. Franco<br />

Mandelli — non deve però farci dimenticare<br />

l'importanza della missione di<br />

pace».<br />

Ma intanto, mentre da varie parti politiche<br />

si sono levate richieste al Governo<br />

di sollecitare urgenti chiarimenti alla<br />

Nato, aumenta ovviamente nell'opinione<br />

pubblica la preoccupazione per i militari<br />

italiani tuttora presenti nelle missioni di<br />

pace nei Balcani, specialmente da parte<br />

di quelle famiglie che hanno i propri cari<br />

impegnati in quelle regioni.<br />

I particolari toccanti, e per molti<br />

aspetti agghiaccianti, della tragica morte<br />

di Salvatore Carbonaro non potevano<br />

del resto non commuovere profondamente<br />

l'opinione pubblica.<br />

La lotta del militare contro la grave<br />

malattia è durata — informa l'Ansa —<br />

un anno e mezzo. I primi sintomi il giovane<br />

li aveva infatti accusati nel maggio<br />

del 1999 tre mesi dopo il rientro dalla<br />

sua seconda missione a Sarajevo. Il fratello,<br />

Mauro, ha chiesto almeno il riconoscimento<br />

della causa di servizio al ministero<br />

della Difesa ma finora non è<br />

giunta alcuna risposta.<br />

In particolare i familiari sono convinti<br />

che la malattia sia stata contratta dal<br />

giovane a causa di contatti con benzene<br />

oppure a causa di particelle di uranio<br />

impoverito. Nella sua seconda missione<br />

Salvatore Carbonaro era stato destinato<br />

all'armeria ed era appunto a contatto<br />

quotidiano con sostanze pericolose come<br />

appunto il benzene.<br />

Autosmaltimento<br />

di rifiuti pericolosi:<br />

inchiesta a Ferrara<br />

su azienda chimica<br />

FERRARA, 3.<br />

Rifiuti «estremamente pericolosi» e<br />

tossici, come il tetracloruro di titanio,<br />

sarebbero stati smaltiti direttamente in<br />

azienda senza autorizzazione: lo ipotizza<br />

un’inchiesta avviata dai Carabinieri del<br />

Noe (Nucleo operativo ecologico) di Bologna<br />

e dalla magistratura di Ferrara dopo<br />

un'ispezione fatta alla «Basell», fabbrica<br />

appartenente all'omonimo polo<br />

chimico anglo-franco-tedesco, leader<br />

mondiale nella produzione del polipropilene,<br />

una fibra plastica di largo utilizzo.<br />

Il reato ipotizzato è l’attività di gestione<br />

di rifiuti non autorizzata.<br />

Secondo quanto accertato dai militari<br />

i primi di dicembre, inizialmente i fusti<br />

con il tetracloruro di titanio, usato nella<br />

produzione del polipropilene, dovevano<br />

essere smaltiti da un’azienda specializzata,<br />

l’«Alfarec» di Pianoro. Parte della sostanza<br />

(580 chilogrammi) venne però respinta<br />

dall’azienda bolognese perché<br />

contenuta in fusti non sigillati a regola:<br />

480 chili sono poi stati effettivamente<br />

smaltiti da una ditta specializzata ravennate,<br />

la rimanente parte — per ammissione<br />

dei dirigenti della «Basell» — è stata<br />

autosmaltita nello stabilimento ferrarese,<br />

collocato in uno degli insediamenti<br />

industriali maggiormente a rischio dell’Emilia-Romagna.<br />

L’attività di autosmaltimento nell’azienda,<br />

oltre a non essere autorizzata, è<br />

pericolosa: a contatto con l’aria il tetracloruro<br />

di titanio può provocare un incendio<br />

e reazioni chimiche dannose per<br />

la salute. Le indagini mirano ora a controllare<br />

come sono state smaltite le circa<br />

4.000 tonnellate di rifiuti prodotti dalla<br />

«Basell» ogni anno.<br />

Immigrazione: rallenta a Gorizia il flusso<br />

di clandestini nei primi giorni dell'anno<br />

GORIZIA — È rallentato nei primi giorni dell’anno il flusso dei clandestini<br />

che attraversano a piedi il confine italo sloveno nei pressi di Gorizia: nella<br />

notte tra martedì e mercoledì volanti della Questura e le pattuglie della Polizia<br />

di frontiera ne hanno intercettati ventinove di varie nazionalità, tra i<br />

quali tre donne e un minorenne. Il gruppo più numeroso era formato da 21<br />

cittadini iraniani. Vi erano poi quattro pachistani, tutti uomini e molto giovani,<br />

e quattro bengalesi, anche questi tutti uomini. I clandestini, in attesa dell’identificazione<br />

e della fotosegnalazione, sono stati sistemati e rifocillati<br />

nella caserma «Massarelli» della Polizia di Stato adiacente al valico internazionale<br />

di Casa Rossa a Gorizia. La caserma è diventata, ormai da mesi,<br />

un vero e proprio centro di prima accoglienza, in attesa del ripristino della<br />

caserma dismessa dall’Esercito «Ugo Polonio» di Gradisca che il governo<br />

ha destinato a questa funzione.<br />

Camorra: 13 ordinanze di custodia nel Casertano<br />

nei confronti di affiliati al «clan» dei Casalesi<br />

CASERTA — I carabinieri del comando provinciale di Caserta hanno eseguito,<br />

mercoledì, 13 ordinanze di custodia nei confronti di affiliati al clan dei<br />

Casalesi. L’accusa nei loro confronti è di associazione camorristica ed<br />

estorsione. Nell’elenco degli esponenti del clan per i quali il gip del Tribunale<br />

di Napoli ha emesso ordinanza di custodia cautelare compaiono Aldo<br />

Picca, di 44 anni, e Paolo Di Grazia, di 32, entrambi sfuggiti alla cattura e<br />

tuttora latitanti.<br />

Enna: a soli cinque anni sorpreso a rubare<br />

insieme con i due fratelli<br />

ENNA — Tornano a casa dagli istituti per minori per trascorrere le vacanze<br />

di Natale e rubano in appartamenti. Protagonisti tre fratelli: il più piccolo ha<br />

cinque anni, gli altri due 8 e 13 anni, che sono stati sorpresi da una volante<br />

della polizia a svaligiare in una villa nel centro storico di Piazza Armerina.<br />

È accaduto la notte tra sabato 30 e domenica 31 dicembre, ma è stato pubblicato<br />

mercoledì da un quotidiano siciliano. I tre fratelli erano stati affidati<br />

ad istituti dal tribunale per i minori di Caltanissetta perché i loro genitori<br />

non erano in grado di mantenerli.


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Extra Europa L. 6.000 - US$ 4,00<br />

Anno CXLI - N. 3 (42.641) CITTÀ DEL VATICANO Venerdì 5 Gennaio 2001<br />

La consegna di Giovanni Paolo II ai Legionari di Cristo ed ai membri del Movimento «Regnum Christi» nel 60° della fondazione<br />

Amate appassionatamente la Chiesa<br />

«La fede nella persona di Gesù Cristo vi conduca ad amare<br />

appassionatamente la Chiesa, sacramento universale di salvezza,<br />

continuatrice della sua opera attraverso la storia». Lo ha<br />

detto Giovanni Paolo II ai Legionari di Cristo ed ai membri<br />

del Movimento «Regnum Christi», ricevuti in udienza nella<br />

mattina di giovedì 4 gennaio, in Piazza San Pietro, in occasione<br />

del 60° anniversario della fondazione. «Voi provenite da diverse<br />

Nazioni del mondo — ha detto il Papa rivolgendosi ai<br />

numerosi presenti —: saluto tutti e ciascuno, auspicando che<br />

questa ricorrenza costituisca un saldo e forte sostegno per la<br />

vostra fede nel Signore Gesù e per la vostra decisione di testimoniarlo<br />

di fronte ai fratelli». «Saluto con particolare affetto<br />

— ha proseguito — il vostro carissimo Fondatore, il Padre<br />

Marcial Maciel, al quale porgo vive felicitazioni per questo significativo<br />

appuntamento, ringraziandolo cordialmente per le<br />

parole che, a nome di tutti, ha voluto rivolgermi. Ho apprezzato,<br />

in particolare, la conferma da lui espressa della fedeltà<br />

al Successore di Pietro che vi caratterizza. Attraverso la comunione<br />

col Papa si attesta il vostro pieno inserimento nel mistero<br />

dell'unità della Chiesa». «Desiderate alimentare il vostro<br />

carisma spirituale e apostolico — ha continuato — di quella<br />

grande linfa vitale che scorre nel suo Corpo, vivendo uno spirito<br />

speciale di comunione ecclesiale con il Successore di Pietro<br />

e con gli altri Pastori delle Chiese particolari. Continuate a<br />

diffondere, come avete fatto finora, e perfino con rinnovato<br />

zelo, il Magistero e la dottrina della Chiesa». «Uno dei più importanti<br />

tratti spirituali del vostro servizio nella Chiesa — ha<br />

ricordato ancora il Santo Padre — è l'impegno allo spirito di<br />

autentica carità evangelica... Avete voluto affrontare la sfida<br />

evangelica, ponendo particolare enfasi sul calore fraterno dei<br />

vostri rapporti interpersonali e promuovendo lo spirito di carità<br />

nel pensiero e nelle opere, passando sotto silenzio gli errori<br />

degli altri e evidenziando solo le loro azioni positive e utili».<br />

«Aprite le porte della vostra anima con generosità — ha concluso<br />

—. La Vergine Santissima, ripiena di Spirito Santo e<br />

pellegrina nella fede, vi aiuti a realizzare i vostri propositi. Ritornando<br />

nelle vostre case alle quotidiane occupazioni, sappiate<br />

che il Papa vi è accanto e prega per voi, affinché siate fedeli<br />

alla vostra vocazione cristiana e al vostro specifico carisma.<br />

Lo Spirito Santo dilati i vostri cuori, facendovi coraggiosi<br />

messaggeri del Vangelo e testimoni del Cristo Risorto, Redentore<br />

e Salvatore del mondo».<br />

MEDIO ORIENTE Arafat accetta con riserva il piano di pace statunitense<br />

Dialogo: si apre uno spiraglio<br />

ma le posizioni restano lontane<br />

TEL AVIV, 4.<br />

Con il «sì» condizionato del leader<br />

dell'Autorità Palestinese (Ap), Yasser<br />

Arafat, alle proposte di pace del Presidente<br />

degli Stati Uniti, Bill Clinton, e<br />

con l’invio di un emissario israeliano a<br />

Washington per ottenere chiarimenti, ieri<br />

si è aperto uno spiraglio per il dialogo<br />

in Medio Oriente. Il portavoce della Casa<br />

Bianca, Jake Siewert, non ha rilasciato<br />

dichiarazioni, mentre Arafat si è limitato<br />

a dire che «è importante far procedere<br />

il processo di pace», ribadendo il<br />

suo impegno in questo senso. Oggi il<br />

leader dell'Ap si è recato al Cairo per incontrare<br />

i Ministri degli esteri arabi e<br />

concordare una posizione definitiva.<br />

I punti essenziali del piano americano<br />

in discussione in Egitto prevedono uno<br />

scambio che risolverebbe le due questioni<br />

più ostiche: i palestinesi otterrebbero<br />

la sovranità su una parte di Gerusalemme<br />

in cambio della rinuncia a far rientrare<br />

i circa 3,7 milioni di profughi del<br />

1948. Secondo il progetto Usa i rifugiati<br />

possono restare dove si trovano al momento<br />

e ricevere risarcimenti, trasferirsi<br />

nel futuro Stato palestinese, emigrare altrove<br />

o chiedere la cittadinanza israeliana,<br />

ma Tel Aviv avrebbe la possibilità di<br />

negargliela.<br />

Arafat, che ha sempre insistito sul «diritto<br />

al ritorno», ha avanzato delle riserve<br />

su questo punto. Inoltre l'Ap chiede<br />

che Israele lasci del tutto non solo la<br />

«Striscia di Gaza», come previsto dal<br />

piano Clinton, ma anche la Cisgiordania,<br />

dove sorgono decine di colonie<br />

ebraiche, l’ottanta per cento delle quali<br />

dovrebbe secondo il piano restare sotto<br />

sovranità israeliana. Nonostante il piccolo<br />

passo in avanti una svolta verso un<br />

accordo resta per Tel Aviv ancora lontana.<br />

Dopo aver ascoltato il resoconto di<br />

Clinton, sui colloqui avuti con Arafat,<br />

PONTIFICIA ACCADEMIA<br />

PER LA VITA<br />

Cellule staminali<br />

umane autologhe<br />

e trasferimento<br />

di nucleo<br />

Aspetti scientifici<br />

ed etici<br />

di JUAN DE DIOS<br />

VIAL CORREA<br />

e di ELIO SGRECCIA<br />

Pagina 6<br />

Pagina 5<br />

Barak ha riunito in tarda serata il «Gabinetto<br />

di pace». I Ministri hanno deciso<br />

di inviare a Washington un inviato per<br />

ottenere maggiori dettagli sulla risposta<br />

di Arafat a Clinton.<br />

Il Gabinetto ha inoltre annunciato la<br />

formazione di un Comitato tripartito tra<br />

Israele, Ap e Stati Uniti per «prevenire il<br />

terrorismo e ridurre il livello di violenza».<br />

Una delegazione palestinese dovrebbe<br />

recarsi a Washington la settimana<br />

prossima per colloqui separati con l’Amministrazione<br />

Usa al fine di «ridurre le<br />

divergenze». Al momento non sono previste<br />

trattative dirette tra le due parti.<br />

I dubbi del Premier israeliano sulle<br />

reali intenzioni di Arafat non sono tuttavia<br />

ancora fugati. Dopo una lunga conversazione<br />

telefonica tra Clinton e Barak,<br />

ieri una fonte governativa israeliana<br />

ha detto alla Radio statale che il quadro<br />

negativo della situazione non è sostanzialmente<br />

mutato, in quanto nei colloqui<br />

di Arafat con Clinton è «emersa una<br />

adesione palestinese che è però fortemente<br />

condizionata».<br />

Da Stoccolma dove si trova in visita,<br />

il Ministro degli esteri israeliano, Shlomo<br />

Ben Ami, ha sottolineato che prima<br />

Nuovi scontri nella Striscia di Gaza tra militari israeliani e dimostranti palestinesi<br />

Non si placano le violenze nei Territori<br />

Un posto di blocco palestinese nei pressi di Netzarim<br />

di tornare al tavolo delle trattative Tel<br />

Aviv intende constatare l’effettivo impegno<br />

dei palestinesi contro il terrorismo.<br />

«Yasser Arafat ha assicurato sforzi in<br />

questo senso e noi vogliamo vedere come<br />

ciò si traduca nella realtà», ha aggiunto.<br />

«Il Governo — ha proseguito —<br />

ha optato per un regolamento politico a<br />

partire dalla sua costituzione: siamo impegnati<br />

moralmente a fare il massimo<br />

per evitare una nuova guerra in Medio<br />

Oriente». Le posizioni appaiono dunque<br />

ancora lontane. Arafat, secondo l'agenzia<br />

di stampa «Ansa», avrebbe dato il<br />

suo assenso a dodici giorni di trattative<br />

per un nuovo sforzo negoziale, ma<br />

Israele in questa fase non intende riprendere<br />

negoziati politici, bensì solamente<br />

colloqui per porre fine gli attacchi<br />

contro gli abitanti degli insediamenti<br />

e i soldati di stanza nei Territori.<br />

Gli sforzi degli Usa in queste ultime<br />

ore sono sostenuti anche dalla Russia.<br />

Nel tentativo «di riavvicinare le posizioni<br />

israeliane e palestinesi» Mosca ha annunciato<br />

lo sviluppo di nuove iniziative<br />

diplomatiche. Lo ha detto ieri il Viceministro<br />

degli esteri, Aleksandr Avdeiev,<br />

dopo un incontro con una delegazione<br />

israeliana inviata da Barak.<br />

STATI UNITI Dopo la mossa a sorpresa decisa dalla Federal Reserve<br />

George W. Bush soddisfatto<br />

per il taglio dei tassi di interesse<br />

NEW YORK, 4.<br />

«Sono soddisfatto per la decisione<br />

presa oggi (ieri, ndr.) dalla Federal Reserve,<br />

credo che in questo momento fosse<br />

necessaria per stimolare l’economia<br />

americana». Così il Presidente eletto degli<br />

Stati Uniti, George W. Bush, ha<br />

commentato il taglio dei tassi di interesse<br />

deciso ieri dal team di Governatori<br />

della Banca centrale guidato da Alan<br />

Greenspan. Secondo il Presidente eletto,<br />

il taglio dello 0,50 per cento potrebbe<br />

non essere sufficiente a superare l’attuale<br />

impasse dell’economia statunitense e<br />

la Federal Reserve potrebbe essere costretta<br />

a intervenire nuovamente nel<br />

prossimo futuro.<br />

Bush che ieri ha incontrato una trentina<br />

di Presidenti delle maggiori compagnie<br />

americane, ha detto di aver ricevuto<br />

nelle ultime settimane diversi avvertimenti<br />

sullo stato dell’economia statunitense.<br />

A chi gli chiedeva se la riduzione<br />

del tasso di interesse rende ora meno<br />

fattibile il megataglio alle tasse tante volte<br />

promesso durante la campagna elettorale,<br />

Bush ha risposto che al contrario<br />

anche questa mossa potrebbe contribuire<br />

a ridare velocità alla locomotiva Usa.<br />

TEL AVIV, 4.<br />

Nuovi disordini si sono registrati oggi nei Territori palestinesi,<br />

mentre è in corso una mediazione internazionale per tentare<br />

di sanare il conflitto tra palestinesi e israeliani.<br />

Centinaia di coloni dell’insediamento ebraico di Beit El,<br />

presso Ramallah in Cisgiordania, si sono radunati stamani per<br />

stabilire «un accampamento di sicurezza» nelle vicinanze di<br />

una strada della zona. Secondo testimoni oculari i coloni sono<br />

giunti sul posto armati e hanno spianato con un bulldozer un<br />

terreno non lontano dal luogo nel quale domenica scorsa è<br />

stato ucciso il figlio del rabbino Kahane.<br />

Nel Nord della Cisgiordania, presso Nablus, sono inoltre segnalati<br />

scambi di colpi d’arma da fuoco tra dimostranti palestinesi<br />

e militari israeliani. per il momento non si ha notizia di<br />

feriti. Altri attacchi armati, che hanno provocato gravi danni<br />

materiali, sono stati compiuti da sconosciuti nel Sud della<br />

Striscia di Gaza, a Nevè Dekalim, Gush Katif e Gane Tal.<br />

Ieri, inoltre, un israeliano è stato ferito mentre transitava a<br />

breve distanza dall’ aeroporto di Atarot, tra Gerusalemme e<br />

Ramallah. Lo ha riferito la radio militare, precisando che le<br />

sue condizioni sono gravi. Resta in pericolo di vita anche un<br />

altro israeliano, colpito da una pallottola la notte tra martedì<br />

e mercoledì mentre percorreva la strada che collega Gerusalemme<br />

a Tel Aviv. All’altezza del villaggio palestinese di Bitunya<br />

la sua auto è caduta in un imboscata tesa da palestinesi.<br />

Soldati israeliani, che erano nelle vicinanze, sono intervenuti<br />

rispondendo al fuoco. Nello scontro che ne è seguito i militari<br />

hanno brevemente occupato una stazione della polizia dell'Ap,<br />

abbandonandola poche ore dopo.<br />

Dal Portone di Bronzo<br />

alla Porta Santa,<br />

ancora un fiume di pellegrini<br />

All’incontro con Bush era presente tra<br />

gli altri Jack Welch, il manager più celebre<br />

d’America alla guida da anni del colosso<br />

«General Electric». Welch ha confermato<br />

da parte sua di aver intravisto<br />

chiari segnali di un forte rallentamento<br />

dell’economia lasciando intendere di essere<br />

soddisfatto per la notizia proveniente<br />

dalla Federal Reserve.<br />

La mossa a sorpresa della Federal Reserve,<br />

che ha lasciato intravedere la possibilità<br />

di un’ulteriore riduzione del costo<br />

del denaro, rappresenta un tentativo<br />

di impedire un eccessivo rallentamento<br />

dell’economia statunitense. La decisione,<br />

che giunge a quattro settimane dalla<br />

prima riunione in programma nel 2001<br />

del Federal Open Market Committee, ha<br />

abbassato il cruciale tasso di interesse<br />

interbancario, i Fed Funds, al 6 per cento.<br />

Si tratta del primo taglio di mezzo<br />

punto dalla metà del 1992.<br />

Per sottolineare la sua decisione di<br />

impedire una recessione dell’economia<br />

americana, la Fed ha anche tagliato il<br />

tasso di sconto sui prestiti federali alle<br />

banche di un quarto di punto a quota<br />

5,75 per cento. La Federal Reserve ha<br />

inoltre aggiunto di essere pronta a ridur-<br />

«Saluto e benedico anche tutti i pellegrini qui presenti.<br />

Buon anno a tutti!». Non dalla finestra del suo studio,<br />

quella dell'Angelus, ma dalla Cattedra, posta al centro del<br />

sagrato, Giovanni Paolo II guardava ancora una volta stamane,<br />

giovedì 4 gennaio, l'immenso fiume di anime che<br />

dal colonnato di sinistra di Piazza San Pietro raggiungeva<br />

il Portone di Bronzo per toccare e attraversare la Porta<br />

Santa. In silenzio, alcuni con la corona in mano, altri con<br />

il libretto delle preghiere, camminavano ordinatamente<br />

verso quella Porta per ricevere grazia e perdono. La fila<br />

era iniziata sin dalle 7 del mattino. La Piazza era «occupata»<br />

per l'udienza ai Legionari di Cristo e al Movimento<br />

«Regnum Christi» nel 60° di fondazione. Pellegrini tra i<br />

pellegrini; fratelli tra i fratelli, con un unico intento: quello<br />

di rinnovare, con la preghiera e con il canto, la gioia<br />

di appartenere a Cristo e di servire la Chiesa.<br />

Con il suo sguardo Giovanni Paolo II — che aveva precedentemente<br />

attraversato la Piazza nella jeep bianca —<br />

fissava i volti dei pellegrini giubilari che gli stavano accanto,<br />

ma non dimenticava quella fila interminabile, che,<br />

come un fiume in piena, si dirige verso al Porta che salva.<br />

«Siamo venuti dal Messico per rivivere non soltanto<br />

un forte momento di fede ma anche per testimoniare la<br />

nostra appartenenza alla Chiesa universale — dicevano<br />

alcuni giovani giunti per celebrare insieme ad altri giovani<br />

il Giubileo —. Ancora una volta abbiamo visto il Papa<br />

da vicino come proprio due anni fa, nel gennaio del 1999.<br />

Grande è la nostra gioia».<br />

Dal giorno del Natale del Grande Giubileo ad oggi, migliaia<br />

e migliaia di anime si sono poste in cammino verso<br />

la Porta Santa. Continua il prodigio nei cuori di quanti si<br />

sentono attratti da Cristo, nato a Betlemme. (g.g.)<br />

lo ulteriormente fino a quota 5,50 per<br />

cento. È la prima volta dall’autunno del<br />

1998 che la Federal Reserve taglia i tassi<br />

di interesse al di fuori di un incontro<br />

«regolare». La volta precedente, la crisi<br />

asiatica e il timore di una crisi economica<br />

globale avevano convinto Alan Greenspan<br />

a ridurre i tassi di interesse di un<br />

quarto di punto percentuale.<br />

«La nostra decisione viene alla luce di<br />

ulteriori segnali che dimostrano rallentamenti<br />

nelle vendite e nella produzione<br />

— si legge nel comunicato della Fed —<br />

e in un contesto caratterizzato da una<br />

diminuzione della fiducia dei consumatori,<br />

dalla contrazione del mercato finanziario<br />

e dal permanere di alti costi<br />

per i prodotti energetici che incidono<br />

sui conti dei privati e delle aziende».<br />

Secondo gli analisti, sulla decisione di<br />

Greenspan ha pesato particolarmente il<br />

dato pubblicato martedì dall’Associazione<br />

Nazionale dei responsabili per gli acquisti<br />

che ha messo in luce una riduzione<br />

della produzione ben superiore alle<br />

attese. Se il dato (era il quinto della serie)<br />

rimane per sei volte di fila sotto<br />

quota 50, si è tecnicamente in una fase<br />

di recessione e la Federal Reserve ha<br />

preferito non aspettare altro tempo.<br />

NOSTRE<br />

INFORMAZIONI<br />

Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza Sua Eccellenza<br />

il Signor Adalberto Rodriguez Giavarini, Ministro degli Esteri, del<br />

Commercio Internazionale, e del Culto della Repubblica di Argentina,<br />

con la Consorte, e Seguito.<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha nominato Suoi Legati per la chiusura delle Porte<br />

Sante delle Basiliche Patriarcali:<br />

— di san Giovanni in Laterano, Sua Eminenza il Signor Cardinale<br />

Camillo Ruini;<br />

— di san Paolo fuori le Mura, Sua Eminenza il Signor Cardinale<br />

Roger Etchegaray;<br />

— di Santa Maria Maggiore, Sua Eminenza il Signor Cardinale<br />

Carlo Furno.<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha nominato l'Eminentissimo Signor Cardinale Roger<br />

Etchegaray, Presidente del Comitato del Grande Giubileo dell'Anno<br />

2000, Suo Inviato Speciale alle celebrazioni conclusive del centenario<br />

dell'evangelizzazione del Rwanda, in programma a Kigali giovedì<br />

8 febbraio 2001.<br />

Nella pagina dedicata ai pellegrini<br />

del 2000 i racconti e le testimonianze<br />

dei romei.<br />

Pagina 4


DAL MONDO<br />

PAGINA<br />

2 .<br />

RUSSIA Smentito un quotidiano statunitense<br />

Mosca non trasferisce<br />

missili nel Mar Baltico<br />

MOSCA, 4.<br />

Un portavoce della Marina russa ha<br />

definito ieri «prive di ogni fondamento»<br />

le presunte rivelazioni pubblicate da un<br />

giornale ultraconservatore americano,<br />

secondo cui le autorità di Mosca starebbero<br />

spostando armi nucleari tattiche<br />

sul Mar Baltico, nella sua base più occidentale,<br />

quella di Kaliningrad.<br />

Il portavoce della Flotta russa del Baltico,<br />

Anatoli Lobski, ha detto di non<br />

escludere che le affermazioni del giornale<br />

in questione, come altre volte in passato,<br />

siano frutto di «provocazioni politi-<br />

Gran Bretagna:<br />

evitato uno scontro<br />

tra treni a Londra<br />

LONDRA, 4.<br />

La compagnia ferroviaria «Railtrack»<br />

ha avviato ieri un’indagine<br />

su una tragedia sfiorata nella notte<br />

tra martedì e mercoledì a pochi<br />

passi dalla stazione londinese di<br />

Victoria: due treni pieni di pendolari<br />

si sono fermati poco prima di<br />

mezzanotte, l’uno davanti all’altro,<br />

a circa tre metri di distanza,<br />

sullo stesso binario.<br />

L’ennesima sciagura è stata evitata<br />

soprattutto grazie alla prontezza<br />

di riflessi di un dipendente<br />

della stazione, il quale si è accorto<br />

che i due treni convergevano sulla<br />

stessa linea e ha tolto l’elettricità<br />

a entrambi. Allo stesso tempo, il<br />

conducente di uno dei convogli<br />

ha premuto sui freni riuscendo a<br />

bloccare del tutto il treno a un<br />

soffio dal disastro.<br />

Entrambi i treni erano in ritardo<br />

e la «Railtrack», la società che<br />

possiede e gestisce la rete ferroviaria<br />

nazionale, è attualmente alla<br />

ricerca delle cause dell’episodio.<br />

Sembra comunque — stando<br />

a quanto hanno riferito autorevoli<br />

fonti britanniche riportate dall'agenzia<br />

italiana «Ansa» — che in<br />

quel momento la segnaletica della<br />

stazione non funzionasse: tutti i<br />

semafori, infatti, indicavano la luce<br />

rossa. La circolazione, quindi,<br />

era gestita dalla sala di controllo<br />

di Victoria: gli uomini radar avevano<br />

dato il via libera solo a uno<br />

dei treni, quello che viaggiava dalla<br />

capitale verso Horsham nella<br />

Contea del West Sussex. L’altro<br />

convoglio, che si dirigeva verso<br />

Londra e proveniva dalla cittadina<br />

di East Grinstead sempre nel West<br />

Sussex, aveva invece passato il<br />

rosso senza il permesso della sala<br />

di controllo della stazione londinese<br />

di Victoria.<br />

Proprio un’infrazione del genere<br />

fu la causa delle sciagure ferroviarie<br />

di Southall (Londra) del settembre<br />

’97, in cui morirono 7 persone,<br />

e di Paddington (sempre<br />

Londra) dell’ottobre ’99 in cui<br />

persero la vita 31 persone.<br />

MARIO AGNES<br />

Direttore responsabile<br />

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che». Lobski, citato ieri pomeriggio dall’agenzia<br />

«Itar-Tass», ha inoltre ricordato<br />

che il Mar Baltico è stato dichiarato<br />

dopo la dissoluzione dell’Urss «zona denuclearizzata»<br />

e che la Russia adempie<br />

rigorosamente agli impegni internazionali<br />

presi in questo senso.<br />

Da parte loro fonti altolocate del ministero<br />

della difesa russo hanno pure<br />

smentito il giornale americano e sottolineato<br />

seccamente che «tutte le armi nucleari<br />

russe, comprese quelle tattiche,<br />

restano nei loro siti permanenti» e che<br />

«nulla è stato trasferito in alcun luogo».<br />

Intanto, fonti del Governo russo hanno<br />

espresso ieri dubbi sulla reale fattibilità,<br />

almeno per ora, del futuribile progetto<br />

di un tunnel sottomarino polare<br />

che potrebbe collegare Russia e Usa passando<br />

sotto lo Stretto di Bering. Tale<br />

progetto era stato rilanciato nei giorni<br />

scorsi da Viktor Razbeghin, dell’Accademia<br />

russa del genio civile.<br />

Razbeghin — riprendendo un’idea già<br />

avanzata in passato e circolata nei mesi<br />

scorsi sulla stampa russa e internazionale<br />

— aveva lasciato intendere di poter<br />

ottenere il consenso del suo Governo e<br />

di ritenere reperibili i finanziamenti.<br />

Fonti dell’Esecutivo hanno tuttavia<br />

notato che un simile progetto, messo in<br />

effetti in cantiere negli anni scorsi, è stato<br />

accantonato dopo la crisi finanziaria<br />

russa del 1998. Le fonti hanno sottolineato<br />

che il progetto sarebbe molto costoso<br />

e che prima di sperare di realizzarlo<br />

occorrerà sviluppare una serie di<br />

infrastrutture nei desolati e gelidi territori<br />

della Russia nordorientale.<br />

Burundi: attacchi<br />

dei ribelli Hutu<br />

nelle province<br />

meridionali<br />

BUJUMBURA, 4.<br />

I ribelli burundesi di etnia Hutu hanno<br />

lanciato martedì scorso un attacco<br />

contro la cittadina di Munini, nella provincia<br />

sud-occidentale di Bururi. L'intervento<br />

di reparti dell'esercito ha costretto<br />

alla fuga gli aggressori. Fonti ufficiali<br />

parlano di saccheggi e di incendi, ma<br />

non si hanno indicazioni sulle eventuali<br />

perdite umane.<br />

Violenti scontri vengono segnalati nella<br />

provincia sud-orientale di Rutana e<br />

nella località di Tenga, a dodici chilometri<br />

dalla capitale dove la presenza dei ribelli<br />

è particolarmente forte.<br />

La guerra civile in Burundi, in corso<br />

dal 1993, oppone il Governo e l'esercito,<br />

dominati dall'etnia minoritaria dei Tutsi,<br />

ai gruppi di resistenza armata degli Hutu,<br />

che costituiscono l'85 per cento della<br />

popolazione. In sette anni, il conflitto ha<br />

provocato oltre 200 mila morti.<br />

Il 28 agosto scorso, auspice il mediatore<br />

Nelson Mandela, il Governo e il<br />

Parlamento di Bujumbura e diciassette<br />

partiti di matrice Hutu e Tutsi hanno<br />

firmato ad Arusha (Tanzania) un accordo<br />

di pace che mira, tra l'altro, a riequilibrare<br />

gli assetti di potere politico e militare<br />

tra le due comunità. Ma l'intesa è<br />

rimasta finora sulla carta per la mancata<br />

adesione dei due principali gruppi ribelli<br />

Hutu, vale a dire le «forze per la<br />

difesa della democrazia» (Fdd) e le «forze<br />

nazionali di liberazione» (Fnl). Mandela,<br />

tuttavia, non ha perduto la speranza<br />

si associare al piano di pace anche i<br />

movimenti guerriglieri e prosegue con<br />

essi le trattative.<br />

Sudan: prorogato<br />

per un anno<br />

lo stato d'emergenza<br />

KHARTOUM, 4.<br />

Il Presidente del Sudan, Omar Hassan<br />

Ahmed al Bashir, ha prorogato di un<br />

anno lo stato di emergenza decretato<br />

nel dicembre 1999. Lo ha annunciato ieri<br />

l’agenzia ufficiale sudanese «Suna»,<br />

che non fornisce spiegazioni in merito<br />

alla decisione.<br />

Secondo analisti politici citati dall'agenzia<br />

di stampa «Ansa», Bashir, giunto<br />

al potere nel 1989 con un colpo di stato<br />

contro il Governo islamico, si sentirebbe<br />

ancora vulnerabile nonostante l’86,5 per<br />

cento dei voti raccolti nelle elezioni presidenziali<br />

del mese scorso che hanno<br />

rinnovato il suo mandato per i prossimi<br />

cinque anni.<br />

Lo stato d'emergenza fu imposto il 12<br />

dicembre 1999 durante la lotta di potere<br />

tra Bashir e l’ex presidente del Parlamento<br />

e ideologo islamico Hassan Abdalla<br />

al Turabi. Nel marzo scorso era<br />

stato prorogato fino alla fine di dicembre.<br />

Sempre ieri, il Ministro degli esteri,<br />

Moustafa Osmane Ismail, ha dichiarato<br />

che i bombardamenti aerei contro i ribelli<br />

del Sud proseguiranno, evitando<br />

tuttavia di colpire obiettivi civili.<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Venerdì 5 Gennaio 2001<br />

Filippine:<br />

diciassette arresti<br />

per le esplosioni<br />

a Manila<br />

MANILA, 4.<br />

Diciassette persone, in maggioranza<br />

appartenenti ad organizzazioni musulmane,<br />

sono state arrestate oggi nelle Filippine<br />

nell’ambito delle indagini sulla<br />

serie di attentati dinamitardi compiuti a<br />

Manila nei giorni scorsi e che hanno<br />

provocato la morte di 17 persone e il ferimento<br />

di altre cento. Lo si apprende<br />

da fonti militari e della polizia riprese<br />

dall'agenzia «Ansa». Gli uomini arrestati,<br />

tutti di età compresa tra i 18 e i 32 anni,<br />

sono stati catturati durante un’operazione<br />

di polizia svoltasi nella notte in una<br />

zona periferica della capitale.<br />

Gli interrogatori sono in corso. Finora,<br />

non è stata fornita alcuna indicazione<br />

circa un'eventuale appartenenza delle<br />

persone arrestate a qualche gruppo terroristico.<br />

L’unico dettaglio fornito dalla<br />

polizia sulle indagini è che le esplosioni,<br />

pressoché simultanee, della settimana<br />

scorsa potrebbero essere state provocate<br />

con un comando partito da alcuni telefoni<br />

cellulari. Gli attentati dinamitardi<br />

che hanno sconvolto la capitale delle Filippine<br />

hanno avuto come obiettivi anche<br />

una stazione di autobus e l'aeroporto<br />

internazionale, mentre uno dei cinque<br />

ordigni è stato fatto esplodere in un<br />

parco non distante dall'Ambasciata degli<br />

Stati Uniti. La città è stata per alcune<br />

ore letteralmente gettata nel panico dal<br />

rapido susseguirsi di esplosioni, verificatesi<br />

in diverse zone ma tutte in una delle<br />

ore di massimo afflusso della popolazione<br />

nei posti di lavoro e negli esercizi<br />

commerciali.<br />

Afghanistan: appello dell'Unhcr in favore di migliaia di profughi<br />

GINEVRA — Un nuovo appello in favore<br />

dei profughi afghani è stato ieri lanciato<br />

dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite<br />

per i rifugiati. Si teme in particolare per<br />

la sorte di migliaia di persone bloccate al<br />

confine con il Tadjikistan, che rischiano di<br />

morire di freddo e di fame. L’Unhcr manifesta<br />

— secondo l’agenzia britannica<br />

«Reuters» — profonda preoccupazione<br />

per le condizioni di 10.000 profughi, per lo<br />

REPUBBLICA CECA Centomila in piazza a Praga<br />

Manifestazione di protesta<br />

contro il neo direttore della tv<br />

PRAGA, 4.<br />

Alta tensione a Praga<br />

per lo scontro politico nato<br />

in seguito alla nomina<br />

di un nuovo Direttore<br />

della televisione pubblica<br />

voluto dal Primo Ministro,<br />

Milos Zeman. Centomila<br />

persone, secondo<br />

la radio ceca, si sono radunate<br />

nel pomeriggio di<br />

ieri in piazza San Venceslao,<br />

tradizionale teatro<br />

di avvenimenti entrati<br />

nella storia più recente<br />

del Paese, al grido di «Libertà»<br />

e «No ad un nuovo<br />

totalitarismo».<br />

I manifestanti, con cartelli<br />

in cui si mette in<br />

guardia contro i «meccanismi<br />

del potere», intendono<br />

così dare il loro appoggio<br />

ai giornalisti della Tv pubblica<br />

«Ceska Televize» (CT), da quasi due settimane<br />

in conflitto aperto col nuovo Direttore<br />

generale, Jiri Hodac, nominato il<br />

20 dicembre scorso, e di cui si chiedono<br />

le dimissioni, anche attraverso una petizione<br />

popolare. Jiri Hodac, versa in gravi<br />

condizioni di salute la cui natura non<br />

è stata precisata, ed è stato trasportato<br />

d'urgenza in ospedale. Lo rende noto<br />

l'agenzia ceca «Ctk». Che la situazione<br />

sia alquanto tesa lo dimostra anche la<br />

decisione presa ieri dal Presidente Vaclav<br />

Havel di rimandare la sua partenza<br />

per un soggiorno di convalescenza alle<br />

Canarie. Intanto, mentre all’interno della<br />

sede della Tv sono ancora asserraglia-<br />

Parigi: in fiamme<br />

il parcheggio<br />

della Gare de l'Est<br />

PARIGI, 4.<br />

Un incendio è scoppiato questa mattina<br />

in un parcheggio sito sotto la Gare<br />

de l’Est, una delle principali stazioni ferroviarie<br />

di Parigi, bloccando la circolazione<br />

di treni e convogli della metropolitana<br />

in un’ora di grande traffico. Lo ha<br />

reso noto — come riferisce l'agenzia<br />

«France presse» — la polizia parigina<br />

precisando che tre autovetture sono andate<br />

distrutte.<br />

Uno spesso fumo si è diffuso in tutta<br />

la stazione della Gare de l'Est causando<br />

il blocco del traffico ferroviario. Inoltre,<br />

quattro linee della metropolitana sono<br />

state immediatamente fermate e solo<br />

dopo che l'incendio era stato domato<br />

hanno ripreso la loro normale circolazione.<br />

Sul posto sono affluiti una cinquantina<br />

di vigili del fuoco con numerosi<br />

automezzi che hanno dapprima circoscritto<br />

l'incendio (è durato circa due<br />

ore) e, successivamente, sono intervenuti<br />

installando un grande ventilatore nel<br />

parcheggio della Gare de l'Est per disperdere<br />

il fumo. Le cause dell’incendio<br />

— ha ancora affermato l'agenzia di<br />

stampa francese sopra citata — non sono<br />

al momento note.<br />

più donne e bambini, che sono fuggiti dalla<br />

regione di Takhar (Nord-Est dell’Afghanistan)<br />

a causa degli scontri in corso nell’area<br />

e che da settimane si trovano bloccati<br />

sulle rive del fiume Pyandi. Mentre<br />

l’inverno si fa rigido, ai rifugiati mancano<br />

cibo e riparo. La carenza di acqua potabile<br />

è inoltre alla base dei casi di dissenteria<br />

che hanno colpito molti di loro.<br />

L’Unhcr rende inoltre noto che 23.000 af-<br />

JUGOSLAVIA Per il rinnovo del Parlamento serbo<br />

Ordinata la ripetizione<br />

del voto in 19 seggi<br />

BELGRADO, 4.<br />

La Corte suprema serba ha accolto<br />

un ricorso presentato dal Partito radicale<br />

(Srs) dell’ultranazionalista Vojislav Seselj<br />

per la ripetizione in 19 seggi delle<br />

elezioni per il rinnovo del Parlamento<br />

serbo. Sarebbero infatti state riscontrate<br />

alcune irregolarità. Il voto avverrà il 10<br />

gennaio e potrebbe portare ai radicali<br />

un seggio in più, ma non modificherà<br />

gli equilibri del nuovo Parlamento, dove<br />

la Coalizione democratica (Dos) ha ottenuto<br />

176 dei 250 seggi disponibili, il Partito<br />

socialista di Slobodan Milosevic<br />

Turchia: due morti<br />

in un'azione<br />

terroristica a Istanbul<br />

ISTANBUL, 4.<br />

Due persone sono morte ieri in<br />

un attentato terroristico contro<br />

una stazione di polizia a Istanbul,<br />

in Turchia. Le vittime sono un<br />

agente e l'attentatore, conosciuto<br />

come un membro del Partito-<br />

Fronte rivoluzionario di liberazione<br />

popolare (Dhkp-C, di estrema<br />

sinistra). Secondo le prime ricostruzioni,<br />

l'uomo ha fatto deflagrare<br />

l’ordigno che portava su di<br />

sé in un locale vicino all’ufficio<br />

del Capo del Commissariato.<br />

La manifestazione a Praga contro «il nuovo totalitarismo»<br />

ti dal 23 dicembre una trentina di giornalisti<br />

che tentano invano di trasmettere<br />

i loro notiziari, oscurati dalla nuova dirigenza,<br />

il Governo di Praga ha approvato<br />

ieri un emendamento alla legge sui media<br />

che prevede da ora in poi l’elezione<br />

dei membri del «Consiglio della Tv» da<br />

parte della Camera dei deputati su proposta<br />

di organizzazioni e associazioni<br />

culturali, civiche, regionali, professionali,<br />

religiose, ecologiche, sindacali e di<br />

minoranze. La composizione attuale del<br />

Consiglio — i cui membri, eletti dalla<br />

Camera dei deputati, hanno il potere di<br />

nominare e destituire il Direttore generale<br />

— riflette invece la ripartizione delle<br />

forze politiche in seno alla Camera.<br />

Indonesia: disordini<br />

a sfondo etnico<br />

nell'isola di Lombok<br />

JAKARTA, 4.<br />

Gravi disordini a sfondo etnico stanno<br />

sconvolgendo in questi giorni quella che<br />

viene normalmente considerata una prestigiosa<br />

meta turistica: l'isola di Lombok,<br />

nell’Indonesia orientale, situata di<br />

fronte all’isola di Bali Lo ha reso noto<br />

oggi la polizia locale. Secondo il portavoce<br />

delle forze dell'ordine, Iri Budi<br />

Pangastuti, non meno di quattordici persone<br />

residenti in un gruppo di villaggi<br />

sono morte nella notte tra martedì e<br />

mercoledì. I feriti, alcuni dei quali gravi,<br />

si contano a decine.<br />

Gli scontri sarebbero stati innescati da<br />

un'imboscata tesa da un gruppo di abitanti<br />

del villaggio di Bongor contro quelli<br />

di un’altra comunità. Ne sono seguite<br />

rappresaglie e efferate violenze. Decine<br />

di abitazioni, di negozi e di automobili<br />

sono stati dati alle fiamme e distrutte.<br />

Secondo il portavoce della polizia, gli<br />

scontri, che praticamente non conoscono<br />

soluzione di continuità, potrebbero<br />

proseguire anche nei prossimi giorni.<br />

Non sono stati ancora chiariti i motivi<br />

della nuova ondata di violenza L’Indonesia<br />

è teatro di violenti scontri intercomunitari<br />

dalla caduta del Presidente<br />

Suharto nel 1998.<br />

(Sps) 37 seggi, l’«Srs» 23 seggi e il Partito<br />

dell’unità serba (Ssj) 14 seggi. La decisione<br />

della Corte suprema potrebbe<br />

però ritardare di un paio di settimane la<br />

formazione del nuovo Governo — che<br />

deve prendere il posto dell’attuale Esecutivo<br />

di transizione — inizialmente annunciata<br />

per metà di questo mese.<br />

Il Ministro degli esteri jugoslavo, Goran<br />

Svilanovic, è intanto partito ieri alla<br />

volta di Washington per la prima visita<br />

ufficiale di un responsabile della diplomazia<br />

di Belgrado dalla costituzione della<br />

Federazione serbo-montenegrina avvenuta<br />

nel 1992. Al centro dei colloqui<br />

che Svilanovic avrà con il Segretario di<br />

Stato Usa, Madeleine Albright, saranno<br />

— secondo quanto segnala l'«Ansa» —<br />

la guerriglia albanese in atto nel Sud<br />

della Serbia, la questione del Kosovo, i<br />

rapporti fra Belgrado e il Montenegro,<br />

la crisi economica e gli aiuti internazionali.<br />

Un capitolo particolare — riporta<br />

ancora l'«Ansa» — sarà sicuramente dedicato<br />

alla richiesta di estradizione per<br />

l’ex Presidente Slobodan Milosevic avanzata<br />

dal Tribunale penale internazionale<br />

dell’Aja, un'istanza fortemente sostenuta<br />

dall’amministrazione del Presidente<br />

uscente degli Usa Bill Clinton. Il Presidente<br />

jugoslavo, Vojislav Kostunica, ha<br />

ribadito più volte di non considerare il<br />

problema come prioritario e ha sottolineato<br />

che comunque l’attuale Costituzione<br />

non permetterebbe una tale estradizione.<br />

In Serbia si moltiplicano poi le<br />

richieste di processare in patria Milosevic,<br />

accusato fra l’altro di appropriazione<br />

indebita di beni statali.<br />

Argentina: il fuoco<br />

devasta le regioni<br />

della Pampa<br />

e di Mendoza<br />

BUENOS AIRES, 4.<br />

Mentre la zona di Buenos Aires è stata<br />

colpita la settimana scorsa da un'eccezionale<br />

ondata di maltempo, inusuale<br />

per l'estate australe, il caldo torrido e la<br />

siccità imperversano più a Sud. Oltre<br />

1,3 milioni di ettari sono bruciati nell’ultimo<br />

mese nella provincia della Pampa.<br />

Altri 400.000 ettari di territorio sono stati<br />

devastati dalle fiamme nella provincia<br />

di Mendoza, a ridosso della Ande. In totale<br />

almeno 17.000 chilometri quadrati<br />

di territorio sono ormai in preda agli incendi.<br />

Nella provincia della Pampa, nella<br />

zona centrale del Paese, il fronte dell’incendio<br />

supera ormai i 50 chilometri<br />

ed ha provocato enormi danni alla colture<br />

ed una immane strage di animali.<br />

La situazione non è diversa nella regione<br />

di Mendoza, nella zona Ovest dell’Argentina,<br />

dove le fiamme continuano a<br />

divorare i campi.<br />

Per ora sono risultati inutili tutti i tentativi<br />

di spegnere gli incendi. Neanche<br />

gli aerei idranti rivelano una qualche<br />

utilità. «Non ha senso utilizzarli — ha<br />

spiegato Ewin Berges, coordinatore della<br />

Prevenzione e della lotta contro il fuoco<br />

della provincia pampeana — poiché<br />

gli incendi hanno fronti dai 10 ai 30 chilometri<br />

ed è quindi impossibile spegnerli<br />

con getti d’acqua». Le fiamme, diffusesi<br />

un po' ovunque sia nella Pampa sia nella<br />

regione di Mendoza a causa della siccità<br />

a partire da dicembre, potrebbero<br />

prolungarsi ancora poiché per ora non<br />

sono previste piogge, mentre le temperature<br />

si aggirano in media attorno ai<br />

35, 37 gradi. Anche le autorità centrali<br />

hanno ammesso che non vi è nulla da<br />

fare. «A volte — ha spiegato oggi Daniel<br />

Bocos, coordinatore del Piano nazionale<br />

contro il fuoco — non c’è altra via che<br />

aspettare che le fiamme si estinguano<br />

da sole, perché è assolutamente impossibile<br />

fermarle».<br />

Un altro incendio, questa volta scoppiato<br />

nel deposito di una fabbrica che<br />

fornisce uranio arricchito alle centrali<br />

nucleari argentine, ha causato grande<br />

preoccupazione nella popolazione di<br />

Cordoba (Argentina centrale) ma, assicurano<br />

i responsabili, nessun inquinamento<br />

ambientale. La direzione della<br />

«Dioxitek», che tratta diossido di uranio<br />

per conto della Commissione nazionale<br />

dell’energia atomica (Cnea), ha assicurato<br />

che le fiamme «sono state provocate<br />

accidentalmente dalle scintille di un saldatore<br />

ed hanno interessato alcuni rotoli<br />

di lana di vetro». Ma in un comunicato<br />

la Fondazione per la difesa dell’ambiente<br />

(Funam) ha sostenuto che esiste «almeno<br />

una testimonianza di uno scoppio<br />

che ha preceduto l’incendio». Tre unità<br />

dei vigili del fuoco sono state impegnate<br />

per un incidente definito «di basso rischio».<br />

Mesi fa la «Cnea» ha studiato la<br />

possibilità di spostare la «Dioxitek» da<br />

Cordoba a Atucha, in provincia di Buenos<br />

Aires, dove si trova la principale<br />

centrale nucleare argentina. In marzo la<br />

«Funam» aveva denunciato che per un<br />

incidente ad una valvola dell'impianto di<br />

Cordoba era stata liberata per quattro<br />

minuti nell’aria una grande quantità di<br />

ammoniaca.<br />

ghani, rientrati in patria dopo aver cercato<br />

rifugio in Pakistan, si trovano «in condizioni<br />

di vita miserabili» esposti alle intemperie<br />

e privi di medicinali. Secondo l'agenzia<br />

Onu «70 bambini sono morti negli ultimi<br />

quattro mesi». A 11 anni dal ritiro dei<br />

sovietici, l’Afghanistan è ancora un Paese<br />

in guerra, con i Taleban che fronteggiano<br />

l’Alleanza del Nord che controlla una piccola<br />

porzione di territorio.<br />

.<br />

Usa: nuova<br />

strage causata<br />

da un incendio<br />

in Arkansas<br />

WASHINGTON, 4.<br />

Dopo le 11 persone morte in<br />

una casa rurale nello Stato del<br />

Delaware — tra le fiamme o per<br />

il fumo sono morti anche sette<br />

bambini che facevano parte di<br />

questa famiglia che viveva in condizioni<br />

di povertà —, un altro incendio<br />

ha sterminato un’altra famiglia<br />

americana a meno di 24<br />

ore: cinque persone, tra cui tre<br />

bambini, sono morte a Hot Springs,<br />

in Arkansas, tra le fiamme che<br />

hanno avvolto la loro casa.<br />

I bambini di 2, 4 e 5 anni sono<br />

stati trovati tra le braccia dei genitori<br />

che tentavano di portarli in<br />

salvo. I vigili del fuoco immediatamente<br />

chiamati sono arrivati in<br />

ritardo sul luogo della tragedia a<br />

causa del ghiaccio e della neve<br />

che ancora ricoprono molte strade<br />

dello Stato da giorni e giorni<br />

colpito da temperature polari.<br />

Quando è scoppiato l’incendio<br />

la temperatura era di 10 gradi sottozero.<br />

I pompieri non hanno potuto<br />

nemmeno usare l’idrante di<br />

fronte alla casa perché era completamente<br />

ghiacciato. Non è stata<br />

precisata la causa dell’incendio,<br />

ma quando il fuoco ha raggiunto i<br />

materassi sintetici su cui dormiva<br />

la famiglia, si è sprigionato un fumo<br />

tossico che ha probabilmente<br />

ucciso le vittime prima del fuoco.<br />

Francia: sostegno<br />

all'Italia sul problema<br />

delle bombe all'uranio<br />

PARIGI — La leucemia è stata la<br />

causa del ricovero in ospedali militari<br />

di quattro soldati francesi che<br />

hanno prestato servizio nei Balcani.<br />

Lo ha reso noto giovedì il Ministro<br />

della difesa, Alain Richard, il<br />

quale appoggia la richiesta rivolta<br />

dall'Italia e da altri Paesi alla Nato<br />

affinché fornisca informazioni sull'utilizzazione<br />

di proiettili ad uranio<br />

impoverito. Il Ministro ha invitato<br />

in particolare gli Usa «ad essere<br />

aperti su questo problema».<br />

Spagna: sventato<br />

un attentato dell'Eta<br />

a San Sebastian<br />

MADRID — La polizia ha sventato<br />

mercoledì, nella zona di San Sebastian,<br />

un attentato dinamitardo dei<br />

separatisti dell'Eta contro la stazione<br />

di telecomunicazioni situata<br />

sul monte Karakate. Vicino all'impianto<br />

è stato scoperto un recipiente<br />

contenente 25 chili di benzina<br />

con sistema di accensione a distanza.<br />

Etiopia-Eritrea: arrivo<br />

della Forza<br />

di interposizione Onu<br />

ADDIS ABEBA — Stanno affluendo<br />

a ritmo accelerato nella zona di<br />

operazioni i 4.200 «caschi blu» della<br />

forza multinazionale di interposizione<br />

dell'Onu che si schiererà<br />

alle frontiere tra Etiopia ed Eritrea<br />

per controllare il rispetto del cessate-il-fuoco<br />

tra i due Paesi del<br />

Corno d'Africa. Un portavoce della<br />

missione dell'Onu ha annunciato<br />

che il dispiegamento della forza<br />

multinazionale sarà completato entro<br />

il 15 gennaio. Com'è noto, Etiopia<br />

ed Eritrea hanno firmato, il 12<br />

dicembre scorso ad Algeri, un trattato<br />

di pace che ha posto fine alla<br />

guerra scoppiata nel 1998.<br />

Giappone: violenta<br />

scossa tellurica<br />

a Nord di Tokyo<br />

TOKYO — Una violenta scossa tellurica<br />

è stata avvertita giovedì in<br />

Giappone a 250 chilometri a nord<br />

di Tokyo. Il sisma, che investito la<br />

provincia di Niigata, non ha provocato<br />

vittime o danni materiali di rilievo.<br />

Ha avuto un'intensità di poco<br />

meno di cinque gradi sulla scala<br />

giapponese, che ne conta in tutto<br />

sette. Qualche ora prima, era stata<br />

registrata un'altra scossa di potenza<br />

inferiore.<br />

W<br />

All'inizio del nuovo anno il giorno 3<br />

gennaio 2001 è tornato alla Casa del Padre<br />

Don CLEMENTE FRANZINI<br />

Docente di Diritto Canonico<br />

presso l'Università Pontificia<br />

Salesiana<br />

La FACOLTÀ di DIRITTO CANONI-<br />

CO ne dà il mesto annuncio e invita alla<br />

preghiera di suffragio.<br />

I funerali saranno celebrati il giorno 5<br />

gennaio, alle ore 11 nella Chiesa di Santa<br />

Maria della Speranza.<br />

.


ERZA T PAGINA .<br />

PAGINA<br />

3 .<br />

«Wittgenstein. Il dovere di un genio»: una biografia di Monk<br />

La svolta religiosa<br />

avvenne in trincea<br />

ANDREA COLOMBO<br />

Mentre passeggiava al Phoenix Park<br />

di Dublino il filosofo austriaco Ludwig<br />

Wittgenstein disse al suo amico Maurice<br />

Drury: «Pensare è difficile». Era l'inverno<br />

del 1948. Lo studioso viennese era<br />

giunto al culmine della sua carriera accademica:<br />

aveva vinto la cattedra a<br />

Cambridge ed era conosciuto e rispettato<br />

in tutto il mondo come uno degli<br />

esponenti più importanti della filosofia<br />

analitica, della nuova logica matematica<br />

e delle riflessioni sulla natura del linguaggio.<br />

Era diventato, suo malgrado,<br />

un logico, un matematico, uno scienziato,<br />

un filosofo e persino un architetto di<br />

successo. Suo malgrado, perché Wittgenstein<br />

non cercava la fama.<br />

Al contrario, la rifuggiva. Un paradosso<br />

esistenziale, quello di questo pensatore<br />

che rivoluzionò i canoni della logica<br />

contemporanea. Il paradosso cioè di un<br />

uomo richiesto dalle Università di mezzo<br />

mondo e che fuggiva tra le valli dell'Austria<br />

per insegnare ai figli dei contadini<br />

o che chiedeva di poter fare il giardiniere<br />

nei conventi, per ritagliarsi momenti<br />

di silenzio e raccoglimento.<br />

Un aspetto poco conosciuto della<br />

complessa personalità del filosofo austriaco<br />

è la sua spiritualità. Ora la religiosità<br />

di questo filosofo analitico emerge,<br />

con nuovi spunti e documenti, dalla<br />

biografia di Ray Monk, «Wittgenstein. Il<br />

dovere del genio» (Bompiani): un volume<br />

che ripercorre l'avventura intellettuale<br />

del pensatore austriaco.<br />

Wittgenstein nacque a Vienna nel<br />

1899. Il giovane Ludwig era stato predestinato<br />

dalla famiglia a seguire le orme<br />

del padre, un magnate dell'industria. Gli<br />

studi d'ingegneria avrebbero dovuto farne<br />

un manager in grado di gestire le<br />

enormi ricchezze accumulate dai suoi<br />

predecessori. Ma ben presto si capì che<br />

non era questa la sua «via». Nel 1912 si<br />

recò a Cambridge per apprendere da<br />

Bertrand Russell i segreti della logica<br />

matematica: da allievo ben presto si trasformò<br />

in maestro e poi demolitore del<br />

pensiero del filosofo inglese.<br />

La svolta religiosa avvenne in trincea,<br />

durante il primo conflitto mondiale.<br />

Wittgenstein visse i pericoli della guerra<br />

come un'esperienza spirituale: «Ora<br />

avrei la possibilità di essere una persona<br />

decente», scriveva in occasione del primo<br />

fugace contatto col nemico, «perché<br />

mi trovo faccia a faccia con la morte».<br />

Fu un libro a determinare il cambiamento<br />

di vita nel filosofo soldato: «Spiegazioni<br />

ai Vangeli» di Tolstoi. I commilitoni<br />

lo chiamavano «l'uomo coi vangeli»<br />

e in questo periodo Wittgenstein elaborò<br />

alcune tra le più importanti sue opere<br />

che combinano teoria logica e misticismo<br />

religioso. Il 13 settembre 1914,<br />

quando le notizie parlavano con insistenza<br />

di avanzata dei russi, scriveva:<br />

«Se dovesse giungere la mia fine spero<br />

di avere una buona morte, di restare<br />

cosciente di me stesso. Spero di non<br />

perdermi mai». Proprio al 1916, aggregato<br />

agli esploratori sul fronte russo, risalgono<br />

alcuni degli appunti più profondi<br />

sul tema religioso di Wittgenstein: «Io<br />

so che questo mondo è. Che la vita è il<br />

mondo. Che la mia volontà compenetra<br />

il mondo. Che la mia volontà è buona o<br />

è cattiva. Che, dunque, bene e male ineriscono<br />

in qualche modo al senso del<br />

mondo. Il senso della vita, cioè il senso<br />

del mondo, possiamo chiamarlo Dio. E<br />

collegare a ciò la similitudine di Dio<br />

quale padre. Pregare è pensare al senso<br />

della vita».<br />

E ancora: «Comunque sia, noi siamo<br />

in un certo senso dipendenti da una volontà<br />

esterna. Certo è corretto dire: la<br />

Coscienza è la voce di Dio». Di fronte<br />

alla tentazione mortale della disperazione<br />

scrive: «Se è permesso il suicidio,<br />

tutto è permesso. Questo getta luce sull'essenza<br />

dell'etica. Infatti il suicidio è il<br />

peccato fondamentale». Sempre nel<br />

1916 ripeteva che «pregare è pensare al<br />

senso della vita», rimarcando così l'importanza<br />

della sfera spirituale nella sua<br />

avventura esistenziale.<br />

Le riflessioni del periodo bellico, e l'esperienza<br />

di sofferenza della trincea,<br />

rappresenteranno per Wittgenstein un<br />

punto di non ritorno. Quasi la «pietra<br />

dello scandalo» filosofica che metteva in<br />

discussione le certezze del neopositivismo<br />

logico. Si capisce allora perché nella<br />

sua opera più importante, il «Tractatus<br />

logico-philosophicus», accanto alle<br />

stringenti argomentazioni sui principi<br />

della logica, troviamo espressioni come<br />

queste: «C'è pertanto l'ineffabile. Questo<br />

si mostra, è la realtà mistica».<br />

Das Mystiche, commentava il tomista<br />

Cornelio Fabro in un articolo del 1989,<br />

«è anzitutto e soprattutto Dio trascendente<br />

e personale, ma non lui soltanto:<br />

è anche l'uomo che lo va in cerca oltre i<br />

fatti e questo “oltre” è il mondo segreto<br />

(mistico) dei suoi desideri e delle sue<br />

speranze nel futuro essenziale oltre il<br />

tempo; che il cattolico Wittgenstein aveva<br />

certamente presente». Continuava<br />

Fabro: «Con la netta distinzione fra l'esperimento<br />

fisico e l'esperienza spirituale<br />

(morale o religiosa) e nel richiamo<br />

esplicito agostiniano alla trascendenza<br />

Wittgenstein può essere considerato l'iniziatore<br />

di una nuova filosofia cristiana<br />

per l'uomo contemporaneo».<br />

Nel campo di prigionia di Cassino il<br />

filosofo confidava allo scrittore Franz<br />

Parak: «In realtà preferirei diventare sacerdote,<br />

ma anche come maestro leggerò<br />

il Vangelo insieme ai bambini». E così,<br />

liberato dal campo di prigionia italiano,<br />

Wittgenstein s'imbarcava nell'avventura<br />

dell'insegnamento ai piccoli delle<br />

elementari delle zone rurali austriache.<br />

Una scelta anticonformista per un logico<br />

che a Cambridge, il tempio della filosofia<br />

della scienza, aveva dato prova delle<br />

sue straordinarie capacità intellettuali.<br />

L'avventura dell'insegnamento ai<br />

bambini diede esiti disastrosi, e non solo<br />

in quanto il filosofo era visto come un<br />

personaggio eccentrico dai contadini<br />

delle valli. Fu un fallimento pedagogico<br />

ed esistenziale. Eppure questo tentativo<br />

di Wittgenstein era improntato a una visione<br />

etica, alla necessità di migliorare<br />

«interiormente» il popolo, sviluppando le<br />

capacità intellettuali dei bambini con la<br />

matematica, ampliando il loro universo<br />

culturale con la conoscenza dei classici<br />

della lingua tedesca e elevandone l'animo<br />

con le letture bibliche.<br />

Nel 1926 il filosofo fece ritorno in Inghilterra<br />

per insegnare a Cambridge: nonostante<br />

le sue lunghe assenze dal mondo<br />

accademico era considerato un'autorità,<br />

soprattutto nel campo della logica<br />

matematica. Pur essendo circondato da<br />

un ambiente minato dallo scetticismo e<br />

dalla secolarizzazione Wittgenstein non<br />

rinunciava tuttavia ad approfondire le<br />

ragioni della sua spiritualità.<br />

Con piglio kierkegaardiano, consapevole<br />

che la fede è soprattutto un fatto<br />

esistenziale, e non solo dottrina, diceva<br />

all'amico Drury: «Se tu e io vogliamo vivere<br />

una vita religiosa non è che si debba<br />

tanto parlare di religione, ma è il nostro<br />

modo di vivere che è diverso». E infatti,<br />

scriveva nel 1937, ammirando i colori<br />

di un fiordo norvegese, nel paesino<br />

di Skjolden dove amava ritirarsi, per<br />

fuggire dagli obblighi accademici e dalla<br />

vita raffinata del college britannico: «Il<br />

cristianesimo non è una dottrina, non è<br />

una teoria di ciò che è stato e di ciò che<br />

sarà dell'anima umana, bensì la descrizione<br />

di un evento reale nella vita dell'uomo.<br />

Infatti il riconoscimento del<br />

peccato è un evento reale, e così la disperazione,<br />

e così anche la redenzione<br />

mediante la fede».<br />

A questa filosofia di vita, pur tra i<br />

mille ripensamenti e dubbi propri di una<br />

mente brillante e tormentata, Wittgenstein<br />

non rinunciò mai. Nell'inverno del<br />

1951, sul letto di morte, in una casetta<br />

di Cambridge, pochi giorni prima di spirare,<br />

nell'attesa dei medici e del sacerdote<br />

per l'estrema unzione, sussurrò alla<br />

sua ospite, la signora Bevan: «Dica loro<br />

che ho avuto una vita meravigliosa».<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Venerdì 5 Gennaio 2001<br />

A Verona un'antologica dell'opera fotografica di Franco Fontana<br />

Paesaggi naturali ed immaginari<br />

alternati a squarci di vita quotidiana<br />

GIUSEPPE COSTA<br />

L'opera fotografica antologica di<br />

Franco Fontana presentata agli Scavi<br />

Scaligeri di Verona fino al 14 gennaio<br />

2001 ben esprime il percorso di un autore<br />

giunto allo zenit della sua produzione.<br />

Nato a Modena il 9 dicembre del<br />

1933, Fontana trent'anni dopo nel 1963<br />

già espone alla 3ª Biennale Internazionale<br />

del Colore di Vienna dopo aver<br />

compiuto ricerche estetiche su diversi<br />

argomenti e aver conosciuto l'esperienza<br />

dei fotoclubs. Un anno dopo Popular<br />

Photography gli dedica un portfolio con<br />

testo di Piero Racanicchi oggi docente<br />

di storia della fotografia all'Università<br />

di Torino.<br />

È del 1970 il suo primo libro dedicato<br />

alla natia Modena mentre nel 1973<br />

pubblica «Terra da leggere» e nel 1975<br />

«Bologna il volto della città» con un testo<br />

dell'architetto Luigi Cervellati. Successsivamente<br />

verranno «Laggiù gli uomini»<br />

(1976) con testo di Enzo Biagi,<br />

«Paesaggio urbano» (1980) con testo di<br />

Angelo Schwarz. Intanto realizza workshops<br />

ad Arles, alla galleria Viviane<br />

Esders di Parigi, all'Università di Torino<br />

e in Sicilia; mostre oltre che in Italia,<br />

in Spagna, Germania, Inghilterra e<br />

Stati Uniti con personale a Houston nel<br />

Texas (1986) e al Guggenheim Museum<br />

di New York (1997).<br />

L'intensa attività di Fontana — sarebbe<br />

lungo seguirlo in maniera esaustiva<br />

tra le tante iniziative editoriali ed<br />

espositive che ne caratterizzano il profilo<br />

— ha all'attivo anche la preparazione<br />

di calendari e acquisizione di numerose<br />

campagne pubblicitarie. Le sue foto<br />

per altro presenti in moltissime raccolte<br />

e musei sono state donate al museo<br />

della sua città. Recentemente con<br />

l'editore Motta Fontana ha pubblicato<br />

«Sorpresi nella luce americana», una<br />

sorta di omaggio alla cultura metropolitana<br />

degli Stati Uniti.<br />

La mostra antologica veronese con<br />

catalogo curato da Giorgio Cortenova e<br />

Walter Guadagnini, riesce a dare una<br />

sorprendente idea di cosa in realtà sia<br />

quest'autore dove l'enfatizzazione del<br />

colore raggiunge i limiti della fantasia<br />

e dove l'obiettivo riesce a cogliere aspetti<br />

e immagini di rara poesia metropolitana.<br />

La linearità delle figure con prevalenza<br />

di piani orizzontali e verticali fra loro<br />

intersecanti accompagnati da una<br />

cromaticità intensa d'origine pittorica<br />

sono gli elementi caratterizzanti una<br />

produzione che spazia dai paesaggi di<br />

campagna a quelli metropolitani.<br />

Per Giorgio Cortenova essa «deve essere<br />

intesa, invece che per tematiche di<br />

racconto, per sviluppo di rivelatorie<br />

strutture visive». Ed ancora, «L'incrocio<br />

dei piani e la conseguente esaltazione<br />

dello spazio in superficie orizzontale, di<br />

per se stessa a-prospettica, è all'origine<br />

di uno sviluppo di grande respiro compositivo<br />

ed emotivo», dove la luce appare<br />

riverberata e di grande effetto.<br />

Paesaggi naturali ed immaginari,<br />

squarci di vita urbana e corpi umani<br />

rappresentano il grande scenario nel<br />

quale si muove Franco Fontana. Qualcuno<br />

trova in essi gli influssi di Ro-<br />

thko, Newman ed anche di Hopper,<br />

tuttavia va rilevato che l'autore ha da<br />

tempo raggiunto una propria stabile<br />

originalità che lo caratterizza molto bene.<br />

I primi paesaggi nascono a cavallo<br />

tra Sessanta e Settanta, dentro quello<br />

straordinario crogiuolo di cultura fotografica<br />

che è stata la Modena dei Goldoni,<br />

dei Vaccari e dei Ghirri.<br />

Con riferimento a questi paesaggi<br />

Walter Guadagnini scrive che «i luoghi<br />

di Fontana esistono in quanto sono fotografati,<br />

e non viceversa; e vengono fotografati<br />

seguendo regole compositive<br />

che finiscono, in taluni casi per assimilare<br />

il paesaggio alla natura morta o a<br />

trasfigurarlo in pura estensione luminosa:<br />

in ogni caso, il risultato è con<br />

tutta evidenza quello della mise en scène,<br />

di uno scandaglio della visione che<br />

rifugge da qualsiasi intento sentimentale».<br />

A proposito poi di un certo astrattismo<br />

e pittoricismo attribuiti alla fotografia<br />

di paesaggio del Fontana, lo stesso<br />

Walter Guadagnini osserva: «L'astrazione<br />

e il pittoricismo di Fontana, non<br />

vanno interpretati nell'ottica di un<br />

semplice trasferimento di alcune qualità<br />

pittoriche nell'ambito fotografico (un<br />

«come se» che riporterebbe la fotografia<br />

ai suoi atavici sensi di inferiorità), ma<br />

in quella di un autentico rinnovamento<br />

dei modelli della rappresentazione a<br />

partire dalle caratteristiche tecniche e<br />

linguistiche del mezzo espressivo adottato».<br />

La mostra presenta anche paesaggi<br />

immaginari, una sorta di sguardo ironicamente<br />

disincantato verso le proprie<br />

origini, dove il fotografo usando la tec-<br />

nica del collage assieme alla Polaroid<br />

regala immagini da divertissement con<br />

influssi pittorici.<br />

Di particolare espressività sono le foto<br />

che Fontana dedica alla città in<br />

quanto tale anche se sono le città americane<br />

ad esaltarne la creatività e la visione.<br />

Per il critico Gualdoni «il suo<br />

approccio retorico di base è per quanto<br />

riguarda la veduta urbana, il reportage<br />

documentario. Fontana mira da subito<br />

a mantenerne inalterato il senso di freschezza,<br />

istantaneità, curiosità veloce<br />

dell'immagine». Contrariamente a<br />

quanto avvenuto per i paesaggi, nel<br />

rapporto Fontana-città non è necessario<br />

un apparato ulteriore di costruzione<br />

formale: determinante è il momento<br />

della scelta, dell'inquadratura, all'interno<br />

di un flusso di immagini già di per<br />

sé significanti.<br />

Fontana — osserva ancora Guadagnini<br />

— con una scelta di carattere intellettuale,<br />

è connaturato alla città: ed<br />

è del tutto evidente nella sua opera che<br />

il riferimento al reportage documentario<br />

come codice è palese ed è piegato<br />

alle sue esigenze espressive. Un particolare<br />

accenno infine alle foto dedicate<br />

alle città americane che in Fontana sono<br />

tante e non certo casualmente. Qui<br />

infatti sono maggiori le sollecitazioni<br />

artificiali dove il concetto stesso di storia<br />

si differenzia da quello europeo.<br />

Qui infatti, scrive ancora Guadagnini,<br />

«anche gli eccessi cromatici, e quelli<br />

visivi tutti, compresi gli stereotipi dell'attualità<br />

con i quali volentieri Fontana<br />

si confronta, lui nato artisticamente<br />

nel pieno della stagione pop, rispondono<br />

con maggiore immediatezza alla<br />

poetica del fotografo (i colori delle città<br />

europee trasudano comunque storia,<br />

quelli delle città americane trasudano<br />

contemporaneità, per dirla in breve).<br />

Una realtà costruita dunque: la città<br />

come palcoscenico, scenografia, fondale.<br />

Vuoto, dapprima, e poi lentamente<br />

abitato, inizialmente da ombre e poi da<br />

persone, da corpi». Il ciclo «Sorpresi<br />

nella luce americana» esposto per la<br />

prima volta alla Galleria Civica di Modena<br />

l'anno scorso, raccoglie poi un<br />

ventennio di scatti che Fontana ha dedicato<br />

alla città dove appunto gli edifici<br />

sono i fondali sui quali si muovono i<br />

protagonisti della recita tra finzione e<br />

realtà.<br />

«Alieno da ogni volontà di riflessione<br />

psicologica o sociale, Fontana registraqui<br />

la totalità, ed i limiti aggiungiamo<br />

noi, dei segni dell'esistenza metropolitana,<br />

in assenza anche di intenzioni<br />

ideologiche: la città è, infine il<br />

palcoscenico sul quale ora si trovano<br />

anche gli attori».<br />

La devozione agli angeli ha ispirato nei secoli numerosi artisti: una recente mostra allestita a Bari e a Caen<br />

Quel filo sacro che lega la Normandia, la Val di Susa e il Gargano<br />

GIOVANNI MARCHI<br />

In un articolo apparso su La Civiltà Cattolica del<br />

settembre 1998, Padre Giandomenico Mucci notava<br />

che dal 1990 negli Stati Uniti, in Gran Bretagna, in<br />

Svizzera, in Olanda era in corso un revival degli<br />

angeli, specialmente dell'angelo custode, revival<br />

che aveva prodotto centinaia di club di fedeli, librerie<br />

specializzate, negozi per collezionisti di articoli<br />

di tipo angelico: video, riproduzione di quadri celebri,<br />

statuette, cravatte, cataloghi di acquisti per<br />

corrispondenza, e, chiedendosi Perché oggi si parla<br />

degli angeli, ne valutava il pro e il contro.<br />

Nella nostra epoca gli angeli sono assurti a tema<br />

di attualità, con l'apparizione nei testi letterari, cinematografici,<br />

nelle opere pittoriche e teatrali.<br />

Certo, non tutti hanno la fede espressa dal Vescovo<br />

Dom Helder Camara, morto qualche mese<br />

fa, che confessava di aver dato il nome familiare di<br />

Giuseppe al suo angelo custode, cui si rivolgeva<br />

spesso, nei momenti di maggiore bisogno e sconforto,<br />

chiamandolo e invocandolo con affetto.<br />

In alcuni libri il tema viene riportato alla nostra<br />

vita quotidiana, come nel romanzo di Joan Wester<br />

Anderson, Là dove camminano gli angeli, Storie<br />

vere di incontri celesti, o in quello di Sophie Burham,<br />

Il libro degli angeli. Nel libro di Pierre Iovanovic,<br />

Inchiesta sull'esistenza degli angeli custodi,<br />

si registra il nome e il numero degli angeli. È stato<br />

ripubblicato dopo 25 anni il bel libro Il brusio degli<br />

angeli di Peter L. Berger dell'Università di Boston.<br />

Fausto Bertolini, un regista intellettuale, ha raccolto<br />

col registratore le confessioni di un solitario<br />

mezzadro-filosofo, e ne ha tratto nel 1995 un libro,<br />

intitolato Il contadino e l'angelo.<br />

Dopo che il tema dell'angelo aveva già ispirato<br />

nella cultura europea poeti come Rilke, pittori come<br />

Klee e Chagall, filosofi come Benjamin, il regista<br />

Wim Wenders ha utilizzato questi spunti letterari<br />

e religiosi nel film Il cielo sopra Berlino<br />

(1987), suscitando stupore per una vena profetica<br />

inconscia. Il regista proseguirà sulla stessa via con<br />

un secondo film, Così lontano, così vicino (1993),<br />

sempre più convinto che trattare tematiche angeliche<br />

porti a prefigurare la storia.<br />

* * *<br />

Quest'anno una mostra intitolata Le ali di Dio, è<br />

stata recentemente allestita prima al Castello Svevo<br />

di Bari e poi alla Abbaye aux Dames di Caen. Marco<br />

Bussaglia, dell'Accademia di Belle Arti di Roma,<br />

che ha pubblicato Storia degli angeli — Racconti<br />

di immagini e di idee, e Mario D'Onofrio, che<br />

l'hanno allestita, hanno cercato d'indagare sulla figura<br />

biblica dell'Angelo, trovando alcuni echi e fon-<br />

Franco Fontana<br />

«Presenza/Assenza,<br />

Casablanca» (1981)<br />

ti fin nell'antico Egitto e nelle culture mesopotamiche<br />

e persiane, come evidenzia, tra le altre, una figura<br />

inginocchiata con le ali, con folta barba, orecchini<br />

e copricapo da cui spuntano le corna, che<br />

rappresenta un genio di guardia all'albero della vita<br />

in un rilievo assiro del IX secoloa. C.<br />

La mostra, ideata in occasione del IX centenario<br />

della Prima Crociata e del Giubileo del Duemila,<br />

con un catalogo ricco di saggi, è stata iniziativa<br />

congiunta di due regioni d'Europa lontane fra loro,<br />

ma unite nella venerazione all'Arcangelo Michele:<br />

Bari in Puglia, dove sul Gargano c'è Monte Sant'Angelo,<br />

e Caen, capoluogo della Bassa Normandia,<br />

dove troviamo il Mont Saint-Michel. I due santuari,<br />

dedicati al culto dell'Arcangelo Michele, costituiscono<br />

i massimi luoghi di devozione micaelica<br />

da secoli e, pur lontani, sono da sempre collegati<br />

da un percorso di pellegrini che facendo perno su<br />

un altro santuario (l'Abbazia della Sacra, in Val di<br />

La statua dell'arcangelo Michele sulla Mole Adriana<br />

«Paesaggio urbano, Praga» (1967)<br />

«Paesaggio immaginario» (2000)<br />

«Harlem,<br />

New York»<br />

(1990)<br />

Susa) si proietta dalla Manica alla Puglia, e poi per<br />

mare fino in Terra Santa.<br />

* * *<br />

Tra gli arcangeli, Michele con la spada fiammeggiante,<br />

che si erge a intrepido difensore di Dio e<br />

sgomina Lucifero e tutti quelli che lo hanno seguito<br />

nella rivolta, cacciandoli nell'inferno, al grido di<br />

«Quis ut Deus? Chi come Dio?» è figura vicina all'uomo,<br />

per la chiarezza della decisione che sceglie<br />

senza esitare fra il bene e il male, fra il cielo e l'inferno,<br />

fra l'umiltà e la superbia.<br />

Le opere in mostra al Castello Svevo sono 237,<br />

raccolte per la maggior parte in Puglia, dalle sue<br />

chiese di provincia e da altri luoghi, anche profani.<br />

Sono da ricordare opere di valore, come la pala<br />

della Madonna del Suffragio di Francesco Guarino,<br />

proveniente da Gravina, e l'Annunciazione dello<br />

stesso, da una chiesa presso Solofra; o, per la singolarità<br />

del documento, la grande tela seicentesca<br />

di Michele Ragolia che raffigura i sette Arcangeli<br />

ognuno con un nome e una identità, con le rispettive<br />

specifiche funzioni.<br />

La mostra affronta in separate sezioni diverse caratteristiche<br />

e problematiche, informa sulle gerarchie<br />

e sui cori angelici, sulle loro funzioni e ruoli;<br />

accenna alla «gelosia» degli angeli per gli uomini,<br />

che soli furono creati a immagine di Dio; evoca la<br />

ribellione e la caduta di Lucifero e seguaci; e si diffonde<br />

sulla personalità, l'iconografia e gli interventi<br />

di Michele, Gabriele e Raffaele, i tre arcangeli presenti<br />

nelle Scritture e nelle vicende umane.<br />

Vi è anche una grande esposizione di immaginette,<br />

cartoline, del culto angelico: ricordini della prima<br />

Comunione, stampe e altri oggetti di devozione<br />

o arredamento; vi sono infine quadri di valore e di<br />

alterna bellezza, tra cui si fa notare, proveniente da<br />

Strasburgo, una Caduta degli angeli ribelli di Gustave<br />

Doré, oltre a riproduzioni degli angeli di Chagall<br />

e di Licini.<br />

* * *<br />

Le opere esposte ci suggeriscono lo spunto per<br />

ripercorrere, in breve, il percorso seguito dai pellegrini<br />

nei lunghi secoli dal Medioevo a oggi, sostando<br />

per prima in Normandia a Mont Saint Michel,<br />

detto «au péril de la mer», a rischio continuo del<br />

mare, perché la striscia che l'unisce alla terraferma<br />

è ricoperta dall'oceano durante la marea: una meraviglia<br />

sospesa fra terra e cielo. Le sue origini risalgono<br />

all'VIII secolo, durante il regno di Childeberto<br />

III, re di Borgogna.<br />

La Sacra di San Michele in Val di Susa fa pensare<br />

che sia stata costruita dagli angeli, tanto ardito<br />

si presenta l'intreccio di archi e scaloni, le mura a<br />

«Paesaggio<br />

immaginario»<br />

(2000)<br />

strapiombo, l'austera eleganza di tutto il complesso<br />

del monastero. Un cronista dell'XI secolo affermò:<br />

«L'Arcangelo ha scelto per sé le cime dei monti dove<br />

si contempla più da vicino la maestà divina».<br />

Anche le gole, che circondano le valli, importanti<br />

per la difesa nelle guerre, dal tempo dei Franchi e<br />

dei Longobardi, vennero chiamate le Chiuse di San<br />

Michele.<br />

Concludiamo il nostro pellegrinaggio a Monte<br />

Sant'Angelo al santuario di san Michele del Gargano,<br />

il cui culto già ampiamente diffuso in Egitto, in<br />

Asia Minore e a Costantinopoli, dall'ultimo decennio<br />

del V secolo, si trova attestato in vari documenti<br />

che si fondano su elementi della tradizione<br />

garganica tra lo scenario naturale, l'acqua riparatrice<br />

e le apparizioni, inserendosi sulla direttrice per<br />

la Terra Santa, come tappa intermedia dell'itinerario<br />

devozionale che si svolgeva secondo il trinomio<br />

salvifico di Homo, costituito da Roma (la città dove<br />

sono sepolti gli apostoli Pietro e Paolo), Angelus, al<br />

Gargano con la grotta di san Michele, Deus, a Gerusalemme<br />

con il sepolcro di Cristo.<br />

La porta di bronzo a due ante del santuario fu<br />

eseguita, come attesta un'iscrizione, nel 1076 e s'inserisce<br />

in un gruppo di otto porte che si trovano<br />

ad Amalfi, Montecassino, Roma, nella basilica di<br />

san Paolo, Atrani, Salerno e due a Venezia, uguali<br />

per progetto, eseguite a Costantinopoli nell'arco di<br />

cinquant'anni, e tutte sistemate in Italia, non essendovi<br />

traccia di porte simili in territorio bizantino.<br />

La porta è composta di 24 formelle, inserite in un<br />

reticolo di cornici lisce, che rappresentano un ciclo<br />

di salvazione che attraverso la guida dell'Angelo del<br />

Signore conduce gli uomini alle porte del paradiso.<br />

Figure, iscrizioni e decorazioni sono tutte realizzate<br />

ad agemina, per mezzo d'inserti d'argento in una<br />

particolare lega di bronzo, l'antico oricalco, il cui<br />

colore aureo dà all'argento un netto risalto.<br />

* * *<br />

Una grande importanza ebbero dalla fine del Seicento<br />

gli statuari dell'Arcangelo, che ne fabbricavano<br />

esemplari di ogni dimensione, e perfino smontabili,<br />

come racconta Ferdinand Gregorovius: «Su tavoli<br />

posti lungo le pareti le statuette erano allineate<br />

a centinaia, sistemate secondo le diverse grandezze.<br />

Sono fatte con la tenera pietra del Gargano e<br />

molte sono scomponibili: le ali, la testa, la corona,<br />

lo scudo, la spada e il piedistallo di legno giallo si<br />

possono staccare e sistemare in una cassetta per<br />

un più facile trasporto. In questo modo anch'io ho<br />

potuto portare a casa agevolmente il mio san Michele,<br />

che ora ho ricomposto e che ammiro completo<br />

davanti a me».


.<br />

PAGINA<br />

4 .<br />

L'incontro serale in Piazza San Pietro guidato da P. Pierre Paul<br />

«Abbiamo provato la gioia<br />

che solo Lui può dare»<br />

«L'Unico in cui c'è salvezza è Gesù.<br />

Non ce ne sono altri». Forte e chiaro ha<br />

ribadito questa verità della nostra fede<br />

Padre Pierre Paul, Procuratore Generale<br />

degli Oblati di Maria Vergine, presiedendo<br />

mercoledì sera, 3 gennaio, davanti a<br />

migliaia di pellegrini, una delle ultime<br />

preghiere vespertine dell'Anno Santo in<br />

Piazza San Pietro.<br />

«Da più di un anno ci siamo ritrovati<br />

tutte le sere in questa Piazza per pregare<br />

insieme per il Papa, per la Chiesa e<br />

per il mondo». Lo ha ricordato ai fedeli<br />

presenti Padre Pierre Paul, il quale per<br />

un anno intero ha animato i canti di<br />

questa liturgia serale.<br />

«Ci siamo ritrovati qui ogni sera — ha<br />

continuato —, perché abbiamo colto<br />

l'indicazione di Giovanni il Battista: Ecco<br />

l'Agnello di Dio ... che toglie i peccati<br />

del mondo (Gv 1, 29). Perché cioè abbiamo<br />

riconosciuto in Gesù l'inviato del<br />

Padre, l'Unico in cui c'è salvezza. Non<br />

ce ne sono altri, siano pure profeti, fondatori<br />

di religioni, saggi, o filosofi. Solo<br />

in Gesù troviamo la riconciliazione con<br />

il Padre e tra noi. Perciò solo in Lui è la<br />

sorgente della vera pace, di quella pace<br />

che imploriamo con tanta insistenza in<br />

questi giorni».<br />

«Sono tante le voci — ha detto ancora<br />

—, amplificate dalla radio, dalla televisione,<br />

da Internet, che tendono a spegnere<br />

la Sua luce, a soffocare la Sua voce,<br />

a fare di Gesù «uno in mezzo ad altri»,<br />

a fare del Suo Vangelo «una delle<br />

tante vie possibili». Ma, come scrive s.<br />

Giovanni, Nessuno ha conosciuto Dio:<br />

il Figlio unigenito, venuto dal seno del<br />

San Paolo:<br />

«Ringraziamo<br />

il Signore<br />

per la nostra fede»<br />

Al cospetto del grazioso presepio realizzato<br />

ai piedi dell'altare della Conversione<br />

di san Paolo, l'atmosfera natalizia<br />

permea ancora il clima festoso di questi<br />

ultimi giorni di Giubileo. Per non lasciar<br />

trascorrere invano i momenti finali di<br />

questo meraviglioso anno di grazia, una<br />

pellegrina toscana parte ogni mattina da<br />

Grosseto, per raccogliersi in preghiera<br />

nelle Basiliche patriarcali. «La prima<br />

volta che sono venuta a Roma, quest'anno,<br />

è stato in occasione dell'inizio della<br />

Settimana per l'Unità dei Cristiani, che<br />

coincideva con la solenne apertura della<br />

Porta Santa in questa Basilica», tornando<br />

sulla tomba di Paolo, Katia ricorda<br />

la preghiera ecumenica dello scorso 18<br />

gennaio. «Credo che la propensione all'ecumenismo<br />

sia il mio carisma — continua<br />

la giovane pellegrina —: è una risposta<br />

ai segni dei tempi, necessaria per<br />

l'evoluzione sociale e culturale dei nostri<br />

paesi, ma è anche un impegno particolare<br />

chiesto a noi cristiani del terzo millennio,<br />

che dobbiamo pregare per l'unità<br />

ed impegnarci per una serena e rispettosa<br />

convivenza con le altre religioni».<br />

Una riflessione fa da corollario al racconto<br />

di Katia: «la nostra è una terra di<br />

missione, e la nostra preghiera deve far<br />

crescere nelle persone la consapevolezza<br />

dell'appartenenza alla Chiesa — afferma,<br />

non nascondendo il suo desiderio di<br />

approfondire lo studio delle altre confessioni<br />

religiose —. La conoscenza del diverso<br />

mi conferma nella cattolicità: ogni<br />

qualvolta entro in contatto con persone<br />

che professano una religione diversa dalla<br />

mia, ringrazio il Signore di avermi<br />

donato la fede in Cristo unigenito».<br />

Per approfondire la sua fede, Katia da<br />

qualche tempo ha iniziato un cammino<br />

di riflessione e meditazione sulla Parola.<br />

Con lei, anche Maria Cecilia, che ha voluto<br />

unirsi all'amica in questo pellegrinaggio:<br />

«così come camminiamo assieme,<br />

crescendo nella fede, abbiamo voluto<br />

camminare assieme anche sulle<br />

tombe degli apostoli!», racconta la pellegrina.<br />

Un incontro casuale, quello delle due<br />

ragazze toscane, avvenuto consultando<br />

il sito Internet di una comunità monastica:<br />

«conoscendoci, siamo arrivate alla<br />

stessa conclusione: la fede è il senso della<br />

vita. Per questo abbiamo deciso di incontrarci<br />

e di incontrare veramente noi<br />

stesse davanti a Cristo — racconta Maria<br />

Cecilia, che torna con il pensiero ai<br />

giorni del 24 e del 25 dicembre, trascorsi<br />

in preghiera riflettendo sul versetto di<br />

Giovanni: e il Logos si fece Carne —.<br />

Questo è un anno di grazia, un momento<br />

speciale: e siamo qui per cogliere i<br />

frutti di questa grazia, ma anche per<br />

rendere grazie per ciò che il Signore ci<br />

ha donato, prima di tutto la fede».<br />

«Per questo, nel recitare il Credo degli<br />

apostoli, abbiamo ringraziato il Signore<br />

per questo dono, abbiamo chiesto perdono<br />

per tutte le nostre incredulità, abbiamo<br />

confidato nella Sua misericordia,<br />

quando, nei momenti difficili, la nostra<br />

fede dovesse vacillare — continua Maria<br />

Cecilia, ed il suo discorso diventa quasi<br />

preghiera —. Che il Signore ci porti via<br />

ogni cosa, ma ci conservi la fede, che è<br />

la nostra ricchezza più grande».<br />

LUCIANA CORETTO<br />

Padre, egli ce lo ha rivelato (Gv 1, 18).<br />

Sappiamo che Gesù è l'Unico Salvatore,<br />

e che la sua salvezza è Universale».<br />

«Giovanni è “il testimone” di questa<br />

nostra fede — ha spiegato il celebrante,<br />

commentando il Vangelo del giorno (Gv<br />

1, 29-34) —: Egli ha saputo riconoscere<br />

Gesù in mezzo ad una folla che non lo<br />

conosceva, ha avuto il coraggio di additarlo<br />

come Agnello di Dio, ed è stato fedele<br />

fino alla morte. Siamo chiamati anche<br />

noi, alla fine di questo Grande Giubileo,<br />

a dare ragione della nostra gioia e<br />

della nostra speranza. Purtroppo, però,<br />

il nostro comportamento spesso testimonia<br />

contro il Signore: quando releghiamo<br />

Dio alla sola Messa domenicale, e<br />

viviamo la nostra vita nella settimana<br />

con dei criteri che non sono suoi; quando<br />

dimentichiamo i suoi comandamenti;<br />

quando ci vergogniamo di professare<br />

pubblicamente la nostra fede; oppure<br />

quando dimentichiamo che essa si manifesta<br />

nelle opere, e nell'amore che abbiamo<br />

gli uni per gli altri. Allora, veramente,<br />

mentre Gesù è in mezzo a noi,<br />

noi non lo conosciamo».<br />

Ma il celebrante ha voluto dare coraggio<br />

ai pellegrini: «Ci sono stati dei grandi<br />

momenti durante questo Giubileo —<br />

ha ricordato loro —, per esempio le<br />

giornate mondiali della Gioventù, nei<br />

quali abbiamo trovato il coraggio di testimoniare<br />

pubblicamente, anche nelle<br />

strade, la nostra fede, e abbiamo provato<br />

allora la gioia che solo Lui può<br />

dare».<br />

«E se anche ora dovessimo accorgersi<br />

— ha detto pure — che non siamo stati<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Venerdì 5 Gennaio 2001<br />

Pellegrini del Duemila<br />

dei testimoni fedeli, è importante che ci<br />

ricordiamo, come diceva il Santo Padre<br />

ai giovani, che »Cristo ci ama e ci ama<br />

sempre! Ci ama anche quando lo deludiamo,<br />

quando non rispondiamo alle<br />

sue attese nei nostri confronti. Egli non<br />

ci chiude mai le braccia della sua misericordia.<br />

Come non essere grati a<br />

questo Dio che ci ha redenti spingendosi<br />

fino alla follia della Croce? A questo<br />

Dio che si è messo dalla nostra parte e<br />

vi è rimasto fino alla fine?» (Omelia del<br />

20 agosto 2000)».<br />

Padre Pierre Paul ha dunque concluso:<br />

«Alla fine di quest'anno giubilare,<br />

che rischiara l'alba del terzo millennio<br />

della storia umana, chiediamo gli uni<br />

per gli altri i frutti dello Spirito presenti<br />

in Giovanni il Battista: la gioia nel riconoscere<br />

Gesù, il Cristo, nostro Signore,<br />

vivente con noi fino alla fine del mondo;<br />

il coraggio di proclamare al mondo che<br />

solo in Lui c'è la salvezza e la pace; e la<br />

perseveranza in questa testimonianza, fino<br />

al giorno del suo glorioso ritorno».<br />

Raccolti mercoledì in preghiera davanti<br />

al Sagrato della Basilica Vaticana<br />

c'erano davvero tantissimi pellegrini.<br />

Chi viene a San Pietro per attraversare<br />

la Porta Santa, non rinuncia, uscendo, a<br />

questo momento intimo ed intenso che<br />

è la preghiera della sera. Da Firenze veniva<br />

Rossana, 35 anni, che è voluta venire<br />

a Roma a celebrare il Giubileo,<br />

«perché qui è la centralità della Chiesa,<br />

qui si avverte l'imponenza, il peso della<br />

Chiesa ha nel mondo e nella storia».<br />

ALESSANDRO IAPINO<br />

A Santa Maria Maggiore<br />

Per mettere a frutto<br />

i doni ricevuti<br />

In quest'ultimo scorcio del tempo giubilare,<br />

un grande numero di pellegrini<br />

continua a riversarsi nella Patriarcale<br />

Basilica di Santa Maria Maggiore per<br />

varcare la Porta Santa un'ultima volta<br />

prima della sua chiusura, prevista per il<br />

pomeriggio del 5 gennaio. E sono tanti i<br />

fedeli desiderosi di soffermarsi a riflettere<br />

sul messaggio che il Giubileo ha sottoposto<br />

all'attenzione di tutti i cristiani,<br />

evangelizzatori nel terzo millennio.<br />

«Io credo che l'Anno Santo sia un<br />

momento di grazia che ci invita a non<br />

commettere più gli sbagli da cui siamo<br />

stati liberati al momento del passaggio<br />

della Porta Santa. Quando torneremo a<br />

casa, dunque, dovremo impegnarci per<br />

mettere a frutto i benefici ricevuti. Per<br />

quanto difficile, questo è il nostro compito!».<br />

Tali parole appartengono a Filomena<br />

Giordano, una giovane fedele proveniente<br />

da Rionero di Vulture, in provincia<br />

di Potenza, la quale ha deciso di<br />

dedicare la giornata di mercoledì 3 gennaio<br />

alla confessione, per poi proseguire<br />

il proprio pellegrinaggio con l'itinerario<br />

attraverso le Basiliche Patriarcali. «Questa<br />

è la seconda volta che raggiungo Roma<br />

a distanza di 15 giorni — ha confidato<br />

la ragazza —. Quello odierno è un<br />

itinerario non previsto e, di conseguenza,<br />

ancora più gradito. La prima volta<br />

che sono venuta in questa città ho celebrato<br />

il Giubileo in suffragio di mio padre,<br />

una persona molto sfortunata nel<br />

momento della malattia. Lui mi ha<br />

dato tanto, ed io ho sentito con forza<br />

l'esigenza di dedicargli questo tempo di<br />

grazia».<br />

Entrare ogni giorno di più in comu-<br />

nione con Cristo. È questo il significato<br />

che la signora Patrizia Mazzei, un'insegnante<br />

di educazione musicale di Roma,<br />

attribuisce al varco della Porta Santa, il<br />

segno più emblematico di questo Anno<br />

Santo. Con lo sguardo carico di affetto<br />

per i milioni di individui che, lasciandosi<br />

guidare dall'esigenza di incontrare Gesù<br />

hanno raggiunto Roma, la professoressa<br />

Mazzei affermato: «È incredibile vedere<br />

quante persone siano venute in questa<br />

città. Ed è bellissimo constatare che loro<br />

abbiano risposto con il cuore all'appello<br />

del Santo Padre, il quale ha invitato tutti<br />

noi ad aprire le porte a Cristo. Io credo<br />

che questo meraviglioso tempo di<br />

grazia abbia prodotto benefici a molte<br />

persone, soprattutto a coloro che hanno<br />

individuato in esso l'opportunità per ritrovare<br />

il Signore». «È ancora presto per<br />

dire quali siano i frutti che il Giubileo<br />

porterà nella nostra vita — ha proseguito<br />

—. È importante sottolineare, però,<br />

che esso ci consente di sentire, giorno<br />

dopo giorno, la grande misericordia di<br />

Dio nei nostri confronti». La signora Patrizia,<br />

che si dedica alle cure nei confronti<br />

della mamma anziana, ha continuato<br />

dicendo: «Quando mi trovo ad<br />

aiutare una persona che vive in condizioni<br />

di difficoltà non svolgo un servizio<br />

o un atto di assistenza. Tali parole, infatti,<br />

si rivelano inadeguate per esprimere<br />

l'amore che sottende il compimento<br />

di ogni mio gesto nei confronti del prossimo.<br />

Ognuno di noi dovrebbe chiedere<br />

aiuto a Dio perché le energie impiegate<br />

per il fratello bisognoso non vengano disperse».<br />

SIMONA RUBEIS<br />

A Santa Croce in Gerusalemme<br />

Apostoli della pace nel Terzo Millennio<br />

«Ripartire da Gesù Cristo. Ricominciare<br />

nel terzo millennio una vera vita come<br />

sacerdoti, come apostoli e testimoni<br />

del verbo incarnato. Credo che il Santo<br />

Padre non potesse dare al popolo di Dio<br />

miglior augurio per incominciare il primo<br />

anno del terzo millennio». Con queste<br />

parole Stefano Z., un ragazzo di<br />

trentacinque anni arruolato nell'esercito,<br />

ricorda quella fredda sera del 31 a Piazza<br />

San Pietro. All'uscita della Basilica di<br />

Santa Croce in Gerusalemme, con in<br />

volto ancora i segni dello stupore provato<br />

alla vista delle sante reliquie della<br />

Passione di Gesù, Stefano continua dicendo:<br />

«Quando a causa del proprio lavoro<br />

e della propria scelta di vita, si è<br />

costretti a vedere realtà inimmaginabili<br />

per la maggior parte delle persone che<br />

vivono in paesi dove vige la pace, il proprio<br />

modo di concepire l'esistenza umana<br />

cambia notevolmente. Fino a due<br />

mesi fa mi trovavo in servizio in Kossovo,<br />

e l'atmosfera che ho respirato laggiù<br />

è decisamente indicibile. Tra qualche<br />

settimana dovrò ritornarci, e per questo<br />

ho deciso quest'anno di trascorrere un<br />

Capodanno veramente diverso. Con innanzi<br />

agli occhi l'immagine della guerra<br />

e delle sue conseguenze, ho perso com-<br />

pletamente quello spirito goliardico che<br />

si dovrebbe avere in questi giorni di festa.<br />

Così ho deciso di trascorrere il 31<br />

sera a Piazza san Pietro, in mezzo a tante<br />

persone bisognose di speranza e di fede<br />

proprio come me. Nonostante il vento<br />

gelido, ho riscontrato più calore umano<br />

lì in mezzo alla piazza che in qualsiasi<br />

locale affollato. Quella sera non avevo<br />

bisogno di divertirmi e di ostentare una<br />

felicità che non provavo nel mio cuore,<br />

ma sentivo soprattutto la necessità di essere<br />

incoraggiato. Penso che quelle parole<br />

del Santo Padre non potrò mai più<br />

scordarle, anzi mi accompagneranno<br />

tutte quelle volte che la realtà mi sembrerà<br />

immutabile, tutte quelle le volte<br />

che avrò l'impressione che qualsiasi cosa<br />

faccia, nulla potrà migliorare. L'avvento<br />

di un mondo di pace credo che<br />

sia la vera ed unica sfida del terzo millennio,<br />

l'unica vittoria che dimostrerebbe<br />

che l'uomo è capace di imparare dai<br />

propri errori e da quelli delle generazioni<br />

precedenti. Questa è la grande preghiera<br />

che rivolgo al Signore quotidianamente,<br />

affinché quegli orrori che ho visto<br />

non si ripetano più. Oggi sono voluto<br />

venire in questa Basilica per vedere<br />

effettivamente da dove occorre ripartire.<br />

Messa presso l'Ateneo Pontificio «Regina Apostolorum» per l'ordinazione di 37 sacerdoti<br />

«Dio attraverso di voi agirà<br />

nel silenzio delle anime»<br />

«Dio attraverso di voi agirà nel silenzio<br />

delle anime e così costruirà la sua<br />

Chiesa». Con queste parole il Cardinale<br />

Darío Castrillón Hoyos, Prefetto della<br />

Congregazione per il Clero, si è rivolto<br />

ai 37 diaconi della Legione di Cristo che<br />

ha ordinato sacerdoti durante la solenne<br />

Messa celebrata presso l'Ateneo Pontificio<br />

«Regina Apostolorum» martedì 2<br />

gennaio, vigilia del 60° anniversario della<br />

fondazione della congregazione stessa.<br />

Tale appuntamento si è inserito nella serie<br />

di eventi che caratterizzano il III Incontro<br />

Internazionale di giovani e famiglie,<br />

dal 29 dicembre 2000 al 6 gennaio<br />

2001, che ha avuto come culmine l'udienza<br />

speciale con il Santo Padre presso<br />

l'Aula Paolo VI, in Vaticano.<br />

Pellegrini in famiglia con il Papa. È<br />

stato questo lo slogan che ha sintetizzato<br />

il significato di queste giornate giubilari<br />

vissute a Roma dai Legionari di Cristo<br />

e dai laici che ne seguono il cammino<br />

e l'insegnamento. Scopo delle conferenze<br />

e delle celebrazioni previste nel<br />

calendario di questo III Incontro è quello<br />

di celebrare il Grande Giubileo rinnovando<br />

la propria vocazione e riscoprendo<br />

il carisma della congregazione stessa.<br />

Per le celebrazioni che si svolgono in<br />

questi giorni in occasione del 60° anniversario<br />

della fondazione della Legione<br />

di Cristo (3 gennaio 1941), è stata allestita<br />

all'interno dell'Ateneo una grande<br />

tenda in grado di accogliere circa 15.000<br />

persone venute da tutto il mondo, tra<br />

sacerdoti e seminaristi della Legione di<br />

Cristo, laici del Movimento di apostolato<br />

«Regnum Christi», parenti e amici dei 37<br />

ordinandi.<br />

Alla solenne funzione per le nuove ordinazioni<br />

sacerdotali, presieduta dal<br />

Cardinale Darío Castrillón Hoyos, hanno<br />

concelebrato P. Marcial Maciel, fondatore<br />

della Legione di Cristo, Mons. Emilio<br />

Carlos Berlie Belaunzarán, Arcivescovo<br />

di Yucatán, Mons. Jorge Bernal Vargas,<br />

Vescovo di Cancúnn-Chetumal, Mons.<br />

Harry Joseph Flynn, Arcivescovo di<br />

Saint Paul and Minneapolis, e il Vescovo<br />

Luigi De Magistris, Reggente della<br />

Penitenzieria Apostolica. Erano presenti<br />

Mons. José Guadalupe Padilla Lozano,<br />

Vescovo di Veracruz, Mons. Emilio Pignoli,<br />

Vescovo di Campo Limo, Mons.<br />

Santos Abril y Castelló, Nunzio Apostolico<br />

in Argentina, P. Paolo Scarafoni, Rettore<br />

dell'Ateneo Pontificio «Regina Apostolorum»,<br />

e i vari Superiori delle comunità<br />

della Legione di Cristo presenti in<br />

tutto il mondo.<br />

L'unione di Dio<br />

con la Chiesa<br />

«Voi siete amici intimi di Cristo che<br />

cercano di identificarsi in Lui, cioè di<br />

avere i suoi stessi sentimenti, i suoi pensieri,<br />

fare nella storia le sue decisioni,<br />

amici intimi di Cristo che cercano di<br />

compiere fedelmente la sua volontà» ha<br />

detto il Cardinale Castrillón Hoyos durante<br />

l'omelia evidenziando la realtà<br />

profonda della vita sacerdotale. «Amici<br />

ai quali Cristo ha affidato i suoi misteri<br />

più preziosi, ha affidato il grande miste-<br />

A san Giovanni in Laterano<br />

Quella serenità<br />

che cresce con la preghiera<br />

«Cambiate vita e ciascuno di voi si<br />

faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo.<br />

Riceverete il perdono dei vostri peccati<br />

e il dono dello Spirito Santo!» così è<br />

scritto negli Atti degli Apostoli (At 2, 38)<br />

e così appare il messaggio che la Chiesa<br />

ha rivolto all'attenzione dei fedeli e dei<br />

pellegrini in occasione della celebrazione<br />

di questo Grande Giubileo.<br />

Un sollecito richiamo, che è stato di<br />

continuo proposto attraverso la riscoperta<br />

del sacramento della Riconciliazione,<br />

quale fonte inesauribile di bene che permette<br />

a ciascun cristiano di passare immediatamente<br />

dal peccato alla grazia.<br />

Per questo allora le file dei fedeli davanti<br />

ai confessionali diventano un lungo<br />

tracciato, capace di confondersi in<br />

questi giorni tra la massiccia presenza<br />

dei pellegrini, che anche nella giornata<br />

di mercoledì 3 sembrano «assediare» la<br />

Patriarcale Arcibasilica di san Giovanni<br />

in Laterano.<br />

Da Cassino, in provincia di Frosinone,<br />

arriva Antonella, un avvocato di 26 anni.<br />

«Oggi mi trovo a Roma con la mia<br />

famiglia proprio con l'intenzione di<br />

compiere il pellegrinaggio giubilare! Ho<br />

appositamente scelto il cammino conclusivo<br />

del Giubileo, proprio perché volevo<br />

che esso acquistasse un preciso e profondo<br />

significato. Credo nella redenzione<br />

dai peccati e per questo nell'efficacia<br />

dell'indulgenza! Attraverso l'Anno Santo<br />

abbiamo avuto la possibilità di riflettere<br />

su quelli che devono essere i veri valori<br />

della vita umana. Con sorpresa, venendo<br />

a Roma, mi accorgo dell'atteggiamento<br />

di grande devozione che accom-<br />

Nei frammenti di quella Croce ho ritrovato<br />

il punto di inizio».<br />

Quando ci si trova in un labirinto, dove<br />

si rischia di perdersi e la fiducia di<br />

trovare la via di uscita si affievolisce, si<br />

ha il bisogno di individuare un punto di<br />

riferimento e riconoscerlo come segno<br />

di partenza, così i pellegrini del duemila,<br />

nel labirinto della vita, hanno ritrovato<br />

quel tanto agognato punto di riferimento<br />

in Gesù. Le silenziose e ordinate<br />

file che per gli ultimi giorni del Giubileo<br />

si dirigono verso la cappella delle sante<br />

Reliquie, rispondono a questa esigenza.<br />

La scarica di emozioni, pensieri, sensazioni<br />

e riflessioni che i fedeli provano al<br />

Loro cospetto, costituisce per i credenti<br />

il segno di partenza. Con questi pensieri<br />

le intere famiglie, le coppie anziane, i<br />

piccoli gruppi di fedeli e le comunità<br />

parrocchiali si apprestano a concludere<br />

questo momento di grazia particolare,<br />

festeggiando dentro sé stessi la presenza<br />

di Gesù, un amico ritrovato e un confidente<br />

riconosciuto, o semplicemente riconfermando<br />

insieme a Cristo, il vero<br />

Padre.<br />

RITA DIETRICH<br />

pagna la maggior parte della gente, soprattutto<br />

di quella straniera, che forse<br />

più del popolo italiano avverte un legame<br />

indissolubile con la Chiesa. La presenza<br />

costante nei mesi da parte dei pellegrini<br />

è stato un atto di testimonianza<br />

reciproca e penso, allora, che in questa<br />

dimensione universale vissuta nella Capitale<br />

anche la mia sia stata altrettanto<br />

importante.<br />

«Questa stessa esperienza mi infonde<br />

già una maggior serenità d'animo, quella<br />

serenità che crescerà poi con la preghiera».<br />

Anna Paola e Roberto Carrella sono,<br />

invece, due giovani sposi giunti da Bari.<br />

«Come regalo per il mio trentatreesimo<br />

compleanno — racconta Anna Paola —<br />

ho chiesto a mio marito di accompagnarmi<br />

a Roma per seguire esclusivamente<br />

il Giubileo lungo le Porte Sante.<br />

È, dunque, una grande emozione, arricchita<br />

proprio da quel desiderio di rendere<br />

pieno l'entusiasmo per l'anniversario<br />

della mia nascita, partendo dai luoghi<br />

sacri ricordati dalla tradizione. Volevo<br />

così dare alla mia festa un significato intimo<br />

e personale.<br />

«Insieme con mio marito ricordo la<br />

solennità dell'apertura del Giubileo in<br />

San Pietro per opera del Santo Padre.<br />

Come credenti abbiamo anche bisogno<br />

di cerimonie particolari che possano colpire<br />

l'immaginario collettivo e di seguito<br />

richiamarci e riavvicinarci alla Chiesa.<br />

Speriamo che il ricordo presente e futuro<br />

del Giubileo possa segnare un forte e<br />

vivo ritorno alla fede».<br />

SIMONETTA ANTONELLI<br />

ro dell'Eucaristia, il grande mistero dell'amore<br />

di Dio, della sua misericordia, il<br />

grande mistero della compagnia di Dio<br />

con la sua famiglia nel corso dei secoli,<br />

la Chiesa; gli ha affidato il grande mistero<br />

degli uomini considerati come fratelli<br />

perché figli dello stesso Padre. Il contesto<br />

nel quale celebriamo questa cerimonia<br />

sembra come l'incontro che appare<br />

nel libro dell'Esodo cap. 33, un luogo di<br />

convergenza tra l'uomo e Dio: voi rappresentate<br />

con la vostra famiglia l'unione<br />

di Dio con la sua Chiesa».<br />

Condurre il popolo<br />

di Dio per la via<br />

della Croce<br />

Il Porporato si è poi rivolto agli ordinandi<br />

sottolineando «il privilegio di cominciare<br />

a guidare la Chiesa fin dall'inizio<br />

di questo millennio, che sarà cristiano<br />

se voi condurrete il popolo di Dio<br />

per la via della Croce e della Risurrezione».<br />

Dei 37 diaconi ordinati sacerdoti,<br />

10 provengono dagli Stati Uniti, altrettanti<br />

dalla Spagna, 9 dal Messico, 2 dalla<br />

Germania, 2 dalla Francia, 1 dall'Olanda<br />

(il primo), 1 dal Brasile, 1 dall'Irlanda<br />

e altrettanto dall'Italia.<br />

«Amate la Chiesa — ha proseguito il<br />

Cardinale —, amate molto la Chiesa,<br />

amate sempre la Chiesa con tenerezza,<br />

interessatevi della sua vita, della sua salute,<br />

vi siano a cuore i suoi problemi,<br />

state attenti alle sue necessità, proteggetela<br />

e vegliate per lei come fa uno sposo<br />

per la sua sposa; ammirate la bellezza<br />

della vostra sposa, la Chiesa, conoscete<br />

la sua saggezza ricevuta dallo Spirito<br />

Santo; venerate il mistero della Chiesa,<br />

perché il suo mistero si inscrive nel<br />

grande mistero dell'amore di Dio. Non<br />

dimenticatevi che la Chiesa è il luogo<br />

dove gli uomini, incontrando Gesù Cristo,<br />

possono scoprire l'amore del Padre».<br />

Fate<br />

del sacrificio eucaristico<br />

il centro della vostra vita<br />

Guardando alla ricchezza spirituale<br />

trasmessa dal loro fondatore e alla santità<br />

sacerdotale nel servizio alla Chiesa, il<br />

Cardinale si è poi soffermato sul ruolo<br />

determinante della missione svolta dalla<br />

Legione di Cristo che coinvolge migliaia<br />

di giovani e di famiglie; una missione<br />

che passa attraverso un'attiva pastorale<br />

dell'educazione in unione con le diocesi,<br />

attraverso le opere finalizzate alla formazione<br />

del clero e dei laici, con particolare<br />

attenzione ai giovani, attraverso<br />

la promozione e la difesa di quei valori<br />

umani e cristiani intramontabili.<br />

«Nell'Eucaristia incontrerete la forza<br />

per vivere il vostro ministero sacerdotale<br />

— ha aggiunto il Porporato durante l'omelia<br />

— . Fate del sacrificio eucaristico<br />

il centro della vostra vita; nella celebrazione<br />

e adorazione del Santissimo riceverete<br />

le virtù che guideranno e fortificheranno<br />

la vostra vita; vi santificherà<br />

l'azione della grazia per sperimentare e<br />

santificare la Chiesa. Potrete ripetere,<br />

con la spiritualità della vostra famiglia la<br />

preghiera del vostro Padre: ti amo Signore<br />

per il grande dono del sacerdozio<br />

e per questo mistero di potere che hai<br />

depositato nelle mie mani tremanti».<br />

La giornata si è poi conclusa, per i<br />

numerosi fedeli, con un altro appuntamento<br />

speciale: la recita del Santo Rosario<br />

nei Giardini Vaticani, presieduta dal<br />

Cardinale Angelo Sodano, Segretario di<br />

Stato di Sua Santità.<br />

ELISABETTA ANGELUCCI<br />

Nel Santuario di Castel di Leva<br />

Il tempo della speranza<br />

«Otto giorni dopo il Natale siamo invitati<br />

a celebrare e a contemplare il mistero<br />

di una donna, una creatura umana,<br />

che è diventata la Madre di Dio», così<br />

oggi apriva la sua omelia il sacerdote<br />

nella Messa celebrata al Santuario del<br />

Divino Amore in occasione della solennità<br />

di Maria Santissima Madre di Dio. La<br />

solennità è destinata a onorare la parte<br />

avuta da Maria in questo mistero di salvezza<br />

e ad esaltarne la singolare dignità.<br />

In verità la letture bibliche di oggi, come<br />

ogni racconto evangelico su Maria,<br />

mettono in risalto il Figlio, perché la<br />

grandezza di Maria non è indipendente<br />

dalla sua adesione totale alla grandezza<br />

di Dio che operò in Lei. «Maria partecipa<br />

in silenzio e con stupore al Mistero<br />

di questo Figlio nato da Dio: è la nostra<br />

sorella nel cammino della fede, perché<br />

anche Lei ha dovuto crescere e sperare<br />

in quello che umanamente non era comprensibile.<br />

Guardare alla Madre è ancora<br />

un occasione per adorare il «Principe<br />

della Pace», ed implorare da Dio, mediante<br />

la Regina della Pace, il dono<br />

grande della pace: ecco perché possiamo<br />

collegare a questa solennità la giornata<br />

della pace voluta da Papa Paolo VI<br />

all'inizio dell'anno civile. Chiedere la pace<br />

insieme a Maria, Madre di Dio e Ma-<br />

dre nostra, è entrare sempre più nel mistero<br />

del Natale dove gli angeli cantano<br />

la pace per gli uomini amati da Dio —<br />

ha affermato oggi il celebrante —. Maria<br />

non ha ricevuto il dono del Figlio di<br />

Dio solo per sé, ma per portarlo al mondo.<br />

Lei che ha dato la vita al Datore della<br />

vita, ci invita con la sua materna presenza<br />

ad invocare e a gustare la pace,<br />

dono di Dio agli uomini, segno della sua<br />

presenza fra noi. Il primo giorno dell'anno<br />

è tempo di speranza e di buoni propositi.<br />

Il nostro augurio è che quest'anno,<br />

all'indomani del Grande Giubileo,<br />

rechi la pace a tutti gli uomini di buona<br />

volontà». E denso dello stesso augurio è<br />

il pensiero di Paola, pellegrina al Divino<br />

Amore insieme ad una amica. «Abbiamo<br />

ancora davanti a noi l'immagine di Giovanni<br />

Paolo II, pellegrino di pace e di<br />

dialogo nella città sacra alle tre grandi<br />

religioni monoteiste. Un viaggio straordinario:<br />

nessun Papa oltre a Pietro duemila<br />

anni fa (e a Paolo VI nel 1964, durante<br />

il Concilio) era stato in Terra Santa.<br />

Il Papa si è recato in Egitto sul Sinai<br />

e nei territori palestinesi, in Giordania e<br />

in Israele. Ha incontrato Ebrei e Musulmani,<br />

ha pregato con loro...».<br />

ELIDE MARCUCCIO


.<br />

PAGINA<br />

5 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Venerdì 5 Gennaio 2001<br />

«Desiderate alimentare il vostro carisma spirituale<br />

e apostolico di quella grande<br />

linfa vitale che scorre nel suo Corpo,<br />

vivendo uno spirito speciale di comunione ecclesiale<br />

con il Successore di Pietro<br />

e con gli altri Pastori delle Chiese particolari.<br />

Continuate a diffondere, come avete fatto finora,<br />

e perfino con rinnovato zelo,<br />

il Magistero e la dottrina della Chiesa»<br />

«Uno dei più importanti tratti spirituali del vostro<br />

servizio nella Chiesa è l'impegno allo spirito<br />

di autentica carità evangelica... Avete voluto<br />

affrontare la sfida evangelica, ponendo<br />

particolare enfasi sul calore fraterno dei vostri<br />

rapporti interpersonali e promuovendo lo spirito<br />

di carità nel pensiero e nelle opere, passando<br />

sotto silenzio gli errori degli altri<br />

e evidenziando solo le loro azioni positive e utili»<br />

UDIENZA Il discorso di Giovanni Paolo II ai Legionari di Cristo ed ai membri del Movimento «Regnum Christi» nel 60° anniversario della fondazione<br />

Amate appassionatamente la Chiesa<br />

«La fede nella persona di Gesù Cristo<br />

vi conduca ad amare appassionatamente<br />

la Chiesa, sacramento universale di salvezza,<br />

continuatrice della sua opera attraverso<br />

la storia». Lo ha detto Giovanni<br />

Paolo II ai Legionari di Cristo ed ai<br />

membri del Movimento «Regnum Christi»,<br />

ricevuti in udienza nella mattina di<br />

giovedì 4 gennaio, in Piazza San Pietro,<br />

in occasione del 60° anniversario della<br />

fondazione. Questo il testo del discorso<br />

del Santo Padre:<br />

Carissimi Legionari di Cristo!<br />

Carissimi membri del Movimento<br />

Regnum Christi!<br />

1.Sono profondamente lieto di<br />

porgervi il mio saluto, in occasione<br />

del vostro pellegrinaggio giubilare a<br />

Roma, durante il quale celebrate il<br />

60° anniversario di fondazione. Voi<br />

provenite da diverse Nazioni del<br />

mondo: saluto tutti e ciascuno, auspicando<br />

che questa ricorrenza costituisca<br />

un saldo e forte sostegno<br />

per la vostra fede nel Signore Gesù<br />

e per la vostra decisione di testimoniarlo<br />

di fronte ai fratelli.<br />

Saluto con particolare affetto il<br />

vostro carissimo Fondatore, il Padre<br />

Marcial Maciel, al quale porgo<br />

vive felicitazioni per questo significativo<br />

appuntamento, ringraziandolo<br />

cordialmente per le parole<br />

che, a nome di tutti, ha voluto rivolgermi.<br />

Ho apprezzato, in particolare,<br />

la conferma da lui espressa<br />

della fedeltà al Successore di Pietro<br />

che vi caratterizza. Attraverso la<br />

comunione col Papa si attesta il<br />

vostro pieno inserimento nel mistero<br />

dell'unità della Chiesa.<br />

2.En estos días, habéis querido<br />

agradecer a Dios todos los bienes<br />

que ha derramado sobre vuestra<br />

familia espiritual. Volviendo la mirada<br />

hacia atrás, hacia el 3 de enero<br />

de 1941, cuando surgía incipientemente<br />

en la Ciudad de México<br />

esta obra, os habéis dado cuenta<br />

cómo esa pequeña semilla que el<br />

sembrador divino quiso arrojar en<br />

la tierra de unos cuantos corazones<br />

jóvenes, ahora es un árbol frondoso<br />

(cf Mt 13, 32) que acoge en su<br />

seno a numerosos sacerdotes, consagrados<br />

y laicos cuyo ideal es entregar<br />

su vida por la extensión del<br />

Reino de Cristo en el mundo.<br />

Habéis venido a Roma, en el<br />

marco del año jubilar, para renovar<br />

vuestra fe en Jesucristo. El carácter<br />

cristocéntrico de vuestra espiritualidad<br />

os ayuda a penetrar<br />

más profundamente en el sentido<br />

de este jubileo que ha propuesto a<br />

nuestra meditación el misterio de<br />

la Encarnación y la persona de Jesucristo,<br />

«el mismo ayer, hoy y<br />

siempre» (Hb 13, 8). Anunciar a<br />

Cristo al mundo de hoy, en los diversos<br />

sectores de la sociedad, es<br />

vuestro ideal apostólico. Pero para<br />

predicar a Cristo es preciso haber<br />

tenido, como San Pablo, una honda<br />

experiencia de su amor, de manera<br />

que se pueda decir con él: «la<br />

vida que vivo al presente en la carne<br />

la vivo en la fe del Hijo de Dios<br />

que me amó y se entregó por mí»<br />

(Ga 2, 20). Os animo a que, como<br />

lo indica vuestro lema: «¡Venga tu<br />

Reino!», no cejéis nunca en la ilusión<br />

de trabajar sin descanso a fin<br />

de que el Reino de amor, de gracia,<br />

de justicia y de paz se haga realidad<br />

en las personas y en la sociedad.<br />

Ojalá que uno de los principales<br />

frutos de esta intensa experiencia<br />

espiritual en Roma, sea renovar<br />

en vuestra alma el amor sincero a<br />

Jesucristo, de manera que podáis<br />

hacer partícipes a otros muchos<br />

hombres y mujeres la dicha de esta<br />

singular amistad con Él.<br />

3.La fe en la persona de Jesucristo<br />

os conduce a amar apasionadamente<br />

a la Iglesia, sacramento<br />

universal de salvación y continuadora<br />

de su obra a través de la historia.<br />

Por ello queréis alimentar<br />

vuestro carisma espiritual y apostólico<br />

de la gran linfa de vida que<br />

corre por su Cuerpo, viviendo un<br />

especial espíritu de comunión eclesial<br />

con el Sucesor de Pedro y los<br />

demás Pastores de las Iglesias particulares.<br />

Seguid difundiendo, como<br />

lo habéis hecho hasta ahora, e<br />

incluso con renovado celo, el Magisterio<br />

y la doctrina de la Iglesia,<br />

tanto a través de las numerosas<br />

iniciativas que con este fin han<br />

surgido entre vosotros en estos 60<br />

años de vida, como de otras muchas<br />

más que vuestro ardor apostólico<br />

tenga la audacia de suscitar<br />

para el bien de las almas.<br />

4.One of the important spiritual<br />

traits of your service in the<br />

Church is your commitment to the<br />

spirit of authentic evangelical charity.<br />

At the Last Supper the Lord<br />

stated clearly and for all time that<br />

fraternal love would be the distinctive<br />

feature of his followers: “By<br />

this all will know that you are my<br />

disciples, if you have love for one<br />

another” (Jn 13:35). It has been<br />

your desire to take up this evangelical<br />

challenge, placing particular<br />

emphasis on the fraternal warmth<br />

of your interpersonal relations, and<br />

furthering the spirit of charity in<br />

thought and word, passing over in<br />

silence the errors of others and<br />

bringing up only those deeds of<br />

theirs which are positive and helpful.<br />

May the Lord preserve you in<br />

this spirit, helping you to bear witness<br />

in every way to that Christian<br />

charity which Saint Paul so mas-<br />

L'indirizzo d'omaggio rivolto al Santo Padre<br />

dal Fondatore dei Legionari di Cristo, Padre Marcial Maciel<br />

In apertura di udienza, il Fondatore<br />

dei Legionari di Cristo, Padre Marcial<br />

Maciel, ha rivolto al Santo Padre il<br />

seguente indirizzo d'omaggio:<br />

Beatísimo Padre:<br />

Un numeroso grupo de Legionarios<br />

de Cristo y de miembros del Movimiento<br />

de apostolado «Regnum Christi»,<br />

provenientes de más de 40 países,<br />

nos reunimos hoy en torno a<br />

Vuestra Santidad para agradecer la<br />

ayuda y la presencia providente de<br />

Dios durante estos 60 años de nuestra<br />

historia en la Iglesia. Agradecemos<br />

también de corazón a Vuestra<br />

Santidad el que haya querido recibirnos<br />

hoy en este encuentro tan significativo<br />

para nosotros, en el que también<br />

participan los 37 Legionarios de<br />

Cristo que han recibido la ordenación<br />

sacerdotal hace dos días en la ciudad<br />

de Roma, acompañados por sus familiares<br />

y amigos.<br />

Desde que por vez primera tuve la<br />

gracia de encontrar personalmente al<br />

Papa Pío XII en el mes de junio de<br />

1946, no hemos dejado nunca de sentir<br />

la paterna solicitud de quienes han<br />

precedido a Vuestra Santidad en la<br />

Cátedra de San Pedro. El continuo<br />

apoyo que ellos nos han ofrecido en<br />

todo momento a lo largo de nuestra<br />

breve historia ha sido para nosotros<br />

un signo inequivocable de la presencia<br />

de Dios entre nosotros, y un faro<br />

de luz, de verdad y de esperanza,<br />

que nos ha permitido caminar siempre<br />

al paso de la Iglesia.<br />

Pero, muy especialmente, a partir<br />

del momento en que la Providencia<br />

divina llamó a Vuestra Santidad a<br />

ejercer el ministerio de supremo Pas-<br />

tor de la Iglesia universal, tal solicitud<br />

se ha hecho más evidente y manifiesta,<br />

encontrando en Vuestra Santidad<br />

un verdadero y solícito Padre,<br />

cuyo amor ha velado continuamente<br />

por nosotros en todas las vicisitudes<br />

alternas de nuestra historia, y un<br />

Pastor incansable que nos ha conducido,<br />

con mano firme y segura, por<br />

los caminos del Evangelio.<br />

El incremento numérico de los<br />

miembros de nuestra Congregación y<br />

de los miembros del «Regnum Christi»,<br />

así como de las obras de apostolado<br />

en estos 22 años de su pontificado,<br />

se ha debido en no poca medida<br />

a ese aliento y apoyo constantes que<br />

todos nosotros hemos encontrado<br />

siempre en Vuestra Santidad, y que<br />

nos han estimulado a seguir ofreciendo<br />

nuestras vidas con alegría por la<br />

instauración del Reino de Cristo en el<br />

mundo.<br />

Por ello, hemos procurado, como<br />

cuerpo joven dentro de la Iglesia,<br />

acompañarlo en su entrega sin límites<br />

a la Iglesia de Jesucristo, compartiendo<br />

sus esperanzas y alegrías,<br />

y uniéndonos a los sufrimientos, físicos<br />

y morales, que la grave responsabilidad<br />

de Pastor universal de la<br />

Iglesia ha supuesto en su propia persona.<br />

Nos ha guiado siempre la convicción,<br />

basada en la fe, de que vivir<br />

en comunión con el Vicario de Cristo<br />

en la tierra es vivir la comunión con<br />

Cristo mismo, ya que Él quiso edificar<br />

su Iglesia sobre la Roca de Pedro.<br />

Dios ha permitido que este aniversario<br />

nuestro se desarrolle dentro del<br />

gran Jubileo del año 2000 de la era<br />

cristiana. La sabiduría divina ha querido<br />

que Vuestra Santidad guiara a la<br />

terfully described in the famous<br />

hymn to love found in his First<br />

Letter to the Corinthians (1 Cor<br />

13:4-8).<br />

Another trait which distinguishes<br />

your charism is apostolic fervour.<br />

You show this in all the many<br />

works you have undertaken, especially<br />

in education, evangelization,<br />

social communications, the spreading<br />

of the Church's social teaching,<br />

the cultural and human promotion<br />

of the disadvantaged, and the<br />

training of diocesan priests. In all<br />

of this you strive to follow the lead<br />

of the Holy Spirit, who constantly<br />

renews the face of the Church with<br />

gifts and charisms which enrich<br />

and strengthen her. In a secularized<br />

world such as our own, built<br />

in large part on neglect of transcendent<br />

truths and values, the faith of<br />

many of our brothers and sisters is<br />

sorely tried. Because of this, there<br />

is a need today more than ever for<br />

a confident proclamation of the<br />

Gospel which, casting aside all<br />

crippling fears, announces with intellectual<br />

depth and with courage<br />

Iglesia y la introdujera en el tercer<br />

milenio, invitando a todos nuestros<br />

hermanos, los hombres, a abrir la<br />

puerta de su corazón a la gracia de<br />

Cristo.<br />

Los Legionarios de Cristo y los<br />

miembros del Movimiento «Regnum<br />

Christi» queremos asegurarle una vez<br />

más que le amamos entrañablemente<br />

en Jesucristo, y que puede contar<br />

siempre con nuestra adhesión filial<br />

como súbditos e hijos suyos. Nos<br />

queremos hoy comprometer de modo<br />

solemne en su presencia a renovar<br />

nuestro común empeño en favor de la<br />

nueva evangelización, que Vuestra<br />

Santidad, con tanto celo ha promovido<br />

en la Iglesia. Le aseguramos que<br />

pondremos al servicio de la misma<br />

todo el dinamismo contenido en<br />

nuestro carisma apostólico, y que, en<br />

la mayor fidelidad a la doctrina del<br />

Magisterio, queremos predicar el<br />

Evangelio de Cristo con nuevo ardor<br />

y nuevos métodos pastorales que<br />

respondan adecuadamente a los desafíos<br />

del tercer milenio.<br />

Antes de pedirle filialmente su bendición<br />

para todos los miembros de<br />

nuestra Congregación y del Movimiento<br />

«Regnum Christi», para los<br />

neosacerdotes, para nuestros bienhechores<br />

y amigos, para todos aquellos<br />

que hoy nos acompañan con su presencia<br />

o su oración, le ofrecemos<br />

nuestra ferviente plegaria a la Santísima<br />

Virgen María para que Ella, que<br />

ha protegido con signos evidentes de<br />

solicitud materna todo vuestro pontificado,<br />

siga velando con mano amorosa<br />

su infatigable y fecundísima labor<br />

como Vicario de Cristo, Sucesor de<br />

San Pedro y Pastor de la Iglesia universal.<br />

the truth about God, about man,<br />

about the world. To you, Legionnaires<br />

of Christ and members of<br />

Regnum Christi, I repeat the words<br />

of Saint Catherine of Siena which I<br />

proposed to the young people at the<br />

World Youth Day: “If you are what<br />

you should be, you will set the<br />

whole world ablaze!”<br />

5.Aprite le porte della vostra<br />

anima con generosità a questo invito.<br />

Mi rivolgo, in particolare, a<br />

coloro che Cristo chiama a seguirlo<br />

con dedizione totale nel sacerdozio<br />

e nella vita consacrata. La Vergine<br />

Santissima, ripiena di Spirito Santo<br />

e pellegrina nella fede, vi aiuti a<br />

realizzare i vostri propositi.<br />

Ritornando nelle vostre case alle<br />

quotidiane occupazioni, sappiate<br />

che il Papa vi è accanto e prega per<br />

voi, affinché siate fedeli alla vostra<br />

vocazione cristiana e al vostro specifico<br />

carisma. Lo Spirito Santo dilati<br />

i vostri cuori, facendovi coraggiosi<br />

messaggeri del Vangelo e testimoni<br />

del Cristo Risorto, Redentore<br />

e Salvatore del mondo.<br />

Con affetto tutti vi benedico!<br />

Pubblichiamo qui di seguito una nostra<br />

traduzione italiana delle parti del<br />

discorso in lingua spagnola e inglese:<br />

2. In questi giorni avete voluto<br />

rendere grazie a Dio di tutto il bene<br />

che ha infuso nella vostra famiglia<br />

spirituale. Volgendo lo sguardo indietro,<br />

al 3 gennaio del 1941, quando<br />

ebbe inizio a Città del Messico<br />

quest'opera, vi siete resi conto di<br />

come questo piccolo seme che il seminatore<br />

divino ha voluto gettare<br />

nella terra di alcuni cuori giovani, è<br />

ora un albero rigoglioso (cfr Mt 13,<br />

32) che accoglie in sé numerosi sacerdoti,<br />

consacrati e laici, il cui<br />

ideale è dedicare la propria vita alla<br />

diffusione del Regno di Cristo nel<br />

mondo. Siete venuti a Roma, in occasione<br />

dell'anno giubilare, per rinnovare<br />

la vostra fede in Gesù Cristo.<br />

Il carattere cristocentrico della<br />

vostra spiritualità vi aiuti a penetrare<br />

più profondamente nello spirito<br />

di questo giubileo che ci ha fatto<br />

meditare sul mistero dell'Incarnazione<br />

e sulla persona di Gesù Cristo,<br />

lo stesso, ieri, oggi e sempre<br />

(Eb 13, 8)! Annunciare Cristo al<br />

mondo di oggi, nei diversi ambiti<br />

della società, è il vostro ideale apostolico.<br />

Ma per predicare Cristo è<br />

necessario avere, come san Paolo,<br />

una profonda esperienza del suo<br />

amore, affinché si possa dire con<br />

lui: “Questa vita che vivo nella carne<br />

io la vivo nella fede del Figlio di<br />

Dio, che mi ha amato e ha dato se<br />

stesso per me” (Gal 2, 20). Vi esorto<br />

affinché, come dice il vostro motto<br />

“Venga il tuo Regno”, non venga<br />

mai meno in voi la convinzione di<br />

lavorare incessantemente affinché il<br />

Regno dell'amore, della grazia, della<br />

giustizia e della pace si compia realmente<br />

nella persona e nella società.<br />

Dio vuole che uno dei principali<br />

frutti di questa intensa esperienza<br />

spirituale a Roma sia quello di rinnovare<br />

nella vostra anima l'amore<br />

sincero per Gesù Cristo, in modo<br />

che possiate personalmente rendere<br />

partecipi molti altri uomini e donne<br />

della felicità che scaturisce da questa<br />

singolare amicizia con Lui.<br />

3. La fede nella persona di Gesù<br />

Cristo vi conduca ad amare appassionatamente<br />

la Chiesa, sacramento<br />

universale di salvezza, continuatrice<br />

della sua opera attraverso la storia.<br />

Per questo, desiderate alimentare il<br />

vostro carisma spirituale e apostolico<br />

di quella grande linfa vitale che<br />

scorre nel suo Corpo, vivendo uno<br />

spirito speciale di comunione ecclesiale<br />

con il Successore di Pietro e<br />

con gli altri Pastori delle Chiese particolari.<br />

Continuate a diffondere, come<br />

avete fatto finora, e perfino con<br />

rinnovato zelo, il Magistero e la dottrina<br />

della Chiesa, sia attraverso le<br />

numerose iniziative che a questo<br />

scopo sono sorte grazie a voi in<br />

questi 60 anni di vita, sia attraverso<br />

le altre iniziative che il vostro ardore<br />

apostolico avrà il coraggio di suscitare<br />

per il bene delle anime!<br />

4. Uno dei più importanti tratti<br />

spirituali del vostro servizio nella<br />

Chiesa è l'impegno allo spirito di<br />

autentica carità evangelica. In occasione<br />

dell'Ultima Cena il Signore<br />

affermò chiaramente e per tutto il<br />

tempo che l'amore fraterno sarebbe<br />

stato il tratto distintivo dei suoi seguaci:«Daquesto<br />

tutti sapranno che<br />

siete miei discepoli, se avrete amore<br />

gli uni per gli altri» (Gv 3, 35).<br />

Avete voluto affrontare la sfida<br />

evangelica, ponendo particolare enfasi<br />

sul calore fraterno dei vostri<br />

rapporti interpersonali e promuovendo<br />

lo spirito di carità nel pensiero<br />

e nelle parole, passando sotto silenzio<br />

gli errori degli altri e evidenziando<br />

solo le loro azioni positive e<br />

utili. Che il Signore vi preservi in<br />

questo spirito, aiutandovi a testimoniare<br />

in ogni modo quella carità cristiana<br />

che san Paolo ha descritto<br />

tanto magistralmente nel celebre inno<br />

della prima lettera ai Corinzi (1<br />

Cor 13, 4-8).<br />

Un altro tratto che distingue il vostro<br />

carisma è il fervore apostolico.<br />

Lo mostrate in tutto ciò che fate, in<br />

particolare nell'educazione, nell'evangelizzazione,<br />

nelle comunicazioni<br />

sociali, nella diffusione della dottrina<br />

sociale della Chiesa, nella promozione<br />

culturale e umana delle<br />

persone svantaggiate e nella formazione<br />

dei sacerdoti diocesani.<br />

In tutto ciò desiderate seguire la<br />

guida dello Spirito Santo che costantemente<br />

rinnova il volto della<br />

Chiesa con doni e carismi che la arricchiscono<br />

e la trasformano. In un<br />

mondo secolarizzato come il nostro,<br />

basato in gran parte sulla noncuranza<br />

per le verità e i valori trascendenti,<br />

la fede di molti nostri fratelli<br />

e di molte nostre sorelle viene messa<br />

a dura prova.<br />

Per questo motivo, è oggi più che<br />

mai necessaria una proclamazione<br />

fiduciosa del Vangelo che, accantonando<br />

tutte le paure paralizzanti,<br />

annuncia con profondità intellettuale<br />

e con coraggio la verità su Dio,<br />

sull'uomo e sul mondo. A voi, Legionari<br />

di Cristo e membri del Regnum<br />

Christi, ripeto le parole di<br />

santa Caterina da Siena che ho proposto<br />

ai giovani in occasione della<br />

Giornata Mondiale della Gioventù:<br />

«Se sarete quello che dovete essere,<br />

metterete fuoco in tutto il mondo».<br />

In dodicimila per dire «grazie» al Papa<br />

e per rinnovare la fede in Cristo Salvatore<br />

GIANFRANCO GRIECO<br />

In dodicimila in Piazza San Pietro per<br />

dire «grazie» al Papa e per confermare<br />

nell'anno giubilare la fede in Cristo Gesù<br />

e l'adesione al Magistero petrino. Piazza<br />

San Pietro all'alba del Terzo Millennio<br />

dava ancora una volta il suo volto segnato<br />

dalla festa. Dal Messico, dagli Stati<br />

Uniti, dall'Europa: in tanti per gridare<br />

la loro fedele adesione al messaggio del<br />

Vangelo.<br />

Canti e preghiere; invocazioni e propositi<br />

in occasione del 60.mo di fondazione<br />

dei Legionari di Cristo avvenuta in<br />

Messico il 3 gennaio del 1941, ad opera<br />

del Padre Marcial Maciel. Tanti gli eventi<br />

di questi giorni di celebrazione: la benedizione,<br />

domenica 31 dicembre 2000,<br />

da parte del Cardinale Angelo Sodano,<br />

Segretario di Stato, della nuova sede<br />

dell'Ateneo Pontificio «Regina Apostolorum»;<br />

l'ordinazione sacerdotale conferita<br />

a 37 diaconi dal Cardinale Darío Castrillón<br />

Hoyos, Prefetto della Congregazione<br />

per il Clero, nell'apposito padiglione<br />

costruito per l'occasione in Via Aldobrandeschi<br />

190, Roma. «Non siete funzionari<br />

dello Spirito Santo, né professionisti<br />

del culto, ma siete uomini identificati<br />

con Cristo che condividono il loro<br />

sacerdozio» — ha ricordato all'omelia il<br />

Cardinale colombiano Castrillón Hoyos.<br />

Sempre nella sera di martedì 2 gennaio<br />

2001 il Cardinale Sodano ha guidato, nei<br />

viali dei giardini vaticani, davanti alla<br />

Grotta di Lourdes, la recita del santo<br />

Rosario. Stamani, con il Papa, la celebrazione<br />

della grande ricorrenza. Oggi i<br />

Legionari di Cristo contano 477 sacerdoti<br />

e 2.500 chierici studenti che si preparano<br />

al sacerdozio in 24 seminari e novi-<br />

ziati e in due Centri di studi classici superiori<br />

nell'Ateneo Pontificio «Regina<br />

Apostolorum» con sedi a Roma e a New<br />

York. I Legionari operano in America<br />

Latina, negli Stati Uniti, in Canada, in<br />

Australia e in Europa. Nel 1970 Papa<br />

Paolo VI affidò alla Congregazione la<br />

cura di un territorio missionario delle<br />

dimensioni della Svizzera nella penisola<br />

dello Yucatan, in Messico. Sono, ad oggi,<br />

870 i laici «evangelizzatori a tempo<br />

pieno» al servizio di 5.266 comunità parrocchiali<br />

nelle zone rurali e indigene dell'America<br />

Latina. Più di 50 mila laici in<br />

più di 40 nazioni seguono il cammino di<br />

formazione e di apostolato proposto dal<br />

Movimento «Regnum Christi» e centinaia<br />

di migliaia si arricchiscono della<br />

spiritualità e del carisma nelle opere di<br />

apostolato che da esso scaturiscono.<br />

Fra le opere apostoliche a carattere<br />

culturale e sociale — ci dice il Padre<br />

Fondatore Marcial Maciel — i Legionari<br />

di Cristo dirigono 9 università e 166<br />

scuole ed istituti superiori in vari Paesi.<br />

I Legionari uniscono le loro forze alle<br />

strutture diocesane per la realizzazione<br />

dei programmi di pastorale diocesana,<br />

specialmente nel campo dell'evangelizzazione,<br />

delle missioni,dell'educazione,<br />

della famiglia, della promozione sociale<br />

e dei mezzi di comunicazione. Insieme<br />

con i laici condividono idee, progetti e<br />

realizzazione.<br />

L'incontro con il Papa ha aperto nuovi<br />

orizzonti di impegno e di testimonianza.<br />

Le nuove frontiere dell'evangelizzazione<br />

non spaventano i Legionari di Cristo<br />

che affrontano le situazioni con coraggio<br />

e con concretezza. Tradizione e<br />

intelligente apertura al futuro; dialogo<br />

tra evangelizzazione e culture; testimonianza<br />

sacerdotale tra i vari ceti della<br />

società: questi gli ambiti di apostolato<br />

benedetti e santificati dalla parola del<br />

Papa e dalla sua orante azione in favore<br />

diquestagrandeComunitàchegliècara.<br />

Tanti i doni offerti al Papa al termine<br />

dell'udienza; ma, soprattutto il dono di<br />

cuori consacrati per il «Regnum Christi»<br />

nel mondo del Terzo Millennio.<br />

Erano presenti all'udienza il Cardinale<br />

Eugênio de Araújo Sales, Arcivescovo di<br />

São Sebastião do Rio de Janeiro con<br />

uno degli Ausiliari; il Nunzio Apostolico<br />

in Argentina, Arcivescovo Santos Avril;<br />

e alcuni Vescovi messicani.<br />

A ricordo dello storico incontro il Padre<br />

Fondatore ha offerto al Papa una<br />

scultura in bronzo raffigurante «il volto<br />

santo del corpo dell'uomo della Sindone»<br />

dello scultore Luigi E. Mattei.


.<br />

PAGINA<br />

6 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Venerdì 5 Gennaio 2001<br />

Cellule staminali umane autologhe<br />

e trasferimento di nucleo<br />

Aspetti scientifici ed etici<br />

Un notevole interesse scientifico e clinico,<br />

non disgiunto da un ampio dibattito<br />

pubblico sulle sue implicazioni etiche,<br />

sociali e giuridiche, continua a circondare<br />

lo studio delle cellule staminali. Queste<br />

cellule, capaci di autorinnovarsi in<br />

coltura e non specializzate per svolgere<br />

un'unica e definitiva funzione all'interno<br />

dell'organismo, ma ancora relativamente<br />

indeterminate e potenziali rispetto ad<br />

essa, rappresentano la naturale sorgente<br />

citologica dalla quale si formano tutti i<br />

tessuti del corpo durante lo sviluppo e<br />

attraverso la quale gli stessi tessuti possono<br />

rinnovarsi ove richiesto in alcune<br />

condizioni fisiologiche o patologiche, sostituendo<br />

le cellule non più funzionali.<br />

Gli aspetti tecnici e le prospettive terapeutiche,<br />

così come le questioni antropologiche<br />

e morali sollevate da questa<br />

importante area della ricerca biomedica<br />

contemporanea, sono già stati considerati<br />

in precedenza (L'Osservatore Romano,<br />

11-12.09.2000, p. 10 e 16.09.2000, p.<br />

9). Tuttavia, il rapidissimo evolversi degli<br />

studi in materia di identificazione,<br />

caratterizzazione biologica e manipolazione<br />

di vari tipi di cellule staminali animali<br />

e umane, nonché l'aprirsi di nuove<br />

ipotesi sulla produzione di cellule staminali<br />

cosiddette «autologhe» (immunologicamente<br />

compatibili con i tessuti del<br />

paziente), suggerisce di ritornare sull'argomento<br />

per aggiornare il quadro delle<br />

attuali conoscenze e precisare i criteri<br />

che consentono di qualificare moralmente<br />

alcuni nuovi sviluppi dell'attività<br />

di ricerca scientifica che sono stati recentemente<br />

prospettati. Tale qualifica<br />

morale, che caratterizza ogni atto umano<br />

(cfr S. Tommaso d'Aquino, Summa<br />

Theologiae, I-II, q. 1, a. 3), trova le sue<br />

fonti nell'oggetto della ricerca stessa, ragionevolmente<br />

scelto dallo studioso, nel<br />

fine che la ricerca si prefigge (in quanto<br />

termine primo dell'intenzione del ricercatore)enellecircostanze<br />

in cui essa si<br />

svolge (ivi comprese le conseguenze prevedibilidellasperimentazione).<br />

(cfr SummaTheologiae,I-II,<br />

q. 18; Catechismo<br />

della Chiesa Cattolica, nn. 1750-1754;<br />

Lett. enc. Veritatis Splendor 74-83)<br />

* * *<br />

Gli ultimi mesi dell'anno che si è<br />

chiuso hanno visto l'apparire nella letteratura<br />

scientifica internazionale di eleganti<br />

studi sulle cellule staminali da tessuti<br />

di adulto che mostrano con sempre<br />

maggiore ricchezza di evidenze sperimentali<br />

la straordinaria plasticità intragerminale<br />

di queste cellule (pluripotenzialità<br />

differenziativa verso linee cellulari<br />

dello stesso foglietto germinale), la loro<br />

insospettata capacità di transdifferenziazione<br />

inter-germinale (derivazione di linee<br />

cellulari appartenenti a foglietti germinali<br />

diversi), la possibilità di coltivarle<br />

in vitro e in vivo, espanderle ed anche<br />

modificarle geneticamente (inserimento<br />

di un gene mediante vettore virale) e,<br />

infine, la loro disposizione ad innestarsi<br />

nei tessuti danneggiati di un organo. Potranno<br />

qui trovare spazio solo alcuni di<br />

questi recentissimi risultati che confermano<br />

la competitività epigenetica delle<br />

cellule staminali da tessuti di adulto<br />

(ASC) rispetto a quelle embrionali (ES)<br />

e la loro valida candidatura per la terapia<br />

cellulare (trapianti autologhi ed eterologhi)<br />

e la terapia genica somatica.<br />

Kenneth W. Liechty et al. (Nature Medicine,<br />

novembre 2000, 6: 1282-1286)<br />

hanno mostrato in un modello xenogenico<br />

(pecora) che le cellule staminali<br />

mesenchimali umane (HMSC), isolate<br />

dal midollo osseo di adulti e già caratterizzate<br />

come capaci di differenziarsi in<br />

vitro e in vivo a dare vari tessuti, sono<br />

in grado di innestarsi in diverse sedi dell'organismo<br />

e di andare incontro a differenziazioni<br />

sito-specifiche che includono<br />

condrociti, adipociti, miociti e cardiomiociti.<br />

Secondo i ricercatori statunitensi,<br />

«la cellula staminale ematopoietica è<br />

più pluripotente di quanto sinora abbiamo<br />

pensato», e il loro studio documenta<br />

«la potenzialità di queste cellule per i<br />

trapianti, la terapia genica e le applicazioni<br />

della ingegneria tissutale» (p.<br />

1285). In un lavoro apparso nello stesso<br />

fascicolo di Nature Medicine (pp. 1229-<br />

1234), Eric Lagasse et al. mostrano come<br />

le cellule staminali ematopoietiche<br />

(HSC) del midollo osseo siano in grado<br />

di generare epatociti nel roditore, e possano<br />

anche essere usate per correggere<br />

una grave malattia del fegato, la tirosinemia<br />

ereditaria di tipo 1. Commentando<br />

questi e altri risultati, Stuart H. Orkin<br />

(Cancer Institute, Harvard Medical<br />

School, Boston) osserva che «i ricercatori<br />

si accorgono ora che la plasticità di<br />

sviluppo non è limitata all'ambiente embrionale»<br />

(Nature Medicine, novembre<br />

2000, 6: 1212-1213, p. 1212), e che, «sebbene<br />

il completo potenziale di sviluppo<br />

delle cellule staminali tissutali deve essere<br />

ancora scoperto, possiamo essere certi<br />

di una cosa: ulteriori sorprese attendono<br />

senza dubbio i ricercatori delle cellule<br />

staminali» tissutali (ivi, p. 1213).<br />

L'osservazione dello stesso Orkin che «il<br />

loro potenziale terapeutico può essere<br />

ampliato notevolmente sfruttando i metodi<br />

di trasferimento dei geni, superan-<br />

do così, forse, gli ostacoli che ci separano<br />

dalla terapia genica somatica» (ivi, p.<br />

1213), trova in ulteriori ricerche sulle<br />

cellule staminali da adulto una preziosa<br />

conferma. Tra di esse ricordiamo i brillanti<br />

studi sulla correzione di geni mutanti<br />

nelle colture di cellule staminali<br />

ematopoietiche attraverso la ricombinazione<br />

omologa (S. Hatada et al., Proceedings<br />

of the National Academy of<br />

Sciences USA, dicembre 2000, 97:<br />

13807-13811), sulla transduzione di cellule<br />

staminali mesenchimali mediante vettori<br />

retrovirali anfotropici in vista di<br />

possibili terapie basate sul trasferimento<br />

di geni (J.D. Mosca et al., Clinical Orthopedics,<br />

ottobre 2000, 379: S71-S90), e<br />

sulle prospettive delle cellule staminali<br />

epidermiche quali promettenti targets<br />

per la terapia genica (recensite in: F.M.<br />

Watt, Human Gene Therapy, novembre<br />

2000, 11: 2261-2266). A questi risultati si<br />

aggiungono la scoperta — da parte di<br />

un gruppo di ricercatori italiani — che<br />

cellule staminali neurali di topo e umane,<br />

sinora ritenute capaci di differenziarsi<br />

solo in neuroni, cellule gliali e cellule<br />

ematiche, sono in grado, se esposte ad<br />

appropriati segnali epigenetici, di produrre<br />

miotubi scheletrici in vitro e anche<br />

in vivo, qualora innestate in animali<br />

adulti (R. Galli et al., Nature Neuroscience,<br />

ottobre 2000, 3: 986-991); la<br />

messa a punto di una tecnica per l'isolamento<br />

diretto, dal sistema nervoso centrale<br />

di feti abortiti, di cellule staminali<br />

clonogeniche in grado di espandersi in<br />

vitro, di differenziarsi in neuroni e cellule<br />

gliali e di innestarsi, proliferare, migrare<br />

e differenziarsi nel cervello del topo<br />

immunodeficiente (N. Uchida et al.,<br />

Proceedings of the National Academy of<br />

Sciences USA, dicembre 2000, 97:<br />

14720-14725); e la capacità delle cellule<br />

staminali midollari, dimostrata in un<br />

modello animale, di migrare nel cervello<br />

e di differenziarsi in cellule che esprimono<br />

antigeni specifici dei neuroni (E. Mezey,<br />

Science, dicembre 2000, 290: 1779-<br />

1782).<br />

Quanto sopra ricordato ed altri studi<br />

non menzionati per l'economia del presente<br />

testo, mostrano che la realistica<br />

previsione della percorribilità e fecondità<br />

della ricerca sulle cellule staminali tissutali<br />

da adulto e fetali non risulta contraddetta<br />

dai risultati più recenti e scientificamente<br />

accreditati su prestigiose riviste<br />

internazionali, ma, semmai, ne<br />

esce rafforzata nella prospettiva che un<br />

giorno, ormai non lontano, si potranno<br />

vedere le prime applicazioni cliniche di<br />

questi studi a vantaggio di innumerevoli<br />

pazienti affetti da gravi malattie metaboliche,<br />

neurologiche, muscolari, cardiovascolari,<br />

neoplastiche ed altre ancora.<br />

Ciò conforta quanto espresso alcuni mesi<br />

fa dal Santo Padre con una indicazione<br />

pienamente accessibile alla ragione:<br />

«La scienza lascia intravedere altre vie<br />

di intervento terapeutico che non comportano<br />

né la clonazione né il prelievo<br />

di cellule embrionali, bastando a tale<br />

scopo l'utilizzazione di cellule staminali<br />

prelevabili in organismi adulti. Su questa<br />

via dovrà avanzare la ricerca se vuole<br />

essere rispettosa della dignità di ogni<br />

essere umano, anche allo stadio embrionale».<br />

(Giovanni Paolo II, Discorso al<br />

XVIII International Congress of the<br />

Transplantation Society, Roma, 29 agosto<br />

2000; in: L'Osservatore Romano,<br />

30.08.2000, p. 1). La scelta di questa linea<br />

di ricerca positiva appare quindi essere<br />

ad un tempo tecnicamente valida e<br />

scientificamente competitiva — sotto il<br />

profilo delle prospettive cliniche sia della<br />

terapia cellulare sia della terapia genica<br />

somatica — rispetto a quella che prevederebbe<br />

il ricorso a cellule staminali embrionali;<br />

essa risulta altresì moralmente<br />

accettabile, fatta salva la non complicità<br />

con gli interventi abortivi dai quali è risultato<br />

disponibile al prelievo di cellule<br />

staminali un feto morto, ed escluso, nel<br />

caso di donatori adulti, un rischio eccessivo<br />

per il volontario, che deve avere<br />

inoltre espresso «in modo cosciente e libero<br />

il suo consenso» (Giovanni Paolo<br />

II, disc. cit., p. 5).<br />

La volontà deliberata del ricercatore<br />

— che è chiamato a scegliere come oggetto<br />

della propria attività di ricerca ciò<br />

che è «conforme al bene della persona<br />

nel rispetto dei beni per essa moralmente<br />

rilevanti» (Lett. enc. Veritatis splendor<br />

78) — non potrà non rivolgersi anzitutto<br />

verso quella via di indagine conoscitiva<br />

e di sviluppo biotecnologico che<br />

prevede l'isolamento e la manipolazione<br />

delle cellule staminali umane da adulto,<br />

da cordone ombelicale e da feto<br />

abortito, con le avvertenze in precedenza<br />

ricordate. Egli riserverà invece la sperimentazione<br />

sulle cellule staminali embrionali<br />

esclusivamente a quelle d'origine<br />

animale, al fine di ricavare le informazioni<br />

genetiche e citologiche necessarie<br />

ai propri studi. Alla luce dell'attuale<br />

stato dell'arte e in considerazione delle<br />

implicazioni negative che la via alternativa<br />

avrebbe (sperimentazione diretta su<br />

cellule staminali embrionali umane, con<br />

conseguente distruzione di embrioni<br />

umani allo stadio di blastocisti), la scelta<br />

Pontificia Accademia per la Vita<br />

Prof. JUAN DE DIOS VIAL CORREA<br />

Presidente della Pontificia Accademia per la Vita<br />

S. E. Mons. ELIO SGRECCIA<br />

Vice-Presidente della Pontificia Accademia per la Vita<br />

sopra indicata appare come una determinazione<br />

razionale della moralità nell'agire<br />

del ricercatore. Senza riconoscere<br />

la legittimità e la necessità di tali determinazioni<br />

razionali d'ordine pratico, sarebbe<br />

impossibile convenire su qualsiasi<br />

normazione, determinata dal punto di<br />

vista del contenuto e vincolante senza<br />

eccezioni, della ricerca scientifica; e ciò<br />

andrebbe a scapito del bene comune e<br />

del rispetto dei diritti fondamentali di<br />

ciascun essere umano, primo fra i quali<br />

quello alla vita. La razionalità dell'atto<br />

della ricerca sotto il profilo della scelta<br />

di un bene da perseguire (oggetto della<br />

ragion pratica) ha come premessa l'incidenza<br />

della moralità nella dinamica della<br />

conoscenza, o onestà intellettuale,<br />

che porta ad onorare la realtà oggetto di<br />

studio, secondo tutti i suoi fattori conoscibili,<br />

più che l'idea su di essa da cui si<br />

è partiti all'inizio della ricerca.<br />

* * *<br />

Uno degli aspetti più rilevanti della indagine<br />

scientifica e della pratica clinica<br />

degli innesti di tessuto e dei trapianti<br />

d'organo riguarda il noto fenomeno immunitario<br />

del cosiddetto «rigetto» di<br />

questi da parte dell'organismo del paziente<br />

che non li riconosce come «propri»<br />

a motivo di una eterogeneità citologica<br />

che ha la sua origine in una differenza<br />

genomica tra le cellule del donatore<br />

e quelle del ricevente. In ragione di<br />

questa difficoltà spesso documentata<br />

dalla esperienza dei trapianti «classici»,<br />

l'interesse di una parte dei ricercatori<br />

che lavorano sulle cellule staminali si è<br />

concentrata sulla possibilità di ottenere<br />

colture di cellule staminali autologhe<br />

(cioè riconoscibili come «proprie» da<br />

parte dei tessuti del paziente) dalle quali<br />

far derivare, per differenziazione in vitro<br />

o in vivo, le cellule destinate a riparare<br />

le lesioni tissutali. Poiché la questione<br />

della compatibilità immunologica<br />

riguarda sia le cellule staminali da tessuti<br />

di adulto o fetali sia quelle di origine<br />

embrionale, i ricercatori in entrambi i<br />

settori hanno disegnato possibili percorsi<br />

procedurali per giungere a cellule autologhe.<br />

Nel primo caso, quello di cellule<br />

staminali di origine non embrionale, le<br />

più accreditate e meno complesse possibilità<br />

al presente sembrano essere due:<br />

(1) la raccolta e la crioconservazione di<br />

cellule multipotenti provenienti dal cordone<br />

ombelicale all'atto della nascita<br />

(S.J. Fasouliotis and J.G. Schenker, European<br />

Journal of Obstetrics & Gynecology<br />

and Reproductive Biology 2000, 90:<br />

13-25), da tenere a disposizione per<br />

un'eventuale terapia cellulare di patologie<br />

insorte nell'individuo in età pediatrica<br />

o anche adulta (ad esempio, alcune<br />

forme di leucemia); (2) il prelievo di cellule<br />

staminali tissutali dal paziente che<br />

necessita di trapianto, la loro coltura in<br />

vitro e differenziazione o transdifferenzione<br />

(intra- e inter-germinale), e il loro<br />

reinnesto nel corpo dello stesso paziente,<br />

come avviene, nel caso più semplice<br />

e già sperimentato da un decennio, dell'autotrapianto<br />

di cellule del sistema<br />

ematopoietico (N. Saba, R. Abraham e<br />

A. Keating, Critical Reviews in Oncology/Hematology<br />

2000, 36: 27-48). La ricerca<br />

di tali strategie terapeutiche cellulari,<br />

fatti salvi i criteri etici legati alla<br />

sperimentazione clinica, appare essere<br />

moralmente accettabile per le stesse ragioni<br />

che rendono lecito il ricorso a cellule<br />

staminali eterologhe da tessuti di<br />

adulto o cordonali. In questo caso, inoltre,<br />

non si pone il problema del prelievo<br />

da donatore e delle condizioni di liceità<br />

e validità del suo consenso.<br />

Quanti, invece, intendono perseguire<br />

la ricerca sulle cellule staminali embrionali<br />

propongono da qualche anno una<br />

via che è stata indicata da diversi autori<br />

ed in più sedi scientificamente autorevoli<br />

come «clonazione terapeutica». Pur<br />

prescindendo da ogni considerazione<br />

sulla possibile equivocità di tale espressione<br />

in seno al dibattito pubblico (risulta<br />

comunque evidente agli studiosi di<br />

ogni disciplina interessata la differenza<br />

procedurale rispetto alla cosiddetta «clonazione<br />

riproduttiva», che prevede lo<br />

sviluppo dell'organismo clonato fino alla<br />

nascita), non vi è dubbio a proposito di<br />

che cosa tale procedimento dovrebbe<br />

implicare: il prelievo del nucleo (diploide)<br />

di una cellula somatica del paziente<br />

ed il suo inserimento in una cellula uovo<br />

(oocita) privata del suo nucleo (oocita<br />

enucleato o ooplasto). A seguito della<br />

attivazione (con ioni Sr 2+ o mediante<br />

impulsi elettrici) della nuova cellula epigeneticamente<br />

totipotente così ottenuta<br />

(zigote o embrione unicellulare clonato,<br />

avente lo stesso genoma nucleare del<br />

paziente), prende avvio lo sviluppo embrionale,<br />

così come documentato da tutta<br />

la letteratura sulla clonazione dei<br />

mammiferi per trasferimento di nucleo.<br />

Giunto allo stadio di blastocisti (ca. 5<br />

giorni di sviluppo), l'embrione verrebbe<br />

sacrificato per estrarre le sue cellule dalla<br />

massa interna (embrioblasto), dalle<br />

quali ricavare una coltura di cellule staminali<br />

(ES) autologhe rispetto al paziente.<br />

L'autorizzazione alla creazione, attraverso<br />

questo processo, di embrioni umani<br />

clonati da destinare alla ricerca sulle<br />

cellule staminali è stata recentemente<br />

suggerita dal Rapporto Donaldson (Stem<br />

Cell Research: Medical Progress with<br />

Responsibility, London 2000); questo ed<br />

altri documenti talora preferiscono utilizzare<br />

l'espressione «sostituzione di nucleo<br />

cellulare» (cell nuclear replacement)<br />

al posto di «clonazione terapeutica»,<br />

ma in ciascuno di essi non è mai<br />

venuto meno l'esplicito riferimento alla<br />

generazione di un embrione umano,<br />

seppure ai primi stadi del suo sviluppo,<br />

quale esito previsto e ineludibile di tale<br />

procedura. A fronte di questo atto clonatorio<br />

e delle sue conseguenze sull'embrione<br />

umano, il giudizio morale è di assoluta<br />

inaccettabilità (cfr Giovanni Paolo<br />

II, disc. cit., p. 1; Congregazione per<br />

la Dottrina della Fede, Istruzione Donum<br />

vitae (22 febbraio 1987), I, 6, in:<br />

AAS 1988, 80: 84-85; Pontificia Academia<br />

pro Vita, Dichiarazione sulla produzione<br />

e sull'uso scientifico e terapeutico<br />

delle cellule staminali embrionali<br />

umane, in: L'Osservatore Romano<br />

25.08.2000, p. 6) in quanto «l'uso degli<br />

embrioni o dei feti umani come oggetto<br />

di sperimentazione costituisce un delitto<br />

nei riguardi della loro dignità di esseri<br />

umani, che hanno diritto al medesimo<br />

rispetto dovuto al bambino già nato e<br />

ad ogni persona» (Lett. enc. Evangelium<br />

vitae 63; cfr Carta dei diritti della<br />

famiglia, Città del Vaticano 1983, art<br />

4b).<br />

La generazione per clonazione di un<br />

embrione umano al fine di utilizzarlo<br />

come fonte di cellule staminali da destinarsi<br />

alla coltura e alla differenziazione,<br />

e successivamente all'innesto nel corpo<br />

dei pazienti che hanno fornito il nucleo<br />

delle loro cellule somatiche per la clonazione<br />

medesima, è un'azione indegna<br />

della persona umana perché si oppone<br />

al suo bene, e nessuna intenzione buona<br />

o circostanza particolare è capace di<br />

cancellarne la malizia. Neppure la ventilata<br />

circostanza dello stato di necessità<br />

nel quale si troverebbe attualmente la ricerca<br />

sulla terapia cellulare e la terapia<br />

genica somatica (legata alla manipolazione<br />

delle cellule staminali) — e dovuto,<br />

secondo alcuni, alla apparente impossibilità<br />

di disporre altrimenti di cellule<br />

staminali autologhe idonee — consente<br />

di modificare la specie morale della<br />

clonazione umana, anche limitatamente<br />

al solo embrione, la quale non può essere<br />

oggetto di un atto positivo di volontà<br />

nonostante sia pervasa dall'intento di<br />

salvaguardare o promuovere un importante<br />

bene individuale quale è la salute.<br />

A ben vedere, non mancano valide alternative<br />

ad essa sia per ottenere cellule<br />

staminali autologhe sia per rendere possibile<br />

la terapia genica somatica, anche<br />

se la strada delle cellule staminali autologhe<br />

da tessuti dello stesso paziente o<br />

da cordone ombelicale appare, a detta<br />

di certi studiosi, più lunga e laboriosa.<br />

Ma la tensione al bene di ogni uomo e<br />

di tutto l'uomo, nel rispetto e nella promozione<br />

della sua vita e della sua dignità<br />

dal concepimento alla morte, che sola<br />

può ultimamente giustificare la nobile<br />

impresa della ricerca scientifica e salvaguardare<br />

il prestigioso credito che essa<br />

si è conquistata nella società contemporanea,<br />

rende pienamente ragione di una<br />

scelta che potrebbe anche accrescere la<br />

fatica degli studiosi e allungare i tempi<br />

necessari per trovare una soluzione al<br />

problema della terapia cellulare e genica.<br />

* * *<br />

Recentemente, è stata proposta pubblicamente<br />

una nuova, ipotetica via per<br />

la produzione «diretta» di cellule staminali<br />

immunologicamente compatibili con<br />

l'organismo del paziente senza passare<br />

attraverso la formazione di un embrione,<br />

denominata «trasferimento di nucleo<br />

per la produzione di cellule staminali<br />

autologhe» (TNSA). Nuovi appaiono sia<br />

la sigla sia la descrizione sommaria dell'esito<br />

citologico cui potrebbe condurre<br />

siffatta procedura di trasferimento nucleare,<br />

ma non la procedura di trasferimento<br />

in se stessa, la quale prevede l'inserimento<br />

di un carioplasto (nucleo di<br />

una cellula somatica) in un citoplasto da<br />

oocita (cellula uovo enucleata od ooplasto),<br />

che risulta identica a quella sinora<br />

riportata per la «clonazione terapeutica».<br />

Scopo del TNSA sarebbe quello di<br />

«riprogrammare il nucleo di cellule somatiche<br />

prelevate dal paziente tramite il<br />

contatto con il citoplasma di un oocita»<br />

enucleato. Tale riprogrammazione — sino<br />

ad oggi non facilmente e riproducibilmente<br />

ottenibile per tutti i nuclei di<br />

cellule somatiche di mammifero — sta<br />

alla base del successo di ogni clonazione<br />

per trasferimento di nucleo (cfr T. Kono,<br />

Review of Reproduction 1997, 2: 74-<br />

80; J. Fulka et al., Bioessays 1998, 20:<br />

847-851; K.H. Campbell, Seminars in<br />

Cell and Developmental Biology 1999,<br />

10: 245-252). L'argomentazione addotta<br />

a sostegno della tesi che il TNSA non<br />

condurrebbe alla formazione di uno zigote<br />

e allo sviluppo di un embrione, ma<br />

bensì ad una proliferazione cellulare di<br />

tipo differente, appare singolare e richiederà<br />

di essere studiata con attenzione<br />

anzitutto sotto il profilo della documentazione<br />

scientifica che attende ancora di<br />

essere esibita. I proponenti di tale procedimento<br />

affermano che «un oocita ricostituito<br />

con il nucleo di una cellula somatica<br />

adulta non può considerarsi uno<br />

zigote in senso classico, in quanto non<br />

deriva dall'unione di due gameti». Se il<br />

rilievo non è puramente formale e terminologico<br />

ma intende avere una referenza<br />

empirica, non è immediatamente<br />

evidente a quale decisiva differenza epigenetica<br />

si riferisca l'affermazione, considerato<br />

che da quello che viene ora<br />

chiamato «oocita ricostituito» si sono in<br />

precedenza sviluppati, almeno in un certo<br />

numero di casi e per alcune specie,<br />

degli embrioni simili a quelli derivati<br />

dalla fertilizzazione, in grado di impiantarsi<br />

regolarmente (sebbene con un limitato<br />

successo, ma ciò è vero anche per<br />

alcune tecniche di fecondazione in vitro)<br />

e di dare alla luce un animale clonato.<br />

Del resto, gli stessi autori che descrivono<br />

i propri studi sulla clonazione<br />

usano regolarmente termini (nella letteratura<br />

di lingua inglese: zygote, one-cell<br />

embryo, two-cell embryo,..., blastocyst)<br />

identici a quelli impiegati dai colleghi<br />

che studiano la fertilizzazione in vitro e<br />

lo sviluppo embrionale precoce. La invocata<br />

necessità di «stimolazioni artificiali»<br />

per l'avvio dello sviluppo embrionale dopo<br />

il trasferimento di nucleo non trova<br />

la sua ragion d'essere in una pretesa indeterminazione<br />

(o plurideterminazione)<br />

dello zigote clonato rispetto al suo destino<br />

epigenetico, ma nella assenza della<br />

attivazione naturale della cellula uovo<br />

ad opera dello spermatozoo (mediata<br />

dalla induzione di oscillazioni nella concentrazione<br />

intracellulare di ioni Ca 2+ ),<br />

come la letteratura ampiamente conferma<br />

ed ha recentemente scritto anche un<br />

noto studioso di clonazione animale<br />

(R.S. Prather, Science, settembre 2000,<br />

289: 1886-1887): «Lo stimolo di attivazione<br />

fornito dopo il trasferimento di nucleo<br />

[è] destinato a simulare il segnale<br />

fornito dallo spermatozoo alla fertilizzazione»<br />

(p. 1886). Quanto alla possibilità<br />

che l'«oocita ricostituito» possa «essere<br />

indotto a proliferare e ad incanalarsi<br />

verso la formazione di sfere embrioidi<br />

(non di blastocisti) la cui differenziazione<br />

può essere indirizzata verso specifici<br />

stipiti cellulari», se il termine «sfere embrioidi»<br />

intende indicare quello che letteratura<br />

chiama «corpi embrioidi» (embryoid<br />

bodies, EBs) o talora anche «corpi<br />

embrioidi cistici» (cystic embryoid<br />

bodies, CEBs), si deve riconoscere che<br />

essi potrebbero costituire una sorgente<br />

di elementi istologici pre-differenziati e<br />

differenziati di tipo eterologo (se non<br />

derivanti da trasferimento di nucleo) od<br />

autologo (se ottenuti attraverso il trasferimento<br />

di nucleo di cellula somatica in<br />

un oocita enucleato), potenzialmente<br />

utili per la terapia cellulare e quella genica<br />

somatica. Infatti, la letteratura degli<br />

ultimi trent'anni documenta con abbondanza<br />

che i «corpi embrioidi» contengono<br />

cellule multipotenti pluristratificate<br />

e differenziate (cellule della linea<br />

ematopoietica, endoteliale, muscolare,<br />

neuronale, ecc.) ed anche cavità ed elementi<br />

morfogenetici che ricordano quelle<br />

delle prime fasi dello sviluppo peri-implantatorio<br />

e post-implantatorio degli<br />

embrioni. Ma non si può negare il fatto<br />

che i «corpi embrioidi» sinora studiati in<br />

vitro sono stati prodotti a partire da linee<br />

di cellule staminali embrionali (ES),<br />

e non viceversa. Anzi, proprio la capacità<br />

di dare origine in vitro e in vivo a<br />

«corpi embrioidi» viene considerata, insieme<br />

alla teratomogenicità nel topo immunodeficiente,<br />

una delle prove più evidenti<br />

della «staminalità» (stemness) di<br />

colture di cellule embrionali derivate<br />

della massa cellulare interna della blastocisti<br />

(per le cellule ES umane si veda:<br />

J.A. Thomson et al., Science 1998, 282:<br />

1145-1147). Per ottenere in vitro «corpi<br />

embrioidi» animali e umani, e isolare da<br />

essi specifiche linee cellulari, a tutt'oggi<br />

si è dovuti passare attraverso la coltura<br />

di cellule staminali (ES) derivate dall'embrione<br />

(cfr ad esempio C. Gimond<br />

et al., Differentiation, ottobre 2000, 66:<br />

93-105; A. Rovira et al., Blood, dicembre<br />

2000, 96: 4111-4117; A. Gualandris<br />

et al., Molecular Biology of the Cell, dicembre<br />

2000, 11: 4295-4308), e nessuno<br />

studio ha sinora mostrato che sia possibile<br />

giungere a queste strutture «diretta-<br />

mente» dall'oocita fertilizzato o che ha<br />

subito un trasferimento di nucleo.<br />

Considerati i dati empirici sopra esposti<br />

ed altri ancora, l'ipotesi del TNSA appare<br />

non sufficientemente corroborata<br />

da evidenze sperimentali appartenenti al<br />

sapere scientifico reso noto pubblicamente<br />

e si presenta come una discontinuità<br />

rispetto alle linee di ricerca sulle<br />

cellule staminali embrionali, umane o<br />

animali, fino ad oggi condotte nei laboratori.<br />

In linea di principio, non si può<br />

tuttavia escludere — a motivo della rapidissima<br />

evoluzione delle conoscenze in<br />

questo campo e della riservatezza con<br />

cui talune indagini scientifiche sono<br />

svolte in certe strutture di ricerca —<br />

che tale via innovativa alle cellule staminali<br />

autologhe possa mostrarsi effettivamente<br />

percorribile nei termini in cui è<br />

stata proposta, e cioè senza passare attraverso<br />

la formazione di un embrione<br />

in nessuno dei suoi stadi di sviluppo, da<br />

quello unicellulare in avanti. Il giudizio<br />

morale sulla liceità o meno di tale ricerca<br />

in campo umano — ovvero il TNSA<br />

mediante trasferimento di nuclei di cellule<br />

somatiche umane in oociti enucleati<br />

e in altre cellule della linea germinale<br />

umana o animale, o in cellule embrionali<br />

ancora capaci di dare origine ad un<br />

embrione — rimane sospeso in mancanza<br />

di una adeguata identificazione della<br />

materia (oggetto fisico o genus naturae)<br />

dell'azione, la quale, secondo la tradizione<br />

della teologia morale (Summa theologiae,<br />

I-II, q. 1, a. 3, ad 3; q. 18, a. 5,<br />

ad 3; cfr M. Rhonheimer, Natur als<br />

Grundlage der Moral, Innsbruck-Wien<br />

1987, pp. 367 ss.) concorre insieme all'oggetto<br />

morale (genus moris) a definire<br />

l'oggetto proprio dell'atto umano. Tale<br />

sospensione di giudizio non esime però<br />

dall'obbligo morale di astenersi da<br />

ogni azione che potrebbe implicare la<br />

clonazione di un embrione umano e la<br />

sua distruzione: in dubio pars tutior eligenda<br />

est. Per quanto concerne la sperimentazione<br />

del TNSA, o di tecniche simili,<br />

con ricorso a nuclei di cellule somatiche<br />

animali ed oociti animali, essa<br />

appare invece lecita ed anzi necessaria<br />

in ordine al chiarimento dovuto a proposito<br />

della reale natura del processo<br />

che si intenderebbe promuovere e delle<br />

sue implicazioni biologiche e cliniche.<br />

L'onere della prova che il TNSA non<br />

comporta la generazione di un embrione<br />

in nessuno stadio del suo sviluppo resta<br />

a carico dei proponenti della nuova via<br />

alle cellule staminali autologhe. Una simile<br />

evidenza non potrà tuttavia fondarsi<br />

sulla costruzione di una distinzione<br />

concettuale, avente pretesa di referenza<br />

empirica, tra struttura biologica «pre-organismica»<br />

o «pre-embrionale» (fino allo<br />

stadio di blastocisti) e organismo embrionale<br />

«proprio» (dopo l'impianto),<br />

poiché la suddetta bipartizione dello sviluppo<br />

embrionale umano risulta arbitraria,<br />

sia sotto il profilo delle proprietà<br />

che identificano il processo biologico in<br />

questione (coordinazione, continuità,<br />

gradualità), sia in relazione alla stadiazione<br />

convenzionale di tipo morfologicotemporale<br />

del medesimo, tuttora in vigore<br />

nella biologia dello sviluppo dei<br />

mammiferi (cfr ad esempio S.F. Gilbert,<br />

Developmental Biology, 6th ed., St. Louis/London<br />

2000). Come tale, questa distinzione<br />

concettuale non è decisiva in<br />

ordine alla definizione dello statuto ontologico<br />

dell'embrione umano all'inizio<br />

del suo sviluppo. Anche qualora sussistessero<br />

insolubili dubbi sulla natura della<br />

entità che è stata prodotta attraverso<br />

il TNSA, tale è la posta in gioco che,<br />

sotto il profilo dell'obbligo morale, basterebbe<br />

la sola probabilità di trovarsi di<br />

fronte ad un embrione per giustificare la<br />

più netta proibizione di un'applicazione<br />

di tale procedura in campo umano (cfr<br />

Lett. enc. Evangelium vitae 60).<br />

La ragionevolezza e la convenienza di<br />

un percorso scientificamente rigoroso ed<br />

eticamente guidato nella ricerca di una<br />

terapia per diverse malattie che affliggono<br />

la vita di tanti uomini e donne del<br />

nostro tempo, continua ad essere percepita<br />

da parte di numerosi studiosi e medici<br />

come una naturale corrispondenza<br />

alla propria coscienza e alla vocazione<br />

professionale, come ha ricordato il Santo<br />

Padre ai partecipanti a due congressi<br />

scientifici: «Questa “guida dell'etica” non<br />

toglie nulla, naturalmente, all'indipendenza<br />

epistemologica della conoscenza<br />

scientifica. Piuttosto, essa assiste la<br />

scienza nell'adempimento della sua più<br />

profonda vocazione che è servizio alla<br />

persona umana. Ogni conoscenza della<br />

verità — inclusa la verità scientifica — è<br />

un bene per la persona e per tutta l'umanità.<br />

Ma, come sapete, la verità conosciuta<br />

attraverso la scienza può essere<br />

usata dalla libertà umana per scopi che<br />

sono opposti al bene dell'uomo, il bene<br />

che l'etica conosce. Quando in una civiltà<br />

la scienza si separa dall'etica, l'uomo<br />

viene continuamente esposto a gravi rischi.<br />

L'amore per la persona umana deriva<br />

da una visione della verità dell'uomo,<br />

della sua dignità e del suo incomparabile<br />

valore». (Giovanni Paolo II, Insegnamenti<br />

1984, VII/1: 1637-1642, pp.<br />

1638-1639).


.<br />

PAGINA<br />

7 .<br />

Un nuovo libro di Padre Gino Concetti<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Venerdì 5 Gennaio 2001<br />

Gli orrori della prostituzione<br />

COSMO FRANCESCO RUPPI<br />

Arcivescovo di Lecce<br />

Da anni, come ormai è noto in Italia e all'Estero,<br />

il centro di accoglienza «Regina pacis» di Lecce è<br />

alle prese non solo col problema dell'immigrazione,<br />

ma anche col problema delle ex prostitute che in<br />

numero crescente ci vengono affidate dalla Polizia<br />

e da altre autorità dello Stato, per il recupero e per<br />

la loro salvezza dalle pesantissime grinfie dei trafficanti<br />

e sfruttatori.<br />

Col progetto Ali nuove, presentato nel giugno<br />

scorso in un convegno nazionale, abbiamo messo<br />

in piedi una serie di misure e di interventi e stiamo<br />

già operando, oltre che sul territorio italiano, anche<br />

in Moldavia e Ucraina per il rientro delle ragazze<br />

salvate dalla prostituzione, reinserendole nel<br />

territorio natio.<br />

In questo lavoro, il direttore del Centro «Regina<br />

pacis» don Cesare Lodeserto si è fatto un nome di<br />

primo piano, che gli consente ormai di intervenire<br />

sull'argomento in riunioni e congressi internazionali,<br />

nei quali l'azione della Chiesa è accolta con<br />

grande rispetto e considerazione, soprattutto perché<br />

impostata, al tempo stesso, nel rispetto della<br />

legalità e nel recupero delle donne incorse in questo<br />

squallido mercato, vecchio quanto è vecchio il<br />

mondo, ma oggi divenuto più aspro e più pericoloso,<br />

per l'intreccio malavitoso internazionale che lo<br />

avvolge.<br />

È con questa esperienza o, se si vuole, con questa<br />

premessa operativa, che abbiamo avuto tra mano<br />

l'ultima fatica di padre Gino Concetti sul tema<br />

della prostituzione (G. Concetti, Gli orrori della<br />

prostituzione, Editrice Vivere In, Roma 2000, pp.<br />

1-158) e l'abbiamo letta quasi d'un fiato, per la sua<br />

attualità e l'immediata consonanza con lavoro che<br />

stiamo facendo proprio in questi ultimi due anni.<br />

La prostituzione, infatti, su cui spesso la politica<br />

si getta per riaprire le cosiddette case chiuse o sdebitarsi<br />

per la mancata soluzione del problema immigratorio,<br />

è uno di quei problemi che vanno esaminati<br />

con grande ponderazione e soprattutto con<br />

l'intento di arrestarne lo sviluppo e frenarne le<br />

complicazioni.<br />

Ed è proprio quello che fa p. Concetti in questa<br />

pubblicazione, che, dopo aver esaminato l'espandersi<br />

del fenomeno, tratta della posizione delle istituzioni<br />

civili e della posizione dei cristiani facendo<br />

fugaci, anche se non completi riferimenti, a documenti<br />

di Vescovi e teologi, tra cui spicca il pensiero<br />

di Agostino e di s. Alfonso Maria de' Liguori.<br />

Quel che colpisce subito in questo studio, scritto,<br />

come sempre, con grande scioltezza di eloquio e<br />

chiarezza di argomenti, è la riflessione sulla responsabilità<br />

dei soggetti (cap. V) e le proposte ope-<br />

ROBERTO MOROZZO<br />

DELLA ROCCA<br />

Si è tenuto recentemente a Cluj, in Transilvania,<br />

un rilevante Simposio internazionale<br />

dedicato al «Terzo centenario dell'Unione<br />

della Chiesa romena di Transilvania<br />

con la Chiesa di Roma», ossia dell'atto di<br />

unione alla Chiesa cattolica di una parte<br />

del cristianesimo romeno di rito bizantino,<br />

per formare quella che da tre secoli è la<br />

Chiesa greco-cattolica romena, diffusa soprattutto<br />

in Transilvania.<br />

Le vicende novecentesche del cattolicesimo<br />

romeno di rito bizantino sono state tragiche.<br />

Dal 1948 al 1989 la Chiesa greco-cattolica<br />

è stata messa al bando dalle autorità<br />

comuniste e sottoposta a persecuzione. Come<br />

nella parallela vicenda ucraina, al cattolicesimo<br />

orientale era negato il diritto di<br />

esistere. La Chiesa greco-cattolica di Romania,<br />

quale si presenta attualmente, ha una<br />

viva memoria della discriminazione, della<br />

soppressione, del martirio subito dal suo<br />

clero e dai suoi fedeli.<br />

Nessun Vescovo greco-cattolico cedette<br />

mai alla volontà governativa, non sostando<br />

al ricatto della violenza fisica e neppure alle<br />

lusinghe e promesse di un trattamento di<br />

riguardo qualora si fosse passati a far parte<br />

della Chiesa ortodossa. Se mai il cattolicesimo<br />

bizantino di Romania era stato, nel passato,<br />

sottoposto da suoi detrattori alla critica<br />

di costituire una confessione religiosa di<br />

comodo, ebbene la vicenda del martirio in<br />

epoca comunista ha provato ad abundatiam<br />

la profondità e la consistenza della fede<br />

greco-cattolica, radicatasi in una parte<br />

del popolo romeno nel corso di tre secoli di<br />

storia.<br />

Sebbene assai presente nella passionalità<br />

e nello spirito dei partecipanti, questa vicenda<br />

di martirio non è stata propriamente<br />

oggetto del Simposio di Cluj, dedicato a<br />

una rigorosa ricostruzione storica del contesto<br />

e degli eventi della Unione dell'anno<br />

1700. Nello stesso tempo la resistenza nella<br />

persecuzione ispira la coscienza che i greco-cattolici<br />

di Romania hanno di se stessi, e<br />

sottende alla ferma volontà di risorgere dopo<br />

gli anni della dittatura, anche su rinnovate<br />

basi culturali. In questo senso va compreso<br />

il lavoro per dotarsi di espressione<br />

accademica e strumentazione scientifica di<br />

alto livello, come prova la nascita di alcune<br />

Facoltà di studi teologici di impronta grecocattolica<br />

nelle Università di Stato romene,<br />

tra cui quella di Cluj che ha patrocinato il<br />

citato Simposio.<br />

La scelta di ricordare la Unirea con un<br />

convegno scientifico è significativa della vo-<br />

rative (cap. VII) in cui si intravede la profondità<br />

del moralista e la brillantezza dello scrittore.<br />

Nella sua trattazione, Concetti mette a confronto<br />

le soluzioni trovate da alcune nazioni, come l'Olanda,<br />

che ha legalizzato la prostituzione, ed altre che<br />

hanno istituito i cosiddetti parchi d'amore, annotando<br />

le non poche contraddizioni dell'autorità giudiziaria<br />

italiana e l'accanimento recente contro i<br />

clienti, che ha sollevato tanto clamore nella pubblica<br />

opinione italiana.<br />

Le due tesi ricorrenti, a proposito della prostituzione,<br />

quella abolizionista e quella regolamentarista,<br />

sono esaminate dall'Autore con rigore critico<br />

e, diremmo anche scientifico, ma viene decisamente<br />

respinto il compromesso al quale non poche forze<br />

politiche e culturali intendono ricorrere, anche<br />

in Italia, nella illusione di risolvere un problema<br />

che rischia di aggravarsi ogni giorno di più.<br />

Ed è proprio a questo punto che la lucidità di<br />

Gino Concetti emerge estremamente chiara, perché<br />

riporta il problema sulle basi etiche, le uniche valide<br />

per avviare seriamente a soluzione la questione.<br />

Condannando la tesi della ineluttabilità del fenomeno<br />

della prostituzione, infatti, egli lo inquadra<br />

nella verità dell'uomo e della antropologia cristiana,<br />

affermando che «Dio ha creato l'uomo e la<br />

donna in perfetto equilibrio di tutti gli elementi...»<br />

e aggiungendo senza equivoci che «la passione carnale,<br />

la lussuria è una specie di bestia vorace<br />

che, dopo avere conseguito la soddisfazione, dà segni<br />

di voracità sempre maggiore» (p. 130).<br />

In parole povere, la prostituzione è l'esatto contrario<br />

dell'amore coniugale ed è un mercato immondo,<br />

di cui sono egualmente responsabili cliente,<br />

protettore e povera donna, con l'aggravante che<br />

i primi due, di certo, lo sono ancora di più.<br />

La tesi di Concetti della donna, che vende sesso,<br />

e del cliente, che lo compra, diventa ancora più lucida<br />

ed esemplare, quando dalla prostituzione delle<br />

donne adulte si passa ad esaminare lo sfruttamento<br />

sessuale delle minorenni, come più volte ci accade<br />

di vedere nelle decine e decine di donne arrivate<br />

nel centro Regina pacis dopo esperienze allucinanti.<br />

Qui, naturalmente, emerge ancora più chiara la<br />

responsabilità dei genitori, della società, da cui partono<br />

queste povere ragazze, e della terra che, dopo<br />

rocambolesche vicende, le accoglie, il più delle volte,<br />

senza saperlo.<br />

E qui si apre il discorso della vigilanza delle autorità,<br />

del mancato controllo dell'immigrazione, del<br />

traffico di donne e di bambini, delle falle che si<br />

scoprono ogni giorno di più, senza parlare delle<br />

connivenze, storture e degradi politici e sociali.<br />

Le ultime pagine di questo interessante e attualissimo<br />

volume sono dedicate all'azione di recupero<br />

In un Simposio internazionale svoltosi recentemente a Cluj, in Transilvania<br />

La profondità della fede greco-cattolica radicatasi<br />

in una parte del popolo romeno in tre secoli di storia<br />

lontà di non considerare la storia della<br />

Chiesa greco-cattolica di Romania a parte<br />

dalla storia comune della Transilvania e<br />

della Romania. Molto opportunamente il<br />

Nunzio apostolico a Bucarest, Mons. Jean<br />

Claude Périsset, ha richiamato in apertura<br />

dei lavori la necessità di una «purificazione<br />

della memoria», secondo gli intendimenti di<br />

Giovanni Paolo II. Una tale purificazione<br />

può avvenire superando il rischio di «memorie<br />

parziali», cioè di gruppo, o settoriali,<br />

per ricollocare e ordinare i fatti nel loro<br />

contesto storico, a tutti comune, e far decantare<br />

le passioni di parte. Ciò che il Simposio<br />

ha proceduto a fare con grande ricchezza<br />

di contributi e documentazione.<br />

Il «processo di Unione», più che il puntuale<br />

atto di Unione che ne ha rappresentato<br />

la consacrazione, è stato analizzato e discusso<br />

nella sua complessità, nelle sue tappe,<br />

nella sua originalità.<br />

La penetrazione del calvinismo (a fine<br />

Seicento la Transilvania ricadeva sotto l'influenza<br />

dei magiari e nella regione fermentavano<br />

attive correnti religiose calviniste)<br />

contribuì a far nascere in ampi settori della<br />

Chiesa ortodossa romena di Transilvania<br />

l'aspirazione a passare al cattolicesimo, dopo<br />

avere avuto assicurazione dall'Impero<br />

dell'Austria di potere continuare a usare il<br />

tradizionale rito bizantino. Non fu — ha osservato<br />

il Rettore del Collegio Pio Romeno<br />

di Roma, il benedettino belga Olivier Raquez<br />

— «un ritornare a Roma, ma un dirigersi<br />

verso Roma».<br />

Le autorità asburgiche davano garanzie<br />

di difesa dal proselitismo calvinista, una<br />

volta che i romeni fossero passati alla confessione<br />

cattolica, dominante dell'impero.<br />

La storia non sarebbe però andata propriamente<br />

nel senso immaginato dei politici: i<br />

greco-cattolici non sarebbero divenuti un<br />

elemento di ralliement dei sudditi romeni<br />

dell'impero alle nazionalità dominanti, la<br />

tedesca e la magiara. In altri termini, i greco-cattolici<br />

non avrebbero, con la formazione<br />

della loro Chiesa, indebolito il senso nazionale<br />

dei romeni di Transilvania, dividendoli<br />

confessionalmente dai connazionali di<br />

Valacchia e Moldavia.<br />

Infatti la Chiesa greco-cattolica, profittando<br />

della libertà concessale in quanto fedele<br />

a Roma, sviluppò in maniera inattesa<br />

la cultura romena, divenendo l'artefice della<br />

Romania moderna. Nella stessa epoca in<br />

Valacchia e Moldavia, vassalle degli ottomani,<br />

mancavano le condizioni per un libero<br />

dispiegarsi della cultura romena e permaneva<br />

uno stato per così dire di oscurantismo.<br />

Al simposio hanno partecipato eminenti<br />

studiosi di varia estrazione confessionale, a<br />

testimonianza dello sforzo di produrre un<br />

lavoro storiografico non di parte, ma comune,<br />

che superasse la frequente polemica<br />

tra differenti storiografie talora qualificatesi,<br />

riguardo alle vicende della Chiesa grecocattolica,<br />

non tanto per la ricerca di obiettività<br />

quanto per la difesa di posizioni a<br />

priori contrarie o favorevoli.<br />

Maturi studiosi di fede ortodossa come<br />

Pompiliu Teodor, maestro di generazioni di<br />

storici transilvani, hanno partecipato ai lavori<br />

accanto a giovani promettenti come<br />

Mihai Sasavjau, diacono ortodosso, docente<br />

nell'Università di Arad. Numerosi erano i<br />

relatori di confessione greco-cattolica, da<br />

George Cipaianu che svolge il suo insegnamento<br />

universitario a Cluj e a Parigi, ed ha<br />

presentato inedito materiale di fonte diplomatica,<br />

alla giovane Ana Victoria Sima che<br />

ha suscitato interesse con una relazione su<br />

fonti inedite relative alla storia religiosa della<br />

Transilvania, sulla base di documentazione<br />

reperita in archivi romani e vaticani.<br />

Ma si può dire che in generale il Simposio<br />

ha interessato tutto l'ambiente della<br />

Università «Babes Bolyai» di Cluj, forse la<br />

più prestigiosa università della Romania, di<br />

certo quella con il maggior numero di studenti<br />

(48.000) e con il più marcato pluralismo<br />

interno (vi sono persino quattro distinte<br />

Facoltà di Teologia, per le Chiese ortodosse,<br />

cattolica latina, greco-cattolica, e<br />

protestanti nelle loro varie denominazioni).<br />

il Rettore della Università «Babes Bolyai»,<br />

Andrei Marga, anch'egli greco-cattolico, è<br />

ministro dell'Educazione della Romania: a<br />

lui il compito e l'onore di presiedere la sessione<br />

inaugurale del Simposio.<br />

Il Simposio ha goduto di significative<br />

presenze internazionali. Dall'Università di<br />

Pisa è venuto Cesare Alzati, che ha contribuito<br />

non poco alla progettazione e realizzazione<br />

del colloquio scientifico. Dall'Università<br />

dell'Illinois è venuto Keith Hitchins,<br />

dall'Università di Vienna è venuto<br />

Ernst Christian Suttner. In rappresentanza<br />

della Congregazione per le Chiese Orientali,<br />

era presente Roberto Morozzo della Rocca<br />

dell'Università di Roma III.<br />

Nell'intervento conclusivo Mons. Virgil<br />

Bercea, Vescovo di Oradea, nonché Decano<br />

(cioè Preside) della Facoltà di Teologia<br />

greco-cattolica dell'Università di Cluj, ha<br />

sottolineato la felice e singolare coincidenza<br />

del terzo centenario dell'Unione con il<br />

Grande Giubileo del Millennio, riprendendo<br />

poi il tema della purificazione della memoria<br />

con il quale il Simposio si era aperto.<br />

Questa purificazione — ha detto il Vescovo<br />

greco-cattolico — non è dimenticanza e<br />

non è abbandono delle proprie radici, bensì<br />

«perdono e amore».<br />

e di sostegno e siamo certi che in una prossima,<br />

auspicata ristampa, il bravo Autore non mancherà<br />

di avvalersi della esperienza di chi lavora sul campo<br />

giorno e notte, per offrire nuovi e concreti stimoli<br />

alla comunità cristiana, che deve compromettersi<br />

di più anche in questo delicato settore.<br />

Ma è già significativo che Concetti richieda l'intervento<br />

della comunità cristiana non solo nella lotta<br />

alla prostituzione, ma anche nella fase preventiva<br />

e in quella di recupero chiedendo a Vescovi,<br />

parroci e responsabili delle Caritas che «al centro<br />

dei loro interessi non vi siano soltanto i poveri, gli<br />

anziani, gli emarginati, i disoccupati, i drogati, ma<br />

anche le ragazze... oggetto di mercificazione sessuale»<br />

(p. 143).<br />

«Quella ragazza o giovane donna che si prostituisce<br />

— scrive con passione Gino Concetti —<br />

è una persona che va amata e aiutata a liberarsi<br />

dalla condizione deviante in cui è inserita»<br />

(p. 144).<br />

Molto si è fatto e si sta facendo in tale direzione<br />

e lo stesso Concetti elogia i sacerdoti «saliti alla ribalta<br />

nazionale per il loro impegno a favore delle<br />

ex prostitute», ma ogni sforzo sarà vano, se non si<br />

mette un freno alle bande criminali, che continuano<br />

a lucrare centinaia e centinaia di milioni su questa<br />

nuova tratta di ragazze, di cui in Puglia abbiamo<br />

innumerevoli e drammatiche tracce, con una<br />

frequenza che cresce ogni giorno di più.<br />

C'è una vera e propria bonifica da fare non tanto<br />

dei marciapiedi delle grandi città, delle periferie<br />

urbane e delle molte strade nazionali e vicinali, ma<br />

della mentalità e del costume corrente. Una bonifica<br />

da fare nella testa dei clienti, oltre che degli<br />

sfruttatori e degli intermediari, ma anche una bonifica<br />

da fare nella stessa legislazione italiana ed<br />

europea, contraddittoria e contorta, quando addirittura<br />

non è incline alla tolleranza e al permissivismo<br />

morale.<br />

Ma la bonifica più grande va fatta nella testa e<br />

nel cuore di ogni essere umano, per riportarlo al<br />

piano della creazione, che vuole l'amore sponsale<br />

al centro dei valori e la stessa sessualità come un<br />

nobile dono del Creatore.<br />

In questi anni padre Concetti, oltre che illuminarci<br />

e documentarci da queste colonne, ci ha dato<br />

una moltitudine di studi e di opere, quasi tutte sul<br />

piano morale, toccando i temi della sessualità e<br />

della famiglia, della clonazione e della fecondazione<br />

medicalmente assistita e lo ha fatto sempre con<br />

grande lucidità, competenza e passione pastorale.<br />

Dobbiamo essergli grati per questo prezioso e<br />

desiderato servizio, ma un pochino dobbiamo essere<br />

grati anche alla promettente Editrice Vivere In,<br />

che della passione culturale e del generoso servizio<br />

alla verità ha fatto la sua onorata bandiera.<br />

schede - schede - schede<br />

Guido Novella, Il tempo dell'uomo<br />

nel presente di Dio. Meditazioni<br />

per adolescenti e giovani,<br />

Editrice Elle Di Ci, Leumann<br />

1999, pp. 79, L. 8.000, E. 4,13. Sui<br />

ritmi dell'anno liturgico che si snoda<br />

dall'Avvento alla Pentecoste, G.<br />

Novella offre ai giovani e agli adolescenti<br />

ventuno schemi di meditazione<br />

sulle grandi verità della fede.<br />

a cura di GINO CONCETTI<br />

Ogni meditazione si articola secondo<br />

un modulo prefissato: un prologo<br />

introduttivo e centralizzante, il<br />

«corpo» della riflessione, un testo<br />

biblico appropriato e la preghiera<br />

conclusiva, seguita da un impegno<br />

operativo. Scritto con stile fluido, il<br />

sussidio vuol essere uno strumento<br />

per iniziare i giovani e gli adolescenti<br />

alla meditazione.<br />

Antonio Gentili-Andrea Schnöller, Dio nel silenzio, Ancora Editrice Milano<br />

2000, pp. 335, L. 34.000. Due sacerdoti religiosi, operanti nel settore<br />

della formazione e della spiritualità hanno unito la loro esperienza e la loro<br />

cultura per ribadire l'utilità, il valore e l'efficacia della meditazione.<br />

Una volta tanto raccomandata e praticata, oggi sembra sopraffatta dall'attivismo.<br />

I sacerdoti infatti sono più che mai assorbiti nel ministero da<br />

conservarsi poco spazio per lo svolgimento delle pratiche di pietà sia personali<br />

che comunitarie. Contro l'attivismo invadente è consigliato il «silenzio»,<br />

inteso come luogo e come tempo per riflettere, per analizzarsi e per<br />

contemplare i misteri di Dio e la sequela di Cristo.<br />

Mario Gadili, San Giovanni Calabria,<br />

Edizioni San Paolo, Cinisello<br />

Balsamo 2000, pp. 423,<br />

L. 34.000, E. 17,56. Nella sua lunga<br />

vita Giovanni Calabria (1873-1954) è<br />

stato uno dei sacerdoti e apostoli<br />

più rappresentativi della prima parte<br />

del secolo ventesimo. Giovanni<br />

Paolo II lo ha proclamato santo alla<br />

fine del secondo millennio. Questa<br />

di Mario Gadili è la «biografia ufficiale»<br />

e pertanto scritta con tutti i<br />

crismi della legalità canonica. Ma<br />

non esaltativa di maniera. Don Calabria<br />

risplende con le sue notevoli<br />

doti di uomo e di sacerdote. Non è<br />

una biografia costruita per ottenere<br />

la dichiarazione di santità, ma la<br />

santità registrata nella vita e nel ministero<br />

di don Calabria.<br />

Parrocchia Corpus Domini, Una generazione narra all'altra la tua fedeltà,<br />

Roma 2000, pp. 71 (s.i.p.). Sorta alla periferia romana nella seconda<br />

metà del secolo ventesimo la comunità parrocchiale Corpus Domini si è<br />

pienamente inserita nel territorio diventando un centro di riferimento spirituale<br />

e un luogo di culto e di evangelizzazione della popolazione che è<br />

andata continuamente crescendo. Affidata a sacerdoti giovani ha esercitato<br />

un influsso formativo che si è radicato nelle coscienze. Il motto dei pionieri<br />

è stato: «Si fa una chiesa per essere Chiesa». La pubblicazione comprova<br />

che è stata «ammirabile e incoraggiante la costanza dei sacerdoti e dei fedeli<br />

del tempo».<br />

Acura di Pietro Vanetti, La<br />

Bibbia, Edizioni Piemme, Casale<br />

Monferrato 2000, pp. 1198,<br />

L. 35.000, E. 18,08. Di formato tascabile<br />

e riccamente illustrata, questa<br />

Bibbia che viene detta «mini»<br />

contiene tutti i testi dell'Antico e<br />

del Nuovo Testamento nella cosiddetta<br />

«versione» della Conferenza<br />

Episcopale Italiana. Le introduzio-<br />

ni, i commenti e le note sono stati<br />

però rielaborati dalla «Bibbia della<br />

Civiltà Cattolica». La presentazione<br />

è del Padre Peter-Hans Kolvenbach,<br />

Preposito Generale della Compagnia<br />

di Gesù. I Gesuiti hanno un<br />

grande merito negli studi biblici, la<br />

cui massima espressione è il Pontificio<br />

Istituto Biblico di Roma. Ottimo<br />

strumento per conoscere la Bibbia.<br />

Carlo Rocchetta, Teologia della tenerezza. Un «vangelo» da riscoprire,<br />

Edizioni Dehoniane, Bologna 2000, pp. 448, L. 48.000, E. 24,79. C. Rocchetta<br />

è teologo e docente universitario, ha al suo attivo diverse opere, che<br />

si contraddistinguono per un taglio biblico nell'esposizione dei temi della<br />

salvezza e della ecclesiologia. Proseguendo le sue ricerche affronta in questa<br />

pubblicazione il tema della «tenerezza» intesa però in chiave biblicoteologica<br />

e antropologica. L'orizzonte è molto vasto e fortemente incentrato<br />

in Cristo, nel quale la tenerezza si riveste di tutte le virtù che lo manifestano<br />

come redentore e salvatore, come ricco di misericordia e di amore.<br />

Lettera del Vescovo di Volterra, Mons. Bianchi, ai fedeli della Diocesi<br />

L'evangelizzazione in tutte le sue forme<br />

e nei diversi ambiti come scelta prioritaria<br />

L'evangelizzazione nelle sue molteplici<br />

forme e nei diversi ambiti è la<br />

scelta prioritaria della Diocesi di Volterra.<br />

La scelta è maturata come impegno<br />

programmatico per il nuovo<br />

anno pastorale. Il mandato di Cristo<br />

si fa più urgente nel contesto di una<br />

Chiesa che si vede assediata da correnti<br />

secolaristiche che sovvertono il<br />

quadro gerarchico dei valori e alzano<br />

barriere ideologiche nei riguardi dell'avvenimento<br />

religioso e delle norme<br />

morali.<br />

In sintonia con la Conferenza Episcopale<br />

Italiana, Mons. Mansueto<br />

Bianchi, Vescovo di Volterra, espone<br />

le esigenze di un coinvolgimento di<br />

tutti i cristiani nella missione evangelizzatrice<br />

per rendere la fede più attraente<br />

e il Vangelo più seguito come<br />

libro di vita e di salvezza eterna. Due<br />

sono le richieste avanzate dal Vescovo.<br />

In ogni parrocchia o gruppo di<br />

parrocchie è urgente «avviare o rilanciare<br />

un'esperienza stabile di ascolto<br />

e di confronto con la parola di Dio,<br />

offerta ed aperta ad ogni persona<br />

che voglia fruirne». Il Presule suggerisce<br />

di «individuare qualche famiglia<br />

disposta ad accogliere in date prestabilite,<br />

la presenza di un gruppo di<br />

persone che lì convergono per leggere<br />

e confrontare la propria vita con il<br />

Vangelo. L'incontro sarà guidato da<br />

un moderatore, sacerdote o laico».<br />

L'incontro ha una funzione pedagogico-catechetica,<br />

e una spirituale.<br />

Meditare la parola di Dio, approfondirla<br />

in gruppo è certamente un metodo<br />

stimolante, ma perché produca<br />

frutti spirituali è necessario far sì che<br />

l'incontro periodicamente sfoci «in<br />

un momento più esplicito di preghiera,<br />

la lectio divina, da tenersi nella<br />

chiesa. L'obiettivo è di tornare a centralizzare<br />

la vita della comunità attorno<br />

al Vangelo, ed anche di proporre<br />

un momento di ascolto e di<br />

confronto con la parola di Dio per<br />

quelle persone che ne siano desiderose<br />

o in ricerca».<br />

Mons. Bianchi indica il testo di<br />

Vangelo da seguire nel corrente anno<br />

pastorale: il Vangelo di Marco, proposto<br />

dalla tradizione come il «Vangelo<br />

del catecumeno». Si potrà preferire<br />

il brano del Vangelo utilizzato<br />

nell'Eucaristia domenicale.<br />

La seconda richiesta del Vescovo<br />

riguarda la pastorale giovanile. Iniziare<br />

una riflessione e una elaborazione<br />

è preliminare per giungere a<br />

scelte operative praticabili in Diocesi.<br />

La Diocesi di Volterra condivide,<br />

purtroppo, con altre Diocesi, il «vuoto<br />

che fa seguito al sacramento della<br />

confermazione: vuoto di proposte da<br />

parte di molte parrocchie e vuoto di<br />

risposte da parte degli adolescenti e<br />

dei giovani». Il Vescovo chiede che<br />

«si pensi seriamente e progettualmente<br />

ad una proposta praticabile per le<br />

risorse che abbiamo o che possiamo<br />

reperire, anche utilizzando la spinta<br />

della recente Giornata Mondiale della<br />

Gioventù, con l'affidamento del Santo<br />

Padre alle Diocesi di dare continuità<br />

a questo evento».<br />

Mons. Bianchi è convinto che il<br />

problema degli adolescenti e dei giovani<br />

possa essere considerato favorevolmente<br />

come «punto di inizio per<br />

una pastorale di missione». Infatti il<br />

fattore favorevole è dato dalla loro<br />

partecipazione agli ambienti ecclesiali,<br />

almeno fino alla cresima. Si tratta<br />

perciò di avviare una proposta a una<br />

componente già in parte della comunità<br />

ecclesiale e vitale per la Chiesa<br />

di oggi e di domani.<br />

Nell'analisi del mandato missionario<br />

Mons. Bianchi esamina alcuni<br />

«strumenti». Il primo è quello di<br />

«portare avanti la vita ordinaria delle<br />

nostre comunità, svolgendo i ministeri<br />

di annuncio, di catechesi, di celebrazione,<br />

di carità con una sensibilità<br />

missionaria. La vera diversità e novità<br />

consiste negli atteggiamenti mentali,<br />

spirituali pastorali con cui ci si<br />

inserisce nelle vicende originarie delle<br />

comunità.<br />

Ci si deve inoltre porre il problema<br />

dell'annuncio diretto di Gesù Cristo e<br />

del Vangelo alle persone. Attualmente<br />

le comunità sono pensate «essenzialmente<br />

in funzione di se stesse e<br />

della propria vita interna. Il massimo<br />

di apertura all'esterno è nel rispondere<br />

e corrispondere a coloro che chiedono<br />

la fruizione di un sacramento<br />

per sé o per i propri figli. In Diocesi<br />

c'è una rete di servizi: persone che si<br />

dedicano alla catechesi, alla celebrazione,<br />

alla carità. Mancano gli annunciatori<br />

del Vangelo. Si devono<br />

formare e «scoprirli». Strumenti for-<br />

mativi idonei sono la scuola di teologia<br />

e i corsi di formazione attivati in<br />

Diocesi.<br />

Un secondo strumento di evangelizzazione<br />

è la catechesi. Il drammatico<br />

della situazione è che mentre in<br />

origine si davano i sacramenti a coloro<br />

che avevano la fede, oggi ci si trova<br />

a «dare la fede a coloro che ricevono<br />

i sacramenti». S'impone perciò<br />

l'istanza di «ridestare» una fede viva<br />

ed esplicita in coloro a cui si amministrano<br />

i sacramenti. Per recuperare<br />

lo svantaggio e superare il divario,<br />

Mons. Bianchi propone «itinerari catechistici<br />

di tipo catecumenale, nel<br />

senso che si pongano l'obiettivo di<br />

suscitare e ridestare la convinzione e<br />

l'adesione di fede in chi si prepara ai<br />

sacramenti». L'obiettivo riguarda<br />

«particolarmente i sacramenti dell'iniziazione<br />

cristiana, ma si estende anche<br />

a chi si presenta per celebrare il<br />

matrimonio o a chiedere i sacramenti<br />

per i figli». L'obiettivo suppone la<br />

preparazione dei catechisti che siano<br />

oltre che generosi anche competenti<br />

nel contenuto e nei metodi.<br />

Un terzo strumento è dato dallo<br />

stile celebrativo delle comunità. La<br />

Celebrazione Liturgica è evangelizzatrice<br />

e catechizzatrice vissuta secondo<br />

le norme e lo spirito della liturgia.<br />

L'Eucaristia in particolare deve risaltare<br />

per la sua centralità; per essere<br />

«fonte e culmine di tutta la vita della<br />

Chiesa». Attenzione speciale merita<br />

l'omelia per il servizio che rende ai<br />

fedeli, alle prese con i loro problemi<br />

e costretti a confrontarsi con le scelte<br />

e gli orientamenti della società.<br />

Un nuovo mezzo di evangelizzazione<br />

è dato dalla presenza e dall'azione<br />

che la comunità cristiana riesce ad<br />

esprimere nell'ambito sociale della<br />

povertà, del disagio, dell'emarginazione,<br />

della malattia. Positive sono le<br />

forme di religiosità popolare e i pellegrinaggi,<br />

effettuati in spirito di preghiera,<br />

di purificazione e di ascesi.<br />

Infine, è importante che la comunità<br />

cristiana offra luoghi, occasioni<br />

e momenti di silenzio. Contro l'inflazione<br />

di parole e messaggi devianti, è<br />

necessario più che mai rientrare in<br />

sé stessi e riflettere sulla propria vocazione<br />

e sul proprio futuro nel progetto<br />

di Dio. (g.c.)


ITALIA<br />

PAGINA<br />

8 .<br />

Il cammino<br />

della Chiesa<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Venerdì 5 Gennaio 2001<br />

Andrea, Federica, Nicolas, Giacomo, Fabiano,<br />

Giovanni... Sono solo alcuni dei<br />

3.400 nomi dei bambini che dal 1994 sino<br />

al 1° novembre 2000 sono nati in Italia<br />

grazie al «Progetto Gemma», l'iniziativa<br />

promossa dal Movimento per la Vita allo<br />

scopo di aiutare le madri in difficoltà evitando<br />

il ricorso all'aborto volontario per<br />

motivi economici.<br />

Quei 3.400 nomi sono l'originale «firma»<br />

al messaggio di auguri natalizi che nei<br />

giorni scorsi è stato inviato a tutti coloro<br />

PERUGIA-CITTÀ DELLA PIEVE Lettera dell'Arcivescovo Giuseppe Chiaretti<br />

«Verso il futuro<br />

con speranza»<br />

«Verso il futuro con speranza» è la<br />

lettera pastorale dell'Arcivescovo Giuseppe<br />

Chiaretti indirizzata a tutti i cristiani<br />

dell'Arcidiocesi di Perugia-Città<br />

della Pieve a chiusura dell'anno giubilare.<br />

La lettera, stampata in alcune decine<br />

di migliaia di copie, viene diffusa nelle<br />

comunità parrocchiali in questi giorni<br />

da religiosi e laici.<br />

È un documento che non traccia «bilanci»,<br />

in quanto «con le cose di Dio —<br />

scrive Mons. Chiaretti — è difficile fare<br />

bilanci, perché quel che avviene nel profondo<br />

della coscienza solo Dio lo sa»,<br />

ma aiuta a riflettere sull'esperienza giubilare,<br />

offrendo delle “indicazioni” ed alcuni<br />

”strumenti” per incamminarci con<br />

maggior fede e speranza nell'aurora del<br />

terzo millennio. Un'era che sarà caratterizzata<br />

dalla “nuova evangelizzazione”<br />

per le aggregazioni laicali, o i “laboratori<br />

di fede” per i giovani».<br />

A Giovanni Paolo II è dedicata la parte<br />

introduttiva di questa lettera pastorale:<br />

«Abbiamo seguito da vicino le parole<br />

e i gesti del Papa e dobbiamo riconoscere<br />

che ci ha stupiti per la forza d'animo<br />

e la lucidità di riflessione con cui ha accompagnato<br />

lo svolgersi del Giubileo —<br />

sottolinea l'Arcivescovo —, continuando<br />

a parlare non solo alla cattolicità, ma a<br />

tutto il mondo, anche ai lontani da qualsiasi<br />

fede religiosa, per proporre orizzonti<br />

nuovi di umanizzazione all'inizio<br />

del terzo millennio. Pensiamo, ad esempio,<br />

al coraggio con cui s'è rivolto ad<br />

ogni categoria di persone, dai politici ai<br />

militari, dai docenti universitari ai carcerati...,<br />

per difendere i più deboli, chiedere<br />

una mondializzazione della solidarietà,<br />

proporre un nuovo modello di giustizia<br />

in cui coniugare diritto e misericordia,<br />

parlare con insistenza di riconciliazione<br />

e di perdono per far nascere la pace,<br />

difendere ad oltranza la vita e la famiglia...<br />

La triade conversione a Dio, riconciliazione,<br />

solidarietà con i deboli è<br />

pur sempre un buon programma etico<br />

per la convivenza umana».<br />

Mons. Chiaretti presenta il «progetto<br />

operativo» più imminente: la visita pastorale.<br />

«È questa, come sapete, la nuova<br />

fase del lavoro pastorale dopo il Congresso<br />

Eucaristico e l'anno giubilare. La<br />

visita che il Vescovo intende fare alla<br />

sua Chiesa, con tutto il rispetto e la pazienza<br />

necessari, è non solo la meta ma<br />

anche il metodo sinodale del nuovo lavoro,<br />

cui sono invitati preti e laici. Il<br />

Vescovo va di comunità in comunità,<br />

riunite secondo il criterio dell'unità pastorale,<br />

per verificare lo stato di salute<br />

spirituale dei credenti nel momento critico<br />

del passaggio da una fede anagrafica<br />

tradizionale, fatta di buone antiche<br />

consuetudini, ad una fede missionaria in<br />

un mondo secolarizzato, e quindi frutto<br />

d'una scelta libera, motivata, responsabile,<br />

operosa, seria. Che non vuol dire<br />

fede senza più peccati o turbamenti<br />

(magari lo fosse!), ma fede forte e visibile<br />

che, anche se nasce come una tenera<br />

pianticella, non si lascia schiacciare dal<br />

gelo o dalla siccità d'un mondo ostile o<br />

diffidente». L'Arcivescovo intende la visita<br />

pastorale come un'occasione «per incontrare<br />

la gente, per ascoltare, per dialogare,<br />

per incoraggiarla con la parola<br />

della fede, per pregare insieme, per far<br />

crescere i segni della carità, per dare a<br />

tutti speranza. Non è un compito facile,<br />

me ne rendo conto — sostiene —; ma<br />

con l'aiuto dei parroci, dei ministri laici,<br />

di tutti voi ci proverò».<br />

Nella lettera esorta le «strutture organizzative»<br />

come la «“parrocchia” vecchia<br />

maniera» a «cambiare un po', sia perché<br />

cambiano i modi di vivere la stessa<br />

esperienza cristiana (si pensi alle nuove<br />

forme di aggregazione e di vita ecclesiale<br />

determinate dai movimenti emergenti,<br />

dalla mobilità delle persone, dalla loro<br />

libertà di scelta...), sia perché ci sarà<br />

nell'immediato una certa carestia di preti,<br />

che consentirà tuttavia di far crescere<br />

in ogni battezzato il senso di corresponsabilità<br />

di chiesa. Dio sa quel che fa: e<br />

se ci fa passare attraverso un'esperienza<br />

di povertà è per liberarci del superfluo<br />

d'una religiosità talvolta superficiale e<br />

per ricondurci all'essenziale dell'evangelizzazione<br />

e della carità. Un bagno di<br />

umiltà e di povertà, nelle persone come<br />

nei beni, è sempre stato per la Chiesa<br />

un ottimo ricostituente!».<br />

Altro passaggio significativo del documento<br />

sono i «laboratori di fede» che<br />

sono, come ricorda Mons. Chiaretti,<br />

«un'efficace espressione del Papa parlando<br />

ai due milioni di giovani nel raduno<br />

giubilare di Roma. Non sappiamo ancora<br />

come avviarli, però indicano una pista<br />

da battere. «Laboratori di fede» sono<br />

da sempre le associazioni vive (tale è ancora<br />

ad esempio l'Azione Cattolica, troppo<br />

imprudentemente dimessa), le quali<br />

formano attraverso la Parola di Dio —<br />

la croce — i sacramenti — la preghiera:<br />

ma «laboratori di fede» sono oggi anche<br />

i movimenti ecclesiali, che i Vescovi italiani<br />

hanno definito «efflorescenze dello<br />

Spirito Santo», diversissimi tra loro ma<br />

capaci di provocare svolte radicali in<br />

senso cristiano. Sia le associazioni che i<br />

movimenti hanno bisogno di sentirsi<br />

Chiesa locale, collegati fortemente non<br />

solo con chi nella Chiesa è segno di unità<br />

e di comunione, il Vescovo, ma anche<br />

con quella comunità di popolo, povera<br />

forse di grazia e di doni ma pur<br />

sempre la Chiesa che ci ha trasmesso la<br />

fede, madre da amare e da servire con<br />

umiltà e senza arroganza».<br />

Anche attraverso i «laboratori di fe-<br />

de», l'Arcivescovo ribadisce che è «un<br />

grande errore non accorgersi che i tempi<br />

stanno mutando e che occorre innovare,<br />

con prudenza ma anche con coraggio,<br />

per non essere costretti a fare i<br />

custodi di chiese belle ma tristi. A dire il<br />

vero, si nota nella nostra Diocesi una ripresa<br />

di frequentazione delle chiese e di<br />

fervore un po' per la rivalutazione della<br />

domenica dopo il V Congresso Eucaristico<br />

diocesano, un po' per la movimentazione<br />

della gente con i pellegrinaggi giubilari,<br />

un po' per la delusione di tanto<br />

«effimero» e il bisogno profondo di ritrovare<br />

certezze antiche. Dobbiamo essere<br />

lieti di questo fenomeno, ma senza mollare<br />

la presa, ...».<br />

Con l'esortazione a guardare «al futuro<br />

con speranza!» Mons. Chiaretti entra<br />

nella tematica centrale della sua lettera<br />

pastorale: «Viene in mente il grido di<br />

Isaia: “Sentinella, quanto resta della notte?”<br />

(Is 22,11). Non sono un indovino<br />

che tira a cogliere — sottolinea —; ma<br />

un credente che risponde con le parole<br />

di Gesù: “Convertitevi e credete al Vangelo!”<br />

(Mc 1,15). Tutt'intorno ci sono sapori<br />

di morte; ma Dio può capovolgere<br />

ogni pietra tombale e metterci sopra il<br />

segno della risurrezione! La storia per<br />

natura sua è portatrice di novità e cioè<br />

di situazioni inedite, da affrontare con la<br />

saggezza che deriva dall'esperienza e<br />

dalla fede. Con tale saggezza dobbiamo<br />

allora affrontare anche il futuro, che<br />

presenta il fenomeno grandioso della<br />

mondializzazione, con una immigrazione<br />

sempre più massiccia e la conseguente<br />

multiculturalità, l'enfatizzazione del<br />

Bari-Bitonto: messaggio<br />

di Mons. Francesco<br />

Cacucci<br />

a conclusione<br />

del Sinodo diocesano<br />

«Al termine del cammino sinodale —<br />

questo l'incipit del Messaggio dell'Arcivescovo<br />

di Bari e Bitonto, Mons. Francesco<br />

Cacucci, in occasione della chiusura<br />

del Sinodo diocesano — rivolgiamo<br />

il nostro pensiero a tutti, credenti e non<br />

credenti con i quali ogni giorno camminiamo<br />

fianco a fianco per rendere migliori<br />

le nostre città. Alla luce della Parola<br />

di Dio, abbiamo voluto metterci in<br />

ascolto del tempo presente, condividere<br />

le gioie e le speranze di tracciare nuovi<br />

percorsi di vita».<br />

Il Presule ha espresso altresì la fiducia<br />

e la speranza che sono nascosti nell'intimo<br />

di ogni persona con amore e verità<br />

e si rinnovano e si trasfigurano in fremito<br />

di vita affidandosi alla «via, verità e<br />

vita» incarnate in Gesù Cristo.<br />

Nel suo messaggio Mons. Cacucci ha<br />

voluto anche ringraziare i fratelli delle<br />

Chiese ortodosse e delle Comunità ecclesiali<br />

che, con ammirevole assiduità, hanno<br />

seguito i lavori sinodali. Un saluto<br />

particolare è stato rivolto ai giovani perché<br />

sappiano mantenere fisso lo sguardo<br />

su Cristo per attingere da Lui la forza<br />

alla speranza.<br />

«Rivolgiamo — ha continuato l'Arcivescovo<br />

— un pensiero commosso a voi<br />

bambini che, all'inizio di questo Terzo<br />

Millennio vi affacciate alla vita e tutti<br />

voi “poveri”, la cui voce di solito non è<br />

ascoltata. Con tutti desideriamo costruire<br />

comunità cristiane accoglienti, in<br />

continuità con l'esperienza di fraternità<br />

e di comunione che, sul modello della<br />

famiglia di Nazareth, abbiamo sperimentato<br />

durante il cammino sinodale».<br />

VITO MAUROGIOVANNI<br />

mondo virtuale rispetto a quello reale,<br />

una tecnologia sempre più avanzata,<br />

mutazioni radicali circa il lavoro e l'informazione,<br />

l'ingegneria genetica e via<br />

dicendo. Comportamenti saggi saranno<br />

quelli ispirati al dialogo (ecumenico, interreligioso,<br />

interculturale), alla tolleranza,<br />

al rispetto dei diritti e della dignità<br />

d'ognuno, all'autodisciplina e al senso di<br />

responsabilità, alla giustizia, alla solidarietà...<br />

Per un cristiano tutto questo nasce<br />

dalla fede e dalla carità appresa alla<br />

scuola di Cristo. È per Cristo e con Cristo<br />

che possiamo guardare al futuro con<br />

speranza, che non è l'utopia del “tutto<br />

facile”, ma la certezza che in nessun caso<br />

saremo abbandonati all'insignificanza<br />

e al fallimento».<br />

L'Arcivescovo conclude esprimendo<br />

«una seria preoccupazione... per certi<br />

ostinati insulti contro le norme morali,<br />

quali l'edonismo più spinto, le volgarità,<br />

le trasgressioni erette a sistema, le tolleranze<br />

anche legali di comportamenti delittuosi<br />

o viziosi o blasfemi... Dico chiaramente<br />

che, se non prendiamo coscienza<br />

dell'inquinamento morale in cui stiamo<br />

sprofondando e non cambiamo rotta,<br />

stiamo condannando la nostra società,<br />

i nostri giovani, le nostre famiglie ad<br />

una vera rovina, incamminati come siamo<br />

verso l'autodistruzione... Urge un'inversione<br />

di tendenza nella società. Urge<br />

per i battezzati recuperare una fede autentica<br />

e senza compromessi. Urge ridare<br />

onore e dignità alle norme morali,<br />

proprio a partire dalle più austere».<br />

RICCARDO LIGUORI<br />

L'originale augurio natalizio di 3.400 bambini salvati dall'aborto<br />

che sostengono l'iniziativa e ai parroci di<br />

Roma.<br />

Proprio a Roma opera dal 1985 il Segretariato<br />

Sociale per la Vita (Via Giuseppe<br />

Ferrari 1 - tel. 06.37.51.75.01), che svolge<br />

una preziosa attività di difesa e di promozione<br />

del diritto alla vita, lavorando<br />

per un effettivo superamento delle cause<br />

— sociali, culturali e medico-sanitarie —<br />

che inducono all'aborto. Il Segretariato<br />

Chieti: incontro dei responsabili della Pastorale Giovanile<br />

Abruzzo e Molise: per i giovani<br />

una festa che non finisce<br />

presta servizio di consulenza e di aiuto<br />

alla maternità difficile, grazie all'impegno<br />

di volontari, consulenti familiari, assistenti<br />

sociali, medici, psicologi, legali.<br />

Di quei 3.400 bambini, 190 sono nati a<br />

Roma grazie al «Progetto Gemma» sostenuto<br />

dal Segretariato. Il Progetto, basato<br />

sull'adozione a distanza prenatale, si concretizza<br />

nell'impegno che l'«adottante» assume<br />

verso una madre in difficoltà, aiu-<br />

tandola economicamente per 18 mesi (6<br />

prima del parto e 12 dopo la nascita).<br />

Complessivamente nell'iniziativa sono state<br />

coinvolte sinora coinvolte 40.000 persone.<br />

Di queste, 2.800 sono gli «adottanti»,<br />

impegnatisi per una somma pari a circa<br />

23 miliardi di lire. Altri 850 bambini sono<br />

in attesa di nascere, già adottati o in attesa<br />

di un adottante, mentre le loro mamme<br />

sono in contatto con i 250 Centri di aiuto<br />

alla vita in Italia.<br />

F.V.<br />

ROMA Impegni dopo il Giubileo nella parrocchia della Trasfigurazione<br />

La spiritualità del cenacolo<br />

nei centri di ascolto del Vangelo<br />

«Da un po' di tempo ormai gli interni<br />

e i numeri civici del palazzo o del quartiere<br />

hanno rivelato un nome, un volto,<br />

un cuore, una storia. I saluti educati ma<br />

distaccati, le parole di circostanza sono<br />

divenute confidenza, amicizia, desiderio<br />

di aprirsi, di trovare affetto, comprensione<br />

soprattutto valori veri. Gli incontri<br />

si sono gradualmente estesi oltre le riunioni,<br />

coinvolgendoci singolarmente o in<br />

gruppo in vicende, situazioni tristi o<br />

gioiose spesso esulanti dalla cerchia delle<br />

nostre dirette conoscenze. In molti<br />

partecipanti si è approfondito il gusto<br />

della preghiera e il desiderio di una<br />

maggior frequenza in parrocchia». Così<br />

una delle tante testimonianze dei Centri<br />

di ascolto del Vangelo nati durante la<br />

missione cittadina di Roma, nella parrocchia<br />

della Trasfigurazione a Monteverde<br />

Nuovo.<br />

Sono piccoli segni di quella comunione<br />

che Gesù ha chiesto al Padre come<br />

dono supremo nel Cenacolo e che, perché<br />

non resti solo un ideale, deve permeare<br />

tutto il tessuto ecclesiale anche<br />

nelle sue realizzazioni più concrete e<br />

quotidiane.<br />

Alla formazione e all'animazione di<br />

questi gruppi di vicinato, in cui presso<br />

una famiglia ospitale si riuniscono altre<br />

persone del palazzo o di palazzi vicini,<br />

ha collaborato attivamente la Fraternità<br />

Cristiana, che, promossa dal francescano<br />

P. Roberto Caramanna e seguendo<br />

l'appello del Crocifisso a s. Francesco —<br />

«Va', restaura la mia casa» —, si è impegnata<br />

da anni a cercare di risvegliare<br />

ha optato per l'inizio delle attività nel<br />

nuovo anno pastorale. In tutte, però,<br />

appare chiara l'urgenza di trovare momenti<br />

di forte spiritualità e di concrete<br />

iniziative perché la fede sia vissuta dai<br />

giovani nella loro realtà quotidiana: per<br />

una testimonianza più efficace che sappia<br />

essere valida alternativa alla massificazione<br />

della società. Tra le proposte<br />

delineate, consenso hanno ottenuto due<br />

idee dell'Arcivescovo Menichelli che ha<br />

spiegato: «Mi piacerebbe provocare le<br />

diocesi su percorsi comuni lasciando poi<br />

loro la libertà di incarnarli nel loro tessuto<br />

secondo le singole esigenze. Abbiamo<br />

il compito di custodire i giovani che<br />

ci seguono ma abbiamo anche l'obbligo,<br />

forse più impegnativo, della missione<br />

per avvicinare i ragazzi lontani». E così,<br />

saranno valutate nel prossimo incontro,<br />

programmato per gennaio, delle modalità<br />

per offrire percorsi di spiritualità dal<br />

significativo tema: «Chi credo?».<br />

«Occorre — ha continuato il Presule<br />

— tornare all'interrogativo fondamentale,<br />

per immetterci in questo nuovo anno<br />

con una rinnovata spiritualità e seguire,<br />

nel contempo, le indicazioni del Papa<br />

che ci invitava ai laboratori della fede».<br />

E poi un percorso sull'affettività, per<br />

educare e formare ad un dono che i giovani,<br />

spesso, poco conoscono: «Potremmo<br />

pensare — ha continuato — ad un<br />

percorso comune sulla vocazione all'amore,<br />

secondo un cammino che, con<br />

continuità, coinvolgerà i giovani partendo<br />

dall'esperienza del Vangelo».<br />

Toronto 2002 è già alle porte!<br />

AGNESE PELLEGRINI<br />

la coscienza dell'«essere Chiesa», ispirandosi<br />

agli eventi di comunione del Cenacolo,<br />

dove Gesù ha dato alla Chiesa il<br />

suo inizio e quindi la sua forma.<br />

Perciò il cammino di fede di questi<br />

gruppi, che prosegue tuttora, guarda al<br />

Cenacolo come all'icona della comunione,<br />

che ha il suo culmine nell'Eucaristia<br />

e nell'effusione dello Spirito Santo.<br />

È lo Spirito Santo infatti che realizza<br />

la preghiera sacerdotale di Gesù, fondendoci<br />

in Unità. Infatti l'annuncio e l'ascolto<br />

del Vangelo devono dare come<br />

frutto la comunione.<br />

«Quello che noi abbiamo udito... ossia<br />

il Verbo della Vita, noi lo annunziamo<br />

anche a voi, perché anche voi siate<br />

in comunione con noi. .La nostra comunione<br />

è col Padre e col Figlio suo<br />

Gesù Cristo». (1 Gv 1).<br />

«Chi vive nelle grandi città — scrive il<br />

Cardinale Konig — spesso non sa nemmeno<br />

più il nome di chi gli siede accanto<br />

in chiesa... Una vera comunità si realizza<br />

attorno a una mensa tra dieci, dodici,<br />

venti persone». Perciò la dimensione<br />

del piccolo gruppo a misura d'uomo<br />

(gli apostoli erano dodici) e il ritmo settimanale<br />

degli incontri ha facilitato in<br />

questi anni i rapporti interpersonali e interfamiliari,<br />

divenendo un anello di congiunzione<br />

tra le singole famiglie e la<br />

grande comunità parrocchiale e creando<br />

un'osmosi di Grazia e di vita cristiana<br />

dal centro alla periferia e dalla periferia<br />

al centro della parrocchia.<br />

Il Mistero del cenacolo ci fa entrare<br />

nel cuore dell'Alleanza, per la quale Ge-<br />

Debito estero:<br />

iniziative giubilari<br />

nelle scuole<br />

di Padova<br />

MACERATA-TOLENTINO-RECANATI-CINGOLI-TREIA Assemblea del clero della diocesi nell'Abbazia di Fiastra<br />

«Sentinelle del mattino»: la missione dei presbiteri<br />

Il Vescovo di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-<br />

Treia, Mons. Luigi Conti, celebrando il quarto anniversario<br />

della sua ordinazione episcopale, ha voluto riunire<br />

tutto il presbiterio diocesano presso l'Abbazia di Fiastra<br />

per un'Assemblea pastorale da cui sono scaturite<br />

le linee programmatiche ed il Calendario diocesano per<br />

l'anno 2000-20001.<br />

Alla folta Assemblea, il Presule ha esposto alcuni<br />

punti fondamentali. Anzitutto ha parlato di «verifica»:<br />

«sul cammino pastorale intrapreso dagli anni '90 in poi<br />

soprattutto dopo il Sinodo Diocesano, è bene porsi la<br />

domanda: “La gente che dice di noi? del nostro essere<br />

comunità?”. Forse, o senza forse, la nostra parrocchia<br />

non trasmette la fede o non la trasmette abbastanza. A<br />

volte sembra, infatti, la nostra Comunità adagiarsi in<br />

un'oscura mediocrità, senza alcun ideale. Di fronte alla<br />

situazione odierna la fede in Gesù, è necessario che si<br />

qualifichi come una lieta sorpresa poiché in essa è la<br />

risposta ai tanti perché della vita. Cosa è la fede per<br />

noi, per la nostra Comunità? La parola di Dio di cui<br />

dovrebbe nutrirsi il cristiano è davvero un pane di vita<br />

di cui si sazia la fame e la sete di tutte le nostre anime?<br />

Di fronte alla notte della fede che è in atto, di<br />

fronte alle tenebre sempre più inquinanti sappiamo,<br />

noi cristiani esprimerci con le parole della Bibbia: “Anche<br />

scendessi negli inferi, io saprei che Tu sei là, o<br />

mio Dio?”. La fede, che non dovrebbe essere più semplicemente<br />

formulata, è diventata relazione personale<br />

con Dio fondata su Gesù Cristo? E la Liturgia è fonte<br />

Si sono incontrati a Chieti i responsabili<br />

della Pastorale Giovanile di otto delle<br />

undici diocesi della Conferenza Episcopale<br />

Abruzzese e Molisana. Una verifica<br />

e una programmazione affinché, a<br />

pochi mesi dal memorabile incontro<br />

mondiale dei giovani col Santo Padre a<br />

Tor Vergata, la gioia e la grazia di quei<br />

momenti non passino invano ma si radichino<br />

nel vissuto quotidiano dei ragazzi.<br />

Essi, ogni giorno, sono chiamati a scommettere<br />

la propria vita sull'invito del Papa:<br />

«Incendiate il mondo»!.<br />

Coordinati da don Giuseppe Di Virgilio,<br />

i responsabili diocesani hanno vissuto,<br />

con l'Arcivescovo di Chieti-Vasto,<br />

Mons. Edoardo Menichelli, un momento<br />

di condivisione delle esperienze vissute<br />

durante la Giornata Mondiale della Gioventù.<br />

Un incontro per verificare il lavoro<br />

svolto ad agosto, ma anche per esprimere<br />

le iniziative diocesane e programmare<br />

itinerari unitari nella prospettiva<br />

di Toronto 2002. «Come in una catena<br />

di montaggio — ha spiegato don Giuseppe<br />

— che non finisce mai: già si riparte<br />

per la prossima Giornata Mondiale!».<br />

Ed ha continuato: «I nostri giovani<br />

hanno fatto una grande esperienza di<br />

volontariato e solidarietà; sono emerse<br />

potenzialità inaspettate ed occorre organizzare<br />

qualcosa di concreto perché<br />

queste disponibilità non si perdano. Ora,<br />

dopo Tor Vergata, c'è un ripartire dal<br />

tema della nuova comunicazione della<br />

fede, con gli strumenti e le forme che<br />

esso presuppone».<br />

Tanti gli stimoli proposti e le provocazioni<br />

espresse dalle singole diocesi; diverse<br />

le modalità che ogni Chiesa locale<br />

di tutta la nostra azione pastorale che noi proponiamo?<br />

È vissuta con spirito nuovo?».<br />

Come secondo punto, Mons. Conti ha esposto la<br />

«programmazione»: «l'evangelizzazione — ha detto —<br />

resta la prospettiva di apertura verso la società. Occorrerà<br />

più che mai presentare la persona di Cristo. Non<br />

diffondere una ideologia religiosa, quanto Lui stesso,<br />

coinvolgendo altri nell'avventura, aperti sempre di più<br />

al dialogo, all'accoglienza, alla condivisione.<br />

«L'evangelizzazione — oggi — va compiuta attraverso<br />

alcuni momenti che possono esprimersi con il motto<br />

paolino: “Farsi tutto a tutti”. Si tratterà, quindi, di<br />

usare amore, umiltà, misericordia. La scelta prioritaria<br />

sia quella di condividere il proprio carisma con i laici,<br />

esplorando nuovi metodi di collaborazione. Si tratterà<br />

di formare, sempre di più, nostri collaboratori. Si tratterà,<br />

insieme, di studiare i problemi della famiglia, della<br />

scuola, della moralità, della cultura e di una pietà<br />

ben intesa. Sarà, in una parola, il nostro programma<br />

di “instaurare omnia in Christo”. Sarà l'opzione preferenziale<br />

ancora verso i poveri. Sarà maggiormente l'anelito<br />

a formare i giovani, da cui dipende il futuro della<br />

società».<br />

Altro punto esposto dal Vescovo: «alcune gioie da<br />

condividere». «In diocesi, dopo l'esperienza del Sinodo,<br />

della Missione Giovani, della Missione Famiglia e del<br />

Congresso Eucaristico, non abbiamo smesso — ha detto<br />

— di essere creativi. Qualche frutto incomincia a intravedersi.<br />

Qualche cosa — in diocesi — sta maturando.<br />

Così possiamo essere soddisfatti per alcune voca-<br />

«Conversione del debito estero dei<br />

paesi poveri e opportunità educative nella<br />

scuola»: questo il tema di un convegno,<br />

svoltosi di recente a Padova, e rivolto<br />

in particolare agli insegnanti delle<br />

scuole di ogni ordine e grado e agli studenti<br />

delle superiori.<br />

All'incontro, promosso dall'Ufficio<br />

Scuola della Diocesi e dal Centro Toniolo<br />

nell'auditorium del liceo Modigliani,<br />

hanno partecipato centinaia di giovani e<br />

di insegnanti. Dopo il saluto di Mons.<br />

Franco Costa, delegato vescovile per la<br />

catechesi, e di Mons. Giuseppe Pasini,<br />

direttore del Centro Toniolo, sono intervenuti<br />

Giorgio Franceschetti, docente<br />

dell'università di Padova, sul tema «Debito<br />

internazionale e sviluppo sostenibile»<br />

e Antonio Nanni, vicedirettore della<br />

rivista Cem-mondialità sul tema «Debito<br />

o restituzione? Strategie educative per<br />

una cultura della reciprocità».<br />

Sono seguiti il dibattito e la presentazione<br />

di esperienze didattiche, progetti<br />

di lavoro, sussidi multimediali che possono<br />

aiutare i giovani a maturare attenzione<br />

verso le realtà del Sud del mondo,<br />

in un'ottica di solidarietà e giustizia. In<br />

occasione del convegno è stato organizzato<br />

uno spazio informativo con un<br />

punto multimediale, dotato di strumenti<br />

didattici e di materiale bibliografico.<br />

Il convegno, che si colloca all'interno<br />

delle iniziative e degli impegni giubilari<br />

della Diocesi di Padova, si proponeva<br />

l'obiettivo di sensibilizzare insegnanti e<br />

studenti dinanzi a una delle forme di<br />

schiavitù nuove e più sottili del nostro<br />

tempo.<br />

CLAUDIO ZERBETTO<br />

zioni sacerdotali che stanno iniziando a fare i primi<br />

passi. Così possiamo guardare con compiacenza i vari<br />

Centri di spiritualità sorti ad Avenale, a Recanati. Così<br />

guardiamo con fiducia la Casa-Famiglia che sta crescendo<br />

in quel di Cingoli: tutti luoghi per coloro che<br />

sono alla ricerca di un senso nella vita. Così guardiamo<br />

ancora con tanta speranza al cammino Diaconale<br />

permanente che sta riprendendo con criterio e fervore.<br />

Così stiamo pensando ad un Centro per Ministeri onde<br />

educare la nostra gente alla proclamazione della Parola<br />

di Dio e ai vari servizi».<br />

Dopo vari interventi di sacerdoti e religiosi, Mons.<br />

Conti è passato a presentare il folto Calendario di impegni<br />

per l'anno incombente. Ecco alcune delle principali<br />

proposte per il 2000-2001: presentare nelle Parrocchie<br />

e nelle Comunità il Libro del Sinodo; riprendere<br />

la «Lectio Divina», magari sotto a formula di Scuola di<br />

Preghiera; effettuare la Visita pastorale in tutte le parrocchie;<br />

svolgere i Ritiri del Clero secondo la tematica<br />

indicata nell'introduzione del Libro del Sinodo; chiusura<br />

dell'Anno Santo.<br />

Il Papa, parlando ai giovani, ebbe a dire: «Voi siete<br />

le sentinelle del mattino». Nelle parole del Vescovo, alla<br />

chiusura dell'Assemblea presbiterale, quelle stesse<br />

parole sono sembrate rivolte ai sacerdoti: «Voi pure,<br />

Sentinelle del mattino, anzi, Sentinelle del gregge a voi<br />

affidato nelle ore più cupe della notte». «Voi, speranza<br />

del mondo, fuochi accesi di speranza».<br />

MARIO BUONGARZONI<br />

sù fa Pasqua, «passa» nella Chiesa ed<br />

Essa in Lui. Sono le nozze feconde di<br />

Dio con l'umanità. Ogni giorno nella<br />

Messa, la Chiesa segue il cammino del<br />

suo Sposo e si unisce a Lui. Ma se il Mistero<br />

del cenacolo trova la sua massima<br />

espressione nell'Eucaristia domenicale,<br />

come momento fondante della piena comunione;<br />

gli incontri settimanali nelle<br />

case ne divengono insieme approfondimento<br />

e attuazione nella concretezza<br />

dell'amore reciproco.<br />

Nel cenacolo Gesù ha convocato gli<br />

apostoli. A Pentecoste la prima Chiesa si<br />

raduna attorno a Maria, che, fecondata<br />

ancora dallo Spirito Santo dà alla luce il<br />

Cristo totale.<br />

Negli incontri nelle case (il cenacolo<br />

era la casa di un laico, amico di Gesù)<br />

prima ci affidiamo a Maria perché apra<br />

i nostri cuori all'azione dello Spirito<br />

Santo e Gesù sia presente in mezzo a<br />

noi «riuniti nel suo nome». In questo clima<br />

di semplicità e di Amore ognuno si<br />

sente «accolto» come persona e come figlio<br />

di Dio e si sente convocato con la<br />

propria individualità alla mensa della famiglia<br />

divina.<br />

Gesù ha lavato i piedi agli apostoli.<br />

In preghiera con Maria il cuore ancora<br />

di pietra dei discepoli è stato ammorbidito<br />

e preparato alla piena effusione dello<br />

Spirito Santo. L'ascolto profondo in<br />

spirito di fede e di accoglienza delle sofferenze<br />

e dei problemi dei fratelli, nei<br />

quali si vede Gesù sofferente, diviene<br />

come un lavare loro i piedi con l'acqua<br />

pura della misericordia e si sente che<br />

Gesù, presente tra noi per la carità, che<br />

prende su di sé le nostre sofferenze e i<br />

nostri peccati. Egli ci ripete: «Amatevi<br />

come Io vi ho amato» e «lavatevi i piedi<br />

gli uni gli altri». Il cuore così purificato<br />

è aperto ora all'ascolto della Parola che<br />

«esce dalla bocca di Dio».<br />

A questo punto Gesù nel cenacolo<br />

(Gv 14-17) manifesta ai discepoli il mistero<br />

della sua comunione col Padre —<br />

«Chi vede me vede il Padre» — e con<br />

noi — «Io sono la vite e voi i tralci» —.<br />

A Pentecoste Pietro, in preghiera con<br />

Maria, ente risvegliarsi il proprio ministero<br />

di vicario di Gesù e interpreta la<br />

Scrittura per ricostituire 1a piena unità<br />

della comunità (elezione di Mattia).<br />

Nel clima di fraternità che è maturato,<br />

a lettura della Parola di Dio, meditata<br />

insieme, acquista una risonanza più<br />

profonda. In essa cerchiamo di cogliere<br />

soprattutto ciò che ci spinge alla comunione,<br />

mentre Maria ci aiuta ad accogliere<br />

come Lei la Parola e a lasciarci<br />

trasformare da essa.<br />

Gesù fa l'Eucaristia. A Pentecoste lo<br />

Spirito Santo conferma, porta alla luce<br />

ed esalta la comunione che l'Eucaristia<br />

e la partecipazione alla Morte e Risurrezione<br />

di Gesù avevano operato nei discepoli.<br />

Noi cerchiamo di vivere questo<br />

momento col comunicare tra noi prima<br />

di tutto i beni spirituali (ciò che la Parola<br />

ha operato in noi e attorno a noi),<br />

che ci aiutano a crescere in una comunione<br />

d'anima. Da ciò nasce anche l'esigenza<br />

di un aiuto scambievole concreto<br />

nelle svariate necessità personali e familiari,<br />

così che ognuno comincia a «portare<br />

il peso dell'altro». Offriamo tutto a<br />

Gesù perché unisca la nostra vita e i nostri<br />

dolori alla sua offerta al Padre nelle<br />

Messe che si stanno celebrando in quel<br />

momento nel mondo. È un allargarci ai<br />

problemi di tutta la Chiesa e dell'umanità<br />

e un chiedere allo Spirito Santo che<br />

ci fonda in un cuor solo e in un'anima<br />

sola, rendendoci pane consacrato per la<br />

vita del mondo.<br />

Gesù nel cenacolo parla della Missione<br />

e a Pentecoste lo Spirito Santo, fondendo<br />

in unità la Chiesa nascente, ne fa<br />

il segno essenziale della missione: «Che<br />

tutti siano uno affinché il mondo creda».<br />

La prima missione del centro di<br />

ascolto, divenuto comunità, è la testimonianza<br />

di unità in famiglia e nel vicinato<br />

col farsi carico delle gioie e dei dolori<br />

dei fratelli; dei malati, delle persone sole,<br />

dei disoccupati che vivono nello stesso<br />

palazzo. Da qui nasce poi l'evangelizzazione.<br />

Nel primo anno della Missione cittadina<br />

i Centri di ascolto realizzati in tutta<br />

la parrocchia furono circa una cinquantina.<br />

L'anno successivo abbiamo preferito,<br />

anche secondo le indicazioni dell'Arcivescovo<br />

Cesare Nosiglia, Vicegerente<br />

di Roma, di curarne in profondità un<br />

numero limitato, da cui poter riprendere<br />

in seguito un nuovo slancio missionario.<br />

Ora le piccole comunità di vicinato<br />

che si ispirano al cammino del cenacolo<br />

sono nove. Una particolare attenzione è<br />

rivolta alla formazione degli animatori,<br />

che si riuniscono settimanalmente per<br />

preparare gli incontri dei vari gruppi, in<br />

ognuno dei quali essi sono presenti in<br />

due o tre uniti nel nome di Gesù, perché<br />

fin dall'inizio dell'incontro ci sia già<br />

una forte presenza di Lui in mezzo ai<br />

fratelli.<br />

Il parroco della Trasfigurazione, don<br />

Battista Pansa, ha seguito con attenzione<br />

pastorale il nascere e lo sviluppo di<br />

questi gruppi; ha promosso giornate di<br />

ritiro spirituale e, alla conclusione dello<br />

scorso anno ha celebrato, insieme con i<br />

sacerdoti della Fraternità Cristiana, la<br />

Santa Messa nel giardino della parrocchia<br />

alla presenza di un centinaio di<br />

partecipanti.<br />

ANGELO BERNARDINO


ITALIA<br />

IlsalutoaifedelidelnuovoPresule<br />

«IlSignorevidiapace»<br />

conilcuoredisanFrancesco<br />

FRANCESCANTONIO NOLÈ<br />

Vescovo di Tursi-Lagonegro<br />

PAGINA<br />

Carissimi fratelli e sorelle nella fede,<br />

nel sacerdozio, nella vita religiosa, nel<br />

servizio ecclesiale e nell'impegno pubblico<br />

della Diocesi di Tursi-Lagonegro, il<br />

mio primosaluto, com'è naturale, lo<br />

prendo da s. Francesco e lo dono a voi<br />

con tutto il cuore: «Il Signore vi dia pace!».<br />

Vengo a voi in semplicità e letizia,<br />

per servire il Vangelo e percorrere un<br />

tratto di storia insieme, come dono reciproco<br />

del Grande Giubileo, nella verità e<br />

nella carità, a imitazione di Gesù unico<br />

Vescovo delle nostre anime (1 Pt 2,25) e<br />

PastoresupremodellaChiesa(1Pt 5, 4).<br />

Quando Giovanni Paolo II, per mezzo<br />

dei suoi Collaboratori, mi ha comunicato<br />

la sua decisione, il mio animo ha<br />

avuto un sussulto di trepidazione e di<br />

sgomento, pensando alla grave e per me<br />

inimmaginabile responsabilità cui mi<br />

chiamava. Ma lo smarrimento è durato<br />

poco, il tempo di conoscere alcuni vostri<br />

sacerdoti e di leggere i vostri calorosi<br />

messaggi augurali, dove tutti avete promesso<br />

di pregare per me e di sostenermi<br />

con l'affetto e la comprensione: allora<br />

mi sono reso conto che il Signore mi<br />

chiamava sì ad un impegno oneroso, ma<br />

mi donava anche dei fratelli che avrebbero<br />

reso più agevole e leggero il comune<br />

cammino di fede e la mia responsabilità<br />

di pastore.<br />

E mi conforta anche il ritorno nella<br />

cara terra lucana, la nostra terra, la terra<br />

di Maria (ne sono testimonianza i<br />

numerosi Santuari a Lei dedicati in<br />

tutto il territorio) che mi ha visto partire<br />

appena undicenne per il convento di<br />

Ravello, custode geloso del corpo del<br />

Beato Bonaventura da Potenza, ed ora<br />

mi vede ritornare come pastore della<br />

Diocesi più vasta della regione.<br />

Sono grato al Santo Padre, perpetuo<br />

e visibile principio dell'unità di tutta la<br />

Chiesa, che mi ha chiamato a far parte<br />

del Collegio Episcopale per introdurre<br />

nel Terzo Millennio la Chiesa di Tursi-<br />

Lagonegro. Il suo magistero sarà luce sicura<br />

del nostro cammino sui passi della<br />

nuova evangelizzazione, nella fedeltà al<br />

Concilio Vaticano II, alle indicazioni che<br />

la Chiesa del Grande Giubileo ci sta indicando<br />

e al Sinodo diocesano appena<br />

concluso, in questa rinnovata stagione<br />

di Pentecoste.<br />

Il motto che mi guiderà nel nuovo<br />

ministero pastorale, in simplicitate et<br />

laetitia, non vuole essere un programma<br />

né una sintesi di un progetto pastorale,<br />

ma semplicemente uno stile di vita<br />

che ho imparato anzitutto nella mia famiglia<br />

di origine poi nella grande famiglia<br />

francescana e anche mi prometto di<br />

conservare anche in questo nuovo servizio<br />

in mezzo a voi.<br />

Ho scelto come sistema il simbolo<br />

stesso del francescanesimo, il T (tau)<br />

che accoglie le due mani crocifisse, Cri-<br />

sto e s. Francesco, segno di una comunione<br />

e di una santità che si può raggiungere<br />

solo se si partecipa intensamente<br />

e con radicalità alla passione di<br />

Gesù, fino alla crocifissione, per gustare<br />

anche la potenza della risurrezione (Ef<br />

3,10); il mare e i monti su cui si erge il<br />

T simboleggiano la profondità e l'altezza<br />

della presenza di Dio che ci copre, ci innalza,<br />

ci avvolge e ci protegge, ma simboleggia<br />

anche la ricca e affascinante<br />

conformazione morfologica della nostra<br />

Diocesi, racchiusa tra due mari e costellata<br />

di valli e vette purissime.<br />

Le due stelle, infine, evidenziano i<br />

due amori della mia vita, la mamma celeste<br />

e quella terrena, che mi hanno accompagnato<br />

con amore e tenerezza, oltre<br />

ogni mio desiderio.<br />

Ecco, cari fratelli e sorelle, ho voluto<br />

confidarvi le prime, intime emozioni,<br />

nell'attesa di accogliere le vostre, perché<br />

la comunione tra noi sia piena e ci aiuti<br />

a superare con gioia e semplicità anche<br />

le inevitabili incomprensioni che certamente<br />

nasceranno, a che sapremo affrontare<br />

e risolvere insieme, in nome di<br />

Colui che tutti ci ha chiamati, costituiti<br />

e inviati perché portiamo frutto e il nostri<br />

frutto rimanga nella vita e nella storia<br />

(Gv 15,16ss).<br />

Saluto con affetto riconoscente il mio<br />

venerato predecessore, Mons. Rocco Talucci,<br />

vostro solerte e amato pastore,<br />

chiamato ora a servire la Chiesa di Brindisi-Ostuni.<br />

Saluto con predilezione voi, carissimi<br />

sacerdoti, fratelli nella fede e nel ministero,<br />

che sento già spiritualmente vicini<br />

Vita della comunità<br />

e programmi triennali<br />

Nella introduzione alla lettera postsinodale<br />

di Mons. Rocco Talucci traspare<br />

la scelta del primato della Parola cui ha<br />

fatto e continuerà a far riferimento la vita<br />

e l'azione della nostra Chiesa diocesana.<br />

«Nel sinodo abbiamo ascoltato la Parola<br />

del Padre che ci ama, conosciuto la<br />

rivelazione del Figlio...».<br />

«Il nostro sguardo si è posato su Gesù<br />

Maestro e Salvatore, e ci siamo interrogati<br />

su quali vie lo Spirito vorrà condurci,<br />

come Chiesa di Tursi-Lagonegro, in<br />

mezzo agli uomini di oggi per compiere<br />

l'opera del Padre». Seguendo il primo<br />

sentiero di verifica del Sinodo, «il sentiero<br />

della Parola da ascoltare e da diffondere<br />

perché viene da Dio e appartiene a<br />

tutti gli uomini», abbiamo coscienza che<br />

«Gesù parla a noi spesso tanto confusi e<br />

a volte tanto “stolti”, da non riconoscerlo,<br />

pur con tanta speranza e ardore nel<br />

cuore», e almeno possiamo dire: «Ci<br />

sentiamo onorati di essere discepoli del<br />

Divin Maestro, crediamo nella sua Parola<br />

e solo da essa ci lasciamo guidare». È<br />

questo che ha guidato la vita della nostra<br />

diocesi che si è sviluppata attraverso<br />

programmazioni triennali, fede-speranza-carità,<br />

Parola-Liturgia-Vita, nell'attenzione<br />

all'uomo concreto, sacerdoti-famiglia-giovani.<br />

I convegni svolti a inizio anno hanno<br />

dato motivazioni e contenuti alla programmazione<br />

pastorale che ha dato ampio<br />

spazio alla formazione permanente<br />

del clero, alla preparazione dei catechisti<br />

e degli operatori pastorali e di carità,<br />

sia a livello diocesano che zonale, all'approfondimento<br />

teologico con convegni<br />

monotematici destinati a sacerdoti e laici<br />

impegnati nel servizio della Parola, al<br />

mondo della cultura con conferenze e<br />

dibattiti, alla vita sociale e politica con<br />

riflessioni sulla dottrina sociale della<br />

Chiesa.<br />

L'Istituto Diocesano di Scienze Religiose,<br />

intitolato a s. Andrea Avellino è<br />

stato chiamato a svolgere un servizio<br />

9 .<br />

Il cammino<br />

della Chiesa<br />

Tursi - La Cattedrale<br />

Interno della Cattedrale di Tursi<br />

prezioso ed efficace per la preparazione<br />

e la crescita culturale di un laicato maturo<br />

sempre più impegnato come protagonista<br />

nell'attività pastorale, e alla formazione<br />

dei catechisti e degli insegnanti<br />

di religione.<br />

Nelle scelte avranno grande spazio<br />

anche famiglia, associazioni, gruppi,<br />

movimenti ecclesiali, che sappiano riscoprire<br />

la loro soggettività nella piena comunione<br />

ecclesiale e potranno essere<br />

utili tutti i mezzi della comunicazione<br />

sociale e in particolare il periodico diocesano<br />

«Dialogo».<br />

NICOLA ROMANO<br />

come saggi consiglieri e necessari collaboratori<br />

del mio ministero.<br />

Saluto e abbraccio i diaconi e i seminaristi<br />

della Diocesi che studiano e si<br />

formano nei due seminari regionali di<br />

Potenza, speranza e orgoglio della nostra<br />

Chiesa, che in essi vede il suo futuro<br />

e pone a certezza della sua continuità<br />

evangelizzatrice.<br />

Sentitevi particolarmente amati e seguiti<br />

dal Vescovo, che vi chiede di essere<br />

insieme ai sacerdoti più giovani e impegnati,<br />

i primi entusiasti promotori vocazionali<br />

per i giovani in cerca di Dio,<br />

di identità e di futuro!<br />

Saluto i Confratelli e Consorelle nella<br />

consacrazione religiosa testimoni di una<br />

vita totalmente donata a Dio e ai fratelli,<br />

a imitazione del Salvatore che, per<br />

amore dell'uomo, si è fatto servo (V.C.<br />

76). Saluto con amicizia tutto il popolo di<br />

Dio, particolarmente gli ammalati, gli<br />

anziani, i poveri, gli emarginati, gli immigrati<br />

e quanti soffrono nel corpo e<br />

nello spirito e con essi tutto il personale<br />

sanitario.<br />

Un pensiero colmo di speranze va ai<br />

gruppi laicali, alle associazioni, ai movimenti<br />

ecclesiali, agli ordini secolari, alle<br />

congreghe e agli operatori pastorali, ma<br />

non dimentico i laici meno impegnati o<br />

lontani, per i quali anche sono Vescovo<br />

e ai quali chiedo di conoscerci e dialogare<br />

nel nome del comune impegno a valorizzare<br />

la vita.<br />

Il mio saluto vuole raggiungere anche<br />

tutti i giovani, speranza dell'umanità e<br />

della Chiesa, soprattutto i giovani senza<br />

speranza, per dire loro che Cristo li ama<br />

in maniera particolare e privilegiata e<br />

che troveranno sempre aperta la porta<br />

del cuore del Vescovo e della Chiesa.<br />

Saluto gli uomini di cultura e quanti<br />

operano nel mondo della scuola, del lavoro<br />

e delle comunicazioni sociali, nuovi<br />

campi di evangelizzazione.<br />

Saluto con rispetto e deferenza tutte<br />

le autorità civili, politiche e militari, particolarmente<br />

gli amministratori regionali,<br />

provinciali e comunali, con i quali intendo<br />

collaborare per il bene integrale<br />

della nostra gente, nel pieno rispetto<br />

della reciproca autonomia.<br />

Affido alla Vergine Santissima, protettrice<br />

e Madre della Diocesi, il mio ministero<br />

episcopale, perché sia lei a guidarlo,<br />

sorreggerlo e fortificarlo con il suo<br />

dolce stile di Madre e Regina, come fece<br />

con Cristo, con Giovanni, con gli Apostoli<br />

e la Chiesa nascente.<br />

Invoco su di me e su di voi la benedizione<br />

dei nostri santi Patroni e dei figli<br />

santi della nostra terra, Andrea Avellino<br />

e Domenico Lentini, insieme al beato<br />

Bonaventura, mio confratello e concittadino,<br />

e a tutti i santi della cara Basilicata.<br />

Pregate per me, perché possa essere<br />

un pastore saggio, illuminato e santo.<br />

In attesa di vedere il vostro volto, Vi<br />

auguro un Natale santo e un felice inizio<br />

del Terzo Millennio.<br />

Vi benedico di cuore.<br />

L'ingressoindiocesi<br />

delVescovodiTursi-Lagonegro<br />

Cinquezonepastorali<br />

dalTirrenoalloJonio<br />

Della diocesi di Anglona e Tursi, che<br />

si estendeva anche nell'estrema parte<br />

della Calabria Citeriore, sul litorale del<br />

mar Jonio, non si hanno notizie sicure.<br />

Per una memoria certa basta fare riferimento<br />

alla nota «Relatio» di Liutprando,<br />

vescovo da Cremona, che riferisce<br />

del mandato del Patriarca di Costantinopoli,<br />

Polieucto, con il quale nel 968 concedeva<br />

all'Arcivescovo di Otranto la facoltà<br />

di ordinare, tra gli altri vescovi,<br />

quello di Tursi e alla riforma amministrativa<br />

realizzata da Niceforo Foca, intorno<br />

al 975, con la creazione del Catepanato<br />

d'Italia entro cui aveva trovato<br />

una sua legittimazione il tema della Lucania<br />

risultante dall'aggregazione dei tre<br />

territori del Latinianon, del Merkurion<br />

e di Lagonegro.<br />

L'aggregazione<br />

di tre territori<br />

Questi tre territori risultano citati nella<br />

vita di Cristoforo e Macario scritta da<br />

Oreste patriarca di Gerusalemme.<br />

Su una parte di questi territori (certamente<br />

il Latinianon e probabilmente il<br />

Merkurion) esercitava la giurisdizione il<br />

vescovo di Tursi.<br />

Non è convincente l'ipotesi di uno<br />

sdoppiamento della sede vescovile di<br />

Tursi con due diverse serie di vescovi,<br />

l'una greca e l'altra latina.<br />

Anche se la presenza di vescovi latini<br />

non poteva non tenere nella dovuta considerazione<br />

ambienti e luoghi impregnati<br />

di cultura bizantina.<br />

Nella diocesi tursitana gravita una fitta<br />

rete di monasteri italo-greci: santi<br />

Elia e Atanasio a Carbone, sant'Angelo<br />

al Raparo, Santa Maria a Cersosimo,<br />

sant'Andrea a Calvera, sant'Andrea e<br />

Michele a Castronuovo, san Nicola di<br />

Benega a Senise, san Nicola di Peratico<br />

a Tursi, san Basilio di Beniamino e san<br />

Filippo di Beniamino a Teana.<br />

La conquista normanna della Basilicata<br />

modificò notevolmente la geografia<br />

politica ed ecclesiastica della Regione.<br />

A livello ecclesiastico nel 1068 Tursi<br />

risulta affidata alla sede metropolitana<br />

di Acerenza e, come tutti i vescovadi<br />

greci dell'Italia meridionale, latinizzata.<br />

La costruzione<br />

di ponti, torri e castelli<br />

Oltre a costruire ponti, torri e castelli,<br />

i nuovi signori diedero anche un notevole<br />

impulso alla vita monastica, appoggiando<br />

e sostenendo l'espansione del<br />

monachesimo benedettino.<br />

Nel 1155 fu fondato il monastero di<br />

Santa Maria del Sagittario, mentre alcuni<br />

importanti monasteri greci, come<br />

Santa Maria di Cersosimo vennero donati<br />

da Ugo di Chiaromonte alla potente<br />

abbazia di Cava, alla quale furono in se-<br />

Lagonegro - Facciata della Concattedrale<br />

guito devoluti anche i monasteri di sant'Andrea<br />

di Calvera, di s. Onofrio di<br />

Camposirti e di san Nicola di Peratico.<br />

S. S. Paolo III unì la Sede Vescovile<br />

di Anglona alla Sede di Tursi (1545) e<br />

stabilì che la nuova diocesi si chiamasse<br />

«Anglona-Tursi».<br />

La diocesi comprendeva un vasto territorio<br />

che dalle rive del mar Jonio s'inoltrava<br />

per circa 50 miglia nell'entroterra,<br />

con un'appendice nella limitrofa<br />

Calabria.<br />

Sulla sua superficie di 150 miglia quadrate<br />

si trovavano 35 chiese ricettizie, 4<br />

grandi monasteri, 15 conventi di frati<br />

mendicanti, 11 santuari mariani e un<br />

numero imprecisato di edicole lungo i<br />

tratturi dei pastori transumanti.<br />

Confini ecclesiastici<br />

e civili<br />

Dal 1976, per far coincidere i confini<br />

ecclesiastici con quelli delle regioni civili,<br />

la Sacra Congregazione per i Vescovi<br />

separa dalla diocesi di Anglona-Tursi i<br />

Comuni di Alessandria del Carretto,<br />

Amendolara, Canna, Montegiordano,<br />

Nocara, Oriolo, Rocca Imperiale e Roseto<br />

Capo Spulico, che assegna alla diocesi<br />

di Cassano.<br />

Da questa stacca e aggrega alla diocesi<br />

di Anglona-Tursi i Comuni di Castelluccio<br />

Inferiore, Castelluccio Superiore,<br />

Rotonda, Viggianello e le parrocchie di<br />

Agromonte Magnano e di Agromonte<br />

Mileo, che appartengono al Comune di<br />

Latronico; dalla diocesi di Policastro,<br />

per essere assegnati alla diocesi di An-<br />

Interno della Concattedrale di Lagonegro<br />

Sant'Andrea Avellino e il beato Domenico Lentini: due testimoni dell'amore di Cristo<br />

Questo santo italiano visse nella seconda metà del<br />

'500 cioè in un'epoca in cui le forze migliori della<br />

Chiesa si raccolsero attorno ai nuovi Ordini religiosi<br />

che costituirono la punta di diamante della Controriforma.<br />

Andrea Avellino non fu uno dei fondatori, né<br />

si può dire personaggio di primo piano. Fu però una<br />

delle glorie dell'Ordine dei Teatini, fondato da san<br />

Gaetano Thiene e da Gian Pietro Carafa, e nel quale<br />

Andrea Avellino entrò quasi per caso. Era nato nel<br />

1521, a Castronuovo di Sant'Andrea (PZ). Di famiglia<br />

signorile, ebbe il nome di Lancellotto. Ma il giovane<br />

Avellino mostrò presto di avere inclinazioni ben diverse<br />

da quelle romanzesche e cavalleresche. Studiò<br />

assiduamente, prese gli ordini religiosi, seguì a Napoli<br />

gli studi di diritto (non per nulla è uno dei patroni<br />

degli avvocati), diventò sacerdote a ventiquattro<br />

anni, senza appagarsi però dell'abito clericale, e<br />

magari di una congrua prebenda. Una volta, lasciato<br />

in fin di vita dall'aggressore, Andrea Avellino venne<br />

raccolto morente dai padri Teatini, e curato presso<br />

la chiesa di san Paolo Maggiore. Contro tutte le<br />

aspettative, il giovane sopravvisse, e, ristabilitosi<br />

completamente dalle ferite, volle entrare nella congregazione<br />

dei suoi benefattori, mutando il nome da<br />

Lancellotto in Andrea. Compì il suo tirocinio tra i<br />

Teatini assistendo per nove mesi, fino alla morte, un<br />

vecchio padre paralitico e rimbambito. Lo fece con<br />

una premura che si potrebbe ben dire materna, do-<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Venerdì 5 Gennaio 2001<br />

glona-Tursi, i Comuni di Lagonegro, Latronico,<br />

Lauria, Maratea, Nemoli, Rivello<br />

e Trecchina.<br />

Inoltre la stessa Congregazione stabilisce<br />

che dall'archidiocesi di Potenza e<br />

Marsico siano separati per essere uniti<br />

alla diocesi di Anglona-Tursi i Comuni di<br />

Moliterno e Sarconi e dalla diocesi di<br />

Anglona-Tursi siano staccati per essere<br />

ammessi all'archidiocesi di Matera i Comuni<br />

di Craco, Montalbano Jonico e<br />

Scanzano Jonico.<br />

8 settembre 1976:<br />

la nuova denominazione<br />

E la Sede Apostolica 1'8 settembre<br />

1976 stabilisce che la medesima Chiesa<br />

in avvenire sia denominata «Tursi-Lagonegro»,<br />

e che il titolo di Anglona, perché<br />

non si perda, sia inserito nell'indice<br />

delle Sedi titolari.<br />

La diocesi di «Tursi-Lagonegro» nella<br />

sua attuale identità si estende per 2.509<br />

kmq, dallo Jonio al Tirreno, con una popolazione<br />

di circa 133.000 abitanti.<br />

La Comunità diocesana vive nel territorio<br />

di due province: Potenza e Matera.<br />

Questa distinzione amministrativa ha<br />

due diversi sviluppi in base alla geografia<br />

del territorio: zone montuose, seppur<br />

suggestive, nella parte potentina e zone<br />

collinari e pianeggianti nella zona materana.<br />

Due fasce litoranee e brevi sul Tirreno<br />

e sullo Jonio.<br />

Questo ambiente diversificato, che influenza<br />

la comunicazione e lo scambio<br />

fra i paesi, le cittadine e i due estremi,<br />

incidono ovviamente e significativamente<br />

sull'unità diocesana e sulla stessa pastorale<br />

unitaria.<br />

Dopo il lodevole sforzo dell'intero Presbiterio<br />

diocesano e il diuturno impegno<br />

dei Pastori, nonché l'apporto fattivo del<br />

laicato cattolico si è riusciti a dare una<br />

certa identità socio-religiosa all'esteso<br />

territorio della diocesi.<br />

L'attuale<br />

configurazione<br />

L'attuale configurazione ha avuto<br />

quattro Vescovi: Mons. Vincenzo Franco<br />

(8 settembre 1976-27 gennaio 1981);<br />

Mons. Gerardo Pierro (26 giugno 1981-<br />

28 febbraio 1987); Mons. Rocco Talucci<br />

(10 aprile 1988-5 febbraio 2000); Mons.<br />

Francescantonio Nolè (7 gennaio 2001).<br />

La Diocesi è suddivisa in cinque Zone<br />

pastorali: Jonica, Tirrenica, Sinnica, Val<br />

d'Agri, Mercure.<br />

Santi e beati della diocesi sono: sant'Andrea<br />

Avellino di Castronuovo (1521-<br />

1608); il beato Domenico Lentini (1770-<br />

1828), sacerdote; il beato Giovanni da<br />

Caramola (†1339), converso cistercense.<br />

GIUSEPPE COZZI<br />

Sinodo e Giubileo: sui sentieri<br />

della catechesi e dell'evangelizzazione<br />

Il triennio 97-99, voluto dal Santo Padre<br />

come itinerario trinitario in vista del<br />

Giubileo, è stato vissuto da noi con l'esperienza<br />

del Sinodo diocesano.<br />

Tre seminari di studio hanno fatto sì<br />

che i sinodali analizzassero tutta la vita<br />

della Diocesi e formulassero le «proposizioni»<br />

che sono divenute oggetto di ulteriore<br />

studio e riflessione, alimentata<br />

quest'ultima da lezioni «magistrali».<br />

Il sentiero della Catechesi e dell'Evangelizzazione,<br />

rivelante la missione educativa<br />

della Chiesa che possiede il prezioso<br />

patrimonio della Parola di Dio appartenente<br />

ad ogni uomo che ad essa<br />

vuol aprirsi. È emerso che vanno risco-<br />

perte metodologie, strumenti e linguaggi<br />

nuovi perché nessuno resti privo dell'annuncio<br />

evangelico, che è il dono della<br />

Verità, che rende liberi tutti gli uomini.<br />

Il sentiero della Liturgia e della Santificazione,<br />

che orienta alla ricerca delle<br />

cose celesti, alla novità di vita secondo<br />

la grazia tramite i sacerdoti, alla vita in<br />

Dio nella fede e nella speranza prima di<br />

contemplarlo faccia a faccia nella gloria.<br />

È il sentiero a cui occorre «restituire»<br />

più valore e incisività perché questo veicola<br />

il dono della vera Vita che rende<br />

eterni, immortali, risorti gli uomini, vincitori<br />

della morte e stabili nella vita e<br />

nella grazia.<br />

podiché ebbe l'incarico di direttore spirituale dei più<br />

giovani. Diventato superiore della Congregazione,<br />

istituì corsi di filosofia e di teologia. Voleva i suoi<br />

teatini colti, ma soprattutto caritatevoli. I loro principali<br />

compiti esterni dovevano essere l'assistenza ai<br />

bisognosi e la cura degli infermi. Quelli interni erano,<br />

naturalmente, la preghiera e la penitenza. Vicario<br />

a Milano, fu assai caro al santo Arcivescovo Carlo<br />

Borromeo. Ebbe incarichi importanti e delicati in<br />

seno all'Ordine, lui che avrebbe aspirato, più che a<br />

cariche di governo, ad una vita interamente contemplativa.<br />

Tornato a Napoli, assisté con assoluta dedizione<br />

la popolazione durante una carestia. Rifiutò un<br />

Vescovado, per restare vicino al popolo e servire il<br />

suo Ordine. Morì vecchissimo, il 10 novembre 1608,<br />

dopo una vigorosa senilità. Cadde ai piedi dell'altare,<br />

all'inizio della Messa, e il popolo di Napoli, subito<br />

accorso, fu il primo a chiamarlo santo. Il suo corpo<br />

si venera nella chiesa di san Paolo Maggiore di Napoli;<br />

fu beatificato da Urbano VIII, nel 1624, e canonizzato<br />

da Clemente XI, il 22 maggio 1712. (innocenzo<br />

cuniglio)<br />

* * *<br />

Il 12 ottobre 1997, in Piazza San Pietro, su richiesta<br />

del Vescovo della diocesi di Tursi-Lagonegro,<br />

Mons. Rocco Talucci, Sua Santità Giovanni Paolo II<br />

dichiara beato il sacerdote don Domenico Lentini,<br />

Il sentiero della Carità missionaria,<br />

che trasforma e trasfigura l'uomo sulla<br />

terra. L'uomo che ama, l'uomo che dona<br />

con gioia, l'uomo che diffonde il<br />

Vangelo, l'uomo che è anima del mondo,<br />

l'uomo che si incarna nel sociale,<br />

l'uomo che serve nel suo lavoro, l'uomo<br />

che ama la terra da pellegrino verso il<br />

cielo, l'uomo che vale più delle cose, e<br />

che usa le cose per il bene totale dell'uomo,<br />

l'uomo che vede Dio nel prossimo<br />

e il prossimo in Dio, è l'uomo che<br />

ha scoperto la Via che porta alla salvezza.<br />

La via dell'uomo non è il vicolo<br />

chiuso, anche se comodo, ma è il sentiero<br />

aperto, anche se a volte difficile, è la<br />

nato a Lauria (PZ) il 20 novembre 1770, da Macario<br />

e Rosalia Vitarella, di povere condizioni economiche<br />

ma ricchi di virtù umane e cristiane.<br />

Dopo un'intensa preparazione al sacerdozio avvenuta<br />

nel paese natio e nel Seminario di Policastro<br />

(SA), Domenico Lentini viene ordinato sacerdote nella<br />

Cattedrale di Marsiconuovo (PZ) dal Vescovo<br />

Mons. Bernardo Maria Latorre. Don Domenico si<br />

dedica con tutte le forze all'evangelizzazione e alla<br />

predicazione non solo in Lauria, ma anche nei paesi<br />

limitrofi. Annuncia con forza e radicalità Gesù Cristo<br />

e il suo messaggio, nella consapevolezza che questo<br />

è il compito prioritario e irrinunciabile della Chiesa.<br />

La sua sensibilità spirituale e il suo programma di vita<br />

possono essere efficacemente sintetizzati in una<br />

delle espressioni a lui più care: «Gesù Cristo è il mio<br />

bene, Gesù Cristo è il mio tesoro, Gesù Cristo è il<br />

mio tutto».<br />

Don Domenico è anche sacerdote di profonda cultura:<br />

per trenta anni ragazzi e giovani di Lauria e<br />

del circondario affollano la sua povera casa per una<br />

vera scuola cattolica, con l'intento ampiamente realizzato<br />

di formare «ottimi cristiani e santi cittadini».<br />

Dopo una vita sacerdotale vissuta nella penitenza<br />

e nell'amore evangelico, il 25 febbraio 1828, Don Domenico<br />

Lentini viene chiamato a prendere parte alla<br />

gioia del suo Signore. (vincenzo orofino)<br />

via che porta al Padre, sotto la guida<br />

dello Spirito d'amore, sulle orme di Gesù;<br />

una via nella quale non saremo mai<br />

orfani e mai soli; è la via dell'amore che<br />

non fa temere sorprese e inganni.<br />

La via dell'uomo va «calcata» per vivere<br />

la fedeltà al Dio della storia.<br />

Il sentiero delle Strutture pastorali è<br />

stato, forse, un'inclusione inedita ma<br />

che va percorso per favorire non la burocratizzazione<br />

della vita ma la partecipazione<br />

delle persone al bene della Chiesa,<br />

nella fedeltà ad alcuni ordinamenti,<br />

nell'unitarietà degli indirizzi, nella funzionalità<br />

delle scelte prioritarie, nella valutazione<br />

dei vincoli giuridici, nelle relazioni<br />

con le pubbliche istituzioni, nel rispetto<br />

del Codice e delle leggi della<br />

Chiesa, nella ecclesialità di alcune manifestazioni,<br />

come le feste popolari, nella<br />

revisione degli statuti attraverso i quali<br />

si governa tutta la vita della diocesi.<br />

Un frutto innegabile del Sinodo è certamente<br />

quello di aver creato nel lungo<br />

territorio della diocesi un rapporto più<br />

fraterno tra i sacerdoti, una migliore conoscenza<br />

tra i laici, una vissuta esperienza<br />

di partecipazione, un senso più<br />

missionario nell'ambiente che ci circonda,<br />

una ratifica dell'attuale configurazione<br />

anche giuridica.<br />

Altro frutto immediato del Sinodo è<br />

l'esperienza dei sinodali, i quali hanno<br />

vissuto una forte esperienza di Chiesa:<br />

esperienza di ascolto e di confronto, di<br />

preghiera e di riflessione, di incontro e<br />

di pellegrinaggio. Se questi rimarranno<br />

fedeli e sapranno, con la loro presenza,<br />

animare la vita della propria comunità<br />

parrocchiale avremo una significativa<br />

presenza di Chiesa nuova.<br />

Le deliberazioni del sinodo sono andate<br />

in vigore dal 1° gennaio 2000 e hanno<br />

segnato l'Anno Santo del Giubileo con<br />

l'impegno di essere Chiesa nuova per<br />

una nuova evangelizzazione.<br />

CESARE LAURIA


I Quaderni de «L'OSSERVATORE ROMANO»<br />

Per non perdere di vista il carattere spirituale<br />

del Grande Giubileo del Terzo Millennio<br />

I dieci volumi della collana<br />

dedicati al Grande Giubileo del 2000<br />

N. 28<br />

Verso il Grande Giubileo<br />

del 2000<br />

Per una lettura della «Tertio Millennio adveniente»<br />

- Testo e commenti<br />

N. 37<br />

MARCO IMPAGLIAZZO<br />

Gli Anni Santi<br />

nella storia<br />

1300-1983<br />

N. 44<br />

ALFREDO MARRANZINI<br />

Lo Spirito Santo<br />

forza della Chiesa<br />

N. 47<br />

Incarnationis Mysterium<br />

Bolla di Giovanni Paolo II per l'indizione<br />

del Grande Giubileo dell'Anno 2000<br />

N. 51<br />

Eucaristia Porta Santa Giubilare<br />

Presentazione di S. E. Card. Camillo Ruini<br />

(pp. 200 - L. 25.000)<br />

N. 35<br />

ALFREDO MARRANZINI<br />

Il Grande Giubileo<br />

Cammino con Cristo verso il Padre<br />

sotto la mozione dello Spirito<br />

Ordinazioni possono essere effettuate presso Messaggero Distribuzione: PADOVA, via Orto Botanico, 11 - 35123 PD - Tel. 049658288 - Fax 0498754359<br />

ROMA, via del Fontanile Arenato, 295 - 00163 RM - Tel. 0666166173 - Fax 0666167503 — MILANO, via Amendola, 7/A - 20096 Pioltello (MI) - Tel. 0292143585 - Fax 0292143611<br />

Per informazioni rivolgersi a: UFFICIO Marketing & Diffusione – Tel. 06.69899470/471 - Fax 06.69882818<br />

N. 41<br />

ALFREDO MARRANZINI<br />

Gesù Cristo unico Salvatore<br />

del mondo ieri, oggi e sempre<br />

Spunti dal Vangelo di Giovanni<br />

N. 46<br />

Nei «luoghi di Dio»<br />

Lettera del Papa sul pellegrinaggio ai luoghi legati<br />

alla storia della salvezza<br />

N. 50<br />

Alle radici della fede e della Chiesa<br />

Il pellegrinaggio giubilare di Giovanni Paolo II nei «luoghi»<br />

di Dio: da Ur dei Caldei, al Sinai, alla Terra Santa<br />

N. 53<br />

La Giornata Mondiale della Gioventù<br />

del Grande Giubileo del Duemila<br />

Testi e discorsi del Santo Padre e fotografie


A ROMA<br />

PAGINA<br />

ICI Centinaia di persone chiedono chiarimenti<br />

File e attese<br />

per le «cartelle pazze»<br />

Sono centinaia i contribuenti che, in<br />

questi giorni, si sottopongono a snervanti<br />

file, presso gli uffici della società Gemma,<br />

incaricata dal Comune di Roma della<br />

riscossione dei conguagli degli arretrati<br />

dell’Ici (imposta comunale sugli immobili),<br />

per avere chiarimenti sulle «cartelle<br />

pazze» che hanno ricevuto con estimi<br />

sbagliati, cifre non corrispondenti e<br />

talvolta anche attribuzioni di proprietà<br />

errate.<br />

I contribuenti — si legge in un comunicato<br />

dell'assessorato capitolino alle Politiche<br />

finanziarie — potranno chiedere<br />

chiarimenti presso gli sportelli di via<br />

Ostiense 131, allestiti dalla società Gemma,<br />

dal lunedì al venerdì, dalle ore 9 alle<br />

12; il martedì e il giovedì anche dalle<br />

ore 14 alle 16. Ulteriori iniziative verranno<br />

prese nei prossimi giorni per evitare<br />

disagi ai cittadini.<br />

«Sono arrivato alle 10 di mercoledì<br />

nella sede di via Ostiense — ha raccontato<br />

un cittadino esasperato — mi hanno<br />

dato il numeretto 506 e stavano trattando<br />

la pratica numero 88: non c’era<br />

che rassegnarsi all’attesa, seduti sui gradini<br />

delle scale».<br />

Della vicenda delle «cartelle pazze» si<br />

è occupato in passato il segretario della<br />

Uil di Roma, Alberto Sera, per sottolineare<br />

che era ingiusto addebitare ai<br />

contribuenti gli interessi di mora per gli<br />

arretrati '93-'97, in quanto in quel periodo<br />

non c’erano le rendite catastali e i<br />

contribuenti hanno pagato, non per loro<br />

responsabilità, una cifra indicativa».<br />

L’assessorato capitolino al Bilancio ha<br />

Controllore Atac<br />

intasca la multa:<br />

denunciato<br />

per peculato<br />

Un controllore dell'Atac è stato denunciato<br />

per concussione e abuso d’ufficio.<br />

L'uomo ha intascato 100.000 lire di<br />

multa senza rilasciare la ricevuta a due<br />

nigeriane sorprese su un autobus della<br />

linea 105 con il biglietto non timbrato.<br />

Le due dovevano essere multate per il<br />

doppio dell'importo.<br />

Il grave episodio è avvenuto mercoledì<br />

mattina. Il controllore, che ha 56 anni,<br />

una volta scoperto che le straniere<br />

non avevano obliterato il biglietto e immaginando<br />

che fossero clandestine così<br />

che non avrebbero mai denunciato nulla,<br />

una volta scesi al capolinea in piazza<br />

dei Cinquecento ha detto: «Invece di<br />

farvi pagare 200.000 lire me ne date la<br />

metà». Le nigeriane non avevano quella<br />

somma e l’uomo ha insistito: «È possibile<br />

che non abbiate un amico qui vicino<br />

che può prestarvele?». Dopo tanta insistenza,<br />

una delle donne si è ricordata di<br />

un amico che ha un negozio in via Giolitti<br />

e ci è andata accompagnata dal controllore<br />

che si è impossessato delle<br />

100.000 lire.<br />

Una volta andato via, la nigeriana ha<br />

raggiunto l’amica che era in compagnia<br />

di un connazionale il quale è rimasto<br />

molto perplesso del comportamento del<br />

controllore e ha deciso, assieme alle due<br />

amiche, di denunciare l’accaduto al posto<br />

di Polizia del commissariato Viminale<br />

in piazza dei Cinquecento. Assieme a<br />

due poliziotti, il controllore è stato rintracciato,<br />

denunciato e gli sono state sequestrate<br />

le centomila lire. Sul fatto l'Atac<br />

ha annunciato l'apertura di una inchiesta<br />

disciplinare.<br />

Traffico di pneumatici<br />

rubati e venduti all'Est:<br />

due arresti a Latina<br />

Due persone sono state arrestate a<br />

Latina per traffico di pneumatici rubati<br />

e venduti nell'Est europeo.<br />

A sventare il traffico illegale sono stati<br />

i Carabinieri della stazione di Cisterna di<br />

latina che mercoledì, durante un normale<br />

controllo, hanno fermato sull'Appia<br />

due camion carichi di gomme usate, circa<br />

500 pezzi. Dopo un'ispezione dei<br />

mezzi, i militari hanno scoperto che la<br />

documentazione fornita dagli autisti era<br />

stata falsificata.<br />

Un'accurata indagine ha permesso ai<br />

Carabinieri di scoprire che gli automezzi<br />

facevano riferimento a una ditta che si<br />

occupa di raccolta di rifiuti con autorizzazioni<br />

la cui regolarità è ancora al vaglio<br />

degli inquirenti.<br />

Gli investigatori hanno scoperto che i<br />

pneumatici venivano raccolti in alcune<br />

officine di Roma, Latina, Nettuno e Fiumicino<br />

e poi scaricate in aperta campagna.<br />

Poi, dopo una cernita, quelle in migliori<br />

condizioni prendevano la strada<br />

per i Paesi dell'Est.<br />

I due autisti fermati, entrambi di Cisterna,<br />

sono stati denunciati per falso<br />

materiale e i camion sequestrati, come il<br />

deposito.<br />

11 .<br />

reso noto che dal 21 novembre è in vigore<br />

una legge la quale prevede che,<br />

per le differenze di rendite catastali, non<br />

devono essere attribuite né sanzioni (che<br />

incidevano per il 20 per cento) né interessi<br />

(30-35 per cento).<br />

Gli avvisi, quindi, stanno arrivando<br />

senza queste attribuzioni.<br />

Per quanto riguarda gli errori sulle<br />

cartelle, possono essere stati commessi<br />

dalla società Gemma in fase di elaborazione<br />

della banca dati o anche dagli uffici<br />

del catasto, nella fase di aggiornamento<br />

delle rendite.<br />

Secondo gli esperti dell’assessorato gli<br />

avvisi di liquidazione dell'Ici inviati nei<br />

mesi di novembre e dicembre riguardano<br />

circa ventimila cittadini, per gli anni<br />

d'imposta dal 1993 al 1997. Tali avvisi<br />

derivano da differenze riscontrate tra la<br />

rendita presunta indicata dai cittadini<br />

nella dichiarazione Ici e la rendita effettivamente<br />

attribuita al Catasto. Nella<br />

gran parte dei casi la rendita definitiva<br />

non era stata comunicata dal Catasto ai<br />

cittadini.<br />

Per limitare i disagi ai contribuenti, la<br />

società Gemma ha aperto un pre-sportello<br />

per trattare le posizioni più semplici,<br />

e due sportelli «a distanza» via fax<br />

con i numeri 06-57065534 e 0657065333.<br />

Il Campidoglio invita i contribuenti a<br />

controllare le rendite catastali, dalle<br />

quali deriva la maggior parte degli avvisi:<br />

c’è uno sportello del catasto decentrato<br />

presso il palazzo dell’Anagrafe, in<br />

via Petroselli, e altri sportelli catastali in<br />

alcune circoscrizioni.<br />

Nuovo restauro<br />

e una recinzione<br />

per la Colonna<br />

dell'Immacolata<br />

a piazza di Spagna<br />

A oltre dieci anni dall'ultimo restauro,<br />

la Sovrintendenza ai beni<br />

culturali del Comune ha disposto<br />

nuovi interventi di manutenzione<br />

per la colonna dell’Immacolata<br />

Concezione di piazza di Spagna.<br />

A protezione del celebre monumento<br />

verrà anche realizzata una<br />

recinzione metallica. La conclusione<br />

dei lavori è prevista per luglio.<br />

La Colonna fu eretta nella seconda<br />

metà dell'Ottocento, su<br />

progetto dell’architetto modenese<br />

Luigi Poletti, da Papa Pio IX per<br />

celebrare il Dogma dell’Immacolata<br />

Concezione, promulgato nel<br />

1854. Alta più di 11 metri, la colonna,<br />

di epoca romana in marmo<br />

cipollino, poggia su un basamento<br />

ottagonale dove sono collocate le<br />

statue dei quattro profeti e quattro<br />

bassorilievi riferiti alla Vergine,<br />

tra cui quello raffigurante la<br />

Promulgazione del Dogma, danneggiato<br />

lo scorso marzo da un<br />

turista straniero. In cima alla colonna<br />

è collocata la statua in<br />

bronzo della Madonna, opera dello<br />

scultore Giuseppe Obici.<br />

L’intervento, spiega l’assessorato<br />

alle politiche culturali, si svolgerà<br />

in due fasi: la prima conoscitiva<br />

e diagnostica dello stato di<br />

conservazione del monumento<br />

che «soprattutto nella parte basamentale<br />

versa in cattive condizioni<br />

a causa dei ripetuti atti vandalici»,<br />

ed una di manutenzione.<br />

CRIMINALITÀ Nell'inchiesta coinvolte 19 persone<br />

Concluse le indagini sul furto<br />

al caveau del Tribunale<br />

Si sono concluse le indagini della procura<br />

della Repubblica di Perugia sul furto<br />

al caveau della banca interna al Palazzo<br />

di Giustizia di Roma del quale sono<br />

accusati elementi della malavita comune,<br />

l’ex estremista Massimo Carminati<br />

ed alcuni Carabinieri all’epoca addetti<br />

alla vigilanza degli uffici di piazzale<br />

Clodio. A diversi difensori degli indagati,<br />

tutti romani, è stato infatti notificato<br />

mercoledì l’avviso di chiusura dell’inchiesta<br />

come previsto dall’articolo 415<br />

bis del codice di procedura penale.<br />

Complessivamente sono state 20 le ordi-<br />

Tentata estorsione<br />

contro un commerciante:<br />

in manette 4 giovani<br />

Quattro giovani di Artena sono<br />

stati arrestati, mercoledì, con l’accusa<br />

di tentata estorsione e lesioni<br />

personali ai danni di un commerciante<br />

di Valmontone e di sua<br />

moglie. Gli arrestati sono Angelo<br />

Angelici, Emiliano Mattozzi, Vittorio<br />

Palone e Matteo Donnini.<br />

I 4 hanno tentato di estorcere<br />

denaro al commerciante che ha<br />

denunciato il fatto. Dopo la denuncia<br />

il commerciante e la moglie<br />

mentre erano in auto, sono<br />

stati inseguiti da 3 degli arrestati<br />

che hanno tentato di speronarli<br />

con le proprie autovetture.<br />

Fiumicino: il Comune<br />

stanzia due miliardi<br />

per le zone verdi attrezzate<br />

I residenti sul litorale romano nei<br />

pressi di Fiumicino presto godranno di<br />

spazi verdi più ampi e funzionali. La<br />

Giunta comunale della cittadina, infatti,<br />

mercoledì ha stanziato due miliardi di lire<br />

per l’arredo urbano e per la creazione<br />

di «Punti Verdi» attrezzati con spazi<br />

ricreativi e sportivi eco compatibili.<br />

Aree a verde pubblico sorgeranno a<br />

Focene, in via dei Dentali in prossimità<br />

della parrocchia e del campo sportivo, e<br />

a Maccarese, in via Castel san Giorgio.<br />

Sono anche allo studio convenzioni<br />

con privati per la gestione e manutenzione<br />

dei punti verdi.<br />

In via Bezzi a Fiumicino, inoltre, grazie<br />

ad uno stanziamento di 400 milioni,<br />

verrà realizzata un’area attrezzata polifunzionale<br />

e aperta, che ospiterà anche<br />

spettacoli.<br />

Tra gli interventi previsti per la riqualificazione<br />

dell’arredo urbano rientra anche<br />

il restauro, più volte chiesto dalla<br />

cittadinanza, della storica fontana delle<br />

Cinque Lune a Fiumicino.<br />

Altri interventi sono previsti nei prossimi<br />

tempi anche a Passoscuro, all’Isola<br />

Sacra, e a ridosso della pineta di Fregene.<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Venerdì 5 Gennaio 2001<br />

5 GENNAIO 2001<br />

Venerdì del Tempo di Natale - Feria (bianco)<br />

- Messa mattutina propria - Lezionario:<br />

1 Gv 3, 11-21; Salmo: 99; Gv 1, 43-51 - Liturgia<br />

delle Ore (fino a Nona): Ven. I sett. -<br />

Ufficio della Feria - Messa vespertina: tutto<br />

come la Messa di Domani - Primi Vespri<br />

della Solennità dell'Epifania del Signore<br />

6 GENNAIO 2001<br />

Epifania del Signore - Solennità (bianco)<br />

nanze di custodia cautelare emesse dal<br />

gip perugino.<br />

Il provvedimento non riguarda comunque<br />

i vertici del comando provinciale<br />

dei Carabinieri di Roma accusati dai<br />

pm perugini di non avere tempestivamente<br />

fornito alla procura della Repubblica<br />

del capoluogo umbro notizie confidenziali<br />

avute sul furto.<br />

L’avviso di conclusione di indagini notificato<br />

mercoledì riguarda complessivamente<br />

19 persone. Numerosi gli episodi<br />

trattati ed i reati ipotizzati. Si va dal furto<br />

al caveau della banca interna a piazzale<br />

Clodio a quello nel palazzo della<br />

Cassazione. Contestata anche, come nel<br />

corso delle indagini, la presunta corruzione<br />

di alcuni Carabinieri del servizio<br />

di vigilanza alla cittadella giudiziaria romana.<br />

Nel provvedimento si fa riferimento<br />

poi al favoreggiamento della latitanza<br />

di Stefano Virgili, considerato dai<br />

pm uno dei principali protagonisti del<br />

colpo e nel frattempo tornato in libertà,<br />

nonché alla presunta mancata segnalazione<br />

ai magistrati delle prime confidenze<br />

che sarebbero state raccolte da due<br />

carabinieri subito dopo il colpo.<br />

L’avviso rappresenta comunque un<br />

provvedimento formale, non motivato.<br />

Prevede che entro 20 giorni dalla sua<br />

notifica gli indagati possano presentare<br />

le loro tesi difensive ai pm chiedendo ad<br />

esempio di essere interrogati o l’acquisizione<br />

di quelle che ritengono nuove prove.<br />

Una volta esaminate tutte le istanze i<br />

magistrati decideranno se chiedere il<br />

rinvio a giudizio o il proscioglimento degli<br />

indagati.<br />

Tre vittime<br />

di sciagure stradali<br />

in città e provincia<br />

Tre persone sono morte in diversi incidenti<br />

stradali avvenuti tra mercoledì e<br />

giovedì in città e provincia.<br />

Un giovane di 22 anni è morto e un<br />

ragazzo della stessa età che era con lui<br />

è rimasto ferito gravemente, nell'incidente<br />

avvenuto giovedì mattina, in cui<br />

sono rimaste coinvolti una vettura e un<br />

bus della linea 301 della Trambus Spa,<br />

che si sono scontrati in via Cassia, all’altezza<br />

di via Sesto Miglio. L’automobile<br />

avrebbe invaso la carreggiata opposta,<br />

scontrandosi frontalmente con il bus,<br />

che era fermo alla fermata.<br />

Una ragazza di 20 anni, Clara Rinaldi,<br />

è morta la notte tra mercoledì e giovedì,<br />

nell'incidente avvenuto sulla via Salaria,<br />

nei pressi di Montelibretti. La ragazza<br />

ha improvvisamente perso il controllo<br />

della sua automobile che si è schiantata<br />

contro un albero che delimita la carreggiata<br />

della statale.<br />

Mercoledì, infine, un Carabiniere in<br />

pensione, Amedeo D’Angelo, di 60 anni<br />

e abitante a Roma, è morto nell'incidente<br />

stradale avvenuto sull’autostrada Roma-Napoli,<br />

in prossimità dell’uscita di<br />

Caianello. L’uomo era alla guida di<br />

un'auto che è uscita di strada andando<br />

a sbattere prima contro lo spartitraffico<br />

e poi contro un camion.<br />

Messa propria, Gloria, Credo - Lezionario:<br />

1) Is 60, 1-6: La gloria del Signore brilla su<br />

di te - Salmo 71: Ti adoreranno, Signore,<br />

tutti i popoli della terra; 2) Ef 3, 2-3.5-6: Tutti<br />

i popoli sono chiamati, in Cristo Gesù, a<br />

partecipare alla stessa eredità - Vangelo:<br />

Mt 2, 1-12: Siamo venuti dall'oriente per<br />

adorare il re - Liturgia delle Ore: Ufficio<br />

della Solennità<br />

a cura di p. Leonardo Sapienza, R.C.I.<br />

VIABILITÀ Dopo l'ultimo incidente mortale partita la raccolta delle firme<br />

Largo Gregorio XIII: i residenti<br />

attendono ancora un semaforo<br />

Via Boccea, incrocio con largo Gregorio<br />

XIII. Ore 16 del 3 gennaio, una settimana<br />

dal tragico incidente in cui<br />

un'anziana donna, Leda Romani, di 77<br />

anni è morta travolta mentre attraversava<br />

la strada sulle strisce pedonali da un<br />

motorino prima e poi da un camion dell'Ama.<br />

Le automobili oggi continuano a<br />

sfrecciare, incuranti delle persone che<br />

cercano di passare dall'altra parte del<br />

marciapiede. Non importa se queste siano<br />

giovani o anziane, ragazzi o donne<br />

con il passeggino.<br />

Via Boccea. Una strada commerciale,<br />

piena di negozi e di vita. Un grande<br />

mercato che la mattina richiama centinaia<br />

di persone tra i suoi banchi. Un via<br />

vai continuo di gente, di bambini che<br />

ogni giorno devono fare i conti con gli<br />

automobilisti, molte volte indisciplinati e<br />

che non riescono ancora a concepire<br />

una strada da dividere con quei «fastidiosi»<br />

pedoni. Quei pedoni che cercano<br />

la maniera più idonea di passare da un<br />

lato all'altro senza correre troppi rischi.<br />

Leda Romani non ce l'ha fatta. Chissà<br />

quante volte ha attraversato quella strada<br />

per andare a fare la spesa, per andare<br />

a messa o per una semplice passeggiata.<br />

La mattina del 28 dicembre non<br />

credeva certo che quella sarebbe stata la<br />

sua ultima volta. E pensare che per eliminare<br />

un rischio del genere basterebbe<br />

poco. Un semaforo, un semplice strumento,<br />

tre luci che però salverebbero la<br />

vita a chi non ha la prontezza di evitare<br />

le vetture in corsa. «È quasi un anno<br />

Siglato l'accordo<br />

per la cessione<br />

delle aree militari<br />

al Campidoglio<br />

Il ministro della Difesa, Sergio Mattarella,<br />

e il sindaco di Roma, Francesco<br />

Rutelli, hanno siglato, mercoledì, un<br />

protocollo d'intesa che individua i criteri<br />

da attuare nel medio e lungo termine<br />

per la cessione di alcune aree ed immobili<br />

attualmente di uso militare al Comune.<br />

Sono beni che un gruppo misto di<br />

lavoro ha individuato fra le proprietà del<br />

ministero della Difesa nell’area romana<br />

che non rientrano più nelle esigenze del<br />

dicastero e che potranno essere riutilizzati,<br />

grazie anche alle previsioni del<br />

nuovo piano regolatore della Capitale a<br />

scopi prevalentemente culturali. Si tratta<br />

di circa 125.000 metri quadrati che si<br />

aggiungono ai 500.000 (ex Mattatoio, ex<br />

Birreria Peroni, ex Meccanica Romana)<br />

già destinati dall’amministrazione capitolina<br />

ad usi culturali.<br />

Il protocollo, primo nel suo genere,<br />

riguarda sei immobili più un’area verde<br />

di 55 ettari a Vitinia, compreso un deposito<br />

carburanti, che per il 90 per cento<br />

sarà destinata dal Campidoglio a parco<br />

pubblico e per il 10 per cento ad alloggi<br />

militari, che dovrebbero risarcire il ministero<br />

del valore economico dell’area. Gli<br />

immobili sono la caserma Zignani in<br />

piazza Zama, di 45.000 metri quadrati,<br />

che sarà fulcro di attività culturali, servizi<br />

e spazi verdi, a poca distanza dalla<br />

Fm1 e dalla linea A della metropolitana.<br />

I magazzini dell’Aeronautica militare in<br />

via del Porto Fluviale, riqualificati per<br />

servizi di pubblica utilità, con destinazione<br />

prevalentemente culturale. Lo stabilimento<br />

militare in via Guido Reni, destinato<br />

ad usi universitari. La caserma<br />

Manara, in via Carlo Alberto Dalla Chiesa,<br />

ospiterà la seconda Corte d’appello.<br />

che sono qui — spiega il proprietario<br />

del bar proprio di fronte al luogo dove è<br />

morta la signora Romani — e quotidianamente<br />

assisto a molti incidenti. Automobili<br />

che si tamponano, gente che viene<br />

investita, motorini che vanno in terra.<br />

È diventato quasi un appuntamento<br />

giornaliero. Da tempo chiediamo un intervento<br />

deciso da parte delle autorità<br />

competenti ma come può ben vedere<br />

ogni appello è caduto nel vuoto».<br />

Come il barista anche altre persone,<br />

residenti e commercianti, lamentano la<br />

mancanza di interesse da parte di chi è<br />

predisposto a fare qualcosa. «Non è possibile<br />

continuare così — racconta la signora<br />

Franca, un'anziana casalinga che<br />

ogni giorno si reca al vicino mercato per<br />

fare la spesa —. Ogni giorno rischiamo<br />

la vita per un'azione tanto semplice. Se<br />

investono un giovane questo ha la possibilità<br />

di salvarsi, ma se colpiscono un<br />

anziano o un bambino il rischio di morire<br />

è più alto. Non riesco proprio a capire<br />

perché nessuno fa niente». «Solo negli<br />

ultimi mesi si sono verificati quattro<br />

incidenti gravi — aggiunge Giuseppe,<br />

anche lui pensionato —. Appena succedono<br />

tutti fanno un gran parlare, poi<br />

tutto torna come prima, è vergognoso».<br />

Eppure non si tratta di un quartiere<br />

all'estrema periferia dove, con tutto il rispetto<br />

per le zone più degradate, servizi<br />

e gestione del traffico sono lasciati un<br />

po' all'improvvisazione. Qui siamo in<br />

una zona relativamente vicina al Centro,<br />

piena di case, di scuole, di negozi, di<br />

palestre, piscine. Migliaia di persone<br />

ogni giorni vi si riversano per ogni genere<br />

di attività. Eppure a qualcuno tutto<br />

questo non interessa.<br />

Percorrendo il tratto di strada che<br />

dall'incrocio di via Boccea con via Mattia<br />

Battistini va piazza dei Giureconsulti<br />

si contano solo tre semafori, tutti posizionati<br />

all'altezza di grandi crocevia. Per<br />

il restante percorso niente, soltanto strisce<br />

pedonali. Di agenti della Polizia Municipale<br />

se ne vedono pochi, impegnati<br />

soprattutto ad elevare contravvenzioni<br />

alle auto in sosta vietata. Gli incidenti<br />

continuano ma di cambiamenti neanche<br />

l'ombra.<br />

Paradossalmente, in una strada vicino<br />

a via Boccea — via Mattia Battistini, per<br />

la precisione — , secondo la XIX Circoscrizione<br />

di semafori ce ne sono troppi.<br />

Per questa ragione davanti ad un asilo<br />

nido, nella stessa via, hanno pensato bene<br />

di non metterne neanche uno in modo<br />

che mamme e bambini sono costretti<br />

ogni volta a sperare che l'automobile di<br />

turno si fermi in tempo prima che accada<br />

l'irreparabile. Come al solito c'è chi<br />

scarica le responsabilità, nel senso che<br />

quelli della XIX dicono che la compe-<br />

Rissa tra immigrati in un distributore di benzina<br />

È finita a colpi di bastone, la notte tra mercoledì e giovedì, tra due gruppi<br />

di immigrati di diversa nazionalità, che volevano aggiudicarsi il «presidio»<br />

di un distributore di benzina self-service, sulla via Casilina. La rissa, divampata<br />

poco dopo le 20.30, nell’area del distributore, in via Casilina 300, è avvenuta<br />

tra etiopi e bengalesi ma, all’arrivo della Polizia, questi ultimi sono<br />

riusciti a fuggire e sono stati arrestati solo quattro etiopi, due dei quali feriti,<br />

con l’accusa di rissa aggravata. I feriti sono stati soccorsi e accompagnati<br />

all’ospedale Figlie di san Camillo: il più grave guarirà in 20 giorni.<br />

Picchia automobilista per rubargli l’auto: arrestato<br />

Non voleva tornare a casa a piedi o in autostop all’una di notte, così, Alessandro<br />

Ruggeri, 29 anni, di Marcellina ha picchiato un automobilista e lo ha<br />

rapinato dell’auto, ma poco dopo è stato arrestato. È accaduto la notte tra<br />

mercoledì e giovedì, in via Pio IX, a Bagni di Tivoli. Il proprietario dell’auto,<br />

nonostante fosse abbastanza malconcio, è riuscito ad avvertire i Carabinieri<br />

con il suo telefono cellulare. Il ladro è stato arrestato dopo un breve inseguimento.<br />

Passoscuro: furto di computer e tv nella scuola<br />

Un furto di materiale didattico è stato compiuto nella notte tra martedì e<br />

mercoledì nella scuola Leonardo Albertini di Passoscuro. I ladri sono penetrati<br />

nell’istituto di via Serrenti, che ospita classi della materna, elementari<br />

e medie, forzando un’uscita di sicurezza al piano terra. Secondo quanto si<br />

è appreso, dalle aule sono spariti computer, televisori e altro materiale.<br />

Una pecora provocaunincidentein via Nomentana<br />

Una pecora fuggita dal gregge che pascolava nei campi attorno a via Nomentana<br />

all’altezza di Casal de' Pazzi, mercoledì ha causato un lieve incidente<br />

ed il momentaneo blocco del traffico. L’animale, stava lentamente attraversando<br />

la carreggiata incurante del traffico di autoveicoli. Per non investirla<br />

un automobilista ha dovuto frenare bruscamente ed è stato tamponato,<br />

in modo non grave, da un’altra vettura che sopraggiungeva alle sue<br />

spalle. Nonostante l’incidente l’animale non si è allontanato dalla strada ed<br />

il traffico è rimasto semi-bloccato per alcuni minuti, sino a quando è sopraggiunta<br />

una pattuglia della Polizia e gli agenti hanno catturato la pecora<br />

allontanandola dalla strada e riportandola al suo gregge.<br />

Il Calendario<br />

del Grande Giubileo<br />

5 GENNAIO 2001<br />

Veglia della Solennità<br />

dell'Epifania del Signore<br />

Basiliche di s. Giovanni<br />

in Laterano, S. Maria<br />

Maggiore e s. Paolo fuori<br />

le Mura - Santa Messa<br />

e Chiusura della Porta<br />

Santa - Terra Santa:<br />

tenza spetta alla XVIII e viceversa. Insomma,<br />

si chiacchiera tanto mentre la<br />

gente continua a pagare per l'incompetenza<br />

ed il disinteresse di qualcuno.<br />

Ma qualcosa finalmente si sta muovendo.<br />

Se dall'alto non giunge niente c'è<br />

chi non rimane con le mani in mano e<br />

si attiva per risolvere almeno in parte i<br />

numerosi problemi che attanagliano i residenti.<br />

«Sono anni che gli abitanti della<br />

zona chiedono un intervento da parte<br />

della autorità competenti — spiega Roberto<br />

Diosio, Coordinatore dell'Assemblea<br />

“Aurelia”, una delle tante associazione<br />

civiche nate per difendere gli interessi<br />

dei cittadini — ma hanno sempre<br />

ottenuto un silenzio colpevole di responsabili<br />

istituzionali, amministrazioni ed<br />

uffici preposti alla segnaletica stradale.<br />

Dopo l'incidente di alcuni giorni fa è subito<br />

partita una raccolta firme che presenteremo<br />

nella nostra Circoscrizione, la<br />

XVIII e questa volta siamo intenzionati<br />

ad andare fino in fondo perché siamo<br />

stufi di continuare in questo modo».<br />

Ora dunque qualcosa si sta muovendo.<br />

Ma è lecito chiedersi se per far<br />

smuovere le acque, ogniqualvolta bisogna<br />

giungere al limite estremo di una<br />

faccenda. È troppo facile dare la colpa<br />

al caso, la signora Leda, come tanti altri,<br />

non sono vittime della sorte ma dell'indifferenza<br />

e dell'ignoranza. Indifferenza<br />

nel ascoltare le esigenze dei più<br />

deboli. Ignoranza nel non comprendere<br />

che prima o poi tutti avremo bisogno di<br />

aiuto, anche per attraversare una strada,<br />

dove forse non ci sarà il semaforo.<br />

MASSIMILIANO PORZIA<br />

RADIO<br />

VATICANA<br />

OM: 1530 kHz - 196 metri<br />

(Per la zona di Roma<br />

anche Onda Media 527 kHz<br />

e FM 93.3 e 105 MHz)<br />

Chiusura del Giubileo -<br />

Chiese locali: Chiusura<br />

del Giubileo<br />

6 GENNAIO 2001<br />

Solennità dell'Epifania<br />

del Signore - Basilica di<br />

S. Pietro: Santa Messa e<br />

Chiusura della Porta<br />

Santa; Te Deum<br />

OC: nelle bande 49, 31, 25 e 19 metri<br />

VENERDÌ 5 GENNAIO<br />

00.10: Studio A (stereo): Con voi<br />

nella notte<br />

7.20-15.30-17.30-23-24: Orizzonti Cristiani<br />

7.30: Santa Messa in latino<br />

8-12-14-15-16-18-21-23.30: Radiogiornale<br />

in italiano, spagnolo, portoghese,<br />

francese, inglese, tedesco e<br />

polacco<br />

16.30: Incontro della serenità, per<br />

gli infermi - Musica oggi di M. Di<br />

Battista/M. Lalia<br />

17: Liturgia delle Ore, celebrazione<br />

dei Vespri in latino<br />

20.20: Programma tedesco: Prisma<br />

Magazin<br />

20.40: Recita del Santo Rosario in<br />

latino<br />

21.30: Programma francese: La clôture<br />

du Jubilé<br />

21.50: Programma inglese: Matters<br />

of fact / Against the floor / Where<br />

do we go from here<br />

22.10: Programma spagnolo: Charlas<br />

Biblicas<br />

SABATO 6 GENNAIO<br />

00.10: Studio A (stereo): Con voi<br />

nella notte<br />

7.20-15.30-17.30-23-24: Orizzonti Cristiani<br />

7.30: Santa Messa in latino<br />

8-12-14-15-16-18-21-23.30: Radiogiornale<br />

in italiano, spagnolo, portoghese,<br />

francese, inglese, tedesco e polacco<br />

9.20: Da Piazza San Pietro, Cerimonia<br />

di chiusura della Porta Santa e<br />

Celebrazione Eucaristica nella Solennità<br />

dell'Epifania presieduta dal<br />

Santo Padre con recita del Te<br />

Deum<br />

16.30: ObiettivoMusica di A.Fasano<br />

17: Liturgia delle Ore, celebrazione<br />

dei Vespri in latino<br />

20.20: Programma tedesco: Ende<br />

des Heiligen Jahres 2000<br />

20.40: Recita del Santo Rosario in<br />

latino<br />

21.30: Programma francese: Epiphanie:<br />

rencontre avec Dieue 21.50: Programma inglese: Matters<br />

of fact / Against the floor / Where<br />

do we go from here<br />

22.10: Programma spagnolo: Charlas<br />

Biblicas


IN ITALIA<br />

PAGINA<br />

12 .<br />

URANIO Indagini di Procure militari<br />

Il Governo chiede<br />

informazioni alla Nato<br />

ROMA, 4.<br />

Cresce la preoccupazione dell'opinione<br />

pubblica, che dopo aver appreso della<br />

morte per leucemia di un sesto militare<br />

italiano impegnato in missione nei<br />

Balcani, chiede con sempre maggiore<br />

insistenza di conoscere la verità sui reali<br />

rischi che corrono i soldati che si trovano<br />

ancora in quelle regioni.<br />

Intanto, dopo il diretto interessamento<br />

del Capo dello Stato, che ieri mattina<br />

ha telefonato al ministro della Difesa<br />

Mattarella, lo stesso titolare della Difesa<br />

è stato ricevuto ieri pomeriggio dal Presidente<br />

del Consiglio Amato. Nel corso<br />

del colloquio — ha reso noto un comunicato<br />

di Palazzo Chigi — Amato e Mattarella<br />

hanno parlato telefonicamente<br />

con il ministro degli Esteri Dini e hanno<br />

preso atto con soddisfazione che il comitato<br />

politico della Nato, previsto per il<br />

9 gennaio, affronterà la questione dell'uranio<br />

impoverito, corrispondendo così<br />

alla richiesta formulata contestualmente,<br />

il 22 dicembre, dallo stesso ministro della<br />

Difesa e dal ministro degli Esteri. Si è<br />

deciso inoltre — prosegue il comunicato<br />

— di dare istruzioni al rappresentante<br />

italiano nel comitato politico della Nato<br />

affinché, nella riunione del 9, sia messa<br />

a punto l'agenda dei temi legati all'uso<br />

dell'uranio impoverito da sottoporre subito<br />

dopo al Consiglio Atlantico. Ieri un<br />

portavoce della Nato aveva manifestato<br />

piena disponibilità a fornire informazioni<br />

aggiungendo che l'Alleanza sta già<br />

svolgendo un'inchiesta.<br />

Nel frattempo, mentre analoghe<br />

Multe più salate<br />

dal 1º gennaio<br />

per gli automobilisti<br />

indisciplinati<br />

ROMA, 4.<br />

Anche il codice della strada si adegua<br />

al costo della vita. Dal 1º gennaio le sanzioni<br />

previste per gli automobilisti indisciplinati<br />

hanno infatti subito un ritocco<br />

verso l’alto del 4,8 per cento. Le persone<br />

al volante sorprese a passare con il<br />

semaforo rosso, ad esempio, si vedranno<br />

così aumentare la sanzione minima a<br />

127.020 lire contro le 121.200 della vecchia<br />

normativa.<br />

E chi verrà sorpreso a conversare al<br />

telefono cellulare mentre guida pagherà<br />

una multa fino a 250.000 lire.<br />

L’aumento tiene conto della variazione<br />

dell’indice dei prezzi al consumo<br />

Istat di novembre 2000 rispetto a quello<br />

dello stesso mese del ’98.<br />

Tempi più duri anche per i fanatici<br />

della velocità: chi supera il limite di oltre<br />

10 e non sopra i 40 chilometri orari<br />

rischia una sanzione tra 254.400 e<br />

1.016.120 lire mentre chi circola senza<br />

assicurazione si vedrà infliggere una super<br />

multa, da un minimo di 1.270.180 fino<br />

ad un massimo di 5.080.720 lire.<br />

Rincari inoltre per chi trasporta un<br />

passeggero su un ciclomotore non abilitato<br />

e per gli automobilisti che percorrono<br />

un senso vietato: la sanzione prevista<br />

per loro va da un minimo di 63.510 ad<br />

un massimo di 254.030 lire. Guai infine<br />

per i proprietari di un'automobile in sosta<br />

vietata: un’infrazione che nei casi<br />

più gravi (sosta su piste ciclabili, passaggi<br />

pedonali, corsie preferenziali, eccetera)<br />

può arrivare a costare fino a 508.070<br />

lire.<br />

preoccupazioni vengono espresse in altri<br />

Paesi della Nato che hanno militari in<br />

missione nei Balcani (alcuni dei quali<br />

colpiti da tumori), un esposto-denuncia<br />

«per lesioni personali gravissime e omicidio<br />

colposo» contro il ministero della<br />

Difesa è allo studio dell'Assodipro (Associazione<br />

solidarietà diritto e progresso)<br />

che intenderebbe presentarlo alla Procura<br />

di Roma, la quale sta già valutando<br />

un esposto presentato dal leader del movimento<br />

Diritti civili Franco Corbelli.<br />

Sulla vicenda stanno già indagando le<br />

Procure militari di Roma e di Padova.<br />

Sciagure sul lavoro:<br />

lo stillicidio continua<br />

anche nel 2001<br />

VARESE, 4.<br />

Nel terzo giorno dell'anno nuovo<br />

già si deve purtroppo registrare<br />

il primo incidente mortale sul<br />

lavoro. Ieri sera è infatti deceduto<br />

all'ospedale di Varese un operaio<br />

di 30 anni, Davide Rossini, che alcune<br />

ore prima era rimasto gravemente<br />

ferito rimanendo impigliato<br />

in una turbina del maglificio dove<br />

presta lavoro da alcuni anni. Nell'incidente<br />

l'operaio aveva riportato<br />

gravi ferite al cranio e al torace.<br />

Rientra dalle vacanze e trova la madre morta<br />

TORINO — Carbonizzata davanti alla cucina a gas: così un’anziana di 93<br />

anni, Rosa Rosmini, è stata trovata dal figlio di ritorno dalle vacanza. La<br />

tragedia é accaduta a Trofarello, un paese alle porte di Torino. La macabra<br />

scoperta è stata fatta oggi, giovedì. Della vicenda non si conoscono altri<br />

particolari. Il figlio della donna ha avvertito subito i Carabinieri di Moncalieri<br />

(Torino). Tra le ipotesi più probabili, quella di un incidente.<br />

Nuovo interrogatorio per l’ex brigatista Panizzari<br />

L'ex brigatista graziato Giorgio Panizzari, arrestato il 12 dicembre scorso<br />

dopo una rapina con sparatoria compiuta in una banca di Todi, è stato interrogato<br />

ieri, mercoledì, dal procuratore di Perugia, Miriano. Sull’interrogatorio<br />

viene mantenuto il riserbo. Sembra comunque che Panizzari non abbia<br />

affrontato con gli inquirenti discorsi relativi alla riorganizzazione eversiva.<br />

Panizzari, com'è noto, è indagato anche per il delitto D'Antona. Per l'ex<br />

brigatista e per Roberto Viganò, l’altro autore della rapina a Todi, la procura<br />

di Perugia ha chiesto scorso il processo con il rito immediato.<br />

Trova 7.OOO dollari in autostrada e li restituisce<br />

SALERNO — Un portafogli gonfio di dollari, ben 7.000 (pari ad oltre 14 milioni<br />

di lire), è stato trovato in un’area di servizio dell’autostrada Salerno-<br />

Reggio Calabria da una donna che lo ha consegnato alla Polstrada, consentendo<br />

così che la somma fosse restituita al proprietario, un turista statunitense,<br />

rintracciato a Roma. La donna ha voluto mantenere l'anonimato.<br />

L'Italia quarto mercato mondiale dell'auto<br />

ROMA — L'Italia si conferma uno dei maggiori mercati mondiali per l’auto.<br />

Il risultato del 2000, con oltre 2,4 milioni di veicoli immatricolati, si pone per<br />

il quarto anno consecutivo, al secondo posto in Europa e al quarto nel mondo<br />

dopo Usa, Giappone e Germania. «I volumi di domanda degli ultimi quattro<br />

anni — secondo gli esperti del settore — sono i più significativi nella<br />

storia recente dell’automobile in Italia, e hanno contribuito a migliorare l’efficienza<br />

del circolante». Malgrado la significativa quota di auto nuove immatricolate<br />

tra il 1997 e il 2000 (circa 9,5 milioni), il parco auto italiano resta<br />

però fra i più obsoleti e meno catalizzati d'Europa. E sugli acquisti futuri<br />

pesa la forte pressione fiscale sul settore (nel 2000 è stata pari a 134.000<br />

miliardi, pari al 22% delle entrate tributarie e al 6% del Pil).<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Venerdì 5 Gennaio 2001<br />

FIRENZE — Ha festeggiato i 25 anni il<br />

Centro di aiuto alla vita di Firenze intitolato<br />

a Maria Cristina Ogier. Nacque, primo<br />

in Italia, il 12 dicembre 1975 sotto la spinta<br />

emotiva della scoperta sulle colline del<br />

viale dei Colli di Firenze di una villa adibita<br />

ad aborti clandestini, impulso che si<br />

convertì di lì a poco nell'esigenza — da<br />

parte di un gruppo di cattolici — di offrire<br />

assistenza concreta alle donne incinte in<br />

difficoltà materiali e psicologiche.<br />

La crescita e il successo del centro, che<br />

MUCCA PAZZA Distruzione delle farine animali<br />

Test obbligatori sui bovini:<br />

ritardi in alcune regioni<br />

ROMA, 4.<br />

Il programma anti-mucca pazza andrà<br />

a completo regime entro il 15 gennaio in<br />

nove regioni, mentre nelle restanti (quelle<br />

dove il numero dei test programmati<br />

è maggiore) sarà necessario aspettare la<br />

fine del mese: lo ha reso noto il ministero<br />

della Sanità precisando che, a mercoledì,<br />

sono state effettuate 1.300 analisi<br />

sui bovini con più di 30 mesi (età al di<br />

sotto della quale gli scienziati ritengono<br />

che non vi sia alcuna possibilità di insorgenza<br />

della malattia), tutti con esito negativo.<br />

Le regioni più svelte a mettersi<br />

in regola sono la Sicilia, l’Umbria, le<br />

Marche, il Veneto, il Trentino-Alto Adige,<br />

il Friuli-Venezia Giulia, l’Abruzzo, il<br />

Molise e la Sardegna.<br />

I dieci Istituti zooprofilattici sperimentali,<br />

ai quali è stato affidato il compito<br />

di controllare che gli animali da macellare<br />

siano sani, sono già operativi. Ma<br />

non mancano i ritardi. Per assicurare il<br />

completo avvio del programma alcuni<br />

centri attendono ancora l’arrivo di alcune<br />

apparecchiature e delle confezioni di<br />

test ordinate ai fornitori già da novembre.<br />

Le difficoltà della consegna sono legate<br />

all’improvviso aumento delle commissioni<br />

dopo il varo della normativa<br />

comunitaria. Il ministro delle Politiche<br />

agricole, Pecoraro Scanio, ha avuto comunque<br />

rassicurazioni dal commissario<br />

straordinario Guido Alborghetti: entro<br />

gennaio il 90% degli animali sarà sottoposto<br />

ai test ma, ha detto il ministro,<br />

non saranno accettati altri ritardi. Un allungamento<br />

ulteriore dei tempi ricadrebbe<br />

pesantemente sui consumatori e sugli<br />

allevatori.<br />

Firenze: i 25 anni del Centro di aiuto alla vita<br />

ha sede nel chiostro della Basilica di san<br />

Lorenzo, è dovuto in gran parte alla sua<br />

duttile struttura organizzativa che si propone,<br />

per quanto possibile, di alleviare la<br />

solitudine, l'emarginazione, la mancanza<br />

di lavoro e di abitazione che sono di ostacolo<br />

all'accoglimento della maternità, avvalendosi<br />

di assistenza psicologica, sociale,<br />

medica, legale. Una rete sotterranea di<br />

solidarietà fornisce contributi in denaro,<br />

MALTEMPO Coinvolte 50 autovetture – Niente vittime<br />

Ghiaccio nel Torinese:<br />

tamponamenti a catena<br />

IMPERIA, 4.<br />

Dopo la neve che ha paralizzato specialmente<br />

il Nord, ora sulle strade sono<br />

il ghiaccio e la nebbia a provocare incidenti.<br />

Un maxitamponamento con decine<br />

(si parla di una cinquantina) di veicoli<br />

coinvolti si è verificato, stamattina,<br />

dopo le 10, sulla bretella che collega la<br />

Torino-Aosta con la Torino-Milano, all’altezza<br />

di Albiano (Torino).<br />

È stato accertato che non ci sono stati<br />

morti ma soltanto alcuni feriti. Pare<br />

che a causare la serie di incidenti, che<br />

ha coinvolto entrambe le direzioni, sia<br />

stato il fondo stradale ghiacciato. È stato,<br />

dunque, chiuso il tratto Santhià-<br />

Ivrea con uscita obbligatoria a Scarmagno<br />

per chi proviene da Torino e a<br />

Ivrea per chi proviene da Aosta. Secondo<br />

quanto appreso, i tamponanamenti a<br />

catena sono stati almeno due. Il primo è<br />

avvenuto nei pressi del casello di Albiano,<br />

il secondo nelle vicinanze dello svincolo<br />

della bretella a Ivrea, in località Pavone.<br />

In quest’ultimo caso, complice del<br />

ghiaccio potrebbe essere stata anche la<br />

strettoia causata dai lavori (attualmente<br />

fermi) per il ripristino dell’autostrada<br />

dopo l’alluvione del novembre scorso. Il<br />

tamponamento è avvenuto sulla carreggiata<br />

in direzione di Aosta. Polizia stradale,<br />

Vigili del fuoco e soccorritori del<br />

118 sono al lavoro per trasportare i feriti<br />

(nessuno dei quali versa in gravi condizioni)<br />

in ospedale e liberare l’autostrada<br />

dalle auto coinvolte negli incidenti. Il<br />

maltempo e il fondo stradale ghiacciato<br />

hanno causato incidenti a raffica, con<br />

«Una cosa è che si arrivi in tempi brevi<br />

a testare il 90% degli animali da macello<br />

— ha affermato Pecoraro Scanio<br />

— ma se, come affermato da qualcuno,<br />

si riuscirà a coprire solo il 20% la cosa<br />

sarebbe gravissima. Se ci saranno ulteriori<br />

ritardi il Governo dovrà individuare<br />

prima possibile le responsabilità».<br />

Nel frattempo i ministeri della Sanità<br />

e dell'Ambiente hanno emanato un’ordinanza<br />

per incenerire le farine animali e i<br />

resti dei bovini «a rischio» Bse. La mancata<br />

distruzione del materiale comporterebbe<br />

notevoli rischi igienico-sanitari.<br />

auto finite fuori strada, feriti, mini e<br />

maxi tamponamenti lungo numerose<br />

strade della zona. Alla periferia di Favria,<br />

nell’alto canavese, è avvenuto un<br />

incidente mortale di cui non si conosce<br />

ancora la dinamica.<br />

I collegamenti fra Ivrea e Ciriè (statale<br />

460) sono stati interrotti, e si procede<br />

a fatica sulla strada Pedemontana che<br />

da Cuorgnè scende verso Ivrea.<br />

Intanto già da ieri la circolazione delle<br />

auto tra la Francia e l’Italia si è normalizzata,<br />

così come il traffico ferroviario<br />

tra Genova e Ventimiglia, interrotto<br />

per uno smottamento nel Savonese.<br />

Procede a rilento la vendita<br />

delle case degli enti previdenziali<br />

ROMA, 4.<br />

Solo quattro nuclei familiari su cento sono diventati finora proprietari della<br />

casa dell’ente di previdenza di cui erano inquilini. A fine 2000 il bilancio riguardante<br />

i sette istituti previdenziali pubblici non è confortante: su un totale<br />

di 36.000 appartamenti ne è stato venduto finora appena il 4 per cento. Sono<br />

stati ceduti circa 1.500 appartamenti ai rispettivi inquilini conduttori, ad un<br />

prezzo medio di 150 milioni a casa, ma la grande vendita degli immobili Inpdap,<br />

Inpdai, Inail, Inps, Enpals, Ipsema, Ipost — operazione da almeno<br />

48.000 miliardi una volta completata — procede ancora con lentezza. Il piano<br />

ordinario di dismissione, previsto dalla legge finanziaria, aveva fissato un<br />

obiettivo di incasso di 4.000 miliardi con la prima parte minima del 25% del<br />

patrimonio, da avviare alla cessione entro marzo scorso. Al pacchetto di<br />

34.500 unità abitative che entro il 2001 cambieranno proprietario si aggiungono<br />

altri 1.508 appartamenti stralciati dal piano di vendita straordinario, con<br />

un valore medio però più alto. Ottimista l’Osservatorio del ministero del Lavoro:<br />

«Le prime aste di vendita per 1.500 miliardi partiranno entro la fine di<br />

gennaio, la cessione dei restanti sarà completata in un paio di mesi».<br />

Ferrovie: in vigore<br />

l'aumento medio<br />

del 5% per i biglietti<br />

ROMA, 4.<br />

Dal 1° gennaio è scattato l'aumento<br />

medio del 5,2% dei prezzi dei biglietti<br />

ferroviari per i treni a lunga e a media<br />

percorrenza che ha portato anche all'eleminazione<br />

degli abbonamenti per gli<br />

Eurostar. Per i treni Espressi l'incremento<br />

è dell'1,7%.<br />

L'aumento, che non riguarderà le tariffe<br />

regionali dei treni per trasporto locale,<br />

è più consistente per la seconda<br />

classe che non per la prima ed è stato<br />

stabilito, dopo il via libera del ministero<br />

dei Trasporti, da Trenitalia, la nuova società<br />

delle Ferrovie dello Stato cui è affidato<br />

il servizio passeggeri.<br />

L'aumento «riequilibrato» tra la prima<br />

e la seconda classe è stato predisposto<br />

— riferisce l'Ansa — per consentire una<br />

più omogenea occupazione delle carrozze<br />

da parte dei passeggeri e tariffe differenziate<br />

per percorso, tipo di treno, fasce<br />

orarie, alta e bassa stagione. Tuttavia<br />

per l'Eurostar, treno usato anche dai<br />

pendolari per tratte brevi, non esiste più<br />

l'abbonamento. Chi intende viaggiare<br />

frequentemente su questo treno deve fare<br />

l'abbonamento Intercity e pagare di<br />

volta in volta un diritto di ammissione<br />

(4.000 lire a viaggio).<br />

Morti in autostrade<br />

per «guard rail» insicuro:<br />

5 inquisiti a Bologna<br />

BOLOGNA, 4.<br />

Cinque avvisi di garanzia sono<br />

stati emessi, ieri, a carico di dirigenti<br />

della società Autostrade nell’ambito<br />

dell’inchiesta della Procura<br />

di Bologna sulla morte di un<br />

ragazzo che, dopo un incidente su<br />

un viadotto del tratto appenninico<br />

dell’A1, scavalcò il «guard rail»<br />

spartitraffico precipitando nel<br />

vuoto per 17 metri. L’inchiesta ha<br />

portato alla scoperta di altri 17 casi<br />

analoghi successi sulle autostrade<br />

italiane dal 1987.<br />

ospitalità, prestazioni professionali. Fino<br />

al 1999 compreso l'istituto ha assistito<br />

4.506 donne; 3.366 i bambini nati ed è<br />

questa la grande ricompensa per tutti gli<br />

operatori del centro. Va ricordato che negli<br />

ultimi tempi sempre più grave si configura<br />

il problema costituito dalle donne<br />

extracomunitarie, a volte coniugate, più<br />

spesso sole con lavoro precario, con evidenti<br />

problemi ad inserirsi in un tessuto<br />

MUTUI Il decreto viene presentato al Senato<br />

Tesoro: 12.000 miliardi<br />

erogati a tassi usurari<br />

ROMA, 4.<br />

Ammonta a 12.000 miliardi di lire, di<br />

cui un terzo e cioè 4.000 miliardi riferibili<br />

alle famiglie italiane, la quota di mutui<br />

erogati a tassi usurari. Lo afferma<br />

nella relazione di accompagnamento al<br />

decreto il Tesoro che oggi viene presentato<br />

al Senato, in Commissione Finanze,<br />

il provvedimento. Il calendario dell'iter<br />

di conversione in legge però verrà deciso<br />

alla riapertura del Parlamento, dopo<br />

la pausa natalizia.<br />

«La quota dei mutui che risulta essere<br />

stata erogata con tassi contrattuali superiori<br />

al rendimento lordo medio dei BTP<br />

Cittadini si autotassano<br />

per la realizzazione<br />

di opere di urbanizzazione<br />

CATANIA, 4.<br />

Problemi legali e burocratici bloccano<br />

da anni la realizzazione delle opere di<br />

urbanizzazione di un rione di Raddusa<br />

(Catania) e allora i suoi abitanti, circa<br />

1.200 persone — riferisce l'Ansa — hanno<br />

deciso di autotassarsi per fare svolgere<br />

a loro spese da una ditta privata i lavori<br />

necessari.<br />

I responsabili del coordinamento del<br />

rione, che si chiama Vignazze, hanno<br />

dichiarato all'Ansa: «Siamo stanchi di vivere<br />

nel fango d'inverno e nella polvere<br />

d'estate. Abbiamo pagato le tasse e le<br />

spese comunali per le opere di urbanizzazione<br />

ma inutilmente. Se il Comune<br />

non riesce a risolvere la questione ci<br />

penseremo da soli».<br />

Da parte sua il sindaco di Raddusa,<br />

Giovanni Allegra, ha detto: «Comprendo<br />

la rabbia dei miei concittadini ma c'era<br />

un contenzioso di circa otto miliardi con<br />

la ditta che aveva in appalto i lavori e di<br />

fronte a cifre così grosse abbiamo dovuto<br />

far ricorso alle vie legali pur consapevoli<br />

che la giustizia civile ha tempi lunghi».<br />

Il sindaco si è detto comunque fiducioso<br />

che la questione possa risolversi<br />

entro l'anno.<br />

sociale estraneo. All'attività del Centro di<br />

aiuto alla vita si è affiancata recentemente<br />

un'iniziativa che ha portato considerevoli<br />

risultati: si tratta del progetto «Gemma»,<br />

di adozione a distanza di una gestante<br />

e del suo bambino. Un progetto nato<br />

dal desiderio di coinvolgere il maggior<br />

numero di persone in un gesto di solidarietà<br />

che provocasse una riflessione sul<br />

valore della vita.<br />

RICCARDO BIGI<br />

ANZIANI Nella prospera e accogliente Romagna<br />

Una casa di riposo<br />

lager di nefandezze<br />

RICCIONE, 4.<br />

Anziani abbandonati a se stessi, maltrattati<br />

fino a farli morire: i responsabili,<br />

fratello e sorella, sono stati arrestati ieri.<br />

Sono Maria Luisa ed Ettore Bulli, rispettivamente<br />

legale rappresentante e socio<br />

della casa di riposo «Montebello» di<br />

Mondaino, paesino della Valconca, alle<br />

spalle di Riccione.<br />

Nella Romagna ricca, con la sua immagine<br />

di efficienza amministrativa e di<br />

validità dei suoi servizi sociali, con la<br />

sua fama di opulenza e di accoglienza,<br />

con i suoi centri costieri reclamizzati<br />

per l'offerta di divertimenti e la sfavillante<br />

vita notturna, ecco affiorare un lager<br />

per i più deboli, i meno tutelati, i<br />

meno considerati; nel «paese dei balocchi»,<br />

un'agghiacciante realtà fatta di disprezzo,<br />

di abusi, di disumanità.<br />

Sono almeno sei gli anziani che sarebbero<br />

deceduti — così gli investigatori sospettano<br />

— per maltrattamenti e mancata<br />

assistenza. Le testimonianze e le intercettazioni<br />

raccolte in mesi di indagini<br />

ricostruiscono un ambiente in cui gli anziani<br />

venivano trattati alla stregua di oggetti<br />

ingombranti e di scarso valore.<br />

Docce forzate anche a persone febbricitanti,<br />

percosse, punizioni, coercizioni.<br />

Ancora: sedili fatti in modo da impedire<br />

agli anziani di alzarsi da soli, persone<br />

alimentate di forza fino a provocarne<br />

il soffocamento, nessuna assistenza durante<br />

la notte. Nella casa di riposo, un<br />

ex bar-albergo, i carabinieri di Riccione<br />

hanno trovato 34 ospiti, quasi tutti ultraottantenni,<br />

provenienti da mezza Italia.<br />

La struttura è stata posta sotto se-<br />

(maggiorato di mezzo punto per i mutui<br />

verso soggetti diversi dai consumatori)<br />

— afferma la relazione — è stimabile<br />

mediamente in circa 12.000 miliardi di<br />

lire, di cui un terzo riferibile a prestiti<br />

contratti dalle famiglie». Il Tesoro conferma<br />

l’onere di 2.500 miliardi a carico<br />

delle banche che si distribuirà lungo tutto<br />

l’arco della vita residua dei mutui, la<br />

cui durata media complessiva, al 30 settembre<br />

2000, ricostruita sulla base dei<br />

dati di vita residua, risulta di 13 anni.<br />

Le stime del Tesoro appaiono dunque<br />

piuttosto «prudenziali» come afferma<br />

anche la stessa Relazione.<br />

Il beneficio per il futuro tuttavia —<br />

afferma il Tesoro — è «piuttosto consistente<br />

e tale da compensare i maggiori<br />

oneri sopportati in assenza di rinegoziazione<br />

nei tre anni di applicazione della<br />

legge sull’usura».<br />

L’urgenza del decreto — ha aggiunto<br />

il Tesoro — non ha consentito di consultare<br />

le «parti sociali», ma «è evidente la<br />

necessità che, nel corso dell’esame parlamentare,<br />

vengano svolti i dovuti approfondimenti<br />

anche, in particolare, con<br />

le associazioni dei consumatori».<br />

Il Tesoro rileva infatti che nelle ultime<br />

settimane la situazione dei mutui usurai<br />

si è «aggravata». «Alcune banche, per<br />

non incorrere nel reato d’usura, non<br />

hanno ancora inviato ai loro clienti gli<br />

avvisi di pagamento della rata semestrale<br />

in scadenza. I clienti subiranno un<br />

danno — aggiunge la relazione — per<br />

non essere in grado di portare in deduzione<br />

dall’Irpef 2000 parte degli interessi<br />

passivi maturati nello stesso anno. Incerta<br />

rimane in ogni caso la sorte dei loro<br />

mutui».<br />

Titolare di un bar uccisa<br />

per rapina nel Bresciano<br />

Fermato un immigrato<br />

BRESCIA, 4.<br />

Ancora un efferato delitto a<br />

scopo di rapina nel Bresciano ai<br />

danni di gestori di esercizi commerciali.<br />

La vittima è la titolare di<br />

un bar, Caterina Ferrari di 52 anni,<br />

assassinata verso mezzanotte a<br />

colpi di coltello all'interno del locale,<br />

a Vobarno, in Val Sabbia.<br />

Le grida della donna sono state<br />

udite dagli inquilini del palazzo<br />

sovrastante il pubblico esercizio, i<br />

quali hanno chiamato i Carabinieri.<br />

I militari sono giunti quasi immediatamente<br />

e hanno fermato<br />

un giovane immigrato clandestino,<br />

il marocchino Abdherraim<br />

Nor, di 21 anni, che si trovava ancora<br />

all'interno del locale.<br />

Il giovane ha dichiarato di essere<br />

in Italia da quattro mesi ma<br />

poco dopo è stato colto — riferisce<br />

l'Ansa — da una crisi nervosa<br />

che ha reso impossibile il proseguimento<br />

dell'interrogatorio da<br />

parte del pm nella caserma dei<br />

Carabinieri a Salò.<br />

questro ma, per evitare ulteriori traumi<br />

agli anziani, è stata affidata all’Asl di Rimini<br />

che ha nominato un responsabile e<br />

inviato medici ed infermieri.<br />

Le vessazioni erano, secondo l’accusa,<br />

all’ordine del giorno nella casa di riposo<br />

costituita nel ’95 e autorizzata dall’Asl di<br />

Rimini fino al 31 dicembre 2001 per<br />

ospitare 25 anziani autosufficienti e 15<br />

non autosufficienti. Nonostante gli ambienti<br />

puliti la struttura, dal racconto<br />

fatto agli investigatori da ex dipendenti<br />

(il personale veniva cambiato continuamente),<br />

era più una prigione (a pagamento)<br />

che un luogo di accoglienza: la<br />

retta era di 2.600.000 lire mensili.<br />

Diversi esposti anonimi erano giunti<br />

ai carabinieri ma all'inizio erano piuttosto<br />

vaghi; e i controlli, anche per l’omertà<br />

dei dipendenti, avevano accertato<br />

solo violazioni amministrative. Le indagini<br />

hanno avuto una svolta nell'agosto<br />

scorso. Testimonianze e intercettazioni<br />

hanno poi convinto il pm a chiedere per<br />

i fratelli Bulli un ordine di custodia.<br />

Le «regole» erano dettate dalla carenza<br />

di personale. Così c'era chi cadeva e<br />

restava per tutta la notte a terra perché<br />

non c’era nessuno ad aiutarlo; o chi,<br />

pur avendo subito fratture gravi, veniva<br />

soccorso dopo ore. Gli anziani venivano<br />

denudati per la doccia tutte le mattine<br />

indipendentemente dallo stato di salute.<br />

Proprio per questo, dovendolo tenere su<br />

di peso, un degente era stato trovato dai<br />

familiari con i polsi segati rovinati fino<br />

all’osso. Aveva invece le mani ustionate<br />

un altro ospite il cui letto era stato bloccato<br />

contro il termosifone.<br />

Manca la copia<br />

di una pagina<br />

nell'ordinanza<br />

di custodia cautelare:<br />

liberi dieci arrestati<br />

VARESE, 4.<br />

Una inaspettata libertà è arrivata per<br />

dieci dei cinquantanove arrestati nell’operazione<br />

(che fu chiamata «infinito»)<br />

coordinata dalla procura di Busto Arsizio<br />

contro una banda che trafficava droga<br />

in tutta Italia. A determinare l'accaduto<br />

è stata la mancanza di una pagina<br />

delle 1.565 che compongono l’ordinanza<br />

di custodia cautelare.<br />

Il tribunale del riesame di Milano ha<br />

infatti accolto il ricorso di alcuni avvocati<br />

e ieri ha dichiarato nullo il provvedimento.<br />

Ma perché il documento era incompleto?<br />

Nel fotocopiare per 59 volte le<br />

1.565 pagine, qualcuno aveva saltato<br />

quella relativa alle motivazioni che sono<br />

alla base dell’emissione dell’ordinanza di<br />

custodia, pagina che naturalmente esiste<br />

nel provvedimento originale.<br />

Proprio nei mesi scorsi i dipendenti<br />

del palazzo di giustizia di Busto Arsizio<br />

erano scesi in sciopero per reclamare<br />

contro la fatiscenza delle apparecchiature<br />

e della carenza di organici, in particolare<br />

negli uffici dei quattro gip del Tribunale.<br />

Ma poi — riferisce l'Ansa —<br />

non era successo nulla.<br />

Il pm che ha coordinato l’indagine<br />

dovrà, a questo punto riproporre per intero<br />

le sue richiesta ai gip che dovranno<br />

emettere un nuovo ordine di cattura.<br />

Nel frattempo però altre persone fra<br />

quelle finite in manette potranno ottenere<br />

la libertà.<br />

L’inchiesta, iniziata tre anni fa a Busto<br />

Arsizio, si era poi via via allargata a<br />

macchia d’olio in tutta Italia.<br />

Duplice omicidio<br />

al mercato dei fiori<br />

di Pompei<br />

NAPOLI, 4.<br />

Duplice omicidio a colpi d'arma da<br />

fuoco stamane all'interno del mercato<br />

dei fiori di Pompei.<br />

Le vittime sono due fiorai, Pasquale<br />

Donnarumma di 41 anni e Gennaro Di<br />

Perna di 41, incensurati.<br />

Il primo è morto sul colpo, il secondo<br />

qualche ora dopo all'ospedale Loreto<br />

Mare di Napoli in seguito alle gravi ferite<br />

riportate.<br />

L'agguato omicida è avvenuto nell'ufficio<br />

di Donnarumma, che era presidente<br />

della cooperativa Supeflora 2000, che<br />

gestisce l'immobile del mercato dei fiori.<br />

Erano circa le 6 e a quell'ora il mercato<br />

dei fiori già pullulava di venditori e di<br />

clienti. Ma finora gli inquirenti non sono<br />

riusciti a raccogliere testimonianze sulle<br />

modalità del duplice assassinio.<br />

Gli inquirenti ritengono comunque<br />

che, considerato l'elevato numero di<br />

bossoli trovati sul luogo del delitto, a<br />

sparare siano state più persone.<br />

Sulla personalità delle vittime, oltre al<br />

fatto di non avere precedenti penali, si è<br />

appreso soltanto che erano amici da<br />

lunga data.


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Anno CXLI - N. 4 (42.642) CITTÀ DEL VATICANO Sabato 6 Gennaio 2001<br />

Sabato 6 gennaio, Solennità dell'Epifania, Giovanni Paolo II chiude la Porta Santa della Basilica di San Pietro<br />

punto di convergenza del cuore e dei passi della Chiesa che festeggia Cristo<br />

MARCO IMPAGLIAZZO<br />

I l<br />

Grande Giubileo del Duemila non può che<br />

terminare con un «grazie». È forse questa la<br />

parola, semplice e profonda, che più si addice<br />

all'esperienza di fede che abbiamo vissuto per oltre<br />

un anno. Ed è il sentimento più vero di tutti i<br />

pellegrini che hanno varcato la Porta Santa: «grazie».<br />

Non si tratta, è chiaro, di un ringraziamento<br />

di circostanza, ma di una dimensione religiosa<br />

che sgorga dal profondo. Non è un saluto, non la<br />

fine di un discorso, è piuttosto un inizio, un nuovo<br />

inizio. È la scoperta di una dimensione del gratuito<br />

in un mondo dove quasi tutto si compra. Il Giubileo<br />

è innanzitutto un dono e la gratitudine è la<br />

prima e più sincera risposta.<br />

È il «grazie» dei pellegrini che hanno ricevuto<br />

il dono di tanti incontri. Prima di tutto quello con<br />

il Vangelo proclamato con solennità nel cuore del<br />

pellegrinaggio giubilare. Ma anche quello con la<br />

Chiesa di Roma che ha saputo offrire ai pellegrini<br />

momenti straordinari. Basta pensare alle Giornate<br />

mondiali della Gioventù di metà agosto. Non a<br />

caso in quell'occasione, davanti alla moltitudine<br />

di giovani venuti da ogni parte del mondo, Giovanni<br />

Paolo II ha pronunciato più volte, con commozione,<br />

il suo «grazie» al Signore invitando a<br />

vivere con gratitudine la forza giovane che viene<br />

dal Vangelo. La stessa gratitudine hanno potuto<br />

vivere i pellegrini lungo tutto il Giubileo visitando<br />

le testimonianze delle prime generazioni cristiane<br />

e scoprendo le migliaia di testimoni della fede<br />

del secolo appena trascorso. La celebrazione al<br />

Colosseo è ancora davanti ai nostri occhi e nel<br />

nostro cuore.<br />

Ma il ringraziamento è anche per tanti altri gesti<br />

che ci fanno capire di più che cosa vuol dire<br />

essere cristiani alla soglia del Terzo Millennio.<br />

Momenti eccezionali, come la solenne richiesta di<br />

perdono che ha aperto la Quaresima, insieme a<br />

momenti ordinari che in più occasioni sono stati<br />

accompagnati dall'incontro con i santi e i beati<br />

canonizzati lungo quest'anno e la cui fede è un<br />

incoraggiamento per tutti all'inizio di questo tempo<br />

nuovo.<br />

Sono tanti i motivi che arricchiscono il nostro<br />

«grazie» alla fine di questo anno giubilare. Ma ce<br />

n'è uno, che è tutto religioso. Aprendo la Porta<br />

Santa il Papa, insieme con tutta la Chiesa, ha<br />

Udienze di Giovanni Paolo II<br />

a due Capitoli Generali<br />

Ancelle del Sacro Cuore<br />

di Gesù Agonizzante<br />

Suore Domenicane<br />

del Sacro Cuore di Gesù<br />

Pagina 5<br />

Solennità dell'Epifania del Signore<br />

La volontà di scoprire il Bambino<br />

di JEAN GALOT<br />

Pagina 4<br />

In occasione della Solennità dell'Epifania domani il nostro<br />

giornale non uscirà. Le pubblicazioni riprenderanno in<br />

data 8-9 gennaio.<br />

Grazie<br />

Migliaia e migliaia di fedeli<br />

continuano in queste ore a<br />

varcare la Porta Santa della<br />

Basilica di San Pietro, che<br />

Giovanni Paolo II chiude domani,<br />

sabato 6 gennaio, Solennità<br />

dell'Epifania. Durante<br />

tutti questi mesi abbiamo accompagnato<br />

i passi dei pellegrini<br />

del Grande Giubileo.<br />

La grande croce formata<br />

dai pellegrini in Piazza San Pietro<br />

Osservati dall'alto formano una grande croce i pellegrini<br />

che in Piazza San Pietro camminano verso la<br />

Porta Santa. In questa solare mattina di venerdì 5<br />

gennaio 2001, la coda della fila centrale, quella più<br />

corposa, coincide ormai con via della Conciliazione.<br />

È una travolgente testimonianza di fede. Il numero<br />

dei pellegrini è incalcolabile, tanto più che continuano<br />

ad arrivare. Su questo «braccio» centrale della<br />

croce, il «braccio» verticale che sfiora il presepe e<br />

l'albero allestiti accanto all'obelisco della Piazza, si<br />

innestano altri due «bracci», quelli laterali.<br />

Un «braccio» laterale parte davanti al Portone di<br />

Bronzo, quasi nel luogo dove il 13 maggio 1981 avvenne<br />

l'attentato contro Giovanni Paolo II. L'altro<br />

«braccio» inizia, in pratica, dall'Arco delle Campane.<br />

La grande croce formata dai pellegrini dell'Anno<br />

Santo è stata benedetta dal Papa affacciatosi alla finestra<br />

del Palazzo Apostolico, a mezzogiorno, per la<br />

preghiera mariana dell'Angelus. Un appuntamento<br />

che, nei giorni del tempo di Natale, è divenuto teneramente<br />

«fisso».<br />

I pellegrini che oggi formano la croce sono il simbolo<br />

del «successo» autentico dell'Evento spirituale<br />

del Grande Giubileo. È nella croce, infatti, il senso<br />

Attraverso l'appuntamento<br />

quotidiano con le pagine<br />

«Pellegrini del Duemila» abbiamo<br />

raccontato le loro storie,<br />

ne abbiamo condiviso<br />

speranze e propositi. Nello<br />

stesso tempo abbiamo invitato<br />

a riflettere sulle «grandi<br />

parole» che le celebrazioni<br />

giubilari hanno suscitato.<br />

Oggi, alla vigilia della chiusura<br />

della Porta Santa, la parola<br />

che sgorga dal cuore di<br />

ciascuno è la più semplice e<br />

la più sincera. «Grazie». Un<br />

«grazie» che non vuol esprimere<br />

un saluto, né la fine di<br />

un discorso. Ma l'inizio, il<br />

nuovo inizio di un luminoso<br />

cammino.<br />

dell'incessante, vibrante, stupendo pellegrinaggio. Li<br />

osservi in volto questi uomini e queste donne. Vengono<br />

da terre diverse, ma la fede cattolica, cioè universale,<br />

li unisce come fratelli e come sorelle. Così è<br />

normale che ad un gruppo di donne anziane del Sud<br />

nell'Italia che recitano il Rosario si uniscano, nella<br />

preghiera in latino, alcuni giovani di Bucarest.<br />

I pellegrini stamani restano in fila anche più di tre<br />

ore. Nessuno si lamenta. Anzi, questa attesa è occasione<br />

di preghiera comune e fa scaturire amicizie. Ci<br />

sono persone che scambiano le loro esperienze spirituali<br />

e poi anche gli indirizzi: lo fanno tre giovani<br />

russi e cinque giovani cileni. Resteranno in contatto,<br />

se lo sono promessi, dopo aver parlato di come vivono<br />

la fede cristiana nelle loro parrocchie.<br />

Questa parte del Popolo di Dio è venuta da strade<br />

diverse, ma si è incontrata qui, in Piazza San Pietro,<br />

ancora una volta crocevia dell'umanità. È la Piazza<br />

del Papa, la Piazza di tutti e tutti si sentono a casa.<br />

I pellegrini non sono venuti per assistere, da spettatori,<br />

ad una «chiusura». Sono venuti per essere<br />

protagonisti, insieme con Pietro, di una nuova «apertura»<br />

verso la vita portando come «eredità» preziosa<br />

la ricchezza spirituale dell'Anno Santo. (g.p.m.)<br />

aperto le porte ad un tempo nuovo, come una<br />

grande liturgia del tempo alla quale siamo stati<br />

tutti invitati e di fronte a cui, per esprimere il proprio<br />

ringraziamento, bisognava indossare l'abito<br />

della festa (Mt 22, 1-14). Un banchetto al quale<br />

nessuno è degno di partecipare perché nessuno<br />

è padrone di casa, ma tutti sono invitati. Tanto<br />

che di fronte al rifiuto di alcuni, nella parabola<br />

evangelica si legge che i «servi», cioè i discepoli<br />

del Signore, vanno a chiamare gli storpi e i ciechi<br />

ai crocicchi delle strade, cioè i poveri. È come<br />

se avessimo vissuto, lungo tutto il corso del<br />

Giubileo, questo Vangelo, è come se avessimo<br />

partecipato, da invitati, al grande banchetto dove<br />

si assiste all'abbassamento dei superbi e all'innalzamento<br />

degli umili. È il «grazie» del Magnificat<br />

che abbiamo recentemente ascoltato durante<br />

l'Avvento. È il «grazie» per i poveri, nostri compagni<br />

del pellegrinaggio. Il Giubileo non li ha nascosti,<br />

come accade troppo spesso in questo<br />

mondo, ma anzi li ha considerati il cuore del<br />

messaggio evangelico. Alcuni di loro hanno mangiato<br />

alla stessa tavola di Giovanni Paolo II, in<br />

Vaticano, in un banchetto che davvero sembrava<br />

prefigurare quello dei Cieli.<br />

Un «grazie» particolare al Papa, il primo pellegrino<br />

ad aver varcato la Porta Santa nel Natale<br />

del '99. Egli non solo ha guidato ogni tappa del<br />

Giubileo, ma ha avuto parole per tutti facendosi<br />

vicino a tutti. Una presenza alta e umile al tempo<br />

stesso, rispettosa ma anche esigente, che chiede<br />

di vivere e comunicare il Vangelo con forza all'inizio<br />

del Terzo Millennio. «Grazie» a Giovanni<br />

Paolo II perché da lungo tempo ha preparato, anche<br />

in stagioni non facili, questo Grande Giubileo.<br />

La parola e la presenza del Papa ci hanno accompagnato<br />

fino alla soglia del Terzo Millennio<br />

in un unico popolo pellegrino. Il suo messaggio è<br />

stato un richiamo all'audacia del Vangelo in un<br />

anno costellato da innumerevoli segni e celebrazioni.<br />

Le sue parole sono risuonate come un forte<br />

messaggio alla Chiesa di oggi che ha aperto la<br />

strada al futuro del cristianesimo.<br />

Il grazie più forte è al Signore che non abbandona<br />

mai gli uomini al loro destino ma continua a<br />

guidare la storia all'inizio di questo nuovo millennio<br />

orientando l'umanità sulla via del bene, Lui<br />

che è «la luce vera, quella che illumina ogni uomo».<br />

NOSTRE INFORMAZIONI<br />

Il Santo Padre ha ricevuto oggi in udienza Sua Eccellenza<br />

Reverendissima Monsignor Giovanni Battista Re,<br />

Arcivescovo titolare di Vescovìo, Prefetto della Congregazione<br />

per i Vescovi.<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza<br />

Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Renato Raffaele<br />

Martino, Arcivescovo titolare di Segerme, Osservatore<br />

Permanente presso l'Organizzazione delle Nazioni<br />

Unite a New York.<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha dato l'assenso all'elezione canonicamente<br />

fatta dal Sinodo dei Vescovi della Chiesa Armena,<br />

riunito a Roma dal 19 al 27 settembre 2000,<br />

— del Reverendissimo Arciprete Nechan Karakeheyan,<br />

Ordinario per la Grecia e Protosincello per gli Armeni<br />

Cattolici dell'Europa Occidentale, a Vescovo di<br />

Ispahan (Iran) per gli Armeni Cattolici;<br />

— e del Rev.mo P. Jean Teyrouz, membro dell'Istituto<br />

del Clero Patriarcale di Bzommar, a Vescovo Ausiliare<br />

del Patriarca di Cilicia degli Armeni per l'Eparchia<br />

Patriarcale, attribuendogli la sede titolare di Arabisso.


DAL MONDO<br />

PAGINA<br />

2 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Sabato 6 Gennaio 2001<br />

MEDIO ORIENTE L'inviato di Tel Aviv a Washington per rilanciare il dialogo<br />

Arafat spera in un'intesa con Israele<br />

prima che Clinton lasci la presidenza<br />

TEL AVIV, 5.<br />

Il leader dell'Autorità Palestinese (Ap),<br />

Yasser Arafat, spera di firmare un accordo<br />

con Israele prima del 20 gennaio<br />

prossimo, quando alla Casa Bianca il<br />

Presidente eletto George W. Bush subentrerà<br />

a Bill Clinton. Al suo ritorno a<br />

Gaza dal Cairo, dove si è recato ieri per<br />

informare i Ministri degli esteri della Lega<br />

Araba sugli ultimi colloqui avuti a<br />

Washington, Arafat si è tuttavia rifiutato<br />

di rispondere direttamente a una domanda<br />

su una sua eventuale accettazio-<br />

Altre violenze<br />

causano vittime<br />

nei Territori<br />

TEL AVIV, 5.<br />

Malgrado gli sforzi della diplomazia<br />

internazionale la violenza<br />

non accenna a diminuire nei Territori<br />

palestinesi. Dal 28 settembre<br />

scorso i morti sono non meno di<br />

trecentocinquanta. La scorsa notte<br />

un palestinese è stato ucciso<br />

dal fuoco di soldati di Tel Aviv al<br />

valico di Erez, che collega la<br />

«Striscia di Gaza» ad Israele. Lo<br />

ha riferito la Radio militare, precisando<br />

che l’uomo stava cercando<br />

di entrare illegalmente in territorio<br />

israeliano.<br />

Duri scontri a fuoco si sono registrati<br />

inoltre in diverse zone della<br />

Cisgiordania e della «Striscia di<br />

Gaza». Gli incidenti più gravi si<br />

sono verificati a Tulkarem, a Morag<br />

e a Newe Dekalim, mentre<br />

raffiche di arma automatica sono<br />

state esplose contro un autobus di<br />

coloni a Maaleh Levona. Stamane,<br />

inoltre, gruppi di coloni hanno<br />

interrotto il traffico palestinese<br />

sulla Allon Road, una importante<br />

arteria che attraversa la Cisgiordania.<br />

L’esercito israeliano è dovuto<br />

intervenire per disperdere i dimostranti<br />

e garantire la circolazione<br />

delle automobili.<br />

Intanto fonti palestinesi hanno<br />

denunciato la demolizione di una<br />

decina di case vicine all’insediamento<br />

ebraico di Dugit, nella<br />

«Striscia di Gaza» che avrebbe lasciato<br />

oltre cento persone senza<br />

tetto. Un portavoce militare israeliano<br />

ha negato la demolizione<br />

parlando genericamente di «lavori<br />

di ingegneria per prevenire attacchi<br />

contro soldati e coloni» dopo<br />

che tre giorni fa, un soldato israeliano<br />

è morto nello scoppio di una<br />

mina vicino a Dugit.<br />

La situazione è molto tesa anche<br />

nell'area di Ramallah, dove<br />

negli ultimi giorni diverse decine<br />

di coloni hanno eretto due nuovi<br />

insediamenti nei pressi di Ein Yabrud.<br />

I nuovi centri sorgono nel<br />

punto dove sono stati recentemente<br />

uccisi il rabbino Benyamin<br />

Zeev Kahane e la moglie Talya.<br />

MARIO AGNES<br />

Direttore responsabile<br />

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de «L'OSSERVATORE ROMANO»<br />

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ne del piano di pace messo a punto da<br />

Clinton.<br />

La Lega Araba, invece, ha reso noto<br />

che non approva a pieno il progetto<br />

americano, che nega il diritto tornare il<br />

Israele ai fuoriusciti palestinesi del 1948.<br />

«Sosteniamo pienamente la posizione<br />

palestinese su Gerusalemme e il diritto<br />

dei profughi di rientrare nelle loro case»,<br />

ha detto il Ministro degli esteri egiziano,<br />

Amr Mussa, nel corso di una conferenza<br />

stampa tenuta al termine della<br />

riunione. Mussa, in particolare, ha dato<br />

conto dell’opposizione di Siria e Libano<br />

al piano.<br />

Per oggi è attesa la risposta ufficiale<br />

di Israele alle proposte di Clinton. Ieri<br />

l'inviato di Tel Aviv, Gilead Sher si è incontrato<br />

a Washington con funzionari<br />

della Casa Bianca per discutere le nuove<br />

proposte americane. Sher ha avuto un<br />

colloquio anche con l’inviato speciale<br />

per il Medio Oriente Dennis Ross e con<br />

alcuni funzionari del Consiglio per la sicurezza<br />

nazionale. L’inviato israeliano è<br />

stato aggiornato sui dettagli della risposta<br />

data da Arafat alla proposta durante<br />

la sua recente missione negli Usa. Gli<br />

israeliani hanno ribadito che qualsiasi<br />

progresso nei colloqui è condizionato all’impegno<br />

palestinese a ridurre la violenza<br />

nella regione e a stroncare l'attività<br />

terroristica.<br />

Ieri un piccolo spiraglio al dialogo si è<br />

aperto quando il Ministro degli esteri<br />

israeliano, Shlomo Ben Ami, ha detto di<br />

ritenere che i negoziatori israeliani e pa-<br />

lestinesi potrebbero raggiungere presto<br />

un accordo-quadro. «Credo che possiamo<br />

concordare, se non un’intesa, qualche<br />

fondamentale dichiarazione di principi<br />

che costituisca la base per un accordo»,<br />

ha detto Ben Ami a Berlino, nel<br />

corso di una conferenza stampa congiunta<br />

con il suo collega tedesco Joschka<br />

Fischer. Ma perché questo possa<br />

avvenire né gli israeliani né i palestinesi<br />

dovrebbero tentare di modificare sostanzialmente<br />

le proposte di Clinton, ha aggiunto.<br />

Ma il Primo Ministro, Ehud Barak, ha<br />

inasprito i toni e, in un discorso per l’inaugurazione<br />

della nuova sede del partito<br />

laburista a Tel Aviv, ha affermato che<br />

Israele non concluderà un accordo con i<br />

palestinesi «a qualunque costo» né «firmerà<br />

un documento che trasferisca all'Ap<br />

la sovranità sul Monte del Tempio»,<br />

a Gerusalemme. Siamo disposti a discutere<br />

ogni problema al tavolo negoziale,<br />

ha aggiunto il Premier, ma al tempo<br />

stesso non rinunceremo a lottare contro<br />

il terrorismo e la violenza nei Territori.<br />

Israele, ha continuato, attende chiare<br />

prove di un impegno di Arafat a ordinare<br />

la fine degli attacchi prima di riprendere<br />

i colloqui di pace.<br />

Nessun segnale in questa direzione è<br />

però finora emerso, gli hanno fatto eco<br />

fonti militari sottolineando che Al Fatah,<br />

la corrente maggioritaria all'interno dell'Organizzazione<br />

per la Liberazione della<br />

Palestina, ha annunciato di volere portare<br />

avanti la rivolta fino alla «liberazione»<br />

dei Territori.<br />

STATI UNITI Consultazioni avviate da George W. Bush<br />

Deregolamentare<br />

la nuova economia<br />

NEW YORK, 5.<br />

Deregolamentare la nuova economia<br />

è la priorità emersa al termine del giro<br />

di consultazioni avviate da George W.<br />

Bush sulla crescita americana che rallenta<br />

e che il Presidente eletto vuol rilanciare<br />

premendo sul Congresso per un<br />

drastico taglio fiscale da lui invocato. Il<br />

secondo giorno di tavola rotonda con<br />

esperti e capitani d’industria, ha indicato<br />

uno dei partecipanti, ha messo a fuoco<br />

il ruolo centrale della nuova economia<br />

per una crescita sana e sostenuta<br />

dell’intero apparato industriale e commerciale<br />

nazionale, su cui gravano l’indebolimento<br />

del mercato azionario e gli<br />

ultimi dati su occupazione e produzione.<br />

Un ruolo che tuttavia sarà possibile,<br />

ha sottolineato Floyd Kvamme, cotitolare<br />

della società di investimenti «Kleiner<br />

Perkins Caulfield and Byers», solo contenendo<br />

l’«eccessiva interferenza» esercitata<br />

nel settore dal Governo che rischia di<br />

frenare il suo sviluppo con troppi regolamenti.<br />

Le aziende della nuova economia<br />

sono particolarmente attente all’orientamento<br />

di Bush che in campagna<br />

elettorale ha speso molte energie per<br />

corteggiare «Silicon Valley», dove ha<br />

trovato buoni finanziamenti, a cominciare<br />

da «Microsoft», e con cui vuole ora<br />

sdebitarsi mantenendo le promesse di<br />

una crescita basata sull’iniziativa individuale<br />

e non sulle norme federali.<br />

Intanto, la Federal reserve ha annunciato<br />

ieri sera la riduzione del tasso di<br />

sconto di altri 25 punti base, seconda<br />

parte della manovra sul costo del denaro<br />

avviata mercoledì. Il nuovo livello del<br />

tasso di sconto degli Stati Uniti scende<br />

Turchia: non si ferma<br />

la protesta dei detenuti<br />

in 41 penitenziari<br />

ANKARA, 5.<br />

Nelle prigioni turche non si interrompe<br />

lo sciopero della fame di 1.118 detenuti<br />

politici di sinistra che protestano<br />

contro la riforma penitenziaria varata<br />

recentemente dal Governo.<br />

A settantasei giorni dal suo inizio la<br />

contestazione continua in quarantuno<br />

Istituti penitenziari, malgrado le operazioni<br />

svolte dalla polizia il 19 dicembre<br />

scorso che provocarono non meno di<br />

trenta morti e stroncarono sul nascere<br />

le violente rivolte scoppiate in numerose<br />

carceri.<br />

Ieri il Primo Ministro, Bulent Ecevit,<br />

ha annunciato un accordo sulle modifiche<br />

legali per l’attuazione della riforma<br />

penitenziaria criticata da più parti. Secondo<br />

le autorità, il nuovo sistema terrà<br />

conto delle rivendicazioni avanzate dai<br />

detenuti, che contestano l'introduzione<br />

di celle singole al posto delle camerate.<br />

Al tempo stesso l'Esecutivo ribadisce la<br />

ferma intenzione di togliere alle organizzazioni<br />

estremistiche e mafiose il potere<br />

che al momento hanno all'interno degli<br />

Istituti penitenziari, che si esercita soprattutto<br />

attraverso il controllo dei dormitori<br />

comuni.<br />

così al 5,50 per cento. «Su richiesta dei<br />

consigli di amministrazione dei dodici<br />

distretti della Federal reserve — è scritto<br />

in un comunicato diffuso dalla Banca<br />

centrale americana — il Consiglio dei<br />

Governatori ha fissato il tasso di sconto<br />

al 5,50 per cento. Mercoledì la Fed aveva<br />

annunciato a sorpresa la riduzione<br />

dei tassi sul «Fed funds» di 50 punti base<br />

e la riduzione del tasso di sconto di<br />

25 punti base, preannunciando un secondo<br />

intervento di altri 25 punti base<br />

sul tasso di sconto «dietro richiesta delle<br />

dodici banche territoriali» che compongono<br />

la rete nazionale della Fed.<br />

Incendio<br />

distrugge 4.000 ettari<br />

in California<br />

NEW YORK, 5.<br />

Un grande incendio è scoppiato<br />

nello Stato della California presso<br />

Alpine, 50 km. ad Est di San Diego,<br />

costringendo alla mobilitazione<br />

circa 1.000 tra vigili del fuoco<br />

e volontari. Il fuoco ha già distrutto<br />

più di 4.000 ettari di vegetazione,<br />

stando alle valutazioni del<br />

Servizio forestale americano. Lo<br />

sceriffo della contea di San Diego,<br />

ha riferito che è già stato lanciato<br />

l’allarme per lo sgombero degli<br />

abitanti della zona più direttamente<br />

minacciati dalle fiamme.<br />

Mucca pazza: Nuova Zelanda<br />

e Australia sospendono<br />

le importazioni dall'Europa<br />

CANBERRA, 5.<br />

Australia e Nuova Zelanda hanno annunciato<br />

oggi di avere sospeso le importazioni<br />

di carne bovina da tutta Europa<br />

a causa del morbo della mucca pazza. Il<br />

provvedimento, che riguarda tutti i prodotti<br />

a base di carne bovina, è stato annunciato<br />

dalla Australia e New Zealand<br />

Food Authority (Anzea), l’agenzia alimentare<br />

comune ai due paesi, e interessa<br />

i 15 paesi della Ue e altrettanti Paesi<br />

vicini considerati a rischio.<br />

L’«Anzea» ha consigliato ai dettaglianti<br />

di ritirare volontariamente dai loro<br />

scaffali tutti prodotti a base di carne bovina.<br />

Le importazioni di carne di bue<br />

britannica era stata sospesa dai Paesi del<br />

Commonwealth. di cui Australia e Nuova<br />

Zelanda fanno parte, nel ’96, quando<br />

Londra riconobbe l’esistenza di un legame<br />

fra il morbo della mucca pazza (Bse,<br />

encefalopatia spongiforme bovina) e la<br />

sua variante umana, il morbo di Creutzfeld<br />

Jakob. L’estensione del divieto ad<br />

altri Paesi europei fa seguito alla diffusione<br />

del morbo fuori della Gran Bretagna<br />

nonostante i controlli applicati. Il<br />

direttore dell’«Anzea» Ian Lindenmayer<br />

ha spiegato che Australia e Nuova Zelanda<br />

non vogliono mettere in pericolo<br />

la loro sicurezza alimentare.<br />

Argentina: giunta una parte degli aiuti economici del Fmi<br />

BUENOS AIRES — L’ Argentina ha ricevuto<br />

ieri i primi 2.100 milioni di dollari<br />

statunitensi (pari ad oltre 4.200 miliardi di<br />

lire) del pacchetto di aiuti di 39.700 milioni<br />

messo a punto l’anno scorso dal Fondo<br />

monetario internazionale e da altri vari<br />

organismi. L'arrivo degli aiuti internazionali<br />

volti a risollevare l'economia argentina<br />

è concomitante al ribasso dei tassi di<br />

interesse statunitensi.<br />

Il Governo jugoslavo<br />

si dichiara pronto<br />

a collaborare<br />

con il Tribunale<br />

internazionale dell'Aja<br />

WASHINGTON, 5.<br />

Il Governo jugoslavo collaborerà con<br />

il Tribunale per i crimini di guerra dell’Aja<br />

(Tpi) che intende processare l’ex<br />

Presidente Slobodan Milosevic per i crimini<br />

nei conflitti balcanici e proporrà un<br />

processo a Belgrado. Lo ha detto — come<br />

segnala l'«Ansa» — il Ministro degli<br />

esteri jugoslavo, Goran Svilanovic, che<br />

si è ieri incontrato a Washington con il<br />

Segretario di Stato Usa, Madeleine Albright.<br />

La visita è la prima di un esponente<br />

del Governo jugoslavo dopo i<br />

bombardamenti della Nato durante la<br />

guerra del Kosovo nel 1999.<br />

«Terremo fede ai nostri compiti e alle<br />

nostre responsabilità riguardo alla collaborazione<br />

con il Tribunale dell’Aja», ha<br />

detto Svilanovic durante una conferenza<br />

stampa, al fianco della Albright. Il Ministro<br />

degli esteri ha dichiarato che proporrà<br />

al Procuratore del Tribunale internazionale,<br />

Carla del Ponte, di valutare la<br />

possibilità di un processo a Belgrado,<br />

sotto la giurisdizione della giustizia dell’Aja.<br />

«Mi incontrerò con il Procuratore<br />

Del Ponte a Belgrado — ha reso noto<br />

Svilanovic — ed approfondiremo questa<br />

possibilità». Il Segretario di Stato Usa ha<br />

sottolineato che «solo sei mesi fa un incontro<br />

come questo sarebbe sembrato<br />

impensabile». «Non ci sono dubbi — ha<br />

aggiunto — che la Jugoslavia ha svoltato<br />

e si sta muovendo nella direzione positiva<br />

verso l’Europa e la democrazia».<br />

Il Ministro degli esteri del Governo di<br />

Belgrado resterà alcuni giorni negli Usa<br />

e incontrerà anche i collaboratori del futuro<br />

Segretario di Stato, Colin Powell.<br />

Il Sottosegretario per i problemi del finanziamento,<br />

Julio Dreizzen, ha dichiarato<br />

a Buenos Aires che con il previsto arrivo<br />

di altri 2.900 milioni di dollari prima della<br />

fine di gennaio, e di 500 milioni in febbraio,<br />

il Governo «ha la possibilità di finanziare<br />

le esigenze del primo trimestre<br />

e restare per un certo tempo fuori dal<br />

mercato esterno di capitali». L’annuncio a<br />

sorpresa della riduzione dei tassi Usa,<br />

RUSSIA Sventati dai soldati federali alcuni attentati<br />

Cecenia: bombardamenti<br />

contro i rifugi dei ribelli<br />

MOSCA, 5.<br />

Elicotteri da combattimento russi<br />

hanno compiuto in Cecenia una trentina<br />

di missioni nelle ultime 24 ore nell’ambito<br />

di una vasta controffensiva avviata<br />

per neutralizzare attentati e imboscate<br />

della guerriglia contro i federali. In particolare<br />

sono entrati in azione elicotteri<br />

«Mi-8» provvisti di nuovi visori notturni<br />

che rendono più accurati i tiri sulle postazioni<br />

della guerriglia, riferisce l’agenzia<br />

di stampa russa «Interfax» precisando<br />

che sono stati individuati e distrutti<br />

una ventina di bersagli.<br />

A Grozny, la capitale dei ribelli occupata<br />

l’anno scorso dalle truppe russe,<br />

nel corso di uno scontro notturno sono<br />

stati uccisi due guerriglieri, un terzo è<br />

stato catturato. Nella Cecenia orientale<br />

l’amministratore filorusso della Repubblica<br />

federata caucasica, l’ex Muftì<br />

Akhmad Kadyrov, è sfuggito ieri a un<br />

nuovo attentato. Un ordigno è esploso a<br />

una ventina di metri dalla vettura su cui<br />

viaggiava l’amministratore, un gruppo<br />

di ribelli ha poi aperto il fuoco sul convoglio<br />

di Kadyrov, gli attaccanti sono<br />

stati respinti dalle sue guardie del corpo.<br />

Lo riferisce l’agenzia «Itar-Tass». È almeno<br />

la quarta volta che l’ex capo religioso<br />

dei ceceni, inizialmente schierato<br />

contro i russi e passato poi con Mosca,<br />

sfugge a un attentato.<br />

Sei miliziani della guerriglia islamicoseparatista<br />

cecena sono stati uccisi dalle<br />

Forze federali nel corso di rastrellamenti<br />

compiuti nelle ultime 24 ore. Lo hanno<br />

reso noto fonti militari di Mosca, rife-<br />

Guinea: l'Unhcr<br />

riattiva l'assistenza<br />

ai profughi<br />

CONAKRY, 5.<br />

L'Alto Commissariato dell'Onu per i<br />

rifugiati (Unhcr) ha ripreso nei giorni<br />

scorsi le operazioni di assistenza ai 460<br />

mila profughi dalla Liberia e dalla Sierra<br />

che vivono in centri di accoglienza nel<br />

Sud della Guinea. L'agenzia umanitaria<br />

aveva sospeso la propria attività il mese<br />

scorso in seguito alle incursioni di bande<br />

armate irregolari provenienti da oltrefrontiera,<br />

vale a dire dalla Liberia e dalla<br />

Sierra Leone.<br />

Oltre a rifornire i profughi di viveri,<br />

medicinali e altri generi di prima necessità,<br />

l'Unhcr organizza le operazioni di<br />

rimpatrio volontario dei profughi. Duemila<br />

di essi, in maggioranza sierraleonesi,<br />

sono in attesa di essere ricondotti a<br />

bordo di navi nei Paesi di origine.<br />

Intanto, il Governo francese ha annunciato<br />

l'imminente invio in Guinea di<br />

40 tonnellate di aiuti umanitari destinati<br />

ai profughi e agli sfollati guineani.<br />

Gli scontri, in corso da settembre, tra<br />

l'esercito di Conakry e le bande irregolari<br />

hanno provocato non meno di 700<br />

morti. Per porre fine alla crisi, la Comunità<br />

economica degli Stati dell'Africa<br />

Occidentale (Ecowas) progetta di inviare<br />

una forza di interposizione lungo le<br />

frontiere fra i tre Paesi.<br />

inoltre, permette all’Argentina di preventivare<br />

un risparmio di 300 milioni di dollari<br />

annui di interessi per il debito estero (superiore<br />

ai 150.000 milioni di dollari) già<br />

contratto. Martedì prossimo, comunque, il<br />

ministero del tesoro collocherà titoli del<br />

tesoro per 700 milioni di dollari, mentre<br />

nel primo trimestre sarà realizzata una<br />

operazione di miglioramento del debito di<br />

3.000 milioni di dollari.<br />

UE Allarme per i casi di leucemia tra i militari<br />

Inchieste sui rischi<br />

delle armi all'uranio<br />

BRUXELLES, 5.<br />

È allarme in Europa per le munizioni<br />

ad uranio impoverito utilizzate dalla Nato<br />

nelle guerre di questi anni in Bosnia<br />

ed Erzegovina e in Jugoslavia e che si<br />

sospetta siano responsabili di casi mortali<br />

di leucemia registrati tra i militari<br />

italiani e di altri Paesi che hanno preso<br />

parte a quelle missioni di pace.<br />

Anche il Governo olandese ha aperto<br />

un'indagine sulla vicenda. «Ad oggi —<br />

ha dichiarato all'Aja un portavoce del<br />

ministero della difesa — siamo a conoscenza<br />

di due soldati morti per leucemia.<br />

Uno era impegnato in Kosovo e<br />

l'altro in Bosnia».<br />

La presidenza (di turno) svedese dell'Unione<br />

Europea ha annunciato che appoggerà<br />

la richiesta del Belgio di formare<br />

una commissione di lavoro tra medici<br />

di tutti i Paesi della comunità per fare il<br />

punto della situazione. Nel seguire gli<br />

sviluppi della drammatica vicenda, la<br />

presidenza dell'Ue si terrà in stretto contratto<br />

con la commissione esecutiva di<br />

Bruxelles. Inoltre, l'ambasciatore svedese<br />

presso la Nato ha avuto istruzioni di<br />

aprire una consultazione in sede di Alleanza<br />

Atlantica.<br />

Dagli Stati Uniti, chiamati in causa<br />

per l'impiego delle armi sospette, giungono<br />

invece notizie rassicuranti. Il Dipartimento<br />

alla difesa — ha dichiarato<br />

ieri un portavoce — non ritiene infatti<br />

che i militari americani che hanno usato<br />

munizioni all'uranio impoverito o hanno<br />

utilizzato carri armati la cui corazza<br />

rendo inoltre di sette attentati terroristici<br />

sventati in Cecenia in questi giorni.<br />

L’attentato potenzialmente più spettacolare<br />

avrebbe dovuto colpire, secondo<br />

l’agenzia di stampa russa «Interfax»,<br />

una caserma delle Forze federali russe<br />

del ministero dell’interno a Gudermes,<br />

la seconda città cecena. Sotto l’edificio<br />

era stato scavato un tunnel lungo 24<br />

metri che la guerriglia avrebbe potuto<br />

utilizzare per far saltare l’intero manufatto.<br />

Il tunnel è stato tuttavia scoperto<br />

dai servizi di sicurezza russi.<br />

Mosca denuncia<br />

violazioni americane<br />

al Trattato «Start-1»<br />

MOSCA, 5.<br />

Washington viola il Trattato<br />

«Start-1» sulla riduzione degli armamenti<br />

nucleari strategici e l’altro<br />

accordo che regola l’eliminazione<br />

dei missili a media gittata.<br />

Lo sostiene il ministero degli esteri<br />

russo. L’anno scorso Washington<br />

ha informato Mosca di aver<br />

cessato la produzione dei missili<br />

balistici intercontinentali, come<br />

vuole lo «Start-1», ma in realtà gli<br />

Usa violano il Trattato perché si<br />

limitano a distruggere solo il primo<br />

stadio di questi ordigni e conservano<br />

il secondo e il terzo.<br />

Costa d'Avorio:<br />

elezioni municipali<br />

il 25 marzo<br />

ABIDJAN, 5.<br />

Il Governo della Costa d'Avorio ha<br />

annunciato che le elezioni municipali,<br />

originariamente previste per il 28 febbraio,<br />

si terranno invece il 25 marzo. Un<br />

comunicato ufficiale riferisce inoltre che<br />

il Presidente, Laurent Gbagbo, ha dato<br />

istruzioni al ministero degli interni affinché<br />

si svolgano al più presto le elezioni<br />

legislative parziali nel Nord del Paese.<br />

Come si ricorderà, le legislative si sono<br />

tenute il 10 dicembre scorso, ma in<br />

ventisei circoscrizioni del Nord i militanti<br />

del «raggruppamento dei repubblicani»<br />

(Rdr, opposizione) hanno impedito<br />

le votazioni per protestare contro l'invalidazione<br />

della candidatura del leader<br />

del partito, l'ex Premier Alassane Ouattara.<br />

Sono restati così vacanti ventisei<br />

seggi sul totale di 225 dell'Assemblea nazionale.<br />

E il «partito democratico» (Pdci)<br />

ha avvertito che diserterà il Parlamento<br />

fino a quando non sia stato completato<br />

l'organico del deputati.<br />

Nelle legislative di un mese fa, il Pdci<br />

si è piazzato al secondo posto con 77<br />

seggi, preceduto dal partito del Presidente<br />

Gbagbo — il «fronte popolare»<br />

(Fpi) — che ne ha conquistati 96.<br />

contiene la sostanza radioattiva «abbiano<br />

subito conseguenze pregiudizievoli<br />

per la loro salute».<br />

Di contrario avviso — riferisce l'agenzia<br />

«Ansa» — è lo scienziato britannico<br />

Roger Coghill, il quale sostiene che c'è<br />

«un legame biologico estremamente<br />

plausibile» tra il milione di proiettili ad<br />

uranio impoverito sparati durante la<br />

guerra del Golfo nel 1991, molti dei quali<br />

giacciono ancora sotto la sabbia del<br />

deserto, e il grande aumento dei casi di<br />

cancro e di malformazioni neonatali registrati<br />

negli anni successivi in Iraq.<br />

.<br />

Colombia: battaglia<br />

alconfineconl'Ecuador<br />

BOGOTÁ — Durissimi scontri sono<br />

in corso da alcuni giorni nel dipartimento<br />

colombiano di Putumayo<br />

fra reparti antidroga dell’esercito,<br />

paramilitari e guerriglia. Fonti ufficiali<br />

hanno confermato venerdì che<br />

dal primo gennaio è entrato in<br />

azione un contingente di 5.000 soldati<br />

appartenenti al battaglione<br />

contro il narcotraffico, alla 14ª brigata<br />

e alla forza operativa congiunta<br />

del Sud. Non è stato fornito<br />

alcun bilancio di eventuali vittime,<br />

ma le fonti militari hanno assicurato<br />

però che «sono in corso forti<br />

combattimenti». Il Governo ecuadoriano<br />

ha disposto l’invio di 5.000<br />

uomini alla frontiera per «impedire<br />

lo sconfinamento della guerriglia».<br />

Filippine: granata<br />

esplode a Manila<br />

MANILA — Due persone sono<br />

morte venerdì a Manila per l’esplosione<br />

di una granata presso<br />

una discarica. Secondo la polizia<br />

l’esplosione, di cui non è stata ancora<br />

chiarita la dinamica, non ha<br />

niente a che fare con la serie di<br />

attentati della scorsa settimana,<br />

nei quali sono morte 17 persone<br />

ed altre 100 sono rimaste ferite.<br />

Zimbabwe: sciagura<br />

stradale ad Harare<br />

HARARE — Nove morti e tredici<br />

feriti costituiscono il bilancio di<br />

una sciagura stradale avvenuta<br />

giovedì nei sobborghi della capitale<br />

dello Zimbabwe. Si è trattato di<br />

uno scontro frontale tra un autocarro<br />

e un minibus. Le vittime erano<br />

tutte a bordo del secondo automezzo.<br />

Alcuni dei feriti, ricoverati<br />

negli ospedali di Harare, versano<br />

in gravi condizioni.<br />

Ex Zaire: l'esercito<br />

attacca i guerriglieri<br />

KINSHASA — Un aereo appartenente<br />

alle forze governative ha<br />

bombardato posizioni ribelli nel<br />

Nord-Ovest della Repubblica Democratica<br />

del Congo (Rdc, ex Zaire).<br />

L'attacco, che ha provocato otto<br />

morti e numerosi feriti, ha avuto<br />

per obiettivo una località lungo il<br />

fiume Ubangui che segna il confine<br />

tra l'ex Zaire e il Congo-Brazzaville.<br />

In questa zona operano i guerriglieri<br />

del «movimento di liberazione<br />

del Congo» (Mlc), uno dei<br />

tre gruppi armati che si battono<br />

contro il Governo centrale di Kinshasa.<br />

La guerra civile congolese,<br />

nella quale sono coinvolti cinque<br />

Stati africani, è in corso dall'agosto<br />

del 1998 e ha provocato un milione<br />

e 700 mila morti.<br />

Burundi: piogge<br />

torrenzialia Bujumbura<br />

BUJUMBURA — Un centinaio di<br />

abitazioni sono state distrutte nel<br />

quartiere di Buterere, alla periferia<br />

Nord di Bujumbura dalle piogge<br />

torrenziali che flagellano la città<br />

da una settimana. Centinaia di abitanti<br />

sono rimasti senza tetto. Lo<br />

ha annunciato la radio nazionale,<br />

che denuncia lo stato di abbandono<br />

in cui versa il quartiere. «Tutte<br />

le case finiranno per crollare —<br />

avverte l'emittente — se le autorità<br />

non prendono provvedimenti».<br />

W<br />

«Io sono la resurrezione e la<br />

vita, dice il Signore»<br />

È tornato alla casa del Padre<br />

ANDREA CASSINI<br />

La Fondazione «DOMUS SANCTAE<br />

MARTHAE», i MONSIGNORI residenti,<br />

la COMUNITÀ delle FIGLIE della CARI-<br />

TÀ, i COLLEGHI di lavoro si uniscono<br />

al dolore dei suoi cari, e nella speranza<br />

certa della Resurrezione lo affidano al<br />

Signore della vita.<br />

Lo accompagni Maria, Stella del<br />

Mattino.<br />

Città del Vaticano, 5 gennaio 2001<br />

.


ERZA T PAGINA .<br />

PAGINA<br />

3 .<br />

Riflessioni sulla solennità dell'Epifania<br />

Il simbolismo<br />

nei doni dei Magi<br />

CLAUDIO BELLINATI<br />

«Alzati (Gerusalemme), perché viene<br />

la tua luce; la gloria del Signore brilla<br />

su di te» (Isaia 60, 1).<br />

Così iniziava l'omelia di Giovanni Paolo<br />

II, il 6 gennaio 1979; la sua prima<br />

omelia, da Pontefice, nel giorno dell'Epifania.<br />

Il profeta Isaia grida «nel secolo VIII<br />

prima di Cristo; e noi ascoltiamo le sue<br />

parole oggi nel secolo XX dopo Cristo;<br />

ed ammiriamo, veramente ammiriamo<br />

la grande luce, che promana da queste<br />

parole». E così continua nel suo prologo:<br />

«Non ci meravigliamo... quando<br />

Isaia in questo suo dialogo profetico con<br />

Gerusalemme, condotto attraverso i secoli,<br />

ad un certo punto dice: “palpiterà e<br />

si dilaterà il tuo cuore”. Parla alla città<br />

come se essa fosse un uomo vivente».<br />

In quel suo primo discorso «epifanico»<br />

Giovanni Paolo II invitava tutti ad<br />

essere «con il pensiero e con il cuore» a<br />

Betlemme, dove erano venuti dall'Oriente<br />

i tre re Magi. «Li conduceva una stella<br />

misteriosa: la stella, luce misteriosa,<br />

che si spostava nel firmamento. Ma ancora<br />

di più li conduceva la fede, luce interiore».<br />

Proprio meditando su questo primo<br />

discorso «epifanico» dell'anno 1979, se<br />

ne coglie tutta l'attualità; e tutta la bellezza<br />

di una pagina di storia veramente<br />

affascinante.<br />

«Palpiterà e si dilaterà il tuo cuore»<br />

dice Isaia alla città di Gerusalemme;<br />

perché i Magi sono divenuti «l'inizio e la<br />

prefigurazione di quanti, da oltre le<br />

frontiere del popolo eletto, hanno raggiunto,<br />

e sempre raggiungono il Cristo,<br />

mediante la Fede».<br />

L'Epifania è dunque la festa della Fede.<br />

La Fede che è luce, che è credere<br />

alla Parola, al Figlio di Dio fatto uomo.<br />

Dalla grotta di Betlemme, dalla città<br />

di Gerusalemme, Giovanni Paolo II volgeva<br />

poi lo sguardo a Roma, dove attraverso<br />

Pietro e la sua Sede «è entrata e<br />

sempre entra una moltitudine innumerevole,<br />

in questa grande comunità del Popolo<br />

di Dio».<br />

«Ed oggi, che cosa di più può augurare<br />

il successore di Pietro a questa Basilica,<br />

questa sua nuova Cattedra, se non<br />

che essa serva alla Epifania? Che in essa<br />

e per essa, gli uomini di tutti i tempi<br />

e del nostro tempo, gli uomini provenienti<br />

dall'Oriente e dall'Occidente, dal<br />

Nord e dal Sud, riescano ad arrivare a<br />

Betlemme, ed arrivare a Cristo mediante<br />

la Fede».<br />

Alla luce del Grande Giubileo del 2000<br />

e della venuta di numerosi pellegrini di<br />

ogni nazione, non si è forse avverato<br />

l'auspicio di quelle profetiche parole:<br />

«palpiterà e si dilaterà il tuo cuore»?<br />

* * *<br />

«Abbiamo davanti agli occhi questi tre<br />

— così dice la tradizione —, tre re Magi,<br />

che vengono in pellegrinaggio da lontano...<br />

e portano con sé non soltanto<br />

oro e incenso, ma anche mirra: i doni<br />

simbolici, con i quali sono andati incontro<br />

al Messia, che era atteso anche oltre<br />

le frontiere di Israele» (Giovanni Paolo<br />

II, Epifania 1979).<br />

Il significato emblematico dell'oro diviene<br />

alquanto riduttivo, se lo asserviamo<br />

a un concetto puramente economico,<br />

richiamato a risolvere i problemi di<br />

quella piccola famiglia. L'oro è innanzitutto<br />

simbolo di luce, di splendore, di<br />

bellezza infinita... Non per nulla gli iconografi<br />

ne ornano ampiamente le loro<br />

icone. Il Bimbo, che rifulge in braccio<br />

alla Mater Dei, rifulge di luce radiosa;<br />

talché gli occhi dell'anima non cessano<br />

di bearsi di questo eloquente fulgore.<br />

Così, il linguaggio dell'invisibile si fa<br />

musica dello spirito, e mondo incantevole<br />

di realtà tutt'altro che effimere. Allora,<br />

come afferma il profeta Baruch (6,<br />

23), la luce degli idoli perde del suo fascino.<br />

Anche se ciò, che è divino non<br />

sarà mai simile all'oro e all'argento (Atti<br />

17, 29), quell'oro, deposto ai piedi del<br />

Bimbo, ha il suo significato profondo.<br />

Un significato molto vicino all'esclamazione<br />

del profeta Aggeo (2, 9): «Mio è<br />

l'oro, dice il Signore degli eserciti».<br />

E che dire dell'incenso, offerto al celeste<br />

Bambino?<br />

Tertulliano e Agostino ebbero a un<br />

certo momento paura che l'uso di tale<br />

sostanza potesse richiamare il rito dei<br />

pagani, anzi degli imperatori pagani; il<br />

rito del divus Augustus, tutt'altro che<br />

vicino allo spirito del cristiano autentico.<br />

Ma vinse il richiamo dell'Apocalisse (8,<br />

1-3): «Quando l'Agnello aprì il settimo sigillo,<br />

si fece silenzio in cielo... Venne un<br />

altro angelo e si fermò all'altare, reggendo<br />

un incensiere d'oro. Gli furono dati<br />

molti profumi, perché li offrisse insieme<br />

con le preghiere di tutti i santi, bruciandoli<br />

sull'altare d'oro». Dunque, un significato<br />

stupendo, annesso all'adorazione<br />

del Figlio di Dio; di quel Bimbo che ora<br />

abita in una oikia, abitazione sempre<br />

piccola per il Re dell'universo.<br />

E viene per ultima la mirra. Misterioso<br />

dono, di un chiaro significato emblematico.<br />

Quel bimbo avrebbe sofferto; e<br />

le sue sofferenze avrebbero avuto carattere<br />

redentivo per l'umanità intera. Sulla<br />

scena appare subito la figura del rex<br />

socius dei Romani: Erode il grande (37<br />

a.C., 4 d.C.), che simulando interessamento<br />

lo avrebbe cercato a morte. Eppure<br />

non era apparsa una stella, alla nascita<br />

di quel Bimbo, ad indicare qualcosa<br />

di straordinario? Lo avevano capito<br />

quei sapienti «variamente associati», e<br />

pronti ad intuire ciò che è veramente<br />

straordinario. Si è a lungo dissertato su<br />

quella stella; ma forse ha ragione un<br />

esegeta moderno a scrivere «la stella qui<br />

serve al disegno di Dio, e guida i magi a<br />

Gesù; si può affermare che il potere del<br />

determinismo astrale è spezzato» (B.T.<br />

Viviano).<br />

* * *<br />

«Alzati Gerusalemme!... Palpiterà e si<br />

dilaterà il tuo cuore».<br />

È quanto proviamo dinanzi ai più<br />

grandi capolavori dell'arte a celebrazione<br />

della Epifania. Chi non ricorda l'abbigliamento,<br />

il frettoloso cammino, la serenità<br />

dei Re Magi nei mosaici di Ravenna?<br />

Chi non si sente commosso dalla<br />

bellezza del paesaggio che circonda la<br />

grotta, nella icona quattrocentesca di<br />

Novgorod? E chi non è avvolto dallo<br />

stupendo cromatismo della scena nei capolavori<br />

di Gentile da Fabriano, Benozzo<br />

Gozzoli, Filippo Lippi, Botticelli e<br />

Tiepolo? Ho dinanzi agli occhi la scena<br />

dell'Epifania dei Da Bassano o Da Ponte;<br />

dove il volto, dalla lunga barba, del<br />

primo dei Magi si china umilmente verso<br />

il Bimbo, offrendo il primo dei doni,<br />

mentre sull'orizzonte sta declinando la<br />

luce e il mondo prende l'incanto della<br />

notte lunare.<br />

E piace oggi concludere con quelle<br />

profetiche espressioni, che caratterizzarono<br />

il discorso di Giovanni Paolo II,<br />

l'Epifania del 1979: «A questa festa partecipa<br />

la Chiesa, che ogni anno diventa<br />

più consapevole della vastità della sua<br />

missione. A quanti uomini bisogna ancora<br />

portare la Fede!... La Chiesa consapevole<br />

di quel grande dono, del dono della<br />

incarnazione di Dio, non può fermarsi<br />

mai; non può mai stancarsi».<br />

Era un programma, che il Grande<br />

Giubileo del 2000 ha confermato.<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Sabato 6 Gennaio 2001<br />

Il presepe napoletano custodito nel Palazzo Reale di Caserta: artisti di fama modellarono nel Settecento e nell'Ottocento le splendide statuine<br />

I vestiti dei pastori venivano confezionati dalle regine e dalle dame della corte borbonica<br />

GAETANO ANDRISANI<br />

Nell'ala della grandiosa Reggia vanvitelliana<br />

di Caserta, in cui si susseguono<br />

gli ambienti dell'appartamento «vecchio»,<br />

dopo le luminose sale destinate<br />

alla Biblioteca Palatina, esiste un salone,<br />

ampio e squadrato, dove un tempo i<br />

reali della casata Borbone di Napoli seguivano<br />

spettacoli teatrali in compagnia<br />

di ospiti illustri e di dignitari di corte.<br />

Quando, però, si compì il progetto del<br />

teatro vero e proprio, che è un gioiello<br />

architettonico di particolare valore nell'insieme<br />

del Palazzo Reale, la grande<br />

sala, per la devozione natalizia dei regnanti,<br />

dei principi e del seguito, fu adibita<br />

alla sistemazione del presepe, che<br />

occupò lo spazio prima destinato a palcoscenico.<br />

Fu costruita una suggestiva scenografia,<br />

nella quale trovarono posto gli artistici<br />

pastori del Settecento e dell'Ottocento<br />

napoletani, modellati da noti scultori,<br />

come Giuseppe Sammartino, Matteo<br />

Bottiglieri, Francesco Celebrano, Nicola<br />

Ingaldi, Lorenzo Mosca, Giovan<br />

Battista Polidoro, Giuseppe Gori, Nicola<br />

Somma.<br />

Particolare rilevanza, nella raccolta<br />

presepiale borbonica, hanno sempre<br />

avuto le statuine degli animali, le quali<br />

costituiscono una collezione insuperata<br />

del genere, e per il valore artistico e artigianale<br />

dei manufatti, e per la testimonianza<br />

che danno dell'attenzione che nel<br />

regno di Napoli è stata data all'incremento<br />

del patrimonio della fauna locale.<br />

Di questi ricercati manufatti sono autori<br />

artisti di fama, specialisti della materia,<br />

quali Francesco Gallo e i fratelli Vassallo.<br />

I pastori napoletani hanno la testa, le<br />

mani e i piedi fatti da scultori: questi<br />

Il calendario floreale dell'Estremo Oriente<br />

Gli auguri per il nuovo millennio<br />

nelle forme e nei colori della natura<br />

IRENE IAROCCI<br />

Tra i forestierismi di più recente conio entrati nel<br />

giapponese, «millenniumu» è quello in queste ultime<br />

settimane più ricorrente sui grandi quotidiani attenti<br />

al concludersi («heimaku») del Giubileo, all'ingresso<br />

del Terzo Millennio. Nell'immaginario dei lettori, la<br />

lettura nipponizzata di Millennio trasmette forse l'irresistibile<br />

fascino estetico che quasi cento anni fa, a<br />

Londra, l'espressione «XX secolo» produceva in Natsume<br />

Sōseki. Il grande scrittore si affrettò a tradurla<br />

in quell'inusitato «nijūsseki» destinato a farsi strada<br />

in una lingua ancora estranea al computo in secoli.<br />

Ora il festeggiato ingresso nel nuovo millennio non<br />

ha solo le luci del coloratissimo arco approntato a<br />

Marunouchi in Tokyo per il Capodanno. Ha anche<br />

colori, forme e linguaggio simbolico, e certo beneaugurante,<br />

da una tradizione millenaria attribuiti sia ai<br />

rami del sempreverde pino posti agli angoli delle vie o<br />

ai cancelli delle case per accogliere la «visita» delle divinità,<br />

sia al fior di pruno («bai»), occhieggiante tra<br />

rametti di pino («shō») e di bambù («chiku»).<br />

«Shōchikubai», in un Paese dove ognuna delle 47<br />

prefetture ha ufficialmente un proprio fiore ed albero<br />

simbolo, augura Buon Anno con il fiore del pruno —<br />

prima pianta ad annunciare l'arrivo della primavera<br />

—, nel segno della longevità — il pino — e della flessibile<br />

resistenza alle tempeste del vivere — il bambù<br />

—. Le famiglie restano legate all'appuntamento con<br />

tradizioni sancite dal calendario lunare (7 gennaio,<br />

festa delle Sette erbe eduli), né l'alba del XXI secolo<br />

azzera il linguaggio simbolico di un calendario tenuto<br />

vivo dall'arte di disporre i fiori, da quel «ventaglio<br />

d'inverno e braciere d'estate» (Bashō) che è, in metafora,<br />

la poesia, dalle arti figurativa e teatrale, dalla<br />

grafica.<br />

Attraversiamo allora idealmente con i nostri lettori<br />

quest'antico, ancora attuale calendario. Ai dodici mesi<br />

si legano, con curiosa inversione di numero, ben<br />

ventuno simboli — tra fiori ed alberi —, complici folklore,<br />

letteratura ed arte.<br />

Indissolubile, si direbbe, il binomio tra capodannogennaio<br />

e il pino, almeno quanto lo è quello tra il pino<br />

e la sua rituale presenza sul palcoscenico degli<br />

spettacoli teatrali Nō.<br />

Si conclude il reportage televisivo<br />

«Inchiesta nella Chiesa Cattolica nel mondo»<br />

«Gesù Cristo: Porta di Salvezza, di Vita, di Pace! Anno 2000 — il Giubileo»: questo è<br />

il titolo della quarta puntata, la conclusiva, del reportage televisivo «Nell'Anno 2000 —<br />

Inchiesta nella Chiesa Cattolica nel mondo», che va in onda il 6 gennaio alle ore 20.50<br />

su Rai3.<br />

Il documentario, curato dal Comitato Centrale del Grande Giubileo, con la regia di<br />

Luca De Mata, si propone come una finestra aperta sull'Anno giubilare. A poche ore<br />

dalla chiusura della Porta Santa della Basilica di San Pietro, la trasmissione è un'occasione<br />

per rivivere momenti e tematiche di questo straordinario tempo di grazia che<br />

ha mobilitato uomini e donne in ogni angolo del pianeta, ma è anche un'opportunità<br />

per guardare oltre, alla Chiesa che s'incammina nel Terzo Millennio.<br />

La quarta puntata del reportage (le precedenti sono state dedicate ai temi della povertà,<br />

delle paure dell'uomo e del perdono) cerca di essere riflessione e testimonianza<br />

giubilare alla luce degli insegnamenti di Giovanni Paolo II: per questo propone diversi<br />

momenti del Magistero del Santo Padre nel corso di questo Anno Santo. Parallelamente<br />

e di fronte a questa forte lezione di fede e di responsabilità, si innestano le<br />

parole, talvolta semplici ma straordinariamente cariche di speranza, di tanti uomini e<br />

donne del nostro tempo. Così le immagini girate a Roma tra la moltitudine dei pellegrini<br />

si fondono con quelle di altri cristiani in America Latina o in Africa, dove la celebrazione<br />

del Grande Giubileo non è stata l'eco di eventi «lontani», ma gioiosa realtà<br />

quotidiana.<br />

È una visione del Popolo di Dio che si è messo in marcia per celebrare il bimillenario<br />

della nascita di Cristo e la testimonianza viva di come con la chiusura della Porta<br />

Santa non s'interrompa l'offerta dell'infinita misericordia di Dio.<br />

elementi sono collegati da fili di ferro ricoperti<br />

di stoppa, i quali consentono di<br />

dare a ciascuna figura la posizione desiderata.<br />

I vestiti delle figure sono fatti di<br />

stoffa e si può ben dire cuciti a misura:<br />

nel caso dei pastori del presepe della<br />

Reggia di Caserta, le stoffe usate sono<br />

preziose, come le sete di San Leucio, e<br />

le sarte sono di alto rango, in quanto la<br />

stessa regina e le dame di corte confezionano<br />

gli abbigliamenti di ogni statuina<br />

con le loro mani e li adornano di trine,<br />

di nastri e di merletti pregiati.<br />

L'antico presepe aveva uno sviluppo<br />

lineare, secondo la tradizione plurisecolare<br />

dei presepi napoletani, e si stendeva<br />

acconciamente nello spazio del vecchio<br />

palcoscenico della sala «ellittica».<br />

Rifatto alla stessa maniera, nel primo<br />

dopoguerra, dal soprintendente Bruno<br />

Bacino<br />

contenente<br />

l'iris, la spirea<br />

e il «sigillo<br />

di Salomone»<br />

Composizione<br />

con al centro<br />

il fior di loto<br />

Il ricco patrimonio classico del Nō fa ripensare a<br />

«Takasago», di Zeami. Narra quest'opera celebre, che<br />

un sacerdote shintoista da Aso (Kyushu) raggiunse<br />

Takasago, sulla costa in provincia di Harima (odierna<br />

Hyogo). Attraversando una pineta si imbatté in<br />

una coppia anziana, intenta a spazzare il terreno intriso<br />

di aghi. Seppe da loro la storia di due vecchi pini,<br />

marito e moglie, uno lì a Takasago l'altro nel lontano<br />

Sumiyoshi. La distanza non ne separava i loro<br />

cuori, che battevano all'unisono. Alla fine i due, rivelata<br />

la vera identità — si trattava degli spiriti dei pini<br />

della storia — scompaiono.<br />

Dal calendario al folclore geografico: Iwate, Yamaguchi,<br />

Okayama, Gunma, Shimane, Fukui, Ehime,<br />

Okinawa sono le prefetture simboleggiate dal pino<br />

nelle sue ricche, maestose varietà. Febbraio si colora<br />

del fior di pruno, bianco o rosso, fonte di ispirazione<br />

di tanti poeti nei secoli: «Galleggiano nei calici / del<br />

saké / petali di pruno. / Dopo aver bevuto con la persona<br />

del cuore / i fiori cadano pure...» (poetessa Otomo<br />

no Sakanoue in «Manyōshū», VIII, 1656); «Scorrono<br />

le acque — / In lontananza, / un paese odoroso<br />

di pruni» (Shōhaku).<br />

Ibaraki, Wakayama, Fukuoka, Oita sono le prefet-<br />

ture simboleggiate dal pruno e dai suoi fiori, ammira-<br />

tissimi nell'annuale Sagra che<br />

soprattutto a Mito (Ibaraki) richiama<br />

folle di visitatori e turisti.<br />

Lo stesso vale, in altri mesi<br />

ed in altre località, per le sagre<br />

del ciliegio, del glicine, del<br />

loto e del crisantemo.<br />

«Un giorno di pioggia — / È<br />

lontana dalla capitale / la<br />

mia casetta dai peschi ora in<br />

fiore» (Buson). E se tutti ammirano<br />

i fiori, non tutti ne<br />

condividono i frutti: «Non offrono<br />

ad altri / le splendide<br />

pere», annotava sarcastico il<br />

poeta Kyōrai in tempi ancora<br />

assai lontani dalla varietà<br />

«XX secolo», a forma di mela.<br />

Peschi e peri in fiore sono<br />

marzolini e simboleggiano rispettivamente<br />

le prefetture di<br />

Okayama e di Tottori, caratterizzate<br />

come poche altre da<br />

una relativamente breve stagione<br />

delle piogge, compatibile<br />

con la produzione di frutti di-<br />

versi dalle varietà tipiche dell'Europa meridionale.<br />

Con l'aprile ecco il «sakura», il ciliegio da fiore dalle<br />

specifiche varietà descritte in Occidente nel 1712<br />

dal tedesco E. Kaempfer, studioso di scienze naturali.<br />

Con rispetto per il calendario floreale, va detto che le<br />

specie di ciliegio sono in effetti tali da fiorire, estate<br />

esclusa, tutto l'anno. Il filologo Motoori Norinaga<br />

(1730-1801) vi individuò la chiave tuttora inconfutata<br />

di un senso estetico pronto a cogliere il senso d'impermanenza<br />

dell'umano vivere: «Chi desideri conoscere<br />

l'essenza dello spirito nipponico, ricerchi di primo<br />

mattino il fragrante fiorir dei ciliegi». Dal «braciere»<br />

della poesia ecco poi immagini, sensazioni, emozioni,<br />

sublimate dall'immaginario del lettore-fruitore: «Ritornano<br />

alla memoria / cose e fatti —/ Ciliegio in fiore»<br />

(Bashō). «Sotto i ciliegi in fiore, / l'una accanto<br />

all'altra, / due teste bianche conversano» (Kyōrai).<br />

Yamagata, Yamanashi, Nara (varietà a petali<br />

doppi), Kyoto (a grappolo) e (varietà Somei Yoshlno)<br />

sono le prefetture che hanno come simbolo floreale il<br />

ciliegio.<br />

«Levo lo sguardo — / sui monti le azalee selvatiche<br />

bruciano sopra la lava» (Mizuhara Shūōshi) «Peonia<br />

Molajoli, purtroppo l'antico manufatto<br />

subisce importune devastazioni. La notte<br />

tra il 18 e il 19 gennaio 1985, ladri<br />

acrobati scalano quindici metri di facciata<br />

del Palazzo Reale per portar via ben<br />

seicentocinquanta «pezzi» del presepe,<br />

di cui ben centoventi figure.<br />

Di tanto patrimonio derubato, al soprintendente<br />

d'oggi, Gian Marco Jacobitti,<br />

sono tornate novantadue figure intere,<br />

ottanta trovate presso un antiquario<br />

di Catania e dodici spedite con un<br />

pacco postale da un mittente anonimo<br />

da Monaco di Baviera.<br />

La collezione di pastori dei Borbone,<br />

però, e per nostra fortuna, non si esauriva<br />

nelle statuine esposte sul presepio e<br />

purtroppo derubate, in quanto nei depositi<br />

esistevano delle vetrine ricche di manufatti<br />

del genere. Con questi, appunto,<br />

si è potuto allestire il nuovo presepe,<br />

progettato da Ezio De Felice ed inaugurato<br />

nel dicembre del 1988.<br />

L'opera, impiantata da capo dopo il<br />

furto del gennaio del 1985, sorge su una<br />

superficie quadrata della vecchia sala ellittica:<br />

lo spazio centrale occupato è di<br />

quasi venti metri quadrati e la vetrina<br />

che vi si erge a padiglione, ideata da<br />

Ezio De Felice, contiene il nuovo «scoglio»,<br />

per la costruzione del quale si sono<br />

utilizzati alcuni materiali dei vecchi<br />

presepi della reggia sotto la sapiente guida<br />

di Enzo Catello.<br />

La struttura, quindi, è visibile da<br />

quattro lati; non ha più sviluppo lineare,<br />

ma si articola in quattro momenti, dedicati<br />

ciascuno ad una scena tipica della<br />

tradizione presepiale napoletana: la Natività<br />

di Cristo, l'Annuncio ai pastori, il<br />

ricco Corteo dei magi e la Taverna. Vi<br />

trovano ancora posto il pascolo delle bufale,<br />

il mercato e la scena delle fontane,<br />

elementi peculiari dell'impianto attuale<br />

Panieri<br />

di bambù<br />

con acero<br />

giapponese<br />

e crisantemi<br />

Composizione con pino e pruno giapponese<br />

della rievocazione storico-artistica borbonica.<br />

Il presepe di Palazzo Reale a Caserta<br />

è traduzione a tre dimensioni delle tempere<br />

abbozzate da Salvatore Fergola nel<br />

1845 e conservate nella Reggia. Ha derivazione<br />

anche dalla pittura, che diventa,<br />

come il teatro, elemento importante di<br />

una tradizione che viene ripresa da Carlo<br />

di Borbone, costruttore appassionato<br />

di esposizioni presepiali insieme con la<br />

regina Maria Amalia, accorta «sarta» di<br />

vestiti per pastori.<br />

Da Carlo il fervore di questa devozione<br />

viene trasmesso a Ferdinando IV e a<br />

Francesco I. In particolare, la prima<br />

moglie di quest'ultimo, Maria Clementina<br />

d'Asburgo, ha molto interesse per la<br />

materia e si adopera per arricchire al<br />

meglio che può le collezioni di pastori<br />

— / petalo a petalo / palpiti, / ti apri / ti ricomponi»<br />

(Ogiwara Seisensui). «Nel santuario del tempio / fiorisce<br />

una peonia / — o sembra —. Ed io prego» (Mizuhara<br />

S.).<br />

È a maggio che azalee, peonie e la varietà shakuyaku<br />

tematica cara alla scuola pittorica Kanō, glicini<br />

dall'aristocratico colore raggiungono l'acme dello<br />

splendore in una fioritura che colora l'intero arcipelago.<br />

L'azalea, un ventaglio di oltre cinquecento varietà<br />

(ne catalogarono 160 nel periodo Tokugawa: già celebre,<br />

la varietà «unzen» di Nagasaki) e forme — non<br />

ultima a bonsai —! Il celebre giardino del Rikugien a<br />

Komagome in Tokyo si trasforma in una sinfonia di<br />

colori nella varietà nota come «satsuki», dal nome<br />

antico del quinto mese dell'anno (calendario lunare).<br />

Le prefetture di Nagasaki, Tochigi, Gunma, Shizuoka<br />

hanno come fiore od albero simbolo l'azalea. A<br />

Shimane si addice la splendida peonia, di origine cinese.<br />

L'iris, fiore simbolo di giugno, stupì per le sue<br />

varietà (200) il medico e noto studioso di scienze naturali<br />

Philipp Franz von Siebold, che nel 1852 introdusse<br />

in Europa il giaggiolo nipponico più caratteristico,<br />

già eternato agli inizi del XVIII secolo dallo<br />

splendido dipinto di Ogata Kōrin su paravento a sei<br />

ante (151,2 x 358,4 cm), vero Tesoro Nazionale con-<br />

servato al Museo d'arte Nezu<br />

in Tokyo.<br />

La grazia campestre dell'«asagao»<br />

o fiore della campanella<br />

si lega al mese di luglio<br />

quando a Iriya in Tokyo, si<br />

tiene vicino al tempio Kishibojin<br />

una Fiera caratteristica,<br />

familiare ai poeti che scelgono<br />

il tema del fiore come ovvio<br />

tema stagionale. Resta esemplare<br />

l'haiku di Arakida Moritake,«Nella<br />

campanella schiusasi<br />

/ stamani / si specchia<br />

forse il ciclo della mia vita».<br />

La prefettura di Gifu ha come<br />

fiore simbolo il loto, legato<br />

al mese di agosto. Un fiore<br />

che esercita il suo fascino su<br />

poeti come Baudelaire o come<br />

Muratami Kijō. Monaco poeta<br />

del secolo scorso di grande interiorità,<br />

nei pressi di uno stagno<br />

Kijō notò un nonnulla e<br />

fu haiku: «Una bolla d'acqua<br />

/ se tocca la sorella si annul-<br />

la. / Un fiore di loto».<br />

Le sette erbe d'autunno, di cui la più amata in<br />

poesia e in pittura è la fioritura dell'«ominaeshi» evocatore<br />

della bellezza femminile in fiore, fanno di settembre<br />

il mese più ricco di omaggi floreali: «Esile esile/palpita<br />

di rugiada — Fior di ominaeshi» (Bashō).<br />

Ottobre è il mese consacrato al crisantemo — fiore<br />

simbolo della prefettura di Hyōgo — che vede rivivere<br />

nell'odierna Sagra l'usanza di formulare pronostici<br />

sul raccolto dell'annata successiva basandosi sul tempo<br />

sereno o nuvoloso, mentre si offre sempre da bere<br />

del sake su cui galleggino petali di crisantemo («kikuzake»),<br />

simbolo di longevità.<br />

Le prefetture di Yamanashi, Aichi, Shiga, Hiroshima<br />

si fregiano dell'acero rosso, albero dall'indimenticabile<br />

manto purpureo che accende i grigiori di novembre,<br />

nell'area di Takao, nei pressi di Kyoto.<br />

Dicembre si avvale della gioia cromatica sprigionata<br />

dalla camelia-sazanka, albero simbolo del nevoso<br />

Niigata e delle varie specie presenti in tutto il Paese,<br />

Hokkaido escluso. «Camelie-sazanka — / chiarore di<br />

pallide ombre / sul muro bianco» (Ishizaki Ryokufū).<br />

La poesia resta un «braciere»...<br />

napoletani del Settecento e dell'Ottocento<br />

della Reggia vanvitelliana.<br />

La tradizione del presepe napoletano<br />

è antichissima: nel museo di san Martino<br />

a Napoli si conservano le statue della<br />

rievocazione fatta a santa Chiara nel<br />

Trecento; ricordano poi le celebrazioni<br />

dei secoli successivi le sculture lignee<br />

presepiali policrome e dorate di Pietro e<br />

Giovanni Alemanni, quelle commissionate<br />

nel 1478 per la cappella di Jaconello<br />

Pepe di san Giovanni a Carbonara e le<br />

altre delle chiese di sant'Eligio e dell'Annunziata,<br />

gli interventi del Belverte per<br />

la cappella Carafa di san Domenico<br />

Maggiore (1507) e le statue di Giovanni<br />

da Nola per Jacopo Sannazzaro prima<br />

del 1524 in Santa Maria del Parto a<br />

Mergellina e intorno al 1530 in san Giuseppe<br />

Maggiore.<br />

A queste nobili tradizioni del presepe<br />

napoletano si aggancia Carlo di Borbone,<br />

il quale nobilita un filone vivo di religiosità<br />

popolare, avviando la fascinosa<br />

vicenda storica ed artistica dei pastori<br />

del Settecento a Napoli. Di essa un capitolo<br />

a sé occupa la fantasiosa narrazione<br />

del Palazzo Reale casertano, nella quale<br />

alle componenti culturali tradizionali di<br />

derivazione teatrale, artistica e folcloristica<br />

si aggiungono quelle del rinnovamento<br />

in direzione moderna del gusto<br />

per il presepe e del senso della religiosità<br />

familiare, peculiare caratteristica dell'ultimo<br />

mezzo secolo di vita della dinastia<br />

borbonica di Napoli e di Caserta.<br />

Per tutto questo, il presepe che si vede<br />

nella Reggia del Vanvitelli ha grosso<br />

valore e ben a ragione costituisce un<br />

motivo di forte richiamo turistico da tutt'Italia<br />

e dall'estero, specialmente nel<br />

periodo delle festività natalizie, durante<br />

le quali gli appartamenti storici di Palazzo<br />

Reale a Caserta vengono aperti anche<br />

di sera.


.<br />

PAGINA<br />

4 .<br />

La volontà<br />

di scoprire il Bambino<br />

JEAN GALOT<br />

Il racconto della visita dei magi a Betlemme pone<br />

dinanzi ai nostri occhi un lungo viaggio per scoprire<br />

Cristo, viaggio che raggiunge il suo scopo.<br />

Questi magi vengono dall'Oriente, cioè da una regione<br />

dove non era giunta la luce della rivelazione rivolta<br />

al popolo giudaico. In loro riconosciamo l'immagine di<br />

coloro che, vivendo nel paganesimo, sono attirati da<br />

Cristo e si sforzano di prendere contatto con lui.<br />

Il loro primo merito è stato di partire per trovarlo e<br />

di intraprendere un lungo viaggio per una destinazione<br />

che rimaneva misteriosa.<br />

Non temevano questo viaggio. Avevano capito, con<br />

la luce data dal cielo, che il re dei Giudei, nato poco<br />

fa, doveva essere riconosciuto e scoperto: per raggiungerlo,<br />

era necessario partire e percorrere una strada<br />

che era orientata verso il luogo della sua nascita.<br />

È l'immagine di un cammino che lo Spirito Santo<br />

aprirà a molti individui, facendo capire che un Salvatore<br />

è venuto nel mondo per loro e che possono trovare<br />

in lui il significato della loro vita.<br />

IlSalvatoreha fatto un passo decisivo, avvicinandosi<br />

all'umanità, integrandosi in essa, per potere esercitare<br />

su tutti un influsso d'intima trasformazione. Ma coloro<br />

verso i quali è venuto devono fare uno sforzo personale<br />

per cercarlo, per incontrarlo. Basta che si lascino<br />

guidare da una misteriosa voce che li orienti nel loro<br />

viaggio, voce che gli faccia trovare colui che cercano.<br />

I magi sono andati via con questa speranza, e la loro<br />

speranza non è stata delusa. Ma prima di raggiungere<br />

lo scopo del loro viaggio, hanno dovuto perseverare<br />

nella loro volontà di scoprire il bambino, superando<br />

le difficoltà che sorgevano. È la perseveranza richiesta<br />

da parte di coloro che vogliono trovare in Cristo la loro<br />

ragione di vivere. Il loro desiderio di raggiungerlo<br />

deve affermarsi con più di forza quando la via sembra<br />

diventare più oscura.<br />

Il racconto dei magi riferisce il problema che si è<br />

posto nella loro venuta a Gerusalemme. Erano giunti<br />

Cristo è la vera porta<br />

aperta per sempre<br />

MATTHIASFRIEDEMANN RICHTER<br />

«E provarono una grandissima<br />

gioia...» (Lc 2.10).<br />

Chi di noi non desidera provare tale<br />

gioia. La festa della santa Epifania del<br />

Signore per eccellenza si concentra sul<br />

vivere il mistero della gioia profonda.<br />

Cristo, da Figlio di Dio incarnato nella<br />

nostra realtà umana, e nel quadro umilissimo<br />

della grotta di Betlemme, oggi<br />

con la luce della sua venuta invita tutti i<br />

popoli alla gioia dopo il passato oscuro.<br />

«Cammineranno i popoli alla luce...»<br />

(Is 60.3). Il profeta canta quell'avvento<br />

meraviglioso: «i popoli immersi nella tenebre<br />

videro una grande luce... una luce<br />

che rifulse su quelli che abitavano in<br />

terra tenebrosa...» (cfr Is 9.1).<br />

Lasciando alle nostre spalle un anno<br />

passato, anche se fu un anno di grazie<br />

per il Grande Giubileo, ora siamo invitati<br />

a guardare avanti sull'anno che si<br />

apre, come al secolo nuovo delle promesse<br />

e al millennio che trasformerà la<br />

storia umana «alla luce del Suo volto»:<br />

Cristo Redentore.<br />

Una novità di vita<br />

per tutto il mondo<br />

E qui tutto è da riconsiderare per l'umanità<br />

con la grazia divina. Se l'avvento<br />

di Cristo in questo mondo ha cambiato<br />

la storia dell'uomo, oggi nella sua manifestazione<br />

fa splendere la luce nuova<br />

della sua presenza salvifica.<br />

I magi che si avviarono a Betlemme<br />

guidati dalla stella luminosa erano come<br />

attratti dal fascino luminoso, che spiegava<br />

nella loro saggezza il fenomeno di luce<br />

come vera novità di vita che veniva<br />

per tutto il mondo.<br />

Non erano attratti per semplice curiosità,<br />

ma lo erano veramente dalla loro<br />

profonda attesa per il mistero annunciato<br />

dai profeti da secoli. Quell'attesa ora<br />

per loro, e quindi per tutto il mondo, è<br />

divenuta vera dinamica per cogliere il<br />

mistero della manifestazione di Cristo al<br />

mondo.<br />

Lo sguardo rivolto<br />

a Cristo incarnato<br />

Niente più sarà come nei tempi passati.<br />

L'uomo nei suoi tormenti ora deve<br />

acquisire uno sguardo nuovo che si rivolge<br />

solo a Cristo incarnato che cammina<br />

sulle nostre vie terrene. Da Salvatore<br />

prende le strade dell'universo per<br />

annunciare all'umanità intera la volontà<br />

del Padre a redimere il mondo dal peccato<br />

e dalla morte.<br />

«Hanno visto sorgere la sua stella e<br />

sono venuti per adorarlo» (Lc 2.2).<br />

Rendendo omaggio al grande Re, i<br />

magi portano tutto il genere umano a<br />

inchinarsi davanti alla Sua manifestazione.<br />

La luce che rifulge ora caccia le tenebre,<br />

invade i cuori di tutti gli uomini<br />

e fa ricrescere la speranza nuova per<br />

una vita alla sua vista gloriosa.<br />

«Cammineranno alla sua luce... e vedranno<br />

sorgere lo splendore della sua<br />

presenza...» (cfr Is 60.3), e l'uomo da illuminato<br />

dal mistero di Cristo rialza la<br />

testa per annunciare la gioia della sua<br />

nuova vita.<br />

«Il mistero della grazia di Dio» ora penetra<br />

chi lo accoglie «a suo beneficio»<br />

(Ef 3.2) per diffonderlo con una vita di<br />

offerta e di santità.<br />

E tutto comincia dal dare, dall'offrire,<br />

come i magi sapevano aprire i loro scrigni,<br />

pieni di oro, d'incenso e di mirra.<br />

Quell'offerta nostra, che poi tornerà a<br />

noi da colmati di Cristo che si fa spazio<br />

nel nostro intimo, e che «dilaterà il nostro<br />

cuore» (Is 60.5), per prendere possesso<br />

di tutto il nostro essere da veri figli<br />

della Sua luce.<br />

Un anno che apre<br />

tutti gli orizzonti<br />

Quell'anno nuovo così ci apre tutti gli<br />

orizzonti, spirituali e umani, anche se la<br />

Porta Santa del Grande Giubileo, la porta<br />

della consolazione e del perdono, ora<br />

si chiude. La vera porta aperta per sempre<br />

sarà Cristo nella sua perenne Epifania<br />

per manifestarsi al mondo come il<br />

Redentore atteso da secoli, e che ora si<br />

è rivelato con la luce della Stella: che<br />

tutti i popoli camminino alla sua luce, e<br />

adorino Cristo principe della pace, come<br />

unico Salvatore del mondo.<br />

«Cammineranno alla Sua luce... e<br />

proveranno una grandissima gioia...» (Is<br />

60.3; Lc 2.10).<br />

Il mondo del Terzo Millennio allora<br />

testimonierà della sua manifestazione,<br />

perché «ha visto una grande luce» (Is<br />

9.1), e l'uomo rialzarsi con grande speranza<br />

per una vita nuova animata da<br />

Cristo solo.<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Sabato 6 Gennaio 2001<br />

ALESSANDRO MAGGIOLINI<br />

Per il cristianesimo la storia non è un procedere<br />

a zigzag, a scarabocchi, a labirinto, a cerchio<br />

dove le cose ritornano sempre le stesse; non è<br />

nemmeno una landa cosparsa di rifiuti e di cadaveri,<br />

o un correre verso il baratro del nulla. Per il<br />

cristianesimo la storia ha un inizio — l'arché — e<br />

un fine — il télos — e una pienezza — il cairòs<br />

dell'Incarnazione redentiva —, poiché Dio non ha<br />

lasciato l'umanità e il cosmo in una solitudine disperata,<br />

ma ha voluto assumere la povertà dei<br />

nostri giorni e, anzi, collocarsi nei nostri giorni<br />

stanchi, rinnovandoli con il mistero della sua soave<br />

e tremenda Presenza.<br />

1) La Rivelazione — l'Epifania — che Dio fa di<br />

sé nella concretezza di Cristo si pone, dunque,<br />

anche come Verità, come Bellezza, come Bontà;<br />

essa, però, è innanzitutto un fatto: la realtà del<br />

Verbo che si incarna nelle coordinate del tempo e<br />

dello spazio. Dio, dunque, è colto — auroralmente<br />

— attraverso concetti, giudizi e parole che devono<br />

essere sorpassate, ma che pure consegnano<br />

qualche aspetto dell'essere. E, tuttavia, il Dio per<br />

noi non è l'astrattezza del vero; è il realismo della<br />

Verità umanata che si esprime in Cristo concepito,<br />

nato, vissuto, morto e risorto. Dio conquide,<br />

rappacifica beatifica, poiché è il Bene senza misura:<br />

il bene che si raggiunge dopo ogni sforzo morale,<br />

quando la coscienza si sente in pace e la vita<br />

avverte come una voglia irrefrenabile di cantare.<br />

E, tuttavia, la bontà non è un ideale lontano: è<br />

ciò che si gusta nell'esperienza etica oltre e prima<br />

dell'esperienza etica: il Signore Gesù che si offre<br />

come legge e compimento della legge, e coraggio<br />

per sopportare il dolore e l'umiliazione dell'obbedienza<br />

che si spalanca nella gloria. Dio affascina<br />

e seduce poiché è l'incanto della Bellezza che scopriamo<br />

recata all'infinito: paesaggi, poesie, musi-<br />

Seguendo la luminosa stella dei Magi<br />

GIANMARIO GALMOZZI<br />

Nella santa Epifania del Signore, ascolteremo<br />

tutti nelle chiese dalla viva voce dei nostri sacerdoti<br />

durante la liturgia della parola della Santa<br />

Messa il racconto della venuta a Betlemme dei<br />

Magi, guidati da una stella ad adorare il Re dei<br />

giudei e ad offrirgli in dono oro, incenso, mirra.<br />

Il testo di Matteo, lo sappiamo bene, oltre ad<br />

essere carico di contenuti storici, biblici e teologici,<br />

sembra a prima vista percorso da elementi fiabeschi,<br />

gentileschi e popolari che suscitano stupore,<br />

curiosità, interesse non solo nei fanciulli ma<br />

negli adulti che, disincantati dalla vita, cercano rifugio<br />

nelle zone serene della lontana infanzia.<br />

L'episodio dei Magi legato alla vicenda dell'infanzia<br />

di Gesù, Matteo lo presenta ed elabora attraverso<br />

il filtro della lettura di alcuni dati del<br />

Vecchio Testamento (Mosè, Faraone, esodo, esilio<br />

del popolo...), dell'esperienza pasquale della Chiesa<br />

primitiva e la preghiera cristiana. Il suo intento<br />

teologico-pastorale è di documentare che ormai<br />

il Messia si è manifestato come salvatore di<br />

tutti i popoli, realizzando gli antichi vaticinii dei<br />

profeti. Michea aveva espressamente preannunziato<br />

la venuta di un Messia betlemita (5,1) discendente<br />

di Davide, Messia atteso e accolto dai<br />

gentili ma rinnegato e perseguitato da Erode. Nella<br />

stessa linea interpretativa si capisce pure il motivo<br />

della stella. Sullo sfondo del testo evangelico<br />

sta la predizione dell'indovino Balaam: «Una stella<br />

spunterà da Giacobbe, uno scettro sorgerà da<br />

Israele» (Num 24,17).<br />

Ora Matteo intende dire che c'è una conver-<br />

Solennità dell'Epifania del Signore<br />

quasi alla fine del loro viaggio, ma paradossalmente,<br />

dopo avere seguito la via giusta fino a quel momento,<br />

non sapevano più quale direzione prendere. L'episodio<br />

è simbolico e fa meglio capire l'esperienza di coloro<br />

che cercano Cristo; quando si sono avvicinati a lui e<br />

sperano di scoprirlo, sorgono talvolta ostacoli, dubbi,<br />

che provocano una crisi nella ricerca. Tuttavia l'episodio<br />

mostra anche la nuova luce che viene data, che<br />

permette di proseguire il viaggio e di scoprire Cristo,<br />

con più gioia dopo la difficoltà provata.<br />

Nel racconto dei magi, la Chiesa ha riconosciuto più<br />

particolarmente una illustrazione dello scopo universale<br />

della redenzione. Tutte le nazioni e tutti gli individui<br />

sono chiamati a ricevere il beneficio della salvezza<br />

operata da Cristo. Tutti vengono attirati a lui, secondo<br />

la predizione enunciata nel vangelo: «Io, quando sarò<br />

elevato da terra, attirerò tutti a me» (Gv 12, 32).<br />

Cristo esercita questa attrazione per mezzo dello Spirito<br />

Santo. Si tratta di un'attrazione che si manifesta<br />

in molteplice modo, all'occasione di avvenimenti esterni<br />

che provocano una riflessione più approfondita, sia<br />

a seguito di parole che suscitano una risonanza speciale,<br />

sia in virtù d'ispirazioni intime che possono avere<br />

un carattere inatteso o svilupparsi progressivamente<br />

nello spirito.<br />

Alcune esperienze dimostrano chiaramente che una<br />

vita può essere totalmente cambiata da questa attrazione<br />

verso la persona di Cristo. Lo Spirito Santo fa discernere<br />

ciò che è divino in colui che i magi una volta<br />

avevano cercato come il bambino nato a Betlemme.<br />

Egli fa capire che rivelandosi Cristo chiede un'adesione<br />

completa dell'intelligenza e del cuore. Fa sorgere lo<br />

slancio della fede; a questo Cristo che si presenta con<br />

la pienezza dell'amore divino, suggerisce una risposta<br />

che consiste nell'amore assoluto, amore che si offre a<br />

colui che ha voluto darsi a noi.<br />

Il racconto dei magi sviluppa la speranza che da tutte<br />

le religioni del mondo verranno uomini che cercano<br />

e trovano in Cristo l'unico Salvatore.<br />

L'adorazione dei Magi (particolare) - Scuola fiorentina del XV sec.<br />

genza di segni e oracoli ormai chiara: Gesù di<br />

Nazareth è il sì di Dio alle attese messianiche del<br />

popolo. Matteo per 4 volte fa riferimento alla stella,<br />

elemento questo che crea suggestione, curiosità,<br />

interrogativi. La fatidica stella dei Magi è un<br />

problema impossibile a risolversi: in ogni tempo è<br />

stata oggetto di indagini da parte degli astronomi<br />

e studiosi delle comete. Famosa è la spiegazione<br />

di Keplero (1604): nel 6 a.C. il pianeta Marte venne<br />

a trovarsi sulla stessa linea di visuale (congiunzione)<br />

con Giove, e poi anche con Saturno, dando<br />

l'impressione di un astro di straordinaria grandezza.<br />

Circa un mese dopo (aprile-maggio) anche<br />

Mercurio e Venere si avvicinano ai tre pianeti<br />

precedenti, formando una apparizione astrale ancora<br />

più meravigliosa. Thycho Brahe, uno dei più<br />

illustri osservatori dei corpi celesti, nel novembre<br />

del 1752, vide nella costellazione di Cassiopea una<br />

cometa assai vivida che si spense dopo pochi mesi.<br />

Questa cometa, chiamata la «pellegrina», secondo<br />

alcuni calcoli si rendeva visibile a d'intervalli<br />

di lunga scadenza (315 anni) e una sua apparizione<br />

sarebbe avvenuta nei primi tempi dell'era<br />

volgare. Altri studiosi ricorrono, nel tentativo di<br />

spiegare la stella di Betlemme, ai testi astrali<br />

orientali, dalla tavola di Berlino, un papiro egiziano<br />

che presenta la situazione del firmamento stellare<br />

tra il 17 a.C. e il 10 d.C., all'Almanacco<br />

astrale di Sippar (Mesopotamia), una tavoletta cuneiforme<br />

di previsioni stellari a partire dal 7 a.C.<br />

Molti studiosi preferiscono anche attualmente,<br />

ricorrere alla cometa di Halley, che solcò il cielo<br />

nel 12 a.C. Proprio in quel tempo Erode celebrò<br />

L'adorazione dei Magi - Opera del Beato Angelico custodita nel Museo diocesano a Cortona<br />

La realtà del Verbo che si incarna<br />

nelle coordinate del tempo e dello spazio<br />

una festa a Cesarea, cui parteciparono ambasciatori<br />

e illustri personaggi stranieri.<br />

Nel febbraio del 1986 la stessa cometa è trascorsa<br />

alla sua minima distanza dal sole (83 milioni<br />

di Km.), centinaia di telescopi e sonde la seguirono<br />

e tutti ad occhio nudo la contemplarono,<br />

come quel contadino della Germania che nella<br />

notte di Natale del 1758 la identificò, confermando<br />

la teoria dello scopritore, l'inglese Edmond<br />

Halley, amico di Newton, che aveva previsto la<br />

comparsa della cometa ogni 75 anni. Sarebbe stata<br />

vista anche nel 1304 e Giotto la raffigurò nell'«Adorazione<br />

dei Magi» della Cappella degli Scrovegni<br />

a Padova.<br />

In Italia la stessa cometa sarebbe stata avvistata<br />

anche se in forma estremamente debole, la<br />

notte del 22 dicembre 1985 presso l'osservatorio<br />

di Asiago da due astrofisici. Oggi altri studiosi ritengono<br />

la stella dei Magi una meteora straordinaria<br />

e miracolosa, non molto elevata nell'atmosfera.<br />

Questo spiegherebbe il suo comportamento irriducibile<br />

ai movimenti stellari. Giovanni Crisostomo,<br />

uno dei padri della Chiesa, riferendosi ad antiche<br />

tradizioni cristiane parla nelle sue Omelie su<br />

s. Matteo di «una grande stella, molto diversa da<br />

tutte le altre in modo da impressionare e sbalordire<br />

i Magi con la sua grandezza, bellezza e novità<br />

di movimenti».<br />

Non mancano trattazioni scientifiche sulla stella<br />

di Betlemme: tra le diverse quella in «Civiltà<br />

Cattolica» 93-1942: uno studio esauriente sotto l'aspetto<br />

astronomico, cronografico ed esegetico.<br />

Un'altra trattazione è del 1961, curata dal planetario<br />

Adler e dal Museo astronomico di Chicago.<br />

ca, estasi. E, tuttavia, anche qui la bellezza infinita<br />

è oltre la sperimentazione: è il rapimento dove<br />

l'io umano si perde e si ritrova.<br />

Ebbene, questa segreta e abbagliante presenza<br />

del Dio-con-noi avviene in una data precisa —<br />

quando giunse la pienezza dei tempi — e in luogo<br />

determinato: E tu, Betlemme, non sei la più<br />

piccola tra le città di Giuda.<br />

2) Così il susseguirsi degli istanti e dei millenni<br />

è tutto afferrato dalle dolci ghermenti mani di un<br />

Bambino in una grotta e dalle braccia spalancate<br />

di un Giusto che muore sulla croce.<br />

La liberazione dal peccato che ci opprime, il<br />

temperarsi della concupiscenza che ci spinge e ci<br />

attrae al male, il riacquisto della dignità umana<br />

deturpata dalla cattiveria e l'ingresso vertiginoso<br />

e soave della Trinità, e l'abitare dello Spirito nel<br />

cuore del graziato che viene conformato a Cristo<br />

a gloria del Padre: tutto ciò non è raggiunto<br />

— non è ricevuto — chissà da dove, ma nella<br />

trama apparentemente arruffata eppur sublime<br />

della nostra storia fatta di vigliaccherie, di grossolanità,<br />

di disinteresse e delle meraviglie incomparabili<br />

di Dio.<br />

Il Cristo vivente tra noi nel sacramento che ci<br />

rende prossimo il proporsi di Dio agisce attraverso<br />

la Chiesa che insegna la via della Verità e il<br />

compimento della vita, finalmente. Dio ci ha redenti<br />

e ci redime, dal momento che è all'opera<br />

anche oggi e sempre — il sempre della misura e<br />

del divenire finito —: si manifesta e santifica nella<br />

Parola che crea e che salva, nei santi Segni che<br />

regalano il perdono e l'esistenza trinitaria, l'Autorità<br />

— la Gerarchia, vale a dire la «custodia dell'Inizio»<br />

— che chiede l'obbedienza la quale forma<br />

l'unità e permette di camminare insieme verso<br />

il Regno.<br />

3) Mediante la Chiesa, allora, noi diventiamo,<br />

in qualche modo e in qualche misura, contemporanei<br />

e prossimi a Cristo. O meglio: il nostro rammemorare<br />

il mistero del Figlio di Dio ci svelle<br />

dalla prigione — una prigione necessaria e benedetta<br />

— della nostra attualità e del nostro qui<br />

umano e cosmico, per farci assistere e condividere<br />

i misteri del Signore Gesù contemporaneo e<br />

prossimo. Cristo è stato ieri, è oggi e sarà nei secoli<br />

celato nel sacramento ecclesiale per manifestarsi<br />

poi alla sua venuta nel Giudizio e nella Gloria<br />

che concluderà il provvisorio, il penultimo,<br />

l'imminente.<br />

4) Imprevedibile iniziativa di Dio: Egli non vuole<br />

soltanto salvarci; ci vuole anche salvanti. La Rivelazione<br />

viene conosciuta e assimilata gradatamente<br />

sino alla fine dei tempi. E la redenzione<br />

domanda — dolcemente esige — che noi completiamo<br />

ciò che manca alla passione di Cristo a favore<br />

del suo Corpo che è la Chiesa.<br />

L'Epifania prende qui e adesso l'avvio, ma allarga<br />

il suo orizzonte e penetra nella carne e nel<br />

sangue dell'uomo anche attraverso la collaborazione<br />

dell'uomo: quando il Signore ritornerà, lieviterà<br />

nel nostro cuore l'incantamento di una gratitudine<br />

che si abbandona a un Amore infinito:<br />

un Amore che non ci ha voluti passivi, ma attori<br />

della Salvezza della storia con Cristo.<br />

5) Il Mistero rivelato ai santi apostoli e profeti<br />

e a tutte le genti per mezzo dello Spirito si fa spazio<br />

nella mente e nel cuore degli uomini attraverso<br />

miracoli strepitosi come una stella che appare.<br />

Miracoli umilissimi come un bimbo allattato dalla<br />

madre. E in questa umiltà si nasconde e si sintetizza<br />

la nostra banalissima esistenza riscattata fino<br />

a diventare divina: una esistenza che entra<br />

nella luce e nella gloria del Signore che brilla, e le<br />

tenebre che ricoprivano la terra sono fugate; e il<br />

cuore ci palpita forte e si dilata fino alla confessione<br />

di chi non riesce a slargare i varchi sufficienti<br />

a contenere il Mistero di Dio che supera<br />

ogni nostra attesa ed è di là da ogni nostro pur<br />

osante desiderio.


.<br />

PAGINA<br />

5 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Sabato 6 Gennaio 2001<br />

Alle Ancelle del Sacro Cuore di Gesù Agonizzante<br />

Come Maria, ogni Ancella<br />

sia fedele alla propria vocazione<br />

«Ogni Ancella potrà essere fedele alla<br />

propria vocazione, se cercherà in tutto<br />

di assomigliare nel cuore e nell'azione a<br />

Maria, perfetta “Ancella del Signore”». È<br />

quanto ha augurato il Papa alla Superiora<br />

Generale delle Ancelle del Sacro Cuore<br />

di Gesù Agonizzante Madre Celestina<br />

Turci, e alle suore capitolari, ricevute in<br />

udienza nella mattina di venerdì 5 gennaio,<br />

nella Sala Clementina.<br />

Questo è il discorso del Papa:<br />

In occasione del XIV Capitolo<br />

Generale di codesta Congregazione,<br />

sono lieto di rivolgere a Lei ed alle<br />

Consorelle il mio cordiale saluto.<br />

Mi unisco all'Assemblea capitolare<br />

nell'invocare lo Spirito Santo, perché<br />

le sia guida nell'assumere, in<br />

religioso ascolto della Parola di<br />

Dio, le opportune decisioni circa il<br />

cammino da percorrere.<br />

Ciascun Istituto di vita consacrata<br />

rappresenta un dono prezioso<br />

del Signore per la Chiesa e per il<br />

mondo. Le Ancelle del Sacro Cuore<br />

di Gesù Agonizzante lo sono da oltre<br />

cent'anni, in Italia e in altri<br />

Paesi. Ciò a testimonianza della vitalità<br />

di un carisma che i venerati<br />

Fondatori, Mons. Marco Morelli e<br />

Madre Margherita Ricci Curbastro,<br />

hanno saputo mettere a frutto con<br />

mirabile zelo. È un carisma che<br />

pone in risalto un aspetto essenziale<br />

della natura e della vita del Cor-<br />

Il Convegno promosso dal Centro Nazionale Vocazioni<br />

Parola di Dio e chiamata: come annunciare la vocazione<br />

GIANFRANCO GRIECO<br />

Una «Tre giorni» — dal 3 al 5 gennaio<br />

2001 — per riflettere sul tema: «Come<br />

annunciare la vocazione all'amore verginale<br />

nella pastorale vocazionale». I partecipanti<br />

al Convegno promosso dal<br />

Centro Nazionale Vocazioni - CNV- della<br />

Conferenza Episcopale Italiana che si è<br />

chiuso venerdì mattina, 5 gennaio, alla<br />

«Domus Mariae» di Roma, hanno lasciato<br />

la Capitale con la profonda convinzione<br />

che le «Vocazioni sono luce della<br />

vita».<br />

All'incontro sono intervenuti ottocento<br />

addetti ai lavori giunti da tutta l'Italia.<br />

Sono emerse — come era nelle intenzioni<br />

dei promotori — le linee che<br />

animeranno la pastorale vocazionale in<br />

questo inizio di Terzo Millennio. «Dobbiamo<br />

guardare al futuro con fede e con<br />

rinnovata speranza — ha affermato il<br />

Presidente del Centro Nazionale Vocazioni,<br />

l'Arcivescovo di Taranto, Mons.<br />

Benigno Luigi Papa, tirando le conclusioni<br />

— . La vocazione è al centro della<br />

vita di ogni cristiano. Seguire Cristo<br />

vuol dire camminare dietro a lui. Ascoltare<br />

la sua voce. Cogliere la portata della<br />

vocazione e della missione. Tutto parte<br />

da lui e tutto ritorna a lui».<br />

L'intervento dell'Arcivescovo di Taranto<br />

è stato preceduto dalla relazione<br />

di Padre Amedeo Cencini, docente di<br />

psicologia applicata e pastorale vocazionale<br />

alla Pontificia Università Salesiana,<br />

e professore alla Pontificia Università<br />

Gregoriana su: «Le attenzioni pedagogiche<br />

e metodologiche nell'annuncio della<br />

vocazione all'amore verginale». La castità<br />

— si è chiesto il relatore — è privilegio<br />

di pochi o vocazione di tutti? Nel<br />

dare la risposta alla domanda, Padre<br />

Cencini ha sottolineato il carattere verginale-sponsale<br />

dell'essere umano, e la<br />

verginità come obiettivo formativo uni-<br />

po mistico di Cristo che è la Chiesa.<br />

Essa, infatti, quale prolungamento<br />

del mistero di Cristo nella<br />

storia, è chiamata ad offrire al Padre<br />

continue suppliche per la salvezza<br />

dell'umanità.<br />

L'uomo contemporaneo ha più<br />

che mai bisogno di attingere alle<br />

fonti del Cuore sacratissimo di Cristo.<br />

Solo in esso può trovare pace<br />

nei momenti di angoscia, che l'attuale<br />

cultura secolaristica rende<br />

sempre meno sopportabili. La povertà<br />

spirituale è oggi assai diffusa,<br />

fino a diventare talvolta miseria.<br />

Per questo il vero rimedio è la riscoperta<br />

della preghiera cristiana.<br />

Questa non è evasione dalla realtà<br />

e dalle sue prove, bensì vigilanza<br />

dello spirito e confidente unione alla<br />

divina volontà, nella certezza<br />

che questa è sempre e comunque<br />

volontà d'amore, protesa a donare<br />

all'uomo vita piena ed eterna.<br />

Quale migliore testimonianza<br />

può trovare, questo fiducioso abbandono,<br />

che quella di una vita interamente<br />

consacrata al servizio di<br />

Dio, conosciuto ed amato nel Cuore<br />

del Figlio suo Gesù Cristo, il<br />

quale «è in agonia fino alla fine del<br />

mondo» (B. Pascal)? E come si<br />

esprimerà tale consacrazione se<br />

non nel servizio generoso e fedele<br />

ai fratelli, specialmente ai più biso-<br />

versale. Il religioso ha approfondito soprattutto<br />

quest'ultimo aspetto analizzando<br />

la teologia e la pedagogia dell'amore<br />

verginale, il percorso che conduce dai<br />

valori fondamentali alle scelte personali<br />

e la verginità all'inizio del percorso vocazionale.<br />

Nella seconda parte del suo intervento,<br />

P. Cencini ha offerto ai presenti una<br />

«proposta», che è quella del CNV: «Si<br />

tratta — ha detto — di fare una scelta<br />

forte: amare Dio sopra tutte le creature,<br />

per amare con il cuore e la libertà di<br />

Dio ogni creatura, senza legarsi a nessuna<br />

per sempre né escluderne alcuna, anzi<br />

amando in particolare che è più tentato<br />

di non sentirsi amabile».<br />

I lavori del Convegno sono stati aperti<br />

mercoledì pomeriggio, 3 gennaio, dalla<br />

preghiera presieduta dall'Arcivescovo<br />

Benigno Papa; sono poi seguiti gli interventi<br />

del direttore del Centro Nazionale<br />

Vocazioni, don Luca Bonari, e del vicedirettore,<br />

don Antonio Ladisa. È toccato<br />

a don Carlo Rocchetta, docente di teologia<br />

alla Lateranense, tenere la relazione<br />

su: «La vocazione all'amore». Tre i punti<br />

nodali della relazione: antropologia della<br />

vocazione all'amore; fondamento cristologico-trinitario<br />

della vocazione all'amore;<br />

dalla vocazione all'amore verginale.<br />

La vita come vocazione; la vocazione alla<br />

vita come vocazione all'amore; valore<br />

sponsale della corporeità; il “maschile” e<br />

il “femminile”. due vie di realizzazione<br />

della vocazione all'amore: questi i punti<br />

toccati dal noto teologo e pastoralista.<br />

Cristo — ha proseguito Mons. Rocchetta<br />

— è la rivelazione piena e definitiva<br />

della vocazione all'amore. La vocazione<br />

all'amore si comprende solo alla luce<br />

della croce. È la Trinità la sorgente e l'esemplarità<br />

della vocazione all'amore.<br />

«Natura» e «grazia» — ha proseguito<br />

don Rocchetta — sono un binomio indissolubile.<br />

La verginità consacrata va<br />

gnosi, per amore dei quali Cristo<br />

ha accettato di bere l'amaro calice<br />

della Passione?<br />

A tutte le Religiose della vostra<br />

Congregazione, a me cara, raccomando,<br />

pertanto, che l'intera attività<br />

apostolica sia vivificata e guidata<br />

incessantemente da un intenso<br />

impegno di vigilante orazione.<br />

Sia modello per voi, care Sorelle, la<br />

Beata Vergine Maria, Regina delle<br />

vergini. Se per ogni battezzato la<br />

Madonna santissima rappresenta<br />

come l'archetipo dell'umile e docile<br />

adesione al volere di Dio, tanto più<br />

deve esserlo per le Religiose. Ogni<br />

Ancella potrà essere fedele alla propria<br />

vocazione, se cercherà in tutto<br />

di assomigliare nel cuore e nell'azione<br />

a Maria, perfetta «Ancella del<br />

Signore».<br />

Auguro di cuore che il Capitolo<br />

Generale, celebrato proprio al termine<br />

dell'Anno Santo, costituisca<br />

per l'intero Istituto un tempo di<br />

grazia, un'occasione privilegiata<br />

per scelte sagge e coraggiose, compiute,<br />

secondo l'invito proveniente<br />

dal Giubileo, con lo sguardo fisso<br />

sul volto di Cristo.<br />

Con tali sentimenti, imparto a<br />

Lei, alle Capitolari ed a tutte le Ancelle<br />

del Sacro Cuore di Gesù Agonizzante<br />

una speciale Benedizione<br />

Apostolica.<br />

vista come «positivo investimento del<br />

cuore». Le motivazioni teologiche dell'amore<br />

verginale si colgono in questa frase<br />

che riassume tutto: «Per il Signore».<br />

La tenerezza — ha concluso — è inizio<br />

e compimento della vocazione all'amore.<br />

Al termine della prima giornata il<br />

Cardinale Camillo Ruini, Presidente della<br />

Conferenza Episcopale Italiana, ha<br />

presieduto la solenne Concelebrazione<br />

Eucaristica.<br />

Giovedì 4, l'Arcivescovo di Pisa,<br />

Mons. Alessandro Plotti, che è Vice-Presidente<br />

della Cei, ha tenuto la relazione<br />

su: «L'annuncio della vocazione all'amore<br />

verginale nella vita della comunità<br />

cristiana». In particolare il Presule —<br />

che in mattinata aveva presieduto la Celebrazione<br />

Eucaristica — ha sottolineato<br />

«il contributo dei Centri Diocesani Vocazionali»<br />

in quest'instancabile opera di<br />

annuncio.<br />

Alla relazione dell'Arcivescovo Plotti<br />

aveva fatto da introduzione quella della<br />

prof.ssa Silvana Manfredi, docente di<br />

Sacra Scrittura alla Facoltà Teologica di<br />

Sicilia. Attraverso l'esperienza dei «grandi<br />

chiamati», la relatrice ha messo in<br />

rapporto «Parola di Dio e vocazione,<br />

nella vita della comunità cristiana». L'intervento<br />

ha approfondito in particolare<br />

le figure dei grandi Patriarchi Abramo,<br />

Giacobbe e Giuseppe, maestri nella radicalità<br />

della fede, della speranza e della<br />

carità, pur nella consapevolezza di portare<br />

e vivere questi tesori nella fragilità.<br />

Successivamente si è soffermata sulla<br />

vocazione di Geremia, nella quale ciascuno<br />

è chiamato a leggervi la propria<br />

storia di incontro con Dio.<br />

Particolarmente incisivo ed appropriato<br />

è stato il lavoro svolto nei gruppi di<br />

studio giovedì pomeriggio 4 gennaio.<br />

Suddivisi in nove gruppi di lavoro per<br />

argomento, gli ottocento convegnisti si<br />

sono confrontati su temi specifici: la for-<br />

Udienze di Giovanni Paolo II<br />

a due Capitoli Generali<br />

Alle Suore Domenicane del Sacro Cuore di Gesù<br />

Siate comunità vive<br />

ferventi ed operose<br />

Siate comunità vive, ferventi ed operose:<br />

è quanto ha raccomandato Giovanni<br />

Paolo II alla Superiora Generale<br />

delle Suore Domenicane del Sacro Cuore<br />

di Gesù, Madre Teresa Margherita<br />

Trombatore, e alle religiose capitolari ricevute<br />

in udienza nella mattina di venerdì<br />

5 gennaio, nella Sala Clementina.<br />

Questo è il testo del discorso del Santo<br />

Padre:<br />

Ho appreso con piacere che le<br />

Madri Capitolari si sono raccolte,<br />

in questi giorni, per riflettere insieme<br />

con Lei sui mezzi atti a suscitare<br />

un rinnovamento della Congregazione,<br />

che la metta in grado di<br />

affrontare le sfide del momento<br />

presente. Sono lieto di rivolgere a<br />

Lei ed alle Consorelle il mio cordiale<br />

saluto, mentre insieme con voi<br />

elevo a Dio la mia preghiera perché<br />

vi sia largo dei doni del suo Spirito<br />

e vi guidi a scelte capaci di dare alla<br />

vostra Famiglia religiosa rinnovato<br />

slancio nell'opera di evangelizzazione,<br />

che ne accompagna fin dagli<br />

inizi l'impegno nella Chiesa.<br />

Sorta in Sicilia, alla fine del secolo<br />

XIX, dallo zelo del Domenicano<br />

P. Timoteo Longo, essa raccoglie<br />

lo spirito, le tradizioni e gli<br />

ideali di evangelizzazione dell'Or-<br />

mazione dei presbiteri e dei consacrati<br />

all'amore verginale; la parrocchia e l'annuncio<br />

dell'amore verginale: catechesi,<br />

liturgia e testimonianza della carità; la<br />

vocazione all'amore verginale e la mediazione<br />

educativa: genitori ed educatori,<br />

con particolare attenzione alla figura<br />

del presbitero; la direzione spirituale e<br />

la vocazione all'amore verginale: discernere<br />

e accompagnare. La famiglia e la<br />

vocazione all'amore verginale; la pastorale<br />

giovanile e la vocazione all'amore<br />

verginale; gli itinerari vocazionali specifici<br />

e la vocazione all'amore verginale;<br />

gruppi, movimenti, associazioni e l'annuncio<br />

dell'amore verginale; esercizi spirituali,<br />

ritiri e itinerari spirituali e l'annuncio<br />

dell'amore verginale.<br />

Al termine dei lavori di gruppo, l'Arcivescovo<br />

Giuseppe Pittau, Segretario della<br />

Congregazione per l'Educazione Cattolica,<br />

ha presieduto la «Veglia di preghiera».<br />

Venerdì mattina, ultimo giorno<br />

del Convegno, la Santa Messa è stata celebrata<br />

dall'Arcivescovo Zenon Grocholewski,<br />

Prefetto della Congregazione per<br />

l'Educazione Cattolica. Subito dopo Don<br />

Lorenzo Ghizzoni, vicedirettore del Centro<br />

Nazionale Vocazioni, ha tenuto la<br />

relazione sulle prospettive pastorali<br />

emerse dai gruppi di studio raccogliendo<br />

idee, proposte e progetti concreti<br />

proiettati sul futuro vocazionale della<br />

Chiesa che è in Italia.<br />

Dopo questo di inizio d'anno, due sono<br />

i prossimi appuntamenti del Centro<br />

Nazionale Vocazioni: il primo, che si<br />

svolgerà a Sassone-Ciampino dal 16 al<br />

18 febbraio sul tema: «La vita consacrata<br />

nella Chiesa particolare: come realizzare<br />

una pastorale vocazionale di comunione»,<br />

e il secondo, che si svolgerà a<br />

san Giovanni Rotondo dal 17 al 20 aprile<br />

sul tema: «La direzione spirituale di<br />

fronte alla sofferenza, alla prova e alla<br />

crisi».<br />

dine dei Frati Predicatori. La Congregazione,<br />

pertanto, fa propria<br />

l'unità di vita tra l'interiorità contemplativa<br />

e l'azione apostolica,<br />

operata da san Domenico, e si sforza<br />

costantemente di alimentarla<br />

nella celebrazione comunitaria della<br />

sacra Liturgia, nella preghiera,<br />

nello studio e nella comunione fraterna.<br />

L'evangelizzazione è fine specifico<br />

del vostro Istituto, che cura in<br />

modo particolare la promozione<br />

umana e cristiana dei giovani, attraverso<br />

la scuola, la pastorale giovanile,<br />

la catechesi familiare nelle<br />

parrocchie e le missioni popolari.<br />

Con il presente XV Capitolo Generale<br />

voi, carissime Sorelle, vi proponete<br />

di approfondire l'attualità<br />

del vostro carisma e le scelte operative<br />

che esso richiede. Le trasformazioni<br />

sociali e culturali domandano,<br />

infatti, un rinnovato e creativo<br />

impegno di apostolato. Esprimo<br />

vivo apprezzamento per questa vostra<br />

volontà di discernimento comunitario.<br />

Il ricchissimo patrimonio<br />

spirituale, di cui siete eredi, vi<br />

aiuterà a trovare le vie opportune<br />

per trasmettere adeguatamente il<br />

Vangelo agli uomini e alle donne<br />

di oggi. Tale opera sarà tanto più<br />

efficace e credibile quanto più s'appoggerà<br />

su di un'intensa comunione<br />

fraterna. Vi incoraggio pertanto<br />

a vigilare costantemente affinché si<br />

mantengano in armonico equilibrio<br />

la vita comunitaria e le attività<br />

apostoliche.<br />

Per tutti questi motivi di riflessione<br />

e di impegno, desidero assicurarvi<br />

il mio spirituale sostegno.<br />

Con l'aiuto di Dio sono certo che<br />

saprete trovare valori e stimoli positivi<br />

anche nelle odierne situazioni,<br />

assai diverse da quelle di un<br />

tempo. Continuate a mantenere vivo<br />

lo spirito che vi ha sostenute nei<br />

decenni trascorsi. Esso vi spinge ad<br />

amare i fratelli, specialmente i giovani,<br />

così come sono, a cercarli là<br />

dove si trovano, ad accoglierli perché<br />

essi a loro volta accolgano Cristo.<br />

Prego perché a tale rinnovamento<br />

si accompagni sempre la solidità<br />

della formazione, a tutti i livelli,<br />

affinché le comunità siano vive,<br />

ferventi ed operose.<br />

Affido queste intenzioni a Maria<br />

Santissima, Sede della Sapienza, e<br />

di cuore benedico Lei, le Capitolari<br />

e l'intera Congregazione.<br />

Un volume del Padre Antonio Di Monda<br />

Commento alla «Salve Regina»<br />

Il Francescano Conventuale Padre Antonio<br />

M. Di Monda, della comunità beneventana<br />

di San Francesco, è un teologo<br />

divulgatore prolifico. Il suo è un linguaggio<br />

accessibile a tutti, ed è pervaso<br />

da una tenera devozione alla Madonna.<br />

Snoda le analisi fatte passo passo all'intera<br />

e variegata gamma delle scarne parole<br />

enunciate nell'antifona «Salve Regina»,<br />

attribuita al benedettino Ermanno<br />

Contratto, fatta propria dalla Liturgia.<br />

Il titolo del suo ultimo studio «La Salve<br />

Regina» (Ed. Segno, Udine 2000, pp.<br />

192, L. 20.000) con l'ulteriore precisazione:<br />

«L'appassionato sospiro delle umane<br />

generazioni alla Madre di ogni amore»<br />

concentra il senso e lo spirito costruttivo<br />

delle belle considerazioni di una visione<br />

completa che aiuta a pregare con costante<br />

frequentazione e maggiore consapevolezza<br />

e schiude nuovi orizzonti alla<br />

pietà e all'amore del popolo di Dio verso<br />

Maria di Nazareth, personificazione della<br />

bontà ed economa della salvezza, specie<br />

in quest'anno di misericordia, che è<br />

il Giubileo.<br />

I tratti caratteristici della classica antifona<br />

mariana sono stati messi in luce<br />

con oculatezza e fedeltà al testo, perché<br />

il Padre Di Monda ha cercato di cogliere<br />

dall'interno l'intenzione dell'Autore e il<br />

criterio fondamentale al quale si è attenuto<br />

emerge con chiarezza per una retta<br />

esegesi.<br />

Maria è l'Avvocata di tutti gli uomini<br />

dall'occhio misericordioso; li ama in<br />

modo sommo; ha misericordia delle loro<br />

debolezze; chiede e ottiene ciò che è<br />

buono per la loro salvezza.<br />

Vale la pena far rilevare quanto rappresentano<br />

le arricchite considerazioni<br />

spirituali che possono stimolare l'uomo<br />

a godere la recita dell'antifona non solo,<br />

ma a proseguire il cammino che porta<br />

all'incontro con Dio realizzato tramite la<br />

Madre Celeste pregnante di grazia e di<br />

misericordia.<br />

Basta scorrere queste pagine per rendersi<br />

conto di quanto ancora si può dire<br />

di Maria all'uomo di oggi con la partecipazione<br />

intensa della cultura teologica e<br />

con l'esperienza di vita.<br />

Il coinvolgimento personale di P. Di<br />

Monda per la sua predilezione mariana<br />

da acuto commentatore contribuisce a<br />

non distogliere l'attenzione del lettore<br />

dal culto alla Madonna e su questa linea<br />

effettivamente spiccano gli spunti delle<br />

sue riflessioni come schegge di pensiero<br />

che valorizzano l'interiorità.<br />

Grazie ai suoi commenti non disgiunti<br />

dalla vita morale ed ecclesiale si ha un'idea<br />

precisa del contenuto e degli aspetti<br />

vari della Salve Regina e ci si addentra.<br />

All'inizio del libro è menzionato s. Alfonso<br />

Maria de' Liguori e la pagina conclusiva<br />

riporta il pensiero del conventuale<br />

san Francesco Antonio Fasani, il cui<br />

corpo si venera a Lucera, in provincia<br />

di Foggia, nella chiesa di san Francesco,<br />

appassionatamente innamorati della Madonna,<br />

e la messa in evidenza dei loro<br />

impareggiabili riferimenti ne esalta la<br />

opulenza interiore e si riallaccia alla perenne<br />

freschezza della loro pietà nel magnificare<br />

Maria.<br />

Padre Antonio Di Monda, che ha superato<br />

l'età degli ottant'anni, lavora e vive<br />

come un giovane. La sua predicazione<br />

e la sua produzione teologica continuano<br />

senza sosta. Nello studio della Parola<br />

di Dio e dei pensatori della Scuola<br />

Francescana Padre Di Monda ha sempre<br />

trovato la fonte della sua spiritualità e<br />

della sua cultura.<br />

SALVATORE MOFFA


.<br />

PAGINA<br />

6 .<br />

Battesimo di Gesù<br />

Il cielo aperto<br />

JEAN GALOT<br />

Nei racconti evangelici, il cielo<br />

aperto viene affermato come l'effetto<br />

del battesimo di Gesù. Per esempio, il<br />

Vangelo di Matteo ci dice: «Appena<br />

battezzato, Gesù uscì dall'acqua, ed<br />

ecco, si aprirono i cieli...» (3, 16).<br />

Dopo il battesimo viene una manifestazione<br />

celeste straordinaria. Prima,<br />

l'umiltà di Gesù si era svelata. Matteo<br />

la pone specialmente in luce, riportando<br />

un dialogo in cui Giovanni Battista<br />

protesta contro un rovesciamento dei<br />

ruoli: «Io ho bisogno di essere battezzato<br />

da te e tu vieni da me?» (3, 14).<br />

In questa protesta non c'è solo un'affermazione<br />

della dignità superiore di<br />

Gesù; c'è soprattutto un modo di riconoscere<br />

che lui, Giovanni, ha bisogno<br />

di essere battezzato, di essere salvato<br />

da Gesù, perché si riconosce peccatore,<br />

mentre Gesù è colui che con<br />

la sua innocenza è venuto a salvare i<br />

peccatori.<br />

Egli è l'agnello di Dio che assume il<br />

peso dei peccati del mondo, per toglierli<br />

dall'anima degli uomini (cfr Gv<br />

1, 29). L'immagine dell'agnello conferma<br />

la disposizione di umiltà propria<br />

di Gesù: non viene con una potenza<br />

folgorante né con la temibile severità<br />

che gli avevano attribuito alcuni annunzi<br />

profetici.<br />

Da parte di Gesù, sottomettersi al<br />

battesimo di Giovanni testimonia la<br />

sua intenzione di assicurare la continuità<br />

fra l'antica e la nuova alleanza.<br />

Colui che possiede nella propria<br />

persona la più alta autorità e che<br />

avrebbe potuto affermarsi con una indipendenza<br />

totale dal passato, fa un<br />

gesto che riconosce pubblicamente il<br />

valore della preparazione alla venuta<br />

del Messia, come il precursore vi aveva<br />

provveduto.<br />

Con il battesimo ricevuto da Giovanni,<br />

Gesù inaugura il compimento<br />

della sua missione terrena.<br />

Quando riceve questo battesimo, si<br />

manifesta il significato superiore della<br />

sua missione.<br />

Assumendo il battesimo di Giovanni<br />

Battista, ne ha trasformata la portata.<br />

Ne ha fatto il primo gesto rituale della<br />

sua azione salvatrice. L'effetto di questa<br />

azione si esprime con l'apertura<br />

del cielo.<br />

Tale apertura è il segno fondamentale<br />

della riconciliazione della terra<br />

con il cielo.<br />

Il cielo era rimasto chiuso dal peccato<br />

che consisteva nel rifiuto opposto<br />

dalla superbia umana alla volontà divina.<br />

Può soltanto aprirsi quando viene<br />

tolta la barriera del peccato.<br />

Impegnandosi nel battesimo di Giovanni<br />

Battista, destinato a ottenere la<br />

remissione dei peccati, Gesù manifesta<br />

la sua volontà di procurare all'umanità<br />

questa remissione, che egli<br />

meriterà con l'offerta del suo sacrificio.<br />

Ristabilisce l'armonia fra l'umanità<br />

e Dio offrendo al Padre il più perfetto<br />

amore.<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Sabato 6 Gennaio 2001<br />

Così egli apre il cielo.<br />

Egli l'apre non solo per la restaurazione<br />

dei rapporti d'amicizia, per il<br />

compimento di una nuova alleanza,<br />

ma per assicurare all'umanità la più<br />

abbondante effusione della grazia divina.<br />

Il cielo aperto è il cielo che si dispone<br />

ad arricchire la terra con la suprema<br />

ricchezza divina. È la fonte di<br />

tutte le grazie che si apre definitivamente<br />

agli uomini.<br />

La venuta dello Spirito Santo su Gesù<br />

è il segno che annunzia la venuta<br />

sulla Chiesa.<br />

Significa che lo Spirito Santo è l'origine<br />

di una moltitudine di doni che si<br />

manifesteranno nella vita pubblica di<br />

Cristo prima della loro diffusione nella<br />

vita della Chiesa.<br />

L'apertura del cielo si manifesta anche<br />

nella dichiarazione solenne del Padre,<br />

che proclama il suo Figlio prediletto.<br />

Con il dono di suo Figlio, il Padre<br />

vuole dare al mondo tutto quello<br />

che egli possiede.<br />

All'inizio della vita pubblica, presenta<br />

suo Figlio all'umanità. Presentandolo,<br />

non fa soltanto un atto di rivelazione.<br />

Vuole soprattutto esprimere il dono<br />

massimo del suo amore all'umanità.<br />

Aprire il cielo, per lui, è aprire nel<br />

modo più ampio la porta del suo cuore<br />

paterno, per distribuire a tutti i<br />

suoi figli l'infinita abbondanza della vita<br />

divina.<br />

Proclamando suo Figlio prediletto,<br />

invita tutti gli uomini a diventare pienamente<br />

suoi figli nel Figlio unico.<br />

Ad un mese dalla morte avvenuta a Lecce nel giorno dell'Immacolata<br />

Mons. Raffaele De Simone<br />

nel ricordo del fratello sacerdote<br />

Un pomeriggio di fine Anno Santo<br />

1950 si recavano in Piazza sant'Apollinare,<br />

nei pressi del Senato della Repubblica<br />

italiana, Mons. Corrado Ursi, rettore<br />

del Seminario teologico pugliese, e<br />

Mons. Giuseppe Casoria, officiale dei<br />

Sacramenti (ora entrambi Cardinali) per<br />

incontrare il rettore del Seminario per<br />

gli Studi Giuridici, Mons. Filippo Caraffa.<br />

Il motivo della visita era l'accoglienza<br />

per il successivo anno accademico di<br />

un giovane dell'ultimo Corso Teologico<br />

che sempre si era distinto per dottrina e<br />

per pietà. Costui era mio fratello don<br />

Raffaele, morto nella luce dell'Immacolata<br />

lo scorso 8 dicembre, a 72 anni di<br />

età e 49 di sacerdozio.<br />

La mente<br />

Non studiò diritto, ma storia della<br />

Chiesa alla Gregoriana. Si distinse anche<br />

lì per le virtù sacerdotali e per l'apertura<br />

culturale e nel '54 concluse il triennio<br />

accademico coronato l'anno seguente da<br />

una laurea «summa cum laude», medaglia<br />

d'oro e pubblicazione della tesi nella<br />

collana dell'Università, titolata «Tre anni<br />

difficili di storia Valdese».<br />

Nel frattempo, con l'incoraggiamento<br />

del P. Carlo Boyer S.J., segretario generale<br />

degli Studi e grande ecumenista,<br />

aveva fondato il circolo «Unitas» tra gli<br />

alunni delle varie Facoltà dell'Ateneo.<br />

All'Apollinare tutti lo chiamavano lo storico.<br />

E ivi fu condiscepolo dei Cardinali<br />

Silvestrini e Cassidy — così come era<br />

onorato da stima e da amicizia da parte<br />

dei Cardinali Willebrands, Canestri, Furno<br />

e De Giorgi — e di molti Nunzi e Vescovi.<br />

Nello stesso anno 1954 fu chiamato al<br />

Regionale pugliese per l'insegnamento<br />

della Storia che si protrasse per un decennio.<br />

Era ricordato ancora dai tanti<br />

suoi ex-alunni (tra cui una decina di Vescovi)<br />

per il prodigio della memoria e<br />

per la profondità della dottrina.<br />

Qualche anno dopo fu docente ordinario<br />

nei Seminari regionali d'Italia. Nel<br />

frattempo era stato segnalato alla Sezione<br />

storica della Congregazione dei Riti e<br />

aveva lavorato per un breve periodo alla<br />

Biblioteca Vaticana nella segreteria del<br />

prefetto Albareda, poi Cardinale.<br />

Conseguì il diploma archivistico presso<br />

l'Archivio Vaticano.<br />

Insegnò successivamente al liceo di<br />

sant'Apollinare, all'Istituto di scienze religiose<br />

di Bari e Lecce e fu chiamato a<br />

Roma presso lo stesso Istituto dal P.<br />

Raimondo Spiazzi O.P.<br />

Lavorò, quindi, per breve tempo,<br />

presso l'Istituto di Agiografia del Laterano<br />

stendendo parecchie «voci» per la<br />

«Bibliotheca Sanctorum».<br />

Altre sue opere sono «Unità ecclesiastica<br />

e unità culturale ai concili ecumenici»,<br />

«L'Episcopato pugliese ai Concili<br />

della Chiesa antica», «S. Oronzo nelle<br />

fonti letterarie fino alla metà del Seicento»,<br />

«Il Seminario regionale pugliese nel<br />

suo primo cinquantennio», «Un Vescovo<br />

del sud (Mons. Gennaro Trama)» e numerosi<br />

articoli in riviste teologiche, storiche<br />

ed ecumeniche.<br />

Per questo suo lavoro a servizio della<br />

Chiesa fu nominato Cappellano di Sua<br />

Santità il 10 marzo del '69.<br />

Ritiratosi in diocesi diresse la Biblioteca<br />

«Innocenziana», l'archivio storico della<br />

Curia leccese; fu membro per vari<br />

quinquenni del Consiglio presbiterale,<br />

revisore ecclesiastico, socio ordinario<br />

della Società pugliese di Storia patria,<br />

assistente di Comunione e Liberazione e<br />

finalmente Canonico maggiore della Cattedrale<br />

Metropolitana.<br />

Noveanniorsonola cecità quasi completa<br />

lo rese impotente ad ogni lavoro di<br />

ricerca e ad ogni impegno pastorale.<br />

Il cuore<br />

Un Diacono che assisteva ai suoi funerali<br />

mi fece notare che fra i tanti fedeli<br />

che gremivano il Duomo vi erano<br />

molti malati e molti poveri.<br />

Nel trentennio di permanenza in diocesi,<br />

oltre a dedicarsi all'apostolato in alcune<br />

parrocchie o rettorie della Città —<br />

spesso rette da suoi ex alunni — si spese<br />

quasi esclusivamente per i poveri: nei<br />

crocicchi delle strade o nelle misere case,<br />

suscitando lo stupore di quanti lo osservavano<br />

e conoscevano. Tanto fu evidenziato<br />

nel discorso celebrativo del suo<br />

venticinquesimo di sacerdozio.<br />

I dolci più squisiti che egli riceveva,<br />

generalmente riservati per ringraziare<br />

persone di alto rango, scivolavano dalle<br />

sue mani in quelle dei mendicanti, dimoranti<br />

vicino o lontano da lui.<br />

Talvolta riflettendo sulla sua bontà mi<br />

veniva di pensare all'elogio manzoniano<br />

del Curato di Chiuso, stralciato per motivi<br />

di storicità dopo la prima edizione<br />

dei «Sposi promessi», quando scriveva di<br />

lui: «Egli si studiava di compiere sempre<br />

il suo dovere e il suo dovere era tutto il<br />

bene possibile».<br />

Spesso si recava nelle cliniche o nei<br />

reparti ospedalieri e talvolta con l'ausilio<br />

di una Suora vincenziana celebrava la<br />

Santa Messa su altari allestiti per la bisogna.<br />

Non ammetteva che si dicesse male di<br />

alcuno. Rimproverava anche i suoi Confratelli<br />

pur sapendo di riuscire antipatico.<br />

Con senso di stupore un venerato<br />

collega d'insegnamento mi diceva alla<br />

vigilia della sua morte che da lui non<br />

aveva mai ascoltato una parola di biasimo<br />

per gli altri, sacerdoti o laici che fossero.<br />

La sua eredità, poi non tanto cospicua,<br />

l'ha destinata alla fame nel mondo<br />

e ad un'opera diocesana per l'aiuto<br />

alla Moldavia. Anche in vita aveva anticipato<br />

questa sua carità.<br />

L'olocausto<br />

Qualche anno addietro mi aveva confidato<br />

un segreto.<br />

Quando era in Seminario<br />

in quinta ginnasio spesso<br />

aveva tra le mani la «Storia<br />

di un'anima» di santa Teresina<br />

di Gesù Bambino. L'aveva<br />

ricevuta in dono da<br />

una sorella di mamma che<br />

aveva una frequente corrispondenza<br />

con la sorella di<br />

Lei Suor Celina, quando ancora<br />

la Santa era Serva di<br />

Dio.<br />

E col libro aveva ricevuto<br />

una bella foto del tempo<br />

con la didascalia in lingua<br />

francese. Quel libro e quel<br />

quadro tenne gelosamente<br />

con lui nella sua stanza sino<br />

alla morte.<br />

Il segreto riguardava la<br />

lettura di una promessa im-<br />

molativa, scritta in non so quale pagina<br />

del libro autobiografico, in cui la Carmelitana<br />

di Lisieux chiedeva al buon<br />

Dio di farla soffrire «quanto più era possibile».<br />

Letto fatto: egli aveva rinnovato<br />

per sé quella richiesta e la mano crocifiggente<br />

del Signore non si era fatta a<br />

lungo aspettare!<br />

Si fratturò un femore con difficile<br />

operazione e lunga degenza ospedaliera<br />

perché una sera, colto dal sonno, si svegliò<br />

di botto e raggiunta la porta d'ingresso<br />

con le ciabatte scese le scale ruzzolando<br />

all'ultima tesa: temeva che la<br />

vecchietta con cui recitava quotidianamente<br />

il Rosario stesse per coricarsi.<br />

Coronamento di tanto soffrire fu la cecità<br />

quasi assoluta, dinanzi acennata, per<br />

una duplice emorragia subretinale. Manoscritti<br />

e stampati di difficile lettura nel<br />

suo lavoro archivistico avevano spento<br />

le sue pupille. Qualche tempo prima di<br />

morire mi diceva affranto: «Il diavolo<br />

mi tenta sempre di più facendomi ricordare<br />

i tempi in cui emergevo per la mia<br />

intelligenza!».<br />

Concludo con un ricordo che tanto<br />

mi commuove.<br />

A lui, che aveva ispirato la mia vocazione<br />

al sacerdozio e che tanto mi aveva<br />

edificato nella sua vita, cercavo di prestare<br />

i servizi anche più umili. Era allora<br />

che furtivamente mi baciava in fronte<br />

in segno di imperitura riconoscenza.<br />

ORONZO DE SIMONE<br />

50° di ordinazione sacerdotale del Cardinale Bernardin Gantin<br />

Conclusa la visita del Cardinale Etchegaray in Terra Santa<br />

Ristabilire le basi<br />

della fiducia nella pace<br />

nostro servizio<br />

GERUSALEMME, 5.<br />

«IcristianidiTerraSantahanno capito<br />

il gesto del Papa: l'invio del Cardinale<br />

Etchegaray in questi momenti difficili<br />

ha fatto sentire la sua vicinanza, è<br />

stata un'ulteriore conferma che il suo<br />

interesseper loro è vivo e continuo», dice<br />

l'Arcivescovo Pietro Sambi, Delegato<br />

Apostolico a Gerusalemme e in Palestina<br />

e Nunzio in Israele, ad alcuni giornalisti.Ecosìpoisintetizza<br />

l'altro aspetto<br />

della missione del Cardinale: «Quando<br />

viene meno la fiducia nella pace,<br />

egli è venuto a dare fiducia alle parti, a<br />

ristabilire le basi della fiducia».<br />

Giunto per celebrare il 1° gennaio a<br />

Gerusalemme la Giornata Mondiale<br />

della Pace e l'indomani a Betlemme la<br />

chiusura del Grande Giubileo in Terra<br />

Santa, il Cardinale Roger Etchegaray è<br />

partito ieri l'altro per Roma. Poche ore<br />

prima ad Abu Dis, quartiere arabo alle<br />

pendici del monte degli Ulivi, aveva<br />

consegnato al Presidente del Consiglio<br />

legislativo palestinese Abu Ala', in assenza<br />

del Presidente Yasser Arafat, il<br />

messaggio del Papa sul dialogo fra le<br />

culture, che ha caratterizzato la 34ª<br />

Giornata Mondiale della Pace; per Capodanno<br />

lo aveva rimesso al Presidente<br />

dello Stato d'Israele Moshe Katsav. Con<br />

entrambi ha parlato lo stesso linguaggio,<br />

verosimilmente quello della necessità<br />

del negoziato per porre fine al lungo<br />

conflitto su basi giuste e durature,<br />

quello della riconciliazione fra i due<br />

popoli e della speranza nel futuro di<br />

una loro proficua collaborazione. Temi<br />

che sono stati peraltro al centro delle<br />

sue omelie, insieme con quello, fondamentale<br />

per il cristiano ed espressione<br />

della sua identità, di far risiedere stabilmente<br />

nel suo cuore la pace di Cristo<br />

e di testimoniarla a tutti gli uomini<br />

di questa Terra Santa. In effetti il Cardinale<br />

Etchegaray non si è voluto accontentare<br />

di piangere con loro, è andato<br />

al di là del conforto, ha ricordato<br />

le loro responsabilità nell'arduo cammino<br />

della riconciliazione, la pacescaturita<br />

dagli accordi diplomatici rimane<br />

effimera, ha detto, se non supera odi e<br />

rancori, se non diviene un modo di vivere.<br />

Accompagnato dall'Arcivescovo Sambi<br />

ai colloqui con Katsav e Abu Ala' il<br />

Cardinale è stato ricevuto con viva<br />

amicizia; entrambi hanno ricordato<br />

l'indimenticabile visita dello scorso<br />

marzo di Giovanni Paolo II, pellegrino<br />

di pace, con espressioni di rispetto e<br />

diapprezzamento.L'incontro con Katsav<br />

è stato un ritrovarsi fra conoscenti:<br />

questi infatti anni fa, quand'era Ministro<br />

del Turismo, aveva ricevuto il<br />

Cardinale nelle sue funzioni di Presidente<br />

del Comitato del Grande Giubileo<br />

dell'Anno 2000 e poi si era recato a Roma<br />

a restituirgli la visita.<br />

E di Giubileo il Cardinale Etchegaray<br />

ha parlato nel pomeriggio di martedì 2,<br />

all'Auditorium del Centro pontificio<br />

«Notre Dame of Jerusalem» a Vescovi<br />

ed esponenti delle Chiese cristiane di<br />

Terra Santa, cattoliche, ortodosse,<br />

orientali e protestanti, e a numerosi religiosi<br />

e religiose della città; fra il pubblico<br />

anche il Console generale della<br />

Grecia, il Console d'Italia e il responsabile<br />

dell'Autorità nazionale palestinese<br />

per le comunità cristiane di Gerusalemme.<br />

È stata una conferenza dal tono discorsivo,<br />

uno sguardo retrospettivo nell'imminenza<br />

della conclusione del grandissimo<br />

evento.<br />

Fin dai suoi momenti di gestazione e<br />

preparazione quando, ha detto, c'erano<br />

dei rischi e delle insidie di vario genere,<br />

non ultime quelle di ordine commerciale<br />

per il tentativo di imprese che «intendevano<br />

dipingere tutto con i colori del<br />

Giubileo». E c'erano confusione e malintesi<br />

sulla celebrazione dell'anno 2000<br />

e quella di un Anno Santo; come peraltro<br />

c'era consapevolezza del fatto che il<br />

calendario cristiano, per quanto adottato<br />

universalmente e divenuto elemento<br />

della vita internazionale, non dice nulla<br />

a popoli di altre culture — un accenno<br />

esplicito alla Cina dov'è stato di recente<br />

— o di diversa religione come<br />

ebrei e musulmani che seguono infatti<br />

altri calendari. C'era da riflettere anche<br />

sul valore simbolico del cambiamento<br />

di millennio e sulle iniziative «profane»<br />

che in tale ambito venivano annunciate<br />

Celebrazione dell'Arcivescovo Martino<br />

in suffragio di Mons. John T. Muthig<br />

Nella chiesa parrocchiale di sant'Anna<br />

in Vaticano, l'Arcivescovo Renato Raffaele<br />

Martino, Nunzio Apostolico, Osservatore<br />

Permanente della Santa Sede<br />

presso le Nazioni Unite, ha presieduto<br />

venerdì mattina, 5 gennaio, la solenne<br />

Concelebrazione Eucaristica di suffragio<br />

nel decimo anniversario della morte di<br />

Mons. John T. Muthig, già Incaricato<br />

dell'Edizione Settimanale in Lingua inglese<br />

dell'«Osservatore Romano».<br />

Hanno concelebrato, l'Arcivescovo<br />

Giovanni De Andrea, Nunzio Apostolico;<br />

Mons. Robert J. Dempsey, Incaricato<br />

dell'Edizione Settimanale in Lingua in-<br />

Nel 50° anniversario di ordinazione sacerdotale,<br />

sabato 13 gennaio, il Cardinale Bernardin Gantin,<br />

Prefetto emerito della Congregazione per i Vescovi,<br />

Presidente emerito della Pontificia Commissione<br />

per l'America Latina, Decano del Collegio Cardinalizio,<br />

celebrerà la Santa Messa di ringraziamento<br />

al Signore.<br />

La Celebrazione Eucaristica giubilare avrà luogo<br />

nel pomeriggio (ore 17) all'Altare della Cattedra<br />

della Patriarcale Basilica Vaticana.<br />

glese dell'«Osservatore Romano»; Mons.<br />

John Abruzzese, del Sinodo dei Vescovi,<br />

e altri presbiteri.<br />

All'omelia l'Arcivescovo Martino ha<br />

sottolineato il servizio sacerdotale che<br />

Mons. Muthig ha reso nella diocesi statunitense<br />

di Trenton, a favore dei poveri<br />

e dei carcerati; quindi ne ha rievocato il<br />

tempo della missione svolta a New York<br />

negli uffici dell'Osservatore Permanente<br />

della Santa Sede presso le Nazioni Unite;<br />

e gli anni di lavoro in Vaticano al nostro<br />

giornale.<br />

«Egli è stato — ha concluso il Presule<br />

— un sacerdote degno di Cristo».<br />

e prese da governi e amministrazioni<br />

pubbliche. e inoltre: «Noi davamo un<br />

significato all'evento, altri lo consideravano<br />

addirittura un non senso».<br />

Un processo di chiarificazione, dunque;<br />

ricordando in tale contesto come il<br />

Giubileo sia stato un'iniziativa propriamente<br />

cattolica e non cristiana in<br />

senso lato, e pertanto nel solco della<br />

tradizione storica e dei contenuti della<br />

Chiesa cattolica. Un accenno al concorso<br />

e alla scelta del «logos»: «Cristo<br />

ieri, oggi e sempre» e infine una riflessione<br />

sul ruolo personale di Giovanni<br />

Paolo II nella visione, preparazione<br />

e indizione del Giubileo, della<br />

sua prima Enciclica «Redemptor Hominis»<br />

alla Lettera Apostolica «Tertio Millennio<br />

adveniente». Per il Cardinale occorre<br />

rileggere il Pontificato avendo<br />

come guida la prospettiva del Giubileo,<br />

non prescindendo dalla ben nota profezia<br />

del Cardinale Stefan Wyszyński che<br />

Karol Wojtyła avrebbe condotto la<br />

Chiesa al nuovo millennio. E non<br />

dimenticando la sua esperienza umana<br />

e religiosa durante il regime comunista<br />

in Polonia e la reazione ad esso dell'Episcopato<br />

polacco, del quale egli faceva<br />

parte, culminata con un programma<br />

novennale di preghiere per commemorare<br />

il millennio della Chiesa locale.<br />

Alla luce di tutto ciò si comprende il<br />

piano di preparazione, («serrato e dettagliato»<br />

lo ha definito il Cardinale<br />

Etchegaray) del Grande Giubileo, i due<br />

anni più lontani e i tre più vicini con<br />

la tematica trinitaria ben nota. La<br />

«Tertio Millennio adveniente» — ha aggiunto<br />

il Porporato — risente peraltro<br />

del lavoro di approfondimento di alcuni<br />

temi svolto da membri del Collegio<br />

cardinalizio, chiamati a questo compito<br />

in un Concistoro dallo stesso Pontefice;<br />

Pellegrini nelle strade di Gerusalemme<br />

i loro suggerimenti sono stati utilizzati<br />

nella preparazione di quel che il Cardinale<br />

ha definito un «carnet de route»<br />

del Giubileo. La Lettera Apostolica del<br />

10 novembre 1994, ha affermato il Cardinale,<br />

resta il documento più citato,<br />

più studiato, più applicato dai fedeli,<br />

che ha contribuito molto al successo<br />

del Giubileo e ha stimolato molte Chiese<br />

a prepararsi ad esso; in effetti «ha<br />

tracciato un sentiero luminoso per l'uomo<br />

proiettato verso l'anno 2000».<br />

Un evento «a geometria variabile» è<br />

stato definito dal Cardinale, per il coinvolgimento<br />

di Roma, della Terra Santa<br />

e delle Chiese locali, una novità la celebrazione<br />

simultanea in esse del Giubileo<br />

e la sua decentralizzazione («Roma<br />

per la prima volta non è stata il punto<br />

di convergenza»), ma nello stesso tempo<br />

l'estensione non è stata puramente geografica<br />

ma di valorizzazione delle Chiese<br />

locali nello spirito del Concilio Vaticano<br />

II, «per far beneficiare tutte le<br />

realtà ecclesiali, anche le più piccole,<br />

della grazia giubilare». E le celebrazioni<br />

hanno avuto la stessa dignità che a<br />

Roma, in particolare nella Terra Santa.<br />

«E sappiamo — ha aggiunto il Cardinale<br />

— cosa rappresenti il pellegrinaggio<br />

in Terra Santa». Ha ricordato poi come<br />

sia stata un'idea personale del Papa la<br />

Lettera del 25 giugno 1998 in cui ha<br />

spiegato il suo intendimento di recarsi<br />

pellegrino ai luoghi legati alla storia<br />

della salvezza, da Ur dei Caldei al Sinai,<br />

a Nazareth, Betlemme e Gerusalemme<br />

fino ad Atene, sulle tracce di<br />

Abramo, Mosè e san Paolo, ponendoli<br />

così al centro stesso del Giubileo.<br />

Il Card. Etchegaray ha quindi parlato<br />

di come il Papa ha vissuto giorno<br />

per giorno il Giubileo «con intensità<br />

straordinaria» e con «coscienza professionale»,<br />

raddoppiando fra l'altro il numero<br />

delle udienze. E superando «la<br />

fragilità della sua salute, ha dimostrato<br />

una presenza pastorale forte che lo ha<br />

aiutato a migliorare la salute stessa»,<br />

ha detto. «Presente dappertutto», anche<br />

negli ultimi mesi in cui si prevedeva un<br />

minore afflusso di pellegrini, mentre<br />

questo ha invece superato ogni attesa.<br />

Di molto aiuto nello svolgimento del<br />

Giubileo è stato il calendario («ha ritmato<br />

anche la vita del Papa»), ispirato<br />

a quello romano, «tutto inquadrato nella<br />

liturgia» e che è stato di esempio alle<br />

Chiese locali per gli adattamenti. «Un<br />

calendario per nulla eccezionale, ha<br />

notato, ma che ci ha aiutato a fare in<br />

Nativo di Toffo, Arcidiocesi di Cotonou in Bénin,<br />

il Cardinale Gantin fu ordinato sacerdote il 14<br />

gennaio 1951.<br />

Da Papa Paolo VI creato e pubblicato nel Concistoro<br />

del 27 giugno 1977, il Decano del Collegio<br />

Cardinalizio ha sempre ricoperto incarichi di primo<br />

piano nella Curia Romana.<br />

Ai primi di dicembre è stato Inviato Speciale del<br />

Santo Padre Giovanni Paolo II al Congresso EucaristicoNazionalediHaiti,<br />

svoltosi a Port-au-Prince.<br />

forma straordinaria le cose ordinarie».<br />

Ha quindi sottolineato l'apporto dei<br />

«media», in particolare della televisione<br />

che ha trasmesso per intero molte cerimonie<br />

liturgiche. Altro elemento caratteristico<br />

del Giubileo è stato il coinvolgimento<br />

in esso di moltissime «categorie»<br />

di fedeli, con i pellegrinaggi meno<br />

prevedibili (ha ricordato quelli dei tassisti,<br />

dei pizzaioli, della gente della moda;<br />

si potrebbero aggiungerne tanti altri,<br />

ad esempio quello dei politici e parlamentari),<br />

a cominciare dal primo pellegrinaggio,<br />

quello dei bambini e non<br />

dimenticando il grandioso incontro con<br />

i giovani a Tor Vergata, presso Roma.<br />

E il Papa si è rivolto a tutti, riscoprendo<br />

nella catechesi il suo ruolo di «parroco»<br />

e profondendo una ricchezza di<br />

insegnamento.<br />

Eppure due iniziative previste non si<br />

sono potute realizzare, quelle dell'incontro<br />

pancristiano e della giornata di<br />

preghiera con gli ebrei: «ci fanno riflettere<br />

sulle aspirazioni e gli sforzi ecumenici»<br />

il primo; la seconda ha rivelato<br />

quante resistenze vi siano ancora nel<br />

dialogo con il giudaismo. Ma a tal proposito<br />

il Cardinale ha ricordato la recente<br />

giornata di studio svoltasi a Roma<br />

sulla svolta segnata da Papa Giovanni<br />

XXIII nelle relazioni con gli ebrei<br />

e sugli sviluppi successivi della Chiesa.<br />

Infine ha presentato il Giubileo nella<br />

sua triplice dimensione storica: di coscienza,<br />

ecumenica, e sociale. Il Cardinale<br />

ha ricordato nel primo contesto,<br />

fra le manifestazioni più significative,<br />

la cerimonia del 12 marzo di presa di<br />

coscienza degli errori passati commessi<br />

da membri della Chiesa in certi momenti<br />

della storia, di perdono e di «purificazione<br />

della memoria». Fra i momenti<br />

di grande rilevanza ecumenica:<br />

l'apertura il 18 gennaio della Porta<br />

Santa della Basilica di san Paolo fuori<br />

le Mura, a fianco del Papa a rappresentare<br />

le Chiese di Occidente e di Oriente<br />

rispettivamente l'Arcivescovo anglicano<br />

di Canterbury e un Arcivescovo del patriarcato<br />

greco-ortodosso di Costantinopoli;<br />

nonché il 7 maggio la commemorazione<br />

dei Martiri al Colosseo («non<br />

c'è migliore ecumenismo che nel ritrovarsi<br />

insieme a venerare i martiri per<br />

la causa di Cristo», ha detto). Fra le<br />

iniziative più rilevanti di ordine sociale:<br />

la campagna per la cancellazione<br />

del debito dei paesi più poveri, riflessione<br />

e stimolo per un impegno continuo,<br />

in ogni ambito, a favore dei diseredati,<br />

nella riscoperta e riflessione delle parabole<br />

evangeliche, a cominciare da quella<br />

del ricco Epulone e del povero Lazzaro;<br />

le attenzioni per i portatori di handicap<br />

(ha ricordato il grosso sforzo organizzativo<br />

che ha comportato il loro<br />

pellegrinaggio); e non ha trascurato di<br />

ricordare come il Papa abbia tenuto<br />

presente, nell'indizione del Giubileo, i<br />

precetti di quello primitivo biblico,<br />

quale ci è stato tramandato dal Levitico<br />

(25, 10). Fra le campagne sociali ha<br />

assunto grande rilevanza nel periodo<br />

del Giubileo quella per l'abolizione della<br />

pena di morte.<br />

Su invito del Delegato Apostolico<br />

Mons. Sambi, che ha fatto gli onori di<br />

casa essendo Prelato territoriale del<br />

«Centro Notre Dame of Jerusalem», il<br />

Cardinale ha risposto ad alcune riflessioni<br />

e domande dell'uditorio. Il Vescovo<br />

Giacinto-Boulos Marcuzzo, ausiliare<br />

del Patriarca latino per Israele, si è<br />

chiesto se non potevano essere più<br />

strette le relazioni tra manifestazioni<br />

giubilari a Roma e in Terra Santa, perché<br />

per intuizione del Papa, questa era<br />

stata indicata come «secondo polo», oltre<br />

che per ragioni bibliche; il Vescovo<br />

luterano Munib Younan ha parlato della<br />

«nuova freschezza» della riflessione<br />

teologica sull'Antico e sul Nuovo Testamento,<br />

su come si avvertano, in quest'Anno<br />

Santo specialmente, i problemi<br />

della redistribuzione della ricchezza e<br />

della giustizia, accennando al conflitto<br />

presente israelo-palestinese; quest'ultimo<br />

tema pure sollevato dal Vescovo siro-cattolico<br />

Grégoire Pierre Abdel-Ahad;<br />

mentre Padre Guido Gockell MHM, direttore<br />

dell'ufficio di Gerusalemme della<br />

«Pontifical Mission for Palestine» ha<br />

chiesto se era possibile già tracciare un<br />

bilancio dell'Anno Santo.<br />

Il Card. Etchegaray ha detto che il<br />

calendario del Grande Giubileo avrebbe<br />

potuto considerare le grandi festività di<br />

tutte le Chiese; ha ricordato che al di là<br />

della riflessione sulla prima beatitudine<br />

occorre vivere con i poveri («nei grandi<br />

momenti la Chiesa ha rifatto la sua alleanza<br />

con essi»): una strada di rinnovamento<br />

nel suo corpo, nelle sue istituzioni<br />

e nei suoi membri; ha sostenuto<br />

che occorre certo rafforzare il senso di<br />

responsabilità dei membri della Chiesa,<br />

dei laici in particolare, per la giustizia<br />

e la pace; ha infine rilevato che ancora<br />

non ci sono bilanci statistici definitivi<br />

del Grande Giubileo, in particolare sul<br />

flusso dei pellegrini; e, per quanto riguarda<br />

i frutti spirituali, certo grandissimi,<br />

è difficile rappresentarli, «il bilancio<br />

lo conosce solo Dio e comunque i<br />

frutti si vedranno» anche nelle singole<br />

Chiese, come qui in Terra Santa la cui<br />

Chiesa ha vissuto il Sinodo. E ha concluso<br />

guardando al Terzo Millennio:<br />

«La porta si apre adesso per ciascuna e<br />

per tutte le Chiese».<br />

GRAZIANO MOTTA


ASIA<br />

PAGINA<br />

7 .<br />

Il cammino<br />

della Chiesa<br />

ASIA Da oltre vent'anni i gesuiti promuovono questo impegno di solidarietà<br />

Capillare assistenza ai rifugiati<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Sabato 6 Gennaio 2001<br />

nel segno dell'amore e della carità<br />

Da oltre vent'anni i gesuiti<br />

svolgono, nelle varie regioni<br />

dell'Asia, un'assidua attività a<br />

sostegno dei rifugiati. Per ricordare<br />

il significativo anniversario<br />

e, al tempo stesso, per fare<br />

il punto della situazione, si<br />

è svolto recentemente un incontro<br />

che ha visto riuniti in<br />

India i membri del «Jesuit Refugee<br />

Service» (JRS).<br />

All'assise hanno preso parte<br />

anche religiose e laici, originari<br />

dall'India, del Nepal e dallo Sri<br />

Lanka, che prestano una preziosa<br />

azione nel contesto dell'attività<br />

di solidarietà a beneficio<br />

dei rifugiati. «L'impegno diretto<br />

ad aiutare queste persone<br />

— ha affermato durante i lavori<br />

dell'incontro Padre Amalraj<br />

Chinnappan, Direttore del «Je-<br />

suit Refugee Service» del Sud<br />

dell'Asia — rappresenta una vera priorità».<br />

Ed ha ricordato, a tale proposito, i<br />

volontari che hanno dato la propria vita<br />

nel compimento della propria missione.<br />

Quella dei rifugiati — è stato rilevato<br />

durante l'assise — costituisce una delle<br />

«piaghe» dell'epoca attuale. Questo fenomeno<br />

che, a motivo dei conflitti e delle<br />

tensioni che segnano tante regioni della<br />

terra, sembra destinato ad aggravarsi,<br />

investe, nella sua complessità, soprattutto<br />

donne e bambini. L'attività svolta dai<br />

gesuiti si concentra, attualmente, in India,<br />

in Nepal e nello Sri Lanka. Sulla<br />

base delle statistiche stilate dal «Jesuit<br />

Refugee Service» si constata che molti<br />

rifugiati sono presenti nello Sri Lanka.<br />

Nel richiamare i punti principali dell'azione<br />

di sostegno a favore dei rifugiati,<br />

Padre Amalraj ha sottolineato che l'obiettivo<br />

di fondo perseguito dai membri<br />

dell'Organizzazione consiste nell'aiutare<br />

queste persone a «camminare con le<br />

proprie gambe», sottraendole da qualsivoglia<br />

vincolo di sudditanza e di condizionante<br />

dipendenza. Ecco allora l'impegno<br />

del «Jesuit Refugee Service» diretto<br />

a trovare, a beneficio dei rifugiati, un lavoro<br />

stabile che permetta loro di inserirsi,<br />

col tempo, in modo sereno e proficuo,<br />

nel tessuto sociale e civile del territorio.<br />

Durante l'incontro non si è mancato<br />

di ricordare che molte di queste<br />

persone hanno vissuto «drammatiche<br />

esperienze di maltrattamenti». Si tratta<br />

di un'assai triste eredità che è molto difficile<br />

dimenticare e che, molto spesso,<br />

condiziona il loro rapporto con il mondo<br />

esterno.<br />

Basti pensare che sono tanti, nelle file<br />

dei rifugiati, ad aver avuto uccisi uno o<br />

più membri della propria famiglia. Nasce<br />

da qui — evidenzia Padre Amalraj<br />

— l'esigenza di fornire a tutte queste<br />

persone un valido sostegno di carattere<br />

psicologico, così da aiutarli concretamente<br />

nel cominciare, nel segno della<br />

serenità, una nuova vita. È da sottolineare<br />

che il «Jesuit Refugee Service» ha<br />

da tempo stabilito forti legami di collaborazione<br />

con la Caritas attiva in Nepal.<br />

Grazie a questa forma di collaborazione,<br />

è stato avviato un efficace programma<br />

di assistenza che, nel tempo, è riuscito a<br />

coinvolgere più di 30.000 rifugiati. In<br />

questo intenso impegno sono coinvolti,<br />

tra gli altri, più di novecento laici, chiamati,<br />

anzitutto, a svolgere un compito<br />

di assistenza umana ed educativa.<br />

L'incontro del «Jesuit Refugee Service»<br />

ha permesso anche un confronto<br />

delle diverse esperienze maturate da tutti<br />

coloro che sono impegnati nell'opera<br />

di aiuto ai rifugiati. Questo confronto —<br />

afferma suor Rita Puthenkulam — ha<br />

dato la possibilità di capire ancora più a<br />

fondo la bellezza e l'importanza di un'azione<br />

che si caratterizza per una carità<br />

gratuita, che nulla chiede in cambio, e<br />

che arricchisce spiritualmente anzitutto<br />

coloro che offrono aiuto. Il gesuita Padre<br />

Lisbert D'Souza sottolinea che la<br />

missione portata avanti dal «Jesuit Refugee<br />

Service» si pone in perfetta sintonia<br />

con l'impegno diretto a salvaguardare la<br />

giustizia e i diritti fondamentali della<br />

persona. Un impegno, questo, che negli<br />

ultimi anni i gesuiti attivi nelle diverse<br />

regioni dell'Asia hanno intensificato con<br />

crescente zelo e dedizione. Nel corso dei<br />

lavori è stato posto l'accento anche sul<br />

fatto che l'intera azione promossa dal<br />

«Jesuit Refugee Service» si inserisce an-<br />

che in un contesto ecumenico,<br />

dal momento che i tanti rifugiati,<br />

di cui si prendono cura i<br />

membri dell'Associazione, appartengono<br />

a diverse religioni.<br />

Ecco allora che questo impegno<br />

di solidarietà viene ad arricchirsi<br />

del valore del rispetto,<br />

del reciproco ascolto, dell'autentica<br />

tolleranza.<br />

Così, in questo ambito, sia<br />

coloro che aiutano sia coloro<br />

che ricevono sostegno hanno<br />

l'opportunità di vivere un'esperienza<br />

formativa. L'attività del<br />

«Jesuit Refugee Service» non è<br />

rivolta, per così dire, solo al<br />

suo interno. L'obiettivo, infatti,<br />

è anche quello di sensibilizzare<br />

sempre di più anche le altre<br />

realtà associative impegnate,<br />

con pari nobili finalità, a pro-<br />

muovere azioni di testimonian-<br />

za a beneficio di quanti sono costretti a<br />

vivere nella condizione di rifugiati. Creare<br />

una «consapevolezza sempre più globale»<br />

del fenomeno: questo, in sintesi,<br />

uno degli scopi perseguiti dall'Associazione.<br />

Nel fare il bilancio di questi venti<br />

anni di attività, è stato evidenziato che<br />

da un «piccolo» gruppo, nel 1980, il «Jesuit<br />

Refugee Service» si è gradualmente<br />

esteso. Attualmente — ha detto Padre<br />

Luis Magrina, Segretario internazionale<br />

del JSR — il nostro organismo può contare<br />

su una rete di servizi estesa in varie<br />

parti del mondo, cui si lega il prezioso<br />

contributo di religiose di più di settanta<br />

Congregazioni.<br />

INDIA L'ingresso in Diocesi dell'Arcivescovo di Delhi, Mons. Vincent Michael Concessao<br />

Alimentare un concreto spirito di servizio<br />

a sostegno dei poveri e degli emarginati<br />

Una viva esortazione a costruire una<br />

società basata sullo «spirito di servizio»<br />

e nel segno del dialogo interreligioso è<br />

stata rivolta ai fedeli dall'Arcivescovo di<br />

Delhi, Mons. Vincent Michael Concessao.<br />

Il Presule, che è succeduto all'Arcivescovo<br />

Alan de Lastic, morto in un incidente<br />

stradale in Polonia nel giugno<br />

scorso, ha sottolineato, nella cerimonia<br />

di insediamento svoltasi a fine novembre,<br />

nella Cattedrale di New Delhi, che i<br />

credenti sono chiamati a proporsi quali<br />

«difensori« della fede, così da proteggerla<br />

da ogni insidia e minaccia che può<br />

arrecarle l'epoca contemporanea.<br />

Essere «difensori»<br />

della fede<br />

L'Arcivescovo Concessao, che è anche<br />

Vice Presidente della Conferenza Episcopale<br />

dell'India, ha al tempo stesso invitato<br />

i fedeli a perseverare, nel nuovo<br />

millennio, nella fondamentale opera di<br />

evangelizzazione.<br />

Occorre sempre di più — ha detto il<br />

Presule nell'omelia della Concelebrazione<br />

Eucaristica — diffondere in India,<br />

come nel mondo intero, il messaggio<br />

cristiano di salvezza. Si tratta di una<br />

missione resa ancor più necessaria da<br />

tutti quei tristi avvenimenti di odio e di<br />

sopraffazione che stanno a significare<br />

proprio il contrario rispetto a ciò che il<br />

Vangelo professa. Ecco allora l'ineludibile<br />

esigenza di farsi promotori credibili e<br />

coraggiosi di un impegno di annuncio<br />

capace di coinvolgere le varie fasce della<br />

popolazione e di penetrare stabilmente<br />

nelle menti e nei cuori.<br />

Nell'affermare la propria fedeltà a Cristo<br />

— ha detto l'Arcivescovo di Delhi —<br />

ci si impegna, al tempo stesso, a prolungare<br />

l'opera missionaria diretta alla capillare<br />

evangelizzazione delle genti. Un<br />

forte accento è stato poi posto dal Presule<br />

sulla necessità di realizzare un efficace<br />

e generoso servizio a beneficio dei<br />

tanti poveri presenti in India.<br />

Al riguardo è da ricordare che già nel<br />

1991, in qualità di Vicario Generale dell'Arcidiocesi<br />

di Delhi, Mons. Concessao<br />

aveva richiamato l'esigenza di definire<br />

un mirato programma di assistenza sociale<br />

per garantire agli indigenti un concreto<br />

aiuto, umano e materiale.<br />

Da allora egli ha proseguito nella realizzazione<br />

di questo obiettivo, promuovendo<br />

iniziative e attività di assistenza ai<br />

più poveri, stabilendo, al tempo stesso,<br />

costruttivi vincoli di collaborazione con<br />

associazioni di volontariato attive nei diversi<br />

ambiti legati all'impegno di solidarietà<br />

ai bisognosi.<br />

Aiutare<br />

chi è in difficoltà<br />

Ora, come Arcivescovo di Delhi,<br />

Mons. Concessao ha espresso il suo rinnovato<br />

impegno a proseguire lungo<br />

questo cammino affinché tutta l'Arcidiocesi<br />

possa costituire un preciso e saldo<br />

punto di riferimento per tutti coloro<br />

che vivono in situazioni di disagio e di<br />

difficoltà.<br />

Il Presule ha quindi richiamato l'attenzione<br />

sull'importanza di salvaguardare,<br />

con vero senso di responsabilità, i<br />

valori della giustizia, dell'uguaglianza,<br />

FILIPPINE La generosa attività è realizzata da una fondazione situata a Malolos<br />

Accanto ai religiosi anziani e ammalati<br />

È dal 1994 che il centro istituito, nelle<br />

Filippine, su iniziativa di Mons. Sabino<br />

Vengco, svolge un'intensa attività di assistenza<br />

a sostegno di sacerdoti e religiosi<br />

anziani e con problemi di salute. Il<br />

centro sorge a Malolos, a 45 chilometri<br />

a nord-est di Manila. Esso assiste 126<br />

preti diocesani tra i 50 e i 90 anni, provenienti<br />

da dodici Paesi.<br />

Il nostro obiettivo, al momento, —<br />

spiega Mons. Vengco — è di allargare il<br />

centro fino a farlo diventare un vero e<br />

proprio villaggio con annesse strutture<br />

sempre più efficaci e funzionali. Il terreno<br />

dove porre in atto il progetto è già a<br />

disposizione — prosegue —. Come pure<br />

sono in procinto di essere realizzati quegli<br />

impegni necessari per il perseguimento<br />

di questo importante obiettivo.<br />

Al contempo, tuttavia, occorre fare altri<br />

passi preliminari al fine di evitare che<br />

l'intero progetto non finisca per «zoppicare»<br />

lungo il cammino. Il pensiero dei<br />

responsabili del centro non è ovviamente<br />

diretto solo agli aspetti tecnici e logistici.<br />

Il nostro impegno — afferma Mons.<br />

Vengco — si concentra nel cercare i migliorare<br />

sempre di più i rapporti di solidarietà<br />

e di fraternità tra coloro che so-<br />

Il problema dei rifugiati investe molte regioni dell'Asia<br />

no ospitati dal centro. In questa azione<br />

sono coinvolti, in prima linea, i giovani,<br />

religiosi e laici, i quali quotidianamente<br />

si impegnano ad alimentare un rapporto<br />

sereno e fraterno con i religiosi anziani.<br />

Tra i volontari attivi nel centro, da segnalare<br />

gli studenti di mariologia e di<br />

teologia. Essi sono anche chiamati all'impegno<br />

di cercare quei religiosi che,<br />

in età ormai avanzata e afflitti da problemi<br />

di salute, non hanno un punto di<br />

riferimento cui rivolgersi.<br />

È chiaro — afferma Mons. Vengco —<br />

che l'obiettivo è quello di sottrarre queste<br />

persone dal più che possibile rischio<br />

dell'isolamento e dell'indifferenza. Spesso<br />

infatti gli anziani finiscono per essere<br />

dimenticati, triste premessa al troppo<br />

diffuso dramma della solitudine. È da<br />

questa precisa consapevolezza che il<br />

centro attinge sempre nuove energie ai<br />

fini di un'azione di testimonianza efficace<br />

e profondamente motivata.<br />

Sono numerose le espressioni di gratitudine<br />

dei religiosi che vengono assistiti<br />

in questo centro. Essi sottolineano la<br />

«felicità» che li pervade nel vedere tanti<br />

volontari prendersi amorevole cura di<br />

loro. Un'assistenza generosa, che sa coniugare<br />

l'aspetto squisitamente umano e<br />

il versante più strettamente tecnico, attraverso,<br />

per esempio, il rifornimento di<br />

medicinali e il reperimento di quei generi<br />

alimentari indicati a seconda dei disturbi<br />

di cui soffrono gli ospiti del centro.<br />

Quanti operano nella struttura — dicono<br />

gli anziani religiosi — ci hanno ridato<br />

una nuova speranza, un diverso e<br />

più sereno sguardo con cui contemplare<br />

la vita e le sue bellezze. Da rilevare che<br />

Mons. Vengco ha concepito l'idea di<br />

fondare un centro con queste finalità e<br />

con queste caratteristiche dopo la morte<br />

di un suo amico sacerdote, che lo ha indotto<br />

a riflettere su come vivere con la<br />

dovuta serenità dopo la fine del ministero<br />

attivo.<br />

Sono numerosi i religiosi anziani in<br />

pensione, a Manila, che gli operatori del<br />

centro sono riusciti a trovare e quindi a<br />

sostenere grazie all'attività promossa dal<br />

centro.<br />

Alcuni — afferma Mons. Vengco — li<br />

abbiamo trovati in condizioni critiche,<br />

con nessuno che si prendesse cura di loro.<br />

Adesso, grazie al centro e ai suoi volontari,<br />

questi religiosi non sono più soli,<br />

e vivono con gioia e serenità.<br />

Manila: corso di specializzazione per laureati in teologia<br />

Nell'Università «Santo Tomas» di Manila, nelle<br />

Filippine, è stato recentemente istituito un corso<br />

di specializzazione per i laureati in teologia. Un<br />

corso diretto ad approfondire, in particolare, i<br />

metodi legati a sempre più aggiornate «strategie<br />

pastorali» per una capillare diffusione del messaggio<br />

cristiano.<br />

Tra i temi trattati nell'ambito del corso di specializzazione<br />

vi sono: «Comprendere la verità<br />

nelle Sacre Scritture»; «I misteri della fede e il<br />

TURKMENISTAN Concerto musicale organizzato dalla Nunziatura per il Giubileo<br />

Un avvenimento culturale cui si lega<br />

un forte significato religioso e spirituale<br />

Nel contesto del Grande Giubileo,<br />

Padre Andrzej Madej, Addetto Culturale<br />

della Nunziatura Apostolica in<br />

Turkmenistan e i suoi Collaboratori,<br />

assieme al Ministero della Cultura e al<br />

Conservatorio Nazionale, hanno organizzato,<br />

il 27 novembre scorso, un<br />

concerto musicale cui si è legato un<br />

profondo significato. Infatti, data la situazione<br />

politica del Paese e la posizione<br />

sociale della Chiesa cattolica,<br />

che non conta più di 50 persone, il<br />

concerto può ben considerarsi un<br />

evento eccezionale. Coinvolgendo tante<br />

persone, rappresentanti di differenti<br />

religioni, questa prima manifestazione<br />

pubblica della Chiesa cattolica in Turkmenistan<br />

ha segnato un avvenimento<br />

di sicuro rilievo, in riferimento anche<br />

al processo di rimarginazione delle<br />

molte ferite lasciate da settant'anni di<br />

regime comunista.<br />

Il repertorio ha incluso il «Requiem»<br />

di Verdi, il «Paradiso» di Klanton,<br />

l'«Agnus Dei» di Bizet, l'«Ave Maria»<br />

di Schubert, la «Serenada» di<br />

Tchaikovsky, la «Barkarola» di Chopin,<br />

il Concerto di Brandeburg di Bach,<br />

e tre opere contemporanee del<br />

compositore turcmeno Allajrov. Padre<br />

Madej e i suoi collaboratori hanno<br />

personalmente distribuito più di 500<br />

inviti per il concerto, e il quotidiano<br />

nazionale «Turkmenistan» ha pubblicato,<br />

il giorno prima dell'evento, un<br />

articolo preparato dallo stesso Padre<br />

Madej.<br />

della libertà, contemplati e custoditi nella<br />

legge. Solo, infatti, sul rispetto autentico<br />

e fedele di questi valori è possibile<br />

creare una «nuova società» che sappia<br />

vivere nel segno della fratellanza e dell'armonia,<br />

e che sia in grado di tutelare<br />

i diritti e le aspirazioni dei più deboli e<br />

dei più svantaggiati.<br />

Il Presule, Presidente della Commissione<br />

dei Vescovi Indiani per la Giustizia<br />

e la Pace, ha sottolineato che nessuno<br />

tra i poveri «deve andare a letto la sera<br />

affamato» e a nessuna famiglia deve<br />

mancare il pane quotidiano. Il Presule<br />

ha evidenziato la necessità di promuovere<br />

la giustizia sociale attraverso «meccanismi<br />

appropriati» in grado di ridurre e<br />

poi di abolire definitivamente le ingiustizie<br />

di carattere economico, sociale e politico.<br />

Un'attenzione privilegiata va poi riservata<br />

all'impegno educativo, che deve<br />

raggiungere anzitutto coloro che non<br />

sempre hanno la possibilità di accedere<br />

facilmente alle strutture educative. Ecco<br />

allora il progetto di «portare» le diverse<br />

attività educative nei sobborghi e nei<br />

quartieri più poveri dell'Arcidiocesi, nel<br />

segno di un impegno militante e dinamico,<br />

in grado di coniugare il versante<br />

propriamente culturale e l'aspetto logistico.<br />

Nei confronti di questo problema —<br />

ha sottolineato il Presule — la Chiesa in<br />

India è molto sensibile, tanto da promuovere,<br />

al riguardo, sempre nuove<br />

idee ed iniziative. L'Arcivescovo Concessao<br />

ha quindi richiamato l'esigenza di<br />

promuovere il dialogo interreligioso, di<br />

vitale importanza per il benessere e<br />

Prima del concerto, il Vice Ministro<br />

della Cultura, la Signora Galina Jaskulievna,<br />

ha rivolto ai presenti un discorso<br />

di benvenuto. È una gioia autentica<br />

— ha detto — essere qui riuniti in occasione<br />

di questo straordinario concerto<br />

organizzato nel contesto delle<br />

celebrazioni del Grande Giubileo. Il<br />

Vice Ministro della Cultura ha poi sottolineato<br />

che l'amore di Gesù non è limitato<br />

ad un linguaggio o ad un gruppo,<br />

ma, al contrario, abbraccia tutti i<br />

popoli di ogni tempo e luogo. La Signora<br />

Jaskulievna ha formulato l'auspicio<br />

che il Giubileo contribuisca a<br />

rafforzare i legami di amicizia e di fratellanza<br />

tra le genti, e che al contempo<br />

renda ancora più intensa, in ogni<br />

persona, la tensione verso Dio. Il Vice<br />

Ministro della Cultura ha poi aggiunto<br />

che sarebbe difficile immaginare la<br />

cultura e la civiltà contemporanea<br />

senza la figura di Cristo e ciò che Egli<br />

ha portato nella storia dell'umanità.<br />

Ha infine ricordato i tanti artisti che,<br />

nelle loro opere e nelle loro creazioni,<br />

si sono ispirati alla figura e ai contenuti<br />

del messaggio salvifico di Cristo.<br />

Tutti i 470 posti della sala erano occupati,<br />

con più di un centinaio di persone<br />

in piedi. Vi erano, tra gli altri, gli<br />

Ambasciatori di Stati Uniti, India e<br />

Romania, il Capo Missione Osce, l'Incaricato<br />

d'Affari dell'Ucraina, gli Addetti<br />

Culturali di Germania e Uzbekistan,<br />

e vari membri dell'Ambasciata<br />

per la crescita spirituale dell'intera comunità.<br />

Su questo versante — ha rilevato il<br />

Presule — si misurano il senso di responsabilità,<br />

la serietà, la maturità di un<br />

contesto sociale determinato a vivere nel<br />

segno della pace, del rispetto reciproco,<br />

del mutuo arricchimento interiore.<br />

Il versante religioso, infatti, deve essere<br />

concepito e vissuto come via privilegiata<br />

per edificare una civiltà che si basi<br />

su un inestimabile patrimonio di carattere<br />

spirituale e culturale. Occorre fare in<br />

modo — ha poi rilevato il Presule —<br />

che ciascuno, nessuno escluso, sia messo<br />

nelle condizioni di contribuire alla<br />

crescita spirituale dell'Arcidiocesi e dell'intera<br />

Nazione. Per raggiungere questo<br />

obiettivo, è necessario valorizzare adeguatamente<br />

i talenti e le capacità di<br />

ogni persona, a partire da quelli che rischiano<br />

di essere isolati e posti ai margini<br />

della società.<br />

Rafforzare<br />

lo spirito di comunione<br />

In questo senso la Chiesa in India non<br />

cessa di richiamare le coscienze al dovere<br />

di rispettare la dignità e il valore intrinseco<br />

di ogni persona. L'Arcidiocesi<br />

di Delhi — ha detto il Presule — deve<br />

perseverare lungo questo cammino, proponendosi<br />

come riferimento e come<br />

esempio. L'obiettivo è quello di rendere<br />

l'intera comunità ecclesiale «testimone<br />

vivente» di una realtà di fede basata su<br />

un profondo e sincero spirito di comunione.<br />

India: il nuovo Vescovo di Tiruchirapalli<br />

e il nuovo Presule coadiutore di Alleppey<br />

La Diocesi di Tiruchirapalli, in India,<br />

ha un nuovo Vescovo: è il Rev.do Antony<br />

Devotta, nato a San Thome, in Arcidiocesi<br />

di Madras and Mylapore, nel<br />

giugno del 1943. La Diocesi di Tiruchirapalli,<br />

nello Stato di Tamil Nadu, è una<br />

delle cinque Diocesi suffraganee della<br />

Sede Metropolitana di Madurai. Si<br />

estende su una superficie di oltre 18.000<br />

chilometri quadrati. I cattolici di rito latino<br />

sono 392.430, raggruppati in 81 parrocchie<br />

e seguiti da 257 sacerdoti. Nel<br />

territorio operano poi 156 fratelli religiosi,<br />

1.043 religiose e 39 seminaristi maggiori.<br />

Dopo gli studi elementari a San Thome,<br />

il Rev. Devotta è entrato nel Seminario<br />

maggiore «Sacred Heart Seminary»<br />

in Poonamalee, Madras. È stato ordinato<br />

sacerdote nell'agosto del 1971. È<br />

stato Vice parroco della Cattedrale e Vice-editore<br />

del «New Leader» (1971-78).<br />

Ha studiato a Roma, dove ha conseguito<br />

la Licenza in Teologia pastorale presso<br />

l'Università Lateranense (1978-1981).<br />

È stato professore nel «Sacred Heart Seminary»<br />

a Poonamallee (1981-84). Dal<br />

1995 è Vicario Generale e parroco della<br />

Cattedrale dell'Arcidiocesi di Madras<br />

and Mylapore.<br />

Il Rev.do Stephen Athipozhiyil è il<br />

nuovo Vescovo coadiutore per la Diocesi<br />

di Alleppey, in India. È nato nel 1944<br />

a Chennavely, in Diocesi di Alleppey,<br />

nello Stato del Kerala. La Diocesi è stata<br />

eretta nel giugno 1952, ed è una delle<br />

dieci Diocesi suffraganee della Sede Metropolitana<br />

di Verapoly. Dal 1984 la Diocesi<br />

è stata governata da Mons. Peter<br />

M. Chenaparampil, già coadiutore della<br />

medesima negli anni 1982-84. La Diocesi<br />

ha una superficie di 333 chilometri quadrati.<br />

Nel territorio vi sono 31 parrocchie;<br />

sono attivi 82 sacerdoti, 291 religiose<br />

e 30 seminaristi maggiori. Da rilevare<br />

poi che nella Diocesi vi sono 25<br />

scuole cattoliche elementari, 15 scuole<br />

superiori, 15 centri di educazione sociale<br />

e 12 ospedali e dispensari. Il neo Vescovo<br />

coadiutore, dopo gli studi primari<br />

e secondari, è entrato nel Seminario Minore<br />

di Alleppey. Ha compiuto gli studi<br />

filosofici e teologici negli anni 1963-69<br />

presso il Pontificio Seminario di Pune. È<br />

stato ordinato sacerdote nell'ottobre<br />

1969. Dopo l'ordinazione sacerdotale ha<br />

ricoperto vari incarichi. È stato prefetto,<br />

economo e rettore del Seminario Minore<br />

ad Alleppey (1970-83). Dal 1998 è rettore<br />

del Seminario Minore di Alleppey.<br />

Magistero»; «La Chiesa e le comunicazioni sociali:<br />

documenti e strutture».<br />

Un rilievo particolare viene dato al positivo<br />

ruolo che i mezzi di comunicazione sociale possono<br />

svolgere nell'opera di evangelizzazione. È<br />

questo un tema — sottolineano i responsabili del<br />

corso — sul quale occorre stimolare un'adeguata<br />

sensibilizzazione, nella consapevolezza che nel<br />

Terzo Millennio ogni strumento atto a radicare il<br />

seme del Vangelo va adeguatamente valorizzato.<br />

russa. Duecentocinque tra musicisti e<br />

coristi erano impegnati nell'esibizione.<br />

Nell'articolo di presentazione dell'importante<br />

avvenimento, Padre Andrzej<br />

Madej aveva richiamato il senso<br />

profondo che si lega all'evento giubilare.<br />

Un significato che investe non solo<br />

il versante religioso, ma che coinvolge<br />

direttamente anche l'ambito storico e<br />

culturale. La storia e la cultura —<br />

scrive l'Addetto Culturale della Nunziatura<br />

Apostolica in Turkmenistan —<br />

prendono i loro riferimenti dalle differenti<br />

sfere della vita, ma ciascuna appartiene<br />

ugualmente all'umanità, credenti<br />

e non credenti.<br />

Il processo di comprensione dello<br />

sviluppo storico, diretto a raggiungere<br />

l'armonia nell'universo e una moralità<br />

di alto profilo tra i popoli, comprende<br />

anche il Turkmenistan. Nei secoli la<br />

cultura del Paese ha interagito attivamente<br />

con la cristiana gerarchia dei<br />

valori. Questa tendenza continua oggi.<br />

I principi della libertà di coscienza approvati<br />

dal Presidente Saparmurat<br />

Atayevich Niyazov creano condizioni<br />

favorevoli per lo sviluppo dell'essere<br />

umano come persona, dando ad ogni<br />

cittadino l'opportunità di scegliere un<br />

personale modo di guadagnare una<br />

vera conoscenza di se stessi.<br />

Nell'articolo Padre Madej ricorda<br />

che la consacrazione di una chiesa cristiana<br />

in Turkmenabat rappresenta un<br />

altro evento. Molto presto un'altra<br />

chiesa cristiana sarà aperta a Tedjen.<br />

Viêt Nam: un centro<br />

di accoglienza<br />

per orfani<br />

non vedenti<br />

Un non vedente, Paul Dao Khanh<br />

Truong, dell'Arcidiocesi di Thàn-Phô Hô<br />

Chí Minh, Hôchiminh Ville, ha vinto la<br />

«sfida» che si era prefisso: creare un<br />

centro per dare ospitalità ad orfani non<br />

vedenti. Lo scopo della bella iniziativa è<br />

quello di evitare che questi ragazzi siano<br />

abbandonati, che siano lasciati a se stessi<br />

senza il vivo calore degli affetti.<br />

Paul Dao Khanh Truong è rimasto<br />

cieco dopo aver contratto il vaiolo da<br />

giovane. In questo centro — spiega —<br />

ci sentiamo sempre di più una famiglia,<br />

viviamo col sorriso e nella gioia. Khan<br />

Truong può contare su un lavoro stabile<br />

e su una vita, giudicata dal punto<br />

di vista personale, «sufficientemente<br />

serena».<br />

«Eppure — sottolinea — il pensiero<br />

che ragazzi che hanno la mia stessa infermità<br />

e che non possono nemmeno vivere<br />

insieme con i propri genitori soffrano,<br />

fa soffrire anche me, togliendomi la<br />

serenità. Dovevo, quindi, alleviarne il<br />

peso delle privazioni». In questo centro<br />

di accoglienza vengono organizzati incontri<br />

di preghiera e di riflessione. «Ci<br />

soffermiamo sui passi del Vangelo — dice<br />

Khanh Truong — e ogni volta abbiamo<br />

la possibilità di apprezzare quanto<br />

Gesù, nella sua missione terrena, ha fatto<br />

per il bene dei poveri e dei malati».<br />

L'età degli orfani ospiti del centro è<br />

varia: va dagli adolescenti ai giovani che<br />

studiano all'università. L'idea di promuovere<br />

questa iniziativa di solidarietà<br />

è nata nel 1985. Khanh Truong, dopo<br />

avver compiuto le consuete pratiche burocratiche,<br />

è riuscito a comprare una<br />

casa, che ben presto è diventata il centro<br />

di accoglienza per queste persone.<br />

Attualmente esso ospita più di sessanta<br />

giovani.<br />

Di fronte alla casa vi è un giardino<br />

dove tutti sono soliti radunarsi per vivere<br />

momenti ricreativi, di aggregazione e<br />

di comunione. I ragazzi vanno a scuola<br />

regolarmente, chi la mattina, chi il pomeriggio,<br />

per cui, grazie ad una ben mirata<br />

organizzazione, viene quotidianamente<br />

promossa un'attenta formazione<br />

umana, spirituale e culturale degli ospiti<br />

del centro.<br />

Da rilevare che nell'ambito del centro<br />

un prezioso sostegno viene garantito da<br />

suore, appartenenti ad alcune Congregazioni<br />

attive nel territorio, che impartiscono<br />

lezioni di catechismo. Una presenza,<br />

quella delle religiose, che rappresenta<br />

un «segno» importante per questi<br />

ragazzi, che così si vedono considerati e<br />

amati. Il centro può contare anche sul<br />

decisivo apporto di volontari che più lavorano<br />

per il centro più apprezzano, a<br />

detta loro, i valori di condivisione e di<br />

fratellanza che in esso si coltivano.<br />

Nguyen Thi Than è uno di questi volontari.<br />

«Ho conosciuto Khanh Truong<br />

— racconta — e subito ha avuto modo<br />

di apprezzare la sua grande umanità.<br />

Grazie a lui ho imparato, tra l'altro, l'inglese,<br />

ho poi conseguito il diploma di insegnante<br />

ed ora lavoro a tempo pieno<br />

per il centro». Nguyen Thi Than dà lezioni<br />

di inglese a ventotto ragazzi non<br />

vedenti, i quali — sottolinea — vivono<br />

questa esperienza ben contenti, con<br />

sempre crescente impegno.


.<br />

PAGINA<br />

9 .<br />

L'incontro serale in Piazza San Pietro guidato da P. Corrado Maggioni<br />

«Il Suo sguardo<br />

apre prospettive nuove»<br />

«Mettersi in cammino per incontrare<br />

Cristo ed essere da Lui trovati. Incrociare<br />

i nostri occhi con i suoi ed avvertire<br />

che il suo sguardo apre prospettive nuove».<br />

La condizione del pellegrino e lo<br />

scopo della sua costante ricerca si trovano<br />

racchiusi in queste parole che P.<br />

Corrado Maggioni, Responsabile dell'Ufficio<br />

Liturgico del Comitato del Grande<br />

Giubileo dell'Anno 2000, ha rivolto a migliaia<br />

di pellegrini che giovedì 4 gennaio<br />

hanno partecipato all'incontro di preghiera<br />

serale in Piazza San Pietro. Tale<br />

appuntamento giubilare che ogni giorno<br />

dell'Anno Santo accompagna e guida la<br />

preghiera dei numerosi fedeli in pellegrinaggio<br />

a Roma, si avvia ora alla conclusione<br />

in vista della chiusura della Porta<br />

Santa della Basilica di San Pietro, aperta<br />

dal Papa nella notte di Natale del 1999.<br />

Facendo riferimento al brano del Vangelo<br />

narrante dei primi discepoli che seguirono<br />

Gesù (Gv 1, 35-42), P. Maggioni<br />

ha invitato i pellegrini, così numerosi, a<br />

fare tesoro di questa esperienza giubilare,<br />

a mettersi alla sequela di Cristo e annunciare<br />

ovunque la sua venuta in mezzo<br />

agli uomini. «Quanto accaduto ai seguaci<br />

del Battista — ha detto durante<br />

l'omelia —, divenuti discepoli dell'Agnello<br />

di Dio che attraversa la storia umana<br />

per colmarla della sua presenza, ci aiuta<br />

a leggere la nostra esperienza di pellegrini<br />

giubilari. Il Grande Giubileo, infatti,<br />

è stato per noi una sorta di Giovanni<br />

Battista: concentrando l'attenzione su<br />

Gesù, ci ha aiutato in questi mesi a<br />

muovere il passo verso una più spedita<br />

sequela di Cristo, alimentando il desiderio<br />

di conoscerlo meglio, di sapere dove<br />

abita, di accogliere l'invito a prendere<br />

tempo per stare con lui e gustarne la<br />

compagnia. L'esperienza di tanti pellegrini<br />

è la stessa che abbiamo ascoltato<br />

nel Vangelo: fermare lo sguardo su Gesù<br />

e sentirsi interiormente chiamati a seguirlo,<br />

diventando annunciatori di ciò<br />

che è avvenuto. Come Andrea, che dopo<br />

aver incontrato il Cristo subito ne<br />

parla al fratello Simone».<br />

Diventare discepoli di Cristo è l'esperienza<br />

che viene compiuta da chiunque<br />

decida di vivere concretamente la sua<br />

Parola. «Essere discepoli di Gesù non è<br />

affare di un giorno — ha affermato P.<br />

Maggioni — , né può durare soltanto<br />

quanto un pellegrinaggio a Roma: domanda<br />

l'impegno del cammino quotidiano,<br />

dello stare con Cristo giorno dopo<br />

giorno per assimilarne la parola e tradurla<br />

in gesti di carità, in opere di fede,<br />

in atteggiamenti di speranza. Per diventare<br />

discepoli seri del Maestro, come<br />

Andrea e Simon Pietro e tutti gli altri testimoni<br />

di Cristo, occorre abbracciare<br />

una disciplina: ossia uno stile di vita<br />

perseverante, fatto di scelte che plasmano<br />

progressivamente nel discepolo l'immagine<br />

viva del Maestro. Ci educa in<br />

questo il luminoso esempio di Maria, discepola<br />

perfetta di Colui che ha generato,<br />

donna obbediente al Signore in ogni<br />

circostanza di vita».<br />

«Se tra due giorni i nostri occhi vedranno<br />

chiudersi la Porta Santa della<br />

Basilica Vaticana, il nostro cuore sa che<br />

Nel Santuario di Castel di Leva<br />

La cura per la solitudine<br />

e la povertà<br />

Impressionante la fila di pullman parcheggiati<br />

nel piazzale antistante il Santuario<br />

del Divino Amore come pure è<br />

impressionante la serie di pellegrini che<br />

quest'oggi hanno raggiunto questo luogo<br />

prima che il Giubileo volga al termine.<br />

L'antico Santuario e la Cappella delle<br />

Confessioni hanno assistito alla processione<br />

e alla sosta di fedeli che molto devotamente<br />

hanno celebrato il sacramento<br />

della Riconciliazione per poi partecipare<br />

alla Santa Messa. In quest'ultimo<br />

scorcio di Giubileo molte sono state, infatti,<br />

le persone che in gruppi organizzati<br />

o singolarmente oppure ancora con le<br />

proprie famiglie al seguito hanno voluto<br />

usufruire dell'opportunità che questo<br />

grande evento offre per arricchire il personale<br />

cammino spirituale ed il rapporto<br />

con il Signore. Una bella realtà quella a<br />

cui si assiste nei giorni che stiamo vivendo,<br />

sì una realtà che lascia increduli anche<br />

gli occhi dei più indifferenti o dei<br />

più lontani da ogni discorso religioso. I<br />

telegiornali di tutto il mondo insieme<br />

agli organi di comunicazione più disparati<br />

stanno filmando e mettendo in rilievo<br />

le code di pellegrini che si formano<br />

in attesa di attraversare la Porta Santa a<br />

San Pietro o nelle altre basiliche giubilari.<br />

Segno questo che il messaggio evangelico<br />

è ancora attuale, non è limitato<br />

ad un particolare momento storico e,<br />

dunque, universale per il suo contenuto<br />

e per le persone a cui si rivolge. Il sacerdote<br />

nella Messa celebrata oggi al<br />

Santuario, richiamandosi al brano del<br />

Vangelo di Giovanni, ha esortato alla sequela<br />

con tali parole: «Come Gesù ha<br />

chiamato i suoi discepoli a seguirlo per<br />

l'annunzio del Regno, così chiama ognuno<br />

di noi a seguirlo per la diffusione del<br />

Vangelo con la parola e la testimonianza.<br />

Per Giovanni Gesù è la luce (Gv 8,<br />

12), il pastore (Gv 10, 4.11) e la porta<br />

(Gv 10, 9); colui che può dare senso alla<br />

vita (Gv 8, 12), è la salvezza (Gv 10, 9),<br />

è la libertà di servire gli altri arrivando,<br />

se necessario, a dare la propria vita per<br />

loro come ha fatto Gesù. Noi, come credenti<br />

abbiamo questo dovere, ci spetta<br />

tale arduo compito. La gioia dell'annuncio<br />

poi ci arricchirà facendoci maturare<br />

nel servizio e nell'amore verso il prossimo.<br />

La Vergine del Divino Amore in<br />

quell'abbraccio materno con cui stringe<br />

a sé il Figlio ci testimonia e ci indica il<br />

cammino verso il Signore Gesù. Dare la<br />

vita significa appunto amare di un amore<br />

infinito, senza misura e si riceve in<br />

cambio qualcosa di prezioso e di elevato<br />

che ci conquista il cielo». La storia di<br />

Ornella è a tal proposito emblematica di<br />

quanto ci si possa spendere per i poveri<br />

o per quanti vivono nel bisogno.<br />

«Ho trascorso le feste appena passate<br />

al fianco dei poveri della mensa della<br />

stazione Termini per condividere con loro<br />

la sofferenza e il peso di tante situazioni.<br />

«Due anni fa sono entrata in crisi<br />

quando ho visto al telegiornale la solitudine<br />

di tanti poveri anziani abbandonati<br />

a trascorrere le festività nella dimenticanza<br />

generale. Mi sono chiesta cosa<br />

potevo fare per queste persone io che<br />

avevo degli affetti di riferimento, una<br />

casa accogliente e delle discrete possibilità<br />

economiche.<br />

«La risposta l'ho trovata nel dedicare<br />

del tempo e me stessa per alleviare tanta<br />

sofferenza».<br />

ELIDE MARCUCCIO<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Sabato 6 Gennaio 2001<br />

Pellegrini del Duemila<br />

Cristo non scompare dal nostro orizzonte:<br />

Egli è la Porta sempre aperta all'incontro<br />

con Dio e col prossimo! La sua<br />

voce non cessa di farsi sentire e di chiamarci<br />

per nome. Su ognuno di noi, come<br />

su Simone figlio di Giovanni, il Signore<br />

fissa il suo sguardo... L'apostolo<br />

Pietro, che in questi luoghi ha maturato<br />

col sangue la sua vocazione, ci aiuti ad<br />

essere discepoli credibili di Cristo».<br />

In queste ultime ore che separano<br />

dalla chiusura della Porta Santa della<br />

Basilica Vaticana, migliaia di fedeli non<br />

esitano a improvvisarsi pellegrini nella<br />

speranza di poterla attraversare. All'incontro<br />

vespertino di giovedì, sono stati<br />

numerosi i pellegrini che, usciti dalla<br />

Basilica, sono rimasti in Piazza San Pietro<br />

per concludere questa giornata giubilare<br />

e completare il loro cammino spirituale<br />

nella preghiera in comunione con<br />

il Papa e con la Chiesa. Oltre 500 venivano<br />

dalla parrocchia di s. Gabriele dell'Addolorata,<br />

in Atri, per il loro quarto<br />

pellegrinaggio a Roma, circa 150 dalla<br />

parrocchia di s. Nicola di Bari, in Frascati.<br />

Jonatan Del Greco, 13 anni, è venuto<br />

insieme con i suoi amici la parrocchia<br />

di s. Lorenzo, in Massaciuccoli<br />

(Lucca); circa un mese fa hanno ricevuto<br />

insieme il sacramento della Cresima.<br />

«Oggi siamo rimasti molto tempo sotto<br />

la pioggia, in attesa di poter varcare la<br />

Porta Santa — ha spiegato — ma è stata<br />

comunque un'esperienza bellissima<br />

che ripeterei».<br />

ELISABETTA ANGELUCCI<br />

A san Paolo fuori le Mura<br />

Il giorno<br />

di un nuovo inizio<br />

A san Giovanni in Laterano<br />

La speranza racchiusa in semplici gesti<br />

Quando mancano poco più di ventiquattro<br />

ore alla solenne chiusura della<br />

Porta Santa nella Patriarcale Arcibasilica<br />

di san Giovanni in Laterano, il numero<br />

dei pellegrini sembra crescere notevolmente<br />

di minuto in minuto anche nella<br />

mattinata di giovedì 4 gennaio.<br />

Sul sagrato si accalcano così centinaia<br />

e centinaia di fedeli in attesa di quel<br />

simbolico varco, a coronamento di un<br />

cammino spirituale percorso nei lunghi<br />

mesi preparatori. Un semplice gesto<br />

compiuto da grandi masse, ma che in<br />

profondità rappresenta quella continua<br />

ricerca da parte dell'uomo di dare risposte<br />

concrete capaci di appagare solo in<br />

parte quella sete di conoscenza verso<br />

l'infinito.<br />

«È evidente — afferma Don Antonio<br />

Di Pasquale, giunto con quarantotto<br />

suoi fedeli della parrocchia di san Michele<br />

Arcangelo di Palermo — che il<br />

pellegrinaggio giubilare riproponga la<br />

metafora del cammino inarrestabile dell'uomo<br />

cristiano, chiamato a riconoscere<br />

l'opera di salvezza che deriva da Dio.<br />

Essere a Roma permette l'occasione di<br />

vivere la fede con un respiro di universalità,<br />

di gioia e di speranza nonostante<br />

la cultura odierna non aiuti affatto a<br />

concepire la vita in questo senso. Attra-<br />

verso il rinnovamento della Chiesa e,<br />

quindi, dei cristiani, diventando noi stessi<br />

un segno di speranza voluta da Dio<br />

nel mondo. Come le feste natalizie e le<br />

altre ancora servono per consolidare un<br />

quadro di unità già presente, così anche<br />

il Giubileo porterà buoni frutti nella misura<br />

in cui c'è già stata e ci sarà continuità<br />

di fede e di pastorale. Bisogna pertanto<br />

riscoprire quella meraviglia nell'ordinario<br />

della vita ecclesiale!».<br />

Diverso invece lo stato d'animo dei<br />

coniugi Marie Paule e Jacques Delavy,<br />

giunti dalla Svizzera, dalla città di Losanna:<br />

«Pur essendo venuti a Roma più<br />

come turisti che come cattolici è toccante<br />

vedere non solo il gran numero delle<br />

persone che arriva qui da ogni parte del<br />

mondo, ma ancor più quel forte senso<br />

di devozione che li accompagna».<br />

A riprova così che la fede «straripa»<br />

in ogni confine ecco che nella Basilica<br />

Lateranense sopraggiunge un copioso<br />

gruppo di persone, provenienti per metà<br />

da Parigi e per il resto dalla Martinìca.<br />

Dall'isola delle Piccole Antille arriva la<br />

famiglia Luuilot, composta dal signor<br />

Victor, dalla signora Jeanne e dalla loro<br />

figlia 23enne Marie Claire. «Il Giubileo?<br />

Lo abbiamo sentito e vissuto — raccontano<br />

— come un profondo anno di gra-<br />

Nei primi giorni del nuovo secolo,<br />

mentre l'Anno Santo volge ormai al termine,<br />

sono migliaia i pellegrini che raggiungono<br />

la patriarcale basilica di san<br />

Paolo fuori le Mura per ripercorrere i<br />

passi dell'Apostolo delle Genti. Fedeli<br />

perseveranti che tornano ancora una<br />

volta a varcare la Porta Santa, o romei<br />

tardivi, decisi a non lasciar concludere<br />

il Giubileo senza aver lucrato l'indulgenza.<br />

Suor Maria, la chiameremo in questo<br />

modo per rispettare la sua scelta di rimanere<br />

sconosciuta, arriva dalla provincia<br />

di Palermo: il suo indugio nel mettersi<br />

in cammino è il frutto di una scelta<br />

consapevole. «Avevo rifiutato di celebrare<br />

il Giubileo, non volevo ricevere la<br />

grazia del Signore — ci confida la religiosa<br />

siciliana, aprendoci il suo cuore<br />

—: la morte improvvisa di mia sorella,<br />

la chiusura della scuola dove avevo insegnato<br />

per quasi trent'anni, alcune incomprensioni<br />

con le mie consorelle, mi<br />

avevano fatto cadere in un grave esaurimento<br />

nervoso. Le crisi psichiche accompagnavano<br />

il malessere fisico, tanto<br />

che ero arrivare a pensare di abbandonare<br />

la vita comunitaria».<br />

«Eppure il Signore si è servito di altri<br />

strumenti per riportarmi a Lui e risollevarmi.<br />

Mi ha donato la forza di superare<br />

le amarezze, di riacquistare fiducia in<br />

me stessa e negli altri: se oggi sono qui,<br />

è per renderGli grazie di essersi servito<br />

di tanti eventi negativi per riportarmi alla<br />

fede — conclude suor Maria —. Chiedo<br />

soltanto una grazia: quella di continuare<br />

ad accettare per amore del Suo<br />

nome tutto ciò che mi accadrà nei pochi<br />

anni che ancora vorrà concedermi<br />

di vivere!».<br />

zia, che abbiamo scelto di concludere a<br />

Roma, al centro della nostra Chiesa. In<br />

contemporanea con i vari Giubilei celebrati<br />

dal Santo Padre, in Martinìca abbiamo<br />

rinsaldato il nostro legame nell'unità<br />

della preghiera. Per noi che veniamo<br />

da una terra così lontana, questa<br />

esperienza si rivela unica ed irripetibile!<br />

Possiamo per la prima volta vedere la<br />

grandezza della Chiesa nelle sue opere<br />

monumentali e nelle sue celebrazioni solenni.<br />

È come se ci ritrovassimo nel<br />

cuore del mondo con migliaia di persone,<br />

che arrivano da più luoghi disparati<br />

per condividere insieme il medesimo<br />

pensiero. È una sensazione eccezionale,<br />

che forse le sole parole non bastano a<br />

spiegare cosa ognuno porta personalmente<br />

con sé!».<br />

A seguire il gruppo accanto ad altri<br />

due sacerdoti c'è Padre Matthie Malonga,<br />

un domenicano congolese, che vive<br />

ormai a Parigi. «Questo pellegrinaggio<br />

offre l'opportunità di un reciproco<br />

scambio tra due diverse realtà, quella di<br />

Parigi e quella della Martinìca. È un<br />

momento vissuto con gioia e con una<br />

forte preparazione maturata nelle comunità<br />

parrocchiali di appartenenza».<br />

SIMONETTA ANTONELLI<br />

La famiglia di un piccolo disabile nella Basilica Vaticana<br />

«Il coraggio di vedere Lui<br />

negli occhi di nostro figlio»<br />

«Il Papa ci ha dato il coraggio di vedere<br />

in nostro figlio disabile il volto di<br />

Gesù Cristo». Giuseppe ed Emanuela<br />

Camilli sono il papà e la mamma del<br />

piccolo Michele, 6 anni, un simpatico<br />

bambino diversamente abile. Giovedì<br />

pomeriggio tutta la famiglia Camilli,<br />

compresi gli altri due figli, Chiara, 18<br />

anni, ed Elia, 12, ha attraversato la Porta<br />

Santa della Basilica di San Pietro.<br />

Insieme con loro, il gruppo della «Polisportiva<br />

disabili» di Foligno, circa sessanta<br />

persone in tutto, giunte a Roma<br />

piene d'entusiasmo a celebrare il Grande<br />

Giubileo.<br />

«Era troppo importante per noi essere<br />

qui prima della chiusura dell'Anno Santo<br />

— hanno detto i genitori di Michele<br />

—. È un'occasione unica questa per rinsaldare<br />

la nostra fede e rigenerare la nostra<br />

speranza».<br />

Sarebbero voluti venire a Roma anche<br />

il 3 dicembre i coniugi Camilli ma le<br />

occasioni per celebrare l'Anno Santo<br />

non sono per la verità mancate loro:<br />

erano infatti in Piazza San Pietro già il 2<br />

gennaio del 2000, per il primo Giubileo,<br />

quello dei bambini. Poi a marzo sono<br />

stati in Israele, con i neocatecumenali,<br />

sul Monte delle Beatitudini ad ascoltare<br />

le parole del Santo Padre; infine ancora,<br />

in agosto, sono venuti a piedi da Foligno<br />

fino a Tor Vergata per partecipare<br />

alla Giornata Mondiale della Gioventù.<br />

«Abbiamo trovato tanta forza — hanno<br />

detto Giuseppe ed Emanuela — nel<br />

vedere quest'anno questa Chiesa così<br />

Ad un giorno dalla chiusura della Porta<br />

Santa, dunque, una folla consistente<br />

di romei procede, lenta, nel varcare la<br />

Soglia che rappresenta Cristo. Sedici<br />

pellegrini di Catania aspettano, in preghiera,<br />

di poter entrare nella basilica<br />

ostiense: questo pellegrinaggio è per loro<br />

il coronamento di un lungo itinerario<br />

di fede, iniziato nel 1999 con un viaggio<br />

a Santiago de Compostela e proseguito<br />

lo scorso gennaio in Terra Santa. «Il nostro<br />

cuore è sempre in cammino, anche<br />

quando restiamo nella nostra città. Ma<br />

abbiamo voluto mostrare in segni esteriori<br />

il nostro spirito giubilare: ed ora<br />

siamo qui, per varcare la Soglia della<br />

speranza e rinnovare il nostro rapporto<br />

con Gesù, per cercare di tenere saldo<br />

questo filo, affinché non si spezzi», ci<br />

spiega Alba.<br />

Dal gruppo, emerge la voce di Maria<br />

Pia: «ci sono emozioni che non possono<br />

essere descritte con le parole: ciò che<br />

ho provato, trovandomi al cospetto delle<br />

reliquie della croce, non può essere raccontato<br />

— ci dice la pellegrina, ricordando<br />

la visita nella Basilica di Santa<br />

Croce in Gerusalemme —. È stato come<br />

rivivere la gioia di trovarsi nei luoghi<br />

che hanno accolto Cristo, riscoprire la<br />

Sua presenza reale e viva accanto agli<br />

uomini vissuti duemila anni fa, una presenza<br />

che è reale ancora oggi, accanto a<br />

noi!».<br />

File interminabili di persone, allo stesso<br />

modo, si formano davanti ai confessionali:<br />

«non mi confessavo da molti anni:<br />

e probabilmente questo giorno segna<br />

per me un nuovo inizio!».<br />

LUCIANA CORETTO<br />

grande, con il suo messaggio che è arrivato<br />

in tutto il mondo. Il Giubileo ha<br />

dato finalmente la risonanza dovuta al<br />

nome di Gesù Cristo, che alcuni pensavano<br />

passato di moda».<br />

«Di questo dobbiamo ringraziare soprattutto<br />

Giovanni Paolo II — hanno aggiunto<br />

—, perché le sue parole sono state<br />

grandissime; ci ha fatto sentire un popolo,<br />

ed un popolo in missione, nella vita<br />

di tutti i giorni, nelle croci di tutti i<br />

giorni». «Il Papa ci ha dato anche il coraggio<br />

di vedere in nostro figlio disabile<br />

il volto di Gesù Cristo — hanno detto<br />

ancora i genitori di Michele —. Ci ha invitato<br />

a riconoscere nella croce che porta<br />

nostro figlio, e che l'uomo in genere<br />

rifiuta, proprio la presenza di Gesù Cristo.<br />

Con il nostro granello di fede riusciamo<br />

a dire che anche la nostra sofferenza,<br />

e soprattutto di quella di Michele<br />

e di tanti altri come lui, ha un senso, un<br />

significato, uno scopo: testimoniare la<br />

presenza di Dio in terra, in mezzo a<br />

noi».<br />

Sterminato era giovedì, come del resto<br />

in tutti quanti questi giorni di festa,<br />

il numero dei fedeli che hanno letteralmente<br />

invaso la Basilica di San Pietro.<br />

Per tutto il giorno, ininterrottamente,<br />

nonostante la pioggia battente, una fila<br />

enorme di pellegrini ha ingombrato l'entrata<br />

della Porta Santa, snodandosi lungo<br />

tutta la Piazza di San Pietro e arrivando<br />

fino all'estremità dell'imponente<br />

Colonnato.<br />

Ha fatto più di due ore di fila per en-<br />

trare in chiesa Luigi, 28 anni, un giovane<br />

pellegrino di Bari: «ma non me ne<br />

sono pentito — ha detto —, non ho mai<br />

avuto la tentazione di arrendermi e andare<br />

via: troppo forte era il desiderio di<br />

passare la Porta Santa».<br />

Un po' più breve l'attesa in fila di<br />

Barbara ed Emiliano, due giovani fidanzati,<br />

lui di Roma e lei di Sanluri, vicino<br />

a Cagliari. «Sono venuta a trovare il mio<br />

ragazzo — ha detto Barbara — e ne ho<br />

approfittato per venire a San Pietro. Ci<br />

tenevo perché questo è stato un anno<br />

molto importante, in cui ho scoperto<br />

una nuova visione di Dio, della Chiesa e<br />

della fede. Essere cristiani, cioè, ho scoperto,<br />

non significa essere sempre tristi<br />

e cupi, come un tempo pensavo. Ma si<br />

può testimoniare invece la propria fede<br />

con l'allegria, il canto e anche il ballo,<br />

insomma con la gioia di vivere».<br />

L'anno del Giubileo, e la presenza accanto<br />

di Barbara, hanno significato molto<br />

anche per la fede più dubbiosa di<br />

Emiliano: «Se non era per lei forse non<br />

sarei mai venuto oggi a San Pietro — ha<br />

ammesso —.<br />

«Io non sono un cattolico in piena regola,<br />

non sono praticante, ma quest'anno<br />

ho avuto modo senz'altro di riflettere<br />

e di vedere la Chiesa in maniera sicuramente<br />

diversa da prima: ho visto cristiani<br />

vivere la fede in maniera più diretta<br />

ed autentica».<br />

ALESSANDRO IAPINO<br />

A Santa Croce in Gerusalemme<br />

Quella comunità<br />

crescente di romei<br />

ste, che hanno spinto la nostra comunità<br />

a compiere questo notevole sforzo organizzativo,<br />

hanno dimostrato soprattutto<br />

che la gente oggi ha molto bisogno di<br />

sacro e di luce divina. Nonostante che<br />

tutti i vari pellegrinaggi li abbiamo organizzati<br />

in giorni feriali per motivi logistici,<br />

i parrocchiani sono stati pronti a<br />

compiere dei piccoli sacrifici pur di partecipare,<br />

come prendersi un giorno di<br />

permesso o ferie. Ogni volta che ritornavamo<br />

dall'esperienza giubilare incontravamo<br />

sempre una risposta crescente, e<br />

questi sono tutti dei segni da decifrare<br />

ai quali occorrerà dare una risposta che<br />

va oltre l'anno giubilare.<br />

Anche l'ingente numero dei pellegrini<br />

che sono ritornati più volte sui loro passi<br />

è significativo, ed indica il fatto che<br />

hanno apprezzato soprattutto l'esperienza<br />

comunitaria, la vera ed unica variabile<br />

in diversi pellegrinaggi che hanno<br />

avuto più o meno gli stessi percorsi. Riflettendo<br />

su questo, infatti ho compreso<br />

che il pellegrinaggio è l'unica occasione<br />

sociale che riunisce persone diverse fra<br />

loro per condividere uno stesso scopo.<br />

Solitamente qualsiasi altra aggregazione<br />

raccoglie persone di una stessa categoria,<br />

accomunate dal ceto, o dal tipo di<br />

lavoro, o dall'impegno sociale. Al contrario<br />

nel pellegrinaggio cadono ogni<br />

barriera e differenza sociale. Questo è<br />

un segno, un'esigenza attraverso la quale<br />

la gente dimostra di volersi confrontare.<br />

«Per questo abbiamo pensato di continuare<br />

ad organizzare altre occasioni di<br />

incontro con altri itinerari».<br />

RITA DIETRICH<br />

A Santa Maria Maggiore<br />

Insieme, per rafforzare la testimonianza<br />

I pellegrini provenienti dai vari paesi<br />

della terra, espressione simbolica dei popoli<br />

del mondo intero, continuano a raccogliersi<br />

in preghiera nella Basilica di<br />

Santa Maria Maggiore per unirsi a<br />

quanti, nel corso di questo anno giubilare,<br />

hanno già avviato il loro cammino fisico<br />

e spirituale nella città emblematicamente<br />

considerata il centro della cristianità.<br />

Recitando il santo rosario, cantando<br />

inni di lode alla Vergine Santa oppure<br />

rivolgendo al Signore i propri pensieri<br />

e le proprie paure, anche nella giornata<br />

di giovedì 4 gennaio migliaia di fedeli<br />

hanno atteso con pazienza il momento<br />

di poter varcare la soglia del Santuario<br />

mariano, animati dalla consapevolezza<br />

che la Porta Santa, in procinto di essere<br />

chiusa, rimarrà sempre aperta nei loro<br />

cuori.<br />

«Rappresenta il passaggio dal peccato<br />

alla grazia, e dalla morte alla vita. A livello<br />

simbolico, essa ci proietta già da<br />

ora verso il Regno dei Cieli». Sono queste<br />

le parole con cui Noemi Jiménez<br />

Santos, una giovane pellegrina di 30 anni<br />

proveniente dalla città messicana di<br />

Pedro Escobedo, nello stato del Querétaro,<br />

esprime la gioia che le deriva dall'a-<br />

Penultimo giorno del Giubileo. La<br />

grande folla di pellegrini che fino all'ultimo<br />

si accalca nelle basiliche dimostra<br />

ormai quanto è entrato nei cuori dei fedeli<br />

questo momento di grazia. Ma lentamente<br />

fra i fedeli si fa largo una domanda<br />

che si fa già risposta: cosa succederà<br />

dopo la chiusura dell'Anno Santo,<br />

che cosa accadrà a quanti si sono convertiti<br />

del Grande Giubileo del Duemila?<br />

Quali frutti avrà nei singoli cuori, nel<br />

cammino necessario a testimoniare al<br />

mondo Gesù? Queste sono le domande<br />

che la comunità parrocchiale della chiesa<br />

di san Gabriele dell'Addolorata di Atri<br />

si pone. Come tante altre, anche questa<br />

parrocchia della diocesi di Teramo, si è<br />

messa in cammino per approfondire il<br />

suo rapporto con Cristo, domandandosi<br />

però cosa accadrà dopo questa partenza,<br />

quali frutti matureranno dai semi<br />

giubilari?<br />

Per l'ultimo pellegrinaggio, per loro il<br />

quinto sulle tombe degli apostoli e dei<br />

martiri in questo anno di grazia, lo spirito<br />

giubilare ha toccato più di 550 cuori<br />

e li ha raccolti la mattina del 4 gennaio<br />

nella Basilica di Santa Croce in Gerusalemme<br />

per una Santa Messa presieduta<br />

dal loro parroco don Paolo Pallini.<br />

«La prima volta siamo venuti a Roma<br />

con quattro pullman — racconta don<br />

Paolo — Poi con sei, e per finire oggi ce<br />

ne sono voluti dieci per trasportare tutti<br />

i pellegrini. In cinque volte i partecipanti<br />

saranno stati circa 1.700, dei quali un<br />

30% ha voluto ripetere l'esperienza.<br />

«Momenti realmente di grazia questi,<br />

accompagnati da una preparazione accurata,<br />

con catechesi e celebrazioni penitenziali.<br />

Ma tutte le numerose richie-<br />

ver varcato la Porta Santa della Basilica<br />

Liberiana. Giunta a Roma insieme con<br />

un gruppo di 24 persone, la ragazza si<br />

trova a percorrere un breve, ma intenso,<br />

itinerario giubilare. «Nel momento in<br />

cui ho oltrepassato la soglia di questo<br />

Santuario ho avuto la percezione di essere<br />

nella grazia del Signore, di essere<br />

amata e protetta da Lui — ha proseguito<br />

Noemi —. Dio ha un atteggiamento<br />

di predilezione per tutti noi, come ha dimostrato<br />

con il sacrificio della Croce».<br />

La solidarietà, l'amicizia e l'instaurazione<br />

di un rapporto sincero con le persone<br />

che ci circondano sono gli elementi<br />

che possono aiutare ogni cristiano a testimoniare<br />

il Vangelo nella società contemporanea.<br />

È quanto ha affermato la<br />

giovane Noemi, proseguendo la propria<br />

testimonianza: «Se noi sosteniamo di<br />

credere in Dio, ma non possediamo una<br />

condotta di vita conforme agli insegnamenti<br />

del Vangelo, pronunciamo la più<br />

ignobile delle bugie. Pertanto è compito<br />

di ciascuno impegnarsi per amare e rispettare<br />

il proprio fratello, anche e soprattutto<br />

quando questo comportamento<br />

richiede fatica. Possiamo pronunciare<br />

migliaia di belle parole, ma se il nostro<br />

atteggiamento non è conforme a quanto<br />

il Signore ci chiede, esse non valgono a<br />

nulla».<br />

La quotidiana presenza di fedeli provenienti<br />

dai vari paesi dei cinque continenti,<br />

è un elemento che contribuisce a<br />

creare quel clima di fratellanza universale<br />

percepibile nelle parole, nelle espressioni<br />

e nei percorsi personali dei tanti<br />

pellegrini che, giorno dopo giorno, continuano<br />

a varcare la soglia della Basilica<br />

di Santa Maria Maggiore. Padre Matteo<br />

Mali Essr, ad esempio, è un giovane sacerdote<br />

indonesiano, nato nella città di<br />

Sumba, che nella mattinata di giovedì 4<br />

gennaio ha raggiunto il santuario per oltrepassare<br />

ancora una volta la Porta<br />

Santa e per celebrare la Santa Messa.<br />

«Io vengo da un paese che si trova a vivere<br />

una situazione molto difficile a livello<br />

religioso — ha confidato il sacerdote,<br />

membro della congregazione del<br />

Santissimo Redentore —. Ma nel corso<br />

di questo anno giubilare ho avuto la<br />

possibilità di constatare quanto sia forte<br />

il clima di solidarietà universale esistente<br />

al mondo fra persone che credono<br />

nella stessa fede».<br />

SIMONA RUBEIS


A ROMA<br />

PAGINA<br />

NEGOZI Per alimentari e abbigliamento<br />

Riposo settimanale:<br />

nuovo regolamento<br />

I negozi di generi alimentari potranno<br />

rimanere aperti il giovedì pomeriggio,<br />

mentre quelli di abbigliamento non dovranno<br />

rispettare più l'obbligo della<br />

chiusura il lunedì mattina.<br />

Sono queste solo due delle principali<br />

novità contenute nell'ordinanza firmata<br />

dall'assessore capitolino al Commercio,<br />

Franco Cioffarelli, che regolamenta gli<br />

orari e le modalità di apertura degli<br />

esercizi commerciali fino al prossimo 31<br />

maggio.<br />

Un provvedimento che, tuttavia, non<br />

ha soddisfatto tutte le associazioni di categoria,<br />

soprattutto per quanto concerne<br />

le nuove norme in materia di chiusure<br />

domenicali.<br />

Nei giorni feriali, il Comune riconosce<br />

ai negozianti la libertà di decidere quando<br />

rimanere aperti, tra le ore 7 e le<br />

ore 22.<br />

«Ogni esercente — si legge nell'ordinanza<br />

— determina liberamente l'orario<br />

di apertura e chiusura del proprio esercizio<br />

non superando comunque il limite<br />

complessivo delle 13 ore di attività giornaliera».<br />

Chiaramente, tali orari dovranno essere<br />

annunciati alla clientela su dei cartelli<br />

esposti all'esterno del negozio. Gli esercizi<br />

commerciali, inoltre, non dovranno<br />

più rispettare l'obbligo della mezza giornata<br />

di riposo settimanale.<br />

Gli unici giorni nei quali tutti saranno<br />

costretti ad abbassare le saracinesche,<br />

sono il 15, il 16 e il 25 aprile e il 1° maggio.<br />

Marta Russo:<br />

la perizia balistica<br />

non rivela il luogo<br />

da dove partì lo sparo<br />

Ancora nessuna risposta certa dalla<br />

perizia balistica eseguita dal prof. Domenico<br />

Compagnini su incarico della<br />

Corte d’assise d’appello che sta giudicando<br />

Giovanni Scattone e Salvatore<br />

Ferraro per l’omicidio di Marta Russo.<br />

Il lavoro del perito è stato depositato<br />

giovedì e dalle circa 200 pagine divise in<br />

cinque parti non emergerebbero risultati<br />

certi circa la compatibilità dello sparo<br />

che uccise la studentessa con la finestra<br />

dell’aula 6, piuttosto che con quella del<br />

bagno disabili al pianoterra.<br />

Il perito, in relazione al quesito sulle<br />

ipotesi di compatibilità tra la finestra<br />

dell’aula 6 e quella del bagno disabili ed<br />

il colpo che uccise Marta Russo, ne ha<br />

rintracciate in tutto 27: 11 sono riferibili<br />

a entrambe le finestre, 10 sono riferibili<br />

esclusivamente all’aula 6 e sei solo al<br />

bagno disabili. Dunque, secondo la perizia,<br />

avrebbe una maggiore compatibilità<br />

la finestra dell’aula 6 anche se per uno<br />

scarto minimo.<br />

Da questa perizia, quindi, non arriva<br />

una risposta certa ad uno dei quesiti<br />

fondamentali di tutto il processo: da<br />

qualche finestra è partito il colpo che ferì<br />

mortalmente Marta.<br />

Secondo quanto si è appreso, Compagnini<br />

ha anche allargato l’angolo d’incidenza<br />

del proiettile, estendendo così una<br />

ipotetica compatibilità con la traiettoria<br />

del colpo anche a finestre mai entrate<br />

nell’inchiesta come quelle delle aule di<br />

diritto pubblico.<br />

Ora rimane un’altra, forse definitiva,<br />

perizia: quella che la Corte ha disposto<br />

sulla particella di fosforo-calcio-piombobario<br />

trovata per la prima volta all’interno<br />

della borsa di Ferraro.<br />

Fiumicino: Carabinieri<br />

in congedo vigileranno<br />

su scuole e parchi<br />

Da lunedì prossimo 15 Carabinieri in<br />

congedo sorveglieranno, a supporto dei<br />

Vigili urbani, l’ingresso degli studenti in<br />

otto scuole di Fiumicino e in una di Focene.<br />

In più controlleranno, comprese<br />

Fregene e Maccarese, aree pubbliche e<br />

dune costiere, segnalando la presenza di<br />

discariche abusive, fenomeno notevole<br />

sul territorio, o i responsabili degli<br />

abusi.<br />

L’iniziativa, presentata venerdì e attuata<br />

in via sperimentale sino a settembre,<br />

è nata da un accordo tra l’amministrazione<br />

comunale e la sezione locale<br />

dell’associazione nazionale Carabinieri<br />

«Vittorio Marandola».<br />

Muniti di tesserino di riconoscimento,<br />

palette segnaletiche, una casacca rosso<br />

blu, fasce distintive e trasmittenti, i volontari<br />

assicureranno la loro presenza<br />

quindici minuti prima e dopo l’inizio e il<br />

termine delle lezioni, faciliteranno gli<br />

alunni nell’attraversamento della strada,<br />

segnaleranno anomalie, compresa la<br />

prevenzione per episodi di spaccio di<br />

droga e pedofilia, avvisando le Forze<br />

dell'ordine.<br />

Il controllo preventivo ambientale, invece,<br />

verrà svolto in abiti civili.<br />

11 .<br />

Per quanto riguarda, invece, le chiusure<br />

domenicali, l'ordinanza introduce<br />

una serie di importanti novità rispetto<br />

agli anni passati. Nel 1999, infatti, esisteva<br />

la cosiddetta turnazione: ogni settimana,<br />

la facoltà dell'apertura domenicale<br />

veniva concessa a rotazione a due circoscrizioni.<br />

La nuova ordinanza, invece,<br />

fissa otto domeniche, da gennaio a maggio,<br />

in occasione delle quali, tutti i negozi<br />

della capitale potranno scegliere di<br />

lavorare. I giorni sono il 21 gennaio, l'8,<br />

il 22 e il 29 aprile, il 6, il 13, il 20 e il 27<br />

maggio.<br />

Regione: abolita<br />

l'imposta per bar<br />

alberghi e ristoranti<br />

È stata abolita, giovedì, la tassa<br />

regionale per bar, ristoranti ed alberghi.<br />

Il provvedimento è stato inserito<br />

nell’assestamento di bilancio e<br />

decorre dal 1° gennaio del 2001.<br />

«La tassa su questo tipo di attività<br />

— ha spiegato il presidente<br />

della IX commissione consiliare<br />

— era un balzello che determinava<br />

per le casse regionali un introito<br />

di circa 7 miliardi e mezzo. A<br />

conti fatti il costo amministrativo<br />

della tassa superava il gettito».<br />

Forte Trionfale:<br />

espulsi sessanta<br />

clandestini<br />

dopo un controllo<br />

in un residence<br />

COMUNE Il provvedimento riguarda undici zone<br />

All'esame del Consiglio<br />

il recupero delle periferie<br />

Ha preso l'avvio, giovedì pomeriggio,<br />

in Consiglio comunale il dibattito sugli<br />

articoli 11, che riguardano provvedimenti<br />

di natura urbanistica, propedeutici al<br />

nuovo Piano regolatore, che serviranno<br />

a riqualificare 11 quartieri della periferia<br />

romana.<br />

Il dibattito è stato introdotto dalle relazione<br />

dell’assessore al Territorio, Domenico<br />

Cecchini, il quale ha parlato di<br />

una grande opera di miglioramento delle<br />

periferie con sistemi integrati di interventi,<br />

sogno di tanti illustri architetti ed<br />

urbanisti, da Cervellati a Piano, per un<br />

totale di 444 opere, 330 pubbliche e 114<br />

private. L’investimento complessivo è di<br />

3.234 miliardi, di cui 949 per le opere<br />

pubbliche.<br />

Gli undici quartieri destinatari degli<br />

interventi di recupero e riqualificazione<br />

sono: Acilia, Corviale, san Basilio, Fidene-Valmelaina,<br />

Labaro-Prima Porta, Magliana,<br />

Palmarola-Selva Candida, Tor<br />

Bella Monaca, Laurentino, Primavalle,<br />

Valle Aurelia.<br />

Di particolare rilievo gli interventi che<br />

riguarderanno Acilia, la zona di Coviale<br />

— diventata simbolo del degrado metropolitano<br />

— e san Basilio. Ad Acilia sarà,<br />

tra l’altro, realizzata una parte del parco<br />

del litorale e la Casa della Musica.<br />

A Corviale l’edificio dello Iacp lungo<br />

un chilometro, realizzato negli anni ’70<br />

dall’architetto Mario Fiorentino, sarà risistemato<br />

a cominciare dagli ingressi<br />

che saranno completamente rimessi a<br />

nuovo. Sarà anche valorizzato con un<br />

parco urbano, un lungo viale di eucalipti,<br />

mentre gli orti realizzati dagli abitanti<br />

della zona saranno risistemati.<br />

A san Basilio saranno eliminati gli<br />

esercizi commerciali abusivi, mentre<br />

lungo via Nomentana sarà edificato un<br />

nuovo centro civico con un centro commerciale<br />

e servizi di pubblica utilità che<br />

serviranno anche gli insediamenti di<br />

Torraccia e di Casal Monastero. Gli interventi<br />

in tutti gli undici quartieri riguarderanno<br />

poi il completamento di reti<br />

stradali con interventi che avranno la<br />

collaborazione di privati. La votazione<br />

del Consiglio comunale sul provvedimento<br />

è prevista per lunedì 8 gennaio, a<br />

partire dalle ore 19.<br />

Ambiente: sollecitato<br />

il risanamento<br />

della pineta di Fregene<br />

Non si può correre il rischio<br />

che si perdano i finanziamenti regionali<br />

per il risanamento della pineta<br />

monumentale di Fregene, da<br />

anni in stato di degrado e per larga<br />

parte recintata ed inaccessibile:<br />

questa la preoccupazione espressa<br />

dal comitato di protesta e dalla<br />

Pro Loco di Fregene, che ha chiesto<br />

un incontro urgente al sindaco<br />

di Fiumicino per conoscere quali<br />

siano le mosse dell’amministrazione.<br />

La Giunta regionale ha infatti<br />

assicurato un contributo se il Comune<br />

di Fiumicino si impegnerà<br />

nell'acquisizione dell'area.<br />

VIAGGIO NEI RIONI Nei nomi delle vie la testimonianza degli antichi mestieri<br />

S. Eustachio: tra rovine nascoste<br />

e capolavori architettonici<br />

«Vengo a Messa nella chiesa di s. Luigi<br />

dei Francesi da quando avevo 9 anni,<br />

quando mia madre mi accompagnava.<br />

Oggi sono io che accompagno i miei figli,<br />

e spero che la “tradizione” prosegua<br />

nel tempo». Ci troviamo all'uscita della<br />

storica chiesa costruita nel 1518, che è<br />

tra le più preziose perle architettoniche<br />

della Capitale. In essa sono conservati<br />

tre capolavori del Caravaggio: s. Matteo<br />

e l'Angelo (al centro sull'altare), il Martirio<br />

di san Matteo, e la vocazione di s.<br />

Matteo.<br />

E questo splendore non stupisce se si<br />

considera che il rione s. Eustachio è ricchissimo<br />

di monumenti antichi, tanto<br />

che si può dire che si cammina sulle rovine<br />

nascoste delle terme di Agrippa, di<br />

quelle di Nerone e sul teatro di Pompeo.<br />

Indubbiamente un posto di particolare<br />

rilievo lo occupa palazzo Madama, che<br />

dal 1871 è sede del Senato prima del regno,<br />

poi della Repubblica e che deve il<br />

suo nome a madama Margherita d'Austria,<br />

vedova di Alessandro de' Medici.<br />

A volerne la costruzione nel 1503 fu Giovanni<br />

de' Medici.<br />

Notevole presenza architettonica è poi<br />

quella del palazzo della Sapienza, antica<br />

sede dell'università di Roma, al quale<br />

hanno lavorato diversi architetti di prestigio<br />

quali Guido Guidetti, Pirro Ligorio,<br />

Giacomo della Porta e Francesco<br />

Borromini, che lo modificò intorno al<br />

1630 erigendo la chiesa di sant'Ivo.<br />

Il rione, stretto tra Pigna e Parione,<br />

era anticamente parte della IX regione<br />

augustea, dove si trovavano il teatro di<br />

«La Sapienza»:<br />

aumento del 17%<br />

per le tasse<br />

universitarie<br />

Pompeo, le terme neroniane e lo Stagnum<br />

Agrippae. La popolazione è sempre<br />

stata numerosa, grazie alle importanti<br />

vie di comunicazione che la attraversavano:<br />

la via Papalis e la via Recta.<br />

Ai resti romani si sovrapposero le costruzioni<br />

successive e anche le torri medievali<br />

vennero poi assorbite dagli edifici<br />

rinascimentali e barocchi. Fino a quando,<br />

con l'apertura di corso Vittorio e<br />

corso Rinascimento, insieme con l'ampliamento<br />

di palazzo Madama, il rione<br />

ricevette un altro aspetto.<br />

Tuttavia, passeggiandovi lo si può facilmente<br />

constatare, tutt'oggi signoreggiano<br />

chiese grandiose e minori, chiuse<br />

queste ultime in vie non troppo larghe.<br />

Alzando di poco il capo, si potrà rimanere<br />

incantati dalle cupole, varie e<br />

fantasiose che svettano nel cielo, quasi a<br />

formare un affresco, tra le nubi bianche<br />

di gennaio poste ad intervallo del nitido<br />

blu del cielo.<br />

Ma, accompagnati dal dolce canto degli<br />

stormi, particolarmente vivo in questo<br />

rione forse per il piacevole silenzio<br />

delle vie interne, procediamo lungo le<br />

caratteristiche strade che hanno un nome<br />

che già parla di loro: via dei Pianellari,<br />

via dei Giubbonari, via dei Chiavari,<br />

via dei Canestrari, via dei Sediari, via<br />

dei Barbieri, via dei Chiodaroli, e via dei<br />

Falegnami.<br />

Esse sono la testimonianza più evidente<br />

di quella che è stata l'importanza<br />

del settore artigianale in epoca passata,<br />

ma non troppo lontana. «Era un mondo<br />

più a misura d'uomo — confida Armando<br />

Sisti, novantenne ex artigiano del rione<br />

—. Nella mia bottega si preparavano<br />

sedie e poltrone, ma la gente veniva da<br />

me soprattutto per chiacchierare. Ci si<br />

consolava degli acciacchi dell'età, o dell'allontanamento<br />

di un figlio per motivi<br />

di studio o militari, ci si guardava negli<br />

occhi, allora. Oggi sembra che si tema<br />

qualcosa, chissà forse proprio il sentimento.<br />

Così le mie sedie servivano più<br />

agli amici che venivano in bottega...,<br />

ma no..., vendevo, vendevo eccome».<br />

Qui, in questo rione, anche gli animali<br />

hanno lasciato un segno; il cervo di s.<br />

Eustachio, le api del Barberini a sant'Ivo,<br />

le cornacchie di Wolsey, la vaccarella<br />

e perfino l'elefante Annone.<br />

Lungo le vie più nuove, che sono largo<br />

Arenula, corso del Rinascimento e<br />

corso Vittorio Emanuele II, il passaggio<br />

di automobili non intimidisce il desiderio<br />

dei romani e degli stranieri di andare<br />

per vetrine e di ammirare le opere d'arte.<br />

«Uffici, tanti uffici — spiega la barista<br />

Rosanna di corso del Rinascimento<br />

—. Questo vuol dire lavoro anche per<br />

noi “tavole calde”, in quanto gli impiega-<br />

ARTIGIANATO Da quelli a percussione a quelli a fiato in una piccola bottega nei pressi di piazza Navona<br />

Strumenti musicali realizzati con pazienza ed abilità<br />

Roma con il suo fascino e la sua bellezza continua a<br />

stupire milioni di persone e spesso ci riserva una sorpresa<br />

dopo l'altra. Sì, perché è stata proprio una sorpresa<br />

trovare in una stradina nei pressi di piazza Navona,<br />

in via del Teatro Pace, un tipo di artigianato veramente<br />

inconsueto.<br />

Sulla porta, posato per terra, un biglietto «Torno subito».<br />

Occhieggiando attraverso la vetrata vediamo gli<br />

oggetti più strani, alcuni vagamente somiglianti a strumenti<br />

musicali; sulla porta un'insegna «Jacaranda».<br />

Tanto per attivare la nostra curiosità. Anche se non<br />

fosse tornato subito avremmo aspettato ugualmente.<br />

Ma il giovane artigiano non si è fatto attendere. Sergio<br />

Chiesua è un giovane sulla trentina, serio ma cordiale<br />

al tempo stesso. Per prima cosa gli domandiamo<br />

che cosa lo ha condotto a questo genere di attività.<br />

«L'amore per la musica». È stata la prima risposta.<br />

«E poi il gusto di lavorare materiali “vivi” come il legno».<br />

E avere manualità, pensiamo. Poi, ci ha spiegato<br />

il suo interesse per la musica «primitiva». L'aggettivo<br />

primitivo non è venuto da lui ma forse un po' dalla nostra<br />

intuizione. Perché i suoi strumenti, quelli che lui<br />

costruisce con abilità e pazienza, traggono la loro origine<br />

dall'Africa, dall'Australia, dall'India, dalla Cina, da<br />

Paesi dell'America Latina. E quasi tutti hanno origine<br />

antica e primitiva. Da quelli a percussione, che quasi<br />

certamente sono stati i primi strumenti usati dall'uomo<br />

— pensiamo al tam tam — a quelli a fiato, a corde.<br />

L'esserci soffermati a curiosare dietro a quella vetrata<br />

ha avuto un premio, proprio per questa opportunità<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Sabato 6 Gennaio 2001<br />

7 GENNAIO 2001<br />

Battesimo del Signore - Festa (bianco) -<br />

Messa propria, Gloria, Credo - Lezionario:<br />

1) Is 40, 1-5.9-11: Si rivelerà la<br />

gloria del Signore e ogni uomo la vedrà<br />

- Salmo 103: Benedetto il Signore che<br />

dona la vita; 2) Tt 2, 11-14; 3, 4-7: Il Signore<br />

ci ha salvato mediante il lavacro<br />

di rigenerazione nello Spirito Santo -<br />

Vangelo: Lc 3, 15-16.21-22: Mentre Gesù,<br />

Ancora una storia di miseria e degrado<br />

legata all'immigrazione clandestina e<br />

allo sfruttamento da parte di proprietari<br />

di immobili. Uno scenario ignobile e<br />

vergognoso, per una città come Roma,<br />

quello che giovedì si è presentato davanti<br />

agli occhi degli agenti della squadra<br />

mobile: decine e decine di extracomunitari<br />

di varia nazionalità — romeni, filippini<br />

e indiani — ammassati come bestie<br />

nelle stanze di un residence in via Pieve<br />

di Cadore, a Forte Trionfale, in condizioni<br />

igieniche fatiscenti e circondati da<br />

ammassi di rifiuti e sporcizia.<br />

Gli agenti hanno fatto irruzione nel<br />

residence all'alba con il supporto delle<br />

unità cinofile. Gli immigrati, un centinaio<br />

circa, vivevano in condizioni disperate<br />

in piccole stanze di circa nove metri<br />

quadrati l'una. Dopo un controllo dei<br />

documenti, una sessantina di questi è risultata<br />

senza permesso di soggiorno e<br />

ha ricevuto l'intimazione di lasciare il<br />

Paese entro 15 giorni. Altri tre, invece,<br />

sono stati direttamente accompagnati<br />

nel centro di accoglienza di Ponte Galeria.<br />

Anche per loro è prevista l'espulsione<br />

in breve tempo.<br />

Dopo l'agghiacciante ritrovamento degli<br />

immigrati, la questura ha immediatamente<br />

aperto un'inchiesta, avviando alcuni<br />

indagini per risalire ai legittimi proprietari<br />

degli appartamenti e procedere<br />

nei loro confronti. Soprattutto questi dovranno<br />

chiarire quanto chiedevano a<br />

quelle persone per vivere in quelle condizioni.<br />

di conoscere una così ricca gamma di strumenti originari<br />

di ogni parte del mondo.<br />

Vedere poi che un giovane, documentandosi, studiando<br />

la storia e l'origine dei vari strumenti e i materiali<br />

necessari, riesca a riprodurli e anche a suonarli<br />

con tanta esattezza e perizia, non può che suscitare<br />

ammirazione ed entusiasmo.<br />

Quasi al centro della sua bottega, ad esempio, c'è<br />

tutta una serie di «didjeridoo» che si presentano, all'apparenza,<br />

come grossi randelli.<br />

«È lo strumento più antico del mondo — ci spiega il<br />

giovane — lo suonano da oltre quarantamila anni, gli<br />

aborigeni australiani che rappresentano la più antica<br />

cultura del mondo tuttora esistente».<br />

Il «didjeridoo» è ricavato da un grosso e lungo ramo<br />

di eucalipto divorato all'interno dalle termiti e quindi<br />

vuoto (in alcuni casi può essere vuotato con appositi<br />

utensili). Si suona a fiato modulando e facendo vibrare<br />

le labbra senza staccarle dallo strumento, con una respirazione<br />

circolare o continua. Il suono che se ne trae<br />

è a note basse, ma di grande impatto emotivo. E questo<br />

potrebbe anche spiegare perché viene considerato<br />

strumento sacro.<br />

Avevamo prima parlato di strumenti a percussione,<br />

e ce ne sono veramente tanti. Tamburi di ogni tipo e<br />

origine che presuppongono, per la costruzione, anche<br />

una ricerca sui materiali e sul tipo e sullo spessore della<br />

pelle usata per ottenere sonorità diverse.<br />

Dalla cultura iraniana provengono il tamburo «duff»<br />

— in legno curvato con decorazioni a mosaico e pelli<br />

ricevuto il battesimo, stava in preghiera,<br />

il cielo si aprì - Liturgia delle Ore: Ufficio<br />

della Festa<br />

8 GENNAIO 2001<br />

Lunedì della I settimana del tempo ordinario<br />

- Feria (verde) - Messa a scelta -<br />

Lezionario: Eb 1, 1-6 - Salmo 96; Mc 1,<br />

14-20 - Liturgia delle Ore (Volume III):<br />

Lun. I sett. - Ufficio della Feria<br />

Aumentano le tasse universitarie per<br />

«La Sapienza». Dal prossimo anno, infatti,<br />

gli studenti dovranno pagare di più<br />

per poter accedere ai corsi di Laurea.<br />

L'aumento previsto, stabilito nel bilancio<br />

di previsione approvato prima di Natale<br />

dal consiglio di amministrazione, è<br />

del 17 per cento — e non del 40 o addirittura<br />

del 70 per cento come hanno riportato<br />

alcuni organi di stampa — e, secondo<br />

l'ateneo, «è stato necessario per<br />

riequilibrare il rapporto tra entrate derivanti<br />

dalle tasse studentesche e contributi<br />

pubblici».<br />

Secondo il consiglio di amministrazione<br />

de «La Sapienza», l’aumento avvicina<br />

l’importo richiesto a quanto si paga nelle<br />

altre grandi università italiane e si inserisce<br />

in una serie di misure che puntano<br />

ad incentivare le carriere regolari e a<br />

sanare gradualmente il fenomeno dei<br />

fuori corso. «D’altro canto — fanno sapere<br />

ancora — le situazioni di reale disagio<br />

economico saranno oggetto di particolare<br />

attenzione attraverso misure mirate».<br />

L'università ha previsto nel bilancio di<br />

previsione per il 2001 borse di studio<br />

per il valore di 2 miliardi (concepite come<br />

un bonus di un milione a testa) e la<br />

restituzione delle tasse dell’ultimo anno<br />

a favore di chi si laurea in corso. «Gli<br />

aumenti — aggiunge l’ateneo — giustificano<br />

alcuni miglioramenti strutturali e<br />

dei servizi per studenti come nuove aule,<br />

il prolungamento dell’orario di apertura<br />

delle biblioteche, la ristrutturazione<br />

del sistema informatico e i prestiti di<br />

onore per l’acquisto del computer».<br />

Fede<br />

La chiesa di sant'Ivo alla Sapienza<br />

Il guaio dell'uomo di<br />

oggi non è quello di<br />

non credere, ma di credere<br />

a tutto.<br />

(Chesterton)<br />

a cura di p. Leonardo Sapienza, R.C.I.<br />

di capra — e il ligneo «dairé» con cornici di diverse dimensioni<br />

e, all'interno, catene con anelli tintinnanti.<br />

Non è molto grande la bottega-laboratorio del giovane<br />

Sergio, ma gli strumenti esposti sono tanti che non si<br />

fa a tempo ad osservarne uno e ad ascoltarne le risonanze<br />

che già veniamo attirati da un altro.<br />

La cultura africana, si sa, è ricca di strumenti costruiti<br />

con i mezzi più primitivi, benissimo riprodotti,<br />

per altro in questo laboratorio. Come i vari «djambé», i<br />

«tama» e i tamburi ad acqua con varie zucche,<br />

riempite con acqua per modulare i suoni che se ne<br />

ricavano.<br />

Interessanti certi strumenti in acciaio dei Caraibi.<br />

Strumenti nati intorno agli anni '30 utilizzando vecchi<br />

bidoni. Battuti, forgiati, spesso forati e accordati. Si<br />

suonano con bacchette, solitamente in orchestra (esistono<br />

complessi di 20, 30 elementi).<br />

Abbiamo segnalato soltanto una parte dei moltissimi<br />

strumenti visti. Ci piace, infine, parlare di un altro<br />

strumento che non è nato in questo laboratorio, ma<br />

viene utilizzato per certe esibizioni. Si tratta di una<br />

mascella d'asino, completa di denti, che vibrando, producono<br />

una sonorità.<br />

Le vie di Roma, nascondono anche queste curiosità.<br />

Ma la musica di questi strumenti ha anche un altro potere:<br />

viene usata come musicoterapia. Ed è veramente<br />

importante.<br />

MARIELLA LOMBARDO<br />

ti nella pausa caffè o nella pausa pranzo,<br />

non avendo spesso il tempo per rientrare<br />

a casa, consumano qui. Stranieri?<br />

Tanti anche loro. E fanno piacere: sono<br />

meno preoccupati dei romani, in fondo<br />

lavorare non dovrebbe togliere l'ilarità e<br />

la serenità degli animi!».<br />

Il rione, che è tra i meno grandi, ha<br />

oggi una popolazione di 4.970 abitanti,<br />

di cui 1.900 fino a 40 anni, 1.060 dai 40<br />

anni ai 60 anni, e 1.960 dai 60 in su. Gli<br />

stranieri residenti, con un incremento<br />

del 99% rispetto al 1991 sono invece<br />

816, mentre delle antiche botteghe ne rimangono<br />

107.<br />

Il nome di questo rione ha origine<br />

dalla vicenda del centurione romano<br />

Placido, vissuto ai tempi dell'imperatore<br />

Traiano intorno all'anno 100. La tradizione<br />

vuole che durante una battuta di<br />

caccia ebbe un'apparizione: un cervo<br />

con una croce tra le corna, e udì una<br />

voce che lo invitava a convertirsi al cristianesimo.<br />

Così fece, ma, per non aver<br />

rinnegato la nuova fede, si ritrovò faccia<br />

a faccia con i leoni nel circo insieme a<br />

moglie e figli. Le belve però li risparmiarono.<br />

Fu dunque scelto per loro un nuovo<br />

genere di martirio: furono rinchiusi<br />

in un toro di bronzo infuocato. Eustachio<br />

è il nome che Placido prese una<br />

volta battezzato e a sant'Eustachio fu<br />

dedicata la chiesa sorta dove una volta<br />

si trovava la casa del martire.<br />

Il rione fu particolarmente usato per i<br />

festeggiamenti più vari: fino al 1872 vi si<br />

tenne la festa della Befana, mentre il 29<br />

gennaio di ogni anno il magistrato romano<br />

donava alla chiesa, in onore del<br />

titolare, un pallio di velluto rosso, a ricordo<br />

del giorno del 1598 in cui, regnando<br />

Papa Clemente VIII, lo Stato<br />

della Chiesa aveva recuperato Ferrara. Il<br />

20 settembre, inoltre, il popolo romano<br />

offriva solennemente alla Chiesa un calice<br />

e quattro torce in occasione della festa<br />

del Santo protettore del rione.<br />

Da non perdere, certamente, tra corso<br />

Emanuele e via di santa Chiara, le<br />

più antiche terme pubbliche di Roma,<br />

costruite da Agrippa, intorno al 25 a.C.,<br />

e che sono alimentate dall'Acquedotto<br />

Vergine. Adriano le restaurò dopo l'incendio<br />

dell'80 d.C., mentre Costanzo,<br />

nel 345 d.C. le ampliò notevolmente.<br />

E, dopo un'ultima visita alla chiesa di<br />

sant'Agostino, che racchiude tesori come<br />

la Madonna dei Pellegrini del Caravaggio,<br />

Isaia Profeta di Raffaello e la<br />

Madonna del Prato di Jacopo Sansovino,<br />

eccoci arrivati al saluto. Un saluto al<br />

rione, che ci ha parlato di sé. Perché tra<br />

poco sarà la volta del prossimo.<br />

LAURA PICCINELLI<br />

RADIO<br />

VATICANA<br />

OM: 1530 kHz - 196 metri<br />

(Per la zona di Roma<br />

anche Onda Media 527 kHz<br />

e FM 93.3 e 105 MHz)<br />

OC: nelle bande 49, 31, 25 e 19 metri<br />

DOMENICA 7 GENNAIO<br />

00.10: Studio A<br />

7.20-15.30-17.30-23-24: Orizzonti Cristiani<br />

7.30: Santa Messa in latino<br />

8.15-10.15: Dalla Cappella dell'Annunciazione:<br />

Liturgia orientale in rito<br />

bizantino-ucraino<br />

9.50: Dalla Cappella Sistina, Santa<br />

Messa con amministrazione del<br />

Battesimo celebrata da Sua Santità<br />

Giovanni Paolo II<br />

11.55: Angelus del Santo Padre<br />

14-15-16-18-21-23.30: Radiogiornale<br />

16.30: Festa Barocca di P. Morelli<br />

17: Liturgia delle Ore: Celebrazione<br />

dei Vespri in latino<br />

20.20: Programma tedesco: Sie<br />

schreiben – wir antworten<br />

20.40: Recita del Santo Rosario in<br />

latino<br />

21.20: Programma esperanto<br />

21.30: Programma francese: L'invité<br />

du dimanche<br />

21.50: Programma inglese: Celebration<br />

– Saints Alive<br />

22.10: Programma spagnolo: La voz<br />

del Papa/Misiones y misioneros ed<br />

Radio Vaticano<br />

LUNEDÌ 8 GENNAIO<br />

00.10: Studio A (stereo): Con voi<br />

nella notte<br />

7.20-15.30-17.30-23-24: Orizzonti Cristiani<br />

7.30: Santa Messa in latino<br />

8-12-14-15-16-18-21-23.30: Radiogiornale<br />

16.30: Giuseppe Verdi (II)<br />

17: Liturgia delle Ore, celebrazione<br />

dei Vespri in latino<br />

20.20: Programma tedesco: Weltkirchen-Magazin<br />

20.40: Recita del Santo Rosario in<br />

latino<br />

21.30: Programma francese: La Rome<br />

chrétienne: le culte chrétien<br />

dans la Rome impériale<br />

21.50: Programma inglese: Angelus<br />

/ Rights or wrong / An extraordinary<br />

year / Ask the abbot<br />

22.10: Programma spagnolo: El Papa<br />

y el Gran Jubileo del Dos Mil


IN ITALIA<br />

PAGINA<br />

12 .<br />

URANIO Mentre sono segnalati altri casi di tumore<br />

Anche la magistratura ordinaria<br />

apre indagini in alcune città<br />

dopo quelle delle procure militari<br />

ROMA, 5.<br />

Le notizie di nuovi casi di morti sospette<br />

di militari, non solo italiani ma<br />

anche di altri Paesi, reduci da missioni<br />

nei Balcani, accrescono ovviamente le<br />

preoccupazioni dell'opinione pubblica<br />

che segue con apprensione la vicenda<br />

dell'uso di proiettili con uranio impoverito.<br />

L'auspicio è anzitutto che la Nato<br />

fornisca al più preso notizie rassicuranti<br />

come richiesto dal Governo italiano e<br />

che a risultati ugualmente rassicuranti<br />

pervengano le analisi della commissione<br />

scientifica presieduta dall'ematologo<br />

prof. Franco Mandelli, istituita dal ministero<br />

della Difesa.<br />

Sul piano giudiziario proseguono le<br />

inchieste aperte da varie Procure militari<br />

mentre è di ieri pomeriggio la conferma<br />

che anche una Procura ordinaria,<br />

quella di Roma, ha aperto un fascicolo,<br />

contro ignoti e senza indicazioni di reato,<br />

sui decessi di alcuni militari italiani<br />

che potrebbero essere connessi all'uso<br />

da parte della Nato di proiettili con uranio<br />

impoverito nei Balcani. Della vicenda<br />

si occupa direttamente — riferisce<br />

l'Ansa — il procuratore della Repubblica<br />

Vecchione. Nel fascicolo è confluito anche<br />

l'esposto-denuncia presentato dal<br />

leader del movimento Diritti civili Franco<br />

Corbelli, il quale ieri ha reso noto di<br />

aver presentato un secondo esposto.<br />

Si è appreso inoltre che anche la Procura<br />

della Repubblica di Bologna ha<br />

aperto un fascicolo in cui si ipotizza il<br />

reato di omicidio colposo per la morte,<br />

nel 1998, di un capitano del genio ferrovieri<br />

in servizio a Castelmaggiore, dece-<br />

Rincaro delle tariffe:<br />

i sindacati chiedono<br />

un incontro urgente<br />

con l'Esecutivo<br />

ROMA, 5.<br />

L’ultima ondata di rincari, avvenuta<br />

alla vigilia del nuovo anno, preoccupa e<br />

non poco i sindacati. Cgil, Cisl e Uil invitano<br />

il Governo a un confronto immediato<br />

per evitare nuove impennate del<br />

costo della vita e una spirale inflazionesalari<br />

che metterebbe definitivamente a<br />

rischio la politica dei redditi. Del resto si<br />

era subito intuito, molto prima dell'approvazione<br />

della legge finanziaria, che il<br />

tanto sbandierato «bonus fiscale» a favore<br />

delle famiglie sarebbe stato vanificato<br />

dagli aumenti delle tariffe.<br />

I rialzi hanno riguardato il gas (+3,7<br />

per cento), l’acqua (+0,5%), le autostrade<br />

(+1,79), le Ferrovie (+5,2 in media)<br />

e i canoni Rai (+3.000 lire) e Telecom<br />

(+10,4% per le famiglie e +9,3 per le<br />

aziende). In vista c’è anche il rincaro<br />

del prezzo delle sigarette e di alcune tariffe<br />

postali. Per i sindacati si tratta di<br />

una dinamica che va assolutamente arginata<br />

nel 2001, anche perché — spiegano<br />

Cgil Cisl e Uil — l’anno appena trascorso<br />

ha dimostrato che, caro-petrolio<br />

a parte, l’inflazione non è mai stata veramente<br />

domata.<br />

La Cgil chiede un «incontro urgentissimo»<br />

con il Governo invitandolo «a non<br />

abbassare la guardia sul fronte delle tariffe<br />

e a non lavarsene le mani». La Cisl<br />

e la Uil parlano più apertamente di crisi<br />

della politica dei redditi, definendola<br />

«sempre più a rischio», tanto che il caro-tariffe<br />

potrebbe costringere il sindacato<br />

a «mettere in discussione la propria<br />

politica salariale» finora rispettosa della<br />

disciplina imposta dall’accordo del 23 luglio.<br />

Serve, per tutti, una vera politica<br />

di concertazione.<br />

duto per tumore due anni dopo il rientro<br />

da una missione in Bosnia ed Erzegovina.<br />

Per quanto riguarda le inchieste condotte<br />

dalle Procure militari, il procuratore<br />

militare di Roma, Intelisano, ha dichiarato<br />

ieri sera al Tg1: «Seguiamo tutta<br />

questa vicenda, che sicuramente non<br />

va sottostimata ma va depurata da alcune<br />

cariche eccessive di emotività o da<br />

alcune strumentalizzazioni che si sono<br />

innestate». E a proposito di un'eventuale<br />

differenza tra presunte contaminazioni<br />

in Bosnia ed Erzegovina e in Kosovo,<br />

Intelisano ha riferito che «negli ultimi<br />

giorni è emersa l'eventualità che ci fosse<br />

stato un uso di proiettili ad uranio impoverito<br />

anche in Bosnia, circostanza<br />

che, per la verità, non era emersa nella<br />

prima fase».<br />

Un'inchiesta amministrativa di carattere<br />

epidemiologico è stata avviata dalla<br />

Regione Piemonte per verificare se si<br />

siano verificati casi di patologie ematiche<br />

in persone, militari o civili, che abbiano<br />

recentemente soggiornato nei territori<br />

dell'ex Jugoslavia.<br />

Sul piano politico, il ministro della Difesa<br />

Mattarella, parlando ieri, durante<br />

una visita a Sarajevo già programmata<br />

da tempo, ai militari italiani in missione<br />

in Bosnia ed Erzegovina, ha affermato<br />

che «non è in discussione il leale impegno<br />

dei vertici militari».<br />

Si è appreso infine che il Presidente<br />

del Consiglio Amato ha ricevuto ieri sera<br />

a Palazzo Chigi — informa un comunicato<br />

— l'ex segretario generale della<br />

Nato, Javier Solana.<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Sabato 6 Gennaio 2001<br />

NAUFRAGIO Tre vittime e un disperso<br />

Mercantile croato affonda<br />

al largo di Ancona<br />

ANCONA, 5.<br />

Una nave croata che trasporta 150<br />

tonnellate di marmo si è rovesciata 30<br />

miglia al largo di Ancona a causa di uno<br />

spostamento del carico: dei cinque<br />

membri dell’equipaggio soltanto uno è<br />

riuscito a mettersi in salvo guadagnando<br />

a nuoto una piattaforma petrolifera. Sono<br />

stati al momento recuperati tre corpi;<br />

l'altro naufrago viene ancora ricercato<br />

— anche se si affievoliscono le speranze<br />

di trovarlo vivo — dalle motovedette<br />

della Capitaneria di porto e da tre<br />

mercantili.<br />

L’allarme è scattato stamane alle<br />

Due persone travolte<br />

e uccise da un'auto<br />

pirata a Cagliari<br />

CAGLIARI, 5.<br />

Viene ricercata a Cagliari e in<br />

tutta la provincia un'autovettura<br />

scura, che, ieri notte, ha travolto<br />

e ucciso due amici che uscivano<br />

da un ristorante alla periferia del<br />

capoluogo. Le due vittime sono,<br />

gli operai cagliaritani Fabrizio<br />

Manca, di 34 anni, e Stefano Caria,<br />

di 41. Stavano attraversando<br />

la strada, in viale Monastir, per<br />

raggiungere la loro auto parcheggiata<br />

nella piazzola di un distributore<br />

di benzina, quando sono stati<br />

investiti da un'auto il cui conducente<br />

non si è fermato.<br />

«Molotov» contro la sede di un giornale a Padova<br />

PADOVA — Una bottiglia «molotov» è stata fatta esplodere venerdì mattina<br />

all'alba contro il portoncino d'ingresso della sede padovana del quotidiano<br />

«Il Gazzettino». Nel palazzo, oltre alla redazione del giornale ci sono alcune<br />

abitazioni private e alcuni inquilini sono stati svegliati dall'esplosione. A<br />

parte la paura, nessuno ha riportato danni. Infatti i danni provocati dall'ordigno<br />

sono stati molto limitati.<br />

Latitanti arrestati a Palermo e nel Materano<br />

PALERMO — Due latitanti sono stati arrestati nelle ultime ore: uno nella<br />

notte tra giovedì e venerdì a Palermo, l'altro venerdì mattina a Gorgoglione,<br />

in provincia di Matera. Il latitante arrestato a Palermo è il pluripregiudicato<br />

Giuseppe Castronovo, 29 anni, evaso nell'aprile scorso dagli arresti domiciliari.<br />

Quando gli agenti hanno bussato alla porta dell'abitazione dove il latitante<br />

si nascondeva, Castronovo ha cercato di scappare dal tetto ma è<br />

stato bloccato dai poliziotti con l'ausilio di alcuni vigili del fuoco fatti intervenire<br />

sul posto. L'altro latitante, Innocenzo Bevilacqua di 45 anni, ricercato<br />

dal 1996, è stato sorpreso al cimitero di Gorgoglione, dove aveva appena<br />

partecipato a un funerale, da agenti travestiti con la divisa del personale<br />

del camposanto. Bevilacqua era ricercato per una rapina commessa nel<br />

1994.<br />

Chiusi a Milano quasi tutti i reparti di medicina<br />

MILANO — Non è ancora l'emergenza influenza ma le numerose bronchiti<br />

e broncopolmoniti che hanno colpito in particolare la popolazione anziana<br />

hanno causato la chiusura dei reparti di medicina di quasi tutti gli ospedali<br />

di Milano. Tranne quello di Niguarda infatti — ha informato giovedì sera<br />

l'Ansa — le accettazioni mediche sono state sospese in tutti gli altri nosocomi.<br />

La situazione è stata resa nota dalla centrale operativa del 118 di Milano,<br />

il servizio che coordina l'urgenza e l'emergenza in città e in provincia.<br />

Ma la situazione — fanno notare alla centrale — potrebbe ulteriormente<br />

peggiorare nei prossimi giorni quando probabilemte esploderà l'attesa<br />

influenza virale. Il problema maggiore dipende dal fatto — ha dichiarato il<br />

direttore sanitario dell'ospedale «Sacco» — che è difficile dimettere i degenti<br />

non più autosufficienti e mancano del resto le strutture per lungodegenti»<br />

anche se il problema è fortunatamente limitato a non più di un mese<br />

all'anno.<br />

Il costante e multiforme impegno dei Volontari Vincenziani a Biella<br />

BIELLA — I Volontari Vincenziani sono molto<br />

attivi a Biella. Al Centro di ascolto di via Amendola<br />

offrono attenzione, amicizia, informazioni e<br />

insegnano la lingua italiana agli immigrati. Lo<br />

scorso anno hanno effettuato 1.056 ore di ascolto<br />

e avvicinato 27 ospiti nella Casa di accoglienza<br />

temporanea per persone in difficoltà mentre<br />

al Centro multietnico vengono assistiti donne e<br />

bambini immigrati.<br />

L'impegno dei Volontari Vincenziani si è svol-<br />

MUTUI Secondo il giudice del tribunale di Benevento<br />

Incostituzionale<br />

il decreto del Governo<br />

ROMA, 5.<br />

«Il giudice deve applicare la legge,<br />

prima di tutto la Costituzione. La sua<br />

più importante funzione è di rilevare e<br />

sottoporre alla Consulta i vizi di legittimità».<br />

Motiva così il giudice del tribunale<br />

di Benevento Flavio Cusani la decisione<br />

di sollevare una questione di legittimità<br />

— la prima in Italia — sul decreto<br />

per i mutui usurari. Il giudice Cusani,<br />

ipotizza nell’ordinanza depositata il 2<br />

gennaio e notificata al presidente del<br />

Consiglio, ai presidenti di Camera e Senato,<br />

alla Corte Costituzionale e alle<br />

parti, un «eventuale abuso di potere costituzionale<br />

se dovesse risultare che la<br />

competenza governativa è stata arbitrariamente<br />

assunta sulla base di pretestuosi<br />

ed infondati motivi giustificativi di necessità<br />

ed urgenza, allo scopo di perseguire<br />

l'esclusivo interesse patrimoniale<br />

delle banche».<br />

I mutui usurari e la battaglia per la<br />

modifica del decreto varato dal Governo<br />

porta l’unità tra le associazioni dei consumatori.<br />

Le tredici associazioni hanno<br />

infatti raggiunto oggi un accordo sulle<br />

modifiche che il Governo dovrà apportare<br />

al decreto sui mutui usurari. Se l’esecutivo<br />

non rispetterà gli impegni presi,<br />

annunciano in completa sintonia le associazioni,<br />

« i consumatori scenderanno in<br />

piazza il prossimo 9 febbraio». In concomitanza<br />

cioè con la sentenza attesa dal<br />

Tar del Lazio sui mutui agevolati. «Gli<br />

sforzi hanno portato ad un risultato storico.<br />

Abbiamo siglato un documento<br />

unitario, ne è valsa la pena per raggiungere<br />

l’unità. La partita in gioco è com-<br />

ore 7. La «Nautika 74», battente bandiera<br />

croata, era salpata da Spalato diretta<br />

ad Ancona. Una prima segnalazione<br />

captata dalla Guardia costiera parlava di<br />

un semplice spostamento del carico, che<br />

aveva fatto inclinare lo scafo. Poi, mentre<br />

un motorimorchiatore e una motovedetta<br />

tentavano di raggiungere il luogo<br />

indicato, al largo del Monte Conero, un<br />

mercantile in transito ha segnalato l’affondamento<br />

della Nautika, notizia rivelatasi<br />

invece infondata.<br />

Il marittimo salito sulla piattaforma<br />

«Bonaccia» è stato caricato a bordo di<br />

una delle navi che partecipano alle operazioni<br />

di soccorso, attesa in porto ad<br />

Ancona nel pomeriggio.<br />

Le condizioni meteorologiche sono<br />

buone, e questo facilita le ricerche,<br />

coordinate dalla sala operativa della Capitaneria.<br />

In Calabria una motonave portacontainer<br />

rumena, battente bandiera di<br />

Saint Vincent, si è arenata stamattina<br />

sulla spiaggia antistante il porto di Gioia<br />

Tauro. I 17 componenti l’equipaggio sono<br />

stati tratti in salvo da personale della<br />

Capitaneria di porto di Gioia Tauro e<br />

dai vigili del fuoco che li hanno trasbordati<br />

su un proprio mezzo grazie ad una<br />

teleferica. Le condizioni dei marittimi<br />

sono buone ad eccezione di due uomini<br />

che accusano, uno un principio di assideramento<br />

e l’altro un leggero trauma<br />

toracico. Anche le loro condizioni, comunque,<br />

non destano preoccupazioni.<br />

Secondo la Capitaneria di porto, lo<br />

spiaggiamento sarebbe stato causato dalle<br />

pessime condizioni meteo marine con<br />

mare forza 6-7 e vento forza 30-40<br />

nodi.<br />

Trapianti: non tutti<br />

gli ospedali sono attrezzati<br />

per le diagnosi d'urgenza<br />

MILANO, 5.<br />

È l'innalzamento dell'età dei donatori<br />

la prima causa del mancato utilizzo del<br />

cuore per il trapianto, che spesso, per<br />

lesioni coronariche, risulta non idoneo.<br />

Lo ha dichiarato ieri in un'intervista a<br />

un quotidiano il direttore del centro trapianti<br />

dell'ospedale «s.Matteo» di Pavia,<br />

Girolamo Sirchia, il quale ha successivamente<br />

precisato all'Ansa quali sono i<br />

termini del problema. Il motivo principale<br />

— ha rilevato — sta nel cambiamento<br />

della popolazione dei donatori.<br />

Infatti, grazie alle misure di prevenzione<br />

come l'obbligo del casco per i motociclisti,<br />

per fortuna sono diminuiti i giovani.<br />

Quindi, colui che è disponibile per il<br />

prelievo di organi è sempre più spesso<br />

un anziano. Di conseguenza, prima di<br />

prelevare l'organo, e in particolare il<br />

cuore, occorre essere certi che non ci<br />

siano lesioni coronariche. «Questa procedura<br />

dovrebbe essere la prassi — ha<br />

osservato Sirchia — ma può capitare<br />

che qualche struttura non sia dotata degli<br />

strumenti necessari o non sia in grado<br />

di fare questo esame in situazioni di<br />

urgenza. L'unica alternativa è attrezzare<br />

gli ospedali con servizi diagnostici d'urgenza».<br />

plessa e delicata» ha annunciato Rosario<br />

Trefiletti, presidente della Federconsumatori<br />

al termine della riunione.<br />

I consumatori bocciano il decreto del<br />

governo sui mutui e ribadiscono la richiesta<br />

di ritiro poiché lo considerano<br />

«iniquo e incostituzionale», e ripropongono<br />

l’esigenza di un tavolo istituzionale<br />

per cercare una soluzione al problema.<br />

Le associazioni dei consumatori chiedono<br />

al governo e al Parlamento che il tasso<br />

massimo per la parte residua di mutuo<br />

sia comunque al di sotto del tasso<br />

usurario; che venga tenuto conto del<br />

pregresso in relazione agli interessi usurari<br />

indebitamente pagati; che la rinegoziazione<br />

avvenga a costi zero; che sia<br />

garantito il diritto del consumatore a far<br />

valere le proprie ragioni in giudizio; che<br />

si realizzi una maggiore trasparenza nel<br />

settore del credito a partire dall’applicazione<br />

del tasso effettivo globale (Teg) a<br />

tutte le operazioni bancarie e alla fissazione<br />

delle penalità per l’estinzione anticipata<br />

dei finanziamenti nei limiti massimi<br />

già previsti per il credito al consumo<br />

e pari a circa l’1%.<br />

Anche Giorgio Benvenuto, presidente<br />

della Commissione Finanze della Camera<br />

non usa mezze misure e boccia in<br />

tutto e per tutto il decreto che pure,<br />

ammette, arriverà a Montecitorio «praticamente<br />

blindato». «La prima questione<br />

è che per il cittadino la rinegoziazione<br />

del mutuo bancario ai nuovi tassi non<br />

deve costare». Il secondo punto è quello<br />

del tasso di interesse, deve essere ridotto.<br />

Il 12,2 per cento fissato dal Governo<br />

è troppo alto».<br />

Sale a cinque<br />

il numero dei morti<br />

per i «botti»<br />

di Capodanno<br />

NAPOLI, 5.<br />

È morto ieri sera all’ospedale Cardarelli<br />

di Napoli, dove era ricoverato dalla<br />

notte di Capodanno, Giovanni Parascandalo,<br />

il diciassettenne rimasto gravemente<br />

ferito nell’esplosione di una cassa di<br />

petardi avvenuta in un appartamento a<br />

Castellammare di Stabia.<br />

Lo scoppio aveva già causato la morte<br />

di Antonietta Iovine, madre del ragazzo,<br />

e di Nicola Marotta, genero del padrone<br />

di casa. I funerali delle due vittime si sono<br />

svolti mercoledì scorso con la partecipazione<br />

di circa mille persone.<br />

Il padre del ragazzo, Aldo Parascandalo,<br />

è tuttora ricoverato in gravi condizioni<br />

nello stesso ospedale Cardarelli.<br />

Le condizioni di Giovanni, investito in<br />

pieno dall’esplosione, erano apparse subito<br />

disperate. Sull’incidente è in corso<br />

un’inchiesta della procura di Torre Annunziata.<br />

I periti hanno finora accertato<br />

la presenza nell’appartamento di un notevole<br />

quantitativo di fuochi. Ad innescare<br />

l’esplosione sarebbe stata una<br />

scintilla proveniente da uno degli stoppini<br />

usati per accendere i petardi, finita in<br />

uno scatolone zeppo di botti.<br />

Sale così a cinque il numero dei morti<br />

causati quest'anno dalla pericolosa mania<br />

dei «botti». Senza contare che restano<br />

gravissime le condizioni di Giuseppe<br />

D., il ragazzino di 12 anni ferito il primo<br />

gennaio nel quartiere Pianura di Napoli<br />

mentre con due amici confezionava un<br />

gioco pirotecnico in una fabbrica di fuochi<br />

abusiva e attualmente chiusa. Anche<br />

il bambino è ricoverato al Cardarelli, nel<br />

reparto di rianimazione.<br />

Tensione nel Bresciano<br />

per l'omicidio<br />

della titolare di un bar<br />

to per 5.541 ore negli ospedali e per 5.291 ore<br />

nelle case di riposo e nei centri di incontro come<br />

animatori. Ben 11.556 quelle dedicate alle visite<br />

domiciliari degli assistiti.<br />

Fino all'Epifania, in collaborazione con la Caritas<br />

diocesana, la Società di san Vincenzo ha<br />

organizzato a Biella la raccolta di generi alimentari<br />

con l'iniziativa «Avevo fame» che, dall'estate<br />

ad oggi, ha già fruttato 18.300 quintali di<br />

cibo. La cooperativa sociale «Il Cammino» prov-<br />

BRESCIA, 5.<br />

La popolazione di Vobarno, il piccolo<br />

centro del Bresciano dove l'altra notte è<br />

stata assassinata a scopo di rapina la titolare<br />

di un bar, Caterina Ferrari di 52<br />

anni, è ancora profondamente scossa<br />

per l'efferato delitto del quale è accusato<br />

un giovane immigrato marocchino,<br />

Abdherraim Nor di 21 anni, fermato subito<br />

dopo il crimine. Nel primo interrogatorio<br />

il giovane — riferisce l'Ansa —<br />

avrebbe risposto in modo confuso al<br />

magistrato, raccontando di aver bevuto<br />

parecchio quella sera e di non ricordare<br />

nulla. Indosso i Carabinieri gli hanno<br />

trovato la somma di 300.000 lire che il<br />

giovane afferma di avere guadagnato<br />

ma gli inquirenti sembrano comunque<br />

convinti della sua colpevolezza. Più di<br />

una volta nel recente passato si sono verificate<br />

nel Bresciano rapine anche tragiche<br />

ai danni di commercianti, che per<br />

bocca del presidente della Confcommercio<br />

Billé hanno lamentato quella che ritengono<br />

un'eccessiva tolleranza nei confronti<br />

dell'immigrazione clandestina. Da<br />

parte sua il procuratore della Repubblica<br />

di Brescia Tarquini, pur non sottovalutando<br />

il problema, ha osservato che<br />

sarebbe sbagliato ridurre il problema<br />

criminalità all'immigrazione clandestina.<br />

MUCCA PAZZA Denuncia degli agricoltori<br />

A rilento i test:<br />

paralizzati i macelli<br />

ROMA, 5.<br />

La Presidenza del Consiglio e i ministeri<br />

delle Politiche agricole e della Sanità<br />

rassicurano ma si fanno di giorno in<br />

giorno più preoccupanti in alcune regioni<br />

le conseguenze dei ritardi nell'applicazione<br />

della normativa europea contro il<br />

morbo della «mucca pazza». In una nota<br />

il Coordinamento delle associazioni<br />

dei produttori di latte denuncia la «paralisi<br />

totale delle macellazioni di bovini<br />

con età superiore a 30 mesi per l’impossibilità<br />

di effettuare i test Bse». Le strutture<br />

sanitarie, secondo gli agricoltori,<br />

riescono ad effettuare solo dal 10 al 20<br />

per cento del fabbisogno di analisi.<br />

«I bovini morti in stalla con età superiore<br />

a 12 mesi — scrivono — non vengono<br />

più ritirati per la carenza di impianti<br />

di incenerimento e i macelli scoppiano<br />

di sottoprodotti della macellazione<br />

che non si sa dove smaltire». I produttori<br />

di latte parlano di una situazione di<br />

«emergenza operativa di tutta la filiera<br />

zootecnica», mentre «le soluzioni sul tavolo<br />

stentano ad essere adottate», e minacciano<br />

di scaricare «vive o morte le<br />

vacche nei palazzi ministeriali».<br />

Le carenze strutturali e organizzative<br />

per l’effettuazione dei test anti Bse, obbligatorie<br />

sui capi macellati con più di<br />

30 mesi di età, hanno messo in ginocchio<br />

soprattutto gli allevatori del Milanese<br />

e del Lodigiano che forniscono il 45%<br />

dell’intero fabbisogno di carne dei consumatori<br />

lombardi. I macellai della zona,<br />

dove normalmente venivano abbattuti<br />

oltre mille capi al giorno, sono se-<br />

L'inchiesta<br />

sulla «casa-lager»<br />

per anziani<br />

nel Riminese<br />

RICCIONE, 5.<br />

Un «calendario del dolore»: si può definire<br />

così il registro rinvenuto dai carabinieri<br />

di Riccione nella casa di riposo<br />

per anziani «Montebello» a Mondaino. Il<br />

documento aiuterà gli inquirenti a capire<br />

se lo stato di abbandono e i maltrattamenti<br />

di cui sono accusati i titolari<br />

della struttura — i fratelli Maria Luisa<br />

ed Ettore Bulli che verranno interrogati<br />

oggi in carcere — abbiano potuto portato<br />

alla morte di sei anziani ospiti, soffocati<br />

dal cibo fatto ingerire a forza oppure<br />

vittime di una broncopolmonite dopo<br />

aver passato tutta la notte in terra o<br />

perché costretti, nonostante la febbre e<br />

l’asma, a fare la doccia obbligatoria.<br />

«Sveglia per la doccia alle 5» era scritto<br />

su un biglietto con le indicazioni per la<br />

giornata.<br />

Nella struttura, un ex bar-albergo ristrutturato<br />

che all’esterno era curato e<br />

lindo, non c’era alcuna possibilità di<br />

svago per gli ospiti. Non c’era una televisione<br />

(tranne una privata in una camera),<br />

non c’era neppure un mazzo di carte.<br />

Ma soprattutto non c’era assistenza<br />

medica. Il dottore veniva chiamato solo<br />

all’occorrenza. Una sola infermiera professionale<br />

era presente nel solo turno<br />

del mattino. C'era un’unica bombola<br />

d’ossigeno che era chiusa a chiave nell’ufficio<br />

della «direttrice».<br />

Intanto i 34 anziani ospiti, rimasti tutti<br />

nella casa, vengono assisti da personale<br />

dell'Asl di Rimini. Uno psichiatra e un<br />

geriatra sono stati nominati consulenti<br />

tecnici dai magistrati inquirenti, che<br />

hanno già sentito qualche degente, alcuni<br />

dipendenti e anche dei parenti accorsi<br />

dopo la notizia degli arresti.<br />

Perdona i responsabili<br />

la madre di un undicenne<br />

assassinato dalla mafia<br />

AGRIGENTO, 5.<br />

«Mafiosi, vi perdono»: lo ha dichiarato<br />

l'altro giorno, nella Cattedrale<br />

di Agrigento, Carmela Lo<br />

Presti, mamma di un bambino di<br />

11 anni, Stefano, assassinato due<br />

anni fa «per errore» in un agguato<br />

mafioso nelle campagne di Favara;<br />

e lo ha confermato ieri, anche<br />

se, ha aggiunto, quegli uomini<br />

«mi hanno distrutto la vita». «Nel<br />

mio cuore non c’è più rancore»,<br />

ha detto la donna, sostenendo che<br />

la fede ha aiutato la famiglia a superare<br />

i momenti difficili.<br />

«Eravamo caduti in un baratro,<br />

ma il Signore non ci ha mai lasciato<br />

soli», aveva mormorato al<br />

microfono parlando dal pulpito.<br />

L’Arcivescovo Carmelo Ferraro<br />

si è congratulato con lei, ma ha<br />

anche parlato della necessità che i<br />

responsabili dell’omicidio «ora<br />

mostrino il loro pentimento».<br />

Il piccolo Stefano fu ucciso a<br />

fucilate: era a bordo di un'auto<br />

accanto al presunto capo del clan<br />

mafioso degli «stiddari» di Favara,<br />

Carmelo Cusumano, vero bersaglio<br />

dei killer, che rimase illeso.<br />

vede, invece, all'inserimento lavorativo di soggetti<br />

svantaggiati. La raccolta degli abiti tramite<br />

gli appositi cassonetti — che ha coinvolto centri<br />

come Cossato, Sordevolo, Valdengo, Vigliano —<br />

ha già fruttato 200 tonnellate di capi. Vi sono vestiti<br />

in ottimo stato che vengono rivenduti per ricavarne<br />

fondi per le borse di studio destinate a<br />

giovani studenti stranieri o per essere distribuiti<br />

a chi ne ha bisogno.<br />

MARCO CARAMAGNA<br />

miparalizzati poiché le analisi assicurate<br />

dall’Istituto zooprofilattico di Brescia sono<br />

mediamente solo una trentina. Per il<br />

presidente dell’Unione agricoltori di Milano<br />

e Lodi, Vigo, è «incomprensibile il<br />

perché i locali istituti zooprofilattici non<br />

siano stati attrezzati per fronteggiare la<br />

situazione. Ancora una volta il nostro<br />

Paese — ha detto — è impreparato e<br />

non in grado di rispondere alle esigenze<br />

della filiera della carne bovina». Vigo ha<br />

chiesto gli interventi urgenti dei ministri<br />

competenti e della Regione Lombardia<br />

facendo presente i danni di centinaia di<br />

milioni al giorno che stanno subendo gli<br />

allevatori.<br />

I ritardi dell’avvio dei test sui bovini<br />

da macellare sono visti con preoccupazione<br />

dalla Coldiretti e da Confagricoltura<br />

che temono ulteriori effetti negativi<br />

sull’economia del settore. Bedoni, presidente<br />

della Coldiretti, ha scritto una lettera<br />

ai ministri della Sanità e delle Politiche<br />

agricole nella quale si spiega che<br />

perdurano «gravissimi ed insostenibili disagi<br />

sugli allevatori causati dalle disfunzioni<br />

burocratiche e amministrative».<br />

Ma gli allevatori sollevano anche la questione<br />

dello smaltimento delle carcasse e<br />

del materiale a rischio.<br />

«La nostra opinione — ha aggiunto il<br />

presidente della Confagricoltura, Bocchini<br />

— è che entro la fine di gennaio soltanto<br />

una percentuale ridotta di capi da<br />

macellare sarà sottoposta al test di diagnosi<br />

rapida della Bse. Se così fosse, gli<br />

allevatori italiani dovranno sopportare<br />

un ulteriore danno economico prolungato<br />

nel tempo».<br />

Ultrasettantenni<br />

stavano morendo<br />

abbandonati<br />

in un rudere<br />

SALERNO, 5.<br />

Marito e moglie, rispettivamente<br />

di 77 e di 75 anni, sono stati<br />

trovati ieri in fin di vita in un casolare<br />

diroccato nelle campagne<br />

di Pagani, nell’agro nocerino-sarnese.<br />

Soccorsi dai carabinieri, sono<br />

ricoverati in prognosi riservata<br />

all’ospedale di Nocera Inferiore.<br />

Nella misera abitazione invasa<br />

dai topi i due anziani sono stati<br />

trovati privi di forze, sporchi, in<br />

pessime condizioni igieniche e di<br />

salute. La donna, in particolare,<br />

era a terra sotto un cumulo nauseabondo.<br />

Anche l’uomo era sul<br />

pavimento, semisvenuto, coperto<br />

da cartacce e rifiuti.<br />

La drammatica scoperta è stata<br />

fatta per caso: i carabinieri si erano<br />

recati al casolare su richiesta<br />

di alcuni conoscenti dell'anziana<br />

coppia i quali volevano avvertirla<br />

di un lutto in famiglia.<br />

Il casolare è privo di elettricità<br />

e di acqua potabile, ed è raggiungibile<br />

solo percorrendo un chilometro<br />

a piedi tra gli arbusti. I coniugi<br />

vivevano da tempo in quel<br />

luogo abbandonato. Di cosa si cibassero<br />

nessuno lo sa; quel che è<br />

certo è che stavano morendo di<br />

stenti. I militari stanno cercando<br />

parenti dei due anziani e sembra<br />

che sia stato individuato un figlio.<br />

L’episodio ha sconvolto la popolazione<br />

della zona: I due hanno rischiato<br />

di morire senza che nessuno<br />

se ne accorgesse.<br />

Otto rinvii a giudizio<br />

per concessione<br />

irregolare a Gallipoli<br />

LECCE, 5.<br />

Otto persone sono state rinviate a giudizio<br />

ieri dal gup del Tribunale di Lecce,<br />

Antonio Del Coco, nell’ambito delle indagini<br />

sulle concessioni del complesso<br />

turistico balneare di Lido San Giovanni,<br />

a Gallipoli. Le accuse sono: abuso d’ufficio,<br />

danneggiamento, falsità ideologica<br />

commessa da pubblico ufficiale in atto<br />

pubblico (in concorso tra gli otto). Il<br />

giudizio era stato chiesto dal pm, Maria<br />

Cristina Rizzo, per Giuseppe Fiengo, avvocato<br />

generale dello Stato; Flavio Fasano,<br />

ex sindaco di Gallipoli; Luigi De<br />

Tommasi, ex segretario generale del Comune<br />

di Gallipoli; Giuseppe Cataldi,<br />

Giuseppe Carmone e Luciano Orlandino,<br />

dell’ufficio tecnico comunale di Gallipoli;<br />

Claudio Scapparone ed Emilio<br />

Tursi, ex comandanti della Capitaneria<br />

di porto di Gallipoli.<br />

Prosciolta Patrizia Filograna, legale<br />

rappresentante della società immobiliare<br />

Sant’ Anna di Milano, che ha gestito dal<br />

'94 al '97 il complesso turistico balneare<br />

che aveva un fatturato annuo di diversi<br />

miliardi. Gli otto — secondo l’accusa —<br />

avrebbero favorito la concessione di Lido<br />

San Giovanni all'immobiliare milanese<br />

a danno di altre ditte.


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Anno CXLI - N. 5 (42.643) CITTÀ DEL VATICANO Lunedì-Martedì 8-9 Gennaio 2001<br />

Giovanni Paolo II chiude la Porta Santa<br />

del Grande Giubileo del Duemila e consegna alla Chiesa<br />

le linee di riflessione per «ripartire da Cristo»<br />

Lettera Apostolica del Santo Padre all'Episcopato, al Clero e ai Fedeli<br />

al termine del Grande Giubileo dell'Anno Duemila<br />

NOVO MILLENNIO INEUNTE<br />

IOANNIS PAULI PP. II<br />

SUMMI PONTIFICIS<br />

EPISTULA APOSTOLICA<br />

NOVO MILLENNIO<br />

INEUNTE<br />

EPISCOPIS CLERO<br />

FIDELIBUS<br />

MAGNI IUBILAEI ANNI<br />

MM SUB EXITUM<br />

IOANNES PAULUS PP. II<br />

Fratribus in Episcopatu,<br />

presbyteris et diaconis,<br />

religiosis viris et mulieribus,<br />

laicis fidelibus universis.<br />

1. N OVO MILLENNIO INEUNTE, dum<br />

Magno Iubilaeo finis imponitur, quo a Christo<br />

nato duo milia celebravimus annorum dumque<br />

novum itineris spatium patet Ecclesiae, eadem<br />

in corde nostro referuntur verba quibus, postquam<br />

in Simonis navicula turbae locutus erat,<br />

Apostolum invitavit quondam Iesus ut piscaturus<br />

altum peteret: Duc in altum (Lc 5, 4). Petrus<br />

sociique primi Christi verbis fidem tribuerunt,<br />

atque rete laxarunt. «Et cum hoc fecissent,<br />

concluserunt piscium multitudinem copiosam»<br />

(Lc 5, 6).<br />

Duc in altum! Verba haec nobis hodie personant<br />

nosque simul compellunt ut praeterita<br />

teneamus grata memoria, praesentia studiose<br />

experiamur, ad futura fidenter nos expediamus:<br />

«Iesus Christus heri et hodie idem, et in<br />

saecula» (Heb 13, 8).<br />

Magna fuit hoc anno Ecclesiae laetitia, quae<br />

ad suum Sponsum Dominumque contemplandum<br />

sese applicavit. Plus quam umquam ipsa<br />

facta est peregrinans populus, quem is ducit<br />

qui est pastor magnus ovium (cfr Heb 13, 20).<br />

Praestabili quidem alacritate, quae omnia<br />

membra complexa est, Dei Populus simul hic<br />

Romae, simul Hierosolymis et in unaquaque<br />

Ecclesia locali, «Portam Sanctam» transivit,<br />

quae est Christus. Ad eum, qui est historiae fastigium<br />

unusque mundi Salvator, Ecclesia Spi-<br />

CONTINUA A PAGINA 2<br />

Nel Tabloid allegato<br />

il testo italiano della Lettera Apostolica<br />

di Giovanni Paolo II<br />

«G<br />

«Guardo<br />

lontano»<br />

uardo lontano». In queste due parole pronunciate<br />

dal Santo Padre con forza e con<br />

amore c'è tutto quello che abbiamo vissu-<br />

to in questi giorni veramente epifanici. C'è la storia<br />

di un anno — l'Anno del Grande Giubileo del Duemila<br />

—, c'è il fluire di ogni singolo giorno, ci sono i<br />

passi, l'entusiasmo e la pazienza fidente dei pellegrini.<br />

C'è particolarmente la fede rocciosa di un Uomo<br />

e di un popolo. E c'è la speranza sgorgante dalla<br />

fede e dalla consapevolezza di aver consegnato<br />

la propria vita nelle mani di Colui che è la «vera<br />

Porta Santa».<br />

In quel «guardo lontano» c'è la notte del Natale<br />

1999 e c'è il mattino dell'Epifania 2001. C'è il Secondo<br />

Millennio e c'è il Terzo Millennio. C'è il bimillenario<br />

di una Nascita che ha sconvolto il cammino<br />

della storia.<br />

«Guardo lontano»: sono le parole di chi ha sempre<br />

guardato lontano. È l'atteggiamento interiore di<br />

chi ha sempre proiettato lo sguardo avanti cercando<br />

tra i meandri della vicenda umana la via maestra<br />

che conduce alla Porta. Così da quell'ottobre 1978;<br />

così da quel maggio 1981; così da quell'essersi fatto<br />

Vangelo pellegrinante; così da viandante tra i testimoni<br />

della Collina delle Croci e di tutti i Luoghi consacrati<br />

dalla fede e dal sangue dei martiri del Novecento.<br />

Così da quel profetizzare il Grande Giubileo<br />

nel dettare, nel 1976, gli esercizi spirituali al suo<br />

Predecessore Paolo VI.<br />

«Guardo lontano». Eccolo Giovanni Paolo II. Sempre<br />

pronto a ripartire verso orizzonti nuovi ed innovanti.<br />

Sempre munito dell'audacia della Verità. Sempre<br />

deciso ad osare con il futuro.<br />

m. a.<br />

Epifania del Signore:<br />

l'omelia del Papa alla solenne<br />

Concelebrazione Eucaristica<br />

L'incontro di festa<br />

con i bambini<br />

Pagine 8/9 e 10<br />

Pagina 12<br />

Il Battesimo di 18 neonati<br />

L'Angelus del 7 gennaio<br />

Pagina 13<br />

Pagina 14<br />

La visita al Presepe dei Netturbini<br />

Pagina 15<br />

L'udienza ad una Delegazione<br />

del Congresso Usa<br />

Pagina 15<br />

NOSTRE<br />

INFORMAZIONI<br />

Il Santo Padre ha ricevuto oggi in<br />

udienza Sua Eccellenza Reverendissima<br />

Monsignor José Saraiva Martins, Arcivescovo<br />

titolare di Tuburnica, Prefetto della<br />

Congregazione delle Cause dei Santi, con<br />

Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor<br />

Edward Nowak, Arcivescovo titolare<br />

di Luni, Segretario della medesima Congregazione.<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina<br />

in udienza S.E. il Signor Štefan Falež,<br />

Ambasciatore del Sovrano Militare<br />

Ordine di Malta, con la Consorte, in visita<br />

di congedo.<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha accettato le dimissioni<br />

da Patriarca di Antiochia dei Siri, presentateGli<br />

da Sua Beatitudine Ignace<br />

Moussa II Daoud, Prefetto della Congregazione<br />

per le Chiese Orientali, concedendogli<br />

in pari tempo il titolo di Patriarca<br />

«ad personam».<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha accettato la rinuncia<br />

al governo pastorale della Diocesi di Passau<br />

(Repubblica Federale di Germania),<br />

presentata da Sua Eccellenza Reverendissima<br />

Monsignor Franz Xavier Eder in<br />

conformità al can. 401 § 1 del Codice di<br />

Diritto Canonico.<br />

. .<br />

Nomina di Coadiutore<br />

Il Santo Padre ha nominato Vescovo<br />

Coadiutore di San Jose de Antique (Filippine)<br />

Sua Eccellenza Reverendissima<br />

Monsignor Romulo de la Cruz, finora Vescovo-Prelato<br />

di Isabela.<br />

Da pagina 17 a 24 il quotidiano appuntamento<br />

con i «Pellegrini del Duemila»,<br />

la Terza e i Notiziari


.<br />

CONTINUAZIONE DALLA PAGINA 1<br />

PAGINA<br />

ritusque clamaverunt: Marana tha<br />

— Veni, Domine Iesu (cfr Apc 22,<br />

17.20; 1 Cor 16, 22).<br />

Gratiae eventus perpendi non potest,<br />

qui anno vertente hominum<br />

conscientias attigit. At procul dubio<br />

«fluvium aquae vivae», perpetuo<br />

«procedentem de throno Dei et<br />

Agni» (cfr Apc 22, 1) large effuseque<br />

recepit Ecclesia. Aqua est Spiritus<br />

quae sitim depellit ac renovat (cfr<br />

Io 4, 14). Misericors Patris est<br />

amor, qui in Christo denuo revelatur<br />

et donatur. Huius anni sub exitum<br />

pristinum grati animi verbum<br />

renovato cum gaudio iterare possumus:<br />

«Confitemini Domino, quoniam<br />

bonus, quoniam in saeculum<br />

misericordia eius» (Ps 118 [117], 1).<br />

2.Quaedam Nos tenet necessitas<br />

ad vos, carissimi, Nos convertendi<br />

ut laudis canticum communicemus.<br />

Sancto de hoc anno Bismillesimo,<br />

singulari quadam scilicet de<br />

meta, inde a Nostri Pontificatus<br />

principio cogitavimus. In celebratione<br />

illa quandam provide constitutam<br />

opportunitatem percepimus, in<br />

qua Ecclesia, Concilii Vaticani II triginta<br />

quinque exactis annis, sua de<br />

4.«Gratias agimus tibi, Domine<br />

Deus omnipotens» (Apc 11, 17). In<br />

Bulla qua Iubilaeum indiximus<br />

exoptavimus ut bismillesimam Incarnationis<br />

mysterii celebrationem<br />

veluti «Laudis canticum perpetuum<br />

adversus Trinitatem» (2) haberemus<br />

ac simul ipsa teneatur tamquam<br />

«reconciliationis semita nec non verae<br />

spei documenta iis omnibus qui<br />

Christum respiciunt eiusque Ecclesiam»<br />

(3). Huius gratiae anni experientia<br />

vitales ad has rationes explicata<br />

est, quae quaedam attigit graviora,<br />

ut Dei praesentiam quasi manu<br />

tangeremus a quo descendit<br />

«omne datum optimum et omne donum<br />

perfectum» (Iac 1, 17).<br />

Prae omnibus de laudis ratione<br />

cogitamus. Hinc nempe omnis fidei<br />

vera responsio oritur ad Dei in Christo<br />

revelationem. Christiana religio<br />

gratia est, est inopinatum Dei quiddam,<br />

qui, haud satis habens mundum<br />

condere, una cum sua creatura<br />

iter facit, atque postquam multifariam<br />

ac multis modis effatus est,<br />

«in novissimis his diebus locutus est<br />

nobis in Filio» (Heb 1, 12).<br />

His diebus! Sane quidem, Iubilaeum<br />

effecit ut duo milia historiae<br />

transiisse annorum animadverteremus,<br />

haud illius «hodie» extenuata<br />

viriditate, quo pastoribus mirum Iesu<br />

Bethleem nati eventum nuntiarunt<br />

angeli: «Natus est vobis hodie<br />

Salvator, qui est Christus Dominus,<br />

in civitate David» (Lc 2, 11). Duo<br />

milia annorum transierunt, at plus<br />

quam umquam vivida perstant ea<br />

quae Iesus de sua missione coram<br />

suis stupentibus concivibus in Nazarethana<br />

synagoga dixit, Isaiae ad se<br />

referens prophetiam: «Hodie impleta<br />

est haec Scriptura in auribus vestris»<br />

(Lc 4, 21). Transierunt duo<br />

milia annorum, sed peccatores, misericordia<br />

indigentes — quis ea non<br />

indiget? — salutis illud «hodie»<br />

usque solatur, quod in Cruce Dei<br />

Regnum latroni paenitenti ianuam<br />

reseravit: «Amen dico tibi: Hodie<br />

mecum eris inparadiso»(Lc23,43).<br />

Plenitudo temporis<br />

5.Eo quod Magnum hoc Iubilaeum<br />

tempore contigit eodem quo<br />

novum millennium incohavit, id<br />

procul dubio iuvit ut, nullis mille<br />

annorum doctrinis admissis, Christi<br />

mysterium in magno historiae salutis<br />

prospectu perciperetur. Christiana<br />

disciplina religio est quae in historia<br />

innititur! In historiae namque<br />

provincia foedus cum Israel facere<br />

et sic Filii in Mariae gremio nativitatem<br />

parare voluit Deus, «ubi<br />

venit plenitudo temporis» (Gal 4, 4).<br />

Suo in humano divinoque mysterio<br />

perceptus, Christus fundamentum<br />

est historiae eiusque medium obtinet<br />

locum, cuius sensus ac postrema<br />

meta est. Etenim per eum, Verbum<br />

Patrisque imaginem «omnia<br />

facta sunt» (Io 1, 3; cfr Col 1, 15).<br />

Eius incarnatio, quae in paschali<br />

mysterio atque in Spiritu donato ad<br />

summum pervenit, temporis est<br />

quasi micans cor, hora arcana, qua<br />

2 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Lunedì-Martedì 8-9 Gennaio 2001<br />

Lettera Apostolica di Giovanni Paolo II all'Episcopato, al Clero e ai Fedeli<br />

al termine del Grande Giubileo dell'Anno Duemila<br />

renovatione interrogatura erat, ut<br />

novo impetu suam evangelizationis<br />

missionem susciperet.<br />

Estne Iubilaeum hoc propositum<br />

consecutum? Munus nostrum, alacribus<br />

illatis virium contentionibus<br />

atque simul haud dubiis exstantibus<br />

debilitatibus, Dei in conspectu positum<br />

est. At grati animi officium ob<br />

«mirabilia», quae Deus pro nobis<br />

patravit, posthabere non possumus.<br />

«Misericordias Domini in aeternum<br />

cantabo!» (Ps 89 [88], 2).<br />

Eodem tempore id quod nostros<br />

ante oculos obversabatur considerari<br />

et, aliquo sensu, enodari vult, ut<br />

quod Spiritus hunc sic plenum per<br />

annum Ecclesiae dixit audiatur (cfr<br />

Apc 2, 7.11.17 et cet.).<br />

3.Cumprimis, carissimi Fratres<br />

carissimaeque Sorores, oportet ut in<br />

futurum aevum, quod pro nobis est,<br />

nos protendamus. Compluries his<br />

mensibus novum adveniens millennium<br />

respeximus, Iubilaeum experientes<br />

non modo veluti praeteriti<br />

temporis memoriam, verum etiam<br />

futuri prophetiam. Necesse nunc<br />

est perceptam gratiam thesaurizare,<br />

quae in ferventia proposita et certos<br />

inceptorum ordines convertetur. Ad<br />

munus hoc omnes locales invitare<br />

I<br />

Cum Christo congressio:<br />

Magni Iubilaei hereditas<br />

«appropinquavit regnum Dei» (cfr<br />

Mc 1, 15), immo radices egit, tamquam<br />

semen in magnam arborem<br />

evasurum (cfr Mc 4, 30-32), nostra<br />

in historia.<br />

«Gloria tibi, Christe Iesu, hodie<br />

ac semper regnabis». Hoc cantico<br />

sexcenties iterato contemplati hoc<br />

anno sumus Christum, qualem<br />

ostendit Apocalypsis: «Ego Alpha et<br />

Omega, primus et novissimus, principium<br />

et finis» (Apc 22, 13). Et<br />

cum Christum contemplaremur, Patrem<br />

simul et Spiritum, unam individuamque<br />

Trinitatem, ineffabile<br />

mysterium in quo omnia principium<br />

suamque consummationem habent,<br />

adoravimus.<br />

Memoriae purificatio<br />

6.Ut mysterii contemplandi<br />

causa purior esset oculus noster,<br />

Annus hic iubilaris insigniter expetita<br />

venia distinctus est. Quae res<br />

non modo ad singulos attinuit, qui<br />

propria de vita se interrogaverunt<br />

ut misericordiam implorarent atque<br />

peculiare indulgentiae donum consequerentur,<br />

verum et ad totam Ecclesiam,<br />

quae noxas in memoriam<br />

revocare voluit, quibus tot ipsius filii<br />

Christi Sponsae vultui caliginem<br />

induxerunt.<br />

Iam diu ad hoc conscientiae examen<br />

nos comparavimus, cum hoc<br />

sciremus: «Ecclesia in proprio sinu<br />

peccatores complectens, sancta simul<br />

et semper purificanda» est (4).<br />

Scientiae congressus nos ad has facies<br />

definiendas iuverunt, in quibus<br />

Evangelii sensus, duorum milium<br />

annorum exactorum decursu, haud<br />

semper eminuit. Permovens sacra<br />

Liturgia, die XII mensis Martii anno<br />

MM acta, non est obliviscenda,<br />

qua sancti Pauli in Basilica, Christum<br />

cruci affixum contuentes, vox<br />

facti sumus Ecclesiae, pro peccatis<br />

eiusdem filiorum veniam petentes.<br />

Haec «memoriae purificatio» gressus<br />

nostros in futurum tempus reddidit<br />

firmiores, humiliores nos dum<br />

facit nosque Evangelio adhaerentes<br />

vigilantiores.<br />

Fidei testes<br />

7.Paenitentialis tamen viva conscientia<br />

non obstitit quominus Domino<br />

gloriam redderemus de his<br />

quae omnia per saecula patravit, atque<br />

potissimum de saeculo nuper<br />

exacto, cum Ecclesiae magnam<br />

sanctorum martyrumque multitudinem<br />

praeberet. Nonnullis ex iis<br />

iubilaris Annus beatificationis canonizationisque<br />

fuit annus. Cum ad<br />

Pontifices spectet, qui in annalibus<br />

praeclare fulserunt, vel humilioris<br />

ordinis laicos ac religiosos religiosasque,<br />

per omnes continentes sanctitas<br />

plus quam umquam facies illa<br />

visa est quae Ecclesiae mysterium<br />

aptius patefacit. Cum conspicue sine<br />

verbis nuntiet, vivum Christi vultum<br />

ipsa prae se fert.<br />

Anni Sancti oblata occasione,<br />

multum adlaboratum est ut XX saeculi<br />

fidei Testium memoriae colligerentur.<br />

Die VII mensis Maii anno<br />

cupimus Ecclesias. In unaquaque<br />

earum, quae circum Episcopum<br />

congregantur, in Verbi auditione, in<br />

fraterna communione et in «fractione<br />

panis» (cfr Act 2, 42), «vere inest<br />

et operatur Una Sancta Catholica et<br />

Apostolica Christi Ecclesia» (1). In<br />

definitis ipsis cuiusque Ecclesiae<br />

condicionibus potissimum unius Dei<br />

Populi mysterium illam peculiarem<br />

consequitur effigiem, quae efficit ut<br />

singulis statibus et culturis is adhaereat.<br />

Eo quod in tempus spatiumque<br />

radices agit Ecclesia, id ad extremum<br />

Incarnationis ipsum motum<br />

prae se fert. Tempus idcirco est ut<br />

unaquaeque Ecclesia, dum id cogitat<br />

quod Dei Populo hoc peculiari<br />

gratiae anno, immo longiore temporis<br />

intervallo quod inter Concilium<br />

Vaticanum II et Magnum Iubilaeum<br />

intercedit, dixit Spiritus, suum fervorem<br />

periclitetur novumque in spiritalem<br />

pastoralemque operam impetum<br />

suscipiat. Hanc propter causam<br />

hisce Nostris Litteris, iubilari<br />

Anno finem imponentes, Nostri ministerii<br />

Petrini adiumentum praebere<br />

cupimus, ut Ecclesia in suorum<br />

donorum varietate itinerisque unitate<br />

magis magisque fulgeat.<br />

MM una cum aliarum Ecclesiarum<br />

Communitatumque ecclesialium<br />

procuratoribus, Amphitheatro Flaviano<br />

permoventes exhibente scaenas,<br />

quod antiquarum persecutionum<br />

est signum, eosdem commemoravimus.<br />

Hereditas est quaedam<br />

quae non est dissipanda, eademque<br />

est usque grati animi officio committenda<br />

atque imitationis renovato<br />

proposito demandanda.<br />

Peregrinans Ecclesia<br />

8.Semitas Sanctorum fere calcantes,<br />

complures Romam advenerunt,<br />

apud Apostolorum sepulcra,<br />

Ecclesiae filii, suam fidem profiteri,<br />

propria peccata confiteri atque salutiferam<br />

misericordiam recipere studentes.<br />

Mirantes non modo Nos peregrinatorum<br />

turbas, quae Forum<br />

Petrianum complerunt, compluribus<br />

celebrationibus exstantibus, hoc anno<br />

contuiti sumus. Longa saepenumero<br />

peregrinatorum agmina sistentes<br />

adspiciebamus, qui aequo animo<br />

exspectabant usque dum Portam<br />

Sanctam transirent. In unoquoque<br />

eorum vitae historiam fingebamus,<br />

quae gaudiis, sollicitudinibus, doloribus<br />

distinguebatur; hanc historiam<br />

Christus convenerat, quae, cum eo<br />

instituto dialogo, spei denuo iter suscipiebat.<br />

Cum exinde hominum manipulos<br />

progredientes conspiceremus,<br />

expressam peregrinantis Ecclesiae<br />

imaginem fingebamus, illius scilicet<br />

Ecclesiae, quae — ut ait sanctus<br />

Augustinus — «inter persecutiones<br />

mundi et consolationes Dei» (5) ponitur.<br />

Nobis tantum concessum est<br />

ut huius singularis eventus faciem<br />

manifestiorem inspiceremus. Quis<br />

gratiae mirabilia, quae in cordibus<br />

facta sunt, metiri potest? Ut sileamus<br />

et adoremus convenit, dum humiliter<br />

in Dei arcana opera fiduciam<br />

habemus atque eiusdem dilectionem<br />

sine fine cantamus: «Misericordias<br />

Domini in aeternum cantabo!».<br />

Adulescentes<br />

9.Innumeri iubilares conventus<br />

perquam varios hominum ordines<br />

complexi sunt, cum vere mirabilem<br />

participationem recenserent, quae<br />

interdum auctorum suasorumque,<br />

sive ecclesiasticorum sive civilium,<br />

operam exercuit. Has Nostras per<br />

Litteras cunctis gratias easque ex<br />

corde persolvere cupimus. At praeter<br />

numerum, saepe permoti sumus<br />

eo quod seriam precationis, meditationis,<br />

communionis voluntatem<br />

animadvertimus, quam conventus<br />

hi plerumque ostenderunt.<br />

In memoriam potissimum est revocanda<br />

tam laeta quam animum<br />

permovens adulescentium coadunatio.<br />

Si quidem aliqua superest Iubilaei<br />

imago Anni MM, quae prae<br />

ceteris vivida in memoria manet,<br />

procul dubio ea est imago celeberrimorum<br />

adulescentium, quibuscum<br />

quendam singularem dialogum instituere<br />

potuimus, mutua dirigente benevolentia<br />

et magna animorum consensione.<br />

Id quidem factum est ubi<br />

primum in Platea sancti Ioannis Lateranensis<br />

ac in Foro Petriano eos<br />

salutavimus. Deinde eos vidimus<br />

per Urbem discurrentes, laetos, quemadmodum<br />

adulescentes decet, at<br />

cogitabundos, precationibus, «sensui»,<br />

verae amicitiae studentes. Neque<br />

ipsi, neque quoquot eosdem<br />

conspexerunt hebdomadam illam,<br />

cum Roma «adulescens cum adulescentibus»<br />

facta est, e memoria facile<br />

deponunt. Eucharistica celebratio<br />

apud Turrim Virgatam obliterari<br />

non potest.<br />

Adulescentes Romae Ecclesiaeque<br />

rursus peculiare Dei Spiritus fuerunt<br />

donum. Cum adulescentes<br />

considerantur, difficultatibus inspectis<br />

et debilitatibus quibuscum huius<br />

temporis in societate iidem implicantur,<br />

quaedam ad pessimismum<br />

exsistit inclinatio. Adulescentium Iubilaeum<br />

nos quasi «de gradu deiecit»,<br />

cum nobis significaret, etsi<br />

quaedam esse possent ambigua,<br />

adulescentes insigne in germana bona<br />

studium demonstrare, quae in<br />

Christo suam consequuntur plenitudinem.<br />

Nonne Christus verae libertatis<br />

altaeque cordis laetitiae est arcanum?<br />

Nonne supremus amicus si-<br />

mulque omnis verae amicitiae institutor<br />

est Christus? Si quidem adulescentibus<br />

ostenditur Christus suum<br />

verum manifestans vultum, eum<br />

animadvertunt ipsi veluti persuadentem<br />

responsionem iique nuntium recipere<br />

valent, quamvis severum et<br />

Cruce signatum. Quocirca eorum<br />

concussi animorum fervore, ab eis<br />

quaerere non dubitavimus, ut fidem<br />

vitamque penitus eligerent, mirum<br />

exhibentes munus: quod est «custodis<br />

matutini temporis» (cfr Is 21, 11-<br />

12) hoc novi millennii diluculo.<br />

Variorum ordinum<br />

peregrini<br />

10.Singulos iubilares eventus ut<br />

patet nominatim recensere non possumus.<br />

Unusquisque eorum suam<br />

habuit peculiaritatem, qui non modo<br />

cunctis iis qui praesentes intefuerunt<br />

suum nuntium reliquerunt, verum<br />

etiam et iis qui eos cognoverunt<br />

vel eosdem per communicationum<br />

socialium instrumenta absentes<br />

participarunt. Memorandus est<br />

festivus animus primae ac magnae<br />

congressionis parvulorum. Quod<br />

cum illis incepimus, hoc sibi vult Iesu<br />

monitum servare: «Sinite parvulos<br />

venire ad me» (Mc 10, 14). Magis<br />

etiam id significavit eandem agi<br />

rem quam ipse fecit, cum parvulum<br />

«statuit in medio» atque illius mentis<br />

ipsam finxit speciem, quam habere<br />

debet, si quis intrare vult in<br />

Regnum caelorum (cfr Mt 18, 2-4).<br />

Sic, ut ita dicamus, parvulorum<br />

vestigia persequentes iubilarem misericordiam<br />

flagitarunt adulta aetate<br />

hominum admodum varii ordines: ii<br />

sunt senes, aegroti et dishabiles, fabricarum<br />

camporumque operarii et<br />

athleticam exercentes, artifices et<br />

studiorum universitatum doctores,<br />

Episcopi, presbyteri ac personae<br />

consecratae, rem politicam agentes,<br />

diurnarii et milites, qui sui servitii<br />

sensum confirmaverunt, in pacem<br />

servandam collati.<br />

Multum eminuit opificum coadunatio,<br />

quae die I mensis Maii, tradito<br />

contingente operum festo, evenit.<br />

Ab iis poposcimus ut operis tenerent<br />

spiritalitatem, sanctum Ioseph<br />

imitantes et ipsum Iesum. Eorum<br />

praeterea iubilaeum Nobis dedit copiam<br />

gravem pronuntiandi invitationem<br />

ut oeconomica socialisque<br />

inaequabilitas in operum provincia<br />

sanaretur, atque oeconomiae cunctum<br />

orbem complectentis processus<br />

sine mora ordinarentur ob oculos<br />

habita solidarietate necnon in<br />

unamquamque humanam personam<br />

observantia. Parvuli, festivo sensu<br />

redundantes, in Familiarum Iubilaeo<br />

redierunt, in quo mundo sunt<br />

demonstrati veluti «ver familiae societatisque».<br />

Insignis fuit iubilaris<br />

haec congressio, in qua tot familiae,<br />

undique gentium oriundae, renovato<br />

fervore ad Christi lucem pro se<br />

de primigenio Dei proposito hauriendam<br />

(cfr Mc 10, 6-8; Mt 19, 4-6)<br />

venerunt. Operam dare studuerunt<br />

ut eadem culturam illuminaret,<br />

quae in periculo versatur matrimonii<br />

familiarisque instituti sensum ipsum<br />

in modum usque graviorem<br />

amittendi.<br />

Inter maxime exinde permoventes<br />

conventus congressio Nobis fuit<br />

illa cum captivis in Regina Caeli.<br />

In eorum oculis dolorem inspeximus,<br />

sed etiam paenitentiam ac<br />

spem. Iis Iubilaeum peculiari nomine<br />

«annus misericordiae» fuit.<br />

Iucunda tandem, postremis anni<br />

diebus, cum iis congressio fuit qui<br />

artem scaenicam agunt, unde tanta<br />

in populi animum oritur attractiva<br />

vis. Iis qui in hac provincia versantur<br />

grave memoravimus officium<br />

probandos nuntios una cum laeto<br />

oblectamento proferendi, qui, quod<br />

ad mores attinet, salubres habentur<br />

aptique ad fiduciam inferendam et<br />

vitae amorem.<br />

Congressus<br />

Eucharisticus<br />

Internationalis<br />

11.Anni iubilaris habita ratione,<br />

magnum pondus habere debebat<br />

Congressus Eucharisticus Internationalis.<br />

Quod habuit! Si quidem<br />

Eucharistia sacrificium est Christi<br />

inter nos praesentis, nonne eius<br />

praesentia realis Anno Sancto vertente,<br />

Verbi incarnationi dicato,<br />

principalem obtinere locum debuit?<br />

Hac de causa ille veluti annus «penitus<br />

eucharisticus» (6) prospectatus<br />

est atque hoc modo illum experiri<br />

studuimus. Eodem tempore, Filii<br />

nativitate memorata, deesse non poterat<br />

Matris memoria. Iubilari in celebratione<br />

non modo per opportunas<br />

praestantesque congressiones<br />

adfuit Maria, verum et potissimum<br />

per magnum dicationis Actum, quo,<br />

magna universalis Episcopatus parte<br />

comitante, eiusdem maternae sollicitudini<br />

virorum mulierumque novi<br />

millennii vitam commisimus.<br />

Oecumenica ratio<br />

12.Illud quidem intellegitur,<br />

Nos praesertim de Iubilaeo sponte<br />

et ultro loqui, quod in Petri sede<br />

consideratur. Attamen non obliviscimur<br />

Nos voluisse ut celebratio<br />

etiam in Ecclesiis particularibus pleno<br />

iure ageretur, atque inibi videlicet<br />

fidelium maior pars peculiares<br />

gratias consequi potuit et nominatim<br />

Anni iubilaris indulgentiam.<br />

Praeclarum tamen est complures<br />

Dioeceses voluisse ut etiam hic magnas<br />

per fidelium turmas Romae<br />

adessent. Iterum suum providum illius<br />

loci officium aeterna Urbs<br />

ostendit, in quo divitiae donaque<br />

cuiusque Ecclesiae, immo cuiusque<br />

nationis et culturae, in «catholica<br />

religione» componuntur, ut una<br />

Christi Ecclesia sacramenti unitatis<br />

(7) mysterium magis ac magis perspicue<br />

demonstret.<br />

Peculiarem diligentiam etiam poposcimus,<br />

peculiaribus ex Anni iubilaris<br />

consiliis, in rationem oecumenicam<br />

conferendam. Quae fuit opportunior<br />

occasio, ut in plenam<br />

communionem iter foveretur, quam<br />

Christi nati communis celebratio?<br />

Multum ob eam causam adlaboratum<br />

est, atque oecumenica apud<br />

Sancti Pauli Basilica congressio diei<br />

XVIII mensis Ianuarii anni MM<br />

exstat praeclara, cum primum in historiae<br />

annalibus Porta Sancta coniunctim<br />

reclusa est a Petri Successore,<br />

Primate Anglico et Metropolita<br />

Patriarchatus Oecumenici<br />

Constantinopolitani, coram Ecclesiarum<br />

Communitatumque totius<br />

mundi participibus. Hac ratione fuerunt<br />

quoque nonnullae magni momenti<br />

cum Patriarchis orthodoxis et<br />

aliarum christianarum confessionum<br />

rectoribus congressiones. Recordamur<br />

peculiarem in modum<br />

Nos proxime S.S. Karekin II, qui<br />

est Patriarcha Supremus et Catholicos<br />

Armenorum. Aliarum Ecclesiarum<br />

Communitatumque ecclesialium<br />

singularium coetuum iubilares<br />

congressiones participarunt. Iter<br />

certe laboriosum perstat, forsan longum,<br />

at nos tenet spes a Resuscitato<br />

praesenti ipsiusque Spiritus inexhausta<br />

vi nos actum iri, qui miras<br />

res usque novas praebere valet.<br />

In Terram Sanctam<br />

peregrinatio<br />

13.Nostrum proprium Iubilaeum<br />

Terrae Sanctae in viis oblivisci<br />

haudquaquam possumus. Suscipere<br />

idem ab Ur Chaldaeorum voluissemus<br />

ut Nostris quasi pedibus<br />

Abrahae, nostri patris in fide (cfr<br />

Rom 4, 11-16) semitas calcaremus.<br />

CONTINUA A PAGINA 3


.<br />

CONTINUAZIONE DALLA PAGINA 2<br />

PAGINA<br />

Satis necessario habuimus spirituale<br />

tantum suscipere iter, permoventem<br />

verbi liturgiam die XXIII mensis Februarii<br />

in aula Pauli VI celebrantes.<br />

Continuo post ipsam fecimus peregrinationem,<br />

historiae salutis iter<br />

persequentes. Laetantes itaque in<br />

Monte Sina constitimus, in scaena<br />

veluti quadam ubi Decalogus datus<br />

est ac primum Foedus ictum. Mense<br />

post iter rursus suscepimus,<br />

Montem Nebo primum ac post ipsa<br />

loca petentes, quae habitavit sanctificavitque<br />

Redemptor. Animi commotionem<br />

ostendere difficile est,<br />

qua affecti sumus ipsius nativitatis<br />

Christique vitae loca, Bethleem ac<br />

Nazareth, venerantes, in Cenaculo<br />

sacram Eucharistiam celebrantes, in<br />

eodem scilicet loco in quo instituta<br />

est, Crucis mysterium apud Calvariae<br />

locum meditantes, ubi Christus<br />

suam pro nobis tradidit vitam. His<br />

in locis adhuc graviter vexatis atque<br />

proxime etiam vi afflictis, hospitium<br />

liberalissimum non ab Ecclesiae filiis,<br />

verum etiam a communitate<br />

Israelitica ac Palaestinensi experti<br />

sumus. Vehementer insuper permoti<br />

sumus apud Fletus Murum precantes<br />

et Mausoleum Yad Vashem<br />

invisentes, cum necatos homines in<br />

campis captivis custodiendis Nazistarum<br />

in horrificam memoriam revocaremus.<br />

Iter illud occasio fuit<br />

fraternitatis pacisque, quod unum<br />

ex pulcherrimis iubilaris eventus donis<br />

capere placet. Illorum dierum<br />

cogitantes sensum, facere non possumus<br />

quin fervidis votis expetamus<br />

ut quaestiones, quae adhuc illis sanctis<br />

in locis, quae cara habentur ab<br />

Hebraeis, Christianis et Muslimis,<br />

haud solutae manent, sollicite iureque<br />

expediantur.<br />

Debita Nationum<br />

14.Iubilaeum eventus magnus<br />

16.«Volumus Iesum videre» (Io<br />

12, 21). Quod rogaverunt Philippum<br />

nonnulli Graeci, qui paschalem ob<br />

peregrinationem Ierusalem venerant,<br />

hoc spiritaliter in auribus quoque<br />

nostris hoc iubilari Anno personuit.<br />

Quemadmodum peregrinatores<br />

illi, qui abhinc duo milia annorum<br />

exstiterunt, nostrae aetatis homines,<br />

quamvis haud semper conscii,<br />

ab hodiernis fidelibus quaerunt<br />

ut non modo de Christo «loquantur»,<br />

sed aliquo modo ut efficiant ut<br />

«videatur». Nonne Ecclesiae est officium<br />

Christi in unoquoque historiae<br />

aevo lucem referre, efficere ut ipsius<br />

vultus etiam coram novi millennii<br />

generationibus plendeat?<br />

Nostra tamen testificatio esset intoleranter<br />

inanis, nisi nos primi contemplatores<br />

eius vultus essemus.<br />

Magnum Iubilaeum nos procul dubio<br />

iuvit ut altius id experiremur.<br />

Finem Iubilaeo imponentes, dum<br />

suetum iter denuo suscipimus, rerum<br />

actarum divitias singularissimo<br />

hoc tempore in animo gestantes,<br />

contuitum plus quam umquam in<br />

Domini vultu figimus.<br />

Evangeliorum<br />

testimonium<br />

17.Christi vultus contemplatio<br />

necessario in eo innititur quod sacrae<br />

Litterae de Ipso tradunt, quae<br />

omnibus ex partibus eiusdem<br />

mysterio perfunduntur, quod latenter<br />

in Antiquo Foedere significatur,<br />

palam autem in Novo Testamento<br />

revelatur, ita ut sanctus Hieronymus<br />

elate edicit: «Ignoratio enim<br />

Scripturarum ignoratio Christi est»<br />

(8). Sacrae Scripturae adhaerentes,<br />

Spiritus testimonio recludimur (cfr<br />

Io 15, 26), qui horum scriptorum<br />

initium affert, ac simul Apostolorum<br />

testimonio (cfr ibidem, 27),<br />

qui praesentes Christum experti<br />

sunt, vitae Verbum, eum suis oculis<br />

viderunt, suis auribus audierunt,<br />

manibus tetigerunt (cfr 1 Io 1, 1).<br />

Quae per illos ad nos pervenit, ea<br />

fidei est visio, quae certa historica<br />

testificatione roboratur. Vera est testificatio,<br />

quam Evangelia, etsi perplexa<br />

est eorum compositio eorundemque<br />

primarium propositum est<br />

catecheticum, nobis fidei prorsus dignam<br />

tradunt (9).<br />

18.Evangelia reapse totius Iesu<br />

vitae narrationem ad recentiores historicae<br />

scientiae rationes exhibere<br />

nolunt. Ex ipsis tamen Nazareni<br />

vultus historico certo fundamento<br />

suffultus oritur, quandoquidem<br />

evangelistae eundem figurare stu-<br />

3 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Lunedì-Martedì 8-9 Gennaio 2001<br />

Lettera Apostolica di Giovanni Paolo II all'Episcopato, al Clero e ai Fedeli<br />

al termine del Grande Giubileo dell'Anno Duemila<br />

fuit caritatis — et aliter fieri non<br />

potuit. Ab annis inde praeparationis<br />

maiorem actuosioremque animorum<br />

intentionem in paupertatis difficultates,<br />

quibus adhuc terrarum<br />

orbis implicatur, concitare studuimus.<br />

Hac in re debiti internationalis<br />

pauperum Nationum quaestio<br />

peculiarem obtinet locum. Pro his<br />

liberalitatis aliquod documentum<br />

prae se ferebat Iubilaeum, quod sua<br />

in primigena sacrorum Bibliorum<br />

forma tempus erat cum communitas<br />

obstringebatur ut iustitia solidarietasque<br />

inter homines restituerentur,<br />

bona quoque naturae erepta<br />

reddendo. Laetanter animadvertimus<br />

nuper oratorum popularium<br />

coetus complurium Nationum, creditam<br />

pecuniam vindicantium, magna<br />

ex parte debiti synallagmatici<br />

pro pauperioribus Nationibus iisque<br />

aere alieno magis gravatis remissionem<br />

decrevisse. Vota facimus ut<br />

cuiusque Nationis regimina brevi<br />

haec quae oratorum popularium<br />

coetus decreverunt exsequantur.<br />

Implicatior autem exstitit debiti<br />

multilateri quaestio, quod indigentiores<br />

Nationes cum nummariis Institutis<br />

internationalibus conflarunt.<br />

Exoptatur ut Nationes quae haec<br />

Instituta complectuntur, illae potissimum<br />

quibus maius est decretorium<br />

pondus, necessarias consensiones<br />

reperiant, ut quaestio haec celeriter<br />

dissolvatur, ex qua multarum<br />

Nationum progressus iter pendet,<br />

gravibus exstantibus consecutionibus,<br />

quae ad oeconomicam exsistentialemque<br />

condicionem plurimorum<br />

hominum spectant.<br />

Nova vis dynamica<br />

15.Haec sunt quaedam lineamenta,<br />

quae ex iubilari experientia<br />

depromuntur. Tot recordationes in<br />

nobis ipsa infigit. At si magnam hereditatem,<br />

quam eadem nobis ministrat,<br />

summatim exponere volumus,<br />

II<br />

Vultus contemplandus<br />

dent, certa colligentes testimonia<br />

(cfr Lc 1, 3) atque per documenta<br />

operantes considerate ecclesiali iudicio<br />

perpensa. Ex his primigeniis testimoniis<br />

illud quod humanam<br />

exturbat mentem, per Spiritus Sancti<br />

illuminantem virtutem, didicerunt<br />

ii, Iesum virginali modo e Maria,<br />

Ioseph sponsa, natum. Ex illis<br />

qui triginta fere per annos Nazareth<br />

(cfr Lc 3, 23) exactos eum cognoverunt,<br />

vitae eius, qui fuit «fabri filius»<br />

(Mt 13, 55) et «faber» ipse, res<br />

gestas colligerunt, qui inter suos necessarios<br />

probe numerabatur (cfr<br />

Mc 6, 3). Ipsius recensuerunt pietatem,<br />

quae una cum familiaribus ad<br />

Hierosolymitanum templum petendum<br />

per annuum iter eum pellebat<br />

(cfr Lc, 2, 41) atque potissimum efficiebat<br />

ut sui Oppidi synagogam<br />

adire soleret (cfr Lc 4, 16).<br />

Nuntii deinceps latiores fiunt,<br />

etiamsi de ordinatis narrationibus<br />

singillatimque traditis non agitur,<br />

ministerii publici tempore, initio<br />

sumpto ex quo iuvenis Galilaeus in<br />

Iordano flumine a Ioanne Baptista<br />

baptizatus est, atque testimonio roboratus<br />

ex alto, conscius se esse filium<br />

dilectum (cfr Lc 3, 22), praedicare<br />

incipit Dei Regnum adveniens,<br />

dum eiusdem postulata atque per<br />

verba ac gratiae misericordiaeque<br />

signa vim demonstrat. Eum sic<br />

Evangelia per oppida vicosque peregrinantem,<br />

duodecim Apostolis (cfr<br />

Mc 3, 13-19), mulierum manipulo,<br />

quae eum colunt (cfr Lc 8, 2-3), turbis<br />

quae eum quaerunt vel sequuntur,<br />

aegrotis qui eius sanantem vim<br />

requirunt, collocutoribus, qui ipsius<br />

vario cum proventu audiunt verba,<br />

comitatum, ostendunt.<br />

Evangeliorum exinde narratio eodem<br />

spectat, augescentem ostendendo<br />

animorum intentionem, quae<br />

inter Iesum et eminentes societatis<br />

religiosae illius temporis globos intercedit,<br />

usque ad extremum discrimen,<br />

quod apud Calvariae locum<br />

suum habet gravem exitum. Hora<br />

est tenebrarum, quam novum, fulgidum,<br />

absolutum diluculum sequitur.<br />

Evangelicae namque narrationes<br />

finem faciunt Nazarenum ostendentes<br />

mortis victorem, ipsius vacuum<br />

sepulcrum demonstrant,<br />

eumque in manifestationum serie<br />

sequuntur, in quibus discipuli primum<br />

dubii atque stupentes, deinde<br />

ineffabili laetitia repleti, eum viventem<br />

et fulgentem experiuntur, atque<br />

ab eo Spiritus donum (cfr Io 22, 22)<br />

accipiunt simulque Evangelii nuntiandi<br />

ad «omnes gentes» (Mt 28,<br />

19) mandatum.<br />

absque dubitatione eam deprehendimus<br />

in Christi vultu contemplatione:<br />

is sua in historica effigie ac<br />

mysterio consideratur, in sua multiplici<br />

in Ecclesia Mundoque praesentia<br />

suscipitur, tamquam historiae<br />

sensus nostrique itineris lux agnoscitur.<br />

Nunc futurum tempus spectare<br />

debemus, «ducere in altum» debemus,<br />

Christi verbo fisi: «Duc in altum»!<br />

Quod hoc anno patravimus<br />

comprobare non potest satisfactionis<br />

sensum atque etiam minus in<br />

nos inducere quandam exemptionis<br />

voluntatem. Sed contra ea quae<br />

experti sumus novam vim in nobis<br />

concitare debent, dum compellunt<br />

nos ut in certa opera conceptum<br />

animi ardorem conferamus. Iesus<br />

ipse nos monet: «Nemo mittens manum<br />

suam in aratrum et aspiciens<br />

retro, aptus est regno Dei» (Lc 9,<br />

62). In Regni domo tempus non datur<br />

retro aspiciendi, multo minus in<br />

ignavia sistendi. Multum nos manet,<br />

et hanc propter causam efficacia rerum<br />

exsequendarum consilia, quae<br />

spectant ad pastoralem rem post-iubilarem,<br />

capere debemus.<br />

Operae tamen pretium omnino<br />

est ea quae facturi sumus, Deo iuvante,<br />

funditus alteque in contemplatione<br />

precationeque locare. Tempus<br />

nostrum usque movetur quod<br />

saepe animi perturbationem gignit,<br />

dum periculum adest «efficiendi ut<br />

efficiatur». Huic temptationi obsistere<br />

debemus, «esse» studentes priusquam<br />

«faciamus». Hac de re monitum<br />

memoramus Iesu ad Martham:<br />

«Sollicita es et turbaris erga plurima,<br />

porro unum est necessarium»<br />

(Lc 10, 41-42). Hac mente, antequam<br />

vestris considerationibus<br />

quaedam operis lineamenta proponamus,<br />

vobiscum quasdam meditationis<br />

particulas de Christi mysterio<br />

communicare volumus, qui est fundamentum<br />

omnis nostrae pastoralis<br />

actionis absolutum.<br />

Fidei semita<br />

19.«Gavisi sunt ergo discipuli,<br />

viso Domino» (Io 20, 20). Vultus,<br />

quem Apostoli post resurrectionem<br />

sunt contemplati, idem erat illius Iesu<br />

quocum tres fere annos vixerant,<br />

atque de mirabili novae suae vitae<br />

veritate nunc eis persuadet, «manus<br />

et latus» (ibidem) ostendens. Certe<br />

haud facile credere fuit. Discipuli<br />

Emmaus post spiritale ac laboriosum<br />

iter confectum dumtaxat crediderunt<br />

(cfr Lc 24, 13-35). Thomas<br />

apostolus solummodo credidit postquam<br />

prodigium cognovit (cfr Io<br />

20, 24-29). Reapse, ut eius corpus<br />

videretur ac tangeretur, fides sola<br />

illius vultus mysterium plene ingredi<br />

poterat. Id iam in historica Iesu<br />

vita experti sunt discipuli, in interrogationibus<br />

scilicet, quae illorum<br />

mentibus occurrebant, quotiescumque<br />

ipsius verbis ipsiusque factis interrogabantur.<br />

Iesus revera adiri<br />

non potest nisi per fidem, quandam<br />

per semitam, cuius Evangelium ipsum<br />

in illa pernota Caesareae Philippi<br />

scaena (cfr Mt 16, 13-20) itinera<br />

demostrare videtur. Primam quodammodo<br />

rationem ducens suae<br />

missionis, ex discipulis quaerit Iesus<br />

quid «homines» de se sentiant. Hoc<br />

ii responderunt: «Alii Ioannem Baptistam,<br />

alii autem Eliam, alii vero<br />

Ieremiam, aud unum ex prophetis»<br />

(Mt 16, 14). Responsio haec procul<br />

dubio excelsa est, sed adhuc longe<br />

abest — et quantum! — a veritate.<br />

Populus religiosam faciem, prorsus<br />

singularem illius rabbi vix perspicit,<br />

qui allicienti sic modo loquitur, sed<br />

ultra illos Dei homines eum locare<br />

non valet, qui Israelis annales designarunt.<br />

Iesus reapse prorsus aliud<br />

est! Hic nimirum est ulterior cognitionis<br />

gressus, quae eius personae<br />

profundum statum attingit, quem<br />

ipse a «suis» requirit. «Vos autem<br />

quem me esse dicitis?» (Mt 16, 15).<br />

Fides tantum, quam Petrus professus,<br />

et cum eo omnium aetatum<br />

Ecclesia, ad cor pervenit, mysterii<br />

attingens altitudinem: «Tu es Christus,<br />

Filius Dei vivi» (Mt 16, 16).<br />

20.Quomodo ad fidem hanc<br />

pervenit Petrus? Quid a nobis postulatur,<br />

si eius vestigia modo magis<br />

magisque certo tenere volumus?<br />

Matthaeus per verba illa quibus Petri<br />

confessionem recipit hac de re<br />

insigniter nos certiores facit: «Caro<br />

et sanguis non revelavit tibi, sed Pater<br />

meus, qui in caelis est» (16, 17).<br />

Vocabula «caro et sanguis» hominem<br />

rationemque communem cognoscendi<br />

exprimunt. Communis<br />

haec ratio, quod ad Iesum spectat,<br />

non sufficit. «Revelatione» quae a<br />

Patre procedit opus est (cfr ibidem).<br />

Lucas quaedam nobis ministrat indicia<br />

quae eodem spectant, cum dicit<br />

hunc dialogum cum discipulis esse<br />

institutum, «cum solus esset orans»<br />

Iesus (Lc 9, 18). Utrumque indicium<br />

aequabiliter nos conscios reddunt<br />

Domini vultus ad contemplationem<br />

nos pervenire non nostris viribus,<br />

sed cum nos paene manu a gratia<br />

duci sinimus. Silentii precationisque<br />

experientia dumtaxat aptam<br />

fert condicionem, in qua absolvi et<br />

evolvi verissima potest cognitio,<br />

adhaerens congruensque, illius<br />

mysterii, quod in sollemni illa Ioannis<br />

evangelistae proclamatione<br />

suum attingit fastigium: «Et Verbum<br />

caro factum est et habitavit in<br />

nobis, et vidimus gloriam eius, gloriam<br />

quasi Unigenti a Patre, plenum<br />

gratiae et veritatis» (Io 1, 14).<br />

Mysterii altitudo<br />

21.Verbum atque caro, divina<br />

gloria eiusque inter homines tabernaculum!<br />

In harum rerum extremarum<br />

intima et insolubili coniunctione<br />

consistit peculiaris Christi natura<br />

secundum celebrem sententiam<br />

Concilii Chalcedonensis (anno CCC-<br />

CLI): «In duabus naturis... in unam<br />

personam». Illa persona est eademque<br />

sola Verbi aeterni Patrisque Filii.<br />

Divina nempe et humana sunt<br />

hae duae naturae sine ulla confusione<br />

verum etiam sine ulla qualibet<br />

separatione (10).<br />

Conscii nobis sumus quibus finibus<br />

notiones nostrae ac voces circumscribantur.<br />

Formula illa, licet<br />

semper humana, nihilominus accurate<br />

aequatur ipsi suae doctrinae interiori<br />

nosque sinit obviam quodammodo<br />

ire etiam trepidos altitudini<br />

mysterii. Ita est: Iesus verus Deus<br />

est verusque simul homo! Haud secus<br />

atque apostolus Thomas continenter<br />

a Christo invitatur Ecclesia<br />

ut ipsius plagas contrectet, nempe<br />

ut plenam humanitatem agnoscat<br />

ex Maria sumptam et morti traditam<br />

ac resurrectione transformatam:<br />

«Infer digitum tuum huc et vide<br />

manus meas et affer manum<br />

tuam et mitte in latus meum» (Io<br />

20, 27). Et sicut idem Thomas se<br />

prosternit adorans Ecclesia coram<br />

Resuscitato Domino eius in splendoris<br />

divini amplitudine ac perpetuo<br />

exclamat: «Dominus meus et Deus<br />

meus!» (Io 20, 28).<br />

22.«Et Verbum caro factum<br />

est» (Io 1, 14). Haec Ioannis fulminea<br />

propositio Christi mysterii universo<br />

confirmatur Testamento Novo.<br />

Ad eandem sententiam etiam<br />

Paulus apostolus dirigitur affirmans<br />

de Filio: «Factus est ex semine David<br />

secundum carnem» (Rom 1, 3;<br />

cfr 9, 5). Si vero hodie, cum rationalismus<br />

viget pervaditque tot culturae<br />

recentioris partes, fides in primis<br />

de Christi divinitate difficultates<br />

gignit, aliis in condicionibus historiae<br />

et culturae proclivitas potius<br />

fuit ad minuendam vel humanitatis<br />

Iesu historicam soliditatem solvendam.<br />

Verumtamen Ecclesiae fides<br />

necessarium habet et inevitabile officium<br />

nempe adseverare: «Verbum<br />

caro factum est», quod sibi omnes<br />

humani generis partes praeter peccatum<br />

assumpsit (cfr Heb 4, 15).<br />

Hac in re, incarnatio kenosis revera<br />

est, videlicet «spoliatio» a Filio Dei<br />

illius gloriae quam aeterno iam pos-<br />

sidet ab aevo (cfr Philp 2, 6-8; 1 Pe<br />

3, 18).<br />

Finis per se non est aliunde haec<br />

Filii Dei exinanitio, quae potius ad<br />

Christi tendit glorificationem etiam<br />

humana in illius natura: «Propter<br />

quod et Deus illum exaltavit et donavit<br />

illi nomen, quod est super omne<br />

nomen, ut in nomine Iesu omne<br />

genu flectatur, caelestium et terrestrium<br />

et infernorum, et omnis lingua<br />

confiteatur: Dominus Iesus<br />

Christus! in gloriam Dei Patris»<br />

(Philp 2, 9-11).<br />

23.«Faciem tuam, Domine,<br />

exquiram» (Ps 27 [26], 8). Nullibi<br />

potuit hoc antiquum Psalmistae desiderium<br />

plenius aut mirabilius<br />

quam in Christi vultus contemplatione<br />

impleri. Reapse in illo nobis<br />

Deus benedicit ac facit ut «illuminet<br />

vultum suum super nos» (Ps 67<br />

[66], 3). Simul autem Deus et homo,<br />

sicuti est, nobis verum etiam<br />

hominis recludit vultum; «Hominem<br />

ipsi homini plene manifestat» (11).<br />

Est quidem Iesus «novus homo»<br />

(cfr Eph 4, 24; Col 3, 10) qui redemptos<br />

vocat homines ut suae ipsius<br />

participes fiant vitae. Iaciuntur<br />

enim in Incarnationis mysterio cuiusdam<br />

anthropologiae fundamenta<br />

quae proprios excedere potest terminos<br />

ac suas ipsius repugnantias,<br />

dum ad Deum versus se dirigit,<br />

quin immo ad «divinizationis» finem,<br />

per hominis redempti in Christum<br />

insertionem qui ad vitae trinitariae<br />

interiora perducitur. Hanc ipsam<br />

soteriologicam Incarnationis<br />

mysterii rationem extulerunt tantopere<br />

Patres: idcirco solum, quod<br />

Dei Filius vere est homo factus, potest<br />

homo in Ipso ac per Ipsum revera<br />

filius fieri Dei (12).<br />

Filii facies<br />

24.Species haec divina et humana<br />

ex Evangeliis ipsis vehementer<br />

elucet, novis quae copiam suppetunt<br />

rerum quarum adiutorio inserere<br />

nos possumus in extremum<br />

illum mysterii locum quem efficit<br />

Christi conscientia sui ipsius. Haud<br />

dubitat Ecclesia quin divinitus adflati<br />

Evangelistae sua in narratione<br />

recte omnino ex verbis a Iesu prolatis<br />

veritatem perceperint de illius<br />

persona atque conscientia quam ipse<br />

eiusdem habebat personae. Nonne<br />

hoc fortasse illud est quod colligens<br />

primas Iesu voces duodecim<br />

nati annos in templo Hierosolymitano<br />

prodere cupit Lucas? Iam enim<br />

tunc temporis sibi conscius esse videtur<br />

se peculiari ratione cum Deo<br />

coniugi, ea nempe quae propria «filii<br />

est». Etenim Matri suae nuntianti<br />

quanta animi sollicitudine ipsamet<br />

atque Iosephus eum conquisiverint<br />

respondet Iesus sine dubitatione:<br />

«Quid est quod me quaerebatis? Nesciebatis<br />

quia in his, quae Patris<br />

mei sunt, oportet me esse?» (Lc 2,<br />

49). Admirationem propterea non<br />

movet quod ille iam maturus suo<br />

sermone firmiter altitudinem mysterii<br />

sui expromit, prout affatim<br />

synopticis in Evangeliis effertur (cfr<br />

Mt 11, 27; Lc 10, 22), at praesertim<br />

ab evangelista Ioanne. Propria in<br />

sui conscientia Christus nihil omnino<br />

haesitat: «In me est Pater, et ego<br />

in Patre» (Io 10, 38).<br />

Quantumvis credere liceat propter<br />

humanam condicionem quae faciebat<br />

ut Iesus cresceret «sapientia,<br />

aetate et gratia» (Lc 2, 52), huma-<br />

nam etiam mysterii illius conscientiam<br />

progressam usque esse ad plenam<br />

humanitatis glorificatae declarationem,<br />

dubitari non licet iam habuisse<br />

sua in historica vita Christum<br />

conscientiam suae veritatis, se nempe<br />

esse Dei Filium. Adeo hoc extollit<br />

Ioannes ut affirmet ea tandem de<br />

causa repudiatum eum esse ac damnatum:<br />

namque «quaerebant eum<br />

Iudaei interficere, quia non solum<br />

solvebat sabbatum, sed et Patrem<br />

suum dicebat Deum, aequalem se<br />

faciens Deo» (Io 5, 18). Intra eventa<br />

horti Gethsemani atque Calvariae<br />

examinabitur durissime humana Iesu<br />

conscientia. Verumtamen ne passionis<br />

quidem mortisque tragoedia<br />

afficere poterit tranquillam ipsius<br />

conscientiam: caelestis se esse Patris<br />

Filium.<br />

Dolens vultus<br />

25.Adducimur itaque nos vultus<br />

Christi contemplatione ut partem<br />

maxime admirabilem ipsius mysterii<br />

adeamus, quae postremo quidem<br />

tempore crucis videlicet hora effulget.<br />

Mysterium intra ipsum mysterium<br />

est ante quod facere homo<br />

non potest quin adorans se prosternat.<br />

Nostro in conspectu transit vehementia<br />

ipsa illius eventus in hortu<br />

Olivarum nempe Christi agoniae.<br />

Cum opprimitur Iesus praevidens<br />

dolorem qui illum manet coram<br />

Deo solo, consueta sua et tenera voce<br />

fiduciae advocat eum: «Abba, Pater».<br />

Petit enim ut si fieri possit a se<br />

ille doloris submoveat calicem (cfr<br />

Mc 14, 36). Videtur tamen Filii nolle<br />

Pater audire vocem. Ut vero Patris<br />

vultum hominibus referret, debuit<br />

Iesus non modo hominis induere<br />

vultum, verum etiam sibi peccati<br />

sumere «vultum». «Eum, qui non<br />

noverat peccatum, pro nobis peccatum<br />

fecit, ut nos efficeremur iustitia<br />

Dei in ipso» (2 Cor 5, 21).<br />

Satis numquam huius mysterii<br />

perscrutabimur altitudinem. Omnis<br />

enim acerbitas huius paradoxi exoritur<br />

ex illo doloris clamore, qui videtur<br />

desperatus quemque Iesus<br />

profert in Cruce: «Heloi, Heloi, lema<br />

sabacthani? quod est interpretatum:<br />

Deus meus, Deus meus, ut<br />

quid dereliquisti me?» (Mc 15, 34).<br />

Num mente fingi potest maior animi<br />

cruciatus, densior obscuritas?<br />

Revera istud angoris plenum «ut<br />

quid» ad Patrem directum primis<br />

Psalmi 22 verbis, etiamsi veritatem<br />

ineffabilis in se continet doloris, adfectu<br />

illustratur totius precationis,<br />

ubi dolorem ac fiduciam simul coniungit<br />

Psalmista acerbo quodam<br />

affectionum contextu. Pergit enim<br />

Psalmus: «In te speraverunt Patres<br />

nostri, speraverunt et liberasti eos...<br />

Ne longe fias a me, quoniam tribulatio<br />

proxima est, quoniam non est<br />

qui adiuvet» (Ps 22 [21], 5.12).<br />

26.Christi clamor in cruce, carissimi<br />

Fratres ac Sorores carissimae,<br />

non angorem prodit desperantis,<br />

sed Filii precem qui Patri per<br />

amorem suam offert in omnium salutem<br />

vitam. Dum Ipse cum nostro<br />

peccato parem se reddit, a Patre derelictus,<br />

in Patris manus se «derelinquit».<br />

In Patrem eius intenduntur<br />

semper oculi. Omnino propter cognitionem<br />

atque experientiam,<br />

quam Dei Ille habet solus, etiam<br />

hoc obscuritatis tempore liquido<br />

percipit peccati gravitatem et ob<br />

eam causam patitur. Is solus, qui<br />

Patrem cernit indeque plane gaudet,<br />

usque ad extremum aestimat quid<br />

sibi velit per peccatum proprio resistere<br />

amore. Primum iam et antequam<br />

in corpore, passio eius atrox<br />

est animae dolor. Theologorum traditio<br />

non recusavit etiam interrogare<br />

quomodo Iesus vivere potuerit altissimam<br />

suam coniunctionem cum<br />

Patre, fonte nempe laetitiae ac beatitudinis<br />

suapte natura, ac simul<br />

hanc agoniam usque ad derelictionis<br />

gemitum. Harum rationum duarum<br />

coëxsistentia, quae inter se non<br />

conciliari posse videntur, reapse inseritur<br />

in unionis hypostaticae altitudinem<br />

investigabilem.<br />

27.Hoc coram mysterio, post<br />

theologicam investigationem, dari<br />

nobis validum potest adiumentum<br />

amplissimo ex illo patrimonio quod<br />

theologia quam sancti vixerunt<br />

constituit. Indicia nobis magni pretii<br />

illi praebent, quae facilius nos percipere<br />

sinunt fidei intuitum, atque<br />

hoc quidem accidit peculiarem<br />

propter illam lucem, quam eorum<br />

nonnulli a Sancto Spiritu receperant,<br />

aut etiam illud per experimentum<br />

quod ii habuerunt statuum illorum<br />

terrificorum probationis quos<br />

mystica describit traditio tamquam<br />

«noctem obscuram». Crebrius quidem<br />

sunt Sancti aliquid experti<br />

CONTINUA A PAGINA 4


.<br />

CONTINUAZIONE DALLA PAGINA 3<br />

PAGINA<br />

quod simile est Iesu experientiae in<br />

cruce in mirabili illa beatitatis dolorisque<br />

commixtione. In «Divinae<br />

Providentiae Dialogo» ostendit Deus<br />

Pater sanctae Catharinae Senensi<br />

quo modo in animabus sanctis simul<br />

adesse possint gaudium et supplicium:<br />

«Inde beatur quidem anima<br />

atque cruciatur: ob proximorum<br />

nempe torquetur delicta, exhilaratur<br />

autem propter coniunctionem affectionemque<br />

caritatis quam in semet<br />

illa recepit. Imitantur enim hi<br />

Agnum immaculatum, Unigenitum<br />

meum Filium, qui cruci adfixus<br />

gaudebat tum etiam dolebat» (13).<br />

Item pariter sancta Teresia Lexoviensis<br />

suum vivit cruciatum coniuncta<br />

nempe cum Iesu dolore, in<br />

semet scilicet paradoxum Iesu comprobans<br />

beati simul et solliciti: «In<br />

Olivarum horto omnibus fruebatur<br />

Dominus noster Trinitatis gaudiis,<br />

nec vero minus erat ipsius agonia<br />

crudelis. Mysterium quamvis sit, tibi<br />

tamen confirmo ex iis quae ipsamet<br />

patiar, aliquid me illius intellegere»<br />

(14). Quam lucida testificatio!<br />

Ceterum eadem Evangelistarum<br />

narratio hanc confirmat sustentat-<br />

29.«Ecce ego vobiscum sum<br />

omnibus diebus usque ad cosummationem<br />

saeculi» (Mt 28, 20). Duo<br />

iam annorum milia comitatur Ecclesiam,<br />

carissimi Fratres Sororesque,<br />

haec certitudo quam nostris in animis<br />

Iubilaei renovavit celebratio.<br />

Hinc hauriamus novum christiana<br />

in vita invitum oportet, quin immo<br />

inspirantem inde itineris nostri vim<br />

efficiamus. Conscii nobis huius inter<br />

nos praesentis Resuscitati nobismet<br />

interrogationem ponimus quam Petrus<br />

aliquando in foro Hierosolymitano<br />

posuit continuo post sermonem<br />

de Pentecoste: «Quid faciemus,<br />

viri fratres?» (Act 2, 37).<br />

Nos ipsi percontamur fidentes et<br />

omnia in optimam partem interpretantes,<br />

tametsi difficultates non minoris<br />

existimamus. Fallax certissime<br />

nos non seducit iudicium videlicet<br />

inveniri posse formulam veluti «magicam»<br />

pro magnis nostri temporis<br />

provocationibus. Nullo modo: servabit<br />

nos nulla formula, verum Persona<br />

una atque certitudo illa quam<br />

nobis Ipsa infundit: Ego vobiscum<br />

sum!<br />

Non itaque agitur de hinc excogitando<br />

«novo consilio». Iam enim<br />

praesto est consilium seu «programma»:<br />

illud nempe quod de Evangelio<br />

derivatur semper vivaque Traditione.<br />

Tandem in Christo ipso deprehenditur<br />

istud, qui sane cognoscendus<br />

est, diligendus atque imitandus,<br />

ut vita in eo trinitaria ducatur<br />

et cum eo historia ipsa transfiguretur<br />

ad suam usque in Hierosolymis<br />

caelestibus consummationem.<br />

Institutum enim hoc, variantibus<br />

quidem temporibus ipsis atque culturae<br />

formis, non mutatur quamvis<br />

rationem quidem habeat temporis<br />

et culturae, ut verum instituat diverbium<br />

efficacemque communicationem.<br />

Constans vero institutum illud<br />

per tertum millennium pariter<br />

est nostrum.<br />

Hoc omne tamen necesse est in<br />

directorias normas pastorales cuiusque<br />

communitatis condicionibus<br />

idoneas convertatur. Singularem<br />

profecto nobis opportunitatem obtulit<br />

Iubilaeum nosmet ipsos devovendi<br />

itineri cuidam coniuncto totius<br />

Ecclesiae plures annos, itineri videlicet<br />

catechesis bene ordinatae de argumento<br />

trinitario, quod etiam propria<br />

comitata sunt pastoralia incepta<br />

quorum finis fecunda fuit iubilaris<br />

experientia. Gratias quidem habemus<br />

quod tanto studio atque tam<br />

late receperint sententiam a Nobis<br />

in Litteris Apostolicis «Tertio millennio<br />

adveniente» expositam. Nunc<br />

vero non iam proximus ante nos describitur<br />

finis, sed meta multo<br />

maior nec minus exigens alicuius<br />

ordinariae operae pastoralis. Intra<br />

universales necessariosque limites<br />

oportet unica Evangelii institutio<br />

quem ad modum continenter accidit,<br />

in historiam cuiusque ecclesialis<br />

regionis ingrediatur. Particulares<br />

apud Ecclesias rationes illae operis<br />

concretae et obiectivae decerni possunt<br />

— sicut agendi viae, tum formatio<br />

atque aestimatio ipsorum actorum,<br />

necnon instrumentorum necessariorum<br />

inquisitio — quae Christi<br />

nuntiationem homines singulos<br />

attingere sinunt, communitates conformare,<br />

alte res afficere per bonorum<br />

evangelicorum testificationem<br />

4 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Lunedì-Martedì 8-9 Gennaio 2001<br />

Lettera Apostolica di Giovanni Paolo II all'Episcopato, al Clero e ai Fedeli<br />

al termine del Grande Giubileo dell'Anno Duemila<br />

que ecclesialem perceptionem Christi<br />

conscientiae, cum eum docet, altissimo<br />

etiam in dolore, mori indulgentiam<br />

suis carnificibus efflagitantem<br />

(cfr Lc 23, 34) Patrique eodem<br />

tempore extremam suam profitentem<br />

filii deditionem: «Pater, in manus<br />

tuas commendo spiritum<br />

meum» (Lc 23, 46).<br />

Resuscitati vultus<br />

28.Quem ad modum Feria Sexta<br />

in Parasceve ac Sabbato Sancto,<br />

etiamnunc pergit Ecclesia faciem<br />

hanc cruentatam contemplari, ubi<br />

et Dei absconditur vita et mundi offertur<br />

salus. Attamen sistere haud<br />

potest eius Christi vultus contemplatio<br />

ad Ipsius cruci adfixi imaginem.<br />

Etenim est Ille Resuscitatus! Quod<br />

nisi ita esset, inanis nostra esset<br />

praedicatio vanaque nostra fides<br />

(cfr 1 Cor 15, 14). Patris enim responsio<br />

fuit resurrectio eius oboedientiae,<br />

prout commeminit Epistula<br />

ad Hebraeos: «In diebus carnis<br />

suae, preces supplicationesque ad<br />

eum, qui possit salvum illum a morte<br />

facere, cum clamore valido et lacrimis<br />

offerens et exauditus pro sua<br />

reverentia, et quidem cum esset Fi-<br />

intra societatem atque humanitatis<br />

cultum.<br />

Vehementer propterea Ecclesiarum<br />

particularium exhortamur Pastores<br />

ut a diversis Populi Dei partibus<br />

simul agentibus ipsi adiuti, magna<br />

cum fiducia passus definiant instantis<br />

illius itineris ac dioecesanae<br />

cuiusque Communitatis voluntates<br />

componant cum Eccclesiarum finitimarum<br />

decretis tum etiam universalis<br />

Ecclesiae.<br />

Facilior certe haec concordia reddetur<br />

per industriam collegialem,<br />

iam pridem passim vigentem, quae<br />

ab Episcopis in Conferentiis episcopalibus<br />

necnon Synodis procuratur.<br />

Nonne haec fortasse vis fuit sessionum<br />

continentalium Synodorum<br />

Episcoporum, qui Iubilaei praeparationem<br />

persecuti sunt, dum normas<br />

enucleabant ad hodiernam Evangelii<br />

nuntiationem diversis in locorum<br />

statibus variisque in cultus humani<br />

formis? Copiosum hoc deliberationum<br />

patrimonium non licet ad nihilum<br />

recidere, sed decet illud re ipsa<br />

aliquid operari.<br />

Excitans ergo actuositas renovationis<br />

pastoralis nos manet, quae<br />

omnes quidem complectitur. Communem<br />

tamen ad utilitatem ac directionem<br />

volumus hic potiores partes<br />

operis pastoralis indicare quas<br />

ipsa Magni Iubilaei experientia manifestius<br />

Nostros obiecit ante oculos.<br />

Sanctitas<br />

30.Nihil dubitamus ante omnia<br />

adfirmare visionem rerum illam, in<br />

qua collocari debet totum pastorale<br />

iter, esse sanctitatem. Haec nonne<br />

suprema erat indulgentiae iubilaris<br />

significatio, tamquam peculiaris gratiae<br />

quam offerebat Christus ut singulorum<br />

baptizatorum vita purificari<br />

posset penitusque renovari?<br />

Inter eos ideo, qui Iubilaei fuerunt<br />

participes, exoptamus ut plurimi<br />

perfrui valuerint hac gratia, conscii<br />

nempe sibi indolis eius exigentis.<br />

Absoluto itaque Iubilaeo, communis<br />

iam repetitur semita; at necessitas<br />

quaedam restat semper pastoralis<br />

magis quam antehac sanctitatem<br />

efferre.<br />

Iterum idcirco detegendum est<br />

caput V Constitutionis dogmaticae<br />

de Ecclesia «Lumen gentium», ubi<br />

«de universali vocatione ad sanctitatem<br />

in Ecclesia» agitur, omne secundum<br />

suum directorium pondus.<br />

Huic argumento si conciliares Patres<br />

tantum adsignaverunt momentum,<br />

non sane addere voluerunt ipsi<br />

ecclesiologiae solummodo spiritalem<br />

quendam afflatum, verum interiorem<br />

eius ac propriam extollere<br />

dynamicam vim. Si rursus reperta<br />

Ecclesia est veluti «mysterium» sive<br />

«de unitate Patris et Filii et Spiritus<br />

Sancti plebs adunata» (15), necessario<br />

simul evenit ut eius denuo recluderetur<br />

«sanctitas», quae praecipuo<br />

suo intellegitur sensu nempe ut<br />

adhaerens ad illum qui nominatim<br />

ac praecipue est Sanctus, immo,<br />

«Ter Sanctus» (cfr Is 6, 3). Ecclesiam<br />

ergo appellare sanctam idem<br />

profecto est atque ipsius demonstrare<br />

faciem uti Christi Sponsae pro<br />

qua sese dedidit ipse, «ut illam sanctificaret»<br />

(Eph 5, 25-26). Hoc munus<br />

sanctitatis obiectivae, ut ita loquamur,cuiquepraebeturbaptizato.<br />

lius, didicit ex his, quae passus est,<br />

oboedientiam; et, consummatus,<br />

factus est omnibus oboedientibus sibi<br />

auctor salutis aeternae» (5, 7-9).<br />

Ad Christum iam respicit Ecclesia<br />

resuscitatum. Quod quidem facit vestigiis<br />

Petri ingressa qui lacrimas<br />

suas profudit propter proditionem<br />

atque iter repetivit Christo suum<br />

amorem, licet manifesta cum trepidatione,<br />

testans: «Etiam, Domine,<br />

tu scis quia amo te» (Io 21, 15-17).<br />

Id similiter efficit Ecclesia Paulum<br />

comitata qui illum in via Damascum<br />

versus offendit ab eoque est<br />

fulmine tactus: «Mihi enim vivere<br />

Christus est et mori lucrum» (Philp<br />

1, 21).<br />

Duobus annorum milibus hos<br />

post eventus experitur eos Ecclesia<br />

veluti si hodie contigerint. In Iesu<br />

namque vultu suum ipsa, sponsa<br />

nempe, thesaurum contemplatur,<br />

suam laetitiam: «Iesu dulcis memoria,<br />

dans vera cordis gaudia»: quam<br />

suavis est Iesu recordatio, verae<br />

cordis fons laetitiae! Hoc corroborata<br />

experimento suscipit iterum Ecclesia<br />

hodie suum iter ut mundo<br />

Christum nuntiet, ineunte tertio millennio:<br />

Ipse «heri et hodie idem, et<br />

in saecula» (Heb 13, 8).<br />

III<br />

Proficiscendum a Christo<br />

In officium aliquod rursus se hoc<br />

donum transfert quod totam christianam<br />

temperare debet exsistentiam:<br />

«Haec est enim voluntas Dei,<br />

sanctificatio vestra» (1 Thess 4, 3).<br />

Quae obligatio non aliquot dumtaxat<br />

respicit christianos: «Perspicuum<br />

est, omnes christifideles cuiuscumque<br />

status vel ordinis ad vitae<br />

christianae plenitudinem et caritatis<br />

perfectionem vocari» (16).<br />

31.Primariam hanc commemorare<br />

veritatem eamque sicut fundamentum<br />

iacere pastoralis totius ordinationis,<br />

quae ineunte novo millennio<br />

nos obstringit, forsitan videatur<br />

primo intuitu quiddam parum<br />

efficiens. Num forte sanctitatem<br />

«ordinare» possumus? Quid haec sibi<br />

vult locutio in alicuius institutionis<br />

pastoralis disciplina?<br />

Re quidem vera, si pastoralis ordinatio<br />

sub signo sanctitatis statuitur,<br />

aliquid compluribus cum consectariis<br />

decernitur. Inde enim in<br />

primis firma aperitur sententia: si<br />

vera est Baptismus ingressio in Dei<br />

sanctitatem per insertionem in Christum<br />

ipsum necnon Spiritus eius<br />

per inhabitationem, quaedam repugnantia<br />

est contentum esse mediocri<br />

vita quae ad normam transigitur<br />

ethnicae doctrinae minimum solum<br />

poscentis ac religionis superficiem<br />

tantum tangentis.<br />

Ex catechumeno quaerere: «Vis<br />

baptizari?» eodem tempore est petere:<br />

«Vis sanctificari?». Idem valet ac<br />

deponere eius in via extremum Sermonis<br />

Montani principium: «Estote<br />

ergo vos perfecti, sicut Pater vester<br />

caelestis perfectus est» (Mt 5, 48).<br />

Quem ad modum explicavit Concilium<br />

ipsum, optima haec perfectionis<br />

species non ita est iudicanda<br />

quasi si genus quoddam secum importet<br />

vitae extraordinariae quam<br />

soli aliqui sanctitatis «gigantes» traducere<br />

possint. Multiplices enim<br />

sanctitatis exsistunt viae atque cuiusque<br />

congruunt cum vocatione.<br />

Grates Domino referimus Nobis<br />

quod concessit his proximis annis<br />

tot christianos et christianas inter<br />

beatos adnumerare ac sanctos, ex<br />

quibus plures laici sanctimoniam<br />

sunt communissimis in vitae condicionibus<br />

adsecuti. Omnibus ergo<br />

tempus est iterum firmiter hunc<br />

proponere «superiorem modum»<br />

ordinariae vitae christianae: ad<br />

hanc namque metam conducere debet<br />

omnis vita ecclesialis communitatis<br />

ac familiarum christianarum.<br />

Patet nihilominus sanctitatis semitas<br />

unius cuiusque esse proprias veramque<br />

ideo ac peculiarem postulare<br />

sanctitatis paedagogiam, quae motibus<br />

ac fluctibus singulorum hominum<br />

vere noverit accommodare; divitias<br />

itaque adsumere debebit illius<br />

invitationis omnibus exhibitae una<br />

cum traslaticiis adiumenti singularis<br />

et communis formis, quas solidior<br />

ecclesiastica traditio suadere potest,<br />

tum etiam recentioribus cum modis<br />

qui praesto sunt in consociationibus<br />

et coetibus ab Ecclesia agnitis.<br />

Oratio<br />

32.Haec tamen indiget sanctitatis<br />

paedagogia affectu christiano qui<br />

cum primis arte precationis praecellit.<br />

Fuit scilicet iubilaris Annus tempus<br />

intentioris precis tam in singulis<br />

quam in tota communitate. At nec<br />

precationem novimus dari veluti<br />

rem continuo concessam. Discere<br />

namque quemlibet precari oportet,<br />

sicut ipsis de labris divini Magistri<br />

perceperunt primi discipuli: «Domine,<br />

doce nos orare!» (Lc 11, 1). In<br />

precatione enim ille cum Christo<br />

perficitur dialogus qui nos ipsius<br />

reddit amicos intimos: «Manete in<br />

me, et ego in vobis» (Io 15, 4). Reciprocans<br />

haec necessitudo ipsa<br />

substantia est, vitae christianae anima<br />

necnon omnis verae pastoralis<br />

vitae condicio. A Spiritu Sancto in<br />

nobis instituta recludit rursus nos,<br />

per Christum et in Christo, ad Patris<br />

vultus contemplationem. Trinitariam<br />

hanc precationis christianae<br />

discere logicam rationem, dum plene<br />

in primis vivitur in liturgia sacra,<br />

cacumine et ecclesialis vitae fonte<br />

(17), tum in singulorum etiam experimentis,<br />

exstat secretum fidei christianae<br />

reapse vitalis, quae nihil quidem<br />

habet quod in posterum metuat,<br />

quoniam ad fontes continenter<br />

revolvitur in iisque regeneratur.<br />

33.Nonne fortassis «signum<br />

temporum» est, hodie quod per orbem,<br />

licet ipsa illa saecularizatio<br />

longe lateque progrediatur, universalis<br />

percipitur spiritualitatis postulatio,<br />

quae maximam partem renovata<br />

in precationis necessitate<br />

declaratur? Aliae aequabiliter religiones,<br />

quae iam disseminatae vigent<br />

in antiquae christianizationis<br />

regionibus, sua eidem huic necessitati<br />

reddunt responsa idque nonnumquam<br />

notabilibus omnino modis.<br />

Qui gratiam accepimus, ut in<br />

Christum Patris revelatorem credamus<br />

hominumque Salvatorem, officio<br />

obstringimur ut commonstremus<br />

quam alte coniunctio cum eo<br />

nos provehere valeat.<br />

Plurimum hac de re mystica Ecclesiae<br />

prodere valet traditio, tum in<br />

Orientali orbe tum in Occidentali.<br />

Quo enim pacto progredi possit oratio,<br />

veluti verus ac proprius amoris<br />

dialogus, ostendit, eo etiam usque<br />

ut ab Amato divino humana persona<br />

tota possideatur, quae Spiritus<br />

movetur tactu et instar filii in Patris<br />

deseritur corde. Tunc quidem vivo<br />

modo Christi vivitur promissio: «Qui<br />

autem diligit me, diligetur a Patre<br />

meo, et ego diligam eum et manifestabo<br />

ei meipsum» (Io 14, 21). De<br />

itinere hic agitur quod totum gratia<br />

sustentatur, quod tamen magnum<br />

flagitat spiritalem ardorem atque<br />

acerbas subit purificationes — «noctem<br />

obscuram» videlicet —, sed variis<br />

sub formis ad illud accedit ineffabile<br />

gaudium quod mystici tamquam<br />

«sponsalem unionem» vixerunt.<br />

Quis non hoc loco tenet memoria,<br />

ex tot claris testificationibus,<br />

sancti Ioannis a Cruce magisterium<br />

et sanctae Teresiae Abulensis?<br />

Ita est, Fratres Sororesque carissimae.<br />

Fiant christianae nostrae communitates<br />

oportet germanae «scholae»<br />

orationis, ubi cum Christo congressus<br />

non una postulatione auxiliorum<br />

declaratur, verum gratiarum<br />

etiam actione et laude, adoratione<br />

et contemplatione, auditu et aestu<br />

affectuum usque ad «amationem»<br />

cordis. Haec igitur precatio impensa<br />

erit, quae tamen ab officiis historiae<br />

non abstrahit: dum enim Dei amori<br />

reserat illa animum, fratrum ac sororum<br />

pariter recludit amori hominibusque<br />

historiam construere secundum<br />

Dei consilium permittit<br />

(18).<br />

34.Ad precem vocantur nominatim<br />

christifideles illi qui vocationis<br />

receperunt donum ad peculiaris<br />

consecrationis vitam, quae suapte<br />

natura paratiores eos efficit ad contemplativam<br />

experientiam; unde<br />

permagni interest ut magnanimo illam<br />

studio excolant. At valde quis<br />

erraverit qui communes christianos<br />

putaverit acquiescere posse in oratione<br />

quadam levi ac transeunte<br />

quae eorum nequeat vitam complere.<br />

Praesertim pluribus coram probationibus,<br />

quibus fidem hodie obicit<br />

mundus, erunt illi non tantum<br />

christiani mediocres, verum christiani<br />

«in periculo». Etenim «periculum»<br />

ipsi facient ne suam paulatim<br />

defevescere videant fidem ac forsitan<br />

etiam illecebris cedent «surrogatum»,<br />

complectentes scilicet aliena<br />

religionis proposita, quin immo<br />

etiam aberrantibus indulgentes superstitionis<br />

formis.<br />

Necesse ideo est ipsa educatio ad<br />

orationem quadamtenus elementum<br />

quoddam proprium evadat cuiusvis<br />

pastoralis ordinationis. Nosmet<br />

proin ipsi destinaturi proximas institutiones<br />

catecheticas diebus Mercurii<br />

sumus meditationibus super<br />

Psalmos, initio facto a Laudibus,<br />

quibus publica nos Ecclesiae oratio<br />

hortatur ut devoveamus ac dirigamus<br />

dies nostros.<br />

Quantum nimirum iuvabit, si non<br />

in religiosis modo communitatibus,<br />

verum paroecialibus etiam, maior<br />

navabitur opera ut totus pervadatur<br />

precatione ambitus! Recte aestimari<br />

decebit congruoque iudicio populares<br />

orationis formas et in primis populum<br />

ad liturgicas institui. Dies<br />

enim christianae communitatis, ubi<br />

plura pastoralia officia necnon testificationis<br />

opera in mundo cum eucharistica<br />

celebratione coniunguntur<br />

ac fortassis cum Laudum et Vesperarum<br />

exsecutione, facilius «fingi<br />

animo» potest quam communiter<br />

censetur. Hoc tot manipuli comprobant<br />

hominum christiana fide permotorum,<br />

ubi etiam complures laici<br />

numerantur.<br />

Eucharistia<br />

Dominici diei<br />

35.Propterea studium maximum<br />

et momentum sacra est in liturgia<br />

reponendum quae «est culmen<br />

ad quod actio Ecclesiae tendit<br />

et simul fons unde omnis eius virtus<br />

emanat» (19). Vicesimo hoc saeculo,<br />

maxime inde a Concilio Oecumenico<br />

Vaticano Secundo, multum profecit<br />

christiana communitas in ratione<br />

ipsa Sacramentorum celebrandorum<br />

potissimumque Eucharistiae.<br />

In hanc partem omnino progredi<br />

oportet, peculiari in adsignando<br />

pondere Eucharistiae diei Dominici<br />

atque ipsi diei Dominico, qui percipi<br />

debet veluti praecipuus fidei dies,<br />

dies resuscitati Domini ac Spiritus<br />

Sancti doni, verum hebdomadae totius<br />

Pascha (20). Iam duo annorum<br />

milia transigitur christianum tempus<br />

per memoriam illius diei qui fuit<br />

«prima sabbatorum... prima sabbati»<br />

(Mc 16, 2.9; Lc 24, 1; Io 20, 1),<br />

quo resuscitatus Christus Apostolis<br />

pacis Spiritusque munus adtulit (cfr<br />

Io 20, 19-23). Christi resurrectionis<br />

veritas res illa primaria est qua christiana<br />

nititur fides (cfr 1 Cor 15,<br />

14), eventus qui in medio ponitur<br />

temporis mysterio quique novissimum<br />

praefigurat diem, cum gloriosus<br />

iam Christus redibit. Haud novimus<br />

nunc quae nos maneant eventa<br />

hoc in millennio iamiamque inituro;<br />

at certo saltem scimus: firmiter<br />

Christi manibus tractabitur qui «Rex<br />

regum et Dominus dominorum»<br />

exsistit (Apc 19, 16). Et suum celebrans<br />

Ecclesia Pascha, non semel<br />

solum in anno sed quoque Dominico<br />

die perget cuique aetati sive saeculo<br />

designare «in quod historiae<br />

constituit fulcrum, ad quod originum<br />

reducitur mysterium atque<br />

etiam extremae sortis orbis totius»<br />

(21).<br />

36.Quapropter persequentes cogitationem<br />

in litteris Dies Domini<br />

insistere volumus ac poscere ut omni<br />

baptizato participatio Eucharistiae<br />

sit revera Dominici diei cor et<br />

quasi centrum: quod indeclinabile<br />

quoddam officium est — non idcirco<br />

tantum persolvendum ut alicui<br />

satis fiat praecepto, sed tamquam<br />

vitae christianae necessitas quae vere<br />

conscia est sibique constat. Illud<br />

iam intramus millennium quod indolem<br />

videtur prae se ferre culturarum<br />

ac religionum inter se concurrentium,<br />

etiam in antiquae christianizationis<br />

nationibus. Multis enim<br />

iam locis sunt christiani, vel celeriter<br />

fiunt, «pusillus grex» (Lc 12, 32).<br />

Hoc ipsum illos provocat ad impensius<br />

testificandas proprias partes ac<br />

rationes suae peculiaris naturae,<br />

saepius quidem inter difficultates ac<br />

solitudinem. In illis partibus invenitur<br />

obligatio eucharisticae omni die<br />

Dominico celebrationis. Dominicalis<br />

ceterum Eucharistia, cum singulis<br />

hebdomadibus christianos circum<br />

Verbi vitaeque Panis mensam conglobet<br />

uti Dei familiam, remedium<br />

est maxime naturae adversus omnem<br />

dispersionem. Locus insuper<br />

praeoptatus illa est, ubi annuntiatur<br />

communio atque constanter frequentatur.<br />

Plane per eucharisticam<br />

participationem dies Domini etiam<br />

Ecclesiae dies evadit (22), quae sic<br />

tam efficaciter potest suum munus<br />

uti sacramenti unitatis explere.<br />

Reconciliationis<br />

sacramentum<br />

37.Renovatam deinde pastoralem<br />

audaciam postulare cupimus,<br />

ut cotidiana christianarum communitatum<br />

paedagogia consuetudinem<br />

sacramenti Reconciliationis modo<br />

apto ad persuadendum efficientique<br />

simul exhibere sciat. Prout bene<br />

meministis, anno MCMLXXXIV hoc<br />

de argumento sumus Nos interlocuti<br />

in adhortatione post-synodali, cui<br />

titulus Reconciliatio et paenitentia,<br />

quae fructus deliberationum collegii<br />

sessionis Synodi Episcoporum eidem<br />

huic quaestioni dicatae contrahebat.<br />

Omnes tunc ut vires impenderentur<br />

hortabamur, unde occurreretur<br />

magno illi discrimini<br />

«sensus peccati» quod hodiernam<br />

culturam ac societatem permeat<br />

(23); multo autem admonebamus<br />

magis ut Christus ipse denuo velut<br />

mysterium pietatis detegeretur, in<br />

quo videlicet misericordem suum<br />

nobis Deus ostentat affectum nosque<br />

secum plene conciliat. Hic<br />

nempe Christi vultus est quem<br />

oportet etiam per sacramentum<br />

paenitentiae revelari, quod «Christifideli<br />

via est communis, qua veniam<br />

consequatur ac remissionem gravium,<br />

quae post Baptismum commisit,<br />

peccatorum» (24). Cum superius<br />

memorata Synodus hanc agitaret<br />

difficultatem, ob omnium oculos<br />

huius Sacramenti discrimen obversabatur,<br />

in quibusdam praesertim<br />

orbis provinciis. Causae vero quae<br />

suberant hoc interea temporis intervallo<br />

perbrevi nequaquam evanuerunt.<br />

Iubilaris tamen Annus, quem<br />

sacramentalis paenitentiae signavit<br />

usus, nuntium nobis magnae obtulit<br />

fiduciae quem excidere nolumus: si<br />

permulti enim, inter quos et tot<br />

adulescentes, fructuose ad hoc adierunt<br />

sacramentum, necesse forte est<br />

sese Pastores ipsi maiore spe communicent<br />

et rerum excogitandarum<br />

facultate necnon perseverantia in illud<br />

sacramentum demonstrando<br />

plurisque aestimando. Carissimi in<br />

sacerdotio Fratres: dedecet nos dedere<br />

ante temporaria rerum discrimina!<br />

Domini namque munera —<br />

inter quae maximi pretii sunt Sacramenta<br />

— ab eo proficiscuntur qui<br />

hominum probe introspexit animum<br />

estque ipse historiae Dominus.<br />

Gratiae principatus<br />

38.Res itaque posthac ordinantes,<br />

sicut erit quidem faciendum, fiducius<br />

obligare nos debemus ad pastoralem<br />

operam, quae precationi<br />

communi et singulari proprium concedat<br />

spatium; hinc honorabitur necessarium<br />

quoddam christianae visionis<br />

principium vitae: gratiae<br />

principatus. Invitamentum illud<br />

semper adest, quod omni etiam<br />

semper insidiatur spiritali itineri ipsique<br />

pastorali industriae: ut videlicet<br />

arbitremur effectus nostra pendere<br />

de agendi peritia atque consilia<br />

capiendi. Adiutricem certe nostram<br />

operam Deus expetit suam ad gratiam<br />

proindeque nos monet ut in<br />

ministerio nostro pro Regno omnes<br />

nostras intellegentiae atque navitatis<br />

opes collocemus. Vae nobis si obliti<br />

erimus: «Sine Christo nihil possumus<br />

facere» (cfr Io 15, 5).<br />

Hac in veritate sinit nos oratio<br />

prorsus vivere. Primatum quippe<br />

Christi usque reducit in memoriam,<br />

primatum pariter interioris vitae ac<br />

sanctitatis. Quotiens vero non illud<br />

observatur principium, quid est mirandum,<br />

si ad nihilum proposita pastoralia<br />

nostra recidunt in animoque<br />

deceptae spei sensum relinquunt?<br />

Idem ergo experimur nos quod in<br />

evangelica narratione prodigiosae<br />

piscium capturae sunt discipuli<br />

experti: «Per totam noctem laborantes<br />

nihil cepimus» (Lc 5, 5). Fidei<br />

hoc tempus est et precationis et<br />

cum Deo dialogi ut recludantur corda<br />

nostra fluctibus gratiae utque ipsi<br />

Christi verbo permittatur nos omni<br />

cum propria potentia transire:<br />

«Duc in altum!» Et ea in captura piscium<br />

vocem fidei profert Petrus:<br />

«In verbo autem tuo laxabo retia»<br />

(ibidem). Petri ideo Successorem<br />

sub millennii principium hoc patimini<br />

universam concitare Ecclesiam<br />

hunc ad fidei actum qui novato<br />

exprimitur in precandi studio.<br />

Auditio Verbi<br />

39.Nihil vero dubitari licet quin<br />

sanctitatis hic precationisque principatus<br />

concipi non possit nisi post<br />

renovatam verbi Dei auditionem.<br />

Ex quo namque tempore praecipuas<br />

partes verbi Dei Ecclesiae in vita<br />

extulit Concilium Oecumenicum Vaticanum<br />

II, magni nimirum facti<br />

sunt ulteriores progressus in audienda<br />

sedulo ac legenda diligenter<br />

Scriptura Sacra. Ei sic praestatur<br />

honor quem publica in Ecclesiae<br />

oratione meretur. Ad eam iam fideles<br />

singuli ac communitates ipsae<br />

crebro decurrunt, in quibus plurimi<br />

laici ipsi sese Scripturis devovent<br />

utiliter quoque theologicis adiuti<br />

studiis ac biblicis. Exinde evangelizationis<br />

imprimis opus atque catechesis<br />

vivificatur attento verbi Dei<br />

auditu. Carissimi Fratres ac Sorores,<br />

corroboretur hic motus necesse<br />

est altiorque efficiatur etiam inter<br />

familias et domos libro disseminando<br />

Bibliorum. Convenit ante omnia<br />

ut Verbi auditio fiat vitalis «congressio»,<br />

secundum vetustam semperque<br />

validam lectionis divinae traditionem,<br />

quae biblicis ex sententiis<br />

sinit vivam colligere vocem quae<br />

CONTINUA A PAGINA 5


.<br />

CONTINUAZIONE DALLA PAGINA 4<br />

PAGINA<br />

nos appellat, ordinat, in tota exsistentia<br />

conformat.<br />

Verbi praedicatio<br />

40.Sese alere Verbo, ut inde<br />

quis «servus Verbi» sit, in evangelizationis<br />

officio: hoc sine dubio praecipuum<br />

quoddam Ecclesiae exsistit<br />

munus, dum novum ingreditur millennium.<br />

Pridem enim iam occidit,<br />

in civitatibus quoque antiquae evangelizationis,<br />

status ille «societatis<br />

christianae» quae, quamvis tot inter<br />

debilitates quibus humana signatur<br />

natura, manifesto sese evangelica<br />

ad bona referebat. Hodie contra<br />

magno est animo obviam alicui condicioni<br />

procedendum, quae magis<br />

usque variatur ac difficilior redditur<br />

propter rerum complexionem totum<br />

iam orbem in unum veluti globum<br />

includentium ac propter novum mutabilemque<br />

populorum et culturarum<br />

contextum quo illa distinguitur.<br />

Totiens hisce iam superioribus<br />

annis adhortationem repetivimus ad<br />

novam evangelizationem. Iterum<br />

nunc eam inculcamus, praesertim<br />

ut persuadeatur in nobis impulsionem<br />

originum ipsarum denuo esse<br />

accendendam, unde ardore invicem<br />

ipsi apostolicae praedicationis post<br />

Pentecosten perfundamur. Incensa<br />

illa Pauli affectio in nobis est rursus<br />

sentienda olim exclamantis: «Vae<br />

enim mihi est, si non evangelizavero!»<br />

(1 Cor 9, 16).<br />

Non poterit in Ecclesia non suscitare<br />

hic fervor novam veluti qualitatem<br />

missionalem quam haud uni soli<br />

manipulo committi licebit «peritorum»,<br />

verum obstringere debebit<br />

omnium Populi Dei membrorum officium.<br />

Quicumque enim Christum<br />

42.«In hoc cognoscent omnes<br />

quia mei discipuli estis: si dilectionem<br />

habueritis ad invicem» (Io 13,<br />

35). Vultum Christi se reapse, carissimi<br />

Fratres et Sorores, intuiti sumus,<br />

facere non poterit ordinatio<br />

nostra pastoralis quin se moveat ad<br />

«mandatum novum» quod nobis tradidit:<br />

«Sicut dilexi vos, ut et vos diligatis<br />

invicem» (Io 13, 34).<br />

Alius hic est latissimus campus,<br />

in quo necesse erit solidum capiatur<br />

operum consilium, tam pro universali<br />

quam pro particulari quaque<br />

Ecclesia: videlicet de communione<br />

(koinonia) quae in se concorporat<br />

simulque essentiam ipsam Ecclesiae<br />

mysterii demonstrat. Fructus enim<br />

communio est ac patefactio illius<br />

amoris qui, ex aeterni Patris exortus<br />

corde, per Spiritum in nos effunditur<br />

quem nobis tribuit Iesus (cfr<br />

Rom 5, 5) ut ex nobis efficiatur «cor<br />

et anima una» (Act 4, 32). Hanc<br />

proinde amoris communionem in<br />

actum deducens Ecclesia sese exhibebit<br />

«sacramentum» seu «signum<br />

et instrumentum intimae cum Deo<br />

unionis totiusque generis humani<br />

unitatis» (26).<br />

Domini dicta hac de re clariora<br />

sunt quam ut eorum vis imminui<br />

possit. Tot namque res, novo etiam<br />

saeculo, necessariae erunt ad historicum<br />

Ecclesiae cursum; verumtamen<br />

si deerit caritas (agape), totum<br />

erit supervacaneum reliquum. Idem<br />

quidem ipse apostolus Paulus huius<br />

nos rei commonefacit in hymno caritatis:<br />

si linguis hominum loquemur<br />

et angelorum ac fidem habuerimus<br />

ut «montes transferamus», caritatem<br />

autem non habuerimus,<br />

«nihil» nobis proderit (cfr 1 Cor 13,<br />

2). Ecclesiae «cor» reapse est caritas,<br />

perinde ac probe sancta Teresia<br />

Lexoviensis introspexerat, quam idcirco<br />

Ecclesiae Doctorem constituere<br />

voluimus quod peritissima fuit<br />

scientiae amoris: «Ecclesiae cor esse<br />

intellexi quod et Amore accensum.<br />

Solum Amorem percepi efficere<br />

ut Ecclesiae membra agerent...<br />

Amorem in se intellexi universas<br />

complecti vocationes, Amorem<br />

nempe esse omnia» (27).<br />

Communionis<br />

spiritualitas<br />

43.Ex Ecclesia domum scholamque<br />

communionis exstruere:<br />

ecce permagna sistit ante nos provocatio<br />

in millennio hoc iam incipiente,<br />

si fideles quidem esse Dei<br />

consilio voluerimus ac mundi simul<br />

respondere intimis exspectationibus.<br />

Quid vero haec in re significant?<br />

Sermo etiam hic statim in opus et<br />

factum transire forsitan possit; at<br />

error certe sit simili obsequi impulsui.<br />

Ante enim oportet spiritualita-<br />

5 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Lunedì-Martedì 8-9 Gennaio 2001<br />

Lettera Apostolica di Giovanni Paolo II all'Episcopato, al Clero e ai Fedeli<br />

al termine del Grande Giubileo dell'Anno Duemila<br />

vere cognovit, non sibi soli eum reservare<br />

potest; quem potius annuntiet<br />

foris oportet. Necesse est ut novus<br />

impetus apostolicus teneatur<br />

tamquam cotidianum communitatum<br />

consociationumque christianarum<br />

officium. Verumtamen id complebitur,<br />

congrua habita ratione itineris<br />

semper diversi singulorum hominum<br />

ac reverentia pariter habita<br />

erga varias humani cultus condiciones,<br />

in quas est christianus inserendus<br />

nuntius, ita quidem ut propria<br />

omnis populi bona non negentur<br />

sed purificentur ad plenitudinemque<br />

suam provehantur.<br />

Tertii millennii christiana religio<br />

melius in dies huic respondere debebit<br />

postulato inculturationis. Sua<br />

dein semper perseverans esse fidelisque<br />

nuntio evangelico ac traditioni<br />

Ecclesiae gestabit faciem etiam tot<br />

humanitatis formarum totque populorum,<br />

ubi suscepta est atque inserta.<br />

Hac multiplicis Ecclesiae vultus<br />

venustate perfrui Nobis potissimum<br />

hunc per Iubilarem Annum licuit.<br />

Et initium dumtaxat hoc fortassis<br />

est, imago modo adumbrata venturae<br />

aetatis quam Dei Spiritus nobis<br />

praeparat.<br />

Christi propositum universis fidenter<br />

aperiri decebit. Adultis praebebitur<br />

et familiis, adulescentibus<br />

ostendetur et pueris nec tamen interea<br />

extremae obtegentur postulationes<br />

evangelici nuntii; sed necessitatibus<br />

singulorum occurretur, quod<br />

spectat ad sensum sermonemque<br />

omnium, secundum Pauli ipsius<br />

specimen adseverantis: «Omnibus<br />

omnia factus sum, ut aliquos utique<br />

facerem salvos» (1 Cor 9, 22). Haec<br />

cuncta vobis commendantes cogitamus<br />

Nos nominatim pastoralem<br />

operam pro iuvenibus. Quod omnino<br />

attinet ad adulescentes, — quem<br />

IV<br />

Caritatis testes<br />

tem communionis promoveri quam<br />

certa ineantur incepta. Illa namque<br />

spiritualitas extollenda est uti educandi<br />

principium omnibus iis locis,<br />

ubi homo efformatur et christianus,<br />

ubi altaris comparantur ministri,<br />

consecrati homines ac pastorales<br />

operarii, ubi familiae instituuntur et<br />

communitates. Communionis spiritualitas<br />

in primis significat animum<br />

in mysterium Trinitatis intra nos habitantis<br />

intentum, cuius praeterea<br />

lux percipiatur necesse est in fratrum<br />

sororumque vultibus nos circumsistentium.<br />

Significat insuper<br />

communionis spiritualitas facultatem<br />

persentiendi fratrem in fide intra<br />

profundam Corporis mystici unitatem<br />

veluti «unum ad me quoque<br />

pertinentem», ut cum eo partiri<br />

sciamus propria gaudia ac dolores,<br />

ut eius capere valeamus optata eiusque<br />

curam gerere necessitatum, ut<br />

veram illi offerre possimus et intimam<br />

amicitiam. Communionis pariter<br />

spiritualitas secum infert potestatem<br />

discernendi ante omnia id<br />

quod positivum est in proximo, ut<br />

suscipiatur illud et tamquam Dei<br />

donum aestimetur: «donum pro<br />

me» non solummodo pro fratre qui<br />

recta via id accepit. Communionis<br />

denique spiritualitas scire significat<br />

fratri «spatium concedere», dum<br />

«alter alterius onera portamus» (cfr<br />

Gal 6, 2) atque invitationes omnes<br />

repudiare quae nobis insidiantur ac<br />

pariunt competitionem, cupiditatem<br />

proprii curriculi, diffidentiam, invidiam.<br />

Ne nos fallamus! Sine hoc<br />

spiritali itinere perpaulum proficient<br />

exteriora communionis instrumenta.<br />

Apparatus enim evadent sine anima,<br />

larvae et personae communionis potius<br />

quam eius viae sese exprimendi<br />

atque crescendi.<br />

44.His super fundamentis novum<br />

videre nos saeculum debebit<br />

magis quam umquam deditos aestimandis<br />

et enucleandis illis locis instrumentisque<br />

quibus secundum<br />

magnas Concilii Vaticani II directorias<br />

normas communio ipsa in tuto<br />

collocetur ac protegatur. Atque primum<br />

cogitandum est de propriis<br />

ministeriis communionis quae sunt<br />

ministerium ipsum Petrinum atque<br />

cum eo arcte coniuncta episcoporum<br />

collegialitas. Ea namque hic<br />

aguntur quae fundamentum suum<br />

ac firmamentum in consilio Christi<br />

de Ecclesia reperiunt (28), at ea de<br />

causa omnino sunt continenter<br />

comprobanda, unde eorum possit<br />

vera servari evangelica animatio.<br />

Plurimum a Concilio Vaticano II<br />

ac deinceps est effectum, quod ad<br />

Curiae Romanae pertinet reformationem,<br />

ad Synodorum constitutionem,<br />

ad Conferentiarum Episcopalium<br />

temperationem. Sed multum<br />

aequabiliter restat perficiendum,<br />

quo melius opportunitas horum ne-<br />

ad modum superius meminimus —<br />

testificationem nobis Iubilaeum obtulit<br />

magnanimae alacritatis. Responsionem<br />

hanc valde quidem consolantem<br />

aestimare congruenter scire<br />

nos debemus illudque studium<br />

velut novum talentum collocare (cfr<br />

Mt 25, 15), quod nostris Dominus<br />

reposuit in manibus ut lucrum inde<br />

trahamus.<br />

41.In hac autem fidenti et audenti<br />

et creanti «qualitate missionali»<br />

utinam splendido sustineamur ac<br />

dirigamur exemplo tot fidei testium<br />

quos Iubilaeum effecit ut revocaremus.<br />

Suis namque in martyribus<br />

semper repperit Ecclesia vitae semen.<br />

Sanguis martyrum — semen<br />

christianorum (25): praeclara haec<br />

«lex» a Tertulliano pronuntiata semper,<br />

comprobantibus historiae annalibus,<br />

vera exstitit. Nonne pariter<br />

per illud fiet saeculum, illud immo<br />

millennium quod sumus incohaturi?<br />

Fortasse consueveramus nimis iudicare<br />

martyres ex regulis antiquitatis,<br />

quasi si de genere ageretur praeteriti<br />

temporis quod maxime primis<br />

coniungeretur cum christianae aetatis<br />

saeculis. Recordatio tamen iubilaris<br />

scenam nobis illuminavit obstupefacientem,<br />

cum nostrum similiter<br />

tempus demonstraret testibus testimoniisque<br />

uberrimum, qui uno aliove<br />

modo Evangelium vivere in oppugnationis<br />

ac vexationis adiunctis<br />

potuerant, saepius etiam ut summam<br />

darent sanguinis confirmationem.<br />

In illis nimirum Dei verbum,<br />

bonam seminatum in terram, centuplum<br />

protulit (cfr Mt 13, 8.23). Etenim<br />

suis exemplis venturae aetatis<br />

viam commonstraverunt ac veluti<br />

nobis complanaverunt. Nihil propterea<br />

nobis superest aliud quam ut<br />

opitulante Dei gratia eorum nos<br />

progrediamur in vestigiis.<br />

cessariorum communionis instrumentorum<br />

exprimatur, hodie praesertim<br />

cum respondere necesse sit<br />

cito difficultatibus quibus occurrere<br />

debet Ecclesia intra tam veloces nostri<br />

temporis mutationes ac conversiones.<br />

45.Communionis spatia cotidie<br />

colenda sunt necnon amplificanda,<br />

in omni vitae ordine, in vitae contextu<br />

cuiusque Ecclesiae. Effulgeat<br />

communio oportet in necessitudinibus<br />

inter Episcopos presbyteros diaconos,<br />

inter Pastores universumque<br />

Dei Populum, inter clericos ac religiosos,<br />

inter consociationes et motus<br />

ecclesiales. Hunc ad finem melius<br />

usque adhibeantur est necesse<br />

illa participationis instituta quae<br />

iam Ius Canonicum praevidet, qualia<br />

sunt Consilia presbyteralia et<br />

pastoralia. Uti patet, non diriguntur<br />

ea normis popularis regiminis,<br />

quandoquidem per viam consulendi<br />

operantur non autem decernendi<br />

(29); non tamen idcirco vim suam<br />

amittunt aut significationem. Theologia<br />

communionis et spiritualitas<br />

videlicet mutuam provehunt efficientemque<br />

audientiam inter Pastores<br />

ac fideles, dum ex una parte eos<br />

retinent coniunctos a priori in omnibus<br />

quae sunt necessaria et ex altera<br />

pellunt illos ut plerumque consentiant<br />

in rebus opinabilibus ad optiones<br />

bene ponderatas ac participatas.<br />

Quapropter opus est nostram facere<br />

antiquam illam sapientiam<br />

quae, nihil sane detrimenti afferens<br />

auctoritati ipsorum Pastorum, incitabat<br />

eosdem ad saepius et amplius<br />

Populum Dei audiendum. Multum<br />

hac in re docte id quod sanctus Benedictus<br />

admonitum vult caenobii<br />

Abbatem, quem hortatur plus ut iuniores<br />

auscultet: «Saepe iuniori Dominus<br />

revelat quod melius est» (30).<br />

Item admonet Paulinus Nolanus:<br />

«De omnium fidelium ore pendeamus,<br />

quia in omnem fidelem Spiritus<br />

Dei spirat» (31).<br />

Si igitur iuridicialis prudentia,<br />

qua certae circumscribuntur participationis<br />

regulae, compagem Ecclesiae<br />

hierarchicam ostendit repellitque<br />

invitamenta ad proprium arbitrium<br />

aut iniustas postulationes,<br />

communionis aliunde spiritualitas<br />

suam confert animam corpori institutionis<br />

indicatque fiduciam illam<br />

ac mentem apertam quae dignitati<br />

prorsus respondet ac responsalitati<br />

cuiusque sodalis Dei apud Populum.<br />

Vocationum diversitas<br />

46.Hic prospectus communionis<br />

arte sociatur cum christianae<br />

communitatis facultate aperiendi<br />

omnibus «donis» Spiritus spatium.<br />

Unitas Ecclesiae dicere non vult uni-<br />

formitatem, sed solidum inter iustas<br />

varietates complementum. Res est<br />

quae datur pluribus membris in uno<br />

corpore, solo Christi Corpore coniunctis<br />

(cfr 1 Cor 12, 12). Oportet<br />

igitur ut Ecclesia tertii millennii omnes<br />

baptizatos et confirmatos excitet<br />

ad mentem propriae actuosaeque<br />

conscientiae in vita ecclesiali<br />

sumendam. Simul cum ministerio<br />

ordinis, alia ministeria, sive sint instituta,<br />

sive simpliciter recognita,<br />

florescere possunt in bonum totius<br />

communitatis, eamque in pluribus<br />

eius necessitatibus roborare, nempe<br />

a catechesi ad animationem liturgicam,<br />

ab institutione iuvenum ad<br />

multiplicia caritatis signa.<br />

Revera officium munificum sumatur<br />

oportet — praesertim impensas<br />

fundendo preces ad Dominum messis<br />

(cfr Mt 9, 38) — ad promovendas<br />

vocationes ad sacerdotium et<br />

eas quae singularem requirunt consecrationem.<br />

Et hoc problema magnae<br />

gravitatis est pro Ecclesiae vita<br />

ubique terrarum. Deinde, quibusdam<br />

in nationibus vetere evangelizatione<br />

signatis, luctuosum factum<br />

est propter socialem contextum et<br />

religiosam ariditatem inductam ob<br />

immoderatam rerum consumptionem<br />

nimiumque morum profanorum<br />

affectum. Necessarium ducitur<br />

et urgens instituere amplam et subtilem<br />

rationem pastoralem vocationum,<br />

quae paroecias, instituta educationis,<br />

familias amplectatur, attentiorem<br />

promovendo mentem de bonis<br />

essentialibus vitae, quae synthesim<br />

suam decretoriam obtineant in<br />

responsionibus quas unusquisque<br />

rogatur ut Dei vocationi ferat, praesertim<br />

cum haec ad assolutam sui<br />

ipsius viriumque deditionem propter<br />

Regnum.<br />

His in adiunctis, magnum quoque<br />

pondus assumit quaelibet alia vocatio<br />

quae omnino nititur divitiis vitae<br />

novae, in Baptismatis Sacramento<br />

assumptae. Peculiari modo melius<br />

in dies detegenda est propria laicorum<br />

vocatio, qui qua tales vocantur<br />

ut possint «res temporales gerendo<br />

et secundum Deum ordinando, regnum<br />

Dei quaerere» (32) nec non ut<br />

expleant «suas partes... in Ecclesia<br />

et in mundo... ad evangelizationem<br />

et sanctificationem hominum» (33).<br />

Hoc sub eodem aspectu magnae<br />

utilitatis ad communionem munus<br />

est promovendi varia genera aggregationis,<br />

quae, sive in traditis sive in<br />

recentioribus formis motuum ecclesialium,<br />

Ecclesiae ferre pergunt vitalitatem<br />

quae donum Dei est atque<br />

authenticum «vernum Spiritus tempus»<br />

constituit. Opus est quidem ut<br />

associationes et motus, tum in Ecclesia<br />

universali, tum in Ecclesiis<br />

particularibus, artissima ecclesiali<br />

concordia operentur et gravibus Patrum<br />

praescriptis obtemperent. Attamen<br />

ad omnes vertitur quoque severum<br />

ac peremptorium Apostoli<br />

monitum: «Spiritum nolite exstinguere,<br />

prophetias nolite spernere;<br />

omnia autem probate, quod bonum<br />

est tenete» (1 Thess 5, 19-21).<br />

47.Praeterea ad pastoralem familiae<br />

operam, peculiaris intendatur<br />

consideratio, quae historica nostra<br />

aetate utilior efficitur, cum in<br />

hanc potissimam institutionem diffusum<br />

absolutumque discrimen irrumpit.<br />

In christiana matrimonii visione,<br />

habitudo inter virum et mulierem<br />

— quae mutua, absoluta,<br />

unica et indissolubilis est — primi-<br />

genio congruit Dei consilio, in temporum<br />

cursu «duritia cordis» inquinato,<br />

quod vero Christus venit ad<br />

eius pristinum splendorem redigendum,<br />

revelando quod «ab initio»<br />

Deus voluit (Mt 19, 8). In matrimonio<br />

ad sacramenti dignitatem sublato<br />

exprimitur deinde «magnum<br />

mysterium» amoris sponsalis Christi<br />

erga Ecclesiam suam (cfr Eph 5,<br />

32).<br />

Ad rem quod attinet, Ecclesia indulgere<br />

nequit coercitioni cuiusdam<br />

culturae quamvis sit satis diffusa et<br />

aliquando acerba. Ita potius agendum<br />

est ut, per evangelicam institutionem<br />

semper renovandam, christianae<br />

familiae solidum offerant<br />

exemplum, eo sensu quod matrimonium<br />

agi possit ratione Dei consilio<br />

et exigentiis humanae personae omnino<br />

congruenti: personae scilicet<br />

coniugum ac praesertim debilioris<br />

personae filiorum. Familiae ipsae<br />

magis in dies conscias se praebeant<br />

de sollicitudine erga filios et actuosae<br />

personae fiant quatenus ad<br />

praesentiam ecclesialem et socialem<br />

ad illorum iura tuenda.<br />

Oecumenicum officium<br />

48.Et quid dicendum de instantia<br />

communionem promovendi in<br />

difficili ambitu oecumenicae navitatis?<br />

Luctuosum ecclesialium laborum<br />

legatum temporis acti adhuc<br />

prosequitur limina transgrediendo<br />

novi millennii. Iubilaris celebratio<br />

recensuit quoddam revera propheticum<br />

et commovens signum; multum<br />

tamen itineris adhuc deest percurrendum.<br />

Reapse, dum nos coegit ad oculos<br />

in Christum vertendos, Magnum Iubilaeum<br />

nos assumere fecit vividiorem<br />

conscientiam de Ecclesia uti<br />

mysterio unitatis. «Credo unam Ecclesiam»:<br />

quod in fidei professione<br />

affirmamus, ultimum habet fundamentum<br />

in Christo, in quo Ecclesia<br />

non est divisa (cfr 1 Cor 1, 11-13).<br />

Ad eius Corpus quod attinet, in unitate<br />

a dono Spiritus proveniente,<br />

Ecclesia manet indivisibilis. Factum<br />

divisionis in ambitu historico generatur,<br />

in habitudine inter filios Ecclesiae,<br />

uti consectarium humanae<br />

infirmitatis in excipiendo dono quod<br />

a Christo-Capite ad Corpus Mysticum<br />

continenter profluit. Oratio Iesu<br />

in Cenaculo — «sicut tu, Pater,<br />

in me et ego in te, ut et ipsi in nobis<br />

unum sint» (Io 17, 21) — revelatio<br />

simul est et invocatio. Illa revelat<br />

nobis Christi unitatem cum Patre,<br />

veluti fontem unitatis Ecclesiae<br />

ac perenne donum quod ipsa usque<br />

ad consummationem saeculi mystice<br />

recipiet. Unitas haec, quae expleri<br />

non desinit in Ecclesia Catholica,<br />

non obstantibus humanis limitationibus,<br />

etiam diversimode operatur<br />

in tot elementis sanctificationis et<br />

veritatis quae in interioribus partibus<br />

aliarum Ecclesiarum et Communitatum<br />

ecclesialium inveniuntur;<br />

quae elementa, ut dona Ecclesiae<br />

Christi propria, impellunt eas<br />

ad plenam unitatem (34).<br />

Oratio Christi nobis memorat hoc<br />

donum necessario in dies altiore ratione<br />

excipiendum et explicandum<br />

esse. Invocatio «ut unum sint» simul<br />

est admonitio quae nos urget, fortitudo<br />

quae nos confirmat, salutaris<br />

reprehensio ob cordis pigritias et<br />

angustias. Oratione Iesu, non vero<br />

dotibus nostris, innititur fiducia qua<br />

in historia quoque plenam et visibilem<br />

communionem cum omnibus<br />

christianis assequi possumus.<br />

In hoc prospectu renovati itineris<br />

postiubilaris, magna cum spe de Ecclesiis<br />

Orientalibus cogitamus, optantes<br />

ut illa donorum commutatio<br />

quibus Ecclesia primi millennii est<br />

ditata in plenitudine resumatur. Memoria<br />

temporis illius quo Ecclesia<br />

«duobus pulmonibus» respirabat<br />

christianos excitet Orientis et Occidentis<br />

ad viam iunctim suscipiendam,<br />

unitatem fidei servando ac iustas<br />

diversitates venerando, in mutua<br />

acceptatione et auxilio, ut membra<br />

unius Corporis Christi decet.<br />

Simili studio oecumenicum interserendum<br />

est colloquium cum fratribus<br />

et sororibus Communionis<br />

Anglicanae necnon ecclesialium<br />

communitatum ex Reformatione<br />

ortarum. Theologica comparatio de<br />

essentialibus fidei et christianae legis<br />

moralis aspectibus, cooperatio in<br />

caritate ac praesertim magnus sanctitatis<br />

oecumenismus, Deo praestite,<br />

tempore futuro facere non poterunt<br />

quin suos fructus ferant. Interea iter<br />

fidenter pergamus, momentum<br />

exoptantes quo, nemine excepto,<br />

cum omnibus Christi discipulis elatissima<br />

voce canere poterimus: «Ecce<br />

quam bonum et quam iucundum<br />

habitare fratres in unum» (Ps 133,<br />

1).<br />

Pignus de caritate<br />

ponendum<br />

49.Ex communione intra-ecclesiali,<br />

caritas suapte natura ad universale<br />

expanditur ministerium, sese<br />

diffundens in munus operosi et specifici<br />

amoris erga quemlibet hominem.<br />

Ambitus est hic, qui decretorio<br />

pariter modo christianam vitam,<br />

ecclesialem stilum et pastoralem rationem<br />

describit. Ineuntibus saeculo<br />

et millennio, omnes videant oportet,<br />

immo in votis est ut maiore ratione<br />

intellegant quemnam ad gradum deditionis<br />

evehi possit caritas erga<br />

pauperiores. Si revera a Christi contemplatione<br />

denuo viam incepimus,<br />

nostrum erit id advertere in vultu<br />

eorum cum quibus ille similis esse<br />

voluit: «Esurivi enim, et dedistis<br />

mihi manducare; sitivi, et dedistis<br />

mihi bibere; hospes eram, et collegistis<br />

me; nudus, et operuistis me; infirmus,<br />

et visitastis me; in carcere<br />

eram, et venistis ad me» (Mt 25, 35-<br />

36). Pagina haec non est mera<br />

adhortatio ad caritatem; agitur de<br />

pagina christologica, quae luminis<br />

radios effundit in Christi mysterium.<br />

Hac pagina, non minus quam<br />

aspectu orthodoxiae, Ecclesia nititur<br />

ad suam fidelitatem mensurandam<br />

uti Sponsa Christi.<br />

Minime quidem est obliviscendum<br />

neminem amore nostro privari<br />

posse, quandoquidem Filius Dei «incarnatione<br />

sua cum omni homine<br />

quodammodo Se univit» (35). Si<br />

standum est certissimis Evangelii<br />

verbis, in persona pauperum peculiaris<br />

eius praesentia invenitur, quae<br />

Ecclesiae inicit praeferendam optionem<br />

pro ipsis. Per talem optionem<br />

testimonium redditur de genere<br />

amoris Dei, de eius providentia, de<br />

misericordia, et quodammodo<br />

adhuc in historiae campo seminantur<br />

illa Regni Dei semina quae Ipse<br />

CONTINUA A PAGINA 6


.<br />

CONTINUAZIONE DALLA PAGINA 5<br />

PAGINA<br />

Iesus posuit in sua vita terrestri<br />

cum obviam veniret omnibus eum<br />

adeuntibus propter spiritales et corporales<br />

necessitates.<br />

50.Iam vero plurimae sunt necessitates<br />

quae temporibus nostris<br />

christianum sensum inquirunt. Hodierna<br />

societas novum incipit millennium<br />

onerata contradictionibus<br />

ob incrementum oeconomicum, culturale,<br />

technologicum, quod paucis<br />

fortuna praeditis offert summas facultates,<br />

dum mille milleque homines<br />

derelinquit non tantum progressione<br />

exclusos, verum obnoxios vitae<br />

condicionibus infra quid minimum<br />

sortis quae decet humanae dignitati.<br />

Potestne fieri ut nostra aetate<br />

sit adhuc ille qui fame pereat?<br />

qui damnatus relinquatur analphabetismo?<br />

qui curis medicis essentialibus<br />

privetur? qui tecto careat quo<br />

confugere possit?<br />

Conspectus paupertatis sine fine<br />

dilatari potest, si veteribus nova addimus<br />

genera paupertatis, quae saepe<br />

quoque afficiunt illos ambitus et<br />

ordines qui, quamvis pecuniariis copiis<br />

ditatos, adducuntur ad desperationem<br />

contra rationem, ad medicamentorum<br />

stupefactivorum insidias,<br />

ad relictionem eorum qui in aetate<br />

provecta vel in morbo versantur, ad<br />

segregationem vel discriminationem<br />

socialem. Christifidelis qui huic<br />

scaenae se profert, actum fidei in<br />

Christum facere discat, interpretando<br />

monitum quod ex hoc mundo<br />

paupertatis ille proclamat. Agitur<br />

enim de prosequenda illa tradita caritate<br />

quae duobus millenniis iam<br />

elapsis plurima habuit signa et hodie<br />

forsitan maius requirit inceptum.<br />

Hora est novae «inventionis<br />

caritatis», quae non tantum explicari<br />

possit secundum efficacitatem auxilii<br />

iam praestiti, verum etiam secundum<br />

facultatem adeundi proximum<br />

et solidarietatem exprimendi<br />

cum dolentibus, ita ut gestus auxilii<br />

non uti nummus indecorus, sed uti<br />

fraterna participatio censeatur.<br />

Hac de causa ita agendum est nobis<br />

ut pauperes, in singulis christianis<br />

communitatibus, persentiant se<br />

«in domo propria» esse. Hic modus<br />

agendi nonne erit suprema et efficax<br />

manifestatio boni nuntii Regni?<br />

Sine hac forma evangelizationis,<br />

quae per caritatem et testimonium<br />

christianae paupertatis expletur,<br />

nuntius Evangelii, qui etiam primaria<br />

est caritas, periculum patitur incomprehensionis<br />

aut suffocationis<br />

propter affluentiam verborum, cui<br />

hodierna societas communicationis<br />

cotidie subicitur. Caritas ex operibus<br />

certissima vi confirmat caritatem<br />

ex verbis.<br />

Huius temporis<br />

provocationes<br />

51.Et quomodo fieri potest ut<br />

detrahamur ante conspectum eversionis<br />

oecologicae quae ingentes orbis<br />

areas inhospitas et homini hostiles<br />

reddit? aut ante difficultates pacis,<br />

quae saepe minationibus afficitur<br />

sub exitialium bellorum inquietudine?<br />

aut ante ludibrium fundamentalium<br />

iurium tot personarum,<br />

praesertim puerorum? Tot sunt instantiae,<br />

de quibus christianus animus<br />

detrahi nequit.<br />

Peculiare munus afficere debet<br />

quosdam exigentiae evangelicae<br />

aspectus, qui saepe parum intelleguntur,<br />

ita ut Ecclesiae interventus<br />

reddantur impopulares, qui tamen<br />

hanc ob causam nequeunt minus<br />

praesentes esse in ecclesialibus rebus<br />

agendis de caritate. Dicimus de<br />

munere assumendo ad vitam cuiusque<br />

hominis tuendam inde ab eius<br />

conceptu usque ad naturalem transitum.<br />

Ministerium homini praestandum<br />

pariter instat nos ad opportune<br />

et importune clamorem<br />

edendum eos, qui novis scientiae<br />

progressionibus utuntur praesertim<br />

in campo biotechnologico, fundamentalia<br />

ethicae postulata nullo<br />

tempore neglegere posse, recurrentes<br />

forsitan ad dubiam solidarietatem,<br />

quae sibi proponit vitam et vitam<br />

discernere, propriam cuiusque<br />

hominis dignitatem spernendo.<br />

Per efficientiam christiani testimonii,<br />

maxime in his delicatis dubiisque<br />

campis, summopere interest ut<br />

causae doctrinae Ecclesiae convenienter<br />

dilucidentur, aperte praesertim<br />

affirmando quod non agitur de<br />

fidei prospectu non credentibus imponendo,<br />

sed de donis propriis ipsius<br />

naturae cuiusque hominis interpretandis<br />

ac tuendis. Caritas igitur<br />

necessario erit famulatus culturae,<br />

rei politicae, oeconomicae, familiae<br />

praestitus, ut ubique veneratione<br />

cumulentur fundamentalia principia,<br />

ex quibus humana condicio futurumque<br />

culturae pendent.<br />

52.Omnia haec, ut patet, speci-<br />

6 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Lunedì-Martedì 8-9 Gennaio 2001<br />

Lettera Apostolica di Giovanni Paolo II all'Episcopato, al Clero e ai Fedeli<br />

al termine del Grande Giubileo dell'Anno Duemila<br />

fica christiana ratione sunt peragenda:<br />

maxime laici erunt qui praesentes<br />

se reddant his in muneribus ad<br />

vocationem sibi propriam exsequendam,<br />

quin umquam aviditati indulgeant<br />

christianas communitates ad<br />

socialem tabernam redigendi. Peculiarem<br />

in modum, necessitudo cum<br />

civili societate ita sit instituatur ut<br />

omnes autonomiam et huius munera<br />

revereantur, secundum postulata<br />

doctrinae socialis Ecclesiae. Notatu<br />

digna est navitas quam Ecclesiae<br />

Magisterium adhibuit, praesertim<br />

saeculo XX, ad rem socialem sub<br />

lumine Evangelii legendam nec non<br />

ad offerendam, definite quidem et<br />

ordinate, propriam cooperationem<br />

ad quaestionem socialem solvendam,<br />

quae in hodierna aetate universalis<br />

facta est quaestio.<br />

Haec pars ethico-socialis uti indefectibilis<br />

mensura christiani testimonii<br />

proponitur; tentatio respuenda<br />

est spiritalitatis indolis intimae et individualis,<br />

quae cum requisitis caritatis<br />

haud bene componitur, nec<br />

cum logica Incarnationis, nec tandem<br />

cum eschatologica christianismi<br />

intentione. Si haec ultima conscios<br />

nos facit de relativa historiae<br />

indole, hoc nobis non permittit ut<br />

quodammodo officium neglegamus<br />

eam aedificandi. Ut cum maxime<br />

viget huiusmodi doctrina Concilii<br />

Oecumenici Vaticani II: «Unde apparet<br />

christiano nuntio homines ab<br />

exstruendo mundo non averti, nec<br />

ad bonum sui similium negligendum<br />

impelli, sed potius officio haec<br />

operandi artius obstringi» (36).<br />

Solidum signum<br />

53.Ut signum feramus huius<br />

sensus caritatis et humanae promotionis,<br />

quae radices emittit in intimas<br />

Evangelii exigentias, voluimus<br />

ut ipse Annus Iubilaris, inter innumeros<br />

caritatis fructus quos in eius<br />

cursu iam tulit — cogitamus in primis<br />

subsidium oblatum tot indigentioribus<br />

fratribus ut Iubilaei partes<br />

habere possent —, opus crearet<br />

quod quodam modo constitueret<br />

fructum et sigillum iubilaris caritatis.<br />

Plurimi quidem peregrinantes<br />

diversimode stipem dederunt et,<br />

una cum illis, etiam multi praecipui<br />

curatores oeconomicae actionis munifica<br />

tribuerunt subsidia, quae ad<br />

dignam iubilaris eventus exsecutionem<br />

contulerunt. Solutis nummariis<br />

rationibus sumptuum quos opus fuit<br />

oppetere huius anni decursu, pecunia<br />

parsimoniae ad scopos caritatis<br />

destinabitur. Etenim magni est ponderis<br />

ut ex hoc religioso praeclaro<br />

eventu quaelibet removeatur parvitas<br />

quaestus oeconomici. Quod supererit<br />

conferet ad renovandam, hodiernis<br />

quoque in adiunctis, experientiam<br />

multoties habitam in historiae<br />

decursu, a tempore quo, in<br />

exordiis Ecclesiae, communitas Hierosolymitana<br />

obtulit non-christianis<br />

commovens spectaculum spontaneae<br />

munerum permutationis, immo<br />

bonorum communionem inter<br />

pauperrimos homines (cfr Act 2,<br />

44-45).<br />

Opus quod efficietur parvus tantummodo<br />

erit rivulus qui confluet<br />

in magnum flumen christianae caritatis<br />

historiam percurrens. Parvus,<br />

significans tamen rivulus: Iubilaeum<br />

coegit terrarum orbem ad Romam,<br />

ad Ecclesiam contuendam, quae<br />

«praesidet in caritate» (37), et propriam<br />

stipem Petro offerendam.<br />

Nunc caritas expressa in corde catholicitatis<br />

quodam modo denuo<br />

vertitur in mundum per hoc signum,<br />

quod maneat volumus uti<br />

fructus et vivens memoria communionis<br />

habitae occasione Iubilaei.<br />

Dialogus ac missio<br />

54.Novum saeculum, novum<br />

millennium patent sub Christi lumine.<br />

Attamen non omnes hoc lumen<br />

contuentur. Mirum nos decet officium<br />

ut «repercussus» huius luminis<br />

efficiamur. Est mysterium lunae<br />

valde addictum contemplationi Patrum,<br />

qui per hanc imaginem dependentiam<br />

docebant a Christo, Sole,<br />

cuius lumen illa replicat (38). Genus<br />

erat exprimendi quidquid Ipse<br />

Christus dixerat cum exhibebatur<br />

uti «lux mundi» (Io 8, 12) et cum<br />

pariter suos hortabatur discipulos ut<br />

essent «lux mundi» (Mt 5, 14).<br />

Munus est hoc, quod contremiscere<br />

nos facit, si ad infirmitatem<br />

attendimus quae saepe opacos nos<br />

efficit et umbris confertos. Est tamen<br />

possibile munus, si nos ostendimus<br />

luci Christi et nos aperimus<br />

gratiae quae novos nos reddit homines.<br />

55.Hac in visione exponitur<br />

magna provocatio colloquii interreligiosi,<br />

cui novum saeculum intentos<br />

nos videbit secundum lineamenta<br />

Concilii Oecumenici Vaticani II<br />

(39). Annis quibus Magnum Iubilaeum<br />

apparabatur, Ecclesia per conventus<br />

dignos symbolica gravitate<br />

curavit describendam relationem<br />

aperturae et dialogi erga praepositos<br />

aliis religionibus. Dialogus prosequi<br />

debet. Condicione praehabita<br />

perspicui pluralismi culturalis et religiosi,<br />

prout in societate novi millennii<br />

ostenditur, dialogus hic magni<br />

erit ponderis ad parandam quoque<br />

solidam pacis condicionem, et ad<br />

spectrum bellorum inter religiones<br />

repellendum, quae plures historiae<br />

hominis periodos sanguine consperserunt.<br />

Nomen unici Dei magis magisque<br />

sit oportet, sicuti est, nomen<br />

pacis et monitum ad pacem.<br />

56.Dialogus tamem religioso indifferentismo<br />

inniti nequit, et ad<br />

nos christianos officium attinet dialogum<br />

explicandi dum testimonium<br />

offerimus plenum spe quae in nobis<br />

est (cfr 1 Pt 3, 15). Ne timeamus<br />

quominus identitatem aliorum laedat<br />

id quod secus est laetus nuntius<br />

doni omnibus concessi et omnibus<br />

propositi maxima cum libertatis<br />

reverentia: donum dicimus revelationis<br />

Dei-Amoris qui «sic dilexit<br />

mundum, ut Filium suum unigeni-<br />

tum daret» (Io 3, 16). Hoc quidem,<br />

prout in Declaratione Dominus Iesus<br />

recenter in luce est positum, subici<br />

nequit cuidam speciei dialogicae<br />

pactionis, ac si esset pro nobis<br />

simplex opinio; est nobis autem gratia<br />

quae gaudio nos replet; est nuntius,<br />

quem nuntiare tenemur.<br />

Ecclesia igitur detrahi nequit ab<br />

actione missionali inter populos, et<br />

uti munus primarium missionis ad<br />

gentes permanet nuntius qui est in<br />

Christo, «Via et Veritate et Vita»<br />

(cfr Io 14, 6), in quo homines salutem<br />

inveniunt. Dialogus interreligiosus<br />

«nuntium simpliciter substituere<br />

nequit, ad nuntium tamen usque<br />

convertitur» (40). Missionale tamen<br />

munus non impedit nos quin dialogum<br />

suscipiamus penitus prompti<br />

ad audiendum. Novimus enim, coram<br />

mysterio gratiae dimensionibus<br />

et consectariis infinite ditato pro vita<br />

et historia hominis, Ecclesiam ipsam<br />

nullo tempore investigationes<br />

esse intermissuram, quoniam auxilio<br />

se committit Paracliti, Spiritus<br />

veritatis (Io 14, 17), cui competit<br />

eam deducere «in omnem veritatem»<br />

(Io 16, 13).<br />

58. Progrediamur oported in<br />

spe! Coram Ecclesia novum patet<br />

millennium veluti apertum mare, in<br />

quod, Christo auxilium ferente, est<br />

committendum. Filius Dei, qui<br />

abhinc duo milia annorum propter<br />

hominis dilectionem est incarnatus,<br />

opus suum hodie quoque explet: argutos<br />

oculos habeamus oportet ad<br />

id contuendum et praesertim validum<br />

cor ut nosmet ipsi illius efficiamur<br />

instrumenta. Nonne fuit forsitan<br />

nostra Anni Iubilaris celebratio<br />

ad restaurandum colloquium cum<br />

hoc vivido fonte spei nostrae? Nunc<br />

autem Christus, spectatus et amatus,<br />

iterum iterumque nos invitat ut<br />

iter suscipiamus: «Euntes ergo docete<br />

omnes gentes, baptizantes eos in<br />

nomine Patris et Filii et Spiritus<br />

Sancti» (Mt 28, 19). Missionale praeceptum<br />

in tertium millennium nos<br />

inducit ad eundem hortando fervorem<br />

quo praediti erant christifideles<br />

primae horae: confidere possumus<br />

fortitudini eiusdem Spiritus qui Pentecostes<br />

die effusus est, et in praesens<br />

urget nos ad instaurandam<br />

viam illa suffulti spe «quae non decipit»<br />

(Rom 5, 5).<br />

Gressus noster, hoc novo ineunte<br />

saeculo, necesse est speditior fiat ad<br />

orbis terrarum vias denuo percurrendas.<br />

Viae, per quas unusquisque<br />

nostrum et singulae ecclesiae incedimus,<br />

plurimae sunt, sed distantia<br />

dari nequit inter illos qui unica<br />

communione sociantur, communione<br />

nempe quae cotidie alitur ad<br />

1) Conc. Oecum. Vat. II, Decr. de pastorali<br />

episcoporum munere in Ecclesia<br />

Christus Dominus, 11.<br />

2) Cfr Bulla Incarnationis mysterium<br />

(29 Novembris 1998), 3: AAS 91 (1999),<br />

132.<br />

3) Ibid., 4, l.m., 133.<br />

4) Conc. Oecum. Vat. II, Const.<br />

dogm. de Ecclesia Lumen gentium, 8.<br />

5) De civ. Dei, XVIII, 51, 2: PL 41,<br />

614; cfr Conc. Oecum. Vat. II, Const.<br />

dogm. de Ecclesia Lumen gentium, 8.<br />

6) Cfr Ioannes Paulus II, Litt. Ap.<br />

Tertio Millennio adveniente (10 Novembris<br />

1994), 55: AAS 87 (1995), 38.<br />

7) Cfr Conc. Oecum. Vat. II, Const.<br />

dogm. de Ecclesia Lumen gentium, 1.<br />

8) Comm. in Is., Prol.: PL 24, 17.<br />

9) Cfr Conc. Oecum. Vat. II, Const.<br />

dogm. de Divina Revelatione Dei Verbum,<br />

19.<br />

10) «Sequentes igitur sanctos Patres,<br />

unum eundemque confiteri Filium Dominum<br />

nostrum Iesum Christum consonanter<br />

omnes docemus, eundem perfectum<br />

in deitate, eundem perfectum in<br />

humanitate, Deum vere et hominem vere<br />

[..] unum eundemque Christum Filium<br />

Dominum unigenitum, in duabus<br />

naturis inconfuse, immutabiliter, indivise,<br />

inseparabiliter [... ] non in duas personas<br />

partitum sive divisum, sed unum<br />

et eundem Filium unigenitum Deum<br />

Verbum Dominum Iesum Christum»:<br />

DS 301-302.<br />

11) Conc. Oecum. Vat. II, Const. past.<br />

de Ecclesia in mundo huius temporis<br />

Gaudium et spes, 22.<br />

12) Hac de re admonet sanctus Anasthasius:<br />

«Homo cum re creata coniunctus<br />

non potuisset divinus effici, nisi Filius<br />

verus Deus esset», Oratio II contra<br />

Arianos 70: PG 26, 425 B - 426 G.<br />

13) N. 78.<br />

Hoc principium fundamentum est<br />

non tantum inexhausti perscrutationis<br />

theologicae de christiana veritate,<br />

verum etiam de christiano colloquio<br />

cum philosophiis, culturis, religionibus.<br />

Haud raro Spiritus Dei,<br />

qui «ubi vult, spirat» (Io 3, 8), in<br />

universali hominis experientia, non<br />

obstantibus omnibus humanis limitationibus,<br />

signa concitat suae praesentiae,<br />

quae ipsos Christi discipulos<br />

movent ad nuntium penitius percipiendum,<br />

cuius sunt praecones.<br />

Nonne accidit forsitan ut hac humili<br />

ac fidenti apertura Concilium Oecumenicum<br />

Vaticanum II «signa temporum»<br />

legere studeret? (41). Ecclesia,<br />

quamvis operosum ac sedulum<br />

agens discrimen ad discernenda «vera<br />

signa praesentiae vel consilii Dei»<br />

(42), agnoscit se non tantum dedisse,<br />

verum etiam accepisse «ex humani<br />

generis historia et evolutione»<br />

(43). Hunc gestum aperturae et pariter<br />

diligentis discriminis Concilium<br />

inauguravit respiciens quoque alias<br />

religiones. Ad nos pertinet doctrinam<br />

excipere et magna cum fidelitate<br />

vestigium persequi.<br />

Conclusio<br />

Duc in altum!<br />

mensam Panis Eucharistici et Verbi<br />

Vitae. Singulis diebus dominicis<br />

Christus a mortuis resuscitatus admissionem<br />

nobis concedit in Cenaculo,<br />

ubi «sero die illa prima sabbatorum»<br />

(Io 20, 19) coram suis stetit<br />

ut insufflaret in eos vivificans donum<br />

Spiritus eosque duceret in magnam<br />

evangelizationis audaciam.<br />

Hoc in itinere nos comitatur Virgo<br />

beatissima, cui, aliquot elapsis<br />

mensibus, una cum plurimis Episcopis,<br />

qui Romam venerunt ex omnibus<br />

mundi partibus, tertium commendavimus<br />

millennium. Pluries his<br />

annis eam monstravimus et invocavimus<br />

ut «Stellam novae evangelizationis».<br />

Nunc eam indicamus ut fulgentem<br />

auroram et certissimam nostro<br />

in itinere ductricem. «Mulier,<br />

ecce filii tui!», eidem rursus dicimus,<br />

eandem resonantes vocem Iesu<br />

(cfr Io 19-26), et sumentes apud<br />

eam vocem filialis dilectionis totius<br />

Ecclesiae.<br />

59.Carissimi Fratres et Sorores!<br />

Symbolum Portae Sanctae post terga<br />

nostra clauditur, sed ut relinquatur<br />

quam maxime aperta Porta vivens<br />

quae Christus est. Post iubilarem<br />

fervorem ad cotidianam consuetudinem<br />

non regredimur. Secus<br />

enim, peregrinatio nostra, si authentica<br />

fuit, crura nostra protendit<br />

per viam quae nos praestolatur.<br />

Apostoli Pauli audaciam sequamur:<br />

«Ad ea vero, quae ante sunt, extendens<br />

me ad destinatum persequor,<br />

ad bravium supernae vocationis Dei<br />

Notae<br />

14) Ultimi Colloqui. Quaderno giallo,<br />

6 Iulii 1897: Opere complete, Città del<br />

Vaticano 1997, 1003.<br />

15) S. Cyprianus, De Orat. Dom., 23:<br />

PL 4, 553; cfr Conc. Oecum. Vat. II,<br />

Const. dogm. de Ecclesia Lumen gentium,<br />

4.<br />

16) Conc. Oecum. Vat. II, Const.<br />

dogm. de Ecclesia Lumen gentium, 40.<br />

17) Cfr Conc. Oecum. Vat. II, Const.<br />

de sacra liturgia Sacrosanctum Concilium,<br />

10.<br />

18) Cfr Congr. pro Doctrina Fidei,<br />

Epistula de quibusdam rationibus christianae<br />

meditationis Orationis formas<br />

(15 Octobris 1989): AAS 82 (1990), 362-<br />

379.<br />

19) Conc. Oecum. Vat. II, Const. de<br />

sacra liturgia Sacrosanctum Concilium,<br />

10.<br />

20) Cfr Ioannes Paulus II, Litt. Ap.<br />

Dies Domini (31 Maii 1998), 19: AAS 90<br />

(1998), 724.<br />

21) Ibid., 2: l.m., 714.<br />

22) Cfr ibid., 35: l.m., 734.<br />

23) Cfr 18: AAS 77 (1985), 224.<br />

24) Ibid., 31: l.m., 258.<br />

25) Tertullianus, Apol., 50, 13: PL 1,<br />

534.<br />

26) Conc. Oecum. Vat. II, Const.<br />

dogm. de Ecclesia Lumen gentium, 1.<br />

27) MsB 3V°, Opere complete, Città<br />

del Vaticano, 1997, 223.<br />

28) Cfr Conc. Oecum. Vat. II, Const.<br />

dogm. de Ecclesia Lumen gentium, c.<br />

III.<br />

29) Cfr Congr. de Clericis et aliae, Instr.<br />

de quibusdam quaestionibus circa fidelium<br />

laicorum cooperationem sacerdotum<br />

ministerium spectantem Ecclesiae<br />

de mysterio (15 Augusti 1997):AAS<br />

89 (1997), 852-877, praesertim art. 5: De<br />

Sub Concilii lumine<br />

57.Quot divitiae, dilectissimi<br />

Fratres et Sorores, inveniuntur in<br />

normis quas nobis proposuit Concilium<br />

Oecumenicum Vaticanum II!<br />

Hanc ob causam, tempore praeparationis<br />

Magni Iubilaei, ab Ecclesia<br />

quaesivimus ut sese interrogaret de<br />

acceptatione Concilii (44). Estne<br />

hoc factum? Congressio in hac Vaticana<br />

Civitate habita punctum temporis<br />

huius considerationis exstitit,<br />

et ominamur ut in omnibus Ecclesiis<br />

particularibus, etsi diversimode,<br />

hoc similiter evenerit. Per annorum<br />

decursum, hi textus pretium non<br />

amittunt nec fulgorem. Necesse est<br />

ut congruenter legantur et noscantur<br />

et approprientur uti textus idonei<br />

et directorii Magisterii, in ambitu<br />

Ecclesiasticae Traditionis. Iubilaeo<br />

concluso, ut quam maxime assumimus<br />

officium ostendendi Concilium<br />

uti summam gratiam qua Ecclesia<br />

saeculo XX est ditata: in eo<br />

nobis tutissimus offertur index ad<br />

iter hoc ineunte saeculo detegendum.<br />

in Christo Iesu» (Philp 3, 13-14).<br />

Imitemur insimul contemplationem<br />

Mariae, quae, post peregrinationem<br />

in sanctam civitatem Ierusalem, in<br />

domum Nazarethanam regrediebatur<br />

mysterium Filii conservans in<br />

corde suo (cfr Lc 2, 51).<br />

Iesus resuscitatus, qui nostris in<br />

viis comitem se praebet et notum<br />

nobis se facit sicut olim discipulis<br />

Emmaus «in fractione panis» (Lc 24,<br />

35), vigiles nos inveniat et promptos<br />

ad vultum eius conoscendum et nostros<br />

fratres adeundos ut magnum<br />

iis perferamus nuntium: «Vidimus<br />

Dominum!» (Io 20, 25).<br />

Hic est enim optatissimus fructus<br />

Iubilaei anni bismillesimi, Iubilaei<br />

videlicet quod vivida ratione iterum<br />

nostros ante oculos proposuit<br />

mysterium Iesu Nazarethani, Filii<br />

Dei hominisque Redemptoris.<br />

Dum Iubilaeum concluditur et futurum<br />

spei nobis reseratur, laus<br />

gratiarumque actiones totius Ecclesiae<br />

ad Patrem effundantur, per<br />

Christum, in Spiritu Sancto.<br />

Haec ominantes omnibus vobis<br />

imo ex pectore Nostram impertimus<br />

Benedictionem.<br />

Ex Aedibus Vaticanis, die VI<br />

mensis Ianuarii, in Sollemnitate Epiphaniae<br />

Domini, anno bismillesimo<br />

primo, Pontificatus Nostri vicesimo<br />

tertio.<br />

cooperationis compagibus in Ecclesia<br />

particulari.<br />

30) Reg. III, 3.<br />

31) Epist. 23, 36 ad Sulpicium Severum:<br />

CSEL 29, 193.<br />

32) Conc. Oecum. Vat. II, Const.<br />

dogm. de Ecclesia Lumen gentium, 31.<br />

33) Conc. Oecum. Vat. II, Decr. de<br />

apostolatu laicorum Apostolicam actuositatem,<br />

2.<br />

34) Cfr Conc. Oecum. Vat. II, Const.<br />

dogm. de Ecclesia Lumen gentium, 8.<br />

35) Conc. Oecum. Vat. II, Const. past.<br />

de Ecclesia in mundo huius temporis<br />

Gaudium et spes, 22.<br />

36) Conc. Oecum. Vat. II, Const. past.<br />

de Ecclesia in mundo huius temporis<br />

Gaudium et spes, 34.<br />

37) Cfr S. Ignatius Antiochenus, Epistula<br />

ad Romanos, Praef., ed. Funk, I,<br />

252.<br />

38) Ita, v.gr., S. Augustinus: «Luna<br />

intelligitur Ecclesia, quod suum lumen<br />

non habeat, sed ab Unigenito Filio Dei,<br />

qui multis locis in Sanctis Scripturis<br />

allegorice sol est appellatus»: Enarr. in<br />

Ps. 10, 3.<br />

39) Cfr Conc. Oecum. Vat. II, Declaratio<br />

de Ecclesiae habitudine ad religiones<br />

non-christianas Nostra aetate.<br />

40) Instr. Congr. pro Gentium Evangelizatione<br />

et Pontificii Consilii pro Dialogo<br />

Inter Religiones, Dialogo e annuncio:<br />

riflessioni e orientamenti (19 Maii<br />

1991), 82: AAS 84 (1992), 444.<br />

41) Cfr Conc. Oecum. Vat. II, Const.<br />

past. de Ecclesia in mundo huius temporis<br />

Gaudium et spes, 4.<br />

42) Ibid., 11.<br />

43) Ibid., 44.<br />

44) Cfr Litt. Ap. Tertio Millennio adveniente<br />

(10 Novembris 1994), 36: AAS<br />

87 (1995), 28.


.<br />

PAGINA<br />

7 .<br />

L'intervento<br />

del Card. Etchegaray<br />

La Conferenza stampa del Comitato del<br />

Grande Giubileo dell'Anno 2000 — svoltasi<br />

nella mattina di lunedì 8 gennaio — è stata<br />

aperta dall'intervento del Cardinale Roger<br />

Etchegaray, Presidente del Comitato. Queste<br />

le sue parole:<br />

«È doveroso per noi proiettarci verso il futuro<br />

che ci attende» (n. 3). Penso che incentrandosi<br />

intorno a questa espressione si può<br />

raccogliere l'insegnamento di Giovanni Paolo<br />

II nella Lettera Apostolica Novo Millennio<br />

ineunte, scritta a conclusione del Grande<br />

Giubileo dell'Anno 2000. Lo sguardo si posa<br />

sulla Chiesa e sull'impegno che essa è chiamata<br />

ad assumere per permanere nella fedeltà<br />

alla missione ricevuta.<br />

Non è una lettura nostalgica quella che il<br />

Papa ci propone, al contrario. La rivisitazione<br />

degli eventi salienti del Giubileo diventa<br />

progettuale per il prossimo millennio che si<br />

spalanca davanti a noi. Con questa nuova<br />

Lettera è come se fossimo posti dinanzi a un<br />

trittico dove la pala centrale è costituita, e<br />

non poteva essere altrimenti, dalla contemplazione<br />

del volto di Cristo. L'anno giubilare,<br />

d'altronde, era iniziato alla luce delle parole:<br />

«Con lo sguardo fisso al mistero dell'incarnazione<br />

del Figlio di Dio» (Incarnationis mysterium,<br />

1) e non poteva trovare conclusione<br />

migliore. Giovanni Paolo II afferma nella<br />

Lettera che: «la nostra testimonianza sarebbe<br />

insopportabilmente povera, se noi per primi<br />

non fossimo contemplatori del volto di Cristo»<br />

(n. 16). Il Giubileo, quindi, in primo luogo,<br />

ha significato la contemplazione del mistero<br />

di Gesù Cristo, Figlio di Dio e unico<br />

salvatore del mondo.<br />

È alla luce di questa centralità che si<br />

estende la comprensione alle due pale laterali<br />

del trittico. Nella prima, si leggono gli eventi<br />

che hanno caratterizzato questo Giubileo.<br />

Non è una carrellata tratta dalla cronaca, ma<br />

una riflessione ritmata dal calendario liturgico<br />

su momenti di vita della Chiesa. Sono stati<br />

eventi che si sono imposti all'opinione pub-<br />

Nella mattina di lunedì 8 gennaio, nella<br />

Sala Stampa della Santa Sede, si è svolta<br />

la conferenza stampa nel corso della quale<br />

è stata commentata la Lettera Apostolica<br />

«Novo Millennio ineunte» e sono state tratte<br />

valutazioni conclusive sull'attività del Comitato<br />

del Grande Giubileo dell'Anno 2000. All'incontro<br />

con i giornalisti sono intervenuti<br />

il Cardinale Roger Etchegaray, Presidente<br />

del Comitato, e l'Arcivescovo Crescenzio<br />

Sepe, Segretario Generale. I loro interventi<br />

sono pubblicati integralmente in questa pagina.<br />

Successivamente Francesco Silvano, Delegato<br />

alle Telecomunicazioni e Informatica,<br />

ha ricordato le realizzazioni più significative<br />

delle attività di supporto all'Evento giubilare<br />

e in particolare la creazione della rete<br />

Intranet. Carlo Balestrero, Delegato all'Amministrazione,<br />

ha affermato che «la gestione<br />

finanziaria del Giubileo è stata improntata<br />

alla massima oculatezza, essendosi<br />

sempre tenuto presente che l'eventuale residuo<br />

attivo sarebbe stato destinato ad<br />

un'opera di carità indicata dal Santo Padre».<br />

Lo ha ricordato anche l'Arcivescovo<br />

Sepe nel suo intervento: «Tutto quanto potrà<br />

essere risparmiato dai conti del Comitato,<br />

sarà destinato ad un'opera a favore dei<br />

disabili qui a Roma. Non una lira rimarrà<br />

nelle casse del Vaticano». Balestrero ha ricordato<br />

i tanti atti di generosità che hanno<br />

contribuito anche a consentire il pellegrinaggio<br />

delle persone più bisognose. Angelo<br />

Scelzo, Coordinatore delle Pubblicazioni,<br />

ha presentato il servizio svolto dalla rivista<br />

«Tertium Millennium» e dal «Giornale del<br />

Pellegrino». Luca De Mata, Responsabile<br />

dell'Ufficio Internet, ha ricordato che il sito<br />

www.jubil2000.org è stato realizzato in 11<br />

lingue, tra le quali il cinese, l'arabo ed il<br />

russo, ed ha contato su 30.000 pagine. Infine<br />

Luca Magri, Segretario Generale della<br />

«Peregrinatio ad Petri Sedem», ha evidenziato<br />

l'opera svolta dal «Servizio di Accoglienza<br />

Centrale».<br />

blica per la grande partecipazione di fedeli,<br />

senza peraltro nulla concedere allo spettacolo.<br />

In ognuno di essi vi era contenuto un<br />

particolare messaggio evangelico. La Giornata<br />

Mondiale dei Giovani, il Giubileo delle Famiglie,<br />

il Giubileo dei Disabili, la Richiesta di<br />

perdono e la Memoria dei martiri, permangono<br />

come delle tappe del pellegrinaggio giubilare<br />

che ha portato il Papa fino alla Terra<br />

Santa e arricchito di fede e di responsabilità<br />

la vita e la testimonianza dei credenti. In<br />

ogni celebrazione, afferma Giovanni Paolo II,<br />

abbiamo sperimentato la grandezza della misericordia<br />

di Dio.<br />

Nella terza pala, viene prospettato un programma<br />

riferito alla vita della Chiesa che ci<br />

apre «ad un futuro di speranza» (n. 59).<br />

L'immagine che domina è la stessa che apre<br />

la Lettera di Giovanni Paolo II duc in altum,<br />

bisogna «prendere il largo». L'immagine della<br />

barca, nella simbologia, è stata applicata con<br />

coerenza alla Chiesa. Il nuovo millennio la<br />

vede prendere il largo con gli stessi sentimenti<br />

che furono un tempo dei discepoli. C'è<br />

il timore per il mare in tempesta, provocato<br />

dalle sfide del presente, quali: la pace, i diritti<br />

dell'uomo, le diverse forme di povertà vecchie<br />

e nuove, il dissesto ecologico, ma permane<br />

grande la fiducia nella parola del Maestro<br />

che invita a non temere, perché Lui resta<br />

con noi e vigila anche quando ci sembra<br />

che dorma.<br />

È un programma denso e impegnativo<br />

quello proposto dal Papa poiché vengono<br />

presentati di nuovo, con la medesima audacia,<br />

gli stessi impegni che da sempre la Chiesa<br />

propone ai credenti: la santità e la missione.<br />

E tutto ciò nella «luce del Concilio». Come<br />

dice infine Giovanni Paolo II, «A Giubileo<br />

concluso sento più che mai il dovere di additare<br />

il Concilio, come la grande grazia di cui<br />

la Chiesa ha beneficiato nel secolo XX: in esso<br />

ci è offerta una sicura bussola per orientarci<br />

nel cammino del secolo che si apre».<br />

«Duc in altum».<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Lunedì-Martedì 8-9 Gennaio 2001<br />

Conferenza stampa del Comitato<br />

del Grande Giubileo dell'Anno 2000<br />

L'intervento<br />

dell'Arcivescovo Sepe<br />

Ecco l'intervento dell'Arcivescovo Crescenzio<br />

Sepe, Segretario Generale del Comitato del Grande<br />

Giubileo del 2000:<br />

«Grande è stata quest'anno la gioia della Chiesa,<br />

che si è dedicata a contemplare il volto del suo<br />

sposo e Signore. Essa si è fatta più che mai popolo<br />

pellegrinante, guidato da Colui che è il pastore<br />

grande delle pecore (Eb 13,20). Con uno straordinario<br />

dinamismo, che ha coinvolto tanti suoi<br />

membri, il popolo di Dio, qui a Roma, come a Gerusalemme<br />

e in tutte le Chiese locali, è passato attraverso<br />

la “Porta Santa” che è Cristo».<br />

Quali parole più di queste, poste all'inizio della<br />

«Novo millennio ineunte», svelano e, allo stesso<br />

tempo, scolpiscono, i tratti più veri e la sintesi più<br />

completa del Grande Giubileo del 2000?<br />

Volendo, comunque, rispondere alle giuste domande<br />

di voi, professionisti dell'informazione, non<br />

posso non premettere che è impossibile anche per<br />

chi come me, ha seguito giorno per giorno, la preparazione<br />

e lo svolgimento di tutti gli eventi giubilari,<br />

tracciare un bilancio, seppure sommario, dei<br />

frutti spirituali prodotti dal Giubileo. Questi si trovano<br />

scritti e ben sigillati nel libro di Dio:<br />

nessun'altra pubblicazione, nessuna statistica, nessun<br />

giornale o trasmissione radiofonica e televisiva<br />

potrà mai farci conoscere la verità piena di tutte le<br />

grazie che il Signore ha elargito, nella sua infinita<br />

misericordia, in questo Anno Giubilare.<br />

Chi, infatti, potrà mai fare una valutazione delle<br />

tante conversioni dei cuori, delle tante confessioni<br />

sacramentali, dei tanti gesti nascosti di carità che<br />

sono stati compiuti?<br />

Questo, tuttavia, non significa che non possiamo<br />

tentare una valutazione di quanto abbiamo visto<br />

con i nostri occhi, ascoltato con le nostre orecchie<br />

e toccato con le nostre mani.<br />

Ricorderete che ho sempre parlato del Grande<br />

Giubileo come di un fiume, le cui acque s'ingrossano<br />

sempre di più lungo il cammino verso il mare.<br />

Bene: quest'immagine si attaglia perfettamente<br />

alla cronaca soprattutto di queste ultime settimane<br />

giubilari, quando la pressione crescente di migliaia<br />

di pellegrini d'ogni parte del mondo, che si accalcavano<br />

— è il caso di dirlo — davanti alla Porta<br />

Santa di San Pietro, ha indotto il Santo Padre a<br />

far prolungare l'orario di apertura affinché tutti<br />

potessero soddisfare il loro desiderio. C'è stato, insomma,<br />

un crescendo di partecipazione, e non solo<br />

a Roma, ma in tutte le Diocesi del mondo, con<br />

grande concorso di fedeli.<br />

Conoscete già i dati sulle presenze, elaborati dalle<br />

diverse agenzie statistiche. Quello che si può dire,<br />

è che le presenze sono andate ben oltre le previsioni<br />

più ottimistiche. Ma vorrei solo sottolineare<br />

alcuni elementi che mi sembrano significativi, come<br />

l'incremento fortissimo, rispetto al 1999, di arrivi<br />

dai Paesi dell'Europa dell'Est: più 185%, per<br />

un totale di quasi un milione di persone. È certamente<br />

un frutto della caduta del Muro e della riunificazione<br />

dell'Europa, ma anche della ripresa<br />

della fede in territori già condannati all'ateismo di<br />

Stato. Inoltre, l'esame dettagliato dei flussi di arrivi<br />

per fasce di età, per regioni e per aree geografiche<br />

di provenienza, conferma che il Giubileo ha<br />

coinvolto veramente tutti, e che tutti hanno risposto<br />

all'invito del Santo Padre. Non dobbiamo poi<br />

dimenticare che queste grandi cifre sono composte<br />

di tante unità che si sommano: così, vorrei citare i<br />

21 pellegrinaggi nazionali (dalla Polonia, Slovacchia,<br />

Lituania, Estonia, Bosnia ed Erzegovina, Argentina,<br />

Messico, Romania, Ungheria e tanti altri);<br />

i 150 pellegrinaggi dalle diocesi italiane e i 50 (per<br />

citare solo i maggiori) da diocesi straniere; le circa<br />

trenta giornate giubilari e i cento pellegrinaggi di<br />

categoria, tutti svolti per richiesta esplicita e per<br />

iniziativa degli interessati. Noi, nei limiti del possi-<br />

bile, ci siamo limitati a cercare di soddisfare le richieste<br />

che provenivano dagli interessati. Certo è<br />

che in questi mesi abbiamo visto gonfiarsi a dismisura<br />

un Calendario, che già era piuttosto fitto di<br />

appuntamenti.<br />

Ancora, per valutare pienamente che cosa è stato<br />

il Giubileo per tanti e tanti fedeli, bisognerà citare<br />

gli appuntamenti serali, quotidiani, per la preghiera<br />

davanti alla Croce del Giubileo, sul sagrato<br />

di San Pietro: abbiamo cominciato il 26 dicembre<br />

1999 e proseguito quasi ogni giorno (per un totale<br />

di circa 350 incontri di preghiera) fino a venerdì<br />

scorso. Significative anche iniziative, quali la preghiera<br />

dei malati ogni ultimo martedì del mese a<br />

Santa Maria Maggiore; la recita del Rosario ogni<br />

sabato nella stessa Basilica, l'attività del Servizio<br />

Giovani; le mense per i poveri allestite dal Comitato<br />

Centrale con la collaborazione del Circolo San<br />

Pietro presso le Basiliche patriarcali, che hanno offerto<br />

ogni giorno, fino al 6 gennaio 2001, cinquecento<br />

pasti caldi gratuiti l'una; le innumerevoli iniziative<br />

ecumeniche che si sono svolte a Roma e<br />

nel mondo.<br />

Solo una citazione, fra le tante mille possibili,<br />

per esemplificare l'impatto, non solo romano ma<br />

universale del Giubileo. Mi è stato riferito che i fedeli,<br />

che quest'anno hanno visitato il Santuario<br />

Mariano di Pompei, sono stati il 30% in più di<br />

quelli, già numerosissimi, che ogni anno vi si recano<br />

per esprimere la loro devozione alla Madonna<br />

del Rosario; e nella rinnovata ed ampliata area destinata<br />

alle confessioni all'interno del Santuario,<br />

sono stati aggiunti 29 confessionali ai numerosi già<br />

esistenti. E se guardiamo oltre le frontiere dell'Italia,<br />

vorrei ricordare che il Giubileo è stato celebrato<br />

per la prima volta in Paesi come le repubbliche<br />

ex sovietiche dell'Asia centrale, dove la fede si sta<br />

risvegliando dopo decenni di oppressione; in Corea<br />

del nord e nella Cina continentale, dove pure i cattolici<br />

non godono ancora del diritto di praticare liberamente<br />

la loro fede; in Sudan, dove in contemporanea<br />

con lo svolgimento a Roma della Giornata<br />

Mondiale della Gioventù, diecimila giovani hanno<br />

celebrato a Khartoum il loro Giubileo.<br />

E che dire delle numerosissime celebrazioni e<br />

iniziative in tutte le parti del mondo, dalle isole<br />

più sperdute del Pacifico alla foresta amazzonica,<br />

dal Nord al Sud del mondo, di cui possediamo documentazione?<br />

Un fatto è certo: il Giubileo, ad<br />

ogni livello — pastorale, catechetico, spirituale,<br />

ma anche culturale e sociale — ha cambiato qualcosa,<br />

perché il cambiamento, la conversione ha<br />

raggiunto il cuore dell'uomo. Sta a noi, ora, sta a<br />

tutti noi far sì che il buon seme gettato porti frutti<br />

duraturi di rinnovamento spirituale ma anche sociale<br />

e civile.<br />

In realtà, come ha fatto notare il Santo Padre,<br />

nella «Novo millennio ineunte», il Grande Giubileo<br />

ha innescato ovunque nel mondo una forte domanda<br />

di partecipazione religiosa, che si è manifestata<br />

con una maturità di fede, che forse era per<br />

noi stessi imprevedibile e che certamente interpella<br />

la pastorale della Chiesa, a tutti i livelli. Una domanda<br />

di rinnovamento nello spirito e nei mezzi,<br />

che non resterà inevasa. Più in generale, credo che<br />

l'esperienza, per molti versi innovativa, del rapporto<br />

fra la pastorale della Chiesa e gli strumenti di<br />

comunicazione, che si è fatta con successo in occasione<br />

del Giubileo, debba essere ulteriormente<br />

arricchita. Anche l'esperienza del volontariato, che<br />

ha coinvolto 70 mila persone di ogni età e nazionalità<br />

(più altri 30 mila che si erano offerti, ma che<br />

non hanno potuto soddisfare la loro domanda di<br />

servizio), resterà come un dato acquisito, una «riserva»<br />

umana e spirituale per la Chiesa del terzo<br />

millennio.<br />

Si deve anche affermare che questo grande<br />

evento spirituale ha avuto, ed ancor più avrà, riflessi<br />

sociali importanti. Da questo punto di vista,<br />

guardo all'Anno Santo come ad un «laboratorio» in<br />

cui si è forgiata l'umanità del terzo millennio. Il<br />

Santo Padre ha gettato semi che daranno frutti, ha<br />

lanciato temi sui quali si è discusso e si discuterà<br />

ancora, e qualche risultato è stato già ottenuto.<br />

Oggi sappiamo che tali temi si trovano iscritti nell'agenda<br />

di Governi e organismi internazionali:<br />

penso al debito internazionale, alla giustizia sociale,<br />

alla salvaguardia della natura, alla condizione<br />

dei carcerati, alla promozione dei Paesi e delle fasce<br />

sociali più svantaggiate. Vorrei anche smentire<br />

l'idea che, su questi temi, siano mancati i risultati.<br />

Abbiamo invece già qualche significativo riscontro.<br />

Molti Paesi, e fra questi l'Italia, ma anche, per<br />

esempio, la Svizzera e la Norvegia, hanno approvato<br />

leggi rivolte a ridurre o, in qualche caso, a<br />

cancellare totalmente il debito accumulato nei loro<br />

confronti da Nazioni più svantaggiate; anche se si<br />

resta in attesa di quel risolutivo intervento multilaterale,<br />

che il Santo Padre aveva auspicato e che<br />

solo un organismo internazionalmente rappresentativo,<br />

come l'Onu o il G8, può predisporre. Noi<br />

continuiamo a sperare. Tuttavia, confidiamo che<br />

nel prossimo futuro almeno la metà dei 41 Paesi<br />

più indebitati del mondo possano beneficiare in<br />

qualche modo di iniziative internazionali, volte a<br />

ridurre il peso dell'indebitamento.<br />

Nel complesso positiva è stata anche la risposta<br />

all'appello del Santo Padre per un gesto di clemenza<br />

in favore di tutti i detenuti. Da almeno una decina<br />

di Stati — dalla Spagna alla Nigeria, dal Malawi<br />

al Cile, all'India, al Madagascar, per citarne<br />

solo alcuni — sono arrivate iniziative concrete;<br />

mentre oltre che a Roma, il Giubileo è stato celebrato<br />

nelle carceri di 79 Paesi. Anche in questo<br />

caso confidiamo che altre iniziative si aggiungano<br />

a quelle già in corso o realizzate.<br />

In ogni caso, rimane il fatto positivo che il Giubileo<br />

ha saputo sensibilizzare su questi temi di<br />

grande attualità sia Governi sia intere Nazioni. Da<br />

parte sua, la Chiesa non ha mancato di mettere in<br />

atto gesti significativi di carità e di solidarietà, e<br />

continuerà a farli, come ha scritto il Papa nella<br />

«Novo millennio ineunte»: tutto quanto potrà essere<br />

risparmiato dai conti del Comitato, sarà destinato<br />

ad un'opera a favore dei disabili qui a Roma.<br />

Non una lira rimarrà nelle casse del Vaticano.<br />

Preghiera e carità costituiscono il vero e autentico<br />

risultato del Grande Giubileo del 2000. Davanti<br />

a tale opera, non possiamo fare altro che innalzare,<br />

come ci invita il Santo Padre, il nostro canto di<br />

lode a Dio e ringraziare tutti coloro che, con la loro<br />

preziosa opera di collaborazione, di aiuto e di<br />

sostegno e, soprattutto, con le loro preghiere hanno<br />

reso possibile questa meraviglia di Dio.<br />

Il Giubileo si è chiuso, ma prosegue il pellegrinaggio<br />

della vita dei cristiani, i quali sono chiamati<br />

a dare al mondo del terzo millennio una testimonianza<br />

veramente credibile della forza di un ideale<br />

eterno che permane in tutte le crisi della civiltà e<br />

dà senso al nostro pellegrinaggio terreno.


.<br />

“<br />

“<br />

PAGINA<br />

8/9 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Lunedì-Martedì 8-9 Gennaio 2001<br />

Epifania del Signore:<br />

la chiusura della Porta Santa<br />

Oggi si conclude ufficialmente<br />

quest'anno straordinario, ma restano<br />

i doni spirituali che in esso<br />

sono stati effusi; continua<br />

quel grande «anno di grazia»<br />

che Cristo inaugurò<br />

nella sinagoga di Nazareth e che durerà<br />

fino alla fine dei tempi<br />

-<br />

”<br />

Mentre oggi si chiude, con la Porta Santa,<br />

un «simbolo» di Cristo resta più che mai<br />

aperto il Cuore di Cristo. Egli continua<br />

a dire all'umanità bisognosa di speranza<br />

e di senso... Al di là delle numerose<br />

celebrazioni ed iniziative che lo hanno<br />

contraddistinto, è l'esperienza viva<br />

e consolante dell'«incontro con Cristo»<br />

la grande eredità che il Giubileo ci lascia<br />

-<br />

”<br />

«“Ti adoreranno, Signore...”: è una visione che ci parla<br />

di futuro, ci fa guardare lontano... ora è tempo di guardare<br />

avanti...». È quanto ha detto, tra l'altro, Giovanni<br />

Paolo II all'omelia dell'Epifania del Signore durante la solenne<br />

Concelebrazione Eucaristica presieduta in Piazza<br />

San Pietro sabato mattina, 6 gennaio 2001, dopo la chiusura<br />

della Porta Santa.<br />

Questo è il testo dell'omelia del Papa:<br />

1.«Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli<br />

della terra!». Questa acclamazione,<br />

or ora ripetuta nel Salmo responsoriale,<br />

esprime molto bene il significato della Solennità<br />

dell'Epifania che oggi celebriamo.<br />

Insieme essa getta luce anche sull'odierno<br />

rito di chiusura della Porta Santa.<br />

«Ti adoreranno, Signore...»: è una visione<br />

che ci parla di futuro, ci fa guardare<br />

lontano. Viene evocata l'antica profezia<br />

messianica, che si realizzerà pienamente<br />

quando Cristo Signore tornerà glorioso alla<br />

fine della storia. Essa tuttavia ha avuto<br />

una prima realizzazione, storica e insieme<br />

profetica, quando i Magi vennero a<br />

Betlemme portando i loro doni. Fu l'inizio<br />

della manifestazione di Cristo — appunto<br />

la sua «epifania» — ai rappresentanti<br />

dei popoli del mondo.<br />

È una profezia che si va gradatamente<br />

attuando nel corso del tempo, a mano a<br />

mano che l'annuncio evangelico si espande<br />

nei cuori degli uomini e si radica in<br />

tutte le regioni della terra. Il Grande Giubileo<br />

non è stato forse una sorta di «epifania»?<br />

Venendo qui a Roma, o recandosi<br />

in pellegrinaggio anche altrove nelle tante<br />

Chiese giubilari, innumerevoli persone si<br />

sono poste in qualche modo sulle orme<br />

dei Magi, alla ricerca di Cristo. La Porta<br />

Santa non è che il simbolo di questo incontro<br />

con Lui. È Cristo la vera «Porta<br />

Santa», che ci apre l'accesso alla casa del<br />

Padre e ci introduce nell'intimità della vita<br />

divina.<br />

2.«Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli<br />

della terra!». Qui soprattutto, nel centro<br />

della cattolicità, l'imponente afflusso<br />

di pellegrini provenienti da tutti i continenti<br />

ha offerto quest'anno un'immagine<br />

eloquente del cammino dei popoli verso<br />

Cristo. Si è trattato di persone delle più<br />

svariate categorie, venute col desiderio di<br />

contemplare il volto di Cristo e di ottenerne<br />

la misericordia.<br />

«Il Cristo ieri e oggi / Principio e Fine /<br />

Alfa e Omega. / A Lui appartengono il<br />

tempo / e i secoli. / A Lui la gloria e il<br />

potere / per tutti i secoli in eterno» (Liturgia<br />

della Veglia pasquale). Sì, è quest'inno<br />

che il Giubileo, nell'orizzonte suggestivo<br />

del passaggio ad un nuovo millennio, ha<br />

voluto innalzare a Cristo, Signore della<br />

storia, a duemila anni dalla sua nascita.<br />

Oggi si conclude ufficialmente quest'anno<br />

straordinario, ma restano i doni spirituali<br />

che in esso sono stati effusi; continua<br />

quel grande «anno di grazia» che Cristo<br />

inaugurò nella sinagoga di Nazareth (cfr<br />

Lc 4, 18-19) e che durerà fino alla fine dei<br />

tempi.<br />

Mentre oggi si chiude, con la Porta<br />

Santa, un «simbolo» di Cristo, resta più<br />

che mai aperto il Cuore di Cristo. Egli<br />

continua a dire all'umanità bisognosa di<br />

speranza e di senso: «Venite a me, voi<br />

tutti che siete affaticati e oppressi, ed io<br />

vi ristorerò» (Mt 11, 28). Al di là delle numerose<br />

celebrazioni ed iniziative che lo<br />

hanno contraddistinto, è l'esperienza viva<br />

e consolante dell'«incontro con Cristo» la<br />

grande eredità che il Giubileo ci lascia.<br />

3.Desideriamo quest'oggi farci voce<br />

del grazie e della lode di tutta la Chiesa.<br />

Per questo, al termine di questa celebrazione,<br />

canteremo un solenne Te Deum di<br />

ringraziamento. Il Signore ha compiuto<br />

meraviglie per noi, ci ha colmati di misericordia.<br />

Dobbiamo oggi far nostro il sentimento<br />

di letizia provato dai Magi, nel<br />

loro cammino verso Cristo: «Al vedere la<br />

stella, essi provarono una grandissima<br />

gioia». Soprattutto dobbiamo imitarli<br />

mentre depongono ai piedi del Bimbo divinononsoloi<br />

loro doni, ma la loro vita.<br />

In quest'Anno giubilare la Chiesa ha<br />

cercato di svolgere con più grande impegno,<br />

per i suoi figli e per l'umanità, la<br />

funzione della stella che orientò i passi<br />

dei Magi. La Chiesa non vive per se stessa,<br />

ma per Cristo. Intende essere la «stel-<br />

L'omelia di Giovanni Paolo II durante la solenne Concelebrazione Eucaristica<br />

presieduta sul sagrato della Basilica Vaticana<br />

«Guardo lontano»<br />

la»che fa da puntodi riferimento, aiutando<br />

atrovareil cammino che porta a Lui.<br />

Nella teologia patristica si amava parlare<br />

della Chiesa come del «mysterium lunae»,<br />

per sottolineare che essa, come la<br />

luna, non brilla di luce propria, ma riflette<br />

Cristo, il suo Sole. Mi piace ricordare<br />

che proprio con questo pensiero si apre<br />

la Costituzione dogmatica sulla Chiesa<br />

del Concilio Vaticano II: «Cristo è la luce<br />

delle genti», «lumen gentium»! E i Padri<br />

conciliari continuavano esprimendo il loro<br />

ardente desiderio di «illuminare tutti<br />

gli uomini con la luce di Cristo che si riflette<br />

sul volto della Chiesa» (n. 1).<br />

Mysterium lunae: il Grande Giubileo ha<br />

fatto vivere alla Chiesa un'esperienza intensa<br />

di questa sua vocazione. È Cristo<br />

che essa ha additato in quest'anno di grazia,riecheggiando<br />

ancora una volta le parole<br />

di Pietro: «Signore, da chi andremo?<br />

Tu hai parole di vita eterna!» (Gv 6, 68).<br />

4.«Ti adoreranno, Signore, tutti i po-<br />

poli della terra!». Questa universalità della<br />

chiamata dei popoli a Cristo si è quest'anno<br />

manifestata in modo più vistoso.<br />

Persone di ogni continente e di ogni lingua<br />

si sono date convegno in questa Piazza.<br />

Tante voci si sono qui levate nel canto,<br />

come sinfonia di lode e annuncio di<br />

fraternità.<br />

Non potrei certo in questo momento ricordare<br />

gli svariati incontri che abbiamo<br />

vissuto. Mi vengono in mente i bambini<br />

che hanno inaugurato il Giubileo con la<br />

loro irrefrenabile festosità, e i giovani che<br />

hanno conquistato Roma con il loro entusiasmo<br />

e la serietà della loro testimonianza.<br />

Penso alle famiglie, che hanno<br />

proposto un messaggio di fedeltà e di comunione<br />

così necessario al nostro mondo,<br />

e agli anziani, agli ammalati e ai disabili,<br />

che hanno saputo offrire un'eloquente<br />

testimonianza della speranza cristiana.<br />

Ho davanti agli occhi il Giubileo di coloro<br />

che, nel mondo della cultura e della<br />

.<br />

scienza, con dedizione quotidiana attendono<br />

alla ricerca della verità.<br />

Il pellegrinaggio che duemila anni fa<br />

vide i Magi venire dall'Oriente fino a Betlemme,<br />

alla ricerca di Cristo appena nato,<br />

è stato quest'anno ripetuto da milioni<br />

e milioni di discepoli di Cristo, qui venuti<br />

non con «oro, incenso e mirra», ma portando<br />

il proprio cuore ricco di fede e bisognoso<br />

di misericordia.<br />

5.Per questo la Chiesa oggi gode, vibrando<br />

all'appello di Isaia: «Alzati, rivestiti<br />

di luce, perché viene la tua luce... Cammineranno<br />

i popoli alla tua luce» (Is 60,<br />

1.3). Non v'è, in questo sentimento di<br />

gioia, nessun vuoto trionfalismo. E come<br />

potremmo cadere in questa tentazione,<br />

proprio al temine di un anno così intensamente<br />

penitenziale? Il Grande Giubileo<br />

ci ha offerto un'occasione provvidenziale<br />

per compiere la «purificazione della memoria»,<br />

chiedendo perdono a Dio per le<br />

infedeltà compiute, in questi duemila anni,<br />

dai figli della Chiesa.<br />

Davanti a Cristo crocifisso, abbiamo ricordato<br />

che, a fronte della grazia sovrabbondante<br />

che rende la Chiesa «santa»,<br />

noi figli suoi siamo largamente segnati<br />

dal peccato, e gettiamo ombra sul volto<br />

della Sposa di Cristo: nessuna auto-esaltazione,<br />

dunque, ma grande coscienza dei<br />

nostri limiti e delle nostre debolezze. Non<br />

possiamo, tuttavia, non vibrare di gioia,<br />

di quella gioia interiore a cui il profeta ci<br />

invita, ricca di gratitudine e di lode, perché<br />

fondata sulla coscienza dei doni ricevuti<br />

e sulla certezza dell'amore perenne<br />

di Cristo.<br />

6.Ora è tempo di guardare avanti, e<br />

il racconto dei Magi può in certo senso<br />

indicarci una rotta spirituale. Essi ci dicono<br />

innanzitutto che, quando si è incontrato<br />

Cristo, occorre saper sostare e vivere<br />

profondamente la gioia dell'intimità con<br />

Lui. «Entrati nella casa, videro il bambino<br />

con Maria sua Madre, e prostratisi lo adorarono»:<br />

la loro vita era ormai per sempre<br />

consegnata a quel Bimbo per il quale<br />

Il Santo Padre al termine della Celebrazione Eucaristica, prima del canto solenne del «Te Deum»<br />

L'Anno Santo è stato per la Chiesa e per l'umanità un dono inestimabile<br />

«Ringraziamo Dio per il dono inestimabile che l'Anno<br />

Santo è stato per la Chiesa e per l'umanità». È quanto<br />

ha sottolineato Giovanni Paolo II al termine della Celebrazione<br />

Eucaristica presieduta in Piazza San Pietro sabato<br />

mattina, 6 gennaio, prima del canto solenne del<br />

«Te Deum».<br />

Ecco il testo del discorso del Santo Padre:<br />

Carissimi Fratelli e Sorelle!<br />

1.Con il canto solenne del Te Deum,<br />

eleveremo tra poco il nostro ringraziamento<br />

a Dio per il dono inestimabile<br />

che l'Anno Santo è stato per la Chiesa e<br />

per l'umanità.<br />

Si uniscono a noi nel rendimento di<br />

grazie le Diocesi del mondo intero, che<br />

hanno vissuto con intensità questo Giubileo<br />

in costante comunione con la<br />

Chiesa di Roma. Né si può dimenticare<br />

la cordiale partecipazione di cristiani di<br />

altre Chiese e Comunità ecclesiali, come<br />

pure l'adesione da parte di seguaci di altre<br />

Religioni alla gioia dei cristiani per<br />

questo straordinario evento.<br />

2. Sento il bisogno di esprimere, in<br />

questo momento, sentimenti di viva riconoscenza<br />

alle istituzioni e ai responsabili<br />

del Governo italiano, della Regione<br />

Lazio, della Provincia e del Comune di<br />

Roma, per l'impegno profuso per la riuscita<br />

del Giubileo.<br />

Ringrazio il Comitato Centrale del<br />

Grande Giubileo e coloro che hanno col-<br />

laborato nelle diverse sue commissioni e<br />

articolazioni. Ringrazio chi ha curato le<br />

sacre liturgie ed i tempi di preghiera;<br />

chi ha reso ai pellegrini il prezioso servizio<br />

dell'ascolto e delle confessioni.<br />

Un grazie caloroso alle Forze dell'Ordine,<br />

agli operatori dei servizi di accoglienza,<br />

di informazione, sanitari; all'Agenzia<br />

romana per il Giubileo e ai circa<br />

settantamila volontari, di ogni età e provenienza,<br />

che si sono avvicendati senza<br />

interruzione lungo l'arco dell'Anno giubilare;<br />

alle famiglie che hanno accolto<br />

nelle loro case pellegrini, specialmente i<br />

giovani. Sono veramente tanti quelli che<br />

hanno dato il loro apporto: nessuno di<br />

loro si senta escluso da questo mio cordiale,<br />

profondo ringraziamento.<br />

Inoltre, non posso non ringraziare chi<br />

ha contribuito spiritualmente alla riuscita<br />

del Giubileo: penso alle monache e<br />

ai monaci di clausura, come pure alle<br />

tante persone, specialmente anziane, e ai<br />

malati, che hanno incessantemente pregato<br />

e offerto le loro sofferenze per il<br />

Giubileo. In modo particolare, vorrei<br />

ringraziare i malati che ogni mese si sono<br />

dati appuntamento nella Basilica di<br />

Santa Maria Maggiore, e quanti a loro<br />

si sono uniti da ogni parte d'Italia.<br />

A tutti grazie di cuore!<br />

Il Santo Padre ha poi così salutato i pellegrini di lingua<br />

francese, inglese, tedesca, spagnola e portoghese<br />

presenti in Piazza:<br />

Chers pèlerins de langue française, je<br />

vous adresse un salut cordial. Au terme<br />

du grand Jubilé, je souhaite que vos démarches<br />

jubilaires portent des fruits de<br />

grâce, pour vous-mêmes, pour vos familles<br />

et pour vos communautés diocésaines.<br />

J'ai confiance que tout ce que<br />

vous avez réalisé fera grandir la foi dans<br />

vos pays et contribuera à une vie meilleure.<br />

Je vous accorde à tous une affectueuse<br />

Bénédiction apostolique.<br />

I am pleased to greet the Englishspeaking<br />

people taking part in this final<br />

act of the Great Jubilee: may the abundant<br />

graces and blessings of this Holy<br />

Year continue to touch your lives and<br />

truly fill your homes, your families and<br />

friends, and the entire world with the<br />

lasting fruits of faith, hope and love!<br />

Herzlich grüße ich die Pilger aus den<br />

Ländern deutscher Sprache. Heute hat<br />

sich die Heilige Pforte geschlossen. Doch<br />

der Zugang zum lebendigen Christus<br />

bleibt immer offen. So ist der Schluß des<br />

Großen Jubiläums zugleich ein wichtiger<br />

Anfang: Christus wünscht sich einen<br />

neuen Aufbruch. Dazu begleite euch<br />

Gottes treuer Segen.<br />

Saludo con afecto a los peregrinos de<br />

lengua española. Que el encuentro especial<br />

con Cristo que ha supuesto este<br />

Gran Jubileo y las gracias obtenidas a lo<br />

largo del mismo inspiren toda vuestra<br />

vida en los años venideros, haciendo de<br />

cada uno un testigo del amor y de la<br />

misericordia de Dios.<br />

Amados Irmãos e Irmãs, o Jubileu foi<br />

realmente um Ano de Graça no Senhor.<br />

Levai para os vossos lares a certeza da<br />

paz e da misericórdia de Cristo, nossa<br />

Páscoa, e vivei com a firme esperança<br />

no Ressuscitado, pois Ele vos espera na<br />

Casa do Pai. Que Deus vos abençoe!<br />

Successivamente Giovann Paolo II si è rivolto con<br />

queste parole ai fedeli di lingua polacca:<br />

Życzę wszystkim moim Rodakom, aby<br />

duchowe dary udzielone nam w czasie<br />

Wielkiego Jubileuszu nadal trwały i przynosiły<br />

owoce w życiu osobistym, rodzinnym<br />

i społecznym. Niech Chrystus,<br />

«jedyny Zbawiciel świata», wzbogaci<br />

wszystkich swoim błogosławieństwem i<br />

prowadzi po drogach nowego tysiąclecia.<br />

Ed ecco una nostra traduzione in italiano del testo in<br />

polacco:<br />

Auguro a tutti i miei connazionali che i<br />

doni spirituali concessici durante il Grande<br />

Giubileo perdurino e portino abbondanti<br />

frutti nella vita personale, familiare<br />

e sociale. Che Cristo, «unico Salvatore<br />

del mondo», arricchisca tutti con la sua<br />

benedizione e li conduca sulle vie del<br />

nuovo millennio.<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Lunedì-Martedì 8-9 Gennaio 2001<br />

Epifania del Signore:<br />

la chiusura della Porta Santa<br />

avevano affrontato le asprezze del viaggio<br />

e le insidie degli uomini. Il cristianesimo<br />

nasce,e continuamente si rigenera, a partire<br />

da questa contemplazione della gloria<br />

di Dio che rifulge sul volto di Cristo.<br />

Un volto da contemplare, quasi intravedendo<br />

nei suoi occhi i «lineamenti» del<br />

Padre e lasciandosi avvolgere dall'amore<br />

dello Spirito. Il grande pellegrinaggio giubilare<br />

ci ha ricordato questa fondamentale<br />

dimensione trinitaria della vita cristiana:<br />

in Cristo incontriamo anche il Padre<br />

e lo Spirito. La Trinità è l'origine e il<br />

compimento. Tutto parte dalla Trinità,<br />

tutto torna alla Trinità.<br />

E tuttavia, come avvenne per i Magi,<br />

questa immersione nella contemplazione<br />

del mistero non ci impedisce di camminare,<br />

anzi ci obbliga a ripartire per un<br />

nuovo tratto di cammino nel quale ci facciamo<br />

annunciatori e testimoni. «Per<br />

un'altra strada fecero ritorno al loro paese».<br />

I Magi furono in qualche modo i primi<br />

missionari. L'incontro con Cristo non<br />

li bloccò a Betlemme, ma li spinse nuovamente<br />

per le strade del mondo. Occorre<br />

ripartire da Cristo, e per ciò stesso, ripartire<br />

dalla Trinità<br />

7.Proprio questo ci viene chiesto, carissimi<br />

Fratelli e Sorelle, come frutto del<br />

Giubileo che oggi si chiude.<br />

In funzione di questo impegno che ci<br />

attende, firmerò tra poco la Lettera Apostolica<br />

«Novo millennio ineunte», nella<br />

quale propongo alcune linee di riflessione<br />

che possono aiutare tutta la comunità<br />

cristiana a «ripartire» con rinnovato slancio<br />

dopo l'impegno giubilare. Certo, non<br />

si tratta di organizzare, nel breve periodo,<br />

altre iniziative di grandi proporzioni. Si<br />

torna nell'impegno ordinario, ma questo<br />

è tutt'altro che un riposo. Occorre anzi<br />

trarre dall'esperienza giubilare gli insegnamenti<br />

utili per dare al nuovo impegno<br />

un'ispirazionee un orientamento efficaci.<br />

8.Consegno queste linee di riflessione<br />

alle Chiese particolari, quasi come «eredità»<br />

del Grande Giubileo, perché le valorizzino<br />

all'interno della loro programmazione<br />

pastorale. C'è urgente bisogno innanzitutto<br />

di tesoreggiare l'impulso alla<br />

contemplazione di Cristo, che l'esperienza<br />

di quest'anno ci ha dato. Dentro il volto<br />

umano del Figlio di Maria riconosciamo<br />

il Verbo fatto carne, nella pienezza della<br />

sua divinità e della sua umanità. I più<br />

insigni artisti — in Oriente e Occidente<br />

— si sono cimentati col mistero di quel<br />

Volto. Ma esso è soprattutto il Volto che<br />

lo Spirito, divino «iconografo», disegna<br />

nei cuori di quanti lo contemplano e lo<br />

amano. Occorre «ripartire da Cristo», con<br />

lo slancio della Pentecoste, con entusiasmo<br />

rinnovato. Ripartire da Lui innanzitutto<br />

nell'impegno quotidiano della santità,<br />

ponendoci in atteggiamento di preghiera<br />

e in ascolto della sua parola. Ripartire<br />

poi da Lui per testimoniarne l'Amore,<br />

attraverso una pratica della vita<br />

cristiana segnata dalla comunione, dalla<br />

carità, dalla testimonianza nel mondo. È<br />

questo il programma che consegno nella<br />

presente Lettera Apostolica. Esso si potrebbe<br />

ridurre ad una sola parola: «Gesù<br />

Cristo!».<br />

All'inizio del mio Pontificato, e poi ancora<br />

tante volte, ho gridato ai figli della<br />

Chiesa e al mondo: «Aprite, spalancate le<br />

porte a Cristo». Desidero gridarlo ancora,<br />

al termine di questo Giubileo, all'inizio di<br />

questo nuovo millennio. Aprite, anzi spalancate<br />

le porte a Cristo.<br />

9.«Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli<br />

della terra!». Questa profezia si realizza<br />

già nella Gerusalemme celeste, dove<br />

tutti i giusti del mondo, e specialmente<br />

tanti Testimoni della fede, sono misteriosamente<br />

raccolti in quella santa città in<br />

cui non vi è più sole, perché il suo sole è<br />

l'Agnello. Lassù angeli e santi uniscono<br />

la loro voce per cantare le lodi di Dio.<br />

La Chiesa pellegrina sulla terra, nella<br />

sua liturgia, nel suo annuncio del Vangelo,<br />

nella sua testimonianza, si fa eco ogni<br />

giorno di quel canto celeste. Voglia il Signore<br />

che essa, nel nuovo millennio, cresca<br />

sempre più nella santità, per essere<br />

nella storia vera «epifania» del volto misericordioso<br />

e glorioso di Cristo Signore.<br />

Così sia!<br />

“<br />

Nella teologia patristica si amava parlare<br />

della Chiesa come del «mysterium lunae»,<br />

per sottolineare che essa, come la luna,<br />

non brilla di luce propria, ma riflette Cristo,<br />

il suo Sole... «Mysterium lunae»: il Grande<br />

Giubileo ha fatto vivere alla Chiesa<br />

un'esperienza intensa di questa<br />

sua vocazione. È Cristo che essa ha additato<br />

in quest'anno di grazia<br />

-<br />

“<br />

”<br />

Davanti a Cristo crocifisso, abbiamo<br />

ricordato che... noi figli suoi siamo<br />

largamente segnati dal peccato...: nessuna<br />

auto-esaltazione, dunque, ma grande<br />

coscienza dei nostri limiti e delle nostre<br />

debolezze. Non possiamo, tuttavia, non<br />

vibrare di gioia, di quella gioia interiore...<br />

fondata sulla coscienza dei doni ricevuti e<br />

sulla certezza dell'amore perenne di Cristo<br />

-<br />


.<br />

PAGINA<br />

10 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Lunedì-Martedì 8-9 Gennaio 2001<br />

Epifania del Signore:<br />

la chiusura della Porta Santa<br />

In ginocchio davanti<br />

alla Porta Santa per ripartire<br />

GIANFRANCO GRIECO<br />

Eccola l'immagine-simbolo della chiusura<br />

della Porta Santa: il Papa con il piviale<br />

dorato, la mitra e la croce astile,<br />

genuflesso, assorto in preghiera. Con toni<br />

forti e solenni Giovanni Paolo II leggeva<br />

prima la «Monizione» e poi l'«Orazione»:<br />

«Ti lodiamo Signore e ti benediciamo,<br />

perché, mentre vediamo chiudere<br />

la Porta Santa della Basilica di San<br />

Pietro, sappiamo con certezza che non<br />

si chiude mai la porta della tua clemenza<br />

per coloro che credono nel tuo amore<br />

e proclamano la tua misericordia».<br />

Era estatico il Papa, mentre il salmista<br />

Marcos Pavan in gregoriano eseguiva,<br />

in lingua latina, l'antifona di Avvento:<br />

«O chiave di Davide, scettro della casa<br />

di Israele, che apri e nessuno può<br />

chiudere, chiudi, e nessuno può aprire:<br />

vieni, libera l'uomo prigioniero, che giace<br />

nelle tenebre e nell'ombra della morte».<br />

In silenzio, il Santo Padre saliva i<br />

gradini, si inginocchiava sulla soglia della<br />

Porta e vi sostava in preghiera; poi si<br />

alzava e con la mano destra prima tirava<br />

la parte destra della Porta, poi quella<br />

di sinistra.<br />

Erano le 9 e 52 minuti quando Giovanni<br />

Paolo II chiudeva la Porta. Un<br />

lungo e prolungato applauso partiva dagli<br />

oltre centomila fedeli che seguivano<br />

il rito dal Sagrato e dall'immensa Piazza,<br />

divenuta per 276 giorni, chiesa giubilare<br />

all'aperto. Si rinnovava a Cristo ieri,<br />

oggi e sempre, «Signore dei Millenni»<br />

l'inno di fede.<br />

Quella Cattedra posta<br />

aduepassidallaPortaSanta<br />

Il Papa ritornava alla Cattedra posta<br />

al centro dell'atrio di destra a pochi passi<br />

dalla Porta circondata da una corona<br />

di alloro a forma di «M». Tanti i melograni<br />

legati al verde della ghirlanda.<br />

Due i vasi ai lati della Porta con tanti<br />

rami verdi. Due le Guardie svizzere in<br />

uniforme. «Porta Sancta», sul legno intarsiato<br />

resterà impresso il nome di questa<br />

entrata varcata in quest'Anno giubilare<br />

da oltre venticinque milioni di pellegrini.<br />

In alto le Chiavi del Primato scolpite<br />

sulla pietra viva. Al centro, in alto,<br />

due lapidi con le scritte che ricordano, a<br />

destra, l'Anno Santo del 1975 voluto da<br />

Papa Paolo VI e, a sinistra, la lapide che<br />

fa memoria dell'Anno straordinario della<br />

Redenzione del 1983, voluto da Papa<br />

Giovanni Paolo II. I nomi di altri due<br />

Papi vengono riportati sul portale: «Paolus<br />

V Pontifex Maximus» Anno XIIII e<br />

«Gregorius XIII, Pontifex Maximus».<br />

Ora, un'altra lapide ricorderà ai posteri<br />

il grande evento del Grande Giubileo<br />

dell'Anno 2000: bimillenario della nascita<br />

di Gesù a Betlemme, punto di arrivo<br />

di fine secolo e punto di inizio del nuovo<br />

Millennio.<br />

Dall'atrio della Basilica la processione<br />

si avviava verso l'altare posto al centro<br />

del Sagrato mentre si cantava l'inno del<br />

Giubileo e il canto d'ingresso. Prima i<br />

ministranti; poi gli offerenti; poi il Decano<br />

del Corpo Diplomatico; poi i Penitenzieri<br />

Francescani Conventuali della Basilica<br />

Vaticana; poi i Canonici; i Prelati<br />

della Curia Romana; poi i novanta Vescovi<br />

e Arcivescovi, tra i quali Leonardo<br />

Sandri, Sostituto della Segreteria di Stato,<br />

e Jean-Louis Tauran, Segretario per i<br />

Rapporti con gli Stati; poi i Concelebranti:<br />

trenta Cardinali, tra i quali Bernardin<br />

Gantin, Decano del Collegio Cardinalizio,<br />

Angelo Sodano, Segretario di<br />

Stato e Roger Etchegaray, Presidente<br />

del Comitato del Grande Giubileo; poi i<br />

trentaquattro membri del Comitato del<br />

Grande Giubileo, tra i quali l'Arcivescovo<br />

Crescenzio Sepe, Segretario del Comitato<br />

del Grande Giubileo, Mons. Pedro<br />

López Quintana, Assessore della Segreteria<br />

di Stato ed i sacerdoti officiali<br />

del Comitato Centrale.<br />

L'intronizzazione<br />

del Libro dei Vangeli<br />

Giunti all'altare il diacono intronizzava<br />

il Libro dei Vangeli collocandolo sull'apposito<br />

tronetto mentre alcuni laici<br />

provenienti da vari Continenti deponevano<br />

lampade e fiori davanti al Libro che<br />

il Papa incensava. A destra era stato collocato<br />

il trono in legno dorato con la<br />

statuetta del Bambino. A sinistra il Crocifisso<br />

della Sistina.<br />

In lingua inglese Nick Dejkowski, proclamava<br />

il passo epifanico del Profeta<br />

Isaia 60, 1-6: Carolina Saenz in spagnolo<br />

leggeva il brano della Lettera di san<br />

Paolo Apostolo agli Efesini 3, 2-3.5-6. Il<br />

Diacono Dino Mulassanno cantava il<br />

Vangelo dell'Epifania secondo Matteo 2,<br />

1-12. Seguiva il canto pasquale dell'Annunzio<br />

del giorno di Pasqua che quest'anno<br />

cadrà il 15 aprile. Il Diacono Danilo<br />

Galliani, scandiva in latino, da par<br />

suo, le date delle prossime solennità liturgiche:<br />

inizio della Quaresima 28 febbraio;<br />

Ascensione del Signore 24 maggio;<br />

Pentecoste 3 giugno; prima Domenica<br />

di Avvento 2 dicembre. «A Cristo<br />

che era, che è e che viene, Signore del<br />

tempo e della storia, lode perenne nei<br />

secoli dei secoli» concludeva cantando<br />

don Galliani.<br />

Solenne, dopo l'omelia, il canto del<br />

«Credo».<br />

«Illuminati dalla gloria del Signore —<br />

diceva il Papa aprendo la Preghiera dei<br />

fedeli— supplichiamo il Dio dei nostri<br />

Non c'è la tristezza né il tramonto<br />

ma la gioia e l'alba nei cuori<br />

«Eccoci all'alba! Sentinelle del nuovo<br />

millennio». Non c'era il tramonto ma<br />

l'alba nei cuori della gente che sabato<br />

mattina, 6 gennaio, ha assistito in Piazza<br />

San Pietro alla cerimonia di chiusura<br />

della Porta Santa.<br />

Non c'era tristezza ma gioia nelle parole<br />

e nei volti di quelle migliaia di pellegrini<br />

che ancora una volta, l'ultima in<br />

quest'Anno Santo, si sono stretti attorno<br />

a Giovanni Paolo II.<br />

Sono stati i giovani del movimento<br />

«GI.FRA.», la Gioventù Francescana, a<br />

dirlo espressamente: «Eccoci oggi all'alba!<br />

Noi siamo le sentinelle del nuovo<br />

millennio». Hanno preso le parole dal titolo<br />

del loro Convegno Nazionale, che si<br />

è svolto a Roma in questi giorni: «Con<br />

Francesco, sentinelle del nuovo millennio».<br />

«È un impegno questo che ci prendiamo<br />

— ha detto un gruppo di loro, proveniente<br />

dalla Sardegna —. E lo facciamo<br />

con gioia, con entusiasmo e con<br />

speranza per il futuro».<br />

«Questo è stato un anno di riflessione<br />

— hanno aggiunto i ragazzi —, un anno<br />

in cui ci siamo messi in discussione seriamente<br />

e abbiamo riscoperto cose<br />

“nuove” di duemila anni. Ma ora è tempo<br />

di partire: è da domani che inizia il<br />

nostro lavoro. C'è da trasformare la nostra<br />

vita in un laboratorio di fede».<br />

«Ora che la Porta Santa viene chiusa,<br />

noi non possiamo disperderci, ma dobbiamo<br />

tentare insieme di vivere ancora<br />

questo Giubileo nella vita di tutti i<br />

giorni».<br />

Rivolto al futuro è lo sguardo dei pellegrini<br />

che affollavano Piazza San Pietro,<br />

soprattutto quello dei giovani: «Tutto<br />

quello che è stato seminato quest'anno,<br />

sicuramente porterà frutto». Lo ha<br />

detto Eugenio Comincini, 28 anni, di<br />

Cernusco sul Naviglio, venuto a Roma<br />

con un gruppo numeroso di amici della<br />

parrocchia, Santa Maria Assunta.<br />

«Il mio cuore si affaccia sul domani<br />

pieno di tanta speranza». Sono le parole<br />

di Sabrina, 30 anni, di Padova, che ha<br />

aggiunto: «Non è stato un anno facile<br />

questo per me, perché ho dovuto mettermi<br />

in discussione, interrogarmi sulle<br />

scelte della mia vita: il matrimonio, i figli.<br />

Ma è come se fossi stata illuminata<br />

e sono riuscita a scoprire gli errori commessi,<br />

e soprattutto a trovare la capacità<br />

di perdonare. E adesso il mio desiderio<br />

e la mia speranza è quella di continuare<br />

a camminare».<br />

Sabrina era in Piazza San Pietro con<br />

la sorella Costantina, di due anni più<br />

grande, che è intervenuta raccontando:<br />

«Anch'io quest'anno mi sono sentita<br />

messa alla prova duramente dal Signore,<br />

e ho dovuto riflettere spesso e faticosamente<br />

sul senso della mia fede e della<br />

mia vita. È come passare in un tunnel<br />

lungo e buio, con la certezza però, che<br />

solo la fede dà, che dall'altra parte c'è la<br />

luce che ti attende».<br />

«Da questo tunnel io oggi sono uscita,<br />

grazie a Dio, e sono pronta a riprendere<br />

il cammino, portando nel cuore quelle<br />

parole che il Papa pronunciò durante il<br />

Giubileo dei catechisti rivolgendosi diret-<br />

padri perché il Signore Gesù, presentato<br />

da Maria ai Magi, sia il dono per ogni<br />

uomo e donna che ricerca la verità con<br />

cuore sincero e coloro, che durante l'anno<br />

giubilare hanno accolto la misericordia<br />

e il perdono, abbandonata per sempre<br />

la vecchia strada, perseverino nel<br />

nuovo cammino verso la luce».<br />

Le intenzioni<br />

della Preghiera dei fedeli<br />

In lingua indonesiana Stevanus Sondak<br />

e Ivonny Kebingin così pregavano:<br />

«Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente!<br />

La Chiesa ti saluta e insieme con te<br />

vuole entrare nel terzo millennio». Preghiamo<br />

«per le Chiese d'Oriente e d'Occidente:<br />

illuminate dalla luce che viene<br />

dall'alto e confortate dai benefici ricevuti<br />

durante il Grande Giubileo, sappiano<br />

ripartire da Cristo, nostra speranza, con<br />

rinnovato vigore e coraggio».<br />

In lingua russa Tatiana Avdokushina e<br />

Vladyslav Ihnatyshyn pregavano per «i<br />

cristiani, che finalmente riconciliati, possano<br />

tornare a camminare insieme come<br />

unico popolo... in grado di ripetere...<br />

con la gioia di una rinnovata fraternità:<br />

“Benedetto sia Dio”». Preghiamo:<br />

«Per i fratelli e le sorelle delle diverse<br />

confessioni cristiane: la consapevolezza<br />

della purificazione della memoria e di<br />

dover perdonare non sette ma settanta<br />

volte sette, li renda umanità libera e<br />

creatrice, capace di ritrovare la stella<br />

che guida all'unità e alla comunione, nel<br />

l'impegno comune di trasfigurare la<br />

terra».<br />

In lingua quechua César Mamani e<br />

Rosa Peraltra pregavano così il «Signore<br />

della vita e della speranza! In te ogni limite<br />

umano è riscattato e redento. Grazie<br />

a te, la disabilità non è l'ultima parola<br />

dell'esistenza». Preghiamo: «Per i fratelli<br />

e le sorelle disabili: le comunità cristiane<br />

e i singoli credenti maturino la<br />

certezza che il disabile, persona unica e<br />

irrepetibile nella sua dignità, richiede<br />

tamente a loro: “Andate — disse — e<br />

preparate le vie al Signore”».<br />

Ad assistere alla Santa Messa e alla<br />

cerimonia di chiusura dell'Anno Santo<br />

erano tantissimi i pellegrini venuti da<br />

molti Paesi del mondo.<br />

Veniva dagli Stati Uniti Padre Vidal<br />

Robles, cappellano federale delle Carceri,<br />

e parroco della chiesa di s. Josef, a<br />

Port Arthur, in Texas: «Non pensavo di<br />

trovare qui a Roma — ha ammesso —<br />

quest'atmosfera così carica di preghiera<br />

e di fede sincera. Ne parlerò alla gente<br />

al mio ritorno, la racconterò alle persone<br />

invitandole e incoraggiandole a farsi<br />

anche loro pellegrine, perché mi è rimasto<br />

un grande desiderio dentro: continuare<br />

il pellegrinaggio per tutta la vita,<br />

sicuro che la Porta che è Gesù Cristo<br />

non si chiuderà mai».<br />

Dall'Inghilterra, dall'antico santuario<br />

mariano di Walsingham, risalente all'XI<br />

secolo, proveniva un gruppo ecumenico<br />

di circa settanta pellegrini, cattolici ed<br />

anglicani: «Tutto l'anno abbiamo pregato<br />

per l'unità della Chiesa nel nostro<br />

Paese — hanno detto — e siamo venuti<br />

a farlo anche oggi, nell'ultimo giorno<br />

del Grande Giubileo».<br />

«L'Anno Santo del 2000 ha segnato l'inizio<br />

di una nuova era — hanno aggiunto<br />

entusiasti —, l'inizio di una nuova<br />

primavera per tutta la Chiesa, che continuerà<br />

a risorgere con Cristo nel Terzo<br />

Millennio».<br />

ALESSANDRO IAPINO<br />

non solo cure, ma anzitutto amore, riconoscimento,<br />

rispetto e integrazione, perché<br />

portino alla loro pienezza i doni<br />

spesso invisibili di cui sono dotati».<br />

In lingua swahili Fr. Edwin e Margaret<br />

Musyawa così pregavano: «Proclamate<br />

insieme, genitori, il valore della famiglia<br />

e della vita: Per i papà e le mamme,<br />

per le famiglie: l'ispirarsi a Maria, a<br />

Gesù e a Giuseppe per compiere la volontà<br />

del Padre, aiuti ogni famiglia a<br />

maturare nell'amore e, piccola Chiesa<br />

domestica, a irradiare i valori della vita,<br />

del servizio, del rispetto reciproco».<br />

In lingua samoana Emanuela Betham<br />

e Ione Anitelea Jesse pregavano con<br />

queste parole: «Dicendo “sì” a Cristo,<br />

voi dite “sì” ad ogni vostro più nobile<br />

ideale... Non abbiate paura ad affidarvi<br />

a lui». Preghiamo: «Per i giovani e le<br />

giovani del secolo che inizia: quali “sentinelle<br />

del mattino” in quest'alba del Terzo<br />

Millennio, forti nella fede in Gesù,<br />

nato per la nostra salvezza e redenzione,<br />

non si rassegnino ad un mondo di<br />

violenza e di distruzione, ma si sforzino<br />

con ogni energia ad operare per la pace,<br />

a rendere questa terra sempre più abitabile<br />

per tutti».<br />

In lingua francese Yolande Cazarre e<br />

Antoine Soubrier invocavano il Signore<br />

con queste intenzioni: «In te, o Cristo,<br />

solo in te è offerta all'uomo la possibilità<br />

di essere “creatura nuova”». Preghiamo:<br />

«Per la nostra assemblea e per tutti i<br />

pellegrini che, in comunione con noi<br />

tramite la radio e la televisione, ricordano<br />

il loro giubileo: nella memoria dei testimoni<br />

della fede del XX secolo, si ravvivi<br />

in ciascuno e in tutti il desiderio di<br />

vivere in Cristo come creature nuove ed<br />

essere per gli altri pane che nutre e vino<br />

che dà gioia».<br />

Con il cuore pieno<br />

di riconoscenza<br />

«Padre Santo — pregava il Papa —,<br />

con il cuore pieno di riconoscenza per<br />

la partecipazione alla promessa offerta a<br />

tutte le genti per mezzo del Vangelo, ti<br />

preghiamo, in comunione con Maria,<br />

che il frutto benedetto del suo seno sia<br />

riconosciuto e accolto dalla generazione<br />

presente e da quelle future».<br />

Le intenzioni era state prese dai discorsi<br />

e dai messaggi di Giovanni PaoloII<br />

pronunciati e inviati nel corso dell'anno<br />

2000.<br />

Per l'offertorio si presentavano davanti<br />

al Papa nei loro caratteristici costumi<br />

una coppia proveniente dall'Ucraina,<br />

Annie Makuba Kowande e Roger Ngimbi,<br />

della Repubblica Democratica del<br />

Congo; Falakika Feleu e Marie Noella<br />

Mabonko, dall'Oceania; la famiglia giapponese<br />

Suzuki, con la piccola in kimono;<br />

Nicholas Schwarz e Adolfo Medina,<br />

provenienti dagli Usa e dal Messico, per<br />

donargli il pane e il vino, bouquet di fiori<br />

ed altri doni. Per la Liturgia Eucaristica<br />

salivano all'altare accanto al Papa i<br />

Cardinali Gantin, Sodano, Etchegaray e<br />

de Araújo Sales. Alla solenne Concelebrazione<br />

Eucaristica era anche presente<br />

il Card. Giuseppe Caprio.<br />

Erano poi presenti il Corpo Diplomatico<br />

accreditato presso la Santa Sede<br />

con gli Arcivescovi Sandri, Tauran ed i<br />

Prelati Caputo, Capo del Protocollo della<br />

Segreteria di Stato, e Pioppo. In presbiterio<br />

erano l'Arcivescovo Oscar Rizzato,<br />

Elemosiniere di Sua Santità; il Vescovo<br />

James Michael Harvey, Prefetto della<br />

Casa Pontificia, ed il Vescovo Staniław<br />

Dziwisz, Prefetto Aggiunto. Tra le personalità<br />

presenti erano Adalberto Rodriguez<br />

Giavarini, Ministro degli Esteri di<br />

Argentina; Jorge Isidoro Nieto Menendez,<br />

Ministro del Lavoro di El Salvador;<br />

l'On.le Francesco Rutelli, Sindaco di Roma;<br />

l'On.le Silvano Moffa, Presidente<br />

della Provincia di Roma; il Comandante<br />

dei Carabinieri Sergio Siracusa; Lidia<br />

Lanzillotta, Segretario generale della<br />

Presidenza del Consiglio dei ministri; il<br />

Prof. Mario Agnes, Direttore de «L'Osservatore<br />

Romano»; l'On.le Emilio Colombo,<br />

Presidente dell'Istituto Toniolo.<br />

Era anche presente Frère Roger di Taizé.<br />

La firma<br />

della Lettera Apostolica<br />

Al termine dell'«Orazione dopo la comunione»<br />

il Papa firmava la Lettera<br />

Apostolica «Novo Millennio ineunte».<br />

Era l'Arcivescovo Leonardo Sandri, Sostituto<br />

della Segreteria di Stato, a recarsi<br />

vicino al Papa per porgerli la copia<br />

originale. All'ultima pagina Giovanni<br />

Paolo II deponeva la sua augusta firma.<br />

L'evento veniva preceduto da un annuncio<br />

in lingua italiana, francese, inglese,<br />

tedesca, spagnola, portoghese e polacca<br />

e seguito da un lungo applauso. Erano<br />

le 11.52 quando il Papa firmava il Documento.<br />

Seguiva il canto del «Te Deum»<br />

da parte della Cappella Sistina. Per la<br />

storica occasione il Maestro Giuseppe<br />

Liberto aveva composto questo inno di<br />

lode e di ringraziamento a chiusura dell'Anno<br />

del Grande Giubileo. «A Cristo,<br />

Signore dei Millenni» la lode e la gloria<br />

nei secoli dei secoli.<br />

Migliaia di persone<br />

venute a rendere grazie<br />

per i frutti di conversione<br />

«Da un incontro nascono sempre frutti<br />

nuovi e quello avuto con Cristo da<br />

tutti noi durante questo Giubileo darà<br />

vita a una nuova stagione per la Chiesa».<br />

Sono parole che guardano al futuro<br />

quelle pronunciate da Marie Adeline<br />

Rasuarimanana, venuta dalla Diocesi di<br />

Fianarantsoa, nel Madagascar, insieme<br />

con altre venti persone, per partecipare<br />

all'ultimo appuntamento previsto nel<br />

calendario dell'Anno Santo: la chiusura<br />

della Porta Santa della Basilica Vaticana.<br />

Anche Marie si trovava tra i numerosi<br />

fedeli che fin dalle prime ore del mattino<br />

affollavano gli ingressi del colonnato<br />

del Bernini. Era trascorso poco tempo<br />

da quando gli ultimi pellegrini avevano<br />

varcato la Porta Santa della Basilica di<br />

San Pietro prima della sua chiusura, che<br />

già un'altra folla si incamminava per assistere<br />

all'evento conclusivo di un anno<br />

scandito dal ritmo incessante dei pellegrinaggi.<br />

«Non potevamo mancare a questo<br />

momento così importante del Giubileo<br />

che segna il passaggio dall'aver ricevuto<br />

un dono prezioso, quello della misericordia<br />

di Dio, all'essere testimoni credibili<br />

della sua Parola negli ambienti di vita<br />

e di lavoro — ha aggiunto Marie — .<br />

Per poter venire in pellegrinaggio a Roma<br />

in questi ultimi giorni, abbiamo fatto<br />

molti sacrifici rinunciando ai regali di<br />

Natale e a volte digiunando per poter risparmiare<br />

una certa somma. Abbiamo<br />

fatto tutto sempre con il sostegno della<br />

preghiera, pensando anche alle famiglie<br />

che vivono lontano da Dio».<br />

«Ma un altro motivo mi ha spinto a<br />

venire qui: ringraziare il Santo Padre<br />

per quanto ha fatto per i giovani. Da<br />

quando mia figlia è tornata dall'esperienza<br />

della XV Giornata Mondiale della<br />

Gioventù è cambiata: ha ripreso ad andare<br />

a Messa la domenica e a parlare di<br />

Dio con i suoi amici. È tornata ad essere<br />

praticante e a interessarsi della vita<br />

della Chiesa. È questo uno dei miracoli<br />

di questo Giubileo: sono convinta che<br />

come mia figlia ci siano migliaia di giovani<br />

che sono tornati trasformati da<br />

questa esperienza di fede vissuta accanto<br />

al successore di Pietro».<br />

A seguire la Messa celebrata nella solennità<br />

dell'Epifania ai piedi del sagrato<br />

della Basilica Vaticana è stata anche la<br />

campionessa polacca Jagoda Polasik,<br />

che agli ultimi campionati mondiali per<br />

disabili svoltisi a Sidney ha vinto ben tre<br />

medaglie d'oro nelle discipline di scherma<br />

e fioretto. «Ciò che conta per me è<br />

vincere nella fede — ha detto Jagoda,<br />

emozionata nel trovarsi vicino al Papa<br />

—. Dio viene prima di tutto e i veri «fioretti»<br />

che desidero fare per il Signore<br />

sono i piccoli sacrifici di ogni giorno.<br />

Inoltre, intendo testimoniare al mondo<br />

quanto grandi siano i doni della vita e<br />

della fede. Oggi si chiude la Porta Santa,<br />

ma resta aperta quella del nostro<br />

cuore, ricordando che tutta la vita è un<br />

pellegrinaggio che continua anche dopo<br />

il Giubileo. Tutte le mie vittorie l'ho<br />

sempre dedicate a Dio, perché Lui è la<br />

mia forza e la mia speranza».<br />

Chiusi i battenti della Porta Santa, già<br />

è tempo per dare inizio alla missione<br />

che spetta a ciascun fedele. «È ora di<br />

rimboccarsi le maniche e mantenere<br />

l'impegno preso varcando la Porta Santa»<br />

ha affermato il signor Renato Monvicini,<br />

giunto da Piacenza assieme alla<br />

moglie. «Ci aspetta un nuovo compito<br />

che consiste nell'essere presenza attiva<br />

nella società e guida per coloro che si<br />

trovano disorientati nel loro cammino<br />

spirituale. Siamo pronti a diventare protagonisti<br />

del terzo millennio e a testimoniare<br />

al mondo intero il messaggio affidatoci<br />

dal Papa, carichi di gioia e di<br />

questa nuova ondata di vitalità che abbiamo<br />

ricevuto in dono qui, a Roma,<br />

con questo Giubileo. Vogliamo partecipare<br />

anche noi a questa nuova primavera<br />

della cattolicità, rimanendo fedeli a<br />

Cristo e al suo mandato».<br />

Tra i pellegrini che gremivano Piazza<br />

San Pietro, c'era anche chi ormai ha<br />

preso una certa familiarità con quella<br />

Piazza: i giovani del G.A.M. (Gioventù<br />

Ardente Mariana) venuti da tutta Italia,<br />

che manifestavano il loro affetto al Papa<br />

mostrando la bandiera con il logo della<br />

XV Giornata Mondiale della Gioventù, a<br />

ricordo delle intense giornate romane<br />

vissute in agosto. «Volevamo condividere<br />

con il Papa anche questo momento<br />

— ha spiegato Riccardo Malin, 23 anni,<br />

di Rovigo —. Questo per noi è un inizio<br />

e non una fine; lo conferma il fatto che<br />

siamo di nuovo uniti qui in nome di Cristo.<br />

Durante questo Giubileo sono nati<br />

tanti incontri, nuove amicizie che hanno<br />

avuto un seguito. Ci si è confrontati sull'esperienza<br />

che abbiamo vissuto a Roma<br />

quest'estate. Prima di tornare in<br />

questa Piazza, abbiamo fatto due giorni<br />

di ritiro spirituale a Bracciano, meditando<br />

le parole che il Papa ci ha rivolto in<br />

quell'occasione che ha segnato per sempre<br />

i nostri cuori. Vogliamo rinnovare il<br />

nostro impegno nel parlare di Dio al<br />

mondo e portare il Vangelo ai nostri<br />

coetanei».<br />

Tra i giovani venuti da ogni continente<br />

vi erano anche quelli venuti dal Cile,<br />

circa trecento, «Vorremmo restare qui,<br />

accanto al Santo Padre, per sempre —<br />

ha detto Carmen Mena, 21 anni, di Santiago<br />

—. Ma siamo consapevoli di aver<br />

ricevuto da lui una missione, quella di<br />

dare al mondo testimonianza dell'amore<br />

di Dio per l'umanità, che raggiunge il<br />

suo culmine nel sacrificio del suo unico<br />

Figlio, Gesù Cristo. Ora che noi giovani<br />

ci sentiamo molto più uniti ci sentiamo<br />

pronti a trasmettere agli altri la gioia di<br />

essere cristiani e a portare Cristo al centro<br />

della nostra vita ogni giorno».<br />

ELISABETTA ANGELUCCI


.<br />

PAGINA<br />

11 .<br />

Il Cardinale Camillo Ruini<br />

a san Giovanni in Laterano<br />

FRANCESCO M. VALIANTE<br />

Non è il tempo dei «bilanci» o delle<br />

«previsioni», è il tempo della «preghiera».<br />

Non sono i «successi esteriori» a misurare<br />

la portata del Grande Giubileo<br />

del 2000, ma le esperienze profonde di<br />

fede, di penitenza, di conversione, di<br />

amore. Non sono le «categorie mondane»<br />

a dare il senso autentico di questo<br />

straordinario evento, ma le «categorie<br />

interiori» della salvezza, della comunione,<br />

della grazia. «La grazia efficace, che<br />

cambia la vita, che chiama alla santità<br />

— sottolinea il Cardinale Vicario Camillo<br />

Ruini — è l'eredità e il frutto dell'Anno<br />

Santo che dovrà maturare in ciascuno,<br />

nella vita della Chiesa, a Roma, in<br />

Italia e nel mondo».<br />

Le parole del Porporato risuonano venerdì<br />

5 gennaio nella Basilica di san<br />

Giovanni in Laterano gremita di fedeli.<br />

È in un clima di grande, devota partecipazione<br />

che il Card. Ruini, Legato Pontificio,<br />

presiede il rito della chiusura della<br />

Porta Santa della Basilica Lateranense<br />

e la celebrazione dei Primi Vespri della<br />

Solennità dell'Epifania del Signore. La<br />

cerimonia vive il suggestivo prologo nella<br />

«statio» presso il Battistero Costantiniano.<br />

Dinanzi all'ingresso interno del<br />

Battistero si raccolgono i canonici lateranensi,<br />

i penitenzieri della Basilica, i<br />

parroci romani ed un gruppo di fedeli.<br />

Il Cardinale Legato, che ha al suo fianco<br />

l'Arcivescovo Vicegerente Cesare Nosiglia<br />

ed il Vescovo Domenico Pecile,<br />

emerito di Latina-Terracina-Sezze-Priverno,<br />

suo Vicario per la Basilica, invita<br />

l'assemblea ad avviarsi in processione<br />

verso la Porta Santa. Al canto delle Litanie<br />

dei Santi la lunga teoria di presbiteri<br />

e di laici attraversa il Palazzo Apostolico<br />

per giungere in Piazza di Porta san Giovanni<br />

e far ingresso nell'atrio esterno<br />

della Basilica. Il Card. Ruini prende posto<br />

sul lato destro, accanto alla Porta<br />

Santa. Alla sua sinistra siedono, fra gli<br />

altri, l'Arcivescovo canadese di Kingston,<br />

Mons. Francis Spence; il Rettore<br />

della Lateranense, il Vescovo Angelo<br />

Scola; i Vescovi ausiliari di Roma, Enzo<br />

Dieci, Vincenzo Apicella, Armando<br />

Brambilla,RinoFisichella, Luigi Moretti.<br />

«Oggi con la chiusura di questa Porta<br />

Santa — ricorda il Porporato nella monizione<br />

— termina per la Basilica di san<br />

Giovanni l'Anno del Grande Giubileo.<br />

Non si chiude però l'Anno di misericordia<br />

e di grazie inaugurato da Gesù nella<br />

sinagoga di Nazareth: sono sempre<br />

aperte le braccia del Padre; resta spalancata<br />

la porta che conduce alla vita: Cristo;<br />

è sempre zampillante la sorgente<br />

dello Spirito». Quindi il Cardinale Legato<br />

recita l'orazione, pregando il Padre di<br />

misericordia affinché «siano duraturi i<br />

frutti dell'Anno Santo: la conversione<br />

del cuore, l'orientamento radicale a Cristo,<br />

la docilità alla voce dello Spirito». Si<br />

reca poi dinanzi alla Porta Santa, mentre<br />

la Cappella di san Giovanni e il Coro<br />

diocesano di Roma, diretti da Mons.<br />

Marco Frisina, eseguono l'antifona «O<br />

Clavis David». Dopo aver sostato in ginocchio<br />

sulla soglia, in silenzioso raccoglimento,<br />

chiude il pesante battente della<br />

Porta, realizzata proprio per quest'occasione<br />

dal maestro Floriano Bodini. Alta<br />

3,60 metri e larga 1,90, l'opera reca a<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Lunedì-Martedì 8-9 Gennaio 2001<br />

Chiusura delle Porte Sante<br />

nelle tre Basiliche Patriarcali<br />

sinistra la scritta «Christus heri hodie<br />

semper» e in basso, ai due lati dello<br />

stemma pontificio, le parole «»Jubilaeum<br />

A.D. 2000». La sua esecuzione ha<br />

richiesto due anni e mezzo di lavoro,<br />

dai primi disegni del 1998 sino alla fusione<br />

in bronzo avvenuta tra settembre e<br />

dicembre 2000. Dopo averla chiusa il<br />

Card. Ruini rimane in piedi dinanzi alla<br />

Porta, mentre l'assemblea intona l'acclamazione<br />

«Cristo ieri, oggi e sempre.<br />

Egli è il principio e la fine, l'Alfa e l'Omega.<br />

A Lui appartengono il tempo e i<br />

secoli, a Lui la gloria e il potere per tutti<br />

i secoli».<br />

La processione entra quindi in Basilica<br />

dal portone centrale e raggiunge il<br />

presbiterio. Dopo il canto dell'inno dei<br />

vespri ha inizio la salmodia, al termine<br />

della quale viene proclamata la lettura<br />

breve. All'omelia il Cardinale Legato invita<br />

l'assemblea ad elevare un corale<br />

ringraziamento a Dio per il dono del<br />

Giubileo, «anno straordinariamente<br />

grande, nel quale la presenza di Cristo è<br />

stata particolarmente intensa, vissuta,<br />

palpabile». «Chiediamo al Signore —<br />

esorta — di benedire i propositi e gli impegni<br />

che abbiamo assunto, affinché<br />

l'Anno Santo sia per ciascuno di noi,<br />

per le nostre famiglie, per i nostri cari e<br />

per il secolo che si apre, principio di salvezza<br />

e di vita nuova». Al termine del<br />

«Magnificat» si levano le intercessioni,<br />

seguite dal canto del Padre Nostro, dall'orazione<br />

e della benedizione conclusiva.<br />

L'assemblea prega in particolare per<br />

i poveri, per gli indifesi, per tutti i defunti<br />

e perché il Signore conceda all'umanità<br />

«un'era di fraternità e di pace».<br />

Il Cardinale Roger Etchegaray<br />

a san Paolo fuori le Mura<br />

GIAMPAOLO MATTEI<br />

È un'anziana signora, accompagnata<br />

a braccetto da una giovane volontaria,<br />

l'ultima persona che ha varcato la Porta<br />

Santa della Basilica di san Paolo fuori le<br />

Mura. Un cartello avvertiva i fedeli che<br />

avrebbero potuto fare il Giubileo entro<br />

le ore 15.30 di venerdì 5. In realtà i cristiani<br />

venuti, fino all'ultimo momento,<br />

alla Basilica Ostiense sono stati così numerosi<br />

che l'anziana donna ha sfiorato<br />

con la mano i battenti della Porta e ha<br />

poggiato le ginocchia sulla soglia alle 17,<br />

proprio l'orario previsto per l'inizio della<br />

cerimonia di chiusura.<br />

Infatti il Cardinale Legato, Roger Etchegaray,<br />

Presidente del Comitato del<br />

Grande Giubileo dell'Anno 2000, era già<br />

accanto alla Porta e ha seguito con lo<br />

sguardo e con un sorriso il passo di<br />

quell'ultima pellegrina.<br />

Il rito di chiusura è cominciato nell'atrio<br />

della Basilica. «La mattina del 18<br />

gennaio 2000 — ha ricordato il Cardinale<br />

nella monizione introduttiva —, all'inizio<br />

della Settimana di preghiera per<br />

l'Unità dei cristiani, il Vescovo di Roma,<br />

il Papa Giovanni Paolo II, aprì, insieme<br />

con i Rappresentanti delle altre Chiese e<br />

Comunità ecclesiali, la Porta Santa di<br />

questa Basilica, dedicata a san Paolo,<br />

l'Apostolo delle Genti». Il Cardinale ha<br />

pregato il Signore perché siano duraturi<br />

i frutti del Giubileo: la conversione del<br />

cuore, l'orientamento radicale a Cristo,<br />

la docilità allo Spirito, nell'impegno ad<br />

essere promotori di giustizia e di pace.<br />

Il Cardinale si è quindi recato davanti<br />

alla Porta Santa, mentre è stata intonata<br />

l'antifona: «O Clavis David». Si è inginocchiato<br />

in preghiera sulla soglia. Alza-<br />

tosi, ha chiuso i battenti e, dopo aver<br />

poggiato le mani e la fronte sulla Porta<br />

ormai serrata, è rimasto fermo, in piedi,<br />

in silenzio. Struggente il canto: «Christus<br />

heri et hodie, Finis e Principium;<br />

Christus Alpha et Omega. Ipsi gloria in<br />

saecula».<br />

La processione — con il Cardinale era<br />

la comunità monastica guidata dall'Abate,<br />

Dom Paolo Lunardon — è entrata<br />

nella Basilica, piena di fedeli, attraverso<br />

la porta centrale. Ha fatto seguito il canto<br />

dei Vespri. Il Cardinale ha invitato<br />

tutti i presenti a ringraziare il Signore<br />

per i benefici spirituali dell'Anno Santo<br />

con il tenero canto del Magnificat.<br />

Nella persona del Cardinale Etchegaray<br />

i cristiani radunati in san Paolo hanno<br />

abbracciato i loro fratelli che vivono<br />

giorni di dolore nella Terra Santa: il 2<br />

gennaio, infatti, proprio il Cardinale ha<br />

chiuso le celebrazioni giubilari a Betlemme.<br />

Lo ha ricordato nell'omelia, citando<br />

anche le parole del Papa in Terra Santa,<br />

durante lo storico pellegrinaggio del<br />

marzo scorso. «Sono stato a Betlemme<br />

— ha affermato il Cardinale — e ho incontrato<br />

per quelle vie i poveri pastori e<br />

i ricchi re magi, tutti attirati da un<br />

Bambino, l'“Emmanuele”, “Dio con<br />

noi”».<br />

«Se la Porta ora è chiusa — ha detto<br />

— non dobbiamo cercare di vedere attraverso<br />

i buchi della serratura, ma attraverso<br />

la Porta sempre aperta, e più<br />

largamente che mai, che è il Cristo Vivente».<br />

Sempre si deve tenere lo sguardo<br />

fisso sul Mistero dell'Incarnazione.<br />

«Il rinnovamento ecclesiale iniziato con<br />

il Giubileo — ha proseguito — deve andare<br />

avanti, fino ad accogliere le generazioni<br />

emergenti, così diverse, così im-<br />

prevedibili, per aiutare le nostre comunità<br />

parrocchiali o religiose ad assumere<br />

tutto ciò che può essere portatore di un<br />

ringiovanimento evangelico».<br />

«Non abbiamo paura — ha concluso<br />

—. Da tutti i pori del nostro corpo e<br />

della nostra anima respiriamo a pieni<br />

polmoni lo Spirito di Dio che soffia sulla<br />

terra in una genesi perpetua, in una perpetua<br />

novità. Spirito creatore, ecco la<br />

mia porta è spalancata. Spirito di Dio<br />

entra, non ho paura delle correnti d'aria».<br />

La Porta Santa di san Paolo ha, per<br />

volere di Giovanni Paolo II, un'apertura<br />

ecumenica e si affaccia sulla strada del<br />

dialogo tra i cristiani nella verità e nella<br />

carità. L'impegno ecumenico — ha ricordato<br />

il Cardinale — non può mai venire<br />

meno e deve essere segnato dalla<br />

conversione radicale. Lo ha mostrato il<br />

Papa, il 18 gennaio di un anno fa, inginocchiandosi<br />

sulla soglia di questa Porta<br />

insieme con i Rappresentanti di altre<br />

Chiese e Confessioni cristiane.<br />

Dal 30 giugno 2000 c'è anche un segno<br />

visibile di questa decisiva dimensione<br />

ecumenica. A chiudere la Porta Santa,<br />

infatti, c'era all'inizio del Giubileo un<br />

portale di legno e, all'interno della Basilica,<br />

l'antico battente che venne fuso a<br />

Costantinopoli nel 1070. Accanto a quest'antica<br />

e preziosa opera bizantina sei<br />

mesi fa è stata collocata una Porta nuova,<br />

realizzata dal maestro Enrico Manfrini.<br />

Le Chiese di Oriente e di Occidente,<br />

dunque, sono rappresentate nella<br />

Porta Santa di san Paolo che conserverà<br />

sempre le impronte delle sei mani che<br />

l'hanno aperta: mani unite nell'unico<br />

servizio a Gesù Cristo.<br />

Il Cardinale Carlo Furno a Santa Maria Maggiore<br />

GABRIELE NICOLÒ<br />

«Con la chiusura della Porta Santa non si chiude la fonte<br />

della vita, ma ad essa si ricorrerà con maggiore frequenza di<br />

prima perché la vera Porta che è Cristo rimane ora più spalancata<br />

che mai». Su questa «bella realtà» ha richiamato la coscienza<br />

dei fedeli il Cardinale Carlo Furno, Arciprete della Patriarcale<br />

Basilica Liberiana di Santa Maria Maggiore, che ha<br />

officiato il solenne rito della chiusura della Porta Santa della<br />

Basilica, nel pomeriggio di venerdì 5 febbraio. Al rito è seguita<br />

la celebrazione dei Primi Vespri. Hanno concelebrato i membri<br />

del Capitolo Liberiano.<br />

Il Cardinale Legato, all'inizio del solenne rito, si è recato<br />

nell'atrio della Basilica dove ha letto la monizione. «Anno di<br />

grazia è stato l'Anno Santo — così recita un passaggio della<br />

monizione —. Migliaia di fedeli, con l'animo pieno di fede e<br />

di fiducia nell'intercessione della beata Vergine, hanno varcato<br />

la soglia della Porta Santa, per implorare misericordia e perdono,<br />

pace e salute, e per rinnovare l'impegno di vita cristiana».<br />

Dopo la lettura della monizione, i fedeli si sono raccolti in<br />

preghiera. Il Porporato ha poi intonato l'orazione. «Concedici,<br />

Signore, — ha detto il Cardinale Furno — che sia tenace il<br />

proposito di vivere riconciliati con te, con i fratelli e con tutte<br />

le creature. Sia saldo l'impegno di essere promotori di giustizia<br />

e di pace, di solidarietà e di concordia. Sia costante l'amore<br />

per la Chiesa, nostra madre, dovre zampilla la sorgente della<br />

grazia, risuona la Parola che salva, splende la luce che ci<br />

guida verso la Città della vita».<br />

Al termine dell'orazione, il Cardinale Legato si è recato davanti<br />

alla Porta Santa, mentre la schola e l'assemblea cantavano<br />

l'antifona «O Clavis David». Terminata l'antifona, il Porporato<br />

si è inginocchiato sulla soglia della Porta e si è raccolto<br />

in preghiera. Quindi si è alzato e ha chiuso i battenti della<br />

Porta Santa. Mentre il Cardinale Furno rimaneva in piedi davanti<br />

alla Porta, la schola e l'assemblea cantavano l'acclamazione:<br />

«Christus heri et hodie, Finis et Principium; Christus Alpha<br />

et Omega. Ipsi gloria in saecula».<br />

È seguita la processione, attraverso la porta centrale, che<br />

ha raggiunto l'altare. Nell'omelia il Cardinale Furno ha ricor-<br />

dato che anche la Basilica di Santa Maria Maggiore ha ricevuto,<br />

a braccia aperte, folle di pellegrini, «come si addice alla<br />

casa della Madre nostra spirituale, alla Madre comune che ha<br />

cooperato a questa grande purificazione con l'ampiezza del<br />

suo amore».<br />

«Quanti Vescovi e sacerdoti — ha rilevato — hanno potuto<br />

celebrare la Messa per i loro gruppi nella navata centrale e<br />

nelle cappelle che la fiancheggiano. E, soprattutto, quante<br />

confessioni!».<br />

La Basilica ha dato un «colore mariano» a questo grande<br />

evento, ricevendo tutti i mesi gruppi di malati con Celebrazioni<br />

nelle varie lingue, con settimanali funzioni in onore di Maria<br />

Santissima, ed ha ospitato la Celebrazione dell'antico canto<br />

«Akhatistos» con la partecipazione, alla presenza del Santo Padre,<br />

di un numeroso gruppo di Vescovi di rito bizantino del<br />

Medio Oriente e dell'Europa Orientale, il giorno 8 dicembre,<br />

Festa dell'Immacolata.<br />

«Si chiude l'Anno Giubilare — ha affermato il Porporato —,<br />

ma la storia e la vita spirituale non hanno pause. Bisogna<br />

quindi riprendere il cammino, ripartire da Cristo e con Cristo<br />

per essere suoi testimoni nel futuro che ci attende per l'edificazione<br />

del Corpo di Cristo che è la Chiesa».<br />

«Dobbiamo un sentimento di riconoscenza — ha rilevato —<br />

a tutti quelli che hanno collaborato in questa Basilica allo<br />

svolgersi di tanti avvenimenti, al personale che ordinariamente<br />

presta la sua opera e in particolare ai “volontari” che hanno<br />

avuto una presenza assidua, silenziosa e preziosa: la Madonna<br />

li rimeriti dei loro sacrifici».<br />

Al termine dell'omelia il Porporato ha invitato l'assemblea a<br />

ringraziare il Signore per i benefici spirituali dell'Anno Giubilare.<br />

«Esprimiamo con il Magnificat, canto della Vergine Madre<br />

e della Vergine Chiesa — ha detto il Cardinale Furno —<br />

memoria delle grandi opere di Dio in favore del suo popolo,<br />

inno di speranza e profezia dei tempi nuovi, il nostro ringraziamento<br />

al Signore perché nell'Anno del Grande Giubileo ci<br />

ha benedetti in Cristo con ogni benedizione spirituale». Si è<br />

quindi cantato il Magnificat mentre si incensava l'altare. Sono<br />

seguite le intercessioni, la recita del Padre Nostro, l'orazione e<br />

la Benezione finale ai fedeli che, con viva emozione, hanno<br />

seguito le diverse fasi del solenne rito di chiusura della Porta<br />

Santa.


.<br />

PAGINA<br />

12 .<br />

Il discorso di Giovanni Paolo II<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Lunedì-Martedì 8-9 Gennaio 2001<br />

Incontro di festa<br />

con i bambini nell'Aula Paolo VI<br />

Con i bambini si è aperto l'Anno Santo:<br />

ed era giusto che con loro si chiudesse<br />

«Con i bambini si è aperto l'Anno<br />

Santo: ed era giusto che con loro si<br />

chiudesse». È quanto ha sottolineato il<br />

Papa in occasione dell'Incontro di festa<br />

con seimila fanciulli giunti da ogni parte<br />

del mondo per la conclusione del Grande<br />

Giubileo dell'Anno 2000, svoltosi venerdì<br />

pomeriggio, 5 gennaio, nell'Aula<br />

Paolo VI. Ecco il testo del discorso del<br />

Santo Padre:<br />

Carissimi bambini e ragazzi,<br />

con grande gioia vi accolgo!<br />

1.Che gioia è per me trovarmi<br />

in mezzo a voi questa<br />

sera! Grazie per questa bella<br />

festa che avete organizzato<br />

proprio alla fine del Giubileo.<br />

Vi saluto tutti con grande<br />

affetto: voi, che siete qui<br />

nell'Aula Paolo VI, e voi che<br />

siete uniti a noi grazie alla<br />

televisione. Ringrazio, a questo<br />

proposito, la RAI, che durante<br />

l'intero Anno giubilare<br />

ha curato molte trasmissioni<br />

e collegamenti radiofonici e<br />

televisivi.<br />

Con i bambini si è aperto<br />

l'Anno Santo; ed era giusto<br />

che con loro anche si concludesse.<br />

Questo è un segno positivo<br />

di speranza, un concreto<br />

augurio di vita. È soprattutto<br />

un omaggio ai bambini,<br />

che Gesù prediligeva e<br />

dai quali amava essere circondato.<br />

Alla gente e ai suoi<br />

discepoli Egli indicava i piccoli<br />

come modello per entrare<br />

nel Regno dei cieli.<br />

Cari amici! La vostra festa<br />

ha come titolo «Seguendo la<br />

cometa» e richiama alla<br />

mente la solennità dell'Epifania<br />

del Signore, che celebreremo<br />

domani. La cometa fa<br />

pensare ai Magi, personaggi<br />

misteriosi di cui parla il<br />

Vangelo, sapienti, colti,<br />

I bimbi di tutti i Continenti si stringono al Papa<br />

GIANLUCA BICCINI<br />

Seguendo la cometa... la tradizionale<br />

immagine che rievoca l'Epifania del Signore<br />

nella Grotta di Betlemme, ha fatto<br />

da filo conduttore alla Festa dei Bambini<br />

per la chiusura del Giubileo, svoltasi<br />

nell'Aula Paolo VI venerdì pomeriggio,<br />

5 gennaio, alla presenza del Papa.<br />

A un anno di distanza dalla celebrazione<br />

in Piazza San Pietro del Giubileo<br />

dei Bambini — era il 2 gennaio 2000 —<br />

Giovanni Paolo II ha voluto dare continuità<br />

alla sua opzione preferenziale per i<br />

più piccoli, incontrandoli alla vigilia della<br />

Solennità ad essi più cara. Un anno fa<br />

la Piazza aveva accolto oltre duecentomila<br />

tra ragazzi, genitori ed educatori<br />

— quarantamila dei quali avevano tra i<br />

7 e i 14 anni —, offrendo un'indimenticabile<br />

testimonianza di gioia; venerdì<br />

pomeriggio migliaia di fanciulli hanno<br />

potuto vedere Pietro insieme con gli altri<br />

milioni di spettatori che hanno assistitoalladiretta<br />

televisiva in eurovisione.<br />

Cifre spaventose sottolineano come<br />

l'infanzia sia un diritto solo per pochi al<br />

mondo: negli ultimi dieci anni, oltre due<br />

milioni di bambini sono rimasti<br />

uccisi in operazioni di guerra,<br />

cinque milioni sono rimasti invalidi<br />

e 1.700 mila orfani; duecento<br />

milioni sono quelli che<br />

soffrono la fame; dodici milioni<br />

muoiono nel primo anno di<br />

vita per malnutrizione; sessanta<br />

milioni vivono in strada, di<br />

cui sette solo in Brasile; duecentocinquanta<br />

milioni sono<br />

costretti a lavorare. A fronte di<br />

questi dati spaventosi — troppo<br />

spesso ignorati — Giovanni<br />

Paolo II ha voluto dare un segnale<br />

forte.<br />

I bimbi, con la loro innocenza,<br />

la loro purezza e la loro<br />

trasparenza sono il modello del<br />

pellegrino che «riparte» rinnovato<br />

nel cuore dall'esperienza<br />

giubilare. Per questo il Papa ha<br />

iniziato ed ha concluso l'Anno<br />

Santo in loro compagnia. Lo<br />

ha fatto rivolgendo loro, commosso<br />

e felice, parole profetiche,<br />

proiettate verso il futuro.<br />

«Nei vostri occhi e nei vostri<br />

teneri volti — ha detto — mi sembra già<br />

di intravedere il traguardo del prossimo<br />

Giubileo. Guardo lontano e prego per<br />

voi». Poi la consegna per quelli che saranno<br />

i protagonisti dell'Anno Santo<br />

2025: «Conservate — ha esortato — alta<br />

e luminosa la lampada della fede, che<br />

questa sera in modo ideale affido a voi e<br />

ai vostri coetanei di ogni parte della terra».<br />

Infine ha levato di nuovo alto il grido<br />

della XV Giornata Mondiale della<br />

Gioventù: «Con questa luce, illuminate<br />

le strade della vita, incendiate di amore<br />

il mondo».<br />

Il discorso del Santo Padre è giunto al<br />

momento culminante e conclusivo della<br />

Festa, che si era iniziata circa un'ora<br />

prima.<br />

Nell'Aula Nervi, arricchita da un suggestivo<br />

apparato scenografico che riproponeva<br />

i temi simbolici del Natale e dell'Epifania,<br />

erano presenti numerose personalità,<br />

tra le quali gli Arcivescovi Leonardo<br />

Sandri, Sostituto della Segreteria<br />

di Stato, e Crescenzio Sepe, Segretario<br />

Generale del Comitato del Grande Giubileo<br />

dell'Anno 2000; sette Presuli e<br />

Mons. Pedro López Quintana, Assessore<br />

della Segreteria di Stato.<br />

La manifestazione era presentata da<br />

Milly Carlucci e da Cino Tortorella. Cinque<br />

fanciulli, in rappresentanza dei cinque<br />

Continenti, avevano salutato e fatto<br />

gli auguri, ognuno nella propria lingua,<br />

introdotti da un bambino italiano.<br />

Quando il Papa faceva il suo ingresso<br />

nell'Aula — accompagnato dai Vescovi<br />

James Michael Harvey, Prefetto della<br />

Casa Pontificia, e Stanisław Dziwisz,<br />

Prefetto Aggiunto — dieci bimbi negli<br />

abiti tradizionali dei Paesi di provenienza<br />

gli si stringevano intorno donando<br />

fiori. Il Santo Padre li baciava in segno<br />

di gratitudine.<br />

Dall'Europa all'Africa, dall'Asia all'America,<br />

fino alla lontana Oceania: piccoli<br />

artisti di tutto il mondo si esibivano<br />

testimoniando alcune delle verità di fede<br />

apprese durante il Giubileo e donando a<br />

Giovanni Paolo II un proposito per il futuro,<br />

presentato attraverso la musica, il<br />

canto e la danza. Ad ogni passaggio veniva<br />

offerto un dono e veniva letta<br />

un'intenzione di preghiera.<br />

In rappresentanza del Continente eu-<br />

ropeo i 18 elementi del coro polacco<br />

«Arca di Noè», avevano scelto il tema<br />

della «famiglia», donando un presepe tipico<br />

della terra natale del Papa. Per l'Africa,<br />

un gruppo di danzatori dallo Zimbabwe<br />

metteva in scena l'anelito alla lotta<br />

contro il «debito internazionale» e<br />

l'«infanzia negata». Dall'Ucraina, che ancora<br />

porta i segni del disastro nucleare<br />

di Chernobyl, il coro giovanile di Odessa<br />

— trenta componenti — cantava per la<br />

difesa della «terra, dono di Dio», recando<br />

una piantina di betulla. Per il Continente<br />

asiatico si esibiva il «Manila Children<br />

Choir» (Filippine), che invitava a<br />

tenere desta l'attenzione sui temi dell'emigrazione<br />

e del diritto al lavoro nella<br />

propria terra. Poi il piccolo coro «Mariele<br />

Ventre» dell'Antoniano di Bologna lodava<br />

Maria sulle note della melodia delle<br />

campane della Basilica dell'Annunciazione<br />

di Nazareth. L'America era rappresentata<br />

dalla corale della Casa «il sorriso<br />

di Mariele», struttura di accoglienza<br />

boliviana per i minori abbandonati (oggi<br />

ne ospita 130) voluta dalle Missionarie<br />

della dottrina cristiana e dall'Opera del-<br />

l'Antoniano. Infine era la volta dell'O-<br />

ceania, il primo continente ad<br />

aver visto l'alba del Terzo Millennio:<br />

10 bambini di un gruppo<br />

folk neozelandese donavano<br />

al Papa una conchiglia. A ribadire<br />

l'universalità della missione<br />

della Chiesa ogni intenzione<br />

di preghiera veniva letta in una<br />

lingua diversa: polacco, hutu,<br />

ucraino, tagalog, italiano, spagnolo,<br />

maori. Tra i lettori, anche<br />

un bambino affetto dalla<br />

Sindrome di Down.<br />

Poi i tre piccoli Giorgio Cantarini,<br />

Pietro Manno e Julien<br />

Liberto animavano la riproposizione<br />

del Vangelo di Matteo<br />

2, 1-12 che narra l'episodio dei<br />

Magi.<br />

Era il preludio alla conclusione<br />

della Festa. Era, per la<br />

maggior parte dei presenti, l'inizio<br />

di un nuovo cammino<br />

verso il prossimo Giubileo del<br />

2025. Come la stella Cometa, il<br />

Papa ha indicato loro la strada<br />

da percorrere per giungere a<br />

Cristo.<br />

esperti in astronomia. A ben<br />

vedere, però essi avevano un<br />

cuore di bambino, affascinato<br />

dal mistero; e furono<br />

pronti a raccogliere l'invito<br />

della stella e a lasciare tutto<br />

per andare ad adorare il<br />

Re dei Giudei, nato a Betlemme.<br />

2.Cari amici, voi, che<br />

oggi siete bambini e ragazzi,<br />

formerete domani la prima<br />

generazione di cristiani adulti<br />

del terzo millennio. Quanto<br />

grande è la vostra responsabilità!<br />

Voi sarete i protagonisti<br />

del prossimo Giubileo, nell'anno<br />

duemila venticinque.<br />

Allora sarete grandi: magari<br />

avrete formato una vostra famiglia,<br />

oppure avrete abbracciato<br />

la vita sacerdotale<br />

o vi sarete consacrati ad<br />

una speciale missione nella<br />

Chiesa al servizio di Dio e<br />

dei fratelli.<br />

Ed io, che ho avuto la<br />

grande soddisfazione di introdurre<br />

la Chiesa nel terzo<br />

millennio, guardo a voi con<br />

il cuore pieno di speranza.<br />

Nei vostri occhi, nei vostri<br />

teneri volti mi sembra già di<br />

intravedere il traguardo del<br />

prossimo Giubileo. Guardo<br />

lontano e prego per voi. Conservate,<br />

cari ragazzi, alta e<br />

luminosa la lampada della<br />

fede, che questa sera in modo<br />

ideale affido a voi e ai vostri<br />

coetanei di ogni parte<br />

della terra. Con questa luce,<br />

illuminate le strade della vita,<br />

incendiate di amore il<br />

mondo!<br />

La Madonna vi accompagni<br />

ed io con affetto vi benedico.


.<br />

PAGINA<br />

13 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Lunedì-Martedì 8-9 Gennaio 2001<br />

«A voi mi rivolgo, cari genitori,<br />

padrini e madrine. Voi oggi avete la gioia<br />

di offrire a questi bambini il dono più bello<br />

e prezioso: la vita nuova in Gesù, Salvatore<br />

dell'intera umanità... A voi... il Signore...<br />

chiede una collaborazione ulteriore.<br />

Vi domanda di assecondare l'azione della<br />

sua Parola salvifica mediante l'impegno<br />

dell'educazione di questi nuovi cristiani»<br />

«Affidiamo alla Vergine Santa queste<br />

piccole creature che muovono i loro primi<br />

passi nella vita. ChiediamoLe di aiutare<br />

anzitutto noi a camminare in modo coerente<br />

col Battesimo che un giorno abbiamo<br />

ricevuto. DomandiamoLe, poi, che questi<br />

piccoli rivestiti della veste bianca... siano<br />

per tutta la loro vita autentici cristiani<br />

e coraggiosi testimoni del Vangelo»<br />

Giovanni Paolo II presiede la Celebrazione del Battesimo di 18 bambini nella Cappella Sistina<br />

Pellegrini sulle rive del Giordano<br />

per partecipare al Battesimo di Gesù<br />

La Festa del Battesimo del Signore «ci offre<br />

l'opportunità di recarci, come ideali pellegrini,<br />

sulle rive del Giordano per partecipare ad un misterioso<br />

evento: il Battesimo di Gesù da parte di<br />

Giovanni Battista».<br />

Con queste parole Giovanni Paolo II ha iniziato<br />

l'omelia della Celebrazione Eucaristica — presieduta<br />

nella Cappella Sistina, nella mattina di<br />

domenica 7 gennaio — durante la quale ha battezzato<br />

18 bambini.<br />

Questa è l'omelia pronunciata dal Santo Padre:<br />

Carissimi Fratelli e Sorelle!<br />

1.L'odierna festa, che chiude il<br />

tempo natalizio, ci offre l'opportunità<br />

di recarci, come ideali pellegrini,<br />

sulle rive del Giordano per partecipare<br />

ad un misterioso evento: il<br />

Battesimo di Gesù da parte di Giovanni<br />

Battista. Abbiamo ascoltato<br />

il racconto evangelico: «Mentre Gesù,<br />

ricevuto anche lui il battesimo,<br />

stava in preghiera, il cielo si aprì<br />

e scese su di lui lo Spirito Santo<br />

in apparenza corporea, come di<br />

colomba, e vi fu una voce dal<br />

cielo: “Tu sei il mio figlio prediletto,<br />

in te mi sono compiaciuto”» (Lc 3,<br />

21-22).<br />

Gesù si manifesta, dunque, come<br />

il «Cristo», il Figlio unigenito, oggetto<br />

della predilezione del Padre. E<br />

così Egli inizia la sua vita pubblica.<br />

Questa «manifestazione» del Signore<br />

fa seguito a quella della Notte<br />

Santa nell'umiltà del presepe e<br />

all'incontro di ieri con i Magi, che<br />

adorano nel Bambino il Re preannunciato<br />

dalle antiche Scritture.<br />

2.Anche quest'anno ho la gioia<br />

di amministrare, in una così significativa<br />

circostanza, il sacramento<br />

del Battesimo ad alcuni neonati.<br />

GIAMPAOLO MATTEI<br />

Avranno 25 anni quando la Porta Santa<br />

sarà riaperta. Sono 18 e rappresentano<br />

tutti i bambini nati nel corso del Giubileo<br />

del 2000. Sono 18 e con il loro<br />

Battesimo la Chiesa universale riprende<br />

gioiosamente arricchita il cammino dopo<br />

il tempo di grazia dell'Anno Santo. È<br />

significativo che il primo atto del Papa<br />

dopo la chiusura della Porta Santa sia<br />

stato proprio il Battesimo di questi neonati.<br />

La celebrazione, nel suggestivo scenario<br />

della Cappella Sistina, è stata la festa<br />

della tenerezza ma anche la festa della<br />

verità sulla famiglia concepita secondo il<br />

progetto creativo di Dio. Ecco il grande<br />

messaggio che, nella mattina di domenica<br />

7 gennaio, è stato riaffermato dai 18<br />

bambini che hanno ricevuto il Sacramento<br />

del Battesimo dalle mani di Giovanni<br />

Paolo II.<br />

Agli antichi capolavori d'arte della Sistina<br />

si sono aggiunti così nuovi «capolavori<br />

di tenerezza». Il sorriso paterno del<br />

Papa, i suoi piccoli gesti di affetto ai<br />

neonati — come il bacio sulla fronte a<br />

quelli che davano fondo a tutte le lacrime<br />

— e ai loro fratellini.<br />

Domenica 7 gennaio — Festa del Battesimo<br />

del Signore — è stata la festa<br />

della famiglia cristiana. Una festa svoltasi<br />

in un luogo eccezionale che, come<br />

uno scrigno, custodisce la fede della<br />

Chiesa e la rappresenta artisticamente.<br />

E lì, illuminati da quell'esplosione di colori<br />

scaturita dal genio di Michelangelo,<br />

i protagonisti della festa sono stati 18<br />

neonati, con le loro famiglie. Ha suscitato<br />

tenerezza ascoltare i pianti di questi<br />

piccoli sotto le magnifiche ed austere<br />

volte della Sistina. Non c'è nulla di più<br />

naturale di quei pianti che hanno come<br />

accompagnato la liturgia.<br />

È Luca il nome più diffuso<br />

I bambini battezzati sono stati 18 (6<br />

femmine e 12 maschi): sedici italiani, un<br />

francese e un portoghese. Ecco i loro<br />

nomi: Maria Barbaresco (di Bribano, in<br />

provincia di Belluno), Beatrice Boretta<br />

(di Oggiona Santo Stefano, in provincia<br />

di Varese), Sabrina Caffari (romana, figlia<br />

di un dipendente della Radio Vaticana),<br />

Michela Cangemi (romana, figlia di<br />

un dipendente del Corpo di Vigilanza<br />

della Città del Vaticano), Giovanni Dalli<br />

Cardillo (di Roma), Sofia Danese (di San<br />

Bonifacio, in provincia di Verona), Carlo<br />

Diana (di Roma), Giuseppina Di Maio<br />

(di Lacco Ameno, in provincia di Napo-<br />

Saluto i genitori, i padrini e le madrine,<br />

con tutti i parenti che li hanno<br />

qui accompagnati.<br />

Questi bambini tra poco diventeranno<br />

membra vive della Chiesa.<br />

Saranno unti con l'olio dei Catecumeni,<br />

segno della mite fortezza di<br />

Cristo, donata loro per lottare contro<br />

il male. Su di essi verrà infusa<br />

l'acqua benedetta, segno efficace<br />

della purificazione interiore mediante<br />

il dono dello Spirito Santo.<br />

li), Luca Falconetti (di Roma), Matteo<br />

Fusco (di Roma), Luca Giovannini (di<br />

Fiano Romano), Joäo Maria Jalles Rasquilho<br />

Vidal (di Lisbona, in Portogallo),<br />

Luca Leidi (di Valmadrera, in provincia<br />

di Lucca), Mattia Mei (di Roma), Luca<br />

Meyer (di Mulhouse, in Francia), Alex<br />

Pagliarulo (di Acampitella, in provincia<br />

di Avellino), Mario Sadocco (di Monselice,<br />

in provincia di Padova) e Fabio Tessiore<br />

(di Roma).<br />

Il nome più diffuso tra i 18 piccoli è<br />

Luca, e proprio dell'evangelista Luca,<br />

loro patrono, è il passo del Vangelo proclamato<br />

durante la Santa Messa.<br />

Il «primo dialogo» del Papa<br />

con genitori e padrini<br />

Giovanni Paolo II ha fatto il suo ingresso<br />

nella Cappella Sistina alle ore 10,<br />

insieme con i due concelebranti, l'Arcivescovo<br />

Oscar Rizzato, Elemosiniere di<br />

Sua Santità, e l'Arcivescovo Paolo Sardi,<br />

NunzioApostolico con incarichi speciali.<br />

Prima di raggiungere l'altare, il Papa<br />

ha guidato i riti introduttivi ponendo a<br />

genitori e padrini le domande proprie<br />

della celebrazione del Battesimo. «Care<br />

mamme e papà — ha detto in questo<br />

primo “dialogo” con le famiglie —, do il<br />

benvenuto a voi, ai padrini e alle madrine,<br />

e accolgo con gioia, a nome della<br />

grande famiglia che è la Chiesa, questi<br />

amatissimi bambini che avete portato<br />

nella Cappella Sistina perché ricevano il<br />

Sacramento del Battesimo. La nascita<br />

dei vostri bambini ha dato un significato<br />

particolare alla celebrazione del Natale<br />

nelle vostre famiglie: essi sono un segno<br />

dell'amore di Dio e un richiamo al valoreealladignitàdi<br />

ogni persona umana».<br />

Dopo che i genitori — disposti lungo i<br />

due lati della Cappella con i padrini —<br />

hanno chiesto il Battesimo per i loro<br />

piccoli e hanno assunto l'impegno e la<br />

responsabilità, con i padrini, di educarli<br />

nella fede, Giovanni Paolo II ha tracciato<br />

il segno della croce sulla fronte di ciascun<br />

neonato come espressione della<br />

gioia dell'accoglienza da parte della<br />

Chiesa. Il gesto è stato poi ripetuto dai<br />

genitori e dai padrini.<br />

La preghiera universale<br />

e l'invocazione dei santi<br />

Le letture e le intenzioni di preghiera<br />

sono state proclamate da alcuni genitori<br />

e padrini. Si è pregato per il Papa e per<br />

tutto il Popolo di Dio «perché nell'adesione<br />

fiduciosa alla volontà del Padre,<br />

costruiscano la Chiesa pellegrina nella<br />

Riceveranno poi l'unzione con il<br />

Crisma, ad indicare che vengono<br />

così consacrati ad immagine di Gesù,<br />

l'Unto del Padre. La candela accesa<br />

al cero pasquale è simbolo<br />

della luce della fede che i genitori, i<br />

padrini e le madrine dovranno continuamente<br />

custodire ed alimentare,<br />

con la vivificante grazia dello<br />

Spirito.<br />

A voi perciò mi rivolgo, cari genitori,<br />

padrini e madrine. Voi oggi<br />

Diciotto nuovi cristiani che avranno 25 anni<br />

quando la Porta Santa verrà riaperta<br />

terra»; «per la famiglia, Chiesa domestica,<br />

consacrata dal Sacramento del Matrimonio,<br />

perché nella fedeltà al patto<br />

nuziale e nella partecipazione alla mensa<br />

eucaristica manifesti il quotidiano<br />

prodigio dell'amore che sempre si rinnova<br />

in Cristo, sposo e Signore»; «per i<br />

bambini che oggi rinascono a nuova vita<br />

per mezzo del Battesimo, perché, incorporati<br />

nella Santa Chiesa, diventino fedeli<br />

discepoli e testimoni del Vangelo, e<br />

giungano alla vita eterna»; «per tutti i<br />

battezzati, per i genitori e i padrini, perché<br />

professino gioiosamente la fede in<br />

Dio Padre che ci ha creati, in Dio Figlio<br />

che ci ha redenti, in Dio Spirito Santo<br />

che ci ha santificati»; per tutti i presenti<br />

«perché, fedeli agli impegni del Battesimo»,<br />

esprimano «nel rifiuto del male e<br />

nelle opere della carità l'imitazione di<br />

Cristo, uomo nuovo».<br />

Dopo l'invocazione dell'intercessione<br />

dei santi da parte di tutta l'assemblea,<br />

Giovanni Paolo II ha recitato l'orazione<br />

di esorcismo e ha fatto l'unzione prebattesimale.<br />

Quindi i due concelebranti, a<br />

nome del Papa, hanno unto con l'Olio<br />

dei Catecumeni il petto dei bambini.<br />

«Questa è la nostra fede»<br />

Il Santo Padre ha introdotto la Liturgia<br />

del Sacramento recitando la preghiera<br />

e l'invocazione sull'acqua — rievocando<br />

il mirabile disegno di Dio che ha<br />

voluto santificare l'anima e il corpo dell'uomo<br />

proprio per mezzo dell'acqua —<br />

contenuta nel fonte battesimale. Quindi<br />

si è rivolto ai genitori e ai padrini chiedendo<br />

la loro rinuncia al peccato, alle<br />

seduzioni del male e a satana, e ha chiesto<br />

la triplice confessione di fede: credo<br />

in Dio Padre Onnipotente, in Gesù Cristo<br />

e nello Spirito Santo. A questa confessione<br />

di fede il Papa ha dato il suo<br />

assenso insieme alla comunità presente<br />

dicendo: «Questa è la nostra fede. Questa<br />

è la fede della Chiesa. E noi ci gloriamo<br />

di professarla, in Gesù Cristo nostro<br />

Signore».<br />

I genitori hanno accompagnato i<br />

bambini al fonte battesimale per ricevere<br />

dalle mani di Giovanni Paolo II il<br />

Battesimo. Al termine i due concelebranti,<br />

a nome del Santo Padre, hanno<br />

unto con il Sacro Crisma, segno di salvezza,<br />

il capo di ogni battezzato e hanno<br />

consegnato a ciascuno la veste bianca,<br />

segno della nuova dignità. Il Papa ha<br />

poi consegnato al padre di ogni battezzato<br />

la candela accesa dal cero pasquale.<br />

A concludere la liturgia del Sacramento<br />

è stato il «rito dell'Effeta».<br />

La Liturgia Eucaristica si è aperta con<br />

la processione offertoriale compiuta teneramente<br />

da sei, emozionatissimi, fratellini<br />

dei battezzati. Giovanni Paolo II<br />

ha avuto per ciascuno un sorriso e li ha<br />

salutati con un bacio.<br />

Le mamme e i papà hanno ricevuto la<br />

Comunione dalle mani del Papa che al<br />

termine della Santa Messa li ha benedetti.<br />

Il dialogo tra il Papa e i familiari dei<br />

bambini è stato intenso, sia nella Liturgia<br />

che nelle parole pronunciate prima<br />

all'omelia e poi all'Angelus (recitato a<br />

mezzogiorno dalla finestra del Palazzo<br />

Apostolico). È grande la responsabilità,<br />

da vivere nella quotidianità, che genitori<br />

e i padrini hanno assunto con la celebrazione<br />

del Battesimo: l'hanno suggellata<br />

con i segni liturgici e con la meditazione<br />

su ciò che il Papa ha detto loro.<br />

Tanta tenerezza, dunque, ma anche tanta<br />

consapevolezza sulla verità della famiglia.<br />

In preghiera per i bambini<br />

della Terra Santa<br />

La verità sulla famiglia il Battesimo la<br />

riafferma con una grande forza che invita<br />

alla missione. Hanno profondamente<br />

commosso le prime parole dell'omelia<br />

pronunciata dal Papa: «L'odierna festa,<br />

che chiude il tempo natalizio, ci offre<br />

l'opportunità di recarci, come ideali pellegrini,<br />

sulle rive del Giordano per partecipare<br />

ad un misterioso evento: il Battesimo<br />

di Gesù da parte di Giovanni il<br />

Battista».<br />

La preghiera delle famiglie oggi in festa<br />

si è levata per le famiglie della Terra<br />

Santa che stanno vivendo giorni difficili<br />

e in particolare per i bambini.<br />

Il pensiero è andato al marzo del<br />

2000, quando Giovanni Paolo II ha compiuto<br />

lo storico pellegrinaggio giubilare<br />

in Terra Santa. Il 21 marzo si è recato a<br />

Wadi Al-Kharrar dove Giovanni battezzava<br />

e dunque è molto probabile che vi<br />

sia stato battezzato Gesù. Il giorno dopo<br />

il Papa ha visitato anche a Al-Maghtas,<br />

altro luogo identificato con quello del<br />

Battesimo del Signore. Là, sulle rive del<br />

Giordano, Pietro incontrò per la prima<br />

volta Gesù. Erano le quattro del pomeriggio,<br />

cioè l'ora decima. «Tu sei Simone,<br />

il figlio di Giovanni. Ti chiamerai<br />

Pietro» disse Gesù fissando Pietro. Là,<br />

sulle rive del Giordano, Gesù si manifesta<br />

e inizia la sua vita pubblica. La memoria<br />

del Battesimo del Signore rende<br />

ancora più alta la missione di ogni battezzato,<br />

duemila anni dopo.<br />

avete la gioia di offrire a questi<br />

bambini il dono più bello e prezioso:<br />

la vita nuova in Gesù, Salvatore<br />

dell'intera umanità.<br />

A voi, padri e madri, che avete<br />

già collaborato con il Signore nel<br />

dare alla luce questi piccoli, Egli<br />

chiede una collaborazione ulteriore.<br />

Vi domanda di assecondare l'azione<br />

della sua Parola salvifica mediante<br />

l'impegno dell'educazione di<br />

questi nuovi cristiani. Siate sempre<br />

pronti ad espletare fedelmente questo<br />

compito.<br />

Anche da voi, padrini e madrine,<br />

Dio attende una singolare cooperazione,<br />

che si esprime nel sostegno<br />

dato ai genitori nell'educare questi<br />

neonati secondo gli insegnamenti<br />

del Vangelo.<br />

3.Il Battesimo cristiano, corroborato<br />

dal sacramento della Confermazione,<br />

rende tutti i credenti,<br />

ciascuno nelle modalità tipiche della<br />

propria specifica vocazione,<br />

corresponsabili della grande missione<br />

della Chiesa. Ciascuno nel proprio<br />

campo, con la propria identità,<br />

in comunione con gli altri e<br />

con la Chiesa, deve sentirsi solidale<br />

con l'unico Redentore del genere<br />

umano.<br />

Questo ci riporta a quanto abbiamo<br />

appena vissuto nell'Anno giubilare.<br />

In esso la vitalità della Chiesa<br />

si è mostrata agli occhi di tutti. Per<br />

il cristiano rimane, come eredità di<br />

questo evento straordinario, il compito<br />

di confermare la propria fede<br />

nel contesto ordinario della vita<br />

quotidiana.<br />

Affidiamo alla Vergine Santa<br />

queste piccole creature che muovono<br />

i loro primi passi nella vita.<br />

ChiediamoLe di aiutare anzitutto<br />

noi a camminare in modo coerente<br />

col Battesimo che un giorno abbiamo<br />

ricevuto. DomandiamoLe, poi,<br />

che questi piccoli rivestiti della veste<br />

bianca, segno della nuova dignità<br />

di figli di Dio, siano per tutta la<br />

loro vita autentici cristiani e coraggiosi<br />

testimoni del Vangelo.<br />

Sia lodato Gesù Cristo!


.<br />

PAGINA<br />

14 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Lunedì-Martedì 8-9 Gennaio 2001<br />

«Oggi sento di dover ripetere un grazie<br />

cordialissimo specialmente ai volontari<br />

che qui a Roma, a Gerusalemme e in tanti<br />

altri Santuari e Basiliche, mete di molti<br />

pellegrini, hanno prestato il loro servizio<br />

di accoglienza. Lo faccio dirigendomi a voi,<br />

carissimi volontari, che avete appena<br />

terminato di partecipare alla Celebrazione<br />

Eucaristica nella Basilica Vaticana»<br />

«Il Papa... vi augura di fare tesoro<br />

dell'esperienza vissuta: tornando alle vostre<br />

case, conservate nel cuore i momenti<br />

giubilari a cui avete partecipato e trasferite<br />

nella vita di ogni giorno un atteggiamento<br />

“da volontario”, che vi faccia riconoscere<br />

in ogni persona che accostate un fratello<br />

da amare e servire e vi sproni a divenire<br />

costruttori della civiltà dell'amore»<br />

ANGELUS La preghiera mariana di Giovanni Paolo II con i fedeli riuniti in Piazza San Pietro domenica 7 gennaio<br />

«Mi sento spiritualmente vicino alle Chiese d'Oriente<br />

che, seguendo il loro calendario, celebrano oggi il Natale»<br />

«Alcune Chiese d'Oriente, seguendo il<br />

loro calendario, celebrano oggi il Natale.<br />

In questa circostanza gioiosa mi sento<br />

spiritualmente vicino a questi cari fratelli<br />

nella fede, ai quali presento i miei più<br />

cordiali auguri di gioia e di pace». Lo ha<br />

detto Giovanni Paolo II alla preghiera<br />

dell'Angelus recitata con i fedeli domenica<br />

7 gennaio.<br />

Ecco le parole del Santo Padre:<br />

1.Si è concluso ieri, solennità<br />

dell'Epifania, il Grande<br />

Giubileo dell'Anno Duemila<br />

e celebriamo oggi la festa<br />

del Battesimo di Gesù.<br />

Come ogni anno, ho avuto la<br />

gioia di amministrare il Battesimo<br />

ad alcuni neonati. Nel<br />

rinnovare un caro saluto alle<br />

famiglie, auspico per i loro<br />

bambini un futuro ricco delle<br />

benedizioni del Signore.<br />

2.Alcune Chiese d'Oriente,<br />

seguendo il loro calendario,<br />

celebrano oggi il Natale.<br />

In questa circostanza gioiosa<br />

mi sento spiritualmente vicino<br />

a questi cari fratelli nella<br />

fede, ai quali presento i miei<br />

più cordiali auguri di gioia e<br />

di pace.<br />

Unito a loro nella fede e<br />

nella carità di Cristo, ripeto<br />

oggi quanto ho detto il 25 dicembre<br />

scorso nel Messaggio<br />

Urbi et Orbi: «Tu, o Cristo,<br />

che contempliamo oggi / fra<br />

le braccia di Maria, / sei il<br />

fondamento della nostra speranza!<br />

(...) In Te, solo in Te è<br />

offerta all'uomo / la possibilità<br />

di essere / una creatura<br />

nuova. / Grazie per questo<br />

tuo dono / Bambino Gesù!».<br />

3.In questi giorni il sentimento<br />

più forte nel mio<br />

«Carissimi volontari, a nome di tutti i pellegrini il Papa vi dice grazie!»<br />

cuore è quello della riconoscenza.<br />

Già ieri ho avuto<br />

modo di ringraziare il Signore<br />

per il dono straordinario<br />

del Giubileo e quanti hanno<br />

prestato generosamente la loro<br />

opera per la riuscita dei<br />

suoi diversi momenti.<br />

Oggi sento di dover ripetere<br />

un grazie cordialissimo<br />

specialmente ai volontari, che<br />

qui a Roma, a Gerusalemme<br />

e in tanti altri Santuari e Basiliche,<br />

mete di molti pellegrini,<br />

hanno prestato il loro<br />

«È stata un'esperienza bellissima<br />

che porterò sempre con me»<br />

«È stato il Papa la luce che ci ha guidato».<br />

Esprimono un pensiero e un sentimento<br />

unanime le parole di Loredana,<br />

26 anni, di Agrigento, una delle migliaia<br />

di «volontari del Giubileo» che domenica<br />

7 gennaio, all'indomani della chiusura<br />

della Porta Santa, gremivano la Basilica<br />

di San Pietro per partecipare tutti insieme<br />

alla Santa Messa presieduta dal Cardinale<br />

Roger Etchegaray, Presidente del<br />

Comitato del Grande Giubileo dell'Anno<br />

2000.<br />

Loredana è stata volontaria in agosto,<br />

durante l'indimenticabile XV Giornata<br />

Mondiale della Gioventù, e poi è tornata<br />

adesso per queste settimane di festività<br />

natalizie. «È stata un'esperienza bellissima<br />

— ha raccontato —, che mi ha arricchito<br />

molto da un punto di vista spirituale,<br />

e che mi ha fatto crescere».<br />

«La “vicinanza” con il Papa — ha<br />

spiegato Loredana —, la comunione tra<br />

noi volontari, e poi il contatto con i pellegrini,<br />

hanno moltiplicato la nostra<br />

gioia e il nostro entusiasmo. C'era una<br />

forza in noi che veniva non si sa da dove!».<br />

I giorni di servizio nelle Basiliche, e<br />

per le strade di Roma, hanno lasciato<br />

impressi dei ricordi indelebili, memorie<br />

di incontri indimenticabili: «Una volta —<br />

ha raccontato Loredana —, c'è stata<br />

una signora, una pellegrina, che ha voluto<br />

abbracciarmi in nome di tutti i volontari,<br />

per ringraziarci di quello che<br />

avevamo fatto e facevamo per loro; e<br />

mi ha detto: “Dio vi ricompenserà”».<br />

Molti dei volontari presenti domenica<br />

nella Basilica sono tornati a San Pietro<br />

apposta per l'occasione, per vivere insieme<br />

la celebrazione di chiusura del Giubileo.<br />

«È un onore per noi essere qui —<br />

hanno detto cinque ragazzi di Brescia:<br />

Paolo, Pigi, Francesca, Sarah e Pierguglielmo,<br />

venuti in rappresentanza dei volontari<br />

della loro Diocesi —. Ed è bello<br />

perché portiamo nel cuore gli altri duecentoquaranta<br />

giovani di Brescia che come<br />

noi quest'anno hanno vissuto l'esperienza<br />

del servizio ai pellegrini».<br />

«È stata un'esperienza — hanno affermato<br />

— che non avremmo potuto affrontare<br />

senza la forza della spiritualità<br />

che ci sosteneva. Anche nelle giornate<br />

più impegnative, abbiamo cercato sempre<br />

di essere fedeli ai momenti importanti<br />

di preghiera: le Lodi, i Vespri, la<br />

Messa. Era questa la carica che ci animava,<br />

la linfa senza la quale tutto il servizio<br />

si sarebbe svuotato di senso».<br />

«Soprattutto l'incontro con l'Eucaristia<br />

è stato per noi fondamentale —<br />

hanno proseguito —. C'era una concentrazione,<br />

un'intensità in quei momenti,<br />

un'attenzione fortissima rivolta verso<br />

l'altare. Era la Santa Messa che valorizzava<br />

il nostro servizio, e possiamo dire<br />

oggi di essere felici perché abbiamo servito<br />

Cristo».<br />

Finita l'esperienza del volontariato a<br />

Roma, terminato questo Grande Giubileo,<br />

c'è chiarezza e consapevolezza in<br />

questi ragazzi su ciò che aspetta loro:<br />

«Abbiamo capito che c'è un ruolo per<br />

noi nella società, c'è un impegno che<br />

dobbiamo prenderci: essere “sentinelle<br />

del mattino”, concretamente, nella vita<br />

di tutti i giorni, in famiglia, a scuola, sul<br />

posto di lavoro, lì dove normalmente è<br />

più difficile e tendiamo a tirarci indietro.<br />

Ma non si scappa: è nella quotidianità<br />

che siamo chiamati ora ad essere<br />

volontari e testimoni dell'amore di Cristo».<br />

Non solo i giovani hanno tratto lezioni<br />

importanti da quest'esperienza di<br />

volontariato al servizio dei pellegrini.<br />

Giuseppe Lucchiari e Lucio Gottardo,<br />

due volontari adulti di Rovigo, hanno<br />

detto: «Noi abbiamo scoperto che Cristo<br />

non va cercato lontano, perché non è<br />

lontano, ma è nel fratello che ti viene<br />

incontro, negli occhi del fratello che ti è<br />

vicino».<br />

Per la maggior parte dei volontari del<br />

Giubileo il servizio è durato una o più<br />

settimane. Ma non è mancato chi ha<br />

scelto di vivere un anno intero di volontariato<br />

qui a Roma. Così ha fatto Marina,<br />

35 anni, di Bergamo, che dal lavoro<br />

ha preso un anno di aspettativa non retribuita,<br />

per vivere in prima persona<br />

ogni momento di questo Giubileo. «Non<br />

è stata una scelta facile — ha detto Marina<br />

—, anzi è stata una vera e propria<br />

sfida, lanciata a questa società arrivista<br />

e carrierista. Ho perso un anno di stipendi<br />

ma non ho rimpianti, perché ciò<br />

che ho guadagnato in cambio è impareggiabile<br />

e incalcolabile: un'esperienza<br />

di fede incredibile, la gioia dell'incontro<br />

e della condivisione, la bellezza di servire<br />

Cristo, la Chiesa e i fratelli». Un anno<br />

intero come «volontaria del Giubileo» lo<br />

ha fatto anche Marisol Alvarez, 40 anni,<br />

psicologa di Caracas, in Venezuela. «È<br />

stata l'esperienza più bella della mia vita<br />

— ha commentato —, ed ora ritornerò<br />

nel mio paese come una persona cambiata,<br />

una persona completamente nuova,<br />

secondo quello che è il principio della<br />

Porta Santa: il passaggio dalle tenebre<br />

alla luce».<br />

ALESSANDRO IAPINO<br />

servizio di accoglienza. Lo<br />

faccio dirigendomi a voi, carissimi<br />

volontari, che avete<br />

appena terminato di partecipare<br />

alla celebrazione eucaristica<br />

nella Basilica Vaticana,<br />

presieduta dal Cardinale Roger<br />

Etchegaray, Presidente<br />

del Comitato del Grande Giubileo<br />

dell'Anno 2000.<br />

Vedo in voi, Fratelli e Sorelle<br />

carissimi, i quasi settantamila<br />

volontari, giovani e<br />

adulti di tanti Paesi, che nel<br />

corso dell'Anno giubilare so-<br />

no venuti in questa città degli<br />

Apostoli per mettersi al<br />

servizio dei pellegrini dell'Anno<br />

Santo. Fedeli al motto che<br />

recate scritto sulla vostra divisa:<br />

«Ero forestiero e mi<br />

avete accolto» (Mt 25, 35),<br />

avete accompagnato migliaia<br />

di persone verso la Porta<br />

Santa delle Basiliche Patriarcali.<br />

Siete stati così guide<br />

esperte, aiutanti premurosi,<br />

testimoni privilegiati delle<br />

meraviglie di Dio, sperimentando<br />

la verità della parola<br />

del Signore Gesù che disse:<br />

«Vi è più gioia nel dare che<br />

nel ricevere» (At 20, 35).<br />

A nome di tutti i pellegrini,<br />

il Papa vi dice grazie! E<br />

vi augura di fare tesoro dell'esperienza<br />

vissuta: tornando<br />

alle vostre case, conservate<br />

nel cuore i momenti giubi-<br />

lari a cui avete partecipato e<br />

trasferite nella vita di ogni<br />

giorno un atteggiamento «da<br />

volontario», che vi faccia riconoscere<br />

in ogni persona<br />

che accostate un fratello da<br />

amare e servire e vi sproni a<br />

divenire, in questo nuovo<br />

millennio che inizia, costruttori<br />

della civiltà dell'amore.<br />

4.Il Duemila-uno è stato<br />

proclamato dalle Nazioni<br />

Unite Anno Internazionale del<br />

Volontariato: in voi desidero<br />

allora salutare ed incoraggiare<br />

tutti i volontari del mondo,<br />

uomini e donne, che offrono<br />

gratuitamente una parte<br />

del loro tempo attraverso<br />

molteplici forme di solidarietà<br />

fraterna per la promozione<br />

e l'educazione della persona<br />

umana, in particolare stando<br />

Dopo aver recitato la preghiera mariana<br />

dell'Angelus ed aver impartito la<br />

Benedizione Apostolica, il Santo Padre<br />

ha rivolto un particolare saluto agli abitanti<br />

di Castel Gandolfo e ad alcuni<br />

gruppi presenti in Piazza San Pietro.<br />

Queste le sue parole:<br />

Saluto con affetto tutti i<br />

pellegrini,inparticolare quanti<br />

compongono il corteo storico-folcloristico<br />

«Viva la Befana»,<br />

che quest'anno si ispira<br />

alle tradizioni di Cisterna di<br />

Latina e dell'Agro Pontino.<br />

Benedico in modo speciale le<br />

famiglie e ringrazio per i tipici<br />

doni offerti.<br />

Rivolgo un saluto speciale<br />

ai cittadini di Castel Gandolfo,<br />

ove non ho potuto recarmi<br />

quest'anno in occasione<br />

delle festività natalizie. Desidero<br />

che sappiano che il Papa<br />

li pensa con particolare<br />

affetto ed augura un nuovo<br />

anno ricco di frutti spirituali<br />

e di cristiana prosperità!<br />

A tutti: Buona Domenica!<br />

IL CARDINALE ROGER ETCHEGARAY PRESIEDE IN SAN PIETRO LA SANTA MESSA PER I VOLONTARI DEL GIUBILEO<br />

«Siate dei volontari<br />

permanenti di Cristo»<br />

Il Cardinale Roger Etchegaray,<br />

Presidente del Comitato del Grande<br />

Giubileo dell'Anno 2000, ha presieduto<br />

— nella mattina di domenica 7<br />

gennaio, nella Basilica Vaticana — la<br />

Concelebrazione Eucaristica per i<br />

«volontari del Giubileo». Hanno concelebrato<br />

l'Arcivescovo Crescenzio<br />

Sepe, Segretario Generale del Comitato,<br />

Mons. Salvatore Boccaccio, Vescovo<br />

di Frosinone-Veroli-Ferentino,<br />

e numerosi sacerdoti.<br />

«Cari volontari — ha detto il Cardinale<br />

durante l'omelia —, a quante<br />

Messe giubilari avete partecipato a<br />

San Pietro, direi nell'esercizio delle<br />

vostre funzioni, del vostro servizio!<br />

Oggi questa prima Messa postgiubilare<br />

è per voi: non potete avere altra<br />

preoccupazione che pensare dapprima<br />

a voi stessi, ai vostri rapporti di<br />

amicizia con Colui verso il quale si<br />

sono rivolti gli occhi della Chiesa giubilare».<br />

Il Cardinale Etchegaray ha concluso<br />

l'omelia con una preghiera che ha<br />

composto lui stesso per questa occasione:<br />

«Signore, sii davanti a noi per<br />

guidarci, sii dietro a noi per spingerci,<br />

sii sotto di noi per sorreggerci, sii<br />

sopra di noi per benedirci, sii attorno<br />

a noi per proteggerci, sii in noi perché<br />

con l'anima e con il corpo ti serviamo<br />

per la gloria del tuo Nome». E<br />

ha aggiunto: «Volontari del Giubileo,<br />

siate dei volontari permanenti di Cristo!<br />

Viva i volontari che vivono dello<br />

Spirito di Gesù!».<br />

Al termine della Santa Messa, l'Arcivescovo<br />

Crescenzio Sepe ha voluto<br />

ringraziare — a nome del Comitato<br />

del Grande Giubileo — i 70.000 volontari<br />

che dal 22 dicembre hanno<br />

prestato il loro servizio a Roma. «Siete<br />

arrivati da tutti i Paesi del mondo:<br />

23 dell'Europa, 16 dell'America, 10<br />

dell'Africa, 9 dell'Asia e 2 dell'Oceania.<br />

Particolare riconoscenza sento di<br />

esprimere ai volontari disabili che<br />

hanno indossato il fratino e si sono<br />

impegnati senza riserve, lanciando<br />

un segno d'amore che non potremo<br />

dimenticare».<br />

«Cari volontari — ha concluso l'Arcivescovo<br />

Sepe —, tornando a casa<br />

porterete con voi un album fotografico,<br />

che raccoglie alcune delle significative<br />

immagini del servizio che avete<br />

compiuto. Ma le immagini più autentiche<br />

e preziose sono stampate nei<br />

cuori di quanti hanno ricevuto il vostro<br />

aiuto. Si trovano impresse nel libro<br />

di Dio».<br />

«Abbiamo ricevuto e trasmesso<br />

il senso della solidarietà e del servizio»<br />

È ancora festa in Piazza San Pietro il<br />

giorno dopolachiusura dell'Anno Santo.<br />

Domenica mattina,7gennaio,infatti, migliaia<br />

di fedeli coloravanodi azzurro l'emiciclo<br />

berniniano,salutandoil Papa prima<br />

di far ritorno a casa. Erano i «volontari<br />

del Giubileo», la «squadra» che, lavorando<br />

dietro le quinte, ha reso possibile<br />

la riuscita organizzativa di un evento<br />

dalla dimensione davvero mondiale.<br />

Sono stati loro, i volontari, ad accogliere<br />

l'arrivo di milioni di pellegrini durante<br />

tutto l'Anno Santo. E sono stati loro<br />

a concludere per ultimi la tappa di<br />

un lungo cammino cominciato nel '99.<br />

Con i volti ancora stanchi, segnati<br />

dalla fatica dei turni prolungati necessari<br />

per accogliere ed accompagnare la<br />

folla venuta a varcare la Porta Santa<br />

della Basilica Vaticana in questi ultimi<br />

giorni, i volontari del nucleo del Servizio<br />

Emergenza Radio (SER Rom81) hanno<br />

vigilato e coordinato fino all'ultimo i fedeli,<br />

compresi quelli che il 7 gennaio<br />

gremivano Piazza San Pietro per partecipare<br />

alla recita della preghiera dell'Angelus.<br />

I volontari del Giubileo sono stati<br />

dei veri «angeli custodi», pronti a vigilare<br />

sui pellegrini che arrivavano continuamente,<br />

dalle sei di mattina alle otto<br />

di sera, sette giorni su sette, per oltre<br />

un anno. «È stata un'esperienza accompagnata<br />

dal desiderio di essere d'aiuto al<br />

prossimo, in qualsiasi circostanza», ha<br />

affermato Sabrina Pirrera, 29 anni, operatrice<br />

radio.<br />

«Questa è diventata la nostra casa e<br />

ormai separarcene è difficile — ha detto<br />

invece Livia Canfarelli, Vice coordinatore<br />

radio —. Terminato il Giubileo, ora si<br />

respira un clima di nostalgia. Se potessi,<br />

ricomincerei da capo. Ogni volta era<br />

un'emozione differente».<br />

L'«esercito» di solidarietà formato da<br />

circa 70.000 volontari coinvolti durante<br />

l'intero anno giubilare, è stato uno degli<br />

ingredienti fondamentali della ricetta segreta<br />

del successo di questo evento universale<br />

e spirituale.<br />

«Quello di oggi non è un addio, semmai<br />

un arrivederci» ha affermato sicura<br />

Juana Lavargalo, venuta da Lima (Perú),<br />

che ha svolto servizio a Tor Vergata<br />

per il Giubileo dei giovani.<br />

Appena concluso l'Anno Santo, già<br />

pensa, nel suo cuore, alla prossima<br />

Giornata Mondiale della Gioventù che si<br />

svolgerà a Toronto, in Canada.<br />

«In quei giovani arrivati a Roma da<br />

tutto il mondo — racconta — era racchiusa<br />

la forza e l'energia per testimo-<br />

vicino ai più poveri e a<br />

quanti soffrono materialmente<br />

e spiritualmente.<br />

Il volontariato, in tutte le<br />

sue forme, è innanzitutto<br />

questione di cuore; di un<br />

cuore che sa aprirsi alle necessità<br />

dei fratelli, riconoscendo<br />

in essi l'altissima dignità<br />

umana, in cui si riflette<br />

la grandezza stessa di Dio,<br />

ad immagine del quale ogni<br />

essere umano è creato (cfr<br />

Gn 1, 27; Mt 25, 40).<br />

Carissimi volontari, affidiamo<br />

ogni vostro proposito<br />

di bene a Maria con la preghiera<br />

dell'Angelus.<br />

niare Cristo nel terzo millennio. Di questa<br />

esperienza rimane il ricordo dell'incontro<br />

di più anime alla ricerca dello<br />

stesso Dio e le parole di fiducia e speranze<br />

consegnateci dal Papa».<br />

Alla Santa Messa presieduta, domenica<br />

mattina, dal Cardinale Etchegaray all'interno<br />

della Basilica Vaticana, erano<br />

presenti tutti i volontari che hanno svolto<br />

servizio negli ultimi giorni dell'Anno<br />

Santo. Ogni persona ha una testimonianza<br />

diversa da portare a casa e da<br />

comunicare agli altri. Eduardo Kobashikawa<br />

è venuto da Yokohama, in Giappone,<br />

e si trova all'inizio di un cammino<br />

intrapreso poco prima che cominciasse<br />

il Grande Giubileo.<br />

«Dopo essere diventato avvocato ho<br />

capito che la mia vita doveva essere a<br />

servizio di Dio — ha detto — e così sono<br />

entrato nell'ordine francescano per<br />

diventare, un giorno, sacerdote. Questa<br />

esperienza giubilare mi ha aiutato a maturare<br />

la mia scelta, ad arricchire la mia<br />

fede. Questo giorno, per un verso, sembra<br />

malinconico perché conclude il nostro<br />

servizio. Ma è anche vero che ora<br />

ci attende un'altra missione: condurre<br />

l'umanità a Cristo».<br />

Da un Continente all'altro, migliaia di<br />

volontari, giovani e meno giovani, sono<br />

venuti a Roma per contribuire a rendere<br />

accogliente l'arrivo dei moderni romei.<br />

«Per molti di noi che parlano diverse lingue<br />

— ha detto il signor Renè Fantin, di<br />

Grenoble (Francia) — il compito non<br />

era semplicemente quello di dare informazioni,<br />

ma di avvicinare a Dio le persone<br />

che arrivavano disorientate, di far<br />

capire loro il vero significato del Giubileo.<br />

Eravamo sparsi per la città con la<br />

nostra divisa proprio per essere un punto<br />

di riferimento per chiunque».<br />

Sono stati in tanti ad aver fatto richiesta<br />

per poter svolgere il servizio come<br />

volontario del Giubileo. «È stata una<br />

grande benedizione aver potuto svolgere<br />

servizio qui, a Roma — ha osservato<br />

Gabriella Rodriguez, di Guadalajara<br />

(Messico) — . Mi ha commosso vedere<br />

in questi giorni tanti fedeli varcare la<br />

Porta Santa della Basilica Vaticana: è un<br />

evento davvero eccezionale che verrà ricordato<br />

nella storia della Chiesa. Tutti<br />

noi abbiamo avvertito uno spirito di<br />

grande fraternità che animava il pellegrinaggio<br />

dei vari gruppi. Aprire il proprio<br />

cuore a Cristo, significa anche farsi contagiare<br />

dal suo amore manifestato attraverso<br />

i suoi testimoni».<br />

ELISABETTA ANGELUCCI


.<br />

PAGINA<br />

15 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Lunedì-Martedì 8-9 Gennaio 2001<br />

«L'odierna visita avviene all'indomani<br />

della chiusura del Grande Giubileo<br />

del Duemila, durante il quale milioni<br />

di pellegrini sono passati attraverso<br />

la Porta Santa. Innumerevoli persone<br />

hanno voluto, così, ringraziare il Signore<br />

per l'abbondante misericordia<br />

da Lui mostrata nell'essersi fatto uomo<br />

per la nostra salvezza»<br />

«Per voi, operatori ecologici, quello appena<br />

trascorso è stato un anno di più intenso<br />

lavoro, per far sì che questa nostra amata<br />

Città potesse essere sempre “vestita<br />

a festa”. Non di rado mi è stato dato<br />

di intravvedervi al lavoro, attorno a Piazza<br />

San Pietro, al mattino presto prima che<br />

la gente giungesse in Vaticano. Vi sono<br />

grato per la vostra premurosa solerzia»<br />

VISITA AL PRESEPE DEI NETTURBINI Il discorso di Giovanni Paolo II nel tradizionale incontro con i dipendenti dell'AMA<br />

Inoltrarsi fiduciosamente nel nuovo Millennio<br />

quali testimoni dell'amore di Dio che si è fatto uno di noi<br />

Giovanni Paolo II ha compiuto domenica<br />

pomeriggio, 7 gennaio, festa del<br />

Battesimo del Signore, la tradizionale visita<br />

al Presepe dei Netturbini nella sede<br />

dell'«Ama» di Via dei Cavalleggeri, nel<br />

quartiere romano dell'Aurelio.<br />

Ecco il testo del discorso del Santo<br />

Padre:<br />

CarissimiFratelli e Sorelle!<br />

1.Sono lieto di esprimervi,<br />

durante questa sosta presso<br />

il Presepe da voi allestito,<br />

i miei sentimenti di stima e<br />

di affetto, mentre vi porgo<br />

ogni migliore augurio per il<br />

Nuovo Anno. Sin dall'inizio<br />

del mio ministero petrino<br />

questo gradito appuntamento<br />

si rinnova ogni anno, al termine<br />

del tempo natalizio. I<br />

miei rallegramenti più sinceri<br />

a quanti hanno realizzato<br />

un così caratteristico Presepe<br />

che ogni anno si arricchisce<br />

con un nuovo elemento.<br />

Saluto con affetto i presenti<br />

e, in primo luogo, il Sindaco<br />

di Roma, che ringrazio<br />

per le cortesi parole. Attraverso<br />

di lui vorrei, ancora<br />

una volta, ringraziare la Città<br />

e tutti i suoi Amministratori<br />

per l'opera generosamente<br />

prestata in vista del Giubileo<br />

e poi nelle varie fasi della<br />

sua attuazione.<br />

2.In effetti, l'odierna visita<br />

avviene all'indomani della<br />

chiusura del Grande Giubileo<br />

del Duemila, durante il<br />

quale milioni di pellegrini sono<br />

passati attraverso la Porta<br />

Santa. Innumerevoli persone<br />

hanno voluto, così, ringra-<br />

Un appuntamento di festa<br />

che si ripete da ventitré anni<br />

UDIENZA Il discorso del Papa alla Delegazione di Parlamentari del Congresso degli Stati Uniti d'America in occasione della consegna della «Congressional Gold Medal»<br />

Urge difendere la dignità della persona senza compromessi<br />

in un mondo nel quale i diritti dell'uomo spesso non vengono rispettati<br />

L'importanza di difendere la dignità<br />

della persona «senza compromessi» in<br />

un mondo nel quale i diritti dell'uomo<br />

spesso non vengono rispettati è stata<br />

sottolineata da Giovanni Paolo II nel discorso<br />

alla Delegazione di Parlamentari<br />

del Congresso degli Stati Uniti d'America<br />

in occasione della consegna della<br />

«Congressional Gold Medal». L'udienza<br />

si è svolta nella Sala Clementina, nella<br />

mattina di lunedì 8 gennaio. Questo è il<br />

discorso del Papa:<br />

Mr. Speaker,<br />

Members of Congress,<br />

Distinguished Guests,<br />

I am pleased to welcome<br />

you to the Vatican this<br />

morning, and I am honored<br />

by thegraciousgesture which<br />

has brought you here. It is<br />

not for the Successor of the<br />

Apostle Peter to seek honors,<br />

but I gladly accept the Congressional<br />

Gold Medal as a<br />

recognition that in my ministry<br />

there hasechoed a word<br />

that can touch every human<br />

heart. It hasbeenmy endeavor<br />

to proclaim the word of<br />

God, which on the very first<br />

page of the Bible tells us that<br />

man and woman have been<br />

created in his very image and<br />

likeness (cf. Gen 1:26).<br />

From this great truth there<br />

flows all that the Church<br />

says and does to defend human<br />

dignity and to promote<br />

human life. This is a truth<br />

which we contemplate in the<br />

glory of Jesus Christ, the Son<br />

of God, crucified and risen<br />

from the dead. In the years<br />

of my ministry, but especially<br />

in the Jubilee Year just<br />

ziare il Signore per l'abbondante<br />

misericordia da Lui<br />

mostrata nell'essersi fatto uomo<br />

per la nostra salvezza.<br />

Per voi, operatori ecologici,<br />

quello appena trascorso è<br />

stato un anno di più intenso<br />

lavoro, per far sì che questa<br />

nostra amata Città potesse<br />

essere sempre «vestita a festa».<br />

Non di rado mi è stato<br />

dato di intravvedervi al lavoro,<br />

attorno a Piazza san Pietro,<br />

al mattino presto prima<br />

che la gente giungesse in Va-<br />

ended, I have invited all to<br />

turn to Jesus in order to discover<br />

in new and deeper<br />

ways the truth of man. For it<br />

is Christ alone who fully reveals<br />

man to himself and<br />

makes known his sublime<br />

destiny (cf. Gaudium et Spes,<br />

22). To see the truth of Christ<br />

is to experience with deep<br />

amazement the worth and<br />

dignity of every human being,<br />

which is the Good News<br />

of the Gospel and the heart<br />

of Christianity (cf. Redemptor<br />

Hominis, 10).<br />

I accept this award as a<br />

ticano. Vi sono grato per la<br />

vostra premurosa solerzia e<br />

per i sentimenti che l'hanno<br />

motivata.<br />

3.Ora si tratta di ricominciare<br />

il consueto ritmo di<br />

vita, tenendo presente il messaggio<br />

che ci viene dal Grande<br />

Giubileo. È lo stesso messaggio<br />

che ci offre il Natale<br />

ed il presepe che del Natale è<br />

il simbolo più eloquente. Occorre<br />

ripartire da Cristo, per<br />

inoltrarsi fiduciosamente nel<br />

sign that you, as legislators,<br />

recognize the importance of<br />

defending human dignity<br />

without compromise, so that<br />

your nation may not fail to<br />

live up to its high responsibilities<br />

in a world where human<br />

rights are so often disregarded.Therefore,<br />

Ladies and<br />

Gentlemen, I thank you for<br />

thisCongressionalGoldMedal.<br />

In offering my good wishes<br />

for the New Year, I invoke<br />

upon you, your families and<br />

all whom you represent “the<br />

peace of God which is beyond<br />

understanding” (Phil<br />

4:7). May God bless you all!<br />

nuovo millennio quali testimoni<br />

dell'amore di Dio che<br />

si è fatto uno di noi, nascendo<br />

fra noi.<br />

Con tali sentimenti, invoco<br />

su di voi, sulle vostre famiglie,<br />

sul vostro lavoro la protezione<br />

di Maria, la Madre di<br />

Gesù, che oggi abbiamo contemplato<br />

nel mistero del Battesimo<br />

presso il Giordano. Vi<br />

accompagni la Benedizione<br />

che di cuore imparto a voi e<br />

alle persone a voi care.<br />

Questa è una nostra traduzione del<br />

discorso del Santo Padre:<br />

Signor Presidente,<br />

Membri del Congresso,<br />

Illustri ospiti,<br />

Sono lieto di darvi il benvenuto<br />

in Vaticano questa mattina<br />

e sono onorato per il gesto<br />

cortese che vi ha portato<br />

qui. Non è proprio del Successore<br />

dell'Apostolo Pietro<br />

cercare onori, ma accetto<br />

cordialmente la «Congressional<br />

Gold Medal» quale riconoscimento<br />

del fatto che nel<br />

mio ministero è echeggiata<br />

GIANLUCA BICCINI<br />

Da Ur dei Caldei, al tempio di Gerusalemme,<br />

da Cuba al Mar Rosso,<br />

alla piccola Sarno devastata dall'alluvione:<br />

settecento piccole pietre provenienti<br />

da altrettanti luoghi diversi<br />

del mondo formano il presepe dei<br />

Netturbini in Via dei Cavalleggeri nel<br />

quartiere romano dell'Aurelio, che il<br />

Papa ha visitato domenica pomeriggio,<br />

7 gennaio.<br />

Nella prima uscita dal Vaticano del<br />

2001, Giovanni Paolo II ha rinnovato<br />

per la ventitreesima volta il tradizionale<br />

appuntamento di inizio anno<br />

con i dipendenti dell'Azienda Municipale<br />

per l'Ambiente ed i loro familiari:<br />

un incontro molto atteso e partecipato<br />

tra il Vescovo della Chiesa di<br />

Roma e una parte del suo gregge.<br />

Minuscole schegge amorevolmente<br />

composte in un insieme di grande<br />

suggestione: il Presepe che Giuseppe<br />

Ianni, netturbino in pensione, ha iniziato<br />

nel lontano 1972 per rappresentare<br />

l'anelito alla pace e alla comunione<br />

tra i popoli, ogni anno si arricchisce<br />

di nuovi elementi. Realizzato<br />

in muratura, esso conta attualmente<br />

78 case di pietra vera e 18 grotte scavate<br />

nella roccia, con cinquanta metri<br />

di strade lastricate di sampietrini.<br />

Il Papa — accompagnato dai Vescovi<br />

James Michael Harvey, Prefetto<br />

della Casa Pontificia, e Stanisław Dziwisz,<br />

Prefetto Aggiunto — è stato accolto<br />

dal Sindaco di Roma, Francesco<br />

Rutelli; dall'Assessore all'ambiente<br />

del Comune di Roma, Loredana<br />

de Petris; dal nuovo Cappellano dell'Ama,<br />

il gesuita Padre Cristoforo Sironi,<br />

che succede al compianto Padre<br />

Amos Bernocchi, a lungo guida<br />

spirituale della comunità di lavoro<br />

dell'azienda; dal parroco di Santa<br />

una parola che può toccare<br />

ogni cuore umano. Ho annunciato<br />

la Parola di Dio, che<br />

nella prima pagina della Bibbia<br />

ci dice che uomo e donna<br />

sono stati creati a Sua immagine<br />

e somiglianza (cfr Gn<br />

1, 26).<br />

Da questa grande verità<br />

scaturisce tutto ciò che la<br />

Chiesa afferma e compie per<br />

difendere la dignità dell'uomo<br />

e per promuovere la vita<br />

umana. Questa è una verità<br />

che contempliamo nella gloria<br />

di Gesù Cristo, il Figlio di<br />

Maria alle Fornaci, al cui territorio<br />

appartiene la sede di via dei Cavalleggeri,<br />

Padre Mario Cipollone, religioso<br />

trinitario. Hanno partecipato<br />

inoltre i dirigenti dell'Ama, guidati<br />

dal Presidente Daniela Valentini.<br />

Un caloroso applauso ha salutato<br />

l'ingresso del Papa nella sede dell'Ama.<br />

Giovanni Paolo II si è più volte<br />

soffermato a stringere la mano ai fedeli<br />

intervenuti, regalando carezze ai<br />

bambini presenti in gran numero.<br />

«Santità — ha detto Ianni —, la<br />

vostra visita è una grande festa spirituale».<br />

Poi ha preso la parola il Sindaco<br />

di Roma, Francesco Rutelli, che<br />

ha ricordato come il Giubileo sia stato<br />

per lacittà«un'esperienzastorica».<br />

Nel suo breve discorso il Papa ha<br />

colto l'occasione per ringraziare gli<br />

operatori ecologici chiamati ad un<br />

duro sforzo lavorativo durante l'Anno<br />

giubilare.<br />

Nella sua storia quasi trentennale<br />

la rappresentazione della Natività di<br />

Porta Cavalleggeri, oltre che da molti<br />

bambini delle scuole romane, è stata<br />

visitata da Paolo VI (gennaio del<br />

1974), da Madre Teresa di Calcutta<br />

(maggio 1996) e dalla sua erede alla<br />

guida delle Missionarie della Carità,<br />

suor Nìrmala Joshi (dicembre 2000).<br />

«Anche quest'anno ho ampliato il<br />

Presepe — ha spiegato Ianni —, in<br />

particolare ho voluto sottolineare il<br />

tema biblico del sale». All'opera hanno<br />

contribuito altri artisti, tra i quali<br />

la pittrice Anna Minardo, che ha donato<br />

la colomba della grotta in occasione<br />

dell'Anno Liturgico giubilare<br />

dedicato allo Spirito Santo; e Carlo<br />

Riccardi, coautore dei due grandi dipinti<br />

murali a ridosso del presepe, il<br />

primo risalente al 1979 e il secondo<br />

ultimato nell'anno 2000 con la collaborazione<br />

dei giovani Simona Bellanti<br />

e Salvatore Tedone.<br />

Dio, crocifisso e risorto dai<br />

morti. Negli anni del mio ministero,<br />

ma in particolare durante<br />

l'anno giubilare appena<br />

terminato, ho esortato tutti a<br />

rivolgersi a Gesù per scoprire<br />

in modi nuovi e più profondi<br />

la verità dell'uomo. Poiché è<br />

solo Cristo che svela pienamente<br />

l'uomo all'uomo e gli<br />

fa noto il suo destino sublime<br />

(cfr Gaudium et spes, n. 22).<br />

Comprendere la verità di Cristo<br />

significa sperimentare il<br />

valore e la dignità di ogni essere<br />

umano con quel profondo<br />

stupore che è la Buona<br />

Novella del Vangelo e il centro<br />

del cristianesimo (cfr Redemptor<br />

hominis, n. 10).<br />

Accetto questo premio come<br />

segno del fatto che voi, in<br />

quanto legislatori, riconoscete<br />

l'importanza di difendere la<br />

dignità umana senza compromessi,<br />

cosicché la vostra nazione<br />

possa riuscire a far<br />

fronte alle proprie alte responsabilità<br />

in un mondo nel<br />

quale i diritti dell'uomo spesso<br />

non vengono rispettati.<br />

Quindi, signore e signori, vi<br />

ringrazio per questa Congressional<br />

Gold Medal. Nel porgervi<br />

i miei migliori auguri<br />

per il nuovo anno, invoco su<br />

di voi, sulle vostre famiglie e<br />

su coloro che rappresentate<br />

«la pace di Dio che sorpassa<br />

ogni intelligenza» (Fil 4, 7).<br />

Che Dio vi benedica tutti!


.<br />

PAGINA<br />

17 .<br />

L'incontro serale in Piazza San Pietro guidato dall'Arcivescovo Crescenzio Sepe<br />

«Noi siamo venuti<br />

e Ti abbiamo visto»<br />

L'ultima preghiera serale dell'Anno<br />

Santo.<br />

L'ultima «preghiera del pellegrino» di<br />

questo Grande Giubileo dell'Anno 2000.<br />

L'ha presieduta venerdì, 5 gennaio, dal<br />

sagrato della Basilica Vaticana, l'Arcivescovo<br />

Crescenzio Sepe, Segretario Generale<br />

del Grande Giubileo dell'Anno<br />

2000.<br />

La celebrazione vespertina che ogni<br />

sera, lungo tutto l'arco dell'anno giubilare,<br />

ha radunato in Piazza San Pietro i<br />

pellegrini che arrivavano a Roma da<br />

ogni parte del mondo, si è svolta venerdì<br />

davanti a migliaia e migliaia di fedeli:<br />

molti seduti, nelle sedie davanti al Sagrato<br />

della Basilica, e molti altri in piedi,<br />

in fila lungo il colonnato e intorno<br />

all'obelisco, per attraversare la Porta<br />

Santa di San Pietro a pochissime ore<br />

dalla sua chiusura.<br />

Nella Piazza così colma di pellegrini,<br />

immersa in un clima di silenzioso raccoglimento<br />

e di intensa emozione e commozione,<br />

hanno risuonato le parole vibranti<br />

dell'Arcivescovo Crescenzio Sepe,<br />

durante l'omelia, le quali venivano a rispondere,<br />

in nome di tutti i fedeli, all'invito<br />

espresso con forza da Gesù nel Vangelo<br />

del giorno (Gv 1, 35-40); l'invito<br />

che ogni uomo si è sentito rivolgere, insistentemente,<br />

a partire dal principio di<br />

quest'Anno Santo del 2000. Venite e vedrete,<br />

dice Gesù ai discepoli del Battista<br />

nel racconto dell'Evangelista Giovanni<br />

(1, 39).<br />

«Vieni e vedi», continua a dire il Signore<br />

ad ognuno di noi.<br />

«Anche questa sera, Signore — ha<br />

detto Mons. Sepe rivolgendosi all'Altissimo<br />

—, anche in quest'ultima sera del<br />

Grande Giubileo, che celebriamo qui<br />

nella piazza di San Pietro, noi siamo venuti<br />

e ti abbiamo visto. Abbiamo visto il<br />

Tuo cuore accogliente di Padre e di Fratello.<br />

«Abbiamo visto le Tue braccia spalancate<br />

per accoglierci, purificarci e rinnovarci».<br />

«Siamo venuti per celebrare la Tua festa<br />

— ha proseguito il Presule —, l'anniversario<br />

dei 2000 anni della Tua nascita.<br />

Tu ci hai chiamati, Signore: Vieni, vieni!<br />

E noi eccoci qua, pronti ad accogliere il<br />

Tuo perdono, la Tua misericordia, il<br />

Tuo amore, la Tua speranza, la forza<br />

del Tuo Spirito per continuare nel cammino<br />

di questo terzo millennio».<br />

Monsignor Sepe ha quindi indirizzato<br />

queste parole ai fedeli che gremivano<br />

Piazza San Pietro: «Cari fratelli e sorelle,<br />

in voi che siete qui presenti vedo tutti i<br />

pellegrini che lungo l'arco di questo anno<br />

sono venuti a pregare presso la tomba<br />

di Pietro, vicino alla Casa del suo<br />

Successore, Giovanni Paolo II. Vedo i<br />

tanti pellegrini che nelle parrocchie, nelle<br />

chiese, nelle basiliche di Roma e di<br />

tutto il mondo, sono stati pronti, e sono<br />

pronti anche in questo momento, ad attraversare<br />

la Porta per incontrare Cristo».<br />

«E leggo nei vostri cuori — ha detto<br />

ancora l'Arcivescovo ai fedeli — la gioia<br />

di aver potuto partecipare a questo banchetto<br />

di festa per ricordare Nostro Signore.<br />

«È perciò in nome vostro, in nome di<br />

tutti i milioni di pellegrini che qui sono<br />

venuti, in nome di tutti coloro che hanno<br />

ascoltato la voce di Cristo, che voglio<br />

elevare questa preghiera per dire al Signore:<br />

Grazie! Grazie, perché ci hai<br />

chiamati e hai riempito il nostro cuore<br />

della Tua gioia e della Tua pace.<br />

«Pace e gioia che il mondo non può<br />

dare ma solo dal Tuo amore possono<br />

venire.<br />

«Noi Ti ringraziamo, Signore, per<br />

questo Giubileo — ha concluso l'Arcivescovo<br />

—.<br />

«Ti ringraziamo per tutte le grazie che<br />

ci hai dato; per la fiducia che hai infuso<br />

nei nostri cuori; per la grazia che ci ha<br />

fatti diventare Tuoi fratelli e sorelle; per<br />

il coraggio, la forza e la speranza che ci<br />

permetteranno di continuare questo pel-<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Lunedì-Martedì 8-9 Gennaio 2001<br />

Pellegrini del Duemila<br />

legrinaggio negli anni che ci mancano,<br />

per essere sempre e dovunque testimoni<br />

del tuo amore, della tua fede, della tua<br />

carità».<br />

Tra i pellegrini che assistevano venerdì<br />

alla preghiera, l'ultima di quest'Anno<br />

Santo, parole di fede e sentimenti di<br />

gioia, di speranza.<br />

Nel Santuario di Castel di Leva<br />

«È impossibile non contemplare<br />

quella stella che ci trasforma»<br />

me è venerata nei diversi luoghi e Santuari.<br />

Lo stesso Papa Giovanni Paolo II, recandosi<br />

il 1° maggio 1979 in visita al Divino<br />

Amore, si complimentava per l'iniziativa<br />

di raggruppare le diverse rappresentazioni<br />

a simbolo della fede viva verso<br />

la Vergine nel mondo intero. «Io sono<br />

calabrese ed ho ritrovato il quadro<br />

venerato nel Santuario della mia città —<br />

ci spiega Gianna, una pellegrina giunta<br />

a Roma prima della chiusura del Giubileo<br />

che avverrà in San Pietro nel pomeriggio<br />

con una solenne celebrazione —.<br />

Io sono molto devota della Madonna del<br />

Divino Amore e per me è stata una sorpresa<br />

ritrovare in questo Santuario la<br />

Vergine onorata giù in Calabria. Ogni<br />

anno il mio paese organizza una lunga<br />

processione con cui si porta in giro la<br />

statua per le vie e la gente le addobba<br />

con fiori, piante, drappi e coperte colorate,<br />

in segno di festa e come gesto di<br />

accoglienza nei confronti della Madonna.<br />

I miei compaesani preparano questi<br />

festeggiamenti molti giorni prima, raccogliendo<br />

per le case le offerte necessarie<br />

per addobbare le vie e la piazza del<br />

paese con luminarie molto vistose. Accanto<br />

ai festeggiamenti religiosi c'è pure<br />

l'organizzazione di una serata di divertimento<br />

con una banda musicale che suona<br />

pezzi di opere liriche famosi. Insomma,<br />

per la Madonna c'è un fermento generale<br />

che coinvolge un paese intero prima<br />

e dopo la festa, in segno di ringraziamento<br />

per i miracoli ricevuti e per<br />

renderle il massimo degli onori».<br />

ELIDE MARCUCCIO<br />

«Spero che l'allegria che questo Giubileo<br />

mi ha regalato duri adesso per gli<br />

anni che vengono, per tutta la vita». Così<br />

ha detto Silvia, 35 anni, pellegrina di<br />

Barcellona.<br />

«La mia speranza — ha affermato<br />

una donna di Roma, Anna Maria Filippini<br />

— è che Dio abbia aperto quest'anno<br />

il cuore di molta gente, di tante persone.<br />

«E Lo ringrazio per le tante gioie che<br />

ci ha donato durante questo Anno<br />

Santo».<br />

Anna Maria è venuta spesso — ha<br />

raccontato — in questi mesi in Piazza<br />

San Pietro, per partecipare alla «preghiera<br />

del pellegrino», «una preghiera<br />

bella, sentita, all'aperto, in quest'atmosfera<br />

così suggestiva».<br />

Come lei Maria, 58 anni, che lavora a<br />

Roma come insegnante, ma è originaria<br />

di Cagliari: «Ogni volta che ho potuto —<br />

ha detto — sono venuta a questa preghiera<br />

della sera, che è stata un'esperienza<br />

spirituale unica, mai sperimentata<br />

prima o altrove: ogni giorno di questo<br />

Giubileo la Piazza di San Pietro si faceva<br />

chiesa, diventava chiesa».<br />

Congedando i pellegrini radunati davanti<br />

alla Basilica Vaticana, l'Arcivescovo<br />

Crescenzio Sepe ha voluto rivolgere<br />

loro questo augurio che era insieme un<br />

invito, un'esortazione: «L'anno che è appena<br />

iniziato — ha detto — continui ad<br />

essere santo per voi, come santo è stato<br />

l'anno di questo Giubileo».<br />

ALESSANDRO IAPINO<br />

La mostra Expo Missio Duemila all'Abbazia delle Tre Fontane<br />

«Accompagnare le persone a Cristo<br />

è compito di ogni cristiano»<br />

Vedere significa non soltanto guardare<br />

con gli occhi fisici, ma soprattutto contemplare<br />

l'opera di Dio nella nostra vita:<br />

siamo dunque chiamati ad avere occhi<br />

più profondi, carichi di fede, carichi di<br />

speranza, per vedere e riconoscere le<br />

opere di Dio».<br />

Il Presule, tornando a citare la pericope<br />

evangelica, invita a vedere nella mostra<br />

missionaria un segno dell'opera di<br />

Dio nella propria vita: «attraverso la via<br />

della contemplazione, la contemplazione<br />

del mistero del Verbo di Dio che abbiamo<br />

accolto e riconosciuto come Salvatore,<br />

dobbiamo raccogliere i frutti del Giubileo.<br />

Così come è accaduto anche qui,<br />

nell'Expo missionaria, dove voi volontari<br />

in modo particolare, ma anche tutti i visitatori<br />

della mostra, come i Magi, sono<br />

tornati a casa carichi di una gioia nuova,<br />

di un annuncio, di una rivelazione<br />

per la loro vita — prosegue Monsignor<br />

Nosiglia, che invita a cogliere nell'esposizione<br />

missionaria un segno della grazia<br />

del Signore —. Non dobbiamo lasciar<br />

cadere tutto ciò: dobbiamo continuare,<br />

proprio attraverso questa strada del riflettere,<br />

meditare, portare dentro, tutte<br />

le esperienze e gli avvenimenti che ci sono<br />

capitati in quest'anno di grazia».<br />

Ma la liturgia offre un ulteriore spunto<br />

di riflessione, nel descrivere i sommi<br />

sacerdoti e gli scribi del popolo che danno<br />

informazioni ai Magi, sul luogo in<br />

cui doveva nascere il Messia: «i sacerdoti<br />

non accompagnarono i Magi: accompagnare<br />

le persone a Cristo, invece, è<br />

compito fondamentale di ogni cristiano<br />

e della Chiesa in modo particolare. È<br />

questa la prima forma di missione: ac-<br />

Tra i romei in attesa di passare la Porta Santa nella Basilica Vaticana<br />

La commozione di essere tutti insieme sulla tomba di Pietro<br />

Si è rimasti stupiti dinanzi al procedere dell'immensa<br />

folla che, venerdì 5 gennaio, avanzava con<br />

passo lento verso la Porta Santa della Basilica di<br />

San Pietro, l'ultima a restare aperta prima della<br />

chiusura ufficiale dell'Anno Santo. Alle tre di notte<br />

è terminato l'afflusso dei pellegrini che aveva «invaso»<br />

per tutto il giorno Piazza San Pietro: oltre tre<br />

ore di attesa per ciascun fedele, prima di poter raggiungere<br />

la meta sperata.<br />

Il lungo percorso che si snodava in tutta la Piazza,<br />

veniva scandito dalle preghiere con cui i pellegrini<br />

si preparavano ad entrare.<br />

Molte delle persone che hanno deciso di venire a<br />

Roma in questo ultimo giorno di pellegrinaggio, il<br />

più lungo dell'Anno Santo, sono tornate per una<br />

seconda, o terza, o quarta volta, pur di ricevere il<br />

dono della misericordia di Dio.<br />

Cesare Francia ha 59 anni e questa volta è tornato<br />

a Roma insieme con tutti i parenti, circa quaranta,<br />

dalla provincia di Piacenza. «Questa è il terzo<br />

pellegrinaggio che faccio — ha detto — e ogni<br />

volta è un'emozione diversa. Quest'estate sono venuto<br />

a piedi fin qui, percorrendo 700 chilometri<br />

lungo la via Francigena insieme con tanti amici.<br />

Ciò che caratterizza ogni cammino è l'incontro che<br />

fai con Dio e con altre persone che decidono di fare<br />

la stessa esperienza di fede.<br />

«Ricordo che siamo partiti con un gruppo di 60<br />

persone e siamo arrivati che eravamo oltre cento.<br />

«Abbiamo trovato Colui del quale<br />

hanno scritto Mosè nella Legge e i Profeti,<br />

Gesù, Figlio di Giuseppe — commentando<br />

il versetto 45 del primo capitolo<br />

del Vangelo di Giovanni, il sacerdote<br />

nella Messa celebrata venerdì 5 gennaio<br />

presso il Santuario del Divino Amore<br />

ha iniziato la sua breve omelia riflettendo<br />

sul fatto che per i primi discepoli<br />

la scoperta di Gesù fu un processo graduale<br />

—: inizialmente videro in Lui il<br />

Messia, il Maestro, quindi il Figlio di<br />

Dio e infine il Re d'Israele. Gesù dice a<br />

Filippo e a Natanaele che i discepoli<br />

giungeranno a vedere in Lui il Figlio<br />

dell'Uomo, ossia la via che conduce al<br />

Padre, il punto d'incontro tra il cielo e<br />

la terra. La nascita di Gesù è come la<br />

nascita di una nuova stella, che fa brillare<br />

ancora di più tutte le altre. È la «luce<br />

vera, quella che illumina ogni uomo»<br />

(Gv 1, 9), «la luce del mondo» (Gv 8, 12;<br />

9, 5). È impossibile non contemplarla,<br />

non sentire che ci trasforma, che ci<br />

inonda di luce. Noi facciamo parte di<br />

questa grande costellazione luminosa e<br />

siamo chiamati a dare il nostro contributo,<br />

affinché la luce che ci fa brillare<br />

possa risplendere sul mondo intero. Ecco<br />

allora che il riconoscere Gesù ci chiama<br />

alla sua sequela, così come lo è stato<br />

per i primi discepoli, i quali hanno lasciato<br />

tutto per seguirlo». Molti dei fedeli<br />

che hanno partecipato alla Messa si<br />

sono, poi, riversati a visitare la mostra<br />

mariana posta prima di salire su per il<br />

Santuario. Si tratta di una rassegna di<br />

immagini ed icone provenienti da tutte<br />

le regioni d'Italia e da molti Paesi del<br />

mondo raffiguranti la Madonna, così co-<br />

Con noi c'erano anche trenta seminaristi scalabriniani».<br />

«Ma era forte in me il desiderio di ritornare qui<br />

con la mia famiglia proprio in tempo per la chiusura<br />

della Porta Santa. Vedere questa folla, icona della<br />

fede viva e fervida del popolo di Dio, mi commuove.<br />

«Ci sono giovani ma anche meno giovani: alla fine<br />

tutti sentono il bisogno di rivolgersi a Dio per<br />

ottenere il suo perdono e la sua grazia. E questo<br />

fiume di gente manifesta la dimensione davvero<br />

universale di questo Giubileo che ha scritto una pagina<br />

indimenticabile della storia della Chiesa».<br />

A seguire la lunga processione, venerdì, non sono<br />

stati soltanto i pellegrini venuti da tutta Italia,<br />

ma anche quelli giunti da ogni continente. Veronique<br />

Mendy ha 26 anni ed è venuta da Parigi insieme<br />

con una sua amica.<br />

«Ciò che veramente ci ha colpito — ha detto —<br />

è il forte clima di fraternità che si respira e soprattutto<br />

la grande accoglienza che abbiamo ricevuto<br />

appena arrivate qui. È molto importante che ci sia<br />

qualcuno, come i volontari del Giubileo, che ti possa<br />

spiegare o aiutare a cogliere il significato che risiede<br />

nel semplice gesto di varcare la Porta Santa.<br />

Un Giubileo come questo, che ha coinvolto milioni<br />

di persone, forse si ripeterà solo tra 25 anni. E tutte<br />

le persone che sono venute qui oggi, come noi<br />

due, lo hanno capito».<br />

Da Tucuman, in Argentina, un gruppo di amici è<br />

«Ogni meta raggiunta è un grande dono<br />

di Dio che porta con sé tante e diverse<br />

esperienze. Meta che ha un grande e<br />

prezioso valore quando è frutto della comunione<br />

e partecipazione in un unico<br />

ideale da parte di coloro che vi hanno<br />

messo il meglio di sé». È una giovane<br />

volontaria del Giubileo a farsi portavoce<br />

dei sentimenti di quanti, per anni mesi o<br />

settimane, hanno offerto la propria collaborazione<br />

nel realizzare la mostra missionaria<br />

Expo Missio Duemila.<br />

Giunta al traguardo del sei gennaio,<br />

l'Expo Missio Duemila non traccia bilanci,<br />

né propone progetti per il futuro,<br />

ma riunisce tutti coloro che hanno contribuito<br />

alla riuscita di quest'evento nella<br />

casa del Signore, con l'unico scopo di<br />

ringraziarLo. La meravigliosa avventura<br />

della mostra missionaria si conclude<br />

dunque con una Celebrazione Eucaristica<br />

di Ringraziamento, nel corso della<br />

quale ancora una volta la simbologia<br />

della liturgia romana torna a fondersi<br />

con i segni che esprimono la caratteristiche<br />

autoctone dei popoli evangelizzati.<br />

«Contemplare, vedere, guardare, rivelare,<br />

sono i verbi fondamentali di questa<br />

liturgia — esordisce l'Arcivescovo Cesare<br />

Nosiglia, Vicegerente di Roma, rivolgendosi<br />

ai numerosi fedeli accorsi presso<br />

l'Abbazia delle Tre Fontane —: nella<br />

prima lettura abbiamo ascoltato Isaia<br />

che invita Gerusalemme: alza gli occhi<br />

e guarda. Nella seconda lettura Paolo ci<br />

ha parlato della rivelazione del mistero,<br />

fatto conoscere a chi, cristiano, sa vedere<br />

più profondamente questo disegno di<br />

salvezza realizzato in Cristo. Allo stesso<br />

modo i magi guardano, vedono la stella.<br />

venuto per vivere gli ultimi giorni dell'Anno Santo<br />

accanto al Santo Padre e alla Chiesa di Roma.<br />

«Questo è il centro dell'amore cristiano dove confluisce<br />

tutto il mondo — ha affermato Edgardo<br />

Reina, 23 anni —.<br />

«E questo lo si avverte oggi con maggiore evidenza,<br />

osservando tutta questa gente in cammino<br />

verso Dio con il desiderio di chiedere perdono dei<br />

propri peccati».<br />

«Anche noi siamo arrivati qui, con qualche sacrificio,<br />

ma con la speranza e la fede in Cristo che<br />

non si esaurisce, semmai si alimenta. E il Giubileo<br />

è stato proprio l'invito della Chiesa per avvicinarsi<br />

ancora di più a Dio, per ritornare a una fede viva,<br />

a essere praticanti per non restare cristiani «tiepidi»<br />

che non avvertono la gioia del dono della fede ricevuta.<br />

Questo Anno Santo è un evento che unisce il<br />

popolo cristiano e lo si vede oggi. Da questo incontro<br />

di anime diverse, da questa unione, nasce la<br />

forza per diventare fedeli testimoni di Cristo nel<br />

terzo millennio che abbiamo inaugurato insieme<br />

con il Papa».<br />

E tra la folla che aumentava di ora in ora, c'era<br />

anche un gruppo di giovani polacchi venuti a Roma<br />

in questi giorni per essere accanto al Santo Padre<br />

e ringraziarlo per le parole di speranza che ha<br />

per tutti. «Seguendo il suo esempio portiamo avanti<br />

il messaggio cristiano nel terzo millennio — Romana<br />

Pieczynska, 25 anni, di Poznan —. Oggi abbiamo<br />

varcato un'altra volta la Porta Santa per<br />

pregare anche per i peccati del mondo, di chi si<br />

trova lontano da Dio. È un sacrificio che facciamo<br />

volentieri, perché staremmo ore e ore qui pur di<br />

pregare insieme con tante persone così diverse l'una<br />

dall'altra che però vivono la stessa fede. Domani<br />

saremo di nuovo in questa Piazza per partecipare<br />

all'ultimo appuntamento dell'Anno Santo: la<br />

chiusura della Porta Santa. Per noi, più che una fine<br />

sarà l'inizio di una nuova stagione che parla di<br />

Dio».<br />

Quello che si è visto procedere lentamente verso<br />

la Porta Santa della Basilica Vaticana in questi ultimi<br />

giorni, è un universo in cammino alla ricerca di<br />

Dio e del suo perdono. «È importante credere in<br />

chi ti ha dato la vita, avere una fede radicata in<br />

certi valori che sono eterni piuttosto che in quelli<br />

evanescenti» ha detto Antonino De Angelis, di Sorrento,<br />

che ha condiviso il pellegrinaggio verso la<br />

Porta Santa insieme con la fidanzata. «Tante volte<br />

ci professiamo cattolici ma alla fine abbiamo bisogno<br />

di toccare con mano la realtà di Gesù. A volte<br />

capita di abbandonare la propria strada verso Dio<br />

perché sordi o ciechi all'invito continuo che il Signore<br />

ci rivolge. Oggi, invece, vogliamo aprirgli il<br />

nostro cuore e riavvicinarci a Lui con uno spirito<br />

di sincero pentimento, con la promessa e l'impegno<br />

di diventare suoi fedeli testimoni».<br />

ELISABETTA ANGELUCCI<br />

compagnare annunciando e annunciare<br />

accompagnando. Questo significa che la<br />

contemplazione del mistero di Cristo diventa<br />

contemplazione del Cristo presente<br />

in mezzo agli uomini e riviverLo, attraverso<br />

l'annuncio. Per questo motivo<br />

l'Expo Missio non può rimanere un ricordo,<br />

per quanto bello e gioioso: deve<br />

trovare una forma per continuare. È<br />

un seme che deve essere coltivato, è<br />

una ricchezza che non deve cadere invano!».<br />

Un invito a proseguire, ad gentes, l'opera<br />

intrapresa nel corso di questi mesi,<br />

arriva anche da padre Franco Cagnasso,<br />

rappresentante delle numerose congregazioni<br />

missionarie impegnate nella realizzazione<br />

dell'Expo. Nel ringraziare i<br />

presidenti del Comitato dell'Expo Missio<br />

Duemila, Monsignor Cesare Nosiglia e<br />

Monsignor Marcello Zago, il segretario<br />

generale, padre Giordano Rigamonti,<br />

l'abate della comunità monastica delle<br />

Tre Fontane che ha ospitato la mostra,<br />

l'abate Jacques Brière, i numerosi benefattori<br />

ed i tantissimi volontari che hanno<br />

reso possibile la realizzazione di tutto<br />

questo, padre Cagnasso spiega: «l'esperienza<br />

dell'Expo finisce, ma non ha fine<br />

il rapporto di amicizia e di fede che si<br />

è costruito tra di noi in questi mesi,<br />

perché ciascuno di noi lo porterà nel<br />

cuore».<br />

Un piccolo segno, un sandalo di cuoio<br />

realizzato nelle missioni africane, viene<br />

donato come simbolo del cammino<br />

compiuto, e di quello ancora da compiere:<br />

«non andiamo via con malinconia,<br />

ma con qualcosa che ci darà la forza di<br />

andare avanti nelle strade del mondo!»,<br />

conclude il religioso.<br />

Quel piccolo sandalo di cuoio, suor<br />

Paola Vizzotto lo aveva indosso già da<br />

diverse settimane: «mi è stato donato da<br />

alcuni volontari un giorno in cui ero<br />

particolarmente stanca, con l'invito a<br />

non dimenticare che il primo compito<br />

del missionario è camminare, camminare<br />

verso la gente e tra la gente». Missionaria<br />

dell'Immacolata del PIME, suor<br />

Paola opera in Camerun, tra i condannati<br />

a morte delle prigioni di Yaoundè e<br />

ha lasciato i suoi amici africani, per dare<br />

il suo contributo nella realizzazione<br />

dell'Expo Missio Duemila.<br />

«È stato un profondo cammino di fede,<br />

quello che ho compiuto accanto ai<br />

visitatori dell'Expo — racconta la religiosa,<br />

tralasciando le valutazioni degli<br />

organizzatori per parlare in prima persona<br />

—: tornerò nella mia Africa con<br />

una marcia in più, perché adesso mi<br />

sento responsabile delle persone che ho<br />

incontrato, alle quali ho offerto le mie<br />

motivazioni, ho donato una parte di me,<br />

un pezzo della mia vita. Grazie a loro<br />

ora ho capito che non mi devo adagiare,<br />

devo continuare ad andare avanti».<br />

Dopo l'intensa esperienza dell'Expo,<br />

suor Paola tornerà ad essere la suora<br />

dei banditi, come lei stessa si definisce:<br />

«sono felice di tornare tra i miei amici,<br />

ma ora non riparto da sola, perché mi<br />

accompagnerà la preghiera e l'amicizia<br />

della famiglia che ho trovato qui all'Expo!».<br />

LUCIANA CORETTO


.<br />

PAGINA<br />

18 .<br />

Tra i romei dopo la chiusura della Porta Santa nelle Basiliche Patriarcali<br />

Il popolo di Dio si è già<br />

rimesso in cammino<br />

MARCO BELLIZI<br />

Si sono chiuse, infine, le porte di<br />

San Pietro, Santa Maria Maggiore,<br />

san Paolo fuori le Mura, san Giovanni<br />

in Laterano, come si sono chiuse le<br />

Porte in tutte le diocesi, a porre una<br />

fine solo all'aspetto simbolico di questo<br />

Grande Giubileo dell'Anno 2000.<br />

Eppure tutti, fino all'ultimo pellegrino,<br />

a notte inoltrata, quasi all'aurora,<br />

hanno avuto la possibilità di congiungersi<br />

idealmente al grande fiume di<br />

persone che ha cominciato a scorrere<br />

dall'ormai lontano Santo Natale del<br />

1999. Lontano, quel Natale, perché<br />

questi 12 mesi sembrano alla fine essere<br />

durati molto di più, tanti gli<br />

eventi memorabili che si sono avvicendati<br />

nel calendario dello spirito. Lontano<br />

perché da lì il popolo di Dio è<br />

già partito di nuovo verso altre mete,<br />

altri obbiettivi che già si scorgono anche<br />

nelle parole dei molti pellegrini<br />

che si aggirano per Roma, giustamente<br />

consapevoli che la Porta che hanno<br />

deciso di attraversare non è mai stata<br />

chiusa.<br />

Si parte da qui per raccontare le<br />

prime ore del dopo Giubileo, mentre<br />

nel mondo si festeggia il giorno dell'Epifania<br />

o mentre si ritorna a casa dopo<br />

il lungo periodo di festività natalizie.<br />

La casa, la propria casa, è in cima<br />

ai pensieri dei romei. Da lì si è<br />

partiti, lì si tornerà o si è già tornati<br />

per far fruttare i semi sparsi giorno<br />

dopo giorno in questo anno già definito<br />

come straordinario. «La casa... la<br />

casa in un certo senso può aspettare<br />

— prova a spiegare Antonio Ridoli, di<br />

Vercelli, che ha la famiglia accanto in<br />

questo tiepido fine settimana, di fronte<br />

alla Cattedrale di Roma —. È importante<br />

essere qui. Ci siamo da qualche<br />

giorno, siamo riusciti anche noi a<br />

sfruttare il passaggio attraverso questa<br />

Porta di conversione. Abbiamo visto<br />

in tutti questi giorni cosa ha significato<br />

per tanta gente questo Anno Santo.<br />

È un segnale importante per tutti, anche<br />

per chi ancora non crede o per<br />

chi non crede più. Esserci, e esserci<br />

stati è qualcosa in più, è un segno<br />

tangibile, una manifestazione del nostro<br />

essere comunità, una comunità<br />

aperta al mondo. Poi, bisognerà tor-<br />

nare. E allora tutte queste immagini,<br />

questa emozione, le preghiere raccolte,<br />

le riflessioni che siamo riusciti a fare<br />

in questi giorni dovranno essere pesate<br />

e valutate. E soprattutto messe a<br />

disposizione degli altri».<br />

La casa, quella fisica, può aspettare.<br />

Ma la propria comunità, quella in<br />

cui si vive e soprattutto quella con la<br />

quale si ha difficoltà ad entrare in rapporto<br />

non può attendere. Il mondo intero<br />

ha bisogno di questi frutti, che<br />

vengano da chi ha percorso già tanta<br />

strada in questo mondo o dalle festanti<br />

«sentinelle del mattino», chiamate a<br />

mettere fuoco, il fuoco della fede,<br />

ovunque passeranno nella loro vita.<br />

C'è n'è qualcuna, di queste festose<br />

sentinelle. Magari accompagnano coetanei<br />

che quel giorno d'agosto non<br />

c'erano. «Ma in fondo non importa —<br />

sorride Massimo, 23 anni, l'immancabile<br />

zaino, provenienza Rieti, incontrato<br />

in Piazza San Pietro —. Innanzitutto<br />

credo che si sia vista in tutto il<br />

mondo la nostra gioia, la nostra voglia<br />

di batterci per qualcosa che vada al di<br />

là di obbiettivi molto immediati e intuibili.<br />

Io sono qui oggi con un amico<br />

francese che ad agosto non è potuto<br />

venire. Mi ha detto, e lui stesso lo potrà<br />

confermare, che quelle immagini<br />

hanno davvero fatto il giro del mondo.<br />

L'impatto di quella folla festante,<br />

della stessa gioia del Santo Padre, è<br />

stato grande. Chi non c'era ha avuto<br />

il rammarico di non esserci ma ha<br />

compreso comunque di aver ricevuto<br />

lo stesso un compito, che si impegnerà<br />

a realizzare con tutte le forze che il<br />

Signore gli metterà a disposizione». Lì<br />

accanto, Bernard, 26 anni, annuisce<br />

sorridendo. Forse non capisce proprio<br />

tutto di quello che si dice ma il senso<br />

e l'argomento sì. Riesce a farsi capire,<br />

in qualche modo, e spiega di aver deciso<br />

di venire finalmente, anche se in<br />

extremis, proprio in virtù di quelle immagini,<br />

di quella folla così gioiosa e<br />

fresca, che già aveva avuto modo di<br />

apprezzare nelle giornate parigine.<br />

Quando tornerà a casa, martedì prossimo,<br />

porterà con sé, oltre alla soddisfazione<br />

di essere comunque riuscito a<br />

far parte di quanti si sono messi fisicamente<br />

in cammino, l'insegnamento di<br />

tanta gente che umilmente ha lasciato<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Lunedì-Martedì 8-9 Gennaio 2001<br />

Pellegrini del Duemila<br />

le proprie abitazioni, le proprie attività<br />

per venire qui sulla tomba di Pietro.<br />

È forse il senso di un'impresa, la<br />

consapevolezza che è possibile raggiungere<br />

gli obbiettivi che ci si pone,<br />

con l'aiuto di Dio e la propria fede,<br />

attraverso la testimonianza della propria<br />

vita e la volontà della missione.<br />

Oltre che attraverso il silenzio della<br />

preghiera.<br />

La compostezza del popolo del Signore<br />

è un tratto distintivo conosciuto<br />

molto bene anche dai volontari del<br />

Giubileo, i ragazzi e gli uomini e le<br />

donne dalle casacche blu, divenuti familiari<br />

ad ogni romeo in questi 12 mesi.<br />

Domenica hanno festeggiato la<br />

conclusione del loro impegno, ricevendo<br />

il prezioso «Grazie» del Santo Padre.<br />

Poi tutti insieme in Campidoglio,<br />

alle 14 circa, alla conclusione di un lavoro<br />

nel quale sono stati impegnati<br />

più di 67 mila volontari. Anche molti<br />

di loro torneranno a casa con un seme<br />

da far fruttare. A Maniace, in provincia<br />

di Catania, torna Salvatore Galbato,<br />

33 anni, muratore, dopo essere<br />

venuto 4 volte a Roma, tre come volontario<br />

e una come pellegrino. Per lui<br />

il seme da far fruttare è già prezioso:<br />

si tratta di quei 18 volontari che in<br />

questi giorni si trovavano tutti insieme<br />

a Roma e tutti provenienti dal quella<br />

cittadina di cui, racconta, non sempre<br />

si parla bene, per colpa della criminalità<br />

organizzata. Antonio, 28 anni, di<br />

Bari, racconta invece mentre si libera<br />

dalla casacca e stende fra le mani la<br />

scritta «Ero forestiero e mi avete accolto»,<br />

quello che ha imparato da questo<br />

Giubileo: «La forza, la fiducia, il<br />

coraggio — dice, pensoso, ricordando<br />

le immagini, le facce, le storie di tanta<br />

gente con la quale ha avuto a che fare<br />

—. Il coraggio di chi sa affrontare situazioni<br />

difficili, la serenità con la<br />

quale tante persone sono venute qui,<br />

nonostante enormi problemi, anche il<br />

sorriso con il quale rispondeva magari<br />

a una risposta brusca in una giornata<br />

storta. Penso che io ripartirò da qui.<br />

Da questi sorrisi, da questa disponibilità.<br />

Con una fiducia in più, con maggiore<br />

speranza e perciò con maggiore<br />

forza, da mettere ancora a disposizione<br />

degli altri».<br />

A Santa Maria Maggiore<br />

«Spinti a cambiare<br />

radicalmente la nostra vita»<br />

Animati dalla fede nel Signore e dalla<br />

fiducia nell'intercessione della Vergine<br />

Maria, nel corso del Grande Giubileo<br />

dell'Anno 2000 milioni di pellegrini hanno<br />

varcato la soglia della Patriarcale Basilica<br />

di Santa Maria Maggiore implorando<br />

la misericordia del Padre e rinnovando<br />

il proprio impegno di vita cristiana.<br />

Idealmente rappresentati da quanti,<br />

venerdì 5 gennaio, si sono raccolti sul<br />

sagrato del santuario mariano, gli stessi<br />

fedeli giunti a Roma in questo tempo di<br />

grazia hanno accompagnato il rito della<br />

chiusura della Porta Santa, certi che<br />

l'anno di misericordia inaugurato da Gesù<br />

nella sinagoga di Nazareth rimarrà<br />

sempre aperto nei loro cuori. La cerimonia,<br />

svoltasi contemporaneamente in<br />

tre Basiliche Patriarcali di Roma e nelle<br />

varie Cattedrali e chiese giubilari del<br />

mondo intero, è stata presieduta dal<br />

Cardinale Carlo Furno, Arciprete della<br />

Patriarcale Basilica di Santa Maria Maggiore.<br />

«La Porta Santa è il momento del passaggio<br />

dal peccato alla grazia, dalla<br />

morte alla vita. Tramite essa, noi diciamo<br />

al Signore di voler iniziare un nuovo<br />

cammino insieme con Lui». Queste parole<br />

cariche di fiducia e di amore appartengono<br />

ad Angél Maldonado, un pellegrino<br />

peruviano di 29 anni, giunto a Roma<br />

per vivere gli ultimi attimi dell'Anno<br />

Santo insieme con alcuni membri della<br />

Comunità dell'Emmanuele. Il giovane<br />

fedele, che sin dalle prime ore del pomeriggio<br />

di venerdì ha pazientemente<br />

atteso il momento concessogli per poter<br />

varcare la Porta Santa della Basilica Li-<br />

beriana, ha spiegato quale sia il significato<br />

che il simbolico gesto assume nella<br />

propria vita: «Tramite questo passo ho<br />

affermato di voler proseguire la mia vita<br />

quotidiana con Gesù, che chiama anche<br />

me ad imitarlo. È un grande atto di fede<br />

che testimonia la mia volontà di ascoltare<br />

Cristo». «Ciascuno di noi è chiamato<br />

da Dio in modo personale — ha proseguito<br />

—. Ed io, nel momento in cui ho<br />

oltrepassato la soglia della Porta Santa<br />

ho lasciato morire la mia vita passata<br />

per iniziare un nuovo cammino». Celebrare<br />

il Giubileo a Roma significa avere<br />

la possibilità di confermare la propria<br />

volontà di essere testimoni di Cristo nel<br />

mondo. È quanto ha affermato Angél,<br />

riconoscendo il proprio compito di cristiano:<br />

«Ognuno di noi dovrebbe diffondere<br />

il Vangelo con il coraggio di affermare<br />

il proprio credo, con una condotta<br />

di vita coerente ed allegra, e con la disponibilità<br />

all'apertura nei confronti di<br />

tutti i fratelli. Solo così potremo creare<br />

un modo unito!».<br />

La molteplice provenienza geografica<br />

dei fedeli presenti al rito di chiusura della<br />

Porta Santa è espressione dell'universalità<br />

della chiamata cristiana, simbolicamente<br />

rappresentata anche da padre<br />

Manuel Gonçalo Agostinho, originario di<br />

Malange, nello stato africano dell'Angola.<br />

Il sacerdote, appartenente alla Congregazione<br />

dei Figli di sant'Anna, ha dedicato<br />

la giornata del 5 gennaio al pellegrinaggio<br />

attraverso le sette chiese dell'itinerario<br />

giubilare, per poi terminare il<br />

percorso nella Basilica Liberiana, dedicata<br />

alla Vergine Santissima. «Ho scelto<br />

Messa a Mazara del Vallo presieduta dall'Arcivescovo Re<br />

Il Giubileo dei fidanzati<br />

e delle giovani coppie<br />

Il Giubileo dei fidanzati e delle giovani<br />

coppie è stato l'ultima manifestazione<br />

giubilare della Chiesa di Mazara, prima<br />

di procedere sabato 6 gennaio, a dichiarare<br />

chiuso il Grande Giubileo dell'Anno<br />

Duemila. Questa solenne celebrazione,<br />

presieduta da Mons. Giovanni Battista<br />

Re, Prefetto della Congregazione per i<br />

Vescovi, ha visto sabato e domenica 31<br />

dicembre, la partecipazione di un numero<br />

considerevole di giovani, arrivati a<br />

Mazara da tutte le comunità parrocchiali<br />

della Diocesi. Il matrimonio e la famiglia<br />

sono beni preziosi per l'uomo e la<br />

donna, attraverso i quali i coniugi raggiungono<br />

la loro pienezza. Gioie e dolori,<br />

fatiche e speranze, felicità ed inquietudini<br />

temprano il carattere e contribuiscono<br />

a formare una comunità di vita<br />

che li motiva ad affrontare insieme l'esistenza.<br />

S'impone che la famiglia, nella<br />

sua duplice variante di giovani coppie<br />

che si preparano al matrimonio o di<br />

coppie consolidate con la grazia del sacramento,<br />

vivano quella filosofia di vita<br />

che affonda i suoi cardini nel concetto<br />

di famiglia inteso come realtà nello stesso<br />

tempo personale e sociale, privata ed<br />

insieme pubblica che la fede religiosa<br />

conferma, avvalora e perfeziona alla luce<br />

dei dati della rivelazione. Matrimonio<br />

e famiglia, ha evidenziato l'illustre Presule,<br />

vanno preparati con cura e vissuti<br />

con responsabilità e dedizione profonda<br />

nella consapevolezza che la buona riuscita<br />

di essi costituisce la gioia più grande,<br />

il loro insuccesso colpisce la persona<br />

molto più a fondo di qualsiasi altra calamità.<br />

Mons. Re ha esortato le giovani<br />

coppie ad edificare la cultura della vita<br />

difendendo la vita umana e la dignità<br />

L'Adorazione Eucaristica a sant'Agnese in Agone<br />

Un'iniziativa che rimarrà nel cuore di tutti i giovani<br />

Caratterizzato da uno spirito di comunione e<br />

di solidarietà, il consueto incontro settimanale<br />

dell'Adorazione Eucaristica che, sin dall'inizio<br />

dell'Anno Santo si è svolto Basilica di sant'Agnese<br />

in Agone, è testimone del grande desiderio dei<br />

fedeli di incontrare Gesù. L'iniziativa che, invita i<br />

giovani pellegrini a concludere la propria giornata<br />

con il raccoglimento al cospetto del Santissimo<br />

è giunta, giovedì 4 gennaio, al suo ultimo appuntamento,<br />

lasciando nei cuore dei fedeli la<br />

gioia di aver condiviso un tempo di grande valore<br />

spirituale. L'impegno e la dedizione con cui i<br />

membri del Servizio Giovani del Comitato Centrale<br />

del Grande Giubileo dell'Anno 2000 hanno<br />

curato l'Adorazione, hanno contribuito a creare<br />

quel clima di calore e di spontaneità con cui l'incontro<br />

settimanale si è svolto, riuscendo nell'intento<br />

di richiamare quanti sono alla ricerca di<br />

Cristo.<br />

«L'iniziativa ha accolto un grande consenso fra<br />

i giovani come testimoniano i pellegrini che, tornati<br />

a casa, hanno proposto la stessa formula<br />

nelle loro realtà — ha spiegato padre Etienne Vetö,<br />

coordinatore del Servizio Giovani del Comitato<br />

Centrale del Grande Giubileo dell'Anno 2000<br />

—. È accaduto a Varsavia, a Parigi, negli Stati<br />

Uniti ed altri paesi. Ma anche a Roma tante persone<br />

chiedono di continuare questa forma di preghiera».<br />

«Quando ci siamo dedicati all'organizzazione<br />

dell'Adorazione Eucaristica in questa chie-<br />

sa, pensavamo soprattutto alle comitive — ha<br />

proseguito padre Etienne —. I gruppi ecclesiali,<br />

però, giunti a Roma insieme con i loro sacerdoti<br />

non avevano bisogno di noi. Al contrario, però,<br />

abbiamo constatato che la forte presenza di singoli<br />

individui, molti dei quali entrati nella chiesa<br />

casualmente, richiedeva il nostro aiuto. Senza<br />

volerlo, dunque, siamo riusciti ad essere evangelizzatori.<br />

E proprio in tal senso, il Giubileo è<br />

stato un evento importante tanto per i cristiani<br />

quanto per coloro che erano lontani dalla<br />

Chiesa».<br />

Sin dal mese di maggio la gestione dell'animazione<br />

delle serate è stata affidata a Francesco<br />

Boari, seminarista trentaduenne del Collegio Capranica,<br />

il quale ha coinvolto la partecipazione di<br />

ben 18 comitive. «Fra i vari gruppi che hanno<br />

curato i canti dell'Adorazione vi sono gli universitari<br />

di Villa Nazareth, ragazzi provenienti dalle<br />

varie parti d'Italia fortemente coinvolti da uno<br />

spirito di preghiera e di impegno nell'ambito sociale<br />

— ha affermato il giovane collaboratore romano<br />

—. Ma anche gli Allievi Ufficiali di Complemento<br />

della Guardia di Finanza hanno dimostrato<br />

una grande cura nella gestione dell'animazione<br />

della preghiera ed hanno testimoniato un<br />

forte desiderio di accostarsi al Sacramento della<br />

Riconciliazione. In generale, possiamo dire che<br />

l'entusiasmo di quanti hanno partecipato a queste<br />

serate di raccoglimento ha lasciato una trac-<br />

cia evidente». «La richiesta di coloro che ci invitano<br />

a continuare questa iniziativa lascia trapelare<br />

la centralità assunta dall'Eucaristia nella vita<br />

di fede di ognuno, una realtà constatata soprattutto<br />

nei giovani, testimoni attivi nel corso della<br />

GMG». «Questa stupenda esperienza mi ha profondamente<br />

arricchito ed ha suscitato in me il<br />

desiderio di continuare ad adoperarmi nell'azione<br />

pastorale rivolta ai giovani — ha concluso Francesco<br />

—. Posso dire che il mio ruolo di capo<br />

scout, e lo spirito di servizio che ne è parte, hanno<br />

avuto un ruolo importante nella nascita del<br />

desiderio di pronunciare «sì» alla chiamata del<br />

Signore verso il presbiterato».<br />

La tradizionale preghiera che, settimana dopo<br />

settimana, ha accompagnato il pellegrinaggio dei<br />

fedeli verso la Porta Santa, è stata preceduta dalla<br />

Celebrazione Eucaristica, presieduta da Mons.<br />

Renato Boccardo, Responsabile della Sezione<br />

Giovani del Pontificio Consiglio per i Laici. «Con<br />

sorpresa e con meraviglia — ha affermato il Presule<br />

nel corso dell'omelia —, ci troviamo a celebrare<br />

le opere di Dio in questa chiesa che, per<br />

tutto l'anno è stata la casa dalla quale il Signore,<br />

nel segno del pane eucaristico, ha attirato a sé<br />

incessantemente tutti i pellegrini, quelli venuti<br />

appositamente e quelli entrati per caso». «La porta<br />

di questa chiesa, rimasta costantemente spalancata<br />

ogni giovedì sera, è la Porta della Casa di<br />

Dio che si apre sulla strada degli uomini e che<br />

del matrimonio e della famiglia. L'uomo<br />

per natura ha una vocazione relazionale,<br />

radicata nella sua stessa natura spirituale<br />

che gli permette di vivere rapporti<br />

interpersonali ricchi di interiorità sino al<br />

sublime dono di sé. Nello sviluppo della<br />

cultura della reciprocità scaturisce la pari<br />

dignità dei coniugi con i valori che ne<br />

susseguono: il rispetto, l'ascolto, la condivisione<br />

dei progetti, il raffronto delle<br />

idee e la complementarità tra i coniugi.<br />

Il prelato ha evidenziato all'attento uditorio,<br />

costituito nella quasi totalità di<br />

giovani coppie, la crisi che oggi vive l'istituto<br />

della famiglia: una crisi che se<br />

manifesta l'oblio dei valori tradizionali,<br />

rivela anche profonde trasformazioni in<br />

atto, che preludono ad una nuova primavera<br />

dove sono privilegiati quei valori<br />

tesi, soprattutto, al benessere e al successo<br />

della vita. È necessario, ha concluso<br />

Mons. Re, che le giovani coppie che<br />

si aprono al terzo millennio della cristianità<br />

riscoprano i valori del matrimonio e<br />

della famiglia da diventare a pieno titolo<br />

protagonisti di una cultura cristiana che<br />

imprima un nuovo slancio alla civiltà<br />

dell'amore. La solenne concelebrazione,<br />

presieduta dallo stesso Mons. Re e dall'ordinario<br />

Mons. Emanuele Catarinicchia<br />

con il presbiterio locale ha concluso<br />

questa manifestazione giubilare, epilogo<br />

di un ricco calendario di iniziative,<br />

che hanno segnato la vitalità di questa<br />

vetusta Chiesa normanna. Questa Chiesa<br />

di Mazara, ha aggiunto Mons. Catarinicchia,<br />

scommette tutto sulle giovani<br />

coppie: la loro fede è garanzia per il futuro<br />

della Chiesa.<br />

PIETRO PISCIOTTA<br />

dice a tutti e a ciascuno di essere attesi, amati,<br />

accolti ed avvolti dall'abbraccio della misericordia<br />

del Padre — ha proseguito Mons. Boccardo<br />

—. Che cos'è l'Anno Santo se non la celebrazione<br />

di questa misericordia, se non l'accoglienza<br />

del dono del Signore Gesù che viene in mezzo a<br />

noi e che si fa Pane di Vita, Parola di Verità, e si<br />

offre a ciascuno come Salvatore e Redentore?».<br />

Che cosa ricorderanno i fedeli dell'Adorazione<br />

Eucaristica? È quanto ha domandato Mons. Boccardo<br />

agli astanti, proseguendo nel discorso. «Ricorderemo<br />

che nel cuore dell'uomo la nostalgia<br />

di Dio è forte — ha spiegato —. E sapremo che<br />

noi, in quanto cristiani, siamo chiamati e mandati,<br />

ciascuno secondo la propria vocazione, a rispondere<br />

a questa sete. (...) Come non pensare<br />

alla lunga fila di persone che sono inginocchiate<br />

davanti a questo altare depositando un lumino e<br />

una preghiera? Come non pensare al ministero<br />

di tanti sacerdoti che nelle cappelle laterali della<br />

Basilica hanno distribuito a piene mani il dono<br />

della misericordia nel Sacramento della Riconciliazione?<br />

Allora, ricorderemo e custodiremo nel<br />

cuore il bisogno di Dio che questo Giubileo ha<br />

reso ancora più visibile, come in una proclamazione<br />

solenne. Basti pensare alle lunghe code di<br />

pellegrini che attendono di varcare le Porte Sante<br />

delle Basiliche Patriarcali. E di fronte a questa<br />

domanda sentiamo ancora più urgente l'invito ad<br />

annunciare, con ardore rinnovato e con una pro-<br />

di venire qui a conclusione del cammino<br />

perché la Madonna è all'inizio ed alla fine<br />

della Chiesa — ha affermato padre<br />

Manuel —. Lei continuerà a guidarmi e<br />

a proteggermi nel corso del mio cammino<br />

quotidiano, perché il Giubileo non si<br />

chiude qui ma rimane aperto dentro di<br />

noi. La Vergine Santa è Colei che ha<br />

mantenuto nel cuore ciò che Dio ha detto,<br />

senza contaminarlo mai. Pertanto,<br />

chi più di Lei può aiutarci a conservare<br />

integro quanto il Signore ci ha comunicato<br />

nel corso di questo anno? Il Giubileo<br />

è un tempo di grazia, ma anche di<br />

ammonimenti che io spero di poter continuare<br />

a mantenere nella mia vita».<br />

«Purtroppo, però, so anche di essere<br />

peccatore. E poiché la Madonna è la<br />

madre di coloro che cadono e si rialzano,<br />

io chiedo a Lei di aiutarmi nel mio<br />

cammino quotidiano». Riflettendo sul significato<br />

del momento, padre Manuel<br />

ha concluso la propria testimonianza dicendo:<br />

«Venendo in questa chiesa mi<br />

chiedevo perché fosse necessario chiudere<br />

la Porta Santa, quando vediamo<br />

tanta gente desiderosa di varcarla. Ma<br />

ho riflettuto e capito: essa è il mezzo attraverso<br />

il quale noi cristiani veniamo richiamati<br />

a Gesù. Pertanto, ora deve essere<br />

chiusa al fine di non offuscare la<br />

realtà di cui è simbolo. La vera Porta,<br />

infatti, è Cristo!». «I segni devono scomparire<br />

per lasciare spazio alla Verità, per<br />

permetterci di far entrare pienamente<br />

Gesù nella nostra esistenza. La Porta<br />

Santa ci ha invitato ad imitare il Signore<br />

nella vita, nelle parole e nei pensieri. Se<br />

siamo stati attenti a questo richiamo<br />

possiamo dire di aver celebrato il Giubileo».<br />

«Io sono la Porta. Chi entrerà attraverso<br />

di me sarà salvo» (Gv 10, 9). I<br />

versetti del Vangelo di san Giovanni costituiscono<br />

un'eloquente spiegazione di<br />

quale valore debba essere attribuito alla<br />

celebrazione giubilare, secondo quanto<br />

affermato da Franklin Rukundo, un giovane<br />

pellegrino di Kampala (Uganda).<br />

«Passare attraverso la Porta Santa vuol<br />

dire entrare in una nuova vita, lasciando<br />

fuori gli errori del passato — ha affermato<br />

il ventinovenne fedele africano —.<br />

Essa simboleggia il nostro desiderio di<br />

entrare in Cristo e di condurre un'esistenza<br />

conforme ai suoi insegnamenti».<br />

«Per comunicare la fede nella nostra vita<br />

quotidiana è necessario dimostrare<br />

agli altri di possedere un comportamento<br />

conforme al messaggio evangelico —<br />

ha proseguito Franklin —. Il nostro<br />

esempio sarà il modo migliore per offrire<br />

una testimonianza sincera. Ma, allo<br />

stesso tempo, ognuno di noi è chiamato<br />

ad impegnarsi per diffondere e condividere<br />

con i propri fratelli la buona novella».<br />

Il desiderio di entrare nel cuore di<br />

Cristo e di raggiungere la misericordia<br />

del Padre Celeste è la disposizione d'animo<br />

con cui suor Mattea, religiosa delle<br />

Suore Missionarie della Carità, ha varcato<br />

un'ultima volta la Porta Santa della<br />

Basilica di Santa Maria Maggiore. «Nel<br />

compiere questo gesto dobbiamo disporci<br />

all'assunzione di un atteggiamento di<br />

grande fiducia nei confronti di Dio e di<br />

consapevolezza del nostro grande bisogno<br />

di Lui, spinti dalla volontà di trasformare<br />

la nostra vita — ha confidato<br />

suor Mattea —. Ma non dobbiamo dimenticare<br />

che è il Signore ad aprire le<br />

sue porte a noi!». «Nel corso dell'Anno<br />

Santo sono rimasta molto colpita dall'unità<br />

dimostrata dai cristiani, messisi in<br />

cammino da ogni parte della terra per<br />

celebrare il Giubileo a Roma — ha riflettuto<br />

la religiosa —. Ciò costituisce un<br />

grande segno di speranza per il mondo<br />

intero!».<br />

SIMONA RUBEIS<br />

fondità sempre giovane e vivace, quell'unica parola<br />

che salva e che può riscaldare il cuore».<br />

Accogliere la chiamata alla santità è il mezzo<br />

tramite il quale è possibile rispondere al bisogno<br />

di Dio. «Il Santo Padre ha esortato i giovani ad<br />

essere i santi del nuovo millennio — ha continuato<br />

il Presule —. Giovani e meno giovani, presenti<br />

questa sera, sentiamo che tale invito è rivolto a<br />

ciascuno di noi! Risponderemo al bisogno di Dio<br />

del nostro mondo e della nostra società essendo<br />

dei santi, ossia degli amici del Signore che esternano<br />

questa amicizia per illuminare, consolare,<br />

confortare, sostenere e dare speranza. Solamente<br />

così sapremo diventare collaboratori di Dio nell'opera<br />

della salvezza. Ecco quel che vorremo<br />

portare via da questa esperienza». «(...) Ciascuno<br />

di noi deve poter dire: Io devo essere santo —<br />

ha concluso Mons. Boccardo —! Sarà questo il<br />

dono che Egli ci avrà fatto quando ci siamo inginocchiati<br />

davanti a Lui, quando Gli abbiamo<br />

aperto le Porte della nostra casa, quando Lo abbiamo<br />

accolto perché venisse ad abitare in mezzo<br />

a noi. Rivolgiamoci al Signore per chiedergli<br />

di guardare al cuore di ciascuno affinché questo<br />

anno sia per tutti ricco di grazia di bontà e di<br />

gioia».<br />

S. R.


.<br />

PAGINA<br />

19 .<br />

Nella Basilica Vaticana<br />

«Siamo venuti qui per essere parte<br />

attiva di una grande famiglia»<br />

Affacciandosi su via della Conciliazione<br />

è stato facile notare, in questi giorni,<br />

la lunga processione di pellegrini che si<br />

snodava in Piazza San Pietro. Erano migliaia,<br />

infatti, le persone che avevano<br />

deciso di raggiungere Roma con la speranza<br />

di poter attraversare la Porta Santa<br />

della Basilica Vaticana a poche ore<br />

dalla sua chiusura. Così, anche mercoledì<br />

3 gennaio, numerosi pellegrini hanno<br />

vissuto una giornata romana all'insegna<br />

del Giubileo. Durante la lunga attesa da<br />

compiere prima di poter entrare in Basilica,<br />

gli occhi di tutti erano rivolti verso<br />

l'atrio cercando di intravedere, seppur<br />

da lontano, quella Porta che durante<br />

tutto il Giubileo ha conosciuto milioni di<br />

volti.<br />

Rosina Sandonato, di Cetraro (Cosenza),<br />

è venuta di nuovo in pellegrinaggio<br />

a Roma, questa volta con la sua comunità<br />

parrocchiale di s. Marco evangelista.<br />

«Abbiamo aspettato tanto, anche<br />

sotto la pioggia, ma ne valeva certamente<br />

la pena — ha spiegato — . Ogni volta<br />

che vengo qui è come fosse nuova, come<br />

fosse la prima. Ciascuno di noi viene<br />

con la propria intenzione, con i propri<br />

pensieri e sono contenta perché oggi è<br />

venuto anche mio marito che non è praticante.<br />

Sono sicura che dal seme gettato<br />

dalla Chiesa durante questo Anno<br />

Santo nasceranno e fioriranno tanti frutti<br />

spirituali». «È importante che la gente<br />

ritorni a frequentare la Chiesa — ha aggiunto<br />

— , che si accosti ai sacramenti,<br />

che si senta parte attiva di una grande<br />

famiglia, formata da persone di varie<br />

nazionalità e culture diverse. In Cristo ci<br />

sentiamo tutti uniti, da Cristo viene la<br />

pace e l'amore. Con questo pellegrinaggio<br />

esprimiamo la nostra intenzione di<br />

voler aprire la porta del nostro cuore al<br />

suo amore, così come ha invitato più<br />

volte a fare il Santo Padre che oggi abbiamo<br />

incontrato durante l'udienza generale».<br />

Oltre alle comunità parrocchiali, tra<br />

coloro che raggiungono Piazza San Pietro<br />

in questi giorni vi sono anche numerose<br />

famiglie, come quella giunta da Bari.<br />

Una foto immortala un momento del<br />

loro pellegrinaggio giubilare vissuto nel<br />

luogo che rappresenta il centro della cristianità.<br />

«Siamo partiti nel cuore della<br />

notte e siamo arrivati in tempo per l'udienza<br />

del Papa — ha detto la signora<br />

Dora Fiorito — . Abbiamo deciso ieri<br />

stesso di venire, senza avere il tempo di<br />

organizzare il pellegrinaggio. Abbiamo<br />

preso il primo treno ed ora eccoci qui.<br />

Non potevamo lasciar passare questo<br />

grande evento senza poterlo vivere in<br />

prima persona». «Ricordo ancora quando<br />

nel '50 attraversai questa stessa Porta<br />

Santa. Allora ero meno consapevole di<br />

oggi, non capivo l'importanza e la necessità<br />

di tale gesto che occorre fare<br />

sentendo interiormente il desiderio di<br />

conversione, di riconciliazione con Dio,<br />

nostro Padre, con la promessa e l'impegno<br />

a non offenderlo più».<br />

Appena entrati nella maestosa Basilica<br />

di San Pietro, molti dei pellegrini raggiungono<br />

subito il presepe allestito in<br />

una cappella della navata sinistra, per<br />

meditare e contemplare ancora una volta<br />

il mistero dell'Incarnazione di Cristo,<br />

Una mostra allestita presso una scuola romana<br />

Il messaggio affidato<br />

ai bambini<br />

«Dio è maestro perché ci insegna ad<br />

amare e perdonare. Dio per noi è Padre<br />

perché ci ama e ci accoglie nelle sue<br />

braccia per proteggerci». Il pensiero della<br />

piccola Noemi è una sorta di specchio<br />

nel quale è possibile riflettere le frasi<br />

elaborate da tanti altri bambini suoi coetanei,<br />

protagonisti attivi della Mostra<br />

«Giubileo: Itinerari storici, religiosi ed<br />

artistici del presente e del passato». Allestita<br />

presso la scuola elementare Regina<br />

Margherita, nel quartiere romano di<br />

Trastevere, e frutto dell'impegno degli<br />

alunni del secondo ciclo di studi, l'esposizione<br />

si articola in tre percorsi, costituiti<br />

da un ipertesto, da un filmato e da<br />

alcune diapositive. Sin dal primo impatto<br />

è possibile rendersi conto del trasporto<br />

con cui i bambini, dall'età inferiore ai<br />

dieci anni, hanno partecipato alla realizzazione<br />

di un progetto finalizzato ad<br />

una maggiore conoscenza del Giubileo.<br />

«La mostra è la verifica di un lavoro<br />

avviato lo scorso anno ed avente lo scopo<br />

di fruire di una base storica per intrecciarvi<br />

un discorso teologico». A spiegare<br />

gli obiettivi, l'approccio ed i risultati<br />

a cui è pervenuto il lavoro degli alunni<br />

della scuola elementare è la dottoressa<br />

Bianca Marta Tammaro, insegnante<br />

di religione e coordinatrice del progetto.<br />

«Siamo partiti dallo studio del Giubileo<br />

ebraico per arrivare all'analisi di quello<br />

cattolico — ha aggiunto la professoressa<br />

—. Concentrandoci sullo sviluppo delle<br />

fasi più importanti e dei concetti essenziali<br />

dell'Anno Santo, abbiamo analizzato<br />

il termine indulgenza, cercando di far<br />

capire ai bambini il suo valore di remissione<br />

di peccati, il suo significato storico,<br />

la sua collocazione nell'ambito del<br />

Giubileo ed i passi necessari per poterla<br />

lucrare nel 2000». «Passando poi all'analisi<br />

dell'Anno Santo nel suo significato<br />

simbolico — ha proseguito l'insegnante<br />

di religione —, abbiamo parlato del varco<br />

della Porta Santa, il gesto tramite il<br />

quale ci è possibile testimoniare il nostro<br />

desiderio interiore di avvicinarci<br />

maggiormente a Gesù, al fine di conoscerlo<br />

e farlo diventare parte concreta<br />

della nostra vita. Solamente nel momento<br />

in cui instauriamo un rapporto vero<br />

con Cristo, facendolo divenire l'elemento<br />

centrale della nostra realtà quotidiana,<br />

possiamo dire di aver realmente celebrato<br />

il Giubileo». «In un momento<br />

successivo, il nostro lavoro si è concentrato<br />

sull'analisi del concetto di pellegrinaggio<br />

inteso come “andare verso una<br />

meta”. Ed in questo contesto abbiamo<br />

desiderato sottoporre all'attenzione dei<br />

bambini il fatto che anche Gesù, nel<br />

corso della sua vita terrena, si è reso<br />

pellegrino per concludere il proprio<br />

cammino con la donazione totale di sé<br />

per la salvezza dell'uomo».<br />

Il progetto scolastico, frutto di un approfondimento<br />

interdisciplinare, prende<br />

avvio con un «ipertesto», un elaborato<br />

informatico costituito da una «mappa<br />

concettuale», espressione del percorso<br />

logico-cronologico sottostante il lavoro.<br />

La mostra prosegue in una seconda sala<br />

allestita per la visione di un filmato e di<br />

alcune diapositive, relative al campo<br />

scuola svolto dai ragazzi nel mese di<br />

maggio. Ed è proprio qui che emerge la<br />

spontaneità e l'entusiasmo con cui gli<br />

alunni hanno reso vivo il loro itinerario<br />

attraverso le località toscane di Siena,<br />

Abbadia san Salvatore, san Quirico, Bagno<br />

Vignoni, Bagni san Filippo e Montalcino.<br />

«I cammini del Cielo: la via<br />

Francigena», è il titolo dato alla gita-pellegrinaggio<br />

che ha consentito ai bambini<br />

di scoprire i luoghi percorsi dagli antichi<br />

romei in cammino verso Roma. Attraverso<br />

un breve corridoio ricco di lavori,<br />

si accede ad una sala dove è possibile<br />

ammirare i disegni tramite i quali i protagonisti<br />

della mostra hanno creativamente<br />

concretizzato quanto appreso a<br />

livello nozionistico.<br />

Come evidenziato dalla professoressa<br />

Tammaro, l'iniziativa non ha mancato<br />

di mostrare un interesse per le attuali<br />

problematiche sociali. «Soffermandoci<br />

sui temi relativi allo sfruttamento dei<br />

minori, alla povertà dei paesi in via di<br />

sviluppo ed alla sofferenza umana, si è<br />

tentato di sensibilizzare i bambini ai problemi<br />

della società di cui sono parte. La<br />

nostra scuola, collocata in un quartiere<br />

centrale di Roma, a sua volta caratterizzato<br />

dalla presenza di immigrati, da famiglie<br />

gravate da difficoltà e dalla sussistenza<br />

di una piccola realtà interculturale,<br />

ha trovato terreno fertile nella conoscenza<br />

pratica degli alunni».<br />

Entusiasmo e partecipazione è il binomio<br />

che ha caratterizzato la fase di preparazione<br />

della mostra, come viene evidenziato<br />

dai lavori proposti nel percorso<br />

scolastico.<br />

SIMONA RUBEIS<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Lunedì-Martedì 8-9 Gennaio 2001<br />

Pellegrini del Duemila<br />

che il Grande Giubileo dell'Anno 2000<br />

ha voluto celebrare. Ad adorare quel<br />

Bambino nato duemila anni fa, sono anche<br />

molti giovani, che durante l'anno<br />

giubilare hanno fatto sentire la loro presenza<br />

all'interno della Chiesa e il loro<br />

desiderio di portare ovunque il messaggio<br />

evangelico. «Con questo Giubileo è<br />

stato avviato un sistema, è cominciato<br />

un “passaparola” anche tra noi giovani<br />

che ha avuto la sua ampia manifestazione<br />

nella XV Giornata Mondiale della<br />

Gioventù — ha spiegato Enrico Bartolini,<br />

venuto in pellegrinaggio da Orte (Viterbo)<br />

assieme a sua moglie —. Quest'oggi<br />

siamo qui con l'intenzione di assumerci<br />

anche noi l'impegno a mantenere<br />

viva questa fede che abbiamo ricevuto<br />

in dono da Dio, a comunicare ai nostri<br />

coetanei e al mondo intero la gioia<br />

di essere cristiani». Tra i fedeli che raggiungono<br />

Piazza San Pietro in questo<br />

periodo, quasi a voler inaugurare il primo<br />

anno del secolo che apre il terzo<br />

millennio, molti hanno percorso migliaia<br />

di chilometri. Dallo Yucatan, una famiglia<br />

numerosa si è trovata di nuovo unita<br />

celebrando il Giubileo. «Desideravamo<br />

così tanto anche noi di poter attraversare<br />

questa Porta Santa e ottenere<br />

l'indulgenza plenaria dopo un cammino<br />

di sincero pentimento — ha affermato<br />

la signora Ana Maria Loret de Mola — .<br />

Siamo qui per pregare e ringraziare Dio<br />

di averci concesso questa grazia del perdono».<br />

ELISABETTA ANGELUCCI<br />

A san Paolo fuori le Mura<br />

«Quel giorno che incontrai il Signore»<br />

A poche ore dalla chiusura della grande porta di<br />

bronzo aperta lo scorso diciotto gennaio, per non lasciar<br />

sfuggire l'opportunità di varcare ancora una volta<br />

quella Porta, nel pomeriggio di venerdì cinque gennaio<br />

migliaia di pellegrini hanno raggiunto la tomba dell'apostolo<br />

Paolo. Erano giovani ed anziani, uomini e donne,<br />

laici o consacrati: il Popolo di Dio che ha segnato<br />

la storia del Grande Giubileo del Duemila trova puntale<br />

espressione nel variegato popolo dei romei giunti a<br />

Roma per la conclusione dell'Anno Santo.<br />

«C'è una grande gioia nel mio cuore, ma anche un<br />

pizzico di malinconia»: Gevada, diciannove anni, esprime<br />

il suo stato d'animo di fronte alla conclusione di<br />

un evento tanto importante per la sua vita. Lineamenti<br />

slavi, ma accento spiccatamente romano, Gevada viveva<br />

nel campo nomadi sorto sulla Casilina prima di avvertire<br />

il desiderio di cambiare vita: «è stato Dio che<br />

mi ha dato la voglia e la forza di cambiare. Non volevo<br />

più vivere di espedienti, passare le giornate a rubare,<br />

imbrogliare la gente o chiedere l'elemosina — ci<br />

racconta la giovane pellegrina —: allora sono scappata<br />

dal campo e per strada ho incontrato una suora... ».<br />

Inizia in questo modo la nuova pagina nel libro della<br />

vita di Gevada, che ora vive assieme ad altri giovani in<br />

una struttura creata nella provincia di Roma per accogliere<br />

ragazzi con problematiche differenti. Aspetto privilegiato<br />

nel recupero di ciascuno di loro è il nuovo<br />

rapporto con la fede: «è il Signore che ci aiuta a ricominciare:<br />

per questo motivo la preghiera occupa un<br />

posto fondamentale nella nostra giornata», spiega ancora<br />

Gevada. «Ed è per questo motivo che volevamo<br />

essere qui, questa sera, per partecipare alla cerimonia<br />

di chiusura del Giubileo. È stato un anno importante:<br />

abbiamo capito che anche noi possiamo essere utili<br />

agli altri — la ragazza precisa il significato delle sue<br />

parole —. Durante la Giornata della Gioventù abbiamo<br />

ospitato duecento pellegrini croati, li abbiamo accompagnati<br />

nei luoghi di catechesi, siamo stati insieme a<br />

loro nei momenti liberi: è stato bello fare qualcosa per<br />

gli altri, sentire qualcuno che ti dice grazie... ».<br />

Il pensiero torna ancora a quei giorni, ma le considerazioni<br />

che ne scaturiscono si riflettono su tutti gli<br />

appuntamenti che hanno scandito il lungo corso dell'anno<br />

giubilare: «persone che arrivavano da ogni parte<br />

del mondo erano tutte qui per lo stesso motivo. Gente<br />

che parlava lingue diverse capiva il messaggio di quelli<br />

che aveva accanto. Individui che erano venuti da soli<br />

si univano a gruppi di sconosciuti», conclude Gevada,<br />

riassumendo in poche righe quello che è stato l'Anno<br />

Santo.<br />

Sono da poco passate le cinque e un quarto quando,<br />

mentre il Cardinale Roger Etchegaray accosta la Porta<br />

Santa, la commozione dei fedeli si scioglie in un caldo<br />

applauso.<br />

Gli occhi ancora lucidi di Elena sono espressione di<br />

chi, questo Giubileo, lo ha vissuto nel profondo: «sono<br />

ancora emozionata per tutto quello che è accaduto —<br />

racconta la ragazza romana, che è stata uno dei coordinatori<br />

dei volontari per la basilica di san Paolo fuori<br />

le Mura —. Mentre vedevo chiudere quella porta ho<br />

rivissuto tante delle esperienze che hanno segnato l'Anno<br />

Santo.<br />

A san Giovanni in Laterano<br />

Riscoprire finalmente<br />

il senso della vita<br />

Tempo di grazia e di conversione,<br />

tempo di penitenza e di riconciliazione,<br />

tempo di riconoscimento del primato di<br />

Dio e di accoglienza verso i fratelli, ma<br />

tempo ancora per riscoprire il senso<br />

adeguato della vita per riporlo nell'unica<br />

volontà divina, questi e tanti altri ancora<br />

sono i velati messaggi, che durante tutto<br />

l'Anno Santo i pellegrini hanno lentamente<br />

scoperto e rivolto all'attenzione<br />

dell'opinione pubblica.<br />

Così con fede e con speranza anche<br />

venerdì 5 gennaio, poco prima della solenne<br />

chiusura della Porta Santa della<br />

Patriarcale Arcibasilica di san Giovanni<br />

in Laterano, migliaia di persone si sono<br />

susseguite in fila per arrivare poi in silenzio<br />

e in preghiera davanti quella simbolica<br />

soglia, che per un anno intero ha<br />

richiamato fedeli da ogni parte del mondo<br />

per la contemplazione di un Dio che<br />

è amore e che a distanza di duemila anni<br />

continua ad affascinare con la sua<br />

misteriosa bellezza ogni uomo.<br />

«Il Giubileo — affermano i coniugi<br />

Bernardini, romani — davanti alle tante<br />

disgrazie umane ci ha ricordato soprattutto<br />

che la realtà cristiana è comunitaria<br />

e per questo dovrebbe suscitare in<br />

ciascuno di noi sentimenti di spontanea<br />

solidarietà e non di completa indifferenza,<br />

come spesso accade nella nostra<br />

routine quotidiana. È stato così un evento<br />

che ci ha invitato a cogliere dalla<br />

semplicità di tutti i giorni quella meraviglia<br />

stessa per la vita».<br />

Da Palermo, invece, tra i 108 pellegri-<br />

Il silenzioso e orante cammino del popolo di Dio verso la Porta Santa nella basilica di<br />

San Pietro. Fino alle 3 del mattino di sabato i romei hanno affollato la Piazza in attesa di<br />

aggiungersi ai tanti pellegrini che li hanno preceduti in questi 12 mesi. Da più parti è anche<br />

nata la curiosità di sapere chi sia stata l'ultima persona ad attraversare la Porta<br />

Santa. Si chiama Nino Feminò, ha 45 anni, e abita a Roma.<br />

ni della parrocchia del «santo Curato<br />

d'Ars» c'è la giovane signora Giulia Levantino,<br />

che spiega: «Con spirito di penitenza<br />

e di amore verso il Signore ci<br />

siamo affrettati a venire a Roma per celebrare<br />

il Giubileo! Accanto alla fede c'è<br />

pure molta curiosità per l'evento eccezionale,<br />

che da un anno spinge centinaia<br />

e migliaia di persone alla comune<br />

partenza. Per concludere un cammino<br />

di crescita spirituale, iniziato già da diverso<br />

tempo, siamo venuti appositamente<br />

nella Capitale dove domani ci uniremo<br />

con il Santo Padre e con tutta la<br />

Chiesa per l'ultima fase di questo grande<br />

evento. Pur avendo vissuto una forte<br />

esperienza giubilare a livello diocesano,<br />

l'atmosfera romana è particolare per il<br />

contatto che si crea con le altre realtà<br />

locali. Vedere così tante persone inginocchiarsi<br />

e pregare davanti la Porta<br />

Santa, mi ha fatto pensare che nel mondo<br />

sono ancora tanti coloro che operano<br />

nell'anonimato e che credono nel bene.<br />

Il Giubileo allora lascerà il ricordo di<br />

una chiara riscoperta e ripresa dei valori<br />

cattolici, un patrimonio che ognuno deve<br />

trasmettere ai giovani!».<br />

Dalla Diocesi di Lodi, precisamente<br />

da santo Stefano Lodigiano, arrivano<br />

cento fedeli della comunità parrocchiale<br />

della «Beata Vergine Maria». «Speriamo<br />

— afferma la signora Elda Capitelli —<br />

che la celebrazione dell'Anno Santo sia<br />

servita soprattutto ai meno praticanti o<br />

a coloro che non lo erano affatto, perché<br />

dalla curiosità iniziale possano aver<br />

trovato poi un ulteriore stimolo a riprendere<br />

o a cominciare un nuovo cammino.<br />

Ci si ritrova insieme a Roma,<br />

quale punto cruciale della cristianità! È<br />

un'esperienza unica ed irripetibile, un'esperienza<br />

che è di certo eccezionale! È<br />

stata l'occasione per sentirci più parti<br />

integranti della Chiesa e più vicini l'uno<br />

con l'altro. Dall'unione è scaturita la forza<br />

e da questo cammino penitenziale la<br />

consapevolezza di un cammino inarrestabile<br />

per il credente!».<br />

Dall'Abruzzo, invece, proviene la signora<br />

Lidia Carcione, che aggiunge:<br />

«Penso che l'idea predominante in tutto<br />

l'arco dell'Anno Santo sia stata quella di<br />

ricercare in ognuno un effettivo e sempre<br />

più sincero miglioramento. Gli stimoli<br />

suscitati da questo Giubileo sono<br />

stati tanti e vari, ma nell'insieme ci hanno<br />

aiutato a sviluppare una maggior<br />

sensibilità verso il prossimo. Due saranno<br />

soprattutto i ricordi vivi in me, legati<br />

uno al mondo dei disabili e l'altro a<br />

quello dei giovani. Due realtà, che oggi<br />

ci spingono a riflettere sul senso della<br />

sofferenza davanti alla malattia e sulla<br />

richiesta di aiuto da parte del contesto<br />

giovanile. Molto emozionante è stato,<br />

durante la chiusura della Porta Santa<br />

della Patriarcale Arcibasilica di san Giovanni<br />

in Laterano, vedere i volti degli<br />

uomini commossi, capaci dunque di manifestare<br />

quello che ognuno ha dentro.<br />

Il Giubileo lascerà la speranza che la pace<br />

non sarà solo una vana illusione».<br />

SIMONETTA ANTONELLI<br />

L'XI mostra presepiale nella chiesa di S. Maria in Via<br />

Un itinerario<br />

lungo la tradizione<br />

Nell'anno del Grande Giubileo del<br />

2000, momento di gioia per i cristiani di<br />

tutto il mondo, ricorre anche un'altra<br />

importante occasione di festa, costituita<br />

dal 50° anniversario della rinascita del<br />

Presepio Romano Settecentesco. Esposto<br />

nella chiesa di santa Maria in Via, e<br />

realizzato grazie all'amorevole dedizione<br />

ed alla minuziosa cura dei membri dell'Associazione<br />

Italiana Amici del Presepio<br />

(AIAP), il suggestivo lavoro è arricchito<br />

dall'allestimento, presso il chiostro<br />

della parrocchia romana, dell'XI Mostra<br />

d'Arte Presepiale. Il suggestivo itinerario,<br />

che conduce alla scoperta delle varie<br />

rappresentazioni della scena della<br />

Natività, è così inserito nel contesto delle<br />

raffigurazioni che, da secoli, si impegnano<br />

per tramandare il grandioso<br />

mistero dell'Incarnazione di Nostro Signore.<br />

«Non temete, perché, ecco, io vi annunzio<br />

una grande gioia per tutto il popolo:<br />

oggi è nato un Salvatore, che è il<br />

Messia, Cristo Signore». (Lc 2, 10-11).<br />

Tali parole, tratte dal Vangelo di san Luca,<br />

sovrastano una delle scene della storia<br />

della Salvezza narrata tramite i dodici<br />

diorami presenti nell'esposizione. Ma<br />

è questa solamente una delle numerose<br />

rappresentazioni nate dalle tradizioni<br />

presepiali romane e napoletane risalenti<br />

al Settecento, visibili nell'allestimento.<br />

A spiegare le origini ed il significato<br />

dell'iniziativa è il signor Mario Mattia,<br />

Presidente Nazionale dell'Associazione<br />

Italiana Amici del Presepio. «La mostra<br />

benché allestita ogni anno, in questa occasione<br />

acquisisce un particolare valore,<br />

perché coincidente con il 50° anniversario<br />

della rinascita del presepio romano<br />

settecentesco. Quest'ultima è una forma<br />

«Ed ora provo una sensazione di gioia e al contempo<br />

di malinconia: alla gioia di aver preso parte a quest'evento<br />

eccezionale, del quale potrò dire c'ero anch'io,<br />

si unisce la malinconia per tutta quella gente<br />

che non è stata raggiunta da quest'appello... o che ha<br />

varcato quella porta senza rendersi conto di ciò che faceva».<br />

Le considerazioni apparentemente pessimistiche di<br />

Elena trovano subito una spiegazione: «per il ruolo che<br />

ho svolto all'interno della basilica, io ho dovuto cogliere<br />

gli aspetti negativi, mentre non mi sono resa conto<br />

delle tantissime persone che hanno vissuto con profondità<br />

questi momenti: chi vive la fede nel quotidiano<br />

non fa rumore, ed è passato inosservato!»<br />

«In questi mesi ho ricevuto tantissimo: in termini di<br />

amicizia, così come nel rivivere la mia fede e nel riscoprire<br />

il senso dell'altro, anche quando l'altro non ci<br />

piace — conclude Elena, facendo una prima valutazione<br />

dell'esperienza vissuta —. Sento una sensazione di<br />

pienezza, di gioia, di entusiasmo, quello che mi hanno<br />

trasmetto le decine di migliaia di volontari con i quali<br />

ho lavorato: sono stati loro i veri pellegrini di questo<br />

Giubileo».<br />

La soglia ormai è chiusa, ma le mani appoggiate con<br />

devozione e le teste chine davanti agli antichi pannelli<br />

bizantini che compongono la Porta Santa sono un<br />

messaggio chiaro: la strada per arrivare a Cristo è ancora<br />

aperta.<br />

LUCIANA CORETTO<br />

di allestimento della scena della Natività<br />

che vuole riprodurre l'evento religioso<br />

della venuta al mondo di Gesù, inserendolo<br />

nel contesto storico del '700, così<br />

come avveniva, e tuttora avviene, nella<br />

tradizione napoletana». «Nel 1950 mio<br />

fratello ed io decidemmo di ispirarci alla<br />

scuola campana per realizzare un presepe<br />

nel quale la nascita di Cristo veniva<br />

collocata nell'ambientazione romana<br />

— ha aggiunto il Presidente dell'AIAP<br />

—. Pertanto allestimmo un ponte<br />

della città, al di sotto del quale mettemmo<br />

la scena della Natività circondata<br />

dalla figura del Pontefice Pio XII e da<br />

quella di alcune statuine rappresentative<br />

di personaggi provenienti dalle varie<br />

parti della terra. In questo modo cercammo<br />

di evocare l'immagine dei popoli<br />

dei cinque continenti, pronti ad inginocchiarsi<br />

davanti alla venuta del Salvatore».<br />

«Quest'anno, in occasione del 50°<br />

anniversario del presepe romano settecentesco,<br />

abbiamo riproposto un ponte<br />

tratto dall'opera artistica del pittore ed<br />

incisore italiano Giuseppe Vasi — ha<br />

proseguito il signor Mario Mattia —. Ma<br />

è opportuno specificare che, molto spesso,<br />

le nostre rappresentazioni si ispirano<br />

alle immagini di Ettore Roesler Franz,<br />

autore delle suggestivi riproduzioni della<br />

Roma sparita». Il presidente dell'AIAP<br />

ha proseguito spiegando le differenze<br />

principali esistenti fra le due differenti<br />

tradizioni artistiche esistenti in Italia per<br />

l'arte presepiale. «La scuola napoletana<br />

segue un canone secolare che vuole la<br />

scena della Natività al centro della rappresentazione,<br />

circondata dalla collocazione<br />

dei pastori a sinistra, e dei banchettanti<br />

nella locanda a destra. La<br />

scuola romana, invece, non prevede una<br />

precisa ubicazione delle varie parti del<br />

presepe e segue una traccia che stabilisce<br />

la collocazione dell'intera raffigurazione<br />

in un angolo della città della Roma<br />

antica. La scena della Natività, però,<br />

è sempre sormontata dalla presenza di<br />

un angelo considerato una sorta di simbolico<br />

mezzo d'unione fra il cielo e la<br />

terra, fra l'umano ed il trascendente. La<br />

nostra scuola, inoltre, si caratterizza per<br />

la sobrietà dello stile contro la ridondanza<br />

di quella napoletana». Come evidenziato<br />

dalla signora Luciana Cordeschi,<br />

Dirigente della Sezione Romana dell'Associazione<br />

Italiana Amici del Presepio,<br />

nella mostra sono presenti tipologie che<br />

variano nell'ambientazione, nello stile e<br />

nel genere di materiali adottati. «Di norma<br />

vengono utilizzati il cartone ed il polistirolo<br />

— ha spiegato —. Ma non mancano<br />

rappresentazioni particolari in cui<br />

sono adoperati sughero, compensato,<br />

ardesia ed altro ancora. Lo scorso anno,<br />

inoltre, decidemmo di realizzare un presepe<br />

nel quale vi era rappresentata anche<br />

l'immagine della cupola di San Pietro,<br />

in omaggio all'inizio dell'anno giubilare».<br />

«L'allestimento di questa mostra<br />

ha l'obiettivo di diffondere, nelle famiglie<br />

italiane, l'amore per il presepe —<br />

ha aggiunto la Dirigente —. Quando il<br />

Santo Padre Giovanni Paolo II visitò la<br />

parrocchia di santa Maria in Via, nel<br />

febbraio del 1984, ci riconobbe un importante<br />

ruolo, quello di essere divulgatori<br />

dell'amore per Cristo. Per noi, quello<br />

fu un momento particolarmente importante,<br />

che ricordiamo con grande affetto!».<br />

S. R.


.<br />

PAGINA<br />

20 .<br />

A Santa Croce in Gerusalemme<br />

Un vero e proprio inizio<br />

di fronte alle Sacre Reliquie<br />

Non è la chiusura di una parentesi<br />

durata un anno, di un lungo sogno destinato<br />

a finire all'impatto con la dura<br />

realtà, bensì un vero e proprio inizio,<br />

del quale il passo compiuto per attraversare<br />

le Porte Sante del Grande Giubileo<br />

del Duemila, è stato solo il primo. Per la<br />

Celebrazione della chiusura del Giubileo,<br />

le centinaia e centinaia di fedeli accorsi<br />

a Santa Croce in Gerusalemme,<br />

quindi non provano tristezza, ma hanno<br />

la matura consapevolezza che il vero<br />

pellegrinaggio incomincia proprio da<br />

adesso. Nessuno sguardo malinconico<br />

all'indietro verso quella porta chiusa che<br />

si aprirà solo tra venticinque anni, poiché<br />

di fronte si ha una lunga strada da<br />

percorrere in compagnia di Gesù Cristo<br />

che ci condurrà verso il Padre.<br />

Si apre<br />

una lunga strada<br />

«Sono convinto che ognuno di noi<br />

questa sera comprende in modo nuovo,<br />

più profondo, più vero e più legato alla<br />

realtà quotidiana le sacre letture appena<br />

ascoltate perché tutti noi veniamo fuori<br />

dall'esperienza di un anno giubilare —<br />

ha commentato il Vescovo Giovanni<br />

Danzi, Segretario della Pontifica Commissione<br />

per lo Stato della Città del Vaticano,<br />

che ha presieduto la celebrazione<br />

—. Un anno, questo, nel quale la<br />

Chiesa ci ha richiamato in un modo insistente<br />

e preciso verso l'unica salvezza<br />

dell'uomo e della storia, cioè verso Gesù<br />

Cristo. Il simbolo rappresentato dalla<br />

Porta Santa che abbiamo passato ci ha<br />

dimostrato che ognuno di noi ha il coraggio<br />

di penetrare questa presenza di<br />

Cristo nella storia, non già in base alle<br />

nostre opere ma secondo il Suo proposito<br />

e la Sua grazia. Il potere liberatorio<br />

del Cristianesimo, infatti, consiste nel<br />

fatto che né il nostro male o la nostra<br />

debolezza e neppure il nostro peccato<br />

possono contrapporsi all'evento di grazia<br />

che è Cristo, poiché tutto questo è<br />

accaduto non in base alle nostre opere<br />

ma secondo lo stesso proposito della<br />

Sua grazia. La mia vita e la vostra,<br />

quindi, devono diventare maggiormente<br />

delle esistenze che accolgono Cristo,<br />

presenza che quasi mai rispecchia i nostri<br />

schemi e i nostri progetti, ma che al<br />

contrario sconvolge tutta la realtà.<br />

La coscienza<br />

dei propri limiti<br />

«Quando ci mettiamo di fronte a Lui,<br />

quindi non dobbiamo essere preoccupati<br />

di raccontarGli quello che siamo e i nostri<br />

limiti, dal momento che li conosce<br />

meglio di noi, ma dobbiamo avere il coraggio<br />

di offrirGli la nostra disponibilità,<br />

così come siamo e non come vorremmo<br />

o dovremmo essere. La conseguenza di<br />

questo nostro atteggiamento quindi sarà<br />

da una parte una pienezza nuova, un<br />

gusto nuovo del vivere, e dall'altra il desiderio<br />

di comunicare a tutti questo risveglio<br />

d'amore».<br />

Anche il Priore e parroco della Comunità<br />

Cistercense della basilica, Don Simone<br />

Fioraso, concelebrante la funzione,<br />

ha ribadito che la conclusione del<br />

Giubileo deve essere considerata come<br />

l'inizio di una nuova vita. «Quest'anno<br />

abbiamo iniziato il nostro cammino per<br />

riscoprire la nostra fede — ha commentato<br />

il presule —, e il vivere la nostra fede<br />

non finisce questa sera con questa<br />

celebrazione, ma inizia per testimoniare<br />

che quest'anno di grazia che abbiamo<br />

ricevuto è stato un anno significativo<br />

per la nostra vita di cristiani e di credenti.<br />

Vogliamo quindi vivere la nostra<br />

fede nell'impegno cristiano di ogni<br />

giorno.<br />

«Da quello domenicale, giorno dedicato<br />

al Signore e al bisogno di vivere la<br />

propria interiorità nei sacramenti, a<br />

quello missionario con i gruppi del Vangelo,<br />

l'approfondimento della teologia<br />

del laicato e le azioni caritatevoli, affinché<br />

possiamo diventare sempre più uomini<br />

veri, liberi ed innamorati di Dio».<br />

L'esperienza giubilare quindi ha rinforzato<br />

in tutti i cuori la speranza di<br />

credere e il coraggio di professare che la<br />

civiltà dell'amore non è solo una chimera<br />

o una bellissima favola irrealizzabile,<br />

bensì una realtà possibile, che può svilupparsi<br />

dagli stessi frutti seminati durante<br />

l'anno giubilare.<br />

Al termine della celebrazione quindi il<br />

commento di Mons. Danzi, ha tracciato<br />

un bilancio positivo, soprattutto perché<br />

mettendosi a disposizione del Signore<br />

come suoi servi, tutti i credenti possono<br />

aspirare a sperimentare personalmente<br />

le parole pronunciate da Maria a Elisabetta,<br />

«Il mio spirito esulta in Dio, mio<br />

salvatore, poiché Egli ha guardato alla<br />

bassezza della sua ancella e ha operato<br />

grandi cose» (Lc 1, 47, 49). «Se le persone<br />

hanno fatto un'esperienza di Dio come<br />

presenza e misericordia in seno alla<br />

realtà stessa, il resto viene da sé — ha<br />

commentato Mons. Danzi —. Da questo<br />

infatti scaturisce un amore alla Chiesa<br />

non teorico, e una fedeltà e appartenenza<br />

ad un popolo e ad un territorio, vivendo<br />

i sacramenti non solo come liturgia<br />

ma soprattutto come celebrazione di<br />

rito. Da questo vi è il riappropriarsi del<br />

Cristo nella storia, come vera ed unica<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Lunedì-Martedì 8-9 Gennaio 2001<br />

Pellegrini del Duemila<br />

salvezza. Segnali positivi li ho tratti dall'esperienza<br />

in confessionale di questi<br />

mesi, durante la quale numerosi cristiani<br />

si sono posti davanti al Signore, compiendo<br />

l'atto che per noi è sempre il più<br />

difficile, quello di offrire la nostra disponibilità<br />

e di consegnare la nostra vita al<br />

Padre e alla realizzazione del Suo progetto».<br />

L'invito<br />

alla contemplazione<br />

L'invito a contemplare Dio, come<br />

hanno fatto i primi pellegrini della storia,<br />

cioè i pastori e i re Magi che si sono<br />

recati alla grotta di Betlemme, è stato<br />

quindi rinnovato a tutti i presenti proprio<br />

alla vigilia dell'Epifania. E proprio<br />

sulle loro orme, che gli ultimi pellegrini<br />

del Giubileo del Duemila, si propongono<br />

di perpetuare nella loro vita i benefici di<br />

questi momenti di grazia.<br />

« Io non vivo questo giorno come una<br />

fine, bensì come l'inizio di una lunga<br />

strada — ha commentato Lina Del Vecchio<br />

venuta con la comunità parrocchiale<br />

di Santa Maria Assunta di Andretta,<br />

in provincia di Avellino —. Sebbene ancora<br />

non sono in grado di comprendere<br />

effettivamente gli effetti di quest'anno<br />

così particolare su di me, sono conscia<br />

che già la sola remissione dei peccati mi<br />

invoglia a procedere, e ad riavvicinarmi<br />

ancora di più alla Chiesa con affetto e<br />

fiducia».<br />

RITA DIETRICH<br />

Nel Santuario di Castel di Leva<br />

Dove il popolo di Dio ha spalancato<br />

la porta del proprio cuore<br />

della grandiosità di questo anno trascorso.<br />

Le parole sono superflue di fronte alla<br />

ricchezza dei doni e dei frutti spirituali<br />

che il Giubileo del 2000 può aver prodotto<br />

in chi lo ha vissuto intensamente<br />

come anno di grazia. Il richiamo alle<br />

lunghe file createsi davanti alla basilica<br />

di San Pietro per varcare la Porta Santa,<br />

o l'arrivo di pellegrini dinanzi ai maggiori<br />

luoghi giubilari della città, di questi<br />

giorni e dei giorni passati, ha dimostrato<br />

la vivacità del popolo di Dio. Risuona<br />

ancora vivo in ognuno di noi l'accorato<br />

appello del Santo Padre: «Aprite, anzi<br />

spalancate le porte a Cristo», fatto nel<br />

discorso di chiusura del Giubileo. Con<br />

Il Giubileo dei sodales e degli associati della Pontificia Accademia Cultorum Martyrum<br />

Tutta la vita cristiana è pellegrinaggio<br />

È stato proprio nel giorno della memoria<br />

liturgica di San Silvestro Papa,<br />

ultimo giorno dell'anno solare, che i<br />

sodales e gli Associati della Pontificia<br />

Accademia Cultorum Martyrum hanno<br />

desiderato celebrare il loro Giubileo<br />

ritrovandosi presso il «Cimiterium Priscillae<br />

ad Sanctum Silvestrum via Salaria»<br />

meglio noto come le Catacombe di<br />

Priscilla.<br />

La scelta di queste Catacombe è stata<br />

motivata dal fatto che in quel cimitero<br />

furono accolti numerosi martiri durante<br />

le persecuzioni del III secolo e dei primi<br />

anni del IV, fra i quali anche Marcellino<br />

vittima delle persecuzioni di Diocleziano<br />

e Galerio e che fu Papa dal 296 al 304,<br />

Anche dopo la pace, in quel cimitero di<br />

Priscilla furono accolti i corpi di sei Papi,<br />

non martiri. Il programma liturgico<br />

di questo incontro è iniziato al mattino<br />

con la Santa Messa della domenica officiata<br />

dal sacerdos. Infatti la celebrazione<br />

dei Martiri e la teologia del martirio<br />

affondano le loro radici nel Nuovo Testamento<br />

e si modellano sulla persona e<br />

sull'insegnamento di Cristo.<br />

Nel pomeriggio il Magister Padre Luigi<br />

Favero, ha tenuto la consueta lezione<br />

sul tema «Le sepolture dei Papi» soffermandosi<br />

nel descrivere come la Chiesa<br />

Il Papa ha dunque chiuso<br />

la Porta Santa di San Pietro<br />

con una solenne celebrazione.<br />

È l'epilogo di una serie<br />

di eventi che hanno coinvolto<br />

il mondo della cristianità<br />

nella sua totalità, nell'unico<br />

Credo professato<br />

con gli Apostoli, pur nella<br />

diversità delle tradizioni e<br />

delle culture. Il Santo Padre<br />

ha così posto conclusione<br />

alla serie di iniziative e di<br />

celebrazioni in occasione di<br />

questo anno giubilare, un<br />

anno ricco di grazia, un'opportunità<br />

in più di conversione<br />

per il credente che ha<br />

potuto sperimentare le meraviglie<br />

del Signore. Come<br />

non tornare indietro nel<br />

tempo e rivedere il Giubileo<br />

dei giovani, che come un<br />

oceano in piena ha letteral-<br />

mente invaso la città di Roma portando<br />

con sé entusiasmo, voglia di preghiera,<br />

condivisione di un'esperienza irripetibile,<br />

desiderio di fratellanza tra genti le<br />

più lontane. Come non ricordare le numerose<br />

famiglie che in occasione del<br />

Giubileo della famiglia hanno riempito<br />

la Piazza di San Pietro, nonostante una<br />

fastidiosa pioggia incessante, per ascoltare<br />

quello che il Santo Padre aveva da<br />

dire in proposito su questo argomento.<br />

Ripercorrere tutti i grandi eventi che il<br />

Giubileo ha portato con sé richiederebbe<br />

uno sforzo enorme fatto di discorsi significativi,<br />

di ricordi indelebili, di immagini<br />

impresse nella memoria a sostegno<br />

— anticamente — ebbe dei propri cimiteri<br />

(le catacombe) dove vennero sepolti<br />

anche i Papi vicini ai fratelli di fede, i<br />

pastori con le pecorelle del gregge loro<br />

affidato (Depositio Episcoporum, 354), a<br />

Callisto, dove nel secolo scorso fu scoperta<br />

la «cripta dei Papi», ma poi anche<br />

a Priscilla, Calepodio, Pretestato, ecc.<br />

Solo dopo la libertà costantiniana tali sepolture<br />

dei Papi — ha proseguito il Magister<br />

— continuarono non più nel sottosuolo<br />

ma in piccole basiliche sopra la<br />

terra come quella in cui ogni anno, il 31<br />

dicembre commemoriamo San Silvestro.<br />

Egli infatti, nell'area esterna del cimitero<br />

fece erigere, quand'era in vita, una<br />

basilica all'aperto sul sepolcro di Felice<br />

e Filippo, basilica che poi da Lui prese il<br />

nome e dove egli poi vi fu sepolto, Ecco<br />

perché l'autore di Notitia Ecclesiarum<br />

dà a questo intero complesso di santuari<br />

del cimitero di Priscilla, sotto e sopra la<br />

terra, il nome di San Silvestro. Proseguendo<br />

ancora nella lezione, Padre Favero<br />

ha spiegato come, dopo che le celebrazioni<br />

nei santuari extraurbani erano<br />

diventate impossibili, i resti dei Papi<br />

si traslavano nelle grandi basiliche delle<br />

città, sorte nel frattempo e delle quali<br />

sovente ne divennero pure i «titulares».<br />

Uno di questi luoghi preferiti fu l'atrio<br />

della basilica Costantiniana di San Pietro.<br />

Inoltre per completezza, va rammentato<br />

che nel Medio Evo le sepolture<br />

dei Papi vennero dentro e fuori Roma<br />

specie in città di rifugio come: Viterbo,<br />

Perugia, Salerno, ecc, nella cosiddetta<br />

«Età ferrea del Papato» o nel «Grande<br />

Scisma d'Occidente». Concludendo,<br />

l'oratore ricordava come ai giorni nostri<br />

le sepolture papali vennero quasi tutte<br />

concentrate, dopo la costruzione dell'attuale<br />

Basilica di San Pietro, o nelle<br />

«Grotte» di questa basilica o in alcune<br />

delle sue Cappelle laterali. E poiché<br />

«tutta la vita cristiana è un grande pellegrinaggio<br />

verso la casa del Padre» al termine<br />

della lezione del Magister, come<br />

prescritto dalle norme per l'indulgenza<br />

del Grande Giubileo del 2000, si è snodata<br />

la processione che ha visto tutti gli<br />

intervenuti percorrere devotamente i siti<br />

delle Catacombe, dalla Basilica, al Criptoportico,<br />

alla Cappella Greca. Il canto<br />

del Te Deum infine, con la Benedizione<br />

Eucaristica hanno concluso questo cammino<br />

giubilare della Pontificia Accademia<br />

Cultorum Martyrum, cammino che<br />

— come ha ricordato il Santo Padre —<br />

«è la porta del Terzo Millennio».<br />

BRUNO LUTI<br />

Vissuto attraverso un percorso profondo<br />

Un anno indimenticabile<br />

per la diocesi di Sessa Aurunca<br />

Il 5 gennaio 2001, vigilia dell'Epifania,<br />

si chiude l'anno giubilare, anche nella<br />

diocesi di Sessa Aurunca, con un solenne<br />

rito che è partito, alle ore 17 dalla<br />

Chiesa dell'Annunziata ed è terminato<br />

nel Duomo di Sessa. Un anno che sarà<br />

ricordato a lungo per la sua straordinarietà<br />

e per le tante iniziative religiose,<br />

culturali, civili, umanitarie assunte di<br />

volta in volta, per caratterizzare questo<br />

tempo di grazia anche con segni e testimonianze<br />

di solidarietà verso gli altri.<br />

Dal Natale 1999 alla vigilia dell'Epifania<br />

del 2001 sono stati 378 giorni di grazia<br />

per l'intero popolo di Dio della Chiesa<br />

sessana, durante i quali molti fedeli si<br />

sono recati in pellegrinaggio alle quattro<br />

chiese giubilari indicate dal Vescovo,<br />

Monsignor Antonio Napoletano: la Cattedrale<br />

di Sessa Aurunca, la Basilica Minore<br />

di S. Maria Incaldana in Mondragone,<br />

il Santuario della Madonna della<br />

Libera a Carano, l'ex-cattedrale dei Santi<br />

Bernardo e Martino in Carinola.<br />

Quantificare i fedeli che hanno potuto<br />

lucrare le indulgenze plenarie nelle nostre<br />

chiese giubilari è umanamente impossibile,<br />

anche perché molti di essi,<br />

quasi quotidianamente, hanno colto<br />

l'opportunità di celebrare il giubileo a livello<br />

individuale. A ciò si aggiungano<br />

tutte le celebrazioni giubilari ufficiali,<br />

programmate dall'apposito comitato diocesano<br />

e si può ben dire che l'Anno<br />

Santo non è passato inosservato nella<br />

nostra diocesi, ma ha coinvolto tantissimi<br />

fedeli, di ogni età ed estrazione so-<br />

quest'espressione si prolunga<br />

immaginariamente, si può dire,<br />

l'apertura di quella Porta. Il<br />

Santuario della Madonna del<br />

Divino Amore è stato per la<br />

prima volta nella sua storia esso<br />

stesso luogo dove poter ottenere<br />

l'indulgenza giubilare. Il<br />

Giubileo ha visto pure l'inaugurazione<br />

del Nuovo Santuario<br />

per l'accoglienza più efficiente<br />

dei pellegrini che sono accorsi<br />

in questa speciale occasione.<br />

Quest'anno trascorso è stato<br />

pure ricordato il centenario<br />

della nascita di don Umberto<br />

Terenzi, primo Rettore e Parroco<br />

del Santuario che tanto<br />

aveva desiderato vedere realizzato<br />

il sogno della costruzione<br />

della nuova struttura in onore<br />

della Vergine. Il Santuario è<br />

divenuto nel tempo non solo<br />

luogo per la devozione del popolo<br />

romano, ma punto di riferimento<br />

per la pietà mariana in generale per tutte<br />

le persone giunte da ogni parte d'Italia<br />

e del mondo. Le testimonianze raccolte<br />

presso i pellegrini nel Santuario<br />

del Divino Amore hanno evidenziato il<br />

profondo legame che unisce la Madonna<br />

con i fedeli che vi si recano ad ossequiarla,<br />

come pure sono indicative del<br />

fatto che questo posto sia ormai noto<br />

anche agli stranieri, i quali hanno incluso<br />

nel loro programma di varcare la<br />

Porta Santa anche la visita al Santuario<br />

di Castel di Leva.<br />

ELIDE MARCUCCIO<br />

ciale, di varie categorie professionali e<br />

lavorative, intorno al progetto di un anno<br />

di vera conversione del cuore e di<br />

rinnovamento spirituale per tutti. Le statistiche<br />

parlano di circa 80% della popolazione<br />

ha partecipato almeno una volta<br />

ad una celebrazione giubilare, pari ad<br />

80.000 fedeli su circa 100.000 quanti ne<br />

conta la diocesi.<br />

Tante le celebrazioni giubilari da ricordare:<br />

il giubileo dei bambini, della vita<br />

consacrata, del mondo del lavoro,<br />

della terza età dei giovani, degli ammalati,<br />

delle famiglie, dei giornalisti, degli<br />

extracomunitari, della Curia diocesana,<br />

dei presbiteri, dei laici, delle Forze dell'Ordine.<br />

Giornate intensissime che hanno<br />

richiesto lavoro su un piano fisico ed<br />

organizzativo. Stressati dal Giubileo? Assolutamente<br />

no! Al contrario, tutti sono<br />

stati coinvolti in questo progetto di riscoperta<br />

del sacro nella propria vita ed<br />

in quella delle rispettive comunità parrocchiali<br />

di appartenenza.<br />

Una ventata di spiritualità che ha trovato<br />

espressione nei numerosi pellegrinaggi<br />

in ogni angolo della nostra Italia<br />

(Pompei, Montevergine, San Giovanni<br />

Rotondo, San Gabriele dell'Addolorata,<br />

Sant'Antonio di Padova, Assisi, Loreto,<br />

Divino Amore) ed all'Estero (Lourdes,<br />

Fatima, Terra Santa) e soprattutto Roma,<br />

cuore e centro della cristianità, cuore<br />

e centro dell'anno giubilare anche per<br />

i fedeli della diocesi sessana.<br />

Le quattro basiliche maggiori della<br />

Capitale sono state visitate più volte nel<br />

corso dell'anno, e migliaia di pellegrini<br />

da tutta la diocesi hanno oltrepassato le<br />

quattro porte sante delle basiliche romane,<br />

accompagnati dai parroci, dai sacerdoti,<br />

dai diaconi, dai seminaristi dai religiosi,<br />

dai fedeli laici responsabili di settori.<br />

La diocesi ha vissuto la giornata giubilare<br />

romana il 24 ottobre 2000 nella<br />

basilica di san Paolo fuori le Mura con<br />

circa duemila pellegrini giunti a Roma<br />

con quaranta pullman, treni, auto per<br />

partecipare al rito religioso, presieduto<br />

dal Vescovo, Monsignor Antonio Napoletano.<br />

È stata una Chiesa locale che si è<br />

messa in cammino seriamente per riscoprire<br />

la fede e rinascere in essa. A vedere<br />

i tanti fedeli interessati soprattutto<br />

per il pellegrinaggio Roma, bisogna dire<br />

che qualcosa di profondo l'Anno Santo<br />

ha suscitato nel cuore di tanti cristiani<br />

in cerca di Dio più sinceramente nel<br />

proprio intimo.<br />

Di questo anno col passare dei giorni,<br />

forse, ricorderanno poche cose.<br />

Ciò che tuttavia non si potrà dimenticare<br />

è il dialogo ricuperato tra il fedele<br />

e Dio nel sacramento della confessione,<br />

nella partecipazione all'Eucaristia, nell'ascolto<br />

della parola di Dio, nella preghiera<br />

e nel raccoglimento, nella conversione<br />

del cuore e della mente a Colui che è<br />

tutto per noi, Gesù Cristo, Figlio di Dio,<br />

unico salvatore del mondo, ieri oggi e<br />

sempre, di cui abbiamo celebrato il<br />

«duemillesimo compleanno».<br />

ANTONIO RUNGI<br />

Il racconto di un viaggio personale<br />

«Sono stata pellegrina<br />

giubilare...»<br />

Sono stata pellegrina giubilare in questi<br />

giorni a Roma. Immensa la gioia, anche<br />

perché preparata da un itinerante,<br />

lungo desiderio di respirare purezza e<br />

santità. Giungo in piazza San Pietro e il<br />

cuore s'allarga, percependo l'accorrere<br />

delle genti al disegno misericordioso della<br />

salvezza. Il «primo abbraccio» sembra<br />

plasticamente offerto dal colonnato del<br />

Bernini. Attraversando la Porta Santa,<br />

ecco la «stretta di mano»: a favorirla è il<br />

Cristo, che sottrae così dalla condizione<br />

di peccato per restituire le intime filigrane<br />

dell'essere alla Grazia, alla Pienezza.<br />

Un benvenuto di Cielo, che traghetta<br />

verso una speranza più alta.<br />

Dentro la basilica dedicata al «principe<br />

degli apostoli», tutto racconta la fede<br />

di quanti mi hanno preceduta e ancora<br />

si avvicenderanno nell'esperienza. Volti<br />

e volti, il succedersi di passi devoti, il vigore<br />

di gesti spirituali, la radicalità dei<br />

propositi per una vita rinnovata, lacrime<br />

d'amore e di conversione... Come se visibile<br />

e Invisibile si avessero ad incontrare<br />

in una sola dimensione.<br />

La sera, per la preghiera del pellegrino,<br />

si torna nella piazza-simbolo della<br />

cristianità. C'è uno sguardo speciale che<br />

veglia. Quello della Mater Ecclesiae che<br />

la telecamera delicatamente inquadra.<br />

Pare di sperimentare le rigenerazione<br />

continua e benedicente di Maria. L'immagine<br />

riaffiora sugli schermi il 1° gennaio,<br />

alla Messa del Papa. Non rimango<br />

impassibile.<br />

Ed anzi... ho spunto per meditare.<br />

La cara Madre, all'alba del terzo millennio,<br />

«veste» l'universalità dello slancio.<br />

Lei, umile dimora dell'Eterno e perfetto<br />

varco dell'Alleanza, getta luce sul<br />

tempo, sul presente e il futuro della<br />

Chiesa. Madre, quindi, impegnata in<br />

una inesausta missione, perché il Progetto<br />

del «Sì» si attualizzi nelle viscere<br />

della storia. Carta e penna non mancano<br />

a chi pratica il giornalismo. Facile,<br />

dunque, raccogliere pareri ed impressioni:<br />

dietro gli appunti ne viene un arricchimento<br />

personale... «La “Mater Ecclesiae”,<br />

che ha guidato ogni giornata giubilare,<br />

bene completa un programma.<br />

Noi la osserviamo con fiducia. Sappiamo<br />

infatti che sotto la sua protezione<br />

tutto risplende». Parole di un gruppo di<br />

spagnoli che a Roma si sente di casa per<br />

la fede. Poco oltre un drappello di giovani<br />

americani, avvolti nelle loro sciarpe<br />

distintive e orgogliosi del logo «Christus<br />

heri, hodie, semper». Volentieri si lasciano<br />

interpellare. E presto dichiarano: «Ci<br />

piace il ricordo della Madonna: come ha<br />

cresciuto il Bimbo Gesù, così adesso accompagna<br />

il cammino della Chiesa». Ulrich,<br />

un tedesco, punta il dito nella direzione<br />

giusta: «Se il Papa è qui — esclama<br />

— non lo deve forse a una Mamma<br />

grandissima e potentissima? “Mater” allora<br />

due volte: della Chiesa e del suo capo,<br />

Giovanni Paolo II. Il motto pontificale<br />

del “Totus tuus” spiega anche il felice<br />

esito di questo Giubileo». Una famiglia<br />

africana incede tra l'eleganza di colorati<br />

costumi. Ancora un consenso,<br />

frammisto a un sorriso. Intanto dai palazzi<br />

vaticani il nitido, tenero soggetto<br />

iconografico...non cessa il suo ruolo.<br />

«Mater Ecclesiae...ora pro nobis». Persino<br />

un cinese la riconosce: con gli occhi<br />

e con l'anima.<br />

MARIA BERTILLA FRANCHETTI<br />

Nel Santuario della Madonna del Divino Amore<br />

Rialzarsi e rimettersi in cammino<br />

Il Grande Giubileo del 2000 si chiude<br />

portando via con sé tutta una serie di<br />

eventi, celebrazioni, occasioni ad esso<br />

legate. Rimarrà, certamente, nel cuore<br />

dei più, l'emozione di aver avuto un'opportunità<br />

di fede, di approfondimento<br />

della propria spiritualità religiosa e di<br />

conversione che il tempo non sbiadirà,<br />

né cancellerà facilmente. La Porta Santa<br />

ha visto passare attraverso di sé il mondo<br />

della cristianità, un mondo composito<br />

di razze differenti tra loro, di gente<br />

appartenenti alle categorie e dalle esperienze<br />

più disparate. Unico è stato il comune<br />

denominatore: recarsi a Roma<br />

per ottenere l'indulgenza plenaria e poter<br />

così fare un'esperienza forte di fede<br />

presso la Tomba di Pietro e presso le<br />

Basiliche maggiori della città. Il Santuario<br />

del Divino Amore ha assistito a questo<br />

meraviglioso scenario facendo la sua<br />

parte, come luogo non solo caro ai fedeli<br />

romani, ma anche come meta di pellegrinaggio<br />

per tutti coloro che nutrono<br />

una profonda devozione mariana. La recente<br />

inaugurazione del nuovo Santuario<br />

è stato uno dei segni che rimarranno<br />

dopo il Giubileo a testimonianza che la<br />

Madonna del Divino Amore protegge ed<br />

aiuta coloro che con tanta buona volon-<br />

tà si adoperano per rendere gloria a Dio<br />

con il proprio operato. Alla Messa al<br />

Santuario, nei giorni scorsi, si approfondiva<br />

l'affermazione tratta dal Vangelo di<br />

Giovanni al primo capitolo «Ecco l'Agnello<br />

di Dio, ecco colui che toglie il<br />

peccato del mondo». «Il peccato esisterà<br />

sempre, è il lato oscuro della nostra libertà.<br />

Il peccato è un pericolo, un incidente<br />

di percorso, ma non un destino e<br />

nemmeno una prigione. Se cadiamo,<br />

possiamo sempre rialzarci e rimetterci<br />

in cammino. L'immagine dell'Agnello<br />

pasquale ci rivela un Cristo pieno d'innocenza<br />

e al tempo stesso pieno di potenza,<br />

il cui sangue è capace di lavare<br />

ogni nostra colpa. Ecco, allora, che suona<br />

ancora più forte l'esclamazione contenuta<br />

in I Gv 2, 29-36, nella prima lettura<br />

ascoltata oggi: «Quale grande amore<br />

ci ha dato il Padre per essere chiamati<br />

figli di Dio, e lo siamo realmente!». Il<br />

sacerdote celebrante poi, richiamandosi<br />

al salmo, ha poi concluso la sua riflessione<br />

porgendo un invito alla comunità<br />

raccolta in preghiera: «Esultiamo nel Signore,<br />

nostra salvezza, rispondendo al<br />

suo amore vivendo da figli di Dio». «Sono<br />

rimasta colpita dalle parole pronunciate<br />

dal prete durante la messa, perché<br />

è proprio vero che dal peccato ci si può<br />

risollevare in qualsiasi momento — ci rivela<br />

Anna, una pellegrina romana, presente<br />

oggi al Santuario per partecipare<br />

alla messa —. Io, ad esempio, sono stata<br />

lontana dalla Chiesa per molto tempo<br />

e non ero contenta della mia vita spirituale.<br />

Fino a quando ho incontrato una<br />

vicina di casa, una buona cristiana, molto<br />

praticante, dedita al volontariato,<br />

sempre disponibile verso il prossimo, attenta<br />

a ciò che gli accade intorno. Io ho<br />

capito che il suo agire era necessariamente<br />

mosso da Qualcuno, doveva per<br />

forza essere motivato da una spinta forte<br />

a far del bene e non poteva essere<br />

frutto solo di una scelta umana. Così, il<br />

suo esempio, mentre da una parte mi<br />

scandalizzava, dall'altra mi provocava e<br />

mi rimetteva in discussione come cristiana<br />

e come credente. Non potevo stare a<br />

guardare con le braccia conserte quando<br />

Dio mi interpellava attraverso quell'amicizia,<br />

chiedeva un mio contributo<br />

alla costruzione del Regno. Ho quindi<br />

iniziato un cammino di conversione profondo,<br />

sincero, che mi ha portato in<br />

questo anno del Giubileo a gustare le<br />

meraviglie che compie il Signore».<br />

ELIDE MARCUCCIO


DAL MONDO<br />

PAGINA<br />

21 .<br />

MEDIO ORIENTE Non si placano gli scontri tra dimostranti e militari israeliani<br />

I negoziatori palestinesi respingono<br />

il piano di pace americano<br />

TEL AVIV, 8.<br />

I negoziatori palestinesi hanno respinto<br />

oggi la proposta di intesa con Israele<br />

messo a punto dal Presidente degli Stati<br />

Uniti, Bill Clinton.<br />

«Non possiamo accettare il piano come<br />

base per un futuro negoziato e accordo<br />

in quanto Clinton non ha valutato<br />

le riserve di Arafat», ha detto Ahmed<br />

Korei, uno dei mediatori storici dell’Autorità<br />

Palestinese (Ap). Le proposte<br />

giunte dalla Casa Bianca, ha aggiunto,<br />

«non tengono conto dei legittimi diritti<br />

del nostro popolo».<br />

Un altro negoziatore dell'Ap, Hassan<br />

Asfur, ha affermato che Clinton ha fallito<br />

nei suoi sforzi perché il suo gruppo<br />

di esperti è stato troppo influenzato dalle<br />

posizioni israeliane.<br />

Poche ore prima di questa presa di<br />

posizione, il Presidente degli Usa aveva<br />

rilanciato la sua proposta di pace, annunciando<br />

l’intenzione di far compiere<br />

una nuova missione nella regione all’inviato<br />

speciale statunitense per il Medio<br />

Oriente, Dennis Ross.<br />

I punti sui quali israeliani e palestinesi<br />

non trovano un accordo sono ancora la<br />

sovranità su Gerusalemme, la sorte degli<br />

insediamenti colonici in Cisgiordania e il<br />

ritorno dei quasi quattro milioni di profughi.<br />

La mediazione di Clinton prevede<br />

la rinuncia dell'Ap al diritto al rientro<br />

dei rifugiati in cambio del controllo della<br />

Spianata delle Moschee.<br />

Entrambe le parti non hanno approvato<br />

a pieno il piano. Nei giorni scorsi<br />

Israele ha comunque accettato il proget-<br />

Spagna:<br />

altri attacchi<br />

terroristici<br />

nei Paesi Baschi<br />

MADRID, 8.<br />

Nuovi attacchi terroristici anche se di<br />

scarsa entità si sono verificati nel Paese<br />

Basco spagnolo, in quella che ormai viene<br />

chiamata «calle borroka» (violenza di<br />

strada) e che affianca i veri e propri attentati<br />

dei separatisti dell’«Eta». Nella<br />

notte tra sabato e domenica sono stati<br />

distrutti sedi di una concessionaria di<br />

automobili, di un’agenzia di viaggio e almeno<br />

quattro sportelli bancomat.<br />

I primi attacchi sono arrivati poco dopo<br />

le 22 a Renteria — vicino alla frontiera<br />

francese — dove sono stati distrutti<br />

in modo sincronizzato quattro sportelli<br />

bancomat e una succursale di un'agenzia<br />

di viaggio. Poche ore dopo, è esploso<br />

un ordigno artigianale lasciato all’ingresso<br />

di una concessionaria di automobili<br />

a Bedia, paese in provincia di Vizcaya,<br />

causando gravi danni materiali ma<br />

nessun ferito. Il sindaco di Renteria, Miguel<br />

Buen, ha denunciato questi atti di<br />

violenza, stigmatizzando i settori giovanili<br />

del nazionalismo basco radicale, per<br />

i quali a suo avviso «esiste solo la voglia<br />

di distruggere e di far credere che questa<br />

sia una società senza futuro né speranza».<br />

MARIO AGNES<br />

Direttore responsabile<br />

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de «L'OSSERVATORE ROMANO»<br />

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to come base per la discussione, mentre<br />

l'Ap ha avanzato una serie di riserve. La<br />

questione è stata al vaglio del colloquio<br />

che si è svolto ieri ad Amman tra il Presidente<br />

dell'Ap, Yasser Arafat, e Re Abdallah<br />

II.<br />

Al termine dei colloqui l'agenzia di<br />

stampa ufficiale «Petra» ha reso noto<br />

che, secondo il Sovrano Hashemita,<br />

«una soluzione giusta che garantisca il<br />

diritto al ritorno dei profughi e il loro<br />

indennizzo è una condizione chiave per<br />

raggiungere una pace accettabile per<br />

Colombia: due passanti<br />

uccisi in un attentato<br />

compiuto dall'«Eln»<br />

BOGOTÁ, 8.<br />

Due persone sono morte e altre<br />

20 sono rimaste ferite ieri per un<br />

attentato dei guerriglieri colombiani<br />

dell'«Eln» contro un autoblindo<br />

della polizia nel porto fluviale<br />

di Bucaramanga. Le vittime<br />

sono un bambino di undici anni e<br />

una donna. Fra i feriti, altri sei<br />

bambini. Sempre l'«Eln» si è ieri<br />

resa responsabile dell'attentato<br />

contro l'oleodotto Cano Limon-<br />

Covenas che è rimasto momentaneamente<br />

interrotto.<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Lunedì-Martedì 8-9 Gennaio 2001<br />

tutti i popoli della regione e per garantire<br />

la stabilità».<br />

Da parte loro gli israeliani hanno posto<br />

la fine delle violenze come premessa<br />

irrinunciabile per l'inizio delle trattative.<br />

Il «Gabinetto di pace», afferma un comunicato<br />

del Governo guidato dal Primo<br />

Ministro, Ehud Barak, «ritiene che il<br />

rispetto da parte dell’Autorità Palestinese<br />

dei suoi impegni in materia di sicurezza<br />

costituisca la chiave e la condizione<br />

al proseguimento» del negoziato.<br />

L'Organismo si riunirà di nuovo questa<br />

sera per valutare i risultati dell'incontro<br />

tenuto al Cairo tra i responsabili della sicurezza<br />

delle due parti alla presenza del<br />

Capo della Cia, George Tenet. Secondo<br />

le prime informazioni, i colloqui svolti<br />

in Egitto sarebbero falliti rendendo la situazione<br />

quanto mai tesa.<br />

Intanto nei Territori nuovi scontri<br />

hanno provocato altre vittime. La scorsa<br />

notte un palestinese è stato ucciso da<br />

colpi sparati da militari israeliani nella<br />

«Striscia di Gaza». Lo hanno reso noto<br />

fonti ospedaliere e alcuni testimoni oculari.<br />

Abdel Hamid el Hurati, infermiere<br />

di trentaquattro anni, è stato colpito da<br />

alcuni soldati durante una sparatoria nei<br />

pressi della colonia di Netzarim, a Sud<br />

della «Striscia di Gaza». Sale così a 371<br />

il numero dei morti della nuova «Intifada»,<br />

cominciata il 28 settembre scorso a<br />

seguito di una visita alla Spianata delle<br />

Moschee del leader del Likud e della destra<br />

israeliana Ariel Sharon. Tra le vittime<br />

figurano 314 palestinesi, 56 israeliani<br />

e un medico tedesco.<br />

Usa: due detenuti rilasciati dopo 14 anni trascorsi nel «braccio della morte»<br />

WASHINGTON — Due detenuti hanno lasciato<br />

un carcere della Louisiana, dove<br />

hanno trascorso 14 anni nel «braccio della<br />

morte», dopo che la giustizia ha ritirato le<br />

accuse contro di loro, ritenendo che non<br />

ci siano prove sufficienti per sostenere la<br />

loro colpevolezza. Michael Ray Graham,<br />

37 anni e Albert Ronnie Burrell, 45, erano<br />

stati condannati a morte con l’accusa di<br />

aver ucciso nel 1986 un’anziana coppia<br />

della Louisiana. Burrell, negli anni scorsi,<br />

è stato ad un passo dall’esecuzione, che<br />

fu poi fermata 17 giorni prima della data<br />

prevista. Nuove indagini e nuovi processi<br />

hanno smontato le accuse nei loro confronti,<br />

che si basavano in gran parte sulla<br />

deposizione di un informatore dell’ambiente<br />

carcerario. La decisione di prosciogliere<br />

i due detenuti è stata presa alla fine<br />

dell’anno e Graham e Burrell sono sta-<br />

COSTA D'AVORIO Violente sparatorie ad Abidjan<br />

Fallito un tentativo<br />

di colpo di Stato<br />

ABIDJAN, 8.<br />

La situazione in Costa d’Avorio è tornata<br />

totalmente sotto il controllo dell’esercito<br />

su tutto il territorio. Lo hanno<br />

annunciato oggi alla radio, dopo il fallito<br />

colpo di Stato della notte, il Ministro<br />

dell’interno e il Ministro della difesa.<br />

L’attacco, compiuto da alcuni militari<br />

per motivi ancora poco chiari, «si è concentrato<br />

su Abidjan ma le Forze armate<br />

non hanno affatto accolto l’appello degli<br />

ammutinati lanciato attraverso la radio.<br />

Nella notte era stata presa d’assalto la<br />

RUSSIA Morto anche l'imam della moschea della cittadina di Urus-Martan<br />

Cecenia: assassinati dai guerriglieri separatisti<br />

quattro poliziotti dell'amministrazione locale<br />

MOSCA, 8.<br />

Quattro poliziotti ceceni, in servizio<br />

presso l’amministrazione locale filo-russa,<br />

sono stati uccisi nelle ultime ore in<br />

due distinti attentati compiuti con ogni<br />

verosimiglianza dalla guerriglia islamicoseparatista.<br />

Ne ha dato notizia sabato<br />

l’agenzia di stampa russa «Itar-Tass».<br />

Due poliziotti, padre e figlio, sono stati<br />

freddati con colpi d’arma da fuoco da<br />

un commando nella loro casa, a Gudermes,<br />

seconda città della Cecenia. Gli altri<br />

due poliziotti sono stati invece uccisi<br />

nella capitale cecena, Grozny, in un attentato<br />

dinamitardo. Un'azione terroristica<br />

— ha riferito il sindaco filo-russo<br />

di Grozny, Bislan Gantamirov — programmata,<br />

senza successo, per colpire il<br />

corteo dell’ex muftì della Cecenia e attuale<br />

Capo dell’amministrazione filo-russa<br />

dell’intera regione, Akhmed Kadyrov,<br />

sfuggito finora a un’innumerevole serie<br />

di agguati da parte della guerriglia.<br />

I ribelli hanno ucciso negli ultimi mesi<br />

numerosi esponenti e anche semplici<br />

dipendenti dell’amministrazione filo-russa,<br />

bollandoli come traditori della causa<br />

secessionista. Nelle ultime ore, in un altro<br />

attentato dinamitardo, sono stati<br />

inoltre feriti quattro militari russi.<br />

C'è ancora da segnalare che l’imam<br />

della moschea di Urus-Martan, a circa<br />

25 chilometri a Sud-Est di Grozny, è stato<br />

ucciso sabato sera. Lo ha reso noto<br />

ieri la televisione russa. L’imam è stato<br />

ucciso mentre rientrava a casa, e si ritiene<br />

che l’assassinio sia opera dei separatisti<br />

ceceni (islamici) la cui strategia è<br />

quelle di eliminare i religiosi musulmani<br />

considerati legati all’amministrazione fi-<br />

lo-russa, ed in quanto tali ritenuti «traditori»<br />

della causa secessionista.<br />

Le Forze federali russe avevano nei<br />

primi giorni dell'anno avviato una vasta<br />

offensiva per cercare di neutralizzare attentati<br />

e imboscate della guerriglia contro<br />

le truppe di Mosca. In particolare<br />

erano stati usati gli elicotteri «Mi-8»<br />

provvisti di nuovi visori notturni che<br />

rendono più accurati i tiri sulle postazioni<br />

dei ribelli. Secondo Mosca sono stati<br />

distrutti una ventina di rifugi.<br />

Intanto, il Presidente russo, Vladimir<br />

Putin, ha ieri dichiarato: Onoreremo i<br />

Il Congresso degli Stati Uniti<br />

ratifica l'elezione di George W. Bush<br />

WASHINGTON, 8.<br />

Il Congresso degli Stati Uniti ha ratificato<br />

ufficialmente la vittoria di George<br />

W. Bush alle elezioni presidenziali che si<br />

sono svolte il 7 novembre scorso. Bush<br />

si insedierà alla Casa Bianca il 20 gennaio.<br />

Ricapitolando il conteggio dei collegi<br />

elettorali in ogni singolo Stato, l'Aula<br />

ha certificato la vittoria del candidato<br />

repubblicano che si è aggiudicato 271<br />

dei collegi elettorali contro i 267 del democratico<br />

Al Gore.<br />

Il gruppo che riunisce i membri<br />

afroamericani della Camera dei rappresentanti<br />

ha cercato di ostacolare la ratifica<br />

parlamentare della vittoria di Bush<br />

con una mozione. Il testo sottolineava<br />

che è stato Gore ad ottenere il maggior<br />

numero di consensi e chiamava in causa<br />

i problemi emersi in Florida e in altri<br />

Stati nello spoglio delle schede, origine<br />

di una lunga battaglia politica e giudiziaria.<br />

Sebbene sottoscritta da 37 deputati,<br />

la mozione è rimasta lettera morta non<br />

essendo stata appoggiata da alcun membro<br />

del Senato, come prevede il regolamento<br />

parlamentare. Gore, che come<br />

Presidente del Senato dirigeva la seduta,<br />

non ne ha autorizzato la discussione e i<br />

deputati afroamericani hanno lasciato il<br />

Campidoglio in segno di protesta.<br />

Da giorni il capogruppo democratico<br />

al Senato, Tom Daschle, aveva assicurato<br />

che, nonostante l’animosità della battaglia<br />

sullo spoglio delle schede contese,<br />

il suo partito non avrebbe creato ostacoli.<br />

L’assicurazione riflette l’impegno alla<br />

cooperazione espresso dai membri del<br />

Congresso uscito dalle elezioni, che vede<br />

un Senato diviso nettamente in due e i<br />

repubblicani sempre in maggioranza con<br />

uno stretto margine alla Camera Bassa.<br />

La cooperazione tra i due partiti è stata<br />

formalizzata in un accordo che prevede<br />

la costituzione di Commissioni e gruppi<br />

di lavoro misti.<br />

Secondo gli osservatori, la collaborazione<br />

con la controparte dovrebbe consentire<br />

a Bush di fare approvare con relativa<br />

celerità il taglio fiscale da 1.300<br />

miliardi di dollari destinato soprattutto<br />

alle aziende, sul quale il Presidente eletto<br />

intende costruire la sua politica economica.<br />

L’unico terreno di scontro all'orizzonte<br />

sembra quello dei decreti emanati<br />

negli ultimi giorni dal Presidente<br />

uscente, Bill Clinton, il quale ha recentemente<br />

varato una serie di misure lontane<br />

dalla politica repubblicana.<br />

Senegal: approvata<br />

con un referendum<br />

la nuova Costituzione<br />

DAKAR, 8.<br />

Con oltre il 90 per cento di «sì»,<br />

i senegalesi hanno approvato ieri,<br />

secondo dati non ancora definitivi,<br />

la nuova Costituzione. Il referendum<br />

non aveva peraltro suscitato<br />

grandi passioni civili dato che<br />

tutti i principali partiti politici avevano<br />

rivolto un appello agli elettori<br />

per l’approvazione del nuovo<br />

testo costituzionale. Il referendum<br />

che si è svolto ieri ha visto una<br />

partecipazione del 66 per cento<br />

degli aventi diritto al voto.<br />

debiti ereditati dall’Urss». Lo hanno riferito<br />

le principali agenzie di stampa.<br />

«Abbiamo intenzione di pagare — ha<br />

detto ancora il leader del Cremlino — e<br />

lo faremo: non è nell’interesse di alcuno<br />

che la Russia non faccia fronte ai suoi<br />

impegni internazionali». Il Presidente<br />

Putin ha anche specificato che il 25 per<br />

cento del budget nazionale è destinato<br />

al ripianamento dei debiti. I debiti russi<br />

nei confronti dei Paesi membri del<br />

«Club di Parigi» ammontano a 48,3 miliardi<br />

di dollari; 21,1 dei quali nei confronti<br />

della sola Germania.<br />

Ondata di freddo polare in Siberia:<br />

a Novosibirsk 50 gradi sotto lo zero<br />

MOSCA, 8.<br />

Gelo record nella Russia Centro-Orientale, dove con un giorno di anticipo<br />

rispetto alle previsioni le temperature sono precipitate a 50 gradi sotto lo zero,<br />

anche in alcune delle maggiori città della Siberia. Le televisioni hanno mostrato<br />

le immagini dell’ondata di freddo polare abbattutasi in particolare sulle<br />

città di Novosibirsk (un milione e mezzo di abitanti) e di Barnaul dove da<br />

quasi 24 ore il termometro segna i meno 50. Temperature più basse di quasi<br />

25 gradi rispetto alle pur rigide medie stagionali della zona. Si tratta dei picchi<br />

più freddi registrati in queste località dal 1931. Gelo spietato, ben oltre i<br />

meno 40, anche nella regione mineraria carbonifera di Kemerovo e in quella<br />

petrolifera di Tomsk. Fortunatamente non si registrano guasti agli impianti di<br />

riscaldamento. Qualche problema si è comunque verificato in circa 200 case<br />

di un villaggio della regione di Kemerovo, dove le linee elettriche sono saltate<br />

per il sovraccarico dovuto all’uso di stufe. Analoghi periodi di gelo si registrano<br />

in Siberia ogni 10-15 anni, con l’eccezione estrema dei territori centroorientali<br />

dell’inclemente Iakutsia, dove i meno 50 vengono rilevati quasi ad<br />

ogni stagione e sono possibili punte sotto i 60.<br />

televisione, liberata dopo alcune ore grazie<br />

all’intervento dell’esercito.<br />

C’è stato un violento scontro e oltre<br />

alle raffiche di armi automatiche si sono<br />

anche uditi tuonare i cannoni. Subito<br />

dopo è stata occupata la radio, che i rivoltosi<br />

hanno sgomberato all’alba senza<br />

resistenza all’arrivo dei soldati.<br />

I Ministri dell'interno e della difesa<br />

non hanno voluto dare un bilancio completo<br />

delle perdite. Si sa soltanto che<br />

due gendarmi fedeli al Governo sono<br />

stati uccisi e 15 ribelli sono stati catturati.<br />

Il Ministro dell’interno, Boga Doudou,<br />

ha detto che il golpe è stato tentato<br />

da «avventurieri che hanno ritenuto<br />

fosse giunto il tempo di prendere il potere<br />

con le armi». Ma, ha aggiunto il<br />

Ministro senza entrare nei dettagli, «il<br />

tempo dei colpi di Stato è finito».<br />

Il Ministro della difesa, Moise Lida<br />

Kuassi, ha rassicurato i cittadini promettendo<br />

che i colpevoli saranno puniti senza<br />

nessuna indulgenza. Il Presidente ivoriano,<br />

Laurent Gbagbo, che non si trovava<br />

ad Abidjan, dovrebbe tornare oggi<br />

— hanno fatto capire i Ministri dell'interno<br />

e della difesa — e il Governo si<br />

riunirà per esaminare la situazione.<br />

Nelle elezioni presidenziali del 22 ottobre<br />

Gbagbo aveva vinto sconfiggendo il<br />

suo avversario, generale Robert Guei.<br />

Nelle elezioni legislative svoltesi il 10 dicembre<br />

il partito di Gbagbo si è assicurato<br />

la maggioranza dei seggi in Parlamento.<br />

Pochi giorni dopo il Presidente<br />

annunciava che Guei stava reclutando<br />

mercenari nella vicina Liberia.<br />

Il maltempo<br />

paralizza<br />

il Nord-Ovest<br />

della Francia<br />

PARIGI, 8.<br />

Fiumi e torrenti che straripano, paesi<br />

allagati e sgomberati, intere regioni rimaste<br />

senza elettricità ed acqua, strade<br />

e ferrovie interrotte: nel Nord-Ovest della<br />

Francia le alluvioni dal dicembre<br />

scorso stanno provocando gravissimi<br />

danni, mentre cresce la polemica sull’assetto<br />

del territorio.<br />

Attualmente la situazione più difficile<br />

è quella di Redon, grosso centro completamente<br />

alluvionato e con un livello<br />

dell’acqua sempre in aumento. La città<br />

non è al momento raggiungibile se non<br />

in elicottero o con i mezzi fuoristrada<br />

messi a disposizione dall’esercito. I militari<br />

aiutano gli abitanti negli spostamenti<br />

indispensabili. Case e negozi sono allagati<br />

nella zona del porto e al centro. Le<br />

linee elettriche sono saltate, e molti abitanti<br />

sono rimasti senza telefono. La circolazione<br />

automobilistica è paralizzata,<br />

mentre nel centro dalle città si cammina<br />

su assi di legno appoggiati su qualsiasi<br />

cosa affiori dall’acqua e dal fango.<br />

Un grande striscione degli abitanti<br />

esasperati chiede lavori di riassetto del<br />

territorio. Proprio su questo punto la<br />

polemica è ormai aperta da giorni. «I<br />

nostri pacifici fiumi — ha detto Annick<br />

Cleac’h, una geografa di Brest — si sono<br />

trasformati in torrenti tropicali». Sotto<br />

accusa soprattutto la distruzione di<br />

zone boschive e di siepi a vantaggio di<br />

grandi estensioni a disposizione dell’agricoltura<br />

intensiva. Nella seconda metà<br />

del secolo, sottolineano gli esperti, sono<br />

scomparsi stagni e avvallamenti dove<br />

l’acqua rifluiva.<br />

Thailandia: magnate delle comunicazioni<br />

si aggiudica le politiche<br />

BANGKOK, 8.<br />

Si preannuncia ancora più clamoroso<br />

del previsto il trionfo di Thaksin Shinawatra,<br />

magnate delle telecomunicazioni<br />

di origine cinese, alle elezioni svoltesi<br />

domenica in Thailandia: secondo una<br />

stima del Ministero dell’interno il suo<br />

partito, il «Thai Rak Thai», ha raggiunto<br />

la maggioranza assoluta con 257 seggi<br />

su 500, evento mai verificatosi nella storia<br />

politica del Paese. I dati ufficiali, che<br />

si attendevano per ieri, tarderanno ancora<br />

— forse di alcune settimane — a<br />

causa della ripetizione del voto in alcune<br />

parti della Thailandia, dove diversi<br />

neo-deputati sono stati accusati di aver<br />

acquistato voti.<br />

Nonostante possa governare da solo,<br />

Thaksin ha ribadito l’intenzione di cercare<br />

uno o due piccoli alleati per assicurarsi<br />

una tranquilla maggioranza di 320<br />

seggi. Il suo avversario, il Premier<br />

uscente Chuan Leekpai del Partito democratico,<br />

potrà contare solo su 127<br />

seggi. Dalla sua residenza nel Sud della<br />

Thailandia, Chuan ha ammesso la sconfitta.<br />

«C’è un partito — ha dichiarato —<br />

che potrebbe anche governare da solo.<br />

Per cui è assurdo pensare di opporgli altre<br />

coalizioni».<br />

Ma i risultati del voto potrebbero essere<br />

parzialmente inficiati dalle vicende<br />

giudiziarie di Thaksin, che — secondo<br />

quanto segnala l'agenzia «Ansa» — è<br />

stato recentemente giudicato colpevole<br />

di aver evaso il fisco. Ci dovrà essere,<br />

nel giro di alcuni mesi, una sentenza definitiva<br />

della Corte costituzionale, e se<br />

essa confermerà la precedente condanna<br />

gli sarà difficile governare. Thaksin ha<br />

fondato il suo partito nel 1998, con l’esplicito<br />

fine di conquistare il potere.<br />

«Ho tutto ciò che posso avere — ha dichiarato<br />

dopo aver appreso l'esito degli<br />

exit poll — ora desidero fare qualcosa<br />

per il mio Paese. Se i risultati rispecchieranno<br />

i sondaggi mi impegnerò con<br />

cuore e anima nel Governo». Il suo programma<br />

è stato approvato dalla maggioranza<br />

dei 44 milioni di thailandesi chiamati<br />

alle urne. Thaksin è tra l’altro proprietario<br />

dell’unica televisione privata<br />

del Paese e possiede la maggioranza nella<br />

più grande azienda di telecomunicazioni.<br />

Una delle sue tante promesse preelettorali<br />

è di congelare per tre anni i<br />

debiti che i contadini hanno con le banche.<br />

Alla tornata elettorale si sono presentati<br />

3.721 candidati in rappresentanza<br />

di 43 Partiti.<br />

ti il settimo e l’ottavo condannato a morte<br />

che nel corso del 2000 sono stati riconosciuti<br />

innocenti. Dalla reintroduzione negli<br />

anni '70 della pena capitale, 92 persone<br />

sono state liberate dai bracci della morte<br />

dopo essere state riconosciute innocenti.<br />

All’uscita dal carcere di Angola, in Louisiana,<br />

i due detenuti hanno ricevuto come<br />

«rimborso» una giacca di jeans e una<br />

banconota da 10 dollari.<br />

Viêt Nam: bomba<br />

esplodedavantiateatro<br />

HÁ NOI — Una bomba fatta esplodere<br />

dinanzi ad un teatro nel momento<br />

in cui gli spettatori ne stavano<br />

uscendo ha causato non meno<br />

di due morti ed una quindicina<br />

di feriti. L’attentato — di cui si è<br />

avuta notizia domenica — è avvenuto<br />

giovedì scorso a Cam Ranh,<br />

nel Sud del Viêt Nam. Uno dei due<br />

morti è quasi certamente un attentatore<br />

e gli inquirenti danno credito<br />

piuttosto alla pista dell’estorsione<br />

che a quella politica.<br />

Tanzania: sanguinosa<br />

rapina su un traghetto<br />

DAR-ES-SALAAM — Due persone<br />

sono morte e una ventina sono annegate<br />

in un sanguinoso attacco<br />

ad un traghetto di linea sul lago<br />

Tanganika compiuto lunedì da un<br />

gruppo di banditi armati nei pressi<br />

del porto tanzaniano di Kigoma. Lo<br />

hanno reso noto fonti della polizia<br />

secondo le quali sei uomini armati<br />

hanno preso il controllo dell’imbarcazione<br />

e, dopo aver ucciso due<br />

persone — tra le quali un bambino<br />

di tre anni — hanno ingiunto ad<br />

altre venti persone di gettarsi in<br />

acqua. La polizia ritiene che siano<br />

tutte annegate. I banditi hanno rapinato<br />

dei loro averi tutti i circa<br />

cinquanta passeggeri che si trovavano<br />

sul traghetto e si sono poi<br />

dati alla fuga portando con loro alcuni<br />

ostaggi.<br />

Argentina: vittime<br />

del fuoco a Mendoza<br />

BUENOS AIRES — Sette persone<br />

sono morte domenica nella provincia<br />

argentina di Mendoza mentre<br />

lavoravano allo spegnimento di un<br />

incendio. Da molte settimane in<br />

tutto il territorio argentino, e soprattutto<br />

nelle province di La Pampa,<br />

Mendoza e Buenos Aires, le<br />

fiamme hanno divorato quasi due<br />

milioni di ettari di pascoli e bassa<br />

vegetazione. La situazione è particolarmente<br />

grave per gli allevatori<br />

di bestiame, una attività che permette<br />

all’Argentina di essere leader<br />

mondiale nella produzione di<br />

carne. La polizia di Mendoza ha<br />

reso noto che i sette, morti per<br />

asfissia e per le ustioni, sono rimasti<br />

bloccati all’interno del loro<br />

fuoristrada mentre cercavano di<br />

raggiungere il fronte dell’incendio.<br />

Etiopia: rilasciati 976<br />

prigionieri eritrei<br />

ADDIS ABEBA — Quasi mille prigionieri<br />

eritrei, 976 per l'esattezza,<br />

detenuti in Etiopia durante il recente<br />

conflitto tra i due Paesi del<br />

Corno d’Africa sono stati rimessi<br />

in libertà dal Governo di Addis<br />

Abeba. Lo ha reso noto lunedì il<br />

Comitato internazionale della Croce<br />

Rossa precisando che i detenuti<br />

sono stati accompagnati al confine<br />

e presi in consegna dalle autorità<br />

eritree. È questo il secondo gruppo<br />

di eritrei che viene liberato dopo<br />

l’accordo di pace firmato il 12<br />

dicembre scorso e che ha posto fine<br />

a due anni di guerra durante i<br />

quali vi sono stati migliaia di morti.<br />

Il 23 dicembre tra Etiopia ed Eritrea<br />

vi era stato un primo scambio<br />

di prigionieri, per lo più malati o<br />

gravemente feriti.<br />

Yemen: deflagrazione<br />

in una città del Sud<br />

SAN'A — Una potente esplosione<br />

ha scosso lunedì la città di Shoaib,<br />

nello Yemen meridionale, provocando<br />

pesanti danni agli uffici del<br />

Partito socialista (Ysp, opposizione).<br />

Testimoni hanno riferito che lo<br />

scoppio, il quarto nello Yemen meridionale<br />

negli ultimi giorni, è avvenuto<br />

proprio nei pressi della sede<br />

dello «Ysp». Un esponente del<br />

partito a Shoaib ha detto all’agenzia<br />

britannica «Reuters» che vi sono<br />

stati ingenti danni ma nessun<br />

ferito. Nei giorni scorsi tre esplosioni<br />

nella città meridionale di<br />

Aden hanno danneggiato una chiesa<br />

e gli uffici dell’agenzia di stampa<br />

«Saba«. A Aden, la sicurezza è<br />

stata potenziata nell’ottobre scorso<br />

dopo l'attentato contro il cacciatorpediniere<br />

statunitense «Uss Cole»,<br />

nel quale sono rimasti uccisi diciassette<br />

marinai.<br />

Germania: incendio<br />

inunalbergoinBaviera<br />

BERLINO — Trenta persone sono<br />

rimaste ferite, quattro di esse in<br />

maniera grave, per un incendio<br />

scoppiato nella notte tra domenica<br />

e lunedì in un albergo di Straubing,<br />

località bavarese nei pressi<br />

di Monaco. Come ha riferito la polizia,<br />

le fiamme si sono sviluppate<br />

per cause sconosciute poco prima<br />

delle 4 in uno dei locali di servizio<br />

dell’albergo, situato nel centro storico<br />

della cittadina. I feriti e gli altri<br />

ospiti dell’hotel, a causa del<br />

denso fumo che ha interamente<br />

avvolto l’interno dell’edificio, sono<br />

stati messi in salvo dall’esterno<br />

con scale dei vigili del fuoco. I circa<br />

cento pompieri intervenuti sono<br />

riusciti ad evitare che l’incendio si<br />

propagasse agli edifici attigui.


ERZA T PAGINA .<br />

PAGINA<br />

22 .<br />

In margine a una biografia di Bernanos<br />

La sfida<br />

al compromesso<br />

MANLIO CANCOGNI<br />

Di Georges Bernanos (1888-1948), in<br />

Italia, sono stati tradotti tutti i romanzi<br />

e i racconti, da Sous le soleil de Satan a<br />

Dialogues des Carmelites. Anche molti<br />

dei suoi saggi polemici, da «La grande<br />

peur des bienpensants» a «Lettres aux<br />

Anglais», sono abbastanza noti. Non<br />

mancano i saggi critici sulla sua opera<br />

complessiva. E tuttavia non si può dire<br />

ch'egli sia, da noi, uno scrittore veramente<br />

conosciuto. Dobbiamo quindi essere<br />

grati a Jean Botherel per la sua biografia<br />

(Georges Bernanos il non-conformista)<br />

edita da Santi Quaranta, che si<br />

spera servirà a far capire meglio un autore<br />

che è fra i maggiori del secolo.<br />

Non si creda del resto che nel suo<br />

paese, in Francia, egli abbia avuto maggior<br />

comprensione. Bernanos è stato per<br />

tutta la sua vita un personaggio troppo<br />

controverso, per ottenere, anche cinquant'anni<br />

dopo la morte, l'unanimità di<br />

consensi che spetta a un classico. Aspro,<br />

violento, imprevedibile, Bernanos non<br />

era fatto per piacere ai benpensanti, di<br />

destra o di sinistra, cattolici o laici che<br />

fossero. Ogni suo libro, ogni suo intervento<br />

pubblico, suonava loro come una<br />

sfida e uno scandalo.<br />

Cresciuto sotto la III repubblica borghese,<br />

democratica e anticlericale, uno<br />

come lui, credente e monarchico, non<br />

aveva altra scelta che la guerra dichiarata<br />

al «regime» senza risparmio di colpi.<br />

Del combattente aveva l'aspetto, l'espressione,<br />

la parola. Era grande, con<br />

una bella testa folta di capelli. Aveva<br />

due occhi di un blu intenso. Parlava con<br />

irruenza, servendosi di un linguaggio colorito,<br />

ricco di metafore. La natura e la<br />

Grazia l'avevano fatto unico.<br />

Jean Botherel, l'autore della biografia,<br />

ce lo mostra sempre in movimento. Dovunque<br />

si trovasse, con la numerosa famiglia<br />

(l'amata moglie Jeanne, sei figli, i<br />

suoceri, qualche nipote) veniva presto il<br />

giorno in cui Bernanos sentiva urgente,<br />

il bisogno di andarsene. Egli ne dava la<br />

colpa al clima, alle malattie, alle difficoltà<br />

finanziarie. Erano scuse. Il denaro,<br />

ad esempio, specie dopo la pubblicazione<br />

di Sous le Soleil de Satan, non gli è<br />

mai mancato. Ma egli, non tenendolo in<br />

alcun conto, lo spendeva senza riguardo<br />

e inoltre aveva una spiccata vocazione<br />

per le imprese sbagliate. Quella di trasferirsi<br />

con tutta la famiglia in Brasile<br />

(1938), dopo avere tentato la sorte nel<br />

Paraguay, per trasformarsi in allevatore<br />

di bestiame, fu la più assurda (ci perse<br />

tutti i suoi averi), non certo l'ultima.<br />

La verità è ch'egli non riusciva a stare<br />

in pace con sé stesso. Lo angosciavano<br />

il pensiero costante della morte e la visione,<br />

anch'essa insopprimibile, del male.<br />

Di qui un'ansia che lo spingeva a<br />

muoversi, cercar gente nuova, mescolarsi<br />

alla vita degli altri. Stava quasi sempre<br />

fuori casa; scriveva di preferenza<br />

nei caffè, non importa se scomodi, affollati<br />

e rumorosi. C'è da chiedersi come i<br />

suoi familiari, specie la moglie obbligata<br />

a far continuamente le valigie, lo sopportassero.<br />

Evidentemente quest'uomo<br />

agitato e turbolento sapeva suscitare, in<br />

chi gli stava vicino, un amore più forte<br />

di ogni riserva.<br />

Era un oscuro giornalista di provincia<br />

quando lo sorprese lo scoppio della Prima<br />

Guerra Mondiale. Mobilitato sin dal<br />

primo mese, nell'agosto del '14, il soldato<br />

Bernanos rimase sotto le armi fino al<br />

'19. Di questa dura esperienza non scrisse<br />

nulla. Persino nelle lettere che mandava<br />

alla famiglia egli vi accenna appena<br />

e di solito in maniera scherzosa come<br />

ne fosse uno spettatore lontano e distratto.<br />

Ne uscì invece profondamente<br />

segnato e con l'accresciuta convinzione<br />

che il mondo assetato di beni materiali<br />

s'era dato a Satana e che soltanto una<br />

profonda rigenerazione spirituale avrebbe<br />

potuto salvarlo.<br />

La speranza di un cambiamento (che<br />

ai suoi occhi appariva necessario dopo<br />

una prova così dolorosa) ebbe breve durata.<br />

Il dopoguerra non offriva uno spettacolo<br />

incoraggiante. La Francia era la<br />

stessa di prima, dominata dagli stessi<br />

egoismi, dallo stesso spirito di parte,<br />

dalla stessa sordità alla voce di Dio. Corruzione,<br />

ipocrisia, materialismo, banalità,<br />

continuavano a caratterizzare la vita<br />

pubblica e privata. Lo stesso accadeva<br />

del resto negli altri paesi del vecchio<br />

continente, che uscito stremato, non redento,<br />

dalla guerra, stava già creando le<br />

premesse di quella futura.<br />

Monarchico per educazione familiare<br />

(aveva anche fatto parte dell'Action<br />

française di Charles Maurras) e cattolico<br />

nelle fibre più profonde (lo sono, diceva,<br />

naturalmente, allo stesso modo<br />

che ho gli occhi blu) Bernanos non poteva<br />

tacere. Dopo il successo, anche finanziario,<br />

dei suoi primi romanzi avrebbe<br />

potuto dedicarsi a tempo pieno al<br />

proprio lavoro di narratore. Non cedette<br />

a questa pur legittima tentazione. Era<br />

nato per essere un combattente: e volle<br />

continuare ad esserlo. Fu dunque giornalista,<br />

polemista, conferenziere, mettendo<br />

sempre in gioco tutto sé stesso<br />

che nella eterna lotta fra il Bene e il Male,<br />

fra Dio e Satana, non potesse esserci<br />

posto per il compromesso. La vita banale,<br />

grigia, dei benpensanti, di Destra o<br />

di Sinistra, Laici o Cattolici, che in nome<br />

del quieto vivere, erano disposti a<br />

venire a patti col nemico, lo disgustava.<br />

I suoi pamphlets (La grande peur des<br />

bienpensants, Noël à la maison de<br />

France, etc.) di un vigore e di un'irruenza<br />

che facevano pensare a Léon Bloy,<br />

furono per i francesi fra le due guerre<br />

un permanente appello alla riscossa morale;<br />

un appello al quale era difficile sottrarsi.<br />

Lo scandalo più forte scoppiò all'indomani<br />

della pubblicazione di Les<br />

grands cemetières sous la lune (1938)<br />

dedicato alla Spagna dilaniata dalla<br />

guerra civile.<br />

Nel '34 Bernanos, sempre in cerca di<br />

un nuovo domicilio, era andato a vivere<br />

con la famiglia a Palma di Majorca. Là<br />

s'era fatto molti amici nell'ambiente monarchico<br />

e cattolico. Il figlio maggiore,<br />

Yves, militava nella Falange. È naturale<br />

perciò ch'egli salutasse con simpatia il<br />

levantamiento militare del luglio '36 in<br />

nome della España tradicional.<br />

Bastarono tuttavia poche settimane<br />

per disilluderlo. Gli eccessi commessi<br />

anche dai franchisti lo gettarono in uno<br />

sgomento vicino alla disperazione. Gli ripugnava<br />

soprattutto che quei crimini<br />

non provocassero le proteste e le denunce<br />

dei suoi amici spagnoli, di chi si diceva<br />

cattolico.<br />

Alla prima occasione partì dunque<br />

dalle Baleari e rientrò in Francia. Voleva<br />

che i suoi connazionali sapessero la verità<br />

su ciò che stava accadendo laggiù. Il<br />

libro che scrisse, Les grands cemetières<br />

sous la lune, fu la testimonianza franca<br />

e coraggiosa di un cristiano ferito a<br />

morte e che non ha perso la speranza. I<br />

suoi alleati di ieri (monarchici, nazionalisti)<br />

sentendosi traditi, lo coprirono<br />

d'insulti. Gli avversari di una volta (repubblicani,<br />

democratici, socialisti) lo applaudirono.<br />

Egli aveva ormai rotto con<br />

gli uni e con gli altri. Sicuro che dopo la<br />

Spagna la guerra avrebbe investito tutta<br />

l'Europa, si sentiva pronto per un esilio<br />

oltre Oceano che considerava definitivo.<br />

Esso durò sette anni. Anche in Brasile,<br />

perseverando nelle sue abitudini di<br />

eterno girovago, egli continuò a seguire<br />

gli avvenimenti europei, scrivendo, facendo<br />

conferenze, inviando lettere e appelli.<br />

Non si faceva più illusioni. Nel '45,<br />

tornato in Francia, al generale De Gaulle,<br />

che lo aveva voluto con sé offrendogli<br />

un posto nel governo, rispose di no<br />

motivando il suo rifiuto con un argomento<br />

irrefutabile: il regime democratico<br />

dei partiti non avrebbe accettato alcun<br />

progetto di riforma morale; i francesi<br />

erano troppo incalliti nel male.<br />

In una Francia così rassegnata alla<br />

mediocrità egli non poteva più vivere.<br />

Ed eccolo di nuovo in viaggio con i superstiti<br />

della fedele famiglia. La Tunisia<br />

fu l'ultimo suo approdo. Poi la malattia,<br />

il rimpatrio d'urgenza, la morte in un<br />

ospedale di Parigi.<br />

La scomparsa di Bernanos lasciava<br />

nella letteratura un vuoto che nessun altro<br />

scrittore cattolico ha saputo colmare.<br />

Egli è rimasto dunque senza eredi. I<br />

riconoscimenti, in patria e fuori, non gli<br />

sono certo mancati; c'è da chiedersi però<br />

se il suo lungo esilio abbia avuto finalmente<br />

termine. Il suo mondo è troppo<br />

tragico, troppo avvolto di tenebre<br />

perché vi si possa inoltrare, senza timore<br />

di perdersi, un lettore che non abbia<br />

un cuore forte e acceso dalla Fede.<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Lunedì-Martedì 8-9 Gennaio 2001<br />

Le Nain, de Champaigne, Le Sueur, Poussin, Vouet, de La Tour: capolavori del '600 in mostra all'Académie de France<br />

Un emozionante viaggio nella pittura del Grand Siècle<br />

alla ricerca del «Deus absconditus» caro a Pascal<br />

M. ANTONIETTA DE ANGELIS<br />

Finalmente una grande mostra romana<br />

per un grande tema sacro, il «Dio<br />

nascosto». Presso l'Académie de France<br />

di Villa Medici, curata da Olivier Bonfait<br />

e Neil MacGregor, l'esposizione che<br />

prende il titolo di Il Dio nascosto (da<br />

una celebre espressione che Blaise<br />

Pascal prese a prestito dal profeta<br />

Isaia) si compone di sessanta dipinti<br />

del Seicento francese, quasi tutti assolutamente<br />

inediti per l'Italia (fino al 28<br />

gennaio). Si tratta di opere dei massimi<br />

pittori del Grand Siècle, dai fratelli Le<br />

Nain a Philippe de Champaigne, da Eustache<br />

Le Sueur a Laurent de la Hyre,<br />

da Nicolas Poussin a Simon Vouet; con<br />

la presenza, assolutamente eccezionale,<br />

di due opere di Georges de La Tour. Sono<br />

state prestate dai più importanti<br />

musei francesi e da grandi istituzioni<br />

maggiori, di dipinti di grande impatto e<br />

fascino visivo, proprio grazie alla perfetta<br />

bellezza, alla nobiltà delle forme e<br />

all'audace scelta dei colori, in cui tuttavia<br />

traspaiono le riflessioni teoretiche<br />

di una scuola di pensiero religioso che<br />

pone il dato intimo della fede al primo<br />

posto. Da ciò sembra derivare la predilezione<br />

nel cercare di definire Dio e la<br />

sua opera quale elemento «segreto», il<br />

Deus absconditus appunto.<br />

Cito dal saggio introduttivo al catalogo<br />

di J.-R. Armogathe: «Dopo la grande<br />

crisi della Riforma protestante del XVI<br />

secolo e lo sconfinato movimento di “riforme”<br />

intrapreso da parte cattolica<br />

non è sorprendente constatare l'importanza<br />

sociale della religione... La Chiesa<br />

Cattolica conosce allora un rinnovamento<br />

profondo... La messa in opera<br />

del programma tridentino rinforza l'in-<br />

nascosto, il Dio d'Israele, il Salvatore”»<br />

(da Il Dio nascosto, i grandi maestri<br />

francesi del Seicento e l'immagine di<br />

Dio, catalogo, Roma 2000, pp. 17-18).<br />

Ad illustrazione di questo testo, che<br />

per chiarezza ho preferito citare quasi<br />

per intero, si trovano un dipinto di<br />

Poussin, Sacra famiglia della scala e la<br />

sua relativa traduzione a stampa di<br />

Claudine Buzonnet Stella in cui appare<br />

l'epigrafe «Vere tu es Deus absconditus»,<br />

che ne delucida il senso teologico<br />

sottinteso. Questa religiosità, così divinamente<br />

e umanamente intima, segreta<br />

nei suoi misteri e nel suo agire terreno<br />

e che richiede altrettanta discrezione ai<br />

suoi praticanti, troverà nel terreno della<br />

pittura accenti e soluzioni di profondo<br />

fascino e bellezza.<br />

La sobria perfezione delle sue strutturazioni<br />

formali nasce senza dubbio<br />

Recenti incisioni hanno riproposto all'ascolto pagine di Giorgio Federico Ghedini e di Carlo Galante<br />

Nuove vie esplorate dalla musica sacra nel XX secolo<br />

ANTONIO BRAGA<br />

Philippe<br />

de Champaigne<br />

«La Maddalena<br />

al deserto» (1657)<br />

Andando a ritroso nel XX secolo, si scopre che la<br />

musica sacra, al contrario di quella che è opinione comune,<br />

non ha soltanto avuto una sua produzione eccellente,<br />

ma ha aperto le vie ad una nuova visione della<br />

sacralità nell'ambito dell'arte dei suoni.<br />

Tra i musicisti «eccellenti» su questa strada, possiamo<br />

metterne uno abbastanza «laico» da esserne un poco<br />

stupiti: Giorgio Federico Ghedini, nato a Cuneo nel<br />

1892 e morto a Genova nel 1965. Di questo sottovalutato<br />

compositore, nel panorama della prima metà del<br />

XX secolo, emergono ora, grazie ad una provvida registrazione,<br />

dei brani sacri sconosciuti ai più, e di grande<br />

attrattiva. Sappiamo che questa produzione avvenne<br />

maggiormente tra le due guerre, iniziando però con<br />

una immatura Ave Maria, su testo di Giovanni Giacomo<br />

Alliora, scritta nel 1905.<br />

Fu grazie all'amicizia con Romualdo Giani, grande<br />

figura di critico letterario e musicale, che spesso fu in<br />

conflitto d'idee con Benedetto Croce, che Ghedini apprese<br />

molte cose, relative all'arte ed alla letteratura.<br />

Scoprì con lui la grande pittura medievale, e il genio di<br />

Jacopone da Todi. Da questi subì il fascino del divino<br />

sull'uomo, e cominciò a porre in musica «Il pianto della<br />

Madonna presso la Croce», testo fondamentale per<br />

lo sviluppo dalla lauda dialogica alla Sacra Rappresentazione.<br />

Ne completò la partitura nel 1921, come appare<br />

dalla dedica dello spartito per canto e piano offerto<br />

al Giani. L'esecuzione avvenne presso il teatro Regio di<br />

Torino nel 1924. Tra gli entusiasti di quel brano, vi fu<br />

il difficile Pizzetti; ma si espressero con lode anche Gui<br />

e Della Corte. In un suo diario, il musicista annotò<br />

queste sue idee: «La Madonna è la vera Madre dei do-<br />

Philippe<br />

de Champaigne<br />

«Il sonno di Elia»<br />

(1656)<br />

Eustache Le Sueur<br />

«Presentazione al Tempio» (1652)<br />

europee, come la National Gallery di<br />

Londra, L'Ashmolean Museum di<br />

Oxford, la National Gallery of Ireland e<br />

l'Ermitage di San Pietroburgo.<br />

La mostra, corredata da un catalogo<br />

indispensabile per ben comprenderla,<br />

offre una splendida panoramica di quel<br />

particolarissimo genere di pittura religiosa<br />

che in Francia fu stimolata, durante<br />

il secolo XVII, dalla scuola di<br />

pensiero di Port Royal, dalle riflessioni<br />

filosofiche e teologiche di Pascal e Pierre<br />

de Bérulle e dal centro degli Oratoriani,<br />

dando vita ad uno stile di pittura<br />

sacra che ammanta le severe strutture<br />

classiciste della composizione con la veste<br />

di soffici colori, di raffinata ed elegante<br />

sobrietà.<br />

Si tratta, nella risultanza degli esiti<br />

Nicolas<br />

Poussin<br />

«Adorazione<br />

dei pastori»<br />

(1655 ca)<br />

quadramento dei fedeli e ridà i<br />

suoi favori al clero diocesano.<br />

Queste misure esteriori si accompagnano<br />

ad una esaltazione<br />

dei valori interiori, attivati dalle<br />

manifestazioni di devozione.<br />

L'importanza della letteratura<br />

pietistica attesta questo sforzo<br />

per impregnare lo spirito dei fedeli,<br />

proponendo dei modelli di<br />

santità in tutte le condizioni sociali...<br />

Si constata lo sviluppo di<br />

una attenzione particolare alla<br />

seconda Persona della Trinità...<br />

Questo “cristocentrismo” appare<br />

spesso come caratteristica delle<br />

correnti cristallizzate dalla dottrina<br />

dell'oratoriano Pierre de Bérulle.<br />

A partire dal 1611-1615,<br />

nelle sue Conférences, quest'ultimo<br />

aveva messo l'accento sull'Incarnazione<br />

e sull'infanzia di Gesù;<br />

la sua ultima opera, la Vie<br />

de Jésus, è una meditazione sui<br />

nove mesi di gravidanza di Maria<br />

e sulla vita nascosta di Gesù nel<br />

seno di sua madre. La vita na-<br />

scosta sono anche, ben inteso, i<br />

trent'anni di Nazareth, anni di lavoro<br />

oscuro, nella condizione del laicato:<br />

“Poiché una gran parte della sua vita è<br />

stata accompagnata da questo stato<br />

sconosciuto, si deve certo a questo stato<br />

una grazia immensa e di natura tale<br />

che essa penetra le anime di quelli che<br />

nel mondo conservano questa<br />

condizione di vita” ...È in questo contesto<br />

della “vita nascosta”, di questo “stato<br />

sconosciuto” che bisogna situare l'espressione<br />

“Dio nascosto”.<br />

Nei Pensieri di Pascal si ritrova in effetti<br />

a quattro riprese la versione latina<br />

dell'espressione: Deus absconditus, vere<br />

tu es Deus absconditus, rimandando<br />

alle Scritture, cioè al “Secondo Isaia” (Is<br />

45, 15), un versetto che la Bibbia di Sacy<br />

traduce: “Voi siete veramente il Dio<br />

lori umani, ed io così la dipinsi, mentre tenni Cristo in<br />

una atmosfera più fredda, quasi astrale».<br />

Il concetto da lui espresso fu ribadito da successive<br />

pagine. Nel 1926 scrisse «Dì, Maria dolce... », su testo<br />

di Giovanni Dominici, un poeta vissuto tra il 1356 ed il<br />

1420. Qui la tonalità arcaica si posa su un movimento<br />

di ninna-nanna, con il discreto apporto del pianoforte.<br />

Dopo solo un mese tornò a Jacopone: il «Canto d'amore»<br />

fu un momento di scrupolosa introspezione del<br />

compositore, che l'annotava sul suo diario.<br />

Nell'anno successivo compose «Dimmi, dolce Maria...<br />

», una lauda spirituale che s'ispira alla liturgia.<br />

Con i «Quattro duetti su testi sacri», del '30, pubblicati<br />

nel '48, immagina una melopea — sul «Cantico dei<br />

Cantici» — senza accompagnamento, di struggente spiritualità.<br />

Queste straordinarie pagine dell'autore del «Concerto<br />

dell'albatro», lo pongono in una diversa dimensione<br />

estetica, e c'inducono a sperare in altre registrazioni di<br />

questo compositore d'alto profilo (Giorgio Federico<br />

Ghedini, Musica Sacra — Sacred Music — Duo Alterno,<br />

Tiziana Scandaletti, soprano, Riccardo Piacentini,<br />

piano; Laura Antonaz, soprano, Paolo Servidei, baritono<br />

— Icarus Nuova Era 7354).<br />

* * *<br />

Nato a Trento nel 1959, Carlo Galante è parte attiva<br />

del gruppo dei «neoromantici» che da un ventennio<br />

circa si è staccato, con Ferrero, Tutino, Betta, Sollima,<br />

Pedini, Boccadoro, ed altri successivi, dalla «avanguardia»<br />

dei Nono, Donatoni, Berio, Sciarrino, ecc.<br />

Galante ha rinnovato il linguaggio armonico con accorgimenti<br />

venuti fuori a piccoli passi, ma verso una<br />

direzione precisa. Co-autore della «Messa per le vittime<br />

della mafia» che fu data alla cattedrale di Palermo, per<br />

Georges<br />

de La Tour<br />

«La Maddalena<br />

penitente»<br />

(1640)<br />

Georges de La Tour<br />

«Il sogno di san Giuseppe» (1640)<br />

dal classicismo pittorico italiano e soprattutto<br />

romano (Raffaello), ben noto<br />

in Francia attraverso i viaggi di alcuni<br />

artisti, come Poussin, Vouet o Mellan,<br />

e le stampe.<br />

D'altro canto la grandeur tipica del<br />

classicismo (gli ampi paesaggi, gli edifici<br />

maestosi) è messa a servizio di un<br />

messaggio per quanto possibile severo e<br />

spoglio di orpelli. Soltanto nella tenerezza<br />

dei colori pastello, nell'uso raffinato<br />

del cangiante, nella scelta di morbide<br />

luci avvertiamo la poetica di una<br />

sensibilità che volge al sentimentale.<br />

Esemplare risulta un dipinto di Philippe<br />

de Champaigne , Il sogno di Elia<br />

(Le Mans, Musée de Tessé), realizzato<br />

verso il 1656 per il refettorio del convento<br />

di Val-de-Grâce, luogo di ritiro di<br />

questo Giubileo ha presentato in agosto 2000 a Roma,<br />

al Campidoglio, una parte della «Missa Solemnis Resurrectionis».<br />

Ancora per il Giubileo, la Cattedrale di<br />

Piacenza, con l'afflusso di oltre mille ascoltatori, ha<br />

plaudito a «Yobel», Cantata Sacra «In Millennio Adveniente»,<br />

per attore, baritono, coro e orchestra, sul testo<br />

compilato da varie fonti da Claudio Saltarelli. Qui<br />

la maturazione del compositore è ormai un dato di fatto,<br />

e si può affermare che questi si pone tra i maggiori<br />

italiani della sua generazione.<br />

Del resto, le continue esecuzioni lo pongono in questa<br />

posizione: Nel solo anno 2000, ha visto eseguire,<br />

dopo la «Missa Resurrectionis», l'opera «Ghost Café»<br />

al «Festival delle Novità» presso il Teatro Donizetti di<br />

Bergamo; la ripresa dell'opera, scritta in collaborazione<br />

con la poetessa Gabriella Fantato, «Messer Lievesogno<br />

e la porta chiusa» al «Teatro Nuovo» della Fondazione<br />

Arena di Verona, e al Teatro Sociale di Trento.<br />

Poi è stato presentato a Bolzano il brano «Rituali terrestri,<br />

danze concertanti» con l'Orchestra Haydn. Tra<br />

breve vedrà eseguire a Straburgo il suo nuovo brano<br />

«Nostra Signora degli Insonni»,sutestidicinquepoeti.<br />

Di questo autore, esce ora un gruppo di due cd assai<br />

stimolante, intitolato «Enigma - La Musica dei Tarocchi»,<br />

su versi della Fantato, per voce recitante (Sonia<br />

Grandis) e soprano (Susanna Rigacci), accompagnati<br />

dall'«Ensemble Sonata Islands» diretto da Giovanni<br />

Mazza. Scritti in origine per un programma televisivo,<br />

questi «tarocchi» vengono scelti dal pubblico<br />

uno per volta, per ascoltarne l'arcana profezia. Con<br />

una strumentazione cristallina, che vede il primo piano<br />

arpa e celesta, i ventidue tarocchi vengono presentati<br />

con armonie accattivanti in rinnovata disposizione.<br />

(Carlo Galante — Enigma, la musica dei Tarocchi,<br />

poesie di Gabriella Fantato — RUS 555104.2).<br />

Nicolas<br />

Poussin<br />

«Sacra<br />

Famiglia<br />

alla<br />

scala»<br />

(1650 ca)<br />

Anna d'Austria. Il cibo miracoloso che<br />

l'angelo reca ad Elia (la brocca e il pane<br />

sulla destra), rammenta il cibo celeste<br />

dell'Eucaristia e insieme la refezione<br />

quotidiana dei religiosi. Sullo sfondo<br />

magnifico di colline e alberi un angelo<br />

tocca dolcemente il capo di Elia addormentato<br />

e gli addita il cielo da cui è venuto<br />

il soccorso. Tutta la composizione<br />

è molto essenziale, tranne le vesti dei<br />

due personaggi, suntuose nei colori rosa,<br />

violetto e grigio perla che ci trasportano<br />

nel più puro godimento degli occhi;<br />

esempio superbo di come austere e<br />

profonde verità di fede possano ammantarsi<br />

di forme seducenti.<br />

Philippe de Champaigne fu il pittore<br />

di Maria de' Medici, protetto da Richelieu<br />

e lavorò per numerosi conventi e<br />

chiese di Parigi, divenendo una figura<br />

fondamentale della pittura francese del<br />

Seicento. Fu uno dei pittori più<br />

religiosi dei suoi tempi, legato in<br />

maniera personale al convento di<br />

Port Royal dove erano entrate le<br />

sue figlie; di questi avvenimenti<br />

sono traccia toccante due dipinti,<br />

esposti a Villa Medici, regalati<br />

dall'artista a sua figlia al momento<br />

di prendere il velo: San<br />

Giovanni Battista (Musée de Grenoble)<br />

e la Maddalena, oggi a<br />

Rennes, Musée des Beaux-Arts,<br />

due santi che dovevano certamente<br />

ricordarle, con squisito affetto<br />

paterno, le difficili, ma non<br />

impossibili, strade della fede.<br />

La mostra si struttura attraverso<br />

una serie di dieci temi che, attraverso<br />

i punti salienti delle devozionalità<br />

sviluppatesi nella<br />

Francia del Seicento, ne enucleano<br />

la sottile presenza del Dio nascosto,<br />

costituendo anche per il<br />

visitatore un «viaggio» quanto<br />

mai emozionante e di crescente<br />

intensità; si inizia con «Dio nascosto<br />

nelle figure della Bibbia»,<br />

per passare alla «Incarnazione o<br />

Cristo bambino», «Vita terrena di Cristo»,<br />

«Lamentazioni su Cristo morto»,<br />

«La Veronica o il sacro Volto» (in cui è<br />

esposta la straordinaria stampa realizzata<br />

con un solo tratto da Claude Mellan),<br />

«Eucaristia: il segno della presenza<br />

divina», «Port Royal», «Vanità»,<br />

«Amante penitente di un Dio nascosto:<br />

la Maddalena», per concludere con «Vedere<br />

Dio».<br />

Nell'economia della mostra, possiamo<br />

prendere a paradigma assoluto delle<br />

infinite valenze della rivelazione segreta<br />

di Dio, da un lato le due tele di<br />

Georges de La Tour e dall'altro un dipinto<br />

ancora di Philippe de Champaigne,<br />

La visione di santa Giuliana. Quest'ultimo<br />

è un piccolissimo quadro, certamente<br />

per una devozione privata,<br />

realizzato con una straordinaria economia<br />

di effetti che puntano genialmente<br />

al massimo del misticismo.<br />

La santa, nel cuore della notte (evocata<br />

con forza magnetica dal disco della<br />

luna nel quadro della finestra) è immersa<br />

nella completa visione del Crocifisso,<br />

che invece a noi spettatori è appena<br />

mostrato dallo scarto della tenda<br />

che fa corona alla lucerna del Santissimo<br />

Sacramento sospesa sopra l'altare.<br />

L'intimo colloquio con Dio, nel silenzio,<br />

si fa qui pura contemplazione grazie<br />

anche alla perfetta geometrizzazione<br />

dei pochi elementi (l'altare, le pieghe<br />

della tovaglia, la pedana, la finestra) e<br />

soltanto per uno spiraglio della tenda<br />

noi possiamo osservare l'oggetto della<br />

contemplazione della santa, di cui ella<br />

ha piena rivelazione, per miracolo di<br />

fede, ma anche dell'arte.<br />

Da questa poesia di tangenziale rivelazione<br />

del divino nel mistero notturno<br />

passiamo con de La Tour alla rivelazione<br />

metafisica attraverso la pura illuminazione<br />

nella notte che non è soltanto<br />

fenomeno atmosferico, ma condizione<br />

dell'anima o stato dell'esistenza. Questo<br />

sembrano suggerirci le tante pitture<br />

«in notturno» che Georges de La Tour<br />

prediligeva come un tema ricorrente:<br />

nottiilluminate per i personaggi da una<br />

sola candela o una torcia. Al di là del<br />

prestitofiammingoo del debito caravaggesco,<br />

le «notti» di de La Tour sono soprattutto<br />

condizioni spirituali in cui la<br />

fiamma della candela, compenetrando<br />

le carni, illumina lo spirito e la verità<br />

della visione. I due esempi superbi del<br />

Sogno di San Giuseppe (Nantes, Musée<br />

des Beaux-Arts) e della Maddalena dalla<br />

candela (Los Angeles County Museum)<br />

sono rivelazioni della verità divina nel<br />

mistero della luce che sfiora i contorni<br />

con la purezza di una icona.


A ROMA<br />

PAGINA<br />

23 .<br />

VIOLENZA STADI Negli scontri coinvolti anche 2 poliziotti e 4 carabinieri<br />

Gravi incidenti tra le tifoserie<br />

di Lazio e Napoli: 17 feriti<br />

Diciassette feriti, tra cui un primo dirigente<br />

di Polizia, quattro agenti e un<br />

carabiniere, otto tifosi napoletani (uno<br />

accoltellato prima della partita), tutti<br />

con una prognosi tra i sette e i quindici<br />

giorni e tre tifosi laziali, uno dei quali<br />

ha riportato la frattura delle ossa nasali<br />

e ne avrà per 25 giorni.<br />

È il bilancio degli scontri di inaudita<br />

violenza verificatisi, domenica pomeriggio,<br />

in occasione dell'incontro di calcio<br />

tra Lazio-Napoli fuori e dentro lo stadio<br />

Olimpico tra tifosi laziali e napoletani da<br />

una parte e forze dell’ordine dall’altra.<br />

Che la giornata fosse difficile si era<br />

capito fin dalle prime ore della mattina,<br />

quando alla stazione ferroviaria di Napoli<br />

c’erano stati problemi tra i tifosi diretti<br />

a Roma e le forze dell’ordine.<br />

Non è andata meglio agli ultras che<br />

sono arrivati in pullman. Appena usciti<br />

dal traforo sulla via Olimpica, proprio<br />

sotto la curva Nord, gli autobus dei tifosi<br />

partenopei sono stati bersagliati da un<br />

fitto lancio di oggetti da parte dei laziali.<br />

A farne le spese, oltre a sei autobus e<br />

due autovetture della polizia (che hanno<br />

avuto i vetri laterali e il parabrezza frantumati)<br />

è stato un funzionario della<br />

Questura di Napoli: le schegge dei vetri<br />

gli sono entrate negli occhi. Problemi<br />

anche nei distinti sud, il settore riservato<br />

ai tifosi ospiti: molti napoletani, senza<br />

biglietto, hanno tentato di forzare il<br />

blocco della polizia. Nelle cariche di alleggerimento,<br />

un agente ha riportato la<br />

doppia frattura della gamba.<br />

Durante tutta la partita, inoltre, è stato<br />

un via vai di ambulanze e mezzi di<br />

Due vittime<br />

della droga<br />

a Civitavecchia<br />

e a Mentana<br />

Mentre non si allenta la morsa<br />

delle forze dell'ordine contro i<br />

trafficanti e gli spacciatori di sostanze<br />

stupefacenti, la droga continua<br />

purtroppo a mietere vittime.<br />

Anche le festività dell'Epifania sono<br />

state funestate da lutti, questa<br />

volta in provincia: due i morti,<br />

uno a Civitavecchia, l'altro a Mentana.<br />

Nella cittadina costiera un giovane<br />

di 25 anni è deceduto nel<br />

tardo pomeriggio di sabato, presumibilmente<br />

a causa di una overdose<br />

di stupefacenti. L’ambulanza<br />

del 118 ha soccorso il giovane,<br />

Emanuele Di Giovanni, nella galleria<br />

Giuseppe Garibaldi, ma il<br />

giovane è morto durante il trasporto<br />

in ospedale.<br />

La vittima di Mentana è un uomo<br />

di 46 anni, disoccupato. Il suo<br />

corpo è stato trovato domenica<br />

mattina. L’uomo, tossicodipendente<br />

da anni, è morto nella sua<br />

abitazione. Accanto al corpo è<br />

stata trovata la siringa con la quale<br />

si è iniettato l'ultima dose letale.<br />

A dare l’allarme ai Carabinieri<br />

della compagnia di Monterotondo<br />

sono stati i familiari che hanno<br />

trovato la porta della stanza chiusa.<br />

Gli investigatori hanno aperto<br />

un’indagine per accertare chi ha<br />

procurato all’uomo la dose mortale,<br />

probabilmente eroina o troppo<br />

pura o «tagliata» male.<br />

Frosinone: 10 indagati<br />

per truffa nell'impianto<br />

di rifiuti di Colfelice<br />

Dieci persone, domenica, sono state<br />

iscritte nel registro degli indagati dalla<br />

procura della repubblica di Frosinone<br />

per truffa ai danni dello Stato nell’ambito<br />

di un’inchiesta sui rifiuti che non verrebbero<br />

trattati nell’impianto di riciclaggio<br />

di Colfelice.<br />

L’iniziativa della magistratura fa seguito<br />

ad un esposto di alcuni sindaci e<br />

di associazioni ambientaliste, a cui hanno<br />

fatto seguito indagini dei Carabinieri.<br />

L’impianto, secondo l’esposto, costruito<br />

per smaltire i rifiuti dei 91 comuni ciociari,<br />

dopo quattro anni di attività è già<br />

obsoleto perché riesce a trattare soltanto<br />

il 20 per cento delle 500 tonnellate<br />

giornaliere di spazzatura raccolta.<br />

Le indagini hanno accertato che nelle<br />

discariche destinate ai rifiuti inerti, provenienti<br />

dalla lavorazione della spazzatura<br />

dall’impianto di Colfelice, arrivano<br />

anche i rifiuti non trattati.<br />

I comuni pagano al consorzio di Colfelice<br />

una quota annua per lo smaltimento<br />

che invece avverrebbe parzialmente.<br />

Per questo l’inchiesta intende accertare<br />

per quale motivo il riciclaggio<br />

avviene in maniera incompleta e perché<br />

i rifiuti non vanno ad alimentare i termocombustori<br />

che producono energia<br />

elettrica.<br />

soccorso, per trasportare i contusi alle<br />

infermerie dello stadio o nei vicini ospedali.<br />

Al termine dell’incontro — riferisce<br />

l'agenzia «Ansa» — al pronto soccorso<br />

dello stadio Olimpico erano state medicate<br />

un centinaio di persone, tutte con<br />

lievi ferite e piccole contusioni, mentre<br />

una ventina erano state trasportate in<br />

ospedale per sospette fratture.<br />

Anche sugli spalti la situazione è degenerata<br />

più volte, con le forze dell’ordine<br />

costrette a cariche di alleggerimento<br />

per impedire il contatto tra le opposte<br />

tifoserie. Al fischio finale si sono scatenati<br />

i tifosi laziali, delusi dalla pessima<br />

prestazione della propria squadra. Un<br />

gruppo di ultras ha cercato di raggiungere<br />

i sostenitori del Napoli bloccati in<br />

curva Sud, ma sono stati fermati dalla<br />

polizia. I teppisti hanno però fatto in<br />

tempo a bersagliare i mezzi delle forze<br />

dell’ordine con un fitto lancio di oggetti<br />

e a bruciare un’automobile targata Napoli<br />

parcheggiata davanti alla curva<br />

Sud.<br />

Gli ultras napoletani hanno lasciato lo<br />

stadio quando la sera era già calata. Sugli<br />

autobus dell’Atac sono stati scortati<br />

fino alla stazione Tiburtina dove un treno<br />

speciale li aspettava. Ma dal treno,<br />

partito poco prima delle 20, gli ultras<br />

hanno lanciato pietre e altri oggetti contro<br />

i poliziotti.<br />

Due autobus pubblici sono stati danneggiati<br />

da tifosi napoletani durante il<br />

tragitto dalla stazione Termini allo stadio<br />

Olimpico prima dell’inizio della par-<br />

Sciagure stradali:<br />

un morto sulla Pontina<br />

Auto pirata investe<br />

una famiglia<br />

Una persona è morta e altre tre sono<br />

rimaste ferite in due differenti incidenti<br />

stradali avvenuti tra sabato e domenica<br />

sulle strade del Lazio.<br />

Nel primo un giovane di 25 anni, Daniele<br />

Capoccia, è morto e il fratello, Yuri,<br />

è in gravi condizioni al Cto dopo un<br />

incidente che si è verificato sulla Pontina.<br />

I due fratelli, di Pomezia, erano usciti<br />

da una panineria alla periferia di Aprilia<br />

e avevano imboccato la Pontina, quando,<br />

all’altezza del chilometro 34, l’auto<br />

ha prima deviato a sinistra andando a<br />

sbattere contro la barriera centrale che<br />

divide le carreggiate, poi contro il<br />

guard-rail laterale. Il conducente è stato<br />

sbalzato fuori dall’automobile ed è morto<br />

sul colpo. Il fratello è rimasto incastrato<br />

tra le lamiere ed è in prognosi riservata.<br />

I rilievi sono stati compiuti dalla<br />

polizia stradale di Aprilia.<br />

Nel secondo un «pirata della strada»,<br />

a bordo di un’auto presumibilmente rubata,<br />

ha investito i tre componenti di<br />

una famiglia — padre, madre e bimbo<br />

di tre anni — ed è fuggito a piedi, abbandonando<br />

l’auto e lasciando i tre feriti<br />

sulla strada. La famiglia è stata poi<br />

soccorsa. La più grave è la donna, R.L.,<br />

39 anni, che ha avuto traumi all’addome<br />

e al torace e la frattura della mascella<br />

e guarirà in 35 giorni. Il marito R.C.,<br />

anche lui trentanovenne, ha subito solo<br />

lievi lesioni guaribili in 10 giorni e ha rifiutato<br />

il ricovero. Il bambino è ricoverato<br />

in osservazione per trauma cranico.<br />

L’automobile è stata trovata con il quadro<br />

elettrico dei comandi manomesso.<br />

Ospita in casa giovane<br />

romeno: anziano<br />

aggredito e derubato<br />

Un gesto di solidarietà fatto da un anziano<br />

nei confronti di un ragazzo straniero<br />

in difficoltà è finito male. Un uomo<br />

di 84 anni è stato aggredito e derubato<br />

la notte tra sabato e domenica,<br />

verso le 2, nella sua abitazione, nel<br />

quartiere Esquilino, da un romeno che<br />

aveva fatto entrare in casa e che come<br />

ringraziamento lo ha malmenato e chiuso<br />

nel bagno allontanandosi dopo aver<br />

rubato cinque milioni di lire in contanti.<br />

La triste avventura è capitata a<br />

G.F.C.. Le grida dell’uomo sono state<br />

udite da una vicina di casa che ha immediatamente<br />

avvisato la Polizia. Sul<br />

posto, poco dopo, sono intervenuti gli<br />

agenti del commissariato Esquilino che<br />

hanno liberato l’anziano e lo hanno fatto<br />

ricoverare nel vicino ospedale san<br />

Giovanni.<br />

L’uomo, secondo quanto ha riferito<br />

agli agenti di Polizia, aveva conosciuto<br />

nei giorni scorsi il suo aggressore, che<br />

aveva detto di chiamarsi Mitric, e la sera<br />

prima lo aveva invitato a casa per riposarsi<br />

e per mangiare un pasto caldo.<br />

Poi, nella notte, l'aggressione e la<br />

rapina.<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Lunedì-Martedì 8-9 Gennaio 2001<br />

tita. Lo ha reso noto la società di trasporti<br />

pubblici Atac.<br />

I tifosi hanno distrutto i vetri dei finestrini,<br />

le porte e il tetto dei due autobus<br />

che facevano servizio straordinario per<br />

lo stadio. La società di trasporti ha annunciato<br />

che presenterà denuncia contro<br />

ignoti e chiederà che i filmati registrati<br />

dalla polizia vengano utilizzati per<br />

identificare i colpevoli.<br />

«Questo è teppismo allo stato puro —<br />

ha dichiarato l’ amministratore unico di<br />

Atac Spa, Mario Di Carlo —. Quando si<br />

vince si distrugge, come accaduto dopo<br />

la partita Lazio-Roma, quando si va allo<br />

stadio si distrugge. Siamo stanchi di prestare<br />

il servizio di trasporto pubblico per<br />

lo stadio a persone che non c’entrano<br />

nulla con il calcio e di chiedere ai romani<br />

di pagare le tasse per riparare i danni<br />

dell’inciviltà».<br />

Lo scorso anno, ha ricordato l’Atac<br />

Spa, i vandali hanno colpito per 140 volte<br />

autobus e impianti della società Atac.<br />

«Il costo sociale di questa piaga si traduce<br />

— hanno detto all’Atac — in una<br />

domenica di trasporto in meno. Le<br />

2.050 corse cancellate e le 769 limitate<br />

per i danni procurati ai mezzi si traducono<br />

in 21.550 km. di servizio in meno,<br />

pari alla percorrenza giornaliera della<br />

rete di trasporto in un giorno festivo».<br />

Incidenti anche durante la partita di<br />

serie C1 Viterbese-Catania, un tifoso siciliano,<br />

addirittura, è riuscito ad entrare<br />

sul terreno di gioco e a colpire con un<br />

pugno il portiere della Viterbese che, comunque,<br />

è riuscito a portare a termine<br />

la partita.<br />

Tor Bella Monaca:<br />

la mamma del bimbo<br />

travolto da un'auto<br />

regala doni agli orfani<br />

del quartiere<br />

A volte può succedere che da una tragedia<br />

vissuta da alcune persone può nascere<br />

il sorriso e la felicità di altre. La<br />

madre del piccolo Alessandro Conti, il<br />

bambino investito e ucciso a Roma da<br />

un giovane albanese, Bita Panajot, lo<br />

scorso anno, ha voluto festeggiare il<br />

giorno della Befana con oltre centocinquanta<br />

piccoli ospiti degli orfanotrofi<br />

della zona.<br />

La cerimonia si è svolta domenica pomeriggio<br />

nel centro sportivo «La Borghesiana»,<br />

che ospita di solito gli allenamenti<br />

della Nazionale italiana di calcio.<br />

Loredana Conti ha donato dieci milioni<br />

all’associazione culturale senza scopo<br />

di lucro «Victoria», per acquistare dei<br />

regali ai piccoli senza genitori che vivono<br />

negli istituti.<br />

Erano presenti alla cerimonia anche il<br />

presidente della Regione, Francesco Storace,<br />

l’assessore alla cultura della Provincia<br />

di Roma, Paola Guerci, il consigliere<br />

comunale, Sergio Marchi e alcuni<br />

imprenditori della zona, che hanno generosamente<br />

donato somme di denaro<br />

ai parroci degli istituti che accolgono i<br />

bambini. «Speriamo proprio che questa<br />

Befana straordinaria riesca a far ricordare<br />

la zona dell’VIII circoscrizione, e in<br />

particolare Tor Bella Monaca — ha detto<br />

il presidente della Regione Storace —<br />

non solo per quanto di negativo vi accade<br />

ma anche per le iniziative benefiche<br />

che vengono promosse a favore degli<br />

emarginati e dei più deboli. Mi auguro<br />

che la scopa della Befana porti via molte<br />

amarezze e faccia invece tornare il<br />

sorriso a chi è meno fortunato».<br />

9 GENNAIO 2001<br />

Martedì della I settimana<br />

del tempo ordinario - Feria<br />

(verde)<br />

Messa a scelta<br />

Lezionario: Eb 2, 5-12; Salmo<br />

8; Mc 1, 21-28<br />

Liturgia delle Ore: Mart. I<br />

sett. - Ufficio della Feria<br />

Fede<br />

La nostra fede deve<br />

poter resistere a tutte<br />

le tempeste intellettuali<br />

e sociali.<br />

(Jean Barichou)<br />

a cura di p. Leonardo Sapienza, R.C.I.<br />

EPIFANIA/1 Numerose iniziative di volontariato negli ospedali cittadini<br />

Sorrisi, giochi e regali<br />

per i bambini ricoverati<br />

Anche per i bambini ricoverati negli<br />

ospedali romani è giunto il giorno tanto<br />

atteso dell'Epifania. Giocano, ridono, attendono<br />

i doni con interesse e curiosità,<br />

ma nei loro occhi si legge la sofferenza<br />

di una realtà difficile da comprendere<br />

ed accettare persino da un adulto. Una<br />

realtà fatta di camici bianchi, di iniezioni,<br />

di terapie e di medicine, di strane e<br />

gigantesche macchine che incutono paura<br />

e di tanta sofferenza. Ma per qualche<br />

ora, nella giornata del 6 gennaio, gli<br />

asettici ambienti ospedalieri sono stati<br />

invasi da Befane e da Babbi Natale un<br />

po' in ritardo, che con i loro variopinti<br />

costumi, hanno riacceso il glaciale bianco<br />

delle corsie. Associazioni composte<br />

da volontari che da anni sono accanto a<br />

questi piccoli pazienti, oppure semplicemente<br />

da persone sensibili e attente, si<br />

sono mascherati con l'intento di portare<br />

un po' di gioia proprio dove la sofferenza<br />

si fa più tangibile. Nei maggiori centri<br />

di oncologia e di ematologia pediatrica<br />

della Capitale come l'ospedale Pediatrico<br />

«Bambino Gesù», il Policlinico Gemelli<br />

e la Clinica di ematologia dell'Umberto<br />

I, queste associazioni sono state<br />

accolte gioiosamente dai bambini e dai<br />

loro familiari.<br />

Fra i volontari non vi erano solo i soci<br />

dei centri di sostegno che offrono servizio<br />

presso la rete delle strutture mediche,<br />

ma anche molti altri gruppi che,<br />

con costante impegno, organizzano spettacoli,<br />

e pesche di beneficenza a favore<br />

dei case di accoglienza per bimbi in cu-<br />

Terracina:<br />

scuola materna<br />

privata distrutta<br />

in un incendio doloso<br />

Un incendio doloso, divampato domenica<br />

mattina, ha distrutto la scuola materna<br />

privata «Babylandia» a Terracina.<br />

Secondo la ricostruzione fatta dai Carabinieri,<br />

che stanno portando avanti le<br />

indagini, ignoti hanno appiccato il fuoco<br />

utilizzando probabilmente liquido infiammabile.<br />

Le fiamme hanno completamente<br />

mandato in fumo gli arredi, i giocattoli,<br />

i documenti oltre ad annerire le<br />

pareti e a danneggiare alcune strutture.<br />

Il pronto intervento dei Vigili del fuoco<br />

ha evitato che i danni fossero maggiori.<br />

La scuola è intestata a una donna di<br />

25 anni che ha riferito di non aver mai<br />

subito minacce. Gli investigatori, comunque,<br />

non escludono alcuna ipotesi.<br />

Lunedì la scuola, che ospita alcune decine<br />

di bambini, non ha potuto riaprire<br />

dopo le vacanze natalizie.<br />

Sabato mattina, invece, nella chiesa<br />

dei santi Martiri Giapponesi, nel centro<br />

di Civitavecchia, si sono vissuti momenti<br />

di paura per un incendio che si è sviluppato<br />

in un locale attiguo alla sacrestia.<br />

Una densa colonna di fumo ha invaso<br />

la chiesa, fortunatamente, in un momento<br />

in cui non erano in corso funzioni<br />

religiose ed erano presenti soltanto i<br />

sacerdoti ed alcuni fedeli.<br />

Le fiamme, originate probabilmente<br />

da un corto circuito, sono state subito<br />

spente dai Vigili del fuoco il cui intervento<br />

ha evitato che l’incendio assumesse<br />

proporzioni più preoccupanti. Nel locale,<br />

infatti, erano custodite molte candele<br />

ed altro materiale facilmente infiammabile.<br />

Maltempo: allagate le vie Salaria e Tiberina<br />

Il temporale che si è abbattuto lunedì nell’area Nord-est della Capitale ha<br />

allagato la via Salaria, a Monterotondo, dall’altezza del Ponte del Grillo fino<br />

alla zona industriale. Alcune auto sono andate fuori strada ma non ci sono<br />

stati feriti. La circolazione è stata interrotta: i Carabinieri hanno deviato il<br />

traffico verso la zona industriale. Il Tevere è ancora al di sotto dei limiti di<br />

guardia. Anche la via Tiberina si è allagata all'altezza dell'ingresso del cimitero<br />

di Prima Porta. A Tivoli e Guidonia i Vigili del fuoco hanno ricevuto<br />

diverse richieste di intervento. A Pontelucano, dove si sta registrando un<br />

nuovo innalzamento dell’Aniene, sono scoppiati alcuni tombini. In via Aurelio<br />

Saffi, a Villanova di Guidonia, si sono allagate alcune abitazioni.<br />

Cassa integrazione per 441 lavoratori in Ciociaria<br />

È ripresa lunedì la cassa integrazione a turno per i 441 lavoratori delle società<br />

Scala di Cassino e di Castrocielo per la critica situazione finanziaria<br />

del gruppo. Martedì una delegazione di lavoratori effettuerà una manifestazione<br />

davanti alla prefettura di Frosinone per richiamare l’attenzione delle<br />

autorità sulla vertenza che si trascina dall’estate scorsa. Martedì pomeriggio<br />

è previsto a Roma al ministero dell’Industria un incontro tra i dirigenti<br />

della società e i sindacati per esaminare la situazione ma anche per sollecitare<br />

le banche a concedere un ulteriore fido per consentire sia il pagamento<br />

dello stipendio di dicembre e la tredicesima sia l’acquisto delle materie<br />

prime per proseguire l’attività produttiva. Situazione critica anche negli<br />

stabilimenti Ingred di Ceprano e di Aprilia, del gruppo Annunziata a cui<br />

fa capo anche la società Scala, per il mancato pagamento degli stipendi di<br />

dicembre e per l’annuncio della mobilità per una cinquantina di lavoratori<br />

su un centinaio.<br />

Lite tra stranieri: accoltellato un ragazzo<br />

Un romeno di 21 anni è stato colpito con una coltellata dopo una lite con alcuni<br />

connazionali. L’episodio è avvenuto intorno alle 3 della notte tra sabato<br />

e domenica. Il giovane ha raccontato alla Polizia di aver avuto una lite<br />

con alcuni romeni all’interno di un locale in via di Portonaccio, al Tiburtino.<br />

Una volta fuori, uno degli extracomunitari lo avrebbe aggredito, colpendolo<br />

con un’arma e ferendolo nella zona lombare. Portato all’ospedale Figlie di<br />

s. Camillo, l’uomo è stato giudicato guaribile in sei giorni.<br />

ra e loro familiari. La presenza di queste<br />

case famiglia, infatti, è necessaria soprattutto<br />

per facilitare l'accesso alle lunghe<br />

terapie e ai controlli a quelle persone<br />

che vengono da fuori Roma e che<br />

devono trattenersi per diversi giorni.<br />

L'Associazione romana dei Vigili urbani,<br />

per esempio, ha portato doni ai<br />

piccoli del «Bambino Gesù», e dopo il<br />

suo giro delle corsie, si è recata presso<br />

la Casa di accoglienza Peter Pan, gestita<br />

da un gruppo di volontari che da anni<br />

prestano servizio presso l'ospedale. In<br />

questa casa, che da giugno scorso offre<br />

residenza ai bambini in regime di day<br />

hospital e ai loro parenti, gli ospiti, riuniti<br />

nella sala adibita a refettorio, hanno<br />

aspettato con gioia l'arrivo della Befana,<br />

accompagnata da un gruppo di Vigili<br />

che per quel giorno si sono trasformati<br />

in una singolare scorta della simpatica<br />

vecchietta, per distribuire ai ragazzi dei<br />

pacchi dono pieni di giocattoli.<br />

Un altro momento di festa si è svolto<br />

presso la sala universitaria del Policlinico<br />

Gemelli, dove i volontari dell'Associazione<br />

Ali di Scorta vestiti da Babbi Natale<br />

e Befane hanno distribuito regali e<br />

calze ai 150 bambini ricoverati presso la<br />

divisione di neurologia chirurgica infantile,<br />

di oncologia e di pediatria. I volontari<br />

di questa associazione — composta<br />

da genitori di ragazzi affetti dalle stesse<br />

tipologie di malattie — sono stati affiancati<br />

dal gruppo di donatori di sangue<br />

provenienti da alcuni istituti finanziari.<br />

La festa è stata allietata da canti natalizi<br />

e da uno spettacolo di intrattenimento<br />

di un prestigiatore, per concludersi nel<br />

pomeriggio con giochi e tombolate.<br />

Anche nella clinica di ematologia del<br />

policlinico Umberto I sono «atterrate» le<br />

Befane con le loro scope e i loro sacchi<br />

pieni di regali e di dolci. Insieme all'Associazione<br />

Romail, che assiste i pazienti<br />

di questo reparto e che gestisce la casa<br />

famiglia Vanessa (mettendo a disposizione<br />

le sue 15 stanze), vi erano alcuni giocatori<br />

della squadra di calcio della Roma,<br />

con i quali i piccoli pazienti hanno<br />

potuto trascorrere qualche ora festeggiando<br />

e giocando a tombola.<br />

Dietro a questi momenti di allegria vi<br />

è comunque un impegnativo lavoro di<br />

tutta una rete di assistenza gestita dal<br />

centro di orientamento Mela Blu, al<br />

quale fanno capo tutte le associazioni<br />

che si occupano dei pazienti affetti da<br />

malattie tumorali. Questa rete infatti è<br />

composta da differenti gruppi di volontariato<br />

che prestano servizio sia nelle case<br />

famiglia che nei consultori o direttamente<br />

a domicilio, aiutando i pazienti e<br />

i parenti per i problemi inerenti l'informazione,<br />

offrendo altresì sostegno morale<br />

e pratico per affrontare le diverse<br />

terapie.<br />

Grazie al loro costante lavoro, il giorno<br />

dell'Epifania sono ritornate sul volto<br />

di questi bambini la spensieratezza, la<br />

serenità espressa in un sorriso davvero<br />

gioioso di fronte alla novità di un dono<br />

inatteso.<br />

RITA DIETRICH<br />

EPIFANIA/2 Migliaia di persone a «Viva la Befana»<br />

Manifestazioni e cortei<br />

all'insegna della solidarietà<br />

Migliaia di persone si sono dati appuntamento,<br />

domenica mattina, a piazza<br />

Adriana, per assistere al tradizionale<br />

appuntamento della manifestazione «Viva<br />

la Befana».<br />

Quest'anno, infatti, ricorre il XV anniversario<br />

del reinserimento dell'Epifania,<br />

come giorno festivo sul calendario civile.<br />

Un lungo corteo storico-folkloristico,<br />

ispirato alla città di Cisterna di Latina e<br />

al territorio della Pianura Pontina, è<br />

giunto in piazza San Pietro per partecipare<br />

alla recita dell'Angelus di Giovanni<br />

Paolo II.<br />

Alle manifestazioni folkloristiche hanno<br />

fatto eco iniziative di solidarietà promosse<br />

dal Campidoglio e da associazioni<br />

di volontariato, destinate a far respirare<br />

aria di festa a quei bambini e a quelle<br />

persone in difficoltà che per diversi motivi<br />

avrebbero poco da festeggiare.<br />

La manifestazione «Viva la Befana»,<br />

organizzata anche quest'anno dall'associazione<br />

«Europae Fami.li.a.» (Famiglie<br />

Libere Associate d'Europa), è stata molto<br />

apprezzata per le originali allegorie<br />

che hanno rappresentato l'universalità<br />

della famiglia e la fratellanza tra i popoli.<br />

Al seguito dei Re Magi ( giunti a Roma<br />

da una diversa località) che indossavano<br />

costumi dell'epoca, hanno partecipato<br />

trenta butteri cisternesi a cavallo,<br />

discendenti del coraggioso cavaliere che<br />

nel 1890 sfidò e vinse Buffalo Bill. Subito<br />

dopo gruppi folkloristici e musicali,<br />

centinaia di figuranti in costumi, il carosello<br />

storico di Cori con gli sbandieratori,<br />

trenta cavalli e due «barozze» trainate<br />

da bufale maremmane. Inoltre, una<br />

gigantesca stella cometa, lunga venticinque<br />

metri, ha preceduto «la sorpresa»<br />

che le famiglie di Vicoforte, in provincia<br />

di Cuneo, hanno preparato per i bambini<br />

romani e cisternesi: un blocco di carbone<br />

di zucchero di quattrocento chili,<br />

frammento del «carbone dolce più grande<br />

del mondo», del peso totale di oltre<br />

duemila chili.<br />

Gran parte delle scenografie di «Viva<br />

la Befana» sono state realizzate con il lavoro<br />

delle insegnanti e degli alunni delle<br />

scuole e da volontari delle associazioni<br />

culturali e sportive di Cisterna. Molti sono<br />

stati i bambini e i ragazzi che hanno<br />

sfilato vestiti da giovani romani, da butterini,<br />

da contadinelle, da befane e da<br />

giocattoli. Hanno sfilato con i loro genitori<br />

e i nonni per testimoniare le loro<br />

origini e la loro storia; per far conoscere<br />

tradizioni, folklore e i prodotti del loro<br />

territorio: quello dell'Agro Pontino. Sono<br />

state tre le epoche rappresentate: la<br />

romana, con al centro san Paolo, simbolo<br />

dell'evangelizzazione dei pagani; fine<br />

Medioevo inizio Rinascimento, con i Re<br />

Magi che indossavano i costumi dell'epoca<br />

e procedevano tra dame, cavalieri<br />

e armigeri, infine, il '900 rappresentato<br />

dai «bonificatori» della palude pontina<br />

con attrezzi originali degli anni '30 e della<br />

Cisterna attuale.<br />

Per rimanere in tema di festeggiamenti<br />

e di solidarietà, sono state 163 le famiglie<br />

che nella Capitale hanno invitato a<br />

pranzo per il giorno dell’Epifania 210<br />

persone sole e in difficoltà, italiane e<br />

straniere, provenienti dall’ostello della<br />

Caritas di via Marsala, nell'ambito dell'iniziativa<br />

«Aggiungi un posto a tavola».<br />

L’iniziativa non si è conclusa con l’invito<br />

a pranzo. Nel 90 per cento dei casi<br />

la famiglia ha lasciato il proprio numero<br />

di telefono all’ospite perché possa chiamare<br />

in caso di necessità; nel 66 per<br />

cento sono stati programmati ulteriori<br />

inviti a pranzo e nel 40 per cento la famiglia<br />

si sta impegnando a trovare un<br />

lavoro al proprio ospite.<br />

Gli ospitati sono stati in maggioranza<br />

italiani, ma il 35 per cento era costituito<br />

da albanesi, algerini, croati, polacchi,<br />

peruviani, iracheni e moldavi.<br />

Ad aderire all’iniziativa soprattutto famiglie<br />

del ceto medio della periferia romana,<br />

ma anche quelle di paesi della<br />

provincia. Tra le 163 famiglie romane<br />

che hanno ospitato i senza tetto ce ne<br />

sono state alcune che per la prima volta<br />

hanno aderito a «Aggiungi un posto a<br />

tavola», altre che sono ormai alla seconda<br />

o alla terza esperienza.<br />

Infine, sempre in occasione della festa<br />

dell'Epifania, sculture di ghiaccio sono<br />

state esposte in piazza Navona in onore<br />

degli scultori Gianlorenzo Bernini e<br />

Francesco Borromini. Le strutture di<br />

ghiaccio hanno donato alla città esempi<br />

dell’arte barocca dei due grandi architetti<br />

del ’600.<br />

A metà della manifestazione un sistema<br />

tecnologico di luci ha fatto comparire<br />

sulla facciata della chiesa di sant’Agnese<br />

le mani dei due maestri che si<br />

stringevano in segno di pace. Musiche<br />

barocche hanno fatto da cornice alla<br />

manifestazione.<br />

FRANCESCO RICUPERO<br />

RADIO<br />

VATICANA<br />

OM: 1530 kHz - 196 metri<br />

(Per la zona di Roma<br />

anche Onda Media 527 kHz<br />

e FM 93.3 e 105 MHz)<br />

OC: nelle bande 49, 31, 25 e 19 metri<br />

MARTEDÌ 9 GENNAIO<br />

00.10: Studio A (stereo): Con voi<br />

nella notte<br />

7.20-15.30-17.30-23-24: Orizzonti cristiani<br />

7.30: Santa Messa in latino<br />

8-12-14-15-16-18-21-23.30: Radiogiornale<br />

in italiano, spagnolo, portoghese,<br />

francese, inglese, tedesco e polacco<br />

16.30: I Cento anni di Gianluca Tocchi<br />

di P. Lucci<br />

17: Liturgia delle Ore, celebrazione<br />

dei Vespri<br />

20.20: Programma tedesco: Gabi<br />

Verbeek, Clemens Behr Gesucht!<br />

Gefunden? Christliche Berufung im<br />

”. Jahrtausend<br />

20.40: Recita del Santo Rosario<br />

21.30: Programma francese: L'Eglise<br />

en Afrique<br />

21.50: Programma inglese: Matters<br />

of fact / Against the floor / Once upon<br />

a parable<br />

22.10: Programma spagnolo: Dialogo<br />

con los oyentes


IN ITALIA<br />

PAGINA<br />

24 .<br />

TERRORISMO L'ambasciata riaperta dopo tre giorni<br />

Paura di attentati<br />

contro obiettivi Usa<br />

ROMA, 8.<br />

Con il passare delle ore e il rafforzarsi<br />

delle misure di sicurezza adottate fin da<br />

venerdì, il timore che il terrorismo di<br />

matrice islamica possa colpire obiettivi<br />

statunitensi in Italia si sta attenuando.<br />

Stamane, «dopo un riesame della situazione<br />

riguardo alla sicurezza», ha riaperto<br />

al pubblico a Roma l'ambasciata<br />

americana, chiusa tre giorni fa. Tutta<br />

l'area attorno all'edificio resta comunque<br />

transennata e presidiata dalle forze<br />

dell'ordine. In un comunicato diffuso<br />

dall’ufficio stampa della rappresentanza<br />

diplomatica degli Stati Uniti si ringraziano<br />

«ancora una volta le autorità italiane<br />

per l’eccellente collaborazione». Ieri il<br />

Presidente del Consiglio, Amato, aveva<br />

elogiato la capacità di prevenzione e di<br />

vigilanza degli apparati di «intelligence»<br />

italiani ritenendo, se pur velatamente, lo<br />

sgombero precipitoso dell'ambasciata<br />

non giustificabile con i motivi di sicurezza<br />

invocati dagli americani.<br />

Il primo allarme sul rischio di attentati<br />

«in un Paese della Nato che si affaccia<br />

sul Mediterraneo» — spiegano fonti Usa<br />

— risale a inizio ottobre ma il periodo<br />

di maggior rischio sarebbe compreso tra<br />

la fine dell'anno e il 20 gennaio, con l'insediamento<br />

del presidente Bush alla Casa<br />

Bianca. Resta dunque alto lo stato di<br />

attenzione per possibili atti dimostrativi<br />

che una cellula di fondamentalisti islamici<br />

potrebbe mettere a segno anche in<br />

Italia. I dispositivi di controllo e di protezione<br />

non sono limitati ai «bersagli<br />

sensibili» della Capitale ma sono stati at-<br />

Rapporto dell'Ucigos<br />

su «Forza Nuova»<br />

al vaglio<br />

della procura di Roma<br />

ROMA, 8.<br />

Forza Nuova, il movimento di estrema<br />

destra nell'occhio del ciclone dopo<br />

l'attentato dinamitardo al «Manifesto»,<br />

potrebbe essere sciolto dal Consiglio dei<br />

ministri che tuttavia vuole prima acquisire<br />

il parere della magistratura. Sull'organizzazione<br />

— riferisce l'Ansa — è già<br />

stato presentato dall'Ucigos un dettagliato<br />

rapporto alla procura di Roma.<br />

Il ministero dell’Interno aveva avviato<br />

la procedura il 27 dicembre scorso dopo<br />

che, fu sottolineato, «esponenti del movimento<br />

si erano resi protagonisti di episodi<br />

non più isolati, ma che si ripetevano<br />

con preoccupante sistematicità». A<br />

motivare la preoccupazione del Viminale<br />

dopo l’attentato e l’arresto del responsabile,<br />

Insabato, era stata l’aggressione<br />

a un giornalista avvenuta nel corso<br />

di una conferenza stampa di Forza<br />

Nuova a Roma.<br />

I magistrati valuteranno ora se il movimento<br />

sia compatibile con le norme<br />

della legge Mancino. Il provvedimento,<br />

del ’93, vieta le associazioni o i movimenti<br />

con scopi di incitamento all’odio<br />

o alla violenza per motivi razziali o etnici,<br />

con una pena prevista, per gli aderenti,<br />

da sei mesi a quattro anni di reclusione<br />

e, per i promotori, da uno a sei<br />

anni. La legge prevede pene accessorie,<br />

come l’obbligo di prestare attività non<br />

retribuita a favore della collettività, nonché<br />

il sequestro delle sedi, dei luoghi di<br />

riunione, come anche dei simboli o materiali<br />

di propaganda, e la reclusione fino<br />

a tre anni per chi diffonde idee fondate<br />

sulla superiorità, sull’odio razziale<br />

o etnico, o incita a commettere atti di<br />

discriminazione.<br />

Gli anziani abbandonati<br />

in un rudere: migliorano<br />

le condizioni dell'uomo<br />

SALERNO, 8.<br />

Migliorano le condizioni di salute di<br />

Guerino Grieco, l’anziano di 77 anni di<br />

Salerno, trovato in fin di vita, con la<br />

convivente Anna Spera deceduta due<br />

giorni orsono, in un casolare diroccato a<br />

Pagani nel Salernitano.<br />

In aiuto di Guerino, che presenta evidenti<br />

problemi psichici, è intervenuto<br />

l’assessorato alle politiche sociali di Pagani<br />

che ha promesso di trovare per<br />

l’anziano, una volta dimesso dall’ ospedale<br />

di Nocera Inferiore dove è ricoverato,<br />

un accoglienza dignitosa.<br />

Guerino Grieco è comunque proprietario<br />

di un appartamento nel quartiere<br />

Torrione di Salerno dove ha vissuto per<br />

diversi anni con la convivente Anna.<br />

Non si conoscono ancora le decisioni<br />

dei figli, Antonio e Michele, anche se da<br />

anni hanno tentato di accudire il padre<br />

che, proprio per i gravi disagi mentali,<br />

ha sempre rifiutato qualsiasi forma di<br />

aiuto.<br />

Guerino Grieco ed Anna Spera erano<br />

stati trovati, venerdì 5 privi di forze,<br />

sporchi ed in pessime condizioni igieniche<br />

e di salute, nella misera abitazione<br />

invasa dai topi.<br />

tivati in tutte le città che ospitano uffici,<br />

basi e comunità statunitensi (da Aviano<br />

a Livorno, da Gaeta a Sigonella). A Napoli<br />

il nuovo allarme non ha colto di<br />

sorpresa poiché appena due settimane<br />

fa furono adottate delle misure di sicurezza<br />

per la sede Nato di Bagnoli, all’ingresso<br />

e all’interno della struttura. I motivi<br />

che portarono all’allarme a Bagnoli<br />

non sono stati mai svelati ma il fatto<br />

che fu modificato il programma della<br />

portaerei Truman (allontanata dalla fonda<br />

a Napoli), che ai militari fu chiesto<br />

di indossare abiti civili quando si trovavano<br />

al di fuori della base e che gli alti<br />

ufficiali per qualche giorno abbandonarono<br />

i loro alloggi per sistemarsi in luoghi<br />

più sicuri dentro la struttura può dare<br />

la misura della portata dei timori di<br />

azioni contro obiettivi Usa.<br />

Quello sulla pericolosità dell’estremismo<br />

fondamentalista è un allarme ormai<br />

frequente nelle analisi fatte dai servizi di<br />

sicurezza che, peraltro, ricordano l’esistenza<br />

in Italia di vaste aree di contiguità<br />

con i gruppi islamici che si servono<br />

della violenza per raggiungere i loro traguardi<br />

criminosi. Lo stesso presidente<br />

del Comitato di controllo sui servizi di<br />

sicurezza, Frattini, parla di «allarmi di<br />

scenario» cioè di segnali di pericolo da<br />

tempo rilevati anche in considerazione<br />

della specificità del ruolo dell’Italia nelle<br />

strategie dei gruppi più estremistici del<br />

fondamentalismo. E da Milano il magistrato<br />

Ferdinando Pomarici ricorda che<br />

ormai tutti possono «essere bersagli» ma<br />

che finora in Italia non sono state portate<br />

avanti azioni di questo tipo.<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Lunedì-Martedì 8-9 Gennaio 2001<br />

Riforma elettorale:<br />

due proposte<br />

entrambe ispirate<br />

al sistema tedesco<br />

URANIO Per accertare le cause dei tumori<br />

I legali di uno dei militari deceduti<br />

chiedono che le indagini siano estese<br />

anche agli effetti provocati dal benzene<br />

ROMA, 8.<br />

Continua ad essere drammaticamente<br />

in primo piano la vicenda dei militari<br />

ammalatisi di cancro e in alcuni casi deceduti<br />

dopo essere stati in missione in<br />

Bosnia ed Erzegovina o in Kosovo.<br />

In attesa di conoscere i risultati cui<br />

perverrà la commissione scientifica nominata<br />

dal ministro della Difesa Mattarella<br />

e presieduta dall'ematologo prof.<br />

Franco Mandelli, i legali della famiglia<br />

di uno dei militari deceduti per leucemia,<br />

Salvatore Carbonaro, di Floridia<br />

(Siracusa), rilevano che, come era stato<br />

già ipotizzato, la morte del giovane, oltre<br />

a causa dell'eventuale incidenza dell'uranio<br />

impoverito, potrebbe essere legata<br />

all'utilizzo del benzene. I due legali,<br />

Antonio Failla e Pietro Aglianó, sottolineano<br />

la necessità — riferisce l'Ansa —<br />

di «concentrare sull'utilizzo del benzene<br />

le indagini volte ad accertare le eventuali<br />

responsabilità della morte di Carbonaro».<br />

I due avvocati hanno precisato in<br />

merito alla tragica vicenda: «Ci stupisce<br />

la polemica sorta sin qui circa l'incidenza<br />

o meno della sola polvere di uranio<br />

impoverito, trascurando quella che è a<br />

nostro avviso la vera causa del decesso,<br />

peraltro già portata a conoscenza del<br />

ministero competente». In particolare i<br />

due legali definiscono «certo e documentalmente<br />

provato che la morte di<br />

Salvatore Carbonaro sia stata determinata<br />

da leucemia acuta linfloblastica, posta<br />

incontrovertibilmente in relazione con<br />

l'uso del benzene (contenuto nei prodotti<br />

e nei solventi in dotazione) che il militare<br />

utilizzava per la manutenzione del-<br />

Extracomunitari<br />

bloccati presso Gorizia<br />

e nella Locride<br />

GORIZIA, 8.<br />

Continua il flusso migratorio via terra<br />

al valico italo-sloveno di Gorizia. Trentasei<br />

immigrati clandestini di varia etnia,<br />

tra i quali alcuni bambini, sono stati fermati<br />

nella notte tra il 6 e il 7 gennaio alla<br />

periferia del capoluogo dopo aver varcato<br />

il confine a piedi.<br />

Il gruppo etnico più numeroso — riferisce<br />

l'Ansa — era composto di diciannove<br />

curdi provenienti dall'Iran. Tra le<br />

persone bloccate c'erano anche tre curdi<br />

provenienti dall'Iraq, sei jugoslavi,<br />

quattro palestinesi e quattro indiani.<br />

Tutti i fermati sono stati accolti in un<br />

primo momento nella caserma «Massarelli»<br />

della Polizia di Stato adiacente al<br />

valico internazionale di Casa Rossa (Gorizia).<br />

Successivamente è stato loro notificato<br />

il decreto di espulsione che deve<br />

essere eseguito entro il termine di due<br />

settimane.<br />

All'altra estremità della Penisola, nella<br />

Locride (Reggio Calabria), tra Sant'Ilario<br />

e Bovalino, è stato intercettato un<br />

piccolo gruppo di extracomunitari poco<br />

dopo lo sbarco da una motonave arenatasi<br />

nei pressi di Ardore. A bordo c'erano<br />

14 persone, per la maggior parte libici.<br />

L'imbarcazione è stata posta sotto sequestro.<br />

le armi alla quale era addetto». Intanto<br />

si è appreso che le associazioni che si<br />

battono contro l'uso dell'uranio impoverito<br />

e aderiscono alla rete Aui (Aboliamo<br />

l'uranio impoverito), le stesse che criticano<br />

la nomina della commissione<br />

scientifica da parte del ministro della Difesa<br />

«in quanto non super partes ma costituita<br />

da rappresentanti di alcuni organismi<br />

sotto accusa» hanno deciso di formare<br />

una «contro-commissione», che<br />

faccia luce sui reali rischi dell'uranio impoverito»<br />

e studi le «conseguenti, possibili<br />

iniziative legali».<br />

Napoli: corsi nelle scuole per orientare i giovani nella scelta del lavoro<br />

NAPOLI — Orientare gli studenti nella scelta<br />

del lavoro, per permettere loro di guardare in<br />

modo più consapevole alla prosecuzione del<br />

proprio cammino formativo. È l'obiettivo del<br />

progetto «Ragazzi in commercio», che il provveditorato<br />

agli studi di Napoli ripropone per il<br />

quinto anno consecutivo con novità e ampliamenti<br />

rispetto alle passate edizioni.<br />

L'iniziativa si rivolge agli studenti degli ultimi<br />

due anni delle superiori, che a scuola po-<br />

ROMA, 8.<br />

Scadono oggi i termini per la presentazione<br />

degli emendamenti alle proposte<br />

di legge elettorale già discusse in commissione<br />

Affari costituzionali del Senato<br />

e che domani approderanno in aula. Il<br />

centro destra è contrario alla riforma,<br />

sostenendo che la scadenza della legislatura<br />

è troppo vicina.<br />

I testi in discussione saranno quelli<br />

presentati dal centro sinistra (la Franceschini-Villone)<br />

e dal senatore Andreotti.<br />

Il primo si può definire come un sistema<br />

tedesco corretto. Prevede l’indicazione<br />

del premier, un premio di maggioranza<br />

fino al 55% per la coalizione che<br />

supera il 40% dei voti, l’omogeneità dei<br />

sistemi di Camera e Senato con il mantenimento<br />

del 75% di collegi maggioritari<br />

e del 25% di proporzionale (ma con<br />

una correzione proporzionale complessiva);<br />

uno sbarramento al 5%.<br />

Anche il secondo, sul quale Andreotti<br />

vorrebbe coinvolgere maggioranza e opposizione,<br />

è basata sul modello tedesco<br />

e si ispira al testo che tempo addietro<br />

era stato messo a punto dagli esponenti<br />

del Polo, Urbani e Tremonti. Prevede<br />

l’elezione della Camera con metà dei<br />

seggi attribuiti, nei collegi elettorali uninominali,<br />

ai candidati che hanno ottenuto<br />

il maggior numero di voti in ciascun<br />

collegio. I rimanenti seggi sono attribuiti<br />

con il metodo proporzionale tra liste<br />

bloccate di candidati, e vi concorrono<br />

solo i partiti che abbiano superato il 5%<br />

dei voti o che abbiano ottenuto un seggio<br />

in almeno tre collegi uninominali.<br />

Sono previste norme «antiribaltone».<br />

Bari: polizia insegue<br />

e arresta<br />

contrabbandieri<br />

BARI, 8.<br />

Cinque contrabbandieri campani,<br />

che avevano a bordo di due<br />

auto 320 kg di sigarette, sono stati<br />

arrestati a Bari da agenti di Polizia<br />

dopo un inseguimento nel corso<br />

del quale uno dei veicoli dei<br />

malviventi ha sfondato la barriera<br />

del casello autostradale. Nel corso<br />

dell'inseguimento due agenti sono<br />

rimasti leggermente feriti a causa<br />

di un tamponamento. I contrabbandieri<br />

arrestati sono Giorgio<br />

Scognamiglio, Luigi Parisi, Giuseppe<br />

Arena, Vincenzo Montefusco<br />

e Angelo Del Vecchio.<br />

MALTEMPO Pericolo di valanghe in Alto Adige<br />

Frana nel Bellunese per le piogge<br />

intense: sgomberate 18 persone<br />

Smottamenti in Liguria<br />

BOLZANO, 8.<br />

Non si placa il maltempo e continua<br />

lo stillicidio delle frane.<br />

Nel Bellunese, nella notte tra domenica<br />

e lunedì, una frana che minaccia otto<br />

case ha costretto a far sgomberare 18<br />

persone dall’abitato di Buscole, frazione<br />

del Comune di Farra d’Alpago (Belluno).<br />

La frana, generata dalle ingenti<br />

piogge di questi giorni, è stata temporaneamente<br />

fermata da una barriera parasassi<br />

ma, nonostante ciò, è stato disposto<br />

lo sgombero delle abitazioni, perché<br />

il fenomeno non è al momento controllabile.<br />

Le famiglie fatte sgomberare, di<br />

Sommozzatore muore<br />

nel Lecchese<br />

durante un'immersione<br />

LECCO, 8.<br />

Un sommozzatore, Paolo C. di<br />

32 anni, di Cornate d’Adda (Milano),<br />

è morto ieri mattina durante<br />

un’immersione nelle acque del ramo<br />

lecchese del lago di Como, di<br />

fronte alla località Moregallo. Il<br />

subacqueo si era immerso assieme<br />

a un amico in una zona del lago<br />

abituale meta di sommozzatori.<br />

Secondo i primi accertamenti,<br />

l’uomo è morto mentre era alla<br />

profondità di circa 25 metri.<br />

Un morto<br />

e cinque feriti<br />

per una fuga<br />

di gas a Verona<br />

VERONA, 8.<br />

Una donna, Adele Franchini, di 74 anni,<br />

è morta ed altre cinque persone sono<br />

rimaste ferite a Verona nel crollo di una<br />

palazzina di due piani causato da una<br />

fuga di gas. L’episodio si è verificato intorno<br />

alle 9 del mattino di ieri, domenica.<br />

I feriti, estratti dalle macerie, sono<br />

Annamaria Ingrassia, 32 anni, Maria Pogietta<br />

(38), Rosanna Montresor (59), tutte<br />

abitanti dello stabile, e Luciana Spezia<br />

(60), una passante. Anna D’Andrea,<br />

39 anni, abitante nella casa accanto, si è<br />

vista crollare addosso il tetto della soffitta<br />

della propria abitazione. Anche lei<br />

tuttavia non è in pericolo di vita. Sono<br />

tutti ricoverati al policlinico «Borgo Roma»<br />

con fratture agli arti inferiori e<br />

trauma cranico ma, secondo i medici,<br />

non sono in pericolo di vita.<br />

La palazzina si trova in periferia, in<br />

via Centro n. 90, nel quartiere Borgo<br />

Roma. L’esplosione ha completamente<br />

sventrato il secondo piano, quello dove,<br />

secondo i primi accertamenti, si sarebbe<br />

verificata l’esplosione.<br />

La causa di questo luttuoso incidente,<br />

affermano gli investigatori, è con ogni<br />

probabilità una fuga di gas al secondo<br />

piano dell’edificio, dove abitava la vittima,<br />

forse a causa della perdita di una<br />

bombola di gas o delle stesse condutture<br />

della rete cittadina. Per stabilirlo, insieme<br />

ad eventuali responsabilità, bisognerà<br />

attendere la perizia che disporrà la<br />

magistratura. I vigili del fuoco hanno lavorato<br />

sotto una pioggia battente e la luce<br />

delle fotocellule, per rimuovere le<br />

macerie dalla zona, interamente transennata.<br />

Custodi rubavano gasolio da autoparco comunale<br />

CATANIA — Dovevano vigilare contro i furti ma invece rubavano gasolio,<br />

circa 800 litri a settimana, dagli autocompattatori dell’autoparco comunale<br />

della Nettezza urbana di Catania. È l’accusa contestata dalla Digos della<br />

Questura a due dipendenti della Multiservizi che sono stati arrestati lunedì.<br />

Le indagini erano state avviate dalla Polizia dopo minacce anonime inviate<br />

al sindaco di Catania, Umberto Scapagnini, «reo», secondo l’anonimo, di<br />

non fare «finire la vergogna che dura da tempo immemorabile». Agenti della<br />

Digos si sono nascosti all’interno di un camper posteggiato nel deposito<br />

e hanno atteso che i ladri entrassero in azione, filmando il furto. I due dipendenti<br />

sono stati arrestati in flagranza di reato. Gli ammanchi di gasolio<br />

duravano da moltissimi mesi ma nessuno aveva presentato denuncia.<br />

Operazione antidroga a Comacchio: 30 arresti<br />

FERRARA — Con il sequestro di 50.000 dosi di cocaina ed eroina purissima<br />

per un valore di circa 3 miliardi, 100 chilogrammi di oro e l’arresto di una<br />

trentina di persone si è conclusa lunedì mattina l’operazione «Rinascita»<br />

portata a termine dai Carabinieri di Comacchio. L’indagine durata oltre 10<br />

mesi ha permesso di sgominare una organizzazione che operava in Emilia<br />

Romagna, Lombardia e Veneto. La droga proveniva dal Perú e dalla Colombia.<br />

I primi passi dell’operazione erano stati compiuti la scorsa primavera<br />

seguendo gli sviluppi di una inchiesta minore che aveva portato i Carabinieri<br />

alla pista internazionale dello spaccio di sostanze stupefacenti.<br />

Fs: Ucs conferma lo sciopero di sabato<br />

ROMA — Probabili difficoltà nella circolazione dei treni tra sabato e domenica<br />

prossimi. Il sindacato dei capistazione, l’Ucs, ha infatti confermato lo<br />

sciopero di otto ore che scatterà dalle 22 di sabato 13 gennaio alle 6 di domenica<br />

14, senza garanzia di servizi minimi.<br />

Disoccupati occupano svincolo autostrada<br />

NAPOLI — Oltre trecento disoccupati del movimento disoccupati autorganizzati<br />

di Acerra (appartenenti ai movimenti di lotta di Napoli e provincia) hanno<br />

occupato lunedì lo svincolo autostradale di Pomigliano sull’A16 Napoli-<br />

Bari. Lo snodo è centrale per il traffico nel meridione e le conseguenze del<br />

blocco si sono ripercosse anche sulla Napoli-Roma e sulla Napoli-Salerno. I<br />

manifestanti hanno anche incendiato alcuni copertoni.<br />

tranno usufruire di corsi di almeno venti ore<br />

con esperti che spieghino loro i problemi e le<br />

prospettive di vari comparti occupazionali, sottolineando<br />

anche i requisiti formativi e le specializzazioni<br />

necessari per ciascuna attività.<br />

«Il progetto finora ha dato ottimi risultati —<br />

commenta il provveditore Anna Maria Dominici<br />

— permettendo agli alunni di confrontarsi<br />

con il mondo del lavoro e della formazione<br />

senza aspettare, come avveniva in passato, il<br />

cui due con bambini di otto mesi d’età,<br />

hanno trovato ricovero in casa di parenti<br />

mentre una è stata sistemata in albergo.<br />

Quella di questa notte è la quarantesima<br />

frana che in tempi recenti colpisce<br />

la zona. La 39ª si era mossa il 6 novembre<br />

scorso, ed è attigua a quella odierna,<br />

e aveva destato analogo allarme.<br />

Anche stamani in Alto Adige le temperature<br />

sono elevate con pioggia sino<br />

ad alta quota, condizioni che aumentano<br />

il pericolo di valanghe. Solo per questa<br />

sera è atteso un abbassamento della<br />

temperatura. È ancora chiusa la strada<br />

di accesso a Solda; chiusi sono poi ancora<br />

i passi Gardena,passo Giovo,passo<br />

Falzarego verso Caprile e passo Fedaia.<br />

Chiuse sono poi anche le strade dell’alta<br />

valle Aurina, di Tures e Vandojes.<br />

Per il quindicesimo giorno consecutivo,<br />

a Venezia è stato registrato il fenomeno<br />

dell’acqua alta. La marea ha raggiunto,<br />

in mattinata, i 110 centimetri di<br />

altezza sul medio mare allagando parte<br />

della città nei punti più bassi.<br />

In Liguria, dove anche nella giornata<br />

di ieri è continuato a piovere, Portovenere<br />

e la frazione delle Grazie sono rimaste<br />

isolate per alcune ore per una frana<br />

caduta nella notte all’estrema periferia<br />

ovest della Spezia. Nel Ponente, a<br />

Diano Marina (Imperia) un muro di sostegno<br />

è crollato seppellendo quattro auto<br />

in sosta. A Portovenere parte della<br />

collina è franata sull’unica strada di collegamento<br />

con la Spezia; crolli anche a<br />

Diano Marina. Nel centro Italia nubifragi<br />

hanno creato allagamenti e smottamenti.<br />

Maestro e allieva<br />

travolti dal ghiaccio<br />

in una scalata<br />

nel Trentino<br />

TRENTO, 8.<br />

Due escursionisti lombardi sono morti<br />

per una slavina caduta in val Daone, nel<br />

Trentino occidentale, al confine con la<br />

provincia di Brescia. Tiberio Quecchia,<br />

40 anni, istruttore di roccia residente a<br />

Botticino Mattino (Bs) e l'allieva Margherita<br />

Spagnoli, 34 anni, di Brescia, sono<br />

stati travolti probabilmente da un<br />

pezzo di ghiaccio mentre erano impegnati<br />

in un’ascensione su una parete<br />

ghiacciata. La loro morte è avvenuta sabato<br />

ma solo ieri i due corpi sono stati<br />

ritrovati. L’allarme è stato dato solo in<br />

tarda serata di sabato, dai parenti preoccupati<br />

per il mancato rientro a casa dei<br />

due escursionisti, ma la zona impervia<br />

ha impedito l’immediato avvio delle ricerche.<br />

Teatro della disgrazia è la valle<br />

che il prossimo fine settimana ospiterà<br />

una gara di coppa del mondo di arrampicata<br />

su ghiaccio. Le pareti ghiacciate<br />

della val Daone sono infatti famose a livello<br />

internazionale e vengono regolarmente<br />

affrontate dagli escursionisti con<br />

ramponi e piccozze.<br />

Tra le cause dell’incidente anche l’innalzamento<br />

della temperatura che interessa<br />

tutto il Trentino Alto Adige, dove<br />

da ore piove anche a quote elevate. Proprio<br />

la pioggia ieri ha trasformato in un<br />

acquitrino parte del Centro fondo delle<br />

Viote sul Monte Bondone, sopra Trento,<br />

causando il rinvio a marzo della più antica<br />

gara di gran fondo italiana. Analoga<br />

sorte anche per altre manifestazioni di<br />

sci. Nelle operazioni di soccorso sono state<br />

coinvolte una cinquantina di persone<br />

del Soccorso Alpino della Valle del Chiese,<br />

con l’ausilio di cani da valanga.<br />

conseguimento del diploma per cominciare a<br />

informarsi». All'iniziativa hanno aderito varie<br />

scuole di formazione professionale, che hanno<br />

aperto i propri laboratori ai ragazzi, e diverse<br />

associazioni di categoria del mondo commerciale<br />

e artigianale, che hanno messo a disposizione<br />

gli esperti per guidare gli studenti alla<br />

scoperta dei segreti per accedere a una futura<br />

occupazione.<br />

MARIANO DEL PREITE<br />

Che<br />

spettacolo!<br />

Era tutto previsto alla trasmissione<br />

televisiva «Carramba<br />

che fortuna» di sabato 6 gennaio:<br />

le interminabili fragorose<br />

risate, non sempre motivate,<br />

della conduttrice; gli altrettanto<br />

interminabili abbracci da romanticismo<br />

lacrimevole; la distribuzione<br />

di miliardi e milioni<br />

a conferma di una società che<br />

deifica il soldo.<br />

Tutto previsto, dunque. Non<br />

si poteva, però, prevedere lo<br />

show di una signora componente<br />

di un ex trio: tematica e terminologia<br />

pregne di una volgarità<br />

tanto bassa e rivoltante da<br />

suscitare non sorriso, ma commiserazione.<br />

E nel pubblico alcuni<br />

personaggi, che dovrebbero<br />

prima di tutto sentirsi educatori,<br />

sembravano saltellare sulle<br />

poltrone dal ridere.<br />

Che spettacolo!<br />

Due tragici incidenti<br />

«del sabato sera»<br />

nel Salento e nel Legnanese<br />

ROMA, 8.<br />

Una ragazza di 17 anni è morta ed altre<br />

sei persone, tra le quali un giovane<br />

di 18 anni, uno di 17 ed uno di 14 che<br />

rientravano dopo una serata in discoteca,<br />

sono rimaste ferite in un incidente<br />

stradale avvenuto ieri notte nelle vicinanze<br />

di San Cesareo di Lecce, sulla statale<br />

476 che collega il capoluogo salentino<br />

con Galatina.<br />

La vittima è Federica Bisconti che<br />

viaggiava su una utilitaria guidata da<br />

Giordano Rollo, di 18 anni, insieme con<br />

gli altri due giovani di 17 e 14 anni, tutti<br />

di San Donato di Lecce. Rollo e l’altro<br />

giovane di 17 anni guariranno in una<br />

trentina di giorni, il più giovane invece è<br />

ricoverato in condizioni molto gravi nell’ospedale<br />

di Galatina.<br />

Rollo ha perso il controllo della vettura<br />

che è finita dapprima contro un muretto<br />

quindi, dopo un testa-coda, è rientrata<br />

al centro della carreggiata mentre<br />

sopraggiungeva un'altra auto condotta<br />

da un giovane di 24 anni. Questi è rimasto<br />

illeso, mentre altre tre persone che<br />

viaggiavano con lui hanno riportato ferite<br />

giudicate guaribili in una trentina di<br />

giorni.<br />

Un'altra ragazza, di 20 anni, è morta<br />

ieri sera sulla A8 nei presi di Legnano.<br />

Altri tre ragazzi che viaggiavano sulla<br />

stessa auto sono rimasti gravemente feriti<br />

e sono stati ricoverati in ospedale in<br />

prognosi riservata.<br />

La dinamica dell’incidente è ancora<br />

poco chiara. Dai primi accertamenti della<br />

polizia stradale sembra che l'auto sulla<br />

quale viaggiava la vittima, abbia urtato<br />

un'altra vettura, andando quindi a<br />

schiantarsi contro la cuspide del guardrail<br />

all’altezza dello svincolo. La giovane<br />

che era alla guida dell'altra auto è rimasta<br />

illesa.<br />

Infine un uomo di 30 anni, di Pescara,<br />

è morto in un incidente stradale avvenuto<br />

nei pressi di Loreto Aprutino<br />

(Pescara). La vittima è Antonio Marcotullio,<br />

il quale, a bordo della sua auto<br />

era diretto verso Pescara. Per motivi ancora<br />

da accertare, lungo un rettilineo in<br />

località contrada Casale, l’auto è uscita<br />

fuori strada ed è andata a schiantarsi<br />

contro un albero. Il giovane è morto sul<br />

colpo. Non sono state coinvolte altre<br />

vetture.


L'OSSERVATOREROMANO<br />

GIORNALE QUOTIDIANO<br />

UNICUIQUE SUUM<br />

SUPPLEMENTO A «L'OSSERVATORE ROMANO» - N. 5 - LUNEDÌ-MARTEDÌ 8-9 GENNAIO 2001<br />

POLITICO RELIGIOSO<br />

NON PRAEVALEBUNT<br />

DOCUMENTI<br />

LETTERA APOSTOLICA DI GIOVANNI PAOLO II<br />

ALL'EPISCOPATO, AL CLERO E AI FEDELI<br />

AL TERMINE DEL GRANDE GIUBILEO DELL'ANNO DUEMILA<br />

NOVO MILLENNIO<br />

INEUNTE


II<br />

Ai Confratelli nell'Episcopato,<br />

ai sacerdoti e ai diaconi,<br />

ai religiosi e alle religiose,<br />

a tutti i fedeli laici.<br />

1. A LL'INIZIO DEL NUOVO MILLEN-<br />

NIO, mentre si chiude il Grande Giubileo in<br />

cui abbiamo celebrato i duemila anni della nascita<br />

di Gesù e un nuovo tratto di cammino si<br />

apre per la Chiesa, riecheggiano nel nostro<br />

cuore le parole con cui un giorno Gesù, dopo<br />

aver parlato alle folle dalla barca di Simone, invitò<br />

l'Apostolo a «prendere il largo» per la pesca:<br />

«Duc in altum» (Lc 5, 4). Pietro e i primi<br />

compagni si fidarono della parola di Cristo, e<br />

gettarono le reti. «E avendolo fatto, presero<br />

una quantità enorme di pesci» (Lc 5, 6).<br />

Duc in altum! Questa parola risuona oggi<br />

per noi, e ci invita a fare memoria grata del<br />

passato, a vivere con passione il presente, ad<br />

aprirci con fiducia al futuro: «Gesù Cristo è lo<br />

stesso, ieri, oggi e sempre!» (Eb 13, 8).<br />

Grande è stata quest'anno la gioia della Chiesa,<br />

che si è dedicata a contemplare il volto del<br />

suo Sposo e Signore. Essa si è fatta più che<br />

mai popolo pellegrinante, guidato da Colui che<br />

è «il Pastore grande delle pecore» (Eb 13, 20).<br />

Con uno straordinario dinamismo, che ha coinvolto<br />

tanti suoi membri, il Popolo di Dio, qui a<br />

Roma, come a Gerusalemme e in tutte le singole<br />

Chiese locali, è passato attraverso la «Porta<br />

Santa» che è Cristo. A lui, traguardo della<br />

storia e unico Salvatore del mondo, la Chiesa e<br />

lo Spirito hanno gridato: «Marana tha - Vieni,<br />

Signore Gesù» (cfr Ap 22, 17.20; 1 Cor 16, 22).<br />

È impossibile misurare l'evento di grazia<br />

che, nel corso dell'anno, ha toccato le coscienze.<br />

Ma certamente, «un fiume d'acqua viva»,<br />

quello che perennemente scaturisce «dal trono<br />

di Dio e dell'Agnello» (cfr Ap 22, 1), si è riversato<br />

sulla Chiesa. È l'acqua dello Spirito che<br />

disseta e rinnova (cfr Gv 4, 14). È l'amore misericordioso<br />

del Padre che, in Cristo, ci è stato<br />

ancora una volta svelato e donato. Al termine<br />

di quest'anno possiamo ripetere, con rinnovata<br />

esultanza, l'antica parola della gratitudine: «Celebrate<br />

il Signore perché è buono, perché eterna<br />

è la sua misericordia» (Sal 118[117], 1).<br />

2.Sento perciò il bisogno di rivolgermi a<br />

L'OSSERVATORE ROMANO<br />

Lettera Apostolica di Giovanni Paolo II<br />

al termine del Grande Giubileo dell'Anno Duemila<br />

LETTERA APOSTOLICA<br />

NOVO MILLENNIO<br />

INEUNTE<br />

DEL SOMMO PONTEFICE<br />

GIOVANNI PAOLO II<br />

ALL'EPISCOPATO<br />

AL CLERO E AI FEDELI<br />

AL TERMINE<br />

DEL GRANDE GIUBILEO<br />

DELL'ANNO DUEMILA<br />

voi, carissimi, per condividere il canto della lode.<br />

A quest'Anno Santo del Duemila avevo<br />

pensato, come ad una scadenza importante, fin<br />

dall'inizio del mio Pontificato. Avevo colto, in<br />

questa celebrazione, un appuntamento provvidenziale,<br />

in cui la Chiesa, a trentacinque anni<br />

dal Concilio Ecumenico Vaticano II, sarebbe<br />

stata invitata ad interrogarsi sul suo rinnovamento<br />

per assumere con nuovo slancio la sua<br />

missione evangelizzatrice.<br />

È riuscito il Giubileo in questo intento? Il nostro<br />

impegno, con i suoi sforzi generosi e le<br />

immancabili fragilità, è davanti allo sguardo di<br />

Dio. Ma non possiamo sottrarci al dovere della<br />

gratitudine per le «meraviglie» che Dio ha compiuto<br />

per noi. «Misericordias Domini in aeternum<br />

cantabo» (Sal 89[88], 2).<br />

Al tempo stesso, quanto è avvenuto sotto i<br />

nostri occhi chiede di essere riconsiderato e, in<br />

certo senso, decifrato, per ascoltare ciò che lo<br />

Spirito, lungo quest'anno così intenso, ha detto<br />

alla Chiesa (cfr Ap 2, 7.11.17 ecc.).<br />

3.Soprattutto, carissimi Fratelli e Sorelle, è<br />

doveroso per noi proiettarci verso il futuro che<br />

ci attende. Tante volte, in questi mesi, abbiamo<br />

guardato al nuovo millennio che si apre, vivendo<br />

il Giubileo non solo come memoria del passato,<br />

ma come profezia dell'avvenire. Bisogna<br />

ora far tesoro della grazia ricevuta, traducendola<br />

in fervore di propositi e concrete linee<br />

operative. Un compito al quale desidero invitare<br />

tutte le Chiese locali. In ciascuna di esse,<br />

raccolta intorno al suo Vescovo, nell'ascolto<br />

della Parola, nell'unione fraterna e nella «frazione<br />

del pane» (cfr At 2, 42), è «veramente<br />

presente e agisce la Chiesa di Cristo, una, santa,<br />

cattolica e apostolica» (1). È soprattutto nel<br />

concreto di ciascuna Chiesa che il mistero dell'unico<br />

Popolo di Dio assume quella speciale<br />

configurazione che lo rende aderente ai singoli<br />

contesti e culture.<br />

Questo radicarsi della Chiesa nel tempo e<br />

nello spazio riflette, in ultima analisi, il movimento<br />

stesso dell'Incarnazione. È ora dunque<br />

che ciascuna Chiesa, riflettendo su ciò che lo<br />

Spirito ha detto al Popolo di Dio in questo speciale<br />

anno di grazia, ed anzi nel più lungo arco<br />

di tempo che va dal Concilio Vaticano II al<br />

Grande Giubileo, compia una verifica del suo<br />

fervore e recuperi nuovo slancio per il suo impegno<br />

spirituale e pastorale. È a tal fine che<br />

desidero offrire in questa Lettera, a conclusione<br />

dell'Anno giubilare, il contributo del mio<br />

ministero petrino, perché la Chiesa risplenda<br />

sempre di più nella varietà dei suoi doni e nell'unità<br />

del suo cammino.<br />

I<br />

L'incontro con Cristo<br />

eredità del Grande Giubileo<br />

4.«Noi ti rendiamo grazie, Signore Dio onnipotente»<br />

(Ap 11, 17). Nella Bolla di indizione<br />

del Giubileo auspicavo che la celebrazione bimillenaria<br />

del mistero dell'Incarnazione fosse<br />

vissuta come «un unico, ininterrotto canto di<br />

lode alla Trinità» (2) e insieme «come cammino<br />

di riconciliazione e come segno di genuina speranza<br />

per quanti guardano a Cristo ed alla sua<br />

Chiesa» (3). L'esperienza dell'Anno giubilare si<br />

è modulata appunto secondo queste dimensioni<br />

vitali, raggiungendo momenti di intensità che<br />

ci hanno fatto quasi toccare con mano la<br />

presenza misericordiosa di Dio, dal quale «discende<br />

ogni buon regalo e ogni dono perfetto»<br />

(Gc 1, 17).<br />

Penso alla dimensione della lode, innanzitutto.<br />

È da qui infatti che muove ogni autentica<br />

risposta di fede alla rivelazione di Dio in Cristo.<br />

Il cristianesimo è grazia, è la sorpresa di un<br />

Dio che, non pago di creare il mondo e l'uomo,<br />

si è messo al passo con la sua creatura, e<br />

dopo aver parlato a più riprese e in diversi modi<br />

«per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi<br />

giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio»<br />

(Eb 1, 1-2).<br />

In questi giorni! Sì, il Giubileo ci ha fatto<br />

sentire che duemila anni di storia sono passati<br />

senza attenuare la freschezza di quell'«oggi»<br />

con cui gli angeli annunciarono ai pastori l'evento<br />

meraviglioso della nascita di Gesù a Betlemme:<br />

«Oggi vi è nato nella città di Davide<br />

un salvatore, che è il Cristo Signore» (Lc 2,<br />

11). Duemila anni sono passati, ma resta più<br />

che mai viva la proclamazione che Gesù fece<br />

della sua missione davanti ai suoi attoniti concittadini<br />

nella sinagoga di Nazareth, applicando<br />

a sé la profezia di Isaia: «Oggi si è adempiuta<br />

questa Scrittura che voi avete udito con i vostri<br />

orecchi» (Lc 4, 21). Duemila anni sono passati,<br />

ma torna sempre consolante per i peccatori bisognosi<br />

di misericordia — e chi non lo è? —<br />

quell'«oggi» della salvezza che sulla Croce aprì<br />

le porte del Regno di Dio al ladrone pentito:<br />

«In verità ti dico, oggi sarai con me nel Paradiso»<br />

(Lc 23, 43).<br />

La pienezza del tempo<br />

5.La coincidenza di questo Giubileo con<br />

l'ingresso in un nuovo millennio ha certamente<br />

favorito, senza alcun cedimento a fantasie mil-<br />

lenariste, la percezione del mistero di Cristo<br />

nel grande orizzonte della storia della salvezza.<br />

Il cristianesimo è religione calata nella storia!<br />

È sul terreno della storia, infatti, che Dio ha<br />

voluto stabilire con Israele un'alleanza e preparare<br />

così la nascita del Figlio dal grembo di<br />

Maria nella «pienezza del tempo» (Gal 4, 4).<br />

Colto nel suo mistero divino e umano, Cristo è<br />

il fondamento e il centro della storia, ne è il<br />

senso e la meta ultima. È per mezzo di lui, infatti,<br />

Verbo e immagine del Padre, che «tutto è<br />

stato fatto» (Gv 1, 3; cfr Col 1, 15). La sua incarnazione,<br />

culminante nel mistero pasquale e<br />

nel dono dello Spirito, costituisce il cuore pulsante<br />

del tempo, l'ora misteriosa in cui il Regno<br />

di Dio si è fatto vicino (cfr Mc 1, 15), anzi<br />

ha messo radici, come seme destinato a diventare<br />

un grande albero (cfr Mc 4, 30-32), nella<br />

nostra storia.<br />

«Gloria a te, Cristo Gesù, oggi e sempre tu<br />

regnerai». Con questo canto mille e mille volte<br />

ripetuto, abbiamo quest'anno contemplato Cristo<br />

quale ce lo presenta l'Apocalisse: «l'Alfa e<br />

l'Omega, il Primo e l'Ultimo, il principio e la fine»<br />

(Ap 22, 13). E contemplando Cristo, abbiamo<br />

insieme adorato il Padre e lo Spirito,<br />

l'unica e indivisa Trinità, mistero ineffabile in<br />

cui tutto ha la sua origine e tutto il suo compimento.<br />

Purificazione della memoria<br />

6.Perché il nostro occhio potesse essere<br />

più puro per contemplare il mistero, quest'Anno<br />

giubilare è stato fortemente caratterizzato<br />

dalla richiesta di perdono. E ciò è stato vero<br />

non solo per i singoli, che si sono interrogati<br />

sulla propria vita, per implorare misericordia e<br />

ottenere il dono speciale dell'indulgenza, ma<br />

per l'intera Chiesa, che ha voluto ricordare le<br />

infedeltà con cui tanti suoi figli, nel corso della<br />

storia, hanno gettato ombra sul suo volto di<br />

Sposa di Cristo.<br />

A questo esame di coscienza ci eravamo a<br />

lungo disposti, consapevoli che la Chiesa, comprendendo<br />

nel suo seno i peccatori, è «santa e<br />

sempre bisognosa di purificazione» (4). Convegni<br />

scientifici ci hanno aiutato a focalizzare<br />

quegli aspetti in cui lo spirito evangelico, nel<br />

corso dei primi due millenni, non sempre ha<br />

brillato. Come dimenticare la toccante Liturgia


L'OSSERVATORE ROMANO<br />

NOVO MILLENNIO INEUNTE<br />

del 12 marzo 2000, in cui io stesso, nella Basilica<br />

di san Pietro, fissando lo sguardo sul Crocifisso,<br />

mi sono fatto voce della Chiesa chiedendo<br />

perdono per il peccato di tutti i suoi figli?<br />

Questa «purificazione della memoria» ha<br />

rafforzato i nostri passi nel cammino verso il<br />

futuro, rendendoci insieme più umili e vigili<br />

nella nostra adesione al Vangelo.<br />

I testimoni della fede<br />

7.La viva coscienza penitenziale, tuttavia,<br />

non ci ha impedito di rendere gloria al Signore<br />

per quanto ha operato in tutti i secoli, e in particolare<br />

nel secolo che ci siamo lasciati alle<br />

spalle, assicurando alla sua Chiesa una grande<br />

schiera di santi e di martiri. Per alcuni di essi<br />

l'Anno giubilare è stato anche l'anno della beatificazione<br />

o canonizzazione. Riferita a Pontefici<br />

ben noti alla storia o ad umili figure di laici<br />

e religiosi, da un continente all'altro del globo,<br />

la santità è apparsa più che mai la dimensione<br />

che meglio esprime il mistero della Chiesa.<br />

Messaggio eloquente che non ha bisogno di parole,<br />

essa rappresenta al vivo il volto di Cristo.<br />

Molto si è fatto poi, in occasione dell'Anno<br />

Santo, per raccogliere le memorie preziose dei<br />

Testimoni della fede nel secolo XX. Li abbiamo<br />

commemorati il 7 maggio 2000, insieme<br />

con i rappresentanti delle altre Chiese e Comunità<br />

ecclesiali, nello scenario suggestivo del Colosseo,<br />

simbolo delle antiche persecuzioni. È<br />

un'eredità da non disperdere, da consegnare a<br />

un perenne dovere di gratitudine e a un rinnovato<br />

proposito di imitazione.<br />

Chiesa pellegrinante<br />

8.Quasi mettendosi sulle orme dei Santi, si<br />

sono avvicendati qui a Roma, presso le tombe<br />

degli Apostoli, innumerevoli figli della Chiesa,<br />

desiderosi di professare la propria fede, confessare<br />

i propri peccati e ricevere la misericordia<br />

che salva. Il mio sguardo quest'anno non è rimasto<br />

soltanto impressionato dalle folle che<br />

hanno riempito Piazza san Pietro durante molte<br />

celebrazioni. Non di rado mi sono soffermato<br />

a guardare le lunghe file di pellegrini in paziente<br />

attesa di varcare la Porta Santa. In ciascuno<br />

di essi cercavo di immaginare una storia<br />

di vita, fatta di gioie, ansie, dolori; una storia<br />

incontrata da Cristo, e che nel dialogo con lui<br />

riprendeva il suo cammino di speranza.<br />

Osservando poi il continuo fluire dei gruppi,<br />

ne traevo come un'immagine plastica della<br />

Chiesa pellegrinante, di quella Chiesa posta,<br />

come dice sant'Agostino, «fra le persecuzioni<br />

del mondo e le consolazioni di Dio» (5). A noi<br />

non è dato di osservare che il volto più esteriore<br />

di questo evento singolare. Chi può misurare<br />

le meraviglie di grazia, che si sono realizzate<br />

nei cuori? Conviene tacere e adorare, fidandosi<br />

umilmente dell'azione misteriosa di Dio e cantandone<br />

l'amore senza fine: «Misericordias Domini<br />

in aeternum cantabo!».<br />

I giovani<br />

9.I numerosi incontri giubilari hanno visto<br />

radunarsi le più diverse categorie di persone,<br />

registrando una partecipazione davvero impressionante,<br />

che talvolta ha messo a dura prova<br />

l'impegno degli organizzatori e degli animatori,<br />

sia ecclesiali che civili. Desidero approfittare di<br />

questa Lettera per esprimere a tutti il mio grazie<br />

più cordiale. Ma al di là del numero, ciò<br />

che tante volte mi ha commosso è stata la constatazione<br />

dell'impegno serio di preghiera, di<br />

riflessione, di comunione, che questi incontri<br />

hanno per lo più manifestato.<br />

E come non ricordare specialmente il gioioso<br />

ed entusiasmante raduno dei giovani? Se<br />

c'è un'immagine del Giubileo dell'Anno 2000<br />

che più di altre resterà viva nella memoria, sicuramente<br />

è quella della marea di giovani con<br />

i quali ho potuto stabilire una sorta di dialogo<br />

privilegiato, sul filo di una reciproca simpatia e<br />

di un'intesa profonda. È stato così fin dal benvenuto<br />

che ho loro dato in Piazza san Giovanni<br />

in Laterano e in Piazza san Pietro. Poi li ho visti<br />

sciamare per la Città, allegri come devono<br />

essere i giovani, ma anche pensosi, desiderosi<br />

di preghiera, di «senso», di amicizia vera. Non<br />

sarà facile, né per loro stessi, né per quanti li<br />

hanno osservati, cancellare dalla memoria quella<br />

settimana in cui Roma si è fatta «giovane coi<br />

giovani». Non sarà possibile dimenticare la celebrazione<br />

eucaristica di Tor Vergata.<br />

Ancora una volta, i giovani si sono rivelati<br />

per Roma e per la Chiesa un dono speciale<br />

dello Spirito di Dio. C'è talvolta, quando si<br />

guarda ai giovani, con i problemi e le fragilità<br />

che li segnano nella società contemporanea,<br />

una tendenza al pessimismo. Il Giubileo dei<br />

Giovani ci ha come «spiazzati», consegnandoci<br />

invece il messaggio di una gioventù che esprime<br />

un anelito profondo, nonostante possibili<br />

ambiguità, verso quei valori autentici che hanno<br />

in Cristo la loro pienezza. Non è forse Cristo<br />

il segreto della vera libertà e della gioia profonda<br />

del cuore? Non è Cristo l'amico supremo<br />

e insieme l'educatore di ogni autentica amicizia?<br />

Se ai giovani Cristo è presentato col suo<br />

vero volto, essi lo sentono come una risposta<br />

convincente e sono capaci di accoglierne il<br />

messaggio, anche se esigente e segnato dalla<br />

Croce. Per questo, vibrando al loro entusiasmo,<br />

non ho esitato a chiedere loro una scelta<br />

radicale di fede e di vita, additando un compito<br />

stupendo: quello di farsi «sentinelle del mattino»<br />

(cfr Is 21, 11-12) in questa aurora del<br />

nuovo millennio.<br />

Pellegrini<br />

delle varie categorie<br />

10.Non posso ovviamente soffermarmi in<br />

dettaglio sui singoli eventi giubilari. Ciascuno<br />

di essi ha avuto il suo carattere e ha lasciato il<br />

suo messaggio non solo a quanti vi hanno preso<br />

parte direttamente, ma anche a quanti ne<br />

hanno avuto notizia o vi hanno partecipato a<br />

distanza, attraverso i mass media. Ma come<br />

non ricordare il tono festoso del primo grande<br />

incontro dedicato ai bambini? Iniziare con loro,<br />

significava in certo modo rispettare il monito<br />

di Gesù: «Lasciate che i bambini vengano a<br />

me» (Mc 10, 14). Significava forse ancor più ripetere<br />

il gesto che egli compì, quando «pose in<br />

mezzo» un bambino e ne fece il simbolo stesso<br />

dell'atteggiamento da assumere, se si vuole entrare<br />

nel Regno di Dio (cfr Mt 18, 2-4).<br />

Così, in certo senso, è sulle orme dei bambini<br />

che sono venuti a chiedere la misericordia<br />

giubilare le più varie categorie di adulti: dagli<br />

anziani ai malati e disabili, dai lavoratori delle<br />

officine e dei campi agli sportivi, dagli artisti ai<br />

III<br />

docenti universitari, dai Vescovi e presbiteri alle<br />

persone di vita consacrata, dai politici ai<br />

giornalisti fino ai militari, venuti a ribadire il<br />

senso del loro servizio come un servizio alla<br />

pace.<br />

Grande respiro ebbe il raduno dei lavoratori,<br />

svoltosi il 1° maggio nella tradizionale data<br />

della festa del lavoro. Ad essi chiesi di vivere la<br />

spiritualità del lavoro, ad imitazione di san Giuseppe<br />

e di Gesù stesso. Il loro giubileo mi offrì<br />

inoltre l'occasione per pronunciare un forte invito<br />

a sanare gli squilibri economici e sociali<br />

esistenti nel mondo del lavoro, e a governare<br />

con decisione i processi della globalizzazione<br />

economica in funzione della solidarietà e del rispetto<br />

dovuto a ciascuna persona umana.<br />

I bambini, con la loro incontenibile festosità,<br />

sono tornati nel Giubileo delle Famiglie, in cui<br />

sono stati additati al mondo come «primavera<br />

della famiglia e della società». Davvero eloquente<br />

è stato questo incontro giubilare, in cui<br />

tante famiglie, provenienti dalle diverse regioni<br />

del mondo, sono venute ad attingere con rinnovato<br />

fervore la luce di Cristo sul disegno originario<br />

di Dio a loro riguardo (cfr Mc 10, 6-8;<br />

Mt 19, 4-6). Esse si sono impegnate a irradiarla<br />

verso una cultura che rischia di smarrire in<br />

modo sempre più preoccupante il senso stesso<br />

del matrimonio e dell'istituto familiare.<br />

Tra gli incontri più toccanti, poi, rimane per<br />

me quello che ho avuto con i carcerati di Regina<br />

Coeli. Nei loro occhi ho letto il dolore,<br />

ma anche il pentimento e la speranza. Per loro<br />

il Giubileo è stato a titolo tutto speciale un «anno<br />

di misericordia».<br />

Simpatico, infine, negli ultimi giorni dell'anno,<br />

l'incontro con il mondo dello spettacolo,<br />

che tanta forza di attrazione esercita sull'animo<br />

della gente. Alle persone coinvolte in questo<br />

settore ho ricordato la grande responsabilità di<br />

proporre, con il lieto divertimento, messaggi<br />

positivi, moralmente sani, capaci di infondere<br />

fiducia e amore alla vita.<br />

Il Congresso Eucaristico<br />

Internazionale<br />

11.Nella logica di quest'Anno giubilare, un<br />

significato qualificante doveva avere il Congresso<br />

Eucaristico Internazionale. E lo ha avuto!<br />

Se l'Eucaristia è il sacrificio di Cristo che si<br />

rende presente tra noi, poteva la sua presenza<br />

reale non essere al centro dell'Anno Santo dedicato<br />

all'incarnazione del Verbo? Fu previsto,<br />

proprio per questo, come anno «intensamente<br />

eucaristico» (6) e così abbiamo cercato di viverlo.<br />

Al tempo stesso, come poteva mancare, accanto<br />

al ricordo della nascita del Figlio, quello<br />

della Madre? Maria è stata presente nella celebrazione<br />

giubilare non solo attraverso opportuni<br />

e qualificati Convegni, ma soprattutto attraverso<br />

il grande Atto di affidamento con cui, affiancato<br />

da buona parte dell'Episcopato mondiale,<br />

ho consegnato alla sua premura materna<br />

la vita degli uomini e delle donne del nuovo<br />

millennio.<br />

La dimensione ecumenica<br />

12.Si comprenderà che mi sia spontaneo<br />

parlare soprattutto del Giubileo visto dalla Sede<br />

di Pietro. Non dimentico tuttavia di aver voluto<br />

io stesso che la sua celebrazione avesse luogo a<br />

pieno titolo anche nelle Chiese particolari, ed è<br />

lì che la maggior parte dei fedeli ha potuto ottenere<br />

le grazie speciali e, in particolare, l'indulgenza<br />

legata all'Anno giubilare. Resta comunque<br />

significativo che numerose Diocesi abbiano<br />

sentito il desiderio di rendersi presenti,<br />

con vasti gruppi di fedeli, anche qui a Roma.<br />

La Città eterna ha così manifestato ancora una<br />

volta il suo ruolo provvidenziale di luogo in<br />

cui le ricchezze e i doni di ogni singola<br />

Chiesa, ed anzi di ogni singola nazione e cultura,<br />

si armonizzano nella «cattolicità», perché<br />

l'unica Chiesa di Cristo manifesti in modo sempre<br />

più eloquente il suo mistero di sacramento<br />

di unità (7).


IV<br />

Un'attenzione speciale avevo anche chiesto<br />

che si riservasse nel programma dell'Anno giubilare<br />

alla dimensione ecumenica. Quale occasione<br />

più propizia, per incoraggiare il cammino<br />

verso la piena comunione, che la comune celebrazione<br />

della nascita di Cristo? Molti sforzi sono<br />

stati compiuti a tale scopo, e rimane luminoso<br />

l'incontro ecumenico nella Basilica di san<br />

Paolo, il 18 gennaio 2000, quando per la prima<br />

volta nella storia una Porta Santa è stata aperta<br />

congiuntamente dal Successore di Pietro,<br />

dal Primate Anglicano e da un Metropolita del<br />

Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, alla<br />

presenza di rappresentanti di Chiese e Comunità<br />

ecclesiali di tutto il mondo. In questa linea<br />

sono andati anche alcuni importanti incontri<br />

con Patriarchi ortodossi e Capi di altre Confessioni<br />

cristiane. Ricordo, in particolare, la recente<br />

visita di S.S. Karekin II, Patriarca Supremo<br />

e Catholicos di tutti gli Armeni. Inoltre tanti<br />

fedeli di altre Chiese e Comunità ecclesiali<br />

hanno partecipato agli incontri giubilari delle<br />

singole categorie. Il cammino ecumenico resta<br />

certo faticoso, forse lungo, ma ci anima la speranza<br />

di essere guidati dalla presenza del Risorto<br />

e dalla forza inesauribile del suo Spirito, capace<br />

di sorprese sempre nuove.<br />

Il pellegrinaggio<br />

in Terra Santa<br />

13.E come poi non ricordare il mio personale<br />

Giubileo sulle strade della Terra Santa?<br />

Avrei desiderato iniziarlo ad Ur dei Caldei, per<br />

mettermi quasi sensibilmente sulle orme di<br />

Abramo «nostro padre nella fede» (cfr Rm 4,<br />

11-16). Dovetti invece accontentarmi di una<br />

tappa solo spirituale, con la suggestiva «Liturgia<br />

della Parola» celebrata il 23 febbraio nell'Aula<br />

Paolo VI. Venne subito dopo il pellegrinaggio<br />

vero e proprio, seguendo l'itinerario<br />

della storia della salvezza. Ebbi così la gioia di<br />

sostare al Monte Sinai, nello scenario del dono<br />

del Decalogo e della prima Alleanza. Ripresi un<br />

mese più tardi il cammino, toccando il Monte<br />

Nebo e recandomi poi negli stessi luoghi abitati<br />

e santificati dal Redentore. È difficile esprimere<br />

la commozione che ho provato nel poter venerare<br />

i luoghi della nascita e della vita di Cristo,<br />

a Betlemme e a Nazareth, nel celebrare l'Eucaristia<br />

nel Cenacolo, nello stesso luogo della sua<br />

istituzione, nel rimeditare il mistero della Croce<br />

sul Golgotha, dove Egli ha dato la vita per noi.<br />

In quei luoghi, ancora tanto travagliati e anche<br />

recentemente funestati dalla violenza, ho potuto<br />

sperimentare un'accoglienza straordinaria<br />

non soltanto da parte dei figli della Chiesa, ma<br />

anche da parte delle comunità israeliana e palestinese.<br />

Intensa è stata poi la mia emozione<br />

nella preghiera presso il Muro del Pianto e nella<br />

visita al Mausoleo di Yad Vashem, ricordo<br />

agghiacciante delle vittime dei campi di sterminio<br />

nazisti. Quel pellegrinaggio è stato un momento<br />

di fraternità e di pace, che mi piace raccogliere<br />

come uno dei più bei doni dell'evento<br />

giubilare. Ripensando al clima vissuto in quei<br />

giorni, non posso non esprimere l'augurio sentito<br />

di una sollecita e giusta soluzione dei problemi<br />

ancora aperti in quei luoghi santi, congiuntamente<br />

cari agli ebrei, ai cristiani e ai musulmani.<br />

Il debito internazionale<br />

14.Il Giubileo è stato anche — e non poteva<br />

essere diversamente — un grande evento di<br />

carità. Fin dagli anni preparatori, avevo fatto<br />

appello ad una maggiore e più operosa attenzione<br />

ai problemi della povertà che ancora travagliano<br />

il mondo. Un particolare significato ha<br />

assunto, in questo scenario, il problema del debito<br />

internazionale dei Paesi poveri. Nei confronti<br />

di questi ultimi, un gesto di generosità<br />

era nella logica stessa del Giubileo, che nella<br />

sua originaria configurazione biblica era appunto<br />

il tempo in cui la comunità si impegnava<br />

a ristabilire giustizia e solidarietà nei rapporti<br />

tra le persone, restituendo anche i beni mate-<br />

L'OSSERVATORE ROMANO<br />

Lettera Apostolica di Giovanni Paolo II<br />

al termine del Grande Giubileo dell'Anno Duemila<br />

riali sottratti. Sono lieto di osservare che recentemente<br />

i Parlamenti di molti degli Stati creditori<br />

hanno votato un sostanziale condono del<br />

debito bilaterale a carico dei Paesi più poveri e<br />

indebitati. Faccio voti che i rispettivi Governi<br />

diano compimento, in tempi brevi, a queste decisioni<br />

parlamentari. Piuttosto problematica si<br />

è rivelata invece la questione del debito multilaterale,<br />

contratto dai Paesi più poveri con gli<br />

Organismi finanziari internazionali. C'è da augurarsi<br />

che gli Stati membri di tali Organizzazioni,<br />

soprattutto quelli che hanno un maggiore<br />

peso decisionale, riescano a trovare i necessari<br />

consensi per arrivare alla rapida soluzione<br />

di una questione, da cui dipende il cammino di<br />

sviluppo di molti Paesi, con pesanti conseguenze<br />

per la condizione economica ed esistenziale<br />

di tante persone.<br />

Un dinamismo nuovo<br />

15.Sono, queste, soltanto alcune delle linee<br />

emergenti dall'esperienza giubilare. Essa lascia<br />

impressi in noi tanti ricordi. Ma se volessimo<br />

ricondurre al nucleo essenziale la grande eredità<br />

che essa ci consegna, non esiterei ad individuarlo<br />

nella contemplazione del volto di Cristo:<br />

lui considerato nei suoi lineamenti storici e<br />

nel suo mistero, accolto nella sua molteplice<br />

presenza nella Chiesa e nel mondo, confessato<br />

come senso della storia e luce del nostro<br />

cammino.<br />

Ora dobbiamo guardare avanti, dobbiamo<br />

«prendere il largo», fiduciosi nella parola di Cristo:<br />

Duc in altum! Ciò che abbiamo fatto quest'anno<br />

non può giustificare una sensazione di<br />

appagamento ed ancor meno indurci ad un atteggiamento<br />

di disimpegno. Al contrario, le<br />

esperienze vissute devono suscitare in noi un<br />

dinamismo nuovo, spingendoci ad investire<br />

l'entusiasmo provato in iniziative concrete. Gesù<br />

stesso ci ammonisce: «Nessuno che ha messo<br />

mano all'aratro e poi si volge indietro, è<br />

adatto per il regno di Dio» (Lc 9, 62). Nella<br />

causa del Regno non c'è tempo per guardare<br />

indietro, tanto meno per adagiarsi nella pigrizia.<br />

Molto ci attende, e dobbiamo per questo<br />

porre mano ad un'efficace programmazione<br />

pastorale post-giubilare.<br />

È tuttavia importante che quanto ci proporremo,<br />

con l'aiuto di Dio, sia profondamente radicato<br />

nella contemplazione e nella preghiera.<br />

Il nostro è tempo di continuo movimento che<br />

giunge spesso fino all'agitazione, col facile rischio<br />

del «fare per fare». Dobbiamo resistere a<br />

questa tentazione, cercando di «essere» prima<br />

che di «fare». Ricordiamo a questo proposito il<br />

rimprovero di Gesù a Marta: «Tu ti preoccupi<br />

e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa<br />

di cui c'è bisogno» (Lc 10, 41-42). In questo<br />

spirito, prima di proporre alla vostra considerazione<br />

alcune linee operative, desidero parteciparvi<br />

qualche spunto di meditazione sul mistero<br />

di Cristo, fondamento assoluto di ogni nostra<br />

azione pastorale.<br />

II<br />

Un volto da contemplare<br />

16.«Vogliamo vedere Gesù» (Gv 12, 21).<br />

Questa richiesta, fatta all'apostolo Filippo da alcuni<br />

Greci che si erano recati a Gerusalemme<br />

per il pellegrinaggio pasquale, è riecheggiata<br />

spiritualmente anche alle nostre orecchie in<br />

questo Anno giubilare. Come quei pellegrini di<br />

duemila anni fa, gli uomini del nostro tempo,<br />

magari non sempre consapevolmente, chiedono<br />

ai credenti di oggi non solo di «parlare» di<br />

Cristo, ma in certo senso di farlo loro «vedere».<br />

E non è forse compito della Chiesa riflettere la<br />

luce di Cristo in ogni epoca della storia, farne<br />

risplendere il volto anche davanti alle generazioni<br />

del nuovo millennio?<br />

La nostra testimonianza sarebbe, tuttavia, insopportabilmente<br />

povera, se noi per primi non<br />

fossimo contemplatori del suo volto. Il Grande<br />

Giubileo ci ha sicuramente aiutati ad esserlo<br />

più profondamente. A conclusione del Giubileo,<br />

mentre riprendiamo il cammino ordinario,<br />

portando nell'animo la ricchezza delle esperienze<br />

vissute in questo periodo specialissimo, lo<br />

sguardo resta più che mai fisso sul volto del<br />

Signore.<br />

La testimonianza<br />

dei Vangeli<br />

17.E la contemplazione del volto di Cristo<br />

non può che ispirarsi a quanto di Lui ci dice la<br />

Sacra Scrittura, che è, da capo a fondo, attraversata<br />

dal suo mistero, oscuramente additato<br />

nell'Antico Testamento, pienamente rivelato nel<br />

Nuovo, al punto che san Girolamo sentenzia<br />

con vigore: «L'ignoranza delle Scritture è ignoranza<br />

di Cristo stesso» (8). Restando ancorati<br />

alla Scrittura, ci apriamo all'azione dello Spirito<br />

(cfr Gv 15, 26), che è all'origine di quegli<br />

scritti, e insieme alla testimonianza degli Apostoli<br />

(cfr ibid., 27), che hanno fatto esperienza<br />

viva di Cristo, il Verbo della vita, lo hanno visto<br />

con i loro occhi, udito con le loro orecchie,<br />

toccato con le loro mani (cfr 1 Gv 1, 1).<br />

Quella che ci giunge per loro tramite è una<br />

visione di fede, suffragata da una precisa testimonianza<br />

storica: una testimonianza veritiera,<br />

che i Vangeli, pur nella loro complessa redazione<br />

e con un'intenzionalità primariamente cate-<br />

chetica, ci consegnano in modo pienamente attendibile<br />

(9).<br />

18.I Vangeli in realtà non pretendono di<br />

essere una biografia completa di Gesù secondo<br />

i canoni della moderna scienza storica. Da essi<br />

tuttavia il volto del Nazareno emerge con sicuro<br />

fondamento storico, giacché gli Evangelisti<br />

si preoccuparono di delinearlo raccogliendo testimonianze<br />

affidabili (cfr Lc 1, 3) e lavorando<br />

su documenti sottoposti al vigile discernimento<br />

ecclesiale. Fu sulla base di queste testimonianze<br />

della prima ora che essi, sotto l'azione illuminante<br />

dello Spirito Santo, appresero il dato<br />

umanamente sconcertante della nascita verginale<br />

di Gesù da Maria, sposa di Giuseppe. Da<br />

chi lo aveva conosciuto durante i circa trent'anni<br />

da lui trascorsi a Nazareth (cfr Lc 3, 23),<br />

raccolsero i dati sulla sua vita di «figlio del carpentiere»<br />

(Mt 13, 55) e «carpentiere» egli stesso,<br />

ben collocato nel quadro della sua parentela<br />

(cfr Mc 6, 3). Ne registrarono la religiosità,<br />

che lo spingeva a recarsi con i suoi in pellegrinaggio<br />

annuale al tempio di Gerusalemme<br />

(cfr Lc 2, 41) e soprattutto lo rendeva abituale<br />

frequentatore della sinagoga della sua città (cfr<br />

Lc 4, 16).<br />

Le notizie si fanno poi più ampie, pur senza<br />

essere un resoconto organico e dettagliato, per<br />

il periodo del ministero pubblico, a partire dal<br />

momento in cui il giovane Galileo si fa battezzare<br />

da Giovanni Battista al Giordano, e forte<br />

della testimonianza dall'alto, con la consapevolezza<br />

di essere il «figlio prediletto» (Lc 3, 22),<br />

inizia la sua predicazione dell'avvento del Regno<br />

di Dio, illustrandone le esigenze e la potenza<br />

attraverso parole e segni di grazia e misericordia.<br />

I Vangeli ce lo presentano così in cammino<br />

per città e villaggi, accompagnato da dodici<br />

Apostoli da lui scelti (cfr Mc 3, 13-19), da<br />

un gruppo di donne che li assistono (cfr Lc 8,<br />

2-3), da folle che lo cercano o lo seguono, da<br />

malati che ne invocano la potenza guaritrice,<br />

da interlocutori che ne ascoltano, con vario<br />

profitto, le parole.<br />

La narrazione dei Vangeli converge poi nel<br />

mostrare la crescente tensione che si verifica<br />

tra Gesù e i gruppi emergenti della società religiosa<br />

del suo tempo, fino alla crisi finale, che


L'OSSERVATORE ROMANO<br />

NOVO MILLENNIO INEUNTE<br />

ha il suo drammatico epilogo sul Golgotha. È<br />

l'ora delle tenebre, a cui segue una nuova, radiosa<br />

e definitiva aurora. I racconti evangelici<br />

si chiudono infatti mostrando il Nazareno vittorioso<br />

sulla morte, ne additano la tomba vuota<br />

e lo seguono nel ciclo delle apparizioni, nelle<br />

quali i discepoli, prima perplessi e attoniti, poi<br />

colmi di indicibile gioia, lo sperimentano vivente<br />

e radioso, e da lui ricevono il dono dello<br />

Spirito (cfr Gv 20, 22) e il mandato di<br />

annunciare il Vangelo a «tutte le nazioni» (Mt<br />

28, 19).<br />

La via della fede<br />

19.«E i discepoli gioirono al vedere il Signore»<br />

(Gv 20, 20). Il volto che gli Apostoli<br />

contemplarono dopo la risurrezione era lo stesso<br />

di quel Gesù col quale avevano vissuto circa<br />

tre anni, e che ora li convinceva della verità<br />

strabiliante della sua nuova vita mostrando loro<br />

«le mani e il costato» (ibid.). Certo, non fu facile<br />

credere. I discepoli di Emmaus credettero<br />

solo dopo un faticoso itinerario dello spirito<br />

(cfr Lc 24, 13-35). L'apostolo Tommaso credette<br />

solo dopo aver constatato il prodigio (cfr Gv<br />

20, 24-29). In realtà, per quanto si vedesse e si<br />

toccasse il suo corpo, solo la fede poteva varcare<br />

pienamente il mistero di quel volto. Era,<br />

questa, un'esperienza che i discepoli dovevano<br />

aver fatto già nella vita storica di Cristo, negli<br />

interrogativi che affioravano alla loro mente<br />

ogni volta che si sentivano interpellati dai suoi<br />

gesti e dalle sue parole. A Gesù non si arriva<br />

davvero che per la via della fede, attraverso un<br />

cammino di cui il Vangelo stesso sembra delinearci<br />

le tappe nella ben nota scena di Cesarea<br />

di Filippo (cfr Mt 16, 13-20). Ai discepoli, quasi<br />

facendo una sorta di primo bilancio della sua<br />

missione, Gesù chiede che cosa la «gente» pensi<br />

di lui, ricevendone come risposta: «Alcuni<br />

Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o<br />

uno dei profeti» (Mt 16, 14). Risposta sicuramente<br />

elevata, ma distante ancora — e quanto!<br />

— dalla verità. Il popolo arriva a intravedere la<br />

dimensione religiosa decisamente eccezionale<br />

di questo rabbì che parla in modo così affascinante,<br />

ma non riesce a collocarlo oltre quegli<br />

uomini di Dio che hanno scandito la storia di<br />

Israele. Gesù, in realtà, è ben altro! È appunto<br />

questo passo ulteriore di conoscenza, che riguarda<br />

il livello profondo della sua persona,<br />

quello che Egli si aspetta dai «suoi»: «Voi chi<br />

dite che io sia?» (Mt 16, 15). Solo la fede professata<br />

da Pietro, e con lui dalla Chiesa di tutti<br />

i tempi, va al cuore, raggiungendo la profondità<br />

del mistero: «Tu sei il Cristo, il figlio del Dio<br />

vivente» (Mt 16, 16).<br />

20.Com'era arrivato Pietro a questa fede?<br />

E che cosa viene chiesto a noi, se vogliamo<br />

metterci in maniera sempre più convinta sulle<br />

sue orme? Matteo ci dà una indicazione illuminante<br />

nelle parole con cui Gesù accoglie la<br />

confessione di Pietro: «Né la carne né il sangue<br />

te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei<br />

cieli» (16, 17). L'espressione «carne e sangue»<br />

evoca l'uomo e il modo comune di conoscere.<br />

Questo modo comune, nel caso di Gesù, non<br />

basta. E necessaria una grazia di «rivelazione»<br />

che viene dal Padre (cfr ibid.). Luca ci offre<br />

un'indicazione che va nella stessa direzione,<br />

quando annota che questo dialogo con i discepoli<br />

si svolse «mentre Gesù si trovava in un<br />

luogo appartato a pregare» (Lc 9, 18). Ambedue<br />

le indicazioni convergono nel farci prendere<br />

coscienza del fatto che alla contemplazione<br />

piena del volto del Signore non arriviamo con<br />

le sole nostre forze, ma lasciandoci prendere<br />

per mano dalla grazia. Solo l'esperienza del silenzio<br />

e della preghiera offre l'orizzonte adeguato<br />

in cui può maturare e svilupparsi la conoscenza<br />

più vera, aderente e coerente, di quel<br />

mistero, che ha la sua espressione culminante<br />

nella solenne proclamazione dell'evangelista<br />

Giovanni: «E il Verbo si fece carne e venne ad<br />

abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua<br />

gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno<br />

di grazia e di verità» (Gv 1, 14).<br />

La profondità del mistero<br />

21.Il Verbo e la carne, la gloria divina e la<br />

sua tenda tra gli uomini! È nell'unione intima<br />

e indissociabile di queste due polarità che sta<br />

l'identità di Cristo, secondo la formulazione<br />

classica del Concilio di Calcedonia (a. 451):<br />

«una persona in due nature». La persona è<br />

quella, e solo quella, del Verbo eterno, figlio<br />

del Padre. Le due nature, senza confusione alcuna,<br />

ma anche senza alcuna possibile separazione,<br />

sono quella divina e quella umana (10).<br />

Siamo consapevoli della limitatezza dei nostri<br />

concetti e delle nostre parole. La formula,<br />

pur sempre umana, è tuttavia attentamente calibrata<br />

nel suo contenuto dottrinale e ci consente<br />

di affacciarci, in qualche modo, sull'abisso<br />

del mistero. Sì, Gesù è vero Dio e vero uomo!<br />

Come l'apostolo Tommaso, la Chiesa è<br />

continuamente invitata da Cristo a toccare le<br />

sue piaghe, a riconoscerne cioè la piena umanità<br />

assunta da Maria, consegnata alla morte,<br />

trasfigurata dalla risurrezione: «Metti qua il tuo<br />

dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano,<br />

e mettila nel mio costato» (Gv 20, 27). Come<br />

Tommaso la Chiesa si prostra adorante davanti<br />

al Risorto, nella pienezza del suo splendore divino,<br />

e perennemente esclama: «Mio Signore e<br />

mio Dio!» (Gv 20, 28).<br />

22.«Il Verbo si è fatto carne» (Gv 1, 14).<br />

Questa folgorante presentazione giovannea del<br />

mistero di Cristo è confermata da tutto il Nuovo<br />

Testamento. In questa linea si pone anche<br />

l'apostolo Paolo quando afferma che il Figlio di<br />

Dio è «nato dalla stirpe di Davide secondo la<br />

carne» (Rm 1, 3; cfr 9, 5). Se oggi, col razionalismo<br />

che serpeggia in tanta parte della cultura<br />

contemporanea, è soprattutto la fede nella divinità<br />

di Cristo che fa problema, in altri contesti<br />

storici e culturali ci fu piuttosto la tendenza a<br />

sminuire o dissolvere la concretezza storica dell'umanità<br />

di Gesù. Ma per la fede della Chiesa<br />

è essenziale e irrinunciabile affermare che davvero<br />

il Verbo «si è fatto carne» ed ha assunto<br />

tutte le dimensioni dell'umano, tranne il peccato<br />

(cfr Eb 4, 15). In questa prospettiva, l'Incarnazione<br />

è veramente una kenosi, uno «spogliarsi»,<br />

da parte del Figlio di Dio, di quella<br />

gloria che egli possiede dall'eternità (cfr Fil 2,<br />

6-8; 1 Pt 3, 18).<br />

D'altra parte, questo abbassamento del Figlio<br />

di Dio non è fine a se stesso; tende piuttosto alla<br />

piena glorificazione di Cristo, anche nella<br />

sua umanità: «Per questo Dio l'ha esaltato e gli<br />

ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro<br />

nome; perché nel nome di Gesù ogni ginocchio<br />

si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; e<br />

ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore,<br />

a gloria di Dio Padre» (Fil 2, 9-11).<br />

23.«Il tuo volto, Signore, io cerco» (Sal<br />

27[26], 8). L'antico anelito del Salmista non<br />

poteva ricevere esaudimento più grande e sorprendente<br />

che nella contemplazione del volto<br />

di Cristo. In lui veramente Dio ci ha benedetti,<br />

e ha fatto «splendere il suo volto» sopra di noi<br />

(cfr Sal 67[66], 3). Al tempo stesso, Dio e uomo<br />

qual è, egli ci rivela anche il volto autentico<br />

dell'uomo, «svela pienamente l'uomo all'uomo»<br />

(11).<br />

Gesù è «l'uomo nuovo» (Ef 4, 24; cfr Col 3,<br />

10) che chiama a partecipare alla sua vita divina<br />

l'umanità redenta. Nel mistero dell'Incarnazione<br />

sono poste le basi per un'antropologia<br />

che può andare oltre i propri limiti e le proprie<br />

contraddizioni, muovendosi verso Dio stesso,<br />

anzi, verso il traguardo della «divinizzazione»,<br />

attraverso l'inserimento in Cristo dell'uomo redento,<br />

ammesso all'intimità della vita trinitaria.<br />

Su questa dimensione soteriologica del mistero<br />

dell'Incarnazione i Padri hanno tanto insistito:<br />

solo perché il Figlio di Dio è diventato veramente<br />

uomo, l'uomo può, in lui e attraverso di<br />

lui, divenire realmente figlio di Dio (12).<br />

Volto del Figlio<br />

24.Questa identità divino-umana emerge<br />

con forza dai Vangeli, che ci offrono una serie<br />

di elementi grazie ai quali possiamo introdurci<br />

in quella «zona-limite» del mistero, rappresentata<br />

dall'auto-coscienza di Cristo. La Chiesa<br />

non dubita che nel loro racconto gli Evangelisti,<br />

ispirati dall'Alto, abbiano colto correttamente,<br />

nelle parole pronunciate da Gesù, la verità<br />

della sua persona e della coscienza che egli<br />

ne aveva. Non è forse questo che ci vuol dire<br />

Luca, raccogliendo le prime parole di Gesù,<br />

appena dodicenne, nel tempio di Gerusalemme?<br />

Egli appare già allora consapevole di essere<br />

in una relazione unica con Dio, quale è<br />

quella propria del «figlio». Alla Madre, infatti,<br />

che gli fa notare l'angoscia con cui lei e Giuseppe<br />

lo hanno cercato, Gesù risponde senza<br />

esitazione: «Perché mi cercavate? Non sapevate<br />

che io devo occuparmi delle cose del Padre<br />

mio?» (Lc 2, 49). Non meraviglia dunque che,<br />

nella maturità, il suo linguaggio esprima decisamente<br />

la profondità del suo mistero, come è<br />

abbondantemente sottolineato sia dai Vangeli<br />

sinottici (cfr Mt 11, 27; Lc 10, 22), sia soprattutto<br />

dall'evangelista Giovanni. Nella sua autocoscienza<br />

Gesù non ha alcun dubbio: «Il Padre<br />

è in me e io nel Padre» (Gv 10, 38).<br />

Per quanto sia lecito ritenere che, per la condizione<br />

umana che lo faceva crescere «in sapienza,<br />

età e grazia» (Lc 2, 52), anche la coscienza<br />

umana del suo mistero progredisse fino<br />

all'espressione piena della sua umanità glorificata,<br />

non c'è dubbio che già nella sua esistenza<br />

storica Gesù avesse consapevolezza della sua<br />

identità di Figlio di Dio. Giovanni lo sottolinea<br />

fino ad affermare che fu, in definitiva, per questo,<br />

che venne respinto e condannato: cercavano<br />

infatti di ucciderlo «perché non soltanto violava<br />

il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi<br />

uguale a Dio» (Gv 5, 18). Nello scenario<br />

del Getsemani e del Golgotha, la coscienza<br />

umana di Gesù sarà sottoposta alla prova più<br />

dura. Ma nemmeno il dramma della passione e<br />

morte riuscirà a intaccare la sua serena certezza<br />

di essere il Figlio del Padre celeste.<br />

Volto dolente<br />

25.La contemplazione del volto di Cristo ci<br />

conduce così ad accostare l'aspetto più paradossale<br />

del suo mistero, quale emerge nell'ora<br />

estrema, l'ora della Croce. Mistero nel mistero,<br />

davanti al quale l'essere umano non può che<br />

prostrarsi in adorazione.<br />

Passa davanti al nostro sguardo l'intensità<br />

della scena dell'agonia nell'orto degli Ulivi. Gesù,<br />

oppresso dalla previsione della prova che lo<br />

attende, solo davanti a Dio, lo invoca con la<br />

sua abituale e tenera espressione di confidenza:<br />

«Abbà, Padre». Gli chiede di allontanare da lui,<br />

se possibile, il calice della sofferenza (cfr Mc<br />

V


VI<br />

14, 36). Ma il Padre sembra non voler ascoltare<br />

la voce del Figlio. Per riportare all'uomo il volto<br />

del Padre, Gesù ha dovuto non soltanto assumere<br />

il volto dell'uomo, ma caricarsi persino<br />

del «volto» del peccato. «Colui che non aveva<br />

conosciuto peccato, Dio lo trattò da peccato<br />

in nostro favore, perché noi potessimo diventare<br />

per mezzo di lui giustizia di Dio» (2<br />

Cor 5, 21).<br />

Non finiremo mai di indagare l'abisso di questo<br />

mistero. E tutta l'asprezza di questo paradosso<br />

che emerge nel grido di dolore, apparentemente<br />

disperato, che Gesù leva sulla croce:<br />

«Eloì, Eloì, lemà sabactàni?, che significa: Dio<br />

mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?»<br />

(Mc 15, 34). E possibile immaginare uno strazio<br />

più grande, un'oscurità più densa? In realtà,<br />

l'angoscioso «perché» rivolto al Padre con le<br />

parole iniziali del Salmo 22, pur conservando<br />

tutto il realismo di un indicibile dolore, si illumina<br />

con il senso dell'intera preghiera, in cui il<br />

Salmista unisce insieme, in un intreccio toccante<br />

di sentimenti, la sofferenza e la confidenza.<br />

Continua infatti il Salmo: «In te hanno<br />

sperato i nostri padri, hanno sperato e tu li<br />

hai liberati [... ] Da me non stare lontano, poiché<br />

l'angoscia è vicina e nessuno mi aiuta»<br />

(22[21], 5.12).<br />

26.Il grido di Gesù sulla croce, carissimi<br />

Fratelli e Sorelle, non tradisce l'angoscia di un<br />

disperato, ma la preghiera del Figlio che offre<br />

la sua vita al Padre nell'amore, per la salvezza<br />

di tutti. Mentre si identifica col nostro peccato,<br />

«abbandonato» dal Padre, egli si «abbandona»<br />

nelle mani del Padre. I suoi occhi restano fissi<br />

sul Padre. Proprio per la conoscenza e l'esperienza<br />

che solo lui ha di Dio, anche in questo<br />

momento di oscurità egli vede limpidamente la<br />

gravità del peccato e soffre per esso. Solo lui,<br />

che vede il Padre e ne gioisce pienamente, misura<br />

fino in fondo che cosa significhi resistere<br />

col peccato al suo amore. Prima ancora, e ben<br />

più che nel corpo, la sua passione è sofferenza<br />

atroce dell'anima. La tradizione teologica non<br />

ha evitato di chiedersi come potesse, Gesù, vivere<br />

insieme l'unione profonda col Padre, di<br />

sua natura fonte di gioia e di beatitudine, e l'agonia<br />

fino al grido dell'abbandono. La compresenza<br />

di queste due dimensioni apparentemente<br />

inconciliabili è in realtà radicata nella profondità<br />

insondabile dell'unione ipostatica.<br />

27.Di fronte a questo mistero, accanto all'indagine<br />

teologica, un aiuto rilevante può venirci<br />

da quel grande patrimonio che è la «teologia<br />

vissuta» dei Santi. Essi ci offrono indicazioni<br />

preziose che consentono di accogliere più<br />

facilmente l'intuizione della fede, e ciò in forza<br />

delle particolari luci che alcuni di essi hanno ricevuto<br />

dallo Spirito Santo, o persino attraverso<br />

l'esperienza che essi stessi hanno fatto di quegli<br />

stati terribili di prova che la tradizione mistica<br />

descrive come «notte oscura». Non rare volte i<br />

Santi hanno vissuto qualcosa di simile all'esperienza<br />

di Gesù sulla croce nel paradossale<br />

intreccio di beatitudine e di dolore. Nel Dialogo<br />

della Divina Provvidenza Dio Padre mostra<br />

a Caterina da Siena come nelle anime sante<br />

possa essere presente la gioia insieme alla sofferenza:<br />

«E l'anima se ne sta beata e dolente:<br />

dolente per i peccati del prossimo, beata per<br />

l'unione e per l'affetto della carità che ha ricevuto<br />

in se stessa. Costoro imitano l'immacolato<br />

Agnello, l'Unigenito Figlio mio, il quale stando<br />

sulla croce era beato e dolente» (13). Allo stesso<br />

modo Teresa di Lisieux vive la sua agonia<br />

in comunione con quella di Gesù, verificando<br />

in se stessa proprio il paradosso di Gesù beato<br />

e angosciato: «Nostro Signore nell'orto degli<br />

Ulivi godeva di tutte le gioie della Trinità, eppure<br />

la sua agonia non era meno crudele. È un<br />

mistero, ma le assicuro che, da ciò che provo<br />

io stessa, ne capisco qualcosa» (14). È una testimonianza<br />

illuminante! Del resto, la stessa<br />

narrazione degli Evangelisti dà fondamento a<br />

questa percezione ecclesiale della coscienza di<br />

Cristo, quando ricorda che, pur nel suo abisso<br />

di dolore, egli muore implorando il perdono<br />

per i suoi carnefici (cfr Lc 23, 34) ed esprimen-<br />

L'OSSERVATORE ROMANO<br />

Lettera Apostolica di Giovanni Paolo II<br />

al termine del Grande Giubileo dell'Anno Duemila<br />

do al Padre il suo estremo abbandono filiale:<br />

«Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito»<br />

(Lc 23, 46).<br />

Volto del Risorto<br />

28.Come nel Venerdì e nel Sabato Santo,<br />

la Chiesa continua a restare in contemplazione<br />

di questo volto insanguinato, nel quale è nascosta<br />

la vita di Dio ed offerta la salvezza del<br />

mondo. Ma la sua contemplazione del volto di<br />

Cristo non può fermarsi all'immagine di lui<br />

crocifisso. Egli è il Risorto! Se così non fosse,<br />

vana sarebbe la nostra predicazione e vana la<br />

nostra fede (cfr 1 Cor 15, 14). La risurrezione<br />

fu la risposta del Padre alla sua obbedienza, come<br />

ricorda la Lettera agli Ebrei: «Egli nei giorni<br />

della sua vita terrena offrì preghiere e suppliche<br />

con forti grida e lacrime a colui che poteva<br />

liberarlo da morte e fu esaudito per la sua<br />

pietà. Pur essendo Figlio, imparò l'obbedienza<br />

dalle cose che patì e, reso perfetto, divenne<br />

III<br />

Ripartire da Cristo<br />

29.«Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino<br />

alla fine del mondo» (Mt 28, 20). Questa<br />

certezza, carissimi Fratelli e Sorelle, ha accompagnato<br />

la Chiesa per due millenni, ed è stata<br />

ora ravvivata nei nostri cuori dalla celebrazione<br />

del Giubileo. Da essa dobbiamo attingere un<br />

rinnovato slancio nella vita cristiana, facendone<br />

anzi la forza ispiratrice del nostro cammino.<br />

E nella consapevolezza di questa presenza tra<br />

noi del Risorto che ci poniamo oggi la domanda<br />

rivolta a Pietro a Gerusalemme, subito dopo<br />

il suo discorso di Pentecoste: «Che cosa dobbiamo<br />

fare?» (At 2, 37).<br />

Ci interroghiamo con fiducioso ottimismo,<br />

pur senza sottovalutare i problemi. Non ci seduce<br />

certo la prospettiva ingenua che, di fronte<br />

alle grandi sfide del nostro tempo, possa esserci<br />

una formula magica. No, non una formula<br />

ci salverà, ma una Persona, e la certezza che<br />

essa ci infonde: Io sono con voi!<br />

Non si tratta, allora, di inventare un «nuovo<br />

programma». Il programma c'è già: è quello di<br />

sempre, raccolto dal Vangelo e dalla viva Tradizione.<br />

Esso si incentra, in ultima analisi, in<br />

Cristo stesso, da conoscere, amare, imitare,<br />

per vivere in lui la vita trinitaria, e trasformare<br />

con lui la storia fino al suo compimento nella<br />

Gerusalemme celeste. È un programma che<br />

non cambia col variare dei tempi e delle culture,<br />

anche se del tempo e della cultura tiene<br />

causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli<br />

obbediscono» (5, 7-9).<br />

È a Cristo risorto che ormai la Chiesa guarda.<br />

Lo fa ponendosi sulle orme di Pietro, che<br />

versò lacrime per il suo rinnegamento, e riprese<br />

il suo cammino confessando a Cristo, con<br />

comprensibile trepidazione, il suo amore: «Tu<br />

sai che io ti amo» (Gv 21, 15.17). Lo fa accompagnandosi<br />

a Paolo, che lo incontrò sulla via di<br />

Damasco e ne restò folgorato: «Per me il vivere<br />

è Cristo, e il morire un guadagno» (Fil 1, 21).<br />

A duemila anni di distanza da questi eventi,<br />

la Chiesa li rivive come se fossero accaduti oggi.<br />

Nel volto di Cristo essa, la Sposa, contempla<br />

il suo tesoro, la sua gioia. «Dulcis Iesu memoria,<br />

dans vera cordis gaudia»: quanto è dolce<br />

il ricordo di Gesù, fonte di vera gioia del<br />

cuore! Confortata da questa esperienza, la<br />

Chiesa riprende oggi il suo cammino, per annunciare<br />

Cristo al mondo, all'inizio del terzo<br />

millennio: Egli «è lo stesso ieri, oggi e sempre»<br />

(Eb 13, 8).<br />

conto per un dialogo vero e una comunicazione<br />

efficace. Questo programma di sempre è il<br />

nostro per il terzo millennio.<br />

È necessario tuttavia che esso si traduca in<br />

orientamenti pastorali adatti alle condizioni di<br />

ciascuna comunità. Il Giubileo ci ha offerto<br />

l'opportunità straordinaria di impegnarci, per<br />

alcuni anni, in un cammino unitario di tutta la<br />

Chiesa, un cammino di catechesi articolata sul<br />

tema trinitario e accompagnata da specifici impegni<br />

pastorali finalizzati a una feconda esperienza<br />

giubilare. Ringrazio per l'adesione cordiale<br />

con cui è stata ampiamente accolta la<br />

proposta da me fatta nella Lettera apostolica<br />

Tertio Millennio adveniente. Ora non è più un<br />

traguardo immediato che si delinea davanti a<br />

noi, ma il più grande e impegnativo orizzonte<br />

della pastorale ordinaria. Dentro le coordinate<br />

universali e irrinunciabili, è necessario che l'unico<br />

programma del Vangelo continui a calarsi,<br />

come da sempre avviene, nella storia di ciascuna<br />

realtà ecclesiale. È nelle Chiese locali che si<br />

possono stabilire quei tratti programmatici concreti<br />

— obiettivi e metodi di lavoro, formazione<br />

e valorizzazione degli operatori, ricerca dei<br />

mezzi necessari — che consentono all'annuncio<br />

di Cristo di raggiungere le persone, plasmare le<br />

comunità, incidere in profondità mediante la<br />

testimonianza dei valori evangelici nella società<br />

e nella cultura.<br />

Esorto, perciò, vivamente i Pastori delle<br />

Chiese particolari, aiutati dalla partecipazione<br />

delle diverse componenti del Popolo di Dio, a<br />

delineare con fiducia le tappe del cammino futuro,<br />

sintonizzando le scelte di ciascuna Comunità<br />

diocesana con quelle delle Chiese limitrofe<br />

e con quelle della Chiesa universale.<br />

Tale sintonia sarà certamente facilitata dal<br />

lavoro collegiale, ormai divenuto abituale, che<br />

viene svolto dai Vescovi nelle Conferenze episcopali<br />

e nei Sinodi. Non è forse stato questo<br />

anche il senso delle Assemblee continentali del<br />

Sinodo dei Vescovi, che hanno scandito la preparazione<br />

al Giubileo, elaborando linee significative<br />

per l'odierno annuncio del Vangelo nei<br />

molteplici contesti e nelle diverse culture? Questo<br />

ricco patrimonio di riflessione non deve essere<br />

lasciato cadere, ma reso concretamente<br />

operativo.<br />

È dunque un'entusiasmante opera di ripresa<br />

pastorale che ci attende. Un'opera che ci coinvolge<br />

tutti. Desidero tuttavia additare, a comune<br />

edificazione ed orientamento, alcune priorità<br />

pastorali, che l'esperienza stessa del Grande<br />

Giubileo ha fatto emergere con particolare forza<br />

al mio sguardo.


L'OSSERVATORE ROMANO<br />

NOVO MILLENNIO INEUNTE<br />

La santità<br />

30.E in primo luogo non esito a dire che<br />

la prospettiva in cui deve porsi tutto il cammino<br />

pastorale è quella della santità. Non era forse<br />

questo il senso ultimo dell'indulgenza giubilare,<br />

quale grazia speciale offerta da Cristo perché<br />

la vita di ciascun battezzato potesse purificarsi<br />

e rinnovarsi profondamente?<br />

Mi auguro che, tra coloro che hanno partecipato<br />

al Giubileo, siano stati tanti a godere di<br />

tale grazia, con piena coscienza del suo carattere<br />

esigente. Finito il Giubileo, ricomincia il<br />

cammino ordinario, ma additare la santità resta<br />

più che mai un'urgenza della pastorale.<br />

Occorre allora riscoprire, in tutto il suo valore<br />

programmatico, il capitolo V della Costituzione<br />

dogmatica sulla Chiesa Lumen gentium,<br />

dedicato alla «vocazione universale alla santità».<br />

Se i Padri conciliari diedero a questa tematica<br />

tanto risalto, non fu per conferire una sorta<br />

di tocco spirituale all'ecclesiologia, ma piuttosto<br />

per farne emergere una dinamica intrinseca<br />

e qualificante. La riscoperta della Chiesa<br />

come «mistero», ossia come popolo «adunato<br />

dall'unità del Padre, del Figlio e dello Spirito»<br />

(15), non poteva non comportare anche la riscoperta<br />

della sua «santità», intesa nel senso<br />

fondamentale dell'appartenenza a Colui che è<br />

per antonomasia il Santo, il «tre volte Santo»<br />

(cfr Is 6, 3). Professare la Chiesa come santa significa<br />

additare il suo volto di Sposa di Cristo,<br />

per la quale egli si è donato, proprio al fine di<br />

santificarla (cfr Ef 5, 25-26). Questo dono di<br />

santità, per così dire, oggettiva, è offerto a ciascun<br />

battezzato.<br />

Ma il dono si traduce a sua volta in un compito,<br />

che deve governare l'intera esistenza cristiana:<br />

«Questa è la volontà di Dio, la vostra<br />

santificazione» (1 Ts 4, 3). È un impegno che<br />

non riguarda solo alcuni cristiani: «Tutti i fedeli<br />

di qualsiasi stato o grado sono chiamati alla<br />

pienezza della vita cristiana e alla perfezione<br />

della carità» (16).<br />

31.Ricordare questa elementare verità, ponendola<br />

a fondamento della programmazione<br />

pastorale che ci vede impegnati all'inizio del<br />

nuovo millennio, potrebbe sembrare, di primo<br />

acchito, qualcosa di scarsamente operativo. Si<br />

può forse «programmare» la santità? Che cosa<br />

può significare questa parola, nella logica di un<br />

piano pastorale?<br />

In realtà, porre la programmazione pastorale<br />

nel segno della santità è una scelta gravida di<br />

conseguenze. Significa esprimere la convinzione<br />

che, se il Battesimo è un vero ingresso nella<br />

santità di Dio attraverso l'inserimento in Cristo<br />

e l'inabitazione del suo Spirito, sarebbe un controsenso<br />

accontentarsi di una vita mediocre,<br />

vissuta all'insegna di un'etica minimalistica e di<br />

una religiosità superficiale. Chiedere a un catecumeno:<br />

«Vuoi ricevere il Battesimo?» significa<br />

al tempo stesso chiedergli: «Vuoi diventare santo?».<br />

Significa porre sulla sua strada il radicalismo<br />

del discorso della Montagna: «Siate perfetti<br />

come è perfetto il Padre vostro celeste» (Mt<br />

5, 48).<br />

Come il Concilio stesso ha spiegato, questo<br />

ideale di perfezione non va equivocato come se<br />

implicasse una sorta di vita straordinaria, praticabile<br />

solo da alcuni «geni» della santità. Le vie<br />

della santità sono molteplici, e adatte alla vocazione<br />

di ciascuno. Ringrazio il Signore che mi<br />

ha concesso di beatificare e canonizzare, in<br />

questi anni, tanti cristiani, e tra loro molti laici<br />

che si sono santificati nelle condizioni più ordinarie<br />

della vita. È ora di riproporre a tutti con<br />

convinzione questa «misura alta» della vita<br />

cristiana ordinaria: tutta la vita della comunità<br />

ecclesiale e delle famiglie cristiane deve portare<br />

in questa direzione. E però anche evidente che<br />

i percorsi della santità sono personali, ed esigono<br />

una vera e propria pedagogia della santità,<br />

che sia capace di adattarsi ai ritmi delle singole<br />

persone. Essa dovrà integrare le ricchezze della<br />

proposta rivolta a tutti con le forme tradizionali<br />

di aiuto personale e di gruppo e con forme<br />

più recenti offerte nelle associazioni e nei movimenti<br />

riconosciuti dalla Chiesa.<br />

La preghiera<br />

32.Per questa pedagogia della santità c'è<br />

bisogno di un cristianesimo che si distingua innanzitutto<br />

nell'arte della preghiera. L'Anno<br />

giubilare è stato un anno di più intensa preghiera,<br />

personale e comunitaria. Ma sappiamo<br />

bene che anche la preghiera non va data per<br />

scontata. È necessario imparare a pregare,<br />

quasi apprendendo sempre nuovamente quest'arte<br />

dalle labbra stesse del Maestro divino,<br />

come i primi discepoli: «Signore, insegnaci a<br />

pregare!» (Lc 11, 1). Nella preghiera si sviluppa<br />

quel dialogo con Cristo che ci rende suoi intimi:<br />

«Rimanete in me e io in voi» (Gv 15, 4).<br />

Questa reciprocità è la sostanza stessa, l'anima<br />

della vita cristiana ed è condizione di ogni autentica<br />

vita pastorale. Realizzata in noi dallo<br />

Spirito Santo, essa ci apre, attraverso Cristo ed<br />

in Cristo, alla contemplazione del volto del Padre.<br />

Imparare questa logica trinitaria della preghiera<br />

cristiana, vivendola pienamente innanzitutto<br />

nella liturgia, culmine e fonte della vita<br />

ecclesiale (17), ma anche nell'esperienza personale,<br />

è il segreto di un cristianesimo veramente<br />

vitale, che non ha motivo di temere il futuro,<br />

perché continuamente torna alle sorgenti e in<br />

esse si rigenera.<br />

33.E non è forse un «segno dei tempi» che<br />

si registri oggi, nel mondo, nonostante gli ampi<br />

processi di secolarizzazione, una diffusa esigenza<br />

di spiritualità, che in gran parte si esprime<br />

proprio in un rinnovato bisogno di preghiera?<br />

Anche le altre religioni, ormai ampiamente<br />

presenti nei Paesi di antica cristianizzazione,<br />

offrono le proprie risposte a questo bisogno,<br />

e lo fanno talvolta con modalità accattivanti.<br />

Noi che abbiamo la grazia di credere in<br />

Cristo, rivelatore del Padre e Salvatore del<br />

mondo, abbiamo il dovere di mostrare a quali<br />

profondità possa portare il rapporto con lui.<br />

La grande tradizione mistica della Chiesa, sia<br />

in Oriente che in Occidente, può dire molto a<br />

tal proposito. Essa mostra come la preghiera<br />

possa progredire, quale vero e proprio dialogo<br />

d'amore, fino a rendere la persona umana totalmente<br />

posseduta dall'Amato divino, vibrante<br />

al tocco dello Spirito, filialmente abbandonata<br />

nel cuore del Padre. Si fa allora l'esperienza viva<br />

della promessa di Cristo: «Chi mi ama sarà<br />

amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi<br />

manifesterò a lui» (Gv 14, 21). Si tratta di un<br />

cammino interamente sostenuto dalla grazia,<br />

che chiede tuttavia forte impegno spirituale e<br />

conosce anche dolorose purificazioni (la «notte<br />

oscura»), ma approda, in diverse forme possibili,<br />

all'indicibile gioia vissuta dai mistici come<br />

«unione sponsale». Come dimenticare qui,<br />

tra tante luminose testimonianze, la dottrina<br />

VII<br />

di san Giovanni della Croce e di santa Teresa<br />

d'Avila?<br />

Sì, carissimi Fratelli e Sorelle, le nostre comunità<br />

cristiane devono diventare autentiche<br />

«scuole» di preghiera, dove l'incontro con Cristo<br />

non si esprima soltanto in implorazione di<br />

aiuto, ma anche in rendimento di grazie, lode,<br />

adorazione, contemplazione, ascolto, ardore di<br />

affetti, fino ad un vero «invaghimento» del cuore.<br />

Una preghiera intensa, dunque, che tuttavia<br />

non distoglie dall'impegno nella storia: aprendo<br />

il cuore all'amore di Dio, lo apre anche all'amore<br />

dei fratelli, e rende capaci di costruire la<br />

storia secondo il disegno di Dio (18).<br />

34.Certo alla preghiera sono in particolare<br />

chiamati quei fedeli che hanno avuto il dono<br />

della vocazione ad una vita di speciale consacrazione:<br />

questa li rende, per sua natura, più<br />

disponibili all'esperienza contemplativa, ed è<br />

importante che essi la coltivino con generoso<br />

impegno. Ma ci si sbaglierebbe a pensare che i<br />

comuni cristiani si possano accontentare di una<br />

preghiera superficiale, incapace di riempire la<br />

loro vita. Specie di fronte alle numerose prove<br />

che il mondo d'oggi pone alla fede, essi sarebbero<br />

non solo cristiani mediocri, ma «cristiani<br />

a rischio». Correrebbero, infatti, il rischio insidioso<br />

di veder progressivamente affievolita la<br />

loro fede, e magari finirebbero per cedere al<br />

fascino di «surrogati», accogliendo proposte religiose<br />

alternative e indulgendo persino alle forme<br />

stravaganti della superstizione.<br />

Occorre allora che l'educazione alla preghiera<br />

diventi in qualche modo un punto qualificante<br />

di ogni programmazione pastorale. Io<br />

stesso mi sono orientato a dedicare le prossime<br />

catechesi del mercoledì alla riflessione sui Salmi,<br />

cominciando da quelli delle Lodi, con cui<br />

la preghiera pubblica della Chiesa ci invita a<br />

consacrare e orientare le nostre giornate.<br />

Quanto gioverebbe che non solo nelle comunità<br />

religiose, ma anche in quelle parrocchiali, ci<br />

si adoperasse maggiormente perché tutto il clima<br />

fosse pervaso di preghiera. Occorrerebbe<br />

valorizzare, col debito discernimento, le forme<br />

popolari, e soprattutto educare a quelle liturgiche.<br />

Una giornata della comunità cristiana, in<br />

cui si coniughino insieme i molteplici impegni<br />

pastorali e di testimonianza nel mondo con la<br />

celebrazione eucaristica e magari con la recita<br />

di Lodi e Vespri, è forse più «pensabile» di<br />

quanto ordinariamente non si creda. L'esperienza<br />

di tanti gruppi cristianamente impegnati,<br />

anche a forte componente laicale, lo dimostra.<br />

L'Eucaristia domenicale<br />

35.Il massimo impegno va posto dunque<br />

nella liturgia, «il culmine verso cui tende l'azione<br />

della Chiesa e, insieme, la fonte da cui promana<br />

tutta la sua virtù» (19). Nel secolo XX,<br />

specie dal Concilio in poi, molto è cresciuta la<br />

comunità cristiana nel modo di celebrare i Sacramenti<br />

e soprattutto l'Eucaristia. Occorre insistere<br />

in questa direzione, dando particolare<br />

rilievo all'Eucaristia domenicale e alla stessa<br />

domenica, sentita come giorno speciale della<br />

fede, giorno del Signore risorto e del dono dello<br />

Spirito, vera Pasqua della settimana (20). Da<br />

duemila anni, il tempo cristiano è scandito dalla<br />

memoria di quel «primo giorno dopo il sabato»<br />

(Mc 16, 2.9; Lc 24, 1; Gv 20, 1), in cui Cristo<br />

risorto portò agli Apostoli il dono della pace<br />

e dello Spirito (cfr Gv 20, 19-23). La verità della<br />

risurrezione di Cristo è il dato originario su<br />

cui poggia la fede cristiana (cfr 1 Cor 15, 14),<br />

evento che si colloca al centro del mistero del<br />

tempo, e prefigura l'ultimo giorno, quando Cristo<br />

ritornerà glorioso. Non sappiamo quali<br />

eventi ci riserverà il millennio che sta iniziando,<br />

ma abbiamo la certezza che esso resterà<br />

saldamente nelle mani di Cristo, il «Re dei re e<br />

Signore dei signori» (Ap 19, 16), e proprio celebrando<br />

la sua Pasqua, non solo una volta all'anno,<br />

ma ogni domenica, la Chiesa continuerà<br />

ad additare ad ogni generazione «ciò che costituisce<br />

l'asse portante della storia, al quale si


VIII<br />

riconducono il mistero delle origini e quello del<br />

destino finale del mondo» (21).<br />

36.Vorrei pertanto insistere, nel solco della<br />

Dies Domini, perché la partecipazione all'Eucaristia<br />

sia veramente, per ogni battezzato, il<br />

cuore della domenica: un impegno irrinunciabile,<br />

da vivere non solo per assolvere a un precetto,<br />

ma come bisogno di una vita cristiana<br />

veramente consapevole e coerente. Stiamo entrando<br />

in un millennio che si prefigura caratterizzato<br />

da un profondo intreccio di culture e<br />

religioni anche nei Paesi di antica cristianizzazione.<br />

In molte regioni i cristiani sono, o stanno<br />

diventando, un «piccolo gregge» (Lc 12, 32).<br />

Ciò li pone di fronte alla sfida di testimoniare<br />

con maggior forza, spesso in condizione di solitudine<br />

e di difficoltà, gli aspetti specifici della<br />

propria identità. Il dovere della partecipazione<br />

eucaristica ogni domenica è uno di questi.<br />

L'Eucaristia domenicale, raccogliendo settimanalmente<br />

i cristiani come famiglia di Dio intorno<br />

alla mensa della Parola e del Pane di vita, è<br />

anche l'antidoto più naturale alla dispersione.<br />

Essa è il luogo privilegiato dove la comunione<br />

è costantemente annunciata e coltivata. Proprio<br />

attraverso la partecipazione eucaristica, il<br />

giorno del Signore diventa anche il giorno della<br />

Chiesa (22), che può svolgere così in modo<br />

efficace il suo ruolo di sacramento di unità.<br />

Il sacramento<br />

della Riconciliazione<br />

37.Un rinnovato coraggio pastorale vengo<br />

poi a chiedere perché la quotidiana pedagogia<br />

delle comunità cristiane sappia proporre in modo<br />

suadente ed efficace la pratica del sacramento<br />

della Riconciliazione. Come ricorderete,<br />

nel 1984 intervenni su questo tema con l'Esortazione<br />

post-sinodale Reconciliatio et paenitentia,<br />

che raccoglieva i frutti di riflessione di<br />

un'Assemblea del Sinodo dei Vescovi dedicata<br />

a questa problematica. Invitavo allora a fare<br />

ogni sforzo per fronteggiare la crisi del «senso<br />

del peccato» che si registra nella cultura contemporanea<br />

(23), ma più ancora invitavo a far<br />

riscoprire Cristo come mysterium pietatis, colui<br />

nel quale Dio ci mostra il suo cuore compassionevole<br />

e ci riconcilia pienamente a sé. E<br />

questo volto di Cristo che occorre far riscoprire<br />

anche attraverso il sacramento della Penitenza,<br />

che è per un cristiano «la via ordinaria per ottenere<br />

il perdono e la remissione dei suoi peccati<br />

gravi commessi dopo il Battesimo» (24).<br />

Quando il menzionato Sinodo affrontò il problema,<br />

stava sotto gli occhi di tutti la crisi del<br />

Sacramento, specialmente in alcune regioni del<br />

mondo. I motivi che ne erano all'origine non<br />

sono svaniti in questo breve arco di tempo. Ma<br />

l'Anno giubilare, che è stato particolarmente<br />

caratterizzato dal ricorso alla Penitenza sacramentale,<br />

ci ha offerto un messaggio incoraggiante,<br />

da non lasciar cadere: se molti, e tra essi<br />

anche tanti giovani, si sono accostati con<br />

frutto a questo Sacramento, probabilmente è<br />

necessario che i Pastori si armino di maggior<br />

fiducia, creatività e perseveranza nel presentarlo<br />

e farlo valorizzare. Non dobbiamo arrenderci,<br />

carissimi Fratelli nel sacerdozio, di fronte a<br />

crisi temporanee! I doni del Signore — e i Sacramenti<br />

sono tra i più preziosi — vengono da<br />

Colui che ben conosce il cuore dell'uomo ed è<br />

il Signore della storia.<br />

Il primato della grazia<br />

38.Impegnarci con maggior fiducia, nella<br />

programmazione che ci attende, ad una pastorale<br />

che dia tutto il suo spazio alla preghiera,<br />

personale e comunitaria, significa rispettare un<br />

principio essenziale della visione cristiana della<br />

vita: il primato della grazia. C'è una tentazione<br />

che da sempre insidia ogni cammino spirituale<br />

e la stessa azione pastorale: quella di pensare<br />

che i risultati dipendano dalla nostra capacità<br />

di fare e di programmare. Certo, Iddio ci<br />

chiede una reale collaborazione alla sua grazia,<br />

e dunque ci invita ad investire, nel nostro servizio<br />

alla causa del Regno, tutte le nostre risor-<br />

L'OSSERVATORE ROMANO<br />

Lettera Apostolica di Giovanni Paolo II<br />

al termine del Grande Giubileo dell'Anno Duemila<br />

se di intelligenza e di operatività. Ma guai a dimenticare<br />

che «senza Cristo non possiamo far<br />

nulla» (cfr Gv 15, 5).<br />

La preghiera ci fa vivere appunto in questa<br />

verità. Essa ci ricorda costantemente il primato<br />

di Cristo e, in rapporto a lui, il primato della<br />

vita interiore e della santità. Quando questo<br />

principio non è rispettato, c'è da meravigliarsi<br />

se i progetti pastorali vanno incontro al fallimento<br />

e lasciano nell'animo un avvilente senso<br />

di frustrazione? Facciamo allora l'esperienza<br />

dei discepoli nell'episodio evangelico della pesca<br />

miracolosa: «Abbiamo faticato tutta la notte<br />

e non abbiamo preso nulla» (Lc 5, 5). È<br />

quello il momento della fede, della preghiera,<br />

del dialogo con Dio, per aprire il cuore all'onda<br />

della grazia e consentire alla parola di Cristo di<br />

passare attraverso di noi con tutta la sua potenza:<br />

Duc in altum! Fu Pietro, in quella pesca,<br />

a dire la parola della fede: «Sulla tua parola<br />

getterò le reti» (ibid.). Consentite al Successore<br />

di Pietro, in questo inizio di millennio, di<br />

invitare tutta la Chiesa a questo atto di fede,<br />

che s'esprime in un rinnovato impegno di preghiera.<br />

Ascolto della Parola<br />

39.Non c'è dubbio che questo primato del-<br />

la santità e della preghiera non è concepibile<br />

che a partire da un rinnovato ascolto della parola<br />

di Dio. Da quando il Concilio Vaticano II<br />

ha sottolineato il ruolo preminente della parola<br />

di Dio nella vita della Chiesa, certamente sono<br />

stati fatti grandi passi in avanti nell'ascolto assiduo<br />

e nella lettura attenta della Sacra Scrittura.<br />

Ad essa si è assicurato l'onore che merita<br />

nella preghiera pubblica della Chiesa. Ad essa i<br />

singoli e le comunità ricorrono ormai in larga<br />

misura, e tra gli stessi laici sono tanti che vi si<br />

dedicano anche con l'aiuto prezioso di studi<br />

teologici e biblici. Soprattutto poi è l'opera dell'evangelizzazione<br />

e della catechesi che si sta rivitalizzando<br />

proprio nell'attenzione alla parola<br />

di Dio. Occorre, carissimi Fratelli e Sorelle,<br />

consolidare e approfondire questa linea, anche<br />

mediante la diffusione nelle famiglie del libro<br />

della Bibbia. In particolare è necessario che l'ascolto<br />

della Parola diventi un incontro vitale,<br />

nell'antica e sempre valida tradizione della lectio<br />

divina, che fa cogliere nel testo biblico la<br />

parola viva che interpella, orienta, plasma l'esistenza.<br />

Annuncio della Parola<br />

40.Nutrirci della Parola, per essere «servi<br />

della Parola» nell'impegno dell'evangelizzazione:<br />

questa è sicuramente una priorità per la<br />

Chiesa all'inizio del nuovo millennio. È ormai<br />

tramontata, anche nei Paesi di antica evangelizzazione,<br />

la situazione di una «società cristiana»,<br />

che, pur tra le tante debolezze che sempre segnano<br />

l'umano, si rifaceva esplicitamente ai valori<br />

evangelici. Oggi si deve affrontare con coraggio<br />

una situazione che si fa sempre più varia<br />

e impegnativa, nel contesto della globalizzazione<br />

e del nuovo e mutevole intreccio di popoli<br />

e culture che la caratterizza. Ho tante volte<br />

ripetuto in questi anni l'appello della nuova<br />

evangelizzazione. Lo ribadisco ora, soprattutto<br />

per indicare che occorre riaccendere in noi lo<br />

slancio delle origini, lasciandoci pervadere dall'ardore<br />

della predicazione apostolica seguita<br />

alla Pentecoste. Dobbiamo rivivere in noi il<br />

sentimento infuocato di Paolo, il quale esclamava:<br />

«Guai a me se non predicassi il Vangelo!»<br />

(1 Cor 9, 16).<br />

Questa passione non mancherà di suscitare<br />

nella Chiesa una nuova missionarietà, che non<br />

potrà essere demandata ad una porzione di<br />

«specialisti», ma dovrà coinvolgere la responsabilità<br />

di tutti i membri del Popolo di Dio. Chi<br />

ha incontrato veramente Cristo, non può tenerselo<br />

per sé, deve annunciarlo. Occorre un nuovo<br />

slancio apostolico che sia vissuto quale impegno<br />

quotidiano delle comunità e dei gruppi<br />

cristiani. Ciò tuttavia avverrà nel rispetto dovuto<br />

al cammino sempre diversificato di ciascuna<br />

persona e nell'attenzione per le diverse<br />

culture in cui il messaggio cristiano deve essere<br />

calato, così che gli specifici valori di ogni popolo<br />

non siano rinnegati, ma purificati e portati<br />

alla loro pienezza.<br />

Il cristianesimo del terzo millennio dovrà rispondere<br />

sempre meglio a questa esigenza di<br />

inculturazione. Restando pienamente se stesso,<br />

nella totale fedeltà all'annuncio evangelico e alla<br />

tradizione ecclesiale, esso porterà anche il<br />

volto delle tante culture e dei tanti popoli in<br />

cui è accolto e radicato. Della bellezza di questo<br />

volto pluriforme della Chiesa abbiamo particolarmente<br />

goduto nell'Anno giubilare. È forse<br />

solo un inizio, un'icona appena abbozzata<br />

del futuro che lo Spirito di Dio ci prepara.<br />

La proposta di Cristo va fatta a tutti con fiducia.<br />

Ci si rivolgerà agli adulti, alle famiglie,<br />

ai giovani, ai bambini, senza mai nascondere le<br />

esigenze più radicali del messaggio evangelico,<br />

ma venendo incontro alle esigenze di ciascuno<br />

quanto a sensibilità e linguaggio, secondo l'esempio<br />

di Paolo, il quale affermava: «Mi sono<br />

fatto tutto a tutti, per salvare ad ogni costo<br />

qualcuno» (1 Cor 9, 22). Nel raccomandare tutto<br />

questo, penso in particolare alla pastorale<br />

giovanile. Proprio per quanto riguarda i giovani,<br />

come poc'anzi ho ricordato, il Giubileo ci<br />

ha offerto una testimonianza di generosa disponibilità.<br />

Dobbiamo saper valorizzare quella risposta<br />

consolante, investendo quell'entusiasmo<br />

come un nuovo «talento» (cfr Mt 25, 15) che il<br />

Signore ci ha messo nelle mani perché lo facciamo<br />

fruttificare.<br />

41.Ci sostenga ed orienti, in questa «missionarietà»<br />

fiduciosa, intraprendente, creativa,<br />

l'esempio fulgido dei tanti testimoni della fede<br />

che il Giubileo ci ha fatto rievocare. La Chiesa<br />

ha trovato sempre, nei suoi martiri, un seme di<br />

vita. Sanguis martyrum — semen christianorum<br />

(25): questa celebre «legge» enunciata da<br />

Tertulliano, si è dimostrata sempre vera alla<br />

prova della storia. Non sarà così anche per il<br />

secolo, per il millennio che stiamo iniziando?<br />

Eravamo forse troppo abituati a pensare ai<br />

martiri in termini un po' lontani, quasi si trattasse<br />

di una categoria del passato, legata soprattutto<br />

ai primi secoli dell'era cristiana. La<br />

memoria giubilare ci ha aperto uno scenario<br />

sorprendente, mostrandoci il nostro tempo particolarmente<br />

ricco di testimoni, che in un modo<br />

o nell'altro, hanno saputo vivere il Vangelo<br />

in situazioni di ostilità e persecuzione, spesso<br />

fino a dare la prova suprema del sangue. In loro<br />

la parola di Dio, seminata in buon terreno,<br />

ha portato il centuplo (cfr Mt 13, 8.23). Con il<br />

loro esempio ci hanno additato e quasi spianato<br />

la strada del futuro. A noi non resta che<br />

metterci, con la grazia di Dio, sulle loro orme.


L'OSSERVATORE ROMANO<br />

NOVO MILLENNIO INEUNTE<br />

IV<br />

Testimoni dell'Amore<br />

42.«Da questo tutti sapranno che siete miei<br />

discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri»<br />

(Gv 13, 35). Se abbiamo veramente contemplato<br />

il volto di Cristo, carissimi Fratelli e Sorelle,<br />

la nostra programmazione pastorale non potrà<br />

non ispirarsi al «comandamento nuovo» che<br />

egli ci ha dato: «Come io vi ho amato, così<br />

amatevi anche voi gli uni gli altri» (Gv 13, 34).<br />

È l'altro grande ambito in cui occorrerà<br />

esprimere un deciso impegno programmatico,<br />

a livello di Chiesa universale e di Chiese particolari:<br />

quello della comunione (koinonìa) che<br />

incarna e manifesta l'essenza stessa del mistero<br />

della Chiesa. La comunione è il frutto e la manifestazione<br />

di quell'amore che, sgorgando dal<br />

cuore dell'eterno Padre, si riversa in noi attraverso<br />

lo Spirito che Gesù ci dona (cfr Rm 5,<br />

5), per fare di tutti noi «un cuore solo e un'anima<br />

sola» (At 4, 32). E realizzando questa comunione<br />

di amore che la Chiesa si manifesta<br />

come «sacramento», ossia «segno e strumento<br />

dell'intima unione con Dio e dell'unità di tutto<br />

il genere umano» (26).<br />

Le parole del Signore, a questo proposito,<br />

sono troppo precise per poterne ridurre la portata.<br />

Tante cose, anche nel nuovo secolo, saranno<br />

necessarie per il cammino storico della<br />

Chiesa; ma se mancherà la carità (agape), tutto<br />

sarà inutile. È lo stesso apostolo Paolo a ricordarcelo<br />

nell'inno alla carità: se anche parlassimo<br />

le lingue degli uomini e degli angeli, e avessimo<br />

una fede «da trasportare le montagne»,<br />

ma poi mancassimo della carità, tutto sarebbe<br />

«nulla» (cfr 1 Cor 13, 2). La carità è davvero il<br />

«cuore» della Chiesa, come aveva ben intuito<br />

santa Teresa di Lisieux, che ho voluto proclamare<br />

Dottore della Chiesa proprio come esperta<br />

della scientia amoris: «Capii che la Chiesa<br />

aveva un Cuore e che questo Cuore era acceso<br />

d'Amore. Capii che solo l'Amore faceva agire<br />

le membra della Chiesa [... ] Capii che l'Amore<br />

racchiudeva tutte le Vocazioni, che l'Amore<br />

era tutto» (27).<br />

Una spiritualità<br />

di comunione<br />

43.Fare della Chiesa la casa e la scuola<br />

della comunione: ecco la grande sfida che ci<br />

sta davanti nel millennio che inizia, se vogliamo<br />

essere fedeli al disegno di Dio e rispondere<br />

anche alle attese profonde del mondo.<br />

Che cosa significa questo in concreto? Anche<br />

qui il discorso potrebbe farsi immediatamente<br />

operativo, ma sarebbe sbagliato assecondare simile<br />

impulso. Prima di programmare iniziative<br />

concrete occorre promuovere una spiritualità<br />

della comunione, facendola emergere come<br />

principio educativo in tutti i luoghi dove si plasma<br />

l'uomo e il cristiano, dove si educano i ministri<br />

dell'altare, i consacrati, gli operatori pastorali,<br />

dove si costruiscono le famiglie e le comunità.<br />

Spiritualità della comunione significa<br />

innanzitutto sguardo del cuore portato sul mistero<br />

della Trinità che abita in noi, e la cui luce<br />

va colta anche sul volto dei fratelli che ci stanno<br />

accanto. Spiritualità della comunione significa<br />

inoltre capacità di sentire il fratello di fede<br />

nell'unità profonda del Corpo mistico, dunque,<br />

come «uno che mi appartiene», per saper condividere<br />

le sue gioie e le sue sofferenze, per intuire<br />

i suoi desideri e prendersi cura dei suoi<br />

bisogni, per offrirgli una vera e profonda amicizia.<br />

Spiritualità della comunione è pure capacità<br />

di vedere innanzitutto ciò che di positivo<br />

c'è nell'altro, per accoglierlo e valorizzarlo come<br />

dono di Dio: un «dono per me», oltre che<br />

per il fratello che lo ha direttamente ricevuto.<br />

Spiritualità della comunione è infine saper «fare<br />

spazio» al fratello, portando «i pesi gli uni<br />

degli altri» (Gal 6, 2) e respingendo le tentazioni<br />

egoistiche che continuamente ci insidiano e<br />

generano competizione, carrierismo, diffidenza,<br />

gelosie. Non ci facciamo illusioni: senza questo<br />

cammino spirituale, a ben poco servirebbero<br />

gli strumenti esteriori della comunione. Diventerebbero<br />

apparati senz'anima, maschere di comunione<br />

più che sue vie di espressione e di<br />

crescita.<br />

44.Su questa base, il nuovo secolo dovrà<br />

vederci impegnati più che mai a valorizzare e<br />

sviluppare quegli ambiti e strumenti che, secondo<br />

le grandi direttive del Concilio Vaticano<br />

II, servono ad assicurare e garantire la comunione.<br />

Come non pensare, innanzitutto, a quegli<br />

specifici servizi alla comunione che sono il<br />

ministero petrino, e, in stretta relazione con<br />

esso, la collegialità episcopale? Si tratta di<br />

realtà che hanno il loro fondamento e la loro<br />

consistenza nel disegno stesso di Cristo sulla<br />

Chiesa (28), ma proprio per questo bisognose<br />

di una continua verifica che ne assicuri l'autentica<br />

ispirazione evangelica.<br />

Molto si è fatto dal Concilio Vaticano II in<br />

poi anche per quanto riguarda la riforma della<br />

Curia romana, l'organizzazione dei Sinodi, il<br />

funzionamento delle Conferenze episcopali. Ma<br />

certamente molto resta da fare, per esprimere<br />

al meglio le potenzialità di questi strumenti della<br />

comunione, oggi particolarmente necessari<br />

di fronte all'esigenza di rispondere con prontezza<br />

ed efficacia ai problemi che la Chiesa deve<br />

affrontare nei cambiamenti così rapidi del nostro<br />

tempo.<br />

45.Gli spazi della comunione vanno coltivati<br />

e dilatati giorno per giorno, ad ogni livello,<br />

nel tessuto della vita di ciascuna Chiesa. La comunione<br />

deve qui rifulgere nei rapporti tra Vescovi,<br />

presbiteri e diaconi, tra Pastori e intero<br />

Popolo di Dio, tra clero e religiosi, tra associazioni<br />

e movimenti ecclesiali. A tale scopo devono<br />

essere sempre meglio valorizzati gli organismi<br />

di partecipazione previsti dal Diritto canonico,<br />

come i Consigli presbiterali e pastorali.<br />

Essi, com'è noto, non si ispirano ai criteri della<br />

democrazia parlamentare, perché operano per<br />

via consultiva e non deliberativa (29); non per<br />

questo tuttavia perdono di significato e di rilevanza.<br />

La teologia e la spiritualità della comunione,<br />

infatti, ispirano un reciproco ed efficace<br />

ascolto tra Pastori e fedeli, tenendoli, da un lato,<br />

uniti a priori in tutto ciò che è essenziale, e<br />

spingendoli, dall'altro, a convergere normalmente<br />

anche nell'opinabile verso scelte ponderate<br />

e condivise.<br />

IX<br />

Occorre a questo scopo far nostra l'antica<br />

sapienza che, senza portare alcun pregiudizio<br />

al ruolo autorevole dei Pastori, sapeva incoraggiarli<br />

al più ampio ascolto di tutto il Popolo di<br />

Dio. Significativo ciò che san Benedetto ricorda<br />

all'Abate del monastero, nell'invitarlo a consultare<br />

anche i più giovani: «Spesso ad uno più<br />

giovane il Signore ispira un parere migliore»<br />

(30). E san Paolino di Nola esorta: «Pendiamo<br />

dalla bocca di tutti i fedeli, perché in ogni fedele<br />

soffia lo Spirito di Dio» (31).<br />

Se dunque la saggezza giuridica, ponendo<br />

precise regole alla partecipazione, manifesta la<br />

struttura gerarchica della Chiesa e scongiura<br />

tentazioni di arbitrio e pretese ingiustificate, la<br />

spiritualità della comunione conferisce un'anima<br />

al dato istituzionale con un'indicazione di<br />

fiducia e di apertura che pienamente risponde<br />

alla dignità e responsabilità di ogni membro del<br />

Popolo di Dio.<br />

La varietà delle vocazioni<br />

46.Questa prospettiva di comunione è<br />

strettamente legata alla capacità della comunità<br />

cristiana di fare spazio a tutti i doni dello Spirito.<br />

L'unità della Chiesa non è uniformità, ma<br />

integrazione organica delle legittime diversità.<br />

È la realtà di molte membra congiunte in un<br />

corpo solo, l'unico Corpo di Cristo (cfr 1 Cor<br />

12, 12). È necessario perciò che la Chiesa del<br />

terzo millennio stimoli tutti i battezzati e cresimati<br />

a prendere coscienza della propria attiva<br />

responsabilità nella vita ecclesiale. Accanto al<br />

ministero ordinato, altri ministeri, istituiti o<br />

semplicemente riconosciuti, possono fiorire a<br />

vantaggio di tutta la comunità, sostenendola<br />

nei suoi molteplici bisogni: dalla catechesi all'animazione<br />

liturgica, dall'educazione dei giovani<br />

alle più varie espressioni della carità.<br />

Certamente un impegno generoso va posto<br />

— soprattutto con la preghiera insistente al padrone<br />

della messe (cfr Mt 9, 38) — per la promozione<br />

delle vocazioni al sacerdozio e di<br />

quelle di speciale consacrazione. È questo un<br />

problema di grande rilevanza per la vita della<br />

Chiesa in ogni parte del mondo. In certi Paesi<br />

di antica evangelizzazione, poi, esso si è fatto<br />

addirittura drammatico a motivo del mutato<br />

contesto sociale e dell'inaridimento religioso indotto<br />

dal consumismo e dal secolarismo. È necessario<br />

ed urgente impostare una vasta e capillare<br />

pastorale delle vocazioni, che raggiunga<br />

le parrocchie, i centri educativi, le famiglie, suscitando<br />

una più attenta riflessione sui valori<br />

essenziali della vita, che trovano la loro sintesi<br />

risolutiva nella risposta che ciascuno è invitato<br />

a dare alla chiamata di Dio, specialmente<br />

quando questa sollecita la donazione totale<br />

di sé e delle proprie energie alla causa del<br />

Regno.<br />

In questo contesto prende tutto il suo rilievo<br />

anche ogni altra vocazione, radicata in definitiva<br />

nella ricchezza della vita nuova ricevuta nel<br />

sacramento del Battesimo. In particolare, sarà<br />

da scoprire sempre meglio la vocazione che è<br />

propria dei laici, chiamati come tali a «cercare<br />

il regno di Dio trattando le cose temporali e ordinandole<br />

secondo Dio» (32) ed anche a svolgere<br />

«i compiti propri nella Chiesa e nel mondo<br />

[... ] con la loro azione per l'evangelizzazione<br />

e la santificazione degli uomini» (33).<br />

In questa stessa linea, grande importanza<br />

per la comunione riveste il dovere di promuovere<br />

le varie realtà aggregative, che sia nelle<br />

forme più tradizionali, sia in quelle più nuove<br />

dei movimenti ecclesiali, continuano a dare alla<br />

Chiesa una vivacità che è dono di Dio e costituisce<br />

un'autentica «primavera dello Spirito».<br />

Occorre certo che associazioni e movimenti,<br />

tanto nella Chiesa universale quanto nelle Chiese<br />

particolari, operino nella piena sintonia ecclesiale<br />

e in obbedienza alle direttive autorevoli<br />

dei Pastori. Ma torna anche per tutti, esigente<br />

e perentorio, il monito dell'Apostolo: «Non spegnete<br />

lo Spirito, non disprezzate le profezie;<br />

esaminate ogni cosa, tenete ciò che è buono»<br />

(1 Ts 5, 19-21).<br />

47.Un'attenzione speciale, poi, deve essere


X<br />

assicurata alla pastorale della famiglia, tanto<br />

più necessaria in un momento storico come il<br />

presente, che sta registrando una crisi diffusa e<br />

radicale di questa fondamentale istituzione.<br />

Nella visione cristiana del matrimonio, la relazione<br />

tra un uomo e una donna — relazione<br />

reciproca e totale, unica e indissolubile — risponde<br />

al disegno originario di Dio, offuscato<br />

nella storia dalla «durezza del cuore», ma che<br />

Cristo è venuto a restaurare nel suo splendore<br />

originario, svelando ciò che Dio ha voluto fin<br />

«dal principio» (Mt 19, 8). Nel matrimonio, elevato<br />

alla dignità di Sacramento, è espresso poi<br />

il «grande mistero» dell'amore sponsale di Cristo<br />

per la sua Chiesa (cfr Ef 5, 32).<br />

Su questo punto, la Chiesa non può cedere<br />

alle pressioni di una certa cultura, anche se diffusa<br />

e talvolta militante. Occorre piuttosto fare<br />

in modo che, attraverso un'educazione evangelica<br />

sempre più completa, le famiglie cristiane<br />

offrano un esempio convincente della possibilità<br />

di un matrimonio vissuto in modo pienamente<br />

conforme al disegno di Dio e alle vere<br />

esigenze della persona umana: di quella dei coniugi,<br />

e soprattutto di quella più fragile dei figli.<br />

Le famiglie stesse devono essere sempre<br />

più consapevoli dell'attenzione dovuta ai figli e<br />

farsi soggetti attivi di un'efficace presenza ecclesiale<br />

e sociale a tutela dei loro diritti.<br />

L'impegno ecumenico<br />

48.E che dire poi dell'urgenza di promuovere<br />

la comunione nel delicato ambito dell'impegno<br />

ecumenico? Purtroppo, le tristi eredità<br />

del passato ci seguono ancora oltre la soglia<br />

del nuovo millennio. La celebrazione giubilare<br />

ha registrato qualche segnale davvero profetico<br />

e commovente, ma ancora tanto cammino rimane<br />

da fare.<br />

In realtà, facendoci fissare lo sguardo su Cristo,<br />

il Grande Giubileo ci ha fatto prendere più<br />

viva coscienza della Chiesa come mistero di<br />

unità. «Credo la Chiesa una»: ciò che esprimiamo<br />

nella professione di fede, ha il suo fondamento<br />

ultimo in Cristo, nel quale la Chiesa<br />

non è divisa (cfr 1 Cor 1, 11-13). In quanto suo<br />

Corpo, nell'unità prodotta dal dono dello Spirito,<br />

essa è indivisibile. La realtà della divisione<br />

si genera sul terreno della storia, nei rapporti<br />

tra i figli della Chiesa, quale conseguenza dell'umana<br />

fragilità nell'accogliere il dono che<br />

continuamente fluisce dal Cristo-Capo nel Corpo<br />

mistico. La preghiera di Gesù nel Cenacolo<br />

— «come tu, Padre, sei in me e io in te, siano<br />

anch'essi in noi una cosa sola» (Gv 17, 21) — è<br />

insieme rivelazione e invocazione. Essa ci rivela<br />

l'unità di Cristo col Padre quale luogo sorgivo<br />

dell'unità della Chiesa e dono perenne che<br />

in lui questa, misteriosamente, riceverà fino alla<br />

fine dei tempi. Quest'unità, che non manca<br />

di realizzarsi concretamente nella Chiesa cattolica,<br />

nonostante i limiti propri dell'umano, opera<br />

pure in varia misura nei tanti elementi di<br />

santificazione e di verità che si trovano all'interno<br />

delle altre Chiese e Comunità ecclesiali;<br />

tali elementi, come doni propri della Chiesa di<br />

Cristo, le sospingono incessantemente verso l'unità<br />

piena (34).<br />

La preghiera di Cristo ci ricorda che questo<br />

dono ha bisogno di essere accolto e sviluppato<br />

in maniera sempre più profonda. L'invocazione<br />

«ut unum sint» è, insieme, imperativo che ci<br />

obbliga, forza che ci sostiene, salutare rimprovero<br />

per le nostre pigrizie e ristrettezze di cuore.<br />

È sulla preghiera di Gesù, non sulle nostre<br />

capacità, che poggia la fiducia di poter raggiungere<br />

anche nella storia, la comunione piena<br />

e visibile di tutti i cristiani.<br />

In questa prospettiva di rinnovato cammino<br />

post-giubilare, guardo con grande speranza alle<br />

Chiese dell'Oriente, auspicando che riprenda<br />

pienamente quello scambio di doni che ha arricchito<br />

la Chiesa del primo millennio. Il ricordo<br />

del tempo in cui la Chiesa respirava con<br />

«due polmoni» spinga i cristiani d'Oriente e<br />

d'Occidente a camminare insieme, nell'unità<br />

della fede e nel rispetto delle legittime diversi-<br />

L'OSSERVATORE ROMANO<br />

Lettera Apostolica di Giovanni Paolo II<br />

al termine del Grande Giubileo dell'Anno Duemila<br />

tà, accogliendosi e sostenendosi a vicenda come<br />

membra dell'unico Corpo di Cristo.<br />

Con analogo impegno dev'essere coltivato il<br />

dialogo ecumenico con i fratelli e le sorelle della<br />

Comunione anglicana e delle Comunità ecclesiali<br />

nate dalla Riforma. Il confronto teologico<br />

su punti essenziali della fede e della morale<br />

cristiana, la collaborazione nella carità e, soprattutto,<br />

il grande ecumenismo della santità,<br />

con l'aiuto di Dio non potranno nel futuro non<br />

produrre i loro frutti. Intanto proseguiamo con<br />

fiducia nel cammino, sospirando il momento in<br />

cui, con tutti i discepoli di Cristo, senza eccezione,<br />

potremo cantare insieme a voce spiegata:<br />

«Ecco quanto è buono e quanto è soave che<br />

i fratelli vivano insieme» (Sal 133[132], 1).<br />

Scommettere sulla carità<br />

49.Dalla comunione intra-ecclesiale, la carità<br />

si apre per sua natura al servizio universale,<br />

proiettandoci nell'impegno di un amore<br />

operoso e concreto verso ogni essere umano. È<br />

un ambito, questo, che qualifica in modo<br />

ugualmente decisivo la vita cristiana, lo stile<br />

ecclesiale e la programmazione pastorale. Il secolo<br />

e il millennio che si avviano dovranno ancora<br />

vedere, ed anzi è auspicabile che lo vedano<br />

con forza maggiore, a quale grado di dedi-<br />

zione sappia arrivare la carità verso i più poveri.<br />

Se siamo ripartiti davvero dalla contemplazione<br />

di Cristo, dovremo saperlo scorgere soprattutto<br />

nel volto di coloro con i quali egli<br />

stesso ha voluto identificarsi: «Ho avuto fame e<br />

mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi<br />

avete dato da bere; ero forestiero e mi avete<br />

ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi<br />

avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi»<br />

(Mt 25, 35-36). Questa pagina non è un<br />

semplice invito alla carità: è una pagina di cristologia,<br />

che proietta un fascio di luce sul mistero<br />

di Cristo. Su questa pagina, non meno<br />

che sul versante dell'ortodossia, la Chiesa misura<br />

la sua fedeltà di Sposa di Cristo.<br />

Certo, non va dimenticato che nessuno può<br />

essere escluso dal nostro amore, dal momento<br />

che «con l'incarnazione il Figlio di Dio si è unito<br />

in certo modo a ogni uomo» (35). Ma stando<br />

alle inequivocabili parole del Vangelo, nella<br />

persona dei poveri c'è una sua presenza speciale,<br />

che impone alla Chiesa un'opzione preferenziale<br />

per loro. Attraverso tale opzione, si testimonia<br />

lo stile dell'amore di Dio, la sua provvidenza,<br />

la sua misericordia, e in qualche modo<br />

si seminano ancora nella storia quei semi del<br />

Regno di Dio che Gesù stesso pose nella sua vita<br />

terrena venendo incontro a quanti ricorrevano<br />

a lui per tutte le necessità spirituali e materiali.<br />

50.In effetti sono tanti, nel nostro tempo, i<br />

bisogni che interpellano la sensibilità cristiana.<br />

Il nostro mondo comincia il nuovo millennio<br />

carico delle contraddizioni di una crescita economica,<br />

culturale, tecnologica, che offre a pochi<br />

fortunati grandi possibilità, lasciando milioni<br />

e milioni di persone non solo ai margini del<br />

progresso, ma alle prese con condizioni di vita<br />

ben al di sotto del minimo dovuto alla dignità<br />

umana. È possibile che, nel nostro tempo, ci<br />

sia ancora chi muore di fame? chi resta condannato<br />

all'analfabetismo? chi manca delle cure<br />

mediche più elementari? chi non ha una casa<br />

in cui ripararsi?<br />

Lo scenario della povertà può allargarsi indefinitamente,<br />

se aggiungiamo alle vecchie le<br />

nuove povertà, che investono spesso anche gli<br />

ambienti e le categorie non prive di risorse<br />

economiche, ma esposte alla disperazione del<br />

non senso, all'insidia della droga, all'abbandono<br />

nell'età avanzata o nella malattia, all'emarginazione<br />

o alla discriminazione sociale. Il cristiano,<br />

che si affaccia su questo scenario, deve<br />

imparare a fare il suo atto di fede in Cristo decifrandone<br />

l'appello che egli manda da questo<br />

mondo della povertà. Si tratta di continuare<br />

una tradizione di carità che ha avuto già nei<br />

due passati millenni tantissime espressioni, ma<br />

che oggi forse richiede ancora maggiore inventiva.<br />

È l'ora di una nuova «fantasia della carità»,<br />

che si dispieghi non tanto e non solo nell'efficacia<br />

dei soccorsi prestati, ma nella capacità<br />

di farsi vicini, solidali con chi soffre, così<br />

che il gesto di aiuto sia sentito non come obolo<br />

umiliante, ma come fraterna condivisione.<br />

Dobbiamo per questo fare in modo che i poveri<br />

si sentano, in ogni comunità cristiana, come<br />

«a casa loro». Non sarebbe, questo stile, la<br />

più grande ed efficace presentazione della buona<br />

novella del Regno? Senza questa forma di<br />

evangelizzazione, compiuta attraverso la carità<br />

e la testimonianza della povertà cristiana, l'annuncio<br />

del Vangelo, che pur è la prima carità,<br />

rischia di essere incompreso o di affogare in<br />

quel mare di parole a cui l'odierna società della<br />

comunicazione quotidianamente ci espone. La<br />

carità delle opere assicura una forza inequivocabile<br />

alla carità delle parole.<br />

Le sfide odierne<br />

51.E come poi tenerci in disparte di fronte<br />

alle prospettive di un dissesto ecologico, che<br />

rende inospitali e nemiche dell'uomo vaste aree<br />

del pianeta? O rispetto ai problemi della pace,<br />

spesso minacciata con l'incubo di guerre catastrofiche?<br />

O di fronte al vilipendio dei diritti<br />

umani fondamentali di tante persone, specialmente<br />

dei bambini? Tante sono le urgenze, alle<br />

quali l'animo cristiano non può restare insensibile.<br />

Un impegno speciale deve riguardare alcuni<br />

aspetti della radicalità evangelica che sono<br />

spesso meno compresi, fino a rendere impopolare<br />

l'intervento della Chiesa, ma che non possono<br />

per questo essere meno presenti nell'agenda<br />

ecclesiale della carità. Mi riferisco al dovere<br />

di impegnarsi per il rispetto della vita di<br />

ciascun essere umano dal concepimento fino<br />

al suo naturale tramonto. Allo stesso modo, il<br />

servizio all'uomo ci impone di gridare, opportunamente<br />

e importunamente, che quanti s'avvalgono<br />

delle nuove potenzialità della scienza,<br />

specie sul terreno delle biotecnologie, non possono<br />

mai disattendere le esigenze fondamentali<br />

dell'etica, appellandosi magari ad una discutibile<br />

solidarietà, che finisce per discriminare tra<br />

vita e vita, in spregio della dignità propria di<br />

ogni essere umano.<br />

Per l'efficacia della testimonianza cristiana,<br />

specie in questi ambiti delicati e controversi, è<br />

importante fare un grande sforzo per spiegare<br />

adeguatamente i motivi della posizione della<br />

Chiesa, sottolineando soprattutto che non si<br />

tratta di imporre ai non credenti una prospettiva<br />

di fede, ma di interpretare e difendere i valori<br />

radicati nella natura stessa dell'essere umano.<br />

La carità si farà allora necessariamente servizio<br />

alla cultura, alla politica, all'economia, al


L'OSSERVATORE ROMANO<br />

NOVO MILLENNIO INEUNTE<br />

la famiglia, perché dappertutto vengano rispettati<br />

i principi fondamentali dai quali dipende<br />

il destino dell'essere umano e il futuro della<br />

civiltà.<br />

52.Tutto questo ovviamente dovrà essere<br />

realizzato con uno stile specificamente cristiano:<br />

saranno soprattutto i laici a rendersi presenti<br />

in questi compiti in adempimento della<br />

vocazione loro propria, senza mai cedere alla<br />

tentazione di ridurre le comunità cristiane ad<br />

agenzie sociali. In particolare, il rapporto con<br />

la società civile dovrà configurarsi in modo da<br />

rispettare l'autonomia e le competenze di quest'ultima,<br />

secondo gli insegnamenti proposti<br />

dalla dottrina sociale della Chiesa.<br />

È noto lo sforzo che il Magistero ecclesiale<br />

ha compiuto, soprattutto nel secolo XX, per<br />

leggere la realtà sociale alla luce del Vangelo<br />

ed offrire in modo sempre più puntuale ed organico<br />

il proprio contributo alla soluzione della<br />

questione sociale, divenuta ormai una questione<br />

planetaria.<br />

Questo versante etico-sociale si propone come<br />

dimensione imprescindibile della testimonianza<br />

cristiana: si deve respingere la tentazione<br />

di una spiritualità intimistica e individualistica,<br />

che mal si comporrebbe con le esigenze<br />

della carità, oltre che con la logica dell'Incarnazione<br />

e, in definitiva, con la stessa tensione<br />

escatologica del cristianesimo. Se quest'ultima<br />

ci rende consapevoli del carattere relativo della<br />

storia, ciò non vale a disimpegnarci in alcun<br />

modo dal dovere di costruirla. Rimane più che<br />

mai attuale, a tal proposito, l'insegnamento del<br />

Concilio Vaticano II: «Il messaggio cristiano,<br />

lungi dal distogliere gli uomini dal compito di<br />

edificare il mondo, lungi dall'incitarli a disinteressarsi<br />

del bene dei propri simili, li impegna<br />

piuttosto a tutto ciò con un obbligo ancora più<br />

stringente» (36).<br />

Un segno concreto<br />

53.Per dare un segno di questo indirizzo di<br />

carità e di promozione umana, che si radica<br />

nelle intime esigenze del Vangelo, ho voluto<br />

che lo stesso Anno giubilare, tra i numerosi<br />

frutti di carità che già ha prodotto nel corso<br />

del suo svolgimento — penso, in particolare,<br />

all'aiuto offerto a tanti fratelli più poveri per<br />

consentir loro di prendere parte al Giubileo —<br />

lasciasse anche un'opera che costituisse, in<br />

qualche modo, il frutto e il sigillo della carità<br />

giubilare. Molti pellegrini, infatti, hanno in diversi<br />

modi versato il loro obolo e, insieme con<br />

loro, anche molti protagonisti dell'attività economica<br />

hanno offerto sostegni generosi, che<br />

sono serviti ad assicurare una conveniente realizzazione<br />

dell'evento giubilare. Saldati i conti<br />

delle spese che è stato necessario affrontare nel<br />

corso dell'anno, il denaro che si sarà potuto risparmiare<br />

dovrà essere destinato a finalità caritative.<br />

È importante infatti che da un evento<br />

religioso tanto significativo sia allontanata ogni<br />

parvenza di speculazione economica. Ciò che<br />

sopravanzerà servirà a ripetere anche in questa<br />

circostanza l'esperienza vissuta tante altre volte<br />

nel corso della storia da quando, agli inizi della<br />

Chiesa, la comunità di Gerusalemme offrì ai<br />

non cristiani lo spettacolo commovente di uno<br />

spontaneo scambio di doni, fino alla comunione<br />

dei beni, a favore dei più poveri (cfr At 2,<br />

44-45).<br />

L'opera che verrà realizzata sarà soltanto un<br />

piccolo rivolo che confluirà nel grande fiume<br />

della carità cristiana che percorre la storia. Piccolo,<br />

ma significativo rivolo: il Giubileo ha<br />

spinto il mondo a guardare verso Roma, la<br />

Chiesa «che presiede alla carità» (37) ed a recare<br />

a Pietro il proprio obolo. Ora la carità manifestata<br />

nel centro della cattolicità torna, in<br />

qualche modo, a volgersi verso il mondo attraverso<br />

questo segno, che vuole restare come<br />

frutto e memoria viva della comunione sperimentata<br />

in occasione del Giubileo.<br />

Dialogo e missione<br />

54.Un nuovo secolo, un nuovo millennio si<br />

aprono nella luce di Cristo. Non tutti però vedono<br />

questa luce. Noi abbiamo il compito stupendo<br />

ed esigente di esserne il «riflesso». È il<br />

mysterium lunae così caro alla contemplazione<br />

dei Padri, i quali indicavano con tale immagine<br />

la dipendenza della Chiesa da Cristo, Sole di<br />

cui essa riflette la luce (38). Era un modo per<br />

esprimere quanto Cristo stesso dice, presentandosi<br />

come «luce del mondo» (Gv 8, 12) e chiedendo<br />

insieme ai suoi discepoli di essere «la luce<br />

del mondo» (Mt 5, 14).<br />

È un compito, questo, che ci fa trepidare, se<br />

guardiamo alla debolezza che ci rende tanto<br />

spesso opachi e pieni di ombre. Ma è compito<br />

possibile, se esponendoci alla luce di Cristo,<br />

sappiamo aprirci alla grazia che ci rende uomini<br />

nuovi.<br />

55.E in quest'ottica che si pone anche la<br />

grande sfida del dialogo interreligioso, nel quale<br />

il nuovo secolo ci vedrà ancora impegnati,<br />

nella linea indicata dal Concilio Vaticano II<br />

(39). Negli anni che hanno preparato il Grande<br />

Giubileo la Chiesa ha tentato, anche con incontri<br />

di notevole rilevanza simbolica, di delineare<br />

un rapporto di apertura e dialogo con esponenti<br />

di altre religioni. Il dialogo deve continuare.<br />

Nella condizione di più spiccato pluralismo<br />

culturale e religioso, quale si va prospettando<br />

nella società del nuovo millennio, tale<br />

dialogo è importante anche per mettere un sicuro<br />

presupposto di pace e allontanare lo spettro<br />

funesto delle guerre di religione che hanno<br />

rigato di sangue tanti periodi nella storia dell'umanità.<br />

Il nome dell'unico Dio deve diventare<br />

sempre di più, qual è, un nome di pace e un<br />

imperativo di pace.<br />

56.Ma il dialogo non può essere fondato<br />

sull'indifferentismo religioso, e noi cristiani abbiamo<br />

il dovere di svilupparlo offrendo la testimonianza<br />

piena della speranza che è in noi (cfr<br />

1 Pt 3, 15). Non dobbiamo aver paura che possa<br />

costituire offesa all'altrui identità ciò che è<br />

invece annuncio gioioso di un dono che è per<br />

tutti, e che va a tutti proposto con il più grande<br />

rispetto della libertà di ciascuno: il dono<br />

della rivelazione del Dio-Amore che «ha tanto<br />

amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito»<br />

(Gv 3, 16). Tutto questo, come è stato anche<br />

recentemente sottolineato dalla Dichiarazione<br />

Dominus Iesus, non può essere oggetto di una<br />

sorta di trattativa dialogica, quasi fosse per noi<br />

una semplice opinione: è invece per noi grazia<br />

che ci riempie di gioia, è notizia che abbiamo<br />

il dovere di annunciare.<br />

La Chiesa, pertanto, non si può sottrarre all'attività<br />

missionaria verso i popoli, e resta<br />

compito prioritario della missio ad gentes l'annuncio<br />

che è nel Cristo, «Via, Verità e Vita»<br />

(Gv 14, 6), che gli uomini trovano la salvezza.<br />

XI<br />

Il dialogo interreligioso «non può semplicemente<br />

sostituire l'annuncio, ma resta orientato verso<br />

l'annuncio» (40). Il dovere missionario, d'altra<br />

parte, non ci impedisce di andare al dialogo<br />

intimamente disposti all'ascolto. Sappiamo infatti<br />

che, di fronte al mistero di grazia infinitamente<br />

ricco di dimensioni e di implicazioni per<br />

la vita e la storia dell'uomo, la Chiesa stessa<br />

non finirà mai di indagare, contando sull'aiuto<br />

del Paraclito, lo Spirito di verità (cfr Gv 14,<br />

17), al quale appunto compete di portarla alla<br />

«pienezza della verità» (cfr Gv 16, 13).<br />

Questo principio è alla base non solo dell'inesauribile<br />

approfondimento teologico della verità<br />

cristiana, ma anche del dialogo cristiano<br />

con le filosofie, le culture, le religioni. Non raramente<br />

lo Spirito di Dio, che «soffia dove vuole»<br />

(Gv 3, 8), suscita nell'esperienza umana universale,<br />

nonostante le sue molteplici contraddizioni,<br />

segni della sua presenza, che aiutano gli<br />

stessi discepoli di Cristo a comprendere più<br />

profondamente il messaggio di cui sono portatori.<br />

Non è stato forse con questa umile e fiduciosa<br />

apertura che il Concilio Vaticano II si è<br />

impegnato a leggere i «segni dei tempi?» (41).<br />

Pur attuando un operoso e vigile discernimento,<br />

per cogliere i «veri segni della presenza o<br />

del disegno di Dio» (42), la Chiesa riconosce<br />

che non ha solo dato, ma anche «ricevuto dalla<br />

storia e dallo sviluppo del genere umano» (43).<br />

Questo atteggiamento di apertura e insieme di<br />

attento discernimento il Concilio lo ha inaugurato<br />

anche nei confronti delle altre religioni.<br />

Tocca a noi seguirne l'insegnamento e la traccia<br />

con grande fedeltà.<br />

Nella luce del Concilio<br />

57.Quanta ricchezza, carissimi Fratelli e<br />

Sorelle, negli orientamenti che il Concilio Vaticano<br />

II ci ha dato! Per questo, in preparazione<br />

al Grande Giubileo, ho chiesto alla Chiesa di<br />

interrogarsi sulla ricezione del Concilio (44). È<br />

stato fatto? Il Convegno che si è tenuto qui in<br />

Vaticano è stato un momento di questa riflessione,<br />

e mi auguro che altrettanto si sia fatto,<br />

in diversi modi, in tutte le Chiese particolari. A<br />

mano a mano che passano gli anni, quei testi<br />

non perdono il loro valore né il loro smalto. È<br />

necessario che essi vengano letti in maniera appropriata,<br />

che vengano conosciuti e assimilati,<br />

come testi qualificati e normativi del Magistero,<br />

all'interno della Tradizione della Chiesa. A<br />

Giubileo concluso sento più che mai il dovere<br />

di additare il Concilio, come la grande grazia<br />

di cui la Chiesa ha beneficiato nel secolo XX:<br />

in esso ci è offerta una sicura bussola per<br />

orientarci nel cammino del secolo che si apre.<br />

Conclusione<br />

DUC IN ALTUM!<br />

58.Andiamo avanti con speranza! Un nuovo<br />

millennio si apre davanti alla Chiesa come<br />

oceano vasto in cui avventurarsi, contando sull'aiuto<br />

di Cristo. Il Figlio di Dio, che si è incarnato<br />

duemila anni or sono per amore dell'uomo,<br />

compie anche oggi la sua opera: dobbiamo<br />

avere occhi penetranti per vederla, e soprattutto<br />

un cuore grande per diventarne noi<br />

stessi strumenti.<br />

Non è stato forse per riprendere contatto<br />

con questa fonte viva della nostra speranza,<br />

che abbiamo celebrato l'Anno giubilare? Ora il<br />

Cristo contemplato e amato ci invita ancora<br />

una volta a metterci in cammino: «Andate dunque<br />

e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole<br />

nel nome del Padre e del Figlio e dello<br />

Spirito Santo» (Mt 28, 19). Il mandato missionario<br />

ci introduce nel terzo millennio invitandoci<br />

allo stesso entusiasmo che fu proprio dei<br />

cristiani della prima ora: possiamo contare sulla<br />

forza dello stesso Spirito, che fu effuso a<br />

Pentecoste e ci spinge oggi a ripartire sorretti<br />

dalla speranza «che non delude» (Rm 5, 5).


XII<br />

Il nostro passo, all'inizio di questo nuovo secolo,<br />

deve farsi più spedito nel ripercorrere le<br />

strade del mondo. Le vie sulle quali ciascuno<br />

di noi, e ciascuna delle nostre Chiese, cammina,<br />

sono tante, ma non v'è distanza tra coloro<br />

che sono stretti insieme dall'unica comunione,<br />

la comunione che ogni giorno si alimenta alla<br />

mensa del Pane eucaristico e della Parola di vita.<br />

Ogni domenica il Cristo risorto ci ridà come<br />

un appuntamento nel Cenacolo, dove la sera<br />

del «primo giorno dopo il sabato» (Gv 20, 19) si<br />

presentò ai suoi per «alitare» su di loro il dono<br />

vivificante dello Spirito e iniziarli alla grande<br />

avventura dell'evangelizzazione.<br />

Ci accompagna in questo cammino la Vergine<br />

Santissima, alla quale, qualche mese fa, insieme<br />

con tanti Vescovi convenuti a Roma da<br />

tutte le parti del mondo, ho affidato il terzo<br />

millennio. Tante volte in questi anni l'ho presentata<br />

e invocata come «Stella della nuova<br />

evangelizzazione». La addito ancora, come aurora<br />

luminosa e guida sicura del nostro cammino.<br />

«Donna, ecco i tuoi figli», le ripeto, rie-<br />

L'OSSERVATORE ROMANO<br />

Lettera Apostolica di Giovanni Paolo II<br />

al termine del Grande Giubileo dell'Anno Duemila<br />

1) Conc. Ecum. Vat. II, Decr. sull'ufficio<br />

pastorale dei Vescovi Christus Dominus,<br />

11.<br />

2) Bolla Incarnationis mysterium (29<br />

novembre 1998), 3: AAS 91 (1999), 132.<br />

3) Ibid., 4: l.c., 133.<br />

4) Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm.<br />

sulla Chiesa Lumen gentium, 8.<br />

5) De civ. Dei XVIII, 51, 2: PL 41,<br />

614; cfr Conc. Ecum. Vat. II, Cost.<br />

dogm. sulla Chiesa Lumen gentium, 8.<br />

6) Cfr Giovanni Paolo II, Lett. ap.<br />

Tertio Millennio adveniente (10 novembre<br />

1994), 55: AAS 87 (1995), 38.<br />

7) Cfr Conc. Ecum. Vat. II, Cost.<br />

dogm. sulla Chiesa Lumen gentium, 1.<br />

8) «Ignoratio enim Scripturarum<br />

ignoratio Christi est»: Comm. in Is.,<br />

Prol.: PL 24, 17.<br />

9) Cfr Conc. Ecum. Vat. II, Cost.<br />

dogm. sulla divina rivelazione Dei Verbum,<br />

19.<br />

10) «Seguendo i santi Padri, all'unanimità,<br />

noi insegniamo a confessare un<br />

solo e medesimo Figlio, il Signore nostro<br />

Gesù Cristo, perfetto nella sua divinità<br />

e perfetto nella sua umanità, vero<br />

Dio e vero uomo [...] uno e medesimo<br />

Cristo Signore unigenito, da riconoscersi<br />

in due nature, senza confusione, immutabili,<br />

indivise, inseparabili [...] egli non<br />

è diviso o separato in due persone, ma è<br />

un unico e medesimo figlio, unigenito,<br />

cheggiando la voce stessa di Gesù (cfr Gv 19,<br />

26), e facendomi voce, presso di lei, dell'affetto<br />

filiale di tutta la Chiesa.<br />

59.Carissimi Fratelli e Sorelle! Il simbolo<br />

della Porta Santa si chiude alle nostre spalle,<br />

ma per lasciare più spalancata che mai la porta<br />

viva che è Cristo. Non è a un grigio quotidiano<br />

che noi torniamo, dopo l'entusiasmo giubilare.<br />

Al contrario, se autentico è stato il nostro pellegrinaggio,<br />

esso ha come sgranchito le nostre<br />

gambe per il cammino che ci attende. Dobbiamo<br />

imitare lo slancio dell'apostolo Paolo: «Proteso<br />

verso il futuro, corro verso la meta per arrivare<br />

al premio che Dio ci chiama a ricevere<br />

lassù, in Cristo Gesù» (Fil 3, 13-14). Dobbiamo<br />

imitare insieme la contemplazione di Maria,<br />

che, dopo il pellegrinaggio alla città santa di<br />

Gerusalemme, ritornava nella casa di Nazareth<br />

meditando nel suo cuore il mistero del Figlio<br />

(cfr Lc 2, 51).<br />

Gesù risorto, che si accompagna a noi sulle<br />

nostre strade, lasciandosi riconoscere, come<br />

dai discepoli di Emmaus «nello spezzare il pa-<br />

Dio, Verbo e Signore Gesù Cristo»: DS<br />

301-302.<br />

11) Conc. Ecum. Vat. II, Cost. past.<br />

sulla Chiesa nel mondo contemporaneo<br />

Gaudium et spes, 22.<br />

12) Osserva a tal proposito sant'Atanasio:<br />

«L'uomo non poteva essere divinizzato<br />

rimanendo unito a una creatura,<br />

se il Figlio non fosse vero Dio», Discorso<br />

II contro gli Ariani 70: PG 26, 425 B —<br />

426 G.<br />

13) N. 78.<br />

14) Ultimi Colloqui. Quaderno giallo,<br />

6 luglio 1897: Opere complete, Città del<br />

Vaticano 1997, 1003.<br />

15) S. Cipriano, De Orat. Dom. 23:<br />

PL 4, 553; cfr Lumen gentium, 4.<br />

16) Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm.<br />

sulla Chiesa Lumen gentium, 40.<br />

17) Cfr Conc. Ecum. Vat. II, Cost.<br />

sulla sacra liturgia Sacrosanctum Concilium,<br />

10.<br />

18) Cfr Congr. per la Dottrina della<br />

Fede, Lett. su alcuni aspetti della meditazione<br />

cristiana Orationis formas (15<br />

ottobre 1989): AAS 82 (1990), 362-379.<br />

19) Conc. Ecum. Vat. II, Cost. sulla<br />

sacra liturgia Sacrosanctum Concilium,<br />

10.<br />

20) Cfr Giovanni Paolo II, Lett. ap.<br />

Dies Domini (31 maggio 1998), 19: AAS<br />

90 (1998), 724.<br />

21) Ibid., 2: l.c., 714.<br />

NOTE<br />

22) Cfr ibid., 35: l.c., 734.<br />

23) Cfr n. 18: AAS 77 (1985), 224.<br />

24) Ibid., 31: l.c., 258.<br />

25) Tertulliano, Apol., 50, 13: PL 1,<br />

534.<br />

26) Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm.<br />

sulla Chiesa Lumen gentium, 1.<br />

27) MsB 3v°, Opere complete, Città<br />

del Vaticano, 1997, 223.<br />

28) Cfr Conc. Ecum. Vat. II, Cost.<br />

dogm. sulla Chiesa Lumen gentium, c.<br />

III.<br />

29) Cfr Congr. per il Clero ed Altre,<br />

Istr. interdicasteriale su alcune questioni<br />

circa la collaborazione dei laici al ministero<br />

dei sacerdoti Ecclesiae de mysterio<br />

(15 agosto 1997): AAS 89 (1997), 852-<br />

877, specie art. 5: Gli organismi di collaborazione<br />

nella Chiesa particolare.<br />

30) Reg. III, 3: «Ideo autem omnes<br />

ad consilium vocari diximus, quia saepe<br />

iuniori Dominus revelat quod melius<br />

est».<br />

31) «De omnium fidelium ore pendeamus,<br />

quia in omnem fidelem Spiritus<br />

Dei spirat»: Epist. 23, 36 a Sulpicio<br />

Severo: CSEL 29, 193.<br />

32) Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm.<br />

sulla Chiesa Lumen gentium, 31.<br />

33) Conc. Ecum. Vat. II, Decr. sull'apostolato<br />

dei laici Apostolicam actuositatem,<br />

2.<br />

ne» (Lc 24, 35), ci trovi vigili e pronti per riconoscere<br />

il suo volto e correre dai nostri fratelli<br />

a portare il grande annuncio: «Abbiamo visto il<br />

Signore!» (Gv 20, 25).<br />

È questo il frutto tanto auspicato del Giubileo<br />

dell'Anno Duemila, il Giubileo che ha riproposto<br />

al vivo ai nostri occhi il mistero di Gesù<br />

di Nazareth, Figlio di Dio e Redentore dell'uomo.<br />

Mentre esso si conclude e ci apre a un futuro<br />

di speranza, salga al Padre, attraverso Cristo,<br />

nello Spirito Santo, la lode e il ringraziamento<br />

di tutta la Chiesa.<br />

Con questo auspicio invio a tutti dal profondo<br />

del cuore la mia Benedizione.<br />

Dal Vaticano, il 6 gennaio, Solennità dell'Epifania<br />

del Signore, dell'anno 2001, ventitreesimo<br />

di Pontificato.<br />

34) Cfr Conc. Ecum. Vat. II, Cost.<br />

dogm. sulla Chiesa Lumen gentium, 8.<br />

35) Conc. Ecum. Vat. II, Cost. past.<br />

sulla Chiesa nel mondo contemporaneo<br />

Gaudium et spes, 22.<br />

36) Cost. past. sulla Chiesa nel mondo<br />

contemporaneo Gaudium et spes, 34.<br />

37) S. Ignazio di Antiochia, Lettera ai<br />

Romani, Pref., ed. Funk, I, 252.<br />

38) Così, ad esempio, S. Agostino:<br />

«Luna intellegitur Ecclesia, quod suum<br />

lumen non habeat, sed ab Unigenito<br />

Dei Filio, qui multis locis in Sanctis<br />

Scripturis allegorice sol appellatus est»:<br />

Enarr. in Ps. 10, 3: CCL 38, 42.<br />

39) Cfr Dich. sulle relazioni della<br />

Chiesa con le religioni non cristiane Nostra<br />

aetate.<br />

40) Istr. sull'annuncio del Vangelo e il<br />

dialogo interreligioso del Pontificio Consiglio<br />

per il Dialogo Interreligioso e della<br />

Congregazione per l'Evangelizzazione<br />

dei Popoli, Dialogo e annuncio: riflessioni<br />

e orientamenti (19 maggio 1991),<br />

82: AAS 84 (1992), 444.<br />

41) Cfr Cost. past. sulla Chiesa nel<br />

mondo contemporaneo Gaudium et<br />

spes, 4.<br />

42) Ibid., 11.<br />

43) Ibid., 44.<br />

44) Cfr Lett. ap. Tertio Millennio adveniente<br />

(10 novembre 1994), 36: AAS<br />

87 (1995), 28.


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Anno CXLI - N. 6 (42.644) CITTÀ DEL VATICANO Mercoledì 10 Gennaio 2001<br />

MEDIO ORIENTE L'inviato degli Usa, Dennis Ross, nella regione per favorire un'intesa tra israeliani e palestinesi<br />

Ultimo tentativo di mediazione<br />

dell'amministrazione Clinton<br />

TEL AVIV, 9.<br />

In un estremo tentativo di mediazione,<br />

ieri il Presidente degli Stati Uniti,<br />

Bill Clinton, ha inviato Dennis Ross in<br />

Medio Oriente per perorare la sua proposta<br />

di intesa tra Autorità Palestinese<br />

(Ap) e Israele.<br />

In un discorso tenuto a New York,<br />

Clinton ha esposto per la prima volta in<br />

pubblico le proposte messe a punto dall'Amministrazione<br />

democratica per sanare<br />

la crisi e mettere fine alle violenze<br />

che dal 28 settembre scorso hanno causato<br />

non meno di trecentocinquanta<br />

morti, in maggioranza palestinesi. Il<br />

progetto americano prevede in sintesi la<br />

cessione all'Ap della «Striscia di Gaza»,<br />

di buona parte della Cisgiordania e di alcune<br />

zone di Gerusalemme, in cambio<br />

della rinuncia palestinese al ritorno dei<br />

profughi del 1948.<br />

Il Segretario di Stato, Madeleine Albright,<br />

ha sottolineato che esiste ancora<br />

la possibilità di giungere ad un accordo<br />

prima del 20 gennaio, quando alla Casa<br />

Bianca ci sarà l'avvicendamento tra<br />

Clinton e il Presidente eletto, George W.<br />

Bush. Il Capo della diplomazia americana<br />

ha quindi auspicato che la missione<br />

di Ross riesca a colmare le differenze<br />

fra israeliani e palestinesi, nonostante la<br />

riluttanza mostrata recentemente dall’Autorità<br />

Palestinese a trattare con l'inviato<br />

Usa. Albright ha osservato inoltre<br />

che, a suo parere, un accordo dopo l’insediamento<br />

di Bush «sarà molto più difficile»,<br />

perché una nuova Amministrazione<br />

«ha bisogno di tempo prima di<br />

passare all’azione».<br />

Il compito di Ross appare quanto mai<br />

difficile dopo le dichiarazioni giunte ieri<br />

dai vertici palestinesi, secondo i quali<br />

l'Ap non può accettare la proposta di<br />

Clinton in quanto questa nega il diritto<br />

al ritorno in Israele ai circa 3,7 milioni<br />

di profughi del 1948. Il Presidente del<br />

Consiglio nazionale palestinese, Ahmed<br />

Qrei, ha respinto con parole inequivocabili<br />

il piano che, ha detto, non ha tenuto<br />

in alcun conto le obiezioni illustrate a<br />

Clinton dal leader dell'Ap, Yasser Arafat,<br />

nella sua recente missione a Washington.<br />

Critiche alla proposta americana<br />

sono giunte anche da parte di Abed<br />

Rabbo, uno dei tre membri della delegazione<br />

palestinese alla quale Clinton ha<br />

presentato il progetto di pace il 23 dicembre<br />

scorso. Rabbo ha sottolineato<br />

come l'Ap non intenda prendere in considerazione<br />

«dichiarazioni di principio<br />

che non siano accompagnate da un piano<br />

dettagliato».<br />

Al termine della riunione settimanale<br />

presieduta da Arafat, ieri la dirigenza<br />

dell'Ap ha reso omaggio a Clinton «per<br />

tutti i suoi sforzi per realizzare la pace e<br />

per il suo contributo storico nel far valere<br />

i diritti palestinesi e per rendere giustizia<br />

a questo popolo». Ma al tempo<br />

stesso l'Autorità è sembrata voler passare<br />

oltre auspicando che la nuova Amministrazione<br />

americana agisca per «ristabilire<br />

la giustizia» e assicurare «l’applicazione<br />

delle risoluzioni internazionali» sul<br />

conflitto israelo-palestinese.<br />

Il Governo israeliano ha invece accettato<br />

il piano di Clinton come base di discussione,<br />

ma il Primo Ministro, Ehud<br />

Barak, si è mostrato molto scettico sulla<br />

reale possibilità di giungere ad un'intesa<br />

in tempi brevi. Intervenendo in videoconferenza<br />

via satellite a una tavola rotonda<br />

tenuta a Washington da un gruppo<br />

di studio sulla politica estera, il Premier<br />

ha detto che un accordo con i pa-<br />

Ancora gelo<br />

nell'Estremo Oriente<br />

russo: -70 gradi<br />

MOSCA, 9.<br />

Non si attenua l’ondata di freddo polare<br />

che si è abbattuta in questi giorni<br />

sulla Siberia, con temperature che in alcuni<br />

centri abitati non si schiodano dai<br />

50 gradi sotto zero. Si tratta di una gelata<br />

insolita persino per questa regione<br />

russa, dove picchi analoghi si raggiungono<br />

solo ogni 15 anni, ma nonostante alcuni<br />

disagi la situazione nelle città colpite<br />

appare sorprendentemente regolare.<br />

Le punte di freddo più estremo sono<br />

state toccate nella Siberia centro-meridionale:<br />

i meno 50 gradi sono stati superati<br />

tra l’altro nella zona carbonifera di<br />

Kemerovo, a Novosibirsk (un milione e<br />

mezzo di abitanti), a Irkutsk (vicino al<br />

lago Baikal, 700.000 abitanti) e Barnaul,<br />

nella regione dell’Altai. In una landa remota<br />

dell’Estremo Nord siberiano, territorio<br />

a ridosso del Polo non abitato da<br />

esseri umani, è stato registrato addirittura<br />

un picco vicino ai meno 70. Le<br />

preoccupazioni riguardano tuttavia le<br />

zone abitate, dove pure al momento si<br />

rilevano problemi tutto sommato contenuti.<br />

Interruzioni nell’erogazione di riscaldamento<br />

sono segnalate solo in un<br />

migliaio di appartamenti nella città di<br />

Novosibirsk, a causa di avarie alle tubature<br />

provocate dal freddo.<br />

lestinesi «potrebbe non essere possibile<br />

ancora per molto tempo». Il Governo<br />

israeliano, ha continuato, è «determinato<br />

a pervenire a un'intesa su tutte le<br />

questioni importanti» e intende pertanto<br />

proseguire nel dialogo per la pace in futuro<br />

con la mediazione dell’Amministrazione<br />

guidata da George W. Bush. Al<br />

momento, ha rilevato Barak, ci sono<br />

«più incertezze che certezze» su come<br />

procedere.<br />

Barak ha poi illustrato, in subordine,<br />

la sua «seconda scelta» nelle trattative<br />

Senegal: riformata<br />

la Costituzione<br />

sono in programma<br />

le elezioni legislative<br />

con i palestinesi, che consiste in un graduale<br />

disimpegno dalla Cisgiordania nell’arco<br />

di due anni in modo che le due<br />

comunità possano separarsi senza traumi.<br />

«Non possiamo continuare a vivere<br />

per altri dieci anni così strettamente legati<br />

con i palestinesi senza porre fine» al<br />

conflitto, ha rilevato il Premier. «Se non<br />

troveremo un modo per distaccarci, preferibilmente<br />

attraverso un accordo, ci<br />

troveremo a poco a poco trascinati in<br />

una situazione di tipo balcanico», ha aggiunto.<br />

Intanto la situazione rimane particolarmente<br />

tesa sul terreno e ieri, mentre<br />

nei Territori proseguivano gli scontri, a<br />

Gerusalemme decine di migliaia di israeliani<br />

hanno partecipato ad una manifestazione<br />

indetta dalla destra contro la<br />

spartizione della sovranità sulla città. La<br />

folla si è raccolta davanti alle Mura che<br />

circondano la Città vecchia, all’altezza<br />

della porta di Jaffa. Un imponente spiegamento<br />

di polizia ha evitato il contatto<br />

tra i dimostranti e gruppi di palestinesi<br />

contrari alla manifestazione.<br />

Le violenze non accennano a diminuire<br />

in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza<br />

TEL AVIV, 9.<br />

Non si placa in Medio Oriente l'ondata di violenza che<br />

dal 28 settembre scorso ha causato non meno di trecentocinquanta<br />

morti.<br />

Un palestinese è stato ucciso ieri sera da coloni israeliani<br />

nel villaggio di Hares, a Sud della città cisgiordana di Nablus.<br />

Lo hanno reso noto testimoni oculari e fonti ospedaliere<br />

senza fornire ulteriori precisazioni. Colpi di arma da<br />

fuoco sono stati inoltre esplosi contro una automobile<br />

israeliana in transito nella superstrada che collega Gerusalemme<br />

all’insediamento di Ghivat Zeev, in Cisgiordania.<br />

Un bambino israeliano che viaggiava sulla vettura è rima-<br />

DAKAR, 9.<br />

Dopo l'adozione, nel referendum popolare<br />

di domenica scorsa, del testo della<br />

nuova Costituzione, il Senegal si prepara<br />

ora alle elezioni legislative che si<br />

terranno verosimilmente entro il mese<br />

di marzo. La «carta fondamentale» è<br />

stata approvata a larghissima maggioranza:<br />

il 90 per cento degli elettori, con<br />

un tasso di affluenza alle urne pari al 66<br />

per cento degli aventi diritto al voto.<br />

La riforma costituzionale prevede la<br />

trasformazione del Parlamento da bicamerale<br />

in monocamerale con la soppressione<br />

del Senato. Inoltre, il mandato del<br />

Presidente della Repubblica, rieleggibile<br />

una sola volta, si riduce da sette a cinque<br />

anni.<br />

Le prossime elezioni legislative avranno<br />

un'importanza cruciale per il futuro<br />

del Senegal che sperimenta attualmente<br />

una sorta di «coabitazione» tra un Presidente<br />

liberale, Abdoulaye Wade, e un<br />

Parlamento dominato dal partito socialista.<br />

Wade, che è stato eletto alla Presidenza<br />

nel marzo dell'anno scorso, ha<br />

rotto l'egemonia politica dei socialisti<br />

che erano al Governo dall'indipendenza<br />

del Paese (1960). Questo pacifico avvicendamento<br />

è stato salutato in Africa<br />

come un «modello di transizione democratica».<br />

Ora, anche in seguito ai risultati favorevoli<br />

del referendum costituzionale,<br />

Wade nutre fiducia di consolidare il proprio<br />

potere conquistando, alle elezioni<br />

legislative, la maggioranza dei seggi e il<br />

relativo controllo dell'Assemblea parlamentare.<br />

sto ferito da tre proiettili. Al calare del sole, poi, il rione<br />

ebraico di Ghilò, a Gerusalemme è stato nuovamente fatto<br />

bersaglio di spari provenienti dal vicino villaggio palestinese<br />

di Beit Jalla. Lo ha riferito la Radio militare, precisando<br />

che non si sono registrati feriti.<br />

Nel tentativo di fermare le violenze, dopo una sospensione<br />

di diversi mesi riprende oggi la cooperazione di sicurezza<br />

fra Israele e Autorità Palestinese (Ap). La misura è stata<br />

concordata nel colloquio di domenica scorsa al Cairo fra i<br />

responsabili dei servizi di sicurezza delle due parti, che si<br />

sono incontrati accettando la mediazione del Capo della<br />

Cia, George Tenet.<br />

COSTA D'AVORIO Dopo il fallito colpo di stato<br />

Il Governo ha decretato<br />

tre giorni di coprifuoco<br />

ABIDJAN, 9.<br />

Il Governo della Costa d'Avorio ha decretato<br />

tre giorni di coprifuoco dopo il<br />

tentativo di colpo di stato sventato ieri<br />

ad Abidjan dalle forze fedeli al Presidente<br />

Laurent Gbagbo. La situazione è tornata<br />

alla normalità: stamane nella principale<br />

città ivoriana hanno riaperto uffici,<br />

scuole e negozi ed è ripresa la circolazione<br />

dei mezzi di trasporto pubblici.<br />

Poche le informazioni disponibili sulla<br />

vicenda e sull'identità dei golpisti. Si è<br />

appreso che, nella notte tra domenica e<br />

lunedì, i rivoltosi si sono impadroniti<br />

Guinea: respinto<br />

nel Sud un attacco<br />

di bande irregolari<br />

CONAKRY, 9.<br />

Reparti dell'esercito della Guinea<br />

hanno sventato all'alba di ieri<br />

un attacco di bande armate irregolari<br />

contro un villaggio nel Sud<br />

del Paese. Gli aggressori, che provenivano<br />

dalla Sierra Leone, hanno<br />

riattraversato la frontiera incalzati<br />

dalle forze governative. Dal<br />

settembre scorso, la regione meridionale<br />

della Guinea è sottoposta<br />

ad attacchi da parte di bande irregolari<br />

lungo le frontiere con la<br />

Sierra Leone e con la Liberia. Il<br />

bilancio degli scontri è di oltre<br />

700 morti.<br />

Russia: il «Club di Parigi»<br />

chiede il pagamento dei debiti<br />

PARIGI, 9.<br />

Il «Club di Parigi» ha inviato ieri una<br />

lettera al Ministro delle finanze russo,<br />

Aleksiei Kudrin, per ricordargli che il<br />

suo Paese deve onorare «integralmente»<br />

il servizio del debito, «in tutte le sue<br />

componenti». Lo ha annunciato la stessa<br />

Organizzazione degli Stati creditori.<br />

«I creditori non accettano un venir<br />

meno unilaterale da parte di qualsivoglia<br />

Stato debitore», afferma un comunicato.<br />

L'OSSERVATORE<br />

LIBRI<br />

Oggi la pagina settimanale di<br />

articoli, schede e segnalazioni<br />

dedicata alle novità editoriali<br />

«Opere» di Antoine<br />

de Saint-Exupéry<br />

pubblicate da Bompiani<br />

di CLAUDIO TOSCANI<br />

Pagina 8<br />

«Tenuto conto della sua attuale situazione<br />

economica favorevole e conformemente<br />

ai principi del “Club di Parigi”, di<br />

cui la Russia è membro a pieno titolo,<br />

essi si aspettano dalla Russia che onori<br />

integralmente il servizio del suo debito,<br />

in tutte le sue componenti», aggiunge il<br />

testo, precisando che la lettera inviata a<br />

Mosca è in seguito a «recenti dichiarazioni<br />

di autorità russe sul loro debito<br />

verso il “Club di Parigi”».<br />

Venerdì scorso il vice Ministro delle<br />

finanze, Aleksiei Uliukaiev, aveva espresso<br />

l’intenzione della Russia di «rinviare»<br />

il rimborso delle prime «tranches» dovute<br />

per il 2001 al «Club di Parigi» per il<br />

debito dell’ex Unione Sovietica. Ieri il<br />

Presidente russo, Vladimir Putin, ha assicurato<br />

che la Russia «pagherà i suoi<br />

debiti ereditati dall’Urss». Nel primo trimestre<br />

2001 Mosca deve rimborsare circa<br />

1,5 miliardi di dollari (oltre 3.000 miliardi<br />

di lire).<br />

Intanto, milioni di russi hanno assistito<br />

domenica alle lunghe veglie e alle<br />

messe celebrate — secondo la fastosa liturgia<br />

delle chiese orientali — per il Natale<br />

ortodosso, confermando un clima di<br />

riscoperta della fede o quanto meno delle<br />

tradizioni religiose nell’ex Paese dell’ateismo<br />

di Stato.<br />

della sede della radio-televisione e hanno<br />

tentato di occupare la residenza presidenziale.<br />

Ieri mattina, le forze di sicurezza<br />

hanno sgominato gli aggressori.<br />

Negli scontri si conterebbero due morti,<br />

entrambi gendarmi, e alcuni feriti; un<br />

certo numero di rivoltosi sarebbero stati<br />

arrestati.<br />

Si tende a minimizzare. Il Presidente<br />

Gbagbo ha parlato di «azione terroristica»<br />

compiuta da «dilettanti e ragazzini».<br />

Ambienti governativi accennano a responsabilità<br />

di residenti nel Nord del<br />

Paese e di complicità di imprecisati Paesi<br />

vicini.<br />

Fonti diplomatiche sostengono che il<br />

responsabile del putsch potrebbe essere<br />

il sergente maggiore Ibrahim Coulibaly,<br />

esponente del regime militare che ha<br />

governato il Paese dal 24 dicembre 1999<br />

al 22 ottobre scorso. Coulibaly viene definito<br />

vicino all'ex Premier Alassane<br />

Ouattara, leader del «raggruppamento<br />

dei repubblicani» (Rdr, opposizione).<br />

Com'è noto, Ouattara non riconosce<br />

il nuovo Governo ivoriano, perché gli è<br />

stato impedito di candidarsi sia alle presidenziali<br />

del 22 ottobre scorso (che<br />

hanno portato al potere Gbagbo) sia alle<br />

legislative del 10 dicembre successivo.<br />

Intanto, Gbagbo ha confermato che<br />

domenica prossima si terranno le legislative<br />

parziali nel Nord del Paese, vale a<br />

dire nella roccaforte del Rdr dove i partigiani<br />

di Ouattara hanno impedito il 10<br />

dicembre che si tenessero le votazioni.<br />

Si tratta di eleggere ventisei membri dell'Assemblea<br />

nazionale, che conta in tutto<br />

225 seggi.<br />

NOSTRE<br />

INFORMAZIONI<br />

Il Santo Padre ha accettato<br />

la rinuncia al governo<br />

pastorale dell'Arcidiocesi di<br />

Potenza-Muro Lucano-Marsico<br />

Nuovo (Italia), presentata<br />

da Sua Eccellenza Reverendissima<br />

Monsignor<br />

Ennio Appignanesi, in conformità<br />

al can. 401 § 1 del<br />

Codice di Diritto Canonico.<br />

. .<br />

Provvista<br />

di Chiesa<br />

Il Santo Padre ha nominato<br />

Arcivescovo di Potenza-Muro<br />

Lucano-Marsico<br />

Nuovo (Italia) Sua Eccellenza<br />

Reverendissima Monsignor<br />

Agostino Superbo, finora<br />

Assistente EcclesiasticoGeneraledell'AzioneCattolica<br />

Italiana.<br />

A PROPOSITO DI UNA PERIODIZZAZIONE<br />

DEGLI ULTIMI TREMILA ANNI<br />

All'uomo del Terzo Millennio<br />

sarebbe sbarrata<br />

solo la ricerca di Dio<br />

GIORGIO RUMI<br />

A lberto<br />

Asor Rosa ha tentato<br />

un grandioso affresco<br />

della storia umana degli<br />

ultimi tremila anni, distinguendovi<br />

un millennio degli dei, anteriore<br />

a Cristo; un millennio di<br />

Dio, il primo della nostra era, ed<br />

il millennio «laico»: quello che si<br />

è chiuso testè. All'autore di una<br />

simile periodizzazione va riconosciuta<br />

certamente una grande<br />

audacia intellettuale per aver<br />

tracciato un simile disegno di<br />

sintesi, caricato con franchezzainconsueta<br />

di significati e di<br />

conseguenze di non poco momento.<br />

Ma pagato questo tributo<br />

all'intelligenza e alla sincerità<br />

dell'autore, sarà pur lecito formulare<br />

una diversa suggestione<br />

interpretativa del periodo più noto<br />

dell'esperienza umana, e trarne<br />

argomento per qualche proposta<br />

alternativa per la contemporaneità.<br />

Il perno del suo discorso verte<br />

sul processo di «fondazione del<br />

laico» perseguita linearmente<br />

sin dall'anno Mille, quasi una<br />

conseguenza della mancata<br />

Apocalisse, riprendendo qui tutto<br />

lo schematismo di una certa sociologia<br />

anglosassone. Da Dante<br />

a Galileo sarebbe cresciuta questa<br />

figura «sempre più autonoma,<br />

indipendente, professionalmente<br />

qualificata, in grado di<br />

esprimere le esigenze e gli interessi<br />

di una società anch'essa<br />

sempre più autonoma e separata<br />

rispetto alle potenze tradizionali».<br />

Ma è così? Da Dante a<br />

Galileo il cristianesimo non è rimasto<br />

la sede delle speranze ultime<br />

e quasi il disegno dell'operare<br />

quotidiano? Altro sistema di<br />

principi e di valori i grandi spiriti<br />

citati da Asor Rosa certo non<br />

avevano, anche se il tempo della<br />

storia restava interamente<br />

nelle loro mani, come occasione<br />

di una prova suprema, preludio<br />

ad un'altra e definitiva stagione.<br />

E poi, è davvero possibile stralciare<br />

da arte e cultura l'ispirazione<br />

cristiana che ha dato non<br />

solo gli umili costruttori delle<br />

cattedrali, ma anche Francesco<br />

e Chiara, Tommaso, Domenico e<br />

Ignazio, ed un'infinita sequela di<br />

pensatori (ecclesiastici e no) che<br />

hanno letteralmente edificato<br />

quell'Occidente sul cui ruolo e<br />

destino è legittimo e doveroso<br />

riflettere? E un Cristoforo Colombo,<br />

con la sua ansia di trovare<br />

le «isole» che le Scritture dicevano<br />

in attesa della Redenzione,<br />

non è forse esemplare dell'inseparabilità<br />

tra ispirazione religiosa<br />

e pienezza dello spirito di ricerca?<br />

Il nuovo Ulisse, nel Millennio,<br />

è stato larghissimamente<br />

laico e insieme credente, superando<br />

la lacerazione ipotizzata<br />

da Asor Rosa.<br />

Lo Stato moderno, il prodotto<br />

massimo del Millennio, coi suoi<br />

caratteri di immanenza e autoreferenzialità,<br />

sarebbe poi esemplare<br />

di questa fondazione «laica».<br />

La moderna dottrina dello<br />

Stato ci insegna, invece, che la<br />

distinzione tra uomo e cittadino,<br />

tra foro della coscienza e doveri<br />

civili, e quindi proprio il fondamento<br />

della tradizione cristiana<br />

rispetto ad altre esperienze spirituali,<br />

hanno costantemente accompagnato<br />

la costruzione dello<br />

Stato stesso, minando in radice<br />

quella presunzione. Mentre altrove<br />

tra le ragioni della forza e<br />

quelle della coscienza primeggia<br />

irreparabilmente lo Stato con la<br />

riduzione della religione ad etica<br />

pubblica, oppure, al contrario, il<br />

Chiusura<br />

della Porta Santa<br />

nelle Diocesi<br />

italiane Pagine 6 e 7<br />

dominio incontrastato della fede<br />

che schiaccia lo stato a gestione<br />

amministrativa della quotidianità,<br />

le istituzioni plasmate dal<br />

Millennio «laico» sono state contraddistinte<br />

dall'arduo equilibrio<br />

innegabilmente cristiano e cattolico<br />

tra queste due opposte<br />

istanze. Libera Chiesa e libero<br />

Stato, si potrebbe provocatoriamente<br />

sostenere ricordando la<br />

coraggiosa scelta di Croce per<br />

la «Chiesa» come interprete e<br />

custode dei valori dello spirito e<br />

della cultura rispetto allo Stato e<br />

alla politica. Tommaso Moro resta<br />

in definitiva il modello di riferimento<br />

per i nostri diritti di<br />

uomini e di cittadini, e impotenti<br />

risultano certe velleità riduttive<br />

di marca subalpina. Teocrazia e<br />

totalitarismo sono due tentazioni<br />

che il millennio, presunto laico<br />

ma drammaticamente cristiano,<br />

ha contrastato e sconfitto.<br />

Lascia poi altamente perplessi<br />

l'individuazione della Riforma<br />

come «l'unico accadimento religioso<br />

veramente grandioso del<br />

millennio». La lacerazione e il<br />

conflitto nella Cristianità come<br />

premessa alla generale laicizzazione<br />

sono l'oggetto privilegiato<br />

della riflessione che viene a<br />

cancellare del tutto ogni apporto<br />

che un servizio millenario all'uomo<br />

può aver offerto attraverso<br />

feconde iniziative. Non si vedono<br />

così i decisivi interventi degli ultimi<br />

duecento anni: Leone XIII<br />

sulla questione sociale, Benedetto<br />

XV sul sistema delle relazioni<br />

internazionali ed il primato<br />

della giustizia sulla potenza,<br />

Giovanni Paolo II per la liberazione<br />

dei popoli dal comunismo<br />

e dallo sfruttamento imperialistico,<br />

e ancora per la tutela della<br />

persona umana minacciata dall'eugenetica<br />

(maschera ingannevole<br />

di un nuovo razzismo) e da<br />

certa bioingegneria... Anche il<br />

tenace eurocentrismo che innerva<br />

il discorso merita qualche ripensamento.<br />

La Chiesa, come<br />

ben si sa, è in occidente ma non<br />

gli appartiene, essendo la sua<br />

una vocazione universale. Ecco<br />

perché può parlare innanzitutto<br />

all'Ebraismo e all'Islam libera<br />

dalle costrizioni e dalle opportunità<br />

imposte dagli equilibri di<br />

potenza, trovando interlocutori a<br />

loro volta sciolti dalle pastoie<br />

della vecchia querelle tra «chierici»<br />

e «laici» che avviluppa invece<br />

questa prospettiva millenaristica.<br />

I «rischi del Millennio» in definitiva<br />

non sarebbero tanto la<br />

guerra e le devastazioni, lo<br />

sfruttamento e la povertà ma<br />

una possibile «reazione religiosa»,<br />

cui si contrappone vittoriosamente<br />

«una nuova fondazione<br />

della ragione umana». Tutto riuscirebbe<br />

allora semplice e una<br />

presunta linearità progressiva<br />

della storia garantirebbe da impossibili<br />

«ritorni all'indietro»,<br />

quale appunto un recupero del<br />

valore religioso. Strana condizione,<br />

quella dell'uomo e della società.<br />

Nessuna esperienza deve<br />

essere evitata, nessuna arditezza<br />

resta preclusa: all'uomo del<br />

terzo millennio sarebbe sbarrata<br />

solo la ricerca di Dio. Possiamo<br />

ben chiedere allora che questa<br />

libertà non ci sia tolta. Se la<br />

scienza ha le sue ragioni e la<br />

società le sue urgenze, così la<br />

coscienza dovrà pur potere mantenere<br />

ampia e vigile la sua<br />

esplorazione ultima, come l'umanità<br />

ha sempre fatto sin dai<br />

tempi più remoti, in un esercizio<br />

costitutivo della persona stessa.


DAL MONDO<br />

PAGINA<br />

2 .<br />

JUGOSLAVIA Attentato in Montenegro<br />

Il Ministro degli esteri<br />

in missione alla Nato<br />

BRUXELLES, 9.<br />

Il Ministro degli esteri jugoslavo, Goran<br />

Svilanovic, compie domani una visita<br />

ufficiale al Quartier generale della Nato<br />

a Bruxelles. Lo ha annunciato ieri un<br />

comunicato dell’Alleanza atlantica secondo<br />

il quale Svilanovic avrà un incontro<br />

il Segretario generale della nato,<br />

George Robertson.<br />

Dal canto suo, la Russia resta preoccupata<br />

per la situazione in Kosovo, ma<br />

non vuole ritirarsi dalla Forza di pace<br />

internazionale «Kfor» e, soprattutto, intende<br />

continuare a collaborare con la<br />

Pechino finanzierà<br />

una linea ferroviaria<br />

tra Turchia e Georgia<br />

ANKARA, 9.<br />

La Cina si è detta ieri pronta a<br />

finanziare la linea ferroviaria fra<br />

Kars (Turchia orientale) e Tbilisi<br />

(capitale della Repubblica ex sovietica<br />

della Georgia), l’anello<br />

mancante per la costruzione della<br />

nuova «Via della Seta» che collegherà<br />

Pechino a Londra attraverso<br />

l’Asia Centrale, l’Iran e Istanbul.<br />

La disponibilità cinese è stata<br />

annunciata dal Ministro degli esteri<br />

turco, Ismail Cem, e dal suo<br />

collega, Tang Jaxuan, che hanno<br />

firmato ad Ankara un «piano di<br />

azione» per lo sviluppo delle relazioni<br />

bilaterali.<br />

Il tratto Kars-Tbilisi si collegherà<br />

a Baku (capitale dell'Azerbaigian)<br />

e da qui al tratto Teheran<br />

(capitale dell'Iran)-Mashad-Tezden<br />

(Turkmenistan), inaugurato dal<br />

Presidente iraniano, Hashemi Rafsanjani,<br />

nel 1996. Ciò completerebbe<br />

il vecchio collegamento con<br />

l’Asia Centrale per proseguire<br />

quindi fino a Pechino, avvicinando<br />

Iran e Cina all’Occidente.<br />

Dopo essere arrivata ad Istanbul,<br />

la ferrovia raggiungerà Bulgaria,<br />

Jugoslavia, Bosnia ed Erzegovina,<br />

Albania e quindi Italia, Spagna,<br />

Francia e Inghilterra. Ankara<br />

vede nella riapertura della «Via<br />

della Seta», il leggendario collegamento<br />

commerciale fra Est e Ovest,<br />

uno strumento per espandersi<br />

verso i ricchi mercati orientali ma<br />

soprattutto per rafforzare la propria<br />

influenza in Asia Centrale liberando<br />

le ex Repubbliche sovietiche<br />

dal monopolio politico ed<br />

economico con Mosca ma anche<br />

dalla minaccia dell’estremismo<br />

islamico.<br />

Il Capo della diplomazia di Pechino<br />

ha detto, citato dall’agenzia<br />

«Anadolu» che «Turchia e Cina<br />

costruiranno la «Via della Seta»<br />

del XXI secolo e questa sarà più<br />

«luminosa» di quella che fu. Tang<br />

è stato ricevuto dal Presidente della<br />

Turchia, Ahmet Necdet Sezer,<br />

e successivamente si è incontrato<br />

con il Premier, Bulent Ecevit.<br />

MARIO AGNES<br />

Direttore responsabile<br />

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missione civile dell’Onu per affrontare i<br />

problemi della regione. Lo ha detto ieri<br />

il Ministro degli esteri russo, Igor Ivanov,<br />

citato dall’agenzia «Interfax».<br />

Ivanov ne ha parlato a margine di un<br />

incontro con il nuovo Capo della missioneOnu<br />

in Kosovo, il danese Hens Haekkerup,<br />

giunto in visita a Mosca a pochi<br />

giorni dal suo insediamento, il 15 gennaio<br />

prossimo, in sostituzione del francese<br />

Bernard Kouchner, con il quale<br />

Mosca ha avuto rapporti non sempre facili.<br />

Il Capo della diplomazia russa ha<br />

sottolineato in particolare come Mosca<br />

consideri fondamentale il rispetto della<br />

risoluzione 1244 del Consiglio di sicurezza<br />

dell’Onu, che garantisce l’integrità<br />

territoriale della Jugoslavia e in teoria<br />

chiude la porta all’ipotesi di indipendenza<br />

del Kosovo. La Russia schiera attualmente<br />

3.000 paracadutisti all’interno<br />

della Kfor. Tuttavia negli ultimi mesi<br />

non ha mancato di criticare l’atteggiamento<br />

dei contingenti alleati occidentali,<br />

lamentando la mancata difesa delle comunità<br />

serbe minacciate dalle milizie indipendentiste<br />

albanesi.<br />

Nel frattempo, Darko Raspopovic, alto<br />

funzionario dei servizi di sicurezza<br />

del Montenegro, è stato ucciso ieri pomeriggio<br />

nel centro di Podgorica da alcuni<br />

sicari, due secondo testimoni locali.<br />

Fonti della polizia hanno detto all’agenzia<br />

«Ansa» che Raspopovic era già stato<br />

due anni fa nel mirino dei killer, che<br />

avevano messo una bomba sulla sua automobile.<br />

Non è chiaro al momento se<br />

dietro l’attentato vi siano motivi politici<br />

o la mano della criminalità organizzata.<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Mercoledì 10 Gennaio 2001<br />

BUJUMBURA — Con una corsa ciclistica,<br />

organizzata il giorno dell'Epifania nei<br />

quartieri settentrionali di Bujumbura, si<br />

sono concluse — riferisce la Misna (agenzia<br />

internazionale delle congregazioni<br />

missionarie) — le attività promosse dal<br />

«Centre jeunes Kamenge» (Cjk) in occasione<br />

delle feste di Natale e di fine anno.<br />

La gara è stata disputata da 83 ragazzi e<br />

seguita da moltissimi fra appassionati e<br />

curiosi. I primi trenta classificati sono stati<br />

tutti premiati grazie ai trofei messi in pa-<br />

Tempesta<br />

di neve<br />

nel Nord<br />

della Cina<br />

Burundi: attività sportive e spettacoli per la pace<br />

lio dalla Nunziatura Apostolica in Burundi<br />

e dal Cjk. Per le recenti festività, il Centre<br />

aveva organizzato molteplici attività di<br />

animazione, ma anche di promozione della<br />

pace e della riconciliazione nazionale<br />

in un Paese straziato dalla guerra civile.<br />

nelle diverse manifestazioni sono state<br />

coinvolte circa trentamila persone. Tra le<br />

altre attività è stata allestita la «Ronde de<br />

paix», uno spettacolo tenuto in cinque di-<br />

verse zone della capitale burundese. Ci<br />

sono state anche due mattinate di raccolta<br />

del sangue per la Croce Rossa e una veglia<br />

di preghiera interconfessionale per la<br />

pace, alla quale hanno partecipato cristiani<br />

e musulmani.<br />

Il Cjk, organizzatore del programma, è<br />

stato fondato dai Missionari Saveriani e<br />

porta avanti un'azione educativa orientata<br />

ai valori del Vangelo. Il «Centre» è aperto<br />

UE Incontro ad Hannover tra Persson e Schroeder<br />

Prime iniziative<br />

della presidenza svedese<br />

Bielorussia:<br />

domata una rivolta<br />

in carcere minorile<br />

MUCCA PAZZA I manifestanti chiedono sgravi fiscali per le enormi perdite subite<br />

Circolazione bloccata intorno a Parigi<br />

per la protesta degli allevatori di bovini<br />

PARIGI, 9.<br />

Gravissimi disagi per la circolazione si<br />

sono registrati ieri intorno a Parigi e in<br />

altre città francesi per i blocchi stradali<br />

organizzati da centinaia di allevatori che<br />

protestano per il mancato aiuto del Governo<br />

dopo le perdite registrate a seguito<br />

dell'allarme «mucca pazza». I dimostranti<br />

chiedono la sospensione per sei<br />

mesi dagli oneri sociali e dalle imposte<br />

professionali per industriali e commercianti<br />

del settore.<br />

Per tutta la mattinata centinaia di camion<br />

hanno bloccato la circolazione attorno<br />

alla capitale, nella regione del Rodano,<br />

sulla autostrada A6 che porta al<br />

Sud e in Italia, e in Gironda, nei pressi<br />

di Bordeaux. Soltanto per dimostrare il<br />

proprio «senso di responsabilità», i sindacati<br />

hanno deciso nel pomeriggio di<br />

togliere i blocchi. Lo abbiamo fatto<br />

«perché gli automobilisti non diventino<br />

ostaggio dell’immobilismo dei pubblici<br />

poteri», hanno spiegato gli organizzatori<br />

soddisfatti per l’adesione dei lavoratori<br />

alla protesta.<br />

A manifestare c’erano industriali,<br />

commercianti, responsabili della vendita<br />

di carni all’ingrosso, tutti uniti per un<br />

«ultimo avvertimento» prima della ventilata<br />

chiusura di tutti i mattatoi di Francia.<br />

È la prima volta che tutte le realtà<br />

del settore scendono in piazza una a<br />

fianco dell’altra per una manifestazione<br />

di questa portata. Sono stati quasi seicento<br />

i camion e oltre un migliaio le<br />

persone che si sono schierate sulle autostrade<br />

impedendo la circolazione.<br />

Oltre agli sgravi fiscali i manifestanti,<br />

«G-10» Gli esperti riuniti a Basilea hanno però affermato che non c'è nessun timore di recessione<br />

L'economia mondiale rallenterà nel 2001<br />

BASILEA, 9.<br />

Nessun timore di recessione per gli<br />

Stati Uniti, né per il resto del mondo e<br />

tanto meno per Eurolandia. L’economia<br />

mondiale, in particolare quella Usa, sta<br />

certamente rallentando, ma non è «niente<br />

di tragico» e si tratterà di una fase<br />

temporanea, destinata a durare solo nella<br />

prima metà di quest’anno per poi ricomporsi<br />

in una crescita moderata ma<br />

«più sostenibile». Quello elaborato ieri a<br />

Basilea dai Governatori del «G-10» con il<br />

Direttore generale del Fondo Monetario<br />

Internazionale (Fmi), Horst Koelher<br />

(che partecipa alle riunioni del «G-10»<br />

ogni 6 mesi) è un quadro della congiuntura<br />

internazionale che non nasconde i<br />

problemi, ma che certo sembra ridimensionare<br />

l’inquietudine sulle prospettive<br />

dell’economia globale anche alla luce<br />

del reale stato di salute degli Stati Uniti.<br />

Se però la situazione dovesse peggiorare,<br />

forti anche del raffreddamento dei<br />

prezzi del petrolio e dei mercati finanziari,<br />

ci può essere, secondo il «G-10»,<br />

«spazio di manovra» per intervenire.<br />

Grande protagonista del meeting di ieri,<br />

l’America. «Anche se ci sono preoccupazioni<br />

per gli effetti del rallentamento<br />

dell’economia Usa nel breve periodo<br />

— ha spiegato Eddie George, Governa-<br />

PECHINO, 9.<br />

Una devastante tempesta di neve e<br />

sabbia ha colpito il Nord della Cina, uccidendo<br />

23 persone e isolando migliaia<br />

di persone che rischiano di morire di fame.<br />

Lo hanno detto ieri le autorità cinesi,<br />

aggiungendo che si contano anche<br />

quattro dispersi e che il numero delle<br />

vittime è sicuramente destinato a salire.<br />

La perturbazione ha investito la regione<br />

già nei primi giorni di gennaio, con<br />

forti nevicate che ieri hanno anche semiparalizzato<br />

l’aeroporto di Pechino. La<br />

penuria di carburante ha inoltre reso<br />

difficili le comunicazioni e gli approvvigionamenti<br />

in molte zone, prima di tutto<br />

in Mongolia e particolare in una larga<br />

fascia a Nord-Ovest di Pechino, Xinlin<br />

Gol Meng — dove 120.000 dei 900.000<br />

abitanti avevano bisogno di cibo.<br />

Le autorità della città di Chifeng hanno<br />

detto — come riferisce l'agenzia internazionale<br />

«Reuter» — che la nevicata,<br />

un misto di sabbia e ghiaccio, è la<br />

peggiore degli ultimi 20 anni. La visibilità<br />

è scarsissima. La televisione cinese ha<br />

mostrato file di macchine fuori carreggiata<br />

in Mongolia, mentre i bulldozer<br />

cercavano di liberare la strada dalla neve.<br />

Una casa era totalmente seppellita<br />

sotto il manto bianco, e si accedeva alla<br />

porta d’ingresso attraverso una galleria<br />

scavata dagli abitanti stessi. Soltanto le<br />

strade nazionali sono state rese praticabili<br />

in queste ore dai mezzi messi a disposizione<br />

dalle autorità, quelle provinciali<br />

sono chiuse al traffico.<br />

che rappresentano circa 3.000 imprese,<br />

chiedono anche deroghe all’applicazione<br />

della legge sulle «35 ore» e un sostegno<br />

finanziario per compensare il costo dei<br />

test per individuare l’Encefalopatia<br />

spongiforme bovina (Bse). Finora, su un<br />

costo totale di cinquecento franchi,<br />

quattrocento restano a carico dei mattatoi<br />

e cento sono rimborsati dall’Unione<br />

europea. «Chiediamo alla Francia di assumersi<br />

la responsabilità dei suoi impegni<br />

in materia di sicurezza alimentare,<br />

perché la sicurezza ha un costo», ha<br />

detto Nicolas Douzain, direttore della<br />

Federazione nazionale dell’industria e<br />

tore della Banca d’Inghilterra e Presidente<br />

di turno del “G-10” — il consenso<br />

al tavolo è che sia eccessivo parlare di<br />

recessione»: se la situazione dovesse<br />

peggiorare, ha assicurato però, «ci sono<br />

spazi di manovra».<br />

George ha sottolineato che il recente<br />

taglio dei tassi da parte della Federal<br />

Reserve (Fed), e la «sua politica monetaria<br />

aggressiva è stata ben accolta» da<br />

tutti i Governatori che l’hanno ritenuta<br />

una mossa appropriata. Per gli Stati<br />

Uniti c’è un evidente rallentamento, ma<br />

si tratta comunque di una decelerazione<br />

da livelli che, attorno al 5,5-6 per cento,<br />

«erano chiaramente insostenibili».<br />

Ora, secondo George, è importante<br />

distinguere tra il breve periodo (primo e<br />

secondo trimestre di quest’anno), che<br />

potrà essere caratterizzato da «scossoni»,<br />

ed il medio termine durante il quale<br />

invece l’economia statunitense raggiungerà<br />

tassi di crescita più sostenibili rispetto<br />

al passato. Il «G-10» prevede per<br />

gli Usa nel 2001, una crescita fra il 2 ed<br />

il 3 per cento: «un rallentamento, certo,<br />

ma — ha precisato George — non è un<br />

disastro e non è appropriato definirla recessione».<br />

L’atterraggio quindi, potrà<br />

«passare attraverso turbolenze prima»,<br />

BERLINO, 9.<br />

Il Cancelliere tedesco Gerhard<br />

Schroeder e il Primo Ministro svedese,<br />

Goeran Persson, si sono incontrati ieri<br />

ad Hannover per discutere della politica<br />

che Stoccolma ha intenzione di portare<br />

avanti nel suo semestre di presidenza<br />

dell'Unione Europa, cominciato il 1°<br />

gennaio.<br />

«Riponiamo grandi speranze nella presidenza<br />

svedese e siamo pienamente<br />

d’accordo con il programma che essa si<br />

è data», ha dichiarato Schroeder dopo il<br />

colloquio con Persson. Entrambi i Paesi,<br />

ha sottolineato il Cancelliere, vogliono<br />

MOSCA, 9.<br />

I reparti speciali della polizia<br />

bielorussa sono riusciti a domare<br />

ieri, dopo 12 ore di disordini,<br />

la rivolta scoppiata nella notte<br />

nel carcere minorile di Vitebsk,<br />

una delle maggiori città della Repubblica<br />

ex sovietica della Bielorussia.<br />

Ne dà notizia l’agenzia di stampa<br />

russa «Interfax», precisando<br />

che durante gli scontri alcuni poliziotti<br />

sono stati feriti e quattro di<br />

loro sono finiti in ospedale.<br />

Una delle strade che conduce a Parigi bloccata dalla protesta degli allevatori<br />

del commercio all’ingrosso di carni.<br />

«Nelle imprese più grandi — ha aggiunto<br />

— il 10 per cento del personale è in<br />

cassa integrazione perché l’attività è calata<br />

fra il 20 e l’80 per cento».<br />

Intanto altri due casi di Bse sono stati<br />

rilevati in Germania, dove sale così a<br />

nove in totale il numero dei bovini colpiti<br />

dalla sindrome. I due animali malati<br />

erano sotto osservazione in Baviera, nel<br />

Sud, e in Schleswig-Holstein, nel Nord.<br />

Analisi sono in corso su altri tre bovini<br />

sospettati anch’essi di essere infetti e<br />

provenienti da allevamenti di Baviera,<br />

Bassa Sassonia e Meclemburgo.<br />

ma poi, ha assicurato, «dopo il secondo<br />

trimestre sarà morbido».<br />

E se comunque il ridimensionamento<br />

dovesse «durare più a lungo ed essere<br />

più forte», ha assicurato il Governatore<br />

della Banca d'Inghilterra, «c’è spazio di<br />

manovra per contrastarlo», anche a<br />

fronte delle minori pressioni inflazionistiche.<br />

Posizione, questa, sulla quale si è<br />

dimostrato più cauto il Governatore della<br />

Banca d’Italia, Antonio Fazio, secondo<br />

il quale per poter fare una valutazione<br />

in questo senso «bisogna attendere le<br />

previsioni del Fondo Monetario».<br />

Al sicuro sembra anche Eurolandia.<br />

Neanche il «pool» dei 12 sarà infatti indenne<br />

dal raffreddamento dell’economia<br />

ma, ha assicurato George, si tratterà di<br />

un «rallentamento contenuto e di breve<br />

periodo, mentre se si guarda oltre la prima<br />

metà di quest’anno, si arriverà ad<br />

una crescita moderata e sostenibile nel<br />

medio termine». La prospettiva per Eurolandia,<br />

ha sottolineato il Direttore della<br />

Banca d'Inghilterra, è quindi di una<br />

crescita di circa il 3 per cento nel 2001 a<br />

fronte del 3,25-3,50 per cento lo scorso<br />

anno. E sempre quanto all’Eurozona,<br />

George ha assicurato che ha una «esposizione<br />

relativamente limitata all’economia<br />

statunitense» e gode di «sviluppi fa-<br />

rapidamente attuare il processo di allargamento<br />

dell’Unione e dare nuovo impulso<br />

alla «strategia verso la Russia dell’Ue».<br />

Fra gli obbiettivi menzionati figurano<br />

anche quello di portare l’Europa<br />

«al comando» nel settore informazione,<br />

comunicazione e biotecnologie, e quello<br />

della lotta alla disoccupazione ha aggiunto<br />

Schroeder, sottolineando che<br />

Berlino appoggia anche il proposito della<br />

presidenza svedese di porre l’accento<br />

sulle questioni ecologiche.<br />

Da parte sua Persson ha dichiarato di<br />

essere stato messo al corrente da<br />

Schroeder dei risultati del suo incontro<br />

lo scorso fine settimana a Mosca con il<br />

Presidente russo, Vladimir Putin, e di<br />

avere discusso degli sviluppi della situazione<br />

in Medio Oriente.<br />

La Svezia, ha aggiunto l’Ambasciatore<br />

in Italia, Goran Berg, intende favorire<br />

«misure attive» per assicurare che l’introduzione<br />

della nuova moneta europea<br />

avvenga senza ritardi. Pur non prendendo<br />

parte alla moneta unica e non prevedendo<br />

per ora un ingresso, ha aggiunto<br />

Berg, Stoccolma ha come suo obbiettivo<br />

quello di «servire gli interessi dell’Unione<br />

Europea nel suo insieme» e ritiene<br />

«vitale» per la Svezia stessa e per la crescita<br />

dell’intera Ue un successo pieno<br />

dell’euro. «Tre aree rivestono per la presidenza<br />

svedese un'importanza prioritaria:<br />

l’allargamento, l’occupazione e<br />

l’ambiente», ha sottolineato ancora<br />

Berg. «Questo non significa che noi non<br />

perseguiremo altri obbiettivi — ha aggiunto<br />

— ma vogliamo che quei tre temi<br />

caratterizzino la nostra presidenza».<br />

Francia: allarme<br />

per l'aumento<br />

della criminalità<br />

a Nizza<br />

PARIGI, 9.<br />

Allarme criminalità a Nizza: scippi,<br />

furti e rapine imperversano a tutto spiano.<br />

La capitale della Costa Azzurra è diventata<br />

una delle più insicure città di<br />

Francia. Il 2000 è stato per Nizza un anno<br />

nero: secondo statistiche appena rese<br />

note i casi di «piccola e media delinquenza»<br />

sono aumentati del 18 per cento.<br />

Il rischio malvivenza è cresciuto soprattutto<br />

al centro e nelle periferie Est e<br />

Ovest. «C’è di che inquietarsi — ha<br />

commentato il sindaco della città, il senatore<br />

gollista Jacques Peyrat — davanti<br />

ad un’esplosione di delinquenza da parte<br />

di una gioventù senza più punti di riferimento.<br />

I poliziotti, a cui si chiedono<br />

compiti sempre maggiori e più difficili,<br />

sono in numero notoriamente insufficiente.<br />

I teppisti arrestati vengono rilasciati<br />

dopo poche ore perché il carcere<br />

è cronicamente sovraffollato».<br />

Sempre più presi di mira anche i tanti<br />

anziani che si sono trasferiti a Nizza e<br />

sul resto della Costa Azzurra attratti dal<br />

bel clima. Durante lo scorso fine settimana<br />

un uomo di 87 anni è morto a<br />

Cannes quando due malfattori gli sono<br />

piombati in casa nel cuore della notte e<br />

hanno legato, insultato e picchiato lui e<br />

la moglie ottantenne scappando poi con<br />

un magro bottino. Rispondendo alla crescente<br />

paura della gente un deputato<br />

gollista di Nizza ha preannunciato un’interpellanza<br />

in Parlamento: vuole sapere<br />

che cosa il Governo socialista di Lionel<br />

Jospin intenda fare, se non pensi che<br />

nella capitale della Costa Azzurra l’azione<br />

della polizia e della giustizia vada rafforzata<br />

e meglio coordinata.<br />

vorevoli sul mercato del lavoro, con<br />

un’accelerazione del calo della disoccupazione,<br />

senza pressioni sul fronte dei<br />

profitti e dei salari».<br />

Il Governatore della Banca d’Inghilterra<br />

ha poi definito «positiva» l’evoluzione<br />

del mercato dei cambi: l’euro finora<br />

era infatti una divisa ingiustificatamente<br />

deprezzata. «I cambi si muovevano<br />

nella direzione sbagliata e l’euro, in<br />

termini di fondamentali, era molto sottovalutato».<br />

Favorevole anche il ridimensionamento<br />

dei mercati azionari e<br />

della «bolla speculativa» che si era creata<br />

attorno ai titoli della «New Economy»,<br />

le cui stime di profitti erano state<br />

«esagerate». Per i Governatori del «G-<br />

10», infine, quella di ieri è stata poi, come<br />

di consueto, l’occasione per fare il<br />

punto non solo su Usa ed Europa, ma<br />

sull’economia mondiale in generale, la<br />

cui crescita per quest’anno è prevista «al<br />

3,5 per cento o — ha detto George —<br />

qualcosa in più». In particolare, sia per<br />

il Sud America che per la Russia ed il<br />

Sud Africa è stata tracciata una foto<br />

«piuttosto incoraggiante». Quanto all’Asia,<br />

siamo di fronte ad un «rallentamento<br />

ma ad un tasso più sostenibile e questo<br />

è un fatto positivo».<br />

ai giovani tra i 16 e i 30 anni, appartenenti<br />

a tutte le etnie, di qualsiasi classe e religione,<br />

abitanti in diversi quartieri di Bujumbura.<br />

Attualmente è frequentato da oltre<br />

sedicimila ragazzi dei due sessi.<br />

La guerra civile, in corso in Burundi dal<br />

1993, ha provocato oltre 200 mila morti.<br />

Essa oppone il Governo e l'esercito, dominati<br />

dalla minoranza Tutsi, ai gruppi di<br />

resistenza armata dell'etnia rivale degli<br />

Hutu, che rappresentano circa l'85 per<br />

cento della popolazione.<br />

Indonesia: la tregua<br />

non sarà prolungata<br />

nella provincia di Aceh<br />

JAKARTA — L’Indonesia ha escluso<br />

categoricamente un prolungamento<br />

della tregua con i ribelli<br />

della provincia dell’Aceh, visto il<br />

fallimento dei negoziati. Il Ministro<br />

della difesa, Mahfud M.D., ha detto<br />

martedì che la tregua, chiamata<br />

pausa umanitaria, non ha prodotto<br />

risultati, nonostante due incontri<br />

negoziali in Svizzera e dal 15 gennaio,<br />

quando essa scadrà, i separatisti<br />

potranno essere arrestati.<br />

Intanto, si prepara a Jakarta una<br />

imponente manifestazione in favore<br />

del Presidente musulmano (moderato),<br />

Abdurrahman Wahid, chiamato<br />

a rispondere in una inchiesta<br />

parlamentare sulla corruzione. La<br />

polizia sta mobilitando circa 40.000<br />

agenti che dovranno affrontare i<br />

cosiddetti «Banser», membri della<br />

guardia civile della «Nhadlatul Ulama»,<br />

Organizzazione islamica di<br />

massa che rivendica 40 milioni di<br />

seguaci e della quale Wahid è stato<br />

Presidente.<br />

Affonda un mercantile<br />

in Giappone: morti<br />

otto marinai<br />

TOKYO — Otto marinai, di cui sei<br />

filippini, sono morti nell’affondamento<br />

del loro mercantile — il<br />

«White Koowa», battente bandiera<br />

panamense — nell’Oceano Pacifico,<br />

a Sud-Ovest del Giappone. Lo<br />

si è appreso martedì dalla Guardia<br />

costiera. Altri cinque membri dell’equipaggio,<br />

tutti filippini, sono<br />

stati tratti in salvo lunedì. Continuano<br />

intanto le operazioni di soccorso<br />

— che impegnano 110 persone,<br />

a bordo di quattro navi e alcuni<br />

elicotteri — per ritrovare un<br />

marinaio disperso. Tra gli otto corpi<br />

recuperati, quello del comandante<br />

della nave, un giapponese.<br />

La «White Koowa» — 3.561 tonnellate,<br />

dell’armatore giapponese Hakuyo<br />

Line — è affondata nella notte<br />

tra domenica e lunedì al largo<br />

di capo Muroto, 600 chilometri a<br />

Sud-Ovest di Tokyo, in condizioni<br />

meteorologiche avverse. Proveniva<br />

dall’Indonesia e trasportava un carico<br />

di nichel.<br />

Onu: riprenderanno<br />

in febbraio i contatti<br />

per le ispezioni in Iraq<br />

NEW YORK — Riprenderanno al<br />

più presto, forse in febbraio, le<br />

consultazioni ad alto livello fra le<br />

Nazioni Unite e Baghdad per riprendere<br />

le ispezioni agli armamenti<br />

iracheni. Lo ha detto lunedì<br />

sera al Palazzo di Vetro di New<br />

York il Segretario generale dell’Onu,<br />

Kofi Annan, il quale aveva sollecitato<br />

all’Iraq l’invio di una delegazione<br />

in grado di negoziare la<br />

ripresa delle ispezioni, che Baghdad<br />

subordina alla revoca delle<br />

sanzioni imposte dalla Comunità<br />

internazionale al regime di Saddam<br />

Hussein dopo l’invasione del<br />

Kuwait nel 1990.<br />

Germania: esplosione<br />

in una centrale<br />

elettrica a Duisburg<br />

BERLINO — Una violenta esplosione,<br />

che ha sviluppato fiamme alte<br />

fino a oltre 70 metri, è avvenuta<br />

lunedì sera in una centrale elettrica<br />

della «Thyssen Krupp» nei<br />

pressi di Duisburg, nell’Ovest della<br />

Germania. Secondo le prime informazioni<br />

diffuse dai vigili del fuoco<br />

accorsi in forze dopo l’incidente, la<br />

deflagrazione — di origine ancora<br />

da accertare — non avrebbe avuto<br />

conseguenze serie sulle persone,<br />

ma avrebbe provocato solo notevoli<br />

danni materiali. Testimoni<br />

hanno riferito che nel raggio di<br />

molte centinaia di metri sono andati<br />

in frantumi i vetri di interi edifici,<br />

e la potente esplosione si è<br />

sentita a chilometri di distanza.<br />

Perú: ammutinamento<br />

inunaprigioneprovoca<br />

nonmenodiseivittime<br />

LIMA — Non meno di sei reclusi<br />

sono morti lunedì durante una rivolta<br />

nel carcere peruviano «Sarita<br />

Colonia», non lontano da Lima. Il<br />

bilancio è stato fornito da familiari<br />

dei detenuti secondo cui la protesta,<br />

che la polizia sta cercando di<br />

soffocare, ha per obiettivo il miglioramento<br />

delle condizioni di vita<br />

in carcere. Negli ultimi giorni in<br />

varie prigioni peruviane sono avvenute<br />

rivolte che il Ministro della<br />

giustizia, Diego Garcia Sayan, ha<br />

definito «sospette» perché potrebbero<br />

essere orchestrate da sostenitori<br />

dell’ex Capo dei servizi segreti<br />

Vladimiro Montesinos.<br />

Brasile: gruppo armato<br />

assalta una caserma<br />

a Rio de Janeiro<br />

RIO DE JANEIRO — Un gruppo armato<br />

ha attaccato lunedì a Rio de<br />

Janeiro una caserma dell’ottavo<br />

Gruppo paracadutista di artiglieria<br />

da campagna. L’assalto, che ha<br />

causato il ferimento di una sentinella,<br />

è il secondo in meno di una<br />

settimana in questa città contro un<br />

obiettivo militare. Giovedì della<br />

scorsa settimana, infatti, un altro<br />

commando aveva attaccato la zona<br />

residenziale «Getulio Vargas», abitata<br />

da ufficiali dell’esercito.


ERZA T PAGINA .<br />

PAGINA<br />

3 .<br />

ELZEVIRO Cinquant'anni dalla morte del poeta<br />

«Chi vi ha insegnato<br />

le poesie di Trilussa?»<br />

LUIGI M. PERSONÈ<br />

In un capodanno di un abisso di anni<br />

fa, un mio professore di liceo, Fortunato<br />

Capuzzello, che mi usava molta benevolenza,<br />

mi fece dono di due libri di Trilussa,<br />

Favole romanesche e Ommini e<br />

bestie. Io non sapevo chi fosse Trilussa.<br />

Non lo avevo mai sentito nominare.<br />

Quel professore, dotto e assai aggiornato,<br />

studioso di Virgilio e traduttore<br />

delle Georgiche e delle Bucoliche, me lo<br />

spiegò. Mi disse che si trattava di un<br />

grande poeta in dialetto romanesco.<br />

Tanto eccelso che aveva innalzato il<br />

dialetto a dignità di lingua.<br />

Aveva guardato — egli mi disse — la<br />

realtà come un immenso palcoscenico<br />

sul quale agivano soprattutto le bestie:<br />

bestie che sembravano scimmiottare uomini;<br />

uomini che, a momenti, sentivano<br />

in sé qualcosa di bestiale.<br />

Capuzzello era bene informato su Trilussa,<br />

pseudonimo di Carlo Alberto Salustri,<br />

nato a Roma alla fine di dicembre<br />

del 1870.<br />

Come era avvenuta a Carlo Alberto<br />

Salustri la vocazione o l'ispirazione?<br />

Eh, la vita.<br />

La vita fa approdare ai più imprevisti<br />

traguardi, muovendo da recondite origini.<br />

Le origini di Carlo Alberto Salustri<br />

erano tutt'altro che liete. Aveva tre anni<br />

quando gli morì il padre che era di Albano<br />

Laziale. La mamma, Poldi, bolognese,<br />

si trovò nei guai.<br />

Al momento giusto mandò il figlio<br />

nelle Scuole delle Famiglie cristiane.<br />

Lì Carlo Alberto Salustri mostrò attitudine<br />

non solo allo studio ma anche al<br />

verseggiare.<br />

Lasciata quella scuola, con forte desiderio<br />

di apprendere, si diede alla lettura.<br />

Fu un robusto autodidatta, sempre<br />

con la smania di far poesie.<br />

Le poesie gli riuscivano come se qualcuno<br />

gliele dettasse dal didentro: e in<br />

una forma curiosa, strana.<br />

Per vivere, aveva trovato da collaborare<br />

a due giornali, il Rugantino e il<br />

Don Chisciotte. Faceva il cronista.<br />

Le cronache che scriveva in pubblico<br />

gli si trasformava in privato in versi.<br />

E quei versi, che egli veniva diffondendo,<br />

gli davano lo spunto per scoprire<br />

un imprevisto sottofondo della realtà<br />

umana: che gli faceva ricordare le bestie.<br />

Dài e dài, a furia di riflettere e di<br />

scoprire, finì con l'affezionarsi all'idea<br />

che fra uomini e bestie, nel prologo nello<br />

sviluppo e nell'epilogo, non ci fosse<br />

un'eccessiva differenza.<br />

Si trattava di punti di vista.<br />

Egli ebbe l'impressione di aver trovato<br />

il suo punto giusto. L'ebbe tanto che<br />

si mise a coltivarlo e scoprì che era vero,<br />

non fatuo; che poteva essere l'interprete<br />

di quella scoperta. La coltivò.<br />

L'approfondì. Ebbe successo.<br />

Così nacque Trilussa, il grande poeta<br />

romanesco.<br />

Queste furono le informazioni che mi<br />

dette Fortunato Capuzzello.<br />

Conseguii la licenza liceale. Andai a<br />

Bologna, per il primo corso d'università.<br />

A Bologna trovai un maestro di gran<br />

pregio, successo sulla cattedra a Giovanni<br />

Pascoli. Si chiamava Alfredo Galletti.<br />

Oltre che nell'università mi trovavo<br />

spesso con lui, la sera, in un Caffè di via<br />

dell'Indipendenza.<br />

Ci si rifugiava lì, perché le nostre case<br />

non erano riscaldate.<br />

Capitava che Alfredo Galletti, se era<br />

seduto accanto a me, mi usasse la benevolenza<br />

di parlare di cose letterarie e di<br />

personaggi contemporanei.<br />

Si discusse anche di Trilussa che egli<br />

ammirava fino al punto di considerarlo<br />

un classico.<br />

Il Porta, il Di Giacomo e Trilussa erano,<br />

per Alfredo Galletti, tre poeti dialettali<br />

che non avevano nulla da invidiare a<br />

quelli in lingua. Semmai, viceversa.<br />

In questo modo mi venne, secondo<br />

l'innata mania, l'idea di conoscere Trilussa<br />

a quattr'occhi. Un giorno mi trovavo<br />

a Roma. Negli anni Trenta.<br />

E se andassi a trovare Trilussa?<br />

Quando un'idea come questa mi faceva<br />

capolino, non c'era modo di liberarmene.<br />

Già. E come fo? Chi me lo presenta?<br />

Non avevo accanto Ugo Ojetti che in<br />

queste faccende fu per me sublime.<br />

No. Non vedevo nessuno adatto per<br />

quel mio desiderio.<br />

Riflettei un istante. Non faticai a sapere<br />

dove Trilussa abitasse.<br />

Andai immediatamente, spontaneamente,<br />

irresponsabilmente.<br />

Arrivato alla sua porta, non suonai un<br />

campanello. La spinsi. Si aprì.<br />

A propositodi quanto ha scritto<br />

un quotidiano — riportando<br />

una dichiarazione «da parte della<br />

RAI» — sulla nota «Che spettacolo!»,<br />

apparsa su L'Osservatore<br />

Romano dell'8-9 gennaio,<br />

vogliamo soltanto fare una precisazione.<br />

In questa pagina, in<br />

data 11-12 settembre 2000, abbiamo<br />

dedicato un dettagliato articolo<br />

alla trasmissione «Il Grande<br />

Fratello». Sorprende che<br />

qualcuno voglia far polemica<br />

ignorando anche la più elementare<br />

documentazione.<br />

Mi trovai in uno strano stanzone.<br />

C'era una scala che portava a un ballatoio.<br />

Non vidi nessuno. Un tavolo con<br />

tante fanfaluche. Mi feci sentire.<br />

Dissi, due e tre volte, buongiorno.<br />

Dal ballatoio si affacciò un omone.<br />

Capii che era Trilussa. Mi chiese: chi<br />

siete? Io gli risposi declamandogli una<br />

sua poesia.<br />

A mezzanotte in punto un vecchio ladro<br />

/ agnede ner castello abbandonato<br />

/ d'un principe romano decaduto: /<br />

provò a rubbà ma non trovò che un<br />

quadro / dove c'era dipinto un antenato<br />

/ vestito de velluto. /E, sia pe' la<br />

paura, sia che je tremasse la cannela, /<br />

Je parve de vedé che la figura / cercava<br />

de staccasse da la tela / e ar tempo<br />

stesso intese / la voce der pupazzo che<br />

je chiese: / Che fa de bello l'aristocrazzia?<br />

/ Dimme la verità, come se porta?<br />

/ Cià sempre li quattrini d'una vorta? /<br />

Cià sempre la medesima arbaggia? /<br />

Gran micragna, eccellenza! / rispose er<br />

ladro co' 'na riverenza. / L'ommini<br />

stanno ar verde, le signore / incroceno<br />

la razza ch'è un piacere! / La duchessa<br />

è scappata cor tenore / la marchesa ha<br />

sposato un brigadiere. / Però, in compenso<br />

un principe romano, / che v'è<br />

nipote, pijerà la fija / d'un ricco salumaro<br />

americano / che je paga li buffi<br />

de famija. / Così je schiafferà / tanto<br />

de stemma e tanto de corona / su le<br />

saraghe e su li baccalà. / Lo chiameranno<br />

er principe der pesce! / Che disonore<br />

— disse l'antenato: / doppo che<br />

Dio lo sa come ho rubbato / pe' faje un<br />

nome!... Quanto me rincresce.<br />

Finii. Quell'omone, affacciato alla balaustra,<br />

stava a sentirmi, come se si divertisse.<br />

Mormorò: Fra un momento<br />

scendo.<br />

Mi sorprese che stavo ad osservare le<br />

chincaglierie sparse qua e là.<br />

Tutto mi sembrava strano là dentro:<br />

anche l'uomo che mi abbordò con un<br />

«Voi chi siete? Un maestro di declamazione?».<br />

E poi: «Chi vi ha insegnato Trilussa?<br />

Insomma, che mestiere fate?».<br />

Queste parole furono il preludio di<br />

una conoscenza diventata amicizia fino<br />

alla morte, mezzo secolo fa.<br />

Tutte le volte che mi recavo a Roma,<br />

andavo a trovarlo. Si usciva insieme.<br />

In genere finivamo al Caffè Aragno.<br />

Senza proporselo, come se parlasse di<br />

cose ordinarie, Trilussa mi istruiva su di<br />

sé, sul suo modo di concepire la vita.<br />

Sempre senza proporselo, egli mi richiamava<br />

all'attenzione su questo e su<br />

quel personaggio che non conosceva,<br />

che vedeva per la prima volta, e di cui<br />

sembrava che sapesse vita e miracoli.<br />

Mostrava una fenomenale capacità di<br />

intuizione. Mi diceva: La vita è a due<br />

facce: una si vede; l'altra, no.<br />

È una fortuna che quest'altra non si<br />

veda. Si saprebbe, secondo l'intenzione<br />

del Padreterno, che gli uomini non sono<br />

come il Signore avrebbe voluto. Del resto,<br />

Dio ha dato agli uomini il libero arbitrio<br />

perché recitassero sul palcoscenico<br />

del mondo le loro commedie e le loro<br />

tragedie. Poi sarebbe venuto il momento<br />

di applaudirle o di fischiarle, dei<br />

premi e delle punizioni.<br />

La storia del palcoscenico, di cui mi<br />

servo quando mi capita, l'ho appresa da<br />

Trilussa. Lo confesso mentre ricordo il<br />

cinquantenario della sua scomparsa.<br />

Luigi Einaudi, presidente della Repubblica<br />

italiana, gli conferì la nomina di<br />

senatore a vita. Se ne andò a 79 anni.<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Mercoledì 10 Gennaio 2001<br />

L'oscuramento totale del nostro satellite visibile la sera del 9 gennaio: note scientifiche e aneddoti curiosi legati al fenomeno<br />

Quando Cristoforo Colombo «usò» un'eclissi di Luna per salvare il suo equipaggio<br />

MARIA MAGGI<br />

Una delle migliori eclissi di Luna degli<br />

ultimi tempi proprio all'inizio del ventunesimo<br />

secolo.Al momento in cui andiamoinstampasiamo<br />

ancora in attesa dell'eclissi<br />

la cui fase di totalità sarà visibile<br />

in tutta Europa e in gran parte dell'Asia<br />

e dell'Africa, mentre nella parte orientale<br />

delle Americhe e in Australia sarà osservabile<br />

solo la fase di penombra.<br />

Il fenomeno avrà luogo il 9 gennaio in<br />

orario molto comodo per l'osservazione,<br />

ossia in prima serata. Se le condizioni<br />

meteorologiche saranno favorevoli si vedrà<br />

la Luna entrare nella penombra alle<br />

18 e 45, ben dopo la scomparsa delle ultime<br />

luci del tramonto, e nell'ombra<br />

un'ora più tardi. L'inizio della totalità<br />

(ossia dell'ombra su tutta la superficie<br />

lunare) avverrà alle 20 e 50 e le tenebre<br />

sosteranno sulla Luna per 61 minuti. Poi<br />

avverrà il cammino inverso, in cui il nostro<br />

satellite attraverserà l'ombra e la<br />

penombra uscendone definitivamente<br />

quattro minuti prima di mezzanotte.<br />

Le eclissi di Sole sono certamente più<br />

spettacolari e ammirate, ma anche quelle<br />

di Luna possono offrire spunti notevoli<br />

per foto artistiche ed osservazioni in<br />

tutta calma, dato che la totalità dura a<br />

lungo. Inoltre la luminosità del disco lunare<br />

varia da un'eclissi a un'altra, il che<br />

dà la possibilità di realizzare riprese<br />

sempre diverse. Fotografare il disco lunare<br />

completamente eclissato in mezzo<br />

alle stelle è di grande effetto. Questa<br />

volta la Luna si troverà nel campo stel-<br />

Visita alle stazioni internazionali di ricerca sorte a Ny-Ålesund in prossimità del Polo Nord<br />

Nel chiarore della mezzanotte polare<br />

fra i ricordi delle missioni di Nobile ed Amundsen<br />

FRANCO PELLICCIONI<br />

Non avremmo mai pensato come potesse essere così<br />

faticoso camminare su uno spesso strato di neve,<br />

anche se solo per un chilometro, o poco più. Non eravamo<br />

dei «novellini» e in passato avevamo avuto<br />

esperienze simili. Eppure, nonostante fossimo dotati<br />

dell'equipaggiamento adatto, incontrammo molte difficoltà<br />

superate solo grazie a qualche rapida sosta, in<br />

modo da non intralciare più di tanto il cammino del<br />

piccolo drappello. Neanche a dire che gli altri fossero<br />

tutti più giovani di noi!<br />

Sarebbe un puro eufemismo definire come singolare<br />

o curiosa la situazione che vivemmo in quella<br />

«notte» del mese di maggio del 1997: fu anzi del tutto<br />

straordinaria! La mattina del giorno prima eravamo<br />

ancora a Roma, mentre in quel momento,<br />

a pochissime ore di distanza,<br />

lasciavamo a piedi l'insediamento umano<br />

più a Nord di tutto il mondo. Eravamo<br />

praticamente «a due passi» dal<br />

Polo Nord!<br />

Il nostro gruppo, dopo aver sostato in<br />

itinere ad Oslo, dove eravamo arrivati<br />

via Parigi, nel primo pomeriggio di<br />

quel giorno era giunto nelle artiche isole<br />

Svalbard, a Ny-Ålesund, via Troms¢<br />

e Longyearbyen.<br />

Dopo una sosta per l'indispensabile<br />

cena (il tempo che avremmo avuto<br />

complessivamente a disposizione per<br />

quel balzo fino al Polo non sarebbe stato<br />

poi molto: cinque giorni, compresi<br />

due di viaggio), avevamo chiesto al nostro<br />

cortese ospite di poter fare subito<br />

una full immersion nella splendida natura<br />

che ci circondava, anche se, considerata<br />

l'alta latitudine, il periodo del-<br />

l'anno e la velocità del vento, la tempe-<br />

ratura all'esterno sarebbe dovuta essere (e lo fu) assai<br />

bassa: -20. Inoltre era quasi mezzanotte.<br />

Anche se non vedemmo il sole, poiché celato da nuvole<br />

costantemente basse e dalla foschia, potemmo fare<br />

a meno di torce o quant'altro, poiché già c'era luce<br />

24 ore su 24. Quindi, assieme ad alcuni tra gli scienziati<br />

del CNR presenti e ai giornalisti, uscimmo, e<br />

non solo per un'immersione d'emblée nella stupenda<br />

natura artica: il fiordo presentava icebergs e pezzi di<br />

banchisa alla deriva, mentre montagne e ghiacciai<br />

erano tutti intorno a noi.<br />

Accompagnati dal responsabile della nostra base di<br />

ricerca e da un suo collega, rigorosamente armato di<br />

fucile (si può essere attaccati da qualche orso polare<br />

affamato), ci incamminammo, infatti, verso la Storia,<br />

la Grande Storia delle Esplorazioni Italiane. D'altronde,<br />

la base che il giorno dopo assieme alle autorità<br />

italiane e a quelle norvegesi avremmo ufficialmente<br />

inaugurato, non si sarebbe chiamata, appunto, Dirigibile<br />

Italia, ad imperituro ricordo dell'impresa, poi tragicamente<br />

conclusasi sul pack, del generale Nobile?<br />

In quella «particolare» notte, inondata dalla luce<br />

del giorno polare, ci dirigemmo proprio verso il pilone<br />

d'attracco del dirigibile Italia che, in precedenza,<br />

era anche stato quello del Norge di Nobile, Amundsen<br />

ed Ellsworth. Andammo ancora oltre, fino al<br />

monumento ai caduti dell'Italia, anche se poi il giorno<br />

dopo vi saremmo ritornati per portare una corona<br />

di fiori nel corso delle manifestazioni ufficiali.<br />

Passammo accanto a ciò che restava di una passata<br />

attività mineraria: un deposito di scorie, un binario,<br />

un vecchio ponticello in legno, l'antico cimitero...<br />

Fino a che il panorama, nonostante il persistere di foschia<br />

e basse nuvolaglie, si aprì tutto intorno a noi.<br />

Tanto da vedere i bordi illuminati della pista aerea,<br />

la vicina immensa parabola del radiotelescopio norvegese,<br />

i contorni dell'intero fiordo...<br />

In quei lunghi momenti eravamo estremamente<br />

emozionati e, perché no, soddisfatti, di ciò che stavamo<br />

«raccogliendo» dopo tanti anni di duro (e oscuro)<br />

lavoro scientifico. Non solo perché eravamo finalmente<br />

a Ny-Ålesund, località che non avevamo potuto visitare<br />

tre anni prima, ma soprattutto perché avevamo<br />

dato anche noi un modesto contributo affinché fosse<br />

realizzata una base di ricerca al Polo Nord: dapprima,<br />

grazie alle favorevoli ripercussioni che aveva<br />

lare dei Gemelli e a Ovest poco lontano,<br />

nel Toro, sfavilleranno Giove e Saturno.<br />

Il bagliore emanato dal disco lunare<br />

può variare di oltre dieci volte da un'eclissi<br />

all'altra. Talvolta può essere così<br />

debole da distinguersi difficilmente dal<br />

fondo buio del cielo, mentre in altri casi<br />

può splendere di un colore rosso-rame.<br />

Questa variabilità dipende, oltre che dalla<br />

centralità del fenomeno rispetto all'ombra<br />

terrestre, decisamente più scura<br />

al centro, anche dalle condizioni dell'atmosfera<br />

della Terra e in particolare dalla<br />

presenza di una quantità maggiore o<br />

minore di pulviscolo. Infatti una piccola<br />

parte dei raggi del Sole, rifratti dagli<br />

strati dell'atmosfera e quindi deviati verso<br />

l'asse del cono d'ombra, giunge<br />

ugualmente sulla faccia della Luna.<br />

La ragione del colore rossastro è la<br />

stessa per cui il Sole e anche la Luna<br />

piena, quando si trovano appena sopra<br />

Veduta<br />

della Baia<br />

del Re<br />

in prossimità<br />

del Polo Nord<br />

avuto in Italia, Norvegia e Russia, oltre che sulla<br />

stampa italiana e norvegese, la nostra ricerca tra i<br />

minatori russi e norvegesi delle Svalbard (1994), la<br />

prima nel suo genere ad essere effettuata nella storia<br />

dell'arcipelago. Poi per quanto scrivemmo al termine<br />

di un articolo pubblicato sulla rivista della Presidenza<br />

del Consiglio dei Ministri-Ministero degli Affari<br />

Esteri: «in base alle uguali opportunità, che anche<br />

scientificamente vengono concesse dal Trattato, in questa<br />

sede desidererei suggerire alle competenti autorità<br />

italiane di prendere in attenta considerazione l'opportunità<br />

di installare una stazione scientifica per rilevamenti<br />

meteorologici, astronomici e ambientali (ad<br />

esempio sull'ozono) su queste isole in prossimità del<br />

Polo, ma facilmente raggiungibili dopo solo quattro<br />

ore e mezza da Oslo. La stazione potrebbe essere com-<br />

Il vecchio treno<br />

dei minatori<br />

e, sulla destra,<br />

una capanna<br />

di «trappers»<br />

Il monumento<br />

ai caduti<br />

del dirigibile<br />

Italia<br />

Le fasi di un'eclissi lunare fotografate lo scorso luglio dall'Australia<br />

plementare (od addirittura alternativa) alla ben più costosa<br />

base in Antartide, con enormi risparmi per le finanze<br />

statali» (Eventi, 1995).<br />

A quel che pare facemmo un «ottimo centro», tanto<br />

da essere in seguito invitati dall'Allegrini, Direttore<br />

dell'Istituto per l'Inquinamento Atmosferico del CNR<br />

— futuro Direttore della Base —, a far parte del gruppo<br />

di scienziati che avrebbe inaugurato la nostra stazione<br />

di ricerca.<br />

Ny-Ålesund è la denominazione norvegese di quella<br />

che per gli italiani è, e sempre resterà, la stupenda<br />

Baia del Re (Kongsfiorden), localizzata nel Nord-Ovest<br />

della grande isola di Spitsbergen.<br />

La comunità sorge sulla sponda meridionale, a<br />

7855” N, 1156” E.<br />

Nel 1917 la Kings Bay Kull Company, divenuta proprietaria<br />

dell'area, iniziava l'attività mineraria (gallerie<br />

di carbone penetravano nelle viscere della terra, fino<br />

a 210-340 m sotto il livello del mare). All'inizio<br />

l'insediamento si chiamò Brandal City, da Peter Brandal,<br />

un armatore di navi fochiere, fondatore, direttore<br />

e principale azionista della società. Poi mutò il nome<br />

in Nuova Ålesund (i soci provenivano tutti dall'omonima<br />

città norvegese). In quel primo anno i minatori<br />

erano 100-140. L'attività estrattiva fu portata avanti<br />

fino al 1929, quando fu interrotta per problemi operativi<br />

(e dopo un'esplosione). Nel frattempo questo<br />

luogo unico al mondo diventava la base di partenza<br />

per il Polo Nord delle imprese di Amundsen: nel 1925,<br />

assieme a Ellsworth, con gli idrovolanti N-24 e N-25,<br />

l'orizzonte, appaiono rossi: l'atmosfera<br />

opera da filtro sui raggi del Sole assorbendo<br />

di preferenza i più rifrangibili (di<br />

minore lunghezza d'onda), ossia l'azzurro,<br />

l'indaco e il violetto, e lasciando passare<br />

i rimanenti, che danno per risultante<br />

una tinta rosso-aranciata.<br />

La Luna si «eclissa», perché attraversa<br />

il cono d'ombra lungo 1,4 milioni di chilometri,<br />

che la Terra getta nello spazio<br />

in direzione opposta della nostra stella.<br />

Per questo il Sole, la Terra e la Luna devono<br />

trovarsi su una stessa linea, come<br />

le perle in una collana. L'eclissi potrebbe,<br />

a prima vista, avvenire ogni volta<br />

che si ha la Luna Piena, ossia ogni volta<br />

che il satellite si trova dalla parte opposta<br />

del Sole, dato che il diametro della<br />

Luna è due volte e mezzo inferiore al<br />

diametro del cono d'ombra terrestre,<br />

che è di circa 9000 chilometri a quella<br />

distanza. Ma siccome i piani orbitali di<br />

La base<br />

di ricerca<br />

italiana<br />

«Dirigibile<br />

Italia»<br />

Parabola del<br />

radiotelescopio<br />

norvegese<br />

a Rabben<br />

Terra e Luna formano tra loro un angolo<br />

di quasi 6º, l'eclissi può verificarsi solo<br />

nelle vicinanze dei punti, detti nodi,<br />

in cui i due piani si intersecano, altrimenti<br />

la Luna passa o più sopra o più<br />

sotto del cono d'ombra terrestre. Ora,<br />

anche nei casi favorevoli (in media 1,5<br />

l'anno), può capitare che la Luna attraversi<br />

solo la zona di penombra (eclissi di<br />

Luna di penombra) oppure solo in parte<br />

la zona d'ombra (eclissi parziale di Luna).<br />

Questa volta invece si avrà un'eclissi<br />

totale. Per vederne un'altra in Europa<br />

bisognerà aspettare la notte tra l'8 e il 9<br />

novembre 2003.<br />

L'eclissi di Luna si verifica evidentemente<br />

soltanto al plenilunio, mentre<br />

quella di Sole al novilunio. Nell'edizione<br />

originale del famoso romanzo Le miniere<br />

di re Salomone, H. Rider Haggard<br />

descrisse un plenilunio e un'eclissi di Sole<br />

il giorno successivo. L'autore, scoperto<br />

l'errore in cui era incorso, nella seconda<br />

edizione trasformò l'eclissi di Sole<br />

in eclissi di Luna.<br />

Un aneddoto legato ad un'eclissi di<br />

Luna si narra anche a proposito di Cristoforo<br />

Colombo, quando la sua piccola<br />

flotta, all'inizio del 1504, si trovava ormeggiata<br />

vicino alla costa della Giamaica.<br />

Da alcune settimane il suo equipaggio<br />

esausto sopravviveva con cibarie<br />

procurate dagli indigeni. Ma, alla lunga,<br />

questa iniziale ospitalità si stava tramutando<br />

in odio. Allora Colombo scoprì<br />

nelle sue tavole astronomiche, che per il<br />

29 febbraio 1504 era prevista un'eclissi<br />

totale di Luna. Pensò di sfruttare a suo<br />

nel 1926 con il Norge (Polo Nord e Alaska). Infine dell'Italia<br />

nel 1928.<br />

Nel 1933 il governo norvegese assunse la responsabilità<br />

della compagnia. Si cercò di portare avanti<br />

un'attività ittica nel 1935-1939 e turistica nelle estati<br />

1937-'39. Imprese ambedue destinate a fallire per l'insufficienza<br />

dei rifornimenti. Poi arrivò la guerra e fu<br />

evacuatala comunità nel 1941. L'attività estrattiva venivaripresanel1945.<br />

Nel 1959-'60 Ny-Ålesund era una<br />

vera e propria comunità, composta da uomini, donne<br />

ebambini.Gliincidenticomunquecontinuaronoa tormentarla.<br />

Nel 1953 morirono 19 minatori, nel 1962,<br />

l'anno più terribile della sua storia, ben 21. Quest'ultima<br />

gravissima tragedia diede uno stop definitivo a<br />

miniere e al governo norvegese in carica. In 29 anni<br />

di attività i morti tra i minatori erano stati 84!<br />

Nel1965aNy-Ålesundveniva costruita una stazione<br />

satellitare e per le telecomunicazioni. Nel 1968 il Norsk<br />

Polar Institutt, l'Istituto Polare Norvegese, stabiliva<br />

una stazione di ricerca capace di funzionare durante<br />

tutto l'anno. Da cittadina mineraria, con transitorie<br />

velleità ittico-turistiche, l'insediamento si trasformò<br />

gradatamente in un centro avanzato di ricerca. Dapprima<br />

solo nazionale, poi anche internazionale.<br />

Per la Norvegia sono oggi presenti a Ny-Ålesund,<br />

oltre al Norsk Polar Institutt, la National Mapping<br />

Agency (studio della deriva continentale, fluttuazioni<br />

del livello marino. Anche da lontano è visibile la parabola<br />

di 20 m di diametro del grande radiotelescopio,<br />

nei pressi della pista aeroportuale), l'Institute for<br />

Atmospheric Research (programmi di campionamento<br />

dell'aria, componenti della foschia artica e altri gas,<br />

oltre alla misurazione dell'ozono stratosferico), le università,<br />

il College of Agriculture e lo Space Center<br />

(programmi di biologia e geologia marina e terrestre,<br />

glaciologia, geofisica, meteorologia, oceanografia. Oltre<br />

a progetti particolari, come quelli portati avanti<br />

dalla stazione di chimica dell'atmosfera posta sulla<br />

sommità dello Zeppelinfjellet).<br />

L'internazionalità della base scientifica è garantita<br />

invece dalla presenza tedesca (dal 1988, con l'Istituto<br />

Alfred Wegener. La loro Koldewey Station, la «casa<br />

blu», è del 1991, quando le ricerche sullo strato dell'ozono<br />

diventarono annuali); britannica (Natural Environment<br />

Research Council); giapponese (National Institute<br />

for Polar Research); statunitense, (Philips Laboratory);<br />

francese (Institut Français pour la Recherche et<br />

la Technologie Polaires).<br />

Dal 1997 c'è infine la base Dirigibile Italia con i<br />

suoi privilegiati campi d'indagine: adattamento biochimico<br />

e fisiologico degli organismi marini; biologia<br />

delle basse temperature; diffusione a larga scala di<br />

inquinanti ambientali; magnetosfera, ionosfera e studio<br />

delle aurore boreali; fascia di ozono stratosferico;<br />

telemedicina; telerilevamento da satellite; corrosione<br />

marina delle leghe metalliche.<br />

Con essa il CNR rafforza la sua partecipazione ai<br />

programmi internazionali di ricerca nelle aree polari<br />

e remote, con un proprio laboratorio di ricerca nell'area<br />

settentrionale, che si aggiunge a quello esistente<br />

in alta quota (Stazione Piramide, nell'Himalaya), nonché<br />

alle attività scientifiche svolte presso la Base Italiana<br />

di Baia Terra Nova, in Antartide.<br />

Pochissime, ma estremamente intense, furono le<br />

ore che passammo a Ny-Ålesund. Tutto ciò che ci circondava<br />

risultava notevolmente impreziosito dall'onnipresenza<br />

di neve e ghiaccio. Abitazioni e stazioni di<br />

ricerca risultavano pressoché sommerse dal bianco<br />

elemento. I grandiosi ghiacciai del Kronebreen e del<br />

Kongsvegen, che tendevano a riunirsi in prossimità<br />

del fiordo, quasi a formare una sola lingua di ghiaccio,<br />

dalla quale si staccavano piccoli e grandi icebergs,<br />

si stagliavano nettamente verso Est.<br />

Al di là del Kronebreen ecco apparire gli splendidi,<br />

straordinari picchi delle Tre Kroner, che solo sul finire<br />

della seconda giornata (verso le 23) si riuniranno<br />

tutti sotto il nostro sguardo, con la graziosa complicità<br />

di un sole splendente. In quel momento avremo<br />

modo di osservare, sulla verticale dello Zeppelinfjellet,<br />

perfino la luna...<br />

I resti del passato minerario sono diffusi un po'<br />

dappertutto. Ecco spuntare l'ufficio postale più settentrionale<br />

al mondo e, in mezzo a due basse muraglie<br />

nevose, un binario a scartamento ridotto con sopra<br />

una piccola locomotiva che, con il suo frontale rosso,<br />

ci sembrò poco più di un grosso giocattolo.<br />

vantaggio l'aiuto insperato che gli veniva<br />

dal cielo. Minacciò gli indiani di far<br />

sparire la Luna, se non avessero più<br />

provveduto ai vettovagliamenti per i<br />

suoi marinai. Così quando la Luna cominciò<br />

a perdere il suo splendore, gli indigeni,<br />

spaventati, rifornirono ancora i<br />

marinai, che si salvarono e poterono ripartire.<br />

Certamente a Cristoforo Colombo non<br />

sarebbe riuscita la «magia» se ci fosse<br />

stato un cielo nuvoloso.<br />

E noi per poter ammirare uno spettacolo<br />

analogo dobbiamo ugualmente sperare<br />

nella clemenza del tempo. E per<br />

gustarlo meglio è sempre bene uscire<br />

dalle zone abitate, che oltre alla caligine<br />

dello smog presentano un inquinamento<br />

luminoso, che in certe zone ha quasi<br />

cancellato il cielo stellato, nonostante le<br />

leggi entrate in vigore in alcune regioni,<br />

per la salvaguardia del cielo notturno.<br />

Comunque ci sono tre uomini che<br />

non si perderanno il fenomeno celeste: i<br />

tre astronauti a bordo della Stazione<br />

Spaziale Internazionale (ISS). Si tratta<br />

di due russi, Yurj Gizenko e Sergej Krikalov,<br />

e dell'americano William Shepherd.<br />

Il 30 ottobre 2000 hanno raggiunto la<br />

loro residenza in orbita, come primi inquilini<br />

della ISS. Li ha portati lassù, sopra<br />

le nuvole, a 380 chilometri d'altezza<br />

un razzo Proton, decollato dalla base<br />

russa di Baikonur. Rimarranno in orbita,<br />

in attesa del cambio, ancora qualche<br />

settimana. Così si potranno godere in<br />

prima fila la rappresentazione preparata<br />

loro dal firmamento.


.<br />

PAGINA<br />

4 .<br />

Intenzioni per l'apostolato<br />

della preghiera nel 2002<br />

GENNAIO<br />

Generale: Affinché i cristiani intensifichino i loro sforzi<br />

per annunciare insieme Gesù Cristo, unico<br />

Salvatore del mondo.<br />

Missionaria: Affinché le Chiese particolari sappiano porre<br />

in atto un rinnovato impegno per l'evangelizzazione<br />

in ogni ambiente di lavoro e di<br />

vita.<br />

FEBBRAIO<br />

Generale: Affinché gli ospedali cattolici si distinguano<br />

come avamposti qualificati nella lotta contro<br />

la malattia e come luoghi privilegiati di<br />

annuncio del Vangelo della vita e di rispetto<br />

per la persona umana.<br />

Missionaria: Perché le comunità cristiane di Cambogia e<br />

Laos siano sempre più attive nel promuovere<br />

le vocazioni sacerdotali e religiose.<br />

MARZO<br />

Generale: Per le organizzazioni ed i gruppi ecclesiali<br />

dediti all'azione sociale, perché testimonino<br />

con forza e coerenza il Vangelo della<br />

carità.<br />

Missionaria: Perché i popoli del continente africano, accogliendo<br />

generosamente l'annuncio di verità<br />

e di carità del Vangelo, si impegnino<br />

attivamente per la riconciliazione e la solidarietà.<br />

APRILE<br />

Generale: Perché nelle rapide e molteplici mutazioni<br />

in atto nel mondo contemporaneo sia valorizzato<br />

il ruolo della famiglia nella sua fondamentale<br />

vocazione di culla della vita e di<br />

scuola di fede e di valori.<br />

Missionaria: Perché, sorrette dall'eroica testimonianza<br />

dei martiri del nostro tempo, le Comunità<br />

ecclesiali annuncino con coraggio sempre<br />

nuovo Gesù Cristo, Redentore dell'uomo.<br />

MAGGIO<br />

Generale: Perché i cristiani vivano la fede in maniera<br />

coerente, e siano testimoni credibili della<br />

speranza evangelica.<br />

Missionaria: Perché, con l'aiuto di Maria Santissima,<br />

Vergine e Madre, in ogni Paese e cultura<br />

sia tutelata e promossa la vocazione familiare<br />

e sociale della donna.<br />

GIUGNO<br />

Generale: Affinché i responsabili e i seguaci delle differenti<br />

Religioni cooperino alla ricerca della<br />

pace mondiale, a partire dalla conversione<br />

del cuore e dal dialogo fraterno.<br />

Missionaria: Perché i fedeli laici, in forza del loro Battesimo,<br />

impegnino ogni loro energia per essere<br />

il sale della terra e la luce del mondo<br />

nell'ambito della loro attività.<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Mercoledì 10 Gennaio 2001<br />

LUGLIO<br />

Generale: Perché gli artisti pongano ogni cura nell'aiutare<br />

gli uomini del nostro tempo a riscoprire<br />

nel creato i segni dell'amore provvidente<br />

di Dio.<br />

Missionaria: Affinché ai cristiani dell'India non sia impedito<br />

di professare pubblicamente la propria<br />

fede ediannunciareliberamente ilVangelo.<br />

AGOSTO<br />

Generale: Perché cresca nella coscienza dei singoli e<br />

nell'opinione pubblica mondiale il rispetto<br />

dell'ambiente, dono di Dio per l'intera famiglia<br />

umana.<br />

Missionaria: Perché nelle grandi baraccopoli del mondo<br />

l'azione dei missionari lenisca le sofferenze<br />

frutto di ingiustizie e favorisca la promozione<br />

integrale della persona.<br />

SETTEMBRE<br />

Generale: Per i ragazzi ed i giovani delle scuole cattoliche,<br />

perché nel loro itinerario formativo<br />

incontrino educatori forti e saggi che li aiutino<br />

a maturare nelle convinzioni di fede e<br />

nella coerenza degli atteggiamenti.<br />

Missionaria: Perché lo Spirito Santo, attraverso l'impegno<br />

della Chiesa e delle Comunità ecclesiali,<br />

aiuti i due Stati della penisola coreana a<br />

ritrovare le ragioni profonde della loro riconciliazione.<br />

OTTOBRE<br />

Generale: Affinché i Catechisti siano sostenuti dalla<br />

preghiera e dalla collaborazione delle comunità<br />

parrocchiali per un proficuo sviluppo<br />

della nuova evangelizzazione.<br />

Missionaria: Perché i missionari, i sacerdoti, i religiosi<br />

ed i laici sappiano annunciare con coraggio<br />

l'amore di Cristo per i poveri.<br />

NOVEMBRE<br />

Generale: Per i vedovi e le vedove che soffrono spesso<br />

la solitudine, affinché trovino conforto e<br />

sostegno nella comunità cristiana.<br />

Missionaria: Affinché l'attiva partecipazione dei cristiani<br />

sostenga la diffusione del Vangelo mediante<br />

i nuovi mezzi di comunicazione sociale.<br />

DICEMBRE<br />

Generale: Perché, grazie all'impegno delle famiglie e<br />

all'attuazione di politiche sociali adeguate, i<br />

bambini vengano dappertutto protetti e difesi<br />

contro ogni forma di violenza.<br />

Missionaria: Perché la celebrazione della nascita di Cristo<br />

Salvatore aiuti gli uomini di ogni cultura<br />

ad aver sempre maggiore rispetto verso i<br />

piccoli e i diseredati.<br />

Dal Vaticano, 31 Dicembre 2000<br />

Pontificia Università Urbaniana: Colloquio internazionale sulla figura del Cardinale Henry Newman<br />

L'Arcivescovo Giovanni Battista Re ha conferito l'ordinazione presbiterale<br />

a due Padri Cistercensi nella Basilica di Santa Croce in Gerusalemme<br />

Il sacerdote deve essere colui<br />

che indica la via del cielo<br />

si configura a Cristo mediante la carità<br />

e la grazia. «Certo — ha affermato l'Arcivescovo<br />

Giovanni Battista Re —, nei<br />

Sacramenti Cristo opera al di là della<br />

fragilità umana del ministro, ma è innegabile<br />

che la testimonianza di santità del<br />

ministro ha un suo influsso che i fedeli<br />

percepiscono».<br />

Il sacerdote è chiamato dalla santità<br />

non solo in quanto battezzato, ma anche<br />

in quanto presbitero. «Per il Battesimo<br />

— ha detto il Presule —, tutti i cristiani<br />

sono chiamati alla santità e il sacerdote<br />

è anzitutto un cristiano che deve<br />

percorrere quel cammino di perfezione<br />

che ogni uomo ed ogni donna che<br />

prendono sul serio l'amicizia con Dio<br />

devono compiere. Ma il sacerdote deve<br />

avere quella fedeltà all'amore di Cristo e<br />

quell'amicizia con Lui che devono essere<br />

proprie delle guide nella santità. Ogni<br />

sacerdote deve essere “forma gregis”».<br />

Ogni sacerdote, e ancor di più, un sacerdote<br />

appartenente ad un Ordine religioso,<br />

deve essere pertanto «un uomo di<br />

preghiera, uno specialista della preghiera».<br />

«La fecondità del ministero sacerdotale<br />

— ha affermato — dipende dalla fedeltà<br />

alla preghiera e allo stile di vita<br />

che privilegia la riflessione e l'interiorità.<br />

Il tempo che si dà a Dio è sempre quello<br />

meglio impiegato. Esso diventa sorgente<br />

di evangelizzazione e di dinamismo<br />

apostolico. Questa è la testimonianza<br />

che la Chiesa si attende».<br />

L'Arcivescovo Giovanni Battista Re ha<br />

ricordato che nella vita del Curato d'Ars<br />

si legge che nel cammino a piedi che<br />

A Trani incontro di studio promosso dalla Congregazione dei Rogazionisti in occasione dei 150 anni della nascita del Fondatore<br />

Sulle orme di Padre Annibale Di Francia nel segno della preghiera e della carità<br />

«Sulle orme di padre Annibale»: i Rogazionisti<br />

si interrogano in occasione dei<br />

150 anni della nascita del loro Fondatore.<br />

Una lettera circolare congiuntamente<br />

firmata dal Generale padre Giorgio Nalin<br />

e dalla Superiora Generale delle Figlie<br />

del Divino Zelo (ramo femminile<br />

fondato dal Di Francia) Madre Diodata<br />

Guerrera ne traccia le «linee da vivere»<br />

e sulle quali interrogarsi.<br />

Il Fondatore, «un riflesso della luce di<br />

Cristo» «perché la sua luce risplenda...<br />

la recente beatificazione del padre». Poi,<br />

il Rogate nel cui dono inizia la vita del<br />

padre, la vocazione, il quartiere Avignone,<br />

i poveri, le due Congregazioni... per<br />

essere poi il Rogate impegno di tutti nella<br />

Chiesa, una nuova via di santità e<br />

quindi di carità di Cristo. Nella terza<br />

parte della «Lettera», viene proposto il<br />

Di Francia modello e maestro di santità;<br />

radicato in Cristo; il Cristo del Rogate;<br />

lo spirito di preghiera con l'Eucaristia al<br />

centro. Riflesso costante e condizionato<br />

del percorso di santità, con la Madre di<br />

Dio, e l'amore alla Chiesa e all'Istituto,<br />

in un atto di continua attenzione per vivere<br />

«con gli occhi di Dio».<br />

L'ultima parte dello scritto dei Superiori<br />

Generali delle due Congregazioni<br />

ripropone «L'attualità di padre Annibale<br />

con vocazione alla santità in un modello<br />

di vita sacerdotale che resta un modello<br />

di vita consacrata». I Rogazionisti e le<br />

Figlie del Divino Zelo eredi evangelizzatori<br />

ed educatori nello Spirito del Di<br />

Francia, sono in cammino in una «nuova<br />

vita di santità»: il Rogate visto non<br />

solo nella preghiera ma anche nell'azione<br />

(folle stanche e sfinite come pecore<br />

senza pastore Mt 9,36): promozione<br />

umana ed evangelizzazione dei piccoli e<br />

dei poveri» (cfr p. 73).<br />

L'anno di Annibale sarà una spinta<br />

particolare perché il Rogate «sia vita di<br />

santità per tutti e sorgente di nuove aggregazioni<br />

ecclesiali»: mentre i Rogazionisti<br />

e le F.D.Z. «eredi e testimoni della<br />

santità del Fondatore «nella coerenza di<br />

vita» vivranno il suo stesso carisma e costruiranno<br />

rapporti di profonda comunione<br />

e forme più efficaci di collaborazione<br />

apostolica nella Chiesa».<br />

Padre Nalin così precisa talune idee:<br />

«i 150 anni della nascita del Fondatore<br />

vorranno dire per noi andare alle origini<br />

delle nostre due Congregazioni del nostro<br />

Carisma, recuperare le dimensioni<br />

originali della nostra consacrazione religiosa».<br />

L'attualità del Di Francia oggi? La risposta<br />

che offre padre Nalin è nelle parole<br />

di Giovanni Paolo II allorché il 7 ottobre<br />

del 1980 elevava il Di Francia a<br />

beato: «Ha centrato tutta la sua vocazione<br />

sul Rogate»; «vivere la propria vita<br />

nella dimensione vocazionale... offrire se<br />

stessi nella dimensione dell'evangelizzazione<br />

e pregare perché nella Chiesa si<br />

moltiplichino gli evangelizzatori».<br />

Alla domanda «Rogate e carità due<br />

Carismi del Di Francia?», il padre Nalin<br />

sottolinea essere un unico Carisma quello<br />

del Di Francia: il Rogate... nella preghiera;<br />

il padre ha colto che per evangelizzare<br />

il mondo a ottenere buoni operai<br />

e la stessa preghiera non sono un fatto<br />

«orale» ma la preghiera diventa azione e<br />

carità. Per il padre la carità è un effetto<br />

della sua preghiera e chi prega si rende<br />

conto che la prima cosa da attuare è<br />

«l'evangelizzazione»; il Di Francia intuì<br />

tutto questo con l'incontro con «Zanco-<br />

Dal 19 al 21 febbraio, presso la Pontificia Università<br />

Urbaniana, si svolgerà un Colloquio internazionale<br />

sulla figura del Cardinale John Henry<br />

Newman, in occasione del bicentenario della<br />

nascita. Sono previsti un Atto Accademico e tre<br />

sessioni. Le tre sessioni di lavoro saranno presiedute,<br />

rispettivamente, dall'Arcivescovo José<br />

Saraiva Martins, Prefetto della Congregazione<br />

delle Cause dei Santi; dall'Arcivescovo Zenon<br />

Grocholewski, Prefetto della Congregazione per<br />

ne» e i poveri del quartiere Avignone.<br />

Oggi nel mondo e nelle zone a culture<br />

diverse, il Rogate viene percepito molto<br />

bene e applicato nel campo della carità<br />

per aver scelto le due Congregazioni<br />

aree di povertà ed averle inserite nel<br />

contesto della carità. Anzi, una novità:<br />

oggi i Rogazionisti aprono una nuova<br />

frontiera in Camerun con la presenza di<br />

due nostri sacerdoti; si inseriranno nella<br />

Chiesa locale, a servizio della pastorale<br />

giovanile.<br />

Un'ultima domanda al Generale, padre<br />

Nalin: i Rogazionisti e la pastorale<br />

giovanile oggi, dentro e fuori le case di<br />

accoglienza, nuove strategie, ideali e impegni?<br />

«I Rogazionisti, ogni giorno —<br />

afferma —, recepiscono una pastorale<br />

giovanile che ci viene dal Fondatore e<br />

d'altra parte ogni giorno ci viene dalla<br />

Chiesa: è centrare la pastorale sul dono<br />

della vocazione; vocazione come dono<br />

di Dio: ognuno di noi è stato amato da<br />

Dio ad inserirsi all'interno della Chiesa e<br />

della società; pertanto aiutare i giovani<br />

a riscoprire la propria vocazione e la disponibilità<br />

alla vocazione in tutti i sensi,<br />

da quella matrimoniale a quella speciale<br />

consacrazione o all'impegno nell'ambito<br />

parrocchiale, resta un elemento di fondo.<br />

Non è pastorale giovanile se non è<br />

pastorale vocazionale. I Rogazionisti restano<br />

impegnati in questo vastissimo<br />

campo». E le Figlie del Divino Zelo? «Ci<br />

ritroviamo insieme — rileva — nel 150°<br />

della nascita del Fondatore per progettare<br />

insieme il cammino nel futuro. Oggi,<br />

dove esse operano, trasmettono in pieno<br />

lo spirito del Fondatore. I primi Rogazionisti<br />

e la madre Maione sono i primi<br />

frutti di santità alle origini delle nostre<br />

Congregazioni».<br />

COSIMO LANZO<br />

GABRIELE NICOLÒ<br />

l'Educazione Cattolica; dal Cardinale Joseph<br />

Ratzinger, Prefetto della Congregazione per la<br />

Dottrina della Fede. Tra i relatori, interverranno<br />

l'Arcivescovo Marcello Zago, Vice Gran Cancelliere<br />

della Pontificia Università Urbaniana; Mons.<br />

Philip Boyce, Vescovo di Raphoe, in Irlanda; Padre<br />

Hermann Geissler, del Centro Internazionale<br />

degli «Amici di Newman»; il Rev. Ian Ker, dell'Università<br />

di Oxford. Tra i temi che saranno trattati,<br />

«Newman e l'Urbaniana», «L'Apologia pro<br />

«Vostro compito e impegno deve essere<br />

di contribuire alla gloria di Dio e, in<br />

pari tempo, ad arricchire gli uomini della<br />

vita divina». È questa la solenne consegna<br />

affidata dall'Arcivescovo Giovanni<br />

Battista Re, Prefetto della Congregazione<br />

per i Vescovi, ai due Padri Cistercensi<br />

del monastero di Santa Croce in Gerusalemme,<br />

don Amedeo Maria Riccardi<br />

e don Mauro Maria Spanalatte, cui ha<br />

conferito l'ordinazione sacerdotale nella<br />

mattina di domenica 7 gennaio, nella<br />

BasilicadiSanta Croce in Gerusalemme.<br />

Con l'Arcivescovo Giovanni Battista<br />

Re hanno concelebrato, tra gli altri, il<br />

Vescovo Gianni Danzi, Segretario della<br />

Pontificia Commissione per lo Stato della<br />

Città del Vaticano e Segretario Generale<br />

del Governatorato; don Simone Maria<br />

Fioraso, Priore del Monastero di<br />

Santa Croce in Gerusalemme, e don Alberto<br />

Stucchi, Priore dell'Abbazia di<br />

Chiaravalle, in Arcidiocesi di Milano.<br />

Erano presenti, tra gli altri, i familiari e<br />

gli amici dei due ordinandi, strettisi a loro<br />

con gioia e commozione.<br />

Il solenne rito è stato aperto dalla<br />

processione che dalla porta centrale ha<br />

raggiunto l'altare. A «guidarla» era la<br />

«Reliquia della Vera Croce», portata dal<br />

diacono, la quale è custodita nella Basilica.<br />

«Cari Padre Amedeo e Mauro, — ha<br />

detto l'Arcivescovo Giovanni Battista Re<br />

all'omelia — offrirete la vostra voce per<br />

chiamare Dio sulla terra sotto i veli del<br />

pane e del vino; presterete le vostre mani<br />

per distribuire l'Eucaristia, la vostra<br />

testa per illustrare la Parola di Dio; con<br />

la vostra lingua pronuncerete il perdono<br />

di Dio nel sacramento della Penitenza».<br />

«Cristo è già, per voi Cistercensi — ha<br />

rilevato il Presule —, l'ideale al quale<br />

nulla anteporre, ma ora, mediante l'ordinazione<br />

sacerdotale Padre Amedeo e<br />

Padre Mauro saranno configurati a Cristo<br />

e resi partecipi del medesimo sacerdozio<br />

di Cristo, unico vero e sommo sacerdote».<br />

«Voi siete dei chiamati — ha proseguito<br />

il Prefetto della Congregazione per<br />

i Vescovi —. Non siete voi che avete<br />

scelto Cristo, ma è Lui che ha scelto<br />

voi. La vocazione al sacerdozio è un dono<br />

e un mistero. È dono perché è qualche<br />

cosa di non meritato, ma un segno<br />

di predilezione da parte di colui che vi<br />

ha chiamato a condividere la sua amicizia.<br />

Ed è mistero perché non è umanamente<br />

spiegabile, perché Cristo abbia<br />

posto il suo sguardo di amore su ciascuno<br />

di voi».<br />

Come sacerdoti essi sono inoltre dei<br />

«consacrati»: chi è sacerdote — ha sottolineato<br />

il Presule — «non appartiene<br />

più al mondo, ma a Dio».<br />

«Voi siete chiamati — ha proseguito<br />

l'Arcivescovo Giovanni Battista Re — ad<br />

essere degli specialisti di Dio. Per valutare<br />

un'opera d'arte noi ci rivolgiamo ad<br />

un intenditore. Ogni sacerdote deve essere<br />

un intenditore di Dio, uno specialista<br />

nei rapporti con Dio ed i suoi misteri.<br />

Il ministero sacerdotale impegna ad<br />

essere segni viventi di Gesù Cristo. Da<br />

ciò nasce la necessità della santità della<br />

vita».<br />

L'efficacia soprannaturale del ministero<br />

sacerdotale è legata al «grado di santità»<br />

del sacerdote, cioè al grado in cui<br />

stava facendo per recarsi nella parrocchia<br />

di Ars, affidatagli dal Vescovo, il<br />

giovane sacerdote non conosceva perfettamente<br />

la strada. «Ad un certo punto<br />

— ha detto il Presule — incontrò un ragazzo<br />

che gli indicò il cammino, gli disse<br />

anche che quella era la sua parrocchia.<br />

Allora il Curato d'Ars con un sorriso<br />

gli replicò: “Tu mi ha insegnato la via<br />

per Ars, io ti insegnerò quella per il cielo”.<br />

In questa espressione — ha rilevato<br />

— vi è tutto l'impegno pastorale che deve<br />

animare un sacerdote».<br />

«Il sacerdote — ha sottolineato l'Arcivescovo<br />

Giovanni Battista Re — non è<br />

soltanto un “uomo per gli altri”, o un<br />

“uomo con gli altri”, cioè un compagno<br />

di viaggio e di esperienza umana. Egli<br />

deve essere soprattutto colui che indica<br />

la via del cielo, che ricorda a tutti che<br />

“non di solo pane vive l'uomo”: vi è anche<br />

un'anima da salvare».<br />

«Caro don Amedeo e caro don Mauro<br />

— ha detto in conclusione l'Arcivescovo<br />

—: siate dei contemplativi dell'invisibile<br />

per essere uomini che indicano la via<br />

che conduce a Dio».<br />

Al termine del rito, i due ordinati<br />

hanno ringraziato, commossi, quanti<br />

hanno preso parte alla Celebrazione. Un<br />

ringraziamento particolare è rivolto alla<br />

comunità monastica che, in questi anni,<br />

li ha accompagnati nel cammino di formazione.<br />

Alla comunità don Amedeo e<br />

don Mauro fiduciosi si affidano, affinché<br />

possano trovare sempre la forza e il coraggio<br />

di essere sacri ministri del<br />

Vangelo.<br />

Celebrata la Giornata Mondiale<br />

dell'Infanzia Missionaria<br />

Nella solennità dell'Epifania si è celebrata<br />

la Giornata Mondiale dell'Infanzia<br />

Missionaria, promossa dalle Pontificie<br />

Opere Missionarie, che quest'anno ha<br />

avuto come slogan «Appuntamento alla<br />

sorgente»: una proposta di fede e di solidarietà<br />

rivolta ai fanciulli e ai ragazzi<br />

per incontrare Gesù, fonte di vita, di<br />

gioia e di amore per tutti.<br />

«È un tema — ha spiegato suor Maria<br />

Teresa Crescini — Segretaria Nazionale<br />

della Pontificia Opera dell'Infanzia Missionaria<br />

— che ha favorevolmente coinvolto<br />

tutti i Centri missionari diocesani<br />

e moltissime parrocchie, anche con<br />

la nuova esperienza del Canto della Stella,<br />

che ha entusiasmato i ragazzi missionari».<br />

Le offerte raccolte nel periodo natalizio<br />

sono andate nel grande cesto del<br />

Fondo Mondiale di Solidarietà per progetti<br />

formatici e di primo annuncio in<br />

1.053 Chiese sorelle sparse in ogni parte<br />

del mondo e specialmente nel Sud. «Sono<br />

progetti — proseguono gli organizzatori<br />

— che manifestano la generosità dei<br />

giovani, che sono i primi apostoli dei loro<br />

coetanei e sanno accompagnarsi al<br />

loro cammino, specie in situazioni di<br />

difficoltà, aiutando i più grandi a vivere<br />

davvero nel mondo come in un unico<br />

villaggio o meglio in una famiglia allar-<br />

Il beato Annibale Maria Di Francia (1851-1927)<br />

vita sua», «La perdurante attualità della visione<br />

della speranza in Newman». L'Atto Accademico<br />

avrà luogo nella mattina di mercoledì 21 febbraio,<br />

e sarà moderata da Mons. Ambrogio<br />

Spreafico, Rettore Magnifico della Pontificia Università<br />

Urbaniana. L'Atto sarà preceduto dalla<br />

Concelebrazione Eucaristica presieduta dal Cardinale<br />

Jozef Tomko, Prefetto della Congregazione<br />

per l'Evangelizzazione dei Popoli, Gran Cancelliere<br />

della Pontificia Università Urbaniana.<br />

gata, la famiglia di Dio. Anche questo è<br />

un frutto del Giubileo che si è concluso<br />

consegnando ai più piccoli la responsabilità<br />

di un futuro aperto alla speranza<br />

di un mondo più giusto e pacifico».<br />

La Chiesa ha preso coscienza delle<br />

potenzialità missionarie dei bambini nella<br />

prima metà dell'Ottocento, nel periodo<br />

di massima espansione delle missioni<br />

europee in Asia, in America, in Oceania<br />

e in Africa. L'intuizione fu del Vescovo<br />

di Nancy (Francia), Mons. Charles De<br />

Forbin Janson, che riceveva continue richieste<br />

dai missionari in Cina perché lì<br />

le famiglie, troppo numerose, abbandonavano<br />

i bambini appena nati.<br />

Tra i ragazzi «salvati» grazie ai bambini<br />

e alle cure dei missionari ci furono i<br />

futuri martiri Paolo Tchen e il Cardinale<br />

Tien, primo Arcivescovo di Pechino.<br />

Secondo i documenti dell'epoca si formò<br />

dunque un circolo virtuoso: i missionari<br />

partivano sostenuti anche dall'impegno<br />

dei bambini. Attualmente il Fondo<br />

Mondiale di Solidarietà ha una forza<br />

educativa straordinaria perché immette<br />

le nuove generazioni nel flusso umanitario<br />

ricomponendo il legame universale<br />

con le persone di tutto il mondo.<br />

Nel 1999 i bambini di 110 nazioni che<br />

fanno parte dell'Infanzia missionaria<br />

hanno finanziato 2.295 progetti in zone<br />

di missione; sono state fatte anche 400<br />

adozioni a distanza. Le richieste di aiuto<br />

sono legate all'evangelizzazione: formazione<br />

religiosa dei piccoli, sussidi ai catechisti,<br />

sostegno alla vita, accoglienza,<br />

riabilitazione, scolarizzazione, sostegno<br />

della famiglia, interventi urgenti in caso<br />

di calamità e guerre.<br />

Calabria:<br />

celebrazioni<br />

in onore di Padre Pio<br />

Anche in terra di Calabria è viva<br />

la devozione verso il beato Padre<br />

Pio da Pietrelcina. Recentemente<br />

— prima che finisse l'anno<br />

giubilare — anche Gioiosa e Rizziconi,<br />

due cittadine rispettivamente<br />

della costa ionica e di quella<br />

tirrenica in provincia di Reggio<br />

Calabria, hanno voluto onorare il<br />

beato con due monumenti che lo<br />

ritraggono benedicente.<br />

A Gioiosa Jonica il monumento<br />

è stato posto in prossimità della<br />

chiesa del Rosario e P. Michele<br />

Ceravolo unitamente al gruppo di<br />

preghiera guidato da Rosamaria<br />

Circosta Barillaro è molto felice di<br />

aver potuto realizzare quest'iniziativa.<br />

Analoga gioia è stata vissuta<br />

nella città di Rizziconi dove Fratel<br />

Paolo Sergi del Convento francescano<br />

di Palmi ha presieduto la<br />

solenne celebrazione, incentrando<br />

l'omelia su «Padre Pio paradigma<br />

di vita evangelica». Nelle due celebrazioni<br />

P. Pio è stato additato<br />

quale fulgido esempio da seguire:<br />

il fatto che egli indicasse la via<br />

del Signore dimostra l'umiltà del<br />

suo servizio reso alla Chiesa.<br />

FILIPPO MARINO


.<br />

PAGINA<br />

5 .<br />

LITURGIA DELLA PAROLA<br />

Is 62, 1-5<br />

1 Cor 12, 4-11<br />

Gv 2, 1-12<br />

Con la domenica del Battesimo del Signore<br />

termina il tempo liturgico del<br />

Natale, tempo segnato da solenni celebrazioni<br />

che danno risalto al sublime mistero<br />

dell'Incarnazione.<br />

1. Con la presente domenica inizia il tempo<br />

liturgico chiamato «ordinario». Questa<br />

qualifica di periodo «ordinario» non ha un<br />

significato negativo, quasi fosse un tempo di<br />

scarsa importanza nell'ordine spirituale;<br />

non ha lo splendore delle celebrazioni più<br />

solenni (Natale, Pasqua, Pentecoste ecc.),<br />

però ci dispone a riflettere a lungo sulla<br />

persona, l'opera ed il messaggio di Gesù.<br />

Egli è divenuto «Emmanuele», Dio con noi,<br />

per essere la Via sicura che conduce al Padre,<br />

la luminosa Verità che ci rende liberi,<br />

la Vita che ci riempie di gioia.<br />

Il cammino della perfezione cristiana richiede<br />

un impegno «straordinario» di buona<br />

volontà per valorizzare le azioni modeste,<br />

semplici e ordinarie, che formano il tessuto<br />

più vero della nostra esistenza.<br />

Tutta la terra adori<br />

il Dio altissimo<br />

2. L'antifona dell'introito esprime un fervido<br />

auspicio: che tutta la terra adori il Dio<br />

altissimo e dia gloria al suo Nome. Noi credenti<br />

siamo chiamati ad essere in prima linea<br />

nel lodare e benedire il Signore; e questo<br />

non solo con le labbra, ma specialmente<br />

con il cuore, con la condotta onesta, con i<br />

gesti di solidarietà verso le persone sofferenti.<br />

Coloro che hanno gli occhi limpidi riescono<br />

a scorgere i drammi delle persone e<br />

delle famiglie; coloro che hanno il cuore<br />

sensibile sono pronti a dare il loro aiuto ai<br />

sofferenti e agli emarginati. Chi è discepolo<br />

del Vangelo deve onorare il Signore in coloro<br />

che lo rappresentano in maniera miste-<br />

riosa ma autentica: i poveri, i malati, gli<br />

esclusi. L'esempio della carità potrà scuotere<br />

la nostra società carica di egoismo.<br />

L'amore verso la città<br />

di Gerusalemme<br />

3. La prima lettura, tratta dal profeta<br />

Isaia, esalta l'amore di Dio verso la città di<br />

Gerusalemme, amore che possiede un'espressione<br />

visibile nel legame di affetto totale<br />

che unisce lo sposo alla sposa. È evidente<br />

che questa prima lettura si collega direttamente<br />

con il brano evangelico che narra<br />

lo sposalizio avvenuto a Cana di Galilea.<br />

La seconda lettura contiene due insegnamenti<br />

preziosi: il primo, riguarda la diversità<br />

dei carismi che lo Spirito Santo distribuisce<br />

ai credenti; il secondo, afferma che i<br />

carismi sono dati per il bene comune, non<br />

per il vantaggio individuale. È doveroso che<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Mercoledì 10 Gennaio 2001<br />

Albania:<br />

il Nunzio Bulaitis<br />

chiude<br />

l'anno giubilare<br />

tra i militari italiani<br />

A Cana, la tenerezza della Madre<br />

ciascuno coltivi il proprio carisma e non nasconda<br />

il talento sotto la polvere della pigrizia<br />

e della mediocrità. Però ogni carisma<br />

deve poi confluire nell'alveo della carità e<br />

sviluppare il bene di tutti; deve far crescere<br />

la fede, il fervore della preghiera, la gioia di<br />

servire il Signore, l'entusiasmo per diffondere<br />

il Vangelo in ogni parte del mondo. I navigatori<br />

solitari, sganciati dalla comunità,<br />

corrono il rischio di compiere grandi passi,<br />

ma fuori della via che conduce alla fede e<br />

alla civiltà.<br />

Sarà bene che facciamo attenzione alla<br />

preghiera rivolta a Gesù Cristo, prima del<br />

gesto di pace nella Messa; quella preghiera<br />

ci fa chiedere il dono dell'unità e della pace<br />

per la Chiesa. Non è un'orazione superflua<br />

se viene ripetuta ogni giorno nelle migliaia<br />

di Messe celebrate nel pianeta terra. L'unità<br />

della Chiesa viene insidiata dalla superbia<br />

che crea divisioni; e la pace ecclesiale può<br />

conoscere il pericolo di molteplici forme di<br />

egoismo.<br />

Non è possibile prolungare<br />

la festa senza il vino!<br />

4. Nel Vangelo delle nozze di Cana troviamo<br />

tanti spunti di meditazione, destinati all'aumento<br />

della fede. Vediamo che è presente<br />

alla festa nuziale la Madre di Gesù.<br />

Qualche vincolo di parentela tra le famiglie<br />

L'Arcivescovo Giovanni Bulaitis, Nunzio Apostolico in Albania,<br />

ha presieduto sabato 6 gennaio la Concelebrazione Eucaristica<br />

per la chiusura del Giubileo presso il Quartier Generale del<br />

Contingente Multinazionale di Durazzo. Alla Santa Messa hanno<br />

partecipato i 1.200 militari italiani di Italfor-Albania, impegnati<br />

nell'ambito della forza Nato denominata «Communication Zone<br />

West di Kfor».<br />

Il Nunzio Apostolico è stato ricevuto dal Gen. Amilcare Casalotto,<br />

Comandante di Commz (W). Durante la Santa Messa, l'Arcivescovo<br />

ha portato con la Parola di Dio, l'ennesimo messaggio<br />

di pace, in un lembo di terra balcanica che, per anni, è stato<br />

l'ultimo baluardo dell'ateismo.<br />

14 GENNAIO 2001 — II DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO<br />

degli sposi e la santa Famiglia di Nazareth<br />

avrà suggerito quell'invito per Maria e poi<br />

per Gesù, che vi andò con i suoi discepoli.<br />

Il nostro sguardo cerca di studiare l'atteggiamento<br />

di Maria, che non appare interessata<br />

a ricevere complimenti o a gustare il<br />

sapore dei cibi. La Madonna non pensa a<br />

se stessa, ma agli altri e specialmente agli<br />

sposi, perché si accorge che viene a mancare<br />

il vino. Non è possibile prolungare la<br />

festa di nozze senza il vino!<br />

Maria ha un cuore sensibile per la penosa<br />

situazione dei novelli sposi e ha piena fiducia<br />

nell'infinita bontà e onnipotenza di<br />

Gesù. Per questo si rivolge subito a lui segnalando<br />

l'imbarazzo dei festeggiati: «Non<br />

hanno più vino»!<br />

Mi piace sottolineare come Maria sia attenta<br />

a personalizzare il problema. Questo<br />

rappresenta un insegnamento di grande valore<br />

per noi discepoli di Cristo che possiamo<br />

essere tentati di sottrarci alla concretezza<br />

dei problemi come se fossero realtà<br />

campate sulle nuvole, e invece sono pesi e<br />

sofferenze di nostri fratelli. Sono molto<br />

spesso problemi gravi — come la mancanza<br />

di salute, di lavoro, di libertà ecc. — che<br />

toccano persone vive, legate a noi da vincoli<br />

di fraternità, perché tutti siamo figli dell'unico<br />

Padre celeste.<br />

Quando il Signore decide di intervenire<br />

ordina ai servi di riempire d'acqua le giare.<br />

Sembra un ordine assurdo: manca il vino e<br />

Gesù comanda di raccogliere acqua! Ma i<br />

servi non discutono l'ordine ricevuto dal Si-<br />

TERRA SANTA Il Natale delle Chiese ortodosse - La Santa Messa celebrata dal P. Custode nella chiesa parrocchiale di santa Caterina<br />

A Betlemme nella solennità dell'Epifania<br />

la solidarietà dei pellegrini giunti dall'Europa<br />

nostro servizio<br />

BETLEMME, 9.<br />

Anche il Natale delle Chiese ortodosse<br />

— greca, siriana, copta ed etiopica<br />

— ha risentito del clima e delle limitazioni<br />

dell'Intifada: qualche centinaio<br />

appena di fedeli, quasi tutti locali e pochi<br />

venuti da Gerusalemme, hanno<br />

partecipato alla principale funzione liturgica,<br />

la Messa della notte fra il 6 e il<br />

7 nella basilica della Natività, alla quale<br />

hanno assistito il presidente dell'Autorità<br />

nazionale palestinese Yasser Arafat,<br />

alcuni suoi ministri e collaboratori,<br />

il sindaco della città Hanna Nasser e<br />

fra i diplomatici il console generale di<br />

Grecia. La Celebrazione è stata presieduta<br />

dall'Arcivescovo greco Cornelius,<br />

che regge il Patriarcato dalla morte di<br />

Diodoros I, il 19 dicembre (l'elezione<br />

del suo successore è prevista dopo la fine<br />

del lutto di 40 giorni). Alberghi e negozi<br />

quasi tutti chiusi. Un po' di animazione<br />

nel centro di Betlemme si è vista<br />

la mattina del 6 quando parecchi<br />

fedeli cattolici locali e molte religiose<br />

hanno raggiunto la chiesa parrocchiale<br />

di santa Caterina, adiacente alla basilica,<br />

per partecipare nella Solennità dell'Epifania<br />

alla Santa Messa presieduta<br />

dal Custode francescano di Terra Santa,<br />

P. Giovanni Battistelli, OFM. Fra le<br />

autorità presenti il sindaco e i quattro<br />

consoli generali delle nazioni cattoliche<br />

a Gerusalemme garanti dello «status<br />

quo» (Francia, Italia, Spagna e Belgio).<br />

La Celebrazione è stata accompagnata<br />

dal Coro della parrocchia di Gerusalemme,<br />

diretto dalla maestra Hania<br />

Soudah Sabbara, che ha eseguito la<br />

«Missa Mater Misericordiae» di Padre<br />

Armando Pierucci OFM, all'organo; voce<br />

solista il soprano Rana Soudah.<br />

Tra i fedeli presenti alcuni italiani,<br />

venuti sia per testimoniare solidarietà<br />

ai cattolici di qui, in sempre maggiori<br />

ristrettezze a causa di oltre tre mesi di<br />

Intifada, sia per verificare che le condizioni<br />

di sicurezza consentano il ritorno<br />

di gruppi, ovvero il ripristino dei pellegrinaggi.<br />

Condizioni che, purtroppo, ancora<br />

non sussistono nelle località dell'Autonomia<br />

palestinese, come Betlemme, che<br />

gli autobus non possono raggiungere<br />

per il blocco militare di tutti i territori<br />

palestinesi, il più severo che si ricordi;<br />

(e se potessero passare non si avventurerebbero<br />

per i fondati timori di essere<br />

bersaglio di lanci di pietre o di proiettili<br />

da parte di nazionalisti palestinesi).<br />

Non ci sono invece problemi a Gerusalemme<br />

e a Nazareth e nell'attraversamento<br />

dello stato ebraico. A Betlemme<br />

gli stranieri provenienti da Gerusalemme<br />

arrivano con taxi diversi: il primo,<br />

israeliano, si ferma prima del posto di<br />

controllo militare di Tantur (che deve<br />

essere quindi attraversato a piedi); il<br />

secondo, palestinese, si muove da qualche<br />

centinaio di metri dopo e consente<br />

di arrivare alla basilica della Natività.<br />

I soldati ebrei non sollevano problemi a<br />

chi presenta il passaporto; fanno passare<br />

anche delle automobili con targa<br />

israeliana, guidate però solo da cittadini<br />

stranieri, non da israeliani e tanto<br />

meno da palestinesi.<br />

Il Patriarca Sabbah<br />

in Cisgiordania<br />

È invece impossibile attraversare la<br />

Cisgiordania le cui strade, anche le meno<br />

importanti, sono disseminate da impreviste<br />

ostruzioni e da decine di insuperabili<br />

posti di controllo israeliani. Ne<br />

ha fatto personale esperienza il giorno<br />

7 il Patriarca di Gerusalemme dei Latini,<br />

S. B. Michel Sabbah: prevedeva di<br />

giungere in tempo nella cittadina di<br />

Rafidia, presso Nablus e il pozzo di<br />

Giacobbe, per celebrare nella chiesa<br />

parrocchiale la Santa Messa domenicale,<br />

che doveva essere per quella comunità<br />

anche di chiusura del Grande Giubileo.<br />

Il percorso da Gerusalemme si<br />

copre in un'ora circa, ne ha invece impiegate<br />

più di tre. Innumerevoli gli<br />

ostacoli incontrati sulle strade e vane si<br />

sono rivelate pure le ricerche di stradine<br />

di campagna per proseguire; lunghe<br />

infine le attese ai posti di controllo: i<br />

soldati, gentili, dicevano che dovevano<br />

rispettare gli ordini dei loro comandanti.<br />

Il Patriarca aveva previsto di raggiungere,<br />

passando per la parrocchia di<br />

Zababdeh, la città di Jenin anche qui<br />

per concludere le celebrazioni del Giu-<br />

bileo; e sempre a causa dei blocchi è<br />

giunto alla prima destinazione quando<br />

tutte le funzioni del mattino erano finite<br />

e ha celebrato la Messa nella seconda<br />

città, ma nella cappella delle suore<br />

di sant'Anna, in un'ora insolita del pomeriggio.<br />

Aveva informato i tre parroci che i<br />

fedeli non attendessero quella che si rivelava<br />

un'avventura, una vera odissea.<br />

A Gerusalemme inaugurato<br />

un convento francescano<br />

Qualche ora dopo a Gerusalemme,<br />

nella parte israeliana della città, avveniva<br />

l'inaugurazione di un nuovo convento<br />

francescano destinato ad accogliere<br />

una missione pastorale specialissima,<br />

l'assistenza alla locale comunità<br />

cattolica di espressione ebraica.<br />

Il decreto canonico di erezione porta<br />

la data del 7 gennaio e una targa di ottone<br />

fa memoria dell'inaugurazione.<br />

Da quando tre anni fa i padri domenicani<br />

— pionieri in questa attività grazie<br />

all'opera di due illustri suoi frati, Padre<br />

Bruno Hussar (il fondatore di Nevé<br />

Shalom, morto quasi cinque anni fa) e<br />

Padre Marcel Dubois (scrittore ed esegeta,<br />

docente di filosofia e poi decano<br />

dell'omonima facoltà nella prestigiosa<br />

Università Ebraica di Gerusalemme, oggi<br />

più che ottuagenario) — hanno do-<br />

La diocesi di Crema in cammino<br />

seguendo l'icona di Emmaus<br />

«Il convegno di stasera segna l'inizio<br />

dell'anno pastorale. È il tempo del ricominciare»<br />

Con queste parole il Vescovo<br />

di Crema, Mons. Angelo Paravisi, ha<br />

inaugurato di recente l'anno pastorale<br />

2000/01 della diocesi.<br />

«Lo facciamo — ha aggiunto — con<br />

gioia, slancio e passione. Vogliamo dare<br />

alla nostra Chiesa un volto conciliare, rivedendo<br />

quelle pratiche pastorali che<br />

sono il cammino quotidiano della nostra<br />

comunità. La sistemica, umile revisione<br />

delle nostre pratiche porta ad un rinnovamento<br />

di tutta la pastorale».<br />

Il Presule propone ogni anno delle linee<br />

pastorali che rappresentano le tappe<br />

di un cammino che egli va tracciando<br />

seguendo l'icona di Emmaus.<br />

Il loro primo obiettivo è quello di «rifare<br />

con amore il tessuto cristiano delle<br />

nostre comunità», attuando le indicazioni<br />

del Concilio Vaticano II.<br />

Le linee pastorali 2000-2001 «Sosta ad<br />

Emmaus», si muovevano su due direttrici:<br />

«Il giorno del Signore», che il Vescovo<br />

presenta come tema centrale della fede<br />

cristiana: vivere cristianamente la domenica<br />

deve far parte di un cammino di<br />

iniziazione alla fede.<br />

Il Dies Domini, recuperato nei suoi<br />

significati originari, è soprattutto un<br />

giorno per gustare la presenza del Risor-<br />

to. «Chiamati a celebrare l'Eucaristia nel<br />

Giorno del Signore» è la seconda articolazione<br />

delle linee pastorali, che si muove<br />

su una rivisitazione delle parti principali<br />

della Celebrazione Eucaristica.<br />

Una comunità riunita davanti al suo<br />

Signore; si tratta di riscoprire i giusti atteggiamenti<br />

del radunarsi delle nostre<br />

assemblee: il pane spezzato, facendo<br />

memoria del gesto di Gesù la comunità<br />

cerca le vie per una vita di comunione e<br />

crea sempre nuove coraggiose modalità<br />

per spezzare il pane ai fratelli.<br />

La comunità è chiamata a celebrare<br />

nello splendore: il Presule ha sottolineato<br />

come la Celebrazione dell'Eucaristia<br />

domenicale deve muoversi con creatività<br />

e libertà, in un equilibrio di parole e di<br />

gesti, facendo emergere e valorizzando<br />

nell'unica assemblea i molti carismi suscitati<br />

dallo Spirito.<br />

In tali linee si inserisce il convegno «Il<br />

Giorno del Signore».<br />

Il primo momento della riflessione del<br />

convegno è stato relazionato da don<br />

Brovelli, responsabile della formazione<br />

del clero della diocesi di Milano, sul tema<br />

«L'Eucaristia: una consegna antica e<br />

autorevole», riportando agli inizi di questa<br />

esperienza, quando l'Eucaristia di<br />

Gesù comincia a divenire la ragione del<br />

convocarsi, lo spazio della fraternità, il<br />

luogo della appartenenza.<br />

vuto lasciarla, è stata continuata da un<br />

frate minore italiano, Padre Pier Battista<br />

Pizzaballa, conoscitore della lingua<br />

e della storia religiosa ebraica. Nato<br />

nella Bassa Bergamasca, presso Treviglio<br />

e il santuario di Caravaggio, P. Pizzaballa<br />

ha studiato al «Biblicum Francescanum»<br />

e all'Università ebraica.<br />

Nel frattempo i Padri Lazzaristi rientravano<br />

in possesso del loro edificio<br />

con giardino nella centrale via Agron,<br />

che i domenicani avevano lasciato, e<br />

veniva canonicamente soppresso il convento<br />

di sant'Isaia, del quale avevano<br />

fatto parte i padri Hussar e Dubois. La<br />

Custodia francescana dava quindi ospitalità<br />

alla comunità di cattolici ebrei<br />

nel vicino suo Collegio di Terra Santa<br />

ma con carattere di provvisorietà perché,<br />

ottenutane la restituzione dall'Università<br />

ebraica, intendeva procedere al<br />

suo restauro.<br />

Queste vicende spiegano come e perché<br />

sia maturato il disegno della Custodia<br />

di destinare ai cattolici di espressione<br />

ebraica l'edificio che possedeva nella<br />

centralissima via Harav Kook, traversa<br />

della via Giaffa a due passi dalla piazza<br />

e strada Ben Yeuhuda. Un edificio<br />

che ha una sua storia e un suo «blasone»<br />

appostogli dalla sovrintendenza ai<br />

beni architettonici e storici della municipalità<br />

di Gerusalemme: è infatti uno<br />

dei più belli costruiti alla fine dell'Otto-<br />

Don Brovelli ha poi affrontato il tema<br />

«L'Eucaristia: un dono affidato alle nostre<br />

mani», riproponendo alcuni valori<br />

capaci di rimotivare il nostro cammino:<br />

celebrare è un atto gratuito che proclama<br />

il primato di Dio.<br />

Chi familiarizza con l'Eucaristia è capace<br />

di gratuità, di perdere la propria<br />

vita come dono «restituito».<br />

La Celebrazione Eucaristica fa scoprire<br />

che la carità di Gesù è la misura, la<br />

vita, segna l'esistenza delle persone, guida<br />

i cammini vocazionali: l'Eucaristia è<br />

un dono e come tale va atteso, non solo<br />

consumato.<br />

La successiva relazione è stata del<br />

prof. Eugenio Zucchetti, sul tema: «La<br />

domenica tra festa, riposo e consumo».<br />

Il metodo, quindi, è quello di un coinvolgimento<br />

più ampio possibile come segno<br />

di comunione e in vista di una sempre<br />

più ampia corresponsabilità — come<br />

ha spiegato don Pierluigi Ferrari, delegato<br />

vescovile per la Pastorale della diocesi<br />

di Crema —. Ogni relazione infatti, è seguita<br />

da gruppi di studio che si svolgono<br />

nelle sei Zone pastorali della diocesi. I<br />

risultati della riflessione saranno poi presentati<br />

e approfonditi in una riunione<br />

plenaria che concluderà il Convegno.<br />

FABRIZIO PIZZAMIGLIO<br />

cento che fu sede, all'inizio, del Consolato<br />

italiano, poi adattato ad albergo, il<br />

«Lebanon», e infine accolse il primo<br />

quotidiano in lingua inglese, la «Palestine<br />

Post», progenitore dell'attuale «Jerusalem<br />

Post».<br />

Un centro per i cattolici<br />

di espressione ebraica<br />

Tutto l'interno dell'edificio è stato<br />

concepito e realizzato per la finalità a<br />

cui la Custodia lo ha destinato, convento<br />

e centro spirituale; per questo dispone<br />

di un'ampia cappella e di spazi di<br />

accoglienza. E nella cappella si è svolta<br />

domenica la Celebrazione Eucaristica,<br />

presieduta dal Custode, Padre Giovanni<br />

Battistelli OFM, con la partecipazione<br />

di numerosi frati degli altri undici conventi<br />

cittadini e dello «Studium Biblicum<br />

Franciscanum».<br />

Prima e durante la recita dei Vespri<br />

sono state illustrate le finalità della<br />

nuova opera: «Questa nuova casa è stata<br />

aperta per servire il Messia e risponde<br />

alle attese e alla speranza, che è Cristo,<br />

di quanti vivono nella società<br />

israeliana», ha detto Padre Pizzaballa<br />

ringraziando la Custodia per «il coraggio<br />

con cui ha creduto nel futuro», per<br />

il felice superamento di non poche difficoltà<br />

anche finanziarie e soprattutto<br />

per «aver dato prova di giovinezza e di<br />

dinamismo».<br />

«Questa casa — ha detto Padre Battistelli<br />

— è nella continuità degli ideali<br />

che la Custodia di Terra Santa persegue,<br />

di vivere inserita in Cristo e tra il<br />

popolo in cui opera; un impegno quindi<br />

che ha sentito il dovere di assumere.<br />

Qui, ha aggiunto, si prega in ebraico,<br />

ma la liturgia è aperta a tutte le liturgie<br />

come lo spirito è aperto al Signore».<br />

Il Custode ha augurato che i religiosi<br />

che vi sono preposti operino «nello spirito<br />

francescano di perseveranza, umiltà<br />

e fedeltà a Cristo» e ha invocato su<br />

di essi l'assistenza della grazia divina e<br />

la forza per realizzare tutti i loro propositi».<br />

E, prima di passare alla benedizione<br />

di ogni locale, ha ringraziato e<br />

assicurato preghiere per due benefattrici<br />

italiane (i loro nomi: Italia ed Erminia)<br />

che si sono unite al grande impegno<br />

finanziario della Custodia e per<br />

quanti hanno voluto, seguito e realizzato<br />

la costruzione.<br />

Merita una riflessione la pertinente<br />

scelta di dedicare la nuova istituzione<br />

alla presentazione di Gesù al Tempio<br />

(Lc 2, 22-38) e infatti la bellissima grande<br />

icona posta nella cappella, raffigura<br />

al centro Gesù bambino fra il vecchio<br />

Simeone e la profetessa Anna, accanto<br />

ad essi la Vergine Maria e san Giuseppe;<br />

è stata dipinta, i loro nomi scritti in<br />

ebraico, da una suora del monastero<br />

greco-melchita cattolico dell'Emmanuele<br />

di Betlemme.<br />

Va infine riferito che vicino al convento<br />

c'è la nuova sinagoga degli ebrei<br />

della regione di Bukhara (Uzbekistan) e<br />

la sede gerosolimitana dell'associazione<br />

degli industriali.<br />

GRAZIANO MOTTA<br />

MARTINO GOMIERO<br />

Vescovo emerito di Adria-Rovigo<br />

gnore e vedono compiersi il prodigio dell'acqua<br />

trasformata in vino. Di fronte ai comandamenti<br />

di Dio non dobbiamo avanzare<br />

le obiezioni delle nostre corte vedute umane.<br />

L'obbedienza al Signore diventa fonte di<br />

grazia e di merito. Nell'ipotesi che la legge<br />

umana fosse in contrasto con quella divina,<br />

per i cristiani non c'è dubbio: bisogna obbedire<br />

a Dio! Egli sa qual è il vero bene dell'uomo.<br />

Gesù ama la famiglia<br />

la vuole culla della vita<br />

5. Gesù ha compiuto il primo miracolo<br />

per la felicità degli sposi, per la gioia della<br />

nascente famiglia. Questa precedenza ha un<br />

significato molto eloquente: Gesù ama la famiglia,<br />

la vuole fedele al progetto di Dio, la<br />

vuole costruita sull'amore fedele, indissolubile<br />

e fecondo, la vuole culla della vita. Per<br />

questo la santifica con il sacramento del<br />

Matrimonio e la protegge con una speciale<br />

Provvidenza. Gesù stesso, entrando nel<br />

mondo, ha voluto passare attraverso l'esperienza<br />

di una famiglia. Penso che saranno<br />

felici le famiglie che, seguendo l'esempio<br />

degli sposi di Cana, inviteranno Gesù e Maria<br />

a rimanere nelle loro case.<br />

Mons. Martino Gomiero, Vescovo<br />

emerito di Adria-Rovigo, inizia, con la<br />

II Domenica del Tempo Ordinario, il<br />

commento alla Liturgia della Parola<br />

del ciclo C. «L'Osservatore Romano»<br />

esprime un particolare ringraziamento<br />

al Presule per aver accettato la collaborazione.<br />

San Severo: un volume<br />

su storia e arte<br />

dell'antica chiesa<br />

di S. Maria della Pietà<br />

L'etica e l'estetica hanno un intimo<br />

rapporto. Quando una società non educa<br />

ad amare e salvaguardare la sua storia<br />

e le sue origini anche i propri valori<br />

difetteranno. Come dire: una società<br />

esteticamente indescrivibile è una società<br />

eticamente vuota. Il concetto riaffiora<br />

leggendo l'ultima fatica di Emanuele<br />

d'Angelo («La chiesa di Santa Maria della<br />

Pietà in San Severo. Appunti di storia<br />

e di arte», Esseditrice, San Severo, luglio<br />

2000, pp. 130, L. 20.000), che analizza<br />

la storia ed il patrimonio artistico<br />

di una delle più belle chiese che la città<br />

pugliese può vantare.<br />

La documentazione raccolta di recente,<br />

anche a livello giornalistico, da questo<br />

giovane autore e da studiosi seri di<br />

storia patria, ha risaltato la ricchezza<br />

delle vicende, dei monumenti e dell'arte<br />

della comunità locale e, soprattutto, del<br />

patrimonio ecclesiastico. I lusinghieri<br />

giudizi espressi dal prefatore, prof. Pasquale<br />

Corsi, docente di Storia Medievale<br />

all'Università di Bari, lasciano affermare<br />

che ci si trova di fronte ad una ricerca<br />

seria, argomentata, storicamente<br />

ed artisticamente fondata.<br />

L'analisi e lo studio delle fonti storiche,<br />

dei documenti, la valutazione artistica<br />

non è mai acriticamente riportata<br />

ma è seriamente elaborata e pensata<br />

dall'Autore che non si risparmia in comparazioni<br />

e confronti attendibili.<br />

Dopo la monografia su san Severino<br />

Abate, pubblicata dal Nostro qualche<br />

tempo fa, in cui si rivendicava storicamente<br />

il primato sul patronato del santo<br />

monaco sulla città, con questo volume<br />

su Santa Maria della Pietà la storiografia<br />

delle chiese locali è certamente più ricca<br />

e seria ed offre materiale e spunti di discussione<br />

e dibattito storico-artistico.<br />

Tornando al libro è da apprezzare<br />

l'impianto bibliografico ed iconografico<br />

(ben 112 foto e riproduzioni con didascalie),<br />

che valorizzano la ricerca. Il linguaggio,<br />

dotto e tecnico, pur in presenza<br />

di tentativi di semplificazione, certamente<br />

non agevola la lettura dei non addetti<br />

ai lavori e dei non tecnici. È un libro,<br />

quindi, dalla lettura impegnativa<br />

che va studiato con attenzione ma che<br />

lascia apprezzare, comunque, bellezze<br />

storico-artistiche locali che meritano<br />

maggiore attenzione e promozione.<br />

Di particolare ricchezza espositiva e<br />

descrittiva il paragrafo di presentazione<br />

dei quadri presenti nella chiesa della<br />

Pietà contenuto nel capitolo secondo<br />

(La Natività e l'Adorazione dei pastori,<br />

l'Adorazione dei magi, La presentazione<br />

di Maria al tempio, L'educazione di<br />

Maria, Il sogno di Giuseppe, L'ultima<br />

cena, Gesù tra i dottori del tempio, Il<br />

transito di Maria...) oltre che la parte<br />

dedicata al noto e presunto miracolo, alla<br />

devozione all'Addolorata e alla processione<br />

del Venerdì santo.<br />

FRANCESCO ARMENTI


.<br />

PAGINA<br />

La manifestazione del Signore a tutte<br />

le genti — in particolare ai Magi e durante<br />

il battesimo al Giordano — per far<br />

conoscere la salvezza donata da Dio, è<br />

stato il tema centrale della liturgia della<br />

Parola che ha caratterizzato la «Celebrazione<br />

di chiusura del grande Giubileo»,<br />

il 5 gennaio nel Duomo di Milano. La liturgia<br />

ricca di testi biblici è prevista dal<br />

Rito ambrosiano per i primi Vespri dell'Epifania<br />

— e l'Eucaristia in questo caso<br />

è celebrata «infra Vesperas» —; una<br />

Santa Messa, quindi, che ha contribuito<br />

a mettere in luce il significato dell'Anno<br />

Santo appena concluso e della Solennità<br />

imminente: momenti di annuncio e<br />

ascolto straordinari della Parola di Dio,<br />

di conversione e carità, di accoglienza<br />

della Grazia nei sacramenti della Penitenza<br />

e dell'Eucaristia. Lo ha sottolineato<br />

con decisione l'Arcivescovo di Milano,<br />

Cardinale Carlo Maria Martini, che<br />

ha detto fra l'altro: «Sarebbe bello poter<br />

approfondire queste letture. Ma ci limitiamo<br />

a dire che la manifestazione dell'amore<br />

di Dio per noi, che rifulge nei<br />

misteri del Natale e dell'Epifania, è avvenuta<br />

ai nostri occhi anche nell'anno<br />

trascorso con il dono del Grande Giubileo».<br />

L'Arcivescovo ha incominciato la celebrazione<br />

con una solenne processione<br />

dall'altare di san Giovanni Bono ed ha<br />

fatto sosta presso la porta della Cattedrale,<br />

che è stata chiusa, come previsto,<br />

a conclusione dell'Anno Santo in diocesi.<br />

Il Duomo ha registrato un'affluenza<br />

eccezionale, stimabile in oltre seimila<br />

persone. La liturgia della Parola, come<br />

già detto, era ricca di brani: la profezia<br />

di Balaam (Num. 24, 15-25a), il rapimento<br />

in cielo di Elia (2Re 2, 1-12), una<br />

visione messianica di Isaia (Is. 49, 8-13),<br />

un episodio con protagonista Eliseo (2Re<br />

6, 1-7), l'esperienza di Dio misericordioso<br />

narrata da Paolo a Tito (Tt. 3, 3-7) ed<br />

infine il Battesimo di Gesù nel racconto<br />

di Matteo (Mt. 3, 13-17). Essendo tanti<br />

gli spunti di riflessione, il Porporato ha<br />

voluto ricordare alcune date particolarmente<br />

significative del Giubileo; e ciò in<br />

considerazione anche dell'attesa del<br />

«prossimo documento del Papa che, a<br />

partire dalla sua omelia di domani, ci<br />

aiuterà a valutare a fondo quanto è avvenuto».<br />

Ecco, dunque, le sette date, scelte dal<br />

Cardinale Martini «come sette icone o<br />

momenti simbolici... da cui emerge anche<br />

una immagine di Chiesa rinnovata<br />

dal Giubileo»: il 12 marzo, prima domenica<br />

di Quaresima, con il gesto della<br />

«purificazione della memoria»; i viaggi<br />

del Papa in Terra Santa, «alle sorgenti<br />

della Rivelazione»; il 7 maggio, con la<br />

commemorazione dei nuovi martiri in<br />

un'ottica ecumenica; il 9 luglio, con il<br />

Giubileo nelle carceri; le giornate mondiali<br />

della gioventù in agosto; il 4 novembre,<br />

con il pellegrinaggio dei ventimila<br />

di Milano a Roma e la Messa in rito<br />

ambrosiano in Piazza San Pietro; infine,<br />

una serie di date più che una sola,<br />

quelle delle canonizzazioni di moltissimi<br />

santi e martiri, a simbolo delle quali<br />

l'Arcivescovo ha voluto citare quella del<br />

beato Giovanni XXIII, «che è bello ricordare<br />

qui in questo Duomo nel quale<br />

egli tenne tra l'altro l'omelia funebre per<br />

il Cardinale Schuster»; ha commentato<br />

qui il Cardinale Martini: «Un santo che<br />

parlava di un altro santo!».<br />

Alle sette «icone» il Porporato ha accostato<br />

altrettanti volti di comunità cristiana<br />

rinnovata: «una Chiesa che sa dire<br />

col Papa “io chiedo perdono”, che sa<br />

di essere santa ma anche sempre bisognosa<br />

di purificazione»; «un popolo che<br />

ricorda le sue origini» e si specchia «nell'acqua<br />

limpida delle Scritture»; «una<br />

Chiesa che è pronta a giocarsi la vita<br />

per il Vangelo», anche con un'attenzione<br />

ecumenica; «una Chiesa capace di<br />

misericordia»; «una Chiesa che ascolta e<br />

valorizza i giovani»; «la nostra fedeltà al<br />

Papa e alla comunione di tutte le Chiese<br />

particolari»; «siamo discendenza di santi:<br />

la santità è ancora attuale!».<br />

Venerdì, 5 gennaio nella Cattedrale di<br />

Salerno da S.E. Rev.ma Mons. Gerardo<br />

Pierro, Arcivescovo Metropolita, è stato<br />

solennemente chiuso l'Anno Giubilare,<br />

con la partecipazione dei parroci, dei religiosi,<br />

delle religiose, dei laici consacrati<br />

e di numerosi fedeli provenienti dalle diverse<br />

zone della diocesi.<br />

La celebrazione è iniziata con la «statio»<br />

presso la chiesa di s. Agostino, da<br />

dove è partita la processione, che percorrendo<br />

via Duomo ha raggiunto la<br />

Cattedrale, dopo la chiusura della Porta<br />

santa e dopo che la folla di fedeli ha<br />

raggiunto il posto ad essa riservato sono<br />

state proclamate le letture della Solennità<br />

dell'Epifania.<br />

All'Omelia, accolta con attenzione e<br />

in religioso silenzio, il Pastore della<br />

Chiesa di Dio che è in Salerno-Campagna-Acerno<br />

ha tracciato il bilancio di<br />

questo Anno Giubilare, che si è rivelato<br />

come uno straordinario anno di grazia e<br />

di perdono, carico di eventi che rimarranno<br />

perennemente scolpiti nella memoria<br />

di tutti i fedeli di Cristo, riscoprendo<br />

come unico Salvatore ieri, oggi<br />

e sempre.<br />

Il bilancio dell'Anno Santo è stato<br />

l'occasione per Mons. Pierro sia per ribadire,<br />

a nome di tutti i fedeli, l'amore<br />

alla Chiesa, madre dei redenti, che essa<br />

continuamente rigenera mediante i sa-<br />

6 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Mercoledì 10 Gennaio 2001<br />

Chiusura della Porta Santa<br />

nelle diocesi italiane<br />

MILANO TORINO<br />

A queste riflessioni il Porporato ha<br />

fatto seguire il rendimento di grazie al<br />

Signore, per i tanti doni di quest'Anno<br />

Santo, compresi i pellegrinaggi organizzati<br />

da parrocchie e gruppi. Il «grazie»<br />

si è poi esteso a tutti coloro che hanno<br />

in qualsiasi modo collaborato alle iniziative<br />

giubilari, fra cui i circa mille volontari<br />

ambrosiani a Roma. A tale proposito<br />

va notato che sono state programmate<br />

delle iniziative, rivolte a questi collaboratori<br />

ma aperte anche ad altri, per<br />

valorizzare in futuro queste «energie<br />

preziose».<br />

L'Arcivescovo ha ringraziato pure i<br />

responsabili delle ventitré chiese giubilari<br />

della diocesi — presenti quali concelebranti<br />

—, ai quali ha consegnato un lezionario<br />

artistico, «come stimolo a proseguire<br />

nello spirito evangelico del Giubileo».<br />

Un altro «fatto provvidenziale» —<br />

come l'ha definito il Porporato — è consistito<br />

nella inaugurazione dopo la Messa,<br />

proprio alla chiusura dell'Anno Santo,<br />

di una lapide che ricorda i quarantasette<br />

sinodi diocesani tenuti dal tempo<br />

di san Carlo, fino all'ultimo del 1995. «È<br />

bello richiamare questi eventi — ha<br />

commentato il Cardinal Martini — anche<br />

perché il nostro ultimo sinodo è stato<br />

di fatto il primo passo preparatorio al<br />

grande Giubileo». Ulteriore motivo di<br />

gratitudine e di gioia è stata la partecipazione<br />

alla stessa Eucaristia di un Vescovo<br />

neoeletto, S. E. Monsignor Carlo<br />

Ghidelli, della diocesi di Crema, sinora<br />

Assistente generale dell'Università Cattolica<br />

del Sacro Cuore e che tra pochi<br />

giorni sarà ordinato Vescovo di Lanciano<br />

e Ortona. «Vorrei dirgli il nostro grazie<br />

— ha aggiunto il Cardinale Martini<br />

— perché nel suo incarico ha sempre favorito<br />

la comunione e la collaborazione<br />

con la Chiesa locale di Milano». E qui<br />

aggiungiamo che, insieme con il Cardinale,<br />

gli altri sacerdoti e il nuovo Presule,<br />

v'erano a concelebrare sette Vescovi<br />

Ausiliari di Milano.<br />

«Infine — ha concluso l'Arcivescovo<br />

— vorrei esprimere il grazie alla Madre<br />

di Gesù, alla Madonna del Sabato Santo,<br />

che ci ha ottenuto di vivere con fiducia<br />

e con gioia questo sabato del tempo<br />

che è stato il Grande Giubileo, e che ci<br />

accompagnerà nel millennio che inizia<br />

facendo scendere nei nostri cuori la triplice<br />

grazia della consolazione della<br />

mente, del cuore e della vita».<br />

Qualche nota ancora sull'Epifania,<br />

particolarmente sentita a Milano per la<br />

presenza delle reliquie dei santi Magi in<br />

sant'Eustorgio. Anche sabato 6 l'Arcivescovo<br />

ha presieduto una solenne Santa<br />

Messa in Duomo, tornando a fare alcuni<br />

accenni al Giubileo — ricordando in<br />

particolare il Papa che aveva appena<br />

chiuso la Porta Santa a Roma — e soffermandosi<br />

sui testi biblici del giorno.<br />

«Il Bambino adorato dai pastori è l'atteso...di<br />

tutte le genti, rappresentate in<br />

particolare dai magi che vengono dall'Oriente<br />

— ha detto fra l'altro il Porporato<br />

—. E san Paolo nella seconda lettura afferma<br />

che tutti siamo chiamati in Cristo<br />

Gesù ad essere partecipi delle promesse<br />

divine. Potremmo dire, in linguaggio<br />

contemporaneo, che il messaggio dell'Epifania<br />

è l'universalismo della fede e della<br />

salvezza; e, per usare una parola di<br />

Giovanni Paolo II, che il messaggio della<br />

Epifania è la «globalizzazione della solidarietà»:<br />

Dio opera perché l'umanità diventi<br />

una grande famiglia di famiglie di<br />

popoli, dove tutti sono redenti dal sangue<br />

del suo Figlio Gesù». «Come Vescovo<br />

— ha aggiunto — mi sento particolarmente<br />

legato a questo annuncio. Oggi<br />

infatti ricorre anche il ventunesimo anniversario<br />

della mia ordinazione episcopale:<br />

tre settimane di anni dedicati all'annuncio<br />

della misericordia di Dio per<br />

tutti gli uomini. Vi chiedo di aiutarmi a<br />

ringraziare il Signore per avermi chiamato<br />

a questo servizio che è stato ed è<br />

per me un grande dono».<br />

Parlando della prima lettura (Is. 60, 1-<br />

6), il Cardinal Martini si è soffermato<br />

sul fatto «che in mezzo alle tenebre il<br />

profeta vede, con commozione, che a<br />

Gerusalemme sta per spuntare la luce.<br />

Attratti da questa misteriosa luce che è<br />

Cristo, i popoli si incamminano verso<br />

Gerusalemme,...un simbolo universale, e<br />

la pace in quella terra, pace che invochiamo<br />

con tutto il cuore nella preghiera,<br />

ha valore di simbolo per la pace tra<br />

tutti i popoli».<br />

Per quanto riguarda il Vangelo (Mt. 2,<br />

1-12), «l'episodio dei magi vuol dirci che<br />

con Gesù diventa possibile il pellegrinaggio<br />

dei popoli verso il Padre di tutti» e<br />

che «è Dio che per primo ci cerca per<br />

insegnarci come cercarlo e trovarlo. ...<br />

La stella è simbolo della voce interiore<br />

che viene dallo Spirito di Dio». Erode,<br />

gli abitanti e i dottori non danno retta<br />

alla voce del cuore, i magi invece credono<br />

alla Parola scritta per mezzo del profeta.<br />

Possiamo cogliere, qui, che «la fede<br />

è un dono e insieme una conquista,<br />

una ricerca che non finisce mai. La festa<br />

dell'Epifania ci richiama così a una<br />

verifica della nostra fede e del nostro<br />

cammino verso la pienezza dell'incontro<br />

con Dio in Gesù».<br />

Tra i fedeli, assiepati nel Duomo di<br />

Milano, cerchiamo intanto qualche testimonianza,<br />

mentre la Celebrazione di<br />

chiusura del grande Giubileo — circa<br />

due ore e mezza di intensa preghiera —<br />

è quasi al termine. «Sono una volontaria<br />

del Giubileo, e proprio l'incontro con<br />

volontari e persone di ogni età, condizione<br />

ed esperienza, mi ha permesso di<br />

capire come il suo tema fosse aperto a<br />

tutti» ci dice Carla Rossi, 37 anni, della<br />

parrocchia milanese di San Leone Magno<br />

in Lambrate.<br />

Due coniugi abbastanza giovani assistono<br />

alla Messa con una bambina al<br />

fianco ed un'altra, piccolina, in braccio:<br />

«Si chiama Benedetta, è nata ed è stata<br />

battezzata proprio in quest'anno giubilare»<br />

spiegano con un sorriso Domenico e<br />

Giovanna, residenti in Milano.<br />

ALBERTO MANZONI<br />

Vogliamo stasera esprimere intensa<br />

gratitudine anche a coloro che, con<br />

multiforme responsabilità progettuale e<br />

operativa, hanno contribuito a rendere<br />

possibile un'esperienza religiosa di così<br />

alto valore. In tal modo, essi si sono fatti,<br />

per usare una parola di san Paolo,<br />

«collaboratori della nostra gioia» (cfr 1<br />

Cor 1, 24).<br />

Naturalmente il nostro pensiero affettuoso<br />

e ammirato va in primo luogo al<br />

Papa Giovanni Paolo II, che del prodigioso<br />

evento giubilare è stato l'animatore<br />

geniale e l'infaticabile protagonista.<br />

* * *<br />

Domandiamoci adesso: quali sono stati<br />

i sentimenti primi e determinanti che<br />

hanno mosso il popolo cristiano ad accogliere<br />

con tanto favore l'invito del<br />

Giubileo?<br />

Credo si possa fondatamente rispondere:<br />

c'è stata prima di tutto una «riscoperta»<br />

del Signore Gesù, il Festeggiato<br />

del fatidico «Anno Duemila», della sua<br />

centralità nella determinazione del destino<br />

umano, dell'unicità e della necessità<br />

per tutti della sua azione redentrice; e<br />

c'è stata altresì una ritrovata fiducia nella<br />

Chiesa, Sposa fedele e intemerata di<br />

Cristo, e nella sua sollecitudine intelligente<br />

e amorosa per noi.<br />

Il grado di consapevolezza di questi<br />

due motivi ispiratori non era certo identico<br />

in tutti. In molti, queste due certezze<br />

erano confuse e psicologicamente latenti.<br />

Ma è indubbio che chi si è arreso<br />

al richiamo dell'Anno Santo, si è almeno<br />

implicitamente persuaso, contro ogni<br />

irenico relativismo, che «uno solo è Dio<br />

e uno solo il mediatore fra Dio e gli uomini,<br />

l'uomo Cristo Gesù, che ha dato<br />

se stesso in riscatto per tutti» (1 Tm 2,<br />

5-6); e nessun dialogo interreligioso —<br />

BOLOGNA<br />

cassaforte del nostro cuore e della nostra<br />

coscienza: il senso del “camminare”<br />

verso la salvezza, come è accaduto lungo<br />

l'anno appena trascorso a Roma e a<br />

Torino per la Sindone; il senso dell'incontro<br />

con il Signore Gesù, unica porta<br />

di salvezza. Dobbiamo conservare nel<br />

cuore l'impegno di vivere con il Signore<br />

Gesù, con Lui, in Lui e per Lui, perché<br />

questo che ha costituito l'esperienza forte<br />

del Giubileo deve ora diventare stile<br />

di vita». E infine, terzo dono del Giubileo,<br />

«il fascino della riconciliazione<br />

(...) Quella che Dio ha offerto a noi anche<br />

con l'indulgenza dell'Anno Santo e<br />

quella che noi dobbiamo comunicare ai<br />

tutti».<br />

In conclusione Mons. Poletto ha voluto<br />

esprimere «un doveroso rendimento<br />

di grazie al Santo Padre, Giovanni Paolo<br />

II. In questo anno straordinario è stato<br />

Lui la guida instancabile della Chiesa<br />

universale e dell'umanità. I suoi gesti<br />

profetici, la purificazione della memoria<br />

con la richiesta di perdono, il suo pellegrinaggio<br />

in Terra Santa, i Giubilei delle<br />

diverse categorie di persone, la sua instancabile<br />

presenza continua tra i pellegrini<br />

dimostrano la sua volontà indomita<br />

e ce lo fanno vedere come il nuovo Mosè<br />

che guida l'umanità attraverso i deserti<br />

e le fatiche che ogni giorno i popoli<br />

e le nazioni devono affrontare donando<br />

la certezza che solo con Cristo si potrà<br />

giungere alla terra promessa. Il Signore<br />

doni al nostro Santo Padre copiose grazie<br />

di conforto e consolazione, lo sostenga<br />

nella salute fisica e lo ricompensi per<br />

il dono che attraverso di lui la Chiesa ha<br />

ricevuto in questo grande Giubileo del<br />

2000».<br />

Oltre ai due pellegrinaggi ufficiali, i<br />

fedeli torinesi hanno partecipato numerosissimi<br />

ad altri viaggi giubilari a Roma;<br />

la sola Opera diocesana Pellegrinaggi<br />

ha organizzato, nel corso del 2000,<br />

varie forme di itinerario e accoglienza<br />

per oltre 50 mila persone provenienti<br />

dalla sola diocesi di Torino.<br />

per quanto auspicabile, come segno e<br />

prova del rispetto e dell'interesse doveroso<br />

nei confronti di ogni errante che è<br />

sincero e in buona fede — può neppur<br />

lontamente insidiare questa verità comunicataci<br />

dalla divina Rivelazione.<br />

Ed è altresì indubbio che chi ha corrisposto<br />

cordialmente alla voce materna<br />

che lo invogliava a mettersi sulla strada<br />

della conversione e del rinnovamento,<br />

implicitamente riconosceva che — nonostante<br />

il discredito e i giudizi malevoli,<br />

sparsi e ossessivamente propagandati<br />

dalla cultura mondana dominante —<br />

nella sfilata dei secoli non è apparsa mai<br />

realtà più nobile, più ricca di senso, più<br />

affidabile, più consolante per l'uomo,<br />

della «nazione santa» (cfr 1 Pt 2, 9) che<br />

il Signore «si è acquistata col suo sangue»<br />

(cfr At 20, 28). E così abbiamo capito<br />

che non c'è sotto il sole fortuna più<br />

grande di quella di abitare «nella casa di<br />

Dio, che è la Chiesa del Dio vivente, colonna<br />

e sostegno della verità» (cfr 1 Tm<br />

3, 15), come ancora una volta ci insegna<br />

san Paolo.<br />

* * *<br />

Dopo quest'anno di grazia, «che cosa<br />

dobbiamo fare, fratelli?» (cfr At 2, 37).<br />

Che cosa deve fare questa famiglia di<br />

credenti, che è singolarmente cresciuta<br />

nella conoscenza salvifica del Signore<br />

Gesù, della sua imparagonabile bellezza<br />

e della bellezza riflessa e partecipata del<br />

suo «mistico Corpo», se non ripartire<br />

con un impeto nuovo nell'impresa di annunciare<br />

a ogni uomo l'unico Salvatore<br />

del mondo e il suo Regno; quel «Regno»<br />

che già ora vive mistericamente nella<br />

sua Chiesa (cfr Lumen gentium 3)?<br />

Non per caso, ma per una sapiente<br />

disposizione del Padre questa conclusione<br />

dell'Anno Santo si colloca entro la fe-<br />

SALERNO-CAMPAGNA-ACERNO CITTÀ DI CASTELLO<br />

cramenti, sia per riaffermare l'amore e<br />

la filiale devozione al Santo Padre, sia<br />

per rinnovare l'amore a Maria, che quale<br />

Madre provvida ci accompagna nel<br />

nostro pellegrinare, e, per noi salernitani,<br />

per esprimere un amore particolare<br />

verso l'Apostolo ed evangelista s. Matteo<br />

che ancora innalza il suo Vangelo e ce<br />

lo indica come guida per il nostro essere<br />

Chiesa di fronte alle sfide del III millennio.<br />

Durante la celebrazione del Grande<br />

Giubileo è stato possibile alla Chiesa salernitana<br />

riscoprire le proprie radici e rivalutare<br />

il tempo come kairos, cioè tempo<br />

di grazia, da ciò l'impegno a continuare<br />

nel cammino intrapreso seguendo<br />

quanto il Santo Padre ci indica con il<br />

suo magistero.<br />

Per essere ancora più concreti l'Arcivescovo<br />

ha detto tra l'altro: «Per questo<br />

è stato indetto l'Anno Eucaristico, per<br />

sottolineare non solo il fatto che il Cristo<br />

Signore, che noi abbiamo, nel bimillenario<br />

della nascita, celebrato appartiene<br />

alla Storia e agli uomini, ma abbiamo<br />

anche voluto così significare che il<br />

Signore è sempre presente nella comunità<br />

credente, perché vive in mezzo a noi<br />

nel sacramento del suo amore, segno di<br />

unità, vincolo di carità: l'Eucaristia».<br />

Gesù Eucaristia sarà il punto focale<br />

verso cui convergerà la nostra attenzione<br />

in questo anno. Il centro della nostra<br />

Nel pomeriggio del Natale del 1999<br />

abbiamo fiduciosamente aperto, nella<br />

sua proposta bolognese e secondo il programma<br />

diocesano, l'Anno Santo straordinario<br />

del bimillenario di Gesù. Adesso,<br />

con questa anticipata celebrazione della<br />

solennità dell'Epifanìa, gioiosamente lo<br />

concludiamo.<br />

Il nostro animo è colmo di letizia e di<br />

riconoscenza per la grande effusione di<br />

grazia che in questi dodici mesi ha arricchito,<br />

anche nella nostra terra, «il<br />

popolo che Dio si è acquistato» (cfr 1Pt<br />

2, 9).<br />

Questa cattedrale ha visto un concorso<br />

di fedeli che nella consistenza numerica<br />

e nella esemplare partecipazione alla<br />

preghiera corale, ai riti prescritti, ai<br />

sacramenti, alla liturgia eucaristica, ha<br />

superato ogni più favorevole previsione.<br />

I vicariati, le parrocchie, gli istituti, le<br />

varie aggregazioni, le più diverse categorie<br />

di persone, settimana dopo settimana,<br />

hanno affollato questo tempio che è<br />

il cuore della nostra vita ecclesiale; e<br />

tutti mantenendosi nell'atteggiamento<br />

umile e pio di pellegrini ben consapevoli<br />

dell'eccezionale pregio soprannaturale<br />

del loro gesto.<br />

Di tutto ciò rendiamo grazie al «Padre<br />

della luce», da cui discende «ogni buon<br />

regalo e ogni dono perfetto» (cfr Gc 1,<br />

17). Rendiamo grazie al Figlio suo unigenito,<br />

coeterno a lui e consostanziale,<br />

che entrando duemila anni fa nella vicenda<br />

umana è divenuto il Signore irrecusabile<br />

della storia e dei cuori. Rendiamo<br />

grazie allo Spirito Paràclito, dono<br />

inesausto del Risorto, che con eccezionale<br />

copiosità nell'anno trascorso ha illuminato<br />

le menti e ha raggiunto le coscienze,<br />

incitandole al bene e rasserenandole.<br />

vita spirituale, delle nostre comunità,<br />

della nostra società. Ad una società<br />

smarrita l'Eucaristia propone come valori<br />

fondamentali l'Amore a Dio e l'amore<br />

ai fratelli, la condivisione, a civiltà dell'amore,<br />

della solidarietà e della pace,<br />

della giustizia e dell'autentico progresso<br />

che per essere tale deve sostanziarsi di<br />

quelle realtà e di quei valori che rendono<br />

alta e nobile la dignità umana.<br />

La preghiera dei fedeli è stata proclamata<br />

da cinque ragazzi, in rappresentanza<br />

di quell'infanzia missionaria, che il<br />

6 gennaio è solita incontrarsi con il proprio<br />

Pastore e offrire il frutto dei suoi<br />

sacrifici a favore dei coetanei in terra di<br />

missione.<br />

Al termine della celebrazione, da parte<br />

del Cancelliere arcivescovile, don Pietro<br />

Rescigno, è stato letto il Decreto<br />

d'indizione dell'Anno Eucaristico.<br />

Nel rendere grazie a Dio, per tutti i<br />

benefici elargiti nel corso del Giubileo<br />

dell'anno 2000, la fiducia e la speranza è<br />

che, anche grazie all'anno eucaristico,<br />

abbondanti grazie saranno elargite dalla<br />

SS. Trinità che faranno crescere la Chiesa<br />

salernitana e la faranno essere quel<br />

segno di comunione con Dio e dell'unità<br />

di tutto il genere umano.<br />

CLAUDIO RAIMONDO<br />

Sotto il segno della Sindone, ma non<br />

solo: l'Anno Santo torinese è un «dono»<br />

i cui frutti vanno custoditi, e resi ulteriormente<br />

fecondi: Mons. Severino Poletto,<br />

Arcivescovo di Torino, ha concluso<br />

il Giubileo della diocesi di San Massimo<br />

con una solenne Concelebrazione<br />

Eucaristica nel pomeriggio di venerdì 5,<br />

nella Cattedrale che da Natale è di nuovo<br />

pienamente agibile, dopo la sistemazione<br />

definitiva della Sindone nella nuova<br />

teca.<br />

Nell'omelia Mons. Poletto ha invitato<br />

prima di tutto al «rendimento di grazie<br />

per tutta la ricchezza straordinaria di<br />

grazia che ha riversato sulla Chiesa e<br />

sull'umanità durante questo Giubileo del<br />

2000». Ha poi subito sottolineato il forte<br />

legame tra il Giubileo vissuto e celebrato<br />

a Torino e l'ostensione della Sindone,<br />

che il Papa volle direttamente collegata<br />

al Giubileo. L'ostensione del Giubileo ha<br />

portato in Duomo oltre un milione di<br />

persone. La cappella dell'adorazione, costruita<br />

nel cuore di Torino, Piazzetta<br />

Reale, ha ospitato il Santissimo per 72<br />

giorni, e non è mai rimasta vuota; così<br />

pure la «penitenzieria», il grande confessionale<br />

allestito sempre in Piazzetta Reale,<br />

che ha accolto penitenti da tutto il<br />

mondo. Alla Sindone sono venuti pellegrini<br />

da 70 Paesi di tutto il mondo, compresa<br />

la Cina.<br />

Nell'omelia Mons. Poletto ha però voluto<br />

ricordare anche la partecipazione<br />

torinese ai grandi avvenimenti celebrati<br />

a Roma con il Santo Padre, ad esempio<br />

i Giubilei delle diverse categorie di persone,<br />

la Giornata mondiale della Gioventù,<br />

«i nostri due pellegrinaggi diocesani<br />

oppure il grande evento della canonizzazione<br />

di un nostro sacerdote torinese, il<br />

salesiano don Callisto Caravario, martirizzato<br />

in Cina e proclamato santo dal<br />

Papa il 1° ottobre scorso».<br />

Ci sono, ha detto ancora l'Arcivescovo,<br />

«tre doni particolari che ci ha offerto<br />

il Giubileo e che devono diventare un<br />

tesoro permanente da custodire nella<br />

Il Vescovo di Città di Castello ha<br />

chiuso l'Anno Santo in diocesi nel pomeriggio<br />

di venerdì 5 gennaio con una<br />

solenne liturgia, iniziata nel santuario<br />

della Madonna delle Grazie, proseguita<br />

con la processione verso la Cattedrale,<br />

culminata con la Celebrazione Eucaristica<br />

in Duomo.<br />

Alla presenza di tantissime persone e<br />

delle numerose confraternite della diocesi<br />

la liturgia di chiusura del Giubileo è<br />

iniziata dal santuario dove si venera la<br />

patrona principale di Città di Castello<br />

verso Gesù Cristo, unico Salvatore del<br />

mondo ieri, oggi e sempre.<br />

In Cattedrale Mons. Pellegrino Tomaso<br />

Ronchi ha presieduto la Concelebrazione<br />

Eucaristica dell'Epifania del Signore<br />

assieme ai sacerdoti e diaconi della<br />

diocesi. Prendendo spunto dalle letture<br />

proposte dalla liturgia il Vescovo ha detto<br />

che come Maria presenta Gesù ai<br />

Magi, così la Chiesa presenta il Redentore<br />

a tutte le generazioni, a tutti i popoli,<br />

fino agli estremi confini della terra e fino<br />

alla consumazione dei secoli. Per<br />

questo motivo — ha aggiunto Mons.<br />

Ronchi — «è necessario allargare il presepio.<br />

Per quanto possa essere grande,<br />

esso si rivela insufficiente. Occorre far<br />

posto a ospiti nuovi, imprevisti e a quelli,<br />

inaspettati, che arriveranno ancora<br />

da chissà dove».<br />

L'Epifania — ha ricordato il Vescovo<br />

— è come il segno del fatto che non è<br />

più Gerusalemme il centro del mondo;<br />

ma la persona di Gesù Cristo è il centro<br />

dell'uomo. «Tutta la terra è “luogo santo”<br />

ed il santuario è il cuore dell'uomo».<br />

Riflettendo sullo specifico della celebrazione,<br />

la chiusura in Diocesi dell'Anno<br />

Santo del Grande Giubileo, e sulla<br />

necessità di non disperdere i frutti di<br />

questo anno di grazia, Mons. Ronchi ha<br />

paragonato questi frutti con i doni offerti<br />

dai Magi a Gesù: l'oro, l'incenso, la<br />

mirra.<br />

«L'oro giubilare, che dobbiamo portare<br />

— ha detto il Vescovo — è una vita<br />

rinnovata dalla grazia, ricca di carità, in<br />

totale adesione al Vangelo di Cristo.<br />

L'incenso giubilare — ha proseguito il<br />

presule — è il coraggio di proclamare<br />

con la testimonianza della vita che Cristo<br />

è il Signore, il Vivente, che adoriamo<br />

e a cui incessantemente ci rivolgiamo<br />

con la preghiera di lode e di ringraziamento».<br />

Ogni persona offre la mirra giubilare<br />

quando unisce le proprie sofferenze con<br />

quelle del Signore.<br />

Accanto a questi doni Mons. Ronchi<br />

non ha dimenticato quello che ha caratterizzato<br />

l'attività pastorale di tutta la<br />

Il Giubileo torinese, inoltre, si è caratterizzato<br />

per la partecipazione diffusa alla<br />

campagna promossa dalla Conferenza<br />

episcopale italiana per la riduzione del<br />

debito estero dei Paesi poveri. Oltre alle<br />

azioni dirette di parrocchie e comunità,<br />

la diocesi stessa ha incluso la riduzione<br />

del debito fra gli impegni della «Quaresima<br />

di fraternità», che ogni anno raccoglie<br />

denaro e crea sensibilizzazione sui<br />

temi della cooperazione allo sviluppo e<br />

della fraternità missionaria fra le Chiese.<br />

Nella campagna dell'anno 2000 la voce<br />

della riduzione del debito è andata ad<br />

affiancare le tradizionali destinazioni degli<br />

aiuti (circa un miliardo) ai preti torinesi<br />

«fidei donum», ai religiosi missionari<br />

e ai progetti di sviluppo in Africa,<br />

Asia, America Latina.<br />

Un terzo fronte di impegno giubilare<br />

vissuto dalla Chiesa torinese nell'ambito<br />

del Giubileo ha riguardato un altro punto<br />

qualificante indicato dal Papa fin dalla<br />

Bolla di indizione: la «purificazione<br />

della memoria». All'inizio del ciclo di<br />

preparazione al Giubileo, il «triduo di<br />

anni» che ha portato alla celebrazione<br />

del terzo millennio cristiano, è stato proposto<br />

ai sacerdoti, ai religiosi, ai consacrati,<br />

ai laici della comunità cristiana torinese<br />

un gesto di riconciliazione da attuare<br />

«nel santuario della propria coscienza»,<br />

cui far seguire, non necessariamente<br />

in modo pubblico, atti precisi segnalanti<br />

un cambiamento di mentalità,<br />

una «conversione» nella direzione di una<br />

più autentica fraternità, sia fra i sacerdoti<br />

che fra i laici. Non si è trattato di<br />

un gesto puramente simbolico, ma di<br />

una proposta che «è andata nel profondo»,<br />

ricucendo strappi nelle coscienze e<br />

fra le persone. Altro significativo momento<br />

giubilare celebrato a Torino è<br />

stata la «Via Crucis» proposta alla città<br />

la sera del Venerdì Santo, 21 aprile<br />

2000.<br />

MARCO BONATTI<br />

sta dell'Epifanìa, che celebra la proclamazione<br />

di Cristo a tutte le genti e la rivelazione<br />

del suo mistero di salvezza a<br />

tutti i popoli della terra (cfr Prefazio della<br />

solennità).<br />

«Chi dobbiamo evangelizzare? La risposta<br />

ci viene da Gesù stesso: “Predicate<br />

il Vangelo a ogni creatura” (Mc 16,<br />

15). Siamo inclusi tutti: tutti noi cristiani,<br />

che nel nostro mondo interiore siamo<br />

ancora largamente pagani; e, senza<br />

alcuna eccezione, gli altri che, quando<br />

anche sembrano del tutto estranei alla<br />

fede, spesso ospitano in sé non poche<br />

scintille del fuoco evangelico (cfr Nota<br />

pastorale “Guai a me...” 12)».<br />

«A tutti siamo “debitori del Vangelo”.<br />

Il nostro compito di annunciatori non<br />

ha limiti. È intrinseco nella nostra condizione<br />

di cristiani che Gesù di Nazareth<br />

sia riconosciuto da tutti come il Figlio di<br />

Dio, il Salvatore del mondo, il Signore<br />

che è risorto ed è il principio di risurrezione...Nessun<br />

timore di essere accusati<br />

di proselitismo può raggelare il nostro<br />

slancio apostolico.<br />

«Il proselitismo, che noi fermamente<br />

respingiamo consiste nel non rispettare<br />

la libera autonomia delle persone a decidere<br />

o nel cedere alla tentazione di percorrere<br />

per cristianizzare le vie della<br />

violenza, dell'astuzia, delle indebite pressioni<br />

psicologiche. Noi possiamo e vogliamo<br />

contare soltanto, oltre che sulla<br />

grazia illuminante del Signore, sul fascino<br />

naturale che la verità immancabilmente<br />

possiede quando è efficacemente<br />

presentata e testimoniata dall'amore che<br />

da essaèsostenutoepromosso» (ib. 16).<br />

Ecco dunque la consegna che ci viene<br />

da questo indimenticabile Giubileo dell'anno<br />

2000: «Guai a noi, se non avremo<br />

evangelizzato!» (cfr 1 Cor 9, 6).<br />

comunità ecclesiale tifernate: la «Missione»<br />

che è stata preparata ed è iniziata in<br />

occasione del giubileo e che ha già dato<br />

frutti positivi.<br />

«È necessario non lasciare raffreddare<br />

questo entusiasmo — ha esortato il Vescovo».<br />

Per questo motivo Mons. Pellegrino<br />

Tomaso Ronchi ha consegnato alla<br />

Chiesa di Città di Castello il documento<br />

programmatico «Oltre la “Porta Santa”,<br />

la diocesi continua la sua missione»,<br />

frutto del lavoro dell'ultima Assemblea<br />

Ecclesiale dello scorso mese di ottobre.<br />

«Con questo documento — ha annotato<br />

il Vescovo — ho tracciato le linee<br />

principali che ci dovranno accompagnare<br />

nel nuovo anno pastorale». Concludendo<br />

l'omelia Mons. Ronchi ha ribadito<br />

che solo nella Chiesa Cristo oggi, si<br />

rende presente. ognuno di noi deve fare<br />

la sua parte, perché la Chiesa presenti<br />

un volto materno, accogliente. Che sia<br />

una grande scuola d'amore! Che sia una<br />

grande famiglia ove tutti si sentano accolti,<br />

amati ed imparino ad amare, a donare<br />

il meglio di sé!».<br />

La Celebrazione Eucaristica è stata<br />

animata dai canti della corale della Cattedrale<br />

«A.M. Abbatini» diretta da Alessandro<br />

Bianconi.<br />

FRANCESCO MARIUCCI


.<br />

PAGINA<br />

7 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Mercoledì 10 Gennaio 2001<br />

Chiusura della Porta Santa<br />

nelle diocesi italiane<br />

ASSISI-NOCERA UMBRA-GUALDO TADINO GENOVA<br />

Il Giubileo ad Assisi è stato vissuto da<br />

tutti i pellegrini con grande intensità. Il<br />

Poverello ha colorato con due messaggi<br />

l'anno di Grazia: l'invito ad essere uomini<br />

sobri e l'invito ad esseri uomini fraterni.<br />

Con queste due realtà: fraternità e povertà<br />

sorrette dalla pace che Francesco<br />

desiderava fosse una realtà interiore ed<br />

esteriore, Assisi ha dato il suo contributo<br />

ai circa dieci milioni di pellegrini che<br />

dopo o prima della sosta romana si sono<br />

fermati ad Assisi.<br />

Con queste parole il Custode del Sacro<br />

Convento, padre Giulio Berrettoni,<br />

ha salutato i fedeli che hanno voluto<br />

partecipare alla conclusione dell'anno<br />

Giubilare ad Assisi, presieduta dal Cardinale<br />

Lorenzo Antonetti, Legato della Basilica<br />

Patriarcale di san Francesco.<br />

Il Cardinale ha ricordato, dopo aver<br />

espresso il ringraziamento a Dio e alla<br />

comunità francescana per questo straordinario<br />

anno di grazia, come in Assisi<br />

«questi dodici mesi sono stati ricchi di<br />

iniziative religiose e penitenziali... come<br />

non ricordare la celebrazione del 12<br />

marzo, quando il Santo Padre chiese<br />

perdono per la incorrispondenza di non<br />

pochi cristiani al messaggio di Gesù, durante<br />

la lunga storia bimillenaria della<br />

Chiesa? Come non richiamare le due<br />

tappe del pellegrinaggio del Papa al Sinai<br />

e in Terra Santa? ... Potremmo continuare<br />

rievocando altri avvenimenti,<br />

quali la Via Crucis del Venerdì Santo al<br />

Colosseo... Ma soprattutto siamo rimasti<br />

sorpresi e commossi dai due milioni di<br />

giovani che parteciparono nel mese di<br />

agosto alle Giornate Mondiali della Gioventù».<br />

Dopo aver percorso l'intero anno giubilare,<br />

il Porporato ha evidenziato, l'importanza<br />

«del nostro pellegrinaggio terreno,<br />

che come quello dei magi, non deve<br />

andare verso Gerusalemme, simbolo<br />

NAPOLI<br />

Riproporre alle nuove generazioni il<br />

mistero di Cristo «in tutto il suo fulgore»,<br />

e moltiplicare gli sforzi per realizzare<br />

«un profondo rinnovamento morale<br />

nella società». Sono queste le due principali<br />

consegne affidate dal Cardinale Michele<br />

Giordano alla Chiesa che è in Napoli,<br />

durante la celebrazione conclusiva<br />

dell'Anno Santo svoltasi nella Cattedrale<br />

partenopea: un rito che ha visto l'intensa<br />

partecipazione di migliaia di fedeli, a<br />

testimonianza di come la comunità diocesana<br />

entri nel Terzo Millennio «più viva<br />

che mai, al soffio di una nuova primavera»,<br />

ha ricordato l'Arcivescovo.<br />

Particolarmente suggestivo l'inizio della<br />

Celebrazione, con una processione<br />

lungo via Duomo, dalla chiesa di San<br />

Giorgio maggiore fino alla Cattedrale:<br />

con il Cardinale e con il Vescovo ausiliare,<br />

Vincenzo Pelvi, anche il Vicario generale<br />

Filippo Iannone, circa 400 tra sacerdoti<br />

e religiosi, folte rappresentanze<br />

degli istituti religiosi femminili, delle<br />

parrocchie, di gruppi, movimenti e associazioni.<br />

L'immagine di una Chiesa in<br />

cammino con spirito missionario, lo<br />

stesso spirito che nel 1999 ha visto diecimila<br />

laici annunciare il Vangelo porta a<br />

porta in ogni angolo della diocesi, e che<br />

nei mesi scorsi ha prodotto la nascita di<br />

decine di «centri del Vangelo», comunità<br />

di preghiera — affidate alla cura di coppie<br />

di coniugi — per rendere sempre<br />

più capillare e incisivo l'annuncio della<br />

Buona Novella nei grandi quartieri della<br />

città e della provincia.<br />

Due esempi del cammino percorso<br />

prima e durante l'Anno Santo dalla<br />

Chiesa partenopea, un itinerario che ora<br />

deve proseguire con rinnovato slancio<br />

apostolico e nuove prospettive di impegno:<br />

«È questo, del resto — ha sottolineato<br />

l'Arcivescovo — il significato del<br />

Giubileo che, come la stella, ci ha condotto<br />

tutti a Betlemme. Dinanzi al Verbo<br />

fatto carne dobbiamo intraprendere<br />

un nuovo, lungo viaggio, ricominciando<br />

nella direzione giusta con grandissima<br />

gioia».<br />

Il Card. Giordano ha quindi ricordato<br />

le tappe salienti dell'Anno giubilare: dalle<br />

decine di celebrazioni per particolari<br />

gruppi e categorie all'arrivo in città di<br />

un migliaio di giovani giunti da tutto il<br />

mondo in vista della Gmg, dalla permanenza<br />

a Napoli per alcuni giorni del<br />

quadro della Madonna di Pompei fino<br />

alla solenne processione in piazza del<br />

Plebiscito per il Corpus Domini, con oltre<br />

ventimila presenze. Un anno ricco di<br />

grazia e di gioie spirituali: ora la parola<br />

d'ordine che deve accompagnare la comunità<br />

ecclesiale è «ripartire da Cristo»,<br />

rileva il Presule, perché «la Porta Santa<br />

della Cattedrale si chiude, ma più che<br />

mai resta spalancata la porta viva che è<br />

Cristo stesso».<br />

Un impegno che deve guidare, tra<br />

l'altro, verso l'obiettivo di un deciso rinnovamento<br />

morale: «Nel nostro mondo<br />

va scomparendo ogni valutazione morale<br />

degli atti umani: ognuno diventa così<br />

regola per se stesso. L'uomo è certamente<br />

libero, dal momento che può accogliere<br />

o rifiutare i comandi di Dio: ma<br />

la sua libertà non è illimitata, non ha il<br />

primato sulla verità che, sola, può rendere<br />

libera la comunità degli uomini.<br />

Restaurare il senso morale nell'uomo<br />

d'oggi è una delle grandi sfide che ci attendono».<br />

MARIANO DEL PREITE<br />

della città degli Erodi, dei superbi e dei<br />

violenti, egoisti e disonesti, ma verso<br />

Betlemme, la dimora del Salvatore, che<br />

viene a comunicarci pace, gioia, umiltà,<br />

fede ed amore. Dobbiamo cioè, nella<br />

nostra vita, scegliere il bene e non il male.<br />

«Il male — come diceva il Santo Padre<br />

— è il no a Dio, ribadito dal peccato<br />

di ogni uomo, che continua a sfigurare<br />

il volto dell'umanità. Dobbiamo scegliere<br />

il bene “quel bene che si compie nel<br />

silenzio da uomini e donne che vivono<br />

quotidianamente la loro fede, il loro lavoro,<br />

la loro dedizione alla famiglia, e<br />

così contribuiscono al vero progresso<br />

della società».<br />

Infine è stato sottolineato come «la<br />

Porta Santa si chiude, ma il Cristo che<br />

essa rappresenta è lo stesso ieri, oggi e<br />

sempre. È Lui la parta. È Lui la Vita, la<br />

Verità e la Via».<br />

Le mille intenzioni<br />

di preghiera giunte<br />

dal Messico<br />

Una celebrazione che è stata caratterizzata<br />

dalla gioia e dalla consapevolezza<br />

di un impegno e un cammino che<br />

condurranno ad incontrare Cristo. Una<br />

celebrazione che si è conclusa con una<br />

sorpresa. Al termine della Santa Messa<br />

sono giunte nelle mani del Cardinale<br />

mille intenzioni di preghiera per la pace<br />

in una scatola in legno, lavorata a mano,<br />

da una parrocchia del Messico,<br />

scritte da bambini, giovani e adulti. È<br />

come se nella Basilica oltre alle migliaia<br />

di pellegrini che la gremivano fossero<br />

stati presenti anche mille messicani.<br />

Assisi scopre sempre più la sua vocazione<br />

ad essere città della pace universale,<br />

questo il commento dei frati che abitano<br />

la plurisecolare culla della famiglia<br />

francescana.<br />

Una processione lungo l'antica via del<br />

«Cassaro» (il primo, grande, asse viario<br />

della città), ed una solenne Celebrazione<br />

Eucaristica in Cattedrale hanno chiuso a<br />

Palermo la ricca ed intensa esperienza<br />

del Grande Giubileo del 2000, «Un cammino<br />

in cui la Chiesa — ha sottolineato<br />

l'Arcivescovo di Palermo, il Cardinale<br />

Salvatore De Giorgi — ha guardato a<br />

Gesù Cristo, grande festeggiato del<br />

Grande Giubileo, come al suo unico e<br />

universale salvatore. Le diverse celebrazioni<br />

giubilari sono state tappe importanti<br />

di quell'incessante cammino di<br />

conversione che caratterizza la vita cristiana.<br />

Un cammino che mai può dirsi<br />

definitivamente compiuto, ma che dall'evento<br />

giubilare ha avuto stimoli nuovi<br />

e sostegni più robusti, anche per il notevole<br />

spessore dell'esperienza comunitaria<br />

ed ecclesiale che ha richiesto e manifestato».<br />

Un cammino vissuto nella dimensione<br />

del pellegrinaggio dell'intera<br />

Arcidiocesi (il 1° marzo a Roma) e dalle<br />

diverse componenti della Chiesa palermitana:<br />

ben 27 giornate Giubilari Diocesane:<br />

degli oltre cinquemila Ragazzi,<br />

della Vita Consacrata, degli Ammalati,<br />

dei Diaconi, degli Artigiani, dei Catechisti,<br />

dei Ministranti, dei Lettori e degli<br />

Accoliti, degli Insegnanti di Religione,<br />

dei Confrati, dei Ministri straordinari<br />

della Comunione, dei Presbiteri, dei Disabili,<br />

degli Artisti e del Mondo dello<br />

Spettacolo, della Terza età, delle Famiglie,<br />

degli Sportivi, della Facoltà Teologica<br />

di Sicilia e della Scuola Teologica di<br />

Base, dei Migranti, dei Politici, degli<br />

Operatori Missionari e dei Giornalisti.<br />

Ma il cammino giubilare diocesano è<br />

stato arricchito anche dai Pellegrinaggi<br />

dei Vicariati e dalle Celebrazioni giubilari<br />

sacramentali in Cattedrale: del Battesimo<br />

(il 9 gennaio), della Confermazione<br />

(durante la settimana di Pentecoste),<br />

della Prima Comunione (il 18 giugno),<br />

Il Vescovo di Locri-Gerace Giancarlo<br />

M. Bregantini ha chiuso solennemente il<br />

Giubileo diocesano con una solenne cerimonia<br />

alla quale hanno partecipato il<br />

clero, le comunità dei religiosi e delle<br />

religiose, le associazioni e i movimenti<br />

ecclesiali, le autorità civili e militari, i<br />

sindaci di tutto l'hinterland della Locride<br />

con i gonfaloni delle loro città che si sono<br />

ritrovati venerdì 5 gennaio pomeriggio<br />

presso il largo santa Maria Egiziaca<br />

alle porte della Città per procedere processionalmente<br />

verso l'antica Cattedrale<br />

attraverso Piazza del Tocco, piazza della<br />

Tribuna e l'Arco dei Vescovi. A differenza<br />

della cerimonia d'apertura del Giubileo<br />

il Vescovo è entrato per ultimo in<br />

Cattedrale proprio a simboleggiare il<br />

Buon Pastore che ha riguardo e custodisce<br />

le sue pecore perché esse non si disperdano.<br />

Nell'omelia della Celebrazione Liturgica,<br />

Mons. Bregantini ha tratteggiato un<br />

bilancio positivo e lusinghiero del Giubileo<br />

diocesano ricordando come molti fedeli<br />

si sono accostati ai sacramenti e come<br />

attraverso le opere della condivisione<br />

e del volontariato la stessa Parola di<br />

Dio è divenuta pane spezzato per quanti<br />

hanno deciso una seria revisione di vita.<br />

Da ricordare a tal proposito che Mons.<br />

Bregantini ha presentato proprio alcuni<br />

giorni fa una nuova lettera pastorale in-<br />

Anche il Vescovo della diocesi di Assisi-Nocera<br />

Umbra-Gualdo Tadino ha<br />

chiuso l'anno giubilare nella Cattedrale<br />

di san Rufino. Con la celebrazione<br />

odierna il Prelato celebrava anche i suoi<br />

venti anni di ministero episcopale. Un<br />

diocesi in festa quindi. «Se mi avessero<br />

detto che sarei rimasto in carica tutti<br />

questi anni, avrei avuto paura davvero.<br />

Ma ho confidato sempre nello Spirito<br />

Santo». Inoltre ha commentato come<br />

passano gli anni e crescono le responsabilità,<br />

ma intendo andare avanti con<br />

grande fiducia e speranza, e spendermi<br />

fino alla fine sull'esempio del nostro<br />

grande Papa».<br />

I 20 anni<br />

di ministero episcopale<br />

di Mons. Goretti<br />

In questi venti anni di ministero episcopale<br />

molti sono stati i momenti di<br />

grande intensità spirituale e sociale. Ultimo<br />

in ordine di tempo l'evento del Giubileo<br />

che ha visto la diocesi di Assisi impegnata<br />

nei grandi appuntamenti giubilari,<br />

come i trecentomila giovani che<br />

hanno sostato ad Assisi nel mese di Agosto.<br />

Ma camminando a ritroso non si<br />

possono dimenticare, ha fatto notare il<br />

Vescovo, la giornata di preghiera del 27<br />

ottobre 1986 e il terremoto del 26 settembre<br />

1997. Gioia e dolore sono spesso<br />

due realtà che l'uomo è chiamato costantemente<br />

a fronteggiare e a vivere.<br />

Per il Pastore di Assisi, infine, l'anno<br />

giubilare «è stata una grande occasione<br />

per tutti, pieno di piccoli e grandi eventi<br />

su cui, adesso, dobbiamo riflettere con<br />

maggiore calma per raccogliere i frutti<br />

di un cammino che non cesserà di sorprenderci<br />

ancora».<br />

ENZO FORTUNATO<br />

PALERMO<br />

della Penitenza (il 18 marzo), dell'Unzione<br />

dei Malati (l'11 febbraio), dell'Ordine<br />

del Diaconato (il 24 giugno), del Presbiterato<br />

(il 29 giugno), e del Matrimonio<br />

(il 15 ottobre). «Sono state occasioni per<br />

comprendere meglio la dimensione comunitaria<br />

dei Sacramenti», ha spiegato<br />

il Cardinale De Giorgi che ha anche sottolineato<br />

come pieno di speranze e di<br />

conforto si è rivelato il Giubileo nelle<br />

carceri dell'Ucciardone, del Malaspina,<br />

dei Pagliarelli e di Termini Imerese (il 9<br />

luglio), «anche se resta l'amarezza perché<br />

è rimasto inascoltato l'invito del Papa<br />

rivolto a tutti i Legislatori per un gesto<br />

di clemenza». «Esaltante», infine, per<br />

l'Arcivescovo di Palermo, il Giubileo dei<br />

Giovani che si è svolto il 15 aprile e che<br />

ha anticipato, nelle modalità di partecipazione<br />

e nel messaggio, quello celebrato<br />

a Roma in occasione della Giornata<br />

Mondiale della Gioventù. La diocesi di<br />

Palermo, poco prima del grande raduno<br />

a Tor Vergata, ha ospitato quasi 1.000<br />

giovani provenienti dalla Normandia e<br />

da altri paesi europei, coinvolgendoli in<br />

numerose attività organizzate da gruppi<br />

ed associazioni. Significative le esperienze<br />

di servizio effettuate dai gruppi scout<br />

in alcune delle zone più degradate del<br />

territorio palermitano: al Papa, durante<br />

la GMG, è giunta anche la voce dei ragazzi<br />

di questi quartieri, una voce gioiosa<br />

ma carica di speranza per il futuro.<br />

Ma al di là dei numeri di questa grande<br />

esperienza, per il Cardinale De Giorgi<br />

«Abbiamo gustato la gioia giubilare del<br />

perdono ricevuto in pienezza col dono<br />

dell'indulgenza, facendo sempre più frequentemente<br />

ricorso al Sacramento della<br />

Penitenza, e varcando così l'unica<br />

Porta Santa che è Cristo, una porta<br />

sempre aperta. Sentiamo, perciò, vivo il<br />

bisogno di ringraziare dal profondo del<br />

cuore il Padre per quest'anno di grazia e<br />

di misericordia; ma gli chiediamo anche<br />

La chiusura dell'anno giubilare nella<br />

Chiesa particolare di Genova ha avuto<br />

luogo in Cattedrale, venerdì 5 gennaio<br />

2001. Innumerevoli fedeli, preceduti dalla<br />

processione — che si era mossa puntualmente<br />

alle 17, dalla chiesa di san<br />

Matteo verso san Lorenzo — di oltre<br />

duecento sacerdoti, dei membri del Capitolo<br />

e dei religiosi, che seguivano l'Arcivescovo<br />

Card. Dionigi Tettamanzi, accompagnato<br />

dal Vescovo ausiliare Tanasini,<br />

al canto delle litanie dei santi e<br />

beati della Chiesa genovese, hanno raggiunto<br />

la Cattedrale, che si è rivelata<br />

troppo piccola per accogliere tutti. Alla<br />

concelebrazione ha partecipato anche il<br />

Vescovo missionario Giustino Giulio Pastorino,<br />

già Vicario apostolico di Benghazi.<br />

C'era una folla straripante che, come<br />

per l'apertura, ha sfidato l'inclemenza<br />

del tempo. Il Duomo non è riuscito a<br />

contenere le circa duemila persone presenti,<br />

ed ha dovuto restare aperta la<br />

porta centrale, in modo che i non pochi<br />

che non avevano potuto entrare, rimasti<br />

fuori, sotto la pioggia, potessero comunque<br />

seguire la Celebrazione.<br />

Prima della Celebrazione Eucaristica<br />

il Pro-vicario della diocesi, Mons. Luigi<br />

Borzone, che ha seguito le iniziative giubilari<br />

diocesane, ne ha presentato un<br />

succinto resoconto: ha ricordato la solenne<br />

apertura di ogni singola chiesa<br />

giubilare e del luogo della carità al Paverano,<br />

i 25 pellegrinaggi giubilari dei Vicariati,<br />

i 27 pellegrinaggi di categoria, il<br />

pellegrinaggio mensile alla Guardia, i<br />

due pellegrinaggi diocesani a Roma, guidati<br />

dal Cardinale Arcivescovo; quello a<br />

Torino per l'Ostensione della S. Sindone;<br />

poi l'attuazione dell'iniziativa pastorale<br />

«Il Vangelo sia con te», vissuta con<br />

entusiasmo da centinaia di missionari<br />

laici; la celebrazione della Settimana eucaristica<br />

diocesana, l'avvio de «il segno<br />

giubilare della carità» ancora in corso<br />

per dare un tetto alle persone senza fissa<br />

dimora. Non ultimo l'interessamento<br />

perdono se non ne abbiamo accolto o<br />

valorizzato pienamente i doni che ci sono<br />

stati offerti. Il Giubileo infatti — ha<br />

proseguito l'Arcivescovo rivolgendosi alle<br />

migliaia di fedeli in Cattedrale — lascia<br />

nelle nostre mani un ricco e prezioso<br />

tesoro che attende di essere valorizzato<br />

in pienezza, perché si possano raccogliere<br />

e gustare i suoi frutti di conversione<br />

e di rinnovamento. I suoi segni caratteristici<br />

come il pellegrinaggio, la purificazione<br />

della memoria, il ricordo dei<br />

martiri, l'attenzione agli ultimi, la generosa<br />

gara della carità, devono costituire<br />

il tracciato ordinario del nostro cammino.<br />

In particolare — ha sottolineato il<br />

Presule — il Giubileo ci invita ad accogliere<br />

sempre più responsabilmente il<br />

dono della comunione ecclesiale all'interno<br />

di ogni comunità parrocchiale e<br />

fra le diverse realtà associative e pastorali».<br />

Il Cardinale De Giorgi ha opportunamente<br />

fatto riferimento alla Visita Pastorale<br />

che lo porterà, nei prossimi cinque<br />

anni, in tutte le realtà della diocesi<br />

ha anche offerto l'invito rivolto da tutti i<br />

Vescovi siciliani in preparazione al IV<br />

Convegno delle Chiese di Sicilia, che si<br />

svolgerà ad Acireale dal 20 al 24 marzo<br />

prossimi. Il tema del convegno (significativo<br />

e di grande attualità, anche alla<br />

luce del messaggio del Giubileo), «I Laici<br />

per la missione della Chiesa in Sicilia<br />

nel terzo millennio», per il Cardinale<br />

De Giorgi «Dovrà aiutarci a riscoprire il<br />

compito dei laici: frontiera e profezia<br />

della missione della Chiesa. Siamo chiamati<br />

tutti a restare dentro la storia con<br />

il dono della carità, operatori di speranza,<br />

per incontrare l'uomo crocevia della<br />

sua storia, tormentata sì, ma riscattata<br />

dal sangue di Cristo e resa storia di salvezza<br />

e Regno di Dio».<br />

LUIGI PEROLLO<br />

al problema del Debito internazionale<br />

dei Paesi Poveri che ha impegnato una<br />

apposita Commissione a realizzare tre<br />

convegni per far conoscere il grave problema.<br />

All'omelia l'Arcivescovo Card. Dionigi<br />

Tettamanzi ha invitato la Chiesa di Genova<br />

a rinnovare nella gioia la fede in<br />

Cristo e il suo impegno missionario. «Si<br />

tratta di una conclusione originale, che<br />

tale è in senso non tanto temporale<br />

quanto spirituale: è una conclusione<br />

cioè nella quale si concentrano, in un<br />

certo senso, tutti i doni che la misericordia<br />

di Dio ci ha concesso in questo Anno<br />

Santo, e insieme una conclusione<br />

dalla quale si deve ripartire continuando<br />

e portando a maturazione il cammino<br />

del Giubileo». Esso, «iniziato nel segno<br />

di una grande gioia, di una gioia — dicevamo<br />

nel Natale 1999 — che era eco<br />

di quella annunciata dagli angeli ai pastori<br />

di Betlemme. Ora concludiamo il<br />

Giubileo, di nuovo, nel segno della gioia<br />

che nella solennità dell'Epifania rimanda<br />

a quella che ha ricolmato il cuore dei<br />

Magi in cammino verso l'incontro con<br />

Cristo, il Messia atteso». Inoltre «per noi<br />

è la gioia per gli innumerevoli doni di<br />

grazia che l'Anno Santo ha portato a<br />

tutta la Chiesa e in particolare alla nostra<br />

Chiesa di Genova, all'umanità intera<br />

e a ciascuno di noi. È la gioia per la<br />

grande indulgenza giubilare, come coronamento<br />

di quanto la potenza dell'amore<br />

misericordioso del Signore ha fatto<br />

sbocciare e crescere nei nostri cuori.<br />

Di tutti questi doni, elargiti alle Chiese<br />

sparse nel mondo e nello stesso tempo<br />

personalissimi e che solo la loro sorgente<br />

inesauribile — ossia Dio — conosce,<br />

enumera e apprezza, insieme rendiamo<br />

grazie al Signore: con ammirazione e<br />

stupore. La nostra gratitudine si esprimerà<br />

con il canto finale, che riprenderà<br />

le parole stesse di Maria, la vergine madre<br />

di Cristo Salvatore: “L'anima mia<br />

magnifica il Signore e il mio spirito esulta<br />

in Dio, mio salvatore... Grandi cose<br />

ha fatto in me l'Onnipotente e Santo è il<br />

suo nome: di generazione in generazione<br />

la sua misericordia si stende su quelli<br />

che lo temono” (Luca 1, 46-50). Che Dio<br />

ci doni di confessare, a nome nostro e<br />

di tutti, la nostra riconoscenza con il<br />

cuore stesso di Maria! Anzi, con il cuore<br />

stesso di Cristo crocifisso e risorto, che<br />

in questa solenne Eucaristia rivive il suo<br />

supremo atto d'amore a “Dio, ricco di<br />

misericordia” (Efesini 2, 4) e all'umanità<br />

ormai perdonata e riconciliata.<br />

«Abbiamo parlato di doni del Giubileo.<br />

In realtà il Giubileo trova il suo centro<br />

nel Dono personale e vivente di Dio<br />

al mondo, che è Gesù Cristo. Il pellegrinaggio<br />

dei Magi, che l'evangelista ci ha<br />

nuovamente riproposto, assume oggi<br />

una particolare importanza ed eloquenza:<br />

è il paradigma semplicissimo e affascinante<br />

di ogni autentico pellegrinaggio<br />

vissuto durante il Giubileo. Sì, come i<br />

Magi, così anche noi ci siamo messi in<br />

cammino, lasciando la nostra casa e il<br />

luogo della nostra vita quotidiana per rivolgerci<br />

a un luogo sacro, Roma, la Cattedrale,<br />

qualche altra chiesa giubilare.<br />

Ma per che cosa, se non per cercare e<br />

trovare Gesù Cristo?<br />

«Il vertice dell'esperienza spirituale<br />

dei Magi è così descritto, in modo quanto<br />

mai sobrio e insieme folgorante, dall'evangelista:<br />

“Entrati nella casa, videro<br />

il bambino con Maria sua madre, e prostratisi<br />

lo adorarono” (Matteo 2, 11). È<br />

tutto qui il Giubileo! Vedere il bambino,<br />

il figlio di Maria, la Madre che lo offre<br />

ad ogni uomo che viene in questo mondo.<br />

Maria continua nel tempo quest'offerta<br />

con la mediazione della Chiesa, come<br />

ha scritto il Papa nella Bolla d'indizione:<br />

“Da duemila anni, la Chiesa è la<br />

culla in cui Maria depone Gesù e lo affida<br />

all'adorazione e alla contemplazione<br />

di tutti i popoli” (Incarnationis mysterium,<br />

11).<br />

«Vedere il bambino e adorarlo. I Magi<br />

hanno ricevuto dalla grazia (della stella)<br />

la rivelazione dell'identità del bambino,<br />

come testimoniano i doni simbolici<br />

LOCRI-GERACE AVERSA<br />

titolata «Sulla piazza del paese» dove c'è<br />

una rilettura pastorale dell'Anno Santo<br />

in diocesi con l'indicazione di un progetto<br />

pastorale assai analitico e vario che<br />

presenta diversi itinerari o piste di lavoro<br />

per i cristiani che vogliono impegnarsi<br />

nel sociale. Il Vescovo tiene tanto al<br />

suo giardino della Locride e con quest'immagine<br />

si può dire abbia conquistato<br />

il cuore stesso dei suoi fedeli che da<br />

anni lo stimano e lo rispettano quasi un<br />

loro conterraneo.<br />

Tanto è vero che per accentuare anche<br />

a livello locale l'universalità della celebrazione<br />

giubilare sono state presentate<br />

delle danze di sacerdoti africani, di<br />

nomadi e di calabreselli in costume che<br />

non solo hanno presentato tarantelle e<br />

ritmi tradizionali ma hanno voluto simboleggiare<br />

con le loro parate e le loro<br />

coreografie l'acculturazione del messaggio<br />

del Vangelo presso tutti i popoli e ad<br />

ogni latitudine. In tal senso il Vescovo si<br />

è fatto promotore presso l'Autorità locale<br />

e la stessa Conferenza Episcopale Italiana<br />

di una particolare iniziativa tendente<br />

a sostenere e privilegiare la nascita<br />

di oratori a favore dei giovani e delle<br />

comunità perché l'attenzione ad essi legata<br />

promuova al contempo il volontariato<br />

e il territorio.<br />

FILIPPO MARINO<br />

La diocesi di Aversa chiude il Grande<br />

Giubileo assumendo impegni di studio,<br />

di preghiera, di carità. Rivisitare e attuare<br />

il Concilio Vaticano II, nuova Pentecoste<br />

della Chiesa; dare spazio alla pratica<br />

dell'adorazione perpetua della SS.<br />

Eucarestia, facendo moltiplicare i centri<br />

già presenti nel territorio diocesano; allargare<br />

l'attenzione ai poveri e agli<br />

extracomunitari anche mediante una<br />

sempre più efficace mensa Caritas; aprire<br />

la casa di accoglienza per il Clero<br />

realizzata durante l'anno giubilare.<br />

L'annuncio, dato in una Cattedrale,<br />

straripante come mai si era visto, al termine<br />

della solenne Concelebrazione Eucaristica<br />

presieduta dall'Arcivescovo Mario<br />

Milano, è stato accolto da un caloroso,<br />

sentito applauso dalle migliaia di fedeli<br />

presenti.<br />

Con una processione partita dalla<br />

chiesa dei santi Filippo e Giacomo, la<br />

cerimonia si è aperta all'insegna del pellegrinaggio,<br />

dimensione essenziale del<br />

Giubileo, come ha sottolineato il Pastore<br />

«durante quest'anno abbiamo camminato<br />

al seguito di Cristo, luce del mondo.<br />

Ora gli andiamo incontro nella casa di<br />

Dio, dove lo troveremo e lo riconosceremo<br />

nella sua Parola e nello spezzare il<br />

Pane». La lunga teoria di religiosi, seminaristi,<br />

diaconi e sacerdoti, guidati dall'Arcivescovo,<br />

seguita da una moltitudi-<br />

ne straordinaria di persone accorse da<br />

tutta la diocesi, ha fatto ingresso nella<br />

Cattedrale, che ebbe l'orgoglio di accogliere<br />

il Santo Padre, sulle note de È venuto<br />

il Signore nostro re.<br />

Toccante e ricca la liturgia — dall'aspersione<br />

dell'acqua, al canto dell'annunzio<br />

della Pasqua, dall'offertorio alla<br />

Comunione distribuita sino a fuori le<br />

porte della Chiesa Madre — come ha<br />

voluto sottolineare il Presule, commosso<br />

da tanta affluenza. L'emozione era palpabile<br />

e grande il desiderio di partecipare<br />

ad un avvenimento così ricco di grazia<br />

e certamente di rilevanza storica.<br />

Persone di ogni età, giunte dalle 96 parrocchie<br />

della diocesi, hanno risposto con<br />

gioia all'invito del Pastore per essere<br />

protagoniste di un momento tanto<br />

straordinario. Una presenza che aveva il<br />

sapore della gratitudine, del ringraziamento<br />

e di una rinnovata richiesta di<br />

grazia. A muovere tante persone non è<br />

stata la preoccupazione che «la porta si<br />

chiudesse» ma la convinzione di far conoscere<br />

la propria gioia per tutto ciò<br />

che l'Anno Santo ha significato e per i<br />

frutti dello Spirito che segneranno una<br />

nuova primavera per la Chiesa. «Il cuore<br />

che vibra in un evento così significativo,<br />

vuole aprirsi tutto — ha detto vibrante<br />

Mons. Milano — perché voi mi<br />

avete commosso con la vostra fervida<br />

che gli hanno offerto. Con l'oro i Magi<br />

riconoscono nel bambino il Messia, il Re<br />

d'Israeleedituttiipopolidelmondo; con<br />

l'incenso confessano la presenza di Dio,<br />

infinito ed eterno, nella carne umana di<br />

quel piccolo nato nel tempo dal grembo<br />

e dal cuore di una donna; con la mirra<br />

venerano il corpo sofferente e morente<br />

di Cristo Redentore, unica e universale<br />

fonte di salvezza per il mondo.<br />

«Ho continuamente ripetuto che il<br />

Giubileo è un evento essenzialmente religioso<br />

e spirituale, che consiste innanzi<br />

tutto in una grande confessio fidei, nel<br />

professare in modo rinnovato, più convinto<br />

e maturo ed entusiasta la propria<br />

fede in Gesù Cristo, l'Emmanuele, il<br />

Dio-con-noi, il Figlio unigenito del Padre<br />

e il primogenito di molti fratelli, il Figlio<br />

della Vergine Maria, il figlio dell'uomo<br />

che soffre, muore e risorge; il redentore<br />

dell'uomo e il salvatore del mondo, il<br />

giudice dei vivi e dei morti, il volto luminoso<br />

della sconfinata misericordia del<br />

Padre, la nostra speranza incrollabile, la<br />

pienezza delle aspirazioni umane, la<br />

gioia d'ogni cuore! Proprio questa fede<br />

in Cristo, imitando i Magi, vogliamo stasera<br />

ancora una volta confessare nel segno<br />

della gioia giubilare. È evidente che<br />

una simile fede entra nella vita e la rinnova<br />

radicalmente: ci costituisce figli di<br />

Dio in Cristo, discepoli e seguaci del Signore<br />

Gesù, partecipi del suo amore e<br />

della sua vita, testimoni e missionari del<br />

suo Vangelo. In tal modo il Giubileo,<br />

come confessio fidei, s'inserisce nella<br />

nostra esistenza personale, nella trama<br />

delle molteplici relazioni che abbiamo<br />

con gli altri e nel vissuto dei nostri impegni<br />

e delle nostre situazioni di vita. La<br />

fede entra e si fa principio vitale dei nostri<br />

criteri di giudizio e di scelta, dei nostri<br />

pensieri e sentimenti, delle nostre<br />

decisioni e comportamenti. Così al centro<br />

del nostro “io” e quindi del nostro<br />

essere e operare si pone Cristo Signore.<br />

Omnia nobis est Christus! Tutto è Cristo<br />

per noi, esclamiamo ancora una volta<br />

con sant'Ambrogio. È questa l'adorazione,<br />

la fede cioè che da preghiera contemplativa<br />

si fa vita vissuta. Certo, è<br />

una vita propriamente cristiana, questa;<br />

ma è anche un'importante risorsa umana<br />

che offre un prezioso contributo non<br />

solo all'interno della comunità ecclesiale<br />

ma anche in ordine al rinnovamento<br />

morale e sociale della stessa convivenza<br />

umana, che viene arricchita dai valori<br />

della verità e della giustizia, della libertà<br />

e del senso del dovere, della sobrietà,<br />

della solidarietà e dell'amore, della tolleranza<br />

e della capacità di dialogo con<br />

tutti». Affiora in tal modo «un altro fondamentale<br />

aspetto dell'esperienza spirituale<br />

dei Magi e insieme della grazia del<br />

Giubileo: il vero credente è scosso da<br />

un interiore e insopprimibile dinamismo<br />

missionario. I Magi, scrive l'evangelista,<br />

“avvertiti in sogno di non tornare<br />

da Erode, per un'altra strada fecero<br />

ritorno al loro paese” (Matteo 2, 12): ritornano<br />

dal luogo dell'incontro con il<br />

bambino ai luoghi della loro vita e delle<br />

loro occupazioni. Ritornano interiormente<br />

segnati e radicalmente cambiati<br />

da questo incontro: la novità di grazia<br />

che abita il loro cuore è destinata ora a<br />

contagiare gli altri, a manifestare e a comunicare<br />

agli altri quel “bambino” che<br />

ha trasformato la loro esistenza.<br />

«È la stessa avventura spirituale di<br />

ogni cristiano: non si può incontrare veramente<br />

Cristo senza divenirne apostoli<br />

e missionari. La consegna a uscire da sé<br />

stessi e dal recinto della propria comunità<br />

ecclesiale per aprirsi agli altri, vicini e<br />

lontani, e a far sì che tutti — anche gli<br />

indifferenti, i lontani, gli ostili — possano<br />

scorgere la stella e camminare verso<br />

Cristo — vero senso della vita —, appartiene<br />

in modo costitutivo alla fede cristiana:<br />

o è missionaria o non è!».<br />

«Sì, — ha concluso il Cardinale — si<br />

sta per chiudere a Roma la Porta Santa,<br />

ma Cristo — vera Porta che conduce al<br />

Padre — rimane. Rimane perché a tutti<br />

sia data la possibilità e la gioia della salvezza».<br />

GRAZIELLA MERLATTI<br />

pietà, con la vostra raccolta e devota<br />

partecipazione, segno degli infiniti doni<br />

che sono scesi anche sulla nostra diocesi<br />

in quest'anno di grazia. Voglio raccogliere<br />

tutta la gioia e tutta la grazia del<br />

Giubileo, tutta la realtà cosmica in una<br />

sola parola che la sintetizza: Cristo Gesù.<br />

È Lui che abbiamo cercato. È Lui<br />

che abbiamo adorato. È Lui la luce di<br />

cui ci ha parlato il Profeta Isaia e noi, la<br />

nuova Gerusalemme che deve rivestirsi<br />

della Luce di Cristo. È Lui, come dice<br />

san Paolo, il mistero rivelato a noi per<br />

mezzo dello Spirito Santo». Con sant'Ambrogio,<br />

poi, il grande Padre della<br />

Chiesa, il Vescovo ha sottolineato come<br />

Cristo, pienezza del mistero, sia il senso<br />

e il significato della vita. «Cristo è tutto.<br />

Se hai una ferita è medico; se sei arso<br />

dalla febbre è fonte che lenisce l'arsura;<br />

se sei debole è forza; se temi la morte è<br />

vita; se hai fame e sete è cibo; se cerchi<br />

il cielo è la Via». «Aversa cristiana! —<br />

ha gridato con ardore l'Arcivescovo —<br />

Se Cristo viene nella mente e nel cuore<br />

chiamata dall'amore misericordioso del<br />

Padre, Aversa potrà dirsi tutta cristiana.<br />

Questo è quanto desidera il vostro Pastore,<br />

che rinnova il proprio proposito<br />

di spendere la sua vita per questa Chiesa,<br />

così generosa nella fede, perché sia<br />

sempre più quale la vuole il Signore».<br />

ROSARIA CAPONE


L'OSSERVATORE IBRI<br />

PAGINA<br />

8 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Mercoledì 10 Gennaio 2001<br />

Antoine de Saint-Exupéry (1900-1944)<br />

«Opere» di Antoine de Saint-Exupéry pubblicate da Bompiani<br />

«C'è un solo problema in tutto il mondo:<br />

restituire agli uomini un significato spirituale»<br />

CLAUDIO TOSCANI<br />

«Non ci si vede bene che col cuore.<br />

L'essenziale è invisibile per gli occhi».<br />

È una frase di Il piccolo Principe<br />

(1943), il «gran» libro di Antoine (Jean<br />

Baptiste, Marie Roger) de Saint-Exupéry,<br />

narratore e saggista francese (1900-<br />

1944) di cui è appena apparsa la ristampa<br />

del volume primo delle Opere (Bompiani,<br />

2000, pp. CX-1120, L. 29.500).<br />

E anche se Il piccolo Principe non è<br />

incluso in questa riproposta (il volume<br />

d'oggi comprende L'aviatore, 1926; Corriere<br />

del Sud, 1928; Terra degli uomini,<br />

1939; Volo di notte, 1942; più appendici,<br />

scritti di circostanza, taccuini e lettere),<br />

la frase di cui sopra bene introduce, secondo<br />

noi, quel risvolto cordiale dell'uomo<br />

e dell'opera che fa di Saint-Exupéry<br />

uno scrittore indimenticabile e una figura<br />

da mito moderno, e in quanto tale<br />

«tascabile», che sta quindi bene con la<br />

contemporaneità perché, pur trascendendola,<br />

non se ne distanzia troppo.<br />

E non solo, ma perché quell'essenziale<br />

che non è dato alla vista, è per Saint-<br />

Exupéry pienamente simbolico, sia di<br />

quella ineffabile umanità che opera per il bene e per il<br />

bello sotto la soglia del visibile, sia di quell'impercettibilità<br />

fenomenologica propria alle cose dello spirito.<br />

Nell'appena esposta, e rada, rubrica di titoli (alla<br />

quale vanno aggiunti solo quei pochi altri mancanti, da<br />

Volo verso Arras, del 1942; Lettera a un ostaggio, del<br />

1944 a La cittadella, postumo del '48, tutti ovviamente<br />

da attendersi al secondo, imminente volume) s'inseriscono<br />

invece fitte sequenze di eventi, movimenti, voli e<br />

viaggi, anche se una nota come questa può solo accennarvi,<br />

ma se è giusto vi si leggano vita e lavoro, libertà<br />

e libri, «umanesimo volante» (come è stata definita la<br />

sua passione aviatoria) e umanesimo a terra, o in pagina,<br />

meglio.<br />

Nato a Lione, in coincidenza all'aprirsi del secolo, e<br />

rimasto a soli quattro anni orfano di padre, Saint-Exupéry<br />

ha un piuttosto complesso itinerario scolastico,<br />

dai «Fratelli delle Scuole Cristiane» (1908), al «Collegio<br />

Gesuitico» di Notre-Dame di Le Mans (1909-1914), a<br />

quello, parimenti gesuitico, di Villefranche-sur-Saône<br />

(1914), a quello «mariano», di Friburgo, in Svizzera.<br />

Nell'estate del '12, intanto, da sempre appassionato<br />

d'aerei e di volo, il giovane Antoine ha il suo battesimo<br />

dell'aria, mentre il battesimo intellettuale, se così si<br />

può dire, avviene nel '15, con le prime importanti letture<br />

(Balzac, Baudelaire, Dostoewskij) e la stesura di<br />

alcune ingenue poesie. La sua maturità classica Antoine<br />

la consegue nel '17, mentre a Parigi incontra Gide e<br />

due anni dopo si iscrive all'«École des Beaux-Arts».<br />

La sua ufficiale carriera di pilota, che avrà inizio nel<br />

'27, è preceduta da anni di servizio militare. Egli fa<br />

parte, infatti, tra il '21 e il '26, del «II Reggimento d'Aviazione»<br />

di Strasburgo, presso cui completa l'addestramento,<br />

compie voli e registra i primi incidenti (la<br />

sua «alata» professione non gli sarà mai avara di pericoli<br />

e di infortuni), tra promozioni e trasferimenti, servizi<br />

e salvataggi.<br />

Quando, nel 1927, è pilota di linea sulla rotta Tolosa-<br />

Casablanca-Dakar, anche la sua carriera letteraria<br />

prende quota. Del '28, s'è detto, è il romanzo Corriere<br />

del Sud, libro sostanzialmente autobiografico, pieno<br />

dei toni d'ebbrezza per i voli, l'avventura, la conquista.<br />

Qualcosa che ha fatto pensare, ma ingiustamente, a<br />

superomistiche infiltrazioni nicciane.<br />

Destinato per alcuni mesi a una pericolosa missione,<br />

ne trae il suo primo lavoro letterario, il suo primo<br />

sguardo romantico-romanzesco sul mondo (giusto come<br />

se lo vedesse dall'alto): libro buono per il cosiddet-<br />

Il Quaderno 2000 della rivista «Hermeneutica» dedicato alle Filosofie della Religione<br />

Interessanti sintesi di una panoramica internazionale<br />

PAOLO MICCOLI<br />

La religiosità è una delle connotazioni<br />

essenziali della coscienza umana.<br />

Ed è antica quanto l'uomo, come<br />

confermano le ricerche storiche, archeologiche<br />

e paleontologiche. Si può<br />

dire della religione ciò che è stato affermato<br />

analogamente dell'arte: è manifestazione<br />

del senso latente della trascendenza<br />

allo stato germinale. È espressione<br />

di un inespresso, di un senso che attende<br />

di essere portato alla luce della<br />

forma. Ancora: la religione, per assenza,<br />

e l'arte, per analogia, richiamano,<br />

il mistero teandrico che si svela nella<br />

persona di Gesù Cristo: eterna nella<br />

sua capacità creativa di modificare la<br />

percezione delle cose, storica in quanto<br />

stile, ossia modalità rappresentativa ed<br />

espressiva della potenza geniale della<br />

mente umana.<br />

Incentrando l'attenzione sulla religione,<br />

troviamo una prima affermazione,<br />

risalente al Cardinale Cusano: esiste<br />

una sola fede nella varietà dei riti.<br />

Nell'esperienza religiosa si attinge<br />

l'ambito eterno, sincronico, universale<br />

della pietà nella dimensione della fede<br />

che sorregge la forma della credenza e<br />

del legame dell'uomo col Sacro, ma altresì<br />

quello storico, diacronico, etnologico<br />

delle forme di culto, di folclore e<br />

di tradizioni popolari che costituiscono<br />

l'apparato visivo, sensibile, verificabile<br />

del sentimento religioso.<br />

* * *<br />

Rendere conto riflessivamente dell'esperienza<br />

religiosa significa sondare in<br />

profondità e in ogni valenza individuale,<br />

sociale, etnico-culturale ed etico-politica<br />

non soltanto la valenza antropologica<br />

della pietas, ma anche il termine<br />

di commisurazione, l'Oggetto immenso,<br />

il Mistero al quale si rapporta intenzio-<br />

nalmente l'uomo mortale e bisognoso<br />

di salvezza.<br />

La religione, al pari della politica,<br />

della morale, della scienza, ecc., può e<br />

deve essera fatta oggetto di indagine filosofica;<br />

da qui la disciplina specifica<br />

affermatasi nel Novecento con la dicitura<br />

di Filosofia della religione, assurta<br />

a dignità di insegnamento accademico.<br />

Indubbiamente lo studio razionale<br />

della religione si lega strettamente alla<br />

teologia, ma rivendica una sua peculiarità<br />

in quanto riflessione che muove<br />

dal basso (von unten), nella terminologia<br />

kantiana, e si sforza di elucidare il<br />

senso di categorie quali mistero, simbolo,<br />

mito, rivelazione, male, salvezza...<br />

Proprio perché il laboratorio concettuale<br />

del filosofo è carico di realtà<br />

umana, da tale fonte ci si deve attendere<br />

la chiarificazione dell'esperienza globale<br />

dell'uomo storico. Questa globalità<br />

implica il lavorio della mente che mette<br />

a fuoco il rapporto dell'uomo con l'ambiente<br />

circostante e con gli altri esseri<br />

ragionevoli a partire dalla coscienza dei<br />

bisogni e dei desideri che specificano il<br />

perimetro dell'antropologia culturale.<br />

Edotti dal magistero di s. Agostino, si<br />

può asserire che l'uomo, il quale scopre<br />

la propria interiorità, avverte nel<br />

contempo la necessità di trascendere la<br />

mutevolezza della soggettività in direzione<br />

di Dio, fonte dell'essere, della verità<br />

e dell'amore.<br />

Il rapporto tra filosofia della religione<br />

e teologia è stato evidenziato da<br />

Amato Masnovo come segue: in filosofia<br />

Dio si incontra al termine della riflessione<br />

come predicato, mentre in teologia<br />

si parte da Dio quale soggetto trascendente<br />

di rivelazione soprannaturale.<br />

In quest'ultimo caso, per riprendere<br />

ancora la terminologia kantiana, siamo<br />

di fronte a una prospettiva dall'alto<br />

(von oben).<br />

Gerardo Dottori - «Soldati con aerei» (1916)<br />

to vasto pubblico, non certo per gli aviatori di professione;<br />

libro sognante, onirico, ma assolutamente non<br />

surreale, né «surrealista» (e a proposito del movimento<br />

di Breton, Saint-Exupéry non fatica ad allontanarsene,<br />

benché al tempo la forza di gravitazione culturale e<br />

creativa dei Surrealisti sia forte, quasi irresistibile).<br />

Antoine è spirito autonomo.<br />

Da anni si era staccato da qualsiasi «fede», quella<br />

cristiana compresa, anche se, proprio a questo proposito,<br />

nulla bastò a risparmiargli il malessere sentimentale<br />

e spirituale dei giovani che, assieme all'infanzia,<br />

abbandonano la religione. Tant'è vero che tutta la sua<br />

opera risente di un vento d'alti cieli, che non sono<br />

semplice metafora del volo aereo, bensì costante e avvolgente<br />

alone di trascendenza. Dio è sempre un girone<br />

più sopra le giravolte degli aerei, della vita e della<br />

morte.<br />

Scrivono i curatori del volume (M. Autrand e M.<br />

Quesnel): «La religione s'allontana ma lascia spalancata<br />

quest'aspirazione al sacro».<br />

Quando non si riesce più a intendere la voce di Dio,<br />

Un disegno di Saint-Exupéry per «Il piccolo principe»<br />

Nell'odiernità il discorso filosofico<br />

sulla religione è sollecitato da un duplice<br />

impegno: distinguere la religione in<br />

quanto tale dalla scienza e dalla politica,<br />

e affermare la testimonianza dei<br />

credenti in dimensione ecumenica.<br />

Su questi due impegni si gioca la credibilità<br />

del discorso religioso in epoca<br />

di cultura tecnologica e globalizzante.<br />

Uno stimolo a riflettere proviene dalla<br />

rivista Hermeneutica, Annuario di filosofia<br />

e teologia fondato da Italo Mancini.<br />

Il quaderno 2000 della Nuova Serie<br />

è dedicato al tema Filosofie della religione.<br />

Titolo significativo. Ci si imbatte<br />

nell'analisi di prospettive razionali<br />

assai diversificate sull'argomento religione<br />

(e religioni!) in aree geografiche<br />

dove la disciplina accademica è andata<br />

consolidandosi grazie alla spinta di autorevoli<br />

pensatori. Si passano in rassegna<br />

contenuti e metodi di riflessione<br />

provenienti dall'area tedesca, francese,<br />

spagnola, latino-americana, inglese,<br />

greca, ebraica, italiana e indiana, in<br />

ragguardevoli sintesi di autori specializzati.<br />

Dal confronto dei punti di vista complementari<br />

si evince la fecondità della<br />

riflessione filosofica sulla religione in<br />

quanto veicolo di cultura, di etica radicale,<br />

di esperienza mistica e di teologia<br />

in seno a popoli che hanno alle spalle<br />

consolidate tradizioni culturali. Che cosa<br />

ci propone questo Annuario?<br />

Anzitutto il valore della religione in<br />

se stessa. Ha scritto Wittgenstein che<br />

l'approfondita riflessione sull'etica ci<br />

convince che il mondo non è tutto.<br />

Va oltrepassato in direzione della<br />

Fonte di senso della vita e della realtà.<br />

È stato notato in proposito che i Greci<br />

inventarono gli dèi per distinguere<br />

l'uomo dalle bestie; bisogna ricordarlo<br />

oggi che l'uomo rischia di confondersi<br />

con le macchine e dissiparsi nell'illu-<br />

ognialtra voce nonha sufficiente autorità<br />

a sostituirla.<br />

Così Antoine passa indenne tra filosofie<br />

e ideologie, tra manifesti ed estetiche,<br />

problematiche materialistiche e settarismi<br />

intellettuali.<br />

«Uomodaquartieri alti», non sarà mai<br />

tuttavia il borghese socialmente esiliato<br />

in quella comunità di persone tanto distintequanto<br />

inconsistenti, tanto fascinose<br />

e delicate quanto fredde e insensibili.<br />

«Mondani, gente di mondo» — scrivono<br />

i curatori — «Saint-Exupéry li mette<br />

a loro volta in discussione. Ma, ed è un<br />

aspetto rivelatore dei suoi interessi, non<br />

intenta loro nessun processo sociale o<br />

politico, non contesta il sistema concettuale<br />

che li ha formati».<br />

Nel '29, l'editore Gallimard, lo impegna<br />

per ben sette libri mentre la vita lo<br />

impegnerà, per il resto dei suoi anni, in<br />

più trasferimenti, tra Argentina, Usa, Algeria,<br />

ecc.<br />

Se del '31 è Volo di notte (romanzo<br />

irradiante seduzioni spaziali e spirituali,<br />

«tempestivamente» prefato da André Gide),<br />

d'ora in avanti Saint-Exupéry pub-<br />

blicherà più o meno regolarmente, co-<br />

me più o meno regolarmente intraprenderà voli, tentativi<br />

di record, trasvolate, gare, avventure, battute. E<br />

insieme otterrà brevetti, promozioni, sino al fatidico<br />

1939, anno della seconda Grande Guerra e delle sue<br />

obbliganti missioni.<br />

Del '39, intanto, è Terra degli uomini, ricavato dalle<br />

idee e dai princìpi praticati e pubblicati tra pezzi giornalistici,<br />

articoli e saggi. Gli altri titoli, tra i quali quello<br />

decisivo e fondamentale del Piccolo Principe (buona<br />

autobiografia, cronaca favolosa, avventura dell'autore<br />

tra gli uomini, ricerca e meditazione su una scala di<br />

valori, intreccio didattico tra generazioni e finalmente<br />

anche racconto per bambini), li leggeremo in seguito,<br />

come s'è detto.<br />

Ma persona e personaggio sono già rifiniti. E se uno<br />

è consegnato alla terra, dopo il volo senza ritorno del<br />

fatale 31 luglio del '44, l'altro è stabilmente dentro la<br />

storia letteraria del suo Paese e in quella degli ideali<br />

umani.<br />

Se Saint-Exupéry è stato un «eroe», è stato ancor<br />

più un simbolo di virile e lineare visione della vita, senza<br />

retorica e dal preciso messaggio spirituale. Un itinerario,<br />

il suo, di pensoso aviatore verso gli spazi infiniti<br />

di un «suo» Dio inespresso non perché rifiutato, ma<br />

perché inesprimibile. C'è da ricordare una radicale affermazione<br />

dello stesso Saint-Exupéry: «Non c'è che<br />

un problema, uno solo, in tutto il mondo: restituire<br />

agli uomini un significato spirituale».<br />

Confrontando uomo e mondo dal suo punto di vista<br />

di pilota che ha fatto propri i rischi del mestiere, che<br />

ha rivolto al mondo uno sguardo insolito e che ha gustato<br />

l'ebbrezza degli spazi infiniti, Saint-Exupéry non<br />

ha ceduto alla fantasia scomposta del sognatore, dell'amabile<br />

documentarista del volo umano allo stadio pionieristico<br />

di primo Novecento. Affrontando lo spazio<br />

altrettanto insicuro e sconfinato del romanzo, vi ha<br />

animato le «persone» che dentro di lui dialettizzavano<br />

su posizioni antagoniste, tra le numerose facoltà che<br />

costituivano la sua parte spirituale e attorno ai veri temi<br />

e alle vere istanze che agiscono nel cerchio dell'universale<br />

risonanza dei valori. A rischio della vita, ma<br />

col sorriso nell'anima, per proporre agli altri, che a differenza<br />

di lui erravano in terra anziché nei cieli, la sintesi<br />

della sua vicenda d'uomo e di scrittore. Edificare,<br />

cioè, un nuovo concetto di asilo temporale (il cielo) e<br />

di garanzia eterna (il Cielo, con la maiuscola), egli altro<br />

non ha indicato che la casa di Dio e della Chiesa<br />

cristiana.<br />

sione del virtuale telematico e cibernetico!<br />

Orbene, la religione frena l'ardimento<br />

prevaricatore dell'homo technologicus<br />

che pretende di possedere il<br />

mondo, di imporre dappertutto la violenza<br />

del logos misurante e calcolante,<br />

di potenziare sperimenti rischiosi... A<br />

differenza della tecnica, la religione<br />

esorta alla giusta misura, a contemplare<br />

il Mistero, a custodire la vita, a invocare<br />

la salvezza divina, aprendo in<br />

seno alla storia della cultura una dialettica<br />

seria tra peccato e progresso.<br />

Giustizia e pietas sono connotazioni<br />

umane che vanno riappropriate oggi in<br />

senso anti illuministico, anti ideologico<br />

e più marcatamente esperienziale e sapienziale,<br />

sorretti da meditazione pacata<br />

e antifondamentalista. Si impone un<br />

vissuto che si faccia carico dei problemi<br />

reali della società odierna, afflitta<br />

da mali ideologici e da nichilismo pervasivo.<br />

La filosofia della religione, affondando<br />

nel cuore delle tradizioni «carismatiche»<br />

dei vari popoli, deve incentivare<br />

l'avvicinamento di popoli e nazioni, deve<br />

lavorare ad accorciare le distanze<br />

ideologiche tra Oriente e Occidente nella<br />

nuova civiltà del villaggio globale.<br />

C'è ancora molto da riflettere e da lavorare<br />

in campo ecumenico, dove davvero<br />

preme l'unità della fede religiosa<br />

nella varietà dei riti! Eppure le resistenze<br />

non mancano, giacché l'assolutismo<br />

rischia di frenare gli sforzi. La ragione<br />

di ciò è reperibile in Cicerone: «la religione<br />

muove (e sommuove) tutto».<br />

Sarebbe follia ritornare allo spargimento<br />

di sangue in nome dell'Assoluto<br />

religioso. Si devono, invece, porre le<br />

premesse perché da ogni cultura si<br />

sprigioni l'autentico soffio di vita e di<br />

verità che si traduca in stile di mutuo<br />

riconoscimento e di impegno comune<br />

per la promozione umana.<br />

La duecentesca cattedrale<br />

di Ruvo di Puglia<br />

Che cosa si deve chiedere, cosa bisogna aspettarsi<br />

da una monografia incentrata su un tema di<br />

carattere prevalentemente artistico-architettonico<br />

ma con ampie e importanti implicazioni d'argomento<br />

storico e religioso, spirituale ed ecclesiale?<br />

Anzitutto che sia ben illustrata e documentata,<br />

che le pagine storiche siano chiare ed esaurienti,<br />

che i commenti e gli approfondimenti critici<br />

V. Pellegrini<br />

Ruvo<br />

di Puglia<br />

Cattedrale<br />

siano rigorosi e quanto più possibile centrati e magari originali, penetranti;<br />

e, infine, che gli aspetti e i risvolti di natura spirituale e pastorale, liturgica<br />

ed ecclesiologica siano trattati con serietà, competenza e sensibilità. Più o<br />

meno tutto questo è quanto troviamo nello studio dedicato alla splendida<br />

Cattedrale duecentesca di Ruvo di Puglia da Mons. Vincenzo Pellegrini, segretario<br />

della Commissione presbiterale regionale pugliese e membro della<br />

Commissione presbiterale italiana e dell'Istituto pastorale pugliese. Teologo,<br />

ricercatore e autore già di vari lavori sulla storia ecclesiale e artistica<br />

della diocesi di Ruvo, Pellegrini presenta a tutto tondo questo meraviglioso<br />

monumento di arte e di fede, facendo il punto su tutti i dati e le conoscenze<br />

storiche, archeologiche e artistiche che lo riguardano e alle quali si è attualmente<br />

pervenuti. Il risultato è un volumetto dotto ma di piacevole lettura,<br />

ricco di immagini fotografiche e anche elegante nella veste tipografica e<br />

nella carta patinata delle sue pagine. Un libro da consigliare non solo ai fedeli<br />

e ai lettori della Terra di Bari e più in generale pugliesi, ma a chiunque<br />

sia interessato a conoscere una volta tanto più a fondo un singolo bel<br />

capitolo della storia religiosa, artistica e culturale della Chiesa italiana.<br />

(mario spinelli)<br />

Vincenzo Pellegrini, Ruvo di Puglia. Cattedrale, Terlizzi (Bari), CSL, 2000,<br />

pp. 96, s.i.p.<br />

Tommaso Moro<br />

Le quattro<br />

cose ultime<br />

Ares<br />

CSL<br />

Un «trittico» in onore<br />

di Tommaso Moro<br />

Di Tommaso Moro si è recentemente tornato a<br />

parlare e a scrivere in occasione della sua proclamazione<br />

a «patrono» dei politici da parte di<br />

Giovanni Paolo II. Nei cristiani vive la sua memoria<br />

di martire della fede. Nessuno osa togliergli<br />

questo titolo, essendo stato decapitato per la falsa<br />

accusa di tradimento. Morì il 6 luglio 1535. Era<br />

nato a Londra il 7 febbraio 1477. A dichiararlo<br />

santo fu Pio XI il 19 maggio 1935. Conosciuta e apprezzata dai critici, Utopia<br />

è giudicata un «libro che ha inciso sulla storia del mondo». La benemerita<br />

casa editrice Ares ha voluto rendergli omaggio con la pubblicazione di un<br />

«trittico»: Le quattro cose ultime, La supplica delle anime e Nell'orto degli<br />

ulivi. I titoli corrispondono ai contenuti di ciascun libro. Per la cultura italiana<br />

costituiscono una novità. I saggi introduttivi sono rispettivamente di Vittorio<br />

Gabrieli, Luciano Paglialunga e Marialisa Bertagnoni. Tommaso Moro<br />

li compose dal 1522 al 1535, praticamente sino all'anno della morte violenta.<br />

Per questa ragione il primo dei saggi indicati è rimasto incompiuto. T.<br />

Moro dimostra di avere una profonda cultura teologica ed ecclesiologica sia<br />

sulle verità ultime o Novissimi sia sull'esistenza del Purgatorio che sulla<br />

passione di Gesù. È evidente il fine apologetico contro le innovazioni e negazioni<br />

dei riformatori che in quel tempo, non mancarono neppure in Inghilterra.<br />

Nella canonizzazione del 19 maggio 1935 Pio XI lo definì un cristiano<br />

dotato di «una umanità superba» nel senso evangelico di testimone della<br />

verità, intrepido e coraggioso fino al martirio. La lettura di queste opere<br />

conferma il giudizio del Papa e fa scoprire il substrato culturale che sosteneva<br />

la sua fede. Un esempio per gli uomini e le donne che si dedicano alla<br />

gestione della cosa pubblica nella consolidata forma democratica di partecipazione<br />

dei cittadini. L'elemento religioso conferisce all'azione politica<br />

un timbro di autenticità e di maggiore credibilità. (gino concetti)<br />

Tommaso Moro, Le quattro cose ultime. La supplica delle anime nell'Orto<br />

degli Ulivi, Milano, Ares, 1999, pp. 360, L. 35.000<br />

Meditazioni sulla teologia<br />

di Giovanni della Croce<br />

La splendida personalità e la forte amicizia di<br />

Don Giovanni Moioli nel tempo passato mi inducono<br />

a ritenere questi Saggi teologici su san Giovanni<br />

della Croce come dolce memoria oltre che<br />

prezioso documento della sua dottrina e della<br />

sua spiritualità. Per un quinquennio circa il letto<br />

della sofferenza ben presto si tramutò in una cattedra<br />

di insegnamento, ancor più veridico e cre-<br />

Giovanni Moioli<br />

Giovanni<br />

della Croce<br />

Saggi<br />

teologici<br />

Giossa<br />

dibile. Al di là della teologia fondamentale ebbe altri interessi e coltivò in<br />

maniera privilegiata la dottrina del santo spagnolo. Frequenti e illuminanti<br />

gli interventi con vari riferimenti a teorie ed analisi di autori e critici sia del<br />

passato, sia ancora contemporanei. Dagli Scritti e dalla poetica del santo,<br />

attraverso approfondimenti personali, fece emergere insieme all'elevatezza<br />

del pensiero la descrizione della pratica delle virtù: riflessioni che convogliarono<br />

in «Meditazioni», dettate in forma piana e sicura a gruppi qualificati<br />

e ad associazioni religiose, soprattutto nell'ambito della vita consacrata<br />

contemplativa. Un commento teologico ravvalorato, specialmente nell'ultimo<br />

tempo, dall'offerta di sé e dalla sofferenza, sempre nel tentativo di illuminare<br />

i nodi focali del pensiero del santo, all'insegna delle categorie teologiche<br />

di una totalità vera. Per Don Moioli san Giovanni della Croce fu di orientamento<br />

e di confronto, ritenendolo «genio poetico e mistico», cercando di<br />

trasmettere il sublime messaggio evangelico attraverso la mediazione dei<br />

simboli, seppure nella difficoltà sempre di una sicura interpretazione e di<br />

una felice trasmissione. Da una parte introduttiva la trattazione passa al<br />

sondaggio delle varie problematiche in merito al metodo e al linguaggio,<br />

argomenti di elevato interesse. Sebbene i Saggi siano distanti nel tempo e<br />

peraltro disomogenei nelle concezioni, tuttavia nel testo vi percorre un leitmotiv<br />

fine che li unifica e li sublima: un tesoro di dottrina e un messaggio<br />

di perfezione. Una lettura impegnativa al massimo, del resto riservata agli<br />

addetti ai lavori. (arnaldo pedrini)<br />

Giovanni Moioli, Giovanni della Croce. Saggi teologici, Milano, Glossa,<br />

2000, pp. 367, L. 42.000<br />

P. F. Jacuzzi<br />

Una poesia alla ricerca<br />

della fraternità umana<br />

Jacquerie Se si dovesse compilare un albo dei poeti del nostro<br />

tempo, il nome di Paolo Fabrizio Jacuzzi dovrebbe<br />

entrarvi a pieno merito. Già per il suo pri-<br />

Nino Aragno mo libro, Magnificat, che Giovanni Giudici segnalava<br />

come «l'indizio di una stagione nuova della<br />

nostra poesia» e ora per questo suo Jacquerie<br />

(derivato etimologicamente dal suo nome), compatto<br />

e solidissimo come un diamante. Jacuzzi vi<br />

getta fili tra diversi tempi e luoghi per cercare non ciò che divide, ma ciò<br />

che unisce gli uomini in una «federazione del cuore» o in quella «coralità<br />

fraterna», di cui parla, con mirabile precisione, Eraldo Affinati, nella sua eccellente<br />

postfazione. Ma la Storia indagata da Jacuzzi è, prima di tutto, la<br />

propria storia, «invisibile frontiera che rilancia il sangue» e, perfino, il proprio<br />

nome che da Jacques giunge a Jacquerie, che significa rivolta. Insomma,<br />

tutto incipit ab ego, ma da un io che è noi, che è tutti («Contengo i popoli<br />

di questa terra»). Collettività e individuo, Storia e storia vi si mescolano<br />

splendidamente. Un percorso che, da familiare che è agli inizi, è subito corale.<br />

Per compierlo Jacuzzi parte, come s'è visto, dal suo nome, dall'etimologia<br />

della parola, ma anche dall'accostamento delle vasche omonime per<br />

arrivare alla conclusione che «ci tennero in vita perché avessimo/lavatrici.<br />

E i frigoriferi pieni di ogni bene». Sembra un percorso docile e indifeso e<br />

invece è una rivolta (jacquerie), una testimonianza a carico, su tutto ciò che<br />

ha offeso e offende l'uomo, dalla guerra, ai campi di concentramento, al<br />

consumismo. Jacuzzi è un poeta armato, un ribelle, un rivoltoso che sente<br />

di aver perso la rivoluzione e non vi si rassegna. Si legge in queste pagine<br />

la delusione per un sogno che è svanito e che ha lasciato un vuoto che non<br />

si colma. Jacuzzi ha attraversato questo vuoto con dolore e ironia esplorando<br />

il male del mondo a 360 gradi. Ma con una speranza feconda in questo<br />

«millennio doppio zero»: «Una cometa chiama a raccolta — decisa ad aprire<br />

il parlamento — d'amore chiuso da tanto tempo». (angelo mundula)<br />

Paolo Fabrizio Jacuzzi, Jacquerie, Milano, Aragno, 2000, pp. 174, L. 20.000


A ROMA<br />

PAGINA<br />

9 .<br />

INCIDENTI SUL LAVORO Tragico inizio del 2001<br />

Un morto<br />

e un ferito grave<br />

Ancora tragedie e drammi sul lavoro,<br />

con un morto e un ferito grave in due<br />

incidenti avvenuti in provincia di Roma.<br />

La vittima è un operaio di Latina, morto<br />

poco dopo le 14 di ieri, lunedì, travolto<br />

da una trave per la copertura di un capannone.<br />

Il ferito, invece, è l'autista di<br />

un camion cisterna che trasportava materiale<br />

infiammabile, investito da un'esplosione.<br />

Il primo incidente è avvenuto in via<br />

Agrostemmi, in località Santa Palomba,<br />

al confine con il comune di Pomezia, in<br />

una zona industriale. Franco Rufo Pao-<br />

Francesco Rutelli<br />

si è dimesso<br />

da Sindaco<br />

Francesco Rutelli si è dimesso<br />

nel pomeriggio di ieri, lunedì, dalla<br />

carica di Sindaco di Roma.<br />

L'annuncio ufficiale è stato dato<br />

dallo stesso Rutelli durante una<br />

conferenza stampa in Campidoglio.<br />

D'ora in avanti Rutelli sarà impegnato<br />

a tempo pieno nella preparazione<br />

dell'imminente campagna<br />

elettorale che lo vedrà candidato<br />

a presidente del Consiglio<br />

per la coalizione di centro sinistra.<br />

Insufficienti condizioni<br />

igieniche:<br />

il Comune chiude<br />

l'Accademia di Danza<br />

«Scadenti condizioni di pulizia dei locali».<br />

Per questo motivo da, lunedì sera,<br />

con un’ordinanza del sindaco è stata<br />

chiusa l’Accademia Nazionale di Danza,<br />

la scuola di balletto classico dove studiano<br />

circa 400 ragazzi.<br />

La chiusura era stata sollecitata per<br />

motivi igienici lo scorso 22 dicembre<br />

dalla Asl Rm/A in seguito al sopralluogo<br />

effettuato da alcuni tecnici che avevano<br />

riscontrato lo stato di degrado dei locali.<br />

Dopo il provvedimento emanato dal<br />

Campidoglio la chiusura è stata subito<br />

eseguita. Nell’ordinanza del Comune si<br />

fa riferimento ad «inconvenienti igienici<br />

pericolosi per la salute pubblica». Segue<br />

il lungo elenco di questi inconvenienti:<br />

umidità sulle pareti degli spogliatoi dei<br />

docenti e delle ragazze, sul soffitto delle<br />

scale, sui muri dei servizi igienici delle<br />

donne al primo piano, sulle pareti del<br />

corridoio adiacente il teatrino.<br />

Inoltre — riferisce l'agenzia «Ansa» —<br />

viene segnalata l’insufficienza dei servizi<br />

igienici perché alcuni non funzionanti,<br />

l’assenza di acqua calda per le docce, la<br />

mancanza del riscaldamento in alcune<br />

aule e la rottura dell’impianto di areazione<br />

in alcuni spogliatoi. Negli spogliatoi,<br />

inoltre, l’umidità ha causato il distacco<br />

dell’intonaco.<br />

In sostanza, viene sottolineato, ci sono<br />

«scadenti condizioni di ordine, pulizia<br />

e manutenzione» dei locali.<br />

Proprio per questo motivo il presidente<br />

dell’Accademia, Luigi Daga, aveva sospeso<br />

tutte le lezioni già dallo scorso 15<br />

dicembre.<br />

la, 40 anni, residente a Latina, è rimasto<br />

schiacciato dalla trave in cemento armato<br />

che una gru stava posando sul tetto<br />

del capannone. L’operaio era salito sul<br />

tetto del capannone per posizionare le<br />

pesanti travi in cemento che di volta in<br />

volta venivano sollevati da una gru. Rufo<br />

si trovava a cavalcioni sul basamento<br />

del tetto e dirigeva l’operazione, ma ad<br />

un certo punto, forse per un cedimento<br />

del terreno dovuto alla pioggia, la gru si<br />

è adagiata sul fianco sinistro e la trave<br />

che stava sollevando si è abbassata fino<br />

a schiacciare l'operaio.<br />

È stato subito evidente che per l’uomo<br />

non c’era nulla da fare. Immediatamente<br />

gli altri operai hanno dato l’allarme<br />

e sul posto è giunta un’ambulanza<br />

oltre ai Carabinieri. Ma il corpo non si è<br />

potuto rimuovere per diverso tempo<br />

perché è stato necessario l’intervento di<br />

un’altra gru e anche perché si è attesa<br />

l’autorizzazione da parte della magistratura.<br />

Il secondo incidente è invece avvenuto<br />

martedì mattina. Un uomo è rimasto<br />

gravemente ferito nell’esplosione di un<br />

camion cisterna sul quale stava salendo<br />

per aprire il serbatoio. L’incidente è avvenuto<br />

in un’azienda situata nella zona<br />

industriale di Pomezia, in via dei Castelli<br />

Romani. Il camion cisterna conteneva<br />

materiale infiammabile, di cui per il momento<br />

non è stata resa nota la natura, e<br />

proprio quando l’uomo — che dovrebbe<br />

essere l’autista del mezzo — è salito per<br />

aprire la valvola si è verificata la forte<br />

deflagrazione che ha proiettato l’uomo a<br />

terra.<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Mercoledì 10 Gennaio 2001<br />

Salta conduttura idrica:<br />

allagamenti e traffico<br />

nel quartiere Aurelio<br />

BENI CULTURALI Dopo un anno di studi il monumento sarà diviso in tre parti<br />

L'obelisco di Axum pronto per tornare in Etiopia<br />

Dopo 64 anni di assenza l’obelisco di<br />

Axum è tecnicamente pronto per tornare<br />

in Etiopia. Il professor Giorgio Croci,<br />

su incarico del direttore generale dei Beni<br />

Culturali, Mario Serio, lunedì ha ultimato<br />

lo studio di fattibilità per la restituzione<br />

della stele. E tra qualche mese,<br />

una volta assegnato l’appalto per lo<br />

smontaggio e il trasporto del monumento,<br />

l’obelisco potrà tornare dove era stato<br />

fino al 1937, quando Mussolini ordinò<br />

di portarlo in Italia per celebrare i 15<br />

anni della marcia su Roma.<br />

Alto 24 metri e del peso di 160 tonnellate,<br />

il monumento fatto di roccia silicata<br />

simile al granito era in origine una<br />

stele funeraria che venne poi divisa in<br />

tre parti per facilitarne il trasporto in<br />

Italia. A sezione rettangolare, l’obelisco<br />

di Axum è decorato con raffigurazioni<br />

di finestre e porte e da quando è stato<br />

portato nella Capitale campeggia davanti<br />

alla sede della Fao, l’agenzia Onu per<br />

l’alimentazione e l’agricoltura, che durante<br />

l’epoca fascista ospitò il ministero<br />

per l’Africa italiana.<br />

Per facilitarne il trasporto l’obelisco<br />

verrà suddiviso in tre parti di sette-otto<br />

metri, in corrispondenza dei giunti che<br />

MALTEMPO Cime imbiancate sui monti Simbruini<br />

Violento acquazzone<br />

sul litorale<br />

È tornato a splendere il sole nella Capitale<br />

dopo i violenti temporali abbattutisi<br />

lunedì sera e all'alba di martedì.<br />

A Casal Palocco un acquazzone, accompagnato<br />

da forti raffiche di vento,<br />

ha colto di sorpresa centinaia di persone.<br />

Rami caduti e allagamenti si sono<br />

registrati in alcune strade.<br />

Cime imbiancate lungo tutta la catena<br />

dei Monti Simbruini. Neve nei diversi<br />

centri del comprensorio e nelle località<br />

sciistiche di Monte Livata, Campo dell’Osso<br />

e Monna dell’Orso. Paesaggio tipicamente<br />

invernale anche a Cervara di<br />

Roma, Camerata Nuova, Vallepietra e<br />

Arcinazzo Romano, dove però la neve<br />

non ha creato problemi al transito dei<br />

pedoni e alla circolazione veicolare.<br />

Mercoledì, invece, all’aeroporto Leonardo<br />

da Vinci alcuni collegamenti con<br />

il Nord Europa hanno subito ritardi per<br />

via delle cattive condizioni meteorologiche<br />

nelle zone di destinazione, in particolare<br />

sugli scali di Parigi, alle prese con<br />

la nebbia. I voli in arrivo dalla capitale<br />

francese hanno fatto registrare ritardi fino<br />

a due ore facendo slittare gli altri voli.<br />

Secondo quanto si è appreso, i ritardi<br />

hanno interessato anche i collegamenti<br />

da e per Monaco a causa della neve e<br />

Londra, con punte medie che hanno<br />

oscillato tra 60 e 120 minuti.<br />

Sono stati oltre cento gli incidenti<br />

stradali registrati, lunedì, in città dai Vigili<br />

urbani ed oltre duemila sono state le<br />

richieste di intervento ai Vigili del fuoco.<br />

Nessuno dei tanti incidenti ha destato<br />

particolari preoccupazioni; quasi la<br />

metà di essi, una quarantina, sono avve-<br />

già c’erano quando l’opera arrivò in Italia.<br />

I blocchi marmorei avranno un imballaggio<br />

speciale con strutture d’acciaio<br />

che serreranno la stele per assorbire le<br />

vibrazioni durante il trasporto.<br />

La restituzione della stele era prevista<br />

fin dal 1947, quando venne firmato il<br />

trattato di pace con l’Etiopia. E fu riconfermata<br />

in un’intesa del ’56 che regolava<br />

le questioni ancora pendenti tra i<br />

due paesi in seguito alla guerra del<br />

1935. Risale invece al ’97 la definizione<br />

tra Italia ed Etiopia delle procedure di<br />

restituzione e alla legge di bilancio per il<br />

’98 lo stanziamento di un miliardo di lire<br />

per il pagamento delle spese di smontaggio<br />

e trasporto.<br />

Per più di un anno, l’obelisco è stato<br />

circondato da un ponteggio utilizzato<br />

dagli esperti per realizzare tutte le prove<br />

necessarie per completare lo studio sul<br />

modo migliore per smontarlo e trasportarlo<br />

fino ad Axum.<br />

La restituzione della stele segue quella,<br />

avvenuta circa 30 anni or sono, di un<br />

altro monumento che era stato portato<br />

in Italia durante il periodo coloniale: il<br />

«Leone di Giuda» che per anni fu a piazza<br />

dei Cinquecento, davanti alla stazione<br />

Termini.<br />

Anziana aggredita<br />

da un rottweiler<br />

salvata<br />

dal suo piccolo<br />

coraggioso yorkshire<br />

Si è sacrificato per salvare la vita<br />

alla sua padrona, non esitando<br />

a lanciarsi contro un rottweiler. È<br />

la storia di Tommasino, un piccolo<br />

yorkshire di 7 anni, il quale nel<br />

residence Colle la Guardia, al confine<br />

tra Sabaudia e Terracina, ha<br />

sfidato un cane molto più grande<br />

e forte di lui pur di salvare Natalina<br />

Cristoforo, la sua padrona<br />

settantenne che era stata aggredita.<br />

È successo nei giorni scorsi: cane<br />

e padrona passeggiavano tra le<br />

vie del villaggio residenziale e, all’improvviso,<br />

sono stati aggrediti<br />

da un rottweiler. Il cane, sfuggito<br />

al controllo dei proprietari, si è<br />

avventato contro la donna e l’ha<br />

scaraventata a terra. La donna ha<br />

tentato di proteggersi il volto con<br />

il braccio destro, ma è stata azzannata<br />

e, nonostante il richiamo<br />

dei proprietari, il rottweiler ha<br />

continuato a stringere. A quel<br />

punto è intervenuto Tommasino.<br />

Ha dato un morso all’aggressore,<br />

il quale, sorpreso, ha mollato la<br />

presa e si è avventato contro di<br />

lui. Natalina Cistoforo ha potuto<br />

rialzarsi ma a quel punto per lo<br />

yorkshire non c’era più nulla da<br />

fare: è stato sbranato e non è servito<br />

a nulla l’intervento dei proprietari<br />

del rottweiler che lo hanno<br />

allontanato. La donna è stata<br />

giudicata guaribile in dieci giorni.<br />

nuti nella zona Sud della città, a Cinecittà<br />

e quartieri limitrofi, dove la pioggia si<br />

è abbattuta più violentemente.<br />

Acquazzoni torrenziali sono caduti<br />

più volte in varie zone della Capitale, alternandosi<br />

anche a momenti di cielo nuvoloso<br />

quando non sereno. Unico episodio<br />

preoccupante è stato l’innalzamento<br />

del livello del torrente che scorre parallelamente<br />

a via Salaria. Nel pomeriggio<br />

si è temuto che l’acqua potesse superare<br />

gli argini e allagare le tante piccole fabbriche<br />

insediate nella zona di Settebagni.<br />

Dopo la pioggia ad allagare una<br />

parte del quartiere Aurelio è stata<br />

la rottura di una conduttura idrica<br />

in via Madonna del Riposo avvenuta<br />

nella notte tra lunedì e<br />

martedì. La strada è stata subito<br />

chiusa alla circolazione nel tratto<br />

tra la Circonvallazione Aurelia e<br />

via Aurelia per permettere la riparazione<br />

della conduttura. Martedì<br />

mattina i Vigili urbani hanno disposto<br />

il doppio senso di marcia<br />

nella vicina via L. Altieri ma, nonostante<br />

i provvedimenti presi, la<br />

chiusura della strada ha creato<br />

problemi alla circolazione.<br />

Criminalità:<br />

arrestate<br />

due persone<br />

per rapina<br />

10 GENNAIO 2001<br />

Mercoledì della I settimana<br />

del tempo ordinario - Feria<br />

(verde)<br />

Messa a scelta<br />

Lezionario: Eb 2, 14-18; Salmo<br />

104; Mc 1, 29-39<br />

Liturgia delle Ore: Merc. I<br />

sett. - Ufficio della Feria<br />

Fede<br />

Felice lei se la sua fede è<br />

certezza; ma fede può essere<br />

anche la speranza e il desiderio.<br />

(Piero Calamandrei)<br />

a cura di p. Leonardo Sapienza, R.C.I.<br />

SCUOLA CATTOLICA L'istituto s. Dorotea gestito dall'omonima Congregazione<br />

Da un secolo e mezzo al servizio<br />

della cultura e della formazione<br />

Le Suore Maestre di santa Dorotea<br />

vantano a Roma una tradizione educativa<br />

di oltre 150 anni e da sempre il loro<br />

lavoro è fondato sulla convinzione che<br />

attraverso la semplicità e l'esempio personale<br />

è possibile trasmettere le cose più<br />

importanti e far assorbire i valori che<br />

davvero contano nella vita. Un principio<br />

a cui non fa eccezione la grande scuola<br />

intitolata a santa Dorotea che la Congregazione<br />

gestisce a via Matera nella quale<br />

si punta all'essenzialità per giungere ad<br />

un solido sapere abbinato ad una crescita<br />

di persone capaci, libere e responsabili.<br />

Il ciclo di studi messo a disposizione<br />

da questo Istituto, nel quartiere Appio-<br />

Tuscolano, è praticamente completo con<br />

materna, elementare, media e liceo<br />

scientifico arricchiti dalla ulteriore opportunità<br />

del «micro-asilo» per i piccolissimi<br />

da 18 mesi ai tre anni. Uno spazio,<br />

quest'ultimo, grazioso e curato in ogni<br />

dettaglio con sala-gioco, refettorio, dormitorio<br />

tutti a «misura» dei trenta attuali<br />

ospiti che possono trattenersi dalle<br />

7.30 alle 17 sempre seguiti con la necessaria<br />

attenzione ed affetto dalle loro<br />

quattro insegnanti (una volta alla settimana<br />

qui come alla materna si può usufruire<br />

della consulenza di una pediatra).<br />

Un servizio delicato che è stato introdotto<br />

per venire incontro alle esigenze di<br />

molte famiglie ed è stato accolto subito<br />

con entusiasmo.<br />

«Abbiamo una sola sezione — spiega<br />

suor Graziana, preside della scuola —<br />

ma se guardassimo solo alle richieste<br />

senza tenere in considerazione i costi<br />

Due persone sono state arrestate per<br />

rapina in due differenti episodi.<br />

Nel primo, un dipendente di banca<br />

esperto di arti marziali ha bloccato un<br />

rapinatore, che aveva ferito con un taglierino<br />

un altro impiegato e lo ha poi<br />

consegnato ai Carabinieri. È accaduto<br />

lunedì, nella filiale di Atina (Frosinone)<br />

della Banca popolare del Cassinate. Due<br />

banditi, con il volto coperto di passamontagna<br />

e armati di taglierino, sono<br />

entrati nella banca pochi istanti prima<br />

della chiusura e hanno minacciato gli<br />

impiegati. I rapinatori hanno quindi preso<br />

dai cassetti 20 milioni, ma mentre si<br />

accingevano ad uscire è scattato l’allarme<br />

collegato con i Carabinieri. Un rapinatore,<br />

innervosito dall’imprevisto, si è<br />

scagliato contro un impiegato ferendolo<br />

alle mani. In aiuto dell’aggredito è intervenuto<br />

un altro dipendente, esperto di<br />

arti marziali, che lo ha immobilizzato. Il<br />

secondo bandito è riuscito ad uscire dalla<br />

banca e a fuggire sull’auto guidata da<br />

un complice. Poco dopo sono arrivati i<br />

carabinieri che hanno arrestato il rapinatore,<br />

Giovanni Sanna, di 22 anni, pregiudicato<br />

e tossicodipendente. Il bottino<br />

è stato recuperato.<br />

Le manette sono scattate anche per<br />

Alberto Franca, 40 anni, l'uomo era agli<br />

arresti domiciliari, ma armato di pistola<br />

ha rapinato un supermercato e poi è<br />

fuggito con una bicicletta. La polizia però<br />

lo ha rintracciato e arrestato per rapina<br />

e denunciato per evasione dagli arresti<br />

domiciliari. Quando gli investigatori<br />

sono andati nella sua abitazione hanno<br />

trovato il denaro, la pistola ed anche<br />

la bicicletta.<br />

elevati se ne potrebbero aprire almeno<br />

due o tre. Ci rendiamo conto, infatti,<br />

che i giovani genitori sentono il bisogno<br />

di avere un punto di riferimento, un<br />

luogo che dia sicurezza ed affidabilità<br />

dove lasciare i loro bambini in tenera<br />

età».<br />

Una constatazione che trova conferma<br />

anche nella scuola materna, al momento<br />

la più frequentata con i circa 120<br />

iscritti nelle cinque sezioni disponibili<br />

sui 400 complessivamente presenti nell'intero<br />

Istituto.<br />

La storia «romana» di questa Congregazione,<br />

fondata da santa Paola Frassinetti,<br />

non ha avuto inizio nelle strade<br />

dell'attuale quartiere, ma nella zona del<br />

Gianicolo dove nel 1850 circa sorgeva la<br />

prima delle opere vale a dire quel collegio<br />

molto noto in cui, ricordano le religiose,<br />

si recava spesso in visita Papa Pio<br />

IX e che ora non è più attivo. L'Istituto<br />

santa Dorotea di via Matera, invece, è<br />

nato più tardi nel 1934 e si fa apprezzare<br />

per il valido programma didattico,<br />

ma anche per la bellezza delle sue strutture.<br />

L'edificio è dotato di numerosi ambienti<br />

aggiuntivi alle aule tra cui quelli<br />

specifici per l'informatica ed il disegno, i<br />

laboratori di lingue e di fisica, una biblioteca<br />

con cinquemila volumi, il refettorio<br />

e le cucine (la mensa è gestita direttamente<br />

dalla scuola), la palestra, un<br />

suggestivo teatro da poco rinnovato e la<br />

cappella dedicata alla Sacra Famiglia.<br />

Per i momenti all'aria aperta c'è il<br />

grande giardino con gli angoli attrezzati<br />

con i giochi come pure il campo per<br />

praticare il calcetto e la pallavolo.<br />

Spazi e comodità che piacciono molto<br />

ai genitori e agli alunni, ma la caratteristica<br />

che rende davvero speciale ai loro<br />

occhi questo complesso scolastico è l'atmosfera<br />

che si respira al suo interno. La<br />

«santa Dorotea» è ed intende essere una<br />

scuola liberale, aperta al territorio, al<br />

mondo e alle diverse problematiche, un<br />

ambiente accogliente, duttile e contrario<br />

ad ogni forma di disprezzo ed esclusione.<br />

Ad animare l'intero lavoro è l'idea<br />

che i valori autentici si trasmettono attraverso<br />

le attività di ogni giorno anche<br />

grazie all'impegno e l'esempio personale<br />

dei docenti, ma sempre e comunque<br />

con totale semplicità nelle azioni, nei gesti,<br />

nel dialogo e nei rapporti.<br />

«Questo non significa sciatteria — aggiunge<br />

la preside — ma attenzione<br />

esclusiva per ciò che è essenziale. I ragazzi<br />

vengono bombardati da tante cose<br />

che poi non accettano o dimenticano.<br />

Noi, invece, vogliamo sfrondare il superfluo<br />

per gettare i semi di sostanza».<br />

È in questa ottica che nella scuola di<br />

via Matera vengono coltivati principi come<br />

il rispetto per la propria persona e<br />

per gli altri, la convivenza, la giustizia,<br />

la solidarietà e la capacità di ridimensio-<br />

Rubano offerte al Divino Amore: in manette<br />

Svuotavano le cassette delle offerte nel Santuario della Madonna del Divino<br />

Amore. Ma i due ladri, uno di 47 e l’altro di 35 anni, entrambi calabresi, sono<br />

stati notati dai Carabinieri proprio mentre toglievano i soldi dalle cassette<br />

delleofferteeriempivanolelorotasche.E così sono finiti in manette mentre<br />

una loro complice, una ragazza romana di 26 anni, è stata denunciata.<br />

Incidenti stradali: una vittima sulla A1<br />

Incidente stradale mortale martedì mattina nei pressi del casello autostradale<br />

di Orte. Un'automobile con a bordo tre slavi che procedeva sul raccordo<br />

Terni-Orte in direzione Viterbo, ha improvvisamente svoltato verso il casello<br />

senza dare la precedenza ad un camion diretto a Terni. Nel violento<br />

urto è morto sul colpo uno degli occupanti della vettura. La vittima si chiamava<br />

Halim Dubova ed aveva 25 anni. Gli altri due suoi connazionali, rimasti<br />

feriti in modo non grave, sono stati ricoverati nell’ospedale di Viterbo.<br />

Agli arresti domiciliari muore per overdose<br />

Un tossicodipendente di 27 anni, S.T., è morto la notte tra lunedì e martedì<br />

probabilmente a causa di una overdose, lo stesso giorno in cui terminava<br />

di scontare il periodo di detenzione domiciliare inflittogli per un piccolo reato.<br />

Il giovane è stato trovato morto dai suoi familiari nell’appartamento che<br />

divideva con loro, in via Barumini, nei pressi di via Prenestina.<br />

«Banda del buco»: svaligiati due negozi<br />

Due furti sono stati compiuti dalla cosiddetta «banda del buco» nella notte<br />

tra lunedì e martedì nella Capitale, entrambi ai danni di negozi di abbigliamento.<br />

Il danno più ingente è stato procurato al titolare di un esercizio in<br />

via Boccea, nel quale i ladri sono entrati attraverso un foro praticato nel<br />

pavimento dalle cantine sottostanti. I delinquenti hanno rubato capi di abbigliamento<br />

femminili per un valore complessivo di circa 200 milioni di lire.<br />

L’altro furto è avvenuto in via Val Cenischia, nella zona di Monte Sacro, in<br />

un negozio nel quale i ladri sono penetrati attraverso un magazzino di parrucchiere,<br />

adiacente a quello di abbigliamento. I ladri hanno rubato capi<br />

per una cinquantina di milioni di lire. In entrambi i casi i titolari non erano<br />

assicurati.<br />

nare le proprie pretese cosa che per i<br />

giovani di oggi è davvero difficile da accettare<br />

come sottolineano le religiose.<br />

Si insegnano gli ideali nell'Istituto delle<br />

suore Maestre di santa Dorotea, ma<br />

spesso, si propongono e si vivono anche<br />

esperienze concrete di carità come<br />

quando gli studenti si recano a servire<br />

presso la mensa Caritas della parrocchia<br />

di via Candia oppure nella bella iniziativa<br />

natalizia in cui i ragazzi più grandi<br />

confezionano con le proprie mani e i<br />

propri risparmi alcuni pacchi-dono (in<br />

genere un pranzo) e poi percorrono a<br />

piedi il tragitto che va da via Matera alla<br />

stazione Termini consegnando i loro<br />

«regali» ai barboni che incontrano.<br />

Un'attenzione verso i più poveri e svantaggiati<br />

a cui spesso non si sottraggono<br />

nemmeno le famiglie. L'esempio più forte<br />

in questo senso è rappresentato dall'associazione<br />

benefica pro-Albania ospitata<br />

all'interno della scuola che è animata<br />

con tutto il cuore dal papà e la mamma<br />

di uno sfortunato ex-alunno morto<br />

prematuramente e che è stata creata<br />

proprio per ricordare la sensibilità sempre<br />

dimostrata dal giovane per il dramma<br />

di quel popolo.<br />

La formazione integrale perseguita da<br />

un'istituzione scolastica, comunque, non<br />

può certamente prescindere dal programma<br />

didattico e quello della «santa<br />

Dorotea» richiede serietà ed impegno,<br />

ma in compenso garantisce ottimi risultati<br />

sia alla maturità che negli studi universitari<br />

come hanno fatto notare con<br />

un pizzico di orgoglio le stesse religiose.<br />

Vengono offerti tutti gli strumenti necessari<br />

a valorizzare le singole potenzialità<br />

e gli studenti possono anche ampliare il<br />

loro curriculum con esperienze ed attività<br />

alternative. Tra queste si possono<br />

menzionare l'apprendimento del tedesco<br />

da seconda lingua nelle medie, l'informatica,<br />

il pianoforte, le lezioni di danza<br />

moderna, le attività teatrali, le recite, i<br />

saggi nonché le gite e le visite culturali.<br />

In questo ultimo ambito spicca per originalità<br />

la cosiddetta «settimana della<br />

cultura e dell'arte» per la scuola elementare.<br />

I bambini vengono appositamente<br />

preparati dagli insegnanti che approntano<br />

per loro alcune mini-guide su cui leggere<br />

e prendere appunti. In seguito per<br />

sette giorni le classi escono e si recano a<br />

visitare tutte le cose belle che Roma può<br />

offrire in termini di monumenti musei e<br />

così via. Il venerdì sera, infine, è previsto<br />

il «gran finale» ovvero «Roma by night»<br />

in cui si invitano anche i genitori a<br />

prendere parte insieme ai bambini ad<br />

une passeggiata alla scoperta dei «tesori<br />

nascosti» della città.<br />

A scandire l'anno scolastico arrivano<br />

poi le feste ed alcune occasioni in cui la<br />

«santa Dorotea» vive in pieno il suo clima<br />

accogliente e familiare. Giorni speciali<br />

come quelli di Carnevale in cui i ragazzi<br />

allestiscono la loro discoteca nella<br />

palestra della scuola oppure per la conclusione<br />

dei cinque anni di liceo quando<br />

le suore preparano una cena da regalare<br />

come saluto a tutti i maturandi. Tra gli<br />

appuntamenti immancabili c'è anche la<br />

Messa di Natale che è sempre ricca di<br />

fascino per la partecipazione delle famiglie<br />

e per i canti in varie lingue e le musiche<br />

eseguiti dagli studenti.<br />

Naturalmente, essendo una scuola<br />

non statale la «santa Dorotea» deve fare<br />

i conti con la questione delle rette (vanno<br />

dai due e mezzo ai cinque milioni<br />

l'anno). Entrate indispensabili per la «sopravvivenza»<br />

visti i costi di gestione della<br />

struttura e degli stipendi dei numerosi<br />

laici docenti e ausiliari (vi lavorano più<br />

di 50 persone). Nonostante tutto, le suore<br />

Maestre di santa Dorotea fanno il<br />

possibile per venire incontro anche ai<br />

casi particolari di difficoltà delle famiglie<br />

perché il loro desiderio è sempre quello<br />

di «accogliere» ogni ragazzo.<br />

MONICA GELMINI<br />

RADIO<br />

VATICANA<br />

OM: 1530 kHz - 196 metri<br />

(Per la zona di Roma<br />

anche Onda Media 527 kHz<br />

e FM 93.3 e 105 MHz)<br />

OC: nelle bande 49, 31, 25 e 19 metri<br />

MERCOLEDÌ 10 GENNAIO<br />

00.10: Studio A (stereo): Con voi<br />

nella notte<br />

7.20-15.30-17.30-23-24: Orizzonti cristiani<br />

7.30: Santa Messa in latino<br />

8-12-14-15-16-18-21-23.30: Radiogiornale<br />

in italiano, spagnolo, portoghese,<br />

francese, inglese, tedesco e polacco<br />

10: Udienza generale del Santo Padre<br />

16.30: Christian Music di P. Famiglietti<br />

e A. Cimini<br />

17: Liturgia delle Ore: celebrazione<br />

dei Vespri in latino<br />

20.20: Programma tedesco: Die Römische<br />

Woche<br />

20.40: Recita del Santo Rosario in<br />

latino<br />

21.30: Programma francese: A lécoute<br />

du Pape et des évêques<br />

21.50: Programma inglese: The Pope<br />

and the people / Rights or wrong<br />

/Anextraordinaryyear/No excuses<br />

22.10: Programma spagnolo: La voz<br />

del Papa / Informaciones y Reflexiones<br />

Jubilares


IN ITALIA<br />

PAGINA<br />

10 .<br />

URANIO Critiche all'iniziativa dal centro destra<br />

Richiesta di moratoria<br />

presentata alla Nato<br />

ROMA, 9.<br />

L'Italia ha chiesto al Comitato politico<br />

della Nato, che si è riunito stamane a<br />

Bruxelles, una moratoria sull'uso dei<br />

proiettili all'uranio impoverito «fino a<br />

quando non ci saranno certezze scientifiche<br />

sulla loro pericolosità». L'annuncio<br />

dell'iniziativa era stato dato ieri dal ministro<br />

della Difesa Mattarella che domani<br />

riferirà al Senato e la settimana prossima<br />

alla Camera (il giorno non è stato<br />

ancora fissato) sulla preoccupante vicenda.<br />

«Chiediamo — ha aggiunto il ministro<br />

— che ci sia condivisione piena<br />

dentro l'Alleanza per l'utilizzo di queste<br />

armi e di evitare di adoperare l'uranio<br />

impoverito finché non si è certi dell'assenza<br />

di pericolosità da inquinamento».<br />

Da parte sua il sottosegretario Minniti<br />

aveva annunciato anche la proposta che<br />

nell'ambito dell'Alleanza ci sia una sede<br />

unitaria dove scambiarsi reciprocamente<br />

informazioni. Le richieste italiane — informa<br />

l'Ansa — sono state accolte come<br />

base di discussione dal comitato Nato.<br />

Alla richiesta di moratoria si è detta<br />

nettamente contraria l'opposizione di<br />

centrodestra in particolare con il capogruppo<br />

di Forza Italia alla Camera Pisanu:<br />

«La messa al bando dei proiettili all'uranio<br />

impoverito — ha affermato — è<br />

una misura demagogica che serve solo<br />

ad accrescere l'allarme. Sarebbe invece<br />

più utile spostare l'attenzione su tutte le<br />

possibili cause delle malattie e delle<br />

morti che hanno coinvolto alcuni militari<br />

italiani in missione all'estero. Tra queste<br />

cause, infatti, potrebbe non esserci<br />

l'uranio o comunque non solo l'uranio».<br />

L'Ue avverte:<br />

nel Paese<br />

elevati i rischi<br />

idrogeologici<br />

ROMA, 9.<br />

I rischi ambientali per frane e alluvioni<br />

sono sempre molto alti in Italia, dove<br />

negli ultimi venti anni hanno messo a<br />

repentaglio la vita di circa 70.000 persone.<br />

E la situazione è destinata a diventare<br />

sempre più allarmante nei prossimi<br />

cinquant'anni per l'erosione del suolo e<br />

la cementificazione «selvaggia».<br />

Lo rileva — informa l'Ansa — uno<br />

studio dell'Agenzia europea per l'ambiente<br />

(Aea) dedicato al tema «Degrado<br />

del suolo e sviluppo sostenibile in Europa».<br />

Secondo gli esperti dell'Unione Europea,<br />

l'Italia è stata negli ultimi cinquant'anni<br />

uno dei Paesi più colpiti dall'emergenza-territorio:<br />

il 66% dei Comuni<br />

italiani presi in esame (che rappresentano<br />

il 68% del totale) ha conosciuto in tale<br />

periodo almeno un'alluvione, uno<br />

smottamento o una frana di medie dimensioni.<br />

E negli ultimi vent'anni le vite<br />

e i beni di circa 70.000 persone sono state<br />

messe appunto a rischio dagli oltre<br />

17.000 eventi registrati.<br />

I danni provocati da smottamenti, frane<br />

e alluvioni hanno superato i 22.000<br />

miliardi di lire. Il 15% della popolazione<br />

italiana vive in aree «ad altissimo rischio<br />

idrogeologico» che rappresentano il 26%<br />

del territorio. In totale, nel 50% del Paese<br />

(in cui vivono 36 milioni di persone)<br />

tale rischio è descritto come «alto o<br />

molto alto». Particolarmente preoccupante<br />

è l'aumento costante delle frane e<br />

degli smottamenti registrati, che sono<br />

passati dai circa 1000 degli anni 1970-79<br />

ai 2000 del decennio 1980-89 fino a toccare<br />

quasi quota 3000 tra il 1990 e il<br />

1999.<br />

Mafia: 27 arresti<br />

per estorsioni e omicidi<br />

a Palemo<br />

PALERMO, 9.<br />

Gli agenti della squadra mobile di Palermo<br />

hanno eseguito questa mattina 27<br />

ordini di custodia cautelare per omicidio,<br />

rapina, estorsione e lotto clandestino.<br />

I provvedimenti sono stati firmati<br />

dal Gip Gioacchino Scaduto su richiesta<br />

dei sostituti della Dda Michele Prestipino<br />

e Maurizio De Lucia. L’inchiesta riguarda<br />

i presunti affiliati alla famiglia<br />

mafiosa di «Porta nuova» e fa seguito ad<br />

una operazione effettuata due anni fa,<br />

dopo che gli agenti avevano raccolto per<br />

un anno e mezzo le conversazioni nell’abitazione<br />

del capomafia Girolamo<br />

Buccafusca, che era stato condannato<br />

all'ergastolo ma per motivi di salute<br />

scontava la pena a casa. Grazie a queste<br />

intercettazioni ambientali è stato possibile<br />

ricostruire ed individuare gli affiliati<br />

alla cosca mafiosa, le estorsioni ai commercianti<br />

e imprenditori del centro di<br />

Palermo e del Porto, l’agguato a Domenico<br />

Campora e il tentativo di uccidere<br />

Emanuele Lipari. Gli investigatori hanno<br />

inoltre scoperto il cassiere della famiglia<br />

mafiosa, l’uomo che raccoglieva tutte le<br />

somme di denaro provenienti dalle attività<br />

illecite.<br />

Agguato di mafia e ferimento, intanto,<br />

ieri a Marineo, nel palermitano.<br />

Per quanto riguarda il ministero della<br />

Difesa c'è anche da registrare che il sottosegretario<br />

Ostillio ha incontrato ieri<br />

sera il gen. Antonio Tricarico, direttore<br />

della Sanità militare, per avere — informa<br />

l'Ansa — diretta conoscenza delle<br />

modalità con cui si sta affrontando l'emergenza<br />

uranio e gli ha espreso «soddisfazione<br />

per le iniziative e le attività<br />

svolte sulle materie di competenza».<br />

L'ultima misura adottata dalla Sanità<br />

militare — ha ricordato il gen. Tricarico<br />

— è il «gruppo operativo», che dà la<br />

possibilità di collegare il «telefono verde»<br />

all'istituto di ematologia del prof.<br />

Franco Mandelli, che presiede la commissione<br />

di indagine scientifica. Intanto<br />

stamane la commissione Difesa della Camera<br />

ha chiesto al Presidente Violante<br />

l'avvio di un'indagine conoscitiva.<br />

Sul piano governativo c'è inoltre da<br />

registrare la richiesta avanzata per lettera<br />

al Presidente del Consiglio Amato dal<br />

ministro per le Politiche comunitarie<br />

Mattioli, anche a nome del ministro per<br />

le Politiche agricole Pecoraro Scanio, di<br />

inserire la questione dell'uranio impoverito<br />

nell'ordine del giorno del Consiglio<br />

dei Ministri perché essa «coinvolge la responsabilità<br />

collegiale del Governo».<br />

Sul piano giudiziario, la Procura della<br />

Repubblica di Roma ha disposto un monitoraggio<br />

sui militari ammalatisi per conoscere<br />

quanti sono, il tipo di patologia<br />

di cui soffrono e quali mansioni svolgevano.<br />

Da parte sua la Procura militare<br />

di Roma ha reso noto che sono «quasi<br />

trenta», tra deceduti e ammalati, i casi<br />

di militari presi in considerazione nell'ambito<br />

della propria inchiesta.<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Mercoledì 10 Gennaio 2001<br />

MALTEMPO Valanga in provincia di Sondrio<br />

Travolto da una slavina<br />

un turista in Alto Adige<br />

SONDRIO, 9.<br />

Il maltempo continua a colpire il<br />

Nord Italia e ieri ha provocato una prima<br />

vittima: uno sciatore tedesco è morto<br />

nel pomeriggio travolto da una slavina<br />

nella zona di Maso Corto, nel Meranese.<br />

Un altro americano che sciava assieme<br />

a lui è stato invece recuperato ancora<br />

vivo. Dopo le abbondanti nevicate<br />

la minaccia è ora la temperatura troppo<br />

elevata che accresce il rischio slavine.<br />

Infatti una slavina di notevoli dimensioni<br />

si è staccata nella tarda mattinata<br />

di oggi in località Plaghera a Santa Caterina<br />

Valfurva, a quota 2.300 metri. Sul<br />

Terremoto: scosse<br />

del IV-V grado<br />

nel Catanese<br />

CATANIA, 9.<br />

Notte di paura e di tensione<br />

sull’Etna per uno sciame sismico,<br />

di oltre 30 scosse di varia entità.<br />

Gli abitanti di Zafferana Etnea,<br />

paese epicentro dei terremoti, sono<br />

stati svegliati durante la notte<br />

ed hanno abbandonato le loro abitazioni,<br />

aspettando l’alba in auto.<br />

La scossa di maggiore entità, di<br />

3.5 gradi della scala Richter e stimata<br />

di poco superiore al V grado<br />

Mercalli, è stata registrata alle ore<br />

3.51 ed è durata oltre 2 minuti.<br />

Non si registrano danni a persone.<br />

Droga nelle discoteche:<br />

38 fermi<br />

in varie regioni<br />

ROMA, 9.<br />

Nelle prime ore di oggi i carabinieri<br />

del Nucleo operativo del comando provinciale<br />

di Lecce hanno effettuato in tutto<br />

il Paese 38 arresti su richiesta della<br />

locale DDA per asociazione per delinquere<br />

finalizzata al traffico e spaccio di<br />

eroina, cocaina e ecstasy sopratutto nei<br />

pressi delle discoteche.<br />

Sempre in tema di lotta al traffico di<br />

stupefacenti è in atto da stamane una<br />

vasta operazione antidroga coordinata<br />

dai carabinieri di Comacchio in Lombardia,<br />

Veneto, Emilia Romagna e Puglia.<br />

Le operazioni sono iniziate alle 5 del<br />

mattino e hanno portato al sequestro<br />

complessivo di 50 mila dosi di cocaina<br />

ed eroina purissima per un valore di circa<br />

3 miliardi.<br />

Nell’ambito dello stesso intervento sono<br />

stati effettuati 18 arresti, tutti relativi<br />

a cittadini italiani.<br />

L’operazione, denominata dagli inquirenti<br />

«Rinascita», ha portato anche al sequestro<br />

di monili d’oro per un valore di<br />

circa 1 miliardo di lire, contanti per 10<br />

milioni e assegni per 50 milioni. Sono<br />

stati impiegati 120 uomini, 52 automezzi<br />

ed unità cinofile.<br />

TERRORISMO Gli inquirenti seguono la pista algerina<br />

Rischio di attentati:<br />

rafforzati i controlli<br />

ROMA, 9.<br />

La riapertura, ieri mattina, dell’ambasciata<br />

statunitense ha rappresentato un<br />

indubbio segnale di distensione ma l’allarme<br />

terrorismo rimane. I controlli sono<br />

stati potenziati non solo all’esterno<br />

della sede diplomatica romana — con<br />

una massiccia presenza della Polizia,<br />

transenne sulla strada lungo il perimetro<br />

dell’ambasciata e spostamento di alcune<br />

fermate dell’autobus — ma in tutta Italia<br />

dove si trovano obiettivi americani<br />

come consolati o basi militari, come<br />

Trovato volantino<br />

delle «br» vicino<br />

alla base di Aviano<br />

PORDENONE, 9.<br />

Un volantino a firma «brigate<br />

rosse» è stato trovato quindici<br />

giorni fa (ma la notizia si è appresa<br />

solo ieri) vicino alla base Nato<br />

di Aviano, in provincia di Pordenone.<br />

Il foglio conteneva minacce<br />

e per questo motivo sono scattati<br />

controlli e misure di sicurezza intorno<br />

alle strutture militari in Italia<br />

nelle quali sono presenti soldati<br />

statunitensi, in particolare alla<br />

base Usa di Tombolo, la pineta<br />

che si estende fra Pisa e Livorno.<br />

posto sono attualmente in corso sopralluoghi<br />

da parte del Soccorso Alpino con<br />

unità cinofile e delle forze dell’ordine.<br />

Alcuni sciatori, che si trovavano nella<br />

zona, sono stati raggiunti dalla neve e<br />

sommersi fino alla cintola, ma pare non<br />

abbiano riportato lesioni. Controlli sono<br />

in corso per accertare se altre persone<br />

possano essere rimaste coinvolte dalla<br />

slavina.<br />

È tornato, intanto, il sereno, stamani,<br />

su tutto il Friuli-Venezia Giulia, dopo<br />

giorni di piogge intense che hanno causato<br />

frane e danni in diverse zone alpine<br />

dove ora, in quota, c’è un marcato rischio<br />

valanghe. Frane continuano a<br />

creare disagi in provincia di Udine, lungo<br />

la Strada Statale 512, a Cavazzo<br />

La pioggia invece, intensa e continua,<br />

ha provocato in Trentino la chiusura di<br />

alcune strade a causa di frane. Ed è allarme<br />

rosso a Venezia che, per il quindicesimo<br />

giorno, è sotto l’acqua alta. La<br />

marea ha infatti raggiunto i 111 centimetri<br />

di altezza sul medio mare allagando<br />

parte della città nei punti più bassi e<br />

dovrebbe essere sostenuta anche nei<br />

prossimi giorni. In montagna, oltre i<br />

1.800 metri, ci sono ormai tre strati<br />

principali di neve, l’ultimo della scorsa<br />

notte, con un marcato rischio di distacchi<br />

anche autonomi, specie sui versanti<br />

a nord e nei canaloni.<br />

Sono stati riaperti, stamane e hanno<br />

già ripreso la loro attività in Valle Brembana<br />

i tre stabilimenti (450 dipendenti)<br />

che ieri erano stati fatti sgomberare dopo<br />

l’allagamento di un torrente provocato<br />

da una frana. La situazione su tutta<br />

la zona è migliorata.<br />

Un nubifragio si è abbattuto nel brindisino<br />

provocando allagamenti e sradicamenti<br />

di alberi.<br />

quella di Aviano. Qui il livello di allerta<br />

resta ancora alto.<br />

Nel mirino degli investigatori ci sono<br />

le formazioni integraliste islamiche che,<br />

secondo il comandante dei Carabinieri<br />

del «ros», Sabato Palazzo, hanno basi,<br />

fiancheggiatori e contatti con la malavita<br />

comune. Tra le piste all’attenzione<br />

degli investigatori quella algerina, un<br />

commando di nordafricani formato da<br />

non più di cinque persone, appartenente<br />

al gruppo salafita, una frazione degli algerini<br />

del Gia, che avrebbe dovuto compiere<br />

l’attentato a Roma. Le polizie di<br />

Italia, Francia, Gran Bretagna e di altre<br />

nazioni, allertate dai servizi segreti americani,<br />

sono alla ricerca del gruppo di<br />

attentatori che risulta appunto legato al<br />

terrorismo algerino e al gruppo internazionale<br />

che fa capo al miliardario saudita<br />

Osama Bin Laden. Secondo fonti investigative,<br />

il progetto che aveva preso<br />

di mira l’Italia ricalca nelle linee essenziali<br />

il piano per le stragi che Bin Laden<br />

avrebbe voluto realizzare a Capodanno<br />

del 2000. Per il pm torinese Laudi si<br />

tratta, se ciò venisse confermato, di una<br />

«pericolosa inversione di tendenza».<br />

Tutte le ipotesi sono comunque ancora<br />

aperte e per fare luce sul progetto di<br />

attentato alla sede diplomatica di via Veneto<br />

la procura di Roma ha chiesto alla<br />

Digos un rapporto, in base al quale decidere<br />

l’eventuale apertura di un’inchiesta<br />

giudiziaria. I reati che potrebbero essere<br />

presi in esame dagli inquirenti dovrebbero<br />

essere quelli di strage, banda armata<br />

e associazione sovversiva.<br />

L'impegno della Caritas Cremonese per le adozioni a distanza<br />

SCUOLA Proteste di genitori e sindacati<br />

Impreparati sui programmi<br />

gli istituti del «ciclo di base»<br />

ROMA, 9.<br />

«Iscrivete i vostri figli solo a quelle<br />

scuole che hanno già elaborato, adempiendo<br />

ai propri obblighi, un chiaro Piano<br />

di offerta formativa (Pof)». Lo dice il<br />

presidente dell’Associazione Genitori<br />

(Age) Giuseppe Richiedei in vista della<br />

scadenza del 25 gennaio per le iscrizioni<br />

al primo anno della scuola di base. Per<br />

quella data, infatti, i genitori «non<br />

avranno a disposizione informazioni dettagliate<br />

su programmi e contenuti, né<br />

tanto meno sulla specifica offerta formativa<br />

del singolo istituto». La colpa, se-<br />

Obbligo del casco:<br />

diminuiti del 40%<br />

i casi di morte<br />

ROMA, 9.<br />

Sarebbero diminuiti del 40% i<br />

decessi tra i motociclisti e del 55%<br />

i ricoveri per trauma cranico in<br />

seguito all’obbligo del casco. Le<br />

conclusioni sono della Società italiana<br />

di traumatologia della strada.<br />

Il calo dei decessi varia a seconda<br />

delle diverse zone d’Italia.<br />

Mentre nel nord le morti sono diminuite<br />

del 10%, al centro il calo<br />

è stato del 30% ed al sud del 60%.<br />

Aumentano, invece, soprattutto al<br />

sud, più 34%, i ricoveri per «altri<br />

traumi» (fratture e lesioni di vario<br />

tipo).<br />

Incidente mortale sul lavoro<br />

COSENZA — Un uomo di 45 anni, Giuseppe Palombino, è morto nella mattinata<br />

di oggi, martedì, mentre eseguiva dei lavori di pulizia alla grondaia<br />

di una palazzina. La tragedia è avvenuta a Verbicaro, in provincia di Cosenza.<br />

Sulle cause dell’incidente non si hanno ulteriori particolari. I Carabinieri<br />

hanno avviato le indagini.<br />

Mucca pazza: chiuso il mattatoio a Torino<br />

TORINO — È emergenza al mattatoio di Torino che da oggi, martedì, ha sospeso<br />

le macellazioni a causa delle celle frigorifere stracolme di teste, occhi,<br />

tonsille e midollo spinale di animali, gli scarti cioè a rischio «Bse» che<br />

le industrie specializzate non ritirano più da quando il Governo ha vietato<br />

la trasformazione in farine animali. La situazione potrebbe tuttavia sbloccarsi<br />

già entro questa sera: è infatti atteso un decreto dei ministeri dell’Ambiente<br />

e della Sanità che dovrebbe indicare da un lato se le farine animali<br />

già pre-trattate devono essere distrutte negli inceneritori pubblici (e quindi<br />

dare le necessarie autorizzazioni) o stoccate in appositi magazzini, e dall’altro<br />

destinare un contributo economico ad aziende che devono svolgere il<br />

trasporto degli scarti agli impianti. In Piemonte operano 329 macelli di cui<br />

200 a capacità limitata e 39 a Bollo Cee, ma la situazione verificatasi a Torino,<br />

se non sarà adottato un provvedimento adeguato a breve, potrebbe<br />

nei prossimi giorni interessare anche altri mattatoi.<br />

Contrabbando: sequestrati 2.400 kg di sigarette<br />

COMO — Oltre due tonnellate di sigarette di contrabbando per un valore di<br />

circa 600 milioni di lire sono state sequestrate al valico di Como Brogeda a<br />

bordo di un Tir diretto in Inghilterra. L’operazione è stata eseguita dalla<br />

Guardia di Finanza e dai funzionari di dogana italiani, che hanno denunciato<br />

due fratelli napoletani. Le sigarette, in tutto due tonnellate e 400 chili,<br />

erano per la maggior parte di marche particolarmente ricercate in Inghilterra.<br />

Erano state nascoste all’interno dell’autocarro che, stando ai documenti<br />

doganali, avrebbe dovuto trasportare delle magliette. Le Fiamme Gialle si<br />

sono insospettite perché l’automezzo era un camion frigorifero, un sistema<br />

piuttosto insolito per trasportare abbigliamento. Le due persone che erano<br />

a bordo, due fratelli di 34 e 23 anni, residenti in provincia di Napoli, hanno<br />

tentato di difendersi sostenendo di non sapere cosa trasportavano. Sono<br />

stati denunciati a piede libero.<br />

CREMONA — La solennità dell'Epifania richiama<br />

il dramma dei bambini abbandonati, in<br />

gravi situazioni familiari o in comunità di accoglienza.<br />

Una condizione che ha portato la<br />

Caritas Cremonese da alcuni anni a realizzare<br />

un «Fondo adozioni a distanza» attivo anche<br />

nel 2001 con un impegno annuale di 50.000 lire<br />

al mese o di 600.000 annue, rinnovabile.<br />

È possibile anche fare un libero versamento<br />

allo specifico fondo della Caritas. Alcune ado-<br />

Italia ultima in Europa anche nel rapporto con il Pil<br />

Primato negativo<br />

del debito pubblico<br />

ROMA, 9.<br />

Primato negativo per il debito pubblico<br />

italiano, che nell'ottobre scorso ha<br />

toccato il valore più alto mai raggiunto:<br />

2.532.331 miliardi di lire. È quanto<br />

emerge dai dati della Banca d’Italia che<br />

valuta la consistenza del debito delle<br />

amministrazione pubbliche secondo i<br />

criteri fissati dall’Unione europea.<br />

A ottobre il debito ha registrato un incremento<br />

di 16.000 miliardi rispetto a<br />

settembre, quando aveva toccato quota<br />

2.516.201 miliardi segnando così il quarto<br />

incremento consecutivo dal luglio<br />

precedente. Il valore di ottobre si lascia<br />

Protesta del «movimento<br />

disoccupati<br />

autorganizzati» a Napoli<br />

NAPOLI, 9.<br />

È in corso a Napoli e provincia<br />

una dura protesta del «movimento<br />

disoccupati autorganizzati». Alcune<br />

centinaia di manifestanti hanno<br />

sfilato oggi nel centro cittadino<br />

ed è stato demolito il muro costruito<br />

per impedire l’accesso alla<br />

sede del movimento: un immobile<br />

comunale occupato abusivamente.<br />

Ieri i disoccupati avevano fatto un<br />

blocco sullo svincolo autostradale<br />

di Pomigliano d’Arco dando fuoco<br />

a pneumatici e cassonetti.<br />

condo Richiedei, non è soltanto dei ritardi<br />

della commissione ministeriale che<br />

dovrà definire i programmi: «Le scuole<br />

— ha sottolineato — avrebbero già dovuto<br />

elaborare il Pof, basandosi sui programmi<br />

esistenti, per permettere ai genitori<br />

di scegliere l’istituto nel modo più<br />

appropriato, ma in moltissimi casi non<br />

lo hanno fatto». «Addurre come scusa<br />

l’attesa dei risultati della commissione<br />

ministeriale è un po'uno scarica-barile».<br />

Secondo il segretario generale della<br />

Cisl-Scuola Daniela Colturani, si tratta<br />

di un «vero salto nel buio, frutto di un<br />

avventurismo incredibile da parte del<br />

governo». I genitori che protestano, ha<br />

detto Colturani, «hanno ragione. Le famiglie<br />

hanno infatti diritto di conoscere<br />

come si strutturerà il nuovo settennio<br />

della scuola di base e quali saranno i<br />

suoi contenuti, mentre ad oggi tutto resta<br />

ancora indefinito, a partire dalla<br />

chiara definizione di quelle che saranno<br />

le sedi stesse della scuola di base». Secondo<br />

Colturani, «è incredibile che, a<br />

nove mesi dall’avvio della riforma dei cicli,<br />

ancora non si abbiano indicazioni<br />

definite».<br />

Intanto il ministro della Pubblica<br />

istruzione De Mauro, ha assicurato che<br />

il testo del nuovo curricolo settennale<br />

della scuola di base sarà presentato «entro<br />

la fine di gennaio». La definizione<br />

«iscrizioni al buio», ha affermato De<br />

Mauro, «è completamente falsa. Chiunque<br />

conosca la struttura della scuola di<br />

base del ciclo — ha spiegato il ministro<br />

— sa che le variazioni non hanno alcun<br />

riflesso sui primi anni del ciclo». «Quelle<br />

del 25 gennaio — ha concluso — sono<br />

solo preiscrizioni».<br />

zioni sono nominative, altre anonime o a sostegno<br />

di case famiglia. I Paesi nei quali quest'anno<br />

saranno concordate le adozioni a distanza<br />

sono il Brasile, l'Ecuador, il Kazakistan,<br />

la Bosnia ed Erzegovina, il Kosovo, l'Albania,<br />

il Mozambico e le Filippine.<br />

Qui la Caritas Cremonese ha un referente<br />

preciso — una suora, un sacerdote, famiglie,<br />

volontari — che cura l'assegnazione del contributo.<br />

alle spalle anche il precedente primato<br />

registrato a giugno (2.516.495 miliardi).<br />

Dai dati dell’istituto centrale appare<br />

chiaro che è soprattutto il settore statale<br />

ad aver influito sull'aumento del debito.<br />

Calcolato per questo aggregato più ristretto,<br />

il valore è ugualmente da record:<br />

2.393.357 miliardi rispetto ai<br />

2.376.960 miliardi di settembre.<br />

Con queste cifre, all'Italia va anche la<br />

«maglia nera» di Paese Ue con più alto<br />

rapporto fra debito pubblico e prodotto<br />

interno lordo (Pil). Il concorrente in negativo,<br />

il Belgio, secondo i più recenti<br />

dati relativi al 2000 ha infatti superato<br />

l'Italia lasciandola sola in fondo alla<br />

classifica. Il Governo belga ha annunciato<br />

nei giorni scorsi che il suo rapporto<br />

debito/Pil l’anno scorso è sceso a<br />

110,6%, in netto miglioramento rispetto<br />

al 115,9% del 1999. Nel suo aggiornamento<br />

del programma di stabilità appena<br />

presentato alla Commissione europea,<br />

l’Italia ha indicato invece per il<br />

2000 un rapporto a quota 112,1%, un<br />

punto percentuale e mezzo peggiore di<br />

quello belga, anche se in sensibile flessione<br />

rispetto al 115,1% del 1999.<br />

Già nell’aprile scorso dati provvisori<br />

Ue attribuivano all’Italia un rapporto debito/Pil<br />

di 114,9% contro il 114,4% del<br />

Belgio. Dati diffusi lo scorso autunno riportavano<br />

il Belgio (115,9%) in ultima<br />

posizione rispetto all’Italia (115,1%): ma<br />

il controsorpasso è risultato solo temporaneo.<br />

Tuttavia potrebbe ripetersi perché<br />

i dati sul Pil vengono costantemente<br />

aggiornati ancora molti mesi dopo la<br />

chiusura dei bilanci di finanza pubblica.<br />

Dal 1° marzo<br />

le maggiorazioni<br />

«sociali»<br />

sulle pensioni<br />

ROMA, 9.<br />

Saranno pagati a marzo gli aumenti<br />

delle pensioni introdotte con la «finanziaria»,<br />

ma i pensionati che hanno diritto<br />

per la prima volta all’aumento dovranno<br />

presentare una domanda all’Inps.<br />

È quanto concordato dall’Inps e dai<br />

sindacati dei pensionati di Cgil, Cisl e<br />

Uil nel corso di un incontro.<br />

In sostanza i circa 400 mila pensionati<br />

al minimo a cui spetta la maggiorazione<br />

sociale, avranno gli aumenti dal 1° marzo<br />

2001 con gli arretrati da gennaio; i<br />

pensionati sociali, già titolari dell’aumento<br />

fino a 125.000 lire mensili (circa<br />

80.000 persone), avranno dal 1° marzo<br />

l’incremento di 25.000 lire mensili (per<br />

chi non ha raggiunto i 75 anni di età) e<br />

di 40.000 lire mensili (per gli ultrasettantacinquenni),<br />

con gli arretrati da gennaio.<br />

Infine, i titolari di pensione al minimo,<br />

di assegno sociale o di pensione<br />

sociale, che in base al reddito acquisiscono<br />

per la prima volta il diritto agli<br />

aumenti, dovranno presentare al più<br />

presto possibile una apposita domanda.<br />

L’Inps sottolinea poi che sta raccogliendo<br />

i dati reddituali per verificare se<br />

i pensionati hanno diritto o no a determinate<br />

prestazioni. Si tratta di una operazione<br />

non breve, al termine della quale<br />

«non è da escludersi» che si scopra<br />

che alcuni pensionati non avevano diritto<br />

agli aumenti e quindi dovranno restituirli.<br />

Al termine dell’incontro col presidente<br />

e il direttore generale dell’Inps, Massimo<br />

Paci e Fabio Trizzino, i sindacati si<br />

sono detti soddisfatti del risultato ottenuto.


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Extra Europa L. 6.000 - US$ 4,00<br />

Anno CXLI - N. 7 (42.645) CITTÀ DEL VATICANO Giovedì 11 Gennaio 2001<br />

Alla prima udienza generale dopo la chiusura della Porta Santa Giovanni Paolo II esorta la Chiesa<br />

a proseguire il cammino alla luce dello straordinario evento di fede e di grazia appena vissuto<br />

I frutti del Grande Giubileo aiutino i cristiani di oggi a rendere<br />

testimonianza dell'immenso amore di Dio verso gli uomini<br />

MEDIO ORIENTE Uccisi nei Territori due dimostranti palestinesi e un contadino<br />

Sospesa la missione dell'inviato Usa<br />

per rilanciare il processo di pace<br />

Una pattuglia israeliana<br />

spara contro l'auto<br />

del Vescovo Ausiliare<br />

di Gerusalemme<br />

dei Latini<br />

TEL AVIV, 10.<br />

Militari israeliani hanno aperto<br />

il fuoco ieri sera contro l’auto<br />

sulla quale viaggiavano il Vescovo<br />

Ausiliare di Gerusalemme dei<br />

Latini, Mons. Giacinto-Boulos<br />

Marcuzzo, un sacerdote, una<br />

suora e l'autista. Il Presule si<br />

stava recando a fare visita ad un<br />

sacerdote malato in Cisgiordania.<br />

«Siamo stati fermati da tre<br />

soldati della base di Bezek», ha<br />

detto Monsignor Marcuzzo. «Abbiamo<br />

accostato su un lato della<br />

strada, l’autista ha chiesto che<br />

cosa dovevamo fare, ma uno dei<br />

militari gli ha intimato di tacere».<br />

«Subito dopo — ha proseguito<br />

— i soldati hanno fatto partire<br />

tre colpi» che non hanno colpito<br />

nessuno dei passeggeri.<br />

Un portavoce militare israeliano<br />

ha dichiarato che sull’incidente<br />

è stata già aperta un’inchiesta.<br />

contro una postazione di soldati. Un altro<br />

è stato ucciso durante scontri avvenuti<br />

a Jenin. Un settantenne è invece stato<br />

colpito da colpi provenienti da una<br />

postazione situata presso l’insediamento<br />

ebraico di Kfar Darom. L'anziano stava<br />

lavorando nei campi nella vicina località<br />

di Deir al Balah, nella parte meridionale<br />

della «Striscia di Gaza».<br />

Gli osservatori temono ora una nuova<br />

intensificazione dei disordini dopo la cattura<br />

avvenuta ieri di Nidal Abu Zalrif,<br />

militante palestinese definito da fonti militari<br />

israeliane un «quadro nel movimento<br />

paramilitare Tanzim», legato ad i Al<br />

Fatah, la maggiore corrente all'interno<br />

dell'Organizzazione per la Liberazione<br />

della Palestina. L’arresto di Abu Zalrif ha<br />

suscitato l'immediata reazione armata<br />

dei suoi compagni di lotta che hanno<br />

sparato a lungo contro veicoli israeliani<br />

in transito su una superstrada che passa<br />

a Nord di Betlemme. Il traffico è stato<br />

interrotto.<br />

Malgrado la ripresa degli incontri tra i<br />

Capi della sicurezza delle due parti, i<br />

combattimenti continuano ad insanguinare<br />

i Territori. Il dialogo si fa ogni giorno<br />

più difficile e ieri l'Ap ha reso nota l'intenzione<br />

di denunciare esponenti del Governo<br />

israeliano al Tribunale internazionale<br />

per i crimini di guerra per una serie<br />

di uccisioni di attivisti palestinesi. Lo ha<br />

annunciato il responsabile dell’informazione<br />

dell'Ap, Yasser Abed Rabbo, sottolineando<br />

che l'Esercito di Tel Aviv mira a<br />

eliminare la dirigenza palestinese. Tel<br />

Aviv ha negato però che si tratti di assassinii<br />

politici ribadendo che gli attivisti<br />

morti erano responsabili di gravissimi attentati.<br />

MUCCA PAZZA In seguito alla scoperta di tre nuovi casi<br />

Sostituiti due Ministri in Germania<br />

BERLINO, 10.<br />

La crisi della «mucca pazza» rischia di<br />

travolgere il Governo tedesco. I Ministri<br />

della sanità, Andrea Fischer, e dell’agricoltura,<br />

Karl-Heinz Funke, si sono dimessi<br />

ieri e sono stati sostituiti rispettivamente<br />

dalla vice capogruppo socialdemocratica<br />

al Bundestag, Ulla Schmidt, e<br />

dalla leader dei Verdi, Renate Kuenast.<br />

Da tempo Andrea Fischer e Karl-<br />

Heinz Funke erano bersaglio di critiche<br />

e attacchi da parte delle opposizioni,<br />

che li accusavano di aver gestito con eccessiva<br />

leggerezza l'emergenza. Le dimissioni<br />

sono giunte dopo che in poche<br />

ore sono stati accertati in rapida sequenza<br />

tre casi di bovini colpiti da Encefalopatia<br />

spongiforme bovina (Bse) che hanno<br />

portato il totale a dieci.<br />

In una conferenza stampa la Fischer<br />

ha riconosciuto di aver commesso errori<br />

nella gestione dell’emergenza. Le dimissioni<br />

di Funke sono state invece annunciate<br />

ufficialmente da un portavoce della<br />

Cancelleria. In serata il Ministro le ha<br />

confermate motivandole con divergenze<br />

sorte con il Cancelliere Schroeder riguardo<br />

al nuovo corso da seguire nella<br />

politica agricola.<br />

L’opposizione ha reagito favorevol-<br />

WASHINGTON, 10.<br />

La missione dell’inviato speciale degli<br />

Stati Uniti in Medio Oriente, Dennis<br />

Ross, è stata «rinviata». Lo ha annunciato<br />

stamani un portavoce ufficiale della<br />

Casa Bianca, precisando che non si tratta<br />

di una «cancellazione». Ross avrebbe<br />

dovuto giungere nella regione domani<br />

per un ultimo tentativo di raggiungere<br />

un accordo tra Israele e Autorità Palestinese<br />

(Ap).<br />

Secondo fonti palestinesi, riferisce l'agenzia<br />

di stampa «Ansa», la missione sarebbe<br />

stata «cancellata» dopo un colloquio<br />

notturno tra il leader dell'Ap, Yasser<br />

Arafat, ed il Presidente degli Usa, Bill<br />

Clinton. Ma la Casa Bianca ha smentito<br />

questa versione, sottolineando che il rinvio<br />

è dovuto alla programmazione degli<br />

incontri.<br />

Quest'ultimo sviluppo sembra però fare<br />

svanire definitivamente la possibilità di<br />

raggiungere un intesa entro la scadenza<br />

del mandato di Clinton, il 20 gennaio<br />

prossimo. «Abbiamo fatto tutto quello<br />

che potevamo per aiutare le parti a raggiungere<br />

un accordo su quella che è<br />

chiaramente una delle questioni più difficili<br />

del mondo», ha detto il Segretario di<br />

Stato americano, Madeleine Albright.<br />

«Credo che abbiamo fatto la cosa giusta<br />

ed è frustrante che nei pochi giorni che<br />

ci erano rimasti non siamo stati in grado<br />

di portare a conclusione questo lavoro<br />

monumentale», ha aggiunto.<br />

Nella regione la situazione resta quanto<br />

mai tesa. Le violenze non si placano e<br />

ieri due palestinesi sono rimasti uccisi in<br />

Cisgiordania e uno nella «Striscia di Gaza».<br />

Un giovane di 27 anni è stato colpito<br />

da una pallottola mentre lanciava pietre<br />

mente alle dimissioni. «La crisi Bse si è<br />

trasformata in una crisi di Governo», ha<br />

commentato il Segretario generale della<br />

Cdu, Laurenz Meyer. «Mai prima d’ora<br />

un Esecutivo aveva mostrato un tale forte<br />

logoramento in così breve tempo come<br />

il Governo Schroeder», ha aggiunto<br />

il capogruppo Cdu-Csu al Bundestag,<br />

Friedrich Merz (Cdu). Michael Glos, della<br />

Csu, ha sottolineato che le dimissioni<br />

sono la conseguenza del caos che regna<br />

nel Governo, mentre il Segretario liberale,<br />

Guido Westerwelle, (Fdp) ha parlato<br />

di «instabilità» nell'Esecutivo.<br />

Anche il Ministro della sanità spagnolo,<br />

Celia Villalobos, è al centro di forti<br />

polemiche a causa di una serie di sue<br />

dichiarazioni sulla crisi della «mucca<br />

pazza». Dodici responsabili della Sanità<br />

delle Comunità autonome, assieme a<br />

rappresentanti di Associazioni di allevatori<br />

e agricoltori, hanno deciso ieri di<br />

non partecipare per protesta ad una riunione<br />

che si teneva al Ministero della<br />

Sanità. Alcuni di loro hanno chiesto le<br />

dimissioni di Villalobos.<br />

I test proseguono intanto anche in altri<br />

Paesi europei. In Francia, a partire<br />

dal 2 gennaio, è previsto il controllo di<br />

tutte le mucche di oltre trenta mesi d’e-<br />

La catechesi del Papa: «L'impegno<br />

per la libertà e la giustizia»<br />

I frutti del Grande Giubileo aiutino i<br />

cristiani di oggi a rendere testimonianza<br />

dell'immenso amore di Dio verso gli uomini.<br />

È l'auspicio che Giovanni Paolo II<br />

ha espresso durante l'udienza generale<br />

di mercoledì 10 gennaio, rivolgendosi ai<br />

pellegrini giunti dalla Croazia. I frutti<br />

del Giubileo — ha aggiunto — consentono<br />

di vivere una vita permeata di santità<br />

e di operare con carità instancabile. Sono<br />

parole che ha significativamente rivolto,<br />

in croato, ai giovani studenti dei<br />

licei di Zagabria. Questa prima udienza<br />

generale dopo la chiusura della Porta<br />

Santa del Grande Giubileo è stata davvero<br />

un'udienza «giovane». Lo è stata certamente<br />

in senso anagrafico, considerata<br />

la «calorosa» partecipazione di tantissimi<br />

giovani latinoamericani. Ma è stata<br />

un'udienza «giovane» soprattutto in sen-<br />

tà. Ieri è stato scoperto un caso di Bse.<br />

Lo ha reso noto Catherine Gaslain-Laneelle,<br />

che dirige il reparto «Alimentazione»<br />

del Ministero dell’agricoltura. La<br />

mucca che riporta i sintomi della devastante<br />

malattia è nata nel marzo del<br />

1998 nel Calvados. Ulteriori più approfonditi<br />

controlli sono al momento in<br />

corso.<br />

Nel Paese transalpino è in corso anche<br />

una protesta degli allevatori che<br />

chiedono risarcimenti per le ingenti perdite<br />

subite a seguito della crisi della<br />

«mucca pazza». Lunedì il traffico attorno<br />

a Parigi è stato completamente bloccato<br />

per ore dai trasportatori che hanno<br />

organizzato blocchi stradali per sostenere<br />

le loro richieste di sospensione dagli<br />

oneri sociali e dalle imposte professionali<br />

per gli industriali e i commercianti del<br />

settore.<br />

Controlli sono stati condotti anche in<br />

Olanda, per il momento con esito negativo.<br />

Lo ha annunciato il Ministero dell’agricoltura<br />

precisando che nella prima<br />

settimana di controlli sono stati condotti<br />

a termine 7.072 test. In passato in Olanda<br />

sono stati scoperti otto casi di «Encefalopatia<br />

spongiforme bovina».<br />

so spirituale. Si è avvertito nell'Aula il<br />

«respiro» del Grande Giubileo, la «presenza»<br />

del Grande Giubileo. È una realtà<br />

giubilare vivissima che alimenta l'entusiasmo<br />

della missione. La maggior<br />

parte dei pellegrini presenti ha partecipato<br />

alle celebrazioni di chiusura dell'Anno<br />

Santo. Ha varcato la Porta Santa.<br />

Ha fatto esperienza di ciò che significa<br />

«metanoia», cioè scelta di cambiare<br />

radicalmente vita. È qui per un cammino<br />

di conversione. Queste storie personali,<br />

intime, che allo stesso tempo sono<br />

storie di comunione, stamani le hanno<br />

deposte nelle mani del Successore di<br />

Pietro, intorno al quale i pellegrini si sono<br />

stretti per pregare, per ascoltare la<br />

sua parola e per ripartire dopo avergli<br />

sussurrato un filiale «grazie».<br />

Pagine 6 e 7<br />

Lettera pastorale dei Vescovi cattolici dell'Ucraina al termine del Giubileo<br />

Giovanni Paolo II, apostolo<br />

della verità e dell'amore di Cristo<br />

Indonesia: accordo<br />

tra Governo<br />

e separatisti di Aceh<br />

JAKARTA, 10.<br />

I ribelli indonesiani della provincia di<br />

Aceh, nel Nord dell’isola di Sumatra,<br />

hanno temporaneamente accettato di<br />

deporre le armi. Lo ha riferito oggi il<br />

Ministro della difesa di Jakarta, Mahfud<br />

M.D. «Si tratta di un accordo temporaneo.<br />

Ciò che conta è che si trasformeranno<br />

da un movimento armato in uno<br />

politico», ha spiegato il Ministro. L’accordo<br />

tra i rappresentanti del Governo<br />

indonesiano e il Movimento «Aceh Libero»<br />

è stato raggiunto — secondo quanto<br />

riporta l'«Ansa» — ieri a Ginevra. Alla<br />

domanda se tale accordo porterà ad un<br />

cessate-il-fuoco Mahfud ha risposto: «Lo<br />

si può dire».<br />

Il negoziatore di «Aceh Libero», Abdullah<br />

Zaini, ha confermato che i separatisti<br />

hanno trovato un accordo con il<br />

Governo indonesiano per prolungare di<br />

un mese la tregua che scadrà il 15 gennaio<br />

con l’obiettivo di avviare in febbraio<br />

dei negoziati politici. Governo e<br />

separatisti hanno inoltre concordato «un<br />

incontro nel febbraio 2001 per avviare<br />

nuove discussioni in vista di un accordo<br />

per il raggiungimento di ulteriori misure<br />

di sicurezza e per la messa in opera di<br />

un dialogo politico continuo».<br />

Giovanni Paolo II, apostolo della verità e dell'amore di Cristo,<br />

porta dappertutto la pace e la speranza, insegna a vincere il male<br />

con il bene e a camminare sulla vita della concordia e della riconciliazione.<br />

È quanto scrivono i Vescovi cattolici dell'Ucraina,<br />

della Tradizione Orientale ed Occidentale, nella Lettera Pastorale<br />

inviata, il 13 dicembre 2000, ai sacerdoti ed ai fedeli al termine<br />

del Grande Giubileo dell'Anno 2000 dalla nascita di Cristo. «L'anno<br />

che sta per cominciare — scrivono tra l'altro i Vescovi — sarà<br />

assai particolare per la storia della Chiesa Cattolica in Ucraina. In<br />

giugno 2001 accoglieremo il Santo Padre Giovanni Paolo II, che<br />

come Pellegrino arriverà in Ucraina non soltanto per i cattolici e<br />

per i cristiani, ma per tutti gli uomini di buona volontà». «Il Papa<br />

slavo — continuano — desiderava, sin dal primo anno del suo<br />

Pontificato, visitare la terra di San Volodymyr con la capitale<br />

Kyiv, nonché venire in pellegrinaggio alla Chiesa di Santa Sofia<br />

ove si trova la celebre icona della Madre di Dio chiamata “Orante”<br />

— “Muro Incrollabile”. Il Santo Padre visiterà 1'Ucraina indipendente<br />

e metterà il piede sulla riva del Dnipro per pregare: “O<br />

Dio grande, uno nella Trinità, io ti affido il retaggio della fede<br />

delle nazioni slave; conserva e benedici questa tua opera!”». «Siamo<br />

convinti — proseguono — che non solo i cattolici, ma tutti<br />

gli uomini e le donne attendono la visita del Santo Padre con<br />

grande stima e con vivo desiderio, affinché il Messaggero dell'Amore<br />

e della Pace di Cristo porti a tutti la Benedizione Divina.<br />

Difatti, ogni viaggio apostolico del Santo Padre portava frutti abbondanti.<br />

A ognuno è nota la sollecitudine del Papa per 1'uomo,<br />

per i suoi diritti, per i diritti di tutti i popoli. Egli viene nel nome<br />

del Signore, vuole pregare con i Cristiani, desidera incontrare gli<br />

uomini di buona volontà. Il pellegrinaggio dell'Apostolo della Verità<br />

e dell'Amore di Cristo porta dappertutto la pace e la speranza,<br />

insegna a vincere il male con il bene e a camminare sulla via<br />

della concordia e della riconciliazione». «La visita del Santo Padre<br />

in Ucraina — affermano — è un gran dono e grazia della<br />

Provvidenza. Essa porterà vantaggio al nostro Paese. Il Santo Padre<br />

è un instancabile promotore della verità e della giustizia, dell'ordine<br />

morale e sociale, del rispetto della vita umana sin dal<br />

concepimento e fino alla morte naturale, del rispetto dei diritti<br />

umani e della sollecitudine per i bisognosi, per i poveri».<br />

NOSTRE<br />

INFORMAZIONI<br />

Il Santo Padre ha accettato la rinuncia<br />

al governo pastorale della<br />

Diocesi di Lorena (Brasile), presentata<br />

da Sua Eccellenza Reverendissima<br />

Monsignor João Hipólito de Morais,<br />

in conformità al can. 401 § 1<br />

del Codice di Diritto Canonico.<br />

. .<br />

Provviste di Chiese<br />

Il Santo Padre ha nominato Vescovo<br />

di Lorena (Brasile) Sua Eccel-<br />

Chiusura<br />

della Porta Santa<br />

nelle Diocesi<br />

italiane Pagine 4 e 5<br />

Pagina 9<br />

lenza Reverendissima Monsignor<br />

Eduardo Benes de Sales Rodrigues,<br />

finora Vescovo titolare di Case mediane<br />

e Ausiliare di Porto Alegre.<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha nominato Ausiliare<br />

dell'Arcidiocesi di Taegu (Corea)<br />

il Reverendo Sacerdote John<br />

Choi Young-su, Direttore della «Radio<br />

della Pace», assegnandogli la Sede<br />

titolare vescovile di Sitifi.


DAL MONDO<br />

MARIO AGNES<br />

Direttore responsabile<br />

PAGINA<br />

TIPOGRAFIA VATICANA<br />

EDITRICE<br />

«L'OSSERVATORE ROMANO»<br />

Redazione:<br />

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de «L'Osservatore Romano»<br />

a cura di Arturo Mari<br />

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2 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Giovedì 11 Gennaio 2001<br />

NEW YORK — Ruud Lubbers, nuovo responsabile<br />

dell'Alto Commissariato dell'Onu<br />

per i rifugiati (Unhcr), ha lanciato martedì<br />

un appello alla comunità internazionale<br />

affinché sostenga gli sforzi dei Paesi<br />

dell'Africa Occidentale per risolvere la crisi<br />

in atto alle frontiere della Guinea. In<br />

una conferenza stampa a New York, Lubbers<br />

ha espresso profonda preoccupazione<br />

per la sorte di 250 mila civili bloccati<br />

nella zona di guerra nel Sud della Guinea,<br />

lungo i confini con la Liberia e la Sierra<br />

RUSSIA Nell'ambito del debito nei confronti del «Club di Parigi»<br />

Mosca avvia il rimborso<br />

della rata di gennaio<br />

MOSCA, 10.<br />

La Russia ha avviato ieri il rimborso<br />

della rata giunta a scadenza nel primo<br />

trimestre del 2001 nell’ambito del suo<br />

debito nei confronti del «Club di Parigi»,<br />

l’organismo che raccoglie gli Stati creditori.<br />

Si tratta di un atto che smentisce le<br />

voci su un’intenzione russa di posporre<br />

il rimborso del debito, in gran parte ereditato<br />

dall’Unione Sovietica.<br />

Secondo fonti governative citate dall’agenzia<br />

«Interfax», Mosca completerà<br />

invece entro fine gennaio il previsto rimborso<br />

di circa 31 milioni di dollari, dovuti<br />

in larga misura alla Germania, primo<br />

creditore dell’Urss e ora della Russia.<br />

Ed eseguirà poi a febbraio e marzo i<br />

successivi versamenti, secondo lo schema<br />

concordato con il «Club di Parigi».<br />

L’avvio dei rimborsi di gennaio avviene<br />

con alcuni giorni di ritardo rispetto<br />

alle scadenze previste «solo a causa del<br />

lungo ponte festivo» legato alla celebrazione<br />

in Russia del Capodanno e del Natale<br />

ortodosso (7 gennaio), ha precisato<br />

un’altra fonte governativa all’agenzia<br />

«Itar-Tass». Nei giorni scorsi si era ventilato<br />

un possibile rinvio unilaterale da<br />

parte di Mosca dei pagamenti al «Club<br />

di Parigi». Il vice Ministro delle finanze,<br />

Aleksiei Uliukaiev, aveva però poi precisato<br />

che Mosca avrebbe pagato regolarmente<br />

l’intera rata giunta a maturazione<br />

nel primo trimestre del 2001 (e pari in<br />

totale a 1,5 miliardi di dollari), ma che<br />

vi sarebbe stato «un rinvio tecnico» di<br />

pochi giorni per i primi versamenti. Tre<br />

giorni fa anche il Presidente russo, Vla-<br />

dimir Putin, ha assicurato il Cancelliere<br />

tedesco, Gerhard Schroeder, che Mosca<br />

intende rispettare i suoi impegni sul pagamento<br />

del debito sovietico. La Russia<br />

peraltro non rinuncia a un negoziato<br />

con il «Club di Parigi» sperando di poter<br />

ottenere una ristrutturazione concordata,<br />

sul modello di quella ottenuta l’anno<br />

scorso dai creditori privati raccolti nel<br />

«Club di Londra».<br />

Nel frattempo, pesa anche sul bilancio<br />

dello Stato russo il gelo polare che<br />

continua a imperversare in questi giorni<br />

sulla Siberia centro-meridionale, con<br />

JUGOSLAVIA Biljana Plavsic accusata di genocidio<br />

L'Ucraina appoggia<br />

Belgrado per il Kosovo<br />

BELGRADO, 10.<br />

La stabilità politica nella penisola balcanica<br />

è impossibile senza l'integrità territoriale<br />

della Repubblica Federale di Jugoslavia.<br />

Lo ha dichiarato ieri — riferisce<br />

l'«Ansa» — il Presidente ucraino<br />

Leonid Kuchma, al termine di un colloquio<br />

a Belgrado con il collega jugoslavo<br />

Vojislav Kostunica. «Dopo la mia visita<br />

in Kosovo — ha spiegato Kuchma — mi<br />

sono convinto una volta di più che la<br />

stabilità nei Balcani è possibile a una sola<br />

condizione: la preservazione dell'integrità<br />

territoriale della Repubblica Federale<br />

Jugoslava, nel rispetto della risoluzione<br />

1.244 dell'Onu». Kostunica, visibilmente<br />

soddisfatto, ha sottolineato che la<br />

visita del Presidente ucraino in Kosovo<br />

«prova una volta di più» che quel territorio<br />

appartiene alla Jugoslavia.<br />

Oggi, intanto, circa 14 mila cittadini<br />

iscritti in diciannove seggi tornano alle<br />

urne per il completamento del Parlamento<br />

serbo, che è stato eletto nelle legislative<br />

del 23 dicembre scorso. La votazione,<br />

nella quale è in palio un solo<br />

seggio, viene ripetuta per ordine della<br />

Corte suprema serba che ha accertato<br />

irregolarità nel primo turno elettorale.<br />

I rapporti di forze parlamentari non<br />

temperature — dai 55 sottozero di Novosibirsk<br />

ai 45 di Krasnoiarsk — considerate<br />

eccezionali persino per quelle latitudini,<br />

e l'Estremo Oriente russo con<br />

temperature rigide e bufere di neve. Il<br />

Governo di Mosca ha dovuto stanziare<br />

fondi straordinari per far fronte alle necessarie<br />

spese supplementari di riscaldamento<br />

e per questo il bilancio mensile<br />

del gennaio 2001 sarà chiuso per la prima<br />

volta nell’ultimo anno e mezzo in<br />

deficit, ha detto ieri sera il Premier russo,<br />

Mikhail Kasyanov, all’agenzia di<br />

stampa «Interfax».<br />

Cecenia: ancora agguati<br />

attribuiti alla guerriglia MOSCA, 10.<br />

Un imam ceceno, quattro militari delle truppe del ministero dell’interno<br />

russo, un poliziotto ceceno filo russo con suo figlio di 15 anni, e due contadini<br />

sono stati uccisi nelle ultime 24 ore in Cecenia in distinti agguati compiuti<br />

nella regione e attribuiti da fonti concordi alla guerriglia islamico-radicale.<br />

Tre militari russi — ha riferito l’agenzia di stampa russa «Interfax» — sono<br />

stati uccisi lunedì nel corso di un’imboscata sulla strada verso Argun, nel Sud<br />

della Cecenia, mentre un quarto è stato colpito a morte nella notte da un cecchino<br />

a Grozny. Ieri mattina, in un attentato, è stato invece ucciso l’imam del<br />

villaggio di Ghermentciuk, Magomed Khasuiev. Si tratta del secondo imam<br />

ucciso in due giorni, il decimo negli ultimi mesi in Cecenia, dove la guerriglia<br />

ha preso di mira i capi religiosi moderati vicini al muftì Akhmed Kadyrov. Intanto,<br />

un cittadino americano che lavora per un'organizzazione umanitaria è<br />

stato rapito ieri da un gruppo di guerriglieri islamici-separatisti. Lo riferiscono<br />

oggi le agenzie di stampa russe «Interfax» e «Itar-Tass».<br />

saranno comunque modificati dal voto<br />

odierno. Infatti, nella tornata del 23 dicembre<br />

la «coalizione democratica»<br />

(Dos) si è aggiudicata oltre due terzi dei<br />

deputati, 176 sul totale di 250.<br />

In definitiva, la consultazione non<br />

avrà altro effetto che quello di ritardare<br />

l'insediamento del nuovo Parlamento<br />

serbo e la conseguente formazione del<br />

Governo, che peraltro è già stata definita<br />

dai diciotto gruppi politici che compongono<br />

il Dos. Dal nuovo Esecutivo, in<br />

particolare dai Ministri della giustizia e<br />

degli interni, dipenderà il futuro di Milosevic<br />

e dei suoi collaboratori: i leader<br />

democratici — riferisce l'«Ansa» — hanno<br />

infatti manifestato la volontà di trascinarli<br />

in Tribunale per i tredici anni di<br />

disastrosa gestione del Paese e molto<br />

probabilmente anche per i crimini di<br />

guerra per i quali l'ex «uomo forte» di<br />

Belgrado è ricercato dal Tribunale penale<br />

internazionale (Tpi) dell'Aja.<br />

Oggi, intanto, si è costituita al Tpi Biljana<br />

Plavsic, accusata di genocidio durante<br />

la guerra (1992-'95) in Bosnia ed<br />

Erzegovina. La Plavsic, ex Presidente<br />

dell'entità serba bosniaca, era stata inizialmente<br />

una stretta collaboratrice del<br />

leader serbo bosniaco Radovan Karadzic,<br />

principale responsabile dei crimini<br />

di guerra e contro l'umanità commessi<br />

in Bosnia ed Erzegovina. Successivamente,<br />

la donna si era spostata su posizioni<br />

moderate, prendendo le distanze<br />

da Karadzic che è inseguito da un mandato<br />

di cattura internazionale spiccato<br />

dal Tribunale dell'Aja. Nella stessa situazione<br />

si trova il generale Ratko Mladic,<br />

ex comandante delle milizie serbo bosniache<br />

Stati Uniti: rinuncia all'incarico<br />

il Ministro del lavoro designato<br />

WASHINGTON, 10.<br />

Linda Chavez, scelta dal Presidente<br />

eletto statunitense, George W. Bush, come<br />

Ministro del lavoro, ha rinunciato ieri<br />

all'incarico dopo che alcuni organi di<br />

stampa avevano reso noto una sua violazione<br />

delle leggi sul lavoro e sulla immigrazione<br />

clandestina. La Chavez avrebbe<br />

infatti tenuto per due anni come domestica<br />

una immigrata clandestina del<br />

Guatemala, cosa severamente vietata<br />

dalla legislazione statunitense. La Chavez,<br />

pur rinunciando all'incarico di Ministro<br />

del lavoro, ha respinto ogni addebito,<br />

sostenendo di non aver «assunto»<br />

la cittadina guatemalteca come domestica,<br />

ma di aver solo offerto aiuto ad una<br />

persona in difficoltà.<br />

«Sarei stata un grande Ministro — ha<br />

dichiarato ieri nel corso di una conferenza<br />

stampa — ma la mia vicenda era<br />

diventata una fonte di distrazione troppo<br />

grande ed ho chiesto al Presidente<br />

eletto Bush di rinunciare alla mia nomina».<br />

La Chavez — come segnala l'«Ansa»<br />

— si è presentata alla conferenza<br />

stampa accompagnata da alcuni immigrati<br />

(due ispaniche e un vietnamita)<br />

che hanno testimoniato di essere stati<br />

Appello dell'Unhcr per i profughi nella Guinea<br />

Leone. Si tratta di profughi sierraleonesi e<br />

liberiani, ma anche di guineani sfollati a<br />

causa delle operazioni militari in corso da<br />

mesi. L'insicurezza che regna nella zona<br />

impedisce dal dicembre scorso alle agenzie<br />

umanitarie dell'Onu e ad altre organizzazioni<br />

internazionali non governative di<br />

assistere questa moltitudine di bisognosi.<br />

«È l'emergenza umanitaria più grave che<br />

dobbiamo affrontare in questo momento»,<br />

ha dichiarato dal canto suo il portavoce<br />

dell'Unhcr, Kris Janowski.<br />

La crisi è scoppiata nel settembre scorso<br />

quando bande armate irregolari, provenienti<br />

dalla Liberia e dalla Sierra Leone,<br />

hanno cominciato a compiere scorrerie<br />

nel Sud della Guinea, attaccando villaggi,<br />

città e campi profughi. I combattimenti<br />

con l'esercito guineano hanno provocato<br />

finora non meno di 700 morti. Dagli ac-<br />

PETROLIO Prima missione di un leader del Cremlino a Baku dopo la fine dell'Urss<br />

Verso un'intesa sui giacimenti<br />

tra Putin ed il Presidente azero<br />

MOSCA, 10.<br />

Si riavvicinano le posizioni tra la Russia<br />

e la ex Repubblica sovietica dell’Azerbaigian<br />

(Caucaso), dove ieri sera il<br />

Presidente russo, Vladimir Putin, ha<br />

concluso la prima giornata di una visita<br />

ufficiale firmando col suo omologo azero,<br />

Gheidar Aliev, un’intesa preliminare<br />

sullo status del Mar Caspio, scrigno di<br />

immensi giacimenti petroliferi. Si è trattato<br />

della prima visita di un leader russo<br />

a Baku dopo la dissoluzione dell’Urss.<br />

Le relazioni russo-azere hanno risentito<br />

negli ultimi anni proprio delle contro-<br />

Opec: se non si taglia la produzione<br />

i prezzi rischiano di subire un crollo<br />

da lei aiutati a iniziare una nuova vita<br />

negli Stati Uniti. «Ho cercato di fare la<br />

stessa cosa con Marta Mercado — ha<br />

dichiarato — sapevo che non era in regola<br />

con i documenti e che correvo dei<br />

rischi. Ma era una persona che aveva<br />

bisogno di aiuto. Ho commesso molti<br />

errori nella mia vita. Ma davanti ad una<br />

persona in difficoltà non ho avuto esitazioni.<br />

Era una donna che aveva subito<br />

violenze ed abusi, e l’ho aiutata come<br />

ho potuto, e lo rifarei ancora oggi, se,<br />

come allora, un amico mi chiedesse di<br />

aiutare una donna in quella situazione».<br />

La presunta assunzione di Marta Mercado,<br />

una immigrata clandestina del<br />

Guatemala, come domestica tra la fine<br />

del 1991 e la fine del 1993, era stata resa<br />

nota alcuni giorni fa. Inizialmente Bush<br />

aveva difeso il comportamento della<br />

Chavez. «È stato un atto di compassione.<br />

Sarà un ottimo Ministro del lavoro»,<br />

aveva detto il Presidente eletto. La legge<br />

americana proibisce di dare ospitalità o<br />

lavoro agli immigrati clandestini. La<br />

Chavez non avrebbe inoltre versato i<br />

contributi. «Sono un’altra vittima della<br />

politica di distruzione personale che ha<br />

già fatto troppe vittime a Washington»,<br />

ha inoltre dichiarato.<br />

Myanmar:<br />

«cauto ottimismo»<br />

dell'inviato Onu<br />

per una possibile<br />

svolta democratica<br />

YANGOON, 10.<br />

«Cauto ottimismo» su una possibile<br />

svolta democratica nel Myanmar (ex<br />

Birmania), governato da oltre un decennio<br />

da una giunta militare, è stato<br />

espresso ieri dall'inviato speciale dell'Onu<br />

per il Paese asiatico, il malaysiano<br />

Ismail Razali, al termine di una sua visita<br />

nella capitale Yangoon. La giunta militare<br />

al potere — ha infatti reso noto<br />

Razali — ha intavolato negoziati diretti<br />

con l’opposizione democratica, guidata<br />

dal Premio Nobel per la pace, Aung San<br />

Suu Kyi, fin dall’ottobre scorso. Razali<br />

si è detto «ottimista sul successo della<br />

sua missione», anche se ha prudentemente<br />

invitato ad attendere per dare<br />

una valutazione definitiva. In cinque<br />

giorni a Yangoon, Razali ha incontrato<br />

Suu Kyi, il Ministro degli esteri, Wing<br />

Aung, e il generale Khin Nyunt, membro<br />

della giunta militare.<br />

Secondo quanto hanno riferito fonti<br />

internazionali riprese dall'«Ansa», sembra<br />

certo che il generale Khin Nyunt,<br />

capo della sicurezza militare, abbia già<br />

incontrato Suu Kyi almeno una volta<br />

nel mese scorso. Anche se le discussioni<br />

tra le parti sono ancora allo stadio «preliminare»,<br />

era dall’ottobre del 1994 che<br />

non aveva luogo un dialogo ufficiale.<br />

Suu Kyi è il leader della Lega nazionale<br />

per la democrazia, formazione che ha<br />

ottenuto la maggioranza alle elezioni del<br />

1990, ma che non ha mai potuto governare<br />

perché la giunta militare si è rifiutata<br />

di cedere il potere. Da allora, Suu<br />

Kyi è stata sottoposta a pesanti restrizioni<br />

della sua attività politica.<br />

versie sulla suddivisione del Caspio e<br />

delle sue risorse petrolifere, oltre che<br />

per la svolta filo-occidentale impressa all’Azerbaigian<br />

dal regime semiautoritario<br />

del vecchio notabile sovietico Aliev. Il<br />

tentativo di avviare almeno una ricucitura<br />

parziale dei rapporti intrapreso da<br />

Putin rientra nel più generale disegno<br />

del nuovo Presidente russo di rilanciare<br />

i legami con i Paesi vicini dell’ex Urss<br />

aderenti oggi alla Comunità di Stati indipendenti<br />

(Csi), pur nel rispetto dichiarato<br />

della loro recente indipendenza.<br />

Aliev ha definito «significativa» la visi-<br />

CARACAS, 10.<br />

Il Segretario generale dell’Opec, Alì Rodriguez, è convinto che «se non si<br />

taglia» la produzione, i prezzi del greggio rischiano di subire «un crollo incontrollato».<br />

In un’intervista al «El Nacional» di Caracas, Rodriguez riferendosi<br />

all’incontro di domenica scorsa a Vienna con il Segretario statunitense all’energia,<br />

Bill Richardson, ha ricordato che «abbiamo parlato a lungo». Alle sue<br />

richieste di prudenza — ha aggiunto Rodriguez — «ho replicato che non si<br />

devono prendere in considerazione solo le cifre ufficiali» sulle scorte. «Le statistiche<br />

ufficiali comprendono solo gli inventari (riserve) primari, e lasciano<br />

da parte gli inventari secondari e terziari. E per avere la situazione reale del<br />

mercato dobbiamo avere sotto gli occhi tutto il complesso dei dati». Rodriguez<br />

ha quindi segnalato che fra aprile e settembre 2000 l’offerta è stata superiore<br />

alla domanda di due milioni di barili, e fra ottobre e dicembre di 1,4<br />

milioni. Sulle riserve mondiali, il Segretario generale dell’Opec ha sostenuto<br />

che «già sono stati superati gli 81 giorni di consumo. E potremmo arrivare ad<br />

88 se si mantiene la produzione ai livelli attuali. E questo causerebbe un crollo<br />

incontrollabile dei prezzi nel secondo trimestre di quest’anno».<br />

India-Cina:<br />

colloqui bilaterali<br />

a Bombay<br />

NUOVA DELHI, 10.<br />

Il Presidente del Parlamento cinese,<br />

Li Peng, è giunto ieri in India per una<br />

visita di nove giorni tesa a consolidare le<br />

relazioni bilaterali, dopo un difficile periodo<br />

seguito ad una serie di esperimenti<br />

nucleari condotti nel 1998 da Nuova<br />

Delhi. Dopo due giorni di sosta a Bombay,<br />

capitale industriale e finanziaria<br />

dell’India, Li Peng e la sua delegazione<br />

— composta da 120 persone tra politici<br />

e esponenti dell’industria — si recheranno<br />

a Nuova Delhi, dove avrà luogo anche<br />

un incontro con il Primo Ministro,<br />

Atal Bihari Vajpayee. La visita si concluderà<br />

a Bangalore, il centro dell’industria<br />

informatica nel Sud del Paese.<br />

Secondo quanto segnala l'«Ansa», il<br />

contenzioso sulla frontiera nel Kashmir,<br />

che si protrae da 40 anni, l’alleanza della<br />

Cina col Pakistan e una «guerra commerciale»<br />

seguita alla prepotente crescita<br />

delle importazioni cinesi in India saranno<br />

al centro dei colloqui. «La visita<br />

di Li Peng dimostra che i cinesi sono<br />

pragmatici — hanno dichiarato fonti diplomatiche<br />

indiane — e che vogliono<br />

mettere da parte le polemiche seguite<br />

agli esperimenti nucleari».<br />

campamenti di profughi, divenuti campi di<br />

battaglia, decine di migliaia di disperati<br />

sono fuggiti verso Nord in cerca di salvezza.<br />

Ma, stando alle stime dell'Unhcr, almeno<br />

180 mila rifugiati e 70 mila guineani<br />

sono rimasti bloccati nella sacca senza la<br />

possibilità di ricevere rifornimenti di viveri,<br />

medicinali e altri generi di prima necessità.<br />

I circa 500 mila tra sierraleonesi<br />

e liberiani ospitati attualmente nella Guinea<br />

erano fuggiti dai rispettivi Paesi a<br />

causa della guerra civile.<br />

BURUNDI Sei morti in due attacchi armati<br />

Buyoya incontra<br />

delegazione di ribelli<br />

BUJUMBURA, 10.<br />

Tre civili sono rimasti uccisi nella notte<br />

tra lunedì e martedì nel corso di un<br />

attacco sferrato dai ribelli Hutu delle<br />

«forze nazionali di liberazione» (Fnl) a<br />

Kinama, un quartiere settentrionale della<br />

capitale del Burundi. Gli aggressori<br />

hanno saccheggiato case e negozi e dato<br />

alle fiamme un automezzo della radiotelevisione<br />

statale.<br />

Lunedì, i miliziani Hutu avevano<br />

compiuto un'incursione nella cittadina<br />

di Murago, nella provincia meridionale<br />

di Bururi. Negli scontri con le forze governative<br />

si sono avuti tre morti.<br />

Sul versante politico c'è da registrare<br />

uno storico incontro a Libreville (Gabon)<br />

tra il Presidente burundese, Pierre<br />

Buyoya, e Jean-Bosco Ndayikengurukiye,<br />

leader delle «forze per la difesa<br />

della democrazia» (Fdd), il principale<br />

movimento ribelle Hutu. Alla riunione<br />

hanno partecipato i Presidenti del Gabon,<br />

Omar Bongo, e della Repubblica<br />

Democratica del Congo (Rdc, ex Zaire),<br />

Laurent-Désiré Kabila. L'incontro è stato<br />

organizzato dallo stesso Kabila, nella<br />

convinzione che la pace nell'ex Zaire,<br />

dilaniato dalla guerra civile, è inseparabile<br />

dalla pace e dalla stabilità in Burundi<br />

e negli altri Paesi della regione dei<br />

Grandi Laghi.<br />

Fonti della delegazione congolese annunciano<br />

che i colloqui, ancora in corso,<br />

tra Buyoya e il leader delle Fdd<br />

avrebbero fatto registrare considerevoli<br />

progressi.<br />

La guerra civile in Burundi oppone il<br />

ta di Putin, mentre il Consigliere diplomatico<br />

del Cremlino, Serghiei Prikhodko,<br />

ha rilevato che entrambe le parti<br />

hanno mostrato buona volontà, anche<br />

se è mancato per ora un accordo sul<br />

rinnovo dell’affitto alle Forze russe di<br />

un stazione radar ex sovietica situata in<br />

territorio azero. «C’è comunque la convinzione<br />

comune che la pausa nei rapporti<br />

bilaterali politici, economici e sulle<br />

questioni di sicurezza sia stata un errore»,<br />

ha osservato Prikhodko.<br />

L’intesa raggiunta ieri sullo status del<br />

Mar Caspio apre le porte, secondo<br />

Aliev, a un accordo definitivo, anche in<br />

materia petrolifera. Mosca ha proposto<br />

di recente a Baku una suddivisione al 50<br />

per cento dei profitti dello sfruttamento<br />

del greggio nella regione. Un’intesa su<br />

questo punto non è stata ancora raggiunta,<br />

ma già ieri, a margine del vertice,<br />

Baku — che negli anni scorsi ha privilegiato<br />

i contratti con le compagnie<br />

americane — ha accettato di sottoscrivere<br />

un accordo da 250 milioni di dollari<br />

con il colosso russo «Lukoil» per l’esplorazione<br />

congiunta russo-azera di un importante<br />

giacimento.<br />

Nel corso della visita si è discusso anche<br />

del contenzioso tra Armenia e Azerbaigian<br />

sulla questione dell’enclave del<br />

Nagorno Karabakh: Putin si è detto<br />

pronto a offrire una mediazione imparziale<br />

della Russia — accusata in passato<br />

da Baku di tenere una posizione filo-armena<br />

— e la garanzia di Mosca su un<br />

accordo di pace. Putin ha anche notato<br />

che i molti conflitti che rendono attualmente<br />

instabile il Caucaso «non sono<br />

colpa nostra, ma sono un'eredità malata<br />

lasciata dall’impero» sovietico.<br />

Canada: Chrètien<br />

attua un rimpasto<br />

nell'Esecutivo<br />

OTTAWA, 10.<br />

Mini-rimpasto di Governo in Canada,<br />

dove il Premier liberale, Jean Chrètien,<br />

oltre 40 giorni dopo le elezioni generali<br />

del 27 novembre, ha deciso di apportare<br />

solo lievi modifiche alla sua squadra. Un<br />

rimpasto più ampio è atteso per la prossima<br />

primavera, quando ci sarà il congresso<br />

del partito liberale del Primo Ministro,<br />

che nelle elezioni ha riconquistato<br />

la maggioranza assoluta.<br />

Le novità di ieri colmano le lacune lasciate<br />

dall’uscita di scena di personaggi<br />

al potere battuti nel voto di novembre<br />

(in Canada, un Ministro deve essere deputato).<br />

Entrano, così, nel Governo Rey<br />

Pagtakan, filippino di nascita, che sarà il<br />

Segretario di Stato per Asia e Pacifico, e<br />

Robert Thibault, che sarà responsabile<br />

dell’Atlantic Canada Opportunities Agency.<br />

Cambia anche il Presidente del Senato:<br />

tocca a una donna, Sharon Cartairs,<br />

da tempo politicamente vicina a Chrètien.<br />

Con le nomine di ieri, notano gli<br />

esperti come riferisce l'agenzia italiana<br />

«Ansa», il Premier rafforza la presenza<br />

al potere di esponenti delle province dell’Ovest<br />

del Paese (la Carstairs e Pagtakan<br />

vengono dal Manitoba).<br />

Governo e l'esercito, dominati dalla minoranza<br />

Tutsi, ai gruppi di resistenza armata<br />

dell'etnia rivale degli Hutu, che<br />

costituiscono l'85 per cento della popolazione.<br />

Il conflitto, in corso dal 1993, ha<br />

provocato oltre 200 mila morti. Il 28<br />

agosto scorso, sotto l'egida del mediatore<br />

Nelson Mandela, il Governo, il Parlamento<br />

e diciassette partiti Tutsi e Hutu<br />

hanno firmato ad Arusha (Tanzania) un<br />

accordo di pace. Ma esso è rimasto lettera<br />

morta per la mancata adesione dei<br />

due movimenti armati Hutu, vale a dire<br />

le Fnl e le Fdd.<br />

Spagna:fallitoattentato<br />

nei Paesi Baschi<br />

MADRID — Il Premier spagnolo,<br />

José Maria Aznar, è tornato chiedere<br />

al Governo basco di convocare<br />

al più presto elezioni anticipate,<br />

dopo che martedì non è esplosa<br />

una bomba messa dall’«Eta», che<br />

avrebbe potuto uccidere i principali<br />

dirigenti del Partito Popolare basco.<br />

La bomba dell’«Eta» — che<br />

nel 2000 ha ucciso 23 persone in<br />

diversi attentati — era stata lasciata<br />

dentro a un vaso di fiori nel cimitero<br />

di Zarautz (nella provincia<br />

basca di Guipuzcoa), accanto alla<br />

tomba di José Ignacio Iruretagoyena,<br />

Consigliere popolare ucciso<br />

dal gruppo armato tre anni fa, dove<br />

i dirigenti del suo partito si dovevano<br />

raccogliere per un omaggio<br />

al compagno caduto. Intanto, la<br />

polizia spagnola ha fatto esplodere<br />

mercoledì due bombe nascoste in<br />

altrettanti zaini abbandonati davanti<br />

alla sede del comando militare<br />

di Gerona, nel Nord della Catalogna.<br />

Lo riferiscono fonti ufficiali.<br />

Cina: lanciata<br />

una navetta spaziale<br />

PECHINO — La Cina ha lanciato<br />

mercoledì la sua seconda navetta<br />

spaziale senza equipaggio, nell’ambito<br />

di un programma per inviare<br />

un uomo nello spazio l’anno<br />

prossimo. L’agenzia ufficiale «Nuova<br />

Cina» ha annunciato che la<br />

capsula «Shenzhou IÌ» è partita da<br />

Jiuquan, nel Nord-Ovest del Paese,<br />

ed è stata messa in orbita. Un responsabile<br />

del programma ha precisato<br />

che vi saranno altre missioni<br />

con navette senza equipaggio,<br />

«per aprire la strada all’invio di<br />

astronauti cinesi nello spazio».<br />

Zimbabwe: epidemia<br />

di colera nel Sud<br />

HARARE — Due persone sono<br />

morte di colera nella regione di<br />

Beitbridge (nel Sud dello Zimbabwe)<br />

alla frontiera sudafricana —<br />

non meno di 57 persone sono morte<br />

di colera in Sud Africa dall'agosto<br />

del 2000 —, come ha annunciato<br />

martedì la radio zimbabwese.<br />

Secondo un responsabile locale<br />

dei servizi sanitari, numerosi casi<br />

di dissenteria erano stati registrati<br />

già a dicembre dello scorso anno.<br />

Su 27 casi di dissenteria 7 sono<br />

stati confermati come casi di colera.<br />

Il Premier giapponese<br />

in Kenya<br />

NAIROBI — Il primo Ministro giapponese,<br />

Yoshiro Mori, è giunto<br />

mercoledì a Nairobi, proveniente<br />

da Joannesburg, per una visita di<br />

tre giorni incentrata sull'assistenza<br />

economica al Kenya, primo beneficiario<br />

in Africa degli aiuti pubblici<br />

giapponesi. Il Premier Mori è stato<br />

accolto all'aeroporto — come riferisce<br />

l'agenzia «France presse» —<br />

dal Presidente keniano, Daniel<br />

Arap Moi. Al termine della missione<br />

Yoshiro Mori si recherà in Nigeria,<br />

terza e ultima tappa del suo<br />

viaggio in Africa. Subito dopo il<br />

suo arrivo a Nairobi, Mori si è recato<br />

nella sede della presidenza<br />

keniana per un «vertice bilaterale»,<br />

secondo il programma dell'Ambasciata<br />

del Giappone.<br />

IlCapodelladiplomazia<br />

slovacca a Helsinki<br />

BRATISLAVA — Il Ministro degli<br />

esteri slovacco, Eduard Kukan, si<br />

recherà lunedì prossimo in visita<br />

ufficiale di 48 ore ad Helsinki per<br />

discutere con i suoi interlocutori finlandesi<br />

sulla cooperazione economica<br />

e commerciale. Lo ha annunciato<br />

mercoledì l'agenzia «Tasr».<br />

«Pensiamo che è possibile<br />

estendere la cooperazione con la<br />

Finlandia, e questo sarà l'obiettivo<br />

delle mie riunioni ad Helsinki», ha<br />

affermato il Ministro degli esteri<br />

Kukan all'agenzia di stampa slovacca<br />

sopra citata. Il Capo della<br />

diplomazia slovacca avrà colloqui<br />

con il suo omologo finlandese, Erkki<br />

Tuomioja, il Presidente del Parlamento,<br />

Riitta Uosukainen, e il<br />

Premier, Paavo Lipponen.


ERZA T PAGINA .<br />

PAGINA<br />

3 .<br />

Nel romanzo «I fuochi di Sant'Elmo» di José Pedro Diaz<br />

Un ritmo altalenante<br />

tra passato e presente<br />

FERNANDO SALSANO<br />

L'editore Avagliano ha presentato recentemente<br />

una collana di scrittori italoamericani,<br />

Transatlantica, che si propone<br />

di «affrontare il tema grande e attuale<br />

delle multietnicità lungo le rotte di<br />

andata e ritorno fra Europa e America<br />

del Nord e del Sud, con particolare riguardo<br />

all'esperienza italo-americana».<br />

Affidata alla particolare competenza di<br />

Francesco Durante, la coraggiosa iniziativa<br />

tende propriamente al recupero<br />

di testi di autori di origine italiana, figli<br />

di emigrati, sia dell'America settentrionale<br />

(di lingua inglese o francese) sia<br />

dell'America meridionale (di lingua spagnola<br />

o portoghese) i quali abbiano, tra<br />

Ottocento e Novecento, lasciato particolare<br />

testimonianza del loro impatto col<br />

Nuovo Mondo e della costante ricerca<br />

delle radici familiari.<br />

Sono già in libreria i primi due volumi,<br />

Nozze d'oro, di Jo Pagro (traduzione<br />

di G. Maccari e postfazione di Francesco<br />

Durante) e I fuochi di Sant'Elmo,<br />

di José Pedro Diaz (introduzione di<br />

R.M. Grillo, con uno scritto di M. Vargas<br />

Llosa), Cava de' Tirreni, 2000. Devo<br />

dire che dei due il libro di Diaz mi è<br />

parso il più rappresentativo, in quanto<br />

l'autore è un uruguaiano pronipote di<br />

un emigrato italiano, e il nucleo centrale<br />

del suo romanzo si appunta sul viaggio<br />

che egli fa in Italia, in una sorta di pellegrinaggio<br />

al paese dal quale era partito<br />

quello zio Domenico che ebbe una presenza<br />

particolare negli anni della sua infanzia.<br />

Ovviamente il peso specifico dell'opera<br />

non si fa misurare da siffatte contingenze:<br />

fin dalle prime pagine il lettore<br />

riconosce la mano del grande scrittore,<br />

e più s'inoltra nella lettura più cresce<br />

l'ammirazione per la dignità della narrazione,<br />

tanto ricca e originale quanto raffrontabile<br />

ai livelli più alti della narrativa<br />

tradizionale. Il segreto è da ricercare<br />

nell'incontro di componenti che Rosa<br />

Maria Grillo ha felicemente indicate nell'Introduzione:<br />

autobiografia, libro di<br />

viaggio e romanzo.<br />

Nella prima pagina (che potremmo<br />

considerare proemiale, in considerazione<br />

del fatto che un registro lirico condiziona<br />

ora sì ora no i brevi capitoli, rendendone<br />

difficile il riassunto) si profila<br />

dal passato il deuteragonista, un vecchio<br />

zio che accompagnava e incantava l'autore<br />

bambino con i racconti e le peripezie<br />

di quando egli era pescatore a Marina<br />

di Camerota. Il bambino diventato<br />

uomo lo sente vicino e lontano. «Ora<br />

che cammino smarrito per la città lui<br />

mi accompagna come allora. Neanche<br />

adesso so dove andiamo. Mi insegnò<br />

molte cose... Così vorrei passeggiare<br />

con lui ora...».<br />

Questo primo capitolo, che liricamente<br />

s'intitola «La sua assenza mi avvolge»,<br />

e poi gli altri che seguono raccolgono<br />

frammenti del ricordare, ovvero del<br />

doloroso vagare tra il passato e il presente;<br />

finché nell'uomo del presente<br />

riappare il bambino del passato, e s'istituisce,<br />

nella narrazione, un moto pendolare<br />

tra passato e presente che condiziona<br />

l'io narrante, il quale ora contempla<br />

nella terza persona il sé bambino («il<br />

bambino non capiva di cosa stessero<br />

parlando»), ora si trasferisce nella prima<br />

persona di lui («il gozzo dondolava a<br />

ogni suo movimento. Riuscirò mai ad<br />

andarci anch'io?»).<br />

E quando il narratore in prima persona<br />

evoca la presenza di un suo figlioletto,<br />

l'incrocio dei tempi e delle generazioni<br />

diventa una trama in cui si riconoscono<br />

le singole linee del vivere e nello<br />

stesso tempo i rapporti affettivi che le<br />

unificano. Il passaggio dal presente del<br />

narrato al passato della memoria è un<br />

tratto improvviso che affascina, che suona<br />

nostalgia, rimpianto del perduto<br />

(«Ora ha nelle mani il pesce ancora vivo.<br />

Ma ciò che io avevo preso all'amo<br />

era qualcosa di più: un'altra notte immensa<br />

che sorge e della quale ricordo<br />

un altro strattonare. Anche allora c'erano<br />

mare e stelle...»).<br />

Siffatta struttura narrativa è tanto ori-<br />

ginale quanto efficace; i passaggi improvvisi<br />

danno al narrato scatti inattesi<br />

e quasi disarmanti: dal ricordo dello zio<br />

al dialogo con il figlio, dal remoto al<br />

presente e dal presente al remoto — come<br />

un gioco dell'onda — quasi in un arresto<br />

dello scorrere della vita, nella sincronia<br />

tra un io soggettivo che ricerca e<br />

un io oggettivato in personaggio del<br />

tempo andato.<br />

Il passato: «...lasciando emergere lentamente<br />

il retino. Apparvero i cinque fili,<br />

finché emerse il cerchio di bronzo.<br />

Dal fondo emergevano alcune triglie»; e<br />

subito il presente: «Abbocca, papà! Abbocca!<br />

— dice mio figlio». E quindi la<br />

sintonia dell'io passato e del presente:<br />

«La luna in mezzo al cielo, trattiene la<br />

notte. Questa notte. Ma ai margini del<br />

suo chiarore si perde anche quell'altra<br />

notte che il ricordo dissolve nella luce di<br />

un limpido e antico mattino di gennaio».<br />

Il racconto è tagliato in capitoli molto<br />

brevi, ciascuno dotato d'un titolo-tema.<br />

Sono frazioni del ricordare, che offrono<br />

un tessuto dei racconti fatti dallo zio («Il<br />

retino girava lentamente e lui conversava<br />

o raccontava storie... — Il polpo? Io<br />

non l'ho visto; vidi solo il tentacolo che<br />

mi afferrò...»). Talvolta il registro dell'intero<br />

capitolo appare lirico.<br />

Del resto, a pensarci bene, tutte le pagine<br />

del libro sono giocate in una sorta<br />

di reciprocità tra racconto ed evocazione<br />

lirica. La figura dello zio, personaggio<br />

della memoria narrante che appare<br />

e scompare, collabora a questo ondeggiamento<br />

di registro narrativo che accompagna<br />

o interpreta l'ondeggiamento<br />

tra il tempo remoto e quello presente.<br />

«Le luci che vedevo sparse sul mare sicuramente<br />

navigavano su barche uguali<br />

a quelle che, qualche miglio più a sud,<br />

nel golfo di Salerno, nel golfo di Policastro,<br />

tutte le notti uscivano a pescare...<br />

Anch'io volli remare così... Ma per un<br />

lungo istante avevo visto la sua ombra...<br />

muoversi ritmicamente sui remi... Era<br />

lo stesso ritmo che intuivo nell'ombra<br />

del golfo, quando da Anacapri...».<br />

Nel capitolo «Il mio ricordo si confonde<br />

con sogni e con miti», che può considerarsi<br />

il cuore del libro, il registro lirico<br />

cui accennavo trova una felice autenticazione<br />

nella tradizione letteraria,<br />

sia romantica che classica.<br />

Un'affinità elettiva spinge l'Autore a<br />

ritrovare nei «souvenirs à demi-rêves»<br />

delle Chimères di Gerard de Nerval citazioni<br />

per i moti del suo animo nell'incontro<br />

con l'Italia del suo pellegrinaggio<br />

ai luoghi e ai sentimenti che lo zio Domenico<br />

aveva indelebilmente fermati<br />

nella memoria del nipote.<br />

Citando dai sonetti «Myrto» e «El desdichado»,<br />

egli confessa: «il richiamo<br />

che queste parole contengono emerge<br />

così naturalmente che non so se provengono<br />

da me o da quell'ombra che cerco...»,<br />

e nell'incalzare di «altre immagini<br />

antiche e possenti» sente fondersi in<br />

un'unica materia la sua storia personale<br />

e «i passi di Enea nel regno delle ombre...<br />

i ricordi frammentari che tentano<br />

di individuare in quella terra italiana i<br />

passi di quell'ombra che cerco...».<br />

Il passaggio per Cuma gli dà l'occasione<br />

per incontrare o inventare una<br />

guida che recita in latino gli esametri<br />

virgiliani e inconsapevolmente favorisce<br />

l'accostamento del pellegrino uruguaiano<br />

all'Enea pellegrino nell'Ade, ambedue<br />

cercatori del passato e dei suoi affetti<br />

intramontabili. Nerval è vicino anche<br />

a questo Virgilio che ci commuove<br />

con il dialogo tra padre e figlio.<br />

La pietas familiare include anche la<br />

terra degli avi, così povera da spingere<br />

alla fuga, e così amata da richiamare ai<br />

ritorni. Il discendente di emigranti è cosciente<br />

che «questo viaggio al sud fu un<br />

viaggio alle radici... per esse non c'è un<br />

luogo definito, ma sicuramente vi arrivai<br />

molto vicino». E nella sua parola ritorna<br />

quella di Virgilio, «Cosa potevo<br />

trovare? Le mani che tentano di afferrare<br />

le ombre agitano inutilmente l'aria<br />

stessa che respiriamo».<br />

Veramente un bel libro! Per mantenere<br />

la collana a tali livelli, l'Editore dovrà<br />

sudare sette camicie.<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Giovedì 11 Gennaio 2001<br />

ANTONIO BRAGA<br />

Il ricordo della morte di Domenico<br />

Cimarosa, avvenuta l'11 gennaio del<br />

1801 a Venezia, ci offre molteplici motivi<br />

di meditazione sugli eventi umani<br />

che accompagnarono il passaggio terreno<br />

di uno dei maggiori musicisti lirici,<br />

forse il più eccelso esponente della<br />

Scuola napoletana del XVIII secolo, e<br />

punto terminale di questa.<br />

Disgrazie e trionfi si alternarono nella<br />

sua vita: unico compositore a vedere<br />

una sua opera «bissata», ovvero eseguita<br />

di nuovo la stessa sera della sua prima,<br />

quale fu il caso del «Matrimonio<br />

segreto», considerato all'unanimità suo<br />

capolavoro, ed a Vienna, capitale europea<br />

del teatro musicale. Moriva pochi<br />

anni dopo a Venezia, in cammino verso<br />

Vienna, poverissimo e ufficialmente esiliato<br />

dalla sua amata città, Napoli.<br />

Era nato ad Aversa, allora piccolo<br />

borgo nei dintorni della capitale del regno<br />

napoletano, il 17 dicembre del<br />

1749, in famiglia povera ed onesta. Il<br />

padre, Francesco, lo trasse a Napoli<br />

con la moglie, quando, come muratore,<br />

fu messo a lavoro per la costruzione<br />

della «Reggia» di Capodimonte: ospiti<br />

dei Padri conventuali di Pendino, la<br />

moglie lavava la biancheria per guada-<br />

La 4ª puntata del reportage televisivo curato dal Comitato del Grande Giubileo<br />

Il volto della Chiesa del terzo millennio<br />

Un emozionante ripercorrere tutti i momenti salienti<br />

del Grande Giubileo: questo è stata la trasmissione<br />

«Cristo, Porta di Salvezza, di Vita, di Pace! Anno 2000<br />

— Il Giubileo», quarta ed ultima puntata del reportage<br />

televisivo «Nell'Anno 2000 — Inchiesta nella Chiesa<br />

Cattolica nel mondo», andata in onda su Rai3, sabato 6<br />

gennaio, in prima serata.<br />

Il reportage, curato dal Comitato del Grande Giubileo,<br />

per la regia di Luca De Mata, ha così portato a termine<br />

il suo itinerario che, dopo aver documentato con<br />

rigore giornalistico il ruolo della Chiesa nei confronti<br />

delle grandi sfide della contemporaneità, ha trovato il<br />

suo coronamento nel far rivivere momenti e tematiche<br />

dell'Anno Santo appena concluso.<br />

Dopo aver riflettuto sui grandi mali che affliggono<br />

l'uomo di oggi, sulle sue grandi paure, sulle sue grandi<br />

povertà (materiali e spirituali), dopo aver messo a confronto<br />

quella minima parte di umanità che vive nell'abbondanza<br />

con una maggioranza sfinita dalla lotta per<br />

la sopravvivenza, dopo aver fatto emergere (grazie a<br />

una notevole quantità di testimonianze raccolte in tutto<br />

il mondo) il prezioso ruolo dei cristiani non solo come<br />

instancabili testimoni dell'Evangelo, ma anche, in quanto<br />

tali, come portatori di speranza e concreti artefici di<br />

un recupero della dignità umana, il reportage di Luca<br />

De Mata ha voluto offrire agli spettatori il volto della<br />

Chiesa che si getta nell'avventura del terzo millennio.<br />

Questo volto della Chiesa ha trovato nel provvidenziale<br />

appuntamento giubilare l'ideale punto di riferimento<br />

per una corretta definizione: il confronto con il<br />

Cristo Signore della Storia, porta di accesso alla salvezza<br />

per l'intera umanità, misericordioso guaritore<br />

delle piccole e grandi ferite dell'uomo peccatore ha donato<br />

all'umanità credente le giuste coordinate per il<br />

proseguimento del suo pellegrinaggio terreno.<br />

In questo senso la quarta puntata dell'inchiesta televisiva<br />

si è proposta come una rimeditazione degli innumerevoli<br />

insegnamenti che il Santo Padre ha proposto<br />

nel corso dei tanti appuntamenti che hanno segnato il<br />

cammino giubilare.<br />

gnarsi l'ospitalità. La prima disgrazia<br />

avvenne quasi subito: caduto da una<br />

impalcatura mentre lavorava, Francesco<br />

morì lasciando i suoi nel colmo<br />

dell'indigenza.<br />

I Padri, che avevano già visto le disposizioni<br />

musicali del piccolo Domenico,<br />

lo mandarono al conservatorio di<br />

Santa Maria di Loreto, che l'accettò,<br />

con l'obbligo di restarvi per dieci anni.<br />

In quella scuola il giovane fece grandi<br />

passi, apprendendo la composizione<br />

con Fenaroli, e cembalo con Gallo e<br />

Carcajus, oltre a studiare violino, organo<br />

e canto. A ventidue anni, uscito dal<br />

conservatorio, ebbe la fortuna di ricevere<br />

l'aiuto della signora Pallante, una<br />

cantante romana trasferita a Napoli.<br />

Fu per merito della protettrice che gli<br />

si schiusero le porte del Teatro dei Fiorentini,<br />

dove nel 1772 debuttò con due<br />

operine buffe, che furono accolte per<br />

quello che erano: due lavori di presentazione<br />

di un nuovo musicista, che meritava<br />

di essere incoraggiato. Con dei<br />

testi migliori, il giovane ebbe maggior<br />

successo: «La finta parigina» al Teatro<br />

Nuovo lo collocò tra i primi compositori<br />

del tempo, degno di stare a lato di<br />

Paisiello e Piccinni. Quest'ultimo gli<br />

mostrò la sua simpatia, insegnandogli<br />

alcuni trucchi del mestiere, con vero<br />

spirito d'amicizia.<br />

Nel '76 era invitato a far eseguire<br />

due brevi opere al Teatro di Corte, ricevendo<br />

ufficialmente il sostegno reale.<br />

La via dei maggiori teatri era aperta: a<br />

Roma scrisse il primo dei molti intermezzi<br />

per il Teatro Valle.<br />

Venezia, Firenze, Torino, Milano: ecco<br />

letappesuccessivedelNostro,mentre<br />

le sue opere serie e buffe erano rappresentate<br />

a Varsavia, Dresda, Parigi, Barcellona,<br />

e sopra tutte Vienna. Nell'opera<br />

buffa diveniva il rivale di Paisiello,<br />

sino ad allora, e da un decennio, indiscusso<br />

capofila del genere napoletano.<br />

Era il 1787, e il musicista veniva<br />

chiamato a San Pietroburgo dalla zarina<br />

Caterina II, che aveva dovuto rinviare<br />

in Italia Paisiello e Sarti. Viaggio<br />

lungo, con tappe felici in Toscana, su<br />

invito del granduca, a Parma, a Vienna<br />

ed a Varsavia. Il soggiorno russo non<br />

fu dei migliori. Molto freddo e declino<br />

di salute. Ottenuto il permesso d'andare<br />

via, si fermò a Varsavia durante tre<br />

mesi, ed alla fine del '91 giunse a Vienna.<br />

Proprio in quei giorni Mozart moriva:<br />

mentre il suo corpo era gettato in<br />

una fossa comune, l'imperatore Leopoldo<br />

II offriva a Cimarosa un appartamento<br />

ed una lauta prebenda, per por-<br />

Con scelta intelligente, il regista ha sempre affiancato,<br />

come in un legame inscindibile, le immagini del Papa<br />

(pastore intento in un'infaticabile opera di evangelizzazione)<br />

a quelle della gente, del popolo di Dio, il<br />

popolo che in moltitudine è giunto a Roma sulle tombe<br />

dei martiri, il popolo che, sparso nei quattro angoli del<br />

pianeta, forma un unico corpo ed è protagonista di un<br />

unico cammino. Un'unità inscindibile, quella del Pastore<br />

e del suo gregge, che dà il senso di una presenza<br />

fattiva, vera, concreta, feconda, di una Parola incarnata<br />

che da duemila anni continua a dare frutti per la salvezza<br />

dell'umanità.<br />

Ancora una volta la sapiente combinazione di immagini,<br />

testi e musiche (che già aveva positivamente colpito<br />

in occasione delle precedenti puntate) ha garantito<br />

un prodotto esteticamente accattivante e, quel che è<br />

più importante, contenutisticamente di spessore, laddove<br />

l'emozione per il rivivere a caldo gli intensi momenti<br />

di un Giubileo appena concluso (poche ore prima il<br />

Santo Padre aveva chiuso la Porta Santa a San Pietro),<br />

non è stato un semplice giocare sui sentimenti, ma<br />

un'occasione per approfondire e interiorizzare i tanti<br />

messaggi, i tanti doni che questo anno di grazia ha<br />

portato con sé.<br />

Nel ripercorrere questi momenti, dal Natale 1999 alla<br />

solenne chiusura del giorno dell'Epifania, nel rivedere i<br />

fiumi di pellegrini che hanno animato la Città Eterna,<br />

ma soprattutto nel conoscere le singole comunità che<br />

in ogni parte del globo, anche nei Paesi con le realtà<br />

più difficili, hanno quotidianamente celebrato e sperimentato<br />

la gioia del Cristo Salvatore, è emersa una<br />

palpabile sensazione: quella di un popolo veramente in<br />

cammino, consapevole delle difficoltà che lo attendono<br />

ma forte di una speranza che non delude.<br />

Non a caso il documentario si è concluso sulle parole<br />

del Pontefice, che ancora una volta, chiudendo ufficialmente<br />

l'Anno giubilare, ha esortato i cristiani all'impegno<br />

per il terzo millennio: «Spalancate le porte a<br />

Cristo!». (Maurizio Fontana)<br />

«Orme invisibili»: un saggio di Maria Teresa Garutti Bellenzier sulla presenza e il ruolo delle donne cattoliche negli ultimi trent'anni<br />

Il «genio» femminile e la sua «debolezza forte»<br />

GRAZIELLA MERLATTI<br />

È un primo bilancio, sintetico ed esauriente sulle<br />

linee difondodell'itinerariopercorsodalmovimento<br />

cattolico femminile italiano negli ultimi trent'anni,<br />

camminononsemprefacilesiaall'internodellaChiesa<br />

sia nel rapporto con il femminismo laico, quello<br />

offerto dal volume Orme invisibili di Maria Teresa<br />

Garutti Bellenzier (Ancora, Milano 2000, pp. 174,<br />

L. 24.000). Le orme di cui parla il titolo sono quelle<br />

delle «donne cattoliche tra passato e futuro».<br />

Il volume apre la nuova collana «A due voci» dell'Ancora,<br />

ideata per aiutare a leggere in un altro<br />

modo le donne e gli uomini, con lo sguardo volto a<br />

cercare le armonie nelle differenze.<br />

MarisaBellenzierinquestonotevole studio descrive<br />

un femminismo firmato da varie realtà e sigle<br />

cattoliche, che da un lato ha contestato i pregiudizi<br />

e i tabù delle conservatrici, mentre dall'altro ha recepito<br />

e poi superato le varie tesi del femminismo<br />

laico per arrivare a una sua posizione originale.<br />

L'esposizione si dipana chiara e lineare, senza<br />

glissare sulla complessità delle questioni affrontate,<br />

ma senza esasperare le posizioni e anche senza ca-<br />

talogare rigidamente gli schieramenti, utilizzando<br />

un linguaggio mite e prudente. La documentazione<br />

è abbondante e molto utile è anche l'ampia e selezionata<br />

bibliografia, aggiornata a tutto il 1999.<br />

«Gli ultimi trent'anni — si legge nell'Introduzione<br />

— sono stati un periodo particolarmente importante<br />

per le donne cattoliche, stimolate in vario<br />

modo a verificare la propria esperienza di fede nel<br />

contesto di un profondo ripensamento dell'identità<br />

femminile».<br />

Scritto da una protagonista del movimento femminile<br />

cattolico — docente universitaria e poi funzionaria<br />

RAI, pubblicista e curatrice di importanti<br />

iniziative editoriali, responsabile dal 1994 dell'associazione<br />

Progetto Donna e membro della commissione<br />

per i problemi sociali e del lavoro della Conferenza<br />

Episcopale Italiana — che ha saputo interagire<br />

con il femminismo laico, il volume presenta un<br />

bilancio documentato e sereno della lunga marcia<br />

che le donne credenti hanno percorso. Questo saggio<br />

è una memoria offerta a chi ha vissuto l'esperienza<br />

e un dono consegnato alle giovani generazioni,<br />

spesso completamente prive di conoscenza<br />

In alto: scena di Sensani per «Le astuzie femminili»<br />

(Maggio Musicale Fiorentino, 1939) In basso: scena<br />

di Ratto per «Il matrimonio segreto» (La Scala, 1949)<br />

Profilo umano e artistico di Domenico Cimarosa l'eccelso musicista di Aversa morto l'11 gennaio del 1801<br />

L'unico compositore ad aver visto una sua opera<br />

bissata integralmente la sera stessa della «prima»<br />

delle radici storiche, quale traccia per continuare il<br />

cammino.<br />

La diversità è via al compimento della storia, sostiene<br />

l'Autrice. La«reciprocitàasimmetrica»trauomo<br />

e donna deveconessainteragire.Mentrela perdurante<br />

invisibilità non equivale all'assenza, anzi, al<br />

contrario. SecondolaGaruttiBellenzier, la specificità<br />

dellapresenzadelladonnanellaChiesaenel mondo<br />

come testimone di fede può avere come una<br />

sua connotazione, e condizione di efficacia, proprio<br />

l'invisibilità, il silenzio, l'apparente inefficacia.<br />

Proprio quell'invisibilità non è stata senza frutti.<br />

«Ma ciò è avvenuto solo se e quando non era subita<br />

e vissuta come rassegnazione e accettazione di<br />

uno status secondario e del tutto separato dagli status<br />

che avevano visibilità». Cioè quando si era «assunta<br />

con consapevolezza quale forma privilegiata<br />

dell'azione di Dio nella piccolezza e nell'umiltà della<br />

creatura da Lui amata ed elevata a strumento efficace<br />

della sua azione salvifica».<br />

Entro tali coordinate sono cresciute e crescono<br />

testimonianze essenziali per la Chiesa e per il mondo,<br />

che «conducono a cogliere, leggere e imparare<br />

la lezione di una debolezza forte, di un'emargina-<br />

Francesco Saverio Candido: «Cimarosa al cembalo»<br />

zione in realtà centrale poiché centrata sull'essenziale,<br />

di sconfitta vincente». Tutto questo presenta<br />

una singolare vicinanza al cuore del messaggio<br />

evangelico: «la salvezza che viene dal fallimento<br />

della croce, poiché proprio lì diventa evidente come<br />

nessuna forza umana possa vincere un amore<br />

di dedizione totale».<br />

Quando l'invisibilità delle donne credenti ha avuto<br />

tale spessore, ciò «non è avvenuto in forza del<br />

loro essere donne, ma del loro confidare in Dio —<br />

in ciò non diverse dai loro compagni di strada nella<br />

fede». Ma probabilmente è proprio la condizione di<br />

secondarietà di tante donne ad avere facilitato questa<br />

presa di coscienza del valore che essa assumeva<br />

come modello dei modi di agire di Dio nella vita<br />

dell'umanità.<br />

«La vicenda delle donne nella storia può così risultare<br />

emblematica di un modo diverso di dare<br />

senso alla vita senza i mezzi ufficiali del sapere,<br />

dell'avere, del potere».<br />

Il «genio» delle donne, che si esprime più spesso<br />

nella quotidianità faticosa di ruoli e costumi, nel<br />

nascosto e prezioso lavoro di cura, necessita di<br />

uscire dall'ombra per permettere alle sue trame di<br />

farsi cultura, di sentirsi parte viva della storia e di<br />

assumerne anche tutta la responsabilità.<br />

Due pagine autografe di Domenico Cimarosa:<br />

l'inizio dell'ouverture de «Il matrimono segreto»<br />

e, in basso, un brano dell'«Artemisia»<br />

re in musica «Il matrimonio segreto».<br />

L'opera fu eseguita il 7 febbraio dell'anno<br />

successivo, con il trionfo che sappiamo.<br />

Giunto al sommo della gloria, accolto<br />

come un sovrano dagli stessi sovrani,<br />

pregato di restare, non seppe resistere<br />

al desiderio di tornare alla sua terra<br />

nativa, ed infatti nel '73 rivide Napoli,<br />

accolto come un re, e portato alle stelle<br />

dopo le prime esecuzioni de «I Traci<br />

amanti» e «Le astuzie femminili». Ancora<br />

altri teatri lo reclamavano: e tra il<br />

'94 ed il '98 fece eseguire nuove opere a<br />

Venezia, a Roma ed a Reggio Emilia.<br />

Di particolare valore furono «Gli Orazi<br />

ed i Curiazi» per Venezia, opera che secondo<br />

molti esegeti è la migliore nel<br />

campo della sua espressione «seria».<br />

L'amore per Napoli lo trasse però alla<br />

rovina: giacché, al proclamarsi la<br />

Repubblica Partenopea del '99, egli<br />

scrisse un inno repubblicano che, al ritorno<br />

dei Borbone, non gli fu perdonato:<br />

venne incarcerato in una angusta<br />

prigione per quattro mesi, mentre la<br />

sua famiglia era costretta a vendere<br />

tutto quello che era in casa per sopravvivere.<br />

La situazione si risolse con un blitz<br />

dei militari russi, che, giunti a Napoli<br />

come ausiliari per il ritorno del re, ricevettero<br />

ordine dal loro generale (che<br />

aveva appreso il terribile destino del<br />

grande compositore, così noto in Russia)<br />

d'andare a liberare l'illustre prigioniero.<br />

Il Botta scrisse, nella sua «Storia d'Italia»:<br />

«Saputo il caso, e non avendo<br />

potuto ottenere dal governo napoletano,<br />

al quale l'avevano domandato, la sua<br />

liberazione, generali ed ufficiali corsero<br />

al carcere e l'italico cigno liberarono.<br />

Così in un'Italia, in una Napoli, la salute<br />

venne a Cimarosa dall'Orso. Mi<br />

vergogno per l'Italia, rendo grazie alla<br />

Russia».<br />

Questo passaggio, trascritto dal Florimo<br />

nel medaglione biografico dedicato<br />

all'Aversano, ci immerge appieno nella<br />

cupa atmosfera poliziesca, scatenata<br />

dopo il ritorno dei Borbone. Eppure Cimarosa<br />

aveva scritto una Cantata «Per<br />

il ritorno del nostro amato sovrano»,<br />

che tuttavia non aveva cancellato il ricordo<br />

dell'Inno antiborbonico.<br />

Intanto, con i due figli, essendo morta<br />

nel '97 anche la seconda moglie, Donata,<br />

stentò a rivivere. Uscito dalla prigione,<br />

il Card. Consalvi, suo grande<br />

amico, gli consigliò di andare via dalla<br />

città, e gli diede il necessario per accettare<br />

un invito da Venezia; già il Nostro<br />

gli aveva regalato tutti i suoi autografi<br />

scritti prima di partire per la Russia.<br />

L'ultimo viaggio fu tristissimo: lasciati<br />

i figli a Napoli, partì per Venezia,<br />

già minato da un male incurabile. Nella<br />

capitale lagunare scrisse la sua ultima<br />

opera seria, l'«Artemisia», eseguita<br />

postuma: morì nel palazzo Duodo in<br />

Campo Sant'Angelo.<br />

Il Card. Consalvi ordinò un busto del<br />

musicista al Canova, che pose tra quelli<br />

di Sacchini e Paisiello, nel 1816 nella<br />

Chiesa della Rotonda, Santa Maria «ad<br />

Martyres» in Roma.<br />

Nella rinnovata estetica nel secolo<br />

XIX, quasi tutta l'opera del periodo<br />

precedente la Rivoluzione Francese fu<br />

considerata dai contemporanei sorpassata<br />

e vetusta. Restavano, come punte<br />

di diamante dei vecchi tempi, poche<br />

partiture. Tra queste, sicuramente «Il<br />

matrimonio segreto» si sottrasse dall'oblìo:<br />

Rossini, il nuovo astro dell'opera,<br />

diceva di inginocchiarsi ogni giorno dinanzi<br />

alla memoria di Mozart e Cimarosa:<br />

il sorriso, la bonomia, l'arte del<br />

napoletano furono la preziosa eredità<br />

del pesarese.<br />

Nel secolo XX sono tornate alle scene<br />

anche altre partiture del Nostro: «Le<br />

astuzie femminili», «Giannina e Bernardone»,<br />

«I Traci amanti», «Orazi e Curiazi»<br />

sono stati rieseguiti e giustamente<br />

apprezzati. Rossini amava molto «Le<br />

trame deluse»; e Giuseppe Verdi scrisse<br />

che «Il matrimonio segreto» era per lui<br />

«la vera commedia musicale che ha<br />

tutto quello che un'opera buffa deve<br />

avere». Egli stesso, dettando la norma<br />

ai futuri compositori italiani: «Tornate<br />

all'antico, e farete del nuovo», la mise<br />

in pratica, considerandola il punto di<br />

partenza del suo «Fastaff», autentico<br />

pronipote dello spirito del grande predecessore.<br />

E l'arcigno critico tedesco Hanslick<br />

definì quel capolavoro buffo di Cimarosa<br />

«pieno di sole»: quel sole mediterraneo<br />

che brillò in tutta la produzione di<br />

questo grandissimo musicista.


.<br />

PAGINA<br />

Dall'antico Battistero, a pochi passi<br />

dalla Cattedrale, è iniziato a Novara il<br />

solenne rito di chiusura del Grande Giubileo:<br />

un luogo quanto mai significativo<br />

per indicare il cammino di conversione<br />

che ogni cristiano è stato invitato a<br />

compiere in questo Anno Santo. Il Vescovo,<br />

Mons. Renato Corti, accompagnato<br />

dai canonici e da tanta gente ha<br />

svolto il rito secondo il formulario prescritto<br />

percorrendo poi tutta la navata<br />

della Cattedrale, mentre la Corale diretta<br />

da don Maurizio Gagliardini eseguiva<br />

i canti liturgici che sottolineavano i momenti<br />

significativi della funzione. «L'anno<br />

del Giubileo termina — ha esordito<br />

Mons. Corti nell'Omelia —, non termina<br />

invece l'anno di misericordia inaugurato<br />

dal Verbo di Dio fatto carne e di cui ha<br />

parlato Gesù nella sinagoga di Nazareth,<br />

inaugurando la sua vita pubblica. Quell'anno<br />

è cominciato, ma non finirà se<br />

non alla fine del mondo; tutto il tempo<br />

della storia è, per mezzo di Cristo, un<br />

tempo di misericordia, e dunque di speranza<br />

per tutti. Celebriamo questa Eucaristia<br />

insieme con fratelli che vengono<br />

da altre nazioni e culture, ricordando<br />

quanto il Papa proponeva con il messaggio<br />

del 1° gennaio. Invitava al dialogo<br />

tra le culture come strada per edificare<br />

la civiltà dell'amore e della pace. È un<br />

impegno che anche noi ci assumiamo. I<br />

popoli della terra, con la loro storia, la<br />

loro cultura, le loro tradizioni, sono una<br />

ricchezza per tutti. Siamo invitati a stare<br />

in ascolto reciproco e ad un amore<br />

sincero. Siamo chiamati a trovare nel<br />

seme del Vangelo, e soprattutto nella<br />

presenza viva di Gesù Cristo, il punto<br />

d'incontro che fa della diversità i colori<br />

dell'unità e della comunione tra gli uomini».<br />

Il Vescovo di Novara dopo aver sottolineato<br />

le occasioni di grazia avute dai<br />

«credenti» ha lanciato uno sguardo anche<br />

su coloro che «hanno l'impressione<br />

di essere lontani da Gesù (o credono di<br />

essergli lontano)». «Essi hanno potuto<br />

Un impegno per la diocesi di Chieti-<br />

Vasto: la missione. Ed una convinzione:<br />

l'Anno Santo, che ha chiuso le sue porte<br />

tra le solenni celebrazioni nella cattedrale<br />

di Chieti e nella concattedrale di Vasto,<br />

rimarrà speranza viva di una Chiesa<br />

che vuole annunciare la misericordia<br />

largamente sperimentata durante questo<br />

Giubileo. E anche per la diocesi abruzzese,<br />

la celebrazione di chiusura della<br />

Porta Santa ha rappresentato un momento<br />

di grande intensità e di rinnovato<br />

fervore per compiere una verifica attenta<br />

affinché questo tempo non sia trascorso<br />

invano ma si traduca in iniziative<br />

concrete di lavoro e preghiera.<br />

«Abbiamo vissuto un intero anno sotto<br />

la luce del Signore Gesù — ha spiegato<br />

l'Arcivescovo Mons. Edoardo Menichelli<br />

alla presenza numerosa del clero e<br />

del popolo della diocesi — facendo memoria<br />

della sua Incarnazione e riconoscendolo,<br />

con entusiasmo e fede, Figlio<br />

di Dio, nostro unico Salvatore ieri, oggi<br />

e sempre». È stato infatti un anno, questo<br />

trascorso, in cui «ogni ginocchio si è<br />

piegato» e «ogni lingua ha proclamato la<br />

sua signoria di misericordia»; un tempo<br />

durante il quale si è pregato ricevendo il<br />

dono della sua misericordia e della sua<br />

grazia. «È stato tutto — ha continuato<br />

Mons. Menichelli — un anno di pedagogia<br />

di salvezza. Ed ora?».<br />

Come i pastori che vanno alla grotta,<br />

vedono, adorano e ritornano; come i<br />

Magi che vanno, trovano il Bambino, lo<br />

adorano e ritornano; come il vecchio Simeone<br />

che va al tempio e, dopo aver visto<br />

Gesù, prorompe in una lode spirituale,<br />

atto di fede e di abbandono a Lui;<br />

come, infine, i discepoli che, saputa la<br />

risurrezione, corrono, vedono, credono<br />

e tornano a raccontare. Come queste<br />

icone evangeliche, così la Chiesa è stata<br />

chiamata ad incarnare alcuni atteggiamenti<br />

per un'autentica sequela e una<br />

concreta testimonianza.<br />

«Per dare senso — ha aggiunto il Presule<br />

— al lungo ed intenso diario giubilare<br />

che abbiamo celebrato dentro un'esperienza<br />

pellegrinante, quasi a raccontare<br />

la nostra condizione di viandanti, e<br />

con la quale abbiamo imitato l'andare a<br />

vedere di quanti allora mossero i passi<br />

dei piedi e del cuore verso Cristo, occorre<br />

una verifica ed un impegno». Perché<br />

l'Anno Santo, ha ricordato, non è stata<br />

la storia di un moto turistico, ma un atto<br />

di fede in cui Cristo è stato vero «ingresso»<br />

nella vita di comunione con Dio.<br />

«Questa — ha proposto — è l'indispensabile<br />

verifica dell'anno giubilare: se,<br />

cioè, anche noi abbiamo visto Cristo facendo<br />

di Lui un'esperienza di accresciuta<br />

consapevolezza (la Parola); se con Lui<br />

abbiamo intessuto un'intima comunione<br />

(i sacramenti); se per Lui abbiamo provocato<br />

la coscienza». E per una crescita<br />

di fede, che si tramuti in impegno concreto,<br />

ha evidenziato: «È importante che<br />

le comunità facciano e aiutino a fare un<br />

“ripasso spirituale” dei tanti gesti giubilari,<br />

perché si continui l'adorante incontro<br />

con Cristo, se ne sperimenti il gaudio<br />

consolante e si resti invasi dalla meraviglia<br />

di averlo conosciuto».<br />

Una consapevolezza, questa, da cui<br />

non può non scaturire un impegno: la<br />

narrazione missionaria di quanto si è<br />

vissuto. «Il Vangelo di Matteo — ha detto<br />

ancora Mons. Menichelli — chiude<br />

con l'invito teologico alla cattolicità. La<br />

Risurrezione ci ha posto in mano il dardo<br />

impaziente della missione». Questa è,<br />

4 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Giovedì 11 Gennaio 2001<br />

Chiusura della Porta Santa<br />

nelle diocesi italiane<br />

NOVARA TRIESTE<br />

trovare nell'anno giubilare — ha continuato<br />

Mons. Corti — qualcosa di simile<br />

ad una stella che indica dove trovare<br />

Gesù. Per molti quella stella è stato probabilmente<br />

il vecchio Papa, così fragile<br />

e così forte, così sincero ed intenso, così<br />

deciso e misericordioso. Forse molte<br />

persone, che non hanno dimestichezza<br />

con la Chiesa, hanno potuto essere aiutati<br />

da qualche trasmissione radio-televisiva<br />

a riflettere, a far riemergere un<br />

cammino di fede che magari era stato<br />

realmente compiuto in passato. E poi<br />

per tutti era all'opera lo Spirito Santo<br />

che agisce segretamente nei cuori e che<br />

è stato il vero protagonista nascosto dell'anno<br />

giubilare. Lo sa bene chi, in silenzio<br />

e non senza commozione, ha attraversato<br />

la Porta Santa di San Pietro. Il<br />

cammino lungo dei Magi è molto istruttivo<br />

per una interpretazione adeguata<br />

del Giubileo. Certo, questa iniziativa della<br />

Chiesa Cattolica era per i cristiani.<br />

Ma era anche per tutto il mondo, proprio<br />

perché metteva in primo piano Cristo,<br />

unica speranza del mondo». Secondo<br />

il Vescovo di Novara questa speranza<br />

per l'umanità prende visibilità quando i<br />

cristiani si inoltrano sui sentieri qualificanti<br />

del Giubileo: quello di discendere,<br />

come ha fatto Cristo, verso ogni uomo,<br />

e quello, presente anche nella radice<br />

ebraica di Giubileo, della pratica della<br />

giustizia, che vuol dire rispetto della dignità<br />

di ogni uomo e anche salvaguardia<br />

del creato, messo da Dio a disposizione<br />

dell'uomo perché sia il custode, non il<br />

padrone, e perché resti una casa abitabile<br />

anche per le generazioni future. Camminare<br />

sui sentieri ricordati con forza<br />

dal Giubileo ebraico e cristiano significa<br />

«fare profezia»: fare oggi ciò che permetterà<br />

una vita veramente umana domani.<br />

Mons. Corti ricorda che si ha<br />

estremo bisogno di questa «profezia» soprattutto<br />

se, «come talvolta pare, nell'uno<br />

o nell'altro di noi, essa langue e neppure<br />

appare con luminosità sul volto di<br />

alcune delle nostre comunità». «L'anno<br />

del Giubileo — ha concluso il Vescovo<br />

di Novara — è stata una semina. Il contadino<br />

non abbandona il campo dopo<br />

che l'ha compiuta. Nemmeno noi dovremo<br />

farlo. Il Giubileo, in questo senso,<br />

non termina. La cerimonia della chiusura<br />

del Giubileo prevede che si indichino<br />

gli impegni per il futuro. Mentre si chiude<br />

la Porta Santa, quella porta che è<br />

Cristo rimane sempre aperta e attende il<br />

nostro passaggio, che è l'atto di fede.<br />

Propongo a ciascuno di voi che ogni<br />

mattino iniziate la giornata proprio così:<br />

passando la Porta Santa, che è Cristo,<br />

rinnovando il vostro atto di fede. Mentre<br />

si chiude l'anno giubilare, il segno<br />

della giustizia e della condivisione con<br />

l'uomo attende d'essere tenuto in primo<br />

piano, rimeditandolo e traducendolo in<br />

scelte concrete personali e comunitarie.<br />

Propongo a ciascuno di voi di iniziare<br />

ogni giornata ed affrontare le responsabilità<br />

familiari e professionali di ogni<br />

giorno in questo modo: decidendo sempre<br />

di nuovo che quel giorno sarà un<br />

giorno che vogliamo vivere secondo giustizia<br />

verso tutti, specialmente i più deboli;<br />

e che sarà un giorno durante il<br />

quale, come il buon samaritano, sapremo<br />

fermarci, chinarci su chi ha bisogno<br />

d'amore e d'aiuto, proprio come fece<br />

Gesù. È difficile in questo momento,<br />

non avvertire che quanto ci è stato, di<br />

giorno in giorno, proposto nei mesi del<br />

Giubileo, ha bisogno d'essere ripreso in<br />

mano e diventare una traccia stimolante<br />

del nostro cammino cristiano, personale<br />

e comunitario, per gli anni futuri, mentre<br />

comincia il nuovo millennio».<br />

Al termine della celebrazione proprio<br />

per sottolineare la concretezza del cammino<br />

cristiano, il vicario generale don<br />

Gregorio Pettinaroli, ha richiamato le<br />

comunità cristiane a continuare la revisione<br />

di vita secondo le indicazioni ricevute<br />

e a contribuire alla raccolta di fondi<br />

per la riduzione del debito estero.<br />

GIULIANO TEMPORELLI<br />

to a scrutare le Scritture Sante: lo Spirito<br />

ci dirà che parlano di lui.<br />

«Lo Spirito e la Parola a chi cercava<br />

verità e grazia — ha proseguito Monsignor<br />

Ravignani — l'hanno fatto passare<br />

attraverso la Porta Santa, che è Cristo,<br />

per introdurlo nel cuore della Chiesa<br />

che oggi annuncia e vive il Vangelo. So,<br />

per averlo vissuto con molti di voi e con<br />

i nostri giovani, quale sia stato il riflesso<br />

interiore della meraviglia e dell'entusiasmo<br />

che ci ha presi tutti nell'incontro<br />

con il Papa a San Pietro e nella Giornata<br />

Mondiale della Gioventù a Tor Vergata.<br />

Non era davvero esaltazione superficiale,<br />

non era affatto esteriorità di una<br />

manifestazione. Siamo stati profondamente<br />

toccati. La nostra fede ne è uscita<br />

rafforzata, il nostro impegno di testimonianza<br />

ancor più convinto».<br />

Ma, si è chiesto ancora il Vescovo, la<br />

nostra Chiesa di Trieste, che pure ha<br />

aperto le sue porte a chi poneva il gesto<br />

del pellegrinaggio e voleva rendere pure<br />

la sua fede, ha offerto l'autenticità della<br />

Parola di Dio e la gioia dell'unità che<br />

nasce dal dono dello Spirito? «Le celebrazioni<br />

giubilari ci hanno fatto fare<br />

esperienza di comunione fraterna; il dono<br />

della reliquia di san Giusto a tutte le<br />

parrocchie ha voluto unire alla cattedrale,<br />

e quindi al Vescovo, le nostre comunità».<br />

Tutto questo, ha aggiunto il Vescovo,<br />

è stato certamente significativo, ma non<br />

basta. «In una città nella quale molti<br />

giovani e non giovani cercano parole di<br />

verità, domandano comprensione e accoglienza,<br />

è divenuto per noi richiamo<br />

esigente alla missionarietà, che faccia<br />

uscire l'annuncio del Vangelo dal chiuso<br />

delle nostre parrocchie e le faccia luoghi<br />

aperti a quanti vorrebbero condividere,<br />

anche per un breve tratto, la nostra<br />

esperienza di fede e di vita cristiana».<br />

Monsignor Magnani ha ricordato dunque<br />

l'impegno della diocesi per questo<br />

nuovo cammino intrapreso nell'anno<br />

giubilare. Gli impegni assunti, ha ricordato<br />

il Presule, ci chiedono di «allargare<br />

e arricchire il dialogo con le diverse culture<br />

della nostra città, di rendere sempre<br />

più vivo il dialogo ecumenico e interreligioso,<br />

di proseguire nella purificazione<br />

della memoria da ogni traccia di<br />

amarezza per costruire insieme una civiltà<br />

dell'amore di aprire il cuore e di<br />

ampliare gli spazi dell'accoglienza nel rispetto,<br />

nella comprensione sincera e nell'aiuto<br />

solidale, di continuare con determinazione<br />

e slancio il nostro servizio<br />

missionario a Iriamurai nel Kenya. Così<br />

la nostra Chiesa testimonierà Cristo, che<br />

con il suo Spirito la raccoglie in unità e<br />

diverrà segno vivo della presenza di Dio,<br />

redentore di ogni uomo».<br />

In questi anni di preparazione al<br />

Grande Giubileo e nello stesso Anno<br />

Santo sono stati numerosi i segni della<br />

carità promossi dalla comunità diocesana.<br />

In questi anni, spiegano i responsabili<br />

della Caritas diocesana, il Centro di<br />

Ascolto ha potenziato il suo servizio attraverso<br />

la formazione degli operatori e<br />

la qualificazione del servizio in rete con<br />

i Servizi del territorio. È da ricordare in<br />

particolare la realizzazione della Casa di<br />

accoglienza «La Madre» per persone che<br />

vivono le difficili problematiche legate<br />

alla mancanza di un alloggio, e la Casa<br />

di accoglienza «Teresiano» aperta per rispondere<br />

ai problemi legati alla guerra<br />

in Kosovo e ai numerosi profughi giunti<br />

nel nostro Paese. La stessa casa ha poi<br />

accolto italiani e stranieri bisognosi di<br />

aiuto. La casa è attualmente chiusa per<br />

ristrutturazione, ma alla sua riapertura<br />

sarà in grado di ospitare 75 persone, di<br />

varie aree di disagio tra cui alcune ragazze<br />

vittime della tratta della prostituzione.<br />

Nel gennaio 2000 è stata aperta<br />

anche una comunità per minori stranieri,<br />

con il compito di avviarli a corsi di<br />

formazione per un futuro inserimento<br />

lavorativo.<br />

CLAUDIO ZERBETTO<br />

CHIETI-VASTO CARPI AREZZO-CORTONA-SANSEPOLCRO<br />

per la diocesi di Chieti-Vasto, la premura<br />

del dopo Giubileo; questa l'Epifania:<br />

la necessità di spalancare le porte della<br />

missione. «Accanto alla contemplazione<br />

del Signore — ha concluso l'Arcivescovo<br />

— deve esserci la passione del raccontare.<br />

Il compito post giubilare sta qui:<br />

sciogliere la Parola, dare testimonianza<br />

di Gesù». E tutto questo, per la Chiesa<br />

locale, si concretizzerà in due segni: la<br />

missione cittadina nei due centri di<br />

Chieti e di Vasto, e l'apertura a Chieti di<br />

una casa di accoglienza.<br />

Si è chiusa la Porta Santa: rimane<br />

aperto, però, il cuore alla speranza e alla<br />

misericordia, largamente sperimentata<br />

in questo anno. «La grazia di questi<br />

mesi — ha commentato Ermanno Di<br />

Bonaventura — non finisce: con cuore<br />

nuovo e rinnovato impegno bisogna<br />

continuare il cammino iniziato». E questo<br />

per dare valore a «quella Porta», sotto<br />

la cui architrave il cuore si è rigenerato<br />

nel passare. «Questo tempo — ha<br />

spiegato Maria Grazia — è stato di particolare<br />

misericordia. L'afflusso dei pellegrini<br />

nei luoghi della fede dimostra<br />

che la gente cerca Cristo. Provo nostalgia,<br />

perché si chiude un momento importante<br />

della storia; ma, nello stesso<br />

tempo, ho la convinzione che questo<br />

Giubileo lascia il segno profondo dell'amore<br />

di Cristo, manifestato attraverso la<br />

conversione di tante persone». E numerosi<br />

sono stati i doni del Signore; ora<br />

tocca a noi: «Ci rimane la grazia — ha<br />

spiegato suor Angioletta De Vincenzi —<br />

di essere passati per Gesù Cristo con la<br />

volontà di aderire a Lui secondo il suo<br />

programma».<br />

AGNESE PELLEGRINI<br />

alcuna in modo speciale ed efficace.<br />

Continua la normale catechesi e la pastorale<br />

ordinaria, ma con un'ottica e<br />

una insistenza speciale sul «Giorno del<br />

Signore», primordiale e fondamentale festa<br />

del cristiano, suo segno di appartenenza<br />

a Cristo e alla Chiesa e occasione<br />

privilegiata per vivere ciò che siamo.<br />

2) Sentire, alimentare, vivere la nostra,<br />

la mia identità di cristiano, sentendo<br />

e vivendo l'esigenza di parlare e<br />

di conversare adeguatamente col Signore<br />

ogni mattina e ogni sera (la preghiera),<br />

leggendo una pagina del Vangelo<br />

ogni giorno.<br />

3) Sentire, alimentare, vivere la nostra,<br />

la mia identità di cristiano, riscoprendo<br />

il venerdì, giorno della Passione,<br />

della morte e del dono supremo di<br />

amore di Cristo Signore per me, con<br />

adeguate e proporzionate rinunce e sacrifici,<br />

celebrando frequentemente il sacramento<br />

della confessione e della riconciliazione<br />

e permettendo al Signore<br />

di lasciarmi convertire, scegliendo un<br />

buon confessore, che mi guidi nel mio<br />

cammino di fede e di Chiesa.<br />

4) Sentire, alimentare, vivere la nostra,<br />

la mia identità di cristiano, accogliendo<br />

il programma dei Vescovi Italiani<br />

per il prossimo decennio:<br />

«Comunicare la fede», comunicando<br />

ciò che il Signore ci dona nella preghiera<br />

mattina e sera, nella lettura quotidiana<br />

del Vangelo, nella Messa domenicale,<br />

nelle confessioni frequenti, comunicandolo<br />

alle persone che incontro (che mi<br />

sono fratelli) con l'esempio e la coerenza<br />

della vita cristiana, con la carità e il<br />

servizio, con la parola e l'annuncio.<br />

OPPIDO MAMERTINA-PALMI MACERATA<br />

«Benedirò il Signore in ogni tempo /<br />

sulla mia bocca sempre la sua lode / io<br />

mi glorio nel Signore / ascoltino gli<br />

umili e si rallegrino»: con questa suggestiva<br />

salmodia il clero diocesano guidato<br />

dal Vescovo Mons. Luciano Bux ha dato<br />

inizio ai riti di introduzione nella Chiesa<br />

Stazionale di Maria S.S. del Soccorso in<br />

Palmi. Questa chiesa rappresenta un po'<br />

la memoria storica della città essendo<br />

legata all'Arciconfraternita della Madonna<br />

del Soccorso e del S.S. Sacramento<br />

alla quale nei secoli trascorsi i marinai e<br />

i pescatori della città di Cilea erano vincolati<br />

attraverso le opere della solidarietà<br />

e della condivisione.<br />

Dopo la preghiera e la munizione introduttiva<br />

del Vescovo il popolo col clero<br />

si sono mossi in processione lungo<br />

tutto il corso Garibaldi e via Rocco Pugliese<br />

per raggiungere in processione la<br />

concattedrale, dove si venera la prodigiosa<br />

effigie della Madonna Nera della<br />

Lettera Gorgoepikoos.<br />

Durante la processione sono state<br />

cantate le litanie dei santi arricchite di<br />

particolari invocazioni al Signore perché<br />

protegga il Papa Giovanni Paolo II,<br />

il Vescovo Mons. Luciano Bux, i ministri<br />

del Vangelo, le famiglie, i giovani, i<br />

defunti, tutti i cristiani perché possano<br />

un giorno ritrovarsi uniti. La corale supplica<br />

a Dio latore di ogni bene è stata<br />

avvalorata dal canto dei salmi 46-97-92 e<br />

71 dove ricorre prorompente il grido di<br />

giubilo perché sia cantato al Signore un<br />

canto nuovo / perché Egli ha fatto pro-<br />

Riceviamo dal Vescovo di Carpi, Elio<br />

Tinti.<br />

Termina l'anno del Grande Giubileo,<br />

non finisce però l'anno di grazia, che<br />

Gesù ha inaugurato nella sinagoga di<br />

Nazareth. Come Padre e Vescovo di<br />

questa s. Chiesa di Carpi, propongo alcuni<br />

impegni conseguenti la celebrazione<br />

del Grande Giubileo, come espressione<br />

di conversione pastorale e di testimonianza<br />

e di annuncio.<br />

1) Sentire, alimentare la nostra, la<br />

mia identità di cristiano, ciò che siamo,<br />

vivendo la Domenica giorno del Signore,<br />

realizzando i tre suggerimenti<br />

che sono contenuti nella mia lettera pastorale<br />

e che sono così espressi:<br />

Perché questa mia lettera possa essere<br />

utile come sottolineatura del «fatto» della<br />

domenica e possa produrre ulteriore<br />

frutto di grazia e di rinnovato impegno:<br />

propongo che se ne faccia oggetto di catechesi,<br />

di studio di programmazione<br />

non per un solo anno (che mi sembra<br />

troppo poco) ma almeno per due anni,<br />

ponendo l'insistenza su aspetti diversi.<br />

Mi sembra utile predisporre con la<br />

collaborazione delle persone competenti<br />

degli uffici liturgico-catechistico-pastorale-familiare-giovanile<br />

e delle Associazioni<br />

di A.C. e Agesci e degli atri importanti<br />

movimenti e gruppi ecclesiali preseti<br />

e operativi in diocesi alcuni schemi<br />

di catechesi, approfondimenti, riflessioni<br />

da predisporre con pubblicazione su<br />

quaderni e su Notizie.<br />

Chiaramente, non si devono sovrapporre<br />

in questi due anni altri temi o<br />

programmi speciali.<br />

Fare molte cose vuol dire non farne<br />

digi / i confini della terra / hanno veduto<br />

la salvezza del nostro Dio.<br />

Giunto in cattedrale il Vescovo ha<br />

asperso i fedeli tutti con l'acqua benedetta<br />

e ha proseguito la celebrazione<br />

della Santa Messa. Nel corso del sacro<br />

rito è stato messo in evidenza il significato<br />

dell'Epifania del Signore, che vuole<br />

connotarsi ancor oggi come una novella<br />

teofonia a tutti perché proprio tutti abbiamo<br />

bisogno dell'annuncio di Grazia<br />

del Cristo Salvatore. In tal senso lo stesso<br />

annuncio delle feste mobili annuali<br />

ha voluto significare che seppur nella<br />

Chiesa ci sono tempi particolari per la<br />

santificazione (settimana santa, Anno<br />

Santo, Natale, Pentecoste, etc.) di fatto<br />

non ci sono tempi «privilegiati» per chi<br />

con la resipiscenza della mente e il ravvedimento<br />

del cuore decide di intraprendere<br />

un cammino di conversione.<br />

Alla fine della Celebrazione Eucaristica<br />

nella concattedrale di Palmi, prima<br />

della Beatificazione e del Canto dell'Inno<br />

Giubilare, il Vescovo Mons. Bux ha<br />

ringraziato il Signore «per averci offerto<br />

un tempo prezioso di conversione e di<br />

perdono, di rinnovamento e di riscoperta<br />

della propria fede, di amore e di speranza»<br />

sentimenti questi che il Presule<br />

ha rivolto anche alla Beata Vergine Maria<br />

«che continuamente ci indica la via<br />

che conduce a Lui e grazie alla Quale riconosciamo<br />

le meraviglie compiute in<br />

noi dallo Spirito Santo».<br />

FILIPPO MARINO<br />

«L'Anno Santo del Grande Giubileo si<br />

chiude stasera. E ci lascia un'eredità di<br />

letizia e di amore. Essa va custodita e<br />

ravvivata dagli impegni pastorali che abbiamo<br />

preso durante l'anno giubilare».<br />

È quanto ha affermato il Vescovo di<br />

Trieste, Monsignor Eugenio Ravignani,<br />

durante il solenne rito di chiusura delle<br />

celebrazioni giubilari in diocesi.<br />

Nella cattedrale di san Giusto si sono<br />

ritrovati insieme per l'inno di ringraziamento<br />

e di lode a Dio sacerdoti, religiosi<br />

e religiose, rappresentanti delle diverse<br />

associazioni ecclesiali, autorità civili e<br />

militari.<br />

Nei giorni dell'anno del Grande Giubileo,<br />

ha proseguito il Vescovo, è apparsa<br />

la centralità di Cristo, unico salvatore<br />

dell'uomo. L'incredibile e, forse, insperato<br />

accorrere delle moltitudini a cercare<br />

indulgenza e grazia, ci ha rivelato pure<br />

la realtà della Chiesa. Del resto, si è<br />

chiesto il Presule, come potrebbero essere<br />

divisi il capo e il corpo? «Quante persone<br />

hanno varcato quella soglia che a<br />

loro apriva orizzonti di speranza. Penso,<br />

anzitutto, alla stanchezza delusa degli<br />

uomini i quali cercano il senso della vita,<br />

a quanti si chiedevano il perché non<br />

s'affermasse il primato dell'essere sull'avere,<br />

del dare sul chiedere, non vincesse<br />

la giustizia sull'iniquità, l'amore sulla<br />

violenza, l'egoismo sulla solidarietà. A<br />

tutti costoro veniva una volta ancora<br />

proposto Lui, il Cristo Gesù, che è verità<br />

e vita. Cercare altrove era disperdere<br />

tempo ed energie e abbandonarsi all'incertezza,<br />

al dubbio, a effimere promesse,<br />

all'amarezza di un fallimento interiore.<br />

E, magari, a smettere di cercare.<br />

«Non accade a pochi di sentire spegnersi<br />

nella tristezza quel desiderio forte<br />

come un bisogno che non dà pace: il bisogno<br />

di trovare verità. E non possiamo<br />

tacere che, oggi come allora, all'incontro<br />

con Cristo ci guidano una luce dall'alto<br />

e una parola che i libri sacri custodiscono.<br />

Occorre, allora, guardare in al-<br />

Numerose sono state le iniziative giubilari<br />

che hanno costellato l'anno appena<br />

trascorso nella diocesi di Macerata-<br />

Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia. Dopo<br />

l'apertura dell'anno giubilare il 25 dicembre<br />

1999 con una Messa solenne<br />

con tutti i parroci della diocesi.<br />

Spicca su tutto il Congresso Eucaristico<br />

diocesano svoltosi dal 7 al 14 maggio<br />

2000 che ha visto, oltre alla promulgazione<br />

del Libro del Sinodo, incontri con<br />

varie categorie. Il dibattito in Università<br />

con docenti e studenti si è incentrato sul<br />

tema del «sacrificio eucaristico». L'incontro<br />

di Ernesto Olivero del Ser.Mi.G.<br />

con un migliaio di giovani, il dibattito<br />

sulla figura di Pio IX, gli incontri su tematiche<br />

sociali e caritative con personalità<br />

nazionali hanno preceduto la solenne<br />

Concelebrazione Eucaristica ai giardini<br />

Diaz, dove hanno confluito fedeli da<br />

ogni angolo della diocesi. Durante l'anno<br />

oltre alla Lectio Divina del primo<br />

giovedì del mese presieduta da Mons.<br />

Conti, la giornata con le famiglie e il<br />

giubileo dei politici all'Abbadia di Fiastra,<br />

il giubileo degli sportivi a Macerata<br />

sono stati tra i momenti più significativi<br />

del percorso giubilare diocesano. Migliaia<br />

di persone si sono recate a Roma,<br />

sia con organizzazioni parrocchiali che<br />

con i movimenti come ad esempio durante<br />

la Giornata Mondiale della Gioventù<br />

a Tor Vergata. La Chiesa maceratese<br />

generosamente ha accolto nelle sue<br />

strutture e in alcune famiglie cinquecento<br />

ragazzi di varie nazionalità, con uno<br />

La Chiesa di Arezzo, Cortona e Sansepolcro<br />

si è unita al suo Pastore in occasione<br />

della cerimonia di chiusura dell'anno<br />

giubilare.<br />

I numeri certo non servono a testimoniare<br />

la fede e l'amore verso Dio che i<br />

fedeli hanno mostrato con la loro attenta<br />

e composta presenza nei vari momenti<br />

della conclusione di un evento che rimarrà<br />

patrimonio indissolubile nell'esistenza<br />

di ciascuno di noi.<br />

I duecento sacerdoti diocesani, vestiti<br />

con gli stessi paramenti che indossarono<br />

il 23 maggio 1993 in occasione della visita<br />

del Santo Padre ad Arezzo e lo scorso<br />

anno nel giorno di Natale, per l'apertura<br />

dell'anno giubilare, hanno guidato i fedeli<br />

dalla chiesa di s. Domenico, luogo<br />

di primo ritrovo, alla cattedrale. Canti<br />

di ringraziamento alternati a momenti<br />

di meditazione hanno accompagnato<br />

l'ingresso in Duomo dei cinquemila devoti<br />

giunti da ogni angolo della diocesi.<br />

La chiusura dell'anno giubilare ha visto<br />

un primo forte momento spirituale di<br />

purificazione con la benedizione dell'acqua<br />

santa.<br />

Mons. Gualtiero Bassetti, Vescovo di<br />

Arezzo-Cortona-Sansepolcro ai fedeli si è<br />

rivolto con parole paterne, lontane dalla<br />

retorica e a volte segnate da un'emozione<br />

che ha reso ancora più vicino il Pastore<br />

di Dio al suo Popolo. «Fratelli —<br />

ha affermato Mons. Bassetti —, durante<br />

il mio Ministero Episcopale fra voi, ho<br />

ricevuto la grazia di condividere momenti<br />

di gioia e di intensa preghiera in<br />

occasione del mio arrivo in questa diocesi,<br />

dell'apertura dell'anno giubilare lo<br />

scambio arricchente di esperienze sia<br />

per i giovani ospiti che per le comunità<br />

parrocchiali.<br />

Il Centro diocesano<br />

Padre Matteo Ricci<br />

A quattro secoli dall'ingresso di Padre<br />

Matteo Ricci in Cina, la Chiesa maceratese<br />

vuole sottolineare la figura e l'attualità<br />

di un suo grande concittadino che<br />

ha anticipato l'intuizione del Concilio<br />

Vaticano II sulla inculturazione della fede.<br />

Il 5 gennaio 2001, subito dopo la solenne<br />

concelebrazione del Vescovo diocesano<br />

in Cattedrale a Macerata, il Centro<br />

è stato inaugurato in Piazza san Vincenzo<br />

M. Strambi, in quelli che furono i<br />

locali di una nota tipografia maceratese,<br />

ristrutturati e resi funzionali per il nuovo<br />

utilizzo.<br />

Il programma pastorale<br />

per il nuovo decennio<br />

Il Vescovo all'inizio di questo nuovo<br />

secolo consegnerà una proposta di piano<br />

pastorale che sarà costruito con il contributo<br />

di tutti i componenti della comunità<br />

ecclesiale. Ma la novità in assoluto<br />

di questo progetto è che saranno chiamati<br />

a contribuire alla formulazione anche<br />

le persone che pur lontane dalla fede<br />

vogliano mettersi a camminare insieme<br />

per un progetto comune.<br />

LUIGI TALIANI<br />

scorso Natale e oggi, giorno di chiusura<br />

del Giubileo».<br />

L'esortazione del Vescovo affinché anche<br />

noi come i Magi possiamo riprendere<br />

il nostro cammino sulle strade che il<br />

Signore ci indica.<br />

«Tutti noi — ha ricordato Mons. Bassetti<br />

—, sull'esempio del Verbo fatto<br />

carne, siamo chiamati ad essere Epifania,<br />

cioè manifestazione e testimonianza<br />

viva di Dio. L'invito ai sacerdoti ad essere<br />

luce per il Popolo di Dio, ma anche<br />

ai consacrati e ai laici che il Santo Padre<br />

ha ricordato essere primi testimoni<br />

di Cristo».<br />

S.E. Mons. Bassetti si è rivolto anche<br />

ai politici, ai responsabili della nostra<br />

comunità perché con il loro operare<br />

possano essere da esempio di una rinnovata<br />

fratellanza e di una giustizia che<br />

vede l'uomo mai privarsi della propria<br />

dignità.<br />

Un pensiero particolare è stato rivolto<br />

dal Vescovo alla «famiglia», piccola chiesa<br />

domestica e ai suoi componenti con<br />

un particolare riguardo ai giovani.<br />

«Alzatevi e rivestitevi di luce», ha detto<br />

Mons. Bassetti ai numerosissimi ragazzi<br />

e ragazze presenti in Duomo.<br />

Riportiamo una testimonianza per tutte,<br />

quella di Simone, giovane aretino devoto<br />

alla Madonna del Conforto, che ricorda<br />

come «la Parola di Dio, attraverso<br />

il Giubileo si compie oggi nella nostra<br />

vita.<br />

«L'anno giubilare finisce, ma non finisce<br />

la misericordia di Dio e la presenza<br />

di Cristo salvatore in mezzo a noi».<br />

S.E. Mons. Gualtiero Bassetti concludendo<br />

la sua riflessione ha esortato la<br />

Chiesa di Arezzo a mettersi in cammino.<br />

«Tu Chiesa aretina in questo anno giubilare<br />

hai iniziato un lungo percorso<br />

per incontrare il Cristo, il redentore dell'uomo.<br />

Abbiamo colto in questo anno la presenza<br />

salvifica di Dio e da oggi siamo<br />

chiamati a rinverdire la nostra storia, le<br />

nostre tradizioni e la nostra cultura con<br />

il Suo messaggio salvifico.<br />

«Si chiude il Giubileo, ma occorre sapersi<br />

ricentrare sull'essenzialità, su Cristo<br />

stesso. Tanti doni questo Giubileo ci<br />

ha portato, il perdono dato e ricevuto, il<br />

ricordo dei martiri, la testimonianza di<br />

fede».<br />

La chiusura dell'anno giubilare per la<br />

diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro<br />

significa anche raccogliere i frutti del<br />

Giubileo e assumersi gli impegni per il<br />

prossimo futuro.<br />

Dalle parole di Monsignor Franco<br />

Agostinelli si è appreso che il 29 gennaio<br />

verrà inaugurato il nuovo «centro di accoglienza»,<br />

gestito dalla Caritas Diocesana<br />

a disposizione dei più poveri e bisognosi.<br />

Presto il «centro pastorale di s. Leo»<br />

rappresenterà un luogo di incontro per<br />

centinaia di giovani che proveranno,<br />

guidati dalla sapiente opera dei padri salesiani,<br />

il fascino di poter vivere le attività<br />

di un oratorio.<br />

Infine un pensiero agli anziani sacerdoti<br />

della Diocesi, per loro saranno costruiti<br />

dei mini appartamenti.<br />

Il Giubileo davvero non è finito anche<br />

se ai sentimenti della gioia e dell'emozione<br />

si aggiunge oggi la nostalgia.<br />

ANDREA BARBIERI


.<br />

PAGINA<br />

Più che una chiusura è stata una<br />

«consegna» la Celebrazione Eucaristica<br />

con la quale la Chiesa diocesana ha concluso<br />

il Grande Giubileo del 2000. I fedeli<br />

sono giunti dalle trentacinque parrocchie<br />

e realtà ecclesiali gremendo all'inverosimile<br />

la cattedrale, dove il Vescovo<br />

Michele Seccia ha accolto tutti e<br />

presieduto una Santa Messa ricca di segni<br />

e significati. Attorniato dai suoi sacerdoti,<br />

dai diaconi, religiosi e religiose,<br />

rappresentanti di gruppi e movimenti<br />

ecclesiali, laici impegnati e fedeli, il Pastore<br />

della Chiesa locale, nella sua omelia,<br />

oltre a ripercorrere le tappe del<br />

cammino giubilare della Chiesa universale<br />

e diocesana, evidenziando significati<br />

e contenuti, ha invitato la Comunità cristiana<br />

sanseverese a lodare Dio per i numerosi<br />

«frutti» ricevuti durante il Giubileo.<br />

«Frutti» che Mons. Seccia ha «consegnato»<br />

alla Chiesa locale quali linee<br />

pastorali su cui dovrà continuarsi il<br />

cammino intrapreso. Partendo dalla lettera<br />

pastorale giubilare, «Giubileo: anelito<br />

di santità?», il Vescovo ha affermato<br />

che « la santità da interrogativo si è trasformato<br />

in impegno concreto e fattibile<br />

per la Comunità sanseverese». Il «dopo<br />

Giubileo» dovrà vedere i cristiani impegnati<br />

in un cammino più spedito verso<br />

questa meta, con lo sguardo rivolto all'insegnamento<br />

e alla vita di credenti,<br />

che a vario modo, lo hanno saputo percorrere.<br />

E l'avanzata fase diocesana del<br />

processo di beatificazione e canonizzazione,<br />

del Cappuccino, padre Matteo<br />

d'Agnone avalla tale auspicio. L'attenzione<br />

pastorale della Chiesa sanseverese<br />

dovrà maggiormente essere centrata sulla<br />

famiglia, realtà da riscoprire come<br />

«Chiesa domestica» e luogo della presenza<br />

dell'amore di Dio. «Guardando alle<br />

nostre famiglie — ha detto il Vescovo —<br />

alla loro capacità di accoglienza, d'amare<br />

ed educare i figli alla vita e alla fede,<br />

alla loro fatica quotidiana, alla loro pazienza<br />

e al loro saper convivere con il<br />

sacrificio e la privazione, anche il nostro<br />

Migliaia di fedeli hanno partecipato al<br />

grande rito di chiusura del Grande Giubileo<br />

dell'Anno di grazia del Signore<br />

2000. La prima tappa è stata la Basilica<br />

di san Nicola dove alle 18 erano già presenti<br />

l'Arcivescovo di Bari e Bitonto<br />

Mons. Cacucci, il Vicario Generale, il<br />

Pro Vicario, il Capitolo metropolitano, il<br />

Padre Priore di san Nicola, i Vicari episcopali<br />

e i Vicari zonali, unitamente al<br />

servizio liturgico e ai quattro diaconi assistenti.<br />

Dopo una monizione e l'orazione,<br />

i convenuti, seguiti dai sacerdoti dell'Arcidiocesi<br />

in camice e stola e da migliaia<br />

di fedeli, hanno raggiunto — in<br />

lenta processione — la Cattedrale. Le<br />

strette vie del centro storico barese brillavano<br />

di luci, le finestre illuminate, la<br />

gente che letteralmente invadeva le<br />

strette vie della vecchia città con un servizio<br />

d'ordine affidato alle forze di polizia<br />

e ai baldi giovani del volontariato.<br />

Quando il turiferario, il crocifero e i ministranti<br />

con le candele, il diacono con il<br />

libro dei Vangeli guidati dall'Arcivescovo<br />

in mitria e con l'imponente pastorale sono<br />

apparsi nel tempio, il coro e l'organo<br />

della Cattedrale hanno intonato l'antifona<br />

«È venuto il Signore nostro re / nelle<br />

sue mani è il regno, / la potenza e la<br />

gloria». È allora che l'immensa folla si è<br />

riversata nella chiesa, costituendo un'enorme<br />

assemblea che occupava anche<br />

tutta la piazza antistante in una serata<br />

che pur umida aveva quasi un tepore<br />

primaverile. Si è svolto quindi il rito dell'aspersione<br />

con l'acqua benedetta durante<br />

il quale Mons. Cacucci ha invocato<br />

«la benedizione di Dio in questo giorno<br />

santo nel quale Egli ha rivelato a tutti<br />

i popoli il suo unico Figlio». All'ome-<br />

Gli ultimi frutti del Grande Giubileo<br />

sono stati colti dagli insegnanti, i quali<br />

in diverse centinaia hanno aderito all'invito<br />

del Vescovo Mons. Domenico Cortese,<br />

che ha voluto che, come tutte le<br />

altre categorie, anche essi godessero di<br />

questo momento particolare e privilegiato.<br />

Nella concattedrale di Tropea, sotto<br />

lo sguardo suggestivo dell'icona bizantina<br />

della Madonna di Romania, il Segretario<br />

del Giubileo don Gaetano Currà ha<br />

presieduto la Liturgia penitenziale, indicando<br />

il cammino nel deserto e la liberazione<br />

del popolo ebraico dalla schiavitù,<br />

come immagine della liberazione interiore,<br />

il cui passaggio si attua in Cristo,<br />

la «Porta» della salvezza. Il Vicario<br />

Episcopale per la Cultura nell'omelia ha<br />

esortato gli insegnanti a riscoprire il<br />

«ruolo» educativo e formativo della funzione<br />

docente, superando il momento di<br />

disagio che vive la scuola, nello sforzo<br />

costante di essere «testimoni» credibili<br />

«luce», «sale» e «lievito» di una nuova<br />

umanità, nello spirito del Vangelo...<br />

La solenne chiusura del Giubileo, con<br />

la partecipazione del clero, dei religiosi,<br />

delle aggregazioni laicali e dei fedeli, si<br />

è svolta a Mileto con una assemblea,<br />

nella quale il Vescovo Mons. Domenico<br />

Cortese ha indicato gli obiettivi, che la<br />

diocesi deve porsi come frutto del Giubileo,<br />

in quattro punti fondamentali: formazione,<br />

partecipazione, ministerialità,<br />

camminare insieme.<br />

Obiettivo primario è la «formazione»<br />

non solo dei fedeli, ma anche del presbi-<br />

5 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Giovedì 11 Gennaio 2001<br />

Chiusura della Porta Santa<br />

nelle diocesi italiane<br />

SAN SEVERO AVELLINO<br />

REGGIO CALABRIA-BOVA<br />

stile di vita ecclesiale dovrebbe farsi plasmare<br />

dalla sua autenticità». Una risposta,<br />

alla inevitabile crisi che colpisce anche<br />

la famiglia locale, è già venuta dalla<br />

diocesi con l'avvio di un consultorio familiare<br />

d'ispirazione cristiana che, unitamente<br />

alla costruzione della Casa di Accoglienza,<br />

i cui lavori saranno terminati<br />

dopo l'estate, e alla partecipazione alla<br />

campagna per la riduzione del debito<br />

estero dei paesi poveri, costituiscono i<br />

«segni» concreti del Giubileo della Chiesa<br />

sanseverese. Altro «frutto» dell'evento<br />

giubilare è stato l'annuncio della Visita<br />

Pastorale che Mons. Seccia inizierà nel<br />

corso di quest'anno. Avvenimento che<br />

porterà il Pastore della Chiesa diocesana<br />

nelle realtà ecclesiali del territorio per<br />

annunciare, soprattutto, la salvezza di<br />

Cristo Signore ed il messaggio del Vangelo.<br />

La Celebrazione Eucaristica è stata<br />

arricchita da segni e riti che hanno messo<br />

in risalto verità di fede riproposte dal<br />

Giubileo. La statio al fonte battesimale,<br />

con sosta dinanzi al Battistero più antico<br />

della diocesi conservato in cattedrale,<br />

ha risaltato la necessità di tornare e ripartire<br />

dal sacramento del Battesimo<br />

per vivere una nuova stagione di fede<br />

come popolo di Dio e membri dell'unica<br />

Chiesa di Gesù Cristo. Particolare solennità<br />

è stata riservata alla Professione di<br />

fede e alla Preghiera dei Fedeli durante<br />

la quale sono stati rievocati gli appuntamenti<br />

più importanti vissuti dalla Chiesa<br />

locale nell'Anno Santo: il pellegrinaggio<br />

diocesano in 2.500 sulla tomba degli<br />

Apostoli, i singoli pellegrinaggi delle Comunità<br />

parrocchiali in cattedrale, unica<br />

«chiesa giubilare» della diocesi, la celebrazione<br />

comunitaria del Corpus Domini,<br />

l'accoglienza di 300 giovani tra albanesi,<br />

kosovari e francesi per la GMG<br />

2000, la Purificazione della Memoria e<br />

il ricordo dei catecumeni (Stefano, Cinzia<br />

e Ghenzia) che hanno ricevuto i sacramenti<br />

dell'iniziazione cristiana nella<br />

Veglia Pasquale del 2000.<br />

FRANCESCO ARMENTI<br />

cio e con fede, ha detto il Vescovo, non<br />

può perdersi nel buio della memoria,<br />

deve rimbalzare nelle varie vicende della<br />

vita, perciò bisogna prendere in onore il<br />

messaggio che il Santo Padre volle benevolmente<br />

indirizzarci perché resti come<br />

testamento del «Grande Giubileo del<br />

2000».<br />

Un caloroso applauso ha suggellato<br />

l'accoglienza cordiale di un messaggio<br />

che ribadiva l'intensificazione «dell'evangelizzazione<br />

e della carità...della solidarietà<br />

degli uni verso gli altri, per collaborare<br />

all'edificazione del Regno di Dio»<br />

e l'invito alle famiglie ad essere «il tempio<br />

della vita e dell'amore» e alle parrocchie<br />

perché «diventino luoghi aperti<br />

e accoglienti, dove la preghiera il reciproco<br />

rispetto e la solidarietà costituiscano<br />

lo stile e il dinamismo dell'attività<br />

pastorale».<br />

L'altro momento è stato l'invito a<br />

mantenere lo spirito del Giubileo con tre<br />

segni che la Diocesi deve tessere nella<br />

sua tradizione di fede, nei tre ambiti<br />

dell'esperienza ecclesiale.<br />

Per l'approfondimento della Parola,<br />

ogni parrocchia, ogni anno, deve proporre<br />

almeno tre giornate di apostolato<br />

biblico.<br />

Per la celebrazione, nella prima domenica<br />

di ogni mese si sostituirà l'atto<br />

penitenziale con il rito dell'aspersione<br />

con l'acqua e la benedizione con l'evangelario<br />

dopo la proclamazione del Vangelo.<br />

Per la carità, tutte le parrocchie contribuiranno<br />

con una quota mensile a<br />

sostenere la mensa e il dormitorio «Don<br />

Tonino Bello» che la diocesi ha inaugurato<br />

proprio all'inizio dell'anno giubilare.<br />

L'assemblea si scioglie con l'impegno<br />

di ritrovarsi intorno al Vescovo il 25 febbraio<br />

2001 per fare memoria dei suoi 50<br />

anni di ministero sacerdotale.<br />

ANTONIO DENTE<br />

BARI-BITONTO LODI<br />

lia, la folla ha seguito attenta le alte parole<br />

pronunciate dall'Arcivescovo di Bari<br />

e Bitonto. «Si raccoglie stasera — ha<br />

esordito il Presule — la grazia di questo<br />

Anno Santo, di questo Giubileo che ha<br />

visto assieme tutti i popoli del mondo<br />

raccolti attorno al Soglio di Pietro. Anche<br />

noi viviamo questo giorno nell'intensità<br />

della preghiera, nel fiume della misericordia,<br />

nelle mani del Signore che<br />

regge il cuore di tutti gli uomini della<br />

terra e ci ha permesso di rendere Santo<br />

quest'anno 2000 dal suo Avvento anche<br />

nella nostra antica Cattedrale». Mons.<br />

Cacucci, nel ricordare il dono dell'oro,<br />

dell'incenso, della mirra, ricevuto da Gesù<br />

Bambino come segno della sua regalità<br />

ma anche della sua Vita, Passione e<br />

Morte, lo depone anche nelle mani dei<br />

Suoi figli che si assumono così la responsabilità<br />

di portare il Divino Gesù<br />

nelle nostre case, nell'Europa, in tutto il<br />

mondo. «È un compito immenso — ha<br />

continuato — ma la grazia ricevuta in<br />

quest'anno giubilare ci aiuta a seguire il<br />

cammino della storia e a capire le tante<br />

difficoltà di tanti nostri fratelli. Questo<br />

cammino storico c'invita anche a comunicare<br />

con intelligenza la Parola di Dio<br />

che è viva e presente nelle Scritture,<br />

nella Chiesa, nella Tradizione. E non è<br />

intolleranza comunicare la Parola di Gesù,<br />

il vero Salvatore, ma è trasmettere<br />

quella Parola di verità che è sempre più<br />

Mistero di grazia entrata nei nostri cuori<br />

come noi siamo entrati nel Suo». Ricordando<br />

sant'Agostino, l'Arcivescovo ha<br />

rammentato che non esistono tempi cattivi,<br />

i tempi siamo noi: e i tempi passati,<br />

presenti e futuri sono sempre tempi di<br />

Dio con i quali diventiamo testimoni<br />

della speranza. Abbiamo avvicinato don<br />

Paolo Sangirardi, il quale è stato il responsabile<br />

di tutta l'organizzazione giubilare<br />

nell'ambito dell'arcidiocesi. «Il<br />

Giubileo 2000 — ha detto fra l'altro il<br />

sacerdote — è giunto al suo termine e<br />

nel contempo è finito il mio servizio rivolto<br />

a questo grande avvenimento. È<br />

doveroso congedarmi ringraziando tutti<br />

per l'attenzione espressami. Ma ora noi<br />

cristiani non possiamo arrenderci al piacere<br />

di fermare e riposarci: sarebbe un<br />

fallimento. Noi siamo un popolo in cammino<br />

verso una terra promessa; e,<br />

quando, più volte, crederemo di essere<br />

giunti alla meta sarà solo una tappa del<br />

nostro cammino. Ricordiamoci che l'esperienza<br />

del popolo di Dio è quella dell'esodo<br />

attraverso i deserti». Don Sangirardi<br />

ha altresì ricordato che, come esiti<br />

immediati degli eventi giubilari, sarà costruito<br />

un prefabbricato per accogliere i<br />

Rom, è in corso un'azione per la restituzione<br />

del debito di due paesi africani e<br />

più intensa sarà la partecipazione alla<br />

Fondazione diocesana antiusura. Nella<br />

grande folla della cattedrale abbiamo<br />

notato anche una signora croata, da<br />

qualche anno rifugiata a Bari. Scappò<br />

anni fa, con la famiglia, dalla terra dilaniata<br />

dalla guerra. A Bari il marito è<br />

pizzaiolo, pur essendo un ingegnere.<br />

Con commozione mi ha detto: «Il mio<br />

Paese è lontano, ho speranze per l'avvenire,<br />

ma questa sera, in questa cattedrale,<br />

mi sono sentita vicina ai miei connazionali<br />

che anche loro celebrano la conclusione<br />

del Giubileo».<br />

VITO MAUROGIOVANNI<br />

MILETO TARANTO<br />

tero, il quale deve essere uomo di «preghiera»<br />

e di «riconciliazione», per riscoprire<br />

e manifestare il nuovo volto della<br />

Chiesa, che ci viene dal Vaticano II.<br />

Tutto ciò deve tendere a un nuovo<br />

volto di Chiesa, il cui motto è «Camminare<br />

insieme». Il Vescovo ha definito<br />

questo aspetto «capitolo inquietante»,<br />

per le spinte «individualistiche», dovute<br />

anche alla realtà «disarticolata» della<br />

diocesi con piccoli comuni frammentati<br />

in molte frazioni e piccole parrocchie<br />

Mons. Cortese all'interrogativo «Come<br />

abbiamo vissuto il Giubileo?», ha riconosciuto<br />

che «è emersa la parte migliore»<br />

della diocesi, che, nelle varie categorie,<br />

ha dimostrato sincero desiderio di<br />

conversione per una vita rinnovata. Sono<br />

state vissute giornate stupende, nelle<br />

quali sono state evidenziate potenzialità<br />

nascoste, che devono essere incanalate<br />

per un cammino nuovo di speranza.<br />

Ha quindi espresso un filiale ringraziamento<br />

al Santo Padre, «che è stato<br />

l'anima del Giubileo» e che con la sua<br />

«vitalità interiore» arricchita dalla sofferenza<br />

ha traghettato la Chiesa nel terzo<br />

millennio.<br />

Ha avuto quindi inizio la Liturgia penitenziale,<br />

con un corteo che, partendo<br />

dal seminario, con le fiaccole accese ha<br />

fatto sosta di fronte alla cattedrale dinanzi<br />

a un grande presepe e fra le statue<br />

bronzee, erette per il Giubileo, di<br />

CristoRedentore e di Giovanni Paolo II.<br />

DOMENICO PANTANO<br />

Si è iniziato alle 16.30, per la diocesi<br />

di Avellino, l'ultimo pellegrinaggio del<br />

«Grande Giubileo» verso la chiesa cattedrale,<br />

per la concelebrazione di chiusura<br />

del grande evento che per oltre un anno<br />

ha posto sotto gli occhi del cuore e dell'intelligenza<br />

il bimillenario della nascita<br />

di Cristo, con tutte le sue implicanze.<br />

L'avvenimento conclusivo, come tutte<br />

le celebrazioni giubilari, è stato accolto<br />

e seguito con interesse e attenzione. La<br />

partecipazione corale dei ministri ordinati<br />

intorno al Vescovo e il Duomo gremito<br />

di fedeli, hanno confermato le previsioni<br />

della vigilia.<br />

Infatti, nei giorni precedenti in cattedrale,<br />

in modo particolare, c'è stata la<br />

richiesta costante del Sacramento della<br />

riconciliazione.<br />

In un clima di grande preghiera si è<br />

snodata la celebrazione che è stata aperta<br />

dall'aspersione con l'acqua benedetta.<br />

Poi il Vescovo, all'omelia, ha sottolineato<br />

l'importanza di «lasciare le porte<br />

aperte a Cristo» perché possa sempre<br />

più informare la vita di tutti per diventare<br />

una chiesa fortemente «incarnata»<br />

nella storia, ma con un profondo legame<br />

con la vita delle tre Persone divine,<br />

di cui abbiamo fatto esperienza, in modo<br />

eccezionale in questo anno giubilare.<br />

Quasi a conclusione della concelebrazione,<br />

ci sono stati due elementi toccanti.<br />

Nel momento di ricordare le varie celebrazioni<br />

giubilari che hanno costellato<br />

la vita ordinaria della nostra esperienza<br />

ecclesiale, S. E. il Vescovo, Mons. Antonio<br />

Forte, ha voluto rileggere, come sintesi<br />

di tutto il cammino giubilare, il saluto<br />

che il Santo Padre ci ha rivolto il 29<br />

aprile, quando con circa 5.000 pellegrini,<br />

guidati dal Vescovo ci recammo in<br />

pellegrinaggio, «per rinnovare la nostra<br />

fede e la nostra testimonianza a Cristo»<br />

che si rende visibile nel Papa. «Una giornata<br />

indimenticabile, vissuta con sacrifi-<br />

Erano almeno in diecimila, venerdì<br />

sera, alla cerimonia conclusiva del Giubileo<br />

diocesano. Tanti che la cattedrale<br />

di san Cataldo non ne ha potuti contenere<br />

nemmeno la metà. Il resto ha dovuto<br />

seguire la cerimonia dalla piazza<br />

antistante il Duomo. Una partecipazione<br />

sicuramente superiore alle attese e che<br />

conferma l'attenzione con la quale le comunità<br />

locali hanno seguito fino alla fine<br />

il grande evento giubilare. Ma grande<br />

è stata soprattutto la partecipazione<br />

dei giovani che sono stati certamente i<br />

protagonisti di questa celebrazione conclusiva.<br />

I giovani hanno raccolto l'eredità<br />

spirituale dell'evento giubilare che<br />

l'Arcivescovo, Mons. Benigno Papa, ha<br />

voluto trasferire in un segno tangibile,<br />

consegnando loro, alla fine della celebrazione,<br />

un volume, stampato per l'occasione,<br />

e che raccoglie tutti i discorsi<br />

fatti dal Santo Padre.<br />

Proprio per i giovani, nel pomeriggio,<br />

era stato organizzato un momento celebrativo<br />

particolare, nella centralissima<br />

piazza Castello, con alcuni momenti di<br />

riflessione e preghiera e un momento<br />

musicale. L'intervento conclusivo è stato<br />

dell'Arcivescovo Benigno Papa, che ha<br />

benedetto la «croce dei giovani», una<br />

grande croce di legno che sarà portata<br />

in pellegrinaggio in tutte le parrocchie<br />

della diocesi e rappresenterà al contempo<br />

un ricordo e una sollecitazione a tenere<br />

sempre viva la fiamma che ha percorso<br />

la Chiesa in un momento «forte»<br />

come quello giubilare. «Vi consegno<br />

questa croce — ha detto Mons. Papa, ri-<br />

Il Vescovo di Lodi Mons. Giacomo<br />

Capuzzi che nel messaggio natalizio ai<br />

lodigiani scriveva: «Più che la conclusione<br />

dell'Anno Santo del Grande Giubileo<br />

il tempo di Natale ne sarà il culmine, il<br />

cuore pulsante, perché — come ci ha ricordato<br />

Giovanni Paolo II — è con lo<br />

sguardo fisso al mistero dell'Incarnazione<br />

del Figlio di Dio che varchiamo la soglia<br />

del terzo millennio», ha invitato i<br />

propri diocesani la sera del 5 gennaio<br />

trascorso alla conclusione del Giubileo<br />

in diocesi nella vetusta cattedrale come<br />

in un fervido focolare di preghiera e<br />

d'impegno. Il rito di chiusura è stato introdotto<br />

nella chiesa dell'Incoronata,<br />

gioiello dell'arte rinascimentale lombarda,<br />

dalla quale è sfilata la processione<br />

verso la cattedrale, al canto delle litanie<br />

dei santi, aperta dal diacono con l'evangelario<br />

e illuminata dal riverbero delle<br />

fiaccole dei volontari locali al Giubileo<br />

di Roma. All'ingresso in duomo il Vescovo<br />

ha benedetto l'acqua lustrale ed<br />

ha asperso l'assemblea nel ricordo del<br />

Battesimo, mentre la cappella musicale<br />

cantava il versetto del salmo 35 «quoniam<br />

apud te est fons vitae et in lumine<br />

tuo videbimus lumen», e nella Celebrazione<br />

Eucaristica dopo la proclamazione<br />

del Vangelo dei Magi e l'annuncio della<br />

Pasqua dato da un cantore, nell'omelia<br />

ha detto tra l'altro: «Alza gli occhi e<br />

guarda: i tuoi figli vengono da lontano;<br />

il profeta Isaia ci introduce così nella liturgia<br />

della Epifania del Signore, corona<br />

del Natale. Se il Natale è l'inizio della<br />

manifestazione di Dio in mezzo agli uomini,<br />

l'Epifania è il cammino degli uo-<br />

volgendosi ai giovani del palco — perché<br />

la portiate come simbolo della vostra<br />

fede gioiosa. Portatela sempre con<br />

voi laddove sarete chiamati a dare la vostra<br />

testimonianza di giovani amati da<br />

Cristo»; e ha concluso citando le parole<br />

del Santo Padre: «Vedo in voi le sentinelle<br />

del mattino nell'alba del terzo millennio».<br />

Conclusa la manifestazione dei giovani,<br />

un lungo corteo, cui ha partecipato<br />

tutto il clero diocesano, è sfilato per le<br />

vie del centro storico per raggiungere la<br />

cattedrale già gremitissima.<br />

Nell'omelia tenuta nel corso della celebrazione,<br />

l'Arcivescovo ha tra l'altro<br />

detto: «Mi piace che siamo in tanti, oggi,<br />

perché questo significa che l'Anno<br />

Santo ha avuto ripercussioni spirituali in<br />

tutti. Questo evento ci ha portato a vedere<br />

in Gesù Cristo la “porta santa” attraverso<br />

la quale noi tutti dobbiamo passare<br />

per avere la vita. E noi tutti dovremmo<br />

investire la nostra vita nel testimoniare<br />

che, attraverso Cristo, siamo in<br />

comunione con Dio».<br />

Chiudendo la celebrazione, Mons. Benigno<br />

Papa ha ripercorso le tappe della<br />

partecipazione diocesana all'Anno Santo,<br />

rimarcando come numerose e intense<br />

siano state le occasioni in cui la comunità<br />

ha manifestato la sua voglia di<br />

essere presente, sia nelle celebrazioni locali,<br />

sia nei vari pellegrinaggi a Roma,<br />

che hanno visto particolarmente nutrite<br />

le rappresentanze dei giovani, delle comunità<br />

parrocchiali, dei sofferenti.<br />

SILVANO TREVISANI<br />

I simboli hanno contraddistinto la liturgia<br />

della chiusura della porta «aurea»<br />

giubilare officiata dall'Arcivescovo Metropolita<br />

Mons. Vittorio L. Mondello. La<br />

convocazione in piazza s. Agostino per<br />

significare la presenza della Chiesa nel<br />

cuore della città, la gioiosa processione<br />

penitenziale, al canto delle litanie dei<br />

santi calabresi, lungo il corso principale,<br />

alla luce delle fiaccole recate dai volontari<br />

del Giubileo, l'aspersione battesimale<br />

dei fedeli nella basilica cattedrale, gremita<br />

all'inverosimile; la chiave d'oro, appesa<br />

al collo del Vescovo dopo la chiusura<br />

della Porta, icone della chiave di<br />

Davide, mediante la quale la Chiesa ha<br />

aperto i tesori di grazia e le ricchezze<br />

spirituali della redenzione ai fedeli che<br />

hanno attraversato le porte giubilari. Sono<br />

stati innumerevoli gli eventi straordinari<br />

vissuti da ogni categoria di persone<br />

in questo anno benedetto. Facendone<br />

un elenco fugace il Vescovo ha richiamato<br />

gli impegni assunti da quanti sono<br />

stati beneficiati dall'azione dello Spirito,<br />

conferendo a tutte le componenti della<br />

Chiesa locale un preciso mandato: «I<br />

frutti del Giubileo devono essere raccolti,<br />

è tempo di messe per la nostra Chiesa<br />

di Reggio-Bova. Entriamo nel nuovo<br />

Millennio ricchi di storia, di fede, di tradizione<br />

e di santità. Il Signore non ci farà<br />

mancare mai la sua grazia e la sua<br />

presenza». Al ringraziamento, espresso<br />

col cantico del «Magnificat» alla Trinità<br />

augusta per quanto il Signore ha operato<br />

durante l'Anno Santo, si è unita la lode<br />

per quanto la grazia ha seminato nella<br />

Chiesa reggina nel corso di questi<br />

duemila anni, a cominciare dalla predicazione<br />

evangelica dell'Apostolo Paolo.<br />

Il significato del Grande Giubileo è<br />

stato sottolineato da Mons. Mondello<br />

nella sua omelia, rievocandone le tappe<br />

più espressive, con accenti di grande<br />

suggestione ed emozione: «Il Giubileo<br />

del Duemila — ha detto il Presule reggino<br />

— ha condotto la Chiesa verso un<br />

mini verso Cristo nel tempo, rappresentato<br />

dai Magi venuti da terre lontane. Il<br />

Vangelo non dice il nome, per ogni uomo<br />

e donna si profila un cammino verso<br />

Dio... I pastori a Natale, ora i Magi,<br />

personaggi diversi ma con una comune<br />

caratteristica.<br />

«I pastori alzano gli occhi in alto e<br />

l'angelo annuncia loro il gioioso evento<br />

che è per tutto il popolo, anche i Magi<br />

alzano gli occhi in alto e nella stella<br />

scrutano il segno del Signore. Per conoscere<br />

e seguire Cristo occorre vincere la<br />

pigrizia spirituale e scrutare la parola di<br />

Dio, il Vangelo con impegno e costanza,<br />

luce sui passi e gioia nel cammino. La<br />

vita di fede è un pellegrinaggio insieme<br />

per incontrare il Signore.<br />

«Il pellegrinaggio ha caratterizzato il<br />

Giubileo che oggi si conclude. Il Giubileo<br />

per la nostra Diocesi, ha continuato<br />

il Presule, ha segnato un cammino preparatorio<br />

nel 1997 con la traslazione del<br />

patrono s. Bassiano da Lodivecchio a<br />

Lodi e la “missione diocesana” che ha<br />

marcato il passo della Chiesa laudense<br />

verso il terzo millennio dell'era cristiana,<br />

rinnovando lo spirito missionario per l'evangelizzazione<br />

nelle parrocchie e nel<br />

laicato con il cammino di conversione<br />

pastorale auspicato nel convegno di Palermo;<br />

questo cammino sfocia ora con<br />

speranza “nell'assemblea diocesana” di<br />

questo febbraio 2001 come humus su<br />

cui è germinata.<br />

«La celebrazione giubilare in diocesi,<br />

ha affermato Mons. Capuzzi, nella breve<br />

prospettiva del bilancio, ha segnalato 22<br />

incontri molto frequentati, per le diverse<br />

È stato il momento culminante dell'Anno<br />

Santo, punto d'arrivo ed al tempo<br />

stesso di partenza per la vita della<br />

Chiesa che è in Trento. La celebrazione<br />

del «mandato giubilare», presieduta nella<br />

cattedrale di san Vigilio dall'Arcivescovo<br />

Monsignor Luigi Bressan, ha voluto<br />

essere segno di ringraziamento al Signore<br />

per il dono del Giubileo e conferma<br />

dell'impegno a mettere in pratica gli<br />

obiettivi e i proponimenti condivisi dalla<br />

comunità cristiana durante l'anno giubilare.<br />

Ai rappresentanti di tutte le parrocchie<br />

della diocesi convenuti, Monsignor<br />

Bressan ha consegnato il «mandato», riprodotto<br />

su un'elegante pubblicazione<br />

insieme a due testi dell'Apostolo Paolo e<br />

ad un testo di Giovanni Paolo II. «L'incontro<br />

con Dio che il Giubileo ha portato<br />

— ha sottolineato l'Arcivescovo nell'omelia<br />

— deve tradursi in rinnovate<br />

forme di dialogo con Lui e particolarmente<br />

nella partecipazione alla vita liturgica<br />

e ai Sacramenti, non visti come<br />

riti di socializzazione, ma come dono di<br />

comunione». Riguardo al ruolo che i cristiani<br />

devono assumere nella società, ha<br />

specificato: «Dopo esserci ritrovati insieme<br />

nella Chiesa per condividere analisi<br />

della situazione e visione evangelica ed<br />

esserci corroborati con la grazia divina,<br />

potremo andare al mondo per un servizio<br />

più adeguato. Esso non attende soltanto<br />

assistenza per gli emarginati, ma<br />

prospettive nuove del come prevenire il<br />

disagio, riparare le ingiustizie, programmare<br />

una società più umanizzata, affrontare<br />

le responsabilità sociali e politi-<br />

TRENTO<br />

nuovo battesimo, rendendola degna di<br />

svolgere con maggiore efficacia la missione<br />

dell'annuncio evangelico. Una finalità<br />

che ha conferito entusiasmo giovanile<br />

a tutta la comunità cristiana, quasi<br />

che questi duemila anni avessero avuto<br />

la durata di un giorno». Passando ed<br />

analizzando i frutti del Giubileo l'Arcivescovo<br />

ha ribadito che il primo autentico<br />

segno deve essere una fede adulta, che<br />

sappia offrire la testimonianza della vita,<br />

se necessario, fino al martirio. Parafrasando<br />

quindi l'accusa che talvolta viene<br />

rivolta alla Chiesa l'Arcivescovo ha ribattuto:<br />

«L'umanità di oggi ha bisogno di<br />

una fede ricca di speranza, per poter<br />

aiutare gli uomini a rispondere alle sfide<br />

della storia con una speranza ricca di fede».<br />

Coerentemente a questa esortazione<br />

la preghiera dei fedeli ha auspicato<br />

che l'esperienza giubilare continui ad arricchire<br />

il cammino della chiesa di Reggio-Bova<br />

verso il regno che viene. In<br />

particolare la comunità ha pregato «perché<br />

i giovani non si lascino scoraggiare<br />

dalle difficoltà disseminate nella loro vita;<br />

perché non manchi agli operai un lavoro<br />

onesto e sicuro; perché le piaghe<br />

antiche della disoccupazione e della criminalità<br />

si allontanino per sempre dalla<br />

nostra terra».<br />

Durante una conferenza stampa tenuta<br />

in Episcopio nei giorni precedenti, è<br />

stato poi presentato il bozzetto di una<br />

stele che, in collaborazione col Comune<br />

capoluogo e le Ferrovie dello Stato, sorgerà<br />

sul ripristinato Lungomare, in prossimità<br />

della spiaggia sulla quale, nella<br />

primavera del 63 d.C. approdò san Paolo<br />

predicando il Vangelo della salvezza.<br />

Il «memoriale» è destinato a ricordare<br />

insieme il Giubileo del Duemila e la predicazione<br />

dell'Apostolo. Insieme alla data<br />

il monumento porterà la scritta: «...e<br />

sembra qui levarsi, a sera, la voce tagliente<br />

di Colui che, approdando, per<br />

primo disse parole non più taciute...».<br />

ANTONINO DENISI<br />

categorie di persone nel duomo di Lodi<br />

e basilica di s. Bassiano a Lodivecchio. I<br />

pellegrinaggi diocesani a Roma sono stati<br />

3 e 2 in Terra Santa, numerosi pellegrinaggidiparrocchieaRomaeallechiese<br />

giubilari in diocesi e in Lombardia.<br />

«Tanti giovani hanno partecipato alla<br />

Giornata Mondiale della Gioventù a Tor<br />

Vergata a Roma e la diocesi ha ospitato<br />

700 giovani tra polacchi, francesi e di altre<br />

nazioni europee e continentali. Fervida<br />

la frequenza ai Sacramenti della Riconciliazione<br />

nelle chiese penitenziali<br />

con nuclei di confessori esperti e disponibili<br />

tra i quali i capitolari del duomo, i<br />

Padri Barnabiti e i Frati Cappuccini.<br />

Buona la frequenza alle iniziative culturali<br />

per il Giubileo e l'impegno per il debito<br />

pubblico».<br />

Infine il Vescovo di Lodi ha ringraziato<br />

il Prefetto, il Presidente della Provincia<br />

di Lodi, i Sindaci di Lodi e Lodivecchio<br />

per l'apporto alle diverse iniziative<br />

promosse con riferimento all'ispirazione<br />

cristiana e ha ricordato le finalità del<br />

Giubileo indetto dal Papa per rinforzare<br />

la fede e la pratica cristiana nel primato<br />

della grazia e misericordia di Dio nel<br />

quotidiano; ha poi concluso augurando<br />

ai cristiani, dopo aver recuperato le forze<br />

spirituali nell'anno giubilare, di continuare<br />

a portare nella quotidianità del<br />

tempo e della storia la luce vera di Cristo<br />

Signore. Al termine della concelebrazione<br />

il Vescovo con i canonici del Capitolo<br />

e i Vicari foranei l'assemblea dei fedeli<br />

ha cantato il Magnificat di grazie<br />

per le meraviglie del Giubileo.<br />

GIANMARIO GALMOZZI<br />

che». Evangelizzazione e carità, dunque,<br />

sono le due piste su cui avanzare, «ma<br />

per riuscirvi — ha ammonito Monsignor<br />

Bressan — dobbiamo anzitutto ancorarci<br />

costantemente alla Parola di Dio, la<br />

sola capace di nutrire la nostra mente,<br />

con uno studio costante sia personale<br />

che comunitario della Sacra Scrittura».<br />

Monsignor Ernesto Menghini, responsabile<br />

del comitato diocesano per le iniziative<br />

giubilari, ha ripercorso le tappe<br />

del cammino che ha portato la comunità<br />

trentina ad incontrare Cristo, nei pellegrinaggi<br />

a Roma, alla cattedrale di san<br />

Vigilio e alle altre chiese giubilari della<br />

diocesi. Ha ricordato il lavoro dei volontari<br />

e, soprattutto, la crescita di fraternità<br />

ecclesiale, l'impegno di formazione<br />

intellettuale e culturale che hanno accompagnato<br />

gli appuntamenti fissati durante<br />

l'Anno Santo.<br />

«Emmanuel», l'inno ufficiale della<br />

Giornata Mondiale della Gioventù eseguito<br />

in cattedrale da un coro di ragazzi,<br />

ha fatto rivivere ai presenti alcune<br />

delle emozioni più forti del Grande Giubileo<br />

dell'Anno 2000. I ricordi di quell'evento<br />

e dei pellegrinaggi diocesani compiuti<br />

a Roma aleggiavano nei discorsi,<br />

nei commenti dei gruppi e delle singole<br />

persone: indimenticabile l'esperienza di<br />

comunione, il sentirsi parte di un'unica<br />

grande famiglia animata dallo stesso<br />

ideale, indescrivibile il sentimento provato<br />

nell'attraversare la Porta Santa, la via<br />

che conduce all'amore di Dio.<br />

MAURIZIO MELLARINI


L'UDIENZA<br />

GENERALE<br />

PAGINA<br />

6 .<br />

La<br />

catechesi<br />

di Giovanni<br />

Paolo II<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Giovedì 11 Gennaio 2001<br />

«Questo impegno di riflessione e di azione<br />

deve ricevere un impulso straordinario<br />

a partire proprio dal Giubileo.<br />

Nella sua matrice biblica, esso è una celebrazione<br />

di solidarietà: quando squillava la tromba<br />

dell'anno giubilare,<br />

ognuno ritornava “nella sua proprietà<br />

e nella sua famiglia”,<br />

come recita il testo ufficiale del Giubileo»<br />

«Con l'anno giubilare si permetteva a tutti<br />

di ritornare a un ideale punto<br />

di partenza, attraverso un'ardita e coraggiosa<br />

opera di giustizia distributiva.<br />

È evidente la dimensione proposta come concreto<br />

rimedio al consolidamento<br />

di privilegi e prevaricazioni: è il tentativo<br />

di spingere la società verso un ideale<br />

più alto di solidarietà, generosità e fraternità»<br />

L'impegno per la libertà e la giustizia<br />

Il Giubileo appena terminato deve continuare<br />

a produrre abbondanti frutti di giustizia, di libertà<br />

e di amore: è quanto ha chiesto Giovanni Paolo<br />

II ai pellegrini presenti nell'Aula Paolo VI per<br />

l'udienza generale, la prima dopo la chiusura del<br />

Grande Giubileo dell'Anno 2000, svoltasi nella<br />

mattina di mercoledì 10 gennaio. Questo è il testo<br />

della catechesi del Santo Padre:<br />

1.La voce dei profeti — come<br />

quella di Isaia che abbiamo or ora<br />

ascoltato — risuona ripetutamente<br />

per ricordarci che ci dobbiamo impegnare<br />

per liberare gli oppressi e<br />

far regnare la giustizia. Se manca<br />

questo impegno, il culto reso a Dio<br />

non gli è gradito. È un appello intenso,<br />

espresso talvolta in toni paradossali,<br />

come quando Osea, riferisce<br />

questo oracolo divino citato<br />

anche da Gesù (cfr Mt 9, 13; 12, 7):<br />

«Amore io voglio e non sacrificio,<br />

conoscenza di Dio più degli olocausti»<br />

(6, 6).<br />

Anche il profeta Amos con veemenza<br />

sferzante presenta Dio che<br />

volge altrove lo sguardo e non accetta<br />

riti, feste, digiuni, musiche,<br />

suppliche, quando fuori del santuario<br />

si vende il giusto per danaro e<br />

il povero per un paio di sandali e si<br />

calpesta come polvere la testa dei<br />

poveri (cfr 2, 6-7). Perciò, l'invito è<br />

senza esitazione: «Piuttosto scorra<br />

come acqua il diritto e la giustizia<br />

come un torrente perenne» (5, 24). I<br />

profeti, dunque, parlando a nome<br />

di Dio, ricusano un culto isolato<br />

dalla vita, una liturgia separata<br />

dalla giustizia, una preghiera staccata<br />

dall'impegno quotidiano, una<br />

fede spoglia di opere.<br />

2.Il grido di Isaia: «Cessate di<br />

fare il male, imparate a fare il bene,<br />

cercate la giustizia, soccorrete<br />

l'oppresso, rendete giustizia all'orfano,<br />

difendete la causa della vedova»<br />

(1, 16-17), echeggia nell'insegnamento<br />

di Cristo che ci ammonisce:<br />

«Se stai presentando la tua offerta<br />

sull'altare e lì ti ricordi che tuo fratello<br />

ha qualche cosa contro di te,<br />

lascia lì il tuo dono davanti all'altare<br />

e va' prima a riconciliarti con<br />

il tuo fratello e poi torna ad offrire<br />

il tuo dono» (Mt 5, 23-24). Al tramonto<br />

della vita di ogni uomo e alla<br />

fine della storia dell'umanità il<br />

giudizio di Dio verterà proprio sull'amore,<br />

sulla pratica della giustizia,<br />

sull'accoglienza dei poveri (cfr<br />

Mt 25, 31-46). Di fronte a una comunità<br />

lacerata da divisioni e in-<br />

All'udienza generale di mercoledì<br />

10 gennaio 2001, nell'Aula Paolo VI,<br />

erano presenti i seguenti gruppi:<br />

Dall'Italia: Parrocchia San Nicola di<br />

Bari, in Bonea; Gruppo «Amici di Don<br />

Orione», da Pontecurone; Gruppo della<br />

Confcommercio dalla Provincia di<br />

Salerno.<br />

Coppie di Sposi novelli.<br />

Gruppi di Fedeli da: Polonia; Croazia.<br />

De France: Collège Notre-Dame<br />

des Missions, Charenton-le-Pont.<br />

giustizie com'è quella di Corinto,<br />

Paolo giunge al punto di esigere la<br />

sospensione della partecipazione<br />

eucaristica, invitando i cristiani a<br />

esaminare prima la propria coscienza,<br />

per non essere rei del corpo<br />

e del sangue del Signore (cfr 1<br />

Cor 11, 27-29).<br />

3.Il servizio della carità, coerentemente<br />

connesso con la fede e<br />

con la liturgia (cfr Gc 2, 14-17),<br />

l'impegno per la giustizia, la lotta<br />

contro ogni oppressione, la tutela<br />

della dignità della persona non sono<br />

per il cristiano espressioni di filantropia<br />

motivata dalla sola appartenenza<br />

alla famiglia umana. Si<br />

I gruppi presenti<br />

From Denmark: a group of students<br />

from Sankt Birgitta Skole in Maribo.<br />

From Australia: members of the Orchestra<br />

of Loreto Mandeville Hall College<br />

in Melbourne.<br />

From the United States of America:<br />

pilgrims from the Diocese of Kalamazoo;<br />

pilgrims from several parishes in<br />

Greene County in the Diocese of<br />

Pittsburgh; a group of pilgrims from<br />

Holy Cross Church in Mesa, Arizona;<br />

a group of United States Army Chaplains<br />

stationed in Europe; pilgrims<br />

from the parish of St Thomas More in<br />

tratta, invece, di scelte e di atti che<br />

hanno un'anima profondamente religiosa,<br />

sono veri e propri sacrifici<br />

di cui Dio si compiace, secondo<br />

l'affermazione della Lettera agli<br />

Ebrei (cfr 13, 16). Particolarmente<br />

incisivo è l'ammonimento di san<br />

Giovanni Crisostomo: «Vuoi onorare<br />

il corpo di Cristo? Non trascurarlo<br />

quando si trova nudo. Non<br />

rendergli onore qui nel tempio con<br />

stoffe di seta, per poi trascurarlo<br />

fuori, dove patisce freddo e nudità»<br />

(In Matthaeum hom. 50, 3).<br />

4.Proprio perché «nel mondo<br />

contemporaneo il senso della giustizia<br />

si è risvegliato su vasta scala...,<br />

Kansas City, Missouri; students from<br />

Fordham University, New York; a<br />

group of students from Saint Mary's<br />

College in Moraga, California; students<br />

from Siena College in Albany,<br />

New York; a group of students from<br />

Russell Sage College, New York; students<br />

and teachers from Cascia Hall<br />

High School in Tulsa, Oklahoma; Staff<br />

and Students of Borromeo Seminary<br />

of Cleveland, Ohio.<br />

De distintos países: Escolapios participantes<br />

en el Encuentro Internacional<br />

de pastoral vocacional.<br />

GIAMPAOLO MATTEI<br />

All'udienza generale con «L'Osservatore<br />

Romano» del «Grazie» e del<br />

«Guardo lontano». I due titoli che<br />

campeggiano sulla prima pagina delle<br />

edizioni di sabato 6 e di lunedìmartedì<br />

8-9 gennaio fanno da «guida<br />

spirituale» ai trentacinque religiosi<br />

scolopi che, provenienti da altrettante<br />

Nazioni, sono in questi giorni a Roma<br />

per un incontro di pastorale vocazionale.<br />

I religiosi sfogliano con emozione<br />

le pagine del tabloid, pubblicato<br />

dall'«Osservatore», che contiene il testo<br />

della Lettera Apostolica di Giovanni<br />

Paolo II «Novo Millennio ineunte».<br />

Insieme con loro è spontaneo<br />

partecipare ad una singolare... «riunione<br />

di redazione» qui, nell'Aula<br />

Paolo VI dove, nella mattina di mercoledì<br />

10 gennaio, i pellegrini hanno<br />

incontrato il Papa nella prima udienza<br />

generale dopo la chiusura del Grande<br />

Giubileo del 2000.<br />

Gli scolopi sono a Roma dal 22 dicembre<br />

per il loro incontro di pastorale<br />

vocazionale che si concluderà<br />

domenica 14. Rappresentano molte<br />

Nazioni: tra queste, Italia, Spagna, Nicaragua,<br />

Repubblica Dominicana, Cile,<br />

Senegal, Colombia, Ecuador, Venezuela,<br />

Stati Uniti d'America, Messico,<br />

Bolivia, Brasile, Argentina, Slovacchia,<br />

Austria, Polonia, Filippine.<br />

«Stamani stiamo leggendo le pagine<br />

dell'“Osservatore Romano” e il<br />

Documento del Papa con grande<br />

emozione — dice Victor, spagnolo di<br />

Madrid —. Siamo interpellati dallo<br />

slancio che il Papa imprime alla nostra<br />

missione. “Duc in altum!” leggiamo<br />

nella Lettera Apostolica. Sentiamo<br />

questo “invio” di Pietro, e viviamo la<br />

la Chiesa condivide con gli uomini<br />

del nostro tempo questo profondo e<br />

ardente desiderio di una vita giusta<br />

sotto ogni aspetto, e non omette<br />

neppure di sottoporre alla riflessione<br />

i vari aspetti di quella giustizia,<br />

quali la vita degli uomini e delle<br />

società esige. Ne è conferma il<br />

campo della dottrina sociale cattolica,<br />

ampiamente sviluppata nell'arco<br />

dell'ultimo secolo» (Dives in<br />

misericordia, 12). Questo impegno<br />

di riflessione e di azione deve ricevere<br />

un impulso straordinario a<br />

partire proprio dal Giubileo. Nella<br />

sua matrice biblica, esso è una celebrazione<br />

di solidarietà: quando<br />

nostra missione con una forza che<br />

nasce dalla comunione ecclesiale».<br />

A Victor brillano gli occhi mentre<br />

racconta i lavori del convegno romano.<br />

È già un fatto stupendo — dice —<br />

che si ritrovino insieme i responsabili<br />

della pastorale vocazione degli Scolopi.<br />

È l'occasione per una riflessione<br />

comune, per una nuova progettazione,<br />

per lo scambio di esperienze. Insieme<br />

stanno vivendo un momento di<br />

unità, superando le situazioni particolari.<br />

«Adesso — afferma Victor — ci<br />

sentiamo più preparati a presentare<br />

ai giovani la nostra vocazione, senza<br />

paura e con maggiore efficacia, seguendo<br />

gli insegnamenti del Magistero.<br />

Siamo consapevoli che occorra<br />

mettere più tempo e più forze nella<br />

missione. Il nostro carisma, nello spirito<br />

del Fondatore san Giuseppe Calasanzio,<br />

è di evangelizzare educando,<br />

con particolare attenzione ai più piccoli<br />

e ai più poveri».<br />

È stata un'udienza «giovane», festosa.<br />

Si è respirato nell'Aula Paolo VI<br />

l'entusiasmo cristiano vissuto, nell'agosto<br />

scorso, a Tor Vergata. Appartengono<br />

al movimento «Regnum Christi»<br />

i tantissimi giovani del Cile, dell'Argentina<br />

e dell'Uruguay che stamani<br />

hanno abbracciato Giovanni Paolo<br />

II con il loro calore. In attesa dell'arrivo<br />

del Papa, i giovani latinoamericani<br />

hanno dato fondo a tutto il loro<br />

ricchissimo repertorio di canti scaturiti<br />

dal cammino di fede. Particolarmente<br />

commovente è la canzone «Pescador»<br />

dedicata proprio a Giovanni<br />

Paolo II, Successore di Pietro il Pescatore.<br />

È un canto coinvolgente che<br />

venne eseguito anche durante la storica<br />

visita del Papa a Cuba, nel gennaio<br />

1998. È un canto con il quale i<br />

squillava la tromba dell'anno giubilare,<br />

ognuno ritornava «nella sua<br />

proprietà e nella sua famiglia», come<br />

recita il testo ufficiale del Giubileo<br />

(Lv 25, 10).<br />

5.Innanzitutto i terreni alienati<br />

per varie vicende economiche e familiari<br />

venivano restituiti agli antichi<br />

proprietari. Con l'anno giubilare,<br />

quindi, si permetteva a tutti di<br />

ritornare a un ideale punto di partenza,<br />

attraverso un'ardita e coraggiosa<br />

opera di giustizia distributiva.<br />

È evidente la dimensione che si<br />

potrebbe chiamare «utopica», proposta<br />

come concreto rimedio al<br />

consolidamento di privilegi e prevaricazioni:<br />

è il tentativo di spingere<br />

la società verso un ideale più alto<br />

di solidarietà, generosità e fraternità.<br />

Nelle moderne coordinate storiche<br />

il ritorno alle terre perdute potrebbe<br />

esprimersi, come ho più volte<br />

proposto, nel totale condono o<br />

almeno nella riduzione del debito<br />

internazionale dei Paesi poveri (cfr<br />

TMA, 51).<br />

6.L'altro impegno giubilare<br />

consisteva nel far sì che il servo ritornasse<br />

libero nella famiglia (cfr<br />

Lv 25, 39-41). La miseria l'aveva<br />

trascinato nell'umiliazione della<br />

schiavitù, ora si apriva davanti a<br />

lui la possibilità di costruire il suo<br />

futuro nella libertà, all'interno della<br />

sua famiglia. Per questo motivo<br />

il profeta Ezechiele chiama l'anno<br />

giubilare «anno dell'affrancamento»,<br />

cioè del riscatto (cfr Ez 46, 17).<br />

E un altro libro biblico, il Deuteronomio,<br />

auspica una società giusta,<br />

libera e solidale con queste parole:<br />

«Non vi sarà alcun bisognoso in<br />

mezzo a voi (...); se vi sarà qualche<br />

tuo fratello bisognoso... non indurirai<br />

il tuo cuore e non chiuderai la<br />

mano» (15, 4.7).<br />

A questa meta di solidarietà anche<br />

noi dobbiamo mirare: «Solidarietà<br />

dei poveri tra di loro, solidarietà<br />

con i poveri, alla quale sono<br />

chiamati i ricchi, solidarietà dei lavoratori<br />

e con i lavoratori» (Istruzione<br />

della Congregazione per la<br />

Dottrina della Fede su Libertà cristiana<br />

e liberazione, 89). Vissuto così,<br />

il Giubileo appena terminato<br />

continuerà a produrre abbondanti<br />

frutti di giustizia, di libertà e di<br />

amore.<br />

All'udienza generale con «L'Osservatore»<br />

del «Grazie» e del «Guardo lontano»<br />

giovani dell'America Centrale e Meridionale<br />

raccontano la loro «amicizia»<br />

con il Santo Padre che vedono come<br />

testimone di una speranza che non<br />

muore perché radicata in Gesù Cristo.<br />

I giovani sventolano le bandiere dei<br />

loro Paesi di provenienza e i fazzoletti<br />

gialli che hanno caratterizzato il<br />

pellegrinaggio giubilare del movimento<br />

«Regnum Christi». Li avvicini questi<br />

ragazzi e vieni «travolto» dal loro<br />

entusiasmo, dalla loro voglia di raccontare<br />

il loro essere cristiani. Non<br />

dicono parole banali. Non sono superficiali.<br />

È veramente impressionante<br />

l'amore che hanno per il Papa. Un<br />

amore nato da un rapporto che non<br />

finisce di stupire.<br />

«Juan Pablo amigo el Chile està<br />

con tigo» cantano a squarciagola. I cileni<br />

sono particolarmente numerosi.<br />

Offrono le loro bandiere a quanti sono<br />

intorno come segno di amicizia, di<br />

comunione. Raccontano che questo<br />

pellegrinaggio non è improvvisato.<br />

Nasce dall'Incontro continentale della<br />

gioventù americana che si svolse proprio<br />

a Santiago del Cile nell'ottobre<br />

1998. Oltre 500.000 giovani si ritrovarono<br />

insieme, provenienti da tutto il<br />

Continente, dall'Alaska alla Terra del<br />

Fuoco, per pregare insieme con il Legato<br />

Pontificio, il Cardinale Angelo<br />

Sodano, Segretario di Stato.<br />

Significativa, infine, la presenza del<br />

gruppo «Amici di Don Orione», dei fedeli<br />

giunti dalla Croazia e dei sessanta<br />

pellegrini di Santo Stefano di Camastra,<br />

in provincia di Messina e in<br />

diocesi di Patti, accompagnati dal sacrista<br />

Vittorio Lombardo, venuti a Roma<br />

per testimoniare la loro gratitudine<br />

al Papa dopo la chiusura della<br />

Porta Santa del Grande Giubileo.


L'UDIENZA<br />

GENERALE<br />

PAGINA<br />

Numerosi pellegrini, provenienti da<br />

ogni parte del mondo, hanno partecipato<br />

alla prima udienza generale dopo la<br />

chiusura del Grande Giubileo del 2000,<br />

svoltasi mercoledì mattina, 10 gennaio,<br />

nell'Aula Paolo VI. Dopo aver pronunciato<br />

la catechesi in italiano, Giovanni<br />

Paolo II l'ha riassunta nelle diverse lingue,<br />

quindi ha rivolto espressioni di saluto<br />

ai gruppi presenti.<br />

Di lingua francese<br />

Rinnovatevi<br />

nell'amore di Dio<br />

Ai fedeli di lingua francese il Papa<br />

ha detto:<br />

Chers frères et sœurs,<br />

Je salue cordialement les francophones<br />

présents à cette audience,<br />

en particulier le groupe de jeunes<br />

du Collège Notre-Dame des Missions,<br />

de Charenton-le-Pont. Que<br />

votre pèlerinage vous renouvelle<br />

dans l'amour du Christ et dans<br />

l'amour concret de vos frères! A<br />

tous, je donne de grand cœur la Bénédiction<br />

apostolique.<br />

Di lingua inglese<br />

Vi auguro gioia e pace<br />

Il Santo Padre si è poi rivolto ai pellegrini<br />

di espressioneinglese provenienti<br />

da molte Nazioni. Ecco le sue parole:<br />

Dear Brothers and Sisters,<br />

I warmly welcome the Englishspeaking<br />

pilgrims and visitors, especially<br />

those from Denmark, Australia<br />

and the United States of<br />

America. May your visit be a time<br />

of special grace, as you retrace the<br />

footsteps of the martyrs and saints<br />

who are commemorated in this<br />

City. Upon you and your families I<br />

invoke the joy and peace of Jesus<br />

Christ our Saviour.<br />

Di lingua tedesca<br />

Vi benedico di cuore<br />

Nell'Aula Paolo VI erano presenti numerosi<br />

fedeli di lingua tedesca. Giovanni<br />

Paolo II ha detto loro:<br />

Liebe Schwestern und Brüder!<br />

Ich begrüße die Pilger und Besucher<br />

aus den Ländern deutscher<br />

Sprache. Eure Anwesenheit zeigt<br />

mir, daß ihr euren Lebensweg auch<br />

in Zukunft als Wallfahrt zum Herrn<br />

betrachtet. Werdet nicht müde,<br />

euch für Gerechtigkeit und Frieden<br />

in eurer Umgebung einzusetzen.<br />

Dazu erteile ich euch von Herzen<br />

den Apostolischen Segen.<br />

Di lingua spagnola<br />

Accogliete i frutti<br />

dell'Anno Giubilare<br />

Molti come sempre i pellegrini di<br />

espressione spagnola, provenienti anche<br />

da diversi Paesi dell'America Latina. Il<br />

Papa, dopo aver salutato i ragazzi e le<br />

ragazze di «Regnum Christi», giunti dal<br />

Messico e da altre Nazioni di lingua<br />

spagnola, si è rivolto ai pellegrini con<br />

queste parole:<br />

Queridos hermanos y hermanas:<br />

Saludo con afecto a los peregrinos<br />

de lengua española, especialmente<br />

a los Escolapios participantes<br />

en el Encuentro internacional de<br />

7 .<br />

<br />

<br />

L'incontro<br />

nell'Aula<br />

Paolo VI<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Giovedì 11 Gennaio 2001<br />

I saluti ai pellegrini<br />

pastoral vocacional. A todos os deseo<br />

que podáis vivir con renovada<br />

vitalidad los frutos del Año Jubilar.<br />

Di lingua portoghese<br />

La Vergine<br />

vi accompagni sempre<br />

Rivolgendosi successivamente ai fedeli<br />

di lingua portoghese il Santo Padre<br />

ha detto:<br />

Caríssimos Irmãos e Irmãs!<br />

Saúdo muito cordialmente os peregrinos<br />

de língua portuguesa que<br />

porventura aqui se encontrem. A todos<br />

desejo felicidades, graça e paz<br />

no Senhor Jesus Cristo. Que Maria<br />

Santíssima vos acompanhe e vos<br />

ampare sempre na caminhada da fé<br />

e no crescimento do amor cristão.<br />

Com a minha Bênção Apostólica.<br />

Di lingua croata<br />

Rendete testimonianza<br />

dell'immenso amore di Dio<br />

verso gli uomini<br />

Questo il saluto rivolto ai pellegrini<br />

di espressione croata:<br />

Draga braćo i sestre, prije nekoliko<br />

dana završen je Veliki jubilej lje-<br />

ta Gospodnjega 2000. Žarko želim<br />

da plodovi toga izvanrednog događaja<br />

vjere i milosti pomognu<br />

kršćanima našega doba da svjedoče<br />

o neizmjernoj Božjoj ljubavi prema<br />

ljudima. Znali uvijek živjeti životom<br />

prožetim svetošću i činiti djela neumorne<br />

i velikodušne ljubavi, o čemu<br />

sam pisao u apostolskome pismu<br />

Novo Millennio ineunte.<br />

Srdačno pozdravljam profesore i<br />

učenike zagrebačkih gimnazija te<br />

ostale hrvatske hodočasnike. Na sve<br />

zazivam Božji blagoslov.<br />

Hvaljen Isus i Marija!<br />

Ed ecco una nostra traduzione italiana<br />

delle parole in croato:<br />

Cari Fratelli e Sorelle, qualche giorno<br />

fa si è concluso il Grande Giubileo dell'Anno<br />

2000. Auspico vivamente che i<br />

frutti di questo straordinario avvenimento<br />

di fede e di grazia aiutino i cristiani<br />

dei nostri tempi a rendere testimonianza<br />

dell'immenso amore di Dio verso gli uomini.<br />

Sappiano essi condurre una vita<br />

permeata di santità ed operare con carità<br />

instancabile e generosa, come ho<br />

scritto nella Lettera apostolica Novo<br />

Millennio ineunte.<br />

Saluto cordialmente i Professori e gli<br />

Studenti dei licei di Zagabria come pure<br />

gli altri pellegrini croati. Invoco su tutti<br />

la benedizione di Dio.<br />

Siano lodati Gesù e Maria!<br />

Di lingua polacca<br />

Felice Anno Nuovo<br />

Successivamente il Papa si è così rivolto<br />

ai pellegrini polacchi:<br />

Witam pielgrzymów z Polski! Serdecznie<br />

pozdrawiam księży biskupów,<br />

kard. Henryka Gulbinowicza z<br />

Wrocławia, bpa Edwarda Samsela z<br />

Ełku, bpa Stefana Regmunta z Legnicy,<br />

abpa Józefa Michalika z Przemyśla<br />

z nowym sufraganem Adamem<br />

Szalem, bpa Edwarda Janiaka<br />

z Wrocławia oraz Zarząd Generalny<br />

Sióstr Jadwiżanek z Wrocławia i<br />

Berlina, jako też pielgrzymów indywidualnych<br />

z Polski i emigracji.<br />

Wszystkim życzę z całego serca<br />

do siego roku!<br />

Di lingua italiana<br />

Il vostro pellegrinaggio<br />

a Roma vi rafforzi<br />

nella fede e nell'impegno<br />

di testimonianza cristiana<br />

Dopo aver salutato i fedeli polacchi<br />

Giovanni Paolo II ha rivolto queste parole<br />

di benvenuto ai pellegrini di lingua<br />

italiana:<br />

Nel salutare i pellegrini italiani<br />

presenti, rivolgo un pensiero particolare<br />

al gruppo «Amici di Don<br />

Orione», che provengono da Pontecurone,<br />

paese natale del beato Luigi<br />

Orione. Carissimi, auguro che il vostro<br />

pellegrinaggio a Roma vi rafforzi<br />

nella fede e nell'impegno di testimonianza<br />

cristiana.<br />

AI GIOVANI: testimoniate<br />

la gioia<br />

dell'adesione a Cristo<br />

AI MALATI: siate uniti<br />

all'Agnello di Dio<br />

AGLI SPOSI NOVELLI:<br />

fate della vostra famiglia<br />

un autentico focolare<br />

di fede e di amore<br />

Il Santo Padre si è poi rivolto in particolare<br />

ai giovani, ai malati e agli sposi<br />

novelli. Ecco le sue parole:<br />

Il mio saluto si estende, poi, ai<br />

giovani, ai malati ed agli sposi novelli.<br />

La festa del Battesimo del Signore,<br />

che abbiamo celebrato domenica<br />

scorsa, ridesti in tutti la grazia ed il<br />

ricordo del nostro Battesimo. Esso<br />

costituisca per voi, cari giovani,<br />

uno stimolo a testimoniare sempre<br />

la gioia dell'adesione a Cristo, Figlio<br />

prediletto del Padre e nostro Fratello<br />

che ci illumina il cammino della<br />

vita. Sia per voi, cari malati, motivo<br />

di conforto, al pensiero che mediante<br />

tale Sacramento siete uniti<br />

all'Agnello di Dio che, con la sua<br />

passione e morte, salva il mondo.<br />

Sostenga voi, cari sposi novelli, nel<br />

fare della vostra famiglia un autentico<br />

focolare di fede e di amore.<br />

A tutti imparto la Benedizione<br />

Apostolica.<br />

Infine il Papa ha guidato il canto del<br />

«Pater Noster» e ha impartito, insieme<br />

con i Vescovi presenti, la Benedizione<br />

Apostolica.<br />

La celebrazione giubilare a Pec<br />

La Porta Santa<br />

nel Kosovo martoriato<br />

GIUSEPPE MANI<br />

Arcivescovo Ordinario Militare<br />

per l'Italia<br />

A Pec in Kosovo l'Ordinariato Militare<br />

ha chiuso il Grande Giubileo dell'Anno<br />

2000. Un Giubileo molto intensamente<br />

vissuto e con tratti di vera<br />

originalità. Intanto cominciamo col dire<br />

che non è stata chiusa la stessa porta<br />

che era stata aperta e addirittura<br />

neppure dello stesso edificio. L'aprimmo<br />

in una ex fabbrica meccanica dove<br />

in una grande sala celebrammo la notte<br />

di Natale del '99 passando tutti attraverso<br />

un portale ornato di piante e<br />

di luci con l'intenzione di rientrare tutti<br />

nel Kosovo per lavorare per la pace.<br />

Fin dall'inizio fu privilegiato il quarto<br />

modo per lucrare l'indulgenza, quello<br />

della visita e l'aiuto ai bisognosi. Eleggemmo<br />

anche i Balcani come santuario<br />

diocesano per celebrare il Giubileo<br />

e l'operazione Peace-Keeping come<br />

pratica giubilare.<br />

Il Giubileo si è svolto con gran frutto,<br />

i Cappellani hanno animato e lavorato<br />

bene per orientare verso la carità<br />

l'impegno di tutti i circa diecimila militari<br />

italiani presenti nei Balcani. Non<br />

sono mancate celebrazioni ufficiali con<br />

l'Arcivescovo Ordinario militare ma soprattutto<br />

è stato un giubileo al quotidiano.<br />

Le tappe giubilari sono state percorse<br />

più o meno tutte. Il militare in operazione<br />

è sempre pellegrino, lontano<br />

da casa conduce una vita essenziale,<br />

evangelica, sempre in mimetica e con<br />

gli anfibi ai piedi vive in movimento<br />

per servire. Non manca neppure il pericolo<br />

per cui tutto aiuta ad essere più<br />

buoni e molti colgono le frequenti occasioni<br />

per confessarsi e farsi la Comunione,<br />

magari dopo tanti anni di assenza<br />

dalla pratica religiosa. Non è mancata<br />

la vita fraterna, anzi, in queste<br />

operazioni di pace tutti gli operatori si<br />

sentono uniti, militari, volontari, obiettori<br />

di coscienza, persone del luogo di<br />

varie etnie collaborano all'unico scopo.<br />

La memoria dei martiri è sempre sotto<br />

gli occhi di tutti perché alcune città<br />

son ridotte ad autentici cimiteri, mentre<br />

è chiaro a tutti quanto sia necessaria,<br />

ma è straordinariamente difficile<br />

«la purificazione della memoria». È<br />

chiaro che la pace tra quei popoli dipenderà<br />

soprattutto da questo: sono<br />

divisi da odi e rancori secolari che gli<br />

ultimi eventi hanno ulteriormente peggiorato.<br />

I nostri soldati sono armati e<br />

testimoni della carità; sembra un controsenso<br />

ma per chi si sente difeso è<br />

chiarissimo che sono armati per loro.<br />

«Lo faccio volentieri perché ci vogliono<br />

bene» — mi diceva ultimamente un<br />

giovane militare raccontandomi che<br />

una notte in pieno inverno con temperatura<br />

impossibile stava presidiando il<br />

monastero di Beyane quando ha visto<br />

avvicinarsi nel buio una figura a cui<br />

ha intimato l'altolà. «Non ti preoccupare,<br />

sono un monaco, prendi bevi un<br />

caffè caldo, mangia questi dolci e resisterai<br />

meglio» erano le due dopo la<br />

mezzanotte.<br />

Tra i nostri soldati e la popolazione<br />

si è creata una vicendevole simpatia<br />

indispensabile per aiutare quel popolo<br />

a risorgere. Mentre i soldati di truppa<br />

hanno questi contatti con la gente, gli<br />

Ufficiali curano i rapporti con le varie<br />

autorità e i capi delle diverse etnie e<br />

fazioni. È duro convincere i vari capi<br />

che si portano le armi non per sparare,<br />

non perfare la guerra, e si è forti<br />

non per soffocare ma per aiutare a<br />

mettersi d'accordo fino a «disarmare<br />

l'aggressore».<br />

Questo lavorare per la pace richiede<br />

davvero tanta «buona volontà» e l'impegno<br />

principale è riuscire a suscitarla.<br />

Per questo c'è una collaborazione edificante<br />

tra militari, volontari, istituti<br />

religiosi, organizzazioni umanitarie che<br />

cercano di coinvolgere sempre più cattolici<br />

locali per creare condizioni di<br />

dialogo con tutte le altre etnie. Vivere<br />

nei Balcani significa essere protesi per<br />

edificare quella pace che è il primo segno<br />

di riconoscimento della presenza<br />

del Regno di Dio.<br />

Simbolicamente tutte le trentotto<br />

nazioni presenti come forze NATO nei<br />

Balcani sono venute a Roma per il<br />

Giubileo dei militari inviando ottanta<br />

militari, due per ogni nazione. Tra di<br />

loro c'erano musulmani e protestanti<br />

di varie confessioni che ben volentieri<br />

hanno partecipato al Giubileo e son<br />

tornati edificati dopo quella che per<br />

tutti è stata una vera esperienza spirituale.<br />

Per la cerimonia della chiusura della<br />

Porta Santa ci siamo trovati nel cinema<br />

teatro del Comando Brigata a Pec.<br />

È un grande albergo che porta ancora<br />

ben visibili i segni della guerra e che<br />

attualmente accoglie i nostri. Aprendo<br />

la Porta siamo entrati con uno spirito<br />

nuovo nel Kosovo, chiudendola pensavo<br />

sarebbe stato augurabile tornare a<br />

casa lasciando un popolo ormai rigenerato<br />

dalla carità di tante nazioni. Purtroppo<br />

ancora non è così: «se ve ne<br />

andate ricominciamo di nuovo» ci dicono<br />

le minoranze e per questo resteremo<br />

finché sarà necessario con la certezza,<br />

ogni giorno crescente, che prima<br />

con le armi e poi con la forza dell'amore<br />

riusciremo a rigenerare un<br />

popolo che deve imparare a perdonare.<br />

Un incontro di preghiera<br />

per i «Doni dell'Epifania»<br />

«Dio Padre, ricco d'amore, conceda<br />

a tutti di poter raccogliere, partendo<br />

dall'Anno Santo appena terminato, generosi<br />

frutti per la nostra vita spirituale,<br />

per la serenità delle nostre famiglie,<br />

per il nostro impegno a servizio del<br />

Santo Padre e della Città del Vaticano».<br />

Così il Cardinale Edmund Casimir<br />

Szoka, Presidente della Pontificia Commissione<br />

per lo Stato della Città del<br />

Vaticano, ha detto all'omelia pronunciata<br />

nel corso del momento di preghiera,<br />

nell'antica chiesetta di San Pellegrino,<br />

in Vaticano, la sera di lunedì 8<br />

gennaio, per la festa dei «Doni dell'Epifania»,<br />

celebrazione che — ogni anno<br />

— viene organizzata per i dipendenti<br />

del Corpo di Vigilanza dello Stato<br />

della Città del Vaticano.<br />

Il Porporato ha voluto manifestare il<br />

suo ringraziamento per il servizio prestato<br />

dagli agenti di vigilanza con<br />

«sempre puntualità e generosità» ed ha<br />

detto tra l'altro: «Il vostro lavoro non<br />

è facile. Talora in certi servizi può conoscere<br />

monotonia. Spesso esprime la<br />

fatica dovuta, soprattutto, ai rapporti<br />

con il pubblico svariatissimo e non<br />

sempre disposto ad accettare le indicazioni<br />

che gli vengono date ed ordinate.<br />

Soprattutto nell'Anno Santo appena<br />

terminato e che ha visto moltissimi<br />

eventi celebrativi, la vostra presenza<br />

ed il vostro lavoro sono stati estremamente<br />

preziosi e da tutti apprezzati,<br />

per la professionalità dimostrata, per<br />

lo spirito di sacrificio che ha sempre<br />

accompagnato le vostre prestazioni,<br />

talvolta con turni estenuanti, per riuscire<br />

a far fronte adeguatamente a tutte<br />

le esigenze di ordine e di sicurezza.<br />

Con il vostro ruolo e la vostra divisa,<br />

avete senz'altro contribuito ad offrire a<br />

milioni di pellegrini un'immagine del<br />

Vaticano, della Santa Sede e della<br />

Chiesa, in cui era sotto gli occhi di tutti<br />

il senso di attaccamento al dovere e<br />

lo spirito di servizio. Anche a nome<br />

del Santo Padre, unisco il ringraziamento<br />

sincero con un rinnovato augurio<br />

per un sereno e soddisfacente lavoro<br />

e di pace per voi e le vostre famiglie».<br />

All'omelia del Cardinale è seguita la<br />

preghiera dei fedeli, proclamata da alcuni<br />

degli agenti più giovani e, dopo la<br />

benedizione, un canto natalizio ha<br />

concluso il momento di preghiera.<br />

Subito dopo, nell'attigua caserma<br />

del Corpo, tutti si sono ritrovati intorno<br />

al Cardinale per un momento di festa<br />

comunitario. È stato il cav. Camillo<br />

Cibin, Ispettore Generale del Corpo, a<br />

rivolgere brevi parole di saluto agli<br />

ospiti convenuti e il ringraziamento ai<br />

suoi agenti per il puntuale servizio<br />

svolto.<br />

Sono intervenuti alla festa, tra gli altri,<br />

Monsignor Giorgio Corbellini, Vice<br />

Segretario Generale del Governatorato,<br />

Monsignor Giuseppe Conte, Cappellano,<br />

e il dr. Pompili, Medico del Corpo.<br />

BRUNO LUTI<br />

Morta a Pesaro<br />

Madre Flora Pallotta<br />

Madre Flora Pallotta è morta il 9 gennaio a Pesaro avendo avuto per<br />

tutta la vita chiara coscienza di essere umile strumento nelle mani di Dio e<br />

della Madonna Regina della Pace.<br />

Era nata a Force (Ascoli Piceno) il 6 gennaio 1916. Giovanissima, fece<br />

parte dell'Azione Cattolica nella quale maturò la sua vocazione religiosa.<br />

Fu accolta tra le piccole Ancelle del Sacro Cuore di Città di Castello e coltivò<br />

il carisma di amore per i bambini, specialmente quelli più abbandonati.<br />

Decisa a dar vita ad una forma di apostolato autonoma, fondò, nella<br />

città di Pesaro, la Congregazione religiosa delle Suore Francescane Missionarie<br />

della Fanciullezza.<br />

Devota di san Francesco d'Assisi, ne seguì l'ideale percorrendo la strada<br />

del Vangelo della carità. Si dedicò all'accoglienza e alla formazione dei<br />

bambini abbandonati.<br />

La Congregazione venne riconosciuta dal Vescovo di Pesaro, Monsignor<br />

Carlo Borromeo, nel 1962. Giovanni Paolo II, il 29 giugno 1984, diede all'Istituto<br />

l'approvazione di Diritto Pontificio.<br />

La Congregazione si sviluppò rapidamente nelle Marche, nel Lazio,<br />

in Emilia-Romagna e in Lombardia. Negli ultimi anni anche in America<br />

Latina.


.<br />

PAGINA<br />

8 .<br />

Il clero di Lungro degli italo-albanesi<br />

incontra quello di Cassano all'Jonio<br />

Il clero di Lungro degli italo-albanesi<br />

riceverà, giovedì 18 gennaio, quello di<br />

Cassano all'Jonio, in restituzione della<br />

visita dello scorso anno in occasione della<br />

Settimana di preghiera per l'Unità dei<br />

Cristiani. L'incontro tra i presbiteri delle<br />

due Chiese calabresi — la prima è un'Eparchia,<br />

la seconda è una Diocesi — è<br />

stato annunciato di recente dal Vescovo<br />

di Lungro, Mons. Ercole Lupinacci.<br />

Il Presule, il 29 dicembre scorso, aveva<br />

presentato, nella Biblioteca dell'Episcopio,<br />

il Messaggio del Santo Padre per<br />

la Giornata Mondiale della Pace, illustrandone<br />

i contenuti ai numerosi fedeli<br />

intervenuti.<br />

Il Messaggio del Papa aveva per tema<br />

«Dialogo tra le culture per una civiltà<br />

dell'amore e della pace», e le Nazioni<br />

Unite hanno proclamato il 2001 Anno internazionale<br />

del dialogo tra le civiltà. Un<br />

argomento, questo, che sta molto a cuore<br />

alla piccola comunità di lingua e tradizione<br />

albanesi residente insediata da<br />

secoli nell'Italia meridionale.<br />

Ne è scaturito un interessante dibattito:<br />

«Il paragrafo 15 del Messaggio — ha<br />

detto — è particolarmente interessante<br />

per la nostra situazione di Chiesa italoalbanese<br />

e per la nostra cultura tradizionale,<br />

che vengono minacciate dal dinamismo<br />

culturale della nostra epoca».<br />

In un clima culturale mondiale in cui<br />

si parla di scontro tra le civiltà, Giovanni<br />

Paolo II ripropone il valore del dialogo,<br />

come via creativa per risolvere i pro-<br />

blemi e le tensioni causate, a volte, anche<br />

dall'emigrazione. «Di fronte al fenomeno<br />

— ha aggiunto Mons. Lupinacci<br />

— occorre trovare un equilibrio tra l'apertura<br />

alle nuove minoranze e lo sviluppo<br />

della “fisionomia culturale” di un<br />

determinato territorio».<br />

«In una materia così complessa —<br />

scrive il Papa — non ci sono formule<br />

“magiche”. È doveroso tuttavia individuare<br />

alcuni principi di fondo a cui fare<br />

riferimento. Primo fra tutti, è da ricordare<br />

il principio secondo cui gli immigrati<br />

vanno sempre trattati con il rispetto<br />

dovuto alla dignità di ciascuna persona<br />

umana. A questo principio deve piegarsi<br />

la pur doverosa valutazione del bene<br />

comune, quando si tratta di disciplinare<br />

i flussi migratori. Si tratta allora di<br />

coniugare l'accoglienza che si deve a<br />

tutti gli esseri umani, specie se indigenti,<br />

con la valutazione delle condizioni indispensabili<br />

per una vita dignitosa e pacifica<br />

per gli abitanti originari e per<br />

quelli sopraggiunti».<br />

In precedenza la comunità di Lungro<br />

degli italo-albanesi aveva partecipato alle<br />

celebrazioni del tempo di Natale presiedute<br />

dal Vescovo. Tema ricorrente nelle<br />

meditazioni offerte dal Presule alla riflessione<br />

dei fedeli è stato quello dell'Incarnazione,<br />

nelle opere di san Nicola<br />

Cabasilas. «Poiché non era possibile che<br />

noi salissimo alla partecipazione dei suoi<br />

beni — afferma il santo — è Lui che, discendendo<br />

fino a noi condivise la nostra<br />

condizione».<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Giovedì 11 Gennaio 2001<br />

Dal 15 gennaio, il ciclo dedicato alle Omelie sull'Esodo<br />

A Roma una lettura pubblica di Origene<br />

Leggere Origene a Roma: sembrava<br />

una sfida, quando la lectio del grande<br />

Alessandrino prese il suo avvio nel 1996.<br />

Ora, mentre comincia il quinto ciclo delle<br />

letture origeniane — destinato quest'anno<br />

alle Omelie sull'Esodo — occorre<br />

riconoscere la «fortuna di un'iniziativa<br />

finalmente collaudata sul duplice versante<br />

dell'incidenza scientifica e dell'alta<br />

divulgazione. L'impegno scientifico è attestato<br />

fra l'altro dalla pubblicazione di<br />

due libri, che raccolgono le Letture di<br />

altrettanti cicli precedenti: si vedano al<br />

riguardo la Lettura delle Omelie di Origene<br />

sulla Genesi (LAS, Roma 1999, volume<br />

accolto e recensito con favore dalla<br />

critica più autorevole) e la Lettura<br />

delle Omelie di Origene su Geremia<br />

(LAS, Roma 2001, di imminente comparsa<br />

nelle librerie).<br />

Bisogna riconoscere per questo il coraggio<br />

e la dedizione dei due partner<br />

della lectio: il Gruppo origeniano di ricerca<br />

su Origene e la tradizione alessandrina<br />

e la Facoltà di Lettere cristiane<br />

e classiche (Pontificium Institutum<br />

Altioris Latinitatis) dell'Università Pontificia<br />

Salesiana.<br />

1. La ricerca su Origene<br />

e la tradizione alessandrina<br />

Anche se gli studi origeniani sono in<br />

piena fioritura ormai da diversi decenni<br />

(ricordiamo almeno, tra gli origenisti<br />

più famosi, J. Daniélou, H. de Lubac,<br />

H. Urs von Balthasar, H. Crouzel, M.<br />

Simonetti...), non si può dire che in Italia<br />

l'opera di Origene (185-254) goda le<br />

attenzioni del pubblico colto non specialista,<br />

né che essa sia entrata a far parte<br />

di un più ampio circuito culturale. nell'insegnamento<br />

scolastico liceale di filosofia<br />

o di lettere classiche capita allo<br />

studente mediamente interessato di sentir<br />

parlare di Agostino, ma è più difficile<br />

che lo stesso accada per Origene, la cui<br />

importanza, sul piano generale della storia<br />

del pensiero, non è certo inferiore.<br />

A fronte di tale contesto culturale si<br />

poneva nel 1994 la fondazione del Gruppo<br />

italiano di ricerca su Origene e la<br />

tradizione alessandrina, con sede a Pisa.<br />

nel corso degli anni successivi vi aderirono,<br />

oltre a Pisa, le Università degli<br />

Studi di Chieti e di Padova, nonché l'Università<br />

Cattolica del Sacro Cuore di<br />

Milano.<br />

I più cospicui risultati del Gruppo si<br />

possono cogliere in tre ambiti distinti di<br />

pubblicazioni e di attività. In primo luogo,<br />

la rivista Adamantius, stampata dall'Editore<br />

Pazzini con il contributo del<br />

Consiglio nazionale delle Ricerche: si<br />

tratta di un liber annuus, giunto con il<br />

Duemila al sesto fascicolo. Raccoglie articoli<br />

e note, notizie e indirizzario del<br />

Gruppo, insieme ad un prezioso repertorio<br />

bibliografico su Origene e la tradizione<br />

alessandrina.<br />

In secondo luogo, l'edizione bilingue<br />

(testo originale e traduzione in lingua<br />

italiana) delle opere origeniane a noi<br />

pervenute: se ne sta occupando la benemerita<br />

Editrice Città Nuova. È uscito finora<br />

un «volume apripista», a cura di<br />

Adele Monaci Castagno, Origene. Dizionario.<br />

La cultura, il pensiero, le opere,<br />

Roma 2000.<br />

Infine, i Convegni e i Seminari di studio:<br />

a questo riguardo occorre notare almeno<br />

che — grazie all'intraprendenza<br />

del Gruppo e del suo Coordinatore, Lorenzo<br />

Perrone — l'Università di Pisa<br />

ospiterà quest'anno l'ottavo Colloquium<br />

Origenianum, appuntamento scientifico<br />

a cadenza quadriennale, lungamente atteso<br />

e preparato da tutti gli origenisti<br />

del mondo (27-31 agosto 2001).<br />

«Origenes, In numeros homilia XXVII» (1160 ca)<br />

biblioteca nazionale statale di Monaco di Baviera<br />

«Origenis Adamantii Opera quae quidem proferri potuerunt omnia» - (Parigi 1619)<br />

Due Vescovi della Toscana<br />

guidano un pellegrinaggio<br />

in Terra Santa<br />

La Rettoria appartiene alla parrocchia romana di san Pio V<br />

La storica chiesetta della Madonna del Riposo<br />

Alla morte di Mons. Claudio Morino<br />

(12 giugno 1995), carico di anni e di meriti,<br />

che salvò la chiesetta romana della<br />

Madonna del Riposo dalle ingiurie dell'uomo<br />

e del tempo, il Cardinale Vicario,<br />

Camillo Ruini, volle provvedere<br />

molto presto alla nomina del nuovo Rettore<br />

nella persona dell'allora Vescovo<br />

Ausiliare di Roma, Settore Ovest, Mons.<br />

Cesare Nosiglia incaricando contestualmente<br />

il parroco pro-tempore della vicina<br />

Parrocchia di s. Pio V per tutte le incombenze<br />

di carattere religioso ed amministrativo.<br />

La chiesetta della Madonna del Riposo<br />

viene così finalmente a ricongiungersi<br />

alla Parrocchia per quella unità pastorale,<br />

divenuta indispensabile dopo il Concilio<br />

Vaticano II ed anche per l'azione<br />

propulsiva del Secondo Sinodo Romano<br />

preparato e celebrato negli anni 1986-<br />

1993 e promulgato dal Papa Giovanni<br />

Paolo II il 24 giugno 1993.<br />

Nel cap. III, al n. 53 si legge, tra l'altro:<br />

«La pietà mariana è parte essenziale<br />

della spiritualità cristiana e trova molteplici<br />

espressioni nella devozione popolare<br />

romana».E, proseguendo: «Le espressioni<br />

di pietà verso la Vergine, così numerose<br />

e tipiche, devono essere segno<br />

di un impegno da parte dei fedeli a conformare<br />

la propria vita a quella di Maria,<br />

adempiendo come lei la volontà del<br />

Padre e con lei offrendo al mondo, attraverso<br />

la testimonianza dell'amore reciproco,<br />

il Figlio suo Gesù Cristo».<br />

È, in sintesi, quello che abbiamo cercato<br />

di fare in questi anni, valorizzando<br />

2. La Lettura<br />

delle Omelie sull'Esodo<br />

A quest'ultimo àmbito di attività va ricondotta<br />

anche l'annuale edizione della<br />

Lettura pubblica e tendenzialmente sistematica<br />

delle opere di Origene. L'iniziativa<br />

è sorta a Roma cinque anni fa<br />

con un intento di forte comunicazione,<br />

proponendosi non solo di far conoscere<br />

l'Alessandrino, ma anche di farlo apprezzare<br />

come autore appassionato e<br />

appassionante. Dopo I princípi (1996:<br />

com'è noto, quest'opera rappresenta un<br />

sicuro punto di riferimento per tutta la<br />

produzione dell'Alessandrino), sono stati<br />

«letti» finora alcuni scritti esegetici: le<br />

Omelie e il Commento sul Cantico dei<br />

Cantici (1997-1998), le Omelie sulla Genesi<br />

(1999) e le Omelie su Geremia<br />

(2000). È ora la volta delle tredici Omelie<br />

sull'Esodo, a noi pervenute nella traduzione<br />

latina di Rufino. Origene le pronunciò<br />

a Cesarea negli ultimi anni della<br />

sua vita, dopo il 245. Così esse rappresentano<br />

un punto d'arrivo nella «rilettura<br />

cristiana» dell'Antico Testamento, sistematicamente<br />

perseguita dall'Alessandrino.<br />

Basti ricordare al riguardo la celebre<br />

interpretazione della Pasqua veterotestamentaria<br />

come «tipo» della nuova<br />

Pasqua: «La prima Pasqua è quella del<br />

primo popolo», scrive Origene nella settima<br />

Omelia sull'Esodo, «la seconda Pasqua<br />

è la nostra».<br />

I tempi della Lettura rispecchiano l'originalità<br />

e l'impegno dell'iniziativa.<br />

Ogni incontro durerà circa due ore, e<br />

consterà di tre momenti: anzitutto una<br />

breve sintesi dell'omelia in esame; seguirà<br />

la lettura e la spiegazione dei passi<br />

più importanti; infine sarà riservato<br />

qualche tempo alla discussione.<br />

La Lettura si terrà a Roma, alle ore<br />

17.00, presso il Salone dell'Istituto Salesiano<br />

«Sacro Cuore» di via Marsala 42,<br />

con il seguente programma: lunedì 15<br />

gennaio, Omelia I (Marco Rizzi); lunedì<br />

12 febbraio, Omelia VII (Caterina Moro);<br />

lunedì 12 marzo, Omelia IX (Carla<br />

Noce); lunedì 23 aprile, Omelia X (Francesca<br />

Cocchini); lunedì 14 maggio,<br />

Omelia XIII (Emanuela Prinzivalli).<br />

L'intento dei relatori e degli organizzatori<br />

è che Origene torni a parlare alla<br />

gente di oggi. Uomo straordinariamente<br />

ricco di vita spirituale e di cultura — al<br />

punto che il magistero attuale di Giovanni<br />

Paolo II, superando secolari controversie,<br />

non esita a citarne la dottrina,<br />

alla pari dei Padri della Chiesa —, filosofo<br />

dallo sguardo sensibile a tutte le<br />

realtà interiori, esegeta dall'intelligenza<br />

fine e profonda, Origene non può fare a<br />

meno di interrogarci, da vero Maestro<br />

(quale fu sempre, fin dai suoi diciassette<br />

anni d'età). Amato, odiato, frainteso,<br />

condannato e riabilitato, l'eredità che<br />

l'immensa opera di Origene ha lasciato<br />

nella storia del pensiero si può forse<br />

riassumere con le parole del suo famoso<br />

discepolo, Gregorio il Taumaturgo: «Egli<br />

soprattutto ci insegnava a non limitarci<br />

all'esteriorità e all'apparenza, talora fallaci,<br />

false, ma ad investigare con diligenza<br />

la sostanza delle cose, affinché il Verbo<br />

divino non entri nudo, scoperto, in<br />

anime indegne».<br />

Queste parole non hanno perso la<br />

loro attualità per i lettori del Terzo Millennio.<br />

È celebre — infine — il «paradosso»<br />

di Erasmo di Rotterdam: «Una<br />

sola pagina di Origene — scriveva — mi<br />

insegna più filosofia cristiana che dieci<br />

di Agostino». l di là delle interpretazioni<br />

che se ne possono trarre, il «paradosso»<br />

di Erasmo è (anch'esso!) un appassionato<br />

invito alla lettura di Origene.<br />

ENRICO DAL COVOLO<br />

un antico Oratorio, caro alla pietà popolare<br />

dei Romani ed ora al centro di un<br />

quartiere caotico e disordinato, ma pulsante<br />

di vita sia in senso economico, sia<br />

soprattutto in senso spirituale.<br />

Nella parrocchia di s. Pio V la festa<br />

patronale è divenuta quella della Madonna<br />

del Riposo e si celebra la seconda<br />

domenica del mese di ottobre. Si porta<br />

in processione una copia del dipinto della<br />

chiesetta e si festeggia nel quartiere<br />

che dalla via omonima prende nome.<br />

Associazioni e gruppi riprendono le loro<br />

attività dopo la pausa estiva, si compie<br />

un gesto di carità al quale tutta la popolazione<br />

è invitata a collaborare essendo<br />

il mese di ottobre da tempo consacrato<br />

alla preghiera ed alle offerte per le Missioni<br />

cattoliche.<br />

La memoria di s. Pio V è legata a<br />

molti luoghi del quartiere visitati da<br />

quel Papa al suo tempo, tra cui la nostra<br />

chiesetta che ne conserva la memoria.<br />

Papa Pio V amava molto la Madonna<br />

e nel Casale che fu suo e che da lui<br />

prende nome si indica ancor oggi la finestra<br />

dalla quale il Santo Pontefice vide<br />

la Madonna che lo rassicurava sulla vittoria<br />

dei cristiani a Lepanto (7 ottobre<br />

1574). Il binomio Maria-Pio V è così<br />

molto vivo nella vita spirituale del nostro<br />

quartiere e trova la sua giusta collocazione<br />

nel Progetto pastorale della Parrocchia.<br />

Nella chiesetta il mese di maggio<br />

ed il mese di ottobre sono celebrati<br />

con particolare rilievo in onore di Maria.<br />

Tutta la liturgia, festiva e feriale, è<br />

ben curata per la valida presenza di un<br />

Pubblicati gli Atti di un convegno svoltosi a Cesena<br />

Un volume per i Papi<br />

Pio VI e Pio VII<br />

«I Pontificati di Pio VI e Pio VII» è il<br />

titolo del volume che è stato presentato<br />

di recente a Cesena nel salone di Palazzo<br />

Ghini dai professori Giuseppe M.<br />

Croce e Alessandro Albertazzi.<br />

L'opera, a cura di Marino Mengozzi,<br />

pubblica gli Atti del convegno che la<br />

Diocesi di Cesena-Sarsina ha promosso<br />

nella giornata del 9 ottobre 2000, per fare<br />

memoria, riattingendo alla ricchezza<br />

della loro testimonianza evangelica e di<br />

servitori della Chiesa, dei suoi illustri figli,<br />

Giovanni Angelo Braschi e Barnaba<br />

Pio VI - Ritratto di Raffaello Mengs<br />

Gregorio Chiaramonti i Papi Pio VI<br />

(1775-1799) e Pio VII (1800-1823), rispettivamente,<br />

nel bicentenario della morte<br />

del primo — a Valence in Francia prigioniero<br />

di Napoleone — e della elezione<br />

al Pontificato del secondo, nel Monastero<br />

benedettino dell'isola di s. Giorgio<br />

a Venezia.<br />

Già, in tempi recenti, nella Storia della<br />

Chiesa di Cesena, a firma di Giovanni<br />

Maroni, il drammatico pontificato dei<br />

nostri Papi era stato rivisitato con puntuale<br />

e documentata narrazione.<br />

Ora il volume degli Atti mette a disposizione<br />

di una cerchia più vasta di studiosi<br />

i testi delle relazioni proposte nelle<br />

giornate del convegno, che si arricchì di<br />

una mostra allestita presso la Malatestiana<br />

e di un volume appunto intitolati<br />

«Due Papi per Cesena: Pio V e Pio VII<br />

nei documenti della Piancastelli e della<br />

Malatestiana».<br />

La prima parte del volume raccoglie<br />

le relazioni presentate al convegno: «I<br />

Papi cesenati Pio IV e Pio VII nel passaggio<br />

drammatico tra due secoli» (Cardinale<br />

Achille Silvestrini); «Religione e<br />

rivoluzione nel Pontificato di Pio VI»<br />

(Domenico Rocciolo, direttore dell'Archivio<br />

Storico del Vicariato di Roma);<br />

«Barnaba Chiaramonti benedettino e Vescovo<br />

nella crisi della Chiesa settecentesca»<br />

(Stefania Nanci. Università La Sapienza<br />

di Roma); «Da giacobini a borghesi.<br />

Storie di personalità cittadine tra<br />

Rivoluzione e Restaurazione» (Fabrizio<br />

Foschi, ricercatore di Cesena).<br />

La seconda parte presenta in appendice<br />

ricerche svolte in ambito cesenate e<br />

documentazione inedita o poco conosciuta,<br />

direttamente connessa ai protagonisti<br />

e alle vicende storiche che ne furono<br />

teatro d'azione: «I Papi di Cesena»<br />

(Paola Errani, vicedirettore della Biblioteca<br />

Malatestiana di Cesena che riporta<br />

una serie di articoli apparsi sul settimanale<br />

diocesano «Corriere cesenate»);<br />

«Un inedito carteggio di Chiaramonti»<br />

(Fabrizio Foschi e Marino Mengozzi);<br />

«Le lettere dal conclave di Venezia del<br />

cardinale Carlo Bellisomi, Vescovo di<br />

buon gruppo liturgico. Il primo giovedì<br />

di ogni mese viene esposto il SS.mo Sacramento<br />

e si prega per tutte le Vocazioni,<br />

sacerdotali e religiose.<br />

Le ristrettezze economiche per la gestione<br />

della rettoria e la mancanza di<br />

spazi per attività culturali ed incontri,<br />

insieme con la piccolezza della stessa<br />

Cappella non permettono attività stabili,<br />

se non avvalendosi degli spazi ben più<br />

ampi della chiesa e dei locali parrocchiali.<br />

Nelle due stanzette, magistralmente<br />

restaurate, si è fatta accoglienza, durante<br />

il Giubileo, per pellegrini di passaggio<br />

e si punta, in un prossimo futuro, ad un<br />

segno stabile a favore di opere di carità<br />

come ad esempio lo spostamento del<br />

Centro per la famiglia o l'ospitalità per<br />

genitori che hanno eventualmente un loro<br />

caro ricoverato in uno dei vicini<br />

ospedali.<br />

Ma il nuovo millennio e la recente<br />

Missione cittadina chiedono soprattutto<br />

una nuova evangelizzazione della città e<br />

del quartiere. Il nostro piccolo Santuario<br />

urbano e la venerazione antica per la<br />

Madonna del Riposo, possono essere un<br />

luogo spirituale per formare laici preparati<br />

per l'annunzio del Vangelo e la testimonianza<br />

della carità.<br />

Queste le principali ragioni per le<br />

quali il 23 dicembre 2000 Mons. Cesare<br />

Nosiglia, Arcivescovo Vicegerente di Roma<br />

ed ancora Rettore della chiesetta ha<br />

consacrato l'antico Oratorio che, da proprietà<br />

privata, agli inizi del secolo ventesimo<br />

fu donato al Vicariato di Roma e<br />

I Comuni della Toscana gemellati con Betlemme,<br />

hanno organizzato un pellegrinaggio in Terra<br />

Santa che ha inizio giovedì pomeriggio 11 gennaio.<br />

Il folto gruppo di fedeli, che è accompagnato<br />

dai Vescovi di Fiesole, Mons. Luciano Giovannetti,<br />

e di Montepulciano-Chiusi-Pienza, Mons.<br />

Rodolfo Cetoloni, trascorrerà una settimana nei<br />

luoghi dell'Incarnazione, prima di far rientro mercoledì<br />

17. L'itinerario prevede soste e momenti<br />

celebrativi a Gerusalemme, Betlemme, Nazareth,<br />

Gerico, Valle del Giordano, Lago di Tiberiade,<br />

Cafarnao, Tabga e Monte delle Beatitudini.<br />

Cesena» (Andrea Daltri, ricercatore di<br />

Cesena).<br />

Corredano il volume: la riproduzione<br />

del messaggio di Sua Santità Giovanni<br />

Paolo II inviato al Vescovo di Cesena-<br />

Sarsina, Mons. Lino Garavaglia, nella<br />

circostanza del convegno: che si aggiunge<br />

a quello già indirizzato al Vescovo di<br />

Valence in occasione della commemorazione<br />

fatta da quella Diocesi nel bicentenario<br />

della morte di Pio VI (29 agosto<br />

1799) e a quello che era stato successivamente<br />

inviato ai Monaci Benedettini<br />

della Congregazione cassinese in occasione<br />

del Convegno che si è tenuto nel<br />

settembre scorso, a Cesena e a Venezia,<br />

nel bicentenario dell'elezione del loro<br />

confratello, dom Gregorio Chiaramonti<br />

al Soglio Pontificio; la lettera del Cardinale<br />

Angelo Sodano, Segretario di Stato;<br />

un inserto iconografico con alcune serie<br />

di stampe commemorative e celebrative<br />

di episodi della vita dei Pontefici Braschi<br />

e Chiaramonti; brevi schede biografiche<br />

e alberi genealogici.<br />

Il volume, adeguatamente stampato<br />

dalla Sillgraf, costituisce un ulteriore capitolo<br />

ai tantissimi altri già pubblicati<br />

per quel recupero della memoria storica<br />

che sta a fondamento dell'impegno missionario<br />

cui la Chiesa, anche la nostra<br />

Chiesa, è chiamata per la stupenda avventura<br />

dell'Evangelizzazione; la Parola<br />

di Dio ci mette in comunione con il Ministro<br />

della Trascendenza, la ricostruzione<br />

storiografica ci consente la lettura, il<br />

discernimento dei «segni del tempo».<br />

Scrive il Santo Padre nel messaggio<br />

inviato al Vescovo Garavaglia: «Pio VI e<br />

PioVII contribuirono in maniera determinante<br />

a custodire il Popolo di Dio e a<br />

garantire la stabilità alle istituzioni ecclesiastiche.<br />

Con la loro personale sofferen-<br />

Pio VII - Ritratto di Jacques-Louis David<br />

za — prosegue — nei momenti di esilio,<br />

che entrambi dovettero patire, essi più<br />

che mai resero onore a Cristo ed alla dignità<br />

pontificia, operando efficacemente<br />

per l'autentica edificazione della Chiesa<br />

attraverso una coraggiosa testimonianza<br />

evangelica, illuminata dalla forza vittoriosa<br />

della Croce».<br />

Questo recupero di memoria storica<br />

— scrive Mons. Lino Garavaglia — sia<br />

davvero nell'ampia presentazione una<br />

feconda provocazione proposta a tutta<br />

la Comunità diocesana, per affrontare<br />

con la forza del Vangelo e la luce dello<br />

Spirito la sfida che il III millennio ci pone<br />

di fronte. I nostri fratelli — aggiunge<br />

il Presule — che ci hanno preceduto tornano<br />

per metterci a confronto con la loro<br />

testimonianza.<br />

PIERO ALTIERI<br />

divenne il primo luogo di culto di una<br />

vasta periferia rurale, la campagna romana,<br />

nella zona nord-ovest della città.<br />

L'arch. Cinzia Sebastiani e gli uffici tecnici<br />

del Vicariato insieme con il parroco<br />

di s. Pio V, nell'estate 1997 hanno curato<br />

il restauro delle mura, dei tetti, delle<br />

pitture, specialmente dello stupendo affresco<br />

cinquecentesco, arricchendo di<br />

un nuovo altare, dell'ambone e della sede<br />

in uno spazio ristretto, ma funzionale.<br />

Recentemente è stata donata una bella<br />

e antica Via Crucis. La piccola edicola<br />

mariana, risalente ai tempi dei protomartiri<br />

romani del Colle Vaticano, divenne<br />

una vera e propria chiesetta per<br />

merito di Pio IV nel 1561 e di Pio V che<br />

pochi decenni dopo la ampliò, anche in<br />

ringraziamento a Maria per la vittoria<br />

dei cristiani a Lepanto. Più recentemente<br />

vi si raccoglieva in preghiera Papa Pacelli<br />

Pio XII, la cui famiglia abitava nei<br />

paraggi. Sotto l'altare sono state deposte<br />

le reliquie dei Santi Pio V, Carlo Borromeo,<br />

contemporaneo e nipote di Pio IV<br />

e Caterina da Siena, dottore della Chiesa<br />

e Patrona d'Italia e d'Europa.<br />

Per questo vogliamo invocare S. Maria<br />

del Riposo perché sia lei la Stella della<br />

nuova evangelizzazione e l'aurora del<br />

terzo millennio, ricco di tecnologia e di<br />

strumenti della comunicazione, ma bisognoso<br />

di tornare a valori come la famiglia<br />

e la vita, la dignità della persona e<br />

la dimensione comunitaria, nello spirito<br />

delle beatitudini evangeliche.<br />

LUIGI STORTO


.<br />

PAGINA<br />

9 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Giovedì 11 Gennaio 2001<br />

Lettera pastorale dei Vescovi cattolici dell'Ucraina ai sacerdoti<br />

e ai fedeli al termine del Grande Giubileo dell'Anno 2000<br />

Giovanni Paolo II, apostolo della verità e dell'amore di Cristo<br />

porta dappertutto la pace e la speranza, insegna a vincere il male con il bene<br />

e a camminare sulla via della concordia e della riconciliazione<br />

Giovanni Paolo II, apostolo della verità<br />

e dell'amore di Cristo, porta dappertutto<br />

la pace e la speranza, insegna<br />

a vincere il male con il bene e a camminare<br />

sulla vita della concordia e della<br />

riconciliazione. È quanto scrivono i<br />

Vescovi cattolici dell'Ucraina, della Tradizione<br />

Orientale ed Occidentale, nella<br />

Lettera Pastorale inviata, il 13 dicembre<br />

2000, ai sacerdoti ed ai fedeli al termine<br />

del Grande Giubileo dell'Anno<br />

2000 dalla nascita di Cristo.<br />

Ecco il testo della Lettera in una traduzione<br />

italiana:<br />

1. Alle soglie<br />

del Terzo Millennio<br />

Ci troviamo alle soglie del Terzo Millennio<br />

e alla fine del Grande Giubileo<br />

dell'Anno 2000 dalla Nascita di Cristo. Il<br />

Santo Padre, chiudendo la «Porta Santa»<br />

della Basilica di S. Pietro il 6 gennaio<br />

2001, celebrerà la chiusura de<br />

«l'Anno di grazia del Signore» (Lc 4, 19).<br />

In questo periodo noi, Vescovi cattolici<br />

dell'Ucraina di ambedue le tradizioni, ci<br />

rivolgiamo a voi, cari Fratelli e Sorelle,<br />

in occasione della conclusione del Grande<br />

Giubileo.<br />

L'Anno Santo è stato rilevante per la<br />

nostra riconciliazione con Dio e con i<br />

fratelli. Il Figlio di Dio attraverso la sua<br />

venuta nel mondo si è unito in modo<br />

particolare ad ogni uomo, ha assunto la<br />

sorte umana per restituirci la partecipazione<br />

perduta alla vita divina. L'umanità<br />

creata da Dio Padre è stata redenta dal<br />

Figlio Redentore e santificata dallo Spirito<br />

Santo.<br />

2. Verso il futuro<br />

«Alzati e cammina» — ha detto Gesù<br />

al paralitico. Queste parole hanno confermato<br />

il suo potere di rimettere i peccati.<br />

In quell'episodio si possono intravedere<br />

i frutti della grazia dell'Anno Santo.<br />

Dio, attraverso il ministero della<br />

Chiesa, ci ha dato la possibilità di rialzarci<br />

e di sperimentare l'amore misericordioso<br />

del Padre, rivelato nella nostra<br />

liberazione in Gesù Cristo dalla schiavitù<br />

del peccato, nonché nel rinnovamento<br />

della vita nello Spirito Santo.<br />

Le parole «alzati e cammina» esprimono<br />

una sfida di cui il Santo Padre<br />

Giovanni Paolo II ha detto: «Tutto dovrà<br />

mirare all'obiettivo prioritario del Giubileo<br />

che è il rinvigorimento della fede e<br />

della testimonianza dei cristiani. È necessario,<br />

pertanto, suscitare in ogni fedele<br />

un vero anelito alla santità, un desiderio<br />

forte di conversione e di rinnovamento<br />

personale in un clima di sempre<br />

più intensa preghiera e di solidale accoglienza<br />

del prossimo, specialmente quello<br />

più bisognoso» (Tertio Millennio adveniente<br />

42).<br />

«Si rinfranchi, dunque, la fede, cresca<br />

la speranza, diventi sempre più operosa<br />

la carità, in vista di un rinnovato impegno<br />

di testimonianza cristiana nel mondo<br />

del prossimo millennio» (Incarnationis<br />

mysterium 11 ).<br />

Avendo davanti agli occhi l'episodio<br />

evangelico della guarigione del paralitico<br />

edaccogliendoilmessaggiodel Santo Padre,<br />

dobbiamo camminare «portando a<br />

compimento la nostra santificazione» (2<br />

Cor 7, 1 ).S.Paolocigarantisce che «coluichehainiziatoin<br />

voi quest'opera buona,<br />

la porterà a compimento» (Fil 1, 6).<br />

Preghiera in preparazione<br />

alla visita del Santo Padre<br />

O Signore, Dio Onnipotente, Ti lodiamo e Ti rendiamo grazie per il fatto<br />

che attraverso il Battesimo noi apparteniamo alla Tua Chiesa e siamo fieri di<br />

portare il nome di Cristiani. Fa' che diventiamo un popolo santo, unito nell'unione<br />

del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.<br />

O Dio, Pastore delle anime, Tu hai scelto il tuo Servo Giovanni Paolo II, affinché<br />

presieda come Successore dell'Apostolo Pietro a tutta la Chiesa. Difendilo,<br />

assistilo con la Tua costante protezione, concedigli la forza, perché possa<br />

visitare anche il Tuo popolo che vive in Ucraina, e rafforzare la fede del Tuo<br />

popolo, l'amore fraterno e l'unità della Chiesa.<br />

Ascolta le nostre preghiere e fa' che il tempo dell'attesa del Pellegrinaggio<br />

Apostolico del Santo Padre contribuisca al rinnovamento religioso dei Cristiani<br />

nelle parrocchie, nelle famiglie, nelle comunità; che favorisca una più profonda<br />

conoscenza della verità e una crescita in santità.<br />

O Signore Dio che doni ogni bene, il Tuo Spirito d'amore ci accompagni<br />

sempre perché noi possiamo renderti testimonianza.<br />

Ti preghiamo: venga lo Spirito Santo in nostro aiuto, pervada i nostri cuori,<br />

li fecondi con la rugiada della tua grazia, purifichi i nostri pensieri e ci doni<br />

lo zelo apostolico, affinché diventiamo testimoni della vita nella verità e<br />

nell'amore di Cristo.<br />

Lo chiediamo a Te, o Padre, nello Spirito Santo, per Cristo nostro Signore.<br />

Amen.<br />

3. Nell'attesa<br />

della Visita Apostolica<br />

del Santo Padre<br />

Giovanni Paolo II<br />

L'anno che sta per cominciare sarà<br />

assai particolare per la storia della Chiesa<br />

Cattolica in Ucraina. In giugno 2001<br />

accoglieremo il Santo Padre Giovanni<br />

Paolo II, che come Pellegrino arriverà in<br />

Ucraina non soltanto per i cattolici e per<br />

i cristiani, ma per tutti gli uomini di<br />

buona volontà.<br />

Il Papa slavo desiderava, sin dal primo<br />

anno del suo Pontificato, visitare la<br />

terra di san Volodymyr con la capitale<br />

Kyiv, nonché venire in pellegrinaggio alla<br />

Chiesa di santa Sofia ove si trova la<br />

celebre icona della Madre di Dio chiamata<br />

«Orante» - «Muro Incrollabile». Il<br />

Santo Padre visiterà l'Ucraina indipendente<br />

e metterà il piede sulla riva del<br />

Dnipro per pregare: «O Dio grande, uno<br />

nella Trinità, io ti affido il retaggio della<br />

fede delle nazioni slave; conserva e benedici<br />

questa tua opera!» (Slavorum<br />

Apostoli 30).<br />

4. Il significato<br />

del pellegrinaggio<br />

del Santo Padre<br />

Siamo convinti che non solo i cattolici,<br />

ma tutti gli uomini e le donne attendono<br />

la visita del Santo Padre con grande<br />

stima e con vivo desiderio, affinché il<br />

Messaggero dell'Amore e della Pace di<br />

Cristo porti a tutti la Benedizione Divina.<br />

Difatti, ogni viaggio apostolico del<br />

Santo Padre portava frutti abbondanti.<br />

A ognuno è nota la sollecitudine del Papa<br />

per l'uomo, per i suoi diritti, per i diritti<br />

di tutti i popoli. Egli viene nel nome<br />

del Signore, vuole pregare con i Cristiani,<br />

desidera incontrare gli uomini di<br />

buona volontà. Il pellegrinaggio dell'Apostolo<br />

della Verità e dell'Amore di Cristo<br />

porta dappertutto la pace e la speranza,<br />

insegna a vincere il male con il<br />

bene e a camminare sulla via della concordia<br />

e della riconciliazione<br />

Il Santo Padre viene in terra ucraina<br />

con la Buona Novella che qui fu proclamata<br />

già più di mille anni or sono. Viene<br />

per «confermare nei cristiani di oggi<br />

la fede in Dio rivelatosi in Cristo, sostenerne<br />

la speranza protesa nell'aspettativa<br />

della vita eterna, ravvivarne la carità,<br />

operosamente impegnata nel servizio ai<br />

fratelli»(Tertio Millennio adveniente 31).<br />

5. Chi è il Santo Padre<br />

e perché<br />

viene a visitarci?<br />

Il Santo Padre Giovanni Paolo II è il<br />

Vescovo di Roma, Successore di San<br />

Pietro Apostolo, sul fondamento del<br />

quale Gesù Cristo ha costruito la sua<br />

Chiesa: «Tu sei Pietro (cioè roccia) e su<br />

La Vergine Orante. Mosaico (XI secolo), Cattedrale di santa Sofia a Kyiv<br />

questa pietra edificherò la mia Chiesa e<br />

le porte degli inferi non prevarranno<br />

contro di essa» (Mt 16, 18). Durante<br />

l'Ultima Cena, Gesù ha fatto a Pietro<br />

questa promessa: «Ho pregato per te,<br />

che non venga meno la tua fede; e tu,<br />

una volta ravveduto, conferma i tuoi<br />

fratelli» (Lc 22, 32).<br />

Dopo la Risurrezione di Gesù Cristo,<br />

11 gennaio: memoria liturgica di sant'Igino Papa<br />

Un Pontefice autentico confessore della fede<br />

aperto alle istanze dell'universalismo cristiano<br />

COSMO FRANCESCO RUPPI<br />

Arcivescovo di Lecce<br />

Di questo Papa non si hanno molte notizie, ma ce n'è una<br />

che lo ha reso particolarmente noto agli storici ed è che egli è<br />

stato il primo Papa non martire. Tutti i primi Papi, infatti, da<br />

San Pietro fin al terzo e quarto secolo hanno offerto la propria<br />

vita al Signore col martirio, ma sant'Igino è venerato santo,<br />

ma non è stato martire, pur essendo vissuto nel secondo<br />

secolo, quando le persecuzioni erano più frequenti.<br />

Successe, infatti, a un Papa martire, san Telesforo, greco<br />

anche lui, come Igino, ma a differenza del primo, che guidò<br />

la Chiesa per undici anni, egli la guidò per appena quattro anni<br />

dal 136 al 140, anche se nel Catalogo liberiano gli si attribuiscono<br />

dodici anni di governo.<br />

Nella serie dei Vescovi di Roma, occupa l'ottavo posto, ma<br />

poi, essendo stato considerato Pietro come il primo Papa, venne<br />

collocato al nono posto nell'elenco dei successori del Pescatore<br />

di Galilea.<br />

Come si è detto, era di origine greca; secondo alcuni era<br />

anche un filosofo. Del resto, c'era un altro precedente di filosofo<br />

greco arrivato a Roma ed era Giustino, grande pensatore,<br />

polemista ed apologeta insigne. Questa circostanza di pensatori<br />

cristiani o convertiti al cristianesimo che dalla Grecia<br />

arrivano a Roma fa ritenere fondata la notizia che anche sant'Igino<br />

possa essere stato un filosofo greco.<br />

Il noto Liber Pontificalis oltre a riconoscerlo come greco e<br />

figlio di un filosofo greco, attribuisce a questo santo Papa la<br />

organizzazione del clero romano e l'assegnazione ad esso di<br />

vari uffici, ma è molto più probabile che a metà del secondo<br />

secolo la funzione del clero, non solo di quello romano, ma<br />

anche di quello orientale, non fosse affatto precisa e definitiva,<br />

anche a ragione delle innumerevoli difficoltà politiche in<br />

cui si trovava soprattutto la Chiesa di Roma.<br />

Quel che più interessa di questo Pontefice, molto lontano<br />

da noi e assai poco documentato dagli storici e dai biografi, è<br />

la sua apertura al pensiero greco, come è attestato dallo stesso<br />

Ireneo, il che è assai importante, se pensiamo che ci troviamo<br />

a pochi decenni dalla evangelizzazione degli Apostoli Pietro<br />

e Paolo.<br />

Sant'Igino Papa (effigie della serie dei Pontefici<br />

nella Basilica di san Paolo fuori le Mura - sec. IX)<br />

Val la pena perciò di riflettere, ricordando questo Pontefice,<br />

ai primi passi della Chiesa di Roma che non dimentica l'Oriente<br />

e si ricollega attivamente col pensiero e con gli uomini della<br />

Grecia, a conferma non solo delle aperture di Paolo verso gli<br />

ateniesi, ma soprattutto dell'universalismo cristiano che, sin<br />

dall'inizio, è stata l'eredità migliore degli apostoli: i Papi, cioè,<br />

pur essendo romani a tutti gli effetti, e pur vivendo appieno la<br />

romanità, non dimenticano le proprie radici, specie quando,<br />

come nel caso di Igino, si tratta di radici antiche, nobili e illuminanti.<br />

Ci spiace non aver nessun frammento del suo magistero,<br />

perché avremmo di certo goduto nel vedere il felice innesto<br />

della predicazione evangelica con la cultura greca e quella romana,<br />

ma basta leggere le opere di Ireneo, per scorgerne, con<br />

le debite riserve, una linea di riflessione anche oggi assai utile<br />

a conoscere.<br />

Abbiamo detto all'inizio che Igino è il primo Papa santo,<br />

ma non martire, ma ci corre l'obbligo di riferire che il Martirologio<br />

Geronimiano lo commemora non da solo, ma insieme<br />

ad altri Vescovi romani dei primi tre secoli, ponendo la sua<br />

festa al 23 dicembre, mentre il Martirologio Romano, la pone<br />

all'11 gennaio, seguito in questo anche da altre fonti dell'antichità.<br />

Sempre secondo il Liber Pontificalis venne sepolto nelle vicinanze<br />

di san Pietro; solitamente è raffigurato con la barba<br />

bianca e occhi grandi, come si può vedere ancora oggi in un<br />

ritratto che si trova in san Paolo fuori le mura, attribuito al<br />

secolo quinto. Ma la sua immagine la si può vedere anche nelle<br />

nicchie tra la Cappella Sistina in una raffigurazione attribuita<br />

al Ghirlandaio, mentre di lui, oltre che nei citati Martirologi,<br />

possiamo leggere notizie sia nella storia di Eusebio di Cesarea,<br />

che in Ireneo e in altre fonti dell'antichità.<br />

Anche se poco noto, questo Papa va ricordato con venerazione<br />

e gratitudine, non solo perché è un anello tra i successori<br />

di Pietro, ma anche perché ha preceduto la serie dei tanti<br />

Pio: dopo di lui, infatti, salirà sulla Cattedra di Pietro san Pio<br />

I e vi resterà per ben tredici anni quello che probabilmente<br />

era il fratello di Erma, l'autore del Pastore di Erma pregevole<br />

fonte della Chiesa antica, alla quale anche oggi attingiamo con<br />

frutto.<br />

Parlando dei primi Papi, gli storici annotano che nei primi<br />

secoli l'episcopato monarchico non era ancora del tutto precisato<br />

e definito, ma poco importa. Quel che conta, oggi per<br />

noi, è sapere che Roma ha avuto sempre il suo Vescovo e che<br />

tale Vescovo è stato riconosciuto come legittimo successore di<br />

Pietro in tutte le sue funzioni di maestro e pastore universale.<br />

Non fosse che per questo, anche sant'Igino Papa merita<br />

una particolare menzione, una preghiera e un atto di gratitudine.<br />

Pietro insieme ai discepoli, vivendo profondamente<br />

quest'evento, ha cominciato<br />

ad annunziare il Vangelo e a diffondere<br />

la Chiesa tra i popoli del mondo come<br />

comunità dei seguaci di Cristo. Ha confermato<br />

il messaggio evangelico con la<br />

morte da martire a Roma, dove si trova<br />

il suo sepolcro. Nella persona dei successivi<br />

Vescovi di Roma continua a<br />

compiersi la missione di confermare i<br />

fratelli nella fede e nell'unità. Il ministero<br />

di Pietro continua senza interruzione<br />

fino ai nostri giorni. Per questo noi chiamiamo<br />

il Santo Padre Successore di San<br />

Pietro nel ministero del Papa.<br />

6. Preparazione spirituale<br />

Attendendo la venuta del Santo Padre<br />

quale Capo visibile della Chiesa e Successore<br />

di San Pietro, guardiamo a tale<br />

grande evento con lo spirito di fede. Il<br />

carattere religioso e morale di ogni visita<br />

apostolica del Santo Padre ha un<br />

gran significato per il rafforzamento della<br />

fede. Avremo il modo di esprimere la<br />

nostra fedeltà al Santo Padre, la gratitudine<br />

per la sua presenza e per la sollecitudine<br />

verso i popoli slavi. Nutriamo la<br />

speranza che il Papa che viene dalla stirpe<br />

slava, può diventare vincolo d'unità<br />

di tutti che professano la fede cristiana<br />

di varie tradizioni.<br />

La visita del Santo Padre in Ucraina è<br />

un gran dono e grazia della Provvidenza.<br />

Essa porterà vantaggio al nostro<br />

Paese.<br />

Il Santo Padre è un instancabile promotore<br />

della verità e della giustizia, dell'ordine<br />

morale e sociale, del rispetto<br />

della vita umana sin dal concepimento e<br />

fino alla morte naturale, del rispetto dei<br />

diritti umani e della sollecitudine per i<br />

bisognosi, per i poveri e per coloro che<br />

si trovano in pericolo. Speriamo che<br />

non solo i cristiani, ma anche tutti gli<br />

uomini di buona volontà saranno solidali,<br />

e con cuore aperto accoglieranno l'Apostolo<br />

dell'Unità di quella fede che esisteva<br />

mille anni fa, quando la Rus' di<br />

Kyiv ricevette il battesimo.<br />

Preghiamo, affinché Iddio conservi il<br />

Santo Padre in buona salute. Preghiamo<br />

per tutto il popolo ucraino e per i suoi<br />

dirigenti. Chiediamo a Dio, per l'intercessione<br />

della Santissima Madre di Dio,<br />

che noi tutti possiamo riconoscere la<br />

grazia dei suoi doni in quei giorni particolari<br />

del pellegrinaggio del Successore<br />

di San Pietro. Che quei giorni diventino<br />

il tempo della Visitazione Divina, tempo<br />

di pace e di gioia della fede. Apriamo i<br />

nostri cuori e le nostre menti alla Parola<br />

di Dio e all'Azione divina.<br />

Stendiamo su di voi le nostre mani da<br />

Pastori e benediciamo tutti i fedeli: Nel<br />

nome del Padre e del Figlio e dello Spirito<br />

Santo.<br />

Lviv, 13 dicembre 2000<br />

Vescovi cattolici dell'Ucraina della<br />

Tradizione Orientale ed Occidentale<br />

✠ LUBOMYR HUSAR<br />

Vescovo Ausiliare<br />

con Facoltà Delegate dell'Arcivescovo<br />

Maggiore di Lviv degli Ucraini<br />

✠ MARIAN JAWORSKI<br />

Metropolita della Chiesa Cattolica<br />

di rito latino in Ucraina<br />

Inizio della Missione<br />

del Nunzio Apostolico<br />

in Giamaica<br />

S.E. Mons. Emil Paul Tscherrig, Vescovo titolare di<br />

Voli, ha iniziato la sua missione come Nunzio Apostolico<br />

in Giamaica.<br />

Il 15 dicembre il Nunzio ha presentato le Lettere Credenziali<br />

al Governatore Generale, l'On. Sir Howard<br />

Cooke.<br />

In mattinata il Rappresentante Pontificio era stato<br />

prelevato dalla sua abitazione insieme all'Arcivescovo di<br />

Kingston, S.E. Mons. Edgerton R. Clarke, per essere<br />

condotto alla King's House dove è stato ricevuto dal Capo<br />

del Protocollo che l'ha introdotto alla presenza del<br />

Governatore Generale per il breve atto ufficiale cui è seguito<br />

un incontro nel quale il Governatore ha ricordato<br />

con animo grato la visita pastorale compiuta dal Santo<br />

Padre nel 1993.<br />

Il Rappresentante Pontificio era giunto all'aeroporto<br />

internazionale di Kingston il 13 dicembre ed era stato<br />

ricevuto dalla Sig.ra Elinor Felix, dell'Ufficio del Protocollo,<br />

che ha subito condotto il Nunzio al Ministero degli<br />

Esteri per un incontro con il Capo del Protocollo,<br />

Ambasciatore Madge J. Barret. Il giorno successivo il<br />

Nunzio ha presentato copia delle Credenziali al Ministro<br />

degli Esteri, On. Dr. Paul Robertson, che l'ha ricevuto<br />

alla presenza dell'Ambasciatore Vivia Betton, Direttrice<br />

del Dipartimento per le relazioni bilaterali. Entrambi<br />

hanno lodato il lavoro svolto dalla Chiesa cattolica in<br />

Giamaica, specialmente nelle scuole e nelle opere sociali<br />

e hanno ricordato la visita di Sua Santità in Giamaica.<br />

Nella stessa giornata il Rappresentante Pontificio ha<br />

incontrato il Ministro dell'Educazione e della Cultura,<br />

l'On. Burchell Whiteman il quale ha notato il buon livello<br />

culturale mantenuto dalle scuole cattoliche esprimendo<br />

soddisfazione per la collaborazione in atto.<br />

Infine il Nunzio ha visitato con Mons. Clarke varie<br />

istituzione della Chiesa di Kingston e ha effettuato un<br />

sopralluogo nella nuova Diocesi di Spanish; e, con S.E.<br />

Mons. Paul Michael Boyle si è recato nella Diocesi di<br />

Mandeville celebrando la Santa Messa nella Cattedrale<br />

della Città.


AFRICA<br />

PAGINA<br />

10 .<br />

Il cammino<br />

della Chiesa<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Giovedì 11 Gennaio 2001<br />

Preoccupazione per una reale suddivisione<br />

delle competenze scientifiche e tecnologiche<br />

che porti alla loro democratizzazione<br />

sono state espresse dai partecipanti<br />

alla XVI settimana filosofica di Kinshasa,<br />

svoltasi nello scorso mese di dicembre.<br />

I lavori della «Settimana» sono stati<br />

conclusi dal Nunzio Apostolico nella Repubblica<br />

Democratica del Congo, Monsignor<br />

Javier Lozano. Le sedute sono state<br />

organizzate dalla facoltà di filosofia del-<br />

In un centro di accoglienza per ragazzi abbandonati fondato a Kinshasa dai Gesuiti<br />

Celebrazioni per le festività natalizie<br />

nella Casa «per i bambini di strada»<br />

Tra le numerose manifestazioni svoltesi<br />

nelle diverse diocesi della Repubblica<br />

Democratica del Congo per celebrare<br />

il Natale, particolarmente toccante è stata<br />

la Messa di Natale celebrata nel Centro<br />

Monsignor Munzihirwa, diretto dai<br />

Padri gesuiti, dove trovano accoglienza<br />

ed amorevole assistenza i «bambini di<br />

strada», cioè i giovani abbandonati e destinati<br />

a vivere sulle strade delle metropoli.<br />

Un fenomeno, quello dei «bambini<br />

di strada», che non è tipicamente africano<br />

ma che, come è noto, riguarda diversi<br />

Paesi del terzo Mondo.<br />

Per l'Africa si tratta dell'ennesima piaga<br />

sociale che assume i toni della drammaticità<br />

poichè investe i più fragili.<br />

Cogliendo l'occasione che la celebrazione<br />

natalizia gli ha offerto, i giovanissimi<br />

ospiti dei Gesuiti a Kinshasa hanno<br />

voluto rivolgere un sentito messaggio alla<br />

comunità internazionale.<br />

L'appello dei giovani<br />

alla comunità internazionale<br />

L'intento è stato quello di sensibilizzare<br />

l'opinione pubblica mondiale al loro<br />

problema e di chiedere a chi detiene le<br />

leve del potere in ogni nazione di occuparsi<br />

del crescente fenomeno dei bambini<br />

di strada.<br />

Il Messaggio è stato letto durante la<br />

festa organizzata nel Centro di accoglienza<br />

proprio nel giorno di Natale, dopo<br />

la celebrazione della Santa Messa.<br />

«Ci sia consentito di rivolgervi — ha iniziato<br />

Jean, il giovane ospite del Centro<br />

nominato portavoce dai suoi amici —<br />

un breve discorso in questo giorno in<br />

cui ricordiamo la nascita di Cristo.<br />

«A nome di tutti i bambini di strada<br />

della città di Kinshasa e del mondo intero,<br />

soprattutto dei bambini del Centro<br />

Monsignor Munzihirwa, vi esprimiamo<br />

il nostro ringraziamento per tutto quello<br />

che fate per i bambini privati dell'affetto<br />

familiare. Questo risponde esattamente<br />

alle parole di Gesù: “Quello che fate al<br />

più piccolo dei miei fratelli, l'avete fatto<br />

a me”».<br />

«Tuttavia — ha proseguito Jean nella<br />

lettura del documento — noi non abbiamo<br />

voluto essere ciò che oggi siamo.<br />

Molti di noi sono stati, dopo la morte<br />

dei genitori, cacciati di casa; altri ancora<br />

sono stati falsamente accusati di stregoneria<br />

dai loro stessi genitori influenzati<br />

da presunti profeti assetati di denaro.<br />

«Alcuni di noi hanno semplicemente<br />

seguito cattivi compagni e si ritrovano<br />

oggi in strada».<br />

«Lanciamo un appello — proseguiva il<br />

Messaggio — alla comunità internazionale<br />

e al mondo intero affinché si occupino<br />

del grave fenomeno dei bambini di<br />

strada nel nostro Paese e nel mondo intero».<br />

Successivamente i bambini del Centro<br />

hanno messo in scena alcune rappresentazioni<br />

con le quali hanno inteso illustrare<br />

alcuni importanti aspetti della vita<br />

che conducevamo in strada e di quella<br />

di cui ora beneficiamo nel Centro Monsignor<br />

Munzihirwa.<br />

L'esempio offerto dal Centro dei Gesuiti<br />

è stato raccolto da numerose altre<br />

istituzioni, ecclesiali e non, tant'è che la<br />

solennità del Natale ha realmente costituito<br />

un'occasione eccellente per una<br />

concreta presa di coscienza del fenomeno<br />

dei bambini di strada in tutto il Paese,<br />

e dovunque è stato possibile sono<br />

stati organizzati centri per celebrare la<br />

festa con i piccoli diseredati.<br />

«Tuttavia — ha detto P. Roger, uno<br />

dei sacerdoti che assistono i bambini abbandonati<br />

— non è sufficiente offrire un<br />

pasto a questi poveri esclusi dalla società,<br />

o creare centri che li accolgono, o<br />

anche insegnargli un mestiere. La cosa<br />

più importante sarebbe affrontare il male<br />

alle radici. Non è possibile infatti tollerare<br />

che si continui ad accusare questi<br />

bambini addirittura di stregoneria per<br />

giustificarne l'allontanamento».<br />

Questa accusa è tipica del contesto<br />

africano. «Chi accusa un bambino di<br />

questo crimine — ha detto ancora il sacerdote<br />

— o un genitore che butta il figlio<br />

sulla strada dovrebbe essere perseguito<br />

dalla legge! Sfortunatamente invece<br />

in una società dilaniata da una crisi<br />

economica senza precedenti ci sta pure<br />

il tentativo di addossarne la responsabilità<br />

ad atti di stregoneria attribuiti naturalmente<br />

ai più deboli ed innocenti. Per<br />

la nostra Chiesa la lotta contro queste<br />

vili accuse deve essere assunta come<br />

una vera e propria sfida».<br />

Una ventata d'amore<br />

A portare una ventata d'amore tra<br />

queste giovani vittime dell'odio e dell'ignoranza<br />

sono, nel Centro dei gesuiti di<br />

Kinshasa, numerosi volontari che compiono<br />

stages mensili inseriti nel corso di<br />

studio di un istituto di formazione professionale<br />

a Kinduku. Nonostante la loro<br />

esperienza maturi in un certo senso nell'ambito<br />

di un obbligo scolastico alcuni<br />

di loro si affezionano talmente tanto ai<br />

bambini del centro che anche alla conclusione<br />

del corso, continuano a svolgere<br />

la loro opera accanto ai giovani ospiti<br />

«soprattutto — hanno detto Mlles Mibi<br />

Maty e Judith Tsikambila, due giovani<br />

volontarie — per dare loro quell'affetto<br />

di cui hanno tanto bisogno e che non<br />

hanno mai conosciuto nella loro sfortunatissima,<br />

se pur ancor breve, vita».<br />

Il Centro per l'accoglienza dei bambini<br />

di strada non è l'unica iniziativa dei<br />

Padri Gesuiti nella Repubblica Democratica<br />

del Congo. Opere ed Istituti crescono<br />

in tutto il territorio e si impongono<br />

sempre più all'attenzione soprattutto come<br />

centri di sostegno per gente in vera<br />

difficoltà.<br />

L'assistenza agli ultimi fa parte integrale<br />

della missione che i Gesuiti stanno<br />

svolgendo nel Paese. Ne hanno discusso<br />

tra l'altro insieme i responsabili dei diversi<br />

istituti proprio nella settimana di<br />

vigilia delle solennità natalizie nella riunione<br />

svoltasi presso il Centro Culturale<br />

Boboto, al quale hanno partecipato anche<br />

gli ex allievi degli Istituti d'istruzione<br />

gestiti dai Gesuiti nel Paese. Il tema<br />

dell'incontro non a caso è stato «povertà<br />

e sviluppo». Vi hanno partecipato tra gli<br />

altri anche diversi operatori economici,<br />

professori dell'Università Cattolica di<br />

Kinshasa, rappresentanti della commissione<br />

diocesana per lo sviluppo e di diverse<br />

Organizzazioni non Governative.<br />

Tre di queste, organizzazioni cattoliche<br />

del Belgio — «Broederlijk Delen»,<br />

«Entraide et Fraternité» e «Solidarité<br />

mondiale» — hanno reclamato dal governo<br />

del loro Paese un maggiore impegno<br />

nel campo della difesa di tutti i diritti<br />

dell'uomo, a cominciare proprio da<br />

quelli dei bambini.<br />

Iniziative di solidarietà nella diocesi di Fort-Dauphin<br />

Nello spirito del Giubileo<br />

al servizio degli ultimi<br />

Nello spirito dell'evento giubilare è<br />

iniziata in Africa una nuova avventura<br />

per «Casa Famiglia Rosetta» e per il suo<br />

fondatore, Don Vincenzo Sorce. La voce<br />

dei più deboli si fa sentire nell'isola di<br />

Madagascar. La situazione che don Sorce<br />

e l'assistente sociale Simone Scicolone,<br />

suo collaboratore, hanno visto durante<br />

il loro recente viaggio nel territorio<br />

malgascio, ha dato un'ulteriore spinta<br />

a che l'Associazione ancora una volta<br />

si sentisse interpellata a rispondere al bisogno<br />

e ad disagio anche lontano dai<br />

luoghi in cui è nata ed opera da un ventennio.<br />

Sollecitata dalla comunità religiosa locale<br />

e dall'Associazione romana «Cielo e<br />

Terra» che opera nell'Isola malgascia da<br />

oltre tre anni, «Casa Famiglia Rosetta» è<br />

stata chiamata ad intraprendere una<br />

nuova attività, con la costruzione di un<br />

Centro polivalente per l'accoglienza, l'istruzione<br />

di base, la riabilitazione, l'educativa<br />

e l'addestramento professionale<br />

dell'infanzia, con particolare riferimento<br />

a bambini portatori di handicap.<br />

La popolazione malgascia è giovanissima,<br />

stanti gli ultimi rilevamenti demografici,<br />

e a fronte di una mortalità infantile<br />

dell'11% si prevede un raddoppiamento<br />

della popolazione entro i prossimi<br />

20 anni. L'alto tasso di mortalità<br />

coincide con la crisi economica che colpì<br />

il paese nel 1980 e dalla quale ancora<br />

oggi la popolazione non riesce a risollevarsi,<br />

tanto da vedere una violenta recrudescenza<br />

delle malattie contagiose, di<br />

infezioni parassitarie dovute in gran parte<br />

alla malnutrizione ed a profilassi igienica<br />

pressoché inesistente. Come in quasi<br />

tutti i Paesi dell'Africa sub-Sahariana<br />

la povertà cronica tocca i 3/4 della popolazione,<br />

per cui non è possibile dare<br />

risposta ai bisogni essenziali degli adulti<br />

e dei bambini. Rari gli ospedali ed estremamente<br />

difficoltoso l'accesso ai servizi<br />

socio-sanitari pubblici, deficitari per<br />

mezzi e strutture, altissimo il tasso di<br />

mortalità tra le puerpere.<br />

In questo panorama desolante non<br />

sorprende che i portatori di handicap,<br />

laddove sopravvivono, si trovino in uno<br />

stato di abbandono quasi totale.<br />

Com'è evidente si tratta di un'altra<br />

sfida per l'Associazione, che già diversi<br />

anni fà si trovò ad affrontare una situazione<br />

quasi analoga in Brasile.<br />

Il progetto, da realizzarsi a Fort-Dauphin,<br />

è dunque quello di dare vita ad un<br />

Centro polivalente in cui possano essere<br />

accolti minori portatori di handicap ai<br />

quali offrire una casa ed un Centro di<br />

riabilitazione neuropsicomotoria. Parallelamente,<br />

si prevede l'attivazione di un<br />

servizio per l'educativa di base e per<br />

l'addestramento professionale, con l'allestimento<br />

di laboratori artigianali e l'organizzazione<br />

di una rete per la vendita<br />

dei prodotti finiti. La realizzazione di un<br />

siffatto progetto renderà necessaria anche<br />

un'opera di formazione dei terapisti<br />

in loco ed in Italia, al fine di rendere efficace<br />

e di qualità l'intervento riabilitativo,<br />

ed una analoga formazione di operatori<br />

ed educatori, insieme ad artigiani,<br />

proprio allo scopo di rendere progressivamente<br />

autonoma la nuova iniziativa.<br />

«Casa Famiglia Rosetta» non è nuova ad<br />

esperienze formative, attraverso l'attività<br />

del suo Istituto Mediterraneo che ha celebrato<br />

nel 2000 il decennale della sua<br />

fondazione.<br />

Conclusa dal Nunzio Apostolico la «Settimana di filosofia» a Kinshasa<br />

l'Università Cattolica di Kinshasa (FCK)<br />

dal 10 al 16 dicembre 2000, sotto il patronato<br />

della Conferenza Episcopale del<br />

Congo sul tema «Identità culturali dell'Africa<br />

e nuove tecnologie».<br />

Alla cerimonia di chiusura hanno preso<br />

parte molti ospiti, studenti di filosofia o di<br />

altre discipline delle FCK e di altri istituti<br />

superiori, membri del corpo docente e accademico<br />

del posto, religiosi e religiose.<br />

I partecipanti si sono impegnati a promuovere<br />

la divulgazione scientifica, nel<br />

senso di una reale suddivisione delle<br />

competenze scientifiche e tecnologiche<br />

che porti alla democratizzazione di tali<br />

competenze.<br />

In particolare, si sono impegnati a rendere<br />

noti al pubblico i frutti di questa settimana<br />

filosofica, mediante trasmissioni<br />

radiofoniche e televisive e attraverso i<br />

giornali, all'occorrenza nelle lingue nazionali.<br />

Il discorso di ringraziamento è stato<br />

pronunciato dal professore e sacerdote<br />

Ndumba, decano della facoltà di filosofia.<br />

Prima di procedere alla chiusura della XVI<br />

Settimana Filosofica di Kinshasa, il Nunzio<br />

Apostolico nella Repubblica Democratica<br />

del Congo ha invitato i filosofi ad impegnarsi<br />

in modo da manifestare la loro<br />

presenza nella vita del Paese e ad operare,<br />

insieme a tutti i cattolici e gli uomini di<br />

buona volontà, per la cultura della pace.<br />

Una radio cattolica trasmette da 8 anni da Capo Verde in pieno Oceano<br />

La voce evangelizzatrice<br />

dell'emittente «Radio Nova»<br />

EGIDIO PICUCCI<br />

Nonostante le difficoltà ambientali,<br />

i mezzi di comunicazione sociale nell'arcipelago<br />

di Capo Verde, sono lentamente<br />

cresciuti, adeguandosi ai tempi.<br />

A loro sfavore deponevano (e in<br />

parte depongono tuttora) le distanze,<br />

le difficoltà di collegamento tra isola e<br />

isola e le risorse economiche, giacché<br />

le 300 mila persone che popolano l'arcipelago<br />

(otto isole abitate), debbono<br />

lottare contro una siccità endemica e<br />

vivono quasi unicamente delle rimesse<br />

degli emigranti.<br />

La Chiesa locale ha avvertito da<br />

tempo la necessità di «inventarli» e<br />

usarli per informare e formare i pescatori<br />

di S. Vicente e di Boa Vista;<br />

gli «evoluti» di S. Nicolau (nell'isola<br />

c'è stato un seminario-liceo da cui sono<br />

uscite le migliori intelligenze dell'arcipelago);<br />

i contadini di S. Antão e<br />

di Brava; i montanari di Fogo; gli aristocratici<br />

di Santiago e gli addetti alle<br />

saline di Pedra de Lume, nell'isola del<br />

Sal. Il giornale Vox do Povo assicura<br />

da decenni l'informazione politica, socio-economica<br />

e la cronaca locale. La<br />

Chiesa si fece avanti nel 1968 con «O<br />

repique do sino» (rintocco di campana),<br />

fondato a Brava dal cappuccino<br />

torinese P. Pio Gottin, morto qualche<br />

mese fa a Boston.<br />

Nella sua semplicità e povertà tipografica<br />

(si stampava in parrocchia),<br />

«O repique do sino» fu una voce libera,<br />

autorevole e coraggiosa perché,<br />

per valorizzare la cultura capoverdiana,<br />

osò pubblicare servizi in criolo (la<br />

lingua locale), un fatto non gradito alle<br />

autorità portoghesi, gelose della<br />

propria lingua. Naturalmente gran<br />

parte dei servizi era di carattere religioso.<br />

Il periodico arrivò a una tiratura di<br />

1.500 copie, un numero sorprendentemente<br />

alto, se si tiene conto che, nel<br />

tempo della sua pubblicazione, la<br />

scuola era poco frequentata e il numero<br />

degli analfabeti allarmante. Al Repique<br />

seguì il mensile Terra Nova,<br />

che iniziò le pubblicazioni il 1° aprile<br />

1975 — e che esce tuttora, nonostante<br />

enormi sacrifici finanziari — difenden-<br />

Celebrazione Eucaristica nella Cappella di Lajedo, Porto Novo, nell'Isola di S. Antâo<br />

do non solo la cultura locale, ma anche<br />

i valori morali e i diritti del popolo.<br />

Memorabile la sua lotta contro la<br />

legalizzazione dell'aborto. Direttore è<br />

il cappuccino capoverdiano P. Antonio<br />

Fidalgo.<br />

Era molto, ma i religiosi italiani,<br />

impegnati nell'arcipelago fin dal 1947,<br />

si rendevano conto che non bastava.<br />

Ci voleva qualcosa che arrivasse in<br />

tempo reale in tutte le isole, che accompagnasse<br />

la crescita delle comunità<br />

cristiane, che formasse una coscienza<br />

cattolica con una catechesi diversificata<br />

e continua: occorreva una radio,<br />

se si voleva raggiungere zone lontane<br />

e disagevoli in cui il sacerdote<br />

può recarsi raramente, a piedi o a<br />

dorso di mulo.<br />

Il desiderio fu raccolto dal segretario<br />

delle missioni dei Cappuccini piemontesi,<br />

P. Ottavio Fasano, non nuovo<br />

a progetti geniali per sostenere non<br />

solo l'attività missionaria, ma anche lo<br />

sviluppo socio-culturale dei capoverdiani.<br />

Nel 1990 egli lanciò l'idea di<br />

una radio — Radio Nova — che, superate<br />

le non lievi difficoltà ambientali,<br />

iniziò le trasmissioni il 17 dicembre<br />

Il campanile di una chiesa<br />

in un villaggio dell'Isola di Capo Verde<br />

1992 da Mindelo, nell'isola di S. Vicente,<br />

con un apparecchio di 500<br />

watt, sostituito quasi subito con uno<br />

di 1000 e ora con uno di 2000, amplificato<br />

da ripetitori posti su tutte le<br />

isole.<br />

Per i forti agenti naturali, vento,<br />

sabbia e salsedine, è stato necessario<br />

costruire torri di tipo pesante, adeguatamente<br />

zincate e trattate con apposite<br />

vernici.<br />

Radio Nova trasmette dalle 6.30 alle<br />

21, ma tra qualche mese coprirà<br />

tutte le 24 ore, grazie anche al collegamento<br />

con la Radio Vaticana, con<br />

la B.B.C. e con Radio RTP, la radio<br />

portoghese per l'Africa. Le trasmissioni<br />

iniziano con il programma «Buscando<br />

luzes» (In cerca di luce) e continuano<br />

con informazioni, avvisi di interesse<br />

collettivo, messaggi del pubblico,<br />

programmi culturali e musicali,<br />

Angelus di mezzogiorno, notiziario locale<br />

e internazionale, ecc. Nel pomeriggio<br />

dà largo spazio alla musica,<br />

compresa ovviamente quella locale<br />

(famosissime la morma e la coladeira,<br />

lenta e sentimentale la prima, vivace e<br />

scanzonata la seconda), e a sera chiude<br />

con la recita del rosario e la replica<br />

di «Buscando luzes», che alla domenica<br />

diventa «Voz do Pastor», giacché il<br />

microfono è affidato al Vescovo<br />

Mons. Paulino Livramento Evora.<br />

«Nonostante i nostri limiti — ha<br />

detto il direttore P. Antonio Fidalgo —<br />

siamo molto seguiti; c'è addirittura<br />

chi ascolta solo Radio Nova, sintonizzandosi<br />

soprattutto sui programmi più<br />

stimolanti, come “Buscando luzes” e<br />

“Jovens entre jovens” (giovani tra giovani).<br />

L'audience sale alla domenica<br />

per la trasmissione della Messa e<br />

quando vanno in onda i programmi<br />

sulla salute e sulla Bibbia. La nostra<br />

gente ha un profondo sentimento religioso<br />

e ama sentir parlare di Dio.<br />

I programmi per i bambini e quelli<br />

per i catechisti “fanno il pieno”, come<br />

ci dicono i riscontri che arrivano in<br />

redazione, dove lavora un'équipe di<br />

giovani che, superato un periodo difficile,<br />

sta acquistando una professionalità<br />

invidiabile, necessaria per venire incontro<br />

a un pubblico che diventa sempre<br />

più numeroso ed esigente».<br />

Nuove sistemazioni nelle comunità ecclesiali locali di due grandi Paesi del Continente africano per una sempre più capillare diffusione del Vangelo<br />

Madagascar: la diocesi di Fenoarivo Atsinanana<br />

Sul finire dello scorso anno il Santo<br />

Padre ha provveduto ad alcune sistemazioni<br />

nell'ambito della Chiesa in Madagascar<br />

con la nomina del nuovo Vescovo<br />

di Mananjary e con l'erezione della<br />

nuova Diocesi di Fenoarivo Atsinanana.<br />

Nuovo Vescovo di Mananjary è stato<br />

nominato il rev. p. José Alfredo Caires<br />

De Nobrega SCJ, sino ad oggi Superiore<br />

del noviziato dei Dehoniani ad Antsirabé.<br />

Il nuovo Vescovo è nato il 12 aprile<br />

1951 a Canico-Santa Cruz, diocesi di<br />

Funchal, sull'isola di Madeira (Portogallo).<br />

Ordinato sacerdote il 28 dicembre<br />

1980 è stato inviato in Madagascar, nella<br />

diocesi di Mananjary, con il primo gruppo<br />

di missionari Dehoniani della provincia<br />

portoghese. La diocesi di Mananjary<br />

è stata eretta il 9 aprile 1968, ed è suffraganea<br />

della sede metropolitana di Fianarantsoa.<br />

Era vacante dal 24 maggio<br />

1999, per la morte del Vescovo Mons.<br />

Tabao, che l'ha governata per 23 anni.<br />

Ha una superficie di 14.270 kmq,<br />

652.600 abitanti (di cui circa 500.000 seguono<br />

le religioni tradizionali), 96.200<br />

cattolici, 30 sacerdoti, 7 fratelli religiosi,<br />

75 religiose, 17 seminaristi maggiori, 10<br />

responsabili dell'organizzazione catechi-<br />

stica, 794 catechisti. La diocesi gestisce<br />

13 scuole materne, 70 primarie, 12 secondarie<br />

del primo ciclo, 6 scuole tecnico<br />

professionali, 7 dispensari. In questi<br />

ultimi anni mons. Tabao aveva lavorato<br />

molto per la costituzione delle «Comunità<br />

ecclesiali viventi» su tutto il territorio<br />

diocesano: oggi sono 80 con circa 500<br />

persone. È una zona eminentemente<br />

missionaria: la penetrazione nell'ambito<br />

della popolazione Antambahoka rimane<br />

molto difficile.<br />

La diocesi di Fenoarivo Atsinanana è<br />

stata eretta con territorio dismembrato<br />

dall'arcidiocesi di Antsiranana, rendendola<br />

suffraganea della medesima Chiesa<br />

metropolitana. Dopo l'erezione il Santo<br />

Padre ha nominato primo Vescovo di<br />

Fenoarivo Atsinanana il sac. Désiré Tsarahazana,<br />

del clero dell'arcidiocesi di<br />

Antsiranana, dottorando presso l'Università<br />

di Lione.<br />

La nuova diocesi comprenderà i seguenti<br />

6 centri missionari, corrispondenti<br />

ai 6 centri urbani della regione sud<br />

dell'arcidiocesi di Antsiranana: Maroantsetra,<br />

Mananara nord, Soanierana-Ivongo,<br />

Sainte Marie, Fenoarivo Atsinanana,<br />

Vavatenina. I motivi per l'erezione della<br />

nuova diocesi sono i seguenti: vasta su-<br />

perficie dell'arcidiocesi di Antsiranana<br />

che si estende per una lunghezza di circa<br />

600 km; difficoltà per il Vescovo di<br />

riunire il presbiterio e visitare i fedeli;<br />

consolidare il movimento delle conversioni;<br />

omogeneità etnica della popolazione.<br />

La nuova diocesi e la sede episcopale<br />

corrispondono esattamente all'antica<br />

Prefettura di Fenoarivo Atsinanana, che<br />

diventerà nuova regione amministrativa,<br />

secondo la Costituzione della Repubblica<br />

approvata nel 1998. La sede dell'Ordinario<br />

sarà a Fenoarivo Atsinanana. Per il<br />

momento esiste un'unica chiesa parrocchiale,<br />

dedicata a san Maurizio, mentre<br />

un'altra è in costruzione e ci sono i progetti<br />

per erigere altre chiese nella città:<br />

tra queste verrà scelta la chiesa cattedrale<br />

che sarà la sede del Vescovo.<br />

Il nuovo Vescovo, il sac. Désiré Tsarahazana,<br />

è nato il 13 giugno 1954 in<br />

Amboagibe-Sambava, arcidiocesi di Antsiranana.<br />

Ha studiato presso i seminari<br />

minori St. Jean di Antsiranana e St.<br />

Paul di Mahjanga. Ha frequentato i corsi<br />

di filosofia e teologia presso il seminario<br />

maggiore di Ambatoroka, arcidiocesi<br />

di Antananarivo. È stato ordinato sacerdote<br />

il 28 settembre 1986.<br />

Camerun: due nuovi Pastori in terra di missione<br />

Novità anche per la Chiesa nel Camerun.<br />

A Batouri è stato nominato il nuovo<br />

Vescovo diocesano, il sac. Samuel<br />

Kleda, del clero di Yagoua, direttore spirituale<br />

del Seminario maggiore Saint<br />

Augustin di Maroua. Nato nel 1959 a<br />

Golompuy, diocesi di Yagoua, dopo<br />

aver frequentato le scuole primarie al<br />

suo villaggio, è passato al «Collegio de<br />

Mazenod» di Ngaoundéré, prima di entrare<br />

nel seminario maggiore di Yaoundé.<br />

È stato ordinato sacerdote il 9 marzo<br />

1986.<br />

La diocesi di Batouri<br />

La diocesi di Batouri, suffraganea di<br />

Bertoua, ha una superficie di 26.041<br />

kmq. I cattolici sono 38.872 su 177.444<br />

abitanti, pari a circa il 25% della popolazione.<br />

Ci sono 8 parrocchie e 111 cappelle;<br />

i sacerdoti diocesani sono 5 aiutati<br />

da 6 missionari CICM e un frate. Le religiose<br />

sono 30 di cui 4 autoctone. Nonostante<br />

sia una Chiesa di primissima<br />

evangelizzazione, Batouri ha 27 seminaristi<br />

maggiori e 2 novizi di istituti di vita<br />

consacrata. Alcuni studiano nel seminario<br />

maggiore di Bamenda, altri a Bertoua<br />

o a Maroua. Il seminario minore<br />

«N.D. de la Paix» conta 45 alunni, di cui<br />

35 appartengono alla diocesi di Batouri.<br />

In seguito alla rinuncia al governo pastorale<br />

della diocesi di Ngaoundéré presentata<br />

da Mons. Jean Pasquier OMI, il<br />

Santo Padre ha nominato Vescovo di<br />

Ngaoundéré il p. Joseph Djida OMI, superiore<br />

provinciale della medesima congregazione<br />

per Camerun e Ciad.<br />

Il nuovo Vescovo è nato a Mayo-Darlé,<br />

diocesi di Ngaoundéré, l'8 aprile<br />

1945. Ha frequentato la scuola primaria<br />

nella missione cattolica di Mayo-Darlé e<br />

quella secondaria nel seminario minore<br />

di Ngaoundéré. Ha compiuto gli studi filosofici<br />

nel seminario maggiore di Otélé<br />

e quelli teologici in quello di Koumi<br />

(Burkina Faso). Entrato nel noviziato<br />

degli Oblati di Maria Immacolata (OMI)<br />

nel 1972, ha emesso i primi voti nel<br />

1973 e quelli perpetui nel 1976. Ottenuto<br />

il baccalaureato in teologia nel 1976 in<br />

Burkina Faso, ha ricevuto l'ordinazione<br />

presbiterale il 5 dicembre 1976.<br />

Dal 1997 era superiore provinciale<br />

OMI per Camerun e Ciad.<br />

La diocesi di Ngaoundéré<br />

La diocesi di Ngaoundéré, suffraganea<br />

di Garoua, si estende su un territo-<br />

rio molto vasto: 64.940 kmq. Le parrocchie<br />

più lontane distano dal centro diocesano<br />

oltre 500 km. Pur essendo il<br />

nord Camerun una regione a prevalenza<br />

musulmana, i missionari OMI arrivati<br />

nel 1950 a Ngaoundéré diedero vita ad<br />

un'intensa e profonda opera di evangelizzazione.<br />

Oggi la diocesi conta 19 parrocchie<br />

e 132 stazioni missionarie. Al fine<br />

di realizzare una maggiore efficienza<br />

pastorale, la diocesi ha creato al suo interno<br />

3 zone pastorali. Gli abitanti sono<br />

660.000 di cui solo 33.000 cattolici: la<br />

grande maggioranza è infatti di fede<br />

musulmana. Nella diocesi operano 37<br />

sacerdoti: 5 diocesani e 32 religiosi. La<br />

maggior parte di questi ultimi appartengono<br />

agli Oblati di Maria Immacolata,<br />

presenti da decenni nella regione con un<br />

proprio noviziato (16 novizi). Gli istituti<br />

religiosi femminili hanno registrato negli<br />

ultimi anni una crescita di vocazioni.<br />

Oggi le suore sono 55 di 12 diverse congregazioni.<br />

I catechisti volontari sono<br />

246. I seminaristi maggiori sono 26: alcuni<br />

residenti nel seminario maggiore<br />

St. Augustin di Maroua, altri in quello<br />

di propedeutica di Otélé. I seminaristi<br />

minori sono 24 e studiano nel seminario<br />

minore «N.D. des Apotres» di Garoua.


A ROMA<br />

PAGINA<br />

USURA L'organizzazione è legata al clan di Cutolo<br />

Tassi oltre il 500%:<br />

in carcere 13 persone<br />

Una brillante operazione contro una<br />

organizzazione di usurai che agiva prevalentemente<br />

nel Lazio e in Abruzzo è<br />

stata portata a termine dai Carabinieri<br />

della Capitale tra martedì e mercoledì. I<br />

militari dell'Arma hanno arrestato tredici<br />

persone su ordine della Direzione Distrettuale<br />

Antimafia della Procura di<br />

Roma.<br />

Da quanto si è appreso, al vertice dell’organizzazione<br />

malavitosa vi era il fratello<br />

di un noto affiliato alla nuova camorra<br />

organizzata di Raffaele Cutolo.<br />

Secondo quanto accertato le vittime<br />

cadute tra le maglie degli usurai erano<br />

costretti a pagare tassi di interesse che il<br />

più delle volte superavano il cinquecento<br />

per cento annuo.<br />

Tutte le tredici persone arrestate ora<br />

dovranno rispondere per i reati che vanno<br />

dall’associazione a delinquere, all’usura,<br />

all’estorsione e alla falsificazione<br />

di documenti.<br />

Proprio sull'emergenza di combattere<br />

questo allarmante fenomeno che non<br />

accenna a diminuire e che continua a<br />

fare vittime soprattutto al Sud, martedì<br />

16 e mercoledì 17 gennaio, presso la sala<br />

dello Stenditoio del complesso monumentale<br />

di san Michele a Ripa Grande si<br />

terrà la prima Conferenza nazionale<br />

contro l'usura e l'estorsione sotto l'Alto<br />

Patronato della Presidenza della Repubblica.<br />

Saranno presenti Carlo Azeglio<br />

Ciampi, il ministro dell'Interno, Enzo<br />

Bianco e il Commissario per il coordinamento<br />

delle iniziative antiracket ed antiusura,<br />

l'on. Tano Grasso.<br />

La Procura ha avviato<br />

una seconda indagine<br />

sui decessi<br />

sospetti all'ospedale<br />

San Camillo<br />

La Procura di Roma ha avviato, martedì,<br />

una seconda indagine sulle morti<br />

sospette di malati avvenute nell’ospedale<br />

San Camillo. Dopo quella sui decessi verificatisi<br />

nel reparto di cardiochirurgia,<br />

il pm Maria Bice Barborini ha aperto un<br />

fascicolo relativo alla morte di 3 donne<br />

avvenuta nel ’99 presso l’accettazionepronto<br />

soccorso. L’inchiesta è conseguenza<br />

di una denuncia presentata dal<br />

Centro per i diritti del cittadino (Codici)<br />

il quale ipotizza che i tre decessi, risalenti<br />

al periodo in cui il nosocomio era<br />

gestito da Claudio Clini, siano collegati<br />

ai ritardi prestati dal personale medico.<br />

Recentemente, su iniziativa del magistrato,<br />

sono state sequestrate le cartelle<br />

cliniche riguardanti i tre casi denunciati<br />

ed è stata affidata a due medici legali<br />

una consulenza che, in 60 giorni, dovrà<br />

stabilire se le tre donne siano morte a<br />

causa dei ritardi nei soccorsi.<br />

Il pm procede, per il momento, contro<br />

ignoti per i reati di omissione di soccorso<br />

e di omicidio colposo.<br />

Intanto, la Procura di Roma ha aperto<br />

un’indagine sulla mancata realizzazione<br />

di un centro dialisi presso l’ospedale<br />

di Tivoli. I carabinieri, martedì, hanno<br />

acquisito alcuni documenti relativi alla<br />

pratica. Il progetto di allestire un centro<br />

dialisi al «San Giovanni Evangelista» di<br />

Tivoli risale al 1990. Il finanziamento<br />

erogato, e mai utilizzato, supera i tre<br />

miliardi di lire. Per anni l’associazione<br />

Malati di reni di Tivoli ha sollecitato la<br />

costruzione del centro: nell’area vivono<br />

circa 200 dializzati costretti a curarsi<br />

presso strutture private convenzionate.<br />

11 .<br />

Morto il camionista<br />

ferito in un'esplosione<br />

in un'azienda di Pomezia<br />

È morto, martedì pomeriggio,<br />

Eiben Frantisek, l'autista rimasto<br />

gravemente ferito nell’esplosione<br />

di un camion cisterna all’interno<br />

di un'azienda di Pomezia.<br />

Secondo i rilievi svolti dall’Ispettorato<br />

del lavoro e dai Carabinieri<br />

di Pomezia, Frantisek stava<br />

per completare lo svuotamento<br />

del carico del suo camion cisterna,<br />

che conteneva rokopol, una<br />

sostanza chimica usata per la fabbricazione<br />

del pvc, uno dei prodotti<br />

dell’azienda di Pomezia.<br />

L’autista era salito sulla cisterna<br />

proprio per controllare il livello<br />

del carico, quando all’improvviso<br />

si è verificato uno scoppio, probabilmente<br />

dovuto alla formazione<br />

di vapori, che gli ha scagliato contro<br />

il coperchio metallico della cisterna.<br />

Frantisek, colpito violentemente<br />

al volto, è caduto pesantemente<br />

a terra, riportando varie<br />

fratture. Insieme a lui viaggiava<br />

un altro autista, anch’egli polacco,<br />

che ha provveduto ad avvisare<br />

la ditta «Canill» di Treviso, dalla<br />

quale dipendevano.<br />

Trasporti: guaste<br />

le emettitrici di biglietti<br />

Bagarinaggio<br />

nelle stazioni<br />

delle metropolitane<br />

Una denuncia contro ignoti è stata<br />

presentata dall’Atac S.p.A. dopo alcuni<br />

episodi di bagarinaggio verificatisi martedì<br />

all’interno di alcune stazioni della<br />

metropolitana da parte di persone che<br />

tentavano di vendere biglietti da 75 minuti<br />

a prezzo maggiorato.<br />

Il fenomeno è cominciato dopo il malfunzionamento<br />

di numerose emettitrici<br />

di biglietti che ha reso difficile reperire i<br />

titoli di viaggio.<br />

L’Atac ha reso noto che il malfunzionamento<br />

delle apparecchiature è causato<br />

dalla mancata assistenza della società<br />

Tecnost Sistemi che aveva gli impianti<br />

in affidamento fino al 31 dicembre scorso.<br />

L’azienda di trasporto ha precisato<br />

di avere inviato alla Tecnost Sistemi una<br />

raccomandata, anticipata via fax il 29<br />

dicembre, chiedendo la restituzione degli<br />

apparati e specificando l’obbligo di<br />

mantenerli in servizio. Una seconda raccomandata,<br />

sostiene l’Atac, è stata inviata<br />

il giorno dopo, anche questa anticipata<br />

via fax, e una terza il 3 gennaio<br />

per invitare la società a completare la riconsegna<br />

degli impianti sottolineando<br />

problemi di ordine pubblico per il mancato<br />

funzionamento delle apparecchiature.<br />

«Fino a quando la Tecnost Sistemi<br />

aveva in affidamento il servizio — ha<br />

detto l’amministratore dell’Atac, Mario<br />

Di Carlo — le emettitrici funzionavano<br />

regolarmente, quando si è aperto alla<br />

concorrenza i guasti si sono moltiplicati.<br />

E ora siamo costretti a ricorrere agli avvocati<br />

per difendere il patrimonio dell'azienda.<br />

Chiediamo scusa ai romani».<br />

Autista della Trambus aggredito da un passeggero<br />

Ancora un autista del trasporto pubblico picchiato e minacciato da un passeggero.<br />

È successo nella tarda serata di martedì sulla linea Trambus 776.<br />

Il mezzo era fermo al capolinea Laurentino quando sono saliti un uomo ed<br />

una donna con un bimbo nel passeggino. L’autobus è partito dopo qualche<br />

minuto ed il conducente ha chiesto alla coppia, per motivi di sicurezza, di<br />

chiudere il passeggino e tenere il bimbo in braccio. L’uomo si è rifiutato e<br />

alle insistenze del conducente per tutta risposta ha tirato fuori un coltello e<br />

glielo ha puntato alla gola. Poi, non contento, gli ha sferrato anche un pugno.<br />

Infine la coppia, bimbo al seguito, è fuggita. L’autista del mezzo è stato<br />

medicato all’ospedale sant’Eugenio dove gli sono state riscontrate delle<br />

contusioni guaribili in sette-otto giorni.<br />

Regione: nel 2000 investimenti per 100 miliardi<br />

Investimenti attivati per oltre cento miliardi di lire impiegati tra l’altro a sostegno<br />

della creazione di 205 nuove imprese. È il bilancio dell’attività del<br />

primo anno di vita dell’agenzia Sviluppo Lazio Spa. L’agenzia è il riferimento<br />

nella Regione per l’elaborazione di progetti per infrastrutture o per aree<br />

territoriali, per lo sviluppo delle piccole e medie imprese regionali. Costituita<br />

il 12 gennaio 2000 dalla Regione in base alla legge regionale 6/99 per<br />

sostenere lo sviluppo e l’occupazione nel territorio, la struttura è dotata di<br />

un fondo di 40 miliardi di lire per il triennio 1999-2001.<br />

Aprilia: rapina all'ufficio postale con «auto-ariete»<br />

Rapina all’ufficio postale della zona 167 ad Aprilia, con un fuoristrada trasformato<br />

in «ariete». L’episodio è avvenuto martedì poco prima delle 14,<br />

con l’ufficio già chiuso. All’interno c’erano il direttore e un impiegato quando<br />

l’auto ha sfondato la vetrata di via Lussemburgo dove si trova l’ufficio<br />

del dirigente. Dal veicolo sono scesi due dei tre banditi che, armati di pistola<br />

e con il volto coperto, hanno minacciato il direttore puntandogli l’arma<br />

alla tempia e chiedendogli 50 milioni. Dopo la rapina i malviventi sono fuggiti<br />

in direzione della Capitale con lo stesso mezzo con il quale avevano<br />

sfondato la vetrina. Le indagini vengono svolte dai Carabinieri della compagnia<br />

di Aprilia. Nell’agosto scorso una rapina con la stessa tecnica fallì in<br />

un ufficio postale di Latina.<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Giovedì 11 Gennaio 2001<br />

Regione:<br />

20 miliardi<br />

di contributi<br />

per l'acquisto<br />

della prima casa<br />

Sono pronti gli elenchi delle priorità<br />

per i buoni casa messi a disposizione<br />

dalla Regione Lazio.<br />

In totale venti miliardi di lire di contributi<br />

per l’acquisto della prima casa<br />

che verranno ripartiti fra il Comune di<br />

Roma e le cinque province laziali.<br />

Lo ha riferito l’assessore regionale all’Urbanistica,<br />

Armando Dionisi, che ha<br />

presentato il provvedimento approvato,<br />

martedì, dalla Giunta.<br />

«Le domande presentate per ottenere<br />

il buono-casa — ha sottolineato l'assessore<br />

Dionisi — sono state 6.500 e quelle<br />

approvate 500».<br />

Gli elenchi dei beneficiari saranno<br />

pubblicati sul Bollettino della Regione<br />

Lazio assieme alla lista degli esclusi, che<br />

indica nomi dei richiedenti e le motivazioni<br />

dell’esclusione. «Per questi ultimi<br />

— ha precisato Dionisi — è prevista la<br />

possibilità di presentare ricorso entro<br />

trenta giorni».<br />

La ripartizione dei fondi effettuata<br />

dalla Regione prevede per il Comune di<br />

Roma otto miliardi e 932 milioni di lire<br />

per 220 domande finanziate.<br />

Provincia di Roma: 107 domande finanziate<br />

per quattro miliardi e 438 milioni.<br />

Provincia di Frosinone: 43 domande<br />

per un miliardo e 898 milioni.<br />

Provincia di Latina: 55 domande per<br />

due miliardi e 354 milioni di lire.<br />

Provincia di Rieti: 23 domande per un<br />

miliardo e 30 milioni.<br />

Provincia di Viterbo: 32 domande per<br />

un miliardo e 348 milioni.<br />

EDILIZIA Confermata la vendita di 1.302 appartamenti agli affittuari<br />

Valgono 9.000 miliardi<br />

gli immobili del Comune<br />

dell'incontro, l'impegno del Comune a<br />

porre in vendita i 1.302 appartamenti,<br />

inclusi nel patrimonio «disponibile», a<br />

favore dei cittadini affittuari, che potranno<br />

godere di uno sconto del 30% rispetto<br />

al valore di mercato delle case.<br />

«Per tutelare le categorie sociali più<br />

deboli, tuttavia, — ha specificato D'Alessandro<br />

— dalla possibilità dell'acquisto,<br />

saranno esclusi coloro che non superano<br />

SCUOLA I genitori non dovranno più fare la fila negli uffici circoscrizionali<br />

Direttamente negli istituti<br />

le iscrizioni alle materne comunali<br />

Dall'8 gennaio, per concludersi il 25,<br />

sono aperte per l'anno scolastico 2001-<br />

2002 le iscrizioni presso le 288 scuole<br />

materne comunali. I genitori dei circa<br />

trentamila bambini interessati potranno<br />

presentare le domande, entro questi termini,<br />

recandosi direttamente presso gli<br />

stessi istituti dal lunedì al venerdì, dalle<br />

10 alle 15, e il giovedì con orario continuato<br />

fino alle 17. Lo ha comunicato<br />

martedì l'assessore alle Politiche Educative,<br />

Maria Coscia, durante una conferenza<br />

stampa in Campidoglio.<br />

La possibilità di accesso alla scuola<br />

d'infanzia, riguarderà tutti i bambini che<br />

avranno compiuto i tre anni di età entro<br />

il 31 dicembre 2001 o che per la stessa<br />

data non avranno superato il sesto<br />

anno.<br />

Per il prossimo anno scolastico, la<br />

scuola d'infanzia, che attualmente costituisce<br />

nel territorio romano il 40% dell'offerta<br />

pubblica per ciò che riguarda la<br />

fascia di età prescolare, avrà 10 istituti<br />

in più rispetto all'anno in corso, e ciò,<br />

congiuntamente ad una organizzazione<br />

di collaborazione fra le scuole statali,<br />

dovrebbe, secondo l'assessore, soddisfare<br />

interamente il numero di richieste,<br />

eliminando le lunghe ed incerte liste<br />

d'attesa.<br />

«L'accoglienza personalizzata del<br />

bambino, che nasce dall'incontro diretto<br />

fra il bambino e i suoi genitori con l'istituto<br />

— ha specificato l'assessore — è<br />

una delle grandi novità del prossimo anno.<br />

Infatti, la decisone di trasferire l'iscrizione<br />

dalle circoscrizioni, direttamente<br />

presso le segreterie delle scuole,<br />

è stata presa principalmente per favorire<br />

la possibilità di scelta e di integrazione<br />

Due vittime<br />

in incidenti stradali<br />

sull'Appia e a Latina<br />

Un uomo, Stefano Treglia, 26 anni, di<br />

Nettuno, è morto in un incidente stradale<br />

avvenuto mercoledì mattina sulla statale<br />

148 Pontina tra lo svincolo di Borgo<br />

Bainsizza e quello di Borgo Montello, a<br />

pochi chilometri da Latina. La vittima<br />

era alla guida di un’automobile che è finita<br />

sotto un autocarro che trasportava<br />

balle di paglia.<br />

In un altro incidente stradale, avvenuto<br />

martedì all’incrocio tra l’Appia Pignatelli<br />

e l’Appia Antica, un motociclista è<br />

deceduto in seguito alle ferite riportate.<br />

L’uomo, Stefano Colomelli, aveva sessanta<br />

anni.<br />

Il motociclista, subito dopo l’incidente,<br />

era stato soccorso dall’ambulanza del<br />

118 che lo ha portato all’ospedale in<br />

gravi condizioni.<br />

Infine, sempre mercoledì, un autobus<br />

della Lila è andato in fiamme dopo un<br />

incidente stradale, nel quale sono rimaste<br />

coinvolte anche due auto, avvenuto<br />

nel tardo pomeriggio sulla via Casilina,<br />

tra Valmontone e Colleferro.<br />

Sono quattro le persone che hanno<br />

fatto ricorso nell’ospedale di Colleferro.<br />

Due, con lievi escoriazioni, sono state<br />

medicate e subito dimesse. Per i due feriti,<br />

un passeggero del bus e il conducente<br />

di una vettura, si è reso necessario<br />

il ricovero.<br />

Circa 50.000 immobili del valore complessivo<br />

di 9.000 miliardi risultano classificati<br />

di proprietà del Comune di Roma,<br />

sulla base di un censimento ufficiale, effettuato<br />

dall'ente, in collaborazione con<br />

il Dipartimento di studi geo-economici,<br />

statistici e storici dell'Università «La Sapienza»<br />

e la società di consulenza «Romeo»,<br />

che già dal 1998 aveva fornito un<br />

primo rapporto sul patrimonio immobiliare<br />

capitolino.<br />

Secondo il censimento, in particolare,<br />

sono 9.696 gli immobili classificati giuridicamente<br />

come demaniali, tra cui risultano<br />

8.300 strade ed annessi, ma anche<br />

oltre 1.100 beni storici ed artistici. Inoltre,<br />

35.197 risultano le proprietà comunali<br />

definite invece «indisponibili», cui<br />

appartengono 23.610 alloggi di edilizia<br />

popolare e 8.441 pertinenze, assieme a<br />

più di 1.2000 fabbricati scolastici e 630<br />

immobili adibiti ad uffici e servizi per<br />

conto dell'ente.<br />

Infine, sono 2.494 gli immobili appartenenti<br />

al patrimonio «disponibile» gestiti<br />

in regime locativo, con 1.302 abitazioni<br />

e circa 820 tra locali commerciali e<br />

magazzini.<br />

Ad illustrare i dati, che hanno consentito,<br />

tra l'altro, di creare anche una nuova<br />

Conservatoria comunale, cui sono<br />

stati attribuiti funzioni e compiti finalizzati<br />

alla gestione ed allo sviluppo del catasto<br />

comunale, è stato ieri, martedì,<br />

l'assessore al patrimonio Giancarlo D'Alessandro,<br />

nel corso di una conferenza,<br />

svoltasi in Campidoglio.<br />

L'assessore ha poi ribadito, nel corso<br />

della famiglia. Inoltre al momento dell'iscrizione<br />

l'istituto specificherà ai genitori<br />

del bambino il proprio piano formativo<br />

e le linee direzionali delle attività. Un<br />

protocollo di intesa stabilito fra le scuole<br />

statali, quelle comunali e il Provveditorato<br />

agli Studi, comunque, garantisce<br />

programmi omologati e coordinati fra<br />

tutti gli istituti, sempre rispettando il criterio<br />

dell'autonomia delle scuole».<br />

Al momento dell'iscrizione, i genitori<br />

dovranno come ogni anno presentare<br />

delle autocertificazioni e dei documenti<br />

che attestino le vaccinazioni effettuate<br />

dal bambino. Le notizie contenute nella<br />

richiesta saranno indispensabili per l'in-<br />

Ottavia: proteste<br />

per topi<br />

nelle aule<br />

Tornano a scuola dalle vacanze di Natale<br />

e i 600 bambini della scuola elementare<br />

s. Andrea di Ottavia trovano topi<br />

nelle aule ed escrementi dei roditori nei<br />

loro armadietti. A denunciare il grave<br />

episodio sono stati i genitori degli alunni<br />

che fanno parte del Consiglio scolastico<br />

298.<br />

In una lettera inviata martedì al dirigente<br />

del Compartimento XI del Comune,<br />

il Presidente del consiglio scolastico,<br />

Domenico Ciardulli, sottolinea che «già<br />

prima delle festività natalizie erano stati<br />

trovati escrementi di topi in un deposito<br />

al piano terra della scuola». Dopo la<br />

scoperta i genitori avevano chiesto l'immediata<br />

derattizzazione di tutti i locali.<br />

Dopo la denuncia, però, l’intervento<br />

non c’è stato e la situazione, affermano<br />

i genitori, si è «ulteriormente aggravata».<br />

Secondo il Consiglio scolastico infatti,<br />

che chiede un «intervento straordinario<br />

di pulizia ed una adeguata derattizzazione»,<br />

il servizio di pulizia ordinario,<br />

svolto dalla ditta «Multiservizi», «è inadeguato<br />

sia per il numero di operatori<br />

che per la carenza dei materiali adoperati».<br />

11 GENNAIO 2001<br />

Giovedì della I settimana del<br />

tempo ordinario - Feria<br />

(verde)<br />

Messa a scelta<br />

Lezionario: Eb 3, 7-14; Salmo<br />

94; Mc 1, 40-45<br />

Liturgia delle Ore: Giov. I<br />

sett. - Ufficio della Feria<br />

serimento in graduatoria, poiché le condizioni<br />

sociali ed economiche determinano<br />

il punteggio che verrà assegnato ad<br />

ogni istanza. Bambini disabili o che provengono<br />

da situazioni familiari dissociate<br />

oppure da nuclei dove ambedue i genitori<br />

lavorano, vengono favoriti dalla<br />

Commissione esaminatrice.<br />

Ogni classe sarà composta al massimo<br />

da venticinque bambini, che verranno<br />

selezionati a secondo delle preferenze<br />

espresse sugli orari. Infatti nella domanda<br />

stessa, per andare incontro alle diverse<br />

esigenze dei genitori, si possono scegliere<br />

varie possibilità, da quella a tempo<br />

pieno, che impegna il bambino dalle<br />

8 fino alle 17, alla sola mattina fino alle<br />

13.30, o come terza scelta un orario flessibile<br />

dove l'entrata può essere anticipata<br />

alle 7.30 e l'uscita prolungata fino<br />

alle 18.<br />

L'andare incontro alla disponibilità<br />

dei genitori e l'ampliamento dei numeri<br />

dei posti rientra in una più ampia visione<br />

di questi anni di formazione prima<br />

della scuola dell'obbligo, non più visti<br />

solo come soluzioni di intrattenimento<br />

dei bambini durante l'assenza dei genitori,<br />

ma come una preparazione all'ingresso<br />

nelle elementari.<br />

Infatti negli istituti dell'infanzia vengono<br />

svolti dei programmi che mirano a<br />

fare sviluppare nel bambino la comunicatività<br />

verso l'esterno. Si insegna soprattutto<br />

ad usare i mezzi espressivi per<br />

entrare in contatto con gli altri quali i<br />

gesti, la parola, il disegno ed in ultimo<br />

anche la scrittura. Inoltre vi sono programmi<br />

di sostegno per bambini disabili<br />

oppure per figli di immigrati o nomadi.<br />

Parallelamente al programma didattico<br />

da svolgere, si organizzano anche visite<br />

guidate per una conoscenza sia del<br />

territorio che dell'ambiente circostante.<br />

La scuola dell'infanzia quindi desidera<br />

essere un valido ponte fra il nido e l'impegno<br />

della scuola elementare.<br />

Per rispondere alle diverse richieste<br />

sia per ciò che riguarda il sostegno alle<br />

famiglie che per una più completa educazione<br />

e socializzazione del bambino,<br />

vi sono anche le ludoteche, che congiuntamente<br />

alla scuola, aiutano ad intrattenere<br />

i bambini con giochi ricreativi<br />

e didattici.<br />

RITA DIETRICH<br />

Fede<br />

I fiori della fede e della pietà<br />

non spuntano sulle zone desertiche<br />

di una catechesi<br />

senza memoria.<br />

(Giovanni Paolo II)<br />

a cura di p. Leonardo Sapienza, R.C.I.<br />

un reddito complessivo annuale di 37<br />

milioni lordi e gli anziani ultra settantacinquenni,<br />

ai quali sarà consentito di<br />

continuare a pagare il canone di affitto,<br />

senza nessun pericolo di perdere l'alloggio».<br />

Gli immobili che non potranno essere<br />

acquistati dagli inquilini saranno ceduti<br />

all'asta, mentre il ricavato complessivo<br />

di quelli venduti sarà utilizzato dall'amministrazione<br />

comunale per finanziarie<br />

nuove costruzioni nel settore di edilizia<br />

popolare. La delibera che include la<br />

vendita di immobili ad uso abitativo di<br />

proprietà del Comune è già stata approvata<br />

dalla Giunta ed attualmente attende<br />

l'approvazione finale da parte del Consiglio.<br />

«Contiamo di poter rendere operativo<br />

il provvedimento al più presto — ha aggiunto<br />

l'assessore — e, comunque prima<br />

che si concluda il mandato dei consiglieri<br />

attualmente in carica».<br />

Rispondendo anche alle critiche avanzate<br />

da alcune forze politiche dell'opposizione<br />

riguardo alla vendita degli appartamenti<br />

in zone di particolare pregio a<br />

prezzi troppo scontati (sono abitazioni<br />

centrali, alcune anche a Fontana di Trevi<br />

e in piazza Navona, del valore catastale<br />

totale di circa 200 miliardi), l'assessore<br />

ha precisato che «gli immobili saranno<br />

valutati per il loro “reale” valore,<br />

ossia quello di mercato, e che saranno<br />

garantite procedure trasparenti per eliminare<br />

qualsiasi dubbio sulla correttezza<br />

del provvedimento».<br />

Continua, invece, il programma di<br />

vendita degli immobili ad uso non abitativo,<br />

come ad esempio negozi, magazzini<br />

autorimesse. Infatti, secondo un programma<br />

di dismissioni iniziato nel 1999,<br />

il Comune ha già provveduto a vendere<br />

a privati 170 locali commerciali, mentre<br />

altri 200 saranno posti sul mercato entro<br />

primavera.<br />

L'elenco di tutti gli immobili censiti è<br />

disponibile per chiunque lo voglia consultare<br />

su supporto cartaceo, presso gli<br />

uffici dell'assessorato ed a partire dal 15<br />

febbraio, e anche sul sito Internet del<br />

Comune di Roma. I cittadini potranno<br />

così «navigare» all'interno del programma<br />

in modo da accedere direttamente e<br />

velocemente alle tabelle dati aggiornate.<br />

A fine gennaio sarà poi messa a disposizione<br />

degli interessati la versione su Cdrom<br />

del censimento, che consentirà una<br />

facile consultazione con interrogazione a<br />

chiavi di accesso multiple.<br />

ALESSANDRO TRENTIN<br />

RADIO<br />

VATICANA<br />

OM: 1530 kHz - 196 metri<br />

(Per la zona di Roma<br />

anche Onda Media 527 kHz<br />

e FM 93.3 e 105 MHz)<br />

OC: nelle bande 49, 31, 25 e 19 metri<br />

GIOVEDÌ 11 GENNAIO<br />

00.10: Studio A (stereo): Con voi<br />

nella notte<br />

7.20-15.30-17.30-23-24: Orizzonti cristiani<br />

7.30: Santa Messa in latino<br />

8-12-14-15-16-18-21-23.30: Radiogiornale<br />

in italiano, spagnolo, portoghese,<br />

francese, inglese, tedesco e polacco<br />

16.30: «Avanti adagio: musica contro<br />

lo stress» di M. Guadagnini<br />

17: Liturgia delle Ore, celebrazione<br />

dei Vespri in latino<br />

20.20: Programma tedesco: Kreuz<br />

des Südens – Leben in jungen Kirchen<br />

20.40: Recita del Santo Rosario in<br />

latino<br />

21.30: Programma francese: Le<br />

courrier des auditeurs<br />

21.50: Programma inglese: Matters<br />

of fact / Against the floor / Where<br />

do we go from here<br />

22.10: Programma spagnolo: Al Hilo<br />

de la noticia / Comentario de Libros


IN ITALIA<br />

PAGINA<br />

12 .<br />

URANIO Il ministro della Difesa a Palazzo Madama<br />

Verifiche sanitarie<br />

su trenta militari<br />

ROMA, 10.<br />

«Sono 30, finora, i casi di militari malati<br />

o deceduti che sono stati segnalati:<br />

di questi, 21 sono relativi a militari che<br />

hanno prestato effettivo servizio in Bosnia<br />

ed Erzegovina; 7 riguardano persone<br />

decedute». Lo ha reso noto il ministro<br />

della Difesa Mattarella nella sua comunicazione<br />

resa stamane al Senato sulla<br />

vicenda dell'uranio impoverito. Dei 21<br />

militari che hanno operato in quelle<br />

aree — ha aggiunto il ministro — «si registra<br />

un netta prevalenza numerica di<br />

personale che ha operato in Bosnia ed<br />

Erzegovina». Sulla preoccupante vicenda<br />

il ministro ha comunque esortato ad<br />

evitare di diffondere «notizie prive di seri<br />

riscontri. L'opinione pubblica, italiana<br />

e internazionale — ha rilevato — si sta<br />

interrogando con legittima preoccupazione<br />

e con giusto desiderio di verità e<br />

di chiarezza sulle patologie emerse tra i<br />

militari che hanno prestato servizio in<br />

Bosnia ed Erzegovina o in Kosovo. La<br />

verità potrà garantire anche la serenità<br />

di migliaia di famiglie che sapranno di<br />

cosa veramente si tratta. Proprio per<br />

questo — ha sottolineato — occorre evitare<br />

che si moltiplichino notizie o ipotesi<br />

prive di seri riscontri. Riguardo alle malattie,<br />

siamo di fronte ad oltre 10 diverse<br />

tipologie. La casistica è dunque complessa<br />

e proprio per fare chiarezza è stata<br />

istituita un commissione di indagine<br />

medico-scientifica».<br />

Intanto, dopo che ieri mattina, in sede<br />

di comitato politico della Nato, è<br />

mancato un accordo tra i vari compo-<br />

Fascicolo della procura<br />

di Roma sull'ipotesi<br />

di attentato alla sede<br />

dell'ambasciata Usa<br />

ROMA, 10.<br />

La procura di Roma ha aperto ieri un<br />

fascicolo sull’ipotesi di attentato ai danni<br />

dell’ambasciata statunitense di via Veneto<br />

intestato «atti relativi a», ovvero<br />

senza indagati e senza ipotesi di reato. Il<br />

provvedimento è conseguente all'arrivo<br />

sul tavolo del procuratore Salvatore<br />

Vecchione della relazione predisposta<br />

nei giorni scorsi dall’Ucigos con la quale,<br />

dopo giorni di «silenzio», gli inquirenti<br />

sono stati formalmente informati dell’allarme<br />

che ha provocato la temporanea<br />

chiusura della sede diplomatica.<br />

L’informativa conterrebbe i nomi dei<br />

tre uomini che fanno capo al «Gruppo<br />

combattente tunisino» (Gct): tra questi<br />

— riferisce l'Ansa — Abou Doha, ritenuto<br />

uno dei presunti responsabili dell’azione<br />

che avrebbe avuto come obiettivo<br />

l’ambasciata americana. Gli altri nominativi<br />

sarebbero quelli di Maarufi Tarek<br />

e di Seifallah Benhassine. Il rapporto farebbe<br />

riferimento anche all’attività del<br />

gruppo «Salafita», sezione dell’organizzazione<br />

algerina «Gia» protagonista in<br />

passato di sanguinose iniziative in patria.<br />

Gli accertamenti saranno affidati al<br />

pm Franco Ionta, magistrato che insieme<br />

al collega Federico De Siervo ha già<br />

un fascicolo sull’attività delle frange armate<br />

dell’estremismo islamico.<br />

Intanto la vita nella sede diplomatica<br />

di via Veneto è tornata alla normalità.<br />

Le misure di sicurezza sono ferree ma<br />

discrete tanto che i molti funzionari che<br />

lavorano a Roma per il Governo americano<br />

non si sarebbero neanche accorti<br />

dei maggiori controlli se la Polizia non<br />

avesse completamente circondato il palazzo<br />

con delle vistose transenne.<br />

Terremoto nel Catanese:<br />

cessato allarme<br />

Due sole case inagibili<br />

CATANIA, 10.<br />

La situazione è tornata stamane alla<br />

normalità a Zafferana Etnea dopo lo<br />

sciame sismico, con oltre 50 scosse di<br />

varia entità (fino al quinto grado della<br />

scala Mercalli), registrata l'altra notte e<br />

che aveva suscitato momenti di comprensibile<br />

paura tra la popolazione.<br />

I tecnici della Protezione civile, dopo<br />

un accurato esame, hanno dichiarato<br />

inagibili soltanto due antichi edifici.<br />

Una di queste due abitazioni è un'antica<br />

villa, adibita a residenza estiva dai<br />

proprietari.<br />

Le abitazioni che presentano lesioni<br />

sono comunque numerose.<br />

Nessun problema ad ogni modo per<br />

gli edifici pubblici, comprese le scuole<br />

che ieri, per misura precauzionale, erano<br />

rimaste chiuse. Stamane le lezioni<br />

sono regolarmente riprese.<br />

La scossa era stata avvertita distintamente<br />

non solo a Zafferana Etnea ma<br />

anche in altri paesi della zona tra cui<br />

Santa Venerina, Pedara, Nicolosi, Trecastagni.<br />

Secondo gli esperti comunque lo sciame<br />

sismico, il cui epicentro è stato localizzato<br />

a due chilometri e mezzo ad<br />

ovest di Zafferana, non avrebbe ancora<br />

esaurito del tutto la propria energia.<br />

nenti dell'Alleanza sulla richiesta di moratoria<br />

dell'uranio impoverito avanzata<br />

dall'Italia (presa comunque in considerazione<br />

come base di discussione e comunque,<br />

ha detto Mattarella in Senato,<br />

«non c'è stata spaccatura»), della questione<br />

si è occupato anche il Consiglio<br />

dei Ministri che ha ascoltato una relazione<br />

del ministro degli Esteri Dini. Alla<br />

relazione — informa un comunicato di<br />

Palazzo Chigi — è seguito un ampio dibattito<br />

nel corso del quale il Presidente<br />

del Consiglio Amato ha tranquillizzato i<br />

presenti sottolineando che la questione è<br />

tutt'altro che chiusa e ribadendo la consapevolezza<br />

della gravità della vicenda.<br />

La questione della moratoria è oggi all'ordine<br />

del giorno del Consiglio Atlantico<br />

che si tiene a Bruxelles.<br />

Per quanto riguarda l'indagine conoscitiva<br />

che la commissione Difesa di<br />

Montecitorio è favorevole ad avviare (ha<br />

chiesto per questo il sì del Presidente<br />

della Camera Violante), non si tratterà<br />

— ha precisato il Presidente della stessa<br />

commissione, Spini — di un doppione<br />

della commissione scientifica istituita dal<br />

ministero della Difesa e presieduta dall'ematologo<br />

prof. Franco Mandelli, la<br />

quale dovrà appurare eventuali connessioni<br />

tra i casi di tumore e i proiettili ad<br />

uranio impoverito; l'indagine conoscitiva<br />

dovrà invece far luce «sulle prevenzioni<br />

che sono state adottate e su che cosa è<br />

avvenuto a questo riguardo nella catena<br />

di comando interna e internazionale. Il<br />

lavoro dovrà concludersi entro il 15 febbraio.<br />

Permane alto<br />

in Piemonte<br />

il rischio valanghe<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Giovedì 11 Gennaio 2001<br />

TRENTO — Cresce l'impegno della popolazione<br />

trentina nel mondo del volontariato<br />

e della cultura, diminuisce la già limitata<br />

partecipazione alla vita politica. È<br />

quanto emerge dal «Rapporto sulla situazione<br />

economica e sociale del Trentino<br />

nel corso del 1999», elaborato dal Servizio<br />

statistica della Provincia. I dati forniti dall'indagine<br />

sono eloquenti: il tessuto associativo<br />

comprende circa cinquemila realtà,<br />

dieci ogni mille residenti. Diffusissimi sono<br />

i cori, le bande, le compagnie filo-<br />

Benevento: bomba-carta<br />

lanciata sul campo<br />

di calcio. Cinque feriti<br />

Trentino: aumenta l'impegno nel volontariato<br />

drammatiche, i gruppi folkloristici, che<br />

coinvolgono il 18,9% della popolazione.<br />

Significativo il fatto che questa percentuale,<br />

negli ultimi quattro anni, abbia registrato<br />

una crescita di quasi quattro punti.<br />

Altrettanto considerevoli sono le cifre che<br />

si riferiscono ai sodalizi di volontariato<br />

sociale, alla cui attività nel 1999 ha partecipato<br />

il 14,4% dei trentini (nel 1996 la<br />

percentuale si attestava sull'11%). Il regi-<br />

GOVERNO Verso l'attuazione del provvedimento<br />

Via libera alla proposta<br />

sui «buoni scuola»<br />

della Regione Veneto<br />

MUCCA PAZZA Mattatoi bloccati dai mancati ritiri<br />

Stanziati 150 miliardi per smaltire<br />

le farine e gli scarti degli animali<br />

ROMA, 10.<br />

Centocinquanta miliardi di lire per<br />

smaltire le farine animali e le parti a rischio<br />

«mucca pazza» dei bovini già macellati<br />

e ammassati nei mattatoi sono<br />

stati stanziati dal Governo con un decreto<br />

legge varato ieri dal Consiglio dei Ministri.<br />

Sono infatti troppi gli scarti giacenti<br />

in attesa dello smaltimento ordinato<br />

dalle norme Ue tanto che il mattatoio<br />

di Torino ha chiuso e quello di Roma ha<br />

denunciato problemi che potrebbero<br />

portare al blocco entro la fine della settimana.<br />

«Con questo decreto — ha rassicurato<br />

il ministro delle Politiche agricole,<br />

Pecoraro Scanio — si va tuttavia verso<br />

la normalizzazione della situazione<br />

nei macelli, chiusi per l’emergenza mucca<br />

pazza».<br />

Più preciso il ministro della Sanità,<br />

Veronesi, il quale ha affermato che entro<br />

la fine di maggio il materiale ad alto<br />

rischio specifico sarà distrutto negli inceneritori<br />

mentre sulle farine a basso rischio,<br />

stoccate, deciderà l’Unione europea.<br />

Per Veronesi il decreto legge è «un<br />

provvedimento importante che mette fine<br />

alla fase dell’incertezza».<br />

A Torino, e in altre città, si sono accumulate<br />

tonnellate di scarti di macellazione<br />

non più ritirati dalle aziende di<br />

trasformazione per la mancanza di centri<br />

specializzati nella successiva distruzione<br />

per incenerimento, come vuole la<br />

legge. Anche nella Capitale i titolari delle<br />

ditte che assicurano il ritiro dei grassi<br />

e degli scarti parlano di emergenza e<br />

chiedono nuovi spazi dove accumulare<br />

resti e farine animali.<br />

Il commissario straordinario Guido<br />

TORINO, 10.<br />

Resta alto in Piemonte il rischio valanghe.<br />

Nonostante le temperature siano<br />

tornate da qualche giorno nelle medie<br />

stagionali, anche oggi si sono registrate<br />

slavine di piccole dimensioni in Val Formazza.<br />

Il rischio più marcato (codice<br />

tre secondo la scala internazionale pericolo<br />

valanghe) si registra nel settore settentrionale,<br />

sulle Alpi Pennine e Lepontine.<br />

Il settore meteoidrografico della regione<br />

Piemonte precisa che la situazione<br />

si sta normalizzando grazie anche al ritorno<br />

alle temperature basse, ma che<br />

occorrerà ancora qualche giorno prima<br />

che la situazione del manto nevoso sia<br />

definitivamente stabilizzata.<br />

Intanto in provincia di Sondrio è rientrato<br />

l'allarme a Santa Caterina Valfurva<br />

dopo la caduta, ieri, di una slavina. Una<br />

nuova valanga, dopo quella caduta lunedì,<br />

si è abbattutta, invece, ieri pomeriggio,<br />

sul Canalone della Tofana, sopra<br />

Cortina. La massa di neve, staccatasi da<br />

quota 2.460 metri, ha percorso un tratto<br />

circa 800 metri e si è infranta infine sui<br />

resti della slavina precedente, formando<br />

un fronte di circa 65 metri di lunghezza<br />

per cinque di altezza. La pista che corre<br />

sul canalone era chiusa da giorni.<br />

ROMA, 10.<br />

Il Consiglio dei Ministri, su proposta<br />

del ministro per gli Affari regionali Agazio<br />

Loiero, ha approvato la proposta sui<br />

buoni scuola del Veneto, più precisamente<br />

si tratta della legge della regione<br />

Veneto su interventi a favore delle famiglie<br />

degli alunni delle scuole statali e paritarie.<br />

«Abbiamo raggiunto il nostro primo<br />

importante obiettivo riguardo alla legge<br />

della parità scolastica con questo provvedimento<br />

che è riuscito a superare indenne<br />

le forche caudine di un Governo<br />

che in questo campo è rimasto tra i più<br />

arretrati d’Europa». Così il presidente<br />

del Veneto Giancarlo Galan sul via libera<br />

ai buoni scuola. «Ora — osserva — il<br />

nostro impegno è di tradurre il principio<br />

in risultati concreti, tangibili, avviando<br />

un lavoro che porti benefici già per l’anno<br />

scolastico in corso». «Entro quest’anno<br />

ci siamo impegnati in Consiglio regionale<br />

a varare una legge organica che<br />

affronti complessivamente i problemi<br />

della parità scolastica e del diritto allo<br />

studio. È un grande tema che tocca fondamentali<br />

valori di libertà per i quali ci<br />

siamo sempre battuti e sui quali non intendiamo<br />

venire meno». «Per attuare subito<br />

il provvedimento sul buono scuola<br />

— rileva Galan — da noi approvato a fine<br />

dicembre, abbiamo poco tempo, ma<br />

riusciremo ad essere operativi pubblicando<br />

entro qualche settimana i criteri<br />

attuativi e quindi dando il via al bando<br />

per accogliere le domande. Le procedu-<br />

Alborghetti incontrerà oggi le Regioni<br />

per definire nuove procedure che consentano<br />

di accelerare i test sui bovini di<br />

oltre 30 mesi, partiti dal 1º gennaio.<br />

Nel frattempo in Italia, come in altri<br />

Paesi europei, le proteste non mancano:<br />

la Coldiretti della Lombardia ha dichiarato<br />

lo stato di agitazione dei propri associati<br />

affermando che la situazione di<br />

blocco delle macellazioni «determinata<br />

dai ritardi nel sistema istituzionale preposto<br />

all’attuazione dei test e dei controlli<br />

per la prevenzione della Bse è ritenuta<br />

non più sostenibile».<br />

Rifiuti dell'Enel:<br />

sequestrata<br />

discarica a Taranto<br />

TARANTO, 10.<br />

I carabinieri hanno sequestrato<br />

una vasta area di proprietà privata<br />

alla periferia di Taranto. Vi sarebbero<br />

stati scaricati fanghi di rifiuti<br />

nocivi provenienti dalla centrale<br />

Enel di Brindisi, che l’industria<br />

tarantina non sarebbe autorizzata<br />

a trattare ed a stoccare.<br />

Denunciati i titolari della ditta,<br />

il direttore e il responsabile del<br />

settore ambiente della centrale di<br />

Brindisi, i titolari dell’azienda<br />

brindisina di autotrasporti e due<br />

autisti dei mezzi utilizzati per il<br />

trasferimento dei fanghi.<br />

BENEVENTO, 10.<br />

Momenti di paura ieri allo stadio<br />

«Santa Colomba» per l'esplosione di una<br />

bomba-carta lanciata da alcuni teppisti<br />

(forse due giovanissimi) contro i calciatori<br />

dello «Sporting Benevento» (che milita<br />

in serie C1) durante la seduta di allenamento.<br />

Quattro giocatori, tra cui<br />

due della squadra primavera, e l’addetto<br />

stampa della squadra sono rimasti feriti.<br />

I teppisti (forse «tifosi» delusi dall’andamento<br />

della squadra) hanno aspettato il<br />

momento opportuno, poi dal fossato<br />

che circonda il terreno di gioco hanno<br />

lanciato la bomba che ha ferito Gianluca<br />

De Angelis, Carlo Luisi, Nicola Lo<br />

Calzo, Vincenzo Santini e Nicolino Amoroso.<br />

I cinque sono stati trasportati all’ospedale<br />

Rummo di Benevento. La<br />

prognosi per tutti è di cinque giorni. Sul<br />

luogo sono intervenute le forze dell'ordine<br />

ma i giovani teppisti si erano già dileguati.<br />

Il gravissimo episodio (qualche<br />

centimetro più in là e poteva essere una<br />

tragedia) ha destato clamore, sconcerto<br />

e amarezza. Anche perché, secondo uno<br />

dei feriti, alcuni spettatori lo hanno applaudito.<br />

In una nota la società dichiara<br />

che se tali gesti dovessero ripetersi potrebbe<br />

prendere in considerazione di<br />

«disimpegnarsi dal calcio beneventano».<br />

re — ribadisce — dovranno essere semplici,<br />

snelle, efficaci. Tutto deve stare in<br />

un unico foglio: domanda, autocertificazione<br />

dei dati, dichiarazione della scuola<br />

che attesta l’iscrizione dei figli».<br />

Questo il commento del ministro della<br />

Pubblica Istruzione De Mauro: «Dopo<br />

che il governo aveva impugnato dinanzi<br />

alla Corte Costituzionale la norma lombarda<br />

sui “bonus”, per le discriminazioni<br />

che introduce a favore dei redditi alti<br />

contro quelli bassi, due regioni, il Veneto<br />

e il Piemonte hanno messo in discussione<br />

e approvato due leggi eccellenti».<br />

Mutui: primo «sì»<br />

in commissione<br />

al Senato<br />

ROMA, 10.<br />

Primo «sì» della commissione<br />

Affari costituzionali del Senato al<br />

decreto legge sulla rinegoziazione<br />

dei mutui a tasso di usura. La<br />

commissione ha espresso ieri parere<br />

favorevole sui presupposti costituzionali,<br />

accertando che sussistono<br />

i requisiti di necessità e di<br />

urgenza previsti dalla Costituzione,<br />

affinché il Governo possa ricorrere<br />

allo strumento del decreto<br />

legge.<br />

Operazioni antidroga<br />

con arresti<br />

e perquisizioni nel Nord Est<br />

stro provinciale del volontariato annota l'iscrizione<br />

di un centinaio di organizzazioni,<br />

che contano sul lavoro di circa ottanta<br />

dipendenti e di quasi 4.000 volontari, i<br />

quali prestano in media 19 ore di attività<br />

gratuita mensile. Vivace è anche la presenza<br />

delle settanta cooperative sociali<br />

che operano sul territorio, con 1.500 operatori<br />

professionisti ed oltre mille volontari.<br />

A tutto questo si deve aggiungere che<br />

INCIDENTE SUL LAVORO Ignote le cause<br />

Esplosione in un lanificio<br />

del Biellese: feriti nove operai<br />

BIELLA, 10.<br />

Una terribile esplosione ha sventrato<br />

una storica fabbrica tessile biellese. Nove<br />

operai sono rimasti feriti, sei di loro<br />

in modo gravissimo e in imminente pericolo<br />

di vita. Il bilancio assai pesante poteva<br />

essere addirittura più tragico se<br />

non fosse stato in corso uno sciopero<br />

che aveva quasi svuotato l'azienda<br />

È accaduto a Vigliano Biellese, un<br />

paesone industriale a circa 5 chilometri<br />

dal capoluogo. Lungo la superstrada<br />

Biella-Cossato sorge la Pettinatura italiana,<br />

fabbrica già di proprietà di un’ antica<br />

e nobile famiglia della zona, quella<br />

dei conti Fracassi, che ora la gestiscono<br />

per conto di altri azionisti. Verso le 18<br />

un forte boato, udito anche distintamente<br />

a Biella. «Dopo l’esplosione — ha raccontato<br />

la custode di una fabbrica vicina<br />

— mi sono affacciata e ho visto alte lingue<br />

di fuoco e uno spesso fumo». Nell’azienda<br />

lavorano di norma 350 persone<br />

ma, a causa dello sciopero, nel reparto<br />

sovrastante la carderia, che si trova nel<br />

seminterrato, non c’era nessuno. «Il pavimento<br />

è saltato per aria — ha raccontato<br />

un vigile del fuoco — e l’onda d’urto<br />

ha demolito anche il tetto dell’edificio».<br />

Misteriose le cause: in quella zona<br />

dello stabilimento non vi sono le caldaie<br />

e non vi passerebbero nemmeno tubazioni<br />

del gas.<br />

I vigili del fuoco hanno contato sei focolai,<br />

ma solo un sopralluogo attento,<br />

che potrà essere fatto dai tecnici nelle<br />

prossime ore, potrà spiegare che cosa<br />

sia realmente successo.<br />

«A memoria non ricordo un’esplosio-<br />

VENEZIA, 10.<br />

Un'operazione antidroga, effettuata<br />

nella mattinata di oggi dai Carabinieri di<br />

Venezia nella zona di San Donà di Piave,<br />

ha portato a diversi arresti per associazione<br />

per delinquere finalizzata allo<br />

spaccio di cocaina e al traffico di armi.<br />

Nell’ambito dell’operazione sono stati<br />

compiute perquisizioni e sequestri di<br />

droga in tutta la provincia di Venezia.<br />

Ieri la Guardia di Finanza del Gruppo<br />

operativo antidroga del nucleo regionale<br />

di polizia tributaria di Trieste ha concluso<br />

un’articolata indagine nel corso della<br />

quale sono state tratte in arresto 30 persone<br />

e sequestrate ben 3739 pastiglie di<br />

ecstasy, 13 chilogrammi circa di hashish,<br />

circa mezzo chilo di cocaina, altrettanta<br />

eroina, marijuana e «speed», oltre<br />

a 7 autovetture e 13 telefoni cellulari.<br />

Sono all’esame degli investigatori le numerose<br />

varietà di pastiglie sequestrate e<br />

sono stati localizzati vari canali di rifornimento<br />

attraverso i quali la droga giungeva<br />

sul mercato del Nord Est. In particolare<br />

dalla Slovenia provenivano molte<br />

delle pastiglie di «ecstasy» sequestrate<br />

mentre dal Veneto e dalla Lombardia<br />

avevano origine i traffici di eroina, hashish<br />

e cocaina.<br />

ben un terzo della comunità trentina, nell'ultimo<br />

anno, ha messo somme di denaro<br />

a disposizione dell'associazionismo (nel<br />

1996, la percentuale era di poco superiore<br />

ad un quarto). A questi dati, tutti di segno<br />

positivo, fanno da contraltare quelli relativi<br />

alla partecipazione alla vita politica.<br />

Solo il 3,6% dei trentini lo scorso anno è<br />

intervenuto ad incontri di partito, confermando<br />

un trend che nel tempo si presenta<br />

costantemente negativo.<br />

MAURIZIO MELLARINI<br />

SENATO «No» del Polo, dubbi nella maggioranza<br />

La riforma elettorale<br />

in situazione di stallo<br />

ROMA, 10.<br />

Iter difficile al Senato per la riforma<br />

della legge elettorale. Oltre al «no» del<br />

centro destra (che non intende collaborare<br />

ad alcun cambiamento giudicandolo<br />

«fuori tempo massimo»), vi sono anche<br />

dubbi all'interno della maggioranza,<br />

espressi in particolare dai comunisti di<br />

Cossutta e dall'Udeur di Mastella.<br />

Intanto Ppi e Sdi hanno manifestato<br />

apprezzamento per la proposta presentata<br />

dal sen. Andreotti proprio alla vigilia<br />

del dibattito: un testo che ricalca,<br />

con poche modifiche, la vecchia proposta<br />

(Urbani -Tremonti) del Polo.<br />

Il centro sinistra non ha chiuso definitivamente<br />

la porta alla possibilità di andare<br />

avanti senza da solo, ma la decisione<br />

definitiva dovrà essere presa dai vertici<br />

della coalizione. Alcuni gruppi, come<br />

i Verdi, insistono perché si cominci<br />

almeno a votare.<br />

Ma nell’Ulivo sembra stia prevalendo<br />

l'ipotesi di prendere atto, a fine dibattito,<br />

della chiusura del centro destra, votando<br />

un ordine del giorno che sancisca<br />

le responsabilità del centro destra. Per<br />

ora la maggioranza ha soltanto ribadito<br />

che la sua proposta è la Franceschini-<br />

Villone, anche per evitare sbilanciamenti<br />

a favore della proposta Andreotti.<br />

La discussione generale, apertasi ieri<br />

in aula con la relazione dello stesso Villone<br />

(Ds), prosegue oggi pomeriggio e si<br />

chiuderà martedì prossimo, quando interverranno<br />

i capigruppo. Venerdì scade<br />

invece il termine per i subemendamenti.<br />

Il centro destra, che ieri ha riunito i ca-<br />

ne in un reparto carderia», ha commentato<br />

un dirigente dell’azienda. In questi<br />

reparti non sono invece infrequenti incendi,<br />

causati dallo sfregamento con i<br />

macchinari di residui metallici contenuti<br />

nelle balle di lana da cardare.<br />

I nove feriti — Carlo Coletta e il figlio<br />

Donatello, Marco Debernardi, Renzo<br />

Triban, Pasquale Cara, Graziano Roccato,<br />

Mario Falla, Damiano Chiesa e il caporeparto<br />

Antonio Mosca — sono stati<br />

ricoverati in vari ospedali. Sei di loro<br />

hanno ustioni sul 70%-80% del corpo e<br />

le loro condizioni sono assai critiche.<br />

Malpensa: «avviso»<br />

a Fossa per la morte<br />

di un elettricista<br />

VARESE, 10.<br />

Avviso di garanzia per omicidio<br />

colposo al presidente dell'aeroporto<br />

della Malpensa Giorgio Fossa.<br />

L’indagine è stata avviata dalla<br />

procura di Busto Arsizio sulla<br />

morte dell’elettricista Dario Comerio,<br />

folgorato la notte dell’Epifania<br />

mentre verificava l’impianto<br />

di segnalazione delle piste.<br />

Avvisi anche al responsabile sanitario<br />

della società e al responsabile<br />

degli impianti elettrici e della<br />

sicurezza. I medici legali eseguiranno<br />

una perizia medico-legale<br />

sul corpo dell’elettricista.<br />

pigruppo, non ha ancora deciso se ne<br />

presenterà o meno: probabilmente vuole<br />

verificare se effettivamente il centro sinistra<br />

intenda andare avanti.<br />

Nella sua relazione Villone ha respinto<br />

l’accusa, rivolta dal Polo al centro sinistra,<br />

di volere la riforma solo per spianare<br />

la strada ad un accordo con Rifondazione<br />

anche al Senato. Per la Casa<br />

delle Libertà il capogruppo di Fi in prima<br />

commissione, Schifani, ha ribadito<br />

che «l’argomento va definitivamente<br />

chiuso», che le riforme sono ormai appannaggio<br />

della prossima legislatura.<br />

Avvocato d'ufficio:<br />

primo passo<br />

della nuova legge<br />

ROMA, 10.<br />

La Camera ha approvato ieri il<br />

provvedimento sulla difesa d'ufficio<br />

per gli imputati meno abbienti<br />

(con la sola astensione della Lega)<br />

inviando il testo al Senato. Il testo<br />

precisa che la difesa d’ufficio può<br />

essere affidata solo ad avvocati<br />

iscritti all’albo professionale, preparati<br />

e aggiornati. Quanto alla<br />

retribuzione, scartata l’ipotesi di<br />

un compenso liquidato dal consiglio<br />

dell’Ordine da detrarre dalle<br />

tasse, sarà lo Stato a pagare.<br />

Inps: aumenti<br />

delle prestazioni<br />

sociali<br />

già da febbraio<br />

ROMA, 10.<br />

Gli aumenti delle prestazioni sociali<br />

previsti in Finanziaria scatteranno già da<br />

febbraio e saranno corrisposti ad un numero<br />

maggiore di pensionati rispetto al<br />

previsto: 400.000 titolari di trattamenti<br />

al minimo e 130.000 titolari di pensioni<br />

sociali. Lo rendono noto i sindacati dei<br />

pensionati Spi Cgil, Fnp Cisl Uilp Uil in<br />

un comunicato congiunto e il Consiglio<br />

di indirizzo e vigilanza (Civ) dell’Inps<br />

riunitosi, ieri, per discutere della questione.<br />

Il costo totale mensile dell’operazione<br />

sarà di circa 35 miliardi. Il Civ<br />

dell’Inps, dunque, con un ordine del<br />

giorno impegna gli organi di gestione<br />

dell’istituto ad anticipare di un mese gli<br />

aumenti che proprio ieri erano stati fissati<br />

dal primo marzo, chiedendo che le<br />

maggiorazioni previste dalla Finanziaria<br />

2001 «siano erogate, con gli arretrati<br />

maturati, contestualmente al pagamento<br />

delle pensioni del prossimo mese di febbraio,<br />

anche attraverso iniziative ed atti<br />

gestionali di carattere straordinario». Il<br />

presidente del Civ dell’Inps, Aldo Smolizza,<br />

ha quindi sottolineato come «il ritardo<br />

nell’adeguamento non era dovuto<br />

a impossibilità tecniche o incapacità della<br />

struttura burocratica, ma a scelte inadeguate<br />

che tendevano a privilegiare<br />

l’accertamento dei requisiti reddituali rispetto<br />

all’adeguamento delle prestazioni».<br />

Per Smolizza, invece, «una Pubblica<br />

amministrazione, in una logica di servizio,<br />

deve rispondere efficacemente, con<br />

tempestività e rigore. Sarà quindi l’istituto<br />

a verificare eventuali posizioni di<br />

soggetti che non hanno più i requisiti<br />

reddituali per ottenere gli aumenti e<br />

provvedere ai relativi conguagli».<br />

Morto Lino Rizzi, ex direttore di «Avvenire»<br />

MILANO — Lino Rizzi, ex direttore di Avvenire, Il Giorno e Il Giornale di Sicilia,<br />

è morto mercoledì mattina a Milano. Avrebbe compiuto 74 anni il<br />

prossimo marzo. La salma sarà esposta nella camera ardente allestita<br />

presso la sede del quotidiano cattolico a Milano. Quindi verrà trasferita a<br />

Busseto, dove venerdì alle 14.30 si terranno i funerali. Rizzi aveva cominciato<br />

a lavorare nel ’52 a «La Notte». Nel ’58 era passato al «Candido» diretto<br />

da Giovannino Guareschi di cui era grande amico. Dal 1960 fu inviato<br />

speciale di Epoca e dal ’62 fu a Parigi come corrispondente dei settimanali<br />

Rizzoli. Nel ’67 fu assunto da Panorama, di cui due anni più tardi diventò<br />

capo della redazione romana. Seguirono incarichi a «Il Mondo» di Arrigo<br />

Benedetti e al «Il Giorno» come notista politico. Fino al ’75, quando arrivarono<br />

le prime direzioni: prima «Il Giornale d’Italia», poi «Il Giornale di Sicilia».<br />

Nell’82 Rizzi ebbe la nomina a vicedirettore del Tg1, incarico che lasciò<br />

nell’84 per assumere, fino all’89, la direzione de «Il Giorno». Infine, il<br />

1° ottobre del ’90 assunse la direzione di «Avvenire», incarico che mantenne<br />

fino al ’92 quando fu costretto a lasciare in seguito ad un gravissimo incidente<br />

stradale.<br />

Tredicenne investita dal treno mentre va a scuola<br />

LUCCA — Andava a scuola in bicicletta e, forse perché in ritardo, ha attraversato<br />

i binari mentre le sbarre del passaggio a livello erano chiuse; Valentina<br />

Gaina, 13 anni, è stata travolta ed uccisa da un Etr. È avvenuto mercoledì<br />

verso le 8.20 al passaggio a livello di Pontestrada, tra Pietrasanta e<br />

Querceta, sulla linea Livorno-Genova. Valentina abitava ad un centinaio di<br />

metri dal luogo dell’incidente. Frequentava la seconda media della scuola<br />

Stagio Stagi. Stamattina è uscita di casa in bicicletta con il suo zainetto di<br />

colore grigio e blu. Forse perché era in ritardo, vedendo che le sbarre del<br />

passaggio a livello erano abbassate, è scesa dalla bicicletta, le ha oltrepassate<br />

ed ha cercato di attraversare di corsa i binari. In quel momento stava<br />

però arrivando un Etr, che procedeva a circa 130 chilometri all’ora.<br />

Bancarotta Italgrani: arrestati Ambrosio e figli<br />

NAPOLI — L’imprenditore Franco Ambrosio è stato arrestato mercoledì con<br />

l’accusa di bancarotta collegata al fallimento della Italgrani, società di import-export<br />

di cereali. Le ordinanze riguardano anche i suoi due figli.


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Anno CXLI - N. 8 (42.646) CITTÀ DEL VATICANO Venerdì 12 Gennaio 2001<br />

Il ringraziamento di Giovanni Paolo II a quanti hanno cooperato alla preparazione e alla celebrazione<br />

del Grande Giubileo del Duemila e l'invito a non dismettere lo «stile» di vita e di lavoro acquisito in questi mesi<br />

«Nulla è più come prima»<br />

«In un certo senso, nulla è più come prima.<br />

L'Anno giubilare, infatti, ha impresso in<br />

ciascuno, e specialmente in voi, uno “stile”<br />

di vita e di lavoro che non deve essere dismesso».<br />

È quanto ha raccomandato Giovanni<br />

Paolo II ai membri del Consiglio di<br />

Presidenza e del Comitato del Grande Giubileo<br />

dell'Anno 2000 presenti, nella mattina<br />

di giovedì 11 gennaio, nella Sala Clementina,<br />

con le Autorità civili, militari e i collaboratori.<br />

Questi sono i punti nodali del discorso<br />

del Santo Padre:<br />

» «Nella mia mente — e certamente è<br />

così anche per voi — restano impresse<br />

immagini commoventi che, in qualche<br />

modo, ne condensano le varie fasi. Penso,<br />

in particolare, all'ultimo periodo e rivedo<br />

le interminabili scie di pellegrini<br />

che, attraversando Piazza San Pietro, si<br />

dirigevano con grande devozione a varcare<br />

la Porta Santa. Come dimenticare quest'icona<br />

vivente del Popolo di Dio, in cammino<br />

verso Cristo, universale via di salvezza?»;<br />

» «Queste folle sono state una testimonianza<br />

palpabile del desiderio profondo<br />

che spinge l'uomo alla ricerca della verità<br />

e della misericordia, della speranza e<br />

della riconciliazione, in una parola, alla<br />

ricerca di Cristo»;<br />

» «Ora che la Porta Santa è stata chiusa,<br />

abbiamo ripreso il cammino “ordinario”,<br />

nella consapevolezza che rimane più che<br />

mai spalancato l'accesso alla divina misericordia.<br />

Riprendendo le parole dell'apostolo<br />

Paolo, possiamo dire che nel<br />

Grande Giubileo dell'Anno 2000 “è apparsa<br />

la grazia di Dio, apportatrice di salvezza<br />

per tutti gli uomini” (Tt 2, 11)»;<br />

» «Il Giubileo ha indicato, all'inizio del<br />

XXI secolo e del terzo millennio, come<br />

punto certo da cui ripartire, Cristo, unica<br />

salvezza e speranza dell'umanità»;<br />

» «Alla gratitudine verso Dio non possiamo<br />

però non unire quella verso gli uomini.<br />

E questo nostro incontro mi offre la<br />

gradita opportunità di esprimere, ancora<br />

una volta, un sentito ringraziamento a<br />

ciascuno di voi ed agli Organismi che<br />

rappresentate»;<br />

» «I semi gettati durante il Giubileo continuino<br />

a produrre frutti abbondanti negli<br />

anni che verranno»;<br />

» «Il 6 gennaio scorso ci è stata consegnata<br />

una preziosa eredità, che va trasmessa<br />

alle generazioni future, secondo<br />

due principali direttrici. Anzitutto, continuando<br />

a tenere Cristo al centro della vita<br />

personale e sociale. Se avremo vissuto<br />

veramente il Giubileo, lo si vedrà dai frutti<br />

di santità che porteremo nella vita ordinaria.<br />

In secondo luogo, occorre recare<br />

ovunque la testimonianza della carità che<br />

si fa perdono, servizio, disponibilità, condivisione»;<br />

» «Maria, Stella del terzo millennio, vi<br />

accompagni e guidi ogni passo della vostra<br />

esistenza».<br />

Ex Zaire: revocato<br />

l'arresto arbitrario<br />

delVescovoAusiliarediBoma<br />

KINSHASA, 11.<br />

È stato rimesso in libertà ieri<br />

mattina, dopo dodici giorni di detenzione<br />

arbitraria, il Vescovo Cyprien<br />

Mbuka, Ausiliare della diocesi<br />

di Boma nella regione sud-occidentale<br />

della Repubblica Democratica<br />

del Congo (Rdc, ex Zaire).<br />

Lo ha annunciato — riferisce l'Agenzia<br />

internazionale Fides — la segreteria<br />

della Conferenza Episcopale<br />

della Rdc.<br />

Il Presule era stato arrestato il 28<br />

dicembre a Matadi, trasferito sotto<br />

scorta a Kinshasa e associato alle<br />

carceri del Demiap (servizio investigativo<br />

militare sulle attività antipatriottiche).<br />

Nei suoi confronti erano<br />

state mosse accuse di imprecisate<br />

attività intese a istigare i fedeli e la<br />

popolazione della diocesi contro le<br />

autorità governative. Gli era stato<br />

inoltre contestato il possesso di un<br />

telefono satellitare.<br />

Una imputazione, quella di attività<br />

sovversive, giudicata assolutamente<br />

infondata dall'opinione pubblica<br />

del Paese.<br />

Pagina 5<br />

“<br />

Il 6 gennaio scorso ci è stata consegnata una preziosa eredità,<br />

che va trasmessa alle generazioni future,<br />

secondo due principali direttrici. Anzitutto, continuando a tenere Cristo<br />

al centro della vita personale e sociale...<br />

In secondo luogo, occorre recare ovunque la testimonianza della carità<br />

che si fa perdono, servizio, disponibilità, condivisione.<br />

Parafrasando il Vangelo, potremmo dire: «Da questo riconosceranno<br />

che avete fatto il Giubileo, da come sapete amarvi gli uni gli altri»<br />

MEDIO ORIENTE Pattuglie miste israeliane e palestinesi controlleranno i Territori<br />

Riprende la cooperazione sulla sicurezza<br />

TEL AVIV, 11.<br />

Israele e Autorità Palestinese (Ap)<br />

stanno tentato di riavviare la cooperazione<br />

in materia di sicurezza e ridurre la<br />

violenze che dal 28 settembre scorso<br />

hanno causato non meno di 370 morti.<br />

Ieri delegazioni delle due parti si sono<br />

incontrate al valico di Erez. I negoziatori<br />

israeliani erano guidati dal Ministro<br />

dei trasporti, Amnon Lipkin Shahak,<br />

che aveva al suo fianco i comandanti<br />

delle diverse regioni militari. Quelli palestinesi<br />

erano condotti da Saeb Erekat<br />

che si è avvalso della collaborazione di<br />

vari responsabili dei servizi di sicurezza<br />

dell’Ap. La riunione di ieri fa seguito a<br />

quella svoltasi domenica scorsa al Cairo,<br />

alla quale ha partecipato come mediatore<br />

il Capo della Cia, George Tenet.<br />

I contatti hanno portato alla ripresa<br />

del pattugliamento effettuato congiuntamente<br />

da militari israeliani e da agenti<br />

dell'Ap in Cisgiordania e nella «Striscia<br />

di Gaza». Le pattuglie miste erano state<br />

istituite sulla base degli «Accordi di<br />

Oslo» del '93 ed avevano cessato di funzionare<br />

all’inizio della nuova rivolta palestinese.<br />

Al momento, però, questo sembra l'unico<br />

passo in avanti nelle trattative tra<br />

le parti. Sul fronte politico, infatti, un<br />

brusco arretramento si è registrato con<br />

la decisione del Presidente degli Stati<br />

Uniti, Bill Clinton, di sospendere la prevista<br />

visita nella regione dell'inviato speciale<br />

degli Usa per il Medio Oriente,<br />

Dennis Ross.<br />

Il diplomatico americano avrebbe dovuto<br />

perorare la causa del piano di pace<br />

messo a punto dall'Amministrazione democratica<br />

e contestato soprattutto dall'Ap.<br />

Il rinvio della missione rende sempre<br />

più improbabile la firma di un accordo<br />

entro la fine del mandato di Clinton,<br />

che scade il 20 gennaio.<br />

Gli Stati Uniti stanno comunque portando<br />

avanti il loro progetto perché serva<br />

come base per un'intesa futura fra<br />

palestinesi e israeliani. Fonti della Casa<br />

Bianca e del Dipartimento di Stato hanno<br />

separatamente confermato la volontà<br />

degli Usa di coagulare un consenso intorno<br />

alle loro proposte, definite «parametri».<br />

Se un’intesa verrà definita prima<br />

del 20 gennaio, essa potrà servire di base<br />

per ulteriori negoziati. Se l'accordo<br />

non ci sarà, sottolineano i portavoce<br />

dell'Amministrazione, i «parametri» di<br />

Clinton verranno meno e le trattative<br />

dovranno riprendere più a monte.<br />

Intanto nei Territori ieri si sono registrati<br />

nuovi incidenti. Decine di studentesse<br />

palestinesi sono state intossicate da<br />

gas lacrimogeni sparati da soldati israeliani<br />

nel villaggio di Silat A-Dahar, nei<br />

pressi di Nablus, in Cisgiordania. Fonti<br />

palestinesi hanno riferito che due insegnanti<br />

sono rimasti feriti da spari, mentre<br />

un portavoce militare israeliano ha<br />

minimizzato la portata degli scontri. In<br />

mattinata altri incidenti si erano verificati<br />

nella stessa località durante i funerali<br />

di un abitante ucciso, secondo alcuni<br />

testimoni, da coloni israeliani.<br />

Inoltre stamani una bomba è stata<br />

scoperta e disinnescata in un quartiere<br />

di Gerusalemme. Lo ha reso noto la polizia<br />

israeliana precisando che l’ordigno<br />

era costituito da un tubo di piombo imbottito<br />

di esplosivo, collegato a un telefono<br />

cellulare che avrebbe azionato il<br />

detonatore. Secondo testimoni oculari,<br />

la bomba era stata nascosta in un bidone<br />

della spazzatura del quartiere di Mea<br />

Shearim da un uomo, all’apparenza palestinese,<br />

che poi è fuggito. Un ordigno<br />

dello stesso tipo era esploso il 28 dicembre<br />

in un autobus di Tel Aviv provocando<br />

13 feriti, tutti israeliani.<br />

-<br />

”<br />

Chiusura<br />

della Porta Santa<br />

nelle Diocesi italiane<br />

I giorni<br />

del Grande Giubileo<br />

C'<br />

NOSTRE<br />

INFORMAZIONI<br />

Il Santo Padre ha ricevuto oggi in<br />

udienza Sua Eccellenza Reverendissima<br />

Monsignor Louis-Marie Billé,<br />

Arcivescovo di Lyon, Presidente della<br />

Conferenza Episcopale Francese,<br />

con Sua Eccellenza Reverendissima,<br />

Monsignor Jean-Pierre Ricard, Vescovo<br />

di Montpellier, Vicepresidente,<br />

e Monsignor Bernard Lagoutte,<br />

Segretario della medesima Conferenza<br />

Episcopale.<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha accettato la rinuncia<br />

al governo pastorale della<br />

è una nostalgia di senso, di<br />

pienezza, di infinito inscritta<br />

a caratteri indelebili nell'ani-<br />

mo di ogni uomo. La si avverte con<br />

inconfondibile evidenza quando si<br />

chiude un'esperienza di vita particolarmente<br />

forte, intensa, coinvolgente.<br />

Resta allora la sensazione che lo<br />

«straordinario» si dissolva inevitabilmente<br />

nell'«ordinario», che le emozioni<br />

finiscano per sempre nel cassetto<br />

dei ricordi, che certe vette spirituali<br />

toccate rimangano tra le pagine<br />

sbiadite di un diario: che tutto,<br />

insomma, ritorni come prima.<br />

Suonano così quasi sorprendenti<br />

le parole che Giovanni Paolo II ha<br />

pronunciato ricevendo in udienza<br />

tutti coloro che hanno cooperato alla<br />

preparazione e alla celebrazione del<br />

Grande Giubileo. «Nulla è più come<br />

prima» ha esclamato il Papa con accenti<br />

vivi, palpitanti. E in quella vibrazione<br />

è sembrato di udire il naturale<br />

prolungamento di quel «Guardo<br />

lontano...» confidato con la dolcezza<br />

di un padre alle migliaia di bambini<br />

radunatisi intorno a lui nell'Aula<br />

Paolo VI alla vigilia della solenne<br />

celebrazione di chiusura della Porta<br />

Santa della Basilica di San Pietro.<br />

«Nulla è più come prima». C'è<br />

«uno stile di vita e di lavoro» che<br />

l'Anno Santo ha tracciato come un<br />

solco profondo lungo i sentieri del<br />

popolo di Dio. Un solco che nessun<br />

battente chiuso, nessun sipario calato<br />

potrà mai cancellare. Il Terzo Millennio<br />

appena iniziato è un Millennio<br />

tutto giubilare. Perennemente<br />

giubilare. La gioia dello «straordinario»<br />

diventa fatica dell'«ordinario». Il<br />

pulsare incalzante dell'eccezionalità<br />

diventa il battito regolare della quotidianità.<br />

«Nulla è più come prima». Non c'è<br />

più spazio per la nostalgia, per il<br />

sentimentalismo, per il ricordo arido.<br />

La memoria del cuore si fa intrepido<br />

presente. Si fa «oggi» eternamente<br />

attuale, impegnativo, coinvolgente.<br />

Perché tutto ciò che è appartenuto<br />

al rigoglio spirituale ed ecclesiale di<br />

questo indimenticabile Giubileo diviene<br />

Grazia sempre nuova. Grazia<br />

a cui attingere, Grazia da trasformare<br />

in vita. Non si smobilita, ci si rimobilita.<br />

Quel solco ancora fresco<br />

va percorso con la speditezza e la<br />

fierezza che hanno segnato i giorni<br />

giubilari. La speditezza e la fierezza<br />

di Giovanni Paolo II: il primo Pellegrino<br />

a varcare la Porta Santa, il<br />

primo Pellegrino a «ripartire» da<br />

quella «porta» di speranza che il<br />

Millennio appena dischiuso spalanca<br />

sul futuro del mondo.<br />

F.M.V.<br />

Diocesi di Versailles (Francia), presentata<br />

da Sua Eccellenza Reverendissima<br />

Monsignor Jean-Charles<br />

Thomas, in conformità al can. 401<br />

§ 2 del Codice di Diritto Canonico.<br />

. .<br />

Provvista di Chiesa<br />

Il Santo Padre ha nominato Vescovo<br />

di Versailles (Francia), Sua<br />

Eccellenza Reverendissima Monsignor<br />

Eric Aumonier, finora Vescovo<br />

titolare di Malliana ed Ausiliare di<br />

Paris.<br />

Pagine 7 e 8


DAL MONDO<br />

MARIO AGNES<br />

Direttore responsabile<br />

TIPOGRAFIA VATICANA<br />

EDITRICE<br />

«L'OSSERVATORE ROMANO»<br />

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2 .<br />

JUGOSLAVIA Missione di Svilanovic a Bruxelles<br />

Ripreso il dialogo<br />

con la Nato<br />

BRUXELLES, 11.<br />

Il disgelo fra Nato e Jugoslavia ha vissuto<br />

ieri a Bruxelles una tappa significativa:<br />

il dialogo è ufficialmente ripreso<br />

con la visita del Capo della diplomazia<br />

di Belgrado, Goran Svilanovic, al Quartier<br />

generale dell’Alleanza Atlantica, dove<br />

ha incontrato il Segretario generale,<br />

George Robertson, e gli Ambasciatori<br />

dei 19 Paesi membri della Nato.<br />

A quasi due anni dai bombardamenti<br />

alleati, e dopo la svolta democratica con<br />

l'elezione a Presidente di Vojislav Kostunica,<br />

si è aperto il dopo Milosevic: Nato<br />

Repubblica Ceca:<br />

tornano in onda<br />

i giornalisti insorti<br />

PRAGA, 11.<br />

Giornalisti e tecnici della televisione<br />

Ceca (Ct) hanno ripreso ieri<br />

la trasmissione regolare dei telegiornali,<br />

senza però interrompere<br />

l’occupazione di protesta delle redazioni<br />

avviata ai primi di dicembre<br />

contro la nomina del nuovo<br />

Direttore generale, Jiri Hodac.<br />

I dipendenti della Ct sono insorti<br />

contro la scelta di Hodac a nuovo<br />

Direttore generale, considerata<br />

un effetto della «lottizzazione» delle<br />

principali cariche del Paese tra<br />

il Governo di minoranza di Milos<br />

Zeman (socialdemocratico) e l’opposizione<br />

di destra di Vaclav<br />

Klaus (che lo appoggia dall’esterno).<br />

Klaus è favorevole alla privatizzazione<br />

della tv ceca e Hodac è<br />

un suo beniamino.<br />

La nuova direttrice dei notiziari,<br />

Jana Bobosikova (nominata da<br />

Hodac) aveva bloccato la trasmissione<br />

dei servizi preparati dai<br />

giornalisti ribelli, che erano visti<br />

solo da chi riceveva il segnale televisivo<br />

via cavo o via satellite. Al<br />

loro posto aveva fatto trasmettere<br />

propri notiziari. La popolazione e<br />

anche il Presidente della Repubblica<br />

Ceca, Vaclav Havel, si sono<br />

schierati con i contestatori.<br />

Il 3 gennaio in Piazza Venceslao<br />

a Praga si è svolta una dimostrazione<br />

con 100.000 persone, di<br />

dimensioni inferiori solo a quelle<br />

che accompagnarono la caduta<br />

del comunismo nel 1989. Manifestazioni<br />

sono in programma domani<br />

a Praga e nelle maggiori città<br />

ceche. Venerdì scorso, alla fine<br />

di una riunione straordinaria durata<br />

l4 ore, il Parlamento aveva<br />

chiesto a Hodac di dimettersi e alla<br />

Commissione parlamentare per<br />

la televisione di revocare la sua<br />

nomina. Ma Hodac non ha gettato<br />

la spugna e tre commissari televisivi<br />

hanno impedito che fosse<br />

votata la sua destituzione.<br />

Ora l'iniziativa torna al Parlamento<br />

Ceco che domani è chiamato<br />

ad approvare, con iter abbreviato,<br />

una nuova legge sui media,<br />

con la quale sarà cambiata la<br />

composizione della Commissione<br />

per la televisione, escludendo<br />

quelli di nomina politica.<br />

e Jugoslavia hanno ripreso a parlarsi a<br />

tutto campo. In primo piano, la zona di<br />

sicurezza di 5 chilometri fra il Sud della<br />

Serbia ed il Kosovo, istituita con gli accordi<br />

di Kumanovo che posero fine alla<br />

guerra. Belgrado — che non può schierare<br />

l’esercito all’interno della «striscia»<br />

— è preoccupata per le tensioni continue<br />

e gli atti di violenza compiuti da<br />

gruppi separatisti di etnia albanese.<br />

L’obiettivo del Governo di Kostunica<br />

è una ridefinizione della zona cuscinetto,<br />

fino ad arrivare alla sua eliminazione:<br />

«La porta — ha detto il Ministro degli<br />

esteri Svilanovic — è ora aperta alla<br />

discussione su una questione che consideriamo<br />

chiave. Il nostro punto di partenza<br />

è che essa fu stabilita per separare<br />

due eserciti nemici. Ma adesso non lo<br />

siamo più». Robertson, per parte sua,<br />

ha rinnovato l’impegno della Nato a «far<br />

cessare tutte le violenze in Kosovo,<br />

comprese quelle nella valle di Presevo,<br />

ed a minimizzare le provocazioni da<br />

parte di gruppi estremisti».<br />

Intanto, il Presidente jugoslavo, Vojislav<br />

Kostunica, ha reso noto ieri un progetto<br />

di riorganizzazione della Federazione<br />

jugoslava (Serbia e Montenegro),<br />

che dà meno autonomia al Montenegro<br />

rispetto a quella prevista da un piano<br />

proposto da Pdogorica. A fine dicembre,<br />

Belgrado aveva respinto una proposta<br />

del Montenegro per trasformare la Federazione<br />

in un’unione di due Stati indipendenti<br />

con ciascuno un seggio all'Onu.<br />

Il progetto montenegrino prevedeva<br />

per l’Unione tre ambiti comuni ai due<br />

Stati: politica estera, difesa e moneta.<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Venerdì 12 Gennaio 2001<br />

ADDIS ABEBA — Il Programma alimentare<br />

mondiale (Pam) dell'Onu ha lanciato<br />

martedì un appello per aiuti umanitari<br />

d'urgenza alla popolazione dell'Etiopia<br />

minacciata dalla carestia a causa di una<br />

prolungata siccità. Quest'anno, infatti, si<br />

prevede che la comunità internazionale<br />

dovrà fornire 900 mila tonnellate di viveri<br />

e altri generi di prima necessità per coprire<br />

il fabbisogno alimentare e soccorrere<br />

oltre sette milioni di etiopi minacciati dalla<br />

fame. A quanto riferisce il settimanale<br />

ARGENTINA Molto colpita la città di Guernica<br />

Il maltempo causa cinque vittime<br />

nella provincia di Buenos Aires<br />

Usa: preparativi<br />

per l'insediamento<br />

di George W. Bush<br />

Il Pam chiede aiuti per arginare la carestia in Etiopia<br />

economico «Capital» di Addis Abeba, la<br />

responsabile del Pam in Etiopia, Judith<br />

Lewis, ha annunciato che, anche se in alcune<br />

zone del Paese si prevedono buoni<br />

raccolti grazie a una accresciuta piovosità,<br />

ciò non risolverà la situazione delle<br />

popolazioni che vivono in zone «ad alto rischio»<br />

dove da tre anni non si registrano<br />

precipitazioni atmosferiche. Altre fonti<br />

umanitarie confermano la previsione di<br />

RUSSIA Auspicato il rilancio della cooperazione<br />

Si è conclusa la visita<br />

di Putin in Azerbaigian<br />

MOSCA, 11.<br />

Il Presidente russo, Vladimir Putin, ha<br />

concluso ieri sera una visita di due giorni<br />

in Azerbaigian, nel Caucaso, evocando<br />

la possibilità di un rilancio della cooperazione<br />

militare con questa Repubblica<br />

ex sovietica ricchissima di petrolio.<br />

Putin a Baku — in quella che è stata<br />

la prima visita di un leader russo nel<br />

Paese caucasico dopo la dissoluzione<br />

dell’Urss — ha avuto colloqui con il suo<br />

omologo azero, Gheidar Aliev, su diverse<br />

questioni: dal petrolio del Mar Caspio<br />

(che ha visto nel recente passato spesso<br />

contrapposti gli interessi russi e quelli<br />

azeri e sul quale ora sono state invece<br />

delineate alcune importanti intese bilaterali),<br />

alla questione del Nagorno Karabakh,<br />

enclave contesa da anni tra Azerbaigian<br />

e Armenia. Proprio il Karabakh è<br />

stato — oltre al petrolio — una delle<br />

cause dell’allentamento negli ultimi anni<br />

dei rapporti tra Baku e Mosca e dell’avvicinamento<br />

da parte di Aliev, inaffondabile<br />

ex notabile brezhneviano, agli<br />

Stati Uniti. L’Azerbaigian ha infatti accusato<br />

più volte nel passato le autorità<br />

di Mosca di aver concesso sotto banco<br />

aiuti militari all’Armenia.<br />

Il Presidente Putin si è mostrato comunque<br />

rassicurante, rilanciando la disponibilità<br />

russa a svolgere un ruolo di<br />

mediatore imparziale sul Karabakh. Il<br />

leader del Cremlino ha inoltre invitato<br />

Baku a rafforzare a sua volta la cooperazione<br />

militare con Mosca, notando<br />

che «negli ultimi tempi essa ha già mostrato<br />

segni di ripresa».<br />

«Mucca pazza»:<br />

l'Australia vieta<br />

i mangimi animali<br />

Nel frattempo, dopo giorni di dichiarazioni<br />

e mezze smentite, la Russia ha<br />

fatto sapere agli Stati creditori raccolti<br />

nel «Club di Parigi» che intende rimborsare<br />

solo in parte le rate del debito ereditato<br />

dall’Urss in scadenza a gennaio e<br />

a febbraio. Lo ha chiarito ieri il Premier<br />

russo, Mikhail Kasyanov, dicendosi peraltro<br />

fiducioso sulla possibilità di un<br />

«compromesso» concordato con il Club.<br />

Mosca proprio ieri ha versato, con<br />

qualche giorni di ritardo, una prima<br />

tranche di 10,5 milioni di dollari. Entro<br />

il primo trimestre del 2001 dovrebbe tuttavia<br />

pagare 1,5 miliardi di dollari, solo<br />

in parte coperti dal bilancio dello Stato.<br />

Il debito totale al «Club di Parigi» è di<br />

42 miliardi di dollari. Kasyanov, citato<br />

dall’agenzia di stampa «Interfax», ha ribadito<br />

la richiesta russa di una ristrutturazione<br />

del debito sovietico (che pesa<br />

per oltre i due terzi sull’intero ammontare<br />

degli oneri di Mosca) e ha aggiunto<br />

che il suo Governo non intende svenarsi<br />

al punto da «mettere a rischio la stabilità<br />

sociale del Paese». Il Premier russo<br />

ha subito precisato che non si tratta di<br />

un «venir meno» («noi non ci rifiutiamo<br />

di pagare, la situazione attuale è solo un<br />

fenomeno temporaneo», ha detto Kasyanov),<br />

ma ha ammesso che le scadenze<br />

di gennaio non verranno onorate nella<br />

loro totalità. Le dichiarazioni di Kasyanov<br />

rischiano di accrescere le tensioni<br />

con il «Club di Parigi», che tre giorni fa<br />

aveva ammonito la Russia a non sospendere<br />

unilateralmente i rimborsi, ricordandole<br />

i suoi obblighi sul debito.<br />

«migliori raccolti in valore assoluto», il<br />

che però non esclude che oltre sette milioni<br />

di abitanti dell'Etiopia avranno ancora<br />

bisogno di aiuti di urgenza. Alle vittime<br />

della siccità si aggiungono poi 350 mila<br />

persone sfollate a causa del passato conflitto<br />

armato con l'Eritrea. Anche questa<br />

gente dipenderà in larga misura dall'assistenza<br />

internazionale.<br />

Secondo la Lewis, nel 2001 sarà priori-<br />

ECUADOR Nei pressi del palazzo presidenziale<br />

Violente dimostrazioni<br />

nel centro di Quito<br />

QUITO, 11.<br />

Violenti scontri fra dimostranti<br />

e polizia sono<br />

avvenuti ieri a Quito, capitale<br />

dell'Ecuador, sulla<br />

piazza antistante al Palazzo<br />

presidenziale all'interno<br />

del quale il Capo dello<br />

Stato, Gustavo Noboa,<br />

stava partecipando ad<br />

una cerimonia ufficiale.<br />

Dopo aver sfilato per le<br />

vie della capitale, centinaia<br />

di manifestanti si sono<br />

diretti verso il «Palazzo<br />

Carandolet», cercando<br />

di introdursi al suo interno,<br />

per essere duramente<br />

respinti<br />

l'ordine.<br />

dalle forze del-<br />

Nel frattempo Noboa<br />

dichiarava che «gruppi<br />

anarchici vogliono orga-<br />

I devastanti effetti del maltempo abbattutosi sulla città di Guernica<br />

BUENOS AIRES, 11. che ha abbattuto alberi e divelto tetti in<br />

nizzarsi per destabilizzare Un momento degli incidenti avvenuti a Quito<br />

la democrazia e creare<br />

disordine nella Repubblica» «Non è il La polizia ha reso noto che in seguito<br />

Mentre una serie impressionante di particolare nella città di Guernica, rima- Governo che deve essere attaccato — ha ai disordini avvenuti a Quito, 37 persone<br />

incendi imperversano nelle regioni arsta senza luce, con l’ospedale inagibile e aggiunto il Presidente della Repubblica sono state arrestate, una è stata ferita<br />

gentine della Pampa e di Mendoza, priva di comunicazioni telefoniche. Inol- — ma la povertà e la corruzione che da un colpo di arma da fuoco e che al-<br />

un’ondata di maltempo abbattutasi ieri tre, in questa città l’emergenza è stata hanno ridotto il Paese in questo stato». tre centinaia sono dovute ricorrere alle<br />

sulla provincia di Buenos Aires ha cau- aggravata dalla fuga da un serpentario Salvador Quishpe, uno dei dirigenti del- cure dei sanitari per le contusioni riporsato<br />

non meno di cinque morti, molti clandestino di decine di rettili allevati la Confederazione delle nazionalità indie tate. Il capo del dipartimento delle co-<br />

danni, centinaia di senzatetto, e l'inter- per estrarne il veleno. La cosa non ha (Conaie), ha dal canto suo avvertito che municazioni della polizia, Manuel Sarruzione<br />

dell'erogazione dell'energia elet- mancato di provocare panico tra la po- se il Capo dello Stato non ritirerà entro miento, ha dichiarato all'agenzia di lintrica.<br />

Fra le vittime vi sono tre bambini polazione, ma le autorità hanno reso no- il 20 gennaio le misure approvate (in gua spagnola «Efe», che le manifestazio-<br />

uccisi dalla caduta di alcuni alberi sulle to che molte delle vipere sono state re- particolare gli aumenti delle tariffe dei ni di ieri sono state di gran lunga le più<br />

loro precarie abitazioni. Secondo i servicuperate, mentre altre sono state uccise trasporti e della benzina) ci sarà una sol- violente verificatesi in tempi recenti. La<br />

zi meteorologici argentini, i forti tempo- dagli abitanti. Per le prossime ore è attelevazione degli etnie indigene pari a polizia ha anche reso noto che analoghe<br />

rali ed i venti della notte si sono ad un so un lento ma deciso miglioramento quella che circa un anno fa fece capito- dimostrazioni hanno avuto luogo in al-<br />

certo punto trasformati in un tornado delle condizioni meteorologiche.<br />

lare il Presidente Jamil Mahuad.<br />

tre città del Paese.<br />

WASHINGTON, 11.<br />

Ha già raccolto 20 milioni di dollari<br />

statunitensi, oltre 40 miliardi di lire, il<br />

comitato per le cerimonie d’insediamento<br />

del Presidente eletto George W. Bush.<br />

L’obiettivo è arrivare a 30 milioni,<br />

per coprire le spese di tutte le manifestazioni<br />

previste per il 20 gennaio. Ma il<br />

costo delle manifestazioni potrebbe rivelarsi<br />

— come segnala l'«Ansa» — più pesante<br />

del previsto, soprattutto se le cerimonie<br />

saranno segnate dalle manifestazioni<br />

di protesta già annunciate, che potrebbero<br />

richiedere la mobilitazione di<br />

forze dell’ordine supplementari.<br />

A questo proposito le autorità hanno<br />

annunciato l'istituzione intorno alla Casa<br />

Bianca di «posti di controllo della folla»<br />

(ovvero stazioni per le perquisizioni di<br />

chi vuole avvicinarsi). Sedici «checkpoint»<br />

dovranno filtrare centinaia di<br />

migliaia di persone. Non ci saranno<br />

«metal detector» ma ogni borsa verrà<br />

aperta. Anche chi ha i biglietti per le tribune<br />

davanti alla Casa Bianca verrà perquisito,<br />

ma potrà passare attraverso<br />

«checkpoint» speciali solo per spettatori<br />

paganti. Vietati i pali per reggere cartelli,<br />

così come è stata proibita ogni manifestazione.<br />

I dimostranti potranno utilizzare<br />

alcune piazze della città.<br />

SYDNEY, 11.<br />

A seguito della crisi della «mucca pazza»<br />

l’Australia ha introdotto da oggi<br />

nuove norme che proibiscono l’uso di<br />

proteine animali nei mangimi per bovini<br />

ed ovini. La settimana scorsa erano state<br />

sospese le importazioni di carne bovina<br />

da tutta Europa, mentre il Governo<br />

sta attualmente considerando la possibilità<br />

di mettere al bando cosmetici e farmaci<br />

che contengono derivati di carne<br />

bovina. Sono stati inoltre ritirati dalla<br />

vendita gli alimenti d'importazione considerati<br />

a rischio.<br />

L’Australia è uno dei cinque maggiori<br />

Paesi produttori di carne nei quali non<br />

si è manifestato il morbo della «Encefalopatia<br />

spongiforme bovina» (Bse). Da<br />

tempo è stato messo al bando l’uso di<br />

proteine di mammiferi nel mangime per<br />

bovini, ma nel 1999 in alcuni stati della<br />

federazione erano state concesse esenzioni<br />

per farine derivate da carne di<br />

canguri, cavalli, maiali e polli.<br />

Un Comitato per combattere la diffusione<br />

della Bse è già stato nominato. Gli<br />

esperti valuteranno tra l’altro il rischio<br />

causato dai derivati bovini in cosmetici<br />

e farmaci.<br />

Africa Australe:<br />

è emergenza<br />

per il colera<br />

ROMA, 11.<br />

È emergenza colera in Africa. Sono<br />

già 150 i decessi registrati nelle ultime<br />

settimane in diversi Paesi del Sud del<br />

continente, soprattutto tra i ceti più poveri<br />

della popolazione. Una delle cause<br />

principali del contagio — riferisce la Misna,<br />

agenzia internazionale delle congregazioni<br />

missionarie — è la difficoltà di<br />

accesso ad acqua igienicamente incontaminata.<br />

Tra i paesi più colpiti Mozambico (60<br />

i morti registrati in sole due settimane),<br />

Zambia (14 morti), Swaziland (6), Tanzania<br />

(5) e Zimbabwe (2). Oltre ai decessi,<br />

in Mozambico si contano 2.300 casi<br />

di contagio. Nella capitale Maputo le autorità<br />

hanno allestito una tendopoli nei<br />

pressi di un ospedale per prestare assistenza<br />

ai contagiati.<br />

Malattia endemica, il colera si manifesta<br />

a cadenza pressoché regolare nei<br />

Paesi dell’Africa Australe durante la stagione<br />

delle piogge.<br />

Nella provincia sudafricana del Kwazulu-Natal<br />

sono stati accertati dodicimila<br />

casi, ma il dato allarmante è che il loro<br />

numero è quasi raddoppiato rispetto ai<br />

6.683 registrati all’inizio di dicembre.<br />

Spagna:<br />

sventato<br />

un attentato<br />

dell'Eta MADRID, 11.<br />

La polizia spagnola ha sventato ieri<br />

un attentato terroristico a Barcellona.<br />

Due membri dell’Eta sono stati arrestati<br />

nella città catalana mentre stavano ultimando<br />

i preparativi. I terroristi, un uomo<br />

e una donna la cui identità non è<br />

stata resa nota dalle autorità, erano in<br />

possesso di diverse pistole e trasportavano<br />

nella loro auto una ingente quantità<br />

di esplosivo. I due, ha detto il Ministro<br />

dell’interno, Jaime Mayor Oreja, sono<br />

sospettati di fare parte del «commando<br />

Barcellona», al quale la polizia attribuisce<br />

una serie di attentati che hanno causato<br />

quattro morti nella città catalana<br />

dal settembre scorso.<br />

Ieri inoltre il Premier spagnolo, José<br />

Maria Aznar, era tornato chiedere al<br />

Governo basco di convocare al più presto<br />

elezioni anticipate, dopo avere verificato<br />

che un altro attentato era stato<br />

sventato fortunosamente. Una bomba<br />

dell’Eta era stata lasciata dentro a un<br />

vaso di fiori al cimitero di Zarautz, nella<br />

provincia di Guipuzcoa, accanto alla<br />

tomba di José Ignacio Iruretagoyena,<br />

consigliere popolare ucciso dal gruppo<br />

armato tre anni fa. I dirigenti del Partito<br />

Popolare basco stavano per raccogliersi<br />

proprio in quel luogo per un omaggio al<br />

compagno caduto, quando l'ordigno è<br />

stato rinvenuto. Aznar ha sottolineato<br />

che dopo questo ennesimo attacco non<br />

ci sono dubbi che «una parte importante<br />

della società basca si senta minacciata»<br />

e ha chiesto al Governo regionale, presieduto<br />

dal Partito Nazionalista Basco,<br />

di convocare elezioni al più presto.<br />

Gran Bretagna:<br />

lanciato l'allarme<br />

per una nuova droga<br />

LONDRA, 11.<br />

Una nuova droga, potenzialmente pericolosa,<br />

fatta di un tranquillante e un<br />

antidepressivo liberamente venduti su<br />

Internet insieme con le istruzioni per<br />

miscelarli, sta prendendo sempre più<br />

piede nelle discoteche britanniche.<br />

L’allarme viene da un sondaggio che<br />

sarà pubblicato sul prossimo numero di<br />

una rivista di musica, ma che ieri è stato<br />

anticipato dal quotidiano di Londra<br />

«The Times». Secondo il sondaggio, il 30<br />

per cento del mezzo milione di frequentatori<br />

abituali delle discoteche ha ammesso<br />

di aver provato il cocktail di droghe<br />

negli ultimi dodici mesi, mentre un<br />

anno fa la percentuale era solo del 3 per<br />

cento. Il tranquillante, chiamato ketamine<br />

e definito un anestetico dissociativo<br />

perché causa una divisione fra realtà e<br />

sensi, è usato come anestetico in veterinaria<br />

e viene venduto come un liquido<br />

iniettabile intramuscolo. Intanto, per la<br />

prima volta dal 1994, la Svizzera ha registrato<br />

nel 2000 un aumento del numero<br />

di decessi dovuti ad «overdose» di<br />

stupefacenti. L'inversione di tendenza<br />

smentisce alcuni «esperti» che avevano<br />

attribuito alla distribuzione controllata<br />

di eroina la diminuzione dei decessi per<br />

droga in Svizzera negli ultimi anni.<br />

taria la fornitura di viveri e di utensili per<br />

l'agricoltura, di acqua e di assistenza sanitaria.<br />

Le agenzie dell'Onu e il Governo<br />

di Addis Abeba si sono già attivate per ottenere<br />

dalla comunità internazionale i finanziamenti<br />

necessari. Secondo la Lewis,<br />

attualmente il controllo della situazione e<br />

le operazioni di soccorso vengono realizzate<br />

con maggiore efficacia. L'anno scorso,<br />

esplosa l'emergenza, furono inviati in<br />

Etiopia, soprattutto nel Sud-Est, aiuti per<br />

più di un milione di tonnellate.<br />

.<br />

India: 125 morti<br />

per il freddo<br />

negli Stati<br />

settentrionali<br />

NUOVA DELHI, 11.<br />

Un'eccezionale ondata di freddo<br />

abbattutasi sulle regioni settentrionali<br />

dell'India ha causato, negli ultimi<br />

giorni, la morte di non meno<br />

di 125 persone. Gli Stati più colpiti<br />

sono quelli dell’Uttar Pradesh,<br />

del Bihar e del Punjab. Lo hanno<br />

reso noto le autorità.<br />

Ieri — secondo l’agenzia di<br />

stampa indiana «Pti» — tredici<br />

persone sono morte di ipotermia<br />

nelle città di Bhadohi, di Jaunpur<br />

e di Brabanki, nell’Uttar Pradesh,<br />

dove il freddo ha causato, dall’inizio<br />

di dicembre, la morte di cinquantadue<br />

persone La maggior<br />

parte delle vittime erano senzatetto.<br />

Le autorità dell'Uttar Pradesh<br />

hanno annunciato che tutte le<br />

scuole dello Stato resteranno<br />

chiuse almeno fino a lunedì prossimo.<br />

Nello Stato del Bihar — ha<br />

ancora reso noto la »Pti» con un<br />

dispaccio ripreso dall'agenzia internazionale<br />

«France-Presse» — il<br />

termometro è sceso di parecchi<br />

gradi sotto lo zero. Settantacinque<br />

le vittime nello Stato. Le autorità<br />

hanno infine informato che una<br />

persona è morta per ipotermia<br />

nello Stato Nord-occidentale del<br />

Punjab. Nelle zone colpite sono<br />

state avviate operazioni di soccorso<br />

rivolte alle fasce di popolazione<br />

più indigenti e più esposte alle intemperie.<br />

Repubblica del Congo:<br />

disastro ferroviario<br />

BRAZZAVILLE — Non meno di cinquanta<br />

persone sono morte mercoledì<br />

nella collisione fra due treni<br />

nella Repubblica del Congo. Lo ha<br />

riferito giovedì la Radio statale<br />

precisando che il disastro è avvenuto<br />

sulla linea ferroviaria riaperta<br />

da pochi mesi fra la capitale Brazzaville<br />

e il porto di Pointe-Noire.<br />

Secondo le prime ricostruzioni, a<br />

scontrarsi sarebbero stati due treni-merci<br />

che trasportavano anche<br />

passeggeri. Le cause del disastro<br />

sono al momento ignote.<br />

Germania: in fiamme<br />

una casa a Harsefeld<br />

BERLINO — Quattro persone — i<br />

nonni e i loro due nipotini — sono<br />

morti in un incendio sviluppatosi<br />

nella notte tra mercoledì e giovedì<br />

nella loro abitazione a Harsefeld,<br />

in Bassa Sassonia (Nord-Ovest<br />

della Germania). Nel darne notizia<br />

la polizia ha aggiunto che una<br />

quinta persona — un vicino di casa<br />

accorso in loro aiuto — è rimasta<br />

ferita ed è stata ricoverata in<br />

ospedale. Le vittime dell’incendio,<br />

scoppiato per cause ancora poco<br />

chiare nella camera dei bambini,<br />

sono i nonni entrambi 64enni e i<br />

loro nipotini di quattro e sei anni.<br />

Sudan: donne e bimbi<br />

rapiti invillaggidelSud<br />

KHARTOUM — Miliziani filogovernativi<br />

hanno attaccato villaggi del<br />

Sud Sudan negli ultimi giorni, uccidendo<br />

11 persone e portando via<br />

oltre 120 bambini e donne, nel primo<br />

rapimento di massa del genere<br />

da circa un anno. Lo hanno reso<br />

noto mercoledì a Khartoum — come<br />

riferisce l'agenzia «Ansa» —<br />

funzionari delle Nazioni Unite, indicando<br />

che gli attacchi sono avvenuti<br />

all’inizio di gennaio nella regione<br />

di Mariel Bai, nello Stato di<br />

Bahr el Ghazal, a Sud-Ovest della<br />

città di Khartoum.<br />

Yemen: assassinati<br />

oppositori politici<br />

SAN'A — Sei persone sono state<br />

uccise e altre dieci ferite, mercoledì<br />

sera, nella moschea di un villaggio<br />

a Nord della capitale dello<br />

Yemen. La strage — riferisce l'agenzia<br />

di stampa italiana «Ansa»<br />

— è stata provocata da contrasti di<br />

natura politica. Tutto è cominciato<br />

con un'animata discussione in<br />

strada tra due gruppi di opposte<br />

tendenze sulle prossime elezioni<br />

municipali in programma il 20 febbraio.<br />

La situazione sembrava essersi<br />

calmata, ma in serata due<br />

uomini hanno aperto il fuoco con<br />

armi automatiche all'interno del<br />

luogo di culto.<br />

W<br />

La SOCIETÀ SAN PAOLO annuncia la<br />

nascita al cielo di<br />

Don FRANCO PIERINI<br />

I funerali si svolgeranno sabato 13<br />

gennaio, alle ore 9 nella cripta del Santuario<br />

«Regina Apostolorum», via Alessandro<br />

Severo, 56 - Roma.<br />

.


ERZA T PAGINA .<br />

PAGINA<br />

3 .<br />

Il quinto volume dell'«opera omnia» di Leone Veuthey<br />

Il problema critico<br />

e la tradizione classica<br />

ARMANDO RIGOBELLO<br />

La filosofia contemporanea segue percorsi<br />

fenomenologici, esistenziali, ermeneutici,<br />

oppure analitici e linguistici. Tali<br />

percorsi, seppur connessi con il problema<br />

critico non lo pongono al centro<br />

del discorso filosofico. Il tema del valore<br />

critico della conoscenza è certamente il<br />

grande tema del pensiero moderno di<br />

fronte al quale la riflessione contemporanea<br />

sembra cercare altre forme di radicalità<br />

o ripiegare in un uso pragmatico<br />

della razionalità oppure nel lucido<br />

formalismo riduttivo per cui il fare filosofia<br />

sembra restringersi al tracciare la<br />

trama logica del racconto.<br />

Ma il problema critico rimane nel<br />

cuore del pensiero moderno e le prospettive<br />

post-moderne lo richiamano polemicamente<br />

come termine di un confronto<br />

non eludibile. Anche per queste<br />

ragioni interne al pensiero contemporaneo,<br />

ma non solo per queste, la pubblicazione<br />

di La conoscenza umana. Sua<br />

natura e suo valore critico di Leone<br />

Veuthey costituisce un fatto culturale di<br />

rilievo. Si tratta del V volume dell'opera<br />

omnia del pensatore francescano conventuale<br />

svizzero, edito a Roma da «Miscellanea<br />

Francescana» a cura di Orlando<br />

Todisco che premette al testo un<br />

acuto e lucido saggio introduttivo.<br />

* * *<br />

Il p. Veuthey riconosce senza riserve<br />

il carattere pregiudiziale del problema<br />

critico, ossia è convinto che il problema<br />

conoscitivo preceda ogni altra tematica<br />

filosofica, che la sua soluzione sia condizione<br />

indeclinabile di validità di tutto il<br />

discorso speculativo. In altri termini, il<br />

valore di ciò che conosciamo dipende<br />

dal modo con cui conosciamo, l'oggettività<br />

pura non si raggiunge se non attraverso<br />

le modalità del conoscere, modalità<br />

della conoscenza umana che vanno di<br />

certo sottratte al soggettivismo relativistico,<br />

ma rimangono condizioni necessarie.<br />

L'oggettività del conoscere è garantita<br />

dalla correttezza gnoseologica, ossia<br />

critica, del modo con cui conosciamo.<br />

Questa è l'idea centrale del discorso<br />

del p. Veuthey che, pur aderendo in pieno<br />

alla metafisica classico-medievale, riconosce<br />

pregiudiziale ad ogni conclusione<br />

speculativa la soluzione del problema<br />

critico, tipico della filosofia moderna.<br />

Nessun realismo ingenuo quindi, ma un<br />

realismo che passa attraverso la richiesta<br />

di criticità tipica della filosofia moderna<br />

da Cartesio in poi. Per il pensiero<br />

antico e, in parte, medievale, il problema<br />

critico è privo di fondamento, la<br />

corrispondenza tra l'idea e la cosa è al<br />

di fuori di ogni sospetto.<br />

La presa di posizione del p. Veuthey<br />

a favore della pregiudiziale critica, comportava<br />

per lui un impegno teoretico ed<br />

una valutazione storica. Occorreva dimostrare<br />

che nella filosofia classico-medievale<br />

le richieste di criticità trovano<br />

una qualche anticipazione nelle pensiero<br />

francescano, specie in Bonaventura. Sul<br />

terreno storico si trovava d'altra parte<br />

nella necessità di interpretare il sorgere<br />

e il vario configurarsi del problema critico<br />

nel pensiero moderno e contemporaneo.<br />

Tutto ciò dopo aver considerato a<br />

fondo le posizioni dell'illuminazione platonico-agostiniana<br />

e quelle dell'astrazione<br />

aristotelica.<br />

* * *<br />

Leone Veuthey ha dedicato una trattazione<br />

diretta all'argomento nell'opera<br />

Il problema critico che costituirà il<br />

prossimo sesto volume dell'opera omnia.<br />

Nell'opera sulla conoscenza umana,<br />

sulla sua natura e sul suo valore critico,<br />

tale tema è fondamentale ma si trova inscritto<br />

in un contesto più ampio.<br />

L'opera sulla conoscenza abbraccia<br />

infatti ogni aspetto del problema conoscitivo<br />

la cui trattazione è articolata secondo<br />

un chiaro ordine espositivo che<br />

rivela le finalità didattiche del lavoro<br />

stesso. Esso si presenta, infatti, come un<br />

testo di istituzioni di gnoseologia. Il volume<br />

è tradotto da Gian Carlo Corra<br />

dall'originale francese La connaissance<br />

humaine. Sa nature et sa valeur critique<br />

(Office du Livre Catholique, Rome<br />

1948) che è una rielaborazione di uno<br />

scritto dedicato all'insegnamento accademico,<br />

redatto in lingua latina: Critica<br />

de valore obiectivo cognitionis disquisitio,<br />

edito pure esso a Roma e che nel<br />

1941 era giunto alla terza edizione.<br />

Può essere interessante, conoscere<br />

l'articolazione delle materie nel volume.<br />

Una prima parte è dedicata ai prolegomeni<br />

a una critica della conoscenza<br />

(dopo le prime nozioni, ci si intrattiene<br />

sulle nozioni di verità, certezza, evidenza,<br />

metodo per concludere con il concetto<br />

di esperienza).<br />

La seconda parte riguarda la critica<br />

della conoscenza che si suddivide in due<br />

libri, uno di carattere speculativo che affronta<br />

direttamente il problema critico<br />

(delineata la posizione del problema, si<br />

passa ad esporre le posizioni considerate<br />

non critiche per giungere poi alla vera<br />

soluzione critica. Di tale soluzione si illustra<br />

in dettaglio il procedimento e si<br />

conclude argomentando sulle soluzioni<br />

che si oppongono alla oggettività della<br />

conoscenza), uno di confronto storico:<br />

la soluzione critica e gli altri sistemi (il<br />

kantismo, l'idealismo, il positivismo da<br />

un lato, dall'altro l'illuminazione platonico-agostiniana<br />

e l'astrazione aristotelica,<br />

per concludere il confronto con una va-<br />

lutazione dell'esistenzialismo, sempre in<br />

relazione al problema critico).<br />

Il terzo libro infine: natura e divenire<br />

della conoscenza delinea una teoria della<br />

conoscenza in generale e si sofferma<br />

poi sulla conoscenza sensibile, anche in<br />

dibattito con affermazione della scienza<br />

contemporanea, e sulla conoscenza intellettuale.<br />

Il volume termina con una<br />

discussione sui modi del sapere.<br />

L'esposizione degli argomenti segue<br />

un sistema tradizionale, ma non è del<br />

tutto ovvia. Ad esempio, il «procedimento<br />

critico» è analizzato con una particolare<br />

attenzione che ha sullo sfondo la<br />

preoccupazione del dialogo col pensiero<br />

moderno. Si noti anche l'insistere sulle<br />

dimensioni della coscienza.<br />

Il libro secondo, quello dei confronti,<br />

ha uno sviluppo ampio e tale confronto<br />

non si esaurisce in valutazione polemica<br />

ma ha puntualmente la preoccupazione<br />

di porre in luce pure i consensi, la «critica<br />

positiva». Il terzo libro infine non si<br />

limita a chiarire la natura della conoscenza<br />

ma ne coglie e ne valuta le dinamiche,<br />

il divenire del conoscere, la pluralità<br />

dei suoi piani. Si tratta certamente<br />

di un volume di filosofia scolastica, ma<br />

appare redatto nella consapevolezza della<br />

situazione storica in cui si vive e si<br />

pensa e nell'attenzione ai suoi problemi.<br />

L'apertura del p. Veuthey al pensiero<br />

moderno va comunque considerata nei<br />

suoi reali termini storici. Orlando Todisco<br />

nelle pagine introduttive mette bene<br />

in luce anche le diversità tra le posizioni<br />

del pensiero moderno e quelle del p.<br />

Veuthey, al di là dell'attenzione e dell'assenza<br />

di pregiudizi.<br />

Veuthey accoglie in pieno la prospettiva<br />

classica per cui vi è identità intenzionale<br />

tra essere e pensiero, vi è somiglianza<br />

tra l'intelletto divino e quello<br />

umano in relazione alla capacità di infinito,<br />

e il reale finito appare come manifestazione<br />

del pensiero divino. «Non è<br />

difficile avvedersi — osserva il p. Todisco<br />

— che l'orientamento della filosofia<br />

moderna si configura in un altro clima,<br />

quello della fecondità espansiva dell'essere<br />

finito e dunque della crescita della<br />

rete che lega il nostro essere alla realtà<br />

in cui si pensa e si opera».<br />

La proposta di P. Todisco è di «ripensare<br />

in maniera più produttiva la soluzione<br />

del Veuthey, in linea con la sensibilità<br />

filosofica moderna». Ciò è possibile<br />

rileggendo Veuthey «nel quadro della<br />

produzione filosofico-teologica di carattere<br />

francescano» (ibid), accogliendo in<br />

tal modo «una delle lezioni più suggestive<br />

del Veuthey», ossia che l'atteggiamento<br />

mistico non è separabile dal pensare<br />

fino in fondo: questo pensare «non<br />

è mistico ma critico, anzi si può dire<br />

che è mistico solo se è critico» (ibid).<br />

* * *<br />

Il pensiero critico moderno nasce dalla<br />

sfiducia nella «adaequatio» di intelletto<br />

e realtà, e, rifiutato ogni presupposto,<br />

misura la sua potenza logica argomentativa<br />

sul piano del dubbio, della certezza,<br />

della verità. Il pensiero francescano, con<br />

Bonaventura, ci offre una dottrina della<br />

attività intellettuale libera dall'oggettivismo<br />

a-critico della «adaequatio» e radicata<br />

nella gratuità del dono che caratterizza<br />

l'atto creativo divino.<br />

Il rifiuto della «adaequatio» apre il<br />

problema critico e con esso due vie simili<br />

ed opposte: quella mistica che inscrive<br />

la libera attività critica nel contesto<br />

di un atto diffusivo e gratuito, quella<br />

illuministica che rivendica un'autonomia<br />

assoluta con due esiti alternativi, quello<br />

dell'ideologia e quello dello scetticismo<br />

o del nichilismo. P. Todisco parla di un<br />

«apriori francescano» che fonda l'«affidabilità<br />

del sapere» e una «coerenza che<br />

porta all'ampliamento dell'esistenza» secondo<br />

«la logica del dono» che porta alla<br />

«disposizione esistenziale all'ampliamento<br />

e all'ascolto, contro tutte le forze<br />

solipsistiche».<br />

Il compito indicato è arduo e richiede<br />

di pensare radicalmente e di riesprimere<br />

criticamente tutto un contesto dottrinale<br />

che trova il suo apriori nel cap. V, n. 2<br />

dell'Itinerarium bonaventuriano ove è<br />

ricordato che, se per Mosè, il primo nome<br />

di Dio è «Colui che è», per Dionigi è<br />

il Bene.<br />

Roma, 18 gennaio<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Venerdì 12 Gennaio 2001<br />

Appuntamenti culturali<br />

«Accademia-Concerto»<br />

Nel 90º anno di fondazione, il 18<br />

gennaio alle ore 17, al Pontificio<br />

Istituto di Musica Sacra si terrà<br />

una solenne «Accademia-Concerto».<br />

Per l'occasione verrà conferito<br />

il DottoratohonoriscausainMusica<br />

sacra a Joseph M. Llorens Cisteró,<br />

Stefan Stuligrosz, Luigi Agustoni,<br />

Joseph Khoury e Luigi Molfino.<br />

Roma, 18 gennaio<br />

Sermoni dell'Oratorio<br />

Il 18 gennaio alle ore 18.30, nell'Oratorio<br />

di san Filippo Neri, Suor<br />

Maria Cecilia Sansolini terrà un<br />

«Sermone» sul tema: «Il miracolo<br />

nelle cause di beatificazione e di<br />

canonizzazione».<br />

Una recente mostra milanese sui disegni di Antonio Canova<br />

«Soleva egli gittare in carta il suo pensiero<br />

con pochi e semplicissimi tratti»<br />

GIUSEPPE DEGLI AGOSTI<br />

Conoscere uno scultore a partire dai<br />

suoi disegni. Un'operazione possibile e<br />

culturalmente stimolante. È accaduto,<br />

ad esempio, tempo fa al Museo Minguzzi<br />

di Milano, dove è stato esposto il<br />

«Taccuino di Possagno», preziosa raccolta<br />

di disegni del grande Antonio Canova.<br />

Il Taccuino è di piccole dimensioni:<br />

135x210 mm. Dei 60 fogli originari<br />

si sono conservati 43 fogli, 6 sono arrivati<br />

al Museo Correr di Venezia, 4 sono<br />

in collezioni private, di 7 non si ha<br />

notizia.<br />

A Milano si potevano ammirare, in<br />

riproduzione su carta in dimensioni<br />

esatte corrispondenti, i 43 fogli del Taccuino,<br />

4 della Collezione Correr e 7 diversi<br />

disegni con temi analoghi provenienti<br />

dal Museo Civico di Bassano del<br />

Grappa.<br />

La data di esecuzione del taccuino è<br />

verosimilmente il 1806, stabilita per il<br />

rapporto fra disegni ed opere realizzate<br />

in quel torno di tempo, e soprattutto<br />

per l'abbozzo del monumento da dedicare<br />

alla memoria di Orazio Nelson,<br />

l'eroe della battaglia navale di Trafalgar,<br />

1805, per la chiesa di s. Paolo a<br />

Londra. Quest'opera poi non verrà ese-<br />

guita dal Canova, perché l'incarico sa-<br />

rà affidato a John<br />

Flaxman: del Canova<br />

è rimasto solo il bozzetto,<br />

oggi nella Gipsoteca<br />

di Possagno.<br />

Lo stesso Taccuino<br />

è stato solo recentemente<br />

acquistato<br />

dalla Fondazione Canova,<br />

ente tutelare<br />

della casa e gipsoteca<br />

di Possagno, il paese<br />

natale di Canova, e<br />

pubblicato nel 1999<br />

da A. Mariuz e G.<br />

Pavanello per le edizioni<br />

Bertoncello di<br />

Cittadella (PD). Sono<br />

ben 11 i Taccuini del<br />

Canova con schizzi,<br />

studi, abbozzi: questo<br />

porta il numero 5<br />

ed anche i Taccuini<br />

sono solo parte della<br />

sterminata produzione<br />

di appunti grafici<br />

dello scultore. Tuttavia<br />

gli elementi tecnici<br />

ricordati sono solo<br />

preliminari alla riscoperta<br />

di un aspetto<br />

dell'arte qual è il<br />

disegno, momento<br />

preparatorio dell'opera<br />

che poi sarà compiuta,<br />

secondo le tre<br />

tappe fondamentali<br />

del suo operare d'artista:<br />

i disegni, i gessi,<br />

i marmi. Sono<br />

programmatiche le<br />

parole stesse del Canova:<br />

«Due cose<br />

dunque alterni il<br />

giovane, matita e<br />

scalpello: questi sono<br />

gli istromenti<br />

che lo guidano al-<br />

Antico e moderno a confronto: ma sono davvero in competizione?<br />

Elogio dello scrivere a mano nell'era del computer<br />

RAFFAELE VACCA<br />

Coloro che ancor scrivono con la penna<br />

(non dovrebbero esser molti) sono<br />

sempre più invitati a lasciar questa per<br />

il computer, del quale vengono tessuti<br />

grandi elogi e vengon dette grandi meraviglie.<br />

Di tanto in tanto però, come sta<br />

avvenendo in questi giorni pubblicamente,<br />

c'è chi ritesse l'elogio dello scrivere a<br />

mano, e ricorda come lo scrivere con il<br />

computer elimini le correzioni dell'auto-<br />

Modena, 28 gennaio<br />

Tele e disegni<br />

di Domenico Gnoli<br />

«Domenico Gnoli. Un nuovo sguardo»<br />

è il titolo della mostra che sarà<br />

aperta nella Palazzina dei Giardini,<br />

dal 28 gennaio al 25 marzo.<br />

In esposizione venti tele e un centinaiodidisegnidell'artistaromano.<br />

Roma, fino al 27 gennaio<br />

Ventidue anni di mostre<br />

nei Sassi di Matera<br />

Immagini e documenti delle rassegne<br />

di scultura contemporanea, allestite<br />

dal 1978 al 2000 nei Sassi di<br />

Matera da Giuseppe Appella, saranno<br />

esposti fino al 27 gennaio<br />

presso la Sala 1 (Piazza di Porta<br />

san Giovanni, 10).<br />

l'immortalità». I<br />

soggetti trattati<br />

nel Taccuino sono<br />

diversi: battaglie<br />

di guerrieri antichi,<br />

ispirate all'Iliade<br />

che, secondo<br />

la tradizione, il<br />

Canova si faceva<br />

leggere anche<br />

mentre attendeva<br />

al lavoro; sono<br />

ancora figure dolenti,<br />

soggetti religiosi<br />

e studi di<br />

opere non ben<br />

identificabili, tratte<br />

da urne funerarie,<br />

da rilievi ed<br />

incisioni del '700,<br />

in particolare è<br />

documentata la<br />

presenza nella<br />

sua biblioteca dei<br />

tre tomi dell'opera: «A. F. Gori, Museum<br />

Etruscum exhibens insignia veterum<br />

Etruscorum monumenta», Firenze<br />

1737-'43.<br />

«Il Taccuino, che si apre con una figura<br />

femminile andante, si chiude con<br />

un gruppo di donne che, seguendo il ri-<br />

«Il Redentore»<br />

Antonio Canova:<br />

composizione<br />

di figure<br />

nella pagina 28<br />

del «Taccuino<br />

di Possagno»<br />

re e le testimonianze di come egli, velocemente<br />

o lentamente, si sia avvicinato<br />

ad una espressione più perfetta e più<br />

chiara.<br />

Se tutti finissero per usare il computer<br />

a che servirebbero più le penne? La<br />

risposta è facile: per prendere occasionalmente<br />

appunti, e per firmare. D'altra<br />

parte, già da tempo, parecchie delle più<br />

belle e prestigiose penne stilografiche sono<br />

pubblicizzate non, come una volta,<br />

per scrivere pagine immortali, ma come<br />

penne da collezione, ovvero da possedere,<br />

ammirare, usar per prova in rari<br />

casi.<br />

Coloro che ancor usano la penna sanno<br />

che essa, come (con una penna) scriveva<br />

nel 1923 Antonio Baldini, «appena<br />

appoggiata sulla carta, sente quello che<br />

può dare quel giorno o qualc'altri appresso:<br />

e in ogni modo si fa garante solo<br />

per quel che sente». Lo sente la penna,<br />

ovvero colui che scrive con essa.<br />

Scrivere o meno con la penna interessa,<br />

innanzitutto, chi scrive. E questo<br />

che sceglie il mezzo che meglio gli si addice.<br />

Chi usa la penna sa che essa, quasi<br />

subito, gli svela come sta, e gli svela se<br />

quel che vuol dire sia già espressione di<br />

una sintesi di mente e di animo o se sia<br />

ancor incerto, immaturo. E quindi se sia<br />

da coglier subito o da rimandar a tempi<br />

migliori, a quei tempi propri che si hanno<br />

per certe semine, certe raccolte e per<br />

il tramutar del vino.<br />

Nella seconda parte del Novecento, la<br />

scoperta della penna a sfera, dove il<br />

pennino è sostituito da una piccola sfera<br />

ruotante, collegata al serbatoio o refil,<br />

ha concesso di scrivere senza interruzioni,<br />

proprio come avviene con la penna<br />

stilografica, con la quale, dopo il primo<br />

«Figure femminili danzanti»<br />

chiamo di una compagna, s'avviano<br />

verso destra. Una piccola processione<br />

in uscita, nella quale il movimento si<br />

modula in linee falcate e variazioni di<br />

pose. Si direbbe che il Canova abbia inteso<br />

sottolineare in tal modo che era<br />

questo l'ultimo foglio: una conclusio-<br />

ne, ma anche un<br />

invito a seguire<br />

lo sviluppo dei<br />

suoi pensieri nel<br />

taccuino successivo»(Mariuz-Pavanello).<br />

La «Danzatrice<br />

con il dito al<br />

mento» del foglio<br />

37, motivo caro al<br />

Canova, diventerà<br />

poi una tempera,<br />

un gesso e infine<br />

una scultura in<br />

marmo.<br />

Il piccolo album<br />

tascabile più<br />

una matita accompagnavasempre<br />

il Canova nella<br />

sua lunga permanenza<br />

a Roma,<br />

iniziata nel 1781,<br />

e nei suoi viaggi:<br />

a Parigi, dove nel<br />

1815 svolse un'azione importante per il<br />

recupero delle opere d'arte trafugate in<br />

Francia da Napoleone, a Londra nello<br />

stesso anno 1815, dove rimase letteralmente<br />

folgorato dai marmi del Partenone:<br />

il taccuino diventava il laboratorio<br />

segreto dell'artista. Sono studi, interessi,<br />

curiosità: vi si scoprono le idee e le<br />

invenzioni dell'artista nel momento in<br />

cui si formano.<br />

E l'alternarsi nel Taccuino di figure<br />

dolenti, di scene di violenza e di aggressività,<br />

di quadri di morte, con figure<br />

femminili danzanti, dice qualcosa di<br />

più della duplice tensione del suo spirito<br />

creativo: la realtà della storia, con il<br />

suo tragico seguito di dolore e il sogno<br />

di una condizione ideale, qual è il danzare<br />

la vita. Il tutto tuttavia trasmesso<br />

nei fogli del Taccuino con la leggerezza<br />

della matita, rivelatrice della leggerezza<br />

del primo pensiero, ispirato e creativo.<br />

brevetto dell'inglese F.B. Fölsch del<br />

1809, incominciò ad aver applicazione<br />

commerciale dopo il modello costruito<br />

da L.E. Watermann nel 1884.<br />

Nella prima metà del Novecento, con<br />

il progressivo uso della penna stilografica,<br />

c'era il normale uso della penna con<br />

il pennino che continuamente si attingeva<br />

nel calamaio.<br />

Uno degli ultimi scrittori ad usare<br />

questo antichissimo arnese è stato Riccardo<br />

Bacchelli. Riteneva che questa<br />

penna gli dava meglio il senso di ciò che<br />

scriveva. A suo dire le parole vergate<br />

con il pennino, il vecchio pennino «Perry»,<br />

gli passavano prima in mano, dove<br />

le soppesava, le sceglieva, mentre il polso<br />

lo avvertiva a tempo della stanchezza.<br />

Anche Marino Moretti, in qualche<br />

luogo, ha tessuto l'elogio del suo scrivere<br />

con la penna, a cannuccia e pennino.<br />

Ma esso era dotato di un pennino diverso<br />

da quello usato da Riccardo Bacchelli.<br />

Era «l'esile pennino d'acciaio d'antica<br />

marca Mitchell».<br />

Qualcuno potrebbe obiettar che invitare<br />

ad usar la penna in luogo del computer<br />

sarebbe come il voler riprendere i<br />

cavalli al posto delle macchine. E quindi<br />

una resistenza che, dettata da malinconie,<br />

nostalgie, rimpianti, sa di retroguardia.<br />

Ma non sarebbe una obiezione convincente.<br />

Scrivendo l'uomo esprime se<br />

stesso: quel che sa, sente, pensa, immagina,<br />

teme, vorrebbe. È in questo esprimere<br />

se stesso la penna, a nostro avviso,<br />

lo aiuta più che il computer. Dalla<br />

penna il pensiero passa subito sulla carta<br />

senza nessun altro sia pur velocissimo<br />

passaggio. C'è un collegamento diretto<br />

«Studio per figura giovanile»<br />

Studi di corpi<br />

animati:<br />

«Due capre<br />

e figura<br />

femminile»<br />

In alcuni fogli ci sono figure senza<br />

reciproca e logica relazione, per es. il<br />

foglio 6 presenta il bellissimo volto di<br />

fanciullo a sinistra e sulla destra una<br />

figura femminile sorretta da due cupidi<br />

o il foglio 28 con quattro abbozzi così<br />

diversi fra loro: testa di vecchio, una<br />

popolana, una maternità, un vecchio<br />

dolente seduto o ancora il n. 33 con un<br />

frate piangente e due donne portatrici<br />

di anfore. Anche questa associazione/dissociazione<br />

di soggetti è indice<br />

della sua mobilità di pensiero, della<br />

compresenza nel suo spirito di elemento<br />

drammatico e comico, fantastico e<br />

naturale.<br />

Un'altra tematica emergente dai fogli<br />

del Taccuino è quella religiosa: nei fogli<br />

41, 42, 43 abbiamo «Cristo portato<br />

in cielo dagli angeli», «Cristo in trono»,<br />

«Il Redentore».<br />

Profonda e originale la sensibilità religiosa<br />

espressa dal Canova: il Cristo<br />

trasportato in cielo dagli angeli irradia<br />

la sua luce sulle eteree figure di angeli,<br />

forse è l'idea di uno scambio di energia,<br />

non solo gli angeli che portano il<br />

corpo di Cristo, ma essi ricevono forza<br />

da Colui che elevano.<br />

Per le due figure solenni di Cristo,<br />

con le braccia spalancate, certo il Ca-<br />

nova non poteva aver disatteso il Cristo<br />

del mosaico paleocristiano<br />

della<br />

chiesa dei santi<br />

Cosma e Damiano<br />

in Roma o la copia<br />

del Cristo in<br />

gloria del Correggio<br />

nella Pinacoteca<br />

Vaticana. La<br />

figura è ieratica,<br />

indossa paludamenti<br />

senatori, e<br />

le braccia aperte<br />

sono gesto di accoglienza<br />

e richiamo<br />

alla croce. Per<br />

il foglio 43 «siamo<br />

in presenza di<br />

uno dei fogli più<br />

emozionanti ed<br />

eletti per qualità<br />

della grafica canoviana»<br />

(Mariuz-<br />

Pavanello).<br />

Due contempo-<br />

ranei del Canova,<br />

uno parente, G. B. Sartori, e uno amico,<br />

L. Cicognara, con espressioni essenziali,<br />

avevano compreso il rapporto fra<br />

i disegni dei taccuini e le opere successive<br />

che avevano fatto acquistare fama<br />

europea allo scultore. Diceva Sartori: «I<br />

suoi disegni sono pensieri delineati a<br />

lapis», e Cicognara: «Soleva egli gittare<br />

in carta il suo pensiero con pochi e<br />

semplicissimi tratti, che più volte ritoccava<br />

e modificava».<br />

Così dunque un semplice Taccuino è<br />

ancora rivelatore di quella zona segreta<br />

dello spirito di un artista, il Canova,<br />

che ha dato all'arte scultorea di un periodo,<br />

il neoclassicismo, giudicato formale<br />

e freddo, un afflato di originalità<br />

e di umanità, unite a perfezione assoluta<br />

delle forme.<br />

E i disegni rivelano la sorgente prima<br />

del «daimon» che ha guidato poi l'artista<br />

nella concretizzazione delle sue<br />

splendide opere in marmo.<br />

tra mente, braccio, mano, penna, carta.<br />

C'è molta naturalezza. C'è un vivere a<br />

misura d'uomo.<br />

Chi scrive a mano, nei nostri tempi,<br />

trascrive poi o fa trascrivere a macchina<br />

o su un computer quanto ha scritto.<br />

L'invito ad usare il computer e non la<br />

penna spesso è sostenuto dalla necessità<br />

di evitare quel passaggio, che viene considerato<br />

una perdita di tempo. Ma lo è<br />

davvero?<br />

Dopo che fu inventata la stampa gli<br />

autori si giovarono delle bozze stampate<br />

per correggere, ovvero per migliorare, i<br />

loro scritti. Dopo la costruzione della<br />

macchina da scrivere gli autori si giovarono<br />

dei dattiloscritti, prima che delle<br />

bozze stampate, per migliorare i loro<br />

scritti.<br />

Il mantenere questi passaggi, che la<br />

tecnica ha concesso, potrebbe favorire<br />

l'opera, sempre se ad essa si vuol dare il<br />

maggior valore possibile.<br />

Chiaramente all'uso della penna bisogna<br />

sapersi educare, lentamente ed attentamente.<br />

È un uso al quale, attualmente,<br />

non giovano le fotocopie, che<br />

pure sono una grande conquista della<br />

tecnica. In certi casi esse fanno venir<br />

meno l'uso del copiare a mano, che non<br />

solo non avviene «senza assimilar qualcosa»,<br />

come notava Jean Guitton ne Il<br />

lavoro intellettuale, ma porta, quando<br />

si tratta di testi originali di grandi scrittori,<br />

a meglio comprendere il loro modo<br />

di esprimersi, il loro uso delle parole, il<br />

loro sistemarle, ovvero il loro stile che è<br />

unico e naturalmente irripetibile. E tutto<br />

ciò contribuisce a far meglio comprendere<br />

il proprio stile, quello al quale bisognerebbe<br />

tendere.


.<br />

PAGINA<br />

4 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Venerdì 12 Gennaio 2001<br />

SAN SEVERO Pubblicati gli Atti di un convegno sulla figura del frate (1563-1616)<br />

P. Matteo d'Agnone: testimone<br />

umile e dotto del suo tempo<br />

Cosa ha da dire ai cristiani del terzo<br />

Millennio la figura e l'insegnamento di<br />

un francescano vissuto dal 1563 al 1616?<br />

Che senso ha proporre la vita di Matteo<br />

d'Agnone, dell'Ordine dei Frati Minori<br />

Cappuccini, all'uomo del 2000 cui preme<br />

il cammino della santità? Sono gli<br />

interrogativi posti alla base della pubblicazione<br />

degli Atti della «Settimana di<br />

studi sulla spiritualità del Servo di Dio<br />

Padre Matteo da Agnone».<br />

Una iniziativa voluta dal Vescovo di<br />

San Severo, Mons. Michele Seccia, celebratasi<br />

dal 26 al 31 ottobre del 1998 nella<br />

Cattedrale di San Severo e che oggi<br />

vede la raccolta degli interventi di Vescovi,<br />

studiosi, biblisti, teologi e storici<br />

sulla figura del Cappuccino d'Agnone.<br />

Come allora anche oggi il Pastore della<br />

Chiesa locale ha voluto che la presentazione<br />

ufficiale degli atti avvenisse nella<br />

Chiesa cattedrale: non una casualità ma<br />

una scelta «strategica» ed un segno preciso<br />

che Mons. Seccia così spiega nella<br />

sua introduzione: «Negli anni passati il<br />

ricordo di Padre Matteo si è svolto tra<br />

Agnone e Serracapriola, ma mi sono<br />

detto: se è un segno di questa Diocesi,<br />

di questa terra, è tutta la Comunità che<br />

deve partecipare. Ecco la scelta della<br />

Cattedrale. Non tanto per dare solennità<br />

all'evento, quanto per spiegarne meglio<br />

il significato: tutta la Chiesa particolare<br />

si mette in ascolto dell'insegnamento<br />

che viene dalla vita spirituale, dalla riflessione<br />

teologica, dalla testimonianza<br />

di umiltà e forza di un semplice e dotto<br />

frate cappuccino. Il significato di una<br />

settimana di studio consiste nel riscoprire<br />

una particolare espressione di santità<br />

che deve essere conosciuta e proposta a<br />

tutti». Finalità che scaturisce dall'invito<br />

giubilare fatto da Giovanni Paolo II alle<br />

Chiese particolari a riscoprire e proporre<br />

modelli di santità possibili anche per<br />

l'umanità odierna (cfr Tertio Millennio<br />

adveniente, n. 37).<br />

Aver riproposto questo «gigante della<br />

fede», di cui è in corso la fase diocesana<br />

della Causa di Beatificazione e Canonizzazione,<br />

dice anche lo sforzo della Comunità<br />

cristiana locale di attualizzare e<br />

vivere le indicazioni pastorali tracciate<br />

dal proprio Pastore nella lettera programmatica:<br />

Giubileo: anelito di santità?<br />

Il Vescovo estrapola dal complesso e<br />

ricco insegnamento di Padre Matteo due<br />

aspetti propri della tensione verso la<br />

santità della Chiesa: la santità come imitatio<br />

Dei, cioè come imitazione e riscoperta<br />

della presenza del Dio-Amore nella<br />

storia dell'uomo e la santità alimentata<br />

continuamente dalla preghiera, dalla penitenza<br />

e dalla sofferenza.<br />

Il cammino di santità, difatti, deve essere<br />

continuamente verificato, «lubrificato»,<br />

irrobustito, non siamo dinanzi ad<br />

un «automatismo mistico» ma ad una libera<br />

e convinta scelta dell'uomo che decide<br />

di accettare o rifiutare il dono divino<br />

della possibilità di diventare santo,<br />

una santità, quindi, all'insegna della libertà<br />

tipica dei figli di Dio. In questo il<br />

frate esorcista di Agnone è sicuramente<br />

una «bussola» cui guardare e da cui lasciarsi<br />

guidare. Ed è proprio in quest'ultimo<br />

aspetto che va inserita sia la stessa<br />

settimana di studi che la pubblicazione<br />

degli Atti.<br />

Studiosi ed esperti del calibro di Costanzo<br />

Cargnoni, Benigno Papa, Antonio<br />

Pitta e Luigi Gambero hanno scandaglia-<br />

schede - schede - schede<br />

Gabriella Anodale, Caterina da<br />

Siena Patrona d'Europa, Edizioni<br />

Piemme, Casale Monferrato 2000,<br />

pp. 223, L. 25.000, E. 12,91. Non è<br />

una nuova biografia sulla santa senese,<br />

proclamata patrona d'Europa<br />

da Giovanni Paolo II, questa di G.<br />

Anodale. È piuttosto una «costruzione»,<br />

fondata sui documenti e<br />

scritti personali della santa per evi-<br />

a cura di GINO CONCETTI<br />

denziarne le grandi linee sapienziali<br />

che l'hanno guidata a conformarsi<br />

a Cristo. Quattro sono le parti: la<br />

prima descrive Caterina sulle orme<br />

di san Domenico; la seconda il suo<br />

apostolato per la pace in Europa e<br />

in Italia; la terza espone le grandi<br />

illuminazioni di Caterina sulla Chiesa;<br />

la quarta ed ultima può considerarsi<br />

il suo «testamento».<br />

Angela Ales Bello, Edith Stein Patrona d'Europa, Edizioni Piemme, Casale<br />

Monferrato 2000, E. 10,33. Profonda studiosa di Edith Stein, l'Autrice<br />

è docente e responsabile della Facoltà di filosofia della Pontificia Università<br />

Lateranense. Anche questo libro più che una agiografia in senso classico<br />

è l'esposizione dell'itinerario dottrinale di Edith Stein, proclamata patrona<br />

d'Europa, con santa Caterina e santa Brigida di Svezia. È destinato<br />

a persone di cultura, in modo più specifico ai versati in filosofia. Oltre ai<br />

pensatori tedeschi di cui la Stein fu seguace viene messo in luce il rapporto<br />

della stessa con san Tommaso d'Aquino e per suo tramite con la più rilevante<br />

filosofia cristiana.<br />

Marc Girard, Il Vangelo di Luca,<br />

Editrice Elledici, Leumann 2000,<br />

pp. 269, L. 30.000, E. 15,49. Tra i<br />

sinottici, il Vangelo di Luca è il più<br />

accurato. Inoltre lo ha dedicato a<br />

Teofilo, nella cui figura sono tutti i<br />

credenti. Marc Girard è un sacerdote<br />

biblista, formatosi al Pontificio<br />

Istituto Biblico dei Padri Gesuiti.<br />

Nella sua opera esegetica e teologi-<br />

ca Girard segue lo schema del Vangelo,<br />

prendendo come base di riflessione<br />

i punti nodali, con estensione<br />

applicativa alle esigenze della<br />

cultura dei credenti d'oggi. Nella<br />

presentazione il Card. C.M. Martini<br />

evidenzia lo scopo di «aprire a un<br />

duplice orientamento di rilettura<br />

del testo evangelico: quello personale<br />

e quello comunitario».<br />

Antonio Gaspari, Nascosti in convento. Incredibili storie di ebrei salvati<br />

dalla deportazione (Italia 1943-45), Ancora Editrice, Milano 2000, pp.<br />

139, L. 20.000. Le indagini storiche condotte da persone attendibili e su<br />

documenti inoppugnabili rivelano il sacrificio e il lavoro rischioso ma<br />

estremamente carico di carità svolto durante l'ultimo conflitto mondiale<br />

dai cattolici e dagli ecclesiastici per sottrarre alla deportazione e alla morte<br />

i «fratelli» di religione ebraica. In tutta Italia la Chiesa fece risuonare<br />

l'appello di Pio XII con abnegazione e sincera dedizione. Antonio Gaspari<br />

rievoca una porzione di quella tragica storia che tutti dovrebbero conoscere<br />

prima di pronunciare giudizi affrettati e superficiali su Pio XII.<br />

Paola Moschetti, L'Ordo Virginum<br />

Germoglio di vita cristiana,<br />

Edizioni Cantagalli, Siena 2000,<br />

pp. 221, L. 25.000, E. 12,91. A riscoprirlo<br />

come realtà autonoma<br />

nella vita della Chiesa, non dalla<br />

Chiesa, è stato il Vaticano II. Nei<br />

primi secoli è stato in grande onore.<br />

Ma anche dopo la promulgazione<br />

del Codice di diritto canonico e<br />

l'esortazione postsinodale Vita consecrata,<br />

l'Ordo virginum sta conoscendo<br />

un nuovo splendore, avendo<br />

ramificazioni estese, non solo in<br />

Italia. Paola Moschetti ha scritto un<br />

trattato per illustrarne il carisma e<br />

per configurarne il progetto di realizzazione<br />

in un cammino personale<br />

che, dal fondamento biblico, si sviluppa<br />

nella Chiesa locale.<br />

Pierre Davignau, Madre Marie-Alphonsine e la Congregazione del Rosario,<br />

Patriarcato Latino, Gerusalemme 1999, pp. 253 (s.i.p.). Nata a Gerusalemme<br />

il 4 ottobre 1843 e morta il 25 marzo 1924, fu chiamata Sultaneth.<br />

Dalla famiglia profondamente cristiana fu avviata ai sacramenti dell'iniziazione.<br />

Formata ai valori del Vangelo, visse sulle stesse orme di Gesù.<br />

Preghiera e contemplazione furono le pratiche preferite. Decisa di conformarsi<br />

a Cristo scelse la Congregazione del Rosario come luogo per la sua<br />

consacrazione. Nei santuari cristiani consolidò la sua unione con Cristo,<br />

divenendo un «modello» per le consorelle. Fu privilegiata dallo Spirito con<br />

abbondanza di grazie e di particolari carismi. Ha lasciato alcuni scritti.<br />

Sandro Ferraroli, Quale educazione<br />

nella scuola dell'autonomia,<br />

Editrice Elledici, Leumann 2000,<br />

pp. 128, L. 16.000, E. 8,26. La<br />

scuola non è solo luogo d'istruzione<br />

o di culturalizzazione: è palestra in<br />

cui l'alunno, dalle prime classi di<br />

alfabetizzazione, impara a convivere<br />

con i coetanei, a dialogare con<br />

gli insegnanti e a crescere in uma-<br />

nità. Nella proposta cristiana è anche<br />

luogoincui si cresce nella fede.<br />

Questi requisiti devono essere rispettati<br />

sia nella scuola pubblica<br />

che in quella privata. Con il sistema<br />

dell'autonomia si accresce la responsabilità<br />

dei docenti e degli<br />

alunni.L'Autore prospetta alcune lineediorientamentosulla<br />

base della<br />

esposizioneeducativadiDonBosco.<br />

Natale Colafati, L'uomo e il suo mondo, Rubbettino Editore, Soveria<br />

Mannelli (Catanzaro) 2000, pp. 187, L. 20.000, E. 10,33. L'uomo non cessa<br />

d'interrogarsi sulla sua origine e sulla sua collocazione nell'universo.<br />

La socializzazione lo spinge ad aprirsi agli altri, a costruire e organizzare<br />

forme di vita sempre più perfette. Il dialogo è il mezzo più efficace per conoscersi,<br />

per amare e per progredire. Natale Colafati lo dimostra in questo<br />

saggio che penetra nel profondo dell'essere umano. Egli scruta i segni dei<br />

tempi nel quadro della religione cristiana avendo come riferimento il Giubileo<br />

che si è appena concluso. Nella terza ed ultima parte sono esaminate<br />

le questioni cruciali tra cui quelle di bioetica, la pena di morte etc.<br />

Il Cardinale Pietro Palazzini, conosciuta la storia del bambino torinese (1967-'79), suggerì l'apertura della causa di Canonizzazione<br />

Silvio Dissegna morì a dodici anni offrendo le sue sofferenze a Cristo Crocifisso<br />

Gli uomini più grandi normalmente si<br />

distinguono per il loro interesse e amore<br />

per i più piccoli e i più umili. È sempre<br />

stato così nella storia della Chiesa, dal<br />

suo divin Fondatore Gesù («Lasciate che<br />

i fanciulli vengano a me, perché di loro<br />

è il regno dei cieli» Mt 19,14), ad oggi.<br />

Non abbiamo dimenticato il servo di<br />

Dio Pio XII che pochi mesi prima di<br />

iscrivere il quindicenne Domenico Savio<br />

(1842-1857) tra i santi, il 30 dicembre<br />

1953, citando un testo di s. Tommaso<br />

(Summa Theologiae, III, Q. 72 ad 8 in<br />

corp. et ad 2um), aveva affermato:<br />

«Non dovete credere che l'età minore<br />

sia un ostacolo al cammino verso la perfezione<br />

anche consumata, la santità. “Vi<br />

saranno santi tra i bambini”, esclamò il<br />

nostro santo Predecessore Pio X, quando<br />

aprì i Tabernacoli eucaristici. Egli sapeva<br />

che “l'età corporale non pregiudica<br />

l'anima, onde l'uomo anche nell'età<br />

puerile può conseguire la perfezione<br />

dell'età spirituale”» (Acta Ap. Sedis,<br />

XLVI, n. 2, 16 febbr. 1954, p. 44).<br />

Sappiamo che P. Garrigou-Lagrange<br />

(†1964), occupato in profondi temi di filosofia-teologia,<br />

ascetica e mistica, solito<br />

a dibattere con i più prestigiosi nomi del<br />

pensiero, indugiava a scrivere le biografie<br />

di «bambini santi», dopo aver chiarito<br />

con competenza di esperto delle cose<br />

umane e delle realtà divine quali criteri<br />

to la storia, la teologia, la mistica, la<br />

dottrina, la figura, la spiritualità e le virtù<br />

del Cappuccino preoccupati non solo<br />

di una rilettura storica ma anche di una<br />

attualizzazione nel cammino di fede dei<br />

credenti di questo tempo. Il Ministro<br />

«devono ponderarsi per le cause dei fanciulli<br />

deceduti in concetto di santità»<br />

(Garrigou-Lagrange, Le virtù eroiche<br />

nei bambini, Firenze, 1943, p. 27).<br />

La biografia<br />

Su questa linea, il Card. Pietro Palazzini,<br />

ritornato a Dio l'11 ottobre 2000,<br />

per lunghi anni Prefetto della Congregazione<br />

per le cause dei santi — che dunque<br />

ben si intendeva di santità e che<br />

scrisse di suo pugno molte opere sui<br />

santi, come per citarne uno, la ponderosa<br />

biografia dell'Abate Francesco Faà di<br />

Bruno (1825-1888), beatificato da Giovanni<br />

Paolo II il 25 settembre 1988 — si<br />

chinò con premurosa e commovente attenzione<br />

a studiare i più piccoli, pur essi<br />

chiamati da Dio alla più alta santità, affinché<br />

le loro virtù potessero essere conosciute<br />

e additate a modello per tutta<br />

la Chiesa.<br />

È noto che egli si occupò dei pastorelli<br />

di Fatima, Francesco e Giacinta Marto,<br />

in modo che il loro iter verso gli altari<br />

proseguisse fino alla beatificazione,<br />

come poi sarebbe avvenuto, con sua<br />

grande gioia, il 13 maggio 2000, per<br />

opera di Giovanni Paolo II.<br />

Un po' meno noto è un episodio accaduto<br />

nel novembre 1984. Il Card. Palazzini<br />

lesse un libro dal titolo «Morire di<br />

cancro a 12 anni», scritto dal sacerdote<br />

Padre Cipriano de Meo, è un ulteriore e<br />

valido documento che il Tribunale diocesano<br />

e la Commissione storica sapranno<br />

adeguatamente valorizzare.<br />

FRANCESCO ARMENTI<br />

P. Giorgio Paleari, del Pime: da Milano al Brasile<br />

L'animazione missionaria:<br />

dono di Dio e cammino di fede<br />

Venticinque anni di missione, di cui la<br />

maggior parte trascorsi in Brasile: il 25°<br />

anniversario di sacerdozio e di missione<br />

è stato celebrato nella parrocchia d'origine<br />

di Paderno Dugnano, nel milanese,<br />

da Padre Giorgio Paleari del Pime (Pontificio<br />

istituto missioni estere), che attualmente<br />

è Segretario del Consiglio<br />

missionario nazionale della Chiesa Brasiliana.<br />

Padre Paleari è tornato fra gli amici e<br />

i conoscenti, cogliendo anche l'occasione<br />

per festeggiare il 25° di professione<br />

religiosa di sua sorella Giancarla, suora<br />

di clausura a Biella. Nella parrocchia<br />

dei santi Nazaro e Celso ha celebrato la<br />

Santa Messa e portato la propria testimonianza<br />

fra i giovani dell'oratorio. Le<br />

sue parole hanno lasciato un segno nei<br />

suoi ascoltatori, sia gli amici che ricordano<br />

ancora la sua partenza in quel dicembre<br />

1975, sia i più giovani che lo vedevano<br />

per la prima volta.<br />

Fra i molti annunciatori del Vangelo<br />

ad gentes partiti dall'arcidiocesi di Milano,<br />

abbiamo incontrato chi si occupa<br />

dell'animazione missionaria nel più<br />

grande Paese dell'America Latina.<br />

Dopo anni di missione diretta con la<br />

gente, i poveri, le culture, Padre Paleari<br />

è stato chiamato ad un incarico all'interno<br />

del Consiglio Missionario Nazionale.<br />

«Dobbiamo lavorare — dice — perché<br />

la Chiesa Brasiliana si apra alla missione<br />

universale, aldilà delle proprie frontiere,<br />

Provinciale dei Cappuccini<br />

di Foggia, Paolo Maria<br />

Cuvino, evidenzia la<br />

ricchezza della pubblicazione<br />

degli atti ricorrendo<br />

ad una definizione<br />

dello storico dell'Ordine<br />

dei francescani Cappuccini,<br />

Padre Costanzo<br />

Cargnoni, che così scrisse:<br />

«Con il materiale raccolto<br />

si apre un capitolo<br />

interessante sulla vita di<br />

questo “cappuccino inutile”<br />

come egli si definisce<br />

e si apre un orizzonte<br />

che svela altri orizzonti,<br />

innalza su una<br />

vetta che riporta ad altre<br />

vette più alte... e permette,<br />

quindi, di continuare<br />

un cammino che<br />

fuori dubbio ci porterà<br />

alla rivelazione e manifestazione<br />

ecclesiale della<br />

sua santità che ancora<br />

può essere eloquente».<br />

Il nuovo testo che dà<br />

maggiore consistenza al<br />

lavoro immane del Vice<br />

postulatore della causa,<br />

all'Africa e all'Asia, dopo aver ricevuto<br />

sino ad ora molti missionari. La missione<br />

universale — prosegue — non è conseguenza<br />

della maturità di una Chiesa,<br />

ma ne è la sua propria condizione. Abbiamo<br />

già più di duemila missionari brasiliani<br />

fuori dai confini del Paese e vorremmo<br />

che sia una Chiesa ancor più<br />

missionaria».<br />

Dono, missione, cammino: sono queste<br />

le parole-chiave dei venticinque anni<br />

di sacerdozio del Padre Paleari: «Questi<br />

anni sono prima di tutto un grande dono<br />

di Dio — prosegue — un tempo di<br />

Grazia, davanti al quale mi sento di ringraziare<br />

il Signore, anche per tutte le<br />

persone che ho incontrato. La missione<br />

è stata e continua ad essere la passione<br />

e il sogno della mia vita. È come se fosse<br />

una idea fissa che mi riempie di stupore.<br />

La mia vita non avrebbe senso<br />

senza questo ideale. La terza parola è<br />

cammino, un lungo cammino di entusiasmi<br />

e difficoltà, ma soprattutto di incontro<br />

con il Signore e di incontri con popoli<br />

e culture».<br />

La testimonianza del missionario del<br />

Pime, Padre Paleari, altro non è che un<br />

dono di comunione ai fratelli e alle sorelle<br />

dell'Arcidiocesi di Milano, impegnati<br />

in molti territori di missione, con altri<br />

missionari, nell'annuncio del Vangelo alle<br />

generazioni di oggi.<br />

ALBERTO MANZONI<br />

Antonio Bellezza-Prinsi, dell'Arcidiocesi<br />

di Torino (Bigliardi, Chieri, 1980). Il libro<br />

narra la vicenda di un ragazzo di 12<br />

anni, Silvio Dissegna, nato a Moncalieri<br />

il 1° luglio 1967 e residente a Poirino<br />

(Torino). Egli ricevette dai genitori e dai<br />

sacerdoti della parrocchia un'ottima<br />

Seminario<br />

annuale di studi<br />

per la formazione<br />

di religiosi<br />

Avrà inizio sabato 27 gennaio, presso<br />

la sede della Curia Generalizia dei Fratelli<br />

delle Scuole Cristiane (Via Aurelia<br />

n. 476, Roma), la programmazione annuale<br />

per il 2001 del Seminario intercongregazionale<br />

sulla Formazione, promosso<br />

dall'Associazione dei Membri delle<br />

Curie Generalizie (AMCG). Esso ha lo<br />

scopo di favorire la riflessione e l'interscambio<br />

di esperienze e iniziative attorno<br />

alle Costituzioni degli Istituti di Vita<br />

Consacrata e dei segni attuali nella Chiesa<br />

e nel mondo.<br />

Si tratta — spiegano gli organizzatori<br />

— di ravvivare la fiamma del proprio<br />

carisma in funzione delle vocazioni, la<br />

formazione e l'impegno apostolico. L'Associazione<br />

sorse nel 1971, presso la sede<br />

del Movimento Mondo Migliore in Rocca<br />

di Papa (Roma). Sono ora trent'anni<br />

di cammino e l'AMCG continua ad essere<br />

un segno di comunione fra gli Istituti<br />

di Vita Consacrata.<br />

Il Comitato direttivo è composto di<br />

dodici membri — sei religiosi e sei religiose<br />

— rappresentanti della vita consacrata<br />

nei diversi Continenti.<br />

Il primo incontro del 2001, che avrà<br />

per tema «Identità, appartenenza e comunione<br />

(effettiva ed affettiva), nel dono<br />

dello Spirito: nuova famiglia nella sequela<br />

di Gesù alla luce del Mistero Trinitario<br />

di Dio. Sfide e conseguenze pratiche<br />

per la missione», sarà animato da P.<br />

Amedeo Cencini, fdcc.<br />

I successivi incontri avranno luogo<br />

sempre nel terzo sabato del mese — da<br />

febbraio a giugno; da ottobre a dicembre<br />

— secondo il seguente calendario:<br />

17 Febbraio - Le Costituzioni dell'Istituto<br />

come verbalizzazione del proprio<br />

carisma: progetto ecclesiale di libertà<br />

nella sequela di Gesù. L'iter di un impegno<br />

totale di vita consacrata.<br />

17 Marzo - L'Esortazione Apostolica<br />

«Vita consecrata» a cinque anni dalla<br />

sua pubblicazione. Quale influsso nelle<br />

Costituzioni degli Istituti e nella vita dei<br />

consacrati e consacrate?<br />

21 Aprile - Lo Spirito del Signore agisce<br />

in ogni tempo e con dei nuovi doni:<br />

i movimenti ecclesiali e tutti i nostri Istituti<br />

sono nati come segni di una nuova<br />

Pentecoste. Insieme nella causa del Regno.<br />

19 Maggio - Il «proprium» del carisma<br />

dell'Istituto nelle dimensioni personali<br />

e comunitarie: in quanto alla consacrazione,<br />

al vivere i voti, alla vita fraterna<br />

in comunità, alla preghiera, all'impegno<br />

apostolico, all'amministrazione dei<br />

beni, al servizio di governo, all'apertura<br />

ai laici e alla Chiesa locale e universale.<br />

Una sequela di Gesù con luce propria.<br />

16 Giugno - Il carisma: dono da donare<br />

e da vivere insieme religiosi, religiose<br />

e laici. Le famiglie spirituali: segni<br />

di vitalità. Esperienze e testimonianze<br />

attuali. Prospettive di futuro.<br />

20 Ottobre - Quale accompagnamento<br />

e discernimento per una vocazione alla<br />

vita consacrata nel tuo Istituto?. Criteri,<br />

dinamiche ed esperienze pratiche.<br />

16 Novembre - 1. La persona del religioso<br />

e della religiosa alla luce dei documenti<br />

della Chiesa e delle Costituzioni<br />

dei propri Istituti. 2. Comunità formative<br />

interculturali.<br />

17 Novembre - 1. La persona del formatore<br />

alla luce dei documenti della<br />

Chiesa e della propria legislazione. 2. I<br />

chiamati a presiedere e guidare le comunità:<br />

maestri di dialogo.<br />

15 Dicembre - La globalizzazione della<br />

formazione e il «proprium» di ciascun<br />

carisma nella fedeltà creativa. I poveri e<br />

gli esclusi come luogo d'incontro e presenza<br />

formativa di Gesù per ogni consacrato<br />

e consacrata.<br />

educazione cristiana, intessuta di intenso<br />

amore a Gesù e a Maria, di preghiera<br />

quotidiana, di Confessione e di Comunione<br />

eucaristica frequenti e regolari, di<br />

fedeltà ai Comandamenti di Dio e al<br />

Vangelo. Poco più che decenne, seppe<br />

accettare la terribile malattia di un cancro<br />

alle ossa e trasformarla in un'offerta-olocausto<br />

di adorazione a Dio, in<br />

espiazione dei peccati dell'umanità, a<br />

impetrazione di grazie «per la Chiesa,<br />

per il Papa, per i sacerdoti e i missionari,<br />

per la conversione dei peccatori»,<br />

strettamente unito a Gesù Crocifisso, irradiando<br />

attorno a sé con un perenne<br />

sorriso, nonostante le sofferenze atroci,<br />

serenità, pace, fede e senso cristiano<br />

della vita, a un numero grandissimo di<br />

fratelli. Silvio Dissegna, vissuti 20 mesi<br />

come vittima sacrificale, come Gesù sulla<br />

Croce, andò incontro a Dio il 24 settembre<br />

1979.<br />

Un giudizio autorevole<br />

Il compianto Cardinale Palazzini, conosciuta<br />

la storia di Silvio attraverso la<br />

citata biografia, sentì il dovere di scrivere,<br />

in data 14 novembre 1984, ai genitori<br />

del ragazzo: «Silvio è il tesoro che Dio<br />

benedetto vi ha affidato e che voi avete<br />

saputo custodire gelosamente e offrire a<br />

Lui, chini ai suoi imperscrutabili disegni,<br />

anche se con il cuore spezzato dal<br />

dolore. Silvio vi aveva dato l'esempio<br />

del come bisogna abbracciare la croce e<br />

portarla per amore di Dio e per il bene<br />

dei fratelli. La sua missione non si è<br />

estinta nel tempo e nel breve arco della<br />

sua vita, ma continua, anzi si allarga<br />

ogni giorno di più, ora che egli, liberato<br />

dai vincoli della carne, vive presso<br />

Dio».<br />

Ma quel giorno, il Cardinale, abituato<br />

a trattare con «i grandi» della terra e del<br />

Cielo, non si sentì ancora soddisfatto e<br />

prese ancora una volta la penna per<br />

scrivere a chi gli aveva inviato il libro,<br />

non solo per ringraziare per umana cortesia,<br />

ma per esprimere con l'autorevolezza<br />

di Prefetto delle «Cause dei santi»,<br />

il suo giudizio: «Tempo fa si è qui discusso<br />

se i fanciulli siano capaci dell'esercizio<br />

eroico delle virtù cristiane e lo<br />

si possa provare per la canonizzazione.<br />

L'esempio di Silvio è, a questo proposito,<br />

illuminante».<br />

Del piccolo e sconosciuto Silvio Dissegna,<br />

12 anni appena, lui, l'esperto Uomo<br />

di Chiesa, aveva intuito tutto, lo stile<br />

cristiano e ardente di vita, la missione,<br />

vissuta sulla terra e che continua in<br />

Paradiso, di indicare come si porta la<br />

croce di Gesù per la gloria di Dio e con<br />

intenso apostolico e missionario, e infine<br />

le virtù cristiane a livello eroico, possibili<br />

anche in un fanciullo, che quindi può<br />

essere degno di canonizzazione.<br />

Del resto, l'invocato, discusso traguardo<br />

dell'eroicità giovanile nell'ambito delle<br />

virtù cristiane era stato ufficialmente<br />

raggiunto nella «Congregazione plenaria»<br />

dei Cardinali, Vescovi e Prelati della<br />

Congregazione per le cause dei santi, tenuta<br />

a Roma dal 31 marzo al 2 aprile<br />

1981, cui il Card. Palazzini aveva fatto<br />

seguire sull'Osservatore Romano del 10<br />

aprile 1981, p. 7 una «Meditata risposta<br />

agli interrogativi», scrivendo: «L'eroismo<br />

non implica compimento della totalità<br />

delle virtù, ma unicamente esercizio<br />

delle virtù teologali, di quelle cioè vincolate<br />

con il proprio stato; e disponibilità<br />

sicura rispetto alle occasioni che importino<br />

esercizio di particolari virtù».<br />

E ancora: «La grazia divina può spingere<br />

l'uomo, anche nell'età della fanciullezza,<br />

verso ideali che sorpassano le possibilità<br />

naturali, offrendo mezzi soprannaturali<br />

efficaci per il suo raggiungimento».<br />

Proprio grazie a questo «giudizio» del<br />

Cardinale Palazzini del 14 novembre<br />

1984 espresso nella lettera a chi gli aveva<br />

fatto dono della biografia del ragazzo,<br />

il Cardinale Giovanni Saldarini, allora<br />

Arcivescovo di Torino, l'8 febbraio<br />

1995, poté avviare l'inchiesta diocesana<br />

per la canonizzazione del Servo di Dio<br />

Silvio Dissegna.<br />

PAOLO RISSO


.<br />

PAGINA<br />

5 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Venerdì 12 Gennaio 2001<br />

UDIENZA Il discorso di Giovanni Paolo II a vari Organismi «Pro Giubileo» ricevuti nella Sala Clementina, nella mattina di giovedì 11 gennaio<br />

«Nulla è più come prima»<br />

«In un certo senso, nulla è più come<br />

prima. L'Anno giubilare, infatti, ha impresso<br />

in ciascuno, e specialmente in<br />

voi, uno “stile” di vita e di lavoro che<br />

non deve essere dismesso». È quanto ha<br />

raccomandato Giovanni Paolo II ai<br />

membri del Consiglio di Presidenza e<br />

del Comitato del Grande Giubileo dell'Anno<br />

2000 presenti, nella mattina di<br />

giovedì 11 gennaio, nella Sala Clementina,<br />

con le Autorità civili, militari e i collaboratori.<br />

Questo è il testo del discorso del Santo<br />

Padre:<br />

Signori Cardinali, venerati<br />

Fratelli nell'Episcopato e nel<br />

Sacerdozio,<br />

Illustri Signori e Signore,<br />

Carissimi Fratelli e Sorelle<br />

in Cristo!<br />

1.Sono particolarmente<br />

lieto di accogliere quest'oggi<br />

voi che, a vario titolo, avete<br />

cooperato alla preparazione<br />

ed alla celebrazione dell'Anno<br />

Santo, che così vasta eco<br />

ha suscitato nella Chiesa e<br />

nel mondo.<br />

Nella mia mente — e certamente<br />

è così anche per voi<br />

— restano impresse immagini<br />

commoventi che, in qualche<br />

modo, ne condensano le<br />

varie fasi. Penso, in particolare,<br />

all'ultimo periodo e rivedo<br />

le interminabili scie di<br />

pellegrini che, attraversando<br />

Piazza San Pietro, si dirigevano<br />

con grande devozione a<br />

varcare la Porta Santa. Come<br />

dimenticare quest'icona vivente<br />

del Popolo di Dio, in<br />

cammino verso Cristo, universale<br />

via di salvezza?<br />

Queste folle motivate e pazienti<br />

facevano pensare a<br />

quelle che seguivano Gesù,<br />

inducendolo a predicare senza<br />

sosta e, un giorno, a compiere<br />

il celebre miracolo della<br />

moltiplicazione dei pani,<br />

segno di quel «pane della vita»<br />

che Egli avrebbe poi dato<br />

al mondo (cfr Gv 6, 35.48).<br />

Queste folle sono state una<br />

testimonianza palpabile del<br />

desiderio profondo che spinge<br />

l'uomo alla ricerca della<br />

verità e della misericordia,<br />

della speranza e della riconciliazione,<br />

in una parola, alla<br />

ricerca di Cristo.<br />

Ora che la Porta Santa è<br />

stata chiusa, abbiamo ripreso<br />

il cammino «ordinario»,<br />

nella consapevolezza che rimane<br />

più che mai spalancato<br />

l'accesso alla divina misericordia.<br />

Riprendendo le parole<br />

dell'apostolo Paolo, possiamo<br />

dire che nel Grande<br />

Giubileo dell'Anno 2000 «è<br />

apparsa la grazia di Dio, apportatrice<br />

di salvezza per tutti<br />

gli uomini» (Tt 2, 11) e «si<br />

sono manifestati la bontà di<br />

Dio, salvatore nostro e il suo<br />

amore per gli uomini» (Tt 3,<br />

4). Nel passaggio storico che<br />

l'umanità sta vivendo, quest'Anno<br />

Santo ha avuto la<br />

provvidenziale funzione di<br />

far echeggiare nuovamente<br />

nel mondo intero la «buona<br />

Notizia»: «Dio ha tanto amato<br />

il mondo da dare il suo<br />

Figlio unigenito, perché<br />

chiunque crede in lui non<br />

muoia, ma abbia la vita eterna»<br />

(Gv 3, 16). Il Giubileo ha<br />

indicato, all'inizio del XXI<br />

secolo e del terzo millennio,<br />

come punto certo da cui ripartire,<br />

Cristo, unica salvezza<br />

e speranza dell'umanità.<br />

2.Di tutto questo dobbiamo<br />

rendere grazie a Dio, come<br />

abbiamo già fatto specialmente<br />

nel corso della so-<br />

lenne celebrazione di chiusura<br />

del Giubileo. Alla gratitudine<br />

verso Dio non possiamo<br />

però non unire quella verso<br />

gli uomini. E questo nostro<br />

incontro mi offre la gradita<br />

opportunità di esprimere, ancora<br />

una volta, un sentito ringraziamento<br />

a ciascuno di<br />

voi ed agli Organismi che<br />

rappresentate. In diversi ambiti,<br />

voi avete contribuito,<br />

con la vostra fattiva collaborazione,<br />

alla buona riuscita<br />

di ogni tappa del cammino<br />

giubilare.<br />

Nelle persone del Cardinale<br />

Presidente e di Monsignor<br />

Segretario, desidero, in primo<br />

luogo, esprimere viva<br />

gratitudine ai membri del<br />

Comitato Centrale del Grande<br />

Giubileo: Cardinali, Vescovi,<br />

sacerdoti, religiosi e<br />

laici. Essi sono stati impegnati<br />

in molteplici settori:<br />

dalla progettazione teologicopastorale,<br />

al servizio di accoglienza,<br />

a quello liturgico e<br />

spirituale, all'informazione,<br />

all'assistenza, all'amministrazione.<br />

Si è trattato di<br />

Il «Grazie» del Cardinale Roger Etchegaray<br />

In apertura di udienza, il Cardinale<br />

Roger Etchegaray, Presidente del Comitato<br />

del Grande Giubileo dell'Anno<br />

2000, ha rivolto al Santo Padre queste<br />

parole di ringraziamento:<br />

Padre Santo,<br />

Con un filo di malinconia che vorrà<br />

perdonarmi, questo breve incontro<br />

con Lei mi fa pensare al poema sinfonico<br />

di Borodine «Nelle steppe dell'Asia<br />

Centrale» in cui si sentono i<br />

passi dei cavalli e dei cammelli dapprima<br />

lontani, poi la carovana si avvicina,<br />

sostenuta da un'unica nota, passa<br />

molto vicino, inframmezzando note<br />

acute e note gravi, canti russi e canti<br />

indigeni, poi la carovana si allontana<br />

lasciando il suono purissimo di un<br />

flauto che si prolunga all'infinito.<br />

E proprio su questo sfondo musicale<br />

ho l'onore, a nome dei Cardinali<br />

del Consiglio di Presidenza, dei Membri<br />

del Comitato Centrale e del Segretario<br />

Generale S. E. Monsignor<br />

Sepe, di presentarLe la nostra carovana<br />

umana che, nei sei anni di cammino<br />

nelle steppe romane, si è impegnata<br />

sotto la Sua guida, Padre Santo,<br />

ad aiutare la Chiesa a varcare il<br />

nuovo millennio. Il nostro cammino<br />

non era così difficile poiché ci bastava<br />

seguire l'itinerario preciso che Lei<br />

ha tracciato nella «Tertio Millennio<br />

adveniente». Ciascuno di noi ha tenu-<br />

to bene il suo proprio posto. Non posso<br />

enumerare ora tutta la gamma dei<br />

servizi adempiuti: dalle celebrazioni<br />

liturgiche, cuore del Giubileo, fino alle<br />

onde mediatiche che hanno irrigato<br />

tutta la terra. Non abbiamo mai cercato<br />

di essere un'impresa, anche se<br />

le nostre attività hanno dovuto appoggiarsi<br />

sulle tecniche moderne, come<br />

Lei stesso ha auspicato dall'inizio. Un<br />

minimo di corpo, per un massimo di<br />

spirito, come dicevo spesso, ma quel<br />

corpo doveva essere, nell'anno 2000,<br />

«Nel passaggio storico che l'umanità<br />

sta vivendo, quest'Anno Santo<br />

ha avuto la provvidenziale funzione<br />

di far echeggiare nuovamente nel mondo<br />

intero la “buona Notizia”... Il Giubileo<br />

ha indicato, all'inizio del XXI secolo<br />

e del terzo millennio, come punto certo<br />

da cui ripartire, Cristo, unica salvezza<br />

e speranza dell'umanità»<br />

una proficua ed intensa esperienza<br />

di lavoro e di comunione,<br />

che ha visto ciascuno<br />

operare in stretta collaborazione<br />

con gli altri membri<br />

degli Uffici ed Organismi della<br />

Santa Sede e dello Stato<br />

della Città del Vaticano, con<br />

il Vicariato di Roma, come<br />

pure con tante altre istanze<br />

civili.<br />

Vorrei qui far menzione<br />

con gratitudine della stretta<br />

cooperazione con il Governo<br />

italiano, attraverso la Commissione<br />

Mista Italo-Vatica-<br />

più diversificato, più complesso che<br />

nell'anno 1300...<br />

Abbiamo operato a fianco dei Suoi<br />

stretti collaboratori, con il valido impegno<br />

della Curia, ma anche in buona<br />

armonia con le autorità peninsulari,<br />

addirittura intercontinentali, per accompagnare,<br />

non solo al momento<br />

delle Giornate Mondiali della Gioventù,<br />

l'enorme flusso di pellegrini, pacifici<br />

perché pacificati dal perdono di<br />

Cristo.<br />

Ma perché parlare di ciò che ab-<br />

na e con il Commissariato<br />

straordinario, istituito opportunamente<br />

per il Giubileo.<br />

Penso al costante contributo<br />

prestato dalla Regione Lazio,<br />

dalla Provincia e, in modo<br />

tutto speciale, dal Comune di<br />

Roma. Attento e preciso, come<br />

sempre, è stato il servizio<br />

dei vari Corpi delle Forze di<br />

sicurezza, coordinati dal Ministero<br />

dell'Interno. Al Ministero<br />

dei Lavori Pubblici va,<br />

poi, la riconoscenza per aver<br />

opportunamente coordinato<br />

la realizzazione di importanti<br />

biamo fatto, quando si tratta innanzi<br />

tutto di parlare di ciò che Lei, Padre<br />

Santo, ha fatto per questo Giubileo?<br />

Eravamo in posizione ottima per<br />

vederlo, per farlo vedere. Era il nostro<br />

compito, il nostro privilegio, la<br />

nostra grazia. Ne siamo stati sempre<br />

consapevoli? Siamo stati abbastanza<br />

fedeli? Il Giubileo, certamente, era<br />

dapprima il Suo, e come battezzato in<br />

Cristo e come Pastore della Chiesa.<br />

Quante volte Lei avrà pensato alla<br />

profezia del Cardinale Wyszyński<br />

quante volte in fondo ai nostri cuori ci<br />

siamo rallegrati di averLa vista aprire<br />

la Porta Santa dell'Anno 2000... e<br />

chiuderla «come memoria del passato<br />

ma anche come profezia dell'avvenire»<br />

(Novo Millennio ineunte, n. 3).<br />

Santo Padre, La accompagnavo sul<br />

monte Nebo, sui passi di Mosè, mentre<br />

contemplava la Terra Promessa<br />

verso la quale tende un'umanità disorientata.<br />

Lei ci ha aiutato a vedere<br />

meglio la colonna di nubi, «Gesù Cristo<br />

ieri, oggi e sempre». Lei ci ha<br />

consegnato, il giorno dell'Epifania,<br />

questa nuova carta di rotta, la «Novo<br />

Millennio ineunte».<br />

Padre Santo, la Sua piccola carovana<br />

giubilare si disperderà da oggi,<br />

ma ciascuno di noi raggiungerà la<br />

grande carovana umana, con l'incarico<br />

di farvi risplendere ovunque qualche<br />

tratto del volto di Cristo Risuscitato,<br />

Salvatore dell'uomo.<br />

«L'Anno giubilare<br />

ha impresso in ciascuno,<br />

e specialmente<br />

in voi, uno “stile” di vita e di lavoro<br />

che non deve essere dismesso.<br />

Il 6 gennaio scorso<br />

ci è stata consegnata<br />

una preziosa eredità, che va trasmessa<br />

alle generazioni future»<br />

infrastrutture ed opere, che,<br />

finito il Giubileo, rimangono<br />

alla Città di Roma e alla Nazione.<br />

Ricordo, altresì, l'attività<br />

dell'Agenzia Romana per il<br />

Giubileo e la massiccia presenza<br />

dei volontari: è stata<br />

una presenza simpatica e<br />

sorprendente, che Roma non<br />

dimenticherà. Un plauso va<br />

alle Società, agli Istituti Bancari<br />

ed alle Aziende che hanno<br />

permesso, con i loro contributi,<br />

di far fronte alle molteplici<br />

esigenze finanziarie e<br />

di aiutare pellegrini poveri<br />

nel loro viaggio e soggiorno a<br />

Roma. Un grazie sentito ripeto<br />

a L'Osservatore Romano,<br />

al Centro Televisivo Vaticano,<br />

alla Radio Vaticana e alla<br />

RAI, per la professionalità<br />

e la disponibilità nel riprendere<br />

e trasmettere gli eventi<br />

giubilari, avvalendosi del<br />

contributo di tanti esperti e<br />

del costante supporto del<br />

Pontificio Consiglio delle Comunicazioni<br />

Sociali.<br />

La lista delle persone da<br />

ringraziare potrebbe certo<br />

prolungarsi. Attraverso voi<br />

qui presenti, mi preme raggiungere<br />

tutti — veramente<br />

tutti — coloro che hanno lavorato<br />

per il Grande Giubileo.<br />

Chiedo, inoltre, a chi ha<br />

generosamente offerto il proprio<br />

apporto spirituale, attraverso<br />

la preghiera e la sofferenza<br />

— alle persone anziane,<br />

ai malati, ai religiosi e<br />

alle religiose di vita contemplativa<br />

— di proseguire in<br />

questa preziosa missione,<br />

perché i semi gettati durante<br />

il Giubileo continuino a produrre<br />

frutti abbondanti negli<br />

anni che verranno.<br />

3.Ora abbiamo ripreso il<br />

cammino del «tempo ordinario».<br />

Anche voi, che durante<br />

questo periodo vi siete sottoposti<br />

ad un supplemento di<br />

fatica, ritornate alle vostre<br />

consuete attività. E tuttavia,<br />

in un certo senso, nulla è più<br />

come prima. L'Anno giubilare,<br />

infatti, ha impresso in<br />

ciascuno, e specialmente in<br />

voi, uno «stile» di vita e di lavoro<br />

che non deve essere dismesso.<br />

Il 6 gennaio scorso ci è<br />

stata consegnata una preziosa<br />

eredità, che va trasmessa<br />

alle generazioni future, secondo<br />

due principali direttrici.<br />

Anzitutto, continuando a<br />

tenere Cristo al centro della<br />

vita personale e sociale. Se<br />

avremo vissuto veramente il<br />

Giubileo, lo si vedrà dai frutti<br />

di santità che porteremo<br />

nella vita ordinaria.<br />

In secondo luogo, occorre<br />

recare ovunque la testimonianza<br />

della carità che si fa<br />

perdono, servizio, disponibilità,<br />

condivisione. Parafrasando<br />

il Vangelo, potremmo dire:<br />

«Da questo riconosceranno<br />

che avete fatto il Giubileo,<br />

da come sapete amarvi<br />

gli uni gli altri».<br />

Ecco la consegna che vi lascio,<br />

carissimi Fratelli e Sorelle,<br />

mentre rinnovo a tutti<br />

e a ciascuno l'espressione<br />

della mia riconoscenza. Maria,<br />

Stella del terzo millennio,<br />

vi accompagni e guidi<br />

ogni passo della vostra esistenza.<br />

Vi auguro ogni bene<br />

e di cuore vi benedico insieme<br />

con quanti vi sono cari.


ITALIA<br />

PAGINA<br />

6 .<br />

Il cammino<br />

della Chiesa<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Venerdì 12 Gennaio 2001<br />

Dagli anni novanta si discute di unità<br />

pastorali tra gli operatori di pastorale. Del<br />

problema si sono fatti interpreti i Vescovi<br />

e i Parroci. Che cosa spinge la pastorale<br />

a ricercare nuove forme di solidarietà e di<br />

collaborazione tra i presbiteri? L'interrogativo<br />

inquieta le coscienze. Non si deve<br />

supporre che si tratta di una questione<br />

accademica, di una ristrutturazione forzata<br />

del territorio sotto il profilo della storia<br />

della salvezza e dell'evangelizzazione.<br />

Nessuno però può ignorare gli eventi che<br />

TRANI-BARLETTA-BISCEGLIE L'ordinazione di otto sacerdoti nell'Anno giubilare<br />

Sotto lo sguardo premuroso<br />

di Maria, Vergine e Madre<br />

Il Grande Giubileo dell'Anno 2000 si è<br />

concluso per la Chiesa locale di Trani-<br />

Barletta-Bisceglie con l'ordinazione di<br />

otto nuovi sacerdoti, per le mani dell'Arcivescovo<br />

Mons. Giovanni Battista Pichierri.<br />

Cinque di loro sono chierici secolari e<br />

tre appartengono a congregazione religiose.<br />

I Padri Giuseppini di Asti, Oblati<br />

di s. Giuseppe del Beato Marello, hanno<br />

avuto la gioia della vocazione sacerdotale<br />

per Francesco Piazzolla e Francesco<br />

Lorusso, ordinati nei Santuari della Madonna<br />

dello Sterpeto, a Barletta, e dell'Addolorata<br />

a Margherita di Savoia.<br />

I Padri Rogazionisti hanno accolto la<br />

gioia del sacerdote Nicola Martinelli, ordinato<br />

nel Santuario della Madonna delle<br />

Grazia a Corato.<br />

I sacerdoti diocesani sono invece Michele<br />

Barbaro, Cosimo Falconetti, Francesco<br />

Fruscio, Leonardo Sgarra e Giuseppe<br />

Tarricone.<br />

L'Arcivescovo Pichierri ha voluto<br />

esprimere un triplice ringraziamento: al<br />

Signore per tanti «buoni operai per la<br />

messe»; alla Madonna Santissima alla<br />

cui ombra sono cresciute le vocazioni<br />

sacerdotali; ai Vescovi emeriti Mons.<br />

Giuseppe Carata e Mons. Carmelo Cassati,<br />

che negli anni passati hanno favorito<br />

con ogni mezzo la crescita e la maturazione<br />

dei nuovi sacerdoti.<br />

Mons. Pichierri, da appena un anno<br />

Arcivescovo di Trani-Barletta-Bisceglie,<br />

ha sottolineato la gioia immensa per<br />

avere tanti nuovi sacerdoti nell'Arcidiocesi<br />

che, per aver da sempre la titolarità<br />

di Nazareth, resta terra privilegiata di<br />

Maria, dove si vive una speciale sensibilità<br />

protezione per la crescita delle vocazioni.<br />

A Corato, l'Arcivescovo Pichierri ha<br />

visto e toccato con mano la «presenza<br />

mondiale delle giovani generazioni sacerdotali»,<br />

allorché, odinando Nicola<br />

Martinelli, si è visto attorniato dal Padre<br />

Generale dei Rogazionisti P. Giorgio Nalin,<br />

dal Segretario Generale e da sacerdoti<br />

giunti dalla Sicilia, da Roma, Bari,<br />

Matera, Napoli, dalla lontana Nigeria e<br />

dal Brasile.<br />

L'ordinazione ha offerto all'Arcivescovo<br />

l'occasione per una riflessione profonda<br />

e articolata sul sacerdozio, sull'incidenza<br />

del carisma del beato Annibale<br />

Di Francia e sul «Rogate» nella diocesi e<br />

nel mondo.<br />

«Il prete sacramento di Cristo Maestro-Sacerdote<br />

e Pastore» l'ha definito il<br />

Presule, ricordando che il Signore Gesù<br />

ha voluto scegliere ciascuno di loro perché<br />

esercitando pubblicamente nella<br />

Chiesa l'ufficio presbiterale continuassero<br />

la Sua missione di Maestro, Sacerdote<br />

e Pastore.<br />

«Il prete — ha detto — è al servizio<br />

del popolo santo di Dio; perché come<br />

scrive l'apostolo Paolo (2 Lett. vv, 1-13)<br />

il presbitero serve il popolo di Dio nella<br />

crescita in Cristo esercitando il suo ministero<br />

di profeta, di sacerdote e di carità<br />

pastorale».<br />

Il prete è segno di consolazione e di<br />

speranza. «Caro Nicola — ha proseguito<br />

il Vescovo rivolgendosi ad uno degli ordinandi<br />

— nel ricordino della tua ordinazione<br />

hai scritto le parole di Gesù<br />

pronunciate ai suoi discepoli inviati in<br />

missione: “Guarite gli infermi, risuscitare<br />

i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i<br />

demoni”.<br />

«Gratuitamente avete ricevuto gratui-<br />

Anagni: incontro promosso dal Centro di Orientamento Pastorale<br />

hanno caratterizzato l'ultimo decennio del<br />

secolo Ventesimo. La crisi della fede e<br />

quella conseguente delle vocazioni sacerdotali<br />

e religiose, il trasferimento della<br />

popolazione da luoghi meno vivibili a luoghi<br />

più vivibili sono coefficienti che sollecitano<br />

una soluzione razionale ed efficace.<br />

Il Centro di Orientamento Pastorale, di<br />

cui è presidente l'Arcivescovo di Siena-<br />

Colle di Val d'Elsa-Montalcino, Mons.<br />

PALERMO Si inizia la visita pastorale<br />

Un evento di grazia che conferma<br />

e consolida la comunione ecclesiale<br />

Gaetano Bonicelli, ha dedicato al problema<br />

una serie di riflessioni che hanno suscitato<br />

un vasto interesse. Su questa strada<br />

si deve proseguire ad un risultato soddisfacente<br />

sul piano della progettualità<br />

pastorale. Assisi, Bertinoro, Bari sono state<br />

le tappe più significative. La riunione in<br />

programma ad Anagni per il 17 gennaio<br />

ha l'obiettivo di esaminare il ruolo del<br />

presbitero sulla nuova forma di organizza-<br />

zione pastorale. Il punto sulle unità pastorali<br />

nell'esperienza e nello studio del COP<br />

sarà illustrato dal vicepresidente Don Domenico<br />

Sigalini; Valentino Grolla, docente<br />

di teologia pastorale alla Facoltà teologica<br />

dell'Italia Settentrionale — sezione di Padova<br />

—, traccerà la figura e il ruolo del<br />

presbitero nelle unità pastorali. Seguirà<br />

un dibattito di approfondimento con la<br />

partecipazione di docenti e operatori pastorali.<br />

Le conclusioni saranno illustrate<br />

dal presidente del COP, Mons. Bonicelli.<br />

CIVITA CASTELLANA A quattro mesi dalla Giornata Mondiale della Gioventù<br />

Una consegna che ogni giorno<br />

deve divenire vita e servizio ai fratelli<br />

Il Giubileo<br />

delle scuole<br />

abruzzesi<br />

e molisane<br />

È stato l'Emmanuel, il simbolo<br />

della Giornata Mondiale della Gioventù,<br />

al centro del Giubileo delle<br />

Scuole, celebrato nel Santuario di<br />

San Gabriele, in Abruzzo, su iniziativa<br />

della Conferenza Episcopale<br />

Abruzzese e Molisana. Oltre<br />

2.000 ragazzi hanno gremito la<br />

chiesa per la solenne concelebrazione<br />

presieduta dall'Arcivescovo<br />

di Chieti-Vasto, Mons. Edoardo<br />

Menichelli, alla presenza, fra gli<br />

altri, dell'Arcivescovo di Pescara-<br />

Penne, Monsignor Francesco Cuccarese,<br />

del Vescovo di Teramo-<br />

Atri, Mons. Antonio Nuzzi e del<br />

Vescovo emerito di Campobasso,<br />

Mons. Ettore Di Filippo. «Lo<br />

scandalo dell'Emmanuel — ha ricordato<br />

Mons. Menichelli — consiste<br />

nella sfida ad amare tutti, soprattutto<br />

il nemico, sia esso il<br />

compagno di scuola o un extracomunitario<br />

perché la vostra è una<br />

generazione chiamata a confrontarsi<br />

con culture e religioni diverse».<br />

E poi la sfida della speranza,<br />

della misericordia, del perdono,<br />

dell'umiltà. «La vostra generazione<br />

— ha continuato Mons. Menichelli<br />

— è chiamata ad affrontare<br />

nuove sfide come l'incontro tra<br />

razze di cultura e religioni diverse:<br />

sappiate coltivare, nelle vostre<br />

scuole, l'impegno alla solidarietà».<br />

Dalla celebrazione è emerso l'impegno<br />

dei ragazzi di concretizzare,<br />

ogni giorno, le sfide che l'Emmanuel,<br />

quattro mesi dopo la<br />

Giornata, continua loro a lanciare.<br />

(agnese pellegrini)<br />

GENOVA Il Cardinale Dionigi Tettamanzi presiede in Cattedrale la prima celebrazione diocesana in onore del beato che fu Arcivescovo della città<br />

Tommaso Reggio: un cuore sacerdotale vigile, colmo di attesa e di speranza<br />

«Germoglia il campo della Chiesa/ e<br />

fiorisce con inni di lode/ per il festoso<br />

annuncio del Vangelo di salvezza./ Pastore<br />

saggio e fedele conducesti il popolo<br />

in cammino/ tu seminasti il bene con<br />

la forza dell'amore»: nella Cattedrale di<br />

Genova gremita, martedì 9 gennaio<br />

2001, è risuonata la melodia del nuovo<br />

inno di Marco Frisina al beato Tommaso<br />

Reggio. Ha infatti avuto luogo la prima<br />

celebrazione diocesana solenne in<br />

onore del beato Tommaso Reggio, uomo<br />

della vigilanza evangelica, nell'anniversario<br />

della sua nascita, avvenuta nella<br />

nostra città proprio il 9 gennaio<br />

1818.<br />

Un omaggio che Genova e la Liguria<br />

rendono per la prima volta a un grande<br />

protagonista della storia religiosa della<br />

città e della regione. Molti i presenti, a<br />

partire dai familiari del beato, tra cui le<br />

Marchese Anna, Nelide e Marina Reggio<br />

con i rispettivi figli, dalle Superiore e le<br />

Suore di Santa Marta di tutte le Case liguri,<br />

da una cinquantina di allievi accompagnati<br />

dai genitori e da ex allievi<br />

delle scuole da esse rette, da un nutrito<br />

gruppo di Cavalieri dell'Ordine Mauriziano,<br />

da rappresentanze delle Società<br />

Operaie Cattoliche e della Veneranda<br />

tamente date (Mt,10, 8) ce n'è tanta, di<br />

consolazione e di speranza».<br />

A Corato, dopo la cerimonia, c'è stato<br />

l'intervento del Padre Generale dei Rogazionisti<br />

il quale, dopo aver ringraziato<br />

per la partecipazione di tantissimi fedeli<br />

e per la disponibilità dell'Arcivescovo Pichierri,<br />

ha ricordato anche il Fondatore<br />

Annibale Di Francia, che proprio a Corato<br />

e a Trani volle i suoi figli spirituali,<br />

i Rogazionisti e le Figlie del Divino Zelo,<br />

e che proprio in questa terra benedetta<br />

— ha proseguito Padre Giorgio Nalin —<br />

incontrò la mistica Luisa Piccarreta, della<br />

quale è in corso il processo di beatificazione.<br />

«In più — ha ricordato il Padre Generale<br />

— il Santuario della Madonna delle<br />

Grazie che ci ospita, è il segno lasciato a<br />

noi dai fratelli Ferrare che ebbero a formarsi<br />

nello spirito del Di Francia.<br />

Ha preso la parola anche il Provinciale,<br />

Padre Mario Lucarelli, il quale ha ricordato<br />

al novello sacerdote Nicola che<br />

dovrà ricordarsi sempre di mettere al<br />

servizio del popolo di Dio tutto se stesso:<br />

occhi, orecchie, mani e piedi, così<br />

come ebbe a fare il Cristo Signore.<br />

Il Padre Martinelli, visibilmente commosso,<br />

ha baciato le mani consacrate,<br />

affiancato dai genitori e dagli amici della<br />

città di Corato.<br />

Con loro erano anche i giovani sacerdoti<br />

precedentemente ordinati nella città<br />

di Barletta e in altre città della diocesi.<br />

COSIMO LANZO<br />

Una visita pastorale in tutte le parrocchie<br />

e le comunità ecclesiali: è quella<br />

che l'Arcivescovo di Palermo, il Cardinale<br />

Salvatore De Giorgi, si appresta a<br />

compiere, intraprendendo un cammino<br />

che durerà ben cinque anni e che si è<br />

aperto ufficialmente il 27 dicembre<br />

2000, ventisettesimo anniversario della<br />

sua ordinazione episcopale.<br />

La Lettera Pastorale intitolata «Accogliamo<br />

il Signore che viene», che l'Arcivescovo<br />

ha diffuso in occasione della<br />

Prima Domenica d'Avvento, annuncia e<br />

spiega il significato di quello che l'Arcivescovo<br />

ha definito «un momento particolare<br />

ed altamente significativo della<br />

missione del Vescovo, che ha il dovere<br />

di visitare continuamente il suo popolo,<br />

da buon padre di famiglia, sollecitando,<br />

orientando e incoraggiando l'impegno di<br />

tutti, giacché l'edificazione della Chiesa<br />

è opera di tutti come familiari di Dio,<br />

sulla pietra angolare che è Cristo».<br />

Con questo richiamo alla Lettera agli<br />

Efesini, il Cardinale ha ricordato che i<br />

tantissimi incontri avuti con tutte le<br />

realtà diocesane in questi quattro anni<br />

di sua presenza a Palermo hanno quasi<br />

preparato questa Visita Pastorale, «un<br />

evento di grazia — sottolinea il Presule<br />

— che quasi riflette, manifesta e rende<br />

presente nella Chiesa di Palermo, agli<br />

inizi del nuovo millennio, la singolarissima<br />

visita del Verbo incarnato, Gesù Cristo,<br />

il Pastore sommo ed unico Vescovo<br />

delle nostre anime, che ha visitato e redento<br />

il suo popolo. La Visita, con la<br />

presenza diretta, immediata e prolungata<br />

del Vescovo nelle singole parrocchie e<br />

realtà religiose, non solo manifesta pienamente<br />

la comunione ecclesiale “in”<br />

Compagnia di Misericordia, insieme a<br />

tanti fedeli richiamati dalla felice circostanza.<br />

All'altare, concelebranti con l'Arcivescovo<br />

Card. Dionigi Tettamanzi, il<br />

Vescovo di Ventimiglia-Sanremo, Giacomo<br />

Barabino, e quello di Chiavari Alberto<br />

Maria Careggio, insieme all'ausiliare<br />

di Genova Alberto Tanasini e a 35 sacerdoti.<br />

Tra loro il Provicario Mons. Luigi<br />

Borzone, l'abate della Basilica di S. Maria<br />

Assunta di Carignano don Pier Paolo<br />

Casassa, successore del Reggio che vi<br />

esercitò un ministero intelligente, premuroso<br />

e zelante per 26 anni, e il Preside<br />

degli Operai franzoniani, Mons. Giulio<br />

Adamini.<br />

Il Card. Dionigi Tettamanzi, all'omelia,<br />

ha delineato i tratti salienti della fisionomia<br />

spirituale del suo Predecessore,<br />

sottolineando la «grande gioia spirituale»<br />

sgorgante dalla celebrazione, «per<br />

la prima volta, della memoria liturgica<br />

obbligatoria del beato Tommaso Reggio».<br />

«La nostra mente e il nostro cuore<br />

— ha esordito l'Arcivescovo — corrono<br />

con immediata spontaneità a Roma, in<br />

Piazza san Pietro: tanti di noi erano là,<br />

il 3 settembre scorso, a partecipare, in<br />

mezzo a una numerosissima folla, alla<br />

solenne proclamazione da parte di Gio-<br />

La Vergine di Nazareth, particolarmente<br />

venerata nell'arcidiocesi pugliese<br />

ogni comunità e “tra” le diverse comunità,<br />

ma la conferma, la consolida e l'accresce;<br />

manifesta in una forma più piena<br />

la realtà della Chiesa particolare». La<br />

presenza del Vescovo, quindi, non solo<br />

per rinsaldare il «fondamento soprannaturale»<br />

della comunione ecclesiale in<br />

forza del suo stesso carisma, che è soprattutto<br />

il carisma dell'unità, ma anche<br />

per rinsaldare il «supporto umano» della<br />

comunione ecclesiale, la conoscenza reciproca<br />

attraverso contatti più diretti,<br />

più capillari, più immediati con i fedeli<br />

nei luoghi stessi del loro lavoro, della loro<br />

vicenda quotidiana, dei loro dolori e<br />

delle loro speranze. È per questo motivo<br />

che la visita pastorale si dirige principalmente<br />

verso le parrocchie (intese come<br />

comunità profetiche, regali e sacerdotali),<br />

per metterne in luce la vera identità<br />

e per incoraggiarne lo spirito missionario.<br />

A tal fine il Vescovo si offrirà come<br />

«Maestro della fede»: predicherà la Parola<br />

di Dio, si incontrerà con i gruppi<br />

della catechesi, visiterà le scuole e le<br />

istituzioni culturali, come «Dispensatore<br />

della Grazia» celebrando l'Eucarestia e<br />

gli altri Sacramenti, pregando con il popolo,<br />

incontrando i gruppi liturgici; come<br />

«Ministro della Carità»: visiterà gli<br />

ammalati nelle case e negli ospedali, avvicinerà<br />

i poveri, i bisognosi, coloro che<br />

sono in difficoltà; visiterà gli istituti di<br />

assistenza, i gruppi caritativi, le organizzazioni<br />

di promozione umana e sociale;<br />

come «Animatore della comunità»: presiederà<br />

l'Assemblea e il Consiglio pastorale<br />

parrocchiale per la relazione del<br />

Parroco, incontrerà i singoli sacerdoti e<br />

le famiglie religiose, avvicinerà i laici<br />

impegnati per incoraggiarlo nella loro<br />

vanni Paolo II dei nuovi beati, tra i quali<br />

figurava Tommaso Reggio, sacerdote<br />

genovese, vescovo di Ventimiglia, Arcivescovo<br />

di Genova, fondatore delle Suore<br />

di Santa Marta».<br />

Eco gioiosa di quella giornata è la<br />

gratitudine che attraversa oggi «la Chiesa<br />

di Genova di cui è stato pastore negli<br />

ultimi 9 anni della sua vita, dal 1892 al<br />

1901; si sente chiamata, inoltre, a proseguire<br />

nell'amorosa conoscenza di lui e<br />

quindi nell'ammirazione della singolare<br />

ricchezza spirituale e pastorale di questo<br />

uomo di Dio» e ciò «a pochissimi giorni<br />

dalla chiusura del Grande Giubileo del<br />

2000, sospinti dalla sua grazia rinnovatrice<br />

ad entrare nel nuovo secolo, anzi<br />

nel nuovo millennio». Anche Tommaso<br />

Reggio ha varcato la soglia del secolo<br />

ventesimo ora conclusosi e l'ha varcata<br />

lui pure all'indomani di un Giubileo, e<br />

dunque con il proposito di consacrare a<br />

Cristo Redentore la nuova epoca storica».<br />

Aspetto centrale e qualificante della<br />

vita di Tommaso Reggio, aspetto che<br />

egli ha onorato con fedeltà e generosità<br />

non comuni, è «il primato di Dio». Esso<br />

«ha comportato in Reggio un acuto senso<br />

della presenza continua di Dio nella<br />

Novemila giovani polacchi ospiti, altri<br />

mille provenienti dall'Italia e da altri<br />

paesi; centinaia e centinaia di gruppi<br />

che sono passati a piedi, in bicicletta o<br />

con qualche altro mezzo di trasporto in<br />

alcuni paesi della diocesi di Civita Castellana<br />

(Viterbo); 33 comuni del territorio<br />

diocesano impegnati in questa gara<br />

di solidarietà; due anni di intenso lavoro<br />

curato dai preti giovani; 1.000 famiglie<br />

che hanno ospitato i giovani in casa; 90<br />

volontari della Giornata Mondiale della<br />

Gioventù che hanno operato nel territorio;<br />

circa 60.000 pasti distribuiti durante<br />

la settimana all'autodromo di Vallelunga,<br />

luogo della catechesi dei polacchi...<br />

Sono soltanto alcuni numeri che fanno<br />

riflettere e fanno ancora di più ripensare<br />

alla mole di lavoro per l'esperienza indimenticabile<br />

della Giornata Mondiale della<br />

Gioventù.<br />

La fase<br />

di preparazione<br />

Dopo un mese si sono ritrovati, presso<br />

la Villa Trocchi a Pian Paradisi di Civita<br />

Castellana, tutti i sindaci, i parroci,<br />

i referenti parrocchiali e i volontari della<br />

GMG per fare il punto della situazione<br />

su un'esperienza che è ancora viva tra e<br />

sulla quale c'è ancora molto da riflettere<br />

e da meditare.<br />

La fase di preparazione è stata vissuta<br />

in un accumularsi vorticoso di sentimenti<br />

molto contrastanti tra loro. In questa<br />

direzione ha vinto la solidarietà e la caparbietà<br />

di alcuni organizzatori che, memori<br />

dell'esperienza di Częstochowa,<br />

attività apostolica e missionaria, si renderà<br />

conto degli aspetti economici e materiali<br />

della comunità parrocchiale; come<br />

«Pastore del gregge»; andrà a trovare<br />

i fedeli nei loro luoghi di lavoro o di<br />

distensione, si renderà disponibile per<br />

incontrare i fedeli che vorranno parlargli,<br />

conoscerà aspettative, bisogni e problematiche<br />

del suo popolo.<br />

Il Cardinale De Giorgi ha esortato il<br />

gregge della Chiesa palermitana ad accogliere<br />

questo evento con la preghiera<br />

(«Prepariamoci alla nuova Pentecoste<br />

della nostra Arcidiocesi anzitutto con la<br />

preghiera»), con la catechesi («La preparazione<br />

alla Visita Pastorale deve costituire<br />

l'occasione più provvida per riflettere<br />

sul rinnovamento della parrocchia<br />

come comunità missionaria in un contesto<br />

di rapide e complesse trasformazioni<br />

culturali, etiche e sociali»), e con una<br />

collaborazione generosa da parte di tutti:<br />

sacerdoti, religiosi e religiose, laici<br />

impegnati, realtà associative, gruppi.<br />

«Da parte mia — ha concluso l'Arcivescovo<br />

citando ancora una volta Paolo —<br />

durante la Visita Pastorale “non vi sarò<br />

di peso perché non cerco i vostri beni,<br />

ma voi”, certo di trovare “in voi cose<br />

migliori e che portano alla salvezza”. Il<br />

mio desiderio è che “voi siate fortificati”,<br />

“in modo che la vostra fede cresca<br />

rigogliosamente e abbondi la vostra carità<br />

vicendevole” e siate “perfetti in ogni<br />

bene... operando in voi ciò che è a lui<br />

gradito”. “Per conto mio, mi prodigherò<br />

volentieri, anzi consumerò me stesso<br />

per le vostre anime».<br />

LUIGI PEROLLO<br />

propria vita personale e nella storia dell'umanità.<br />

Il senso della presenza di Dio<br />

conduce il Reggio alla preghiera prolungata<br />

in tutte le sue diverse forme, ma<br />

con la preferenza accordata al rimanere<br />

a lungo davanti alla Presenza reale di<br />

Cristo nell'Eucaristia. Diceva: «Io starei<br />

tutta la vita davanti al SS. Sacramento».<br />

Fare la volontà di Dio è il contenuto primo,<br />

e in un certo senso onnicomprensivo,<br />

della risposta d'amore che il credente<br />

deve dare all'amore di Dio Creatore e<br />

Padre.<br />

Dall'intensità di una preghiera personalissima<br />

«deriva il suo amore per la liturgia,<br />

il canto, la musica e l'arte sacra.<br />

Il rinnovamento liturgico, che proprio a<br />

Genova muoverà i suoi passi per le strade<br />

dell'Italia, trova tra le sue remote<br />

cause anche l'impegno del Reggio per<br />

una liturgia studiata e vissuta nel segno<br />

del decoro e dello splendore».<br />

Il beato Tommaso Reggio l'ha vissuta<br />

anche come «dominio e padronanza di<br />

sé, e dunque controllo delle proprie forze,<br />

passioni e tendenze interiori. La strada<br />

ch'egli segue è quella della mortificazione.<br />

E sappiamo che, nella sua vita e<br />

anche negli anni della vecchiaia, questa<br />

assume forme di austerità e di rigidità<br />

Denver, Loreto, Parigi, hanno scommesso<br />

ad occhi chiusi sulla validità di questo<br />

appuntamento.<br />

All'incontro di verifica, le parole che<br />

da tutti i presenti sono emerse sono state<br />

parole entusiastiche nel vedere tanta<br />

solidarietà in tutta la comunità, nell'aver<br />

toccato con mano la fede di tanti giovani<br />

e nell'aver vissuto qualcosa che lascerà<br />

le sue tracce tra il popolo di Dio. Il<br />

Vescovo Mons. Divo Zadi ha ringraziato<br />

tutti per il loro apporto. «È stato un lavoro<br />

di popolo — ha detto — che ha<br />

mobilitato tutta la nostra diocesi in tutte<br />

le responsabilità, da quelle civili a quelle<br />

militari, al volontariato. A tutti un grande<br />

grazie».<br />

Per qualcuno la riflessione si è fatta<br />

anche più intensa. Un parroco ha detto:<br />

«Quando finiscono queste manifestazioni<br />

mi rendo conto della sproporzione enorme<br />

tra la bellezza della fede di questi<br />

giovani e la mia realtà, tra la generosità<br />

e la solidarietà e le nostre povere parrocchie.<br />

Cosa fare? L'eredità di queste<br />

Giornate Mondiali della Gioventù è così<br />

grande che si fa fatica a coglierne i frutti».<br />

Un altro parroco ha raccontato la bellissima<br />

esperienza della Via Crucis svolta<br />

nelle parrocchie insieme con i giovani<br />

polacchi: una vera esperienza di cattolicità.<br />

I canti eseguiti in italiano e polacco,<br />

le preghiere ed i commenti tradotti<br />

nelle due lingue, la processione attraverso<br />

il paese seguita da centinaia di persone<br />

e la conclusione nella piazza centrale<br />

tenendosi per mano e recitando insieme<br />

il Padre nostro ciascuno nella sua lingua...<br />

«Nelle nostre comunità parrocchiali<br />

— ha affermato — non riusciamo<br />

ad avere questo sguardo lungo che possiede<br />

la Chiesa universale. Questa è stata<br />

l'occasione provvidenziale ed i giovani<br />

ne sono stati i veri profeti abbattendo<br />

i muri di dubbio perbenismo ed indifferenza<br />

che tante volte irrigidiscono il nostro<br />

cammino».<br />

Lo sforzo di vivere<br />

da cristiani<br />

Ma chi sono stati i giovani della Giornata<br />

Mondiale della Gioventù? «Non sono<br />

i cosiddetti “Papa-boys” — ha detto<br />

un giovane esperto di questi incontri —<br />

non sono coloro che vanno dietro all'ideologia<br />

o alla politica, ma i giovani che<br />

si sforzano di vivere da cristiani alla sequela<br />

di Cristo e che si attendono dal<br />

Papa che li confermi nella loro fede nel<br />

Signore, l'unico per cui valga la pena lasciare<br />

tutto».<br />

Accanto a questi giovani, 90 volontari<br />

della diocesi hanno prestato servizio a<br />

Vallelunga nella logistica e nella distribuzione<br />

dei pasti, volontari che non sono<br />

stati guardiani ma amici per i giovani:<br />

«C'ero anch'io! — raccontano — È<br />

stato bellissimo! Siamo stati strumenti<br />

nelle mani di Dio... Lui ha suonato una<br />

melodia stupenda che ha incantato tutti<br />

perché autentica, profonda, vera. Ora<br />

mi sento diverso, ho il coraggio di sorridere<br />

un po' più spesso, al mattino, in<br />

mezzo alla moltitudine di lavoratori, di<br />

studenti che riempiono i treni e le metropolitane.<br />

Si, perché il sorriso è forse<br />

il mezzo più semplice per arrivare a comunicare<br />

un po' di quella gioia interiore<br />

che ho raccolto a Roma, anche a chi<br />

non conosco, anche a chi non c'era, soprattutto<br />

a chi ne ha bisogno. Con l'aiuto<br />

di Dio sono pronto ad assumermi le<br />

mie responsabilità, ad essere sentinella<br />

del mattino, messaggero di pace».<br />

Ma soprattutto durante la Giornata<br />

Mondiale della Gioventù c'è stata l'esperienza<br />

di Tor Vergata, con la notte passata<br />

in preghiera, il giorno di cammino<br />

bagnati dagli idranti, la comunione con i<br />

gruppi americani, latinoamericani, fran-<br />

non comuni. Certo, siamo di fronte a<br />

un dominio di sé che ha un valore morale:<br />

la mortificazione anche corporale è<br />

destinata a vincere il disordine che abita<br />

il cuore dell'uomo». Un ultimo aspetto<br />

rilevante della vita del Reggio, fu «il ministerium<br />

Verbi», che ha avuto uno spazio<br />

molto esteso e intenso nella sua azione<br />

pastorale come docente di discipline<br />

sacre, come predicatore e direttore spirituale,<br />

come catecheta, come Vescovo<br />

autore di numerose Lettere pastorali.<br />

Non si può dimenticare, poi «la sua<br />

adesione convinta e amata al Magistero<br />

della Chiesa, anche in momenti non facili<br />

del suo impegno giornalistico; la sua<br />

chiarezza e fermezza di fronte ai diritti<br />

della verità e insieme la pazienza e bontà<br />

paterna nel difendere e proporre la<br />

verità». Manifestò un «costante interessamento<br />

agli orfani, ai lavoratori, agli<br />

agricoltori, agli operai, agli emigranti<br />

dall'Italia all'America, agli stranieri».<br />

Ancora, «l'impegno caritativo del Reggio<br />

non è mai stato disgiunto da quello<br />

per la giustizia sociale, come difesa e<br />

promozione dei diritti degli uomini» e<br />

sollecita alla «solidarietà sociale, favorendo<br />

forme organizzate, come ad<br />

esempio le Società Operaie Cattoliche e<br />

cesi... e in particolare la parola del Papa,<br />

una parola che sa dialogare con i<br />

giovani e che sa infondere entusiasmo<br />

per le mete alte che Gesù Cristo chiede<br />

ai giovani.<br />

«Nel duemila è difficile credere? Si! È<br />

difficile, non è il caso di nasconderli. È<br />

difficile ma con l'aiuto della grazia è<br />

possibile (...) Carissimi in questi nobili<br />

compiti non siete soli... .vedo in voi le<br />

sentinelle del mattino in quest'alba del<br />

terzo millennio (...) Se sarete quello che<br />

dovete essere, metterete fuoco in tutto il<br />

mondo»: sono alcuni dei passaggi dei discorsi<br />

di Giovanni Paolo II che i protagonisti<br />

di quelle giornate non dimenticheranno<br />

tanto facilmente.<br />

Al servizio<br />

dei fratelli bisognosi<br />

In conclusione in tutti coloro che hanno<br />

vissuto quest'esperienza c'è la percezione<br />

chiara che la Giornata Mondiale<br />

della Gioventù non è finita. Continua<br />

nei cuori, brilla negli occhi, vive attraverso<br />

le mani al servizio dei fratelli che,<br />

nel bisogno, si incontrano ogni giorno<br />

per strada o in parrocchia.<br />

Si, è vero, un po' mancano tutti coloro<br />

che Dio ha posto sul cammino di<br />

questa meravigliosa esperienza di misericordia<br />

e di pace. Ci rincuora però la<br />

preghiera che insieme a Gesù, l'Emmanuel,<br />

l'unico che risponde alla sete di<br />

amore dell'uomo, siamo tutti uniti nel<br />

mondo in uncuorsoloedun'animasola.<br />

AUGUSTO MASCAGNA<br />

altri gruppi e associazioni. È in questione<br />

sempre la carità operosa. D'altra parte,<br />

perché le opere siano efficaci, occorre<br />

l'analisi delle situazioni di povertà e<br />

di ingiustizia sociale: un'analisi che possa<br />

offrire risposte vere. È in questa prospettiva<br />

che il Reggio — aiutato dal professor<br />

Toniolo, dal barnabita padre Semeria<br />

e dal canonico Gavotti — ha favorito<br />

la conoscenza e l'approfondimento<br />

— da parte degli stessi giovani — di<br />

quella che verrà chiamata la dottrina sociale<br />

della Chiesa». La sua carità era<br />

«amore nuovo, partecipe cioè dell'amore<br />

stesso di Dio, capace di vedere in ogni<br />

uomo, specie se povero, bisognoso e<br />

sofferente, il volto luminoso di Cristo e<br />

di venerarlo nella sua incommensurabile<br />

dignità». Le estreme parole dell'Arcivescovo<br />

Reggio sul letto di morte, a Triora,<br />

il 22 novembre 1901: «Dio, Dio, Dio<br />

solo basta», è veramente «il grido che<br />

viene dal suo cuore vigile, colmo di attesa<br />

e di speranza», che sta per stemperarsi<br />

nella gioia di chi ha ormai sciolto<br />

le vele della sua vita, consegnandole con<br />

abbandonata fiducia nelle mani del suo<br />

Creatore.<br />

GRAZIELLA MERLATTI


.<br />

PAGINA<br />

La visita e la celebrazione del Patriarca<br />

di Venezia, Cardinale Marco Cé, nelle<br />

carceri femminili della Giudecca, venerdì<br />

5 gennaio, è stato l'ultimo appuntamento<br />

dell'anno giubilare nella diocesi<br />

di Venezia.<br />

Sono tantissime le iniziative che hanno<br />

coinvolto la comunità diocesana, i<br />

movimenti e le organizzazioni nell'anno<br />

del bimillenario della nascita di Gesù. Il<br />

Giubileo era stato aperto dallo stesso Patriarca<br />

di Venezia la notte di Natale del<br />

1999 in Basilica di san Marco alla presenza<br />

di numerosi sacerdoti, religiosi e<br />

fedeli in rappresentanza dei diversi vicariati<br />

della diocesi.<br />

«Nel 2000 tutto avrà un senso se vedremo<br />

Gesù in ogni iniziativa e in ogni<br />

nostro impegno — aveva detto il Cardinale<br />

Cé il 30 settembre del '99 presentando<br />

il programma pastorale ai sacerdoti<br />

e ai diaconi della diocesi riuniti in<br />

Cattedrale —. L'anno liturgico — aveva<br />

aggiunto il Patriarca — resterà l'elemento<br />

fondamentale per il cristiano e andrà<br />

vissuto con rinnovato impegno».<br />

E uno degli impegni che hanno portato<br />

una nuova vitalità nelle parrocchie è<br />

stato l'avvio dei Gruppi d'ascolto nelle<br />

case: oltre settecento persone si sono<br />

preparate e hanno dato vita ai Gruppi<br />

Ascolto del Vangelo che continueranno<br />

anche dopo il Giubileo.<br />

Il Giubileo lascia anche il vivo ricordo<br />

di pellegrinaggi in vari luoghi della fede<br />

come Terra Santa, Assisi, Roma, Torcello;<br />

di tante celebrazioni che si sono svolte<br />

sia in Basilica di san Marco che in altri<br />

luoghi come gli ospedali o le carceri<br />

e che hanno coinvolto spiritualmente<br />

migliaia di persone.<br />

«È una grazia grande per la Chiesa —<br />

aveva ricordato il Cardinale —: i laici diventano<br />

protagonisti e la Parola del<br />

Vangelo viene a contatto con i livelli più<br />

umili e concreti della vita quotidiana,<br />

ma anche della cultura propria del nostro<br />

tempo, dentro i problemi della gente».<br />

«L'anno che sta per chiudersi — ha<br />

affermato il Patriarca nei giorni scorsi<br />

durante la Messa di Ringraziamento —<br />

è stato segnato dalla celebrazione del Bimillenario<br />

della nascita di Gesù. Ma dove<br />

sta la sua grandezza?», si è chiesto il<br />

Cardinale Cé. «Certo nelle innumerevoli<br />

grandi celebrazioni che a livello locale e<br />

mondiale hanno mosso milioni e milioni<br />

di persone. Ma non è muovendo le masse<br />

che si salva il mondo. Il fatto grande<br />

dell'anno che ci sta alle spalle è che<br />

mai, con tanta potenza è risuonato il<br />

nome di Gesù in tutta l'estensione della<br />

terra. È stato — ha aggiunto il Cardinale<br />

— un anno di grande seminagione:<br />

abbiamo predicato Gesù Cristo, morto e<br />

risorto. La predicazione è diventata incontro,<br />

pianto, perdono. La proclamazione<br />

del nome di Gesù ha fatto incontrare<br />

persone che mai si sarebbero incontrate,<br />

ha creato relazioni che mai sarebbero<br />

esistite. Nel nome di Gesù il<br />

mondo si è riunito».<br />

«Rivestiti per grazia di questa fede in<br />

Gesù, salvatore del mondo — ha detto<br />

ancora il Patriarca —, noi varchiamo<br />

con speranza la soglia del terzo millennio,<br />

con la grande certezza in cuore che<br />

non siamo soli: il Padre ci ha dato suo<br />

Figlio come compagno di strada — uomo<br />

come noi — e salvatore potente. Reduci<br />

dalla celebrazione del Bimillenario<br />

dell'Incarnazione avvenuta nella storia<br />

dell'uomo — una storia che è diventata<br />

in tal modo storia e cammino di salvezza<br />

— noi affrontiamo il nuovo millennio<br />

con la speranza che il Natale ha dischiuso<br />

nei cuori».<br />

Durante l'omelia nel carcere femminile<br />

della Giudecca, il Patriarca si è soffermato<br />

sul significato profondo dell'Epifania,<br />

chiedendosi: «Perché Gesù si è rivelato<br />

ai lontani? Perché ha fatto in modo<br />

che persone lontane venissero a salutare<br />

Gesù? Perché Gesù è il Salvatore di tutti.<br />

Dio ha una stella pronta per ciascuno,<br />

una luce di speranza per tutti: lo ha<br />

manifestato attraverso l'incarnazione di<br />

La Chiesa altoatesina ha chiuso l'Anno<br />

Santo con la Celebrazione Eucaristica<br />

presieduta sabato 6 gennaio, solennità<br />

dell'Epifania, dal Vescovo Monsignor<br />

Wilhelm Emil Egger nella cattedrale di<br />

Bolzano. Nella sua omelia, pronunciata<br />

in lingua italiana, tedesca e ladina, il Vescovo<br />

ha indicato ai fedeli il cammino<br />

da seguire sulla via tracciata dal Giubileo.<br />

L'immagine del pellegrino, che<br />

ognuno di noi porta nel proprio animo,<br />

è stata proposta fra gli emblemi più significativi<br />

della giornata di chiusura dell'anno<br />

giubilare. Monsignor Egger ha invitato<br />

a scoprire il pellegrino che è in<br />

noi, in risposta a quel desiderio insopprimibile<br />

che avvertiamo della casa del<br />

Padre, di una comunità vera, dell'impegno<br />

rinnovato. Al cristiano pellegrino si<br />

aprono tre strade: «Quella del pellegrinaggio<br />

più faticoso, che ci porta dalla<br />

periferia al centro del nostro cuore;<br />

quella del pellegrinaggio più lungo che<br />

ci conduce alla casa di fronte, all'altro<br />

che ci sta davanti; infine il pellegrinaggio<br />

più profondo, che ci guida all'incontro<br />

con Dio». Sono le ragioni che ci fanno<br />

confidare di non essere vagabondi<br />

nella complessità di questo mondo così<br />

difficile, ma di essere pellegrini che hanno<br />

una meta. «Gesù stesso — ha rimarcato<br />

il Vescovo — si è fatto compagno<br />

7 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Venerdì 12 Gennaio 2001<br />

Chiusura della Porta Santa<br />

nelle diocesi italiane<br />

VENEZIA ORISTANO<br />

Gesù perché diventasse salvatore di tutti.<br />

Il Patriarca ha quindi ricordato come<br />

la paternità di Dio porta speranza e fiducia:<br />

siamo amati da Dio e ogni vita<br />

può essere ricostruita.<br />

Il Giubileo a Venezia lascia anche un<br />

segno concreto di carità: una casa di accoglienza<br />

per detenute o ex detenute,<br />

che avrà sede nella struttura della Caritas<br />

diocesana in piazzale Roma. In questa<br />

struttura troveranno ospitalità donne<br />

che possono uscire dal carcere per licenza<br />

o che hanno già scontato la pena ma<br />

che non hanno altri appoggi esterni.<br />

L'annuncio lo ha dato lo stesso Patriarca<br />

di Venezia durante la Santa Messa<br />

nelle carceri femminili di Venezia.<br />

Durante la celebrazione il Cardinale<br />

Cé ha letto il testo della lettera indirizzata<br />

alla direttrice degli istituti di pena veneziani<br />

che annuncia ufficialmente l'apertura<br />

di Casa Papa Giovanni XXIII:<br />

«A conclusione di questo anno dedicato<br />

al bimillenario della nascita di Gesù,<br />

grazie all'impegno della Caritas diocesana<br />

e delle nostre parrocchie, posso comunicarle<br />

l'apertura della Casa Giovanni<br />

XXIII. Conclusi gli ultimi lavori, essa<br />

potrà ospitare sette persone adulte e<br />

quattro bambini — ha ricordato il Cardinale<br />

—. Per ora la casa vivrà solo della<br />

carità della nostra gente e delle parrocchie<br />

le quali, già durante l'anno del<br />

bimillenario, hanno raccolto aiuti per<br />

darevita allarealtà chesta per iniziare».<br />

Un segno, ha proseguito il Patriarca,<br />

fortemente voluto dalla Chiesa veneziana<br />

per creare un ponte che unisca la<br />

realtà del carcere, presente nel territorio,<br />

e la gente, così da crescere insieme:<br />

da una parte il desiderio di cambiare vita<br />

e trovare nuove opportunità, dall'altra<br />

un tessuto sociale che deve saper accogliere<br />

anche chi può aver sbagliato e,<br />

nella fede, deve saper offrire misericordia<br />

e condizioni nuove di vita.<br />

CLAUDIO ZERBETTO<br />

Il Vescovo Angelo Paravisi ha concluso<br />

l'anno giubilare della diocesi di Crema<br />

venerdì scorso, con una solenne liturgia<br />

nella cattedrale della città.<br />

Si è ripercorso così il cammino intrapreso<br />

il 25 dicembre del 1999, quando<br />

allora partì una lunga processione che<br />

dalla chiesa di san Bernardino giunse in<br />

Duomo a Crema per l'apertura dell'anno<br />

giubilare, oggi per chiuderlo.<br />

La solenne Celebrazione è stata preceduta<br />

dall'incontro del Vescovo nella<br />

chiesa di san Bernardino con i rappresentanti<br />

di associazioni, gruppi ed enti<br />

che hanno arricchito le iniziative giubilari<br />

e per le quali il Vescovo ha donato<br />

un segno di gratitudine, così come lo è<br />

stato per la Coltivatori Diretti, alla quale,<br />

tramite il rappresentante cremasco<br />

dell'organizzazione, Oreste Casorati,<br />

Mons. Paravisi ha offerto una pergamena<br />

in segno di riconoscenza.<br />

Il 2000 è stato per la Chiesa e, in particolar<br />

modo, per la comunità cremasca,<br />

un anno veramente straordinario, cominciando<br />

da quel 16 gennaio in cui più<br />

di 2.000 ragazzi si sono ritrovati in cattedrale<br />

per la loro festa giubilare. È doveroso<br />

ricordare poi l'inaugurazione della<br />

Casa del Pellegrino a S. Maria della<br />

Croce.<br />

È seguito nel mese di febbraio il rinnovo<br />

dei voti delle religiose e del giubileo<br />

dei malati.<br />

Durante la Quaresima, poi, tutte le<br />

zone della diocesi di Crema sono venute<br />

in pellegrinaggio in Duomo, mentre in<br />

aprile è stato celebrato il giubileo diocesano<br />

dei giovani e degli artisti, parallelamente<br />

alla bella mostra «In Cammino<br />

con la Croce», cui ha fatto seguito il<br />

giubileo dei lavoratori.<br />

Hanno celebrato il proprio Giubileo i<br />

chierichetti ed i sacerdoti. Da non di-<br />

La conclusione dell'Anno Giubilare è<br />

stata celebrata nella cattedrale il pomeriggio<br />

del 5 gennaio con un'eccezionale<br />

partecipazione di popolo, rappresentativo<br />

di tutta l'Arcidiocesi, essendo convenuti<br />

per la Concelebrazione Eucaristica<br />

tutti i parroci, che erano accompagnati<br />

da gruppi delle loro parrocchie. L'Arcivescovo<br />

Mons. Pier Giuliano Tiddia aveva<br />

curato tempestivamente la preparazione<br />

di questo evento, e nell'omelia è<br />

vibrata questa sollecitudine, che introduce<br />

questa s. Chiesa Arborense nel terzo<br />

millennio cristiano, col proposito di<br />

«continuare il cammino spirituale verso<br />

il Padre», come «l'Anno Santo ha inculcato<br />

celebrando il Giubileo a 2000 anni<br />

dalla nascita di Cristo, Colui che il Padre<br />

ha mandato per la salvezza del<br />

mondo. Si chiude la Porta Santa di S.<br />

Pietro, ha proseguito, ma resta sempre<br />

aperta la grande porta della fede e della<br />

speranza, Cristo Gesù, per il quale siamo<br />

entrati nella Grande Casa di Dio. Il<br />

Vangelo dell'Epifania, ha detto, ci esorta<br />

a capire e a realizzare l'itinerario dell'Anno<br />

Santo, il quale è stato la stella<br />

che ci ha orientato verso Cristo, per<br />

compiere la nostra conversione, giungendo<br />

al vero ed intimo incontro con<br />

Gesù nell'adorazione sincera del cuore<br />

credente. I Magi c'invitano a quanto è<br />

essenziale nella nostra vita: l'incontro<br />

con Gesù che ha voluto essere partecipe<br />

della nostra umanità e di ciascun uomo.<br />

Verso di Lui ogni uomo deve mettersi in<br />

cammino con criteri vengono dall'alto,<br />

verso la salvezza che non si realizza in<br />

termini temporali, ma eterni». Commentando<br />

il ritorno dei Magi al loro paese<br />

per altra via, Mons. Tiddia ha spiegato<br />

che «tornare alle nostre case per altra<br />

via come i Magi, significa certo la nostra<br />

conversione, ma insieme ci offre il<br />

programma d'essere messaggeri di Cristo,<br />

suoi testimoni nel nostro ambiente,<br />

perseverando in quella grandissima gioia<br />

per il nostro incontro con Lui, superan-<br />

menticare la partecipata Giornata Mondiale<br />

della Gioventù, con 500 giovani, alcuni<br />

dei quali hanno preferito recarsi in<br />

pellegrinaggio in Piazza San Pietro con<br />

biciclette o a piedi.<br />

In ottobre invece 340 fedeli della diocesi<br />

si sono recati in pellegrinaggio a<br />

Roma. Infine, nel mese di novembre è<br />

stato celebrato il Giubileo del mondo<br />

agricolo, a cui è seguito quello dei musicisti<br />

e delle corali, dei disabili, degli universitari<br />

e degli sportivi.<br />

A far da sfondo a questi momenti di<br />

preghiera, fede e spiritualità sono state<br />

le Missioni al Popolo nella diocesi, coinvolgendo<br />

tutta la comunità, terminando,<br />

infine, con l'inaugurazione dei lavori per<br />

il seminario di Vergonzaga.<br />

Tutto questo ha arricchito la chiusura<br />

del Giubileo con la celebrazione dell'Eucaristia.<br />

Così oltre che memoria dell'Epifania<br />

del Salvatore, evento ricco di misteri<br />

salvifici, tale celebrazione è stata<br />

espressione di gratitudine per il dono<br />

dell'anno giubilare e di impegno a mettere<br />

in pratica le decisioni pastorali maturate<br />

durante questo anno per una vita<br />

cristiana ed ecclesiale più intensa. In<br />

cattedrale erano presenti numerosi rappresentanti<br />

di gruppi ed associazioni, oltre<br />

al Sindaco di Crema Claudio Ceravolo,<br />

all'assessore provinciale all'agricoltura<br />

Francesco Giubelli, Benito Melchionna,<br />

procuratore della Repubblica, l'on.<br />

Gianno Risari ed il Consigliere regionale<br />

Gianni Rossoni, oltre a 30 sacerdoti, tra<br />

cui don Pier Luigi Ferrari, responsabile<br />

del Comitato.<br />

Il rito in cattedrale è stato reso più<br />

solenne grazie anche alle corali della Polifonica<br />

«Francesco Cavalli», all'organista<br />

Andrea Benelli ed alle esecuzioni dell'orchestra<br />

«Giovanni Battesini» guidati dal<br />

maestro Francesco Manetti.<br />

CREMA<br />

do il clima d'indifferenza e di disinteresse<br />

per la Persona di Gesù e per il Suo<br />

Vangelo. Il nostro credo sia sempre la<br />

nostra stella — ha continuato —, il cammino<br />

verso la Trinità per mezzo di Cristo,<br />

il Bambino che ci tende le braccia,<br />

il Crocifisso che le spalanca sul patibolo,<br />

il Risorto che ci mostra le sue piaghe<br />

gloriose: con lo Spirito Santo nel cuore.<br />

Viviamo nella Chiesa questo programma<br />

che continua l'Anno Santo, perché in<br />

Lui contempliamo la gloria di Cristo,<br />

l'annunziamo, siamo disponibili al suo<br />

servizio».<br />

Invitando poi ad una personale verifica<br />

sul come è stato valorizzato spiritualmente<br />

il Grande Giubileo del 2000, ha<br />

posto agli attentissimi uditori alcune domande:<br />

«Concludendo l'Anno Santo<br />

dobbiamo interrogarci: ora cosa dovrei<br />

essere? Cosa abbiamo contemplato della<br />

persona di Gesù espressa nel Vangelo?<br />

Cosa portiamo nel cuore? Come continuare<br />

nella vita?». E ha concluso indicando<br />

che «occorre scoprire Dio nel suo<br />

Figlio, dopo un secolo che ha mirato alla<br />

distruzione della sua immagine, secolarizzando<br />

tutto ad ogni costo, imitando<br />

le trame di Erode. Dobbiamo cercare<br />

Gesù Cristo nel nostro fratello, specie se<br />

sofferente, incerto, sbandato. Il cammino<br />

spirituale dell'Anno Santo continua:<br />

Gesù Cristo è lo stesso, ieri, oggi e sempre».<br />

La conclusione dell'omelia riassumeva<br />

in sintesi i doni che il Signore, nella sua<br />

grazia, ci ha concesso in questi anni e<br />

noi ricordiamo tutto quanto come comunità<br />

diocesana si è cercato di fare,<br />

perché questi doni avessero i canali per<br />

raggiungerci: la preparazione dei tre anni<br />

con le puntuali lettere pastorali, il<br />

Pellegrinaggio in Terra Santa, l'Apertura<br />

solenne dell'Anno Giubilare, preparato e<br />

accompagnato da convegni, conferenze,<br />

visite alle e dalle foranie, alle parrocchie,<br />

i pellegrinaggi alle chiese giubilari<br />

— la Cattedrale, la basilica santuario<br />

«Alzati Gerusalemme, lasciati illuminare,<br />

poiché la luce è venuta e la Gloria<br />

del Signore è spuntata su di te... — così<br />

il Presule di Crema, Mons. Angelo Paravisi<br />

durante l'omelia — la liturgia dell'Epifania<br />

ci accoglie stasera e ci ammaestra,<br />

con una pagina piena di verità e di<br />

poesia. In mezzo alla folla immensa nelle<br />

tenebre, d'improvviso, si accende una<br />

luce ed un popolo si mette in cammino.<br />

Epifania è la manifestazione del Signore,<br />

celebra il cammino degli uomini incontro<br />

al Signore».<br />

«È sorta una stella e siamo venuti per<br />

adorarlo, così è stata la testimonianza<br />

dei Magi, venuti da Oriente fino a Gerusalemme<br />

— ha continuato Mons. Paravisi<br />

— La venuta di Cristo al mondo ha<br />

determinato un movimento spirituale<br />

che non avrà più fine. Stasera in cammino<br />

con tutte le Chiese chiudiamo i<br />

Grande Giubileo del 2000. Molti pellegrini<br />

sono passati attraverso la Porta Santa,<br />

cantando, confessandosi, implorando<br />

un nuovo futuro, anche noi su quella<br />

soglia ci siamo inginocchiati, chiedendo<br />

una nuova primavera di vita cristiana,<br />

suscitata anche dalle tante iniziative giubilari.<br />

Singole persone e Comunità hanno ritrovato<br />

il proprio cuore e si sono incontrati<br />

con il mistero di Dio».<br />

«Vedere così tanti ragazzi, giovani, famiglie,<br />

sacerdoti, ammalati, giornalisti,<br />

lavoratori celebrare il proprio giubileo<br />

— ha affermato il Presule commosso —<br />

è stata per il vostro pastore e per la comunità<br />

cristiana una gioia del cuore, segno<br />

di speranza e di incoraggiamento<br />

per un futuro migliore. Il nostro pensiero<br />

va anche al Papa ed al grato ricordo<br />

del 2 ottobre, così come al Nuovo Seminario,<br />

segno di speranza ed impegno.<br />

L'Anno Santo non si ricorda solo per<br />

N.S. del Rimedio, la chiesa N. S. di Bonacatu<br />

in Bonarcado, la chiesa di s.<br />

Ignazio in Laconi —, il pellegrinaggio<br />

giubilare diocesano alla Sindone di Torino,<br />

incremento della mensa del povero<br />

in Oristano, sollecitazione a che in tutte<br />

le foranie si creassero centri di ascolto e<br />

di assistenza sociale, e osservatori delle<br />

povertà presenti sul territorio — la somma<br />

raccolta per l'estinzione-riduzione<br />

del debito estero —, i ricchi doni offertoriali<br />

delle tante celebrazioni giubilari<br />

nelle varie foranie e in città, compresa<br />

quella solennissima conclusiva.<br />

I dettagli della programmazione diocesana<br />

postgiubilare concepita per la<br />

continuazione della grazia dell'Anno<br />

Santo, l'Arcivescovo li ha fatti esporre a<br />

conclusione del rito, dal Vicario episcopale<br />

per la pastorale, Mons. Nicola Deriu,<br />

il quale ha detto: «Mons. Arcivescovo,<br />

al termine di questa grande e solenne<br />

celebrazione di chiusura, attraverso<br />

la mia voce, vuole consegnare alla diocesi,<br />

cioè idealmente a tutti e a ciascuno<br />

di noi, gli impegni pastorali postgiubilari,<br />

che Egli a più riprese ci ha suggerito,<br />

perché da tutti vengano assunti. Eccoli<br />

in sintesi: realizzare l'Eucaristia nel culto<br />

e nella vita; operare un cammino biblico<br />

esegetico, catechistico, spirituale<br />

nelle comunità; ravvivare una pastorale<br />

giovanile per guidare i ragazzi e le ragazze<br />

alla vocazione familiare; testimoniare<br />

la carità: con le Caritas parrocchiali,<br />

con il favorire la solidarietà e il<br />

volontariato ai vari livelli, con la creazione<br />

di un centro di assistenza sociale<br />

in ogni vicariato.<br />

1. Eucaristia. Fare sì che essa sia<br />

fonte, centro e culmine della vita della<br />

comunità. Perciò, Mons. Arcivescovo ci<br />

ripete: “Meno Messe, più Messa”, non<br />

tanto per il gusto di dire una frase, ma<br />

perché essa diventi regola di comportamento.<br />

In tal senso chiede: a noi presbiteri<br />

di non voler moltiplicare le Messe,<br />

quando non ce ne sia la necessità, ma di<br />

i grandi momenti, ma perché, per tutti<br />

noi, la presenza di Cristo è stata più toccante.<br />

Da tale punto di vista l'avvenimento<br />

più sorprendente è stata la Giornata<br />

Mondiale dei Giovani dal 15 al 20 agosto.<br />

Tutto il mondo si è interrogato sul<br />

Santo Padre ottantenne, che con così<br />

tante sofferenze, si è trascinato oltre<br />

due milioni di ragazzi, che non ha blandito<br />

con facili promesse, ma con crocefiggenti<br />

responsabilità».<br />

«I frutti del Giubileo non possono e<br />

non devono andare dispersi — ha continuato<br />

il Vescovo di Crema —. Cosa resterà<br />

del Grande Giubileo del 2000, sia a<br />

livello personale che familiare? La domanda<br />

è spontanea e doverosa. Il nostro<br />

è un impegno a progettare ragioni<br />

di speranza, un minimo di traguardi pastorali<br />

concreti. Cosa vogliamo decidere<br />

che rimanga? Si chiude la Porta Santa,<br />

ma il Cristo che essa rappresenta è lo<br />

stesso oggi, ieri, sempre. Occorre ripartire<br />

da Cristo. Questa è la parola d'ordine<br />

nel terzo millennio. È la stessa tensione<br />

spirituale che ha attraversato la<br />

Chiesa con le Missioni al Popolo. “Novo<br />

Millennio ineunte”, lo sguardo del Papa<br />

è in avanti. La moltitudine che ha attraversato<br />

quest'anno la Porta Santa ha ricordato<br />

alla Chiesa il suo compito fondamentale,<br />

che è annunciare Gesù Cristo,<br />

speranza dell'uomo, che ha portato<br />

Dio dentro l'uomo e ha portato la nostra<br />

storia dentro il grembo di Dio. Il<br />

compito della Chiesa è quindi: diffondere<br />

e comunicare la speranza. La comunità<br />

è il soggetto privilegiato di questa<br />

comunicazione. C'è molto da riflettere,<br />

pregare, convertirsi».<br />

FABRIZIO PIZZAMIGLIO<br />

BOLZANO-BRESSANONE FIRENZE<br />

in questo nostro viaggio, si è fatto Dio<br />

per noi». Seguendo questa direzione si<br />

rende indispensabile non lasciar cadere i<br />

frutti spirituali del Giubileo, di qui l'esortazione<br />

ai cristiani ad essere compagni<br />

affidabili del cammino dell'umanità<br />

nel nuovo millennio. Uno sprone che vale<br />

per le molte forme di sofferenza, povertà,<br />

solitudine presenti nella città e in<br />

periferia ma anche per il grande movimento<br />

di persone che giungono da altri<br />

paesi cercando lavoro e pane. Il Giubileo<br />

della Chiesa altoatesina è stato caratterizzato,<br />

oltre che dai pellegrinaggi che<br />

hanno portato circa 60.000 persone alle<br />

tredici chiese giubilari della diocesi, proprio<br />

dal grande sforzo di Caritas ed associazioni<br />

ecclesiali impegnate nel sociale.<br />

Un lavoro preparato e voluto per dare<br />

segno tangibile dell'incontro dell'umanità<br />

con l'amore di Cristo.<br />

Monsignor Wilhelm Egger ha citato,<br />

riferendosi alla comunità del capoluogo<br />

altoatesino, una figura esemplare di<br />

compagno di viaggio dell'umanità, quella<br />

del beato Enrico da Bolzano: «Un'immagine<br />

tipo del cristiano che cammina,<br />

dietro Cristo e dentro la storia, verso il<br />

Padre». Quella di Enrico è tra l'altro<br />

una figura storica che si lega al primo<br />

Anno Santo del 1300, durante il quale fu<br />

a Roma come pellegrino, e proprio in<br />

questa figura incontriamo l'ideale di un<br />

Giubileo vissuto, tutto realizzato nel discepolo<br />

di Gesù e nell'uomo della carità.<br />

Un modello, dunque, di quello che deve<br />

essere il nostro impegno anche dopo la<br />

chiusura dell'anno giubilare.<br />

Al termine della celebrazione, il Pastore<br />

ha simbolicamente dato mandato alla<br />

comunità di portare la Parola di Dio tra<br />

la gente. Un atto il cui significato viene<br />

approfondito nella lettera pastorale inviata<br />

a conclusione dell'Anno Santo, a<br />

tutte le comunità parrocchiali. Il tema<br />

pastorale dell'anno diocesano in corso è<br />

«Incontrare Gesù Cristo nella Parola di<br />

Dio: Raccontate la speranza che è in<br />

voi» ed a questo riguardo Monsignor<br />

Egger commenta: «Per essere in grado<br />

di affrontare le sfide del nostro tempo<br />

dobbiamo vedere il bene ed incoraggiarci<br />

a vicenda. I sacerdoti e i religiosi hanno<br />

bisogno del sostegno dei laici, i laici<br />

hanno bisogno dell'incoraggiamento di<br />

sacerdoti e religiosi. Nella condivisione<br />

dei problemi possiamo costruire il nostro<br />

futuro. Anche con la parola possiamo<br />

agire in modo costruttivo o distruttivo.<br />

Se però osserviamo quanto di buono<br />

e di bello è presente e se siamo animati<br />

noi stessi dalla speranza, sapremo anche<br />

raccontarla agli altri».<br />

MAURIZIO MELLARINI<br />

«Rimanete pellegrini». È questo l'invito<br />

che il Cardinale Silvano Piovanelli,<br />

Arcivescovo di Firenze, ha rivolto ai fedeli<br />

della Chiesa fiorentina radunati nella<br />

cattedrale di Santa Maria del Fiore<br />

per la celebrazione diocesana di chiusura<br />

del Giubileo, «Tra i segni del Giubileo<br />

— ha sottolineato il Cardinale —, uno<br />

dei più toccanti è il pellegrinaggio. È<br />

stato sperimentato nella sua dimensione<br />

fisica e riscoperto come provocazione di<br />

fede, Custodiamo questa esperienza, rimanendo<br />

pellegrini. Il Giubileo è finito,<br />

ma noi perseveriamo nel seguire Cristo,<br />

mettendo in pratica le sue parole e imitando<br />

i suoi esempi».<br />

Come in tutte le celebrazioni che hanno<br />

contraddistinto l'Anno Santo nella<br />

diocesi di Firenze, anche la chiusura del<br />

Giubileo si è svolta in un Duomo gremito<br />

di fedeli; a concelebrare c'erano tutti<br />

i sacerdoti della diocesi. A ciascuno dei<br />

presenti, Piovanelli ha consegnato una<br />

breve lettera, che si intitola proprio «Rimani<br />

pellegrino». «Il pellegrinaggio della<br />

fede — sottolinea il Vescovo — non finisce<br />

mai». Nella sua lettera, Piovanelli richiama<br />

due simboli che nell'anno giubilare<br />

hanno accompagnato costantemente<br />

il tema del pellegrinaggio: la bisaccia<br />

e il bastone, «Oggi che il Giubileo è finito<br />

— scrive dunque il Cardinale — desi-<br />

dero consegnarti bisaccia e bastone per<br />

il cammino che è la vita».<br />

Una bisaccia, spiega l'Arcivescovo di<br />

Firenze, che per non affaticarci lungo il<br />

cammino deve contenere solo l'indispensabile:<br />

«il pane della Parola», ossia l'impegno<br />

a leggere ogni giorno un brano<br />

pur piccolo della Bibbia, la fedeltà agli<br />

incontri di catechesi nelle case o in parrocchia,<br />

l'attenzione alla Liturgia della<br />

Parola durante la Messa; e «il Pane dell'Eucaristia»,<br />

pane spezzato e donato<br />

che ci invita, mangiandolo, a vivere per<br />

il Signore, non cercando il proprio interesse<br />

ma il bene degli altri. Insieme alla<br />

bisaccia, il Vescovo consegna idealmente<br />

a tutti i fedeli della Chiesa fiorentina<br />

anche il bastone, che simboleggia l'appoggio<br />

dei fratelli: «Non camminare da<br />

solo — scrive il Vescovo — vivi la comunità.<br />

Ama la tua famiglia. Rimani in<br />

comunione con gli altri. Anche se la comunità<br />

ti delude, non fare lo sbaglio di<br />

staccarti». E una volta equipaggiati con<br />

bisaccia e bastone, dove dobbiamo andare?<br />

«Vai dove c'è bisogno di amare,<br />

servire, farti prossimo, condividere»,<br />

esorta il Cardinale. «È il cammino che<br />

ha aperto Colui che, venendo dal cielo<br />

sulla terra, si è fatto nostro prossimo.<br />

Un cammino al quale ci invita, dicendoci:<br />

Amatevi come io vi ho amati».<br />

acquisire sempre più lo stile e l'arte della<br />

presidenza; a voi laici e a voi religiosi<br />

e religiose di non chiedere la moltiplicazione<br />

del numero delle Messe». Tanto<br />

più che ciò non sarà più sostenibile, per<br />

il diminuire dei preti. «Più Messa», invece<br />

e, cioè: curare la celebrazione, per<br />

una partecipazione più consapevole, pia<br />

e più attiva di tutti, promuovere sempre<br />

più i ministeri: quello straordinario della<br />

distribuzione dell'Eucaristia, l'animazione<br />

del canto, perché tutta l'assemblea<br />

partecipi. Chiede ai cantori, alle polifoniche,<br />

alle corali, che sentano il loro<br />

ruolo come servizio, per sollecitare, aiutare,<br />

accompagnare l'assemblea, perché<br />

tutti cantino. Chiede che in ogni parrocchia<br />

ci sia, pure se piccolo, un gruppo<br />

di lettori della Parola di Dio, non più<br />

improvvisati, ma sempre più formati e<br />

preparati. Per questo esistono in diocesi<br />

organismi che possono guidare la preparazione,<br />

insieme con l'Istituto di Scienze<br />

Religiose diocesane. Chiede che i fedeli<br />

laici si attivino sempre di più, assumendosi,<br />

con libertà e autonomia, impegni e<br />

compiti, derivanti dal sacerdozio battesimale,<br />

per il servizio nelle parrocchie:<br />

perché la vita liturgica, che non è solo<br />

Messa, continui anche senza il presbitero<br />

e in diminuzione, già in atto e sempre<br />

in crescita, del numero di essi.<br />

2. Itinerario biblico. Mons. Arcivescovo<br />

esorta: In ogni parrocchia ci sia il<br />

gruppo dei catechisti, che si formi permanentemente<br />

con la collaborazione<br />

della forania e dell'ufficio catechistico<br />

diocesano; ci sia almeno un gruppo famiglia,<br />

si costituisca qualche comunità<br />

di base per la lettura popolare e l'ascolto<br />

della Parola di Dio nei vicinati, nei<br />

condomini, degli itinerari e programmi<br />

comuni; incontri periodici di confronto<br />

degli animatori di questi gruppi a livello<br />

vicariale. Ci siano dei laici e delle famiglie<br />

che offrono la disponibilità ad ospitare<br />

questi incontri di base. Si continui<br />

la catechesi dei piccoli e degli adolescenti.<br />

Si chiede il lavoro dei laici e dei religiosi<br />

e soprattutto religiose. Tutti si sentano<br />

parte della stessa chiesa locale,<br />

che, in certo qual modo, si incarna nella<br />

parrocchia. Non si ignori mai la parrocchia<br />

nel programmare la catechesi e il<br />

lavoro dei gruppi, dei movimenti e degli<br />

istituti religiosi. Anche i gruppi di preghiera<br />

facciano riferimento e servizio alle<br />

proprie parrocchie.<br />

3. I giovani. Già ridotti come numero,<br />

si riducono anche come presenza.<br />

Perciò chi chiede: secondo le possibilità,<br />

ogni forania attivi l'impegno dei corsi di<br />

preparazione al matrimonio; l'impegno<br />

della formazione dei giovani a scoprire<br />

la propria via e il matrimonio come vocazione<br />

cristiana; il gruppo catechisti in<br />

ogni parrocchia non perda il contatto<br />

con i giovani, mentre prepara i fanciulli.<br />

Qualche giovane-adulto e qualche coppia<br />

giovane-adulta senta, oggi, la chiamata<br />

del Pastore della diocesi e quindi<br />

la passione e l'obbligo di accompagnare<br />

i giovani alla vita cristiana e al matrimonio<br />

in particolare: è il loro specifico dono,<br />

come grazia del sacramento del matrimonio.<br />

4. La Carità. Sapere che Dio è Amore<br />

ci stimola a fare tutto per amore e<br />

con amore. Il nostro Pastore ci spinge<br />

non solo a dare un aiuto immediato e<br />

materiale ai bisognosi, ma a creare punti<br />

di osservazione per rilevare bisogni e<br />

urgenze di ogni genere. Esorta ogni parrocchia<br />

e ogni forania ad attivarsi per<br />

sollecitare la creazione del lavoro per i<br />

giovani, perché, se carità si può fare,<br />

questa sarà veramente grande se si sarà<br />

assicurato anche a un solo ragazzo, con<br />

il lavoro, il proprio futuro. Questa nei<br />

nostri paesi è via nuova della carità.<br />

Perciò chiede agli imprenditori, piccoli o<br />

grandi, e a quelli che possono, di ragionare<br />

in termini di solidarietà per studiare<br />

come si possano creare posti di lavoro<br />

per i nostri giovani in cerca di prima<br />

occupazione.<br />

GIOVANNI MARIA COSSU<br />

Guardando all'Anno Santo trascorso,<br />

il Cardinale Piovanelli ha voluto anche<br />

sottolineare i tanti semi che sono stati<br />

gettati; semi che, se il Signore vorrà,<br />

potranno dare presto i loro frutti. «Se<br />

guardiamo al numero dei pellegrini —<br />

ha sottolineato l'Arcivescovo se guardiamo<br />

al numero degli eventi e particolarmente<br />

alle giornate indimenticabili come<br />

quelle dei giovani, delle famiglie, dei<br />

carcerati, dei politici, degli sportivi, e alle<br />

tante iniziative nate nel contesto giubilare<br />

per la difesa dei poveri e dei piccoli,<br />

per l'affermazione della pace e della<br />

giustizia, per la promozione della famiglia,<br />

per il recupero degli impegni del<br />

Concilio Vaticano II, bisognerà dire che<br />

il Giubileo ha ottenuto un successo impressionante.<br />

Possiamo dire, con san<br />

Paolo: «se volessi vantarmi, non sarei insensato,<br />

perché direi solo la verità». Ma<br />

non conviene, perché dinanzi a Dio<br />

quello che conta è la crescita nella fede<br />

e nell'amore, l'aumento della comunione<br />

reciproca, la testimonianza del perdono,<br />

la quotidiana solidarietà con i fratelli,<br />

il farsi prossimi di colui che tu incontri<br />

lungo la strada. Quello che conta<br />

spesso sfugge agli occhi che guardano<br />

per calcolare e, comunque, è misurato<br />

solo dal Signore».<br />

RICCARDO BIGI


.<br />

PAGINA<br />

La diocesi di Padova ha concluso, domenica<br />

7 gennaio, l'anno giubilare. La<br />

solenne cerimonia si è svolta nella chiesa<br />

cattedrale con la celebrazione dei Vespri,<br />

alle ore 16, presieduta dall'Arcivescovo-Vescovo<br />

di Padova, Monsignor<br />

Antonio Mattiazzo, alla presenza di numerosi<br />

sacerdoti, religiosi e fedeli provenienti<br />

dalle diverse comunità parrocchiali.<br />

È stato un momento di intensa preghiera<br />

e di lode al Signore per quest'anno<br />

di grazia giunto al termine, un periodo<br />

che ha visto una grande partecipazione<br />

dei fedeli della diocesi nei diversi<br />

appuntamenti previsti durante il Giubileo<br />

dell'Anno Duemila.<br />

«Il Giubileo si compie, ma non si<br />

chiude — afferma Monsignor Mattiazzo<br />

in una lunga intervista pubblicata dal<br />

settimanale diocesano “La Difesa del Popolo”<br />

—: non si chiudono le porte dei<br />

cuori. Guai se adesso non si restasse<br />

aperti al Signore...».<br />

L'anno di grazia ha dimostrato la validità<br />

della Chiesa. Ora è il momento della<br />

lode e della riflessione. «Serve — prosegue<br />

il Vescovo — un periodo di assimilazione<br />

di quanto il Giubileo ha detto<br />

e fatto vivere, per portarne in profondità<br />

i messaggi. Prima di tutto di un'immagine<br />

di Chiesa non autoreferenziale<br />

ma orientata a Dio, più «teologale» dunque,<br />

e concentrata sull'essenziale: la fede<br />

e la missione. Ogni comunità cristiana<br />

dovrà interrogarsi sulle risposte specifiche<br />

da dare agli inviti del Signore.<br />

Questo Giubileo, ricorda il Presule, ha<br />

manifestato una Chiesa viva, sensibile ai<br />

valori della fede. «“I credenti non hanno<br />

il passo stanco” ha detto il Papa: e sono<br />

d'accordo con lui. Questa gente s'è messa<br />

in moto, quanta pietà popolare s'è ridestata,<br />

quanta preghiera!».<br />

Tra i vari segni che hanno caratterizzato<br />

l'Anno Santo, Monsignor Mattiazzo<br />

segnala il grande valore del pellegrinaggio.<br />

«Partecipando a molti pellegrinaggi<br />

8 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Venerdì 12 Gennaio 2001<br />

Chiusura della Porta Santa<br />

nelle diocesi italiane<br />

PADOVA PERUGIA-CITTÀ DELLA PIEVE<br />

(i vicariati in cattedrale, la diocesi a Roma,<br />

le diverse categorie, di cui ricordo<br />

in particolare i malati, i giovani e i missionari)<br />

ho colto lo spirito interiore che<br />

animava i fedeli, giunti di solito ben preparati.<br />

Non è stato folclore; sono certo<br />

che i valori e i contenuti espressi potranno<br />

portare frutto».<br />

Durante la solenne celebrazione di<br />

chiusura del Giubileo sono stati consegnati<br />

ai rappresentanti delle realtà diocesane<br />

e delle parrocchie gli orientamenti<br />

pastorali per il 2001: «Gesù Cristo<br />

speranza per il futuro. La Chiesa di Padova<br />

accoglie i doni del Giubileo».<br />

L'anno che inizia, infatti, sarà all'insegna<br />

della lode al Signore e della speranza,<br />

per mettere a frutto quanto seminato<br />

durante l'Anno Santo. L'invito è dunque<br />

quello di riscoprire e coltivare la<br />

speranza, che è dono e virtù; annunciare<br />

Gesù di Nazareth, speranza per il<br />

mondo intero, dare ragione della speranzache<br />

è in noi, nei luoghi della vita.<br />

«I nostri passi — ha scritto Monsignor<br />

Mattiazzo nella presentazione — sostenuti<br />

dalla grazia del Giubileo, devono<br />

essere ancor più alacri e sicuri... Guardando<br />

al cammino che si apre davanti<br />

alla diocesi nel prossimo decennio, vorrei<br />

invitare anzitutto a un atteggiamento<br />

di fiducia e di speranza, fondata sulla<br />

certezza che la Chiesa è del Signore,<br />

che Egli cammina con noi e il suo Spirito<br />

ci infonde saggezza e coraggio».<br />

Nell'occasione della chiusura dell'anno<br />

giubilare è stato inoltre consegnato<br />

alle comunità parrocchiali il messaggio<br />

del Santo Padre Giovanni Paolo II alla<br />

diocesi di Padova in occasione del Congresso<br />

internazionale di san Luca Evangelista:<br />

«A motivo del suo elevato contenuto<br />

biblico spirituale — ha sottolineato<br />

l'Arcivescovo Mattiazzo — e per le importanti<br />

indicazioni di ordine pastorale,<br />

il messaggio merita di essere meditato<br />

per ispirare il cammino della nostra<br />

Chiesa locale. In questa prospettiva desi-<br />

SANTUARIO DI S. GABRIELE<br />

Venerdì 5 gennaio 2001, alle ore 16, c'è stata la solenne<br />

chiusura del Giubileo nel santuario di san Gabriele. Al termine<br />

della Celebrazione Eucaristica, il rettore del santuario ha proceduto<br />

alla chiusura della porta giubilare che era stata aperta<br />

il giorno di Natale 1999 e che è stata attraversata da centinaia<br />

di migliaia di pellegrini.<br />

Con questo gesto significativo si è chiuso simbolicamente<br />

un anno vissuto molto intensamente. Il Giubileo 2000 si è rivelato<br />

un vero evento spirituale per il santuario, che ha ampiamente<br />

soddisfatto il suo ruolo di polo penitenziale: tutti gruppi<br />

arrivati hanno chiesto di fare il rito del Giubileo e di avere<br />

l'opportunità di confessarsi.<br />

Un Giubileo che ha portato un aumento del flusso di pellegrini<br />

a san Gabriele, quantificabile intorno al 20 per cento.<br />

Durante il Giubileo circa 2 milioni e 400 mila pellegrini hanno<br />

visitato il santuario. Sono stati oltre duemila i gruppi organizzati,<br />

arrivati per celebrare il Giubileo, per incontri o per una<br />

giornata di ritiro. Ovviamente, i gruppi registrati sono stati solo<br />

una minima parte dei pellegrini: la stragrande maggioranza<br />

dei fedeli è arrivata al santuario in auto privata e anche l'80<br />

per cento dei pullmannon ha prenotato la propria visita.<br />

La maggioranza dei pellegrini è arrivata da varie regioni italiane.<br />

Ma ci sono stati anche numerosi pellegrinaggi dall'estero,<br />

e in particolare da Austria, Australia, Belgio, Canada, Germania,<br />

Usa, Indonesia, Francia, Spagna, Brasile, Albania, Repubblica<br />

Ceca, Croazia, Bosnia, Svizzera, Bulgaria, Polonia,<br />

El Salvador, Colombia, Cuba, Giappone, Filippine, Guyana<br />

francese, Nuova Guinea, Sri Lanka, Messico, Togo, Timor<br />

Est, Montenegro, Costa d'Avorio. Molti sono stati gli emigrati<br />

tornati da varie nazioni per celebrare il Giubileo. Alcune diocesi,<br />

con in testa il proprio Vescovo, hanno scelto di celebrare<br />

il Giubileo a san Gabriele: Teramo, L'Aquila, Sulmona (L'Aquila),<br />

Macerata, San Severo (Foggia), Rieti, Acqui Terme<br />

(Alessandria), Lecce.<br />

Ci sono stati poi i grandi Giubilei per categoria: Giubileo dei<br />

bambini, degli alpini, degli studenti, delle forze armate abruzzesi,<br />

dei giovani calciatori, degli ex alunni passionisti, dei lavoratori,<br />

della famiglia, delle confraternite, delle Società di Mutuo<br />

Soccorso d'Abruzzo e Marche, del Centro italiano femminile<br />

di Teramo, del pellegrino, dei sordi, dei gruppi folk da 10<br />

nazioni, dei miracolati, dei «Gabriele/Gabriella», degli emigrati,<br />

della vita consacrata abruzzese e molisana, dei malati e dell'Unitalsi<br />

abruzzese, dell'Anmil, della terza età, degli artisti,<br />

degli abbonati all'Eco, degli scout abruzzesi, dei giovani dell'Azione<br />

cattolica d'Abruzzo e Molise, del Movimento laicale<br />

passionista, degli sportivi, dell'Avis abruzzese, dei gruppi di<br />

Padre Pio, dei cori polifonici abruzzesi, del Movimento sacerdotale<br />

mariano, dei Carabinieri in congedo di Pescara, della<br />

Croce rossa abruzzese, degli studenti delle scuole medie e superiori<br />

d'Abruzzo e Molise. Ognuno di questi Giubilei ha visto<br />

la partecipazione di migliaia di pellegrini.<br />

Nel corso dell'anno giubilare sono usciti il primo cd rom ufficiale<br />

sul santuario, la nuova videocassetta sul santo e sul<br />

santuario e il primo musical su san Gabriele, realizzato da padre<br />

Maurizio De Sanctis; è stato, infine, attivato il sito internet<br />

ufficiale del santuario (www.sangabriele.org).<br />

Un Giubileo, dunque, storico anche per il santuario di san<br />

Gabriele, che si è confermato tra i quindici santuari più frequentati<br />

al mondo.<br />

L'inaugurazione<br />

della mostra di 100 artisti contemporanei<br />

Venerdì 5 gennaio, alle ore 16, nei locali del Museo Stauròs<br />

di san Gabriele (Teramo), è stata inaugurata la mostra di 100<br />

artisti contemporanei che hanno realizzato un'opera in risposta<br />

alla Lettera agli artisti di Giovanni Paolo II. Il 4 aprile<br />

1999 il Papa scriveva una Lettera agli artisti per stimolare iniziative<br />

concrete di alleanza tra chiesa ed arte. La Lettera ha<br />

avuto notevole risonanza tra gli artisti. Cento di essi, tra i più<br />

rappresentativi dell'arte contemporanea, hanno sentito il dovere<br />

di rispondere alla Lettera del Papa; per questo hanno volentieri<br />

aderito all'iniziativa della Fondazione Stauròs di san<br />

Gabriele, che li ha invitati a commentare la Lettera con un'opera<br />

d'arte.<br />

La Fondazione Stauròs ha ora raccolto questo originale e<br />

prezioso omaggio degli artisti in una mostra inaugurata il 5<br />

gennaio e che rimarrà aperta fino al 21 aprile 2001 (orario:<br />

tutti i giorni dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19, ingresso libero).<br />

All'inaugurazione era presente il Presidente della Regione<br />

Abruzzo Giovanni Pace. Tale manifestazione vuole chiudere<br />

solennemente il Giubileo ed essere uno stimolo per gli artisti<br />

perché offrano ancora il loro contributo a servizio della liturgia,<br />

della cultura, della carità.<br />

dero “consegnarlo” alle nostre comunità<br />

a compimento del Giubileo del 2000,<br />

perché orienti o sostenga l'impegno personale<br />

e comunitario nelle vie di una<br />

rinnovata evangelizzazione».<br />

A chiusura del Giubileo, e come segno<br />

di carità della diocesi di Padova in<br />

quest'Anno Santo, la diocesi di Padova<br />

ha inaugurato il cantiere dei lavori per<br />

la realizzazione di «Casa Madre Teresa<br />

di Calcutta», un centro polifunzionale<br />

per i malati di Alzheimer scelto dalla<br />

diocesi come «segno» di carità per il<br />

Giubileo del 2000. La struttura sorgerà a<br />

Sarmeola di Rubano, alle porte di Padova,<br />

su uno spazio donato dall'Opera<br />

Provvidenza sant'Antonio che già ospita<br />

numerose persone con handicap fisici e<br />

psichici.<br />

La scelta della data di avvio dei lavori<br />

è significativa: infatti il cantiere della<br />

struttura — che nasce grazie alle offerte<br />

raccolte durante l'anno di grazia — è<br />

stato inaugurato alla vigilia della chiusura<br />

del Grande Giubileo del 2000, come<br />

segno tangibile di un impegno voluto e<br />

mantenuto e come elemento di connessione<br />

tra il Giubileo, tempo di semina, e<br />

il tempo del raccolto che segue l'anno di<br />

grazia.<br />

«Casa Madre Teresa» nasce, dunque,<br />

come segno di carità dell'intera diocesi<br />

di Padova che ha raccolto in quest'anno<br />

giubilare una cifra pari a 1 miliardo e<br />

425 milioni. «Finora — osserva don Lucio<br />

Calore, coordinatore del progetto —<br />

la diocesi ha risposto più che positivamente,<br />

sia in termini di contributo che<br />

di sensibilizzazione e sostegno al progetto».<br />

Ai soldi raccolti dalle diverse realtà<br />

diocesane vanno aggiunti i 750 milioni<br />

stanziati dalla curia vescovile di Padova<br />

e provenienti dai fondi dell'8 per mille<br />

assegnati dalla Cei alle diocesi per opere<br />

di carità. Un miliardo e mezzo è stato<br />

stanziato invece dalla precedente amministrazione<br />

regionale.<br />

CLAUDIO ZERBETTO<br />

Il rintocco solenne delle campane, la<br />

processione che si è snodata dalla chiesa<br />

della Santissima Annunziata verso il<br />

Duomo alla presenza di un gran numero<br />

dei sacerdoti e di migliaia di fedeli hanno<br />

consegnato alla storia l'indimenticabile<br />

evento del Duemila: il Grande Giubileo.<br />

A poche ore di distanza dalla cerimonia<br />

di Piazza San Pietro l'Arcivescovo<br />

di Siena, Monsignor Gaetano Bonicelli,<br />

chiudendo simbolicamente le porte della<br />

cattedrale, ha annunciato alla diocesi la<br />

conclusione delle celebrazioni giubilari.<br />

«Termina oggi anche per la nostra Chiesa<br />

— ha osservato Monsignor Bonicelli<br />

durante l'omelia — un periodo straordinario<br />

di grazia. Non è mia intenzione,<br />

in questo momento passare in rassegna<br />

le diverse forme di partecipazione che<br />

abbiamo vissuto in questi mesi trascorsi<br />

anche se un bilancio da iscrivere nella<br />

storia della pietà diocesana è certamente<br />

utile per non dire necessario. L'evitare<br />

una presentazione critica e dettagliata<br />

del Giubileo — ha poi spiegato ancora<br />

l'Arcivescovo — non impedisce di ricavarne<br />

una visione globale che decisamente<br />

mi sembra incoraggiante perché<br />

in questo anno è prevalso il carattere<br />

proprio dell'Anno Santo che è quello<br />

spirituale legato alla ricchezza della nostra<br />

terra». Dopo essersi soffermato sulla<br />

storia del territorio senese Monsignor<br />

Bonicelli ha ribadito come «conoscere le<br />

proprie tradizioni è il modo più intelligente<br />

di camminare verso il futuro.<br />

Quella di Siena e dell'intera diocesi è infatti<br />

senza forzature una realtà di grosso<br />

spessore». «Miei cari — ha poi chiosato<br />

il presule — si chiude la bella stagione<br />

del Giubileo. Permettetemi di porre una<br />

domanda: come lo abbiamo vissuto? Abbiamo<br />

profittato di questo dono meraviglioso<br />

per noi e per i nostri defunti? Le<br />

opere, le solenni celebrazioni, i pellegrinaggi<br />

sono stati forse una lieta e inegua-<br />

Si è svolto venerdì 5 gennaio 2001 il rito di chiusura del<br />

Giubileo in tutte le diocesi. A Rimini la celebrazione è stata<br />

presieduta dal Vescovo nella chiesa cattedrale. La celebrazione<br />

è venuta a concludere un anno intenso di impegno<br />

pastorale e spirituale, oltre che ricco di iniziative caritative e<br />

culturali. Un bilancio di questo Anno di Grazia vede molte<br />

realizzazioni ed iniziative esterne e pubbliche, ma soprattutto<br />

un cammino interiore di fede, di conversione a Cristo<br />

unico Salvatore dell'uomo, di testimonianza franca e<br />

aperta.<br />

Il programma delle Celebrazioni di chiusura è stato il seguente:<br />

alle ore 17.30 c'è stato il raduno dei concelebranti e<br />

dei fedeli nella chiesa di s. Antonio (Paolotti, piazza Tre<br />

Martiri); da qui si è snodata la processione alla cattedrale<br />

dove alle 18 è stata celebrata la Santa Messa dell'Epifania,<br />

caratterizzata come «Messa dei Popoli».<br />

La Messa dei Popoli è divenuta da qualche anno una gradita<br />

consuetudine nella nostra diocesi: gli immigrati cattolici,<br />

abbastanza numerosi nel nostro territorio, animano la<br />

Messa con la loro presenza, e i costumi, i canti, i colori delle<br />

rispettive tradizioni, dall'Africa all'Estremo Oriente, dall'Europa<br />

orientale all'America Latina.<br />

La particolarità della celebrazione invita i fedeli di tutta la<br />

diocesi a convenire numerosi al solenne rito che conclude il<br />

Giubileo; è l'ultima occasione per implorare l'Indulgenza del<br />

Giubileo.<br />

Le chiese del centro storico e le altre più vicine alla cattedrale<br />

sono state invitate a non celebrare tra le 18 e le 20,<br />

invitando i fedeli a partecipare alla solenne celebrazione<br />

presieduta dal Vescovo Mons. Mariano De Nicolò.<br />

Particolare rilevanza hanno avuto, negli ultimi mesi, alcu-<br />

È terminato sabato 6 gennaio il Grande<br />

Giubileo del 2000 e per la comunità<br />

diocesana di Perugia-Città della Pieve è<br />

stato davvero un anno intenso, caratterizzato<br />

da numerosi e significativi eventi<br />

spirituali, affiancati da diverse ed importanti<br />

iniziative socio-culturali. Eventi che<br />

hanno offerto ai fedeli e ai pellegrini, locali<br />

e di passaggio, gli «strumenti» per<br />

vivere pienamente l'evento giubilare<br />

stesso. Tanti i momenti e le occasioni<br />

per riflettere sul significato principe dell'Anno<br />

Santo: conversione, riconciliazione,<br />

condivisione, carità e perdono all'insegna<br />

della speranza.<br />

Vogliamo ripercorrere le tappe più salienti<br />

di questo Grande Giubileo, che ha<br />

richiamato, anche nella nostra diocesi,<br />

l'attenzione e soprattutto la profonda<br />

devozione di migliaia di persone. Lo vogliamo<br />

fare per riflettere su quanto è avvenuto,<br />

non solo per ricordare, ma per<br />

non disperdere quell'«eredità» spirituale<br />

e culturale che l'Anno Santo ci lascia. È<br />

un'eredità che la nostra comunità dovrà<br />

farla fruttare.<br />

Innanzitutto, occorre soffermarsi sui<br />

pellegrinaggi zonali e diocesani svoltisi<br />

nei dodici santuari mariani giubilari dell'archidiocesi,<br />

ognuno dei quali dedicato<br />

ad una categoria di fedeli. Essi sono stati<br />

il «cuore» del Giubileo in diocesi, la<br />

cui immagine di riferimento è stata la<br />

Beata Vergine Maria, che nel venerarla<br />

con particolare devozione abbiamo rinnovato<br />

la nostra fede in Cristo. Questi<br />

pellegrinaggi, voluti dall'Arcivescovo<br />

perché ritenuti molto «proficui» per<br />

un'ulteriore crescita spirituale e sociale<br />

delle realtà locali hanno riscosso successo<br />

non solo per la folta partecipazione<br />

di fedeli, ma perché sono stati dei momenti<br />

di forte comunione tra le comunità<br />

parrocchiali. Quindi si è vissuto localmente<br />

il Giubileo, ma non sono mancati<br />

i pellegrini perugini a Roma.<br />

Una quindicina di parrocchie e diverse<br />

associazioni sono giunte presso la sede<br />

del successore di Pietro, oltre a cen-<br />

SIENA TRENTO<br />

gliabile sorpresa. Ma guai se un pur luminoso<br />

contorno ci avesse fatto dimenticare<br />

il cuore del Giubileo e cioè l'incontro<br />

ravvicinato con il Cristo. Una delle<br />

modalità previste dalla disciplina della<br />

Chiesa — ha osservato ancora Monsignor<br />

Bonicelli — era la quarta forma<br />

per ricevere l'indulgenza e cioè la dilatazione<br />

della carità. Come l'abbiamo vissuta?<br />

Se nel duemila abbiamo sperimentato<br />

un'esperienza viva di Chiesa, ecco<br />

che allora la nostra vita ecclesiale deve<br />

manifestarne la continuità. La vita cristiana<br />

è come una scuola, ma a cosa<br />

serve una scuola se gli alunni non imparano?<br />

A cosa servono le nostre Chiese se<br />

non migliorano i cristiani?». Come fare<br />

dunque per prolungare la grazia del<br />

Giubileo? A questa domanda ha risposto<br />

con la consueta chiarezza l'Arcivescovo:<br />

«Mi sembra — ha detto — che la festa<br />

dell'Epifania ci offra lo spunto migliore<br />

con il messaggio dell'universalità vissuta<br />

in questo giorno quando genti lontane si<br />

sono venute a chinare di fronte al Redentore.<br />

Il Giubileo ci ha fatto riscoprire<br />

la vocazione universale della Chiesa,<br />

un'universalità che non lede minimamente<br />

la vocazione e la responsabilità<br />

personale in Cristo e nella Chiesa. Ognuno<br />

infatti non deve aver timore di prendere<br />

la sua parte nell'unica missione della<br />

comunità ecclesiale. Il bacillo dell'individualismo,<br />

infatti, non è meno nefasto<br />

dell'indifferenza». Nel ripercorrere<br />

poi alcuni grandi momenti vissuti in<br />

questo anno come la settimana mariana<br />

in cattedrale alla presenza della Madonna<br />

di Fátima e il pellegrinaggio diocesano,<br />

Monsignor Bonicelli ha indicato una<br />

maniera concreta per testimoniare nei<br />

prossimi anni la ricchezza dell'Anno<br />

Santo: «brontolare di meno e fare di<br />

più».<br />

ROBERTO ROMALDO<br />

RIMINI<br />

tinaia di giovani per la XV Giornata<br />

Mondiale della Gioventù. Al riguardo,<br />

nella nostra diocesi, dal 10 al 14 agosto,<br />

sono stati ospitati in famiglia e nelle<br />

strutture parrocchiali quasi 8.000 ragazzi<br />

e ragazze provenienti da tutto il mondo.<br />

È l'evento al quale tutta la diocesi<br />

ha partecipato da protagonista e che ricorderà<br />

a lungo. Poi, alcuni giovani perugini<br />

insieme ad altri coetanei umbri<br />

sono giunti a Roma all'inizio dello scorso<br />

settembre dopo una settimana di pellegrinaggio<br />

a piedi e visitando diversi<br />

luoghi della carità e della sofferenza; è<br />

stata un'altra iniziativa andata a buon fine,<br />

promossa dalla Delegazione Caritas<br />

dell'Umbria. A varcare la Porta Santa<br />

della Basilica di S. Pietro sono stati anche<br />

il Clero diocesano con il suo Vescovo,<br />

gli oltre 1.000 ministri laici delle 160<br />

parrocchie dell'archidiocesi ed i rappresentanti<br />

delle varie categorie in occasione<br />

delle rispettive giornate giubilari (dai<br />

giornalisti, agli studenti universitari, alle<br />

famiglie...).<br />

In diocesi non sono mancati gli incontri<br />

socio-culturali aventi tematiche legate<br />

al messaggio giubilare ed i momenti artistico-culturali,<br />

come le inaugurazioni<br />

del Museo capitolare della cattedrale di<br />

s. Lorenzo, della Porta Santa in bronzo<br />

e dell'ultima vetrata decorata della stessa<br />

cattedrale.<br />

Nell'anno del Giubileo vi è stato un<br />

maggiore impegno morale e materiale a<br />

sostegno delle «situazioni difficili» e dei<br />

soggetti più bisognosi ed emarginati. Un<br />

impegno che nella nostra comunità è<br />

svolto da sempre e con costanza e che<br />

nel periodo giubilare si è concretizzato<br />

attraverso il «pellegrinaggio» di singoli e<br />

di gruppi nei luoghi di carità e sofferenza<br />

(«Fontenuovo», «Don Guanella», «Villa<br />

Nazzarena»), la presenza e la sensibilità<br />

verso le opere-segno della Caritas, la<br />

mobilitazione e la generosità dl molte<br />

parrocchie, associazioni, organismi ecclesiali<br />

e civili, e privati cittadini a favore<br />

della Campagna della Chiesa italiana<br />

A Trento il Grande Giubileo del 2000 si è concluso<br />

con una solenne liturgia celebrata nella<br />

Cattedrale di s. Vigilio nel corso della quale l'Arcivescovo<br />

Mons. Luigi Bressan ha ricordato le<br />

esortazioni rivolte dal Santo Padre Giovanni<br />

Paolo II ai pellegrini Trentini, ha ripercorso il<br />

cammino della Chiesa Tridentina nel 2000, e ha<br />

consegnato ai rappresentanti delle 456 parrocchie<br />

un Messaggio Giubilare che sarà proclamato<br />

nelle assemblee liturgiche di domenica prossima.<br />

«L'Anno Giubilare appena concluso — scrive,<br />

tra l'altro, il Presule — è stato un tempo di<br />

grazia che si è rivelato ricco di esperienza di<br />

amore per la Chiesa locale e universale. Insieme<br />

abbiamo pellegrinato; insieme ci siamo accostati<br />

alla fonte della misericordia e della pace: insieme<br />

siamo cresciuti nella preghiera, nell'impegno,<br />

e nella speranza. Il varcare la Porta Santa<br />

ha dato una direzione alla nostra vita, troppo<br />

spesso confusa e dispersa, aiutandoci a guardare<br />

con fiducia a Cristo. Lo abbiamo riscoperto<br />

chiave dell'esistenza umana, l'essenziale che dà<br />

significato all'andare di ogni giorno, il segreto<br />

della perenne giovinezza dello spirito».<br />

La sintesi del cammino percorso dalla diocesi<br />

nel 2000, «tempo straordinario di grazia offerto<br />

all'umanità «ha dato sostanza e spessore al canto<br />

di ringraziamento. Per significare la centralità<br />

della parola di Dio e per l'essere e l'operare della<br />

Chiesa fu preparato con particolare cura un<br />

Evangeliario solenne, usato nei pellegrinaggi,<br />

nelle chiese giubilari e nei decanati; donato anche<br />

al Santo Padre; e talora utilizzato nelle celebrazioni<br />

Pontificie. Pellegrinaggi, celebrazioni,<br />

iniziative di riflessione, di preghiera e di solidarietà<br />

sono stati organizzati con profonda dedizione<br />

e caratteristiche proprie nelle chiese giubilari.<br />

Nelle comunità parrocchiali e decanali, negli<br />

istituti di vita consacrata e nelle aggregazioni<br />

laicali ci si è mossi in forme diverse per suscitare<br />

in ogni fedele un vero anelito alla santità, un<br />

desiderio forte di conversione e di rinnovamento<br />

personale in un clima di sempre più intensa preghiera<br />

e di solidale accoglienza del prossimo,<br />

specialmente quello più bisognoso, per incontrare<br />

Cristo Redentore attraverso itinerari di libera-<br />

ne grandi iniziative: l'accoglienza di 1.600 giovani di vari<br />

Paesi convenuti a Rimini nei giorni precedenti il ferragosto<br />

in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù; il Convegno<br />

dei docenti universitari, svoltosi a Rimini in settembre,<br />

per un turismo autenticamente umano; il grande pellegrinaggio<br />

giubilare diocesano a Roma il 28 ottobre. E sul<br />

piano ecclesiale e civico, le celebrazioni del Tempio Malatestiano,<br />

cattedrale della diocesi, con il completamento dei lavori<br />

di restauro e l'allestimento dell'area absidale che hanno<br />

finalmente coronato, nell'Anno Giubilare, le attese e il lavoro<br />

di molti anni. Sul piano pastorale si sono svolte a livello<br />

diocesano importanti celebrazioni o incontri giubilari per<br />

quasi tutte le categorie ecclesiali e professionali: giovani,<br />

ammalati, operatori sanitari, giornalisti, imprenditori, dipendenti<br />

di numerose aziende pubbliche e private, lavoratori,<br />

oltre che sacerdoti, diaconi, religiosi e religiose, catechisti.<br />

Tutti gli incontri giubilari sono stati presieduti dal Vescovo.<br />

Interi vicariati e molte parrocchie hanno solennizzato l'Anno<br />

Giubilare celebrando la Cresima in Cattedrale, in affollate<br />

e festose celebrazioni che hanno manifestato il senso della<br />

diocesi.<br />

Oltre il pellegrinaggio diocesano a Roma, culminato con<br />

l'incontro con il Papa il 28 ottobre, al quale hanno partecipato<br />

4.000 riminesi, tutte le parrocchie e numerosi gruppi e<br />

aggregazioni hanno svolto uno o più pellegrinaggi a Roma,<br />

sia in occasione dei grandi appuntamenti giubilari, sia in altri<br />

momenti. Anche le sei chiese giubilari della diocesi (Cattedrale,<br />

s. Chiara, Le Grazie, Casale, Bonora e Montefiore,<br />

S. Croce a Villa Verucchio) hanno ricevuto la visita di numerosi<br />

pellegrinaggi di gruppi, di famiglie, di singole perso-<br />

per la riduzione del debito estero dei<br />

Paesi più poveri; un impegno che ha<br />

fruttato fino ad oggi 200 milioni di lire.<br />

Questo evento giubilare ha dato stimolo<br />

ad altri gesti di solidarietà, che saranno<br />

concretizzati nel corso del 2001,<br />

come la mensa per i poveri presso la<br />

parrocchia dell'Oasi di s. Antonio di Perugia,<br />

la riapertura del Seminario e Centro<br />

diocesano vocazionale in località<br />

Monte Morcino e la creazione di un<br />

centro culturale che va ad «ampliare»<br />

l'attività della Scuola diocesana di teologia.<br />

Mentre, è già operativo un gruppo<br />

di volontari che operano per liberare le<br />

giovani dalla «schiavitù del sesso».<br />

Il «frutto» più importante — come ha<br />

ricordato recentemente l'Arcivescovo<br />

Mons. Giuseppe Chiaretti in un'intervista<br />

rilasciata al settimanale «La Voce»<br />

— sarà la visita pastorale che inizierà a<br />

giugno.<br />

Abbiamo celebrato la chiusura del<br />

Giubileo, ma la sua esperienza ed il suo<br />

insegnamento continuano, con questi segni<br />

di speranza e di cambiamento. In<br />

merito, proprio Mons. Chiaretti ha detto<br />

— attraverso il settimanale cattolico —:<br />

«“Chiudo il Giubileo con una speranza<br />

in più, ho visto tanti gesti di attenzione,<br />

le anime si sono smosse e tutti si sono<br />

accorti che con il Giubileo qualcosa è<br />

cambiato. Questo passaggio di Millennio<br />

porta nella Chiesa un carico di grazia”.<br />

Tra le testimonianze personali giunte direttamente<br />

a lui — scrive “La Voce” —,<br />

c'è quella di una persona che è tornata<br />

a parlare di perdono e riconciliazione in<br />

una situazione di rottura; quella di chi<br />

dopo tanti anni è tornato alla confessione;<br />

di un altro che ha deciso di riconsiderare<br />

alla luce della fede la propria situazione<br />

di divorziato risposato. Piccoli<br />

fatti non eclatanti, di quelli che non arrivano<br />

sui giornali ma che, moltiplicati<br />

in tante persone, sono in grado di cambiare<br />

il mondo».<br />

RICCARDO LIGUORI<br />

zione dal peccato e la scelta del bene espresso<br />

dai valori etici contenuti nella legge naturale<br />

confermata e approfondita dal Vangelo.<br />

Vi sono state missioni al popolo e celebrazioni<br />

di giornate o serate di spiritualità.<br />

Una manifestazione forte di comunione ecclesiale<br />

e crescita spirituale si sono rivelati i due<br />

pellegrinaggi diocesani a Roma (in primavera e<br />

autunno), i 24 pellegrinaggi alla Cattedrale dei<br />

36 decanati, e i 14 gruppi particolari e movimenti<br />

ecclesiali. Molti altri pellegrinaggi furono<br />

organizzati da singole parrocchie e gruppi in<br />

Terra Santa, a Roma, a Torino, a Trento, e in<br />

chiese giubilari in diocesi e altrove. Oltre 50 mila<br />

persone si sono poste in cammino sperimentando<br />

che il pellegrinaggio era un seguire il Redentore<br />

e consolidare la fraternità cristiana,altrihannoaderitospiritualmente.<br />

Circa quattrocento Trentini, con ammirevole<br />

sacrificio, prestarono un servizio di volontariato<br />

per l'accoglienza dei pellegrini a Roma. 1.800<br />

giovani delle nostre vallate hanno vissuto in prima<br />

persona l'esperienza del Giubileo dei giovani<br />

nell'agosto scorso a Roma, dopo aver collaborato<br />

perché 1.000 giovani di altre Nazioni, in cammino<br />

verso Roma, fossero ospiti tra noi nel<br />

Trentino, cogliendo aspetti significativi della nostra<br />

Chiesa e della nostra terra.<br />

Una costante attenzione è stata prestata all'autentica<br />

carità cristiana. In questo quadro sono<br />

stati scelti alcuni impegni concreti di solidarietà<br />

internazionale sui quali far convergere, come<br />

segno di convinta partecipazione, singoli e<br />

comunità. In questo modo si è potuto contribuire<br />

per alcuni Seminari, tra cui tre sono stati aiutati<br />

in modo rilevante (in Birmania, in Perú e in<br />

Pakistan) con un dono complessivo di circa 800<br />

milioni; abbiamo potuto provvedere alla costruzione<br />

di un centro pastorale multietnico in Burundi<br />

con circa 150 milioni, e molti altri progetti<br />

hanno avuto un sostegno dalla solidarietà della<br />

diocesi e da doni di movimenti, parrocchie, e<br />

istituzioni anche non ecclesiali.<br />

ARMANDO COSTA<br />

ne; in tutte è stata celebrata la Giornata Giubilare Diocesana<br />

presieduta dal Vescovo.<br />

Numerose altre iniziative spirituali sono state svolte a tutti<br />

i livelli della vita diocesana: dalla settimana biblica, alle<br />

celebrazioni per il 150 o anniversario del prodigio della Madonna<br />

della Misericordia, alla solenne giornata penitenziale<br />

del mercoledì delle Ceneri, alla Veglia di Pentecoste, alla<br />

preghiera mensile per tutta la notte per implorare il buon<br />

esito spirituale del Giubileo.<br />

Varie iniziative di annuncio, di predicazione e di preghiera<br />

si sono svolte in tutte le chiese, parrocchie e aggregazioni.<br />

Fra le iniziative culturali — anche la cultura è un riflesso<br />

della fede in Gesù Cristo — oltre ai citati lavori alla Cattedrale,<br />

si possono ricordare il restauro del campanile di s.<br />

Agostino, tuttora in corso; il restauro di san Fortunato; l'adeguamento<br />

della foresteria del Santuario di Bonora a Montefiore;<br />

la pubblicazione del prestigioso volume Arte e storia<br />

della Chiesa Riminese.<br />

Non vanno dimenticati i progetti realizzati per l'impegno<br />

della Provincia, in collaborazione con la diocesi: il restauro<br />

di 50 opere d'arte esposte nelle chiese, in attuazione del<br />

progetto I colori degli antichi splendori, e la diffusione nel<br />

mondo degli opuscoli in più lingue Luoghi Sacri del Riminese<br />

e il Tempio Malatestiano. Molte altre Istituzioni locali,<br />

prima fra tutte la Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini,<br />

hanno colto l'occasione del Giubileo per significativi interventi<br />

culturali in collaborazione con la Diocesi. Sul piano<br />

caritativo si segnala, oltre a numerose iniziative locali, la<br />

realizzazione del centro della Caritas a Riccione, mentre è<br />

in corso di effettuazione il trasferimento della Caritas Diocesana<br />

nella nuova e più funzionale sede nella ex Casa del<br />

Marinaio.


A ROMA<br />

PAGINA<br />

La Regione contro<br />

la pillola del giorno<br />

dopo: sì all'obiezione<br />

di coscienza<br />

dei farmacisti<br />

Il Consiglio regionale del Lazio<br />

ha approvato nella serata di ieri,<br />

mercoledì, una mozione sulla cosiddetta<br />

pillola del giorno dopo,<br />

giudicata abortiva e non contraccettiva,<br />

in cui si chiede anche che<br />

i farmacisti possano sollevare l’obiezione<br />

di coscienza.<br />

Nel documento, prima firmataria<br />

la consigliera Olimpia Tarzia<br />

(Ccd), si impegna il presidente<br />

della Giunta e l’assessore competente<br />

a chiedere al ministro della<br />

Sanità di esigere un’informazione<br />

scientifica chiara e corretta, da riportare<br />

sulla confezione del farmaco,<br />

sulle modalità d’azione della<br />

pillola del giorno dopo; di garantire<br />

ai farmacisti il diritto a<br />

sollevare l’obiezione di coscienza<br />

e di impegnarsi ad attuare una vera<br />

politica di tutela sociale della<br />

maternità un potenziamento dei<br />

consultori familiari.<br />

La mozione ha avuto 35 sì, non<br />

solo dal Polo ma anche da Ppi,<br />

Udeur e Democratici che avevano<br />

già sottoscritto il documento. Nel<br />

dibattito Tarzia ha sottolineato<br />

che si tratta di una pillola abortiva<br />

cioè di impedimento dell’incontro<br />

tra ovulo e spermatozoo,<br />

quindi abortiva, cioè di interruzione<br />

della gestazione già iniziata. Su<br />

questo punto si sono confrontate<br />

le opinioni dei consiglieri di maggioranza<br />

e opposizione.<br />

USURA L'attività illecita avrebbe fruttato 15 miliardi<br />

Scoperta organizzazione: il capo<br />

era agli arresti domiciliari<br />

Era agli arresti domiciliari Michele<br />

Vannicelli, romano di 54 anni di mestiere<br />

autotrasportatore, perno dell’organizzazione<br />

di usurai che operava nel Lazio<br />

e in Abruzzo sgominata mercoledì dai<br />

Carabinieri del Reparto operativo di Roma.<br />

Tredici le persone finite in carcere.<br />

La persona imparentata con un noto<br />

esponente della nuova camorra organizzata,<br />

invece, al momento è soltanto indagata.<br />

Vannicelli, detenuto agli arresti domiciliari,<br />

godeva di un permesso lavorativo<br />

e aveva una certa libertà di movimento<br />

che gli permetteva di dedicarsi alle attività<br />

criminose del gruppo. Era lui a ricevere<br />

le somme date in prestito e in casa<br />

sua i militari hanno scoperto un vero e<br />

proprio supermercato di merce illegale<br />

che veniva rivenduta. La banda, infatti,<br />

si dedicava anche alla ricettazione.<br />

I soldi per finanziare l’attività usuraia,<br />

che avrebbe fruttato in tre anni al gruppo<br />

quindici miliardi contro i tre prestati<br />

alle vittime, erano forniti da Gilberto Di<br />

Lodovico, romano di 69 anni, titolare di<br />

una scuola di ballo e un supermercato<br />

ad Acilia, e da Giovanni Civile, 26 anni<br />

di Napoli.<br />

Ci sono anche tre donne tra le tredici<br />

persone arrestate dai Carabinieri. Le sorelle<br />

Luce e Maria Nocco, 53 e 55 anni,<br />

ex titolari di una pellicceria a Boccea, e<br />

Alessia Andreucci, 21 anni, tenevano aggiornati<br />

i libri mastri. A loro era stato<br />

dato anche il compito di agganciare le<br />

vittime, per lo più commercianti e imprenditori<br />

in difficoltà finanziarie ai quali<br />

venivano chiesti interessi che superavano<br />

il 500%.<br />

Sì del ministero<br />

dei Lavori pubblici<br />

ai varchi elettronici<br />

Via libera del ministero del Lavori<br />

pubblici ai varchi elettronici di Roma, il<br />

sistema di telepass per il controllo dell’accesso<br />

in centro delle automobili. Il sì<br />

all’attivazione dei varchi è arrivato, mercoledì,<br />

dal Consiglio superiore del Lavori<br />

pubblici e nelle prossime settimane ci<br />

sarà l’autorizzazione formale al Campidoglio.<br />

«Ho parlato con il capo di gabinetto<br />

del ministro dei Lavori pubblici — ha<br />

detto l’assessore alla Mobilità, Walter<br />

Tocci — che mi ha confermato che il<br />

Consiglio superiore dei Lavori pubblici<br />

si è determinato e che nelle prossime<br />

settimane autorizzerà il Comune all’ attivazione<br />

dei varchi elettronici. Ringrazio<br />

il ministro Nesi per la sensibilità dimostrata.<br />

Roma potrà così avere un sistema<br />

di controllo telematico del traffico<br />

all’avanguardia in Italia e in Europa».<br />

Sono ventidue i varchi elettronici, dotati<br />

di un sistema tipo telepass, che presidiano<br />

l’area centrale della città, la cosiddetta<br />

fascia blu, dove possono entrare<br />

solo le automobili dotate di permesso<br />

(residenti o altre particolari categorie).<br />

Il sistema dei varchi, già collaudato, è<br />

gestito dalla Sta, l’Agenzia per la mobilità<br />

del Campidoglio.<br />

9 .<br />

SOLIDARIETÀ Recupero dei tossicodipendenti<br />

Intesa per il villaggio<br />

del Ceis a Capannelle<br />

Via libera all’accordo di programma<br />

tra Regione e il Centro Italiano di Solidarietà<br />

(Ceis). Lo ha deciso, mercoledì,<br />

la Giunta regionale, autorizzando il presidente<br />

Francesco Storace alla firma di<br />

un’intesa per la realizzazione, a Capannelle,<br />

di un «Villaggio della Solidarietà»,<br />

finalizzato al recupero dei tossicodipendenti.<br />

Si tratta di un progetto promosso dal<br />

fondatore del Ceis, don Mario Picchi,<br />

che rientra nel più ampio programma di<br />

prevenzione contro la droga. Il progetto<br />

originario era più vasto e prevedeva impianti<br />

sportivi, strutture destinate alle<br />

attività culturali e formative e unità abitative.<br />

Per motivi economici il programma<br />

è stato ridimensionato e limitato alla<br />

ristrutturazione della ex Scuola Meccanica<br />

Agraria, che sarà adattata alle funzioni<br />

svolte dal centro.<br />

Durante l’ultima conferenza dei servizi<br />

nell’agosto scorso, il Ceis ha adeguato<br />

il progetto a prescrizioni presentate dal<br />

Comune e dalla Sovrintendenza ai beni<br />

archeologici di Roma. Visti i pareri favorevoli<br />

degli altri enti interessati, la Regione<br />

ha dato l’assenso alla sigla dell’accordo.<br />

«Da tempo il Ceis aspettava un segnale<br />

dalla Regione — ha detto Storace —<br />

oltre a garantire la realizzazione di una<br />

struttura importante per la città, col<br />

provvedimento abbiamo ribadito la volontà<br />

di questo governo regionale di sostenere<br />

una seria politica di prevenzione<br />

dalla tossicodipendenza».<br />

Sempre mercoledì, intanto, il Consi-<br />

L’organizzazione si avvaleva soprattutto<br />

di collaboratori che avevano il<br />

compito di intimidire le vittime insolventi.<br />

A ricoprire questo ruolo il figlio di<br />

Vannicelli, Alessandro di 25 anni; Luigi<br />

Teti, piccolo imprenditore edile di 41 anni;<br />

Massimo Lanzi, commerciante di calzature<br />

di 51 anni; Gianni Corteggiani, 70<br />

anni ex orefice, e Romano Amatucci, ex<br />

titolare di un’ impresa di pulizie di 53<br />

anni.<br />

Sui conti correnti di Alessandro Vannicelli<br />

e le sorelle Nocco, infine, finivano<br />

i soldi sporchi che poi venivano girati ai<br />

capi dell’organizzazione.<br />

Falsi condoni edilizi:<br />

in manette quattro<br />

dipendenti comunali<br />

Un funzionario e tre dipendenti<br />

comunali, giovedì, sono stati arrestati<br />

dai Carabinieri del Nucleo<br />

operativo del comando provinciale<br />

per una vicenda di falsi condoni<br />

edilizi. In carcere sono finiti<br />

anche due tecnici esterni, un architetto<br />

e un geometra. Tutti sono<br />

accusati di falso e truffa aggravata.<br />

Gli investigatori hanno scoperto<br />

numerose pratiche di condono<br />

edilizio falsificate. In questo modo<br />

sarebbero stati versati all’erario<br />

contributi inferiori a quelli stabiliti<br />

e ottenuti condoni per costruzioni<br />

più grandi di quelle dichiarate.<br />

Comune: a fine mese<br />

aprirà il museo<br />

dei bambini<br />

Sarà aperto entro la fine di gennaio,<br />

nell’ex deposito Atac di Borghetto Flaminio,<br />

a 500 metri da piazza del Popolo,<br />

il primo Museo dei bambini di Roma.<br />

Lo ha annunciato, mercoledì, l’assessore<br />

comunale all’infanzia, Pamela Pantano.<br />

Il Museo avrà come idea guida la<br />

rappresentazione della città, dei suoi<br />

luoghi e delle sue strutture come un<br />

enorme giocattolo tutto da osservare,<br />

toccare, manipolare e sperimentare e sarà<br />

riservato ai bambini di età compresa<br />

tra gli zero e i dodici anni.<br />

La struttura sarà una vera e propria<br />

città in miniatura caratterizzata da strade,<br />

corridoi e da una piazza, luogo di<br />

incontro e di socializzazione per i più<br />

piccoli. Previsti anche spazi collegati come<br />

uno studio televisivo, il telefono, il<br />

supermercato, il garage, l’autolavaggio,<br />

l’agenzia di viaggi, l’ospedale, il giornale,<br />

il ristorante, il cantiere e la fattoria<br />

moderna. «Occasioni — ha spiegato l’assessore<br />

— attraverso le quali i bambini<br />

potranno scoprire i misteri delle cose di<br />

tutti i giorni, loro stessi e il ruolo assegnato<br />

loro dalla comunità. I bambini<br />

avranno l’opportunità di comprendere<br />

anche gli altri, l’handicap, l’ambiente e<br />

il riciclaggio». Il Museo sarà realizzato<br />

con materiali riciclati e riciclabili.<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Venerdì 12 Gennaio 2001<br />

glio regionale ha stabilito il riconoscimento<br />

della personalità giuridica di diritto<br />

privato ai cosiddetti Ipab (Istituti di<br />

pubblica assistenza e beneficenza) che<br />

abbiano criteri corrispondenti al carattere<br />

associativo, al carattere di istituzione<br />

promossa e amministrata da privati e<br />

che abbiano ispirazione religiosa. Si tratta<br />

di una legge proposta dal consigliere<br />

Mino Damato (An) che, nella relazione<br />

che accompagna la legge, spiega che «le<br />

confraternite hanno tutti e tre i titoli per<br />

il riconoscimento della personalità giuridica<br />

di diritto privato».<br />

Ancora<br />

una sciagura mortale<br />

sul lavoro<br />

Ancora un incidente mortale sul<br />

lavoro — il terzo negli ultimi tre<br />

giorni — nel Lazio. Un operaio di<br />

31 anni, Stefano Berto, è morto<br />

mercoledì in seguito ad un incidente<br />

avvenuto all’interno dello<br />

stabilimento della Plasmon di Latina.<br />

L'uomo stava lavorando a una<br />

«depalettatrice» utilizzata per gli<br />

omogeneizzati quando il macchinario<br />

si è bloccato. L’operaio è intervenuto<br />

per ripararlo ma all’improvviso<br />

il sistema è ripartito ed è<br />

stato trascinato all’interno.<br />

Latina: controlli<br />

della Polizia<br />

per fermare<br />

immigrati clandestini<br />

Continua l'attività delle Forze dell'ordine<br />

su tutto il territorio della regione<br />

per contrastare il dilagante fenomeno<br />

dell'immigrazione clandestina.<br />

Mercoledì mattina, su disposizione del<br />

questore Paolo Cossu, il personale della<br />

squadra mobile, dell'ufficio stranieri e<br />

delle volanti hanno eseguito una serie di<br />

controlli in una fabbrica dismessa a Latina,<br />

nella zona di via Ezio, a poche<br />

centinaia di metri dagli uffici della Procura<br />

pontina.<br />

L'operazione ha riguardato soprattutto<br />

alcune baracche che si trovano nella<br />

zona di Borgo Sabotino e Foceverde.<br />

Nel corso dei controlli sono stati verificati<br />

i documenti di venticinque immigrati<br />

di paesi dell’Est: polacchi, ucraini<br />

e romeni.<br />

Il provvedimento segue i recenti fatti<br />

accaduti nella zona. Proprio a Borgo Sabotino,<br />

infatti, giorni fa è avvenuto un<br />

incidente stradale nel quale morirono<br />

due giovani, travolti e uccisi da un’automobile<br />

guidata da alcuni immigrati clandestini.<br />

Sempre in tema di immigrazione, è<br />

da ricondurre alla rivalità fra lavavetri,<br />

l’aggressione denunciata da un clandestino<br />

bengalese, di 27 anni che mercoledì<br />

è stato medicato nel Policlinico Casilino<br />

per una ferita da coltello vicino ad<br />

un orecchio. Secondo quanto ha raccontato,<br />

la ferita gli è stata procurata da un<br />

marocchino senza un apparente motivo.<br />

La lite è avvenuta fra via Tuscolana e<br />

via dei Romanisti. Il bengalese ha detto<br />

che era in strada a vendere giornali ma<br />

gli investigatori sospettano che l’aggressione<br />

sia scattata ad un semaforo per<br />

contrasti fra lavavetri.<br />

Provincia: cento milioni<br />

per l'Accademia di Danza<br />

Lunedì potrebbe riaprire<br />

Potrebbe riaprire già da lunedì prossimo<br />

l’Accademia Nazionale di Danza di<br />

Roma, chiusa da due giorni in base ad<br />

un’ordinanza emessa dal sindaco per<br />

«inconvenienti igienici pericolosi per la<br />

salute pubblica».<br />

La giunta provinciale ha stanziato<br />

cento milioni di contributi straordinari<br />

per la riapertura e la ripresa delle lezioni<br />

al più presto. L’intervento è stato deciso<br />

nella conferenza dei servizi svoltasi,<br />

mercoledì, al ministero delle Università<br />

e della Ricerca Scientifica. «L’amministrazione<br />

provinciale — ha precisato il<br />

presidente Silvano Moffa — pur non<br />

avendo obblighi diretti ha stabilito di intervenire<br />

per risolvere l’emergenza dell’istituto.<br />

La Provincia si è resa disponibile<br />

a rivedere i termini del proprio impegno<br />

finanziario in materia di istituti di<br />

Alta Cultura, prevedendo anche l’erogazione<br />

di un altro contributo straordinario<br />

di 50 milioni di lire in favore dell’Accademia<br />

delle Belle Arti».<br />

Soddisfatta, Margherita Parrilla, direttore<br />

dell’Accademia: «L’anno scolastico<br />

è salvo, i lavori più piccoli cominceranno<br />

subito e gli studenti potranno tornare<br />

a far lezione forse già da lunedì».<br />

Il direttore chiederà ai docenti di organizzare<br />

corsi di recupero.<br />

12 GENNAIO 2001<br />

Venerdì della I settimana del<br />

tempo ordinario - Feria (verde)<br />

Messa a scelta<br />

Lezionario: Eb 4, 1-5.11; Salmo:<br />

77; Mc 2, 1-12<br />

Liturgia delle Ore: Ven. I sett. -<br />

Ufficio della Feria<br />

SANITÀ Inaugurata alla presenza del Card. Ruini la nuova azienda ospedaliera<br />

Aperti gli ambulatori<br />

del Policlinico di Tor Vergata<br />

Sarà la struttura innovativa e polifunzionale<br />

del Centro Sud, integrata con<br />

tutti gli altri presidi sanitari sia pubblici<br />

sia privati, con un'attenzione particolare<br />

alla ricerca e al rapporto umano tra il<br />

medico e il paziente. Si presenta così la<br />

nuova Azienda Ospedaliera Universitaria,<br />

Policlinico Tor Vergata che è stata<br />

inaugurata mercoledì, alla presenza, tra<br />

gli altri: del Cardinale Vicario Camillo<br />

Ruini; del Vescovo Ausiliare Delegato<br />

per l'assistenza religiosa negli ospedali,<br />

Armando Brambilla, del ministro dell'Università,<br />

Ortensio Zecchino; del Rettore,<br />

Alessandro Finazzi Agrò; del presidente<br />

della Regione, Francesco Storace;<br />

del sottosegretario alla Sanità, Grazia<br />

Labate; dell'assessore regionale alla sanità,<br />

Vincenzo Saraceni; del direttore del<br />

Policlinico, Enrico Bollero.<br />

Anche se i primi 160 posti letto saranno<br />

attivati a giugno, i servizi specialistici<br />

e poliambulatoriali apriranno entro pochi<br />

giorni. Il piano di sviluppo prevede<br />

la completa attivazione dell'ospedale entro<br />

dicembre del 2002. Sarà cosi realizzato<br />

un complesso integrato di avanguardia<br />

che potrebbe diventare nei prossimi<br />

anni il primo in Italia in termini di<br />

produttività e di ricerca scientifica.<br />

La novità assoluta è che il nuovo presidio<br />

ospedaliero è stato realizzato grazie<br />

alla collaborazione tra i Ministeri<br />

della Sanità e dell'Università insieme alla<br />

Regione Lazio. I nuovi servizi prevedono<br />

in un anno trecentomila esami diagnostici<br />

per immagini, duecentomila pazienti<br />

per la medicina di laboratorio e<br />

Custodivano in casa<br />

un chilo di eroina:<br />

due persone<br />

in prigione<br />

Un'altra operazione contro il traffico<br />

di droga è stata portata a termine dalle<br />

Forze dell'ordine. Questa volta a finire<br />

in manette è stata una coppia di insospettabili<br />

cittadini, un ex portinaio e la<br />

convivente, che svolge lavori domestici,<br />

entrambi di 53 anni. I due mercoledì sono<br />

stati arrestati dalla Polizia con l'accusa<br />

di detenzione a fini di spaccio di sostanze<br />

stupefacenti.<br />

Durante una perquisizione nella loro<br />

abitazione a Tor Bella Monaca gli agenti<br />

hanno trovato nascosto in un armadio<br />

un chilo e 300 grammi di eroina. La<br />

droga, divisa in due confezioni sigillate<br />

da poco più di cinquecento grammi e il<br />

resto in pacchetti da cinquanta grammi<br />

ciascuno, è stata analizzata e definita<br />

purissima così che tagliata avrebbe triplicato<br />

il quantitativo.<br />

Secondo una ipotesi investigativa, la<br />

coppia di insospettabili custodiva la droga<br />

per conto di una organizzazione più<br />

grande. L'ipotesi sarebbe confermata dal<br />

la divisione della sostanza stupefacente:<br />

i pacchi più grossi, infatti, potevano essere<br />

destinati a capi zona che a loro volta<br />

l’avrebbero distribuita in quantità più<br />

modeste ai piccoli spacciatori. Gli involucri<br />

più piccoli, invece potevano essere<br />

consegnati direttamente ai piccoli spacciatori.<br />

Alla coppia gli investigatori della Polizia<br />

sono risaliti nell’ambito di indagini<br />

partite tempo fa su un'organizzazione<br />

dedita allo spaccio di stupefacenti di Tor<br />

Bella Monaca dove, nei mesi scorsi, gli<br />

investigatori hanno compiuto altri arresti.<br />

Fede<br />

oltre trentamila esami nei laboratori di<br />

neurofisiopatologia.<br />

I dipartimenti già aperti al pubblico<br />

sono quindi quello di Diagnostica per<br />

immagini e Radiologia interventistica, di<br />

Medicina di Laboratorio e di Neurofisiopatologia.<br />

Il completamento del Policlinico Tor<br />

Vergata si divide in due fasi: la prima,<br />

da gennaio a luglio, prevede l'apertura<br />

progressiva degli ambulatori specialistici,<br />

i servizi di diagnosi e cura senza posti<br />

letto, il polo odontoiatrico, la dialisi,<br />

il centro regionale di riferimento per il<br />

coordinamento dei trapianti e il day hospital<br />

medico.<br />

La seconda fase partirà questa estate<br />

con l'apertura di una parte dei servizi di<br />

ricovero e cura, e del primo blocco di<br />

sale operatorie e strutture di terapia<br />

intensiva, di altri servizi diagnostici e del<br />

dipartimento Emergenze e Accettazione.<br />

La struttura sarà ultimata entro dicembre<br />

del 2002 con l'attivazione di tutti<br />

i posti letto e l'apertura dei Dipartimenti<br />

di Riabilitazione, Trapiantologia,<br />

Neuroscienze e Odontoiatria.<br />

«Sarà così finalmente realizzato un<br />

nuovo modello di ospedale — ha detto il<br />

direttore del Policlinico Tor Vergata,<br />

Bollero — ispirato ad una nuova filosofia<br />

che vuole privilegiare il ruolo della<br />

centralità del malato e la sua dignità come<br />

persona. Il numero di posti non sarà<br />

elevato ma ad alto contenuto tecnologico<br />

e di alta specializzazione. Nella nuova<br />

struttura si realizzerà finalmente un<br />

percorso assistenziale completo che va<br />

Criminalità:<br />

due rapine<br />

in istituti<br />

bancari<br />

Incidenti stradali: bimbo investito dal tram<br />

Un bambino di 11 anni, per cause ancora in corso di accertamento, è stato<br />

«urtato» da un convoglio del tram della linea 8, mercoledì pomeriggio, mentre<br />

attraversava le rotaie, sembra in corrispondenza delle strisce pedonali,<br />

in piazza Ippolito Nievo, nel rione Trastevere. Sono intervenuti i Vigili urbani<br />

che hanno compiuto i rilievi sull’incidente. Il bambino è stato accompagnato<br />

dalla madre al pronto soccorso dell'ospedale San Camillo, perché<br />

aveva una contusione ad una gamba, ma i medici del nosocomio hanno accertato<br />

che l’incidente non aveva avuto conseguenze gravi e il ragazzo è<br />

stato medicato e subito dimesso. L’Atac, invece, ha fatto sapere che, secondo<br />

i rilievi effettuati e dal racconto del conducente dell'azienda di trasporti,<br />

il bambino ha attraversato con il semaforo rosso e non stava sulle strisce<br />

pedonali.<br />

Rubavano energia elettrica: arrestati 8 romeni<br />

Otto romeni vivevano in alcune baracche, sul Lungotevere di Ponte Testaccio,<br />

ma avevano luce, televisore e altri elettrodomestici funzionanti, perché<br />

avevano scassinato una cabina elettrica dell’Acea e si rifornivano di energia<br />

elettrica gratis. Lo hanno scoperto, mercoledì sera, i Carabinieri della<br />

compagnia Roma Centro che, essendosi accorti dei fili elettrici che dalle loro<br />

abitazioni confluivano nella cabina, forzata presumibilmente con un cacciavite,<br />

li hanno arrestati per concorso in furto di energia elettrica.<br />

Atac: venerdì 12 linee deviate al Palazzaccio<br />

In occasione dell'apertura dell'anno giudiziario le linee Atac saranno deviate,<br />

venerdì 12, dalle ore 8.30 alle 13.30, nella zona del Palazzaccio. Per motivi<br />

di sicurezza saranno chiuse al traffico una parte di piazza Cavour e le<br />

strade limitrofe. In particolare, le linee 34, 49, 926 e 990 faranno capolinea a<br />

piazza Adriana. Le linee 30 express, 34, 49, 70, 87, 280, 492, 913, 926 e 990<br />

saranno deviate su percorsi alternativi.<br />

Truffava con assegni fatti in casa<br />

Un uomo di 57 anni, Gianluca Garulli, è stato arrestato, mercoledì, dai Carabinieri<br />

per truffa e falso. L'uomo contattava con annunci sui quotidiani<br />

proprietari di orologi da collezione e li acquistava pagandoli con assegni<br />

fatti da lui in casa con l'ausilio di un computer.<br />

No, credere a Pasqua non è giusta fede. Troppo bello sei<br />

a Pasqua! Fede vera è al venerdì santo quando tu non<br />

c'eri lassù! Quando non una eco risponde al suo alto grido<br />

e a stento il Nulla dà forma alla sua assenza.<br />

(David M. Turoldo)<br />

Due rapine sono state compiute nella<br />

giornata di mercoledì in diversi istituti<br />

bancari della Capitale.<br />

Nella prima, avvenuta nella Banca popolare<br />

di Lodi, in via Bevagna, nella zona<br />

di corso Francia, i rapinatori, una<br />

volta all'interno dell'edificio, hanno immobilizzato,<br />

afferrandolo per il collo,<br />

uno dei clienti e, tenendolo in ostaggio,<br />

si sono fatti dare tutto il denaro contenuto<br />

nelle casse dai dipendenti dell’istituto<br />

di credito. Il bottino è stato di circa<br />

dodici milioni di lire.<br />

Secondo i testimoni, sembra che i<br />

malviventi fossero armati con coltelli e<br />

che siano scappati a bordo di una grossa<br />

motocicletta.<br />

La seconda rapina è stato compiuta,<br />

verso le 11, nell’agenzia della Banca della<br />

Ciociaria, in viale Castro Pretorio.<br />

Due persone, l’una armata con un taglierino,<br />

l’altra con una pistola nascosta<br />

sotto la giacca, si sono fatti consegnare<br />

il denaro, poco meno di venti milioni di<br />

lire. Anch’essi sono poi scappati con<br />

una motocicletta di grossa cilindrata.<br />

Infine, due persone, a bordo di un<br />

motorino, hanno scippato dell'orologio<br />

d’oro, del valore di 20 milioni di lire,<br />

una donna di 63 anni, che camminava<br />

vicino l’ufficio postale in via di Grottarossa,<br />

all’estrema periferia nord della<br />

città.<br />

L'episodio, che segue gli altri verificatesi<br />

negli ultimi mesi e sempre ai danni<br />

di persone che portavano lo stesso tipo<br />

di orologio, è accaduto verso le 13.45.<br />

La donna, a causa dello scippo, ha subito<br />

alcune escoriazioni al polso giudicate<br />

guaribili in pochi giorni.<br />

a cura di p. Leonardo Sapienza, R.C.I.<br />

dalla terapia intensiva alla degenza diurna,<br />

dalla riabilitazione post-acuzie fino<br />

all'assistenza domiciliare integrata con il<br />

medico di famiglia».<br />

Un ospedale nuovo insomma, lontano<br />

dai vecchi modelli di «malasanità» che<br />

punta essenzialmente alla didattica, alla<br />

ricerca e all'umanizzazione della medicina<br />

fino a diventare un vero e proprio<br />

modello di riferimento nazionale. Dato<br />

che il nuovo policlinico s'inserisce in un<br />

bacino d'utenza molto ampio e caratterizzato<br />

dalla presenza di altre strutture<br />

ospedaliere quali il Sandro Pertini, il Policlinico<br />

Casilino, l'ospedale Madre Giuseppina<br />

Vannini, l'ospedale di Tivoli e<br />

tutti gli altri nosocomi dei Castelli Romani,<br />

il suo primo obiettivo sarà quello<br />

d'integrarsi con le altre strutture sulla<br />

base di uno specifico accordo di programma.<br />

Ma per l'assessore Saraceni l'obiettivo<br />

strategico del Policlinico Tor Vergata è<br />

una risposta alle esigenze dei cittadini.<br />

«La volontà della Regione è il rinnovamento<br />

dei presidi ospedalieri fino alla<br />

costruzione di una realtà sanitaria capillare<br />

e qualificata».<br />

Nella breve celebrazione per la benedizione<br />

dei locali il Cardinale Ruini ha<br />

auspicato che nella nuova struttura ci<br />

sia un'attenzione tutta particolare ai<br />

rapporti tra gli operatori sanitari e i pazienti.<br />

«L'intelligenza deve coniugarsi all'amore<br />

per il prossimo, quindi il rapporto<br />

medico paziente deve essere una<br />

sintesi tra professionalità e dedizione all'altro.<br />

Inoltre — ha detto il Porporato<br />

— alla base della ricerca deve esserci il<br />

desiderio di servire l'uomo perché una<br />

comunità scientifica diventa credibile<br />

dal modo in cui si pone nei confronti<br />

del più debole. Infine è importante che<br />

la proposta formativa si adegui sia alle<br />

esigenze della medicina sia a quelle della<br />

carità».<br />

La facoltà di medicina, ha ricordato il<br />

rettore di Tor Vergata Alessandro Finazzi<br />

Agrò, «ha lavorato per anni in condizioni<br />

precarie e oggi, finalmente, ha in<br />

mano una possibilità enorme di garantire<br />

assistenza e fare ricerca».<br />

«La scelta della Regione è stata e sarà<br />

sempre quella di collaborare con le Università<br />

e le istituzioni scientifiche», ha<br />

detto l’assessore alla Sanità del Lazio,<br />

Vincenzo Saraceni, ricordando che il<br />

policlinico di Tor Vergata rappresenta<br />

uno degli obiettivi strategici della<br />

Giunta.<br />

«Oggi finalmente — ha affermato Storace<br />

— c’è una novità e non solo annunci.<br />

La Regione sta investendo tempo<br />

e ingenti somme per dare risposte doverose<br />

ai cittadini. Spero che il Lazio —<br />

ha aggiunto — diventi terreno di speranze<br />

per tanti malati costretti oggi ad<br />

odissee in giro per il mondo». Grazia<br />

Labate ha ricordato l’impegno del Governo<br />

per «accelerare la conclusione dei<br />

lavori, con uno stanziamento di 120 miliardi».<br />

Il nuovo Polo, ha sottolineato il<br />

sottosegretario alla sanità, «garantirà i<br />

tre grandi compiti di un policlinico: didattica,<br />

ricerca e assistenza».<br />

Realizzare nuovi modelli di integrazione<br />

tra ricerca e assistenza e superare i<br />

vecchi policlinici: questo è l’obiettivo<br />

fondamentale per il ministro dell’Università,<br />

Ortensio Zecchino, che ha ricordato<br />

l’impegno del proprio dicastero nel<br />

sostenere questa nuova struttura del<br />

Centro Sud. «Siamo in una fase di proficua<br />

collaborazione con la Sanità — ha<br />

detto — non tarderemo a registrare un<br />

punto di convergenza con le Regioni.<br />

Voglio però riaffermare la condizione<br />

dei docenti. La funzione assistenziale dei<br />

medici universitari non può infatti comprimere<br />

lo stato giuridico dei docenti».<br />

MADDALENA BUONFIGLIO<br />

RADIO<br />

VATICANA<br />

OM: 1530 kHz - 196 metri<br />

(Per la zona di Roma<br />

anche Onda Media 527 kHz<br />

e FM 93.3 e 105 MHz)<br />

OC: nelle bande 49, 31, 25 e 19 metri<br />

VENERDÌ 12 GENNAIO<br />

00.10: Studio A (stereo): Con voi<br />

nella notte<br />

7.20-15.30-17.30-23-24: Orizzonti Cristiani<br />

7.30: Santa Messa in latino<br />

8-12-14-15-16-18-21-23.30: Radiogiornale<br />

in italiano, spagnolo, portoghese,<br />

francese, inglese, tedesco e polacco<br />

16.30: Incontro della serenità, per<br />

gli infermi - I Concerti del Carlo Felice<br />

di A. Fasano<br />

17: Liturgia delle Ore, celebrazione<br />

dei Vespri in latino<br />

20.20: Programma tedesco: Prisma<br />

Magazin<br />

20.40: Recita del Santo Rosario in<br />

latino<br />

21.30: Programma francese: Histoire<br />

du christianismee 21.50: Programma inglese: Matters<br />

of fact / Against the floor / Where<br />

do we go from here<br />

22.10: Programma spagnolo: Charlas<br />

Biblicas


IN ITALIA<br />

PAGINA<br />

10 .<br />

URANIO La Nato risponde al Governo italiano<br />

No alla moratoria<br />

Sì agli accertamenti<br />

ROMA, 11.<br />

La Nato non vara una moratoria formale<br />

sui proiettili all’uranio impoverito,<br />

come aveva chiesto l'Italia, insieme ad<br />

altri paesi, ieri, dopo la risoluzione della<br />

maggioranza del Senato.<br />

Pur lanciando una vasta «Operazione<br />

chiarezza» per rassicurare i governi e le<br />

opinioni pubbliche che «hanno espresso<br />

legittime preoccupazioni», la Nato, in<br />

sede di Consiglio Atlantico, a Bruxelles,<br />

ha rigettato ieri la mozione italiana pur<br />

garantendo la massima trasparenza sulle<br />

mappe dei siti colpiti (come appunto<br />

aveva richiesto l’Italia) ed assistenza ad<br />

una nuova indagine dell’Unep (Onu) in<br />

Bosnia; raccolta e scambio di tutte le informazioni<br />

esistenti; creazione di un comitato<br />

per studiare i potenziali effetti<br />

nocivi sulla salute di soldati e civili.<br />

«L’Alleanza — ha dichiarato il segretario<br />

generale George Robertson al termine<br />

della riunione — non ha nulla da<br />

nascondere e molto da condividere. Non<br />

esiste alcuna prova medica di un legame<br />

fra le munizioni DU (Depleted Uranium)<br />

ed i casi di leucemia; i rischi sanitari sono<br />

minimi, ma non c’è alcuno spazio<br />

per la compiacenza e la sottovalutazione.<br />

Tutte le domande devono trovare risposta».<br />

L’Italia — che aveva innescato le richieste<br />

di chiarimenti in sede Nato dopo<br />

i trenta casi di morte e malattia di militari<br />

che hanno prestato servizio nei Balcani<br />

— non è riuscita ad ottenere lo<br />

«stop» all’utilizzo dei proiettili DU fino<br />

alla conclusione degli accertamenti<br />

Telefonia fissa:<br />

parte la fase<br />

attuativa<br />

per la completa<br />

liberalizzazione<br />

ROMA, 11.<br />

Parte oggi la fase attuativa dell’accesso<br />

disaggregato alla rete locale, l’ultima<br />

tappa per la completa liberalizzazione<br />

della telefonia fissa che però potrà concretamente<br />

attuarsi solo dopo giugno.<br />

L’Authority per le Comunicazioni, con il<br />

consiglio di ieri, ha infatti fissato il calendario<br />

delle scadenze per l’attuazione<br />

della delibera che dà il via libera al<br />

provvedimento. Un calendario che fissa<br />

l’avvio concreto delle procedure che dovranno<br />

completarsi entro il 7 marzo, dopo<br />

di che Telecom avrà 90 giorni lavorativi<br />

di tempo per predisporre i siti.<br />

Entro il 10 gennaio Telecom Italia è<br />

tenuta a mettere a disposizione dell’Autorità<br />

e degli operatori che ne facciano<br />

richiesta le informazioni sui siti di co-locazione.<br />

Il 24 gennaio è il termine entro<br />

il quale gli operatori interessati dovranno<br />

inviare all’Autorità l’indicazione dei<br />

siti per i quali manifestano interesse insieme<br />

all’indicazione, per ciascun sito,<br />

delle richieste di spazio e del livello di<br />

priorità attribuito alle medesime richieste.<br />

Entro il 7 Febbraio l’Autorità comunicheranno<br />

a Telecom Italia e agli operatori<br />

la graduatoria dei 500 siti che<br />

hanno accolto il maggior numero di manifestazioni<br />

di interesse. Entro il 14 febbraio<br />

gli operatori sono tenuti a inviare<br />

a Telecom Italia le richieste di spazi di<br />

co-locazione sui siti selezionati, comprese<br />

eventuali richieste di servizi accessori<br />

come il prolungamento dell’accesso, secondo<br />

modalità concordate con Telecom<br />

Italia. Il 7 marzo Telecom Italia comunicherà<br />

gli esiti degli studi di fattibilità sui<br />

siti selezionati.<br />

Mutui: sì a tassi al 10%<br />

mentre Bruxelles esamina<br />

il ricorso delle banche<br />

ROMA, 11.<br />

Il Governo è disponibile ad accogliere<br />

proposte di riduzione di due punti secchi<br />

del tasso legale sui mutui prima casa,<br />

ma, sulla complessa vicenda del decreto<br />

legge ora all’esame del Senato,<br />

pende da ieri anche il giudizio della<br />

commissione mercato interno di Bruxelles<br />

che esaminerà il ricorso presentato<br />

dalle banche. In attesa della discussione<br />

parlamentare sul provvedimento — che<br />

prende il via ufficialmente oggi a Palazzo<br />

Madama — la giornata di ieri ha registrato<br />

il sì del Governo, per voce del<br />

ministro del Tesoro Vincenzo Visco, alla<br />

proposta avanzata dai Ds, cioè di ridurre<br />

al 10% il tasso di sostituzione, attualmente<br />

fissato dal decreto 12,21%. Un’apertura<br />

di credito che si tradurrà nella<br />

presentazione di un emendamento al Senato,<br />

ma che non basta all’opposizione.<br />

Il presidente di An Gianfranco Fini ha<br />

bocciato come «riduttiva, limitativa ed<br />

insufficiente» la proposta dei DS. Il percorso<br />

del decreto in Parlamento sembra<br />

tuttavia già tracciato. Sulla base della ricognizione<br />

tecnica della Banca d’Italia<br />

sulla mappa dei mutui saranno presentati<br />

emendamenti migliorativi che tengano<br />

conto di vantaggi più consistenti per i<br />

redditi bassi e le famiglie più esposte.<br />

scientifici. L’opposizione di Usa e Regno<br />

Unito lo ha impedito.<br />

Robertson, di fronte a ripetute sollecitazioni<br />

sui motivi della mancata adozione<br />

di una moratoria, si è limitato ad osservare<br />

che «non ci sono operazioni Nato<br />

in corso nei Balcani che comportino<br />

l’uso di proiettili all’uranio impoverito».<br />

In sostanza, non essendoci ostilità in<br />

corso, l’impiego di questo munizionamento<br />

è di fatto in stato d'inerzia. Ma la<br />

sospensione formale o la sua sostituzione<br />

negli arsenali alleati non è all’ordine<br />

del giorno.<br />

«Dobbiamo basare le nostre analisi sui<br />

fatti — ha insistito Roberston — e non<br />

farci influenzare dalle percezioni legate<br />

alla parola uranio. Queste armi sono<br />

state tecnologicamente provate, contengono<br />

il 40% di uranio in meno di quello<br />

che respiriamo normalmente nell’atmosfera<br />

e sono molto efficaci sul campo di<br />

battaglia».<br />

L’ambasciatore italiano Amedeo De<br />

Franchis ha comunque fatto mettere a<br />

verbale la proposta italiana «in vista di<br />

discussioni» che proseguiranno anche in<br />

futuro.<br />

L'Italia ha colto però risultati concreti<br />

su altri fronti della sua iniziativa, cui si<br />

sono associati negli ultimi giorni la Germania<br />

e diversi altri paesi europei.<br />

Da parte degli esperti della Nato viene<br />

intanto fatto notare che il livello delle<br />

radiazioni emesse dall'uranio impoverito<br />

sono molto al di sotto di quanto consentito<br />

dalla stessa legge italiana in fatto di<br />

radioattività.<br />

Processo Mannino: la difesa<br />

chiede l'acquisizione<br />

delle schede elettorali<br />

PALERMO, 11.<br />

Le schede elettorali con i conteggi<br />

delle preferenze ottenute da Calogero<br />

Mannino nelle consultazioni elettorali<br />

svoltesi tra il 1967 e il 1992 potrebbero<br />

essere acquisite agli atti del processo di<br />

Palermo in cui l’ex ministro è imputato<br />

di concorso in associazione mafiosa.<br />

La richiesta è stata avanzata nell’udienza<br />

di ieri dai legali di Mannino, Volo<br />

e Riela, al presidente della II sezione<br />

penale del tribunale, Leonardo Guarnotta,<br />

che si è riservato di decidere.<br />

«La procura — ha detto il difensore<br />

Grazia Volo — sostiene che i risultati<br />

elettorali dell’on. Mannino siano in stretto<br />

collegamento con la criminalità organizzata;<br />

con queste schede noi invece<br />

riusciremo a dimostrare che il nostro<br />

cliente ha raccolto sempre consensi che<br />

superano ogni previsione ordinaria». Il<br />

riferimento è alle dichiarazioni del «pentito»<br />

Giovanni Brusca, secondo il quale<br />

«a San Giuseppe Jato la mafia era in<br />

grado di movimentare fino a 500 voti,<br />

non di più». «Se vediamo i risultati elettorali<br />

di Mannino — spiega l'avv. Volo<br />

— è evidente che la mafia non avrebbe<br />

mai potuto fare votare centinaia di migliaia<br />

di persone in un ventennio. O tutti<br />

gli elettori forse sono mafiosi?».<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Venerdì 12 Gennaio 2001<br />

NUORO — Attualmente sono 45 i coetanei<br />

della classe 1954 («fedales» in gergo<br />

locale) della cittadina di Sinicola (Diocesi<br />

e provincia di Nuoro) che da anni promuovono<br />

iniziative di solidarietà a favore<br />

dei concittadini disabili. Quest'anno hanno<br />

regalato un pulmino all'Associazione Diocesana<br />

«Insieme» (Adi) per il piccolo Roberto<br />

che ora potrà avvalersi di un mezzo<br />

per poter circolare anche Lui nelle vie<br />

della sua Sinicola.<br />

Questo dono è stato possibile grazie a<br />

RC AUTO Il provvedimento approvato a Montecitorio<br />

Cambiano i risarcimenti<br />

per la micro-invalidità<br />

ROMA, 11.<br />

Con 150 voti favorevoli, 121 contrari e<br />

19 astensioni l’aula di Montecitorio ha<br />

approvato, ieri, in seconda lettura l’articolo<br />

5 del collegato alla Finanziaria del<br />

2000 che regola i criteri di determinazione<br />

dei rimborsi da parte delle assicurazioni<br />

del danno biologico e sul danno<br />

morale negli incidenti d’auto. Diversi<br />

deputati della maggioranza hanno votato<br />

contro, mentre alcuni deputati dell’opposizione<br />

si sono espressi in favore.<br />

Tra gli esponenti della coalizione che<br />

hanno manifestato dissenso c’è il diessino<br />

Antonio Soda, che ha parlato di uno<br />

«scardinamento per legge del principio<br />

di uguaglianza».<br />

In base alla nuova normativa, che<br />

adesso torna al Senato per la terza lettura,<br />

le compagnie di assicurazione risarciscono<br />

il cosiddetto danno biologico derivante<br />

da micro-invalidità permanenti<br />

in base ad un sistema di parametri,<br />

espresso in tabelle, che è uguale per tutti<br />

a prescindere dal reddito e dall’attività<br />

professionale. A questa valutazione si<br />

aggiunge però la possibilità per l’incidentato<br />

di chiedere che siano tenute in<br />

considerazione le «condizioni soggettive»,<br />

cioè le implicazioni che un certo<br />

danno biologico può avere sul singolo<br />

danneggiato. L’esempio portato più di<br />

frequente è quello del pianista, che perde<br />

la falange di un dito. In questo caso<br />

il danno è maggiore del puro e semplice<br />

danno biologico. Per quanto riguarda,<br />

invece, il danno morale, la Camera ha<br />

lasciato piena discrezionalità al giudice.<br />

In aula, infatti, è stata eliminata la soglia<br />

del 25% indicata in un primo mo-<br />

Nuoro: iniziative di solidarietà per i disabili<br />

una lotteria promossa dai «fedales» classe<br />

1954. Il dono è stato presentato in occasione<br />

della festa della Madonna delle<br />

Grazie organizzata dagli stessi «fedales».<br />

La festosa consegna è avvenuta il pomeriggio<br />

del 7 gennaio scorso, ma la giornata<br />

è stata tutta animata dall'entusiasmo<br />

della solidarietà fraterna che quest'anno<br />

aveva raggiunto un obiettivo concreto di<br />

così alto valore cristiano e sociale. La<br />

PSICHIATRIA Chiesto aiuto contro l'abbandono<br />

Il dramma delle famiglie<br />

con malati di mente<br />

ROMA, 11.<br />

L'Italia si scopre improvvisamente, e<br />

quasi con meraviglia, malata. A prendere<br />

per buone — e non c'è purtroppo<br />

motivo di dubitare — le cifre del ministero<br />

della Sanità, quasi 10 milioni di<br />

persone soffrono di disturbi psichiatrici.<br />

In sostanza si tratta di un problema che<br />

coinvolge una famiglia su due. Ma, al di<br />

là delle cifre precise, si tratta di una<br />

realtà ben nota della quale la Conferenza<br />

nazionale sulla malattia mentale apertasi<br />

ieri a Roma non ha fatto altro che<br />

prendere atto.<br />

Si tratta di un disagio spesso subdolo<br />

e diffuso, anche se è vero che nel conteggio<br />

ci sono casi considerati patologicamente<br />

minori, ma pur sempre di dimensioni<br />

allarmanti, che ha comportato,<br />

nell’ultimo anno, una spesa di 1.000<br />

miliardi in medicinali. Ma non è questo<br />

il problema principale (semmai, in tema<br />

di spesa, si deve sottolineare come la<br />

psichiatria era e resta la cenerentola della<br />

sanità). La questione centrale è lo stato<br />

di abbandono delle famiglie dei malati<br />

con patologie serie, costrette a portare<br />

quasi per intero il peso dell'assistenza.<br />

Le cifre fornite dal ministero non dicono<br />

tutta la verità. Perché se è vero<br />

che la rete di assistenza conta oggi 695<br />

centri di salute mentale, 481 centri diurni,<br />

257 day hospital, 320 servizi psichiatrici<br />

di diagnosi e cura, 1.056 strutture<br />

residenziali e 1.132 punti ambulatoriali,<br />

è anche vero che in questa prima conferenza<br />

le associazioni familiari hanno alzato<br />

cartelli per chiedere «fatti». Hanno<br />

raccontato storie di solitudine, solleci-<br />

mento come supplemento massimo da<br />

aggiungere al danno biologico. Nel corso<br />

della votazione il 25% è poi diventato<br />

la soglia minima. Infine, per iniziativa di<br />

vari deputati di entrambi gli schieramenti,<br />

è caduto qualsiasi riferimento al<br />

25%. Sarà quindi il giudice a valutare<br />

caso per caso l’eventuale entità del danno<br />

morale.<br />

Secondo l'Ania, l’Associazione nazionale<br />

fra le imprese assicuratrici, l’innalzamento<br />

dei risarcimenti aggrava «il<br />

problema del “caro polizze Rc auto” e<br />

quindi va contro i veri interessi degli assicurati».<br />

Codice della strada:<br />

in arrivo<br />

la patente «a punti»<br />

ROMA, 11.<br />

Patente a punti e «patentino»<br />

obbligatorio per i conducenti dei<br />

motorini minorenni: sono le principali<br />

novità del nuovo codice della<br />

strada licenziato ieri dalla commissione<br />

Trasporti della Camera.<br />

Lo annuncia il presidente della<br />

commissione Giannantonio Mazzocchin,<br />

relatore del disegno di<br />

legge che è stato integrato con gli<br />

emendamenti derivati anche dai<br />

pareri delle altre commissioni. Il<br />

testo dovrebbe essere approvato<br />

prima della fine della legislatura.<br />

tando una riforma della legge 180. E<br />

pensano che sia necessario intervenire<br />

con forza nei trattamenti obbligatori.<br />

Maria Luisa Zardini, dell’Arap, l’associazione<br />

per la riforma dell’assistenza<br />

psichiatrica, ha parlato della figlia ammalatasi<br />

di schizofrenia a 18 anni. L’unico<br />

tentativo di passare ad una terapia è<br />

avvenuto a Londra. «La trovarono dentro<br />

una casa abbandonata — ha ricordato<br />

la madre — e venne diagnosticata<br />

per la prima volta la sua malattia. Venne<br />

curata per mesi con farmaci che funzionarono<br />

ma una volta tornata a casa<br />

tutto tornò come prima». L’ultimo incidente<br />

risale a pochi giorni fa: «Ha rifiutato<br />

un ricovero ma poi ha vagato senza<br />

che nessuno sapesse dove stava per due<br />

giorni fino al momento in cui è stata<br />

trovata dalle forze di polizia».<br />

Zardini non si ritiene neanche particolarmente<br />

sfortunata. «Ci sono famiglie<br />

che stanno peggio di me — ha raccontato<br />

— con due figli nelle stesse condizioni<br />

della mia. Ma non ci si può trincerare<br />

dietro alla libertà di cura che in questi<br />

casi è pura ipocrisia». Molti malati sono<br />

diventati cronici a causa della mancanza<br />

di interventi precoci e continui. «Non si<br />

possono affidare le cure — ha concluso<br />

il suo intervento fra gli applausi — a chi<br />

non può capire la sua malattia».<br />

Un appello alle istituzioni in primo<br />

luogo, dunque, ma anche una nuova sfida<br />

per le parrocchie, per le associazioni<br />

di volontariato cattolico. Anche l'assistenza<br />

ai malati di mente, e il sostegno<br />

alle loro famiglie, può diventare uno degli<br />

impegni del dopo Giubileo.<br />

mattinata è stata impegnata nella solennissima<br />

celebrazione eucaristica nella<br />

parrocchia di s. Giovanni Battista, presieduta<br />

dal parroco, don Cirillo Vedele, accompagnata<br />

dal coro «Santu Sebastianu»<br />

di Berchidda e da canti sardi di voci famose,<br />

come quelle di Mara Meloni, e Vincenzo<br />

Marinu, dalla chitarra di Giovanni<br />

Puggioni e le «Caneddas» di Giuseppe<br />

Deplano. Nel pomeriggio la consegna del-<br />

MUCCA PAZZA Accertamenti sui dadi da brodo<br />

Disposto lo sblocco del decreto<br />

per l'attivazione dei fondi Ue<br />

ROMA, 11.<br />

In attesa dell’invio da parte della Sanità<br />

dell’elenco ufficiale dei macelli da<br />

dedicare esclusivamente ai capi non testati<br />

destinati alla distruzione, il ministro<br />

delle Politiche agricole, Pecoraro Scanio,<br />

ha dato disposizione al direttore generale<br />

di sbloccare il decreto per l’attivazione<br />

dei fondi comunitari. Il dipartimento<br />

competente dovrà ora fornire all’Agea<br />

(ex Aima), l’organismo che eroga<br />

i soldi, la designazione dei macelli organizzati<br />

e gestiti secondo le disposizioni<br />

comunitarie che impongono strutture<br />

separate da quelle abilitate alla macellazione<br />

per il consumo umano.<br />

«La direzione generale e l’Agea — rileva<br />

una nota delle Politiche agricole —<br />

hanno comunicato che tutti gli altri<br />

adempimenti di stretta competenza del<br />

ministero sono stati già predisposti».<br />

Sembra intanto sgonfiarsi l'allarme in<br />

qualche modo lanciato ieri dal commissario<br />

straordinario per l’emergenza<br />

«mucca pazza», Alborghetti, secondo il<br />

quale il morbo potrebbe rappresentare<br />

un rischio anche per i dadi per il brodo.<br />

«In passato esistevano dei dubbi sul materiale<br />

con cui venivano preparati — ha<br />

dichiarato — oggi non più, perché se un<br />

dado è fatto con la carne di un bovino<br />

superiore ai 30 mesi questo è stato testato<br />

e quindi il dado è garantito. Quanto<br />

ai dadi prodotti prima di questi provvedimenti<br />

bisognerebbe sapere da chi sono<br />

stati fatti e come. È meglio accertarsi<br />

della provenienza. In questi casi la prudenza<br />

non è mai troppa».<br />

Ma sia il direttore del laboratorio alimenti<br />

dell’Istituto superiore di sanità,<br />

Sbarchi di clandestini: fermati scafisti con droga<br />

LECCE — Sono oltre 150 gli immigrati clandestini trovati fra mercoledì e<br />

giovedì sulle coste del Salento. Agenti e militari hanno anche sequestrato<br />

due gommoni e 5 chilogrammi di eroina e arrestato due scafisti. Le forze<br />

dell'ordine hanno bloccato 100 curdi provenienti dalla Turchia e dall'Iraq, 30<br />

albanesi e un gruppo di 28 persone delle quali non sono state rese note le<br />

nazionalità. Tutti sono stati condotti nel centro di accoglienza temporanea<br />

«Don Tonino Bello» di Otranto dove sono stati identificati e rifocillati. L’arresto<br />

degli scafisti è avvenuto dopo un inseguimento in mare di un gommone<br />

dal quale erano appena sbarcati gli extracomunitari. Sull'imbarcazione<br />

c’erano 5 chili di eroina, per un valore commerciale di 7-8 miliardi di lire.<br />

Frana sull'autostrada Napoli-Salerno: 2 feriti lievi<br />

SALERNO — Per una frana sull'autostrada Napoli-Salerno è stata chiusa<br />

giovedì la corsia nord, nel tratto fra Salerno e Vietri sul Mare. Lo smottamento<br />

ha coinvolto una macchina con due persone a bordo, rimaste lievemente<br />

ferite. In direzione sud si transita a una sola corsia. I veicoli devono<br />

imboccare l'«A3» al casello di Vietri.<br />

Azienda bresciana rapinata da 10 banditi armati<br />

BRESCIA — Ammonta a circa un miliardo di lire il bottino di una rapina<br />

messa a segno giovedì da una decina di uomini armati in un magazzino di<br />

elettrodomestici e apparecchiature hi-fi di Castenedolo, alle porte di Brescia.<br />

Secondo la ricostruzione della squadra mobile della questura, il commando,<br />

armato di pistola, è entrato in azione intorno alle 6. I rapinatori<br />

hanno rinchiuso in un bagno i tre operai presenti nel magazzino e, su un<br />

camion a bordo del quale erano giunti sul posto, hanno caricato elettrodomestici,<br />

telefonini cellulari e apparecchiature stereo per un valore di circa<br />

un miliardo. Poi se ne sono andati facendo perdere le loro tracce.<br />

Poste: ipotesi di accordo sul rinnovo del contratto<br />

ROMA — Le Poste e i sindacati hanno raggiunto un’ipotesi di accordo per il<br />

rinnovo del contratto. Lo ha annunciato giovedì il vicesegretario della Uil-<br />

Post, Ciro Amicone. L’aumento salariale è pari a 160.000 lire (110.000 di aumento<br />

e 50.000 di decontribuzione). A queste vanno aggiunte 25.000 lire per<br />

chi aderirà al fondo di previdenza integrativa. Il nuovo contratto riguarda<br />

170.000 lavoratori.<br />

le chiavi del pulmino al capogruppo dell'Adi<br />

Graziano Geranio, da parte del comitato<br />

«fedales» della leva 1954 il cui motto<br />

è «Aiutare chi aiuta». Nello spirito di questa<br />

solidarietà è da vari anni che i volontari<br />

dell'Adi dedicano una giornata speciale<br />

ai malati disabili, con il nobile intento<br />

di far loro trascorrere una giornata diversa,<br />

che possa fare quasi dimenticare la<br />

sofferenza che da sempre li affligge.<br />

GIOVANNI M. COSSU<br />

STADI Modificato il ddl in commissione Camera<br />

Nuove e vecchie proposte<br />

per ridurre la violenza<br />

ROMA, 11.<br />

La commissione Giustizia della Camera,<br />

dopo gli episodi drammatici registrati<br />

negli stadi negli ultimi giorni, torna<br />

oggi ad occuparsi del provvedimento<br />

che intende reprimere o almeno ridurre<br />

i fenomeni di violenza nell'ambito di<br />

manifestazioni sportive.<br />

Il relatore, Vincenzo Siniscalchi (Ds),<br />

ha sollecitato il trasferimento del provvedimento<br />

alla sede legislativa. Il testo,<br />

in seguito a recenti modifiche che devono<br />

ancora essere approvate, stabilisce<br />

tra l'altro che i soggetti tesserati da federazioni<br />

sportive saranno puniti con la<br />

reclusione da sei mesi a due anni se<br />

commettono atti di violenza o istigazioni<br />

alla violenza verso altri sportivi o spettatori.<br />

Se tali atti sono accompagnati da<br />

«espressioni ingiuriose afferenti la razza,<br />

l’etnia, la nazionalità o la religione» la<br />

pena aumenta (da 1 a 4 anni). I reati saranno<br />

perseguibili d’ufficio.<br />

Un sub-emendamento — e qui la novità<br />

più eclatante — stabilisce poi la punibilità<br />

dell’arbitro o del guardialinee<br />

che, avendo avuto notizia di uno di questi<br />

reati nell’esercizio delle sue funzioni,<br />

omette o ritarda la relativa denuncia. In<br />

questi casi si applicherebbe la pena dell’art.<br />

361 del codice penale.<br />

Tale possibilità lascia sconcertato il<br />

presidente dell’Associazione italiana arbitri,<br />

Lanese, secondo il quale «non è<br />

possibile chiedere a un arbitro di calcio<br />

di controllare tutto ciò che gli accade intorno<br />

sul campo e anche sugli spalti»,<br />

Aureli, che le principali marche che distribuiscono<br />

il prodotto affermano che<br />

non ci sono pericoli perché, a parte i rigorosi<br />

controlli, «da sempre i dadi da<br />

brodo e gli altri prodotti derivati sono<br />

fatti con estratto di carne proveniente<br />

da bovini allevati in Argentina e in altri<br />

Paesi dell'America Latina (non a rischio<br />

Bse)». Inoltre l’estratto di carne è ottenuto<br />

da muscolo bovino disossato e<br />

sgrassato senza l’utilizzo di quelle parti<br />

(cervello, spina dorsale, eccetera) nelle<br />

quali si annida il prione dell’encefalopatia<br />

spongiforme.<br />

Proteste<br />

dei disoccupati<br />

napoletani<br />

NAPOLI, 11.<br />

Due manifestazioni di disoccupati<br />

si sono svolte ieri a tarda sera<br />

a Napoli davanti alla sede della<br />

Regione Campania, in via Santa<br />

Lucia, e in piazza Municipio. I sitin<br />

di protesta, controllati dalle forze<br />

dell'ordine, non hanno dato<br />

luogo ad incidenti. Mentre un migliaio<br />

di aderenti al Coordinamento<br />

di lotta per il lavoro di Napoli e<br />

Acerra e ad altre liste stazionavano<br />

in strada, le loro delegazioni<br />

hanno incontrato il presidente della<br />

Regione, Bassolino, e l’assessore<br />

alle Politiche sociali, Buffardi.<br />

quando «su ogni campo c’è un funzionario<br />

di polizia».<br />

Lanese ricorda che gli arbitri già ora<br />

denunciano episodi oltraggiosi o violenti<br />

(«lo fanno con il loro referto»). Inoltre,<br />

sempre secondo Lanese, «l’art. 361 del<br />

codice penale con cui verrebbero puniti<br />

gli arbitri si riferisce a pubblici ufficiali.<br />

E gli arbitri non lo sono».<br />

Di tutto questo il presidente dell'Aia<br />

parlerà oggi col commissario della Figc<br />

e con il presidente del Coni.<br />

A incontrare i vertici dello sport sarà<br />

anche il ministro dell'Interno, Bianco,<br />

secondo il quale contro la violenza «ci<br />

deve essere uno sforzo di tutti, fino ad<br />

individuare ogni possibile intervento e<br />

anche forme estreme di sanzione».<br />

Per il ministro «occorre voltare pagina,<br />

individuando nuove forme di azione<br />

che garantiscano legalità e ordine pubblico».<br />

Comunque, sempre secondo<br />

Bianco, nella prevenzione e repressione<br />

di fenomeni di intolleranza sportiva non<br />

mancano «risultati positivi».<br />

Per il sottosegretario all’Interno, Massimo<br />

Brutti, contro la violenza negli stadi<br />

occorre isolare i violenti «che non sono<br />

molti e punirli, per garantire che le<br />

partite si svolgano in presenza del pubblico».<br />

Un obiettivo per raggiungere il<br />

quale è necessaria «una grande collaborazione<br />

da parte delle società sportive».<br />

Per quanto riguarda la legge sulla sicurezza<br />

negli stadi, attualmente all’esame<br />

del Parlamento, Brutti ha aggiunto:<br />

«Credo che ci sia la possibilità di farla<br />

diventare legge nei termini utili, prima<br />

cioè della fine della legislatura».<br />

Ancora gravissimi<br />

due degli operai<br />

dopo l'esplosione<br />

nel lanificio biellese<br />

BIELLA, 11.<br />

Due degli operai feriti nell'esplosione<br />

del lanificio, dopo essere stati medicati<br />

all’ospedale di Biella, sono stati già dimessi,<br />

le condizioni di altri due sono in<br />

netto miglioramento mentre sei restano<br />

gravi. In particolare due di questi ultimi<br />

versano in condizioni molto critiche perché<br />

hanno riportato ustioni sul 85% del<br />

corpo.<br />

Ieri pomeriggio, intanto, i 350 lavoratori<br />

della fabbrica, che da ieri sera sono<br />

stati messi in libertà, si sono riuniti in<br />

assemblea e si sono detti disponibili a<br />

prestare la loro opera affinché la fabbrica,<br />

tuttora sotto sequestro, possa riprendere<br />

al più presto l’attività.<br />

Intanto, fra le ipotesi sulla sciagura, si<br />

fa anche quella per cui l'esplosione potrebbe<br />

essere stata causata dallo sviluppo<br />

di biogas nell’area di stoccaggio dei<br />

residui di lavorazione. Il gas, del tutto<br />

inodore, sarebbe filtrato senza che nessuno<br />

se ne accorgesse fino alla zona dove<br />

è avvenuta la deflagrazione. I rilievi<br />

compiuti dagli esperti della polizia scientifica<br />

di Torino e dai tecnici dei Vigili<br />

del Fuoco avrebbero escluso l’ipotesi di<br />

una bomba, visto che non è stato trovato<br />

alcun cratere. Restano aperte invece<br />

strade come il guasto di un macchinario<br />

che potrebbe essere andato in pressione<br />

fino a scoppiare, oppure, per rimanere<br />

al biogas, quella di una infiltrazione di<br />

tale sostanza da una vicina ex discarica.<br />

Ad avvalorare una simile ipotesi c’è un<br />

triste precedente nella stessa zona: nel<br />

dicembre ’95 un artigiano edile morì in<br />

una improvvisa deflagrazione avvenuta<br />

nel suo cascinale, nei pressi della discarica<br />

di San Giacomo di Masserano.


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Anno CXLI - N. 9 (42.647) CITTÀ DEL VATICANO Sabato 13 Gennaio 2001<br />

CREDENZIALI Giovanni Paolo II al nuovo Ambasciatore<br />

L'Ordine di Malta continui<br />

a chinarsi sulle ferite dell'uomo<br />

MEDIO ORIENTE Riaperto l'aeroporto di Gaza<br />

Riprendono i colloqui<br />

tra israeliani e palestinesi<br />

TEL AVIV, 12.<br />

Seppur tra numerose difficoltà, ieri<br />

israeliani e palestinesi sono tornati al tavolo<br />

delle trattative. Al termine di una<br />

riunione al valico di Erez durata tutta la<br />

notte, stamani i negoziatori hanno annunciato<br />

che i colloqui proseguiranno<br />

nei prossimi due giorni.<br />

In queste ore si stanno preparando<br />

nuovi incontri ad alto livello che probabilmente<br />

si terranno con la mediazione<br />

degli Stati Uniti. Il Ministro degli esteri<br />

israeliano, Shlomo Ben Ami, che ieri si<br />

trovava nella capitale francese per una<br />

serie di consultazioni, ha annullato tutti<br />

i colloqui in programma, tra i quali uno<br />

con il Segretario di Stato Usa, Madeleine<br />

Albright, ed è rientrato precipitosamente<br />

in patria per quelle che l’ufficio<br />

del Premier Ehud Barak ha definito «urgenti<br />

consultazioni». Fonti governative si<br />

sono espresse con ottimismo circa le<br />

prospettive di importanti sviluppi positivi<br />

nel processo di pace, ma non sono<br />

scese in particolari.<br />

Il Capo della delegazione dell'Autorità<br />

Palestinese (Ap), Yasser Abed Rabbo, ha<br />

sottolineato che le trattative si incentreranno<br />

sulle proposte del Presidente degli<br />

Stati Uniti, Bill Clinton. Nei giorni scorsi<br />

il piano era stato respinto dall'Ap, ma al<br />

momento sembra che il gradimento palestinese<br />

sia aumentato. L'Ap, ha precisato<br />

Rabbo, non ha però intenzione di<br />

accettare una semplice dichiarazione di<br />

principi e intende «arrivare a un accordo<br />

di pace globale e particolareggiato<br />

con garanzie internazionali sulla sua applicazione».<br />

I tempi delle trattative appaiono però<br />

ancora indefiniti. Secondo Ben Ami, infatti,<br />

al momento non si può raggiungere<br />

un accordo definitivo, ma si devono<br />

stabilire i principi per proseguire i negoziati<br />

dopo il 20 gennaio, quando alla Casa<br />

Bianca si insedierà il Presidente eletto,<br />

George W. Bush. «L’obiettivo dei<br />

prossimi incontri — ha dichiarato Dani<br />

Yatom, consigliere per la sicurezza di<br />

Barak — è prima di tutto quello di assicurare<br />

la fine delle violenze, del terrorismo<br />

e della sovversione». Risolte queste<br />

questioni, ha aggiunto, si potrà verificare<br />

se «nell’ultima settimana della presidenza<br />

Clinton sia possibile fare qualcosa<br />

che assicuri in futuro il proseguimento<br />

dei negoziati».<br />

Lo stesso Clinton ha ammesso ieri<br />

che il compito di raggiungere un accordo<br />

di pace fra israeliani e palestinesi ricade<br />

ormai su Bush, ritenendo improbabile<br />

che un'intesa venga firmata durante<br />

l'ultima settimana della sua presidenza.<br />

Il Capo della Casa Bianca ha però sottolineato<br />

come sia «decisamente significativo,<br />

benché ciò sia giunto sei giorni più<br />

tardi di quanto io volessi, che i palestinesi<br />

abbiano accettato in linea di principio<br />

i “parametri”» del piano di pace<br />

americano.<br />

Intanto la tensione rimane tesa nei<br />

Territori, anche se alcuni segnali di distensione<br />

si sono registrati negli ultimi<br />

giorni. Un'importante arteria della Striscia<br />

di Gaza è stata riaperta due giorni<br />

fa, e subito dopo è ripreso il pattugliamento<br />

congiunto di alcune zone da parte<br />

di militari israeliani e agenti dell'Ap.<br />

L'iniziativa era stata sospesa ai primi di<br />

ottobre a seguito delle violenze scoppiate<br />

il 28 settembre, che hanno causato<br />

non meno di trecentosettanta morti.<br />

Israele ha inoltre accettato di ridurre<br />

il blocco totale imposto alle città palestinesi,<br />

che ha provocato gravissime perdite<br />

per l'economia dei Territori impedendo<br />

ai pendolari di recarsi al lavoro. Tel<br />

Aviv ha inoltre concesso il passaggio ai<br />

palestinesi presso quattro valichi di confine<br />

nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania.<br />

Stamani, inoltre, le autorità israeliane<br />

hanno ordinato la riapertura dell’aeroporto<br />

di Gaza. Lo ha detto il direttore<br />

dello scalo, Sulaiman Abu Haleeb, precisando<br />

che in giornata partiranno voli<br />

per la Giordania e per l’Egitto, mentre<br />

un aereo è atteso da Amman. Al momento,<br />

ha aggiunto il responsabile,<br />

Israele ha concesso l’autorizzazione a<br />

far funzionare lo scalo solo durante le<br />

ore del giorno. Dall'inizio della rivolta<br />

Israele ha chiuso l’aeroporto di Gaza<br />

quattro volte.<br />

Sul terreno si sono comunque registrati<br />

scontri a fuoco sporadici, in uno<br />

dei quali ad Hebron un palestinese è<br />

stato ucciso dai soldati israeliani. Fonti<br />

militari israeliane hanno inoltre riferito<br />

di combattimenti con militanti palestinesi<br />

al valico di Karni e a Sud di Gaza. In<br />

Cisgiordania, una sparatoria notturna ha<br />

avuto luogo nella zona compresa fra la<br />

cittadina palestinese di al Bireh e il vicino<br />

insediamento ebraico di Psagot. A<br />

Betlemme colpi di arma da fuoco sono<br />

stati esplosi contro un’automobile israeliana<br />

di passaggio.<br />

Polonia: proposta<br />

di legge per restituire<br />

i beni immobili<br />

nazionalizzati<br />

VARSAVIA, 12.<br />

Dieci anni dopo la fine del comunismo<br />

in Polonia, il Sejm (Camera dei deputati)<br />

ha approvato ieri — riferisce<br />

l'«Ansa» — un disegno di legge che prevede<br />

la restituzione agli ex proprietari<br />

del 50 per cento dei beni immobili nazionalizzati<br />

dal regime comunista fra il<br />

1944 e il 1962.<br />

A favore della legge sulla «riprivatizzazione»<br />

si sono pronunciati 225 deputati;<br />

i voti contrari sono stati 189 e le astensioni<br />

cinque.<br />

La proposta di legge, che passa ora al<br />

dibattito e al voto del Senato e al vaglio<br />

del Presidente della Repubblica, stabilisce<br />

la restituzione «in natura ove possibile»<br />

oppure sotto forma di «buoni di riprivatizzazione»<br />

del 50 per cento del valore<br />

del patrimonio agli ex proprietari (o<br />

ai loro eredi diretti), i quali al momento<br />

della espropriazione e fino al 31 dicembre<br />

del 1999 avevano il passaporto polacco.<br />

Secondo le stime, sulla base del provvedimento<br />

dovrebbe essere redistribuita<br />

circa la metà del patrimonio del Tesoro<br />

dello Stato. Non torneranno ai proprietari<br />

di prima né i boschi né i territori<br />

compresi nei parchi nazionali né, infine,<br />

gli edifici considerati importanti per il<br />

patrimonio culturale nazionale.<br />

La legge è stata proposta dal Governo<br />

di centro-destra guidato da Jerzy Buzek<br />

in seguito alle pressioni delle associazioni<br />

degli ex proprietari, tra i quali quelli<br />

di origine ebraica che l’anno scorso hanno<br />

avviato un’azione legale anche presso<br />

un tribunale americano.<br />

JUGOSLAVIA Belgrado invita i ricercati per crimini di guerra a costituirsi al Tpi<br />

Verso la normalizzazione con l'Albania<br />

BELGRADO, 12.<br />

Il Governo della Repubblica Federale<br />

di Jugoslavia si è pronunciato ieri per la<br />

normalizzazione politica con l'Albania,<br />

l'unico Paese balcanico con il quale Belgrado<br />

non ha riallacciato le relazioni diplomatiche.<br />

In un comunicato diffuso<br />

dall'agenzia ufficiale «Tanjug» si legge<br />

che la rottura con l'Albania era avvenuta<br />

«per il sostegno attivo e la partecipazione<br />

di questo Paese all'aggressione<br />

della Nato contro la Jugoslavia, oltre<br />

che per le mire di Tirana sul Kosovo».<br />

La decisione di normalizzare le relazioni<br />

con l'Albania — sottolinea la nota — «è<br />

dovuta alla determinazione del nostro<br />

Paese di risolvere attraverso il dialogo<br />

tutte le questioni bilaterali», ma è stata<br />

adottata «anche in considerazione di segnali<br />

di un atteggiamento nuovo del Governo<br />

di Tirana sulle questioni bilaterali<br />

in sospeso».<br />

Il Governo albanese ha accolto con<br />

soddisfazione la presa di posizione di<br />

Belgrado. «Sulla base di questa notizia<br />

— ha dichiarato poche ore dopo il portavoce<br />

del ministero degli esteri, Sokol<br />

Gjoka — il Governo albanese esprime<br />

ancora una volta la sua disponibilità alla<br />

ripresa dei rapporti diplomatici, sottoli-<br />

«I Membri dell'Ordine continuino a chinarsi sulle ferite dell'uomo<br />

per versarvi l'olio della compassione e il balsamo della<br />

carità». Lo sottolinea Giovanni Paolo II nel discorso al nuovo<br />

Ambasciatore del Sovrano Militare Ordine di Malta presso la<br />

Santa Sede, S.E. il Signor Alberto Leoncini Bartoli, il quale,<br />

nella mattina di venerdì 12 gennaio, ha presentato le Lettere<br />

Credenziali con cui viene accreditato nell'alto ufficio. Il Papa<br />

sottolinea che la fedeltà all'ideale evangelico ed al Successore<br />

di Pietro è costata a numerosi Membri dell'Ordine «non poco<br />

sangue ed adorna ancora oggi di onore il vostro stendardo». Il<br />

Santo Padre evidenzia che l'incontro con il nuovo Ambasciatore<br />

si svolge a pochi giorni dalla chiusura del Grande Giubileo,<br />

che ha visto anche i Membri dell'Ordine «prodigarsi nell'assistere<br />

i pellegrini e nel dispiegare generosamente mezzi ed<br />

energie per venire incontro alle loro necessità». «Desidero,<br />

pertanto, — afferma Giovanni Paolo II — far giungere, per<br />

Suo tramite, ai tanti volontari ed operatori del Sovrano Militare<br />

Ordine di Malta il mio vivo ringraziamento per così premuroso<br />

servizio». Al contempo il Papa sottolinea che «alle aspre<br />

durezze della competizione “senza cuore” e “senza misericordia”,<br />

l'azione dell'Ordine, mai scoraggiata né trattenuta da alcun<br />

impedimento, continui ad essere quella di “Ospitalieri”,<br />

cioè di uomini e donne di fede con un cuore ricco di misericordia,<br />

generosi e intrepidi nella difesa delle ragioni e dei diritti<br />

dei poveri». Il Santo Padre chiede poi all'Ordine di «intensificare»<br />

gli interventi di solidarietà e di condivisione conformi<br />

alla propria missione, considerando il contesto odierno, dove<br />

«i meccanismi impersonali di grandi trasformazioni economiche<br />

e tecnologiche contribuiscono ad arricchire chi ha già dalla<br />

sua le maggiori fortune».<br />

Pagina 5<br />

neando che essa serve agli interessi dei<br />

due Paesi e, più in generale, al rafforzamento<br />

della comprensione, della collaborazione,<br />

della sicurezza e della stabilità»<br />

in tutta la regione balcanica.<br />

Nessuna schiarita, invece, sul versante<br />

dei rapporti interni alla Jugoslavia,<br />

formata — com'è noto — dalle Repubbliche<br />

di Serbia e di Montenegro. Ieri,<br />

infatti, il vice-Premier montenegrino<br />

Dragisa Burzan ha respinto la proposta<br />

di trasformazione della Federazione<br />

avanzata il giorno prima dal Presidente<br />

federale Vojislav Kostunica. «È una piattaforma<br />

— ha dichiarato all'agenzia di<br />

stampa «Montenafax» — che sostanzialmente<br />

ricalca, con poche e marginali<br />

modifiche, la Costituzione del 1992 e<br />

che si è già dimostrata irrealistica e<br />

inaccettabile». Il Governo di Podgorica,<br />

peraltro, non si è ancora pronunciato<br />

ufficialmente, ma le reazioni dei partiti<br />

della maggioranza sono state negative.<br />

Per quanto riguarda la Serbia, la «coalizione<br />

democratica» (Dos) al potere sta<br />

elaborando una propria piattaforma che<br />

sarà resa nota subito dopo la formazione<br />

del nuovo Governo.<br />

La proposta elaborata da Kostunica<br />

— riferisce l'«Ansa» — elimina dalla Co-<br />

Nulla<br />

è più come prima<br />

Piazza San Pietro: 2 gennaio 2000: Il gioioso incontro con i bambini, «festosa avanguardia» dei pellegrini del Grande Giubileo<br />

stituzione federale i controversi emendamenti<br />

accentratori introdotti l'anno<br />

scorso da Slobodan Milosevic, ma è lontana<br />

dalle richieste del Presidente montenegrino<br />

Milo Djukanovic. Quest'ultimo<br />

ha presentato un piano per trasformare<br />

la Federazione in una Unione di due<br />

Stati indipendenti, ciascuno dei quali titolare<br />

di un seggio all'Onu. Alle competenze<br />

dell'Unione sarebbero riservati solo<br />

tre settori relativi alla politica estera,<br />

alla difesa e alla moneta.<br />

Il Ministro federale della giustizia,<br />

Momcjlo Grubac, ha invitato ieri le persone<br />

ricercate dal Tribunale penale internazionale<br />

(Tpi) per i crimini di guerra<br />

e contro l'umanità commessi nella ex<br />

Jugoslavia a presentarsi ai giudici dell'Aja,<br />

seguendo l'esempio dell'ex Presidente<br />

serbo-bosniaca Biljana Plavsic che si è<br />

costituita mercoledì scorso. Tra i ricercati<br />

figurano Slobodan Milosevic e l'ex<br />

leader serbo-bosniaco Radovan Karadzic.<br />

Ieri la Plavsic è comparsa per la prima<br />

volta davanti alla Corte dell'Aja, che<br />

le ha contestato nove capi d'imputazione,<br />

compreso il genocidio. Per ognuno<br />

di essi la donna si è dichiarata «non colpevole».<br />

“<br />

...Come non ricordare il tono<br />

festoso del primo grande<br />

incontro dedicato ai bambini?<br />

Iniziare con loro, significava<br />

in certo modo rispettare<br />

il monito di Gesù:<br />

«Lasciate che i bambini vengano<br />

a me» (Mc 10, 14).<br />

Significava forse ancor più<br />

ripetere il gesto che egli compì,<br />

quando «pose in mezzo»<br />

un bambino e ne fece<br />

il simbolo stesso<br />

dell'atteggiamento da assumere,<br />

se si vuole entrare nel Regno<br />

di Dio (cfr Mt 18, 2-4).<br />

Così, in un certo senso,<br />

è sulle orme dei bambini<br />

che sono venuti a chiedere<br />

la misericordia giubilare<br />

le più varie categorie di adulti...<br />

Dalla Lettera Apostolica NOVO MILLENNIO INEUNTE<br />

NOSTRE INFORMAZIONI<br />

Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza Sua Eminenza<br />

Reverendissima il Signor Cardinale Camillo Ruini, Suo Vicario Generale<br />

per la Diocesi di Roma e Presidente della Conferenza Episcopale<br />

Italiana.<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza le Loro Eccellenze<br />

Reverendissime i Monsignori:<br />

— Giuseppe Lazzarotto, Arcivescovo titolare di Numana, Nunzio<br />

Apostolico in Irlanda;<br />

— CarmeloJuanGiaquinta, Arcivescovo di Resistencia (Argentina);<br />

— Jozef Zlatnanský, Vescovo titolare di Montefiascone, Segretario<br />

della Commissione interdicasteriale permanente per la Chiesa in Europa<br />

Orientale.<br />

Chiusura<br />

della Porta Santa<br />

nelle Diocesi italiane<br />

Pagina 7<br />

-<br />


DAL MONDO<br />

MARIO AGNES<br />

Direttore responsabile<br />

PAGINA<br />

Burundi:<br />

passi avanti<br />

sulla strada<br />

della pace<br />

BUJUMBURA, 12.<br />

Il Governo del Burundi e le<br />

«forze per la difesa della democrazia»<br />

(Fdd, il principale movimento<br />

ribelle Hutu) si sono impegnati a<br />

intavolare negoziati diretti per<br />

porre fine alla guerra civile che<br />

devasta il Paese dal 1993. La decisione<br />

è stata presa dalle parti interessate<br />

dopo i colloqui svoltisi<br />

martedì scorso a Libreville (Gabon)<br />

tra il Presidente burundese<br />

Pierre Buyoya e il leader delle<br />

Fdd, Jean-Bosco Ndayikengurukiye.<br />

L'incontro è stato organizzato<br />

dai Presidenti del Gabon, Omar<br />

Bongo, e della Repubblica Democratica<br />

del Congo (Rdc, ex Zaire),<br />

Laurent-Désiré Kabila.<br />

È stato annunciato che delegazioni<br />

del Governo di Bujumbura e<br />

del gruppo armato si incontreranno<br />

quanto prima per stabilire il<br />

calendario delle trattative.<br />

La guerra civile oppone il Governo<br />

e l'esercito, dominati dalla<br />

minoranza Tutsi, ai gruppi armati<br />

dell'etnia rivale degli Hutu, che<br />

rappresentano l'85 per cento della<br />

popolazione burundese. Il 28 agosto<br />

scorso, il Governo, il Parlamento<br />

e le forze politiche delle<br />

due comunità hanno firmato ad<br />

Arusha (Tanzania) un trattato di<br />

pace, che è rimasto però lettera<br />

morta per la mancata adesione<br />

dei movimenti ribelli Hutu.<br />

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2 .<br />

MUCCA PAZZA Drastica diminuzione dei consumi<br />

Scoperti altri casi<br />

in Germania e in Olanda<br />

BERLINO, 12.<br />

Nuovi casi di «mucca pazza» si sono<br />

registrati in Germania e in Olanda.<br />

Le autorità tedesche hanno confermato<br />

ieri che uno dei due bovini sotto osservazione<br />

nel Baden-Wuerttemberg è<br />

affetto da «Encefalopatia spongiforme<br />

bovina» (Bse). Sale così a undici il numero<br />

dei capi colpiti dal virus.<br />

Sei casi si erano finora riscontrati in<br />

Baviera, due nello Schleswig-Holstein e<br />

due in Bassa Sassonia. Restano sotto osservazione<br />

altri sei casi sospetti: due in<br />

Assia, uno nel Baden-Wuerttemberg,<br />

uno in Baviera, uno in Meclemburgo e<br />

uno nello Schleswig-Holstein. L’emergenza<br />

«mucca pazza» sta avendo effetti<br />

devastanti sul mercato della carne tedesca.<br />

La paura e il sospetto è all’origine<br />

del crollo verticale nei consumi.<br />

Sul piano politico la «crisi-Bse» ha<br />

causato la sostituzione di due ministri<br />

dimissionari e ha creato una netta contrapposizione<br />

tra Governo e associazioni<br />

agricole. Il Cancelliere Schroeder ha annunciato<br />

una serie di cambiamenti nei<br />

criteri di produzione agricola. In futuro,<br />

ha detto, verranno preferiti prodotti naturali<br />

e ecologicamente più sani rispetto<br />

alla tradizionale produzione industriale.<br />

La dichiarazione ha suscitato dure reazioni<br />

in seno alle associazioni degli agricoltori.<br />

Intanto in Olanda le autorità hanno<br />

accertato il nono caso di Bse. Lo ha annunciato<br />

ieri il Ministero dell’agricoltura<br />

precisando che il bovino affetto dal morbo,<br />

di sette anni, è morto in dicembre<br />

in un allevamento di Olst. Dopo il decesso<br />

la carcassa è stato sottoposta a controlli<br />

che hanno dato esito positivo. Gli<br />

altri centoventotto capi dello stesso allevamento,<br />

ha riferito il Ministro, sono<br />

stati abbattuti. Il primo caso di «mucca<br />

pazza» in Olanda risale al 21 marzo del<br />

1997. Dallo scorso 2 gennaio, tutti i capi<br />

bovini a partire dai trenta mesi di età<br />

sono sottoposti a un programma di test<br />

anti-Bse, così come disposto dalla Unione<br />

Europea (Ue).<br />

Anche in Slovenia la paura del morbo<br />

della «mucca pazza» ha fatto diminuire<br />

drasticamente i consumi. L’associazione<br />

nazionale dei produttori di carne ha reso<br />

noto che le vendite sono scese del 40<br />

per cento. L’ex Repubblica jugoslava,<br />

che fa parte del gruppo di Paesi in attesa<br />

di entrare nell’Ue, non ha finora registrato<br />

alcun caso di animale affetto dal<br />

morbo e ha già vietato l'uso di farine<br />

animali. Da alcuni giorni nel Paese sono<br />

stati avviati i controlli sui capi con oltre<br />

trenta mesi di vita.<br />

La stessa drastica diminuzione dei<br />

consumi si è registrata in Slovenia nel<br />

1996 alle prime notizie sul morbo. Da<br />

quell'epoca vige il divieto di importazione<br />

di carne da Paesi dove si sono verificati<br />

casi di «mucca pazza».<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Sabato 13 Gennaio 2001<br />

CONAKRY — L'organizzazione umanitaria<br />

«Ospedale senza frontiere» (Hsf) ha<br />

lanciato mercoledì un appello alla comunità<br />

internazionale per ottenere finanziamenti<br />

nella lotta contro un'epidemia di<br />

febbre gialla, che è scoppiata in Guinea<br />

nel settembre scorso e ha già provocato<br />

circa duecento decessi. In un comunicato<br />

pubblicato a Parigi, dove ha sede, l'organizzazione<br />

non governativa ha indicato<br />

che i bisogni prioritari riguardano le strutture<br />

sanitarie, il personale medico e para-<br />

ECUADOR Contro i rincari decisi dal Governo<br />

La protesta si estende<br />

in tutto il Paese<br />

QUITO, 12.<br />

Si estendono in Ecuador<br />

le proteste contro i<br />

rincari decisi dal Governo<br />

del Presidente Noboa.<br />

Come segnala l'agenzia<br />

di lingua spagnola<br />

«Efe», anche ieri centinaia<br />

di studenti hanno<br />

dimostrato nei pressi<br />

dell'Università centrale e<br />

della zona commerciale<br />

della capitale, Quito, ma<br />

sono stati dispersi dalla<br />

polizia che ha fatto uso<br />

di gas lacrimogeni. Come<br />

nei giorni passati, i<br />

manifestanti hanno protestato<br />

contro i rincari di<br />

alcune tariffe quali quelle<br />

della benzina, del gas<br />

per uso domestico e dei<br />

mezzi di trasporto.<br />

Manifestazioni si sono svolte anche in<br />

altri centri del Paese. La più violenta —<br />

secondo quanto segnala ancora l'«Efe»<br />

— ha avuto luogo nella città andina di<br />

Cuenca (nel Sud), dove centinaia di giovani<br />

si sono duramente scontrati con la<br />

polizia e dove almeno nove autobus sono<br />

stati bloccati dai dimostranti. Nella<br />

città di Ibarra, nella regione settentrionale<br />

del Paese, i manifestanti hanno invece<br />

più volte tentato di mettere in atto<br />

dei blocchi stradali lungo la «Panamericana»<br />

che attraversa l'Ecuador da Nord<br />

a Sud. Anche in questo caso l'intervento<br />

delle forze dell'ordine ha disperso la folla<br />

di dimostranti.<br />

Nel capoluogo della provincia di Carchi,<br />

Tulcán, al confine con la Colombia,<br />

le manifestazioni e gli incidenti che sono<br />

seguiti hanno imposto la chiusura degli<br />

esercizi commerciali, mentre a Latacunga,<br />

città a circa 90 chilometri dalle capitale,<br />

le autorità municipali hanno deciso<br />

la chiusura delle scuole. Dimostrazioni<br />

si sono verificate anche nelle città di<br />

Portoviejo e di Guayaquil. Per il 21 di<br />

questo mese le organizzazioni sindacali<br />

e delle etnie indigene hanno indetto una<br />

nuova giornata di «mobilitazione nazionale»<br />

Usa: George W. Bush completa<br />

le nomine dell'Amministrazione<br />

WASHINGTON, 12.<br />

Il Presidente eletto degli Stati Uniti,<br />

George W. Bush, ha ieri annunciato la<br />

designazione di Elaine Chao come Ministro<br />

del lavoro e di Robert Zoellick come<br />

responsabile del commercio internazionale<br />

(il cosiddetto «trade representative»).<br />

Nell’annunciare le nomine, Bush<br />

ha indicato che Zoellick sarà membro a<br />

pieno titolo della sua Amministrazione<br />

— il responsabile del commercio internazionale<br />

ha infatti il rango di Ambasciatore<br />

— ed ha ricordato il passato di<br />

emigranti della Chao e della sua famiglia.<br />

Prendendo la parola a loro volta, i<br />

Ministri neo-designati hanno ringraziato<br />

Bush per la fiducia loro mostrata. Zoellick<br />

ha manifestato il suo impegno per il<br />

libero scambio.<br />

Zoellick — strettamente legato all’ex<br />

Segretario di Stato, James A. Baker,<br />

con cui ha collaborato al Tesoro, negli<br />

anni dell’Amministrazione Reagan, e poi<br />

al Dipartimento di Stato, durante la presidenza<br />

di George Bush — guiderà le<br />

delegazioni americane nei negoziati<br />

commerciali multilaterali con l’Ue o nell’ambito<br />

della Wto, l’Organizzazione per<br />

il commercio mondiale. In questo qua-<br />

Guinea: aiuti internazionali per combattere la febbre gialla<br />

medico, i medicinali e l'attrezzatura. Hsf,<br />

che ha inviato sul posto un'équipe di una<br />

trentina di esperti, sottolinea inoltre che i<br />

combattimenti nel Sud della Guinea, alle<br />

frontiere con la Liberia e la Sierra Leone,<br />

hanno provocato lo sfollamento verso<br />

Nord di migliaia di persone che abbisognano<br />

di assistenza sanitaria.<br />

Il responsabile dell'organizzazione<br />

umanitaria in Guinea, Jean-Marie Duval,<br />

servita a coprire crimini». Tutto questo<br />

«appartiene però al passato», ha aggiunto<br />

il Presidente russo, negando implicitamente<br />

che i suoi recenti richiami alla<br />

necessità di una «dittatura della legge»<br />

abbiano un connotato nostalgico.<br />

«I cambiamenti apportati alla struttura<br />

delle Procure — ha anzi sottolineato<br />

il leader del Cremlino — rispondono viceversa<br />

all’obiettivo di democratizzare il<br />

sistema giudiziario e di polizia». Compito<br />

della legge deve essere ora quello di<br />

«proteggere la proprietà privata e le proprietà<br />

statali, di difendere i diritti degli<br />

I volontari lasciano la Cecenia<br />

per mancanza di sicurezza<br />

ha dichiarato all'agenzia «France-Presse»<br />

che l'epidemia è in flessione nella regione<br />

centro-settentrionale di Labé per effetto<br />

soprattutto della fine della stagione delle<br />

piogge. Ma nuovi focolai — ha aggiunto<br />

la fonte citata — si stanno ora sviluppando<br />

nella zona centro-orientale di Kankan,<br />

dove sono stati accertati quindici casi di<br />

contagio, sette dei quali con esito mortale.<br />

Per il momento, sembra tuttavia scongiu-<br />

COLOMBIA L'attentato attribuito alle «Farc»<br />

Autobomba esplode<br />

nel centro di Medellín<br />

Poblado, che ha subito<br />

danni quantificati in oltre<br />

800.000 dollari statunitensi. Le vittime<br />

sono una donna che stava abbandonando<br />

l’edificio in auto e un bambino di<br />

soli nove mesi, mentre, come hanno riferito<br />

fonti della polizia, la maggior parte<br />

dei feriti ha subito lesioni dopo essere<br />

stata investita dalla potente onda d'urto<br />

provocata dalla deflagrazione. Le autorità<br />

hanno posto una taglia di 100 milioni<br />

di lire per risalire ai responsabili che<br />

non hanno rivendicato l’attentato, anche<br />

se le forze dell'ordine non esitano ad attribuire<br />

il nuovo attacco terroristico ai<br />

guerriglieri delle Forze armate rivoluzionarie<br />

della Colombia (Farc). Il Presidente<br />

della Repubblica, Andres Pastrana,<br />

nelle ore successive all'attentato, si è recato<br />

a Medellín dove ha presieduto una<br />

riunione straordinaria del locale comitato<br />

per la sicurezza e dove ha visitato il<br />

luogo dell'esplosione. Nei giorni scorsi le<br />

Forze armate rivoluzionarie della Colombia<br />

hanno realizzato una serie di attentati<br />

contro tralicci dell’energia elettrica<br />

che hanno lasciato senza luce una<br />

cinquantina di città e ieri — secondo<br />

quanto segnala l'agenzia «Efe» — altri<br />

sette centri abitati sono stati lasciati senza<br />

elettricità in seguito a nuovi attentati<br />

dinamitardi compiuti dai ribelli delle<br />

«Farc» nei dipartimenti di Santa Fe, di<br />

Antioquia e di Apartado.<br />

RUSSIA Impegno per la democratizzazione del sistema giudiziario e di polizia<br />

Putin invita i giudici ad applicare la legge<br />

ma esclude il ritorno al totalitarismo<br />

dro, sarà l’interlocutore privilegiato di<br />

Pascal Lamy, commissario dell’Ue per il<br />

commercio internazionale.<br />

La Chao, che fu vice Ministro dei trasporti<br />

durante il mandato di George Bush<br />

(1989-93), nella sua dichiarazione si è<br />

invece riallacciata all’esperienza di emigrante<br />

già citata dal Presidente eletto.<br />

Figlia di immigrati taiwanesi, è arrivata<br />

negli Usa quando aveva otto anni. Chao<br />

è diventata direttrice dei «Peace Corps»<br />

— volontari della cooperazione internazionale<br />

— nel 1991; dal 1992 al 1996 è<br />

stata presidente di «United Way», una<br />

coalizione di associazioni caritatevoli, e<br />

più di recente ha fatto parte del centro<br />

studi conservatore «Heritage Foundation».<br />

Il prossimo Ministro del lavoro —<br />

chiamata a sostituire Linda Chavez —<br />

ha promesso di impegnarsi per «valorizzare<br />

la più preziosa risorsa dell’America:<br />

i suoi lavoratori e le sue lavoratrici». A<br />

una settimana dall’insediamento alla Casa<br />

Bianca, previsto il 20 gennaio, il Presidente<br />

eletto deve ancora indicare solo<br />

il nome del direttore della Cia. Ma non<br />

è escluso — come segnala l'agenzia «Ansa»<br />

— che almeno per il momento confermi<br />

George Tenet.<br />

BOGOTÁ, 12.<br />

Non si arresta in Colombia<br />

la violenza della<br />

guerriglia. L’esplosione<br />

di un'autobomba verificatasi<br />

nella tarda serata<br />

di mercoledì in pieno<br />

centro a Medellín, capitale<br />

del dipartimento di<br />

Antioquia, ha causato<br />

due morti, cinquanta feriti<br />

e gravi danni fra cui<br />

la distruzione di un centinaio<br />

di automobili.<br />

L’ordigno era stato<br />

collocato su un furgoncino<br />

posteggiato nel garage<br />

sotterraneo di un lussuoso<br />

centro commer-<br />

ciale, nella zona di El<br />

I gravi incidenti avvenuti nella città di Cuenca Il luogo dell'attentato compiuto a Medellín<br />

MOSCA, 12.<br />

Il Presidente Vladimir Putin è tornato<br />

a chiedere ieri legge e ordine quali cardini<br />

della Russia del futuro, ma ha assicurato<br />

che la magistratura e gli organi<br />

di polizia non torneranno mai più a essere<br />

strumento di oppressione totalitaria.<br />

Putin ne ha parlato durante una riunione<br />

dei capi della magistratura inquirente<br />

a Mosca. «Talvolta — ha notato<br />

Putin — si pensa alle Procure russe come<br />

a un residuo del totalitarismo e in<br />

effetti c’è stato un periodo della nostra<br />

storia in cui l’autorità della Procura è<br />

MOSCA, 12.<br />

Le Forze russe hanno avviato nelle ultime ore battute in tutta la Cecenia<br />

per cercare Kenny Gluck, un volontario americano dell’organizzazione «Medici<br />

senza frontiere» rapito ieri nella Repubblica federata caucasica da una banda<br />

armata, presumibilmente legata alla guerriglia. Intanto, però, i componenti<br />

dei pochi organismi umanitari presenti hanno deciso di lasciare la Cecenia.<br />

Una decisione maturata per «evidenti regioni di sicurezza», hanno fatto sapere<br />

fonti degli uffici moscoviti degli stessi «Medici senza frontiere» e dell’Alto<br />

Commissariato Onu per i rifugiati. Gluck, che ha 38 anni e soffre di asma, è<br />

stato rapito non lontano da Starie Ataghi, mentre viaggiava in compagnia di<br />

un altro medico — sfuggito al sequestro — senza scorta di soldati russi, ma<br />

con alcune guardie del corpo private cecene. Nonostante le ricerche, ci sono<br />

«possibilità minime» di un suo ritrovamento in tempi brevi, ha detto il rappresentante<br />

del Cremlino per i diritti umani, Vladimir Kalamanov, che ha criticato<br />

l’atteggiamento delle Organizzazioni non governative straniere presenti in<br />

Cecenia che rifiutano le regole di sicurezza imposte dalle autorità russe.<br />

imprenditori e di tutelare i diritti che garantiscono<br />

la libertà economica», ha<br />

continuato il Presidente russo, rilevando<br />

che per questo le Procure devono essere<br />

autorevoli, imparziali ed efficienti. «Lo<br />

sviluppo dell’economia russa dipende<br />

anche dall’efficacia del lavoro dei procuratori<br />

e del sistema giudiziario», ha concluso<br />

il leader del Cremlino.<br />

Da parte sua il Procuratore generale<br />

della Russia, Vladimir Ustinov, ha assicurato<br />

che la magistratura inquirente intende<br />

svolgere la sua attività senza condizionamenti<br />

e si è impegnato a perseguire<br />

con maggiore vigore i responsabili<br />

dei reati di corruzione o malversazione.<br />

«Sappiamo che alcuni importanti malfattori<br />

possono essere sfuggiti alle loro<br />

responsabilità, essi hanno molte risorse<br />

ed eccellenti collegi di difesa, ma noi faremo<br />

di tutto per portarli comunque in<br />

carcere», ha detto Ustinov respingendo<br />

a sua volta il sospetto che le Procure<br />

russe agiscano ancora secondo schemi<br />

sovietici. «Queste idee — ha affermato<br />

Ustinov — sono messe in giro da alcuni<br />

media, quelli controllati da uomini d’affari<br />

finiti sotto inchiesta».<br />

Intanto, mentre il partito comunista<br />

russo (Kprf) continuerà ad opporsi alla<br />

politica economica seguita dal Cremlino,<br />

il Governo di Mosca ha cercato ieri di<br />

sopire i contrasti con gli Stati creditori<br />

raccolti nel «Club di Parigi», dicendosi<br />

fiducioso (ha parlato il vice Ministro delle<br />

finanze, Aleksiei Uliukaiev) in un negoziato<br />

ufficiale sulla ristrutturazione<br />

del debito ex sovietico da cominciare<br />

nei prossimi «due o tre mesi».<br />

Repubblica Ceca: si è dimesso<br />

il direttore della televisione<br />

PRAGA, 12.<br />

Le dimissioni di Jiri<br />

Hodac (53 anni), annunciate<br />

ieri sera a Praga,<br />

segnano un successo per<br />

i giornalisti in rivolta<br />

contro il nuovo Direttore<br />

generale, ma non sono<br />

ancora la fine della grave<br />

crisi che attraversa da<br />

settimane la televisione<br />

pubblica della Repubblica<br />

Ceca. Come sembrano<br />

avere capito anche le<br />

decine di migliaia di manifestanti<br />

che ieri sera,<br />

per la seconda volta in<br />

nove giorni hanno dimo-<br />

strato nelle strade e nelle piazze di Praga<br />

e delle maggiori città ceche il loro<br />

appoggio ai giornalisti insorti, dando vita<br />

a cortei secondi come dimensioni solo<br />

a quelli che portarono alla fine del<br />

comunismo nel 1989.<br />

Contro Hodac, considerato un fedelissimo<br />

del Capo dell’opposizione Ods, Vaclav<br />

Klaus, si erano schierati il Presidente<br />

della Repubblica, Vaclav Havel, l’opposizione<br />

di centro (vincitrice delle ulti-<br />

Le manifestazioni di ieri a Praga in appoggio ai giornalisti<br />

me elezioni del novembre scorso) e anche<br />

una parte della popolazione.<br />

Le dimissioni di Hodac, che in un comunicato<br />

letto da un collaboratore ha<br />

reso noto che i medici, dopo il collasso<br />

circolatorio della scorsa settimana, gli<br />

hanno «sconsigliato di assumere l’incarico<br />

al quale era stato legalmente eletto»,<br />

erano state precedute da quelle del Direttore<br />

tecnico della Ct, Jan Novak, e<br />

anche di due esponenti socialdemocratici<br />

nella Commissione per la televisione.<br />

rata la minaccia di una propagazione dell'epidemia<br />

verso i Paesi confinanti, tra i<br />

quali il Senegal. Finora oltre 500 mila persone<br />

sono state vaccinate contro la febbre<br />

gialla grazie all'azione congiunta di «Hsf»,<br />

della sezione belga di «Medici senza frontiere»<br />

e del ministero della sanità guineano.<br />

Confezioni di vaccino sono state fornite<br />

dall'Organizzazione mondiale della sanità<br />

(Oms), dal Fondo dell'Onu per l'infanzia<br />

(Unicef), dai Governi di Ghana, Niger<br />

e Zimbabwe e da Paesi occidentali.<br />

Yemen: rapito<br />

il figlio<br />

del Governatore<br />

della capitale<br />

SAN'A, 12.<br />

Una tribù dello Yemen, nota per i sequestri<br />

di turisti e lavoratori stranieri,<br />

ha rapito mercoledì scorso il figlio del<br />

Governatore della capitale San'a. Lo<br />

hanno riferito ieri diverse emittenti radiofoniche<br />

di Dubai citando fonti ufficiali<br />

yemenite.<br />

Secondo le prime ricostruzioni, il<br />

trentaduenne Mohammad Hussein Al<br />

Massuri è stato sequestrato da uomini<br />

armati della tribù di Bani Dhabian, nella<br />

provincia settentrionale del Marib. I rapitori<br />

avrebbero bloccato l’auto di Al<br />

Massuri costringendolo a salire su un altro<br />

veicolo a bordo del quale si sono dileguati.<br />

In cambio della liberazione dell’ostaggio,<br />

secondo fonti di stampa locali,<br />

i rapitori avrebbero chiesto la scarcerazione<br />

di sei membri della loro tribù.<br />

Nello Yemen, che conta circa diciassette<br />

milioni di abitanti, frequentemente<br />

appartenenti ad etnie locali sequestrano<br />

stranieri per esercitare pressioni sul Governo<br />

al fine di ottenere migliori servizi<br />

o la liberazione di detenuti. Per arginare<br />

il fenomeno, lo scorso anno le autorità<br />

hanno istituito Tribunali speciali per<br />

processare i rapitori ed hanno reso più<br />

severe le pene. Ma le misure non hanno<br />

per il momento dato i frutti sperati.<br />

In questo periodo la tensione è alta in<br />

tutto il Paese. Ieri sei persone sono state<br />

uccise da due uomini armati in una Moschea<br />

nei quartieri settentrionali della<br />

capitale. Lo hanno reso noto testimoni<br />

oculari precisando che la strage è scaturita<br />

da una discussione sulle prossime<br />

elezioni municipali del 20 febbraio.<br />

Lutto<br />

nell'Episcopato<br />

Giunge la dolorosa notizia della<br />

pia morte di Sua Eccellenza Reverendissima<br />

Monsignor Matthias<br />

Tuan In-min, Vescovo di Wanhsíen<br />

[Wanxian] (Repubblica Popolare<br />

Cinese), avvenuta il 10 gennaio.<br />

Il compianto Presule era nato a<br />

Mutewche, diocesi di Wanhsíen, il<br />

22 febbraio 1908. Aveva compiuto<br />

gli studi teologici a Roma, come<br />

alunno del Pontificio Collegio Urbano<br />

«de Propaganda Fide» e dell'annessa<br />

Pontificia Università Urbaniana,<br />

ed era stato ordinato sacerdote<br />

il 27 marzo 1937.<br />

Il 9 giugno 1949 era stato eletto<br />

alla Sede residenziale vescovile di<br />

Wanhsíen da Papa Pio XII, ed<br />

aveva ricevuto l'ordinazione episcopale<br />

il 18 ottobre 1949.<br />

Dopo lunghi anni di sofferenza<br />

a causa della fede, aveva ripreso<br />

l'esercizio del ministero episcopale<br />

nella sua diocesi di Wanhsíen.<br />

Nell'aprile 1998, il Santo Padre,<br />

desideroso di esprimere la propria<br />

vicinanza spirituale alla Chiesa<br />

cattolica che è in Cina e di porre<br />

un segno concreto della propria<br />

considerazione per il popolo cinese,<br />

l'aveva nominato Membro dell'Assemblea<br />

Speciale per l'Asia del<br />

Sinodo dei Vescovi.<br />

.<br />

W<br />

«Come siamo stati uniti<br />

nella professione di fede,<br />

così manteniamoci uniti<br />

nel suffragio e nell'intercessione»<br />

(don Giacomo Alberione)<br />

La DIREZIONE, i GIORNALISTI e<br />

i COLLABORATORI di «Famiglia Cristiana»<br />

ricordano nella preghiera di<br />

suffragio<br />

Don FRANCO PIERINI<br />

già direttore di «Famiglia Cristiana».<br />

Apprezzato storico e collaboratore<br />

delle testate della Periodici San Paolo,<br />

si è spento a 69 anni, dopo una<br />

grave malattia.<br />

I funerali si svolgeranno sabato 13<br />

gennaio, alle ore 9, nella cripta del<br />

Santuario Regina degli Apostoli in<br />

Roma.<br />

Milano, 11 gennaio 2001<br />

.<br />

W<br />

La DIREZIONE GENERALE della<br />

Periodici San Paolo, editrice di Famiglia<br />

Cristiana, Jesus, Giornalino, Famiglia<br />

Oggi, Letture, Club 3, Vita Pastorale,<br />

La Domenica, Gazzetta d'Alba,<br />

ricorda con affetto<br />

Don FRANCO PIERINI<br />

Offre suffragi per l'anima del confratello,<br />

per tanti anni attivo collaboratore<br />

delle testate Paoline e anche<br />

direttore di «Famiglia Cristiana». Riposi<br />

nel Signore.<br />

Milano, 11 gennaio 2001<br />

.


ERZA T PAGINA .<br />

PAGINA<br />

3 .<br />

In margine a una mostra itinerante su Borges<br />

Uno scrittore che spaziava<br />

da Omero, da Virgilio, da Dante<br />

agli autori contemporanei<br />

MARIO SPINELLI<br />

All'inizio della seconda metà del Novecento<br />

la poesia e la narrativa latinoamericane<br />

(o ispano-americane, se si<br />

preferisce chiamarle così) hanno aiutato<br />

non poco gli scrittori, i critici, gli editori<br />

e anche i lettori europei e nordamericani<br />

a uscire dal tunnel della crisi creativa,<br />

artistica, tematica e ispirativa che in<br />

quegli anni pesava sulla letteratura occidentale.<br />

Autori come l'argentino Manuel Gálvez<br />

o il venezuelano Rómulo Gallegos,<br />

l'ecuadoriano Demetrio Aguilera Malta<br />

o il guatemalteco Miguel Angel Asturias,<br />

premio Nobel nel '67 (per ricordare solo<br />

qualche nome più significativo fra i tanti<br />

scrittori sudamericani contemporanei),<br />

hanno dato come una scossa salutare ai<br />

colleghi occidentali, hanno trasmesso loro<br />

una nuova freschezza, fiducia, vitalità<br />

sul piano poetico e creativo, linguistico<br />

e stilistico, stimolandoli a ritrovare quel<br />

gusto di esprimersi e di raccontare che<br />

tanti fattori avevano contribuito a esaurire<br />

e inaridire: dalla drammaticità della<br />

storia collettiva nel secolo appena trascorso<br />

agli effetti nefasti di certa industria<br />

editoriale, dalla crescente complessità<br />

della società contemporanea uscita<br />

dalla Seconda Guerra Mondiale (un universo<br />

sempre più sfuggente, ambiguo,<br />

controverso, difficile a descriversi e narrarsi)<br />

al declino dei valori etici e dei modelli<br />

culturali tradizionali.<br />

La fantasia, il fervore inventivo, la<br />

primordialità, l'energia intrinseca, il superamento<br />

nel segno della finzione e<br />

dell'immaginazione di una interpretazione<br />

troppo restrittiva dei generi letterari,<br />

e sul versante contenutistico l'attenzione,<br />

anzi la passione per l'uomo che distinguono<br />

la letteratura latino-americana<br />

hanno contagiato per anni il mondo delle<br />

lettere in Europa e negli Stati Uniti<br />

Così la scoperta degli autori sudamericani<br />

si è risolta per tanti scrittori e<br />

poeti occidentali in una riscoperta di se<br />

stessi, in un ritorno di ispirazione, di<br />

idee e di entusiasmo creativo.<br />

Il tempo, l'estensione e l'approfondimento<br />

delle letture nonché il moltiplicarsi<br />

delle traduzioni hanno permesso di<br />

far emergere sui conterranei soprattutto<br />

due scrittori, il colombiano Gabriel García<br />

Márquez e l'argentino Jorge Luis<br />

Borges, scomparso quindici anni fa.<br />

Del primo si può dire che oltre a essere<br />

lodato dalla critica abbia incontrato<br />

un maggior successo di pubblico: chi<br />

non ha letto il suo capolavoro, Cento<br />

anni di solitudine, forse il libro latinoamericano<br />

più fortunato e più tradotto<br />

nell'ultimo trentennio del Novecento?<br />

Quanto al secondo, nello stesso periodo<br />

è stato oggetto in tutto il mondo di<br />

un continuo, anzi crescente interesse e<br />

scavo critico, sviluppatosi di pari passo<br />

non solo con l'uscita dei suoi ultimi lavori<br />

ma (specialmente per gli occidentali)<br />

anche con la pubblicazione via via<br />

dei suoi inediti e la traduzione nelle<br />

maggiori lingue dei suoi volumi più riusciti<br />

o comunque più importanti, rappresentativi.<br />

Il risultato è che oggi, a Novecento<br />

concluso, Borges è giudicato da quasi<br />

tutta la critica internazionale come uno<br />

dei massimi autori del XX secolo. Per<br />

almeno tre ragioni: la vastità, varietà e il<br />

livello artistico e stilistico-espressivo della<br />

sua opera di poeta-narratore-saggistatraduttore;<br />

il suo titolo a rappresentare<br />

più di ogni altro per qualità e dimensioni<br />

della produzione la letteratura sudamericana<br />

del Novecento; l'universalità<br />

del suo lavoro e della sua personalità<br />

culturale e letteraria, dovuta non solo<br />

all'umanità e verità del suo mondo poetico<br />

ma anche a una formazione largamente<br />

europea (per parte di madre Borges<br />

era di ascendenza anglosassone) e ai<br />

suoi interessi eruditi e critici che non<br />

hanno confini spazio-temporali e abbracciano<br />

la letteratura mondiale, sia classica<br />

(Omero, Virgilio, sant'Agostino, Dante...)<br />

sia moderna (Montaigne, Shakespeare,<br />

gli illuministi ecc. ecc.).<br />

Nell'autunno scorso è stato possibile<br />

conoscere meglio sia l'autore che l'uomo,<br />

il personaggio Borges grazie a una<br />

mostra interessante e originale che è<br />

stata organizzata recentemente a Roma<br />

in coincidenza con il primo centenario<br />

della sua nascita. L'esposizione, promossa<br />

dal Ministero per i Beni e le Attività<br />

Culturali d'intesa con la Presidenza della<br />

Repubblica Argentina, con la Fondazione<br />

Internazionale «Jorge Luis Borges» e<br />

con la collaborazione della vedova dello<br />

scrittore argentino, Maria Kodama, era<br />

stata concepita e progettata come una<br />

esposizione itinerante, e ha già toccato<br />

tappe importanti come Buenos Aires,<br />

Città del Messico, Parigi e Venezia, dove<br />

è stata ospitata la primavera scorsa nella<br />

Sala Sansoviniana della Biblioteca Nazionale<br />

Marciana. Dopo quella italiana e<br />

romana la prossima sosta è in Spagna, a<br />

Barcellona.<br />

La mostra era allestita a Palazzo Barberini,<br />

in due saloni attigui alla Galleria<br />

Nazionale d'Arte Antica. Uno dei due locali,<br />

il più spazioso, di architettura berniniana,<br />

è quello sulla cui volta si può<br />

ammirare il Trionfo della Provvidenza,<br />

il grandioso affresco eseguito da Pietro<br />

da Cortona fra il 1638 e il '39 e restituito<br />

di recente al suo splendore da un ottimo<br />

restauro. A questo proposito non è mancato<br />

chi ha fatto osservare l'eloquenza e<br />

l'armonia di questo accostamento fra<br />

una mostra dedicata a un autore «barocco»<br />

come Borges e l'ambientazione, lo<br />

sfondo dominato dalla scintillante cromia<br />

di uno dei più celebrati capolavori<br />

barocchi.<br />

La struttura espositiva non era casuale<br />

né meramente funzionale, ma era anch'essa<br />

«d'autore», realizzata da due noti<br />

architetti argentini, Alejandro Bobrowicky<br />

e Lucas Fornari, per rappresentare<br />

e favorire il percorso della memoria<br />

nella ricostruzione della formazione, dell'esistenza<br />

e dell'opera di Borges.<br />

Così lungo una serie di corridoi e di<br />

passerelle che si inseguono e si intersecano<br />

fra svolte e rettilinei il visitatore<br />

poteva entrare in contatto — una vetrina<br />

dopo l'altra — con tutti i momenti<br />

principali dell'itinerario borgesiano, con<br />

tutte le facce di quella realtà prismatica<br />

che è la sua esperienza di lettore e studioso,<br />

di viaggiatore e uomo di lettere,<br />

di erudito e poeta, di traduttore e direttore<br />

di riviste e collane editoriali, di narratore<br />

e saggista, di animatore culturale<br />

e brillante conferenziere.<br />

Di esposto c'era di tutto: autografi<br />

personali e manoscritti di racconti e<br />

poemi (corredati di strani e vivaci disegni<br />

eseguiti dall'autore stesso), gli oggetti<br />

più diversi appartenuti a lui (bastoni<br />

da passeggio, speroni, frustini di cuoio,<br />

stoviglie esotiche, soprammobili, fermacarte,<br />

un poncho bianco a strisce celesti<br />

come la bandiera argentina...), le prime<br />

edizioni o comunque edizioni vecchie e<br />

rare dei libri da lui scritti o tradotti, accanto<br />

alle versioni degli stessi nelle lingue<br />

principali.<br />

La parte bibliografica si completava<br />

con le mitiche riviste da lui fondate e/o<br />

dirette (da Aquario a Cuadernos, da Testigo<br />

a Nosotros, da Prisma a Proa) e<br />

con parecchi libri provenienti dalla biblioteca<br />

personale di Borges: naturalmente<br />

autori e titoli da lui più frequentati<br />

e amati fin da giovanissimo, Milton<br />

e Schopenhauer, Cervantes e Ariosto,<br />

Kipling e Chesterton, Meynrink e Beckford,<br />

Melville e Kafka, oltre ai grandi<br />

classici antichi e medievali come quelli<br />

ricordati prima. Importante e folta era<br />

anche la sezione fotografica: un album<br />

di famiglia stracolmo che suscita commozione<br />

per il profondissimo legame<br />

non solo affettivo ma anche culturale,<br />

letterario, creativo testimoniato fra Borges<br />

e la madre, il padre, da ultimo la<br />

giovane moglie e tutta la famiglia in genere.<br />

Pressoché incalcolabile, infine, il numero<br />

di lauree ad honorem, diplomi,<br />

medaglie e riconoscimenti conferitigli da<br />

nazioni, università, accademie e istituzioni<br />

culturali di tutti i continenti, comprese<br />

le più prestigiose come la Sorbona<br />

e Oxford. Queste onorificenze erano tutte<br />

esposte nella mostra romana, ed era<br />

l'occasione propizia per toccare con mano<br />

la riconosciuta grandezza e la fama<br />

universale di Jorge Luis Borges.<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Sabato 13 Gennaio 2001<br />

La plurisecolare storia dell'Abbazia benedettina di S. Maria nell'arcipelago delle Isole Tremiti<br />

La «Montecassino in mezzo al mare»<br />

CRISTANZIANO SERRICCHIO<br />

A dieci miglia dalla costa settentrionale<br />

del Gargano, di fronte al lago di Lesina,<br />

nel piccolo arcipelago delle Isole<br />

Tremiti, sorge uno dei più celebri e importanti<br />

santuari mariani del Medioevo,<br />

proprio nel mezzo del Mare Adriatico,<br />

all'incrocio fra le rotte che dai Balcani<br />

vengono alle coste pugliesi e di quelle<br />

che da Venezia vanno verso l'Oriente.<br />

Le Isole Diomedee, abitate sin dal<br />

Neolitico e cantate dai poeti dell'antica<br />

Grecia e di Roma quale luogo di approdo<br />

e di sepoltura del mitico eroe omerico<br />

Diomede, sono ricordate anche da<br />

sant'Agostino nel «De Civitate Dei», e<br />

ben note per la loro incomparabile bellezza<br />

naturalistica e per la ricchezza delle<br />

tradizioni storiche e religiose.<br />

Al mito classico si intreccia la leggenda<br />

medievale sull'origine dell'Abbazia di<br />

S. Maria a Mare, secondo la quale un<br />

eremita, il beato Giovanni da Foligno,<br />

scoprì nella grotta, dov'era sepolto Dio-<br />

«Il tempio della Concordia ad Agrigento» (1957)<br />

GIUSEPPE COSTA<br />

Molto opportunamente la Federico<br />

Motta Editore di Milano con il sostegno<br />

finanziario della Fondazione Svizzera<br />

per la Fotografia ha pubblicato in italiano<br />

— traducendone i testi introduttivi<br />

dal tedesco — un volume antologico<br />

che riassume la complessa ma sempre<br />

coerente produzione fotografica di Leonard<br />

von Matt avviata negli Anni Trenta<br />

fra le montagne svizzere e conclusasi<br />

negli Ottanta sulle coste del mare di Sicilia<br />

e di Creta.<br />

Quarto figlio maschio di una famiglia<br />

di librai, von Matt nasce il 14 marzo<br />

del 1909 a Stans in Svizzera. A dimostrazione<br />

che gli artisti non nascono come<br />

i fiori nel deserto, proprio negli anni<br />

della sua fanciullezza si moltiplicano<br />

gli studi fotografici come quello dei<br />

fratelli Linck a Zurigo o dei fratelli de<br />

Jongh a Losanna o ancora, il più famoso,<br />

«les ateliers Boissonnas» di Ginevra<br />

organizzato sul modello francese dell'atelier<br />

Nadar di Parigi. I giornali illustrati<br />

muovono i primi passi e fra questi<br />

si distingue lo «Schweizer illustrierte»<br />

che dal 1911 appare settimanalmente<br />

con notizie da tutto il mondo.<br />

Dopo la guerra, dal 1922 al '26, Leonard<br />

viene inviato in collegio. Lo stesso<br />

mede, il tesoro dell'eroe grazie alla rivelazione<br />

della Madonna, e sul luogo del<br />

ritrovamento innalzò una cappella in<br />

suo onore e per la diffusione del culto<br />

fra i mercanti e i pescatori che si rifugiavano<br />

nell'isola.<br />

La spelonca è chiamata ancora oggi<br />

«grotta della Madonna».<br />

La più importante isola dell'arcipelago<br />

è quella di San Nicola, dove i monaci<br />

Benedettini con l'approvazione del Papa<br />

si stabilirono nel 1016 spinti dal desiderio<br />

di fondare una nuova Abbazia in un<br />

luogo solitario e propizio per la loro vita<br />

e attività religiosa, rivolta ai naviganti e<br />

ai pellegrini che si recavano sul Gargano<br />

per venerare l'Arcangelo Michele.<br />

Due piccoli moli consentono ora l'approdo<br />

ai natanti. Dalla spiaggia ciottolosa<br />

una possente muraglia con feritoie si<br />

erge ad accompagnare le rampe di salita<br />

verso il villaggio e l'Abbazia fortificata,<br />

che costituisce il culmine di un'imponente<br />

opera difensiva che, a partire dalla<br />

zona del porto, recinge quasi l'intera<br />

isola. Tale sistema di fortificazioni con<br />

torri, mura poderose, fossato, oggi colmato,<br />

rese l'Abbazia-fortezza inespugnabile<br />

dagli assalti da mare di pirati dalmati<br />

e di turchi per un lungo periodo.<br />

La chiesa di Santa Maria a Mare, restaurata<br />

recentemente, con i resti dell'antica<br />

Abbazia-fortezza, è definita dal<br />

Bertaux la «Montecassino in mezzo al<br />

mare». Nata originariamente come cella,<br />

o grancia, dall'Abbazia di Montecassino<br />

alla fine del secolo IX, la comunità monastica<br />

di Tremiti nel secolo XI, come è<br />

documentato nel «Codice diplomatico<br />

del Monastero di S. Maria di Tremiti» di<br />

A. Petrucci, aveva vasti possedimenti<br />

che comprendevano castra, civitates,<br />

chiese, molini, parte del lago di Lesina,<br />

pascoli, foreste e terreni, che si estendevano<br />

dalle saline di Siponto fino alla<br />

contea di Chieti in Abruzzo. Nel 1081<br />

ottenne la propria autonomia.<br />

Dopo un periodo di vicende complesse<br />

e di decadenza, nel 1237 ai Benedettini<br />

subentrarono i Cistercensi, che rico-<br />

«Alberobello» (1957)<br />

«Salbitschyn,<br />

Valle<br />

Göschenental»<br />

(1945)<br />

Un volume antologico sull'opera di Leonard von Matt, artista che è stato punto di riferimento per la fotografia religiosa<br />

Quel messaggio di equilibrio e di bellezza<br />

che parla un linguaggio percepibile da tutti<br />

anno 1926 incomincia a lavorare presso<br />

la libreria del padre dove non c'erano<br />

certamente libri fotografici ma dove<br />

giungeva la rivista «Camera» apparsa il<br />

15 giugno del 1922 presso l'editore Bucher<br />

di Lucerna. «La nostra rivista —<br />

si leggeva fra l'altro nel primo numero<br />

— vuole porsi al servizio della fotografia<br />

artistica».<br />

Nel 1929 Arnold Kubler (1890-1983)<br />

diventa caporedattore del «Zurcher Illustrierte»<br />

e così si diffonde anche in<br />

Svizzera il moderno fotogiornalismo: il<br />

racconto degli avvenimenti viene affidato<br />

non più soltanto al testo ma a un<br />

gruppo di immagini. Con Kubler, in<br />

Svizzera si distinguono Hans Staub<br />

(1894-1984) e Hans Finsler (1891-1972)<br />

che dà vita a Zurigo al primo corso di<br />

fotografia presso la scuola di arti applicate<br />

ed ha come studenti Werner Bischof<br />

(1916-1954), Michael Wolgensinger<br />

(1913-1990) e Emil Schulthess (1913).<br />

Tutti diventeranno artisti famosi. Intanto<br />

Leonard von Matt nel 1936 lascia<br />

la libreria al fratello e incomincia a dedicarsi<br />

totalmente alla fotografia. Nel<br />

1938, volendo migliorare la sua professionalità<br />

si trasferisce a Basilea come<br />

assistente di laboratorio allo studio grafico<br />

dei fratelli Eidenbenz presso i quali<br />

si pratica anche la fotografia. Qui egli<br />

apprende quella incisività ed efficacia<br />

compositiva tipiche della grafica che<br />

saranno la caratteristica prima delle<br />

sue opere.<br />

Nel 1939 incomincia a collaborare<br />

con alcune riviste e visita la Esposizione<br />

nazionale di Zurigo. Nel 1941 incominciano<br />

ad apparire in Svizzera i primi<br />

volumi fotografici e nel maggio dello<br />

stesso anno esce «Du», la rivista<br />

d'arte e di fotografia che sin dal primo<br />

numero si avvale delle fotografie di<br />

Werner Bischoff e che dopo la guerra<br />

raccoglierà anche le foto di Leonard<br />

von Matt.<br />

Nel 1945 questi pubblica il volume<br />

fotografico «Uri» in una Svizzera tutta<br />

intenta a celebrare la propria identità<br />

nazionale. Leonard von Matt ne cura<br />

puntigliosamente la composizione, le<br />

fotografie, la successione delle immagi-<br />

struirono la chiesa e il convento dotandolo<br />

di un poderoso sistema di fortificazioni<br />

e di sbarramenti a livelli diversi seguendo<br />

l'altimetria e la conformazione<br />

del suolo.<br />

Le Isole furono poi concesse in commenda.<br />

Nel 1412 Gregorio XII affidò il<br />

monastero ai Canonici Lateranensi che<br />

provvidero a ricostruire il patrimonio,<br />

ad ampliare gli edifici conventuali, a restaurare<br />

la chiesa, garantendo contro i<br />

pirati la difesa delle isole, che divennero<br />

«l'orto del paradiso» per l'ospitalità dei<br />

frati, la fertilità, la bellezza, la pace e la<br />

serenità contemplativa e di preghiera<br />

dei luoghi.<br />

Nel 1676, per le sopraggiunte difficoltà<br />

economiche e politiche, i Canonici<br />

abbandonarono l'Abbazia, che nel 1782<br />

venne soppressa da Ferdinando di Borbone.<br />

Divenne poi luogo di pena anche<br />

durante il regno d'Italia e di confino politico<br />

sotto la dittatura fascista. Era stato<br />

luogo di pena anche al tempo dei Ro-<br />

ni e le didascalie contribuendo non poco<br />

a far conoscere i costumi ed il paesaggio<br />

svizzero. L'accuratezza usata per<br />

il suo primo libro rimarrà la stessa per<br />

le oltre cinquanta pubblicazioni successive.<br />

Nell'interessante layout di quel volume<br />

si riconosce nell'artista non soltanto<br />

una concezione matura dell'impaginazione<br />

ma anche una competenza<br />

e un'esperienza profonda nella costruzione<br />

«drammaturgica» di un libro illustrato<br />

con un montaggio fatto di uso<br />

armonico ed equilibrato di foto piccole<br />

e grandi.<br />

Nel 1947 ha l'opportunità di pubblicare<br />

il volume commemorativo della<br />

canonizzazione di san Nicola della Flue<br />

(1417-1487). Il libro è un viaggio dalla<br />

Svizzera a Roma dove Leonard von<br />

Matt incontra Mons. Paul Krieg, cappellano<br />

delle guardie svizzere e il gesuita<br />

P. Beat Ambord della Radio Vaticana,<br />

che lo avrebbero successivamente<br />

aiutato per i successivi volumi dedicati<br />

all'arte e a Roma. L'anno santo del<br />

1950 è per lui la grande occasione per<br />

pubblicare un volume fotografico su<br />

quel Giubileo. Avendo avuto la possibilità<br />

di «vederlo» non esitiamo a ritenerlo<br />

esemplare per simmetria di immagini,<br />

gusto del bello, rispetto per la religiosità.<br />

«Sacro Speco a Subiaco» (1959) «Napoli» (1957)<br />

Facciata della chiesa di S. Maria a Mare Il Portale<br />

Due foto scattate<br />

a Roma:<br />

«Statua<br />

dell'apostolo<br />

Filippo<br />

in s. Giovanni<br />

in Laterano» (1949)<br />

e, in basso<br />

a destra,<br />

«Nella Cappella<br />

Sistina» (1950)<br />

mani che vi esiliarono Giulia nipote di<br />

Augusto.<br />

La chiesa di Santa Maria a Mare occupa<br />

la parte più alta dell'isola, è interamente<br />

costruita in pietra bianca e presenta<br />

varie fasi costruttive. Nella facciata<br />

del secolo XV si ammira un bel portale<br />

rinascimentale sormontato da un<br />

rosone ornato di rilievi. L'interno, diviso<br />

in tre navate da pilastri quadrilobati, ha<br />

un pavimento con frammenti di mosaico<br />

di forma e rara ricchezza cromatica<br />

a disegni geometrici dell'XI-XII secolo,<br />

raffiguranti una diomedea, ghirlande,<br />

simboli cristiani, uccelli e altri animali.<br />

Sovrasta l'altare maggiore, sotto l'arco<br />

romanico dov'era la cattedra abaziale,<br />

il polittico in legno intagliato policromo<br />

e dorato, opera goticizzante di intagliatore<br />

veneto della metà del '400. Rappresenta<br />

in basso l'Assunzione di Maria<br />

e un gruppo di Apostoli in ginocchio e<br />

in alto l'Incoronazione della Vergine da<br />

parte del Figlio, nelle otto nicchie laterali<br />

statue di santi, fra cui s. Michele a sinistra<br />

della Vergine. Coronano i due ordini<br />

di statue dieci pinnacoli sormontati<br />

da statuine di santi e al centro il busto<br />

di Cristo benedicente.<br />

Nella navata di sinistra è venerato un<br />

grande Crocifisso su tavola del sec. XII,<br />

unitamente alla statua lignea di Santa<br />

Maria della Protezione che contempla il<br />

Figlio, celebrata il 15 agosto, festività<br />

dell'Assunzione, con una suggestiva processione<br />

intorno alle isole.<br />

Addossati alla chiesa si possono ammirare<br />

due chiostri di grandezza ed età<br />

diverse, il più piccolo e antico presenta<br />

pilastri di pietra e archi con volte a crociera,<br />

il più grande, opera dei Canonici<br />

Lateranensi, è formato da portici, arcate,<br />

colonnato, medaglioni, con al centro<br />

il bel pozzo della «Meridiana», e sul muro<br />

di cinta una lunga balconata con i resti<br />

di frasi in latino della Scrittura e della<br />

regola benedettina. Di qui l'occhio<br />

spazia sul mare e su San Domino, la Capraia<br />

e il Cretaccio con la Vecchia, le altre<br />

fascinose isole dell'arcipelago.<br />

Il volume pubblicato in Italia dall'editore<br />

Stringa di Genova con testi degli<br />

indimenticabili giornalisti de «L'Osservatore<br />

Romano» Mario Escobar e Andrea<br />

Lazzarini, si sfoglia come le inquadrature<br />

di un documentario giornalistico<br />

con l'obiettivo costantemente rivolto<br />

ad esaltare la magnificenza dei<br />

monumenti romani o a cogliere sguardi<br />

di meraviglia e di partecipazione fra i<br />

pellegrini. Il libro fu definito dal Card.<br />

Giuseppe Siri, come il «volto» del Vaticano.<br />

«Il volto del Vaticano — egli<br />

scrisse — ha evidentemente molto colore.<br />

Ma non c'è nessuna persona che vi<br />

si vesta secondo il piacer suo o che vi<br />

si collochi a piacer suo».<br />

La serie delle immagini si alternano<br />

in maniera avvincente allacciate le une<br />

alle altre in sequenza logica di sguardo<br />

e di contenuto. Con riferimento al suo<br />

lavoro durante l'Anno Santo di metà<br />

secolo, ecco come simpaticamente ricorda<br />

l'apertura. «Un grande giorno fotografico<br />

— ricorda in un suo appunto<br />

— è stato quello dell'inaugurazione dell'Anno<br />

Santo. Pellegrini affluivano a<br />

Roma da tutti i continenti, e con essi<br />

anche l'esercito degli uomini della<br />

stampa, del cinema e della fotografia.<br />

Per tutti questi reporter fu eretta di<br />

fronte alla Porta Santa una tribuna<br />

stampa. Grazie alle mie amicizie nella<br />

guardia svizzera mi ero assicurato una<br />

postazione molto bella lassù in prima<br />

fila sulla balaustra.<br />

Poi giunse il momento in cui il Santo<br />

Padre doveva battere tre volte con il<br />

martello d'oro sulla porta. Naturalmente<br />

tutti i fotografi volevano portarsi a<br />

casa la fotografia di questo istante.<br />

Quando risuonò il primo colpo di martello,<br />

sentii improvvisamente su di me<br />

un peso enorme: un reporter americano,<br />

che non riusciva a vedere, dietro di<br />

me, mi saltò in quel momento sulle<br />

spalle, e io non ebbi nemmeno la possibilità<br />

di scrollarmelo di dosso perché<br />

contemporaneamente dovevo scattare le<br />

mie foto. Nonostante tali condizioni,<br />

«pesanti» nel vero senso della parola,<br />

riuscii a scattare la fotografia. È stata<br />

l'unica fotografia della mia vita che ho<br />

fatto in collaborazione con una seconda<br />

persona».<br />

Del resto anche la produzione successiva<br />

manterrà lo stesso ritmo e le originali<br />

biografie fotografiche di sant'Ignazio<br />

(1955), san Domenico (1954), san<br />

Francesco d'Assisi (1954), san Benedetto<br />

(1960), san Vincenzo de Paoli (1959),<br />

Bernadette Soubirous (1956), Pio X<br />

(1954), Don Bosco (1965), quest'ultimo<br />

in occasione del 150° anniversario della<br />

nascita del Santo, rappresentano ancor<br />

oggi veri e propri modelli per chi voglia<br />

fare agiografia o fotografia religiosa.<br />

Il fotografo americano Dennis Stock,<br />

ad esempio, nel 1981 per il suo «Saint<br />

Francis of Assisi» con testi di Lawrence<br />

Clunningham ne imita l'impostazione<br />

senza per'altro riuscirci pienamente.<br />

Per ogni opera Leonard von Matt esige<br />

un esperto per il testo scritto e così le<br />

sue foto si trovano a fianco agli scritti<br />

di Mario Escobar, Hugo Rahner, Henri<br />

Bosco, Nello Vian e di altri ancora.<br />

Con l'iconografia preesistente, vengono<br />

illustrati documenti archivistici —<br />

fatti prelevare con cura agli stessi archivisti<br />

e quindi fotografati — assieme<br />

a quell'habitat umano che anche nella<br />

formazione dei santi ha la sua efficacia.<br />

Non mancano poi mai le foto che<br />

documentano la attualità e la vivacità<br />

del carisma espresso dal santo.<br />

Da appassionato cultore d'arte e di<br />

storia, Leonard von Matt dopo aver peregrinato<br />

a Genova, Torino, Ravenna,<br />

Umbria e Lazio fu anche un cantore<br />

della Magna Grecia osservata e fotografata<br />

soprattutto in Sicilia e a Creta. Anche<br />

qui seppe affiancarsi autori di<br />

grande prestigio come l'archeologo Pietro<br />

Griffo per la Sicilia e Gela.<br />

Con l'obiettivo Leonard von Matt riesce<br />

a cogliere l'indistruttibile messaggio<br />

della civiltà contadina come la forza secolare<br />

e viva di un ulivo saraceno al<br />

cospetto di colonne doriche e di rovine.<br />

Anche quando il suo obiettivo fissa solitudine<br />

e povertà l'immagine mantiene<br />

sempre la dignità dell'essere umano.<br />

Morto nel 1988 Leonard von Matt, ha<br />

lasciato con le sue foto un messaggio di<br />

equilibrio e di bellezza che soltanto lo<br />

spirito può dare; al tempo stesso il suo<br />

sguardo fotografico va oltre il significato<br />

di quel che vede: i lunghi filari di<br />

pioppi, i volti dei frati sorridenti e perfino<br />

le rughe dei poveri contadini parlano<br />

ancor oggi un linguaggio universalmente<br />

percepibile. Peccato che non<br />

si sia pensato a fare in Italia una sua<br />

mostra antologica.


.<br />

PAGINA<br />

4 .<br />

MONS. ALBERTO MARIA CAREGGIO, VESCOVO DI CHIAVARI<br />

Costruire il futuro<br />

sulle basi dei valori evangelici<br />

La lettura dei segni<br />

dei tempi, ripresa e riproposta<br />

a tutta la Chiesa<br />

da Giovanni XXIII, risale<br />

a Gesù stesso, alla<br />

sua predicazione, alla<br />

sua evangelizzazione. È<br />

un metodo pastorale e<br />

profetico per confutare<br />

gli avversari, per inchiodarli<br />

nelle loro ipocrite<br />

cristallizzazioni ma anche<br />

per esortare i credenti<br />

ad essere antesignani<br />

della storia della<br />

salvezza, nel cui contesto<br />

deve essere scritta la<br />

storia umana.<br />

Il metodo è proposto<br />

da Mons. Alberto Maria<br />

Careggio ai fedeli e al<br />

clero della sua diocesi di<br />

Chiavari. Il Presule fa ri-<br />

ferimento, nella Lettera Pastorale, al<br />

Giubileo appena concluso non per fare<br />

il laudator temporis acti ma per guardare<br />

avanti, per costruire sulle basi dei<br />

valori evangelici il futuro.<br />

Guardare avanti, vivere i ritmi del<br />

tempo pensando più a quel che verrà<br />

che a quello che è stato. Non per sfuggire<br />

alle problematiche esistenziali ma<br />

per preparare migliori condizioni per<br />

testimoniare la fede e diffondere il Vangelo<br />

della salvezza. Nella sua lettera alla<br />

diocesi, Mons. Careggio fa sua la<br />

«passione» agostiniana: temere Dio che<br />

passa lasciando un vuoto nell'anima<br />

che resta orfana di Lui, della sua grazia,<br />

della sua ricchezza. Tuttavia c'è la<br />

legge del compenso, della speranza cristiana<br />

«Un Dio che “passa” — afferma<br />

il Presule — è sempre un Dio che “viene”.<br />

Gesù stesso è l'inviato del Padre, il<br />

Messia mandato per annunziare ai poveri<br />

il lieto messaggio, per proclamare<br />

ai prigionieri la liberazione, e ai ciechi<br />

la vista, per rimettere in libertà gli oppressi,<br />

e predicare un anno di grazia<br />

del Signore».<br />

Quali sono le reazioni degli uomini e<br />

delle donne del ventunesimo secolo?<br />

Vedono, sentono passare Gesù come i<br />

suoi contemporanei oppure fingono di<br />

essere ancora ciechi e sordi, mentre sono<br />

aperti ai messaggi suggestionanti<br />

della cultura contemporanea costruita<br />

sull'effimero e sul consumismo e quindi<br />

sull'agnosticismo?<br />

La diagnosi di Mons. Careggio è tagliente.<br />

Egli, senza eufemismi, parla di<br />

«tragedia dell'uomo del terzo millennio»,<br />

costituita dal fatto che non si accorge<br />

«più di Dio e delle sue continue<br />

venute». Gesù continua a passare sulle<br />

nostre strade, e percorrere i nostri «villaggi»<br />

e le nostre città. Ma gli uomini e<br />

le donne sono come astratti, più che distratti,<br />

ammaliati come sono da idoli<br />

creati dalla civiltà tecnologica che è pagana<br />

e atea.<br />

Il segno macroscopico di questa situazione<br />

è l'autosufficienza umana.<br />

L'uomo tecnologico crede o presume di<br />

essere il «signore» dell'universo, Le conseguenze<br />

di questa aberrazione sono<br />

sotto gli occhi di tutti. «La volontà di<br />

potenza, la convinzione di essere padroni<br />

di tutto e di fare a meno di Dio<br />

— scrive Mons. Careggio — si confrontano<br />

ogni giorno con le notizie funeste<br />

di guerre, di inondazioni, di terremoti.<br />

Sono fatti che ci fanno tremare, soprattutto<br />

se ci toccano da vicino: bastano<br />

alcuni giorni di pioggia».<br />

Ma il vertice della degradazione si<br />

tocca nel coinvolgimento morale e sociale.<br />

«Di maggiore gravità — rileva il<br />

Presule — è lo sconquasso delle idee<br />

della ragione non più applicata alla ricerca<br />

del vero bene dell'uomo. Assistiamo,<br />

infatti, ad una specie di “esondazione”<br />

nel libertinaggio etico che stravolge<br />

le leggi naturali dell'uomo, con<br />

nefaste conseguenze in ogni campo: da<br />

quello della famiglia ai rapporti tra individui;<br />

dai comportamenti sociali alla<br />

stessa ricerca scientifica giunta nel cuore<br />

della vita, innescando così una pericolosa<br />

reazione a catena».<br />

La deriva morale non conosce frontiere<br />

tra il giusto e l'ingiusto, tra il lecito<br />

e l'illecito. Senza Dio e senza il riferimento<br />

alla sua legge, «è normale —<br />

asserisce Mons. Careggio — che prevalgono<br />

in ogni campo forme di permissivismo<br />

e, quindi, sono sempre più reclamate<br />

come soluzioni ai problemi e ai<br />

mali della società quelle sue “scorciatoie”<br />

che sono autentici scivoloni in<br />

basso».<br />

Il rapporto tra fede e pratica religiosa<br />

è indebolito. Si cercano surrogati da<br />

per tutto. Mons. Careggio denuncia il<br />

«pullulare di nuove religioni e di sette,<br />

il ritorno alla magia, il ricorso allo spiritismo<br />

e al satanismo». Il cristiano non<br />

può accettare questa deriva e queste<br />

prevaricazioni. Il Presule propone la<br />

controffensiva: «Di fronte a questa situazione<br />

— rileva — per un verso catastrofica,<br />

occorre vederci chiaro e nello<br />

stesso tempo saper leggere i “segni dei<br />

tempi” senza panico».<br />

Da Gesù, dal suo comportamento e<br />

dal suo insegnamento si devono trarre<br />

le controindicazioni. «La Chiesa — scrive<br />

Mons. Careggio — ha recepito l'invito<br />

di Gesù a saper leggere i segni dei<br />

tempi e a essere vigilanti per non lasciarsi<br />

risucchiare dalle ideologie acri-<br />

Chiavari - La Cattedrale<br />

di Nostra Signora dell'Orto<br />

stiane e idolatriche e a guardarsi al Signore<br />

che è presente nella storia e agisce<br />

con noi e per noi per mezzo del<br />

suo Spirito. «La comunità cristiana deve,<br />

infatti, guardare in faccia la realtà,<br />

dentro di sé e dire con amore la verità<br />

cristiana sui problemi su cui si gioca il<br />

futuro della Chiesa e del mondo. Se la<br />

Chiesa si esprime nella “capacità di<br />

comprensione e di accoglimento, di comunione<br />

di vita e di destino con gli altri,<br />

di solidarietà negli sforzi di tutti per<br />

tutto ciò che è nobile e buono, non deve<br />

tuttavia sottrarsi al dovere di rivelare<br />

anche, con coscienza critica di fronte<br />

alla società attuale, che cosa per<br />

l'uomo è la vita e che cosa è la<br />

morte».<br />

Il cristiano vive di fede e di speranza<br />

non per sfuggire ai problemi o per eludere<br />

i compiti sociali e pubblici che lo<br />

attendono per costruire una società più<br />

giusta e più solidale con i fratelli di fede<br />

e non di fede, ma per imprimere all'azione<br />

quello slancio, quel supplemento<br />

di anima che solo Dio concede.<br />

«Quel camminare di Gesù sui nostri<br />

passi — scrive Mons. Careggio — ci<br />

rincuora, soprattutto quando le vicende<br />

della vita ci pongono in un atteggiamento<br />

di profondi interrogativi. Avvenimenti,<br />

disgrazie personali e familiari,<br />

malattie e morti improvvise spesso non<br />

hanno risposta. In questi casi sfidare<br />

Dio sarebbe assurdo; rimettersi nelle<br />

sue braccia è cristiano».<br />

«Cristo — conclude Mons. Careggio<br />

— il “Dio con noi” è dunque il motivo<br />

che ci pone in doverosa attenzione delle<br />

sue visite” sia nei momenti tristi della<br />

vita, sia in quelli lieti. Sempre questa<br />

certezza è motivo di gioia intensa e duratura».<br />

Con questa certezza il Presule annuncia<br />

la visita pastorale alla diocesi che si<br />

protrarrà per cinque anni.<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Sabato 13 Gennaio 2001<br />

Le Lettere pastorali<br />

dei Vescovi italiani<br />

senza le opere, senza la coerenza della<br />

vita. «La fede — scrive Mons. Napoletano<br />

— spinge all'amore, l'amore apre il<br />

cuore a credere, la fede insieme alla carità<br />

dispiega orizzonti di speranza per<br />

tutti». Nelle comunità cristiane sia a livello<br />

parrocchiale che diocesano è attiva<br />

la Caritas che è al servizio dei poveri,<br />

degli esclusi. Il suo servizio — precisa il<br />

Vescovo — «sarà efficace se sarà svolto<br />

nella fede e con la fede, superando mentalità<br />

e stili di vita utilitaristica».<br />

Consapevole della funzione di guida e<br />

di Pastore della porzione del popolo di<br />

Dio affidata alla sue cure, Mons. Napoletano<br />

afferma: «Per il bene della comunità<br />

diocesana non mi stancherò mai di<br />

invitare tutto il popolo di Dio a sentire<br />

l'urgenza die educatori alla fede». La<br />

diocesi ha un programma da svolgere e<br />

strumenti formativi ed educativi alla fede.<br />

Da alcuni anni è attiva una Scuola<br />

di formazione religiosa con la finalità di<br />

preparare insegnanti e operatori di catechesi.<br />

Da quest'anno presso la struttura<br />

è presente una sezione particolare che<br />

affronta gli aspetti operativi della catechesi,<br />

della liturgia e della Caritas.<br />

Mons. Napoletano si ripromette molto<br />

da questa scuola alla quale affida «il<br />

compito di approfondire il contenuto e<br />

le ragioni della nostra fede cristiana nello<br />

specifico delle singole discipline che<br />

sono insegnate mettendone in luce gli<br />

aspetti biblici, teologici, liturgici, spirituali,<br />

morali, pastorali e di rendersi promotori<br />

ed animatori nelle singole comunità<br />

parrocchiali». La visita pastorale alla<br />

diocesi continua. Essa «rende possibile<br />

una vicendevole formazione alla fede.<br />

Il contatto personale — precisa il Vescovo<br />

— ha una forte valenza educativa. Io<br />

ho bisogno della vostra fede e voi avete<br />

ragione di sapere che io credo e come<br />

mi dedico alla vita della diocesi. L'appello<br />

di Cristo alla conversione a credere al<br />

Vangelo risuona continuamente nella<br />

Chiesa universale come anche nella<br />

Chiesa particolare».<br />

La risposta di tutti i seguaci è sintetizzata<br />

da Mons. Napoletano in queste parole:<br />

«Nella fede prendo la mia croce<br />

quotidiana e cerco di seguirlo passando<br />

di paese in paese per ripetere le sue parole.<br />

La prima nostra conversione è la<br />

fede in Gesù Cristo. Se in lui viviamo, ci<br />

muoviamo ed esistiamo tutte le altre cose<br />

saranno per noi come spazzatura e ci<br />

sforzeremo di essere trovati in lui non<br />

con una giustizia che deriva dalla legge<br />

ma con quella che deriva da Dio basata<br />

sulla fede».<br />

Ma la fede, come l'amore, esige che<br />

sia partecipata, condivisa. Di qui l'appello<br />

conclusivo di Mons. Napoletano:<br />

«ognuno di noi si senta mosso dal desiderio<br />

di aiutare gli altri per il progresso<br />

e la gioia di una sola fede che deve animare<br />

la nostra vita».<br />

MONS. ROCCO TALUCCI, ARCIVESCOVO DI BRINDISI-OSTUNI<br />

Catechesi, liturgia e carità: i «sentieri» del nuovo Millennio<br />

Il nuovo millennio e il nuovo secolo si<br />

aprono per la Chiesa di Brindisi-Ostuni<br />

all'insegna di due eventi. Il primo riguarda<br />

le celebrazioni giubilari che hanno<br />

richiamato un flusso continuo di fedeli<br />

nelle chiese in cui si sono svolte le<br />

giornate per le varie categorie. Il secondo<br />

con la messa a punto delle iniziative<br />

da promuovere secondo il programma<br />

stabilito dall'Arcivescovo Rocco Talucci.<br />

L'arcidiocesi pugliese, per quanto<br />

concerne il Giubileo, ha ricalcato grosso<br />

modo il modulo proposto da Giovanni<br />

Paolo II, articolato in «giornate» per le<br />

varie categorie di fedeli. Sotto questa<br />

denominazione — assolutamente non<br />

classista — sono state interessate tutte<br />

le componenti del popolo di Dio.<br />

È stato un evento paragonabile ad un<br />

fiume in piena. Il popolo di Dio si è ritrovato<br />

insieme a meditare il mistero di<br />

Cristo nella sua pienezza di Dio e uomo,<br />

di fondatore della Chiesa e di salvatore<br />

e redentore. La divisione per categorie,<br />

lungi dal favorire il particolarismo, ha<br />

accentuato la comunione, la solidarietà,<br />

l'unità dei valori evangelici e nella edificazione<br />

della comunità ecclesiale.<br />

Il Vangelo è stato proposto con forza<br />

e globalità come lo statuto fondamentale<br />

dei singoli cristiani e dell'intera comunità.<br />

«Il Vangelo — sottolinea Mons. Talucci<br />

nella Lettera Pastorale — è soprattutto<br />

una persona perché la verità del<br />

Vangelo si è fatta carne. E Gesù è il paradigma<br />

del vero uomo secondo Dio e<br />

Gesù è l'uomo nuovo. Chi si configura a<br />

lui e al suo esempio diventa uomo nuovo<br />

aperto alla speranza.<br />

«Noi — continua Mons. Talucci —<br />

diamo speranza quando presentiamo<br />

Gesù, la sua vita e il suo pensiero. È<br />

questo il debito che noi cristiani abbiamo<br />

verso il mondo il quale pressantemente<br />

ci interpella e ci sollecita: restituiteci<br />

Gesù Cristo. Se lo teniamo per noi<br />

e non lo presentiamo agli altri, non siamo<br />

vivi e non diamo speranza. Di speranza<br />

ha bisogno l'uomo di oggi per vincere<br />

le paure e fondare le sue certezze.<br />

In Gesù morto e risorto è fondata la<br />

certezza della vittoria della vita nella<br />

gioia».<br />

La diocesi ha celebrato un convegno<br />

in cui è stato delineato un «cammino<br />

MONS. NAPOLETANO, VESCOVO DI SESSA-AURUNCA<br />

Rinascere nella fede<br />

che è dono del Signore<br />

Si può «rinascere» nella fede? La risposta<br />

non la si deve attendere in senso<br />

biologico, ma spirituale. In questo senso<br />

il Vescovo di Sessa Aurunca, Mons. Antonio<br />

Napoletano non ha dubbi. Non solo<br />

si può, ma si deve, perché la fede è<br />

l'unica cosa necessaria per partecipare<br />

allavita divina e alla gloria escatologica.<br />

Lo spiega nella Lettera Pastorale alla<br />

diocesi. L'esortazione non è sua, è di<br />

sant'Ignazio d'Antiochia, il quale afferma:<br />

«rinascete nella fede che è la carne<br />

del Signore. Rinnovatevi nella carità che<br />

è il sangue di Cristo. Chiudete le orecchie<br />

quando qualcuno vi parla d'altro<br />

che di Cristo».<br />

Sant'Ignazio dettava queste direttive<br />

in una società in cui i cristiani erano un<br />

piccolo gregge, un «fermento» che doveva<br />

lievitare tutta la massa. Il resto dell'ambiente<br />

era pagano o idolatrico. Non<br />

si può dire che all'alba del terzo millennio<br />

le antiche comunità cristiane si trovino<br />

a vivere la stessa esperienza, le<br />

stesse sollecitudini. Ma è indubitabile<br />

che la non credenza, l'agnosticismo, il<br />

razionalismo, l'ateismo pratico hanno<br />

occupato molti spazi cristiani sia negli<br />

individui che nella società.<br />

È questo il motivo che ha spinto il<br />

Vescovo Napoletano a iniziare la sua lettera<br />

con le parole di sant'Ignazio. Il Vescovo<br />

«torna» da una visita pastorale durante<br />

la quale ha verificato e quasi toccato<br />

con mano alle carenze della fede e<br />

degli educatori laici alla fede per mezzo<br />

della catechesi, della liturgia e della Caritas.<br />

L'obiettivo però è unico: far rinascere<br />

i credenti, i battezzati nella fede.<br />

E la fede è sì un dono di Dio ma è pure<br />

una virtù che suppone la mediazione<br />

dell'uomo, concretamente dell'evangelizzatore.<br />

Il fattore «ascolto» era sottolineato anchenell'AnticoTestamento.Lafedesisuscita<br />

per la predicazione della parola di<br />

Dio. Si deve perciò poter contare su<br />

molti predicatori, catechisti ed evangelizzatori.<br />

La sola predicazione però non<br />

basta: occorre la testimonianza della vita,<br />

la predicazione esplicita, la liturgia<br />

della parola, il dialogo personale. A conferma<br />

delle sue affermazioni Mons. Napoletano<br />

riferisce le parole di san Paolo:<br />

«La fede dipende dalla predicazione e la<br />

predicazione a sua volta si attua per la<br />

parola di Cristo». La liturgia è il luogo<br />

privilegiato per suscitare la fede, per rinascere<br />

nella fede. È infatti il luogo dove<br />

si celebra il mistero pasquale di Cristo,<br />

della sua passione, morte e risurrezione.<br />

Dove inoltre si proclama e quindi<br />

si ascolta la parola di Dio e si accede alla<br />

mensa eucaristica. Tutto ciò si realizza<br />

ad una condizione: che la partecipazione<br />

sia attiva, consapevole, fervida.<br />

Sarebbe però una illusione se si presumesse<br />

di avere fede e di testimoniarla<br />

programmatico». «Questo cammino —<br />

spiega l'Arcivescovo — esige un impegno<br />

dalle comunità parrocchiali, e allo<br />

stesso tempo un coordinamento delle<br />

parrocchie, ancor prima di chiedere il<br />

coordinamento tra le varie istituzioni civili<br />

per un migliore servizio alla città, al<br />

fine di garantire una vera compagnia all'uomo<br />

di oggi, in questo mondo così<br />

difficile, ma a noi affidato».<br />

Il convegno è stato un'occasione per<br />

compiere analisi delle realtà nella diocesi,<br />

per confrontarsi, per approfondire le<br />

tematiche, per conoscersi e per enucleare<br />

un programma pastorale, organico e<br />

globale. Il pastore è stato ed è il punto<br />

di riferimento, ma anche il «motore» e<br />

la guida.<br />

Sono stati indicati diversi sentieri, ma<br />

l'unità di comunione e di operatività nel<br />

Vescovo è il connotato imprescindibile<br />

di questa metodologia pastorale.<br />

In dettaglio i «sentieri» comprendono<br />

anzitutto la catechesi. «Dobbiamo immaginare<br />

— scrive l'Arcivescovo — un<br />

annuncio più forte perché risulti incisivo<br />

davanti al mondo. La parola fa crescere<br />

la comunità che da sola rimane arida e<br />

stanca, i giovani restano distratti e le famiglie<br />

vuote. Si tenga viva la missione<br />

popolare, la formazione teologica degli<br />

operatori, l'accompagnamento spirituale<br />

dei fedeli, la reciprocità lieta tra le comunità,<br />

per l'annuncio della parola, i<br />

centri di ascolto, per prendere vita dalla<br />

parola».<br />

Alla catechesi si accompagna la liturgia<br />

che celebra i misteri di Cristo.<br />

Mons. Talucci esorta i sacerdoti a rendere<br />

vive, partecipate le celebrazioni liturgiche,<br />

soprattutto quella eucaristica.<br />

«La Messa — afferma — resta il culmine<br />

delle assemblee liturgiche, ma non<br />

diventi l'unica espressione». «La liturgia<br />

delle ore, forse non molto diffusa, aiuta<br />

a lodare il Signore con la gioia del cuore.<br />

Una liturgia penitenziale apre al pentimento<br />

personale e comunitario. Un rosario<br />

meditato da camminare insieme<br />

contemplazione dei misteri e semplicità<br />

di preghiera».<br />

Il trinomio si chiude con la carità,<br />

che nasce dalla Parola, da Dio. «Alla<br />

scuola della parola — scrive Mons. Talucci<br />

— si forma il cuore nuovo. A livel-<br />

lo diocesano e parrocchiale appaiono le<br />

strutture e le prestazioni di carità. La<br />

Chiesa poi ama o non è Chiesa. Sia<br />

grande la fiducia e la correzione fraterna,<br />

ma non si condizioni il cammino<br />

della carità. Ogni annuncio e ogni celebrazione<br />

deve orientare al gesto di<br />

amore».<br />

La Conferenza Episcopale Italiana ha<br />

promosso iniziative per la riduzione del<br />

debito estero dei paesi poveri. A livello<br />

locale, la diocesi e le parrocchie devono<br />

sforzarsi di essere strumenti concreti di<br />

carità, di solidarietà e di condivisione.<br />

Mons. Talucci traccia un quadro operativo<br />

molto ampio e vincolante: «La mensa<br />

e l'accoglienza dei poveri sia sempre<br />

più una espressione ecclesiale. Il coinvolgimento<br />

delle istituzioni civili sia<br />

sempre per un servizio all'uomo perché<br />

col “pane” recuperi la sua dignità di persona<br />

e di figlio di Dio. Il grido dei paesi<br />

poveri o dei poveri di ogni Paese venga<br />

accolto in una risposta di amore».<br />

Gli altri sentieri riguardano la pastorale<br />

scolastica, la pastorale vocazionale e<br />

la pastorale missionaria. Per quanto<br />

concerne la scuola Mons. Talucci ritiene<br />

che essa «è un luogo privilegiato di educazione<br />

cristiana» e che «la pienezza di<br />

docenti e di studenti cristiani esige un<br />

coordinamento educativo per sostenerli<br />

nella fede in vista della loro testimonianza».<br />

Agli insegnanti di religione chiede<br />

«di coltivare nei confronti della scuola<br />

una testimonianza interiore ed esteriore<br />

di ecclesialità; nei confronti della parrocchia<br />

di origine collaborazione pastorale<br />

e così con la parrocchia che sorge<br />

nel luogo di insegnamento.<br />

Circa la pastorale per le vocazioni<br />

Mons. Talucci segnala il prezioso lavoro<br />

del centro diocesano, che è «un laboratorio<br />

speciale perché è lo Spirito che<br />

chiama». In esso devono confluire tutte<br />

le vocazioni per facilitarne la promozione.<br />

Oltre alla promozione delle vocazioni<br />

al sacerdozio, la diocesi è impegnata<br />

alla promozione delle vocazioni allo stato<br />

religioso e di consacrazione. In diocesi<br />

sono attivi il seminario minore e il seminario<br />

maggiore.<br />

La pastorale missionaria s'iscrive tra<br />

le priorità della pastorale della diocesi.<br />

«O siamo Chiesa missionaria o non sia-<br />

MONS. VERUCCHI, ARCIVESCOVO DI RAVENNA-CERVIA<br />

Gesù Cristo, sorgente<br />

di speranza eterna e inesauribile<br />

Pessimismo e speranza<br />

s'intrecciano nella cultura<br />

moderna in cui vivono i<br />

cristiani. La loro forza e il<br />

loro vantaggio stanno nella<br />

fede che garantisce loro<br />

Cristo, sorgente di speranza<br />

eterna e inesauribile. È<br />

su Cristo che fa leva<br />

Mons. Giuseppe Verucchi,<br />

Arcivescovo di Ravenna-<br />

Cervia. «La fede in Gesù<br />

morto e risorto — scrive il<br />

Presule nella Lettera Pastorale<br />

alla comunità diocesana<br />

— ci porta a sperare,<br />

ad essere certi che è<br />

possibile, per il dono che<br />

viene dall'alto, cioè per<br />

grazia, vivere una vita<br />

nuova qui, ora, sulla terra,<br />

migliorare il mondo e,<br />

al di là della morte, vivere<br />

per sempre, col Signore<br />

della gioia piena». Cristo è Figlio di Dio e<br />

Dio egli stesso. Dio è amore e ci riempie<br />

del suo amore, della sua gioia. Chi ha fede<br />

in Dio non cede mai al pessimismo.<br />

In più c'è la garanzia dello Spirito che<br />

accompagna la Chiesa e la anima fino alla<br />

parusia.<br />

Il cristiano è tanto pieno di amore<br />

quanto è pieno di speranza. Anzi è testimone<br />

di speranza. «È lo Spirito — rileva<br />

Mons. Verucchi — che ci rende cristiani<br />

e ci dà la possibilità di vivere gli atteggiamenti<br />

e la vita nuova in Cristo. Noi crediamo<br />

e speriamo in una vita nuova qui<br />

e nella vita di gioia senza fine, nell'aldilà,<br />

perché sappiamo che lo Spirito è stato<br />

diffuso per questa novità di vita».<br />

Mons. Verucchi spiega tutte le proiezioni<br />

che derivano da questo fondamento<br />

teologico. Affronta le complesse problematiche<br />

moderne per predicare soluzioni<br />

conformi al Vangelo e proposte continuamente<br />

dal magistero della Chiesa. Una<br />

delle istituzioni analizzate è la famiglia. Il<br />

suo grido è vibrante. «Il clima è pesante!<br />

— afferma —. Le tentazioni tante. I condizionamenti<br />

numerosi. La cultura sembra<br />

andare contro l'intimità della casa e<br />

il calore della vita di famiglia. I vari tipi<br />

di lavoro, i mass-media, i divertimenti,<br />

gli orari, le strutture delle case, i costi<br />

economici... certamente non sono pensati<br />

in vista del bene della famiglia».<br />

Denuncia anche alcune deficienze di<br />

indole religiosa: «Anche della pastorale,<br />

offrendole i doni di cui ha bisogno e accogliendo<br />

i valori di cui è portatrice».<br />

La diagnosi tocca i punti cruciali della<br />

società d'oggi. Si mettono in discussione<br />

il concetto stesso e il senso da dare alla<br />

vita umana (quando inizia e quando termina),<br />

all'amore, al fidanzamento, al matrimonio,<br />

alla famiglia, alla paternità e<br />

alla maternità, alla educazione.<br />

Su ogni punto si sta sviluppando una<br />

problematica le cui proposte contrastano<br />

con la carta dei valori cristiani. Eutanasia,<br />

aborto, riproduzione medicalmente<br />

mo Chiesa — ammonisce Mons. Talucci<br />

—. Questo è vero anche per i singoli cristiani.<br />

È missionario quel cristiano che<br />

si pone di fronte all'altro col desiderio di<br />

fargli del bene nel nome di Dio, offrendogli<br />

il messaggio del Vangelo che porta<br />

gioia e speranza nel cuore». Due sono le<br />

forme privilegiate: la missione popolare<br />

e la missione ad gentes. La diocesi ha<br />

attivato una missione in Kenya nella<br />

quale urgono sacerdoti e laici.<br />

Particolare attenzione è dedicata ai<br />

laici e al mondo del lavoro. Nel primo<br />

eccelle la pastorale giovanile, essendo i<br />

giovani gli apostoli di domani. Con la<br />

seconda istanza la Chiesa si batte per la<br />

dignità del lavoro, contro la disoccupazione.<br />

Forte è la sensibilità per la pastorale<br />

sociale. Lo sforzo della Chiesa nelle<br />

sue diverse articolazioni e istituzioni è di<br />

educare alla cittadinanza e alla legalità,<br />

al rispetto della giustizia e dei diritti dei<br />

deboli, tra cui gli immigrati, ma anche<br />

per colore che sono stati costretti a lasciare<br />

il proprio territorio.<br />

Intenso e assiduo è pure l'impegno<br />

per promuovere una pastorale sanitaria<br />

efficace. Mons. Talucci raccomanda «l'evangelizzazione<br />

prima della sacramentalizzazione»<br />

e la visita agli ammalati sia a<br />

casa che in ospedale.<br />

Pastorale familiare e pastorale delle<br />

comunicazioni chiudono il «pacchetto»<br />

delle priorità. «Preparazione al matrimonio,<br />

formazione dei gruppi-famiglia, la<br />

spiritualità coniugale, la paternità e maternità<br />

responsabile, l'accoglienza rispettosa<br />

della vita, la politica familiare, i diritti<br />

dei figli, il cammino di fede sono<br />

punti essenziali di questo sentiero e di<br />

questa pastorale».<br />

Per la pastorale della comunicazione<br />

Mons. Talucci rileva che in diocesi sono<br />

«varie presenze ed esperienze, ma si evidenzia<br />

la necessità di un coordinamento<br />

per raggiungere una comune piattaforma<br />

a servizio della diocesi e della sua<br />

missione». Turismo e tempo libero rientrano<br />

in questa ultima parte del piano<br />

pastorale. Mons. Talucci augura «tanta<br />

creatività pastorale per le esperienze da<br />

realizzare per essere Chiesa viva guidata<br />

dallo Spirito del Signore».<br />

Ravenna - S. Apollinare nuovo: Cristo condotto<br />

al Calvario (VI secolo)<br />

assistita, contraccezione, divorzio, matrimonio<br />

civile, unioni di fatto anche di<br />

omosessuali. È in atto non solo una profonda<br />

trasformazione ma si formalizzano<br />

nuove forme di convivenza civile che indeboliscono<br />

la coscienza e aprono la porta<br />

al permissivismo, all'utilitarismo e all'edonismo.<br />

Mons. Verucchi formula proposte di<br />

consolidamento e di rinnovamento. Si<br />

chiede: «È possibile sperare ancora nella<br />

famiglia?». E risponde: «È possibile! Gesù<br />

si incarna e vive in una famiglia. Per<br />

tre anni si dedica alla missione pubblica.<br />

Per trent'anni vive la vita di famiglia è la<br />

prima e principale realtà nella quale incarnare<br />

i valori del Vangelo, accogliere<br />

l'amore del Signore, vivere la vita di fede,<br />

e operare per la trasformazione del<br />

mondo e della società».<br />

Mons. Verucchi fa un'antologia tra Gesù<br />

e la Chiesa: «A rafforzare questa convinzione,<br />

pensiamo che Gesù inizia la<br />

sua missione e compie il suo primo segno<br />

nel contesto di un pranzo di nozze.<br />

Molti brani biblici hanno come punto di<br />

riferimento l'amore sponsale, il contesto<br />

familiare, il dialogo tra genitori e figli. La<br />

Chiesa nasce come “la grande famiglia di<br />

Dio”. Tra i primi missionari ci sono coppie<br />

di sposi, la Chiesa di raduna nelle case.<br />

«Se il Signore — rileva Mons. Verucchi<br />

— ha scelto questa strada sembra di<br />

poter dire che Gesù ha creduto alla possibilità<br />

della risurrezione della vita di famiglia.<br />

Se vi ha creduto lui, possiamo<br />

sperare anche noi».<br />

Il quadro non è tra i più confortanti<br />

della storia. Le prospettive di speranza<br />

sono sensibili, avallate dalle famiglie che<br />

«vivono, con fede e coraggio, la loro vocazione.<br />

Sperare, in questo contesto, significa<br />

lasciarci guidare dal Signore, dal<br />

suo amore e dalla sua parola».<br />

Significa recuperare «il seme della dignità,<br />

dal momento del concepimento fino<br />

alla sua morte naturale, in qualsiasi<br />

situazione si trovi? Vedere nella procreazione<br />

generosa e responsabile un grande<br />

dono che Dio fa alla famiglia e la famiglia<br />

al mondo. È la bellezza del dono dei<br />

figli».<br />

Ridare al valore dell'amore — prosegue<br />

il Vescovo — la ricchezza che gli<br />

compete, fatta di sentimenti, emozioni,<br />

sguardi, parole, gesti, azioni. Occorre però<br />

ritornare al senso profondo dell'amore<br />

come «decisione e realtà di prenderci a<br />

cuore l'altro... impegnarci per la vita dell'altro,<br />

operare perché l'altro viva. Amare<br />

è scelta di vita che riguarda anche la<br />

ragione e la fede in Cristo morto e risorto».<br />

Mons. Verucchi è persuaso che il cammino<br />

formativo per una famiglia salda<br />

deve iniziare nell'ambito stesso della famiglia<br />

e sin dai teneri anni. Deve tendere<br />

a promuovere una crescita armonica e<br />

progressiva, che riguardi la totalità degli<br />

aspetti della vita della persona». Per la<br />

famiglia cristiana è indispensabile credere<br />

e accettare la celebrazione del sacramento<br />

del matrimonio come istituzione<br />

divina indissolubile, aperta alla vita. «Occorre<br />

tenere alto, dentro di noi, il valore<br />

e il senso del matrimonio e della famiglia<br />

e dire «no» a idee che minacciano l'identità<br />

e i contenuti, vincere le tentazioni<br />

del «tutto è lecito, tutto è permesso». È<br />

necessario partecipare alla confessione,<br />

alla Messa, all'Eucaristia ed inoltre meditare<br />

spesso la parola di Dio, pregare insieme<br />

e insieme costruire la comunità familiare<br />

sul modello della famiglia di Nazareth.<br />

Le prospettive d'impegno consolidato e<br />

ravvivato sono così delineate da Mons.<br />

Verucchi: organizzare corsi di preparazione<br />

al matrimonio in modo idoneo e<br />

soddisfacente, progettare cammini di fede<br />

per fidanzati e per giovani coppie anche<br />

per gruppi di famiglie. In tutto questo<br />

sforzo deve avere il suo spazio adeguato<br />

e convincente la pastorale per le<br />

vocazioni sia al presbiterato e al diaconato<br />

sia allo stato religioso. La preghiera è<br />

il mezzo più efficace. L'apporto delle famiglie<br />

è importante. È compito di tutta<br />

la comunità sostenere le vocazioni come<br />

anche alimentarle e incoraggiarle. «La<br />

migliore pastorale vocazionale — conclude<br />

Mons. Verucchi — è una buona e<br />

completa pastorale comunitaria, una<br />

buona azione educativa nelle famiglie,<br />

nei gruppi, nelle parrocchie, nelle associazioni<br />

e nei movimenti».<br />

Pagina a cura di<br />

GINO CONCETTI


.<br />

PAGINA<br />

5 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Sabato 13 Gennaio 2001<br />

SANTA SEDE<br />

«L'odierno incontro si svolge<br />

a pochi giorni dalla chiusura del Grande Giubileo,<br />

che ha visto anche i Membri dell'Ordine prodigarsi<br />

nell'assistere i pellegrini e nel dispiegare generosamente<br />

mezzi ed energie per venire incontro alle loro necessità.<br />

Desidero, pertanto, far giungere, per Suo tramite,<br />

ai tanti volontari ed operatori<br />

del Sovrano Militare Ordine di Malta,<br />

il mio vivo ringraziamento per così premuroso servizio»<br />

CREDENZIALI Il discorso di Giovanni Paolo II al nuovo Ambasciatore del Sovrano Militare Ordine di Malta presso la Santa Sede per la presentazione delle Lettere<br />

I Membri dell'Ordine continuino a chinarsi sulle ferite dell'uomo<br />

per versarvi l'olio della compassione e il balsamo della carità<br />

Il Santo Padre Giovanni Paolo II ha<br />

ricevuto oggi, venerdì 12 gennaio alle<br />

ore 11, in solenne udienza, S.E. il Signor<br />

Alberto Leoncini Bartoli, nuovo<br />

Ambasciatore del Sovrano Militare Ordine<br />

di Malta presso la Santa Sede, il quale<br />

ha presentato le Lettere Credenziali<br />

con cui viene accreditato nell'alto ufficio.<br />

S.E. il Signor Ambasciatore, rilevato<br />

alla sua residenza da un Addetto di Anticamera<br />

e da due Gentiluomini di Sua<br />

Santità, è giunto alle 10.45 al Cortile di<br />

San Damaso, nel Palazzo Apostolico Vaticano,<br />

ove un reparto della Guardia<br />

Svizzera Pontificia rendeva gli onori.<br />

Al ripiano degli ascensori, S.E. l'Ambasciatore<br />

era ricevuto da un Gentiluomo<br />

di Sua Santità e, subito dopo, saliva<br />

alla seconda Loggia, dove si trovavano<br />

ad attenderlo gli Addetti di Anticamera<br />

ed i Sediari. Dalla seconda Loggia il corteo<br />

si dirigeva alla Sala Clementina, dove<br />

l'Ambasciatore veniva ricevuto dal<br />

Prefetto della Casa Pontificia, Monsignor<br />

James Michael Harvey, il quale lo accompagnava<br />

nella Biblioteca privata.<br />

Il Prefetto presentava al Santo Padre<br />

il nuovo Ambasciatore del Sovrano Militare<br />

Ordine di Malta.<br />

Dopo la presentazione delle Lettere<br />

Credenziali da parte dell'Ambasciatore,<br />

aveva luogo lo scambio dei discorsi.<br />

Questo il testo del discorso del Papa:<br />

Signor Ambasciatore!<br />

1.È con vivo compiacimento<br />

che accolgo le Lettere con le quali<br />

il Gran Maestro del Sovrano Militare<br />

Ordine di Malta La accredita come<br />

Ambasciatore Straordinario e<br />

Plenipotenziario presso la Santa Sede.<br />

La ringrazio per le cortesi<br />

espressioni che mi ha rivolto, nel<br />

momento in cui si accinge ad assumere<br />

l'incarico affidatoLe e Le porgo<br />

volentieri il mio cordiale benvenuto.<br />

Attraverso la Sua persona, intendo<br />

far giungere un deferente saluto<br />

all'Eminentissimo Principe Fra' Andrew<br />

Bertie e al Consiglio che lo<br />

coadiuva nel governo dell'Ordine.<br />

Il mio grato pensiero si estende poi<br />

a tutti gli appartenenti al benemerito<br />

sodalizio che Ella rappresenta<br />

ed alle rispettive famiglie, assicurando<br />

ognuno della mia costante<br />

benevolenza e dell'apprezzamento<br />

per la solerte loro testimonianza<br />

della fede cristiana e della carità<br />

evangelica.<br />

L'odierno incontro si svolge a pochi<br />

giorni dalla chiusura del Grande<br />

Giubileo, che ha visto anche i<br />

Membri dell'Ordine prodigarsi nell'assistere<br />

i pellegrini e nel dispiegare<br />

generosamente mezzi ed energie<br />

per venire incontro alle loro necessità.<br />

Desidero, pertanto, far<br />

giungere, per Suo tramite, ai tanti<br />

volontari ed operatori del Sovrano<br />

Militare Ordine di Malta il mio vivo<br />

ringraziamento per così premuroso<br />

servizio.<br />

2.Dopo l'arricchente esperienza<br />

spirituale del Giubileo, la Chiesa si<br />

accinge a proseguire il suo cammino.<br />

Si inoltra nel nuovo millennio<br />

ripartendo da Cristo, desiderosa di<br />

essere testimone del suo amore fra<br />

tutti gli uomini.<br />

È per me motivo di grande con-<br />

Sabato mattina<br />

i funerali<br />

di Don Franco Pierini<br />

Si svolgeranno nella mattina di sabato 13<br />

gennaio, alle ore 9, nel Santuario romano Regina<br />

degli Apostoli, in Via Alessandro Severo, i<br />

funerali di Don Franco Pierini, morto a Roma<br />

intorno alle 10 di giovedì 11. Sarà il Superiore<br />

Generale della Società San Paolo, Don Pietro<br />

Campus, a presiedere la solenne Liturgia esequiale.<br />

Con il Superiore della Congregazione<br />

concelebreranno i confratelli del defunto e tanti<br />

sacerdoti amici incontrati nel corso del suo<br />

apostolato. La benedizione alla salma verrà<br />

impartita dal Vescovo ausiliare di Roma,<br />

Mons. Rino Fisichella.<br />

Religioso sacerdote della Società San Paolo,<br />

storico della Chiesa — era docente alla Facoltà<br />

Teologica O.F.M. Conv. di san Bonaventura, a<br />

Roma — saggista e giornalista, Don Pierini ha<br />

diretto «Famiglia Cristiana» dall'aprile del 1998<br />

al 27 luglio del 1999. Da circa un anno era afflitto<br />

da una grave malattia. Negli ultimi tempi<br />

era stato ricoverato in ospedale ma, visto l'aggravarsi<br />

delle sue condizioni, giovedì mattina<br />

era ritornato nella Casa religiosa dei Paolini di<br />

Via Alessandro Severo.<br />

Dopo le solenni esequie, la salma verrà portata<br />

ad Albano per essere tumulata nella cappella<br />

dei Paolini del cimitero.<br />

forto avere ascoltato dalla<br />

sua voce, Signor Ambasciatore,<br />

che l'istituzione melitense,<br />

fedele al proprio carisma<br />

della tuitio fidei e<br />

dell'obsequium pauperum,<br />

si unisce di gran cuore a<br />

questo programma della<br />

Chiesa.<br />

Di fronte ad una umanità<br />

assetata di verità e di<br />

solidarietà, come non rimarcare<br />

l'opportuna unione<br />

e quasi la fusione di<br />

questi due scopi che caratterizzano<br />

in ogni Continente<br />

la qualificata missione<br />

dei Cavalieri della bianca<br />

Croce ottagona? Nella Lettera<br />

apostolica Novo Millennio<br />

ineunte ho annotato<br />

che «è l'ora di una nuova<br />

“fantasia della carità”, che<br />

si dispieghi non tanto e<br />

non solo nell'efficacia dei<br />

soccorsi prestati, ma nella<br />

capacità di farsi vicini, solidali<br />

con chi soffre, così<br />

che il gesto di aiuto sia<br />

sentito non come obolo<br />

umiliante, ma come fraterna<br />

condivisione» (n. 50).<br />

Testimoni e ministri di<br />

Dio che è Amore (cfr 1 Gv 4, 8.16),<br />

i Cavalieri e le Dame del Sovrano<br />

Militare Ordine di Malta sono chiamati<br />

a proseguire con rinnovata<br />

dedizione, nel nuovo millennio,<br />

nella loro azione di buoni Samaritani,<br />

sempre pronti a chinarsi sulle<br />

ferite dell'uomo per versarvi l'olio<br />

della compassione e il balsamo della<br />

carità.<br />

3.Durante gli oltre nove secoli<br />

di esistenza, il vostro benemerito<br />

Ordine è stato sempre caratterizzato<br />

da un particolare vincolo con la<br />

Sede di Pietro. Lo ricordava il mio<br />

venerato Predecessore Leone XIII<br />

nella Lettera apostolica Solemne<br />

semper con la quale, nel 1879, ricostituiva<br />

il Gran Magistero dell'Ordine<br />

di Malta.<br />

Dopo di lui, diversi Pontefici<br />

hanno lodato il vostro Sovrano istituto<br />

per la costante e leale sintonia<br />

con la Sede Apostolica. In tal modo<br />

esso ha agito e continua ad operare,<br />

dialogando con ogni cultura, al<br />

fine di contribuire alla promozione<br />

della civiltà dell'amore e della pace.<br />

La sua presenza nel contesto internazionale<br />

si avvale, altresì, della<br />

speciale «Carta» costitutiva, che si<br />

rifà ai fondamentali valori della<br />

misericordia e della carità, a cui<br />

l'Ordine si è costantemente ispirato<br />

nel corso dei secoli.<br />

Ecco, Signor Ambasciatore, sono<br />

questi i tratti che contraddistinguono<br />

l'illustre sodalizio che Ella rappresenta.<br />

La fedeltà all'ideale evangelico<br />

ed al Successore di Pietro è<br />

costata, lungo la storia, a numerosi<br />

Membri dell'Ordine non poco<br />

sangue ed adorna ancora oggi di<br />

onore il vostro stendardo. Nel contesto<br />

odierno, dove i meccanismi<br />

impersonali di grandi trasformazioni<br />

economiche e tecnologiche con-<br />

tribuiscono ad arricchire chi già ha<br />

dalla sua le maggiori fortune, vi<br />

chiedo di intensificare, secondo le<br />

possibilità, i vostri interventi. Continuate<br />

ad adoperarvi per un'umanizzazione<br />

e condivisione delle risorse<br />

che Dio ha destinato in egual<br />

misura a tutti gli uomini. Alle<br />

aspre durezze della competizione<br />

«senza cuore» e «senza misericor-<br />

Il nuovo Ambasciatore<br />

del Sovrano Militare<br />

Ordine di Malta<br />

Sua Eccellenza il Signor Alberto<br />

Leoncini Bartoli, nuovo Ambasciatore<br />

del Sovrano Militare Ordine di Malta<br />

presso la Santa Sede, è nato il 10 luglio<br />

1932 ad Ancona. È sposato e ha 3 figli.<br />

È laureato in Giurisprudenza.<br />

Entrato nel Servizio Diplomatico della<br />

Repubblica Italiana, ha ricoperto, tra gli<br />

altri, i seguenti incarichi:<br />

Segretario di Ambasciata a Vienna e a<br />

Sofia; In servizio presso il Ministero degli<br />

Esteri; Consigliere a Bonn; Capo dell'Ufficio<br />

per l'URSS e i Paesi dell'Est Europeo<br />

e, quindi, dell'Ufficio per i Paesi<br />

della NATO presso la Direzione Generale<br />

degli Affari Politici, Ministero degli Esteri;<br />

Ministro Consigliere e, quindi, Ministro<br />

presso l'Ambasciata d'Italia a Parigi.<br />

È stato Ambasciatore a Tel Aviv<br />

(1987-1991); Ambasciatore a disposizione<br />

con incarichi speciali presso il Ministero<br />

degli Esteri (1991-1993); Ambasciatore a<br />

Il Cairo (1993-1996); Capo del Cerimoniale<br />

Diplomatico della Repubblica Italiana<br />

(1996-1997); Ambasciatore d'Italia<br />

presso la Santa Sede (1997-1999). Segre-<br />

dia» (Rm 1, 31), la vostra azione,<br />

mai scoraggiata né trattenuta da<br />

alcun impedimento, continui ad essere<br />

quella di Ospitalieri, cioè di<br />

uomini e donne di fede con un<br />

cuore ricco di misericordia, generosi<br />

e intrepidi nella difesa delle ragioni<br />

e dei diritti dei poveri.<br />

4.Signor Ambasciatore, nel<br />

momento in cui Ella inizia la Sua<br />

tario Generale per gli Affari Interni del<br />

Sovrano Militare Ordine di Malta (1999-<br />

2000).<br />

A Sua Eccellenza, il Signor Alberto<br />

Leoncini Bartoli, nuovo Ambasciatore<br />

del Sovrano Militare Ordine di Malta<br />

presso la Santa Sede, giungano, nel momento<br />

in cui si accinge a ricoprire il suo<br />

alto incarico, le felicitazioni del nostro<br />

giornale.<br />

dal Prefetto della Casa Pontificia e si recava<br />

a far visita al Cardinale Segretario<br />

di Stato, S. Em.za Rev.ma il Signor Cardinale<br />

Angelo Sodano.<br />

Al termine del colloquio l'Ambasciatore<br />

discendeva nella Basilica Vaticana. Il<br />

Diplomatico era ricevuto da una delegazione<br />

del Rev.mo Capitolo e si recava<br />

dapprima nella Cappella del SS.mo Sacramento<br />

per un breve atto di adorazione;<br />

passava poi a venerare l'immagine<br />

della Beatissima Vergine e, quindi, la<br />

tomba di San Pietro.<br />

Al termine della visita l'Ambasciatore<br />

prendeva congedo dalla delegazione del<br />

Capitolo, quindi, alla Porta della Preghiera,<br />

prima di lasciare la Basilica, si<br />

congedava dai Dignitari che lo avevano<br />

accompagnato e faceva ritorno alla sua<br />

residenza.<br />

Ecco il discorso dell'Ambasciatore al<br />

Santo Padre:<br />

Santità,<br />

Ho l'alto onore di presentare le Lettere<br />

con le quali sua Altezza Eminentissima<br />

il Principe e Gran Maestro del Sovrano<br />

Militare Ordine di Malta mi accredita<br />

in qualità di Ambasciatore<br />

Straordinario e Plenipotenziario presso<br />

la Sede di Pietro. Contestualmente presento<br />

le Lettere di richiamo del mio<br />

predecessore la cui missione ha lasciato<br />

un vivo ricordo.<br />

In questa cerimonia particolarmente<br />

solenne sento anzitutto di esprimere la<br />

mia profonda emozione allorché mi accingo<br />

ad assumere l'alto incarico affidatomi<br />

di rappresentare il Sovrano Militare<br />

Ordine di Malta presso la Santa<br />

Sede, consapevole delle responsabilità<br />

inerenti alla mia carica e nella speranza<br />

della benevolenza della Santità Vostra.<br />

Viva è la mia aspirazione a contribuire<br />

all'approfondimento dei legami<br />

fra la Santa Sede ed il Sovrano Militare<br />

Ordine di Malta tradizionalmente fondati<br />

su di una solida base di rapporti<br />

di antica origine via via nutriti dai sentimenti<br />

di profonda devozione di tutti i<br />

Una pubblicazione storica con proiezioni per il nuovo millennio<br />

Il contributo della Chiesa allo sviluppo dell'istruzione<br />

GINO CONCETTI<br />

La fedeltà all'ideale evangelico ed al Successore di Pietro<br />

vi è costata, lungo la storia,<br />

non poco sangue ed adorna ancora oggi il vostro stendardo<br />

La nuova società del futuro si edifica, nell'era<br />

della globalizzazione, sui valori comuni. Il patrimonio<br />

fino ad ora formato, costituiscono una sorgente<br />

da cui attingere ispirazione, stimoli, sollecitazioni.<br />

Lo si afferma da molte parti e in diverse<br />

sedi. Ma una iniziativa attuata in collaborazione<br />

tra l'ufficio nazionale per l'educazione, la scuola e<br />

l'università della Conferenza episcopale italiana e<br />

l'Associazione genitori scuole cattoliche, presidenza<br />

nazionale della Fidae e la federazione istituti di<br />

attività educative, lo conferma con abbondanza di<br />

dati e di documentazione, come si evince dal volume<br />

Chiesa e scuola. Percorsi di storia dell'educazione<br />

tra XII e XX secolo, a cura di Maurizio<br />

Sangalli, edizioni Cantagalli, Siena 2000, pp. 323,<br />

L. 30.000, E. 15,50.<br />

Praticamente il periodo esaminato comprende<br />

quasi l'intero secondo millennio. Non che prima la<br />

Chiesa non si dedicasse alla cultura, alle arti, all'istruzione.<br />

Per una molteplicità di motivi i primi<br />

luoghi ad esprimerla sono stati i monasteri.<br />

Lo stato ha avuto il suo merito promuovendo<br />

una politica di scolarizzazione universale e favorendo<br />

il sorgere di università e di un sistema scolastico<br />

diffuso su tutto il territorio nazionale. Nel<br />

corso dei secoli non sono mancati conflittualità, incomprensioni<br />

nei riguardi delle attività culturali e<br />

educative gestite dalla Chiesa o dai suoi rappresen-<br />

tanti. Il processo di rapporti tra stato moderno e<br />

Chiesa cattolica in fatto di istruzione non è stato<br />

uniforme. Nei paesi nei quali è prevalsa la corrente<br />

«laica» la comunità cristiana ha molto sofferto<br />

per mancanza di libertà e anche di mezzi adeguati<br />

per poter adempiere alla missione educativa e d'istruzione<br />

che non è estranea alla evangelizzazione.<br />

Gli urti più violenti contro la scuola gestita dalla<br />

Chiesa e dagli istituti religiosi sono esplosi negli ultimi<br />

secoli del secondo millennio. Contro gli aberranti<br />

soprusi reagirono i sommi Pontefici, tra cui,<br />

con energia e fermezza, Pio XI abbondantemente<br />

citato nel volume per le sue coraggiose encicliche<br />

contro i regimi totalitari e il loro monopolio scolastico.<br />

La Divini illius Magistri è stata una pietra<br />

miliare in difesa dell'istruzione cattolica e libera.<br />

L'altro documento basilare di Pio XI è stato l'Enciclica<br />

L'educazione cristiana della gioventù del 31<br />

dicembre 1929, quindi a regime instauratosi in Italia.<br />

Gli studiosi sostengono che da lunga data non<br />

v'erano stati documenti pontifici specifici ed esaustivi<br />

a cui rifarsi.<br />

Dopo il Concilio Vaticano II il sistema scolastico<br />

italiano ha registrato una evoluzione verso il modello<br />

degli Stati che fanno parte dell'Unione Europea.<br />

La proposta della parità scolastica è giudicata<br />

positivamente anche in adesione al dettato costituzionale.<br />

Si sottolinea, nella pubblicazione, che il risultato<br />

«è stato ottenuto spostando la parità dalle<br />

scuole agli studenti» e inoltre la «soluzione va oltre<br />

missione, desidero confermare<br />

all'intero Ordine, che<br />

Ella qui rappresenta, i<br />

miei sentimenti di stima e<br />

di affetto. Auspico cordialmente<br />

che il Sovrano Militare<br />

Ordine di Malta continui<br />

a brillare, come è sua<br />

tradizione, per un autentico<br />

e vivificante spirito di<br />

carità cristiana, capace di<br />

sollevare, sanare, redimere<br />

dall'indigenza i corpi bisognosi<br />

non meno che le anime,<br />

sovente ancor più nelle<br />

angustie.<br />

Con tali sentimenti, invoco<br />

sul Principe Gran<br />

Maestro, su tutti i Cavalieri<br />

e le Dame dell'Ordine,<br />

nonché sulla Sua persona<br />

e sulla missione che Ella<br />

oggi intraprende l'abbondanza<br />

delle grazie divine,<br />

avvalorando tali voti con<br />

la Benedizione Apostolica,<br />

che imparto di gran cuore.<br />

Dopo lo scambio dei discorsi,<br />

il Santo Padre si intratteneva<br />

a colloquio privato con<br />

l'Ambasciatore.<br />

Dopo l'udienza, nella Sala<br />

Clementina, prendeva congedo<br />

la pur significativa diatriba fra pubblico e privato,<br />

in quanto identifica una spesa sociale a favore del<br />

diritto allo studio, la quale interpreta in modo progressivo<br />

ed avanzato la logica dei capaci e meritevoli».<br />

Negli ultimi anni sono emerse anche in Italia<br />

istanze inedite da gruppi e comunità etniche e religiose<br />

stabilitesi sul territorio nazionale. Questo<br />

pluralismo deve essere gestito dallo stato in maniera<br />

equanime, nel rispetto dei diritti e delle libertà<br />

fondamentali. Ai cattolici la nuova situazione impone<br />

un nuovo modo di considerare le spettanze<br />

giuridiche. Secondo la pubblicazione «la Costituzione<br />

— considerata in tutta la sua potenzialità —<br />

può garantire la libertà d'insegnamento e la costruzione<br />

di una “religione civile” comune, come<br />

grammatica elementare dei valori di appartenenza<br />

e insieme di universalità, in cui si ritrovino tutti<br />

(laici e religiosi) e si debbano collocare con le minori<br />

difficoltà possibili anche i soggetti deboli di altre<br />

culture».<br />

Secondo sempre la pubblicazione «La soluzione<br />

più razionale ed efficiente è quella di rispettare<br />

eventuali scuole private anche in questa direzione».<br />

Tuttavia la stessa pubblicazione riconosce che<br />

la soluzione «significativa e vincente» è quella «di<br />

spostare la parità dalle scuole agli studenti, purché<br />

non sia vissuto come un astuto escamotage di un<br />

dialogo condizionato fra cattolici e laici e venga invece<br />

strettamente connessa alla costruzione comune<br />

di un nuovo concetto di pubblico di recepire e<br />

rispettare tutte le culture e le differenze».<br />

“<br />

Continuate ad adoperarvi<br />

per un'umanizzazione<br />

e condivisione<br />

delle risorse che Dio<br />

ha destinato in egual misura<br />

a tutti gli uomini.<br />

Alle aspre durezze<br />

della competizione<br />

«senza cuore»<br />

e «senza misericordia»,<br />

la vostra azione,<br />

mai scoraggiata né trattenuta<br />

da alcun impedimento,<br />

continui ad essere<br />

quella di «Ospitalieri»,<br />

cioè di uomini e donne<br />

di fede con un cuore ricco<br />

di misericordia,<br />

generosi e intrepidi<br />

nella difesa delle ragioni<br />

e dei diritti<br />

dei poveri<br />

membri dell'Ordine al Supremo Magistero<br />

della Chiesa nella determinazione<br />

a perseguire gli obiettivi del fondatore:<br />

la tuitio fidei e l'obsequium pauperum.<br />

La mia missione ha inizio all'indomani<br />

della conclusione del Grande Giubileo,<br />

in un anno in cui — secondo la<br />

Bolla di indizione del Giubileo: «Un segno<br />

della misericordia di Dio, oggi particolarmente<br />

necessario, è quello della<br />

carità che apre i nostri occhi ai bisogni<br />

di quanti vivono nella povertà e nella<br />

emarginazione»..., anno nel corso del<br />

quale si è in particolare avuta rinnovata<br />

testimonianza da parte della Santa<br />

Sede della profonda comunione che<br />

unisce i membri dell'Ordine al Successore<br />

di Pietro.<br />

Sentimenti di diffusa commozione ed<br />

intima soddisfazione hanno pervaso il<br />

19 ottobre ultimo scorso nella Basilica<br />

Vaticana tutti i partecipanti al pellegrinaggio<br />

giubilare mondiale del Sovrano<br />

Militare Ordine di Malta nell'ascoltare<br />

le espressioni di apprezzamento pronunziate<br />

da Vostra Santità in tale significativa<br />

circostanza con riguardo ai<br />

servizi di pronto soccorso ed alle altre<br />

iniziative giubilari realizzati dall'Ordine<br />

e più in generale alle sue strutture definite...<br />

«luminosi avamposti della civiltà<br />

dell'amore e realizzazioni efficaci della<br />

dottrina sociale della Chiesa».<br />

In un'epoca in cui conflitti umani e<br />

sociali e tensioni di ogni genere continuano<br />

ad agitare la scena internazionale,<br />

l'impegno dell'Ordine sempre più si<br />

sviluppa lungo direttrici di tutela dei<br />

valori di fratellanza, giustizia, pace e libertà<br />

che, su sfera mondiale, così luminosamente<br />

hanno contraddistinto il<br />

magistero itinerante di Vostra Santità<br />

in particolare nel difendere la libertà,<br />

combattere le intolleranze etniche, religiose<br />

e sociali, favorire la pacificazione<br />

mondiale. Si tratta di un imperativo<br />

che per l'Ordine, milizia cattolica, è<br />

dettato dalla sua storica vocazione religiosa<br />

ed umanitaria. In tale visione<br />

globale dei bisogni dell'umanità, l'azione<br />

concreta dell'Ordine — che al di la<br />

della sua essenziale dimensione spirituale<br />

intrattiene oramai regolari rapporti<br />

diplomatici con 88 membri della<br />

comunità internazionale — continua<br />

ad ispirarsi all'esigenza primordiale di<br />

alleviare le malattie, le sofferenze e le<br />

persecuzioni dei nostri simili più emarginati.<br />

Ed è motivo di intimo compiacimento<br />

e soprattutto di sprone a perseverare,<br />

il constatare che nello sforzo di<br />

sostenere e promuovere il fermo impegno<br />

del Vicario di Cristo a servire la<br />

causa della verità, della dignità dell'uomo<br />

e dei suoi diritti, il Sovrano Militare<br />

Ordine di Malta vieppiù registra nella<br />

sua azione nelle varie aree del mondo,<br />

una crescente concordanza di spiriti<br />

ed intenti sulla importanza di questi<br />

valori spirituali come garanzia di civile<br />

convivenza.<br />

L'istituzione melitense si è particolarmente<br />

prodigata, specie in questi ultimi<br />

decenni, nel cercare di adattare le sue<br />

strutture alle nuove esigenze dettate dai<br />

tempi attraverso le profonde trasformazioni<br />

della storia ed alla luce degli<br />

orientamenti del Concilio Vaticano Secondo.<br />

In questo quadro, il Grande<br />

Giubileo non poteva non segnare per<br />

l'Ordine un momento fra i più alti di<br />

profondo raccoglimento ed insieme di<br />

fattiva mobilitazione in coerenza con la<br />

sua originaria aspirazione evangelica a<br />

tutela dei suoi tesori più preziosi: la fede<br />

e la carità.<br />

Santità,<br />

nel rimettere le Lettere Credenziali<br />

invoco la Benedizione Apostolica su<br />

Sua Altezza Eminentissima il Principe e<br />

Gran Maestro, su tutti gli appartenenti<br />

all'Ordine e sulle loro famiglie, la invoco<br />

sui miei collaboratori, e su di me.<br />

-<br />


EUROPA<br />

PAGINA<br />

6 .<br />

Il cammino<br />

della Chiesa<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Sabato 13 Gennaio 2001<br />

La Lettera inviata da Frère Roger di Taizé<br />

alle nuove generazioni che partecipano alle iniziative promosse dalla Comunità<br />

«Avverti una felicità?»<br />

«Avverti una felicità?» è il titolo della<br />

«Lettera da Taizé» scritta da Frère Roger<br />

ai giovani che hanno scelto la Comunità<br />

di Taizé come punto di riferimento<br />

per il loro cammino cristiano.<br />

Ecco alcuni passi della Lettera nella<br />

traduzione italiana:<br />

Se potessimo sapere che è possibile<br />

una vita felice anche nelle ore d'oscurità...<br />

Ciò che rende felice un'esistenza, è<br />

avanzare verso la semplicità: la semplicità<br />

del nostro cuore, e quella della nostra<br />

vita. Perché una vita sia bella, non è indispensabile<br />

avere capacità straordinarie<br />

o grandi possibilità: l'umile dono della<br />

propria persona rende felici.<br />

Quando la semplicità è intimamente<br />

legata alla bontà del cuore, anche l'essere<br />

umano più sprovvisto può creare un<br />

terreno di speranza attorno a sé.<br />

Si, Dio ci vuole felici! Ma non c'invita<br />

mai a rimanere passivi, mai ad essere<br />

indifferenti alla sofferenza degli altri.<br />

Proprio al contrario: Dio ci suggerisce di<br />

essere creatori, di arrivare a creare anche<br />

nel momento della prova.<br />

La nostra vita non è sottomessa alle<br />

sorti della fatalità o del destino. Tutt'altro!<br />

La nostra vita prende senso quando<br />

è innanzitutto risposta viva alla chiamata<br />

di Dio. Ma come riconoscere una tale<br />

chiamata e scoprire ciò che si aspetta<br />

da noi?<br />

Dio si aspetta che siamo un riflesso<br />

della sua presenza, portatori di una speranza<br />

del Vangelo. Chi risponde a questa<br />

chiamata non ignora le proprie fragilità,<br />

così custodisce nel suo cuore queste<br />

parole di Cristo: «Non temere, continua<br />

a fidarti!». Alcuni percepiscono, all'inizio<br />

forse fievolmente, che per loro la chiamata<br />

di Dio è una vocazione per tutta<br />

l'esistenza.<br />

Lo Spirito Santo ha la forza di sostenere<br />

un sì per tutta la vita. Non ha forse<br />

già deposto nell'essere umano un desiderio<br />

d'eternità e d'infinito? In lui, ad<br />

ogni età, si può ritrovare uno slancio e<br />

dirsi: «Abbi un cuore deciso, e prosegui<br />

il cammino!». Ed ecco che, con la sua<br />

misteriosa presenza, lo Spirito Santo<br />

compie un cambiamento nei nostri cuori,<br />

rapido per alcuni, impercettibile per<br />

altri. Quel che era oscuro o anche inquietante<br />

si rischiara.<br />

Sino alla fine dell'esistenza, la fiducia<br />

di un sì può portare tanta luce e tanta<br />

gioia. Chiamati al dono della nostra persona,<br />

siamo così poco costruiti per un<br />

tale dono. Il Cristo capisce le nostre resistenze<br />

interiori. Superandole, gli diamo<br />

prova del nostro amore. Attenti alla<br />

chiamata di Dio, capiamo che il Vangelo<br />

c'invita ad assumere delle responsabilità<br />

per alleviare le sofferenze umane.<br />

Lo sguardo degl'innocenti, quello di<br />

tanti poveri sulla terra, c'interroga: come<br />

condividere una speranza con chi ne<br />

è stato cosi tanto privato? E la parola di<br />

Cristo nel Vangelo offre una risposta<br />

molto limpida: «Ciò che fate per i più<br />

piccoli, lo fate a me». Dio non può che<br />

donare il suo amore e la sofferenza non<br />

proviene mai da lui. Dio non è l'autore<br />

del male, non vuole né la miseria umana,<br />

né le guerre, né i disordini della natura,<br />

né la violenza degl'incidenti. Condivide<br />

la pena di chi attraversa la prova<br />

e rende capaci di consolare chi conosce<br />

la sofferenza.<br />

Dio ci vuole felici: ma dov'è la fonte<br />

di una tale speranza? È nella comunione<br />

con Dio, vivente al centro dell'anima di<br />

ciascuno. Possiamo capirlo? Ci sarà dato<br />

d'essere afferrati dal mistero di questa<br />

comunione con Dio. Essa tocca quel<br />

che c'è di unico e di più intimo nel profondo<br />

dell'essere. Dio è Spirito e la sua<br />

presenza resta invisibile. Vive sempre in<br />

noi: nei momenti d'oscurità come in<br />

quelli di piena luce (...).<br />

Potrebbe scaturire l'impressione di<br />

una lontananza tra Dio e me, come se<br />

lo sguardo interiore si spegnesse fugacemente?<br />

Scordiamoci che Dio non ritira<br />

mai la sua presenza. Lo Spirito Santo<br />

non si separa mai dalla nostra anima:<br />

anche alla morte, la comunione con Dio<br />

rimane. Sapere che Dio ci accoglie per<br />

sempre nel suo amore diventa sorgente<br />

di serena fiducia. La nostra preghiera è<br />

una realtà semplice. Non è che un povero<br />

sospiro? Dio sa ascoltarci. E non dimentichiamo<br />

che, nel cuore della persona<br />

umana, lo Spirito Santo prega.<br />

E stare in silenzio alla presenza di Dio<br />

è già una disposizione interiore aperta<br />

alla contemplazione. Entrando nel terzo<br />

millennio, riusciamo a comprendere<br />

che, duemila anni fa, Cristo è venuto<br />

sulla terra non per creare una nuova religione,<br />

ma per offrire ad ogni essere<br />

umano una comunione in Dio? Il secondo<br />

millennio è stato quello in cui molti<br />

cristiani si sono separati gli uni dagli altri.<br />

C'impegneremo, da ora, sì senza tardare,<br />

dall'inizio del tema millennio, a<br />

compiere tutto il possibile per vivere in<br />

comunione e costruire la pace nel mondo?<br />

Quando i cristiani vivono in grande<br />

semplicità e nell'infinita bontà del cuore,<br />

quando sono attenti a scoprire la bellezza<br />

profonda dell'animo umano, sono<br />

portati ad essere in comunione gli uni<br />

con gli altri nel Cristo e a diventare cercatori<br />

di pace in ogni parte della terra.<br />

Sappiamo che ogni battezzato che si<br />

dispone interiormente a fidarsi del Mistero<br />

della Fede, è nella comunione del<br />

Cristo? Essere in comunione gli uni con<br />

gli altri comporta amare ed essere amati,<br />

perdonare ed essere perdonati.<br />

Quando questa comunione che è la<br />

Chiesa diventa limpida cercando di amare<br />

e di perdonare, lascia trasparire delle<br />

La gioia degli 80.000 ragazzi<br />

che hanno invaso Barcellona<br />

Ottantamila giovani cristiani hanno<br />

partecipato al 23° Incontro europeo<br />

promosso, a Barcellona, dalla Comunità<br />

di Taizé, conclusosi il primo gennaio.<br />

Il passaggio tra il 2000 e il 2001<br />

i giovani lo hanno vissuto nella preghiera.<br />

Dopo aver cenato con le famiglie<br />

o nelle parrocchie che li hanno<br />

accolti, hanno partecipato alla<br />

Santa Messa e quindi hanno preso<br />

parte alla veglia di preghiera per la<br />

pace.<br />

Tantissimi giovani, dunque, hanno<br />

animato questa nuova tappa del «pellegrinaggio<br />

di fiducia sulla terra» iniziato<br />

da Frère Roger, fondatore sessant'anni<br />

fa della Comunità di Taizé.<br />

Adesso sono chiamati a vivere nei loro<br />

ambienti — in famiglia, nelle comunità,<br />

nel mondo della scuola e del<br />

lavoro — ciò che hanno sperimentato<br />

a Barcellona, confrontandosi con<br />

tante persone provenienti da Paesi diversi.<br />

La città catalana è rimasta profondamente<br />

colpita dalla testimonianza<br />

di questi giovani, molti dei quali provenienti<br />

dalle terre dell'ex «blocco»<br />

comunista. Barcellona li ha visti pregare,<br />

anche la notte dell'ultimo dell'anno.<br />

Li ha sentiti pregare per la<br />

pace e perché l'Europa riesca a superare<br />

le barriere, le differenze, le paure.<br />

E dopo la preghiera hanno presentato<br />

la loro fede, esprimendola<br />

con le caratteristiche della propria<br />

cultura. Hanno cantato le loro storie,<br />

le hanno danzate. Poi, la mattina del<br />

primo gennaio, eccoli di nuovo, tutti<br />

insieme nelle parrocchie, per la Santa<br />

Messa.<br />

L'Incontro europeo promosso da<br />

Taizé è sempre vissuto all'insegna<br />

della libertà e della responsabilità. A<br />

tutti viene suggerito di assumersi impegni<br />

seri, precisi, nella propria comunità<br />

e nella società civile. Nella<br />

consapevolezza che ogni azione concreta<br />

nasce dalla contemplazione<br />

Barcellona è rimasta sorpresa di<br />

fronte a questa testimonianza cristiana.<br />

I giovani hanno pacificamente<br />

«invaso» i padiglioni della Fiera cittadina,<br />

il luogo del mercato dove — secondo<br />

l'espressione di Toni Soler,<br />

giornalista di «La Vanguardia» — l'unica<br />

colomba bianca è quella di una<br />

nota carta di credito. E invece i giovani<br />

hanno portato la loro «colomba<br />

bianca», la loro testimonianza di pace<br />

e che è possibile vivere da cristiani<br />

in questa Europa del Terzo Millennio.<br />

Infatti i confronti tra i giovani —<br />

animati dai frères di Taizé — vertono<br />

concretamente sulla possibilità di vivere<br />

il Vangelo nella quotidianità.<br />

Il dato più impressionante è che<br />

quasi la metà dei giovani viene dai<br />

Paesi dell'Est europeo. Impressionante<br />

il numero dei polacchi. Numerosissimi<br />

i russi, gli ucraini e i lituani<br />

che hanno compiuto viaggi massacranti<br />

per arrivare a Barcellona. Non<br />

sono mancate folte delegazioni dalla<br />

Jugoslavia (presenti anche gli ortodossi),<br />

dalla Croazia, dalla Slovenia e<br />

dalla Romania. Gli italiani erano<br />

7.000. Certamente molti di questi giovani<br />

hanno vissuto anche l'esperienza<br />

di Tor Vergata, della XV Giornata<br />

Mondiale della Gioventù. È quello<br />

stesso spirito che li ha condotti fino a<br />

Barcellona.<br />

Spagna: in preghiera per la pace nei Paesi Baschi<br />

«In mezzo a tutti, pace per tutti» è il titolo<br />

scelto dai Vescovi dei Paesi Baschi, in Spagna,<br />

per l'incontro di preghiera per la pace organizzato<br />

sabato 13 gennaio a Vitoria dalle<br />

quattro diocesi della regione (San Sebastián,<br />

Bilbao, Pamplona e Vitoria).<br />

Il Vescovo di Bilbao, Mons. Ricardo Blázquez<br />

Pérez, ha spiegato come questa iniziativa<br />

intende esprimere l'apprensione per «la<br />

durezza della situazione», aggravata dalla<br />

nuova campagna di attentati, ma intende anche<br />

sottolineare il contributo che la preghiera<br />

può dare per «sradicare il terrorismo e promuovere<br />

la pace e la libertà». «Siamo convinti<br />

— ha detto il Vescovo — che il terrorismo sia<br />

una questione anzitutto morale. Pregando si<br />

rafforza la reazione morale della società contro<br />

la violenza». L'inziativa congiunta è la prima<br />

del genere adottata dalle Diocesi della regione<br />

basca.<br />

UCRAINA La testimonianza di un eroico Pastore perseguitato dai sovietici<br />

Il giovane Vescovo Romža ucciso<br />

per non aver ceduto alle minacce<br />

GIAMPAOLO MATTEI<br />

Un giovane Vescovo ucciso all'età di<br />

36 anni. Teodor Romža — la cui Causa<br />

di canonizzazione è stata introdotta l'8<br />

novembre 1997 — fa parte della grande<br />

schiera di testimoni della fede che, nel<br />

corso del sanguinoso ventesimo secolo,<br />

hanno pagato con la vita la loro fedeltà<br />

a Cristo e alla Chiesa, e sono stati vittime<br />

delle folli ideologie che hanno cercato,<br />

con metodi violenti e subdoli, di sradicare<br />

la fede dalla storia dell'Europa.<br />

Quel lembo dell'Ucraina, detto «carpatico»,<br />

è stato teatro di eventi drammatici<br />

in questo secolo. La regione fino al<br />

1918 era appartenuta all'impero austroungarico.<br />

Entrò quindi nella federazione<br />

cecoslovacca, finché nel 1944 non finì<br />

anch'essa sotto il tallone di Stalin. Per la<br />

Chiesa greco-cattolica in Transcarpazia<br />

la persecuzione fu implacabile e nel<br />

1949 la Chiesa venne ufficialmente soppressa.<br />

Il giovane Vescovo di Mukacheve, di<br />

rito bizantino, Teodor Romža si trovò a<br />

vivere una stagione drammatica. Poco<br />

prima dell'arrivo della Armata Rossa,<br />

scrisse: «La frontiera fra Uzgorod e l'Unione<br />

Sovietica sta solo a sessanta chilometri<br />

di distanza... Che avvenga quello<br />

che deve avvenire. Il mio scopo è svolgere<br />

il mio lavoro apostolico appunto<br />

fra loro. Non ho nessuna intenzione di<br />

scappare... D'altra parte, non sarebbe<br />

una disgrazia se mi uccideranno. Morire<br />

per Cristo significa vivere in eterno».<br />

Quando l'Armata Rossa arrivò ad<br />

Užhorod, il Vescovo ricevette una cortese<br />

visita del comandante che lo «rassicurò»<br />

sul futuro e lo invitò addirittura a<br />

tenere un discorso per le celebrazioni<br />

dell'anniversario della rivoluzione russa.<br />

Il testo del Vescovo fu ovviamente prudente:<br />

egli ringraziava il Signore per la<br />

fine della guerra e raccomandava alla<br />

popolazione di pregare per una pace solida<br />

e duratura. I sovietici, non soddisfatti,<br />

però fecero pubblicare sul giornale<br />

una versione contraffatta del discorso.<br />

Era il segnale che dava il via alla persecuzione<br />

sistematica. Le chiese vennero<br />

occupate e assegnate agli ortodossi. I sacerdoti<br />

furono arrestati. Al Vescovo<br />

Romža si chiese una dichiarazione favorevole<br />

al regime. Egli rifiutò e venne<br />

convocato dai generali Petrov e Mechlis<br />

per rendere conto del suo operato. Mechlis,<br />

che rappresentava il potere sovietico,<br />

gli urlò in faccia che era ora di stac-<br />

FRANCIA Sarà ospitato in una nuova chiesa consacrata a Nanterre<br />

Un centro per la pastorale del lavoro<br />

Domenica 7 gennaio, Mons. François<br />

Favreau, Vescovo di Nanterre, ha consacrato<br />

la chiesa Notre-Dame de Pentecôte.<br />

In questa circostanza, ha chiuso il<br />

Giubileo dell'anno 2000 per la diocesi di<br />

Nanterre.<br />

In questa chiesa si vive una pastorale<br />

rivolta a circa 150.000 uomini e donne<br />

che lavorano nelle imprese di La Défense.<br />

Questa particolare attenzione per<br />

l'impresa, la vita economica e le condizioni<br />

lavorative, le conferisce una nota<br />

originale. Insieme ai movimenti apostolici,<br />

la Chiesa dispone qui dei mezzi per<br />

proporre la fede in Gesù Cristo al centro<br />

della vita professionale.<br />

Per farlo si avvale di un lavoro profondo<br />

in seno a gruppi di riflessione che<br />

rappresentano tutti i livelli di responsabilità.<br />

Praticando lo scambio di esperienze,<br />

l'ascolto e lo studio — al suo interno<br />

e nell'impresa — con enti intermediari o<br />

istituzioni, questa comunità cristiana desidera<br />

vivere una reale collaborazione<br />

con tutti.<br />

Russia: l'impegno<br />

per il dialogo<br />

ecumenico<br />

Il Grande Giubileo è stato vissuto dai<br />

cattolici che vivono in Russia con profonda<br />

intensità spirituale. È stato veramente<br />

un tempo privilegiato di conversione<br />

e un accento del tutto speciale è<br />

stato posto sulla dimensione ecumenica.<br />

È quanto è emerso nei lavori della Conferenza<br />

Episcopale svoltisi, di recente, a<br />

Irkutsk, in Siberia.<br />

La rinascita cristiana verificatasi nel<br />

territorio russo dopo il crollo del comunismo<br />

e dell'Unione Sovietica ha riguardato<br />

anche i cattolici. I segnali di questa<br />

positiva realtà sono evidenti. Stando alle<br />

cifre, indicative, della Conferenza Episcopale,<br />

i cattolici russi sono oggi<br />

110.000. Sono 400.000 se si contano gli<br />

stranieri residenti. Le circoscrizioni ecclesiastiche<br />

cattoliche sono cinque e le<br />

parrocchie 220. Attualmente i sacerdoti<br />

sono 114 e le religiose 127. Di questi però<br />

solo una piccola parte sono russi.<br />

Particolarmente fiorente è la vita del Seminario<br />

che ha la sede a San Pietroburgo.<br />

Questa presenza cattolica — rilevano<br />

i Vescovi — non significa affatto proselitismo<br />

a scapito degli ortodossi. Anzi,<br />

in ogni circostanza le comunità cattoliche<br />

cercano di instaurare un proficuo<br />

dialogo con i fratelli ortodossi, nella carità<br />

e nella verità.<br />

realtà del Vangelo in una freschezza tutta<br />

primaverile. Entreremo finalmente in<br />

una primavera della Chiesa? Il Cristo ci<br />

chiama, noi poveri del Vangelo, a realizzare<br />

la speranza di una comunione e di<br />

una pace che si diffonda attorno a noi.<br />

Anche il più semplice fra i semplici può<br />

riuscirci.<br />

Avverti una felicità? Si, Dio ci vuole<br />

felici!... E l'umile dono di sé rende<br />

felici.<br />

Essa intende avviare dibattiti pubblici<br />

su temi che s'inseriscono in questa prospettiva.<br />

Dal 23 gennaio, in collaborazione<br />

con il quotidiano «La Croix» e con i<br />

movimenti di funzionari e dirigenti cristiani<br />

(EDC e MCC), organizzerà il primo<br />

di questi dibattiti sul tema: «Trasformare<br />

i collaboratori in co-imprenditori.<br />

Come?».<br />

Luogo di celebrazione e di incontro,<br />

la chiesa sarà aperta ogni giorno, per<br />

quanti desiderano celebrare Dio mediante<br />

la preghiera liturgica o semplicemente<br />

disporre di un spazio di silenzio e di<br />

pace per la preghiera personale.<br />

Luogo di formazione, farà proposte<br />

alle persone presenti su questioni che riguardano<br />

l'attualità economica, internazionale<br />

o religiosa; esse avranno la flessibilità<br />

necessaria per adattarsi sia alle<br />

famiglie di questo quartiere degli affari<br />

sia a quanti vi transitano sui numerosi<br />

mezzi di trasporto che lo servono.<br />

Luogo di cultura, proporrà eventi artistici<br />

(esposizioni, concerti, ecc.): un al-<br />

tro modo per entrare nel messaggio del<br />

Vangelo attraverso la musica, l'arte plastica<br />

e il teatro.<br />

Posta al centro della diocesi di Nanterre,<br />

nel cuore del «quartiere degli affari»<br />

di La Defénse, la chiesa Notre-Dame<br />

de Pentecôte presenta una dimensione<br />

internazionale a tutti coloro che visitano<br />

il luogo: uomini d'affari, congressisti e<br />

turisti provenienti da ogni dove.<br />

Concepito dall'architetto Franck<br />

Hammoutène, l'edificio costituisce di<br />

per sé un'opera d'arte che si sviluppa su<br />

1.000 metri quadrati e su tre livelli.<br />

Ospita un insieme di opere d'arte, fra le<br />

quali la statua di Notre-Dame de Pentecôte<br />

dello scultore Etienne, i tre elementi<br />

della mobilia liturgica di Pierre Sabatier,<br />

il Muro della Gloria di Jacques Loire,<br />

il battistero di Jacqueline Wyntrop e<br />

gli arazzi realizzati a partire dai disegni<br />

di Frate Yves dell'Abbazia della Pierre<br />

Qui Vire.<br />

carsi dal Papa. Romža rispose fermamente<br />

«no».<br />

Furono promulgate due leggi: una<br />

sulla libertà di cambiare religione senza<br />

alcuna formalità e una per la confisca<br />

dei beni parrocchiali cattolici. Romža<br />

cercò di impedire che la situazione degenerasse<br />

ma, visto che gli era sempre<br />

più difficile anche solo parlare con i sacerdoti,<br />

intraprese, con una modesta<br />

carrozzella trainata da cavalli, una visita<br />

pastorale generale che durò più di un<br />

mese.<br />

La situazione non era facile. I sovietici<br />

tentarono di convincere alcuni sacerdoti<br />

a farsi nominare arbitrariamente<br />

Vescovi a patto che collaborassero. Non<br />

ottennero che sdegnati rifiuti. Il 29 giugno<br />

1945 l'Ucraina carpatica veniva annessa<br />

all'Ucraina sovietica. La situazione<br />

si aggravò. Ma più si stringeva la morsa<br />

del regime, più il Vescovo Romža insisteva<br />

nelle sue missioni pastorali. La<br />

goccia che fece traboccare il vaso fu la<br />

celebrazione dell'Assunta, quando si ritrovarono<br />

83.000 pellegrini. Soltanto<br />

3.000 erano ortodossi, gli altri 80.000<br />

erano cattolici. Era troppo e i sovietici<br />

non lo tollerarono: decisero di tendere<br />

un agguato al Vescovo mentre tornava<br />

da una delle sue visite pastorali.<br />

Il racconto del suo assassinio sembra<br />

riciclato quasi sulla falsariga di un film<br />

del terrore di «serie B». Il 27 ottobre<br />

1947 il Vescovo tornava da Lavky dove<br />

aveva consacrato una chiesa. Erano con<br />

lui due sacerdoti e due chierici. Lungo<br />

la strada tra Cereivitsi e Ivanovtsi, un<br />

autocarro carico di soldati e poliziotti si<br />

lanciò a tutta velocità contro la carrozzella<br />

con l'intenzione evidente di rovesciarla,<br />

facendo passare la morte del Vescovo<br />

per un incidente. I cavalli morirono<br />

sul colpo. La carrozzella andò in mille<br />

pezzi. Ma Romža e i suoi compagni<br />

non si fecero neppure un graffio. Allora<br />

i soldati, armati di spranghe di ferro,<br />

cercarono di completare l'opera: li picchiarono<br />

fino a quando li videro esanimi<br />

e li credettero morti. Successivamente<br />

vennero soccorsi da alcuni passanti e in<br />

gravissime condizioni vennero portati all'ospedale<br />

di Mukacheve. Sacerdoti e<br />

chierici vennero dimessi dopo qualche<br />

tempo. Il Vescovo Romža, invece, rimase<br />

in corsia perché le sue ferite erano<br />

più gravi.<br />

Con il passare dei giorni le sue condizioni<br />

stavano migliorando. Ma ecco che<br />

le suore basiliane che lo assistevano ven-<br />

nero improvvisamente allontanate e sostituite<br />

da un'infermiera «di fiducia» del<br />

regime. Fu lei, il 1° novembre 1947, a<br />

dare il colpo di grazia al Vescovo, avvelenandolo<br />

con il gas. Morì dicendo: «O<br />

Gesù...».<br />

In poco tempo della Chiesa ucraina<br />

non rimaneva quasi più nulla. Cinque<br />

diocesi, dieci Vescovi, 3.500 preti, 1.000<br />

suore, 500 seminaristi e ancora scuole,<br />

giornali, case editrici: tutto era scomparso<br />

nel nulla. Quattro milioni di fedeli<br />

erano senza Pastori.<br />

Teodor Romža ha vissuto 36 anni di<br />

intensa missione. Era nato nel 1911 in<br />

Velyki Bockiv, in Transcarpazia. È cresciuto<br />

nella complicata realtà di quella<br />

terra. Nato in Ungheria, diventò cittadino<br />

cecoslovacco e morì sotto il regime<br />

sovietico. Ha visto cambiare il nome<br />

della sua patria almeno cinque volte.<br />

Ha studiato al ginnasio di Hust dal<br />

1922 al 1930 quando venne inviato a Roma<br />

al Pontificio Collegio Germanico-Ungarico,<br />

studiando alla Pontificia Università<br />

Gregoriana. Il 7 settembre 1934 venne<br />

trasferito al «Russicum» e continuò<br />

gli studi alla Gregoriana. Nel Natale del<br />

1936 venne ordinato sacerdote, nella Basilica<br />

di Santa Maria Maggiore, dal Vescovo<br />

Evreinov.<br />

Al Pontificio Collegio Germanico-Ungarico<br />

si diede, in pratica, «il cambio»<br />

con Alojzije Stepinac, altro Pastore perseguitato<br />

e martire. Stepinac giunse a<br />

Roma nel 1924, venne ordinato sacerdote<br />

il 26 ottobre 1930 e il giorno di Tutti i<br />

Santi celebrò la Santa Messa proprio a<br />

Santa Maria Maggiore. Completati gli<br />

studi, nel luglio 1931 Stepinac fece ritorno<br />

in Croazia.<br />

Anche Teodor Romža, terminati gli<br />

studi è tornato a casa, e la sua speranza<br />

era di poter tornare a Roma per approfondire<br />

la sua preparazione. Nel 1937 è<br />

militare a Praga, dal momento che l'Eparchia<br />

di Mukacheve si trova nello stato<br />

cecoslovacco. Dopo l'esperienza in alcune<br />

parrocchie in Transcarpazia è nominato<br />

padre spirituale del Seminario e<br />

professore di filosofia. Il 24 settembre<br />

1944 è ordinato Vescovo nella Cattedrale<br />

di Užhorod dall'Amministratore Apostolico<br />

Miklos Dudas. Con lui sono ordinati<br />

anche il Vescovo latino di Satu Mar (Romania),<br />

Janos Seffler, e il Vescovo di<br />

Košice, Istvan Madaras. Da quel momento<br />

comincia la sua missione episcopale.<br />

Tre anni nel cuore della tragedia<br />

della Seconda Guerra Mondiale.<br />

Una Giornata di studio sulla Bulgaria<br />

dedicata a due beati: Papa Giovanni XXIII<br />

e il Vescovo martire Bossilkov<br />

«La Bulgaria domani alla luce di due<br />

grandi personaggi: il beato Eugenio Bossilkov<br />

e il beato Giovanni XXIII» è il tema<br />

della giornata di studio sulla Bulgaria<br />

che si svolgerà, martedì 23 gennaio,<br />

alla Pontificia Università Lateranense, su<br />

iniziativadellostesso Ateneo e della Congregazione<br />

dei Passionisti alla quale apparteneva<br />

il Vescovo martire Bossilkov.<br />

I lavori della Prima Sessione saranno<br />

aperti, alle ore 9, dal saluto del Vescovo<br />

Angelo Scola, Rettore Magnifico della<br />

Pontificia Università Lateranense.<br />

Seguiranno cinque relazioni. La prima<br />

è affidata al prof. Roberto Morozzo della<br />

Rocca, docente alla Terza Università<br />

di Roma e membro della Comunità di<br />

sant'Egidio, che parlerà sul tema: «I cristiani<br />

bulgari durante il comunismo».<br />

Quindi Attilio Tamburrini, direttore di<br />

«Aiuto alla Chiesa che soffre» di Roma,<br />

L'augurio natalizio del Patriarca ortodosso romeno Teoctist<br />

nel ricordo dell'indimenticabile abbraccio con il Papa<br />

«Da qui, dalla sede del Patriarcato,<br />

con grande amore e<br />

con viva gratitudine per questa<br />

opportunità, vi trasmetto l'abbraccio<br />

fraterno ed i migliori<br />

auguri di benedizione, salute e<br />

prosperità nella vita di ciascuno<br />

di voi». È un augurio di<br />

pace e di gioia cristiana quello<br />

che il Patriarca ortodosso<br />

di Bucarest, Teoctist, ha rivolto,<br />

in occasione del Santo Natale,<br />

dai microfoni di Radio<br />

Vaticana.<br />

Il ricordo, vivissimo, torna<br />

allo storico viaggio apostolico<br />

compiuto da Giovanni Paolo II<br />

a Bucarest dal 7 a 9 maggio<br />

1999. Il Papa venne fraternamente<br />

accolto dal Patriarca<br />

Teoctist e il loro abbraccio<br />

ecumenico avvenne davanti ad<br />

un popolo gioiosamente emozionato.<br />

Nessuno dimenticherà mai il grido «Unitate!<br />

Unitate!» che ha superato incomprensioni<br />

avviando decisamente il tempo<br />

del dialogo ecumenico. Si sono infatti<br />

intensificati i rapporti tra cattolici e ortodossi<br />

in Romania.<br />

«Ho sempre vivo e pressante il pensie-<br />

L'abbraccio tra il Papa e il Patriarca Teoctist a Bucarest<br />

(9 maggio 1999)<br />

ro — ha detto il Patriarca —, in uno<br />

spirito di coraggio, quando Dio con la<br />

sua luce farà vedere che questa è la sua<br />

volontà, di poter venire sulle orme di<br />

San Pietro Apostolo per onorare degnamente<br />

l'invito di Sua Santità e di tutti i<br />

fratelli che sono al fedele servizio della<br />

Santa Sede. Questo avverrà con la vo-<br />

lontà di Dio e col suo aiuto.<br />

Intanto preghiamo, convinti di<br />

servire la nostra Chiesa e l'ideale<br />

del dialogo così prezioso<br />

tra le nostre Chiese».<br />

«L'Anno Santo dell'Incarnazione<br />

del Nostro Signore Gesù<br />

Cristo, il Duemila, è giunto al<br />

termine — ha affermato — e il<br />

fatto che lo concludiamo celebrando<br />

il Natale del Signore è<br />

una testimonianza della profondità<br />

della nostra fede, una<br />

testimonianza che varchiamo<br />

la soglia dei millenni con il Nostro<br />

Salvatore Gesù Cristo nella<br />

Betlemme dei nostri cuori.<br />

La nostra maggior preoccupazione<br />

deve essere quella di avere<br />

sempre nei cuori il Salvatore<br />

Gesù... È giunto il tempo di<br />

aprire i cuori al mondo che<br />

soffre, al mondo che si trova ancora nel<br />

dubbio, nella notte del peccato e dell'ignoranza.<br />

Se il Figlio di Dio umiliò se<br />

stesso prendendo la nostra carne in una<br />

povera grotta, anche la Chiesa ha il<br />

compito di entrare nelle anime dei fedeli<br />

con la parola, con la bontà, con i suoi<br />

doni»<br />

interverrà sul tema: «La libertà religiosa<br />

nella Bulgaria di oggi».<br />

Dopo l'intervallo, alloe ore 11.30 il gesuita<br />

Padre Gerhard Podskalsky, del<br />

Pontificio Istituto Orientale, terrà la terza<br />

relazione sul tema: «La Bulgaria domani<br />

alla luce della sua storia». Seguirà<br />

il dibattito. Nel pomeriggio si terrà la<br />

Seconda Sessione. Alle ore 15, l'Arcivescovo<br />

Francesco Loris Capovilla, che fu<br />

Segretario di Giovanni XXIII, parlerà<br />

sul rapporto tra il beato Angelo Roncalli<br />

e la Bulgaria.<br />

La quinta e ultima relazione è affidata<br />

a Padre Fernando Taccone, della Pontificia<br />

Università Lateranense, e avrà per<br />

tema: «Il beato Bossilkov e la profezia<br />

del futuro splendido della Bulgaria».<br />

Sono inoltre previsti brevi interventi,<br />

tra gli altri, di Padre Ottaviano D'Egidio,<br />

Superiore Generale dei Passionisti;<br />

dell'Arcivescovo Mario Rizzi, primo<br />

Nunzio Apostolico in Bulgaria; di Svetlozar<br />

Raev, Ambasciatore bulgaro presso<br />

la Santa Sede: di Rodolfo Rinaldi, Ambasciatore<br />

del Sovrano Militare Ordine<br />

di Malta in Bulgaria; Daniele Franz, Presidente<br />

dell'associazione «Amici della<br />

Bulgaria»; Assia Varbanova, Presidente<br />

dell'associazione «Italia-Bulgaria».<br />

La giornata di studio si concluderà,<br />

alle ore 18, con la Santa Messa per l'unità<br />

dei cristiani in Bulgaria. A presiederla,<br />

nella Basilica di san Giovanni in<br />

Laterano, sarà il Cardinale Edward Idris<br />

Cassidy, Presidente del Pontificio Consiglio<br />

per la Promozione dell'Unità dei<br />

Cristiani.<br />

Questa giornata, dunque, è promossa<br />

dalla Pontificia Università Lateranense<br />

in collaborazione con la Congregazione<br />

dei Passionisti che sostiene la recente<br />

specializzazione in Teologia dell'evangelizzazione<br />

presso l'Istituto Pastorale e<br />

che è presente in Bulgaria dal 1781. All'organizzazione<br />

di questa importante<br />

giornata di studio si unisce anche l'Associazione<br />

«Italia-Bulgaria» e hanno aderito<br />

numerose realtà che, in diversi modo,<br />

l'hanno sostenuta e resa possibile.<br />

Lo scopo di questa importante iniziativa<br />

di studio è quello di riflettere sulla<br />

storia e sul futuro culturale e religioso<br />

della Bulgaria.<br />

A dare lo spunto sono stati la recente<br />

beatificazione di Papa Giovanni XXIII<br />

— che è stato Delegato Apostolico in<br />

terra bulgara dal 1925 al 1934 — e il<br />

centenario della nascita del Vescovo<br />

Bossilkov,avvenuta il16novembre 1900.


.<br />

PAGINA<br />

7 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Sabato 13 Gennaio 2001<br />

Chiusura della Porta Santa<br />

nelle diocesi italiane<br />

MESSINA-LIPARI-S. LUCIA DEL MELA GORIZIA<br />

Nell'arcidiocesidi Messina-Lipari-S.Lucia<br />

del Mela, la chiusura del Grande<br />

Giubileo è stata celebrata solennemente<br />

con grandissima partecipazione di fedeli,<br />

comunità religiose, associazioni, gruppi<br />

e movimenti.<br />

A Messina, nella Basilica Cattedrale,<br />

la Celebrazione è stata presieduta dall'Arcivescovo<br />

ed Archimandrita Mons.<br />

Giovanni Marra. Lo stesso Arcivescovo<br />

ha presieduto, sabato 6 gennaio, la Celebrazione<br />

nella Concattedrale dell'Archimandritato.<br />

Il Vescovo Ausiliare Mons. Franco<br />

Montenegro contemporaneamente ha<br />

presieduto venerdì la Celebrazione nella<br />

Concattedrale di Lipari e sabato nella<br />

Concattedrale di S. Lucia del Mela.<br />

Nell'Omelia l'Arcivescovo ha tracciato<br />

un bilancio dettagliato delle più importanti<br />

realizzazioni della Chiesa messinese<br />

nell'Anno del Grande Giubileo.<br />

Anche la Basilica Cattedrale, che era<br />

gremita di fedeli e sfavillante di luci, si è<br />

preparata al grande evento con un appropriato<br />

restauro, che ne ha fatto riscoprire<br />

la maestosità, la luminosità e il<br />

fascino artistico, abbellita di ulteriori<br />

elementi, quali il mosaico del Cristo Salvator<br />

mundi di Giulio Aristide Sartorio,<br />

le otto formelle bronzee che rivestono la<br />

Porta Maggiore e che sintetizzano la storia<br />

religiosa e civile della Città, ed il<br />

nuovo Museo Tesoro, che custodisce e<br />

rende fruibile ai numerosi visitatori significative<br />

espressioni del patrimonio di<br />

arte e di fede che i secoli passati hanno<br />

trasmesso.<br />

«In questo Anno Santo abbiamo colto<br />

la dimensione spirituale e personale del<br />

Giubileo, riconoscendoci peccatori nel<br />

Sacramento della riconciliazione, rinnovando<br />

la nostra professione di fede, nutrendoci<br />

dell'Eucaristia, compiendo gesti<br />

di carità e adempiendo alle altre condizioni<br />

previste per beneficiare dello<br />

straordinario dono dell'Indulgenza Giubilare».<br />

«Abbiamo colto la dimensione sociale,<br />

rendendoci consapevoli e partecipi<br />

delle gioie e delle speranze, delle angosce<br />

e delle ansie della nostra gente, sollecitando<br />

impegno e promuovendo iniziative.<br />

A tale scopo, come segno del<br />

Giubileo, ci siamo impegnati a costituire<br />

una “Fondazione a favore delle vittime<br />

dell'usura”, che rappresenta uno dei gravi<br />

mali del nostro territorio».<br />

«Ma soprattutto abbiamo colto la dimensione<br />

ecclesiale e pastorale del Giubileo,<br />

riscoprendo il mandato missionario<br />

della nostra Chiesa e realizzando la<br />

Missione 2000, ai fini di vivere insieme,<br />

in questo anno di grazia, la gioia di Cristo<br />

che libera e salva».<br />

Con queste parole Mons. Marra ha introdotto<br />

il consuntivo dell'Anno Santo<br />

nell'arcidiocesi ricordando le più importanti<br />

iniziative e realizzazioni.<br />

Ha ricordato la «Settimana Missionaria»<br />

che ha impegnato la Chiesa messinese<br />

per oltre sei mesi, realizzata in<br />

ogni Vicariato con la collaborazione generosa<br />

di sacerdoti, diaconi, religiosi, religiose<br />

e soprattutto di laici di tutte le<br />

età e, particolarmente con l'entusiasmo<br />

dei giovani.<br />

Ha ricordato come al centro della<br />

Missione sia stato posto Gesù Cristo,<br />

nella raffigurazione del Salvator mundi,<br />

come riprodotto nel nuovo mosaico della<br />

Cattedrale e nel manifesto diffuso in<br />

tutte le parrocchie insieme con la lampada<br />

simbolo dello stesso Cristo, luce<br />

del mondo, il cui messaggio di salvezza<br />

è contenuto nel Vangelo secondo Marco,<br />

distribuito largamente a tutti i partecipanti<br />

alla giornata conclusiva di ciascuna<br />

Settimana Missionaria Vicariale.<br />

Seguendo il calendario giubilare della<br />

diocesi ha ricordato il Giubileo celebrato<br />

per molteplici categorie e gruppi di persone:<br />

dalle Scuole Medie e Superiori a<br />

quello dei Giornalisti, quello degli Universitari,<br />

dei Lavoratori, degli Sportivi,<br />

dei Carcerati. Il Giubileo nella casa Circondariale<br />

di Gazzi e quello dei reclusi<br />

nell'Ospedale Psichiatrico Giudiziario di<br />

Barcellona, quello degli Agricoltori e<br />

quello degli Amministratori e del Personale<br />

del Comune e della Provincia di<br />

Messina e dei Comuni di Milazzo e di<br />

«Termina l'anno del Grande Giubileo.<br />

Non finisce però l'anno di grazia che<br />

Gesù ha inaugurato nella Sinagoga di<br />

Nazareth»: queste parole, che sono riecheggiate<br />

in tutte le Chiese sparse nel<br />

mondo, anche per la comunità cristiana<br />

della diocesi di Oria sono un appello a<br />

riprendere nel tempo, con gioia e coraggio,<br />

il cammino incontro al Signore che<br />

viene.<br />

«Anzitutto — ha detto il Vescovo della<br />

diocesi oritana, Marcello Semeraro,<br />

nel corso del Rito di Chiusura del Grande<br />

Giubileo — lodiamo il Signore per la<br />

grazia che ci ha concesso di sperimentare<br />

durante il Giubileo. Egli continua a<br />

tenere aperta la “porta” della sua Misericordia<br />

per tutti coloro che credono al<br />

Vangelo e continua a bussare alla porta<br />

del nostro cuore. Chi gli aprirà sarà beato».<br />

Anche per la diocesi di Oria il primo<br />

segno giubilare fu nel giorno del Natale<br />

1999. Da quella data, scandite nel<br />

corso dell'anno, tante iniziative si sono<br />

svolte con la partecipazione di tantissimi<br />

fedeli della diocesi. «Queste celebrazioni<br />

— ha detto ancora il Presule — sono<br />

state come incastonate nei segni del<br />

Giubileo: l'oltrepassare la Porta Santa<br />

nel gesto della decisione interiore e della<br />

quelli della fascia tirrenica, fino a quello<br />

dei disabili.<br />

Ha ricordato ancora come nel corso<br />

dell'Anno Giubilare molteplici iniziative<br />

sono state promosse autonomamente<br />

dalle Parrocchie, attraverso pellegrinaggi<br />

nelle 28 chiese Giubilari, distribuite su<br />

tutto il territorio della diocesi.<br />

Un particolare riferimento il Presule<br />

ha fatto al pellegrinaggio giubilare diocesano<br />

a Roma, svoltosi dal 9 al 12 novembre,<br />

che ha consentito ai pellegrini<br />

messinesi di incontrare il Santo Padre il<br />

quale ha rivolto loro un discorso breve,<br />

ma ricco di contenuti pastorali e di incoraggiamento.<br />

«Uno dei momenti più<br />

significativi e memorabili dell'Anno Giubilare<br />

— lo ha definito Mons. Marra —,<br />

momento che ha realizzato concretamente<br />

“quanto già plasticamente raffigurato<br />

nell'ottava formella della Porta<br />

Maggiore della Cattedrale”».<br />

Ma oltre alle manifestazioni diocesane<br />

il Presule ha ricordato come ogni parrocchia,<br />

associazione, gruppo o movimento,<br />

ed anche ogni persona, potrebbe<br />

raccontare la storia del proprio Anno<br />

Giubilare, soprattutto «coloro che hanno<br />

avuto la possibilità di partecipare a Roma<br />

agli incontri con il Santo Padre in<br />

occasione dei Giubilei delle Famiglie, degli<br />

Sportivi e di tante altre categorie di<br />

persone».<br />

Ha ricordato anche il più numeroso e<br />

significativo Giubileo della Giornata<br />

Mondiale della Gioventù, la cui eco ancora<br />

si fa sentire in Italia e nel mondo;<br />

e non ha trascurato di ricordare anche i<br />

numerosi giovani messinesi che hanno<br />

fatto esperienze particolarmente indimenticabili,<br />

mettendosi a Roma a disposizione,<br />

come volontari, per il servizio di<br />

accoglienza dei pellegrini.<br />

L'Arcivescovo ha voluto anche citare<br />

con particolare risalto come nel corso<br />

dell'Anno Giubilare la diocesi abbia vissuto,<br />

proprio in Cattedrale, l'evento festoso<br />

dell'Ordinazione Episcopale del<br />

Vescovo Ausiliare Franco Montenegro,<br />

come pure la grazia dell'Ordinazione di<br />

Nelle ore vespertine del 5 gennaio<br />

scorso la Chiesa particolare che è in Andria,<br />

radunata in assemblea per celebrare<br />

l'Eucaristia nella solennità dell'Epifania<br />

del Signore, è giunta, in comunione<br />

con tutta la Chiesa, alla conclusione dell'anno<br />

giubilare.<br />

Come statio è stata scelta la chiesa<br />

parrocchiale dell'Immacolata, dove si è<br />

riunita la comunità dei fedeli, unitamente<br />

al Vescovo diocesano Mons. Raffaele<br />

Calabro, i presbiteri, i diaconi, i ministri.<br />

Tre i momenti essenziali della statio:<br />

— Apertura della celebrazione, con il<br />

canto dell'inno del Giubileo, il saluto e<br />

la monizione iniziale del Vescovo celebrante,<br />

il canto di un'antifona intervallato<br />

da invocazioni di benedizione e di<br />

ringraziamento a Dio Padre Pastore e<br />

Signore, l'orazione colletta stazionale e<br />

l'invito del diacono a mettersi in cammino<br />

verso la Cattedrale.<br />

— La processione: durante la «peregrinatio»<br />

si sono eseguiti canti del cammino,<br />

intervallati da invocazioni e brevissime<br />

letture bibliche. Nel corso della<br />

processione si è dato massimo rilievo all'Evangeliario,<br />

segno di Cristo e della<br />

sua Parola, luce e guida dei suoi discepoli<br />

in cammino.<br />

— L'ingresso in cattedrale è stato accompagnato<br />

dal canto Acclamate al Signore,<br />

del maestro Frisina, mentre l'Evangeliario<br />

era intronizzato al centro del<br />

presbiterio.<br />

Dopo il solenne canto del Gloria è<br />

stata proclamata la Parola di Dio, seguendo<br />

i testi liturgici della solennità<br />

dell'Epifania (Isaia 60, 1-6; Salmo responsoriale<br />

71; Efesini 3, 2-3.5-6; Matteo<br />

2, 1-12). È stato dato, quindi, l'Annuncio<br />

del giorno di Pasqua, verso la<br />

quale convergono e nella quale culminano<br />

tutte le altre celebrazioni dell'anno liturgico.<br />

ANDRIA PERUGIA-CITTÀ DELLA PIEVE<br />

Due i momenti celebrativi della chiusura<br />

in diocesi del Grande Giubileo del<br />

2000: la mattina del 6 genaio, nella concattedrale<br />

dei ss. Gervasio e Protasio di<br />

Città della Pieve l'Arcivescovo Mons.<br />

Giuseppe Chiaretti ha chiuso la Porta<br />

Santa ed ha presieduto la solenne Concelebrazione<br />

Eucaristica insieme al clero<br />

della VII Zona pastorale e numerosi sono<br />

stati i fedeli che hanno preso parte;<br />

nel pomeriggio, nella cattedrale di s. Lorenzo<br />

di Perugia è stata chiusa la Porta<br />

Santa dall'Arcivescovo che ha celebrato<br />

l'Eucaristia della solennità dell'Epifania,<br />

caratterizzata da tre momenti «forti», e<br />

per la quale c'è stata una folta partecipazione<br />

di fedeli provenienti non solo<br />

dalle parrocchie della città.<br />

In occasione della chiusura dell'evento<br />

giubilare, Mons. Chiaretti ha scritto<br />

un messaggio rivolto a tutta la comunità<br />

diocesana dal titolo Può essere chiusa<br />

la porta della misericordia? In questo<br />

messaggio l'Arcivescovo parla di «un anno<br />

di eventi eccezionali sul piano della<br />

grazia», ma non di «risultati»; questi «sono<br />

noti soltanto a Dio e, per qualche<br />

parte, ai confessori; ed anche sul piano<br />

della movimentazione del popolo cristiano<br />

lungo le vie di pellegrinaggio come<br />

blando segno di una volontà di penitenza<br />

e di conversione. Anch'io, come i Vescovi<br />

e i sacerdoti, sono testimone di<br />

miracoli della grazia divina, e certamente<br />

di una sua fermentazione a vantaggio<br />

del corpo di Cristo che è la Chiesa: e ne<br />

lodo e ne benedico Dio».<br />

Chiudendo la Porta Santa i credenti<br />

sanno, come sottolinea Mons. Chiaretti,<br />

«che non si chiuderà mai la porta della<br />

misericordia di Dio, di cui quella fisica,<br />

tutta ornata d'arte, è stata corposo simbolo.<br />

Non possiamo che renderne grazie<br />

a Dio che ci aiuta in tal modo ad entrare<br />

più attrezzati spiritualmente e culturalmente<br />

nella «nuova epoca della storia<br />

umana», come la definisce il Concilio<br />

(GS 54). Di tutta la grandiosa celebrazio-<br />

ecclesiali laicali, del mondo della cultura ne ci resta l'immagine di una Chiesa<br />

ORIA e della scuola, della terza età, delle don- certamente “restaurata” (nel senso di un ALESSANDRIA<br />

penitenza, il mettersi in pellegrinaggio<br />

verso Roma e verso i Santuari per significare<br />

l'intimo cammino della conversione,<br />

l'invocare il dono dell'Indulgenza divenendo<br />

noi stessi misericordiosi, il domandare<br />

perdono per ottenere il perdono...Tutto,<br />

però, rimarrebbe un semplice<br />

album di fotografie, se non fosse accompagnato<br />

da una decisa volontà di<br />

dare impulso alla nostra fede e alla nostra<br />

testimonianza. L'anelito alla santità,<br />

il desiderio forte di conversione e di rinnovamento<br />

personale in un clima di<br />

sempre più intensa preghiera e di solidale<br />

accoglienza del prossimo...fu questo<br />

l'obiettivo prioritario del Papa quando<br />

indisse il Giubileo».<br />

Come, dunque, abbiamo vissuto il<br />

Giubileo? Siamo disponibili al «nuovo»<br />

che il Signore ci apre dinanzi nel nuovo<br />

millennio? Dopo un anno giubilare, cosa<br />

c'è di «nuovo» nella mia vita? E se c'è,<br />

riescono gli altri a percepirlo presente<br />

nella mia vita? Queste sono le domande<br />

che Mons. Semeraro ha rivolto a tutti i<br />

fedeli della sua diocesi ai quali ha ricordato<br />

anche che occorre «un reale cambiamento<br />

di mentalità nel segno della<br />

missione evangelizzatrice».<br />

LORENZO RUGGIERO<br />

cinque nuovi Presbiteri e di sette nuovi<br />

Diaconi Permanenti.<br />

In conclusione il Presule si è posto<br />

questa domanda: «Ma che cosa rimane<br />

di questo straordinario anno di Grazia?<br />

Non solo il ricordo, ma certamente i doni<br />

di conversione che riguardano le singole<br />

persone e che, se custoditi, accresceranno<br />

la fede in Gesù Cristo e l'impegno<br />

di testimonianza cristiana della vita».<br />

Per la comunità diocesana il frutto<br />

più significativo scaturito dal Giubileo,<br />

vissuto come missione ed esigenza di<br />

evangelizzazione, è il programma Pastorale<br />

«Sui sentieri della Speranza».<br />

Ricordiamo che questo programma<br />

prevede di ripercorrere nei prossimi tre<br />

anni le tre dimensioni fondamentali della<br />

pastorale: la Parola di Dio, come<br />

ascolto e come annunzio; i Sacramenti,<br />

come mezzi di grazia di santificazione e<br />

di coerente vita cristiana; la testimonianza<br />

della carità, come verifica della<br />

fede e come via privilegiata di evangelizzazione.<br />

In particolare nel primo anno sarà riproposto<br />

il primo annunzio della salvezza,<br />

perché gli stessi battezzati riscoprano<br />

Cristo, attraverso l'incremento della<br />

catechesi degli adulti in modo da formare<br />

forti mentalità e personalità cristiane,<br />

capaci di coerenza e di testimonianza; la<br />

diffusione dell'ascolto della parola di Dio<br />

non disgiunto dall'ascolto dell'uomo<br />

stesso, affinché l'annunzio diventi più efficace.<br />

I centri di ascolto della Parola<br />

nelle famiglie; La Lectio Divina, nei singoli<br />

vicariati, i centri interparrocchiali di<br />

ascolto delle povertà, la Missione giovani<br />

e l'attenzione ai bisogni della Città,<br />

sono le direttrici di marcia concrete da<br />

seguire in questo primo anno del post<br />

Giubileo. Il Presule ha fatto anche riferimento<br />

alle iniziative di carattere regionale,<br />

in particolare al IV Convegno delle<br />

Chiese di Sicilia che si terrà ad Acireale<br />

nel prossimo mese di marzo sul tema «I<br />

laici per la missione della Chiesa in Sicilia<br />

nel terzo millennio».<br />

EUGENIO ARENA<br />

L'omelia del Vescovo Calabro è iniziata<br />

con il commento delle pagine liturgiche<br />

della Parola di Dio: il Presule ha paragonato<br />

il viaggio compiuto dai magi,<br />

venuti dall'Oriente per adorare il Divino<br />

Bambino, al nostro pellegrinaggio giubilare<br />

che non può non approdare a Betlemme,<br />

dove secondo le promesse fatte<br />

ai padri e ai profeti, il Verbo di Dio si è<br />

manifestato, nella pienezza dei tempi,<br />

nella carne di Gesù di Nazareth, nato<br />

dalla Vergine Maria per la potenza dello<br />

Spirito Santo, e con lo stesso Spirito è<br />

passato tra gli uomini, annunciando il<br />

Vangelo della misericordia di Dio, operando<br />

la liberazione di ogni forma di<br />

schiavitù.<br />

Un bilancio? Non può essere che parziale<br />

— ha affermato il Presule —, limitato<br />

necessariamente al lato esterno; il<br />

bilancio vero e completo è consegnato<br />

alla conoscenza e al giudizio divino.<br />

Uno dei frutti maturati nel corso dell'anno<br />

giubilare e negli anni della preparazione<br />

— ha sottolineato il Vescovo Calabro<br />

— è l'importanza della liturgia nella<br />

vita della Chiesa che celebra nella<br />

gioia i Sacramenti — e il massimo di essi,<br />

l'Eucaristia —, mentre loda e adora il<br />

Padre in una perenne azione di grazie,<br />

esperimenta la sua misteriosa identità<br />

con Cristo, partecipa alla sua Pasqua, ed<br />

è vivificata dallo Spirito per essere nel<br />

mondo evangelizzatrice e testimone dell'amore<br />

con cui Dio ama tutti gli uomini,<br />

nel Signore Gesù.<br />

E la Chiesa particolare di Andria, in<br />

comunione con la Chiesa Universale,<br />

guidata con fede, slancio e generosità<br />

dal Santo Padre, ha cercato di essere<br />

missionaria con una pastorale incarnata<br />

nella realtà locale attraverso momenti<br />

giubilari intensi.<br />

Il Vescovo ha ricordato i più riusciti:<br />

il Giubileo dei bambini, dei religiosi e<br />

laici consacrati, degli ammalati e degli<br />

operatori sanitari, dei giovani, dei ministranti,<br />

dei sacerdoti e diaconi permanenti,<br />

delle famiglie, delle Associazioni<br />

ne. Nei giorni 6 e 7 maggio 2000 la<br />

Chiesa diocesana ha vissuto il suo pellegrinaggio<br />

giubilare nella città di Roma<br />

con l'intento di vivere e testimoniare la<br />

propria fede insieme a tanti fratelli della<br />

Chiesa Universale.<br />

Intensa è stata anche l'attività sia liturgica<br />

sia formativa presso le «Chiese<br />

giubilari», ove si è registrato un cospicuo<br />

accostamento al Sacramento della<br />

Riconciliazione.<br />

Positivo è risultato l'impegno delle Caritas<br />

parrocchiali e dei centri di ascolto<br />

e di coordinamento delle zone pastorali;<br />

è in crescita il numero delle associazioni<br />

di volontariato.<br />

L'Anno Santo della redenzione, fortemente<br />

cristocentrico ed eucaristico, oltre<br />

ai tre anni di preparazione e riflessione<br />

comunitaria sulla SS. Trinità, in<br />

diocesi era stato annunciato con la lettera<br />

pastorale Giubileo anno di grazia e<br />

preparato da un Convegno Mariano (28<br />

novembre - 7 dicembre 1999) per camminare<br />

verso il terzo millennio con Maria,<br />

primizia dell'umanità, meditando le<br />

parole del Santo Padre. «La gioia giubilare<br />

non sarebbe completa se lo sguardo<br />

non si portasse a Colei che nell'obbedienza<br />

piena al Padre ha generato per<br />

noi nella carne ilFigliodiDio» (IM, 14).<br />

GIOVANNI MINERVA<br />

La solenne chiusura dell'Anno Giubilare,<br />

prevista a Roma nella solennità dell'Epifania,<br />

il 6 gennaio, ha avuto un prologo<br />

nelle Chiese locali di tutto il mondo<br />

la sera del giorno precedente. Nella diocesi<br />

di Gorizia la cerimonia è stata presieduta<br />

dall'Arcivescovo Mons. Dino De<br />

Antoni. L'Arcivescovo ha pronunciato la<br />

seguente omelia:<br />

Eccellenza Reverendissima,<br />

Presbiteri, Diaconi, Seminaristi,<br />

Religiosi e Religiose,<br />

Famiglie e Fedeli tutti.<br />

«Vennero, videro il bambino con Maria<br />

sua Madre e prostratisi, lo adorarono»<br />

(cfr Mt 2, 11).<br />

È quello che è successo a noi in questo<br />

Anno giubilare.<br />

Noi non avevamo né scrigni né doni,<br />

ma un percorso impegnativo che ci<br />

aveva proposto alcuni atteggiamenti<br />

concreti: il pellegrinaggio, il perdono,<br />

l'indulgenza, il debito.<br />

1. Al primo atteggiamento abbiamo<br />

risposto andando sui luoghi della presenza,<br />

i luoghi dell'infinito: i santuari<br />

di Barbana, di Monte Santo, del Lussari<br />

per esperimentare il soprannaturale;<br />

siamo stati nelle grandi basiliche romane,<br />

sulla tomba di Pietro e di Paolo per<br />

trovare le vestigia del martirio.<br />

Abbiamo pellegrinato ad Aquileia,<br />

casa della nostra fede per riscoprire le<br />

radici del nostro essere cristiani. L'immagine<br />

della Vergine di Barbana ha<br />

percorso le diocesi del Friuli-Venezia<br />

Giulia e di Capodistria pellegrina di pace.<br />

Alcuni di noi hanno visitato i luoghi<br />

disastrati, dove l'uomo ha commesso<br />

nefandezze, per fare memoria della<br />

stoltezza umana, al fine che non si ripetano<br />

né le foibe, né la Risiera di san<br />

Saba.<br />

Ma in questo Anno giubilare, abbiamo<br />

cercato di porre al centro dell'attenzione<br />

di tutti il pellegrinaggio verso la<br />

persona.<br />

«L'Altro nell'altro»: Dio nell'uomo,<br />

non è per i credenti uno slogan, ma la<br />

verità del mistero dell'Incarnazione.<br />

qualche ritorno alle origini) e certamente<br />

più “giovane” (nel senso di una nuova<br />

espansione tra i giovani, sia di una giovanile<br />

attitudine missionaria). Ma rimane<br />

anche la volontà di mettersi in più<br />

attento ascolto non solo della Parola di<br />

Dio ma anche delle parole inquiete degli<br />

uomini, e di verificare quanto delle critiche<br />

che si fanno alla Chiesa sia derivato<br />

dalla nostra cattiva testimonianza. Per<br />

questo nei laboratori di fede e di carità,<br />

che daranno corpo alla nuova evangelizzazione<br />

— spiega l'Arcivescovo —, occorrerà<br />

verificare con serietà situazioni<br />

e comportamenti non evangelici perché<br />

Santa Madre Chiesa, purificata nuovamente<br />

dalla Parola e dai sacramenti, sia<br />

“piena di splendore, senza macchia né<br />

ruga e senza difetti: santa ed immacolata<br />

come Cristo l'ha voluta” (Ef 5, 27)».<br />

Pertanto invita tutti al lavoro, affinché<br />

la Chiesa diocesana possa ritornare «a<br />

fiorire in santità, ed anche in umanità,<br />

come nei suoi tempi migliori, quelli dei<br />

martiri». In questo passaggio del suo<br />

scritto, il presule ricorda l'esortazione<br />

personale di Giovanni Paolo II rivolta ai<br />

1.200 ministri laici della Chiesa perugina<br />

nel salutarli in Piazza San Pietro lo scorso<br />

30 settembre: «Carissimi, tra di voi vi<br />

sono numerose persone direttamente<br />

impegnate nel lavoro pastorale parroc-<br />

Abbiamo accolto i pellegrini della<br />

Giornata Mondiale della Gioventù e<br />

stiamo cercando di continuare ad accogliere<br />

tutti gli altri pellegrini senza meta<br />

che giungono ogni giorno alla nostra<br />

frontiera.<br />

2. Il secondo atteggiamento giubilare<br />

richiesto era quello del perdono.<br />

Abbiamo sentito più volte nel corso<br />

dell'anno il bisogno di dirci che si arriva<br />

al perdono solo attraverso la memoria,<br />

una memoria riconciliata. Dicendo<br />

questo si sapeva di non proporre un'operazione<br />

facile né semplice, perché richiedente,<br />

di fronte al passato, un atteggiamento<br />

nuovo e il coraggio di disegnare<br />

un futuro diverso. Ci siamo riusciti?<br />

Per quello che riguarda il perdono<br />

di Dio a livello personale, non è facile<br />

rispondere. Certamente molti hanno<br />

ritrovato la strada verso il sacramento<br />

del perdono. Alcuni hanno trovato<br />

il gusto del camminare verso la<br />

casa del Padre. Spero comunque che<br />

siano stati molti quelli che hanno esperimentato<br />

il dono dell'accoglienza di<br />

Dio e del suo abbraccio.<br />

Ma siamo stati capaci di donarci il<br />

perdono tra di noi? È domanda difficile<br />

alla quale anche il Vescovo fa fatica a<br />

rispondere, perché riconosce che c'è ancora<br />

strada da fare sulla via del perdono<br />

fraterno.<br />

3. Un altro elemento giubilare era<br />

l'indulgenza.<br />

Forse ne abbiamo parlato troppo poco,<br />

frenati da un antico linguaggio dove<br />

si parlava di «acquistare» indulgenze,<br />

di «lucrare» indulgenze.<br />

Forse dovevamo ripetere di più che<br />

abbiamo un «Dio indulgente»; che Cristo<br />

ha affidato alla Chiesa il compito di<br />

essere indulgenza, che toccava a noi<br />

l'impegno di essere indulgenza. Siamo<br />

stati indulgenti?<br />

4. Infine, l'ultimo impegno giubilare<br />

era il debito, cioè l'abbattimento del debito<br />

internazionale dei paesi poveri.<br />

Questo perché nell'anno del Giubileo<br />

tutti i debiti venissero in qualche modo<br />

annullati, per dare a tutti la possibilità<br />

chiale. Nel manifestare apprezzamento<br />

per la vostra generosa attività a fianco<br />

dei sacerdoti, auspico che la disponibilità<br />

da voi dimostrata durante il recente<br />

Congresso Eucaristico diocesano, come<br />

pure in occasione della visita pastorale e<br />

delle “missioni al popolo”, continui anche<br />

nel futuro, così da assicurare un<br />

sempre efficiente servizio alle vostre rispettive<br />

comunità. In forza della vostra<br />

consacrazione battesimale, siete chiamati<br />

a farvi corresponsabili dell'annuncio<br />

del Vangelo, sotto la guida dei vostri pastori.<br />

Vi invito, pertanto, ad una costante<br />

formazione spirituale e intellettuale,<br />

affinché attraverso di voi l'amore della<br />

Chiesa, riflesso dell'amore di Dio giunga<br />

più facilmente ad ogni uomo e ad ogni<br />

donna».<br />

Dopo aver ricordato le parole del Papa,<br />

Mons. Chiaretti pone la domanda:<br />

«Come procedere nel dopo-Giubileo?<br />

Non ci sono programmi particolari —<br />

annuncia —, perché la vita del nostro<br />

cammino di Chiesa è segnata da tempo<br />

(ed è la nuova evangelizzazione), passa<br />

per gli snodi della famiglia e dei giovani,<br />

sollecitando la corresponsabilità ecclesiale<br />

di tutti; e s'avvale di una strumentazione<br />

quale i già menzionati “laboratori<br />

di fede e di carità”, che vogliamo prendere<br />

molto sul serio. La visita pastorale<br />

consentirà di fare il punto sulla situazione,<br />

ma anche di rilanciare tante virtù<br />

nascoste del popolo cristiano, cui è tempo<br />

di chiedere la trasparenza della propria<br />

identità di fede e il coraggio di osare.<br />

Anche sul piano sociale — evidenzia<br />

l'Arcivescovo — faremo particolare attenzione<br />

ai criteri indicati nella “Lettera<br />

a Diogneto”, sapendo di poter concorrere<br />

a pieno titolo alla edificazione di una<br />

città terrena che non sia Babele, ma Nomadelfia».<br />

RICCARDO LIGUORI<br />

«Cerchiamo di cogliere il significato<br />

della chiusura dell'Anno Giubilare come<br />

un incontro con Cristo Signore verificando<br />

se il nostro cammino umano e<br />

cristiano è stato di fede, di speranza, di<br />

amore e di gioia, come dice la stessa parola<br />

Giubileo». Ha iniziato così l'omelia<br />

Monsignor Fernando Charrier durante<br />

la Celebrazione Eucaristica da lui presieduta<br />

nella cattedrale di Alessandria la<br />

sera del 5 gennaio, vigilia dell'Epifania,<br />

quale espressione di gratitudine per il<br />

dono dell'Anno Giubilare e di impegno a<br />

mettere in pratica le decisioni pastorali<br />

maturate durante l'Anno stesso per una<br />

vita cristiana ed ecclesiale più intensa.<br />

«Abbiamo guardato dentro noi stessi e<br />

dentro le nostre comunità per rinnovarci<br />

— ha proseguito il Vescovo di Alessandria<br />

— abbiamo acquisito la luce che<br />

ci viene da Dio ed è il segno della nostra<br />

fede, abbandonando le nostre visioni<br />

umane. E se siamo stati luce per qualcuno<br />

abbiamo celebrato il nostro Giubileo.<br />

Ma il cammino giubilare non è terminato<br />

ma iniziato perché il Giubileo è<br />

riconoscimento e adorazione di Cristo,<br />

riconciliazione e fermento e noi lo proseguiremo<br />

in sintonia con il nostro Sinodo<br />

Diocesano che va verso la sua verifica<br />

prevista nel prossimo anno».<br />

di cominciare una vita nuova ed impedire<br />

che situazioni di povertà o di indipendenza<br />

divengano croniche o finiscano<br />

per opprimere il più debole.<br />

I Paesi poveri (Zambia e Guinea)<br />

scelti dalla Conferenza Episcopale Italiana,<br />

si trovano con un debito pressoché<br />

impossibile da estinguere.<br />

L'intento della Chiesa italiana era<br />

quello di fare prendere coscienza che<br />

questi debiti dipendono dai peccati<br />

strutturali. Quanto siamo riusciti ad<br />

informare su questo?<br />

A quantificare le presenze nel Convegno<br />

promosso dalla diocesi in collaborazione<br />

con l'ISIG e alla conferenza di<br />

Mons. Nicora, sembrerebbe che il problema<br />

abbia interessato un numero ristretto<br />

di addetti ai lavori.<br />

Eppure alcune comunità parrocchiali<br />

si erano attivate, altre si stanno attivando<br />

per la raccolta delle proprie offerte<br />

per il progetto.<br />

Forse è stata difficile la sensibilizzazione,<br />

perché non si ha coscienza che è<br />

un insieme di responsabilità anche minime<br />

che generano calamità massime.<br />

Quest'Anno giubilare ha messo in evidenza<br />

che siamo tutti un po' insensibili<br />

al peccato sociale. Qui la conversione<br />

deve continuare.<br />

5. Guardando al futuro, sorge inevitabile<br />

la domanda: quali prospettive si<br />

aprono ora di fronte alla Chiesa del<br />

Terzo Millennio, dopol'Anno giubilare?<br />

Prima di rispondere a questo interrogativo<br />

dobbiamo osservare che, finito<br />

l'Anno giubilare, non è finito l'Anno di<br />

grazia che Gesù ha inaugurato con la<br />

sua venuta.<br />

Egli resta la porta sempre aperta, noi<br />

abbiamo il compito di riproporre il mistero<br />

in tutta la sua grandezza alle<br />

nuove generazioni.<br />

Se il Giubileo chiude una porta, resta<br />

aperta la prospettiva di una continua<br />

evangelizzazione e quindi prospettive<br />

nuove di lavoro apostolico.<br />

Difficoltà reali interne ed esterne alla<br />

vita ecclesiale non possono indebolire<br />

lo slancio missionario della Chiesa.<br />

Dovremo saper ripetere le parole di<br />

Paolo: «Per me non è un vanto predicare<br />

il Vangelo, per me è un dovere: guai<br />

a me se non evangelizzassi» (1 Cor 9,<br />

16). Se fare pastorale è comunicazione<br />

della fede, solo comunità, che esperimentano<br />

la gioia dell'incontro con Cristo,<br />

possono presentarLo alle future generazioni,<br />

riproporre il suo Vangelo e<br />

dire: solo in Lui c'è salvezza.<br />

Ciòsaràpossibilese sapremo stabilire<br />

relazioni profonde nelle nostre comunità.<br />

Se non si riesce a garantire il valore<br />

primario del favorire le relazioni personali<br />

e di gruppo, ricordiamoci che le<br />

strutture non raggiungono la persona.<br />

Il lavoro pastorale risulta inconcludente,<br />

se si punta prevalentemente su<br />

queste.<br />

Non deve mai venire meno la preoccupazione<br />

concreta di costruire un reale<br />

vissuto spirituale nelle singole persone.<br />

Se viene a mancare una seria educazione<br />

alla preghiera e al rapporto con<br />

il Signore, si costruisce sulle dune di<br />

sabbia.<br />

Chiediamoci: qual è il rapporto e la<br />

comunicazione tra la nostra Chiesa e il<br />

suo Signore, ovvero il livello di fede cristiana<br />

viva, vissuta ed espressa nelle<br />

nostre comunità?<br />

Infine la comunità cristiana è segno<br />

di una vera presenza di Cristo, se riesce<br />

a mostrare concretamente la bellezza<br />

delle diverse vocazioni.<br />

Tutto ciò è urgente ove si tenga presente<br />

la vita delle nostre comunità cristiane<br />

e la loro conduzione nel futuro<br />

prossimo, vista l'età media del clero.<br />

6. Da qui dobbiamo ripartire, come i<br />

Magi, dopo aver incontrato il Signore,<br />

per essere testimoni nel futuro che ci<br />

attende. Come i Magi abbiamo varcato<br />

la Porta, abbiamo adorato il Bambino<br />

e ripartiamo con grande speranza facendo<br />

di nuovo nostra l'ecclesiologia di<br />

comunione che il Concilio Vaticano II<br />

ha proposto alla Chiesa Universale.<br />

Un'ecclesiologia alla luce della quale<br />

dovremo interrogarci all'interno dei festeggiamentiperi250annidella<br />

diocesi.<br />

Per la chiusura del Grande Giubileo<br />

dell'Anno 2000, la comunità dei fedeli<br />

alessandrini è stata invitata alla statio<br />

radunandosi nella chiesa dell'Istituto<br />

Maria Ausiliatrice dalla quale è partita la<br />

processione verso la cattedrale dove il<br />

Vescovo, preceduto dall'Evangeliario, ha<br />

compiuto il Rito dell'aspersione con l'acqua<br />

benedetta. Dopo la proclamazione<br />

del Vangelo, è stato dato l'Annunzio del<br />

giorno di Pasqua e, al termine della comunione,<br />

sono stati ricordati i principali<br />

avvenimenti dell'Anno giubilare e i benefici<br />

spirituali derivati alla Diocesi dalla<br />

sua celebrazione. Infine, con il canto dal<br />

«Te Deum» si è reso gloria al Padre per<br />

il Figlio nello Spirito Santo per le grandi<br />

cose che ha fatto e continua a fare in favore<br />

del suo popolo. Al termine della<br />

Celebrazione Eucaristica, Monsignor<br />

Fernando Charrier, ricordando che termina<br />

l'anno cronologico del Grande<br />

Giubileo ma non finisce l'«anno di grazia»<br />

che, aperto da Gesù nella sinagoga<br />

di Nazareth, non è stato mai chiuso e<br />

mai si chiuderà, ha consegnato alla diocesi<br />

gli impegni pastorali assunti durante<br />

la celebrazione dell'Anno Giubilare.<br />

MARCO CARAMAGNA


A ROMA<br />

PAGINA<br />

SANITÀ Il piano triennale della Regione Lazio<br />

Altri 540 posti<br />

per i malati terminali<br />

Malati terminali e familiari non saranno<br />

più costretti a vagare per diverse<br />

strutture delle regione e a spendere soldi<br />

per essere assistiti nelle case di cura<br />

private. La Giunta regionale ha approvato<br />

il programma regionale «Hospice»<br />

per realizzare, nel triennio 2000-2003,<br />

540 posti residenziali per questi malati<br />

gravi.<br />

«L’iniziativa — ha spiegato l’assessore<br />

alla Sanità, Vincenzo Saraceni, che ha<br />

proposto il provvedimento — integra le<br />

precedenti decisioni della Regione al fine<br />

di avviare un programma sperimentale<br />

di interventi innovativi allo scopo di<br />

garantire un’adeguata assistenza ai pazienti<br />

affetti da patologie fortemente invalidanti<br />

e terminali, affiancando il regime<br />

dell’assistenza domiciliare e promuovendo<br />

la riconversione di strutture di ricovero,<br />

già accreditate per lungodegenze,<br />

in strutture residenziali».<br />

Ai cinque hospice, già presenti a Roma<br />

e a Viterbo, ne verranno aggiunti altri<br />

quattro nella Capitale, di cui uno riconvertendo<br />

l’istituto materno Regina<br />

Elena, uno nell’Azienda sanitaria locale l<br />

di Rieti, uno a Latina e un altro, infine,<br />

a Frosinone.<br />

«Con queste nuove strutture — ha<br />

detto ancora l'assessore regionale alla<br />

Sanità — avremo un incremento di 103<br />

posti residenza con una richiesta di finanziamento<br />

al ministero della Sanità<br />

per oltre 31 miliardi e mezzo ma soprattutto<br />

una più capillare distribuzione sul<br />

territorio».<br />

La Capitale<br />

è terza in classifica<br />

tra le città italiane<br />

con i mezzi<br />

pubblici più veloci<br />

Roma ha raggiunto il terzo posto nella<br />

classifica delle città con i mezzi di trasporto<br />

pubblico più veloci d'Italia.<br />

Secondo gli ultimi dati dell'Atac, la<br />

Capitale è al terzo posto con il tachigrafo<br />

dei mezzi della Trambus (la società di<br />

produzione del trasporto urbano su<br />

gomma e rotaia) che è passato dai 13,58<br />

chilometri all'ora di velocità media del<br />

1993 ai 15,58 del 2000.<br />

Un record che, visto con l'ottica dei<br />

passeggeri, significa meno tempo per<br />

spostarsi e più affidabilità del «sistema<br />

trasporto». Un incentivo per lasciare a<br />

casa l'automobile e spostarsi sulle linee<br />

urbane. Per l'azienda l'aumento della<br />

velocità si traduce in un notevole risparmio<br />

economico: a parità di corsie preferenziali<br />

l'aumento della velocità si traduce<br />

in una maggiore scorrevolezza del<br />

traffico.<br />

Sempre secondo i dati forniti dalle<br />

aziende di trasporto locale, meglio di<br />

Roma hanno fatto solo Napoli, con 21,5<br />

chilometri all'ora e Torino con poco più<br />

di 18 chilometri orari di media.<br />

A Firenze i tachimetri dei mezzi sono<br />

fermi a 15,42 chilometri l'ora e a Milano<br />

superano di poco quota 15.<br />

Sono tre gli elementi — spiegano dall'Atac<br />

— che hanno contribuito alla velocizzazione:<br />

la fine dei cantieri, la terza<br />

corsia del Grande raccordo anulare che<br />

ha riportato fuori dalla città il traffico di<br />

attraversamento e l'istituzione delle linee<br />

express. Infine, sosta a pagamento e<br />

parcheggi di scambio, insieme ad un aumento<br />

dell'offerta di trasporto hanno<br />

convinto molti a lasciare l'auto a casa e<br />

a rivolgersi al mezzo pubblico.<br />

Marta Russo: il perito<br />

rettifica la versione<br />

conclusiva<br />

Una rettifica e le finestre dell’aula VI<br />

e del bagno disabili diventano nella stessa<br />

misura l’ipotetico luogo da dove può<br />

aver sparato l’assassino di Marta Russo.<br />

L’errore è stato ammesso, giovedì, in<br />

aula dallo stesso perito balistico incaricato<br />

dalla Corte d’Assise d’Appello, Domenico<br />

Compagnini, che ha mandato ai<br />

giudici un fax col quale correggeva le<br />

conclusioni del suo esame sulla compatibilità<br />

delle due finestre con la traiettoria<br />

del proiettile. Compagnini ha rintracciato<br />

27 traiettorie compatibili: 15 si riferiscono<br />

ad entrambe le finestre, 6 alla finestra<br />

dell’aula VI e altri 6 a quella del<br />

bagno dei disabili. Al momento del deposito<br />

della perizia, il 4 gennaio, i numeri<br />

forniti erano diversi: le ipotesi di<br />

compatibilità assegnavano 10 traiettorie<br />

alla finestra dell’aula VI, 6 a quella del<br />

bagno disabili e 11 ad entrambe. La correzione,<br />

quindi, ha cancellato il vantaggio<br />

in termini di compatibilità della finestra<br />

dell’aula VI, riportando la discussione<br />

sulle traiettorie ad una parità virtuale<br />

tra le finestre della sala assistenti e del<br />

bagno disabili. A questa ridda di numeri<br />

e ipotesi Compagnini ha però posto un<br />

punto fermo che sembra essere l’ unica<br />

certezza della perizia: «Impossibilità tecnica<br />

di pervenire ad un dato certo».<br />

8 .<br />

Osservatorio<br />

sulla condizione sociale<br />

degli anziani<br />

Un Osservatorio regionale sulla<br />

condizione degli anziani. È questa<br />

la proposta contenuta nella delibera<br />

presentata dal presidente della<br />

Regione, Francesco Storace e dagli<br />

assessori alla Famiglia, Anna<br />

Teresa Formisano, alla Sanità,<br />

Vincenzo Saraceni e al Bilancio,<br />

Andrea Augello e approvata giovedì<br />

dalla giunta.<br />

La proposta è stata presentata<br />

con lo scopo di creare un organismo<br />

che sappia fornire un supporto<br />

tecnico alle politiche sociali in<br />

favore degli anziani. L’Osservatorio,<br />

infatti, dovrà raccogliere dati<br />

utili a mettere in atto le azioni necessarie<br />

a raggiungere obiettivi<br />

importanti, come la riqualificazione<br />

del sistema di interventi e della<br />

rete servizi a favore degli anziani.<br />

Il nuovo organismo nasce come<br />

risultato del tavolo di confronto<br />

organizzato dalla presidenza della<br />

giunta nel dicembre scorso che ha<br />

visto riuniti con Storace i sindacati<br />

Cgil, Cisl, Uil e Ugl, le corrispondenti<br />

federazioni dei pensionati<br />

e gli assessori firmatari della<br />

delibera.<br />

Campidoglio:<br />

approvati<br />

gliinterventi<br />

direcupero<br />

perleperiferie<br />

CORRUZIONE Sale a sei il numero degli arrestati<br />

Falsi condoni edilizi:<br />

nuovi sviluppi nell'inchiesta<br />

Proseguono con nuovi sviluppi le indagini<br />

relative all'inchiesta sui falsi condoni<br />

edilizi che ha coinvolto quattro dipendenti<br />

comunali e due professionisti,<br />

tutti finiti in manette giovedì.<br />

I quattro dipendenti dell’Ufficio Speciale<br />

Condono Edilizio arrestati sono<br />

Enzo Caretti, di 57 anni, ex geometra;<br />

Antonio Mancini, di 58; Anna Forgnone,<br />

di 45, tutti di Roma, e Massimo Muccioli,<br />

di 50 anni, di Frascati. I due professionisti<br />

sono Michele Secci, di 54 anni, e<br />

Adelio Sigismondi, di 58, entrambi romani.<br />

I primi quattro sono accusati di aver<br />

abusato della propria posizione istituzionale<br />

e dei poteri certificativi ad essi attribuiti.<br />

Per i due professionisti l'accusa<br />

è di aver predisposto falsa documentazione<br />

relativa a pratiche di condono edilizio<br />

attraverso la soppressione di documentazione<br />

cartacea e delle registrazioni<br />

informatiche autentiche, di aver creato<br />

atti e attestazioni false e di aver procurato<br />

ai richiedenti il condono un ingiusto<br />

profitto con danno dell'amministrazione.<br />

«Essi — hanno spiegato gli investigatori<br />

— hanno anche posto in essere<br />

artifici e raggiri in modo da determinare<br />

un ingiusto danno per l’amministrazione<br />

comunale e conseguente rilascio di concessioni<br />

edilizie illegittime e utilizzato e<br />

fatto utilizzare perizie giurate contenenti<br />

false attestazioni».<br />

Complessivamente sono 9.000 i metri<br />

quadrati di superficie condonati con un<br />

danno erariale di un miliardo e 200 milioni<br />

circa: i condoni, infatti, hanno fatto<br />

aumentare il valore degli immobili<br />

condonati di circa 20 miliardi. Il control-<br />

Tivoli: giovane invalido<br />

si barrica in Comune<br />

per chiedere un lavoro<br />

Un giovane di Tivoli, invalido al cento<br />

per cento, Giuseppe Sainas, di 28 anni,<br />

si è barricato, giovedì, per un’ora in Comune,<br />

nel bagno dell’ufficio del sindaco,<br />

Marco Vincenzi, per chiedere un lavoro.<br />

Sainas, padre di due figli, non è nuovo<br />

a queste forme di protesta. Sul posto sono<br />

intervenuti gli agenti del commissariato<br />

di Tivoli e i vigili urbani.<br />

Il giovane — riferisce l'agenzia «Ansa»<br />

— è rimasto invalido il 13 febbraio del<br />

1996 dopo essere stato folgorato da una<br />

scarica elettrica all’interno di una cabina<br />

dell’Enel a Tivoli. Da allora ha perso<br />

l’uso delle gambe, un braccio ed ha subito<br />

quattordici interventi alla scatola<br />

cranica. Giovedì, Sainas voleva ottenere<br />

un impegno dell’amministrazione comunale.<br />

«Sono invalido, ho una moglie e<br />

due bambini da sfamare e con la piccola<br />

pensione che mi è stata riconosciuta<br />

non riesco nemmeno a pagare le tasse»,<br />

ha detto Sainas.<br />

Il giovane è stato ricevuto dal vicesindaco,<br />

Daniela Ventura, e dall’assessore<br />

ai servizi sociali, Giuseppe Tripodi, che<br />

hanno promesso che gli pagheranno alcune<br />

bollette. La protesta è stata controllata<br />

da polizia e vigili urbani.<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Sabato 13 Gennaio 2001<br />

13 GENNAIO 2001<br />

Sabato della I settimana del<br />

tempo ordinario - Feria (verde)<br />

S. Ilario, Vescovo e Dottore<br />

della Chiesa - Memoria fac.<br />

(bianco) - Messa mattutina a<br />

scelta - Lezionario: Eb 4, 12-16<br />

Salmo 18; Mc 2, 13-17 - Liturgia<br />

delle Ore (fino a Nona): Sab. I<br />

sett. - Ufficio della Feria -Mes-<br />

Con l’approvazione di altre otto delibere<br />

denominate «articoli 11», il Consiglio<br />

comunale, giovedì sera, ha dato il<br />

via libera agli interventi di recupero e riqualificazione<br />

urbanistica in undici zone<br />

periferiche della città. Quelle approvate<br />

sono delibere riguardanti le zone di Acilia,<br />

Corviale, San Basilio, Fidene-Valmelaina,<br />

Palmarola-Selva Candida, Valle<br />

Aurelia, Laurentino e Primavalle. Due<br />

giorni prima il Consiglio comunale aveva<br />

approvato le delibere relative a Tor<br />

Bella Monaca, Magliana e Labaro.<br />

Soddisfazione ha espresso l’assessore<br />

alle Politiche del Territorio, Domenico<br />

Cecchini. «È, questa, una grande, complessa,<br />

operazione di progettazione urbana<br />

— ha detto l’assessore — che organizza<br />

tanti piccoli e grandi interventi<br />

nelle periferie, oltre 400, che inizia con<br />

un investimento complessivo di 3.200<br />

miliardi di lire. Si tratta del grande riscatto<br />

urbanistico, sociale e culturale di<br />

tanti quartieri».<br />

Prima del voto la seduta è stata interrotta<br />

per circa mezz'ora per una protesta<br />

di una ventina di operatori dei taxibus,<br />

tre dei quali si sono incatenati alla<br />

balaustra che divide l’area del Consiglio<br />

da quella per il pubblico, che chiedono<br />

garanzie e sicurezza del loro servizio.<br />

Gli operatori dei taxibus hanno chiesto<br />

un incontro con l'assessore Tocci prima<br />

della ratifica della delibera sulla loro attività.<br />

«Da un anno e mezzo — hanno<br />

detto — stiamo promuovendo il nostro<br />

servizio con volantini, senza paline stradali<br />

né sostegno da parte del Comune, e<br />

ci siamo conquistati una clientela».<br />

lo, in particolare, ha consentito di individuare<br />

circa 200 pratiche relative a richieste<br />

di condono edilizio falsificate attraverso<br />

modifiche della documentazione<br />

cartacea e delle registrazioni informatiche.<br />

L’alterazione dei dati storici<br />

immagazzinati nell’archivio informatico<br />

faceva rientrare per consistenza metrica,<br />

destinazione d’uso o intestatario, nei parametri<br />

previsti dalla legge.<br />

In queste ore gli inquirenti stanno<br />

esaminando anche le posizioni dei richiedenti<br />

le sanatorie, circa trenta, per<br />

valutare eventuali responsabilità.<br />

Intascò assicurazione<br />

non sua: avvocato<br />

condannato a nove mesi<br />

Un avvocato, Diomede Castaldo,<br />

giovedì è stato condannato a<br />

9 mesi di reclusione, con pena sospesa,<br />

per aver intascato da una<br />

compagnia assicurativa l’ammontare<br />

di un risarcimento danni<br />

spettante a una donna, Ivana Caccia.<br />

La vicenda risale al '94 quando<br />

la donna segnalò un sinistro ad<br />

una compagnia. Trascorso del<br />

tempo, la Caccia tornò all’assicurazione<br />

per ritirare la somma ma<br />

apprese che il risarcimento era<br />

stato già riscosso a suo nome da<br />

un legale. La donna presentò denuncia<br />

e furono avviate indagini.<br />

sa vespertina (verde): tutto come<br />

la Messa di domani - Primi<br />

Vespri della Domenica II del<br />

tempo ordinario<br />

14 GENNAIO 2001<br />

Domenica II del tempo ordinario<br />

(verde) - Messa propria,<br />

Gloria, Credo - Lezionario: 1)<br />

Is 62, 1-5: Gioirà lo sposo per<br />

la sposa - Salmo 95: Hai fatto<br />

nuove, Signore, tutte le cose;<br />

2) 1 Cor 12, 4-11: L'unico e medesimo<br />

Spirito distribuisce a<br />

ciascuno come vuole - Vangelo:<br />

Gv 2, 1-12: Così Gesù diede<br />

inizio ai suoi miracoli in Gana<br />

di Galilea - Liturgia delle Ore:<br />

Dom. II sett. - Ufficio della Domenica<br />

VIAGGIO NEI RIONI Nelle vie di maggior traffico vince invece la modernità<br />

Pigna: nascosta tra i vicoli<br />

resiste la Roma della tradizione<br />

La semplicità del nome, Pigna, contrasta<br />

non poco con la dominante monumentalità<br />

del rione. Ci troviamo infatti<br />

tra il Pantheon e la chiesa del Gesù e<br />

tra quella di Santa Maria sopra Minerva<br />

e la chiesa di sant'Ignazio.<br />

Tuttavia la tradizione ricollega il nome<br />

non al frutto delle conifere, del tutto<br />

assenti nella zona, bensì a una parte<br />

monumentale del gigante Nembrotte,<br />

pervenutaci dall'antica Roma e citata da<br />

Dante («La faccia sua mi pareva lunga e<br />

grossa / come la pina di S. Pietro a Roma).<br />

«Pina» che oggi, sopravvissuta e recuperata<br />

ai lavori de «la fabbrica di S.<br />

Pietro», fa sfoggio di sé nella Città del<br />

Vaticano, all'interno del nicchione del<br />

Belvedere.<br />

Toponimo questo tuttavia che non<br />

manca di essere oggetto di altre derivazioni,<br />

una tra tutte quella di Gregorovius,<br />

che parla di «regione della vigna»<br />

poi corrottasi in «Pigna».<br />

I monumenti, che testimoniano l'eternità<br />

della Capitale, le case, anch'esse di<br />

forte impatto ed evidente interesse architettonico,<br />

e le stesse vie interne, che<br />

paiono quasi antichi borghi montani,<br />

contrastano con una obbligata modernità<br />

delle vie esterne.<br />

Largo di Torre Argentina, via Arenula,<br />

via delle Botteghe Oscure, e poi ancora<br />

Corso Vittorio Emanuele, via del<br />

Gesù e piazza della Pigna, fanno venire<br />

il dubbio di essere stati catapultati in un<br />

luogo lontano anni luce dagli antichi<br />

borghi. Guardate attentamente le scritte:<br />

«Orlo rapido», «Tacco svelto», non<br />

Latina: forse l'ombra<br />

del racket dietro<br />

la bomba trovata<br />

vicino ad un cantiere<br />

Sarebbe da collegarsi, secondo gli investigatori<br />

della Polizia, al racket delle<br />

estorsioni la bomba trovata poco dopo<br />

le 13 di giovedì davanti un cantiere edile<br />

a Borgo san Michele, a Latina.<br />

L’ordigno rudimentale, di fattura artigianale<br />

ma costruita comunque da una<br />

persona che se ne intende, sarebbe dovuto<br />

esplodere, secondo i primi rilievi<br />

degli artificieri, tra le 13.30 e le 14.<br />

All’interno di un involucro di filo di<br />

ferro coperto con nastro adesivo c’era<br />

una fiala contenente polvere nera del tipo<br />

di quella che si trova nei fuochi d’artificio.<br />

La polvere era collegata a un innesco<br />

formato da un filo elettrico che si<br />

sarebbe scaldato una volta avviata la pila<br />

collegata all’orologio.<br />

È stato un cittadino a segnalare prontamente<br />

al 113 la presenza dell’ordigno,<br />

sistemato dietro un cassonetto dell’immondizia<br />

e proprio sotto un cartello sistemato<br />

dall’impresa che sta costruendo<br />

una palazzina. Subito dopo il ritrovamento<br />

gli artificieri hanno lavorato in<br />

fretta per disinnescare la bomba.<br />

Il personale della squadra mobile, diretto<br />

dal commissario Andrea Curtale,<br />

ha ascoltato i titolari del cantiere e sta<br />

valutando altri elementi raccolti nella<br />

zona del ritrovamento.<br />

La società, la «BeB» di Napoli, che<br />

sta costruendo una palazzina, è al suo<br />

primo lavoro nel capoluogo pontino e i<br />

responsabili hanno riferito agli investigatori<br />

di non aver mai ricevuto minacce<br />

da parte di nessuno.<br />

Intanto proseguono le indagini per verificare<br />

se dietro l'episodio ci sia affettivamente<br />

l'ombra del racket.<br />

Agliarrestidomiciliari tenta di rapinare una donna<br />

Un uomo agli arresti domiciliari per rapina, Enrico Tricarico, di 47 anni, è<br />

stato sorpreso, giovedì sera, dai carabinieri mentre, armato di coltello e insieme<br />

ad un complice, tentava di rapinare del suo orologio, del valore di<br />

otto milioni di lire, una donna di 48 anni. L'episodio è avvenuto nel quartiere<br />

Parioli. È intervenuta una pattuglia dei carabinieri che, dopo una breve<br />

colluttazione è riuscita a bloccare Enrico Tricarico, che è stato arrestato per<br />

tentata rapina, violenza, resistenza, lesioni a pubblico ufficiale ed evasione<br />

dagli arresti domiciliari. Il complice, invece, è riuscito a fuggire facendo<br />

perdere le tracce.<br />

Tassista ferito e derubato da due clienti<br />

Un tassista di 45 anni, Liliano D’Onofrio, che lavora per la società «La capitale»<br />

è stato ferito e rapinato, nella notte tra giovedì e venerdì, da due<br />

giovani clienti che aveva preso a bordo in piazza San Giovanni in Laterano.<br />

Giunti in via Sartorio, alle spalle della Fiera di Roma, i due giovani clienti,<br />

dal sedile posteriore dall'automobile, hanno improvvisamente estratto un<br />

coltello, hanno colpito violentemente il tassista e lo hanno costretto a consegnare<br />

quanto aveva guadagnato fino a quel momento, centocinquantamila<br />

lire, quindi sono fuggiti. Il tassista è stato medicato al pronto soccorso del<br />

Cto, poi è stato ricoverato, con prognosi di dieci giorni, per una ferita allo<br />

sterno.<br />

Immigrati sfruttati per confezionare abiti<br />

Una ex palestra fatiscente alla borgata Fidene, trasformata in dormitorio e<br />

laboratorio per una ventina di cinesi che lavoravano notte e giorno, con una<br />

remunerazione minima, per produrre capi d’abbigliamento, è stata scoperta<br />

venerdì dalla Polizia che ha denunciato una donna per favoreggiamento<br />

dell’immigrazione clandestina. L’organizzatrice del laboratorio, anch’essa<br />

cinese, di 30 anni, era l’unica con regolare permesso di soggiorno; tutti gli<br />

altri, donne, uomini e alcuni bambini, anche di 4-5 anni di età, sono stati<br />

accompagnati nell’Ufficio stranieri della questura per essere identificati. Indagini<br />

sono in corso nei confronti dei commercianti di Roma e di Latina,<br />

che rivendevano la merce a prezzi molto competitivi, per accertare eventuali<br />

responsabilità. Il proprietario della palestra è stato multato per numerose<br />

sanzioni amministrative.<br />

Fede<br />

paiono raccontare di bottegai veterani e<br />

vecchine confidenti di ago e filo e dei<br />

clienti. «Che vuole — spiega Giorgio,<br />

addetto all'orlo nel negozio di largo Torre<br />

Argentina — oggi si corre e si vuole<br />

tutto funzionale. Con la tecnologia, il<br />

“tempo reale”, e via discorrendo, chi impiegherebbe<br />

un'ora dal calzolaio o dal<br />

sarto?»<br />

A proposito di tecniche avanzate, le<br />

insegne «panetteria», «frutta e verdura»,<br />

«drogheria», «merceria»... dove sono?<br />

«Discount, supermarket — spiega Arianna,<br />

giovane mamma a passeggio lungo<br />

corso Vittorio Emanuele col figlio nel<br />

passeggino — sono una soluzione per i<br />

problemi di tempo. O forse è un'illusione.<br />

In fondo se entri in uno di quei vecchi<br />

negozi di alimentari che ancora si<br />

vedono, ti accorgi che trovi di tutto, e<br />

in più ti trovi di fronte una persona che<br />

pare darti ascolto, non un automa pronto<br />

a dare solo i numeri del conto, s'intende».<br />

Eppure il dubbio di essere a Roma, se<br />

non fosse per l'unicità dei monumenti<br />

(Piazza Venezia con il Vittoriano non<br />

passa di certe inosservata) permane.<br />

«Stock house», «stock store», «self<br />

Service», «change», «rent a car», «rent a<br />

bike», «international call center», beh,<br />

sono insegne che qualche dubbio lo lasciano.<br />

Forse Roma è una città che è sempre<br />

meno dei romani. E la tradizione bisogna<br />

proprio andarla a cercare con l'intento<br />

di riuscire a trovarla, perché, nonostante<br />

tutto, nascosta forse tra i vicoli,<br />

esiste ancora.<br />

Certo, il progresso fa la sua parte. Lo<br />

dimostrano infatti altre insegne: «internet<br />

point», «Tv satellitari», «rivendita<br />

tessere telefoniche prepagate», che non<br />

hanno lo stesso profumo delle antiche<br />

legatorie, quelle un po' aristocraticamente<br />

impolverate.<br />

Sembra di entrare in una dimensione<br />

non del tutto naturale, ma a suo modo<br />

piacevole. In fondo verrebbe spontaneo<br />

desiderare di essere accolti da persone<br />

gioviali e ricche di carica umana, ma ci<br />

si dovrà accontentare del saluto di televisori<br />

con schermi immensi e volume<br />

non basso. «Hi Fi» di potenza e ottime<br />

prestazioni, e computer che rivoluzionano<br />

anche gli arredamenti domestici (non<br />

è facile trovarne una giusta ubicazione).<br />

Tuttavia, se il cinema a casa già lo<br />

avete o non vi serve, così come la discoteca<br />

domestica o l'ufficio 24 ore su 24<br />

se, insomma, desiderate solo un semplice<br />

lavoro ad esempio di legatoria, non<br />

temete: potete ancora trovare il luogo<br />

adatto. Di moderno, di tecnologico al<br />

suo interno al massimo troverete una fotocopiatrice,<br />

di qualche anno, ma state<br />

tranquilli essa funzionerà.<br />

Ma in bicicletta, non ci si va più? «E<br />

come fai — sorride Francesco, meccanico<br />

di via Arenula — tra il traffico con<br />

l'inquinamento, i pirati della strada, le<br />

distanze, non puoi proprio. Peccato, ma<br />

poi anche il tempo non sempre è dalla<br />

tua parte».<br />

E se cercate il calore della tradizione<br />

vera, il profumo di un tempo passato<br />

che non sarà mai inutile, qualcosa che<br />

emotivamente possa appagarvi, seguite i<br />

gatti, si, proprio i gatti, dove li vedrete<br />

accovacciaticisaràcertamente, qualcosa<br />

di speciale: loro, si dice, sanno scegliere<br />

i luoghi dove si sta veramente bene.<br />

L'area di Torre Argentina, che oggi è<br />

soffocata dal traffico, risale all'epoca repubblicana,<br />

dapprima isolata si trovò<br />

poi, in età imperiale, al centro di una<br />

zona ricca di importanti monumenti.<br />

Poco lontano si trova il Pantheon, monumento<br />

grandioso e straordinariamente<br />

ben conservato. La sua costruzione<br />

risale al 27 a.C. quando Marco Agrippa<br />

lo fece costruire, mentre quella che ancora<br />

oggi possiamo vedere è la ricostruzione<br />

voluta da Adriano nel 118. Da<br />

«tempo dedicato a tutti gli dei» il Pantheon<br />

si trasformò in «chiesa di tutti i<br />

martiri» quando l'imperatore Foca lo<br />

donò a Papa Bonifacio IV. Il 13 maggio<br />

dell'anno 609 venne consacrato e dedicato<br />

a Santa Maria ad Martyres. La<br />

consacrazione fu un avvenimento molto<br />

sentito dai romani che consideravano il<br />

tempio un luogo infernale, e che ritenevano<br />

l'apertura della cupola un prodotto<br />

delle corna di un grosso diavolo uscito<br />

dal corpo di un indemoniato.<br />

Le ragioni della fede grazie alle quali il cristiano<br />

riconosce la presenza del suo Dio<br />

non hanno quasi alcun impatto su coloro<br />

che non sono illuminati dalla sua luce. Sono<br />

come vetrate senza sole.<br />

(Jean Guitton)<br />

a cura di p. Leonardo Sapienza, R.C.I.<br />

Piazza della Minerva e piazza della Rotonda con il Pantheon<br />

in due foto dei primi del Novecento<br />

La chiesa duecentesca di Santa Maria<br />

sopra Minerva, ricostruita nel Trecento,<br />

è un vero e proprio tesoro di opere, tra<br />

tutte spicca il Cristo risorto scolpito da<br />

Michelangelo tra il 1519 e il 1520.<br />

Ma ecco l'imponente palazzo del Collegio<br />

Romano, fatto erigere da Papa<br />

Gregorio XIII nel 1582 per ospitare la<br />

scuola fondata da Ignazio di Loyola, un<br />

tempo sull'orologio della facciata si regolavano<br />

tutti gli orologi della città. In<br />

piazza sant'Ignazio affaccia l'omonima<br />

chiesa, uno dei maggiori esempi di architettura<br />

sacra barocca della Capitale,<br />

famosa ne rimane la prospettiva illusionistica<br />

realizzata da Andrea Pozzo per<br />

supplire alla mancanza della cupola.<br />

Nel corso delle reiterate trasformazioni<br />

architettoniche, qualche casa quattrocentesca<br />

e qualche chiesa sono scomparse<br />

per lasciare spazio alle vie e alle<br />

piazze, ma nel complesso il rione è tra<br />

quelli che meno hanno risentito delle<br />

demolizioni e dei rifacimenti tardo ottocenteschi<br />

che hanno trasformato invece<br />

pesantemente alcuni tratti del centro<br />

storico.<br />

L'attuale superficie misura 206.345<br />

mq., i residenti sono 4.897 di cui 1.700<br />

fino a 40 anni, 1.507 dai 40 ai 60 e 1.690<br />

da 60 in poi. Tanti i residenti stranieri,<br />

che, con un incremento del 115% rispetto<br />

al 1991 sono 816.<br />

Verrebbe la voglia di varcare la soglia,<br />

e scoprire altri mutamenti, altre<br />

sorprese, altre meraviglie di questa eterna<br />

città. Ma poiché la fretta, oltre ad essere<br />

cattiva consigliera è spesso preclusiva<br />

dei piaceri, attenderemo il tempo debito<br />

per la prossima passeggiata.<br />

LAURA PICCINELLI<br />

RADIO<br />

VATICANA<br />

OM: 1530 kHz - 196 metri<br />

(Per la zona di Roma<br />

anche Onda Media 527 kHz<br />

e FM 93.3 e 105 MHz)<br />

OC: nelle bande 49, 31, 25 e 19 metri<br />

SABATO 13 DICEMBRE<br />

00.10: Studio A<br />

7.20-15.30-17.30-23-24: Orizzonti Cristiani<br />

7.30: Santa Messa in latino<br />

8-12-14-15-16-18-21-23.30: Radiogiornale<br />

16.30: Obiettivo musica di Andrea<br />

Fasano<br />

17: Liturgia delle Ore: Celebrazione<br />

dei Vespri in latino<br />

20.20: Programma tedesco: Helene<br />

von Heyl - Kommentar der Woche;<br />

Heinrich Wolfrum - Zur Liturgie des<br />

Festes »Taufe des Herrn«<br />

20.40: Recita del Santo Rosario in<br />

latino<br />

21.30: Programma francese: 2è dim.<br />

ord.: Cana, tous les jours<br />

21.50: Programma inglese: With<br />

heart and mind / Against the floor /<br />

Matters of fact<br />

22.10: Programma spagnolo: Commentario<br />

a la Liturgia del Domingo<br />

DOMENICA 14 DICEMBRE<br />

00.10: Studio A<br />

7.20-15.30-17.30-23-24: Orizzonti Cristiani<br />

7.30: Santa Messa in latino<br />

11.55: Angelus del Santo Padre<br />

14-15-16-18-21-23.30: Radiogiornale<br />

16.30: Festa Barocca di P. Morelli<br />

17: Liturgia delle Ore: Celebrazione<br />

dei Vespri in latino<br />

20.20: Programma tedesco: Aldo<br />

Parmeggiani - Der runde Geburtstag;<br />

Bundespräsident Johannes Rau<br />

70 Jahre - aus der Sendereihe<br />

»Menschen in der Zeit«<br />

20.40: Recita del Santo Rosario in<br />

latino<br />

21.20: Programma esperanto<br />

21.30: Programma francese: L'invité<br />

du dimanche<br />

21.50: Programma inglese: Celebration<br />

– Saints Alive<br />

22.10: Programma spagnolo: La voz<br />

del Papa/Misiones y misioneros ed<br />

Radio Vaticano


IN ITALIA<br />

PAGINA<br />

9 .<br />

Inchieste<br />

e servizi<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Sabato 13 Gennaio 2001<br />

NAPOLI — La comunità partenopea, in<br />

spirito di accoglienza e fraternità, moltiplica<br />

gli sforzi per favorire l'integrazione<br />

delle comunità di immigrati presenti in città.<br />

Una delle più folte è quella polacca, i<br />

cui membri — oltre un migliaio — si radunano<br />

per attività religiose e culturali<br />

nella parrocchia dei Cappuccini a Mergellina<br />

e nel centro sociale delle suore Figlie<br />

della Carità all'Arco Mirelli, divenuti punti<br />

di riferimento per i tanti lavoratori di quella<br />

nazione che ormai vivono stabilmente a<br />

Napoli.<br />

USURA Forme e dimensioni dell'allarmante fenomeno nel Tarantino<br />

Una piaga che strangola l'economia<br />

e dilaga tra le fasce più deboli<br />

TARANTO, gennaio.<br />

Un cancro che corrode subdolamente<br />

la struttura sociale del territorio: questo<br />

è il fenomeno dell'usura a Taranto. Dopo<br />

i grandi clamori suscitati dal maxiprocesso<br />

Cahors, appena chiusosi in primo<br />

grado con pesanti condanne per l'estesa<br />

organizzazione criminale che<br />

strangolava l'economia ionica, sembra<br />

attenuarsi l'attenzione dell'opinione pubblica<br />

al fenomeno.<br />

Eppure è proprio in questa fase che,<br />

spenti i riflettori sul processo e attenuatisi<br />

i clamori che avevano portato all'assunzione<br />

di varie iniziative sul fronte<br />

dell'usura, il fenomeno si dilata mutandosi<br />

nelle dimensioni e nelle forme ed<br />

estendendosi in maniera inquietante soprattutto<br />

nelle fasce sociali più deboli.<br />

È quanto sono pronti a sostenere, dati<br />

alla mano, quanti sul fronte della lotta<br />

all'usura si sono da sempre mossi, tra<br />

difficoltà crescenti, come Stefano Leogrande,<br />

direttore della Caritas diocesana,<br />

e Barbara Gambillara, coordinatrice<br />

dell'Associazione SoS racket e usura,<br />

quest'ultima da tempo persino priva di<br />

una sede fissa. Il confronto quotidiano<br />

con la realtà del fenomeno, fatto di richieste<br />

disperate di aiuto, ma anche di<br />

paura, induce a ritenere che la sua reale<br />

dimensione sia sottovalutata.<br />

Così, mentre diminuiscono le denuncie<br />

da parte di usurati, in Puglia crescono<br />

le società finanziarie e, secondo i dati<br />

raccolti dal ministero dell'Interno, a<br />

fronte di un aumento del 5% degli impieghi<br />

bancari, si registra un +68% a favore<br />

delle finanziarie.<br />

Queste ultime, che restano le maggiori<br />

indiziate quando si parla di prestiti<br />

usurai, sono in continua crescita; solo a<br />

Taranto sono vicine al centinaio. Accanto<br />

ad esse cresce in maniera spropositata<br />

anche il numero delle piccole immobiliari<br />

che, secondo gli addetti ai lavori,<br />

potrebbero rappresentare il paravento<br />

per attività illecite, soprattutto mascherando<br />

come mutui quelli che sono semplici<br />

prestiti cui non erano autorizzati.<br />

È quanto sostiene con decisione Barbara<br />

Gambillara, che più volte ha segnalato<br />

il problema alle autorità competenti.<br />

Dietro questi inquietanti fenomeni<br />

probabilmente c'è una realtà sommersa<br />

che percorre la società pugliese e, in<br />

particolare, quella tarantina. Come ha<br />

ammesso recentemente il presidente della<br />

Camera, Violante, rispondendo alle<br />

insistenti domande dei volontari che si<br />

occupano del problema a Taranto, oggi<br />

la grande usura, che aveva preso di mira<br />

le attività economiche, sta lasciando<br />

forse il posto a un usura più invasiva e<br />

meno appariscente, per certi versi più<br />

subdola, perché copre i fabbisogni delle<br />

famiglie in gravi difficoltà o addirittura<br />

sostiene i consumi. E non meno pericolosa<br />

quanto a incidenza e capacità di ritorsione.<br />

Ad aggravare la situazione è certamente<br />

la crisi economica che si è abbattuta<br />

sul territorio: si pensi alla cassa integrazione,<br />

che dimezza le retribuzioni e<br />

compromette i bilanci familiari, al massiccio<br />

ricorso alla mobilità, tamponata<br />

ma non proprio efficacemente dal ricorso<br />

ai lavori socialmente utili, che nella<br />

sola provincia di Taranto riguardano almeno<br />

4.000 lavoratori, oltre alle avversità<br />

che possono abbattersi sulle famiglie,<br />

come malattie, funerali, incidenti. Si<br />

pensi all'enorme numero di procedure<br />

fallimentari in corso in tribunale e alla<br />

grande mortalità delle piccole aziende.<br />

Eppure le denuncie diminuiscono. Come<br />

mai? Per una serie di motivi facil-<br />

mente intuibili, come ci confermano alla<br />

Caritas. Innanzitutto per paura di esporsi;<br />

poi per la difficoltà, confermata da<br />

numerose esperienze, di provare il reato<br />

in fase processuale. Ma anche per ignoranza.<br />

Intanto, l'impegno a garantire riservatezza<br />

e protezione a persone che chiedono<br />

aiuto si dimostra insufficiente. Occorre,<br />

inoltre, tener presente che parte<br />

di questo «traffico» è gestito da malavitosi<br />

o affidato, nelle fasi «ultimali» a persone<br />

senza scrupoli, che usano intimidazioni<br />

e violenze per lucrare su queste situazione<br />

di disagio e che sono pronte a<br />

colpire anche i parenti delle vittime,<br />

qualora queste ultime fossero protette<br />

direttamente».<br />

Anche il ricorso al fondo antiusura è<br />

deludente: solo tre le richieste avanzate<br />

alla prefettura nel corso del 1999,<br />

una sola vittima ha ottenuto l'aiuto richiesto.<br />

«Ma accanto alla capillarità di un fenomeno<br />

criminale, c'è anche un diffuso<br />

malcostume sociale, che consiste nel gestire<br />

con eccessiva leggerezza il denaro<br />

— commenta il direttore della Caritas<br />

Leogrande — e i casi di nostra conoscenza<br />

sono davvero sconcertanti. E ci<br />

fanno annoverare tra i piccoli usurai<br />

persino la pensionata che, ritirata la sua<br />

pensione sociale, la mette subito «a disposizione»<br />

di vicine bisognose, naturalmente<br />

a tassi... proibitivi, e tra le vittime<br />

una mamma che ha speso troppo<br />

per il corredo della figlia e che per ovviare<br />

ai costi sempre crescenti dell'usuraio<br />

è costretta a ritirare il bambino dalla<br />

scuola e mandarlo a lavorare».<br />

Insomma, l'usura si sta rivelando<br />

sempre più come un fenomeno sociale<br />

deviante, capillarmente diffuso e dalla<br />

potente forza disgregatrice.<br />

SILVANO TREVISANI<br />

Iniziative sociali e pastorali per la comunità polacca di Napoli<br />

Da due anni è cappellano di questa comunità<br />

padre Stanislao Iwanezak, e nelle<br />

scorse settimane i fedeli della Polonia si<br />

sono incontrati, nel corso di due Celebrazioni<br />

Eucaristiche, sia con il Cardinale Arcivescovo,<br />

Michele Giordano, che con il<br />

Vescovo ausiliare Vincenzo Pelvi. Ai fratelli<br />

dell'Est il Card. Giordano ha ribadito<br />

l'affetto e la vicinanza della Chiesa partenopea:<br />

«Siete stati costretti a lasciare la<br />

vostra terra in cerca di lavoro, ma sappiate<br />

che qui potrete sempre fare affidamento<br />

su una comunità che ha sperimentato<br />

sulla propria pelle in passato i problemi<br />

dell'emigrazione, e che ora quindi sa<br />

spalancare le braccia a chi viene da lontano».<br />

Il centro delle Figlie della Carità cerca<br />

di alleviare il più possibile il disagio di<br />

chi soffre per un'integrazione, non sempre<br />

facile, in un altro Paese: qui si tengono<br />

corsi di italiano, è stata aperta una biblioteca<br />

di opere di autori polacchi, si organizzano<br />

incontri culturali e di animazione<br />

oltre alle frequenti celebrazioni religiose<br />

in parrocchia, all'insegna della più profonda<br />

comunione con i fedeli di Mergellina.<br />

Dall'impegno di padre Stanislao e di alcuni<br />

docenti universitari potrebbe inoltre nascere<br />

tra breve una organizzazione per<br />

scambi culturali tra Napoli e la Polonia.<br />

MARIANO DEL PREITE<br />

NOMADI Significativa opera svolta a Genova dalla Sant'Egidio<br />

Difficile ma non impossibile<br />

l'inserimento nel tessuto sociale<br />

GENOVA, gennaio.<br />

Sembra non aver pace il popolo zingaro,<br />

nelle sue «basi» genovesi, almeno<br />

quelle degli Slavi, in particolare Rom e<br />

Korakané.<br />

Infatti, ancora non si è trovata alternativa<br />

al piccolo accampamento di Via<br />

dei Pescatori, a ridosso della Fiera del<br />

Mare, nel quartiere della Foce.<br />

Sono in tanti a chiederne lo spostamento<br />

ma finora nessun quartiere, alle<br />

proposte fatte dal Comune, è stato di<br />

fatto disponibile alla loro accoglienza,<br />

adducendo a pretesto le obiezioni più<br />

varie.<br />

Anche i nomadi insediati a Quarto Alta<br />

vivono nella stessa situazione di precarietà.<br />

Più tranquilla è la vita dell'insediamento<br />

di Molassana, più periferico.<br />

Un po' migliore è la situazione del<br />

buon centinaio di Sinti di origine piemontese<br />

— parlano infatti tale dialetto<br />

— che vivono nel campo attrezzato di<br />

Salita di Nostra Signora della Guardia, a<br />

Genova Bolzaneto: i bambini e i ragazzi<br />

di questo gruppo sono generalmente<br />

scolarizzati e le relazioni con il vicinato<br />

sono abbastanza pacifiche, in parte anche<br />

per l'ubicazione decentrata, e situata<br />

su una strada frequentata.<br />

Di loro in particolare si occupano vari<br />

volontari della Comunità di S. Egidio.<br />

Ha compiuto dieci anni di attività la<br />

Scuola Popolare animata dalla Comunità<br />

di S. Egidio per bambini e adolescenti<br />

dei campi della Foce e di Molassana,<br />

che continua ad essere ospitata presso<br />

la parrocchia di S. Maria Assunta di Carignano.<br />

L'anno in corso vede la partecipazione<br />

di una quarantina di bambini delle<br />

Elementari e un ventina di ragazzi delle<br />

Scuole Medie.<br />

La novità dell'anno scolastico<br />

2000/2001 è che ci sono sei iscritti alle<br />

SOCIETÀ Un'analisi su dati registrati dal '92 al '99, curata dall'Università e dall'amministrazione locale<br />

Sette anni di flussi migratori in Trentino<br />

TRENTO, gennaio<br />

Secondo le stime fornite dal Ministero<br />

dell'Interno, alla fine del 1999 i cittadini<br />

immigrati regolarmente soggiornanti in<br />

Trentino erano 11.494.<br />

Circa un migliaio, invece, le presenze<br />

irregolari.<br />

Complessivamente, il 2% della popolazione<br />

residente in Trentino è di nazionalità<br />

straniera: una percentuale che in sostanza<br />

ricalca il dato nazionale.<br />

Recentemente, la Provincia autonoma<br />

e l'Università degli Studi di Trento hanno<br />

elaborato uno studio sui flussi immigratori<br />

negli anni che vanno dal 1992 al<br />

1999.<br />

A paragone col resto d'Italia, lo sviluppo<br />

dell'immigrazione in Trentino ha<br />

un profilo di crescita inizialmente più<br />

lento e tale rimane fino alla seconda<br />

metà degli anni Ottanta, quando il nu-<br />

mero dei soggiornanti si aggira sulle<br />

duemila unità.<br />

La fase più recente si caratterizza, all'opposto,<br />

per una dinamica sostenuta e<br />

ancor più intensa cosicché, tra il 1992 e<br />

il 1999, la presenza straniera regolare<br />

s'accresce dell'83% (contro il dato nazionale<br />

del 68 per cento), avviandosi a scavalcare<br />

decisamente le diecimila unità.<br />

L'evoluzione si giustifica con i tempi<br />

di crescita dell'economia trentina, con i<br />

mutamenti intervenuti nella composizione<br />

geoetnica degli immigrati e, da ultimo,<br />

con la più intensa capacità riproduttiva<br />

degli stranieri.<br />

La crescita della popolazione di provenienza<br />

extracomunitaria modifica in<br />

modo sostanziale anche i rapporti fra le<br />

varie etnie: in sette anni gli arrivi dall'Europa<br />

centro-orientale crescono del<br />

270 per cento quelli dall'Asia del 101 per<br />

cento, dall'America centro-meridionale<br />

del 35 per cento dall'Africa settentrionale<br />

del 21 per cento.<br />

Ciò significa che l'immigrazione europea<br />

centro-orientale ha raddoppiato il<br />

suo peso (dal 21 al 43 per cento e degli<br />

immigrati) e che, all'opposto, la presenza<br />

africana si è proporzionalmente ridotta<br />

di un terzo (dal 33 al 22 per cento).<br />

Entrando nel dettaglio delle nazionalità,<br />

le comunità più numerose sono quelle<br />

dell'ex Jugoslavia (2.330 unità), del<br />

Marocco (1.390) e dell'Albania (1.000).<br />

L'aumentato flusso di ingressi è strettamente<br />

collegato alla crescita di domanda<br />

di mano d'opera.<br />

Non a caso, dunque, la situazione occupazionale,<br />

pur non esente da problemi,<br />

si presenta soddisfacente.<br />

L'offerta, pur indirizzandosi ancora<br />

per il 14 per cento verso le attività dell'industria<br />

(edili, estrattive, meccaniche),<br />

come nella prima fase immigratoria, og-<br />

GUARDIA DI FINANZA Relazione del comandante della Provincia di Gorizia<br />

Prevenzione e contrasto: impegno a tutto campo<br />

GORIZIA, gennaio.<br />

Il ten.col. Francesco Modica, comandante<br />

della Guardia di Finanza di Gorizia<br />

ha presentato una relazione dell'attività<br />

svolta dal Corpo nel corso del 2000.<br />

Nel settore della ricerca degli evasori totali<br />

sono stati individuati tre evasori totali<br />

in provincia, e tre paratotali. Le verifiche<br />

fiscali, generali e parziali (367)<br />

hanno consentito di accertare in materia<br />

Iva, 2 miliardi e 179 milioni quella relativa,<br />

2 miliardi e 376 milioni di Iva dovuta,<br />

L'Iva non versata ammonta a 38<br />

milioni. In materia di imposte dirette 15<br />

miliardi e 622 milioni di elementi imponibili<br />

sono stati sottratti a tassazione;<br />

142 milioni le ritenute non operate o<br />

non versate. I controlli nei settori degli<br />

scontrini, ricevute fiscali, documenti di<br />

trasporto dei beni viaggianti sono stati<br />

12.598. Nel settore della tutela dell'ambiente,<br />

i reparti della Guardia di Finanza<br />

della provincia hanno svolto un'azione<br />

di prevenzione e repressione degli illeciti<br />

Istituito anche a Palermo l'Ufficio<br />

per la mediazione penale minorile<br />

PALERMO, gennaio.<br />

Costruire una relazione positiva tra<br />

l'autore di un reato e la persona offesa:<br />

un obiettivo difficile da perseguire,<br />

soprattutto se la proposta è quella<br />

di un percorso che offra, concretamente,<br />

un'opportunità di riscatto e<br />

di superamento di una realtà di disagio.<br />

L'Ufficio per la mediazione penale<br />

minorile istituito a Palermo (il<br />

quarto che viene attivato in Italia dopo<br />

Milano, Torino e Bari) cercherà,<br />

attraverso lo strumento della comunicazione,<br />

di proporsi come opportunità<br />

di riabilitazione per tutti<br />

quei minori autori di reati che vorranno<br />

lasciarsi alle spalle esperienze<br />

negative.<br />

L'Ufficio per la mediazione penale,<br />

istituito in base ad un protocollo<br />

d'intesa sottoscritto dall'assessorato<br />

per i diritti della persona del Comune<br />

di Palermo, il tribunale per i minorenni<br />

e il centro di giustizia minorile<br />

del capoluogo siciliano, recepisce le<br />

linee-guida delle nuove disposizioni<br />

processuali previste dal decreto del<br />

Presidente della Repubblica n. 448<br />

del 1998 che mirano alla responsabilizzazione<br />

e allo sviluppo del senso<br />

della realtà da parte del minore autore<br />

di un reato.<br />

Le opportunità offerte dall'Ufficio<br />

assumono, inoltre, una particolare<br />

importanza se si considera l'attuale<br />

crisi della risposta riabilitativa — una<br />

crisi allarmante proprio nel caso di<br />

imputati minorenni — denunciata in<br />

più occasioni dagli organi della giustizia.<br />

In particolare, l'Ufficio della mediazione<br />

penale minorile di Palermo<br />

avrà, tra i suoi compiti, quello di esaminare<br />

le richieste provenienti dall'autorità<br />

giudiziaria minorile, di verificare<br />

la fattibilità dell'intervento di<br />

mediazione attraverso colloqui con le<br />

parti interessate, di condurre gli incontri<br />

fra le parti e di riferire costantemente<br />

all'autorità giudiziaria l'esito<br />

dell'attività di mediazione.<br />

Per Maria Teresa Ambrosiani, procuratore<br />

presso il tribunale dei minorenni,<br />

«si tratta di un istituto che, nei<br />

suoi compiti, si affianca al ruolo della<br />

famiglia nella ricerca di una mediazione<br />

e rappresenta, al tempo<br />

stesso, un momento di crescita per il<br />

minorenne che, trovandosi a confronto<br />

con la vittima del reato da<br />

lui commesso, ha la possibilità di<br />

comprendere gli effetti del gesto<br />

compiuto».<br />

LUIGI PEROLLO<br />

ambientali, connessi con le violazioni di<br />

norme economiche e finanziarie.<br />

Sono state individuate sei discariche<br />

abusive, sparse nel territorio provinciale:<br />

7.000 tonnellate di rifiuti solidi speciali e<br />

350 tonnellate di rifiuti speciali industriali<br />

sono stati sottoposti a sequestro<br />

unitamente all'area in cui giacevano.<br />

A conclusione di tale attività sono state<br />

denunciate otto persone; una per realizzazione<br />

di discarica abusiva, tre per<br />

attività di gestione di rifiuti speciali;<br />

quattro per abbandono di deposito non<br />

autorizzato.<br />

Nel settore degli oli minerali è stata<br />

svolta una complessa attività di indagine<br />

tendente a far piena luce su un articolato<br />

sistema di frode, teso a dirottare prodotti<br />

petroliferi agevolati destinati al regime<br />

di Zona Franca. Ciò ha permesso<br />

il recupero a tassazione di 5 miliardi e<br />

mezzo di lire.<br />

Nell'ambito dell'attività di tutela svolta<br />

nel settore del commercio sono stati<br />

sequestrati 12.445 prodotti tessili sprovvisti<br />

di etichettatura di identificazione<br />

del produttore, fabbricante e importatore;<br />

154 prodotti elettronici sprovvisti di<br />

marcatura «Ce», 103 giocattoli sprovvisti<br />

di etichettatura di identificazione del<br />

produttore, fabbricante, importatore e<br />

marchio «Ce» presumibilmente apposto<br />

indebitamente.<br />

Per quanto riguarda la droga continua<br />

la sorveglianza ai valichi e vicino<br />

alle scuole con quattro unità cinofile. Le<br />

«fiamme gialle» hanno segnalato<br />

all'autorità 58 persone e sequestrato 275<br />

grammi fra eroina, hascish, marijuana e<br />

sono state sequestrate 19 piante di canapa<br />

indiana. Sono stati verbalizzati e denunciati<br />

alle competenti autorità 29 persone<br />

e sequestrati 9.350 musicassette, videocassette,<br />

compact-disc e programmi<br />

software.<br />

Nel quadro del controllo coordinato<br />

del territorio, demandato alle Forze di<br />

Polizia, la massiccia presenza nel territorio<br />

della provincia di Gorizia, di pattuglie<br />

della Guardia di Finanza, ha consentito<br />

un «calibrato ed efficace concorso<br />

alla tutela dell'ordine e della sicurezza<br />

pubblica, accentuata anche per effetto<br />

dell'attivazione del “117” come servizio<br />

di pubblica utilità».<br />

Intensa anche l'azione di contrasto al<br />

contrabbando di tabacco: sono stati sequestrati<br />

5.478 Kg di sigarette con il recupero<br />

di contributi evasi di 1 miliardo<br />

e 259 milioni di lire. Sequestrato anche<br />

un automezzo e arrestate due persone.<br />

In diverse operazioni di servizio riguardanti<br />

l'immigrazione clandestina sono<br />

stati scoperti e segnalati all'Autorità<br />

giudiziaria, 22 «passeur», di cui 9 in stato<br />

di arresto, per aver favorito l'ingresso<br />

clandestino nel territorio nazionale di<br />

527 cittadini extracomunitari, che sono<br />

stati rintracciati e per i quali sono stati<br />

emessi i provvedimenti amministrativi<br />

del caso.<br />

Nel contempo la Guardia di Finanza<br />

ha puntato decisamente all'elevazione<br />

della preparazione tecnico-professionale<br />

del personale, avviando importanti progetti<br />

in tema di qualificazione e specializzazione.<br />

Sul piano internazionale per la dimensione<br />

mondiale assunta dalle frodi fiscali,<br />

sono stati intensificati i rapporti di<br />

collaborazione con i collaterali organismi<br />

di Paesi stranieri. Non si deve dimenticare<br />

che un ulteriore e forte impegno<br />

è demandato alla G.d.F. a contrasto<br />

dei traffici illeciti legati anche alla posizione<br />

geografica di Gorizia e provincia<br />

che ne fa uno dei più importanti presidi<br />

confinari con responsabilità nei confronti<br />

dell'Unione Europea.<br />

ARNOLFO DE VITTOR<br />

gi si rivolge soprattutto all'agricoltura<br />

(39 per cento) e ai comparti del turismo<br />

e dei servizi alle persone (47 per cento),<br />

quelli cioè in cui più evidente è l'influsso<br />

della stagionalità.<br />

Questa richiesta di flessibilità da parte<br />

della domanda trova un preciso riscontro<br />

nelle modalità contrattuali degli avviamenti,<br />

che vedono di gran lunga prevalere<br />

i contratti a tempo determinato a<br />

quelli a tempo parziale.<br />

I livelli professionali più richiesti dagli<br />

imprenditori, relativi a mansioni non<br />

qualificate, presuppongono da parte degli<br />

stranieri anche l'accettazione di condizioni<br />

di lavoro meno remunerate e<br />

protette rispetto ai lavoratori trentini.<br />

Un altro ed espressivo momento di<br />

verifica del grado di inserimento delle<br />

comunità immigrate riguarda il livello di<br />

partecipazione dei giovani alle attività<br />

scolastiche.<br />

Il tasso generico di frequenza è mediamente<br />

elevato (72 per cento) e risulta<br />

da una netta accelerazione della scolarità<br />

negli anni recenti, secondo una tendenza<br />

manifestatasi, peraltro, in tutta<br />

Italia.<br />

Ma a un incremento totale degli iscritti<br />

a livello nazionale del 123 per cento<br />

negli ultimi cinque anni, corrisponde in<br />

Trentino una crescita ancor più intensa<br />

(+163 per cento). E se nella scuola dell'obbligo<br />

l'aumento osservato localmente<br />

appare più contenuto (+126 per cento),<br />

esso è stato comunque tale da portare il<br />

tasso di frequenza al 94% dei potenziali<br />

iscritti).<br />

Lo studio elaborato dalla Provincia e<br />

dall'Università di Trento riserva un'ultima<br />

importante annotazione ai tassi di<br />

natalità dei cittadini stranieri.<br />

Il flusso dei nati in questi anni è in<br />

netta ascesa ed ora ha una frequenza<br />

ben più elevata di quella espressa dall'intera<br />

popolazione trentina (21 per mille<br />

a fronte del 10 per mille).<br />

Il divario ha origine nella più favorevole<br />

composizione per età delle donne<br />

straniere, ma anche nella loro più elevata<br />

fecondità, con un +15 per cento di<br />

nascite rispetto a quante se ne conterebbero<br />

se le straniere adottassero il modello<br />

della fecondità trentina.<br />

MAURIZIO MELLARINI<br />

Per le popolazioni della Repubblica Centrafricana<br />

Da Chieri un aiuto ai bisognosi<br />

CHIERI, gennaio.<br />

Padre Giovanni Olivero, dei missionari<br />

della Pace del convento di Chieri, non<br />

si vergogna a chiedere la carità. È tornato<br />

da qualche giorno dalla Repubblica<br />

Centrafricana, dove la capitale Bangui<br />

ha una sola strada asfaltata, e dove le<br />

scuole sono chiuse da due anni perché il<br />

Governo non ha soldi per pagare gli insegnanti.<br />

È la terra della miseria nera,<br />

quando potrebbe essere una specie di<br />

paradiso terrestre: diamanti nel sottosuolo,<br />

foreste di mogano ed ebano. Ma<br />

le ricchezze, come spesso accade in<br />

Africa, finiscono nelle tasche di chi più<br />

dovrebbe avere a cuore il destino del<br />

popolo.<br />

«E così sono le comunità religiose, a<br />

tenere in vita le scuole, gli ambulatori<br />

— commenta il religioso — anche se devono<br />

fronteggiare difficoltà tremende e<br />

una povertà inenarrabile».<br />

Un esempio è sufficiente: un ammalato<br />

che desidera farsi curare in un ospedale<br />

«pubblico», deve procurarsi tutto il<br />

corredo, comprese le lenzuola, acquistare<br />

le medicine e pagare la retta giornaliera.<br />

Negli ambulatori, come quello delle<br />

monache Benedettine Celestine, dove<br />

s'è recato padre Olivero, si è invece tornati<br />

all'epoca del Medioevo: le suore<br />

coltivano un «giardino dei semplici» e,<br />

ai famigliari del malato, danno un campione<br />

dell'erba che utilizzeranno per la<br />

cura. Servirà come modello per andarla<br />

a cercare nei campi, in modo da preparare<br />

infusi e decotti.<br />

«Ma le malattie contro le quali confrontarsi<br />

sono tremende — osserva padre<br />

Olivero —. Circa un quarto della popolazione<br />

è ammalato di Aids: chi è infettato<br />

viene lasciato a se stesso, a morire<br />

di fame. Poi, ci sono lebbra, tubercolosi,<br />

malattie equatoriali: morbi gravi,<br />

ma tutto sommato, abbastanza facili da<br />

curare con le medicine moderne. Ma a<br />

Bangui le medicine non ci sono, oppure<br />

costano dieci volte più che in Italia».<br />

Il religioso, tre o quattro volte l'anno,<br />

allestisce da Chieri un carico che poi fa<br />

arrivare a Reggio Emilia, ai padri Cappuccini,<br />

che lo stivano in un container<br />

insieme ad altri aiuti. Anche le suore,<br />

tra cui 25 novizie del posto, vivono nella<br />

povertà più totale. Spesso manca la luce<br />

e allora devono mantenere il calore utilizzando<br />

pentoloni di acqua bollente posti<br />

sotto le rastrelliere con le uova.<br />

Che cosa possono fare i chieresi, per<br />

le coraggiose suore di Bangui? Rispondere<br />

è facile, perché là c'è bisogno di<br />

tutto. Però ci sono delle priorità: i medicinali<br />

di base (comprese garze, cotone,<br />

disinfettanti), gli attrezzi agricoli (senza<br />

il manico, che verrà lavorato sul posto:<br />

zappe, vanghe, falci, rastrelli), i viveri in<br />

scatola a lunga conservazione, sapone e<br />

detersivi e poi, naturalmente, i soldi.<br />

MARCO BONATTI<br />

Scuole Superiori: mai vi era stata un così<br />

«alto» numero di ragazzi che con fedeltà<br />

non solo si iscrivono, ma soprattutto<br />

frequentano con regolarità le aule<br />

di istituti professionali, in vista di una<br />

qualifica che offra possibilità di lavoro<br />

«normale» per figli del popolo zingaro,<br />

in via di sedentarizzazione.<br />

Collegato alla scolarizzazione è un costante<br />

supporto di fattivo interessamento<br />

perché siano assicurati i servizi essenziali,<br />

come il trasporto scolastico e i libri<br />

per i più grandi.<br />

Accanto a questa attività di sostegno,<br />

nell'anno prossimo la Comunità ha in<br />

progetto di continuare l'azione di solidarietà<br />

iniziata in quello scorso con l'iniziativa<br />

del «Paese dell'Arcobaleno», un<br />

movimento promosso dalla stessa Comunità<br />

di Sant' Egidio, per raccogliere<br />

bambini e ragazzi delle Scuole Popolari<br />

e non solo, in Italia e nel mondo, nell'intento<br />

di costruire un mondo diverso<br />

e dove anche chi non ha grossi mezzi è<br />

sollecitato comunque ad aiutare altri<br />

bambini più poveri e bisognosi di lui.<br />

In ogni caso la filosofia sottesa è quella<br />

del detto: «Non c'è nessuno così povero<br />

che non abbia anch'egli qualcosa<br />

da donare», se non un oggetto materiale,<br />

almeno un sorriso — vera medicina<br />

per molti — o un po' del proprio tempo,<br />

o un servizio.<br />

Prima del Natale, come già lo scorso<br />

anno, avrà luogo il «Rigiocattolo», una<br />

manifestazione in piazza, dove i bambini<br />

venderanno i giocattoli usati, raccolti<br />

dai loro compagni, e con il ricavato della<br />

vendita collaboreranno alla costruzione<br />

di una scuola in Mozambico.<br />

I bambini zingari si impegneranno anche<br />

nella produzione artigianale di candele<br />

colorate, fatte con la cera usata e<br />

in tal modo utilmente riciclata.<br />

Gli stands della loro commercializzazione<br />

saranno allestiti a Sestri Ponente il<br />

9 e 10 dicembre prossimo e a fianco del<br />

Teatro Carlo Felice il 16 e 17 dicembre.<br />

Per seguire gli «Amici per Strada», come<br />

i membri della Comunità chiamano i<br />

senza fissa dimora da loro conosciuti e<br />

seguiti nel loro peregrinare per le vie e<br />

le stazioni urbane, ogni martedì e venerdì<br />

sera i volontari portano loro bevande<br />

calde e alimenti per 100-120 persone.<br />

Tanti sono coloro che, in media, vengono<br />

incontrati, in maggioranza presso<br />

le stazioni ferroviarie di Principe e di<br />

Brignole e, in misura più contenuta, in<br />

alcune altre strade della città.<br />

Due volte al mese essi possono pure<br />

beneficiare di una distribuzione di vestiario,<br />

adatto alla stagione.<br />

Tali capi sono ovviamente particolarmente<br />

graditi e ricercati durante la stagione<br />

invernale.<br />

In quest'opera caritativa e assistenziale<br />

i volontari della Sant'Egidio sono coadiuvati<br />

anche da amici, che contribuiscono<br />

in tal modo al servizio che la comunità<br />

offre al popolo della strada.<br />

Si tratta purtroppo di un popolo sempre<br />

più numeroso, anche se nascosto<br />

quasi con pudore sotto un'apparenza di<br />

normalità esterna.<br />

A ciascuno viene distribuito un libretto,<br />

dal titolo «Dove dormire, mangiare,<br />

lavarsi», aggiornato al 1999, una guida,<br />

semplice, pratica e molto utile, contenente<br />

gli indirizzi e i riferimenti utili a<br />

chi vive senza il confortevole riferimento<br />

di una solida casa.<br />

GRAZIELLA MERLATTI<br />

Ozieri: una storia<br />

di solidarietà<br />

in un'aula scolastica<br />

SASSARI, gennaio.<br />

Antonio Daga è uno studente<br />

della Scuola media di Ozieri, intelligente,<br />

diligente, ma disabile. Pur<br />

essendogli stato messo a disposizione<br />

dalla scuola un vecchio<br />

computer, non poteva, con questo<br />

mezzo antiquato, connettersi a Internet<br />

o servirsi dei Cd rom.<br />

Ma tre suoi compagni di scuola<br />

hanno pensato di scrivere una lettera<br />

al presidente della Provincia<br />

di Sassari, Franco Masala, per<br />

chiedere un computer moderno<br />

per aiutare il loro amichetto disabile.<br />

La richiesta è stata presa in<br />

considerazione dall'amministratore,<br />

il quale ha acquistato il computer<br />

e si è recato personalmente<br />

nella classe frequentata dal piccolo<br />

alunno disabile, e nel bel mezzo<br />

di una festicciola organizzata<br />

dalla scolaresca, ha offerto il modernissimo<br />

computer al ragazzino,<br />

con immensa gioia dei tre<br />

compagni che avevano osato rivolgere<br />

a la suddetta richiesta:<br />

Chiara Murratzu, Carlo Madau e<br />

Salvatore Usai. Meritano davvero<br />

un elogio.<br />

GIOVANNI M. COSSU


IN ITALIA<br />

PAGINA<br />

10 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Sabato 13 Gennaio 2001<br />

Savigliano: il generoso e delicato servizio dei volontari dell'«Associazione per il Bambino in Ospedale»<br />

SAVIGLIANO — C'è chi offre un generoso<br />

e delicato servizio per alleviare le sofferenze<br />

dei bambini malati.<br />

L'Associazione per il Bambino in Ospedale,<br />

cerca di rendere meno traumatico e<br />

il più piacevole possibile la degenza dei<br />

bambini nel reparto di Pediatria dell'ospedale<br />

di Savigliano (in provincia di Cuneo)<br />

svolgendo attività ludiche e ricreative.<br />

Il servizio dei volontari si svolge dalle<br />

ANNO GIUDIZIARIO La relazione del pg della Cassazione Francesco Favara<br />

Processi ancora troppo lunghi<br />

Preoccupa la criminalità straniera<br />

ROMA, 12.<br />

«Le innegabili difficoltà del funzionamento<br />

della giustizia sono sotto gli occhi<br />

di tutti. L'accusa principale che si muove<br />

al sistema giudiziario è quella dell'eccessiva<br />

durata dei processi, che genera<br />

incertezza e sfiducia. Il nostro sistema<br />

giudiziario, per queste ragioni è sotto<br />

osservazione del Consiglio d'Europa e<br />

della Corte di Strasburgo preposta alla<br />

tutela dei diritti dell'uomo. Per avviare a<br />

soluzione l'eccessiva lunghezza dei processi<br />

sono state adottate una serie di riforme.<br />

Molte sono nel segno giusto, altre<br />

richiedono correttivi». Ma «siamo<br />

ancora lontani dal traguardo di una giustizia<br />

che assicuri non solo garanzie ma<br />

anche efficienza. Occorre continuare ad<br />

operare con costanza, lottando contro lo<br />

scetticismo e gli interessi contrapposti».<br />

È stato questo il primo tema affrontato<br />

stamane dal procuratore generale della<br />

Corte di Cassazione Francesco Favara<br />

nella relazione sull'amministazione della<br />

giustizia nel 2000 con cui si è aperto il<br />

nuovo anno giudiziario. Nell'aula magna<br />

della Suprema Corte sono intervenute le<br />

più alte cariche civili e religiose: il Presidente<br />

della Repubblica Ciampi, i Presidenti<br />

del Senato Mancino e della Camera<br />

Violante, il Cardinale Vicario Camillo<br />

Ruini, Presidente della Cei, numerosi<br />

ministri, il Presidente della Corte Costituzionale,<br />

Ruperto, il vice Presidente del<br />

Csm, Verde.<br />

In particolare, sulla lunghezza dei<br />

processi, il pg Favara — dopo aver ricordato<br />

che lo scorso anno vi si era soffermato<br />

anche il suo predecessore, l'al-<br />

lora pg Antonio La Torre — ha osservato<br />

che, sul piano internazionale «si dà<br />

atto al nostro Paese di avere avviato misure<br />

di grande impegno» (le pendenze<br />

giudiziarie sono passate da 5.778.227 a<br />

5.534.307, con una riduzione del 4,22%)<br />

tuttavia «sono in forte aumento i ricorsi<br />

all'istanza sovranazionale e numerose<br />

sono state le condanne dello Stato italiano<br />

nello scorso anno».<br />

Una delle cause della lunghezza dei<br />

processi riguarda — ha rilevato il pg —<br />

l'alto numero dei ricorsi in Cassazione.<br />

Occorrerebbe «intervenire sulla Costituzione<br />

per limitare la generalizzata ricorribilità<br />

a tutte le sentenze, rimettendo al<br />

legislatore ordinario la individuazione<br />

dei casi nei quali, avverso una sentenza,<br />

è proponibile il ricorso per Cassazione».<br />

Dopo aver espresso giudizio sostanzialmente<br />

positivo sulle nuove figure del<br />

giudice unico di primo grado (operativo<br />

dal 2 gennaio 2000), sul nuovo giudizio<br />

abbreviato e sul giudice di pace, e aver<br />

lamentato tuttavia che in tema di riforme<br />

«manca una cornice organica», il pg<br />

Favara si è soffermato sui temi legati alla<br />

criminalità, motivo di tanta preoccupazione<br />

tra la stragrande maggioranza<br />

dei cittadini onesti. Dal 1° luglio 1999 al<br />

30 giugno 2000 — ha reso noto — si è<br />

registrata «una generalizzata diminuzione<br />

dei delitti per i quali l'autorità giudiziaria<br />

ha iniziato l'azione penale (con la<br />

sola eccezione dei sequestri di persona a<br />

scopo di rapina o di estorsione e dei<br />

reati in materia di sostanze stupefacenti).<br />

Tuttavia, non è possibile affermare<br />

con certezza che tale contrazione, alme-<br />

Interrogazioni parlamentari e dibattito politico<br />

S'indaga sul rischio collisioni<br />

tra aerei militari e civili<br />

ROMA, 12.<br />

Sei aerei civili che vedono avvicinarsi<br />

caccia militari sulla loro rotta: in due<br />

casi è necessario virare per mantenere<br />

la distanza di sicurezza. Dopo l’interrogazione<br />

presentata l'altro ieri dei deputati<br />

di Rifondazione comunista, è dibattito<br />

sulle «collisioni sfiorate» nei cieli del<br />

basso Tirreno, non lontano da Ustica.<br />

L’ambasciata degli Stati Uniti a Roma<br />

conferma — riferisce l'Ansa — che la<br />

portaerei statunitense «Truman» ha svolto<br />

«attività aerea» nello spazio internazionale<br />

sul Mar Tirreno il 14 e il 15 dicembre.<br />

Ma sottolinea che «in nessun<br />

momento si è avuta alcuna minaccia alla<br />

sicurezza degli altri velivoli». In ogni<br />

caso gli Stati Uniti offrono «piena collaborazione<br />

alle autorità italiane per i relativi<br />

accertamenti». E l'ambasciatore<br />

Foglietta ha detto oggi che è stata aperta<br />

un'inchiesta.<br />

Anche l’Enav, l’Ente nazionale di assistenza<br />

al volo, tende a ridimensionare<br />

l’accaduto, affermando che non c’è stata<br />

«alcuna situazione di pericolo». L’amministratore<br />

delegato, Sandro Gualano,<br />

sottolinea tuttavia che «le autorità militari<br />

non hanno avvertito le autorità civili»<br />

come normalmente avviene.<br />

Una spiegazione potrebbe essere questa.<br />

La portaerei americana non stava<br />

svolgendo alcuna esercitazione particolare:<br />

una normale attività in acque internazionali<br />

che non richiede preavviso<br />

particolare, ma che comunque vincola<br />

gli aerei al rispetto di regole come quella<br />

di non entrare nelle zone soggette al<br />

controllo Enav. In qualche caso, questo<br />

divieto potrebbe essere stato violato.<br />

Vasta operazione<br />

antidroga coordinata<br />

dai magistrati reggini<br />

REGGIO CALABRIA, 12.<br />

Nel corso di una vasta operazione in<br />

Calabria e in altre regioni, la polizia ha<br />

arrestato oggi 16 persone accusate di<br />

avere gestito un vasto traffico di cocaina<br />

e di marijuana. Le ordinanze di custodia<br />

sono state emesse dai magistrati di Reggio<br />

Calabria.<br />

Nel corso dell’operazione, condotta<br />

dalla squadra mobile reggina in collaborazione<br />

con le questure di Roma, Bari,<br />

Como, Brindisi, Perugia, Reggio Emilia<br />

e Siena, sono stati anche sequestrati in<br />

Calabria 21 chilogrammi di marijuana e,<br />

in provincia di Roma, uno di cocaina.<br />

Due delle persone coinvolte nell’operazione<br />

sono state poste agli arresti domiciliari.<br />

Altre sei, indagate nell’ ambito<br />

dell’inchiesta condotta dal sostituto procuratore<br />

distrettuale Francesco Mollace,<br />

si sono rese irreperibili e vengono ricercate.<br />

Complessivamente gli indagati sono<br />

66. I carichi di droga, provenienti<br />

dalla Grecia e dal Montenegro, venivano<br />

gestiti dalla cosca Paviglianiti di Condofuri<br />

(Reggio Calabria) anche attraverso<br />

collegamenti con pregiudicati pugliesi.<br />

Alcuni componenti l'organizzazione<br />

avrebbero utilizzato carte di credito falsificate<br />

che venivano loro fornite da alcuni<br />

complici residenti in Inghilterra.<br />

L'Agenzia nazionale per la sicurezza<br />

del volo (Ansv) precisa che sono stati sei<br />

i comandanti che hanno segnalato rischi<br />

di collisione nei rapporti che si compilano<br />

una volta a terra. In due casi — aggiunge<br />

il presidente dell’Anpac (l’associazione<br />

dei piloti) Angioletti — è stato<br />

necessario virare anche se «non ci sono<br />

state improvvise manovre acrobatiche».<br />

Il ministero della Difesa, intanto, ha<br />

chiesto all’Aeronautica militare «elementi<br />

di informazione». Non si tratta del primo<br />

passo di un’inchiesta interna ma solo<br />

di una «procedura di routine» attivata<br />

ogni volta che un ministro viene chiamato<br />

a rispondere ad un’interrogazione.<br />

La procura militare di Roma, invece,<br />

apre un fascicolo. Non ci sono stati<br />

esposti o denunce ma si tratta di un<br />

procedimento d’ufficio. Non ci sono indagati<br />

né ipotesi di reato. Il fascicolo è<br />

ancora fermo all’intestazione «atti relativi<br />

a».<br />

Il dibattito politico, intanto, sale d'intensità.<br />

Anche perché si tratta di una<br />

zona già tristemente nota alla memoria<br />

degli italiani per gli 81 morti del Dc 9<br />

dell'Itavia precipitato nel 1980.<br />

Il Verdi Cento e Manconi chiedono<br />

«formali iniziative diplomatiche nei confronti<br />

degli Stati Uniti per garantire la<br />

sicurezza dei cieli italiani»; Daria Bonfietti<br />

(Ds), che presiede l'associazione<br />

dei congiunti delle vittime di Ustica,<br />

parla di notizie che «turbano profondamente<br />

l’opinione pubblica che vede così<br />

messa in pericolo la sicurezza dei voli».<br />

E il Codacons (comitato di consumatori)<br />

chiede il sequestro delle registrazioni<br />

delle torri di controllo.<br />

Ancora una vittima<br />

della faida mafiosa<br />

a Lamezia Terme<br />

LAMEZIA TERME, 12.<br />

Ennesimo omicidio a Lamezia Terme<br />

(Catanzaro), il primo del 2001 ma il sesto<br />

dalla fine del settembre scorso, a<br />

causa di una «guerra di mafia». Sotto i<br />

colpi dei killer è caduto ieri un ventiseienne,<br />

Antonio Torcasio, presunto affiliato<br />

all'omonima cosca in lotta con<br />

quella dei Giampà. L’uomo era su<br />

un'auto con un’altra persona che ha poi<br />

avvisato la polizia. L'agguato è avvenuto<br />

alla periferia della città, sulla strada per<br />

Catanzaro. Il padre di Antonio, Raffaele<br />

Torcasio, fu ucciso nell'89.<br />

Antonio Torcasio era in libertà dal<br />

marzo dello scorso anno, dopo che aveva<br />

scontato, in regime di semilibertà,<br />

una condanna per detenzione illegale di<br />

armi da fuoco. La sequenza di omicidi a<br />

Lamezia sarà esaminata oggi in una riunione<br />

convocata dalla procura di Catanzaro,<br />

cui parteciperanno anche il direttore<br />

dello Sco della Polizia, Francesco<br />

Gratteri, il coordinatore della Dda, Calderazzo,<br />

i vertici provinciali di Carabinieri<br />

e Guardia di finanza.<br />

La Chiesa locale in un comunicato deplora<br />

«la violenza omicida» e dice «basta»<br />

perché «non si può seminare la<br />

morte e privare famiglie e cittadinanza<br />

della pace necessaria per vivere».<br />

no per i delitti di minore gravità e per<br />

quelli che rimangono confinati in ambito<br />

familiare, corrisponda ad un'effettiva<br />

riduzione della criminalità. Tuttora assai<br />

elevato resta comunque il numero dei<br />

delitti i cui autori restano ignoti:<br />

l'86,95%, percentuale che sale al 96,12%<br />

per i furti. Tale enorme mole di reati<br />

impuniti costituisce un ulteriore elemento<br />

di sfiducia nei confronti dell'azione di<br />

contrasto della magistratura e delle forze<br />

dell'ordine».<br />

Un particolare allarme suscita la criminalità<br />

legata all'immigrazione clandestina,<br />

alla quale si lega spesso il fenomeno<br />

dello spietato sfruttamento cui sono<br />

sottoposti donne e minori. In particolare,<br />

l'alto numero di minori extracomunitari<br />

che arrivano in Italia non accompagnati<br />

«legittima i sospetti sulla presenza<br />

di un traffico di minori». Intanto, «al fenomeno<br />

della progressiva penetrazione<br />

in Italia di organizzazioni criminali straniere,<br />

si accompagna l'irradiazione all'estero<br />

delle principali organizzazioni delinquenziali<br />

italiane (soprattutto meridionali)».<br />

In particolare, «si accentua la pericolosità<br />

sociale, economica, finanziaria<br />

di manifestazioni criminose di antica<br />

origine». Legato al crimine organizzato<br />

è un delitto particolarmente odioso come<br />

l'usura che purtroppo in molti casi<br />

non viene denunciato dalle vittime.<br />

Quanto ai reati di matrice politica, «episodi<br />

recentissimi inducono a sottolineare<br />

la necessità di una vigile considerazione<br />

di questo settore da parte di tutte le istituzioni<br />

competenti».<br />

Diminuito nei primi<br />

nove mesi del 2000<br />

il numero<br />

degli immigrati arrestati<br />

ROMA, 12.<br />

Nei primi nove mesi del 2000 sono diminuiti<br />

in Italia, rispetto allo stesso periodo<br />

del ’99, i reati commessi da immigrati<br />

così come gli arresti di extracomunitari.<br />

A rilevarlo è stato ieri il sottosegretario<br />

all’Interno, Brutti, rispondendo<br />

ad un’interrogazione parlamentare. «Tra<br />

gennaio e settembre 1999 — ha detto —<br />

il totale delle segnalazioni agli organi di<br />

polizia e alle autorità giudiziarie riferite<br />

a stranieri era stato di 136.758. Nello<br />

stesso periodo del 2000 è stato di<br />

116.567, pari al 14,765 in meno». Nei<br />

primi nove mesi messi a confronto si rileva<br />

anche una diminuzione di quasi il<br />

13% del numero di extracomunitari arrestati,<br />

passati da 21.092 a 18.358.<br />

«Una riduzione — commenta Brutti<br />

— frutto dell’impegno delle forze dell’ordine<br />

che è aumentato sia per quanto<br />

riguarda il numero degli uomini impegnati<br />

sia per le dotazioni tecnologiche<br />

delle quali possono disporre». La conferma<br />

di ciò, per il sottosegretario all’Interno,<br />

arriva dai dati sui provvedimenti di<br />

allontanamento adottati nel 2000:<br />

130.791, dei quali 66.057 eseguiti con<br />

l’accompagnamento alla frontiera mentre<br />

i restanti 64.734 sono stati eseguiti<br />

con intimazione a lasciare il territorio<br />

nazionale. Per quanto riguarda i clandestini,<br />

la regolarizzazione ha riguardato<br />

250.000 persone: «Considerati i requisiti<br />

necessari e l’unicità dell’occasione — ha<br />

sottolineato — ben pochi sono quelli<br />

che non hanno colto l’opportunità offerta».<br />

Secondo Brutti le cifre «allarmanti»<br />

di un milione di clandestini presenti in<br />

Italia non sono dunque attendibili.<br />

Deceduto dodicenne<br />

che aveva dato fuoco<br />

a dei «botti» inesplosi<br />

NAPOLI, 12.<br />

È deceduto ieri sera all’ospedale<br />

«Cardarelli» di Napoli Giuseppe<br />

Damigella, il dodicenne feritosi il<br />

2 gennaio con alcuni «botti» di<br />

Capodanno inesplosi che aveva<br />

raccolto in una strada del quartiere<br />

Pianura. Il ragazzo, che era in<br />

compagnia di due amici, aveva<br />

dato fuoco alla micidiale miscela<br />

di polvere da sparo rimanendo<br />

colpito in pieno. Damigella era<br />

stato trasportato nell’ospedale<br />

«Cardarelli» e ricoverato nel centro<br />

grandi ustionati dove ieri è<br />

morto. Sale così a quattro il numero<br />

delle vittime dei petardi tra<br />

Napoli e provincia. Nella notte di<br />

San Silvestro, a Castellammare di<br />

Stabia, erano decedute tre persone<br />

(due uomini e una donna),<br />

componenti di uno stesso nucleo<br />

familiare, il cui appartamento era<br />

stato letteralmente sventrato dall’esplosione<br />

di una scatola dove<br />

veniva custodita un'ingente quantità<br />

di fuochi artificiali proibiti. Lo<br />

scoppio aveva provocato anche alcuni<br />

feriti.<br />

15 alle 17.30 di tutti i giorni di tutto l'anno,<br />

ad esclusione dei mesi di luglio e agosto,<br />

con l'impegno di un pomeriggio alla settimana<br />

per ogni volontario.<br />

A chi intende dedicarsi a tale servizio,<br />

l'Abio richiede un carattere allegro ed<br />

estroverso, la pazienza, tanta voglia di<br />

giocare e... un camice azzurro che rappresenta<br />

la divisa dell'associazione; oltre,<br />

naturalmente, al versamento di una quota<br />

«Mucca pazza»:<br />

revocato il blocco<br />

dell'importazione<br />

di bovini vivi<br />

dalla Francia<br />

ROMA, 12.<br />

Il ministro della Sanità, Veronesi, ha<br />

disposto ieri con un'ordinanza la revoca<br />

delle misure restrittive all’importazione<br />

dalla Francia di bovini vivi e del loro<br />

materiale genetico (ovuli ed embrioni)<br />

adottate il 17 novembre, all’inizio cioè<br />

dell'emergenza causata dal morbo della<br />

«mucca pazza». Il comitato scientifico<br />

dell’Unione europea aveva valutato<br />

«troppo restrittive», sotto il profilo scientifico,<br />

le misure cautelari adottate da alcuni<br />

Stati membri (tra i quali l’Italia)<br />

nei confronti degli animali vivi e del materiale<br />

genetico provenienti dalla Francia.<br />

La Commissione europea — prosegue<br />

una nota della Sanità — ne aveva<br />

così richiesto nelle scorse settimane la<br />

revoca in tutti i Paesi, pena l’avvio di<br />

una procedura di infrazione delle norme<br />

comunitarie.<br />

L’Italia, ricorda il ministero, è stata la<br />

prima nazione, dal momento in cui è<br />

partito l'allarme Bse, a disporre un programma<br />

rigoroso di prevenzione totale<br />

delle possibilità di contagio. «Rigore —<br />

si legge nella nota — che le è stato sempre<br />

riconosciuto a livello europeo e che<br />

è dimostrato, nei fatti, dall’assoluta assenza<br />

di casi autoctoni di encefalopatia<br />

spongiforme bovina». In effetti tutti i<br />

2.253 test anti prione fatti dal 1º gennaio<br />

ad oggi in Italia hanno avuto esito negativo.<br />

E procede senza sosta il programma<br />

per rendere completamente operativi<br />

i laboratori degli Istituti zooprofilattici<br />

sperimentali; tre di essi non hanno ancora<br />

ricevuto dall’industria fornitrice le<br />

attrezzature necessarie per le analisi.<br />

di iscrizione che serve per la copertura<br />

assicurativa dei volontari e alla sostituzione<br />

dei giocattoli rotti, per comprare carta,<br />

colori e tutto il materiale necessario per<br />

svolgere l'attività di intrattenimento con i<br />

bambini.<br />

L'Abio di Savigliano ha iniziato un<br />

corso di formazione per volontari tenuto<br />

da un medico, una caposala ed uno<br />

psicologo.<br />

INCIDENTI SUL LAVORO Interminabile sequenza<br />

Una vittima nel Reggiano<br />

e un disperso nel Pavese<br />

ROMA, 12.<br />

Nel Reggiano, un operaio di 30 anni,<br />

Pietro Assenza, di Castellarano (Reggio<br />

Emilia) è morto in un incidente sul lavoro<br />

avvenuto a Salvaterra di Casalgrande.<br />

Ferite anche altre due persone che stavano<br />

lavorando con lui.<br />

La vittima è stata sbalzata fuori dal<br />

cestello di una piattaforma sollevata da<br />

una gru il cui braccio ha improvvisamente<br />

ceduto. L’incidente è avvenuto<br />

all’interno di un’azienda ceramica dove<br />

i tre dovevano sistemare alcune vetrate.<br />

Al momento della rottura del braccio<br />

meccanico i tre si trovavano all’interno<br />

del cestello della piattaforma che stava<br />

salendo fino alle finestre. Solo Assenza è<br />

stato sbalzato fuori ed è morto dopo<br />

una caduta di alcuni metri. Gli altri due,<br />

Giuliano Piccinini di Roteglia e Giuliano<br />

Amadori di Maranello, soci di una vetreria<br />

della zona, sono rimasti sulla piattaforma<br />

ed hanno riportato lievi ferite.<br />

I lavoratori dell’industria ceramica<br />

hanno proclamato due ore di sciopero<br />

mentre, in un comunicato, Cgil Cisl e<br />

Uil chiedono alla magistratura «una rapida<br />

indagine allo scopo di accertare<br />

cause e responsabilità dell’incidente».<br />

Nella nota i sindacati ribadiscono pure<br />

che la caduta dall’alto è tra le principali<br />

cause di infortuni gravi, anche a causa<br />

del mancato rispetto delle norme di sicurezza.<br />

Per martedì 16 gennaio nel<br />

comprensorio ceramico reggiano-modenese<br />

i sindacati hanno proclamato un’ora<br />

di sciopero generale.<br />

Nel Pavese, un operaio di 57 anni di<br />

Sedico (Belluno) è scivolato nelle acque<br />

del Po mentre, con altri colleghi, era im-<br />

L'Esercito: entro i limiti<br />

i solventi utilizzati<br />

per pulire le armi<br />

ROMA, 12.<br />

«I solventi utilizzati per la pulizia delle<br />

armi rispettano i limiti per le sostanze<br />

tossiche fissati da un decreto del ministero<br />

della Sanità del 1997». Lo afferma<br />

— riferisce l'Ansa — lo stato maggiore<br />

dell'Esercito con una nota in cui si precisa<br />

che «da anni si sta comunque procedendo<br />

alla sostituzione di queste sostanze<br />

con altre meno tossiche».<br />

La precisazione è da mettere in relazione<br />

con un articolo pubblicato ieri da<br />

un quotidiano nel quale si sosteneva tra<br />

l'altro che soltanto adesso, dopo i casi<br />

di cancro verificatisi tra i militari reduci<br />

da missioni in Bosnia ed Erzegovina o<br />

in Kosovo, l'Esercito aveva deciso di sostituire<br />

alcuni solventi.<br />

I liquidi in questione — riferisce l'Ansa<br />

— sono due: il solvente minerale volatile<br />

e la nafta alifatica. Il primo contiene<br />

trimetilbenzene e xilene in quantità<br />

circa dieci volte inferiori ai limiti di legge.<br />

La nafta alifatica non è più in uso<br />

dal 1985. Di sostanze al benzene, oltre<br />

che dell'uranio impoverito, si era parlato,<br />

in particolare, come possibile causa<br />

della morte del militare Salvatore Carbonaro,<br />

avvenuta in novembre per leucemia<br />

dopo due missioni in Bosnia ed Erzegovina.<br />

Lo scopo del corso è quello di offrire un<br />

bagaglio culturale a chi, già in possesso<br />

delle necessarie attitudini, si sente portato<br />

verso un impegno — alleviare le sofferenze<br />

di quanti patiscono la malattia — che<br />

non è certamente facile ma che ha una<br />

motivazione determinante: il sorriso dei<br />

bimbi.<br />

MARCO CARAMAGNA<br />

OCCUPAZIONE I piani d'intervento<br />

Carente al Nord<br />

la manodopera<br />

ROMA, 12.<br />

Il delicato e complesso problema del<br />

lavoro è al centro di un acceso dibattito:<br />

manca la manodopera al Nord e c'è chi<br />

formula piani d'intervento per «risolvere»<br />

o quantomeno attenuare tale carenza.<br />

«Molti imprenditori stanno andando<br />

al Sud, perché non possono andare al<br />

Nord molti lavoratori?». Se lo domanda<br />

il ministro dell’Industria, Enrico Letta,<br />

che in un’intervista rilasciata, ieri, ad un<br />

quotidiano commenta i problemi di alcune<br />

imprese settentrionali a trovare<br />

manodopera specializzata. «La mobilità<br />

— sostiene il ministro — può essere la<br />

soluzione per rimediare alle due Italie<br />

del lavoro. Al Nord le macchine rischiano<br />

di fermarsi perché non si riempiono i<br />

posti disponibili, al Sud ci sono situazioni<br />

di disoccupazione ancora presenti».<br />

«Vorrei favorire l’arrivo dei lavoratori<br />

del Mezzogiorno in quelle aree dove c’è<br />

lavoro», prosegue Letta. «Naturalmente<br />

— precisa — dando loro tutte le garanzie<br />

per un armonioso inserimento sociale.<br />

Il 18 gennaio nella sede di Milano del<br />

ministero dell’Industria avremo un incontro<br />

per verificare la realizzazione del<br />

progetto Nord-Sud, basato sul fatto di<br />

mettere intorno al tavolo gli imprenditori<br />

del Nord che hanno bisogno di personale,<br />

gli enti locali, il Governo nelle varie<br />

articolazioni e i rappresentanti sindacali<br />

che giocano un ruolo fondamentale».<br />

«Certo — dice ancora — le difficoltà<br />

ci sono. Ma ci sono anche le situazioni<br />

di crisi con la disoccupazione e la cassa<br />

integrazione. Non si può pensare ad ulteriori<br />

interventi diretti dello Stato, non<br />

pegnato nei lavori di un ponte ferroviario<br />

a Bastida Pancarana. L’uomo, Mario<br />

Soccol, stava lavorando al basamento<br />

quando, intorno alle 14.00, è scivolato<br />

finendo in acqua. Soccol ha nuotato per<br />

200 metri cercando di riportarsi a riva:<br />

ma le correnti lo hanno trascinato al<br />

centro del fiume. I colleghi di lavoro<br />

non l’hanno più visto e hanno subito dato<br />

l’allarme. Sul posto è intervenuta una<br />

squadra di sommozzatori dei vigili del<br />

fuoco che, dopo aver sospeso le ricerche<br />

nella notte, le hanno riprese questa mattina.<br />

Morto uno dei feriti<br />

dell'esplosione<br />

nel lanificio di Biella<br />

BIELLA, 12.<br />

È morto questa sera all’ospedale<br />

Molinette di Torino Carlo Coletta,<br />

49 anni, uno dei nove feriti<br />

dell’esplosione al lanificio di Vigliano.<br />

Ustionato all'85%, Coletta<br />

era, fra i feriti, nelle condizioni<br />

peggiori, insieme al collega Graziano<br />

Roccato, 42 anni.<br />

Intanto si fa strada fra gli inquirenti<br />

l’ipotesi che ha causare la<br />

deflagrazione sia stata una fuga di<br />

gas dal metanodotto cittadino. Ieri<br />

la magistratura ha posto sotto<br />

sequestro il tratto del metanodotto<br />

che attraversa la proprietà.<br />

si può pensare che tutto si risolva con i<br />

lavori socialmente utili».<br />

Ma all'interno della maggioranza ci<br />

sono divergenze di opinione. «Il problema<br />

in Italia non è quello di portare i lavoratori<br />

al Nord, ma il lavoro al Sud. E<br />

le misure adottate con la Legge Finanziaria<br />

privilegiano proprio questa indicazione»:<br />

lo ha detto il ministro del Lavoro,<br />

Cesare Salvi, parlando, ieri, a Reggio<br />

Calabria in margine ad un convegno organizzato<br />

dalla Cgil. «Il Governo — ha<br />

aggiunto il ministro — incentiva il lavoro<br />

al Sud e non lo spostamento dei lavoratori<br />

al Nord. Questo è un problema<br />

che va risolto con il mercato: se gli imprenditori<br />

del Nord non trovano lavoratori<br />

vuol dire che offrono salari troppo<br />

bassi o contratti non validi». Riferendosi<br />

agli strumenti che possono essere utilizzati<br />

per incentivare l’occupazione, Salvi<br />

si è detto convinto che «una flessibilità<br />

garantita con regole certamente aiuta. Il<br />

nostro obiettivo però è creare lavoro<br />

qualificato... Un lavoro che deve essere<br />

però a tempo indeterminato perché bisogna<br />

dare garanzie di sicurezza ai lavoratori.<br />

Si tratta di uno sforzo impegnativo<br />

in relazione al quale non abbiamo<br />

ancora risultati risolutivi».<br />

Secondo la Confindustria occorre far<br />

giungere nuove forze lavoro attraverso<br />

l’immigrazione e ciò può costituire un’apertura<br />

preparatoria all’integrazione.<br />

«È il lavoro che deve scendere al<br />

Sud»: lo sostiene in una nota l'Arcivescovo<br />

di Lecce e presidente della Conferenza<br />

Episcopale pugliese, Monsignor<br />

Cosmo Francesco Ruppi.<br />

Contratti a termine:<br />

raggiunta un'ipotesi<br />

d'accordo<br />

tra Confindustria<br />

e sindacati confederali<br />

ROMA, 12.<br />

I sindacati e le associazioni degli imprenditori<br />

hanno raggiunto un’ ipotesi<br />

d’intesa sui contratti a tempo determinato.<br />

L’ipotesi di accordo estende le<br />

possibilità di ricorrere ai contratti a termine:<br />

si potranno utilizzare per ragioni<br />

tecniche, produttive od organizzative.<br />

Lo hanno riferito i sindacati<br />

L’accordo tra le parti assumerà ora la<br />

forma di «un avviso comune» che sarà<br />

inviato al ministro del Lavoro. Spetterà<br />

a quest’ultimo, tenendo conto dell’orientamento<br />

tra le parti, emanare i provvedimenti<br />

per il recepimento della direttiva<br />

europea in materia. Teoricamente il<br />

ministro ha tempo fino a luglio per emanare<br />

i decreti. L’accordo tra le parti, è<br />

facile prevedere, velocizzerà i tempi.<br />

L’intesa raggiunta oggi in Confindustria<br />

dai rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil<br />

e dei datori di lavoro (Confindustria,<br />

Confcommercio, le organizzazioni degli<br />

artigiani e delle cooperative, Confapi,<br />

Abi ed altre) stabilisce che la forma comune<br />

del rapporto di lavoro è il contratto<br />

a tempo indeterminato. È possibile<br />

però, secondo quanto riferiscono i sindacati,<br />

fissare un termine purché siano<br />

indicate con chiarezza e «rigorosamente»<br />

le ragioni tecnico-produttive o organizzative.<br />

Non sono quindi più specificati<br />

— come prima — i casi in cui il contratto<br />

a termine è possibile, ma solo<br />

quelli in cui è vietato mettere un termine<br />

al rapporto di lavoro. Il contratto a<br />

termine non è possibile per sostituire lavoratori<br />

in sciopero; per le aziende che<br />

hanno in corso processi di riduzione del<br />

personale e che utilizzano ammortizzatori<br />

sociali come la cassa integrazione.<br />

Tassi usurari e immigrazione clandestina a Milano<br />

MILANO — La Guardia di Finanza ha bloccato una organizzazione che chiedeva<br />

tassi usurari fino al 180%. L’operazione, durata oltre un anno e mezzo,<br />

è partita a seguito di una serie di denunce presentate da alcuni commercianti<br />

in crisi economica che, dopo aver tentato invano di ottenere dei<br />

fidi bancari, si erano rivolti ad un milanese, Lorenzo Monaci, ottenendo prestiti<br />

a tassi usurari. Nel corso delle indagini, è inoltre emerso che l’organizzazione<br />

costituita da Monaci si adoperava, parallelamente, per favorire l’immigrazione<br />

clandestina a Milano di cinesi per i quali, grazie a sofisticate<br />

apparecchiature informatiche, venivano riprodotti i timbri necessari ad attestare<br />

la presenza in Italia degli immigrati prima dell’ultima sanatoria. I documenti<br />

venivano poi completati grazie alla compiacenza di un notaio, Giovanni<br />

Margherita, con studio a Milano, cui l’autorità giudiziaria ha disposto<br />

la temporanea interdizione dall’esercizio della professione.<br />

Omicidi per rapine: inflitti tre ergastoli<br />

MILANO — Tre ergastoli sono stati inflitti per gli omicidi per rapina di Ottavio<br />

Capalbo, il tabaccaio di via Derna ucciso durante il 9 gennaio ’99, e di<br />

Ezio Bartocci, il gioielliere di via Padova freddato il 20 luglio dello stesso<br />

anno. Oggi, venerdì, la seconda corte d’assise di Milano, presieduta da Luigi<br />

Martino, ha infatti condannato al carcere a vita Santo Romeo, Luciano<br />

Carmeli e Mirko Turrini.<br />

Sequestrati beni per sette miliardi a Taranto<br />

TARANTO — Beni immobili e mobili per un valore complessivo di circa 7<br />

miliardi di lire sono stati sequestrati venerdì dai Carabinieri del reparto<br />

operativo di Taranto in vari comuni della zona orientale della provincia. I<br />

beni appartenevano a quattro personaggi malavitosi, tra i quali Antonio Malandrino,<br />

di 44 anni, di Sava (Taranto), detenuto. Malandrino è fratello di<br />

Cosimo, assassinato a Lizzano (Taranto) il 29 dicembre scorso; l’uomo è indagato<br />

per traffico internazionale di stupefacenti. Le altre persone che avevano<br />

la disponibilità dei beni sequestrati sono Osvaldo Pichierri, di 42 anni,<br />

di Sava, Maurizio Leone, di 33 anni, di San Giorgio Jonico (entrambi detenuti),<br />

e Gianluca Sardiello, di 26 anni, nato a Napoli e residente a Maruggio.<br />

Il provvedimento di sequestro è stato disposto dal tribunale di Taranto<br />

su richiesta del Pm Nicolangelo Ghizzardi.


L'OSSERVATORE ROMANO<br />

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S PEDIZ IONE IN A BBONAMENTO P OSTALE - ROMA<br />

C O N T O C O R R E N T E P O S T A L E N . 6 4 9 0 0 4<br />

MEDIO ORIENTE Dopo la recente ripresa dei colloqui di pace tra israeliani e palestinesi al valico di Erez<br />

Il Dipartimento di Stato Usa ottimista sui negoziati<br />

WASHINGTON, 13.<br />

Il Dipartimento di Stato degli Stati<br />

Uniti ha rilevato motivi di cauto ottimismo<br />

nei colloqui tenuti nella notte tra<br />

giovedì e venerdì fra negoziatori di<br />

Israele e dell'Autorità Palestinese (Ap).<br />

La situazione rimane difficile, ma «si<br />

sono parlati e questo è già di per sé<br />

qualcosa che ci pare importante e positivo».<br />

ha detto Philip Reeker, uno dei<br />

portavoce del Dipartimento. «Inoltre<br />

hanno detto che continueranno ad incontrarsi<br />

nei prossimi giorni» e questo è<br />

incoraggiante, ha aggiunto. Elementi positivi<br />

si riscontrano anche nell’impatto<br />

dei colloqui sulle condizioni di sicurezza<br />

nella regione, dove c’è una sensibile riduzione<br />

della violenza favorita anche<br />

dall'allentamento del blocco economico<br />

di Israele nei confronti dei Territori, ha<br />

continuato.<br />

Intanto il Presidente Usa, Bill Clinton,<br />

sta cercando di ottenere almeno un risultato<br />

parziale prima del 20 gennaio,<br />

quando lascerà la Casa Bianca a George<br />

W. Bush. Il tempo a disposizione è però<br />

molto poco per mettere per iscritto quei<br />

«parametri» contenuti nella proposta di<br />

pace messa a punto dall'Amministrazio-<br />

ne democratica e attualmente al vaglio<br />

delle parti.<br />

Clinton ha sottolineato che «i palestinesi<br />

hanno finalmente accettato in linea<br />

di massima i “parametri”», sia pure «sei<br />

giorni più tardi» di quanto lui aveva richiesto.<br />

Il Governo di Tel Aviv, da parte<br />

sua li aveva già considerati soddisfacenti<br />

da diverse settimane. Il 6 febbraio, però,<br />

in Israele sono in programma le elezioni<br />

politiche anticipate e la situazione potrebbe<br />

cambiare.<br />

Lo stesso Clinton ha rilevato che né la<br />

prossima Amministrazione degli Stati<br />

Uniti né l'Esecutivo israeliano che uscirà<br />

dalle urne dovranno sentirsi legati dalle<br />

sue proposte, a meno che non venga firmato<br />

un accordo in merito nei prossimi<br />

giorni. «Qualunque cosa accada — ha<br />

aggiunto — sarà responsabilità della<br />

prossima Amministrazione e del vincitore<br />

delle elezioni israeliane, chiunque egli<br />

sia», condurre avanti il negoziato. Dopo<br />

gli ultimi incontri che hanno riaperto il<br />

dialogo tra le parti, Clinton ha comunque<br />

sottolineato di sperare ancora, «contro<br />

ogni scommessa», in un accordo di<br />

pace fra israeliani e palestinesi in breve<br />

tempo.<br />

I tempi, però, non sembrano ancora<br />

GIORNALE QUOTIDIANO<br />

UNICUIQUE SUUM<br />

maturi per avviare la missione dell'inviato<br />

speciale degli Stati Uniti in Medio<br />

Oriente, Dennis Ross. Il mediatore, che<br />

avrebbe dovuto recarsi nella regione nei<br />

giorni scorsi per favorire il dialogo di<br />

pace sulla base delle proposte americane,<br />

ha rinviato per il momento il suo<br />

viaggio.<br />

Nel frattempo l'attività diplomatica<br />

continua intensamente in Medio Oriente.<br />

Di ritorno da incontri in Egitto con il<br />

Presidente Hosni Mubrak, il leader dell’Ap,<br />

Yasser Arafat, avrà un colloquio<br />

questa sera a Gaza con il Ministro per la<br />

cooperazione regionale israeliano, Shimon<br />

Peres. L'incontro giunge a rafforzare<br />

le speranze suscitate dalla riunione<br />

tenuta dai negoziatori delle due parti al<br />

valico di Erez.<br />

Al momento non si registrano però<br />

passi in avanti significativi nel negoziato<br />

bilaterale. Ieri, al termine dei colloqui di<br />

Erez, né israeliani né palestinesi hanno<br />

saputo menzionare progressi concreti.<br />

«Non c’è niente di nuovo» ha riassunto<br />

il Ministro israeliano Amnon Lipkin-<br />

Shahak. «Abbiamo affrontato questioni<br />

importati e stiamo cercando di stilare i<br />

punti di intesa: uno, due, forse di più»,<br />

ha aggiunto. «Si tratta di un lavoro diffi-<br />

POLITICO RELIGIOSO<br />

NON PRAEVALEBUNT<br />

cile, ci sono riserve da ambo le parti,<br />

non è detto che riusciamo nell’intento»<br />

ha avvertito.<br />

Lo scopo è quello di raggiungere un<br />

accordo-quadro sulla soluzione del conflitto<br />

che serva da punto di riferimento<br />

per i negoziati futuri, una volta insediata<br />

l'Amministrazione Bush. Ma il compito<br />

è molto difficile, anche perché sul<br />

terreno resta alta la tensione dopo gli ultimi<br />

scontri a Hebron tra reparti dell’esercito<br />

israeliano e gruppi di dimostranti<br />

palestinesi.<br />

Secondo fonti militari di Tel Aviv, un<br />

ordigno è stato lanciato contro alcuni<br />

soldati che hanno replicato usando le armi.<br />

Nella sparatoria che ne è seguita è<br />

rimasto ucciso un militante ventitreenne<br />

di Al Fatah, la corrente maggioritaria all'interno<br />

dell'Olp. I palestinesi, invece,<br />

sostengono che il giovane sarebbe stato<br />

ucciso da cecchini israeliani appostati<br />

nella zona. Mentre Israele e l’Ap cercano<br />

di ripristinare la cooperazione di sicurezza,<br />

incidenti e scontri a fuoco sono<br />

stati segnalati anche a Ramallah e nelle<br />

«Striscia di Gaza». Ieri però un segnale<br />

positivo si è registrato con la riapertura<br />

dell'aeroporto di Gaza.<br />

ABBONAMENTI 2 Anni Annuo Semestre<br />

VATICANO E ITALIA<br />

Quotidiano . . . . . . . . . . L. 726.000 - : 374,44 L. 372.000 - : 191,09 L. 186.000 - : 95,54<br />

L'Osservatore della Domenica . — L. 87.000 - : 44,42 L. 43.500 - : 22,21<br />

Cumulativo . . . . . . . . . — L. 441.000 - : 228,27 L. 220.500 - : 114,14<br />

ESTERO (VIA ORDINARIA)<br />

Quotidiano . . . . . . . . . . — $ 366 —<br />

L'Osservatore della Domenica . — $ 81 —<br />

Copia L. 1.500 - : 0,78<br />

Copia arretrata L. 2.500 - : 1,30<br />

Copia spedita:<br />

Italia L. 3.000 - ; 1,55<br />

Europa zona euro L. 4.000 - ; 2,07<br />

Europa Extra euro L. 4.000 - US$ 3,00<br />

Extra Europa L. 6.000 - US$ 4,00<br />

Anno CXLI - N. 10 (42.648) CITTÀ DEL VATICANO Domenica 14 Gennaio 2001<br />

GIOVANNI PAOLO II AL CORPO DIPLOMATICO DURANTE L'UDIENZA<br />

PER LA PRESENTAZIONE DEGLI AUGURI PER IL NUOVO ANNO<br />

In questo inizio di millennio<br />

tutti insieme salviamo l'uomo!<br />

«In questo inizio di millennio, salviamo<br />

l'uomo! Salviamolo tutti insieme!».<br />

È l'accorato appello rivolto<br />

da Giovanni Paolo II «ai responsabili<br />

delle società» nel corso dell'udienza<br />

ai membri del Corpo Diplomatico<br />

accreditato presso la Santa<br />

Sede, ricevuti nella mattina di sabato<br />

13 gennaio, nella Sala Regia, in<br />

occasione della presentazione degli<br />

auguri per il nuovo anno. Ecco i<br />

punti nodali del discorso pronunciato<br />

dal Santo Padre:<br />

» Che cosa significa un anno felice<br />

per un diplomatico? — «Vi<br />

ringrazio per la vostra azione e<br />

per i vostri sforzi perseveranti in<br />

favore dell'intesa e della cooperazione<br />

tra i popoli»;<br />

» Il soffio dell'Anno Santo ha<br />

mostrato che la coscienza morale<br />

è ancora ben viva e che Dio abita<br />

il cuore dell'uomo — «Il Papa ha<br />

attinto grandi consolazioni spirituali<br />

nel vedere tanta buona volontà<br />

e tanta disponibilità ad accogliere<br />

la grazia di Dio»;<br />

» La luce del Natale ci dice che<br />

l'amore di Dio sarà sempre più<br />

forte del male e della morte —<br />

«Anche l'umanità di oggi si è soffermata<br />

per alcuni istanti, il giorno<br />

di Natale, per contemplare il<br />

Bambino Gesù e per ricevere un<br />

po' di quella luce che ha accompagnato<br />

la sua nascita»;<br />

» La luce del Natale segnala la<br />

strada a tutti coloro che nel nostro<br />

tempo a Betlemme e a Gerusalemme<br />

faticano sul cammino<br />

della pace — «Nessuno deve accettare,<br />

in questa parte del mondo<br />

che ha accolto la rivelazione<br />

di Dio agli uomini, il verificarsi di<br />

una specie di guerriglia, il persistere<br />

dell'ingiustizia, il disprezzo<br />

del diritto internazionale o la<br />

messa tra parentesi dei Luoghi<br />

Santi e delle esigenze delle comunità<br />

cristiane»;<br />

» La luce del Natale si posa su<br />

tutte le regioni del pianeta dove<br />

gli uomini hanno scelto la violenza<br />

armata — «Penso in questo<br />

momento all'Africa... Non dimentichi<br />

mai l'Europa le sue radici cristiane<br />

che hanno reso fecondo il<br />

suo umanesimo!»;<br />

» La povertà, la marginalizzazione,<br />

l'analfabetismo, le diseguaglianze<br />

sociali, la vergogna della<br />

tratta di esseri umani non sono<br />

fatalità — «Ci si deve rallegrare<br />

che convegni e strumenti internazionali<br />

abbiano permesso di porre<br />

«Vorrei ripetere e ridire la determinazione<br />

della Chiesa Cattolica a difendere l'uomo, la sua dignità<br />

i suoi diritti e la sua dimensione trascendente»<br />

“<br />

Nessuno deve accettare, nella parte del mondo che ha accolto la rivelazione di Dio<br />

agli uomini, il verificarsi di una specie di guerriglia<br />

il persistere dell'ingiustizia, il disprezzo del diritto internazionale o la messa<br />

tra parentesi dei Luoghi Santi e delle esigenze delle comunità cristiane<br />

-<br />

”<br />

rimedio,almeno in parte, a queste<br />

piaghe che sfigurano l'umanità»;<br />

» L'egoismo e la volontà di potenza<br />

sono i peggiori nemici dell'uomo<br />

— «Sono sempre, in qualche<br />

maniera, all'origine di tutti i<br />

conflitti»;<br />

» La logica del credente: ogni<br />

uomo è mio fratello! — «Se fossimo<br />

convinti di essere chiamati a<br />

vivere insieme, che è bello conoscersi,<br />

stimarsi e aiutarsi, il mondosarebberadicalmente<br />

diverso»;<br />

» Il secolo appena concluso passerà<br />

alla storia per le più grandi<br />

conquiste della scienza e della<br />

tecnica, ma anche per il disprezzo<br />

più brutale della vita umana —<br />

«Mi riferisco alle guerre seminatrici<br />

di morte scoppiate in Europa,<br />

ai totalitarismi..., ma anche alle<br />

leggi che hanno “legalizzato” l'aborto<br />

o l'eutanasia, o ancora ai<br />

modelli culturali che hanno disseminato<br />

l'ideologia del consumismoe<br />

del piacere ad ogni costo»;<br />

» L'uomo non può stravolgere gli<br />

equilibri della creazione — «Se<br />

l'uomo... dimentica di essere responsabile<br />

dei suoi fratelli e non<br />

si prende cura dell'ambiente...,<br />

questo mondo potrebbe diventare<br />

irrespirabile»;<br />

» Un rischio divenuto più pericoloso<br />

ai nostri giorni: gli uomini,<br />

mediante il loro sforzo scientifico,<br />

credono di poter divenire signori<br />

della natura e della storia —<br />

«Spettaairesponsabilidelle società<br />

proteggere la specie umana»;<br />

» Il mistero personale inalienabile<br />

di ogni essere umano — «Nessuna<br />

autorità, nessun programma<br />

politico, nessuna ideologia è autorizzata<br />

a ridurre l'uomo a ciò che<br />

egli è capace di fare o di produrre»;<br />

» L'esperienza religiosa fa parte<br />

dell'esperienza umana — «Vorrei<br />

qui ripetere e ridire... la determinazione<br />

della Chiesa Cattolica a<br />

difendere l'uomo, la sua dignità, i<br />

suoi diritti e la sua dimensione<br />

trascendente»;<br />

» Con la storia che ci vede tutti<br />

attori, tracciamo il cammino del<br />

millennio che inizia — «Tutti insieme,<br />

aiutiamoci gli uni gli altri<br />

ad essere degni della vocazione<br />

alla quale siamo stati chiamati:<br />

formare una grande famiglia, felice<br />

di sapersi amata da un Dio<br />

che ci vuole fratelli!».<br />

Lettere del Santo Padre<br />

al Cardinale Bernardin Gantin<br />

Chiusura<br />

della Porta Santa<br />

nelle Diocesi<br />

italiane Pagina 11<br />

Pagine 6/7 e 8<br />

Per la nomina a Inviato Speciale<br />

alle celebrazioni conclusive del centenario<br />

dell'evangelizzazione del Burkina Faso<br />

In occasione del 50° anniversario<br />

di ordinazione sacerdotale<br />

Pagina 5


DAL MONDO<br />

PAGINA<br />

2 .<br />

JUGOSLAVIA Per la punizione dei crimini di guerra<br />

Collaborazione<br />

con la Corte dell'Aja<br />

BELGRADO, 13.<br />

Il Ministro della giustizia jugoslavo,<br />

Momcjlo Grubac, ha annunciato che<br />

Belgrado è pronta a collaborare con il<br />

Tribunale penale internazionale (Tpi),<br />

istituito dall'Onu per punire i crimini di<br />

guerra e contro l'umanità commessi nella<br />

ex Jugoslavia nel corso degli eventi<br />

bellici degli ultimi dieci anni. Grubac ha<br />

affrontato l'argomento giovedì in una tavola<br />

rotonda a Novi Sad, di cui ha dato<br />

notizia ieri l'agenzia di stampa «Beta».<br />

«È vero — ha spiegato il Ministro —<br />

che la Costituzione jugoslava vieta la<br />

Bangladesh-Myanmar:<br />

tensione al confine<br />

lungo il fiume Naf<br />

DHAKA, 13.<br />

Decine di migliaia di soldati sono<br />

stati schierati dalle due parti<br />

sulle sponde del fiume Naf, che<br />

separa il Bangladesh dal Myanmar<br />

(ex Birmania), dopo che<br />

Dhaka ha accusato il regime militare<br />

birmano di aver iniziato la<br />

costruzione di una controversa diga.<br />

Le truppe hanno avuto uno<br />

scontro a fuoco lunedì scorso dopo<br />

il quale, secondo fonti bengalesi,<br />

la costruzione della diga è stata<br />

sospesa.<br />

«Myanmar ha schierato sul fiume<br />

almeno 35.0000 uomini, in<br />

violazione di una convenzione internazionale»,<br />

ha detto un ufficiale<br />

dell’esercito bengalese. Testimoni<br />

affermano che 10.000 uomini<br />

delle forze paramilitari sono<br />

stati schierati dal Bangladesh sui<br />

320 chilometri di frontiera. Di solito,<br />

poche centinaia di soldati stazionano<br />

sulle due rive del fiume.<br />

Nella zona è stata inoltre vietata<br />

la circolazione ai civili. Dhaka afferma<br />

che la diga sul Naf incanalerebbe<br />

verso il Bangladesh l’acqua<br />

usata dai coltivatori di gamberi<br />

birmani, fatto che potrebbe<br />

causare inondazioni ed erosioni<br />

del territorio. Il Ministro degli<br />

esteri di Dhaka, Abul Hasan Chowdhury,<br />

in una dichiarazione rilasciata<br />

alla «Reuters», ha definita<br />

«seria» l'attuale situazione. «Continueremo<br />

comunque a cercare<br />

una soluzione pacifica e un accordo<br />

amichevole con Myanmar», ha<br />

dichiarato. Il Ministro ha anche<br />

reso noto di aver consegnato, all'inizio<br />

della settimana, una nota di<br />

protesta all'Ambasciatore di<br />

Myanmar a Dhaka, ma di non<br />

aver ancora ricevuto nessuna risposta.<br />

Nel 1967 i due Paesi si affrontarono<br />

in una breve battaglia<br />

di confine durante un analogo<br />

tentativo di Myanmar di costruire<br />

la diga sul Naf. Nel 1962 era stato<br />

raggiunto un accordo che impegnava<br />

entrambi le parti a non costruire<br />

sbarramenti lungo il corso<br />

d'acqua.<br />

MARIO AGNES<br />

Direttore responsabile<br />

TIPOGRAFIA VATICANA<br />

EDITRICE<br />

«L'OSSERVATORE ROMANO»<br />

Redazione:<br />

via del Pellegrino<br />

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de «L'Osservatore Romano»<br />

a cura di Arturo Mari<br />

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de «L'OSSERVATORE ROMANO»<br />

Tel. 06.698.83461 - Fax 06.698.83675<br />

consegna di suoi cittadini a Paesi stranieri<br />

e ai loro tribunali. Ma il Tpi è un<br />

organismo delle Nazioni Unite e il paragrafo<br />

costituzionale non si riferisce al<br />

caso in esame». Grubac ha poi sottolineato<br />

che «tutti i membri dell’Onu devono<br />

rispettare le istituzioni di quella organizzazione<br />

e considerarle come proprie».<br />

La questione della collaborazione con<br />

il Tpi è legata alla eventuale estradizione<br />

dei serbi ricercati dal Tpi, a cominciare<br />

dall'ex Presidente jugoslavo Slobodan<br />

Milosevic. A Belgrado, molti insistono<br />

perché gli esponenti del passato regime<br />

vengano invece processati in patria, magari<br />

con la collaborazione dei giudici<br />

della Corte dell’Aja.<br />

In Kosovo, intanto, Bernard Kouchner<br />

ha lasciato ieri la carica di Amministratore<br />

civile per conto dell'Onu. Gli<br />

subentra l'ex ministro della difesa danese<br />

Hans Haekkerup, il quale ha già fatto<br />

sapere che, a differenza di quanto previsto<br />

dal suo predecessore, non è detto<br />

che le elezioni politiche in Kosovo potranno<br />

svolgersi entro il prime semestre<br />

dell'anno. «Il voto — ha spiegato in una<br />

intervista a una rete televisiva danese —<br />

avrà un senso quando avremo stabilito<br />

di quali competenze sarà dotata l'Assemblea».<br />

Al riguardo, Haekkerup ha<br />

annunciato che avvierà al più presto<br />

«consultazioni con tutte le parti interessate».<br />

In quanto ai tempi dell'auspicata<br />

riconciliazione tra le popolazioni kosovare,<br />

il nuovo Amministratore ha dichiarato<br />

che ci vorrà parecchio tempo.<br />

Liberia: saranno<br />

espulsi dal Paese<br />

i guerriglieri<br />

della Sierra Leone<br />

MONROVIA, 13.<br />

Il Governo della Liberia ha annunciato<br />

ieri che espellerà dal proprio territorio<br />

tutti i ribelli della Sierra Leone che<br />

militano nel «fronte rivoluzionario unito»<br />

(Ruf). Tra coloro che dovranno lasciare<br />

il Paese figura Sam Bockarie, ex<br />

numero due del movimento guerrigliero<br />

sierraleonese.<br />

Un comunicato diffuso dal ministero<br />

degli esteri di Monrovia indica che questo<br />

provvedimento rientra in una «nuova<br />

politica di disimpegno nei confronti<br />

dei ribelli del Ruf che fa seguito a una<br />

revisione della politica governativa in<br />

merito alla Sierra Leone». Monrovia —<br />

prosegue la nota — «non sosterrà in alcun<br />

modo le attività del Ruf e lo invita<br />

al contrario a deporre le armi».<br />

Il Presidente liberiano Charles Taylor<br />

— si legge ancora nel comunicato — è<br />

d'accordo con gli Stati Uniti «riguardo<br />

alla necessità di un disarmo rapido e<br />

completo del Ruf». Monrovia ha intenzione<br />

di cooperare con gli Usa all'Onu<br />

«per assicurare una sorveglianza militare<br />

alle frontiere tra Liberia, Guinea e Sierra<br />

Leone».<br />

La Liberia è stata accusata fino a ieri<br />

di essere in stretti rapporti con i ribelli<br />

del Ruf che tengono testa in Sierra leone<br />

ai «caschi blu» dell'Onu. In particolare,<br />

gli Stati Uniti avevano minacciato a<br />

più riprese di imporre sanzioni internazionali<br />

contro Monrovia se non avesse<br />

cessato di fornire armamenti ai guerriglieri<br />

in cambio dei diamanti che essi<br />

estraggono nelle zone della Sierra Leone<br />

che sono sotto il loro controllo.<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Domenica 14 Gennaio 2001<br />

KINSHASA — Gli Stati Uniti hanno accordato<br />

alla Repubblica Democratica del<br />

Congo (Rdc, ex Zaire) un aiuto di dieci<br />

milioni di dollari per assistere le popolazioni<br />

vittime della guerra che infuria oltre<br />

due anni in quel Paese africano.<br />

Il finanziamento è stato ufficializzato<br />

in occasione della visita a Kinshasa,<br />

martedì e mercoledì scorsi, del Sottosegretario<br />

di Stato americano, incaricato<br />

dei problemi dei profughi e degli<br />

immigrati, Donald Steinberg. Quest'ultimo<br />

«Mucca pazza»: accertato<br />

un nuovo caso in Danimarca<br />

COPENAGHEN, 13.<br />

Un esame di controllo eseguito in<br />

Gran Bretagna ha confermato ieri un<br />

nuovo caso di «mucca pazza» riscontrato<br />

lunedì scorso in Danimarca. Salgono<br />

così a due i capi colpiti da «Encefalopatia<br />

spongiforme bovina» (Bse) nel Paese<br />

nordico dal febbraio 2000. Le autorità<br />

veterinarie danesi hanno deciso di abbattere<br />

l'intera mandria alla quale apparteneva<br />

capo infetto. Si tratta di duecentoventiquattro<br />

mucche da latte di<br />

una fattoria del villaggio di Klim, nei<br />

pressi di Fjerritslev.<br />

Nuovi controlli di verifica sono in corso<br />

intanto in Francia. I risultati definitivi<br />

sono attesi per la settimana prossima<br />

quando sarà più chiaro fino a che punto<br />

l'epidemia è sotto controllo. Il Ministero<br />

dell’agricoltura ha comunque ostentato<br />

ottimismo. Dopo il 2 gennaio, quando<br />

sono cominciati i test su tutti i bovini di<br />

oltre trenta mesi secondo le disposizioni<br />

dell'Unione Europea, non si sono registrate<br />

nuove infezioni, hanno sottolineato<br />

dal Dicastero. Un caso sospetto, una<br />

mucca nata nel Calvados a marzo del<br />

1998, si è rivelato un falso allarme, ha<br />

precisato la fonte.<br />

Colombia:<br />

verso un'intesa<br />

tra Governo<br />

ed «Eln»<br />

BOGOTÁ. 13.<br />

Il Governo di Bogotá ha ieri annunciato<br />

di aver raggiunto un principio di<br />

accordo con l’Esercito di liberazione nazionale<br />

(Eln) — secondo gruppo guerrigliero<br />

colombiano dopo le «Farc» — per<br />

avviare simultaneamente un dialogo di<br />

pace e una «convenzione nazionale» con<br />

la partecipazione di delegati della società<br />

civile. Uno dei probabili esiti del dialogo<br />

appena intavolato potrebbe essere<br />

l'istituzione di una zona smilitarizzata<br />

nella regione settentrionale del Paese.<br />

Le forze paramilitari di destra agli ordini<br />

di Carlos Castano sono nel frattempo<br />

passate nuovamente all’offensiva uccidendo<br />

— secondo quanto riporta l'agenzia<br />

«Ansa» — nove contadini e incendiando<br />

33 abitazioni nelle località di<br />

San Carlos e San Rafael, a 125 chilometri<br />

da Medellín. I paramilitari hanno fra<br />

i loro obiettivi proprio quello di impedire<br />

il raggiungimento dell’accordo fra il<br />

Governo del Presidente Andres Pastrana<br />

e l’«Eln» e quindi la nascita di una seconda<br />

regione autonoma sotto il controllo<br />

della guerriglia nel dipartimento<br />

settentrionale di Bolivar. Una prima zona<br />

smilitarizzata, definita «area di distensione»<br />

che si estende su 42.000 chilometri<br />

quadrati ed è amministrata dalle<br />

Forze amate rivoluzionarie della Colombia<br />

nel Sud. Nelle settimane scorse Pastrana<br />

aveva prospettato l'abolizione della<br />

zona smilitarizzata nel Sud del Paese<br />

suscitando la dura reazione delle «Farc»<br />

che avevano minacciato di abbandonare<br />

qualsiasi trattativa di pace.<br />

Ex Zaire: gli Usa donano 10 milioni di dollari per le vittime della guerra<br />

sta compiendo una missione in diversi<br />

Paesi africani.<br />

Un appello alla comunità internazionale<br />

per la grave crisi umanitaria in atto nell'ex<br />

Zaire è stato lanciato venerdì dal Programma<br />

alimentare mondiale (Pam) dell'Onu.<br />

Occorre raccogliere — si legge in<br />

un comunicato diffuso a Roma — 112 milioni<br />

di dollari per soccorrere più di due<br />

milioni di congolesi minacciati dalla fame.<br />

RUSSIA Vane ricerche dell'americano rapito martedì<br />

Cecenia: i federali liberano<br />

un ostaggio in mano ai ribelli<br />

MOSCA, 13.<br />

Un civile di etnia cecena e di passaporto<br />

russo, ostaggio da due mesi di<br />

una banda cecena, è stato liberato ieri<br />

nel corso di una delle numerose battute<br />

compiute dalle Forze federali russe nella<br />

Repubblica federata del Caucaso alla ricerca<br />

di Kenny Gluck, il volontario americano<br />

dell'Organizzazione «Medici senza<br />

frontiere» rapito martedì scorso.<br />

Rafik Gafurov, l’ostaggio liberato, è in<br />

condizioni piuttosto precarie, hanno riferito<br />

fonti del comando militare in Cecenia<br />

citate dai media russi. Residente<br />

Piano per recuperare<br />

nella prossima estate<br />

il sottomarino «Kursk»<br />

MOSCA, 13.<br />

Comincerà tra luglio ed agosto<br />

prossimi l'operazione per cercare<br />

di riportare in superficie il sottomarino<br />

nucleare russo «Kursk»,<br />

affondato il 12 agosto 2000 nel<br />

Mare di Barents, con 118 marinai,<br />

tutti morti. Lo hanno reso noto a<br />

Bruxelles i rappresentanti di un<br />

consorzio internazionale impegnati<br />

nell'impresa che hanno presentato<br />

un piano che prevede la suddivisione<br />

del relitto in pezzi e che<br />

deve ancora avere il via definitivo<br />

del Governo russo.<br />

Ieri sera a Parigi un portavoce del Ministero<br />

ha comunque ammesso che i<br />

nuovi controlli hanno portato all’individuazione<br />

di alcuni bovini a rischio, ma<br />

ha avvertito che è ancora troppo presto<br />

per trarre conclusioni. Per questi capi le<br />

verifiche sono ancora in corso.<br />

Nei primi dieci giorni dei controlli sono<br />

stati in tutto analizzati trentacinquemila<br />

bovini prima dell’immissione nella<br />

catena alimentare. Finora tutti i casi di<br />

Bse venuti alla luce in Francia si riferiscono<br />

a capi nati prima del 1996, quando<br />

erano ancora in circolazione pericolose<br />

farine animali.<br />

L’emergenza «mucca pazza» continua<br />

a imperversare anche in Germania. Ieri<br />

è stato accertato il dodicesimo caso di<br />

Bse, mentre il Governo ha deciso di imporre<br />

l’abbattimento di interi allevamenti<br />

nei quali sia stato riscontrato anche<br />

un solo animale malato. Il nuovo caso<br />

di bovino infetto è stato scoperto nel<br />

Meclemburgo, che diviene così il primo<br />

Land orientale a essere interessato dal<br />

fenomeno. Gli altri undici casi accertati<br />

riguardano regioni occidentali: Baviera<br />

(sei), Schleswig-Holstein (due), Bassa<br />

Sassonia (due) e Baden-Wuerttemberg<br />

(uno).<br />

L'agenzia dell'Onu fa presente gli sfollati<br />

per cause di guerra sono aumentati nell'ultimo<br />

anno da 750 mila a due milioni.<br />

Dal canto suo, il rappresentante del Pam<br />

a Kinshasa, Kees Tuinenburg, ha avvertito<br />

che «il numero delle persone bisognose<br />

di assistenza alimentare si è triplicato nel<br />

giro di dodici mesi. Intensificare le operazioni<br />

di soccorso è cruciale. Se non riusciamo<br />

a raccogliere rapidamente mag-<br />

PORTOGALLO Quasi 9 milioni gli aventi diritto<br />

I cittadini alle urne<br />

per le presidenziali<br />

LISBONA, 13.<br />

I portoghesi si recheranno domani alle<br />

urne per eleggere con voto diretto il<br />

loro sesto Presidente della Repubblica<br />

dopo la caduta, nel 1974, della dittatura<br />

del regime di Marcelo Caetano. Il mandato<br />

del nuovo Presidente scadrà nel<br />

2006. I sondaggi e gli analisti — secondo<br />

quanto segnala l'agenzia «Ansa» — indicano<br />

che Jorge Fernando Branco de<br />

Sampaio, Presidente del Portogallo dal<br />

1995, sarà rieletto senza nemmeno dover<br />

ricorrere al turno di ballottaggio —<br />

quindi con un comodo margine sui suoi<br />

quattro rivali — confermando la regola<br />

secondo la quale i portoghesi concedono<br />

sempre un secondo mandato al proprio<br />

Capo dello Stato.<br />

I sondaggi elettorali attribuiscono a<br />

Sampaio — 61 anni, socialista e nel passato<br />

sindaco di Lisbona in due occasioni<br />

— quasi il 60 per cento dei voti, percentuale<br />

molto al di sopra del 50 per cento<br />

più uno necessario per essere eletti al<br />

primo turno e doppia di quella che viene<br />

attribuita al suo principale rivale, il<br />

candidato del centro-destra, Joaquim<br />

Ferreira do Amaral. Gli altri tre candidati<br />

alla Presidenza appartengono a frange<br />

più o meno radicali della sinistra marxista<br />

e, secondo i sondaggi, godono di un<br />

consenso molto basso.<br />

Sono chiamati alle urne circa 8,9 milioni<br />

di cittadini, tra i quali sono inclusi<br />

per la prima volta i quasi 5 milioni di<br />

portoghesi residenti all’estero. A detta<br />

degli esperti, ciò non dovrebbe comun-<br />

nella città di Ulianovsk, sul Volga, era<br />

stato rapito durante una breve visita alla<br />

famiglia d’origine, in Cecenia, il 15 novembre.<br />

Di Gluck, sequestrato presumibilmente<br />

da una delle milizie legate alla<br />

guerriglia islamico-separatista cecena,<br />

non è emersa invece finora alcuna traccia.<br />

Potrebbe trattarsi di un rapimento a<br />

scopo di estorsione, ma finora a «Medici<br />

senza frontiere» non sembra siano arrivate<br />

richieste di riscatto. «Abbiamo diverse<br />

informazioni sulla sua sorte — ha<br />

detto comunque, fiducioso, il portavoce<br />

del comando russo, Serghiei Artionov —<br />

ma nell’ interesse dell’indagine preferiamo<br />

non renderle pubbliche».<br />

Frattanto in Cecenia non si interrompono<br />

gli attentati e le sparatorie, seppure<br />

sporadiche. Stando a fonti vicine alla<br />

guerriglia, non confermate da Mosca,<br />

tre soldati russi sarebbero stati uccisi in<br />

due distinte imboscate nelle ultime 24<br />

ore. In questa situazione di instabilità<br />

nella regione caucasica e dei rischi per<br />

la sicurezza degli operatori, le Organizzazioni<br />

non governative finanziate dall’Ufficio<br />

per gli aiuti umanitari dell’Ue<br />

(Echo) attive in Cecenia hanno sospeso<br />

la loro attività. La decisione, annunciata<br />

dalla Commissione europea, è stata presa<br />

dopo il rapimento di Kenny Gluck.<br />

«Condanno nella maniera più assoluta il<br />

rapimento — ha dichiarato il Commissario<br />

responsabile per gli aiuti umanitari,<br />

Poul Nielson — e chiedo l’immediato rilascio<br />

della vittima». «È inconcepibile —<br />

ha aggiunto Nielson — che alle Organizzazioni<br />

umanitarie sia impedito di fornire<br />

liberamente assistenza e aiuto a coloro<br />

che ne hanno bisogno».<br />

que modificare in modo essenziale i risultati.<br />

L’attuale ordinamento politico<br />

del Paese è frutto della «rivoluzione dei<br />

garofani», con la quale un gruppo di ufficiali<br />

delle forze armate decretò la fine<br />

della dittatura e restituì la democrazia al<br />

Paese. Nell’aprile 1974, il Movimento<br />

delle forze armate (Mfa) nominò il primo<br />

Presidente dell’era post-salazariana,<br />

il generale Antonio Ribeiro de Spinola.<br />

Lo stesso «Mfa« esautorò de Spinola e<br />

nominò al suo posto il maresciallo Francisco<br />

da Costa Gomes, che condusse il<br />

Paese all’Assemblea Costituente dell’aprile<br />

1975. Tale assemblea introdusse<br />

una forma istituzionale che è una variante<br />

del cosiddetto «modello francese»:<br />

elezioni diretta del Capo dello Stato (che<br />

non dispone però degli ampi poteri riservatigli<br />

in Francia) e Capo del Governo<br />

eletto dalla maggioranza parlamentare.<br />

Il primo Presidente eletto con questo<br />

sistema fu il generale Antonio Ramalho<br />

Eanes, candidato di tutta la sinistra nel<br />

1976, poi rieletto nel 1980. Suo successore<br />

e primo Presidente civile del Portogallo<br />

democratico fu il socialista Mario<br />

Soares, che nel gennaio 1986 sconfisse<br />

nel ballottaggio il conservatore, Diego<br />

Freitas do Amaral. Cinque anni dopo,<br />

Soares fu rieletto. Terminato il duplice<br />

mandato di Soares nel 1996, fu eletto<br />

l’attuale Presidente, Jorge Sampaio, che<br />

sconfisse l’allora Premier uscente, il<br />

conservatore Anibal Cavaco e Silva, con<br />

il 53,8 per cento dei voti contro il 46,2<br />

per cento.<br />

Sudan: l'aviazione<br />

governativa<br />

bombarda obiettivi<br />

civili nel Sud<br />

Stati Uniti: previsto dall'«Fmi»<br />

un calo della crescita economica<br />

WASHINGTON, 13.<br />

Il Fondo Monetario Internazionale ha<br />

abbassato le sue aspettative sulla crescita<br />

degli Stati Uniti nel 2001. Durante<br />

una conferenza tenutasi in Giappone,<br />

Horst Koehler, dirigente del Fondo Monetario<br />

Internazionale, ha confermato<br />

che la crescita prevista per l’economia<br />

Usa nel 2001 è del 2,5 per cento rispetto<br />

alla precedente aspettativa del 3,2 per<br />

cento. Koehler si è comunque affrettato<br />

ad aggiungere che il rallentamento della<br />

crescita è frutto di una «normalizzazione»<br />

in atto e non fornisce alcuna ragione<br />

per esercizi di pessimismo sul futuro<br />

dell’economia. «Tutto sta ancora ad indicare<br />

che si procede verso uno scenario<br />

di atterraggio morbido — ha detto<br />

Koehler — semplicemente si è ridimensionato<br />

l’ottimismo degli scorsi mesi.<br />

Ora bisogna evitare il rischio opposto,<br />

cioè astenersi dal pessimismo esagerato<br />

già messo in mostra da molti».<br />

Anche se il tasso di crescita rallenterà,<br />

il pericolo di recessione sarà comunque<br />

scongiurato. Lo afferma il rapporto economico<br />

annuale della Casa Bianca pubblicato<br />

ieri. Il rapporto annuale prevede<br />

un rallentamento della crescita, un leggero<br />

aumento della disoccupazione e un<br />

KHARTOUM, 13.<br />

L'aviazione governativa sudanese ha<br />

bombardato, il 6 gennaio, tre villaggi<br />

nella zona Sud-Orientale di Bor, uccidendo<br />

sei civili e ferendone altre decine.<br />

Lo ha annunciato ieri un comunicato<br />

dell'«esercito di liberazione dei popoli<br />

sudanesi» (Spla), il movimento ribelle attivo<br />

nel Sud del Paese. Gli aerei militari<br />

hanno sganciato venti bombe e nell'attacco<br />

contro uno dei villaggi — riferisce<br />

la fonte citata — sono state distrutte attrezzature<br />

del Programma alimentare<br />

mondiale (Pam) dell'Onu presente nella<br />

regione per assistere la popolazione. La<br />

notizia è stata confermata dal Pam, che<br />

precisa tuttavia che non ci sono state<br />

vittime tra il personale. Nella nota, lo<br />

Spla ricorda che, alla fine di dicembre,<br />

l'aviazione governativa ha colpito una<br />

chiesa e un ospedale nella zona di Lui.<br />

Generalmente, il Governo sudanese<br />

nega che i raid della sua aviazione siano<br />

diretti contro villaggi e obiettivi non militari,<br />

e accusa i guerriglieri dello Spla di<br />

operare in zone dove sono presenti elementi<br />

civili.<br />

La guerra civile in Sudan è una tra<br />

quelle di più lunga durata che funestano<br />

il continente africano. È in corso dal<br />

1983 e ha provocato milioni di vittime<br />

tra morti, mutilati, profughi e sfollati.<br />

Essa oppone il Governo di Khartoum,<br />

espressione della maggioranza arabomusulmana<br />

del Nord del Paese, allo<br />

Spla che si batte per salvaguardare l'identità<br />

etnica e culturale delle popolazioni<br />

animiste e cristiane delle regioni<br />

meridionali.<br />

ritmo d’inflazione simile a quello del<br />

2000.<br />

Negli Stati Uniti che attendono la cerimonia<br />

di insediamento di George W.<br />

Bush quale successore di Bill Clinton,<br />

prevista per il 20, l'entourage del Presidente<br />

eletto ha nel frattempo fornito alcune<br />

anticipazioni del discorso che pronuncerà<br />

per l'occasione. «È un discorso<br />

che stabilirà il giusto tono per il Paese e<br />

per gli obiettivi della nostra amministrazione<br />

— ha anticipato Karen Hughes,<br />

l’addetta stampa di Bush — Il tema di<br />

fondo sarà la riconciliazione». Lo stesso<br />

Bush, in una serie di interviste, ha anticipato<br />

che il discorso non conterrà alcun<br />

riferimento alla lunga battaglia del<br />

conto dei voti in Florida. «Non c’è niente<br />

in più che può essere detto», ha affermato.<br />

Bush intende insistere sul tema<br />

dell’unità, che era già stato uno dei pilastri<br />

della sua campagna elettorale. «So<br />

benissimo che molti non hanno votato<br />

per me. Ma sarò anche il loro Presidente<br />

— ha aggiunto — sarò il Presidente<br />

di tutti». Riferendosi alla politica estera,<br />

Bush ha dichiarato che «la gente di tutto<br />

il mondo riceverà un chiaro messaggio<br />

del mio impegno per confermare la<br />

nostra presenza positiva ed umile nelle<br />

aree chiave del pianeta»<br />

giori quantità di viveri, il flagello della<br />

malnutrizione diverrà incontrollabile». Più<br />

della metà della mortalità infantile è dovuta<br />

alla denutrizione. Nella regione orientale<br />

del Kivu settentrionale il 21 per cento<br />

della popolazione soffre la fame.<br />

La guerra civile nell'ex Zaire, scoppiata<br />

il 2 agosto1998, vede coinvolti militarmente<br />

altri cinque Paesi africani: l'Angola, la<br />

Namibia e lo Zimbabwe, alleati del Governo<br />

di Kishasa; il Rwanda e l'Uganda che<br />

appoggiano i movimenti ribelli dell'Est.<br />

Repubblica Ceca:<br />

la Camera vota<br />

una legge<br />

sulla Tv pubblica<br />

PRAGA, 13.<br />

La Camera dei deputati del Parlamento<br />

Ceco ha adottato in nottata una nuova<br />

legge sulla televisione pubblica Ceska<br />

Televize (Ct) che dovrebbe contribuire a<br />

porre fine al conflitto che oppone dallo<br />

scorso dicembre i giornalisti e la nuova<br />

direzione della Ct. La legge, votata da<br />

133 deputati sui 194 presenti (su un totale<br />

di 200) non fornisce tuttavia una soluzione<br />

immediata, ma include una<br />

clausola che permette di trasferire alla<br />

Camera bassa del Parlamento i poteri<br />

del Consiglio della Ct, unico organo che<br />

può eleggere e destituire il Direttore generale<br />

della televisione pubblica.<br />

La legge arriverà mercoledì prossimo<br />

al Senato e dovrà poi essere firmata dal<br />

Presidente della Repubblica Ceca, Vaclav<br />

Havel. La crisi era scoppiata il 20<br />

dicembre scorso con la nomina a Direttore<br />

generale di Jiri Hodac, il quale, dopo<br />

tre settimane di conflitto, si è dimesso<br />

giovedì scorso «per ragioni di salute».<br />

Il comitato di sciopero di giornalisti e<br />

impiegati della televisione ha ingiunto<br />

ieri sera ai dirigenti nominati da Hodac<br />

— in particolare la direttrice dell’informazione,<br />

Jana Bobosikova, e il Direttore<br />

finanziario, Jindrich Beznoska — di dimettersi<br />

entro oggi a mezzogiorno.<br />

Intanto, un incendio di piccole dimensioni<br />

è scoppiato ieri all'interno della<br />

centrale nucleare di Temelin. Le fiamme<br />

sono state subito spente. Non c'è stato<br />

mai pericolo per la sicurezza nucleare e<br />

non ci sono stati danni.<br />

Petrolio: l'Opec<br />

ridurrà la produzione<br />

DUBAI — Il Segretario generale<br />

dell’Opec, Alí Rodriguez, ha detto<br />

sabato che il cartello dei Paesi<br />

esportatori di petrolio intende ridurre<br />

la produzione di greggio tra<br />

gli uno e i due milioni di barili al<br />

giorno per farne salire il prezzo. In<br />

un’intervista con la televisione di<br />

Adu Dhabi, l’ex Ministro del petrolio<br />

venezuelano ha però ammesso<br />

che tra i Paesi membri del cartello<br />

vi sono alcune divergenze sull’<br />

ammontare dei tagli. «Alcuni vorrebbero<br />

tagliare un milione di barili<br />

— ha detto Rodriguez —, altri<br />

un milione e mezzo e altri ancora<br />

due milioni». I membri dell’Opec si<br />

riuniranno a Vienna mercoledì per<br />

discutere la questione degli eventuali<br />

tagli della produzione.<br />

Angola: saccheggiato<br />

un lebbrosario<br />

LUANDA — I guerriglieri dell'«unione<br />

nazionale per l'indipendenza<br />

totale dell'Angola» (Unita)<br />

hanno attaccato, mercoledì scorso,<br />

un lebbrosario, che ospitava venticinque<br />

malati, nella provincia di<br />

Huila. Lo ha annunciato venerdì<br />

una emittente radiofonica privata<br />

angolana. Scopo dell'incursione,<br />

nel corso della quale una persona<br />

è rimasta gravemente ferita, impadronirsi<br />

delle scorte di viveri depositate<br />

nel nosocomio.<br />

Capo Verde: elezioni<br />

legislative<br />

PRAIA — I cittadini dello Stato<br />

africano di Capo Verde andranno<br />

alle urne domenica per eleggere il<br />

nuovo Parlamento. La campagna<br />

elettorale si è chiusa venerdì e gli<br />

aventi diritto al voto sono circa<br />

250.000. In lizza per il successo il<br />

«movimento per la democrazia»<br />

(Mpd, liberale), che è al potere da<br />

dieci anni, e il «partito africano<br />

dell'indipendenza di Capo Verde»<br />

(Paicv, sinistra). Nel Parlamento<br />

uscente, il Mpd disponeva di 50<br />

seggi sul totale di 72; 21 erano del<br />

Paicv e l'ultimo di una formazione<br />

minore. Il Mdp è il partito dell'ultraliberismo,<br />

delle privatizzazioni e<br />

degli investimenti esteri, mentre il<br />

Paicv è fautore di una politica<br />

maggiormente orientata sul sociale.<br />

Le legislative di domenica saranno<br />

seguite, l'11 febbraio, dalle<br />

presidenziali. Il Presidente uscente<br />

Antonio Mascarehnas Monteiro,<br />

che non si ricandida dopo due<br />

mandati, milita nel Mpd.<br />

Brasile: aiuti dell'Ue<br />

per le aree inondate<br />

BRUXELLES — La Commissione<br />

europea ha deciso venerdì di stanziare<br />

circa 1,7 miliardi di lire a favore<br />

delle popolazioni colpite dalle<br />

gravi inondazioni verificatesi nel<br />

periodo di luglio e agosto nel<br />

Nord-Est del Brasile. I fondi saranno<br />

gestiti dall’Ufficio per gli aiuti<br />

umanitari dell’Ue (Echo), e dovranno<br />

essere utilizzati per interventi<br />

urgenti di aiuto e ricostruzione. In<br />

particolare le priorità indicate riguardano<br />

la ricostruzione delle case<br />

distrutte, la fornitura di materiale<br />

edile e di elettricità alle oltre<br />

1300 famiglie colpite, e l’assistenza<br />

medica e sanitaria (distribuzione<br />

di sistemi per la purificazione<br />

dell’acqua e di strutture igieniche).


ERZA T PAGINA .<br />

PAGINA<br />

3 .<br />

Il volume «La Chiesa e gli zingari»<br />

Lo storico non può<br />

trasformarsi in giudice<br />

PIETRO BORZOMATI<br />

In questi ultimi decenni, soprattutto<br />

dagli anni Sessanta del Novecento, abbiamo<br />

più volte ribadito, costantemente<br />

anche su «L'Osservatore Romano», che<br />

la ricerca sul passato non può prescindere<br />

dall'analisi degli eventi e dei protagonisti,<br />

dei ruoli e le realizzazioni, per<br />

una rigorosa ricostruzione storica degli<br />

uomini e non dell'uomo, dei diversi territori<br />

e, non solo, delle metropoli o delle<br />

grandi città. Tutti in queste ultime settimane<br />

hanno appreso anche dai media,<br />

che al contrario molti storici insistono<br />

nell'ignorare eventi di notevole importanza,<br />

anche nell'ambito della storia della<br />

mentalità. In alcuni saggi «importanti»<br />

sulla storia d'Italia, ad esempio, si<br />

dedicano poche righe, o del tutto si<br />

ignora il passato della Chiesa e, volutamente,<br />

in particolare, la spiritualità e la<br />

pietà, la contemplazione, l'ascesi ed altri<br />

aspetti e momenti rilevanti della vita «interna»<br />

delle comunità ecclesiali.<br />

È certo, poi, che il dibattito storiografico<br />

persista nel rifiuto di considerare<br />

anche alcuni particolari, come, ad esempio<br />

la presenza ed il ruolo degli zingari<br />

nel mondo, quasi che da secoli il loro<br />

«nomadismo», non fosse realtà se non<br />

per imporre la ghettizione, o la condanna<br />

alle loro iniziative a volte, purtroppo,<br />

tutt'altro che esemplari. La storia, quindi,<br />

ha grandi responsabilità per queste<br />

indagini parziali che portano a conclusioni<br />

affrettate e tutt'altro rigorose, confermando<br />

così un «uso» che si è fatto e<br />

si perpetua, di questa scienza dell'uomo,<br />

o meglio degli uomini, che, come ben<br />

sappiamo è indispensabile per una reale<br />

evoluzione della società.<br />

La recente pubblicazione del volume<br />

La Chiesa cattolica e gli zingari. Storia<br />

di un difficile rapporto (Centre de ricerches<br />

tsiganrs e Centro Studi Zingari,<br />

Anicilia - Roma 2000, pp. 232), ha di fatto<br />

proposto il «problema» ad una storiografia<br />

che, da decenni, ritiene di voler<br />

«rappresentare» e «tutelare» la «classi<br />

subalterne» ed ha ignorato gli zingari,<br />

come si evince dalle più attente analisi<br />

bibliografiche e dai diversi repertori che<br />

illustrano le fonti. È, anche questo, un<br />

«uso» della storia, a dir poco, distorto se<br />

non fazioso.<br />

Il citato volume, quindi, ha il merito<br />

grazie ai saggi di Autori diversi, se non<br />

altro, di indicare suggestivi itinerari per<br />

avviare la ricerca, per il particolare valore<br />

di studi pubblicati in questo testo di<br />

storici italiani e stranieri. Tuttavia si ha<br />

l'impressione che se l'iniziativa, comunque<br />

benemerita, fosse stata realizzata attraverso,<br />

ad esempio, la collaborazione<br />

di studiosi di diverse discipline si sarebbe<br />

fatto luce su crisi ed evoluzioni nei<br />

vari territori per la «presenza» appunto<br />

degli zingari normalmente residenti in<br />

alloggi di fortuna o in accampamenti<br />

nelle estreme periferie delle città. Alcune<br />

prese di posizione avverse agli zingari<br />

sono in buona parte ingiustificate ed<br />

avrebbero meritato in questo libro studi<br />

attenti anche psicologici. Così come<br />

avrebbero meritato attenzione i comportamenti<br />

e le ragioni delle opposizioni<br />

persino di molti cristiani nei loro confronti,<br />

i motivi per cui in sostanza si è<br />

agito perdendo di vista le Beatitudini e<br />

quei «doveri» che dovrebbero avere credenti<br />

per gli «ultimi» ed i perseguitati.<br />

Nel volume si insiste nel ripetere e<br />

sottolineare, l'avversione, persino della<br />

gerarchia nei confronti degli zingari, ma<br />

nello stesso tempo si «generalizza», qua-<br />

si che, ad esempio, non vi siano stati<br />

santi della statura di un Filippo Neri e<br />

non pochi cristiani che, al contrario, furono<br />

capaci di «gesti» coraggiosi di<br />

grande carità, non mancando persino di<br />

sfidare quella gerarchia che, con atti sinodali<br />

e notificazioni, condannava impietosamente<br />

quei nomadi.<br />

La storia è una scienza e come tale<br />

deve essere rigorosa, non faziosa, ma<br />

tendere, attraverso indagini e riflessioni,<br />

ad evocare i fatti così come sono realmente<br />

accaduti; lo storico deve avere la<br />

consapevolezza di non essere un giudice<br />

chiamato ad emettere sentenze, ma uno<br />

studioso che tende, con onesti intendimenti,<br />

alla verità. Ben sappiamo, del resto,<br />

che le nostre riflessioni potranno essere<br />

oggetto in futuro di rilievi e di confronti<br />

e, non a caso, i diversi periodi<br />

storici, dall'età antica a quella contemporanea,<br />

sono costantemente, e da sempre,<br />

oggetto di studio. Per quanto attiene<br />

agli zingari sappiamo che vi furono<br />

Vescovi che giudicarono «quasi tutti colmi<br />

di vizi», che essi «per concessione dei<br />

principi vagano ovunque». Altri presuli,<br />

al contrario, li definirono «fratelli in Cristo».<br />

Stando così le cose, a mio giudizio,<br />

la ricerca dovrebbe essere indirizzata,<br />

ad esempio, a svelare le ragioni che indussero<br />

i principi a concedere ai nomadi<br />

di «vagare ovunque» ed i motivi per<br />

cui alcuni presuli scrissero che questi<br />

agirono «circonvenendo i semplici con<br />

inganni e stultiloqui con la speranza che<br />

predicano il futuro».<br />

La tentazione di «esaltare» gli «errori»<br />

dei cristiani è per così dire allettante,<br />

così come quella protesa ad evidenziare<br />

aspetti e momenti in antitesi con l'insegnamento<br />

evangelico e la dottrina sociale<br />

della Chiesa; lo scandalismo attira<br />

l'attenzione ed il compiacimento, prevalentemente<br />

dei non addetti ai lavori,<br />

ma, nello stesso tempo induce alla rassegnazione<br />

ed al qualunquismo con gravi<br />

danni per la società. Bloch ci ha insegnato<br />

che occorre essere sereni, non di<br />

parte e soprattutto non strumentalizzare<br />

le scienze storiche, per non ottenere effetti<br />

negativi.<br />

Gli studiosi, comunque, non possono<br />

evocare il passato prossimo senza essere<br />

«condizionati» dal presente evitando che<br />

questa scienza, non venga adattata alle<br />

«esigenze» dei potenti della terra o delle<br />

«logiche» clientelari. Occorre essere consapevoli<br />

delle necessità dell'intera comunità<br />

di oggi che tende, realmente, all'impegno<br />

per una vera evoluzione della società<br />

e salvaguardare l'uomo e la sua dignità.<br />

Si dovrà, quindi, aver presente ad<br />

esempio ciò che disse Paolo VI, in occasione<br />

del pellegrinaggio internazionale<br />

degli zingari nel 1965: «Voi siete nel<br />

cuore della Chiesa» ed alcuni anni dopo<br />

Giovanni Paolo II, che riferendosi al giubileo<br />

degli zingari, ha affermato: «auspico<br />

che la Giornata valga a promuovere<br />

il pieno rispetto della dignità umana di<br />

questi nostri fratelli favorendone l'adeguato<br />

inserimento nella società». E a<br />

questo punto come non ricordare che<br />

uno zingaro, Ceferino Gimenez, è salito<br />

in questo fecondo pontificato agli onori<br />

degli altari?<br />

Siamo all'inizio del discorso ed è doveroso<br />

che gli storici diano atto ai promotori<br />

di questa iniziativa editoriale, e<br />

particolarmente al dinamico don Bruno<br />

Nicolini, agli Autori dei saggi, che il loro<br />

progetto ed i loro studi, sono fin troppo<br />

importanti in questo nostro tempo per i<br />

nobili tentativi volti alla reale reinterpretazione<br />

del passato.<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Domenica 14 Gennaio 2001<br />

Difficoltà della divulgazione scientifica attraverso i mass media<br />

Davvero l'indice di ascolto è alternativo al serio approfondimento?<br />

GIANNI FOCHI<br />

Belli e utili i documentari naturalistici che ci vengono<br />

presentati da Piero Angela, Alessandro Cecchi Paone,<br />

Giorgio Celli, Licia Colò, Sveva Sagramola e altri<br />

personaggi del piccolo schermo. Fa piacere immergersi<br />

in scene girate nelle Galapagos, sulle spiagge dove le<br />

grandi tartarughe marine depongono le uova, oppure<br />

osservare da vicino un branco di balene, o godersi un<br />

tramonto infuocato sulla savana. Possiamo così appassionarci<br />

alla lotta per la sopravvivenza, o ammirare fiori<br />

bellissimi, cuccioli, bestie feroci, paesaggi mozzafiato,<br />

ambienti non contaminati dalla civiltà.<br />

Non è accettabile il disprezzo che nei confronti di<br />

queste trasmissioni e dei loro conduttori rivelano illustri<br />

scienziati, di solito in colloqui riservati fra colleghi.<br />

Per un larghissimo strato del pubblico quella via è l'unica<br />

aperta allo sviluppo di una curiosità naturalistica.<br />

A giustificare però, se non il disprezzo, almeno la<br />

critica, è il fatto che il più delle volte il documentario<br />

si ferma alla superficie. Certo: avvicinare il pubblico ai<br />

meccanismi intimi delle cellule di cui piante e animali,<br />

protagonisti di quei filmati, sono composti, sarebbe<br />

un'impresa ardua, una sfida continua per fermare il dito<br />

pronto, sul telecomando, a cambiare canale.<br />

Celli, che è anche professore universitario, racconta<br />

l'esito non lusinghiero d'un suo blando esperimento<br />

verso l'approfondimento scientifico. In una trasmissione<br />

aveva deciso d'inquadrare alcuni animali all'interno<br />

della classificazione, aiutando lo spettatore, con termini<br />

chiari e semplici, a capire quali relazioni di parentela<br />

ci fossero fra specie diverse (per esempio un gatto e<br />

un coniglio), che altrimenti al profano sembrerebbero<br />

del tutto estranee l'una all'altra. Il commento del suo<br />

barbiere bolognese fu che il suo programma era diventato<br />

«trop diffìzil».<br />

La copertina<br />

del catalogo<br />

della mostra<br />

«Riconquistare<br />

lo spazio sacro 2000»<br />

Anche sulla stampa, con la felice eccezione di qualche<br />

testata, la scienza in quanto tale vede riconosciuto<br />

il suo valore abbastanza di rado. I fatti con essa collegati<br />

trovano risalto, in genere, quando fanno sensazione:<br />

esplosioni, incidenti nelle fabbriche, nubi tossiche<br />

varie, episodi gravi d'inquinamento, minacce vere o<br />

presunte per la nostra salute.<br />

Certo, si vive vendendo il proprio prodotto, e del resto<br />

un documentario che quasi nessuno vede, o un articolo<br />

che quasi nessuno legge, sono come un buco nero<br />

nei programmi o nella pagina e fanno scappare il<br />

pubblico.<br />

I direttori dovrebbero sfruttare persone che conoscono<br />

la scienza (altrimenti, senza capirla loro stesse, come<br />

potrebbero spiegarla agli altri?) e sanno trattarla<br />

nel modo giusto, cioè a un livello «digeribile» pur senza<br />

togliere nulla alla correttezza. Il fatto sensazionale o<br />

curioso deve essere il punto di partenza: senza un quid<br />

iniziale che convinca il lettore a leggere l'articolo o lo<br />

spettatore a non premere il pulsante e fuggire, non ci<br />

sono speranze. Ma un autore non deve contentarsi: ha<br />

l'occasione d'inculcare un'idea scientifica nelle teste<br />

per cui lavora, e non deve sprecarla.<br />

Chi ha in mano la divulgazione scientifica in televisione<br />

ha spesso una chiusura mentale nei confronti<br />

d'alcune discipline: la matematica o la chimica, per<br />

esempio, non fanno per loro, non hanno immagini belle<br />

e vivaci da mostrare.<br />

A smentire questa convinzione, forse frutto di pigrizia,<br />

possono bastare i film di Michele Emmer, matematico<br />

della Sapienza di Roma, e la mostra «Oltre il<br />

compasso — la geometria delle curve» che Franco<br />

Conti, matematico della Scuola Normale, da anni sta<br />

facendo girare sotto gli occhi perfino dei ragazzini,<br />

qua e là per l'Italia e, nel 2000, anche al Palais de la<br />

découverte di Parigi.<br />

La «riconquista dello spazio sacro» tema della mostra internazionale di architettura liturgica contemporanea<br />

Una vitale esigenza di civiltà<br />

che richiede risposte degne ed aggiornate<br />

MARIO D'ERME<br />

Chiesa<br />

di s. Grigor<br />

ad Alayaz<br />

(Armenia)<br />

«Se avete visitato Roma ma non la<br />

Basilica di San Pietro, viaggiato a Londra<br />

ma non vista la Cattedrale di St.<br />

Paul, se siete stati nella città santa di<br />

Gerusalemme ma non nella chiesa del<br />

Santo Sepolcro, si potrebbe dire che in<br />

realtà in quei posti non ci siete mai<br />

stati. Persino in un'epoca secolarizzata<br />

siamo consapevoli che visitare una<br />

grande città vuol dire visitare in che<br />

modo arte, storia e fede s'incarnano nei<br />

luoghi di preghiera».<br />

È questa la espressiva considerazione<br />

che l'architetto americano Duncan G.<br />

Stroik ha collocato all'inizio della sua<br />

relazione dal titolo «Possiamo permetterci<br />

di non costruire belle chiese?» dedicata<br />

ad una ampia illustrazione, nell'apposito<br />

Convegno tenutosi all'Angelicum,<br />

dei motivi animatori della seconda<br />

Mostra internazionale di architettura<br />

liturgica contemporanea, da poco<br />

conclusa a Roma, all'insegna del titolo<br />

generale «Riconquistare lo spazio sacro<br />

2000 — La chiesa nella città del terzo<br />

millennio».<br />

A promuovere l'iniziativa sono state,<br />

anche quest'anno, alcune Associazioni<br />

collegatesi in campo internazionale<br />

(Agenzia per la Città, Roma; Institute of<br />

Sacred Architecture, South Bend; Centro<br />

Studi Il Bosco e la Nave, Roma:<br />

University of Notre Dame, South Bend;<br />

UCITecnici-Unione Cattolica Italiana<br />

Tecnici; Homeland Foundation, New<br />

York).<br />

Innanzitutto, per riferirne, i contenuti<br />

della Mostra.<br />

L'esposizione è stata allestita nei locali<br />

delle «Piccole Terme Traianee», a<br />

Palazzo Valentini, sede della Provincia<br />

di Roma, a cura di Annalisa Ciarcelluti,<br />

Cristiano Rosponi, Giampaolo Rossi,<br />

Duncan C. Stroik, che l'hanno articolata<br />

in sette sezioni, dedicate: la prima al<br />

tema generale e le altre a «Progetti per<br />

le Chiese del Terzo Millennio», «Il Restauro<br />

della Memoria», «Chiese nel Novecento<br />

a Roma», «Saverio Muratori e<br />

la sua Scuola»; «Le Chiese delle Città di<br />

Fondazione», «Armenia: il Popolo della<br />

Croce» (sezione, quest'ultima, per la<br />

quale ci si è avvalsi della particolare<br />

collaborazione di Gainé Casnati e di<br />

M.A. Lala Comneno). Tra le opere presentate,<br />

di ben 56 autori, figurano, per<br />

citarne almeno qualcuna delle varie sezioni:<br />

la ricostruzione del percorso processionale<br />

del «Possesso» papale, da<br />

San Pietro a san Giovanni, di David<br />

Mayernik; la chiesa nel villaggio di Manolache<br />

(Romania) di Florin Biciusca,<br />

il Tempio del Santissimo Sacramento e<br />

monastero di Santa Maria degli Angeli<br />

ad Anceville (Alabama, USA) di Walter<br />

Anderton e altri, la recente nuova basilica<br />

del Santuario di san Francesco di<br />

Paola, di Sandro Benedetti; lo studio<br />

sulle variazioni del raggio di influenza<br />

delle parrocchie nel centro di Roma, di<br />

Gian Luigi Maffei, e la chiesa di san<br />

Giovanni Bosco a Roma, di Gaetano<br />

Rapisardi; la chiesa di San Giovanni al<br />

Gatano, Pisa, di Saverio Muratori; la<br />

chiesa dell'Annunziata e battistero di<br />

Sabaudia, di G. Cancellotti, E. Montuori,<br />

L. Piccinato, A. Scalpelli; la nuova<br />

chiesa dedicata a san Gregorio l'Illuminatore<br />

a Erevan (Armenia), di Stepan<br />

H. Kiurkchian.<br />

Il catalogo, dell'Editrice «Il Bosco e<br />

la Nave», riporta in premessa i messaggi<br />

del Card. Francis George O.M.I, Arcivescovo<br />

di Chicago (città dove sarà allestita<br />

la terza edizione della Mostra, nel<br />

2001), e di Mons. Elia Yeghiaian, Rettore<br />

del Pontificio Collegio Armeno, nonché<br />

la prefazione di Cristiano Rosponi.,<br />

ed i testi (in italiano ed in inglese) delle<br />

relazioni illustrate nel Convegno.<br />

Quanto, ora, a questo, si è caratterizzato<br />

in un duplice senso, nel parlare di<br />

«chiesa» e di «città». Ha inteso in primo<br />

luogo ribadire i valori funzionali e formali,<br />

di «segno» cristiano nella città, e<br />

di «spazio interno liturgico», che dovrebbero<br />

essere assunti a base della<br />

realizzazione delle nuove chiese, e di<br />

quelle cattoliche in particolare.<br />

Ma tale riaffermazione, nell'attuale<br />

Convegno, è stata ulteriormente motivata,<br />

specie con gli interventi di Sandro<br />

Benedetti e di Andrea Baciarlini svolti<br />

nel corso della tavola rotonda cui hanno<br />

partecipato anche Fabio Rampelli,<br />

Oppure non hanno mai visto, quei signori, i palloni<br />

da laboratorio pieni di liquidi colorati e in ebollizione,<br />

o, sullo schermo d'un computer, i modelli molecolari<br />

delle sostanze di cui il nostro corpo è fatto? L'attenzione<br />

può essere richiamata anche dai cristalli dei minerali,<br />

dagl'impianti che sfornano le fibre tessili sintetiche<br />

di cui siamo vestiti, dalla colata incandescente d'un altoforno,<br />

da qualche esperimento semplice e spettacolare...<br />

A chi conosce la chimica diano la possibilità di lavorare<br />

con una buona troupe televisiva o documentaristica,<br />

e lo spettatore non cercherà un altro canale;<br />

nel frattempo il buon divulgatore riuscirà a<br />

trovare le parole adatte a rendere accessibili le idee<br />

scientifiche.<br />

Un altro preconcetto, frequente anche nei quotidiani<br />

e nei settimanali, è che poche idee della scienza siano<br />

presentabili al pubblico. È vero che solo poche sono<br />

facili da capire, ma di molte si può dare almeno un assaggio.<br />

L'americano Irving Langmuir, premio Nobel<br />

per la chimica nel 1932, diceva: «Chi non riesce a spiegare<br />

il proprio lavoro a un quattordicenne è un ciarlatano».<br />

Se questo vale per gli scienziati, perché mai il<br />

divulgatore dovrebbe porsi limiti stretti?<br />

Un giornalista preparato ha il dovere di non presentare<br />

solo notizie, che spesso, senza un pochino d'approfondimento<br />

scientifico, dicono poco o nulla. L'informazione<br />

ambientale è un settore a cui ciò s'applica<br />

in modo particolare.<br />

Se si parla d'inquinamento dell'aria da parte degli<br />

ossidi d'azoto, e neppure si prova a spiegare che si formano<br />

perché l'azoto e l'ossigeno, sempre presenti nell'aria<br />

stessa, a caldo reagiscono fra loro, si perde l'occasione<br />

di far capire che essi si trovano perfino intorno<br />

alle fiamme delle cucine, cioè d'aprire con poco la porta<br />

su un campo ben più vasto.<br />

Sandro Benedetti:<br />

nuova basilica<br />

del santuario<br />

di s. Francesco<br />

di Paola<br />

(1995-'99)<br />

Walter Anderton: tempio del Santissimo Sacramento<br />

e Monastero di Nostra Signora degli Angeli (Alabama, 1999)<br />

Duncan G. Stroik., e i pittori Camilian<br />

Demetrescu e Vasile Mutu.<br />

Innanzitutto richiamando, sul piano<br />

teologico, l'ortodossia della liturgia cattolica:<br />

che non si riduce alla «dimensione<br />

colloquiale», assunta come unico<br />

elemento ispiratore da molti committenti<br />

e progettisti di chiese negli anni<br />

'70-'80 sotto l'influenza del marxismo;<br />

ma che comporta anche e soprattutto<br />

di esprimere la tensione verso la trascendenza,<br />

non di tipo gnostico e genericamente<br />

deista, ma qualificata dal riferimento<br />

alla mediazione di Cristo Redentore,<br />

ricordandosi della Sua promessa<br />

che «dove sono due o tre riuniti<br />

nelmionomeIo sono in mezzo a loro».<br />

In secondo luogo chiarendo cultural-<br />

mente, per la specifica architettura<br />

delle chiese, i<br />

modi per dare valore alla<br />

Tradizione: da intendere,<br />

soprattutto dopo la caduta<br />

delle ingiunzioni puramente<br />

nuoviste del modernismo,<br />

come stimolo ad immergere<br />

nella «contemporaneità»<br />

i valori di cui è<br />

espressione permanente,<br />

specie quelli di «segno» e di<br />

«simbolo», per una ricorrente<br />

integrazione di «nova<br />

et vetera».<br />

Ha inteso inoltre, il Convegno<br />

di quest'anno, prospettare<br />

l'attenzione strategica,<br />

in campo civico e sociale<br />

e quindi anche pubblico,<br />

che i cristiani debbono<br />

avere nei confronti della<br />

città, — sia di quella stori-<br />

ca ed in evoluzione, sia di<br />

quella di nuova fondazione —, per riconquistarvi<br />

culturalmente la presenza<br />

dello «spazio sacro» come fatto di comune<br />

civiltà umanizzante.<br />

La riconquista, precisamente, deve<br />

riguardare uno spazio che negli ultimi<br />

due secoli si è invece voluto sempre più<br />

cancellare da parte della cultura deista<br />

e/o miscredente, all'insegna di una crescente<br />

desacralizzazione e secolarizzazione<br />

della vita pubblica. L'inizio operativo<br />

di tale intento, Stroik lo ha riferito,<br />

architettonicamente ed urbanisticamente,<br />

al momento della fondazione,<br />

dopo la rivoluzione americana, della<br />

capitale Washington: per la quale alla<br />

fine del 1700 i padri fondatori, di prevalente<br />

cultura deista e massonica, previdero<br />

una nuova centralità, non più religiosamente<br />

«sacrale», ma solo di tipo<br />

«civile». In effetti Washington D.C. può<br />

considerarsi la prima città al mondo a<br />

non avere una casa di preghiera nel<br />

suo centro. Al contrario, l'edificio legislativo<br />

sfoggia gli ornamenti di una<br />

Cattedrale con una cupola che può essere<br />

vista per miglia.<br />

Sulle implicazioni della parabola della<br />

secolarizzazione della città, proseguita<br />

nell'800 e nel '900, e sulle strategie<br />

per una riconquista in essa dello spazio<br />

sacro segnato dalla presenza della chiesa,<br />

si è particolarmente soffermato un<br />

altro dei relatori, Giampaolo Rossi.<br />

Appoggiandosi a precise dichiarazioni<br />

testuali di Garnier (prefiguratore della<br />

«città industriale»), dei futuristi (militanti<br />

del nuovismo delle macchine), e<br />

di Le Corbusier (propugnatore del razionalismo<br />

esasperato), e così via, Rossi<br />

ha fatto notare come dopo la «città<br />

senza Dio» si sia arrivati alla «città senza<br />

gli uomini». In effetti, ha ricordato,<br />

«in una prospettiva della sua “Ville”, Le<br />

Corbusier immagina la vista dei suoi<br />

grattacieli da una terrazza. Si vedono<br />

giardini, persino tavolini apparecchiati<br />

con sedie vuote: nessun uomo! Sullo<br />

sfondo un aeroplano in fase di atterraggio<br />

sembra essere l'unico segno di vita».<br />

Ha poi segnalato come culmine<br />

della dissoluzione della immagine di<br />

città — da sempre finora intesa come<br />

luogo di valori umani ed umanizzanti<br />

— la prefigurazione (fatta nel 1964 dal<br />

gruppo inglese degli Archigram) di una<br />

città indifferenziata, semplice luogo di<br />

integrazione di funzioni diverse: un<br />

luogo quindi qualificato non solo, ormai,<br />

«dall'assenza dell'uomo», ma anche<br />

«dall'assenza della Città».<br />

La riconquista dello spazio sacro nella<br />

città appare quindi oggi una esigenza<br />

vitale, generale, di civiltà, cui soprattutto<br />

i cristiani debbono dare rispo-<br />

Commemorazione di Nello Vian<br />

Florin Biciusca:<br />

chiesa<br />

del villaggio<br />

di Manolache<br />

(Romania, 1996)<br />

Saverio Muratori: chiesa di s. Giovanni al Gatano<br />

(Pisa, 1947)<br />

ste aggiornate per realizzare modi e forme<br />

di vita urbana degni dell'uomo e<br />

della sua vocazione alla trascendenza,<br />

in una riscoperta degli insegnamenti di<br />

sant'Agostino per la «Città di Dio», operante<br />

nella città comune.<br />

In questo senso sono state date indicazioni<br />

di concretezza operativa nelle<br />

molteplici relazioni presentate al Convegno,<br />

con la particolare sottolineatura<br />

del ruolo di integrazione umana e di<br />

animazione religiosa da riconoscere alla<br />

presenza della chiesa quale «cuore»<br />

dei «quartieri-città» del nostro tempo:<br />

luogo, come è stato detto, ove i cristiani<br />

«possano riunirsi per vivervi e testimoniarvi<br />

il loro reale essere il popolo<br />

da Dio radunato, testimone per tutta<br />

l'umanità della fede nella Storia della<br />

Salvezza».<br />

Il 19 gennaio alle ore 16.30, nell'Aula Vecchia del Sinodo nella Città<br />

del Vaticano, si terrà, nel primo anniversario della morte, una Commemorazione<br />

di Nello Vian, Segretario della Biblioteca Apostolica Vaticana<br />

dal 1949 al 1977, Segretario dell'Istituto Paolo VI di Brescia dal 1972 al<br />

1992, studioso insigne e nostro apprezzato collaboratore.<br />

L'incontro è stato organizzato dalla Biblioteca Apostolica Vaticana e<br />

dall'Istituto Paolo VI di Brescia in collaborazione con l'Istituto dell'Enciclopedia<br />

Italiana e sarà presieduto dal Card. Paul Poupard.<br />

Dopo i saluti introduttivi dell'Arcivescovo Jorge María Mejía, di Francesco<br />

Paolo Casavola e di Giuseppe Camadini, Massimo Marcocchi terrà<br />

una relazione sul tema: «Nello Vian amico e studioso di Paolo VI». Seguiranno<br />

le testimonianze di Vittore Branca («Un comune incontro ideale<br />

con Giulio Salvadori»), dell'Arcivescovo Pasquale Macchi («Nello Vian e i<br />

suoi rapporti con Paolo VI») e di Vincenzo Cappelletti («Nello Vian e l'Istituto<br />

della Enciclopedia Italiana: la pubblicazione di Anni e Opere di<br />

Paolo VI»).<br />

Il Card. Paul Poupard terrà una testimonianza conclusiva.


.<br />

PAGINA<br />

4 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Domenica 14 Gennaio 2001<br />

Un maestro generoso e incisivo:<br />

Mons. Luigi M. Pignatiello a tre anni dalla morte<br />

Sacerdote innamorato di Cristo e della Chiesa<br />

ALFONSO D'ERRICO<br />

L'11 gennaio 1998 moriva in un incidente<br />

stradale Monsignor Luigi Maria<br />

Pignatiello, professore di teologia pastorale<br />

nella Sezione san Tommaso della<br />

Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale.<br />

È stato un maestro generoso e incisivo,<br />

un pensatore e pastore grandemente<br />

amato e seguito, un interlocutore finissimo<br />

di credenti e non credenti, riferimento<br />

apprezzato di intellettuali, politici,<br />

rappresentanti delle istituzioni e di<br />

tanta, tantissima gente semplice, che<br />

raggiungeva col tratto diretto e sempre<br />

chiaro della sua straordinaria capacità<br />

comunicativa. Soprattutto è stato un sacerdote<br />

innamorato di Cristo e della<br />

Chiesa. Egli è morto della morte che più<br />

gli corrispondeva, sulla strada, proiettato<br />

verso il servizio della Parola di Dio,<br />

vivo e giovane nella sua appassionata<br />

dedizione al Signore e ai fratelli.<br />

Ricordarlo è un omaggio, a conferma<br />

e memoria del bene che ha fatto.<br />

«Cane da pastore»<br />

Luigi Maria Pignatiello nasce il 16 febbraio<br />

1925 in uno dei quartieri più poveri<br />

e caratteristici di Napoli, in via Santa<br />

Maria di Costantinopoli. Terzo di sei figli,<br />

cresce fra le vie di Napoli come un<br />

qualsiasi scugnizzo, trascorre la sua infanzia<br />

giocando fra le vie di quella Napoli<br />

da lui tanto amata, fra quelle strade<br />

da lui infaticabilmente percorse per annunciare<br />

l'amore del Padre, la fraternità<br />

del Figlio, la speranza dello Spirito.<br />

Mons. Pignatiello, come gli scugnizzi<br />

napoletani, era irruento nel suo pensare,<br />

ma non nel suo agire. Un'irruenza che<br />

aveva radici nella consapevolezza del<br />

suo essere sacerdote di Cristo Signore,<br />

fino in fondo, totalmente: una saggezza<br />

esplosiva che si manifestava nel caloroso<br />

annuncio del Vangelo e nell'appassionato<br />

esercizio del suo ministero pastorale.<br />

Irruenza che si innervava nella sua onestà<br />

intellettuale, che gli ha permesso di<br />

costruire lentamente, nella fatica di<br />

un'infanzia difficile, un bagaglio culturale<br />

ampio, del tutto aperto sulle realtà<br />

del mondo e capace di formulare giudizi<br />

critici additando piste di rinnovamento<br />

socio-ecclesiale. L'irruenza intellettuale<br />

lo ha fatto anche essere segno di contraddizione,<br />

spingendolo ad imboccare<br />

sempre strade controcorrente.<br />

Amava osservare la realtà e analizzarla<br />

per organizzare la speranza e per costruire<br />

il regno di Dio. È «stato» verità<br />

anche quando questa gli è costata la sofferenza<br />

dell'incomprensione. Mons. Pignatiello<br />

si è sempre distinto per il suo<br />

impegno a non incrinare mai la comunione<br />

ecclesiale e l'intesa pastorale con<br />

il magistero: è sempre andato oltre le<br />

sue stesse idee, al di là delle apparenze<br />

per riconoscere in ogni situazione, anche<br />

dolorosa, e in ogni evento, anche<br />

contraddittorio, l'azione dello Spirito<br />

Santo.<br />

A nove anni il piccolo Luigi, dopo la<br />

morte del padre, entra in collegio per<br />

studiare, sostenuto economicamente prima<br />

dalla sua maestra e poi dalle suore<br />

Oblate del Sacro Cuore. A dodici anni,<br />

prima della solenne vestizione da seminarista,<br />

è colpito dal dolore della perdita<br />

della madre e così, maturato dalla sofferenza,<br />

si incammina sulla strada del sacerdozio.<br />

Nel 1947, ha solo ventidue anni,<br />

è ordinato presbitero della Chiesa di<br />

Napoli, due anni prima dell'età stabilita<br />

dalla legge canonica. Fino al 1950 rimane<br />

nel Seminario arcivescovile della<br />

Chiesa di Napoli dove svolge la funzione<br />

di prefetto d'Ordine e di insegnante di<br />

filosofia. Dal 1950 al 1953 insegna filosofia<br />

agli studenti dei padri Rogazionisti di<br />

Napoli.<br />

Nel 1950 giunge la nomina a parroco<br />

della parrocchia san Rocco a Capodimonte.<br />

Esercita il ministero di parroco<br />

fino al 1957. Gran parte delle sue intuizioni<br />

pastorali e delle sue ricerche sui<br />

linguaggi della comunicazione socio-ecclesiale<br />

sono radicate in questa esperienza<br />

di parroco di periferia.<br />

Nel 1952 è chiamato a riorganizzare e<br />

dirigere l'Ufficio catechistico diocesano.<br />

Dal 1953 ha insegnato, fino all'ultimo<br />

momento della sua vita, teologia pastorale<br />

presso la Pontificia Facoltà Teologica<br />

napoletana, poi divenuta Pontificia<br />

Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale,<br />

sezione s. Tommaso. Professore amato e<br />

ricercato dagli studenti. Collega stimato<br />

e benvoluto. Nella sua carriera di professore<br />

è stato decano della Facoltà nel<br />

triennio successivo alla riforma. Il suo<br />

pensiero è sempre stato finalizzato all'annuncio<br />

incarnato del Vangelo attraverso<br />

la ricerca di nuove forme della pastorale,<br />

allo sviluppo della mentalità ministeriale<br />

attraverso la valorizzazione dei<br />

ministeri laicali, al sostegno della comunione<br />

ecclesiale attraverso l'incentivazione<br />

costante della comunicazione.<br />

Egli ha trasmesso in maniera singolare<br />

la passione sempre viva ed entusiasta<br />

per la causa del Regno.<br />

Mons. Pignatiello non si è mai tirato<br />

indietro dinanzi ad ogni urgenza umana<br />

e di fronte al bisogno pastorale: chiunque<br />

si rivolgesse a lui per consiglio o<br />

aiuto trovava una risposta eccedente<br />

ogni possibile aspettativa.<br />

Questa generosità era espressa anche<br />

nel tratto umano del tutto peculiare di<br />

Mons. Pignatiello, un tratto sempre<br />

orientato a comunicare con franchezza,<br />

spingendo al risveglio delle coscienze addormentate.<br />

Rigore e mitezza si sono<br />

così frammiste nella sua persona da renderla<br />

al tempo stesso segno di contraddizione,<br />

ma anche oggetto di stima, che<br />

chiunque lo abbia conosciuto in profondo<br />

non riuscirà più a non tributargli.<br />

Generoso, ma anche dotato di una intelligenza<br />

non comune che ha reso<br />

Mons. Pignatiello osservatore acuto dei<br />

fatti della fede e della realtà sociale. La<br />

sua ampia cultura si è sempre caratterizzata<br />

per la chiarezza delle sue impostazioni;<br />

la sua capacità di giudicare il<br />

presente non gli ha impedito di prestare<br />

attenzione alle linee di tendenza del<br />

cambiamento storico. Egli sapeva bene<br />

che la pastorale non si confrontava più<br />

con una cultura radicale e omogenea,<br />

bensì con un pluralismo in continua<br />

evoluzione. Questa intuizione, ispirata<br />

alla legge del progresso, gli ha consentito<br />

di inquadrare anche gli avvenimenti<br />

socio-economici in un sistema di valori<br />

stabili che sono garantiti solo quando la<br />

cultura si unisce alla fede. In questo<br />

senso Mons. Pignatiello ha svolto anch'egli<br />

un ruolo «politico». Non ha solo<br />

rappresentato situazioni e problemi, ma<br />

ha anche saputo indicare vie d'uscita secondo<br />

una visione programmatica mai<br />

chiusa in sé, ma pronta a misurarsi dialetticamente<br />

con ogni interlocutore possibile.<br />

Generosità e intelligenza hanno<br />

permesso a Mons. Pignatiello di vivere<br />

la sua avventura umana davvero irripetibile.<br />

Ma l'unicità della sua vicenda umana<br />

si è coniugata esemplarmente con<br />

l'originalità del suo ministero.<br />

Egli, teologo-catecheta, ha accolto<br />

con grande disponibilità le intuizioni<br />

conciliari, sviluppandole in modo completo<br />

e organico nell'ottica di una Chiesa<br />

che si fa comunione nella comunicazione.<br />

Aveva, infatti, il coraggio del pensiero.<br />

Per lui pensare era come «trasgredire»,<br />

andare continuamente oltre le posizioni<br />

acquisite e i traguardi già raggiunti.<br />

Non era tuttavia la novità ad<br />

ogni costo che egli ricercava. Infatti ha<br />

sempre vissuto l'amore alla Chiesa con<br />

ammirevole spirito di sottomissione personale<br />

e di piena obbedienza al Vescovo<br />

e agli insegnamenti del magistero.<br />

Il coraggio del pensiero libero e il coraggio<br />

della fedeltà obbediente: è la lezione<br />

che egli ha scritto nella mente e<br />

nel cuore di generazioni di studenti.<br />

Proprio come teologo Mons. Pignatiello<br />

si è messo a riflettere sulla catechesi, riscattandola<br />

dalla sua riduzione a mera<br />

pratica o a «dottrina» da imparare. Di<br />

qui lo sforzo costante nel pensare alla<br />

pastorale come teologia, individuandone<br />

come specifica finalità l'impegno di «imparare<br />

a vivere in Cristo».<br />

Mons. Pignatiello ha perciò espresso<br />

questo suo anelito di camminare in accordo<br />

con il pensiero di Dio che è Gesù<br />

Cristo, in una categoria tutta sua, l'utopia<br />

pastorale. Utopia non significa<br />

astrattezza o teoria o, meglio, è teoria<br />

nel suo significato etimologico di contemplazione.<br />

Così, utopia pastorale indica<br />

un modello ideale che costituisce il<br />

paradigma per la verifica dell'esistente.<br />

E Mons. Pignatiello ha sempre sottolineato<br />

che l'utopia è stata formulata da<br />

Gesù Cristo quando ha detto: «Siate voi<br />

dunque perfetti come è perfetto il Padre<br />

vostro celeste» (Mt 5,48).<br />

Lasciamo ora che sia lo stesso Mons.<br />

Pignatiello a parlare di sé. Ecco uno<br />

stralcio dell'omelia tenuta il 27 settembre<br />

1997 nella chiesa di santa Caterina a<br />

Formiello a Porta Capuana in occasione<br />

del suo cinquantesimo anniversario di<br />

sacerdozio. «Ho avuto tanti doni in questi<br />

cinquant'anni e ho imparato tante<br />

cose. Sono davvero tanti i doni che ho<br />

ricevuto e che potrei raccontare. Ma<br />

non è possibile. Allora ve ne racconto<br />

solo due. Il primo si accorda con l'orazione<br />

della colletta di questa ventisettesima<br />

domenica del tempo ordinario. Nell'orazione<br />

della colletta abbiamo lodato<br />

Dio perché egli manifesta la sua onnipotenza<br />

soprattutto con la “misericordia e<br />

il perdono”. Ringraziare il Signore per i<br />

doni che egli ha fatto vivamente a questa<br />

bellissima comunità rientra nelle esigenze<br />

stesse di questo vostro territorio,<br />

di questa vostra parrocchia, di questa<br />

vostra comunità. Ovunque il Signore<br />

manifesta la sua onnipotenza con la misericordia<br />

e il perdono, anche laddove i<br />

peccati sono nascosti. Ancor di più e<br />

maggiormente la manifesta laddove i<br />

peccati sono pubblici, laddove la visione<br />

del peccato è una visione costante e rischia<br />

di deformare le persone fin dai<br />

primi anni della loro esistenza. Siamo<br />

portati, soprattutto noi che viviamo in<br />

“alti” quartieri, a considerare con distacco<br />

queste zone della città di Napoli (la<br />

parrocchia di santa Caterina a Formiello<br />

è una parrocchia di frontiera, ubicata<br />

nel quartiere Forcella-Porta Capuana.<br />

Zona difficile per la particolare influenza<br />

camorristica, continuamente alla ribalta<br />

nazionale per episodi criminali, ma dove<br />

l'opera evangelizzatrice del parroco don<br />

Franco Rapullino dà segni di speranza e<br />

frutti, n.d.r.).<br />

«Ringrazio il Signore costantemente<br />

perché mi ha fatto un grande dono: mi<br />

ha aiutato sempre a saper considerare<br />

tutti e tutto nel segno della misericordia<br />

e del perdono. Se vogliamo riscattare la<br />

città, se vogliamo migliorare alcuni<br />

quartieri della nostra città, non dobbia-<br />

mo partire dal giudizio, ma dalla misericordia<br />

e dal perdono. Ecco la prima<br />

considerazione che desideravo farvi. La<br />

confidenza di uno dei doni, e considero<br />

siano tanti, che il Signore mi ha fatto<br />

nel corso di questa lunga vita sacerdotale.<br />

Il secondo dono, collegato al primo,<br />

riecheggia la pagina del Vangelo che abbiamo<br />

ascoltato. Ringrazio il Signore<br />

perché mi ha fatto capire che l'amore di<br />

Dio, la grazia di Dio, la parola di Dio<br />

non passano soltanto attraverso le vie<br />

canoniche, attraverso le vie ordinarie,<br />

attraverso le vie istituzionali della pastorale».<br />

Il pastoralista<br />

Il pensiero pastorale di Mons. Pignatiello<br />

si è formato negli anni precedenti<br />

il Concilio Vaticano II, ma il suo desiderio<br />

di nuovo gli ha permesso non solo di<br />

accogliere con grande disponibilità le intuizioni<br />

conciliari, ma anche di anticipare<br />

alcune acquisizioni e svilupparne altre<br />

in modo completo e organico. Subito<br />

dopo il Concilio, ma anche prima, la<br />

sua attenzione è stata orientata a sviluppare<br />

il concetto di Chiesa «comunione e<br />

comunicazione» che si fa comunità incarnata<br />

nell'oggi e nel qui.<br />

La teologia pastorale di Mons. Pignatiello,<br />

fortificata dall'ecclesiologia totale<br />

del Concilio Vaticano II e liberata da<br />

ogni teologia del genitivo (teologia del<br />

laicato, teologia del clero), diventa pastorale<br />

globale in cui tutti, laici e clero,<br />

ognuno con la propria ministerialità,<br />

contribuiscono a rendere viva la grande<br />

comunità diocesana nelle comunità parrocchiali<br />

articolate, a loro volta, in tante<br />

piccole comunità ecclesiali di base che,<br />

Paolo, Cinisello Balsamo 1996) Mons. Pignatiello<br />

aveva raccolto alcuni dei numerosi<br />

saggi di teologia pastorale pubblicati<br />

nel corso della sua lunga e feconda<br />

attività di pastoralista. Dal volume<br />

traspare compiutamente il suo disegno<br />

teologico-pastorale. Egli aveva inteso la<br />

pastorale come la mediazione dell'autocomunicazione<br />

di Dio agli uomini, e<br />

dunque come il complesso di quegli<br />

eventi e strumenti linguistici in cui il<br />

Dio che parla raggiunge l'uomo in cerca<br />

in lui. Ciò che Mons. Pignatiello aveva<br />

inteso sottolineare è che nella varietà<br />

delle forme comunicative — orali, grafiche,<br />

pittoriche, gestuali — il divino<br />

«prende corpo» nella condizione umana,<br />

si offre cioè all'interiorità dell'auto-trascendenza<br />

della persona attraverso l'esteriorità<br />

di un insieme di segni, che investono<br />

pienamente la sensibilità, raggiungendola<br />

nelle coordinate spazio-temporali.<br />

A questa concezione dell'azione pastorale<br />

corrispondeva, secondo Mons. Pignatiello,<br />

una precisa idea dello statuto<br />

epistemologico della teologia pastorale,<br />

intesa come la riflessione critica sulla<br />

trasmissione della parola di Dio e in generale<br />

delle parole, dei gesti e degli<br />

eventi dell'auto-comunicazione divina.<br />

Si coglie qui il situarsi specifico della<br />

sua proposta rispetto ad altre presentazioni<br />

della natura e delle finalità della<br />

teologia pastorale: se si avverte l'influenza<br />

della «teologia pratica», volta a studiare<br />

i processi di autorealizzazione della<br />

Chiesa, e quindi la privilegiata attenzione<br />

alla «ecclesiogenesi» intesa come<br />

processo di autoedificazione della comunità<br />

ecclesiale nel tempo, la finalità im-<br />

Mons. Luigi M. Pignatiello con il Cardinale Marcello Mimmi<br />

all'apertura del III Congresso catechistico diocesano (1957)<br />

incarnandosi in uno specifico territorio,<br />

irrorano di Vangelo gli ambiti del vivere<br />

quotidiano.<br />

Mons. Pignatiello ha sostenuto con<br />

forza anche quando era imprudente parlarne,<br />

il cammino dei gruppi e delle piccole<br />

comunità ecclesiali. Convinto sostenitore<br />

del rilancio e della valorizzazione<br />

del laicato e del diaconato permanente,<br />

sviluppa l'idea di una Chiesa in cui il<br />

«ministero ordinato» svolga sempre più<br />

la funzione di formatore del laicato e dispensatore<br />

delle grazie di Dio attraverso<br />

l'eucaristia e il perdono vissuto sempre<br />

più in forma comunitaria e in cui i laici<br />

si impegnino a costruire comunità fondate<br />

sulla comunione, la comunicazione,<br />

il servizio missionario nel territorio.<br />

La Chiesa da lui amata e sognata è una<br />

Chiesa interamente missionaria e ministeriale,<br />

in cui ogni battezzato trova il<br />

suo spazio di annuncio e di servizio: dall'ambito<br />

ecclesiale alla mensa della carità,<br />

all'impegno socio-politico.<br />

L'aspetto pastorale è stato sviluppato<br />

attraverso la ricerca scientifica, l'insegnamento<br />

e le migliaia di relazioni, conferenze,<br />

corsi tenuti in tutto il territorio<br />

nazionale ed europeo a sacerdoti e a<br />

operatori pastorali. Accanto a questo tipo<br />

di attività, che possiamo definire di<br />

pastorale scientifica, affiancava la pastorale<br />

di fatto, cioè quel reticolato di omelie,<br />

di dialoghi, di direzione spirituale<br />

che ha saputo intessere nel suo faticoso<br />

e assiduo impegno pastorale. È stato<br />

punto di riferimento per centinaia di sacerdoti<br />

e laici. L'esperienza pastorale ha<br />

trovato il suo culmine negli anni 1970-<br />

1972 e 1979-1982 in cui è stato vicario<br />

episcopale zonale per le zone dell'Arenella<br />

e del Vomero della città di Napoli.<br />

È stato per due volte convisitatore: prima,<br />

nel 1954, con il Cardinale Mimmi e<br />

poi, nel 1961, con il Cardinale Castaldo,<br />

nella visita pastorale alle parrocchie di<br />

Napoli. È stato membro del Collegio dei<br />

consultori, del Consiglio episcopale, del<br />

Consiglio presbiterale, del Consiglio pastorale<br />

e della Commissione per la formazione<br />

permanente del clero della Diocesi<br />

di Napoli.<br />

Nel suo ultimo libro (Comunicare la<br />

fede. Saggi di teologia pastorale, San<br />

mediatamente pratica di questa attenzione<br />

era in Mons. Pignatiello prioritaria.<br />

Non si tratta in altri termini di contrapporre<br />

un'ipotetica ecclesiologia «dall'alto»,<br />

mistico-teologica, a una non meno<br />

ipotetica ecclesiologia «dal basso», legata<br />

all'agire umano nella storia, ma di<br />

mostrare come il dono di Dio, che è e<br />

che resta sempre «dall'alto», si medi necessariamente<br />

in forme e strutture storiche<br />

concrete, in cui di fatto prende corpo<br />

e volto il progetto divino di riconciliazione<br />

per l'uomo e per il mondo.<br />

Di qui una certa distanza del pastoralista<br />

napoletano dalle proposte più<br />

preoccupate di definire in astratto lo statuto<br />

epistemologico della pastorale, concentrate<br />

sulla priorità delle pur rilevanti<br />

questioni metodologiche, e una sua<br />

maggiore prossimità alle concezioni della<br />

teologia pastorale intesa come mediazione<br />

pratica o come effettiva mediazione<br />

salvifica. Come osserva il teologo<br />

Bruno Forte, la preoccupazione che guidava<br />

Pignatiello era eminentemente pratico-operativa:<br />

compito del teologo pastorale<br />

era per lui riflettere criticamente<br />

sulla prassi ecclesiale alla luce delle condizioni<br />

che la rivelazione umana mostra<br />

come proprie dell'auto-comunicazione<br />

divina, al fine di fornire agli operatori<br />

pastorali indicazioni possibili, provvisorie<br />

ma credibili, circa le mete e gli itinerari<br />

della loro azione.<br />

Non è difficile comprendere come<br />

una simile impostazione teologica privilegiasse<br />

il carattere «profetico» dell'azione<br />

pastorale: la rilevanza della mediazione<br />

linguistica, non si pone solo a livello<br />

strumentale, ma anche sul piano dei valori.<br />

Se, cioè la pastorale è comunicazione<br />

della fede, l'evento della Parola, in<br />

cui questa comunicazione originariamente<br />

si compie e sempre nuovamente<br />

si realizza, risulta necessariamente centrale<br />

e determinante.<br />

Monsignor Pignatiello aveva distinto<br />

sei tappe dell'itinerario di comunicazione<br />

della fede: la prima, la preevangelizzazione,<br />

costituita da quell'insieme di<br />

presenza costante, di testimonianza della<br />

novità evangelica, di dialogo e di servizio<br />

gratuito della carità, che prepara il<br />

terreno all'annuncio, rendendo i cuori li-<br />

beri da pregiudizi e difese improprie e<br />

disponendoli all'accoglienza del messaggio.<br />

La seconda tappa consiste nell'evangelizzazione<br />

vera e propria, dove — con<br />

l'aiuto dello Spirito — la Chiesa si sforza<br />

di far risuonare nelle parole umane la<br />

Parola viva della salvezza.<br />

La terza tappa è costituita dal ritorno<br />

riflessivo sull'annuncio, dalla catechesi:<br />

questa deve avere un carattere di permanenza,<br />

corrispondente alla permanenza<br />

con cui l'annuncio va sempre nuovamente<br />

realizzato, onde evitare di dare<br />

per scontata la fede, che è sempre incontro<br />

della gratuita azione divina di<br />

salvezzaconla libera risposta dell'uomo.<br />

Alla catechesi permanente si congiungono<br />

anche, sia pur in forma diversa, le<br />

successive tre tappe dell'azione profetica<br />

del popolo di Dio: la predicazione liturgica,<br />

che Mons. Pignatiello intendeva<br />

quale punto di incontro fra il dono dall'alto<br />

e l'attenzione alle vicende umane,<br />

a quel movimento dal basso, cioè, che è<br />

chiamato a incontrarsi con l'annuncio<br />

animato dal fervore della carità; il magistero<br />

dottrinale della Chiesa, cui è affidato<br />

il compito di custodire la ricchezza<br />

del deposito della fede, fedelmente testimoniandolo<br />

nella complessità dei mutamenti<br />

storici; e la teologia, il cui specifico<br />

è di porsi come coscienza critica della<br />

prassi cristiana ed ecclesiale alla luce<br />

della parola del Dio vivente.<br />

In particolare la teologia pastorale si<br />

porrà nel processo dell'azione profetica<br />

della comunità come la sentinella vigile<br />

della comunicazione della fede, la coscienza<br />

critica tesa a stimolare magistero<br />

e teologia non sui loro contenuti, ma<br />

sulla recepibilità di essi nei contesti culturali<br />

mutevoli. È però in tutte le tappe<br />

del processo di comunicazione della fede<br />

che la riflessione teologico-pastorale<br />

dovrà vigilare sulla mediazione comunicativa,<br />

in esse attuata, affinché la Parola<br />

annunciata sia effettivamente quel che è<br />

e vuol essere, autodestinazione di Dio<br />

all'uomo concreto, Verbo risuonato dal<br />

Silenzio per noi uomini e per la nostra<br />

salvezza.<br />

Il catecheta<br />

L'aspetto catechetico è stato sviluppato<br />

da Mons. Pignatiello, oltre che attraverso<br />

la ricerca, nei quasi vent'anni (dal<br />

1952 al 1971) in cui ha ricoperto l'incarico<br />

di direttore dell'Ufficio catechistico.<br />

In quegli anni ha condiviso fortemente<br />

la linea pastorale dei vari Arcivescovi di<br />

Napoli, in particolare del Cardinale<br />

Mimmi.<br />

È stato membro del Consiglio dell'Ufficio<br />

catechistico nazionale e ha partecipato<br />

attivamente alla preparazione del<br />

documento di base per il rinnovamento<br />

della catechesi in Italia. Catecheta è chi<br />

riflette sulla catechesi perché questa<br />

funzione ecclesiale risponda sempre meglio<br />

alla sua natura di cammino di fede<br />

e alla finalità che è «educare» o «imparare»<br />

Cristo.<br />

In tal senso Mons. Pignatiello è stato<br />

catecheta: egli, da teologo, ha riflettuto<br />

sulla catechesi, riscattandola dalla sua<br />

riduzione a mera pratica o a «dottrina»<br />

da imparare. Sorgente di tale riflessione<br />

era lo sforzo costante di Mons. Pignatiello<br />

a pensare alla «pastorale come teologia»,<br />

reagendo a quel pragmatismo pastorale<br />

che egli amava chiamare «illuminismo<br />

pastorale». La riflessione di<br />

Mons. Pignatiello sulla catechesi può<br />

sembrare severa, radicale, forse lontana<br />

dalla realtà, al punto da essere ritenuta<br />

«utopistica».<br />

Ma, come già si è detto, egli amava<br />

l'utopia. La riflessione del catecheta deve<br />

orientare l'azione catechistica, e così<br />

Mons. Pignatiello, oltre che inquietare le<br />

coscienze addormentate, ha anticipato<br />

molte acquisizioni nel campo della catechesi.<br />

Come non ricordare, ad esempio,<br />

il superamento della catechesi come<br />

«dottrina», la centralità della catechesi<br />

degli adulti e soprattutto il primato dell'evangelizzazione.<br />

Dopo alcuni decenni<br />

queste intuizioni si sono rivelate veramente<br />

profetiche.<br />

A Napoli Mons. Pignatiello di fatto<br />

creò l'Ufficio catechistico diocesano, e<br />

l'ha guidato nel delicato passaggio postconciliare<br />

che proprio nel rinnovamento<br />

della catechesi ha visto uno dei campi<br />

più vivi. Negli anni precedenti la pubblicazione<br />

dei testi catechistici della Cei,<br />

l'Ufficio catechistico di Napoli elaborò e<br />

sperimentò il pregevole «catechismo dei<br />

segni».<br />

L'attenzione per l'evangelizzazione ha<br />

caratterizzato ogni azione e ogni attimo<br />

della vita di Mons. Pignatiello. La sua<br />

tensione evangelizzatrice ha trovato<br />

sbocco nell'importante esperienza missionaria<br />

vissuta in più riprese fra i poveri<br />

della Bolivia, del Brasile, dell'Argentina,<br />

del Cile e del Perú. La condivisione<br />

dell'entusiasmo delle giovani Chiese latino-americane<br />

gli ha permesso di elaborare<br />

una pastorale all'avanguardia che<br />

sceglie sempre posti di trincea.<br />

Il comunicatore<br />

L'attenzione di Mons. Pignatiello per<br />

la comunicazione sociale lo ha visto impegnato<br />

su vari fronti: come direttore<br />

responsabile del settimanale diocesano<br />

Nuova Stagione dal 1979 al 1987; come<br />

presidente della Commissione diocesana<br />

e regionale delle comunicazioni sociali<br />

dal 1957 al 1972; come delegato diocesa-<br />

no e regionale dell'Acec (Associazione<br />

Cattolica Esercenti Cinema) dal 1957 al<br />

1969, come suo vicepresidente prima<br />

(dal 1960 al 1970) e come presidente poi<br />

(dal 1970 al 1977). Ha rivestito fino all'ultimo<br />

la carica di direttore dell'Ufficio<br />

diocesano per le comunicazioni sociali.<br />

È lo stesso Mons. Pignatiello a dare voce<br />

alla sua «teologia della Comunicazione»<br />

attraverso stralci della lezione tenuta<br />

il 9 gennaio 1998 al primo corso di<br />

comunicazioni sociali organizzato dall'Ufficio<br />

diocesano comunicazioni sociali<br />

e dall'Istituto Superiore Scienze Religiose<br />

Donnaregina di Napoli.<br />

«Tutta la nostra riflessione teologica e<br />

tutta la nostra vita teologale dipendono<br />

dalla rivelazione di Dio. Che cos'è la rivelazione<br />

di Dio se non una straordinaria<br />

iniziativa di comunicazione! Per molto<br />

tempo — cioè per tutto il tempo in<br />

cui c'era un rapporto verticale fra i possessori<br />

delle conoscenze e la massa della<br />

gente, il cui simbolo era il pulpito posto<br />

in alto e la gente posta sotto: sul pulpito<br />

uno che parlava e sotto la gente che<br />

ascoltava, senza poter intervenire — si<br />

pensava che questa locazione del soggetto<br />

e dell'oggetto dell'informazione religiosa<br />

fosse la vera comunicazione religiosa.<br />

Ho usato l'imperfetto, ma potrei<br />

usare anche il tempo presente, perché<br />

non è cambiata molto questa posizione.<br />

Per cui si è arrivati ad argomentare così:<br />

che cos'è la rivelazione di Dio? Dio<br />

da tutta l'eternità era solo e conosceva<br />

sé solo; a un certo momento si è scocciato<br />

e ha pensato bene di fare sapere<br />

agli uomini che c'era: “Io ci sto e sono<br />

fatto così”. È come se Dio avesse detto:<br />

“Ho un velo davanti, adesso lo tolgo così<br />

la gente mi vede! E poi, così, le do<br />

qualche informazione, in modo che non<br />

esca dal seminato e sappia precisamente<br />

come sono”. Questa mentalità non è stata<br />

del tutto superata...».<br />

Un vivo ricordo<br />

Ho conosciuto, negli anni '50, Mons.<br />

Pignatiello alla Mostra d'Oltremare a<br />

Napoli per una rassegna cinematografica<br />

per i giovani e mi affascinò quel giovane<br />

prete che iniziava i liceali napoletani<br />

al «cineforum». Uno dei film era<br />

«Nulla è dovuto al fattorino».<br />

Ammaliò tanti liceali, che alcuni scelsero<br />

di seguirlo nel sacerdozio, guidati<br />

dal can. Raffaele Bini, docente di Scienze.<br />

Sapeva accoglierci nel senso più vero<br />

della parola, sapeva ascoltare realmente,<br />

sapeva dare alle cose il valore<br />

stesso che dava il suo interlocutore.<br />

Niente era insignificante per don Luigi<br />

di quanto appariva importante agli occhi<br />

degli altri.<br />

Chi andava a fargli visita nutriva un<br />

vivo desiderio di parlargli con fiducia.<br />

Ha lasciato un segno nella vita di quanti<br />

l'hanno conosciuto, plasmando il nostro<br />

comportamento in modo corretto e duraturo.<br />

È stato per me un esempio di amore,<br />

di laboriosità, di generosità, una linfa vitale<br />

che giunge ancora nell'animo di<br />

quanti l'hanno avvicinato e apprezzato.<br />

Mons. Pignatiello non è stato soltanto<br />

un insigne studioso e maestro, ma un<br />

vero costruttore di anime, al quale si è<br />

affidato un numero crescente di sacerdoti<br />

e laici. Impressionava la grandezza<br />

della sua statura morale e la sua rettitudine.<br />

Ottimista, sempre fondamentalmente<br />

lucido, sprigionava una fede vissuta<br />

che appariva straordinaria, si dimostrava<br />

sempre giovane, attento ai problemi<br />

del momento, amava intrattenersi<br />

con i giovani e non, mai rimpiangendo<br />

il passato.<br />

Mi ha aiutato giorno per giorno a sentire<br />

e a vivere la grande stagione di rinnovamento<br />

che la Chiesa sta attraversando.<br />

È stato per me stimolo e guida<br />

costante a vivere il mistero della Chiesa<br />

sul piano più vasto, nelle grandi visioni<br />

della teologia, della spiritualità, della<br />

storia, del «senno» della Chiesa. Ha seguito<br />

me ed altri con animo di padre, di<br />

fratello e di amico sicuro per tutta la vita.<br />

In ogni attività, anche spicciola, non<br />

c'è stata mai in don Luigi separazione<br />

tra vita e apostolato; a questa armonia<br />

deve risalire l'influsso che ha esercitato<br />

su tutti. Nessuno di quanti lo hanno conosciuto,<br />

ascoltato, praticato, riesce a<br />

dimenticare il suo fascino spirituale, che<br />

riluceva nella parola, nei contatti e fin<br />

nella sua vena umoristica, tipica della<br />

sua napoletanità.<br />

La sua libertà era grande come la povertà.<br />

E come la povertà così l'obbedienza.<br />

L'opportunismo non guidò mai i<br />

suoi passi. Era un uomo coerente e sincero.<br />

Il suo amore alla Chiesa e alle anime<br />

lo spingeva ad affrontare con ardore<br />

e coraggio i problemi anche più difficili,<br />

senza badare al personale tornaconto,<br />

ma guardando solo a ciò che la coscienza<br />

gli indicava come scelta giusta e doverosa.<br />

La sua volontà tenace non ripiegava<br />

mai davanti agli ostacoli. Era abituato<br />

a parlar chiaro. Ispirò sempre la<br />

sua azione a un criterio lineare e fermo<br />

di rettitudine. Era un uomo guidato da<br />

una passione sincera per la Chiesa e dal<br />

desiderio di servirla. Ha saputo obbedire<br />

pur avendo la prontezza nel decidere, la<br />

sicurezza di guida e il coraggio: personalità<br />

volitiva dal forte carattere. Il Comune<br />

di Napoli ha voluto dedicargli una<br />

sala a Palazzo s. Giacomo per il suo impegno<br />

di promozione umana.


.<br />

PAGINA<br />

5 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Domenica 14 Gennaio 2001<br />

LETTERE DI GIOVANNI PAOLO II AL CARDINALE GANTIN<br />

Per la nomina a Inviato Speciale<br />

alle celebrazioni conclusive del centenario<br />

dell'evangelizzazione del Burkina Faso<br />

Com'è noto, in data 4 ottobre 2000, il Santo Padre ha nominato l'Eminentissimo Signor Cardinale<br />

Bernardin Gantin, Decano del Collegio Cardinalizio, Suo Inviato Speciale alle celebrazioni<br />

conclusive del centenario dell'evangelizzazione del Burkina Faso, in programma a Ouagadougou<br />

domenica 21 gennaio.<br />

Il Cardinale Gantin sarà accompagnato da una Missione composta da: Rev.do Sac. Laurent<br />

Nare, Direttore del Dipartimento per l'Educazione Cattolica della Diocesi di Koupéla; Rev.do<br />

Sac. Alexandre Bazie, del Clero diocesano di Koudougou, Rettore del Seminario Maggiore di<br />

Koumi; Rev.do Sac. Godegroy Sankara, Officiale della Congregazione per l'Evangelizzazione<br />

dei Popoli.<br />

Ecco il testo della Lettera Pontificia:<br />

Venerabili Fratri Nostro<br />

BERNARDINO S.R.E.<br />

Card. GANTIN<br />

Purpuratorum Patrum Principi<br />

Dum iubilaris anni celebrationes universum<br />

per catholicum orbem Christi nomine<br />

peraguntur, ipsa ecclesialis communitas<br />

Burkina Fasana sollemnitatum parti-<br />

In occasione del 50° anniversario<br />

di ordinazione sacerdotale<br />

Giovanni Paolo II ha inviato una Lettera al<br />

Cardinale Bernardin Gantin, Decano del Collegio<br />

Cardinalizio, in occasione del cinquantesimo<br />

anniversario dell'ordinazione sacerdotale,<br />

avvenuta il 14 gennaio 1951.<br />

Ecco il testo della Lettera del Santo Padre:<br />

Venerabili Fratri Nostro<br />

BERNARDINO S.R.E.<br />

Card. GANTIN<br />

Purpuratorum Patrum Principi<br />

Si quidem assidua quondam vigebat<br />

Nostra tecum consuetudo propeque singularis<br />

intercedebat familiaritas, propterea<br />

quod summa prudentia maximi ponderis<br />

Congregationis pro Episcopis Praesidis<br />

agebas partes, eandem animi affectionem<br />

erga te eandemque aestimationem<br />

etiam nunc adesse ac manere scias velimus,<br />

quas nunc potissimum tibi, Venerabilis<br />

Frater Noster, ostendere, ab inito<br />

ceps fieri cupit, praesertim quia hoc anno<br />

centenaria recurrit memoria ex quo catholica<br />

missio per Evangelii nuntium inter<br />

dilectas illas gentes diffundi coepta est.<br />

Qua de causa Conferentia Episcopalis<br />

Burkina Nigritana, nomine totius cleri<br />

omniumque christifidelium, contextum<br />

iubilarem peculiari ritu vivere cupiens,<br />

provido consilio copiosum rerum sibi proposuit<br />

ordinem, diversis instructum celebrationibus,<br />

quae respiciunt vitam consecratam,<br />

christianam familiam, catechistas,<br />

iuvenes et presbyteros.<br />

Quo maius eiusmodi celebrationibus<br />

pondus tribueretur, Praeses memoratae<br />

Conferentiae, Venerabilis Frater Ioannes<br />

Baptista Some, a Nobis postulavit ut ad<br />

personam Nostram illic gerendam sacrum<br />

Praesulem constitueremus. Nos quidem,<br />

singulari cum iucunditate hunc memorabilem<br />

circumspicientes eventum, ad christianam<br />

augendam laetitiam ad te, Vene-<br />

presbyteratu quinquagesimum annum feliciter<br />

complenti. Quod officium Nobis<br />

prorsus iucundum Litteris hisce Nostris<br />

tibi collibet palam significare.<br />

Dilectae Africae inclitus filius, immo<br />

veluti «ferrea arbor» in fide pietateque<br />

praevalidus succrevisti, uberem suppeditante<br />

solidamque doctrinam christiana<br />

domu. Tenet procul dubio te illius diei<br />

memoria, cum promptus alacerque sacer<br />

minister per Venerabilis Fratris Aloisii Parisot<br />

manuum impositionem es renuntiatus<br />

idemque supernorum donorum dispensator<br />

factus. Complura posthac sustinuisti<br />

officia eaque pariter memoratu digna,<br />

cum Seminarii tirones institueres pastoralemque<br />

operam simul ageres.<br />

Ioannis XXIII, beati Decessoris Nostri,<br />

voluntate, ornatissimi illius viri qui te<br />

quondam presbyterum consecravit occupasti<br />

locum. Si vero antea inibi opem<br />

tuam efficacem tulisti Episcopus a Pio<br />

XII, recolendae recordationis, nominatus,<br />

postea Ordinarius Cotonuensis factus, duplicatis<br />

viribus in gregem illum dominicum<br />

ministerium episcopale penitus contulisti.<br />

In partes distracta dioecesi, complures<br />

scholas condendas, catechistas instituendos,<br />

sacris ministris subsidia ministranda,<br />

religiosas nativas fovendas studiose<br />

curavisti.<br />

Antiquiora haec fere praetergredientes,<br />

actuositatem tuam et dexteritatem convenientibus<br />

laudibus extollere volumus,<br />

quas continuo postquam ad aeternam<br />

Il Venerabile don Gaetano Tantalo verso la gloria degli Altari<br />

Il 19 e il 20 gennaio si terrà un Simposio promosso dalla Pontificia Università Urbaniana e dalla Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli<br />

A dieci anni dall'Enciclica «Redemptoris missio»<br />

AMBROGIO SPREAFICO<br />

Nel gennaio del 1991 veniva resa pubblica<br />

l'Enciclica Redemptoris missio.<br />

Qualche tempo dopo Giovanni Paolo II<br />

saliva il colle del Gianicolo per presiedere<br />

all'Università Urbaniana l'Atto Accademico<br />

dedicato a questo importante<br />

documento missionario. A dieci anni da<br />

questo evento l'Urbaniana e la Congregazione<br />

per l'Evangelizzazione dei Popoli<br />

hanno deciso di celebrare l'anniversario<br />

di questo documento così determinante<br />

per l'attività missionaria della<br />

Chiesa.<br />

La Redemptoris missio rappresenta,<br />

in un certo senso, l'autorevole conclusione<br />

di un lungo percorso e di una<br />

preoccupazione missionaria che ha caratterizzato<br />

il magistero pontificio del<br />

XX secolo. A partire dalla lettera Apostolica<br />

Maximum illud di Benedetto<br />

XV, e le encicliche dei Papi del Novecento,<br />

fino a giungere al decreto conciliare<br />

Ad gentes e alla Evangelii nuntiandi<br />

di Paolo VI, si è tracciato un cammino<br />

teologico e pastorale della missione<br />

che ha contraddistinto il secolo appena<br />

concluso. Nel XX secolo la Chiesa ha riscoperto<br />

che tutto il mondo è terra di<br />

missione, anche le antiche terre di cri-<br />

stianità. Uno splendido esempio di questo<br />

è la testimonianza dei numerosissimi<br />

testimoni della fede che hanno dato la<br />

loro vita per il Vangelo nel secolo appena<br />

trascorso. La Chiesa, missionaria per<br />

due millenni, si è preparata con questo<br />

Giubileo alla missione nel Terzo Millennio.<br />

Giovanni Paolo II, a partire dagli insegnamenti<br />

dei suoi predecessori, ripropone<br />

alla Chiesa l'urgenza della missione<br />

in un contesto ormai radicalmente mutato,<br />

di cui coglie i cambiamenti e le necessità.<br />

L'Enciclica si apre con una affermazione<br />

che esprime l'ansia missionaria<br />

di Giovanni Paolo II: «La missione<br />

di Cristo redentore, affidata alla Chiesa,<br />

è ancora ben lontana dal suo compimento.<br />

Al termine del secondo millennio<br />

della sua venuta uno sguardo d'insieme<br />

all'umanità dimostra che tale missione è<br />

ancora agli inizi e che dobbiamo impegnarci<br />

con tutte le forze al suo servizio».<br />

Dopo dieci anni queste parole continuano<br />

a essere di grande attualità nei paesi<br />

di antica come in quelli di recente evangelizzazione.<br />

Il mondo, in questo decennio,<br />

è profondamente mutato. Sono<br />

cambiati gli scenari politici, ma anche<br />

quelli antropologici.<br />

rabilis Frater Noster, mentem admovimus,<br />

atque summa qua te prosequimur<br />

benevolentia, hisce Litteris, Nostrum<br />

MISSUM EXTRAORDINARIUM te destinamus<br />

ad illam anniversariam honestandam<br />

recordationem, cuius conclusio habebitur<br />

in urbe vulgo Yagma, Ouagadougou,<br />

die XXI mensis Ianuarii anni MMI.<br />

Pro certo scias Nos missionem tuam fervidis<br />

prosecuturos esse precibus, fidentes<br />

munus tuum cunctis illic praesentibus optime<br />

esse cessurum.<br />

Dum tibi legationem hanc libentes<br />

committimus, volumus ut perfausta illa<br />

occasione partes Nostras ibidem convenienter<br />

agas Nostramque ostendas per<br />

spiritum praesentiam, sacris praesideas<br />

celebrationibus verbo et exemplo, atque<br />

ad confirmandam fidem populum adhorteris.<br />

Interea tibi, Venerabilis Frater Noster,<br />

loci Praesulibus cunctis, universo clero<br />

cunctisque sollemnia participantibus, Benedictionem<br />

Nostram Apostolicam, caelestium<br />

donorum pignus, veluti praesentes<br />

ex animo dilargimur.<br />

Ex Aedibus Vaticanis, die IV mensis<br />

Decembris, anno MM, Pontificatus Nostri<br />

tertio et vicesimo.<br />

hanc Urbem arcessitus es compluribus in<br />

ministeriis ostendisti. Passim hic apud<br />

Romana dicasteria tuae navitatis reperiuntur<br />

documenta, simul apud tunc Sacram<br />

Congregationem de Propaganda Fide,<br />

simul apud Commissionem, quae est<br />

«Iustitia et Pax», simul apud Consilium<br />

«Cor Unum». Inter purpuratos patres<br />

adlectus, novissime magni ponderis Congregationis<br />

pro Episcopis egisti Praesidem,<br />

ex quibus amplum emolumentum<br />

novimus catholicae Ecclesiae evenisse<br />

uberemque florem contigisse. Nec etiamnunc<br />

deest opera tua praestabilis varia<br />

pro Ecclesia versa in munia.<br />

Nihil opus esse pluribus verbis arbitramur<br />

ut tibi comprobationem Nostram atque<br />

pergratuum animum significemus,<br />

quem eundem potissimum, quemadmodum<br />

tibi olim XXV anniversarium episcopatus<br />

diem celebranti egimus, confirmare<br />

cupimus cum incidet sacerdotalis tua<br />

haec spectabilis commemoratio, mense<br />

scilicet Ianuario die quarto decimo. Tibi<br />

demum nominatim, Venerabilis Frater<br />

Noster, Apostolicam Benedictionem singulari<br />

cum animi affectione addicimus,<br />

largiter omnibus tuis prolixeque ipsam<br />

transmittendam.<br />

Ex Aedibus Vaticanis, die XIV mensis<br />

Decembris, anno MM, Pontificatus Nostri<br />

tertio et vicesimo.<br />

La globalizzazione tende ormai ad<br />

una omologazione delle culture, eliminando<br />

le differenze e riducendo fortemente<br />

il peso delle singole culture, soprattutto<br />

di quelle più deboli. Eppure<br />

l'annuncio del Vangelo in questo secolo<br />

ha raggiunto nuove terre, mentre in altre<br />

si è consolidato, come in Africa. Tuttavia<br />

è vero che la missione incontra<br />

nuove difficoltà in territori di antica e di<br />

recente evangelizzazione. Nell'Est europeo<br />

la fine del comunismo non ha sempre<br />

coinciso con la rinascita della fede.<br />

In Occidente la secolarizzazione ha allontanato<br />

dalla vita cristiana interi strati<br />

di popolazione. Il linguaggio della fede<br />

arriva con una certa fatica al cuore delle<br />

giovani generazioni, anche se la GMG ci<br />

ha mostrato una domanda dei giovani<br />

nei confronti della fede cristiana e la ricerca<br />

di una certezza e una paternità<br />

che il mondo non riesce a dare. Nei<br />

grandi paesi asiatici la Chiesa, a parte<br />

qualche eccezione, è solo agli inizi. In<br />

Africa e in America latina si manifestano<br />

con una certa evidenza i problemi posti<br />

dalla presenza delle sette. In Guatemala,<br />

ad esempio, si calcola che operino circa<br />

cento sette e capaci di coinvolgere dal<br />

20 al 30% della popolazione. In Mozam-<br />

Il sacerdote don Gaetano Tantalo,<br />

nato a Villavallelonga, in Abruzzo, il<br />

3 febbraio 1905, dichiarato Venerabile,<br />

è in cammino verso la gloria degli<br />

Altari. Al «sacerdote santo», parroco<br />

di Tagliacozzo per moltissimi<br />

anni, vengono infatti attribuiti alcuni<br />

prodigi compiuti in questi anni<br />

Il Postulatore della Causa di Canonizzazione,<br />

Padre Peter Gumpel, è<br />

bico, per fare un esempio africano, la<br />

setta che prende il nome di Asemblea<br />

du Regno de Deus riscuote un enorme<br />

successo.<br />

Esiste inoltre il problema teologico suscitato<br />

dalla teologia delle religioni e<br />

acuitosi nell'ultimo scorcio del Novecento<br />

soprattutto in alcune aree geografiche,<br />

come l'India. L'Enciclica non ha<br />

tralasciato di affrontare questo ed altri<br />

problemi, enucleando nelle prime tre<br />

parti elementi dottrinali di importanza<br />

cruciale, che saranno poi ripresi in particolare<br />

nella recente dichiarazione Dominus<br />

Iesus. L'Università Urbaniana vi<br />

ha dedicato un recente Congresso Internazionale.<br />

Il Simposio, che si terrà il 19 e 20<br />

gennaio prossimi, intende quindi ritornare<br />

sull'enciclica e valutarne l'impatto<br />

a partire da diverse prospettive: quella<br />

storica nella relazione del Prof. Andrea<br />

Riccardi, teologica e missiologica, con le<br />

due relazioni dei Professori Robert<br />

Scheiter e Gianni Colzani. Sarà dato<br />

spazio anche a una riflessione sulla recezione<br />

dell'enciclica sia nei documenti<br />

pontifici, con la relazione del Card. Jan<br />

P. Schotte, sia nei documenti e nella pastorale<br />

delle Chiese dei diversi continen-<br />

Ad un mese dalla morte del Cardinale Lubachivsky<br />

Affrontò problemi inediti<br />

con intuito profetico<br />

e concreto senso pastorale<br />

GIOVANNI SCARABELLI<br />

già da diversi mesi impegnato nella<br />

raccolta di documenti e testimoni. È<br />

ritornato in questi giorni in Abruzzo<br />

per continuare la sua ricerca.<br />

Don Gaetano rimane per tutti i fedeli<br />

della regione un modello da imitare.<br />

Il sacerdote, infatti, rischiò la propria<br />

vita per accogliere nella sua canonica,<br />

durante la persecuzione na-<br />

«La mia impressione è che questa sia una Chiesa<br />

con forti radici, che hanno già dato i loro frutti;<br />

in appena 11 anni c'è stato un grande rigoglio».<br />

Questa affermazione del Cardinale Achille<br />

Silvestrini, Rappresentante del Santo Padre all'indomani<br />

dello svolgimento dei solennissimi funerali<br />

del compianto Arcivescovo Maggiore di Leopoli<br />

degli Ucraini, il Cardinale Myroslav Ivan Lubachivsky,<br />

documenta in modo molto chiaro quanto<br />

è avvenuto e sta avvenendo nella Chiesa Greco-<br />

Cattolica in Ucraina.<br />

Il «rigoglio» è frutto di quelle «forti radici» che<br />

non sono state compromesse da oltre 50 anni di<br />

aberrante massificazione ateistica. Queste «forti<br />

radici» hanno nomi ben precisi, riassuntivi di un<br />

movimento di rinascita iniziato già nella seconda<br />

parte dell'Ottocento: il Metropolita Andrea Szeptycky<br />

ed il grande confessore della fede il Cardinale<br />

Giuseppe Slypyj. Il defunto Cardinale Lubachivsky<br />

è stato il fedele continuatore di una linea<br />

che ha portato agli odierni risultati. Questi tre nomi,<br />

quindi, caratterizzano l'intera storia della<br />

Chiesa Ucraina di tutto il Novecento.<br />

Il Cardinale Lubachivsky è morto all'età di 86<br />

anni nella sua sede di Leopoli il 14 dicembre<br />

2000, dopo aver avuto la gioia, dieci anni fa, di<br />

poter tornare in quella gloriosa e storica sede che<br />

sembrava preclusa per sempre da un arrogante<br />

disegno eversore dei diritti fondamentali della<br />

persona. Allora ad accoglierlo furono centinaia di<br />

migliaia di fedeli ed un mese fa, il 20 dicembre,<br />

altrettanto è avvenuto per il commiato da questo<br />

mondo, nonostante una stagione non favorevole,<br />

anzi con cenni di nevicata, per le oltre due ore<br />

che ha richiesto il corteo funebre per le vie del<br />

centro storico di Leopoli. Nella cattedrale di s.<br />

Giorgio si è tenuta la Divina Liturgia pontificale<br />

presieduta da S.E. Mons. Lubomyr Husar e concelebrata<br />

dagli Arcivescovi e Vescovi ucraini sia<br />

di rito bizantino che di rito latino, da oltre 400 sacerdoti<br />

alla presenza della Delegazione della Santa<br />

Sede, del Nunzio Apostolico Arcivescovo Nicola<br />

Eterović, dall'Arcivescovo di Przemysl, Mons.<br />

Józef Michalik in rappresentanza dell'Episcopato<br />

della Polonia, delle Delegazioni delle Chiese ortodosse<br />

ucraine e dei Rappresentanti dello Stato, a<br />

cominciare dal Presidente della Repubblica, Leonid<br />

Kuchma, dal vice-primo ministro Mykola<br />

Zhulynsky e da Viktor Bondarenko, capo del Comitato<br />

di Stato per gli Affari Religiosi, oltre che<br />

da numerosi membri del Corpo Diplomatico.<br />

Succeduto per coadiuzione al Cardinale Slypyj<br />

nel 1984, il nuovo Arcivescovo Maggiore fu annoverato<br />

nel Collegio Cardinalizio da Papa Giovanni<br />

Paolo II — che nel 1979 lo aveva personalmente<br />

ordinato Arcivescovo Metropolita di Filadelfia degli<br />

Ucraini (Usa) — nel 1985. Uomo di grande<br />

ti, con la tavola rotonda dove interverranno<br />

il Card. Francis Arinze, il prof.<br />

Sebastian Karotemprel e l'Arcivescovo<br />

di Tunja, Luis Castro Quiroga. Il Simposio<br />

si concluderà, sabato 20 gennaio,<br />

nell'Aula Paolo VI alla presenza del Santo<br />

Padre. Dopo il saluto del Card. Jozef<br />

Tomko, la presentazione di Mons. Ambrogio<br />

Spreafico e la relazione celebrativa<br />

del Card. Francis George, Arcivescovo<br />

di Chicago, il Santo Padre terrà il discorso<br />

conclusivo.<br />

Nella recente Lettera Apostolica Novo<br />

Millennio ineunte, Giovanni Paolo II ribadisce<br />

la necessità di una nuova comunicazione<br />

del Vangelo: «Ho tante volte<br />

ripetuto in questi anni l'appello alla nuova<br />

evangelizzazione. Lo ribadisco ora,<br />

soprattutto per indicare che occorre<br />

riaccendere in noi lo slancio delle origini,<br />

lasciandoci pervadere dall'ardore della<br />

predicazione apostolica seguita alla<br />

Pentecoste. Dobbiamo rivivere in noi il<br />

sentimento infuocato di Paolo, il quale<br />

esclamava: “Guai a me se non predicassi<br />

il Vangelo!” (1 Cor 9, 16)». È in questo<br />

spirito che il Simposio «A dieci anni dall'Enciclica<br />

Redemptoris missio» darà il<br />

suo contributo alla missione della Chiesa<br />

all'inizio di questo nuovo Millennio.<br />

zista, una famiglia ebrea che, per riconoscenza,<br />

si impegnò affinché il<br />

prete avesse un ricordo particolare.<br />

E oggi, presso il Viale dei Giusti a<br />

Gerusalemme, un albero è intitolato<br />

a don Gaetano, a memoria perenne<br />

del suo gesto di altruismo e solidarietà.<br />

AGNESE PELLEGRINI<br />

cultura, autore e curatore di opere di notevole<br />

importanza nell'ambito della teologia biblica e liturgica<br />

si presentava con i tratti di una austera<br />

ma amabile spiritualità, esaltata da una esemplare<br />

semplicità di comportamento e di vita, che si traduceva<br />

in modestia ed umiltà profonda. Nell'incontrarlo<br />

si avvertiva immediatamente una singolare<br />

levatura di vita interiore che incuteva profondo<br />

rispetto ed insieme una sincera apertura e disponibilità<br />

che attraeva ad un rapporto spontaneo<br />

ed aperto.<br />

Il Cardinale Lubachivsky, che amava particolarmente<br />

il testo paolino «ti basta la mia grazia; la<br />

mia potenza si esprime nella debolezza» (2 Cor<br />

12,9), fu chiamato a vivere avvenimenti di storica<br />

importanza a cominciare dalla preparazione alle<br />

celebrazioni del Millenario del Battesimo della<br />

Rus' di Kiev (1988) nell'ambito del quale rimane<br />

indimenticabile il suo gesto di perdono e riconciliazione<br />

con i popoli confinanti con l'Ucraina,<br />

particolarmente con quello russo, dettato dallo<br />

Spirito di semplicità evangelica che lo caratterizzava.<br />

Certo è che dopo il 1989 il Cardinale si trovò<br />

quasi improvvisamente di fronte a problemi fino<br />

ad allora inediti ma, con serena energia, coadiuvato<br />

da un valido staff di collaboratori, cominciò<br />

ad affrontarli nella convinzione che la Divina<br />

Provvidenza conduce la storia e che non gli sarebbero<br />

mancati i mezzi per rispondere adeguatamente<br />

alle sfide del post-comunismo in Ucraina,<br />

nel frattempo diventata Stato indipendente.<br />

Il problema cruciale ed immediato fu quello del<br />

rapporto con gli ortodossi, soprattutto quelli della<br />

metropolia d'obbedienza moscovita, e quello della<br />

pacificazione degli animi esacerbati da decenni di<br />

sanguinose persecuzioni. I tanti martiri che la sua<br />

Chiesa aveva acquisito in Cielo dal 1946 in poi<br />

non potevano far mancare la loro intercessione<br />

presso Dio. Quasi sfidando l'evidenza della situazione<br />

di fatto, con intuito profetico, concreto senso<br />

pastorale e slancio di speranza dedicò la sua<br />

più importante lettera pastorale dopo il rientro in<br />

Patria proprio all'ecumenismo e all'unità delle<br />

sante Chiese (7 aprile 1994). Una lettera di grande<br />

respiro, di sicuro senso ecclesiale, di sincera disponibilità<br />

al dialogo. Una lettera aperta al futuro<br />

e nel contempo in continuità con l'azione in questo<br />

ambito per decenni promossa dal metropolita<br />

Szeptycky, cominciando dagli ormai storici Congressi<br />

di Velehrad.<br />

Ci troviamo di fronte, così, ad una eredità assai<br />

preziosa, secolare ormai, che il Sinodo elettivo<br />

convocato per il 24 gennaio, è chiamato non solo<br />

a riconoscere, ma a garantire per stabilizzare<br />

quelle «forti radici» che stanno producendo quel<br />

«rigoglio» che il Cardinale Silvestrini ha riconosciuto<br />

nel suo autorevole intervento tutto proiettato<br />

all'ormai iniziato terzo millennio.<br />

Venezia: iniziative<br />

per la settimana<br />

di preghiera<br />

per l'Unità dei Cristiani<br />

La diocesi di Venezia ha in programma<br />

una serie di incontri in<br />

occasione della Settimana di riflessione<br />

e di preghiera per l'Unità<br />

dei Cristiani, prevista dal 18 al 25<br />

gennaio. Sarà questa l'occasione<br />

per le diverse Chiese di esprimere<br />

la volontà di continuare il dialogo<br />

religioso per giungere alla piena<br />

comunione.<br />

In programma, dunque, incontri<br />

culturali e di preghiera che si<br />

svolgeranno a Venezia, centro storico<br />

e terraferma. La preparazione<br />

della Settimana è stata curata<br />

dal Consiglio locale delle Chiese<br />

cristiane di Venezia. «Io sono la<br />

via, la verità e la vita» è la frase<br />

che costituisce il filo conduttore<br />

dei diversi incontri che sono stati<br />

programmati per questo intenso<br />

momento della diocesi di Venezia.<br />

Le offerte raccolte durante gli incontri<br />

di preghiera saranno destinate<br />

alla riabilitazione dei bambini<br />

in Sierra Leone.<br />

C. Z.


.<br />

PAGINA<br />

«In questo inizio di millennio, salviamo l'uomo!<br />

Salviamolo tutti insieme!». È l'accorato appello rivolto<br />

da Giovanni Paolo II «ai responsabili delle<br />

società» nel corso dell'udienza ai membri del Corpo<br />

Diplomatico accreditato presso la Santa Sede,<br />

ricevuti nella mattina di sabato 13 gennaio, nella<br />

Sala Regia, in occasione della presentazione degli<br />

auguri per il nuovo anno. Questo è il testo del discorso<br />

pronunciato dal Santo Padre:<br />

Excellences,<br />

Mesdames et Messieurs,<br />

1. Q ue chacun de vous soit cordialement<br />

remercié pour les bons<br />

vœux que votre doyen, l'Ambassadeur<br />

Giovanni Galassi, a su si délicatement<br />

exprimer et me présenter<br />

en votre nom à tous! Du fond du<br />

cœur, je forme en retour pour chacun<br />

de vous des souhaits fervents,<br />

afin que Dieu bénisse vos personnes<br />

et vos nations et qu'il accorde à tous<br />

une année prospère et heureuse.<br />

Mais une question vient aussitôt à<br />

l'esprit: qu'est-ce qu'une année heureuse<br />

pour un diplomate? Le spectacle<br />

offert par le monde en ce mois<br />

de janvier 2001 pourrait faire douter<br />

de la capacité de la diplomatie à faire<br />

régner l'ordre, l'équité et la paix<br />

entre les peuples.<br />

Et pourtant nous ne saurions<br />

nous résigner à la fatalité de la maladie,<br />

de la pauvreté, de l'injustice<br />

ou de la guerre. Il est certain que,<br />

sans la solidarité sociale ou le recours<br />

au droit et aux instruments de<br />

la diplomatie, ces terribles situations<br />

seraient encore plus dramatiques et<br />

pourraient même devenir insolubles.<br />

Soyez donc remerciés, Mesdames et<br />

Messieurs, pour votre action et pour<br />

vos efforts persévérants en faveur de<br />

l'entente et de la coopération entre<br />

les peuples.<br />

2. L e souffle de l'Année Sainte à<br />

peine achevée et les divers «jubilés»<br />

qui ont rassemblé et motivé des<br />

hommes et des femmes de toutes races,<br />

de tous âges et de toutes conditions,<br />

ont montré, si besoin était,<br />

que la conscience morale est encore<br />

bien vivante et que Dieu habite le<br />

cœur de l'homme. Devant vous, je<br />

me contenterai d'évoquer le «Jubilé<br />

des Responsables de Gouvernements,<br />

des Parlementaires et des Hommes<br />

politiques» du début novembre. Le<br />

Pape a puisé de grandes consolations<br />

spirituelles à voir tant de bonne<br />

volonté et tant de disponibilité à<br />

accueillir la grâce de Dieu. Ainsi,<br />

une fois encore, s'est avérée la justesse<br />

de ce que proclame magnifiquement<br />

la Constitution pastorale<br />

«Gaudium et spes» du Concile œcuménique<br />

Vatican II: «L'Eglise croit<br />

que le Christ, mort et ressuscité<br />

pour tous, offre à l'homme, par son<br />

Esprit, la lumière et la force pour<br />

lui permettre de répondre à sa très<br />

haute vocation; qu'il n'est pas sous<br />

le ciel d'autre nom donné aux hommes<br />

par lequel ils doivent être sauvés.<br />

De même, elle croit que la clé,<br />

le centre et la fin de toute l'histoire<br />

humaine se trouvent en son Seigneur<br />

et Maître» (n. 10).<br />

3. A la suite des bergers, des<br />

mages et de tous ceux qui, depuis<br />

deux mille ans, se sont pressés devant<br />

la crèche, l'humanité d'aujourd'hui,<br />

elle aussi, s'est arrêtée quel-<br />

6/7 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Domenica 14 Gennaio 2001<br />

IL DISCORSO DEL SANTO PADRE<br />

ques instants le jour de Noël pour<br />

regarder l'Enfant Jésus et pour recevoir<br />

un peu de cette lumière qui a<br />

accompagné sa naissance et qui continue<br />

d'éclairer toutes les nuits des<br />

hommes. Cette lumière nous dit que<br />

l'amour de Dieu sera toujours plus<br />

fort que le mal et la mort.<br />

Cette lumière balise la route de<br />

tous ceux qui en notre temps à Bethléem<br />

et à Jérusalem peinent sur le<br />

chemin de la paix. Personne ne doit<br />

accepter, dans cette partie du monde<br />

qui a accueilli la révélation de Dieu<br />

aux hommes, la banalisation d'une<br />

sorte de guérilla, la persistance de<br />

l'injustice, le mépris du droit international<br />

ou la mise entre parenthèses<br />

des Lieux Saints et des exigences<br />

des communautés chrétiennes.<br />

Israéliens et Palestiniens ne peuvent<br />

envisager leur avenir qu'ensemble,<br />

et chacune des deux parties doit respecter<br />

les droits et les traditions de<br />

l'autre. Il est grand temps de retourner<br />

aux principes de la légalité internationale:<br />

interdiction de l'acquisition<br />

des territoires par la force, droit<br />

des peuples à disposer d'eux-mêmes,<br />

respect des résolutions de l'Organisation<br />

des Nations unies et des conventions<br />

de Genève, pour ne citer<br />

que les plus importants. Sinon tout<br />

est à craindre: des initiatives unilatérales<br />

aventureuses à une extension<br />

difficilement contrôlable de la<br />

violence.<br />

Cette même lumière se pose aussi<br />

sur toutes les autres régions de notre<br />

planète où des hommes ont choisi la<br />

violencearméepourfairevaloir leurs<br />

droits ou leurs ambitions. Je pense<br />

en ce moment à l'Afrique, continent<br />

dans lequel trop d'armes circulent et<br />

où trop de pays connaissent une démocratie<br />

incertaine et une corruption<br />

dévastatrice, où le drame algérien<br />

et la guerre au sud du Soudan<br />

continuent de massacrer sans merci<br />

les populations; je ne peux pas oublier<br />

non plus le chaos où sont plongés<br />

les pays de la Région des Grands<br />

Lacs. C'est pourquoi on doit aussi<br />

saluer avec satisfaction l'accord de<br />

paix intervenulemoisdernieràAlger<br />

entre l'Ethiopie et l'Erythrée, ainsi<br />

que les efforts menés à bien en<br />

Somalie en vue d'un retour progressif<br />

à la normalité. Plus près de<br />

nous, je dois mentionner — et avec<br />

quelle tristesse! — les attentats terroristes<br />

qui sèment la mort en Espagne<br />

et qui défigurent le pays, humiliant<br />

l'Europe entière, elle-même à<br />

la recherche de son identité. C'est<br />

vers l'Europe que tant de peuples regardent<br />

encore comme vers un modèle<br />

dont on peut s'inspirer. Que<br />

l'Europe n'oublie jamais les racines<br />

chrétiennesquiont rendu fécond son<br />

humanisme! Qu'elle soit aussi généreuse<br />

envers ceux — individus ou<br />

nations — qui frappent à sa porte!<br />

4. L a lumière de Bethléem, qui<br />

s'adresse «aux hommes de bonne volonté»,<br />

nous fait aussi un devoir de<br />

combattre, partout et en toutes circonstances,<br />

la pauvreté, la marginalisation,<br />

l'analphabétisme, les inégalités<br />

sociales ou la honteuse traite<br />

des êtres humains. Rien de tout cela<br />

n'est une fatalité et l'on doit se féliciter<br />

que des réunions et des instruments<br />

internationaux aient permis<br />

de remédier, au moins en partie, à<br />

ces plaies qui défigurent l'humanité.<br />

L'égoïsme et la volonté de puissance<br />

sont les pires ennemis de l'homme.<br />

Ils sont toujours, de quelque manière,<br />

à l'origine de tous les conflits.<br />

On le constate en particulier dans<br />

certaines zones de l'Amérique du<br />

sud, où les disparités socio-économiques<br />

et culturelles, la violence armée<br />

ou la guérilla, la remise en cause<br />

des acquis démocratiques, délitent<br />

le tissu social et font perdre aux<br />

populations la confiance en l'avenir.<br />

Il faut aider cet immense continent<br />

à faire fructifier tout son patrimoine<br />

humain et matériel.<br />

La méfiance, les luttes, de même<br />

que les séquelles des crises du passé,<br />

peuvent en effet toujours être surmontées<br />

par la bonne volonté et la<br />

solidarité internationale. L'Asie nous<br />

en apporte la preuve avec le dialogue<br />

intervenu entre les deux Corée<br />

et avec la marche du Timor Oriental<br />

vers l'indépendance.<br />

5. L e croyant — et tout particulièrement<br />

le chrétien — sait qu'une<br />

autre logique est possible. Je la résu-<br />

GIOVANNI PAOLO II AL CORPO DIPLOMATICO DURANTE L'UDIENZA<br />

PER LA PRESENTAZIONE DEGLI AUGURI PER IL NUOVO ANNO<br />

merai avec des mots qui pourront<br />

vous paraître trop simples: tout<br />

homme est mon frère! Si nous étions<br />

convaincus que nous sommes appelés<br />

à vivre ensemble, qu'il est beau<br />

de se connaître, de s'estimer et de<br />

s'aider, le monde serait radicalement<br />

différent.<br />

Lorsque nous pensons au siècle<br />

qui vient de s'achever, une constatation<br />

s'impose à son sujet: il passera<br />

à l'histoire comme le siècle qui a<br />

connu les plus grandes conquêtes de<br />

la science et de la technique, mais<br />

aussi comme celui où la vie humaine<br />

aura été méprisée de la façon la<br />

plus brutale.<br />

Je me réfère bien sûr aux guerres<br />

meurtrières qui ont germé en Europe,<br />

aux totalitarismes qui ont asservi<br />

des millions d'hommes et de femmes,<br />

mais aussi aux lois qui ont «légalisé»<br />

l'avortement ou l'euthanasie,<br />

ou encore aux modèles culturels qui<br />

ont disséminé l'idéologie de la consommation<br />

et de la jouissance à<br />

tout prix. Si l'homme renverse les<br />

équilibres de la création, oublie qu'il<br />

est responsable de ses frères et ne<br />

prend pas soin de l'environnement<br />

que le Créateur a remis entre ses<br />

mains, ce monde programmé par la<br />

seule mesure de nos projets pourrait<br />

devenir irrespirable.<br />

6. C omme je le rappelais dans<br />

mon message pour la Journée mondiale<br />

de la Paix du 1 er janvier, nous<br />

devrions tous profiter de cette année<br />

2001, que l'Organisation des Nations<br />

unies a voulu «Année internationale<br />

du dialogueentrelescivilisations»,«pour<br />

édifier la civilisation de l'amour...<br />

[qui] repose sur la conscience qu'il<br />

existe des valeurs communes à<br />

toutes les cultures, parce qu'elles<br />

sont enracinées dans la nature de la<br />

personne» (n. 16).<br />

Or, qu'y a-t-il de plus commun à<br />

tous que notre nature humaine?<br />

Oui, en ce début de millénaire, sauvons<br />

l'homme! Sauvons-le tous ensemble!<br />

Aux responsables des sociétés,<br />

il appartient de protéger l'espèce<br />

humaine, en faisant en sorte que la<br />

science soit au service de la personne,<br />

que l'homme ne soit pas un ob-<br />

jet que l'on dissèque, que l'on achète<br />

ou que l'on vend, que les lois ne<br />

soient jamais conditionnées par le<br />

mercantilisme ou les revendications<br />

égoïstes de groupes minoritaires. Aucun<br />

âge de l'histoire de l'humanité<br />

n'a échappé à la tentation de la fermeture<br />

de l'homme sur lui-même<br />

dans une attitude de suffisance, de<br />

domination, de puissance et d'orgueil.<br />

Mais ce risque est devenu de<br />

nos jours plus dangereux au cœur<br />

des hommes qui, par leur effort<br />

scientifique, croient pouvoir devenir<br />

maîtres de la nature et de l'histoire.<br />

7. C e sera toujours la tâche des<br />

communautés de croyants que de dire<br />

publiquement qu'aucune autorité,<br />

aucun programme politique, aucune<br />

idéologie, n'est habilité à réduire<br />

l'homme à ce qu'il est capable de<br />

faire ou de produire. Les croyants<br />

auront toujours le devoir impérieux<br />

de rappeler à tous et en toutes circonstances<br />

le mystère personnel inaliénable<br />

de tout être humain, créé à<br />

l'image de Dieu, capable d'aimer à<br />

la manière de Jésus.<br />

Je voudrais ici vous redire et redire<br />

par votre intermédiaire aux gouvernants<br />

qui vous ont accrédités auprès<br />

du Saint-Siège, la détermination<br />

de l'Eglise catholique à défendre<br />

l'homme, sa dignité, ses droits et sa<br />

dimension transcendante. Même si<br />

certains répugnent à évoquer la dimension<br />

religieuse de l'homme et de<br />

son histoire, même si d'autres voudraient<br />

réduire la religion à la sphère<br />

du privé, même si d'autres encore<br />

persécutent les communautés de<br />

croyants, les chrétiens continueront<br />

à proclamer que l'expérience religieuse<br />

fait partie de l'expérience humaine.<br />

Elle est un élément vital<br />

pour la construction de la personne<br />

et de la société à laquelle les hommes<br />

appartiennent. Ainsi s'explique<br />

la vigueur avec laquelle le Saint-<br />

Siègeatoujours défendu la liberté de<br />

conscience et de religion, dans sa dimension<br />

individuelle et sociale. Le<br />

drame vécu par la communauté<br />

chrétienne en Indonésie ou les discriminations<br />

patentes dont sont victimes<br />

aujourd'hui encore d'autres<br />

communautés de croyants, chrétiens<br />

ou non, dans certains pays d'obédience<br />

marxiste ou islamiste, appellent<br />

à une vigilance et à une solidarité<br />

sans faille.<br />

8. T ellessontlespenséesque m'a<br />

inspirées cette rencontre traditionnelle<br />

qui me permet de m'adresser<br />

en quelque sorte à tous les peuples<br />

de la terre par l'intermédiaire de<br />

leurs représentants les plus qualifiés.<br />

A tous vos compatriotes et aux Gouvernants<br />

de vos pays, je vous charge<br />

de transmettre les vœux priants que<br />

le Pape forme à leur intention. A<br />

travers cette histoire dont nous sommes<br />

les acteurs, traçons le chemin<br />

du millénaire qui commence. Tous<br />

ensemble, aidons-nous les uns les<br />

autres à demeurer dignes de la vocation<br />

à laquelle nous avons été appelés:<br />

former une grande famille heureuse<br />

de se savoir aimée par un Dieu<br />

qui nous veut frères! Que le Très-<br />

Haut vous bénisse tous, ainsi que<br />

les personnes qui vous sont chères!<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Domenica 14 Gennaio 2001<br />

In questo inizio di millennio<br />

.<br />

tutti insieme salviamo l'uomo!<br />

Eccellenze,<br />

UNA NOSTRA TRADUZIONE ITALIANA<br />

Signore e Signori!<br />

1.Voglia ognuno accogliere la<br />

mia cordiale gratitudine per gli auguri<br />

che il vostro Decano, l'Ambasciatore<br />

Giovanni Galassi, ha saputo così<br />

gentilmente esprimermi e presentarmi<br />

a nome di tutti! Dal profondo del<br />

cuore, ricambio formulando fervidi<br />

voti per ciascuno, affinché Dio benedica<br />

le vostre persone e le vostre nazioni,<br />

e voglia accordare a tutti un<br />

anno prospero e felice.<br />

Che cosa significa<br />

un anno felice<br />

per un diplomatico?<br />

Subito, però, mi viene in mente<br />

una domanda: cosa significa un anno<br />

felice per un diplomatico? Lo spettacolo<br />

offerto dal mondo in questo mese<br />

di gennaio 2001 potrebbe far dubitare<br />

della capacità da parte della diplomazia<br />

di far regnare l'ordine, l'equità<br />

e la pace tra i popoli.<br />

E tuttavia non sapremmo rassegnarci<br />

alla fatalità della malattia, della<br />

povertà, dell'ingiustizia o della<br />

guerra. È certo che, senza la solidarietà<br />

sociale o il ricorso al diritto ed<br />

agli strumenti della diplomazia, queste<br />

situazioni terribili sarebbero ancor<br />

più drammatiche e potrebbero persino<br />

diventare insolubili. Perciò vi ringrazio,<br />

Signore e Signori, per la vostra<br />

azione e per i vostri sforzi perseveranti<br />

in favore dell'intesa e della<br />

cooperazione tra i popoli.<br />

Il soffio dell'Anno Santo<br />

ha mostrato<br />

che la coscienza morale<br />

è ancora ben viva e che Dio<br />

abita il cuore dell'uomo<br />

2.Il soffio dell'Anno Santo appena<br />

terminato e i diversi «giubilei» che<br />

hanno radunato e motivato uomini e<br />

donne di tutte le razze, di tutte le età<br />

e di tutte le condizioni, hanno mostrato,<br />

se ve ne era bisogno, che la<br />

coscienza morale è ancora ben viva<br />

e che Dio abita il cuore dell'uomo.<br />

Davanti a voi, mi contenterò di evocare<br />

il «Giubileo dei Responsabili di<br />

governo, dei Parlamentari e dei Politici»<br />

svoltosi all'inizio di novembre. Il<br />

Papa ha attinto grandi consolazioni<br />

spirituali nel vedere tanta buona volontà<br />

e tanta disponibilità ad accogliere<br />

la grazia di Dio. Così, ancora<br />

una volta, si è constatato quanto<br />

esatto sia ciò che magnificamente<br />

proclama la Costituzione pastorale<br />

Gaudium et spes del Concilio Ecumenico<br />

Vaticano II: «La Chiesa crede<br />

che Cristo, per tutti morto e risorto,<br />

dà all'uomo, mediante il suo Spirito,<br />

luce e forza per rispondere alla suprema<br />

sua vocazione; né è dato in<br />

terra un altro nome agli uomini in<br />

cui possano salvarsi. Crede ugualmente<br />

di trovare nel suo Signore e<br />

Maestro la chiave, il centro e il fine<br />

di tutta la storia umana» (n. 10).<br />

La luce del Natale<br />

ci dice che l'amore di Dio<br />

sarà sempre più forte<br />

del male e della morte<br />

3.Seguendo i pastori, i magi e<br />

tutti quelli che, da duemila anni, si<br />

sono affrettati a recarsi davanti alla<br />

“<br />

Vorrei ripetere e ridire la determinazione<br />

della Chiesa Cattolica a difendere l'uomo, la sua dignità<br />

i suoi diritti e la sua dimensione trascendente<br />

mangiatoia, anche l'umanità di oggi<br />

si è soffermata per alcuni istanti, il<br />

giorno di Natale, per contemplare il<br />

Bambino Gesù e per ricevere un po'<br />

di quella luce che ha accompagnato<br />

la sua nascita e che continua ad illuminare<br />

tutte le notti degli uomini.<br />

Questa luce ci dice che l'amore di<br />

Dio sarà sempre più forte del male e<br />

della morte.<br />

La luce del Natale<br />

segnala la strada a tutti<br />

coloro che nel nostro tempo<br />

a Betlemme<br />

e a Gerusalemme faticano<br />

sul cammino della pace<br />

Questa luce segnala la strada a tutti<br />

coloro che nel nostro tempo a Betlemme<br />

e a Gerusalemme faticano<br />

sul cammino della pace. Nessuno deve<br />

accettare, in questa parte del<br />

mondo che ha accolto la rivelazione<br />

di Dio agli uomini, il verificarsi di<br />

una specie di guerriglia, il persistere<br />

dell'ingiustizia, il disprezzo del diritto<br />

internazionale o la messa tra parentesi<br />

dei Luoghi Santi e delle esigenze<br />

delle comunità cristiane. Israeliani e<br />

Palestinesi non possono immaginare<br />

il futuro se non insieme, e ciascuna<br />

delle due parti deve rispettare i diritti<br />

e le tradizioni dell'altra. È da gran<br />

tempo giunto il momento di ritornare<br />

ai principi della legalità internazionale:<br />

interdizione dell'acquisizione dei<br />

territori mediante la forza, diritto dei<br />

popoli a disporre di se stessi, rispetto<br />

delle risoluzioni dell'Organizzazione<br />

delle Nazioni Unite e delle convenzioni<br />

di Ginevra, per non citare che i<br />

più importanti. Diversamente, di tutto<br />

si potrà temere: da iniziative unilaterali<br />

avventuristiche ad un'estensione<br />

difficilmente controllabile della<br />

violenza.<br />

La luce del Natale<br />

si posa su tutte le regioni<br />

del pianeta<br />

dove gli uomini hanno scelto<br />

la violenza armata<br />

Questa stessa luce si posa anche su<br />

tutte le altre regioni del nostro pianeta<br />

dove gli uomini hanno scelto la<br />

violenza armata per far valere i pro-<br />

-<br />

”<br />

pri diritti o le proprie ambizioni. Penso<br />

in questo momento all'Africa, continente<br />

nel quale circolano troppe armi<br />

e dove troppi Paesi conoscono<br />

una democrazia incerta ed una corruzione<br />

devastante, dove il dramma<br />

algerino e la guerra nel sud del Sudan<br />

continuano a massacrare senza<br />

pietà le popolazioni; né tantomeno<br />

posso dimenticare il caos nel quale<br />

sono immersi i Paesi della Regione<br />

dei Grandi Laghi. È per questa ragione<br />

che si deve salutare con soddisfazione<br />

l'accordo di pace intervenuto<br />

il mese scorso ad Algeri tra l'Etiopia<br />

e l'Eritrea, come pure gli sforzi<br />

portati felicemente a termine in Somalia,<br />

in vista di un ritorno progressivo<br />

alla normalità. Più vicino a noi,<br />

devo ricordare — e con quale tristezza!<br />

— gli attentati terroristici che seminano<br />

morte in Spagna e che sfigurano<br />

il Paese, umiliando l'Europa intera,<br />

essa stessa alla ricerca della propria<br />

identità. È verso l'Europa che<br />

molti popoli guardano ancora come<br />

ad un modello al quale ispirarsi. Non<br />

dimentichi mai l'Europa le sue radici<br />

cristiane che hanno reso fecondo il<br />

suo umanesimo! Sia generosa verso<br />

coloro — individui o nazioni — che<br />

bussano alle sue porte!<br />

La povertà<br />

la marginalizzazione<br />

l'analfabetismo<br />

le diseguaglianze sociali<br />

la vergogna<br />

della tratta di esseri umani<br />

non sono fatalità<br />

4.La luce di Betlemme, che si rivolge<br />

«agli uomini di buona volontà»,<br />

ci impegna a combattere, ovunque e<br />

in tutte le circostanze, la povertà, la<br />

marginalizzazione, l'analfabetismo, le<br />

disuguaglianze sociali o la vergogna<br />

della tratta di esseri umani. Niente di<br />

tutto questo è una fatalità, e ci si deve<br />

rallegrare che convegni e strumenti<br />

internazionali abbiano permesso di<br />

porrerimedio,almenoin parte,a queste<br />

piaghe che sfigurano l'umanità.<br />

L'egoismo<br />

e la volontà di potenza<br />

sono i peggiori nemici<br />

dell'uomo<br />

L'egoismo e la volontà di potenza<br />

sono i peggiori nemici dell'uomo. Sono<br />

sempre, in qualche maniera, all'origine<br />

di tutti i conflitti. Lo si constata<br />

in particolare in alcune zone dell'America<br />

del Sud, dove le disparità<br />

socio-economiche e culturali, la violenza<br />

armata o la guerriglia, il rimettere<br />

in questione le conquiste democratiche<br />

sbriciolano il tessuto sociale<br />

e fanno perdere alle popolazioni la fiducia<br />

nell'avvenire. Occorre aiutare<br />

questo immenso continente a far<br />

fruttificare tutto il suo patrimonio<br />

umano e materiale.<br />

La diffidenza, le lotte, come pure<br />

le conseguenze delle crisi del passato,<br />

possono in realtà essere sempre superate<br />

mediante la buona volontà e la<br />

solidarietà internazionale. L'Asia ce<br />

ne dà la prova con il dialogo instauratosi<br />

tra le due Coree e con il cammino<br />

di Timor Est verso l'indipendenza.<br />

La logica del credente:<br />

ogni uomo<br />

è mio fratello!<br />

5.Il credente — e in modo particolare<br />

il cristiano — sa che è possibile<br />

un'altra logica. La riassumerò con<br />

parole che potrebbero sembrarvi<br />

troppo semplici: ogni uomo è mio<br />

fratello! Se fossimo convinti di essere<br />

chiamati a vivere insieme, che è bello<br />

conoscersi, stimarsi e aiutarsi, il<br />

mondo sarebbe radicalmente diverso.<br />

Il secolo appena concluso<br />

passerà alla storia<br />

per le più grandi conquiste<br />

della scienza e della tecnica<br />

ma anche per il disprezzo<br />

più brutale<br />

della vita umana<br />

Quando pensiamo al secolo appena<br />

concluso, si impone una constatazione<br />

al suo riguardo: esso passerà alla<br />

storia come il secolo che ha conosciuto<br />

le più grandi conquiste della<br />

scienza e della tecnica, ma anche come<br />

il secolo in cui la vita umana è<br />

CONTINUA A PAGINA 8


.<br />

PAGINA<br />

8 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Domenica 14 Gennaio 2001<br />

L'udienza di Giovanni Paolo II al Corpo Diplomatico accreditato<br />

presso la Santa Sede per la presentazione degli auguri per il nuovo anno<br />

Una nostra traduzione italiana del discorso del Santo Padre<br />

CONTINUAZIONE DALLA PAGINA 7<br />

me il secolo in cui la vita umana è stata disprezzata<br />

nella maniera più brutale.<br />

Mi riferisco, certamente, alle guerre seminatrici<br />

di morte scoppiate in Europa, ai totalitarismi<br />

che hanno reso schiavi milioni di uomini<br />

e di donne, ma anche alle leggi che hanno<br />

«legalizzato» l'aborto o l'eutanasia, o ancora<br />

ai modelli culturali che hanno disseminato<br />

l'ideologia del consumismo e del piacere ad<br />

ogni costo.<br />

L'uomo non può stravolgere<br />

gli equilibri della creazione<br />

Se l'uomo stravolge gli equilibri della creazione,<br />

dimentica di essere responsabile dei<br />

suoi fratelli e non si prende cura dell'ambiente<br />

che il Creatore ha affidato alle sue mani,<br />

questo mondo, programmato unicamente secondo<br />

i nostri progetti, potrebbe diventare irrespirabile.<br />

Un rischio divenuto più pericoloso<br />

ai nostri giorni: gli uomini<br />

mediante il loro sforzo scientifico<br />

credono di poter divenire<br />

signori della natura e della storia<br />

6.Come ho ricordato nel Messaggio per<br />

la Giornata Mondiale della Pace del 1° gennaio,<br />

dovremmo tutti trarre beneficio da questo<br />

2001, che l'Organizzazione delle Nazioni<br />

Unite ha voluto come «Anno internazionale<br />

del dialogo tra civiltà», «per costruire la civiltà<br />

dell'amore ... [che] poggia sulla consapevolezza<br />

che vi sono valori comuni ad ogni cultura,<br />

perché radicati nella natura della persona»<br />

(n. 16).<br />

Ebbene, cosa vi è di più comune a tutti della<br />

natura umana? Sì, in questo inizio di millennio,<br />

salviamo l'uomo! Salviamolo tutti insieme!<br />

Spetta ai responsabili delle società proteggere<br />

la specie umana, facendo sì che la<br />

L'indirizzo d'omaggio del Decano del Corpo Diplomatico, S.E. Giovanni Galassi, Ambasciatore della Repubblica di San Marino presso la Santa Sede<br />

«Noi abbiamo bisogno del vostro Magistero»<br />

All'inizio dell'udienza, il Decano del<br />

Corpo Diplomatico, S.E. il Signor Giovanni<br />

Galassi, Ambasciatore della Repubblica<br />

di San Marino presso la Santa<br />

Sede, ha rivolto al Santo Padre il seguente<br />

indirizzo d'omaggio:<br />

Très Saint-Père,<br />

En tant que Doyen du Corps Diplomatique<br />

accrédité près le Saint-Siège,<br />

j'ai encore une fois l'honneur et la joie<br />

de Vous présenter, au nom de tous les<br />

Ambassadeurs ici réunis, nos vœux déférents<br />

et sincères de bonne et heureuse<br />

Année.<br />

Au début de l'An 2000, en ouvrant la<br />

Porte Sainte, Votre Sainteté avait invité<br />

tous les hommes à une purification de<br />

la mémoire individuelle et collective, à<br />

une réconciliation avec Dieu et avec le<br />

prochain, à une solidarité et à une charité<br />

fraternelles. Au cours du grand Jubilé,<br />

avec admiration nous avons assisté<br />

aux flots ininterrompus de pèlerins<br />

arrivant au Vatican de toutes les parties<br />

du monde, depuis les enfants jusqu'aux<br />

personnes âgées et aux personnes<br />

handicapées, depuis les plus humbles<br />

jusqu'aux puissants, tous poussés<br />

par le désir intérieur de retrouver ou de<br />

renforcer en eux les valeurs et les<br />

idéaux profonds pour y conformer leur<br />

existence humaine.<br />

Pour toutes et chacune de ces personnes,<br />

Votre Sainteté a eu des paroles<br />

de compréhension, les encourageant à<br />

donner un sens nouveau à la civilisation<br />

actuelle, souvent étouffée par les<br />

fausses idoles du bien-être à tout prix<br />

et de l'égoïsme provenant d'un vertige<br />

d'autodétermination de l'existence, qui<br />

conduit à exclure toute relation avec le<br />

transcendant et le divin.<br />

«Qui êtes-vous venus chercher?»,<br />

avez-vous demandé aux deux millions<br />

de jeunes enthousiastes, désireux de<br />

dialoguer avec Vous durant leur jubilé,<br />

et ils vous ont répondu avec sincérité,<br />

en s'échangeant mutuellement l'Evangile,<br />

que seul le Christ pourra donner<br />

sens et valeur à leur vie et à leur avenir.<br />

Deux millions de jeunes ont, par<br />

leur présence, témoigné de leur soif de<br />

spiritualité et de leur acceptation convaincue<br />

de vos enseignements sur le<br />

fait que la vraie liberté ne pourra venir<br />

du petit profit économique ni du matérialisme<br />

consumériste, mais qu'elle<br />

doit être construite quotidiennement<br />

dans la communion avec le prochain,<br />

dans la famille, entendue comme don<br />

réciproque d'amour entre un homme et<br />

une femme, dans l'amitié généreuse et<br />

dans le service désintéressé envers ses<br />

semblables.<br />

C'est au respect de ces mêmes principes<br />

que Votre Sainteté a exhorté les<br />

Responsables de Gouvernements et les<br />

Parlementaires au cours de leur jubilé,<br />

leur donnant Thomas More comme patron,<br />

lui qui fut un exemple lumineux<br />

d'intégrité morale. Avec des gestes symboliques<br />

comme «l'arbre de l'humanité»<br />

et «le mélange des eaux et de la terre<br />

des cinq continents», parce que la planète<br />

est une, vous avez souhaité que<br />

les propositions élaborées au cours de<br />

ces journées jubilaires, «la dette des<br />

pays en voie de développement», «la liberté<br />

religieuse et la dignité humaine»,<br />

«l'éthique et la mondialisation», deviennent<br />

concrètement des impératifs moraux<br />

pour tous ceux qui ont une responsabilité<br />

de gouvernement.<br />

Nous avons eu le sentiment que la<br />

politique était sortie de la logique de la<br />

puissance et du compromis: dans un<br />

monde où, comme l'a souligné Votre<br />

Sainteté, les riches deviennent toujours<br />

plus riches et les pauvres toujours plus<br />

pauvres, il est indispensable de se dégager<br />

de l'indifférentisme, de la culture<br />

du superflu, des arguties académiques,<br />

et de se faire, en se fondant sur une loi<br />

morale objective, les bâtisseurs d'un<br />

nouveau style de vie qui respecte le<br />

partage fraternel des ressources, la justice,<br />

le droit à la vie pour chacun, de<br />

l'enfant à naître à la personne âgée, le<br />

rôle irremplaçable de la famille. A chacun<br />

d'entre nous, à chaque pays, incombe<br />

la grave responsabilité de choisir,<br />

suivant votre Magistère, entre la loi<br />

morale et l'orgueil personnel ou collectif,<br />

en assumant des rôles et des engagements<br />

qui peuvent contribuer, dans<br />

le siècle présent, à édifier de nouveau<br />

le monde, sur la base de valeurs culturelles<br />

et civiles partagées, souvent tournées<br />

en dérision de manière irresponsable<br />

par un progrès scientifique et<br />

technologique qui se développe de façon<br />

désordonnée et sans règles.<br />

Les interrogations profondes de<br />

l'homme sur les valeurs et sur la signification<br />

de sa propre existence, qui sont<br />

étouffées par l'opulence des sociétés les<br />

plus riches, la crise de la valeur sacrée<br />

de la vie humaine par un prétendu modèle<br />

de perfection, l'aridité du cœur et<br />

l'accoutumance au mal, l'indifférence<br />

devant les valeurs éthiques: tels sont les<br />

aspects que, à maintes reprises, Votre<br />

Sainteté a mis en évidence.<br />

En ce sens, nous apprécions sincèrement<br />

votre activité constante et éner-<br />

scienza sia al servizio della persona, che l'uomo<br />

non sia un oggetto da sezionare, da comperarsi<br />

o vendersi, che le leggi non siano mai<br />

condizionate dal mercantilismo o dalle rivendicazioni<br />

egoiste di gruppi minoritari. Nessuna<br />

epoca della storia dell'umanità è sfuggita<br />

alla tentazione di chiudere l'uomo in se stesso<br />

in atteggiamento di autosufficienza, di dominio,<br />

di potenza e di orgoglio. Ma tale rischio<br />

ai nostri giorni è divenuto più pericoloso nel<br />

cuore degli uomini, che, mediante il loro sforzo<br />

scientifico, credono di poter divenire signori<br />

della natura e della storia.<br />

gique en faveur de l'œcuménisme et du<br />

dialogue interreligieux.<br />

L'ouverture de la Porte sainte de la<br />

Basilique Saint-Paul, avec la participation<br />

des Délégations des autres Eglises<br />

et Communautés ecclésiales, les rencontres<br />

avec les Luthériens et les Anglicans,<br />

l'accolade avec le Pape Shenouda<br />

III au Caire, la célébration de la<br />

Journée du Pardon, exemple sublime<br />

de la reconnaissance des erreurs passées<br />

et de la volonté de rétablir une<br />

nouvelle fraternité, la célébration des<br />

Témoins de la foi du vingtième siècle<br />

au Colisée, la veillée de prière dans la<br />

Basilique Saint-Jean sur proposition du<br />

Patriarcat œcuménique de Constantinople,<br />

la visite du Catholicos de tous les<br />

Arméniens, Karékine II, l'accolade convaincue<br />

et sincère avec le Patriarche<br />

Diodoros Ier à Jérusalem, l'élévation<br />

sur les autels de nombreux martyrs qui<br />

Il mistero personale inalienabile<br />

di ogni essere umano<br />

7.Sarà sempre compito delle comunità<br />

dei credenti affermare pubblicamente che<br />

nessuna autorità, nessun programma politico,<br />

nessuna ideologia è autorizzata a ridurre l'uomo<br />

a ciò che egli è capace di fare o di produrre.<br />

I credenti avranno sempre il dovere<br />

imperativo di ricordare a tutti ed in ogni circostanza<br />

il mistero personale inalienabile di<br />

ogni essere umano, creato ad immagine di<br />

Dio, capace di amare alla maniera di Gesù.<br />

n'ont pas hésité à donner leur vie à<br />

Dieu, sont autant d'événements qui ont<br />

montré dans les faits que le cœur de<br />

l'année jubilaire a été un appel universel<br />

à la réconciliation et à la paix, et<br />

une invitation à une spiritualité sans<br />

limites et sans barrières.<br />

Tandis que des millions de chrétiens<br />

se rendaient à Rome, vous-même, Très<br />

Saint-Père, vous n'avez pas hésité à<br />

vous faire pèlerin, parcourant à votre<br />

tour en Terre Sainte, à l'occasion du<br />

bimillénaire de la naissance de Jésus,<br />

l'itinéraire de l'antique alliance entre<br />

Dieu et les hommes, donnant un témoignage<br />

d'amour fascinant.<br />

Dans les lieux où, précisément en ce<br />

moment, la violence a repris, vous avez<br />

embrassé la terre des Palestiniens, pour<br />

lesquels le sens le plus élémentaire de<br />

la justice réclame une patrie, afin que<br />

les réfugiés puissent aussi revenir y vivre,<br />

et, dans le même temps, vous vous<br />

êtes abîmé dans la prière au Mausolée<br />

de l'Holocauste et au Mur des Lamentations,<br />

dans une fente duquel vous<br />

avez glissé un message manifestant votre<br />

solidarité spirituelle avec l'épouvantable<br />

tragédie supportée par les Juifs et<br />

peut-être, retournant seul au Calvaire,<br />

vous avez supplié le Christ d'inspirer<br />

sagesse et compréhension aux deux<br />

peuples profondément marqués par les<br />

dures épreuves passées et présentes.<br />

Enfin, la dimension mariale n'a pas<br />

manqué dans votre pèlerinage autour<br />

du monde: le 13 mai, date emblématique,<br />

vous vous êtes rendu à Fatima<br />

pour béatifier Jacinta et Francisco, et<br />

pour déposer aux pieds de Marie votre<br />

anneau, qui s'ajoute désormais au<br />

plomb du projectile de l'auteur de l'attentat.<br />

Fatima est apparue une nouvelle<br />

fois comme le carrefour de l'histoire<br />

de l'Europe et de l'Eglise du vingtième<br />

siècle; et, là aussi, votre voix s'est élevée<br />

pour exprimer avec fermeté le caractère<br />

caduc des idéologies athées qui<br />

ont provoqué tant de malheurs, et la<br />

nécessité d'une nouvelle évangélisation<br />

de l'Europe.<br />

Votre figure de Pasteur universel, ouvert<br />

au dialogue avec tous, continue<br />

d'être pour des millions de personnes,<br />

et surtout pour les plus faibles et pour<br />

ceux qui sont sans défense, l'emblème<br />

de l'espérance, de la justice et de la<br />

paix.<br />

Les pays du Continent africain, en<br />

particulier les plus pauvres et les plus<br />

fortement endettés, s'adressent à vous<br />

avec confiance pour que soit effacée<br />

leur dette extérieure, ce qui pourra leur<br />

permettre une insertion plus concrète<br />

dans l'économie marquée par la mondialisation<br />

et éviter que s'élargisse le<br />

fossé qui sépare les pays les plus riches<br />

des pays en voie de développement.<br />

Pour ces derniers, il est urgent que se<br />

réalise une réforme des structures internationales<br />

de la réglementation économique<br />

et financière, y compris les rôles<br />

respectifs de la Banque mondiale et<br />

du Fonds monétaire international, ainsi<br />

qu'une formulation nouvelle de la politique<br />

de soutien au développement en<br />

donnant la priorité au secteur social,<br />

ce qui pourra déterminer une nouvelle<br />

floraison de l'homme.<br />

Le Continent asiatique, qui a vu naître<br />

un nouveau rapport entre les deux<br />

Corée, vous est reconnaissant de votre<br />

invitation constante au dialogue interreligieux<br />

et au dialogue entre les cultures.<br />

Les problèmes non encore résolus<br />

demeurent cependant nombreux, ainsi<br />

la non-observance des droits humains<br />

L'esperienza religiosa<br />

fa parte dell'esperienza umana<br />

Vorrei qui ripetere e ridire, per vostro tramite,<br />

ai governanti che vi hanno accreditato<br />

presso la Santa Sede, la determinazione della<br />

Chiesa Cattolica a difendere l'uomo, la sua<br />

dignità, i suoi diritti e la sua dimensione trascendente.<br />

Anche se ad alcuni ripugna l'evocare<br />

la dimensione religiosa dell'uomo e della<br />

sua storia, anche se altri vorrebbero ridurre la<br />

religione alla sfera del privato, anche se altri<br />

ancora perseguitano le comunità di credenti, i<br />

cristiani continueranno a proclamare che l'esperienza<br />

religiosa fa parte dell'esperienza<br />

umana. È un elemento vitale per la costruzione<br />

della persona e della società alla quale gli<br />

uomini appartengono. Così si spiega il vigore<br />

con il quale la Santa Sede ha sempre difeso la<br />

libertà di coscienza e di religione, nella sua dimensione<br />

individuale e sociale. Il dramma vissuto<br />

dalla comunità cristiana in Indonesia o<br />

le patenti discriminazioni di cui sono vittime<br />

ancor oggi altre comunità di credenti, cristiani<br />

o meno, in certi Paesi di obbedienza marxista<br />

o islamica, chiamano ad una vigilanza ed<br />

a una solidarietà senza incrinature.<br />

Con la storia che ci vede<br />

tutti attori, tracciamo il cammino<br />

del millennio che inizia<br />

8.Questi sono i pensieri che mi ha ispirato<br />

il nostro incontro tradizionale, il quale mi<br />

permette di rivolgermi in certo modo a tutti i<br />

popoli della terra per il tramite dei loro rappresentanti<br />

più qualificati. A tutti i vostri<br />

compatrioti e ai Governi dei vostri Paesi, vi<br />

chiedo di trasmettere gli auguri oranti che il<br />

Papa formula a loro riguardo. Con la storia<br />

che ci vede tutti attori, tracciamo il cammino<br />

del millennio che inizia. Tutti insieme, aiutiamoci<br />

gli uni gli altri ad essere degni della vocazione<br />

alla quale siamo stati chiamati: formare<br />

una grande famiglia, felice di sapersi<br />

amatadaunDiochecivuolefratelli! L'Altissimobenedicavoielepersoneche<br />

vi sono care!<br />

dans de grands pays de la région, l'exploitation<br />

de nombreuses jeunes femmes<br />

et de nombreux enfants, l'absence<br />

de protection des personnes en déplacement,<br />

les sanctions économiques persistantes<br />

qui n'ont pas rejoint leurs objectifs,<br />

la faible liberté de la presse. A cela<br />

s'ajoute la plaie du terrorisme, sans<br />

justification aucune, qui provoque la<br />

mort et qui rend invalides de nombreuses<br />

vies innocentes, et qui tend à se répandre<br />

aussi sur les autres continents,<br />

y compris l'Europe, devenant une forme<br />

de lutte abominable.<br />

Les pays de l'Amérique centrale et de<br />

l'Amérique du Sud, dont beaucoup ont<br />

une économie fragile, regardent avec<br />

préoccupation mais aussi avec espérance<br />

vers la mondialisation des marchés,<br />

en vue d'un développement plus substantiel<br />

de leurs ressources. De même,<br />

la situation de la démocratie dans certains<br />

pays demeure préoccupante, ainsi<br />

que les rapports déséquilibrés entre<br />

grandes et petites nations, parce qu'ils<br />

touchent de manière injuste et irrationnelle<br />

les membres les plus faibles des<br />

populations civiles innocentes.<br />

L'Europe enfin avance dans son processus<br />

d'unification et dans son ouverture<br />

vers l'Orient, sur la base de règles<br />

démocratiques et de législations communes<br />

qui, cependant, semblent parfois<br />

titubantes en ce qui concerne le<br />

sens sacré de la vie humaine, depuis<br />

son apparition jusqu'à sa fin, et de la<br />

famille, comprise de manière correcte,<br />

et qui ne tiennent pas toujours compte<br />

des valeurs culturelles chrétiennes qui,<br />

durant plus de 1200 ans, ont été le patrimoine<br />

le plus unificateur des pays<br />

européens, se contentant d'une pure<br />

médiation d'intérêts et d'une froide mécanique<br />

des institutions et du droit.<br />

Très Saint-Père, au terme du grand<br />

Jubilé et au début du vingt et unième<br />

siècle, qui est plein de fascination mais<br />

aussi de pièges dangereux, vous restez<br />

la boussole des valeurs pour l'humanité<br />

entière dans son parcours terrestre<br />

et, reprenant les mots tout simples,<br />

spontanés, mais pleins de signification,<br />

que l'on a vus sur une banderole durant<br />

le Jubilé des Agriculteurs, vous<br />

restez notre «BOURGEON», symbole de<br />

certitude et de fruits à venir: nous<br />

avons besoin de votre Magistère qui<br />

nous rappelle continuellement l'essence<br />

spirituelle de notre existence et qu'il ne<br />

saurait exister de bonheur et de paix<br />

entre les peuples sans une fraternité et<br />

un partage responsable des difficultés<br />

et du bien-être.<br />

Bonne Année, Très Saint Père!


ITALIA<br />

PAGINA<br />

9 .<br />

Il cammino<br />

della Chiesa<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Domenica 14 Gennaio 2001<br />

Il saluto del nuovo Presule alla comunità<br />

Aprire nuovi orizzonti di sequela a Cristo<br />

e di testimonianza del Vangelo<br />

ANDREA BRUNO MAZZOCATO<br />

Vescovo di Adria-Rovigo<br />

Carissimi sacerdoti, religiosi e fedeli<br />

laici, è giunto per me il tempo, come<br />

per Abramo, di lasciare la terra e la<br />

Chiesa delle mie origini per entrare in<br />

una nuova terra ed essere accolto da<br />

una nuova Chiesa alla quale il Padre<br />

mi dona e mi invia.<br />

Entro in mezzo a voi, che formate<br />

la Chiesa del Signore che è in Adria-<br />

Rovigo, sostenuto dalla preghiera. Tanti<br />

cristiani della diocesi di Treviso mi<br />

stanno accompagnando con una fraterna<br />

ed intensa preghiera e so che voi<br />

mi accogliete dopo aver chiesto a Dio<br />

grazie particolari su di me e il mio ministero.<br />

Questa comunione di fede e di cuori<br />

è il clima migliore per l'ingresso di un<br />

Vescovo nella Chiesa affidata alla sua<br />

cura pastorale. Iniziamo il nostro cammino<br />

unanimi nella preghiera come i<br />

cristiani della prima comunità di Gerusalemme;<br />

con gli animi rivolti al Padre<br />

della Misericordia perché doni in abbondanza<br />

il suo santo Spirito alla nostra<br />

diocesi di Adria-Rovigo e a me,<br />

suo nuovo Pastore.<br />

Cari fratelli, entrando tra voi so di<br />

inserirmi, come membro e pastore, in<br />

una Chiesa che da secoli è in cammino<br />

dietro a Gesù, suo Signore; una Chiesa<br />

che è stata guidata da tanti santi Vescovi,<br />

da s. Bellino fino a Mons. Mar-<br />

tino Gomiero del quale desidero continuare<br />

l'opera con grande riconoscenza<br />

per quanto ha donato ad Adria-Rovigo<br />

con ardente carità di pastore.<br />

Questa lunga e grande tradizione di<br />

fede mi fa sentire orgoglioso per essere<br />

stato scelto dal Santo Padre a far parte<br />

della Chiesa di Adria-Rovigo come suo<br />

Vescovo. Insieme mi fa sentire anche<br />

piccolo e inadeguato di fronte ad un<br />

tale compito. Avverto in me la trepidazione<br />

di chi teme di non saper abbastanza<br />

amare, rispettare, far crescere<br />

la Chiesa che gli è stata donata come<br />

sposa.<br />

Con la trepidazione è cresciuto in<br />

me in questi mesi anche il desiderio<br />

forte di offrire tutte le mie energie fisiche,<br />

intellettuali e spirituali nella guida<br />

pastorale della diocesi di Adria-Rovigo<br />

per quel tratto di cammino che la<br />

provvidenza mi domanderà.<br />

Sento in me una grande fiducia e<br />

speranza che spero di trasmettere a<br />

tutti voi.<br />

Entriamo assieme nel terzo millennio<br />

dell'era cristiana e ho fiducia e<br />

speranza che esso segni una tappa di<br />

rinnovamento e di risveglio di energie<br />

spirituali nelle nostre comunità parrocchiali<br />

e in tutta la diocesi. Il Santo Padre,<br />

chiudendo il giorno dell'Epifania<br />

la Porta Santa e l'anno giubilare, ha<br />

firmato anche la lettera apostolica<br />

«Novo Millennio ineunte» aprendo alla<br />

Chiesa universale nuovi orizzonti di se-<br />

Una storia ricca di cultura<br />

forgiata anche dalla sofferenza<br />

La diocesi di Adria-Rovigo (fino al<br />

1986 diocesi di Adria) si estende su un<br />

territorio di 1.193 Kmq, con una popolazione<br />

di circa 202.000 abitanti. Il territorio<br />

della diocesi è in gran parte compreso<br />

nella provincia di Rovigo.<br />

Alcuni studi collocano la nascita della<br />

diocesi attorno al IV o V secolo. In passato<br />

i confini con le diocesi vicine sono<br />

stati incerti come con Ferrara, Padova e<br />

persino Ravenna che estendeva il suo<br />

dominio sino alle porte di Rovigo. Molte<br />

testimonianze riguardo all'antichità della<br />

diocesi si trovano nella Basilica detta<br />

della Tomba di Adria.<br />

Nei secoli scorsi si registrò una certa<br />

contesa fra Adria, antichissima sede episcopale<br />

e della cattedrale e la città di<br />

Rovigo che diventò centro del territorio<br />

e capoluogo di provincia.<br />

Mons. Andrea Bruno Mazzocato è il<br />

92° della lunga serie dei Vescovi. Un'antichissima<br />

tradizione ancora viva ad<br />

Adria vuole lo stesso S. Pietro annunciatore<br />

del Vangelo; la cattedrale, ora dedicata<br />

ai SS. Pietro e Paolo, fino al 1882<br />

era intitolata a San Pietro. Non mancano<br />

antiche testimonianze cristiane piuttosto<br />

importanti: un bassorilievo copto<br />

del IV secolo, in cattedrale, che rappresenta<br />

Maria la Madre di Dio e una vasca<br />

battesimale monolitica (VI o VII<br />

sec.) custodita nella basilica della Tomba<br />

ad Adria; ricordiamo infine la cripta<br />

della prima cattedrale decorata alle pareti<br />

con affreschi bizantini e collocata<br />

attorno al VI secolo.<br />

SETTIMIO RIGOLIN La cattedrale di Adria<br />

Un territorio arricchito dalla presenza<br />

di tanti centri di solidarietà<br />

La gente polesana ha una storia entro<br />

cui emerge sempre la povertà.<br />

Dalla fine del '800 alla fine del '900<br />

emigrarono circa 250.000 persone alla<br />

ricerca di un lavoro, di un pane per i<br />

figli e di un po' di dignità. Dal 1886 al<br />

1910 dalla provincia si avviarono verso<br />

la lontana America Latina 70.000 nostri<br />

compaesani, dal 1950 al 2000 emigrarono<br />

verso il triangolo industriale<br />

del Nord-Italia verso l'America del<br />

Nord e verso il Nord-Europa circa<br />

180.000 Polesani.<br />

Nel nostro DNA con l'esperienza<br />

dell'indigenza c'è una discreta disponibilità<br />

verso chi ha bisogno.<br />

Nella nostra diocesi non possiamo<br />

vantare grandi strutture ecclesiali per<br />

l'accoglienza, ma ci sono qua e là segni<br />

che testimoniano la condivisione e<br />

la solidarietà di una Chiesa attenta,<br />

solerte e conscia del mandato di Gesù<br />

verso i poveri.<br />

A settembre del 2000, grazie al comodato<br />

della Chiesa Concattedrale di<br />

un nuovo fabbricato alla diocesi, si è<br />

aperto, a nome della Caritas, una casa<br />

per accogliere i ragazzi in disagio. La<br />

struttura, nuova, risponde a tutte le<br />

norme vigenti sia sul piano strutturale<br />

che pedagogico-assistenziale. Già alcuni<br />

ragazzi hanno trovato alloggio e altri<br />

accoglienza per il dopo-scuola: la<br />

possiamo chiamare la Casa della speranza.<br />

Alcune Caritas di base operano attraverso<br />

i centri d'ascolto in favore di<br />

immigrati ed emarginati. Si stanno<br />

creando centri di monitoraggio per<br />

quantificare e individuare, per quanto<br />

possibile, le povertà sommerse per<br />

conscientizzare le comunità dei fedeli<br />

di farsi carico, attraverso i vari centri<br />

di carità presenti sul territorio, dei fratelli<br />

in disagio. La caritas diocesana<br />

può contare anche su un centro operativo<br />

per i rapporti con alcune caritas<br />

all'estero.<br />

La San Vincenzo e i gruppi di volontariato<br />

vincenziano da sempre operano<br />

nel territorio diocesano.<br />

Si sono attivati nel tempo alcuni<br />

centri di accoglienza per i senza tetto<br />

quali «Porta Verta» e una «foresteria»<br />

presso i Padri Cappuccini di Rovigo<br />

con mensa.<br />

Circa alcune problematiche all'interno<br />

della famiglia sono all'attenzione di<br />

alcune associazioni o di sacerdoti e<br />

laici oltre che di alcune comunità par-<br />

rocchiali. Ci sono pure delle strutture<br />

operanti in questo ambito come: Centro<br />

Aiuto Vita, Movimento Vita, Centro<br />

di Solidarietà Polesano, Raggio di<br />

Sole, 2 centri «Comunità Incontro» di<br />

don P. Gelmini.<br />

Piace anche segnalare che vari club,<br />

come Rotary, Lions, Kiwanis, Serra e<br />

altri si prefiggono dei services in favore<br />

degli svantaggiati pur non implicando<br />

le strutture ecclesiali.<br />

Dal 6 dicembre 1999, approvato dal<br />

Vescovo, ha iniziato il suo servizio il<br />

«Gruppo Genitori in Cammino», per<br />

genitori che hanno perso un figlio. Il<br />

gruppo ha un suo segretario e un assistente<br />

ecclesiastico. La sintesi dello<br />

statuto può essere espressa in due parole:<br />

Preghiera e Fraternità.<br />

L'anno 2001 è l'anno internazionale<br />

del volontariato. Da qui si vede che<br />

anche le istituzioni civili sono interessate<br />

al problema della solidarietà. Se è<br />

vero che «Bonum diffusivum sui» ci si<br />

augura che la Chiesa nelle sue varie<br />

dimensioni testimoni l'amore, la giustizia<br />

e la pace con tale visibilità da<br />

contagiare l'intera umanità.<br />

VALENTINO TONIN<br />

L'ingresso in diocesi<br />

del nuovo Vescovo di Adria-Rovigo<br />

quela a Cristo e di testimonianza del<br />

Vangelo. Su questi orizzonti profetici<br />

cercheremo di incamminarci anche<br />

noi in comunione con tutte le Chiese<br />

sorelle.<br />

È viva la grazia dell'Anno Santo, del<br />

grande Giubileo della Redenzione. Invochiamo<br />

lo Spirito Santo perché generi<br />

frutti copiosi. In particolare, invoco<br />

lo Spirito del Signore perché ci illumini<br />

e ci guidi a diventare sempre più<br />

una Chiesa secondo le prospettive delineate<br />

e — possiamo dire — sognate<br />

dal Concilio Vaticano II. Nel recente<br />

Giubileo dei Laici Giovanni Paolo II invitava<br />

con forza a riprendere i grandi<br />

documenti del Vaticano II a 35 anni<br />

dalla sua conclusione; essi delineano<br />

alla Chiesa il suo futuro sul quale<br />

orientarsi ed ispirarsi.<br />

Lo Spirito di Gesù guidi anche noi,<br />

Chiesa di Adria-Rovigo, su queste prospettive<br />

risvegliando le risorse migliori<br />

tra i sacerdoti, le persone consacrate,<br />

le famiglie. Risvegli nei giovani il desiderio<br />

e il coraggio di grandi progetti<br />

per il loro futuro, il coraggio di abbracciare<br />

vocazioni che chiedono il dono<br />

di tutta la vita nel sacerdozio o nella<br />

vita consacrata.<br />

Il Signore Gesù, Buon Pastore, esaudisca<br />

questi desideri e ci accompagni<br />

con la sua benedizione che invoco su<br />

tutti, specialmente sui più deboli e sofferenti,<br />

confidando nell'intercessione di<br />

Maria Santissima e del santo patrono<br />

Bellino.<br />

La viva gioia<br />

e la grande responsabilità<br />

di essere Chiesa missionaria<br />

pure in questi anni i suoi martiri: la testimonianza<br />

di P. Giuseppe Santi (Uganda<br />

1979) e di P. Amedeo Giuriati (Angola<br />

1989) ci carica di commozione profonda.<br />

Inoltre, il Grande Giubileo ha regalato<br />

alla Chiesa polesana la santa della nostra<br />

terra con la canonizzazione del 1°<br />

ottobre di s. Maria Chiara Nanetti, martire<br />

in Cina nel 1900.<br />

Nell'accogliere il nuovo Pastore esprimiamo<br />

la riconoscenza per l'unica presenza<br />

missionaria in diocesi della comunità<br />

delle Missionarie della Redenzione,<br />

nata dal cuore di un prete diocesano,<br />

Mons. Achille Corsato, con i suoi oltre<br />

50 anni donati alla causa missionaria.<br />

L'Istituto, presente in Brasile da 13<br />

anni con i sacerdoti diocesani e arricchito<br />

da giovani burundesi e brasiliane, ha<br />

portato una forza anche nella pastorale<br />

di animazione missionaria nella nostra<br />

diocesi.<br />

L'arrivo del nuovo Pastore sarà una<br />

vera provocazione a iniziare o approfondire,<br />

in forza del Battesimo il proprio<br />

impegno nell'annuncio del Vangelo della<br />

Vita.<br />

«Nessun credente, nessuna istituzione<br />

della Chiesa può sottrarsi al supremo<br />

dovere di annunciare Cristo a tutti i popoli»<br />

(Giovanni Paolo II, R.M. 3).<br />

SILVIO BACCARO<br />

Direttore<br />

del Centro Missionario Diocesano<br />

Progetti di catechesi per educare<br />

i fedeli all'impegno dell'annuncio<br />

Quella che il Vescovo Andrea Bruno<br />

Mazzocato trova è una Chiesa impegnata<br />

per contribuire a edificare e realizzare<br />

un progetto culturale cristiano.<br />

Il Polesine è stato per molto tempo<br />

considerato spazio senza cultura, mancando<br />

i segni di una affermazione. Certo<br />

il Polesine e la Chiesa che in esso vive<br />

è stato un territorio povero, e i suoi<br />

abitanti non sono riusciti a innalzare costruzioni<br />

che sfidassero il tempo o ad<br />

ornare edifici e piazze che testimoniassero<br />

lo stile di vita. I palazzi e le ville<br />

che ci sono le hanno fatte i signori che<br />

da Venezia o da Ferrara si toglievano il<br />

territorio.<br />

E i nostri, non tanti, ma in sufficiente<br />

numero, hanno dovuto portarsi nelle città<br />

in cui i padroni risiedevano. Basterà<br />

citare Benvenuto Tisi detto il «Garofolo»,<br />

così chiamato dal borgo natio o i<br />

Canozi di Lendinara.<br />

Gli abitanti del luogo erano condannati<br />

al duro lavoro della terra e delle valli<br />

con la perenne minaccia dei fiumi. Bisognerà<br />

attendere l'unità d'Italia, per vedere<br />

maturare una nuova situazione e<br />

vedere nascere i fermenti di un emergere<br />

della nostra gente.<br />

Si mostrò allora la realtà popolare<br />

con la sua ricchezza culturale, con le<br />

sue grandi aspirazioni, con le sue esperienze.<br />

Dal passato un tesoro<br />

di insegnamenti<br />

E questa terra e la sua Chiesa si scoprirono<br />

ricche di cultura che esprimeva<br />

la grande umanità dei suoi componenti,<br />

che si esprimeva nel e sul quotidiano,<br />

che narrava dei tempi, delle stagioni,<br />

degli uomini, del lavoro, dei santi e degli<br />

eroi che aveva saputo esprimere. Nel<br />

finire dell'Ottocento sorsero dei personaggi<br />

che seppero pensare, indicare e<br />

stimolare a nuovi traguardi.<br />

Se la vita delle famiglie era legata al<br />

lavoro della terra, era necessario dare<br />

ad esse conoscenze tali che le aiutassero<br />

ad essere all'avanguardia. La scarsità di<br />

vie di comunicazione portò a far nascere<br />

la «Cattedra itinerante di agricoltura»,<br />

al fine di istruire per meglio operare e<br />

operare con consapevolezza, operare da<br />

uomini. Era la risposta agli insegnamenti<br />

di Leone XIII.<br />

E con la cultura andava prendendo<br />

piede la vita democratica. Si prepararono<br />

i cattolici alla consapevole e responsabile<br />

partecipazione. Non sempre riuscendo<br />

a divenire maggioranza, ma<br />

sempre favorendo il crescere dell'uomo.<br />

Emerge tra tutte la figura di Mons.<br />

Giacomo Sichirollo, educatore e formatore<br />

di giovani.<br />

Il prof. Giavarini, appassionato conoscitore<br />

di queste realtà, afferma che bisognerà<br />

rivedere e precisare il momento<br />

felice in cui il gruppo degli Universitari<br />

Cattolici di Rovigo si costituì in gruppo<br />

e diedero vita al primo nucleo della FU-<br />

CI con la guida e l'ispirazione del Sichirollo.<br />

Il 6 gennaio 1901, come frutto dell'Anno<br />

Santo 1900 vide la luce il settimanale<br />

cattolico della diocesi. Furono un<br />

manipolo di sacerdoti e laici illuminati a<br />

volerlo e tra essi il Vescovo trevisano<br />

Il prezioso contributo dei laici<br />

all'opera di evangelizzazione<br />

Nella Chiesa ci sono laici, cioè persone<br />

generose e disponibili che per libera<br />

scelta offrono la loro intelligenza, preparazione<br />

e tempo, per accompagnare altri<br />

fratelli — bambini, ragazzi, giovani e<br />

adulti, ad una maturazione della fede<br />

cristiana; questi sono i catechisti, gli animatori,<br />

gli educatori.<br />

La presenza dei catechisti è vitale nella<br />

comunità ed è per questo motivo che<br />

la Chiesa è impegnata ad offrire tutte le<br />

opportunità affinché sempre più aumenti<br />

la loro preparazione. Il catechista è<br />

molto più di un insegnante e di un educatore;<br />

egli è un testimone della fede in<br />

Cristo, si affianca al parroco nel difficile<br />

compito della evangelizzazione, di educatore<br />

dell'iniziazione cristiana dei fanciulli<br />

e della catechesi nelle varie età.<br />

Riguardo a queste realtà — catechesi<br />

ed evangelizzazione in diocesi — abbiamo<br />

rivolto alcune domande a don Giampietro<br />

Ziviani Direttore dell'Ufficio Catechistico<br />

diocesano e dell'Ufficio Scuola<br />

della diocesi.<br />

D — Può delineare brevemente la<br />

realtà dei catechisti in diocesi?<br />

R — Sono molti i gruppi di catechisti;<br />

si tratta di una realtà viva e numerosa,<br />

una «potenzialità» varia e ricca: è catechista<br />

la mamma, il papà, l'operaio, l'insegnante,<br />

il professionista, la religiosa, il<br />

La Diocesi di Adria-Rovigo accoglie il<br />

nuovo Pastore Andrea Bruno Mazzocato<br />

con la gioia e la coscienza di sentirsi<br />

sempre più missionaria.<br />

Gli 80 missionari/e originari dal Polesine<br />

sparsi nei vari continenti sono un<br />

segno visibile di questa consapevolezza:<br />

la Chiesa è per sua natura missionaria.<br />

Non a caso, ad accogliere il nuovo<br />

Vescovo ci saranno pure alcuni nostri<br />

missionari, quali don Vincenzo Cerutti,<br />

prete Fidei donum dal maggio '94 in<br />

Brasile, P. Daniele Nardin, comboniano<br />

dal Perú, P. Sergio Santi, redentorista<br />

dal Paraguay, don Luciano Candiollo,<br />

parroco nella missione cattolica in Germania.<br />

La nostra diocesi dal marzo 1973 ha<br />

un impegno-servizio missionario nella<br />

Chiesa sorella di Caetité (Bahia): sono<br />

stati 12 i preti donati a quella terra; oltre<br />

alla presenza in Ecuador con don<br />

Prandi e in Germania con don Candiollo.<br />

Già i Vescovi Mons. Sartori (1980 e<br />

1984) e Mons. Gomiero (1989 e 1992),<br />

con la loro visita in terra latinoamericana<br />

hanno confermato l'impegno della<br />

nostra Chiesa.<br />

La Missione arricchisce la vita della<br />

Chiesa e di ogni comunità cristiana.<br />

Solo il fuoco della missione apre il<br />

cuore a Dio e ai fratelli, non solo per<br />

donare e insegnare ma per accogliere e<br />

imparare, nello «stile dello scambio».<br />

La Chiesa di Adria-Rovigo ha avuto<br />

giovane. Il gruppo catechisti è presente<br />

in tutte le parrocchie ed esiste anche<br />

una buona organizzazione a livello vicariale.<br />

C'è in loro una profonda consapevolezza<br />

della rapida evoluzione che<br />

coinvolge oggi bimbi e ragazzi; ho visto<br />

in moltissimi casi tanta umiltà; purtroppo<br />

molti sono convinti di non «farcela»,<br />

sembrano quasi «impauriti» dal loro ruolo,<br />

sono profondamente consapevoli della<br />

loro responsabilità.<br />

D — Quali opportunità di formazione<br />

offre la diocesi ai catechisti?<br />

R — Da vari anni in diocesi è operante<br />

una buona Scuola di Teologia; dagli<br />

elenchi risulta che più di 700 sono i laici<br />

che sono stati iscritti e oltre 450 hanno<br />

completato il triennio; il laicato è cresciuto<br />

e il catechista desidera essere<br />

sempre più qualificato.<br />

Non dimentichiamo poi che in questi<br />

ultimi anni la diocesi ha visto anche la<br />

presenza di un triennio di scuola per<br />

animatori con numerosa partecipazione.<br />

D — Il futuro quali emergenze presenta?<br />

R — L'impegno è volto a creare una<br />

mentalità che dia origine alla catechesi<br />

per adulti — non ancora presente — in<br />

tutte le parrocchie; questo è un aspetto<br />

molto importante.<br />

S.R.<br />

Antonio Polin, il Sichirollo, Mons. U.<br />

Cattaneo, don Luigi Pavanini.<br />

Esso venne stampato nella tipografia<br />

rodigina di Giovanni Vianello ed era firmato<br />

da Giovanni Brottino.<br />

Erede del «Bollettino della Santa Lega»<br />

il settimanale si fece voce dei cattolici<br />

impegnati e portava la cronaca dei<br />

tanti e tanti impegni realizzati e di quelli<br />

avviati.<br />

Lo studio della dottrina<br />

sociale della Chiesa<br />

È sulla scia dei maestri che i discepoli<br />

continuarono. Il cammino della cultura<br />

si inoltrò nello studio sistematico della<br />

dottrina sociale della Chiesa, e si cercò<br />

di dare un aiuto al Clero.<br />

Nacque dal cuore e dalla mente del<br />

sacerdote Don Luigi Barin la rivista «Palestra<br />

del Clero» nel 1923 e qualche anno<br />

dopo Ministeri Verbi. Alle riviste seguirono<br />

impegnative ed interessanti pubblicazioni<br />

di Liturgia, di Diritto, di morale.<br />

Le due riviste sono ancora stampate<br />

in Polesine e dirette da un sacerdote della<br />

Chiesa di Adria-Rovigo il prof. Don<br />

Girolamo Laverda.<br />

Sono stati tempi di riflessioni quelli<br />

del ventennio della dittatura e subito dopo<br />

esplosero altri momenti per la formazione<br />

e per la diffusione della cultura. I<br />

teatri parrocchiali furono la fucina per<br />

la formazione democratica e religiosa,<br />

furono il momento coesivo nelle difficoltà.<br />

Il dopo alluvione del 1951, con il contributo<br />

degli aiuti nazionale e non sorsero<br />

ben quarantacinque nuove «sale della<br />

comunità», altrettanti Centri sociali, numerose<br />

scuole materne parrocchiali.<br />

Passata l'ondata del cinema, esse sono<br />

divenute fucine per le più svariate<br />

espressioni culturali della popolazione.<br />

Dibattiti, incontri, conferenze, corsi di<br />

perfezionamento trovano in essi il loro<br />

naturale ambiente.<br />

Sacre rappresentazioni<br />

e mostre<br />

Nelle ultime festività sono stati quasi<br />

esclusivamente preparati in esse i concerti,<br />

le sacre rappresentazioni e le mostre.<br />

Da oltre un trentennio è operante la<br />

Scuola di Teologia per laici, per preparare<br />

culturalmente gli animatori, i catechisti<br />

e quanti intendono essere guide<br />

nelle aggregazioni laicali e soprattutto<br />

per preparare catechisti preparati.<br />

Con Avvenire e la Settimana sono fioriti<br />

anche i periodici parrocchiali che<br />

riescono a raggiungere tutte le famiglie<br />

delle comunità.<br />

E un altro strumento prezioso si è rivelata<br />

Radio Kolbe, la radio diocesana,<br />

che raggiunge nelle case migliaia di<br />

ascoltatori.<br />

Una potenzialità questa che il nuovo<br />

Vescovo saprà, con il suo impegno, sviluppare<br />

e rendere efficace per fare della<br />

sua e nostra Chiesa di Adria-Rovigo una<br />

efficiente partecipazione alla realizzazione<br />

del progetto culturale della Chiesa<br />

italiana.<br />

GIANNI AZZI


ITALIA<br />

PAGINA<br />

10 .<br />

Il cammino<br />

della Chiesa<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Domenica 14 Gennaio 2001<br />

Il saluto del nuovo Pastore ai fedeli<br />

«Ecco, sono con voi»<br />

CARLO GHIDELLI<br />

Arcivescovo di Lanciano-Ortona<br />

Ecco, sono con voi, carissimi: lo sono fin d'ora anche<br />

se lontano fisicamente, e lo sarò ancor di più fra<br />

non molto. Oso fare mie le parole che Gesù risorto<br />

ha rivolto ai suoi discepoli: «Ecco io sono con voi<br />

tutti i giorni...» (Mt 28, 20).<br />

Queste parole le sento anzitutto rivolte a me e ciò<br />

mi dà tanto conforto: non vengo da solo, ma con<br />

Lui. Non vengo di mia iniziativa: sono mandato da<br />

Lui. Non vengo per dirvi parole mie, ma solo per dire<br />

anche a voi quello che Lui ha detto, dice e dirà a<br />

me, per donarvi tutto quello che Lui ha donato, dona<br />

e donerà a me.<br />

Con questo mio primo saluto desidero raggiungervi<br />

nelle vostre case, proprio lì dove voi vivete la vostra<br />

vita, la vostra fede, il vostro amore.<br />

Se me lo consentite, entro idealmente in ciascuna<br />

delle vostre case, ma in punta di piedi, certo di essere<br />

accolto perché volete bene a Lui, il Signore<br />

Gesù.<br />

Vengo per presentare un deferente saluto ai nonni<br />

e alle nonne, per stringere la mano agli sposi, mamme<br />

e papà, per dare una carezza ai bambini, per familiarizzare<br />

con i ragazzi, per infondere coraggio ai<br />

giovani, per sostenere nel loro cammino i fidanzati,<br />

per dare tanto affetto ai malati, per ascoltare chi ha<br />

bisogno di confidarsi, per condividere le pene di chi<br />

è senza lavoro, per prestare aiuto a chi si trova in<br />

necessità, per offrire la benedizione del Signore a<br />

tutti.<br />

«Dio vi benedica, faccia risplendere il suo volto su<br />

di voi e vi dia pace»: le benedizioni di Dio sono belle<br />

ed efficaci, lo sappiamo per esperienza.<br />

Anch'io, a nome Suo, vi benedico con tutte le<br />

energie che ho nel cuore e vorrei tanto che ciò per<br />

cui prego si realizzasse in pienezza per tutti voi. Prego<br />

perché le vostre famiglie vivano e crescano nella<br />

serenità e nella pace. Prego perché le vostre case sia-<br />

Strutture come supporto<br />

all'attività pastorale<br />

Il servizio episcopale di S.E. Mons.<br />

Enzio d'Antonio, Arcivescovo emerito di<br />

Lanciano-Ortona, si è sviluppato secondo<br />

un disegno pastorale unitario, mirante<br />

al rinnovamento della vita religiosa<br />

della comunità frentana secondo le linee<br />

tracciate dal Vaticano II e le direttive<br />

della C.E.I.<br />

I settori operativi erano: l'attiva partecipazione<br />

dei fedeli alla vita delle varie<br />

realtà ecclesiali locali presenti nel territorio;<br />

la promozione culturale religiosa e<br />

civile dei fedeli; la trasparenza e la correttezza<br />

amministrativa delle risorse<br />

economiche; la cura delle strutture che<br />

fanno da supporto all'attività pastorale.<br />

Quest'ultimo settore ha avuto particolare<br />

rilievo nelle sue varie esplicitazioni:<br />

costruzione di nuove chiese parrocchiali,<br />

conservazione, restauro e recupero<br />

degli edifici esistenti, adeguamento dell'area<br />

presbiterale alla riforma liturgica,<br />

conservazione, restauro, tutela e valorizzazioni<br />

dei beni artistici.<br />

Per soddisfare le nuove attese dei fedeli<br />

residenti nelle varie zone di espansione<br />

della città di Lanciano e di Ortona,<br />

l'Arcivescovo ha promosso la costruzione<br />

delle seguenti chiese parrocchiali:<br />

S. Cuore di Gesù, in località Olmo di<br />

Riccio; Spirito Santo, nel quartiere s. Rita;<br />

Madonna del Pozzo in Villa Elce e<br />

Madonna delle Grazie nella Marcianese;<br />

ha avviato le pratiche per la costruzione<br />

della chiesa di s. Gabriele dell'Addolorata<br />

nella zona P.E.E.P. di Ortona.<br />

L'adeguamento delle chiese esistenti è<br />

stato particolarmente complesso per tre<br />

ordini di motivi: per il carattere peculiare<br />

dell'attuale riforma liturgica che, secondo<br />

gli storici, è la più organica e vasta<br />

che la Chiesa Cattolica abbia conosciuto;<br />

per la particolare difficoltà di<br />

ogni progetto architettonico e artistico<br />

che intenda inserirsi in modo innovativo<br />

in un contesto già dotato di una propria<br />

fisionomia celebrativa, storica ed artistica;<br />

per la specifica sensibilità storica e<br />

la particolare cultura della conservazione<br />

e del progetto, che caratterizza la nostra<br />

società e di cui occorre tener conto<br />

in ogni iniziativa che comporti adeguamento<br />

alle nuove esigenze.<br />

Con il coinvolgimento delle varie comunità<br />

locali, che spesso hanno sostenuto<br />

l'onere della spesa, in quasi tutte le<br />

chiese del territorio diocesano è stato<br />

posto mano non solo al progetto di adeguamento,<br />

ma anche a quello della conservazione,<br />

del restauro e del consolidamento<br />

delle strutture architettoniche<br />

con risultati diversi, condizionati dalla<br />

natura dell'esistente, con i suoi vincoli,<br />

e dal livello culturale degli operatori e<br />

delle popolazioni. Modelli emblematici<br />

sono: la cattedrale della Madonna del<br />

Ponte, la chiesa del Miracolo Eucaristico<br />

in Lanciano e la concattedrale di<br />

s. Tommaso in Ortona.<br />

Un cenno a parte va fatto ai radicali<br />

lavori di consolidamento e restauro eseguiti<br />

nell'ex seminario e nel Palazzo arcivescovile<br />

di Lanciano. Il seicentesco<br />

seminario diocesano aveva già subito<br />

notevoli e apprezzabili interventi di adeguazione<br />

e di ampliamento da parte delle<br />

precedenti amministrazioni e in specie<br />

dall'ultimo rettore Mons. Ilo Trotta.<br />

Si trattava, ora, di valorizzare il ricco<br />

patrimonio edilizio, rimasto vuoto per la<br />

Lanciano - La cattedrale della Madonna del Ponte<br />

no allietate dalla presenza festosa e ridente di tanti<br />

figli e figlie.<br />

Prego perché la vostra terra — scusate, la nostra<br />

terra — sia feconda di tanti frutti belli e buoni. Prego<br />

perché la comunità civile abbia un futuro sereno<br />

mancanza di vocazioni sacerdotali; l'alternativa<br />

era o alienare l'immobile o cederlo<br />

in locazione ad una scuola secondaria.<br />

S.E. d'Antonio non ha avuto dubbi;<br />

scartate le precedenti ipotesi, ha deciso<br />

di fare dell'edificio un centro direzionale<br />

e culturale per la vita della diocesi.<br />

Il primo piano, opportunamente<br />

sanato e ristrutturato, ospita gli uffici<br />

della Curia e dell'Istituto di sostentamento<br />

del clero, l'archivio corrente e<br />

quello storico, la biblioteca, ricca di volumi<br />

rari e pregiati, che provengono dalle<br />

raccolte del seminario, del Capitolo<br />

Cattedrale e di privati e da acquisti recenti.<br />

A queste strutture sono state affiancate:<br />

aule per ospitare la Scuola Superiore<br />

di religione e quella di formazione<br />

pastorale, un ampio salone per incontri<br />

e dibattiti di varia cultura, religiosa<br />

e laica, per la formazione e l'aggiornamento<br />

dei fedeli. Il secondo piano<br />

ospiterà il Museo diocesano, di cui farò<br />

cenno in seguito. Il Palazzo arcivescovile<br />

del 1500, negli anni '60, era stato sottoposto<br />

a vari rimaneggiamenti, senza migliorare<br />

sostanzialmente l'abitabilità e la<br />

funzionalità dell'edificio.<br />

Mons. d'Antonio ha voluto fare un ultimo<br />

regalo alla sua diocesi: la creazione<br />

di un Museo Diocesano, che si articola<br />

nella sede di Lanciano e in quella di Ortona.<br />

L'ha concepito non come una<br />

semplice cassaforte, ma come istituzione<br />

attiva, centro di promozione culturale<br />

che si pone al servizio della diocesi nella<br />

sua totalità, in dialogo continuo con il<br />

suo territorio, per ricordare ed esprimere<br />

la religiosità e le tradizioni locali. L'opera<br />

d'arte sacra dovrebbe rimanere nei<br />

rispettivi luoghi di origine; l'allontanamento<br />

delle opere dal loro contesto costituisce<br />

una violenza all'opera d'arte e<br />

alla possibilità della sua lettura integrale.<br />

È, però, legittimo spostarla dalla sede<br />

originaria e collocarla in sede museale<br />

quando l'opera non abbia più funzione<br />

di culto e vi siano gravi rischi per la<br />

conservazione e la tutela in condizioni<br />

ambientali favorevoli. L'Arcivescovo ha<br />

voluto il Museo Diocesano per conservare<br />

le opere che non è più possibile custodire<br />

nelle loro sedi sia perché alcune<br />

provengono da antiche chiese andate distrutte<br />

sia perché la loro tutela non è<br />

garantita (il furto dei preziosi reliquiari<br />

di s. Simone nella chiesa di s. Agostino<br />

è ancora recente).<br />

Essendo diversi i contesti culturali<br />

delle due città di Lanciano e Ortona,<br />

l'Arcivescovo ha voluto due sedi distinte<br />

per raccogliere le opere che testimoniano<br />

la diversa storia delle due città-diocesi.<br />

La sede di Ortona è stata ubicata in<br />

ambienti attigui all'antica cattedrale di<br />

s. Tommaso, ristrutturati e dotati di moderni<br />

impianti per la custodia e la tutela<br />

delle opere, recentemente restaurate,<br />

che vanno dai reperti archeologici, a<br />

monumenti lapidei di epoca romana e<br />

medievale, a tele, sculture lignee e argenteria.<br />

La sede di Lanciano è ospitata<br />

nel secondo piano dell'ex seminario ed<br />

ha una superficie di 1.000 mq estensibile<br />

al terzo piano di pari ampiezza. Il percorso<br />

museale si articola in 8 sale per<br />

l'esposizione di tessuti, argenteria, mobili<br />

e statue lignee, tele e collezioni provenienti<br />

da fondi privati.<br />

GUIDO SCOTTI<br />

L'ingresso in diocesi<br />

del nuovo Vescovo di Lanciano-Ortona<br />

Una storia antica<br />

che poggia sui pilastri<br />

della Madonna del Ponte<br />

Ecce Sacerdos magnus qui in diebus<br />

suis placuit Deo... Il canto di gioia e di<br />

gratitudine elevato a Cristo ed al suo Vicario<br />

sulla Terra dal popolo di Lanciano<br />

nel lontano giugno del 1515 per accogliere<br />

Angelo Maccafani primo Vescovo<br />

della nuova diocesi torna a salire al Cielo<br />

oggi nella piccola città degli Abruzzi<br />

per salutare il quarantesimo Pastore,<br />

Mons. Carlo Ghidelli. E con non meno<br />

calore ed entusiasmo si fa incontro a<br />

Mons. Ghidelli il popolo della città di<br />

Ortona a Mare che con quello di Lanciano<br />

dal 1986 forma una sola Chiesa.<br />

Due diocesi oggi fuse in assoluta consonanza<br />

ma in passato con qulache problema;<br />

malintese questioni di prestigio e<br />

soprattutto le estreme ristrettezze, non<br />

solo territoriali, dei due ambiti contigui<br />

suscitarono lunghe vertenze tra i rispettivi<br />

vertici intorno alla giurisdizione su<br />

alcune parrocchie.<br />

Né meno aspre erano state le reazioni<br />

della originaria, unica diocesi di Chieti<br />

all'atto della erezione della nuova sede<br />

di Lanciano. Troppo cocente fu la perdita<br />

della popolosa città, che vantava un<br />

notevole benessere economico dovuto<br />

soprattutto alle sue celebri fiere giunte<br />

all'epoca al loro massimo splendore.<br />

Chieti ottenne alla fine da Clemente VII<br />

per la sua sede, nel 1526, la dignità di<br />

metropolitana alla quale furono sottoposte<br />

come suffraganee le diocesi di Penne-Atri<br />

e di Lanciano. Fu merito di Leonardo<br />

Marini, uno dei protagonisti del<br />

Concilio di Trento, collaboratore alla riforma<br />

dei libri liturgici ed estensore della<br />

prima edizione del Catechismo Ro-<br />

Evangelizzazione e catechesi<br />

per approfondire le verità della fede<br />

La Scuola diocesana di Formazione<br />

per Operatori Pastorali<br />

è nata nel 1983 per volontà dell'Arcivescovo<br />

Enzio d'Antonio,<br />

come «conseguenza» del I Corso<br />

di aggiornamento pastorale tenutosi<br />

in diocesi nel giugno dello<br />

stesso anno.<br />

Tuttavia nella Chiesa di Lanciano-Ortona<br />

si era già nel passato<br />

avvertito il problema di<br />

creare uno strumento capace di<br />

«far conoscere e approfondire le<br />

verità di fede... e formare catechisti<br />

laici...» sin dal 1956, allorché<br />

l'Arcivescovo Migliorini fondava<br />

una Scuola Superiore di<br />

Religione dalla quale poi prendeva<br />

vita nel 1978 il Corso di Teologia<br />

prima e l'ISR dopo.<br />

La struttura dell'Istituto ricalca<br />

l'organizzazione di un corso<br />

di studi universitari di durata<br />

quadriennale al termine del quale<br />

gli alunni ordinari possono<br />

conseguire il diploma in Scienze<br />

Religiose, avendo superato gli<br />

esami previsti e discusso una tesi<br />

scritta.<br />

La struttura della Scuola di<br />

formazione tiene conto di tre aree di<br />

studio: catechesi, liturgia, servizio di carità.<br />

Il primo è propedeutico e si studiano<br />

Sacra Scrittura, Teologia dogmatica,<br />

Teologia morale. Nel secondo anno si<br />

svolgono corsi che riguardano, appunto,<br />

temi specifici di catechesi, liturgia e servizio<br />

di carità. Il III anno possiamo<br />

chiamarlo «corso speciale» su temi di<br />

carattere monografico: la Bibbia nella<br />

vita cristiana; Costituzione del Vaticano<br />

II sulla Chiesa nel mondo contempora-<br />

Il miracolo<br />

eucaristico<br />

di Lanciano<br />

Tale prodigio avvenne nel sec.<br />

VIII d.C., nella chiesa di s. Legonziano,<br />

per il dubbio di un monaco<br />

Basiliano sulla presenza reale di<br />

Gesù nell'Eucaristia. Durante la<br />

Santa Messa, fatta la doppia consacrazione,<br />

l'ostia diventò Carne e<br />

il vino si mutò in Sangue, raggrumandosi<br />

in cinque globuli. I Frati<br />

Minori Conventuali custodiscono<br />

il Miracolo dal 1252. Precedentemente<br />

si erano succeduti i Monaci<br />

Basiliani e i Benedettini. Alle varie<br />

ricognizioni ecclesiastiche condotte<br />

fin dal 1574, seguirono quelle<br />

del 1970 e del 1981. Le analisi<br />

scientifiche hanno dato questi risultati:<br />

la Carne è vera Carne. Il<br />

Sangue è vero Sangue. La Carne<br />

e il Sangue appartengono alla specie<br />

umana. La Carne e il Sangue<br />

hanno il gruppo sanguigno AB.<br />

Gli scavi archeologici condotti<br />

sotto piazza Plebiscito nel 1993-<br />

1994 e soprattutto quelli condotti<br />

all'interno del Santuario fra il<br />

1998 e il 1999, hanno consentito<br />

l'attivazione di un suggestivo itinerario<br />

archeologico-monumentale.<br />

e costruttivo. Prego perché le comunità parrocchiali<br />

siano capaci di vivere il Vangelo e di diffonderlo con<br />

coraggio. Prego perché la comunità diocesana di<br />

Lanciano-Ortona sia orgogliosa della sua tradizione e<br />

cresca sempre più nell'unità e nella fraternità.<br />

E anche voi pregate per me, povero servo del Signore<br />

che ora, dopo aver servito la Chiesa in altre<br />

sue porzioni, desidera servirla ancor di più con voi,<br />

affinché cresciamo nella fede, speranza e carità, perché<br />

sia santificato tra di noi il Nome di Dio, perché<br />

venga il suo regno, perché sia fatta in noi la sua volontà.<br />

Ogni volta che ci incontreremo, faremo nostra la<br />

bella preghiera che ci ha insegnato Gesù e così i nostri<br />

cuori si apriranno alla fiducia e alla testimonianza.<br />

Un saluto speciale e particolarmente intenso desidero<br />

rivolgerlo ai cristiani appartenenti ad altre confessioni,<br />

ai non cristiani presenti tra di voi e — se<br />

me lo consentono — a quanti forse non credono<br />

più.<br />

Voglio essere il Vescovo di tutti, di tutti indistintamente.<br />

Me lo conceda il Signore Gesù.<br />

Esprimo tanta gratitudine al Santo Padre Giovanni<br />

Paolo II, che mi ha chiamato a far parte del collegio<br />

episcopale e mi ha inviato a voi per condividere con<br />

voi il cammino della fede.<br />

Al Vescovo Enzio d'Antonio, amico carissimo, il<br />

mio cordiale saluto. Al clero secolare e regolare, un<br />

caloroso abbraccio, alle religiose un caloroso incoraggiamento.<br />

Alle autorità civili e militari un deferente<br />

omaggio. A quanti soffrono il mio sostegno<br />

nella preghiera.<br />

La Madonna del Ponte e l'apostolo Tommaso, patroni<br />

della nostra Chiesa frentana, ci aiutino nell'impegno<br />

di essere fedeli e coraggiosi annunziatori del<br />

Vangelo di Cristo.<br />

Vi benedico tutti di cuore. Vostro affezionatissimo.<br />

Ortona - La basilica concattedrale<br />

di san Tommaso Apostolo<br />

neo «Gaudium et Spes»; Bioetica e morale<br />

speciale.<br />

Rispetto all'ISR, la Scuola di formazione,<br />

oltre a presentare il mistero di<br />

Dio rivelato nella sua integrità e a introdurre<br />

gli alunni, elementarmente, al metodo<br />

teologico attraverso la conoscenza<br />

delle fonti (Scrittura e Tradizione), attraverso<br />

la riflessione sulla fede della Chiesa,<br />

si propone di rendere gli operatori<br />

pastorali sensibili ai problemi fondamentali<br />

dell'uomo, dell'apprendimento e della<br />

formazione. Lo studio dei temi afferenti<br />

all'area metodologica e didattica<br />

mira a proporre, per ogni età, le finalità<br />

e i compiti degli operatori pastorali, gli<br />

obiettivi ultimi e intermedi, i procedimenti<br />

plausibili sul piano didattico, tecniche,<br />

linguaggi e sussidi. Inoltre, l'insegnamento<br />

teorico della metodologia risulta<br />

necessario per aiutare nell'opera di<br />

adattamento alle varie situazioni, per<br />

evitare improvvisazioni e forme empiriche<br />

di insegnamento, per misurare le<br />

tappe dell'itinerario educativo e aggiustare<br />

il proprio piano di lavoro.<br />

La formazione spirituale sottende tutte<br />

le discipline e deve rappresentare una<br />

dimensione e una preoccupazione permanente.<br />

I catechisti sono reclutati anche tra i<br />

membri di aggregazioni ecclesiali, tra le<br />

coppie di coniugi che sono impegnati in<br />

un cammino di fede e di spiritualità matrimoniale.<br />

Spesso sono insegnanti laici<br />

delle scuole elementari statali, o di scuole<br />

secondarie, ancora in servizio o in<br />

pensione, che frequentano attivamente<br />

la parrocchia. Alle tappe sacramentali è<br />

riservato sempre un periodo di preparazione<br />

immediata, ma l'ammissione è<br />

condizionata alla frequenza abituale,<br />

non saltuaria, della scuola catechistica<br />

operante in ogni parrocchia. Tutte le celebrazioni<br />

sono comunitarie: prassi ormai<br />

consolidata, dopo anni pazientemente<br />

spesi per far capire ai genitori il<br />

valore ecclesiale delle norme date. Alla<br />

Messa di prima Comunione precede un<br />

tempo di preparazione all'accesso al sacramento<br />

della Riconciliazione. La celebrazione<br />

del Matrimonio è preceduta da<br />

itinerari di fede per i fidanzati.<br />

Dal 1995, nell'accogliere il<br />

programma pastorale delineato<br />

dal Santo Padre nella lettera<br />

«Tertio Millennio adveniente» si<br />

è impostata una evangelizzazione<br />

di tipo missionario, che va<br />

sotto il logo di «Chiesa frentana<br />

in missione verso il Grande Giubileo<br />

del 2000», con l'intento di<br />

far recuperare a tutti i battezzati<br />

la dimensione missionaria della<br />

loro vocazione, impegno tradotto<br />

con lo slogan «popolo in missione»<br />

e non «missione al popolo».<br />

Questo lavoro di formazione<br />

non ha escluso l'attenzione a<br />

preparare laici a farsi missionari<br />

negli ambienti di vita. Sono iniziati<br />

così i corsi intensivi di preparazione<br />

ad annunziare i temi<br />

dei tre anni giubilari. Il 5 gennaio<br />

1997 è stato conferito il<br />

mandato a 400 laici, ed è iniziata<br />

una evangelizzazione a tappeto.<br />

È stato fondato per tale sforzo<br />

missionario, anche un periodico<br />

diocesano mensile, «Chiesa<br />

frentana», con finalità evangeliz-<br />

zatrice. Esso si stampa in 10.000<br />

copie. All'Avvento di ogni anno è stato<br />

diffuso un dépliant sul tema pregiubilare,<br />

distribuito nelle parrocchie, famiglia<br />

per famiglia, e nei caselli autostradali, in<br />

ben 45.000 copie.<br />

Nel 1997 l'annunzio/catechesi ha avuto<br />

per tema «Credo in Gesù Cristo, Figlio<br />

di Dio, nostro Signore», con incontri<br />

della fede per varie categorie di persone.<br />

Settimana biblica, elevazioni spirituali<br />

in concerti musicali, mostra di arte<br />

sacra, Peregrinatio Mariae, pellegrinaggio<br />

diocesano in Terra Santa. Nell'anno<br />

1998 il tema è stato «Credo nello Spirito<br />

Santo che è Signore e dà la vita», sempre<br />

con incontri della fede, Settimana liturgica,<br />

Convegno delle aggregazioni ecclesiali<br />

di laici, celebrazione unica del<br />

Sacramento della Confermazione, rinnovazione<br />

dei voti religiosi, visitatio Ecclesiarum<br />

(scambio di visite organizzate<br />

tra parrocchie), settimana per l'unità dei<br />

cristiani, pellegrinaggio diocesano a Fátima<br />

e a Santiago de Compostela. Il tema<br />

del 1999 è stato «Padre nostro che sei<br />

nei cieli», con il rito della riconciliazione<br />

nei tempi forti della Chiesa, la messa dei<br />

fanciulli che hanno ricevuto la prima<br />

Comunione, la visita agli infermi e agli<br />

anziani, il Pellegrinaggio diocesano a<br />

Częstochowa. Le parrocchie di città e il<br />

Centro diocesano culturale svolgono attività<br />

con appuntamenti annuali noti come<br />

«Incontri», diretti ai professionisti e<br />

agli operatori pastorali, con relatori<br />

esperti.<br />

Dopo l'impegno profuso per la vita<br />

delle Scuole catechistiche parrocchiali<br />

che funzionano durante tutto l'anno pastorale,<br />

l'attenzione viene concentrata,<br />

come si è detto, sulla formazione dei catechisti.<br />

Infatti, alla Scuola diocesana si<br />

aggiungono i Corsi annuali di aggiornamento<br />

pastorale, gli incontri periodici di<br />

zona, convocati dall'Arcivescovo e da lui<br />

presieduti, e il campo-scuola estivo residenziale<br />

per la durata di due settimane.<br />

L'Ufficio catechistico pubblica periodicamente<br />

un foglio di collegamento, che<br />

viene inviato a tutti i catechisti parrocchiali.<br />

BERNARDO RAZZOTTI<br />

mano, eletto Vescovo di Lanciano nel<br />

1560, ad ottenere che anche Lanciano<br />

fosse, pur priva di diocesi suffraganee,<br />

sede metropolitana.<br />

Nella lunga serie degli Arcivescovi<br />

lancianesi meritano una particolare<br />

menzione l'Arcivescovo Paolo Tasso<br />

(1589-1607) per la sua pietà ed attività<br />

(fu, tra l'altro, il costruttore del palazzo<br />

arcivescovile e gettò le basi per la costruzione<br />

della nuova cattedrale della<br />

Madonna del Ponte così detta perché arditamente<br />

innalzata su più altissimi ponti<br />

addossati), l'Arcivescovo Antonio Antinori<br />

(1745-1754) che fu uno dei massimi<br />

esponenti della storiografia del suo tempo,<br />

l'Arcivescovo Pietro Tesauri (1939-<br />

1945) che con la sua abnegazione e pietà<br />

salvò la città dalla furia nazista durante<br />

l'ultimo conflitto mondiale ed il<br />

primo arcivescovo non più metropolita<br />

Enzio d'Antonio (1982-2000) per la sua<br />

opera nella organizzazione della nuova<br />

realtà diocesana frutto della fusione delle<br />

sedi di Lanciano ed Ortona.<br />

L'antichissima diocesi di Ortona con<br />

buona probabilità risale al V secolo. La<br />

sua esistenza già nel VI sec., è attestata<br />

con certezza da una lettera di Gregorio<br />

Magno che nel 594 ne affidava la cura a<br />

Barbaro, Vescovo di Larino. Lo stesso<br />

Pontefice indirizzò un'altra lettera nel<br />

601 ad un non meglio identificato Scolastico,<br />

affinché procurasse la restituzione<br />

a Calunnioso, Vescovo di Ortona, di alcuni<br />

beni. Durava in quel tempo su Ortona<br />

la dominazione bizantina facente<br />

riferimento all'Esarcato di Ravenna. Dopo<br />

la conquista longobarda sul finire del<br />

VII secolo e l'aggregazione della fascia<br />

litoranea abruzzese al Ducato di Benevento<br />

e, dai primissimi anni del IX secolo,<br />

al Ducato di Spoleto, non si hanno<br />

più notizie della sede. Poco prima della<br />

soppressione e della incorporazione del<br />

territorio alla diocesi di Chieti, decretate<br />

intorno alla metà del X secolo, si ha testimonianza<br />

nel 916 di un Presule ortonese<br />

di nome Pietro.<br />

L'attesa di Ortona per riavere un proprio<br />

Pastore si protrasse per molti secoli.<br />

Eppure la città poteva a tale scopo<br />

vantare, nello spirito dei tempi, indiscusse<br />

prerogative sia dal punto di vista religioso<br />

che socio-economico. Era, è vero,<br />

di modesta entità, ma traeva fin dalla<br />

antichità grandi vantaggi economici dal<br />

suo attivissimo porto commerciale aperto<br />

a tutte le rotte del Mediterraneo e da<br />

un territorio ricchissimo per la fertilità<br />

del suolo. Primo Vescovo della risorta<br />

sede fu Giovan Domenico Rebiba. Alla<br />

sua morte avvenuta nel 1596 gli successe<br />

Alessandro Boccabarile (1596-1624)<br />

che fu anche Vescovo della nuova diocesi<br />

di Campli eretta nel 1600 ed a quella<br />

di Ortona unita perpetuamente in persona<br />

episcopi. Soppressa in esecuzione del<br />

concordato del 1818 la diocesi, Ortona,<br />

con tutte le sue dipendenze, fu sottoposta<br />

alla giurisdizione dell'Arcivescovo di<br />

Lanciano fino al 1834 quando GregorioXVI<br />

la ripristinò solo nominalmente.<br />

Venne, infatti, data in amministrazione<br />

apostolica all'ordinario lancianese. Ancora<br />

una volta restituita a tutti gli effetti<br />

nel 1945, ne fu, tuttavia, previsto come<br />

ordinario l'Arcivescovo di Lanciano.<br />

Mons. Gioacchino di Leo, quindi, eletto<br />

Arcivescovo di Lanciano nel febbraio<br />

1946, ed i suoi successori sono stati anche,<br />

di diritto, Vescovi di Ortona. Tale<br />

situazione giuridica è rimasta in vigore<br />

fino alla fusione del 1986.<br />

La diocesi di Lanciano-Ortona ha una<br />

estensione di 300 kmq e comprende tredici<br />

Comuni con una popolazione complessiva<br />

di poco più di 90.000 abitanti.<br />

Le circoscrizioni parrocchiali sono 42, i<br />

sacerdoti secolari 38, i religiosi 35 distribuiti<br />

in otto conventi e case religiose dei<br />

vari ordini, i diaconi permanenti due e<br />

le comunità religiose femminili dieci.<br />

MICHELE SCIOLI<br />

La devozione<br />

a san Tommaso<br />

apostolo<br />

Nel giugno del 1258, a seguito<br />

di un episodio di lotta originato<br />

dalla rivalità per il controllo delle<br />

principali rotte di navigazione, le<br />

flotte di Genova e di Venezia si<br />

scontrarono al largo di Acri. Tra<br />

le navi inviate da Manfredi, principe<br />

di Taranto, a sostegno dei veneziani,<br />

c'erano tre galee che Ortona,<br />

al pari di altri paesi marittimi<br />

del regno, aveva dovuto equipaggiare<br />

a sue spese.<br />

Tre mesi dopo, il 6 settembre<br />

1258, le navi ortonesi fanno ritorno<br />

in patria concludendo con un<br />

trionfo la navigazione. Il «pio Leone»,<br />

che le aveva comandate nella<br />

lunga traversata, annunzia all'abate<br />

Jacopo, allora arciprete della<br />

chiesa di S. Maria, di avere nella<br />

sua galea i resti mortali dell'apostolo<br />

Tommaso da lui stesso trafugati,<br />

insieme alla pietra tombale,<br />

dall'isola di Chios, nell'Egeo. Un<br />

documento notarile pergamenaceo<br />

dell'anno seguente, conservato<br />

nella biblioteca diocesana, raccoglie<br />

la testimonianza di alcuni<br />

prigionieri di Chios che confermano<br />

la versione di Leone.


.<br />

PAGINA<br />

«Termina il Giubileo ma non finisce<br />

l'“Anno di Grazia” del Signore. E ricordiamoci:<br />

il Giubileo più ordinario ma<br />

forse più fruttuoso è quello di ogni domenica».<br />

È il messaggio che il Vescovo Mons.<br />

Gastone Simoni ha consegnato ai pratesi<br />

al termine del Grande Giubileo dell'anno<br />

2000.<br />

Il Vescovo ha così legato — non solo<br />

idealmente — il Giubileo al nuovo programma<br />

pastorale che vedrà la Diocesi<br />

di Prato impegnata per due anni nella<br />

riscoperta del Giorno del Signore.<br />

La Basilica Cattedrale di santo Stefano<br />

era colma di fedeli venerdì 5 gennaio<br />

per l'ultimo appuntamento di un anno<br />

che è stato davvero speciale. La celebrazione<br />

in Duomo, a cui, oltre al Capitolo<br />

della Cattedrale, hanno partecipato diversi<br />

sacerdoti e diaconi, è iniziata nella<br />

Cappella del Sacro Cingolo con il canto<br />

solenne dei Vespri, subito seguiti dai riti<br />

di introduzione della Messa. Dalla Cappella<br />

i celebranti si sono spostati processionalmente<br />

— quasi ultimo pellegrinaggio<br />

del Giubileo, come ha sottolineato<br />

mons. Simoni — verso l'altare maggiore.<br />

Durante l'omelia il Vescovo ha tentato<br />

un primo bilancio di questo anno<br />

che, a suo avviso, è veramente positivo.<br />

«L'importanza del Giubileo — ha detto<br />

— è stata qui: ha ritemprato la fede cristiana.<br />

«Ha riproposto Gesù nel mondo intero,<br />

ha rafforzato nei cristiani il senso di<br />

appartenenza alla Chiesa».<br />

Per Mons. Simoni solo il Signore può<br />

fare il vero bilancio del Giubileo. Da<br />

parte nostra — ha sottolineato — non ci<br />

dobbiamo abbandonare a sterili trionfalismi,<br />

«e dobbiamo essere consapevoli dei<br />

limiti che nella nostra comunità ci sono<br />

stati».<br />

Nell'omelia sono stati ripercorsi gli<br />

appuntamenti salienti dell'Anno Santo, a<br />

cominciare dalla preparazione: quella<br />

più remota, con il «Triduo di anni»<br />

(1997-1998), che ha visto tutta la Diocesi<br />

sintonizzarsi sulla riflessione trinitaria<br />

proposta dal Papa, e quella più immediata,<br />

con la Missione diocesana (8 settembre-8<br />

dicembre 1999), «che è stata<br />

una grande occasione di evangelizzazione».<br />

Il Vescovo ha poi ricordato la «Missione<br />

Giovani 2000», che ha dato non<br />

pochi frutti: «I giovani che abbiamo —<br />

ha affermato — sono sempre pochi, ma<br />

sono significativi».<br />

Il dato che risalta di più agli occhi è il<br />

sensibile aumento delle confessioni registrato<br />

in questo anno, testimoniato da<br />

tanti sacerdoti e in particolare dai parroci<br />

o rettori delle chiese giubilari. «E alcuni<br />

preti, ma lo posso testimoniare io<br />

stesso — ha detto il Vescovo — raccontano<br />

di diverse persone che, grazie allo<br />

speciale invito del Giubileo, sono ritornate<br />

alla fede; ci sono stati dei veri e<br />

propri cambiamenti di vita».<br />

Nell'omelia sono stati anche ricapitolati<br />

gli avvenimenti salienti dell'Anno<br />

Santo, che fu aperto in Diocesi straordinariamente<br />

il 26 dicembre 1999, solennità<br />

di s. Stefano, patrono della Diocesi.<br />

Sono stati 377 giorni densi di appuntamenti.<br />

Gli eventi giubilari sono stati 47, dalla<br />

festa dei bambini nello scorso gennaio,<br />

alle celebrazioni per le famiglie e per il<br />

mondo agricolo, in programma il 31 di<br />

dicembre del 2000.<br />

I pellegrinaggi più numerosi per partecipazione<br />

sono stati 8: particolarmente<br />

degno di nota quello diocesano alla Basilica<br />

Vaticana che, il 19 febbraio del<br />

2000, vide partecipare quasi cinquemila<br />

pratesi. Centrale nell'anno è stato il Terzo<br />

Congresso Eucaristico Diocesano, dal<br />

La Chiesa di Mazara, finite le celebrazioni<br />

del Giubileo, s'interroga sul suo futuro<br />

da percorrere perché l'entusiasmo<br />

non si smorzi per cadere nell'ordinario e<br />

nel quotidiano, ma si concretizzi in<br />

un'azione pastorale duratura, incisiva e<br />

atta a costruire il regno dell'amore. Il<br />

Giubileo lascia, hanno scritto i Vescovi<br />

di Sicilia in un messaggio alle Chiese,<br />

nelle nostre mani un ricco e prezioso tesoro<br />

che attende di essere valorizzato in<br />

pienezza perché si possano raccogliere i<br />

frutti di conversione e di rinnovamento.<br />

I presbiteri e i laici di questa Chiesa di<br />

Mazara sono ora al lavoro: le comunità<br />

di base, i movimenti laicali e le organizzazioni<br />

sono stati invitati dal Vescovo<br />

Emanuele Catarinicchia a stilare un piano<br />

pastorale per rispondere concretamente<br />

alle emergenze prioritarie del territorio.<br />

Mazara nel territorio riveste il ruolo<br />

di Chiesa particolare perché punta avanzata<br />

nel Mediterraneo e nel suo entroterra<br />

da anni si sono insediati interi nuclei<br />

di africani immigrati in cerca di lavoro<br />

ed oggi la loro presenza condiziona<br />

l'economia stessa del paese. La Chiesa<br />

di Mazara ha già dato vita ad un gemellaggio<br />

pastorale con la Diocesi di Tunisi,<br />

esiste un dialogo molto aperto tra le due<br />

Chiese e a Mazara sono sorti asili, associazioni<br />

culturali, corsi di lingua araba e<br />

letteratura islamica nonché una comunità<br />

religiosa retta dalle Suore missionarie<br />

francescane, che opera a servizio degli<br />

immigrati tunisini. Si vive oggi una svolta<br />

di mutamento epocale: un nuovo rapporto<br />

tra Chiesa e Mondo. Tutta l'azione<br />

pastorale di questa chiesa deve essere<br />

rivolta a dare risposte valide secondo<br />

11 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Domenica 14 Gennaio 2001<br />

Chiusura della Porta Santa<br />

nelle diocesi italiane<br />

PRATO AVEZZANO MACERATA<br />

7 al 14 maggio. Largamente partecipata<br />

(3.000 persone) è stata anche la singolare<br />

processione dei Crocifissi, tenutasi il<br />

14 di settembre (Esaltazione della S.<br />

Croce), nella quale ogni parrocchia è sfilata,<br />

insieme alla storiche «Compagnie»,<br />

con la propria Croce storica.<br />

Di particolare significato per Prato sono<br />

state anche le 26 Ostensione straordinarie<br />

della reliquia del Sacro Cingolo<br />

mariano, conservata da quasi nove secoli<br />

nel Duomo.<br />

Di solito viene mostrata solo cinque<br />

volte all'anno, ma, motivo del Giubileo,<br />

il Comune di Prato ha affidato al Capitolo<br />

le due chiavi di cui è proprietario,<br />

necessarie, insieme alla terza di pertinenza<br />

del Vescovo, per aprire il forziere<br />

che conserva la reliquia.<br />

Nell'omelia il Vescovo Simoni ha reso<br />

noti anche i dati relativi alla carità del<br />

Giubileo: l'Unione S. Maria del Sollievo,<br />

creata proprio in occasione dell'Anno<br />

Santo per l'assistenza e la cura pastorale<br />

delle persone malate e dei loro familiari,<br />

ha erogato ben 712 servizi. Per la campagna<br />

ecclesiale finalizzata alla remissione<br />

del debito internazionale dei paesi<br />

poveri la Diocesi ha raccolto 141 milioni;<br />

50 milioni sono invece destinati alla<br />

Chiesa di Gerusalemme, 48 vanno all'Arcidiocesi<br />

di Sarajevo; con entrambe queste<br />

Chiese Prato intrattiene da tempo<br />

rapporti di amicizia e di solidarietà.<br />

E proprio alla Terra Santa il Vescovo<br />

ha inviato un ultimo pensiero: l'augurio<br />

è che si ritrovino le vie del dialogo e<br />

della pace.<br />

L'ultimo atto dell'Anno Santo è stato<br />

il canto del Magnificat, per ringraziare<br />

il Signore di tutti i doni che il Giubileo<br />

ha regalato alla Chiesa e alla Terra di<br />

Prato.<br />

GIANNI ROSSI<br />

All'insegna della trepidazione e dell'attesa,<br />

nel pomeriggio del 5 gennaio 2000,<br />

è stata la chiusura del Giubileo a Imola<br />

nel clima di gioiosa gratitudine, alimentata,<br />

nella prospettiva del futuro, dalla<br />

speranza. Di speranza ha subito parlato<br />

il Vescovo, nella chiesa dei ss. Nicolò e<br />

Domenico, salutando l'assemblea prima<br />

della processione con la statua del Bambino<br />

Gesù — lì venerata da secoli —,<br />

verso la Basilica Cattedrale, dove si è<br />

svolta la Celebrazione eucaristica. Si è<br />

subito preso atto della presenza eccezionale<br />

dei fedeli delle componenti del popolo<br />

di Dio — oltre 1.500 persone —<br />

convenuti da tutte le parti della Diocesi,<br />

per la chiusura di un evento, che, pure<br />

in modi diversi, ha coinvolto tutti nella<br />

figura di Cristo, proclamato salvezza<br />

sempre invocata e sempre attesa, unica<br />

speranza del mondo.<br />

In Cattedrale attendevano i sindaci<br />

dei Comuni del territorio della Diocesi,<br />

tutti con il Gonfalone, e le Autorità.<br />

Come atto penitenziale, il Vescovo ha<br />

benedetto l'acqua per poi benedire tutti<br />

i presenti nei diversi settori della chiesa.<br />

Dopo la preghiera collettiva, la proclamazione<br />

della Parola di Dio, un brano<br />

del Profeta Isaia: «Alzati Gerusalemme,<br />

rivestiti di luce perché viene la luce»...<br />

dell'Apostolo Paolo alla comunità di Efeso:<br />

«I Gentili sono chiamati in Cristo<br />

Gesù a partecipare alla stessa eredità. A<br />

formare lo stesso corpo»... e del racconto<br />

di Matteo sulla visita dei Magi.<br />

Prima dell'omelia, da parte di un Diacono,<br />

il solenne annuncio del giorno di<br />

Pasqua che quest'anno cade il 15 aprile.<br />

Ed ecco in sintesi l'omelia del Vesco-<br />

MAZARA DEL VALLO<br />

lo spirito e la logica della parabola del<br />

lievito e della pasta; il lievito non è destinato<br />

a se stesso consumandosi nella<br />

sterilità; il mondo, dopo il Giubileo,<br />

guarda a buon diritto alla Chiesa che vive<br />

ed attua il mistero della comunione e<br />

aspetta da essa chiarezza di idee e progetti<br />

propositivi per una nuova realtà all'insegna<br />

dell'amore. Il primo appuntamento,<br />

vera pietra miliare per una pastorale<br />

incisiva e a largo respiro, sarà il<br />

IV Congresso delle Chiese di Sicilia, che<br />

si terrà ad Acireale dal 20 al 24 marzo<br />

dal tema: «I laici per la missione della<br />

Chiesa di Sicilia nel Terzo Millennio».<br />

La Chiesa di Mazara, più che le altre<br />

Chiese, giuoca oggi la carta del laicato<br />

impegnando tutte le sue forze vive a far-<br />

L'avvenimento conclusivo del Grande<br />

Giubileo nella Diocesi di Avezzano è stato<br />

accolto con grande interesse e attenzione.<br />

Accurata era stata la preparazione<br />

che ha accompagnato le singole celebrazioni<br />

giubilari durante tutto l'anno,<br />

con una serie di catechesi sul significato,<br />

i simboli, la storia e la spiritualità del<br />

Giubileo. Il Vescovo, Monsignor Lucio<br />

Renna, da Natale a giugno ha svolto<br />

una preziosa opera di insegnamento e di<br />

esortazione a vivere in profondità spirituale<br />

l'avvenimento straordinario. Su<br />

una televisione locale Atv 7, il Vescovo<br />

ha svolto una catechesi chiara e profonda,<br />

con conversioni che andavano in onda<br />

ogni sabato e, in replica, ogni domenica.<br />

Alcune tavole rotonde, poi, con dibattiti<br />

e l'intervento dei singoli fedeli da<br />

casa, hanno preparato alcuni appuntamenti<br />

giubilari, come quello sulla famiglia<br />

e sulla vita consacrata. Pertanto la<br />

Cattedrale e il santuario della Madonna<br />

di Pietraquaria hanno visto crescere di<br />

giorno in giorno l'afflusso dei fedeli fino<br />

alla giornata conclusiva del 5 gennaio<br />

scorso, quando cinquemila persone si<br />

sono strette in duomo intorno al Vescovo<br />

dei Marsi per vivere nella pienezza<br />

della fede l'ultimo avvenimento giubilare.<br />

Proprio in questa circostanza il Vescovo<br />

ha però ricordato che seppure la<br />

porta del Giubileo viene chiusa, in realtà<br />

la porta che siamo chiamati ad attraversare,<br />

il Cristo, è perennemente aperta<br />

con la sua azione di misericordia e grazia.<br />

Il cristiano è pellegrino e costantemente<br />

in esodo, come ricordato dallo<br />

stesso Vescovo Renna nella lettera pastorale<br />

Sulla strada della salvezza di fine<br />

2000. L'ufficio liturgico diocesano ha<br />

preparato con grande attenzione l'avvenimento,<br />

mettendo in luce il significato<br />

del popolo in cammino, disponendo la<br />

vo, seguita con attenzione dall'assemblea.<br />

«Con questa celebrazione, ha esordito<br />

Mons. Fabiani, si chiude nella nostra<br />

Diocesi il Grande Giubileo del 2000<br />

e viene spontanea una preghiera di ringraziamento<br />

al Signore, un ringraziamento<br />

a Cristo Signore del tempo e della<br />

storia». Kafka, ha continuato il Vescovo,<br />

a un amico che gli chiedeva del<br />

Cristo, affermava: «È un abisso di luce,<br />

se non chiudi gli occhi, vi precipiti dentro».<br />

Fatto un accenno alla chiesa dei<br />

ss. Nicolò e Domenico e alla processione,<br />

segno del nostro cammino nel tempo,<br />

sia un vivere, per costruire una storia<br />

in cui Dio è presente», in cui ogni<br />

persona sia messa in condizione di vivere<br />

nella libertà, di ragionare con la propria<br />

testa, senza lasciarsi omologare dalla<br />

cultura dominante.<br />

È stato puntualizzato che la Cattedrale<br />

è il simbolo dell'unità della chiesa locale,<br />

dove si viene a ringraziare il Signore,<br />

a cancellare il passato, a sanare le<br />

ferite della nostra debolezza umana, per<br />

essere «ricreati» a vita nuova, in un<br />

cammino, sostenuti dalla grazia di Dio,<br />

il quale si fida sempre di noi.<br />

Con riferimento al brano di Isaia, la<br />

certezza che Dio sempre illumina il nostro<br />

cammino verso la vera gioia. Anche<br />

s. Paolo, precipitato nell'abisso di luce<br />

ricordato da Kafka, ci ricorda che tutti<br />

siamo chiamati a formare in Cristo un<br />

unico corpo.<br />

«Abbiamo bisogno, ha detto il Vescovo,<br />

di avere un sicuro punto di riferimento,<br />

in Cristo, per dare ad ogni uomo<br />

la speranza, per affrontare il presente<br />

e il futuro...Cristo è vivo in questo<br />

SAN BENEDETTO DEL TRONTO<br />

Nell'Italia centrale, di cui cuore ed<br />

epicentro bimillenario è il santuario mariano<br />

di Loreto, nelle varie Diocesi, si è<br />

concluso il grande Giubileo del 2000. La<br />

Diocesi costiera di San Benedetto del<br />

Tronto-Ripatransone-Montalto, guidata<br />

dal Vescovo Mons. Gervasio Gestori ha<br />

concluso la lunga serie di Giubilei «particolari»<br />

con il Giubileo dei Ministranti a<br />

cui hanno partecipato soprattutto giovani<br />

e giovanissimi. Nel corso dell'omelia,<br />

Mons. Gestori ha sottolineato i «7 comandamenti<br />

spirituali di ogni ministrante:<br />

la fedeltà a Gesù, la preparazione ai<br />

riti, la generosità a collaborare, lo stile<br />

nella compostezza fisica quando si è sul<br />

presbiterio. Poi, la gioia del volto, il<br />

si carico delle urgenze prioritarie quali:<br />

l'evangelizzazione, la carità e la liturgia.<br />

Sono i laici, ha detto Mons. Catarinicchia,<br />

che nel terzo millennio sono chiamati<br />

a riscoprirsi nel ruolo di Chiesa attiva;<br />

in un mondo in continua evoluzione<br />

sono essi chiamati a rispondere con<br />

generosità e slancio all'invito della Chiesa<br />

promovendo l'apostolato secolare in<br />

un clima di vera comunione e con l'esercizio<br />

della carità. Essi rendono presente<br />

la Chiesa nel mondo contemporaneo<br />

assetato del divino, come hanno testimoniato<br />

a chiare tinte le manifestazioni<br />

plateali avutesi a Roma nell'arco del<br />

Giubileo.<br />

PIETRO PISCIOTTA<br />

cuore puro ossia limpido e il pregare,<br />

condizione indispensabile per essere credibili<br />

nei confronti degli altri». I circa<br />

500 ministranti diocesani, per la maggior<br />

parte bambini e bambine di età scolare,<br />

hanno partecipato alla celebrazione<br />

compostamente e gioiosamente, esplodendo<br />

più volte in fragorosi applausi. Al<br />

termine, Mons. Gestori ha donato ad<br />

ogni giovane una croce in legno consegnando<br />

anche la preghiera del ministrante.<br />

«Il vostro Giubileo è l'ultimo<br />

della Diocesi — ha concluso Mons. Gestori<br />

— però voi siete i primi nel cuore<br />

del Vescovo, perché siete gli amici di<br />

Gesù, quelli a Lui più vicini».<br />

CARLO GENTILI<br />

IMOLA<br />

celebrazione in due momenti, quello del<br />

pellegrinaggio della chiesa del don Orione<br />

alla cattedrale e poi quello della concelebrazione<br />

solenne con tutto il presbiterio.<br />

Al canto delle litanie dei santi il<br />

corteo si è snodato per le vie della città<br />

fra due ali di popolo che partecipava<br />

con commozione e canti. «Se dovessi indicare<br />

la verità più importante evidenziata<br />

dal Giubileo — ha scritto il Vescovo<br />

nel messaggio conclusivo — non esiterei<br />

a suggerire il seguente: la carità<br />

vissuta è la prova più convincente dell'esistenza<br />

di Dio, è il catechismo più incisivo<br />

e fecondo». E la carità ha tre caratteristiche,<br />

ha sottolineato il Vescovo dei<br />

Marsi: «La concretezza, perché l'amore<br />

cristiano non è solo un vago sentimento,<br />

la fantasia, che riscatta l'amore dall'anonimato<br />

impersonale, piatto, burocratico<br />

e funzionale, l'intelligenza, perché il cristiano<br />

è sapiente, quando ama».<br />

Numerose sono state le iniziative e le<br />

celebrazioni che hanno costellato quest'anno<br />

di grazia. Il Giubileo della Vita<br />

Consacrata è stato il primo momento significativo.<br />

Preparato con un triduo che<br />

si è svolto in varie stazioni collocate in<br />

diverse chiese dalla città di Avezzano:<br />

san Pio X ha visto raccolti tutti i religiosi<br />

per la celebrazione dei vespri, nella<br />

chiesa del Santo Spirito ci si è ritrovati<br />

per ricevere il sacramento della Riconciliazione;<br />

nella chiesa del Sacro Cuore in<br />

san Rocco, infine, una veglia di adorazione<br />

eucaristica ha concluso la preparazione<br />

immediata per la giornata del Giubileo<br />

della Vita Consacrata che si è poi<br />

celebrata il 2 febbraio in Cattedrale. Il<br />

Giubileo delle Famiglie è stato un altro<br />

momento significativo del percorso giubilare.<br />

RENATO CICCARELLI<br />

nostro tempo...il Giubileo è una realtà<br />

che ci accompagna nel nostro cammino...<br />

occorre conoscere sempre più Cristo,<br />

e farne esperienza. Non c'è altra<br />

strada che quella illuminata dalla sua luce,<br />

nella quale Egli cammina insieme a<br />

noi, ci dà coraggio per raggiungere il<br />

traguardo che ci è stato promesso.<br />

Dopo l'omelia, il rinnovo della promessa<br />

del Battesimo è stato un momento<br />

più che opportuno.<br />

Nella preghiera litanica, un sindaco in<br />

fascia tricolore è andato all'ambone per<br />

esprimere un'intenzione per le autorità<br />

politiche e amministrative. «Durante il<br />

Giubileo dei governanti, dei parlamentari,<br />

degli amministratori il Papa ha detto:<br />

“La politica è l'esercizio legittimo del potere,<br />

per raggiungere il bene comune,<br />

deve essere esercitato come un servizio<br />

continuo verso tutti e specialmente per i<br />

più svantaggiati”. Noi abbiamo dato la<br />

nostra disponibilità e il popolo con voto<br />

libero e democratico ci ha affidato il governo<br />

delle città. Signore, mantieni costante<br />

la nostra disponibilità, aiutati ad<br />

operare a misura d'uomo, dacci la pazienza<br />

per ascoltare, l'intelligenza per<br />

capire, la volontà di operare con i nostri<br />

collaboratori, nella ricerca del bene comune,<br />

con una particolare sensibilità<br />

per chi meno ha e meno può e che non<br />

ha neanche chi lo ascolta».<br />

Significativa e altamente educativa la<br />

processione offertoriale in cui i bambini<br />

delle diverse comunità parrocchiali hanno<br />

portato davanti a Gesù Bambino bellissimi<br />

fiori. Lo hanno fatto con tanta<br />

proprietà e con la gioia espressa dai loro<br />

volti, di partecipare da protagonisti ad<br />

«Tante volte, in questi mesi, abbiamo<br />

guardato al nuovo millennio che si apre<br />

vivendo il giubileo non solo come memoria<br />

del passato ma come profezia dell'avvenire»:<br />

così scrive Giovanni Paolo II<br />

nella lettera apostolica «Novo Millennio<br />

Ineunte» del 6 gennaio. Questa è<br />

stata anche la tematica che il Vescovo<br />

di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-<br />

Treia, Mons. Luigi Conti sabato 5 gennaio<br />

ha affrontato sia nell'omelia della<br />

Messa di chiusura del Giubileo in diocesi,<br />

sia nel inaugurazione del «Centro<br />

Diocesano Padre Matteo Ricci».<br />

Quella che è apparsa nell'analisi lucida<br />

e puntuale, che ha fatto il Vescovo,<br />

non è una chiesa locale ripiegata su se<br />

stessa o compiaciuta, ma una chiesa che<br />

sa leggere gli eventi di speranza e di salvezza<br />

che sono accaduti al suo interno<br />

in questi ultimi anni. Di fronte ai Sindaci<br />

dei tredici Comuni della Diocesi, al<br />

Prefetto, al Questore, alle maggiori autorità<br />

militari e civili, a tutti i parroci, in<br />

una Cattedrale — quella di Macerata —<br />

gremitissima e per l'occasione, inadeguata<br />

a contenere una folla strabocchevole<br />

fin sul sagrato, Mons. Conti ha ricordato<br />

gli avvenimenti più importanti<br />

dei suoi primi quattro anni di episcopato<br />

contrassegnati da ben 3 missioni popolari<br />

di tipo vocazionale, giovanile e familiare,<br />

un Congresso eucaristico diocesano<br />

oltre alle tappe fondamentali di<br />

questo anno giubilare. Ben 64 vocazioni<br />

presbiterali, religiose, maschili e femminili<br />

e diaconali sono state il frutto di un<br />

capillare e fruttuoso impegno pastorale.<br />

Una eredità di fede e di speranza quella<br />

lasciataci dall'Anno Santo che si è concretizzata<br />

non tanto e solo nelle celebrazioni<br />

che pur sono state numerose e<br />

partecipate, ma in segni di carità e di<br />

accoglienza come le case di Botontano,<br />

di Collevario, di Sambucheto e in luoghi<br />

di preghiera come ad Avenale di Cingoli<br />

un evento tanto importante per la nostra<br />

Chiesa locale. Come non pensare al<br />

Papa circondato da tanti bambini ai<br />

quali ha affidato il Giubileo del 2025? A<br />

ciascuno Mons. Vescovo ha donato una<br />

medaglia ricordo.<br />

Allo scambio della pace un concelebrante<br />

ha portato il segno della pace alle<br />

Autorità presenti.<br />

Ed ecco i riti di conclusione. Il Vescovo<br />

ha invitato tutti a ringraziare il Signore<br />

per i benefici spirituali dell'anno<br />

giubilare e il canto del «Magnificat» ha<br />

suggellato questo importante momento.<br />

Prima della benedizione solenne un<br />

sacerdote, dietro invito del Vescovo, ha<br />

letto gli impegni pastorali assunti durante<br />

l'Anno Santo dalla nostra Chiesa locale.<br />

Eccoli: partecipazione allo spirito di<br />

conversione per un coinvolgimento intelligente<br />

e costruttivo nella società, per testimoniare<br />

e annunciare Cristo, unico<br />

Salvatore del mondo; contributo della<br />

Diocesi nella cancellazione del debito<br />

della Guinea e dello Zambia, insieme al<br />

sostegno per Sao Bernardo in Brasile;<br />

attenzione per la salvaguardia della dignità<br />

della famiglia fondata sul matrimonio<br />

e della crescita armoniosa della prole;<br />

costruire l'unità tra le diverse componenti,<br />

per sostenere la catechesi e per<br />

una presenza significativa in campo socio<br />

culturale, per creare un vero tessuto<br />

cristiano nei singoli e nelle aggregazioni;<br />

difesa della sacralità della vita.<br />

Una Giornata che lascerà il segno nella<br />

nostra Chiesa? Lo speriamo, con il<br />

coraggio di chi non si sente solo anche<br />

nelle grandi lotte della vita.<br />

FRANCESCO GIACOMETTI<br />

CIVITA CASTELLANA<br />

La Diocesi di Civita Castellana ha<br />

chiuso solennemente l'anno di misericordia<br />

del Grande Giubileo, alla vigilia<br />

dell'Epifania 5 gennaio 2001, con la celebrazione<br />

presieduta dal Vescovo Divo<br />

Zadi. Folta la rappresentanza del Clero<br />

Diocesano e la partecipazione del Popolo<br />

di Dio.<br />

Il rito di chiusura del Giubileo ha avuto<br />

inizio nella chiesa di s. Francesco,<br />

con il saluto del Vescovo diocesano, la<br />

proclamazione della chiusura dell'«anno<br />

di grazia del Signore». Poi il Diacono ha<br />

dato l'avvio alla processione: «Avviamoci<br />

seguendo Cristo via, verità, e<br />

vita».<br />

È stato il cammino del popolo di Dio<br />

verso la chiesa Cattedrale, che si è svolto<br />

con canti pieni di gioia e di ringraziamento<br />

per questo tempo di benedizione.<br />

Al canto «Il Signore è la luce», hanno<br />

fatto il loro ingresso in Cattedrale, i ministri<br />

con il Vescovo e il popolo, accorso<br />

numerosissimo a questo grande avvenimento<br />

giubilare, consapevoli del momento<br />

religioso e storico che la Chiesa<br />

stava vivendo.<br />

Il Vescovo ha poi asperso i fedeli con<br />

l'acqua benedetta in ricordo del battesimo,<br />

al canto: «Ecco l'acqua che sgorga<br />

dal tempio di Dio, alleluia e a quanti<br />

giungerà quest'acqua porterà la salvezza<br />

ed essi canteranno: Alleluia,<br />

alleluia».<br />

La Concelebrazione Eucaristica, con<br />

tutto il Presbiterio diocesano interamente<br />

presente, ha avuto inizio con il «Gloria<br />

in excelsis Deo».<br />

All'omelia il Vescovo ha avuto parole<br />

di gratitudine per la presenza di tanti fedeli,<br />

come mai si era visto, poi conti-<br />

nuando ha detto: «È stato un anno di<br />

grazia e di crescita per tutta la Chiesa e<br />

per la nostra Diocesi».<br />

Ricordando la celebre frase di Papa<br />

Giovanni Paolo II, agli inizi del suo pontificato:<br />

«Aprite le porte a Cristo»,<br />

Mons. Zadi ha voluto richiamare l'attenzione<br />

sulla centralità del Cristo nella nostra<br />

esistenza: «Di fronte allo scorrere<br />

veloce del tempo, Lui rimane... Cristo<br />

non si chiude mai... Egli rimane sempre<br />

al centro... Lontano da Lui potremo<br />

solo perdere...».<br />

Il Vescovo Zadi, ha espresso l'impegno<br />

e tutta l'attenzione al tema della<br />

famiglia, che sarà l'oggetto particolare<br />

della pastorale diocesana dei prossimi<br />

anni. Alla famiglia, ha annunciato il<br />

Vescovo, sarà rivolta una sua lettera<br />

pastorale.<br />

Un ringraziamento personale, il Vescovo<br />

ha dedicato ai sacerdoti, per il loro<br />

«eroismo» e la generosità che mettono<br />

nello svolgere il loro ministero, invitando<br />

i fedeli ad amare, aiutare, sostenere<br />

e comprendere i loro sacerdoti. Poi<br />

il Vescovo, con passione e amore di padre<br />

si è rivolto a tutta l'assemblea con<br />

queste parole: «Vi invito ad una preghiera<br />

incessante e costante nel promuovere<br />

le vocazioni e alle famiglie nel<br />

favorire e coltivare ogni chiamata al<br />

suo interno, secondo la volontà di Dio».<br />

Emozionante l'annuncio dell'invio in<br />

missione di tutta la comunità diocesana,<br />

ministri e laici, affinché lo spirito dell'Anno<br />

Santo continui, nell'impegno e<br />

nell'attuazione del programma pastorale<br />

per il prossimo triennio: la famiglia,<br />

scuola d'umanità e di santità.<br />

GIANCARLO PALAZZI<br />

o Recanati. Una chiesa che non vuol essere<br />

autoreferenziale deve guardare soprattutto<br />

al futuro, ovvero ai prossimi<br />

dieci anni. In ciò la figura di Padre Matteo<br />

Ricci, è l'elemento portante di una<br />

proposta di lettera pastorale da costruire.<br />

Il Vescovo in una maniera del tutto<br />

originale chiama a scriverla insieme a<br />

lui chiedendo contributi ai credenti e<br />

non credenti, con le loro proposte. Il<br />

Presule ha tenuto a sottolineare con insistenza<br />

che non vuol essere da solo a<br />

costruire la chiesa maceratese del prossimo<br />

futuro, ma vuole sentirsi accompagnato<br />

da tutti gli uomini di buona volontà<br />

che abitano su questo territorio.<br />

Per questo è stata distribuita a tutti i<br />

presenti una proposta per una lettera<br />

pastorale dal titolo «Trasmettere la fede».<br />

L'imminente inizio delle visite pastorali<br />

alle parrocchie permetterà al pastore<br />

di ascoltare con più precisione i<br />

pareri e le opinioni di tutti. Il resto è<br />

cronaca che si riferisce all'apertura ufficiale<br />

del «Centro diocesano Padre Matteo<br />

Ricci» in Piazza San Vincenzo Maria<br />

Strambi 7, inaugurato nel tardo pomeriggio<br />

subito dopo la cerimonia giubilare,<br />

non vuole essere un museo di memorie<br />

pietrificate del passato, ma un<br />

«luogo vivo» per riallacciare legami significativi<br />

con la Cina. Una diocesi quindi<br />

che nel suo stile e nei suoi orientamenti<br />

non è celebrativa, ma vuole fare<br />

conoscere il missionario maceratese Padre<br />

Matteo Ricci che profeticamente ha<br />

anticipato il Concilio Vaticano II. Le<br />

personalità politiche, amministrative e<br />

culturali presenti alla suggestiva cerimonia<br />

di apertura hanno rilevato le dimensioni<br />

ecclesiali, economiche, culturali<br />

che possono essere promosse dalla rivisitazione<br />

della figura del grande gesuita<br />

maceratese.<br />

LUIGI TALIANI<br />

CIVITAVECCHIA<br />

Alla presenza di una folla numerosa<br />

che gremiva la tenda bianca a Pantano,<br />

e alla presenza di numerosi sacerdoti si<br />

è concluso il Grande Giubileo nella Diocesi<br />

di Civitavecchia-Tarquinia.<br />

L'anno giubilare è stato un tempo di<br />

grazia, vissuto con Cristo Gesù, «la Porta!<br />

La Porta della nostra salvezza, la<br />

Porta della vita, la Porta della Pace»<br />

(Giovanni Paolo II, 25 dicembre 1999);<br />

noi tutti siamo passati attraverso la Porta,<br />

abbiamo sperimentato tutto l'amore,<br />

la bontà, la misericordia, di Colui che<br />

ha preso su di sé la nostra debolezza.<br />

Lungo lo scorrere del tempo abbiamo<br />

potuto sperimentare l'urgenza ad amare<br />

Cristo, a renderlo attraverso la nostra<br />

testimonianza presente, vivo nella vita di<br />

ogni giorno, abbiamo certamente riscoperto<br />

la necessità di avvicinare Gesù al<br />

cuore della gente e la gente al cuore di<br />

Gesù. È stato per tutti un vero itinerario<br />

di preghiera un forte invito alla conversione<br />

così ci siamo ritrovati più vicini alla<br />

Montagna del Signore. Durante le celebrazione<br />

di chiusura di questo Grande<br />

Giubileo si è percepito il desiderio di essere<br />

come Chiesa sempre più uniti ed è<br />

tornato in mente il grido di Giovanni<br />

Paolo II durante l'apertura della Porta<br />

Santa nella Basilica di san Paolo fuori le<br />

Mura: «Unità, unità», di cui il mondo attende<br />

la nostra testimonianza.<br />

Tutti uniti attorno al Pastore per rendere<br />

grazie per il cammino compiuto<br />

con Cristo verso il Padre sotto l'azione<br />

dello Spirito. Il Vescovo durante l'omelia<br />

ha voluto fare riflettere sul mistero<br />

dell'Incarnazione, invitando tutti a fissare<br />

lo sguardo a Maria. Ha poi ricordato<br />

la partecipazione al Giubileo dei Vescovi,<br />

ponendo l'accento con parole incisive<br />

sull'atto di affidamento del Papa alla<br />

Beata Vergine Maria, «Vogliamo oggi affidarti<br />

il futuro che ci attende...» a conclusione<br />

della Santa Messa per il giubileo<br />

dei Vescovi; accogliendo l'invito dei<br />

fedeli presenti ha affidato al termine della<br />

Celebrazione Eucaristica tutta la Diocesi<br />

alla Vergine Maria.<br />

Segno eloquente del Giubileo è la<br />

nuova Casa di Accoglienza, Giovanni<br />

Paolo II fortemente voluta dal nostro<br />

Vescovo, segno della scelta preferenziale<br />

per i poveri. I poveri da sempre sono<br />

nel cuore della Chiesa, essa sull'esempio<br />

del Cristo ha spalancato le porte del suo<br />

cuore per accogliere con sentimenti di<br />

vera fraternità i fratelli emarginati, soli,<br />

carcerati, coloro che non contano, che<br />

sono un «peso», ma perle preziose per<br />

Cristo, presenza viva di Cristo nel<br />

mondo. Una Celebrazione Eucaristica<br />

dunque segnata fortemente da Maria,<br />

dalla Carità, vissuta in unità attorno al<br />

Pastore. È stato un convergere attorno<br />

all'Eucaristia e come non ricordare ancora<br />

una volta le parole del Papa al termine<br />

delle giornate eucaristiche: «...Vogliamo<br />

ripetere agli uomini e alle donne<br />

del Terzo Millennio l'annuncio straordinario:<br />

il Figlio di Dio si è fatto uomo<br />

per noi e si è offerto in sacrificio per la<br />

nostra salvezza... Nel Cenacolo è nata e<br />

rinasce la fede eucaristica della Chiesa...<br />

Vogliamo ritornare a queste origini all'ora<br />

del Cenacolo e del Golgota, per<br />

rendere grazie del dono dell'Eucaristia,<br />

dono inestimabile che Cristo ci ha lasciato,<br />

dono di cui vive la Chiesa».<br />

La porta del Grande Giubileo è stata<br />

chiusa, l'uomo del nostro tempo ha varcato<br />

la soglia della speranza, ha ritrovato<br />

Cristo, Luce delle genti, Colui che ha<br />

reso nuove tutte le cose. I giorni del<br />

Grande Giubileo sono terminati, ognuno<br />

è tornato con il cuore ricolmo di gioia,<br />

di grazia per il Terzo Millennio.<br />

TIZIANO SOLDAVINI


A ROMA<br />

PAGINA<br />

ANNO GIUDIZIARIO La relazione del procuratore generale Vincenzo Nicosia<br />

Forte preoccupazione<br />

per il fenomeno eversivo<br />

Sono i segnali di un rigurgito di terrorismo<br />

ad allarmare i magistrati della Capitale.<br />

Aprendo l'anno giudiziario nel distretto<br />

di Roma, il procuratore generale<br />

presso la corte d'appello di Roma, Vincenzo<br />

Nicosia, ha infatti sottolineato<br />

che, nonostante tra il primo luglio 1999<br />

e il 30 giugno 2000 non si siano registrati<br />

delitti politici o di carattere terroristico<br />

di particolare rilievo, «il fenomeno<br />

eversivo desta forte preoccupazione per<br />

il proliferare delle sigle con le quali di<br />

volta in volta sono stati rivendicati vari<br />

episodi criminosi che sembrano inserirsi<br />

direttamente nello scenario in cui è maturato<br />

l'efferato omicidio del prof. Massimo<br />

D'Antona, i cui autori restano tuttora<br />

ignoti».<br />

Si tratta di episodi — e il procuratore<br />

fa riferimento a quelli più recenti come<br />

la rapina a Todi, la bomba al Duomo di<br />

Milano e all'attentato al «Manifesto» —<br />

che «al di là del loro connotato eversivo,<br />

dimostrano come la scelta del ricorso alla<br />

violenza sia condivisa in modo sempre<br />

diffuso negli ambienti estremistici».<br />

Lotta al terrorismo prima di tutto,<br />

dunque, senza però abbassare la guardia<br />

contro la criminalità comune ed organizzata.<br />

Infatti, ha rilevato Nicosia, i dati<br />

relativi a questi fenomeni restano «abbastanza<br />

elevati», anche se a Roma il<br />

rafforzamento della sorveglianza del territorio,<br />

connesso alle manifestazioni giubilari,<br />

ha fatto registrare una leggera<br />

flessione». Ciò detto, resta allarmante il<br />

fenomeno delle rapine a mano armata<br />

negli uffici postali, nelle banche nonché<br />

gli assalti ai conducenti di Tir.<br />

«La maggior frequenza di rapine nella<br />

parte meridionale del distretto — ha fatto<br />

notare il procuratore generale — ed<br />

alcune risultanze inducono a ritenere<br />

che i fatti delittuosi siano ascrivibili a<br />

soggetti appartenenti alla malavita campana».<br />

Alle infiltrazioni camorristiche nel Sud<br />

della regione è ascrivibile, secondo Nicosia,<br />

anche il persistere «di una considerevole<br />

diffusione dei comportamenti<br />

usurari: ne sono elementi rivelatori le<br />

numerose denunzie, l'elevato numero di<br />

protesti bancari di apprezzabile importo<br />

e la stessa proliferazione di società finanziarie».<br />

Sul fronte dell'immigrazione, resta alto<br />

il numero dei reati connessi con gli<br />

ingressi clandestini e in alcuni circondari<br />

sono aumentati i reati commessi da<br />

extracomunitari, in particolare furti,<br />

spaccio di droga, sfruttamento della prostituzione.<br />

«Anche la criminalità minorile — ha<br />

affermato Nicosia — si è mantenuta su<br />

livelli degni di attenzione, destando non<br />

poco allarme nell'opinione pubblica. In<br />

particolare i minori sono stati impiegati<br />

per la commissione di furti in appartamento<br />

o con destrezza, sotto la sapiente<br />

regia di persone adulte».<br />

Un passaggio della relazione è dedicato<br />

ai reati compiuti da funzionari e dipendenti<br />

della pubblica amministrazione.<br />

E il messaggio è chiaro: meglio non<br />

illudersi; la corruzione non è affatto<br />

COMUNE Si deciderà anche l'istituzione dei municipi<br />

Avviato il dibattito<br />

sull'area metropolitana<br />

È iniziata, venerdì, nell’aula del consiglio<br />

comunale la discussione sulla delibera<br />

per la delimitazione dell’area metropolitana<br />

di Roma e su quella sull’istituzione<br />

dei municipi. La maggioranza<br />

capitolina conta di approvare i due<br />

provvedimenti già lunedì prossimo,<br />

quando il consiglio è stato convocato<br />

dalle ore 13 alle 20.<br />

La prima delibera stabilisce la partecipazione<br />

del Campidoglio alla costituenda<br />

area metropolitana di Roma «proponendo<br />

alla Regione Lazio di procedere<br />

alla delimitazione territoriale dell’area,<br />

coincidente con i territori dei comuni<br />

che assumeranno analoga determinazione».<br />

Inoltre, prevede di proporre «alla<br />

Regione Lazio di definire, anche prima<br />

della delimitazione territoriale dell’area<br />

metropolitana, un ambito sovracomunale,<br />

coincidente con il territorio dei comuni<br />

che hanno deliberato l’adesione all’area<br />

metropolitana» per l’esercizio di<br />

una serie di funzioni, che vanno dalla<br />

pianificazione territoriale alla grande distribuzione<br />

commerciale.<br />

Si prevede anche di istituire un consiglio<br />

metropolitano di Roma e un coordinamento<br />

metropolitano.<br />

«Già 25 comuni dell’hinterland — ha<br />

spiegato l’assessore capitolino agli Affari<br />

istituzionali, Giancarlo D’Alessandro —<br />

hanno approvato la delibera ed un’altra<br />

decina si appresta a farlo. Tra chi ha<br />

stabilito di entrare nell’area metropolitana,<br />

vi sono i comuni di Monteporzio,<br />

Ciampino e Frascati. Tra quelli che stanno<br />

per decidere ci sono Tivoli, Subiaco<br />

e Palestrina».<br />

Scuola: bimbi disabili ospitati<br />

nell'ufficio del direttore<br />

perché mancano gli ascensori<br />

Mancano gli ascensori per far salire al<br />

secondo piano due bambini disabili di<br />

una scuola materna e così da alcuni<br />

giorni il direttore scolastico, stanco di<br />

aspettare che vengano esaudite le sue richieste<br />

di abbattere le barriere architettoniche,<br />

ha trasformato il suo ufficio al<br />

piano terra in un’aula dove ospitare i<br />

due alunni e la loro classe.<br />

È quanto sta avvenendo nella scuola<br />

materna ed elementare «Angelo Mauri»,<br />

nella zona di Prati Fiscali.<br />

«È una decisione di emergenza — ha<br />

spiegato il direttore scolastico Gabriele<br />

Martinelli — che abbiamo preso anche<br />

dopo che una nostra alunna di 11 anni è<br />

tornata a scuola, alla fine delle vacanze<br />

di Natale, su una sedia a rotelle che dovrà<br />

utilizzare ancora per qualche tempo<br />

ed anche lei ha gli stessi problemi ad arrivare<br />

nell'aula che si trova al secondo<br />

piano».<br />

L'istituto «Mauri», purtroppo, non è<br />

accessibile a tutti.<br />

«Già da quattro anni, infatti, — ha<br />

concluso il direttore — è stato chiesto al<br />

Comune di effettuare gli interventi necessari<br />

per abbattere le barriere architettoniche<br />

nella scuola senza ottenere ancora<br />

nulla».<br />

13 .<br />

La seconda delibera, riguardante l’istituzione<br />

dei municipi, prevede una modifica<br />

dello statuto comunale. In particolare<br />

— riferisce l'agenzia «Ansa» — il<br />

provvedimento stabilisce che le circoscrizioni<br />

del Comune di Roma sono costituite<br />

in municipi e che ciascuno di esso<br />

«assume una denominazione che conserva<br />

la denominazione di Roma, alla<br />

quale si aggiunge quella caratteristica<br />

del proprio territorio. La denominazione<br />

e lo stemma del municipio sono deliberati<br />

dal Consiglio del Municipio sentita<br />

la giunta comunale».<br />

È tornato a casa<br />

l'autista dell'Atac<br />

ferito da un aggressore<br />

È tornato a casa, a Velletri, dopo<br />

trentanove giorni passati in<br />

ospedale, Claudio Candidi, l'autista<br />

dell’Atac ferito a colpi di pistola<br />

il 30 novembre da un uomo<br />

che aveva dirottato il bus che guidava<br />

e dal quale con uno stratagemma<br />

era riuscito a far scendere<br />

i passeggeri.<br />

«Sono stati giorni di angoscia<br />

— ha ricordato l’autista, che ha<br />

subito diverse operazioni — ma<br />

ora è tutto diverso, sono casa e finalmente<br />

sono vicino alle mie due<br />

figlie e a mia moglie».<br />

Fiumicino: la giunta<br />

anticiperà l'acquisizione<br />

della pineta di Fregene<br />

Svolta per la sorte della pineta monumentale<br />

di Fregene, da anni in stato di<br />

degrado: la giunta comunale di Fiumicino<br />

ha deciso, venerdì, di anticiparne<br />

l’acquisizione al momento della stipula<br />

della nuova convenzione con la società<br />

proprietaria, senza attendere 10 anni, al<br />

contrario di quanto deciso nel 1998 dal<br />

consiglio comunale.<br />

La delibera, che ha modificato l’articolo<br />

19 della convenzione, dovrà ora essere<br />

sottoposta all’approvazione del consiglio<br />

comunale e sarà trasmessa alla<br />

Regione e al ministero dell’Ambiente.<br />

«Per firmare la convenzione — ha<br />

detto l’assessore al Territorio, Franco<br />

Tegolini — c’è bisogno dell’approvazione<br />

della Regione Lazio con l’accoglimento<br />

della modifica proposta dal Comune.<br />

Ci auguriamo giunga in tempi rapidi,<br />

preso atto anche dell’avvenuta approvazione<br />

della valutazione d’impatto<br />

ambientale per il piano di Fregene. Ciò<br />

permetterebbe — ha concluso l'assessore<br />

comunale — di recuperare tempo<br />

con l’utilizzo immediato per il risanamento<br />

dei fondi comunali (1 miliardo di<br />

lire per il 2001) regionali e del ministero».<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Domenica 14 Gennaio 2001<br />

scomparsa. I fenomeni di «corruzione»<br />

nella pubblica amministrazione — ha<br />

precisato il procuratore generale — hanno<br />

oggi «minore visibilità», ma la loro<br />

«gravità e pervasività emerge talvolta come<br />

la punta di un iceberg». È quindi necessario<br />

mettere in campo «adeguati interventi<br />

legislativi e organizzativi», altrimenti,<br />

la «malamministrazione» può<br />

«continuare ad affliggere il cittadino e a<br />

richiedere l’anomala “supplenza” della<br />

giustizia penale».<br />

Non è mancato, nella relazione, il difficile<br />

capitolo sulla giustizia civile. Ebbene,<br />

ha affermato Nicosia, «le riforme<br />

processuali introdotte non solo non hanno<br />

prodotto una maggiore celerità nella<br />

definizione del processo, ma hanno frequentemente<br />

determinato addirittura un<br />

rallentamento delle procedure». A ciò si<br />

aggiunge il preoccupante aumento delle<br />

pendenze delle cause si lavoro.<br />

A questi specifici riferimenti Nicosia<br />

ha affiancato valutazioni più generali<br />

sullo stato della giustizia, a fronte del<br />

quale ha auspicato «leggi semplificate e<br />

più chiare, processi più brevi, un migliore<br />

accesso alle vie giudiziarie, sentenze<br />

eque e pene efficaci». Secondo il procuratore<br />

generale, occorre un «coerente sistema<br />

di regole idoneo a conciliare l’interesse<br />

del singolo con quello della società,<br />

la libertà di ognuno con la sicurezza<br />

di tutti, la responsabilità con le facoltà<br />

riconosciute a ciascuno; un attento<br />

vaglio delle fonti normative esistenti».<br />

Non è mancato un amaro riferimento<br />

alla cronica carenza di organici e di<br />

mezzi che si ripercuote pesantemente<br />

sull'efficienza dell'azione giudiziaria.<br />

SANITÀ Dal Consiglio comunale le proposte per non dismettere la struttura<br />

San Gallicano: contro la chiusura<br />

il progetto di un Day Hospital<br />

È ancora incerta la sorte dell'Ospedale<br />

san Gallicano di Roma. Molte proposte,<br />

ma nessun progetto valido e completo,<br />

mentre il commissario straordinario<br />

del nosocomio trasteverino ne ha già<br />

decretato il 20 dicembre scorso la chiusura<br />

definitiva.<br />

Contro la dismissione dello storico<br />

ospedale si è schierato il Consiglio comunale,<br />

che venerdì 12 ha indetto una<br />

conferenza stampa, invitando al dibattito<br />

i rappresentanti delle Istituzioni regionali,<br />

della Asl RmA, e i responsabili del<br />

Servizio di Medicina preventiva delle<br />

Migrazioni del Turismo e di dermatologia<br />

tropicale e dell'ambulatorio delle<br />

Malattie Sessualmente Trasmesse.<br />

La proposta comune è quella di creare,<br />

fra le istituzioni pubbliche e sanitarie<br />

coinvolte, una unità operativa che analizzi<br />

le varie proposte e determini così il<br />

destino di questo ospedale, superando<br />

tutti gli ostacoli che attualmente impediscono<br />

di definirne il futuro orientamento.<br />

Uno dei problemi fondamentali ancora<br />

irrisolti, infatti riguarda proprio la<br />

questione della futura gestione e proprietà<br />

della struttura, contesa fra la Asl<br />

RmA e il gruppo degli Ifo (Istituti fisioterapico-ospedalieri)<br />

al quale appartengono<br />

i reparti sia del ex san Gallicano<br />

che del Regina Elena, attualmente già<br />

trasferiti al san Raffaele di Mostacciano<br />

e dipendenti direttamente dal Ministero<br />

della Sanità. La scelta di condotta comune<br />

rimane comunque quella di bloccare<br />

la chiusura del san Gallicano e di<br />

trasformarlo in un Day Hospital, che garantisca<br />

con dei presidi la cura di quei<br />

malati che non possono raggiungere e<br />

usufruire dei nuovi reparti al san Raffaele.<br />

Questa scelta permetterebbe di rispettare<br />

la tradizione dell'ospedale, nato<br />

nel 1725 per accogliere i malati più poveri<br />

e i pellegrini.<br />

L'erede principale di questo passato<br />

infatti è proprio il dipartimento di Medicina<br />

preventiva delle Migrazioni, che da<br />

vent'anni si occupa dei senza fissa dimora,<br />

degli extracomunitari e dei tossicodipendenti,<br />

accompagnando le terapie e le<br />

analisi anche con attività di ricerca e di<br />

assistenza sociale, psicologica e antropologica.<br />

Questa popolazione di disagiati,<br />

infatti, a differenza dei pazienti del reparto<br />

di dermatologia, già trasferito in<br />

settembre al san Raffaele, avrebbero ingenti<br />

problemi di spostamento per raggiungere<br />

il nuovo ospedale, e quindi<br />

verrebbero inevitabilmente abbandonati<br />

a se stessi.<br />

Gli stessi consiglieri comunali, avvalendosi<br />

anche dei numerosi riconoscimenti<br />

sulla ricerca scientifica ricevuti<br />

dall'ospedale fra i quali quello europeo<br />

recentemente conferito dall'OMS, chiedono<br />

quindi che non venga cambiato il<br />

suo destino storico, ma che si opti verso<br />

una ristrutturazione dei locali che permetta<br />

ai presidi attualmente presenti di<br />

rispondere alle istanze del quartiere. Per<br />

confermare questa proposta, sono state<br />

raccolte anche circa tremila firme fra i<br />

cittadini della zona e i fruitori dei servizi<br />

dell'ospedale.<br />

STATO SOCIALE Convegno del comitato regionale delle associazioni<br />

Il ruolo della famiglia<br />

nei processi di trasformazione<br />

L'associazionismo familiare rappresenta<br />

un importante fattore di stimolo<br />

per la famiglia in quanto aiuta questa ad<br />

essere un vero e proprio punto di riferimento<br />

nella società. Al tempo stesso la<br />

famiglia è una forma di stimolo per il<br />

privato sociale. Ma le recenti leggi in<br />

materie di associazionismo del terzo settore<br />

(d.lgs. 460/97 n. 328/2000 e legge<br />

n. 383/2000) possono determinare, se<br />

non correttamente interpretate e gestite,<br />

un'involuzione dei soggetti che intendono<br />

operare nell'area del privato-sociale<br />

quali agenti autonomi e propositivi.<br />

La normativa di settore privilegia ed<br />

agevola quegli organismi sociali che decidono<br />

di atteggiarsi e proporsi come interlocutori<br />

più fedeli di finalità e prassi<br />

sociali già predefinite da parte dell'ordinamento.<br />

Ne consegue che l'associazionismo<br />

familiare corre il rischio di aderire<br />

ad una logica di neo-assistenzialismo<br />

che tende a relegare la famiglia e le associazioni<br />

di famiglia in ambiti marginali<br />

e residuali.<br />

Proprio sulle leggi in tema di trasformazione<br />

dello stato sociale in Italia, con<br />

particolare riferimento al mondo dell'associazionismo,<br />

recentemente il Comitato<br />

delle associazioni familiari del Lazio, a<br />

cui aderiscono più di quaranta associazioni<br />

del laicato cattolico, ha espresso le<br />

proprie critiche portando la discussione<br />

in sede di un dibattito che si è tenuto<br />

venerdì 12 gennaio presso la sala don<br />

Luigi di Liegro di Palazzo Valentini.<br />

Erano presenti, tra gli altri, il prof. Mario<br />

Toso della Pontificia Università Salesiana,<br />

il Sen. Domenico Rosati, già Presidente<br />

Nazionale delle Acli, il docente<br />

di Sociologia, prof. Sandro Stanzani, il<br />

Segretario del Comitato , Ciro Intino e il<br />

Presidente Nazionale del Forum delle<br />

Associazioni familiari, Luisa Santolini.<br />

«Oggi più che mai per la famiglia si<br />

pongono delle problematiche sempre<br />

crescenti — ha detto la Santolini, aprendo<br />

il dibattito —. Quello che dobbiamo<br />

chiederci è soprattutto: perché? Il problema<br />

di fondo delle politiche sociali è<br />

che la famiglia non svolge più il ruolo di<br />

interlocutore riconosciuto nella sua totalità.<br />

Ma quello che deve essere ripreso e<br />

sottolineato con forza è che la famiglia è<br />

un fatto che riguarda la collettività intera».<br />

La Santolini ha ricordato la necessità<br />

da parte degli enti di farsi carico di questa<br />

prospettiva in modo da non creare<br />

disfunzioni sociali che non possono essere<br />

curate grazie all'assistenzialismo.<br />

«Non occorre una politica assistenziale<br />

— ha aggiunto — che crea una famiglia<br />

come forza sociale».<br />

Il Comitato regionale da tempo si sta<br />

muovendo in questa direzione e il Forum<br />

sta creando un tessuto di presenze<br />

su tutto il territorio per far rinascere<br />

una stagione di diritti e doveri. «È ora<br />

che le famiglie escano dal loro mondo<br />

— ha ribadito il presidente nazionale del<br />

Forum delle Associazioni Familiari —<br />

per confrontarsi con la società e le sue<br />

problematiche sempre più pressanti causate<br />

dalla crescente modernizzazione<br />

che travolge ogni singolo strato sociale».<br />

Ma tornando alla Legge quadro per la<br />

realizzazione del sistema integrato di interventi<br />

e servizi sociali, questa sicuramente<br />

è frutto di una nuova concezione<br />

dei rapporti tra Stato, società, mercato<br />

Cittadini bloccano la Braccianense<br />

Un centinaio dei circa 3.000 abitanti de «La Cerquetta», davanti la stazione<br />

dell’Olgiata, sabato mattina hanno inscenato una protesta che ha bloccato il<br />

traffico perché si sentono reclusi nel comprensorio dove abitano e non hanno<br />

una strada per raggiungere la Braccianense. La «via d’uscita» sarebbe<br />

una strada di 30 metri che è per ora sterrata con lastroni di cemento e barriere<br />

di plastica. Gli abitanti vogliono che venga asfaltata e resa percorribile<br />

per arrivare con la macchina alla Braccianense vicina ma non raggiungibile.<br />

«La Sapienza»: il Rettore incontra il personale<br />

Impiegati, tecnici di laboratorio e bibliotecari, che da alcune settimane protestano<br />

per ottenere l’avanzamento di carriera hanno incontrato il rettore<br />

dell’università «La Sapienza», Giuseppe D’Ascenzo e il direttore amministrativo<br />

dell’ateneo. I circa 2.500 dipendenti, di ex III, IV e VI livello, contestano<br />

il fatto che l’amministrazione abbia concesso l’avanzamento di carriera<br />

solo ai dipendenti dei livelli superiori. Nell’incontro il rettore, ha assicurato<br />

che l’amministrazione sta prendendo in considerazione la situazione<br />

ed ha aggiornato il confronto ad un nuovo incontro per il 12 febbraio.<br />

Tivoli:vincolateleareeboschivecolpitedaincendi<br />

Venerdì il Comune di Tivoli ha presentato un progetto di perimetrazione<br />

delle aree boschive che l’anno scorso sono state colpite da incendi per impedirne<br />

l’urbanizzazione. In attuazione di una legge che vincola le zone<br />

colpite dai roghi, per dieci anni i terreni non potranno cambiare la loro destinazione<br />

d’uso. Rientrano nel piano 232 ettari, pari al 3,5 per cento del<br />

territorio comunale andato in fumo nel 2000.<br />

Fiumicino: protesta per il molo degradato<br />

Le cooperative dei pescatori e gli operatori del mercato del pesce e del<br />

porto di Fiumicino domenica scenderanno in piazza per protestare contro il<br />

degrado in cui versa da quattro anni la banchina del molo nord del porto.<br />

Gli operatori chiedono l’immediata ristrutturazione per consentire la ricollocazione<br />

dei banchi del pesce e l’attracco sicuro: in mancanza di risposte<br />

minacciano il blocco completo del porto canale che serve anche per i soccorsi<br />

in mare per l’aeroporto di Fiumicino.<br />

15 GENNAIO 2001<br />

Lunedì della II settimana del<br />

tempo ordinario - Feria<br />

(verde)<br />

Messa a scelta<br />

Lezionario: Eb 5, 1-10; Salmo<br />

109; Mc 2, 18-22<br />

Liturgia delle Ore: Lun. II<br />

sett. - Ufficio della Feria<br />

e famiglia e dove si possono scorgere intenzionalità<br />

ed affermazioni che presuppongono<br />

chiaramente sia l'autonomia<br />

della società familiare sia la sua soggettività<br />

di ente comunitario, sia la sua funzione<br />

sociale e politica. «Ma al suo interno<br />

— ha precisato Mario Toso — si<br />

possono scorgere anche incertezze relative<br />

all'identità della famiglia che dipendono<br />

dalla situazione culturale<br />

odierna».<br />

Secondo Toso, infatti, oggi è abbastanza<br />

riscontrabile che non vi è più<br />

omogeneità culturale e, quindi, convergenza<br />

unanime verso un modello dominante<br />

di famiglia, quale quella basata<br />

sul matrimonio, su un rapporto stabile e<br />

duraturo tra uomo e donna, basato sulla<br />

fecondità. «L'attuale legge, inoltre — ha<br />

sottolineato Toso —, se per un verso<br />

rappresenta un passo innanzi rispetto a<br />

precedenti assetti sociali che non erano<br />

conformi al principio di sussidiarietà e,<br />

quindi, non valorizzavano le risorse proprie<br />

della famiglia o la relegavano nel<br />

privato assistenzializzandola, per un altro<br />

verso sembra poggiare su un impianto<br />

antropologico ed etico sfuocato che<br />

ne pregiudica il successo». «La sua base<br />

culturale — ha aggiunto — appare insufficiente<br />

a sostenere o a giustificare<br />

l'autonomia della famiglia, la sua soggettività<br />

aggregativa e solidale, nonché<br />

la sua funzione sociale e politica, cose<br />

che la legge quadro presuppone».<br />

Queste le critiche alla legge. Ma quali<br />

sono le proposte operative concrete che<br />

potrebbero essere adottate per rendere<br />

primario e fondamentale il ruolo della<br />

famiglia? Per quanto riguarda la corretta<br />

relazione tra privato sociale e sistema<br />

pubblico dei servizi in tema famiglia una<br />

risposta prova a darla Sandro Stanzani,<br />

docente di Sociologia, il quale vede come<br />

primo punto quello di organizzare<br />

un'istruttoria pubblica sulla famiglia, alla<br />

quale invitare tutte le iniziative di privato<br />

sociale a presentare valutazioni,<br />

consigli e progetti di intervento intorno<br />

al tema della famiglia negli enti locali.<br />

In più, istruire degli organismi consuntivi<br />

chiamati ad esprimere pareri sui<br />

provvedimenti dell'ente locale riguardante<br />

la famiglia e sostenere e privilegiare<br />

le iniziative di privato sociale che coinvolgono<br />

la famiglia come soggetto attivo<br />

o come utente delle attività di informazione,<br />

formazione e servizio.<br />

Tra le altre proposte presentate da<br />

Stanzani quella di incentivare lo sviluppo<br />

di forme flessibili di servizi alle persone,<br />

servizi di sollievo per famiglie che<br />

hanno compiti di cura gravosa nei confronti<br />

di membri non autosufficienti, sviluppare<br />

la rete di servizi diurni, favorire<br />

lo sviluppo di reti di cura tramite forme<br />

di affido dei minori agli anziani.<br />

La discussione continua. Il dibattito<br />

sulla Legge quadro sul sistema integrato<br />

di interventi e servizi sociali prosegue e<br />

dovrà badare a non deludere certe<br />

aspettative perché, come ha ribadito<br />

Mario Tosi «se gli amministratori non<br />

presupporranno e non investiranno primariamente<br />

su un modello di famiglia<br />

fondata sul matrimonio, sull'amore relazionale<br />

perseverante, indeboliranno e<br />

renderanno quasi nulla la portata civile<br />

e storica della nuova legge sull'assistenza».<br />

MASSIMILIANO PORZIA<br />

Fede<br />

Il cuore, e non la ragione,<br />

sente Dio. E questa è la fede:<br />

Dio sensibile al cuore e<br />

non alla ragione.<br />

(B. Pascal)<br />

a cura di p. Leonardo Sapienza, R.C.I.<br />

Il san Gallicano, infatti, pur lavorando<br />

in condizioni disagiate, negli ultimi tre<br />

anni ha effettuato circa 10.000 visite,<br />

confermando il suo ruolo primario nella<br />

profilassi contro le malattie importate<br />

dai paesi del terzo mondo attraverso<br />

l'afflusso di profughi e di extracomunitari.<br />

L'ambulatorio del servizio di medicina<br />

preventiva, nel quale attualmente<br />

prestano servizio soltanto tre dipendenti,<br />

supportati dall'indispensabile aiuto di<br />

una cinquantina di volontari, è diventato<br />

un punto di riferimento per la tutela<br />

dei diritti sulla salute dei più poveri.<br />

Il regime del Day Hospital, quindi, arginerebbe<br />

il problema degli spazi inadeguati,<br />

i quali, dovendo sottostare ai vincoli<br />

monumentali a cui è soggetta l'intera<br />

struttura, sono stati la causa principale<br />

della manovra di trasferimento dei<br />

servizi sanitari. La Asl RmA, infatti, si<br />

dichiara favorevole ad una convivenza<br />

fra i presidi attualmente presenti dipendenti<br />

dalle Ifo, e altri centri ambulatoriali<br />

di dermatologia, in rispetto della<br />

tradizione, di angiologia e di diabetologia<br />

e di terapia del dolore per malati<br />

terminali che non possono affrontare un<br />

viaggio verso il reparto di oncologia del<br />

san Raffaele.<br />

Le due sale operatorie di cui è provvisto<br />

l'ospedale, inoltre, poiché sono a<br />

norma di legge, potrebbero essere sfruttate<br />

per tutte le operazioni chirurgiche<br />

che non necessitano di ricovero. La<br />

grandezza della struttura permetterebbe<br />

anche di soddisfare la richiesta dei residenti<br />

del quartiere di istituire un centro<br />

di fisioterapia e riabilitazione per gli anziani,<br />

che costituiscono circa il 25% della<br />

popolazione residente.<br />

Sotto quest'ottica, promossa dal Consiglio<br />

Comunale, quindi le strutture sanitarie<br />

del san Raffaele e del futuro san<br />

Gallicano, diverrebbero complementari,<br />

poiché permetterebbero di curare le<br />

stesse patologie a secondo le reali necessità<br />

e possibilità dei pazienti, sia che si<br />

tratti di ricoveri ospedalieri oppure di<br />

servizi sociosanitari in regime di Day<br />

Hospital.<br />

RITA DIETRICH<br />

«Bambino Gesù»:<br />

la prima pietra del Centro<br />

di Neuroscienze<br />

Lunedì prossimo, 15 gennaio,<br />

alle ore 12.15, si svolgerà la cerimonia<br />

per la posa della prima pietra<br />

del costruendo Centro di Neuroscienze<br />

dell'Ospedale Pediatrico<br />

«Bambino Gesù», Istituto di ricovero<br />

e cura a carattere scientifico.<br />

La cerimonia sarà presieduta<br />

dall'Arcivescovo Leonardo Sandri,<br />

Sostituto della Segreteria di Stato,<br />

che benedirà la pietra posta nelle<br />

fondamenta del nuovo edificio, un<br />

mattone che significativamente<br />

proviene dalla Porta Santa dell'Anno<br />

Santo Straordinario della<br />

Redenzione celebrato nel 1983-<br />

1984.<br />

Il nuovo Centro di Neuroscienze<br />

accorperà in un unico edificio<br />

tutte le specialità ed i laboratori<br />

del settore, dalla neurologia alla<br />

psicologia, alle malattie metaboliche.<br />

I lavori per la realizzazione della<br />

moderna struttura dovrebbero<br />

essere ultimati entro l'anno.<br />

RADIO<br />

VATICANA<br />

OM: 1530 kHz - 196 metri<br />

(Per la zona di Roma<br />

anche Onda Media 527 kHz<br />

e FM 93.3 e 105 MHz)<br />

OC: nelle bande 49, 31, 25 e 19 metri<br />

LUNEDÌ 15 GENNAIO<br />

00.10: Studio A (stereo): Con voi<br />

nella notte<br />

7.20-15.30-17.30-23-24: Orizzonti Cristiani<br />

7.30: Santa Messa in latino<br />

8-12-14-15-16-18-21-23.30: Radiogiornale<br />

in italiano, spagnolo, portoghese,<br />

francese, inglese, tedesco e polacco<br />

16.30: «Giuseppe Verdi» (III)<br />

17: Liturgia delle Ore, celebrazione<br />

dei Vespri in latino<br />

20.20: Programma tedesco: Weltkirchen-Magazin<br />

20.40: Recita del Santo Rosario in<br />

latino<br />

21.30: Programma francese: La Rome<br />

chrétienne: Premiers «titres»,<br />

Sts-Jean-et-Paul<br />

21.50: Programma inglese: Angelus<br />

/ Rights or wrong / An extraordinary<br />

year / Ask the abbot<br />

22.10: Programma spagnolo: El Papa<br />

y el Gran Jubileo del Dos Mil


IN ITALIA<br />

PAGINA<br />

14 .<br />

OCCUPAZIONE La carenza di manodopera al Nord<br />

È scontro tra sindacati<br />

e Confindustria<br />

ROMA, 13.<br />

Continua da parte politica e sindacale<br />

l'intenso dibattito — scandito da proposte<br />

operative — sulla vicenda della carenza<br />

di manodopera nelle industrie settentrionali.<br />

In questo orrizzonte si sono<br />

riaccese le polemiche, con un duro<br />

scontro tra la Confindustria da una parte<br />

e la Cgil e il Governo dall’altra. E se<br />

Sergio Cofferati (segretario generale della<br />

Cgil) chiede di rivedere i flussi di immigrazione<br />

ma accusa innanzitutto gli<br />

industriali di non investire abbastanza<br />

nel Mezzogiorno; il direttore generale di<br />

Confindustria, Stefano Parisi, replica<br />

senza usare mezzi termini: se al Sud<br />

non si è fatto niente in termini di flessibilità<br />

e investimenti è colpa proprio di<br />

Cofferati e il ministro del Lavoro Salvi<br />

che hanno bloccato le proposte presentate<br />

da Confindustria in novembre. E<br />

sul fabbisogno di immigrati al Nord, Parisi<br />

parla di «sciocchezze»: «Il problema<br />

— afferma — non è quello della quantità<br />

di operai da assumere, ma quello della<br />

qualità». A chiedere, però, che si cominci<br />

a pensare alla mobilità delle imprese<br />

oltre che a quella dei lavoratori è<br />

anche il segretario generale della Cisl,<br />

Savino Pezzotta, mentre per il leader<br />

della Uil Luigi Angeletti, «non serve spostare<br />

manodopera dal sud al nord». Una<br />

tale soluzione — afferma Angeletti —<br />

«potrebbe essere considerata solo nel caso<br />

in cui si parlasse di una percentuale<br />

di disoccupati minima. Qui le cifre sono<br />

ben altre. Questo tipo di soluzioni non<br />

Tassi usurari:<br />

banche e Governo<br />

in contrasto<br />

sui provvedimenti<br />

ROMA, 13.<br />

Si riaccende lo scontro sui mutui usurari.<br />

Mentre il Parlamento e le forze politiche<br />

cercano soluzioni tecniche migliorative<br />

per il decreto Visco, i banchieri<br />

italiani rompono la consegna del silenzio<br />

e avvertono: niente stravolgimenti al<br />

provvedimento, agitati dal clima elettorale.<br />

Ulteriori oneri sul sistema creditizio,<br />

che già così deve sopportare costi<br />

per almeno 2.500 miliardi di lire, metterebbero<br />

a rischio la solidità degli investimenti<br />

in Borsa di un milione di famiglie<br />

italiane che direttamente e tramite i fondi<br />

hanno in portafoglio titoli delle banche<br />

per circa 100mila miliardi.<br />

Il clima insomma, mentre continua il<br />

lavorio sotterraneo dei tecnici e dei politici<br />

impegnati in prima linea per bruciare<br />

i tempi di presentazione dell’emendamento<br />

al decreto Visco, torna a farsi incandescente.<br />

E su tutto pende la spada<br />

di Damocle dell’indagine avviata sul caso<br />

dalla commissione di Bruxelles, dopo<br />

i ricorsi dell’Abi, che rappresenta gli istituti<br />

italiani, e dell’Aibe, ossia delle banche<br />

estere operanti in Italia. Al fianco<br />

dell’Abi sono scesi in campo i maggiori<br />

banchieri.<br />

Intanto sono proseguiti incontri tecnici<br />

fuori e dentro le mura del Senato (il<br />

decreto Visco è infatti all’esame delle<br />

commissioni riunite Finanze e Giustizia)<br />

per valutare le ipotesi tecniche migliorative<br />

da inserire nell’emendamento e che<br />

hanno provocato la levata di scudi dell’Associazione<br />

bancaria. Pomo della discordia<br />

la revisione del tasso di sostituzione<br />

fissato dal decreto al 12,21%<br />

(12,71% per le imprese) e che si vorrebbe<br />

far scendere al 10% o anche 9,5%.<br />

Documenti inneggianti<br />

all'omicidio D'Antona:<br />

46 indagati a Foggia<br />

FOGGIA, 13.<br />

Per aver preso parte ad un’associazione<br />

con finalità di terrorismo<br />

e di eversione dell’ordine democratico,<br />

di propaganda ed apologia<br />

sovversiva e di istigazione a<br />

delinquere 46 persone sono state<br />

iscritte nel registro degli indagati<br />

della procura di Foggia nell’ambito<br />

dell'inchiesta sulla rivendicazione<br />

dell’omicidio di Massimo<br />

D’Antona, consigliere dell’allora<br />

ministro del Lavoro Bassolino, avvenuto<br />

a Roma il 20 maggio 1999.<br />

Alcuni degli indagati sarebbero<br />

«irriducibili della sovversione politica»,<br />

appartenenti alle «Brigate<br />

rosse», detenuti nell’ala di massima<br />

sicurezza del carcere di Trani.<br />

Le indagini sono state avviate dopo<br />

che nel penitenziario, alcune<br />

settimane dopo il delitto, furono<br />

trovati documenti inneggianti all’omicidio<br />

D’Antona. Determinanti<br />

per l’identificazione sarebbero<br />

state le intercettazioni ambientali.<br />

Sei degli indagati frequentavano a<br />

Foggia il «Comitato di appoggio<br />

per la resistenza e il comunismo»,<br />

una specie di centro sociale.<br />

servono più: non si risolve tutto, come<br />

proposto da qualcuno, incentivando i<br />

giovani ad andare al nord, magari incentivandoli<br />

proponendo aiuti per gli affitti<br />

o altro». Ma l’affondo degli industriali<br />

si allarga anche alla questione salariale,<br />

e nel mirino finisce ancora il ministro<br />

del Lavoro Salvi, che ieri aveva<br />

parlato di retribuzioni in molti casi troppo<br />

basse: «Con stipendi più alti salta la<br />

politica dei redditi», ha affermato Parisi,<br />

mentre il presidente dell’Assolombarda,<br />

Benito Benedini, invita il ministro a occuparsi<br />

piuttosto dei contributi sociali<br />

ancora troppo alti, «una vera piaga per<br />

le imprese».<br />

Gli industriali veneti, intanto, chiedono<br />

incentivi per i giovani italiani disponibili<br />

a trasferirsi al Nord, e il ministro<br />

dei Lavori pubblici, Nerio Nesi, rilancia<br />

la proposta di un piano per dare una casa<br />

a chi dal Mezzogiorno va a lavorare<br />

al Nord («è un nostro dovere», afferma).<br />

L’iniziativa, però, ha sollevato alcune<br />

critiche anche all’interno della stessa<br />

maggioranza.<br />

Secondo l'ex segretario della Cisl Sergio<br />

D'Antoni, il tema del lavoro che c’è<br />

al Nord ma non al Sud, dove sono la<br />

gran parte dei disoccupati, dimostra<br />

«quanto stiano esplodendo le contraddizioni<br />

del Paese e gli errori che il centro<br />

sinistra ha fatto in questo ambito» e come<br />

si renda necessario «porre la questione<br />

in termini generali e strategici favorendo<br />

nel frattempo l’incontro di domanda<br />

e offerta di lavoro all’interno di<br />

uno schema forte».<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Domenica 14 Gennaio 2001<br />

MERANO — Il disagio psichico, un male<br />

che colpisce in modo trasversale tutti gli<br />

strati della società, chiede risposte ed interventi<br />

sempre più articolati, alla sanità<br />

pubblica come alle organizzazioni di volontariato.<br />

A Merano la Caritas della Diocesi<br />

di Bolzano-Bressanone ha diversificato<br />

i propri servizi tenendo in considerazione<br />

i differenti bisogni espressi da chi<br />

soffre di problemi psichici. Il Centro diurno,<br />

attivo già da diverso tempo, è frequentato<br />

da persone che a causa della<br />

IMMIGRATI Secondo un dettagliato rapporto<br />

Seicentomila persone<br />

sono senza abitazione<br />

VICENZA, 13.<br />

Seicentomila immigrati in Italia sono<br />

senza casa: si tratta del 40% del totale e,<br />

secondo il primo rapporto Ares 2000 sulla<br />

condizione abitativa degli immigrati,<br />

ciò configura «una situazione esplosiva»<br />

che richiede «immediati interventi a carattere<br />

straordinario».<br />

I dati sembrerebbero confermarlo: i<br />

senza casa sono costretti a trovare rifugio<br />

nei dormitori pubblici (5%), in postiletto<br />

a pagamento (10%), in centri di accoglienza<br />

(6%), nelle stazioni ferroviarie<br />

(5%), sui treni (4%), in case occupate<br />

(3%), nei centri sociali (4%), in edifici<br />

pericolanti (4%), sui posti di lavoro<br />

(5%), in cascinali e baracche (5%), in<br />

carcere (2%), in centri di detenzione<br />

amministrativa (2%), ospiti di parenti<br />

(15%), in alberghi (3%), sotto i ponti<br />

(2%), nei parchi pubblici (3%) o in altre<br />

situazioni (15%).<br />

Il problema principale è il costo dell'alloggio.<br />

Nel 2000, sottolinea l’indagine,<br />

i prezzi sono saliti del 10-20% rispetto<br />

al '99. Sfruttando la situazione di bisogno<br />

degli immigrati, i proprietari di<br />

case hanno varato una sorta di «canone<br />

speciale» che ammonta mediamente ad<br />

oltre il 25% del canone libero e al 60%<br />

in più del canone concordato (scarsamente<br />

usato). Molte case, inoltre, sono<br />

al di sotto dei limiti di abitabilità.<br />

L'indagine segnala anche agenzie immobiliari<br />

«che chiedono agli immigrati<br />

somme rilevanti per la ricerca di una<br />

abitazione che mai si materializzerà, negando<br />

però la restituzione anche parziale<br />

della somma ricevuta». C’è poi la<br />

questione del rilascio dei permessi di<br />

Identificata una banda turca<br />

di sfruttatori<br />

dell'immigrazione clandestina<br />

CROTONE, 13.<br />

Una parte consistente degli sbarchi di<br />

immigrati clandestini che si sono susseguiti<br />

lo scorso anno in Calabria sarebbe<br />

stata «pilotata» da un’organizzazione<br />

turca della quale la Polizia ha identificato<br />

quattro dei presunti componenti.<br />

Il gip del tribunale di Crotone, sulla<br />

base delle indagini svolte dalla squadra<br />

mobile, ha emesso nei confronti di tre<br />

di loro altrettante ordinanze di custodia<br />

cautelare. I destinatari, tutti di nazionalità<br />

turca, hanno avuto notificato il<br />

provvedimento nelle carceri di Crotone<br />

e di Locri, dove stanno scontando condanne<br />

relative a singoli sbarchi di clandestini.<br />

I provvedimenti sono stati emessi<br />

su richiesta del sostituto procuratore<br />

Italo Radoccia. I tre turchi ai quali sono<br />

stati notificati i provvedimenti sono Cokabijc<br />

Mehmet, di 45 anni, Celik Aladin<br />

(39) e Kir Ali Mazhr (34).<br />

La quarta persona identificata dalla<br />

Polizia ed indicata dagli investigatori come<br />

il capo dell’organizzazione, si trova<br />

detenuta attualmente in Germania. All’inchiesta,<br />

condotta dalla procura della<br />

Repubblica di Crotone ha collaborato,<br />

secondo quanto si è appreso, anche la<br />

polizia turca.<br />

Merano: iniziative per far uscire i malati di mente dall'isolamento<br />

malattia non possono svolgere un lavoro<br />

regolare ed hanno di conseguenza necessità<br />

di qualcuno che li aiuti ad organizzare<br />

la giornata. Nelle scorse settimane accanto<br />

a questa struttura ne è sorta una<br />

nuova, il «Punto d'incontro»: un luogo dove<br />

individui colpiti in forma meno grave e<br />

quindi già inseriti nel mondo del lavoro<br />

possono incontrarsi ed organizzare insieme<br />

il proprio tempo libero.<br />

INCIDENTI SUL LAVORO In Piemonte e Lombardia<br />

Non c'è tregua:<br />

altri due lutti<br />

VARESE, 13.<br />

Non c'è tregua sul fronte del lavoro.<br />

Si assiste, sgomenti, ad un giornaliero<br />

«bollettino di guerra» che parla di morte.<br />

Lutti si susseguono a lutti: una catena<br />

di tragedie che sembra non interrompersi,<br />

mentre verso il problema della sicurezza<br />

sui luoghi di lavoro continua la<br />

latitanza, a vari livelli di responsabilità e<br />

di intervento, delle istituzioni anche nel<br />

destinare maggiori risorse di uomini e<br />

mezzi per il controllo. Si rimane insomma<br />

ancora e soltanto sul piano delle mere<br />

enunciazioni molto spesso enfatiche.<br />

La giornata di ieri è stata segnata da<br />

altre due morti sul lavoro in Piemonte e<br />

in Lombardia. Nel primo incidente avvenuto<br />

a Collegno, nel Torinese, un operaio<br />

specializzato delle Ferrovie dello<br />

Stato è morto Folgorato da una scarica<br />

da 3.500 volt. La vittima è Ernesto Sichera,<br />

57 anni, di Torino, sposato a padre<br />

di due figli. La squadra di tecnici<br />

delle Fs di cui faceva parte era stata stava<br />

lavorando nella stazione ferroviaria di<br />

Collegno per un guasto al pantografo<br />

della motrice di un treno merci. L'uomo,<br />

quando è salito sul tetto per portare<br />

ai colleghi del materiale è stato investito<br />

dalla scarica elettrica.<br />

«Questo ennesimo tragico incidente<br />

— afferma una nota unitaria dei sindacati<br />

dei trasporti Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti,<br />

Sma, Ugl Ferrovie — aggiunge<br />

un’altra vittima all’ormai troppo lungo e<br />

insopportabile elenco di lavoratori che<br />

non trovano le condizioni atte a impedire<br />

il pericolo e la morte mentre lavora-<br />

soggiorno: per ottenerli, una delle condizioni<br />

è la dimostrazione di avere un domicilio.<br />

E poiché i proprietari non possono<br />

stipulare contratti con immigrati<br />

senza permesso di soggiorno, ecco il<br />

mercato delle cosiddette «prove di alloggio»<br />

ovvero di dichiarazioni di proprietari<br />

che (spesso dietro pagamento di somme<br />

cospicue) testimoniano l’esistenza<br />

del requisito per la regolarizzazione.<br />

Un capitolo è riservato ai centri di accoglienza<br />

che, sottolinea l’indagine, mettono<br />

a disposizione 17.200 posti letto a<br />

fronte di oltre 100.000 richieste.<br />

Multinazionale<br />

del tabacco accusata<br />

di frode fiscale<br />

no sulle linee ferroviarie». «Anche in<br />

questo caso vi sarà la ricostruzione delle<br />

responsabilità, degli errori, ma non vi<br />

sarà giustizia»<br />

Nell'altro incidente avvenuto a Busto<br />

Arsizio (Varese), un operaio di 24 anni,<br />

Pantaleone Manno, è morto cadendo dal<br />

tetto dove stava lavorando alla grondaia,<br />

altri due operai, coinvolti nella caduta<br />

sono ricoverati in ospedale con traumi e<br />

fratture. Stamane un salumiere fiorentino,<br />

Silvano Palmieri, 37 anni, è morto<br />

dissanguato dopo che il coltello con il<br />

quale stava disossando un prosciutto gli<br />

ha reciso l’arteria femorale.<br />

Un ddl del ministro dell'Ambiente<br />

contro gli abusi edilizi in aree protette<br />

ROMA, 13.<br />

Il ministro dell’Ambiente, Bordon, ha annunciato un disegno di legge per<br />

accelerare la demolizione di costruzioni abusive. Concertato con il ministro<br />

dei Beni culturali, il provvedimento sarà a breve in Consiglio dei ministri e<br />

prevede 10 miliardi per 15 anni (150 miliardi in totale) per la tutela e il recupero<br />

dei siti compromessi.<br />

I primi ad essere presi di mira sono undici «scempi» edilizi: Spalmatoio di<br />

Giannutri (Grosseto); Scheletro di Palmaria a Portovenere (La Spezia); Fossa<br />

Maestra (Carrara); Conca di Alimuri a Vico Equense (Napoli); Baia Punta Licosa<br />

a Montecorice (Salerno); Pietra di Polignano a Mare (Bari); Punta Perotti<br />

(Bari); Baia di Copanello a Stalettì (Catanzaro); Villaggio Sindona di Lampedusa<br />

(Agrigento); Capo Rossello a Realmonte (Agrigento); Baia dei Turchi a<br />

Realmonte (Agrigento). Per le costruzioni abusive il ministro ha applicato gli<br />

stessi principi della legge sui siti industriali inquinati: si avvia un programma<br />

di recupero dei siti compromessi, con particolare attenzione a quelli situati in<br />

aree protette. Si parte con 11 «eco-mostri», aggiunge il ministro, «ma periodicamente,una<br />

commissione aggiornerà l’elenco inserendo altri scempi edilizi».<br />

MILANO, 13.<br />

Tra il ’90 e il ’96 la Philip Morris<br />

avrebbe evaso in Italia tasse su un reddito<br />

complessivo di 7.108 miliardi. L'indagine<br />

accusa di frode fiscale 11 persone,<br />

amministratori di una società italiana,<br />

della casa madre e di società europee<br />

legate alla multinazionale Usa del<br />

tabacco.<br />

L’indagine, del Nucleo regionale di<br />

polizia tributaria della Guardia di finanza<br />

di Milano, è stata chiusa questi giorni<br />

da Raimondi con il deposito degli atti in<br />

vista della richiesta di rinvio a giudizio.<br />

Al centro dell’inchiesta c’è la Intertaba,<br />

azienda milanese che produce filtri<br />

per sigarette ma che, secondo la Finanza,<br />

si è occupata della vendita, della<br />

promozione e della distribuzione in Italia<br />

dei prodotti della Philip Morris, tanto<br />

da essere considerata la sede italiana<br />

della multinazionale Usa. Come tale<br />

avrebbe dovuto dichiarare al fisco italiano<br />

i redditi provenienti dall’attività italiana<br />

e pagare le relative tasse.<br />

Gli indagati, nel frattempo, sono stati<br />

assolti anche in appello dalla Commissione<br />

Tributaria dalle accuse di violazioni<br />

fiscali, anche se questo tipo di procedimento<br />

è separato da quello penale.<br />

Trenta vittime<br />

per l'amianto<br />

all'Isveimer di Napoli<br />

NAPOLI, 13.<br />

Secondo un esposto alla Procura<br />

della Repubblica, l'esposizione<br />

all'amianto, prima negli uffici di<br />

via De Gasperi e poi in quelli di<br />

via San Giacomo della Isveimer,<br />

società ora in liquidazione, avrebbero<br />

provocato tra i lavoratori 30<br />

morti accertate, in particolare per<br />

cancro polmonare, ed almeno altrettanto<br />

ammalati, su un totale<br />

di un personale di 600 unità dell'istituto,<br />

con una media superiore<br />

a trenta volte quella nazionale.<br />

L'obiettivo è quello di aiutarli, in un ambiente<br />

protetto e animato da operatori<br />

qualificati, a sviluppare iniziative per migliorare<br />

il loro stato relazionale. Troppo<br />

spesso, infatti, i malati psichici sono isolati,<br />

non si fidano ad uscire e ad incontrare<br />

altra gente, hanno paura di cercare nuovi<br />

contatti; solitudine e senso di emarginazione<br />

vanno in questo modo a gravare su<br />

situazioni personali già precarie e a ri-<br />

schio di peggioramento. Il «Punto d'incontro»,<br />

attivo soprattutto nelle ore serali e<br />

nei fine settimana, si propone di contrastare<br />

questi atteggiamenti, creando un'atmosfera<br />

di fiducia ed utilizzando le offerte<br />

ricreative e culturali che offre la città. Nella<br />

gestione dell'iniziativa, la Caritas diocesana<br />

si avvale del contributo fornito dal<br />

comprensorio del Burgraviato, col quale<br />

ha stipulato un'apposita convenzione.<br />

MAURIZIO MELLARINI<br />

ANNO GIUDIZIARIO L'apertura nei vari distretti<br />

Poche luci<br />

e molte ombre<br />

SANITÀ I tragici episodi a Imola e a Genova<br />

Presunti ritardi nei soccorsi:<br />

inchieste sulla morte di due donne<br />

BOLOGNA, 13.<br />

Vi sarebbero gravi ritardi nei soccorsi<br />

all'origine dei decessi di due donne avvenuti<br />

giovedì notte all'ospedale di Imola<br />

e lunedì mattina ad Alessandria. In<br />

entrambi i casi sono state aperte delle<br />

inchieste che potrebbero portare presto<br />

a provvedimenti anche giudiziari nei<br />

confronti dei presunti responsabili.<br />

Due le indagini, una della magistratura<br />

e una della Regione Emilia-Romagna,<br />

sulla vicenda di una donna di 35 anni di<br />

Castel San Pietro, all’ottavo mese di gravidanza,<br />

morta con il nascituro a Imola.<br />

Vasto traffico di droga<br />

fra Calabria e Abruzzo<br />

PESCARA — Tredici persone sono<br />

state arrestate per un vasto traffico<br />

di cocaina tra Calabria e Abruzzo.<br />

Tra queste, anche un giovane che<br />

beneficia del programma di protezione<br />

ed è figlio di un pentito. Nell’inchiesta<br />

sono coinvolte altre 23<br />

persone, accusate tutte di spaccio<br />

di sostanze stupefacenti. Accanto a<br />

pregiudicati e zingari, persone insospettabili<br />

e professionisti. Dalle<br />

indagini è emersa una vera e propria<br />

«spartizione» dei mercati della<br />

droga, con consistenti quantitativi<br />

di cocaina — 30 chili per volta<br />

— spacciati in locali notturni e festini<br />

delle province di Pescara e di<br />

Chieti.<br />

Incendio blocca<br />

per alcune ore l'«A5»<br />

AOSTA — L’autostrada A5 Torino-<br />

Aosta è stata chiusa al traffico tra<br />

Pont Saint Martin e Verres per l’intenso<br />

fumo sviluppato da un incendio<br />

nel deposito di magnesio di<br />

un'azienda americana che produce<br />

componentistica per autovetture e<br />

informatica. Dopo alcune ore, il<br />

tratto di autostrada è stato riaperto<br />

al traffico.<br />

ROMA, 13.<br />

Dopo la relazione inaugurale tenuta<br />

ieri mattina a Roma dal procuratore generale<br />

della Corte di Cassazione Francesco<br />

Favara, si sono aperti stamane gli<br />

anni giudiziari anche nei vari distretti.<br />

A Palermo l'avvocato generale presso<br />

la Corte d'Appello Vittorio Aliquò si è<br />

soffermato in particolare su quello che<br />

ha definito «il processo di trasformazione»<br />

delle organizzazioni mafiose, quale<br />

traspare — ha ricordato — anche in un<br />

recente rapporto del procuratore della<br />

Repubblica Pietro Grasso: da un lato si<br />

è verificata un'attenuazione delle attività<br />

criminali più eclatanti (gli omicidi, nel<br />

distretto, sono stati 50 in meno dell'anno<br />

precedente), dall'altro «una selezione<br />

più rigorosa» degli elementi mafiosi. Il<br />

calo degli omicidi e anche quello di altri<br />

gravi reati come le rapine (passate da<br />

3953 a 920) tuttavia non significa affatto<br />

— ha rilevato il magistrato — che le attività<br />

criminose siano scomparse nel distretto.<br />

Piuttosto ciò significa che adesso<br />

la mafia esercita il proprio controllo specialmente<br />

sugli appalti, sugli affari, sul<br />

riciclaggio, sul racket delle estorsioni e<br />

sul traffico della droga. E anche a Palermo<br />

come in altri distretti preoccupa la<br />

lunghezza dei processi in particolare per<br />

l'organico insufficiente dei magistrati.<br />

A Reggio Calabria il procuratore generale<br />

presso la Corte d'Appello Salvatore<br />

Di Landro si è soffermato anch'egli,<br />

con accenti molto preoccupati, sulla criminalità<br />

mafiosa con queste amare parole:<br />

«È motivo di particolare avvilimento<br />

la percezione di una caduta di tensio-<br />

«Dai primi accertamenti — afferma l’Azienda<br />

Usl Città di Bologna — si è evidenziato<br />

un errore umano da parte di<br />

un operatore della centrale operativa<br />

118. Per questa ragione l'uomo è già stato<br />

sospeso dal servizio». La donna si è<br />

sentita male giovedì sera. Dopo la richiesta<br />

di soccorso del marito al 118, è<br />

stata attivata l’auto medica dell’ospedale<br />

di Imola e non anche, contemporaneamente,<br />

l’ambulanza che stazionava a<br />

Castel San Pietro. Questo ha comportato<br />

un decisivo ritardo: l’ambulanza è arrivata<br />

infatti 22 minuti dopo la telefonata<br />

anziché in brevissimo tempo, «visto<br />

che l'automezzo è posto vicino all’abitazione<br />

della signora». La donna è giunta<br />

all’ospedale imolese in condizioni critiche.<br />

Mentre i medici cercavano di rianimarla<br />

hanno deciso di eseguire il taglio<br />

cesareo per tentare di salvare il bambino.<br />

Entrambi hanno avuto una temporanea<br />

ripresa del battito cardiaco, poi la<br />

morte.<br />

Inchiesta anche a Genova dopo il decesso<br />

di una venticinquenne avvenuto<br />

per un attacco d'asma. La Regione Liguria<br />

ha chiesto all'Asl 3 e all’azienda<br />

ospedaliera «San Martino» la revoca dall’incarico<br />

del responsabile del 118 e di<br />

quello del servizio di medicina di base<br />

per la guardia medica. La giovane fu ricoverata<br />

domenica notte, a cinque ore<br />

dal malore, ad Alessandria poiché non<br />

era stato trovato un posto negli ospedali<br />

genovesi. Inoltre l'ambulanza che l'ha<br />

soccorsa a Genova subito dopo la richiesta<br />

urgente non avrebbe avuto l’attrezzatura<br />

necessaria per la rianimazione.<br />

ne nella lotta contro la criminalità organizzata<br />

quasi che questa sia una malattia<br />

esantematica da subire con rassegnazione.<br />

La gravissima crisi della giustizia<br />

— ha aggiunto — e il male endemico<br />

che attanaglia il Paese in termini di criminalità<br />

organizzata e di insicurezza sono<br />

figli di un sistema lassista».<br />

A Milano il procuratore generale<br />

presso la Corte d'Appello Francesco Saverio<br />

Borrelli ha sostenuto polemicamente<br />

che «fino a quando esponenti del<br />

mondo politico o addirittura delle istituzioni<br />

qualificheranno gli interventi della<br />

magistratura penale come atti di intimidazione<br />

e come manovre strumentali sarà<br />

arduo avvicinarsi agli obiettivi di risanamento<br />

della vita pubblica e della moralità<br />

privata nell'economia». Il magistrato<br />

ha poi affermato che «non si segnalano<br />

fenomeni di infiltrazione della<br />

criminalità di stampo mafioso nell'amministrazione<br />

statale né in quella regionale<br />

né in quella degli enti locali». In<br />

complesso «gli omicidi, le rapine e i furti<br />

sono diminuiti anche grazie all'impegno<br />

dell'amministrazione municipale».<br />

A Brescia il sostituto procuratore generale<br />

presso la Corte d'Appello Giovanni<br />

Cavazzini (assente per malattia il procuratore<br />

generale Giuseppe Grechi) ha<br />

invece registrato nell'ultimo anno «un<br />

obiettivo peggioramento delle condizioni<br />

generali di sicurezza per la vita e l'incolumità<br />

delle persone» a causa soprattutto<br />

della mancata certezza della pena,<br />

dell'immigrazione clandestina e delle carenze<br />

di organico della magistratura e<br />

delle forze dell'ordine. In particolare il<br />

magistrato ha parlato di «svuotamento<br />

pratico» e di «inattuazione» della pena<br />

detentiva per via dell'applicazione «automatica»<br />

della sospensione condizionale<br />

della pena.<br />

A Torino il procuratore generale Antonio<br />

Palaja ha rilevato come in Piemonte<br />

sia in aumento la criminalità alimentata<br />

dalla malavita straniera. Il magistrato<br />

ha tracciato un quadro non certo roseo<br />

dell'amministrazione della giustizia<br />

nel distretto: gli organici — ha osservato<br />

— sono carenti soprattutto per il personale<br />

amministrativo e le continue riforme,<br />

che pure non sono disprezzabili, generano<br />

la difficoltà «di operare su una<br />

materia costantemente rimaneggiata» e<br />

questo proprio «in una realtà sociale come<br />

la nostra permeata da tantissima delinquenza,<br />

aggravata dall'apporto di malavita<br />

straniera».<br />

A Perugia il procuratore generale<br />

presso la Corte d'Appello Raffaele Numeroso<br />

ha sottolineato che «il vero<br />

grande problema non risolto, in Umbria,<br />

è la durata eccessiva, intollerabile, dei<br />

processi civili e penali». Quanto al settore<br />

penale in particolare, i problemi derivano<br />

forse soprattutto dal fatto che il distretto<br />

giudiziario umbro è competente<br />

ad indagare sugli uffici giudiziari di<br />

Roma, con accumulo conseguente di<br />

lavoro.<br />

A Campobasso il procuratore generale<br />

presso la Corte d'Appello Vincenzo<br />

Tufano ha tracciato un quadro della situazione<br />

del distretto — che comprende<br />

l'intero Molise — molto più confortante<br />

rispetto alle relazioni dei suoi colleghi,<br />

anche se qualche motivo di preoccupazione<br />

non manca. Resta il fatto che anche<br />

nel 2000, come era avvenuto l'anno<br />

precedente, non è stato commesso in<br />

Molise nessun omicidio volontario né si<br />

sono registrati veri e propri casi di delinquenza<br />

organizzata. Uno dei motivi di<br />

maggiore preoccupazione riguarda il numero<br />

dei delitti legati al traffico di droga<br />

«spesso però collegati ad organizzazioni<br />

pugliesi e albanesi che attraversano<br />

il Molise con ingenti quantitativi,<br />

spesso sequestrati dalle forze dell'ordine».


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Anno CXLI - N. 11 (42.649) CITTÀ DEL VATICANO Lunedì-Martedì 15-16 Gennaio 2001<br />

L'ANNO SANTO, CHE HA APERTO I CUORI ALLA SPERANZA ED HA ILLUMINATO<br />

IL CAMMINO DEL MONDO CON LA LUCE DI CRISTO, AL CENTRO DELL'ANGELUS DI GIOVANNI PAOLO II<br />

Il Giubileo, un grande e memorabile «segno»<br />

Fidarsi di Cristo. C'è un atteggiamento — interiore e<br />

comunitario — che il Giubileo lascia impresso nel cuore<br />

dei cristiani: quello della fiducia. La fiducia che serve<br />

a superare i limiti e i fallimenti dell'esperienza quotidiana.<br />

La fiducia che schiude l'anima ad una speranza<br />

più forte del peccato e della sofferenza. La fiducia<br />

che Maria testimonia in maniera suprema alle nozze di<br />

Cana, quando rivolta ai servi dice: «Fate quello che<br />

egli vi dirà». All'Angelus di domenica 14 gennaio Giovanni<br />

Paolo II ha affidato alla comunità dei credenti la<br />

consegna della fiducia. È questo il «segreto» che trasforma<br />

l'«acqua» della nostra povertà spirituale in «vino»<br />

di rinnovamento e di impegno. Che perpetua il carattere<br />

dell'Anno Santo come «grande e memorabile<br />

segno» per la Chiesa e per il mondo. È la fiducia che<br />

continua ad aprire i cuori alla speranza e ad illuminare<br />

il cammino dell'umanità con la luce di Cristo.<br />

Ecco le parole pronunciate dal Santo Padre:<br />

Carissimi Fratelli e Sorelle!<br />

1. Il Vangelo dell'odierna domenica racconta<br />

il miracolo compiuto da Gesù in occasione<br />

delle nozze di Cana. È il primo «segno» con cui<br />

Egli manifestò la sua gloria e suscitò la fede dei<br />

suoi discepoli (cfr Gv 2, 11).<br />

Meditando su questa pagina evangelica, viene<br />

spontaneo ripensare al Giubileo da poco concluso,<br />

che è stato per la Chiesa e per il mondo una<br />

sorta di grande e memorabile «segno». Un anno<br />

in cui Cristo, come a Cana, ha trasformato<br />

l'«acqua» della nostra povertà spirituale nel «vino»<br />

generoso del rinnovamento e dell'impegno.<br />

Ed ora, terminato il Grande Giubileo, è con uno<br />

slancio più grande che abbiamo ripreso il cam-<br />

Accorato appello del Santo Padre alla Comunità internazionale per le popolazioni colpite dal terremoto in Centro-America<br />

La solidarietà di tutti per lenire le conseguenze della tragedia<br />

«Nelle scorse ore è giunta la notizia di<br />

un disastroso terremoto che si è verificato<br />

in Centro-America, provocando in particolare<br />

nel Salvador numerosi morti,<br />

centinaia di feriti ed ingenti danni materiali.<br />

Desidero esprimere la mia vicinanza<br />

spirituale alle popolazioni colpite dal<br />

sisma in quella regione a me tanto cara.<br />

Mentre elevo al Signore la mia accorata<br />

preghiera per le vittime, rivolgo la mia<br />

parola di caldo incoraggiamento ai sopravvissuti,<br />

auspicando che verso di loro<br />

si muova l'interesse partecipe della comunità<br />

internazionale. Dalla solidarietà<br />

di tutti venga l'aiuto capace di lenire le<br />

conseguenze della tragedia!»<br />

(Giovanni Paolo II, Angelus, 14 gennaio)<br />

El Salvador: il sisma causa<br />

oltre quattrocento morti<br />

La città di Santa Tecla devastata dal sisma<br />

SERVIZIO A PAGINA 2<br />

Chiusura<br />

della Porta Santa<br />

nelle Diocesi<br />

italiane Pagina 8<br />

mino «ordinario», conservando lo sguardo più<br />

che mai fisso sul volto del Signore, come ho<br />

scritto nella Lettera apostolica Novo Millennio<br />

ineunte (cfr n. 16).<br />

2.Nel Vangelo odierno è Maria, la Madre di<br />

Gesù, a sollecitare il prodigioso cambio dell'acqua<br />

in vino. È sempre la Vergine ad intercedere<br />

per noi. Così è stato anche per la fase del pas-<br />

Il dolore e la preghiera di Giovanni Paolo II<br />

Il dolore e la preghiera di Giovanni Paolo II per le<br />

vittime del terremoto sono stati espressi, in un telegramma<br />

a firma del Card. Angelo Sodano, Segretario<br />

di Stato, a Mons. Fernando Sáenz Lacalle, Arcivescovo<br />

di San Salvador e Presidente della Conferenza<br />

Episcopale di El Salvador. Eccone il testo:<br />

El Santo Padre Juan Pablo II, profundamente apenado<br />

al conocer la dolorosa noticia del terremoto,<br />

que ha ocasionado numerosas víctimas, heridos y<br />

graves daños materiales, ofrece sufragios por el<br />

eterno descanso de los fallecidos y eleva fervientes<br />

plegarias para que el Señor conceda su consuelo a<br />

los afectados por la desgracia e inspire en todos<br />

sentimientos de solidaridad que ayuden a mitigar el<br />

SAN SALVADOR, 15.<br />

Cinquanta secondi di<br />

terrore hanno sconvolto<br />

il Salvador. Cinquanta<br />

secondi è infatti durata<br />

la violenta scossa di terremoto<br />

che poco prima<br />

delle 12 di sabato (ora<br />

locale) ha seminato morte<br />

e distruzione nel Paese<br />

Centro-americano. I<br />

dati forniti dalle autorità<br />

parlano di oltre 400 morti,<br />

di 1.200 feriti, di<br />

11.000 persone sgomberate,<br />

di quasi 8.000 abitazioni<br />

totalmente distrutte,<br />

di 17.000 parzialmente<br />

distrutte, di 90<br />

chiese seriamente danneggiate.<br />

Ma si tratta di<br />

cifre ancora provvisorie<br />

purtroppo destinate a salire,<br />

come ha ieri dichiarato<br />

lo stesso Presidente<br />

della Repubblica, Francisco<br />

Flores, che ha chiesto<br />

l'aiuto della comunità<br />

internazionale.<br />

Alla comunità<br />

dell'Almo<br />

Collegio Capranica<br />

«Ripartire da Cristo!». È l'esortazione<br />

rivolta dal Papa alla comunità<br />

dell'Almo Collegio Capranica, ricevuta<br />

in udienza nella mattina di lunedì<br />

15 gennaio,nellaSala del Concistoro.<br />

saggio dal secondo al terzo millennio, quando il<br />

suo Cuore Immacolato si è mostrato sicuro rifugio<br />

per tanti suoi figli. La Chiesa ha così potuto<br />

sperimentare i segni di una rinnovata primavera,<br />

suscitata dal Concilio Ecumenico Vaticano<br />

II, dal quale «è stata come inaugurata l'immediata<br />

preparazione al Grande Giubileo del Duemila<br />

nel senso più ampio della parola» (Tertio<br />

Millennio adveniente, 20).<br />

L'Anno Santo ha aperto tanti cuori alla speranza<br />

ed ha illuminato il cammino del mondo<br />

con la luce di Cristo.<br />

3.A noi, uomini e donne, che ci affacciamo<br />

fiduciosi sul nuovo millennio, la Madre di Cristo<br />

ripete ora l'invito rivolto ai servi in occasione<br />

dello sposalizio a Cana: «Fate quello che egli<br />

vi dirà» (Gv 2, 5). Con queste parole la Vergine<br />

sembra volerci incitare a non avere paura dei limiti<br />

e dei fallimenti che talora possono segnare<br />

la nostra esperienza di individui, di famiglie, di<br />

comunità ecclesiali e civili. Maria ci esorta a<br />

non lasciarci abbattere nemmeno dal peccato,<br />

che mette in crisi la fiducia in noi stessi e negli<br />

altri. Ciò che conta è fare quello che Cristo ci<br />

dice, fidandoci di Lui: Egli non lascerà inascoltata<br />

la nostra incessante invocazione.<br />

Possa l'invito della Madonna, che il Vangelo<br />

oggi rinnova, aprirci ad un totale abbandono<br />

verso Gesù. Alle parole della Madre, fanno infatti<br />

eco quelle rassicuranti del suo divin Figlio:<br />

«Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine<br />

del mondo» (Mt 28, 20).<br />

dolor y a superar la adversidad, animados por los<br />

valores morales siempre abiertos a la esperanza.<br />

Asimismo, ruego a Vuestra Excelencia transmita el<br />

sentido pésame de Su Santidad a los familiares y<br />

exprese a heridos y damnificados su paterna solicitud<br />

y sentimientos de cercanía, a la vez que la exhortación<br />

a instituciones y hombres de buena voluntad<br />

para que, en estos momentos difíciles, presten<br />

eficaz ayuda con espíritu generoso y caridad cristiana,<br />

mientras imparte de corazón su confortadora<br />

Bendición Apostólica como signo de benevolencia al<br />

querido pueblo salvadoreño.<br />

Cardenal Angelo Sodano<br />

Secretario de Estado de Su Santidad<br />

Il Papa a sacerdoti e giovani provenienti dalla Serbia<br />

«Portate il mio affettuoso saluto<br />

a S.B. il Patriarca Pavle»<br />

Cari sacerdoti e giovani della Diocesi serbo-ortodossa di Šabac-<br />

Valjevo, vi saluto cordialmente. Benvenuti!<br />

Il pellegrinaggio alle tombe dei Santi Apostoli Pietro e Paolo ed altri<br />

Santi Martiri, di cui Roma custodisce le memorie, rafforzi la vostra<br />

fede cristiana e vi sostenga nell'impegno di costruire insieme<br />

agli altri cittadini del vostro Paese un futuro di pace e di sviluppo.<br />

Ritornando in Patria, portate il mio affettuoso saluto a Sua Beatitudine<br />

il Patriarca Pavle, al vostro Ecc.mo Vescovo Lavrentije, ai vostri<br />

familiari ed amici ed al caro Popolo serbo.<br />

Gesù Cristo, nostro Signore, vi benedica tutti.<br />

(Giovanni Paolo II, Angelus, 14 gennaio)<br />

LE UDIENZE DEL SANTO PADRE<br />

Pagina 5<br />

All'Ispettorato<br />

dei Servizi di Sicurezza<br />

presso il Vaticano<br />

Riconoscenza per il servizio svolto<br />

durante il Giubileo è stata espressa<br />

dal Santo Padre all'Ispettorato dei<br />

Servizi di Sicurezza presso il Vaticano,<br />

ricevuto lunedì 15 gennaio.<br />

Pagina 5<br />

Il discorso del Papa al Corpo Diplomatico<br />

La logica<br />

del «vivere insieme»<br />

GIORGIO RUMI<br />

Q uando<br />

il Papa si rivolge al<br />

Corpo Diplomatico, i rap-<br />

presentanti degli Stati san-<br />

no ormai bene che le sue parole<br />

non hanno nulla di formale, ma<br />

vanno dritte al cuore della loro<br />

funzione tracciando il disegno<br />

complessivo delle questioni pendenti,<br />

ricco di suggerimenti e di<br />

proposte per la loro soluzione. Anzi,<br />

il discorso muove proprio dalla<br />

specialissima condizione di chi incarna<br />

quel ruolo, e in primo luogo<br />

dalle attese che — sole — motivano<br />

il loro impegno. Ancora, il Papa<br />

è ben consapevole dell'unicità<br />

della sua situazione di capo di<br />

una religione diffusa in ogni angolo<br />

della terra e insieme di interlocutore<br />

della realtà degli Stati. I diplomatici<br />

sono il canale privilegiato<br />

di queste relazioni e hanno anche<br />

il compito di segnalare ai rispettivi<br />

governi le speranze e le<br />

preoccupazioni del successore di<br />

Pietro: un mutuo scambio che ha<br />

vanificato i timori per un eccesso<br />

di coinvolgimento nella quotidianità<br />

esistenziale del pianeta. Chiese<br />

locali e fedeli, in particolare, ma<br />

anche tutti gli uomini sanno che il<br />

padre comune segue anche le situazioni<br />

concrete, interviene ove<br />

occorra con la necessaria discrezione,<br />

fa sentire la sua voce fornendo<br />

un servizio illustrativo di<br />

principi e di doveri da cui nessuno<br />

può decampare.<br />

Il catalogo delle situazioni critiche<br />

si differenzia dai consueti bilanci<br />

delle emergenze perché contiene<br />

non solo e tanto delle opportunità<br />

per dir così tecniche, che al<br />

Papa neppure competono, ma dei<br />

criteri di valutazione di giudizio<br />

che spingono all'azione i responsabili<br />

— capi di Stato e di governo,<br />

vertici militari, potentati economici<br />

e quant'altri — che hanno<br />

specifiche responsabilità verso le<br />

persone e le genti loro sottoposte.<br />

«Non sapremmo rassegnarci alla<br />

fatalità della malattia, dell'ingiustizia<br />

o della guerra»: è il punto di<br />

partenza. Lo spirito di ricerca che<br />

muove la conoscenza umana non<br />

si deve arrestare alle porte del<br />

mitico «palazzo» in cui si decidono<br />

tuttora le sorti dei popoli. Non<br />

ci sono idoli malvagi (la potenza,<br />

l'orgoglio, la volontà di dominio)<br />

gerarchicamente sovraordinati rispetto<br />

all'unicità di valore espresso<br />

dalla persona umana. È possibile<br />

migliorare la situazione e risolvere<br />

le pendenze, e certo occorre<br />

chiamare innanzitutto le cose<br />

col loro nome e prendere coscienza<br />

dei costi umani sottesi e<br />

di tutte le implicazioni. Giovanni<br />

Paolo II, che ha rivisitato non molti<br />

anni addietro lo stesso concetto<br />

di «guerra giusta», può oggi ben<br />

rivedere i conflitti, dicendo una<br />

parola costruttivamente pacificatrice.<br />

Nei Luoghi Santi sono le modalità<br />

del sanguinoso attrito in<br />

corso a richiamare l'universale attenzione<br />

e a sollecitare uno sforzo<br />

ulteriore di buona volontà. Ecco<br />

allora «una specie di guerriglia» e<br />

il «persistere dell'ingiustizia» e<br />

anche le «esigenze delle comunità<br />

cristiane». La forza non serve, il<br />

bene si realizza con l'integrità eticadeimezziimpiegati,<br />

senza scorciatoie<br />

capacisolo di far deflagrare<br />

e diffondere illimitatamente la<br />

violenza.In Algeria,nel centro dell'Africa<br />

come nel cuore della vecchia<br />

Europa, in Spagna ad esempio,persiste<br />

la tentazione di rinunciare<br />

al confronto e alla paziente<br />

composizione delle esigenze.<br />

Il Papa propone con energia di<br />

collocarsi in un'altra logica: quella<br />

della sensibilità comunitaria al<br />

«vivere insieme», ove «è bello conoscersi,<br />

stimarsi e aiutarsi». Non<br />

c'è però nessuna beneaugurante<br />

neutralità nelle sue parole, ma<br />

una chiamata di responsabilità<br />

verso i tanti luoghi che vivono in<br />

pace e in prosperità. Anch'essi<br />

non sono immuni dalla vertigine di<br />

comportamenti antiumani. C'è la<br />

recente memoria dei totalitarismi<br />

«che hanno reso schiavi milioni di<br />

uomini e di donne», ma anche l'attuale<br />

pratica dell'aborto di massa,<br />

e l'introduzione dell'eutanasia, come<br />

il dilagare dei «modelli culturali»<br />

che esaltano, sopra i valori,<br />

solo il consumo e il «piacere».<br />

Non è dunque tollerabile un<br />

Nord del mondo che sia regno<br />

della felice maturità ed un Sud da<br />

abbandonare alla disperazione,<br />

appena temperata da qualche palliativo.<br />

Le responsabilità sono comuni<br />

e non c'è automatismo nel<br />

progresso. «Salviamo l'uomo!»,<br />

proclama Giovanni Paolo II. «Nessuna<br />

epoca della storia dell'umanità<br />

è sfuggita alla tentazione di<br />

chiudere l'uomo in se stesso in atteggiamento<br />

di autosufficienza, di<br />

dominio, di potenza e di orgoglio».<br />

È questa l'altra faccia dell'onnipotenza<br />

e della tentazione di affidarsi<br />

alla tecnica, abdicando alla fatica<br />

della scelta. Siamo «signori<br />

della natura e della storia» — si<br />

chiede il Papa — o piuttosto uomini<br />

sempre fragili, suscettibili di declino<br />

e di caduta?<br />

Occorre non perdere di vista il<br />

«mistero personale inalienabile di<br />

ogni essere umano», se non si<br />

vuole smarrire la rotta dell'incivilimento<br />

e della vera liberazione. La<br />

tutela delle possibilità di vivere<br />

l'esperienza religiosa senza limiti<br />

estrinseci o costrizioni serve appunto<br />

a facilitare l'animazione spirituale<br />

di un pianeta che necessita<br />

anche di questa dimensione. «La<br />

storia ci vede tutti attori» per tracciare<br />

il cammino del secolo e del<br />

millennio... Ancora una volta il<br />

successore di Pietro si appella allo<br />

spirito di creatività della persona,<br />

dei gruppi sociali e degli Stati,<br />

se vogliamo davvero una convivenza<br />

degna delle più alte aspettative.<br />

È un orizzonte non facile,<br />

che merita peraltro tutto il nostro<br />

impegno.<br />

NOSTRE INFORMAZIONI<br />

Il Santo Padre ha ricevuto oggi<br />

in udienza:<br />

Sua Eminenza Reverendissima<br />

il Signor Cardinale Darío Castrillón<br />

Hoyos, Prefetto della Congregazione<br />

per il Clero;<br />

Sua Eccellenza Reverendissima<br />

Monsignor Juliusz Janusz, Arcivescovo<br />

titolare di Caorle, Nunzio<br />

Apostolico in Mozambico.<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha ricevuto in<br />

udienza nel pomeriggio di sabato<br />

13 Sua Eccellenza Reverendissima<br />

Monsignor Giovanni Battista<br />

Re, Arcivescovo titolare di Vescovìo,<br />

Prefetto della Congregazione<br />

per i Vescovi.<br />

Il Santo Padre ha accettato la<br />

rinuncia al governo pastorale della<br />

Diocesi di Trier (Repubblica<br />

Federale di Germania), presentata<br />

da Sua Eccellenza Reverendissima<br />

Monsignor Hermann Josef<br />

Spitalinconformitàalcan.401§1<br />

del Codice di Diritto Canonico.<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha accettato la<br />

rinuncia all'ufficio di Ausiliare<br />

dell'Arcidiocesi di New York<br />

(U.S.A.), presentata da Sua Eccellenza<br />

Reverendissima Monsignor<br />

Patrick J. Sheridan, in conformità<br />

ai canoni 411 e 401 § 1<br />

del Codice di Diritto Canonico.


DAL MONDO<br />

MARIO AGNES<br />

Direttore responsabile<br />

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EDITRICE<br />

«L'OSSERVATORE ROMANO»<br />

Redazione:<br />

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de «L'Osservatore Romano»<br />

a cura di Arturo Mari<br />

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2 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Lunedì-Martedì 15-16 Gennaio 2001<br />

EL SALVADOR Oltre quattrocento le vittime finora accertate del sisma di magnitudo 7,6 sulla scala Richter — La scossa avvertita in molti Paesi del Centro-America<br />

Violento terremoto semina morte e distruzione<br />

Circa mille persone risultano disperse in un sobborgo nei pressi della capitale sepolto da una gigantesca frana<br />

SAN SALVADOR, 15.<br />

Dolore, morte, distruzione. A quattordici<br />

anni dal disastroso sisma che il 10<br />

maggio 1986 causò oltre 1.500 morti e<br />

8.000 feriti, il Salvador è stato colpito<br />

sabato scorso da un altro violento terremoto,<br />

di una potenza quantificata in 7,6<br />

gradi della scala Richter. Secondo alcune<br />

fonti si tratta della scossa tellurica<br />

più violenta sprigionatasi nella zona negli<br />

ultimi 20 anni. Il sisma è stato chiaramente<br />

avvertito anche in Guatemala<br />

(dove si registrano sei morti e numerosi<br />

feriti), in Honduras, in Nicaragua, in<br />

Costa Rica e in Messico. Il bilancio più<br />

recente fornito dal Comitato di emergenza<br />

nazionale del Salvador riferisce di<br />

oltre 400 morti, di 1.200 feriti, di 11.000<br />

persone sgomberate, di quasi 8.000 abitazioni<br />

totalmente distrutte, di 17.000<br />

parzialmente distrutte, di 90 chiese seriamente<br />

danneggiate. Sono queste cifre<br />

ancora provvisorie, destinate purtroppo<br />

ad aumentare.<br />

Migliaia di persone lavorano senza<br />

tregua per cercare di salvare eventuali<br />

superstiti, ma man mano che procedono<br />

le operazioni di soccorso vengono recuperati<br />

i corpi di altre vittime rimaste sepolte<br />

sotto le macerie. La situazione è<br />

particolarmente grave in una città ad<br />

una ventina di chilometri dalla capitale,<br />

Santa Tecla, dove oltre un migliaio di<br />

persone risultano disperse in seguito ad<br />

un esteso smottamento che ha interessato<br />

il quartiere di Las Colinas. Secondo<br />

la Croce Rossa, 300 case sono state sepolte<br />

da una vera e propria valanga di<br />

terra abbattutasi sulla zona da una vicina<br />

altura. Decine i morti accertati, ma<br />

sotto le centinaia di tonnellate di terra e<br />

di pietre potrebbero essere sepolte numerose<br />

persone. La responsabile dei vigili<br />

del fuoco, Claudia Salazar, ha sostenuto<br />

che «sono ormai quasi nulle le possibilità<br />

di sopravvivenza» per coloro che<br />

sono rimasti intrappolati dalla gigantesca<br />

frana. Un giovane di 22 anni è stato<br />

tuttavia salvato ieri sera dalle macerie<br />

della sua casa, 38 ore dopo il terremoto.<br />

A quanto hanno riferito i mezzi di informazione,<br />

Sergio Armando Moreno Navarro,<br />

questo il nome del giovane tratto<br />

in salvo, ha avuto la fortuna di avere<br />

con sé un cellulare, e soprattutto che la<br />

rete telefonica fosse stata riparata in<br />

tempo record. Da sotto le macerie è<br />

quindi riuscito ad avvertire i soccorritori<br />

della sua presenza. Anche in altre regioni<br />

del Paese grandi masse di terra si so-<br />

MEDIO ORIENTE Rinviati i colloqui di pace tra israeliani e palestinesi<br />

Nuova chiusura dei Territori<br />

a seguito dell'uccisione di un colono<br />

TEL AVIV, 15.<br />

L'Esercito israeliano ha imposto oggi<br />

un nuovo blocco totale ai Territori palestinesi<br />

a seguito dell'uccisione di un colono<br />

ebreo nella «Striscia di Gaza». Il<br />

provvedimento prevede la chiusura dell'aeroporto<br />

di Gaza e dei valici di Karni<br />

ed Erez, riaperti giovedì dopo la ripresa<br />

dei colloqui tra i responsabili della sicurezza.<br />

La misura restrittiva è stata fortemente<br />

criticata dai vertici dell'Autorità<br />

Palestinese (Ap) in quanto impedisce a<br />

migliaia di pendolari di recarsi in Israele<br />

per ragioni di lavoro, creando gravi danni<br />

all'economia dei Territori.<br />

L'intensificazione delle violenze ha<br />

creato nuovi ostacoli al già difficile cammino<br />

del negoziato, che era ripreso tra<br />

molte difficoltà nei giorni scorsi. Ieri è<br />

stato rinviato un incontro dedicato a<br />

questioni di sicurezza che avrebbe dovuto<br />

svolgersi al valico di Erez tra il Ministro<br />

israeliano Amnon Lipkin Shahak e<br />

il negoziatore capo palestinese Saeb Errekat.<br />

L'Autorità Palestinese ha accusato<br />

Tel Aviv di non tenere fede agli impegni,<br />

non avendo revocato le misure restrittive<br />

che creano forte pressione sulla popolazione<br />

civile. «Israele — ha risposto<br />

Gilad Sher, il Capo di Gabinetto del Pre-<br />

mier, Ehud Barak — fa ogni sforzo per<br />

onorare tutti i suoi impegni, ma non<br />

possiamo dire lo stesso dei palestinesi».<br />

I colloqui al momento sono sospesi e<br />

non interrotti, ma appare chiaro che i<br />

protagonisti non si aspettano di giungere<br />

ad un accordo prima del 6 febbraio,<br />

quando si terranno le elezioni per il<br />

nuovo Premier in Israele. L’obiettivo degli<br />

incontri, ha detto il portavoce governativo<br />

Danny Seaman, è quello di arrivare<br />

ad un'intesa preliminare «che consenta<br />

di proseguire i negoziati sulla base<br />

di principi concordati». Ciò si impone,<br />

ha aggiunto, in considerazione dell’attuale<br />

periodo di transizione, caratterizzato<br />

dall'avvicendamento tra democratici<br />

e repubblicani alla Casa Bianca, che<br />

avverrà il 20 gennaio, e dalle consultazioni<br />

israeliane.<br />

Anche i palestinesi sembrano orientati<br />

a portare avanti una tattica attendista. Il<br />

Presidente del Consiglio legislativo dell’Ap,<br />

Ahmed Qrei, ha sottolineato che<br />

gli incontri in corso rappresentano «l’inizio<br />

di una seria discussione che se dovesse<br />

continuare su questa base potrebbe<br />

portare a progressi, anche se non<br />

credo che questo si verificherà prima<br />

delle elezioni israeliane».<br />

Sul terreno intanto la situazione resta<br />

ancora difficile. Migliaia di persone hanno<br />

partecipato ieri al funerale di Shaker<br />

Hassuni, il ventitreenne militante di Al<br />

Fatah ucciso lo scorso venerdì da soldati<br />

israeliani. Proteste e tensione ha provocato<br />

inoltre la morte di un bambino di<br />

10 anni, ferito il 4 gennaio scorso a Ramallah,<br />

in Cisgiordania. Inoltre il cadavere<br />

di un palestinese sospettato di ave-<br />

Asem: preoccupazioni<br />

per il rallentamento<br />

dell'economia statunitense<br />

TOKYO, 15.<br />

I venticinque Ministri delle finanze<br />

dell'Asem, che raggruppa Paesi europei<br />

e asiatici, hanno espresso ieri preoccupazione<br />

per la flessione della crescita<br />

economica negli Usa, ma anche fiducia<br />

nelle prospettive in Asia e in Europa.<br />

«Gli sviluppi delle recenti settimane<br />

confermano un aumento dei fattori di<br />

rischio per le prospettive dell’economia<br />

mondiale, in particolare a causa dei persistenti<br />

squilibri economici e finanziari e<br />

del rallentamento negli Stati Uniti», si<br />

legge nel comunicato finale approvato<br />

dai Ministri. «Le prospettive di crescita<br />

a lungo termine in Asia e Europa sono<br />

migliorate nel corso degli ultimi due anni<br />

la vulnerabilità di queste regioni si è<br />

ridotta e l’inflazione è generalmente sotto<br />

controllo», aggiunge il testo.<br />

Il comunicato finale sottolinea inoltre<br />

l'importanza del Giappone «per la crescita<br />

durevole in Asia». «L’economia<br />

nipponica è moderatamente migliorata<br />

grazie ad una ripresa dei profitti delle<br />

imprese e degli investimenti industriali»,<br />

sostengono gli esperti, rilevando che «le<br />

riforme strutturali dei settori finanziari e<br />

delle imprese devono proseguire».<br />

re cooperato con i servizi israeliani è<br />

stato trovato stamane di fronte all’ingresso<br />

della propria abitazione nel villaggio<br />

di Burqin, presso Nablus.<br />

Israele da parte sua ha condannato<br />

«sotto tutti gli aspetti» la fucilazione, avvenuta<br />

ieri, di due palestinesi accusati di<br />

collaborazionismo. Secondo fonti della<br />

polizia, infine, sarebbe stato un palestinese<br />

ad accoltellare una donna ebrea di<br />

quaranta anni a Ghilo, un quartiere di<br />

Gerusalemme. Gli agenti hanno precisato<br />

che l'uomo è stato visto fuggire in direzione<br />

della cittadina autonoma palestinese<br />

di Bet Jalla.<br />

Russia: uccisi<br />

4 soldati federali<br />

in Cecenia<br />

MOSCA, 15.<br />

Quattro soldati russi sono stati<br />

uccisi in attacchi compiuti ieri da<br />

guerriglieri ceceni secondo quanto<br />

ha affermato in nottata il servizio<br />

stampa del Presidente ceceno,<br />

Aslan Maskhadov. Tre militari<br />

russi sono stati uccisi, e nove sono<br />

rimasti feriti in un’imboscata<br />

tesa dai ribelli, che hanno attaccato<br />

e distrutto il loro camion nella<br />

capitale Grozny. Un altro soldato<br />

è stato ucciso, e sei feriti in un attacco<br />

dei separatisti vicino al villaggio<br />

di Mali Ataghi, nella regione<br />

centrale di Shali.<br />

Afghanistan:<br />

massiccia offensiva<br />

dei Taleban nel Nord<br />

KABUL, 15.<br />

Le forze dei Taleban al potere in Afghanistan<br />

hanno lanciato una massiccia<br />

offensiva nel Nord del Paese contro le<br />

milizie fedeli a Ahmad Shah Massud che<br />

controllano ancora il 10 per cento del<br />

territorio. Fonti di gruppi anti-Taleban<br />

hanno riferito che, dopo una pausa di<br />

circa due mesi, gli scontri sono ripresi<br />

nella zona Khoja Ghar e del distretto di<br />

Ai Khanoum, nella provincia di Takhar.<br />

Vi sono perdite da entrambe le parti.<br />

Stando ad alcune informazioni, le forze<br />

dei Taleban hanno attraversato il fiume<br />

Kokcha ed hanno occupato parte del distretto<br />

di Kahwaja Ghar, per poi avanzare<br />

verso Ai Khanum, minacciando così<br />

di bloccare il prezioso corridoio con il<br />

Tadjikistan in mano ancora a Massud.<br />

Fonti dell’opposizione sostengono però<br />

che le truppe dei Taleban sono state ricacciate<br />

indietro. Secondo i Taleban, almeno<br />

una ventina di combattenti dell’opposizione<br />

sono rimasti uccisi negli<br />

scontri armati. Nel quadro della nuova<br />

offensiva, articolata su diversi fronti, aerei<br />

governativi hanno bombardato Takhar<br />

e la valle di Panjsher, a Nord-Est<br />

della capitale Kabul, dove sorge il quartier<br />

generale di Massud.<br />

no riversate su centri densamente popolati.<br />

Sepolta da una frana, in particolare,<br />

oltre a Las Colinas, è stata la località<br />

di la Cordigliera nel comune di Comasagua.<br />

Il sisma si è scatenato alle 11.34 (le<br />

18.34 italiane) di sabato. L'epicentro è<br />

stato localizzato nel Pacifico. Nelle principali<br />

città del Salvador, la prima, lunghissima<br />

scossa di 50 secondi ha fatto<br />

oscillare gli edifici ed ha causato l’interruzione<br />

di servizi telefonici ed elettricità.<br />

Nella capitale la gente si è riversata nelle<br />

strade, e perfino i malati sono stati<br />

portati con i loro letti fuori dagli ospedali.<br />

Ma crolli e smottamenti si registrano<br />

praticamente in tutto il Paese. Il Governo<br />

ha inviato reparti dell’esercito in<br />

vari dipartimenti dove le frane hanno interrotto<br />

le principali vie di comunicazione,<br />

come l’autostrada da San Salvador<br />

verso Santa Ana, rendendo quasi impossibile<br />

l'accesso alle zone più colpite. A<br />

Santa Ana è crollata la chiesa del Calvario.<br />

La scossa iniziale è stata seguita da<br />

centinaia di repliche che hanno costretto<br />

la popolazione a passare la notte all’aperto<br />

in precari rifugi. Il Presidente<br />

della Repubblica, Francisco Flores, ha<br />

decretato lo stato di calamità e di emergenza<br />

nazionale, ha rivolto un appello<br />

alla comunità internazionale per l’invio<br />

di aiuti ed ha visitato le zone più colpite.<br />

Anche il Presidente Flores ha detto<br />

di temere che il bilancio in termini di vite<br />

umane del disastroso terremoto possa<br />

essere molto più grave di quello finora<br />

diffuso dalle autorità. «Ci sono molti più<br />

morti e molte più persone che hanno<br />

perso le abitazioni», ha dichiarato in<br />

una conferenza stampa tenuta ieri sera.<br />

Flores ha aggiunto che è «molto importante<br />

che la popolazione conservi la calma,<br />

al fine di evitare altri problemi», ed<br />

ha consigliato ai cittadini di dormire con<br />

le porte aperte a causa del susseguirsi<br />

delle scosse di assestamento. Flores ha<br />

anche annunciato che è stato chiesto al<br />

JUGOSLAVIA Bush esclude un disimpegno Usa<br />

Kosovo: piano dell'Onu<br />

per il rimpatrio dei serbi<br />

BELGRADO, 15.<br />

Un piano per il ritorno di mille famiglie<br />

serbe nel Kosovo è stato presentato<br />

durante il fine settimana da funzionari<br />

dell’Onu ad alcuni rappresentanti serbi<br />

riuniti nel monastero di Gracanica, a<br />

pochi chilometri a Sud del capoluogo<br />

kosovaro Pristina. Oltre 150.000 persone<br />

di etnia serba fuggirono dal Kosovo dopo<br />

il conflitto del 1999 e dopo l'arrivo<br />

della Kfor, la forza multinazionale sotto<br />

comando Nato dispiegata nel territorio<br />

per mandato delle Nazioni Unite, nel timore<br />

di vendette e rappresaglie da parte<br />

dei kosovari di etnia albanese.<br />

Il progetto di rimpatrio messo a punto<br />

dall'Onu, che comporterà una spesa<br />

di circa dieci milioni di dollari per costruire<br />

nuove case e per riparare quelle<br />

danneggiate durante la guerra o in seguito<br />

agli attacchi dei gruppi estremisti<br />

albanesi nell'ultimo anno e mezzo, è illustrato<br />

nel documento «Schema per il<br />

ritorno 2001». I posti indicati per il ritorno<br />

sono villaggi dove i serbi già vivono<br />

oppure altre località che le forze di pace<br />

della Kfor ritengono facili da proteggere<br />

contro eventuali attacchi od attentati da<br />

parte dei gruppi estremisti albanesi.<br />

Nel frattempo, il Presidente statunitense<br />

eletto George W. Bush, che si appresta<br />

ad assumere l'incarico questa settimana,<br />

ha detto che non ci sarà nessun<br />

ritiro precipitoso delle truppe Usa di<br />

stanza in Kosovo e in Bosnia ed Erzegovina,<br />

ma ha ribadito che saranno gli alleati<br />

europei a dover garantire le operazioni<br />

di mantenimento della pace nei<br />

Balcani. «A un certo momento della<br />

campagna elettorale ho sentito dire che<br />

Capo Verde:<br />

l'opposizione vince<br />

le legislative<br />

PRAIA, 15.<br />

Il «partito africano dell'indipendenza»<br />

(Paicv, opposizione di sinistra) ha vinto<br />

le elezioni legislative svoltesi ieri nell'arcipelago<br />

di Capo Verde. I risultati parziali<br />

a metà scrutinio accreditano al<br />

Paicv il 48,5 per cento dei voti contro il<br />

47 attribuito al «movimento per la democrazia»<br />

(Mpd), il partito al potere da<br />

dieci anni. Non è possibile, al momento,<br />

prevedere se il Paicv otterrà la maggioranza<br />

assoluta dei 72 seggi dell'Assemblea<br />

nazionale. Nel Parlamento uscente,<br />

il Mpd disponeva di 50 deputati contro<br />

21 del Paicv. Ma quest'ultimo era in rimonta<br />

da almeno un anno, avendo vinto,<br />

sia pure di stretta misura, le elezioni<br />

municipali del febbraio 2000.<br />

Alle legislative faranno seguito, l'11<br />

febbraio, le elezioni presidenziali. Il Presidente<br />

uscente, Antonio Mascarenhas<br />

Monteiro del Mpd, non si ricandida<br />

avendo già retto la carica per due mandati<br />

di cinque anni.<br />

Il Mpd è il partito dell'ultraliberismo<br />

economico, delle privatizzazioni e degli<br />

investimenti esteri. Il Paicv, ex partito<br />

unico, è fautore di una politica maggiormente<br />

orientata sul sociale.<br />

Nelle foto: Soccorritori all'opera<br />

nella città di Santa Tecla, ad una ventina<br />

di chilometri dalla capitale.<br />

Un intero quartiere della città,<br />

Las Colinas, è stato sepolto<br />

da una gigantesca frana distaccatasi<br />

da un'altura. Trecento le abitazioni travolte.<br />

Decine i morti e oltre mille le persone<br />

considerate disperse.<br />

Squadre di soccorso e generi<br />

di prima necessità sono stati già inviati<br />

nel Salvador da alcuni Paesi europei<br />

e latinoamericani in risposta all'appello<br />

lanciato dal Presidente della Repubblica<br />

avrei ordinato un ritiro precipitoso, ma<br />

non è affatto così: ci stiamo consultando<br />

con i nostri alleati nella regione e questi<br />

sono perfettamente al corrente delle nostre<br />

intenzioni», ha detto Bush in una<br />

intervista pubblicata ieri da un quotidiano,<br />

spiegando che Colin Powell, già designato<br />

come Segretario di Stato nella<br />

sua amministrazione, tratterà l'argomento<br />

con gli alleati. Bush ha comunque<br />

specificato di non avere in mente «nessuna<br />

scadenza specifica», aggiungendo<br />

che «onoreremo tutti gli impegni presi<br />

dal Paese».<br />

«Mucca pazza»: l'Ue<br />

chiede ai Governi<br />

di correggere gli errori<br />

BRUXELLES, 15.<br />

In riferimento alla questione<br />

dell'encefalopatia spongiforme bovina,<br />

il morbo cosiddetto della<br />

«mucca pazza», Franz Fischler,<br />

responsabile per l'agricoltura della<br />

Commissione esecutiva dell'Unione<br />

Europea, ha dichiarato che «è<br />

tempo di correggere certi errori»<br />

dei Governi dell'Ue stessa in materia<br />

di politiche agricole. In una<br />

intervista, Fischler ha detto che<br />

occorre «tener conto in maniera<br />

più seria dei cicli della natura e<br />

non solo rispetto al dossier della<br />

“mucca pazza“».<br />

Portogallo: rieletto<br />

Presidente<br />

Jorge Sampaio<br />

LISBONA, 15.<br />

Il Presidente portoghese uscente, il<br />

socialista Jorge Sampaio, è stato rieletto<br />

ieri, al primo turno, per un secondo<br />

mandato con il 55,76 per cento dei voti<br />

validi espressi, secondo i risultati ufficiali<br />

pressoché definitivi dello scrutinio resi<br />

noti dal Ministero dell’interno di Lisbona.<br />

Mancano infatti solo i risultati di 6<br />

delle 4.241 circoscrizioni elettorali.<br />

L'astensione è stata altissima: hanno<br />

infatti disertato le urne quasi la metà<br />

esatta, il 49,8 per cento, degli 8.739.376<br />

elettori iscritti al voto.<br />

Sampaio ha ottenuto 2.400.905 voti,<br />

pari appunto al 55,76 per cento dei voti<br />

espressi. Il candidato della coalizione di<br />

centrodestra formata da socialdemocratici<br />

e popolari, Joaquim Ferreira do<br />

Amaral, ha avuto 1.493.065 voti, pari al<br />

34,54 per cento. Il resto dei voti è andato<br />

ad altri tre candidati, tutti appartenenti<br />

alla sinistra marxista. Antonio<br />

Abreu, del partito comunista (Pc), ha<br />

avuto 221.870 voti, pari al 5,13 per cento,<br />

Fernando Rosas, del «Blocco di sinistra»,<br />

(Be) 128.852, cioè il 2,98, e il maoista<br />

Antonio Garcia Pereira 68.533,<br />

equivalenti all'1,59 per cento.<br />

Governo colombiano di inviare in Salvador<br />

3.000 bare per aiutare le famiglie<br />

più povere a seppellire i loro cari. Anche<br />

il Segretario generale dell'Onu, Kofi<br />

Annan, ha ieri rivolto un appello alla solidarietà<br />

internazionale in favore della<br />

popolazione del Paese Centro-americano.<br />

Squadre di soccorso specializzate e<br />

aiuti di prima necessità sono già partiti<br />

dal Messico, dalla Spagna, dalla Colombia<br />

e dal Guatemala.<br />

.<br />

Indonesia: disordini<br />

nella provincia di Aceh<br />

JAKARTA — Nonostante l’accordo<br />

tra Governo indonesiano e separatisti<br />

dell’Aceh per prolungare la<br />

tregua, 30 persone sono state uccise<br />

da mercoledì a lunedì in scontri<br />

armati tra polizia e militanti. La<br />

polizia accusa il movimento «Aceh<br />

libera» di continuare ad attaccare<br />

le Forze dell’ordine, mentre la<br />

stampa locale accusa gli stessi poliziotti<br />

di boicottare la nuova tregua<br />

di un mese (a partire da lunedì)<br />

proclamata dalle due parti proprio<br />

venerdì scorso.<br />

Kenya: incursione<br />

di miliziani etiopici<br />

NAIROBI — Una incursione oltre<br />

confine di miliziani etiopici nel<br />

Nord del Kenya avrebbe provocato<br />

la morte di otto agenti di polizia e<br />

di due civili kenyani. Lo annuncia<br />

la stampa di Nairobi, precisando<br />

che l'attacco risale a giovedì scorso.<br />

Lo sconfinamento fa seguito ad<br />

altri avvenuti nei mesi scorsi in cui<br />

sono stati uccisi più di 150 kenyani<br />

tra militari e civili. Fonti ufficiali di<br />

Addis Abeba smentiscono le pretese<br />

incursioni e sostengono invece<br />

che i ribelli del «fronte di liberazione<br />

Oromo» (Olf) dispongono di<br />

basi nel territorio del Kenya.<br />

Costa d'Avorio:<br />

elezioni suppletive<br />

ABIDJAN — Elezioni suppletive si<br />

sono tenute domenica nel Nord<br />

della Costa d'Avorio dove il 10 dicembre<br />

scorso, in occasione delle<br />

legislative nazionali, i militanti del<br />

«raggruppamento dei repubblicani»<br />

(Rdr, opposizione) avevano impedito<br />

l'apertura delle urne. La<br />

protesta dei «repubblicani» era<br />

stata motivata dall'invalidazione<br />

della candidatura del loro leader,<br />

l'ex Premier Alassane Ouattara,<br />

che era già stato escluso dalle<br />

presidenziali del 22 ottobre. Anche<br />

le suppletive sono state boicottate<br />

dal Rdr, ragion per cui l'affluenza<br />

alle urne è stata inferiore al 10 per<br />

cento. Erano comunque in palio 24<br />

dei 225 seggi dell'Assemblea nazionale.<br />

I risultati parziali, relativi<br />

a 14 collegi elettorali, attribuiscono<br />

dieci seggi al «partito democratico»<br />

(Pdci), che fa parte della coalizione<br />

governativa. Nessun seggio,<br />

per ora, al «fronte popolare ivoriano»<br />

(Fpi), il partito del Presidente<br />

della Repubblica Laurent Gbagbo.<br />

Nella prima tornata di voto, il 10<br />

dicembre, il Fpi si era aggiudicato<br />

96 seggi e il Pdci 79.<br />

W<br />

Il PRESIDENTE, il DIRETTORE, i<br />

MEMBRI del Consiglio di Amministrazione<br />

e del COLLEGIO dei SINDACI e<br />

tutti i DIPENDENTI del F.A.S. si associano<br />

al dolore del Prof. Franz Spezzaferri,<br />

per l'improvvisa scomparsa dell'amata<br />

consorte<br />

MYRIAM ARMENI<br />

I funerali si svolgeranno martedì, 16<br />

gennaio, alle ore 10, presso la chiesa di<br />

Santa Croce al Flaminio, via Guido<br />

Reni.<br />

Città del Vaticano, 14 gennaio 2001<br />

.


ERZA T PAGINA .<br />

PAGINA<br />

3 .<br />

«Ariel», dell'uruguaiano José E. Rodó, in edizione bilingue<br />

Un'opera che ha alimentato<br />

lo sviluppo morale e culturale<br />

della gioventù latino-americana<br />

GAETANO MASSA<br />

Le popolazioni ispanoamericane erano<br />

state legate alla Spagna, politicamente<br />

e culturalmente, durante tutto il periodo<br />

coloniale. Con l'indipendenza e la<br />

formazione di nuove singole nazioni essesentironolanecessitàdifornirsi<br />

di una<br />

cultura più autentica che rispecchiasse<br />

le loro caratteristiche e l'ambiente in cui<br />

vivevano. Non bastava aver conquistato<br />

la libertà politica, bisognava crearsi una<br />

letteratura propria, alimentata da un linguaggio<br />

nuovo che interpretasse pienamente<br />

la realtà americana.<br />

* * *<br />

Verso la fine del secolo XIX si evidenziò<br />

nelle Americhe la nascita di un nuovo<br />

impero, quello della Federazione degli<br />

Stati Uniti, che si avviava ad occupare<br />

il vuoto lasciato dalla Spagna. Quando,<br />

nel 1889, scoppiò la guerra tra gli<br />

Stati Uniti e la Spagna, quest'ultima,<br />

sebbene avesse già perso la maggior<br />

parte dei suoi possedimenti, veniva ancora<br />

considerata una potenza europea.<br />

La vittoria fulminea degli Statunitensi,<br />

impressionò la gioventù ispanoamerica-<br />

na a tal punto da<br />

far nascere in essa<br />

il desiderio di conoscere<br />

meglio<br />

questa nuova potenza<br />

e di studiarla<br />

e possibilmente<br />

imitarla. Fu una<br />

vera Nordomanía<br />

disse lo scrittore<br />

uruguaiano José<br />

Enrique Rodó: «La<br />

potente Federazione<br />

sta realizzando<br />

tra di noi una sorta<br />

di conquista<br />

morale. L'ammirazione<br />

per la sua<br />

grandezza e per la<br />

sua forza è un<br />

sentimento che<br />

avanza a passi di<br />

gigante nello spiri-<br />

to dei nostri dirigenti e ancor più forse<br />

nello spirito delle moltitudini, sensibili al<br />

fascino dell'impressione della vittoria. E<br />

dalla ammirazione si passa attraverso<br />

una facile transizione, alla imitazione».<br />

Per Rodó, accettare la superiorità dei<br />

modelli di vita americana e cercare di<br />

imitarli, implicava l'accettazione di nuove<br />

dipendenze.<br />

Per impedire che ciò avvenisse, Rodó<br />

nel 1900 scrisse per la gioventù latinoamericana<br />

il suo capolavoro: Ariel (Ariele<br />

nella versione italiana).<br />

Oggi, a cento anni dalla pubblicazione<br />

della prima edizione, ritorna alla luce,<br />

per la prima volta in veste bilingue spagnola-italiana<br />

una nuova edizione (José<br />

Enrique Rodó: Ariel, edizione, introduzione,<br />

bio-bibliografia e indici a cura di<br />

Martha L. Canfield. Traduzione di Diego<br />

Símini, Firenze, Alinea Editrice, pp. 228,<br />

Lire 35.000).<br />

Enrique Rodó è uno degli scrittori tra<br />

i più rappresentativi della generazione<br />

latino-americana del Novecento letterario.<br />

Le sue opere, lette e studiate in<br />

quasi tutte le scuole superiori dei Paesi<br />

latinoamericani, ebbero una decisiva influenza<br />

sulla formazione intellettuale<br />

della gioventù. Diceva: «Ritengo che<br />

parlare alla gioventù di argomenti nobili<br />

ed elevati, di qualunque genere, sia una<br />

sorta di oratoria sacra. Sono anche convinto<br />

che lo spirito della gioventù sia un<br />

terreno fertile nel quale il seme di una<br />

parola opportuna, di solito germoglia in<br />

breve tempo, dando i frutti di una vegetazione<br />

immortale».<br />

Rodó nacque a Montevideo il 15 luglio<br />

1871, da genitori appartenenti all'alta<br />

società cittadina che inculcarono in<br />

lui sin dai primi anni dell'infanzia, l'amore<br />

per il sapere. Considerato un bambino<br />

prodigio, sotto la guida della sorella<br />

maggiore, Isabel, all'età di quattro anni<br />

imparò a leggere e scrivere ed a consultareilibrinellabiblioteca<br />

dei genitori.<br />

Ad undici anni venne iscritto al prestigioso<br />

istituto privato Elbio Fernández,<br />

dove nel giornale studentesco da lui fondato<br />

insieme al compagno di scuola Milo<br />

Beretta, pubblicò i suoi primi saggi<br />

biografici su Benjamin Franklin e Simón<br />

Bolivár. Nel 1895, si rivelò maestro della<br />

sua generazione con articoli pubblicati<br />

sulla Rivista Nazionale di Letteratura e<br />

Scienze Sociali di cui fu fondatore e codirettore<br />

(con Víctor Pétit e Daniel e<br />

Carlos Martínez Vígil).<br />

Rodó ha diretto anche la Biblioteca<br />

Nazionale, ed è stato docente universitario<br />

e Deputato al Parlamento.<br />

* * *<br />

Come politico, scrive Martha Canfield,<br />

nell'introduzione di Ariele: «Non<br />

essendo né socialista, né anarchico, l'unico<br />

sistema politico in cui ritiene che si<br />

possa dare spazio allo sviluppo e al miglioramento<br />

della condizione umana è la<br />

democrazia. La democrazia va migliorata,<br />

va educata, per liberarla dai pericoli<br />

che covano nel suo seno». (Cfr Ariele p.<br />

21-22). Nel 1906, in Uruguay viene emanata<br />

una legge che impone il ritiro dei<br />

crocefissi dagli ospedali pubblici. Rodó<br />

si indigna di fronte all'estremismo di<br />

una simile misura che denuncia uno spi-<br />

José Enrique Rodó<br />

rito intollerante. Si duole dell'aggressione<br />

che il ritiro dei crocifissi infligge ai<br />

credenti, e ancor più del fatto che un<br />

non credente possa sentirsi offeso dalla<br />

presenza di un'icona che evoca semplicemente<br />

«il più grande e puro modello<br />

di amore e di abnegazione umana».<br />

Ariel è un'opera in cui l'autore espone<br />

la sua filosofia neo-idealista. In essa<br />

egli contrappone Calibán, genio del male<br />

ad Ariel, genio del bene, due personaggi<br />

de La tempesta di Shakespeare.<br />

Ariel ed anche alcuni altri lavori successivi,<br />

furono intesi da Rodó come testi di<br />

insegnamento. Nell'Ariel, il maestro Prospero<br />

(cioè Rodó) preoccupato per il<br />

sorgere delle nuove teorie utilitaristiche,<br />

prive di ideali, che cominciavano a<br />

prendere il sopravvento nelle nuove Nazioni<br />

Americane, cerca di arginarle, inculcando<br />

nei suoi discepoli il desiderio<br />

di un miglioramento individuale e collettivo<br />

attraverso il culto della bellezza e la<br />

ricerca della verità. Diceva: «Io ritengo<br />

innegabile che colui che ha imparato a<br />

distinguere il delicato dal volgare, il<br />

brutto dal bello, si trovi a metà strada<br />

per distinguere il male dal bene».<br />

Ariel ebbe vasta risonanza in tutto il<br />

continenteamericano. Divenne subito<br />

una sorta di<br />

guida spirituale<br />

per la gioventù.<br />

«È stato uno dei<br />

primi tentativi di<br />

dare anima e corpo<br />

alla definizione<br />

di una identità<br />

ispanoamericana i<br />

cui fondamenti<br />

storici ed estetici<br />

non sono tramontati»,<br />

si legge nel<br />

sommario introduttivodell'edizione<br />

italiana.<br />

* * *<br />

Ed ebbe un successo<br />

notevole an-<br />

che in Spagna, do-<br />

ve per tutto l'Ottocento, una continua<br />

ed accanita polemica recriminatoria aveva<br />

diviso e mantenuto ostili e sospettosi<br />

delle rispettive intenzioni gli Spagnoli e<br />

gli Ispanoamericani. Rodó, Darío e tanti<br />

altri scrittori del Modernismo Americano<br />

auspicavano un ritorno ideale alla<br />

vecchia patria, fonte primaria della propria<br />

cultura. E, dalla Spagna, Menéndez<br />

y Pelayo e Miguel de Unamuno, assieme<br />

ad altri scrittori della generazione del<br />

'98, valutavano con profonda comprensione<br />

l'originalità delle letterature americane.<br />

In esse vedevano la continuità dei più<br />

alti valori iberici e della latinità.<br />

Ariel fu recensito dallo scrittore Clarín<br />

(pseudonimo di Leopoldo Alas), uno dei<br />

maggiori critici letterari del secolo<br />

XVIII, il quale ne fece pubbliche lodi<br />

nel giornale El Imparcial del 23 aprile<br />

1900. La recensione fu poi inclusa a mo'<br />

di prefazione nella seconda edizione dell'Ariel.<br />

Nel 1917, l'Editrice Cervantes di<br />

Valencia-Barcelona, iniziò la pubblicazione<br />

delle opere complete di Rodó, cui<br />

seguirono altre di diverse Case Editrici<br />

nelle quali erano incluse le opere che<br />

più si avvicinavano alle teorie espresse<br />

nell'Ariel. Due soprattutto a mio parere:<br />

Motivos de Proteo, scritta nel 1909; geniale<br />

applicazione della filosofia di Berson<br />

ad un ideale di vita attiva e contemplativa<br />

insieme (Renovarse es vivir) e El<br />

Camino de Paros: cronache dei viaggi<br />

che Rodó inviava alla rivista argentina<br />

di Buenos Aires, Caras y Caretas.<br />

Esse per lo più trattano del suo soggiorno<br />

italiano, uno dei Paesi al quale si<br />

ispirava il maestro Prospero dell'Ariel,<br />

punto di confluenza delle due grandi<br />

correnti spirituali cui la nostra civiltà deve<br />

la sua inesauribile fertilità: la classica<br />

e la cristiana.<br />

Rodó morì in ospedale di Palermo il<br />

1° maggio 1917. Era arrivato sofferente<br />

il 3 aprile ed aveva alloggiato all'Hotel<br />

des Palmes, ultima tappa del suo viaggio<br />

in Europa.<br />

Una lapide commemorativa, collocata<br />

al di fuori dell'edificio ricorda in lingua<br />

spagnola: Qui visse e scrisse le ultime<br />

pagine nel 1917 l'insigne scrittore uruguaiano<br />

José Enrique Rodó.<br />

El Camino de Paros, pubblicato postumo<br />

nell'originale spagnolo fu tradotto<br />

in italiano dal professor Riccardo Campa<br />

ed incluso nella collana di monografie<br />

sui paesi dell'America Latina, editi a<br />

Milano dalla Editrice Sipac, 1963.<br />

Il 31 ottobre di quest'anno, l'edizione<br />

italiana dell'Ariel è stata presentata all'istituto<br />

Italo Latino Americano di Roma<br />

ad un folto pubblico di ispanisti, che<br />

hanno apprezzato le novità apportate<br />

dai curatori sia nel testo originale che<br />

nella versione italiana. Il traduttore Diego<br />

Símini, ha saputo mantenere «l'alto<br />

registro linguistico, la ricca scelta lessicale<br />

e l'ampio ritmo del discorso rodoniano».<br />

La curatrice, Martha Canfield,<br />

ha liberato il testo dai molti refusi presenti<br />

nelle antiche edizioni; una sua introduzione<br />

esplicativa precede il testo ripristinato<br />

ed un'accurata bibliografia ed<br />

un notiziario di nomi, fanno di questa<br />

edizione un modello da imitare per la ristampa<br />

dei classici.<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Lunedì-Martedì 15-16 Gennaio 2001<br />

Caravaggio<br />

«Riposo durante<br />

la fuga in Egitto»<br />

Cosmè Tura<br />

«Polittico Roverella»<br />

Bramantino<br />

«Fuga in Egitto»<br />

Il riquadro dipinto<br />

dal Beato Angelico<br />

per decorare<br />

l'«Armadio<br />

degli argenti»<br />

Il tema della «Fuga in Egitto» nell'interpretazione di grandi maestri della pittura<br />

Dal delicato lirismo di Duccio<br />

alla soffusa luminosità di Lorrain<br />

MARIA ANTONIETTA PAVESE<br />

Faceva parte della grande pala della «Maestà» duccesca,<br />

piccolo scomparto inserito fra gli altri della<br />

predella a riassumere, con delicato lirismo e lieve tocco<br />

di pennello, la pagina evangelica della «Fuga in<br />

Egitto».<br />

Un sintetismo narrativo, quello dell'evangelista,<br />

magistralmente espresso con accento poetico da Duccio,<br />

e riproposto, circa un secolo e mezzo dopo, dal lineare<br />

grafismo dell'Angelico.<br />

Quarantadue centimetri per quarantaquattro la superficie<br />

impiegata da Duccio per tradurre in immagini<br />

il conciso brano di Matteo (dal sogno di Giuseppe<br />

all'avvio dei fuggiaschi su una terra tutta dirupi e<br />

asprezza); poco più di 38 cm. per 37 quella del prezioso<br />

riquadro destinato dal Frate di Fiesole all'«Armadio<br />

degli argenti»; ariosa pagina pittorica rigorosamente<br />

contenuta nell'essenzialità del racconto accentrato<br />

sull'immagine eterea della Vergine e sostenuto<br />

dalla morbidezza di soffuse tonalità cromatiche. Limpido<br />

lo squarcio di cielo aperto all'orizzonte: una strisciasottilemasufficienteadare<br />

profondità alla scena.<br />

Rupi brune e castelli, invece, torri quadrangolari,<br />

mobilità di nuvole in un cielo che sembra già adombrato<br />

dal primo calare della sera nella superba tavola<br />

realizzata dal Bramantino per il Santuario della Madonna<br />

del Sasso in Locarno. Uno sfondo composito<br />

su cui sembrano staccarsi con maggior vigore i personaggi<br />

posti in primo piano secondo un simmetrico<br />

schema compositivo: un immaginario triangolo al cui<br />

vertice troneggia la malinconica figura della Vergine<br />

col Bimbo.<br />

Ai lati, Giuseppe e l'Angelo. Morbidissimo, caldo il<br />

giuoco del panneggio che dalle esili spalle di Maria<br />

scivola a modellarne e ad avvolgerne il corpo in un<br />

viluppo soffice di pieghe; preziosi i valori cromatici.<br />

Dipinta nel secondo decennio del Cinquecento questa<br />

stupenda tavola, ricca di un'atmosfera vagamente<br />

sognante, sembra voler aprire nell'arco dell'attività<br />

bramantiniana una pausa di riposante distensione<br />

narrativa.<br />

Affascinato dallo stesso tema era stato anche Michael<br />

Pacher che nell'eseguire il grandioso trittico per<br />

Il tema della fuga nell'interpretazione pittorica di Murillo<br />

Claude Lorrain «Paesaggio con la fuga in Egitto»<br />

È morto Luigi Broglio<br />

È morto domenica 14 Luigi Broglio, pioniere<br />

dell'astronautica italiana. Aveva 90 anni.<br />

Broglio è stato l'artefice del «Progetto San<br />

Marco», che portò nel 1964 l'ltalia a mettere<br />

in orbita un satellite, dopo gli U.S.A. e l'Unione<br />

Sovietica.<br />

Alla fine della seconda guerra mondiale,<br />

mentre insegnava nella Facoltà di Ingegneria<br />

dell'Università di Roma, lo scienziato aveva<br />

fatto, primo in Italia, esperimenti di propulsione<br />

spaziale. Successivamente Broglio istituì<br />

lanuovacattedradiIngegneria aereospaziale.<br />

Dopo il lancio del satellite, il «San Marco<br />

1», avvenuto nel poligono americano di Wallops<br />

il 15 dicembre 1964, Broglio installò una<br />

base di lancio a Malindi, nel Kenya. Da quel<br />

luogo, in 30 anni di attività, sono stati eseguiti<br />

27 lanci — tra razzi-sonda, e vettori per la<br />

messa in orbita di satelliti — tutti riusciti.<br />

Una recente raccolta di liriche segnate dalla ricerca di un'autenticità dimenticata dall'uomo moderno<br />

Quella vuota maschera tecnologica da eliminare<br />

SABINO PALUMBIERI<br />

L'amore della sapienza, o conoscenza<br />

dei significati della realtà, è l'anima della<br />

ricerca scientifica, che è conoscenza<br />

dei fenomeni. Oggi c'è una ipertrofia di<br />

questa, ma un depotenziamento di quella.<br />

L'amore della sapienza — chiamata<br />

dagli antichi philo-sophía — si raggiunge<br />

o con la via rationis o con la via<br />

amoris. Maria D'Alessio Donnarumma<br />

da anni è impegnata in questa sua sofferta<br />

ricerca della verità sul piano della<br />

ragione come docente universitaria.<br />

Ora, con il libro Vedere dal cuore (ed.<br />

Gribaudi), riappare anche sulle strade<br />

del sentimento vibratile della poesia....<br />

La letteratura è la ricerca dei significati<br />

della vita, adoperando tutte le potenze<br />

dell'anima, anzitutto quelle della<br />

fantasia e del sentimento. Il cuore, accanto<br />

all'intelletto e alla volontà, costituisce<br />

l'attitudine radicale dello spirito<br />

ad esplorare la verità... È la scoperta<br />

della bellezza, intesa come armonia cosmica<br />

dell'infinitamente grande e dell'infinitamente<br />

piccolo, che è la radicale terapia<br />

alle disarmonie e alle lacerazioni,<br />

alle monotonie e agli squallori del nostro<br />

tempo del frattempo.<br />

L'uomo di oggi ha tutto e pur difetta<br />

di tutto, perché gli manca il senso del<br />

tutto. Le appendici o le prolunghe elettroniche<br />

dalla mente si moltiplicano e si<br />

affinano negli innumerevoli impulsi digi-<br />

la chiesa di sankt Wolfgang sull'Abersee (considerato<br />

come una fra le «più importanti creazioni artistiche<br />

del periodo tardogotico»), volle inserire in uno dei<br />

battenti della predella la scena tratta dal brano evangelico.<br />

Di fantasia fiabesca il paesaggio con quello<br />

strano castello arroccato su un masso roccioso nettamente<br />

stagliato sull'orizzonte aperto: uno sfondo che<br />

pur armonizzando con l'atmosfera teneramente poetica<br />

della scena, trova un voluto contrasto nell'espressione<br />

rassegnata e quasi dolorosamente presaga<br />

di Maria.<br />

Era quello lo stesso periodo in cui a Ferrara, raffinata<br />

sede della corte Estense, operava instancabilmente<br />

attivo Cosmè Tura, Nel dipingere per la chiesa<br />

ferrarese di san Giorgio fuori le Mura il prestigioso<br />

«Polittico Roverella» (oggi smembrato) egli ne arricchì<br />

la predella con un prezioso tondo ove con il suo linguaggio<br />

tormentato, scarno, dalla grafia pungente e<br />

dal colorismo tutto lucentezza di smalto, visualizzò la<br />

scena secondo un suo personalissimo sentire.<br />

Sullo sfondo di un tramonto sanguigno isolò i fuggiaschi<br />

e li pose tra rupi aspre. Vivificò l'asinello dotandolo<br />

di una mobilità scattante: una scudisciata<br />

nervosa della coda, uno scarto (che si indovina improvviso),<br />

un chinarsi quasi a fiutare il suolo tutto<br />

lastre pietrose. E accanto, forse a frenare tanto dinamismo,<br />

l'alta, ieratica figura di Giuseppe; una figura<br />

sottile, perfettamente inserita con il suo asciutto verticalismo<br />

nella linea curva del cerchio. Abbandonato<br />

al sonno nel nido delle braccia materne, il Bambino.<br />

Figure tutte che sembrano scolpite nella pietra dura,<br />

tanto nervosa e incisiva si manifesta anche qui la<br />

grafìa di Cosmè. Figure morbide ricavate da contrasti<br />

di luce e d'ombra quelle ideate dal Murillo per dar vita<br />

allo stesso brano narrativo: docile, mansueto l'asinello<br />

velloso paziente nel suo andare lento; e, come<br />

sempre nella pittura dell'artista sivigliano, di una bellezza<br />

calma e serena il volto purissimo della Vergine<br />

chino a vegliare il sonno del piccolo Gesù.<br />

Al fascino del tema aveva ceduto anche il tedesco<br />

Elsheimer. Famoso per le sue pitture su rame, per i<br />

suoi paesaggi e per i suoi innovativi «notturni», egli<br />

non aveva esitato a far muovere i fuggiaschi sotto la<br />

volta di un cielo scuro punteggiato da miscroscopiche<br />

stelle. Dell'ombra compatta del bosco si era servito<br />

per dare volume ad un fondale cupo fortemente elevato<br />

quasi a voler inghiottire le figure dei personaggi in<br />

fuga. Opera, questa, di intensa poesia, da collocare<br />

forse tra le ultime realizzate dall'artista.<br />

Alla forza convincente di questo individualissimo<br />

linguaggio non rimase estranea l'arte di Claude Lorrain.<br />

Lo stesso amore per la natura, lo stesso interesse<br />

per gli effetti di luce. Alla luce Lorrain lasciò il posto<br />

di protagonista assoluta in quel «Paesaggio con la<br />

Fuga in Egitto» firmato e datato 1663, dipinto su commissione<br />

del principe Lorenzo Colonna. Per questa<br />

grande tela l'artista ideò un tramonto rosato caldo di<br />

luminosità soffusa: la sparse tutt'attorno, ne riscaldò<br />

i rami delle querce, la amalgamò alle acque del fiume,<br />

la mise in contrasto con le zone d'ombra, e infine<br />

la accese di balenanti riflessi per dare maggior incisività<br />

al gruppo dei fuggiaschi: piccole figure pennellate<br />

con abile tocco sicuro.<br />

Pochi anni prima, quando Lorrain era ancora agli<br />

inizi della sua carriera, nella Cappella di Villa Sacchetti,<br />

a Castel Fusano, operava Pietro da Cortona.<br />

Non ancora trentenne e già «pittore ufficiale della<br />

corte Pontificia», e lì decorò le pareti della Cappella<br />

con una serie di affreschi che, ricchi di aperture spa-<br />

tali. Le sinapsi neurologiche dell'uomo<br />

si intrecciano con gli algoritmi tecnologici.<br />

Egli diventa così un animale tecnocefalo.<br />

Si sta costituendo una natura razionale<br />

nuova alla ricerca della realtà<br />

virtuale, che induce desideri e bisogni,<br />

che plasma motivazioni e progettazioni.<br />

È la fisionomia del cosiddetto neantropo.<br />

Viaggia su Internet e poi ignora se<br />

stesso. Si sente potente nel ricercare dati<br />

e si coglie impotente nella sintesi dei<br />

significati. Si vede più attrezzato e si coglie<br />

più minacciato. Comunica con tutto<br />

il mondo ed è vittima di notizie spesso<br />

inventate da una informazione che è<br />

manipolazione.<br />

Hans Jonas, filosofo tedesco e allievo<br />

di Heidegger, sintetizza così il dramma<br />

del nostro tempo: «Io tremo davanti a<br />

questa situazione: oggi il massimo del<br />

potere dell'uomo coesiste e coincide col<br />

massimo di vuoto dei valori; e il massimo<br />

di capacità della scienza coincide col<br />

minimo di capacità della sapienza».<br />

Ora, per riacquistare la sapienza la<br />

condizione indispensabile è quella di rieducare<br />

l'animale tecnocefalo alla verità<br />

dell'uomo. Che è quanto dire riportare<br />

l'uomo alla sua autenticità. E questo esige<br />

l'operazione della eliminazione della<br />

maschera o nudatio. In questa raccolta<br />

di scintille del cuore, tutto si impernia<br />

attorno alla condizione così sintetizzata:<br />

«via la toppa e il cerone», nel tentativo<br />

di emigrare con la nudità dell'anima. In<br />

queste coordinate si snodano i temi diversi<br />

innervati nel quotidiano, mai considerato<br />

banale, ma sempre esplorato da<br />

parte del cuore che vede più della ragione:<br />

dalla Gatta Misha all'Amita magna,<br />

all'Ambulante del Senegal, alla Ballerina<br />

del Moulin Rouge.<br />

L'arte è creazione. È ri-creazione di<br />

un reale riplasmato. È il momento in<br />

cui l'iconicità teomorfa dell'uomo si rivela<br />

in forma privilegiata. L'uomo, cioè,<br />

è immagine somigliantissima di Dio,<br />

perché modellata sul Creatore eterno.<br />

Questi dal niente crea. L'uomo, invece,<br />

ri-crea e plasma. E le forme del bello si<br />

rimettono a vibrare nel concerto del cosmo<br />

profondo. Ma la poesia, proprio<br />

perché è ricreazione di una realtà che<br />

non è idilliaca, è sempre drammatica.<br />

Porta il sigillo dello spirito, che è luceombra,<br />

slancio-timore, gaudio-dolore.<br />

La nostra esploratrice del cuore vede,<br />

in questo quadro, nell'incanto amalfitano<br />

una «singolare armonia d'Eliso ed Inferi»<br />

come riflesso del «bipolare paesaggio<br />

dell'anima». E così, la sonda esplorativa<br />

dell'arte affonda nell'area dell'infanzia<br />

violentata e tradita. E il cuore corre<br />

alla figura di Nicholas, l'innocente trafitto,<br />

di una bimba rapita, della mamma<br />

scomparsa, di una città — la sua città<br />

— due volte ferita...<br />

Immagini vivide, scultoree, lucenti<br />

originano dalla notte del cuore che soffre.<br />

E l'enigma incalza e chiede come in<br />

ziali e di chiare tonalità cromatiche, sembrarono portare<br />

all'interno il riflesso della natura. Episodi tutti<br />

inerenti alla vita di Gesù, fra i quali non poteva mancare<br />

quello dei fuggiaschi in terra d'Egitto.<br />

Una concezione nuova, questa cortonesca, con quel<br />

lento avanzare tra una folta cornice di cespugli, di rami,<br />

di fronde, in un'atmosfera di cui sembra poter<br />

percepire il silenzio del bosco rotto soltanto dal frusciare<br />

delle foglie e dal precipitare di uno spumoso<br />

salto d'acqua.<br />

Ancora tronchi e fogliame vibratile nel bellissimo<br />

dipinto su rame (oggi ad Asburgo) eseguito dal Cortona<br />

una quindicina d'anni più tardi per raffigurare un<br />

momento di «Sosta nella fuga». Era il 1643.<br />

Con un salto indietro nel tempo, lo stesso «momento<br />

di sosta» era stato descritto con vibranti note di lirismo<br />

dal pennello caravaggesco. Un Caravaggio giovane,<br />

di non ancora vent'anni, che aveva saputo affrontare<br />

il tema con sorprendente sensibilità e immediatezza.<br />

Dettaglio su dettaglio, il dipinto si impone:<br />

la bisaccia di Giuseppe, la grossa fiasca impagliata, le<br />

ali chiuse dell'angelo intento a suonare il violino, lo<br />

spartito musicale sorretto dal vecchio fuggiasco la cui<br />

stanchezza è segnata sul volto scavato, la pietra porosa<br />

posta ai suoi piedi, e i piedi gonfi che si indovinano<br />

dolenti per il lungo andare, il fogliame rossastro<br />

bruciato dal freddo, tutto viene od essere elemento<br />

preparatorio di un insieme che nel sonno di Maria,<br />

vinta da reale stanchezza, trova il vero protagonista<br />

della scena.<br />

Un protagonismo di natura astratta capace di dar<br />

vita ad un brano pittorico di elevata poesia. Il sonno<br />

è lì: visibile nella bellissima testa reclinata sulla testina<br />

bionda del Bambino; è concentrato, addirittura<br />

palpabile, in quell'affusolata mano destra scivolata<br />

inerte dal grembo e abbandonata a se stessa. Il resto<br />

è atmosfera. In ogni epoca, con diverso stile, con individuale<br />

sensibilità interpretativa, lo scarno ma incisivo<br />

brano di Matteo tradotto visivamente ha dato vita<br />

od opere pittoriche quasi sempre inserite nelle «storie»<br />

della vita di Gesù. Pagine narrate attraverso la<br />

magìa del colore, a volte sussurrate, a volte rese incisive<br />

dal segno forte, ma sempre e comunque sostenute<br />

da un substrato di più o meno percepibile, malinconica<br />

poesia.<br />

un sussurro: ma è possibile essere uomo<br />

in un mondo di maschere e scempi? E,<br />

ancora più radicalmente, esplode dalle<br />

«basiliche del Nulla» la tentazione del nichilismo,<br />

subito superata dall'affermazione<br />

dell'essere che vince sul niente,<br />

del bene che vince sul male, dalla luce<br />

che vince la tenebra. Il páthos e il lógos<br />

qui si intrecciano e si rincorrono. La loro<br />

lotta produce gemme sempre verdi di<br />

immagini che narrano il dramma di<br />

un'anima che si addentra nella realtà<br />

con lo scandaglio del sentimento e sullo<br />

sfondo della ragione aperta all'Assoluto.<br />

Ed ecco il grido dagli abissi a Colui<br />

che, sul chiaroscuro, si rivela come il<br />

«dolce Signore», «tenero come Mamma»,<br />

che asciuga le lacrime e rischiara<br />

il buio. E fa compiere la pasqua come<br />

passaggio da morte a vita, nell'esperienza<br />

emblematica del cuore diventato Porziuncola<br />

sotto il terso cielo di Assisi...<br />

La poesia di Maria D'Alessio Donnarumma<br />

qui apre al mistero che ci avvolge.<br />

E si fa profezia di speranza, «azzurra<br />

promessa nel cuore dell'ulivo». Questo<br />

cifrario divino si connette e si ricompone,<br />

facendosi volto di Chiara, sul cui<br />

sfondo si intravede quello di Francesco.<br />

C'è in questa poesia un chiaro atto della<br />

fede come consegna all'eterno Amore. E<br />

la fede non è facile, ma ci fa felici. È la<br />

fede nel Dio dell'uomo e nell'uomo, sia<br />

pure povera, ma vera immagine del Dio<br />

vivente. È questo il filo d'oro che sottende<br />

a tutte le liriche.


.<br />

ANTONIO FORTE<br />

Vescovo di Avellino<br />

PAGINA<br />

Il pellegrinaggio di Giovanni Paolo II<br />

in Terra Santa ha spinto due frati minori<br />

a compilare l'agile volumetto «In Terra<br />

Santa con i Papi» (Ed. Piemme,<br />

2000). La visita del Papa è stata ampiamente<br />

commentata dalla stampa mondiale<br />

e definita «il culmine del suo pontificato».<br />

Il Grande Giubileo del 2000 è stato un<br />

riferimento frequente nel magistero di<br />

Giovanni Paolo II, fin dalla sua ascesa al<br />

soglio pontificio, per cui la preparazione<br />

e la celebrazione del bimillenario della<br />

venuta di Cristo sulla terra, sono sfociate<br />

nel grande pellegrinaggio, che ha ripercorso<br />

tutto il cammino della storia<br />

della salvezza da Abramo, l'Arameo errante<br />

venuto dall'Iraq, alla tappa del Sinai,<br />

dove il popolo eletto ha incontrato<br />

il Dio dell'Alleanza che ne ha fatto il suo<br />

popolo, ai luoghi santi di Palestina che<br />

conservano il ricordo della nascita, della<br />

morte e della resurrezione del nostro<br />

Salvatore Cristo Gesù.<br />

La prima tappa non si è realizzata<br />

perché il governo iracheno non ha consentito<br />

al Santo Padre di raggiungere<br />

Aram. Tuttavia Giovanni Paolo II ha voluto<br />

rivivere quella visita spiritualmente,<br />

rievocando l'Alleanza del grande Patriarca<br />

nell'Aula Paolo VI.<br />

Ha compiuto invece il pellegrinaggio<br />

ai piedi del Sinai, richiamando il dono<br />

delle tavole della Legge come impegno<br />

del popolo eletto all'offerta di amicizia<br />

del Dio d'Israele.<br />

La terza tappa del suo pellegrinaggio<br />

è stata compiuta nella Terra di Gesù «diventata<br />

patrimonio spirituale di tutto il<br />

mondo dei cristiani che la desiderano visitare<br />

almeno una volta».<br />

Gli autori del volume tradiscono profondamente<br />

la loro estrazione culturale<br />

e spirituale: P. Marco Adinolfi, professore<br />

emerito di Sacra Scrittura, presso il<br />

Pontificio Ateneo «Antonianum» e lo<br />

Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme;<br />

P. Gian Battista Buzzone,<br />

docente di Sacra Scrittura presso l'istituto<br />

Superiore di Scienze Religiose di Albenga.<br />

Sono ambedue francescani del primo<br />

Ordine, per cui l'amore per la Terra<br />

4 .<br />

ANGELUS A sacerdoti e giovani della Serbia<br />

«Portate il mio affettuoso saluto<br />

a S.B. il Patriarca Pavle»<br />

Giovanni Paolo II ha guidato domenica<br />

mattina, 14 gennaio, la recita della preghiera<br />

mariana dell'«Angelus» in Piazza San<br />

Pietro. Al termine, dopo aver tenuto la riflessione<br />

che pubblichiamo in prima pagina,<br />

il Papa ha così salutato i gruppi di pellegrini<br />

di lingua spagnola presenti:<br />

Saludo cordialmente a los peregrinos<br />

de lengua española, de modo particular<br />

a los grupos de las parroquias<br />

del Sagrado Corazón y de San Francisco<br />

Javier de Caravaca de Murcia.<br />

Que Dios os bendiga en vuestra vida<br />

familiar y profesional y así deis prueba<br />

de adhesión a Cristo y a su Iglesia.<br />

Muchas gracias.<br />

Il Santo Padre ha poi aggiunto:<br />

Saluto ora un gruppo di sacerdoti e<br />

di giovani venuti dalla Serbia.<br />

Lhfub cdtintybwb b vkflb chgcrt<br />

ghfdjckfdyt Ifœfxrj-dfütdcrt<br />

tgfhñbøt, chlfxyj dfc gjplhfdüfv.<br />

Ljœhj ljikb!<br />

Gjctnf uhjœjdbvf cdtnbñ fgjcnjkf<br />

Gtnhf b Gfdkf b lheubñ cdtnbñ<br />

vextybrf, xbøb gjvty Hbv xedf, ytr<br />

exdhcnb dfie ñhbiáfycre dthe b<br />

gjlhæb dfc e pfepbvfûe lf pføtlyj<br />

cf jcnfkbv cfuhfàfybvf dfit ptvüt<br />

uhflbnt œeleáyjcn vbhf b hfpdbøfûf.<br />

Yf gjdhfnre e jnfãœbye gjytcbnt vjø<br />

üeœtpyb gjplhfd Ûtujde Œkfætycnde<br />

Gfnhbøfhñe Gfdke, dfitv Tgbcrjge<br />

Ghtjcdtintyjv Kfdhtynbøe, dfibv<br />

gjhjlbwfvf b ghbøfntübvf b dfitv<br />

lhfujv chgcrjv yfhjle.<br />

Ytrf dfc cdt œkfujckjdb Ujcgjl<br />

yfi Bcec Ñhbcnjc!<br />

Questa è una nostra traduzione italiana<br />

del saluto in lingua serba:<br />

Cari sacerdoti e giovani della Dioce-<br />

si serbo-ortodossa di Šabac-Valjevo, vi<br />

saluto cordialmente. Benvenuti!<br />

Il pellegrinaggio alle tombe dei Santi<br />

Apostoli Pietro e Paolo ed altri Santi<br />

Martiri, di cui Roma custodisce le<br />

memorie, rafforzi la vostra fede cristiana<br />

e vi sostenga nell'impegno di<br />

costruire insieme agli altri cittadini<br />

del vostro Paese un futuro di pace e<br />

di sviluppo. Ritornando in Patria,<br />

portate il mio affettuoso saluto a Sua<br />

Beatitudine il Patriarca Pavle, al vostro<br />

Ecc.mo Vescovo Lavrentije, ai vostri<br />

familiari ed amici ed al caro Popolo<br />

serbo.<br />

Gesù Cristo, nostro Signore, vi benedica<br />

tutti.<br />

Successivamente il Papa ha salutato i<br />

fedeli giunti dalla Polonia. Ecco le sue<br />

parole:<br />

Witam również pielgrzymów z Polski:<br />

z Mogilna — wspólnoty neokatechumenalne,<br />

z Nowego Targu —<br />

pracowników firmy budowlanej, konserwatorów<br />

oraz pielgrzymów indywidualnych.<br />

Niech wszystkim Bóg błogosławi!<br />

Questa è una nostra traduzione italiana<br />

del saluto ai polacchi:<br />

Saluto anche i pellegrini giunti dalla<br />

Polonia: da Mogilno, le comunità neocatecumenali;<br />

da Nowy Targ, i dipendenti<br />

di una ditta edile; un gruppo di<br />

restauratori e i pellegrini individuali.<br />

Dio benedica tutti!<br />

Infine Giovanni Paolo II ha così concluso<br />

in italiano:<br />

A tutti i romani e ai pellegini auguro<br />

una buona domenica.<br />

Un volume a cura dei Padri Marco Adinolfi e Gian Battista Buzzone<br />

In Terra Santa con i Papi<br />

Santa e per il Papa, ereditati da s. Francesco,<br />

sono abbondantemente rifluiti<br />

nella loro pubblicazione.<br />

Questo amore che segnò profondamente<br />

il Serafico Padre, per cui la<br />

venerazione al Papa «Signore apostolico»,<br />

come usava chiamarlo, e alla Terra<br />

Santa, che custodisce le orme del Figlio<br />

di Dio Incarnato, è ampiamente documentato,<br />

al punto che nella sua Regola<br />

pone come caposaldo della sua famiglia<br />

l'obbedienza al Papa, e la Terra<br />

Santa fu il sogno che cullò fino a quando<br />

non riuscì a raggiungerla nel 1220,<br />

dopo due tentativi andati a vuoto. Ma<br />

già prima di visitare quella Terra, Francesco<br />

inviò i suoi frati in quell'area, costituendo<br />

la Provincia di Siria che inglobava<br />

la Palestina.<br />

Di quella Provincia frate Elia, suo successore,<br />

più tardi, nel governo dell'Ordine,<br />

fu il primo Superiore Provinciale.<br />

«In Terra Santa con i Papi» è un<br />

omaggio a Giovanni Paolo II che ha<br />

compiuto la visita in Palestina, secondo<br />

Pontefice dopo Paolo VI. È una eloquente<br />

documentazione dell'attenzione e<br />

cura che i Sommi Pontefici hanno avuto<br />

per questi luoghi, santificati dalla presenza<br />

di Cristo.<br />

La struttura del volumetto si apre con<br />

una breve presentazione dei motivi della<br />

pubblicazione ed offre un'introduzione<br />

sul significato del pellegrinaggio nella<br />

Bibbia. È un capitolo ricco di preziose<br />

notizie, illuminanti per capire il senso<br />

del Giubileo cristiano. Questo insegnamento,<br />

nella riflessione di fede di Israele,<br />

acquistò, nell'arco della Rivelazione,<br />

dimensioni universali, giacché Cristo è il<br />

luogo e il tempio definitivo, dove l'umanità<br />

è chiamata a convenire per avere la<br />

salvezza di Dio.<br />

Negli ultimi due millenni il supremo<br />

Magistero della Chiesa ha insegnato<br />

che, pur essendo Cristo il Santuario<br />

unico al quale l'umanità è convocata,<br />

non cessi la pratica del pellegrinaggio ai<br />

Santuari della fede, perché è un ricco<br />

patrimonio spirituale da custodire e<br />

praticare.<br />

Giovanni Paolo II nella Lettera del luglio<br />

1999 «Il mio viaggio alle sorgenti»<br />

ribadisce l'importanza di «quegli spazi<br />

che Dio ha scelto per mettere “Tenda”<br />

tra di noi, così da consentire all'essere<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Lunedì-Martedì 15-16 Gennaio 2001<br />

Una veglia di preghiera per la pace<br />

in Terra Santa e un pellegrinaggio alla<br />

Basilica del Santo di Padova, seguendo<br />

a piedi l'antico sentiero tra la<br />

campagna già percorso ai suoi tempi<br />

da sant'Antonio: è stata questa la proposta<br />

che i francescani conventuali di<br />

Camposampiero (Padova) — luogo dove<br />

sant'Antonio trascorse l'ultimo periodo<br />

della sua vita —, hanno rivolto nei<br />

L'Arcivescovo Giovanni Battista Re conferisce l'ordinazione episcopale<br />

a Mons. Carlo Ghidelli, nuovo Presule dell'Arcidiocesi di Lanciano-Ortona<br />

I compiti del Vescovo: l'insegnamento della fede<br />

la santificazione e la guida del Popolo di Dio<br />

umano un contatto diretto con noi». E<br />

aggiunge, riferendosi ai luoghi della Palestina:<br />

«E la Provvidenza volle che per<br />

la cristianità d'Occidente fossero soprattutto<br />

i figli di Francesco d'Assisi, santo<br />

della povertà, della mitezza e della pace,<br />

a interpretare, in modo genuinamente<br />

evangelico, il legittimo desiderio cristiano<br />

di custodire i luoghi in cui affondano<br />

le nostre radici» (Ibidem, 4).<br />

Fermi restando i valori che l'antico<br />

pellegrinaggio biblico contiene: conversione,<br />

incontro con Dio e ritorno alla vita<br />

ordinaria rinnovata per l'ispirazione<br />

derivante da un'autentica esperienza di<br />

Dio, l'attualizzazione del pellegrinaggio<br />

è «...incontrare pienamente il Cristo,<br />

confessando la nostra fede in Lui e ricevendo<br />

l'abbondanza della sua misericordia»<br />

(Ibidem, 12). Tutto questo il Papa<br />

ha vissuto con il pellegrinaggio in Terra<br />

Santa. Il volume ripercorre in altrettanti<br />

capitoletti le quindici tappe di Giovanni<br />

Paolo II.<br />

Ogni capitolo si apre con un passo<br />

della 1ª Lettera di Pietro, puntualmente<br />

commentato in modo sobrio, abbinato<br />

ad un breve passo del discorso pronunziato<br />

da Giovanni Paolo II nella visita al<br />

luogo.<br />

Seguono poi tre testi di Sommi Pontefici,<br />

di cui il primo rivela i rapporti dei<br />

Papi con la Terra di Gesù, il secondo richiama<br />

il messaggio spirituale del luogo,<br />

il terzo esprime la sollecitudine e la stima<br />

verso i frati francescani che custodiscono<br />

i luoghi santi.<br />

Impreziosiscono il volumetto le testimonianze<br />

di Don Angelo Roncalli e di<br />

Mons. Karol Wojtyła, rilasciate, rispettivamente,<br />

nella visita in Terra Santa nel<br />

1906 e nel 1963.<br />

La ricchezza della documentazione<br />

consente di conoscere la storia dei<br />

santuari e la cura che la Chiesa ha<br />

avuto per consentire alla cristianità di<br />

poterli visitare. Nello stesso tempo il<br />

testo biblico commentato e la preghiera<br />

di Giovanni Paolo II che chiude ogni<br />

capitolo consentono di rifare spiritualmente<br />

il pellegrinaggio ai luoghi della<br />

Terra Santa che restano tra tutti i santuari<br />

della cristianità la perla della geografia<br />

della fede, che il percorso del Papa<br />

ha reso più familiari e più cari a tutto<br />

il mondo.<br />

Padova: veglia di preghiera per la pace in Terra Santa<br />

L'Arcivescovo Giovanni Battista<br />

Re, Prefetto della Congregazione per<br />

i Vescovi, ha presieduto domenica<br />

pomeriggio, 14 gennaio, nella Cattedrale<br />

Madonna del Ponte in Lanciano,<br />

la Celebrazione Eucaristica per<br />

l'ordinazione episcopale di Mons.<br />

Carlo Ghidelli, nuovo Presule dell'Arcidiocesi<br />

di Lanciano-Ortona.<br />

Pubblichiamo il testo dell'omelia<br />

dell'Arcivescovo Giovanni Battista<br />

Re:<br />

Carissimo Mons. Carlo Ghidelli;<br />

Venerati Confratelli nell'Episcopato<br />

e nel sacerdozio;<br />

Onorevoli Autorità civili e accademiche;<br />

Stimati Docenti, studenti e amici<br />

dell'Università Cattolica del Sacro<br />

Cuore;<br />

Carissimi fratelli e sorelle in Cristo.<br />

1. Rare volte sono risuonate parole<br />

così solenni e così impegnative come<br />

quelle che abbiamo udito nel Vangelo<br />

or ora letto: «Mi è stato dato ogni<br />

potere in cielo e in terra: andate e<br />

ammaestrate tutte le genti... fino alla<br />

fine dei secoli» (Mt 28, 18-20). E sono<br />

state pronunciate davanti a un gruppetto<br />

di persone, reso ancor più piccolo<br />

— come sappiamo — per il tradimento<br />

di una di esse. Erano rimasti<br />

in undici.<br />

Ma come poteva quel piccolo<br />

gruppo di Apostoli andare in tutto il<br />

mondo a predicare il Vangelo... sino<br />

alla fine dei tempi?<br />

Nel disegno di Cristo — che dirà<br />

«chi ascolta voi ascolta me e chi disprezza<br />

voi disprezza me» (Lc 10, 16)<br />

— quegli Apostoli avrebbero avuto<br />

dei successori: al Collegio degli Apostoli<br />

sarebbe subentrato il Collegio<br />

dei Vescovi, mediante la «successione<br />

apostolica» che si realizza con il rito<br />

dell'imposizione delle mani. Le mie<br />

mani e quelle dei Vescovi presenti,<br />

che si protenderanno sul capo dell'ordinando<br />

Vescovo, continueranno<br />

quella lunghissima catena attraverso<br />

la quale si risale nei secoli e si giunge<br />

fino a Cristo stesso.<br />

2. L'autenticità della Chiesa è legata<br />

alla «successione apostolica»,<br />

che collega la Chiesa di oggi con<br />

quella fondata da Cristo. Nei primi<br />

secoli, la successione è avvenuta in<br />

modo semplice nelle catacombe o in<br />

case private. Anche se atto solenne e<br />

tra i più alti della Comunità cristiana,<br />

essa si realizza col semplice gesto<br />

giorni scorsi alle migliaia di giovani della<br />

zona.<br />

L'invito era semplice ed esplicito:<br />

«Vieni, cammina e prega». Centinaia di<br />

adulti e di giovani hanno risposto, trascorrendo<br />

una serata dimeditazione e di<br />

riflessione.<br />

I santuari antoniani di Camposampiero<br />

sono definiti anche «Piccola Betlemme<br />

Antoniana», per la visione che sant'Anto-<br />

dell'imposizione delle mani da parte<br />

dei successori degli Apostoli e l'invocazione<br />

dello Spirito Santo.<br />

Mediante questa catena ininterrotta<br />

di mani protese nel solenne Rito<br />

dell'Ordinazione sacra, Mons. Carlo<br />

Ghidelli è mandato da Cristo e dalla<br />

Chiesa a questa Arcidiocesi di Lanciano-Ortona,<br />

per continuare l'opera<br />

di Cristo e per perpetuare la presenza<br />

di Lui che guida e pasce il suo popolo.<br />

L'ordinazione avviene in questa<br />

splendida Cattedrale, ricca di fede e<br />

carica di storia e di arte. E Mons.<br />

Ghidelli è inviato per il servizio dell'insegnamento<br />

della fede, della santificazione<br />

e della guida, per il popolo<br />

di Dio di questa Arcidiocesi, che<br />

ha una grande storia ed è stata testimone<br />

nell'VIII secolo di un miracolo<br />

eucaristico, che ha reso noto nel<br />

mondo intero il nome di Lanciano.<br />

Una Chiesa, questa, non grande per<br />

dimensione, ma conosciuta per il suo<br />

glorioso passato e non priva di vivacità<br />

religiosa al presente. E a questa<br />

Cattedrale il nuovo Arcivescovo è<br />

giunto partendo in processione dall'artistica<br />

basilica che custodisce le<br />

testimonianze del primo miracolo eucaristico<br />

che la storia ricorda. Gesto,<br />

questo, profondamente significativo,<br />

che richiama alla mente come l'Eucaristia,<br />

centro e cuore della vita della<br />

Chiesa, deve essere il centro e il<br />

cuore della vita di ogni cristiano all'alba<br />

del terzo millennio.<br />

3. Quando io sono stato ordinato<br />

Vescovo dal Papa Giovanni Paolo II<br />

13 anni or sono, il Santo Padre mi<br />

disse che «la chiamata all'episcopato<br />

significa anche chiamata ad un rapporto<br />

di particolare amicizia e di intimità<br />

con Cristo». Questa stessa esortazione<br />

io desidero ripetere a te, caro<br />

Mons. Ghidelli. Costituendoti successore<br />

degli Apostoli, Cristo ti chiama<br />

ad una amicizia più intima con Lui;<br />

ti chiama ad un più intenso colloquio<br />

con Lui mediante la preghiera, per<br />

essere un pastore secondo il suo<br />

Cuore. È dalla preghiera, infatti, che<br />

attingerai la forza per il servizio al<br />

popolo di Dio al quale sei destinato.<br />

A Dio parlerai del tuo popolo nella<br />

preghiera, e al tuo popolo parlerai di<br />

Dio (cfr sant'Agostino). Il Vescovo<br />

non vive più per se stesso, ma per i<br />

suoi diocesani. Il suo cuore, la sua<br />

mente, le sue energie sono tutte unicamente<br />

orientate verso i sacerdoti, i<br />

religiosi, le religiose e i fedeli a lui affidati.<br />

Il Sacramento dell'episcopato, infatti,<br />

è mistero di intimità con Cristo,<br />

di amore e di dedizione a Lui, per<br />

continuare la sua opera sulla terra e<br />

realizzare il disegno di amore di Dio<br />

nei riguardi degli uomini e delle donne<br />

del nostro tempo. Per questo,<br />

ogni Vescovo è un inviato. Cristo ha<br />

detto: «andate...»!<br />

Attraverso la mediazione della<br />

Chiesa, caro Mons. Ghidelli, Dio ti<br />

consacra questa sera, e ti invia a<br />

questa Chiesa di Lanciano-Ortona.<br />

La forza e lo stile della tua missione<br />

vengono da Dio. E quando dovesse<br />

accadere di scoraggiarti perché trovi<br />

le porte chiuse e gli orecchi sordi al<br />

tuo annuncio del Vangelo, ricordati<br />

che è Dio che ti manda. Cristo non<br />

ha garantito ai suoi Apostoli, e tanto<br />

meno ai loro successori, un'accoglienza<br />

assicurata, le porte aperte...<br />

una vita facile. Nemmeno ha garantito<br />

la vita (tutti ricordiamo al riguardo<br />

il dialogo del Card. Federigo Borromeo<br />

con Don Abbondio), sì, non<br />

ha garantito nemmeno la vita, ma ha<br />

garantito di sicuro l'assistenza dello<br />

Spirito Santo — quello Spirito che le<br />

popolazioni di Lanciano-Ortona, insieme<br />

con gli Amici qui venuti da<br />

tante parti, invocano per te in forma<br />

abbondante in questo rito solenne.<br />

Tu sei mandato per portare luce<br />

dove vi sono tenebre, per portare<br />

amore dove c'è odio, per portare pace<br />

dove c'è violenza, per portare speranza<br />

agli uomini e alle donne del<br />

nostro tempo, che ne sono così assetati,<br />

per liberare dal peccato chi vi è<br />

immerso, per consolare chi è afflitto,<br />

per portare ad ogni cuore Cristo nostro<br />

Salvatore.<br />

4. Nei compiti che ti attendono,<br />

caro Mons. Ghidelli, ti sarà di grande<br />

aiuto la formazione che hai ricevuto,<br />

lo studio della Sacra Scrittura a cui ti<br />

sei dedicato nei tuoi anni giovanili,<br />

l'esperienza che hai fatto come Segretario<br />

del Vescovo della tua Diocesi<br />

di origine e, poi, l'esperienza acquisita<br />

in un orizzonte più vasto negli<br />

anni in cui sei stato Sotto-Segretario<br />

della Conferenza Episcopale Italiana<br />

e, infine, dedicandoti all'assistenza<br />

pastorale e religiosa delle varie<br />

sedi dell'Università Cattolica del<br />

Sacro Cuore.<br />

Oggi, il ruolo del Vescovo è illustrato<br />

in termini di servizio: servizio<br />

a Dio e al suo popolo. Un Vescovo è<br />

16 gennaio: memoria di san Marcello I, Papa e martire<br />

Il «Rettore» di Roma<br />

COSMO FRANCESCO RUPPI<br />

Arcivescovo di Lecce<br />

Per molto tempo si è pensato che<br />

questo Papa non sia mai esistito; anzi,<br />

che egli non sia altro che lo stesso Papa<br />

Marcellino, divenuto Vescovo di<br />

Roma il 30 giugno 296 e morto il 25<br />

ottobre 304; ma gli storici, fatta eccezione<br />

per il Momsen, non hanno dubbi<br />

sulla storicità di questo Pontefice, che<br />

ebbe un papato brevissimo, dalla fine<br />

del 306 al 16 gennaio del 308.<br />

Si tratta, dunque, di un anno e pochi<br />

mesi di pontificato, ma già nel Liber<br />

Pontificalis è annoverato come<br />

santo e festeggiato il 16 gennaio, giorno<br />

della sua nascita al cielo.<br />

Ad essere esatti, però, è doveroso ricordare<br />

che nel Liber Pontificalis a<br />

questo Papa si danno cinque anni e<br />

mezzo di pontificato, mentre il Catalogo<br />

Liberiano gli attribuisce un anno e<br />

mezzo soltanto.<br />

Nessun dubbio pertanto sulla storicità<br />

di san Marcello e neppure sulla sua<br />

distinzione e successione a san Marcellino,<br />

anche se, nell'antico canone romano<br />

san Marcellino viene ricordato<br />

dopo Ignazio e Alessandro, mentre san<br />

Marcello non è citato.<br />

Papa agli inizi del secolo IV, san<br />

Marcello ebbe la responsabilità di avviare<br />

l'organizzazione della Chiesa di<br />

Roma e tra l'altro, forse impropriamente,<br />

si attribuisce a lui la divisione<br />

della città in 25 tituli ossia in 25 parrocchie<br />

affidate a un presbitero romano,<br />

anticipo dei cosiddetti titoli cardinalizi.<br />

Se, però, tale impresa non fu condotta<br />

esplicitamente da san Marcello,<br />

di certo fu da lui avviata, in considerazione<br />

del nuovo clima che si respirava:<br />

si stava uscendo, infatti, dal tempo<br />

delle persecuzioni e si cominciava a respirare<br />

un'aria di quasi libertà che dava<br />

al Vescovo di Roma la possibilità di<br />

porre mano ad un'azione pastorale più<br />

organica e più visibile.<br />

In un suo componimento poetico,<br />

Damaso chiama san Marcello un Papa<br />

di grande penitenza ed in realtà dalle<br />

poche notizie che abbiamo di lui sappiamo<br />

che suscitò molti consensi, ma<br />

anche non pochi dissensi, perché inter-<br />

nio ebbe del Bambino Gesù; inoltre essi<br />

ricordano anche il soggiorno del Santo<br />

dopo le fatiche estenuanti di una sua<br />

predicazione a Padova per riportare la<br />

pace nella città.<br />

L'incontro di preghiera per la pace tra<br />

cristiani, ebrei e musulmani è iniziato<br />

con la veglia nella cella della Visione<br />

del santuario di Camposampiero, cui ha<br />

fatto seguito la testimonianza di suor<br />

venne decisamente per il rientro nella<br />

Chiesa di tutti coloro che, a causa delle<br />

recenti persecuzioni, se ne erano allontanati.<br />

Ma era naturale che chiedesse a<br />

questi neo-convertiti l'esercizio di molte<br />

penitenze, il che gli creò forti opposizioni<br />

e durissime reazioni.<br />

Forse per questo Damaso lo chiama<br />

rigorista; non lo era però, solo per gli<br />

altri, ma innanzitutto per se stesso.<br />

A questo proposito, le poche cronache<br />

del tempo ricordano anche alcuni<br />

disordini determinati da tale rigorismo,<br />

tanto che fu necessario l'intervento di<br />

Massenzio per sedarli.<br />

Va altresì ricordata la denuncia che<br />

un apostata fece nei confronti di questo<br />

santo Pontefice, definendolo un disturbatore<br />

dell'ordine pubblico e della<br />

pace sociale.<br />

La morte di san Marcello avvenne<br />

probabilmente durante uno di questi<br />

tumulti; di certo avvenne fuori Roma,<br />

ma il suo corpo venne subito portato a<br />

Romaesepoltonelcimiterodi Priscilla.<br />

Sulla morte di Papa Marcello fiorì<br />

una spassosa leggenda, riferita dal Liber<br />

Pontificalis che può essere utile riferire:<br />

poiché il santo si rifiutò di offrire<br />

sacrifici agli dei, Massenzio trasformò<br />

la sua casa in una stalla per i cavalli<br />

imperiali, obbligando il povero<br />

Papa a divenire palafreniere e servitore<br />

di stalla.<br />

È certo, comunque, che san Marcello<br />

non morì martire, come la gran parte<br />

dei suoi predecessori, ma fu un santo<br />

confessore, come è attestato dal<br />

Martirologio Geronimiano.<br />

La sua tomba fu eretta nel cimitero<br />

di Balbina sulla via Ardeatina e sul finire<br />

del secolo VI san Gregorio Magno<br />

ne inviò le reliquie alla città di Ravenna,<br />

perché fossero conservate, in occasione<br />

della costruzione di una nuova<br />

chiesa.<br />

Sulla origine di Papa Marcello non<br />

vi sono dubbi: era un romano e sentiva<br />

forte l'appartenenza alla sua città;<br />

era già molto stimato come presbitero<br />

romano durante il pontificato di san<br />

Marcellino, anzi la sua successione fu<br />

più che ovvia, perché sembrava a molti<br />

come il naturale continuatore di<br />

quel buon Papa, ingiustamente accusato<br />

di donatismo.<br />

Sandrina Codebò, delle Suore Elisabettine,<br />

che a Betlemme gestiscono un «baby<br />

hospital». Poi è partita la processione:<br />

otto ore di cammino lungo i venti<br />

chilometri, che separano Camposampiero<br />

dalla città di Padova. Nella Basilica<br />

del Santo è stata celebrata la Santa<br />

Messa.<br />

CLAUDIO ZERBETTO<br />

servitore di tutti. Un Vescovo serve<br />

Dio e, per suo amore, serve gli uomini<br />

con la parola, quale maestro di fede,<br />

con l'amministrazione dei sacramenti<br />

e con la guida pastorale.<br />

Missione sublime, ma insieme carica<br />

di responsabilità: guidare anime<br />

verso un destino eterno nella società<br />

secolarizzata di oggi, orientare in tal<br />

senso volontà libere, portare intelligenze,<br />

umili o piene di sé, all'accettazione<br />

della verità rivelata, con una<br />

fede che ispira le scelte della vita, ricordare<br />

verità che si cerca di dimenticare,<br />

è un compito talmente alto e<br />

arduo da far tremare.<br />

Ma la potenza dello Spirito Santo<br />

sarà con il nuovo Vescovo. Lo Spirito<br />

dato da Gesù agli Apostoli dopo la<br />

sua Risurrezione, nell'inviarli a predicare<br />

e testimoniare il Vangelo nel<br />

mondo intero, scenderà ora su questo<br />

nuovo Vescovo della vostra Arcidiocesi.<br />

5. L'inizio del ministero del nuovo<br />

Vescovo, cari fedeli di Lanciano-Ortona,<br />

avviene ad una settimana dalla<br />

chiusura dell'Anno Santo, nel quale<br />

abbiamo celebrato i duemila anni<br />

della nascita di Gesù Cristo, un anno<br />

in cui grande è stata la gioia della<br />

Chiesa, che si è dedicata a contemplare<br />

il volto del Signore.<br />

Il simbolo della Porta Santa che si<br />

è chiusa alle nostre spalle per lasciare<br />

spalancata la porta viva che è Cristo,<br />

è un invito a guardare con fiducia<br />

al futuro. È un invito soprattutto<br />

a riprendere il cammino col vigore di<br />

una nuova giovinezza sotto la guida<br />

del pastore che questasera,dopol'Ordinazioneepiscopale,inizia<br />

il<br />

suo ministero e il suo cammino in<br />

mezzo a voi. Un invito a ripartire da<br />

Cristo, come ha detto il Papa al momento<br />

della chiusura dell'Anno Santo.<br />

Al termine del brano evangelico<br />

sono risuonate le parole di Gesù:<br />

«Ecco io sono con voi tutti i giorni,<br />

fino alla fine del mondo» (Mt 28, 20).<br />

Questa certezza ha accompagnato la<br />

Chiesa per due millenni. Da essa anche<br />

noi dobbiamo attingere — come<br />

ci esorta il Papa nella Lettera Apostolica<br />

«Novo Millennio ineunte» — un<br />

«rinnovato slancio nella vita cristiana»<br />

(n. 29), un vero rinnovamento<br />

spirituale. Questa certezza è una luce<br />

che illumina l'esistenza e che permette<br />

di godere con serenità le gioie che<br />

su questa terra sono possibili: la gioia<br />

dell'amicizia, la bellezza del creato,<br />

la felicità dell'amore benedetto da<br />

Dio, la gioia della famiglia che nasce<br />

e vive nell'armonia e che è allietata<br />

dal sorriso di nuove vite; la gioia di<br />

una vita onesta e di aver compiuto il<br />

proprio dovere.<br />

È una luce, questa, che ci assicura<br />

che la vita ha un senso e merita di<br />

essere vissuta, perché «Dio ha tanto<br />

amato il mondo da dare il suo Figlio<br />

unigenito, perché chi crede in Lui...<br />

abbia la vita eterna» (Gv 3, 16); perché<br />

Dio è con noi fino alla fine del<br />

mondo.<br />

La processione introitale era partita<br />

dalla chiesa di san Francesco, custode<br />

del Miracolo Eucaristico. Alla<br />

celebrazione in Cattedrale, svoltasi<br />

alla presenza di una moltitudine di<br />

fedeli, provenienti dall'Arcidiocesi di<br />

Lanciano-Ortona e dalla diocesi di<br />

Crema, ha partecipato una delegazione<br />

dell'Università Cattolica del<br />

Sacro Cuore, di cui Mons. Ghidelli è<br />

stato a lungo Assistente generale.<br />

Con-consacranti erano l'Arcivescovo<br />

emerito di Lanciano-Ortona,<br />

Mons. Enzio d'Antonio, e il Vescovo<br />

di Crema, Mons. Angelo Paravisi.<br />

Hanno partecipato i Vescovi della<br />

regione ecclesiastica Abruzzo-Molise:<br />

Mons. Tommaso Valentinetti, Vescovo<br />

di Termoli-Larino; Mons. Armando<br />

Dini, Arcivescovo di Campobasso-<br />

Boiano; Mons. Giuseppe di Falco,<br />

Vescovo di Sulmona-Valva; Mons.<br />

Antonio Nuzzi, Vescovo di Teramo-<br />

Atri; Mons. Lucio Renna, Vescovo di<br />

Avezzano; Mons. Francesco Cuccarese,<br />

Arcivescovo di Pescara-Penne;<br />

Mons. Edoardo Menichelli, Arcivescovo<br />

di Chieti-Vasto; Mons. Giuseppe<br />

Molinari, Arcivescovo dell'Aquila;<br />

Mons. Andrea Gemma, Vescovo di<br />

Isernia-Venafro; Mons. Antonio Santucci,<br />

Vescovo di Trivento.<br />

Erano inoltre presenti l'Arcivescovo<br />

Paolo Sardi, Nunzio Apostolico<br />

con Incarichi Speciali; Mons. Domenico<br />

D'Ambrosio, Arcivescovo di<br />

Foggia-Bovino; Mons. Claudio Baggini,<br />

Vescovo di Vigevano; Mons. Giulio<br />

Sanguineti, Arcivescovo di Brescia;<br />

Mons. Cesare Bonicelli, Vescovo<br />

di Parma; Mons. Francesco Lambiasi,<br />

Vescovo di Anagni-Alatri;<br />

Mons. Cleto Bellucci, Vescovo emerito<br />

di Fermo; Mons. Libero Tresoldi,<br />

Vescovo emerito di Crema; Mons.<br />

Vincenzo Franco, Vescovo emerito<br />

di Otranto; Mons. Vasco Giuseppe<br />

Bertelli, Vescovo emerito di Volterra.


.<br />

PAGINA<br />

5 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Lunedì-Martedì 15-16 Gennaio 2001<br />

UDIENZA Il discorso di Giovanni Paolo II all'Almo Collegio Capranica<br />

Ripartire da Cristo! Ecco il vostro programma<br />

in questa fase iniziale del nuovo millennio<br />

«Ripartire da Cristo! Ecco il vostro<br />

programma in questa fase iniziale del<br />

nuovo millennio». Con queste parole<br />

Giovanni Paolo II si è rivolto alla comunità<br />

dell'Almo Collegio Capranica, ricevuta<br />

in udienza nella mattina di lunedì<br />

15 gennaio, nella Sala del Concistoro. Il<br />

gruppo era guidato dal Cardinale Camillo<br />

Ruini, Presidente della Commissione<br />

Episcopale preposta alla direzione del<br />

Collegio, e dal Rettore Mons. Michele<br />

Pennisi. Questo è il testo del discorso<br />

del Santo Padre:<br />

Signor Cardinale,<br />

Venerati Fratelli nell'Episcopato<br />

e nel Sacerdozio,<br />

Carissimi Alunni dell'Almo Collegio<br />

Capranica!<br />

1.Sono lieto di accogliervi in<br />

questa speciale Udienza, divenuta<br />

ormai una gradita consuetudine,<br />

in prossimità della memoria liturgica<br />

di sant'Agnese, vostra particolare<br />

Patrona. Rivolgo un riconoscente<br />

pensiero al Cardinale Camillo<br />

Ruini, Presidente della Commissione<br />

Episcopale preposta alla direzione<br />

del Collegio, per le parole con<br />

le quali si è fatto interprete dei sentimenti<br />

di tutti i presenti. Estendo<br />

il mio saluto cordiale ai Vescovi<br />

della Commissione, al Rettore,<br />

Mons. Michele Pennisi, ai Superiori<br />

ed a voi, carissimi Seminaristi<br />

della Comunità capranicense. Essa<br />

a buon diritto si iscrive fra le più<br />

antiche ed illustri istituzioni dedite<br />

alla formazione spirituale e teologica<br />

dei Presbiteri della Diocesi di<br />

Roma, ed è aperta al servizio delle<br />

Diocesi d'Italia e di altri Paesi.<br />

La vostra visita assume quest'anno<br />

un significato particolare, poiché<br />

avviene all'indomani della conclusione<br />

del Giubileo, che ha lasciato<br />

all'intera comunità cristiana<br />

una grande eredità da accogliere e<br />

far maturare, per orientare i propri<br />

passi nel nuovo millennio.<br />

2.Ho raccolto le linee essenzia-<br />

UDIENZA Il Santo Padre al Dirigente, ai Funzionari ed Agenti dell'Ispettorato dei Servizi di Sicurezza presso il Vaticano<br />

La mia riconoscenza per quanto avete compiuto<br />

non senza sacrificio, durante il Grande Giubileo dell'Anno Duemila<br />

«Sono oggi particolarmente lieto di questa circostanza,<br />

che mi offre l'opportunità di esprimervi,<br />

con rinnovata stima, la mia riconoscenza per quanto<br />

avete compiuto, non senza sacrificio, durante il<br />

Grande Giubileo dell'Anno Duemila». Lo ha detto<br />

Giovanni Paolo II al Dirigente, ai Funzionari ed<br />

Agenti dell'Ispettorato dei Servizi di Sicurezza presso<br />

il Vaticano, ricevuti in udienza nella mattina di<br />

lunedì 15 gennaio, nella Sala Clementina. Questo è<br />

il testo del discorso del Santo Padre:<br />

Signor Dirigente,<br />

Signori Funzionari ed Agenti!<br />

1.Benvenuti a quest'incontro di inizio<br />

d'anno! Saluto il Dirigente Generale, Dott.<br />

Roberto Scigliano, e lo ringrazio per i sentimenti<br />

che, a nome di tutti, ha voluto manifestarmi.<br />

Desidero far pervenire il mio deferente<br />

saluto anche al Capo della Polizia, al Questore<br />

di Roma e ai Dirigenti delle Specialità<br />

della Polizia di Stato, che collaborano nel garantire<br />

la sicurezza in questo vostro Ispettorato.<br />

Un saluto quanto mai affettuoso ad ognuno<br />

di voi, cari Agenti, che quotidianamente<br />

lavorate con discrezione ed efficienza. Grazie,<br />

poi, di cuore per il significativo dono che<br />

quest'oggi mi offrite, la Croce di Cristo, segno<br />

di speranza e di salvezza per ogni cristiano.<br />

2.Sono oggi particolarmente lieto di questa<br />

circostanza, che mi offre l'opportunità di<br />

esprimervi, con rinnovata stima, la mia riconoscenza<br />

per quanto avete compiuto, non<br />

senza sacrificio, durante il Grande Giubileo<br />

dell'Anno Duemila.<br />

Grazie a Dio, — come ha osservato il Dirigente<br />

Generale — le intense giornate giubilari<br />

sono trascorse senza gravi episodi di disordine<br />

o di pericolo. Anzi, il clima dominante è<br />

stato senza dubbio quello della serenità. E<br />

proprio per questo sento il bisogno di rendere<br />

merito alle Forze di Sicurezza, che hanno saputo<br />

prevenire e vigilare, a beneficio di tutti.<br />

Se ripenso agli eventi che la Provvidenza ci<br />

ha dato di vivere, specialmente alla Giornata<br />

Mondiale della Gioventù, ma anche ai Giubilei<br />

delle famiglie, dei lavoratori, dei disabili e<br />

a tanti altri appuntamenti giubilari, mi rendo<br />

conto di quante difficoltà abbiate dovuto<br />

affrontare. Vi ho visto collaborare con intelligenza<br />

e generosità insieme con i Volontari<br />

del Giubileo. Per tanti pellegrini, individui,<br />

famiglie e gruppi, siete stati un punto di riferimento<br />

sicuro. Per questo dico grazie di cuore<br />

a ciascuno di voi a nome della Chiesa, e<br />

li di tale preziosa eredità e le ho<br />

presentate alla riflessione di tutti i<br />

credenti, in questo passaggio di secolo<br />

e di millennio, nella Lettera<br />

apostolica Novo Millennio ineunte.<br />

Ho voluto firmare il Documento alla<br />

presenza della Comunità ecclesiale,<br />

durante la solenne celebrazione<br />

liturgica al termine del Giubileo.<br />

Mi è caro, oggi, segnalare alla<br />

vostra considerazione questa Lettera,<br />

invitandovi a farla oggetto<br />

della vostra riflessione, al fine di<br />

trarne ispirazione per il vostro<br />

«La vostra visita assume quest'anno un significato particolare,<br />

poiché avviene all'indomani della conclusione del Giubileo,<br />

che ha lasciato all'intera comunità cristiana una grande eredità<br />

da accogliere e far maturare, per orientare i propri passi<br />

nel nuovo millennio... Ho raccolto le linee essenziali<br />

di tale preziosa eredità e le ho presentate alla riflessione di tutti<br />

i credenti, in questo passaggio di secolo e di millennio,<br />

nella Lettera apostolica “Novo Millennio ineunte”»<br />

(Giovanni Paolo II all'Almo Collegio Capranica)<br />

cammino personale e comunitario.<br />

In modo speciale, desidero raccomandarvi<br />

di approfondire ciò che<br />

considero il nucleo essenziale dell'eredità<br />

del Giubileo: l'impegno di<br />

ripartire da Cristo. Non sta forse<br />

nella contemplazione del volto di<br />

Cristo il cuore di tutta la formazione<br />

umana, culturale e spirituale<br />

alla quale vi state dedicando come<br />

candidati al ministero ordinato?<br />

Proprio perché chiamati a seguire<br />

più da vicino il Maestro, siete<br />

invitati a restare assidui «contem-<br />

sono certo che il vostro servizio durante questo<br />

anno ha attirato stima ed apprezzamento,<br />

oltre che a voi, alle stesse Istituzioni dello<br />

Stato.<br />

3.Nutro la speranza che, benché impegnati<br />

nell'adempimento dei vostri doveri, abbiate<br />

potuto risentire positivamente del clima<br />

di fede e di festa cristiana che nei mesi scorsi<br />

si è vissuto in modo intenso qui a Roma,<br />

specialmente intorno alle Basiliche maggiori.<br />

Vale anche per voi ciò che ho scritto nella<br />

Lettera apostolica Novo Millennio ineunte: «È<br />

impossibile misurare l'evento di grazia che,<br />

nel corso dell'anno, ha toccato le coscienze.<br />

Ma certamente “un fiume d'acqua viva” ... si<br />

è riversato sulla Chiesa» (n. 1).<br />

È tempo ora di incanalare quest'acqua salutare<br />

negli spazi ordinari della vita, nelle occupazioni<br />

quotidiane: in famiglia, al lavoro,<br />

nelle relazioni interpersonali e sociali, nel<br />

tempo libero. Come il Dott. Scigliano ha opportunamente<br />

ricordato, il Giubileo è finito,<br />

platori del suo volto» (Novo Millennio<br />

ineunte, 16). Potrete così essere,<br />

a vostra volta, testimoni e guide<br />

per gli uomini e per le donne del<br />

nostro tempo, rendendovi capaci di<br />

condurli a scoprire la bellezza e la<br />

maestà di Cristo.<br />

«Vogliamo vedere Gesù» (Gv 12,<br />

21): il desiderio espresso da alcuni<br />

pellegrini greci nell'imminenza della<br />

Pasqua è lo stesso che emerge<br />

nel cuore di molti nostri contemporanei.<br />

Come Filippo e Andrea (cfr<br />

Gv 12, 22), anche voi dovrete saper-<br />

resta però di esso nel nostro cuore un segno<br />

indelebile. Nulla potrà essere come prima!<br />

Questo vale anzitutto per i credenti, che un<br />

nuovo entusiasmo deve spingere a ripudiare<br />

compromessi e mediocrità, animandoli a<br />

compiere in ogni campo ciò che è meglio.<br />

Quest'invito si estende anche a chi non si dichiara<br />

credente. Dipenderà, infatti, dalla<br />

buona volontà di tutti far sì che tra gli effetti<br />

del Giubileo vi sia, com'è giusto, una migliore<br />

«salute», per così dire, dell'intero corpo sociale.<br />

Voi, carissimi amici, nel riprendere il ritmo<br />

ordinario della vostra attività, diffondete<br />

attorno a voi serenità e fiducia. Nel vostro<br />

quotidiano servizio vi accompagni la protezione<br />

di Maria, che maternamente vigila su<br />

voi e sulle vostre famiglie. Da parte mia, vi<br />

assicuro un ricordo nella preghiera e, mentre<br />

auguro ogni bene a voi ed ai vostri cari per<br />

l'anno da poco iniziato, tutti di cuore vi benedico.<br />

«Nel riprendere il ritmo ordinario della vostra attività,<br />

diffondete attorno a voi serenità e fiducia.<br />

Nel vostro quotidiano servizio vi accompagni la protezione di Maria,<br />

che maternamente vigila su voi<br />

e sulle vostre famiglie. Da parte mia, vi assicuro un ricordo<br />

nella preghiera e, mentre auguro ogni bene<br />

a voi ed ai vostri cari per l'anno da poco iniziato,<br />

tutti di cuore vi benedico»<br />

(Giovanni Paolo II all'Ispettorato dei Servizi di Sicurezza presso il Vaticano)<br />

li condurre a fare un'esperienza diretta<br />

del Maestro divino. Ciò suppone<br />

in voi stessi un'abituale comunione<br />

profonda con Lui, grazie<br />

ad un costante orientamento della<br />

vostra attività e della stessa vostra<br />

vita verso la persona di Cristo.<br />

Quanto più il vostro sguardo resterà<br />

fisso sul suo volto, tanto più sarete<br />

in grado di seguirne fedelmente<br />

le orme. Avanzerete così sulla<br />

via della spiritualità e conoscerete<br />

la gioia che è propria degli autentici<br />

operai del Vangelo.<br />

3.Ripartire da Cristo! Ecco il<br />

vostro programma in questa fase<br />

iniziale del nuovo millennio. Il Risorto<br />

è continuamente presente ed<br />

opera misteriosamente nella Comunità<br />

dei suoi discepoli. La sua promessa:<br />

«Ecco, io sono con voi tutti<br />

i giorni, fino alla fine del mondo»<br />

(Mt 28, 20) costituisce un costante<br />

conforto.<br />

Carissimi Alunni, ci sostiene in<br />

questo sforzo l'esempio e l'intercessione<br />

di una schiera innumerevole<br />

di santi e di martiri che, in venti<br />

secoli di storia, sono rimasti fedeli<br />

a Cristo. Quanti di essi hanno reso<br />

gloriosa la nostra veneranda Chiesa<br />

di Roma! Tra questi, a voi particolarmente<br />

cara è la vostra speciale<br />

Patrona, sant'Agnese, che visse e<br />

testimoniò la propria personale<br />

adesione a Cristo nella verginità e<br />

nel martirio.<br />

Vi affido alla celeste intercessione<br />

di questa martire romana, affinché<br />

siate assidui contemplatori del<br />

volto di Cristo. Vi protegga, altresì,<br />

Maria, Madre della Chiesa, ed ottenga<br />

per ciascuno di voi un anno<br />

ricco di frutti spirituali e culturali.<br />

Con questi sentimenti, imparto a<br />

voi Alunni qui presenti, ai vostri<br />

Superiori e Formatori ed all'intera<br />

Comunità del Capranica una speciale<br />

Benedizione Apostolica.<br />

L'indirizzo di saluto<br />

del Card.<br />

Camillo Ruini<br />

L'omaggio<br />

del Dirigente Generale<br />

All'inizio dell'incontro, il dott. Roberto<br />

Scigliano, Dirigente Generale della Pubblica<br />

Sicurezza, ha rivolto al Papa il seguente<br />

indirizzo d'omaggio:<br />

Beatissimo Padre,<br />

è per me un immenso onore poter rivolgere<br />

a Vostra Santità, anche a nome del<br />

Capo della Polizia Prefetto De Gennaro e<br />

di tutti i componenti dell'Ispettorato di Polizia<br />

presso il Vaticano, in questa udienza<br />

speciale, attesa e gradita, il filiale e devoto<br />

saluto di augurio per l'anno appena iniziato.<br />

Al saluto si associano anche il Questore<br />

di Roma e alcuni Dirigenti delle specialità<br />

della Polizia di Stato, qui presenti e<br />

che garantiscono, insieme a noi, la sicurezza<br />

in tutte le cerimonie presiedute da<br />

Vostra Santità.<br />

Chiamato, unitamente ai miei collaboratori,<br />

a svolgere questo particolare servizio,<br />

tanto impegnativo quanto gratificante,<br />

mi sia consentito esternare, con cuore<br />

sincero, il comune sentimento di assoluta<br />

dedizione al delicato compito.<br />

Quasi in punta di piedi, per il rispetto a<br />

quest'Anno Santo, di conferma nella fede<br />

e riscoperta dell'incontro con Cristo dei<br />

cattolici nel mondo, ho improntato la mia<br />

attività di coordinamento su tre cardini essenziali:<br />

discrezione, cortesia e professionalità,<br />

nello spirito di servizio.<br />

Proveniente da Uffici e Questure diverse,<br />

da ultimo Bari, dove sono stato Questore<br />

per oltre tre anni, nel periodo dell'accoglienza<br />

delle popolazioni albanesi<br />

prima e kosovare dopo, ho affrontato per<br />

la prima volta problemi di sicurezza differenti.<br />

Non più a contatto con autori del crimine<br />

ma, con immense folle, che per fede<br />

hanno tutte una meta comune: la Sede di<br />

Pietro, quale garanzia di valori assoluti, in<br />

una società estremamente confusa.<br />

Di questi mesi rimangono ricordi toccanti<br />

e sensazioni profonde: il trascorrere<br />

veloce del tempo, nello svolgimento del<br />

nostro delicatissimo compito; la serenità<br />

che ha connotato il «lavoro-vacanza», durante<br />

la breve sosta di Vostra Santità in<br />

Valle d'Aosta, pur nella continua e attenta<br />

vigilanza; gli innumerevoli volti dei pellegrini;<br />

le Vostre parole, Santità, che illuminano<br />

la mente e scaldano i cuori; l'immagine<br />

del giovinetto stretto fra le Vostre<br />

In apertura di udienza, il Cardinale<br />

Camillo Ruini, Presidente della Commissione<br />

Episcopale preposta alla direzione<br />

dell'Almo Collegio Capranica,<br />

ha rivolto al Santo Padre il seguente<br />

indirizzo di saluto:<br />

Padre Santo,<br />

con grande gioia Le porgo il saluto<br />

filiale della comunità dell'Almo Collegio<br />

Capranica. Superiori ed alunni, e<br />

noi Vescovi membri della Commissione<br />

Episcopale, siamo tutti profondamente<br />

grati a Vostra Santità per il dono<br />

di questa Udienza, che segue a<br />

breve distanza la conclusione del<br />

Grande Giubileo e che precede di pochi<br />

giorni la lieta ricorrenza della nostra<br />

patrona, la giovane Martire romana<br />

s. Agnese.<br />

Come primo Collegio istituito nell'Urbe<br />

per la formazione dei candidati<br />

al sacerdozio, la comunità capranicense<br />

ha vissuto nella sua storia un<br />

grande numero di Giubilei e da ultimo<br />

ha intensamente partecipato a<br />

questo straordinario Anno Santo del<br />

2000, per ricavarne quei doni di grazia<br />

che Vostra Santità ha indicato nella<br />

Lettera Apostolica Tertio Millennio<br />

adveniente e che ora anche il Collegio<br />

Capranica cercherà di mettere a<br />

frutto seguendo gli orientamenti della<br />

recentissima Lettera Apostolica Novo<br />

Millennio ineunte.<br />

Padre Santo, vogliamo dirLe grazie<br />

in particolare per il grande esempio<br />

che ci ha dato lungo tutto l'arco dell'Anno<br />

Santo e desideriamo esprimer-<br />

Le quei sentimenti di umile e affettuosa<br />

devozione che proviamo per la<br />

Sua Persona e che rendono più partecipe<br />

e spontanea l'accoglienza docile<br />

e grata del Suo Magistero.<br />

Padre Santo, mentre ci disponiamo<br />

ad ascoltare la Sua parola, Le chiediamo<br />

di benedirci e di conservarci<br />

nel Suo cuore.<br />

braccia nella Giornata Mondiale della Gioventù,<br />

che è per me l'emblema del Grande<br />

Giubileo del 2000.<br />

Tutto ciò ha ripagato abbondantemente<br />

le fatiche.<br />

Anche il personale, pur impegnato in<br />

una super attività, non ha mostrato segni<br />

di insofferenza o stanchezza, ma con professionalità<br />

ed abnegazione si è dedicato<br />

al proprio lavoro.<br />

Il nostro intento è stato di dare ai pellegrini<br />

venuti a San Pietro, un servizio non<br />

solo qualificato, ma anche ricco di sentito<br />

spirito di accoglienza.<br />

Tutto, come per miracolo, si è svolto<br />

senza incidenti, sia durante le manifestazioni,<br />

sia durante gli spostamenti dei pellegrini<br />

per raggiungere la Capitale: la Divina<br />

Provvidenza non ci ha mai abbandonato.<br />

È stato per me un anno indimenticabile,<br />

un anno eccezionale, anche per essere<br />

stato chiamato all'Ispettorato Vaticano in<br />

un momento saliente, tra i più belli del<br />

Vostro Pontificato: l'Anno Giubilare.<br />

Santo Padre, abbiamo profuso tutto il<br />

nostro impegno, con spirito di sacrificio,<br />

superando gli egocentrismi, contemperando<br />

le esigenze del pellegrino con quelle<br />

della sicurezza, protendendo le nostre forze<br />

per la riuscita serena di tutte le manifestazioni<br />

giubilari. La Santità Vostra ci ha<br />

gratificato, con la gioia nel volto, con un<br />

sorriso, con l'Apostolica benedizione.<br />

Siamo giunti alla conclusione del Giubileo<br />

tanto atteso: le manifestazioni sono finite<br />

sulla piazza, ma il segno indelebile<br />

rimane scritto nel cuore.<br />

Non diminuisce la nostra attenzione futura,<br />

né il particolare riguardo del Capo<br />

della Polizia Prefetto De Gennaro sempre<br />

sensibile alle istanze dell'Ispettorato Vaticano.<br />

RingraziandoVi Santo Padre per questo<br />

incontro speciale, doniamo quale segno<br />

deferente del nostro amore filiale, una<br />

croce pettorale, ricordo di questo lieto<br />

momento ed augurio che la Vostra attività<br />

Pastorale continui ad essere luce e pace<br />

per tutta l'umanità.<br />

Santità, Vi preghiamo di impartire l'Apostolica<br />

Benedizione a noi, alle nostre famiglie,<br />

alla nostra attività.<br />

Grazie Padre Santo.


.<br />

PAGINA<br />

6 .<br />

LITURGIA DELLA PAROLA<br />

Ne 8, 2-4.5-6.8-10<br />

1 Cor 12, 12-30<br />

Lc 1, 1-4; 4, 14-21<br />

Il libro dei Salmi è stato definito il<br />

«Canzoniere» della Chiesa. La definizione<br />

è venuta dal Beato Card. Schuster,<br />

grande liturgista, uomo di fede e di<br />

contemplazione. La Comunità cristiana è<br />

lieta di cantare le lodi al suo Signore con<br />

la voce antica, ma sempre attuale ed incisiva<br />

dei Salmi biblici.<br />

1. All'introito di questa domenica incontriamo<br />

l'antifona che recita: «Cantate al<br />

Signore un canto nuovo, cantate al Signore<br />

da tutta la terra».<br />

Il canto nuovo ha la sua radice nel cuore<br />

che si purifica dal peccato, che accende<br />

la buona volontà, che sancisce la nuova<br />

alleanza; questo patto di fedeltà e di<br />

amicizia trova la sua consistenza nel<br />

messaggio evangelico, che presenta gli<br />

elementi essenziali dell'accordo nell'amore<br />

totale a Dio e nel servizio generoso al<br />

prossimo.<br />

La seconda parte dell'Antifona auspica<br />

che da tutta la terra si innalzi il canto al<br />

Signore. Viene posto l'accento sulla universalità<br />

della glorificazione resa a Dio.<br />

Il pianeta terra è una piccola realtà nello<br />

spazio immenso dell'universo e nell'ordine<br />

meraviglioso del cosmo; ma è una<br />

realtà significativa, dove sono collocate<br />

molte nazioni, dove hanno casa milioni di<br />

persone.<br />

In questa minuscola realtà ha posto la<br />

sua tenda Colui che è vero Dio e vero<br />

Uomo, Gesù, nato a Betlemme dalla Ver-<br />

gine Maria, giunto fra gli uomini con il<br />

dono inestimabile della grazia e della verità.<br />

Il nostro impegno di cristiani, fortificati<br />

dalla grazia del Giubileo, affretti l'ora in<br />

cui da ogni luogo della terra salga a Dio<br />

l'inno della benedizione e della lode.<br />

2. La storia della famiglia umana ha conosciuto<br />

corsi e ricorsi, periodi di splendore<br />

e tempi di decadenza.<br />

Anche nella storia del popolo ebraico si<br />

registrano fenomeni alterni: alla luce dei<br />

giorni buoni si sono contrapposte le tenebre<br />

del male.<br />

I periodi oscuri si sono verificati quando<br />

la gente ha voltato le spalle al Dio vivo<br />

e vero, lasciandosi dominare dall'idolatria.<br />

Ma il Signore non può ammettere<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Lunedì-Martedì 15-16 Gennaio 2001<br />

Fortificati dalla grazia del Giubileo<br />

che la gloria, a lui dovuta, venga attribuita<br />

agli idoli, opera delle mani degli uomini<br />

stolti; il Signore usa la sferza del castigo<br />

per riportare il popolo sulla retta via.<br />

La prima lettura è una pagina commovente,<br />

che narra la riunione di un popolo<br />

pronto a rinascere nella vita spirituale, disposto<br />

a riprendere il cammino della fedeltà<br />

al suo Signore e Benefattore.<br />

Il popolo ha la fortuna di essere guidato<br />

da due persone coraggiose e sagge: il<br />

governatore Neemia e il sacerdote<br />

Esdra.<br />

Essi sanno che il rinnovamento spiri-<br />

tuale e morale presuppone la conoscenza<br />

della Parola di Dio, paragonata ad una<br />

spada tagliente, capace di spezzare i nodi<br />

della malvagità. Il popolo eleva la sua<br />

preghiera al Signore e poi ascolta attentamente<br />

la lettura della legge divina, in<br />

cui è riposto il segreto della verità per<br />

l'uomo; quella preziosa verità che metta<br />

Ora di preghiera<br />

mensile<br />

nella Basilica<br />

Vaticana<br />

21 GENNAIO 2001 — III DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO<br />

al sicuro la libertà dell'uomo e gli procura<br />

la felicità.<br />

Ascoltando la Parola di Dio il popolo si<br />

accorge di essere lontano dalla via della<br />

salvezza; allora scoppia in pianto e lava<br />

con le lacrime dell'umiltà e della penitenza<br />

la sua infedeltà al Signore.<br />

Il pianto sincero è la necessaria premessa<br />

alla conversione.<br />

Il governatore Neemia rinfranca con parole<br />

convincenti il cuore della gente, vuole<br />

che sia eliminata la tristezza e pronuncia<br />

la frase consolante: «La gioia del Signore<br />

è la vostra forza!».<br />

Alla gioia che viene dal Signore dobbiamo<br />

fare ricorso anche noi che ci troviamo<br />

immersi in una società piena di<br />

contraddizioni e di problemi che sembra-<br />

no insolubili: come stabilire la pace? come<br />

garantire la giustizia? come alleviare<br />

le condizioni dei poveri?<br />

Le ideologie umane, di ogni estrazione<br />

e di ogni colore, si sono rivelate non solo<br />

impotenti a realizzare il bene della famiglia<br />

umana, ma spesso complici di orribili<br />

delitti e di enormi devastazioni.<br />

C'è assoluto bisogno di ritornare alla<br />

MARTINO GOMIERO<br />

Vescovo emerito di Adria-Rovigo<br />

Parola di Dio, al messaggio liberante del<br />

Vangelo, all'esempio della carità che rifulge<br />

nella vita dei Santi.<br />

3. L'esempio che maggiormente ci colpisce<br />

e ci guida sulla via della santità, ci<br />

è stato offerto da Gesù, sulla cui persona<br />

si appunta lo sguardo della nostra fede e<br />

della nostra speranza per un futuro dell'umanità,<br />

che sia il regno dell'amore,<br />

della giustizia e della pace.<br />

Dopo il trionfo riportato sul diavolo tentatore<br />

nel deserto, «Gesù ritornò in Galilea<br />

con la potenza dello Spirito Santo».<br />

Ora il Signore inizia la sua missione<br />

pubblica in piena obbedienza al Padre ed<br />

in stretta unione con lo Spirito Santo.<br />

Ora Gesù ci dimostra il modello dell'evangelizzazione:<br />

prima fare e poi insegnare.<br />

Ora il Signore comincia a passare<br />

per villaggi e città operando il bene e sanando<br />

tante situazioni di malattia e di sofferenza.<br />

L'azione di Gesù manifesta chiaramente<br />

che Dio è Amore che ci salva, che non<br />

vuole la morte del peccatore ma la sua<br />

conversione, che rovescia i criteri mondani<br />

della ricchezza e della potenza.<br />

Alla scuola della Liturgia abbiamo imparato<br />

a pregare con queste parole: «Rifulga<br />

su di noi, Padre onnipotente, lo<br />

splendore della tua gloria, Cristo, luce da<br />

luce, e il dono del tuo Santo Spirito confermi<br />

i cuori dei fedeli, nati alla nuova vita<br />

nel tuo amore» (Vigilia di Pentecoste).<br />

Il Card. Bernardin Gantin, Decano del Collegio Cardinalizio, celebra il cinquantesimo anniversario di sacerdozio nella Basilica di San Pietro e a Santa Maria Maggiore<br />

Ai piedi di Cristo sacerdote la rinnovata promessa<br />

di amore e di fedeltà alla Chiesa e al Santo Padre<br />

GIANFRANCO GRIECO<br />

Prima nella Basilica di San Pietro —<br />

pomeriggio di sabato 13 — per rinnovare<br />

la professione di fede; poi, a Santa<br />

Maria Maggiore — domenica mattina 14<br />

— per rivivere la gioia dell'ordinazione<br />

sacerdotale conferitagli cinquant'anni fa,<br />

il 14 gennaio 1951. Mezzo secolo di storia<br />

del XX secolo.<br />

Era particolarmente felice il Cardinale<br />

Bernardin Gantin, Decano del Collegio<br />

Cardinalizio, per questa fausta ricorrenza<br />

che segna in profondità la vita di<br />

ogni sacerdote. Dal villaggio di Toffo al<br />

seminario St. Gall di Ouidah; da qui a<br />

Roma; dal centro della Chiesa Cattolica<br />

a Cotonou, prima come sacerdote e poi<br />

come giovane Arcivescovo all'età di 38<br />

anni; poi a Roma dove da trent'anni,<br />

continua a servire la Chiesa Universale.<br />

«Lei, Eminenza — diceva in apertura di<br />

Concelebrazione il Cardinale Joseph<br />

Ratzinger, Prefetto della Congregazione<br />

per la Dottrina della Fede e Vice Decano<br />

del Collegio Cardinalizio — si è fatto<br />

pescatore di uomini per Cristo con coraggio,<br />

fiducia, umiltà e gioia. Dopo soli<br />

sei anni dalla sua ordinazione sacerdotale<br />

lei è stato consacrato Vescovo, ed il<br />

ricordo del suo lavoro come pastore delle<br />

anime è rimasto sempre vivo nella<br />

sua patria, alla quale lei è legato con<br />

vincolo di amore paterno. Poi — proseguiva<br />

ancora il Vice Decano del Collegio<br />

Cardinalizio — lei ha dato, in qualità di<br />

Presidente, l'impronta fondamentale al<br />

Pontificio Consiglio della Giustizia e della<br />

Pace. In tempi difficili di politicizzazione<br />

e di tendenze secolarizzanti lei ha<br />

ispirato i lavori del suo Dicastero con la<br />

luce di Cristo, che solo ci mostra la strada<br />

della vera giustizia e della pace, fondata<br />

sulla giustizia. Nominato poi Prefetto<br />

della Congregazione per i Vescovi<br />

— sottolineava ancora il Card. Ratzinger<br />

— lei è divenuto realmente padre e fratello<br />

dei Vescovi del mondo intero, in situazioni<br />

di crisi come in situazioni di<br />

gioia e di benedizione. Nei lunghi anni<br />

di collaborazione — ricordava ancora —<br />

ho sempre ammirato il suo spirito paterno,<br />

la sua profonda bontà di cuore coniugata<br />

con fermezza nella fede ed inconcussa<br />

fedeltà al Santo Padre, alla<br />

Santa Chiesa. Duc in altum! — concludeva<br />

il Cardinale Ratzinger — Lei ha<br />

preso il largo in un servizio esteso al<br />

mondo intero».<br />

Erano in tanti, ad unirsi al Cardinale<br />

nella Basilica Vaticana, al ringraziamento<br />

a Dio per il dono del sacerdozio: i<br />

Cardinali dell'Ordine dei Vescovi Joseph<br />

Ratzinger, Vice Decano del Collegio<br />

Cardinalizio; Angelo Sodano, Segretario<br />

di Stato; Lucas Moreira Neves, Prefetto<br />

emerito della Congregazione per i Vescovi;<br />

Roger Etchegaray, Presidente<br />

emerito del Pontificio Consiglio della<br />

Giustizia e della Pace. Concelebravano<br />

inoltre i Cardinali: Rossi, López Trujillo,<br />

Arinze, Mayer, Tomko, Deskur, Stickler,<br />

Martínez Somalo, Silvestrini, Canestri,<br />

Javierre Ortas, Sánchez, Poggi, Furno,<br />

Schotte, Agustoni, Medina Estévez,<br />

Antonetti, Stafford, Cheli. Cinquanta gli<br />

Arcivescovi ed i Vescovi concelebranti,<br />

tra i quali, Leonardo Sandri, Sostituto<br />

della Segreteria di Stato, che al termine<br />

della solenne Concelebrazione Eucaristica<br />

dava lettura della Lettera congratula-<br />

toria del Santo Padre; Jean-Louis Tauran,<br />

Segretario per i Rapporti con gli<br />

Stati; Sardi, Re, Cordero Lanza di Montezemolo,<br />

Saraiva Martins, Van Thuăn,<br />

Monterisi, Marchetto, Panciroli, Rigali,<br />

Nesti, Comastri, Cuccarese, Talucci; i<br />

Vescovi Harvey, Dziwisz, Calderon Polo,<br />

Forte, Vallini e Bottaccioli. In rappresentanza<br />

della Conferenza Episcopale<br />

del Benin si univa alla gioia del Porporato<br />

Mons. Paul Vieira, Vescovo di Djougou.<br />

Cinquantaquattro i sacerdoti concelebranti,<br />

tra i quali, Celestino Migliore,<br />

Sotto-Segretario per i Rapporti con<br />

gli Stati; Tommaso Caputo, Capo del<br />

Protocollo della Segreteria di Stato; Timothy<br />

Broglio, Consigliere di Nunziatura;<br />

Padre Pasquale Borgomeo, Direttore<br />

Generale della Radio Vaticana; Padre<br />

Giulio Cerchietti, per molti anni segretario<br />

particolare del Cardinale Gantin, e<br />

numerosi sacerdoti della Congregazione<br />

per i Vescovi, tra i quali il Sotto-Segretario<br />

Mons. Rossi.<br />

All'omelia il Cardinale ha ripercorso<br />

le tappe più significative della sua vita<br />

sacerdotale partendo dal giorno del<br />

«nuovo inizio»: dal grande e coraggioso<br />

missionario, Monsignor Louis Parisot,<br />

che lo ordinò il 14 gennaio 1951 insieme<br />

con un altro compagno e amico, Christophe<br />

Adimou, che sarebbe poi divenuto<br />

Vescovo e suo primo successore, 30<br />

anni fa, nella sede arcivescovile di Cotonou.<br />

«La lunga fedeltà a Dio e la sua<br />

misericordia — ha detto il Cardinale —<br />

si sono manifestate in mille modi nei<br />

miei riguardi, soprattutto attraverso l'esperienza<br />

e la conoscenza di tanti eventi<br />

importanti della Chiesa, ai quali ho avuto<br />

il privilegio di prendere parte personalmente.<br />

Prima di tutto l'intera preparazione<br />

e il solenne svolgimento del<br />

Concilio Vaticano II. Che immensa e<br />

prodigiosa ricchezza! Questa grande<br />

esperienza, la più singolare di tutte, della<br />

Coscienza viva e profonda della Chiesa<br />

dinanzi all'enorme compito dell'Evangelizzazione<br />

del mondo è capace, da sola,<br />

di dare a una vita sacerdotale il massimo<br />

della vitalità apostolica e spirituale<br />

di cui essa ha bisogno per testimoniare<br />

bene Gesù Cristo in un mondo senza serenità,<br />

senza bussola e senza un orizzonte<br />

di luce».<br />

«Vi sono due motivi particolari, tra i<br />

tanti — ha proseguito il Cardinale Celebrante<br />

—, che mi legano alla Basilica<br />

più grande del mondo cara al cuore di<br />

tutti. Il primo motivo è il pensiero profondo<br />

e suggestivo inciso nella cupola: è<br />

il pensiero missionario di un grande Vescovo<br />

africano, san Cipriano di Cartagine,<br />

che è stato molto sensibile alla raggiante<br />

Universalità della fede cattolica<br />

(“Hinc una fides mundo refulget” - Qui<br />

una sola fede risplende per il mondo) e<br />

all'Unità fondamentale del Sacerdozio<br />

(“Hinc sacerdoti unitas exoritur” - Qui<br />

scaturisce l'unità del sacerdozio). Entrambe<br />

hanno inizio qui. Il secondo motivo<br />

è un omaggio al grande Papa Paolo<br />

VI; il primo Successore di Pietro che<br />

ha visitato l'Africa - l'Uganda - dal 31 luglio<br />

al 2 agosto 1969. È stato lui a chiamarmi<br />

a Roma nel 1971. Tra i mille vincoli<br />

che mi uniscono alla sua memoria,<br />

vi è il suo ultimo Concistoro nel corso<br />

del quale ho avuto l'insigne onore di essere<br />

creato Cardinale accanto a quattro<br />

eminentissimi servitori e testimoni della<br />

Chiesa: i compianti Cardinali Tomášek,<br />

Benelli e Ciappi e l'attuale Prefetto della<br />

Congregazione per la Dottrina della Fede,<br />

il Cardinale Ratzinger, Vice Decano<br />

del Collegio Cardinalizio, il quale ha voluto<br />

con molta amabilità prendere la parola<br />

in apertura di celebrazione e che io<br />

ringrazio di cuore».<br />

Toccante era poi il ricordo di sua ma-<br />

dre che assisteva al grande evento del<br />

Concistoro. Fu lei a dire al figlio Cardinale:<br />

«non dimenticarti mai del lontano<br />

e piccolo villaggio dal quale proveniamo».<br />

«Gli altri tre Cardinali del nostro<br />

Concistoro, come i miei due compagni<br />

di ordinazione sacerdotale, già tornati<br />

nella Casa Eterna del Padre — ha concluso<br />

—, ci assistano e ci proteggano<br />

dall'alto dei Cieli dove risplende senza<br />

tramonto la splendida luce di Cristo per<br />

sempre trasfigurato, fonte del nostro sacerdozio.<br />

Nel corso di quel lontano Concistoro,<br />

ecco, sempre presente nel mio<br />

cuore e nella mia memoria, la solenne<br />

professione di fede che feci con gli altri<br />

fratelli e amici nel sacerdozio: “Prometto<br />

e giuro che da ora sarò, finché vivrò,<br />

costantemente fedele a Cristo e al suo<br />

Vangelo, e che obbedirò al beato Pietro<br />

e alla Santa Chiesa Cattolica Apostolica<br />

Romana. 27 giugno 1977”. Rinnovo ai<br />

piedi di Cristo Sacerdote questa promessa<br />

fino al martirio».<br />

Tante le intenzioni elevate al Padre<br />

durante la preghiera dei fedeli. Una in<br />

particolare: quella per il Card. Gantin<br />

che celebrava i cinquant'anni di vita sacerdotale,<br />

«possa sperimentare in pienezza<br />

l'amore e la gioia che Cristo offre<br />

ai suoi amici e continuare ad essere testimone<br />

forte e franco della fedeltà di<br />

Dio».<br />

In presbiterio erano presenti i Cardinali<br />

Baum, Noè e Colasuonno; il nuovo<br />

Prefetto della Congregazione per le<br />

Chiese Orientali Sua Beatitudine il Patriarca<br />

Ignace Moussa I Daoud con il<br />

Segretario Arcivescovo Marusyn; l'Arcivescovo<br />

Pompedda, Prefetto del Supremo<br />

Tribunale della Segnatura Apostolica,<br />

Padre Gianfranco Girotti, Sotto-Segretario<br />

della Congregazione per la Dottrina<br />

della Fede con Mons. Joseph Clemens,<br />

Officiale del medesimo Dicastero.<br />

In posti riservati erano il fratello del<br />

Cardinale Gantin Celestino con la Consorte<br />

Antoinette appositamente giunti<br />

dal Benin; il Ministro della Giustizia del<br />

Benin On. Gnonlonfoun; l'Ambasciatore<br />

del Benin a Parigi e a Roma, Ologoudou;<br />

il Dott. Renato Buzzonetti, Direttore<br />

dei Servizi Sanitari dello Stato della<br />

Città del Vaticano; il Prof. Mario Agnes,<br />

Direttore de L'Osservatore Romano ed<br />

autoritàdell'Aeronauticamilitare italiana.<br />

Numerosa la comunità del Benin presente<br />

a Roma. Tra le tante religiose presenti<br />

vi erano le Suore Oblate Catechiste<br />

Piccole Serve dei Poveri, legate al Cardinale<br />

Gantin sin dagli anni di fondazione<br />

in Benin.<br />

La solenne Concelebrazione Eucaristica<br />

diretta dal Cerimoniere Pontificio<br />

Mons. Giulio Viviani è stata allietata dal<br />

canto del Coro del Vicariato Vaticano<br />

guidato dal Maestro Temistocle Capone.<br />

Il canto del «Magnificat» concludeva<br />

un Concelebrazione raccolta e solenne.<br />

A Santa Maria Maggiore si rinnovava<br />

domenica 14 l'omaggio del Cardinale<br />

Gantin alla «Salus Populi Romani» con<br />

la solenne Concelebrazione Eucaristica<br />

alla presenza del Cardinale Arciprete<br />

Carlo Furno e del Capitolo liberiano.<br />

Con il Cardinale Concelebravano l'Arcivescovo<br />

Rigali, i Vescovi Vieira, Calderon<br />

Polo e Gualdrini, i Canonici e Mons.<br />

Michele Pennisi, Rettore dell'Almo Collegio<br />

Capranica.<br />

All'omelia di Santa Maria Maggiore il<br />

Cardinale ricordava con forza: «Noi ci<br />

sentiamo a casa nostra qui. Ciò crea ai<br />

nostri occhi una particolare atmosfera<br />

di gioia fraterna, soprattutto in un meraviglioso<br />

Giubileo come quello che si è<br />

appena concluso con la chiusura delle<br />

Porte Sante delle grandi Basiliche romane.<br />

Certo, questo grande Giubileo, che<br />

ha segnato a fondo il lungo cammino<br />

della Chiesa, dal suo centro fino agli<br />

estremi confini della terra, ha voltato<br />

una pagina importante. Nulla potrà cancellare<br />

le sue tracce dal futuro orizzonte<br />

missionario del mondo. Il Papa ci incoraggia<br />

ad andare avanti, camminando e<br />

cantando: Duc in altum! Di fatto, il<br />

Il Cardinale Virgilio Noè, Arciprete della Patriarcale<br />

Basilica di San Pietro e Vicario Generale<br />

di Sua Santità per la Città del Vaticano, presiederà<br />

nel pomeriggio di sabato 20 gennaio<br />

(ore 15.45) l'ora di preghiera mensile nella cappella<br />

del SS.mo Sacramento.<br />

L'incontro, il primo di questo nuovo anno 2001,<br />

è indirizzato ai sacerdoti, ai religiosi e alle religiose<br />

della Città del Vaticano, ai membri dell'Arciconfraternità<br />

del SS.mo Sacramento ed a tutti i<br />

fedeli che desiderano parteciparvi.<br />

compimento della nostra Salvezza in Gesù<br />

Cristo resta più che mai un compito<br />

aperto e impegnativo nella sua vocazione<br />

di sempre: convocazione, conversione,<br />

santificazione... sono doveri sempre<br />

urgenti e attuali. Per questo la gioia si<br />

trasforma in giubilo; un giubilo senza limiti<br />

e senza misura, nel tempo e nello<br />

spazio. Io lo posso testimoniare personalmente<br />

per essere stato circondato<br />

dall'immensa e gratuita munificenza di<br />

Dio».<br />

Ritornava anche qui la memoria del<br />

Vescovo missionario francese Parisot<br />

che — ricordava il Cardinale — «ci ha<br />

comunicato, a noi sacerdoti africani del<br />

Dahomey, con termini suggestivi, il punto<br />

essenziale di ogni vita spirituale: “La<br />

Croce, l'Ostia, la Vergine”. La scrittura<br />

e la firma di questo grande Uomo di<br />

Dio, missionario zelante quale fu, ridanno<br />

valore a questo messaggio di vita, divenuto<br />

una magnifica testimonianza di<br />

fede».<br />

Prima di concludere, il Cardinale faceva<br />

ancora memoria di Mons. Parisot<br />

che nel 1954, primo anno mariano della<br />

Chiesa, fondava il centro mariano più<br />

noto della nostra regione a Dassa-Zoumé,<br />

nel cuore del Benin. Per la costruzione<br />

in corso di un Santuario in onore<br />

di Nostra Signora della Pace, il Cardinale<br />

Gantin ricordava di aver ricevuto nel<br />

1998 dalla Basilica di Santa Maria Maggiore<br />

il prezioso dono di un'antica e preziosa<br />

«reliquia» posta come pietra per la<br />

costruzione del nuovo santuario.<br />

Canti in gregoriano e in polifonia eseguiti<br />

dalla Cappella Liberiana; canti del<br />

Benin, danze, processione offertoriale<br />

accompagnata da ritmi africani. Tra i<br />

concelebranti numerosi sacerdoti del Benin<br />

che studiano a «Propadanga Fide».<br />

In apertura il Cardinale Furno presentava<br />

all'assemblea orante il Cardinale<br />

Gantin sottolineando il lungo servizio reso<br />

alla Chiesa che è presente nel Benin<br />

e alla Chiesa universale.<br />

La sosta «obbligata» davanti all'immagine<br />

della «Salus Populi Romani» concludeva<br />

i due eventi celebrativi. Nel<br />

cuore della Madre il presente e il futuro<br />

di un grande figlio sacerdote dell'Africa.


.<br />

PAGINA<br />

7 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Lunedì-Martedì 15-16 Gennaio 2001<br />

Il Cardinale Camillo Ruini, Vicario Generale<br />

di Sua Santità per la Diocesi di Roma,<br />

Presidente della Conferenza Episcopale<br />

Italiana e della Commissione Episcopale<br />

del Collegio, presiederà — nella<br />

mattina di domenica 21 gennaio, alle ore<br />

11.30, all'Almo Collegio Capranica — la<br />

Concelebrazione Eucaristica in occasione<br />

della Festa di sant'Agnese, patrona dell'Almo<br />

Collegio.<br />

Prima della Santa Messa, Mons. Michele<br />

Prattichizzo, Officiale del Comitato del<br />

Almo Collegio Capranica: celebrazioni per la festa di sant'Agnese<br />

Grande Giubileo dell'Anno 2000, presiederà<br />

il canto delle Lodi.<br />

Dopo la Concelebrazione Eucaristica<br />

presieduta dal Cardinale Ruini, seguirà l'inaugurazione<br />

delle nuove strutture della<br />

biblioteca capranicense.<br />

Nel pomeriggio, alle ore 17.30, il Vescovo<br />

ausiliare di Roma, Mons. Rino Fisichella,<br />

presiederà il Canto dei Secondi Vespri.<br />

Riflessione sul profondo significato di fede legato alle catacombe<br />

La vittoria che vince il mondo<br />

CARD. LUCAS MOREIRA NEVES<br />

A Roma, come in nessun'altra città al<br />

mondo, si è portati ad ammirare e venerare<br />

gli innumerevoli nostri fratelli e sorelle<br />

che, per adorare il Dio della loro<br />

fede, sono stati costretti a rifugiarsi nelle<br />

catacombe.<br />

Proprio per questo, le catacombe sono<br />

diventate un luogo carico di profondo<br />

significato. San Calisto, San Sebastiano,<br />

Domitilla, Priscilla: non si può non<br />

essere in intima e ardente comunione<br />

con quanti, noti o sconosciuti, hanno<br />

celebrato in questi cimiteri dei poveri la<br />

Santa Liturgia domenicale. Spesso martirizzati,<br />

vi venivano sepolti e sulle loro<br />

tombe i posteri avrebbero celebrato<br />

l'Eucaristia.<br />

Le catacombe rappresentano per noi<br />

una situazione ecclesiale che, in modo<br />

vario ma sempre simile, si è spesso ripresentata<br />

in questi duemila anni di storia.<br />

Oggi ancora non di rado persone,<br />

collettività, interi popoli sperimentano la<br />

condizione umiliante di vivere la loro fede<br />

nelle catacombe.<br />

Ciò detto, bisogna aggiungere che, se<br />

per sfuggire alla persecuzione e sopravvivere<br />

ad esse, la Chiesa sa nascondersi<br />

e, se necessario, rifugiarsi sottoterra, essa<br />

non è, per sua natura, nata per le catacombe.<br />

Il suo posto è alla luce del sole,<br />

in mezzo al mondo, «come l'anima<br />

nel corpo», per ripetere un concetto della<br />

Lettera a Diogneto. Essa talvolta è costretta<br />

alle catacombe ma ci va spinta<br />

con violenza, la baionetta alla schiena,<br />

le manette ai polsi e le catene ai piedi.<br />

Dico questo in opposizione ad una<br />

teoria, fin troppo diffusa, secondo la<br />

quale la fede deve rimanere cosiddetta<br />

implicita. In verità, si tratterebbe di una<br />

fede che si auto-esclude dalla cultura e<br />

perfino dalla vita dell'umanità. Viceversa,<br />

la Chiesa, grazie alla fede che annuncia,<br />

genera cultura. A mio avviso la<br />

fede va proclamata, accolta, testimoniata,<br />

vissuta e celebrata con quattro caratteristiche<br />

ineludibili.<br />

Deve esserci innanzitutto un annuncio<br />

forte e deciso. A questo riguardo, fin<br />

dalla predicazione di Pietro il mattino di<br />

Pentecoste, del diacono Stefano testimone<br />

di Gesù, di Paolo dinanzi ai persecutori,<br />

la Chiesa ha fatto l'esperienza del<br />

kerygma.<br />

Questo è stato, non una tesi, non un<br />

ragionamento intellettuale, una spiegazione<br />

scientifica dei dogmi o dei principi<br />

morali, ma una presentazione forte e incisiva<br />

di Gesù Cristo, in modo immediato,<br />

indirizzato agli ascoltatori: «Gesù il<br />

Nazareno fu uomo accreditato da Dio<br />

presso di voi... Dio ha permesso che vi<br />

fosse consegnato e voi l'avete ucciso inchiodandolo<br />

al patibolo. Ma Dio l'ha risuscitato»<br />

(At 2.23-25).<br />

Oso affermare che, col passar dei secoli,<br />

la Chiesa ha in parte tralasciato il<br />

kerygma, l'hanno afferrato invece molte<br />

altre forme di gruppi religiosi e differenti<br />

sette. Non è raro che, anche all'interno<br />

della Chiesa, si affermi che, a nome<br />

del pluralismo, del dialogo religioso e<br />

addirittura dell'ecumenismo o per amore<br />

all'umiltà (del resto doverosa per chi<br />

sa che «tutto è grazia») e per non imporre<br />

la propria fede, l'annuncio si debba<br />

smussare e, in certi casi, preferire il<br />

silenzio.<br />

Al contrario è di Paolo l'invito: «Predica<br />

verbum, insta opportune et importune».<br />

E nel Nuovo Testamento ripetutamente<br />

si parla di «parrhesia» che altro<br />

non è che una forma di fortezza nella<br />

proclamazione della Parola. Il Magistero<br />

ecclesiale e quello dei Pontefici (fra i<br />

quali in primissimo luogo Giovanni Paolo<br />

II), la testimonianza dei grandi maestri<br />

e dottori e, senza dubbio, l'aspettativa<br />

degli uomini, cattolici o no, insegna-<br />

L'Associazione<br />

Alleanza dell'Amore<br />

in aiuto dei lebbrosi<br />

Un aiuto concreto ai lebbrosi<br />

dell'Amazzonia è dato dall'Associazione<br />

«Alleanza dell'Amore». In<br />

Amazzonia la lebbra è una vera<br />

epidemia: su ogni cento lebbrosi<br />

scoperti attualmente nel mondo,<br />

sei sono brasiliani, e quattro di<br />

questi sei in Amazzonia. Ricorre<br />

poi quest'anno il 30° anniversario<br />

della fondazione del movimento<br />

«Vivrà Giovanni XXIII». L'entità<br />

brasiliana di questo movimento,<br />

fondata da Padre Gianni Mometti,<br />

è anch'essa dedita alla cura dei<br />

lebbrosi. In Italia è anche sorta<br />

per iniziativa dell'Assocazione Alleanza<br />

dell'Amore, che dal 1989<br />

coordina l'invio di aiuti al movimento<br />

«Vivrà Giovanni XXIII» per<br />

lo svolgimento delle sue attività a<br />

favore dei lebbrosi dell'Amazzonia.<br />

Padre Mometti parte missionario<br />

salesiano per il Brasile nel<br />

1956, e dal 1986 è sacerdote dell'Arcidiocesi<br />

di Belém do Pará, in<br />

Amazzonia. Attualmente Padre<br />

Mometti è impegnato per dare avvio<br />

ad un progetto di ampio respiro<br />

chiamato: «Amazzonia 501».<br />

no che la missione della Chiesa è di mostrare<br />

con forza e incisività la persona e<br />

la dottrina, le promesse, la Buona Novella<br />

di Gesù Cristo.<br />

È in gioco la fermezza e la solidità<br />

della professione di fede. Lo spirito dell'Evangelii<br />

nuntiandi, soprattutto nelle<br />

pagine riguardanti la definizione e il<br />

contenuto dell'evangelizzazione, è tutto<br />

nel senso dell'esplicito annunzio di Gesù<br />

Cristo. Tanto più che, nei nostri tempi,<br />

è esplicito lo sforzo per annullare l'annuncio.<br />

Come esplicito e incisivo è parimente<br />

l'annuncio di un Cristo mitico o<br />

secolarizzato che non è certo quello della<br />

Rivelazione.<br />

Annunciare con chiarezza, è la seconda<br />

urgenza. Di ciò parlava l'Apostolo<br />

quando scriveva che il suono della tromba<br />

nel campo di battaglia deve essere<br />

sempre ben distinto, uno per avanzare,<br />

l'altro per ritirarsi. Perché un suono variabile,<br />

versatile o impreciso finisce per<br />

essere fuorviante e non può che creare<br />

smarrimento. Anche qui si invocano talvolta<br />

svariate ragioni spirituali, morali o<br />

pastorali per postulare meno limpidità,<br />

forse una certa ambiguità nell'annuncio.<br />

A questo punto, l'istruzione «Christus<br />

Dominus» è di provocante attualità<br />

nel proclamare l'unità e l'universalità di<br />

Cristo.<br />

La chiarezza è giusto il contrario dell'ambiguità,<br />

dell'atteggiamento accomodaticcio<br />

e approssimativo, del linguaggio<br />

contorto, del fraseggiare sottile o enigmatico.<br />

Per ritornare ai martiri dei primi<br />

secoli cristiani, impressiona la chiarezza<br />

delle loro risposte ai tiranni all'ora<br />

fatidica della persecuzione. Mi colpiscono<br />

le risposte dotte e dirette di Giustino.<br />

Mi colpisce anche Quadratus, che, secondo<br />

gli Acta Passionis, richiesto di dichiarare<br />

cos'era questa religione che<br />

aveva abbracciato, rispose: «Dico tibi<br />

mysterium simplicitatis».<br />

Purezza è la terza dimensione della<br />

professione di fede. Importante e non<br />

trascurabile dimensione che si trova al<br />

centro del messaggio agli Angeli delle<br />

sette Chiese e di tutto l'Apocalisse. Al<br />

centro delle lettere di Pietro, Giacomo,<br />

Giovanni e Giuda. Al centro della lettera<br />

ai Galati — «Anche se noi o un Angelo<br />

dal cielo vi annunciasse un altro Vangelo<br />

diverso da quello che vi annunciamo,<br />

sia maledetto» (Gal 1.8; cfr II Cor 11.4),<br />

delle lettere della prigionia, delle lettere<br />

a Timoteo e a Tito e alla fin fine di tutte<br />

le lettere di Paolo. Al centro di tutto il<br />

Nuovo Testamento.<br />

La purezza esclude innanzitutto ogni<br />

forma di sincretismo di stampo culturale<br />

o religioso. Esclude anche l'insufficiente<br />

percezione dell'unicum di Cristo<br />

e del suo mistero. Esclude la Sua assimilazione<br />

a tanti altri capi religiosi.<br />

Esclude finalmente forme diverse di negazione<br />

della duplice natura di Cristo,<br />

privilegiando o soltanto quello che in<br />

Lui c'è di divino o soltanto quello che<br />

c'è di umano.<br />

I vari errori cristologici costituiscono<br />

le eresie dei primi tempi cristiani. Anche<br />

nei nostri tempi le mescolanze e confusioni<br />

riguardanti il mistero cristiano sono<br />

le principali eresie oggettive o soggettive.<br />

La purezza dottrinale si mostra una<br />

esigenza fondamentale a beneficio del<br />

popolo credente.<br />

Accennerei infine a un'ultima dimensione:<br />

quella dell'integrità della fede.<br />

Come tutte le realtà umane, l'attenzione<br />

all'integrità può diventare, per difetto,<br />

una forma eretica di fede (l'eresia<br />

è per definizione una decurtazione del<br />

«deposito»); per eccesso, diventa integrismo<br />

o integralismo. Ma, nella sua giusta<br />

misura, una convinta attenzione all'integrità<br />

della dottrina è essenziale poiché<br />

l'erosione o le aggiunte al depositum fidei<br />

lo corrompono e lo adulterano<br />

ugualmente.<br />

L'integrità consiste in due atteggiamenti:<br />

nulla togliere di quanto rivelato<br />

nella Scrittura o nella tradizione e nulla<br />

aggiungervi. Le due cose si trovano sintetizzate,<br />

sotto la forma di minacce profetiche,<br />

al termine del libro dell'Apocalisse:<br />

«Se uno vi aggiunge qualcosa, Dio<br />

gli farà cadere addosso i flagelli descritti<br />

in questo libro. E se uno sottrae qualche<br />

parola... Dio sottrarrà la sua parte dall'albero<br />

della vita» (Ap 21.19).<br />

* * *<br />

San Giovanni scriveva ai cristiani della<br />

Chiesa nascente, già provati da duri<br />

combattimenti, parole precise per infondere<br />

fiducia e speranza incrollabili:<br />

«Questa è la vittoria che vince il mondo:<br />

la nostra fede. Ma chi è colui che vince<br />

il mondo se non chi crede?» (1 Gv 5, 4<br />

e 5). Queste parole risuonano attuali<br />

ai nostri orecchi quasi due mila anni<br />

dopo.<br />

Ma siamo attenti: non qualsiasi «fede»<br />

né una fede qualunque vince il mondo.<br />

Soltanto — e lo diciamo come se facessimo<br />

una preghiera — una fede forte e<br />

solida, chiara e limpida, pura e incontaminata.<br />

Una fede integra, piena e dominatrice.<br />

Le celebrazioni in onore della Festa di<br />

sant'Agnese cominceranno nella giornata<br />

di sabato 20 gennaio. Nel pomeriggio, alle<br />

ore 18, si terrà una tavola rotonda dedicata<br />

al tema: «Un esempio di classicità nel<br />

moderno: Antonio Pragrassi (1900-1956),<br />

pittore degli affreschi dell'Almo Collegio<br />

Capranica». Moderatore sarà Mons. Andrea<br />

Cordero Lanza di Montezemolo, Nunzio<br />

Apostolico in Italia.<br />

Interverranno il prof. Francesco Butturini,<br />

critico d'arte, e il prof. Floriano De<br />

Santi, Segretario generale della Quadriennale<br />

di Roma. Per l'occasione, nei locali<br />

dell'Almo Collegio verrà allestita, dal 20<br />

al 27 gennaio, una mostra sulla vita e l'opera<br />

di Agotino Pegrassi.<br />

Nella sera di sabato 20, S.E. Mons. Raffaello<br />

Funghini, Decano del Tribunale della<br />

Rota Romana, presiederà il Canto dei<br />

Primi Vespri.<br />

Un anno di ministero episcopale<br />

del Vescovo di Avezzano, Mons. Lucio Renna<br />

Procedere insieme<br />

nel cammino di salvezza<br />

A un anno dall'inizio del ministero<br />

episcopale del Vescovo Lucio Renna,<br />

nella diocesi di Avezzano si fa il punto<br />

sull'insegnamento pastorale, e sulle direttive<br />

per un cammino di salvezza.<br />

«Camminiamo insieme» era stato il primo<br />

saluto rivolto alla comunità marsicana<br />

dal Vescovo appena eletto e non ancora<br />

consacrato. Tornerà spesso questo<br />

tema nelle lettere: la vita come cammino,<br />

chiamati per un incontro nel tempo<br />

prima e nell'eterno poi. «Una delle crisi<br />

più profonde di oggi — esordisce il Vescovo<br />

Renna nel suo saluto alla diocesi,<br />

appena eletto — è proprio una specie di<br />

decadimento del senso vocazionale della<br />

vita, una specie, vorrei dire, di vita abbandonata<br />

alla deriva, per cui la gran<br />

parte della gente non concepisce la sua<br />

esistenza come realtà vocazionale di un<br />

cammino» (Agosto 1999).<br />

Con una serie di tre lettere pastorali<br />

si conclude questo primo anno di ministero<br />

episcopale del Vescovo dei Marsi.<br />

Egli presenta la vita come un cammino<br />

verso l'eterno, un cammino proprio di<br />

salvezza. In questo cammino l'uomo<br />

pellegrino trova la via tracciata da Cristo,<br />

uomo tra uomini, ma Messia e Salvatore<br />

e trova in Maria un modello ed<br />

una compagna di viaggio nella fedeltà e<br />

nella fiducia in Dio che rende possibile e<br />

facile il difficile cammino verso la salvezza,<br />

perché nella storia dell'uomo Maria<br />

ha inserito Cristo Messia e Salvatore<br />

che intercede continuamente il dono<br />

dello Spirito e ci permette di camminare<br />

sulla strada del Regno, e di operare la li-<br />

Si è conclusa la mostra dedicata al Vescovo Juan de Palafox y Mendoza, vissuto nel XVII secolo<br />

Una vita spesa nella formazione dei seminaristi<br />

nell'aiuto ai poveri e nella promozione della cultura<br />

ILDEFONSO MORIONES<br />

Postulatore della Causa<br />

Dal 7 dicembre al 7 gennaio è stata<br />

aperta al pubblico nella sede della Chiesa<br />

Nazionale Spagnola, Via Giulia 151,<br />

una mostra dedicata all'insigne Vescovo<br />

del secolo XVII, Ven. Juan de Palafox y<br />

Mendoza. La Mostra, allestita dal Ministero<br />

di Educazione Cultura e Sport di<br />

Madrid, e portata a Roma sotto il Patrocinio<br />

dell'Ecc.mo Signor Ambasciatore<br />

di Spagna presso la Santa Sede, Don<br />

Carlos Abella y Ramallo, fu inaugurata<br />

lo scorso 7 dicembre dal Vice-Presidente<br />

Primo del Governo Spagnolo, Ecc.mo<br />

Sig. Mariano Rajoy.<br />

Il Ven. Giovanni de Palafox nacque a<br />

Fitero (Navarra), il 24 giugno del 1600,<br />

in circostanze difficili. Era figlio di don<br />

Giacomo de Palafox, futuro marchese di<br />

Ariza, e di una giovane vedova aragonese,<br />

donna Anna de Casanate y Espés, la<br />

quale, per non compromettere il proprio<br />

onore, tentò di far scomparire il neonato.<br />

Salvato quasi miracolosamente, fu<br />

battezzato il 29 giugno, festa di San Pietro,<br />

verso il quale sempre ebbe speciale<br />

devozione.<br />

I primi nove anni della sua vita li trascorse<br />

nella località navarrese, all'ombra<br />

della famiglia del suo salvatore, Pietro<br />

Navarro, che gli diede il proprio cognome.<br />

Questa tappa della sua vita, nella<br />

quale lui stesso riconosce che fu allevato<br />

povero «perché povero era colui che lo<br />

allevava e, quando crebbe un poco, andava<br />

a pascolare tre o quattro pecore<br />

del suo Padre putativo, e così visse, imparando<br />

anche i primi rudimenti delle<br />

lettere e della Fede», è stata decisiva<br />

nella configurazione della sua persona,<br />

sempre così inclinata a difendere i poveri,<br />

i diseredati e gli indios.<br />

Dopo il riconoscimento paterno, nel<br />

1609, la vita di quel giovane cambierà<br />

completamente. Ricevuta la prima tonsura<br />

dalle mani del Vescovo don Diego<br />

de Yepes, che sapeva tutte le sue vicende<br />

personali, in quanto era a conoscenza<br />

di quelle della sua madre naturale,<br />

donna Anna de Casanate, fattasi monaca<br />

carmelitana col nome di Anna della<br />

Madre di Dio nel convento da lui fondato,<br />

fu inviato a studiare al Collegio della<br />

Compagnia di Gesù nella città di Tarazona,<br />

da dove poi passò alle Università<br />

di Huesca, Alcalá e Salamanca. Finiti gli<br />

studi ritornò ad Ariza, dove governò gli<br />

stati di suo padre ed ebbe l'opportunità<br />

di leggere ed approfondire molti altri<br />

autori e testi, dal che gli nacque il suo<br />

amore per i libri, che chiamava i «suoi<br />

gioielli», e che descriveva come «buoni<br />

amici... , intrattengono e sono di profitto,<br />

divertono e rasserenano. Se stancano,<br />

possono essere lasciati. Se danno<br />

riposo, si può proseguire. Sempre insegnano<br />

e, tacitamente, senza ingiuria,<br />

ammoniscono».<br />

Per interessamento del conte-duca de<br />

Olivares gli furono offerti posti ed onori<br />

nella Madrid di Filippo IV, prima nel<br />

Consiglio di Guerra, nel 1626, e, più tardi,<br />

in quello delle Indie, dal 1629, distinguendosi<br />

notabilmente nei suoi interventi<br />

in entrambi. In uno dei pareri firmato<br />

dal Palafox, negli anni in cui lavorava<br />

nel Consiglio delle Indie, troviamo una<br />

frase che riassume bene il suo pensiero<br />

sul servizio allo stato: «Se le persone<br />

che aspirano a posti nelle Indie, fossero<br />

così diligenti nell'andare a servirle [le<br />

Indie] come lo sono nel pretenderli [i<br />

posti], si troverebbe V.M. meglio servito<br />

e il Consiglio con minori incertezze e<br />

preoccupazioni... »<br />

Nel 1629, ebbe luogo un fatto decisivo<br />

nella sua vita, in quanto, dopo un anno<br />

di intensa preparazione, nella preghiera<br />

e nella penitenza, ricevette l'ordinazione<br />

sacerdotale. Poco dopo l'ordinazione il<br />

Re gli conferì la missione di accompagnare,<br />

in qualità di cappellano ed elemosiniere,<br />

sua sorella Maria divenuta<br />

sposa del re di Ungheria, futuro imperatore.<br />

Fu durante questo viaggio di oltre<br />

un anno per l'Europa che ebbe luogo il<br />

suo incontro mistico con l'Umanità di<br />

Cristo attraverso un Crocifisso, con le<br />

braccia e le gambe distrutte dagli eretici.<br />

Sentì che il Crocifisso gli chiedeva di<br />

non lasciarlo lì abbandonato; lo prese<br />

con sé, lo fece riparare, e fu suo compagno<br />

di viaggio per il resto della sua<br />

vita.<br />

Nel 1639, dopo le opportune consultazioni,<br />

don Giovanni de Palafox fu designato<br />

per la sede episcopale di Puebla<br />

de los Ángeles, con l'aggiunta di altri<br />

importanti incarichi di governo nella<br />

Nuova Spagna, come quello di Visitatore.<br />

Partì per le Indie nel 1640 e là rimase<br />

fino al 1649, disimpegnando importanti<br />

incarichi al servizio della monarchia<br />

e della Chiesa, non senza dispiaceri<br />

e incomprensioni da parte di coloro che<br />

si rifiutavano di sottomettersi alle direttive<br />

della disciplina ecclesiastica e all'ordine<br />

stabilito dalle leggi della monarchia.<br />

In quelle terre si ricorda ancora il Ven.<br />

Palafox come il grande riformatore, l'instancabile<br />

pastore di anime, il protettore<br />

dei diseredati e degli indigeni, e anche<br />

come il costruttore della cattedrale e di<br />

numerosi altri edifici, e il fondatore della<br />

Biblioteca Palafoxiana, formata da diverse<br />

migliaia di volumi che regalò dalla<br />

sua biblioteca privata portata dalla<br />

Spagna.<br />

Come prelato, si distinse per la sua<br />

attenzione pastorale ed educativa,<br />

creando i Collegi di San Pietro e San<br />

Paolo per la formazione dei seminaristi,<br />

erigendo in essi e dotando cattedre di<br />

lingue indigene, senza la conoscenza<br />

delle quali non ordinava i sacerdoti. La<br />

costruzione della cattedrale, di parrocchie<br />

e altre fondazioni furono sempre al<br />

centro della sua attenzione, così come<br />

l'istruzione del popolo fedele nella dottrina<br />

della fede, mediante le catechesi<br />

che lui stesso impartiva nelle sue visite a<br />

diversi centri docenti.<br />

Da buon canonista, ebbe speciale<br />

preoccupazione di applicare strettamente<br />

le norme promulgate dal Concilio di<br />

Trento, riguardanti la disciplina ecclesiastica,<br />

il culto eucaristico, il culto mariano<br />

e dei santi, la dignità della liturgia e<br />

del canto, e, soprattutto, quelle riguardanti<br />

una delle sue più costanti preoccupazioni,<br />

la formazione del clero. Si distinse<br />

come mecenate delle arti, ebbe<br />

come principio il vivere e morire nella<br />

sua prima diocesi, e non esitò a criticare<br />

gli ordini religiosi della Nuova Spagna,<br />

che in alcuni aspetti si allontanavano degli<br />

ideali dei loro Fondatori.<br />

La sua opera, a capo del viceregno e<br />

come visitatore, fu fecondissima. Ebbe<br />

particolare attenzione verso i poveri, gli<br />

indifesi e gli indios. Tra le sue attività<br />

pubbliche emerge il ruolo svolto come<br />

legislatore, riformatore e organizzatore<br />

di tribunali, udienze, municipi.<br />

Il Ven. Palafox dovette ritornare in<br />

Spagna, per ordine del re, in seguito ai<br />

problemi sorti intorno ai suoi interventi<br />

come riformatore. Egli stesso, nella sua<br />

Vita Interiore, non tralasciò di annotare<br />

una delle cause di quel suo ritorno prematuro<br />

dalle sue amate Indie. Dice in<br />

proposito: «Cercò di rimediare i danni<br />

della cupidigia, che generalmente affliggono<br />

gli innocenti e i poveri. E in questo<br />

punto (che è in quello in cui più<br />

patì, e che lui riteneva il più giusto e<br />

necessario, e per il quale aveva ordini<br />

più precisi, e che a suo avviso era il<br />

più facile da rimediare se fosse stato<br />

aiutato dalla mano superiore di governo<br />

che lo aveva inviato per questo) fu<br />

vinto. E, invece di esiliare lui da quelle<br />

terre la cupidigia (causa capitale di infinite<br />

malvagità), questa lo esiliò ed ottenne<br />

vittoria su di lui». Ma gli interventi<br />

di Palafox in materia civile furono<br />

approvati dal Re, e quelli in materia ecclesiastica<br />

dal Papa Innocenzo X, il quale<br />

ebbe a dire ai messaggeri inviati dal<br />

Vescovo di Puebla: «Conosco don Giovanni<br />

de Palafox e Mendoza da quando<br />

ero nunzio in Spagna e lui era in quel<br />

tempo ministro di sua Maestà nel Reale<br />

Consiglio delle Indie. Abbiamo fatto insieme<br />

fino a Barcellona il viaggio al seguito<br />

dell'imperatrice (che Dio ha). Lo<br />

considero uomo di tale valore e virtù<br />

che se lui non mette in ordine il governo<br />

della chiesa in America, non ci sarà<br />

nessun altro che lo faccia».<br />

Per la diocesi di Burgo de Osma fu<br />

presentato nel 1654 ed in essa rimase fino<br />

alla morte, avvenuta nel palazzo episcopale<br />

di quella città il 1° ottobre 1659.<br />

La sua attività come prelato, preoccupato<br />

del bene dei suoi sudditi si fece sentire,<br />

di nuovo, nelle sue visite pastorali,<br />

nelle sue esortazioni e nel suo impegno<br />

nel diffondere la devozione al santo rosario,<br />

da lui definito come «il breviario<br />

di tutti quelli che non sanno leggere...<br />

devozione che produce infiniti beni».<br />

Nelle note sulle sue visite pastorali, leggiamo<br />

alcuni semplici ammonimenti che<br />

il Ven. Palafox era solito rivolgere ai sacerdoti,<br />

e che definiscono da soli il fine<br />

che si proponeva in dette visite: «1. Per<br />

prima cosa raccomandare loro il culto<br />

divino. 2. Che fuggano l'oziosità ed abbiano<br />

libri. 3. Che facciano orazione e<br />

diano buon esempio. 4. Che esortino i<br />

loro fedeli alla devozione del rosario. 5.<br />

Che li esortino alla frequenza dei Sacramenti,<br />

principalmente nei giorni di<br />

Nostra Signora e altre festività. 6. Che<br />

predichino ed insegnino la dottrina cristiana.<br />

7. Che abbiano pazienza con loro<br />

e li trattino con amore e non dicano<br />

loro cattive parole. 8. Che si comportino<br />

nella vita come vorrebbero essersi<br />

comportati nell'ora della morte». Questi<br />

avvertimenti evidenziano da soli, sia lo<br />

zelo pastorale del prelato e la sua sollecitudine<br />

per le anime a lui affidate, sia<br />

la sua preoccupazione per il culto divino<br />

e la frequenza dei sacramenti, in ossequio<br />

a quanto disposto dai padri del<br />

Concilio di Trento.<br />

Il primo ottobre 1659 il Ven. Giovanni<br />

de Palafox morì nel suo palazzo vescovile<br />

di Burgo de Osma, dopo aver dato<br />

prove di una vita penitente e di uomo di<br />

preghiera in quelle terre castigliane, con<br />

evidente fama di santità. Il famoso gesuita<br />

Giovanni Eusebio Nieremberg, disse<br />

di lui che era «vescovo e viceré in<br />

pubblico, e monaco ed anacoreta nel<br />

segreto».<br />

Il contenuto della mostra si prefigge<br />

di presentare al pubblico la poliedrica e<br />

multidisciplinare figura del vescovo-viceré,<br />

in sei aspetti didattici. Il primo si riferisce<br />

al contesto dove trascorse la sua<br />

vita. Tra gli oggetti che si possono ammirare,<br />

troviamo il libro dei battezzati<br />

dove risulta iscritto il Venerabile, il crismario<br />

e la piccola brocca d'argento<br />

usata durante secoli nel battistero della<br />

chiesa abaziale di Fitero. Il secondo<br />

aspetto è dedicato a glossare la figura<br />

del Venerabile nei suoi rapporti con il re<br />

di Spagna, come uomo di governo e<br />

protettore dell'indigeno, come l'uomo<br />

dedito alla res publica e pensatore politico.<br />

Il terzo vuole ricordare il Venerabile<br />

come Vescovo, in una raccolta di<br />

opere che ci parlano del suo impegno<br />

pastorale, sia in Messico che in Spagna.<br />

La quarta sezione è dedicata a Palafox<br />

come mecenate delle arti e si possono<br />

ammirare in essa importanti regali della<br />

regina di Spagna, della contessa di Castrillo,<br />

e alcuni oggetti personali, specialmente<br />

il suo Bambino Gesù, che lo accompagnò<br />

per tutta la sua vita da quando<br />

gli venne regalato nelle Friandre da<br />

Isabel Clara Eugenia, sorella di Filippo<br />

III. L'opera più importante, eretta sotto<br />

il suo patrocinio, è ben documentata in<br />

una fotografia della cattedrale di Puebla<br />

de los Angeles. La quinta sezione presenta<br />

i numerosi scritti e opere del Venerabile.<br />

Assieme alle Opere Complete<br />

dei secoli XVII e XVIII si possono ammirare<br />

numerose edizioni della sua ampia<br />

produzione letteraria. Nell'ultima sezione<br />

si è voluto dare una visione della<br />

memoria storica del Venerabile tramite<br />

la sua fama di santità, il processo di<br />

beatificazione e i processi su miracoli a<br />

lui attribuiti.<br />

berazione integrale dell'uomo già da<br />

questo mondo.<br />

Eloquenti i titoli delle tre lettere: Con<br />

Maria pellegrini nel tempo verso l'eterno<br />

(Natale 1999) scritta a Betlemme durante<br />

un pellegrinaggio in Terra Santa;<br />

In cammino verso la risurrezione (Quaresima<br />

2000); Sulla strada della salvezza<br />

(Immacolata 2000). La vita dell'uomo<br />

dunque è un cammino, «e Maria Signora<br />

dell'attesa e vergine del cammino», ci<br />

può suggerire come attendere operosamente<br />

e ci ricorda che «tutta la nostra<br />

vita è come un grande pellegrinaggio<br />

verso la casa del Padre» (T.M.A. 49b).<br />

Ma il pellegrinaggio è un momento da<br />

vivere intensamente, soprattutto un atteggiamento<br />

di vita. «Il credente — scrive<br />

il Vescovo nella Con Maria pellegrini<br />

— è sempre in cammino verso casa; tale<br />

cammino comporta il ritornare al più<br />

profondo del cuore dove è viva comunque<br />

e dovunque, anche se con lacune<br />

allo stato latente o inconscio, la nostalgia<br />

di Dio». Non si può raggiungere il<br />

Padre se non passando attraverso il cuore;<br />

è la riconciliazione e conversione<br />

giubilare: è il Deus intimior intimo meo<br />

di sant'Agostino. Richiamando il titolo<br />

di una commedia di Rafael Alberti, il<br />

Vescovo sottolinea come ci troviamo davanti<br />

ad un uomo disabitato, ed espropriato<br />

di sé. Maria, terra vergine di Dio,<br />

invece, s'è sempre lasciata abitare dal<br />

Signore. Con Maria — figura prediletta<br />

del Vescovo Renna — viviamo la vita<br />

come ininterrotto pellegrinaggio nella fede.<br />

Anche Lei come noi ha dovuto progredire<br />

nella fede. Ella indica e percorre<br />

con noi il pellegrinaggio della fede, lotta<br />

e prega con noi. Con Maria dunque, anche<br />

nell'attuale momento liturgico, siamo<br />

pellegrini verso la Risurrezione, per<br />

incontrare Cristo che contempliamo nell'amore<br />

supremo del sacrificio di se stesso,<br />

con un amore appassionato, infinito<br />

e salvifico. Occorre rendersi degni di<br />

quest'amore risorgendo nella luce della<br />

Pasqua alla vita nuova dei figli: «La Pasqua<br />

di Cristo deve diventare la nostra<br />

Pasqua, con una sempre più profonda<br />

rinuncia al peccato per superare la nostra<br />

fragilità e riqualificarsi figli di Dio<br />

con le armi della preghiera del digiuno e<br />

della carità» (In cammino verso la risurrezione).<br />

Il Vescovo Renna ammonisce<br />

a fuggire un modo falso di religiosità,<br />

quella di coloro che pensano solo a<br />

quanto fanno per il Signore: la loro è<br />

una religiosità triste, egoista, meschina,<br />

che accampa diritti nei confronti di Dio.<br />

Mentre invita ad acquisire un modo autentico<br />

di religiosità, propria «di coloro<br />

che pensano con animo grato e riconoscente<br />

a quello che Dio fa per loro. È la<br />

religiosità del Magnificat, dei Salmi, del<br />

Clero, del Padre Nostro». Nel cammino<br />

quaresimale proposto nella Lettera, ma<br />

anche in questo tempo di Natale, il Vescovo<br />

Renna invita tutta la diocesi a dare<br />

spazio alla bontà di Dio, alla confidenza<br />

in Lui, come preludio di vita nuova<br />

che si mette in cammino verso la risurrezione.<br />

L'originalità e bellezza di<br />

questa Lettera sta nell'unire la meditazione<br />

alla preghiera. Preghiere che sono<br />

state tutte composte dal Vescovo e sono<br />

espressione della sua sensibilità pastorale<br />

e del suo animo appassionato.<br />

Un insieme di riflessioni profonde e di<br />

preghiere caratterizzano anche la terza<br />

Lettera pastorale: Sulla strada della salvezza.<br />

Come se la lettura porti gradualmente<br />

alla preghiera; è il vissuto che si<br />

fa preghiera. La meditazione, chiara e<br />

profonda, è centrata sul «problema radicale<br />

dell'essere umano, nella tensione<br />

dialettica tra schiavitù e liberazione» e<br />

approda con passione e naturalezza al<br />

dialogo con Dio perché ci faccia scoprire<br />

che anche le miserie e le manchevolezze<br />

del nostro vissuto quotidiano acquistano<br />

un valore di infinito e di eterno,<br />

viste e accolte nel disegno sapiente<br />

di Dio. Ecco allora il Vescovo Renna<br />

suggerire la preghiera Esistere che è un<br />

invito a ringraziare il Signore del dono<br />

bello della vita. «Ti ringrazio, Signore,<br />

perché mi fai sentire vivo! Se la vita fosse<br />

senza intoppi... mi fermerei e mi annoierei.<br />

Vivere è liberare me dal me<br />

stesso condizionato per collaborare<br />

con te, Signore e con tutti i fratelli a riscattare<br />

il mondo da ogni forma di peccato».<br />

Significativo anche il passaggio sull'uomo-Gesù<br />

che visse il suo tempo.<br />

«Egli — scrive il Vescovo Renna — accettò<br />

il contesto storico nel quale visse.<br />

In esso realizzò il suo programma di liberazione.<br />

Egli non fu un volgare sovversivo,<br />

né una persona assente ai problemi<br />

umani, sociali e politici del suo<br />

periodo. Al contrario, accettò la sfida di<br />

una situazione concreta, con la quale<br />

urtava». Nella preghiera Cristo, mio fratello,<br />

il Vescovo scrive: «Tu, Epifania<br />

del Padre, ne porti a noi il messaggio<br />

capovolgendo schemi e parametri umani<br />

di pensare, del giudicare, dell'esistere».<br />

E in Un nulla che vale. «Da qualche<br />

giorno, nella mente, mi va frullando<br />

un'idea, opera il miracolo di immergere<br />

l'umano nel divino, il nulla diventa eterno.<br />

È il mistero del Natale. Lo stupore<br />

che deve annunziare al mondo la buona<br />

novella.<br />

RENATO CICCARELLI


.<br />

PAGINA<br />

«Anche noi ci troviamo pervasi dalla<br />

stessa immensa gioia con cui si è conclusa<br />

la splendida avventura dei Magi,<br />

che si sono messi in cammino, hanno<br />

cercato e chiesto con il cuore occupato<br />

da un desiderio ardente: incontrare il<br />

Messia, adorarlo. Il loro cammino è stato<br />

guidato dalla stella ed orientato dalla<br />

fede, sostenuta dalla parola dei profeti.<br />

Una parola viva e decisiva, che ha dato<br />

loro la “grandissima gioia” di vedere “il<br />

bambino con Maria sua madre”. Con lo<br />

stesso spirito con cui i Magi offrirono i<br />

loro doni al Signore, confermiamo, ai<br />

suoi piedi l'impegno di una più intensa<br />

vita cristiana ed ecclesiale, che abbiamo<br />

assunto durante l'Anno giubilare». Con<br />

queste parole il Delegato Pontificio per<br />

la Basilica del santo, Arcivescovo Marcello<br />

Costalunga, ha voluto sottolineare<br />

il forte significato della celebrazione presieduta<br />

nel santuario antoniano in occasione<br />

della chiusura del Giubileo. Una<br />

cerimonia resa ancor più solenne in<br />

questa Basilica che porta il titolo personale<br />

di Giovanni Paolo II e che dipende<br />

direttamente dalla sua cura pastorale.<br />

Con Monsignor Costalunga hanno<br />

concelebrato i religiosi della Comunità<br />

delsanto,fra i quali lo stesso rettore della<br />

basilica, padre Domenico Carminati.<br />

Al solenne rito hanno preso parte numerosi<br />

fedeli e pellegrini provenienti<br />

dall'Italia e dall'estero tutti uniti in una<br />

corale preghiera di ringraziamento e di<br />

lode a Dio per questo anno di grazia.<br />

Un anno davvero straordinario per<br />

questo santuario, definito da Paolo VI<br />

«Clinica dello Spirito», da sempre luogo<br />

8 .<br />

privilegiato della penitenza e del perdono.<br />

Lo testimoniano gli oltre cinque milioni<br />

di pellegrini che in questo Anno<br />

Santo sono giunti a riconciliare in questo<br />

stupendo scrigno dell'arte e della spiritualità.<br />

Sono stati infatti 9.002 i pellegrinaggi<br />

organizzati e regolarmente segnalati<br />

ai francescani conventuali da<br />

sempre custodi della Basilica, indicata<br />

da Giovanni Paolo II a «Santuario internazionale».<br />

Di questi, 1.684 provenivano<br />

dalle varie regioni italiane e 7.318 dall'estero.<br />

Ma le cifre sono destinate a salire se<br />

si pensa alle singole famiglie e ai numerosi<br />

gruppi giunti autonomamente in visita<br />

alla tomba del santo. Per quanto riguarda<br />

l'estero, sono da segnalare i numerosissimi<br />

pellegrini giunti dalla Polonia,<br />

dagli Stati Uniti, dalla Spagna, dalla<br />

Germania, dalla Francia e dalla Croazia.<br />

E ancora dal Portogallo, dal Brasile, dall'Argentina,<br />

dalla Slovacchia, dall'Ungheria,<br />

dall'Australia, dalla Romania,<br />

dalla Russia e dal Giappone. Senza dimenticare<br />

poi i pellegrinaggi provenienti<br />

dal Viet Nam, dall'Ucraina, dall'Albania,<br />

dal Rwanda, dal Costarica, dalla Siria,<br />

dallo Sri Lanka e dal Sud Africa.<br />

Non va dimenticato poi l'itinerario<br />

spirituale che ha unito insieme la Basilica<br />

del santo, san Francesco di Assisi e il<br />

santuario mariano di Loreto. Tre tappe<br />

di un unico cammino di avvicinamento<br />

a Roma, città santa del Giubileo. Un<br />

collegamento spirituale che ha avuto come<br />

fine ultimo quello di preparare i pellegrini<br />

al Giubileo, riscoprendo, attraverso<br />

i santuari, la santità.<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Lunedì-Martedì 15-16 Gennaio 2001<br />

PADOVA<br />

Chiusura della Porta Santa<br />

nelle diocesi italiane<br />

«La festa dell'Epifania — ha ricordato<br />

il Presule durante l'omelia di chiusura<br />

del Giubileo — sembra chiudere, nella<br />

scia della luce che promana dalla grotta<br />

di Betlemme, un tempo di grazia. Durante<br />

i giorni del Natale, infatti, i forti<br />

messaggi della speranza, della vita, della<br />

pace e della fede sono echeggiati nella<br />

dolorosa oscurità delle nostre esperienze<br />

quotidiane come tanti raggi luminosi».<br />

Il Delegato Pontificio ha ricordato<br />

quindi l'invocazione del Tempio di Avvento<br />

che, nella solennità del Natale<br />

1999, aveva sottolineato il momento dell'apertura<br />

della Porta Santa nelle quattro<br />

basiliche patriarcali di Roma: «O<br />

Chiave di Davide, scettro della casa di<br />

Israele, che apri, e nessuno può chiudere,<br />

chiudi, e nessuno può aprire: vieni,<br />

libera l'uomo prigioniero, che giace nelle<br />

tenebre e nell'ombra di morte». Questa<br />

invocazione, ha aggiunto, la facciamo<br />

simbolicamente nostra per la chiusura<br />

del Giubileo: «L'epifania e il Giubileo<br />

costituiscono infatti un'altra tappa nell'espansione<br />

della luce di Cristo, “sole<br />

che sorge per rischiarare quelli che stanno<br />

nelle tenebre e nell'ombra della morte”».<br />

Monsignor Costalunga si è soffermato<br />

poi sulla «mirabile e drammatica pagina<br />

di Matteo che, nel cuore del Vangelo<br />

dell'infanzia, apre su tutto il mistero di<br />

Gesù e ne anticipa profeticamente la<br />

missione». «L'Epifania del Signore — ha<br />

affermato — fa chiarezza dentro le pieghe<br />

del cuore umano. Lo “scandalo dell'infanzia”<br />

di Gesù, adorato dai Magi e<br />

perseguitato da Erode, preannuncia il<br />

suo destino. La festa odierna, dunque,<br />

non chiude un tempo, ma si apre sul futuro,<br />

inserendo ognuno di noi nel cammino<br />

secondo dell'anno appena iniziato».<br />

Anche se termina l'anno cronologico<br />

del Grande Giubileo, non finisce l'«anno<br />

di grazia», quello aperto da Gesù nella<br />

sinagoga di Nazareth. «La Porta Santa si<br />

chiude — ha detto il Delegato ricordando<br />

le parole di Giovanni Paolo II — ma<br />

più che mai resta spalancata la Porta viva<br />

che è Cristo stesso».<br />

«“Alzati e cammina”: tutti voi ricorderete<br />

che con queste parole Gesù si era<br />

rivolto al paralitico, che gli era stato<br />

portato steso sul letto. Le stesse parole<br />

— ha aggiunto Monsignor Costalunga<br />

— il Signore le ha ripetute a quanti, giovani,<br />

anziani, artisti, sportivi e politici,<br />

hanno celebrato con il Santo Padre il loro<br />

Giubileo». «In questo alzarsi e in questo<br />

camminare — ha proseguito l'Arcivescovo<br />

—, possiamo vedere il frutto di<br />

grazia dell'Anno giubilare che accompagnerà<br />

la Chiesa nel suo introdursi nel<br />

terzo millennio, alla luce della parola<br />

d'ordine “Ripartire da Cristo”». «È stato<br />

infatti l'amore misericordioso del Padre<br />

che, in Gesù Cristo, ci ha fatto alzare,<br />

facendoci risorgere a vita nuova», ha<br />

concluso il Delegato Pontificio. Ed è lo<br />

stesso amore di un Dio, «ricco di misericordia»<br />

che ci rende partecipi di quel<br />

meraviglioso cammino che vede coinvolta<br />

la Chiesa nella sua missione di salvezza<br />

dentro la storia dell'umanità».<br />

CLAUDIO ZERBETTO<br />

MASSA MARITTIMA-PIOMBINO BRINDISI-OSTUNI<br />

Pubblichiamo il testo dell'omelia pronunciata<br />

dal Vescovo di Massa Marittima-Piombino,<br />

Giovanni Santucci, durante<br />

la celebrazione per la chiusura<br />

del Grande Giubileo:<br />

Convocati dal Signore per chiudere<br />

un anno di Grazia, il Giubileo: anno della<br />

restituzione, della riconciliazione e del<br />

perdono: anno della purificazione della<br />

memoria e del cuore per aprire la vita<br />

al vento dello Spirito, che è sempre autore<br />

del rinnovamento personale e della<br />

comunità, instancabile testimone del<br />

Cristo e del suo Vangelo.<br />

Abbiamo vissuto un anno straordinario<br />

in cui abbiamo risposto con gioia,<br />

con entusiasmo al suono del corno, alla<br />

parola dei profeti, per andare incontro<br />

al Cristo, Verbo del Padre, primogenito<br />

dei fratelli, uomo nuovo, inizio della<br />

nuova umanità liberata dal peccato e<br />

dalla morte.<br />

Abbiamo messo al centro delle nostre<br />

attenzioni la Chiesa Cattedrale, segno di<br />

una Chiesa che vive nel tempo la fatica<br />

della sua fedeltà; la Cattedrale segno<br />

dell'amore e della presenza di Dio in<br />

questa antica terra, segno dell'unità della<br />

sua gente, segno di un legame con la<br />

Chiesa universale, cattolica, che ci conforta.<br />

Essere Cristiani, essere Chiesa e scoprire<br />

che siamo insieme, chiamati e<br />

mandati da Gesù ad annunciare a tutti<br />

gli uomini il Vangelo di salvezza, scoprire<br />

che ovunque viviamo e lavoriamo siamo,<br />

dobbiamo essere, profezia della<br />

Chiesa.<br />

Tutti, adulti e giovani, anziani e adolescenti,<br />

genitori o figli... tutti impegnati<br />

a maturare convinzioni di fede sempre<br />

più fondate sul Vangelo con Gesù accanto<br />

a noi amico, guida, rivelatore nel<br />

Padre.<br />

Dal cuore, dall'amore che portiamo al<br />

Signore nasce l'impegno di condivisione,<br />

di carità.<br />

È bello essere Chiesa.<br />

È bello scoprire che abbiamo un cuore<br />

che batte all'unisono con tanti fratelli<br />

e sorelle sparsi nel mondo. Viviamo immersi<br />

in una realtà che ci rende sempre<br />

più estranei i valori di verità e giustizia<br />

come valori normanti la vita.<br />

Sembra che si possa fare a meno di<br />

Gesù, che senza Vangelo si viva meglio.<br />

Il Giubileo si conclude, ma in un certo<br />

senso rimane aperto: perché aperta<br />

rimane la fonte della misericordia e della<br />

grazia e perché forte risuona l'invito<br />

alla missione. Celebrando l'Epifania ci<br />

sentiamo in cammino, come i magi. Come<br />

i Magi, anche noi oggi dobbiamo essere<br />

missionari di Gesù, missionari della<br />

famiglia.<br />

È questo il messaggio che il Vescovo<br />

di Chioggia, Monsignor Angelo Daniel,<br />

ha rivolto ai fedeli presenti in cattedrale<br />

per la solenne chiusura del Giubileo diocesano.<br />

Alla celebrazione, presieduta dal<br />

Vescovo, hanno preso parte una settantina<br />

di sacerdoti e religiosi.<br />

Migliaia di persone, provenienti dalle<br />

diverse zone pastorali della Diocesi, si<br />

sono incontrate in diversi paesi della città<br />

e in processione hanno raggiunto il<br />

Duomo portando le tre croci e le tre<br />

icone che hanno guidato i vari pellegrinaggi<br />

vicariali.<br />

All'offertorio sono stati portati all'altare<br />

i frutti della terra e del lavoro. Particolarmente<br />

suggestiva la danza africana<br />

realizzata dai giovani della Comunità<br />

missionaria di Villaregia a indicare l'universalità<br />

della Chiesa. Al termine della<br />

celebrazione è stato consegnato il volume<br />

«Carissimi, oltre il Giubileo», che<br />

raccoglie le omelie pronunciate dal Ve-<br />

Da ogni parte ci viene ripetuto che<br />

ognuno è regola a se stesso, che vivere<br />

pensando a sé è la cosa migliore.<br />

Sappiamo che non è vero, semplicemente!<br />

Si può essere egoisti e approfittatori,<br />

si può anche violentare e rubare,<br />

si può anche calpestare ogni regola e<br />

persona ma non raccontare che va bene,<br />

perché non è vero! Si può pensare<br />

di imbrogliare gli altri ma si sa bene che<br />

non c'è nel cuore la pace. Condividiamo<br />

la frase di Agostino: «Tu Signore ci hai<br />

fatti per te e il nostro cuore è inquieto<br />

finché non riposa in te».<br />

Ogni volta che si confondono i valori,<br />

che si contrabbanda male per bene si<br />

defrauda l'uomo della sua pace. E questo<br />

è grave, soprattutto per i più giovani<br />

ai quali vengono proposti idee e modelli<br />

che sono imbroglio, falsi, bugiardi, che<br />

non saranno mai pace e gioia.<br />

Dio è la meta del cammino e della fatica<br />

di ogni giorno. Il resto non vale.<br />

Dal Giubileo nasce per ciascuno l'impegno<br />

di camminare nel tempo con lo stile<br />

di Gesù e la forza degli Apostoli e dei<br />

santi. Gesù chiede sempre se vuoi non<br />

impone nulla, non costringe mai, affianca<br />

ciascuno, cammina accanto, apre gli<br />

occhi alla comprensione del vissuto, dà<br />

senso e significato all'esperienza, esaudisce<br />

il desiderio e l'aspirazione del cuore.<br />

Gli Apostoli e i santi sanno essere testimoni<br />

di lui e vivono la loro missione<br />

con dedizione fedele, non si arrendono<br />

mai, perché amano i fratelli e sono disposti<br />

a pagare con la vita la loro testimonianza.<br />

Il Giubileo si conclude come<br />

anno, come tempo stabilito dalla Chiesa.<br />

Dal Giubileo ci muoviamo per vivere i<br />

valori e gli impegni nella vita di sempre.<br />

Abbiamo dei punti fermi: una visione<br />

di Dio e dell'uomo fondate evangelicamente,<br />

una teologica e una antropologica<br />

che non ci permettono derive. La vita,<br />

la storia è un andare incontro a Gesù<br />

e alla vita nuova ed eterna che dona<br />

a coloro che lo accolgono. Il bene è bene<br />

e il male è male.<br />

Il bene va fatto, sempre, a tutti, insegnava<br />

san Francesco; per vivere il bene<br />

ci impegniamo a superare i nostri limiti<br />

e peccati, i nostri difetti e pigrizie. Per<br />

vivere il bene ci mettiamo al servizio di<br />

fratelli fiduciosi di dare una mano a Gesù<br />

che è l'unico salvatore del mondo.<br />

scovo Daniel in occasione delle varie celebrazioni<br />

diocesane nell'Anno Santo. Altro<br />

segno del Giubileo sarà concretizzato<br />

in futuro con l'apertura di una casa<br />

per minori in difficoltà.<br />

«Anche per noi oggi — ha ricordato il<br />

Vescovo durante l'omelia —, partendo<br />

da Betlemme, dall'Anno Santo, vale in<br />

qualche modo il medesimo invito, lo<br />

stesso impegno dei Magi: essere testimoni<br />

di Gesù, di Dio incarnato e vicino».<br />

«Siatelo — ha aggiunto — soprattutto<br />

nella missione famiglia».<br />

«Stimate, amate, difendete la famiglia<br />

— ha detto ancora il Vescovo —. Se il<br />

figlio di Dio ha voluto farne parte, e fino<br />

a trent'anni, vuol dire che è valore<br />

importante.<br />

«Vorrei in questo momento farmi voce<br />

del Giubileo che finisce, del Giubileo<br />

che continua nelle sue istituzioni e conclusioni,<br />

per rivolgere un pressante invito,<br />

per affidare una consegna. Adoperiamoci,<br />

ciascuno nel proprio ambito e<br />

competenza, per fare tutto ciò che è<br />

possibile per il bene della famiglia, coinvolgendo<br />

la famiglia stessa e aiutando la<br />

famiglia a crescere nella sua capacità relazionale-educativa».<br />

È importante avviare e sostenere<br />

quelle iniziative che non sottraggono i figli<br />

ai genitori, ma coinvolgono i genitori<br />

CHIOGGIA<br />

Con la Statio presso la chiesa di<br />

s.Paolo,laChiesa che è in Brindisi-Ostuni<br />

ha dato il via alla celebrazione di<br />

chiusura del Grande Giubileo nella sua<br />

dimensione diocesana, evidenziando<br />

quei segni che hanno caratterizzato e<br />

accompagnato il cammino giubilare nella<br />

diocesi: il pellegrinaggio «quale cammino<br />

di conversione personale ed ecclesiale<br />

che sospinge la Chiesa di Brindisi-<br />

Ostuni ad essere “dentro la città, tra la<br />

gente come Chiesa viva in cammino: segno<br />

di speranza”», come si è espresso<br />

l'Arcivescovo Rocco Talucci, richiamando<br />

la traccia portante e l'obiettivo delle<br />

Linee Pastorali indicate all'inizio dell'anno;<br />

la croce, non certamente la stessa<br />

che ha stazionato durante l'anno giubilare<br />

presso le chiese matrici dei diversi<br />

paesi della diocesi e che, quale segno<br />

monumentale, dimorerà presso la Cattedrale<br />

come memoriale per il futuro;<br />

l'Evangeliario e le lampade, quelle lampade<br />

che, consegnate a tutte le parrocchie,<br />

compresa quella di Laisamis in Kenya,<br />

e alle comunità religiose nel '97 durante<br />

la celebrazione di avvio del triennio<br />

di preparazione al Grande Giubileo,<br />

hanno arso incessantemente presso l'icona<br />

del Cristo solennemente e congiuntamente<br />

alla Parola intronizzata ed esposta;<br />

il passaggio attraverso la Porta, la<br />

quale, anche se simbolicamente chiusa,<br />

rimane sempre aperta, perché essa è<br />

Cristo, «Porta aperta dal mistero dell'Incarnazione<br />

verso la realizzazione del Regno»,<br />

come si è espresso il Pastore.<br />

Nella sua omelia, l'Arcivescovo ha voluto<br />

sottolineare che la chiusura dell'anno<br />

giubilare è «la chiusura di un tempo<br />

straordinario di grazia che apre e deborda<br />

in un tempo continuo ed ordinario»,<br />

nel quale si distende la signoria di Cristo;<br />

ad essa siamo chiamati ad aprire il<br />

nostro cuore perché esso sia aperto verso<br />

ogni uomo, affinché, libero da ogni<br />

tipo di inquinamento, gli venga restituita<br />

la sua dignità.<br />

Poi il Presule ha tracciato una breve<br />

sintesi del cammino giubilare intrapreso<br />

dalla diocesi in questo anno di grazia.<br />

Un percorso iniziato e tracciato da<br />

Mons. Settimio Todisco (la sua presenza,<br />

sempre affabile e da tutti gradita, alla<br />

celebrazione di chiusura ne ha voluto<br />

indicare la continuità) e condotto a ter-<br />

nella formazione religiosa e morale dei<br />

figli. Bisogna passare da un atteggiamento<br />

che talora è di lamento e di supplenza,<br />

a una collaborazione propositiva,<br />

che rispetta la libertà e stimola iniziativa:<br />

e questo dal cammino dei fidanzati<br />

all'accoglienza della nuova vita, alla<br />

formazione dei gruppi di sposi: dalla catechesi<br />

e itinerari sacramentali e iniziative<br />

di spiritualità alla pastorale per le famiglie<br />

in difficoltà.<br />

«È la famiglia che salverà la famiglia<br />

— ha ricordato il Vescovo —. Compito<br />

delicato e in parte nuovo sarà quello<br />

della formazione di coniugi che siano<br />

fratelli, e guide di altri coniugi, di famiglie<br />

che aiutano altre famiglie».<br />

Ecco allora l'importanza e la centralità<br />

della missione famiglia, anche per<br />

quanti hanno responsabilità civili, amministrative,<br />

economiche, scolastiche, culturali<br />

e anche sportive. «Pensiamo al<br />

problema casa, lavoro, tempo libero: alla<br />

flessibilità di orari di lavoro, specie<br />

per le mamme».<br />

«Lafamiglia— ha proseguito il Vescovo<br />

di Chioggia —, è edificio da costruirsi<br />

a più mani: ognuno ha la sua competenza,<br />

ma è diverso cercare d'essere,<br />

per quanto possibile, coordinati e solidali.<br />

Proprio nella sua lettera “All'inizio del<br />

nuovo millennio”, il Santo Padre parla<br />

mine e a pienezza dal nuovo pastore<br />

Mons. Rocco Talucci, dopo essersi inserito<br />

in aprile con rispettosa discrezione e<br />

forte desiderio di comunione personale<br />

ed ecclesiale.<br />

L'anno giubilare ha visto la Comunità,<br />

nella sua dimensione parrocchiale e<br />

diocesana, caratterizzata soprattutto da<br />

un forte dinamismo missionario: la Peregrinatio<br />

Crucis per i paesi della diocesi<br />

ha evidenziato il nostro essere Chiesa<br />

peregrinante che vuole accogliere e portare<br />

il Vangelo della Croce, l'Amore fedele<br />

di Gesù capace di trasformare la<br />

notte in alba di speranza; la nuova missione<br />

popolare per un rinnovamento della<br />

pastorale che veda tutto il popolo di<br />

Dio soggetto di evangelizzazione e di<br />

edificazione del Regno di Dio, al fine di<br />

«restituire alla città il diritto di essere<br />

casa degli uomini e laboratorio di civiltà»;<br />

l'adesione all'iniziativa dei Vescovi<br />

italiani per il condono del debito estero<br />

dei paesi poveri come stimolo per assumere<br />

la logica del Vangelo, per la giustizia<br />

e la condivisione.<br />

I diversi giubilei vissuti a Roma o in<br />

diocesi secondo le diverse categorie, come<br />

anche la facoltà concessa a tutte le<br />

chiese parrocchiali di essere chiese giubilari<br />

nel tempo di Avvento e di Natale,<br />

hanno avuto la finalità di permettere a<br />

tutti, senza riserve e distinzioni, di accogliere<br />

il grande dono elargito con gratuità<br />

da duemila anni e deposto nel cuore<br />

di ogni uomo quale segno di speranza.<br />

I frutti straordinari di quest'Anno<br />

Santo debbono tradursi in impegno quotidiano<br />

ed ordinario, pertanto il Pastore<br />

ha richiamato quei sentieri pastorali scaturiti<br />

dal Convegno ecclesiale di settembre<br />

e raccolti nelle Linee pastorali quali<br />

tracciati privilegiati che la grazia giubilare<br />

ha indicato come futuro cammino<br />

per tutta la diocesi. Così si esprimeva<br />

l'Arcivescovo: «Questi sentieri pastorali,<br />

che sono diocesani e parrocchiali, sono<br />

accompagnati da due coordinate da seguire:<br />

lo sguardo verso l'alto e lo sguardo<br />

in avanti, cioè verso Dio e verso l'uomo,<br />

rispettando un equilibrio e una fedeltà<br />

per essere cristiani del tempo e<br />

dell'eternità, senza esclusioni e senza<br />

scelte di campo.<br />

COSIMO MACILLETTI<br />

di una nuova “fantasia della carità” che<br />

si dispieghi oltre che nei soccorsi prestati,<br />

nella capacità di farsi vicini, solidali».<br />

Monsignor Daniel si è anche augurato<br />

di veder sorgere e svilupparsi, in questo<br />

anno, iniziative pastorali idonee, nell'ambito<br />

parrocchiale e interparrocchiale,<br />

con lo stimolo e impegno dei consigli<br />

pastorali, dell'Azione Cattolica, di gruppi<br />

e movimenti ecclesiali. «Il Signore doni<br />

la sua luce a chi lavora nel campo scientifico,<br />

medico e legislativo, specialmente<br />

nei confronti di quelle aree delicate che<br />

si chiamano trattamento degli embrioni<br />

e nuove sperimentazioni, aborto ed eutanasia,<br />

avvallo di coppie di fatto e dell'uso<br />

della droga». All'edificio famiglia<br />

contribuisce anche la testimonianza e<br />

spesso fattiva collaborazione di persone<br />

celibi, nubili o vedove che in situazioni<br />

anche di solitudine continuano a farsi<br />

sostegno delle famiglie proprie o altrui.<br />

A loro va riconoscenza e incoraggiamento<br />

come pure a quanti hanno accolto la<br />

cosiddetta vocazione educativa e la svolgono<br />

a bene dei giovani, con competenza<br />

e amore. «Questi problemi e questi<br />

impegni — ha continuato il Vescovo —<br />

li vogliamo affidare costantemente alla<br />

preghiera, nostra e degli altri, dei bambini,<br />

degli ammalati e degli anziani; di<br />

voi persone consacrate e religiose».<br />

C. Z.


A ROMA<br />

PAGINA<br />

MALTEMPO Due pescatori salvati a Civitavecchia<br />

Danni nel Lazio<br />

per il forte vento<br />

Danni e difficoltà per il freddo e soprattutto<br />

per le forti raffiche di vento<br />

che hanno sferzato anche il Lazio durante<br />

lo scorso fine settimana. La situazione<br />

è stata particolarmente cruciale al<br />

largo di Civitavecchia, dove il forte vento<br />

che ha superato i 100 chilometri orari,<br />

ha reso particolarmente rischiosi i<br />

collegamenti con i porti della Sardegna.<br />

Il forte vento e un po' di incoscienza<br />

hanno fatto correre una brutta avventura<br />

a due pescatori dilettanti di Civitavecchia,<br />

Mauro e Giulio Pinna, di 41 e 38<br />

anni, la cui imbarcazione si è ribaltata. I<br />

due sono finiti in mare, dove sono rimasti<br />

per più di un’ora prima di essere salvati<br />

da una motovedetta della Capitaneria<br />

di Porto.<br />

L’episodio è avvenuto nella notte tra<br />

sabato e domenica a circa un miglio dal<br />

litorale di Sant’Agostino. I due fratelli<br />

erano usciti in serata su una leggerissima<br />

barca a remi, lunga appena 2 metri<br />

e mezzo, per ritirare le reti gettate nel<br />

pomeriggio. Intorno alle 22, uno dei pescatori<br />

ha chiesto aiuto con il telefono<br />

cellulare. Immediatamente sono partite<br />

due motovedette della Capitaneria di<br />

Porto, altrettante della Guardia di Finanza,<br />

un rimorchiatore munito di un potente<br />

faro ed un gommone d’altura dei<br />

Vigili del Fuoco.<br />

L’operazione di soccorso si è protratta<br />

fino all’una e trenta, quando un’ambulanza<br />

del «118», in attesa al porto, ha<br />

trasportato i due pescatori nell’ospedale<br />

san Paolo. I medici hanno riscontrato<br />

ad entrambi uno stato di ipotermia, di-<br />

Nascondevano<br />

venti chili di hashish<br />

nell'auto: in prigione<br />

tre albanesi<br />

Il pronto intervento degli agenti del<br />

commissariato di Albano, sabato ha permesso<br />

di sventare una consistente consegna<br />

di droga. Risultato dell'operazione<br />

tre persone arrestate e venti chilogrammi<br />

di hashish, nascosti nel bagagliaio di<br />

una automobile, sequestrati.<br />

Le persone finite in manette sono tre<br />

albanesi, tra i quali un fratello ed una<br />

sorella, scoperti grazie ad una serie di<br />

pedinamenti effettuati dagli agenti di Polizia.<br />

Secondo la ricostruzione fornita dallo<br />

stesso commissariato, nel pomeriggio di<br />

sabato i poliziotti avevano fermato per<br />

un controllo un'automobile sulla quale<br />

viaggiavano due uomini albanesi di 23 e<br />

33 anni. Dopo aver visionato i loro documenti<br />

e quelli della vettura, risultati<br />

regolari, gli agenti si sono accorto che i<br />

due uomini erano nervosi e con una<br />

gran fretta di andare via.<br />

Così i poliziotti, dopo averli lasciati<br />

andare, hanno deciso di seguirli.<br />

I due avevano appuntamento alla stazione<br />

ferroviaria di Pavona con una<br />

donna, anche lei albanese, sorella del<br />

più giovane e che era a bordo di un'auto<br />

di grossa cilindrata. Probabilmente<br />

cercavano un luogo sicuro per effettuare<br />

la consegna della droga.<br />

Compiuto un breve tragitto, le due<br />

automobili sono state fermate dagli<br />

agenti che, dopo aver scoperto l'hashish<br />

nascosto nel bagagliaio, hanno arrestato<br />

i tre albanesi con l'accusa di detenzione<br />

e traffico di sostanze stupefacenti.<br />

La droga, probabilmente, era destinata<br />

al mercato dei Castelli romani.<br />

Fiumicino: proteste<br />

per il degrado della banchina<br />

del molo Nord<br />

Oltre un centinaio tra pescatori, rivenditori<br />

ittici e rappresentanti politici hanno<br />

partecipato, domenica mattina, a<br />

Fiumicino ad un sit-in di protesta per<br />

denunciare il degrado della banchina del<br />

molo Nord, i cui lavori di ristrutturazione<br />

sono bloccati da quattro anni.<br />

«Sotto accusa — hanno spiegato i manifestanti<br />

— è l'incompetenza dei burocrati<br />

del “Genio civile opere marittime”,<br />

incapaci di fare riprendere i lavori sospesi<br />

già nel 1997 per l'inaffidabilità della<br />

ditta alla quale è stato revocato l'appalto».<br />

Se la situazione non si sbloccherà, le<br />

cooperative di pesca ed il comitato di<br />

protesta minacciano il blocco del porto<br />

canale. Per effetto del blocco dei lavori,<br />

infatti, un tratto di cento metri di banchina,<br />

in uno degli angoli più caratteristici<br />

di Fiumicino, appare come un cantiere<br />

in stato di forte abbandono. La situazione<br />

rende difficoltoso l'ormeggio e<br />

l'approviggionamento del carburante ai<br />

pescherecci e ha causato il trasferimento<br />

dei banchi del pesce in un'area che i<br />

rivenditori criticano «poiché isolata e<br />

con il rischio di chiudere le attività per<br />

scarsa clientela».<br />

9 .<br />

mettendoli nella tarda mattinata di domenica.<br />

Problemi anche sul litorale di Civitavecchia,<br />

dove i Vigili del Fuoco hanno<br />

compiuto diversi interventi per rimuovere<br />

tegole, antenne televisive, pensiline<br />

ed insegne pericolanti.<br />

A Tivoli le forti raffiche di vento hanno<br />

fatto cadere alberi, pezzi di cornicioni<br />

e volare tegole. I Vigili del fuoco della<br />

cittadina tiburtina hanno ricevuto decine<br />

di richieste di intervento. Un pino è<br />

caduto a Tivoli, sulla via Empolitana, e<br />

un altro lungo la via Maremmana, a Villanova<br />

di Guidonia, ostacolando il passaggio<br />

delle auto. Domenica mattina i<br />

Vigili del fuoco sono intervenuti a Marcellina,<br />

in via dell’Indipendenza, per rimuovere<br />

un altro albero caduto. Segnalazioni<br />

di cornicioni pericolanti sono arrivate<br />

invece, soprattutto dal Centro storico<br />

di Tivoli e nei piccoli centri, come<br />

San Polo dei Cavalieri. Un altro albero è<br />

caduto nelle prime ore di domenica sulla<br />

via Tiberina.<br />

Difficoltà anche in tutta la provincia<br />

di Rieti. Nelle stazioni turistiche — Terminillo,<br />

Selvarotonda di Cittareale e<br />

Campostella di Leonessa — il vento ha<br />

spazzato via la neve dalle piste di sci.<br />

Numerosi gli interventi dei Vigili del<br />

fuoco in varie località della provincia,<br />

soprattutto lungo la strada provinciale<br />

Tancia, a Bocchignano e Poggio Mirteto,<br />

per la rimozione di alberi caduti. Altri<br />

interventi sono stati compiuti anche<br />

lungo la strada provinciale Salto-Cicolana.<br />

Frosinone:<br />

Asl «condannata»<br />

a far lavorare<br />

un funzionario<br />

USURA Faceva parte di una potente organizzazione<br />

Arrestato dai carabinieri<br />

un funzionario di banca<br />

Il capo cassiere della subagenzia del<br />

Credito Italiano dell’area doganale dell’aeroporto<br />

di Fiumicino, Augusto Acquarelli,<br />

di 48 anni, originario di Napoli,<br />

è stato arrestato, sabato scorso, per associazione<br />

per delinquere finalizzata all’usura.<br />

L’arresto è stato compiuto in esecuzione<br />

di un'ordinanza di custodia cautelare<br />

in carcere emessa dal giudice per le<br />

indagini preliminari (gip), Giovanni Fargnoli,<br />

su richiesta del pubblico ministero<br />

(pm), Luca Tescaroli, nell’ambito delle<br />

indagini che nei giorni scorsi fa avevano<br />

portato all’arresto di altre tredici persone<br />

accusate di associazione per delinquere,<br />

usura, estorsione e falsificazione<br />

di documenti.<br />

L’organizzazione di usurai, che agiva<br />

nel Lazio e in Abruzzo, pretendeva dalle<br />

loro vittime interessi altissimi, sino al<br />

525 per cento.<br />

Secondo l’accusa, il funzionario di<br />

banca aveva un ruolo strategico nell’ambito<br />

dell’organizzazione — al vertice della<br />

quale vi era il fratello di un noto affiliato<br />

alla «nuova camorra organizzata»<br />

del boss Raffaele Cutolo — perché forniva<br />

utili informazioni sulle necessità economiche<br />

dei clienti che sarebbero stati<br />

presi successivamente di mira dagli<br />

usurai.<br />

Attraverso il computer, Augusto Acquarelli<br />

poteva accedere ad informazioni<br />

su tutta la clientela dell’istituto di credito<br />

e per telefono richiedere informazioni<br />

a colleghi di altre agenzie della stessa<br />

banca, soprattutto quelle di Roma e di<br />

Teramo.<br />

Pacco bomba<br />

trovato al liceo<br />

Chateaubriand<br />

Un pacco bomba, che non sarebbe<br />

mai esploso, è stato trovato,<br />

lunedì mattina, all’interno del<br />

liceo francese «Chateaubriand».<br />

Dentro il pacco, una comune scatola<br />

per scarpe, c’era anche un<br />

volantino, firmato «Nuclei comunisti<br />

combattenti», nel quale si fa<br />

riferimento a mancanze strutturali<br />

all’interno dell’istituto.<br />

La scoperta è stata fatta dal<br />

personale della scuola, in via villa<br />

Patrizi, nei pressi di Porta Pia, alle<br />

8.33. Dalla scatola, contenuta<br />

in un’altra scatola, fuoriuscivano<br />

dei fili metallici. All’interno vi erano<br />

tubi idraulici dai quali usciva<br />

una polvere bianca. In un’altra<br />

scatola di cartone, accanto ai tubi,<br />

c’erano dei fili elettrici, un caricabatterie<br />

ed una batteria. Da<br />

quello che si è appreso i fili non<br />

erano collegati. La scuola, una<br />

delle più esclusive della Capitale,<br />

è stata recentemente, per la prima<br />

volta nella sua storia, occupata<br />

dagli studenti, che protestavano<br />

tra l’altro per la mancanza di sistemi<br />

di sicurezza.<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Lunedì-Martedì 15-16 Gennaio 2001<br />

Il lavoratore dipendente lasciato in<br />

una situazione di inattività forzata subisce<br />

una dequalificazione professionale e<br />

per questo va integrato nelle mansioni<br />

proprie della sua qualifica di appartenenza<br />

e di conseguenza anche risarcito<br />

dei danni subiti. Con questa sentenza il<br />

giudice del lavoro del tribunale di Cassino,<br />

sabato, ha accolto il ricorso presentato<br />

da un funzionario dell’Asl di Frosinone.<br />

Il ricorrente, tempo fa, era stato assunto<br />

con compiti e mansioni di responsabilità<br />

svolgendo sempre impeccabilmente<br />

il suo servizio finché due anni fa,<br />

a seguito di un cambio ai vertici dell’azienda<br />

sanitaria, era stato bruscamente<br />

«ridimensionato» e destinato in un ufficio<br />

dove non aveva nulla da fare.<br />

Il rapporto lavorativo continuava e<br />

l’azienda continuava a pagargli regolarmente<br />

lo stipendio ogni mese senza, però,<br />

utilizzare la sua professionalità.<br />

Poi la decisione di ricorrere al tribunale.<br />

Il funzionario, infatti, dopo aver<br />

più volte sollecitato l’azienda sanitaria a<br />

reintegrarlo nelle sue funzioni, alla fine<br />

si è rivolto al giudice del lavoro che con<br />

la sentenza di sabato gli ha dato ragione.<br />

L'Asl di Frosinone è stata riconosciuta<br />

«colpevole» ed è stata condannata oltre<br />

a reintegrare il dipendente nelle mansioni<br />

proprie delle sua qualifica di appartenenza<br />

anche al pagamento di settanta<br />

milioni di lire a titolo di risarcimento<br />

danni.<br />

In particolare, secondo quanto emerso<br />

da numerose intercettazioni telefoniche<br />

(le più recenti risalgono ai primi<br />

giorni di gennaio) Acquarelli era spesso<br />

in contatto con Michele Vannicelli, di 54<br />

anni, perno dell’organizzazione, che era<br />

agli arresti domiciliari, ma godeva di un<br />

permesso lavorativo che gli consentiva<br />

di dedicarsi alle attività criminose. In alternativa,<br />

aveva colloqui telefonici con<br />

altri componenti dell’organizzazione fra<br />

cui Alessandro Vannicelli, di 25 anni, figlio<br />

di Michele, fra coloro che avevano<br />

il compito di intimidire con minacce e<br />

violenze le vittime insolventi. I colloqui<br />

affrontavano anche altri aspetti economici,<br />

come l’incasso delle mazzette. In<br />

cambio della sua fondamentale collaborazione,<br />

Acquarelli riceveva regali, in<br />

particolare, a quanto si è appreso, capi<br />

di abbigliamento.<br />

Dalle indagini compiute dai Carabinieri<br />

è emerso che quando l’organizzazione<br />

non poteva ottenere denaro estorceva<br />

alle vittime appartamenti, terreni e quote<br />

societarie.<br />

Grazie alla sua posizione, Augusto Acquarelli<br />

verificava il cosiddetto «benefondi»,<br />

cioè la copertura degli assegni<br />

emessi dalle vittime dell’usura e offriva,<br />

con una gestione disinvolta, una serie di<br />

vantaggi bancari all’organizzazione:<br />

apriva conti correnti a prestanome e<br />

procurava senza attesa contanti o assegni<br />

circolari, anche di venti milioni di lire,<br />

a fronte di assegni bancari postdatati<br />

o fuori piazza.<br />

Il funzionario, in giacca e cravatta, è<br />

stato arrestato sotto la sua abitazione,<br />

nel quartiere Monteverde.<br />

GIUSTIZIA Dalla relazione del procuratore generale Vincenzo Nicosia<br />

Allarme criminalità: in aumento<br />

i reati compiuti da minorenni<br />

Aumentano i piccoli criminali: è questo<br />

l'allarme lanciato dal procuratore generale<br />

della Corte d'Appello, Vincenzo<br />

Nicosia in occasione dell'inaugurazione<br />

dell'anno giudiziario.<br />

La diminuzione in percentuale dei<br />

reati avvenuti nel Lazio, circa il 59,6%,<br />

non deve condurre a pensare che la situazione<br />

generale sia migliorata, in particolare<br />

riguardo alla criminalità giovanile<br />

mantenutasi questa su livelli degni di<br />

attenzione e destando non poco allarme<br />

nell'opinione pubblica.<br />

La cronaca di questi ultimi tempi, infatti,<br />

è piena di episodi gravi che hanno<br />

come protagonisti proprio ragazzi sotto<br />

i diciotto anni e che si sono resi colpevoli<br />

di reati gravi quali furti, la rapine,<br />

estorsioni, taglieggiamento e violenza<br />

sessuale. Nello specifico, infatti, i reati<br />

dei minorenni non accennano a diminuire<br />

tanto che questi il più delle volte sono<br />

impiegati per la commissione di furti<br />

in appartamenti o con destrezza, pronti<br />

a delinquere sempre più presto, spesso<br />

perché strumentalizzati da maggiorenni<br />

che godono, poi, dei proventi illecitamente<br />

conseguiti.<br />

Altro dato da non sottovalutare è<br />

quello della trasversalità dei reati rispetto<br />

a differenti classi sociali. Non più minori<br />

appartenenti a classi disagiate che<br />

si rendono attori negativi di azioni criminose.<br />

Anche ragazzi di «buona famiglia»<br />

hanno cominciato a riempire le pagine<br />

dei giornali con episodi che fino a<br />

qualche anno fa erano riservati a quelli<br />

delle cosiddette periferie estreme e degradate<br />

della città.<br />

Per quanto riguarda la criminalità mi-<br />

In manette un giovane:<br />

in due giorni<br />

aveva effettuato<br />

tre rapine<br />

norile nel Distretto, dunque, l'analisi statistica<br />

relativa al periodo in esame<br />

(1999-2000) permette di rilevare, da un<br />

lato una lievissima diminuzione delle informative<br />

di reato e delle denunce relative<br />

a minori e dall'altro, un modesto aumento<br />

dei soggetti che delinquono.<br />

Si conferma la tendenza, consolidatasi<br />

ormai da anni, di una prevalenza dei<br />

reati contro il patrimonio che da soli<br />

raggiungono il 67,29% nel complesso dei<br />

delitti. Tra tutti, in particolare, sono<br />

motivo di preoccupazione i procedimenti<br />

relativi a delitti consumati a tentativi<br />

di rapina, di violenza sessuale ad opera<br />

di minorenni italiani e di minori stranieri<br />

immigrati clandestinamente in Italia.<br />

Proprio questi due fattori, baby criminali<br />

e immigrazione clandestina, sono<br />

due elementi che procedono quasi di pari<br />

passo nel pianeta criminalità. Oltre<br />

mille sono minori extracomunitari, soprattutto<br />

nomadi non imputabili, denunciati<br />

nello scorso anno. Da un punto di<br />

vista quantitativo, il fenomeno dei minori<br />

nomadi che commettono reati è sempre<br />

rilevante; va sottolineato che il<br />

90,7% dei furti compiuti in appartamento<br />

ed il 63,2% dei furti aggravati vengono<br />

compiuti da minori di etnia zingaresca<br />

senza dimenticare, però, che la<br />

maggioranza dei reati (il 55,9%) viene<br />

compiuta da minori italiani.<br />

Stando ad un freddo quadro statistico<br />

il numero dei procedimenti penali per<br />

fatti commessi dai minori nel Lazio è di<br />

complessivi 3.855 mentre il numero globale<br />

dei minori denunciati è stato di<br />

5.274, con un aumento pari al 2,65%.<br />

L'attività criminosa dei minori rimane<br />

Alla Ferratella un corso di formazione<br />

per promuovere la cultura della vita<br />

Un corso di formazione per operatori sociali, organizzato<br />

dal Centro di aiuto alla vita (CAV) dell'ospedale sant'Eugenio<br />

e dalla parrocchia dello Spirito Santo alla Ferratella,<br />

è stato recentemente attivato per offrire interventi a favore<br />

della maternità e della famiglia. Il corso basato su incontri<br />

a tema, si svolge presso la sede del Movimento per la vita<br />

di via Quasimodo, ogni martedì alle 17, sino alla fine di<br />

gennaio. Al termine, probabilmente, seguiranno iniziative<br />

analoghe nei mesi successivi.<br />

Il programma è rivolto in particolare modo agli operatori<br />

laici che prestano assistenza presso ospedali, case di cura<br />

e cliniche, ma gli incontri, sottolineano gli organizzatori,<br />

sono comunque aperti a tutti gli interessati.<br />

I temi delle riunioni già affrontati o da affrontare, riguardano,<br />

tra le altre cose, la diagnosi prenatale, i rischi<br />

dell'aborto, la fertilità e le diverse modalità di assistenza<br />

psicologica alle mamme.<br />

«Il Centro di aiuto alla vita è sorto due anni fa presso<br />

l'ospedale, proprio per promuovere una cultura attenta ai<br />

valori indissolubili della famiglia e della tutela dei nascituri<br />

— racconta il parroco don Marco Adobati — In seguito abbiamo<br />

anche utilizzato i locali della canonica per organizzare<br />

le lezioni con gli operatori e, soltanto da poche settimane,<br />

è stato deciso di aprire una sede definitiva in via<br />

Quasimodo, anche per caratterizzare il sostegno concreto<br />

che vogliamo dare a questi e ad altri futuri incontri».<br />

Al corso partecipano mediamente una quarantina di allievi,<br />

provenienti da diverse esperienze di assistenza familiare.<br />

Durante le riunioni, oltre agli insegnamenti, i parteci-<br />

Aveva compiuto tre rapine in due<br />

giorni nella zona di san Basilio. Ma venerdì<br />

il responsabile, un giovane romano<br />

di 21 anni, I.G., è stato riconosciuto<br />

da alcune sue vittime in un confronto<br />

all’americana e fermato dalla Polizia.<br />

Il ragazzo, probabilmente insieme con<br />

altri due complici ora ricercati, lunedì<br />

scorso aveva rapinato prima una tabaccheria<br />

e poi un centro commerciale,<br />

prendendo incassi e portafogli di alcuni<br />

clienti, per un valore complessivo di 10<br />

milioni.<br />

Il giorno dopo i tre erano tornati,<br />

sempre armati di pistola e taglierino,<br />

nello stesso centro commerciale, portandosi<br />

via un bottino di 20 milioni. Le indagini<br />

si sono basate soprattutto su un<br />

particolare: uno dei rapinatori si era tolto<br />

il passamontagna e alcuni clienti, vittime<br />

della rapina al centro commerciale,<br />

hanno notato che aveva un dente tagliato,<br />

più corto degli altri. Gli agenti sono<br />

risaliti così al giovane, già conosciuto<br />

perché implicato nello spaccio di cocaina.<br />

Ieri lo hanno convocato per una notifica<br />

in commissariato, e lì lo hanno<br />

sottoposto ad un confronto all’americana.<br />

Cinque testimoni su cinque lo hanno<br />

riconosciuto.<br />

Infine, quattro giovani che la notte<br />

tra venerdì e sabato avevano poco prima<br />

aggredito e rapinato un ventiquattrenne<br />

a Tor san Lorenzo, sono stati arrestati<br />

dall’equipaggio di una volante del<br />

commissariato di Anzio. In carcere sono<br />

finiti Omar Andrea Wadud, di 22 anni,<br />

Francesco Fabiano, di 24, Tamara Usai,<br />

di 19, di Aprilia e Valentina Francini, di<br />

19, di Anzio.<br />

16 GENNAIO 2001<br />

Martedì della II settimana<br />

del tempo ordinario - Feria<br />

(verde)<br />

Messa a scelta<br />

Lezionario: Eb 6, 10-20; Salmo<br />

110; Mc 2, 23-28<br />

Liturgia delle Ore: Mart. II<br />

sett. - Ufficio della Feria<br />

Incidenti stradali:<br />

una vittima sulla A/24<br />

Un uomo di 52 anni, M.P. è morto<br />

in un incidente stradale avvenuto<br />

lunedì mattina sull’autostrada A24,<br />

nei pressi del casello di Tivoli.<br />

Dalle prime informazioni della Polizia<br />

stradale sembra che la sua<br />

vettura, dopo aver sbandato, si sia<br />

ribaltata. L’uomo, soccorso da<br />

un'ambulanza del 118, è morto durante<br />

il trasporto verso l’ospedale.<br />

L’incidente è avvenuto sulla carreggiataindirezionedellaCapitale.<br />

Principio d'incendio:<br />

paura all'«Umberto I»<br />

Una poltrona, usata dagli infermieri<br />

per riposarsi, è andata a fuoco<br />

lunedì mattina nell’ex ambulatorio<br />

chirurgico del Policlinico UmbertoI,<br />

adibito ora a ripostiglio e a<br />

stanza-riposo del personale sanitario.<br />

Il fumo dell’incendio, causato<br />

probabilmente da una sigaretta, ha<br />

invaso la sala d’attesa del Dea, situata<br />

nell’androne centrale del Policlinico.<br />

Molto lo spavento tra i<br />

pazienti anche perché i Vigili del<br />

fuoco hanno rotto i vetri di due finestre<br />

per far uscire il fumo.<br />

Rubò automobile<br />

da 120 milioni: preso<br />

Lo hanno preso dopo che aveva ritirato<br />

un orologio in riparazione la<br />

cui ricevuta aveva trovato in un<br />

vano di un'automobile da 120 milioni<br />

che aveva rapinato qualche<br />

giorno prima. È accaduto sabato<br />

nella frazione di santa Maria delle<br />

Mole, nella zona dei Castelli. Antonio<br />

Mirabò, 30 anni di Marino, pregiudicato<br />

che due mesi fa aveva<br />

terminato di scontare una pena<br />

agli arresti domiciliari, è stato arrestato<br />

dai Carabinieri della compagnia<br />

di Castel Gandolfo dopo un<br />

inseguimento ad alta velocità.<br />

panti affrontano anche i dibattiti che scaturiscono dai temi<br />

in programma.<br />

«Spesso i coniugi hanno bisogno dell'ausilio di una persona<br />

esperta che possa aiutarli a comprendere il valore spirituale<br />

della vita in tutte le sue dimensioni — spiega un<br />

giovane operatore — I diritti fondamentali dell'uomo vengono<br />

oggi attaccati da culture sbagliate, che tentano di distruggere<br />

proprio il classico concetto di famiglia, per lasciare<br />

spazio ad altre forme di unione».<br />

Il volontariato, sottolineano gli animatori dell'iniziativa,<br />

rappresenta un baluardo contro qualsiasi tentativo di delegittimazione<br />

della famiglia naturale ed uno stimolo per le<br />

istituzioni affinché garantiscano i provvedimenti di tutela<br />

per la vita. Le istituzioni devono dunque difendere il valore<br />

fondamentale della nascita di ogni nuovo essere umano,<br />

perché altrimenti la stessa società non avrebbe futuro.<br />

I temi di discussione sono svolti da esperti, tra i quali ginecologi,<br />

psicologi, assistenti sociali che prestano servizi<br />

nei centri sanitari sparsi in città.<br />

Inoltre, durante gli incontri vengono illustrate le modalità<br />

operative del CAV situato all'interno dell'ospedale del<br />

sant'Eugenio, al quale si rivolgono le mamme in attesa di<br />

partorire. Le lezioni intendono approfondire le tecniche di<br />

dialogo con le partorienti allo scopo di offrire un sostegno<br />

psicologico anche durante il periodo successivo alla nascita<br />

del bambino, sino alla totale autonomia dei nuclei familiari.<br />

ALESSANDRO TRENTIN<br />

Fede<br />

Per credere non abbiamo bisogno<br />

di miracoli né di testimonianze.<br />

La nostra fede è<br />

al di là dei fatti.<br />

(André Maurois)<br />

a cura di p. Leonardo Sapienza, R.C.I.<br />

stabile per quanto riguarda i delitti di<br />

omicidio, di violenza sessuale e di rapina<br />

mentre aumenta per quanto riguarda<br />

il tentato omicidio: sette in confronto ai<br />

quattro dello scorso anno. In lieve flessione<br />

risulta anche il dato relativo ai<br />

reati di spaccio di sostanze stupefacenti<br />

che si attesta su 308 procedimenti contro<br />

i 310 del 1999.<br />

Per quanto riguarda gli strumenti utilizzati<br />

per reprimere il fenomeno della<br />

criminalità minorile, l'analisi fornita dal<br />

rapporto di Nicosia punta l'attenzione<br />

sui soggetti che sono entrati nel Centro<br />

di Prima Accoglienza, 843 in tutto con<br />

una netta maggioranza di maschi. Va rilevato,<br />

inoltre, che la gestione del centro<br />

si presenta difficile e complessa a<br />

causa della diversità psico-sociali e culturali<br />

di cui sono portatori i minorenni<br />

stranieri.<br />

Riguardo ai minori arrestati, poi, l'Istituto<br />

penale minorile di Casal del Marmo<br />

ha registrato complessivamente un<br />

aumento della carcerazione rispetto all'anno<br />

precedente.<br />

Nota negativa per quanto riguarda le<br />

strutture sociali. Stando al rapporto del<br />

procuratore generale, infatti, ancora<br />

una volta viene amaramente segnalata<br />

l'insufficiente organizzazione dei servizi<br />

sociali e, soprattutto, di comunità di accoglienza<br />

da parte degli enti locali, competenti<br />

in materia di assistenza e di protezione<br />

dei minori. Per questo, come<br />

spiega il sostituto procuratore, Simonetta<br />

Matone «occorrerebbe intervenire sulle<br />

famiglie coinvolte un po' a tutti i livelli<br />

sociali».<br />

Per ciò che concerne la legislazione<br />

minorile, sul piano della normativa penale<br />

rilevante è stato l'impatto del nuovo<br />

articolo 111 della Costituzione, della<br />

legge Carotti e delle recenti norme in<br />

materia di depenalizzazione. E proprio<br />

quest'ultima ha consentito di concentrarsi<br />

sui fatti più gravi e sui giovani più<br />

inclini alla devianza recidivante.<br />

Quanto, infine, al rilevante aspetto<br />

che attiene al minore vittima sia nei<br />

procedimenti penali avviati a carico di<br />

maggiorenni, sia in quelli a carico di minorenni,<br />

va segnalata l'importanza dell'applicazione<br />

di due leggi: quella contro<br />

la violenza sessuale e quella contro lo<br />

sfruttamento della prostituzione, della<br />

pornografia, del turismo sessuale in danno<br />

di minori, quali forme nuove di<br />

schiavitù. E i recenti casi di pedofilia<br />

passati anche attraverso strumenti nuovi<br />

quali Internet dimostrano che serve più<br />

controllo da parte di tutti, istituzioni in<br />

primis.<br />

Riguardo la normativa civile, le problematiche<br />

del giusto processo e l'imprenscindibile<br />

esigenza del pieno contraddittorio<br />

fra le parti interessano in<br />

particolare il rito della volontaria giurisdizione,<br />

quasi sempre applicabile ai<br />

procedimenti minorili, compresi quelli<br />

che hanno per oggetto diritti soggettivi<br />

e, in particolare, quelli in materia di<br />

adozione e di decadenza e limitazione<br />

della potestà genitoriale. Per queste ragioni<br />

è stata insediata presso il Ministero<br />

della Giustizia una commissione con<br />

l'incarico di stilare proposte di modifica<br />

legislativa nella materia, con particolare<br />

riferimento alle garanzie difensive e alla<br />

regolamentazione dei provvedimenti urgenti<br />

riguardanti minori, di effetto spesso<br />

altamente traumatico.<br />

L'aumento delle bande giovanili e, di<br />

conseguenza, quello dei reati, rappresenta<br />

dunque un campanello d'allarme<br />

che non può e non deve rimanere inascoltato.<br />

Occorre, dunque, più impegno<br />

da parte delle istituzioni per non fare in<br />

modo che i giovani criminali di oggi<br />

possano un domani andare ad infoltire<br />

le già ampie schiere di criminali organizzati.<br />

Perché, si sa, il passo è sempre<br />

troppo breve.<br />

MASSIMILIANO PORZIA<br />

RADIO<br />

VATICANA<br />

OM: 1530 kHz - 196 metri<br />

(Per la zona di Roma<br />

anche Onda Media 527 kHz<br />

e FM 93.3 e 105 MHz)<br />

OC: nelle bande 49, 31, 25 e 19 metri<br />

MARTEDÌ 16 GENNAIO<br />

00.10: Studio A (stereo): Con voi<br />

nella notte<br />

7.20-15.30-17.30-23-24: Orizzonti cristiani<br />

7.30: Santa Messa in latino<br />

8-12-14-15-16-18-21-23.30: Radiogiornale<br />

in italiano, spagnolo, portoghese,<br />

francese, inglese, tedesco e polacco<br />

16.30: Gli introvabili di R. Franchina<br />

17: Liturgia delle Ore, celebrazione<br />

dei Vespri<br />

20.20: Programma tedesco: Gabi<br />

Verbeek, Clemens Behr Gesucht!<br />

Gefunden? Christliche Berufung im<br />

3. Jahrtausend<br />

20.40: Recita del Santo Rosario<br />

21.30: Programma francese: L'Eglise<br />

en Amérique<br />

21.50: Programma inglese: Matters<br />

of fact / Against the floor / Once upon<br />

a parable<br />

22.10: Programma spagnolo: Dialogo<br />

con los oyentes


IN ITALIA<br />

PAGINA<br />

10 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Lunedì-Martedì 15-16 Gennaio 2001<br />

FIRENZE — Il Centro di solidarietà di<br />

Firenze, da vent'anni in prima linea per la<br />

lotta alla tossicodipendenza, ha inaugurato<br />

i nuovi locali di via dell'Anconella che<br />

ospiteranno la struttura diurna «San Frediano»,<br />

con un programma flessibile e attento<br />

alle risorse e ai bisogni di ciascuno,<br />

e il progetto «Ponte Rosso» destinato agli<br />

utenti dei Servizi di tossicodipendenza<br />

che già lavorano ma che hanno bisogno<br />

di occupare positivamente il proprio tempo<br />

libero.<br />

MUCCA PAZZA L'animale infetto nel Bresciano – Accertamenti anche sul latte<br />

Si attendono conferme dalle analisi<br />

dopo la scoperta del primo caso<br />

BRESCIA, 15.<br />

Solo domani si saprà con certezza se<br />

una delle mucche dell’allevamento di<br />

Pontevico, nel Bresciano, era affetta da<br />

encefalopatia spongiforme bovina. Il<br />

cervello dell'animale (un esemplare pezzato<br />

di 6 anni) è arrivato ieri mattina sui<br />

banchi dell’Istituto zooprofilattico di Torino,<br />

centro di riferimento nazionale per<br />

la Bse, e il responso definitivo verrà dato<br />

appunto martedì. «Ma è molto probabile<br />

— spiega il direttore dell’istituto,<br />

Enrico Beccaria — che i nostri esami<br />

confermeranno i test eseguiti con serietà<br />

dal centro di Brescia».<br />

Stamane si è tenuta nella città lombarda<br />

una riunione tra gli inquirenti che<br />

si stanno occupando del primo presunto<br />

caso di «mucca pazza» in Italia (nel '94<br />

furono scoperti due bovini malati in Sicilia<br />

ma erano di provenienza inglese).<br />

Durante il vertice, presenti tra gli altri il<br />

procuratore di Brescia Giancarlo Tarquini<br />

e il pubblico ministero Paolo Savio, è<br />

stato fatto il punto sugli elementi raccolti<br />

negli ultimi giorni. Si ipotizza, contro<br />

ignoti, il reato di commercio di sostanze<br />

alimentari adulterate. Tarquini ha parlato<br />

comunque di «situazione ampiamente<br />

sotto controllo».<br />

Inevitabile è scattato l’allarme fra gli<br />

allevatori e i consumatori (le associazioni<br />

minacciano uno «sciopero della carne»)<br />

mentre si profilerebbe il rischio che<br />

anche il latte possa essere veicolo di infezione.<br />

Esperti italiani e dell’Organizzazione<br />

mondiale della sanità rassicurano<br />

e il ministro delle Politiche agricole, Pe-<br />

Sanità:<br />

le desolanti<br />

discriminazioni<br />

fra pazienti<br />

ROMA, 15.<br />

Da quando nei 98 ospedali italiani è<br />

stato introdotto il sistema a pagamento<br />

(«intramoenia») per visite ed esami, il sistema<br />

è peggiorato e le liste di attesa<br />

per chi vorrebbe pagare solo il ticket si<br />

sono allungate: per una visita cardiologica<br />

si attendono fino a 6 mesi. È quanto<br />

risulta da una inchiesta del «Sole 24<br />

Ore». Presentandosi come normali pazienti,<br />

giornalisti del quotidiano hanno<br />

chiesto tempi e costi per visite e esami<br />

ed hanno appurato «immagini di inefficienza<br />

o di malasanità, sparse a macchia<br />

di leopardo» in tutta Italia. All’ospedale<br />

San Gerardo dei Tintori di Monza<br />

se occorrono 5 o 6 mesi e 32.000 lire<br />

di ticket per un esame cardiologico, in<br />

regime intramoenia i medici dello stesso<br />

reparto visitano entro 24 ore, con una<br />

spesa di 140.000 lire. Cinque mesi di attesa<br />

al San Carlo di Milano per la stessa<br />

visita, 109 giorni all’Umberto I di Siracusa<br />

per una ecografia addominale,<br />

quattro mesi per una tac cerebrale all’ospedale<br />

di Parma. La Campania tocca il<br />

record negativo delle code con 113 giorni<br />

per la tac e la Sardegna (che però ha<br />

un solo ospedale-azienda) con 90 giorni<br />

per una visita urologica».<br />

Per quanto riguarda le prenotazioni,<br />

prosegue l’inchiesta, alcuni ospedali non<br />

consentono nemmeno di farle per telefono.<br />

E dove ciò è possibile vi sono spesso<br />

delle restrizioni: se il servizio prenotazioni<br />

telefoniche del San Carlo di Potenza è<br />

attivo dalle 8 alle 20 dal lunedì al venerdì<br />

e fino alle 13 il sabato, l’ospedale Garibaldi<br />

di Catania ha un orario all’insegna<br />

del «cogli l’attimo», un’ora al giorno,<br />

dalle 12 alle 13.<br />

Sono oltre centomila i commercianti<br />

colpiti dal racket o dall'usura<br />

ROMA, 15.<br />

In 10 anni ben 380.000 attività commerciali,<br />

secondo dati forniti dalla Confesercenti,<br />

hanno dovuto chiudere non<br />

soltanto a causa di un cattivo esercizio<br />

ma anche a causa della «tassa criminale»<br />

(racket e usura) che le ha soffocate.<br />

Per approfondire questa drammatica<br />

realtà si terrà il 16 e il 17 gennaio a Roma<br />

la prima Conferenza nazionale sull'usura<br />

e l'estorsione alla quale interverranno<br />

il Presidente della Repubblica<br />

Ciampi, il ministro dell'Interno Bianco e<br />

il commissario antiusura Tano Grasso.<br />

In sostanza, secondo i dati forniti dalla<br />

Confesercenti, il racket continua a<br />

rappresentare per i commercianti il primo<br />

pericolo, se si considera che sono<br />

circa 140.000 i titolari di esercizi taglieggiati<br />

e che alla criminalità finiscono illecitamente<br />

qualcosa come ottomila miliardi<br />

pari al peso, per ogni azienda, di<br />

15-20 milioni l'anno.<br />

Quanto all'usura, anch'essa rappresenta<br />

un altro pesante tributo: sono infatti<br />

circa 120.000 i commercianti coinvolti<br />

in questa terribile spirale, per oltre<br />

245.000 posizioni debitorie, di cui almeno<br />

16.000 con associazioni per delinque-<br />

coraro Scanio, ribadisce che «il latte è<br />

sicuro». Ma in Gran Bretagna il Governo<br />

ha disposto nuove ricerche.<br />

La Società italiana di igiene sottolinea<br />

che «non c’è nessuna documentazione<br />

di casi di contagio avvenuti tramite il<br />

latte» e che «molti agenti virali possono<br />

passare effettivamente nel latte ma generalmente<br />

non avvengono infezioni per<br />

questa via». Il sottosegretario alla Sanità,<br />

Fumagalli Carulli, è favorevole a ulteriori<br />

accertamenti «anche se l’Oms ci<br />

ha sempre detto che il latte è a bassissi-<br />

VIOLENZA Stavolta a Udine, Verona e Pescara<br />

Cronaca ormai consueta<br />

delle domeniche agli stadi<br />

ROMA, 15.<br />

Un'altra giornata che, nata per il sano<br />

divertimento sportivo, si trasforma in<br />

scontro tra violenti. Non episodi isolati<br />

ormai ma cronaca di ogni settimana.<br />

Ad Udine, alcune centinaia di tifosi<br />

che presidiavano l’uscita dello stadio per<br />

contestare l’arbitro, hanno dato vita a<br />

scontri con Polizia e Carabinieri che,<br />

per fortuna, non hanno provocato feriti.<br />

Dopo aver aggredito il pullman della Lazio,<br />

la tensione è salita quando le forze<br />

dell’ordine hanno cercato di disperdere i<br />

delinquenti. I disordini sono stati frustrati<br />

poco prima delle 19.<br />

Scontri anche a Verona, dopo la partita<br />

col Napoli, tra forze dell’ordine e tifosi<br />

scaligeri, sette dei quali sono stati<br />

arrestati. La possibilità di incidenti tra le<br />

due tifoserie, da tempo accese avversarie,<br />

era stata ampiamente messa in conto<br />

dalle forze dell’ordine, che avevano<br />

quindi predisposto un accurato piano di<br />

intervento. Il contatto è stato scongiurato<br />

con tre cariche della polizia contro gli<br />

ultrà scaligeri i quali a fine gara, mentre<br />

gli spettatori lasciavano lo stadio, hanno<br />

tentato di ingaggiare battaglia con i sostenitori<br />

del Napoli. La polizia è stata<br />

poi costretta ad attuare altre tre cariche,<br />

durante le quali sono stati sparati lacrimogeni.<br />

Negli scontri sette poliziotti sono<br />

rimasti leggermente feriti, mentre<br />

sette tifosi veronesi sono stati arrestati.<br />

Anche a Pescara, arbitro assediato dai<br />

giocatori in campo a fine partita; fitto<br />

lancio di bottigliette contro gli atleti<br />

biancazzurri da parte dei tifosi fuori dallo<br />

stadio; cassonetti incendiati, auto<br />

re finalizzate all'usura e un tributo di<br />

15.400 miliardi soltanto per i commercianti.<br />

Secondo l'indagine la «geografia» dell'usura<br />

vede in primo piano il Sud e Napoli<br />

in particolare: nel Mezzogiorno le<br />

vittime degli strozzini sono circa 51.000,<br />

ma la piaga si sta estendendo fortemente<br />

al Nord, dove le vittime sono circa<br />

32.000 e 29.000 al Centro. Ogni anno sono<br />

circa 27.000 i negozi costretti a chiudere<br />

a causa dell'usura e di essi 20.000<br />

non riaprono più. Il tasso usurario di interesse<br />

mensile è del 10,8%, quello annuo<br />

del 12,9 per prestiti medi di 60 milioni.<br />

Quanto alle estorsioni, Catania e Palermo<br />

sono le città più taglieggiate<br />

(l'80% dei negozi), seguite da Reggio Calabria<br />

(70%), Napoli e Bari (50%).<br />

Ma purtroppo di fronte alla vastità del<br />

problema resta molto basso il numero<br />

delle denunce contro il racket (nel 1996<br />

sono state in media 3500 all'anno) considerando<br />

che il 77% di questi reati sono<br />

stati scoperti nel 1999 dalle forze dell'ordine<br />

e non per espressa denuncia da<br />

parte delle vittime. Ed è basso il numero<br />

delle denunce anche per l'usura, con<br />

un calo del 5,9% dal 1998 al 1999.<br />

mo rischio». Pecoraro Scanio tuttavia<br />

invita a non illudersi: «Se in 2.500 analisi<br />

abbiamo riscontrato un caso positivo,<br />

la statistica europea ci dice che quando<br />

arriveremo a fare tutti i 500.000 test è<br />

probabile che ne troveremo altri».<br />

Stamane intanto è proseguita regolarmente<br />

l’attività all’«Inalca» di Ospedaletto<br />

Lodigiano e di Castelvetro di Modena,<br />

appartenenti al «Gruppo Cremonini».<br />

Nel primo è stata macellata la mucca<br />

proveniente dalla «Cascina Malpensata»<br />

di Pontevico.<br />

danneggiate. Finale burrascoso dopo la<br />

partita. Fuori dallo stadio, polizia e carabinieri<br />

sono stati costretti ad un uso<br />

massiccio di lacrimogeni per respingere<br />

un fitto lancio di bottigliette da parte dei<br />

tifosi contro il pullman dei giocatori del<br />

Pescara. I tifosi hanno prima ribaltato i<br />

contenitori per la raccolta del vetro, al<br />

fine di munirsi delle bottiglie da lanciare,<br />

e poi hanno dato fuoco ad alcuni<br />

cassonetti della spazzatura. Dopo il lancio<br />

dei lacrimogeni, però, la folla si è dispersa.<br />

Danneggiata anche un’auto della<br />

Polizia.<br />

Ragazze quattordicenni<br />

malmenano e rapinano<br />

compagna di scuola<br />

LECCO, 15.<br />

Marinano la scuola, picchiano<br />

una compagna di classe e la rapinano<br />

del cellulare accusandola di<br />

essere «una malalingua». Protagoniste<br />

tre studentesse lecchesi di 14<br />

anni, che sono già state identificate<br />

e denunciate.<br />

La vittima dell’aggressione ha<br />

avvertito il padre che l’ha accompagnata<br />

in Questura per la denuncia.<br />

Gli agenti hanno rintracciato<br />

le tre ragazze. Una di loro, ha<br />

confessato e ha ammesso che l’intenzione<br />

era quella di rivendere il<br />

cellulare per spartirsi il ricavato.<br />

Mutui: per l'Adiconsum<br />

o soluzione equa o protesta<br />

davanti alle banche<br />

ROMA, 15.<br />

I consumatori chiedono al Parlamento<br />

una soluzione equa sui mutui in mancanza<br />

della quale il 9 febbraio protesteranno<br />

davanti agli sportelli bancari.<br />

«Considerata una vita residua dei mutui<br />

in atto di 5 anni la riduzione del tasso<br />

d’interesse al 12,2%, come previsto dal<br />

decreto del Governo — spiega in una<br />

nota il segretario dell’Adiconsum Paolo<br />

Landi — è stato stimato dall’associazione<br />

in un lucro cessante per le banche di<br />

700 miliardi; una riduzione dei tassi all’attuale<br />

tasso di usura (10,3%) significa<br />

1.100 miliardi e infine una riduzione dei<br />

tassi all’8,50%, cioè sulla media delle rinegoziazioni<br />

attuate con le principali<br />

banche, comporta un lucro cessante di<br />

1.500 miliardi». «Abbiamo parlato di lucro<br />

cessante e non di costo poiché trattasi<br />

di un minor guadagno che verrebbe<br />

spalmato sui prossimi 5 anni di vita residua<br />

del mutuo. Se a questa cifra si aggiunge<br />

il recupero degli interessi usurari<br />

maturati dal ’97 ad oggi questo implica<br />

un onere non superiore ai 3.000 miliardi<br />

per il sistema bancario...A violare le regole<br />

sui mutui a tasso fisso non sono<br />

stati i consumatori bensì le banche con<br />

la restituzione anticipata delle obbligazioni<br />

perché eccessivamente onerose».<br />

Altri servizi per i tossicomani al Centro di solidarietà di Firenze<br />

Nella palazzina adiacente continuerà il<br />

percorso residenziale breve «Anconella».<br />

Al Centro di solidarietà di Firenze fanno<br />

capo anche il «Punto di ascolto» di via dei<br />

Pucci, il centro residenziale di Giogoli e il<br />

gruppo di appartamenti in via dei Pilastri<br />

per chi lavora ma non ha trovato ancora<br />

casa. A completare le strutture del progetto<br />

ci sono il Servizio di prevenzione, che<br />

agisce nelle scuole e sul territorio, e i<br />

Uranio: atti<br />

dalla magistratura<br />

italiana<br />

al Tribunale<br />

dell'Aja<br />

ROMA, 15.<br />

Provengono dall'Italia — riferisce<br />

l'Ansa — le carte che potrebbero offrire<br />

nuovi sviluppi all'inchiesta che il procuratore<br />

capo del Tribunale internazionale<br />

dell'Aja, Carla Del Ponte, sta conducendo<br />

sulle conseguenze dell'uso delle armi<br />

all'uranio impoverito. Nei mesi scorsi infatti<br />

— riferisce l'agenzia — la Procura<br />

militare avrebbe raccolto e vagliato una<br />

circostanziata denuncia inoltrata da un<br />

comitato di giuristi e di altre personalità<br />

in cui si ipotizzano, appunto per quanto<br />

riguarda l'uso di proiettili all'uranio impoverito,<br />

crimini di guerra e la presunta<br />

violazione di convenzioni internazionali.<br />

Si tratta di un esposto che il procuratore<br />

militare di Roma Intelisano — informa<br />

ancora l'agenzia — avrebbe trasmesso<br />

per competenza proprio alla Procura<br />

presso il Tribunale internazionale dell'Aja.<br />

Intanto, due associazioni, l'Anavafaf<br />

(Associazione dei familiari delle vittime<br />

delle forze armate) e la Ialana (Associazione<br />

dei giuristi contro le armi nucleari)<br />

hanno reso noti — riferisce ancora<br />

l'Ansa — i contenuti di un documento<br />

della direzione di Sanità dell'esercito degli<br />

Stati Uniti datato 16 agosto 1993 in<br />

cui si legge tra l'altro che «quando i soldati<br />

inalano o ingeriscono polvere di<br />

uranio impoverito, essi incorrono in un<br />

potenziale incremento del rischio cancro».<br />

Le associazioni rilevano che tale<br />

documento contrasta con le affermazioni<br />

delle autorità Usa che anche di recente<br />

hanno escluso il collegamento tra<br />

uranio impoverito e malattie.<br />

gruppi di autoaiuto per famiglie. Durante<br />

l'inaugurazione don Giacomo Stinghi, fondatore<br />

e presidente del Centro, ha consegnato<br />

una medaglietta d'oro ai giovani<br />

che sono usciti dal tunnel della droga e<br />

oggi conducono una vita normale, fuori<br />

dalla comunità. «Sono felice di ritrovare<br />

tante persone che mi hanno voluto bene<br />

— dichiara uno di loro — ormai sono passati<br />

tre-quattro anni da quando entrai e<br />

MALTEMPO Tratti in salvo gli speleologi in Sardegna<br />

Vento e gelo dal Nord al Sud<br />

Tre morti in montagna e in mare<br />

ROMA, 15.<br />

Primi pesanti segni<br />

dell'inverno sull'Italia<br />

con il Nord sferzato dal<br />

vento e il Sud sotto<br />

pioggia e neve. Un esordio<br />

di stagione accompagnato,<br />

purtroppo, da tre<br />

lutti. In Val d’Aosta due<br />

sci-alpinisti sono morti<br />

ieri dopo essere stati travolti<br />

da una valanga.<br />

Una piccola barca a motore<br />

con tre persone a<br />

bordo è stata rovesciata<br />

nel tardo pomeriggio<br />

dalle forti raffiche di bora<br />

al largo di Grado (Gorizia):<br />

uno dei passeggeri<br />

è morto e gli altri due si<br />

sono rifugiati su una secca.<br />

Il vento ha sferzato<br />

soprattutto in Liguria. A<br />

causa delle forti raffiche,<br />

che da sabato sera stanno<br />

spazzando la regione, tre alberi sono<br />

caduti nella notte lungo la ferrovia per<br />

Ventimiglia interrompendo la linea per<br />

alcune ore. I vigili del fuoco di Genova,<br />

Savona e Imperia sono stati impegnati<br />

tutto il giorno a rimuovere cartelloni<br />

pubblicitari caduti, finestre rotte, imposte<br />

divelte. In Veneto la colonnina di<br />

mercurio è scesa vertiginosamente. Il record<br />

è di -20 a Passo Campolongo nel<br />

Bellunese ma in tutta la regione il termometro<br />

è sceso ben al di sotto dello<br />

zero per tutta la notte. Vento, pioggia e<br />

neve hanno flagellato la Calabria dove il<br />

maltempo sarebbe anche all’origine di<br />

Leggera scossa<br />

sismica nel Trapanese<br />

TRAPANI — Una leggera scossa<br />

sismica, di magnitudo 3,1, pari al<br />

terzo-quarto grado della scala<br />

Mercalli, è stata registrata alle<br />

9.27 di lunedì mattina in provincia<br />

di Trapani, nel territorio dei Comuni<br />

di Mazara del Vallo, Campobello<br />

del Mazara e Capo Granitola.<br />

La scossa è stata avvertita dalla<br />

popolazione ma non ci sono state<br />

scene di paura nonostante i più<br />

anziani abitanti della zona non abbiano<br />

dimenticato i tragici effetti<br />

prodotti dal terremoto che sconvolse<br />

la valle del Belice esattamente<br />

trentatré anni fa, il 15 gennaio<br />

1968. Ad ogni modo il sindaco di<br />

Campobello di Mazara ha disposto<br />

alcuni sopralluoghi.<br />

Droga: 23 arresti<br />

nell'AscolanoeaMilano<br />

ASCOLI PICENO — Ventitré persone<br />

sono state arrestate lunedì mattina<br />

dai Carabinieri per concorso<br />

in traffico di stupefacenti in esecuzione<br />

di ordini di custodia cautelare<br />

emessi dalla Procura della Repubblica<br />

di Fermo. Gli inquirenti ritengono<br />

che con questa operazione<br />

sia stato stroncato l'asse di rifornimento<br />

di eroina, cocaina e hashish<br />

tra Milano e il Fermano<br />

posso dire di aver iniziato a vivere quella<br />

sera». Tanti i ragazzi che al termine del<br />

percorso parlano con orgoglio di ciò che<br />

hanno saputo costruire: una famiglia, un<br />

lavoro, un figlio.<br />

Un premio è andato anche ai volontari<br />

che da più di dieci anni si dedicano al<br />

Centro: alcuni di loro sono capitati per caso<br />

e poi sono rimasti, molti altri sono familiari<br />

di tossicomani.<br />

RICCARDO BIGI<br />

DROGA Critici insegnanti e comunità di recupero<br />

Nuove sorprendenti<br />

dichiarazioni di Veronesi<br />

ROMA, 15.<br />

Hanno suscitato aspre polemiche le<br />

nuove, sconcertanti dichiarazioni del ministro<br />

della Sanità, Veronesi, in tema di<br />

droga, in particolare sulla diffusione delle<br />

droghe leggere anche tra gli insegnanti<br />

(il 50% ne fa o ne ha fatto uso) e sul<br />

fatto che il proibizionismo non basta a<br />

contrastare il fenomeno. Polemiche che<br />

permangono, nonostante le successive<br />

precisazioni del ministro in una lettera<br />

ad un quotidiano. Per Veronesi tutto è<br />

nato da una sua frase, estrapolata dal<br />

contesto, e chiede scusa di questo ai docenti,<br />

invitandoli a partecipare ad un<br />

apposito «tavolo di lavoro» per cercare<br />

di trovare strade nuove.<br />

Proprio dagli insegnanti sono arrivate<br />

le critiche più aspre, con i sindacati uniti<br />

nella condanna. L'associazione dei<br />

presidi parla di «valutazioni di tipo impressionistico»,<br />

per la Gilda si tratta di<br />

parole di «inaudita gravità», mentre per<br />

lo Snals «preoccupa il silenzio di De<br />

Mauro (che solo stamane è intervenuto,<br />

ndr) che da rappresentante della scuola<br />

dovrebbe ribellarsi».<br />

Diviso, invece, il mondo politico e gli<br />

stessi schieramenti. Nella maggioranza il<br />

Ppi ha criticato il ministro, mentre dalla<br />

sinistra si è levato sostanzialmente un<br />

coro in difesa. Dalle opposizioni netta la<br />

censura di Veronesi da parte di An, Ccd<br />

e Lega, mentre Taradash, del Polo laico,<br />

plaude, auspicando che Berlusconi «sappia<br />

interpretare la volontà degli italiani<br />

confermando Veronesi alla Sanità».<br />

Sulla vicenda è intervenuto anche il<br />

Premier, Amato, che si è detto d’accordo<br />

con le dichiarazioni del ministro, secondo<br />

il quale «il proibizionismo non ba-<br />

un incidente mortale sulla Salerno-Reggio<br />

Calabria. Neve pure in Basilicata<br />

(sulle montagne dell’Appennino); in Puglia,<br />

la pioggia ha causato nel Foggiano,<br />

il crollo di un solaio in un magazzino al<br />

cui interno si trovava una donna che è<br />

rimasta ferita alle gambe. Situazione difficile<br />

anche in Campania con collegamenti<br />

marittimi a singhiozzo nel golfo di<br />

Napoli. In Sicilia il cattivo tempo ha<br />

bloccato i collegamenti con le isole minori.<br />

Intanto sono stati salvati questa<br />

mattina i cinque speleologici bloccati,<br />

per la pioggia, da venerdì in una grotta<br />

nel nuorese.<br />

sta». Naturalmente il chiedersi se il proibizionismo<br />

sia sufficiente non implica,<br />

sia per Veronesi che per Amato, che «le<br />

proibizioni vadano abolite», ma, come<br />

minimo «vanno accompagnate da qualcos’altro».<br />

Insomma, così come aveva fatto con<br />

le sorprendenti dichiarazioni alla Conferenza<br />

di Genova sulla droga, Veronesi<br />

— con l'ennesima uscita tanto disinvolta<br />

quanto discutibile — ha riacceso il dibattito<br />

su droghe leggere e proibizionismo,<br />

suscitando nuovamente le proteste<br />

di molte delle associazioni che si occupano<br />

del recupero dei tossicodipendenti<br />

e che vedono giustamente messa in discussione<br />

la propria opera. Da più parti<br />

si ha l'impressione che il ministro parli<br />

con troppa facilità di un fenomeno grave<br />

ma che conosce poco, facendo prevalere<br />

l'aspetto politico su quello tecnico.<br />

Don Benzi — che sollecita le dimissioni<br />

del ministro perché «indirettamente<br />

istiga i giovani a usare la droga» — chiede<br />

«perché si continua a ingannare il<br />

popolo italiano, e in particolare i nostri<br />

giovani, distinguendo le droghe in leggere<br />

e pesanti, quando questi aggettivi, in<br />

inglese, dal quale sono tradotti, si riferiscono<br />

al modo di assunzione e non alla<br />

sostanza?». Per Andrea Muccioli, della<br />

comunità di San Patrignano, il ministro<br />

è un antiproibizionista storico, che ripropone<br />

«il fuoriviante concetto di separazione<br />

tra droghe cosiddette leggere e<br />

pesanti», ignorando «molto se non moltissimo<br />

dei dati assolutamente oggettivi<br />

che la ricerca scientifica ha prodotto in<br />

questi anni sui danni e i pericoli delle<br />

droghe».<br />

Ancora sangue<br />

sulle strade:<br />

cinque vittime<br />

tra sabato e domenica<br />

MILANO, 15.<br />

Ancora sangue sulle strade tra sabato<br />

e domenica. Maltempo ed imprudenza<br />

le concause degli incidenti, con cinque<br />

morti, avvenuti nel Varesotto e nel Cremonese.<br />

A Coronno Pertusella (presso Varese)<br />

tre persone sono morte (col passare delle<br />

ore il «bilancio» dell'incidente si è aggravato,<br />

è deceduta anche una donna di<br />

60 anni ) e altre due sono rimaste gravemente<br />

ferite in uno scontro frontale tra<br />

due auto, ieri in tarda serata lungo la<br />

strada provinciale varesina. Lo scontro è<br />

stato violentissimo e una delle due auto<br />

ha preso fuoco. L’incidente si è verificato<br />

poco prima della mezzanotte.<br />

Dopo lo scontro le cinque persone<br />

coinvolte sono state trasportate negli<br />

ospedali di Rho, Bollate, Garbagnate,<br />

Saronno e all’ospedale Sacco di Milano.<br />

Due sono morte durante il trasporto,<br />

un'altra stamane e le altre due versano<br />

in gravi condizioni, secondo quanto indicato<br />

dal 118<br />

Nel Cremonese, un marocchino di 23<br />

anni è morto, e altre cinque persone sono<br />

rimaste ferite, di cui tre in modo<br />

grave, in un incidente stradale lungo la<br />

Statale Paullese 415 Milano-Cremona.<br />

Mohammed Danan, questo il nome della<br />

vittima, del quale non si conoscono il<br />

Comune di residenza in Italia e la professione,<br />

era alla guida di un'autovettura,<br />

su cui si trovavano anche Tarjon<br />

Muhammad, 22 anni, e due ragazze di<br />

Milano, Caterina Pugliese e Lucia Capizzi.<br />

Ed ancora nel Pordenonese, un giovane<br />

è morto dopo essere caduto con il<br />

suo motorino ed essere rimasto per ore<br />

al freddo prima di essere soccorso.


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Anno CXLI - N. 12 (42.650) CITTÀ DEL VATICANO Mercoledì 17 Gennaio 2001<br />

EL SALVADOR La mancanza di acqua potabile accresce il pericolo di epidemie — Alcune zone devono ancora essere raggiunte dai soccorritori<br />

Aumenta il numero delle vittime del terremoto<br />

Sempre più flebili le speranze di trovare superstiti<br />

SAN SALVADOR, 15.<br />

Continua inesorabilmente a salire il<br />

numero delle vittime del devastante terremoto<br />

che ha colpito sabato scorso il<br />

Salvador, mentre si fa sempre più tangibile<br />

il pericolo di epidemie e alcune zone<br />

isolate del Paese devono ancora essere<br />

raggiunte dai soccorritori.<br />

La polizia nazionale e il Comitato per<br />

l'emergenza nazionale (Coen) hanno reso<br />

noto ieri sera a San Salvador che i<br />

cadaveri recuperati sono finora 609, di<br />

cui 300 soltanto nel centro residenziale<br />

di Las Colinas, nella città di Santa Tecla,<br />

dove la parete di un'altura è franata<br />

seppellendo oltre trecento piccole case.<br />

Inoltre, provvisoriamente sono stati segnalati<br />

anche 2.375 feriti e danni totali o<br />

parziali a 34.000 case. È questo un bilancio<br />

che tuttavia non fa menzione di<br />

quanti risultano dispersi. Solo a Las Colinas<br />

potrebbero essere oltre 1.200. Le<br />

squadre di soccorso nel frattempo lottano<br />

contro il tempo per raggiungere le<br />

numerose località dove ancora nessuno<br />

sa valutare l’entità della tragedia, oltre<br />

che per portare aiuto alla popolazione<br />

prostrata.<br />

Fino ad ora la maggiore attenzione<br />

della protezione civile, della Croce rossa<br />

e degli stessi mezzi di comunicazione sociale<br />

era stata riservata alla tragedia<br />

consumatasi a Las Colinas. Ieri è però si<br />

è fatto strada il timore che a solo qualche<br />

chilometro di distanza, a Comasagua,<br />

nello stesso dipartimento di La Libertad,<br />

potesse essersi verificato un<br />

dramma ancora più grande. Come hanno<br />

segnalato alcuni organi di stampa locali,<br />

a Comasagua «la metà della collina<br />

è venuta giù e ha sotterrato totalmente<br />

la zona di Los Amates». Le autorità locali<br />

temono che vi siano rimaste sepolte<br />

oltre 3.000 persone, mentre i cadaveri si<br />

contano a decine. La zona di Comasagua<br />

è inoltre raggiungibile solo con l’elicottero,<br />

perché la strada statale che la<br />

collega con Santa Tecla è stata cancellata<br />

per un tratto di 30 chilometri. In questo<br />

caso, il numero complessivo dei dispersi<br />

sarebbe di oltre 4.000, e il bilancio<br />

di 1.500 morti e 8.000 feriti del terremoto<br />

del 1986 potrebbe essere ampiamente<br />

superato.<br />

Dopo la prima fortissima e lunghissima<br />

scossa delle 11.34 di sabato, vi sono<br />

state almeno altre 800 repliche che hanno<br />

reso difficile e spesso vano il lavoro<br />

di chi tenta di trovare superstiti sotto le<br />

macerie. Ieri un giovane di 22 anni è<br />

stato estratto ancora vivo, ma i responsabili<br />

della Croce rossa sono pessimisti:<br />

non ci sono molte possibilità di salvare<br />

altra gente; ci si dovrà limitare a seppellire<br />

i morti. Col passare delle ore, e date<br />

anche le alte temperature, la protezione<br />

civile salvadoregna deve anche fare<br />

fronte al rischio di epidemie, favorite<br />

dall’impossibilità fino ad ora di ripristinare<br />

la distribuzione dell’acqua potabile.<br />

Radio e televisione ripetono che l’acqua<br />

disponibile «va assolutamente disinfettata,<br />

almeno con qualche goccia di varechina».<br />

Gli aiuti internazionali stanno<br />

giungendo a San Salvador, ma le autorità<br />

locali hanno chiesto uno sforzo particolare<br />

per l’invio di grandi quantitativi<br />

di acqua e di materiale medico-ospedaliero.<br />

Nella capitale, le autorità hanno<br />

organizzato tre grandi fosse dove vengono<br />

raccolti i cadaveri. Soprattutto quelli<br />

a cui non è stato possibile dare una<br />

identità.<br />

Giorgio Ferrario, responsabile della<br />

Croce rossa italiana che sta monitorando<br />

la situazione dal vicino Honduras, ha<br />

dichiarato ieri all’Ansa che, oltre al pro-<br />

Atlante geopolitico<br />

Atlante geopolitico<br />

Ex Zaire:<br />

la «prima guerra<br />

mondiale<br />

africana»<br />

di PAOLO BEFANI<br />

L'OSSERVATORE<br />

LIBRI<br />

Pagina 2<br />

Oggi la pagina settimanale di<br />

articoli, schede e segnalazioni<br />

dedicata alle novità editoriali<br />

«La mia Russia»<br />

di Dmitrij Sergeevic<br />

Lichacev<br />

di ROBERTO MOROZZO<br />

DELLA ROCCA<br />

Pagina 8<br />

blema delle possibili epidemie, «esiste<br />

grande preoccupazione per la situazione<br />

nelle zone più isolate del Salvador al<br />

confine con l’Honduras e il Guatemala».<br />

«Là — assicura — veramente nessuno<br />

sa quale sia la situazione delle vittime e<br />

dei danni». Inoltre, conclude, «pensiamo<br />

che dovranno essere immediatamente<br />

varati programmi di sostegno psicologico<br />

e sociale per una popolazione che è<br />

prostrata per essere stata nuovamente<br />

colpita da una grave tragedia».<br />

Rispondere all'emergenza idrica venutasi<br />

a creare è comunque al momento la<br />

priorità del Governo. Carlos Perla, direttore<br />

dell’«Ande», l’organismo che gestisce<br />

la distribuzione dell’acqua in territorio<br />

salvadoregno, ha confermato che a<br />

San Salvador oltre l’80 per cento della<br />

popolazione è priva di acqua potabile. «I<br />

danni sono stati molto gravi — ha spiegato<br />

— e la soluzione del problema non<br />

è dietro l’angolo». Perla ha confermato<br />

che anche in altri dipartimenti del Paese,<br />

come a San Agustin, il problema<br />

idrico è grave. Per questo motivo la protezione<br />

civile ha rivolto un pressante appello<br />

alla comunità internazionale affinché<br />

invii scorte di acqua potabile. Inoltre,<br />

si è appreso, per far fronte all’emergenza<br />

sono necessari anche tende, siringhe,<br />

antibiotici, plasma, materiale chirurgico<br />

e per il trattamento ortopedico.<br />

Una scossa di 4,2 gradi sulla scala Richter<br />

ha intanto fatto tremare stamane<br />

Istanbul, causando panico fra la popolazione<br />

della metropoli turca ma nessuna<br />

vittima. La scossa — come segnala<br />

l'«Ansa» — è stata registrata 48 ore dopo<br />

che le autorità hanno lanciato un<br />

piano per far fronte ad un eventuale «disastro<br />

sismico» che potrebbe colpire la<br />

regione del Mar di Marmara. L’epicentro<br />

della scossa odierna, che non ha<br />

causato danni di rilievo, è stato localizzato<br />

a largo della costa asiatica di Istanbul.<br />

Il sisma è stato avvertito anche nella<br />

provincia di Kocaeli (nella Turchia<br />

Nord-occidentale) duramente colpita dal<br />

terremoto che nell’agosto del 1999 fece<br />

quasi 20.000 vittime. Da tempo gli<br />

esperti avvertono sul rischio della rottura<br />

di una faglia sotto il Mar di Marmara<br />

che, se avvenisse in una volta sola, potrebbe<br />

causare un terremoto fino ad 8<br />

gradi Richter con conseguenze disastrose<br />

per Istanbul. Una riunione è stata organizzata<br />

al centro per il Controllo dei<br />

Disastri del governatorato della città domenica<br />

scorsa, per coordinare i preparativi<br />

in vista di «un possibile terremoto<br />

nel Mar di Marmara», secondo quanto<br />

ha reso noto l’agenzia di stampa «Anadolu».<br />

Il governatore di Istanbul, Erol<br />

Cakir, ha ricordato, durante la riunione,<br />

che «secondo gli scienziati un disastro<br />

sismico può avvenire nel Mar di Marmara»,<br />

anche se non è possibile sapere<br />

quando e come. Una giovane donna raccolta in preghiera davanti al corpo di sua figlia rimasta uccisa dal sisma nella città di Santa Tecla<br />

È cominciata la gara di solidarietà<br />

verso le popolazioni<br />

colpite dal terribile sisma<br />

SAN SALVADOR, 15.<br />

È cominciata poche ore dopo il terribile<br />

sisma la gara di solidarietà verso i<br />

terremotati del Salvador. All'interno del<br />

Paese stesso, la comunità cattolica ha<br />

dato inizio ad una capillare e preziosa<br />

opera di sostegno della popolazione.<br />

Monsignor Gregorio Rosa Chávez, Ausiliare<br />

di San Salvador e Presidente della<br />

Caritas ha sottolineato che «il Governo e<br />

la Chiesa lavorano insieme nell’emergenza<br />

e ogni parrocchia sta collaborando<br />

alla raccolta di informazioni per<br />

identificare i dispersi». «La Caritas a livello<br />

nazionale e diocesano — ha aggiunto<br />

— si è subito attivata per fornire<br />

i primi aiuti alla popolazione colpita».<br />

«C’è necessità di fondi — ha concluso il<br />

Vescovo — per continuare con efficacia<br />

le azioni di soccorso e poi pensare alla<br />

ricostruzione».<br />

L'appello di Monsignor Chávez è stato<br />

subito raccolto dai Vescovi italiani, che<br />

hanno ieri sollecitato ad una «concreta e<br />

fattiva solidarietà verso i terremotati del<br />

Salvador». La Presidenza della Cei ha<br />

già stanziato tre miliardi di lire, dai fondi<br />

otto per mille, per i primi interventi.<br />

«La distruzione provocata dal violento<br />

terremoto che ha colpito il Centro America<br />

— si legge in un comunicato della<br />

Presidenza della Cei — sollecita tutti ad<br />

una concreta e fattiva solidarietà nell’intento<br />

di alleviare le sofferenze della popolazione<br />

e di attenuare le conseguenze<br />

del sisma. Per i primi interventi in Salvador<br />

la Presidenza della Conferenza<br />

episcopale italiana, attraverso il Comitato<br />

per gli aiuti caritativi a favore del<br />

Terzo Mondo, ha stanziato tre miliardi<br />

di lire dai fondi dell’otto per mille, che<br />

verranno affidati all’Episcopato locale<br />

affinché intervenga per i bisogni più urgenti<br />

delle popolazioni». La nota invita<br />

inoltre ad esprimere «vicinanza a quanti<br />

sono stati colpiti da questa calamità con<br />

la preghiera e con il sostegno alle iniziative<br />

della Caritas italiana che ha attivato<br />

canali per la raccolta di fondi ed è già<br />

presente sul posto con alcuni centri operativi».<br />

La Caritas italiana ha dal canto<br />

suo già inviato in Salvador un primo<br />

contributo di 100 milioni. «Come sempre<br />

non vuole essere un gesto sporadico,<br />

legato all’impatto emotivo e mediatico<br />

di quest’ennesima emergenza — ha<br />

commentato don Elvio Damoli, Direttore<br />

della Caritas italiana — ma un modo<br />

per continuare l’impegno di cooperazione<br />

fraterna con la regione Centro-americana,<br />

l’approccio di vicinanza e di condivisione<br />

anche in progetti a lungo termine,<br />

il coinvolgimento in comuni percorsi<br />

socio-pastorali».<br />

La Croce rossa italiana ha lanciato un<br />

appello a tutti gli italiani affinché la aiutino<br />

a portare soccorso alle popolazioni<br />

del Centro-America e in particolare del<br />

Salvador colpito dal terremoto. La Croce<br />

rossa italiana segnala in particolare<br />

che migliaia sono i senzatetto e che i<br />

danni si calcolano in migliaia di miliardi<br />

di lire. «I collegamenti stradali interrotti<br />

— aggiunge l’organizzazione — rendono<br />

difficili i soccorsi e la ricerca dei dispersi,<br />

le strutture sanitarie delle città colpite<br />

non permettono il ricovero e la cura<br />

dei feriti. Le zone interessate dal terre-<br />

Santa Tecla: un soldato porta in salvo<br />

una bambina<br />

moto sono prive di acqua potabile ed<br />

energia elettrica». La Croce rossa italiana,<br />

già presente in America Centrale<br />

con una delegazione, nell’appello invita<br />

gli italiani «ad attivarsi tutti nel soccorrere<br />

le popolazioni colpite dal terremoto».<br />

L’Unione europea ha nel frattempo<br />

inviato una squadra di soccorso. Lo ha<br />

reso noto a Stoccolma il Commissario<br />

Le urne da murare<br />

nella Porta Santa<br />

delle Basiliche<br />

Patriarcali<br />

Pagina 7<br />

Chiusura<br />

della Porta Santa<br />

nelle Diocesi<br />

italiane<br />

Pagina 7<br />

europeo per le relazioni esterne, l’inglese<br />

Chris Patten. «Dobbiamo agire con<br />

rapidità» ha detto Patten. Da Bruxelles,<br />

la Commissione europea ha annunciato<br />

che sbloccherà nei prossimi giorni aiuti<br />

di emergenza per due milioni di euro,<br />

volti a coprire le necessità immediate di<br />

beni alimentari, medicine, acqua ed abbigliamento<br />

per le popolazioni colpite<br />

dal sisma. Altri impegni finanziari saranno<br />

assunti in funzione dei bisogni identificati<br />

da una squadra di esperti inviata<br />

dall’esecutivo Ue in Salvador. Un portavoce<br />

ha aggiunto che «Echo», l’ufficio<br />

europeo per gli aiuti umanitari, è in<br />

contatto con i partner presenti nella regione<br />

per effettuare un coordinamento<br />

degli aiuti.<br />

L’erogazione di un contributo italiano<br />

del valore globale di 7,5 miliardi di lire è<br />

stato disposto dal Ministero degli esteri<br />

per rispondere alle esigenze delle popolazioni.<br />

In particolare — rende noto un<br />

comunicato della Farnesina — per far<br />

fronte alle necessità essenziali delle popolazioni<br />

colpite dal sisma, è stata decisa<br />

l’immediata erogazione di 1,5 miliardi,<br />

attraverso il Programma per lo sviluppo<br />

delle Nazioni Unite (Undp).<br />

Dal Perú — come segnala l'agenzia di<br />

lingua spagnola «Efe» — è ieri partito alla<br />

volta di San Salvador un aereo con 18<br />

tonnellate di generi di prima necessità,<br />

mentre il Governo brasiliano ha dato la<br />

propria disponibilità ad intervenire in<br />

base alle priorità individuate dall'Esecutivo<br />

del Paese maggiormente colpito dal<br />

sisma. Una squadra di «risposta rapida»<br />

è stata inviata in Salvador dal Governo<br />

argentino.<br />

Il Santo Padre ha ricevuto oggi<br />

in udienza Sua Eminenza Reverendissima<br />

il Signor Cardinale<br />

Adam Joseph Maida, Arcivescovo<br />

di Detroit (Stati Uniti d'America).<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha ricevuto in<br />

udienza nella mattina di lunedì 15<br />

Sua Eccellenza il Signor Igor Sergheevich<br />

Ivanov, Ministro degli<br />

Esteri della Federazione Russa,<br />

con la Consorte, e Seguito.<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha nominato<br />

Membri del Pontificio Consiglio<br />

per i Testi Legislativi Sua Beatitudine<br />

Ignace Moussa I Daoud, Prefetto<br />

della Congregazione per le<br />

Chiese Orientali; gli Eccellentissimi<br />

Monsignori: Varkey Vithayathil,<br />

Arcivescovo maggiore di Ernakulam-Angamaly<br />

dei Siro Malabaresi;<br />

Zenon Grocholewski, Prefetto<br />

della Congregazione per l'Educazione<br />

Cattolica; Mario Francesco<br />

Pompedda, Prefetto del Su-<br />

Lettera del Papa al Card. Rouco Varela per l'incontro<br />

di preghiera per implorare la fine del terrorismo<br />

Rifiutate la violenza<br />

siate amici della pace<br />

Rifiutate la violenza, siate amici<br />

della pace, oranti per la pace e costruttori<br />

della pace: è questo l'invito<br />

rivolto da Giovanni Paolo II ai partecipanti<br />

all'incontro di preghiera per<br />

implorare la fine del terrorismo, svoltosi<br />

sabato 13 gennaio in Spagna a<br />

Campas de San Prudencio (Vitoria).<br />

Per l'occasione il Papa ha fatto pervenire<br />

al Cardinale Antonio María<br />

Rouco Varela, Arcivescovo di Madrid<br />

e Presidente della Conferenza Episcopale<br />

Spagnola, una Lettera attraverso<br />

la quale si è unito spiritualmente a<br />

tutti i partecipanti, «elevando la mia<br />

preghiera — scrive — per la radicale<br />

e sincera conversione di tutti alla legge<br />

santa di Dio, fondamento della<br />

convivenza pacifica e del rispetto dei<br />

diritti di ogni persona, affinché si ristabilisca<br />

così l'intesa giusta e concorde<br />

fra gli uomini, le famiglie e gli<br />

abitanti nei Paesi Baschi, in Navarra<br />

e in tutta l'amata Nazione spagnola,<br />

profondamente colpiti dalla drammaticità<br />

della situazione presente dovuta<br />

alla violenza terroristica che si protrae<br />

da anni». «In questa circostanza<br />

— sottolinea — desidero incoraggiare<br />

le comunità cristiane, che con la loro<br />

vita e la loro azione rendono Gesù<br />

Cristo presente, ad accrescere la propria<br />

unione con Lui, intensificando la<br />

preghiera fiduciosa e perseverante<br />

per la pace. Le nostre suppliche faranno<br />

di tutti noi strumenti di pace,<br />

seminatori di concordia, artefici del<br />

perdono. In una società segnata da<br />

forti tensioni, le Chiese particolari<br />

NOSTRE INFORMAZIONI<br />

premo Tribunale della Segnatura<br />

Apostolica.<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha dato il Suo<br />

assenso all'elezione canonicamente<br />

fatta dal Sinodo dei Vescovi<br />

della Chiesa Caldea, riunitosi a<br />

Baghdad il 12 gennaio 2001, di:<br />

— Rev. Faraj Rahho, del clero<br />

eparchiale di Mossul, ad Arcivescovo<br />

di Mossul dei Caldei;<br />

— Rev. Yacoub Denha Scher,<br />

del clero eparchiale di Kerkuk, ad<br />

Arcivescovo di Arbil dei Caldei;<br />

— Rev. Michel Kassarji, del<br />

clero eparchiale di Beirut, a Vescovo<br />

di Beirut dei Caldei;<br />

— Rev. Shlemon Warduni, del<br />

clero dell'Eparchia Patriarcale di<br />

Baghdad, ad Ausiliare del Patriarca<br />

Caldeo, con assegnazione della<br />

sede titolare vescovile di Anbar<br />

dei Caldei.<br />

. .<br />

Provviste di Chiese<br />

Il Santo Padre ha nominato Au-<br />

dei territori che purtroppo subiscono<br />

con tanta frequenza la ferita del terrorismo,<br />

hanno la missione di promuovere<br />

l'unità e la riconciliazione,<br />

rifiutando ogni tipo di violenza, di<br />

terrore e di ricatto, poiché con queste<br />

tristi situazioni è tutta l'umanità a<br />

soffrire». «Prima di tutto — aggiunge<br />

— è necessario levare, ancora una<br />

volta, la voce a favore del valore della<br />

vita, della sicurezza, dell'integrità<br />

fisica, della libertà». «Le comunità<br />

cristiane — scrive il Papa — devono<br />

essere luoghi privilegiati di accoglienza<br />

e di impegno generoso per la pace<br />

autentica, contribuendo a rimuovere<br />

ostacoli, ad abbattere muri, a favorire<br />

iniziative e progetti, in collaborazione<br />

e dialogo sociale con tante persone<br />

e gruppi interessati a raggiungerla».<br />

«In questo compito — prosegue<br />

—, è necessario tenere presenti i<br />

giovani, che bisogna educare sempre<br />

e in ogni luogo, nelle scuole e università,<br />

negli ambienti di lavoro, nel<br />

tempo libero e nello sport, alla cultura<br />

della pace. Pace dentro e fuori di<br />

loro, pace sempre, pace con tutti,<br />

pace per tutti». «Che Dio misericordioso<br />

— auspica in conclusione —<br />

conceda la pace sociale ai Paesi Baschi,<br />

alla Navarra, a tutta la Spagna!<br />

Che con un rinnovato stile di vita<br />

possiamo meritare questo dono divino!<br />

La mia benedizione e il mio affetto<br />

accompagnano sempre tutti coloro<br />

che s'impegnano in questo<br />

straordinario e necessario compito».<br />

Pagina 5<br />

siliare dell'Arcidiocesi di Los Angeles<br />

(U.S.A.) il Reverendo Monsignor<br />

Edward William Clark, del<br />

clero della medesima Arcidiocesi,<br />

finora Presidente/Rettore del<br />

«Saint John's Seminary College»<br />

in Camarillo, assegnandogli la sede<br />

titolare vescovile di Gardar.<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha nominato Ausiliare<br />

della Diocesi di San Bernardino<br />

(U.S.A.) il Reverendo Monsignor<br />

Dennis O'Neil, del clero dell'Arcidiocesi<br />

di Los Angeles, finora<br />

parroco della «Saint Emydius Parish»<br />

in Lynwood, assegnandogli<br />

la sede titolare vescovile di Macon.<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha nominato Ausiliare<br />

della Diocesi di Awka (Nigeria)<br />

il Reverendo Sacerdote Solomon<br />

Amanchukwu Amatu, Cancelliere<br />

della medesima Diocesi,<br />

assegnandogli la sede titolare vescovile<br />

di Sabrata.


DAL MONDO<br />

MARIO AGNES<br />

Direttore responsabile<br />

TIPOGRAFIA VATICANA<br />

EDITRICE<br />

«L'OSSERVATORE ROMANO»<br />

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a cura di Arturo Mari<br />

Le foto dell'attività della Santa Sede<br />

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2 .<br />

Atlante geopolitico<br />

Atlante geopolitico<br />

Ex Zaire: la «prima guerra<br />

mondiale africana»<br />

PAOLO BEFANI<br />

L a<br />

guerra non si ferma nella Repubblica<br />

Democratica del Congo<br />

(Rdc, ex Zaire). E, con essa,<br />

continuano le sofferenze della popolazione<br />

e gli orrori. L'Ufficio di coordinamento<br />

per gli affari umanitari<br />

(Ocha) dell'Onu ha reso noto che le<br />

vittime dirette (combattimenti) e indirette<br />

(fame e malattie) del conflitto<br />

ammontano presumibilmente a un<br />

milione e 700 mila. Tra esse figurano<br />

600 mila bambini di età inferiore a<br />

cinque anni. La stessa fonte, nel denunciare<br />

il costante deterioramento<br />

della situazione umanitaria, sostiene<br />

che, perdurando le ostilità, sono a rischio<br />

altri sedici milioni di civili, pari<br />

al 33 per cento degli abitanti del Paese.<br />

Nel rapporto dell'Ocha si legge che<br />

tutte le parti belligeranti commettono<br />

impunemente flagranti violazioni dei<br />

diritti umani nei confronti della popolazione<br />

inerme.<br />

D'altra parte, l'impatto della solidarietà<br />

e dei soccorsi internazionali è<br />

quasi irrilevante. A causa della mancanza<br />

di sicurezza, dell'atteggiamento<br />

ostile delle diverse autorità locali (governativi<br />

o ribelli), ma anche per la<br />

carenza di risorse finanziarie, le agenzie<br />

dell'Onu e le altre organizzazioni<br />

umanitarie sono in grado di fornire<br />

aiuti — e spesso solo in maniera sporadica<br />

— a meno della metà dei sedici<br />

milioni di persone in pericolo.<br />

Coinvolti nel conflitto<br />

altri cinque Paesi<br />

Recentemente, il Segretario di Stato<br />

americano, Madeleine Albright, ha<br />

parlato di «prima guerra mondiale<br />

africana». Già ... perché nel conflitto<br />

sono coinvolti militarmente altri cinque<br />

Paesi africani: l'Angola, la Namibia<br />

e lo Zimbabwe, alleati del Presidente<br />

congolese Laurent-Désiré Kabila;<br />

il Rwanda e l'Uganda che sostengono<br />

invece tre movimenti ribelli al<br />

Governo di Kinshasa. È una situazione<br />

inedita in Africa, dove normalmente<br />

gli Stati divisi da contese o inimicizie<br />

si combattono per interposte guerriglie.<br />

Va inoltre ricordato che quella<br />

in corso, scoppiata nell'agosto del<br />

1998, è la seconda guerra congolese.<br />

La prima, costata altre centinaia di<br />

migliaia di morti, si era conclusa nel<br />

maggio del 1997.<br />

Per mettere ordine in questo tragico<br />

groviglio di conflitti militari, occorre<br />

tornare indietro di qualche anno e allargare<br />

lo sguardo ad altri Paesi della<br />

regione africana dei Grandi Laghi.<br />

Primavera del 1994. In Rwanda,<br />

teatro di una faida etnica infinita, gli<br />

Hutu (allora al Governo) massacrano<br />

800 mila appartenenti alla comunità<br />

rivale dei Tutsi. Ma nel luglio successivo<br />

questi ultimi, usciti vincitori dalla<br />

guerra civile, occupano Kigali e si<br />

insediano al potere. Allora, nel timore<br />

di rappresaglie per il genocidio perpetrato,<br />

oltre due milioni di Hutu riparano<br />

nei Paesi vicini. Un milione e<br />

200 mila si accampano nelle regioni<br />

orientali del confinante Zaire. Fram-<br />

mischiati ai civili, però, sono fuggiti<br />

in armi anche gli esecutori materiali<br />

del genocidio, vale a dire i resti delle<br />

forze governative (Far) e gli spietati<br />

miliziani «Interhamwe». Estremisti<br />

che puntano alla rivincita ed effettuano<br />

continue incursioni in territorio<br />

rwandese contro i nemici Tutsi.<br />

Nell'autunno del 1996, i Banyamulenge<br />

(Tutsi oriundi rwandesi stanziati<br />

dall'Ottocento nella regione orientale<br />

congolese del Kivu meridionale) si<br />

rivoltano contro Kinshasa, dove è al<br />

potere da trent'anni il maresciallo<br />

Mobutu Sese Seko. Il nuovo regime<br />

Tutsi di Kigali approfitta dell'occasione<br />

per regolare i conti con le Far e<br />

con gli Interhamwe. Reparti militari<br />

rwandesi si affiancano ai Banyamulenge<br />

e spazzano via i quaranta campi<br />

profughi, allestiti dalle agenzie<br />

umanitarie dell'Onu per ospitare i rifugiati<br />

Hutu. Di questi, circa un milione<br />

rimpatriano, più o meno volontariamente,<br />

in Rwanda. Gli altri 200<br />

mila, in fuga disperata verso Occidente,<br />

non riemergeranno più dalle foreste<br />

equatoriali in cui si erano internati:<br />

uccisi dagli inseguitori, dalla fame,<br />

dalle malattie, dalla fatica di marce a<br />

piedi per centinaia di chilometri.<br />

Il crollo del regime<br />

dittatoriale di Mobutu<br />

Intanto, i ribelli, appoggiati da forze<br />

rwandesi e ugandesi, avanzano nel<br />

Congo senza incontrare un'apprezzabile<br />

resistenza da parte delle truppe di<br />

Kinshasa. A capo della rivolta antigovernativa<br />

viene posto Kabila, un antico<br />

oppositore di Mobutu. Nel maggio<br />

del 1997, i ribelli entrano a Kinshasa<br />

e Kabila si proclama Presidente.<br />

Termina così la prima guerra congolese.<br />

Nessuno, certo, rimpiange il<br />

regime dittatoriale di Mobutu, che ha<br />

gettato sul lastrico un Paese potenzialmente<br />

ricco per le inesauribili risorse<br />

minerarie di cui dispone. Ma<br />

sul futuro dello Zaire (ribattezzato Repubblica<br />

Democratica del Congo) pesano<br />

ora inquietanti incognite. Infatti,<br />

i rapporti in seno alla coalizione dei<br />

vincitori si deteriorano rapidamente,<br />

perché Kabila tenta di ristabilire la<br />

sovranità nazionale sulle regioni<br />

orientali passate di fatto sotto il controllo<br />

dei movimenti ribelli e dei loro<br />

sponsor rwandesi e ugandesi.<br />

Il secondo atto della tragedia congolese<br />

ha inizio il 2 agosto 1998. Puntuale,<br />

scoppia una nuova rivolta dei<br />

Banyamulenge e di altri settori dell'opposizione,<br />

supportati al solito da<br />

rwandesi e ugandesi. Nel secondo mese<br />

di guerra, i ribelli sferrano una offensiva<br />

contro Kinshasa, stroncata<br />

dal tempestivo intervento di truppe<br />

dell'Angola, della Namibia e dello<br />

Zimbabwe. Si formano così due schieramenti<br />

che si fronteggeranno per oltre<br />

due anni senza prospettive di vittoria<br />

finale. La coalizione anti-Kabila<br />

mantiene il controllo della maggior<br />

parte dei territori orientali, ma non è<br />

in grado di progredire verso Occidente.<br />

Parimenti, le forze governative e i<br />

loro alleati non hanno la possibilità<br />

di riconquistare l'Est.<br />

Nella fase attuale, le operazioni militari<br />

proseguono stancamente su tre<br />

fronti principali: nel Katanga (sudest),<br />

nel Kasai (centro) e nell'Equatore<br />

(nord-ovest).<br />

A complicare ulteriormente la situazione<br />

politico-militare concorre il<br />

fatto che il movimento ribelle si è<br />

scisso in tre gruppi rivali e si è incrinata<br />

l'alleanza tra Rwanda e Uganda.<br />

Sette mesi fa, le truppe dei due Paesi<br />

si sono date battaglia per il controllo<br />

di Kisangani, capoluogo della regione<br />

nord-orientale.<br />

Disatteso l'accordo<br />

di pace di Lusaka<br />

Ogni giorno di più, l'opzione militare<br />

si rivela senza sbocchi. Ma anche<br />

la strada del negoziato e del compromesso<br />

politico è in salita. In effetti,<br />

l'estate scorsa tutte le parti belligeranti<br />

avevano avviato un processo di pace,<br />

con la firma a Lusaka (Zambia) di<br />

un accordo di cessazione del fuoco. I<br />

buoni propositi sono però rimasti sulla<br />

carta e i combattimenti sono proseguiti<br />

tra reciproche accuse di violazione<br />

della tregua. Sono del pari caduti<br />

nel vuoto i ripetuti appelli del Consiglio<br />

di sicurezza dell'Onu per il ritiro<br />

delle forze straniere. Le Nazioni Unite<br />

sono disponibili a inviare sul posto<br />

una forza multinazionale africana di<br />

5.500 uomini per il mantenimento<br />

della pace. Ma solo a condizione che<br />

il cessate-il-fuoco diventi effettivo.<br />

La violenza che infuria da anni nell'ex<br />

Zaire non ha risparmiato neppure<br />

la Chiesa Cattolica. Missionari, sacerdoti<br />

nativi, suore, catechisti hanno<br />

pagato con la vita il servizio reso alla<br />

fede, alla carità e alla pace. Tra le vittime<br />

figura perfino un Vescovo,<br />

mons. Christophe Munzihirwa Mwene<br />

Ngabo, Pastore dell'Arcidiocesi di Bukavu,<br />

assassinato il 29 ottobre 1996.<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Mercoledì 17 Gennaio 2001<br />

Il Governo di Taiwan autorizza visite turistiche dei cinesi del continente<br />

TAIPEH — Le autorità di Taipeh hanno<br />

annunciato oggi che i primi turisti provenienti<br />

dalla Cina potranno recarsi sull’isola<br />

di Taiwan il prossimo luglio, revocando<br />

un bando in vigore da oltre mezzo secolo<br />

(51 anni per l'esattezza). «Fino a 500.000<br />

turisti provenienti dalla Cina continentale<br />

saranno autorizzati a recarsi a Taiwan dopo<br />

il primo luglio prossimo», ha annunciato<br />

la vice Presidente Annette Lu, citata<br />

dall’agenzia di stampa taiwanese. «Il ministero<br />

dei trasporti — ha aggiunto — deve<br />

ancora mettere a punto le modalità di<br />

tale provvedimento. Potranno recarsi sull’isola<br />

anche dirigenti di imprese statali di<br />

Pechino ed esperti di tecnologia».<br />

Dal 1987, Taiwan ha autorizzato i suoi<br />

residenti a recarsi nella Cina continentale<br />

per ragioni famigliari, ma l’autorizzazione<br />

non valeva nel senso contrario, per i cine-<br />

MEDIO ORIENTE La tensione rimane alta nei Territori dopo l'uccisione di un colono<br />

Riprendono i colloqui<br />

tra israeliani e palestinesi<br />

TEL AVIV, 16.<br />

È cominciato stamani l'incontro tra i<br />

negoziatori israeliani e palestinesi rinviato<br />

ieri dopo l’uccisione di un colono<br />

ebreo nella Striscia di Gaza. Durante i<br />

colloqui sarà analizzato nei particolari il<br />

piano di pace proposto dal Presidente<br />

degli Stati Uniti, Bill Clinton. Lo ha annunciato<br />

il Capo negoziatore dell'Autorità<br />

Palestinese (Ap), Saeb Errekat, che<br />

guiderà la delegazione araba. Da parte<br />

israeliana le trattative saranno condotte<br />

dal Ministro degli esteri israeliano Shlomo<br />

Ben Ami.<br />

Il dialogo riprende però in una situazione<br />

particolarmente tesa. Ieri a Gaza<br />

migliaia di coloni hanno accompagnato<br />

la salma del loro compagno Roni Zallah,<br />

32 anni, ucciso nella sua serra da militanti<br />

palestinesi. In precedenza alcuni di<br />

loro hanno dato alle fiamme trattori e<br />

attrezzature agricole dei loro vicini arabi.<br />

Funerali si sono svolti anche nel villaggio<br />

di Salem, a Nablus, dove il ventiduenne<br />

Maadi Shehade è stato colpito a<br />

morte da soldati israeliani.<br />

Nelle stesse ore si sono svolte anche<br />

le esequie di Mohammed Mussa Abdel<br />

Rahman, ucciso da sconosciuti perché<br />

ritenuto un collaboratore di Tel Aviv.<br />

Sabato scorso altri due palestinesi accusati<br />

di tradimento sono stati fucilati,<br />

mentre oggi presso Jenin è stato trovato<br />

il cadavere di Rafid Qassem, sospettato<br />

di collusione con il nemico.<br />

In questo clima surriscaldato le parti<br />

stanno cercando di giungere ad un accordo.<br />

I tempi sembrano piuttosto ridot-<br />

ti. Il 6 febbraio, infatti, sono previste in<br />

Israele le consultazioni per l'elezione del<br />

Premier. Dopo quella data il Governo<br />

potrebbe cambiare e le condizioni negoziali<br />

non essere più le stesse. Allo stesso<br />

tempo sabato prossimo è previsto l'avvicendamento<br />

alla Casa Bianca tra il Presidente<br />

uscente, Bill Clinton, e quello<br />

eletto, George W. Bush, che potrebbe<br />

modificare i termini della mediazione<br />

americana.<br />

Tra i negoziatori sembra regnare il<br />

pessimismo. Secondo il Presidente del<br />

Consiglio legislativo dell'Ap, Ahmed<br />

JUGOSLAVIA Haekkerup insediato in Kosovo<br />

Annunciata l'apertura<br />

di un ufficio Osce a Belgrado<br />

BELGRADO, 16.<br />

Si consolida il progressivo reinserimento<br />

della Repubblica Federale di Jugoslavia<br />

(Serbia e Montenegro) nel normale<br />

contesto internazionale, mentre<br />

nell'ancora tormentato Kosovo si è insediato<br />

ieri il nuovo responsabile dell'Unmik,<br />

l'amministrazione dell'Onu, il danese<br />

Hans Haekkerup, che ha preso il posto<br />

del francese Bernard Kouchner.<br />

In particolare, il Primo ministro federale<br />

jugoslavo Zoran Zizic ha detto che<br />

il suo Paese è pronto ad avviare «una<br />

piena cooperazione su tutte le questioni»<br />

con l’Osce, l'Organizzazione per la sicurezza<br />

e la cooperazione in Europa, nella<br />

quale la Jugoslavia è stata riammessa il<br />

10 novembre scorso. Zizic, in un colloquio<br />

a Belgrado con il Ministro degli<br />

esteri romeno, Mircea Dan Geona, presidente<br />

di turno dell’Osce, ha discusso<br />

della prossima apertura a Belgrado di<br />

un ufficio dell’Organizzazione. «Geona<br />

ha dato tutte le garanzie di un sostegno<br />

totale da parte dell’Osce all’integrità territoriale<br />

della Jugoslavia e al rispetto<br />

della risoluzione 1244 del Consiglio di sicurezza<br />

dell’Onu sul Kosovo», secondo<br />

quanto ha dichiarato Zizic.<br />

Come detto, intanto, ha incominciato<br />

ad assolvere al suo incarico Haekkerup<br />

che ha voluto subito incontrare il personale<br />

della missione Unmik, un migliaio<br />

tra funzionari e impiegati riuniti nella<br />

sede del capoluogo kosovaro Pristina.<br />

L’arrivo del nuovo responsabile dell'Onu<br />

era stato preceduto dalle dichiarazioni<br />

rilasciate venerdì scorso alla televisione<br />

danese circa le sue esitazioni sulla possibilità<br />

di tenere elezioni politiche entro<br />

giugno, come invece più volte promesso<br />

da Kouchner. Tale posizione è stata sostanzialmente<br />

confermata ieri da Haekkerup,<br />

secondo il quale «è importante<br />

costruire prima una struttura legale che<br />

regoli l’attività della nuova assemblea,<br />

per potere poi giungere ad elezioni il<br />

più presto possibile». Haekkerup, che<br />

ha anche incontrato alcuni leader politici<br />

locali delle diverse etnie, ha poi indicato<br />

come sua priorità il rafforzamento<br />

del sistema legale nel Kosovo e la creazione<br />

«delle condizioni per il ritorno della<br />

popolazione serba».<br />

Qrei, «il processo di pace non è morto,<br />

ma attraversa una crisi grave». «Certo<br />

non vogliamo chiudere la porta, siamo<br />

pronti ad offrire un’altra opportunità —<br />

ha detto — ma pur di realizzare le nostre<br />

aspirazioni siamo pronti a proseguire<br />

la lotta». Da parte sua il Primo Ministro<br />

israeliano, Ehud Barak, ha sottolineato<br />

che l'uccisione del colono Zallah<br />

«ha inferto un duro colpo al processo di<br />

pace». Poche ore dopo Israele è tornato<br />

a imporre la chiusura della Striscia di<br />

Gaza, e ha chiuso l’aeroporto Dahanye,<br />

riaperto solo tre giorni fa.<br />

Croazia: impegno<br />

a piena collaborazione<br />

con il Tribunale<br />

internazionale dell'Aja<br />

RUSSIA Mentre sul territorio caucasico proseguono sparatorie e attentati<br />

Delegazione del Consiglio d'Europa in Cecenia<br />

MOSCA, 16.<br />

Un invito alle autorità russe ad accrescere<br />

gli sforzi per porre rimedio alle distruzioni<br />

e per soccorrere le decine di<br />

migliaia di sfollati tuttora in precarie<br />

condizioni è stato rivolto ieri da una delegazione<br />

dell’Assemblea parlamentare<br />

del Consiglio d’Europa, che ha iniziato<br />

una missione di verifica in Cecenia. La<br />

missione si svolge sulla sfondo di un territorio<br />

dove proseguono sparatorie e attentati.<br />

La delegazione del Consiglio<br />

d’Europa, guidata dall’inglese Frank<br />

Judd, ha avuto incontri con il rappresentante<br />

presso il Cremlino per i diritti<br />

umani, Vladimir Kalamanov, con esponenti<br />

del Governo russo e dell’amministrazione<br />

cecena. Judd ha visitato inoltre<br />

un campo profughi, una scuola e la<br />

prigione di Cernokozovo, teatro nei mesi<br />

passati di presunte brutalità da parte<br />

delle Forze federali russe.<br />

Judd ha deplorato la scarsità di medicinali<br />

nei campi profughi e la mancanza<br />

di inchieste penali sulle denunce di violazioni<br />

dei diritti umani attribuite ai militari<br />

di Mosca. L'inglese Judd ha peraltro<br />

espresso anche preoccupazione per<br />

gli attentati della guerriglia islamico-separatista<br />

e per il recente rapimento —<br />

Allacciate relazioni diplomatiche<br />

tra Olanda e Corea del Nord<br />

SEOUL, 16.<br />

La Corea del Nord e l’Olanda hanno allacciato ieri regolari relazioni diplomatiche.<br />

Nei giorni scorsi anche altri Paesi appartenenti all'Unione Europea<br />

hanno annunciato l'intenzione di aprire un dialogo ufficiale con Pyongyang.<br />

Durante lo scorso anno Spagna, Gran Bretagna e Italia hanno stretto rapporti<br />

diplomatici con la Corea del Nord.<br />

Ieri, intanto, il leader nordcoreano, Kim Jong Il, si è recato in visita in Cina.<br />

Il treno sul quale viaggia ha attraversato la frontiera in mattinata, ha affermato<br />

oggi un funzionario cinese. Nessuna altra indicazione è stata finora<br />

resa nota sulla visita, annunciata anche da due giornali sudcoreani.<br />

Secondo il quotidiano «Joongang Ilbo», che cita un funzionario governativo<br />

a Seoul, il leader della Corea del Nord resterà in Cina per circa una settimana<br />

e si recherà in particolare a Shanghai. Si tratta della seconda visita in Cina di<br />

Kim Jong Il, dopo quella compiuta nel maggio dell’anno scorso, poco prima<br />

del primo vertice intercoreano, svoltosi in giungo a Pyongyang.<br />

Nigeria: Lagos<br />

inondata da piogge<br />

torrenziali<br />

ABUJA, 16.<br />

Le piogge torrenziali che flagellano<br />

la Nigeria hanno inondato ieri<br />

alcuni quartieri di Lagos. Centinaia<br />

di abitanti hanno dovuto abbandonare<br />

le loro abitazioni invase<br />

dalle acque. Gli allagamenti<br />

hanno bloccato la circolazione automobilistica<br />

su numerose strade<br />

urbane. Problemi anche per il<br />

traffico aereo: i voli interni sono<br />

stati annullati. L'ondata di maltempo<br />

ha colto alla sprovvista<br />

perché gennaio fa parte della stagione<br />

secca, che in Nigeria va da<br />

novembre a marzo.<br />

attribuito a una banda cecena legata ai<br />

ribelli — di Kenny Gluck, volontario<br />

americano di «Medici senza frontiere».<br />

Nel frattempo, pura «disinformazione»<br />

viene definita dal Cremlino la rivendicazione<br />

fatta dal dirigente della guerriglia<br />

cecena Movladi Udugov sull’uccisione<br />

in due giorni di 33 militari russi in<br />

vari attacchi condotti dai separatisti. La<br />

smentita è stata fatta oggi dall’ufficio<br />

del portavoce del Cremlino per la Cecenia.<br />

Il comando federale ha ammesso<br />

oggi solo la morte di due militari russi<br />

nei pressi del villaggio di Itum-Kale, nella<br />

parte meridionale della Repubblica federata<br />

caucasica. I due sono morti in<br />

un’imboscata tesa dai guerriglieri a una<br />

colonna dei federali, riferisce l’agenzia<br />

«Interfax». Smentita anche una presunta<br />

strage di civili a Vedeno attuata dai russi.<br />

«È un’invenzione diffusa dai separatisti<br />

per influenzare l’Occidente visto che<br />

in Cecenia si trova una delegazione di<br />

parlamentari europei», ha concluso il<br />

portavoce del Cremlino.<br />

Dal canto suo, il Ministro della difesa<br />

russo, Igor Sergheiev, e il portavoce del<br />

Cremlino, Serghiei Iastrzhembski, hanno<br />

ribadito che la Russia non intende<br />

trattare altro che la resa con il Presiden-<br />

ZAGABRIA, 16.<br />

«Abbiamo trovato soluzioni per tutti i<br />

problemi, da domani la collaborazione<br />

tra Croazia e Tribunale sarà la migliore<br />

possibile», ha dichiarato ieri a Zagabria,<br />

dopo un incontro durato otto ore con il<br />

Primo Ministro croato Ivica Racan, il<br />

giudice svizzero Carla Del Ponte, procuratore<br />

generale del Tribunale internazionale<br />

dell’Aja per i crimini di guerra e<br />

contro l'umanità nell'ex Jugoslavia.<br />

«Non ho portato nessuna lista e nessuna<br />

accusa», ha aggiunto il magistrato, ricordando<br />

che «le accuse sono segrete sino<br />

a quando i sospettati non vengono<br />

arrestati». Anche Racan si è detto soddisfatto,<br />

affermando che «sono stati risolti<br />

tutti i problemi, anche quello del capo<br />

di stato maggiore Petar Stipetic: il Tribunale<br />

non insisterà per interrogarlo. Se<br />

vorrà, si presenterà spontaneamente e<br />

Stipetic ha annunciato che parlerà con<br />

gli investigatori del Tribunale». Non è<br />

chiaro se Stipetic, che durante la guerra<br />

del 1991-1995 era al comando di alcune<br />

unità, sia richiesto dal Tribunale come<br />

testimone o come sospettato di crimini.<br />

Né la signora Del Ponte, né Racan<br />

hanno fatto cenno ai documenti del defunto<br />

Presidente Franjo Tudjman sui<br />

quali il Governo croato, la settimana<br />

scorsa, ha posto il segreto di Stato sino<br />

al 2031. I rapporti tra Croazia e Tribunale<br />

si sono fatti più difficili negli ultimi<br />

mesi perché il Governo di Zagabria contesta<br />

la criminalizzazione in toto delle<br />

operazioni «Fulmine» e «Tempesta» lanciate<br />

dall'esercito croato nel 1995 contro<br />

i secessionisti serbi e chiede che venga<br />

introdotto il principio della «responsabilità<br />

obiettiva» dei vari comandanti.<br />

te separatista ceceno, Aslan Maskhadov,<br />

e con i capi della guerriglia. Sergheiev<br />

ha poi rinnovato la denuncia sul flusso<br />

di «finanziamenti dall’estero» di cui disporrebbero<br />

i ribelli e si è detto certo<br />

che la «situazione si stabilizzerà» se saranno<br />

«neutralizzati» i capi della rivolta:<br />

a cominciare da Maskhadov e dai leader<br />

delle milizie integraliste islamiche Shamil<br />

Basaiev e il giordano Khattab.<br />

Intanto, il Ministro degli esteri russo,<br />

Igor Ivanov, ha dichiarato che «la Federazione<br />

russa adempirà a tutti i suoi obblighi<br />

in termini di debito estero» ed ha<br />

auspicato un dialogo diretto con gli Stati<br />

Uniti («in politica il dialogo a mezzo<br />

stampa non paga»). Il Capo della diplomazia<br />

del Cremlino ha così risposto ad<br />

un giornalista che gli ricordava che il<br />

Presidente eletto americano, George W.<br />

Bush aveva detto, in un'intervista al<br />

«New York Times», che gli aiuti alla<br />

Russia saranno condizionati dalle riforme<br />

anticorruzione del sistema giudiziario<br />

nella Federazione. «Aspettiamo che<br />

la nuova Amministrazione Usa entri nei<br />

poteri — ha sottolineato il Ministro degli<br />

esteri russo — e speriamo di instaurare<br />

immediatamente dopo un dialogo».<br />

si del continente. La vice Presidente ha<br />

anche affermato che tale decisione mira a<br />

«normalizzare le relazioni da una parte e<br />

dall’altra dello stretto».<br />

Il 2 gennaio scorso tre navi di Taiwan,<br />

con oltre 700 persone a bordo, hanno<br />

compiuto per la prima volta in mezzo secolo,<br />

il primo collegamento diretto e ufficialmente<br />

approvato tra l’isola e la Cina<br />

continentale.<br />

Guinea: scontri<br />

armati nel Sud<br />

bloccano<br />

l'assistenza<br />

ai profughi<br />

CONAKRY, 16.<br />

Sono ripresi nel Sud della Guinea i<br />

combattimenti tra esercito e bande armate<br />

irregolari provenienti dalle confinanti<br />

Liberia e Sierra Leone. A Guekedou<br />

le forze governative stanno effettuando<br />

un vasto rastrellamento, dopo<br />

l'ultimo attacco dei ribelli avvenuto tre<br />

giorni fa. Nei conbattimenti, secondo i<br />

servizi di sicurezza guineani, sono morte<br />

93 persone, di cui 83 ribelli.<br />

A causa degli scontri, le agenzie dell'Onu<br />

e le altre organizzazioni umanitarie<br />

internazionali non hanno più accesso<br />

alla zona di Guekedou dove sono concentrati<br />

200 mila profughi dalla Sierra<br />

Leone che hanno urgente bisogno di viveri,<br />

medicinali e altri generi di prima<br />

necessità. Le operazioni di assistenza sono<br />

sospese dal 6 dicembre scorso.<br />

Ieri, équipes di «Medici senza frontiere»<br />

e dell'Alto Commissariato dell'Onu<br />

per i rifugiati (Unhcr) progettavano di<br />

raggiungere i campi profughi, ma ne sono<br />

stati sconsigliati da ufficiali dell'esercito<br />

guineano.<br />

Dal settembre scorso, il Sud della<br />

Guinea subisce frequenti incursioni di<br />

bande irregolari di liberiani e sierraleonesi.<br />

I combattimenti con le forze governative<br />

di Conakry hanno provocato oltre<br />

settecento morti.<br />

Prima dello scoppio della crisi, nella<br />

regione vivevano circa mezzo milione di<br />

profughi provenienti dai due Paesi vicini.<br />

Nelle ultime settimane, decine di migliaia<br />

di rifugiati e anche parte della popolazione<br />

locale hanno abbandonato la<br />

zona dirigendosi verso Nord.<br />

..<br />

W<br />

È tornato alla Casa del Padre<br />

Monsignor<br />

GIUSEPPE CROVELLA<br />

Ne dà notizia la PRESIDENZA NA-<br />

ZIONALE dell'Azione Cattolica Italiana,<br />

che esprime il suo profondo dolore per<br />

la perdita di una persona cara a tutta<br />

l'Associazione e ne ricorda il lungo e generoso<br />

impegno, la costante dedizione<br />

in favore dell'Associazione e della Chiesa<br />

tutta.<br />

La sua vita è stata ricca di grande spiritualità,<br />

segnata da una Fede profonda,<br />

da una santità che è stata e sempre sarà<br />

di esempio per tutti.<br />

Ringraziando il Signore per il dono<br />

che ha voluto fare all'Associazione con<br />

la sua presenza, il suo impegno, l'Azione<br />

Cattolica Italiana chiede al Dio della<br />

Vita di accoglierlo nella Sua luce ed eleva<br />

preghiere di cristiano suffragio, nella<br />

certezza del suo ritorno alla Gerusalemme<br />

Celeste.<br />

.<br />

W<br />

MARIO AGNES ricorda con affetto il<br />

Reverendissimo Monsignor<br />

GIUSEPPE CROVELLA<br />

che ha amato e ha servito la Chiesa con<br />

edificante umiltà.<br />

Città del Vaticano, 16 gennaio 2001<br />

.<br />

W<br />

L'EDIZIONE IN LINGUA PORTO-<br />

GHESE de «L'Osservatore Romano» annuncia<br />

con dolore la morte, avvenuta il<br />

15 gennaio, della Signora<br />

MARIA MARGARIDA<br />

DOS RAMOS<br />

Ved. DIMIZIANI<br />

per molti anni generosa collaboratrice<br />

del giornale e dall'87 al '93 Vice Incaricata<br />

dell'edizione.<br />

I funerali avranno luogo il 17 gennaio<br />

alle ore 15 presso la chiesa di san Giuseppe<br />

in via Boccea, 362.<br />

Città del Vaticano, 16 gennaio 2001<br />

.<br />

W<br />

L'OSSERVATORE ROMANO, in tutte<br />

le sue componenti, prende parte al dolore<br />

della famiglia per la morte della<br />

Signora<br />

MARIA MARGARIDA<br />

DOS RAMOS<br />

Ved. DIMIZIANI<br />

già Vice Incaricata dell'Edizione in lingua<br />

Portoghese de «L'Osservatore Romano»<br />

e assicura preghiere di suffragio.<br />

Città del Vaticano, 16 gennaio 2001<br />

.


ERZA T PAGINA .<br />

PAGINA<br />

3 .<br />

ELZEVIRO Riflessioni sulla società<br />

Quei comportamenti<br />

che accomunano<br />

vecchi e bambini<br />

LUIGI M. PERSONÈ<br />

Vecchi e Bambini.<br />

Metto prima i vecchi, per maggior rispetto.<br />

Se non altro perché hanno provato<br />

esperienze e dolori che i bambini<br />

ancora non conoscono.<br />

Fra i primi, i vecchi, e gli altri, i bambini,<br />

le differenze non sono gigantesche.<br />

La più grande è, forse, per la curiosità<br />

che hanno i bambini per tante cose di<br />

cui non si rendono conto, mentre i vecchi<br />

sono stufi di ciò che hanno saputo<br />

e, semmai, tendono a ciò che spetta ad<br />

essi.<br />

Intanto, li accomuna la sudditanza. I<br />

bambini sono sudditi dei grandi — grandi<br />

per l'età —, di genitori, maestri eccetera.<br />

I vecchi sono sudditi — magari<br />

sudditi imploranti — di chi li deve aiutare.<br />

Bambini e vecchi sono privi del più<br />

alto dei doni umani: la libertà.<br />

Senza la libertà, non si gode la vita.<br />

Me ne ricordo, di quando, da bambino,<br />

mi fu tolta. E, per un caso particolare,<br />

debbo aggiungere: perché mio padre<br />

non mi voleva vedere ragazzo. Non so<br />

se proprio con i baffoni o con qualcosa<br />

di affine.<br />

Egli mi impedì gli ingenui svaghi che<br />

sono propri dei bambini. Non ammettè<br />

che corressi per la strada e tanto meno<br />

che mi mettessi a cantare, che scorressi<br />

lungo il passamano. Non ammetteva<br />

nemmeno che attaccassi amicizia con<br />

qualche compagno di scuola.<br />

Chiese, e ottenne, dal preside del ginnasio<br />

liceo che, prima dell'aprirsi del<br />

portone della scuola, non mi intrattenessi<br />

sulla piazzetta con i compagni. Per un<br />

corridoio buio entravo in anticipo nella<br />

mia aula dove trovavo un altro infelice,<br />

il figlio del segretario.<br />

In compenso, combinammo, una volta<br />

(solo una volta), una marachella.<br />

Il professore ci teneva a non far vedere<br />

i voti che segnava sul registro. Metteva<br />

la mano avanti, mentre li scriveva.<br />

Lasciava il registro nel cassetto della<br />

cattedra.<br />

Con un animo capace di far tremare i<br />

polsi e le vene, io e il mio compagno<br />

cercammo e trovammo in quel cassetto<br />

il registro. Lo percorremmo rapidamente.<br />

Scoprimmo i voti.<br />

Il fatto non sarebbe accaduto se non<br />

fossimo stati soli. Insomma, se mi riferisco<br />

a me, dei bambini so poco: ma, grazie<br />

a Dio, ho visto anche gli altri bambini<br />

e li ho potuti studiare anche con una<br />

certa curiosità, dato che per conto mio<br />

ne sapevo poco.<br />

I bambini scoppiano dalla curiosità e<br />

dalle sofferenze.<br />

La curiosità. Non è facile avere a che<br />

fare con un bambino. È tutta una serie<br />

di «perché?». Perché questo? Perché<br />

quello? Perché c'è la luna? Perché c'è il<br />

sole?<br />

Una serie ininterrotta: anche perché<br />

spesso non si sa rispondere, dichiarando<br />

così la propria ignoranza. Mai come in<br />

questo caso ci si accorge di essere così<br />

ignoranti: come quando si tratta con un<br />

bambino.<br />

Quello, il bambino, diventa il nostro<br />

imperatore; e noi diventiamo suoi<br />

sudditi.<br />

Un bambino può riuscire ad avvilire,<br />

ad umiliare un anziano. E non un anziano<br />

qualsiasi, ma un anziano sapiente.<br />

Ci sono dei perché ai quali anche il<br />

più sapiente non sa rispondere.<br />

E allora, l'anziano, per non scoprire<br />

la propria ignoranza, come se la cava?<br />

Risponde: Dio solo lo sa. Procediamo.<br />

Il bambino avanza a mano a mano: diventa<br />

adolescente, poi giovane, acquista<br />

esperienze. Vive la realtà, mentre egli si<br />

viene formando.<br />

È come se vedesse la vita alla maniera<br />

della giornata: si passa dal mattino al<br />

mezzogiorno, al pomeriggio, al crepuscolo,<br />

alla notte.<br />

E, a grado a grado, ne avverte le sensazioni<br />

che, assommatesi, lo fanno passare<br />

alla vera e propria giovinezza ed all'età<br />

matura.<br />

Questo passaggio di sensazioni è di<br />

grande responsabilità per chi deve guidare<br />

il soggetto. È lì che si vede la nobilitade<br />

di chi soprintende da educatore.<br />

Pare che questa nobilitade si viene<br />

ora stingendo. Pare per certi segni non<br />

proprio eccellenti.<br />

Eppure ho sentito rimpiangere da un<br />

anziano la sua infanzia, perché in essa<br />

ignorava le tristezze e le amarezze della<br />

realtà.<br />

Ecco, semmai è questo il grande privilegio<br />

dei bambini (non di tutti) ignorare<br />

le amarezze della realtà.<br />

Sì, le nostre amarezze; ma anche essi,<br />

i bambini, hanno le loro. Per i vecchi è<br />

tutt'altra cosa. Se sono molto inoltrati<br />

negli anni, per essi è dolorosa la vita.<br />

Quella che, una volta, era cronaca, se<br />

dura, specie negli affetti, e diventa storia.<br />

Penso, per quel che si riferisce a casi<br />

generali, alle guerre e, in modo particolare<br />

a quella del 1915-1918; e a quella<br />

del 1940-1945.<br />

Le guerre sono il più crudele dei fenomeni.<br />

Vi si ammazza chi non ci ha fatto<br />

alcun male, chi non si conosce nemmeno<br />

vagamente. Le guerre costituiscono<br />

un omicidio.<br />

Per arrivare a questa constatazione,<br />

in piena coscienza, bisogna essere vecchi.<br />

Ai giovani si può mentire camuffando<br />

la cruda realtà e i perversi interessi.<br />

Ai vecchi, no. Con essi la retorica non<br />

ce la fa, nonostante che si usi a dismisura.<br />

La retorica è battuta.<br />

Fra i privilegi dei vecchi è quello di<br />

capire come stanno effettivamente le cose:<br />

e anche se è triste, a volte tristissimo,<br />

mutare il giudizio sugli avvenimenti<br />

e sui personaggi.<br />

Capita di giudicare disonesto, malvagio<br />

chi si portava, una volta, alle stelle.<br />

E di capire la scaltrezza, gli intrighi,<br />

le male intenzioni che si ignoravano.<br />

Capita ai vecchi di incorrere anche in<br />

qualche cattiveria che durerà magari<br />

brevemente: di invidiare a un bambino<br />

le doti che egli ha e poi di pensare: verrà<br />

il tempo in cui ti troverai, anche tu,<br />

a questi ferri.<br />

Sarebbe facile scorrere qui nella vecchiaia,<br />

descriverla. Ma non esiste un solo<br />

tipo di vecchiaia. Ne esistono vari, secondo<br />

le situazioni.<br />

Chi ha parenti affettuosi e altrettanto<br />

affettuosi amici vive una vecchiaia diversa<br />

da chi non ha nessuno; da chi non<br />

sente una voce tenera e non scorge uno<br />

sguardo pietoso.<br />

E così ci sono vecchi felici e infelici.<br />

I primi non vogliono sentir parlare di<br />

morte. I secondi ne parlano con un conforto<br />

speciale perché pensano di accostarsi<br />

presto a Dio onnipotente e di godere<br />

di qualsiasi Sua determinazione.<br />

Eh, — ho sentito una volta a questo<br />

proposito —, non si può fare a meno di<br />

accettare quel che Dio dispone.<br />

Gli ho risposto: Bisogna vedere come<br />

si accetta. Come? — ha replicato il mio<br />

conoscente.<br />

Con gioia — gli ho risposto, perché<br />

viene da Dio, qualunque sia ciò che Dio<br />

ha stabilito.<br />

Ma questa è sublimazione — ha mormorato<br />

il mio conoscente. Vuol dire —<br />

io ho concluso — che si può essere sublimati.<br />

Qui mi fermo. L'argomento è dei più<br />

complessi, se non il più complesso.<br />

Procedendo, non vorrei uscire dal seminato.<br />

Io penso alla giustizia e alla misericordia<br />

di Dio.<br />

Penso che, finché si è su questa terra,<br />

non rimane che agire al meglio o al meno<br />

male, secondo le proprie risorse.<br />

Penso che, per questo operare, serva<br />

per tacere gli egoismi e rendersi utili al<br />

prossimo.<br />

Ecco, il bene operare dovrebbe essere<br />

il fine supremo della vita.<br />

Può darsi che alcuni vecchi se ne accorgono<br />

più di altri; non dico, più dei<br />

bambini. Sarebbe assurdo e ridicolo.<br />

E poi, perdonare perdonare perdonare.<br />

Perdonare e chiedere perdono. Non<br />

nutrire rancori.<br />

Questo è fra i compiti più essenziali<br />

dei vecchi.<br />

Ma l'umanità è quella che è. Bisogna<br />

combattere e non farsi illusioni.<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Mercoledì 17 Gennaio 2001<br />

«Aurea Roma»: una mostra archeologica al Palazzo delle Esposizioni<br />

«Dalla città pagana<br />

alla città cristiana»<br />

Nel XVIII secolo e fra enormi difficoltà i missionari Cappuccini introdussero in Tibet la stampa a caratteri mobili<br />

Quella piccola tipografia in un sottoscala di Lhasa<br />

EGIDIO PICUCCI<br />

Quando nel 1707 i missionari cappuccini<br />

si stabilirono a Lhasa, dove erano<br />

arrivati dopo tre anni di difficilissimo<br />

cammino, capirono che senza l'aiuto di<br />

qualche libro non avrebbero ottenuto<br />

molto. La semplice conoscenza della lingua<br />

popolare, diversa da quella dei dotti<br />

lama, non li avrebbe portati lontano,<br />

per cui decisero di affidarsi allo scritto,<br />

tanto più che i tibetani, inventori di un<br />

alfabeto sillabico nel 600 d. C., amavano<br />

molto la lettura.<br />

Perciò, nonostante l'estrema povertà<br />

in cui vivevano (in un certo periodo si<br />

recarono a questuare nel Messico per<br />

sopravvivere!), fin dal 1717 fecero l'impossibile<br />

per accantonare un po' di danaro<br />

e impiantare una tipografia; ma in<br />

vent'anni non riuscirono a raggranellare<br />

niente. Tuttavia non rinunciarono mai<br />

all'idea, che esposero anche a Propaganda<br />

Fide.<br />

Chi si interessò maggiormente della<br />

cosa fu P. Francesco Orazio da Pennabilli,<br />

sicuramente il missionario più attivo<br />

e più preparato fra tutti i cappuccini<br />

che si succedettero nell'arco di 47 anni<br />

nel Tibet. Persuaso che una sua presenza<br />

a Roma avrebbe fatto accettare e affrettare<br />

la richiesta (le lettere impiegavano<br />

anni per arrivare a destinazione), egli<br />

affrontò un difficile viaggio e perorò caldamente<br />

la causa della tipografia, trovando<br />

nel Card. Luis Belluga un intelligente<br />

interlocutore che fece preparare<br />

dall'intagliatore Antonio Fantuzzi i caratteri<br />

richiesti, su indicazione dello<br />

stesso P. Orazio.<br />

L'intagliatore preparò due serie di 306<br />

caratteri: una rimase presso Propaganda<br />

Fide, l'altra, accuratamente imballata,<br />

arrivò a Lhasa il 6 gennaio 1741 con un<br />

viaggio avventuroso, ritardato anche da<br />

un'epidemia di vaiolo che tenne chiuse<br />

per mesi le frontiere tibetane. In compenso,<br />

mentre i missionari si trovavano<br />

nel Nepal aspettando il permesso per<br />

rientrare nel Tibet, arrivò un dispaccio<br />

che li esonerava dal controllo dei bagagli<br />

alla frontiera. Una vera benedizione!<br />

Senza quel lasciapassare, i 24 portatori<br />

che recavano in spalla pacchi di 40 kg<br />

l'uno (il massimo consentito dalle «leggi<br />

BARBARA TAGLIOLINI<br />

L'immagine di Roma nella sua epoca<br />

tardoantica ci è tramandata dalle molte<br />

fonti letterarie e dalle testimonianze archeologiche.<br />

Il cambiamento politico,<br />

sociale e religioso di questo periodo storico,<br />

segnato dal passaggio dal paganesimo<br />

al cristianesimo, si attesta nella<br />

realizzazione di grandi complessi monumentali<br />

come il palazzo di Massenzio<br />

sulla via Appia o in quella di sontuose<br />

domus in città per un'aristocrazia<br />

provinciale impiegata nell'ordinamento<br />

dell'apparato politico e amministrativo<br />

dello stato.<br />

Le nuove abitazioni con funzioni di<br />

rappresentanza che si costruirono, o si<br />

adattarono a edifici precedenti, si dislocarono<br />

in regioni come l'Alta Semita,<br />

l'Esquilino, l'Aventino, Trastevere e intorno<br />

a S. Pietro in Vincoli, dove risiedeva<br />

abitualmente ilprefettodellacittà.<br />

Le dimore di grande raffinatezza erano<br />

decorate da marmi pregiati, come<br />

appare nel disegno della basilica di<br />

Giunio Basso, eseguiti nella seconda<br />

metà del Quattrocento da Giuliano da<br />

Sangallo. L'aula basilicale, a navata<br />

unica con ampia abside sul fondo, forse<br />

utilizzata per riunioni filosofiche o<br />

come biblioteca, si componeva di un<br />

alto zoccolo, a partizione architettonica<br />

con colonne e quadri figurati, e al di<br />

sopra, in tre finestroni separati da piloni<br />

decorati. I quattro pannelli parietali<br />

superstiti in opus sectile raffigurano il<br />

ratto di Hilas da parte delle ninfe, una<br />

pompa circensis e due tigri che azzannano<br />

un cerbiatto e un vitello. Lo stesso<br />

motivo del leone che azzanna il cerbiatto,<br />

raffigurato con attente gradazioni<br />

chiaroscurali, è presente nella decorazione<br />

di un altra superba residenza<br />

suburbana a Ostia.<br />

La ricchezza dell'aula presso Porta<br />

Marina, nei suoi intarsi marmorei, è<br />

palesata da elementi ornamentali decorativi<br />

e simbolici. Lesene floreali con<br />

girali d'acanto, si dividono lo spazio<br />

con scene figurate e partiture architettoniche<br />

che nel marmo imitano la tecnica<br />

edilizia dell'opera mista di mattoni<br />

e reticolato. Scoperta nel 1959 da<br />

Giovanni Becatti venne interpretata come<br />

un luogo di insegnamento filosofico<br />

o cristiano, per la presenza di un personaggio<br />

barbato, nimbato e benedicente,<br />

identificato come un Cristo-Maestro.<br />

Tutto l'ambiente è stato ricostruito<br />

per la prima volta in occasione di una<br />

mostra allestita a Roma nel Palazzo<br />

delle Esposizioni, promossa dalla Soprintendenza<br />

ai Beni Culturali del Comune<br />

di Roma in collaborazione con la<br />

Soprintendenza Archeologica di Roma,<br />

la Soprintendenza Archeologica di<br />

Ostia, la Direzione Generale dei Monumenti,<br />

Musei e Gallerie Pontificie e la<br />

vigenti»), probabilmente sarebbero stati<br />

alleggeriti di tutto, dall'orologio da sala<br />

che «sonava le ore e i quarti», destinato<br />

al Reggente, alla «Te Deum laudamus»,<br />

la campana che si trova ancora a Lhasa,<br />

unico testimonio dell'evangelizzazione<br />

della «missione più alta del mondo».<br />

I doni furono importantissimi perché,<br />

sia il Reggente che il Dalai Lama, rilasciarono<br />

ai missionari un salvacondotto<br />

che li autorizzava a predicare liberamente<br />

la loro religione e ad accogliervi<br />

quanti ne avessero fatto richiesta. Fu il<br />

periodo più florido della missione che<br />

preparò cristiani così coraggiosi da affrontare<br />

a fronte alta scontri aperti e<br />

pubbliche condanne, come una dura flagellazione<br />

sulla pubblica piazza.<br />

Abituato alla professionalità, P. Orazio<br />

non aveva pensato solo ai complicati<br />

caratteri tipografici, ma anche a chi<br />

avrebbe potuto usarli, per cui aveva<br />

chiesto e ottenuto che lo accompagnasse<br />

Fra Paolo da Firenze, un suo confratello<br />

che da giovane pare avesse lavorato<br />

nella stamperia del Granduca di Toscana.<br />

Nella minuscola casa rimasta vuota<br />

per nove anni, e che dovettero rimettere<br />

quasi a nuovo, i missionari furono costretti<br />

a «inventare» uno spazio per la tipografia<br />

in un sottoscala angusto, ma<br />

sufficiente.<br />

Il primo lavoro finito sotto i torchi fu<br />

una riflessione del Card. Belluga sul lamaismo,<br />

che P. Orazio si permise di<br />

«aggiornare», date le sue conoscenze<br />

sull'argomento, apprese nei due anni<br />

passati con i monaci in un loro monastero.<br />

Superate non poche difficoltà e con<br />

l'aiuto determinante di P. Giuseppe Maria<br />

Benini, che a un certo punto diede<br />

una mano a Fra Paolo, il libro finalmente<br />

uscì e fu offerto al Dalai Lama e ai<br />

monaci più colti. P. Orazio mirò in alto;<br />

se fosse riuscito a far breccia nei monaci,<br />

sarebbe stato facile agire sul popolo,<br />

che dei monaci si fidava ciecamente.<br />

Purtroppo non si conosce il risultato ottenuto,<br />

ma è facile intuire che non fu<br />

eccessivamente lusinghiero, se per tre<br />

anni ai missionari si proibì perfino di<br />

avere contatti diretti con i monaci.<br />

Complesso<br />

della Villa<br />

di Massenzio<br />

sulla Via Appia<br />

con il Mausoleo<br />

di Romolo<br />

Catacomba<br />

di Priscilla:<br />

arcosolio<br />

affrescato<br />

con pastore<br />

tra animali<br />

domestici<br />

Pontificia Commissione di Archeologia<br />

Sacra: Aurea Roma — Dalla città pagana<br />

alla città cristiana, a cura di Serena<br />

Ensoli e di Eugenio La Rocca, autori<br />

anche della rielaborazione di un catalogo,<br />

edito da L'Erma di Bretschneider<br />

non certo agevole (700 pagine), ma fondamentale<br />

per lo studio dell'arte di<br />

questo periodo. La mostra, aperta fino<br />

al 20 aprile, riunisce più di 400 reperti.<br />

Tra questi, preziose argenterie, prove-<br />

nienti dal Tesoro dell'Esquilino, in pre-<br />

stito dal British Museum,<br />

e il dittico in<br />

avorio, ricomposto in<br />

occasione della mostra<br />

nelle sue due<br />

valve appartenenti,<br />

l'una al Museo di<br />

Cluny a Parigi e l'altra<br />

al Victoria & Albert<br />

Museum di Londra.<br />

Il dittico fu probabilmente<br />

realizzato<br />

per il matrimonio tra<br />

un componente della<br />

famiglia dei Simmaci<br />

con una dei Nicomaci,<br />

famiglie che detenevano<br />

le più impor-<br />

tanti cariche dell'amministrazione pubblica.<br />

Nel 382 a causa del ritiro dei sussidi<br />

statali in favore dei culti religiosi da<br />

parte di Graziano, le famiglie dei Simmaci<br />

e dei Nicomaci si fecero carico<br />

dei sacerdozi e delle spese conseguenti<br />

ai culti religiosi. I pannelli rappresentano<br />

da un lato una sacerdotessa di Bacco,<br />

caratterizzata dall'edera nei capelli,<br />

che offre il sacrificio a Giove. Nell'altra<br />

placca invece una sacerdotessa di Cerere,<br />

mentre compie delle offerte a Cibele,<br />

tenendo tra le mani due torce accese,<br />

forse complementari ad un rito notturno<br />

che sta per svolgersi.<br />

Nella città multietnica convivevano<br />

le religioni orientali antiche, come il<br />

Probabilmente dalla piccola tipografia<br />

uscì solo quest'opera, anche se è lecito<br />

pensare che i missionari abbiano stampato<br />

opuscoli di facile diffusione tra la<br />

gente. Se è vero, infatti, che Fra Paolo<br />

lasciò Lhasa con gli ultimi missionari nel<br />

1745, significa che il suo lavoro era ancora<br />

necessario anche quando si dovette<br />

fare a meno di altri confratelli: la povertà<br />

della missione non avrebbe permesso<br />

di tenere un fratello, solo per i servizi<br />

domestici.<br />

Alcuni studiosi hanno avanzato riserve<br />

sull'esattezza dei caratteri preparati a<br />

Roma con la supervisione dei missionari.<br />

Nel 1791 il dotto carmelitano P. Paolino<br />

da S. Bartolomeo diceva che essi<br />

differivano dai caratteri sanscriti adottati<br />

da secoli dai tibetani e che in quei tempi<br />

si preparavano in India, ma che erano<br />

gli stessi «nel numero, nel significato e<br />

nella pronuncia». J.J. Schmidt nel 1839<br />

sostenne invece che erano molto deformati.<br />

Per spiegare le riserve degli studiosi,<br />

va detto che P. Francesco Orazio, iniziato<br />

dai monaci alle finezze della lingua,<br />

conosceva molto bene non solo i caratteri<br />

tibetani, sia scritti che stampati, ma<br />

Affresco della catacomba<br />

dei ss. Marcellino e Pietro<br />

culto per la grande madre Cibele, con<br />

culti più recenti come quello per Iside<br />

o Mitra. Gli aristocratici potevano ricoprire<br />

cariche sacerdotali tradizionali e<br />

contemporaneamente essere iniziati alle<br />

religioni orientali come accadde al Vettio<br />

Agorio Pretestato, nella seconda metà<br />

del IV sec augure, pontefice di Vesta,<br />

pontefice del Sole, quindecemviro e ierofante<br />

di Ecate.<br />

La sopravvivenza della città e dello<br />

stesso impero era legata, per i cittadini<br />

romani, allo svolgimento<br />

delle feste tradizionali.<br />

Intorno al<br />

V sec. Papa Gelasio<br />

si scagliava ancora<br />

contro l'antichissima<br />

festa del Lupercalia.<br />

Sul Quirinale sorgeva<br />

il tempio di Serapide,<br />

il più imponente<br />

della città dopo il<br />

tempio di Venere e<br />

Roma, a cui appartengono<br />

le celebri<br />

statue dei fiumi Nilo<br />

e Tevere portate in<br />

Campidoglio. Un altro<br />

Serapeo, introdot-<br />

Uno degli intarsi marmorei dell'edificio a Porta Marina nei pressi di Ostia<br />

«Cappuccini che studiano la Bibbia»<br />

(stampa del XVII secolo)<br />

to dai Severi nel santuario di Iside, era<br />

nel Campo Marzio. La sistemazione<br />

monumentale, articolata su più piani,<br />

impiegava marmi pregiati, sculture decorative<br />

egizie, egittizzanti e greco-romane.<br />

Parallelamente si sviluppava il cristianesimo<br />

e con la crescita delle comunità<br />

cristiane si passò dai luoghi di<br />

culto occasionali, le domus ecclesiae,<br />

alla creazione delle antiche parrocchie,<br />

i tituli. Nell'area di san Martino ai<br />

Monti sorse il titolo di Equizio e Silvestro<br />

e, ai piedi del Campidoglio, quello<br />

di san Marco. Nel Liber Pontificalis si<br />

narra dell'opera di Costantino nella città.<br />

Con la madre Elena fece costruire<br />

sul Celio il complesso episcopale, in un<br />

anche il pensiero dei monaci sulla loro<br />

«sacralità». Nel Tibet si conosceva la<br />

stampa su cliché anche prima dell'arrivo<br />

dei Cappuccini, tant'è vero che questi<br />

portarono a Roma vari documenti originali<br />

scritti e stampati, conservati nel<br />

museo di Propaganda. «Le osservazioni<br />

degli studiosi — ha scritto P. John M.<br />

Lenhart — sono dovute in gran parte al<br />

fatto che nell'alfabeto tibetano ci sono<br />

lettere con molte combinazioni che non<br />

esistono nel sanscrito indiano scritto a<br />

cui essi si riferiscono».<br />

Inoltre, conoscendo il pensiero dei<br />

monaci, P. Orazio preferì stampare in tibetano<br />

classico, diverso da quello popolare,<br />

lasciando volutamente alcuni dettagli<br />

per non urtare la sensibilità dei monaci,<br />

per i quali l'alfabeto era una promanazione<br />

della natura divina. «Come i<br />

raggi del sole — dicevano — nascono<br />

dalla natura del sole, così le lettere fluiscono<br />

dalla sostanza della divinità».<br />

Era tanto il rispetto per quei segni<br />

che, quando seppero che la tipografia<br />

dei Cappuccini era stata collocata nel<br />

sottoscala del convento, biasimarono<br />

apertamente la scelta del luogo e, visitando<br />

la loro casa, si rifiutavano di salire<br />

al piano superiore «per non calpestare<br />

le sacre immagini». Comprensibile,<br />

quindi, che P. Orazio avesse lasciato volutamente<br />

dettagli che avrebbero potuto<br />

offendere religiosi così suscettibili.<br />

C'è anche da notare che, per un<br />

esperto come Fantuzzi, non sarebbe stato<br />

difficile ricopiare fedelmente le lettere<br />

trovate nei documenti portati dai missionari;<br />

se non lo fece vuol dire che gli fu<br />

detto di non farlo. E se più tardi altri lo<br />

fecero, fu perché gli intagliatori non furono<br />

più ostacolati dalle limitazioni che<br />

avevano condizionato i missionari.<br />

Un'altra osservazione riguarda l'uso<br />

che si fece dei caratteri. Anche se Kirfel<br />

dice che «essi non furono mai usati per<br />

ristampare testi originali», è certo che<br />

l'agostiniano P. Antonio Giorgi nel 1762<br />

li usò per pubblicare documenti originali<br />

con traduzione in latino, oltre che per la<br />

traduzione in tibetano di alcune preghiere<br />

cristiane. Altro uso se ne fece nel<br />

1771, stampando preghiere per la cate-<br />

Dittico in avorio dei Simmaci e dei Nicomaci<br />

grande ambiente del complesso imperiale<br />

del Sessorio la chiesa simbolo della<br />

santa Gerusalemme e organizzò il<br />

culto di san Lorenzo.<br />

In una sua tenuta sulla via Labicana<br />

realizzò una basilica ai martiri Marcellino<br />

e Pietro e un mausoleo per la madre.<br />

La basilica presenta una caratteristica<br />

forma a deambulatorio o circiforme<br />

nella quale le navate avviluppano<br />

l'abside realizzando in questo modo un<br />

ambulatorio continuo. Con questa tipologia<br />

a Roma sono note altre cinque<br />

basiliche, costruite con l'ingresso principale<br />

ad Oriente e ubicate nelle immediate<br />

vicinanze delle principali vie consolari<br />

furono utilizzate come cimiteri<br />

coperti collettivi nelle immediate vicinanze<br />

di catacombe o necropoli.<br />

In questo periodo le basiliche sono<br />

caratterizzate da elementi decorativi di<br />

reimpiego, compaiono insieme capitelli<br />

e colonne, diversi per forma e per tipo<br />

di marmo. Viene meno l'unità dell'ordine<br />

architettonico a causa della copiosa<br />

disponibilità di materiale dagli edifici<br />

in rovina e dell'acquisto, da parte<br />

degli architetti, di elementi di scultura<br />

architettonica già lavorata, di fronte alla<br />

diminuzione delle officine locali e<br />

dell'abilità tecnica delle maestranze.<br />

Già dalla seconda metà del III sec. si<br />

attesta il culto dei martiri e i fedeli si<br />

fanno seppellire presso le spoglie dei<br />

santi. Le catacombe, cimiteri sotterranei<br />

collettivi, accolgono il sonno dei loro<br />

devoti in attesa della risurrezione.<br />

Sorgono cimiteri capaci di accogliere<br />

migliaia di tombe come quello di Callisto,<br />

di Priscilla e di Novaziano. In genere<br />

i defunti sono seppelliti in loculi,<br />

raramente si riscontrano i cubicula, sepolcri<br />

più monumentali, riservati a<br />

membri di una stessa famiglia. Nell'uniformità<br />

tipologica, in linea con l'ideologia<br />

fortemente egualitaria del cristianesimo,<br />

il desiderio di distinguere la sepoltura<br />

dei propri defunti porta a «segnalarle»<br />

con la presenza di piccoli oggetti<br />

di uso quotidiano, come le lucerne,<br />

o decorativi come le valve di conchiglie<br />

o i recipienti vitrei.<br />

La pittura, uniformata alla necessità<br />

di captare il lume delle lucerne, predilige<br />

fondi bianchi, linee rosse e verdi. Accanto<br />

ai motivi iconografici stagionali e<br />

dionisiaci appaiono le immagini ispirate<br />

alla Bibbia con funzione catechetica<br />

e rare immagini simboliche come il pastore,<br />

l'orante, il filosofo e il pescatore.<br />

Nel santuario martiriale dei ss. Felice e<br />

Audatto della catacomba di Commodilla,<br />

su di un trono gemmato, al centro<br />

della composizione, siede la Vergine<br />

Maria con il Bambino in grembo. Ai<br />

suoi lati stanno i santi Felice e Audatto<br />

e in basso la defunta Turtura, madre e<br />

moglie esemplare, come è riportato nel<br />

lungo carme poetico dell'iscrizione.<br />

chesi in lingua hindi e una grammatica<br />

della stessa lingua.<br />

È anche noto che se ne servirono il<br />

cappuccino P. Cassiano Beligatti da Macerata,<br />

che aveva studiato il tibetano in<br />

un monastero di Lhasa, e il carmelitano<br />

P. Paolino da S. Bartolomeo. P. Cassiano,<br />

chiamato a Roma per fornire alla<br />

stamperia di Propaganda alcuni caratteri<br />

che mancavano, stampò con i caratteri<br />

fatti preparare da P. Orazio alcune preghiere;<br />

una grammatica sanscrita (1771)<br />

dal titolo Alphabetum Brahmanicum<br />

seu Indostanum universitatis Kasi (i.e.<br />

Benares), e finalmente, nel 1773, una<br />

grammatica tibetana (Alphabetum Tangutanum<br />

sive Tibetanum).<br />

P. Paolino li adoperò nel 1791 per il<br />

suo Alphabeta Indica id est Bramhanicum<br />

seu Samscridamico-Malabaricum<br />

Indostanum, scrivendo nella prefazione:<br />

«Chiunque desideri studiare l'indostano<br />

(o l'indi), deve avvalersi della grammatica<br />

pubblicata da Cassiano Beligatti da<br />

Macerata. Io non ho usato l'alfabeto devanagari<br />

degli inglesi, ma ho confrontato<br />

l'alfabeto di Cassiano Beligatti con altri<br />

alfabeti indiani».<br />

Forse P. Orazio pensava di servirsi<br />

della tipografia per pubblicare una sua<br />

traduzione della vita di Budda o addirittura<br />

il suo famoso dizionario tibetano,<br />

che invece fu stampato dopo la sua<br />

morte (1745), utilizzando caratteri elaborati<br />

e fusi dai missionari battisti inglesi.<br />

Questo manoscritto, che si credeva perduto,<br />

è stato ritrovato qualche anno fa a<br />

Calcutta. In antecedenza era stato pubblicato<br />

nel 1826 dal missionario battista<br />

Marsham, nella stamperia di Serampur,<br />

vicino a Calcutta.<br />

Se è vero che i missionari cappuccini<br />

non introdussero la stampa nel Tibet,<br />

conosciuta prima del loro arrivo, è vero<br />

che essi vi introdussero quella con caratteri<br />

mobili e che furono i primi a diffondere<br />

stampe ottenute con questo sistema.<br />

E se i Gesuiti, aprendo una tipografia<br />

in Bolivia, sulle rive del Lago Titicaca,<br />

hanno il primato della tipografia<br />

«più alta del mondo», i Cappuccini hanno<br />

quello di aver portato i caratteri tipografici<br />

sui passi più alti del globo, allorché<br />

scalarono i monti dell'Himalaia al<br />

seguito di carovane dissanguate dai doganieri<br />

e dai briganti.


.<br />

PAGINA<br />

4 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Mercoledì 17 Gennaio 2001<br />

È stato ricordato nei giorni scorsi a Prato<br />

il 50° di fondazione del Pensionato Giovani<br />

Operaie, alla casa della Giovane<br />

santa Caterina de' Ricci.<br />

L'anniversario non poteva non contemplare<br />

l'omaggio delle ospiti di ieri e di oggi<br />

della casa alla grande mistica domenicana<br />

s. Caterina de' Ricci — donna attenta<br />

alla società del suo tempo —, alla sua<br />

Basilica — dove sono venerate le reliquie,<br />

oggetto della devozione della città<br />

—, alla grande «madre», come l'ha defini-<br />

Prato: il 50° del Pensionato Giovani Operaie s. Caterina de' Ricci<br />

ta il Vescovo Gastone Simoni, che ha presieduto<br />

l'Eucaristia, concelebrata con il<br />

Vicario diocesano Mons. Francioni e con<br />

Mons. Milesi direttore dell'Ufficio Diocesano<br />

per la pastorale sociale e del lavoro.<br />

Successivamente è stato presentato il<br />

volume della Collana storica (numero 2)<br />

delle edizioni della Libreria Cattolica di<br />

Prato a cura di Claudio Caponi «Donne,<br />

lavoro, immigrazione: un'esperienza a<br />

«Giovanni Paolo II in visita alla diocesi di Chiavari»: un volume a ricordo del pellegrinaggio compiuto nel 1998<br />

«Il Papa è venuto per far camminare<br />

la nostra Chiesa a vele spiegate»<br />

GIANFRANCO GRIECO<br />

«La comunità diocesana ha vissuto<br />

momenti veramente eccezionali quando<br />

ha ricevuto la visita del Santo Padre<br />

Giovanni Paolo II. Tanta fu la gioia e lo<br />

stupore di quei giorni che è sorto vivo e<br />

ardente, il desiderio di documentare e<br />

trasmettere alla storia della nostra giovane<br />

Chiesa le immagini più significative<br />

di quell'avvenimento». È quanto scrive<br />

Mons. Alberto Maria Careggio, Vescovo<br />

di Chiavari, nella «Presentazione» al bellissimo<br />

volume «Giovanni Paolo II in visita<br />

alla diocesi di Chiavari», (pp. 2000).<br />

Immagini e parole fanno rivivere un<br />

evento che dalla cronaca passava subito<br />

alla storia. Quattordici i punti di riferimento<br />

del volume: la «Presentazione»; i<br />

preparativi; l'arrivo; il percorso; Piazza<br />

Nostra Signora dell'Orto, Patrona della<br />

città; la Cattedrale; la festa, Piazza dell'Umanità;<br />

il Palazzo vescovile; il comitato;<br />

«grazie»: Diario della visita; il Magnificat<br />

di Karol Wojtyła; la Rassegna<br />

stampa.<br />

Il volume-ricordo vuol in primo luogo<br />

— scrive il Vescovo — «rinnovare l'evento<br />

e consentire di rivivere le emozioni<br />

interiori, i propositi di bene e le luci<br />

di speranza che a tutti è stato dato di<br />

cogliere nel giorni 18-19 settembre 1998.<br />

Vuole essere — continua il Presule —<br />

un segno di quella filiale gratitudine che<br />

la diocesi di Chiavari nutre verso il Santo<br />

Padre il quale, nella sollecitudine pastorale<br />

di tutte le Chiese, ha dimostrato<br />

una particolare benevolenza verso la nostra<br />

piccola comunità» (pg. 5).<br />

Parole e immagini si guardano, si rincorrono,<br />

hanno un loro linguaggio del<br />

tutto speciale. Alla «Presentazione» del<br />

Vescovo diocesano seguono «Brevi note<br />

storiche sulla diocesi di Chiavari» firmate<br />

da Pierluigi Pezzi; il Messaggio del<br />

Vescovo a tutti i diocesani e la spiegazione<br />

delle motivazioni della visita pastorale<br />

del Santo Padre il quale — spiega<br />

il Presule Careggio — «viene per far<br />

camminare la Chiesa a vele spiegate».<br />

«Il cuore del Papa è grande quanto il<br />

cuore di Dio — scrive il Vescovo —. È<br />

una grazia “vedere” il Papa». Il volume<br />

si sofferma in primo luogo sui preparativi:<br />

il manifesto, il logo, la casula con il<br />

logo della visita; le medaglie ricordo coniate<br />

per la visita: al centro lo stemma<br />

del Vescovo diocesano con la scritta:<br />

«Sub tuum praesidium». Attorno, disposti<br />

in senso orario, in ordine alfabetico e<br />

in due file concentriche, iniziando dall'alto,<br />

gli emblemi dei 25 Comuni inseriti<br />

nel territorio della Diocesi. Planimetria<br />

del palco della concelebrazione con le<br />

vele, segno della Chiesa e il gozzo che<br />

sostiene l'altare simbolo della tradizione<br />

marinara locale; Corso Lillo, una delle<br />

vie percorse dal Papa e i portici di Via<br />

Martiri della Liberazione, nel cuore di<br />

Chiavari.<br />

Minuto dopo minuto, attimo dopo attimo,<br />

le foto riportate nel volume sono<br />

una vera sequenza dell'indimenticabile<br />

evento. L'arrivo, il percorso, piazza Nostra<br />

Signora dell'Orto; il saluto del Sindaco;<br />

il benvenuto del Rappresentante<br />

del Governo italiano; il discorso del Papa<br />

alla comunità civile. Poi, l'incontro di<br />

preghiera in cattedrale con i sacerdoti, i<br />

religiosi e le religiose della diocesi ligure.<br />

«Avvertiamo, con straordinaria gratitudine,<br />

la preziosità di questa sosta in<br />

mezzo a noi — diceva il Vescovo al Papa<br />

in apertura dell'incontro in Cattedrale<br />

—. Dono più grande non poteva essere<br />

concesso a questa diocesi poco più<br />

che centenaria; dono più prezioso non<br />

poteva esserci dato nel nostro cammino<br />

I Vescovi di Sicilia<br />

annunciano il Convegno<br />

delle Chiese dell'Isola<br />

I diciotto Vescovi dell'Isola hanno<br />

rivolto nei giorni scorsi un<br />

messaggio a tutti i siciliani in vista<br />

del IV Convegno delle Chiese di<br />

Sicilia che si svolgerà ad Acireale<br />

dal 20 al 24 marzo. «Il Giubileo —<br />

scrivono — lascia nelle nostre mani<br />

un ricco e prezioso tesoro che<br />

attende di essere valorizzato in<br />

pienezza perché si possano raccogliere<br />

e gustare i suoi frutti di<br />

conversione e di rinnovamento».<br />

Riferendosi al convegno i Vescovi<br />

aggiungono: «In esso vogliamo<br />

raccogliere tutta la carica spirituale<br />

propria dell'impegno giubilare,<br />

trovare le vie, i mezzi e le<br />

strategie per dare attuazione alle<br />

consegne di questo Evento di Grazia».<br />

Il IV Convegno delle Chiese<br />

di Sicilia, ha come tema: «I Laici<br />

per la missione della Chiesa in Sicilia<br />

nel terzo millennio». «Esso —<br />

proseguono i Presuli — dovrà aiutarci<br />

a riscoprire la dimensione<br />

“secolare” della Chiesa: il suo rapporto<br />

essenziale con il mondo e,<br />

in tale prospettiva, il compito dei<br />

laici: frontiera e profezia della<br />

missione della Chiesa».<br />

Giovanni Paolo II presiede la Concelebrazione Eucaristica sul lungomare di Chiavari il 19 settembre 1998<br />

di preparazione al Grande Giubileo ormai<br />

alle porte. Padre Santo — continuava<br />

il Presule — abbiamo bisogno di essere<br />

incoraggiati perché i tempi in cui<br />

viviamo non sono facili e la fatica degli<br />

operai del Vangelo non è leggera. Abbiamo<br />

bisogno di crescere soprattutto nella<br />

santità e anche di numero, sebbene la<br />

nostra cara diocesi, con una intensa pastorale<br />

vocazionale e con un accurato e<br />

proficuo lavoro tra i gruppi giovanili,<br />

dia ancora alla Chiesa un discreto nu-<br />

mero di sacerdoti e di anime consacrate»<br />

(pg. 85).<br />

«Dio è la nostra unica ricchezza» —<br />

era la consegna del Santo Padre ai sacerdoti,<br />

ai religiosi, alle religiose e alle<br />

anime consacrate. Nell'ora della notte<br />

fonda giungeva la festa: fuochi pirotecnici<br />

in riva al mare; illuminazione delle<br />

vie e delle piazze: tanta era la gioia di<br />

un comunità in festa raccolta sulle piazza<br />

e per le strade fino a notte inoltrata.<br />

Sul lungomare di Chiavari — spianata<br />

Il Vescovo di Chiavari, Mons. Careggio, saluta il Papa all'inizio della Santa Messa<br />

di Piazza dell'Umanità — di fronte al<br />

grande altare a forma di nave dalle alte<br />

vele, il Papa pellegrino presiedeva la solenne<br />

Concelebrazione Eucaristica circondato<br />

da tutti i Vescovi liguri e dai<br />

Presuli del Seguito. Al saluto liturgico<br />

del Vescovo diocesano Mons. Careggio,<br />

il Papa rispondeva all'omelia invitando i<br />

fedeli della diocesi a crescere nell'unità<br />

e nella missionarietà, nella pastorale giovanile<br />

e in quella familiare. Dalle Confraternite<br />

della diocesi sono stati portati<br />

davanti all'altare i «Cristi» dorati, le croci<br />

e le immagini dei santi patroni. L'Arca<br />

della Madonna dell'Orto era posta accanto<br />

all'altare. Dopo la Santa Messa la<br />

sosta tra le Suore Gianelline. Nel pomeriggio<br />

il commiato. «Di questi due giorni<br />

di grazia scorrono davanti ai nostri occhi<br />

le immagini della travolgente accoglienza<br />

dei giovani al campo sportivo.<br />

Che sorpresa per il Santo Padre quei<br />

magnifici ragazzi inneggianti dagli spalti!<br />

— scrive il Vescovo nel “Grazie” a Giovanni<br />

Paolo II —... Il prossimo Convegno<br />

diocesano non potrà non tener conto<br />

degli stimoli operativi che lo Spirito<br />

ha suscitato in noi. Sono stimoli ad essere<br />

una comunità viva e accogliente.<br />

maggiormente attenta alla corresponsabilità,<br />

all'armonia operativa all'interno e<br />

aperta nel contempo alla missionarietà,<br />

ai problemi che investono la società nel<br />

suo insieme», ribadisce il Presule Careggio.<br />

Il volume riporta anche il «Diario della<br />

Visita», il pezzo dell'Inviato del nostro<br />

giornale (pg. 173-177) pubblicato il 20<br />

settembre ed altri articoli usciti sulle pagine<br />

locali e nazionali dei maggiori quotidiani<br />

italiani. Il «Magnificat» di Karol<br />

Wojtyła è un saggio-sintesi della scrittrice<br />

Elena Bono. Si tratta di tre pagine<br />

suggestive con intelligenza e passione.<br />

La «Rassegna stampa» firmata da Alberto<br />

Viazzi chiude un volume che parla,<br />

pagina dopo pagina e lascia, nel cuore,<br />

vivo il ricordo di una visita di un «ospite<br />

di riguardo» che quando passa lascia<br />

sulla sua scia il profumo del suo passaggio,<br />

il «bonus odor Christi».<br />

Prato dal Pensionato per Giovani Operaie<br />

alla Casa della Giovane “S. Caterina de'<br />

Ricci” (1950-2000)».<br />

Nella prefazione il Vescovo Simoni evidenzia<br />

che l'opera nata dal cuore pastorale<br />

di Mons. Fantaccini, il «Vicario di Prato»,<br />

animata prima da alcune monache<br />

domenicane del Monastero di san Vincenzo<br />

Ferreri e successivamente dall'Istituto<br />

secolare delle Spigolatrici della Chiesa,<br />

sempre sostenuta dal Vescovo Mons. Pietro<br />

Fiordelli, è arrivata fino al Duemila ed<br />

ha tutte le qualità per continuare a vivere<br />

e per crescere ancora negli anni.<br />

L'autore — scrive ancora il Vescovo —<br />

ha il merito di raccontare la storia dell'opera<br />

e di inquadrarla nella storia del tempo,<br />

anche con la testimonianza delle ospiti<br />

e delle animatrici che rendono più ricca<br />

la conoscenza e la memoria.<br />

LUCIANO SANTINI<br />

Bologna: il Card. Giacomo Biffi ha celebrato<br />

il 50° di sacerdozio e il 25° di episcopato<br />

Il primo dovere del Vescovo<br />

è di evangelizzare il Popolo<br />

La comunità cristiana bolognese, con<br />

una cerimonia solenne e vivamente partecipata,<br />

ha festeggiato il suo Pastore, il<br />

Cardinale Giacomo Biffi, per due felici<br />

anniversari: il 50° di sacerdozio e il 25°<br />

di episcopato.<br />

Nella Cattedrale di San Pietro — restituita<br />

all'antico splendore da un lungo e<br />

attento restauro — l'Arcivescovo ha celebrato<br />

l'Eucaristia. La chiesa, centro e<br />

cuore della famiglia diocesana, era gremita<br />

di fedeli. Hanno concelebrato gli<br />

Arcivescovi e i Vescovi residenziali ed<br />

emeriti della regione Emilia-Romagna,<br />

Vescovi originari di Bologna, sacerdoti<br />

dell'Arcidiocesi che l'anno scorso hanno<br />

compiuto il 50° di ordinazione sacerdotale.<br />

Con loro erano numerosissimi presbiteri<br />

diocesani e religiosi.<br />

Il Cardinale Biffi ha ricambiato con<br />

una «dichiarazione d'amore» a questa<br />

diletta Chiesa che guida da 16 anni. Dei<br />

suoi cinquant'anni di sacerdozio, ha detto<br />

il Porporato in apertura dell'omelia,<br />

citando le parole del patrono san Petronio,<br />

l'esito più bello è «la vostra fede, la<br />

vostra speranza, la vostra carità, fratelli».<br />

Addirittura, «sarete voi la mia difesa<br />

e il mio titolo di merito davanti al Signore<br />

nel giorno del rendiconto». E lo<br />

stesso vale per i 25 anni di episcopato,<br />

per i quali l'Arcivescovo ha invitato a<br />

«rendere grazie con me a Dio, visto che<br />

sono stati anni d'incredibile misericordia».<br />

Misericordia che si è manifestata<br />

con una lunga serie di fortune: spirituali,<br />

ma anche più immediatamente umane,<br />

come «la benevolenza e cordialità<br />

con la quale sono stato accolto dappertutto,<br />

per me sorprendenti».<br />

Successivamente l'Arcivescovo di Bologna<br />

ha voluto ricordare le parole che<br />

il Cardinale Giovanni Colombo gli rivolse<br />

quando, l'11 gennaio 1976, lo ordinò<br />

Vescovo. Parole che, a rileggerle oggi,<br />

«non finiscono d'impressionarmi», ha<br />

commentato, «per la loro chiarezza e attualità».<br />

In esse si può riconoscere il «programma»<br />

dell'episcopato del Cardinale<br />

Biffi a Bologna, e convenire che la sua<br />

opera e il magistero le hanno realizzate<br />

in pieno. Diceva infatti il Cardinale Colombo:<br />

«Il primo dovere del Vescovo è<br />

di evangelizzare gli uomini, cioè di cristianizzarli,<br />

di far loro conoscere ed<br />

amare Cristo, unica verità che salva».<br />

Una missione — aggiungeva — «resa<br />

ancora più urgente dalla drammatica situazione<br />

dell'attuale società».<br />

E qui un elenco di «mali» che sembra<br />

ricalcare quello che tante volte Biffi stesso<br />

ha combattuto: «La verità scomparsa,<br />

i principi morali rifiutati alla pari di ogni<br />

trascendenza, l'affermarsi della secolarizzazione».<br />

Ancora più chiara la corrispondenza<br />

tra quanto l'allora Arcivescovo<br />

di Milano proponeva e quanto Biffi<br />

ha compiuto, quando Colombo ammoniva:<br />

«Il Vescovo non potrà presentare la<br />

verità che salva come una opinione tra<br />

le altre, ma come una scelta obbligatoria<br />

impegnativa per chiunque vuole salvarsi.<br />

Conseguentemente dovrà dichiarare<br />

erronee e incomplete le opinioni che<br />

sono incompatibili con essa».<br />

Poi una profezia anch'essa realizzatasi:<br />

«Questo suo atteggiamento provocherà<br />

fatalmente la reazione irosa di quanti<br />

preferiscono la provvisorietà delle proprie<br />

opinioni e dei propri piaceri al vincolo<br />

liberante e salvante della verità e<br />

della virtù. Ma egli, reso forte da Cristo,<br />

non temerà minacce, non cederà a lusinghe,<br />

non mendicherà consensi: gli basterà<br />

conservare e accrescere l'amicizia<br />

con Lui che ha proclamato di essere la<br />

verità». Orgoglio, dunque, da parte del<br />

Card. Biffi per aver realizzato gli inviti<br />

del suo maestro? Assolutamente no. Anzi,<br />

«timore che il mio servizio alla verità<br />

sia stato e sia ancora oggi inadeguato e<br />

TREVISO Lettera pastorale del Vescovo Paolo Magnani<br />

La parrocchia nel mistero della Chiesa universale<br />

La parrocchia nel mistero della Chiesa<br />

universale è l'argomento della Lettera<br />

che il Vescovo di Treviso, Mons. Paolo<br />

Magnani, ha inviato in questi giorni ai<br />

membri del Sinodo diocesano e ai Consigli<br />

Pastorali Parrocchiali. L'avvenire<br />

della parrocchia — scrive — è legato al<br />

sentirsi parte della Chiesa universale, voluta<br />

da Cristo. Per questo dovrà delinearsi<br />

una parrocchia che si sviluppa<br />

nel territorio, e insieme matura una tensione<br />

missionaria «ad gentes».<br />

La diocesi di Treviso si appresta, nelle<br />

prossime settimane, a dotarsi di uno<br />

strumento formativo ed operativo riguardante<br />

la parrocchia come centro di<br />

vita spirituale per la missione. Esso raccoglierà<br />

i frutti del XIV Sinodo diocesano,<br />

che trova in questa lettera del Vescovo<br />

un quadro di riferimento che dà<br />

respiro ecclesiologico e spirituale all'insieme<br />

delle linee pastorali.<br />

La lettera si presenta animata da una<br />

duplice finalità. Da una parte collocare<br />

la parrocchia nella Chiesa universale, e<br />

più in particolare all'interno della «Chiesa<br />

mistero, cioè mistero della fede», così<br />

da scoprire che «la parrocchia non è<br />

una realtà autoreferentesi», un frammento<br />

a sé stante, ma è mediante il suo<br />

legame con il Vescovo e con la Chiesa<br />

locale, che essa appartiene vitalmente al<br />

più grande mistero della Chiesa universale.<br />

Dall'altra far emergere, proprio a<br />

partire da questa partecipazione al dinamismo<br />

misterico della Chiesa, il volto<br />

missionario della parrocchia, quale realtà<br />

di frontiera che dice la sacramentalità<br />

stessa della Chiesa in ordine al progetto<br />

salvifico di Dio Padre, nella storia dell'umanità.<br />

Dall'appartenenza della parrocchia alla<br />

Chiesa mistero, dunque, scaturisce la<br />

figura di una comunità cristiana, presente<br />

in un dato territorio e tessuto esistenziale,<br />

che come cellula della Chiesa universale,<br />

«popolo adunato dall'unità del<br />

Padre, del Figlio e dello Spirito Santo»,<br />

è abitata dalla vita del Dio trinitario (dimensione<br />

spirituale), e nello stesso tempo<br />

è inviata per comunicare a tutti questa<br />

pienezza di vita (dimensione missionaria).<br />

Spiritualità e missione, così facilmente<br />

oggi vissute come separate o comunque<br />

come due aspetti di difficile<br />

composizione nell'agire pastorale, si trovano<br />

intimamente e dinamicamente coniugate.<br />

A questo punto, si ritrova la fecondità<br />

di quell'approccio alla Chiesa, e<br />

in essa alla parrocchia, che Giovanni<br />

Paolo II volentieri racchiude nell'espres-<br />

sione «Chiesa come mistero di comunione<br />

missionaria».<br />

Significativamente la lettera esordisce<br />

con un forte richiamo al capitolo primo<br />

della «Lumen gentium», dedicato esplicitamente<br />

al tema «De Ecclesiae Mysterio».<br />

Un capitolo — notiamo per inciso<br />

— che molto del dibattito ecclesiologico<br />

postconciliare ha relegato in secondo<br />

piano. «La dimensione mistica costitutiva<br />

della Chiesa è quasi andata smarrita,<br />

mentre il Concilio ci ha insegnato che<br />

tale dimensione è riferimento essenziale<br />

per tutta la spiritualità cristiana» (n. 4),<br />

personale e comunitaria. Un importante,<br />

quanto attuale, aspetto della spiritualità<br />

cristiana è qui guadagnato. In una<br />

stagione culturale caratterizzata dalla<br />

propensione ad una «spiritualità fai da<br />

te», e da un certo individualismo religioso,<br />

viene avanzata la prospettiva di una<br />

spiritualità che è autenticamente cristiana<br />

quando è intimamente ecclesiale. La<br />

lettera insiste allora sulla figura di una<br />

parrocchia che è icona della Chiesa mistero<br />

nella misura in cui inizia insonnemente<br />

gli uomini e le donne di oggi alla<br />

vita secondo lo Spirito.<br />

Più profondamente, è la stessa Chiesa<br />

«a rappresentare il primo qualificato itinerario<br />

di introduzione alla vita spiritua-<br />

le. La vita spirituale cristiana, in questo<br />

senso, è per sua natura, spiritualità ecclesiale»<br />

(n. 5).<br />

La lettera inoltre mette in luce come<br />

questa sottolineatura, che implica la<br />

riappropriazione vitale da parte del credente<br />

della Chiesa mistero, non vada<br />

nella direzione di un ripiegamento su se<br />

stessa da parte della comunità parrocchiale.<br />

Al contrario, è solo in questa<br />

prospettiva che la portata missionaria<br />

dell'iniziazione spirituale prende corpo<br />

effettivamente. «Dal mistero alla missione»,<br />

sintetizza efficacemente il tema della<br />

seconda parte della lettera. La Chiesa<br />

sacramento universale di salvezza non<br />

separa, né tanto meno contrappone iniziazione<br />

e missione. Queste sono in realtà<br />

come due facce di quell'unico mistero<br />

che è la Chiesa. «Se è destinata a tutti,<br />

la salvezza deve essere messa in concreto<br />

a disposizione di tutti» (Redemptoris<br />

missio, 10). Ebbene, la parrocchia, cellula<br />

della Chiesa diocesana posta tra le<br />

case degli uomini, è proprio il luogo in<br />

cui tale salvezza è messa in concreto a<br />

disposizione di tutti. Spiritualità e missione,<br />

quindi, in quanto due facce dell'unica<br />

realtà misterica e sacramentale<br />

della Chiesa universale, tracciano il volto<br />

di una parrocchia meno preoccupata<br />

troppo lontano dall'esempio del Signore<br />

Gesù». Poi una nota malinconica: dalle<br />

cifre dei suoi anniversari «emerge che la<br />

giornata lavorativa nella vigna del Signore<br />

volge al tramonto, e il mio pellegrinaggio<br />

terreno si avvia al termine». Perciò,<br />

a conclusione, un affettuoso appello:<br />

«Aiutatemi allora voi, con il vostro<br />

affetto, la vostra pazienza, la vostra preghiera,<br />

a compiere nella fedeltà a Cristo<br />

e nella donazione alla sua Chiesa anche<br />

l'ultimo tratto».<br />

Alla celebrazione erano presenti le autorità<br />

cittadine e gli esponenti, ai diversi<br />

livelli, di organizzazioni professionali, di<br />

enti culturali e delle varie associazioni in<br />

cui si articola la vita della città. Giornali,<br />

radio e televisioni locali hanno dedicato<br />

ampi servizi, per illustrare la figura,<br />

il magistero e l'opera del Cardinale.<br />

TOMMASO TOSCHI<br />

Santa Messa<br />

per la comunità di lavoro<br />

de «L'OsservatoreRomano»<br />

In ginocchio davanti a Cristo presente<br />

nell'Eucaristia per chiedere al<br />

Signore la benedizione sul lavoro<br />

del giornale all'inizio del nuovo anno<br />

e ricordare i colleghi defunti. È<br />

con questo spirito che la comunità<br />

dell'«Osservatore Romano» ha partecipato,<br />

nella mattina di martedì<br />

16 gennaio, alla Concelebrazione<br />

Eucaristica nella cappella di san<br />

Pellegrino.<br />

La Santa Messa è stata celebrata<br />

dal Direttore generale, Don Elio<br />

Torrigiani. Con lui all'altare erano<br />

Padre Gianfranco Grieco, Padre Arturo<br />

Gutiérrez, Padre Czesław<br />

Drążek, Don Armando dos Santos<br />

Ribeiro e Don Mario Ercole. Era<br />

presente il Direttore, prof. Mario<br />

Agnes.<br />

La prima lettura, tratta dalla Lettera<br />

di san Paolo agli Ebrei, ha fatto<br />

da guida alla meditazione proposta<br />

all'omelia da Don Torrigiani.<br />

Scrive l'Apostolo delle Genti: «Dio<br />

non è ingiusto da dimenticare il vostro<br />

lavoro e la carità che avete dimostrato<br />

verso il suo nome, con i<br />

servizi che avete reso». E ancora:<br />

«Ci è stata offerta una speranza e<br />

in essa noi abbiamo come un'ancora<br />

della nostra vita, sicura e salda».<br />

Il pensiero è andato alla grande impresa<br />

spirituale del Giubileo che deve<br />

adesso tradursi nell'impegno<br />

quotidiano ordinario, senza perdere<br />

nulla della sua energica freschezza.<br />

Con commozione è stata fatta<br />

memoria dei colleghi, a cominciare<br />

dagli antichi Direttori Raimondo<br />

Manzini e Valerio Volpini; dall'antico<br />

Redattore Capo, Sergio Trasatti,<br />

e dall'antico Segretario di Redazione,<br />

Don Claudio Sorgi.<br />

Don Torrigiani ha concluso ricordando<br />

la parola del Papa: «Nulla è<br />

più come prima». «Ogni volta che<br />

viviamo una vera esperienza spirituale,<br />

anche se piccola, cambia<br />

qualcosa dentro di noi e dunque<br />

nulla è più come prima» ha detto.<br />

A «conferma» della verità di questa<br />

esortazione nella cappella di san<br />

Pellegrino c'è l'affresco del Cristo<br />

Pantocratore. Il suo Sguardo è un<br />

invito alla conversione. È uno<br />

Sguardo che ti afferra e non ti lascia.<br />

Il cristiano sa che quello<br />

Sguardo non si stanca mai di posarsi<br />

teneramente sulle vicende degli<br />

uomini.<br />

di sé, e più convinta nell'affrontare le<br />

nuove sfide pastorali.<br />

Emerge in altre parole una parrocchia<br />

che ha il mistero trinitario come fonte,<br />

l'universalità come orizzonte, l'ecumenismo<br />

come stile con l'esigenza di una<br />

sempre più profonda comunione con il<br />

Papa garante e guida all'unità; la cura<br />

della spiritualità come impegno, e l'annuncio<br />

a tutti come prospettiva.<br />

Sono questi i temi di un rinnovato impulso<br />

pastorale, che il Vescovo Paolo<br />

Magnani indica alle comunità parrocchiali<br />

diocesane nell'ultima parte della<br />

lettera. Il quale nota che «proponendo<br />

la nozione “mistero della fede” per indicare<br />

la Chiesa, so di rischiare di essere<br />

incompreso, come se offrissi una provocazione<br />

destinata a immunizzare la parrocchia<br />

di fronte alle sfide del presente»<br />

(n. 5). Ma non è così.<br />

Una parrocchia maggiormente consapevole<br />

e partecipe del «senso pieno della<br />

Chiesa», è una parrocchia che si scioglie<br />

dai lacci del rischio particolarista, per<br />

partecipare umilmente e insieme attivamente<br />

al mandato del Cristo alla sua<br />

Chiesa: che tutti possano conoscere il<br />

Padre buono e il Dio amante della vita.<br />

LORENZO BIAGI


.<br />

PAGINA<br />

5 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Mercoledì 17 Gennaio 2001<br />

«In questa occasione mi unisco<br />

spiritualmente a tutti i convenuti<br />

in quel luogo, elevando la mia preghiera<br />

per la radicale e sincera conversione<br />

di tutti alla legge santa di Dio,<br />

fondamento della convivenza pacifica<br />

e del rispetto dei diritti di ogni persona,<br />

affinché si ristabilisca così l'intesa giusta<br />

e concorde fra gli uomini»<br />

«In una società segnata da forti tensioni,<br />

le Chiese particolari dei territori<br />

che purtroppo subiscono<br />

con tanta frequenza la ferita del terrorismo,<br />

hanno la missione di promuovere l'unità<br />

e la riconciliazione, rifiutando<br />

ogni tipo di violenza, di terrore e di ricatto,<br />

poiché con queste tristi situazioni<br />

è tutta l'umanità a soffrire»<br />

Lettera del Papa al Card. Rouco Varela, Arcivescovo di Madrid e Presidente della Conferenza Episcopale Spagnola, in occasione dell'incontro di preghiera per implorare la fine del terrorismo<br />

Rifiutate la violenza, siate amici della pace<br />

oranti per la pace e costruttori della pace<br />

Rifiutate la violenza, siate amici della<br />

pace, oranti per la pace e costruttori<br />

della pace: è questo l'invito rivolto da<br />

Giovanni Paolo II ai partecipanti all'incontro<br />

di preghiera per implorare la fine<br />

del terrorismo, svoltosi sabato 13<br />

gennaio in Spagna a Campas de San<br />

Prudencio (Vitoria). Per l'occasione il<br />

Papa ha fatto pervenire al Cardinale<br />

Antonio María Rouco Varela, Arcivescovo<br />

di Madrid e Presidente della Conferenza<br />

Episcopale Spagnola, la seguente<br />

Lettera:<br />

Al Señor Cardenal<br />

ANTONIO MARÍA<br />

ROUCO VARELA<br />

Arzobispo de Madrid<br />

Presidente de la Conferencia<br />

Episcopal Española<br />

He sabido que los fieles de<br />

las diócesis de San Sebastián,<br />

Bilbao y Vitoria, así como de<br />

la Archidiócesis de Pamplona,<br />

presididos por sus Pastores,<br />

se van a reunir, junto con<br />

otros hombres y mujeres de<br />

buena voluntad, el sábado día<br />

13 de enero para un Encuentro<br />

de oración en las Campas<br />

de San Prudencio (Vitoria)<br />

para implorar de Dios la paz<br />

y el fin del terrorismo. Con<br />

esa ocasión me uno espiritualmente<br />

a todos los congregados<br />

en ese lugar, elevando<br />

mi plegaria por la radical y<br />

sincera conversión de todos a<br />

la ley santa de Dios, funda-<br />

mento de la convivencia pacífica<br />

y del respeto de los derechos<br />

de toda persona, para<br />

que así se restablezca el entendimiento<br />

justo y concorde<br />

entre los hombres, las familias<br />

y pueblos en el País Vasco,<br />

en Navarra y en toda la<br />

querida Nación española, profundamente<br />

afectados por la<br />

crudeza de la situación presente<br />

a causa de la violencia<br />

terrorista que se prolonga<br />

desde hace años.<br />

La tan deseada paz social<br />

es, ante todo, un don del Salvador,<br />

cuya venida acabamos<br />

de celebrar especialmente en<br />

la Navidad: la Navidad del<br />

Año del Gran Jubileo de su<br />

Encarnación. En esos días,<br />

retomando el anuncio de los<br />

ángeles en Belén (cf. Lc 2,<br />

14), los creyentes hemos expresado<br />

nuestro convencimiento<br />

de que sólo Cristo es<br />

«nuestra paz» (Ef 2, 14), reafirmando<br />

así que Él mismo es<br />

un don de paz del Padre a toda<br />

la humanidad. Destruyendo<br />

el pecado y el odio, y llamando<br />

a todos a la concordia<br />

y a la fraternidad, vino a unir<br />

lo que estaba dividido; por<br />

eso, Él es el «principio y el<br />

ejemplo de la humanidad renovada,<br />

llena de amor fraterno,<br />

de sinceridad y de espíritu<br />

de paz, a la que todos aspiran»<br />

(Ad gentes, 8).<br />

En esta circunstancia deseo<br />

alentar a las comunidades<br />

cristianas, que con su vida y<br />

su acción hacen presente a<br />

Jesucristo, a que acrecienten<br />

su unión con Él, intensificando<br />

la oración confiada y perseverante<br />

por la paz. Nuestras<br />

súplicas harán de cada<br />

uno de nosotros instrumentos<br />

de paz, sembradores de concordia,<br />

artífices del perdón.<br />

En una sociedad marcada por<br />

fuertes tensiones, las Iglesias<br />

particulares de los territorios<br />

que desgraciadamente padecen<br />

con tanta frecuencia la<br />

herida del terrorismo, tienen<br />

la misión de promover la unidad<br />

y la reconciliación, rechazando<br />

todo tipo de violencia,<br />

de terror y de chantaje,<br />

pues con esas tristes situaciones<br />

es toda la sociedad la que<br />

sufre.<br />

Por encima de todo es necesario<br />

levantar, una vez<br />

más, la voz en favor del valor<br />

de la vida, de la seguridad,<br />

de la integridad física, de la<br />

libertad. En efecto, la vida<br />

humana «no puede ser considerada<br />

como un objeto del<br />

cual disponer arbitrariamente,<br />

sino como la realidad más<br />

sagrada e intangible que está<br />

presente en el escenario del<br />

mundo. No puede haber paz<br />

cuando falta la defensa de este<br />

bien fundamental. No se<br />

puede invocar la paz y despreciar<br />

la vida» (Mensaje para<br />

la Jornada Mundial de la<br />

Paz 2001, 19).<br />

Las comunidades cristianas<br />

han de ser lugares privilegiados<br />

de acogida y de compromiso<br />

generoso con la paz auténtica,<br />

contribuyendo a remover<br />

obstáculos, a derribar<br />

muros, a favorecer iniciativas<br />

y proyectos en colaboración y<br />

diálogo social con tantas personas<br />

y grupos interesados en<br />

alcanzarla. En esta tarea, es<br />

menester tener presentes a<br />

los jóvenes, a los que hay que<br />

educar siempre y en todas<br />

partes: en las escuelas y universidades,<br />

en los ambientes<br />

de trabajo, en el tiempo libre<br />

y en el deporte, en la cultura<br />

de la paz. Paz dentro y fuera<br />

de ellos, paz siempre, paz<br />

con todos, paz para todos. A<br />

ellos, y a toda la sociedad<br />

quiero decir: Indarkeria ukatuz,<br />

pake zale, pake eskale ta<br />

pake egile izan zaitezte (Rechazandolaviolencia<br />

sed amigos<br />

de la paz, orantes por la<br />

pazyconstructoresdela paz).<br />

¡Que Dios misericordioso<br />

conceda la paz social al País<br />

Vasco, a Navarra, a toda España!<br />

¡Que con un renovado<br />

estilo de vida seamos merecedores<br />

de ese don divino! Mi<br />

bendición y mi afecto acompaña<br />

siempre a todos los que<br />

se comprometen en esta extraordinaria<br />

y necesaria tarea<br />

de alcanzar la paz, del cese<br />

del terrorismo y la violencia,<br />

del fomento del desarrollo y<br />

la convivencia en justicia y<br />

verdad.<br />

Vaticano, 6 de enero de<br />

2001, Solemnidad de la Epifanía<br />

del Señor y clausura del<br />

Gran Jubileo.<br />

Ecco una nostra traduzione italiana<br />

della Lettera del Papa:<br />

Al Signor Cardinale<br />

ANTONIO MARÍA ROUCO VARELA<br />

Arcivescovo di Madrid<br />

Presidente della Conferenza<br />

Episcopale Spagnola<br />

Ho saputo che i fedeli della Diocesi<br />

di San Sebastián, Bilbao e Vitoria,<br />

così come dell'Arcidiocesi di<br />

Pamplona, presieduti dai loro Pastori,<br />

si riuniranno, insieme ad al-<br />

Nel pomeriggio di mercoledì 17 gennaio la solenne celebrazione per dare inizio all'annuale preghiera per l'unità dei cristiani<br />

Una settimana ecumenica nella memoria del Grande Giubileo<br />

MICHELE GIULIO MASCIARELLI<br />

A pochi giorni dal gesto severo e solenne<br />

con cui Giovanni Paolo II ha chiuso la Porta<br />

Santa del Grande Giubileo, torna il caro<br />

appuntamento ecumenico di Gennaio: quest'anno<br />

le Chiese cristiane sono chiamate a<br />

pregare e a meditare su un grande testo<br />

giovanneo: «Io sono la via, la verità e la vita»<br />

(Gv 14,1-6). Il testo della Preghiera per<br />

l'Unità dei Cristiani del 2001, formulato sulla<br />

base della proposta delle Chiese della Romania,<br />

c'invita a continuare la strada dell'unità<br />

animati da una certezza: non camminiamo<br />

nelle tenebre e non siamo soli,<br />

poiché sappiamo d'appartenere a Cristo e<br />

d'appartenerci reciprocamente.<br />

Scrive il Papa: «In realtà, facendoci fissare<br />

lo sguardo su Cristo, il Grande Giubileo<br />

ci ha fatto prendere più viva coscienza della<br />

Chiesa come mistero di unità. “Credo la<br />

Chiesa una”: ciò che esprimiamo nella professione<br />

di fede, ha il suo fondamento ultimo<br />

in Cristo, nel quale la Chiesa non è divisa<br />

(cfr 1 Cor 1, 11-13)». E, dopo aver ricordato<br />

la preghiera di Gesù per l'unità —<br />

«ut omnes unum sint» (Gv 17, 21) —, afferma<br />

che questa preghiera. ad un tempo «rivelazione<br />

e invocazione», «ci ricorda che<br />

questo dono ha bisogno di essere accolto e<br />

sviluppato in maniera sempre più profonda».<br />

«In questa prospettiva di rinnovato<br />

cammino post-giubilare, — afferma il Papa<br />

con fiducia —, il confronto teologico su<br />

punti essenziali della fede e della morale<br />

cristiana, la collaborazione nella carità e,<br />

soprattutto, il grande ecumenismo della<br />

santità, con l'aiuto di Dio non potranno nel<br />

futuro non produrre i loro frutti» (Lett. ap.<br />

Novo Millennio ineunte [6.1.2001], 48).<br />

Davvero il tema di Gesù «via, verità e vita»<br />

suona come una felice eco ai tanti motivi<br />

cristologici svolti prima e durante il<br />

Giubileo e ne evocano con forza il clima e<br />

lo spirito che, fra l'altro, possono e debbono<br />

durare proprio alimentando la carità<br />

ecumenica.<br />

Il cammino ecumenico, protetto e animato<br />

dallo Spirito, ha fatto registrare significativi<br />

avvicinamenti teologici, gesti simbolici<br />

di nuova fraternità, di riscoperte dell'ecclesialità<br />

altrui, ma anche momenti d'incomprensione<br />

e di smarrimento in cui ci<br />

siamo chiesti, con l'Apostolo Tommaso:<br />

«Signore... come facciamo a sapere la strada?»<br />

(Gv 14, 5).<br />

Per fortuna, Gesù ci risponde, sempre,<br />

come un giorno ai suoi discepoli: «Io sono<br />

la via, la verità e la vita. Solo per mezzo di<br />

me si va al Padre» (Gv 14, 6). Questa parola<br />

del Signore proposta alla comune riflessione<br />

all'inizio del terzo millennio, rivela<br />

che l'ecumenismo è un cammino che, come<br />

il pellegrinaggio giubilare, ha per meta<br />

Dio Padre. L'impegno ecumenico sarà memoria<br />

del Grande Giubileo perché il cammino<br />

verso il Padre (meta del Giubileo) e<br />

quello verso l'unità (meta del movimento<br />

ecumenico) sono due movimenti che coincidono;<br />

fra l'altro, come nel pellegrinaggio<br />

giubilare, così nel cammino ecumenico non<br />

siamo soli, bensì accompagnati da Gesù<br />

Cristo, il Figlio di Dio incarnato, crocifisso,<br />

risorto e asceso ai cieli.<br />

La Preghiera per l'Unità dei Cristiani dell'anno<br />

2001 vuole sottolineare il modo con<br />

cui procediamo insieme per il raggiungimento<br />

dell'unità. Come pellegrini non siamo<br />

soli in questo cammino: Cristo, che è la<br />

via, è il nostro compagno e la nostra guida.<br />

Camminiamo in Cristo e con Cristo nella<br />

via che conduce all'unità e solo attraverso<br />

lui saremo in grado di trovarla in modo visibile.<br />

Con Brigida ed Elisabetta,<br />

guide femminili<br />

all'ecumenismo<br />

La Comunità delle Suore brigidine, per<br />

così dire, sono facilitate nel raccogliere il<br />

nuovo invito di Giovanni Paolo II a sviluppare<br />

l'«ecumenismo della santità», perché<br />

ha costantemente dinanzi ai suoi occhi due<br />

prestigiose guide ecumeniche: Santa Brigida<br />

e la Beata Maria Elisabetta Hesselblad,<br />

riformatrice dell'Ordine nel mezzo del secolo<br />

appena passato.<br />

La «Mistica del Settentrione» è un'apostola<br />

dell'unità nella Chiesa, un esempio<br />

della virtù ecumenica, pur essendo vissuta<br />

prima delle divisioni tra i cristiani e pur<br />

non essendosi posto mai, perciò, in modo<br />

esplicito il problema ecumenico. Ciononostante,<br />

Brigida è la Santa dell'unità: è una<br />

figura spirituale, col genio dell'unità, che si<br />

offre come provvidenziale punto di riferimento<br />

per la vita della nuova Europa, la<br />

quale ha bisogno di ricondurre a sintesi<br />

molti aspetti della sua identità e della sua<br />

storia.<br />

Perciò, nel sermone della sua canonizza-<br />

zione pronunciato da Bonifacio IX<br />

(7.10.1391), ha meritato d'essere paragonata<br />

alla Giuditta biblica per essere stata la liberatrice<br />

del suo popolo dall'eresia e dallo<br />

scisma, al fine di ricostruire l'unità della<br />

Chiesa. Brigida insegna alle sue figlie e a<br />

tutta la Chiesa la verità e il metodo dell'ecumenismo<br />

con l'essere, come ha affermato<br />

il Card. J. Ratzinger, «una santa particolarmente<br />

“cattolica”», che «si nutre dell'essenziale,<br />

di ciò che è grande, di ciò che è<br />

comune a tutta la Chiesa».<br />

La Beata Madre Maria Elisabetta c'insegna<br />

che non si dà ecumenismo senza l'esperienza<br />

meritoria e impetrante della sofferenza<br />

e della preghiera. La ricerca dell'unico<br />

ovile ha causato in lei sofferenze morali.<br />

Tutta la vita di Madre Maria Elisabetta<br />

è impregnata di preghiera e sofferenza offerte<br />

per l'unità dei cristiani. Nel 1926, dopo<br />

un viaggio in Svezia, scrive al Vescovo<br />

Müller: «Il mio corpo e la mia anima, durante<br />

tutto il soggiorno, erano una grande<br />

piaga sanguinosa che mi avrebbero fatto<br />

cadere se non mi avesse sostenuta in special<br />

modo la grazia di Dio. Ho dato la mia<br />

vita per la Svezia = i fratelli luterani».<br />

Madre Maria Elisabetta c'insegna che l'ecumenismo<br />

facile non esiste: esso, quando è<br />

vero, è sempre corredato da molta pietà e<br />

da testimonianze martiriali.<br />

La Beata Hesselblad è stata maestra di<br />

ecumenismo perché ne è stata testimone<br />

credibile. Anche nel particolare campo dell'apostolato<br />

ecumenico, l'argomento più<br />

convincente risulta essere quello della testimonianza.<br />

Il che è come dire: niente educa<br />

di più alla speranza ecumenica che il riporsi<br />

dinanzi agli occhi l'icona attraente di uomini<br />

e donne che questa speranza hanno<br />

vissuta nella loro esistenza cristiana.<br />

L'ecumenismo della Beata Maria Elisabetta<br />

si concentrava nella sua vita vissuta<br />

con rispetto, amore, amicizia con i cristiani<br />

non cattolici. Convinta della doverosità e<br />

dell'urgenza del problema ecumenico, attraverso<br />

l'autorevole dove della Costituzione<br />

aveva chiamato le figlie del suo Ordine<br />

a dedicarsi, soprattutto nella loro esperienza<br />

spirituale, in modo permanente ed essenziale,<br />

alla causa ecumenica. Così si<br />

esprime in una sua preghiera: «Affretta, Signore,<br />

l'unità dei cristiani: ascolta le preghiere<br />

delle tue umili figlie brigidine le quali<br />

si consacrano a Te nell'amore e nel sacri-<br />

ficio, per questa intenzione» (Con amore<br />

materno, Città del Vaticano 1979, p. 27).<br />

Per la Beata Maria Elisabetta, dopo la<br />

sua conversione al cattolicesimo, furono subito<br />

chiare la sua vocazione ecumenica e la<br />

grazia del suo particolare carisma per la<br />

causa unionistica. Quando l'impegno del<br />

movimento per l'unità dei cristiani non era<br />

ancora di casa tra i cattolici, ella scriveva e<br />

diffondeva in diversi Paesi d'Europa la seguente<br />

preghiera: «Con cuori confidenti a<br />

voi ci rivolgiamo, Santa Brigida, per domandare<br />

in questi tempi di oscurità e di<br />

miscredenza la vostra intercessione in favore<br />

di quelli, i quali sono separati dalla chiesa<br />

di Cristo. Per la chiara cognizione che<br />

voi aveste dei crudeli patimenti del nostro<br />

Crocifisso Salvatore, prezzo della nostra redenzione,<br />

vi supplichiamo di ottenere la<br />

grazia della fede a coloro che sono fuori<br />

dell'Unico Ovile, cosicché le disperse pecorelle<br />

possono ritornare all'unico vero padre»<br />

(Preghiere e biografie dei santi dell'Ordine<br />

Brigidino, Roma 1979, p. 7).<br />

Conclusione:<br />

il sogno di cantare<br />

la carità all'unisono<br />

L'ecumenismo spirituale, che la Beata<br />

Hesselblad ha profeticamente promosso da<br />

ultimo s'è arricchito dell'implicazione a servire<br />

le grandi «cause dell'uomo» (la pace, la<br />

giustizia, i diritti della persona, la questione<br />

morale, la ricerca dei valori, la salvaguardia<br />

del creato): si tratta d'un ecumenismo a<br />

portata di tutti, formativo anzitutto per chi<br />

lo pratica, ma anzitutto meritorio agli occhi<br />

di Dio. Per tutti, poi, la testimonianza ecumenica<br />

di Madre Hesselblad e delle sue Figlie<br />

spirituali suona come l'invito a credere<br />

di più, ad un essere di più, attingendo a<br />

tutte le fonti che Dio ha scavato e aperto<br />

per noi.<br />

Giovanni Paolo II, nella sua recente Lettera<br />

Novo Millennio ineunte, incoraggia lo<br />

sforzo ecumenico con molto calore: «Intanto<br />

proseguiamo con fiducia nel cammino,<br />

sospirando il momento in cui, con tutti i discepoli<br />

di Cristo, senza eccezione, potremo<br />

cantare insieme a croce spiegata: “Ecco<br />

quanto è buono e quanto è soave che i fratelli<br />

vivano insieme” (Sal 133 [132], 1)»<br />

(n. 48). È un sogno che dobbiamo meritare<br />

diventi grazia.<br />

tri uomini e donne di buona volontà,<br />

sabato 13 gennaio per un Incontro<br />

di preghiera a Campas de San<br />

Prudencio (Vitoria) per implorare<br />

da Dio la pace e la fine del terrorismo.<br />

In questa occasione mi unisco<br />

spiritualmente a tutti i convenuti<br />

in quel luogo, elevando la mia<br />

preghiera per la radicale e sincera<br />

conversione di tutti alla legge santa<br />

di Dio, fondamento della convivenza<br />

pacifica e del rispetto dei diritti<br />

di ogni persona, affinché si ristabilisca<br />

così l'intesa giusta e concorde<br />

fra gli uomini, le famiglie e gli abitanti<br />

nei Paesi Baschi, in Navarra<br />

e in tutta l'amata Nazione spagnola,<br />

profondamente colpiti dalla<br />

drammaticità della situazione presente<br />

dovuta alla violenza terroristica<br />

che si protrae da anni.<br />

La tanto desiderata pace sociale<br />

è, prima di tutto, un dono del Salvatore,<br />

il cui avvento abbiamo appena<br />

celebrato, in particolare nel<br />

Natale: il Natale dell'Anno del<br />

Grande Giubileo della sua Incarnazione.<br />

In questi giorni, riprendendo<br />

l'annuncio degli angeli a Betlemme<br />

(cfr Lc 2, 14), noi credenti abbiamo<br />

espresso la nostra convinzione che<br />

solo Cristo è «nostra pace» (Ef 2,<br />

14), riaffermando così che Egli è<br />

un dono di pace del Padre a tutta<br />

l'umanità. Distruggendo il peccato<br />

e l'odio, ed esortando tutti alla<br />

concordia e alla fraternità, venne<br />

per unire ciò che era diviso; perciò<br />

Egli è «il principio e il modello di<br />

questa umanità rinnovata permeata<br />

di amore fraterno, di sincerità e<br />

di spiritodi pace,allaqualetutti vivamenteaspirano»(Adgentes,n.<br />

8).<br />

In questa circostanza desidero<br />

incoraggiare le comunità cristiane,<br />

che con la loro vita e la loro azione<br />

rendono Gesù Cristo presente, ad<br />

accrescere la propria unione con<br />

Lui, intensificando la preghiera fiduciosa<br />

e perseverante per la pace.<br />

Le nostre suppliche faranno di tutti<br />

noi strumenti di pace, seminatori<br />

di concordia, artefici del perdono.<br />

In una società segnata da forti tensioni,<br />

le Chiese particolari dei territori<br />

che purtroppo subiscono con<br />

tanta frequenza la ferita del terrorismo,<br />

hanno la missione di promuovere<br />

l'unità e la riconciliazione,<br />

rifiutando ogni tipo di violenza,<br />

di terrore e di ricatto, poiché con<br />

queste tristi situazioni è tutta l'umanità<br />

a soffrire.<br />

Prima di tutto è necessario levare,<br />

ancora una volta, la voce a favore<br />

del valore della vita, della sicurezza,<br />

dell'integrità fisica, della<br />

libertà. In effetti, la vita umana<br />

«non può essere vista come oggetto<br />

di cui disporre arbitrariamente, ma<br />

come la realtà più sacra e intangibile<br />

che sia presente sulla scena del<br />

mondo. Non ci può essere pace<br />

quando viene meno la salvaguardia<br />

di questo fondamentale bene. Non<br />

si può invocare la pace e disprezzare<br />

la vita» (Messaggio per laGiornata<br />

Mondiale della Pace 2001, n. 19).<br />

Le comunità cristiane devono essere<br />

luoghi privilegiati di accoglienza<br />

e di impegno generoso per la pace<br />

autentica, contribuendo a rimuovere<br />

ostacoli, ad abbattere muri,<br />

a favorire iniziative e progetti,<br />

in collaborazione e dialogo sociale<br />

con tante persone e gruppi interessati<br />

a raggiungerla.<br />

In questo compito, è necessario<br />

tenere presenti i giovani, che bisogna<br />

educare sempre e in ogni luogo,<br />

nelle scuole e università, negli<br />

ambienti di lavoro, nel tempo libero<br />

e nello sport, alla cultura della<br />

pace. Pace dentro e fuori di loro,<br />

pace sempre, pace con tutti, pace<br />

per tutti. Ad essi, e a tutta la società<br />

desidero dire: indarkeria ukatuz,<br />

pake zale, pake eskale ta pake egile<br />

izanzaitezte (rifiutando la violenza,<br />

siate amici della pace, oranti per la<br />

pace e costruttori della pace).<br />

Che Dio misericordioso conceda<br />

la pace sociale ai Paesi Baschi, alla<br />

Navarra, a tutta la Spagna! Che<br />

con un rinnovato stile di vita possiamo<br />

meritare questo dono divino!<br />

La mia benedizione e il mio affetto<br />

accompagnano sempre tutti coloro<br />

che s'impegnano in questo straordinario<br />

e necessario compito di raggiungere<br />

la pace, di porre fine al<br />

terrorismo e alla violenza, di promuovere<br />

lo sviluppo e la convivenza<br />

in giustizia e verità.<br />

Dal Vaticano, 6 gennaio 2001,<br />

Solennità dell'Epifania del Signore<br />

e chiusura del Grande Giubileo.<br />

GIOVANNI PAOLO II<br />

Casa e chiesa di santa Brigida a Piazza Farnese<br />

Gli incontri presso la chiesa<br />

delle Brigidine in Piazza Farnese<br />

A Piazza Farnese 96, presso la Comunità religiosa delle Brigidine,<br />

anche quest'anno, si dà come un anticipo di preghiera ecumenica.Infatti,per<br />

il 17 gennaio, alle ore 17, nella chiesa di santa<br />

Brigida in Piazza Farnese 96, in Roma, l'Abbadessa Madre Tekla<br />

Famiglietti invitaa unasolenne celebrazione ecumenica, presieduta<br />

dal Card. Edward Idris Cassidy, Presidente del Pontificio Consiglio<br />

per la Promozione dell'Unità dei Cristiani, e con la presenza<br />

di rappresentanze ecclesiali di Svezia (Rev. Pastore W. Haag),<br />

di Finlandia (S. Ecc.za Ville Riekkinen e Rev. P. W. Swiech) e<br />

d'Italia (Rev. P. J. Puglisi). La solenne preghiera ecumenica sarà<br />

animata da un Coro finlandese. I giorni seguenti, fino al 25 gennaio,<br />

sempre allo stesso orario, seguiranno gli incontri per la Settimana<br />

ecumenica.<br />

Questi incontri ecumenici di gennaio sono particolarmente cari<br />

all'Ordine del SS. Salvatore di s. Brigida, che dell'ecumenismo fa<br />

un punto fermo della sua formazione e della sua missione, per<br />

fedeltà al suo carisma e alle sue scelte statutarie. Perciò la Comunità<br />

brigidina è particolarmente pronta a raccogliere il solenne invito<br />

di Giovanni Paolo II che vede nell'impegno ecumenico uno<br />

dei frutti duraturi del Giubileo.


.<br />

PAGINA<br />

6 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Mercoledì 17 Gennaio 2001<br />

A Tirana, nella Cattedrale del Sacro<br />

Cuore, il 14 gennaio, durante una solenne<br />

funzione religiosa concelebrata in albanese<br />

ed in italiano dal frate Gorge Frendo,<br />

rappresentante del Vescovado, e dal frate<br />

Francesco Botta, della chiesa del Sacro<br />

Cuore, la Curia Vescovile è stata omaggiata<br />

di una Icona dal titolo «L'ingresso di<br />

Gesù a Gerusalemme». Erano presenti<br />

numerosi membri della comunità cattolica<br />

albanese ed italiana della città di Tirana.<br />

L'opera, nata dalla devozione del Mare-<br />

Tirana: icona donata alla Cattedrale del Sacro Cuore<br />

sciallo Mario Pugliese del Contingente Italiano<br />

della Kfor-Comm Z (W), ha per l'autore<br />

un significato teologico particolare:<br />

«Gerusalemme» è una città simbolica come<br />

potrebbe essere Tirana. L'ingresso di<br />

Cristo nella città vuole rappresentare l'avvenuto<br />

ritorno della libertà religiosa in Albania.<br />

Nella rappresentazione trovano<br />

spazio richiami alla cultura albanese, come<br />

la statua dell'eroe nazionale Skander-<br />

Ricordo della testimonianza della beata Maria Gabriella Segheddu (1914-1939)<br />

Un modello e una guida<br />

lungo il cammino dell'ecumenismo<br />

È appena scomparsa, negli anni recenti,<br />

la generazione che ha conosciuto<br />

suor Maria Gabriella Segheddu: le ultime<br />

fra le sue compaesane e compagne<br />

di noviziato che ancora servivano Dio<br />

nel monastero di Vitorchiano, la Trappa<br />

sorta nel 1957 nel dolce altipiano del Viterbese,<br />

ai piedi dei monti Cimini, col<br />

trasferimento della Comunità di Grottaferrata.<br />

Ancora ricordiamo il mite, lieto stupore<br />

con il quale queste anziane salutavano<br />

ogni anno le ricorrenze della Sorellina:<br />

la Settimana di preghiera per l'Unità<br />

dei cristiani, in gennaio, e la festa liturgica<br />

della Beata, il 22 Aprile. Nessuna di<br />

loro, mai, aveva pensato che quest'ottima<br />

consorella, così buona, certo, ma infine<br />

una fra le altre, e forse più delle altre,<br />

dato il suo temperamento riservato,<br />

inosservata, avrebbe fatto parlare di sé.<br />

Lo stesso stupore, in qualche modo,<br />

riprende tutti noi quando tentiamo di<br />

guardare a questa figura, una ragazza<br />

sarda di 25 anni, che la Chiesa ha voluto<br />

proporci come guida e modello per il<br />

difficile cammino ecumenico. D'altronde,<br />

da un certo punto di vista, Maria<br />

Gabriella riveste una forma di santità tipica<br />

del nostro tempo, che sembra prediligere<br />

non le grandi figure carismatiche,<br />

aventi l'impronta dell'eccezionalità,<br />

ma piuttosto persone comuni: donne e<br />

bambini in particolare. Sentivo anni fa<br />

un illustre personaggio della cultura biblica<br />

lamentare questo fatto: al posto<br />

dei grandi pastori e dottori, degli Agostini<br />

e dei Gregori dell'antichità, fanciulle<br />

e pastorelli! Possibile che la Chiesa non<br />

abbia altro da proporci? Dopo questa<br />

osservazione, la schiera dei martiri —<br />

per lo più anche qui gente abbastanza<br />

comune — si è aggiunta in numero soverchiante,<br />

quasi ad oscurare altre pur<br />

numerose figure di santi, fra cui certo<br />

non sono mancati grandi Pontefici o uomini<br />

di pensiero. Eppure, anche qui, l'unica<br />

ad essere proclamata Dottore è stata<br />

una semplice fanciulla: Teresa di Lisieux.<br />

Questa osservazione non cessa di farci<br />

riflettere. Forse proprio questo tipo di<br />

santità ci era necessaria, per spazzare<br />

via le ridondanze delle spiritualità accumulatesi<br />

lungo i secoli, che potevano ormai<br />

rischiare di distoglierci dall'essenziale,<br />

piuttosto che additarcelo. Forse proprio<br />

per questo anche nel campo ecumenico<br />

— tanto più affidato agli specialisti<br />

in quanto più delicato — ci è stata<br />

donata come esemplare una ragazza<br />

che, come lei stessa si esprimeva, non<br />

ha mai fatto niente.<br />

Certamente nel paese sardo e nella<br />

parrocchia in cui era nata e cresciuta,<br />

non aveva avuto alcun sentore del problema<br />

ecumenico. Qui aveva ricevuto la<br />

salda educazione cristiana che si dava<br />

alle fanciulle e una istruzione elementare,<br />

completata poi dalla formazione altrettanto<br />

semplice e solida della sua povera<br />

Trappa di Grottaferrata. Le poche<br />

idee acquisite da sr. Maria Gabriella in<br />

questo contesto hanno una grande chiarezza<br />

e linearità, secondo le linee essenziali<br />

della fede. Io non faccio nulla, non<br />

ho mai fatto nulla, soleva dire; salvo offrire,<br />

senza riserve e senza ritorni, la<br />

sua giovane vita al Signore che gliel'aveva<br />

chiesta, nella salute prima, nella malattia<br />

e nella morte poi.<br />

Con l'ingresso in monastero e con la<br />

professione, offre la sua giovinezza, con<br />

tutto il potenziale di desiderio che una<br />

natura forte, sana e volitiva come la sua<br />

poteva esprimere, a Gesù amato al di<br />

sopra di tutto. Fin dall'infanzia, Maria<br />

era una violenta: voleva affermarsi, voleva<br />

vincere, voleva vivere; ma dal momento<br />

decisivo della sua conversione, a<br />

18 anni, vuole vivere solo nel Bene e per<br />

il Bene. È una di quei violenti che s'impadroniscono<br />

del Regno dei cieli; con<br />

una corsa veloce, che bruciando i suoi<br />

pochi anni di noviziato l'ha portata alle<br />

nozze eterne, offrendo la sua vita per<br />

una causa che quasi non conosceva, ma<br />

che aveva sentito menzionare dalla sua<br />

badessa, in capitolo: Il Signore, ora, ha<br />

bisogno di questo: preghiere ed offerte<br />

per l'unità della sua Chiesa. E subito,<br />

dal suo cuore, l'urgenza, impossibile a<br />

trattenersi, di dire: Sì, mi offro io. Eccomi.<br />

Strano slancio in quella giovane sarda,<br />

sempre così calma e contenuta, strana<br />

insistenza (osò proporsi una seconda<br />

volta!) che quasi dispiacque alla Madre.<br />

Ma che fu, certo per volere di Dio, subito<br />

accolta: Si offra alla volontà di Dio.<br />

Farà Lui quello che vorrà. Con queste<br />

poche parole, con la corsa velocissima<br />

della malattia che inaspettatamente travolse<br />

e in 15 mesi trascinò alla morte<br />

questa giovane prima così sana e robusta,<br />

tutto si compie. Piccoli segni del volere<br />

divino di manifestare al mondo la<br />

santità di questa ragazza sconosciuta,<br />

che moriva in clausura a 25 anni, scossero<br />

per un poco la Comunità; la Badessa<br />

raccolse e rese note modeste memorie,<br />

e fu tutto. La cosa andò poi avanti,<br />

sia pure sommessamente, da sé. Tanto<br />

che la beatificazione di sr. Maria Gabriella<br />

ad opera di Giovanni Paolo II,<br />

il 25 gennaio del 1983, dopo 44 anni<br />

dalla sua morte, quasi meravigliò la Comunità.<br />

Qual è dunque la santità, l'umanità<br />

esemplare, che in lei la Chiesa pone sul<br />

candelabro, perché rischiari tutta la Casa?<br />

Quale il suo valore ecumenico? Quale<br />

il suo cammino di santificazione o,<br />

come direbbero i nostri fratelli ortodossi,<br />

di divinizzazione nel Cristo?<br />

Benché si tratti di una personalità<br />

molto volitiva, la sua ascesi non appare<br />

attratta da sforzi o gesti fuori dal comune,<br />

ma piuttosto fortemente impegnata<br />

nel vivere tutto quanto le è proposto nel<br />

monastero. Neppure si manifesta in particolari<br />

esperienze mistiche; in lei il Signore<br />

vuole piuttosto additarci una via<br />

di santità in cui la preghiera continua è<br />

vissuta con gli strumenti più semplici ed<br />

essenziali della tradizione monastica:<br />

l'intensa vita liturgica e sacramentale del<br />

monastero Cistercense; l'ascesi dell'umile<br />

lavoro manuale e del servizio quotidiano<br />

e nascosto alle sorelle; il profondo<br />

silenzio, che favorisce l'unione con Dio<br />

e l'offerta a Lui dei gesti e dei pensieri<br />

quotidiani; e in più, come aggiunta personale,<br />

la preghiera mariana consegnata<br />

al cristiano dalla tradizione popolare, il<br />

Rosario. Tutto questo in una fedeltà<br />

umile e totale alla Regola e ai superiori<br />

e in una nudità interiore accolta con<br />

semplicità, senza drammi. Era nota la<br />

stima particolare che la Badessa, Madre<br />

Pia, aveva per la compagna di malattia<br />

di sr. Maria Gabriella, la giovane sr. Michela,<br />

colpita anch'essa dalla tubercolosi,<br />

che Dio conduceva a sé per vie mistiche<br />

fuori dell'ordinario. Possiamo credere<br />

che anche sr. Michela avesse raggiunto<br />

un livello di santità esemplare; ma<br />

non lei è stata proposta all'imitazione<br />

dei cristiani. Madre Pia fu la prima a<br />

dover riflettere su questo.<br />

Oggi possiamo pensare che la via di<br />

Gabriella, nella sua lineare essenzialità,<br />

fosse terreno d'incontro più vasto, universale,<br />

ecumenico. Tanto che la sua vita<br />

può essere letta in filigrana sulla Sacra<br />

Scrittura e la Regola che ha praticato<br />

e che non vuole essere, nell'intenzione<br />

di San Benedetto stesso, se non il<br />

Vangelo applicato alla vita del monaco.<br />

Già M.Cristiana Piccardo, badessa<br />

della Comunità al momento della beatificazione<br />

di Gabriella nella festa dell'apostolo<br />

Paolo, ha voluto rileggere la sorellina<br />

sullo sfondo dell'immensa figura<br />

dell'Apostolo. Ci piace riportare qui le<br />

sue parole:<br />

«Il Santo Padre ci ha proposto una<br />

comparazione fra la festa del 25 gennaio<br />

— la conversione di san Paolo —<br />

e la vita della piccola Gabriella:<br />

La conversione: la grande folgorazione<br />

di Paolo sulla via di Damasco; la<br />

lenta trasformazione di Gabriella: «benché<br />

sia miserabile e indegna sua creatura,<br />

che non ha mai fatto altro se non<br />

offenderlo, egli non mi ha rigettata, ma<br />

mi ha accolto nel suo seno... L'amore<br />

di Gesù purifica, brucia, incendia i<br />

cuori» (13 aprile '36)<br />

La immolazione per i fratelli: «Per voi<br />

soffro e completo nella mia carne ciò<br />

che manca ai patimenti di Cristo a favore<br />

del suo corpo che è la Chiesa» (Col<br />

1, 24). «La nostra missione è di pregare<br />

per tutti, tanto per gli amici come per i<br />

nemici e noi non manchiamo di farlo<br />

sperando che il Signore si degnerà di<br />

esaudire le nostre suppliche» (29 dicembre<br />

'35). «Noi viviamo una vita di<br />

continuo sacrificio fino all'immolazione<br />

per la salvezza delle anime» (6 luglio<br />

'38).<br />

La preghiera: «Cerca nella casa di<br />

Giuda un tale di nome Saulo: ecco sta<br />

pregando» (At 9, 11). «Cantare giorno e<br />

notte le lodi del Signore: è questa la<br />

grazia che mi è stata concessa» (29<br />

marzo '36)<br />

Potremmo vedere la vicenda terrena<br />

di suor Maria Gabriella e il suo messaggio<br />

racchiusi in un'altra citazione di<br />

Paolo:<br />

«Sono stato crocifisso per sempre con<br />

Cristo. Dunque non sono più io che vi-<br />

vo, ma è Cristo che vive in me. E pur<br />

continuando a vivere nella carne, io ormai<br />

vivo per la fede nel Figlio di Dio,<br />

che mi ha amato e ha sacrificato se<br />

stesso per me» (Gal 2, 19b-20).<br />

Il documento Vita consecrata, assumendo<br />

il Vangelo della Trasfigurazione<br />

come cuore di una teologia della Vita<br />

consacrata, costituisce un invito implicito<br />

a rinnovare e approfondire la nostra<br />

identità cattolica nel dialogo e nell'ascolto<br />

della Tradizione delle Chiese Orientali.<br />

È d'altronde lo stesso percorso indicato<br />

da Orientale Lumen (cfr nn. 9-13).<br />

Così, il percorso di conformazione a Cristo<br />

di sr. Maria Gabriella secondo il brano<br />

appena citato di Gal. 2, potrebbe essere<br />

studiato secondo la categoria della<br />

divinizzazione propria delle Tradizioni<br />

orientali. Perché questo suggerimento?<br />

Talvolta un impoverimento nel dialogo<br />

ecumenico proviene dal fatto che elementi<br />

della dottrina o prassi spirituale<br />

Ortodossa vengono presi e, anziché essere<br />

messi a confronto con la genuina<br />

Tradizione cattolica, vengono direttamente<br />

importati, per così dire, nel contesto<br />

culturale occidentale odierno, così<br />

povero di spessore religioso. Tolti dal loro<br />

humus, dal ricco contesto in cui sono<br />

nati, e trapiantati quasi nel vuoto, anche<br />

elementi preziosi inaridiscono. Che cosa<br />

divengono ad esempio le pratiche della<br />

nèpsi (sobrietà del cuore e della mente),<br />

della preghiera di Gesù, l'affidamento a<br />

un padre spirituale e la stessa dottrina<br />

della divinizzazione, astratti dal contesto<br />

di una obbedienza forte e precisa alla<br />

Tradizione come viene intesa nell'Ortodossia,<br />

cioè ai Sacri Canoni dei sette<br />

Concili e agli Scritti dei Santi Padri?<br />

Tradizione ricca e variegata, sì, ma anche<br />

esigente, presa in blocco, immutabile?<br />

Nel contesto del tardo, se non postcristianesimo<br />

individualista e relativista<br />

all'occidentale, l'iniziazione a questi elementi<br />

si risolverà, nel migliore dei casi,<br />

nella consegna di una tecnica.<br />

Sarebbe dunque interessante ricordare<br />

che l'Ortodossia alla quale il Cattolicesimo<br />

potrebbe con frutto confrontarsi<br />

riunisce in sé i due principi: retta dottrina<br />

e retta vita, ovvero ortodossia e ortoprassi.<br />

Il messaggio spirituale del Vangelo<br />

della Trasfigurazione, l'invito a lasciarsi<br />

trasfigurare, divinizzare dalla<br />

contemplazione del Cristo, si colloca nel<br />

contesto di un richiamo forte e preciso<br />

a ricentrare la nostra vita nell'ascolto<br />

del Figlio, cioè nell'obbedienza alla legge<br />

di Dio: «Questo è il mio Figlio prediletto,<br />

ascoltatelo!» Questo ci richiama all'aspetto<br />

della dottrina Ortodossa da noi<br />

occidentali oggi più dimenticato: la pràxis,<br />

o osservanza dei comandamenti, è il<br />

primo e permanente grado nella vita spirituale.<br />

I comandamenti sono divinizzanti.<br />

Non si può pensare di essere mistici<br />

e violare i comandamenti. La pràxis<br />

infatti consente all'uomo di avere<br />

pensieri giusti, di conquistare la purezza<br />

del cuore, di vedere meglio la presenza<br />

di Dio nella storia, negli avvenimenti,<br />

nelle persone: cioè la théoria, o contemplazione.<br />

A questo punto diviene possibile<br />

che l'uomo diventi luogo dove Dio<br />

abita continuamente e la sua luce conquista<br />

ogni spazio, fino alla théosis, propria<br />

di chi giunge ormai al punto di vista<br />

di Dio su tutto.<br />

E come può in questo orizzonte non<br />

sentirsi a suo agio un benedettino — un<br />

seguace cioè della più tipicamente occidentale<br />

delle Regole monastiche? Come<br />

non pensare a questo punto alla visione<br />

che Benedetto ha alla fine della sua vita?<br />

«Vide tutto il mondo sotto di sé,<br />

raccolto in un unico raggio di luce»,<br />

esito di quel cammino iniziato dalle prime<br />

pagine della Regola:<br />

«(...) Cingiamo dunque i fianchi col<br />

cingolo della fede e dell'osservanza delle<br />

opere buone e sotto la guida del Vangelo<br />

incamminiamoci per le sue vie,<br />

per meritare di vedere nel suo regno colui<br />

che ci ha chiamati.(...) Quando<br />

dunque abbiamo chiesto al Signore, o<br />

fratelli, chi è che dimora nella sua tenda,<br />

abbiamo inteso l'ordine di abitarvi:<br />

ma a patto che adempiamo il dovere<br />

proprio di chi vi abita. Quindi dobbiamo<br />

disporre i nostri cuori ed i nostri<br />

corpi a militare sotto la santa obbedienza<br />

dei divini precetti: e per quel<br />

che la natura in noi è insufficiente a<br />

compiere, preghiamo il Signore di disporre<br />

che la sua grazia ci dia aiuto. E<br />

se vogliamo fuggire le pene della geenna<br />

e pervenire alla vita eterna, finché è<br />

ancora tempo e siamo in questa carne<br />

e quindi possiamo operare tutte queste<br />

cose in questa vita di luce, corriamo<br />

ed operiamo fin d'ora quel che ci può<br />

giovare per l'eternità» (RB Prol. 21-<br />

22;39-44).<br />

Ci auguriamo che queste citazioni veloci<br />

non possano trarre in inganno chi<br />

non conoscesse bene il testo della Regola:<br />

nulla, in Benedetto come in Gabriella,<br />

di una spiritualità afflittiva, con una<br />

sottolineatura riparatrice esagerata o<br />

squilibrante. La nota dominante della<br />

via benedettina, e, in essa, della via di<br />

Gabriella, è piuttosto quella che è stata<br />

messa così bene in risalto dai Padri di<br />

Citeaux (movimento monastico del 12°<br />

secolo, di ritorno alla purezza della Regola):<br />

il ritorno al Padre di un figlio<br />

creato a sua immagine, via di recupero<br />

della somiglianza perduta grazie all'Incarnazione<br />

del Figlio.<br />

«Ascolta, o figlio i precetti del maestro,<br />

e inchina l'orecchio del tuo cuore<br />

e accogli volentieri gli ammonimenti<br />

del tuo padre amoroso e con ogni potere<br />

adempili: affinché tu ritorni per il<br />

lavoro dell'obbedienza a Colui dal quale<br />

ti eri allontanato per l'accidia della<br />

disobbedienza. A te dunque ora si rivolge<br />

il mio discorso, chiunque tu sia, che<br />

rinnegando ogni tua volontà, pronto a<br />

militare sotto Cristo Signore vero Re, ti<br />

cingi le robustissime e tersissime armi<br />

dell'obbedienza» (Prol.1-3).<br />

Il ritorno al Padre è, insieme, recupero<br />

della pienezza di umanità che era stata<br />

promessa a noi mediante il cammino<br />

della conformazione a Cristo.<br />

«Eccoci dunque a costituire la scuola<br />

del servizio del Signore. E nel costituirla<br />

speriamo di non prescrivere nulla di<br />

aspro, nulla di pesante. Ma se qualcosa<br />

sarà per giuste ragioni un po' più rigoroso,<br />

per emendare i vizi e custodire la<br />

carità, non fuggire subito per questo,<br />

dominato dallo sgomento, la via della<br />

salute i cui inizi non possono essere<br />

che stretti. Col progredire poi nella vita<br />

monastica e nella fede è con cuore dilatato<br />

ed ineffabile dolcezza di amore che<br />

si corre la via dei divini voleri; in modo<br />

che non dipartendoci mai dall'insegnamento<br />

di lui, e perseverando fino alla<br />

morte nella sua dottrina in monastero,<br />

diveniamo partecipi per mezzo della pazienza<br />

dei patimenti di Cristo, per poi<br />

meritare di essere con Lui nel suo Regno.<br />

Amen» (RB, Prologo, V. 45-50).<br />

Fino a che punto questa conformazione<br />

ai patimenti del Cristo è per Benedetto<br />

anche una conformazione alla sua Signoria,<br />

dunque una divinizzazione, già<br />

in questa vita? è una domanda vasta e<br />

importante, per noi appassionante, e<br />

merita ben altra risposta di quella che si<br />

potrebbe abbozzare in queste righe. Facciamo<br />

qui solo due osservazioni: l'edizione<br />

della Regola benedettina che abbiamo<br />

usata traduce: «... diveniamo<br />

partecipi per mezzo della pazienza dei<br />

patimenti di Cristo, per poi meritare di<br />

essere con lui nel suo Regno. Amen», là<br />

dove il testo dice: «passionibus Christi<br />

per patientiam participemur, ut et regno<br />

eius mereamur esse consortes.<br />

Amen».<br />

Si tratta per lo meno di una buona<br />

differenza di sottolineatura tradurre et,<br />

che dovrebbe stare qui per anche, con<br />

poi. È ancora una piccola conferma di<br />

quanto sia necessario che ogni generazione<br />

rilegga e interpreti coi propri occhi<br />

e la propria sensibilità i testi della<br />

tradizione, perché rimangano vivi e parlanti.<br />

La seconda osservazione: quel consortes,<br />

partecipi della stessa sorte, nel male<br />

(sofferenza) e nel bene (Regno), potrebbe<br />

esprimere anche quella spiritualità<br />

nuziale così cara a sr. Maria Gabriella e<br />

a tutte le sante cistercensi, che è spesso<br />

stata mal compresa e irrisa come sentimentale<br />

e che corrisponde invece al<br />

cuore stesso della dottrina della conformazione/divinizzazione,<br />

cioè della dinamica<br />

dell'Incarnazione, espressa nella<br />

sua forma più semplice. Il realizzarsi<br />

delle nozze di Dio con l'umanità realizza<br />

il progetto e il desiderio di Dio presente<br />

fin dal principio e mai abbandonato; salvo<br />

a mutare, dopo il peccato, la propria<br />

forma in quella delle nozze di sangue<br />

sulla Croce. Una rilettura di s. Bernardo<br />

e degli altri Cistercensi del 12° secolo in<br />

questa chiave, ci riavvicinerebbe molto<br />

alla sensibilità della Chiesa ortodossa.<br />

Ancora una volta è Maria Gabriella,<br />

questa piccolissima Cistercense del XX<br />

secolo, ad additarci questa via, nelle poche<br />

ma significative parole pronunciate<br />

nel suo giorno di nozze, nella solennità<br />

di Cristo Re: «Eterno Padre, mostrate<br />

che in questo giorno il vostro Figlio va<br />

a nozze (!), e concedetemi... ».<br />

MONICA DELLA VOLPE<br />

beg, oltre che richiami bizantini presenti<br />

nei Balcani. Erano presenti il Comandante<br />

del IX reggimento fanteria «Bari», il Colonnello<br />

Vincenzo Trombetta, promotore<br />

dell'iniziativa, oltre che una vasta rappresentanza<br />

degli oltre 1.200 militari italiani<br />

del Contingente Italfor Albania. Il Reparto<br />

militare, che nell'ambito della Communication<br />

Zone West opera nel garantire la<br />

disponibilità delle principali vie di comuni-<br />

cazione con il Kosovo lungo tutta l'Albania,<br />

fin dal mese di ottobre 2000, data di<br />

afflusso nella Terra delle aquile, ha operato<br />

in stretto contatto con la popolazione<br />

locale, in particolare con le comunità di<br />

Ure e di Puke, ove hanno sede, rispettivamente,<br />

il Comando del Reggimento ed il<br />

suo distaccamento. Numerose sono le attività<br />

volte in tal senso, tra cui una stretta<br />

collaborazione con le strutture locali sanitarie,<br />

oltre che con le scuole.<br />

MAURO ALTIERI<br />

Centenario della nascita di suor Elia di san Clemente<br />

L'amore per il Signore<br />

La dedizione ai bisognosi<br />

«Perduta in Dio» è il titolo di un libro<br />

scritto da Alessandro Paolini per tratteggiare<br />

la breve vita della Venerabile Suor<br />

Elia di san Clemente. Un libro «non ricco<br />

di episodi strabilianti» — scrive l'autore<br />

— «ma una semplice biografia di<br />

una ragazza di Bari, sconosciuta in vita<br />

e acclamata dopo la morte». Presentando<br />

il libro Mons. Mariano Magrassi<br />

scrisse. «I santi ci sono ancora, con essi<br />

non abbiamo più un ritratto da appendere<br />

sopra il nostro letto». E che i santi<br />

ci sono ancora lo attestano le numerose<br />

beatificazioni e canonizzazioni svoltesi<br />

durante il Pontificato di Giovanni Paolo<br />

II: Papi, Cardinali, Vescovi, Sacerdoti,<br />

Religiosi, laici. La santità è pluralità<br />

come gli eletti dell'Apocalisse: 144.000 di<br />

ogni nazione, razza, lingua. Ognuno in<br />

cammino verso l'Agnello. La santità è<br />

lode, beatitudine, pace.<br />

Ma chi è Suor Elia di san Clemente?<br />

Come ha vissuto la sua breve vita? Teodora<br />

Fracasso, Dora per i parenti e gli<br />

amici, nacque il 17 gennaio del 1901, da<br />

genitori profondamente cristiani, in una<br />

modesta casa del borgo antico della città<br />

di Bari. Frequentò le scuole delle<br />

Suore Stimmatine poi, presso il loro laboratorio,<br />

come tutte le ragazze dell'epoca,<br />

imparò il ricamo e il cucito. Le<br />

Suore, però, avevano dato a Dora anche<br />

un'educazione religiosa che completava<br />

quella ricevuta dai genitori, in particolare<br />

dalla mamma.<br />

A dieci anni, nel maggio del 1911, si<br />

accostò per la prima volta a Gesù nell'Eucaristia.<br />

Quel contatto segnò tutta la<br />

sua vita. Da quel momento, la ricerca di<br />

Dio si fece in lei impellente. A 19 anni,<br />

chiese di entrare nel Monastero di san<br />

Giuseppe, dove il 24 novembre del 1920,<br />

vestì l'abito carmelitano col nome di<br />

Suor Elia di san Clemente. Nel chiostro<br />

fu affascinata dalla vita dei grandi santi<br />

carmelitani: Teresa d'Avila, la grande riformatrice,<br />

Teresa del Bambino Gesù,<br />

Elisabetta della Trinità.<br />

Ma fu in santa Teresa di Lisieux che<br />

cercò, soprattutto, un modello da seguire<br />

pur vivendo una spiritualità tutta propria.<br />

Nella sua vita non si conoscono estasi<br />

o rapimenti mistici. D'altra parte, l'universalità<br />

della santità non rende inutili le<br />

voci più piccole e più nascoste. La san-<br />

tità non è vocazione privilegiata per mistici,<br />

ma è lo sbocco naturale della fede<br />

e dell'amore di ogni credente. La meraviglia<br />

della santità è nel suo essere diversa,<br />

molteplice, diffusa nella sequenza dei<br />

secoli, della personalità delle singole esistenze.<br />

In Elia di san Clemente la santità<br />

fu vissuta come sigillo della fede nata<br />

dall'Amore Misericordioso che doveva<br />

fare «traboccare nella sua Anima le onde<br />

della tenerezza della Trinità».<br />

Tutta la sua vita si è svolta nell'amore<br />

per Dio nell'offerta per i fratelli, pur vivendo<br />

in clausura. Per comprendere la<br />

spiritualità della Venerabile, cito due sue<br />

frasi significative: «Voglio amarTi, mio<br />

Dio, non voglio conoscere altra scienza<br />

se non quella dell'immenso amore che<br />

Tu porti alla piccola mia anima, che sono<br />

in Te trova il “tutto”, la vera felicità»<br />

— e, ancora — «Il pensiero che io vivo<br />

per Te, o mio Dio, deve rendermi felice<br />

in tutti gli eventi, distaccarmi da tutto e<br />

vivere unicamente per Te».<br />

L'8 dicembre del 1924, si offrì «vittima<br />

di olocausto all'Amore Misericordioso»;<br />

così volle prepararsi per emettere i<br />

voti perpetui l'11 febbraio del 1925; due<br />

date mariane, dedicate alla Vergine Immacolata.<br />

Una violenta encefalite stroncò<br />

la sua giovane esistenza terrena il 25<br />

dicembre del 1927. Mentre la Chiesa ricordava<br />

il Natale del Cristo, la sua Anima<br />

nasceva al Cielo.<br />

«Profumi di eternità» è il titolo di una<br />

raccolta di pensieri scritti da suor Elia,<br />

oltre una pubblicazione di sue poesie,<br />

scritte nel silenzio del chiostro, come<br />

frutto e prolungamento della preghiera<br />

intensamente vissuta, alla luce della Parola.<br />

È di questi giorni la raccolta e la<br />

pubblicazione di tutti i suoi scritti.<br />

La Chiesa che è in Bari-Bitonto la ricorderà<br />

il 17 gennaio corrente, con una<br />

solenne concelebrazione Eucaristica presieduta<br />

dall'Arcivescovo Mons. Francesco<br />

Cacucci, nella Chiesa del Monastero<br />

di san Giuseppe, dove riposano le sue<br />

Ossa, mèta di fedeli che sostano in preghiera<br />

per lodare Dio e chiedere grazie<br />

per la sua intercessione. In tale circostanza<br />

sarà benedetta una lapide-ricordo<br />

che, il 2 febbraio prossimo sarà affissa<br />

sulla casa dove ebbe i natali.<br />

FRANCO CAMAGGIO<br />

La preziosa eredità spirituale di Madre Flora Pallotta<br />

Una missione ispirata<br />

al Vangelo della carità<br />

La comunità ecclesiale marchigiana<br />

ha reso omaggio a madre Flora<br />

Pallotta con due solenni riti funebri:<br />

l'uno celebrato a Pesaro, dove risiedeva,<br />

dal Vescovo Angelo Bagnasco,<br />

l'altro a Force (Ap), dove era nata,<br />

dal Vescovo Gervasio Gestori, di San<br />

Benedetto del Tronto.<br />

Nata a Force il 6 gennaio 1916, dopo<br />

aver militato nell'Azione Cattolica<br />

fece esperienza di vita religiosa.<br />

Chiamata da Dio ad esercitare il<br />

Vangelo della fanciullezza, fondò la<br />

congregazione religiosa delle Missionarie<br />

Francescane della fanciullezza<br />

con lo scopo specifico di recuperare<br />

e formare bambini abbandonati ed<br />

emarginati.<br />

L'istituto, prima di diritto diocesano,<br />

poi di diritto pontificio, si è rapidamente<br />

diffuso nelle Marche, in Romagna,<br />

nel Lazio, in Lombardia e<br />

poi via via in altre regioni.<br />

Ha messo le radici anche in America<br />

Latina, scegliendo come patrona<br />

Maria, Regina della pace.<br />

Oltre alla fondazione di strutture<br />

ricettive e formative per i bambini<br />

madre Flora ha voluto erigere, nella<br />

cittadina di Esmeralda, un santuario<br />

dedicato alla Vergine di Loreto per<br />

essere in comunione con la parrocchia<br />

di Santa Maria di Loreto a Pesaro,<br />

dove l'opera ha avuto inizio.<br />

Nel cuore del santuario è racchiusa<br />

la statua, perfettamente uguale all'originale,<br />

venerata nella santa Casa<br />

di Loreto. Il santuario fu consacrato<br />

dal Cardinale Eduardo Pironio. Oggi<br />

è un centro di spiritualità mariana.<br />

Il carisma di Flora Pallotta ha il<br />

fondamento nel Vangelo, precisamente<br />

nelle parole di Gesù quando<br />

manifestò il suo amore per i fanciulli.<br />

Il Vangelo della carità, della solidarietà,<br />

della dedizione, della condivisione<br />

rifulge negli atti quotidiani delle<br />

Missionarie totalmente prese nella<br />

educazione e formazione die bambini<br />

e nel recupero di quelli abbandonati.<br />

Fino alla morte, avvenuta il 9 gennaio<br />

scorso, Madre Flora è stata l'anima<br />

della Congregazione che ha<br />

guidato saggiamente nei suoi inizi e<br />

ne ha accompagnato lo sviluppo fino<br />

all'approvazione pontificia.<br />

È stata testimone del Vangelo di<br />

carità nei confronti di coloro che<br />

avevano maggiore bisogno di amore<br />

per crescere nella sapienza di Dio. «I<br />

bambini — ripeteva e ha scritto nel<br />

testamento — sono la parte eletta del<br />

mio cuore; i bambini sono da amare,<br />

da proteggere, da aiutare con tutte le<br />

forze; i fanciulli devono occupare un<br />

posto centrale nel cuore e nei progetti<br />

di ogni missionaria della fanciullezza.<br />

Nei cinquant'anni dell'opera migliaia<br />

di fanciulli sono stati accolti<br />

nella casa dell'istituto. A tutti e a ciascuno<br />

è stato dato quel patrimonio di<br />

fede che Gesù ha voluto riservare ai<br />

piccoli.<br />

Numerose sono state le testimonianze<br />

di affetto, di gratitudine e di<br />

stima di ex alunni tornati a ringraziare<br />

la madre fondatrice e le suore per<br />

averli accolti, formati e preparati a<br />

inserirsi nella vita sociale e a fondare<br />

una famiglia secondo il modello del<br />

Vangelo.<br />

Queste qualità sono state messe in<br />

rilievo dai presuli che hanno presieduto<br />

ai riti funebri e ai quali ha partecipato<br />

un numero strabocchevole<br />

di ex alunni e di fedeli, conquistati<br />

dalla sensibilità e dalla dedizione della<br />

madre.<br />

«Ora che madre Flora — ha detto<br />

Mons. Gestori — ha lasciato questo<br />

mondo, le sue numerose opere e le<br />

sue amatissime figlie spirituali, portiamo<br />

nel cuore questi preziosi ricordi<br />

della sua persona. Questi esempi<br />

— ha aggiunto il Vescovo — fanno<br />

del bene indubbiamente per la nostra<br />

vita di discepoli del Signore. In modo<br />

speciale le sue suore devono coltivare<br />

nella mente e con la vita quegli insegnamenti<br />

spirituali che sono venuti<br />

dalla loro fondatrice e che costituiscono<br />

il tesoro più caro della loro<br />

istituzione religiosa».<br />

Discendente dallo stesso nucleo<br />

della beata Maria Assunta Pallotta,<br />

madre Flora ha lasciato un'eredità<br />

per la Chiesa e la società del terzo<br />

millennio che continuerà a espandersi<br />

attualizzando il Vangelo della fanciullezza.<br />

La sua memoria è speranza che la<br />

causa dei bambini è la causa stessa<br />

di Cristo e della Chiesa.<br />

G. C.


.<br />

Le urne da murare nella Porta Santa<br />

delle Basiliche Patriarcali<br />

SAN PAOLO<br />

FUORI<br />

LE MURA<br />

Cofanetto,<br />

fusione in bronzo<br />

a cera persa,<br />

opera<br />

di Otello Scatolini<br />

(Roma, Italia),<br />

destinato<br />

ad essere murato<br />

nella Porta Santa<br />

della Basilica<br />

di San Paolo<br />

fuori le Mura.<br />

Il drappo, l'albero,<br />

la spada<br />

a forma di croce<br />

e la penna<br />

simboleggiano<br />

la conversione,<br />

la missione<br />

e il martirio<br />

dell'Apostolo Paolo<br />

PAGINA<br />

Le celebrazioni conclusive del Grande<br />

Giubileo 2000 sono state molto partecipate<br />

in tutte le 10 diocesi della Sardegna,<br />

anche perché assai intensamente<br />

era stato vissuto l'Anno Santo, con tante<br />

iniziative che hanno ravvivato lo spirito<br />

cristiano delle popolazioni.<br />

Nella Cattedrale di Tempio, S. Ecc.<br />

Mons. Paolo Atzei ha presieduto la concelebrazione,<br />

alla quale aveva dato inizio<br />

la processione dalla chiesa di s. Antonio<br />

alla Cattedrale. Mons. Atzei poteva<br />

dirsi ben contento di quanto era stato<br />

fatto nell'Anno Santo che si stava concludendo,<br />

ma disse citando le parole del<br />

Papa a un gruppo di pellegrini «Adesso<br />

comincia il Giubileo!». «Dobbiamo camminare<br />

verso il futuro, con spirito giubilare,<br />

ha affermato Mons. Atzei, servire<br />

con tutto se stesso la causa del Regno,<br />

con indomita fede, con forte speranza e<br />

rinnovato amore per il Signore, a beneficio<br />

dei fratelli, avendo come obiettivi:<br />

la famiglia, le vocazioni di special consacrazione,<br />

il Giorno del Signore».<br />

Venti sono stati i giubilei celebrati di<br />

cui 10 con il Convegno; sei i pellegrinaggi<br />

diocesani, tre regionali, un pellegrinaggio<br />

a Roma e uno a Lourdes. Due le<br />

scuole di preghiera con 5 incontri ciascuna.<br />

Cinque i Giubilei dei malati. Una<br />

Land-Rover è stata donata a una Missione<br />

in Mozambico. Sono stati sei i musei<br />

interscambiabili e quattro i musei stabili,<br />

350 erano i giovani convenuti a Roma<br />

per la G.M.G.; 4.000 i partecipanti alla<br />

Marcia della Pace; 8 i milioni consegnati<br />

a 4 giovani disoccupati in ricerca o avvio<br />

di lavoro; circa 80 i concerti di musica<br />

e canto tenuti nelle chiese durante<br />

l'Anno Santo.<br />

Anche a Lanusei la conclusione celebrativa<br />

del Giubileo ha coronato una serie<br />

di iniziative che hanno fatto vivere<br />

intensamente la grazia dell'Anno Santo<br />

2000: missioni popolari, pellegrinaggi<br />

diocesani, il convegno diocesano, il restauro<br />

del Santuario della Madonna d'Ogliastra,<br />

il pellegrinaggio a Roma e in<br />

Terra Santa, i Giubilei della vita consacrata,<br />

dei ragazzi, dei magistranti, degli<br />

sportivi, dei carcerati, dei catechisti, degli<br />

anziani, delle donne, degli ex-alunni<br />

del Seminario, degli handicappati, degli<br />

studenti, degli intellettuali, delle famiglie,<br />

dei carabinieri, 4 congressi eucaristici<br />

foraniali. Il 5 gennaio, la solenne<br />

conclusione è stata aperta dalla processione<br />

sfilata dall'episcopio alla Cattedrale,<br />

con l'omelia del Vescovo Mons. Antioco<br />

Piseddu, che ha vivamente esorta-<br />

7 .<br />

to a valorizzarlo al meglio la grazia vissuta<br />

lo scorso anno.<br />

Nella Diocesi di Ales-Terralba ha<br />

concluso le celebrazioni giubilari S. Ecc.<br />

Mons. Antonino Orrù il pomeriggio del<br />

5 gennaio. Partecipava una gran folla<br />

che proveniva da 57 parrocchie. Una solenne<br />

processione, come era avvenuto<br />

nel Natale del 1999, dalla chiesa di s.<br />

Sebastiano ha guidato i moltissimi fedeli<br />

in cattedrale, dove il Vescovo ha siglato<br />

l'Anno del Grande Giubileo qualificandolo<br />

«Anno della Semina», da cui si attende<br />

un germoglio, che varie iniziative<br />

ben riuscite lo scorso anno fanno prevedere<br />

ricco di frutti abbondanti: la marcia<br />

della pace, la campagna per la riduzione<br />

del debito pubblico dei paesi poveri,<br />

il restauro dell'interno della Cattedrale<br />

e la progettazione del Museo permanente<br />

dell'arte sacra, l'erezione di una<br />

grande statua del Redentore nei pressi<br />

della 131 (la principale superstrada dell'isola<br />

che porta da Cagliari a Porto Torres),<br />

dono di una coppia di emigrati, il<br />

grande concorso letterario sul Giubileo,<br />

cui hanno partecipato 500 alunni.<br />

A Nuoro, ancor prima della celebrazione<br />

in cattedrale, S. Ecc. Mons. Pietro<br />

Meloni ha concluso il Giubileo con i carcerati<br />

di Bad 'e Carros, presenti il Direttore<br />

Generale dei penitenziari italiani, la<br />

responsabile dei volontari della Santa<br />

Opera Anna Cualbu, il provveditore regionale<br />

Sparacia, l'ispettore generale il<br />

direttore Fragomeni, col prefetto Costantini.<br />

Concelebravano 15 sacerdoti,<br />

cappellani delle carceri dell'isola. Cantava<br />

la corale «Porrino» diretta da D. Giuseppe<br />

Meloni, cappellano, e stimato musicista.<br />

Luce e speranza sembravano irrompere<br />

in quella Cappella.<br />

Altra iniziativa che ha segnato per<br />

l'avvenire la giornata conclusiva del Giubileo<br />

2000, l'inaugurazione della Casa di<br />

accoglienza per malati in cura in ospedale<br />

o parenti dei ricoverati. Promotori<br />

ne sono stati la Caritas diocesana, L'Associazione<br />

CILLA, l'Associazione «Umana<br />

Ventura» e la Cooperativa «il Mandorlo».<br />

La Casa sarà gestita dai volontari<br />

guidati da Don Francesco Mariani e<br />

dal Don Luigi Monni responsabile della<br />

Caritas.<br />

Nel capoluogo minerario della Sardegna,<br />

Iglesias, il Vescovo Mons. Tarcisio<br />

Pillolla, il giorno di Natale ha celebrato<br />

con un centinaio di operai ex minatori a<br />

200 metri di profondità, illustrando la<br />

particolare vicinanza di Gesù agli operai,<br />

figlio di operaio ed operaio egli stes-<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Mercoledì 17 Gennaio 2001<br />

Grande Giubileo dell'Anno Duemila<br />

SAN<br />

PIETRO<br />

Nella Porta Santa<br />

della Basilica<br />

di San Pietro<br />

verrà murato<br />

questo cofanetto,<br />

opera di Matthias<br />

Heiermann<br />

(Köln, Germania).<br />

L'opera<br />

è in bronzo<br />

con patina<br />

verde/smalto rosso<br />

e si ispira al tema<br />

della SS.ma Trinità:<br />

le immagini<br />

simboliche<br />

raffigurano<br />

Dio Padre, Figlio<br />

e Spirito Santo<br />

SARDEGNA VITTORIO VENETO<br />

so, per cui, ha denunciato, «il torto più<br />

grande che Gli è stato fatto e che è stato<br />

fatto a voi, operaio, è quello di averlo<br />

presentato nemico degli operai... Dalla<br />

Chiesa viene il sostegno alle vostre giuste<br />

rivendicazioni; essa esalta la dignità<br />

del lavoro, proclama in ogni caso il vostro<br />

diritto al lavoro e condanna il<br />

dramma della disoccupazione». Mons.<br />

Pillolla ha anche annunciato che tra poco<br />

sarà aperto il Consultorio Familiare<br />

dove esperti saranno a disposizione delle<br />

coppie già formate o in via di formazione,<br />

per aiutarle a risolvere loro eventuali<br />

problemi specifici.<br />

Mons. Sebastiano Sanguinetti, Vescovo<br />

di Ozieri ha concluso col suo popolo<br />

in cattedrale il Grande Giubileo: un anno<br />

di grazia, con 20 iniziative, di cui 6<br />

di interesse generale e 14 di tipo categoriale,<br />

che il pellegrinaggio a Roma e in<br />

terra Santa hanno fatto fruire dell'indulgenza<br />

straordinaria decine di migliaia di<br />

fedeli, che con il loro pastore, nei vari<br />

incontri celebrativi, hanno reso grazie<br />

alla Bontà misericordiosa di Dio.<br />

La Diocesi di Alghero-Bosa ha avuto<br />

due celebrazioni presiedute entrambe<br />

dal Vescovo Mons. Antonio Vacca: a<br />

Bosa, alle ore 16, iniziando con una solenne<br />

processione dalla chiesa di s. Antonio<br />

alla Cattedrale, e alle 18.30 in Alghero,<br />

con la Santa Messa nella chiesa<br />

di s. Giovanni Bosco, essendo la cattedrale<br />

in corso di restauro.<br />

Entrambe le celebrazioni sono state<br />

partecipate da una grande folla di fedeli<br />

ai quali Mons. Vacca ha sottolineato che<br />

il Giubileo continua nel suo impegno di<br />

conversione a una vita cristiana sempre<br />

più ricca di opere buone: un'interessante<br />

intervista concessa da Mons. Vacca a<br />

un giornalista e tempestivamente pubblicata<br />

il giorno prima aveva contribuito<br />

ad attivare la volontà partecipativa di<br />

tanta gente.<br />

Della celebrazione in Oristano era<br />

stata già data ampia notizia in questo<br />

giornale il 12 gennaio, sottolineando<br />

specialmente i quattro impegni che l'Arcivescovo<br />

Mons. Pier Giuliano Tiddia ha<br />

affidato alla Diocesi per il dopo-Giubileo;<br />

l'Eucaristia da realizzare nel culto e<br />

nella vita, un cammino biblico-esegeticocatechistico-spirituale<br />

nelle comunità,<br />

una pastorale giovanile da ravvivare per<br />

guidare i ragazzi e le ragazze alla vocazione<br />

familiare, la carità da testimoniare<br />

con le Caritas parrocchiali, con il favorire<br />

la solidarietà e il volontariato ai vari<br />

Ufficio delle Celebrazioni<br />

Liturgiche<br />

del Sommo Pontefice<br />

Muratura<br />

della Porta<br />

Santa<br />

A seguito della Chiusura della Porta<br />

Santa delle quattro Basiliche Patriarcali<br />

al termine del Grande Giubileo<br />

del 2000, avrà luogo la tradizionale<br />

muratura della Porta Santa all'interno<br />

delle medesime Basiliche.<br />

Nel corso del rito sarà murata in<br />

ognuna delle Porte Sante un'urna di<br />

bronzo appositamente preparata contenente<br />

alcune medaglie degli anni<br />

di Pontificato del Papa Giovanni Paolo<br />

II, una pergamena quale attestato<br />

di apertura e chiusura della Porta<br />

Santa e le chiavi della Porta stessa.<br />

Al termine del rito un Cerimoniere<br />

Pontificio provvederà a redigere il rogito<br />

dell'avvenuta muratura.<br />

Il rito avrà luogo:<br />

— mercoledì 17 gennaio, alle ore<br />

17.30, nella Basilica di San Paolo fuori<br />

le Mura;<br />

— venerdì 19 gennaio, alle ore 18,<br />

nella Basilica di San Pietro;<br />

— mercoledì 24 gennaio, alle ore<br />

11.30, nella Basilica di Santa Maria<br />

Maggiore;<br />

— venerdì 26 gennaio, alle ore 16,<br />

nella Basilica di San Giovanni in Laterano.<br />

Città del Vaticano, 15 gennaio 2001<br />

✠ PIERO MARINI<br />

Vescovo titolare di Martirano<br />

Maestro delle Celebrazioni<br />

Liturgiche Pontificie<br />

SANTA<br />

MARIA<br />

MAGGIORE<br />

Cofanetto, opera<br />

di Maria Antonietta<br />

de Mitrio<br />

(Roma, Italia),<br />

destinato<br />

ad essere murato<br />

nella Porta Santa<br />

della Basilica<br />

di Santa Maria<br />

Maggiore.<br />

L'urna<br />

in bronzo dorato<br />

propone, nel fronte<br />

e nel retro,<br />

l'Annunciazione<br />

con le due figure<br />

della Vergine<br />

Maria<br />

e dell'Arcangelo<br />

Gabriele<br />

Chiusura della Porta Santa nelle diocesi italiane<br />

livelli e con la creazione di centri di assistenza<br />

in ogni vicaria.<br />

L'Arcivescovo di Sassari, Mons. Salvatore<br />

Isgrò, giustamente compiaciuto,<br />

ha potuto dire che la Chiesa Turritana<br />

aveva vissuto un'esperienza felice, a solenne<br />

smentita degli arroganti e volgari<br />

insulti contro la nostra fede con cui avevano<br />

accompagnato i ridicoli pronostici<br />

di un Giubileo che si sarebbe risolto in<br />

un evento catastrofico per il mondo:<br />

«Dobbiamo riconoscenza a Dio, una riconoscenza<br />

da esprimere dal profondo<br />

del cuore, a 2000 anni dalla sua venuta»,<br />

ha esclamato l'Arcivescovo nell'omelia,<br />

nella quale ha ricordato avvenimenti<br />

diocesani che avranno un fecondo<br />

riscontro negli anni che seguiranno.<br />

Dopo tante iniziative che hanno costellato<br />

l'Anno Santo 2000, la celebrazione<br />

di chiusura, il pomeriggio del 5 gennaio,<br />

iniziata con la solenne processione<br />

dalla chiesa del Conservatorio, ha affidato<br />

all'Arcidiocesi di Cagliari il messaggio<br />

dell'Arcivescovo, S. Ecc. Mons. Ottorino<br />

Pietro Alberti, che concludendo<br />

l'omelia ha detto: «Desidero richiamare<br />

la vostra attenzione su quelli che saranno<br />

i punti di riferimento nella progettata<br />

programmazione pastorale della<br />

Conferenza Episcopale Sarda, e dell'arcidiocesi,<br />

per il decennio: i mezzi e i segni<br />

del rinnovamento (Il Giubileo, tempo<br />

di grazia e di misericordia, s'avvale<br />

innanzitutto dei segni, tradizionali nella<br />

comunità cristiana, che indicano il<br />

cuore convertito, e cioè l'ascolto della<br />

Parola di Dio, la preghiera, tradizione<br />

concreta del dono eucaristico. In questo<br />

non c'è niente di nuovo. Deve essere<br />

nuova invece la particolare attenzione<br />

pastorale della Chiesa, che in occasione<br />

del Giubileo ha chiamato a raccolta<br />

i suoi figli per una corale intensa<br />

preghiera di intercessione per tutti, al<br />

fine di rendere operante quella “comunione<br />

dei santi” che è espressione di solidarietà<br />

sul piano spirituale); riconciliazione<br />

(parola nuova all'alba del Terzo<br />

Millennio. Un serio impegno a far sì<br />

che la carità cristiana non sia soltanto<br />

proclamata, ma testimoniata, per ricucire<br />

gli strappi, avvicinare tra loro posizioni<br />

contrastanti, riunire ciò che è diviso.<br />

E tutto questo nel nome e per la<br />

forza di Colui “che di due ha fatto un<br />

popolo solo” riconciliando a sé tutte le<br />

cose); considerazione dei bisogni della<br />

nostra Chiesa diocesana».<br />

GIOVANNI MARIA COSSU<br />

Il Giubileo si conclude, ma il cammino<br />

iniziato deve continuare, con rinnovato<br />

spirito missionario. È questo il<br />

messaggio rivolto dal Vescovo di Vittorio<br />

Veneto, Monsignor Alfredo Magarotto<br />

ai fedeli della Diocesi. Il Vescovo ha<br />

presieduto nei giorni scorsi, nella cattedrale<br />

di Santa Maria Assunta, la solenne<br />

cerimonia di chiusura del Giubileo diocesano.<br />

Al rito, oltre ai numerosi sacerdoti,<br />

religiosi e religiose, hanno preso<br />

parte anche i rappresentanti delle diverse<br />

associazioni ecclesiali e i fedeli provenienti<br />

dalle diverse zone vicariali della<br />

Diocesi.<br />

È stato un momento di lode e ringraziamento<br />

a Dio che ha riunito migliaia<br />

di persone intorno al proprio pastore a<br />

conclusione di un lungo e intenso cammino.<br />

A partire dal Natale '99 sono stati<br />

davvero tanti gli appuntamenti e le proposte<br />

che hanno accompagnato lo svolgersi<br />

dell'Anno giubilare, occasioni per<br />

rafforzare le ragioni della propria fede a<br />

livello personale e come gruppi, associazioni,<br />

comunità parrocchiali, categorie.<br />

«L'anno giubilare che con questa solenne<br />

celebrazione eucaristica stiamo<br />

chiudendo in Diocesi — ha affermato il<br />

Vescovo durante l'omelia — è stato per<br />

noi come la stella che ha guidato i magi<br />

verso Betlemme. Anche noi ci siamo incontrati<br />

con il Re dei giudei che doveva<br />

nascere, Gesù Cristo, l'atteso Messia, il<br />

Salvatore del mondo. È stato lui al centro<br />

del Giubileo, il grande festeggiato a<br />

200 anni dalla sua nascita in terra. Al<br />

vedere la stella i magi provarono una<br />

grandissima gioia ed entrati nella casa,<br />

si prostrarono davanti al Bambino e gli<br />

offrirono in dono oro, incenso e mirra».<br />

«Pure noi — ha proseguito — abbiamo<br />

goduto immensamente nel partecipare<br />

alle varie manifestazioni giubilari.<br />

Abbiamo sentito Dio più vicino; insieme<br />

lo abbiamo pregato, benedetto, invocato.<br />

A lui il nostro grazie per tutti i benefici<br />

che ci ha concesso durante quest'anno<br />

giubilare».<br />

La nostra fede, ha detto ancora Monsignor<br />

Magarotto, si è rinvigorita, la nostra<br />

speranza è diventata più forte, l'amore<br />

di Dio ci ha provocato a essere testimoni<br />

e operatori di carità materiale e<br />

spirituale, verso il prossimo.<br />

Dopo il ringraziamento a Dio, fonte e<br />

datore di ogni bene, il Vescovo ha voluto<br />

esprimere, a nome di tutta la Diocesi,<br />

il più vivo ringraziamento al Santo Padre<br />

Giovanni Paolo II, per aver indetto<br />

il Giubileo, averne proposto un preciso<br />

SAN<br />

GIOVANNI<br />

IN<br />

LATERANO<br />

Nella Porta Santa<br />

della Basilica<br />

di San Giovanni<br />

in Laterano<br />

verrà murato<br />

questo cofanetto,<br />

opera<br />

di Kyoji Nagatani<br />

(Giappone).<br />

L'opera<br />

è realizzata<br />

in fusione<br />

in bronzo.<br />

Gli archi<br />

rappresentano<br />

una stilizzazione<br />

della facciata<br />

della Basilica<br />

itinerario di preparazione e averlo guidato<br />

e animato con la sua parola, la sua<br />

preghiera, la sua costante presenza, superando<br />

con straordinaria volontà e fortezza,<br />

gli ostacoli di età e salute. «Grazie,<br />

Padre Santo, in particolare per il<br />

momento riservato alla nostra Diocesi e<br />

ai seminaristi nel pellegrinaggio dello<br />

scorso settembre».<br />

Il Vescovo di Vittorio Veneto ha voluto<br />

poi ringraziare anche il Comitato diocesano<br />

e in particolare il suo responsabile,<br />

per aver saputo riproporre continuamente<br />

i contenuti e le motivazioni del<br />

Giubileo, «conservandogli il carattere di<br />

evento di grazia, dono del Signore, chiama<br />

alla conversione del cuore e al rinnovamento<br />

spirituale dei singoli, delle<br />

famiglie e di ogni nostra comunità».<br />

L'impegno, ha sottolineato Monsignor<br />

Magarotto, è stato grande sia sotto l'aspetto<br />

catechistico che liturgico e organizzativo.<br />

La risposta della Diocesi, delle<br />

foranie, delle parrocchie, dei gruppi e<br />

dei movimenti, delle associazioni e delle<br />

istituzioni, mi sembra sia stata ampia,<br />

anche se con accentuazioni e dimensioni<br />

diverse.<br />

Il periodo della Quaresima 2000 è stato<br />

caratterizzato dai pellegrinaggi giubilari<br />

delle foranie, che si ritrovavano a<br />

gruppi nella chiesa cattedrale, con una<br />

prima tappa nella grotta del Seminario.<br />

«Per quanti hanno partecipato — ha affermato<br />

don Marco Pizzol, parroco di<br />

Codogné e vicario della forania Pontebbana,<br />

al settimanale diocesano «L'Azione»<br />

— è stata un'esperienza significativa,<br />

molto valida. Ed è stato utile anche<br />

incontrarsi con altre foranie e vivere così<br />

la dimensione di Chiesa. Inoltre queste<br />

occasioni possono essere utili per far<br />

emergere il positivo che c'è nelle nostre<br />

comunità, un po' come la Giornata<br />

mondiale della gioventù ha fatto risaltare<br />

il tanto di positivo che c'è nei giovani<br />

d'oggi.<br />

«E questo aiuta ad evitare il rischio di<br />

piangersi addosso, di ripiegarsi su di sé<br />

guardando alle fatiche e ai limiti. I frutti<br />

che si colgono in questi momenti sono<br />

destinati poi a produrre altri frutti nelle<br />

singole parrocchie».<br />

«Gli impegni più urgenti — ha ricordato<br />

il Vescovo — vorrei focalizzarli nella<br />

pastorale familiare e giovanile, condizione<br />

indispensabile anche per una ripresa<br />

di vocazioni al sacerdozio, al diaconato<br />

e alla vita religiosa e consacrata».<br />

CLAUDIO ZERBETTO


L'OSSERVATORE IBRI<br />

PAGINA<br />

8 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Mercoledì 17 Gennaio 2001<br />

Manifesto del 1919:<br />

«L'Armata Rossa<br />

è la difesa<br />

della Rivoluzione proletaria»;<br />

sotto: «Veduta della Piazza Rossa»,<br />

litografia di J. Arpu<br />

Nel volume «La mia Russia» di Dmitrij Sergeevic Lichacev edito da Einaudi<br />

Una galleria di personaggi ordinari e straordinari<br />

che le drammatiche vicende storiche<br />

hanno strappato alla normalità della vita<br />

ROBERTO MOROZZO<br />

DELLA ROCCA<br />

In Russia un recente sondaggio sui<br />

personaggi più significativi del Novecento<br />

attribuiva il primo posto a Lenin<br />

(14%), seguito da Stalin e Sacharov.<br />

Probabilmente poco si tratta di nostalgia<br />

del comunismo. Lenin e Stalin rappresentano<br />

nella memoria russa soprattutto<br />

un'epoca di grandezza e di prestigio,<br />

umiliata dagli avvenimenti dell'ultimo<br />

decennio. Al tempo stesso però il sondaggio<br />

indica una scarsa coscienza degli<br />

orrori della storia russa, specie tra la rivoluzione<br />

bolscevica e la morte di Stalin.<br />

Tali orrori, se ben conosciuti, dovrebbero<br />

mettere in guardia i cittadini<br />

russi da qualsiasi tipo di nostalgia per gli<br />

anni di Lenin e soprattutto di Stalin.<br />

Su questo giornale veniva recensito<br />

due anni fa un pregevole libro fotografico<br />

di Jurij Brodskij sulle isole Solovki,<br />

trasformate nel protolager di Stalin. Le<br />

Solovki funsero infatti da modello per il<br />

sistema dei gulag. Il libro, edito presso<br />

La Casa di Matriona, era uscito in lingua<br />

italiana in mancanza di una edizione<br />

nella madrelingua del curatore, evidentemente<br />

non gradita alla cultura russa.<br />

Se, poi, ci si reca alle Solovki, si rimane<br />

stupiti dello scarso interesse pubblico<br />

per la memoria dell'olocausto, là<br />

avvenuto, di decine di migliaia di persone,<br />

tra cui una parte notevole dell'intellighentsia<br />

russa e la maggioranza dei<br />

Vescovi ortodossi russi. Attualmente il<br />

famoso monastero delle Solovki è ripopolato<br />

di monaci, che in apparenza non<br />

prestano molta attenzione alla memoria<br />

del lager, malgrado la loro stessa comunitàvisiastataannientataneglianniVenti<br />

e Trenta, dopo essere stata spossessata<br />

del monastero e delle isole da essi<br />

portate alla civiltà nei secoli precedenti.<br />

Peraltro la vicenda delle Solovki è ben<br />

presente alla mente di tutta la vecchia<br />

generazione di russi. Nelle memorie dell'accademico<br />

Dmitrij S. Lichacev, rapidamente<br />

divenute un successo editoriale<br />

mondiale, e tradotte ora in italiano con<br />

il titolo La mia Russia (Torino, Einaudi,<br />

2000, pp. 405, L. 38.000) le stupende ma<br />

gelide isole del mar Bianco occupano<br />

uno spazio centrale. Qui Lichacev fu<br />

prigioniero dal 1928 al 1932. La sua descrizione<br />

delle Solovki è, in virtù dell'esperienza<br />

diretta, più articolata di quella<br />

del succitato libro fotografico (ma i due<br />

libri potrebbero essere letti in modo<br />

complementare).<br />

Lichacev rischiò più volte di morire<br />

alle Solovki. Si salvò — e fu tra i pochi<br />

— per una serie quasi incredibile di<br />

coincidenze fortunate e per l'aiuto di altri<br />

detenuti che avevano un qualche<br />

ruolo nell'organizzazione del lager e lo<br />

trattavano come amico. In qualche modo<br />

la vecchia società borghese prerivoluzionaria,<br />

in cui si riconosceva una notevole<br />

parte dei prigionieri, giovani o anziani<br />

che fossero, sviluppava inattese solidarietà.<br />

Lichacev proveniva dalla borghesia<br />

pietroburghese, aveva compiuto<br />

studi umanistici, era stato arrestato su<br />

delazione perché si ritrovava con alcuni<br />

amici in un informale circolo culturale,<br />

secondo gli usi della intellighentsia della<br />

città che amava libere discussioni e dibattiti<br />

di ogni tipo, e in ogni luogo, come<br />

palestra per la crescita dell'ingegno<br />

e della conoscenza.<br />

Le cento e più pagine che Lichacev<br />

dedica alle Solovki sono avvincenti, anche<br />

perché Lichacev, un «grande» della<br />

cultura europea del Novecento, scrive in<br />

maniera magistrale e la traduttrice,<br />

Claudia Zonghetti, riesce a rendere la<br />

complessità e finezza del suo stile. Una<br />

sola citazione per introdurre all'atmosfera<br />

delle isole del martirio:<br />

«Le Solovki erano esattamente il luogo<br />

in cui l'uomo si trovava di fronte il<br />

prodigio e la quotidianità, il passato del<br />

monastero e il presente del lager, e gente<br />

di ogni morale, dalla più nobile alla<br />

più spregevole. C'erano rappresentanti<br />

delle più diverse etnie e delle più svariate<br />

professioni, passate e presenti. Era il<br />

punto di incontro di due epoche: quella<br />

prerivoluzionaria e quella contemporanea,<br />

tipica degli anni Venti e dei primi<br />

anni Trenta.<br />

«La vita alle Solovki era tanto assurda<br />

da non parere vera. “Qui tutto si confonde<br />

in un incubo terribile”, si cantava<br />

in una delle canzoni del lager.<br />

«...Era un grande paradiso naturalistico,<br />

ma nel contempo un grande inferno<br />

per detenuti di ogni rango, ceto e nazionalità!<br />

In quel mondo di santità e pecca-<br />

nire il suo amor patrio e il suo rimpianto<br />

dinanzi ad un mondo di grande cultura<br />

di cui ha potuto osservare la scomparsa.<br />

E del quale, si potrebbe aggiungere,<br />

egli, nato nel 1906 e morto nel<br />

1999, è rimasto a lungo un solitario continuatore,<br />

riconosciuto come tale da varie<br />

Università e Accademie del mondo<br />

che lo hanno insignito di prestigiosi riconoscimenti.<br />

Lichacev come storico, filologo,<br />

critico letterario e critico d'arte, è<br />

stato il maggior studioso della cultura<br />

medievale russa, capace di geniali collegamenti<br />

tra mondo antico e moderno.<br />

Ma è stato anche un difensore strenuo<br />

della conservazione dei monumenti russi,<br />

in particolare di chiese e monasteri, e<br />

non era facile esserlo per un uomo che<br />

non si è mai piegato al comunismo e alla<br />

disciplina di partito. La fama internazionale,<br />

e la stima goduta anche da parte<br />

dei migliori studiosi russi, lo proteggeva<br />

in qualche modo, ma il coraggio<br />

era sempre necessario, anche perché Lichacev<br />

si muoveva da persona libera.<br />

Difendeva i colleghi sottoposti a stroncature<br />

e processi ideologici. Collaborava<br />

ad opere come Arcipelago Gulag di Solzeniecyn<br />

(per la parte sulle Solovki). An-<br />

«L'arte della fuga di Johann Sebastian Bach» di Hans-Eberhard Dentler<br />

Un libro che unisce musica, matematica e filosofia<br />

ANTONIO BRAGA<br />

A duecentocinquanta anni dalla morte<br />

di Johann Sebastian Bach, tra commemorazioni,<br />

memorie e registrazioni<br />

di dischi, ne cogliamo alcune che hanno<br />

una particolare impronta, e costituiscono<br />

di per sé momenti di studio attorno<br />

all'occasione celebrativa.<br />

Innanzitutto, tra gli scritti, ne notiamo<br />

uno che unisce musica, matematica<br />

e filosofia: un lavoro di Hans-Eberhard<br />

Dentler, dedicato alla più alta<br />

vetta tecnica del grande compositore,<br />

«L'Artedellafuga» (Hans-Eberhard Dentler,<br />

L'Arte della fuga di Johann Sebastian<br />

Bach,AccademiaNazionaledi SantaCecilia,Skira,Roma,2000,pagg.<br />

166).<br />

L'autore parte dal concetto di enigma,<br />

così com'era sviluppato nel mondo<br />

antico, e lo rapporta al ritratto «enigmatico»<br />

di Bach, come motivo conduttore<br />

che porterà, alla fine della vita, a<br />

sviluppare proprio con l'«Arte della fuga»<br />

il suo capolavoro di tecnica musicale.<br />

Siamo agli antipodi di quanto è<br />

stato scritto fino alla seconda metà del<br />

secolo XX, quando Luc-André Marcel<br />

poteva dire, con sincero lirismo, a proposito<br />

di questa grande partitura:<br />

«Là, tout est prodigieux, et d'abord<br />

l'air qu'on y respire, limpide, decanté.<br />

Le moindre détail s'y cerne de lumière,<br />

y prend une saveur exquise...». È la<br />

forma francese di avvicinare Bach; con<br />

il tedesco, non vi è spazio alle espressioni<br />

poetiche, e tutto deve risultare come<br />

lo svolgimento di un fatto predestinato.<br />

Il Dentler deve andare a ritroso<br />

nel tempo, per trovare le origini di una<br />

così importante opera dell'ingegno<br />

umano, di questa «architettura di suo-<br />

to, di celeste e di terreno, natura e uomo<br />

erano uniti da una somiglianza inconsueta».<br />

Peraltro il volume autobiografico di<br />

Lichacev contiene molto più che un affresco<br />

delle Solovki. Nella parte iniziale<br />

si trova una descrizione della società<br />

pietroburghese alla vigilia della prima<br />

guerra mondiale e della rivoluzione, attraverso<br />

ricordi di famiglia. L'infanzia<br />

felice del piccolo Dmitrij è vissuta in<br />

una società che va aprendosi ad un relativo<br />

benessere, dove molti possono già<br />

permettersi la dacia estiva, e dove pochi<br />

diversi coesistono, se non d'amore, almeno<br />

nel mutuo rispetto imposto dal<br />

quadro fornito dall'impero multinazionale.<br />

A Pietroburgo la cultura sembra particolarmente<br />

diffusa e raggiunge alte<br />

vette espressive. È il «secolo d'argento»<br />

della cultura russa, che poi non è un secolo<br />

ma solo il primo quarto del Novecento,<br />

bruscamente chiuso dall'avvento<br />

di Stalin, dalle persecuzioni e dall'esilio<br />

di tanti intellettuali.<br />

Le pagine di Lichacev si leggono volentieri<br />

per la loro serenità, che non è<br />

distacco e non è selettivo addolcimento<br />

della memoria ma pietas: questo termine<br />

religioso usa infatti l'autore per defi-<br />

ni» che solleva la forma della fuga al<br />

primo posto delle umane possibilità in<br />

musica. Da Pitagora e dal pensiero pitagorico<br />

sorgono le prime luci di quest'opera<br />

che riassume secoli di pensiero.<br />

Ma non è solo una supposizione:<br />

Bach aveva tra i suoi amici un vero pitagorico,<br />

Johann Matthias Gesner, rettore<br />

della Thomasschule tra il 1730 ed<br />

il '34, anni in cui il grande Kantor sviluppava<br />

a Lipsia i suoi cànoni compositivi,<br />

per portarli a conclusioni che divennero<br />

come invalicabili per i successori.<br />

Tramite il Mizler, ex allievo del<br />

Gesner, e poi di Bach, incontriamo uno<br />

studioso che seppe unire matematica,<br />

filosofia e musica nella Università di<br />

Lipsia; e, nello stesso tempo, redasse la<br />

«Musikalische Biblioteck», che è un indice<br />

delle fonti per le teorie musicali pitagoriche.<br />

Inoltre diede vita ad una Accademia<br />

cui partecipò anche il Bach,<br />

tutti prendendo nomi di antichi Greci,<br />

come Terpandro, Archimede, Socrate<br />

ed Aristobulo.<br />

Un suo poema, certamente conosciutoda<br />

Bach,circolòtragli allievi ed amici,<br />

finché non fu pubblicato nella raccolta,<br />

dopo la morte del compositore.<br />

Passando in rivista nei secoli successivi<br />

il pensiero di alcuni pitagorici, il<br />

Mizler scriveva all'epoca della fondazione<br />

della Società: «Se vogliamo convincerci<br />

del tutto delle verità musicali,<br />

dobbiamo aggiungere anche la conoscenza<br />

matematica, quale supremo grado<br />

della sapienza umana».<br />

Passando attraverso le personalità<br />

che spinsero Bach a questa altissima<br />

elaborazione di un tema musicale, incontriamo<br />

altri grandi ingegni, quali il<br />

matematico Erhard Weigel, che inten-<br />

cora nel 1975 e 1976 accadde a Lichacev<br />

di essere aggredito e di subire un attentato<br />

incendiario al suo appartamento,<br />

fatti su cui la polizia fece solo finta di<br />

indagare, né egli ebbe illusione che lo<br />

facesse.<br />

A Lichacev, ormai anziano, non interessava<br />

appartenere alla dissidenza, era<br />

distaccato dalla politica e sempre preso<br />

dalla ricerca scientifica, campo nel quale<br />

riteneva di potere rendere i migliori<br />

servizi all'amata Russia. Dall'autobiografia<br />

si evince come i suoi sentimenti più<br />

profondi fossero quelli dell'amor di patria<br />

e dell'amore per quanto la sua patria<br />

possedeva; le testimonianze del passato,<br />

le antiche chiese e monasteri, le<br />

biblioteche, le realizzazioni delle generazioni<br />

precedenti (fossero anche le meraviglie<br />

di ingegneria idraulica degli antichi<br />

monaci delle Solovki, su cui si sofferma),<br />

quanto concerneva i monumenti<br />

materiali e spirituali della storia russa. Il<br />

comunismo era per Lichacev, prima che<br />

un abbrutimento della politica e del diritto,<br />

la negazione della «bellezza» della<br />

Russia, per via delle distruzioni di uomini<br />

e monumenti e per via di una cultura<br />

monologica che privava della polifonia<br />

della libertà.<br />

deva costruire una teoria etica del numero,<br />

portata avanti dal Leibniz, che<br />

assisteva alle sue lezioni. Tuttavia non<br />

fu costui il punto di partenza dell'ampliamento<br />

degli statuti societari, ma<br />

Ludovico Antonio Muratori, tradotto in<br />

tedesco dal Mizler, con il suo terzo libro<br />

della «Perfetta poesia italiana».<br />

L'italiano stigmatizzava — al pari di<br />

Cicerone ai suoi tempi —, l'indebolimento<br />

della musica, per colpa del teatro<br />

musicale; ed aggiungeva: «Verranno,<br />

però, come io spero, tempi più saggi,<br />

che forgeranno una nuova musica,<br />

e le renderanno quella maestà, quell'onore<br />

e quel decoro di cui essa ha assoluto<br />

bisogno per ridestare il “piacere razionale”...».<br />

Bach, parte attiva di queste idee, e<br />

s'immerge nello stylus antiquus dettato<br />

dal grande trattato di Johann Joseph<br />

Fux, il «Gradus ad Parnassum», pubblicato<br />

nel 1725. Partendo al «modello venerato»<br />

del Palestrina, il Fux dava un<br />

supporto didattico fondamentale a chi<br />

volesse penetrare nella foresta del contrappunto<br />

e della fuga. E attraverso<br />

quest'opera, Bach giungeva alle conclusioni,<br />

annotate sulla Bibbia casalinga:<br />

«In una musica devota Dio è sempre<br />

presente con la sua Grazia».<br />

Unire tecnica e fede era stato il suo<br />

pensiero costante: con questa monumentale<br />

«Arte della fuga» si realizza il<br />

teorema che unisce filosofia, teologia,<br />

matematica e musica. Il pensiero pitagorico<br />

incide su Bach anche nella destinazione<br />

ad una forma strumentale.<br />

Conclude il Dentler, che questa costruzione<br />

straordinaria ha «Come l'enigma<br />

della Sfinge, a che fare con l'enigma<br />

più antico, l'enigma della vita».<br />

Lichacev era un uomo vigoroso, non<br />

viveva di ricorsi ma lottava costantemente<br />

per i suoi obiettivi e ideali. In altri<br />

termini, non era un vecchio nostalgico.<br />

Tuttavia proprio il passato era per<br />

Lichacev il pegno dell'esistenza, nobiltà<br />

e bellezza della Russia stravolta dal regime<br />

sovietico.<br />

Peraltro il passato non doveva soffrire<br />

censure. Tutto il vissuto, nel bene e nel<br />

male, doveva rimanere nella memoria,<br />

senza revisionismi e conseguenti distruzioni.<br />

Così Lichacev commenta alcuni<br />

restauri in corso alle Solovki, quando<br />

nel 1966, con sua grande emozione, ha<br />

l'occasione di ritornare sulle isole nel<br />

quadro di un convegno scientifico ad<br />

Archangel'sk:<br />

«A capo dei restauri c'era una signora<br />

di Mosca che ...riteneva che il restauro<br />

andasse fatto riportando il monumento<br />

“a un determinato momento della sua<br />

vita”. Che spesso significava la morte<br />

del monumento in questione. È mia opinione<br />

che... restaurare significa prolungare<br />

la vita del monumento e conservare<br />

quanto esso ha di più prezioso».<br />

Meraviglia che le memorie di Lichacev,<br />

costruite sul filo rosso della sua<br />

persona, dedichino scarso spazio agli interessi<br />

culturali dell'autore. Ma Lichacev<br />

vuole raccontare «la sua Russia», non se<br />

stesso. Così dopo l'evocazione della cultura<br />

pietroburghese di inizio secolo, dopo<br />

la paradigmatica descrizione delle<br />

Solovki, il volume è dedicato in larga<br />

parte all'assedio di Leningrado, con toni<br />

di estrema crudezza. Lichacev teme che<br />

i milioni di morti per fame di Leningrado<br />

vengano dimenticati, così come già<br />

nella storiografia ufficiale sovietica erano<br />

stati drasticamente ridimensionati nel<br />

numero e nelle sofferenze. Peraltro egli<br />

soprattutto descrive, non accusa. Ma descrive<br />

fatti strazianti:<br />

«Ai cadaveri rimasti per strada tagliavano<br />

le parti tenere. Iniziava i cannibalismo.<br />

Prima li spogliavano, poi li spolpavano<br />

fino alle ossa, anche se erano praticamente<br />

senza carni. Quei corpi nudi e<br />

mutilati facevano orrore.<br />

«Il cannibalismo non era però diffuso.<br />

Ed era prevalentemente inconsapevole.<br />

Chi sezionava i cadaveri raramente si<br />

nutriva di quella carne: la vendeva, truffando<br />

l'acquirente, o la portava ai propri<br />

cari per salvar loro la vita, poiché la<br />

cosa più importante era procurarsi l'albumina.<br />

E non si sapeva dove prenderne.<br />

Quando hai un bambino che sta morendo<br />

e sai che può salvarlo solo la carne,<br />

ne tagli anche da un cadavere... Ma<br />

c'era anche chi uccideva per poi rivendere<br />

la carne della vittima...<br />

«Facevano paura i nuovi bombardamenti<br />

dell'aviazione tedesca? Chi potevano<br />

spaventare? Non c'era nulla da<br />

perdere. Solo chi sta morendo di fame<br />

vive una vita vera, può commettere cattiverie<br />

inaudite o inauditi atti di sacrificio<br />

senza paura della morte. Il cervello<br />

è l'ultimo a morire: si spegne solo dopo<br />

la coscienza, la paura, la capacità di<br />

deambulare e di provare sentimenti in<br />

alcuni, o, in altri, dopo che sono morti<br />

l'egoismo, l'istinto di autoconservazione,<br />

la viltà, il dolore».<br />

Ciò che Lichacev maggiormente desidera<br />

è tramandare nomi e volti. Le sue<br />

pagine sono piene di ritratti di personaggi<br />

ordinari e straordinari, e la storia russa<br />

vi appare come una galleria di uomini<br />

e donne che le drammatiche vicende<br />

storiche hanno strappato alla normalità<br />

della vita, chiamando a scegliere tra il<br />

bene e il male in condizioni laceranti,<br />

laddove forse chi ha scelto il male otterrà,<br />

nel giudizio divino, maggiore misericordia,<br />

e chi ha scelto il bene lo ha fatto<br />

con raro eroismo. Per citare ancora i<br />

giorni di Leningrado, in cui egli stesso<br />

rischiò di morire per fame e sopravvisse,<br />

immobilizzato dalla mancanza di<br />

qualsiasi energia e dalla distrofia da fame,<br />

grazie alle residue energie della moglie:<br />

«In casa nostra morirono alcune famiglie<br />

di operai della Putilov. Trofim Kondrat'evic,<br />

il nostro portinaio, si tenne le<br />

loro tessere, e in un primo momento ebbe<br />

salva la salute. Sul nostro stesso pianerottolo,<br />

nell'appartamento dei Kolosovskij<br />

accadevano cose tremende. Una<br />

donna (Zina la conosceva) raccoglieva in<br />

casa sua i figli degli operai della Putilov<br />

(i figli sopravvissuti ai genitori poiché<br />

questi si toglievano il pane di bocca per<br />

loro), requisiva le loro tessere, ma... ma<br />

non dava loro da mangiare. Li teneva<br />

chiusi in casa, I bambini, stremati, non<br />

riuscivano nemmeno ad alzarsi dal letto:<br />

se ne stavano coricati in silenzio, e in silenzio<br />

morivano, i loro corpi restavano<br />

dov'erano fino al mese successivo, finché<br />

non erano state riscosse le nuove<br />

tessere. In primavera quella donna sfollò<br />

ad Archangel'sk».<br />

Lichacev non appare, nelle sue memorie,<br />

molto legato alla pratica religiosa,<br />

benché, da russo autentico, avverta<br />

un legame viscerale con la Chiesa ortodossa,<br />

le sue tradizioni, i suoi templi, e<br />

soffra al vederla perseguitata. In ogni<br />

caso la pietas per l'uomo e per le sue<br />

sofferenze, il dolore per quanti venivano<br />

arrestati e deportati, la passione anche<br />

estetica per la civiltà, l'amor patrio unito<br />

a rispetto per ogni popolo, l'incorrotta<br />

forza morale pur nel peggio del «secolo<br />

breve», lo qualificano certamente in<br />

alto senso spirituale.<br />

Introduzione alla poesia<br />

greca contemporanea<br />

Due Nobel letterari scandiscono il Novecento lirico<br />

greco: Sefèria (1963) ed Elitis (1979). Ma per<br />

introdurre il lettore al gusto della poesia greca<br />

contemporanea, Tino Sangiglio, che in tal campo<br />

è docente universitario a Trieste e ha analizzato<br />

e tradotto intere antologie (più appunti, momenti,<br />

frammenti, figure e protagonisti), s'è rifatto alle<br />

origini e sigla un saggio dove l'ampia vicenda<br />

Tino Sangiglio<br />

Poesia greca<br />

contemporanea<br />

Stella<br />

Arti Grafiche<br />

poetica e il lungo processo di affinamento e di continua rinascita della creazione<br />

in versi della nazione greca è visto nella prospettiva dei secoli. La<br />

porta della modernità non si è aperta da poco, infatti: perciò è stato giusto<br />

implicare fonti e scaturigini, e così, via via rassegnando epoche ed età, stagioni<br />

e ragioni, storia degli uomini e della lingua, storie di prassi e di classi,<br />

giungere all'oggi cui è infine riservata un'analisi particolareggiata e toccante.<br />

Non solo dei nomi, ma anche dei temi, dal momento che nel sigillo<br />

d'una perenne grecità, la civiltà e i costumi, le parole e l'anima della «produzione»<br />

vagliata (e poi ampiamente antologizzata). I nomi sono tappe e al<br />

tempo stesso abbrivi per nuove esperienze. Così si parte da Kavàfis (poeta<br />

dalla sensibilità decadente e dallo stile tanto raffinato quanto estenuante)<br />

per giungere a Sefèria (tardo simbolista dalle sofferte meditazioni esistenziali<br />

sui tragici eventi della storia). Da qui si riparte con Thèmelis (titolare<br />

di una lirica sostanziata di alta spiritualità, tra sostrato filosofico e pensiero<br />

metafisico) e Ritsos (dall'impegno politico e dalla forte tensione lirica). Poi,<br />

dopo Elitis (la cui poesia, muovendo dalla tradizione, riproduce con toni,<br />

forza, chiarezza e vivacità la lotta dell'uomo libero e creativo) ecco i «nuovissimi»,<br />

cioè a dire il magma comunque grande e geniale dei nomi più recenti<br />

e promettenti. (claudio toscani)<br />

Tino Sangiglio, Poesia greca contemporanea. Considerazioni e testi, Trieste,<br />

Stella Arti Grafiche, 2000, pp. 255, s.i.p.<br />

AA. VV.<br />

Gli Ordini<br />

Mendicanti<br />

Val D'Elsa<br />

Società storica<br />

della Val D'Elsa<br />

Gli Ordini Mendicanti<br />

in Toscana<br />

La nascita degli Ordini Mendicanti ha segnato<br />

una nuova tappa nella storia della Chiesa, fino<br />

allora caratterizzata dal monachesimo nelle sue<br />

diverse forme e articolazioni. La loro originalità<br />

suscita non poche apprensioni anche in alti vertici<br />

della gerarchia, ma tanto san Francesco quanto<br />

san Domenico garantirono che il nuovo genere<br />

di vita religiosa non era in contrasto con il Van-<br />

gelo né con i canoni della vita monastica. Per quanto concerne l'Ordine<br />

francescano questo dalla «natia» Umbria si sparse in un baleno nelle regioni<br />

prima finitime e poi in quelle d'Europa sia Occidentale che Orientale. La<br />

Toscana è stata una seconda «culla» privilegiata, come testimoniano le<br />

chiese e i numerosi conventi che costellano la regione. Il triangolo Colle<br />

Val d'Elsa, Poggibonsi, San Gimignano è stato teatro di uno sviluppo florido<br />

e proficuo. I «fasti» sono stati rievocati in un convegno di studio svoltosi nel<br />

giugno 1996 e i cui atti sono stati editi con cura dalla Società storica della<br />

Valdelsa. Il convegno è stato animato da quindici studiosi che hanno compiuto<br />

una dettagliata ricognizione nei primi secoli del francescanesimo,<br />

grosso modo dal 1200 al 1400. I mendicanti non solo sono stati docili alle<br />

direttive della Chiesa ma si sono dinamicamente inseriti nel tessuto sociale<br />

e urbano. Come era logico, nel convegno sono state evocate alcune personalità<br />

di spicco del distretto, tra cui il beato Bartolo da San Gimignano, il<br />

celebre predicatore fra Giacomo da Tresanti e Bartolomeo da Colle. Sono<br />

state evidenziate le linee maestre che hanno condotto alla costruzione di<br />

chiese e di conventi che restano come esempio d'architettura religiosa di<br />

quei secoli. Nel territorio la presenza degli Ordini Mendicanti è stata altamente<br />

positiva per la cultura e la religiosità della popolazione. Quella storia,<br />

in fondo, è uno spicchio luminoso di ciò che gli ordini religiosi sono<br />

stati capaci di fare. (gino concetti)<br />

AA.VV., Gli ordini mendicanti — Val D'Elsa. Atti del Convegno di studio, 6-7-<br />

8 giugno 1996, Castelfiorentino, Società storica della Val d'Elsa, 1999-2000,<br />

pp. 365, L. 40.000<br />

Stimigliano: le preziose<br />

memorie di un'«Italia minore»<br />

Spesso i piccoli centri sono ricchi di storia, di tradizioni<br />

e di testimonianza artistiche, un patrimonio<br />

che rischia di perdersi, se qualcuno non dedica<br />

la sua attenzione ai fatti, apparentemente di<br />

poco conto, che questi paesi nascondono all'interno<br />

delle loro mura. Per questo motivo hanno<br />

svolto sempre un'opera meritoria tanti studiosi<br />

locali, autori di pubblicazioni non di rado di diffi-<br />

Alberto Comaschi<br />

Stimigliano<br />

nella storia<br />

Colligrafik<br />

cile reperimento e di limitata diffusione, ma che costituiscono preziose memorie<br />

per conoscere meglio tanti aspetti di un'Italia «minore», che rischierebbero<br />

l'oblio, fagocitati dalla spersonalizzata società tecnologica. In questo<br />

tipo di monografie si inserisce a pieno diritto un recente volume di Alberto<br />

Comaschi, dedicato ad un ridente centro laziale della Sabina, Stimigliano,<br />

di cui l'autore, dopo anni di ricerche, delinea per la prima volta le<br />

coordinate storiche ed artistiche, dalle origini romane all'età longobarda e<br />

comunale, dalla signoria degli Orsini alla stesura di un importante statuto<br />

nel Cinquecento, per giungere via via fino ai giorni nostri, al tranquillo paese,<br />

che conta poco meno di duemila anime. Molti sono i documenti d'archivio<br />

le fonti citate da Comaschi, che in appendice riporta anche tutte le iscrizioni<br />

note, dall'età romana alla fine del Seicento, che egli ha attentamente<br />

ricercato e controllato, riscontrando purtroppo l'irreperibilità di un certo numero<br />

di questi interessanti documenti. Un intero capitolo è dedicato alle<br />

istituzioni assistenziali e alle opere pubbliche attestate a Stimigliano, mentre<br />

un altro riguarda le chiese e le confraternite, che raggiunsero il numero<br />

di dieci e che per lo più furono fondate fra i secoli XVII e XVIII. Fra gli edifici<br />

di culto, si segnala la chiesa cimiteriale di s. Valentino, la più antica documentata<br />

in paese, la cui fondazione è legata al nome della patrizia Galla,<br />

figlia di Quinto Aurelio Simmaco, ed è posta nella prima metà del secolo.<br />

Da qui proviene un frammento di sarcofago paleocristiano con la scena dei<br />

tre giovani ebrei di Babilonia,narratanellibrodiDaniele.(danilomazzoleni)<br />

Alberto Comaschi, Stimigliano nella storia, Poggio Mirteto, Colligrafik, 2000,<br />

pp. 128, s.i.p.<br />

AA. VV.<br />

Eucaristia<br />

e<br />

matrimonio<br />

Città Nuova<br />

Il mistero nuziale<br />

dell'Eucarestia<br />

Oltre l'Esortazione apostolica «Familiaris consortio»,<br />

con vari altri interventi magisteriali Giovanni<br />

Paolo II ha lumeggiato il pregio del matrimonio<br />

cristiano, dove «l'amore viene comandato e diventa<br />

santo» (A. Manzoni). Alle stesse nozze di<br />

Cana (cfr Gv 2,1) Gesù con la sua presenza ha<br />

benedetto quel rito, cambiando l'acqua in vino;<br />

così al banchetto nuziale l'intervento si fa augu-<br />

rale ed efficace, per cui l'amore umano (eros) si trasforma in amore divino<br />

(Caritas), mediante la partecipazione al banchetto eucaristico (agape) dove<br />

il Cristo vivifica con il suo Spirito e dona il suo corpo e il suo sangue in vero<br />

cibo e in vera bevanda (cfr Gv 6,56). Gesù donando tutto se stesso nutre<br />

il Corpo mistico, la Chiesa, in modo tale che il rito cristiano assurge — secondo<br />

l'Apostolo — a «magnum sacramentum» (Ef 5,32), cioè a simbolo della<br />

mistica unione di Cristo con la Chiesa sua sposa. Anticipo stupendo di<br />

quelle nozze eterne (cfr Ap 19,9) che si celebreranno nella Gerusalemme<br />

celeste, per cui la partecipazione all'Eucaristia nel Giorno del Signore ratifica<br />

la serena convivenza (indissolubilità) e la giusta crescita ed educazione<br />

della prole: in tal modo la famiglia cristiana diviene — secondo Giovanni<br />

Crisostomo — «una piccola chiesa domestica». Ne è una suggestiva presentazione<br />

di pastorale familiare l'autorevole compagine di vari interventi<br />

di autori — ben 15 in totale — che hanno prospettato la tematica del sacramento<br />

in relazione all'Eucaristia con significativi rilievi, pur differenziati nella<br />

loro struttura e concezione. Ha tutt'altro che nociuto la pluralità degli argomenti<br />

con la novità delle impostazioni: viene anzi offerta una chiave di<br />

lettura sempre più attenta e convincente. (arnaldo pedrini)<br />

AA. VV., Eucaristia e matrimonio: unico mistero nuziale, a cura di Renzo<br />

Bonetti, Roma, Città Nuova, 2000, pp. 342, L. 35.000


A ROMA<br />

PAGINA<br />

COMUNE È scontro tra maggioranza e opposizione<br />

Salta il dibattito<br />

sull'area metropolitana<br />

È scontro sempre più duro tra maggioranza<br />

e opposizione in Campidoglio.<br />

Lunedì, era previsto dalle ore 13 alle 20<br />

il dibattito ed eventualmente anche il<br />

voto sulle due delibere riguardanti l’istituzione<br />

dei municipi e la delimitazione<br />

dell’area metropolitana di Roma. Ma<br />

nell’aula «Giulio Cesare», il dibattito non<br />

è nemmeno iniziato: all’appello hanno<br />

risposto ventotto consiglieri di maggioranza<br />

(il numero legale è fissato a trentuno)<br />

mentre i consiglieri d’opposizione<br />

non hanno risposto all’appello.<br />

La conferenza dei capigruppo — alla<br />

quale non hanno preso parte gli esponenti<br />

del Polo — ha stabilito di riconvocare<br />

la seduta per martedì pomeriggio<br />

dalle 17 fino alla mezzanotte e per le<br />

giornate di giovedì e venerdì.<br />

Martedì pomeriggio, la maggioranza<br />

conta di votare la delibera sui municipi<br />

(per la quale sono necessari 41 voti, prevedendo<br />

una modifica dello statuto comunale)<br />

e di procedere con la discussione<br />

di quella sull’area metropolitana.<br />

Dal momento che circa 150 emendamenti<br />

sono stati presentati su questo secondo<br />

documento, è probabile che la<br />

votazione slitti a giovedì.<br />

«Ormai è chiaro — ha detto il coordinatore<br />

della maggioranza capitolina, Roberto<br />

Morassut — la destra è dominata<br />

dall’estremismo di An e di Storace.<br />

L’autonomia dei centristi, Forza Italia e<br />

Ccd è schiacciata, nonostante la disponibilità<br />

da essi mostrata sulla città metropolitana.<br />

La destra — ha proseguito Mo-<br />

Marta Russo:<br />

la nuova perizia<br />

non chiarisce<br />

i dubbi sullo sparo<br />

La particella trovata nella borsa di<br />

Salvatore Ferraro e quelle dell’innesco<br />

del proiettile che colpì Marta Russo sono<br />

simili sia qualitativamente che quantitativamente.<br />

Ma poiché non si può<br />

escludere l'azione di agenti inquinanti o<br />

di altri processi ambientali, non è possibile<br />

parlare di analogia. È questa la conclusione<br />

della perizia disposta dalla Corte<br />

d’Assise d’Appello per rintracciare<br />

uniformità o difformità tra le particelle,<br />

quelle dell’innesco e quella rintracciata<br />

nella borsa di Ferraro, imputato assieme<br />

a Giovanni Scattone per l’omicidio della<br />

studentessa.<br />

I tre periti dell’Università di Lecce,<br />

che avevano avuto dalla Corte d’Assise<br />

d’Appello l’incarico di approfondire la<br />

presunta similitudine fra le particelle,<br />

quelle dell’innesco e quella trovata nella<br />

borsa di Ferraro, dopo avere effettuato<br />

un’analisi quantitativa e strutturale, sono<br />

giunti alla conclusione che tra le particelle<br />

ci sarebbe una «similitudine qualitativa».<br />

Dal punto di vista quantitativo i tre<br />

esperti hanno rilevato che i rapporti tra<br />

piombo e fosforo e fosforo e calcio corrispondono<br />

entro il 30% col valore medio<br />

ottenuto sulla classe di particelle del<br />

proiettile. «In ogni caso — hanno osservato<br />

i periti — l’identità, nell’accezione<br />

della fisica degli stati condensati, è un<br />

concetto fisicamente inapplicabile per<br />

particelle disordinate del tipo da noi indagato».<br />

Lo stesso Ezio Zernar, il perito chimico<br />

che per primo aveva scoperto la particella<br />

nella borsa di Ferraro, aveva osservato<br />

che quel residuo era compatibile<br />

ma non esclusivo allo sparo.<br />

Ostia e Centocelle: al via<br />

le operazioni per rottamare<br />

i treni costruiti nel 1920<br />

Sono iniziati lunedì mattina i lavori di<br />

demolizione di una serie di materiali rotabili<br />

ormai in disuso in prossimità delle<br />

stazioni Lido Nord e Centocelle, rispettivamente<br />

delle ferrovie in concessione<br />

Roma-Lido e Roma-Pantano. Lo ha reso<br />

noto l’Atac S.p.a., spiegando che si tratta<br />

in totale di 56 tra rimorchi, carri, locomotrici<br />

diesel e motrici elettriche, fabbricati<br />

negli anni Venti e ormai dismessi.<br />

Sostanzialmente si tratta di un'operazione<br />

di bonifica che si svolge sotto il<br />

controllo dei tecnici della società di esercizio<br />

del trasporto metropolitano, Metroferro<br />

S.p.a. e sono state autorizzate<br />

dall’Ufficio speciale dei trasporti ad impianti<br />

fissi del ministero dei Trasporti.<br />

Riferendosi ad alcune proteste, nella<br />

zona di Ostia, la Metroferro ha sottolineato<br />

che non esiste alcun pericolo e<br />

che le operazioni verranno effettuate in<br />

orari diurni e dureranno al massimo<br />

venti giorni. «Con questo intervento —<br />

ha commentato l’amministratore, Mario<br />

Di Carlo — si conclude una importante<br />

operazione di bonifiche di aree urbane<br />

iniziata alcuni anni fa.<br />

Sono stupito dalle proteste e che restituirà<br />

un’area degradata alla società<br />

civile».<br />

9 .<br />

rassut — vuole svuotare l’aula “Giulio<br />

Cesare” prima del legale scioglimento<br />

previsto per il 28 gennaio prossimo».<br />

«Il consiglio comunale era convocato<br />

per le ore 13 — ha replicato il capogruppo<br />

del Ccd, Dino Gasperini — e<br />

un’ora di attesa è stato un termine sufficientemente<br />

vergognoso. Abbiamo quindi<br />

pensato di fare capire ai romani che<br />

la maggioranza capitolina non c’è più.<br />

Se la maggioranza ha i numeri, lo dimostri.<br />

Secondo noi il consiglio andava<br />

chiuso contemporaneamente alle dimissioni<br />

del sindaco».<br />

Emergenza idrica<br />

a Fiuggi per guasto<br />

ad una tubatura<br />

È emergenza idrica a Fiuggi<br />

per un guasto a una conduttura.<br />

Uno smottamento ha provocato la<br />

rottura di una tubatura e diversi<br />

quartieri con centinaia di utenti<br />

nella parte alta della cittadina sono<br />

da alcuni giorni con i rubinetti<br />

a secco.<br />

«La rete idrica della città — ha<br />

detto il sindaco — deve essere migliorata<br />

e dobbiamo subito trovare<br />

le risorse per realizzare un progetto<br />

finalizzato a evitare tanti<br />

problemi alla popolazione».<br />

SANITÀ Il Rito di Benedizione presieduto dall'Arcivescovo Leonardo Sandri, Sostituto della Segreteria di Stato<br />

Posta all'ospedale Bambino Gesù<br />

la prima pietra del Centro di Neuroscienze<br />

FABRIZIO CONTESSA<br />

Dal Giubileo alla condivisione della<br />

sofferenza, dalla Porta Santa alla carità<br />

del Buon Samaritano: queste le immagini<br />

che lunedì l'Arcivescovo Leonardo<br />

Sandri, Sostituto della Segreteria<br />

di Stato, ha suggerito durante la<br />

breve cerimonia per la posa della prima<br />

pietra del Centro di Neuroscienze<br />

dell'Ospedale pediatrico Bambino Gesú.<br />

Una struttura, ha detto il presule,<br />

che renderà ancora più evidente «l'amore<br />

della Chiesa verso i più piccoli»,<br />

un segno concreto di carità per non disperdere<br />

i frutti e l'entusiasmo del Giubileo.<br />

Non a caso, infatti, la pietra posta<br />

a fondamento del nuovo edificio<br />

proviene dalla Porta Santa del Giubileo<br />

da poco concluso: il muro di essa fu<br />

eretto al termine del Giubileo Straordinario<br />

del 1983-1984.<br />

Al Rito di Benedizione della prima<br />

pietra hanno assistito, tra gli altri, l'Arcivescovo<br />

Claudio Maria Celli, Segretario<br />

dell'Amministrazione del Patrimonio<br />

della Sede Apostolica; l'Arcivescovo<br />

Francesco Marchisano, Presidente<br />

della Pontificia Commissione per i Beni<br />

Culturali della Chiesa; il prof. Adriano<br />

Bompiani, presidente dell'ospedale<br />

Bambino Gesù, insieme con il segretario<br />

generale Francesco Silvano.<br />

Una volta completato, grazie anche<br />

al contributo di una ditta privata, il<br />

nuovo Centro di Neuroscienze accorperà<br />

in un unico edificio tutte le spe-<br />

CRIMINALITÀ L'uomo era stato anche sequestrato<br />

Taglieggiavano un commerciante<br />

in pensione: quattro arresti<br />

Estorsione, rapine, e furti d'auto:<br />

quella di lunedì è stata una giornata caratterizzata<br />

da diversi episodi legati alla<br />

criminalità.<br />

Il primo ha avuto per vittima un ex<br />

commerciante che, con minacce e percosse,<br />

da tempo veniva costretto da<br />

un'organizzazione composta di tre slavi<br />

e un italiano a firmare effetti cambiari<br />

con scadenza mensile: dall’ottobre scorso<br />

gli avevano già estorto 30 milioni di<br />

lire. Ma lunedì i quattro sono stati arrestati<br />

dai Carabinieri e ora dovranno rispondere<br />

di sequestro di persona e ricet-<br />

Rapina in banca<br />

con sparatoria:<br />

in manette 3 persone<br />

Tre rapinatori sono stati arrestati<br />

martedì mattina dalla Polizia<br />

dopo aver rapinato una banca a<br />

san Basilio e aver sparato dall’interno<br />

dell’istituto contro l’equipaggio<br />

di una volante. I rapinatori,<br />

armati di pistole e taglierini,<br />

avevano già preso i soldi quando<br />

davanti alla banca, dopo che era<br />

scattato l’allarme, sono arrivati i<br />

poliziotti. Quando si sono accorti<br />

dell’arrivo degli agenti hanno sparato<br />

alcuni colpi contro una delle<br />

auto ma i proiettili si sono infranti<br />

contro il vetro blindato della banca.Poco<br />

dopo sono stati arrestati.<br />

Fiumicino: emesse<br />

2 ordinanze per il restauro<br />

degli argini del Tevere<br />

Il sindaco di Fiumicino, Giancarlo<br />

Bozzetto, in qualità di Commissario «ad<br />

acta», ha predisposto, lunedì, le prime<br />

due ordinanze che avviano l’iter per il<br />

restauro degli argini del Tevere che porrà<br />

in sicurezza idraulica il territorio di<br />

Fiumicino e Isola Sacra, a rischio esondazione.<br />

La prima ordinanza, già firmata, nomina<br />

il personale tecnico comunale di<br />

supporto; la seconda, invece, la commissione<br />

tecnico-scientifica, che comprende<br />

esperti e rappresentanti indicati da ministero<br />

dell’Ambiente, Regione, Autorità<br />

Bacino del Tevere, Consorzio di Bonifica,<br />

Università «La Sapienza» e Comune.<br />

Nella commissione, la cui costituzione<br />

avverrà appena giungeranno i nomi dei<br />

rappresentanti del ministero dei Lavori<br />

Pubblici e dell’Interno, sono stati inseriti<br />

anche rappresentanti della società civile,<br />

tra cui esponenti dei sindacati e dei comitati<br />

cittadini di Isola Sacra e dei Cancelli<br />

Rossi, a maggior garanzia di trasparenza<br />

e controllo.<br />

Entro questa settimana Bozzetto, che<br />

sta valutando diverse offerte pervenute<br />

da società di ingegneria, assegnerà il<br />

progetto delle opere che dovrà essere<br />

completato entro la prima metà di marzo,<br />

in modo da avviare subito i lavori.<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Mercoledì 17 Gennaio 2001<br />

tazione. La vittima, nel tentativo di sfuggire<br />

ai taglieggiatori, tempo fa aveva<br />

venduto la sua attività commerciale e si<br />

era trasferito in un’altra zona della città.<br />

Ma, nuovamente rintracciato, era stato<br />

sequestrato e minacciato di morte.<br />

Così ha continuato a pagare, fin<br />

quando esasperato si è rivolto ai Carabinieri<br />

della stazione di Casal Bertone.<br />

Dopo la denuncia, i militari avevano<br />

sottoposto il pensionato a vigilanza costante<br />

e, infine, lunedì hanno arrestato i<br />

quattro in flagrante, mentre riscuotevano<br />

la somma di 3 milioni di lire.<br />

Il secondo episodio riguarda una rapina<br />

compiuta in una banca di Castel Giubileo.<br />

Quattro persone con il volto coperto<br />

e armate di pistole, dopo essersi<br />

introdotti all'interno dell'istituto, hanno<br />

fatto sdraiare in terra gli impiegati portando<br />

via circa 50 milioni di lire.<br />

«Ladri d’arte», invece, hanno compiuto<br />

un furto in una delle più antiche farmacie<br />

della città, in piazza fontana di<br />

Trevi, rubando dagli antichi scaffali in<br />

legno circa 30 «Albarelli», cioè i vasi in<br />

maiolica dipinta del ’600 usati dagli antichi<br />

speziali per custodirvi farmaci ed essenze.<br />

Con la tecnica della gomma bucata,<br />

un commerciante è stato rapinato di<br />

due borse contenenti 3 chili d’oro. È accaduto<br />

alle 12 in via di Porta Tiburtina.<br />

L'uomo di 35 anni, M.M., era a bordo<br />

della sua auto quando i rapinatori gli<br />

hanno segnalato che aveva forato un<br />

pneumatico; quando però è sceso dalla<br />

vettura, uno dei due ha preso le borse<br />

rimaste nell’auto ed è scappato.<br />

17 GENNAIO 2001<br />

S. Antonio, abate - Memoria (bianco)<br />

Messa della Memoria<br />

Lezionario: Eb 7, 1-3.15-17; Salmo 109;<br />

Mc 3, 1-6<br />

Liturgia delle Ore: Merc. II sett. - Ufficio<br />

della Memoria<br />

Giornata per l'approfondimento e lo sviluppo<br />

del dialogo religioso ebraico-cristiano<br />

cialità ed i laboratori del settore, dalla<br />

neurologia alla psicologia, alle malattie<br />

metaboliche. «Si tratta di lavori necessari<br />

— ha spiegato il prof. Bompiani<br />

— visti anche gli stretti rapporti che si<br />

stabiliscono tra un settore e l'altro della<br />

neurologia pediatrica sia sul piano<br />

clinico che su quello dello studio e dell'avanzamento<br />

scientifico».<br />

Il centro — che contribuirà a colmare<br />

la grave carenza di assistenza psichiatrica<br />

a livello regionale — sarà dotato<br />

di una ventina di posti letto, ai<br />

quali si aggiungeranno il day hospital,<br />

i laboratori ed i locali per la riabilitazione.<br />

I lavori, iniziati un anno fa nell'area<br />

dell'ex campo di pallacanestro,<br />

hanno finora riguardato l'opera di<br />

sbancamento e di consolidamento delle<br />

mura perimetrali dell'ospedale. L'opera,<br />

secondo le previsioni, sarà completata<br />

entro la fine dell'anno.<br />

Mons. Sandri ha portato ai presenti<br />

il saluto e la benedizione di Giovanni<br />

Paolo II, assicurando che il Santo Padre<br />

«si unisce spiritualmente in questo<br />

SERVIZI SOCIALI Aperta in via delle Capannelle<br />

Una residenza protetta<br />

per dodici disabili gravi<br />

Il Progetto comunale «Residenzialità»,<br />

che dal 1996 offre un alloggio stabile a<br />

disabili gravi, ha aperto al pubblico la<br />

sua trentesima struttura: il centro Appolloni<br />

III. Si tratta di una residenza<br />

protetta situata lungo la via delle Capannelle,<br />

in diretto raccordo con l'Appia<br />

Nuova e la Tuscolana. Il centro, inaugurato<br />

lunedì alla presenza dei rappresentanti<br />

dell'area della Solidarietà del V Dipartimento<br />

comunale e dell'Assessore alle<br />

Politiche Sociali, Amedeo Piva, ha accolto<br />

12 giovani maggiorenni, portando<br />

così a 260 il numero degli assistiti dalle<br />

strutture comunali.<br />

La residenza protetta Appolloni III —<br />

così vengono chiamate dal progetto tutte<br />

quelle case ad alta intensità assistenziale<br />

— è gestita dalla Cooperativa sociale<br />

Arl Progetto '96 che si è fatta carico<br />

della sua realizzazione rispondendo a<br />

tutti i requisiti richiesti dal bando comunale.<br />

La struttura abitativa è in complesso<br />

di 400 mq, suddivisi in 3 moduli che<br />

possono accogliere al massimo sei persone<br />

ciascuno. Ogni modulo consiste in<br />

un appartamento indipendente e completamente<br />

arredato con delle camere<br />

doppie con bagno e una sala da pranzo<br />

con cucina. Il gestore della casa, quindi,<br />

deve rispondere esattamente ai bisogni<br />

individuali di ogni ospite offrendo un<br />

ambiente sereno, confortevole e ricco di<br />

stimoli per la crescita personale del disabile.<br />

Per raggiungere meglio questo<br />

obiettivo la struttura residenziale viene<br />

anche inserita nella rete di altri servizi,<br />

sia sanitari che sociali, presenti nel territorio.<br />

Per ogni ospite le cooperative responsabili<br />

di queste case ricevono un<br />

contributo giornaliero, che nel caso del-<br />

È morta Maria Margarida dos Ramos<br />

È morta, lunedì, dopo una lunga malattia, nella clinica romana Pio XI, la<br />

signora Maria Margarida dos Ramos, vedova Dimiziani.<br />

La signora Maria Margarida ha prestato un lungo e generoso servizio a<br />

«L'Osservatore Romano», nell'edizione in lingua portoghese, dal 1972 al 1993.<br />

Dal 1987 aveva ricoperto il ruolo di vice-incaricata.<br />

I funerali saranno celebrati mercoledì 17, alle ore 15, nella chiesa di san<br />

Giuseppe, in via Boccea.<br />

I colleghi de «L'Osservatore Romano» si uniscono al grande dolore dei famigliari<br />

della signora Maria Margarida ed assicurano il conforto di cristiani<br />

suffragi.<br />

Martedì sera Muro Torto chiuso per pulizia<br />

Il Muro Torto rimarrà chiuso al traffico, martedì, dalle ore 23 alle 4 di mercoledì,<br />

a causa di interventi di pulizia straordinaria dei sottopassaggi che<br />

verranno fatti dall’Ama. Per l’identico motivo il viadotto di corso Francia rimarrà<br />

chiuso nella notte tra giovedì e venerdì prossimi nello stesso orario.<br />

L’azienda si scusa con i cittadini per i disagi, ma la chiusura delle due strade<br />

si è resa necessaria per consentire pulizie approfondite sia nelle sedi<br />

stradali sia nei marciapiedi.<br />

Bimbo si allontana da casa: ritrovato dopo un'ora<br />

Un bambino di 8 anni che, lunedì sera, la mamma aveva lasciato solo a casa<br />

per sbrigare una breve commissione, è stato rintracciato un’ora dopo<br />

dai carabinieri, spaventato e infreddolito, in un’altra zona della città. Il bambino,<br />

che dalla morte del papà vive solo con la mamma, abita in un appartamento<br />

nel quartiere Tuscolano. L’allarme è stato dato dalla mamma appena<br />

rientrata a casa. Immediatamente sono scattate le ricerche da parte delle<br />

Forze dell'ordine che hanno avvistato il bambino, in via del Casaletto, a<br />

Monteverde, molto lontano dalla zona in cui vive. Il bambino non ha saputo<br />

spiegare come vi era arrivato.<br />

Fede<br />

la casa protetta a causa del maggiore<br />

impiego di personale, arriva fino a 210<br />

mila lire. Complessivamente il Comune,<br />

fra case protette e comunità alloggio,<br />

destinate ad un utenza semiautosufficiente,<br />

affetta quindi da problemi meno<br />

gravi, spende circa 14 miliardi nell'assistenza<br />

residenziale ai minorati psicofisici.<br />

I requisiti necessari per ottenere dalle<br />

Asl di zona la residenza in una di queste<br />

strutture riguardano soprattutto il livello<br />

di gravità delle condizioni sociali. Gli orfani<br />

o i figli di genitori molto anziani infatti<br />

hanno una via preferenziale, poiché<br />

questo genere di assistenza costante mira<br />

soprattutto a soccorrere quelle famiglie<br />

che non sono più i grado di accudire<br />

il disabile ormai diventato adulto.<br />

«Nonostante l'apertura di queste strutture<br />

— ha specificato Piva —, la domanda<br />

delle famiglie bisognose è purtroppo<br />

certamente superiore a i posti di<br />

cui disponiamo oggi. Ma la realizzazione<br />

di questo progetto ha dimostrato come<br />

anche nel campo delle gravi menomazioni<br />

psicofisiche la collaborazione fra<br />

l'istituzione pubblica e il privato può dare<br />

un messaggio di speranza a tutti quei<br />

nuclei che soffrono di questi problemi».<br />

Una delle difficoltà principali comunque<br />

rimane il distacco di questi utenti<br />

dalla famiglia di origine, che deve avvenire<br />

in un modo progressivo e senza<br />

trauma. Gli ospiti, infatti, devono abituarsi<br />

lentamente a trascorrere sempre<br />

più tempo insieme con gli altri nella casa<br />

di accoglienza, fino al punto di essere<br />

in grado di trasferirvisi.<br />

Con il sostegno e l'accompagno dei<br />

soci della cooperativa che si alternano<br />

per i servizi, inoltre, i disabili imparano<br />

ad essere il più possibile autosufficienti,<br />

sviluppando al massimo le loro capacità<br />

di autogestione. Per questi motivi è indispensabile<br />

che le Asl selezionino i residenti<br />

a seconda della gravità delle menomazioni<br />

e dell'età, per potere così costituire<br />

un gruppo omogeneo di persone<br />

che possano convivere per tutta la vita.<br />

Mediamente nelle case protette vi sono<br />

sempre un gruppo di quattro o cinque<br />

persone che si curano degli ospiti, ma<br />

nei momenti più impegnativi come può<br />

essere la sera prima di andare a letto, o<br />

durante i pasti viene incrementata l'assistenza.<br />

Gli impegni degli utenti durante la<br />

giornata sono vari e rispecchiano sempre<br />

lo svolgimento di un progetto di recupero<br />

personale. Quindi, i soci della<br />

cooperativa, oltre ad insegnare ai residenti<br />

a compiere nella casa tutte le funzioni<br />

quotidiane come rassettare, fare la<br />

spesa, cucinare ecc., organizzano congiuntamente<br />

con i centri diurni, altre attività<br />

manuali e ricreative. Per fare ciò il<br />

centro Appolloni III dispone di un ettaro<br />

di terreno dove verrà realizzato un vivaio<br />

e un campo di calcetto. Inoltre vi è<br />

anche un centro per lavorare la ceramica<br />

e un allevamento dove sarà possibile<br />

praticare l'ippoterapia con dei cavalli<br />

molto mansueti. Poco distante dalla villa<br />

vi è anche un centro sportivo comunale<br />

con piscina, nel quale gli ospiti potranno<br />

socializzare con persone esterne alla casa<br />

di residenza.<br />

RITA DIETRICH<br />

Ogni religione possiede un raggio di luce che<br />

non dobbiamo disprezzare, né soffocare... Essa<br />

è un'alba di fede e noi ci aspettiamo che prorompa<br />

nell'aurora e nel radioso splendore della<br />

saggezza cristiana.<br />

(Paolo VI)<br />

a cura di p. Leonardo Sapienza, R.C.I.<br />

gesto di cristiana carità e di fiducia<br />

nelle capacità dell'uomo di sapere sovvenire<br />

quanti sono stati colpiti da malattie<br />

del corpo e dello spirito».<br />

«Stiamo per compiere un gesto —<br />

ha detto l'Arcivescovo durante la cerimonia<br />

— pieno di speranza animati<br />

dalla consapevolezza che piegandoci<br />

sulla sofferenza dei nostri fratelli ci<br />

chiniamo a portare sollievo a Cristo<br />

stesso alla maniera del Buon Samaritano».<br />

I medici, gli infermieri, il personale<br />

e quanti lavoreranno in questa nuova<br />

struttura sanitaria diventeranno così<br />

«ministri di Misericordia», daranno forma<br />

concreta «all'amore del Signore<br />

per quelli che soffrono». La loro opera<br />

si inserirà nel grande fiume di carità<br />

della Chiesa intera, impegnata, dopo il<br />

Giubileo, a «prendere il largo» sulle<br />

rotte della fede.<br />

«Come non vedere — si è domandato<br />

l'Arcivescovo Sandri — il significato<br />

profondo e la singolare analogia tra la<br />

Misericordia di Dio, che è medicina redentrice<br />

per il cuore dell'uomo, raffigurata<br />

simbolicamente dalla Porta<br />

Santa, e questo nuovo Centro di Neuroscienze<br />

destinato a diventare luogo<br />

in cui si cureranno le fragilità del corpo<br />

e della mente dei bambini? Come<br />

ciascuno di noi viene spiritualmente<br />

guarito dall'amore di Dio, così a ciascuno<br />

di noi viene, secondo le specifiche<br />

competenze, chiesto di essere medico<br />

per i fratelli che sono nel bisogno».<br />

Solenne settimana<br />

di preghiera<br />

per l'unità dei cristiani<br />

nella Basilica<br />

di S. Maria in Via Lata<br />

Anche quest'anno, per iniziativa<br />

dell'Associazione «Unitas», in collaborazione<br />

con le suore Figlie<br />

della Chiesa, sarà celebrato nella<br />

Basilica di Santa Maria in Via Lata<br />

(via del Corso, 306), dal 18 al<br />

25 gennaio del 2001, la solenne<br />

settimana di preghiera per l'unità<br />

dei cristiani.<br />

La funzione eucaristica — che<br />

si svolgerà ogni sera alle ore 20 —<br />

avrà come di consueto un particolare<br />

significato ecumenico, perché<br />

sarà arricchita dalla Divina Liturgia<br />

officiata nei vari Riti Orientali<br />

secondo il seguente calendario:<br />

giovedì 18 gennaio, Rito Bizantino-Russo<br />

(Pontificio Collegio<br />

Russo); venerdì 19, Rito Bizantino-Greco<br />

(Pontificio Collegio Greco);<br />

sabato 20, Rito Siro-Maronita<br />

(Collegio Ordine Maronita Beata<br />

Maria Vergine); domenica 21, Rito<br />

Siro-Malankarese (India) (Pontificio<br />

Collegio Damasceno); lunedì<br />

22, Rito Bizantino-Romeno<br />

(Pontificio Collegio Romeno);<br />

martedì 23, Rito Siro-Malabarese<br />

(India) (Pontificio Collegio Damasceno);<br />

mercoledì 24, Rito Caldeo<br />

(Collegio san Benedetto); giovedì<br />

25, Rito Ucraino (Padri Basiliani<br />

di san Giosafat).<br />

Il tema della Preghiera per<br />

l'unità dei cristiani scelto per<br />

l'anno 2001 ha come titolo: «Io<br />

sono la via, la verità e la vita»<br />

(Gv 14, 1-6).<br />

RADIO<br />

VATICANA<br />

OM: 1530 kHz - 196 metri<br />

(Per la zona di Roma<br />

anche Onda Media 527 kHz<br />

e FM 93.3 e 105 MHz)<br />

OC: nelle bande 49, 31, 25 e 19 metri<br />

MERCOLEDÌ 17 GENNAIO<br />

00.10: Studio A (stereo): Con voi<br />

nella notte<br />

7.20-15.30-17.30-23-24: Orizzonti cristiani<br />

7.30: Santa Messa in latino<br />

8-12-14-15-16-18-21-23.30: Radiogiornale<br />

in italiano, spagnolo, portoghese,<br />

francese, inglese, tedesco e polacco<br />

10.30: Udienza generale del Santo<br />

Padre<br />

16.30: Musica e Stampa di M. Di<br />

Battista<br />

17: Liturgia delle Ore: celebrazione<br />

dei Vespri in latino<br />

20.20: Programma tedesco: Die Römische<br />

Woche<br />

20.40: Recita del Santo Rosario in<br />

latino<br />

21.30: Programma francese: La catéchèse<br />

de Jean Paul II<br />

21.50: Programma inglese: The Pope<br />

and the people / Rights or wrong<br />

/An extraordinaryyear/Noexcuses<br />

22.10: Programma spagnolo: La voz<br />

del Papa / Informaciones y Reflexiones<br />

Jubilares


IN ITALIA<br />

PAGINA<br />

La<br />

situazione<br />

politica<br />

Nell'ambito di un'estenuante campagna<br />

elettorale che in un clima di conflittualità<br />

permanente non può che recare<br />

danno ai cittadini, il candidato premier<br />

del centro sinistra, Rutelli, ha illustrato<br />

il suo programma in tema di sicurezza.<br />

Lo ha fatto attaccando le tesi del centro<br />

destra, citando le «nefaste conseguenze»<br />

del decreto Biondi (Guardasigilli<br />

nel Governo Berlusconi che, secondo<br />

Rutelli, fece «cose balorde») e tacciando<br />

di «ipergarantismo formale» la politica<br />

dell’opposizione in tema di giustizia.<br />

Cinque le proposte di Rutelli sul tema:<br />

sicurezza più vicina ai cittadini; sicurezza<br />

di tutti; certezza della pena; giustizia<br />

più rapida; lotta al racket dell’immigrazione<br />

clandestina.<br />

Il candidato del centro sinistra ammette<br />

che nella sua coalizione «ci sono<br />

posizioni differenti» sul pacchetto sicurezza;<br />

«ma — aggiunge — lavorerò affinché<br />

queste posizioni vengano ricondotte<br />

ad una unità operosa».<br />

Immediata la replica della Casa delle<br />

libertà che accusa il candidato premier<br />

dell’Ulivo di riproporre ipotesi già avanzate<br />

dal centro destra e mette in dubbio<br />

che la sua coalizione possa concordare<br />

sulla linea che propone; soprattutto, lo<br />

taccia di comportarsi come se fosse un<br />

candidato dell’opposizione anziché di<br />

una maggioranza che in cinque anni di<br />

Governo non è riuscita a correggere<br />

quelle distorsioni che lui ora critica.<br />

Da parte di Fi si rileva che, non potendo<br />

in alcun modo tracciare un bilancio<br />

positivo, il candidato dell’Ulivo con<br />

le sue cinque proposte implicitamente<br />

confessa «cinque sconfitte di una sinistra<br />

che non si è mai battuta per la tutela<br />

dei cittadini».<br />

I Ds respingono le critiche come<br />

espressione di «ipocrisia e doppiezza»<br />

del Polo. E il Ppi accusa il centro destra<br />

di avere posizioni «contraddittorie» e di<br />

essere «garantista con gli amici, giustizialista<br />

con gli altri».<br />

Ma dalla Casa delle libertà si replica<br />

che la linea dura promessa da Rutelli<br />

«contraddice la linea costante dell’Ulivo,<br />

fatta da un miscuglio di giustizialismo<br />

contro gli avversari e di permissivismo<br />

contro la criminalità» e portata avanti<br />

dai Governi Prodi, D’Alema e Amato<br />

«che hanno fatto crescere la criminalità<br />

diffusa».<br />

Sempre in tema di giustizia, un ulteriore<br />

motivo di discussione e di riflessione<br />

è dato da alcuni contestati passaggi<br />

della relazione del procuratore generale<br />

di Milano all'apertura dell'anno giudiziario.<br />

In particolare il p.g., con evidente<br />

riferimento al leader del centro destra e<br />

al presidente della Regione Lombardia,<br />

aveva dichiarato: «Fino a quando esponenti<br />

del mondo politico o addirittura<br />

istituzionale qualificheranno gli interventi<br />

della magistratura penale come atti di<br />

intimidazione... sarà arduo avvicinarsi<br />

agli obiettivi di risanamento della vita<br />

pubblica e della morale privata dell'economia».<br />

Un passaggio polemico, che alcuni<br />

esponenti politici hanno definito una<br />

«pesante ingerenza» nella campagna<br />

elettorale ma soprattutto un pericoloso<br />

segnale di confusione tra poteri, il cui<br />

equilibrio è invece essenziale per la democrazia.<br />

Infine, si registra una discussione sull'ipotesi<br />

di un abbinamento delle elezioni<br />

politiche con quelle amministrative.<br />

Sulla questione il Presidente del Consiglio<br />

consulterà le forze politiche nelle<br />

prossime settimane per vedere se c’è<br />

una maggiore preferenza per far svolgere<br />

le elezioni politiche e amministrative<br />

nello stesso giorno oppure per tenerle<br />

divise. Amato ha tuttavia fatto notare<br />

come un eventuale svolgimento delle<br />

elezioni in due date diverse costerebbe<br />

«alcune centinaia di miliardi».<br />

Freddo in Veneto:<br />

-22 nel Bellunese<br />

VENEZIA — Continua l’ondata di<br />

freddo nel Veneto dove il primato<br />

spetta a Passo Cimabanche (Belluno)<br />

a quota 1.530 metri con meno<br />

22. A Rifugio Marcesina, dove la<br />

colonnina di mercurio lunedì si era<br />

fermata a meno 23, oggi, martedì,<br />

è salita di tre gradi bloccandosi a<br />

meno 19. Altra località da freddo<br />

polare, nella regione, è passo<br />

Campolongo con meno 20. Temperature<br />

più miti, ma decisamente<br />

fredde, quelle dei capoluoghi regionali:<br />

a Belluno la minima di stamane<br />

è stata di -8, a Vicenza -6, a<br />

Verona -5, a Treviso -4, a Padova<br />

-3, a Rovigo -1,5 e a Venezia -1.<br />

Palermo: un ergastolo<br />

per omicidio gioielliere<br />

PALERMO — I giudici della corte<br />

d’assise di Palermo hanno condannato<br />

all’ergastolo Salvatore La<br />

Corte, di 33 anni, di aver assassinato<br />

durante una rapina il gioielliere<br />

Leonardo Pirrone. Il delitto fu<br />

compiuto il 12 febbraio del 1994 e<br />

nella colluttazione il malvivente,<br />

che impugnava un coltello, ferì anche<br />

la sorella della vittima, Domenica.<br />

Fu proprio la donna a riconoscere<br />

in fotografia La Corte, poi<br />

arrestato dagli agenti della squadra<br />

mobile.<br />

10 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Mercoledì 17 Gennaio 2001<br />

MONDOVÌ — Di fronte ai dati agghiaccianti<br />

di mortalità quotidiana, in Africa, di<br />

bambini a causa della denutrizione, dal<br />

1993 il pediatra Costanzo Bellando, con<br />

un gruppo di amici, si è dedicato a un<br />

progetto di cooperazione per un ospedale,<br />

riservato ai bambini che soffrono la fame,<br />

posto fra le colline del Rwanda, a Butare.<br />

Sono stati creati cinquanta posti letto<br />

per bambini denutriti e sono state coinvolte<br />

trecento famiglie per una serie di iniziative<br />

di prevenzione anche attraverso<br />

MUCCA PAZZA Ma due istituti sono ancora fermi<br />

Intensificati i test<br />

sui bovini a rischio<br />

ROMA, 16.<br />

In attesa delle controanalisi che saranno<br />

effettuate oggi all'Istituto zooprofilattico<br />

di Torino (il risultato verrà reso noto<br />

nel pomeriggio), resta viva la preoccupazione<br />

per la «mucca pazza» scoperta<br />

in un allevamento del Bresciano, primo<br />

caso di encefalopatia spongiforme<br />

bovina registrato in Italia. Le rassicurazioni<br />

del presidente del Consiglio e dei<br />

vari ministeri non bastano a riportare<br />

serenità tra i consumatori che ora guardano<br />

con attenzione ai test in corso nelle<br />

strutture specializzate. Test che sono<br />

stati intensificati proprio per fornire ai<br />

cittadini risposte convincenti sullo stato<br />

della produzione di carne in Italia. Ma i<br />

dubbi sui ritardi e sulle sottovalutazioni<br />

del passato rimangono.<br />

Per questo le indagini vanno avanti.<br />

Qualora si riscontrassero negligenze da<br />

parte delle pubbliche autorità competenti<br />

nel fronteggiare la diffusione del morbo<br />

— sottolineano gli inquirenti — scatterebbe<br />

la violazione dell’articolo 500 del<br />

codice penale che punisce «chiunque cagiona<br />

la diffusione di una malattia degli<br />

animali pericolosa per il patrimonio zootecnico<br />

nazionale».<br />

A ieri sono state fatte 3.813 analisi per<br />

verificare la presenza del morbo nei bovini<br />

di oltre 30 mesi d'età. Altri 177<br />

campioni sono stati sottoposti ai test e si<br />

è in attesa del responso clinico. Otto dei<br />

dieci Istituti zooprofilattici sperimentali<br />

incaricati di effettuare i test rapidi antiprione<br />

hanno completato la fase di ottimizzazione<br />

e stanno lavorando a pieno<br />

Tensione e proteste<br />

ad Agrigento<br />

per le demolizioni<br />

nella Valle dei Templi<br />

AGRIGENTO, 16.<br />

Doveva iniziare alle 8 l’abbattimento<br />

delle abitazioni della Valle dei Templi,<br />

ma ancora non si è proceduto perché i<br />

proprietari, accompagnati da parenti e<br />

amici, hanno impedito che si procedesse<br />

all’abbattimento degli edifici abusivi. In<br />

particolare, tre costruzioni risultano già<br />

abitate, tanto da essere provviste degli<br />

allacciamenti all’energia elettrica e al<br />

gas. I proprietari contestano pertanto il<br />

provvedimento, definendolo illegittimo.<br />

Prima delle demolizioni, gli operai dovranno<br />

staccare i fili elettrici, isolare i<br />

tubi del gas e sgomberare le masserizie.<br />

Intanto nella chiesa di Santa Rosa,<br />

anche questa sorta «abusivamente», alcuni<br />

proprietari si sono raccolti in preghiera<br />

in attesa di notizie.<br />

Intanto, ieri mattina, un maestro di<br />

Filippazzo, dell'età di 62 anni, andato da<br />

poco in pensione, è stato colpito da infarto<br />

ed è morto subito dopo l’arrivo in<br />

ospedale. Da tempo l’insegnante era in<br />

apprensione per le ruspe che dovrebbero<br />

abbattere la sua casa in costruzione.<br />

Nei giorni scorsi anche un’anziana donna,<br />

Calogera Principato, di 76 anni, proprietaria<br />

di un'altra abitazione non ancora<br />

completata e destinata ad essere<br />

demolita, era stata ricoverata in ospedale<br />

per un ictus.<br />

Tutti questi episodi hanno fatto crescere<br />

la tensione tra gli abusivi della<br />

«Zona A», che hanno convocato una riunione<br />

nell’oratorio di Santa Rosa Il prefetto<br />

Ciro Lo Mastro, in un incontro<br />

avuto nei giorni scorsi con una delegazione<br />

di abusivi, aveva ammonito: «Nessuno<br />

pensi di fare il matto, perché sennò<br />

dovrà vedersela con me».<br />

Disagi per scioperi<br />

nel trasporto aereo<br />

e ferroviario<br />

ROMA, 16.<br />

Quattro ore di disagi oggi per il traffico<br />

aereo: controllori e assistenti di volo<br />

dell’Enav spa hanno sospeso il lavoro da<br />

mezzogiorno alle 16 per uno sciopero<br />

nazionale e per altre 26 agitazioni a livello<br />

locale ma che toccano tutti gli scali<br />

aeroportuali strategici. L’ondata di<br />

proteste riguarda a diversi livelli, tutte le<br />

sigle sindacali presenti nell’Enav. Altri<br />

problemi per chi vola si riaffacciano venerdì,<br />

quando a protestare saranno i lavoratori<br />

della Sea aderenti al Sulta.<br />

A fine mese, il 26, invece, tocca ai<br />

treni, con lo stop nazionale dei ferrovieri<br />

proclamato dai sindacati confederali.<br />

Uno spiraglio nella difficile trattativa per<br />

il rinnovo del contratto dei dipendenti<br />

Fs potrebbe però aprirsi giovedì prossimo,<br />

nel corso dell’incontro del ministro<br />

del Lavoro con Cgil, Cisl, Uil, Sma e<br />

Ugl.<br />

Fino a fine mese comunque la lista<br />

degli scioperi nei trasporti continua: ulteriori<br />

disagi, ancorché a livello locale,<br />

si annunciano ancora per la circolazione<br />

aerea a fine gennaio e nei primi giorni<br />

di febbraio, mentre qualche disservizio<br />

ferroviario potrebbe verificarsi in concomitanza<br />

della protesta degli addetti ai<br />

servizi di supporto Fs, il 30.<br />

regime. Sono in grado cioè di analizzare<br />

tutti i campioni pervenuti loro fino a<br />

questo momento.<br />

Non ancora operativi, a causa della<br />

incompleta consegna delle attrezzature,<br />

sono invece l’Istituto zooprofilattico della<br />

Sardegna, quello della Puglia e Basilicata<br />

e uno dei due laboratori di Padova.<br />

«Entro la prossima settimana o al massimo<br />

per i primi giorni del mese di febbraio<br />

— assicurano i ministeri delle Politiche<br />

agricole e della Sanità — tutte e<br />

dieci le strutture diventeranno operative<br />

al 100 per cento».<br />

Uranio: consegnate<br />

dalla Nato le mappe<br />

delle località colpite<br />

Mondovì: un ospedale in Rwanda per bimbi denutriti<br />

colture intelligenti e mirate. L'impresa ha<br />

un costo di sei milioni al mese e si stanno<br />

cercando anche adozioni a distanza riguardanti<br />

una giornata di funzionalità dell'ospedale<br />

di Butare, pari a duecentomilalire.<br />

L'iniziativa è stata presentata dal dottor<br />

Bellando agli studenti della terza media<br />

della scuola «Anna Frank» nel corso<br />

di un incontro nell'ambito di Progetto «NutriPa»,<br />

riscuotendo un indubbio interesse<br />

La maggioranza<br />

rinuncia<br />

alla riforma<br />

elettorale<br />

MUTUI Il confronto in commissione al Senato<br />

L'Abi conferma il «no»<br />

allo stravolgimento del decreto<br />

ROMA, 16.<br />

La vicenda mutui usurari rimane ancora<br />

al centro dell’attenzione del'ambiente<br />

politico, sindacale e dei consumatori<br />

mentre il decreto del Governo segue<br />

l’iter di conversione in legge. E proprio<br />

alla vigilia di una serie di audizioni che<br />

vedono oggi i responsabili di Banca d’Italia,<br />

consumatori e Abi esporre le proprie<br />

richieste alla Commissione Finanze<br />

del Senato, il presidente dell’Associazione<br />

bancaria Maurizio Sella mette in<br />

guardia dalla possibilità di uno stravolgimento<br />

del decreto. Se ciò accadesse, avverte,<br />

potrebbe comportare un peggiora-<br />

Sea di Linate<br />

e Malpensa: avviata<br />

la privatizzazione<br />

MILANO, 16.<br />

Il Consiglio comunale di Milano<br />

ha approvato, ieri, la delibera che<br />

avvia il processo di privatizzazione<br />

(che si concluderà comunque<br />

nella prossima legislatura) della<br />

Sea, la società che gestisce gli aeroporti<br />

di Linate e Malpensa, per<br />

una quota che nella prima fase<br />

non sarà superiore al 30%.<br />

La quota esatta per il collocamento<br />

iniziale in Borsa sarà decisa<br />

in un secondo momento (che<br />

dovrebbe essere indicato a breve)<br />

a seconda delle condizioni del<br />

mercato.<br />

ROMA, 16.<br />

Il ministero della Difesa ha reso noto<br />

stamane di aver ricevuto ieri sera dal segretario<br />

generale della Nato George Robertson<br />

— riferisce l'Ansa — «le mappe<br />

sui siti colpiti in Bosnia ed Erzegovina<br />

nell'ambito delle operazioni “Deliberate<br />

Force” e “Deny flight” 1994-1995. La risposta<br />

del segretario generale della Nato<br />

— aggiunge il ministero — fa seguito alla<br />

richiesta inoltrata dal ministro della<br />

Difesa Mattarella lo scorso 22 dicembre».<br />

Il segretario generale della Nato Robertson<br />

informa con una lettera — riferisce<br />

ancora l'Ansa — di aver dato seguito<br />

all'impegno assunto il 4 gennaio<br />

scorso di rispondere «tempestivamente»<br />

alla richiesta di informazioni avanzata<br />

dal Governo italiano. La lettera di Robertson<br />

elenca complessivamente 19 località<br />

colpite dagli aerei A10 della Nato<br />

in due diverse occasioni: le prime due il<br />

5 agosto e il 22 settembre 1994; le altre<br />

17 nel periodo compreso tra il 30 agosto<br />

e l'11 settembre 1995, nell'ambito di più<br />

estese operazioni militari in Bosnia ed<br />

Erzegovina. Nella lettera sono indicati,<br />

per ciascun sito, la data e l'obiettivo colpito<br />

dalla Nato.<br />

ROMA, 16.<br />

La maggioranza rinuncia all’approvazione<br />

della legge elettorale in questa legislatura:<br />

la decisione è stata presa stamani<br />

— riferisce l'Ansa — in una riunione<br />

dei capigruppo del centro sinistra del<br />

Senato con la partecipazione del ministro<br />

per le Riforme, Maccanico, e del<br />

sottosegretario Franceschini.<br />

La seduta di oggi pomeriggio al Senato<br />

dovrebbe quindi concludersi con l’approvazione<br />

di un documento di maggioranza<br />

con il quale, decidendo di non<br />

passare all’esame degli emendamenti<br />

per mancanza delle condizioni politiche,<br />

si accusa il centro destra di lavorare per<br />

l’ingovernabilità dell’Italia.<br />

A quanto si è appreso, tutte le componenti<br />

del centro sinistra sono state sostanzialmente<br />

d’accordo nel riconoscere<br />

che non vi siano i presupposti politici<br />

per varare la riforma elettorale. Ad insistere<br />

perché si passasse alle votazioni,<br />

almeno dei primi articoli, sono stati soltanto<br />

i Verdi.<br />

Per il capogruppo di Fi al Senato, La<br />

Loggia, si tratta di una «vittoria» per il<br />

centro destra. «Sono mesi che chiediamo<br />

all’Ulivo di aprire un dialogo serio,<br />

ma non hanno voluto ascoltarci. Hanno<br />

preteso invece di approvare una riforma<br />

tutta politica che serviva solo al loro comodo»<br />

Dura la reazione di Rifondazione comunista<br />

che con Russo Spena ha accusato<br />

il centro sinistra «di non aver portato<br />

avanti la riforma con la necessaria<br />

convinzione», annunciando conseguenze<br />

sulle eventuali intese elettorali.<br />

mento dei conti delle banche con conseguenze<br />

anche in termini di ristrutturazioni<br />

organizzative del sistema del credito<br />

più ampie del previsto. E lo stesso<br />

numero uno dell’Abi tiene comunque a<br />

precisare che «non esiste alcun nesso tra<br />

eventuali modifiche del decreto sui mutui<br />

e la sicurezza del posto di lavoro dei<br />

dipendenti delle banche». L’invito rivolto<br />

da Sella ai sindacati a prendere posizione<br />

sul tema mutui non sembra tuttavia<br />

aver trovato risposta da parte dei<br />

rappresentanti dei lavoratori.<br />

Mentre i consumatori continuano a<br />

chiedere che il Parlamento ascolti le loro<br />

richieste e propongono anche ipotesi<br />

di soluzione (l’Adiconsum propone la rinegoziazione<br />

dei mutui all’8,5%), all’interno<br />

della maggioranza i Ds ribadiscono<br />

la richiesta di ridurre i tassi dei mutui<br />

rispetto a quello di sostituzione fissato<br />

nel decreto del Governo e di garantire<br />

la rinegoziazione a costo zero. Rifondazione<br />

Comunista si schiera più nettamente<br />

al fianco dei consumatori appoggiandone<br />

tutte le richieste. Alle dichiarazioni<br />

di Sella reagisce inoltre anche il vice<br />

presidente dei senatori di An al Senato,<br />

Alfredo Mantica, secondo il quale le<br />

banche usano «sistemi ricattatori» mentre<br />

nessuno le vuole punire. Piuttosto,<br />

afferma, «cerchiamo una soluzione<br />

equa». E la Lega Nord, chiede di recepire<br />

integralmente le richieste dei consumatori,<br />

in quanto «il decreto non tutela<br />

l’utente. Anzi, potrebbe addirittura essere<br />

definito “decreto salva-banche”. La<br />

mediazione cercata dal Governo su questo<br />

terreno è, infatti, come sempre,<br />

troppo sbilanciata a favore delle banche».<br />

Alberghi e case in Albania<br />

con i soldi dello spaccio<br />

di stupefacenti in Italia<br />

UDINE, 16.<br />

Con il riciclaggio del denaro derivante<br />

dallo spaccio di stupefacenti in Italia la<br />

criminalità albanese sta costruendo alberghi<br />

e case in Albania. Lo hanno affermato<br />

ieri a Udine i Carabinieri di Latisana<br />

che hanno arrestato 10 dei 18<br />

componenti di una pericolosa organizzazione.<br />

L’operazione, coordinata dalla Direzione<br />

distrettuale antimafia di Trieste<br />

e durata oltre un anno, ha permesso la<br />

cattura anche del capo della banda, Arben<br />

Jasini, di 29 anni, e ha portato al<br />

sequestro di sei chilogrammi di cocaina<br />

e di valute italiane ed estere per un miliardo<br />

e mezzo di lire.<br />

L’organizzazione criminale era specializzata<br />

nel traffico di eroina e di cocaina<br />

dai Balcani e dalla Spagna verso l’Italia<br />

dove gli stupefacenti venivano spacciati<br />

attraverso varie ramificazioni locali. Era<br />

strutturata in modo simile a quella delle<br />

«Brigate rosse», con cellule in diverse<br />

aree. I riscontri sul riciclaggio del denaro<br />

in Albania sono venuti dai sequestri<br />

di ingenti somme a ricercati che stavano<br />

per rimpatriare e da notizie su latitanti<br />

che sono riusciti a tornare in Albania.<br />

Le indagini hanno coinvolto personale<br />

dell’Arma anche di Toscana, Lazio, Piemonte,<br />

Puglia e Sicilia.<br />

che si sta trasformando in impegno concreto.<br />

Presso l'Istituto santa Teresa, invece, è<br />

stata allestita una mostra missionaria per<br />

promuovere l'attività di suor Ermellina<br />

che ha fondato, in Madagascar, il centro<br />

«Toko-Vato» (Il focolare di pietra), cuore<br />

della casa malgascia, in cui mamme in<br />

difficoltà, ex carcerate e ragazze disoccupate<br />

vengono formate nelle attività di eco-<br />

Contatti tra fondamentalismo<br />

islamico armato e criminalità<br />

in sentenza del Gip di Torino<br />

nomia domestica, taglio, cucito e ricamo.<br />

Alle donne che abitano in villaggi lontani<br />

vengono offerte formazione, lavoro e sostegno<br />

a domicilio.<br />

Il centro Toko-Vato ha anche come<br />

obiettivo lo sviluppo dell'attività agricola e<br />

della formazione degli uomini e delle famiglie<br />

al lavoro della terra e alla valorizzazione<br />

delle culture e delle tradizioni locali.<br />

MARCO CARAMAGNA<br />

GIUSTIZIA Un'altra preoccupante vicenda<br />

Scadenza dei termini:<br />

accusati di gravi reati<br />

tornano in libertà per tre giorni<br />

REGGIO EMILIA, 16.<br />

Tre detenuti accusati di gravi reati<br />

(strage, due omicidi, un tentato omicidio),<br />

sono tornati liberi per tre giorni<br />

sembra a causa di un altro sconcertante<br />

e deplorevole disguido — stavolta sembra<br />

si sia trattato di una dimenticanza<br />

— non nuove purtroppo nelle recenti<br />

cronache giudiziarie. Ieri sera sono stati<br />

di nuovo arrestati.<br />

I tre — Giulio Bonaccio, Vincenzo<br />

Vasapollo e Paolo Bellini (che però era<br />

vigilato dalle forze dell'ordine e quindi<br />

libero solo formalmente) — erano stati<br />

arrestati due anni fa da agenti della Direzione<br />

distrettuale antimafia di Bologna<br />

per una serie di crimini che insanguinarono<br />

Reggio Emilia tra il 1998 e il 1999.<br />

Vasapollo e Bonaccio sono stati arrestati<br />

nelle rispettive abitazioni mentre il terzo,<br />

Bellini, era tenuto sotto vigilanza<br />

dalle forze dell'ordine per altri reati e in<br />

pratica dunque non è mai tornato in libertà.<br />

L'accusa di strage riguarda il lancio<br />

di un ordigno esplosivo in un bar di<br />

Reggio, nel dicembre del '98, che causò<br />

11 feriti. La vicenda incresciosa, e che<br />

ha suscitato un giustificato allarme nell'opinione<br />

pubblica, è burocraticamente<br />

alquanto complessa ed è stata determinata<br />

soprattutto dai numerosi «passaggi»<br />

da un ufficio giudiziario all'altro del fascicolo<br />

dei tre. In sintesi, come riferisce<br />

l'Ansa, è accaduto che in un primo tempo<br />

il gip di Bologna, chiamato a pronunciarsi<br />

sulla vicenda, si dichiarò incompetente.<br />

Gli atti passarono al gip di<br />

Reggio Emilia che sollevò la questione<br />

di competenza davanti alla Corte di Cassazione<br />

che rinviò gli atti al gip di Bologna<br />

del quale stabilì la competenza. Nel<br />

frattempo però i termini della custodia<br />

cautelare erano scaduti in quanto sembra<br />

che la Procura antimafia non abbia<br />

chiesto di reiterare il provvedimento<br />

perché qualcuno non si è accorto dello<br />

stato di detenzione dei tre. I difensori<br />

avevano presentato istanza di scarcerazione<br />

e così i tre erano tornati in libertà.<br />

Ieri sera il sindaco e il presidente della<br />

Provincia di Reggio Emilia si sono incontrati<br />

con il prefetto rendendosi interpreti<br />

delle preoccupazioni dei cittadini.<br />

Detenuto evade<br />

dal carcere<br />

di Ferrara<br />

FERRARA, 16.<br />

Un detenuto padovano di 41<br />

anni, Stefano Ghiro, coinvolto in<br />

una tragica rapina avvenuta nel<br />

1993 a Olmo di Crezza (Vicenza)<br />

nel corso della quale fu ucciso un<br />

agente di Polizia e un altro fu gravemente<br />

ferito, è evaso ieri pomeriggio<br />

dal carcere di Ferrara. Durante<br />

il turno di lavoro nell'anello<br />

esterno del carcere, Ghiro ha sorpreso<br />

gli agenti di custodia scavalcando<br />

la rete di recinzione.<br />

USURA E RACKET L'intervento di Antonio Fazio<br />

Aperti a Roma i lavori<br />

della I conferenza nazionale<br />

ROMA, 16.<br />

Giro di vite della Banca d’Italia sui fenomeni<br />

di abusivismo finanziario che<br />

possono sconfinare nell’usura. Nei giorni<br />

scorsi Bankitalia ha infatti emanato<br />

«una nuova versione delle istruzioni alle<br />

banche e a tutti gli operatori finanziari<br />

per l’individuazione e la segnalazione<br />

delle operazioni sospette». Lo ha annunciato<br />

il Governatore della Banca d'Italia<br />

Antonio Fazio nel corso del suo intervento<br />

su «Interesse, l’usura, le banche»,<br />

alla I Conferenza nazionale contro l’usura<br />

e l’estorsione apertasi stamane a Ro-<br />

Sei vagoni merci<br />

senza guida<br />

per 16 chilometri<br />

NOVARA, 16.<br />

Sette vagoni merci hanno viaggiato<br />

senza guida per 16 chilometri,<br />

finendo contro altri vagoni fermi<br />

allo scalo merci del Boschetto,<br />

a Novara. Fortunatamente non ci<br />

sono stati feriti. I vagoni — che<br />

erano in un’azienda collegata con<br />

un raccordo privato alla stazione<br />

di Oleggio — per un’errata manovra<br />

si sono messi in movimento,<br />

finendo sulla linea fs. Visto che<br />

non era possibile fermarli, il personale<br />

delle ferrovie ha tenuto i<br />

vagoni sotto controllo manovrando<br />

scambi e passaggi a livello.<br />

TORINO, 16.<br />

Contatti fra la criminalità organizzata<br />

e il terrorismo di stampo fondamentalista<br />

islamico, pronto, quest’ ultimo, anche<br />

a liberare dei «boss» detenuti. È<br />

quanto emerge — riferisce l'Ansa — dalle<br />

motivazioni della sentenza con la quale<br />

il Gip torinese Alessandra Salvadori<br />

ha condannato, nel marzo scorso, a cinque<br />

anni di carcere un egiziano residente<br />

a Torino, Ibrahim Mahmoud. La vicenda<br />

— sempre secondo l'Ansa — è<br />

quella delle armi trovate in un garage<br />

dell’immigrato, a Torino, il 2 ottobre del<br />

1998. Un vero arsenale (mitraglietta Uzi,<br />

pistole, caricatori e cartucce) che la Digos<br />

sequestrò nel corso del blitz che<br />

portò alla cattura di Roger Naji (ma il<br />

suo nome vero sarebbe Alì Hassanyan<br />

Azab Nisbah), un presunto militante del<br />

fondamentalismo islamico armato rifugiatosi<br />

a Torino dopo avere partecipato<br />

alla preparazione di un attentato all’ambasciata<br />

americana in Albania. Le indagini<br />

— sempre secondo quanto riferisce<br />

l'Ansa che riporta stralci della sentenza<br />

— hanno accertato che le armi facevano<br />

parte di una partita ceduta a Milano a<br />

un appartenente al clan Paviglianiti da<br />

un trafficante, poi pentito.<br />

ma. Fazio ha detto che «l’usura presenta<br />

strette connessioni con l’abusivismo<br />

finanziario» e che negli ultimi tre anni<br />

«l’Ufficio italiano dei cambi ha individuato,<br />

tra le segnalazioni di operazioni<br />

sospette trasmesse dalle banche, circa<br />

300 casi riconducibili a ipotesi di usura.<br />

I fatti segnalati — ha aggiunto Fazio —<br />

sono stati riferiti agli organi investigativi».<br />

«Lo spirito della prima conferenza<br />

non è trionfalistico perché l’usura è un<br />

problema ancora aperto». Lo ha detto il<br />

ministro dell’Interno, Enzo Bianco, dando<br />

il via ai lavori (dureranno due giorni)<br />

e ricordando lo slogan della campagna<br />

in favore delle vittime: «Uniti si vince».<br />

Gli allarmi e le preoccupazioni espresse<br />

da alcuni pg in occasione dell’apertura<br />

dell’Anno giudiziario — ha detto il ministro<br />

— sono certamente fondati perché<br />

non si può lasciare alcuno spazio a fenomeni<br />

criminali capaci di mettere in ginocchio<br />

l’economia pulita. La lotta all’estorsione<br />

e all’usura resta una priorità<br />

per il Governo». Il ministro ha, quindi,<br />

spiegato che la conferenza sarà un primo<br />

momento di bilancio, ma anche «un<br />

punto di partenza importante con la<br />

consapevolezza che bisogna procedere<br />

nella strada intrapresa in questi anni».<br />

Ad aprire i lavori, alla presenza del<br />

Presidente della Repubblica Ciampi, è<br />

stata la vedova di Libero Grassi, l’imprenditore<br />

siciliano ucciso il 29 agosto<br />

di dieci anni fa. Pia Grassi ha ripercorso<br />

la vicenda del marito «il cui valore — ha<br />

detto — è stato quello di denunciare<br />

pubblicamente il racket...Un uomo rispettoso<br />

delle leggi che la mafia ha trasformato<br />

in un simbolo».<br />

De Lorenzo reintegrato<br />

nella cattedra<br />

all'Università di Napoli<br />

NAPOLI, 16.<br />

L’ex ministro della Sanità Francesco<br />

De Lorenzo è stato reintegrato nelle funzioni<br />

e nella retribuzione, nell’Università<br />

Federico II di Napoli. La reintegrazione<br />

di De Lorenzo, titolare di cattedra nel<br />

Policlinico dell’Ateneo, è stata ratificata<br />

dal Senato accademico e dal rettore dell’Università.<br />

Oltre che per De Lorenzo<br />

la reintegra accademica riguarda altri ex<br />

politici e amministratori coinvolti nelle<br />

vicende giudiziarie agli inizi degli anni<br />

’90, che sono docenti universitari. Tra<br />

questi l’ex sindaco di Napoli, Nello Polese,<br />

assolto in numerosi procedimenti<br />

che la procura aveva aperto suo carico<br />

e docente nella facoltà di Ingegneria,<br />

l’ex assessore provinciale del Pli, Raffaele<br />

Perrone Capano, l’ex parlamentare<br />

del Pri, Giuseppe Galasso. De Lorenzo è<br />

titolare di cattedra nella Facoltà di Medicina<br />

nel dipartimento di Chimica biologica.<br />

La sospensione era stata adottata<br />

negli anni scorsi dallo stesso rettore,<br />

prof. Fulvio Tessitore, che ha reintegrato<br />

De Lorenzo.<br />

Dopo cinque anni dalla sospensione<br />

cautelativa, la reintegra nel corpo accademico,<br />

è automatica. I provvedimenti<br />

di sospensione cautelativa risalgono per<br />

tutti attorno al 1994.


L'OSSERVATOREROMANO<br />

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GIORNALE QUOTIDIANO<br />

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POLITICO RELIGIOSO<br />

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Anno CXLI - N. 13 (42.651) CITTÀ DEL VATICANO Giovedì 18 Gennaio 2001<br />

Nella catechesi all'udienza generale Giovanni Paolo II esorta a stimolare e a sostenere la «conversione<br />

ecologica» per preparare alle future generazioni un ambiente che si avvicini di più al progetto del Creatore<br />

L'impegno per scongiurare<br />

la catastrofe ecologica<br />

«Occorre stimolare e sostenere la “conversione ecologica”, che in<br />

questi ultimi decenni ha reso l'umanità più sensibile nei confronti della<br />

catastrofe verso la quale si stava incamminando». Lo ha detto Giovanni<br />

Paolo II ai pellegrini convenuti da diverse parti del mondo nell'Aula<br />

Paolo VI per partecipare all'udienza generale di mercoledì 17 gennaio.<br />

Ecco i punti nodali della catechesi del Papa:<br />

» «L'armonia dell'uomo con il suo simile, con il creato e con Dio è il<br />

progetto perseguito dal Creatore. Tale progetto è stato ed è continuamente<br />

sconvolto dal peccato umano»;<br />

» «La creatura umana riceve una missione di governo sul creato per<br />

farne brillare tutte le potenzialità»;<br />

» «La signoria dell'uomo... è la missione non di un padrone assoluto<br />

e insindacabile, ma di un ministro del Regno di Dio, chiamato a continuare<br />

l'opera del Creatore, un'opera di vita e di pace»;<br />

» «Soprattutto nel nostro tempo, l'uomo ha devastato senza esitazioni<br />

pianure e valli boscose, inquinato le acque, deformato l'habitat della<br />

terra, reso irrespirabile l'aria, sconvolto i sistemi idro-geologici e atmosferici,<br />

desertificato spazi verdeggianti, compiuto forme di industrializzazione<br />

selvaggia»;<br />

» «Occorre, perciò, stimolare e sostenere la “conversione ecologica”,<br />

che in questi ultimi decenni ha reso l'umanità più sensibile nei confronti<br />

della catastrofe verso la quale si stava incamminando»;<br />

» «Non è in gioco solo un'ecologia “fisica”, attenta a tutelare l'habitat<br />

dei vari esseri viventi, ma anche un'ecologia “umana” che renda più<br />

dignitosa l'esistenza delle creature, proteggendone il bene radicale della<br />

vita in tutte le sue manifestazioni e preparando alle future generazioni<br />

un ambiente che si avvicini di più al progetto del Creatore».<br />

EL SALVADOR L'opera delle squadre di soccorso ostacolata dalle ripetute scosse di assestamento<br />

Avviate iniziative per la ricostruzione<br />

nel Paese devastato dal terremoto<br />

La gigantesca frana abbattutasi su un quartiere della città di Santa Tecla<br />

TERZA PAGINA<br />

Formare o essere formati<br />

dalla Tv?<br />

Non si può accettare<br />

la quantificazione<br />

come metro di valore<br />

...Non amo nostalgie indebite<br />

e mi entusiasmo facilmente per<br />

qualche novità che si intravede.<br />

Mi domando: oggi, nell'epoca<br />

del grande fratello è avvenuta<br />

una vera rivoluzione? A parte il<br />

fatto che il fenomeno è d'importazione,<br />

ci si può illudere che<br />

l'operazione parta da presupposti<br />

di pura ricerca? Non si creano<br />

nuove mitologie?...<br />

...Certo, se si accetta la pura<br />

quantificazione come metro di<br />

valore, siamo alle strette con il<br />

respiro sia etico che estetico.<br />

Aggiungerei anche di rispetto<br />

vero del pubblico. Nel duello<br />

che si può vincere e perdere, il<br />

«nemico» può rispondere a<br />

sciabolate con la coppia «sesso-violenza»...<br />

di FRANCO PATRUNO<br />

Pagina 3<br />

Pagine 4 e 5<br />

SAN SALVADOR, 17.<br />

Si pensa già alla ricostruzione nel Salvador<br />

sconvolto dal terribile terremoto<br />

di sabato scorso. Si pensa al futuro, pur<br />

convivendo con la drammatica realtà<br />

del sisma. Oltre mille scosse di replica,<br />

alcune delle quali vicine alla magnitudo<br />

5 sulla scala Richter, si sono infatti succedute<br />

in questi ultimi giorni. L’ultimo<br />

bilancio ufficiale fornito dalla polizia nazionale<br />

parla di 666 morti, di 2.538 feriti,<br />

di quasi 50.000 case danneggiate o distrutte,<br />

di decine di migliaia di senzatetto<br />

e di danni per 2.000 miliardi di lire<br />

(una cifra pari a metà del bilancio statale<br />

di un anno).<br />

Resta il drammatico dato dei dispersi,<br />

che secondo molte fonti sono certamente<br />

più di 4.000, concentrati fra Santa Tecla<br />

(Las Colinas) e Comasagua. Qui le<br />

località di Los Amantes, Santa Lucia,<br />

Los Castillos e El Matazanos, sono state<br />

letteralmente cancellate dalla carta geografica.<br />

I soccorritori, arrivati solo nelle<br />

ultime ore, non hanno ancora fornito il<br />

quadro della situazione, per cui le fonti<br />

ufficiali non si pronunciano. Il Presidente<br />

della Repubblica, Francisco Flores, ha<br />

Ex Zaire: notizie contraddittorie<br />

sulla sorte del Presidente Kabila<br />

KINSHASA, 17.<br />

Il Presidente della Repubblica Democratica<br />

del Congo (Rdc, ex Zaire), Laurent-Désiré<br />

Kabila, ferito ieri in un attentato,<br />

è vivo. Lo ha reso noto stamane<br />

il portavoce del Governo di Kinshasa,<br />

Dominique Sakombi, aggiungendo che il<br />

Capo dello Stato è già stato trasferito<br />

fuori del Paese «per essere sottoposto a<br />

cure appropriate».<br />

Questo annuncio — riferisce la «France-Presse»<br />

— è però in contrasto con<br />

notizie dell'ultim'ora provenienti dallo<br />

Zimbabwe. Infatti, fonti governative di<br />

Harare, citate dall'agenzia ufficiale «Ziana»,<br />

riferiscono che Kabila sarebbe morto<br />

oggi durante il trasferimento aereo alla<br />

volta di un ospedale specializzato dello<br />

Zimbabwe.<br />

I Governi di Bruxelles, di Washigton<br />

e di Londra accreditano da ieri l'ipotesi<br />

della morte di Kabila, ma al tempo stesso<br />

fanno presente non c'è la certezza assoluta<br />

del decesso.<br />

Tornando al comunicato ufficiale diffuso<br />

a Kinshasa,in esso si legge che il<br />

Governo ha affidato la guida del Paese<br />

al generale Joseph Kabila, figlio del Presidente,<br />

in attesa del ristabilimento fisico<br />

del padre. Le autorità hanno inoltre de-<br />

ciso la revoca del coprifuoco e la riapertura<br />

delle frontiere del Paese.<br />

Quelle riferite sopra sono le prime dichiarazioni<br />

ufficiali a 24 ore dall'attentato,<br />

del quale, al momento, si ignorano<br />

le circostanze e la eventuale matrice politica.<br />

Fino a stamane le autorità congolesi<br />

avevano taciuto sulla vicenda, della<br />

quale l'opinione pubblica nazionale era<br />

totalmente all'oscuro.<br />

Ieri sera, in un intervento alla televisione,<br />

il colonnello Eddy Kapend, aiutante<br />

di campo di Kabila, aveva annunciato<br />

l'imposizione del coprifuoco e la<br />

chiusura delle frontiere terrestri, marittime<br />

e aeree. E aveva invitato gli ufficiali<br />

superiori a tenere sotto controllo le<br />

truppe ai loro ordini. Stamane, la radio<br />

aveva commemorato il 40mo anniversario<br />

dell'assassinio di Patrice Lumumba,<br />

primo Capo di Governo del Congo postcoloniale,<br />

di cui Kabila— afferma l'emittente<br />

— avrebbe rialzato il vessillo nella<br />

lotta per la libertà e l'indipendenza nazionale.<br />

La situazione a Kinshasa è tranquilla,<br />

nelle strade, pattugliate dai militari, circola<br />

poca gente.<br />

CONTINUA A PAGINA 2<br />

cercato ieri di infondere coraggio alla<br />

popolazione, anche se egli stesso ha dovuto<br />

ammettere che «il fenomeno non è<br />

terminato» perché si verificano ancora<br />

crolli in vari dipartimenti del Paese.<br />

Intanto il Parlamento sta studiando il<br />

modo per finanziare misure urgenti a<br />

sostegno della ricostruzione. I deputati<br />

hanno allo studio la costituzione di un<br />

apposito Fondo di ricostruzione che<br />

avrà finanziamenti per 571 milioni di<br />

dollari Usa (1.150 miliardi di lire). Il<br />

Fondo sarà alimentato in due modi: da<br />

una parte attraverso una revisione radicale<br />

del programma di investimenti pubblici<br />

per il 2001, dall’altra tramite quattro<br />

prestiti che saranno richiesti ad organismi<br />

finanziari internazionali di sviluppo.<br />

L’aeroporto internazionale di Comalapa<br />

a San Salvador lavora notte e giorno<br />

per ricevere gli aiuti internazionali che<br />

stanno affluendo regolarmente. Il Comitato<br />

per l’emergenza nazionale (Coen)<br />

che sta cercando di distribuire in modo<br />

uniforme acqua, tende, coperte, medici-<br />

CONTINUA A PAGINA 2<br />

NOSTRE<br />

INFORMAZIONI<br />

Il Santo Padre ha ricevuto oggi in<br />

udienza Sua Eminenza Reverendissima<br />

il Signor Cardinale Edward<br />

Idris Cassidy, Presidente del Pontificio<br />

Consiglio per la Promozione dell'Unità<br />

dei Cristiani, con Sua Eccellenza<br />

Reverendissima Monsignor<br />

Walter Kasper, Vescovo emerito di<br />

Rottenburg-Stuttgart (Repubblica<br />

Federale di Germania), Segretario, e<br />

con il Reverendo Monsignore Eleuterio<br />

Francesco Fortino, Sotto-Segretario<br />

del medesimo Pontificio<br />

Consiglio. . .<br />

Il Santo Padre ha nominato Osservatore<br />

Permanente della Santa<br />

Sede presso l'Ufficio delle Nazioni<br />

Unite ed Istituzioni Specializzate a<br />

Ginevra e presso l'Organizzazione<br />

Mondiale del Commercio Sua Eccellenza<br />

Reverendissima Monsignor<br />

Diarmuid Martin, finora Segretario<br />

del Pontificio Consiglio della Giustizia<br />

e della Pace, elevandolo alla dignità<br />

arcivescovile e conservandogli<br />

la sede titolare di Glenndálocha.<br />

Di fronte all'allarme sociale<br />

causato dalla diffusione di un recente morbo<br />

A tutti gli onesti allevatori<br />

la vicinanza spirituale del Papa<br />

in questo momento di grave difficoltà<br />

“<br />

Oggi celebriamo la memoria liturgica di sant'Antonio<br />

Abate, maestro di vita spirituale. Egli però è anche molto<br />

popolare negli ambienti rurali come patrono<br />

degli allevamenti. In questi ambienti si sta vivendo<br />

un momento di grave difficoltà a motivo dell'allarme<br />

sociale causato dalla diffusione di un recente morbo.<br />

In questa situazione di non lieve disagio, a tutti gli onesti<br />

allevatori va l'espressione della mia vicinanza spirituale<br />

(Giovanni Paolo II, udienza generale, 17 gennaio)<br />

Il Santo Padre alla vigilia della Settimana<br />

di preghiera per l'Unità dei Cristiani<br />

Una corale invocazione<br />

«Oggi si celebra in Italia<br />

la Giornata per l'amicizia<br />

ebraico-cristiana. Nell'esprimere<br />

apprezzamento e<br />

sostegno a questa iniziativa<br />

della Chiesa italiana,<br />

auspico di cuore che essa<br />

contribuisca allo sviluppo<br />

di un autentico dialogo<br />

ebraico-cattolico.<br />

Domani, poi, inizierà la<br />

Settimana di preghiera per<br />

l'Unità dei Cristiani, durante<br />

la quale le Chiese e le<br />

Comunità ecclesiali pregheranno<br />

insieme affinché<br />

si realizzi pienamente la<br />

volontà di Cristo che, cioè,<br />

i suoi discepoli siano una<br />

Il Santo Padre ha nominato Nunzio<br />

Apostolico in Giordania e in Iraq<br />

il Reverendo Monsignore Fernando<br />

Filoni, finora Consigliere della Nunziatura<br />

Apostolica nelle Filippine,<br />

elevandolo in pari tempo alla sede<br />

titolare di Volturno, con dignità di<br />

Arcivescovo.<br />

. .<br />

Provviste di Chiese<br />

Il Santo Padre ha nominato Vescovo<br />

di Tocantinópolis (Brasile) il<br />

Reverendo Miguel Ângelo Freitas<br />

Ribeiro, del clero della Diocesi di<br />

Oliveira, Parroco di «Nossa Senhora<br />

Aparecida» nella medesima Diocesi.<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha nominato Ausiliare<br />

dell'Arcidiocesi di Delhi (India)<br />

il Reverendo Sacerdote Anil Couto,<br />

Rettore del Seminario Minore «Vinay<br />

Gurkul» della medesima Arcidiocesi<br />

a Gurgaon, assegnandogli<br />

la sede titolare vescovile di Cenculiana.<br />

al Signore<br />

La Settimana di preghiera<br />

per l'Unità dei Cristiani<br />

(18-25 gennaio 2001)<br />

«Io sono la Via,<br />

la Verità e la Vita»<br />

Pagine 6 e 7<br />

Chiusura<br />

della Porta Santa<br />

nelle Diocesi<br />

italiane Pagina 5<br />

-<br />

”<br />

cosa sola. Quest'anno il tema<br />

scelto è l'espressione<br />

di Gesù, riportata nel Vangelo<br />

di Giovanni, «Io sono<br />

la via, la verità e la vita»<br />

(Gv 14, 6). Carissimi Fratelli<br />

e Sorelle, invito tutti ad<br />

unirsi a questa corale invocazione<br />

al Signore e vi do<br />

appuntamento per giovedì<br />

25 gennaio, nella Basilica<br />

di san Paolo, dove, secondo<br />

la tradizione, celebreremo<br />

la solenne conclusione<br />

di questa Settimana di preghiera<br />

per l'Unità dei Cristiani».<br />

(Giovanni Paolo II,<br />

udienza generale, 17 gennaio)


DAL MONDO<br />

MARIO AGNES<br />

Direttore responsabile<br />

PAGINA<br />

TIPOGRAFIA VATICANA<br />

EDITRICE<br />

«L'OSSERVATORE ROMANO»<br />

Redazione:<br />

via del Pellegrino<br />

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2 .<br />

SRI LANKA Tra esercito regolare e «Tigri Tamil»<br />

Cruenta battaglia<br />

ad Elefant Pass<br />

COLOMBO, 17.<br />

Si fanno di ora in ora più cruenti nello<br />

Sri Lanka gli esiti della battaglia ingaggiata<br />

da ieri mattina tra l'esercito regolare<br />

e le milizie ribelli delle «Tigri per<br />

la liberazione della patria Tamil» (Ltte)<br />

nei pressi di Elefant Pass, la strategica<br />

postazione che controlla l'accesso alla<br />

penisola di Jaffna, nell'estremo Nord del<br />

India: attaccato<br />

da guerriglieri islamici<br />

aeroporto nel Kashmir<br />

NUOVA DELHI, 17.<br />

Undici persone sono state uccise<br />

ieri in una feroce battaglia tra<br />

guerriglieri fondamentalisti islamici<br />

e forze di sicurezza indiane all’aeroporto<br />

di Srinagar, nello Stato<br />

indiano Jammu e Kashmir.<br />

Fonti militari affermano che sono<br />

stati uccisi i sei guerriglieri che<br />

hanno condotto l’attacco, tre soldati<br />

e due civili. L'azione è stata<br />

rivendicata dal gruppo fondamentalista<br />

islamico «Lashkar-e-Toiba»,<br />

che ha le sue basi in Pakistan ed<br />

in Afghanistan. I sei estremisti sono<br />

entrati in azione poco prima<br />

delle tre di pomeriggio locali attaccando<br />

con bombe e fucili il<br />

picchetto di polizia all’entrata dell’aeroporto,<br />

affollato di viaggiatori.<br />

Le squadre di pronto intervento<br />

dell’esercito sono accorse sul<br />

posto ingaggiando con i guerriglieri<br />

una battaglia che si è protratta<br />

per cinque ore.<br />

L’attacco rappresenta una battuta<br />

d’arresto per il processo di<br />

pace lanciato due mesi fa dal Governo<br />

indiano, che ha ordinato all’esercito<br />

di sospendere tutte le<br />

operazioni nel Kashmir indiano e<br />

di limitare a difendersi dagli attacchi<br />

dei secessionisti che da 11 anni<br />

conducono la guerriglia. Tre<br />

giorni fa guerriglieri hanno tentato<br />

di uccidere Farooq Abdullah, il<br />

capo del Governo statale dello<br />

Jammu e Kashmir. Pochi giorni<br />

prima, lo stesso «Lashkar-e-Toiba»<br />

aveva minacciato attentati contro<br />

il Primo Ministro indiano Atal<br />

Bihari Vajpayee.<br />

Secondo il Governo di Nuova<br />

Delhi si tratta di segnali che indicano<br />

come il Pakistan, che sostiene<br />

politicamente i secessionisti, e i<br />

moderati islamici del Kashmir<br />

non possano o non vogliano, contenere<br />

i gruppi di guerrieri. Il cessate<br />

il fuoco unilaterale dichiarato<br />

dal Governo indiano scade il 26<br />

gennaio e gli avvenimenti degli ultimi<br />

giorni sembrano indicare che<br />

non verrà esteso.<br />

Questa mattina, intanto, è stato<br />

effettuato dall’isola di Wheeler,<br />

nell’India orientale, un lancio sperimentale<br />

del missile balistico teraa-terra<br />

«Agni 2», che una portata<br />

di 2000 chilometri ed è stato<br />

progettato e fabbricato in India.<br />

Lo ha riferito l'agenzia di stampa<br />

indiana «Pti», parlando di esito<br />

«soddisfacente».<br />

Paese. Secondo fonti militari locali, sarebbero<br />

già novanta le vittime dell’offensiva<br />

lanciata ieri dall’esercito. Le autorità<br />

militari affermano infatti che sono<br />

stati uccisi non meno di 52 ribelli, mentre<br />

i soldati cingalesi caduti sono 37.<br />

Sempre secondo tali fonti, anche un civile<br />

sarebbe rimasto ucciso nel fuoco incrociato.<br />

Obiettivo dell'attacco dell'esercito, come<br />

detto, è la riconquista di Elephant<br />

Pass, unico punto di collegamento via<br />

terra tra la penisola di Jaffna e il resto<br />

del Paese. Dall'alba di ieri, migliaia di<br />

uomini appoggiati da artiglieria pesante,<br />

aviazione e carri armati sono avanzati<br />

verso le posizioni dei ribelli a Sud del<br />

piccolo centro di Kilaly, sulla strada che<br />

porta appunto ad Elephant Pass. Le «Tigri<br />

Tamil», secondo i militari, hanno risposto<br />

con un «furioso fuoco» di mortai<br />

ed artiglieria.<br />

La strategica posizione di Elephant<br />

Pass era caduta nelle mani dei ribelli<br />

l’anno scorso in quella che è considerata<br />

la più grave sconfitta ma subita dell’esercito<br />

cingalese nella guerra civile che<br />

si protrae ormai da ben diciassette anni<br />

e che ha già provocato la morte di non<br />

meno di sessantacinquemila persone.<br />

I ribelli dell’«Ltte» avevano proclamato<br />

all’inizio dello scorso dicembre un<br />

cessate il fuoco unilaterale in segno di<br />

«buona volontà». Il Governo di Colombo<br />

ha risposto dicendosi pronto a sospendere<br />

le operazioni militari solo dopo l’inizio<br />

di colloqui di pace.<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Giovedì 18 Gennaio 2001<br />

BUJUMBURA — Ogni giorno, in Burundi,<br />

bambini e adulti muoiono per la fame<br />

e le malattie. A lanciare l'allarme è l'organizzazione<br />

umanitaria internazionale<br />

«Medici senza frontiere» (Msf), cui è stato<br />

conferito nel 1999 il premio Nobel per la<br />

pace. Particolarmente preoccupante è la<br />

situazione nel Nord del Paese, dove infuriano<br />

la carestia e un'epidemia di malaria<br />

senza precedenti. Msf segnala che, nella<br />

provincia di Karuzi un quarto dei bambini<br />

soffrono di malnutrizione e a dicembre ne<br />

Appello di «Medici senza frontiere» per la popolazione del Burundi<br />

sono morti 59. L'organizzazione gestisce<br />

in Burundi una decina di centri nutrizionali<br />

terapeutici: i bambini che vi affluiscono<br />

— rivela il responsabili di Msf a Bujumbura,<br />

Andy Durrant — «versano in condizioni<br />

molto preoccupanti e con un immunità<br />

ridotta per cui vengono facilmente attaccati<br />

dalla malaria e da altre malattie».<br />

All'appello di Msf ha eco il Programma<br />

alimentare mondiale (Pam) dell'Onu, che<br />

stima in 450 mila gli abitanti del Burundi<br />

bisognosi di aiuti. La portavoce dell'agenzia<br />

umanitaria, Christiane Berthiaume, ha<br />

pertanto chiesto ai Paesi donatori la fornitura<br />

sollecita di sedicimila tonnellate di viveri<br />

per arginare la situazione d'emergenza.<br />

L'anno scorso, il Pam si è visto costretto<br />

a ridurre le operazioni assistenziali<br />

in Burundi sia per mancanza di finanziamenti<br />

sia per ragioni di sicurezza.<br />

MEDIO ORIENTE A seguito della ripresa delle trattative sulla sicurezza<br />

Israele toglie il blocco<br />

ai Territori palestinesi<br />

TEL AVIV, 18.<br />

Israele ha riaperto oggi i valichi di accesso<br />

ai Territori a seguito della ripresa<br />

dei colloqui con l'Autorità Palestinese<br />

(Ap). Lo ha reso noto la Radio militare<br />

precisando che in particolare sono stati<br />

sbloccati il posto di controllo di Rafah,<br />

che collega la «Striscia di Gaza» all’Egitto,<br />

e quelli di Karni e di Erez che rappresentano<br />

la porta verso Israele. Per<br />

domani, inoltre, è prevista la riapertura<br />

dell'aeroporto di Gaza. La chiusura era<br />

stata imposta dall’esercito israeliano dopo<br />

l'uccisione di un colono ebreo.<br />

In serata sono previsti altri incontri<br />

tra le parti, che affronteranno le questioni<br />

di sicurezza e ordine pubblico, lasciando<br />

alle prossime settimane il confronto<br />

sul piano di pace degli Usa.<br />

Il dialogo dunque non si ferma, malgrado<br />

le rappresaglie attuate nella «Striscia<br />

di Gaza» da gruppi di coloni che<br />

protestano per l’uccisione del loro compagno<br />

Roni Tsalah. «Abbiamo sollevato<br />

la questione degli attacchi», ha dichiarato<br />

il negoziatore Capo palestinese Saeb<br />

Erekat, che ha partecipato ad una riunione<br />

negoziale affiancato al Presidente<br />

del Consiglio legislativo dell’Ap, Ahmed<br />

Qrei, dal responsabile dell’informazione,<br />

Yasser Abed Rabbo, e dal Capo del servizio<br />

di sicurezza, Mohammed Dahlan.<br />

La delegazione israeliana era invece guidata<br />

dal Ministro degli esteri, Shlomo<br />

Ben Ami, accompagnato da Gilad Sher,<br />

Capo di Gabinetto del Premier Barak, e<br />

da alti ufficiali. Al termine dell’incontro<br />

Erekat ha detto che le divergenze «sono<br />

rimaste le stesse».<br />

RUSSIA Delegazione in missione nella regione<br />

Cecenia: il Consiglio d'Europa<br />

preoccupato per la sorte dei civili<br />

MOSCA, 17.<br />

Preoccupazione per denunciate azioni<br />

illegali delle truppe federali russe contro<br />

civili ceceni è stata espressa ieri dal britannico<br />

Frank Judd che si trova nella<br />

piccola Repubblica federata caucasica a<br />

Capo di una delegazione dell'Assemblea<br />

parlamentare del Consiglio d’Europa.<br />

La popolazione locale ha denunciato<br />

estorsioni e atti di prepotenza da parte<br />

delle truppe federali in servizio ai posti<br />

di controllo allestiti nella Repubblica federata<br />

del Caucaso, ha detto Judd ai<br />

giornalisti nel corso di una sosta a<br />

Khankala, il villaggio a una trentina di<br />

chilometri da Grozny che è sede del comando<br />

generale delle truppe russe. Lo<br />

riferisce l’agenzia di stampa «Interfax».<br />

Judd si è soffermato anche su «alcuni<br />

progressi» nel campo della tutela dei diritti<br />

umani da parte russa rispetto alla<br />

sua visita precedente in Cecenia avvenuta<br />

l’anno scorso. La delegazione dell’Assemblea<br />

parlamentare ha avuto anche<br />

un colloquio con Akhmat Kadyrov,<br />

l’amministratore filorusso della Cecenia<br />

che ha ribadito la sua volontà di intavolare<br />

negoziati di pace con i dirigenti secessionisti<br />

che non hanno responsabilità<br />

in fatti di sangue e azioni di violenza.<br />

Non è questo il caso del Presidente ceceno,<br />

Aslan Maskhadsov, di Shamil Basaiev<br />

e di altri comandanti militari che<br />

hanno compiuto azioni delittuose, ha<br />

detto Kadyrov. La missione nel Caucaso<br />

della delegazione del Consiglio d'Europa<br />

avviene in vista dell’Assemblea del 22-26<br />

gennaio prossimo nel corso della quale<br />

sarà decisa l’eventuale revoca delle san-<br />

Ex Zaire: notizie<br />

contraddittorie<br />

sul Presidente Kabila<br />

CONTINUAZIONE DALLA PAGINA 1<br />

Kabila, che ha sessant'anni anni, è un<br />

ex rivoluzionario, a suo tempo imbevuto<br />

di dottrine marxiste, che per trent'anni<br />

ha lottato contro la dittatura del maresciallo<br />

Mobutu Seko. Nel 1996 ha assunto<br />

la guida della rivolta, appoggiata da<br />

truppe rwandesi e ugandesi, contro il<br />

regime mobutista. Crollato il quale, nel<br />

maggio del 1997, si è proclamato Presidente.<br />

Ma era ben presto entrato in contrasto<br />

con i suoi padrini politici nel tentativo<br />

di ristabilire la sovranità nazionale<br />

sulle regioni orientali passate di fatto<br />

sotto il controllo del Rwanda e dell'Uganda.<br />

Di qui la seconda guerra congolese,<br />

che il Segretario di Stato americano<br />

Margaret Albright ha definito il «primo<br />

conflitto mondiale africano». In esso<br />

infatti sono coinvolti militarmente altri<br />

cinque Paesi africani: Angola, Namibia e<br />

Zimbabwe, alleatisi con Kabila; Rwanda<br />

e Uganda, sostenitori dei movimenti ribelli<br />

al Governo di Kinshasa. La guerra,<br />

che ha provocato un milione e 700 mila<br />

morti tra la popolazione civile, si trascina<br />

senza prospettive di soluzione dal<br />

mese di agosto del 1998.<br />

zioni decretate l’anno scorso contro Mosca<br />

per violazione dei diritti umani in<br />

Cecenia. Si tratta in pratica di restituire<br />

alla Russia il diritto di voto che fu tolto<br />

dall’Assemblea dell’aprile scorso. A Strasburgo<br />

la Duma di Stato (la Camera<br />

bassa del Parlamento russo) invierà una<br />

delegazione ridotta. Dmitri Rogozin, Capo<br />

della delegazione e Presidente della<br />

Commissione affari esteri della Duma di<br />

Stato, ha detto ieri che, se non saranno<br />

tolte a Strasburgo le sanzioni, Mosca<br />

prenderà delle contromisure non specificate.<br />

Potrebbe trattarsi di un divieto futuro<br />

a missioni come quella condotta<br />

nel Caucaso da Frank Judd.<br />

Intanto, l'aviazione federale ha proseguito<br />

i suoi bombardamenti contro le<br />

basi dei ribelli in Cecenia e, secondo<br />

fonti dello stato maggiore russo nel Caucaso,<br />

ha distrutto due rifugi nella zona<br />

di Nozhai-Iurt. In totale ci sono stati 57<br />

bombardamenti russi nelle ultime 24 ore<br />

tra le montagne della Cecenia. Dal canto<br />

loro, i guerriglieri hanno portato nove<br />

attacchi a Grozny e a Gudermes, la<br />

seconda città cecena situata ad Est della<br />

capitale dove ha sede l'amministrazione<br />

filorussa. Tra i soldati di Mosca non ci<br />

sarebbero state vittime.<br />

Intanto, mentre il Commissario responsabile<br />

per le relazioni esterne dell'Ue,<br />

Chris Patten, è a Mosca per intensificare<br />

le relazioni tra Unione Europea<br />

e Russia nel quadro dell'accordo di partenariato<br />

e cooperazione, consultazioni<br />

tecniche sulla questione del debito russo<br />

(«ereditato» dalla disciolta Urss) e il<br />

«Club di Parigi» riprenderanno nella capitale<br />

francese il 24 gennaio prossimo.<br />

Aiuti della Chiesa cattolica<br />

alle vittime delle violenze<br />

nostro servizio<br />

GERUSALEMME, 17.<br />

In questi tre mesi di conflitto la<br />

Chiesa di Terra Santa ha dato conforto<br />

e aiuto alle famiglie delle vittime<br />

e ai feriti e a quanti hanno avuto<br />

case distrutte o danneggiate. È<br />

stata particolarmente vicina ai poveri.<br />

Padre Guido Gockel M.H.M., Direttore<br />

regionale per Palestina,<br />

Israele e Cipro della «Pontificia Missione<br />

per la Palestina», traccia un<br />

bilancio di questo impegno che fra<br />

l'altro smentisce quanti, non conoscendo<br />

i fatti, si sono chiesti dove<br />

fossero i cristiani in questi momenti<br />

difficili.<br />

Ai primi di ottobre, appena dopo<br />

l'inizio della nuova intifada, su iniziative<br />

del Patriarca di Gerusalemme<br />

dei Latini, Sua Beatitudine Michel<br />

Sabbah, è stato subito avviato<br />

un programma di assistenza nel<br />

coordinamento tra le principali istituzioni<br />

della Chiesa locale, la «Caritas»,<br />

innanzi tutto, espressione dell'Assemblea<br />

degli Ordinari cattolici<br />

di Terra Santa; e quindi la «Pontificia<br />

Missione per la Palestina», collegata<br />

alla Cnewa (Catholic Near East<br />

Welfare Association) organizzazione<br />

assistenziale dell'Arcidiocesi di New<br />

York; il «Catholic Relief Service» della<br />

Conferenza episcopale degli Stati<br />

Uniti e il «Segretariato di solidarietà»<br />

delle rappresentanze pontificie in<br />

Terra Santa di cui è Presidente l'Arcivescovo<br />

Pietro Sambi, Nunzio Apostolico<br />

in Israele e in Cipro e Delegato<br />

Apostolico in Gerusalemme e Palestina.<br />

Questi organismi, in stretta<br />

consultazione settimanale, hanno<br />

avviato un piano di azione immediato,<br />

grazie anche all'aiuto ricevuto<br />

da diocesi e istituzioni caritatevoli<br />

di ogni parte del mondo.<br />

La priorità è stata data ai feriti —<br />

finora oltre diecimila, il 25 per cento<br />

dei quali resteranno disabili — assicurando<br />

medicine ai principali ospedali<br />

di Betlemme, Ramallah e della<br />

parte orientale di Gerusalemme; e<br />

sovvenzioni in denaro ai più importanti<br />

centri medici per la riabilitazione<br />

di portatori di handicap; in<br />

particolare a quello della «Bethlem<br />

Arab Society for Rehabilitation» (ove<br />

operano delle suore della congregazione<br />

di Nostra Signora della Mercede<br />

e dell'istituto delle Serve del Signore<br />

e della Vergine di Matarà). A<br />

questa istituzione è stata data una<br />

delle tre ambulanze acquistate grazie<br />

alle offerte ricevute dal Cile, da<br />

famiglie cristiane oriunde della zona<br />

di Betlemme, le altre due sono state<br />

assegnate all'ospedale «Augusta Victoria»<br />

di Gerusalemme e all'organizzazione<br />

della «Mezzaluna rossa» palestinese.<br />

Dirigenti e personale delle varie<br />

istituzioni hanno visitato le famiglie,<br />

circa 250, delle cittadine più colpite<br />

nella regione di Betlemme, cioè Beit<br />

Jala e Beit Sahour (questa è la località<br />

del Campo dei Pastori), elargendo<br />

a ciascuna un contributo minimo<br />

di 1.000 dollari e superiore nei<br />

casi più gravi. Assistite pure le famiglie<br />

di molte località della Cisgiordania<br />

che, per eventi connessi al conflitto,<br />

hanno subito danni ai loro<br />

oliveti. In tutto le famiglie visitate e<br />

assistite sono state a fine dicembre<br />

1.109, la gran parte in Cisgiordania<br />

da Henin (Alta Samaria) a Beit<br />

Sahour, in questo numero rientrano<br />

le 220 di Gaza.<br />

Alla fine di dicembre l'assistenza<br />

prestata è ammontata a 300 mila<br />

dollari americani (dei quali 220 mila<br />

della sola «Pontificia Missione per la<br />

Palestina»), un milione 300 mila<br />

shekel israeliani e 45 mila marchi<br />

tedeschi, per complessivi 625 mila<br />

dollari circa.<br />

Ed è prevista la continuazione<br />

dell'assistenza sociale ancora sei<br />

mesi dopo la fine delle violenze.<br />

È molto significativo che tutte le<br />

comunità cristiane di Terra Santa si<br />

siano mobilitate per venire in aiuto<br />

ai più bisognosi. Sono state in questo<br />

spronate dalla lettera pastorale<br />

di Avvento del Patriarca Sabbah,<br />

che ha anche invitato a preghiere e<br />

al digiuno; raccomandazioni seguite<br />

da tutte le comunità religiose.<br />

Nella parrocchia cattolica di Gerusalemme,<br />

riferisce il parroco, padre<br />

George Abu Khazen O.F.M., sono<br />

state fatte due collette nel periodo<br />

di Avvento e gruppi di giovani<br />

hanno coinvolto fedeli di altre chiese<br />

ortodosse e protestanti, in una manifestazione<br />

di concreto ecumenismo.<br />

E poiché anche a Gerusalemme<br />

molti cristiani hanno risentito<br />

della difficile situazione, soprattutto<br />

per la mancanza del lavoro, la «San<br />

Vincenzo de' Paoli» ha aiutato ben<br />

380 famiglie. A Betlemme sono state<br />

organizzate due feste natalizie per<br />

bambini, con distribuzione di doni e<br />

giocattoli, una da padre Ibrahim<br />

Faltas O.F.M., direttore della Scuola<br />

di Terra Santa; l'altra da padre Majdi<br />

el Siriani responsabile dell'ufficio<br />

di solidarietà del Patriarcato Latino<br />

e parroco di Beit Sahour che ha<br />

dunque coinvolto ragazzi dell'intera<br />

area, parecchi dei quali protagonisti<br />

di una mostra di disegni esposta al<br />

«palazzo della pace» sul tema dell'intifada<br />

e del loro desiderio che le<br />

violenze cessino. Gli studenti del Seminario<br />

patriarcale latino di Beit Jala<br />

sono stati impegnati in molte opere<br />

di solidarietà: visite ai feriti negli<br />

ospedali e alle famiglie che hanno<br />

avuto le abitazioni danneggiate e a<br />

quelle, una ventina, ospitate in albergo;<br />

animazione di giochi ai loro<br />

bambini; offerta e servizio di un<br />

pranzo per i cristiani e uno per i<br />

musulmani. E a tal proposito va<br />

detto che tutto l'aiuto cristiano non<br />

ha fatto distinzioni di persone.<br />

Anche in Galilea in tutte le parrocchie,<br />

istituzioni e scuole cristiane,<br />

è stato un fiorire di iniziative<br />

coordinate dal Vescovo Ausiliare di<br />

Gerusalemme dei Latini, Mons. Giacinto-Boulos<br />

Marcuzzo; si sono distinti<br />

in particolare l'Unione delle<br />

Religiose e don Elias Odeh, direttore<br />

delle scuole patriarcali che si è assicurata<br />

la collaborazione di strutture<br />

dell'Onu. Parecchi camion con viveri<br />

e indumenti hanno raggiunto, superando<br />

molte difficoltà, le parrocchie<br />

di località di Cisgiordania e di<br />

Gaza, venendo così incontro alle necessità<br />

più impellenti.<br />

GRAZIANO MOTTA<br />

El Salvador: avviate iniziative per la ricostruzione<br />

nel Paese devastato dal terremoto<br />

CONTINUAZIONE DALLA PAGINA 1<br />

ne. Il Presidente Flores ha intanto<br />

rivolto un nuovo appello<br />

alla comunità internazionale,<br />

chiedendo di non ridurre la<br />

mobilitazione e di continuare<br />

lo sforzo di solidarietà, imprescindibile<br />

di fronte alle grandi<br />

distruzioni operate dal sisma. I<br />

contributi in denaro, ha nel<br />

frattempo rivelato il Ministro<br />

delle finanze José Luis Trigueros,<br />

sono finora inferiori alle<br />

aspettative. Per fugare il possibile<br />

scetticismo su un cattivo<br />

uso delle risorse finanziarie, i<br />

responsabili della Commissione<br />

nazionale di solidarietà salva-<br />

doregna hanno ieri assicurato<br />

che «i fondi ricevuti saranno amministrati<br />

in modo irreprensibile». La protezione<br />

civile nazionale, la Croce rossa internazionale,<br />

e le squadre specializzate<br />

giunte da vari Paesi, continuano nelle<br />

operazioni di soccorso, ma la speranza<br />

di trovare superstiti è ormai praticamente<br />

vicina a zero.<br />

Intanto, la terra ha tremato con decisione<br />

per tutta la giornata di ieri, con<br />

scosse di una magnitudo variante fra 2,5<br />

e 5 gradi sulla scala Richter. Jorge Rodriguez,<br />

direttore dell’Istituto di indagini<br />

geotecniche del Salvador, ha spiegato<br />

che queste repliche sono normali nella<br />

fase di assestamento delle placche di Coco<br />

e di Nazca, responsabili del terremoto<br />

di sabato. L’esperto ha anche colto<br />

l’occasione per cercare di calmare la popolazione,<br />

preoccupata per la segnala-<br />

zione di una importante attività<br />

dei vulcani salvadoregni. Rodriguez<br />

ha infatti spiegato che non<br />

esiste alcuna relazione fra il fenomeno<br />

sismico e quello vulcanico.<br />

Un deciso aiuto alle fasce di popolazione<br />

più esposte dopo il terremoto<br />

è giunto ieri dall’Unicef<br />

che si sta attivando per portare<br />

aiuto a migliaia di bambini e di<br />

donne. Lo rende noto in un comunicato<br />

lo stesso Fondo delle<br />

Nazioni Unite per l’infanzia, precisando<br />

che è già stato stabilito<br />

un primo stanziamento di 500.000<br />

dollari Usa e che nell’immediato<br />

verranno forniti altri aiuti. L’Unicef<br />

ha sottolineato che distribuirà<br />

taniche di acqua potabile, che ga-<br />

rantirà l’attrezzatura sanitaria e<br />

che cercherà di facilitare una rapida ripresa<br />

dell’attività scolastica dei bambini<br />

fornendo materiale didattico.<br />

Verranno inoltre formate squadre di<br />

specialisti per aiutare le autorità locali<br />

ad identificare e proteggere i bambini rimasti<br />

orfani, di cui ancora non è possibile<br />

quantificare il numero, e promuovere<br />

la rapida riunificazione delle famiglie<br />

separate.<br />

Com'è noto, il Paese africano è in preda<br />

dal 1993 a una guerra civile che ha<br />

provocato oltre 200 mila morti. Essa oppone<br />

il Governo e l'esercito, dominati dalla<br />

minoranza Tutsi ai movimenti di resistenza<br />

armata dell'etnia rivale degli Hutu, che<br />

costituiscono l'85 per cento della popolazione.<br />

Un accordo di pace, firmato il 28<br />

agosto scorso ad Arusha (Tanzania) dal<br />

Governo e dai partiti politici Tutsi e Hutu,<br />

è rimasto lettera morta per la mancata<br />

adesione dei gruppi guerriglieri.<br />

Uranio «impoverito»:<br />

il Parlamento dell'Ue<br />

chiede la moratoria<br />

STRASBURGO — Il Parlamento<br />

europeo di Strasburgo ha lanciato<br />

mercoledì un appello per una moratoria<br />

dell’uso delle armi all’uranio<br />

impoverito. In una risoluzione<br />

approvata con 394 voti a favore, 60<br />

contrari e 106 astensioni, l'Assemblea<br />

ha chiesto agli Stati dell'Ue<br />

che fanno parte della Nato «di proporre<br />

una moratoria dell’uso delle<br />

armi all’uranio impoverito, in accordo<br />

con il principio di precauzione».<br />

Nel documento, si chiede anche<br />

«la creazione di un gruppo di<br />

lavoro medico europeo indipendente,<br />

incaricato di esaminare le<br />

questioni risultanti dalla possibile<br />

relazione fra l’impiego di munizioni<br />

all’uranio impoverito e alcuni<br />

casi di decesso e malattia fra i soldati»<br />

impegnati nei Balcani.<br />

Filippine: sospeso<br />

il procedimento<br />

contro il Presidente<br />

MANILA — È stato sospeso nelle<br />

Filippine il procedimento per mettere<br />

in stato d'accusa il Presidente<br />

Joseph Estrada, dopo le dimissioni<br />

presentate martedì dagli undici<br />

parlamentari del collegio d’accusa.<br />

Il procedimento «riprenderà quando<br />

la Camera dei deputati prenderà<br />

una decisione in merito», ha<br />

detto il Presidente della Corte Suprema,<br />

Hilario Davide. Gli accusatori<br />

si sono dimessi per protesta<br />

contro la decisione del Senato, costituito<br />

per l’occasione in Alta Corte,<br />

che con 11 voti a favore e 10<br />

contrari ha impedito la revoca del<br />

segreto bancario sui conti di Estrada,<br />

accusato di corruzione.<br />

Etiopia: rimpatriati<br />

altri 254 eritrei<br />

prigionieri di guerra<br />

ADDIS ABEBA — Sono stati rimpatriati<br />

martedì dall'Etiopia 254 prigionieri<br />

di guerra, in un'operazione<br />

condotta sotto il controllo del<br />

Cicr, il Comitato internazionale<br />

della Croce Rossa, tra la località<br />

etiope di Rama e quella eritrea di<br />

Adi Kwala, separate dal fiume Mereb.<br />

Si è trattato della terza operazione<br />

di questo tipo seguita alla<br />

firma, il 12 dicembre scorso, dell'accordo<br />

di pace tra i due Paesi.<br />

Uganda: non ancora<br />

terminata l'epidemia<br />

del virus «Ebola»<br />

KAMPALA — Non è ancora terminata<br />

in Uganda l'epidemia provocata<br />

dal virus «Ebola» che ha provocato<br />

negli ultimi mesi 173 morti<br />

nel Nord del Paese. Proprio quando<br />

le autorità sanitarie ugandesi si<br />

apprestavano ormai a dichiarare<br />

superata l’epidemia, è stato infatti<br />

accertato un nuovo caso di contagio<br />

nel distretto di Gulu. Il Direttore<br />

dei servizi sanitari ugandesi,<br />

Sam Okware, ha detto martedì che<br />

la nonna di una neonata di cinque<br />

mesi morta di Ebola il 4 gennaio a<br />

Gulu, è stata anch’essa contagiata<br />

sabato scorso. Okware ha spiegato<br />

che deve perciò ripartire da zero il<br />

conto dei giorni senza che vengano<br />

segnalati nuovi casi necessari<br />

per dichiarare ufficialmente superata<br />

l’epidemia, cioè 42, il doppio<br />

del periodo di incubazione del virus,<br />

ma ha aggiunto che «l’Uganda<br />

sta per uscire dall’epidemia».<br />

Nigeria: ventitré morti<br />

in un terrificante<br />

incidente stradale<br />

ABUJA — Ventitré persone sono<br />

morte in Nigeria nello scontro tra<br />

un camion carico di persone e un<br />

autocarro a Nasarawa Dandume,<br />

nella provincia settentrionale di<br />

Katsina. Il gravissimo incidente, le<br />

cui cause non sono state accertate,<br />

è accaduto la settimana scorsa,<br />

ma le autorità locali ne hanno dato<br />

notizia martedì. Ogni anno, migliaia<br />

di persone muoiono in Nigeria<br />

per incidenti stradali provocati<br />

per lo più dal cattivo stato sia delle<br />

strade sia degli autoveicoli.<br />

Opec: si prospetta<br />

un accordo per ridurre<br />

l'estrazione del greggio<br />

VIENNA — Poche ore prima dell'apertura,<br />

mercoledì pomeriggio a<br />

Vienna, della riunione ministeriale<br />

dell'Opec, l'Organizzazione dei<br />

Paesi produttori di petrolio, è stata<br />

data notizia di un accordo già raggiunto<br />

per tagliare di un milione e<br />

mezzo di barili di produzione giornaliera<br />

di greggio. Lo ha detto<br />

martedì il Ministro del petrolio del<br />

Kuwait, lo sceicco Saud Nasser al-<br />

Sabah, prima dell’avvio delle consultazioni.<br />

Norvegia: riprenderà<br />

l'esportazione<br />

di carne di balena<br />

OSLO — La carne di balena tornerà<br />

ad essere esportata da parte<br />

della Norvegia, che già dal 1993<br />

ha sfidato la moratoria internazionale<br />

sulla caccia al mammifero<br />

marino, senza tuttavia consentirne<br />

l’esportazione. L'annuncio è stato<br />

dato martedì dal Governo di Oslo<br />

che ha quindi accolto le richieste<br />

dei cacciatori di balene che da<br />

tempo sollecitavano una ripresa<br />

delle esportazioni.


ERZA T PAGINA .<br />

PAGINA<br />

3 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Giovedì 18 Gennaio 2001<br />

Formare o essere formati dalla Tv?<br />

Non si può accettare la quantificazione<br />

come metro di valore<br />

FRANCO PATRUNO<br />

Formare o essere formati dalla tv? La<br />

domanda non è superflua se si accetta<br />

quel concetto di forma che, analogicamente,<br />

è molto simile a ciò che esce<br />

dalle mani di uno scultore che plasma la<br />

creta. La forma, in questo caso, non è<br />

appena quella trasmessa dal monitor,<br />

ma la relazione, il flusso di attenzione o<br />

di rifiuto che si stabilisce con quel campo<br />

visivo illuminato e comunicante.<br />

Il rapporto si stabilisce comunque,<br />

anche quando lascio scorrere la sua voce<br />

e, di riflesso, la sua luce e i fantasmi<br />

stilizzati di riflesso sui muri; mentre, naturalmente,<br />

continuo a leggere il giornale<br />

o telefono ad un amico. Il perenne,<br />

ed ormai amico pure lui, tema di fondo<br />

del rumore illuminato e cromatico, continua<br />

ad accompagnarmi. «Vite da format:<br />

la tv nell'era del grande fratello».<br />

Mi è piaciuta l'idea del titolo di un libro<br />

scritto da Paolo Maggi, docente di Comunicazione<br />

di massa all'Università del<br />

Sacro Cuore di Milano. L'autore ha fatto<br />

una scelta: scrivere con struttura narrativa<br />

«allo stesso modo di», cioè allo<br />

stesso modo di quel «senza soluzione di<br />

continuità» del mosaico calcolato ma<br />

inorganico che è il palinsesto dell'ultima<br />

generazione: un collage che incolla pezzi<br />

di generi ad altri frammenti di altri<br />

generi.<br />

Vite da format significa che l'orizzonte<br />

esistenziale non solo si conforma a<br />

quello televisivo, ma ha come speranzosa<br />

vocazione, implicita ed esplicita, di<br />

essere incluso, come grande fratello, all'interno<br />

della vita della tv. Se ai tempi<br />

di «Lascia o raddoppia?» il diventare divi<br />

era inserito in un tradizionalissimo<br />

gioco, nella galassia familiare de «Il<br />

grande fratello», l'essere in diretta è<br />

conquistare mitologie feriali. Una ferialitàchenon<br />

ha limiti di tempo e di spazi.<br />

Non c'è privacy, ma la si finge nella<br />

planimetria di una casa vera e virtuale<br />

al tempo stesso. L'illusione di esser soli<br />

è messa in scena dell'illusione: ben si<br />

conosce che ogni frammento esistenziale<br />

è ripreso e, facendo piazza pulita di<br />

ogni buona scuola di selezione d'immagine,<br />

lo si pensa «vero» ed «autentico».<br />

Anche il bagno, antico e privilegiato<br />

spazio di solitudine, diventa scenografia<br />

con diverse e polivalenti ribalte. O, secondo<br />

altra più specifica terminologia,<br />

ripreso da diversi punti di vista.<br />

L'estetica del realismo e del verismo<br />

sembra approdare al massimo di mimesi<br />

della vita! La casa ha pareti che sembrano<br />

accentuazioni divisorie e non spazi<br />

per l'intimità. Se insigni studiosi della<br />

televisione hanno da decenni affermato<br />

che è proprio questo lo specifico della<br />

ripresa video, allora questa conpresenza<br />

alla messa in scena televisiva raggiungerebbe<br />

il fine verso il quale la televisione<br />

ha sempre aspirato sin dai tempi di<br />

«senza chiedere permesso».<br />

Ricordate? sull'onda della contestazione<br />

politica, ci si era illusi che dare a tut-<br />

Studi antropologici sull'antica Sardegna presentati in un recente convegno<br />

Che cosa mangiava e che cosa beveva l'uomo nuragico?<br />

ANGELO MUNDULA<br />

Di che cosa si nutrivano gli antichi Sardi, anzi gli<br />

antichissimi? Che cosa bevevano? Uno dei maestri dell'archeologia<br />

sarda, Ercole Contu, ha affrontato questa<br />

ricerca con l'acribia che gli è propria, discorrendone<br />

poi in un recente convegno, di cui sono stati appena<br />

raccolti gli atti, su Le boire et le manger (dal significato<br />

trasparente) tenutosi a Levie e riguardante, più specificamente,<br />

l'utilizzazione delle risorse locali e le pratiche<br />

culturali tipicamente mediterranee.<br />

Contu si è occupato — ed è quel che ci interessa qui<br />

— del mangiare e del bere in Età nuragica, cioè nel<br />

corso di una civiltà pre e protostorica che presenta la<br />

più ricca documentazione archeologica sull'argomento<br />

in questione.<br />

Su che cosa, dunque, può fondarsi una ricerca del<br />

genere? Non si tratta com'è evidente di una mera curiosità<br />

e neppure di un argomento, come si potrebbe<br />

pensare, leggero, se è vero che al mangiare e al bere<br />

sono legati spesso i connotati di una civiltà, il suo grado<br />

di sviluppo, la sua coloritura umana e quant'altro.<br />

Questioni non da poco, dunque.<br />

Epperciò sono altresì importanti le pezze d'appoggio<br />

che le riguardano e che si possono così riassumere:<br />

documenti di pasti, costituiti da resti ossei di animali<br />

commestibili; resti commestibili di vegetali, coltivati o<br />

selvatici, conservatisi casualmente (frumento, vite,<br />

ghiande, ecc.) o deducibili archeologicamente o per altra<br />

via; pestelli, macine, mortai ecc.; latte e latticini;<br />

miele e miele amaro; vasi e strumenti per contenere,<br />

conservare e trattare i precedenti; documentazione figurata<br />

nei bronzetti, relativa a offerte di cibo (focacce,<br />

ciambelle ecc.) e di animali vivi portati a mano o a<br />

spalla degli offerenti; e la rappresentazione per sé di<br />

determinati animali, domestici o selvatici, offerti alla<br />

divinità; le fonti classiche; l'etnografia e le tradizioni<br />

popolari della Sardegna.<br />

* * *<br />

Sulla scorta di alcune documentazioni (particolarmente<br />

importanti quelle della Fonzo sul nuraghe Bruncu<br />

Màdugui di Gèsturi, di Genna Maria a Villanovaforru<br />

e il villaggio di Santa Anastasia a Sardara, e quella<br />

della Wilkens su La Madonna del Rimedio di Oristano)<br />

si possono conoscere le specie animali che vivevano e,<br />

ti una telecamera creasse il presupposto<br />

per essere più liberi e alternativi. Alternativi,<br />

s'intende, alla «comunicazione<br />

del sistema». Facciamo un flash back.<br />

Quando, tra gli anni '60 e '70, si discuteva<br />

sui rapporti e sulle diversità tra<br />

i singoli linguaggi (e chi scrive privilegiava<br />

Cesare Brandi nella sua originale<br />

«Teoria generale della critica») si cercavano<br />

linee di demarcazione tra il cinema<br />

(che non poteva, ovviamente, essere in<br />

diretta) e il sistema radio-televisivo che,<br />

invece, la diretta l'aveva nel proprio<br />

Dna epistemologico.<br />

Una volta tracciato lo steccato, la televisione,<br />

secondo le aspirazioni del primo<br />

Mc Luhan, avrebbe reso il mondo<br />

più piccolo, coinvolgendolo, come allora<br />

si diceva, «nello stesso attimo e nello<br />

stesso momento». Benissimo: questa era<br />

una delle meraviglie del nostro secolo.<br />

Altri studiosi, con solide ragioni non legate<br />

solo allo specifico televisivo, affermarono<br />

che la diretta era solo un aspetto<br />

della virtualità della tv, perché l'immagine<br />

su nastro magnetico, essendo<br />

dissimile dalla pellicola cinematografica,<br />

aveva potenzialità espressive diverse che<br />

andavano sviluppate nell'intrattenimento,<br />

nei notiziari, negli sceneggiati «popolari»<br />

o a forte componente estetica.<br />

Già dagli anni '50 gli studiosi della comunicazione<br />

di massa e alcuni teorici<br />

del rapporto tra teatro e televisione, non<br />

rimasero nella pura progettualità. In<br />

un'atmosfera che favoriva la creatività,<br />

anche le produzioni destinate al grande<br />

pubblico cercavano una propria estetica.<br />

Ecco perché si stabilirono fecondi contatti<br />

con registi teatrali e televisivi per<br />

sperimentazioni che poi dettero forma a<br />

vere scuole di programmazione.<br />

Ci provò anche Antonioni a giostrare<br />

sulle molteplici possibilità cromatiche e<br />

spaziali dell'immagine video. Registi come<br />

Pupi Avati realizzarono propri film<br />

per la televisione (ma che si gustavano<br />

anche al cinema) cercarono di trovare<br />

una formula non di sola importazione<br />

anche nel musical. Per i più giovani e<br />

per chi ha poca memoria, su «Rai Sat<br />

Album» si possono rivedere molte di<br />

queste produzioni, comprese quelle, più<br />

vicine a noi, dei primi anni '80.<br />

Non amo nostalgie indebite e mi entusiasmo<br />

facilmente per qualche novità<br />

che si intravede sia in Rai che in Mediaset.<br />

Mi domando: oggi, nell'epoca del<br />

grande fratello è avvenuta una vera rivoluzione?<br />

A parte il fatto che il fenomeno<br />

è d'importazione, ci si può illudere<br />

che l'operazione parta da presupposti<br />

di pura ricerca? Non si creano nuove<br />

mitologie? Lo spettatore crede veramente<br />

che il gruppo di giovani baciati dalla<br />

fortuna e gettati nell'appartamento vivano<br />

una vita «normale»?<br />

Quando i nuovi protagonisti escono<br />

dal guscio della ferialità in scatola non si<br />

spalanca per loro una ribalta di successo<br />

che stordirebbe anche il più smaliziato<br />

masticatore di pubblico? I programmatori<br />

de «Il grande fratello» cercano poi<br />

di valorizzare smitizzando. Trovo che<br />

sia una forma di moralismo per mantenere<br />

il piede in due staffe. Dalla satira,<br />

simpaticissima ma che crea ancora più<br />

attesa, agli show che fanno dialogare i<br />

baciati da tanta fortuna indagando su<br />

ogni aspetto della loro vita privata. «L'avranno<br />

fatto o non l'avranno fatto?» è la<br />

domanda canonica che, passati in seconda<br />

o terza serata, si può fare documentando<br />

in modo più esplicito.<br />

Alcuni grandi nomi della semiotica si<br />

affannano a dimostrare che non c'è da<br />

meravigliarsi, perché questo è uno degli<br />

effetti dell'onda lunga che doveva prima<br />

o poi arrivare anche da noi. Irreversibile?<br />

C'è una radice di meccanicismo in<br />

questa certezza di irreversibilità. Ed anche<br />

di buon profitto per l'audience, sia<br />

chiaro.<br />

Certo, se si accetta la pura quantificazione<br />

come metro di valore, siamo alle<br />

strette con il respiro sia etico che estetico.<br />

Aggiungerei anche di rispetto vero<br />

del pubblico. Nel duello che si può vincere<br />

e perdere tra ansie mal riposte, il<br />

«nemico» può rispondere a sciabolate,<br />

dall'altro canale, cercando nella spazzatura<br />

qualche film falsamente thrilling,<br />

con ammiccamenti iniziali ai grandi del<br />

giallo storico.<br />

È un'illusione che dura dai tre ai<br />

quattro minuti; spunta poi inevitabilmente<br />

la felice coppia «sesso-violenza» a<br />

tal punto pacchiana da sentir l'urgenza<br />

di decorazioni sanguinolente. Il «vedonon<br />

vedo», che si può contemplare senza<br />

aspettare nove settimane e mezzo,<br />

viene rispolverato quando il nemico ha<br />

la fortuna di una diretta di calcio. Alcuni<br />

sono presi da sconforto e credono di<br />

consolarsi ripetendo litanicamente: «mala<br />

tempora currunt».<br />

«Sat 2000» ha tentato non un'alternativa<br />

ma un'indicazione, inserendosi, però,<br />

più sui canali di preferenza che quelli<br />

della «battaglia in diretta». Se riuscisse<br />

a coinvolgere molti che credono in una<br />

televisione diversa, cattolici e non, potrebbe<br />

sempre più essere una proposta<br />

indicativa per tutti, cercando di evitare<br />

l'antica tentazione di una «chiesa alternativa»<br />

di cui non si sente alcun bisogno.<br />

Ma, per non fermarsi in problematiche<br />

teologiche già acquisite, porto<br />

qualche semplificazione: ai vari polpettoni<br />

(pseudo religiosi e diseducativi del<br />

gusto e della catechesi), un'emittente<br />

ispirata cattolicamente, può valorizzare<br />

le opere più significative del passato e,<br />

con adeguata possibilità produttiva, favorire<br />

nuove creatività.<br />

Alcuni studiosi ritengono che fra alcuni<br />

anni tutto si risolverà nella totale perdita<br />

della tv generalista: vinceranno le<br />

possibilità di scelta tra un canale satellitare<br />

e l'altro, come in gran parte già avviene.<br />

Non credo che la risposta sia così<br />

facile. È probabile un futuro equilibrio.<br />

A patto che la televisione «per tutti» non<br />

prenda pretesto dalle scelte paraboliche<br />

per abbassare, come si dice in gergo<br />

non manzoniano, ulteriormente il tiro.<br />

anzi, convivevano con l'uomo nuragico e dalle quali<br />

egli traeva sostentamento di latte e carne.<br />

Si trattava, in ordine numerico, di ovini e caprini, di<br />

suini, di cervi e di bovini. Ordine che variava, s'intende,<br />

da località a località e che ammetteva, talvolta, la<br />

carnediqualchevolatile.A Barùmini è data la presenza<br />

diqualchericcio di mare (echinoderma) e di crostacei.<br />

E l'antico cacciatore sardo portava certamente i proventi<br />

della caccia (cinghiali, mufloni, daini e caprioli) e<br />

talvolta si faceva pescatore e arricchiva la sua dieta<br />

mediterranea con i frutti del mare e della pesca.<br />

Ma chi ama la Sardegna e, soprattutto, la sua parte<br />

più interna e segreta, cioè l'aspra zona del Nuorese,<br />

conosce certamente un modo di cucinare le carni (in<br />

particolare quelle del maiale e dell'agnello) davvero<br />

specialissimo, scavando una buca nel terreno, rivestendola<br />

di foglie e poi coprendola con uno strato di terra,<br />

sopra il quale si accende (e si accendeva) il fuoco.<br />

Questo modo primordiale è rimasto e ha fatto commettere<br />

più di un peccato di gola...<br />

È morto Geno Pampaloni<br />

Lo scrittore e critico Geno Pampaloni è<br />

morto nella mattinata di mercoledì 17 a Firenze.<br />

Aveva da poco compiuto 82 anni.<br />

Nato a Roma nel 1918, Pampaloni si laureò<br />

alla Normale di Pisa nel 1943 con Luigi Russo.<br />

Dopo varie esperienze come giornalista,<br />

nel 1962 si trasferì a Firenze dove diresse fino<br />

al '72 la Casa Editrice Vallecchi. Apprezzatissimo<br />

critico letterario, collaborò in questa<br />

veste per numerosetestateecaseeditrici.<br />

La sua attività di scrittore vide l'esordio solo<br />

nel 1980 con il volume «Adriano Olivetti:<br />

un'idea di democrazia», seguito nel 1981, dalla<br />

sua opera più nota: «Trent'anni con Cesare<br />

Pavese». Il suo ultimo libro risale al 1994, «I<br />

giorni in fuga», opera narrativa di taglio autobiografico.<br />

Sulla figura e sull'opera di Geno Pampaloni<br />

torneremo in maniera più ampia nell'edizione<br />

di domani.<br />

In mostra a Brescia opere dei grandi artisti russi del primo ventennio del '900<br />

Un'avanguardia pittorica<br />

nutrita di tradizioni popolari<br />

GIUSEPPE DEGLI AGOSTI<br />

A Brescia, dallo scorso 20 dicembre<br />

e fino al 16 aprile, sono in esposizione<br />

a Palazzo Martinengo opere<br />

di artisti russi relativamente ai primi<br />

due decenni del '900. Il titolo della<br />

Mostra è già indicativo del percorso<br />

storico-artistico che è possibile<br />

compiere: «Russi 1900-1920. Le radici<br />

dell'avanguardia. Larionov, Goncharova,<br />

Kandinsky e gli altri». Ma<br />

hanno un nome, ed anche importante,<br />

questi altri: essi sono Filonov,<br />

Malevic, Maskov, Tatlin, Rerich,<br />

Lentulov, Rozanova, Sterenberg. Sono<br />

64 dipinti, 10 acquerelli e opere<br />

grafiche, 8 icone, più numerosi pezzi<br />

dell'artigianato russo d'epoca, tutto<br />

materiale proveniente dal Museo<br />

Russo di Stato di San Pietroburgo.<br />

Il Catalogo bilingue, italiano-inglese,<br />

delle edizioni «Brescia Mostre-<br />

Grandi Eventi», offre contributi di<br />

notevole livello critico, da parte di<br />

studiosi italiani e russi, fra cui va<br />

grande interesse per l'arte primitiva,<br />

anche se questi artisti si muovevano<br />

verso mondi lontani ed esotici, mentre<br />

in Russia si muovevano di preferenza<br />

verso le radici popolari dell'espressione<br />

artistica e artigianale,<br />

cioè verso un universo di suggestioni<br />

e di segni semplici.<br />

Erano gli oggetti di raffinata manifattura<br />

popolare, dai colori caldi,<br />

dalle atmosfere caserecce, come le<br />

icone, i ricami, gli oggetti in legno,<br />

le insegne di botteghe. La creatività<br />

artistica trovava alimento nella<br />

creatività popolare, con la sua rappresentazione<br />

ingenua del mondo,<br />

tipica dei maestri artigiani.<br />

Gli artisti russi si liberano quindi<br />

dal manierismo culturale e dalle eccessive<br />

raffinatezze del simbolismo,<br />

raggiungendo esiti di estrema purez-<br />

za formale, sono radicati nell'antico,<br />

Vasilij<br />

Kandinsky:<br />

«La nuvola<br />

bianca»<br />

ricordato quello di Evgenja Petrova, vice direttore e responsabile<br />

scientifico del Museo Russo e curatrice della<br />

Mostra di Brescia.<br />

È una panoramica su uno dei periodi cruciali dell'arte<br />

russa: sconvolgenti furono gli eventi storici e straordinaria<br />

la esperienza creativa. Gli artisti russi si trovarono a<br />

fare sintesi fra una rinascita d'amore e di scoperta delle<br />

tradizioni popolari russe e l'urgenza di trovare nuove forme<br />

espressive.<br />

Anche in Occidente i grandi nomi di Gauguin, Modi-<br />

gliani, Picasso manifestavano in quel torno di tempo un<br />

in espressioni di novità stilistica. Essi ritrovano il calore e<br />

il colore della propria infanzia: pizzi, suppellettili, decorazioni<br />

su legno, immagini stampate su stoffe erano nello<br />

stesso tempo il segno di identità nazionale russa e l'espressione<br />

del caleidoscopio russo di diverse etnie, quali<br />

la georgiana, l'armena, l'ebraica.<br />

Spazio significativo aveva sempre avuto, nella cultura e<br />

nella tradizione popolare, anche il sentimento religioso,<br />

che aveva trovato una delle sue maggiori espressioni nelle<br />

icone.<br />

I due decenni d'inizio '900 avevano conosciuto in Russia<br />

anche una prodigiosa fioritura nelle lettere, nella musica,<br />

nel pensiero. Questa convergenza di artisti e di grandi<br />

menti, che fanno nascere una cultura moderna, in un<br />

periodo ormai di impero russo decadente e nel successivo<br />

periodo rivoluzionario, dice molto di una dissociazione<br />

fra il cammino della storia e della politica: è il cammino<br />

Il grano veniva certamente macinato e se ne facevano<br />

delle focacce, ma si faceva un pane molto dolce, di<br />

ghiande. Forse si confezionava, già in quell'epoca, il<br />

pane a sfoglia, quel pane carrasau o «carta da musica»<br />

che sembra fatto di vetro tant'è sottile e fragile.<br />

E certamente si beveva il latte e se ne faceva quel tipo<br />

particolare di yoghurt che ha, in Sardegna, il nome<br />

di mizzuraddu o gioddu; così com'era diffuso il consumo<br />

del formaggio, realizzato in chissà quali «forme».<br />

E dal formaggio e dalla farina si facevano quei tradizionali<br />

dolci sardi (le pàrdulas) identificati dall'archeologo<br />

Liliu in un museo conservato al museo Pigorini di<br />

Roma. Nessun problema per il dolcificante. C'era il<br />

miele. E, tipico della Sardegna, quel miele amaro che<br />

lo scrittore Salvatore Cambosu, col suo libro omonimo,<br />

ha fatto conoscere anche in Italia, sebbene a Roma,<br />

almeno al tempo degli antichi romani, non fosse<br />

apprezzato (parola di Orazio).<br />

Miele dolce e miele amaro venivano spesso mischiati.<br />

Ma anche l'acqua col miele, bevanda antica che si<br />

chiamava idromele, ma chissà se i nuragici lo sapevano.<br />

Sapevano, invece, come fare il vino d'uva e come<br />

berlo, in quantità, versandolo dai vasi askoidi in ciotole<br />

di terracotta. I bronzetti nuragici, ritrovati in molte<br />

parti dell'isola, ci documentano tutto questo offrendocene<br />

un'immagine, diciamo così, a perpetua memoria.<br />

A differenza di quanto accade nella Penisola e in<br />

Francia, non esiste in Sardegna uno studio del materiale<br />

scheletrico, dal quale possono ricavarsi più precise<br />

indicazioni di carattere paleonutrizionale. Ma i dati<br />

in nostro possesso, che si fondano su elementi antropologici<br />

tradizionali, ci consentono di fare, di quando<br />

in quando, interessanti scoperte anche sullo stato nutrizionale<br />

degli antichi, facendoci sapere, a volta a volta,<br />

se l'alimentazione fosse più o meno ricca di certe<br />

vitamine, oppure del tutto carente.<br />

«Concludendo — scrive l'archeologo — ci piace immaginare<br />

che, appoggiandole sulle cavità lenticolari del<br />

famoso focolare ad anello circolare di pietre di Serra<br />

Orrios... le buone mogli nuragiche tenessero in caldo<br />

le pentole con la zuppa... in attesa che gli uomini rientrassero<br />

dalla campagna». Come dire che, in fondo, accadevano<br />

ieri le cose che, nella tavola dei sardi (ma<br />

non soltanto dei sardi), accadono anche oggi. Del resto,<br />

come dubitarne? Anche l'uomo dei nuraghi è un<br />

nostro contemporaneo.<br />

N. Goncharova: «Raccolta della frutta»<br />

Kazimir Malevic: «Testa»<br />

Olga<br />

Rozanova:<br />

«La casa<br />

rossa»<br />

dello spirito creativo che nasce e<br />

matura anche contro il peso mortale<br />

della violenza autoritaria. Solo dopo<br />

i Russi verrà la «Secessione viennese»,<br />

l'Art nouveau di Monaco e l'Espressionismo<br />

di Berlino. Il potere<br />

leninista e stalinista sigillerà poi in<br />

depositi statali le libereespressioni<br />

artistiche dei quel primo ventennio<br />

del sec. XX. Nella Mostra quindi<br />

«sono dipinti e disegni impastati di<br />

lacrime e sangue» (E. Bettiza).<br />

Storicamente nel 1911 inizia l'astrattismo<br />

di Kandinsky, nel 1915 il<br />

suprematismo di Malevic. Ma negli<br />

anni artisti astratti e artisti figurativi<br />

si incontrano: per le due correnti<br />

vale il ritorno alle forme semplici e<br />

ingenue, alla naturalezza, alla primordialità,<br />

vale anche la purificazione<br />

dell'arte dall'elemento letterario.<br />

In Occidente è forte il richiamo<br />

all'arte primitiva africana, alle<br />

stampe popolari cinesi, persiane,<br />

giapponesi, alle espressioni artigia-<br />

nali provenienti dall'Egitto e dal<br />

Messico, in Russia invece si ritorna in arte ai prodotti di<br />

vita quotidiana, quali giocattoli in legno e argilla, asciugamani,<br />

abiti, vassoi dipinti.<br />

Già alla fine dell'800 l'intelligencija artistica russa aveva<br />

ricuperato le tradizioni popolari in vari settori dell'arte:<br />

architettura, musica, pittura, letteratura. Ma mentre<br />

per alcuni artisti, per es. Kandinsky, Maljavin, gli elementi<br />

del passato del popolo e delle tradizioni della terra<br />

russa sono elemento descrittivo nell'opera d'arte, per la<br />

Goncharova, Filonov, Larionov e altri l'oggetto artigiano<br />

diventaunidealeeoggettodipurainterpretazioneartistica.<br />

Come gli Antichi furono un modulo<br />

per il Rinascimento e il Neoclassicismo,<br />

l'arte popolare fu un<br />

modulo altrettanto stimolante per<br />

gli artisti russi d'inizio '900. Intervenne<br />

anche un contatto e un'osmosi<br />

con il Futurismo, che pure voleva<br />

liberarsi di tutta una tradizione opprimente<br />

per conquistare una ipotetica<br />

libertà assoluta dell'artista.<br />

Malevic potrà dire: «sono rimasto<br />

fermo all'arte contadina». In un primo<br />

momento l'ispirazione gli venne<br />

dalle icone, poi volle calarsi ancor<br />

più nel reale di contadini che lavoravano,<br />

mietevano, trebbiavano.<br />

Kandinsky e Filonov trasferiscono<br />

con novità stilistica nelle loro tele i<br />

colori e gli oggetti della più pura<br />

tradizione contadina russa.<br />

La Rozanova, per nella sua breve<br />

biografia, ha saputo trasfondere sulla<br />

tela «un colorito trasformato»: vi leggiamouna nuova<br />

purezza e luminosità coloristica, una energia interiore del<br />

colore che riconduce alle icone e agli antichi maestri.<br />

L'esperienzaelaconoscenzadell'artepopolarenonerain<br />

gran parte degli artisti russi di questo periodo di semplice<br />

studioatavolino:quasituttihannocompiuto viaggi in zone<br />

periferiche della grande Russia per fissare poi sulle tele<br />

letematicheeisoggetti colti sul piano reale. Sul piano stilistico<br />

e formale restava l'ispirazione oggettiva colta nella<br />

tradizione popolare, ma sulla tela era trasfusa questa<br />

ispirazione con novità e secondo canoni artistici che rappresentavano<br />

una rottura con una tradizione che sarebbe<br />

finita altrimenti con l'essere ripetitiva. Kandinsky soprattutto<br />

seppe tenere sotto controllo le influenze dell'arte popolare,<br />

per offrire all'arte russa ed europea un abbrivo<br />

che avrà sorprendenti sviluppi nel corso di tutto il '900.


L'UDIENZA<br />

GENERALE<br />

PAGINA<br />

L'impegnoperscongiurarelacatastrofeecologica<br />

«Occorre stimolare e sostenere la<br />

“conversione ecologica”, che in questi<br />

ultimi decenni ha reso l'umanità più<br />

sensibile nei confronti della catastrofe<br />

verso la quale si stava incamminando».<br />

Lo ha detto Giovanni Paolo II ai pellegrini<br />

convenuti da diverse parti del<br />

mondo nell'Aula Paolo VI per partecipare<br />

all'udienza generale di mercoledì 17<br />

gennaio. Ecco la catechesi del Papa:<br />

1.Nell'inno di lode, or<br />

ora proclamato (Sal 148, 1-5),<br />

il Salmista convoca, chiamandole<br />

per nome, tutte le<br />

creature. In alto si affacciano<br />

angeli, sole, luna, stelle e<br />

cieli; sulla terra si muovono<br />

ventidue creature, tante<br />

quante sono le lettere dell'alfabeto<br />

ebraico, a indicare<br />

pienezza e totalità. Il fedele è<br />

come «il pastore dell'essere»,<br />

cioè colui che conduce a Dio<br />

tutti gli esseri, invitandoli a<br />

intonare un «alleluia» di lode.<br />

Il Salmo ci introduce come<br />

in un tempio cosmico<br />

che ha per abside i cieli e<br />

per navate le regioni del<br />

mondo e al cui interno canta<br />

a Dio il coro delle creature.<br />

Questa visione potrebbe essere,<br />

per un verso, la rappresentazione<br />

di un paradiso<br />

perduto e, per un altro, quella<br />

del paradiso promesso.<br />

Non per nulla l'orizzonte di<br />

un universo paradisiaco, che<br />

è posto dalla Genesi (c. 2) alle<br />

origini stesse del mondo,<br />

da Isaia (c. 11) e dall'Apocalisse<br />

(cc. 21-22) è collocato<br />

alla fine della storia. Si vede<br />

così che l'armonia dell'uomo<br />

con il suo simile, con il creato<br />

e con Dio è il progetto perseguito<br />

dal Creatore. Tale<br />

progetto è stato ed è continuamente<br />

sconvolto dal peccato<br />

umano che si ispira a<br />

un piano alternativo, raffigurato<br />

nel libro stesso della Genesi<br />

(cc. 3-11), in cui è descritto<br />

l'affermarsi di una<br />

progressiva tensione conflittuale<br />

con Dio, con il proprio<br />

simile e persino con la natura.<br />

All'udienza generale di mercoledì<br />

17 gennaio 2001, nell'Aula Paolo VI,<br />

erano presenti i seguenti gruppi:<br />

Dall'Italia: Gruppi di fedeli dalle<br />

Parrocchie: San Giovanni Battista, in<br />

Cà di David di Verona; Santi Apostoli,<br />

in Alessandria; Giovani del «Progetto<br />

Rebecca» della Diocesi di Catania;<br />

Gruppo dal Santuario della Madonna<br />

dell'Arco, Napoli.<br />

Coppie di Sposi novelli.<br />

Gruppi di Fedeli dalla Polonia.<br />

De différents pays: Amicale Internationale<br />

des Sous-directeurs et Chefs<br />

de réception des grands hôtels.<br />

De Belgique: Lycée français Jean<br />

Monnet, de Bruxelles.<br />

From Finland: members of a<br />

Lutheran ecumenical delegation accompanied<br />

by choristers from the<br />

Schola Cantorum in the Sibelius<br />

Academy, Helsinki.<br />

From Denmark: students and teachers<br />

from St James Catholic School in<br />

Horsens.<br />

From Australia: a group of students<br />

from Blackfriars Priory School in<br />

Adelaide.<br />

From the United States of America:<br />

a group of parishioners from the<br />

Sacred Heart Church in the Diocese<br />

of San Diego, California; students and<br />

faculty from Randolph-Macon College<br />

in Ashland, Virginia.<br />

Aus der Bundesrepublik Deutschland:<br />

»Luitpold-Gymnasium«, Munchen.<br />

De Chile: Alumnos del Liceo Charles<br />

de Gaulle, Concepción.<br />

4 .<br />

La<br />

catechesi<br />

di Giovanni<br />

Paolo II<br />

2.Il contrasto tra i due<br />

progetti emerge nitidamente<br />

nella vocazione a cui l'umanità,<br />

secondo la Bibbia, è<br />

chiamata e nelle conseguenze<br />

provocate dalla sua infedeltà<br />

a quella chiamata. La<br />

creatura umana riceve una<br />

missione di governo sul creato<br />

per farne brillare tutte le<br />

potenzialità. È una delega attribuita<br />

dal Re divino alle<br />

origini stesse della creazione<br />

quando l'uomo e la donna,<br />

che sono «immagine di Dio»<br />

(Gn 1, 27), ricevono l'ordine<br />

di essere fecondi, moltiplicarsi,<br />

riempire la terra, soggiogarla<br />

e dominare sui pesci<br />

del mare, sugli uccelli del<br />

cielo e su ogni essere vivente<br />

che striscia sulla terra (cfr<br />

Gn 1, 28). San Gregorio di<br />

Nissa, uno dei tre grandi Padri<br />

cappadoci, commentava:<br />

«Dio ha fatto l'uomo in mo-<br />

I gruppi presenti<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Giovedì 18 Gennaio 2001<br />

do tale che potesse svolgere<br />

la sua funzione di re della<br />

terra... L'uomo è stato creato<br />

a immagine di colui che governa<br />

l'universo. Tutto dimostra<br />

che fin dal principio la<br />

sua natura è contrassegnata<br />

dalla regalità... Egli è l'immagine<br />

viva che partecipa<br />

nella sua dignità alla perfezione<br />

del divino modello» (De<br />

hominis opificio, 4: PG 44,<br />

136).<br />

3.Tuttavia la signoria<br />

dell'uomo non è «assoluta,<br />

ma ministeriale; è riflesso<br />

reale della signoria unica e<br />

infinita di Dio. Per questo<br />

l'uomo deve viverla con sapienza<br />

e amore, partecipando<br />

alla sapienza e all'amore<br />

incommensurabili di Dio»<br />

(Evangelium vitae, 52). Nel<br />

linguaggio biblico «dare il<br />

nome» alle creature (cfr Gn<br />

2, 19-20) è il segno di questa<br />

«Soprattutto nel nostro tempo, l'uomo<br />

ha devastato senza esitazioni pianure e valli<br />

boscose, inquinato le acque, deformato<br />

l'habitat della terra, reso irrespirabile l'aria,<br />

sconvolto i sistemi idro-geologici e<br />

atmosferici, desertificato spazi verdeggianti,<br />

compiuto forme di industrializzazione<br />

selvaggia, umiliando... quell'“aiuola”<br />

che è la terra, nostra dimora»<br />

missione di conoscenza e di<br />

trasformazione della realtà<br />

creata. È la missione non di<br />

un padrone assoluto e insindacabile,<br />

ma di un ministro<br />

del Regno di Dio, chiamato a<br />

continuare l'opera del Creatore,<br />

un'opera di vita e di pace.<br />

Il suo compito, definito<br />

nel Libro della Sapienza, è<br />

quello di governare «il mondo<br />

con santità e giustizia»<br />

(Sap 9, 3).<br />

Purtroppo, se lo sguardo<br />

percorre le regioni del nostro<br />

pianeta, ci si accorge subito<br />

che l'umanità ha deluso l'attesa<br />

divina. Soprattutto nel<br />

nostro tempo, l'uomo ha devastato<br />

senza esitazioni pianure<br />

e valli boscose, inquinato<br />

le acque, deformato<br />

l'habitat della terra, reso irrespirabile<br />

l'aria, sconvolto i<br />

sistemi idro-geologici e atmosferici,<br />

desertificato spazi<br />

GABRIELE NICOLÒ<br />

A fronte della progressiva devastazione<br />

dell'ambiente naturale provocata<br />

dall'uomo si impone, con urgenza,<br />

una «conversione ecologica», capace<br />

di ristabilire una solida armonia tra il<br />

genere umano e l'ambiente esterno.<br />

Occorre dunque arrestarsi davanti al<br />

«baratro», perché è in gioco un'ecologia<br />

«umana» che renda più dignitosa<br />

l'esistenza delle creature.<br />

Questo forte, intenso richiamo è<br />

stato formulato da Giovanni Paolo II<br />

all'udienza generale, svoltasi nell'Aula<br />

Paolo VI, nel giorno in cui si celebra<br />

la memoria liturgica di sant'Antonio<br />

Abate, maestro di vita spirituale,<br />

ed anche «molto popolare» negli ambienti<br />

rurali come patrono degli allevamenti.<br />

Il Santo Padre ha ricordato che in<br />

questi ambienti si sta vivendo un momento<br />

di grave difficoltà a motivo dell'allarme<br />

sociale causato dalla diffusionedelmorbo<br />

della«muccapazza».<br />

Il Papa ha espresso la sua «vicinanza<br />

spirituale» a tutti gli onesti allevatori<br />

costretti a subire le conseguenze<br />

di una così delicata situazione.<br />

Nell'Aula Paolo VI erano presenti<br />

membri di una delegazione ecumenica<br />

luterana provenienti dalla Finlandia,<br />

insieme con i coristi della «Schola<br />

Cantorum» della «Sibelius Academy»,<br />

di Helsinki.<br />

Il Vescovo di Kuopio, Mons. Wille<br />

Riekkinen, che guida la delegazione<br />

convenuta a Roma in occasione della<br />

Settimana di preghiera per l'Unità dei<br />

Cristiani, sottolinea l'importanza, spirituale<br />

e culturale, che si lega al dialogo<br />

ecumenico.<br />

«Questo dialogo — afferma — co-<br />

verdeggianti, compiuto forme<br />

di industrializzazione selvaggia,<br />

umiliando — per usare<br />

un'immagine di Dante Alighieri<br />

(Paradiso, XXII, 151)<br />

— quell'«aiuola» che è la terra,<br />

nostra dimora.<br />

4.Occorre, perciò, stimolare<br />

e sostenere la «conversione<br />

ecologica», che in questi<br />

ultimi decenni ha reso<br />

l'umanità più sensibile nei<br />

confronti della catastrofe verso<br />

la quale si stava incamminando.<br />

L'uomo non più «ministro»<br />

del Creatore. Ma autonomo<br />

despota, sta comprendendo<br />

di doversi finalmente<br />

arrestare davanti al<br />

baratro. «È, allora, da salutare<br />

con favore l'accresciuta<br />

attenzione alla qualità della<br />

vita e all'ecologia, che si registra<br />

soprattutto nelle società<br />

a sviluppo avanzato, nelle<br />

quali le attese delle persone<br />

La cronaca<br />

stituisce senza dubbio una delle priorità<br />

all'inizio del Terzo Millennio. Si<br />

deve valorizzare quanto è stato fatto<br />

fino a questo momento e guardare<br />

con fiducia al futuro, ponendo l'accento,<br />

in modo costruttivo, su ciò che<br />

unisce, e non su ciò che divide. Lungo<br />

il cammino del dialogo — evidenzia<br />

il Presule — il riferimento rappresentato<br />

dal Papa è di fondamentale<br />

importanza, dal momento che mai<br />

cessa di formulare esortazioni volte a<br />

richiamare l'esigenza dell'unità dei<br />

cristiani».<br />

I coristi della «Schola Cantorum»<br />

della «Sibelius Academy» — era presente<br />

il Rettore dell'Accademia, Rekka<br />

Vapaavuori — sono impegnati,<br />

attraverso l'esecuzione di canti gregoriani,<br />

fiore all'occhiello del loro repertorio<br />

— a diffondere un forte messaggio<br />

di spiritualità. In un mondo<br />

spesso dominato dalla tendenza al<br />

materialismo — affermano alcuni coristi<br />

— è quanto mai significativo cercare<br />

di promuovere, attraverso la musica<br />

sacra, i grandi valori che appartengono<br />

ad un inestimabile patrimonio<br />

umano e culturale.<br />

Educare alla legalità e all'importanza<br />

della cultura: è questo l'obiettivo<br />

che si lega al «Progetto Rebecca»,<br />

nato nell'Arcidiocesi di Catania. Il<br />

progetto è stato elaborato da due sorelle,<br />

Maria Carmela e Antonella Barresi.<br />

Destinatari sono i ragazzi di «San<br />

Giorgio», un quartiere periferico disagiato<br />

di Catania.<br />

«Il nostro scopo — spiega Maria<br />

Carmela — è di fare acquisire ai ragazzi<br />

il senso di cittadinanza e di<br />

educarli alle legalità e alla cultura».<br />

Non a parole, ma con i fatti.<br />

Bastino alcuni esempi: per la prima<br />

volta hanno visitato un museo, quello<br />

«Non è in gioco solo un'ecologia “fisica”,<br />

attenta a tutelare l'habitat<br />

dei vari esseri viventi, ma anche un'ecologia<br />

“umana” che renda più dignitosa l'esistenza<br />

delle creature, proteggendone il bene<br />

radicale della vita in tutte<br />

le sue manifestazioni e preparando<br />

alle future generazioni un ambiente che si<br />

avvicini di più al progetto del Creatore»<br />

non sono più concentrate<br />

tanto sui problemi della sopravvivenza<br />

quanto piuttosto<br />

sulla ricerca di un miglioramento<br />

globale delle condizioni<br />

di vita» (Evangelium vitae,<br />

27). Non è in gioco, quindi,<br />

solo un'ecologia «fisica», attenta<br />

a tutelare l'habitat dei<br />

vari esseri viventi, ma anche<br />

un'ecologia «umana» che<br />

renda più dignitosa l'esistenza<br />

delle creature, proteggendone<br />

il bene radicale della<br />

vita in tutte le sue manifestazioni<br />

e preparando alle future<br />

generazioni un ambiente<br />

che si avvicini di più al progetto<br />

del Creatore.<br />

5.In questa ritrovata armonia<br />

con la natura e con<br />

se stessi gli uomini e le donne<br />

ritornano a passeggiare<br />

nel giardino della creazione,<br />

cercando di far sì che i beni<br />

della terra siano disponibili a<br />

tutti e non solo ad alcuni<br />

privilegiati, proprio come<br />

suggeriva il Giubileo biblico<br />

(cfr Lv 25, 8-13.23). In mezzo<br />

a quelle meraviglie scopriamo<br />

la voce del Creatore, trasmessa<br />

dal cielo e dalla terra,<br />

dal giorno e dalla notte:<br />

un linguaggio «senza parole<br />

di cui si oda il suono», capace<br />

di varcare tutte le frontiere<br />

(cfr Sal 19[18], 2-5).<br />

Il libro della Sapienza, riecheggiato<br />

da Paolo, celebra<br />

questa presenza di Dio nell'universo<br />

ricordando che<br />

«dalla grandezza e bellezza<br />

delle creature per analogia si<br />

contempla il Creatore» (Sap<br />

13, 5; cfr Rm 1, 20). È ciò<br />

che canta anche la tradizione<br />

giudaica dei Chassidim:<br />

«Dovunque io vada, Tu! Dovunque<br />

io sosti, Tu..., dovunque<br />

mi giro, dovunque<br />

ammiro, solo Tu, ancora Tu,<br />

sempre Tu» (M. Buber, I racconti<br />

dei Chassidim, Milano<br />

1979, p. 256).<br />

Belliniano, e poi casa Verga. Hanno<br />

incontrato l'orchestra del liceo musicale<br />

«Bellini». Sono stati accompagnati<br />

anche a «Casa Nazareth», un<br />

centro per il recupero dei tossicodipendenti,<br />

così da accostarli alla dura<br />

realtà di certe situazioni.<br />

«Le istituzioni — rileva Maria Carmela<br />

— ci hanno dato fino a questo<br />

momento tutto il loro appoggio per<br />

sostenere l'iniziativa, e hanno promesso<br />

che continueranno ad aiutarci.<br />

La nostra speranza è che ciò si realizzerà,<br />

per il bene dei nostri ragazzi».<br />

Erano presenti, tra gli altri, cinque<br />

suore dell'Istituto del Verbo Incarnato,<br />

provenienti da San Raphael Mendoza,<br />

in Argentina.<br />

Tre religiose sono di clausura, due<br />

missionarie. «In questo modo — afferma<br />

suor Maria — rappresentiamo<br />

gli aspetti complementari del nostro<br />

impegno di fede, che intende sviluppare<br />

il valore contemplativo e il valore<br />

di una dinamica azione di apostolato,<br />

ai fini di una testimonianza efficace<br />

e capillare».<br />

Al termine dell'udienza, è stata donata<br />

al Papa un'agenda del nuovo anno<br />

che ripercorre la storia del Santuario<br />

della Madonna dell'Arco, a Napoli.<br />

Al Santuario è annesso il Convento<br />

dei Domenicani.<br />

«Il Santuario — spiega il Domenicano<br />

Padre Ermanno Giardino — colleziona<br />

più di 8.000 ex voto che impetrano<br />

l'intercessione di Maria, e che<br />

quindi testimoniano, con particolare<br />

evidenza, la profonda spiritualità mariana<br />

che pervade i tanti fedeli che<br />

giungono in pellegrinaggio al Santuario».<br />

La preziosa agenda contiene anche<br />

dettagliate notizie sulla vita e sulle<br />

opere dei santi e dei beati domenicani.


L'UDIENZA<br />

GENERALE<br />

Pellegrini provenienti da diverse parti<br />

del mondo hanno partecipato all'udienza<br />

generale svoltasi mercoledì mattina,<br />

17 gennaio, nell'Aula Paolo VI. Dopo<br />

aver pronunciato la catechesi in italiano,<br />

Giovanni Paolo II l'ha riassunta<br />

nelle diverse lingue, quindi ha rivolto<br />

espressioni di saluto ai gruppi presenti.<br />

Di lingua francese<br />

Ravvivate la vostra fede<br />

Ai fedeli di lingua francese il Papa<br />

ha detto:<br />

Chers frères et sœurs,<br />

Je salue cordialement les pèlerins<br />

francophones présents à cette audience,<br />

en particulier des membres<br />

de l'Amicale internationale des sousdirecteurs<br />

et chefs de réception des<br />

grands hôtels. Que votre pèlerinage<br />

sur la Tombe de l'Apôtre Saint-Pierre<br />

ravive votre foi et fasse de vous<br />

des témoins du Christ ressuscité et<br />

des artisans de paix au milieu de<br />

vos frères! A tous, je donne de<br />

grand cœur la Bénédiction apostolique.<br />

Di lingua inglese<br />

Gioia e pace in Cristo<br />

Il Santo Padre si è poi rivolto ai pellegrini<br />

di espressioneinglese provenienti<br />

da molte Nazioni. Ecco le sue parole:<br />

Dear Brothers and Sisters,<br />

I extend a special welcome to the<br />

Lutheran ecumenical delegation and<br />

the Schola Cantorum from Helsinki.<br />

I warmly greet the various<br />

parish, college and school groups<br />

from Denmark, Australia and the<br />

United States of America. Upon you<br />

and your families I invoke the joy<br />

and peace of our Lord Jesus<br />

Christ.<br />

Di lingua tedesca<br />

Vi benedico di cuore<br />

PAGINA<br />

Nell'Aula Paolo VI erano presenti numerosi<br />

fedeli di lingua tedesca. Giovanni<br />

Paolo II ha detto loro:<br />

Liebe Schwestern und Brüder!<br />

Indem ich Euch das tägliche Lob<br />

der Schöpfung Gottes ans Herz lege,<br />

begrüße ich alle, die aus den<br />

Ländern deutscher Sprache hier anwesend<br />

sind. Insbesondere heiße<br />

ich die Schülerinnen und Schüler<br />

des Luitpold-Gymnasiums in München<br />

willkommen. Gerne erteile ich<br />

euch und allen, die mit uns verbunden<br />

sind, den Apostolischen Segen.<br />

Di lingua spagnola<br />

Ringraziate Dio<br />

per il dono della creazione<br />

Molti come sempre i pellegrini di<br />

espressione spagnola, provenienti anche<br />

da diversi Paesi dell'America Latina. Il<br />

Papa li ha salutati con queste parole:<br />

Queridos hermanos y hermanas:<br />

Deseo saludar a los fieles de lengua<br />

española, en particular a los<br />

profesores y alumnos del Liceo<br />

Charles de Gaulle, de Concepción<br />

(Chile), así como a los peregrinos<br />

venidos de España y de otros países<br />

latinoamericanos. Que nuestra ora-<br />

5 .<br />

L'incontro<br />

nell'Aula<br />

Paolo VI<br />

Isaluti ai pellegrini<br />

ción sea un himno de alabanza por<br />

el don de la creación que el Señor<br />

ha puesto en nuestras manos.<br />

Muchas gracias.<br />

Di lingua portoghese<br />

Rimanete saldi nella fede<br />

Rivolgendosi successivamente ai fedeli<br />

di lingua portoghese il Santo Padre<br />

ha detto:<br />

Queridos Irmãos e Irmãs!<br />

A minha saudação aos peregrinos<br />

de língua portuguesa, cujos passos e<br />

intenções confio à Virgem Mãe com<br />

votos de que esta romagem favoreça<br />

em todos uma maior renovação<br />

do espírito e fortaleça a sua fé.<br />

Com afecto, concedo-vos, a vós e<br />

aos vossos familiares, a minha Bênção<br />

Apostólica.<br />

Di lingua polacca<br />

La fede viva arricchisca<br />

la vostra vita quotidiana<br />

Successivamente il Papa si è così rivolto<br />

ai pellegrini polacchi:<br />

Serdecznie pozdrawiam pielgrzymów<br />

z Polski, bpa Kruszyłowicza,<br />

grupy neokatechumenalne z Lublina,<br />

szczególnie grupę Związku Podhalan,<br />

która odbywa w Rzymie doroczne<br />

rekolekcje.<br />

U początku nowego tysiąclecia<br />

przybyliście tutaj z kraju i z zagranicy,<br />

ażeby wspólnie umacniać się<br />

świadectwem wiary, która na Podhalu<br />

i w innych regionach południo-<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Giovedì 18 Gennaio 2001<br />

wej Polski od pokoleń stanowiła<br />

centrum życia osobistego, rodzinnego<br />

i społecznego. Prosta, a zarazem<br />

głęboka miłość do Chrystusa, oddanie<br />

dla Ojczyzny i odpowiedzialność<br />

za Kościół to wartości, których górale<br />

strzegli jak najcenniejszego<br />

skarbu. Wiem, że program waszych<br />

rekolekcji do tego dziedzictwa nawiązuje.<br />

Chcecie odkrywać, w jaki<br />

sposób Krzyż jest drogą do ślebody;<br />

co to znaczy, że chrześcijańskie ruchy<br />

odnowy ewangelicznej są na<br />

służbie Kościoła; dlaczego Ojczyzna<br />

to ojcowizna, nad którą trzeba pracować.<br />

Szukajcie wytrwale odpowiedzi<br />

na te pytania nie tylko w ciągu<br />

rekolekcji, ale także w życiu na<br />

co dzień. A owoce tego poszukiwania<br />

nieście z Bożą pomocą innym,<br />

ażeby bogata religijna tradycja Podhala<br />

rozwijała się i była zaczynem<br />

duchowej odnowy rodzin i środowisk<br />

we wszystkich krajach, w których<br />

żyjecie. Niech Bóg wam błogosławi!<br />

Il saluto ai pellegrini<br />

di lingua italiana<br />

Dopo aver salutato i fedeli polacchi<br />

Giovanni Paolo II ha rivolto queste parole<br />

di benvenuto ai pellegrini di lingua<br />

italiana:<br />

Saluto con affetto tutti i pellegrini<br />

di lingua italiana. In particolare, i<br />

membri dell'Associazione internazionale<br />

professionisti del settore alberghiero,<br />

nonché i responsabili e i gio-<br />

vani del «Progetto Rebecca» dell'Arcidiocesi<br />

di Catania.<br />

Ai giovani, ai malati<br />

e agli sposi novelli<br />

Sant'Antonio Abate<br />

maestro di vita spirituale<br />

Il Santo Padre si è poi rivolto in particolare<br />

ai giovani, ai malati e agli sposi<br />

novelli, ricordando la memoria liturgica<br />

di sant'Antonio Abate, patrono degli<br />

allevamenti, e sottolineando il «momento<br />

di grave difficoltà» che sta vivendo<br />

il settore a causa della diffusione<br />

del morbo della «mucca pazza». Ecco le<br />

sue parole:<br />

Mi rivolgo, poi, ai giovani, ai malati<br />

ed agli sposi novelli. Oggi celebriamo<br />

la memoria liturgica di sant'Antonio<br />

Abate, maestro di vita spirituale.<br />

Egli però è anche molto popolare<br />

negli ambienti rurali come<br />

patrono degli allevamenti. In questi<br />

ambienti si sta vivendo un momento<br />

di grave difficoltà a motivo dell'allarme<br />

sociale causato dalla diffusione<br />

di un recente morbo. In questa<br />

situazione di non lieve disagio, a<br />

tutti gli onesti allevatori va l'espressione<br />

della mia vicinanza spirituale.<br />

L'esempio di sant'Antonio aiuti<br />

voi, cari giovani, a seguire Cristo<br />

senza compromessi; sostenga voi,<br />

cari malati, nei momenti di sconforto<br />

e di prova; e stimoli voi, sposi<br />

novelli, a non trascurare la preghiera<br />

nella vita di ogni giorno.<br />

Il Papa ricorda<br />

la Giornata per l'amicizia<br />

ebraico-cristiana<br />

e la Settimana di preghiera<br />

per l'Unità dei Cristiani<br />

Infine il Papa ha ricordato la celebrazione<br />

della Giornata per l'amicizia<br />

ebraico-cristiana e l'imminente Settimana<br />

di preghiera per l'Unità dei Cristiani,<br />

che si apre giovedì 18 gennaio<br />

per chiudersi giovedì 25 nella Basilica<br />

di san Paolo fuori le Mura. Queste le<br />

sue parole:<br />

Oggi si celebra in Italia la Giornata<br />

per l'amicizia ebraico-cristiana.<br />

Nell'esprimere apprezzamento e sostegno<br />

a questa iniziativa della Chiesa<br />

italiana, auspico di cuore che essa<br />

contribuisca allo sviluppo di un<br />

autentico dialogo ebraico-cattolico.<br />

Domani, poi, inizierà la Settimana<br />

di preghiera per l'Unità dei Cristiani,<br />

durante la quale le Chiese e<br />

le Comunità ecclesiali pregheranno<br />

insieme affinché si realizzi pienamente<br />

la volontà di Cristo che, cioè,<br />

i suoi discepoli siano una cosa sola.<br />

Quest'anno il tema scelto è l'espressione<br />

di Gesù, riportata nel Vangelo<br />

di Giovanni, «Io sono la via, la verità<br />

e la vita» (Gv 14, 6). Carissimi<br />

Fratelli e Sorelle, invito tutti ad<br />

unirsi a questa corale invocazione al<br />

Signore e vi do appuntamento per<br />

giovedì 25 gennaio, nella Basilica di<br />

san Paolo, dove, secondo la tradizione,<br />

celebreremo la solenne conclusione<br />

di questa Settimana di preghiera<br />

per l'Unità dei Cristiani.<br />

Quindi il Santo Padre ha guidato il<br />

canto del «Pater Noster» e ha impartito,<br />

insieme con i Vescovi presenti, la Benedizione<br />

Apostolica.<br />

Chiusura della Porta Santa<br />

nelle diocesi italiane<br />

«Cristo è tutto per noi. Al termine<br />

del Grande Giubileo desideriamo nuovamente<br />

attestarlo, confessarlo, sperimentarlo,<br />

annunciarlo. Cristo è la nostra<br />

certezza, Cristo è la nostra forza,<br />

Cristo è la nostra gioia». Con queste<br />

parole il Vescovo di Albano, Mons.<br />

Agostino Vallini, ha chiuso il Giubileo,<br />

nella chiesa cattedrale, presente il Vescovo<br />

ausiliare, Mons. Paolo Gillet,<br />

l'intero presbiterio, i religiosi e le religiose<br />

ed una grande folla di fedeli laici,<br />

intervenuti per celebrare l'Eucaristia<br />

conclusiva di questo straordinario<br />

anno di grazia e di misericordia.<br />

La celebrazione è iniziata nel santuario<br />

mariano della Rotonda, da cui,<br />

al canto delle litanie, si è snodata la<br />

processione verso la chiesa cattedrale.<br />

Con molto raccoglimento, i partecipanti,<br />

ma anche tanta gente che sostava<br />

lungo le strade della cittadina laziale,<br />

si sono uniti alla preghiera comune<br />

e, giunti sul sagrato della chiesa Madre<br />

della Diocesi, hanno varcato per<br />

l'ultima volta la «Porta Santa».<br />

All'omelia, il Vescovo, meditando la<br />

Parola di Dio che è stata proclamata<br />

ha detto: «L'esperienza dei Magi, sospinti<br />

da una illuminazione interiore,<br />

fu quella di mettersi in cammino, di<br />

farsi cercatori di verità, solidali e compagni<br />

di altri nella stessa ricerca, e<br />

quando videro la stella — dice il Vangelo<br />

— “provarono una gioia grandissima”,<br />

raggiunsero la casa e nel volto<br />

del bambino Gesù riconobbero il volto<br />

del Figlio di Dio, si prostrarono e lo<br />

adorarono».<br />

La centralità di Gesù Cristo — ha<br />

continuato il Vescovo — da oggi in<br />

avanti «deve permeare sempre di più<br />

la spiritualità di noi sacerdoti, di voi<br />

consacrati, di voi laici cristiani. Il primo<br />

frutto del nostro Giubileo deve essere<br />

un rinnovato desiderio ed un impegno<br />

di comunione intima con il Signore<br />

Gesù, di progresso nella santità.<br />

Coltiviamo allora la nostra vita interiore,<br />

con spazi di silenzio ricercato, difeso<br />

e protetto; sia la Parola di Dio l'alimento<br />

della nostra preghiera contemplativa;<br />

valorizziamo il sacramento della<br />

Penitenza come via certa di perdono<br />

del Signore e di rigenerazione spirituale;<br />

l'Eucaristia celebrata e adorata divenga<br />

sempre più la fonte e il culmine<br />

della nostra esperienza di fede. Questi<br />

sono i segni e le vie principali della<br />

manifestazione di Gesù Cristo che ha<br />

luogo dentro di noi. Queste le forme<br />

del misterioso incontro tra l'azione di<br />

Dio e la nostra libertà, capaci di accendere<br />

dentro di noi una luce e in tale<br />

luce farci riconoscere Gesù Cristo».<br />

I Magi, pieni di gioia, si misero in<br />

cammino e divennero annunciatori di<br />

quanto avevano visto e creduto. La festa<br />

dell'Epifania porta in sé il messaggio<br />

della universalità della fede. L'incarnazione<br />

del Figlio di Dio è per tutti<br />

gli uomini, riguarda tutti i tempi e tutti<br />

i luoghi e interessa il mondo intero.<br />

Questo disegno universale della salvezza<br />

è degno della massima attenzione<br />

missionaria.<br />

Il nostro Sinodo diocesano — ha<br />

detto poi Mons. Vallini, passando ad<br />

annunciare gli impegni pastorali del<br />

dopo-Giubileo — «ha posto l'evangelizzazione<br />

in cima alle attenzioni apostoliche<br />

delle comunità parrocchiali...<br />

Non va dimenticata, soprattutto in al-<br />

ALBANO<br />

cune zone della Diocesi, la lenta ed incisiva<br />

influenza di quel fenomeno<br />

umano degno di considerazione e di<br />

cristiana carità che è costituito dall'immigrazione<br />

di migliaia di persone, che<br />

giungono quotidianamente nel nostro<br />

territorio con la loro cultura, la loro<br />

religione e che aspirano a diventare residenti<br />

stabili».<br />

Il Vescovo si è quindi richiamato alle<br />

decisioni del Convegno ecclesiale,<br />

che la diocesi di Albano ha celebrato<br />

nel settembre scorso per dare esecuzione<br />

agli orientamenti dei sinodali: rivedere<br />

in ogni parrocchia la pastorale<br />

ordinaria, nella prospettiva della evangelizzazione<br />

di tutte le famiglie, specie<br />

di quelle più lontane dalla pratica della<br />

fede e della vita ecclesiale; promuovere<br />

una più incisiva attenzione al mondo<br />

dei giovani.<br />

L'attenzione rivolta alla famiglia, già<br />

molto incoraggiata dal Sinodo diocesano<br />

e oggi divenuta decisione pastorale<br />

operativa della Diocesi di Albano, domanda<br />

che questo naturale e primario<br />

nucleo della vita umana venga aiutato<br />

anche con iniziative di sostegno in grado<br />

di favorire le soluzioni di frequenti<br />

problematiche familiari che sono motivo<br />

di sofferenza, di turbamento e purtroppo<br />

in tanti casi di crisi e di fallimenti.<br />

Per venire incontro a questa urgenza<br />

Mons. Vallini ha annunciato, come<br />

frutto del Giubileo, l'apertura al<br />

più presto di un Consultorio familiare<br />

di ispirazione cristiana nella città di<br />

Aprilia, cuore strategico dell'intera<br />

Diocesi. Così pure — ha aggiunto il<br />

Vescovo di Albano — «dinanzi al brutale<br />

delitto dell'aborto, perpetrato quotidianamente<br />

nelle nostre comunità come<br />

esito tragico di tante durissime<br />

esperienze, nessuna delle quali tuttavia<br />

potrà mai giustificarlo, la nostra Chiesa<br />

sente l'invocazione di tante donne,<br />

soprattutto giovani e spesso giovanissime,<br />

esposte alla solitudine di una difficile<br />

maternità e vuole tendere una mano<br />

offrendo aiuto immediato attrezzando<br />

una Casa di accoglienza per ragazze<br />

madri, dove l'amore di Cristo<br />

venga a consolare tante pene e a sollevare<br />

da situazioni spesso drammatiche».<br />

Infine, il Vescovo ha annunciato, come<br />

frutto del Sinodo diocesano ed impegno<br />

del Giubileo, l'inizio nei prossimi<br />

giorni nelle sei vicarie della diocesi<br />

degli Itinerari di formazione degli operatori<br />

pastorali: una qualificante iniziativa,<br />

a cui si sono iscritti più di cinquecento<br />

laici e da cui ci si attende<br />

una crescita del laicato come popolo<br />

di Dio, chiamato alla comunione e alla<br />

missione.<br />

Raccogliendo il messaggio del profeta<br />

Isaia, proclamato nella prima lettura,<br />

al termine del Grande Giubileo e<br />

all'alba della nuova stagione dell'umanità,<br />

il Vescovo, concludendo l'omelia,<br />

si è così rivolto alla sua Chiesa: «Oh<br />

Chiesa di Albano, alzati, rivestiti di luce,<br />

perché la gloria del Signore brilla<br />

su di te. Oh Chiesa di Albano, che hai<br />

iniziato l'anno di grazia e di misericordia<br />

muovendo dalle Catacombe di s.<br />

Senatore, perché la fede dei tuoi martiri<br />

fosse luce per te, riprendi il tuo<br />

cammino di fede, rinvigorita dall'amore<br />

di Cristo, rivestiti della luce della<br />

grazia e della santità e annuncia a tutti<br />

i tuoi figli e agli uomini di buona volontà<br />

che vivono su questa terra, ricca<br />

di bellezze naturali, riflesso della bellezza<br />

del tuo Creatore, che Cristo Gesù<br />

è il Signore della vita, ieri, oggi e sempre.<br />

E la gloria del tuo Dio brillerà su<br />

di te».<br />

IMMACOLATA MARTIN<br />

ALTAMURA-GRAVINA<br />

ACQUAVIVA DELLE FONTI<br />

Con grande partecipazione di fedeli,<br />

il Vescovo di Altamura-Gravina-Acquaviva<br />

delle Fonti, Mons. Mario Paciello,<br />

ha presieduto la solenne concelebrazione<br />

nella Cattedrale di Altamura, a conclusione<br />

dell'«Anno del cammino incontro<br />

a Cristo»: il Giubileo. Una concelebrazione<br />

«memoriale della manifestazione<br />

del Signore, espressione di<br />

gratitudine per il dono dell'Anno Giubilare,<br />

invocazione di grazia e di forza<br />

per vivere le decisioni maturate nell'Anno<br />

Giubilare e accogliere con frutto<br />

la Visita Pastorale del Vescovo». E,<br />

commentando la festività della Epifania<br />

del Signore il Presule ha invitato,<br />

all'omelia, tutta la Chiesa diocesana a<br />

rivedere il proprio essere cristiani alla<br />

luce della Parola di Dio. «L'Epifania —<br />

ha detto il Vescovo — è il memoriale<br />

della manifestazione di Cristo Gesù,<br />

Luce delle Genti, Salvatore e Signore<br />

di ogni uomo; è l'annuncio, la presentazione<br />

della vocazione della Chiesa,<br />

Luce del mondo; è l'investitura della<br />

missionarietà della Chiesa e di ogni<br />

battezzato». Difatti, ogni battezzato è<br />

missionario; accompagnare le persone<br />

a Cristo è compito di ogni cristiano<br />

per essere parte attiva di una grande<br />

famiglia. Una famiglia unita con affetto<br />

sincero, con sguardi limpidi ricordando<br />

sempre che tutti — e in tutte le<br />

età — siamo chiamati, col battesimo,<br />

a servire Dio nei nostri fratelli. «L'Epifania<br />

— ha continuato il Pastore tra il<br />

silenzio e l'attenzione di tutti i partecipanti<br />

— deve farci prendere coscienza<br />

che il vivere cristiano è difficile: non è<br />

un muoversi senza meta o una ripetizione<br />

abitudinaria di riti; non è un<br />

passare da una esperienza all'altra, da<br />

una emozione all'altra».<br />

Parole che fanno riflettere il vero<br />

credente; parole che aiutano a riflettere<br />

sul «proprio essere cristiano». «Il vi-<br />

vere cristiano — ha ribadito Mons. Paciello<br />

— è un nascere nella luce del<br />

battesimo; camminare come luce mentre<br />

le tenebre ricoprono la terra; puntare<br />

verso la Fonte della Luce che è il<br />

grembo della Trinità». «Si chiude il<br />

Giubileo — ha ricordato —, ma si<br />

apre il pellegrinaggio della vita dei cristiani<br />

del terzo Millennio. Il fiume di<br />

grazia e di luce che ha attraversato<br />

l'Anno Giubilare non deve inabissarsi o<br />

disperarsi. Il terzo millennio ha posto<br />

le radici nel Giubileo; e nato nel Giubileo,<br />

inizia il suo cammino dalla Porta<br />

Santa che è Cristo. Il verbo che il Papa<br />

ci ha consegnato è ripartire; l'atteggiamento<br />

che ci chiede di avere è di:<br />

essere in cammino verso il futuro che<br />

ci attende. Non potevamo avere mandato<br />

più esplicito, incoraggiamento più<br />

lusinghiero, momento più favorevole<br />

per dare inizio alla Visita Pastorale.<br />

Come le istanze giubilari sono state il<br />

motore e l'anima della grande Missione<br />

diocesana, del Corpus Domini (Diocesano),<br />

del grande Pellegrinaggio delle<br />

Famiglie e di tutte le attività e iniziative<br />

parrocchiali e associative..., così<br />

questo invito a “ripartire”, ci mette<br />

in fermento per vivere l'altro grande<br />

evento di grazia che è la Visita Pastorale».<br />

«Il Ministero della Grazia di Dio a<br />

me affidato a vostro beneficio, come ci<br />

ha detto Paolo in Ef 3, 2 — ha concluso<br />

il Presule — mi chiama a farmi<br />

umile pellegrino attraverso le Comunità<br />

parrocchiali, rivestito dello Spirito<br />

di Cristo, per aiutare tutti, nella Verità<br />

e nella Carità, a risplendere di luce,<br />

perché ogni uomo veda la salvezza del<br />

Signore. Maria, la prima pellegrina del<br />

Cristo, la prima missionaria della Chiesa,<br />

ci guidi, ci sostenga e ci benedica».<br />

ANGELO CASINO


.<br />

PAGINA<br />

6 .<br />

Preghiera<br />

ed ecumenismo<br />

18 gennaio 2000: Giovanni Paolo II nella Basilica di san Paolo fuori le Mura durante la cerimonia di apertura della Porta Santa<br />

Card. EDWARD IDRIS CASSIDY<br />

Presidente del Pontificio Consiglio<br />

per la Promozione<br />

dell'Unità dei Cristiani<br />

Nella Lettera Enciclica sull'impegno<br />

ecumenico Ut unum sint, Papa Giovanni<br />

Paolo II sottolinea «la fondamentale<br />

importanza della dottrina» nella ricerca<br />

dell'unità dei cristiani (n. 18); con il<br />

Concilio Vaticano II, egli riconosce che<br />

«la cooperazione ecumenica è una vera<br />

scuola di ecumenismo, è una via dinamica<br />

verso l'unità» (n. 40). Ma non esita<br />

ad attribuire alla preghiera il primato in<br />

questa ricerca difficile (n. 21).<br />

Il Concilio Vaticano II aveva già insegnato<br />

che «la conversione del cuore e la<br />

santità della vita, insieme con le preghiere<br />

private e pubbliche per l'unità dei<br />

cristiani, si devono ritenere come l'anima<br />

di tutto il movimento ecumenico»<br />

(Unitatis redintegratio, n. 8).<br />

Nella sua Enciclica Ut unum sint, il<br />

Santo Padre, riprendendo l'insegnamento<br />

conciliare, lo esplicita nei seguenti<br />

termini: «Quando si prega insieme tra<br />

cristiani, il traguardo dell'unità appare<br />

più vicino. La lunga storia dei cristiani<br />

segnata da molteplici frammentazioni<br />

sembra ricomporsi, tendendo a quella<br />

Fonte della sua unità che è Gesù Cristo.<br />

Egli è lo stesso ieri, oggi e sempre (Eb<br />

13, 8). Nella comunione di preghiera<br />

Cristo è realmente presente; prega “in<br />

noi”, “con noi” e “per noi”. È Lui che<br />

guida la nostra preghiera nello Spirito<br />

Consolatore che ha promesso e ha dato<br />

alla sua Chiesa già nel Cenacolo di Gerusalemme,<br />

quando Egli l'ha costituita<br />

nella sua originaria unità» (n. 22).<br />

L'esperienza, negli ultimi trentacinque<br />

anni, della partecipazione cattolica nel<br />

dialogo ecumenico ha mostrato come la<br />

preghiera sia di vitale importanza per<br />

mutare gli atteggiamenti, sradicare i<br />

pregiudizi, e permettere ai partner in<br />

dialogo di ricercare la verità nella carità.<br />

Quando la preghiera è esclusa dal dialogo<br />

teologico, il dibattito non è in grado<br />

di dare i risultati sperati, anzi esso degenera<br />

a volte in polemiche sterili e indurisce<br />

i cuori. Nella preghiera cor ad cor<br />

loquitur, e come se ne fa spesso l'esperienza,<br />

l'unica via per giungere alla<br />

mente passa per il cuore.<br />

Il Giubileo appena concluso ha radunato<br />

i cristiani nella preghiera con una<br />

intensità che non sarebbe stata possibile<br />

in passato. Limitandoci alla città di Roma,<br />

la nostra mente non può non rievocare<br />

quelle straordinarie occasioni di<br />

preghiera che sono da annoverarsi tra<br />

gli eventi più salienti dell'anno giubilare,<br />

anno che il Santo Padre aveva concepito,<br />

già nella sua Lettera Apostolica Tertio<br />

Millennio adveniente, con un fondamentale<br />

carattere ecumenico.<br />

Certamente, un momento saliente e<br />

luminoso dell'anno giubilare è stata la<br />

preghiera ecumenica in San Paolo fuori<br />

le Mura, il 18 gennaio 2000, quando,<br />

per la prima volta nella storia, una Porta<br />

Santa è stata aperta dal Successore<br />

di Pietro, dal Primate della Comunione<br />

Anglicana e dal Metropolita che rappresentava<br />

il Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli,<br />

alla presenza di rappresentanti<br />

delle Chiese e Comunità ecclesiali<br />

di tutto il mondo.<br />

Un secondo evento altrettanto luminoso,<br />

caratterizzato da un profondo spirito<br />

di preghiera, è stata la Commemorazione<br />

dei Testimoni della Fede, che si è<br />

svolta nella suggestiva cornice del Colosseo,<br />

il 7 maggio 2000, durante la quale<br />

Papa Giovanni Paolo II, insieme ai rappresentanti<br />

delle altre Chiese e Comunità<br />

ecclesiali, ha ricordato i numerosi appartenenti<br />

alle varie Comunioni cristiane<br />

che avevano dato una eroica testimonianza<br />

della loro fede in Gesù Cristo nel<br />

XX secolo.<br />

Ed infine, terzo evento saliente dell'anno<br />

giubilare, la bellissima celebrazione<br />

della Parola nella Basilica di San Pietro,<br />

il 10 novembre 2000, durante la<br />

quale Sua Santità Karekin II, Patriarca<br />

supremo e Catholicos di tutti gli Armeni,<br />

si è unito al Vescovo di Roma, e a<br />

conclusione della quale il Santo Padre<br />

ha rimesso a Karekin II una reliquia di<br />

s.Gregorio l'Illuminatore, primo Catholicos<br />

della Chiesa Apostolica Armena.<br />

In una udienza accordata il 2 dicembre<br />

2000 ad un gruppo di «Vescovi amici<br />

del Movimento dei Focolari», appartenenti<br />

a varie Chiese e Comunità ecclesiali,<br />

Papa Giovanni Paolo II si è riferito<br />

con particolare insistenza all'importanza<br />

della preghiera nel cammino ecumenico.<br />

Dopo aver affermato che tale cammino<br />

trova il suo modello decisivo nell'offerta<br />

estrema del Figlio di Dio, il quale per<br />

amore dei fratelli si fece carico di ogni<br />

divisione, vincendo in sé il peccato della<br />

disunione dei suoi, il Papa ha dichiarato:<br />

«Noi, testimoni del suo sacrificio re-<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Giovedì 18 Gennaio 2001<br />

La Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani<br />

(18-25 gennaio 2001)<br />

dentore, siamo chiamati a diventare<br />

sempre più profondamente suoi strumenti<br />

e ministri di unità e di santificazione.<br />

Anzitutto con la preghiera, poiché<br />

la riconciliazione e la ricomposizione<br />

delle divisioni nella Chiesa sono un<br />

dono dall'alto. È lo Spirito, infatti, che<br />

raduna da ogni angolo della terra i figli<br />

di Dio, affinché, in Cristo, elevino concordi<br />

al Padre la lode perfetta. Occorre<br />

invocare con insistenza questo Spirito,<br />

affinché ci raduni in un solo ovile sotto<br />

un solo Pastore, Cristo» (L'Osservatore<br />

Romano, 3 dicembre 2000).<br />

In effetti, durante l'anno giubilare, la<br />

preghiera comune dei cristiani ha fatto<br />

molto di più di qualsiasi altra cosa per<br />

far avanzare il movimento ecumenico.<br />

Rivolgendosi ai Cardinali, alla Famiglia<br />

Pontificia, alla Curia e alla Prefettura romana<br />

in occasione degli auguri natalizi,<br />

il 21 dicembre 2000, il Santo Padre ha<br />

affermato: «Di fronte alle persistenti fatiche<br />

del cammino ecumenico occorre<br />

non perdersi d'animo. Dobbiamo credere<br />

che il traguardo della piena unità di<br />

tutti i cristiani è realmente possibile,<br />

con la forza di Cristo che ci sostiene. Da<br />

parte nostra, accanto alla preghiera e al<br />

dialogo teologico, dobbiamo coltivare<br />

quell'atteggiamento spirituale che ... ho<br />

indicato come “il sacrificio dell'unità”»<br />

(L'Osservatore Romano, 22 dicembre<br />

2000).<br />

Riflettendo su tutto questo, nel ricordo<br />

degli eventi ecumenici che hanno<br />

scandito l'anno 2000, celebriamo, con<br />

rinnovata determinazione e nella speranza,<br />

questa Settimana di Preghiera 2001,<br />

la prima di un nuovo secolo e di un<br />

nuovo millennio cristiano.<br />

Il tema scelto per la Settimana è tratto<br />

dal Vangelo di Giovanni: Io sono la<br />

via, la verità e la vita. Il Grande Giubileo<br />

dell'Anno 2000 ha condotto la Chiesa<br />

faccia a faccia con il suo Signore e Salvatore,<br />

in una esperienza spirituale<br />

straordinaria.<br />

È giunto il tempo di andare avanti, fiduciosi<br />

nel Signore, poiché è Lui che ci<br />

indicherà il cammino e ci darà il coraggio<br />

necessario per percorrerlo, se noi ricorreremo<br />

sempre a Lui nella preghiera:<br />

«È sulla preghiera di Gesù, non sulle nostre<br />

capacità, che poggia la fiducia di<br />

poter raggiungere, anche nella storia, la<br />

comunione piena e visibile di tutti i cristiani»<br />

(Lettera Apostolica Novo Millennio<br />

ineunte, n. 48).<br />

7 maggio 2000: Il Santo Padre durante la commemorazione dei Testimoni della fede svoltasi al Colosseo<br />

Il dialogo ecumenico:<br />

dono e compito<br />

WALTER KASPER<br />

Segretario del Pontificio Consiglio<br />

per la Promozione<br />

dell'Unità dei Cristiani<br />

Con la Settimana di Preghiera per l'unità<br />

di tutti i cristiani, che celebreremo<br />

dal 18 al 25 gennaio, festa della conversione<br />

dell'apostolo Paolo, prendiamo coscienza<br />

di una delle grandi sfide che si<br />

pongono alla Chiesa all'inizio del nuovo<br />

secolo e del nuovo millennio: l'unità dei<br />

cristiani. È l'incarico affidatoci da Nostro<br />

Signore Gesù Cristo, il quale, alla<br />

vigilia della sua morte, pregò perché tutti<br />

siano una sola cosa, perché il mondo<br />

creda (Gv 17, 21).<br />

Il Concilio Vaticano II ha inteso il<br />

movimento ecumenico come un'opera<br />

dello Spirito Santo e la promozione del<br />

ristabilimento dell'unità tra tutti i cristiani<br />

come uno dei suoi compiti principali<br />

(Decreto sull'ecumenismo, 1). Papa Giovanni<br />

Paolo II lo ha dichiarato un impegno<br />

irreversibile (Enciclica Ut unum<br />

sint, 3). Egli ha sottolineato che il dialogo<br />

ecumenico non è un'appendice all'impegno<br />

pastorale della Chiesa, bensì<br />

una delle priorità del suo pontificato e<br />

della Chiesa (ibid. 9; 31; 99). Per questo<br />

motivo, l'anno ormai concluso del<br />

Grande Giubileo era stato fin dall'inizio<br />

programmato con una dimensione<br />

ecumenica e animato dalla volontà di<br />

avvicinarsi all'obiettivo della piena unità<br />

(Tertio Millennio adveniente, 16; 19;<br />

24; 34).<br />

Tappe rilevanti<br />

dell'Anno giubilare 2000<br />

In retrospettiva possiamo con gratitudine<br />

constatare che durante quest'anno<br />

giubilare lo Spirito di Dio ci ha dato<br />

«qualche segnale davvero profetico e<br />

commovente» (Novo Millennio ineunte,<br />

48): la cerimonia ecumenica dell'apertura<br />

della Porta Santa nella Basilica di San<br />

Paolo fuori le Mura il 18 gennaio, il pellegrinaggio<br />

al Monte Sinai e in Terra<br />

Santa, la preghiera per il perdono dei<br />

peccati contro l'unità nella prima domenica<br />

di Quaresima, la commemorazione<br />

dei Testimoni del secolo XX di fronte al<br />

Colosseo il 7 maggio, la visita della delegazione<br />

del Patriarcato ecumenico in occasione<br />

della festa degli apostoli Pietro e<br />

Paolo il 29 giugno, e quella del Catholicos<br />

della Chiesa apostolica armena Karekin<br />

II nel mese di novembre. Anche se<br />

il cammino ecumenico è apparso arduo<br />

e se esige pazienza, esso è tuttavia animato<br />

dalla «speranza di essere guidati<br />

dalla presenza del Risorto e dalla forza<br />

inesauribile del suo Spirito capace di<br />

sorprese sempre nuove» (ibid. 12).<br />

Comprensione<br />

e incomprensione<br />

del dialogo<br />

Come ogni cosa al mondo, anche la<br />

lettera e il contenuto del dialogo ecumenico<br />

sono esposti a malintesi e abusi.<br />

Qualche volta, la lettera del dialogo è diventata<br />

uno slogan, sotto il quale si cela<br />

lo spirito del relativismo, dell'indifferentismo<br />

e di un pluralismo di principio,<br />

oggi largamente predominante nella nostra<br />

civiltà. A volte, il dialogo ecumenico<br />

viene anche scambiato per un falso<br />

irenismo che può condurre a simulacri<br />

di soluzione, a compromessi ridotti al<br />

minimo comune denominatore, oppure<br />

ad un qualunquismo opportunistico e<br />

pragmatico che perde di vista la questione<br />

della verità.<br />

La Dichiarazione «Dominus Iesus»<br />

del 6 agosto ha giustamente respinto tali<br />

atteggiamenti che contraddicono l'esigenza<br />

di verità del Vangelo. Il dialogo<br />

ecumenico dev'essere un dialogo nella<br />

carità e nella verità. Poiché la verità<br />

senza la carità è fredda e spesso può respingere,<br />

mentre la carità senza la verità<br />

è insincera e vuota. Si tratta di vivere<br />

secondo la verità nella carità (Ef 4, 15).<br />

Correttamente inteso, il dialogo ecumenico<br />

non è in contraddizione con l'esigenza<br />

di verità; al contrario, è al servizio<br />

della piena conoscenza della verità.<br />

Essendo il dialogo totalmente diverso da<br />

uno small talk privo d'impegno, esso<br />

penetra nel profondo dell'esistenza umana<br />

e del suo orientamento verso la verità.<br />

Pertanto, per Giovanni Paolo II il<br />

dialogo è un passaggio obbligato del<br />

cammino da percorrere verso l'autocompimento<br />

dell'uomo, del singolo individuo<br />

come anche di ciascuna comunità<br />

umana (Ut unum sint, 28).<br />

Nella storia della salvezza, Dio ha<br />

scelto la via del dialogo con il popolo<br />

eletto di Israele e con l'intera umanità.<br />

Molte volte, e in diversi modi, Dio ha<br />

parlato ai padri per mezzo dei profeti, e<br />

negli ultimi tempi per mezzo di suo Figlio<br />

(Eb 1, 2). Nel suo grande amore<br />

egli ha parlato agli uomini come ad amici<br />

e si è intrattenuto con loro per invitarli<br />

e ammetterli alla comunione con<br />

Lui (Costituzione dogmatica sulla Divina<br />

Rivelazione, 2). Il culmine di questo<br />

dialogo di Dio con noi uomini è Gesù<br />

Cristo stesso; in lui, Uomo-Dio, è avvenuto<br />

il dialogo il più intenso, assolutamente<br />

unico, insuperabile e definitivo<br />

tra Dio e l'uomo. Perciò Gesù Cristo è<br />

per noi il dono eccelso, il fondamento,<br />

10 novembre 2000: Giovanni Paolo II incontra il Catholicos di tutti gli Armeni, Karekin II<br />

la fonte e la misura perenne di ogni dialogo.<br />

Tuttavia, nessuna mente umana, nessuna<br />

cultura e nessuna formulazione<br />

teologica, per quanto profonda, può<br />

esaurire «le imperscrutabili ricchezze di<br />

Cristo» (Ef 3, 8). Abbiamo però la promessa<br />

dello Spirito di Cristo che ci guida<br />

alla verità tutta intera (Gv 16, 13).<br />

Per mezzo dello Spirito Santo, Dio non<br />

cessadiparlareconlaChiesa e introduce<br />

i credenti a tutta la verità (Costituzione<br />

dogmatica sulla divina Rivelazione, 8).<br />

Il dialogo ecumenico è una via per<br />

mezzo della quale lo Spirito di Dio parla<br />

con la Chiesa e ci conduce più a fondo<br />

nella verità affidata alla Chiesa. Poiché il<br />

dialogo ecumenico è molto di più di<br />

uno scambio di idee, interessante ma<br />

senza impegno, o di un dibattito di politica<br />

ecclesiale; né esso è una faccenda<br />

puramente accademica o un colloquio<br />

tra esperti. Il dialogo ecumenico è uno<br />

«scambio di doni» (Ut unum sint, 28).<br />

Di conseguenza, il dialogo non intende<br />

togliere nulla alla verità; non intende abbandonare<br />

nulla di ciò che ci è dato come<br />

ricchezza della nostra fede. Al contrario,<br />

esso ci può arricchire con percezioni<br />

più profonde e con aspetti nuovi e<br />

finora meno contemplati dell'unica verità<br />

che è Gesù Cristo stesso (Gv 14, 6).<br />

Così il dialogo ecumenico può aiutarci<br />

concretamente a realizzare più pienamente<br />

la cattolicità propria della Chiesa<br />

(Costituzione dogmatica sulla Chiesa,<br />

13; Decreto sull'Ecumenismo, 4).<br />

Inteso in questo modo, il dialogo ecumenico,<br />

nella sua dimensione più profonda,<br />

è un processo spirituale. Esso<br />

non è possibile senza una conversione<br />

personale ed un rinnovamento istituzionale<br />

(Decreto sull'Ecumenismo, 4); lo<br />

spirito di preghiera deve essere l'anima<br />

di ogni dialogo ecumenico (Ut unum<br />

sint, 21-27). Poiché, in ultima analisi,<br />

noi non siamo in grado di «fare» la piena<br />

unità; possiamo soltanto chiederla<br />

come dono dello Spirito Santo. Ecco<br />

perché la Settimana di Preghiera per l'unitàdi<br />

tutti i cristiani è così importante.<br />

A che punto siamo<br />

e dove andiamo?<br />

I risultati dei numerosi dialoghi che si<br />

svolgono oramai da più di 30 anni con<br />

le Chiese separate dell'Oriente e con le<br />

Chiese e Comunità ecclesiali separate<br />

dell'Occidente sono ampi e ci arricchiscono.<br />

Non saremo mai sufficientemente<br />

grati per i molteplici frutti ottenuti.<br />

Con meraviglia e gratitudine abbiamo ripetutamente<br />

potuto osservare con gioia<br />

quanto lo Spirito di Dio ha operato nelle<br />

altre Chiese e Comunità ecclesiali e<br />

quanti «elementi» della Chiesa di Cristo<br />

noi condividiamo con esse (Costituzione<br />

sulla Chiesa, 8; 15; Decreto sull'Ecumenismo,<br />

3). Così, in questi decenni abbiamo<br />

riscoperto la fraternità di tutti i cristiani<br />

(Ut unum sint, 41 s). Da estranei<br />

e, purtroppo, spesso nemici, siamo diventati<br />

amici.<br />

Su questa base comune, i dialoghi si<br />

propongono di purificare la memoria, di<br />

eliminare i pregiudizi e i malintesi e di<br />

far nascere la comprensione, il reciproco<br />

rispetto e l'amicizia, di farci apprendere<br />

gli uni dagli altri e avvicinarci tra<br />

noi, collaborando nel migliore dei modi<br />

per avviarci insieme verso una comunione<br />

ecclesiale più compiuta e, infine, pienamente<br />

visibile. I dialoghi sono spesso<br />

un cammino faticoso e un processo graduale,<br />

con risultati intermedi. Pertanto,<br />

molti dei documenti di dialogo hanno<br />

un carattere per così dire «provvisorio»<br />

e non ancora ufficiale. Essi non intendono<br />

porsi (e non possono porsi) come<br />

espressione di una autorità magisteriale.<br />

Tali documenti esprimono il punto di vista<br />

delle commissioni incaricate di formularli.<br />

Sono proposte soggette ad un<br />

processo di ricezione nelle Chiese, che<br />

partecipano ad un determinato dialogo,<br />

a meno che non si tratti di documenti<br />

ratificati dalle due parti dialoganti, come,<br />

ad esempio, la recente Dichiarazione<br />

cattolica-luterana sulla dottrina della<br />

giustificazione.<br />

Ogni dialogo ha un proprio carattere<br />

e una propria dinamica. Nei dialoghi<br />

con le Chiese ortodosse abbiamo in comune<br />

la stessa fede trinitaria, cristologica<br />

ed eucaristica, come anche la successione<br />

apostolica nel ministero episcopale;<br />

abbiamo quindi a che fare con Chiese<br />

sorelle nel pieno senso della parola<br />

(Ut unum sint, 55-58). Pertanto, il dialogo<br />

mira direttamente al ristabilimento<br />

della piena comunione ecclesiale. Altra è<br />

la situazione con le più recenti comunità<br />

(Evangelicals e Pentecostali), le quali ci<br />

sono certamente vicine nella fede trinitaria<br />

e cristologica, come anche in questioni<br />

etiche, ma sostengono una concezione<br />

differente dei sacramenti e della<br />

Chiesa e nutrono delle notevoli riserve<br />

verso la devozione mariana. In questi<br />

casi, si tratta di instaurare i primi approcci,<br />

di imparare a conoscersi e ad<br />

apprezzarsi, di dar prova di tolleranza<br />

reciproca e di eliminare la concorrenza<br />

ingiustificata e l'evangelizzazione a scopo<br />

di proselitismo.<br />

Tra questi due tipi di dialoghi vi sono<br />

quelli con la Comunione anglicana e con<br />

le Comunità ecclesiali originate dalla Riforma<br />

del secolo XVI. Negli ultimi anni,<br />

abbiamo raccolto da questi dialoghi frutti<br />

preziosi che soltanto pochi decenni fa<br />

quasi nessuno avrebbe neppure sognato.<br />

Ricordiamo soprattutto la «Dichiarazione<br />

congiunta sulla Dottrina della Giustificazione»<br />

con la Federazione Luterana<br />

Mondiale, solennemente sottoscritta<br />

il 31 ottobre 1999 ad Augusta e quindi<br />

ufficialmente recepita.<br />

La «Dichiarazione congiunta» rappresenta<br />

un'importante pietra miliare sul<br />

cammino dell'unità. L'immagine della<br />

pietra miliare rispecchia in maniera eloquente<br />

il significato del documento. Vi<br />

si afferma che una tappa importante del<br />

cammino è stata percorsa, ma che non<br />

siamo ancora giunti alla meta finale. Oltre<br />

ad alcuni punti relativi alla dottrina<br />

della giustificazione stessa, rimangono<br />

da chiarire soprattutto questioni di ecclesiologia,<br />

in particolare quella del ministero<br />

e della relazione tra Sacra Scrittura<br />

e Chiesa (Ut unum sint, 66 s). Il<br />

consenso su questi punti, nell'intendimento<br />

sia cattolico che ortodosso, è la<br />

base irrinunciabile per la reciproca ospitalità<br />

eucaristica.<br />

Scopo ultimo di tutti i dialoghi è di<br />

far crescere, sotto la guida dello Spirito<br />

di Dio, la comunione parziale esistente<br />

verso la piena comunione nella verità e<br />

nella carità (Ut unum sint, 14). La piena<br />

comunione, sul modello della comunità<br />

primitiva di Gerusalemme, consiste<br />

nella comunione di fede, di sacramenti,<br />

in particolare dell'Eucaristia, e di governo<br />

apostolico (At 2, 42) (Costituzione<br />

dogmatica sulla Chiesa, 14).<br />

Così intesa, l'unità non significa uniformità.<br />

La Chiesa è plasmata sul modello<br />

della Divina Trinità: un solo Dio<br />

nella diversità di tre persone (Costituzione<br />

dogmatica sulla Chiesa, 4; Decreto<br />

sull'Ecumenismo, 2). All'interno dell'unità<br />

deve quindi esserci lo spazio per la<br />

diversità della liturgia, della teologia,<br />

della spiritualità e della disciplina; tale<br />

diversità è l'espressione dell'esuberante<br />

ricchezza e della bellezza della Chiesa. Il<br />

superamento dello scandalo della separazione<br />

e il ristabilimento della piena<br />

unità nella diversità non sono assolutamente<br />

fine a se stessi; devono far risplendere<br />

in modo nuovo il volto della<br />

Chiesa in tutta la sua bellezza e renderlo<br />

attraente per poter svolgere il suo compito<br />

di evangelizzazione del mondo. La<br />

Settimana di Preghiera per l'unità dei<br />

cristiani deve contribuire a fare del nuovo<br />

millennio un millennio ecumenico,<br />

affinché il mondo creda (Gv 17, 21).


.<br />

PAGINA<br />

7 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Giovedì 18 Gennaio 2001<br />

La Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani<br />

(18-25 gennaio 2001)<br />

La riflessione di quest'anno ispirata al Vangelo di Giovanni (14, 1-6)<br />

«Io sono la Via, la Verità e la Vita»<br />

ELEUTERIO F. FORTINO<br />

Sotto-Segretario del Pontificio<br />

Consiglio per la Promozione<br />

dell'Unità dei Cristiani<br />

Con lo sguardo rivolto al terzo millennio,<br />

il comitato misto internazionale che<br />

annualmente propone i sussidi per la<br />

settimana di preghiere per l'unità dei<br />

cristiani (18-25 gennaio), quest'anno ha<br />

indicato come tema Gesù Cristo quale<br />

«via, verità e vita» dell'intero movimento<br />

ecumenico. Mentre i cristiani si avviano<br />

verso il futuro viene indicato Gesù Cristo<br />

come centro della ricerca dell'unità<br />

dei suoi discepoli.<br />

Il progetto del sussidio è stato preparato<br />

in Romania. Nell'introduzione ai testi<br />

della settimana il gruppo locale romeno<br />

ha voluto sottolineare la specificità<br />

dell'apporto dei cristiani dei vari luoghi<br />

alla comune ricerca dell'unità di tutti<br />

i cristiani: «L'esperienza ecumenica<br />

delle Chiese in Romania dimostra che la<br />

ricerca dell'unità riguarda tutti i cristiani<br />

del mondo, ma che nei casi concreti le<br />

condizioni in cui progredirà sono diverse.<br />

Saranno in funzione della situazione<br />

locale e in ogni caso con possibilità particolari<br />

di celebrare, professare, testimoniare<br />

e servire insieme e dipenderanno<br />

dai problemi specifici connessi alla storia<br />

e alla cultura della regione».<br />

La varietà delle situazioni locali di<br />

partenza della ricerca dell'unità non<br />

scalfisce l'orientamento generale ed il<br />

fondamento cristologico. Il gruppo locale<br />

spiega la ragione profonda del tema<br />

proposto: «Nella preghiera per l'unità<br />

dei cristiani dell'anno 2001 si vuole sottolineare<br />

il modo con cui procediamo<br />

insiemeperilsuo raggiungimento. Come<br />

pellegrini non siamo soli in questo cammino:<br />

Gesù Cristo che è la via, è il nostro<br />

compagno e guida. Camminiamo in<br />

Cristo e con Cristo sulla via che conduce<br />

all'unità e solo attraverso lui saremo<br />

in grado di trovarla in modo visibile».<br />

Il tema abbraccia un'ampia solida tematica<br />

valida per l'intera esistenza cristiana<br />

e che, di conseguenza, coinvolge<br />

anche la questione dell'unità dei credenti<br />

in Cristo.<br />

Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo, è<br />

l'unico mediatore fra Dio e l'uomo e solo<br />

per mezzo di Lui gli uomini hanno<br />

accesso al Padre e ingresso nella sua casa,<br />

dove vi è molto posto, per la moltitudine<br />

umana redenta.<br />

In questa visione Egli è anche «Via»<br />

verso l'unità dei suoi discepoli. In Lui i<br />

cristiani per il battesimo sono incorporati<br />

formando la solida e misteriosa unità<br />

del suo Corpo mistico.<br />

Egli si rivela come la «Verità» in cui<br />

l'unità dei suoi discepoli trova il fondamento<br />

e la sua realizzazione piena. Questa<br />

si fonderà sull'unità di fede creduta,<br />

professata, celebrata.<br />

Ma Egli è pure «Vita» che comunica<br />

ai credenti in lui. S. Pietro ce lo spiega:<br />

«La sua potenza divina ci ha fatto dono<br />

di ogni bene per quanto riguarda la vita<br />

e la pietà, mediante la conoscenza di colui<br />

che ci ha chiamati con la sua gloria<br />

e potenza. Con questo ci ha donato i beni<br />

grandissimi e preziosi che erano stati<br />

promessi perché diventaste, per loro<br />

mezzo, partecipi della natura divina» (2<br />

Pt 1, 3-4). La partecipazione alla natura<br />

divina è la vita vera. La partecipazione<br />

di tutti i cristiani a questo misterioso avvenimento<br />

li accomuna nel processo di<br />

trasfigurazione di ciascuno e di tutti ad<br />

immagine e somiglianza di Dio uno e<br />

trino.<br />

Nell'unico battesimo i cristiani sono<br />

immersi nel nome della Trinità. Pertanto<br />

per mezzo della fede e del battesimo,<br />

tutti i cristiani sono resi figli di Dio, incorporati<br />

a Cristo, templi dello Spirito<br />

Santo. Sono resi partecipi della natura<br />

divina, fondamento solido della misteriosa<br />

comunione vigente tra i cristiani. È<br />

questalacomunione più profonda che le<br />

sopravvenute divisioni non hanno potuto<br />

intaccare e che il Concilio Vaticano II<br />

ha sottolineato: «Il battesimo costituisce<br />

il vincolo sacramentale dell'unità che vige<br />

tra tutti quelli che per mezzo di esso<br />

sono stati rigenerati» (UR 22).<br />

Il tema di questa settimana intende<br />

attirare l'attenzione sulla vocazione ulti-<br />

Il testo base<br />

Disse il Signore ai suoi discepoli:<br />

«Non sia turbato il vostro cuore.<br />

Abbiate fede in Dio ed abbiate<br />

fede anche in me. Nella casa del<br />

Padre mio vi sono molti posti. Se<br />

no, ve l'avrei detto. Io vado a preparare<br />

un posto, quando sarò andato<br />

e vi avrò preparato un posto,<br />

ritornerò e vi prenderò con me,<br />

perché siate anche voi dove sarò<br />

io. E del luogo dove io vado voi<br />

conoscete la via». Gli disse Tommaso:<br />

«Signore, non sappiamo<br />

dove vai, e come possiamo conoscere<br />

la via?». Gli disse Gesù: «Io<br />

sono la via, la verità e la vita.<br />

Nessuno viene al Padre se non<br />

per mezzo di me» (Gv 14, 1-6).<br />

18 gennaio 2000: l'apertura della Porta Santa della Basilica di s. Paolo fuori le Mura<br />

ma del movimento ecumenico, liberandolo<br />

dalle opinioni aggiunte lungo il<br />

viaggio con eventuali preoccupazioni di<br />

indole contingente storico-sociale. L'unità<br />

piena la si ritroverà in Gesù Cristo e<br />

per mezzo di Lui.<br />

Le altre motivazioni in favore dell'unità<br />

possono trarre soltanto vantaggio dal<br />

fatto di concentrare l'attenzione prioritariamente<br />

su Gesù Cristo. Per i cristiani<br />

l'unità è la realizzazione, in fedele ubbi-<br />

1° giorno<br />

Non siate tristi (Gv 14, 1)<br />

Isaia 43, 1-7. 18-19; Salmo 43, 1-5; Atti 18, 8-11; Matteo<br />

8, 23-27<br />

2° giorno<br />

Credete in Dio (Gv 14, 1 b)<br />

Esodo 3, 6-10; Salmo 103; Romani 11, 33-36; Giovanni<br />

17, 5-8<br />

3° giorno<br />

Abbiate fede anche in me (Gv 14, 1)<br />

2 Cronache 6, 16-18; Salmo 114; Romani 10, 4-13; Luca<br />

10, 21-24<br />

4° giorno<br />

Nella casa del Padre mio c'è molto posto (Gv 14, 2)<br />

Isaia 60, 4-7; Salmo 84; Ebrei 13, 7-14; Giovanni<br />

10, 11-16<br />

dienza, del piano di Cristo sulla sua<br />

Chiesa.IldecretodelConcilioVaticanoII<br />

aveva intravisto questo essenziale orientamento.<br />

«Si ricordino tutti i fedeli che<br />

tanto meglio promuoveranno, anzi vivranno<br />

in pratica l'unione dei cristiani,<br />

quanto più si studieranno di condurre<br />

una vita più conforme al Vangelo. Pertanto<br />

con quanta più stretta comunione<br />

saranno uniti con il Padre, col Verbo e<br />

con lo Spirito Santo, con tanta più inti-<br />

ma e facile azione potranno accrescere<br />

le mutue relazioni fraterne» (UR, 7).<br />

Dall'insieme della riflessione di questa<br />

settimana proviene un richiamo ad una<br />

ferma professione di fede comune in Gesù<br />

Cristo e ad un coerente rinnovamento<br />

della vita cristiana.<br />

L'organizzazione degli otto giorni approfondisce<br />

questo richiamo fondamentale.<br />

Il contesto della pericope scelta (Gv<br />

14, 1-6) è quello del discorso di addio di<br />

Gesù ai suoi discepoli. Dopo quest'annuncio,<br />

vedendoli titubanti e timorosi,<br />

Gesù li incoraggia e li invita a «non essere<br />

tristi» (1° giorno), anzi ad accrescere<br />

la fede (2°-3° giorno), ad avere speranza<br />

perché «nella casa del Padre mio c'è<br />

molto posto» e li assicura che tornerà e<br />

«li prenderà con sé» (4° e 5° giorno).<br />

Inoltre li richiama alla concretezza<br />

della loro vocazione, che pure rimane<br />

avvolta nel mistero: «Voi sapete dove io<br />

vado e sapete la strada» (6° giorno). A<br />

questo punto sorge una questione cruciale,<br />

permanente per i discepoli di ogni<br />

tempo: «Signore, noi non sappiamo dove<br />

vai, come facciamo a sapere la strada?»<br />

(7° giorno). È a questo punto che<br />

egli indica che è Lui stesso la Via, la Verità<br />

e la Vita. È questa rivelazione anche<br />

il «viatico» per ogni impresa ecumenica.<br />

Questa indicazione è attuale per ogni<br />

generazione cristiana.<br />

Anche per l'ecumenismo, nei nostri<br />

giorni, sempre più spesso si sente dire:<br />

Ma l'ecumenismo è in crisi? Qual è il<br />

suo obiettivo? Qual è la sua strada maestra?<br />

Le varie vie non si disperdono in<br />

prati incolti? La ricerca dell'unità non si<br />

disperde forse in tanti viottoli che non<br />

convergono?<br />

È bene interrogarsi sempre ed esaminare<br />

il proprio cammino alla luce della<br />

propria vocazione. La settimana di preghiere<br />

per l'unità di quest'anno offre il<br />

«metro» per ogni analisi e nello stesso<br />

tempo indica l'obiettivo: una vita in Cristo<br />

più coerente, una sequela di Cristo<br />

più fedele, una sincera disposizione<br />

aperta alla Verità tutta intera in cui si ristabilirà<br />

la piena unità; una comunione<br />

aperta all'intera umanità affinché tutti<br />

divengano un solo gregge sotto un solo<br />

pastore, Gesù Cristo. Si raggiunge così il<br />

senso della preghiera di Gesù: «che tutti<br />

siano uno affinché il mondo creda» (Gv<br />

17, 21).<br />

Questa prima settimana di preghiere<br />

per l'unità dei cristiani del nuovo millennio<br />

sollecita i cristiani tutti ad una litania<br />

comune per avviarsi verso la Vita,<br />

nei tempi nuovi, sulla Via della Verità.<br />

5° giorno<br />

Tornerò e vi prenderò con me (Gv 14, 3)<br />

Gioele 3, 1-5; Salmo 98; Efesini 2, 17-22; Giovanni 14,<br />

2,5-31<br />

6° giorno<br />

Voi sapete dove vado e sapete anche la strada<br />

(Gv 14, 4)<br />

Esodo 13, 20-22; Salmo 25, 1-11; 1 Cor 10, 1-13; Marco<br />

8, 34-38<br />

7° giorno<br />

Come facciamo a sapere la strada? (Gv 14,5)<br />

2 Re 2, 9-12; Salmo 130; Filippesi 3, 8-16; Giovanni<br />

16, 4-15<br />

8° giorno<br />

Io sono la Via, la Verità e la Vita (Gv 14, 6)<br />

Genesi 33, 1-12; Salmo 133; Ebrei 10, 19-25; Giovanni<br />

17, 20-23<br />

Appello<br />

ai cristiani in Italia<br />

Cari fratelli e sorelle in Cristo,<br />

È con grande gioia che vi presentiamo<br />

la versione italiana della guida<br />

per la Settimana di Preghiera per l'Unità<br />

dei Cristiani dell'anno 2001, formulata<br />

sulla base della proposta delle<br />

Chiese della Romania. Le Chiese di<br />

Dio che sono in Italia possono utilizzarla<br />

adattando e integrando i testi<br />

biblici, le preghiere e le riflessioni in<br />

funzione delle realtà ecumeniche locali.<br />

Il secondo millennio detto delle divisioni,<br />

del grande scisma della Riforma,<br />

della creazione della Chiesa Anglicana<br />

e della serie di chiese protestanti-evangeliche,<br />

conosce anche la<br />

nascita del movimento ecumenico<br />

moderno, che nel ventesimo secolo<br />

ha dato voce all'ardente desiderio di<br />

unità ecclesiale. Il processo di unione<br />

ha registrato significative convergenze<br />

teologiche, gesti simbolici di ritrovata<br />

fraternità, di riscoperta dell'ecclesialità<br />

altrui, ma anche momenti<br />

di incomprensione e di smarrimento<br />

in cui ci siamo chiesti, con Tommaso:<br />

«Signore..., come facciamo a sapere<br />

la strada?» (Gv 14, 5).<br />

E Gesù ci risponde, come ai suoi<br />

discepoli: «Io sono la Via, la Verità e<br />

la Vita. Solo per mezzo di me si va<br />

al Padre» (Gv 14, 6). Questa parola<br />

del Signore, proposta alla comune riflessione<br />

all'inizio del terzo millennio,<br />

rivela che la meta del nostro cammino<br />

è Dio Padre.<br />

Ma sulla strada verso il Padre e<br />

verso l'unità, due movimenti che<br />

coincidono, non siamo soli, bensì accompagnati<br />

da Gesù Cristo, il Figlio<br />

di Dio incarnato, crocifisso, risorto e<br />

asceso ai cieli.<br />

È Lui la Via verso il Padre. Nel nostro<br />

mondo moderno ci troviamo davanti<br />

a una rete stradale molto complessa<br />

e intricata. Ma la segnaletica<br />

ci aiuta a prendere la direzione desiderata.<br />

Ebbene, sul piano spirituale<br />

occorre prendere la strada Cristo;<br />

imboccare tale strada significa vivere<br />

come Lui, non l'estraniamento ma<br />

l'incarnazione nel mondo in cui ci<br />

troviamo: non la superbia, ma la kenosi<br />

come rinuncia a sé, all'egoismo,<br />

a ciò che ostacola l'incontro con Dio<br />

e con i fratelli; non il piacere passeggero<br />

ed egoista, ma la risurrezione<br />

quale ricupero della comunione con<br />

tutti i rivestiti di Cristo nel battesimo.<br />

E su questa strada, quella dell'unico<br />

mediatore, lasciamoci guidare dallo<br />

Spirito Santo! La motivazione del nostro<br />

orientamento è la verità. Ma la<br />

verità per eccellenza è Cristo, in<br />

quanto svela il mistero di Dio e, alla<br />

sua luce, il mistero dell'uomo. La verità<br />

non è un assioma, un principio,<br />

un'ideologia: è una persona che rivela<br />

l'immagine del Padre, la sua volontà<br />

e il suo amore. È questa la verità<br />

da accogliere nella fede. Per la<br />

comprensione della sua parola e per<br />

vivere nella verità occorre invocare<br />

lo Spirito che insegna.<br />

Quale vita, il Signore Gesù Cristo,<br />

per l'opera dello Spirito vivificatore<br />

ci libera dal peccato, dalla morte,<br />

dalla corruttibilità. Egli è la vita perché<br />

quale Dio-Uomo dà senso superiore<br />

alla nostra vita, ridà gioia di vivere,<br />

ci guida alla partecipazione al<br />

Regno, ci mette in comunione con la<br />

fonte della vita che è il Padre, il Vivente.<br />

All'inizio del ventunesimo secolo<br />

che sorge siamo chiamati a liberarci<br />

dalla paura di perdere le nostre strade,<br />

le nostre verità e le nostre vite<br />

per ricuperare pienamente e accogliere<br />

il Cristo «Via, Verità e Vita» e<br />

diventare un solo gregge e un solo<br />

pastore, una sola Chiesa con a capo<br />

il Signore Gesù Cristo che adoriamo<br />

con il Padre e con lo Spirito Santo.<br />

✠ GIUSEPPE CHIARETTI<br />

Arcivescovo<br />

di Perugia-Città della Pieve<br />

Presidente del Segretariato CEI<br />

per l'Ecumenismo e il Dialogo<br />

DOMENICO TOMASETTO<br />

Presidente della Federazione<br />

delle Chiese Evangeliche d'Italia<br />

P. TRAIAN VALDMAN<br />

Vicario eparchiale delle Comunità<br />

Ortodosse Romene in Italia<br />

Il calendario delle celebrazioni nella Diocesi di Roma<br />

È molto fitto il calendario delle celebrazioni<br />

promosse nel territorio della Diocesi di Roma<br />

in occasione della Settimana di preghiera per<br />

l'unità dei Cristiani. Momento culminante è la<br />

preghiera ecumenica presieduta da Giovanni<br />

Paolo II giovedì mattina, 25 gennaio, nella Basilica<br />

di san Paolo fuori le Mura. Alla celebrazione<br />

della Parola — con rappresentanti delle<br />

Chiese ortodosse, delle Antiche Chiese d'Oriente<br />

e delle Comunioni Cristiane Mondiali presenti<br />

nell'Urbe — interverranno molti fedeli.<br />

In preparazione all'appuntamento, il Vicariato<br />

di Roma ha organizzato per sabato pomeriggio,<br />

20 gennaio, una Veglia diocesana all'Abbazia<br />

delle Tre Fontane, presso la chiesa<br />

della Scala Coeli. Presiederà l'incontro il Vescovo<br />

Ausiliare Rino Fisichella, Presidente della<br />

Commissione Ecumenica per il Dialogo Interreligioso.<br />

La Diocesi di Roma ha vissuto in piena sintonia<br />

col suo Vescovo i grandi appuntamenti<br />

giubilari dell'anno 2000 che hanno avuto carattere<br />

ecumenico: l'apertura della Porta Santa a<br />

san Paolo fuori le Mura, la Commemorazione<br />

ecumenica dei testimoni della fede al Colosseo,<br />

la celebrazione per la purificazione della<br />

memoria.<br />

Mentre proseguono in numerose direzioni<br />

testimonianze di accoglienza, di ospitalità e di<br />

disponibilità da parte dei cattolici romani nei<br />

confronti dei rappresentanti delle altre Chiese,<br />

Letture bibliche per gli otto giorni<br />

Veduta esterna della Basilica di san Paolo fuori le Mura<br />

Cristo «Via, Verità e Vita»: è il tema della Settimana di quest'anno (Gv 14, 1-6)<br />

momenti di riflessione e di preghiera sul tema<br />

dell'unità stanno avendo luogo in diverse comunità.<br />

Sono significativi in tal senso gli incontri<br />

promossi dalle parrocchie dei santi Fabiano<br />

e Venanzio e della Trasfigurazione, e<br />

dalla Basilica di Santa Maria in via Lata, dove<br />

la Celebrazione Eucaristica sarà arricchita dalla<br />

Liturgia officiata nei diversi riti orientali.<br />

Il calendario si apre mercoledì pomeriggio,<br />

17 gennaio, con la Celebrazione Ecumenica<br />

nella chiesa di santa Brigida presieduta dal<br />

Cardinale Edward I. Cassidy, Presidente del<br />

Pontificio Consiglio per la Promozione dell'unità<br />

dei cristiani, con il Vescovo evangelico-luterano<br />

della diocesi finlandese di Kuopio, Mons.<br />

Wille Riekkinen. Giovedì 18, il Vescovo Walter<br />

Kasper, Segretario del medesimo Pontificio<br />

Consiglio, inaugura un ciclo di conferenze cui<br />

segue la veglia di preghiera con omelia al Centro<br />

Pro Unione. Venerdì 19 la Celebrazione<br />

ecumenica avrà luogo nella Cappella Capranica<br />

della Basilica di S. Maria sopra Minerva.<br />

Chiude il calendario domenica pomeriggio,<br />

21 gennaio, l'incontro celebrativo nella cappella<br />

delle Suore Francescane Missionarie di Maria,<br />

cui intervengono l'Arcivescovo Vicegerente<br />

di Roma, Mons. Cesare Nosiglia, e il pastore<br />

Daniele Garrone, della Chiesa Valdese. Intanto,<br />

mercoledì 17 gennaio, si è celebrata la XII<br />

Giornata per l'approfondimento e lo sviluppo<br />

del dialogo ebraico-cristiano, che ha avuto per<br />

tema: «Abramo ebbe fedeinDio»(Gen15,5-6).


.<br />

PAGINA<br />

8 .<br />

Raccolte in un libro le riflessioni - ciclo C - dell'anno liturgico<br />

pubblicate dal Vescovo Fiorino Tagliaferri nel nostro giornale<br />

«Perché abbiano la vita»<br />

GINO CONCETTI<br />

Liturgicamente si stanno ripercorrendo<br />

i «sentieri» evangelici tracciati<br />

da Luca. Un Vescovo attento e sensibile<br />

ai cammini della fede qual è Fiorino<br />

Tagliaferri ripropone alla meditazione<br />

dei lettori (sacerdoti e laici) le<br />

riflessioni che egli ha compiuto e ha<br />

pubblicato nel nostro giornale, agli inizi<br />

degli anni Novanta, aggiornandole e<br />

integrandole con ulteriori approfondimenti:<br />

Perché abbiano la vita (Edizioni<br />

Borla, Roma 2000, pp. 287, L.<br />

30.000, E. 15,49).<br />

Se è superfluo parlare dell'Autore<br />

tanto è conosciuto prima come Assistente<br />

di Azione Cattolica poi come<br />

Vescovo di Viterbo, non è invece «manieristico»<br />

illustrare le linee e i principi<br />

redazionali che hanno costituito la<br />

dinamica delle sue meditazioni.<br />

Mons. Tagliaferri sa leggere e penetrare<br />

il Vangelo di Luca con l'intuizione<br />

dello speculativo e la sapienza del<br />

carismatico. Sa poi esporre la verità e<br />

i contenuti del testo lucano con la visione<br />

e l'acume dell'esegeta avveduto<br />

inserito nella condizione dei credenti.<br />

Lungi dall'essere astratto, disincarnato<br />

o teorico Mons. Tagliaferri è fedele al<br />

comando del Signore: di sapere<br />

estrarre dal tesoro della fede le dinamiche<br />

per l'oggi. Insomma il «nova et<br />

vetera» è il substrato che anima tutta<br />

l'esposizione.<br />

L'aderenza ai testi biblici delle «letture»<br />

gli consente di esporre i valori<br />

della Parola di Dio, di aprire ai fedeli<br />

le vie per la retta comprensione non<br />

solo della «omelia» di cui di volta in<br />

volta porge una sufficiente e incisiva<br />

trattazione. Sa di compiere uno sforzo<br />

integrativo di applicazione vitale ed<br />

esistenziale perché la Parola di Dio celebrata,<br />

proclamata e assimilata diventi<br />

linfa di vita.<br />

Nei commenti e nelle esegesi non<br />

mancano puntualizzazioni. Sono necessarie<br />

in momenti di rapide trasformazioni<br />

come il nostro in cui la tradizionale<br />

cultura cattolica è «pressata» e<br />

quasi «soffocata» dalla cultura laica<br />

che si avvale di potenti mezzi di comunicazione<br />

per far pervenire a tutti<br />

messaggi devianti e inaccettabili. Lo<br />

scontro è più evidente nei temi cruciali,<br />

come quello della famiglia. È noto<br />

come la Chiesa si batta con forza e<br />

costanza per salvaguardare le dignità<br />

e i diritti del matrimonio cristiano. La<br />

sua battaglia non è rivestita da interessi<br />

contingenti, politici. È, viceversa,<br />

alimentata dal Vangelo, espressione e<br />

manifestazione visibile del Figlio di<br />

Dio vissuto tra noi, morto e risorto.<br />

La Chiesa che è in Italia — ribadisce<br />

Mons. Tagliaferri — «intende affermare<br />

la priorità della famiglia, fondata<br />

sul matrimonio, come soggetto<br />

sociale ed ecclesiale. Vede in essa la<br />

cellula originaria della società, la prima<br />

scuola di umanità, la Chiesa domestica<br />

che ha la missione di trasmettere<br />

il Vangelo della carità in modo<br />

peculiare, con l'eloquenza dei fatti».<br />

La famiglia nel modello originario e<br />

cristiano oggi subisce i maggiori attacchi<br />

sia nella sua forma istitutiva sia<br />

nella forma procreativa, sia nella sua<br />

dimensione sociale. Mons. Tagliaferri<br />

ribadisce la validità del progetto di<br />

Dio e di Cristo e vigorosamente difeso<br />

dalla Chiesa non per rifiutare il pro-<br />

Santa Messa nella festa<br />

di sant'Antonio Abate<br />

patronodeiVigilidel Fuoco<br />

della Città del Vaticano<br />

Nella mattina di mercoledì 17<br />

gennaio, i Vigili del Fuoco dello<br />

Stato della Città del Vaticano hanno<br />

ricordato con una cerimonia<br />

religiosa la festività di sant'Antonio<br />

Abate, loro patrono.<br />

La Santa Messa è stata celebrata<br />

nella Cappella di Santa Marta<br />

nel Palazzo del Governatorato dal<br />

Vescovo Gianni Danzi, Segretario<br />

Generale del Governatorato. Con<br />

lui hanno concelebrato Don Paolo<br />

Marzilli e Padre Gioele Schiavella.<br />

Nell'omelia il celebrante, traendo<br />

spunto dalla vita e le opere del<br />

santo patrono, ha rivolto parole di<br />

augurio e di ringraziamento ai Vigili<br />

rammentando loro l'impegno<br />

nello svolgimento delle loro attività<br />

a servizio del Santo Padre e<br />

della Santa Sede.<br />

Al termine della Santa Messa è<br />

stata impartita ai presenti la benedizione<br />

con la reliquia del santo.<br />

Alla Celebrazione erano presenti<br />

tutti i componenti il Nucleo dei<br />

Vigili del Fuoco, il Direttore Generale<br />

dei Servizi Tecnici, alcuni<br />

Capi Servizio, i Capitecnici dei vari<br />

Laboratori ed alcuni Vigili in<br />

pensione.<br />

gresso e essere insensibile alle nuove<br />

istanze. Il vero motivo è la fedeltà a<br />

Cristo che vieta ogni compromesso<br />

con le cosiddette conquiste civili moderne.<br />

Con parsimonia di linguaggio ma<br />

con denso contenuto teologico, Mons.<br />

Tagliaferri spiega le verità cristiane<br />

avallate dalla definizione dogmatica<br />

della Chiesa. L'offensiva delle sette è<br />

contro la Madre di Cristo, contro Maria,<br />

venerata giustamente dai cristiani<br />

di Occidente e di Oriente come Madre<br />

di Dio e della Chiesa. Oltre alla tradizione<br />

dei Padri, Mons. Tagliaferri si<br />

appella all'autorità dei concili ecumenici<br />

per la maternità divina e spirituale<br />

di Maria. «I santi Padri — riferisce<br />

il Vescovo — non dubitarono di chiamare<br />

Madre di Dio la Santa Vergine.<br />

È Madre di Dio: generò, infatti, secondo<br />

la carne il Verbo di Dio fatto<br />

carne. Così con gioia, la salutiamo ed<br />

invochiamo oggi e tutti i giorni».<br />

Il Vangelo è un messaggio di salvezza<br />

da viversi in profondità ed estensione.<br />

Non può essere privatizzato, intimizzato<br />

nell'ambito della propria coscienza<br />

individuale. La storia della salvezza<br />

è il grandioso disegno di Dio<br />

per salvare tutti gli uomini e tutte le<br />

donne. Ai credenti in Cristo spetta affermare<br />

i valori umani totali e di scrivere<br />

nella società i valori del Vangelo<br />

e i principi universali provenienti da<br />

Dio stesso. I cristiani non ricorrono<br />

né alla forza né alla proscrizione. Il loro<br />

metodo è quello delle beatitudini.<br />

Emblematici sono i messaggi per la<br />

pace che dalla fine del Concilio ogni<br />

anno vengono dal Papa trasmessi a<br />

tutti gli uomini di buona volontà.<br />

Mons. Tagliaferri di questi messaggi è<br />

un interprete fedele, un «ministro»<br />

singolare. «Tutti i credenti in Dio —<br />

scrive — debbono sentirsi responsabili<br />

della pace. Soprattutto di quella che si<br />

costruisce nella convivenza quotidiana.<br />

La pace viene da Dio ma passa at-<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Giovedì 18 Gennaio 2001<br />

traverso il cuore, la vita degli uomini».<br />

Gesù ha fondato la Chiesa alla quale<br />

ha garantito prerogative inderogabili:<br />

la indefettibilità nel fluire nei secoli<br />

e il primato di Pietro. La Chiesa, animata<br />

dallo Spirito Santo, è composta<br />

da tutti i discepoli di Cristo, dai battezzati.<br />

La sua missione è di proclamare<br />

il Vangelo a tutte le creature.<br />

Credere alla Chiesa è credere a Cristo<br />

stesso che ha costituito Pietro e i suoi<br />

successori principio visibile di unità e<br />

oracolo di verità. Mons. Tagliaferri<br />

considera Pietro come la figura-simbolo<br />

della Chiesa: «La barca di Pietro, la<br />

fede di Pietro, la vocazione di Pietro:<br />

tutto ci fa pensare alla Chiesa, poiché<br />

Pietro e Chiesa sono inseparabili. La<br />

vocazione di Pietro anticipa già la nostra<br />

vocazione e la sua fede apre la<br />

strada alla nostra». Si potrebbe dire<br />

allora che Pietro è il «battistrada» di<br />

tutti i credenti in Cristo.<br />

Mons. Tagliaferri si dilunga nella<br />

funzione di Pietro e nella sua immagine<br />

per affermare: «Questo è la Chiesa:<br />

per noi e per tutti. È la casa itinerante<br />

attraverso il mare del mondo, nella<br />

quale Cristo ci raccoglie per rivelarci<br />

la nostra vera identità ed offrirci le risorse<br />

per realizzarla».<br />

Pietro non è solo un emblema, un<br />

simbolo, un'immagine: è una realtà vivente<br />

che si proietta e si prolunga nel<br />

tempo e nello spazio. Il suo ruolo continua<br />

nella persona dei suoi successori.<br />

Scrive Mons. Tagliaferri: «La barca<br />

di Pietro è la Chiesa di oggi con il Papa<br />

di oggi, al quale ci rivolgiamo con<br />

le parole di san Girolamo a Papa Damaso:<br />

“Io non seguo altri primati se<br />

non quello di Cristo. Per questo, voglio<br />

essere in comunione con la tua<br />

beatitudine, cioè con la cattedra di<br />

Pietro. So che su questa pietra è fondata<br />

la Chiesa. E chi non si troverà<br />

nell'arca di Noè, perirà nell'ora del diluvio”».<br />

per diverse ragioni in luoghi reconditi,<br />

sono divenuti invisibili e, addirittura dimenticati,<br />

vanno verso il degrado; altri,<br />

poi, corrono molto spesso il rischio di<br />

essere derubati. Il Museo Diocesano è<br />

istituito anche per questo. La sua azione,<br />

in questo caso, non tende al depauperamento<br />

delle chiese del territorio diocesano,<br />

ma vuole essere un primo intervento<br />

per la salvaguardia di un patrimonio<br />

a rischio».<br />

Il Museo Diocesano, tuttavia, si prefigge<br />

ancora di più.<br />

«Vuole essere, infatti — sono ancora<br />

parole del Presule —, un luogo di proposta<br />

culturale, di fruizione e di valorizzazione<br />

delle diverse opere, un motore<br />

per iniziative destinate a rendere visibile<br />

quelle testimonianze che, oggi, hanno<br />

collocazioni precarie, o non trovano più<br />

lo spazio nelle loro consuete, originarie<br />

residenze. Ad alcune di esse, poi, il Museo<br />

Diocesano consentirà uno spazio di<br />

vita che molteplici e differenti vicende<br />

gli hanno negato per sempre».<br />

Tante sono le opere artistiche in mostra<br />

nel museo. Tra queste meritano di<br />

essere segnalate il piatto elemosiniere<br />

con la raffigurazione di san Giorgio; una<br />

statua di notevole fattura raffigurante il<br />

Bambino Gesù; un parato di tre Carteglorie;<br />

un ostensorio dell'argentiere<br />

«APT» munito di bolli consolari; una Corona<br />

di una statua mariana del 1808.<br />

Molto interessanti, per la rarità dei recuperi<br />

di tali manufatti, sono le grate in<br />

Frosinone: Santa Messa a conclusione delle celebrazioni per il 150° dalla morte di Suor Maria Teresa Spinelli<br />

Domenica 21 gennaio avrà luogo nella<br />

Cattedrale di Frosinone la solenne Celebrazione<br />

Eucaristica conclusiva dell'anno<br />

di festeggiamenti promosso in occasione<br />

del 150° anniversario della morte di suor<br />

Maria Teresa Spinelli, avvenuta il 22 gennaio<br />

1850.<br />

La serva di Dio Maria Teresa Spinelli<br />

— della quale è in corso la causa di canonizzazione<br />

— nacque a Roma nel 1789<br />

In occasione dell'inaugurazione è stato pubblicato un catalogo delle opere esposte<br />

Il museo di arte sacra della diocesi di Oria<br />

ferro, datate 1648, provenienti dalla<br />

chiesa oritana di San Francesco, dove<br />

chiudevano l'antica nicchia che custodiva<br />

le reliquie del beato Francesco da<br />

Durazzo.<br />

Particolarmente importante è anche<br />

la statua raffigurante san Nicola da Tolentino,<br />

considerato il fatto che è opera<br />

di Mauro Manieri, uno dei protagonisti<br />

dell'arte jonico-salentina nella prima metà<br />

del Settecento.<br />

Tra le opere plastiche lignee è da segnalare<br />

il busto reliquiario, databile alla<br />

fine del secolo XVII, raffigurante san<br />

Carlo Borromeo.<br />

Infine, di grande importanza sono anche<br />

le pitture appartenenti ai secoli<br />

XVII e XVII, quando, nel territorio diocesano,<br />

operavano maestri di grande valore<br />

come i Papagiorgio e i Bianchi di<br />

Manduria e i Carella di Francavilla Fontana.<br />

«Noi — sottolinea don Daniele Conte,<br />

direttore del Museo — abbiamo il dovere<br />

di conservare e valorizzare queste<br />

espressioni di fede e amore, quasi saggi<br />

amministratori che traggano “dal loro<br />

tesoro cose antiche e cose nuove”».<br />

D'altro canto, come dice Andrea Emiliani,<br />

«ogni museo, grande e piccolo,<br />

metropolitano e periferico, è nato comunque<br />

da una volontà di storia,<br />

espressa da uno tra i tanti straordinari<br />

insediamenti di cui è costellata la realtà<br />

italiana».<br />

LORENZO RUGGIERO<br />

e fondò nel 1827, a Frosinone, la Congregazione<br />

delle Suore Agostiniane Serve di<br />

Gesù e Maria.<br />

Nel corso dell'anno commemorativo,<br />

apertosi il 22 gennaio 2000, le Suore Agostiniane<br />

hanno inaugurato due nuove comunità.<br />

Una in India, con la scuola materna<br />

e un corso professionale per la promozione<br />

della donna. L'altra in Brasile, dove<br />

è stato aperto un centro di accoglienza<br />

per i bambini abbandonati e in situazioni<br />

di povertà.<br />

Inoltre a Malta, dove le Suore sono presenti<br />

da oltre un secolo, un ex convento<br />

della Congregazione è stato donato ad<br />

un'associazione di volontariato che, in<br />

collaborazione con le religiose, ha dato<br />

vita ad una casa di accoglienza temporanea<br />

per ex tossicodipendenti oppure per<br />

ex carcerati che non hanno una casa.<br />

Celebrato a Tropea il primo centenario della nascita del servo di Dio<br />

Don Francesco Mottola<br />

«martire» capace di riconoscere<br />

la presenza di Cristo nel dolore<br />

Il primo centenario della nascita del<br />

servo di Dio don Francesco Mottola (3<br />

gennaio 2001) è stato ricordato a Tropea<br />

con due momenti molto significativi, ai<br />

quali hanno partecipato diverse centinaia<br />

di persone provenienti dalla Calabria<br />

e da altre parti d'Italia.<br />

In mattinata il Vescovo Mons. Domenico<br />

Cortese, il Sindaco Gaetano Vallone,<br />

e don Domenico Pantano, Lucia<br />

Amato e Giuseppe Locane, in rappresentanza<br />

dell'Istituto Oblato fondato dal<br />

servo di Dio, hanno simbolicamente acceso<br />

una lampada nella sua casa natale,<br />

che è stata riaperta al pubblico dopo la<br />

ristrutturazione e il restauro.<br />

Il locale, ubicato all'ultimo piano, si<br />

affaccia direttamente sul mare, offrendo<br />

un panorama suggestivo, fonte di ispirazione<br />

a don Mottola, sensibilissimo animo<br />

di poeta, che ha espresso in pagine<br />

definite fra le «più alte e sublimi» della<br />

letteratura contemporanea (Mercadante),<br />

l'incanto degli orizzonti marini, che<br />

ha invaso il suo spirito.<br />

La disposizione delle stanze e di quanto<br />

appartenne al servo di Dio offrono<br />

una lettura visiva della genesi e dello<br />

sviluppo delle opere e, con fotografie e<br />

grafici opportunamente illustrati da brani<br />

dei suoi scritti, narrano la vicenda<br />

umana e l'esperienza spirituale.<br />

Il Buon Pastore (particolare) - Mausoleo di Galla Placidia (Ravenna) Essa, nel «gioioso dono totale» e nel<br />

Il Vescovo Cortese accende la lampada nella casa natale di don Mottola<br />

«L'arte risveglia alla speranza che il<br />

mondo sarà come dovrebbe essere»: il<br />

pensiero di Romano Guardini sintetizza<br />

mirabilmente il senso ed il valore del<br />

Museo di arte sacra della diocesi di<br />

Oria.<br />

Questa importante struttura culturale<br />

è stata inaugurata, qualche giorno fa, alla<br />

presenza del Cardinale Salvatore De<br />

Giorgi, Arcivescovo di Palermo, il quale,<br />

ricordando la sua permanenza come Pastore<br />

nella diocesi oritana, ha sottolineato<br />

l'importanza dell'arte sacra e della<br />

sua salvaguardia.<br />

Il Museo è stato istituito dal Vescovo<br />

Marcello Semeraro con decreto del 15<br />

novembre 1999.<br />

Per l'occasione, grazie alla collaborazione<br />

del Comune di Oria, è stato pubblicato<br />

anche un catalogo che illustra i<br />

reperti che sono contenuti nella esposizione<br />

permanente.<br />

«È — ha sottolineato Mons. Semeraro<br />

— con viva soddisfazione che ora inauguriamo<br />

questa struttura diocesana.<br />

Realizzata nel complesso architettonico<br />

dell'antico palazzo vescovile di Oria, essa<br />

intende primariamente favorire la<br />

conservazione e il pubblico godimento<br />

di una parte del patrimonio di opere<br />

d'arte mobile e di suppellettile originariamente<br />

destinate al culto e di cui sono<br />

proprietari sia l'Ente Diocesi sia gli altri<br />

enti diocesani dipendenti dall'autorità<br />

ecclesiastica. Sono, infatti, davvero molti<br />

gli oggetti d'arte sacra che, relegati<br />

«Soffrire alleluiando», conobbe la dura<br />

penitenza dei cilici e la vita «crucisignata»<br />

di 27 anni di sofferenze per la paresi<br />

che lo colpì, fino al letto di morte su<br />

cui, in un ultimo sforzo, poggiandosi sui<br />

gomiti, si elevò leggermente e, fissando<br />

lo sguardo luminoso verso l'alto, esclamò:<br />

«Eccomi! Eccomi tutto!».<br />

È stata quindi celebrata una Liturgia<br />

penitenziale per il Giubileo della Famiglia<br />

Oblata, con alcune soste presso i<br />

luoghi in cui fece le sue esperienze sacerdotali,<br />

alla quale si sono uniti diversi<br />

fedeli, che si è conclusa con una concelebrazione<br />

presieduta da Mons. Cortese.<br />

Nell'omelia il Vescovo ha delineato la<br />

figura di don Mottola, esaltando il messaggio<br />

spirituale, umano, sociale e culturale<br />

e la testimonianza di vita e le opere<br />

ancora feconde di frutti.<br />

Fra l'altro, ha definito don Mottola<br />

«martire», poiché «senza parlare» nella<br />

croce quotidiana, in particolare nei 27<br />

anni di malattia, ha testimoniato il suo<br />

amore per il Signore e per gli emarginati.<br />

Il Presule ha ricordato la preghiera, in<br />

cui chiedeva «Dammi, Gesù, le tue pupille»<br />

per poter vedere negli altri riflesso<br />

il Volto di Dio e ha fatto, infine, un vigoroso<br />

appello affinché, in un mondo<br />

segnato dagli egoismi, l'esempio di don<br />

Mottola sia di stimolo, anche alle istituzioni,<br />

per creare la cultura dell'amore e<br />

del servizio.<br />

Nel pomeriggio, presso il cinema «Eliseo»,<br />

si è svolta la cerimonia ufficiale<br />

della commemorazione del centenario.<br />

Don Pantano, Moderatore Generale dell'Istituto<br />

Oblato, ha dichiarato aperto<br />

l'«Anno Mottoliano», e ha salutato e ringraziato<br />

gli intervenuti e le Autorità, fra<br />

le quali Mons. Domenico Cortese, Vescovo<br />

di Mileto-Nicotera-Tropea, Mons.<br />

Girolamo Grillo, Vescovo di Civitavecchia-Tarquinia,<br />

Mons. Vincenzo Rimedio,<br />

Vescovo di Lamezia Terme. Erano<br />

presenti il Sottosegretario ai Lavori Pubblici,<br />

Domenico Carratelli, i Senatori<br />

Antonino Murmura e Francesco Bevilacqua,<br />

il Sindaco Gaetano Vallone, il Direttore<br />

Generale dell'ASL di Vibo Valentia,<br />

Santino Garofolo, il Presidente dell'Amministrazione<br />

Provinciale, Ottavio<br />

Bruni, e il Presidente del Consiglio della<br />

stessa Amministrazione, Martino Porcelli.<br />

Don Pantano ha quindi ricordato il<br />

«patrimonio» prezioso che don Mottola<br />

ha lasciato alla Famiglia Oblata, che<br />

non è un «tesoro» da «custodire» come<br />

in un museo, ma un bene «vivo» e «vitale»,<br />

che deve alimentare i suoi figli spirituali<br />

e che essi hanno il dovere di «partecipare»<br />

agli altri. Anche se don Mottola<br />

— ha affermato — ormai fa parte della<br />

Chiesa universale, non possiamo non<br />

tener conto della responsabilità che abbiamo<br />

anche verso la stessa società civile<br />

come suoi concittadini e calabresi.<br />

Il messaggio che egli, nella ricorrenza,<br />

ci lascia sono le raccomandazioni<br />

che accoratamente faceva, per una maggiore<br />

comunione e collaborazione all'interno<br />

della Chiesa e della società civile.<br />

Egli diceva che in Calabria «vi sono tanti<br />

semi di fiamma», che sono dispersi;<br />

tanti rivoli, abbandonati a se stessi, che<br />

si trasformano in «palude». Bisogna unire<br />

i semi di fiamma per trasformarli in<br />

«rogo» e i rivoli per incanalarli in acque<br />

che fanno fiorire il «deserto».<br />

Quindi ha dato il saluto il Sindaco<br />

Gaetano Vallone, che ha definito don<br />

Mottola il «personaggio più illustre del<br />

Novecento» che onora la cittadina e la<br />

Calabria nel mondo e al quale la società<br />

deve tanto per quanto ha operato per<br />

gli emarginati e per il progresso umano<br />

e civile.<br />

È seguita una tavola rotonda presieduta<br />

e coordinata da Mons. Girolamo<br />

Grillo, il quale ha presentato i relatori<br />

ed ha indicato in don Mottola il sacerdote,<br />

che ha posto al centro Dio, per<br />

amare e servire l'uomo.<br />

Il dirigente scolastico del Liceo classico<br />

«Morelli» di Vibo Valentia Giacinto<br />

Namia ha tratteggiato la «figura» di don<br />

Mottola, intellettuale, letterato, filosofo,<br />

che tutto sacrifica nella «scelta radicale<br />

dell'Assoluto», «in cui si disperde nell'abbandono<br />

filiale», del quadrinomio «soffrire-tacere-godere-dimenticarsi».<br />

Mons. Ignazio Schinella, Rettore del<br />

Seminario Teologico Pio X di Catanzaro,<br />

ha presentato il «pensiero», indicando<br />

nell'Eucaristia il segreto dell'oblazione<br />

nel dono totale e gioioso della croce,<br />

che nel «silenzio» come «pedagogia» e<br />

«categoria dello spirito», ci ha lasciato<br />

alcune fra le pagine più belle della letteratura<br />

contemporanea. I Certosini di<br />

Serra San Bruno utilizzano queste pagine<br />

nelle letture della comunità.<br />

Infine Lucia Amato, Sorella Maggiore<br />

delle Oblate, ha parlato delle «opere» del<br />

servo di Dio, che sono come il «taglio<br />

esperienziale» del sogno di don Mottola.<br />

Con riferimenti a ricordi personali ha<br />

fatto rivivere la fermezza della fede nella<br />

Provvidenza, che lo ha sorretto, anche<br />

se tutti erano scettici, come quando iniziò<br />

la Casa della Carità di Vibo Valentia<br />

con poco danaro. Ogni sabato, però,<br />

c'era la somma necessaria per pagare gli<br />

operai.<br />

Ha concluso Mons. Grillo con una rapida<br />

sintesi, rilevando il «rigore logico»<br />

del Preside Namia, la ricchezza e vastità<br />

della ricerca di Mons. Schinella e il sogno<br />

di don Mottola presentato da Lucia<br />

Amato, il quale nelle Oblate vedeva l'Amore<br />

verginale, che si fa «dono sponsale»<br />

per amare e servire.<br />

Alla fine ha dato un saluto il Presidente<br />

della Fondazione Don Mottola, il milanese<br />

Albino Gorini, il quale ha ricordato<br />

la pubblicazione dell'Opera Omnia<br />

curata dal Comitato Scientifico e ha presentato<br />

un artistico medaglione, opera<br />

del noto scultore Giancarlo Paulli, raffigurante<br />

don Mottola con alcuni bambini<br />

disabili della Casa di rieducazione psicomotoria<br />

di Vibo, del quale ha fatto dono<br />

alle autorità.<br />

In un video la testimonianza<br />

di santità di Giuseppina Bakhita<br />

Quella che la gente di Schio — dove<br />

visse per più di quarant'anni come ricamatrice,<br />

cuciniera, sagrestana e portinaia<br />

— chiamava amabilmente «Madre<br />

Moretta» nell'anno del Grande Giubileo<br />

ha avuto il riconoscimento della sua<br />

santità. Aveva imparato il dialetto veneto,<br />

che parlava abitualmente e usava anche<br />

per rispondere alle battute non sempre<br />

felici della gente, che spesso era al<br />

suo primo incontro con la diversità razziale.<br />

Come quella di una bambina che,<br />

vedendola piegare un bianchissimo amitto,<br />

le domandò se non rischiasse di tingerlo<br />

di nero con le sue mani. Pronta la<br />

risposta: «Toseta, non è questo il nero<br />

che sporca». Una vita durissima nei suoi<br />

inizi, piccola schiava sudanese rapita dai<br />

negrieri a nove anni, insieme a una sorella,<br />

e ripetutamente venduta, finché,<br />

acquistata — era la sua quinta ed ultima<br />

compravendita — dal console italiano di<br />

Khartum, giunse nel nostro Paese.<br />

Originale la soluzione narrativa che la<br />

Nova-T ha adottato nel realizzare questo<br />

VHS di 45 minuti (Le due valigie. S.<br />

Giuseppina Bakhita) per presentare l'eccezionale<br />

figura di questa Suora Canossiana<br />

passata dal servizio di tanti «paròn»<br />

umani a quello del «Paròn» divino.<br />

Una Suora Canossiana — magistralmente<br />

interpretata da Angela Godwin — invita<br />

per alcuni giorni in convento il fratello<br />

che non vede da circa dieci anni.<br />

Lui, Giorgio, — cui da voce Franco Giacobini,<br />

che interpreta il ruolo dell'uomo<br />

disilluso, vinto dalle brutture della vita e<br />

dagli anni che scorrono inesorabili —<br />

non ha mai accettato la vocazione dell'unica<br />

sorella e lei, Suor Paola, pensa di<br />

avere una sola carta per riprendere il<br />

dialogo: parlare di una santa che ha conosciuto<br />

personalmente, Bakhita. È una<br />

schiava africana che dopo un lungo calvario<br />

— strappata alla tenerezza del calore<br />

familiare e trattata da cosa, fino a<br />

subire, mentre era schiava di un generale<br />

turco di stanza in Sudan, ben centocinquantaquattro<br />

tagli eseguiti a freddo<br />

nella carne viva, poi strofinati con sale<br />

per allargare i margini delle ferite e lasciare<br />

un tatuaggio perpetuo — dopo<br />

tanto soffrire si fa Suora e diventa un<br />

simbolo di riscatto e di riconciliazione.<br />

Inizia così un confronto serrato in cui si<br />

alternano momenti comici e drammatici,<br />

risate e discussioni accese. Tutto riesce,<br />

comunque, a scongelare un rapporto<br />

bloccato e a riannodare un dialogo<br />

interrotto da anni.<br />

Bakhita — che per il trauma aveva dimenticato<br />

perfino il suo nome, fu dai<br />

suoi rapitori, per ignara profetica ironia,<br />

chiamata così, ossia «la fortunata» — rivive<br />

nell'immaginazione dei due, con costanti<br />

provocazioni e interrogativi più<br />

che mai attuali e presenti nelle coscienze<br />

di tutti. L'obiettivo è invitare all'approfondimento<br />

di questa figura, raccontandola<br />

con semplicità e nella sobrietà<br />

ispirata che ha caratterizzato la sua esistenza<br />

di donna credente libera e liberante.<br />

GRAZIELLA MERLATTI


A ROMA<br />

PAGINA<br />

INCIDENTI STRADALI Alla guida dell'autovettura un giovane neopatentato<br />

Bimbo di 12 anni travolto e ucciso<br />

mentre passeggiava sul marciapiede<br />

Era appena uscito da scuola e stava<br />

camminando sul marciapiedi insieme ad<br />

alcuni suoi compagni quando, improvvisamente,<br />

un'auto gli è finita addosso uccidendolo<br />

sul colpo. Il tragico episodio è<br />

avvenuto, martedì, in via Acquaroni.<br />

Per Daniele Buffa, 12 anni, non c'è stato<br />

nulla da fare. Alla guida dell'auto un<br />

neo patentato, Stefano Della Lucilla, 19<br />

anni. Il giovane è stato trovato in stato<br />

di choc a poca distanza dal luogo dell’incidente.<br />

L’auto, a quanto si è appreso<br />

dagli investigatori, stava percorrendo<br />

un rettilineo, il conducente ad un certo<br />

punto si è trovato di fronte una rotonda<br />

ed avrebbe all’ultimo momento deciso<br />

di girare a destra. Probabilmente, per la<br />

forte velocità, non è riuscito a tenere<br />

l’auto durante la curva, ha sbandato ed<br />

è salito sul muretto schiacciando il ragazzino<br />

tra l’auto ed il muro. All’altezza<br />

della curva, hanno riferito gli investigatori,<br />

non c’è traccia di frenata.<br />

«Un proiettile, quella macchina era un<br />

proiettile. Ho visto solo questo, poi sono<br />

riuscito a spostarmi in tempo. Daniele<br />

no, non ce l’ha fatta ed è rimasto lì». A<br />

raccontare la dinamica dell’incidente è<br />

Luigi, uno dei ragazzi che, assieme a<br />

Daniele, stavano tornando a casa.<br />

«Io sono riuscito a spostarmi — ha<br />

raccontato ancora Luigi — Andrea ha<br />

fatto in tempo a spingere a terra il fratello<br />

Emiliano e a togliersi di mezzo,<br />

Daniele non si è accorto di nulla».<br />

Era vivace e allegro Daniele. E sorrideva<br />

sempre, ai professori, agli amichetti,<br />

alle compagne di classe. Un sorriso<br />

che aveva anche martedì mattina in<br />

classe, quando la professoressa di lettere<br />

lo aveva lodato davanti a tutti per il<br />

comportamento esemplare tenuto durante<br />

la gita al Museo del Risorgimento.<br />

Quel sorriso Daniele lo ha lasciato su<br />

uno spigolo di marmo scuro, schiacciato<br />

da un’automobile impazzita.<br />

Nel punto in cui è morto Daniele sono<br />

accorsi subito i genitori: Aldo e Loredana.<br />

Entrambi non ce l’hanno fatta a<br />

vedere il figlio. L’uomo si è gettato per<br />

terra, abbracciando lo zainetto verde di<br />

Daniele; la donna, invece, in preda a<br />

Tre morti e sei feriti<br />

vicino a Veroli e a Vico<br />

COMUNE Necessarie altre 2 votazioni<br />

Primi sì all'istituzione<br />

delle 19 municipalità<br />

Primo sì, ma non definitivo, martedì<br />

sera del Consiglio comunale alla delibera<br />

che trasforma le attuali 19 circoscrizioni<br />

in altrettanti municipi, con tanto<br />

di «mini-sindaci». La delibera che istituisce<br />

i municipi, prevede una modifica<br />

dello Statuto comunale e per essere approvata<br />

in prima votazione deve ottenere<br />

la maggioranza qualificata dei due<br />

terzi, cioè 41 voti. Il provvedimento ha<br />

ottenuto invece 32 sì della maggioranza,<br />

10 no del Polo e 2 astensioni del Ccd.<br />

Si dovrà andare così, per l’approvazione<br />

definitiva ad altre due votazioni,<br />

senza discussione, nelle quali sarà necessaria<br />

la maggioranza semplice di 31 voti.<br />

Secondo il presidente del Consiglio comunale<br />

Luisa Laurelli la prima votazione<br />

si potrà tenere giovedì, mentre il sì<br />

definitivo potrà al massimo arrivare<br />

lunedì.<br />

Il provvedimento stabilisce che ciascun<br />

municipio «conserva la denominazione<br />

di Roma, alla quale si aggiunge<br />

quella caratteristica del proprio territorio.<br />

La denominazione e lo stemma del<br />

municipio sono deliberati dal Consiglio<br />

del Municipio sentita la Giunta comunale».<br />

In particolare, i Municipi gestiranno i<br />

servizi demografici, sociali, scolastici ed<br />

educativi, le attività e i servizi culturali,<br />

sportivi e ricreativi, quelli legati alla manutenzione<br />

urbana, alla gestione del patrimonio<br />

comunale e alla disciplina dell’edilizia<br />

privata, le iniziative per lo sviluppo<br />

economico nei settori dell’artigianato<br />

e del commercio (ma con esclusione<br />

della grande distribuzione), le funzioni<br />

di Polizia urbana.<br />

Pomezia: assalto<br />

ad un furgone portavalori<br />

Trecento milioni il bottino<br />

Un furgone portavalori della «Metrosecurity<br />

Express» è stato preso d'assalto,<br />

martedì, da 7 uomini, davanti all’ufficio<br />

postale di via Spoleto, a Pomezia.<br />

I banditi, a bordo di due furgoni, si<br />

sono appostati davanti alla porta posteriore<br />

dell’ufficio postale, dove solitamente<br />

avviene il carico e lo scarico del denaro<br />

dai furgoni della «Metrosecurity<br />

Express». Hanno lanciato un ordigno<br />

per stordire le guardie e poter così aprire<br />

il furgone portavalori. Hanno così<br />

preso un sacco contenente 300 milioni e<br />

sono fuggiti a bordo di un'auto che i carabinieri<br />

hanno ritrovato subito dopo.<br />

Due guardie giurate sono rimaste ferite<br />

e trasportate all'ospedale, le loro condizioni<br />

non destano preoccupazione.<br />

«Entrambi — ha detto un medico —<br />

presentano escoriazioni multiple dovute<br />

all’esplosione che ha infranto i vetri e<br />

danneggiato il mezzo. Non si tratta di<br />

ferite gravi, uno però accusa sensi di<br />

vertigine e difficoltà di udito. Per lui sono<br />

state disposte visite specialistiche».<br />

Sotto choc per l’accaduto gli impiegati<br />

dell’ufficio postale che sono anche stati<br />

presi come ostaggi dai malviventi,<br />

mentre razziavano le banconote.<br />

9 .<br />

una crisi nervosa, è stata caricata su<br />

un’ambulanza.<br />

«Qui, non c’è mai un vigile, un poliziotto<br />

— ha urlato una donna —. Non è<br />

la prima volta che accade. Queste persone<br />

è inutile metterle in galera tanto poi<br />

escono».<br />

Daniele frequentava la II E della scuola<br />

media «Via San Biagio Platani». Faceva<br />

parte di una sezione a tempo prolungato:<br />

tutti i giorni i ragazzi escono alle<br />

16.20, tranne il martedì, quando la campana<br />

suona alle 14. E quell'uscita anticipataèstata<br />

fatale per il piccolo Daniele.<br />

Tre persone sono morte e altre sei sono rimaste gravemente ferite in due<br />

differenti incidenti stradali avvenuti, tra martedì e mercoledì, vicino a Veroli e<br />

a Vico.<br />

Nel primo, sono morti Belindo Rotondi, di 26 anni, di Ceccano, e Sergio<br />

Cestra, di 29 anni, di Veroli, mentre sono rimasti feriti il conducente dell’auto,<br />

Maicol Di Veronica, di 23 anni, che è stato ricoverato in prognosi riservata,<br />

Daniele Straccamore, di 24 anni, ed Enrico Moriconi, 21 anni, invece, sono<br />

ricoverati per fratture varie. I cinque giovani viaggiavano a bordo di<br />

un’automobile che è uscita di strada schiantandosi contro un albero sulla via<br />

che collega Veroli alla località Giglio. Tutti e cinque tornavano a casa dopo<br />

essere stati alla festa di compleanno del datore di lavoro, titolare di una concessionaria<br />

di auto, di Straccamore e Moriconi.<br />

Nel secondo, è morto un uomo di 40 anni, Antonio Frate, in seguito alle ferite<br />

riportate nell'incidente avvenuto vicino a Vico. Altre tre persone sono rimaste<br />

ferite.<br />

Piani urbanistici:<br />

stanziato<br />

un miliardo e mezzo<br />

La Giunta regionale ha approvato,<br />

martedì, la delibera che autorizza<br />

i finanziamenti ai Comuni<br />

per la realizzazione dei piani urbanistici.<br />

Presentato dall’assessore<br />

all’Urbanistica, Armando Dionisi,<br />

il provvedimento stanzia un miliardo<br />

e 585 milioni destinati alla<br />

formazione degli strumenti urbanistici.<br />

«L’obiettivo — ha spiegato Dionisi<br />

— è favorire la redazione, al<br />

più presto, dei piani regolatori generali,<br />

normalizzando la situazione<br />

dei Comuni che ancora non<br />

hanno provveduto e le varianti a<br />

quelli già esistenti. Visto il numero<br />

delle domande pervenute per il<br />

finanziamento dello studio dei Prg<br />

e delle varianti e considerata la<br />

scarsità dei fondi disponibili, non<br />

si potrà però procedere all’accoglimento<br />

di altre richieste».<br />

Nella delibera sono indicati i<br />

Comuni da finanziare e gli importi<br />

relativi. Riguardo allo studio dei<br />

Prg, la Giunta ha concesso 170<br />

milioni per i Comuni in provincia<br />

di Roma; 265 per quelli di Frosinone;<br />

60 per Latina; 100 per Viterbo<br />

e 135 per Rieti.<br />

Sanità: sì ai farmaci<br />

generici per ridurre<br />

la spesa<br />

Anticipando le norme della finanziaria<br />

2001 sui farmaci generici la Regione dà<br />

un taglio alla spesa farmaceutica. Martedì,<br />

infatti, è stato firmato un accordo<br />

con Fimmg, Federfarma e Farmindustria<br />

per favorire la diffusione di medicinali<br />

che, non essendo coperti da brevetto,<br />

costano meno degli altri a parità di<br />

capacità terapeutica.<br />

Il protocollo d’intesa coinvolge medici<br />

di base, farmacisti ed industriali per attivare<br />

con una serie di iniziative un circuito<br />

virtuoso. Fimmg, Federfarma e<br />

Farmindustria daranno a breve il via ad<br />

una campagna d’informazione sull’efficacia<br />

terapeutica dei farmaci generici;<br />

alla Fimmg spetterà il compito di promuovere<br />

la prescrizione dei farmaci generici<br />

mentre Federfarma e Farmindustria<br />

si impegnano a garantire la rete di<br />

distribuzione.<br />

Come ha sottolineato l'assessore regionale<br />

alla Sanità, Saraceni, nel Lazio<br />

la spesa farmaceutica lievita sempre più<br />

e nel 2000 ha raggiunto i 1800 miliardi<br />

contro i 1500 dell’anno scorso. «Per questo<br />

— ha aggiunto — bisogna diffondere<br />

la cultura del farmaco generico, che costa<br />

il 20% in meno degli originari, e favorirne<br />

la distribuzione permetterà alla<br />

Regione di risparmiare 50 miliardi».<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Giovedì 18 Gennaio 2001<br />

VIAGGIO NEI RIONI Un'area ricca di monumenti e di suggestioni<br />

Sant'Angelo: quando il pesce<br />

si comprava al Portico d'Ottavia<br />

Ognuno dei rioni che stiamo perlustrando,<br />

con il favore, fin qui, di un<br />

tempo atmosferico propizio al passeggio<br />

interessato e curioso, ci fa venire in<br />

mente un paese. Quindi il cuore di Roma<br />

è la risultante di agglomerati dai<br />

confini storici che al viandante non<br />

giungono, a meno che egli alzi gli occhi<br />

alle targhe stradali dove le varie identificazioni<br />

sono incise, persino scolpite, nel<br />

marmo.<br />

Si prenda il Rione Undecimo, intitolato<br />

Sant'Angelo. Poco più di centotrentamila<br />

metri quadrati, con una popolazione<br />

di circa seimila residenti, un terzo in<br />

meno rispetto al maggiore affollamento<br />

di fine Ottocento, quando l'Urbe aveva<br />

una maggiore concentrazione edilizia e<br />

tra il suburbio e l'attuale periferia correvano<br />

chilometri di spazi verdi, macchiati<br />

di greggi e armenti accuditi dai pastori.<br />

E c'è un sostanziale equilibrio, in Sant'Angelo,<br />

nella classica ripartizione delle<br />

età tra adolescenti, adulti, vecchi.<br />

Può darsi, ci viene il sospetto, che a<br />

taluno il termine «vecchio» dispiaccia,<br />

ma lo riteniamo preferibile al suo sinonimo<br />

«anziano», per la maggiore forza<br />

che ogni vecchiezza esprime rispetto alle<br />

tremebonde anzianità.<br />

Ognuno la pensi come vuole, veniamo<br />

ai fatti, partendo dalla realtà di un antico<br />

sovraffollamento di quest'area: stipati<br />

al pari di sardine dovevano stare le persone<br />

se, come ricorda Mauro Quercioli,<br />

«nel 1526, un anno prima, quindi, della<br />

famosa invasione dei Lanzichenecchi,<br />

TRASPORTI A breve i lavori dei tratti iniziali<br />

Metrò C: dalla Pisana via libera<br />

all'accordo di programma<br />

Con una delibera approvata martedì<br />

pomeriggio, la Giunta regionale autorizza<br />

il presidente, Francesco Storace, a<br />

sottoscrivere l’accordo di programma<br />

per la localizzazione delle tratte s. Giovanni-Malatesta-Alessandrino<br />

della Linea<br />

C della metropolitana.<br />

La linea C era stata prevista dal programma<br />

di interventi per «Roma Capitale»<br />

nel 1990 e l’intero progetto si snoda<br />

per una lunghezza di trenta chilometri<br />

tra Vigna Clara e Pantano; un’articolazione<br />

in sette tratte con 34 stazioni.<br />

In particolare sono state ritenute prioritarie<br />

le tratte numero 4 (s. Giovanni-<br />

Malatesta) e 5 (Malatesta-Alessandrino)<br />

che si connettono con il sistema dei trasporti<br />

cittadino congiungendosi con la<br />

fermata s. Giovanni della linea A.<br />

La localizzazione di queste stazioni<br />

comporta delle varianti alle destinazioni<br />

al Piano regolatore generale con varianti<br />

urbanistiche.<br />

Per realizzare il progetto — viene<br />

spiegato in una nota fatta circolare dalla<br />

Giunta, che riveste un’importanza fondamentale<br />

per la mobilità romana —, la<br />

regione Lazio ha così accettato di sottoscrivere<br />

con il Comune un accordo di<br />

programma visti i nullaosta degli uffici<br />

regionali competenti.<br />

«Per il bene della città — ha dichiarato<br />

l'assessore alla Mobilità, Walter Tocci<br />

— ci fa molto piacere la notizia che finalmente<br />

la Giunta regionale ha dato il<br />

via libera all'accordo di programma per<br />

il metrò C. Ora, dopo 322 giorni, è finalmente<br />

possibile avviare le prime gare<br />

per affidare i lavori relativi ai due tratti<br />

finanziati dal Governo a marzo scorso».<br />

18 GENNAIO 2001<br />

Giovedì della II settimana del tempo ordinario<br />

Feria (verde)<br />

Messa a scelta<br />

Lezionario: Eb 7, 25-8, 6; Salmo 39; Mc 3, 7-12<br />

Liturgia delle Ore: Giov. II sett.<br />

Ufficio della Feria<br />

Inizia la settimana di preghiera per l'Unità dei<br />

Cristiani<br />

Deraglia il treno<br />

sulla Roma-Pantano:<br />

forse è sabotaggio<br />

Momenti di panico mercoledì<br />

mattina per il deragliamento di un<br />

trenino della linea Roma-Pantano,<br />

all’altezza di via di Centocelle.<br />

Erano le 7.45 ed il convoglio<br />

era pieno di studenti e lavoratori<br />

diretti nella Capitale. Fortunatamente<br />

non ci sono stati feriti.<br />

L’incidente potrebbe essere avvenuto<br />

per un possibile guasto<br />

tecnico o da un'avaria anche se il<br />

ritrovamento da parte del personale<br />

della scientifica di un pezzo<br />

di ferro sui binari, probabilmente<br />

la testa di un martello, potrebbe<br />

indurre gli investigatori ad avvalorare<br />

la tesi del sabotaggio.<br />

Per favorire il trasporto dei passeggeri,<br />

poco dopo l'incidente sono<br />

stati messi a disposizione alcuni<br />

bus navetta. Poi, a metà mattinata,<br />

le corse sulla linea Roma-<br />

Pantano sono riprese.<br />

Il traffico nella zona, già intenso<br />

per via della pioggia caduta<br />

sulla città sin dalla notte, ne ha<br />

comunque risentito. Lunghe code<br />

si sono formate in via di Centocelle,<br />

dove è avvenuto il deragliamento:<br />

gli agenti della Polizia municipale<br />

sono intervenuti per cercare<br />

di districare il traffico.<br />

Anziana scippata: cade e si rompe il femore<br />

Mercoledì era uscita di buon’ora per andare a ritirare la pensione nell’ufficio<br />

postale vicino casa in via Tarvisio, nel quartiere Salario. Ha infilato nella<br />

borsetta il milione e settecentomila lire e poi è uscita per avviarsi a casa.<br />

Ma è stata scippata proprio davanti all’ufficio postale. La donna, Elvira<br />

S., 77 anni, è caduta in terra. Ora si trova ricoverata al Policlinico Umberto<br />

I per la frattura del femore: i medici l’hanno giudicata guaribile in quaranta<br />

giorni.<br />

Carte di credito duplicate: arrestato un malese<br />

La Guardia di finanza, mercoledì, ha sequestrato all’aeroporto Leonardo da<br />

Vinci carte di credito duplicate e arrestato un malese, di 39 anni. L’uomo,<br />

appena giunto allo scalo romano dalla Malesia via Singapore, è riuscito a<br />

superare indenne i controlli di frontiera ai varchi doganali, per dirigersi verso<br />

la Capitale. Fermato successivamente dai Finanzieri per un controllo, il<br />

malese, rappresentante informatico, è apparso stupito. I militari, notando<br />

che uno dei due passaporti esibiti era contraffatto, hanno allora voluto vederci<br />

chiaro sull’autenticità di 11 carte di credito dei circuiti internazionali,<br />

scoprendo che si trattava di duplicati.<br />

Cassiere nel Frusinate mette in fuga rapinatori<br />

La reazione del cassiere ha fatto fallire, martedì, una rapina che due giovani,<br />

forse alle prime esperienze, intendevano compiere all’interno della filiale<br />

di Piedimonte San Germano della banca della Ciociaria. I due, a volto<br />

scoperto e armati di taglierino, sono entrati in banca intimando agli impiegati<br />

di consegnare i soldi. Il cassiere, accortosi della loro incertezza, ha<br />

preso da un cassetto anziché i soldi, un pesante mazzo di chiavi e lo ha<br />

scagliato contro uno dei rapinatori. I due colti di sorpresa sono fuggiti.<br />

In manette un ladro d'albergo a Tivoli<br />

È stato arrestato, mercoledì, dai Carabinieri il ladro, un cileno, che negli ultimi<br />

tempi aveva messo a segno diversi colpi in un lussuoso albergo di Tivoli.<br />

Pablo Leiva, 20 anni, che più volte era entrato nell’albergo fingendo di<br />

far parte di comitive di clienti, è stato sorpreso, mentre tentava di svaligiare<br />

la suite dell’hotel. Recentemente dalle stanze erano spariti computer portatili,<br />

cellulari, soldi, borselli.<br />

Fede<br />

ben 3.600 bocche s'accalcavano in soli<br />

605 vani. Ed ancora non era stato istituito<br />

il ghetto, che esasperò una situazione<br />

già così precaria».<br />

Due secoli dopo se ne rielaborarono i<br />

confini, e sarebbe tutta da riferire la minuziosa<br />

sinuosità dei camminamenti per<br />

delimitare l'area, il cui stemma era ed è<br />

un angelo in campo rosso, con la spada<br />

nella mano destra e una bilancia nell'altra.<br />

Non si creda che la bilancia simboleggiasse<br />

la giustizia: assai più praticamente<br />

essa alludeva alla pesatura del pesce<br />

nel suo florido mercato, sistemato nel<br />

Portico d'Ottavia.<br />

Nuovo riassetto in epoche più prossime<br />

a noi, idealmente configurabile nello<br />

snodo e negli incroci dal ponte Fabricio<br />

(o Quattro Capi, a causa delle enormi<br />

teste che lo connotano) a piazza delle<br />

Cinque Scole, da lungotevere Cenci a<br />

piazza Campitelli, da via del Teatro di<br />

Marcello a piazza Paganica a via Margana.<br />

Ma grande fascino al rione viene aggiunto<br />

da certa toponomastica sempre<br />

in uso, a memoria di attività artigiane:<br />

calcerari in via Florida, fabbri e calderai<br />

nei pressi del Teatro Marcello, e poi funari,<br />

cardatori a San Valentino, setaroli<br />

e merciai a San Sebastiano all'Olmo.<br />

Quindi, a getto ininterrotto, berrettari,<br />

cappellari, guantari, droghieri, conciatori,<br />

profumieri, ma anche rigattieri e<br />

straccivendoli: perché ognuno si adoperava<br />

a sbarcare il lunario, traendo dall'estro,<br />

dalla fantasia, dalla tradizione i<br />

proventi per una sopravvivenza non<br />

sempre risicata.<br />

Siamo dunque in un'area di cospicua<br />

rilevanza storico-sentimentale. Se vogliamo<br />

particolareggiarne i confini, li indicheremo<br />

fra il Tevere (sorta di gran padre<br />

di tutti i fiumi), via Santa Maria del<br />

Pianto, via dei Falegnami, largo Arenula,<br />

Botteghe Oscure, Aracoeli, Teatro di<br />

Marcello, Foro Olitorio, Monte Savello<br />

fino a lambire l'isola Tiberina. Un comprensorio<br />

ricco di monumenti artistici,<br />

di chiese storiche e trionfali d'un barocco<br />

raffinato come Santa Maria in Campitelli,<br />

Sant'Angelo in Pescheria, santa<br />

Caterina de' Funari, sant'Ambrogio alla<br />

Massima, san Stanislao dei Polacchi, san<br />

Nicola in Carcere, san Gregorio della<br />

Pietà Divina e santa Rita. Altri templi si<br />

sono sacrificati alle modificazioni edilizie,<br />

fra essi san Niccolò degli Orsini, che<br />

verosimilmente sorgeva nei pressi del<br />

Teatro di Marcello quand'esso divenne<br />

abitazione e fortezza della nobile famiglia.<br />

«A volte mi capita di immaginare,<br />

persino di sognare come doveva scorrere<br />

qui la vita romana — dice la merciaia<br />

prospiciente via delle Botteghe Oscure<br />

— con un'operosità priva di frenesia e<br />

scommetto più produttiva, per certi versi,<br />

rispetto al gran correre di oggi».<br />

Concorda il non più giovane banconista<br />

d'un bar attorno a via Florida. «Perché<br />

vuole sapere il mio nome? Potrei<br />

buttargliene lì uno qualsiasi. Io vivo qui<br />

da 40 anni e se dovessi cambiare rione<br />

mi sembrerebbe di emigrare. Ci conosciamo<br />

tutti o quasi, compresi i circa ottocento<br />

stranieri che sono venuti a stabilirsi<br />

qui, rapidi a integrarsi nelle nostre<br />

abitudini. Dicono che i romani sono sfaticati?<br />

Alle sei del mattino, serrande su.<br />

Certo le ruote delle botticelle e gli zoccoli<br />

dei cavalli erano una bella compagnia<br />

mattutina. Certo, egoisticamente, e<br />

prendendo solo il meglio del passato, allora<br />

si viveva meglio. Ma bisogna seguire<br />

i tempi, belli e brutti come tutti i<br />

tempi. Forse, se ce la prendessimo un<br />

po' più con calma...».<br />

Calma regna, ma una calma realizzatrice,<br />

nelle centoventi botteghe artigiane<br />

rimaste nel rione, «e non è mica vero<br />

che diminuiscono — sostiene un corniciaio<br />

che sta trattando con un cliente —<br />

in due anni, nello spazio di poche centinaia<br />

di metri, sono spuntati due nuovi<br />

concorrenti».<br />

Acceleriamo i passi. Ecco la romantica<br />

Osteria di Goethe al vicolo della<br />

Campana. Non c'è più, è risaputo, sepolta<br />

e travolta dalle demolizioni degli<br />

Non bisogna essere impazienti, né voler<br />

realizzare l'unità a troppo buon prezzo.<br />

Ciò non significherebbe altro che ottenere<br />

un'unità avvilità, perfino sotto le apparenze<br />

della carità umana.<br />

(Henri de Lubac)<br />

a cura di p. Leonardo Sapienza, R.C.I.<br />

La Sinagoga e la fontana delle Tartarughe in due fotografie del 1908<br />

anni Trenta del Novecento, assieme allo<br />

stesso vicolo, ma ci sforziamo di individuarla,<br />

d'immaginare come doveva essere<br />

quando a uno dei suoi tavoli il letterato<br />

tedesco, alla fine del Settecento, incontrò<br />

la bella popolana Faustina, innamorandosene<br />

e facendola comprotagonista<br />

delle sue «Elegie».<br />

Così immaginiamo la vecchia pescheria<br />

del Portico d'Ottavia, come la vediamo<br />

effigiata in una stampa ottocentesca<br />

esposta in una vetrina di rigattiere, sapete,<br />

una di quelle vetrine con l'anta inchiavardata<br />

per proteggerla di notte. Ed<br />

ecco balzare alla memoria le Cinque<br />

Scole giudaiche con funzione di sinagoga<br />

e di aggregazione fra gente di egual<br />

fede religiosa, in parte devastate da incendi<br />

e in parte deliberatamente abbattute<br />

per far posto, appunto, a un'unica,<br />

grande sinagoga, con la demolizione del<br />

ghetto.<br />

Ora sostiamo dinanzi al purtroppo<br />

malandato tempietto del Carmelo, poi a<br />

palazzo Costaguti sulla piazza omonima,<br />

e ancora alla Fontana delle Tartarughe,<br />

in piazza Mattei, costruita in una sola<br />

notte.<br />

Si racconta che il duca al quale è intitolata<br />

la piazza, avendo perduto al gioco<br />

il proprio intero patrimonio, cosa che<br />

ne comprometteva le nozze imminenti<br />

con una ricchissima fanciulla, riuscì a<br />

realizzare questo prodigio di bellezza artistica<br />

e tempestività, convincendo il<br />

riottoso, futuro suocero a concedergli la<br />

mano della figliola: potenza dell'amore,<br />

dell'aristocrazia, del denaro.<br />

Ci richiamiamo l'odore, tra d'umido e<br />

d'antico, di vicoli e stradette spazzate<br />

via o mozzate dalle bonifiche umbertine<br />

di fine Ottocento.<br />

E intrecciandosi, qualunque itinerario<br />

si compia, un rione nell'altro, ci è facile<br />

collegare il doppio isolamento attuato,<br />

con demolizioni di edifici anche pregevoli<br />

e opinabili innovazioni estetiche, del<br />

Campidoglio da un lato, e della via del<br />

Teatro di Marcello dall'altro, in un rifacimento<br />

e in nuove aperture di spazi<br />

che, del resto, i tempi nuovi impongono.<br />

Basti ricordare che piazza Calcerara<br />

si chiamava così perché vi si sminuzzavano<br />

fino alla calce i marmi e le pietre<br />

su cui poggiavano le statue dell'antichità,<br />

statue comprese. Perciò, nulla di<br />

nuovo sotto il sole. E ogni qualvolta viene<br />

da dire «Una volta sì...», gli si può<br />

ben opporre un «Ma guarda adesso che<br />

bell'effetto che fa».<br />

LAURA PICCINELLI<br />

RADIO<br />

VATICANA<br />

OM: 1530 kHz - 196 metri<br />

(Per la zona di Roma<br />

anche Onda Media 527 kHz<br />

e FM 93.3 e 105 MHz)<br />

OC: nelle bande 49, 31, 25 e 19 metri<br />

GIOVEDÌ 18 GENNAIO<br />

00.10: Studio A (stereo): Con voi<br />

nella notte<br />

7.20-15.30-17.30-23-24: Orizzonti cristiani<br />

7.30: Santa Messa in latino<br />

8-12-14-15-16-18-21-23.30: Radiogiornale<br />

in italiano, spagnolo, portoghese,<br />

francese, inglese, tedesco e polacco<br />

16.30: «Avanti adagio: musica contro<br />

lo stress» di M. Guadagnini<br />

17: Liturgia delle Ore, celebrazione<br />

dei Vespri in latino<br />

20.20: Programma tedesco: Kreuzfeuer<br />

– Kirche wo es kritisch wird<br />

20.40: Recita del Santo Rosario in<br />

latino<br />

21.30: Programma francese: La semaine<br />

de prière pour l'unité<br />

21.50: Programma inglese: Matters<br />

of fact / Against the floor / Where<br />

do we go from here<br />

22.10: Programma spagnolo: Al Hilo<br />

de la noticia / Comentario de Libros


IN ITALIA<br />

PAGINA<br />

10 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Giovedì 18 Gennaio 2001<br />

TRENTO — Il Trentino e i Paesi dell'Est<br />

europeo sono sempre più vicini. Rapporti<br />

economici e culturali, in questi ultimi anni,<br />

si sono intensificati e molto cammino è<br />

stato percorso anche da quelle associazioni<br />

che hanno fatto della solidarietà<br />

senza frontiere il loro obiettivo.<br />

Giorni fa ha festeggiato i suoi primi dieci<br />

anni di vita l'Associazione per la cooperazione<br />

con la Romania, sorta su iniziativa<br />

di un gruppo di persone a Fai della<br />

Paganella, nota località turistica trentina.<br />

MUCCA PAZZA Mobilitazione dei Cobas: abbattere solo i capi infetti<br />

Il ministro della Sanità: «Seguire<br />

le regole della medicina veterinaria»<br />

TORINO, 17.<br />

La conferma è arrivata ieri alle 18<br />

con un breve comunicato dell’Istituto<br />

zooprofilattico di Torino, centro di riferimento<br />

nazionale per le encefalopatie<br />

spongiformi bovine: la mucca «pazza»<br />

morta nella cascina «Malpensata» di<br />

Pontevico era proprio affetta dal famigerato<br />

morbo. Nel laboratorio torinese, sabato,<br />

era arrivata una piccola porzione<br />

di cervello dell'animale, già analizzata<br />

dall’Istituto di Brescia che aveva accertato<br />

la presenza del prione della Bse con<br />

tre test (istopatologico, immunoistochimico<br />

e il «western-blot») che, come vuole<br />

la legge, sono stati ripetuti ieri a Torino<br />

per la conferma.<br />

Ora scatta l’emergenza e risposte precise<br />

si attendono oggi dal ministro della<br />

Sanità che, in una conferenza stampa,<br />

darà dettagli e indicazioni. Esiste un decreto<br />

che prevede l’abbattimento dei bovini<br />

presenti in una stalla dove è stato<br />

identificato un animale infetto, quindi la<br />

sorte dei 190 capi che nella cascina bresciana<br />

condividevano gli spazi della<br />

mucca «pazza» sembra segnata. Il titolare<br />

dell’azienda, Mario Greci, si è difeso<br />

con un comunicato nel quale ha ribadito<br />

di aver «sempre lavorato in maniera<br />

trasparente» e ha chiesto di venire trattato<br />

come tutti gli altri allevatori europei<br />

nelle sue condizioni che hanno dovuto<br />

abbattere solo i capi infetti e non<br />

tutti quelli che si trovano nella stalla.<br />

L’abbattimento, se sarà deciso, non<br />

avverrà in un clima tranquillo visto che<br />

i Cobas del latte di Treviso e Venezia<br />

Uranio: ricerche<br />

sulla morte<br />

di un militare<br />

dei Carabinieri<br />

ROMA, 17.<br />

Nella preoccupante vicenda dei militari<br />

italiani ammalatisi di tumore dopo essere<br />

stati in missione in Bosnia ed Erzegovina<br />

o in Kosovo si deve purtroppo<br />

registrare un altro decesso, risalente al<br />

novembre scorso e del quale si è avuta<br />

notizia solo ieri pomeriggio.<br />

Si tratta del maresciallo dei Carabinieri<br />

P.C. di 31 anni, originario di Paola<br />

(Cosenza), in servizio al battaglione paracadutisti<br />

«Tuscania» di Livorno, deceduto<br />

il 19 novembre scorso per tumore<br />

allo stomaco.<br />

Per stabilire se ci sia un nesso causale<br />

tra l'insorgere dei tumori e le armi (in<br />

particolare l'uranio impoverito) o le sostanze<br />

chimiche usate durante le operazioni<br />

Nato, sta indagando la commissione<br />

scientifica presieduta dal prof. Franco<br />

Mandelli istituita dal ministro della<br />

Difesa Mattarella.<br />

La settimana scorsa intervenendo alla<br />

Camera il ministro della Difesa dichiaró<br />

che sono 30 i militari ammalatisi di tumore<br />

(7 dei quali deceduti) dopo essere<br />

stati in missione in Bosnia ed Erzegovina<br />

e in Kosovo.<br />

E tra le segnalazioni di militari deceduti,<br />

ci sarebbe anche — ha riferito ieri<br />

l'Ansa — un altro Carabiniere, Rinaldo<br />

Colombo, morto nei mesi scorsi per melanoma.<br />

Intanto il ministro degli Esteri Dini riferisce<br />

oggi pomeriggio alla commissione<br />

Esteri del Senato sulle iniziative internazionali<br />

del Governo riguardo all'uso<br />

di armi ad uranio impoverito.<br />

hanno annunciato una mobilitazione, assieme<br />

agli altri Cobas del Nord, contro<br />

questa ipotesi. La notte a Pontevico, in<br />

attesa dei provvedimenti dell'autorità sanitaria,<br />

è comunque trascorsa tranquilla.<br />

Fuori dalla cascina sono ancora parcheggiati<br />

una decina di trattori di allevatori<br />

locali arrivati a portare solidarietà<br />

alla famiglia Greci. E stamane, in una<br />

conferenza stampa, il ministro della Sanità<br />

Veronesi ha affermato: «È una regola<br />

della medicina veterinaria che<br />

quando si manifesta un'epidemia tutto<br />

l'allevamento vada distrutto».<br />

Intanto si è appreso che l'Asl di Bergamo<br />

ha sequestrato cautelativamente<br />

65 bovini di diversa età, in prevalenza<br />

mucche, in un allevamento della val Seriana<br />

sospettato di aver ricevuto mangimi<br />

che potrebbero essere stati contaminati<br />

da frammenti ossei di mammiferi.<br />

Già avviate le analisi i cui risultati sono<br />

attesi per l’inizio della prossima settimana.<br />

E a La Spezia sono stati disposti accertamenti<br />

per stabilire le cause della<br />

morte di un pensionato di 76 anni, che<br />

potrebbe essere attribuita al morbo di<br />

Creutzfeldt-Jakob.<br />

MUTUI La proposta apprezzata dai consumatori<br />

Tassi al 10%: il nuovo<br />

orientamento delle banche<br />

ROMA, 17.<br />

Le banche hanno lanciato ieri un segnale<br />

distensivo ai consumatori e al settore<br />

politico, dichiarandosi pronte a ridurre<br />

dal 12,21% al 10% circa la soglia<br />

massima per la rinegoziazione dei mutui<br />

a tasso di usura.<br />

L’offerta di sconto — ha precisato<br />

Maurizio Sella, presidente dell’Abi —<br />

non sarebbe generalizzata, ma riguarderebbe<br />

soltanto una piccola parte della<br />

platea (in tutto circa 900.000 soggetti)<br />

che soffre sotto il peso dei mutui usurari:<br />

a beneficiarne, infatti, sarebbe soltanto<br />

chi ha preso in prestito fino a 100 milioni,<br />

destinati all’acquisto della prima<br />

casa non di lusso.<br />

La proposta — che potrebbe segnare<br />

il primo passo verso la soluzione della<br />

controversia con i consumatori — è<br />

giunta nello stesso giorno in cui il governatore<br />

della Banca d’Italia, Antonio Fazio,<br />

ha ribadito la tesi a lui cara, secondo<br />

la quale il fenomeno dell’usura non<br />

si combatte fissando per legge il tetto<br />

massimo dei tassi d’interesse. Al contrario,<br />

ha avvertito il Governatore, l’applicazione<br />

di tassi-soglia uguali per tutto il<br />

territorio nazionale «può paradossalmente<br />

favorire l’estensione del fenomeno<br />

dell’usura», in particolare nel Mezzogiorno,<br />

riducendo l’ammontare dei prestiti<br />

legali.<br />

Con ciò Fazio, pur evitando di entrare<br />

nel vivo della polemica in corso tra banche<br />

e consumatori, ha ricordato quanto<br />

la Banca d’Italia ha sostenuto in più occasioni,<br />

compreso il dibattito politicoparlamentare<br />

che nella primavera del<br />

Un «vademecum» per difendersi<br />

dall'usura e dal racket<br />

ROMA, 17.<br />

Dalla prima conferenza nazionale contro<br />

l’usura e l’estorsione — in corso a<br />

Roma — arriva un «vademecum» per difendersi<br />

dagli strozzini, imparare i segnali<br />

per riconoscere gli usurai e bloccare<br />

le pretese degli estorsori. Ma tutto<br />

ciò non è sufficiente, come ha sottolineato<br />

don Luigi Ciotti intervenendo ai<br />

lavori. «Per aiutare le vittime dell’usura,<br />

ma anche per prevenire evitando che si<br />

possa finire in mano agli strozzini», secondo<br />

don Ciotti anche la solidarietà<br />

non basta, ma è necessario modificare<br />

«un orizzonte culturale» fondato sull’effimero<br />

e sulla violenza.<br />

Tra le regole per combattere il racket<br />

e l’usura è necessario innanzitutto sapere<br />

chi è l'usuraio. Il «cravattaro» di<br />

quartiere negli ultimi anni ha lasciato il<br />

posto all’attività di organizzazioni che,<br />

attraverso insospettabili commercianti,<br />

commercialisti e professionisti, concedono<br />

prestiti sia a singoli che a famiglie<br />

che a piccole aziende in difficoltà. Accanto<br />

agli insospettabili c’è anche la<br />

nuova frontiera dell’usura, gestita dalla<br />

criminalità organizzata, che utilizza il<br />

prestito usurario per riciclare denaro.<br />

Per evitare di finire in mano agli<br />

strozzini bisogna rivolgersi sempre e sol-<br />

tanto a banche o società finanziarie autorizzate.<br />

Se il funzionario non concede<br />

il prestito bisogna cercare di ottenere<br />

una valida spiegazione e se anche in<br />

questo caso non si ottiene il finanziamento<br />

ci si può rivolgere al fondo di<br />

prevenzione al fenomeno dell’usura,<br />

concesso dallo Stato. Il «vademecum»<br />

anti usura illustra anche come sia possibile<br />

ottenere il fondo. Possono accedere<br />

al fondo di prevenzione sia operatori<br />

economici che singoli cittadini rivolgendosi<br />

i primi ai Confidi e i secondi alle<br />

fondazioni antiusura.<br />

Chi invece è finito in mano agli usurai<br />

deve innanzitutto denunciare lo strozzino<br />

il più presto possibile e avrà così<br />

l’opportunità di accedere al fondo di solidarietà<br />

per le vittime dell’usura e dell’estorsione<br />

e ottenere un mutuo senza<br />

interessi da restituire entro cinque anni.<br />

Per avere informazioni, presentare denunce<br />

o semplicemente ricevere solidarietà<br />

ci si può rivolgere alle prefetture,<br />

dove esiste un ufficio «ad hoc» per l’usura;<br />

ai Confidi che consentono ai piccoli<br />

imprenditori di aumentare la forza<br />

contrattuale nei rapporti con il mondo<br />

creditizio; alle fondazioni antiusura, attualmente<br />

29 in tutta Italia; al commissario<br />

anti-racket.<br />

1996, pochi mesi prima delle ultime elezioni,<br />

accompagnò l’approvazione dell’attuale<br />

legge anti-usura, in base alla<br />

quale è prevista una soglia di discrimina<br />

tra usura e non-usura.<br />

L’ipotesi di portare il tasso di sostituzione<br />

dei mutui sotto il 10% va nella<br />

giusta direzione ma il Parlamento deve<br />

eliminare dal testo del decreto legge la<br />

norma interpretativa sulla definizione<br />

del tasso usurario e trovare una soluzione<br />

per le somme pagate dal ’97 ad oggi:<br />

è questa la posizione unitaria espressa<br />

dalle organizzazioni dei consumatori.<br />

Traffico di opere<br />

d'arte rubate: 8 arresti<br />

e 56 denunce<br />

ROMA, 17.<br />

Una banda di ricettatori di opere<br />

d’ arte è stata sgominata dai<br />

carabinieri: otto le persone finite,<br />

oggi, agli arresti domiciliari per<br />

associazione a delinquere finalizzata<br />

al traffico di opere rubate e<br />

riciclaggio. Altre 56 persone sono<br />

state denunciate per ricettazione,<br />

riciclaggio ed incauto acquisto. La<br />

banda agiva in tutta Italia ma le<br />

«basi» sono state individuate dai<br />

militari carabinieri della Compagnia<br />

Roma-San Pietro a Fossano<br />

(Cuneo), Napoli, Milano e Roma.<br />

Circa 5000 le opere sequestrate.<br />

Palazzo Madama:<br />

passa la riforma<br />

del servizio civile<br />

ROMA, 17.<br />

Via libera del Senato alla riforma del<br />

servizio civile. L’assemblea di Palazzo<br />

Madama ha approvato il provvedimento<br />

con i voti della maggioranza.<br />

La legge, che va ora all’esame della<br />

Camera, istituisce il servizio civile volontario,<br />

aperto anche alle ragazze.<br />

La legge ha avuto i voti della maggioranza<br />

e l’astensione Forza Italia, Alleanza<br />

Nazionale e Lega Nord.<br />

Il provvedimento, a completamento<br />

della recente riforma della leva, prevede<br />

un servizio volontario per tutte le persone<br />

fra i 18 ed i 26 anni, senza distinzione<br />

fra i sessi.<br />

È previsto un servizio nazionale, articolato<br />

in forti strutture regionali, con<br />

nuova garanzie di controllo su qualità,<br />

trasparenza e certezza della copertura finanziaria<br />

per i servizi che saranno prestati<br />

a favore di enti e associazioni.<br />

A ragazze e ragazzi che sceglieranno<br />

il servizio civile saranno assicurate le<br />

stesse opportunità, crediti formativi<br />

compresi, previste per chi sceglie la leva<br />

volontaria.<br />

Come per la leva, è inoltre prevista<br />

una prima fase transitoria per un’entrata<br />

a regime definitiva nel 2007.<br />

Dieci anni di cooperazione socio-economica fra Trentino e Romania<br />

Attualmente il sodalizio annovera soci e<br />

volontari nei centri più importanti della<br />

provincia: grazie al loro aiuto sono state<br />

ideate e poi realizzate numerose iniziative<br />

finalizzate al miglioramento delle condizioni<br />

socio-economiche della popolazione<br />

romena.<br />

Il primo passo è stato rappresentato dal<br />

gemellaggio stretto con la cittadina di Semiac,<br />

cinquemila abitanti inizialmente pri-<br />

Regione Lombardia:<br />

dura reazione<br />

di Formigoni<br />

all'avviso<br />

di garanzia<br />

MILANO, 17.<br />

Il presidente della Regione Lombardia,<br />

Roberto Formigoni, è indagato per<br />

abuso d’ufficio insieme con altre quattro<br />

persone nell’ambito di un’inchiesta riguardante<br />

l’attività della Fondazione<br />

«Avvocato Fernando Bussolera e Lina<br />

Branca», che ha sede a Mairano di Casteggio,<br />

nel Pavese. Gli altri indagati sono<br />

il segretario della Giunta regionale,<br />

Maurizio Sala, l'ex assessore all'agricoltura,<br />

Francesco Fiori, l’attuale consigliere<br />

d’amministrazione della Fondazione<br />

Cariplo ed ex direttore generale della<br />

Fratelli Branca, Fabio Pierotti Cei, e<br />

Carlo Sarchi. La Finanza ha effettuato<br />

una perquisizione negli uffici regionali.<br />

L’indagine è condotta dai pm Robledo<br />

e De Pasquale ed è stata avviata dopo<br />

una segnalazione giunta in procura sui<br />

rapporti tra la Regione e la fondazione<br />

che si occupa di attività legate all’agricoltura<br />

e che dispone di un ingente patrimonio.<br />

La vicenda che ha portato alla<br />

contestazione del reato risale al 1999.<br />

Durissimo il commento di Formigoni.<br />

«Credo che i tempi siano precisi — ha<br />

affermato —: sabato è stato dato un ordine,<br />

qualcuno non ha capito che l’ordine<br />

doveva essere eseguito subito». Formigoni,<br />

in sostanza, considera l’episodio<br />

una sorta di giustizia ad orologeria, dopo<br />

la polemica con il procuratore generale<br />

di Milano, Borrelli. Il quale però ha<br />

risposto in un'intervista: «Io non faccio<br />

il mandante di un bel niente», aggiungendo<br />

di essere stato informato dell’indagine<br />

sulla Fondazione Branca soltanto<br />

lunedì.<br />

vi dei servizi essenziali: ora hanno medicinali<br />

e attrezzature medico-sanitarie, collegamenti<br />

stradali percorribili e una rete<br />

di distribuzione di acqua potabile per le<br />

abitazioni.<br />

Il progetto di cooperazione avviato ha<br />

prodotto nell'arco di pochi anni risultati<br />

tangibili, che hanno cementato un genuino<br />

rapporto di condivisione fra la comunità<br />

trentina e quella della piccola città ro-<br />

mena. L'Associazione per la cooperazione<br />

con la Romania ha organizzato l'ultimo<br />

impegno dell'anno 2000 a ridosso delle festività<br />

natalizie: una mostra pittorica allestita<br />

con le opere di numerosi artisti trentini<br />

che ne hanno fatto dono per favorire<br />

la raccolta di fondi.<br />

Con il ricavato, il nuovo acquedotto di<br />

Semiac dovrebbe essere finalmente completato.<br />

MAURIZIO MELLARINI<br />

CORRUZIONE Avrebbero favorito ditta di armi Usa<br />

Arrestati tre dirigenti<br />

del Ministero dell'Interno<br />

MILANO, 17.<br />

Tre dirigenti del ministero dell'Interno,<br />

tra cui un vice prefetto, sono stati<br />

arrestati ieri pomeriggio a Roma con<br />

l'accusa di corruzione nell'ambito di<br />

un'inchiesta condotta dalla Procura della<br />

Repubblica di Milano. Avrebbero ricevuto<br />

regali e chiesto una somma di 750<br />

milioni per favorire la commercializzazione<br />

in Italia di una pistola elettrica di<br />

produzione statunitense.<br />

Gli arrestati sono Alberto Maddalena,<br />

vice prefetto, dirigente del servizio di<br />

Polizia amministrativa e sociale (dal<br />

Senato: è legge<br />

l'uso del braccialetto<br />

elettronico<br />

ROMA, 17.<br />

L'assemblea del Senato ha approvato<br />

stamane in via definitiva<br />

il decreto nel quale si prevede l'uso<br />

del braccialetto elettronico in<br />

alternativa alla detenzione in carcere<br />

ma solo con il consenso dell'imputato.<br />

Il decreto prevede anche<br />

la rimodulazione dei termini<br />

della custodia cautelare, la proroga<br />

di 2 anni del regime di sicurezza<br />

penitenziaria e l'estensione del<br />

rito abbreviato anche per i reati<br />

più gravi.<br />

VALLE DEI TEMPLI Le ruspe finora quasi inattive<br />

Continua la protesta<br />

degli abitanti abusivi<br />

AGRIGENTO, 17.<br />

Solo tre rustici di case abusive sono<br />

stati abbattuti ieri dalle ruspe nella Valle<br />

dei Templi di Agrigento, a causa della<br />

opposizione di coloro che abitano i manufatti<br />

completati.<br />

Per riprendere le operazioni di demolizione,<br />

all’alba la polizia ha fatto irruzione<br />

nella casa di Giuseppina Navarra,<br />

un’anziana signora che vi si era barricata<br />

con tutta la famiglia. I poliziotti hanno<br />

infranto una finestra e hanno costretto<br />

(le fonti non riferiscono con quali<br />

mezzi, ndr) gli occupanti ad abbandonare<br />

la costruzione. Al momento dell’irruzione,<br />

Giuseppina Navarra e il figlio<br />

Emanuele stavano dormendo avvolti<br />

con alcune coperte di lana. Il marito,<br />

Salvatore Navarra, pastore, era invece<br />

accanto all’immobile destinato ad essere<br />

abbattuto e all’ovile dove tiene il suo<br />

gregge.<br />

Alla scena assistono da lontano, bloccati<br />

da un cordone di sicurezza delle<br />

forze dell’ordine, una cinquantina di<br />

abusivi che anche questa mattina hanno<br />

mostrato un grande cartello raffigurante<br />

Padre Pio. Insieme a loro l’avvocato<br />

Gioacchino Sorintano, che ha cominciata<br />

una raccolta di firme per presentare<br />

un esposto in Procura contro il ministro<br />

degli Interni e la Soprintendenza di<br />

Agrigento.<br />

Per le famiglie rimaste barricate nei<br />

tre edifici della Valle dei Templi, è stata<br />

la notte più lunga. Tutti dicono che non<br />

intendono abbandonare la casa che hanno<br />

costruito, anche se tra di loro comincia<br />

a serpeggiare la rassegnazione.<br />

Uno degli immobili, alle spalle della<br />

Misure del Viminale<br />

contro la violenza<br />

negli stadi di calcio<br />

ROMA, 17.<br />

Contro la violenza negli stadi, con<br />

una riunione durata poco meno di due<br />

ore, il Viminale ha voluto dare ieri un<br />

segnale forte: gli ultimi episodi (vedi Lazio-Napoli)<br />

sono troppo gravi per passare<br />

sotto silenzio, è stato affermato, come<br />

riferisce l'Ansa.<br />

Il calcio deve fornire maggiore collaborazione<br />

al governo e al tempo stesso<br />

sentirsi protetto. Questo il messaggio del<br />

ministro Bianco al commissario Petrucci<br />

e al presidente della Lega dei club di serie<br />

A e serie B, Carraro. «Ci sono undicimila<br />

poliziotti in Italia che controllano<br />

le partite di calcio. È uno sforzo enorme»,<br />

la frase di Bianco. Lo sforzo resterà<br />

alto, ma la collaborazione tra Viminale,<br />

Federcalcio e club deve essere più<br />

stretta.<br />

Tra le ipotesi di lavoro c’è quella di<br />

affiancare al referto arbitrale un rapporto<br />

dei funzionari di polizia. La giustizia<br />

sportiva, così, potrà avere elementi anche<br />

su quanto avviene all’esterno del<br />

rettangolo di gioco. Insomma, un’estensione<br />

al concetto di responsabilità oggettiva<br />

a carico delle società. Perché, come<br />

ha chiarito Bianco, «di fronte a episodi<br />

gravissimi ci deve essere sempre qualcuno<br />

che paga».<br />

Chiesa di Santa Rosa, è affollato da una<br />

quindicina di persone. Sono parenti e<br />

amici di Salvatore Zito e della moglie,<br />

Giuseppa Montana, una coppia di anziani<br />

coniugi che hanno un figlio disabile.<br />

«Hanno voluto dimostrare in questo modo,<br />

spiega la donna, che ci sono vicini,<br />

che comprendono il nostro dramma».<br />

Giuseppa Montana ammette che quel<br />

piccolo fabbricato ancora allo stato grezzo<br />

è una seconda casa, ma aggiunge:<br />

«L’abbiamo tirata su con il nostro sudore,<br />

al prezzo di duri sacrifici. Per mio figlio<br />

rappresenta l’unica opportunità di<br />

stare all’aria aperta, di non pensare alla<br />

sua malattia. Se la demoliscono per lui<br />

sarà come una coltellata».<br />

quale dipende l'ufficio per il rilascio delle<br />

autorizzazioni alla vendita in Italia<br />

delle armi) e componente della commissione<br />

consultiva centrale per il controllo<br />

delle armi; Luigi Taviani, dirigente della<br />

Polizia di Stato, direttore della II divisione<br />

del servizio di Polizia amministrativa<br />

e sociale, anch'egli componente della<br />

commissione consultiva centrale per il<br />

controllo delle armi; Romano Celeste,<br />

primo dirigente del ministero dell'Interno.<br />

L'inchiesta, condotta dal sostituto<br />

procuratore Paolo Ielo, era stata avviata<br />

in seguito alle dichiarazioni di Fernando<br />

Cucchiella, rappresentante della società<br />

statunitense che si è occupata dell'introduzione<br />

dell'arma in Italia per conto<br />

della Taser, la ditta produttrice della pistola.<br />

La vicenda — informa l'Ansa — risale<br />

all'autunno scorso. Cucchiella, secondo<br />

l'accusa, avrebbe pagato in un'agenzia<br />

di viaggi di Milano (di qui la competenza<br />

della Procura del capoluogo lombardo)<br />

un viaggio per Taviani e Maddalena<br />

negli Stati Uniti dove i due avrebbero ricevuto<br />

in regalo occhiali, cineprese,<br />

macchine fotografiche, orologi e profumi<br />

oltre ad un viaggio a bordo di un aereo<br />

privato. Ma questi regali — secondo<br />

gli inquirenti — non sarebbero bastati ai<br />

dirigenti ministeriali e sarebbero seguite<br />

altre richieste. E solo soddisfacendole la<br />

Taser sarebbe potuta entrare nel mercato<br />

italiano e superare le difficoltà per ottenere<br />

la licenza di importazione.<br />

Camera: primo sì<br />

al patrocinio gratuito<br />

per i meno abbienti<br />

Esclusi i boss mafiosi<br />

ROMA, 17.<br />

La Camera ha approvato a larghissima<br />

maggioranza la nuova legge sul gratuito<br />

patrocinio per i non abbienti. Un<br />

provvedimento che consente di ottenere<br />

l’avvocato a spese dello Stato a coloro<br />

che denunciano un reddito inferiore ai<br />

18 milioni l’anno. Ora la legge passerà<br />

al Senato e procederà abbinata a quella<br />

sulla difesa d’ufficio (già all’esame del<br />

Senato) che prevede l’iscrizione degli avvocati<br />

d’ufficio in un elenco speciale.<br />

Una delle novità maggiori riguarda i<br />

boss mafiosi e gli autori di sequestri di<br />

persona che non potranno più avere,<br />

barando, l’avvocato difensore a spese<br />

dello Stato. Lo prevede un emendamento<br />

introdotto in aula secondo il quale<br />

una eventuale richiesta in tal senso dovrà<br />

essere vagliata dal giudice, il quale è<br />

obbligato a chiedere informazioni sul loro<br />

tenore di vita, sulle «condizioni personali<br />

e familiari» e sulle «attività economiche<br />

eventualmente svolte». Notizie<br />

che il giudice dovrà ottenere «preventivamente»<br />

dal questore, dalla Direzione<br />

investigativa antimafia e dalla Direzione<br />

nazionale antimafia. Non solo; il magistrato<br />

potrà chiedere accertamenti alla<br />

Guardia di Finanza.<br />

L’accertamento del reddito dei mafiosi<br />

che fanno richiesta di avvocati a spese<br />

dello Stato era già stato previsto dalla<br />

Finanziaria di quest’anno con l’obiettivo<br />

di riparare ad un danno erariale.<br />

Più in generale si potrà essere difesi<br />

gratis per tutti i reati, anche civili. I cittadini<br />

stranieri dovranno «auto-dichiarare»<br />

il proprio reddito. Ma ci vorrà un<br />

«visto» del consolato cui spetta una certificazione<br />

di autenticità.<br />

Coppia di romeni muore per esalazioni di una stufa<br />

VERONA — Due romeni, un uomo ed una donna, di Sant’Anna d’Alfaedo,<br />

nel Veronese, sono morti per le esalazioni di una stufetta a gas che si erano<br />

costruiti da soli. I loro corpi sono stati ritrovati dai Carabinieri di Caprino<br />

Veronese nella notte tra martedì e mercoledì all’interno di un'abitazione<br />

che la coppia — Vasile Raileanu, 29 anni, operaio, e Costantina Maxim, 24<br />

anni, casalinga — divideva con altri connazionali. Accanto ai due i militari<br />

hanno trovato ancora in vita il figlioletto Eduardo, di 7 mesi, le cui condizioni<br />

erano apparse molto gravi. Dopo un primo trasporto all’ospedale di Negrar,<br />

il piccolo è stato trasferito all’ospedale Borgo Trento di Verona, dove<br />

le sue condizioni appaiono in netto miglioramento.<br />

Esplosione in fabbrica: tre feriti nel Torinese<br />

TORINO — Tre operai sono rimasti feriti mercoledì mattina per un’esplosione,<br />

originata da una fuga di gas, avvenuta in un’azienda per lo stampaggio<br />

di metalli di Valperga, piccolo paese del Canavese. Il tetto dello stabilimento<br />

è stato sventrato dalla scoppio, che ha mandato anche in frantumi i vetri<br />

e danneggiato i macchinari ed è stato udito a notevole distanza. I tre feriti<br />

— fortunatamente in modo non grave — e altri tre operai che si trovavano<br />

in quel momento nell’azienda, la «Morello», che ha una sessantina di dipendenti,<br />

sono stati gettati a terra. L’esplosione è stata innescata dalla<br />

scintilla del primo colpo di maglio dato poco dopo l’inizio del primo turno.<br />

Dai primi accertamenti è risultato che nella notte, a fabbrica chiusa, si è verificata<br />

una fuga di gas dopo che si era spento uno dei due bruciatori, alimentati<br />

a Gpl, che vengono tenuti costantemente in funzione.<br />

Truffa telematica alla Regione Siciliana: 3 in carcere<br />

PALERMO — La squadra mobile di Palermo ha arrestato mercoledì a Parma<br />

tre presunti complici dei 21 indagati del tentativo di truffa telematica alla<br />

tesoreria della Regione Siciliana, gestita dal Banco di Sicilia. L’ordinanza<br />

di custodia cautelare è del gip del capoluogo siciliano Vincenzina Massa. In<br />

manette sono finiti l’imprenditore Rodolfo Marusi Guareschi, 50 anni, il<br />

commercialista Federico Miglioli, 36, e il suo socio, l’immobiliarista Riccardo<br />

Razzetta, 43, originario di Genova e con ufficio a Milano. L’inchiesta nell’ottobre<br />

scorso accertò che era stato messo a punto un piano per sottrarre<br />

«on line» dalle casse dell’istituto di credito finanziamenti europei per circa<br />

mille miliardi destinati alla Sicilia.


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Anno CXLI - N. 14 (42.652) CITTÀ DEL VATICANO Venerdì 19 Gennaio 2001<br />

A pochi giorni dalla chiusura dell'Anno Santo il tradizionale incontro di Giovanni Paolo II<br />

con gli Amministratori della Regione Lazio, del Comune e della Provincia di Roma<br />

La famiglia va rispettata nella sua identità propria<br />

mai assimilabile ad altre forme di relazione<br />

Nellatradizionale udienzaagli<br />

Amministratori della<br />

Regione Lazio, del Comune<br />

e della Provincia di<br />

Roma, all'inizio di un nuovo<br />

anno, Giovanni Paolo II<br />

ha indicato i temi di grande<br />

interesse «per il bene<br />

delle nostre popolazioni»:<br />

la famiglia; gli anziani; i<br />

bambini, i ragazzi e i giovani;<br />

la sanità; il tessuto<br />

produttivo e l'occupazione;<br />

la sicurezza dei cittadini;<br />

gli immigrati. L'udienza<br />

si è svolta, nella<br />

mattina di giovedì 18 gennaio,<br />

nella Sala Clementina.<br />

«Quanto di bene abbiamo<br />

ricevuto nell'Anno<br />

Santo — ha detto il Papa<br />

— ci richiama ad affrontare con rinnovato slancio e fiducia<br />

i compiti e le responsabilità che ora ci attendono».<br />

Ecco i punti nodali del discorso del Santo Padre:<br />

La famiglia - «La famiglia deve essere al centro delle<br />

politiche sociali e va rispettata nella sua identità<br />

propria, di unione stabile tra l'uomo e la donna fondata<br />

sul matrimonio, mai assimilabile ad altre forme<br />

di relazione»;<br />

Gli anziani - «Occorre pensare agli anziani, sempre<br />

piùnumerosi,specialmenteperquantoriguardala solitudine<br />

checaratterizzalavitadigran parte di loro»;<br />

I bambini, i ragazzi e i giovani - «Non abbiate timore<br />

di assumere iniziative coraggiose riguardo all'effettiva<br />

parità scolastica ed alla valorizzazione di<br />

EL SALVADOR Morto il giovane estratto dalle macerie della sua casa a Santa Tecla<br />

Esaurite le scorte di sangue negli ospedali<br />

Secondo il Pam sono 200.000 i senza tetto<br />

SAN SALVADOR, 18.<br />

Urge sangue negli ospedali del Salvador,<br />

mentre secondo fonti Onu, potrebbero<br />

essere 200.000 le persone rimaste<br />

senza casa dopo il terremoto di sabato<br />

scorso. Vari nosocomi, soprattutto a<br />

San Salvador, hanno rivolto un appello<br />

alla popolazione affinché si rechi nei<br />

centri di raccolta per donare sangue. Le<br />

scorte sono infatti scese sotto il livello di<br />

guardia. Ancora ieri, inoltre, la terra ha<br />

tremato. Una scossa di magnitudo 4,9<br />

gradi sulla scala Richter ha di nuovo seminato<br />

il panico tra la popolazione.<br />

Secondo dati raccolti dal Programma<br />

alimentare mondiale dell'Onu, potrebbero<br />

essere addirittura 200.000 le persone<br />

«rimaste senza casa né mezzi di sostentamento».<br />

«Siamo molto preoccupati in<br />

particolare della situazione delle zone<br />

extraurbane», ha detto Francisco Roque<br />

Castro, responsabile regionale per l’America<br />

Centrale ed i Caraibi, giunto a<br />

San Salvador subito dopo la devastante<br />

scossa per coordinare personalmente<br />

l’unità di crisi del Pam. «Abbiamo trovato<br />

molta gente rimasta isolata, senza cibo<br />

né acqua: siamo riusciti a raggiungere<br />

queste persone ma ci sono ancora villaggi<br />

isolati», ha aggiunto. L'agenzia<br />

Onu ha anche annunciato un imminente<br />

appello alla comunità internazionale per<br />

il finanziamento di nuovi aiuti. Il Pam in<br />

questo momento ha nel Salvador scorte<br />

sufficienti per soddisfare il bisogno di cibo<br />

per i prossimi 15 giorni ma per riportare<br />

la situazione alla normalità, precisa<br />

in un comunicato, ci vorranno dai tre ai<br />

sei mesi. Una missione del Pam è già<br />

nell’area per stabilire l’esatta entità degli<br />

ulteriori aiuti necessari.<br />

Un senso di sconforto si è impadronito<br />

ieri delle squadre di soccorritori che<br />

da ormai cinque giorni lavorano senza<br />

sosta per l’annuncio che il giovane Sergio<br />

Moreno, praticamente l’unico superstite<br />

estratto dalle macerie provocate dal<br />

terremoto, è morto in ospedale. Dopo<br />

quasi 35 ore, i soccorritori lo avevano<br />

salvato grazie al suo telefono cellulare a<br />

Las Colinas, il quartiere della città di<br />

Santa Tecla sepolto da una gigantesca<br />

frana. Rimasto lucido fino all’arrivo dei<br />

soccorsi, Moreno aveva perso poi coscienza.<br />

In ospedale i sanitari hanno<br />

cercato in tutti i modi di salvarlo, procedendo<br />

anche all'amputazione di una<br />

gamba. Poi il decesso per un blocco renale<br />

e respiratorio. «Purtroppo è morto»,<br />

ha confermato Giorgio Ferrario della<br />

Croce rossa italiana. «Sono rimasto<br />

impressionato da quello che ho visto —<br />

ha aggiunto — e i danni sono veramen-<br />

te più ingenti di quello che sembravano<br />

in un primo momento». «Il sisma — ha<br />

spiegato — ha colpito soprattutto le case<br />

dei poveri, quelle costruite con mat-<br />

Nulla<br />

è più come prima<br />

EX ZAIRE Un Ministro congolese conferma l'uccisione del Presidente Kabila<br />

Gravi incognite sul futuro del Paese<br />

KINSHASA, 18.<br />

Il Ministro ad interim della difesa della<br />

Repubblica Democratica del Congo<br />

(Rdc, ex Zaire), Godefroid Tcham'lesso,<br />

ha dichiarato ieri che il Presidente Laurent-Désiré<br />

Kabila è deceduto nell'attentato<br />

di martedì scorso. Il Ministro, che<br />

si trova in visita in Libia, ha precisato<br />

che Kabila, colpito da due proiettili sparatigli<br />

dal capo della guardia presidenziale,<br />

è morto in un ospedale di Kinshasa<br />

due ore dopo il ricovero.<br />

Si tratta della prima ammissione, da<br />

parte di un alto responsabile congolese,<br />

del decesso del Presidente.<br />

Una ulteriore conferma è venuta dallo<br />

Zimbabwe, dove fonti governative sostengono,<br />

però, che Kabila sarebbe spirato<br />

ieri durante il trasferimento in aereo<br />

alla volta di un ospedale specializzato<br />

di Harare.<br />

Resta da dire che il Governo di Kinshasa,<br />

nella sua ufficialità e collegialità,<br />

non ha ancora confermato la notizia<br />

della morte. Ieri mattina, infatti, il portavoce<br />

governativo Dominique Sakombi<br />

aveva annunciato che Kabila era vivo ed<br />

era stato trasferito fuori dal Paese «per<br />

essere sottoposto a cure appropriate».<br />

Il Ministro Tcham'lesso ha fornito ul-<br />

quelle strutture, come ad<br />

esempio gli oratori parrocchiali,<br />

che molto contribuisconoad<br />

offrire una<br />

sana formazione ed a<br />

prevenire forme preoccupanti<br />

di disagio giovanile»;<br />

La sanità - «In quest'ambito<br />

sono importanti non<br />

soltanto la qualità tecnica<br />

e la tempestività delle<br />

prestazioni, ma anche<br />

il calore umano e la sollecitudine<br />

premurosa<br />

verso gli ammalati ed i<br />

loro familiari»;<br />

Il tessuto produttivo e<br />

l'occupazione - «Le pub-<br />

bliche amministrazioni...<br />

sono chiamate ad imprimere in questi campi un indispensabile<br />

stimolo ed orientamento, assicurando...<br />

quelle condizioni senza le quali questi sviluppi non<br />

sarebbero possibili»;<br />

La sicurezza dei cittadini - «Si tratta di un'esigenza<br />

da tutti avvertita e singolarmente acuta in alcune<br />

aree urbane e suburbane. L'adozione di misure efficaci<br />

anche in questo campo sarebbe di grande aiuto<br />

per accrescerelafiducianelleIstituzioni e il senso di<br />

una comune cittadinanza. Ciò faciliterebbe, inoltre,<br />

l'accoglienza di quei tanti immigrati che affluiscono<br />

a Roma e nel Lazio animati dal desiderio di un onesto<br />

lavoro e di più accettabili condizioni di vita».<br />

Pagina 5<br />

toni di fango, che sono venute giù senza<br />

opporre resistenza».<br />

Si è appreso intanto che le unità specializzate<br />

della protezione civile e della<br />

Croce rossa stanno per porre fine alla ricerca<br />

di superstiti. Le autorità dovrebbero<br />

poi dare il via libera ai bulldozer per<br />

la rimozione delle macerie. Il bilancio<br />

più recente diffuso dalle autorità parla<br />

di 786 morti, di 3.000 feriti, di circa<br />

40.000 case danneggiate. La situazione<br />

più delicata continua ad essere quella di<br />

Santa Tecla e di Las Colinas, nel dipartimento<br />

di La Libertad. A una ventina di<br />

chilometri, a Comasagua, dove si teme<br />

che una frana abbia inghiottito 3.000<br />

persone, sono stati finora recuperati 40<br />

cadaveri. Squadre di volontari stano nel<br />

frattempo spargendo agenti chimici antibatterici<br />

sui corpi delle vittime per prevenire<br />

le epidemie.<br />

Una scossa di 4,9 gradi Richter ha intanto<br />

ieri colpito la provincia di Osmaniye,<br />

nella Turchia meridionale, senza<br />

causare vittime né danni.<br />

teriori indicazioni sulla tragica vicenda.<br />

«Il capo delle guardie del corpo — ha rivelato<br />

— è entrato nella sala della residenza<br />

presidenziale dove era in corso<br />

una riunione tra Kabila e i vertici delle<br />

forze armate. Ha sparato due volte prima<br />

di essere a sua volta abbattuto da altre<br />

guardie». Per completare il quadro si<br />

può aggiungere — sulla scorta di fonti<br />

di stampa belghe — che il vertice con i<br />

militari aveva preso una piega tempestosa,<br />

perché Kabila intendeva sostituire<br />

generali e comandanti responsabili del<br />

cattivo andamento della guerra. Com'è<br />

noto, l'ex Zaire — alleato con Angola,<br />

Namibia e Zimbabwe — è impegnato<br />

dal 1998 in conflitto armato contro movimenti<br />

ribelli congolesi sostenuti da<br />

Rwanda e Uganda. Ora, i due schieramenti<br />

si accusano a vicenda della congiura<br />

contro Kabila. Secondo il Ministro<br />

Tcham'lesso sarebbe stata ordita da<br />

rwandesi e ugandesi, i quali chiamano<br />

invece in causa il Governo angolano i<br />

cui rapporti con Kabila si sarebbero da<br />

qualche tempo deteriorati.<br />

Gravi incognite pesano sull'avvenire<br />

dell'ex Zaire, dove il generale Joseph<br />

Kabila, figlio del Presidente ucciso, ha<br />

preso la guida del Governo e stamane<br />

ha avuto un incontro informale con il<br />

corpo diplomatico accreditato a Kinshasa.<br />

Secondo osservatori internazionali citati<br />

dall'«Ansa», il Paese «si sta rapidamente<br />

disintegrando e l'assassinio di Kabila<br />

è un ulteriore passo in quella direzione».<br />

Il rischio è che l'ex Zaire perda<br />

quel residuo di autorità e di autonomia<br />

che ancora conserva nei confronti dei<br />

Paesi alleati e nemici.<br />

L'Alto Commissariato dell'Onu per i<br />

rifugiati (Unhcr) teme che i tragici sviluppi<br />

di questi giorni rendano ancora<br />

più complesse le operazioni di assistenza<br />

alle centinaia di migliaia di profughi e<br />

sfollati di guerra. La situazione umanitaria<br />

nell'ex Zaire si è aggravata costantemente<br />

negli ultimi anni e le violazioni<br />

dei diritti umani sono generalizzate sia<br />

nei territori ancora amministrati da Kinshasa<br />

sia in quelli passati sotto il controllo<br />

della coalizione formata dai movimenti<br />

ribelli e da rwandesi e ugandesi.<br />

La Repubblica Democratica del Congo<br />

ospita attualmente 330 mila profughi<br />

provenienti dai numerosi Paesi confinanti,<br />

ai quali si aggiungono 200 mila abitanti<br />

sfollati dalle zone di guerra. A loro<br />

volta, non meno di 350 mila congolesi<br />

hanno cercato scampo negli Stati limitrofi.<br />

IL DOPO GIUBILEO<br />

“<br />

...rimane luminoso<br />

l'incontro ecumenico<br />

nella Basilica di san Paolo,<br />

il 18 gennaio 2000, quando<br />

per la prima volta nella storia<br />

una Porta Santa<br />

è stata aperta congiuntamente<br />

dal Successore di Pietro,<br />

dal Primate Anglicano e<br />

da un Metropolita<br />

del Patriarcato Ecumenico<br />

di Costantinopoli,<br />

alla presenza di rappresentanti<br />

di Chiese e Comunità ecclesiali<br />

di tutto il mondo...<br />

Il cammino ecumenico resta<br />

certo faticoso, forse lungo,<br />

ma ci anima la speranza<br />

di essere guidati<br />

dalla presenza del Risorto<br />

e dalla forza inesauribile<br />

del suo Spirito,<br />

capace di sorprese sempre nuove<br />

-<br />

”<br />

Dalla Lettera Apostolica NOVO MILLENNIO INEUNTE<br />

18 gennaio 2000: l'apertura della Porta Santa della Basilica di san Paolo fuori le Mura<br />

Camerun: vertice<br />

franco-africano<br />

a Yaoundé YAOUNDÉ, 18.<br />

Si apre oggi nella capitale del Camerun<br />

il XXI vertice franco-africano, al<br />

quale partecipano, con il Presidente<br />

francese Jacques Chirac, ventuno Capi<br />

di Stato africani. Altri Paesi saranno<br />

rappresentati da delegazioni ministeriali.<br />

Tema principale dell'incontro: «L'Africa<br />

di fronte alla mondializzazione».<br />

Si prevede, però, che le discussioni<br />

saranno dominate dalla esplosiva situazione<br />

in atto nella Repubblica democratica<br />

del Congo (Rdc, ex Zaire). Ieri sera,<br />

al suo arrivo a Yaoundé, Chirac ha affermato<br />

che la crisi è grave e la comunità<br />

internazionale deve essere pronta ad<br />

aiutare l'ex Zaire, che ne ha un bisogno<br />

urgente.<br />

Un altro tema di discussione sarà la<br />

situazione nella Costa d'Avorio, alle prese<br />

da poco più di un anno con una crisi<br />

politica innescata da un golpe delle forze<br />

armate e che stenta a risolversi nonostante<br />

l'uscita di scena dei militari.<br />

La cerimonia solenne di apertura del<br />

vertice è in programma oggi, ma già ieri<br />

sera c'è stato un incontro ristretto e informale<br />

tra Chirac e i principali dirigenti<br />

dell'Africa francofona.<br />

NOSTRE<br />

INFORMAZIONI<br />

Il Santo Padre ha ricevuto<br />

questa mattina in udienza gli<br />

Onorevoli:<br />

— Francesco Storace, Presidente<br />

della Giunta Regionale<br />

del Lazio;<br />

— Francesco Rutelli, Sindaco<br />

di Roma;<br />

— Silvano Moffa, Presidente<br />

della Giunta della Provincia di<br />

Roma. . .<br />

Provvista<br />

di Chiesa<br />

Il Santo Padre ha nominato<br />

Vescovo di Duluth (U.S.A.) il<br />

Reverendo Monsignor Dennis<br />

Marion Schnurr, del clero di<br />

Sioux City, Segretario Generale<br />

della Conferenza Episcopale<br />

degli Stati Uniti.


DAL MONDO<br />

MARIO AGNES<br />

Direttore responsabile<br />

PAGINA<br />

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EDITRICE<br />

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2 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Venerdì 19 Gennaio 2001<br />

MEDIO ORIENTE Mentre non si fermano le violenze nei Territori<br />

Colloqui in Egitto<br />

tra israeliani e palestinesi<br />

IL CAIRO, 18.<br />

Il Ministro degli esteri<br />

israeliano, Shlomo Ben-<br />

Ami, e il Presidente dell’Autorità<br />

palestinese (Ap), Yasser<br />

Arafat, si sono incontrati<br />

ieri al Cairo. Lo ha reso<br />

noto l'agenzia di stampa ufficiale<br />

egiziana «Mena» precisando<br />

che i colloqui sono<br />

stati incentrati sul tentativo<br />

di rivitalizzare il negoziato<br />

di pace. La speranza delle<br />

parti è quella di arrivare ad<br />

un accordo-quadro sulla base<br />

del piano proposto dal<br />

Presidente degli Stati Uniti<br />

Bill Clinton prima del 20<br />

gennaio, quando alla Casa<br />

Bianca arriverà George W.<br />

Bush. Al termine della riu-<br />

nione Ben-Ami è rientrato<br />

in Israele, mentre Arafat ha dichiarato<br />

di avere proposto al Ministro di Tel Aviv<br />

di continuare gli incontri negoziali a Taba,<br />

la città sul Mar Rosso dove in passato<br />

sono stati firmati accordi tra Simon<br />

Peres e Yitzhak Rabin.<br />

Il Presidente egiziano Hosni Mubarak<br />

ha assistito ad una parte della riunione,<br />

alla quale per l'Ap hanno partecipato<br />

anche i negoziatori Mahmoud Abbas e<br />

Nabil Shaath e il responsabile per la sicurezza<br />

a Gaza, Mohammed Dahlan.<br />

L’incontro al Cairo è avvenuto a poche<br />

ore dall’uccisione del direttore della<br />

radio-televisione palestinese, Hisham<br />

Mekki, che ha causato una nuova im-<br />

«MUCCA PAZZA» Nell'uso dei tessuti bovini<br />

Il comitato scientifico dell'Ue<br />

prospetta nuove restrizioni<br />

BRUXELLES, 18.<br />

In un prossimo futuro, nei Paesi dell'Unione<br />

Europea potrebbero essere «necessarie<br />

ulteriori restrizioni sull’uso di<br />

tessuti di origine bovina» per cercare di<br />

offrire il massimo di garanzie possibile<br />

di fronte alla crisi dell'encefalopatia<br />

spongiforme bovina (Bse), il morbo cosiddetto<br />

della «mucca pazza». Lo sostiene<br />

il Comitato scientifico dell’Ue, in un<br />

parere di otto pagine reso pubblico ieri,<br />

nel quale affronta una serie di quesiti<br />

posti dai Ministri dell’agricoltura dell'Ue.<br />

Le risposte, altamente tecniche,<br />

non sono peraltro univoche, ma si limitano<br />

a profilare varie ipotesi di intervento<br />

che la Commissione esecutiva dell'Ue<br />

dovrà decidere se trasformare in<br />

proposte.<br />

Nel delineare possibili irrigidimenti<br />

nelle misure contro la Bse, il Comitato<br />

fa sempre riferimento ad animali «nati<br />

prima dell’applicazione concreta del<br />

bando alle farine animali o a quelli nati<br />

in circostanze in cui il divieto non era<br />

ancora applicato in modo rigoroso». In<br />

questi casi, anche la colonna vertebrale<br />

di bovini che hanno più di 12 mesi dovrebbe<br />

essere considerata «materiale a<br />

rischio». «La carne bovina vicina all’osso<br />

che viene recuperata con l’uso di appo-<br />

L'incontro al Cairo tra Ben-Ami e Arafat<br />

pennata della tensione nei Territori. In<br />

una dichiarazione letta in video, l’Autorità<br />

Palestinese ha accusato dell’assassinio<br />

«un gruppo di collaborazionisti, traditori<br />

e terroristi». Da parte israeliana<br />

un portavoce dell’esercito ha affermato<br />

che Tel Aviv non ha nessun coinvolgimento<br />

con l’omicidio.<br />

Al momento non sono chiare le motivazioni<br />

dell’assassinio, che nessun gruppo<br />

ha rivendicato. Mekki, 57 anni, è stato<br />

ucciso da tre uomini mascherati che<br />

gli hanno sparato al Beach Hotel di Gaza<br />

e poi si sono dati alla fuga. Vicino ad<br />

Arafat e membro del movimento Al Fatah,<br />

Mekki era direttore della Tv palesti-<br />

siti macchinari — afferma fra l’altro il<br />

parere del Comitato scientifico — va<br />

considerata materiale a rischio se proviene<br />

dal cranio o dalle vertebre di animali<br />

di più di 12 mesi». Il riferimento è<br />

alla salsiccia tedesca, che qualche settimana<br />

fa è stata al centro di misure precauzionali<br />

in Germania.<br />

Nessun pericolo invece per milza e timo,<br />

destinati a restare fuori dalla «zona<br />

pericolo». Gli esperti europei ritengono<br />

inoltre che «i grassi derivanti da tessuti<br />

bovini debbano essere sottoposti a cottura<br />

a pressione per minimizzare i rischi<br />

di infettività da Bse prima di essere usati<br />

per mangimi destinati agli animali».<br />

Su un altro fronte, quello della messa<br />

a punto di nuovi strumenti per individuare<br />

l’encefalopatia spongiforme bovina,<br />

il Centro comune di ricerca europeo<br />

sta esaminando la validità di cinque<br />

nuovi test rapidi che potrebbero aggiungersi<br />

ai tre attualmente in uso. Le analisi<br />

sulla validità dei nuovi test continueranno<br />

fino a tarda primavera 2001 per<br />

accertarne la precisione e la possibilità<br />

di ripeterli in altri laboratori.<br />

Nel frattempo, in Austria ha suscitato<br />

soddisfazione il risultato dei controlli su<br />

un bovino precedentemente sospettato<br />

di essere affetto da Bse: una seconda serie<br />

di test ha infatti dato esito negativo,<br />

facendo quindi rientrare l'allarme sul<br />

presunto primo caso di «mucca pazza»<br />

nel Paese. Il Ministero dell’agricoltura<br />

ha comunque ribadito che il Governo<br />

continuerà a condurre una politica di<br />

«tolleranza zero» in materia di Bse, attenendosi<br />

a criteri di «assoluta trasparenza»<br />

affinché la popolazione sia in grado<br />

di valutare correttamente la situazione.<br />

BRASILIA — Gofu Felix Corleoma, un<br />

ragazzo di diciassette anni profugo dalla<br />

Sierra Leone che era stato gettato in mare<br />

in pieno Atlantico assieme a tre compagni<br />

dall'equipaggio di una nave da carico<br />

di bandiera greca e che era stato tratto<br />

in salvo da una barca di pescatori brasiliani,<br />

ha ottenuto il diritto d’asilo in Brasile.<br />

«Il caso di Corleoma si inquadra perfettamente<br />

nella legge dei rifugiati di<br />

guerra e dell’asilo politico, visto che nella<br />

Sierra Leone i diritti umani sono costante-<br />

Protesta ufficiale russa agli Usa<br />

per l'arresto di Pavel Borodin<br />

MOSCA, 18.<br />

La Russia in una protesta ufficiale ha<br />

chiesto «l’immediata e incondizionata liberazione»<br />

del Segretario dell’Unione<br />

russa-bielorussa, Pavel Borodin, fermato<br />

ieri sera a New York, perché colpito da<br />

un mandato internazionale della magistratura<br />

svizzera che lo accusa di riciclaggio<br />

di denaro. Lo riferisce l’agenzia<br />

di stampa «Interfax». La richiesta di immediata<br />

liberazione di Borodin è stata<br />

avanzata dal Ministro degli esteri, Igor<br />

Ivanov, all’Ambasciatore americano a<br />

Mosca, James Collins, convocato al ministero.<br />

Ivanov, ha consegnato all'Ambasciatore<br />

Usa la protesta ufficiale russa.<br />

La Svizzera, dal canto suo, chiederà<br />

agli Stati Uniti l’estradizione dell’ex tesoriere<br />

del Cremlino Pavel Borodin. Lo<br />

affermato questa mattina il Procuratore<br />

generale del cantone di Ginevra, Bernard<br />

Bertossa. Ma la reazione del magistrato<br />

è prudente. Per Bertossa «è ancora<br />

troppo presto per dire se si tratta di<br />

una buona notizia e per fare pronostici»<br />

sulle possibilità di vedere Borodin davanti<br />

alla giustizia svizzera.<br />

Pavel Borodin, ex collaboratore dell'ex<br />

Presidente russo, Boris Yeltsin, era<br />

arrivato negli Stati Uniti per prendere<br />

nese dal 1994 e aveva successivamente<br />

fondato un<br />

canale palestinese satellitare.<br />

Padre di sette figli, era<br />

tornato a Gaza in seguito<br />

agli «Accordi di Oslo» del<br />

1993, dopo anni di esilio negli<br />

Emirati Arabi Uniti.<br />

In un momento in cui<br />

sembrava che il dialogo<br />

stesse prevalendo sulla violenza<br />

un nuovo omicidio<br />

rende più difficoltosi i negoziati.<br />

L’assassinio di Mekki<br />

è giunto infatti poco dopo<br />

la rimozione del blocco<br />

israeliano alla «Striscia di<br />

Gaza», che era stata imposto<br />

in seguito all’omicidio<br />

di un colono ebraico domenica<br />

notte. Fonti palestinesi<br />

hanno confermato che sono<br />

stati rimossi i blocchi militari eretti all’ingresso<br />

delle principali strade e attorno<br />

alle quattro principali città della Striscia.<br />

Sono stati inoltre riaperti i valichi<br />

verso Israele, eccetto quello di Erez, e<br />

verso l’Egitto. Stamane inoltre l'aeroporto<br />

di Gaza è rientrato in funzione dopo<br />

una chiusura di alcuni giorni.<br />

Le violenze però non si sono placate.<br />

Ieri a Gaza, nei pressi dell’insediamento<br />

di Nezarim, è stato rinvenuto il corpo<br />

crivellato di pallottole di un palestinese<br />

di 37 anni, Walid Al Ewadi. Centinaia di<br />

persone hanno partecipato al funerale<br />

fra grida di vendetta contro i coloni e i<br />

soldati israeliani.<br />

Brasile: asilo politico a un profugo africano gettato in mare<br />

mente violati», ha dichiarato Elizabeth<br />

Sussekind, Segretaria generale del Ministero<br />

della giustizia di Brasilia, commentando<br />

con la stampa mercoledì la concessione<br />

del diritto d'asilo al giovane sierraleonese.<br />

Il ragazzo africano era stato abbandonato<br />

all’inizio del mese ad un centinaio di<br />

chilometri dalla costa brasiliana da una<br />

nave tuttora non identificata, se non ap-<br />

JUGOSLAVIA Incontro a Belgrado tra Kostunica, Djiukanovic e Djindjic<br />

Serbia e Montenegro discutono<br />

del futuro assetto della Federazione<br />

STATI UNITI Tagli all'erogazione per la prima volta dalla Seconda Guerra Mondiale<br />

California: un milione di persone senza elettricità<br />

in conseguenza della «deregulation» del settore<br />

WASHINGTON, 18.<br />

In California sono stati attuati ieri,<br />

per la prima volta dalla fine del secondo<br />

conflitto mondiale, tagli controllati di<br />

erogazione della corrente elettrica per<br />

risparmiare energia. La crisi energetica<br />

è una conseguenza degli scompensi causati<br />

dalla «deregulation» del settore. Le<br />

riserve di energia della California sono<br />

ridotte ai mimini termini e le due grandi<br />

società che alimentano lo Stato, la Southern<br />

California Edison e la Pacific Gas<br />

and Electric, così come le società da loro<br />

controllate, fronteggiano il rischio<br />

George W. Bush giunto a Washington<br />

per la cerimonia d'insediamento<br />

WASHINGTON, 18.<br />

Il Presidente eletto degli Stati Uniti, George W. Bush, è giunto a Washington<br />

nel tardo pomeriggio di ieri. Sabato 20, nel corso della cerimonia di insediamento,<br />

Bush presterà giuramento assumendo ufficialmente la carica di<br />

Capo dello Stato. Nelle varie commissioni del Senato Usa, continuano intanto<br />

le audizioni ai componenti del nuovo Gabinetto. Ieri è stata la volta tra gli altri<br />

del Ministro della giustizia designato, John Ashcroft, e di Colin Powell, indicato<br />

da Bush come futuro Segretario di Stato. Powell, davanti alla Commissione<br />

esteri, ha delineato — secondo quanto segnala l'agenzia «Ansa» — i<br />

principi di base della politica estera della nuova amministrazione, imperniata<br />

su una maggiore cautela nell’impegno di truppe statunitensi in missioni fuori<br />

dai confini nazionali. «Non vogliamo chiuderci nella fortezza del protezionismo<br />

o dell’isolamento — ha dichiarato — ma il nostro impegno deve essere<br />

dettato dall’interesse nazionale e non da reazioni istintive a crisi improvvise».<br />

Powell ha anche annunciato il riesame della presenza Usa in Bosnia ed Erzegovina<br />

e in Kosovo, «con la speranza di ridurre il nostro livello di forze in<br />

coordinamento con i nostri alleati».<br />

parte alla cerimonia di insediamento del<br />

nuovo Presidente americano, George W.<br />

Bush. Lo ha detto oggi, sempre all’agenzia<br />

«Interfax», Ghenrikh Padva, uno degli<br />

avvocati di Pavel Borodin.<br />

L'arresto a New York di Borodin è<br />

«uno scandalo diplomatico» e «un gesto<br />

non amichevole da parte degli Stati Uniti<br />

nei confronti della Russia». È questo il<br />

primo commento del Presidente bielorusso,<br />

Alexandr Lukashenko, al fermo<br />

del Segretario di Stato dell'Unione russo-bielorussa<br />

che ha un passaporto diplomatico.<br />

Gli avvocati di Borodin hanno<br />

però detto che il loro assistito ha esibito<br />

a New York il suo passaporto ordinario.<br />

Intanto, è a Mosca il Commissario europeo<br />

per le relazioni esterne, Chris Patten,<br />

che avrà colloqui con le autorità del<br />

Cremlino sul modo di sviluppare le relazioni<br />

Ue-Russia nell'ambito dell'Accordo<br />

di partnership e cooperazione (Pca).<br />

Verranno affrontate fra l'altro anche le<br />

priorità per il 2001 del programma di<br />

aiuto «Tacis», la cooperazione internazionale<br />

nei Balcani, in Medio Oriente e<br />

nel Caucaso, il dialogo tra Unione Europea<br />

e Russia in tema di energia e la sicurezza<br />

nucleare.<br />

BELGRADO, 18.<br />

Sul futuro della Repubblica Federale<br />

di Jugoslavia (Serbia e Montenegro) le<br />

posizioni e le aspettative delle autorità<br />

serbe e jugoslave restano lontane da<br />

quelle della dirigenza montenegrina, come<br />

ha confermato l'incontro durato due<br />

ore ieri sera a Belgrado tra il Presidente<br />

federale jugoslavo Vojslav Kostunica, il<br />

Presidente montenegrino Milo Djiukanovic<br />

e il Primo Ministro designato della<br />

Serbia, Zoran Djindjic, uno dei principali<br />

leader dell'«Opposizione democratica<br />

serba» (Dos), la coalizione che ha vinto<br />

Spazio: rinviato il lancio<br />

del razzo-guida<br />

per la distruzione della Mir<br />

punto come battente bandiera greca, e<br />

sulla quale si era imbarcato clandestinamente<br />

a Città del Capo con l'intenzione di<br />

raggiungere gli Stati Uniti. I tre compagni<br />

di Corleoma, anch'essi adolescenti, sono<br />

stati dati per dispersi e non ci sono speranze<br />

che possano essere sopravvissuti.<br />

«Il Brasile è più che un paradiso per<br />

me, chissà che adesso non riesca a realizzare<br />

il mio sogno di diventare giocatore<br />

Kosovo: Mosca chiede di rivedere<br />

gli accordi sulla presenza internazionale<br />

MOSCA, 18.<br />

La Russia ritiene che l’accordo sulla presenza nel Kosovo della Kfor, la forza<br />

multinazionale sotto comando Nato dispiegata per mandato delle Nazioni<br />

Unite, debba essere rivisto alla luce delle mutate condizioni nella regione. Lo<br />

ha detto ieri il Ministro degli esteri russo Igor Ivanov al termine di un colloquio<br />

a Mosca con il suo omologo jugoslavo Goran Svilanovic i cui termini sono<br />

stati riferiti dall’agenzia di stampa Itar-Tass. «L’accordo tecnico-militare<br />

con la Nato non favorisce la soluzione dei problemi attuali», ha detto Ivanov,<br />

sottolineando che esso fu firmato dal Governo di Belgrado solo con l’Alleanza<br />

atlantica, mentre oggi fanno parte della forza multinazionale anche forze di<br />

Paesi esterni alla Nato, compresa la Russia stessa. L’accordo al quale ha fatto<br />

riferimento Ivanov è quello che autorizzò l’ingresso della Kfor nel Kosovo in<br />

sostituzione delle forze jugoslave ritirate in Serbia. Da parte sua Svilanovic ha<br />

sostenuto che la zona smilitarizzata a ridosso del Kosovo «può essere limitata<br />

tenendo conto delle trasformazioni democratiche in Jugoslavia».<br />

della bancarotta. La Southern California<br />

Edison aveva deciso martedì di sospendere<br />

temporaneamente i pagamenti dei<br />

debiti per risparmiare denaro e continuare<br />

così ad erogare servizi. Tale scelta<br />

di sospendere il pagamento di almeno<br />

596 milioni di dollari ai creditori, ha fatto<br />

precipitare le quotazioni delle società,<br />

che vengono ora giudicate al limite dell’insolvenza.<br />

Il Governatore della California Gray<br />

Davies ha decretato lo stato di emergenza<br />

nello Stato a causa della crisi energetica<br />

che ha privato un milione di perso-<br />

MOSCA, 18.<br />

È stato rinviato stamane per un’avaria<br />

sulla Mir il lancio del traghetto spaziale<br />

russo che avrebbe dovuto portare<br />

alla stazione il carburante per il suo<br />

rientro sulla Terra il 6 marzo prossimo.<br />

Durante il ritorno è previsto che la Mir<br />

si distrugga al contatto con l'atmosfera.<br />

Il cargo, con a bordo 2.5 tonnellate di<br />

carburante, sarebbe dovuto partire dal<br />

cosmodromo di Baikonur, nel Kazakhstan,<br />

alle ore 7.56 italiane, ma sei ore<br />

prima del lancio è stato deciso il rinvio<br />

al 21 o al 24 gennaio.<br />

L'avaria sulla Mir riguarda un calo<br />

della tensione elettrica che ha fermato<br />

alcuni stabilizzatori della stazione, hanno<br />

detto i responsabili del lancio all’agenzia<br />

di stampa russa «Itar-Tass». Il<br />

problema è dovuto alla mancanza di<br />

energia in alcune batterie che saranno<br />

ricaricate nelle prossime ore. Dopo la rimessa<br />

in funzione degli stabilizzatori, sarà<br />

decisa con esattezza la data del lancio<br />

del traghetto. I responsabili escludono<br />

per ora l’invio sulla Mir di un equipaggio<br />

in quanto l’emergenza può essere<br />

superata da terra.<br />

A seguito del rinvio odierno l’«affondamento»,<br />

previsto per il 6 marzo prossimo,<br />

potrebbe subire dei ritardi.<br />

in dicembre le elezioni politiche in Serbia,<br />

dopo aver portato in settembre Kostunica<br />

alla Presidenza federale ed aver<br />

ottenuto la maggioranza dei seggi nel<br />

Parlamento federale.<br />

Proprio Djindjic, al termine del colloquio<br />

di ieri sera, ha definito «profonde»<br />

le divergenze esistenti tra Podgorica e<br />

Belgrado circa l’avvenire della Jugoslavia:<br />

«Siamo arrivati al punto di constatare<br />

che esistono profonde divergenze sul<br />

futuro dell’unione, se questa cioè sarà<br />

un solo Paese riconosciuto internazionalmente<br />

o l’unione di due Paesi indipen-<br />

ne dell’energia elettrica, in particolare<br />

nella regione di San Francisco. Davies<br />

ha chiesto alle autorità locali delle zone<br />

colpite dall’emergenza energetica di acquistare<br />

elettricità per consentire alla<br />

California di essere sufficientemente rifornita<br />

per i prossimi otto o dieci giorni<br />

mentre la sua amministrazione cercherà<br />

di risolvere la crisi. Davies ha aggiunto<br />

che la California dispone soltanto del 45<br />

per cento dell’energia di cui avrebbe bisogno<br />

per un solo giorno di attività.<br />

Con le riserve di energia ridotte ai minimi<br />

termini e con le condizioni meteorologiche<br />

che hanno contributo a peggiorare<br />

la situazione, le autorità politiche<br />

della California hanno dovuto innalzare<br />

fino al massimo livello l’allerta<br />

energetica: Martedì si era passati al livello<br />

di «allerta tre», il più alto previsto<br />

per le crisi energetiche. Nonostante i<br />

numerosi appelli a contenere i consumi,<br />

la situazione è ulteriormente peggiorata<br />

e ieri le autorità hanno dato il via per la<br />

prima volta ai black-out controllati che<br />

hanno riguardato in questa prima fase<br />

circa un milione di persone e che sono<br />

durati da un’ora a 90 minuti.<br />

I black-out sono stati comunque interrotti<br />

in serata. Patrick Dorinson, portavoce<br />

della California Independent<br />

System Operator, l’agenzia che gestisce<br />

gran parte della rete di distribuzione<br />

della corrente elettrica dello Stato, ha<br />

attribuito la decisione all’arrivo di forniture<br />

d’emergenza dal Canada. Il portavoce<br />

non ha escluso però di ripristinare<br />

i black-out a rotazione, che hanno interessato<br />

a turno quartieri interi in molte<br />

città dello Stato, qualora la situazione lo<br />

richieda.<br />

Wto: necessaria<br />

un'altra tornata di trattative<br />

per l'ingresso della Cina<br />

GINEVRA, 18.<br />

Ulteriori trattative sono necessarie per<br />

l’ingresso della Cina nell’Organizzazione<br />

mondiale del commercio (Wto). Lo hanno<br />

annunciato ieri sera a Ginevra alcuni<br />

membri della delegazione di Pechino,<br />

precisando che l'accordo appare vicino.<br />

La Cina attende da 14 anni l'ingresso<br />

nella Wto e riponeva molte speranze<br />

nella sessione negoziale cominciata il 10<br />

gennaio scorso e conclusasi ieri. Pechino<br />

resta fiduciosa per una prossima adesione<br />

all'Organizzazione, ha tuttavia affermato<br />

il Capo della delegazione cinese,<br />

Long Yongtu.<br />

«Due settori restano aperti, l’agricoltura<br />

e i servizi», ha sottolineato il Presidente<br />

del gruppo di lavoro Paul-Henri<br />

Ravier, secondo il quale sono ora necessarie<br />

decisioni politiche ad alto livello.<br />

La settimana scorsa Long Yongtu aveva<br />

espresso rammarico per i tentativi<br />

degli Stati Uniti e del Gruppo di Cairns<br />

di limitare i sussidi agricoli della Cina.<br />

Ieri Long Yongtu ha ribadito la necessità<br />

per Pechino di aiutare i circa novecento<br />

milioni di agricoltori del Paese. La<br />

Cina, ha detto, resta un Paese in via di<br />

sviluppo la cui stabilità «è in gioco».<br />

di una squadra di calcio professionistica»,<br />

ha detto raggiante il giovane africano sopravvissuto<br />

all'ultima e terrificante vicenda<br />

della sua breve esistenza già segnata<br />

da violenze terribili: suo padre e il fratello<br />

erano stati uccisi undici anni fa nella<br />

guerra civile che insanguina la Sierra<br />

Leone. Gofu Felix Corleoma, all'epoca ancora<br />

un bambino, si era rifugiato con la<br />

madre prima in Liberia e poi in Sud Africa,<br />

da dove aveva cercato, come detto, di<br />

raggiungere l'America.<br />

denti», ha detto Djindjic alla stampa. «È<br />

comunque importante — ha aggiunto<br />

Djindjic — che il dialogo continui, che<br />

la soluzione scelta sia democratica e<br />

tenga conto della grande instabilità della<br />

regione».<br />

Alla necessità di tenere nel massimo<br />

conto «la stabilità del Paese e della regione»<br />

ha fatto riferimento anche un comunicato<br />

diffuso dall'ufficio di Kostunica<br />

nel quale si sostiene altresì che i tre<br />

interlocutori hanno convenuto di «cercare<br />

una soluzione in un’atmosfera di tolleranza».<br />

Djiukanovic si è rifiutato da<br />

parte sua di fare dichiarazioni dopo l’incontro.<br />

Come noto, la Presidenza federale<br />

jugoslava ha respinto a fine dicembre<br />

una proposta avanzata dal Governo<br />

del Montenegro di trasformare l’attuale<br />

Federazione nell’unione di due Stati indipendenti,<br />

con due diversi seggi alle<br />

Nazioni Unite.<br />

Sulla questione dei rapporti con la<br />

Serbia il Governo montenegrino è entrato<br />

in crisi, soprattutto dopo la svolta determinata<br />

dalle elezioni federali dello<br />

scorso settembre che fecero segnare il<br />

successo di Kostunica , elezioni disertate<br />

dalle forze politiche montenegrine che<br />

appoggiano Djiukanovic e che non hanno<br />

ora di conseguenza propri rappresentanti<br />

nel Parlamento federale. Gran parte<br />

degli osservatori interni ed internazionali<br />

ritengono probabile in Montenegro<br />

il ricorso a elezioni anticipate, mentre<br />

Djukanovic insiste comunque per la convocazione<br />

in primavera di un referendum<br />

sulla indipendenza.<br />

Colombia: un altro<br />

massacro di contadini<br />

BOGOTÁ — Un commando di una<br />

quarantina di uomini, quasi certamente<br />

appartenenti agli «squadroni<br />

della morte» paramilitari agli ordini<br />

di Carlos Castano, hanno massacrato<br />

venticinque contadini in<br />

Colombia, nello Stato settentrionale<br />

di Sucre. Lo hanno reso noto<br />

fonti dell’esercito, specificando che<br />

la strage è avvenuta mercoledì.<br />

Con questa nuova operazione le<br />

forze paramilitari, conosciute come<br />

Autodifese unite della Colombia<br />

(Auc), hanno già ucciso quest’anno<br />

non meno di 90 persone. Il colonnello<br />

Luis Parra, comandante della<br />

prima brigata dell’esercito colombiano,<br />

di stanza a Cartagena, ha<br />

indicato che sono in corso combattimenti<br />

che impegnano Forze regolari<br />

e i gruppi paramilitari nella zona<br />

di Ovejas, oltre 400 chilometri a<br />

nord di Bogotá.<br />

Perú: undici candidati<br />

alle presidenziali<br />

LIMA — Il Tribunale nazionale<br />

elettorale peruviano (Jne) ha ridotto<br />

mercoledì da 17 ad undici i candidati<br />

per le elezioni presidenziali<br />

previste per il prossimo 8 aprile.<br />

Sei «ticket» sono stati scartati per<br />

non aver ottenuto il numero di firme<br />

previste dalla legge. Secondo i<br />

più recenti sondaggi, favorito per<br />

la corsa alla massima carica dello<br />

stato è Alejandro Toledo (Perù<br />

possibile), con il 34 per cento dei<br />

consensi, seguito da Lourdes Flores<br />

Nano (Alleanza Unità popolare)<br />

con il 12, e da Fernando Olivera<br />

(Fronte indipendente moralizzatore)<br />

e l'ex Presidente Alan Garcia<br />

(Apra) con il 5-6 per cento.<br />

Yemen: sequestrato<br />

un tecnico tedesco<br />

SAN'A — Un tecnico petrolifero tedesco<br />

è stato sequestrato mercoledì<br />

da ignoti nella regione di Shabwa,<br />

a 300 km ad Est di San'a, capitale<br />

dello Yemen, secondo un dirigente<br />

della polizia locale citato<br />

dall’agenzia «France Presse». Il dirigente<br />

della polizia ha specificato<br />

che il tecnico sequestrato si chiama<br />

Luther Seilenberg e lavora per<br />

l’azienda tedesca «Preusag». È<br />

questo il primo sequestro di uno<br />

straniero compiuto quest’anno nello<br />

Yemen. Le tribù di questo paese<br />

sono solite sequestrare stranieri,<br />

soprattutto occidentali, per esercitare<br />

pressioni sul loro Governo affinché<br />

dia soddisfazione alle loro<br />

richieste materiali.<br />

Olanda: esplosione<br />

nell'aeroporto Schiphol<br />

L'AJA — Un’esplosione avvenuta<br />

giovedì mattina all’aeroporto Schiphol<br />

di Amsterdam, pur senza avere<br />

fortunatamente conseguenze<br />

per le persone, ha costretto a far<br />

sgomberare gran parte dello scalo<br />

aereo e l'annessa stazione ferroviaria<br />

ed ha provocato ritardi nel<br />

traffico. Lo ha detto una portavoce<br />

della società che gestisce le strutture<br />

aeroportuali, specificando che<br />

per il momento si ignorano le cause<br />

dell’esplosione, verificatasi in<br />

un bagno del settore arrivi


ERZA T PAGINA .<br />

PAGINA<br />

3 .<br />

Ricordo di Geno Pampaloni<br />

Un critico attento<br />

alla «filigrana» morale<br />

CLAUDIO TOSCANI<br />

In una delle ultime pagine della Storia<br />

della letteratura italiana curata a<br />

suo tempo da Emilio Cecchi e Natalino<br />

Sapegno, c'è un veloce riguardo alla più<br />

recente critica militante, quella, per intenderci,<br />

esercitata a caldo, sugli spalti<br />

della più bruciante contemporaneità degli<br />

eventi letterari.<br />

Più arduo, dice all'incirca il brano, è<br />

precisare i legami con il più mutevole<br />

sfondo delle vicende culturali dell'ultimo<br />

cinquantennio dei molti articolisti e saggisti<br />

impegnati nelle vicende del gusto<br />

contemporaneo e la cui attività si svolge<br />

essenzialmente nelle riviste e nei quotidiani.<br />

Ed ecco, fra i pochissimi ritenuti degni<br />

di citazione, il nome di Geno Pampaloni,<br />

appassionato cronista, oculato<br />

registratore di fatti, informatissimo bibliografo,<br />

preparato e fine, sensibile e<br />

spesso avvincente, d'una sola cosa rimproverabile,<br />

di non aver mai raccolto organicamente<br />

i suoi più significativi interventi,<br />

i suoi più penetranti rilievi.<br />

Salvo pochissimi titoli, così è stato fino<br />

alla fine.<br />

* * *<br />

Nato a Roma nel '18, Pampaloni ha la<br />

più parca «fedina» editoriale che si conosca<br />

fra quelle dei vari intellettuali<br />

operanti nel nostro secondo Novecento.<br />

Attivo fin dal 1935 in periodici o giornali,<br />

solo nel 1980 Pampaloni pubblica il<br />

suo primo libro, di natura per altro non<br />

letteraria, ma chiaro omaggio alla vita e<br />

all'opera di un illuminato mecenate della<br />

cultura italiana (Adriano Olivetti:<br />

un'idea di democrazia).<br />

Ma il suo titolo di più precipua e<br />

omogenea analisi critica, resta a tutt'oggi<br />

quel Trent'anni con Cesare Pavese<br />

(del 1981), libro di testimoniante solidarietà<br />

intellettuale e morale con uno<br />

scrittore che per decenni suscitò grandi<br />

passioni e grandi discussioni, ultimo<br />

umanista e ultimo razionalista al tempo<br />

stesso, contraddittoria figura d'uomo<br />

aperto, vigile, sollecito, tanto quanto in<br />

crisi, assediato da «religiosa» infelicità,<br />

da esistenziale insufficienza, da sacrificato<br />

moralismo.<br />

Pampaloni è già qui il ritratto dell'operatore<br />

informativo e giudicante dal<br />

perfetto sigillo di lealtà, che dalle vaste<br />

ragioni umane del suo oggetto di studio<br />

sa cogliere anche il sentimento della serietà<br />

della vita, anche la filigrana morale,<br />

oltre alla più o meno valida dimostrazione<br />

di esteticità.<br />

Inaspettatamente Pampaloni dà nell'83<br />

alle stampe un lavoro narrativo. Si<br />

tratta di Buono come il pane, memorie<br />

di giovinezza e di morte, prosa letteraria<br />

di qualità centrata su piccoli cespiti ispirativi<br />

(un amico, due piccoli cani, un<br />

gatto, cose minime e oscure, ricordi),<br />

come è da sempre nelle regole della bella<br />

scrittura, della scrittura d'arte, che<br />

qui non si concretizza comunque nella<br />

sola epifania musicale della pagina, ma<br />

anche nella grazia sofferta e nel pathos<br />

gentile del racconto, in uno stile struggente<br />

ma non retorico.<br />

A questo punto Pampaloni è già un<br />

affermato pontifex della nostra critica<br />

che, oltre alla giornaliera milizia recensistica,<br />

sistematizza in interventi più approfonditi,<br />

alcune nostre grandi figure<br />

letterarie come Cecchi, Svevo, Alvaro,<br />

Brancati, Movetti, Silone, Vittorini, Noventa<br />

ed altre. In più lavora come collaboratore<br />

editoriale (presso Vallecchi ed<br />

Edipem, soprattutto) riuscendo a far<br />

pubblicare testi di Bo, di Bilenchi, della<br />

Ortese, di Landolfi e di alcuni stranieri,<br />

come Roth e la Arendt.<br />

* * *<br />

Dotato di esemplare discrezione (tentiamo<br />

qui, al caso, una formula che gli<br />

sarebbe forse giunta gradita, di orgoglio<br />

della modestia), Pampaloni sente il «dovere»<br />

più che il «piacere» del testo, intendendosi<br />

con ciò la sua effettiva e morale<br />

necessità nel mondo. Il suo commento<br />

da prima linea (come s'è detto<br />

Pampaloni era di quelli che scrivono su<br />

un libro appena questi varca la porta<br />

dell'editore verso la sua fruizione, verso<br />

il suo «consumo»), non è stato mai assimilabile<br />

a quello dei non pochi analisti<br />

dallo stagionale (se non ebdomadario)<br />

svenimento davanti a un qualche capolavoro.<br />

Pampaloni manteneva la capacità di<br />

stupirsi, onestamente, non certo a comando,<br />

né su sollecitazione, e se è vero<br />

che non era incline alla stroncatura palese<br />

e frontale (chi lo ha fatto, o lo fa,<br />

lascia evidenti segni di ragioni ideologiche<br />

e quasi mai letterarie), non si esimeva<br />

dal far capire l'inutilità ontologica di<br />

certi libri o romanzi, con l'agrodolce<br />

gentilezza che lo caratterizzava anche<br />

nel dialogo. Cercava più spesso l'assoluto<br />

della vita nelle minori e minuscole<br />

contingenze della letteratura, narrativa e<br />

poetica che fosse, scovando verità, grazie,<br />

peccati, idee nelle più riposte pieghe<br />

dei testi.<br />

«...per insignificante che sia, questo è<br />

un libro di buona fede letteraria, nato ri-<br />

ga per riga nel segno della letteratura»:<br />

così Pampaloni scrisse in appendice a<br />

Fedele alle amicizie (dell'84), altro bel<br />

titolo, fra i pochi suoi, per i suoi pochi<br />

volumi. Testo di singolare eleganza e di<br />

«involontaria» creatività, questo lavoro<br />

contiene un memoriale su sessant'anni<br />

di vita italiana (1923-1983), dall'avvento<br />

del fascismo alla barbara uccisione di<br />

Moro (ma da fascismo a fascismo può<br />

ben dirsi, se dai tempi in cui la nazione<br />

era insidiata, surrogata e sopraffatta dalla<br />

ideologica faziosità del regime «nero»,<br />

allo ieri terroristico in cui qualcosa di<br />

essenziale si incrinò).<br />

Ecco: Pampaloni ha percorso questa<br />

parabola, o arco di fuga di una traiettoria<br />

che non ci è mai stata così oscura e<br />

temibile come in quei tempi in cui l'animo<br />

non seppe capacitarsi d'altro se non<br />

della minima, residuata umanità riassunta<br />

nel titolo, la fedeltà alle amicizie, non<br />

quelle opportunistiche, dai fertili incroci<br />

di favori, ma quelle che venivano richiamandosi<br />

ai valori di una irriducibile e<br />

generativa entità di affetti, di emozioni,<br />

di memorie, di cultura, di vibrazioni intellettuali,<br />

di primaria religiosità.<br />

Fedele alle amicizie, dunque, come<br />

una sorta di poetica dello spirito e, a un<br />

tempo, archivio di ricordi, giudizi, ritratti,<br />

ambienti, quadri d'epoca, episodi<br />

di guerra e di dopoguerra.<br />

In pagine che, volta a volta, raccontavano<br />

di storie private, scattavano istantanee<br />

sociali, descrivevano personaggi<br />

dell'industria, della politica, della letteratura,<br />

dipingevano scene di massa, suscitavano<br />

cordiali soprassalti di vita familiare,<br />

animavano bozzetti.<br />

E l'intenzione rimaneva quella di stabilire<br />

un'intima rispondenza tra fatti accaduti<br />

da decenni e situazioni o idee del<br />

dopo, in una continuità di tessuto dialettico<br />

(da etico, a morale, a religioso, ma<br />

anche, da cronologico a storico, metastorico).<br />

Ogni volta, insomma, Pampaloni,<br />

da «provinciale europeo» in un'Italia<br />

diventata «ecumenico» ma impersonale<br />

ricetto di sintomi e di segnali, attingeva<br />

alla memoria perché solo ruminando la<br />

tradizione poteva disporsi a digerire il<br />

futuro, lui, uno dei pochi intellettuali<br />

del nostro tempo che sempre aveva saputo<br />

insinuarsi nell'appiattimento generaledei<br />

principi e dei valori nel tentativo<br />

di ridar loro consistenza e spessore, di<br />

mantenerli sul filo della comunicatività.<br />

* * *<br />

Nel suo esiguo carnet Pampaloni vanta<br />

ancora due titoli, recentissimi, di cui<br />

il pubblico, anche per il voluto silenzio<br />

dell'interessato, non s'è quasi accorto:<br />

Bonus Malus e I giorni in fuga (entrambi<br />

del '94). Il primo, ulteriore esempio<br />

di narrazione dal taglio memorativo;<br />

il secondo, ulteriore cammino autobiografico<br />

lungo strade di storia patria e familiare.<br />

È stato così, che muovendosi tra i libri<br />

e la vita, tra metafore e ideologie,<br />

idee e prassi, invenzione e destino, storie<br />

e stili, Pampaloni ha impersonato<br />

uno degli ultimi simboli della critica come<br />

quotidiana ricerca di accettabili<br />

creazioni letterarie, per il tramite di una<br />

duttile onestà, di linguaggio, di un agile,<br />

alto, nobile pensiero, solidamente illuminato<br />

da cristiane ragioni, da nitide evidenze<br />

morali.<br />

Sopra la salsa sciapa della cronaca<br />

editoriale spacciata per critica, sopra la<br />

claque degli ottimisti proliferata all'ombra<br />

dell'industria della cultura, sopra<br />

quel mondo cartaceo ormai troppo divulgato<br />

da un giornalismo letterario che<br />

non ha idee e ciononostante le esprime,<br />

sopra il materialismo storico e il dionisiaco<br />

decostruzionismo delle avanguardie<br />

dagli agguati culturali e dagli eterocliti<br />

tentoni sperimentali, Geno Pampaloni<br />

fu ancora di quelli che, con felice<br />

fierezza, non si accontentarono delle sole<br />

ragioni del presente, ma che respinsero<br />

la critica come canonizzazione dei<br />

contemporanei, senza farne né un tribunale,<br />

né un semaforo perennemente rosso,<br />

né un codice di polizia.<br />

Nel novembre '98, in occasione dei<br />

suoi ottant'anni, mentre presentava il<br />

suo ultimo libro, Sul ponte tra Novecento<br />

e Duemila, (riproposta di suoi articoli<br />

tra il 1947 e il 1953), si rabbuiò quando<br />

gli chiesero l'attuale onestà dei critici.<br />

Ricordando d'essere stato allievo dei<br />

grandi Attilio Momigliano e Luigi Russo,<br />

amico di Debenedetti, di Cecchi e di Folena,<br />

osservava che la critica disinteressata<br />

oggi non esiste più. Che della moralità<br />

professionale dei critici d'oggi dubitava<br />

forte. Che la felicità è la buona coscienza.<br />

Parole dolorose, ma per le quali,<br />

proprio per questo, si sa a chi dire<br />

grazie.<br />

Sotto l'egida etica ed estetica di Renato<br />

Serra, Pampaloni fece della sua dignità<br />

di lettore di prima istanza una bandiera<br />

dalla signorile indulgenza tanto<br />

quanto dall'intransigente equanimità. Né<br />

retore né rettore, è stato uno degli ultimi<br />

a vedere nei testi altrui i lasciti, gli<br />

invenimenti, le invenzioni, le intuizioni,<br />

la cultura, la storia, la forma. Ma, quel<br />

che più conta, la presenza o meno di<br />

una sostanza morale.<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Venerdì 19 Gennaio 2001<br />

Olivo Barbieri<br />

«La Fincantieri<br />

a Marghera»<br />

Lewis Baltz<br />

«Venezia»<br />

In un volume fotografico documentate le trasformazioni del territorio veneziano<br />

Il paesaggio inteso come esperienza visiva<br />

che coinvolge il sentimento e l'intelletto<br />

GIUSEPPE COSTA<br />

Con la pubblicazione di «Identificazione di un paesaggio»<br />

a cura di Sandro Mescola per la Silvana Editoriale<br />

(Milano, 2000) si è concluso un interessante<br />

progetto mirante a documentare con la fotografia le<br />

trasformazioni del territorio di Venezia e Mestre. Il<br />

progetto aveva già visto nel 1997 la pubblicazione di<br />

un primo volume «Venezia-Mestre» per le Edizioni<br />

Charta di Milano con testi del compianto Paolo Costantini<br />

ispiratore e coordinatore dell'iniziativa assieme<br />

a Fulvio Orsenigo e Alessandra Chemollo.<br />

Se quest'ultimo volume aveva pubblicato la produ-<br />

zione di 15 artisti italiani, quello più recente<br />

dà spazio a 12 obiettivi internazionali. Il progetto<br />

nel suo insieme ci offre non soltanto un<br />

quadro-visione complessivo del territorio suddetto<br />

ma anche dell'evoluzione in atto all'interno<br />

della stessa fotografia di paesaggio a livello<br />

italiano e internazionale.<br />

Ci troviamo in entrambi i casi di fronte<br />

una fotografia che interroga se stessa alla ricerca<br />

non soltanto di immagini da catturare<br />

ma di un linguaggio capace di rivelare il nesso<br />

delle cose e il significato profondo di una<br />

relazione. Non più quindi la foto-cartolina<br />

ma come scrive Sandro Mescola, un paesaggio<br />

inteso come esperienza visiva coinvolgente,<br />

emotiva e sentimentale, anche intellettuale.<br />

Il fotografo di queste immagini si rivela<br />

vero «detective» del genius loci per ricordare<br />

la celebre espressione di Benjamin. Si tratta<br />

di una visione per dirla con Paul Virilio «paragonabile<br />

al terreno di scavi dell'archeologo.<br />

Vedere è essere appostati, in attesa di ciò che<br />

deve sorgere dal fondo, senza nome, di ciò<br />

che non presenta nessun interesse».<br />

Lo stesso Paolo Costantini con riferimento ai quindici<br />

fotografi presentati fra i quali ricordiamo Olivo<br />

Barbieri, Gabriele Basilico, Giovanni Chiaramonte,<br />

Guido Guidi e Mimmo Jodice, sottolinea che a partire<br />

dalla insofferenza mostrata da Luigi Ghirri verso il ristretto<br />

ambiente della fotografia italiana è in atto una<br />

trasformazione tesa a formare nuovi paesaggi spirituali<br />

più che a ripetere vecchi stereotipi.<br />

«Il binomio Venezia-Marghera — scrive Costantini<br />

— con le straordinarie tensioni fra natura, artificio e<br />

storia che vi sono presenti ha forzato una liberazione<br />

dello sguardo, attento alla molteplicità e alla coesistenza<br />

delle differenze, e capace di rovesciare gerarchie<br />

e luoghi comuni per contribuire al tentativo di<br />

descrizione e decifrazione di profondi mutamenti:<br />

quelli avvenuti (e che hanno portato alla configura-<br />

Olî e disegni di Virgilio Guzzi esposti all'Accademia di San Luca a Roma<br />

Una pittura tonale rigorosa nello studio del colore<br />

CLOTILDE PATERNOSTRO<br />

Figura poliedrica e complessa, Virgilio<br />

Guzzi (Molfetta, Bari 1902 - Roma 1978)<br />

storico dell'arte, critico e pittore, è presentato<br />

in quest'ultima veste all'Accademia<br />

Nazionale di san Luca in Roma con<br />

una notevole rassegna di olii e disegni<br />

(sino al 20 gennaio) curata dal figlio Domenico,<br />

mostra ampia che dal 1920 va<br />

sino alla seconda metà degli Anni Settanta<br />

(Autoritratto, 1922 - Rissa, 1978).<br />

Una mostra intesa quale lettura della<br />

personalità dell'artista e lettura dell'evoluzione<br />

plastica del Novecento della quale<br />

Guzzi fu interprete e testimone insieme.<br />

Pittura del XX secolo e pittura romana<br />

soprattutto, avendo partecipato,<br />

Guzzi, ai movimenti artistici di maggior<br />

rilievo verificatisi nel tempo: Valori Plastici,<br />

Novecento, Scuola Romana. Un<br />

«naturalismo evocato» questo di Guzzi;<br />

la visione del vero e in senso classicista<br />

è il linguaggio del pittore sin agli Anni<br />

Trenta. Una pittura tonale rigorosa nello<br />

studio del colore, formalmente corretta,<br />

una situazione figurata nella «scena»<br />

ben costruita, dimostrazione quasi di<br />

una tesi, il famoso quadro Natura.<br />

Ma Natura in special modo, il quadro<br />

dal «silenzio estatico» (Bellonzi): madre<br />

e bambino, figure luminose e levigate<br />

sono nella campagna resa nella delicata<br />

forma delle piante dei colori miscelati<br />

con sapienza; una fissità, un trasognato<br />

immobilismo si palesano, motivi propri<br />

dei Valori Plastici che perduravano, in<br />

realtà, dagli anni Venti.<br />

Fino al 1930 dunque la pittura di Guzzi<br />

seguì la corrente classicista da tanti<br />

esperita; fu la maniera più sentita forse<br />

dal pittore, quella corrispondente ad un<br />

intimo sentire aristocratico, distaccato,<br />

tutto sovratono; successivamente la forma<br />

si arricchì di quella pennellata fluida<br />

e irruente caratterizzante la Scuola Romana<br />

(1928 ca.) La Scuola Romana del-<br />

Frank Gohlke<br />

«Paesaggio<br />

industriale»<br />

zione attuale del paesaggio alle porte di Venezia) e<br />

quelli che si annunciano ora sulla soglia».<br />

Del resto lo spessore degli artisti catalogati è notevole.<br />

Per tutti basta ricordare Basilico e Chiaramonte:<br />

il primo, Gabriele Basilico è sin dall'infanzia un frequentatore<br />

dell'area veneziana e vede in Marghera sì<br />

un luogo misterioso e indecifrabile ma anche una zona<br />

franca facente parte di un unico grande progetto<br />

coerente e in divenire che dà identità a diversi territori;<br />

mentre il secondo, Giovanni Chiaramonte, da sempre<br />

aduso alle rive e alle spiagge marine — ricordiamo<br />

«Terra di ritorno» e «Ai confini del mare» —, con<br />

la sua ombra-luce «ama vedere Venezia come il rifu-<br />

gio delle domande più dolorose, il luogo dove i desideri<br />

inesauditi del cuore, che la luce nell'attività del<br />

giorno gettava nell'ombra ai margini estremi della coscienza,<br />

potevano finalmente emergere e prendere<br />

corpo».<br />

Anche se il paesaggio ha sempre caratterizzato la<br />

fotografia — si pensi all'intuizione ottocentesca di Timothy<br />

O'Sullivan nel considerare la natura come architettura<br />

— è tuttavia con Walker Evans e Robert<br />

Frank che esso incomincia a diventare documento.<br />

Questa eredità verrà quindi accolta negli Anni Sessanta<br />

da Ruscha in «Twenty-six Gasoline Stations»<br />

(1962), da John Szarkowski, direttore del dipartimento<br />

di fotografia del MoMA di New York attraverso varie<br />

mostre negli Anni Settanta ed ancora da quella sorta<br />

di manifesto di questa fotografia rappresentato dal volume<br />

di Robert Adams «The New West» nel 1975 e cosi<br />

via fino a Wim Wenders.<br />

la quale Guzzi fu partecipe convinto,<br />

portò infatti al rinnovamento del linguaggio<br />

figurativo con l'accezione<br />

espressionista esaltata da Scipione soprattutto,<br />

e Mafai; la temperie romana<br />

l'assorbì distaccandosi da un classicismo<br />

oramai trascorso per avviarsi ad una<br />

espressività sofferta, talvolta esasperata,<br />

convulsa (Scipione).<br />

Se Ragazza al tavolo (1935) o Studio<br />

per autoritratto (1935) del Nostro rimangono<br />

ancorati ad esiti novecenteschi,<br />

saranno le opere successive Ritratto<br />

di Stradone (1941) o Dormiente<br />

(1945), le nature morte del '44, '45 ad<br />

esemplare il nuovo dettato nella corposità<br />

della pennellata densa, pennellata che<br />

Virgilio Guzzi, «Autoritratto» (1935)<br />

accentuerà il proprio humus coloristico<br />

nei paesaggi degli anni Sessanta e Settanta<br />

- Paesaggio a Forte dei Marmi<br />

(1963), Alberi in Versilia (Alberi) (1964),<br />

Paesaggio urbano (1977).<br />

In riferimento alla Rissa n. 2 (1978) lo<br />

stesso Guzzi scriverà nel famoso suo<br />

Scartafaccio: «portare una rissa al limite<br />

John Gossage, «Marghera»<br />

del pittoricismo puro... ho dipinto risse<br />

nel bar; delle quali una di tal violenza<br />

cromatica e dinamismo che pure non<br />

dissolvono il ritmo né disfano la forma<br />

come realtà vista».<br />

Il concetto di fondo, realtà vista, permane<br />

quindi pur nella forma fagocitata<br />

dalla tensione lineare e dal colore incalzante,<br />

irruente: sempre rimane Guzzi<br />

nell'ambito della figurazione legata alla<br />

natura, alla realtà concreta sia nella figura<br />

umana sia nella visione suggestiva<br />

di paesaggi e scorci paesistici di delicata<br />

malinconia. Sarà naturalismo, poi realismo,<br />

accezioni in conseguenza di maturità<br />

crescente, evoluzione, superiorità di<br />

visione resa nella strutturazione del quadro<br />

variamente articolata.<br />

Se Natura del '30 aveva connotazione<br />

precipua nella stabilità, la figura immota<br />

nell'aurametafisica avvolta da magia, alla<br />

fine degli Anni Sessanta vedremo anche<br />

forme lignee, Bar di periferia (Bar),<br />

1969, Donne e ritagli (1969), figure che<br />

siaddensanoin composizioni serrate, dai<br />

volumi squadrati, stagliati netti; alla fine<br />

degli anni Settanta, Rissa, ad esempio,<br />

o Controluce (1977) presentano invece<br />

la freschezza del movimento, del dialogo<br />

tra figure colte in gruppo intervenendo,<br />

il pittore, nella luce e nell'ombra o nell'agglomerato<br />

di forme frementi.<br />

Sarà il movimento dunque che Guzzi<br />

inserirà nelle movenze del corpo, specie<br />

nella serie bellissima dei disegni che in<br />

esposizione ammiriamo. Spontanei e vivissimi<br />

sono i disegni, non solo bozzetti<br />

o studi ma ritratti, nature morte con accentuati<br />

innesti di movenze febbrili, Modella<br />

di spalle che si pettina (disegno a<br />

inchiostro su carta), Ritratto di Pericle<br />

Fazzini (inchiostro su carta) e ancora ritratti<br />

e ritratti di Tamburi, Ziveri, Montanarini,<br />

amici, personaggi che assieme<br />

ad altri, tanti altri, ritroveremo poi in<br />

quel mirabile testo letterario di Guzzi:<br />

«Ritratto dal vero di artisti contempora-<br />

Baltz, Gossage e Shore sono presenti anche<br />

in questo progetto veneto con immagini eloquenti.<br />

Certo all'occhio del semplice spettatore<br />

non tutte le immagini di tutti gli autori<br />

rimbalzano con immediata significatività:<br />

manierismo e simbolismo sono sempre in agguato.<br />

Chiarissima è tuttavia la visione denuncia<br />

del newyorkese John Gossage il quale fra l'altro<br />

ricorda questo episodio: «Nella zona dove<br />

realizzai gran parte del mio lavoro c'era un<br />

ingegnere con degli occhi tristi e gentili, il più<br />

aperto e disponibile tra gli addetti che avevo<br />

incontrato. Stava ispezionando la demolizione<br />

di alcuni edifici, tra cui alcuni ai quali aveva<br />

collaborato per la progettazione anni addietro.<br />

La forza lavoro di 1.200 uomini era stata<br />

ridotta a 11, in uno stabile quasi vuoto.<br />

«Appena arrivato mi portò a fare un giro<br />

dell'area spiegandomi quale fase del processo<br />

di creazione di nitrogeno si fosse svolta in<br />

ogni edificio e quali fossero le mansioni degli<br />

operai. In uno spazio molto vasto simile a<br />

una collinetta per lanciatori di baseball mi spiegò che<br />

sotto ai nostri piedi si trovavano sepolte tonnellate di<br />

rifiuti tossici talmente pericolosi da non poter essere<br />

eliminati. I rifiuti erano stati sepolti in una fossa rivestita<br />

con teli in plastica e ricoperta con della terra.<br />

«Quel giorno pioveva e cosi gli chiesi se l'acqua<br />

piovana scorrendo non potesse disperdere le scorie e<br />

contaminare le acque della laguna. Lui mi rispose rapidamente<br />

che alla base della fossa c'era uno strato<br />

di argilla sufficiente ad impedire la dispersione nel<br />

bacino lagunare».<br />

Ci sembra in conclusione che questa fotografia — e<br />

con essa l'intero progetto presentato nei due volumi<br />

— possa rappresentare una nuova frontiera di impegno<br />

civile: documentare le trasformazioni di un territorio<br />

e soprattutto mostrarle a cittadini sempre più<br />

distratti per una società civile non è cosa da poco.<br />

Specie là dove abusivismo e inquinamento sono in<br />

agguato.<br />

nei» dove verrà evidenziato il profilo artistico<br />

e umano dei maggiori cultori dell'arte<br />

del tempo: Ferrazzi, De Pisis, Soffici,<br />

Modigliani, Morandi, Baj (il comico),<br />

Burri (il tragico) ecc.<br />

Un estroverso campionario di figure<br />

che a buon diritto vanno considerate capisaldi<br />

della figurazione italiana del XX<br />

secolo; un brillante regesto dimostrante<br />

la polivalenza di un intelletto vivo, sapiente,<br />

acutissimo. Artista di elevatissima<br />

cultura, Virgilio Guzzi, rimane quale<br />

interprete di tutto rispetto di un'epoca<br />

segnata da più passaggi ideologici, stilistici,<br />

che l'Artista portò a compimento<br />

nel proprio iter perfettamente inserendolo<br />

nel progressivo svolgimento di idee e<br />

fatti segnati dalla Storia.<br />

Appuntamenti<br />

culturali<br />

Roma, 20 gennaio<br />

«Musiche Danze<br />

e Temi Sacri»<br />

Il 20 gennaio alle ore 19, nella<br />

Basilica di S. Maria degli Angeli<br />

e dei Martiri, verrà rappresentato<br />

lo spettacolo «Musiche<br />

Danze e Temi Sacri».<br />

Roma, 21 gennaio<br />

Vincenzo<br />

Castella<br />

«Società<br />

Italiana Vetro»<br />

Lewis Baltz<br />

«Il villaggio<br />

La Malcontenta»<br />

L'impressione di trovarsi di fronte a fotografi che si<br />

identificano con il territorio e rifuggano da proposte<br />

formali o ornamentali si rafforza guardando anche le<br />

immagini del secondo volume, il più recente.<br />

Del resto, in materia la fotografia americana può<br />

vantare una tradizione. Attestati sulla soglia concettuale<br />

che si apre sul confuso scenario fotografico contemporaneo,<br />

Robert Adams, Lewis Baltz, William Eggleston,<br />

John Gossage e Stephen Shore, per la complessità<br />

e l'eccezionale coerenza delle loro ricerche,<br />

sembrano più di altri evidenziare la feconda inquietudine<br />

di una fotografia che riflette su se stessa, non<br />

trovandosi in pace nell'ambiente che esplora.<br />

«Certamen Vaticanum»<br />

Il Palazzo della Cancelleria<br />

Apostolica sarà sede, il 21 gennaio<br />

alle ore 16.30, dell'annuale<br />

«Festa del Latino» e della<br />

XXXXIII edizione del «Certamen<br />

Vaticanum».


.<br />

PAGINA<br />

4 .<br />

La Settimana di Preghiera per l'Unità dei Cristiani<br />

Il dialogo<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Venerdì 19 Gennaio 2001<br />

«L'appuntamento annuale con la Settimana<br />

di preghiera per l'unità dei cristiani<br />

si fa più pressante all'inizio del terzo millennio».<br />

Lo scrive il Vescovo di Lungro<br />

degli Italo-Albanesi dell'Italia Continentale,<br />

Mons. Ercole Lupinacci, nella lettera<br />

inviata nei giorni scorsi al clero, ai religiosi,<br />

alle religiose e ai fedeli dell'eparchia.<br />

«La nostra Chiesa italo-albanese —<br />

ricorda il Presule — ha sempre difeso<br />

strenuamente la propria appartenenza alla<br />

Chiesa Cattolica, senza aver mai rifiu-<br />

con le Chiese ortodosse<br />

ELEUTERIO F. FORTINO<br />

Sotto-Segretario del Pontificio<br />

Consiglio per la Promozione<br />

dell'Unità dei Cristiani<br />

Il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica<br />

e tutte le Chiese ortodosse attraverso<br />

la commissione mista internazionale<br />

ha tenuto la sua ottava sessione<br />

plenaria a Baltimora, Usa (9-19 luglio<br />

2000). Questa Commissione non si era<br />

potuta incontrare dal 1993 quando a Balamand<br />

(Libano) aveva elaborato e pubblicato<br />

il suo ultimo documento in ordine<br />

di tempo su «L'uniatismo, metodo di<br />

unione del passato e l'attuale ricerca<br />

della piena unità». La ragione di questo<br />

lungo interstizio è dovuto, in parte, alle<br />

difficoltà — soprattutto per la proprietà<br />

o l'uso dei luoghi di culto — sorte, tra<br />

cattolici ed ortodossi, in diversi paesi<br />

dell'Est Europeo nei quali, dopo la caduta<br />

dei regimi comunisti, erano state<br />

ristabilite le Chiese greco-cattoliche che<br />

nel tempo dello stalinismo erano state<br />

soppresse. Al ristagno del dialogo hanno<br />

contribuito in buona parte anche difficoltà<br />

interne sopraggiunte in diverse<br />

Chiese ortodosse. Questo periodo di sette<br />

anni non è stato tuttavia un tempo<br />

vuoto. Le relazioni con le singole Chiese<br />

ortodosse sono continuate e il tema del<br />

dialogo teologico è stato sempre presente<br />

nella ricerca del momento opportuno<br />

per un nuovo incontro. Nel frattempo<br />

sul piano locale sono state sollecitate relazioni<br />

fraterne e cooperazioni pratiche<br />

là dove cattolici e ortodossi vivono insieme<br />

nello stesso luogo; soprattutto là dove<br />

cattolici orientali ed ortodossi della<br />

stessa tradizione ecclesiale e culturale vivono<br />

gli uni accanto agli altri.<br />

Le Chiese ortodosse, da sempre, hanno<br />

rimproverato alla Chiesa cattolica il<br />

cosiddetto metodo dell'uniatismo. Anche<br />

nel dialogo teologico in corso, fin dalla<br />

prima riunione (1980), il problema è stato<br />

sollevato. D'altronde era presente già<br />

nel documento comune preparatorio del<br />

dialogo denominato «Piano per l'avviamento<br />

del dialogo», concordato da un<br />

comitato misto cattolico-ortodosso nel<br />

1978. In questo documento la questione<br />

veniva posta nel contesto del dialogo<br />

della carità che comunque è sempre<br />

connesso con quello teologico. Il documento<br />

preparatorio del dialogo afferma:<br />

«Il dialogo della carità deve continuamente<br />

accompagnare il dialogo teologico,<br />

perché la soluzione delle difficoltà risulti<br />

facilitata e si rafforzi l'approfondimento<br />

delle relazioni fraterne tra le due<br />

Chiese, sia sul piano generale sia sul<br />

piano locale. Per questo motivo sarebbe<br />

utile riconsiderare le situazioni spiacevoli,<br />

come per esempio quella dell'«uniatismo»,<br />

del proselitismo, ecc. Generalmente<br />

parlando, il dialogo teologico può<br />

recare frutti soltanto se esso si svolge in<br />

un'atmosfera di carità, di umiltà, di preghiera».<br />

È proprio in questa prospettiva che è<br />

stato inizialmente affrontato il tema dell'uniatismo,<br />

prima a Freising (1990) e<br />

poi a Balamand (1993), anche perché il<br />

periodo dell'immediato postcomunismo,<br />

si presentava piuttosto teso. Nella sessione<br />

di Balamand la Commissione pubblicava<br />

il sopracitato documento sull'uniatismo<br />

che si fondava su tre principi, dichiarati<br />

esplicitamente, ed offriva una<br />

serie di raccomandazioni di comportamento<br />

fraterno tra orientali cattolici ed<br />

ortodossi.<br />

I tre principi sono: a) l'accordo sul rifiuto<br />

dell'uniatismo come metodo di ricerca<br />

dell'unità (n. 2); b) il comune riconoscimento<br />

del diritto di esistenza e di<br />

azione pastorale delle Chiese orientali<br />

cattoliche (n. 3); c) L'affermazione sul-<br />

A Torino un'intensa<br />

l'inviolabile libertà delle persone e l'obbligo<br />

universale di seguire i dettami della<br />

propria coscienza (n.15).<br />

Le indicazioni pratiche tendevano non<br />

solo ad una convivenza pacifica fra le<br />

comunità, ma perfino ad una cooperazione<br />

pastorale. Tuttavia problemi di<br />

lunga data e diventati atteggiamenti inconsci<br />

sono difficili da risolvere in breve<br />

tempo soprattutto psicologicamente. Sono<br />

continuate pertanto delle tensioni. E<br />

quando si è reso possibile riconvocare la<br />

commissione di dialogo gli ortodossi<br />

hanno richiesto di prendere in esame un<br />

nuovo aspetto, piuttosto teologico, della<br />

questione e cioè: «Implicazioni ecclesiologiche<br />

e canoniche dell'uniatismo».<br />

Questo è il tema affrontato a Baltimora.<br />

I membri cattolici erano quasi tutti presenti<br />

mentre tra le 15 Chiese ortodosse<br />

che compongono la delegazione ortodossa<br />

ne erano assenti cinque: i Patriarcati<br />

di Gerusalemme, di Bulgaria, di<br />

Serbia, di Georgia e la Chiesa delle Repubbliche<br />

di Cechia e di Slovacchia.<br />

La discussione cercava di rilevare e<br />

confrontare le ragioni ecclesiologiche<br />

della esistenza delle Chiese orientali cattoliche.<br />

Gli ortodossi negavano che ne<br />

esista alcuna perché la presenza della<br />

Chiesa ortodossa in un dato luogo non<br />

giustificherebbe che ne possa esistere<br />

un'altra Chiesa della stessa tradizione.<br />

Per i cattolici la comunione con la Sede<br />

di Roma è necessaria per la comunione<br />

ecclesiale generale. Le Chiese orientali<br />

cattoliche con la loro stessa esistenza affermano<br />

questo principio della ecclesiologia<br />

del primo millennio. La questione<br />

della nascita delle Chiese orientali cattoliche<br />

è quindi connessa con la questione<br />

del primato e della necessità della piena<br />

comunione. In definitiva quella questione<br />

troverà la soluzione nell'accordo da<br />

cercare con gli ortodossi sul ruolo del<br />

Vescovo di Roma nella Chiesa di Cristo.<br />

A Baltimora purtroppo non si è raggiunto<br />

alcun accordo. Il comunicato dato alla<br />

stampa è esplicito: «Le discussioni in<br />

questa sessione plenaria sono state ampie,<br />

intense e approfondite. Tuttavia,<br />

poiché nessun accordo è stato raggiunto<br />

sul concetto teologico di base dell'uniatismo,<br />

è stato deciso di non avere,<br />

per ora, alcuna dichiarazione comune».<br />

Il comunicato contiene altre importanti<br />

affermazioni: a) «La commissione<br />

ha avvertito la necessità che si intraprenda<br />

uno studio ulteriore delle questioni<br />

teologiche, pastorali, storiche e<br />

canoniche relative al tema»; b) la commissione<br />

«è cosciente della complessità<br />

dei problemi da risolvere e nello stesso<br />

tempo essa è cosciente dell'importanza<br />

di questo dialogo per le Chiese»; c) la<br />

commissione «spera che essa sarà in<br />

grado di continuare ulteriormente la sua<br />

ricerca della piena comunione tra la<br />

Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa».<br />

C'è infine un appello alle Chiese in dialogo.<br />

Il comunicato aggiunge: «i membri<br />

informeranno le proprie Chiese le quali<br />

indicheranno come superare questo<br />

ostacolo affinché il dialogo possa continuare<br />

serenamente».<br />

La sessione di Baltimora non è stata<br />

tuttavia inutile. Ha rilevato la vera natura<br />

del problema in discussione. E la conoscenza<br />

esatta dei termini del problema<br />

in discussione facilita, prima o dopo,<br />

la stessa soluzione.<br />

La commissione mista ha interpellato<br />

le Chiese in dialogo. Da parte cattolica il<br />

Santo Padre ha già fatto alcune prime<br />

considerazioni in merito. Per mezzo della<br />

delegazione cattolica, presieduta dal<br />

Card. Edward I. Cassidy, che si è recata<br />

al Fanar (30 novembre 2000) per la festa<br />

dell'Apostolo S. Andrea, fratello di S.<br />

Pietro, ha inviato un messaggio festivo<br />

al Patriarca Ecumenico S. S. Bartolomeo<br />

I.<br />

Innanzitutto il Santo Padre ha sottolineato<br />

l'importanza del fatto stesso che<br />

la sessione abbia avuto luogo. «Un tale<br />

incontro è in sé un avvenimento importante<br />

che ha dato l'occasione per rilevare<br />

la complessità delle questioni allo studio;<br />

tuttavia noi dobbiamo constatare,<br />

con nostro grande rammarico, che esso<br />

non ha permesso reali progressi nel nostro<br />

dialogo».<br />

In secondo luogo il Papa ha messo in<br />

evidenza il fatto che «la commissione ha<br />

opportunamente rilevato la necessità di<br />

proseguire il dialogo e di ricercare le<br />

vie più adatte per precisare ed approfondire<br />

ulteriormente le questioni in discussione».<br />

Quindi il Papa ha riconfermato l'impegno<br />

della Chiesa cattolica: «Posso assicurare<br />

Vostra Santità che sono risoluto<br />

a continuare il dialogo della verità e della<br />

carità».<br />

Non solo questo, ma egli rivolge un<br />

appello «ai fedeli cattolici ed ortodossi,<br />

affinché, nei luoghi dove essi vivono, intensifichino<br />

e rafforzino le loro relazioni<br />

fraterne, nel reciproco rispetto e nella<br />

mutua fiducia». Sollecita che nelle<br />

Chiese locali si promuova «una collaborazione<br />

stretta e disinteressata tra la<br />

Chiesa cattolica e le Chiese ortodosse,<br />

evitando azioni e gesti che potrebbero<br />

costituire forme di pressione o che potrebbero<br />

semplicemente darne l'impressione».<br />

A questo proposito il Papa assicura<br />

il Patriarca che «questo auspicio e<br />

questo orientamento sono stati fatti presenti<br />

alle Chiese cattoliche particolari affinché<br />

esse si impegnino fermamente in<br />

questo senso».<br />

Nelle considerazioni del Santo Padre<br />

si trovano strettamente intrecciati il dialogo<br />

della carità e il dialogo teologico.<br />

La storia del dialogo lo mostra con evidenza.<br />

Quando il dialogo non è mosso<br />

dalla carità e non è animato dalla preghiera<br />

diventa arido e forse fonte di<br />

nuove divisioni.<br />

Per sottolineare alcune espressioni di<br />

dialogo della carità, della preghiera e<br />

delle relazioni ecclesiali fraterne, avute<br />

nello scorso anno, è opportuno ricordare<br />

che quasi tutte le Chiese ortodosse<br />

hanno accettato di inviare delegazioni a<br />

Roma per il Giubileo. In particolare per<br />

le due maggiori celebrazioni ecumeniche:<br />

in quella dell'apertura della Porta<br />

Santa in S. Paolo fuori le mura (18 gennaio<br />

2000) e alla «commemorazione ecumenica<br />

dei testimoni della fede del secolo<br />

XX» (7 maggio 2000).<br />

La via del dialogo teologico coinvolge<br />

la storia delle varie Chiese, la diverse<br />

tradizioni teologiche, spirituali e disciplinari,<br />

attraversa la coscienza dei singoli<br />

credenti. Per questo il processo del dialogo,<br />

per la sua delicatezza, registra lentezze<br />

spesso non facilmente comprensibili.<br />

In definitiva la ricomposizione della<br />

piena unità è opera dello Spirito Santo<br />

che apre i credenti alla Verità tutta intera.<br />

Nella Lettera Apostolica «Novo Millennio<br />

ineunte» Giovanni Paolo II<br />

«prende il largo» sul mare della fede.<br />

Egli scrive: «Guardo con grande speranza<br />

alle Chiese d'Oriente, auspicando che<br />

riprenda pienamente quello scambio di<br />

doni che ha arricchito la Chiesa del primo<br />

millennio. Il ricordo il cui la Chiesa<br />

respirava con «due polmoni» spinga i<br />

cristiani d'Oriente e d'Occidente a<br />

camminare insieme nell'unità della fede<br />

e nel rispetto delle legittime diversità,<br />

accogliendosi e sostenendosi a vicenda<br />

come membra dell'unico Corpo<br />

di Cristo».<br />

e corale orazione ecumenica Con il solenne rito presieduto dal Ve-<br />

La Settimana di preghiera per l'unità<br />

dei cristiani è da molti anni vissuta a<br />

Torino con particolare intensità e solennità.<br />

Alla presenza storica della Chiesa<br />

evangelica valdese si sono aggiunte in<br />

questi anni, a seguito dell'immigrazione<br />

dall'Est europeo, le presenze, numericamente<br />

significative, di altre comunità<br />

cristiane nazionali di confessione ortodossa,<br />

in particolare i rumeni. L'apertura<br />

della Settimana è stata celebrata in<br />

tre chiese distinte: nel santuario di santa<br />

Rita con l'Arcivescovo Mons. Severino<br />

Poletto, il pastore valdese Giuseppe Platone<br />

e padre Luciano Rosu, parroco ortodosso<br />

romeno di Genova; nella chiesa<br />

evangelica Battista di via Viterbo con il<br />

pastore battista Emmanuele Paschetto,<br />

l'ieromonaco ortodosso russo Ambrogio<br />

e il provicario generale Mons. Guido<br />

Fiandino; e infine nella chiesa ortodossa<br />

romena di s. Parascheva, in via Cottolengo<br />

26, con il parroco ortodosso romeno<br />

di Torino padre Giorgio Vasilescu,<br />

il provicario generale mons. Mario<br />

Operti e il pastore battista Marco Piovano.<br />

Venerdì 19 gennaio, alle 20.45, si<br />

svolgerà nella parrocchia della SS. Annunziata,<br />

in via Po 45, l'incontro dei<br />

giovani, con preghiere, canti e riflessioni.<br />

Sabato 20 alla 19 sarà celebrato il ve-<br />

spro ortodosso romeno nella chiesa di<br />

santa Parascheva e alle 17 il vespro ortodosso<br />

russo nella parrocchia di santa<br />

Giulia. Domenica 21 alle 20.45 si terrà al<br />

tempio valdese di corso Vittorio Emanuele<br />

un incontro di musica e preghiera.<br />

Lunedì e martedì si terranno delle<br />

celebrazioni ecumeniche decentrate in<br />

21 chiese cattoliche, evangeliche ed ortodosse.<br />

Mercoledì 24 alle 20.45 nella<br />

Sala Incontri san Secondo, via Gioberti<br />

7a, si terrà la conferenza «Dov'è la vera<br />

Chiesa?» con il pastore battista Luca Negro<br />

ed il monaco della comunità di Bose<br />

Guido Dotti. Infine giovedì 25 gennaio<br />

alle 20.45 la chiusura della Settimana<br />

verrà celebrata al Sermig in piazza Borgo<br />

Dora. È un gesto di riconoscenza da<br />

parte delle tre confessioni cristiane presenti<br />

a Torino verso questa comunità<br />

che ha offerto aiuto agli altri cittadini alluvionati.<br />

Per questo sarà destinata al<br />

Sermig la raccolta delle offerte che verrà<br />

fatta durante tutta la Settimana. Presiederanno<br />

l'incontro il pastore Giuseppe<br />

Platone, padre Giorgio Vasilescu e<br />

Mons. Oreste Favaro, presidente della<br />

Commissione diocesana per l'ecumenismo.<br />

MARCO BONATTI<br />

scovo di Concordia-Pordenone, Monsignor<br />

Ovidio Poletto, nella Concattedrale<br />

di san Marco, è stato chiuso ufficialmente<br />

il Giubileo diocesano. Al rito di<br />

aspersione e alla Celebrazione Eucaristica<br />

hanno preso parte numerosi sacerdoti<br />

e religiosi della Diocesi. Erano presenti<br />

anche il Vescovo emerito Sennen Corrà,<br />

i diaconi e i rappresentanti delle varie<br />

associazioni ecclesiali e tanti fedeli<br />

provenienti dai diversi vicariati.<br />

Il saluto iniziale del Vescovo Poletto è<br />

andato al «confratello» Monsignor Corrà,<br />

che aveva aperto il cammino giubilare<br />

in Diocesi; un periodo di grazia che<br />

ora toccava ad un altro chiudere. È stato<br />

un grazie sincero, rivolto a nome dell'intera<br />

comunità diocesana, ad un pastore<br />

che per tanti anni ha svolto con<br />

amore incondizionato il suo ministero<br />

episcopale.<br />

«Con questa celebrazione — ha detto<br />

Monsignor Poletto durante l'omelia —<br />

concludiamo l'anno giubilare. Quasi<br />

stentiamo a renderci conto dell'evento<br />

di grazia di cui siamo stati testimoni.<br />

Consapevole del valore straordinario di<br />

questo Giubileo il Papa Giovanni Paolo<br />

II, fin dal suo annuncio ci aveva indi-<br />

Mons. Lupinacci: insieme per invocare il dono dell'unità<br />

tato la sua appartenenza alla Chiesa bizantina,<br />

ed ha combattuto eroicamente, fino<br />

al martirio di alcuni suoi membri, per<br />

mantenere il rito, la spiritualità e le tradizioni<br />

orientali».<br />

Proprio nel solco di questo luminoso<br />

patrimonio spirituale ed ecclesiale il Vescovo<br />

invita la comunità di Lungro a celebrare<br />

con particolare consapevolezza la<br />

Settimana di preghiera per l'unità dei cri-<br />

cato il cammino per viverlo degnamente.<br />

Nella «Tertio Millennio adveniente»<br />

chiamava i cristiani del mondo intero a<br />

meditare sull'importanza di quest'ora<br />

storica: due millenni dalla venuta storica<br />

di Cristo in mezzo a noi».<br />

Era giusto, ha proseguito il Vescovo,<br />

riconoscere le meraviglie operate da Lui<br />

e fa, quindi, del Giubileo «una grande<br />

preghiera di lode e di ringraziamento»<br />

per questo dono, ma contemporaneamente<br />

occorreva ringraziare Cristo per<br />

il dono della sua Chiesa, destinata a perpetuare<br />

la sua presenza nel mondo.<br />

«Ognuno di noi — ha aggiunto Monsignor<br />

Poletto — ha fatto l'esperienza del<br />

Giubileo ed è stato colpito, in questo<br />

Anno Santo da qualche esperienza particolare.<br />

Ma credo, tutti, siamo stati profondamente<br />

commossi di fronte alla tenace<br />

testimonianza del nostro Papa. Anche<br />

in questa Eucaristia preghiamo per<br />

lui, con riconoscenza. Come pure lodiamo<br />

il Signore per tutto ciò che con la<br />

sua grazia ha operato nelle nostre comunità,<br />

nel cuore nostro e di tanti fratelli<br />

e sorelle della nostra Chiesa».<br />

Ora è importante guardare al futuro,<br />

ha proseguito il Vescovo di Concordia-<br />

Pordenone, e domandarci: quali pro-<br />

stiani. Mons. Lupinacci ricorda tre appuntamenti<br />

fondamentali. Il primo è quello<br />

che ha aperto la Settimana nella diocesi.<br />

Il clero latino della Chiesa particolare di<br />

Cassano all'Jonio, guidato dal Vescovo<br />

Mons. Domenico Graziani, si è recato a<br />

Lungro per una giornata di ritiro e di preghiera<br />

per l'unità dei cristiani, insieme<br />

con il clero bizantino dell'eparchia, guidato<br />

dal Vescovo Lupinacci.<br />

spettive si aprono di fronte alla Chiesa,<br />

alla nostra Chiesa all'inizio del Terzo<br />

Millennio? Bisogna riproporre il mistero<br />

di Cristo, in tutta la sua grandezza e il<br />

suo fulgore. Occorre ripartire da Cristo:<br />

è questa la parola d'ordine che deve accompagnare<br />

la Chiesa nel suo introdursi<br />

nel Terzo Millennio. La Chiesa esiste per<br />

annunciare tale mistero perché i cristiani<br />

vivano inseriti in Cristo. «Una Chiesa<br />

che non sia missionaria — ha aggiunto<br />

il Vescovo ricordando le parole di Papa<br />

Paolo VI — non è Chiesa. Conosciamo<br />

le difficoltà interne ed esterne che possono<br />

indebolire lo slancio missionario,<br />

ma, come ci ha ricordato Giovanni:<br />

«Tutto ciò che è nato da Lui vince il<br />

mondo. E questa è la vittoria che ha<br />

sconfitto il mondo: la nostra fede». «Preghiamo<br />

— ha continuato Monsignor Poletto<br />

— perché la nostra fede non venga<br />

meno, anzi diventi più forte e vincente e<br />

possiamo sempre ripetere con rinnovata<br />

gioia: «So infatti a chi ho creduto!».<br />

All'inizio il significato ultimo dell'indulgenza<br />

legata al Giubileo è stato questo:<br />

aiutarci a riconciliarci con Dio, purificandoci<br />

dalle nostre colpe e chiamandoci<br />

a vivere come figli di Dio. «L'ideale<br />

cristiano è certo grande e non facile da<br />

Il secondo si svolgerà a Roma nella<br />

mattina di domenica 21 gennaio. La comunità<br />

cattolica bizantina di Roma celebrerà<br />

la Grande Doxologia e la Divina Liturgia<br />

di san Giovanni Crisostomo per l'unità di<br />

tutti i cristiani. In particolare si pregherà<br />

per i cristiani di Albania, cattolici ed ortodossi.<br />

Infine Mons. Lupinacci ricorda la solenne<br />

conclusione della Settimana, che sarà<br />

presieduta da Giovanni Paolo II giovedì 25<br />

gennaio nella Basilica di San Paolo fuori<br />

le Mura.<br />

Si è svolto nel pomeriggio di mercoledì 17<br />

Il rito di muratura della Porta Santa<br />

della Basilica di San Paolo fuori le Mura<br />

FRANCESCO M. VALIANTE<br />

È stata la prima Porta Santa della<br />

storia ad essere aperta «a tre mani».<br />

Gli antichi battenti dell'XI secolo furono<br />

spalancati da Giovanni Paolo II durante<br />

l'indimenticabile celebrazione di<br />

martedì 18 gennaio 2000, insieme con<br />

il Metropolita ortodosso Athanasios e<br />

con l'Arcivescovo anglicano Carey. Attraverso<br />

di essa, nel corso dell'Anno<br />

Santo, sono passati milioni di pellegrini<br />

per fare esperienza di conversione<br />

proprio presso la tomba dall'Apostolo<br />

delle Genti. Oggi quella Porta, chiusa<br />

dal Card. Roger Etchegaray venerdì 5<br />

gennaio 2001, è stata definitivamente<br />

murata nel<br />

corso del suggestivo rito<br />

svoltosi nel pomeriggio<br />

di mercoledì 17.<br />

Il rito è stato diretto<br />

dal Vescovo Piero Marini,<br />

Maestro delle Celebrazioni<br />

Liturgiche Pontificie,<br />

coadiuvato da<br />

Mons. Giulio Viviani,<br />

Cerimoniere Pontificio.<br />

Dinanzi alla Porta Santa<br />

hanno preso posto l'Arcivescovo<br />

Marcello Costalunga,<br />

Amministratore<br />

Pontificio della Patriarcale<br />

Basilica di San Paolo<br />

fuori le Mura; l'Abate<br />

Ordinario, Dom Paolo<br />

Lunardon; il Vescovo<br />

Marini; una rappresentanza<br />

della Comunità<br />

monastica benedettina di<br />

San Paolo. Erano anche<br />

presenti dirigenti, responsabili<br />

e maestranze<br />

dei Servizi Tecnici dello<br />

Stato della Città del Vaticano.<br />

Dopo che il Vescovo<br />

Marini ha illustrato ai<br />

presenti lo svolgimento<br />

della cerimonia, l'Arcive-<br />

scovo Costalunga ha pronunciato il saluto<br />

liturgico introduttivo e l'orazione.<br />

«Signore, Padre Santo — ha pregato<br />

— tu hai concesso all'apostolo Paolo<br />

la grazia di aprire la porta del Vangelo<br />

ai popoli pagani... Guarda benigno<br />

noi, riuniti per esprimere a te, Padre,<br />

la nostra riconoscenza per i doni di<br />

grazia elargiti ai pellegrini che, durante<br />

l'anno giubilare, hanno varcato,<br />

con animo contrito, la soglia di questa<br />

Porta Santa per celebrare i divini Misteri<br />

e per venerare la memoria dell'Apostolo<br />

delle genti».<br />

Quindi Mons. Viviani ha dato letture<br />

del testo latino della pergamena<br />

che attesta l'apertura e la chiusura<br />

della Porta Santa della Basilica. Il testo<br />

è stato firmato dall'Arcivescovo<br />

Costalunga, dall'Abate Lunardon, dal<br />

Vescovo Marini, da alcuni monaci<br />

presenti e dai rappresentanti dei Servizi<br />

Tecnici. Quindi la pergamena è stata<br />

posta in una preziosa urna, realizzata<br />

in bronzo dallo scultore romano<br />

Otello Scatolini. Su di essa sono raffigurati<br />

un drappo, un albero, una spada<br />

a forma di croce e una penna, a<br />

simboleggiare la conversione, la missione<br />

e il martirio dell'Apostolo Paolo.<br />

Insieme con la pergamena sono state<br />

collocate nell'urna le chiavi della Por-<br />

ta Santa e alcune medaglie:<br />

17 di bronzo, in ricordo<br />

dei 17 anni trascorsi<br />

dall'ultima apertura<br />

della Porta Santa (per<br />

l'Anno Santo straordinario<br />

della Redenzione, nel<br />

1984); 22 d'argento, corrispondenti<br />

ai 22 anni di<br />

Pontificato di Giovanni<br />

Paolo II; una d'oro, del<br />

23° anno di Pontificato.<br />

L'urna bronzea è stata<br />

quindi collocata in una<br />

cassetta di zinco, sigillata<br />

con un nastro e della<br />

ceralacca, e poi in una<br />

nicchia predisposta nel<br />

muro che chiude la Porta<br />

Santa. Una lastra di<br />

pietra ornata da una<br />

croce è stata posta dinanzi<br />

alla nicchia e quindi<br />

murata. Mons. Viviani<br />

ha poi dato lettura del<br />

«Rogito», che è stato firmato<br />

anch'esso dai presenti.<br />

Infine, dopo la recita<br />

del Padre Nostro,<br />

l'Arcivescovo Costalunga<br />

insieme con il Vescovo<br />

Marini e con l'Abate Lunardon,<br />

ha impartito la<br />

benedizione conclusiva.<br />

CONCORDIA-PORDENONE Mons. Ovidio Poletto chiude il Giubileo nella concattedrale di san Marco<br />

«Ripartiamo da Cristo»: un impegno per il futuro<br />

realizzare — ha ammesso il Vescovo —<br />

ma dovremmo sempre ricordare che più<br />

grande è la grazia del Signore».<br />

Nonostante la mentalità imperante,<br />

impregnata di relativismo morale — ha<br />

ricordato Monsignor Poletto — sempre<br />

attuale rimane però il monito rivolto<br />

dall'apostolo Paolo ai cristiani: «Non<br />

conformatevi alla mentalità di questo secolo».<br />

«Era la tentazione di ieri ed è la<br />

tentazione di oggi negare la dipendenza<br />

della libertà dalla verità, così ognuno diventa<br />

regola di comportamento per se<br />

stesso. Ma ne abbiamo visto e ne vediamo<br />

i frutti amari». Giovanni ci ha ricordato<br />

che non si può restare nell'amore,<br />

cioè vivere la vita nuova così come non<br />

si può costruire «la civiltà dell'amore»<br />

senza osservare i comandamenti di Dio.<br />

La Chiesa del Terzo Millennio sarà<br />

sempre più impegnata a infondere nella<br />

civiltà umana il lievito del Vangelo di<br />

Cristo. «Il Signore — ha concluso il Presule<br />

— ci apre davanti un cammino.<br />

Non siamo soli. Egli cammina con noi.<br />

Stella del nostro cammino di evangelizzazione<br />

è Maria. A lei affidiamo l'oggi e<br />

il futuro di ciascuno di noi e della nostra<br />

Chiesa».<br />

CLAUDIO ZERBETTO


.<br />

PAGINA<br />

5 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Venerdì 19 Gennaio 2001<br />

«Quanto di bene abbiamo ricevuto<br />

dall'Anno Santo ci richiama ad affrontare<br />

con rinnovato slancio e fiducia<br />

i compiti e le responsabilità<br />

che ora ci attendono.<br />

Nel vostro ufficio di pubblici<br />

Amministratori, il punto di riferimento<br />

sicuro e illuminante rimane la ricerca<br />

tenace e concreta del bene comune»<br />

«Non abbiate timore<br />

di assumere iniziative coraggiose<br />

riguardo all'effettiva parità scolastica<br />

ed alla valorizzazione di quelle strutture,<br />

come ad esempio gli oratori parrocchiali,<br />

che molto contribuiscono<br />

ad offrire una sana formazione<br />

ed a prevenire forme preoccupanti<br />

di disagio giovanile»<br />

A pochi giorni dalla chiusura dell'Anno Santo il tradizionale incontro del Papa con gli Amministratori della Regione Lazio, del Comune e della Provincia di Roma<br />

La famiglia va rispettata nella sua identità propria<br />

mai assimilabile ad altre forme di relazione<br />

Nella tradizionale udienza agli Amministratori<br />

della Regione Lazio, del Comune<br />

e della Provincia di Roma, all'inizio<br />

di un nuovo anno, Giovanni Paolo II<br />

ha indicato i temi di grande interesse<br />

«per il bene delle nostre popolazioni»: la<br />

famiglia; gli anziani; i bambini, i ragazzi<br />

e i giovani; la sanità; il tessuto produttivo<br />

e l'occupazione; la sicurezza dei cittadini;<br />

gli immigrati.<br />

L'udienza si è svolta, nella mattina di<br />

giovedì 18 gennaio, nella Sala Clementina.<br />

Ecco il discorso del Santo Padre:<br />

Signori e Signore!<br />

1.Anche quest'anno ho il<br />

piacere di ricevervi insieme<br />

per lo scambio di auguri,<br />

tradizionale all'inizio di un<br />

nuovo anno. Vengono confermati<br />

e rinvigoriti così quei<br />

legami, radicati nella storia<br />

di due millenni, che uniscono<br />

il Successore di Pietro alla<br />

città di Roma, alla sua<br />

Provincia e alla Regione Lazio.<br />

Saluto cordialmente il Presidente<br />

della Giunta Regionale<br />

del Lazio, Onorevole Francesco<br />

Storace, il Sindaco di<br />

Roma, Onorevole Francesco<br />

Rutelli, e il Presidente della<br />

Provincia di Roma, Onorevole<br />

Silvano Moffa. Sono loro<br />

molto grato per le gentili<br />

espressioni che hanno voluto<br />

rivolgermi a nome delle Amministrazioni<br />

da loro guidate.<br />

Congiuntamente ad essi,<br />

saluto i Presidenti delle rispettive<br />

Assemblee Consiliari<br />

e tutti voi qui presenti.<br />

2.L'incontro di oggi ha<br />

luogo quando si è concluso<br />

da pochi giorni il Grande<br />

Giubileo: sento il bisogno di<br />

esprimere la mia più viva riconoscenza<br />

a tutti voi e alle<br />

Istituzioni che rappresentate,<br />

per il qualificato e generoso<br />

contributo che avete saputo<br />

dare al miglior svolgimento<br />

di questo Anno Santo. Esso<br />

rimarrà nella memoria di<br />

noi tutti, ma anche nella storia<br />

della Chiesa e della famiglia<br />

umana, come un tempo<br />

di benedizione e di grazia.<br />

Siamo stati aiutati e stimolati,<br />

come credenti, a vivere<br />

con rinnovata intensità il nostro<br />

rapporto con Gesù Cristo.<br />

L'esperienza giubilare ha<br />

permesso, altresì, di rinsaldare<br />

e tradurre in pratiche<br />

realizzazioni quella universale<br />

fraternità che costituisce il<br />

fondamento sicuro di ogni<br />

autentico progresso sociale e<br />

civile. La Città, la Provincia<br />

di Roma e la Regione Lazio<br />

escono dal Giubileo sicuramente<br />

arricchite da una cooperazione<br />

fruttuosa, che ha<br />

visto istanze religiose e laiche<br />

operare attivamente insieme<br />

per accogliere pellegrini<br />

e visitatori d'ogni angolo<br />

della terra.<br />

Non posso dimenticare, a<br />

questo proposito, il sostegno<br />

che avete offerto ai grandi<br />

appuntamenti giubilari, tra i<br />

quali soprattutto la Giornata<br />

Mondiale della Gioventù.<br />

L'impegno per rendere Roma<br />

e il Lazio il più possibile accoglienti<br />

e ospitali, accompagnando<br />

con opportuni provvedimenti<br />

ed iniziative istituzionali<br />

la grande disponibilità<br />

e generosità delle nostre<br />

popolazioni, ha dato ottimi<br />

frutti e si propone come<br />

esperienza da sviluppare anche<br />

in futuro. In tal modo, il<br />

All'inizio di un nuovo anno e sulla spinta del Giubileo, il Papa ha indicato<br />

agli Amministratori i temi di grande interesse «per il bene delle nostre popolazioni»:<br />

la salvaguardia della famiglia; la tutela degli anziani; l'educazione dei bambini,<br />

dei ragazzi e dei giovani; la sollecitudine verso gli ammalati e i loro familiari;<br />

lo sviluppo del tessuto produttivo e dell'occupazione;<br />

la sicurezza dei cittadini; l'accoglienza e l'integrazione degli immigrati<br />

Giubileo continuerà a far<br />

sentire i suoi benefici effetti<br />

non solo all'interno della comunità<br />

religiosa ma anche<br />

di quella civile.<br />

3.Quanto di bene abbiamo<br />

ricevuto nell'Anno Santo<br />

ci richiama ad affrontare<br />

con rinnovato slancio e fiducia<br />

i compiti e le responsabilità<br />

che ora ci attendono. Nel<br />

vostro ufficio di pubblici Amministratori,<br />

il punto di riferimento<br />

sicuro e illuminante<br />

rimane la ricerca tenace e<br />

concreta del bene comune,<br />

soprattutto in quei settori<br />

che toccano più da vicino la<br />

vita dei cittadini, i valori che<br />

devono animarla, gli ostacoli<br />

e i problemi che talvolta la<br />

rendono difficile.<br />

Sento il dovere di richiamare<br />

la vostra attenzione,<br />

anzitutto, al grande tema<br />

della famiglia ed al ruolo<br />

Gli indirizzi di omaggio rivolti al Santo Padre<br />

All'inizio dell'udienza, il Presidente<br />

della Giunta Regionale del Lazio,<br />

Francesco Storace; il Sindaco di Roma,<br />

Francesco Rutelli; e il Presidente<br />

della Provincia di Roma, Silvano Moffa,<br />

hanno rivolto al Santo Padre<br />

espressioni di saluto e di gratitudine<br />

a nome delle Amministrazioni da loro<br />

guidate.<br />

Il Presidente della Giunta Regionale<br />

ha ricordato che il 14 ottobre scorso<br />

il Papa, nel Giubileo delle Famiglie,<br />

aveva invitato i credenti ad annunciare<br />

il Vangelo della vita. «Un richiamo<br />

severo — ha detto —, rivolto<br />

anche a noi che governiamo e che<br />

abbiamo il dovere di fare sempre<br />

qualcosa per tutelare i più deboli. Allo<br />

stesso modo, riteniamo di avere il<br />

dovere di impegnarci ogni giorno per<br />

difendere la famiglia tradizionale, che<br />

va tutelata soprattutto ora che il suo<br />

ruolo fondamentale è messo, a torto,<br />

in forte discussione». Il Presidente<br />

della Giunta Regionale ha messo in<br />

evidenza il grave dramma della man-<br />

fondamentale che essa svolge<br />

per la crescita e la formazione<br />

delle nuove generazioni,<br />

come pure per lo sviluppo di<br />

rapporti umani improntati<br />

all'amore e alla solidarietà.<br />

La famiglia deve essere al<br />

centro delle politiche sociali<br />

e va rispettata nella sua<br />

identità propria, di unione<br />

stabile tra l'uomo e la donna<br />

fondata sul matrimonio, mai<br />

assimilabile ad altre forme di<br />

relazione. Mi compiaccio per<br />

quelle iniziative, assunte dalle<br />

vostre Amministrazioni,<br />

che vanno a favore della famiglia,<br />

riconoscendone la<br />

«soggettività sociale» e venendo<br />

incontro alle sue maggiori<br />

necessità, con particolare riguardo<br />

alle giovani famiglie.<br />

Occorre parimenti pensare<br />

agli anziani, sempre più numerosi<br />

a Roma e nel Lazio,<br />

specialmente per quanto ri-<br />

canza di lavoro che assilla tante famiglie:<br />

«Dobbiamo restituire speranze ai<br />

giovani, dobbiamo dare nuove certezze<br />

ai lavoratori».<br />

Il Giubileo — ha detto l'on. Storace<br />

— ha rappresentato una «straordinaria<br />

occasione per uscire dal recinto<br />

imposto da una società egoista, priva<br />

di valori, sostanzialmente secolarizzata».<br />

Infine ha ricordato di essere<br />

andato a Betlemme, la notte del 24<br />

dicembre, «per portare concreta solidarietà<br />

alla città della Natività».<br />

Il Sindaco di Roma ha rievocato<br />

«l'immagine di Roma percorsa da migliaia<br />

di giovani giunti da ogni parte<br />

del mondo. Roma resa giovane dai<br />

giovani. Roma rinnovata nei suoi<br />

ideali spirituali e civili».<br />

Il Sindaco ha affermato che l'Anno<br />

Santo «ci ha fatto rivivere in alcuni<br />

momenti il clima creativo e fecondo<br />

che fu del Concilio Vaticano II. Roma<br />

ha parlato a tutti: cristiani e laici, credenti<br />

e non credenti; e il suo linguag-<br />

guarda la solitudine che caratterizza<br />

la vita di gran parte<br />

di loro.<br />

Proprio l'invecchiamento<br />

della popolazione mostra<br />

quanto siano urgenti una<br />

cultura, una politica e un'organizzazione<br />

sociale realmente<br />

favorevoli alla vita.<br />

Meritano quindi un sincero<br />

sostegno le proposte e i provvedimenti<br />

a vantaggio della<br />

maternità e della tutela della<br />

vita fin dal concepimento e<br />

sino al suo naturale tramonto:<br />

si gioca qui una sfida<br />

fondamentale per il nostro<br />

futuro.<br />

4.Grande impegno merita<br />

poi il capitolo relativo all'educazione<br />

dei bambini, dei<br />

ragazzi e dei giovani. Non<br />

abbiate timore di assumere<br />

in proposito iniziative coraggiose<br />

riguardo all'effettiva<br />

parità scolastica ed alla valo-<br />

gio è stato un linguaggio di solidarietà<br />

e di pace».<br />

«Roma — ha detto — è cresciuta,<br />

anche agli occhi del mondo, grazie a<br />

questo abbraccio universale in occasione<br />

del Grande Giubileo».<br />

L'on. Rutelli ha espresso gratitudine<br />

al Santo Padre, «il Vescovo premuroso<br />

e severo che richiama al rispetto<br />

per gli ultimi, alla risoluzione<br />

dei problemi sociali, alla dignità della<br />

persona umana». «Le auguriamo —<br />

ha concluso — di proseguire il suo<br />

cammino con la forza di tutti questi<br />

anni. Tutti noi siamo coscienti, come<br />

Lei ci ha detto, che dopo il Giubileo<br />

“nulla è più come prima”».<br />

Il Presidente della Provincia di Roma<br />

ha ringraziato il Papa «per averci<br />

guidato, attraverso la meditazione<br />

giubilare, lungo un percorso che ci ha<br />

consentito di riflettere attentamente<br />

sul senso e sui contenuti del nostro<br />

impegno politico ed istituzionale, ponendo<br />

a seria verifica la coerenza tra<br />

rizzazione di quelle strutture,<br />

come ad esempio gli oratori<br />

parrocchiali, che molto contribuiscono<br />

ad offrire una sana<br />

formazione ed a prevenire<br />

forme preoccupanti di disagio<br />

giovanile.<br />

E che dire poi della sanità?<br />

In quest'ambito sono importanti<br />

non soltanto la qualità<br />

tecnica e la tempestività<br />

delle prestazioni, ma anche il<br />

calore umano e la sollecitudine<br />

premurosa verso gli ammalati<br />

ed i loro familiari.<br />

Oggi, inoltre, l'ambito della<br />

sanità tende ad ampliarsi,<br />

collegandosi a un complesso<br />

di condizioni che possono<br />

migliorare la qualità della vita.<br />

Ringrazio Iddio che nella<br />

nostra Città e nella Regione<br />

si stiano attuando importanti<br />

iniziative, atte a garantire sostanziali<br />

progressi delle capacità<br />

di assistenza sanitaria,<br />

la nostra azione amministrativa ed i<br />

valori ai quali essa si ispira».<br />

L'on. Moffa ha affermato che «la<br />

comunità provinciale di Roma ha<br />

chiaramente manifestato nei fatti, in<br />

occasione dell'evento giubilare, la<br />

profondità del radicamento del valore<br />

della solidarietà cosmopolita, scaturito<br />

dall'incontro tra l'idea della naturale<br />

eguaglianza degli esseri umani,<br />

propria della tradizione latina, e l'idea<br />

dell'anteriorità e preminenza valoriale<br />

della persona umana rispetto<br />

a tutte le strutture della società organizzata,<br />

che costituisce, per chi vive<br />

l'impegno politico, la più pregnante<br />

eredità del messaggio cristiano, unitamente<br />

al principio di sussidiarietà<br />

nella sua reale accezione».<br />

Al termine dell'udienza, sono stati<br />

offerti a Giovanni Paolo II tre doni.<br />

La Regione Lazio ha offerto al Papa<br />

un ostensorio; il Comune di Roma<br />

una miniatura dell'Ottocento raffigurante<br />

la Madonna col Bambino; la<br />

Provincia di Roma un crocifisso argenteo.<br />

con probabile beneficio anche<br />

per le popolazioni di altre<br />

Regioni. Mi sia consentito<br />

sottolineare la necessità che,<br />

nella continua e rapida evoluzione<br />

a cui sono soggette le<br />

strutture sanitarie, non venga<br />

compromesso ma, al contrario,<br />

sia integralmente rispettato<br />

e mantenuto lo spazio<br />

dell'assistenza spirituale<br />

agli ammalati, come anche a<br />

tutto il personale sanitario. È<br />

questo un contributo particolarmente<br />

qualificato per una<br />

piena umanizzazione della<br />

medicina.<br />

5.Vi sono, poi, i numerosi<br />

problemi del potenziamento<br />

del tessuto produttivo<br />

e dello sviluppo delle capacità<br />

di innovazione, da cui dipendono<br />

in larga misura la<br />

sicurezza economica e l'occupazione.<br />

Certo le pubbliche<br />

amministrazioni non<br />

possono risolvere tutto da sole.<br />

Esse sono chiamate però<br />

ad imprimere in questi campi<br />

un indispensabile stimolo<br />

ed orientamento, assicurando,<br />

per la parte che da loro<br />

dipende, quelle condizioni<br />

senza le quali questi sviluppi<br />

non sarebbero possibili. Mi<br />

riferisco non soltanto agli<br />

aspetti strutturali, tecnici e<br />

organizzativi, ma anche alla<br />

formazione delle persone:<br />

sappiamo, infatti, che proprio<br />

le persone costituiscono,<br />

anche a livello economico, la<br />

risorsa prima e principale.<br />

Un ultimo punto al quale<br />

vorrei accennare è quello<br />

della sicurezza dei cittadini.<br />

Si tratta di un'esigenza da<br />

tutti avvertita e singolarmente<br />

acuta in alcune aree urbane<br />

e suburbane. L'adozione<br />

di misure efficaci anche in<br />

questo campo sarebbe di<br />

grande aiuto per accrescere<br />

la fiducia nelle Istituzioni e<br />

il senso di una comune cittadinanza.<br />

Ciò faciliterebbe,<br />

inoltre, l'accoglienza e l'integrazione<br />

di quei tanti immigrati<br />

che affluiscono a Roma<br />

e nel Lazio animati dal desiderio<br />

di un onesto lavoro e<br />

di più accettabili condizioni<br />

di vita.<br />

6.Onorevoli Rappresentanti<br />

delle Amministrazioni<br />

regionale, provinciale e comunale,<br />

mi sono permesso<br />

di sottolineare con voi alcuni<br />

temi di grande interesse per<br />

il bene delle nostre popolazioni.<br />

Mentre vi ringrazio per<br />

il sostegno che offrite alla vita<br />

e alle attività della Chiesa,<br />

desidero assicurarvi che, in<br />

ciascuno di questi campi,<br />

non verrà meno il contributo<br />

cordiale e disinteressato delle<br />

Comunità cristiane di Roma<br />

e del Lazio.<br />

Affido al Signore nella preghiera<br />

ogni vostro progetto e<br />

proposito di bene e chiedo a<br />

Maria Santissima di proteggere<br />

e accompagnare, con la<br />

sua potente intercessione, le<br />

vostre persone e il vostro<br />

operare.<br />

Con tali sentimenti, imparto<br />

a ciascuno di voi, alle vostre<br />

famiglie e a tutti coloro<br />

che vivono a Roma, nella<br />

sua Provincia e nel Lazio l'Apostolica<br />

Benedizione.


.<br />

PAGINA<br />

6 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Venerdì 19 Gennaio 2001<br />

Economia ed etica<br />

A proposito del morbo della «mucca pazza»<br />

CARLO ROCCHETTA<br />

Il bollettino dell'epidemia dell'encefalopatia<br />

spongiforme bovina (Bse), qualificato<br />

come morbo della «mucca pazza»,<br />

si allarga di giorno in giorno, anche in<br />

Paesi che finora sembravano esserne immuni,<br />

occupando le prime pagine dei<br />

giornali e creando nell'opinione pubblica<br />

un crescente allarme. Non ne mancano<br />

i motivi. In Inghilterra le persone colpite<br />

dal morbo di Creutzfeldt-Jacob sono 87.<br />

Negli altri Paesi, grazie a Dio, il numero<br />

si riduce a 2-3 casi e in Italia, al momento,<br />

non ne sono segnalati. Il danno<br />

rimane ad ogni modo gravissimo. In<br />

Germania stanno provvedendo all'abbattimento<br />

di non meno di 400.000 bovini.<br />

Cifre più o meno simili negli altri Paesi<br />

della Comunità Europea. I sindacati tedeschi<br />

temono la perdita di 10.000 posti<br />

di lavoro, mentre in Francia le industrie<br />

del settore hanno già cominciato a licenziare.<br />

In Italia, nonostante l'esiguità del<br />

fenomeno, i consumi di carne bovina<br />

sono calati del 40%, come stanno denunciando<br />

la Coldiretti e le altre organizzazioni<br />

agricole.<br />

Come valutare questo fenomeno? Che<br />

cosa vi sta dietro? Da che derivano<br />

queste situazioni? I giornali si limitano<br />

in genere alla descrizione dei fatti e ad<br />

una loro denuncia più o meno emotiva.<br />

Il dibattito degli specialisti, politici e<br />

scienziati, sembra soffermarsi quasi solo<br />

sulle questioni tecniche o di risoluzione<br />

immediata del problema. Non basta. Bisogna<br />

andare più a fondo, ricercandone<br />

le cause per rimuoverle in radice e imparare<br />

dagli errori fatti a non ripeterli o<br />

non riproporli in altre forme. E le cause,<br />

al di là delle ragioni immediate, sono<br />

essenzialmente due: la violenza perpetrata<br />

da decenni nei confronti della natura<br />

fino a provocarne la ribellione e il<br />

prevalere di un concetto di economia<br />

basato esclusivamente sull'interesse economico,<br />

sul guadagno, e non sul primato<br />

della persona, del bene comune e la<br />

salubrità dei prodotti alimentari. Su entrambi<br />

i nodi il Santo Padre ha usato<br />

parole forti lungo tutto il suo Pontificato<br />

e in particolare in occasione del recente<br />

Giubileo del mondo agricolo.<br />

«La natura prima<br />

o poi si ribella»<br />

Il primo principio che Giovanni Paolo<br />

II ha proclamato è sinteticamente<br />

espresso nelle parole con le quali ha<br />

concluso la sua omelia agli agricoltori in<br />

Piazza San Pietro: «Operate in modo da<br />

resistere alle tentazioni di una produttività<br />

e di un guadagno che vadano a discapito<br />

del rispetto della natura. Da<br />

Dio la terra è stata affidata all'uomo<br />

“perché la coltivasse e la custodisse“<br />

(Gen 2,15). Quando si dimentica questo<br />

principio, facendosi tiranni e non custodi<br />

della natura, questa prima o poi<br />

si ribellerà». Giovanni Paolo II riprende<br />

qui un antico principio della saggezza<br />

cristiana: «Dio perdona, la natura non<br />

perdona».<br />

Fin dagli anni '90 era stato detto che<br />

l'origine del morbo doveva essere attribuita<br />

all'alimentazione a base di farina<br />

di carni e di ossa che da anni veniva<br />

somministrata dai coltivatori inglesi alle<br />

loro mucche, farina ottenuta perfino da<br />

resti di capi ammalati, facendo diventare<br />

degli animali per loro natura erbivori<br />

animali carnivori. Se ciò corrisponde a<br />

verità non si è più dinanzi a situazioni<br />

imprevedibili come ne sono avvenute<br />

nella storia, ma di fronte ad una scelta<br />

che, per scopi di interessi come l'aumento<br />

della produzione di carne e di<br />

latte, viola imprudentemente l'ordine<br />

naturale delle cose, provocando danni<br />

gravissimi nei confronti dell'umanità e<br />

dello stesso mondo agricolo. La cosa<br />

grave, in tutto questo, è che i fatti erano<br />

noti da anni, eppure si è continuato<br />

ad operare come se niente fosse successo.<br />

Da un rapporto della commissione<br />

Agricoltura del Parlamento di Strasburgo,<br />

messo a punto tra il '91 e il '93, si<br />

parlava di situazioni già conosciute fin<br />

dagli anni '80. Secondo quel rapporto<br />

dall''85 all''88 sarebbero stati scoperti<br />

2.185 casi di «mucche pazze» in Gran<br />

Bretagna, saliti a 7.136 nell''89, a 14.179<br />

nel '90 e a 24.597 nel '91. In quel rapporto<br />

era già chiaro il danno neurologico<br />

che le proteine infette di questi animali<br />

avrebbero potuto provocare nell'uomo<br />

e c'erano già stati dei casi di infezione<br />

umana fraudolentemente nascosti.<br />

Perché non si è fermata in tempo<br />

quella situazione? E perché quattro anni<br />

fa quando la situazione è venuta<br />

drammaticamente alla luce non si è<br />

provveduto a mettere al bando le farine<br />

animali? Evidentemente hanno prevalso<br />

logiche di profitto sulla preoccupazione<br />

della salute pubblica di milioni e milioni<br />

di cittadini. Ma non si può sfidare impunemente<br />

la natura. Quanto non è stato<br />

fatto ha condotto all'attuale riesplosione<br />

del morbo in forme sempre più estese e<br />

difficili da controllare. I danni a livello<br />

sanitario, ambientale e commerciale saranno<br />

enormi. Proprio quelle prospettive<br />

di guadagno ad ogni costo che erano<br />

alla base di una scelta produttiva giudicata<br />

più conveniente saranno penalizzate,<br />

ancor più se si continuerà la politica<br />

dello struzzo finora seguita, chiudendo<br />

gli occhi e aggiungendo danno a danno.<br />

Un'economia per l'uomo<br />

e non contro l'uomo<br />

È da qui che deriva il secondo principio<br />

al quale il Santo Padre ha richiamato<br />

tutti in occasione del giubileo della<br />

terra: operare per un'economia che sia<br />

per l'uomo, e non contro l'uomo. L'economia<br />

deve guardarsi — ha detto il Papa<br />

— da una «irresponsabile cultura<br />

del dominio, con le conseguenze ecologiche<br />

devastanti» che ne conseguono e<br />

deve rendersi capace di coniugare in<br />

unità il legittimo profitto con il rispetto<br />

della natura, l'apprezzamento del giusto<br />

progresso tecnologico con i valori<br />

perenni che contraddistinguono la migliore<br />

tradizione del mondo agricolo.<br />

Siamo di fronte ad un concetto di economia<br />

che mette radicalmente in discussione<br />

il modo in cui essa viene concepita<br />

quando è unicamente centrata sull'interesse<br />

materiale. È urgente un grande<br />

ripensamento, ridefinendo la natura<br />

stessa dell'agire economico. Il termine<br />

«economia» rimanda, come è noto, a regole<br />

che consentano una saggia amministrazione<br />

della casa, per il bene di tutti<br />

e di ciascuno: i soggetti dell'economia<br />

sono persone, chiamate a fare buon uso<br />

dei beni per il bene di altre persone. I<br />

protagonisti dell'economia sono persone,<br />

i destinatari sono persone. Solo così<br />

si è di fronte ad un'economia pienamente<br />

umana. Sotto questo profilo, il profilo<br />

personalistico, due significati dell'economia<br />

meritano di essere rilevati: l'economia<br />

come un far bene le cose, l'economia<br />

come un fare le cose buone.<br />

Economia:<br />

«far bene le cose»<br />

Il primo significato implica una distribuzione<br />

corretta dei beni prodotti, in<br />

grado di fare il bene delle persone, e<br />

non di metterlo in crisi. Il primato non<br />

dev'essere dato alle cose, ma alle persone<br />

e al valore della loro vita, alla crescita<br />

di tutti e di ciascuno. Un'economia<br />

comincia a decadere quando perde questa<br />

finalità, riducendosi solo ad una questione<br />

di interessi e di profitti. Non che<br />

il giusto guadagno non sia importante;<br />

ma è un mezzo, non il fine di tutto.<br />

Un'economia comincia a decadere quando<br />

non si guarda più al bene delle persone,<br />

quando questi valori diventano<br />

marginali e i rapporti umani sono ridotti<br />

ad una situazione di dipendenza tra un<br />

donatore e un beneficiario. L'economia<br />

non è anzitutto il luogo del fare, ma dell'essere,<br />

né è il luogo dell'elemosina o<br />

del dominio; ma del mettere in comune<br />

il proprio lavoro e i propri beni, in un<br />

ambito di rispetto e di reciprocità. In<br />

quanto tale, essa implica sempre una dimensione<br />

etica: nella misura stessa, infatti,<br />

in cui suppone un agire umano,<br />

un agire delle persone per altre persone,<br />

si qualifica come un agire che può essere<br />

finalizzato al loro bene oppure al loro<br />

male, e riveste quindi inevitabilmente<br />

una referenza morale valoriale. Di qui la<br />

possibilità che vi sia un'economia che<br />

mette al primo posto il proprio tornaconto,<br />

criteri di solo interesse o di profitto<br />

individuale, un'economia contrassegnata<br />

dalla sola legge dell'egoismo, oppure<br />

un'economia che rispetta l'altro da<br />

sé e fa bene ciò che deve fare, che cerca<br />

di essere competitiva, ma nella lealtà<br />

e nel rispetto del bene di tutti e di ciascuno.<br />

Solo allora l'economia è un'economia<br />

per l'uomo, e non contro l'uomo:<br />

si struttura come un rapporto di dare e<br />

ricevere, in una giusta attenzione alle<br />

persone coinvolte e al loro bene. Va in<br />

questa direzione il richiamo che il Santo<br />

Padre ha rivolto agli operatori del mondo<br />

agricolo l'11 novembre 2000 a riguardo<br />

delle stesse agrobiotecnologie: «È un<br />

principio da ricordare nella stessa produzione<br />

agricola quando si tratta di<br />

promuoverla con l'applicazione di biotecnologie,<br />

che non possono essere valutate<br />

solo sulla base di immediati interessi<br />

economici. È necessario sottoporle<br />

previamente ad un rigoroso controllo<br />

scientifico ed etico, per evitare che si risolvano<br />

in disastri per la salute dell'uomo<br />

e per l'avvenire della terra».<br />

Economia come<br />

«fare le cose buone»<br />

Un secondo significato merita di essere<br />

rilevato: l'economia è fare le cose<br />

buone, le cose di qualità, buone per la<br />

vita e la salute delle persone e dell'ambiente.<br />

Se infatti, come si è detto, l'economia<br />

è uno scambio di beni tra persone<br />

per il loro bene, solo se ciò che si<br />

produce è buono, si ha un'economia a<br />

servizio delle persone e della loro vita, e<br />

non contro. La stessa competizione di<br />

mercato dev'essere finalizzata a fare le<br />

cose più buone degli altri o, meglio, a<br />

fare le stesse cose, ma in un modo corretto<br />

e qualitativamente migliore. Le<br />

leggi di mercato sono a servizio della<br />

persona, non la persona a servizio delle<br />

leggi di mercato. È questo un aspetto<br />

essenziale dell'economia che non può<br />

essere dato per scontato. Il contrario è<br />

una cattiva economia. L'efficienza economica<br />

non è semplicemente produrre<br />

molto, ma produrre bene, nel rispetto<br />

della natura e delle persone a cui ciò<br />

che si produce è destinato. Ciò vale in<br />

ogni campo, e vale in particolare nel-<br />

l'ambito della produzione agricola. Sviluppare<br />

al meglio la nostra agricoltura<br />

regionale e di qualità significa produrre<br />

ricchezza, salute delle persone, evitando<br />

le disastrose conseguenze — anche sotto<br />

il profilo puramente economico — della<br />

«mucca pazza»; e significa mettere in atto<br />

un modello sostenibile di sviluppo<br />

che contribuisce al bene della cittadinanza<br />

e dell'ambiente. Esattamente il<br />

contrario di quanto sta avvenendo. Ci si<br />

può chiedere se non risieda in questo<br />

elemento l'essenza di un'economia che<br />

sia insieme creativa di futuro e produttrice<br />

di benessere (bene-esse), e perciò<br />

realmente umanistica. «Far bene le cose,<br />

con correttezza, e fare le cose buone,<br />

per il bene delle persone e nel rispetto<br />

della natura»: è questo il concetto<br />

di economia a cui bisognerà guardare<br />

con sempre maggiore convinzione. Solo<br />

rispettando questo indirizzo si realizza<br />

un'efficienza produttiva reale. Di qui la<br />

necessità che l'economia ritrovi le sue<br />

radici etiche; essa ha bisogno dell'etica<br />

come il fiume si alimenta alla sua sorgente.<br />

Senza etica non si vive e non si<br />

fa vivere!<br />

Verso un'etica<br />

dell'economia<br />

Non è questo il richiamo che deriva<br />

dalla situazione di emergenza creata<br />

La teologia biblica<br />

del «dare» nel contesto<br />

della colletta paolina<br />

La pubblicazione di Andrzej Wodka,<br />

Una teologia biblica del dare nel contesto<br />

della colletta paolina (2 Cor 8-9)<br />

(Roma, Editrice Pontificia Università<br />

Gregoriana, 2000, pp. 356, L. 35.000) riguarda<br />

una ricerca biblica sul dare, in<br />

sintonia con la «cultura del dare», propria<br />

della civiltà dell'amore. L'Autore<br />

prende lo spunto dalla iniziativa paolina,<br />

promossa «tra i santi di Gerusalemme» a<br />

favore dei «poveri», per approfondire la<br />

teologia del dare.<br />

Egli osserva, anzitutto, che «il dare è<br />

un punto d'incontro di innumerevoli dimensioni<br />

della vita individuale e sociale»<br />

(p. 7). In secondo luogo, rileva che il<br />

«meccanismo» fondamentale del dare<br />

«consiste nel processo di trasferire qualcosa<br />

a qualcuno. Tale processo — egli<br />

aggiunge — coinvolge almeno quattro<br />

elementi essenziali: il donante, il ricevente,<br />

il dono, il passaggio del dono<br />

(...). Tutto ciò che di qualificante si possa<br />

affermare del dare (o del dono) emerge<br />

— egli tiene a precisare — dagli altri<br />

elementi, come la ragione per cui si dà,<br />

oppure lo scopo in vista del quale qualcosa<br />

viene donato. In questa visione<br />

l'istanza del donante gioca un ruolo determinante.<br />

Il protagonista del dare,<br />

non meno importante, è tuttavia anche<br />

colui che riceve» (p. 8). In ogni caso, «il<br />

dare — puntualizza ancora l'Autore — è<br />

un fenomeno talmente universale che<br />

potrebbe essere trattato quasi come uno<br />

dei sinonimi del vivere» (p. 12).<br />

Andrzej Wodka concentra la sua attenzione<br />

soprattutto sul dare biblico e<br />

sulle sue dimensioni teologiche. La colletta<br />

paolina, pertanto, appare come<br />

una realizzazione storica del dare cri-<br />

schede - schede - schede<br />

Centro evangelizzazione e catechesi<br />

«Don Bosco», Giovani, non<br />

disperdetevi, Editrice Elledici,<br />

Leumann 2000, pp. 96, L. 10.000,<br />

E. 5,16. Il titolo è stato preso dal<br />

discorso di Giovanni Paolo II ai giovani<br />

che hanno partecipato alla<br />

Giornata Mondiale della Gioventù.<br />

L'appello è scaturito dal cuore del<br />

Papa e di tutta la Chiesa perché<br />

a cura di GINO CONCETTI<br />

quel patrimonio di valori spirituali,<br />

di fede e di testimonianza evangelica<br />

sia coltivato e incrementato.<br />

Marco Durando, Alberto Martelli,<br />

Marino Gobbin hanno preparato un<br />

sussidio, pedagogicamente efficace,<br />

per aiutare i giovani a perseverare<br />

e a crescere nella Chiesa e nella solidarietà<br />

universale secondo il Vangelo.<br />

Silvia Prandini, Girolamo santo antinoia, Edizioni Vivere In, Roma<br />

2000, pp. 281, L. 25.000. San Girolamo è conosciuto per la sua traduzione<br />

della Bibbia e per gli studi qualificati sui singoli testi sacri. Dalla Dalmazia<br />

si trasferì a Roma e poi in Palestina, vivendo a lungo a Betlemme. Di<br />

lui hanno scritto autori antichi, meno ha interessato gli agiografi moderni.<br />

Silvia Prandini lo «narra» come uomo, come credente e come studioso.<br />

Un'antologia di testi non facilmente accessibili ai non iniziati lo rende più<br />

familiare. Viene presentato nella letteratura patristica «figura poliedrica<br />

come esegeta, moralista, maestro e direttore di anime, storico e polemista<br />

senza pari». Girolamo è stato soprattutto perfetto imitatore di Cristo.<br />

Alessandro Paronuzzi (a cura),<br />

Natale d'Autore. Pagine celebri<br />

sulla notte che ha cambiato la<br />

storia dell'uomo, Ancora Editrice,<br />

Milano 2000, L. 29.000, E. 14,98.<br />

Il Natale è una festa da trascorrersi<br />

nell'intimità familiare. Il Natale è<br />

tutto nella manifestazione reale, fisica<br />

di Gesù, Figlio di Dio. A. Paronuzzi<br />

ha avuto una felicissima idea:<br />

selezionare dai grandi scrittori i migliori<br />

testi sul Natale. «C'è da accogliere<br />

con gioia — scrive l'Arcivescovo<br />

di Gorizia Dino De' Antoni —<br />

la “fatica” di chi ha messo impegno,<br />

intelligenza e cuore nella felice<br />

ricerca di conservare parole, sentimenti<br />

e ricordi del Natale del Figlio<br />

di Dio, che è anche natale dell'uomo».<br />

Giuseppe Bertagna, Avvio alla riflessione pedagogica, Editrice La Scuola,<br />

Brescia 2000, pp. 314, L. 40.000. Docente universitario impegnato nella<br />

pedagogia generale, Giuseppe Bertagna è autore attento ai problemi educativi<br />

dei soggetti in età scolastica. Conosce bene e le approfondisce con acume<br />

critico le varie «teorie» per enunciare principi di tipo personalista. La<br />

tecnica rischia di vanificare la sapienza pedagogica dei fecondi secoli del<br />

passato. Di qui il suo sforzo di aprire nuove piste educative. Il punto di riferimento<br />

ispirativo e normativo è il modello biblico. Bertagna è convinto<br />

che la natura dell'educazione cui ogni soggetto è chiamato a ispirarsi è<br />

teologica, essendo insufficiente quella antropologica.<br />

Joyce Ridick, I voti. Un tesoro in<br />

vasi d'argilla, Edizioni Piemme,<br />

Casale Monferrato 2000, pp. 460,<br />

L. 45.000, E. 23,24. Chi scrive non<br />

è solo una suora, è, a tutti gli effetti,<br />

docente di vita religiosa. Ha insegnato<br />

anche all'Università Gregoriana<br />

di Roma. Il libro, aggiornato,<br />

è stato già tradotto in dieci lingue.<br />

Si deve riconoscere che è di forte<br />

impegno non solo psicologico e teologico.<br />

I voti della vita religiosa sono<br />

i classici: povertà, obbedienza e<br />

castità. Nel nesso sono tutte le virtù<br />

evangeliche che il consacrato promette<br />

di testimoniare e di vivere in<br />

profondità e senza condizione. Con<br />

le virtù vengono indicati i mezzi<br />

per compiere il cammino ascensionale.<br />

Giuseppino De Roma, Concetta Lombardo, Edizioni Messaggero, Padova<br />

2000, pp. 77, L. 6.500. A presentarla è l'Arcivescovo Antonio Cantisani:<br />

«laica e per di più giovane, di cui ho avuto la gioia d'introdurre il processo<br />

cognizionale per la causa di beatificazione». Nata a Staletti, il 7 luglio<br />

1924 crebbe nella fede partecipando alle iniziative pastorali della sua comunità.<br />

Fu esemplare militante di Azione Cattolica, catechista e professa<br />

della regola dell'Ordine francescano secolare. Fu uccisa perché respinta da<br />

un uomo in preda alla passione per lei. Cadde martire per difendere la purezza.<br />

De Roma l'ha ritratta nella sua realtà di ragazza impegnata nella<br />

pratica delle virtù evangeliche e nella multiforme attività apostolica.<br />

Pietro Spirito, Etica ed economia.<br />

Verso nuovi paradigmi nella ristrutturazione<br />

delle imprese, Edizioni<br />

San Paolo, Cinisello Balsamo<br />

1999, pp. 220, L. 26.000. È stato<br />

quasi sempre difficile armonizzare<br />

economia ed etica. Da quando il<br />

magistero della Chiesa è entrato<br />

con la sua autorità a occuparsi di<br />

problemi economici sono stati supe-<br />

rati pregiudizi e rigidi steccati. Nelle<br />

grandi Encicliche sociali e in altri<br />

documenti i credenti hanno orientamenti<br />

e indicazioni che non possono<br />

ignorare. Pietro Spirito espone il<br />

problema in sede «tecnica» e nella<br />

direzione aziendalistica. La sua analisi<br />

è puntuale e mirata ad evidenziare<br />

le responsabilità delle persone<br />

e dello Stato.<br />

Giacomo Canobbio (a cura), La fede di Gesù, Edizioni Dehoniane, Bologna<br />

2000, pp. 163, L. 22.000, E. 11,36. Il libro, curato da Giacomo Canobbio,<br />

docente di teologia sistematica presso lo studio teologico Paolo VI di<br />

Brescia, riproduce gli atti del convegno tenuto a Trento dal 27 al 28 maggio<br />

1998 e che ebbe come tema La fede di Gesù. Le relazioni sono di Pier<br />

Angelo Sequeri: Fede di Gesù e filiazione divina; di Roberto Vignolo: La fede<br />

portata da Gesù; di Andrea Toniolo: Dalla fede di Gesù alla fede dei discepoli<br />

e di Giannino Piana: Fede e libertà. Orizzonte cristologico e prospettive<br />

etiche. Solo apparentemente è un testo per specialisti. Se ne gioveranno<br />

anche gli studenti di teologia e gli operatori pastorali.<br />

In dieci tomi l'opera scientifica di Padre Michelangelo Manicone<br />

da Vico del Gargano, vissuto tra Settecento ed Ottocento<br />

La riscoperta della bellezza del creato,<br />

la lode a Dio attraverso le creature, una<br />

riproposizione della «teologia francescana»<br />

del creato, un «Cantico delle creature»<br />

per l'uomo postmoderno ramingo<br />

nella «giungla» del nichilismo e del nulla,<br />

hanno spinto i francescani della Provincia<br />

dell'Ordine dei Frati Minori di Puglia<br />

e Molise in collaborazione con l'Ente<br />

Nazionale Parco del Gargano, a rilanciare<br />

in ristampa anastatica la colossale<br />

opera di fisica del frate naturalista Michelangelo<br />

Manicone da Vico del Gargano<br />

(La Fisica Appula, edizione anastatica,<br />

Paolo Malagrinò Editore, 2000).<br />

Si tratta di una enciclopedica ricerca<br />

fisico-naturale che il frate pubblicò in<br />

dieci tomi nel 1806 e nella quale analizza,<br />

con dovizia di scienza e particolari,<br />

il suolo, la flora, la fauna, le foreste, il<br />

clima, l'acqua, le meteore e l'area dell'Apulia,<br />

cioè della pianura e del promontorio<br />

del Gargano.<br />

Ricerca e analisi<br />

sul territorio del Gargano<br />

Un'opera che, assieme alla Descrizione<br />

geografica e politica delle Sicilie di<br />

Giuseppe Maria Galanti, è stata considerata<br />

autorevole studio, ricerca ed analisi<br />

sul territorio del Gargano.<br />

Nonostante il lungo periodo d'oblio,<br />

dal morbo della «mucca pazza»? E non<br />

va in questa direzione l'invito costante<br />

che il Santo Padre sta rivolgendo a tutto<br />

il mondo? Dio ha dato all'umanità il<br />

compito di «coltivare e custodire» la terra,<br />

non di distruggerla. La qualità della<br />

vita, la salute fisica e mentale e lo sviluppo<br />

— talvolta perfino la stessa sopravvivenza<br />

— dipendono dal rispetto<br />

dell'ordine naturale e dei suoi ritmi biologici,<br />

dalla sanità dell'ambiente messa<br />

in pericolo dalle tante forme di inquinamento<br />

che avvelenano le stesse fonti<br />

della vita, come l'aria, l'acqua e la terra.<br />

È tempo di passare dalla cultura della<br />

conquista economica e della competitività<br />

più spietata alla cultura della persona<br />

e della cooperazione. In un mondo sempre<br />

più globalizzato, l'egemonia assoluta<br />

dell'economia non è una soluzione; anzi,<br />

può diventare — come sta già avvenendo<br />

— fonte di pericoli immani. Da<br />

sempre la Chiesa insegna — e la «Centesimus<br />

Annus» lo ha ribadito con forza<br />

— che non può esistere un'economia<br />

disgiunta dalla persona e dalla sua coscienza<br />

morale, perché ogni azione economica<br />

è frutto della decisione umana<br />

e sottostà a incancellabili criteri etici di<br />

giudizio. È su questi grandi temi che si<br />

dovrà svolgere il dibattito sul problema<br />

della BSE nei prossimi giorni, come su<br />

altri temi, e non su questioni marginali<br />

o addirittura ideologiche o di parte.<br />

stiano. Partendo da questo dato storico<br />

ed esperienziale, l'Autore risale alla<br />

struttura teologica del dare, indicando<br />

anche il posto che essa occupa nell'insieme<br />

della teologia paolina. Dopo aver<br />

studiato le possibili analogie della colletta<br />

paolina nella cultura ebraica e in<br />

quella greco-romana, sia a livello motivazionale<br />

sia a livello istituzionale, egli<br />

si sofferma ad analizzare lo spirito del<br />

dare nella struttura teologica paolina,<br />

dedicando particolare attenzione al dare<br />

cristiano come mistero di gratuità. A<br />

questo proposito egli osserva: «generando<br />

l'aiuto e l'unità, attraverso l'amore<br />

fattivo e la comunione, il dare si rende<br />

sinonimo dei suoi propri effetti e giunge<br />

a costituire un dinamismo inscindibilmente<br />

legato alla stessa vita individuale<br />

e collettiva dei credenti, rispecchiante lo<br />

stesso mistero della vita di Dio. Come<br />

tale — egli conclude — non appare<br />

quindi come un fenomeno strumentale<br />

del solo passaggio dell'avere, ma si rivela<br />

come categoria teologica e insieme<br />

antropologica, direttamente legata allo<br />

“indescrivibile dono di Dio”» (p. 275).<br />

Secondo la teologia paolina, rileva ancora<br />

l'Autore, l'amore del cristiano,<br />

espresso nel dare al fratello che è nella<br />

povertà, consiste nella personale perdita<br />

di qualcosa a favore degli altri. Viene<br />

esclusa pertanto una visione dell'amore<br />

cristiano in termini di sterile compassione<br />

soltanto sentimentale. Il dare gratuito<br />

del cristiano, perciò, diventa una<br />

realtà pasquale, nel senso di una perdita<br />

di ciò che è proprio a favore dell'altro;<br />

anzi si può dire che esso si trasforma<br />

in una escatologia anticipata.<br />

PASQUALE PUCA<br />

questo intellettuale resta uno dei più autorevoli<br />

naturalisti pugliesi.<br />

Una vocazione che ben si conciliava<br />

con la scelta religiosa francescana e con<br />

la sua preparazione teologica: l'indagine,<br />

acuta e dettagliata, sul creato lo faceva<br />

incontrare con la potenza creatrice<br />

del Creatore.<br />

L'opera, scritta a più riprese presumibilmente<br />

nel 1790, venne pubblicata<br />

qualche anno più in là dopo che Manicone<br />

si liberò dagli impegni di governo<br />

che lo videro tra i fautori dell'ordinamento<br />

della sua Provincia monastica.<br />

Le sue origini<br />

garganiche<br />

Il suo amore per la natura è da ricercarsi<br />

anche nelle sue origini garganiche.<br />

Nacque, difatti, a Vico Garganico il 5<br />

marzo del 1745, entrò giovanissimo nel<br />

vicino convento di Santa Maria di Stignano,<br />

in località San Marco in Lamis.<br />

La sua formazione culturale lo vede<br />

in grandi ed importanti «Atenei» del suo<br />

tempo: Napoli, Roma, Vienna, Berlino e<br />

Bruxelles.<br />

La sua passione per le scienze ed il<br />

sapere non lo distolse, però, dai suoi obblighi<br />

di religioso: guardiano nel convento<br />

di Gesù Maria a Foggia e Definitore<br />

provinciale dal 1776 al 1784, successivamente<br />

venne eletto anche Ministro Pro-<br />

vinciale, carica che ricoprì dal 1790 al<br />

1794.<br />

Moriva il 18 aprile 1810, poco tempo<br />

dopo la pubblicazione della sua opera<br />

principale.<br />

Gli studiosi e gli esperti vedono in Michelangelo<br />

Manicone un ricercatore ed<br />

un naturalista dallo spiccato senso di osservazione<br />

e dalla rara sensibilità razionale.<br />

Doti che hanno arricchito le conoscenze<br />

del tempo. Ciò che oggi è ormai<br />

acclarato, difatti, non lo era nel '700 allorquando<br />

il francescano sfatò una diffusa,<br />

antica e radicata convinzione che voleva<br />

il Gargano una montagna d'origine<br />

vulcanica.<br />

Egli dimostrò che il promontorio dell'Apulia<br />

era una «montagna calcarea e<br />

la pietra calcarea non è vulcanica».<br />

La sua preoccupazione di studioso era<br />

essenzialmente la lotta al mefitismo,<br />

cioè all'insalubrità dei luoghi e dei paesi<br />

del suo tempo fonti di malattie ed infezioni<br />

varie, sostenne la necessità della<br />

«bonifica» delle paludi sipontine fornendo<br />

indicazioni tecniche e scientifiche per<br />

tale operazione, incoraggiò la costruzione<br />

di reti viarie lodando, nonostante<br />

una innata avversione a questo popolo,<br />

l'ingegno romano in fatto di strade: «Io<br />

odio gli antichi Romani: perché questi<br />

terribili conquistatori ponevan la loro<br />

gloria nello spogliare, e nel distruggere<br />

tutti i popoli. Ma bisogna confermare<br />

che fra tutte le più strepitose opere dell'Antichità<br />

le più utili furono incontrastabilmente<br />

le strade romane» (p. XX).<br />

Si direbbe, infine, che padre Michelangelo<br />

ha precorso, da buon francescano<br />

ed intelligente studioso, la «politica ambientale»,<br />

la salvaguardia del creato,<br />

oggi in auge nella cultura, nel sapere e<br />

nel progresso sociale e civile dei nostri<br />

giorni.<br />

L'iniziativa della ristampa anastatica<br />

di quest'opera rientra non in finalità<br />

«panegiristiche» di un personaggio di siffatta<br />

levatura culturale ma unicamente<br />

nello sforzo di un recupero della memoria<br />

da parte della provincia di San Michele<br />

Arcangelo dei Minori di Puglia e<br />

Molise che ha celebrato il primo centenario<br />

della sua unificazione (1899-1999).<br />

L'iniziativa<br />

della ristampa anastatica<br />

Un recupero che dovrà illuminare le<br />

scelte e la vita dei religiosi, in particolare<br />

dei francescani, del terzo millennio<br />

che in Michelangelo Manicone oltre al<br />

confratello dotto dovranno vedere il frate<br />

ed il sacerdote capace di contemplazione<br />

e di «nostalgia della bellezza e della<br />

beatitudine».<br />

FRANCESCO ARMENTI


ITALIA<br />

PAGINA<br />

7 .<br />

Il cammino<br />

della Chiesa<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Venerdì 19 Gennaio 2001<br />

Sul tema «L'Eucaristia, mistero al centro<br />

della vita cristiana», si è tenuta nei<br />

giorni scorsi in diocesi di Novara una «tre<br />

giorni» per il clero e per gli insegnanti di<br />

religione.<br />

In apertura del convegno il Vescovo,<br />

Mons. Renato Corti, ha sottolineato l'importanza<br />

della formazione permanente<br />

«senza della quale si invecchia anche se<br />

si è giovani».<br />

«Non è un dovere — ha aggiunto il Presule<br />

— ma un'opportunità che favorisce il<br />

Novara: «L'Eucaristia al centro della vita cristiana»<br />

nostro cammino spirituale. A suggerire il<br />

tema è l'esperienza dell'Anno Giubilare e<br />

il desiderio che un frutto spirituale, reale<br />

maturi in ciascuno di noi e nelle nostre<br />

comunità».<br />

Il monaco, priore di Bose, P. Enzo Bianchi<br />

nel suo intervento ha evidenziato l'inesauribilità<br />

del Mistero dell'Eucaristia, che<br />

appare il momento centrale per la vita<br />

della Chiesa. P. Bianchi ha spiegato poi<br />

Un ricordo del sacerdote che ha speso l'esistenza nell'Azione Cattolica Italiana<br />

Il servizio nascosto, umile<br />

e prezioso di Mons. Giuseppe Crovella<br />

A vederlo così, bassino e rotondetto, con gli<br />

occhiali spessi e l'aria pacifica, costantemente<br />

proteso a raccogliere relazioni e interventi con<br />

un registratore, non avresti saputo dargli un'età;<br />

mite e disponibile, sempre presente agli incontri,<br />

alle molte riunioni che caratterizzano<br />

la vita dell'associazionismo.<br />

Mons. Giuseppe Crovella era nato nel settembre<br />

1920 a Pralungo, in provincia di Vercelli,<br />

aveva compiuto gli studi filosofici e teologici<br />

nel Seminario vescovile maggiore di<br />

Biella.<br />

Ordinato sacerdote il 29 giugno 1944 e incardinato<br />

nella propria diocesi di Biella, per<br />

un breve periodo aveva operato presso la curia<br />

vescovile, poi era stato nominato vice assistente<br />

diocesano della Gioventù Femminile di<br />

Azione Cattolica, la grande organizzazione<br />

femminile guidata da Armida Barelli. Nel più<br />

organizzato dei rami dell'Azione Cattolica, il<br />

giovane sacerdote piemontese si era fatto notare<br />

per la cura diligente della formazione, fino<br />

ad essere chiamato come vice assistente centrale,<br />

presso la sede nazionale della Gf, con<br />

particolare incarico, dal 1947 al 1958, per le<br />

Sezioni minori (le Piccolissime, che andavano<br />

dai 3 ai 6 anni; le Beniamine, che frequentavano<br />

le scuole elementari, e le Aspiranti dagli 11<br />

ai 14 anni), per poi dedicarsi alle Effettive, la<br />

categoria che raggruppava le ragazze più grandi<br />

e con l'unificazione fu assistente delle Lavoratrici.<br />

Don Crovella si trova, quindi, a Roma<br />

durante il Concilio, vedendolo da un osservatorio<br />

molto speciale, quale poteva essere il<br />

Centro nazionale della più importante associazione<br />

laicale. Di quegli anni Mons. Crovella ri-<br />

BRESCIA Solenne Celebrazione presieduta dal Vescovo Mons. Giulio Sanguineti<br />

Il servo di Dio fra Giacomo Bulgaro, figlio spirituale<br />

di san Francesco, testimone dell'amore di Dio agli uomini<br />

Nei prossimi giorni ricorrono gli anniversari<br />

di nascita (29 gennaio) e di morte<br />

(27 gennaio) del servo di Dio fra Giacomo<br />

Bulgaro (1879-1967), frate minore<br />

conventuale bresciano. La notorietà di<br />

fra Giacomo ha ormai varcato i confini<br />

della terra bresciana e la sua spiritualità<br />

attira la simpatia e l'emulazione di tanti<br />

fedeli sparsi in tutte le regioni d'Italia.<br />

In estrema sintesi, la vita di fra Giacomo<br />

fu un romanzo concluso nella serena<br />

quiete del più bel chiostro francescano<br />

di Lombardia, nel quale entrò a cinquant'anni.<br />

Rimasto orfano e solo, da<br />

giovane abbandonò la pratica religiosa<br />

ed esperimentò il peccato e l'insoddisfazione<br />

che ne promana. A 34 anni cominciò<br />

il cammino di conversione, indotto<br />

dalla Madonna.<br />

Per altri 15 anni continuò a vivere in<br />

casa, lavorando da calzolaio, ma ormai<br />

la sua vita era segnata da un legame<br />

crescente con il Signore, al quale ogni<br />

giorno dedicava nella preghiera le prime<br />

tre ore della giornata.<br />

Partecipava alle catechesi e alle opere<br />

di carità della parrocchia. Ebbe rapporti<br />

di amicizia con uomini di grande levatura<br />

spirituale: il servo di Dio don Giovanni<br />

Battista Zuaboni, Giorgio Montini,<br />

papà di Paolo VI, il giovane Giovanni<br />

Battista Montini; il Rettore del Seminario<br />

di quel tempo.<br />

Nel 1928 entrò nel convento San<br />

Francesco di Brescia e fu incaricato dell'accoglienza<br />

dei poveri, oltre che dei<br />

mille piccoli servizi necessari all'organizzazione<br />

del grande complesso francescano<br />

nel quale vivevano una cinquantina<br />

di frati e chierici studenti.<br />

Per altri quarant'anni fra Giacomo<br />

visse lietamente a totale disposizione del<br />

prossimo, sempre assorto nella preghiera<br />

contemplativa di cui aveva il dono.<br />

Per ordine del confessore, cominciò a<br />

scrivere un diario spirituale su foglietti e<br />

quaderni scolastici. Quegli scritti, composti<br />

con il povero linguaggio d'un uomo<br />

di pochi studi, giustificano la fama<br />

crescente del servo di Dio.<br />

Il diario descrive, con appassionato<br />

trasporto, esperienze contemplative che<br />

richiamano pagine dei grandi mistici cristiani.<br />

I confessori di fra Giacomo gli<br />

hanno sempre domandato di scrivere:<br />

per questo il diario è ponderoso e ripetitivo,<br />

finora pubblicato solo in parte.<br />

La sua spiritualità profuma intensamente<br />

di francescanesimo, con la centralità<br />

accordata al Cristo povero, umile,<br />

obbediente, sofferente. Volle appropriarsi<br />

dello stile di vita di Gesù nei trent'anni<br />

di Nazareth e, nell'abbandono totale<br />

aDio,cercòdi somigliare alla Madonna.<br />

Dal giorno della conversione, quando<br />

gli parve che Maria lo abbracciasse, si<br />

propose di farsi in tutto «come Maria»,<br />

seguendola nell'imitazione di Cristo e<br />

proponendosi di rendere sante le ordinarie<br />

occupazioni di ogni giornata.<br />

Concluso a Brescia nel 1991 il processo<br />

canonico diocesano, la causa di fra<br />

Giacomo è al vaglio della Congregazione<br />

delle Cause dei Santi.<br />

La sua tomba, in una austera cappella<br />

del Duecento accanto alla chiesa di san<br />

Francesco in Brescia, è meta crescente<br />

di pellegrinaggio.<br />

Le celebrazioni in onore del servo di<br />

Dio avranno inizio nel convento di san<br />

5 settembre 1998: Giovanni Paolo II<br />

con Mons. Giuseppe Crovella durante l'udienza<br />

all'Azione Cattolica Italiana<br />

cordava sempre la cura pedagogica e psicologica<br />

verso le nuove generazioni, perseguita anche<br />

con il sostegno dell'Università Cattolica<br />

del Sacro Cuore, che con la Gf aveva uno<br />

stretto legame di collaborazione.<br />

I molti incontri formativi e spirituali, secondo<br />

metodi d'avanguardia per i tempi, vedevano<br />

come protagoniste delle bambine anche in<br />

Brescia: il santuario della Madonna di Corticelle, dove avvenne la conversione di Giacomo Bulgaro, Frate Minore Conventuale<br />

Francesco venerdì 26 gennaio, vigilia<br />

dell'anniversario di morte, con una preghiera<br />

guidata dalle ore 21 alle ore 24<br />

sul tema: «la notte di fra Giacomo»; si<br />

tratta di un ricordo delle notti di adorazione<br />

nella chiesa di san Francesco alle<br />

Alessandria: ordinato diacono<br />

un giovane proveniente da Samoa<br />

Paulo Masi Fidow dell'arcidiocesi di<br />

Samoa-Apia è diacono. Lo ha ordinato<br />

nei giorni scorsi il Vescovo di Alessandria,<br />

Monsignor Fernando Charrier, durante<br />

la Celebrazione Eucaristica svoltasi<br />

nella chiesa alessandrina della Madonna<br />

del Suffragio.<br />

La presentazione del candidato al diaconato<br />

è stata fatta da don Walter Fiocchi,<br />

parroco del «Suffragio», dove Paulo<br />

è stato inviato dall'Arcivescovo di Samoa-Apia<br />

e accolto dalla comunità per<br />

completare gli studi che lo porteranno<br />

al presbiterato.<br />

Paulo — ha detto don Walter — in<br />

questi tre anni di presenza fra noi ha acquistato<br />

la nostra cultura e la nostra lingua<br />

facendoci approfondire il valore del<br />

rispetto dell'anziano che, a Samoa, gode<br />

di una particolare considerazione.<br />

«Paulo ha detto sì alla stella che gli ha<br />

indicato il cammino da seguire, consacrando<br />

la sua vita ai fratelli — ha detto<br />

Monsignor Charrier all'omelia — diventando<br />

luce per gli altri, soprattutto nel<br />

solco di quella cultura dell'unità della famiglia<br />

e della convivenza fra giovani ed<br />

anziani».<br />

«Carissimo Paulo — ha detto ancora<br />

tenera età; collaborò in questo periodo con il<br />

vertice della Gf, da Carmela Rossi ad Alda Miceli,<br />

e con le fitte schiere di propagandiste e<br />

delegate, che si dedicavano in questi anni alla<br />

crescita della gioventù con un'attenzione specifica<br />

alle esigenze pedagogistiche dell'età evolutiva.<br />

Amava ricordare alcune figure care alla Gf,<br />

tra le delegate, Gabriella Sagheddu, della diocesi<br />

di Nuoro, proclamata beata da Giovanni<br />

Paolo II nel 1983, e tra le bambine, Nennolina<br />

Meo, della Diocesi di Roma, di cui è in corso<br />

il processo di beatificazione.<br />

Un lavoro nascosto ed umile, ma anche per<br />

questo prezioso, fu quello che coinvolse nel<br />

corso degli anni milioni di bambine.<br />

Durante un'intervista Mons. Crovella, con<br />

riferimento a questa azione educativa, ebbe<br />

modo di dire: «Se la goccia scava la pietra,<br />

queste idealità continuative proposte all'attenzione<br />

e alla meditazione delle ragazzine finivano<br />

per raggiungere in loro una certa assimilazione,<br />

e facevano di esse delle vere e piccole<br />

“donne” e delle vere cristiane».<br />

Dopo l'unificazione dei vari «rami» nel 1969,<br />

Mons. Crovella vive una nuova stagione di servizio.<br />

Diviene Assistente collaboratore della<br />

Presidenza Nazionale e quindi del Settore<br />

Adulti, con un nuovo e delicato incarico: seguire<br />

la Terza Età.<br />

Nel compimento di tale servizio, a cuisi è<br />

dedicato fino agli ultimi giorni, Mons. Crovella<br />

ha rivelato pienamente la sua sensibilità sacerdotale<br />

e pastorale e il suo amore all'Associazione.<br />

ERNESTO PREZIOSI<br />

quali partecipava il Bulgaro prima di vestire<br />

il saio francescano. Quelle notti di<br />

preghiera erano state inaugurate a Brescia<br />

nel 1886 dal beato Giuseppe Tovini.<br />

Domenica 28, vigilia dell'anniversario<br />

della nascita, il Vescovo di Brescia,<br />

il Vescovo di Alessandria — sarai chiamato<br />

ad accompagnare gli uomini a<br />

scoprire la verità, ad incoraggiare i credenti<br />

che hanno perso la stella che li<br />

guidava, attraverso la Parola di Dio e la<br />

carità».<br />

«Oggi sei un esempio per questa comunità,<br />

che ti ha accolto ed amato, e ti<br />

vede compiere il primo passo verso il<br />

sacerdozio».<br />

Al termine della Celebrazione Eucaristica,<br />

Paulo ha ringraziato i presenti che<br />

gremivano la chiesa del Suffragio — e<br />

fra essi vi erano presenze dell'Ecuador,<br />

della Nigeria, del Camerun, del Marocco,<br />

della Colombia e, naturalmente, di<br />

Samoa — invitandoli tutti alla sua ordinazione<br />

sacerdotale che avverrà nella<br />

sua terra di origine in Oceania.<br />

L'Arcidiocesi samoana, retta dal Cardinale<br />

Pio Taofinu'u coadiuvato da due<br />

vicari generali, conta 28 parrocchie per i<br />

42 mila cattolici su una popolazione di<br />

182 mila persone.<br />

Il clero residente è formato da 25 sacerdoti<br />

diocesani e 17 sacerdoti religiosi,<br />

cui vanno aggiunti 25 diaconi permanenti<br />

e 14 seminaristi maggiori.<br />

MARCO CARAMAGNA<br />

Mons. Giulio Sanguineti, presiederà nel<br />

pomeriggio la Santa Messa. Lunedì 29 è<br />

previsto un pellegrinaggio a Corticelle,<br />

presso il santuario della conversione di<br />

fra Giacomo.<br />

LUCIO CONDOLO<br />

come nella Santa Messa siano inscindibili<br />

la tavola della «Parola» e quella del «Sacramento».<br />

Inscindibile appare anche il<br />

nesso tra Eucaristia e Carità, vista nella<br />

sua luce teologale. Mons. Pierangelo Sequeri<br />

ha messo in rilievo come la celebrazione<br />

dell'Eucaristia sia la pratica cristiana<br />

per eccellenza; di qui anche la seria<br />

disciplina cristiana che esige di «sapere e<br />

pensare Chi si va a ricevere».<br />

Don Enrico Mazza ha invece illustrato i<br />

fini contemplativi ed escatologici dell'Eucaristia,<br />

evidenziando alcuni «prenotanda»<br />

del Messale. A questo riguardo ha sottolineato<br />

che esso non dev'essere «uno strumento<br />

di lavoro dove si impara a costruire<br />

nuove preghiere, ma testo da eseguire»;<br />

per questo le preghiere, frutto di una<br />

grandeelungatradizione,nonpossono essere<br />

modificatedalsacerdote celebrante.<br />

GIULIANO TEMPORELLI<br />

VICENZA Settimana di studio sui sacramenti dell'iniziazione<br />

Sostenere l'annuncio<br />

alle future generazioni<br />

TRIVENTO Il Congresso Eucaristico<br />

Il Giubileo ha lasciato<br />

molte tracce concrete<br />

In occasione della solenne Celebrazione<br />

Eucaristica per la conclusione del<br />

Grande Giubileo nella diocesi di Trivento,<br />

il VescovoAntonioSantuccihainvitatoitanti<br />

sacerdoti presenti e i moltissimi<br />

fedeli a spalancare ancora di più la porta<br />

del proprio cuore, per farvi entrare<br />

quella sublime potenza e quella misteriosa<br />

forza dello Spirito, che governa la<br />

realtà profonda della Chiesa di Cristo.<br />

Al termine della Santa Messa, il Presule<br />

triventino ha ricordato le celebrazioni<br />

più significative tenute in diocesi,<br />

ha illustrato i segni e le opere che resteranno<br />

a memoria di questo evento eccezionale<br />

e ha raccomandato di profondere<br />

tutto l'ardore possibile nell'impegnarsi<br />

a vivere il prossimo Congresso Eucaristico<br />

diocesano.<br />

Il Vescovo ha, inoltre, rivolto un vivo<br />

ringraziamento al Sommo Pontefice che<br />

ha permesso, a questa piccola e antichissima<br />

Chiesa locale, l'esperienza di<br />

una dimensione profetica per confessare<br />

apertamente e chiaramente la follia della<br />

croce e per testimoniare la sua vicinanza<br />

agli ultimi, in seno alla società laicistica<br />

e moderna.<br />

La decentrazione delle celebrazioni<br />

del Bimillenario della nascita di Cristo,<br />

infatti, anche in questa diocesi molisana,<br />

è stata quanto mai opportuna perché si<br />

operasse, in loco, quel giusto recupero<br />

della dimensione spirituale. Frutto di alcuni<br />

dibattiti, dei tanti incontri e delle<br />

diverse celebrazioni è stata una nuova<br />

presa di coscienza su problemi vitali,<br />

scaturita dall'opportunità che si è avuta<br />

di seminare e di riscoprire i giusti valori<br />

cristiani, in mezzo alla caotica cultura<br />

del nostro tempo, che tutto «frulla» in<br />

un pansincretismo sconcertante.<br />

Senza dir poi di quelle testimonianze<br />

che ci sono state quasi quotidianamente,<br />

nel silenzio e fuori d'ogni clamore, e<br />

che trasparivano dal volto dei pellegrini,<br />

i quali numerosi hanno visitato le nostre<br />

due mete giubilari, e stavano ad indicare<br />

un serio cammino di fede, una vera<br />

riconciliazione e un profondo senso di<br />

gioia.<br />

Le celebrazioni diocesane sono state<br />

numerose, affollate e soprattutto sentite.<br />

Ma il Giubileo lascia anche un segno<br />

profondo nelle diverse concretizzazioni<br />

reali che ne sono scaturite. La Caritas<br />

diocesana, a Castiglione M. Marino, ha<br />

inaugurato una modernissima Casa per<br />

l'assistenza agli anziani e, nel Kossovo,<br />

ha fatto costruire una strada che ha tolto<br />

dal secolare isolamento la cittadina di<br />

Peshter. La Pastorale giovanile ha deciso<br />

di istituzionalizzare, ogni primo sabato<br />

del mese, una veglia di preghiera «per la<br />

gioventù della notte». Presso il Santuario<br />

di Canneto sono stati inaugurati i<br />

quindici pannelli di bronzo raffiguranti i<br />

misteri del Rosario, per accompagnare<br />

la preghiera dei visitatori, ed è stata costruita<br />

una grande tenda, utile per i convegni<br />

e per le celebrazioni. Per il risanamento<br />

del debito pubblico dei Paesi<br />

della Guinea e dello Zambia, grazie alla<br />

sollecita e capillare sensibilizzazione della<br />

Caritas diocesana e dell'Ufficio missionario,<br />

è stata raccolta una discreta<br />

somma.<br />

MIMÌ FAZIOLI<br />

PADOVA lI XIII anno della scuola di formazione all'impegno sociale e politico<br />

L'educazione delle coscienze alla solidarietà<br />

La politica occupa sempre più i primi<br />

posti nella vetrina delle notizie, mentre<br />

cresce la disaffezione dei cittadini. Una<br />

sorta di scoramento diffuso, alimentato<br />

dalla convinzione che il teatro politico<br />

non può che assecondare, attraverso le<br />

sue rappresentazioni, gli interessi dei poteri<br />

forti. Sullo scenario sono apparsi<br />

movimenti nuovi e nuove leggi elettorali<br />

hanno mutato il paesaggio politico del<br />

paese. Ma chi forma i politici, chi ne<br />

cura la preparazione etica e professionale?<br />

Oggi, paradossalmente, sembra che<br />

solo la Chiesa si interessi del problema.<br />

Perché nella formazione del laico cristiano<br />

ritiene fondamentale l'educazione alla<br />

dimensione sociopolitica.<br />

Per questo in Italia vi sono una sessantina<br />

di scuole di formazione all'impegno<br />

sociale e politico. A Padova questa<br />

scuola è già al suo tredicesimo anno di<br />

attività ed è accompagnata da un interesse<br />

sempre crescente.<br />

La scuola avviata in diocesi di Padova<br />

è una delle più in vista a livello nazionale,<br />

grazie alla costante revisione del metodo<br />

di lavoro che integra i contenuti<br />

teorici della Dottrina sociale della Chiesa<br />

e della cultura politica con l'analisi del<br />

territorio e dei bilanci comunali. Un suc-<br />

Per dare concretezza di scelte operative al cammino<br />

triennale già fatto dai presbiteri della diocesi<br />

di Vicenza nei corsi residenziali sul medesimo<br />

argomento, da lunedì 8 gennaio a venerdì 12 si è<br />

svolta a Villa San Carlo di Costabissara (VI), la<br />

settimana semi-residenziale per sacerdoti diocesani<br />

e religiosi sul tema dell'iniziazione cristiana.<br />

La proposta della Commissione per la formazione<br />

permanente del clero, voleva dare continuità<br />

e maggior concretezza al cammino triennale<br />

fatto nei corsi residenziali dei sacerdoti, nei quali<br />

siè riflettuto sulla realtà dell'iniziazione cristiana.<br />

L'appuntamento quindi ha rappresentato una<br />

tappa importante, anche per la presenza del Vescovo<br />

insieme con una notevole e costante partecipazione<br />

dei presbiteri, nel cammino di ricerca<br />

che adesso deve proseguire insieme con i laici a<br />

livello vicariale e diocesano.<br />

Il primo giorno don Chino Biscontin, della diocesi<br />

di Concordia-Pordenone, ha richiamato le linee<br />

di fondo relative all'iniziazione cristiana.<br />

Negli altri giorni si sono succeduti relatori che<br />

si sono fatti portavoce di alcune innovazioni pastorali<br />

introdotte nelle loro diocesi (Alessandria,<br />

Milano e Verona) e parrocchie (s. Rita a Mestre),<br />

riguardo l'iniziazione cristiana dei fanciulli, dei<br />

giovani e degli adulti.<br />

Tra i presenti c'è stato chi ha manifestato apprezzamento<br />

per la scelta dei relatori, tutti impegnati<br />

pastoralmente come parroci nella non facile<br />

mediazione tra principi teorici e applicazioni pratiche.<br />

La difficoltà è emersa, in modo particolare, nei<br />

pomeriggi dedicati ai gruppi di lavoro, col metodo<br />

dei «laboratori».<br />

Alcuni «punti-fermi» emersi nell'incontro sembra<br />

che possano ispirare il rinnovamento della vita<br />

di fede delle comunità cristiane e sostenere<br />

l'annuncio cristiano alle future generazioni.<br />

cesso dovuto anche all'innesto costruttivo<br />

con la vita pastorale delle associazioni<br />

presenti in diocesi nello sforzo di suscitare<br />

e sostenere vocazioni all'impegno<br />

sociale e politico.<br />

La scuola, biennale, è gestita dall'Ufficio<br />

della Pastorale Sociale e del Lavoro,<br />

in collaborazione con le Acli, l'Azione<br />

Cattolica, la Caritas e la Commissione<br />

Centri Parrocchiali presso Casa Pio X.<br />

Nell'incontro di apertura, il demografo<br />

Giampietro dalla Zuanna ha tenuto<br />

una relazione sul tema «Famiglia e ente<br />

locale: politiche amichevoli verso le nascite».<br />

Il professor Giovanni Ponchio, direttore<br />

della scuola, e don Livio Destro,<br />

delegato diocesano per la pastorale sociale<br />

e del lavoro, hanno presentato il<br />

nuovo corso e consegnato i diplomi ai<br />

20 allievi che hanno terminato l'iter formativo<br />

del biennio 1998-2000. Altri 20<br />

diplomati che vanno ad aggiungersi agli<br />

oltre 600 che in questi anni si sono diplomati.<br />

L'itinerario didattico prevede<br />

lezioni sulla Dottrina Sociale della Chiesa,<br />

la storia del movimento cattolico, le<br />

istituzioni pubbliche (dall'Onu all'ente<br />

locale) e le tematiche economiche e sociali<br />

più importanti. Ma anche lavori di<br />

gruppo, attraverso cui imparare a conoscere<br />

un territorio, leggerne i bisogni ed<br />

È stato ribadito il ruolo insostituibile della famiglia<br />

nell'educazione alla fede. Inoltre occorre accettare<br />

— come Chiesa — cordialmente di essere<br />

minoranza. È convinzione comune che bisogna<br />

dare il primato all'annuncio della Parola di Dio,<br />

che nella pastorale ordinaria vanno privilegiate le<br />

relazioni personali sulle attività organizzative, che<br />

il ministero del prete deve essere «spirituale», vale<br />

a dire intessuto di spirito di preghiera, capace di<br />

promuovere la formazione dei laici con un «linguaggio<br />

da iniziati» cioè in grado di far entrare il<br />

Vangelonella«profanità»dell'esistenzaeviceversa.<br />

Nessuno possiede ricette sicure.<br />

Si tratta di una sfida se si pensa che non si può<br />

procedere con dei semplici «aggiustamenti».<br />

La pastorale futura ha bisogno — citando il<br />

Cardinale Martini — non di «riformare» ma di<br />

«ri-fondare» l'edificio cristiano.<br />

Per realizzare in parte tale obbiettivo è urgente<br />

come diocesi promuovere, in alcune zone pastorali,<br />

delle sperimentazioni, il più possibile condivise,<br />

in modo da avviare con coraggio quella fase<br />

che il Papa da tempo chiama di una «nuova evangelizzazione».<br />

Tra i suggerimenti operativi perché le parrocchie<br />

cessino di essere «stazioni di servizio» e riprendano<br />

ad essere il luogo dove risuona l'annuncio<br />

di Gesù Cristo morto e risorto, merita attenzione<br />

quello relativo alla riduzione del numero<br />

delle messe e la proposta di un giorno settimanale<br />

nel quale la celebrazione della Parola di Dio sia<br />

sostitutiva dell'Eucaristia quotidiana. La paura di<br />

perdere il consenso e quella legata ad ogni cambiamento<br />

strutturale, la resistenza a modificare la<br />

mentalità e la prassi pastorale consolidate sono<br />

solo alcuni degli ostacoli sul cammino.<br />

DAMIANO MEDA<br />

elaborare progetti realistici per risolverne<br />

i problemi. «Obiettivo della scuola di<br />

formazione socio-politica — spiegano i<br />

promotori — è la formazione dell'uomo<br />

e del cristiano, la ricerca di punti di riferimento,<br />

l'educazione delle coscienze e<br />

dei comportamenti: educazione alla libertà,<br />

alla responsabilità, alla solidarietà.<br />

La scuola si colloca tra l'esperienza<br />

concreta di chi vive lo spirito di servizio<br />

proprio della comunità cristiana e la responsabilità<br />

diretta di quanti testimoniano<br />

la loro fede, anche attraverso l'attività<br />

di pubblici amministratori».<br />

Strutturata in due anni e articolata in<br />

quattro ricorrenti unità tematiche che<br />

prevedono anche le realizzazioni di lavori<br />

di gruppo, la scuola quest'anno si occupa<br />

di «Democrazia e stato sociale. Il<br />

futuro della cittadinanza». Il corso è<br />

suddiviso in due parti: «Politica: persona,<br />

famiglia e società» e «Politica e istituzioni».<br />

A far da filo conduttore del<br />

programma saranno alcune domande<br />

sostanziali sulla democrazia. Anche quest'anno<br />

gli incontri della scuola, tenuti<br />

da docenti universitari, magistrati,<br />

esperti in varie discipline, si svolgono il<br />

sabato pomeriggio.<br />

CLAUDIO ZERBETTO


ITALIA<br />

PAGINA<br />

8 .<br />

Il cammino<br />

della Chiesa<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Venerdì 19 Gennaio 2001<br />

In continuità con una precedente iniziativa<br />

pastorale interparrocchiale, realizzata<br />

durante la Quaresima del 2000 nel Centro<br />

antico di Napoli, ne è stata attuata una seconda<br />

per la fine dell'Anno Santo.<br />

La prima, aveva visto impegnate le comunità<br />

parrocchiali di s. Chiara (Frati Minori)<br />

e del Gesù Nuovo (Gesuiti), con l'attiva<br />

collaborazione anche delle altre comunità<br />

religiose presenti al loro interno:<br />

Servi di Maria della rettoria di S. Pietro a<br />

Maiella, Frati Predicatori della basilica di<br />

L'INGRESSO IN DIOCESI DI DUE PASTORI<br />

Mons. Francescantonio Nolè<br />

Vescovo di Tursi-Lagonegro<br />

GIANFRANCOGRIECO<br />

Prima a Tursi — domenica 7<br />

gennaio — e poi a Lagonegro<br />

— domenica 14 gennaio —, a<br />

pochi giorni dalla chiusura del<br />

Grande Giubileo dell'Anno<br />

2000, l'ingresso in diocesi del<br />

Vescovo Mons. Francescantonio<br />

Nolè è stato un abbraccio<br />

caloroso e corale del nuovo<br />

Presule con il suo gregge affidatogli<br />

da Cristo buon Pastore.<br />

Dal Tirreno allo Ionio, tutta la<br />

Comunità diocesana si è ritrovata,<br />

come già a Pompei nel<br />

giorno dell'ordinazione episcopale<br />

conferitagli il 10 dicembre<br />

dall'Arcivescovo Giovanni Battista<br />

Re, Prefetto della Congregazione<br />

per i Vescovi, per un<br />

«nuovo inizio» nel nome di Cristo,<br />

«eredità del Grande Giubileo»,<br />

della Vergine Madre e dei<br />

Santi di questa terra di Basili-<br />

cata che hanno illuminato il cammino<br />

di una comunità nel corso della sua<br />

lunga storia.<br />

Il popolo di Dio ha sfidato il freddo<br />

ed il gelo per unirsi alla preghiera e<br />

alla gioia. Prima nella Cattedrale di<br />

Tursi e poi nella chiesa della SS.ma<br />

Trinità, oggi Concattedrale di Lagonegro,<br />

tanta era la folla visibilmente<br />

commossa che rendeva grazie a Dio<br />

per il dono del nuovo Pastore.<br />

A rivolgere il primo saluto augurale<br />

al nuovo Vescovo era il Commissario<br />

Prefettizio dott.ssa Raffaella La Raia,<br />

che a nome dei sindaci del territorio<br />

di Lagonegro offriva al Presule una<br />

mitra finemente ricamata. Don Tonino<br />

Calderaro, Cancelliere Vescovile,<br />

ha letto la Bolla di nomina; quindi<br />

Mons. Carlo Cascone, il presbitero più<br />

anziano della diocesi, ha rivolto al<br />

nuovo Vescovo un commosso indirizzo<br />

di saluto. «In simplicitate et laetitia»<br />

è il motto episcopale scelto dal<br />

Presule Francescano Conventuale<br />

Mons. Nolè. Nella semplicità e nella<br />

gioia si è svolta una celebrazione segnata<br />

da un entusiasmo che ha offerto<br />

nuovi orizzonti alla speranza.<br />

Sono venuti in tanti dalle 59 parrocchie<br />

della vasta diocesi che ha una superficie<br />

di 2.509 Kmq ed abbraccia i<br />

due mari: il Tirreno e lo Ionio. Tanti i<br />

rappresentanti dei 39 Comuni con i<br />

gonfaloni: 32 in provincia di Potenza e<br />

7 in provincia di Matera. 137.000 sono<br />

gli abitanti raccolti nelle cinque zone:<br />

la ionica, la tirrenica, la sinnica, la zona<br />

mercure e quella di valdagri.<br />

«Sono grato al Papa, perpetuo e visibile<br />

principio dell'unità di tutta la<br />

Chiesa, che mi ha chiamato a far parte<br />

del Collegio episcopale — ha detto<br />

tra l'altro il nuovo Presule nel salutare<br />

i fedeli di Tursi e di Lagonegro — per<br />

introdurre nel nuovo Millennio questa<br />

nostra Chiesa di Basilicata. Il suo Magistero<br />

sarà luce sicura del nostro<br />

cammino sui passi della nuova evangelizzazione,<br />

nella fedeltà al Concilio<br />

Vaticano II e alle indicazioni che la<br />

Chiesa del Grande Giubileo ci ha riproposto<br />

e al Sinodo diocesano appena<br />

concluso, in questa rinnovata stagione<br />

di Pentecoste».<br />

Tutti il Vescovo Nolè ha portato<br />

con la sua preghiera sull'altare: i bambini,<br />

i ragazzi, i giovani, le giovani, le<br />

famiglie, gli adulti, gli anziani, i malati,<br />

le persone sole, i poveri, i carcerati,<br />

gli ultimi. Per tutti la promessa di<br />

conservarli sempre nel cuore.<br />

Promozione della santità di vita nei<br />

fedeli della diocesi; impegno per le vocazioni<br />

alla vita sacerdotale e religiosa;<br />

salvaguardia della famiglia, terreno<br />

fertile per le vocazioni; il dramma giovanile<br />

della disoccupazione; la disponibilità<br />

e la solidarietà verso i bisognosi<br />

che ogni giorno si confrontano con<br />

il prezioso dono della sofferenza: queste<br />

le urgenze e le priorità pastorali<br />

che devono impegnare e coinvolgere<br />

tutte le persone del territorio diocesano<br />

— ha proposto con forza il Vescovo<br />

Nolè —. Commosso il Presule ha<br />

detto tra l'altro: «Si dice sempre che<br />

la fantasia supera la realtà, ma guardando<br />

tutta questa gente dico che la<br />

realtà ha superato la fantasia. Non mi<br />

aspettavo tanto entusiasmo: grazie, di<br />

cuore, a tutti voi».<br />

In tanti hanno rivolto al nuovo Pastore<br />

gli auguri più lieti e sinceri: dai<br />

Vicari Generali di Tursi-Lagonegro —<br />

i Mons.ri Vincenzo Orofino e Cesare<br />

Lauria — alle autorità politiche regionali<br />

e provinciali, ai rappresentanti<br />

delle varie associazioni e dei movimenti.<br />

«Un pensiero colmo di speran-<br />

statua della Madonna di Sirino, da secoli<br />

celeste patrona della città, da parte<br />

del Santo Padre, avvenuta sul sagrato<br />

della Basilica Vaticana il 20 settembre<br />

2000.<br />

Al termine della Concelebrazione,<br />

P. Luigi Casillo, Vicario provinciale<br />

O.F.M. Conv. della Provincia di Napoli,<br />

ha rivolto al Vescovo Nolè un sentito<br />

francescano augurio da parte di<br />

tutta la Comunità provinciale. «L'antico<br />

Superiore diventato Vescovo — ha<br />

affermato P. Casillo — resterà sempre<br />

nel cuore di tutti noi».<br />

In occasione dell'ingresso la Provincia<br />

della Campania e della Basilicata<br />

dei Frati Minori Conventuali, (Padre<br />

Nolè ha ricoperto la carica di Ministro<br />

Provinciale dell'Alma Provincia che<br />

unisce le due Regioni dal 28 aprile del<br />

1994 al 4 novembre 2000) ha pubblicato<br />

un volume di settanta pagine in cui<br />

vengono presentati il «Pastore francescano<br />

nell'Anno del Grande Giubileo;<br />

la storia francescana di ieri e di oggi<br />

della Terra di Basilicata; una serie di<br />

“Testimonianze” di confratelli del nuovo<br />

Vescovo che con lui hanno condiviso<br />

per anni il cammino religioso e la<br />

quotidiana fatica pastorale, e la cronaca<br />

dell'ordinazione episcopale conferitagli<br />

a Pompei con la partecipazione<br />

di migliaia e migliaia di fedeli giunti<br />

da tutta la Regione di Basilicata e dalle<br />

case religiose e parrocchiali della<br />

Campania».<br />

L'alba del «nuovo inizio» è stata<br />

inaugurata ai piedi di Maria per continuare<br />

con la benedizione dei santi patroni<br />

sant'Andrea Avellino, il beato<br />

Domenico Lentini, il beato Bonaventura<br />

da Potenza e di tutti i santi e le<br />

sante che hanno seminato la Parola di<br />

Dio tra le popolazioni di questa terra<br />

generosa e forte.<br />

Mons. Andrea Bruno Mazzocato<br />

Vescovo di Adria-Rovigo<br />

Una giornata tersa e di sole, domenica 14 gennaio, ha<br />

fatto da splendida cornice all'accoglienza di S.E. Mons. Andrea<br />

Bruno Mazzocato che approdava ad Adria e nella diocesi<br />

per iniziare il suo ministero nel Polesine. C'erano tutte<br />

le parrocchie e le comunità credenti, c'erano i rappresentanti<br />

della missione del Brasile, della Germania, e i sacerdoti<br />

che lavorano a servizio della Santa Sede.<br />

C'erano «in concertata armonia ben significata, la presenza<br />

del mondo ecclesiale e del mondo civile» che ben ha<br />

collaborato concordemente all'evento. Pure S.E. Mons.<br />

Martino Gomiero — il Vescovo emerito — ha fatto pervenire<br />

l'augurio ed il saluto al nuovo Vescovo, dicendosi lieto<br />

di «offrire al Successore nell'amata diocesi di Adria-Rovigo<br />

la carità fraterna della stima e dell'amicizia, la preghiera<br />

assidua, la solidarietà nell'unione a Cristo e... gli assicura<br />

augurio fervidissimo, costante preghiera, perenne ricordo».<br />

Mons. Giuseppe De Stefani, nel presentargli la diocesi ed<br />

esprimendo le ansie e le speranze della Comunità polesana,<br />

concludeva: «...Ci conforta Eccellenza, leggere nel suo<br />

odierno messaggio “Sento in me una grande fiducia e speranza,<br />

che spero di trasmettere a tutti voi!”. Sono parole di<br />

serenità, che davvero ci mettono in cammino con Lei, guida,<br />

fratello e padre in questa nostra Chiesa, che nella chiamata<br />

all'episcopato Lei sente donata a sé come sposa. Una<br />

sposa, che nel simbolo di quest'anello prezioso e significativo<br />

desideriamo sia richiamata costantemente alla contemplazione<br />

del suo occhio, all'affetto del suo cuore, alla preghiera<br />

del suo spirito». Dopo la lettera papale fatta da<br />

Mons. Cancelliere Vescovile e l'obbedienza dei canonici,<br />

dei consultori, dei religiosi e dei fedeli, era molto attesa l'omelia<br />

di Mons. Mazzocato. E il nuovo Vescovo non ha deluso.<br />

Ha commentato la Liturgia della Parola della seconda<br />

domenica del tempo Ordinario, ma ha indicato in essa le linee<br />

operative del suo operare apostolico. Il Vescovo spera<br />

e confida nel Signore Gesù. Nell'episodio di Cana egli vede<br />

con l'evangelista Giovanni il nascere della Chiesa. «Gesù<br />

comincia a Cana a formare la sua Chiesa, la comunità che<br />

vive nella gioia e nella fraternità grazie al dono di Gesù. Il<br />

vino buono che dona è il suo Sangue e il suo Corpo nell'Eucaristia;<br />

è il suo Spirito Santo e la sua speranza che infonde<br />

nei cuori...». Dopo aver parlato della sua chiamata<br />

alla vita, al Seminario e all'episcopato, si è richiamato alle<br />

prime parole della Lettera apostolica di Giovanni Paolo II<br />

«Novo Millennio ineunte» «Duc in altum!» Prendi il largo.<br />

za — ha rilevato Mons. Nolè<br />

— va ai gruppi laicali, alle associazioni,<br />

ai movimenti ecclesiali,<br />

agli ordini secolari, alle<br />

congreghe e agli operatori pastorali,<br />

ma non dimentico i laici<br />

meno impegnati o lontani,<br />

per i quali anche sono Vescovo<br />

e ai quali chiedo di conoscerci<br />

e dialogare nel nome del comune<br />

impegno a valorizzare la<br />

vita».<br />

Sia a Tursi che a Lagonegro<br />

la solenne Concelebrazione Eucaristica<br />

di ingresso è stata allietata<br />

da canti liturgici comunitari.<br />

A Lagonegro il rito è<br />

stato diretto da Mons. Franco<br />

Camaldo, Decano dei Cerimonieri<br />

Pontifici, nativo di Lagonegro.<br />

È stato ancora Mons.<br />

Camaldo a dare lettura della<br />

Bolla, a firma del Cardinale<br />

Angelo Sodano, Segretario di<br />

Stato, della incoronazione della<br />

«Anche noi accogliamo il forte invito e partiamo assieme.<br />

Partiamo per un nuovo cammino, una nuova navigazione,<br />

partiamo verso il terzo millennio con la grazia del Giubileo<br />

appena concluso e con l'entusiasmo e la gioia di questa<br />

giornata. Andiamo con speranza che ci sarà anche per noi<br />

una pesca miracolosa. Abbiamo fiducia che Gesù non ci farà<br />

mancare il suo vino buono. Con la forza del suo Spirito<br />

Santo sprigionerà le energie migliori che ci sono tra noi.<br />

Lavoreremo insieme. Questo è il segreto della vita e del futuro<br />

di una Chiesa: lavorare insieme per la crescita di tutta<br />

la comunità, ognuno offrendo il prezioso e insostituibile<br />

dono che ha ricevuto...». Invocando la Madre di Dio, di<br />

san Bellino e di s. Maria Chiara ha concluso: «Vedremo rifiorire<br />

la fede, i valori evangelici, i gesti di carità e di solidarietà.<br />

Vedremo rifiorire tra i nostri giovani e le ragazze<br />

le scelte coraggiose, le scelte vocazionali anche verso il sacerdozio».<br />

L'omelia che è stata seguita attentamente da quasi duecento<br />

sacerdoti, da oltre cento suore e da una cattedrale<br />

piena in ogni dove di fedeli, ha colto nel segno, rendendo<br />

più attenta e devota la partecipazione ed esplodendo in<br />

grande gioia. Tra i presenti l'anziana mamma del Presule,<br />

il fratello sacerdote, gli alunni del Seminario Maggiore di<br />

Treviso, Mons. Antonio Pezzetto vicario generale della diocesi<br />

in rappresentanza di S.E. Mons. Paolo Magnani.<br />

Vi erano pure gli alunni del Seminario diocesano, tutti i<br />

Vicari Foranei della diocesi. E tra le autorità civili il Prefetto<br />

di Rovigo, oltre al Sindaco di Adria ed al Commissario<br />

di Rovigo e molti dei sindaci del Polesine. La corale polifonica<br />

della cattedrale ha animato il canto dell'intera assemblea.<br />

Dopo la celebrazione Mons. Mazzocato si è congedato<br />

dai trevisani nel teatro Ferrini e dalle autorità civili e militari<br />

nel Provicariato.<br />

La cattedrale si era per l'occasione predisposta anche<br />

per accogliere quanti non avessero potuto entrare nel tempio,<br />

predisponendo un ampio spazio protetto nella adiacente<br />

piazza Buzzolla. Esemplari sono stati i numerosi «volontari<br />

del Giubileo» che per l'accoglienza del Vescovo sono<br />

stati prezioso aiuto a tanti fedeli e ne hanno facilitato la<br />

partecipazione.<br />

Una giornata che ha segnato nella preghiera e nella fede<br />

l'inizio del ministero pastorale di S.E. Mons. Andrea Mazzocato.<br />

GIANNI AZZI<br />

Napoli: iniziative pastorali interparrocchiali<br />

s. Domenico Maggiore, Clarisse del monastero<br />

di s. Chiara.<br />

La seconda, ha coinvolto una terza comunità<br />

parrocchiale, quella di s. Lorenzo<br />

Maggiore (affidata ai Frati Minori Conventuali)<br />

dell'arcidiocesi partenopea, insieme<br />

con le comunità religiose maschili e femminili<br />

presenti nel suo territorio: Teatini,<br />

Adoratrici dell'Eucaristia del monastero di<br />

san Gregorio Armeno, Adoratrici del San-<br />

gue di Cristo, Salesiane di Don Bosco,<br />

Missionarie della Carità.<br />

Tra le realizzazioni riguardanti la fine<br />

dell'Anno 2000, vanno ricordate le seguenti:<br />

la mostra missionaria circa l'attività<br />

di prima evangelizzazione dei Gesuiti<br />

nello Sri Lanka (presso la chiesa del Gesù<br />

Nuovo): la mostra su s. Massimiliano<br />

Kolbe (presso la chiesa di s. Lorenzo<br />

Maggiore); la veglia di preghiera interparrocchiale<br />

la sera della vigilia dell'Immaco-<br />

lata, nella chiesa del Gesù Nuovo, con la<br />

fiaccolata nella piazza antistante e la conclusione<br />

davanti all'obelisco dell'Immacolata;<br />

tre incontri di riflessione, attraverso<br />

una liturgia della Parola nella basilica di<br />

s. Chiara; la celebrazione interparrocchiale<br />

della Riconciliazione nella basilica di s.<br />

Domenico Maggiore, con la partecipazione<br />

di fedeli laici (tra cui molti giovani), religiose<br />

e religiosi; la rappresentazione del<br />

Presepe vivente.<br />

PASQUALE PUCA<br />

SASSARI XVII Convegno diocesano sui giovani<br />

La comunità cristiana<br />

per le nuove generazioni<br />

La Chiesa turritana ha impegnato di<br />

recente per tre giorni presbiteri, religiosi/e<br />

e laici in convegno sul tema «La<br />

Comunità cristiana per le giovani generazioni».<br />

La costante presenza dell'Arcivescovo,<br />

Mons. Salvatore Isgrò e la<br />

competenza del relatore, P. Graziano<br />

Sala, delegato regionale della Pastorale<br />

Giovanile della Puglia, nonché l'importanza<br />

e l'urgenza della problematica pastorale<br />

giovanile hanno tenuto l'Assemblea<br />

attentissima ai lavori dal principio<br />

alla fine. Protagonisti sono stati gli stessi<br />

giovani sassaresi — alcune centinaia —,<br />

non solo come riferimento focale del<br />

Convegno, ma come partecipanti attivi e<br />

non solo nei nove laboratori in cui si sono<br />

fatti sentire con tutto l'ardore del loro<br />

entusiasmo propositivo.<br />

Il Convegno, il XVII della serie, ha<br />

avuto come moderatore Mons. Francesco<br />

Soddu, parroco della Cattedrale di<br />

Sassari. Ha dato l'avvio Mons. Isgrò con<br />

la celebrazione dell'Ora media, impegnando<br />

subito i partecipanti col ricordare<br />

loro che il mistero della salvezza esige<br />

la collaborazione anzitutto di coloro<br />

che già come battezzati hanno il dovere<br />

della testimonianza e ulteriormente, con<br />

la Chiesa e nella Chiesa, quello di cooperare<br />

quali ambasciatori di Cristo all'annuncio<br />

della Buona notizia e come<br />

suoi discepoli la volontà effettiva di condividere<br />

con i fratelli ancor lontani la<br />

grazia di conoscerlo, di amarlo, di seguirlo.<br />

Il moderatore ha sottolineato la rilevanza<br />

del problema giovanile, invitando<br />

i convegnisti a un lavoro di discernimento<br />

quanto a ciò che si dovrà fare per<br />

espletare il compito che attende tutti.<br />

Due giovani, già impegnati nella missione<br />

popolare diocesana indetta dall'Arcivescovo<br />

per il Grande Giubileo, hanno<br />

illustrato il lavoro svolto in vista della<br />

Giornata Mondiale della Gioventù alla<br />

quale hanno partecipato con il folto<br />

gruppo turritano, e dato indicazioni preziose<br />

per quanto si sarebbe progettato<br />

nel e dal Convegno stesso.<br />

Il relatore ha svolto la relazione «Cosa<br />

ha da offrire la Chiesa ai giovani». Egli<br />

ha ricordato come nel grande Convegno<br />

ecclesiale di Palermo l'Episcopato avesse<br />

dato opportuni suggerimenti per ravvivare<br />

la pastorale giovanile, partendo<br />

dalla considerazione dell'urgenza di adeguare<br />

alle esigenze dei giovani metodi,<br />

e anzitutto linguaggi e specifiche iniziative.<br />

Il P. Sala è stato molto esplicito nel<br />

puntualizzare insufficienze e deficienze<br />

un po' dovunque della pastorale giovanile,<br />

ma ha incoraggiato ad osare perché i<br />

giovani sono aperti e come in attesa che<br />

si vada loro incontro, pronti ad accogliere<br />

e seguire chi presenta loro l'esperienza<br />

personale vissuta nell'amicizia di Cristo.<br />

I giovani distribuiti in nove gruppi<br />

hanno attentamente scandagliato e presentato<br />

poi con schietta sincerità quanto<br />

è sembrato loro necessario porre in evidenza.<br />

Le tematiche sono state le seguenti:<br />

Giovani e Comunità ecclesiali; Giovani e<br />

Liturgia; Giovani e Catechesi; Giovani e<br />

vocazioni; Giovani e volontariato; Giovani<br />

e sport; Giovani e musica; Giovani e<br />

tempo libero; Giovani e cultura. Si deve<br />

riconoscere che era stata preparata e si<br />

è avuta, dai loro contributi, una schermografia<br />

ricca, completa, della situazione<br />

giovanile da un punto di vista pastorale.<br />

I giovani hanno valorizzato intensamente<br />

l'esperienza della massiccia partecipazione<br />

alla Giornata Mondiale della<br />

Gioventù: a Tor Vergata c'erano 400<br />

giovani dell'Arcidiocesi di Sassari, numero<br />

superiore al quale era soltanto quello<br />

dei giovani romani.<br />

Il P. Sala ha molto ben valorizzato<br />

questa esperienza dei giovani, nonché il<br />

contributo da loro dato al Convegno che<br />

è stato non soltanto per loro, ma di loro,<br />

per la parte così vivace e intelligente<br />

che essi vi hanno svolto.<br />

L'Arcivescovo Isgrò nella celebrazione<br />

conclusiva ha perciò sapientemente<br />

commentato lo stupore dei Genitori di<br />

Gesù al sentire le cose che si dicevano<br />

in Lui in occasione della presentazione<br />

al tempio: la pagina evangelica del quinto<br />

giorno fra l'ottava di Natale riproponeva,<br />

infatti, il brano evangelico Lc<br />

2,22-35. Egli esprimeva così anche il<br />

proprio compiacimento e il motivo dello<br />

stupore nello scoprire la volontà di Dio:<br />

l'aver Dio parlato a noi per mezzo del<br />

Figlio dopo aver già parlato nei tempi<br />

antichi molte volte e in diversi modi ai<br />

padri per mezzo dei profeti. «Per questo<br />

— proseguiva l'Arcivescovo — abbiamo<br />

motivo di stupirci, non dobbiamo temere<br />

d'interrogarci per sentire quello che il<br />

Signore ci manifesta di vita nuova, di vita<br />

eterna. Non dobbiamo stancarci di<br />

stupirci per prendere sempre più coscienza<br />

del nostro cammino di vita cristiana<br />

e di testimonianza del Vangelo. I<br />

giovani ci aiutano a stupirci e quindi a<br />

entusiasmarci. Si rischia, col passare del<br />

tempo, di camminare con passo stanco<br />

e con una certa sopportazione. La voce<br />

dei giovani — ha esclamato Mons. Isgrò<br />

— è la voce dello Spirito che ci invita a<br />

stupirci e a conoscere dimensioni nuove.<br />

Dobbiamo essere grati al Signore<br />

della presenza sempre più consapevole e<br />

responsabile dei nostri giovani».<br />

L'Arcivescovo ha poi studiatamente<br />

sottolineato il particolare conclusivo della<br />

pagina Lucana, le parole con cui Simeone<br />

preannunziava che Gesù è venuto<br />

come segno di contraddizione, rovina<br />

e salvezza di molti e che una spada<br />

avrebbe trafitto il cuore di Maria: «è<br />

una parola inquietante, ha detto Mons.<br />

Isgrò, una parola che Gesù ha confermato<br />

nel discorso eucaristico di Cafarnao,<br />

dopo il segno della moltiplicazione<br />

dei pani (Gv 6). Gesù — ha proseguito<br />

l'Arcivescovo — non si accontenta di facili<br />

entusiasmi: restare con Lui significa<br />

che anche a noi, come a Maria, una<br />

spada trafigga il cuore e provochi una<br />

ferita sanguinante, vivificante». Infine ha<br />

rimarcato, che i Vescovi italiani, in un<br />

documento sulla pastorale giovanile,<br />

hanno affermato che «se non siamo attuali,<br />

giovani, efficaci, non è perché non<br />

siamo cristiani, ma perché non lo siamo<br />

abbastanza».<br />

La liturgia era stata animata tutta dai<br />

giovani che avevano avuto una parte così<br />

viva nel convegno che si concludeva,<br />

e bene hanno concluso con le note di<br />

«Emmanuel» l'inno ufficiale della XV<br />

Giornata Mondiale della Gioventù, facendo<br />

sentire a tutta l'Assemblea la<br />

gioia esplosiva vissuta a Tor Vergata con<br />

i due milioni e mezzo di loro coetanei<br />

nell'incontro col Papa, che li aveva invitati<br />

a «incendiare il mondo».<br />

Ripensando l'avvenimento del Convegno,<br />

si conviene facilmente con quanto<br />

scrive il direttore del settimanale diocesano<br />

dell'arcidiocesi turritana «Libertà»:<br />

«Il recente convegno ecclesiale diocesano,<br />

con lo stimolante tema “La Comunità<br />

Cristiana per le giovani generazioni”,<br />

ha avuto il grande merito di porci in un<br />

gradito dinamismo su cui si è felicemente<br />

collocata la vasta tematica del mondo<br />

giovanile... Si è capito perfettamente<br />

che nelle nuove generazioni si manifesta<br />

la consapevolezza che la propria storia<br />

— e non solo quella personale, ma anche<br />

quella cattedra — deve essere affidata<br />

a un progetto e a una scelta». Progetti<br />

e scelte che l'Arcivescovo Isgrò, in<br />

cuor suo, ha già sicuramente deciso.<br />

GIOVANNI MARIA COSSU<br />

Abruzzo: la Chiesa contro la disoccupazione<br />

Si è svolto a Bomba, in Abruzzo, il primo modulo del Progetto Policoro,<br />

promosso dall'Ufficio Nazionale per i problemi sociali e il lavoro, dalla Caritas<br />

Italiana e dal Servizio Nazionale di Pastorale Giovanile, che mira a sviluppare<br />

un'idea imprenditoriale. Policoro, così chiamato dal nome della città in provincia<br />

di Matera dove si è tenuto il primo incontro, pone la Chiesa in prima<br />

linea nel mondo del lavoro; ma esso rappresenta anche un rischio che vede<br />

l'interazione di diverse forze che operano nell'universo giovanile. L'obiettivo è<br />

di offrire alle Chiese locali strumenti per affrontare il problema occupazionale,<br />

stimolando le varie pastorali e le aggregazioni laicali a lavorare in un'ottica<br />

di collaborazione per far fronte al fenomeno. (agnese pellegrini)<br />

PESCARA-PENNE Nella parrocchia di san Flaviano, in Basciano<br />

Un nuovo portale di bronzo<br />

a ricordo del Grande Giubileo del 2000<br />

«Pellegrini che entrate in questo luogo<br />

a pregare, fermatevi prima di entrare,<br />

ad ammirare questo splendido lavoro;<br />

poi, entrati, pregate in ginocchio il Signore».<br />

È l'invito che accoglie i fedeli all'ingresso<br />

della parrocchiale di san Flaviano<br />

Vescovo, madre di tutte le chiese<br />

in Basciano, nel Teramano, dove è stato<br />

realizzato un nuovo, grandioso portale<br />

di bronzo.<br />

L'opera dello scultore urbinate prof.<br />

Augusto Ranocchi, è stata voluta, benedetta<br />

e dedicata dall'Arciprete parroco<br />

Mons. Roberto Tavazza. Fusa e composta<br />

da una fonderia di Roma, la porta è<br />

incastonata nella facciata cinquecentesca<br />

della chiesa. Essa è composta di cinque<br />

elementi: una parte superiore fissa<br />

e le altre quattro fungenti da battenti<br />

apribili.<br />

Nell'elemento superiore domina, al<br />

centro, la figura di san Flaviano, Vescovo<br />

e Patriarca di Costantinopoli, patrono<br />

di Basciano. Alla sinistra di chi guarda<br />

c'è la riproduzione della scena in cui<br />

Mons. Antonio Iannucci, Arcivescovo<br />

Metropolita emerito di Pescara-Penne,<br />

mediante l'imposizione delle mani ordina<br />

sacerdote — il 5 dicembre 1981 — il<br />

parroco di Basciano, Zampitti e Castel<br />

Castagna, don Roberto.<br />

Alla destra c'è una raffigurazione di<br />

Giovanni Paolo II che benedice l'evento.<br />

Nella parte inferiore, nei battenti centrali,<br />

sei episodi del Nuovo Testamento ricordano<br />

i principali misteri della Redenzione<br />

umana: l'Annunciazione, la nascita<br />

di Gesù, le nozze di Cana, la Crocifissione,<br />

le Risurrezione, la discesa dello<br />

Spirito Santo. Nei due battenti laterali,<br />

infine, i quattro evangelisti.<br />

La porta misura 4 metri di altezza ed<br />

è larga 2,20 metri, con un peso di oltre<br />

sette quintali.


A ROMA<br />

PAGINA<br />

URANIO I dipendenti temono la contaminazione<br />

Chiesto il monitoraggio<br />

del poligono di Nettuno<br />

I lavoratori del poligono di tiro di<br />

Nettuno hanno chiesto un monitoraggio<br />

sulle sperimentazioni di armi e munizioni<br />

effettuate negli ultimi anni all’interno<br />

dell’area militare, sul litorale a Sud della<br />

Capitale. È questa la conclusione di un<br />

incontro che i lavoratori hanno avuto<br />

mercoledì con la direzione del poligono.<br />

L'incontro segue di poche ore la richiesta<br />

fatta tramite due interrogazioni<br />

al presidente della Regione dal consigliere<br />

regionale, Angiolo Marroni e dal consigliere<br />

comunale, Ulisse Pizziconi, entrambi<br />

Ds, in cui si sottolinea un aumento<br />

di casi e morti per tumori e leucemie<br />

nella zona.<br />

Nella sua interrogazione Marroni aveva<br />

chiesto a Storace, qualora il suo interrogativo<br />

dovesse trovare una risposta<br />

affermativa, «se non ritenga di chiedere<br />

la sospensione immediata di tali esercitazioni».<br />

Inoltre l’esponente dei Ds aveva<br />

chiesto se non sia utile realizzare un<br />

monitoraggio nel territorio per verificare<br />

se sussistono fonti di radioattività e<br />

«procedere quindi, se necessario, ad<br />

un’immediata bonifica dell’area».<br />

Quello che ha destato preoccupazione,<br />

infatti, sia fra i dipendenti del poligono<br />

che fra gli abitanti di Anzio e Nettuno,<br />

è l’ipotesi che in passato nel centro<br />

esperienze artiglieria possano essere<br />

stati sperimentati proiettili all’uranio impoverito.<br />

Il consigliere comunale Pizziconi, che<br />

tra l'altro lavora nel poligono, parla anche<br />

di altri problemi per chi sperimenta<br />

le armi, come l’inalazione di benzene o<br />

Sgominata<br />

un'organizzazione:<br />

vendeva telefonini<br />

inesistenti<br />

a basso prezzo<br />

Quattro nomadi, che, con annunci sui<br />

giornali e su internet, promettevano telefoni<br />

cellulari a prezzi stracciati e cedevano<br />

in realtà scatole vuote, giovedì sono<br />

stati arrestati per truffa dalla squadra<br />

mobile di Frosinone.<br />

Nel tranello sarebbero cadute almeno<br />

una ventina di persone, residenti nella<br />

Capitale e nella Ciociaria, ma per ora<br />

solo una decina hanno denunciato i truffatori,<br />

che sono stati identificati ed arrestati<br />

con la collaborazione della sezione<br />

«volanti» .<br />

Le persone tratte in arresto sono Guerino<br />

Spada, di 39 anni, Gianni Di Silvio<br />

di 29 anni, Ferdinando Di Silvio di 21 e<br />

di Angelo De Silvia di 45 anni. Altre tre<br />

persone sono state denunciate a piede libero<br />

tra cui Pasquale Di Silvio, fratello<br />

di uno degli arrestati che, tra l'altro è<br />

anche imputato nel processo per il delitto<br />

di Mauro Iavarone.<br />

Secondo la ricostruzione fatta dagli<br />

inquirenti, i truffatori dopo il contatto<br />

telefonico, incontravano gli acquirenti al<br />

casello dell'autostrada A1, a Frosinone<br />

e, in cambio dei soldi consegnavano loro<br />

una scatola confezionata, che risultava<br />

poi vuota.<br />

Chi provava a chiedere spiegazioni o<br />

protestava per la truffa subita veniva intimorito,<br />

malmenato e percosso. Inoltre,<br />

sotto la minaccia delle armi il malcapitato<br />

era poi anche costretto a consegnare<br />

il portafoglio.<br />

Per questi motivi ora, oltre che di<br />

truffa, i quattro sono accusati anche di<br />

rapina, detenzione e porto abusivo di armi<br />

e lesioni.<br />

Nettuno: operazione<br />

contro lo spaccio<br />

di droga<br />

Tre persone, padre, figlia e suocera,<br />

sono stati arrestati, mercoledì, per detenzione<br />

e spaccio di eroina, a Nettuno,<br />

dopo un lungo controllo degli agenti del<br />

commissariato di Anzio, dal quale era<br />

emerso che le abitazioni attigue dei tre<br />

venivano usate come base per lo spaccio.<br />

Gli arrestati sono Maurizio Carrarini,<br />

43 anni, già noto alle forze dell’ordine<br />

per reati analoghi, la figlia T. C. di<br />

19 anni, incensurata, e la suocera, I.D.,<br />

di 69 anni, pensionata.<br />

Gli agenti del commissariato hanno<br />

controllato l’abitazione di Carrarini, in<br />

largo Santa Barbara, verificando che era<br />

il punto di riferimento di tossicomani di<br />

Anzio e Nettuno, e raccogliendo numerosi<br />

riscontri sul via vai dell’abitazione.<br />

Mercoledì, è stata decisa un'irruzione<br />

nella casa che era stata munita di una<br />

porta blindata e di inferriate a tutte le finestre.<br />

Nella perquisizione dell’appartamento<br />

di Carrarini e di quello attiguo,<br />

occupato dalla suocera, sono stati sequestrati<br />

circa 170 grammi di eroina già<br />

confezionata in dosi, 40 cartucce detenute<br />

illegalmente e 14 milioni in contanti,<br />

probabilmente provento della vendita<br />

dell’eroina.<br />

9 .<br />

di altre sostanze pericolose. In entrambe<br />

le interrogazioni, inoltre, si chiedeva un<br />

riscontro sul fatto che fra Anzio e Nettuno<br />

ci sarebbe una maggiore incidenza di<br />

patologie tumorali rispetto alla media<br />

nazionale.<br />

Su questo c’è da registrare un comunicato<br />

del dott. Michele Di Paolo, direttore<br />

sanitario della Asl Rm-H. «In particolare<br />

— dice la nota — la direzione<br />

aziendale della Asl ha accertato che l’aumento<br />

di trattamenti avvenuto nel day<br />

hospital di Anzio-Nettuno ha coinciso<br />

con l’effettiva funzionalità di tale servizio<br />

e con l’estensione della presenza<br />

oraria, mattutina e pomeridiana. Dai dati<br />

epidemiologici esaminati, non risulta<br />

un aumento significativo di incidenza o<br />

prevalenza di patologia neoplastica per i<br />

residenti che sono in trattamento presso<br />

quel day hospital».<br />

Sempre secondo il dott. Di Paolo «il<br />

dato è correlato al fatto che si ipotizza<br />

l’aumento aritmetico, nel tempo, delle<br />

persone che si sono rivolte al day hospital<br />

e che precedentemente si recavano<br />

in altre parti. Questo vale per i residenti<br />

di Anzio, Nettuno e Velletri che si servono<br />

del day hospital citato e che rappresentano<br />

una cospicua quantità dell’utenza».<br />

Rimane un altro elemento da tenere<br />

presente, secondo il servizio statistico<br />

epidemiologico dell’Asl, e cioè il fatto<br />

che non tutti i malati si servano del day<br />

hospital locale e che molti, soprattutto<br />

per le leucemie, si rivolgono a strutture<br />

romane.<br />

Caritas diocesana:<br />

appello per gli aiuti<br />

alla popolazione<br />

terremotata<br />

di El Salvador<br />

Anche la Caritas diocesana raccoglie<br />

l'appello di Giovanni PaoloII<br />

e partecipa alla mobilitazione<br />

internazionale per portare sostegno<br />

alle popolazioni del Salvator<br />

sconvolte dal devastante terremoto<br />

di sabato scorso. Una catastrofe<br />

immane — gli ultimi dati parlano<br />

di oltre 780 morti, di 3.000 feriti,<br />

di 40.000 case distrutte e di<br />

200.000 senza tetto — che peggiora<br />

la situazione in una regione già<br />

martoriata dalla povertà ed in cui<br />

due anni fa un altro disastro naturale,<br />

l'uragano Mitch, causò danni<br />

ingenti.<br />

Da due anni, proprio a seguito<br />

dell'uragano Mitch, — ricorda un<br />

comunicato — la Caritas diocesana<br />

è impegnata in progetti di ricostruzione<br />

e cooperazione nel Salvator,<br />

attraverso la rete coordinata<br />

dalla Caritas Italiana. Tutti coloro<br />

che disiderano partecipare a<br />

questo impegno di solidarietà in<br />

favore delle popolazioni colpite<br />

possono inviare eventuali contributi<br />

alla: Caritas Diocesana di Roma<br />

- Piazza San Giovanni in Laterano,<br />

6 Roma, c.c.p. n. 82881004<br />

indicando come causale del versamento:<br />

terremoto in Centro America.<br />

Nei giorni scorsi, come abbiamo<br />

dato conto, anche la Presidenza<br />

della Cei, la Caritas italiana e<br />

la Croce Rossa si sono mobilitate<br />

per prestare i soccorsi.<br />

TRASPORTI Il Campidoglio stanzia 9 miliardi di lire<br />

Incentivi per l'acquisto<br />

di camion ecologici<br />

Nove miliardi di lire di incentivi per<br />

gli operatori del trasporto merci che utilizzeranno<br />

un mezzo diesel ecologico.<br />

Lo ha deciso il Comune di Roma che<br />

metterà a disposizione gli incentivi, per<br />

un contributo massimo a persona di cinque<br />

milioni di lire, a partire dal febbraio<br />

prossimo. Dunque chi deciderà di acquistare<br />

un nuovo mezzo diesel di nuova<br />

generazione, e quindi a bassa emissione<br />

di sostanze inquinanti per l'ambiente,<br />

vedrà l'importo da pagare ridursi di una<br />

cifra consistente.<br />

«È un aiuto importante per il settore.<br />

— ha dichiarato il vicesindaco Walter<br />

Tocci —. Oggi la riduzione dell’impatto<br />

ambientale è un dovere per tutti noi: automobilisti<br />

e operatori. Il Comune di<br />

Roma è stato il primo ad avviare una<br />

campagna di incentivi a favore dei mezzi<br />

ecologici. Abbiamo iniziato con le due<br />

ruote, ora vogliamo sostenere gli operatori<br />

del trasporto merci a rinnovare il<br />

parco vetture».<br />

Il vicesindaco è intervenuto anche sulla<br />

questione degli orari previsti per il carico<br />

e lo scarico delle merci nel Centro<br />

storico.<br />

Alla luce di una prima verifica operata<br />

sulla nuova disciplina Walter Tocci ha<br />

affermato che i nuovi orari «stanno andando<br />

molto bene, incontrando il favore<br />

dei cittadini che vedono migliorata la situazione<br />

in Centro». Molte erano in effetti<br />

le proteste in passato da parte dei<br />

cittadini residenti e non residenti che<br />

trovavano strade intasate dai camion<br />

fermi per le operazioni di carico e di<br />

scarico.<br />

Regione: approvata<br />

la variante al piano<br />

regolatore di Sabaudia<br />

La Giunta regionale, mercoledì, ha<br />

approvato la delibera di variante al piano<br />

regolatore generale di Sabaudia per<br />

trasformare una zona residenziale, il<br />

comprensorio 19, in zona di verde rurale.<br />

Il declassamento, come ha spiegato<br />

l’assessore regionale all’urbanistica, Armando<br />

Dionisi, è «un provvedimento<br />

particolarmente importante perché con<br />

questa variante si prevede la riduzione<br />

consistente di volumetrie destinate alla<br />

residenza, previste originariamente in<br />

esubero». In questa maniera, ha aggiunto<br />

Dionisi, «si permette di utilizzare in<br />

maniera corretta, in relazione alle previsioni<br />

delle norme tecniche di attuazione,<br />

le aree rurali che attualmente per la loro<br />

destinazione a zona residenziale non<br />

possono essere impiegate secondo la loro<br />

naturale vocazione».<br />

In seguito alla variante non saranno<br />

più costruiti, come era nelle previsioni<br />

del comprensorio, 93.860 metri cubi, dei<br />

quali 64.100 residenziali e 29.760 per attrezzature<br />

collettive. «Con questa delibera<br />

particolarmente caldeggiata dal Comune<br />

di Sabaudia e condivisa anche<br />

dall’assessore all’Agricoltura Antonello<br />

Iannarilli — ha concluso Dionisi — abbiamo<br />

fatto un notevole passo avanti<br />

verso la tutela dell’ambiente».<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Venerdì 19 Gennaio 2001<br />

Parcometri: sciopero<br />

di una parte<br />

degli ausiliari<br />

Sciopero oggi pomeriggio degli<br />

ausiliari che sorvegliano i parcometri<br />

gestiti fino a dicembre scorso<br />

dalla società Parcheggi Padova.<br />

Secondo i sindacati, quindi, si<br />

tratta della metà del totale dei posti<br />

presenti nella Capitale. I circa<br />

200 ausiliari protestano per le modalità<br />

con cui il Comune intenderebbe<br />

bandire la gara per la gestione<br />

di quei posti. Al Comune<br />

chiedono, come ha spiegato il segretario<br />

generale della Uil Turismo,<br />

Commercio e Servizi di Roma<br />

e Lazio Luigi Scardaone anche<br />

«una autorevole smentita dall’onorevole<br />

Tocci al quale come<br />

sindacato vogliamo e dobbiamo<br />

dare atto di avere fin qui gestito<br />

una partita così delicata con trasparenza<br />

e senso di responsabilità.<br />

L’amministrazione comunale —<br />

ha spiegato il sindacalista — non<br />

rispetta le intese raggiunte con<br />

Cgil-Cisl-Uil sugli appalti per la tariffazione<br />

della sosta in quanto<br />

per il lotto già appartenente a<br />

Parcheggi Padova, stando ad informazioni<br />

avute, verrà bandita<br />

una gara suddividendo quel lotto<br />

in tre sottolotti», contrariamente<br />

agli accordi presi.<br />

Fiumicino: avviata<br />

la bonifica del molo Nord<br />

del porto canale<br />

Dopo il sit-in di domenica scorsa di<br />

pescatori e operatori portuali, che ne<br />

denunciavano il degrado, è stata ieri,<br />

mercoledì, avviata la bonifica di un tratto<br />

di molo Nord del porto canale di Fiumicino.<br />

Operai, con una ruspa e camion,<br />

sono entrati in azione per conto<br />

del Genio Civile Opere Marittime al fine<br />

di ripulire circa 100 metri di banchina<br />

da detriti, sporcizia, massi, bandoni, tutti<br />

frutto del cantiere aperto per lavori di<br />

ristrutturazione e chiuso 4 anni fa per<br />

l’inaffidabilità di una ditta ed il mancato<br />

proseguimento dei lavori da parte di<br />

un’altra.<br />

Gli operai, pur lavorando sotto la<br />

pioggia, hanno già fatto cinque viaggi<br />

con i camion, portando via circa 200<br />

quintali di detriti. Sono state create anche<br />

delle recinzioni con massi di selce a<br />

protezione delle acque del canale navigabile.<br />

Ora, dopo questi primi interventi,<br />

gli operatori attendono che al più<br />

presto sia affidato il nuovo appalto per il<br />

completamento degli interventi di ristrutturazione,<br />

che permetterà di nuovo<br />

un ormeggio più facile per i pescherecci<br />

ed il ritorno dei banchi del pesce, che<br />

erano stati trasferiti, tra le proteste, in<br />

un’area più lontana.<br />

INFANZIA I risultati di una campagna di sensibilizzazione promossa dal Comune<br />

Quasi settecento persone<br />

disponibili all'affido familiare<br />

La campagna di comunicazione sull'affidamento<br />

familiare, promossa dall'assessorato<br />

alle politiche sociali del Comune,<br />

per diffondere tra la cittadinanza<br />

una cultura della solidarietà verso l'infanzia,<br />

iniziata lo scorso 19 settembre, si<br />

è conclusa a fine dicembre con risultati<br />

positivi: nell'arco dei quattro mesi sono<br />

state, infatti, ben 1.227 le telefonate<br />

giunte al numero 06/7005030, istituito<br />

appositamente dal Comune, di persone<br />

che hanno voluto aderire all'iniziativa,<br />

chiedendo informazioni su come aiutare<br />

i minori in difficoltà.<br />

In particolare, sono state 699 le persone<br />

che hanno offerto «immediatamente»<br />

la propria disponibilità ad ospitare in casa<br />

per periodi limitati di tempo bambini<br />

con problemi di natura psicoaffettiva o<br />

relazionale.<br />

Ad illustrare i risultati dell'iniziativa<br />

denominata «Affido familiare. Un impegno<br />

da grandi», è stato, mercoledì, l'assessore<br />

Amedeo Piva, nel corso di una<br />

conferenza stampa, svoltasi in Campidoglio.<br />

In base alle telefonate giunte al centralino,<br />

su 699 nuclei familiari disposti<br />

ad accogliere in affidamento i minori,<br />

284 sono risultati quelli formati da marito<br />

e moglie con figli, seguiti dalle coppie<br />

senza figli (157), dai nuclei monogenitoriali<br />

(69) e, infine, dai singoli (189). La<br />

fascia di età di coloro che hanno telefonato,<br />

variabile da 31 ad oltre i 60 anni,<br />

ha mostrato che soprattutto le coppie<br />

più giovani, sono quelle più «sensibili» al<br />

fenomeno dell'affido: 460 tra uomini e<br />

donne di età compresa tra i 31 e i 40<br />

anni hanno affermato la propria disponibilità<br />

ad occuparsi dei minori segnalati<br />

dagli organismi sociali o dal tribunale<br />

per i minorenni. Per quanto concerne,<br />

invece, la professione ed il titolo di studio,<br />

a rivolgersi al numero telefonico del<br />

INCIDENTI STRADALI Interrogato il conducente<br />

Il bimbo ucciso da un'auto:<br />

il pm dispone una perizia<br />

Una perizia dovrà stabilire le modalità<br />

dell’incidente che, martedì, ha stroncato<br />

la vita di Daniele Buffa, il dodicenne falciato<br />

su un marciapiede in via Acquaroni,<br />

nel quartiere di Tor Bella Monaca,<br />

dall'auto condotta da Stefano Della Lucilla,<br />

19 anni.<br />

A disporre l’accertamento peritale è<br />

stato il pubblico ministero, Carlo Lasperanza,<br />

titolare dell’inchiesta giudiziaria.<br />

Mercoledì, il magistrato ha anche incaricato<br />

2 medici, i dottori D’Aloia e<br />

Grande, di compiere l’autopsia su Daniele.<br />

L’esame autoptico è stato eseguito<br />

Scontro tra Tir<br />

e autobus: un morto<br />

e dieci feriti<br />

Una donna è morta e una decina<br />

di persone sono rimaste ferite<br />

nello scontro tra un autobus privato<br />

e un Tir avvenuto, giovedì<br />

mattina, sulla strada statale 156<br />

dei Monti Lepini nei pressi di Sezze.<br />

A bordo dell’autobus c’era un<br />

gruppo di persone in gita. I feriti<br />

sono stati trasportati in ospedale.<br />

La strada dei Monti Lepini è bloccata.<br />

La polizia stradale — che<br />

sta lavorando ai rilievi dell’incidente<br />

— ha disposto alcune deviazioni.<br />

Mercoledì, sulla stessa statale,<br />

una persona era morta in un<br />

incidente stradale.<br />

19 GENNAIO 2001<br />

Venerdì della II settimana<br />

del tempo ordinario - Feria<br />

(verde)<br />

Messa a scelta<br />

Lezionario: Eb 8, 6-13; Salmo:<br />

84; Mc 3, 13-19<br />

Liturgia delle Ore: Ven. II<br />

sett. - Ufficio della Feria<br />

nell’obitorio di piazzale del Verano e i<br />

risultati saranno comunicati all’autorità<br />

giudiziaria nei prossimi giorni.<br />

Intanto per Della Lucilla, il quale ha<br />

19 anni, si profila la richiesta di rinvio a<br />

giudizio per omicidio colposo e il ritiro<br />

della patente. Il giovane è stato sentito<br />

dal pm ed ha raccontato che l’incidente,<br />

nel quale è rimasto coinvolto anche un<br />

amichetto di Daniele, Emiliano Iarussi,<br />

è avvenuto dopo aver perso il controllo<br />

dell’auto. Ancora sotto choc per quanto<br />

era accaduto, Della Lucilla ha aggiunto<br />

di aver tentato di estrarre il bambino da<br />

sotto la macchina. Sulla dinamica dell’incidente<br />

il pm Lasperanza ha sentito<br />

anche gli altri tre occupanti dell'auto.<br />

I ragazzi sono spaventati, atterriti.<br />

Continuano a dire che è stata una disgrazia,<br />

una maledetta disgrazia e che le<br />

loro vite sono rovinate. Hanno paura di<br />

essere considerati assassini, di non poter<br />

uscire per strada, degli sguardi della<br />

gente. Cercano in tutti i modi di cancellare<br />

il pomeriggio di ieri, trincerandosi<br />

dietro poche parole.<br />

Mercoledì, la giornata è stata lunga<br />

alla scuola media «Via San Biagio Platani»,<br />

dove Daniele frequentava la II, sezione<br />

E. In qualche modo si è cercato<br />

di sdrammatizzare l’accaduto, alunni e<br />

professori insieme. La professoressa di<br />

lettere di Daniele, Luisa Benassi, che<br />

aveva lezione nel pomeriggio, è arrivata<br />

in istituto alle 8, per stare vicino ai bambini.<br />

«Piangevano tutti — ha detto la<br />

preside, Michelina Dell’Api — alcuni ragazzini<br />

non sono neanche venuti. Ma<br />

tutti vogliono esserci ai funerali».<br />

Latina: bomba carta contro un negozio<br />

Una bomba carta è esplosa la notte tra mercoledì e giovedì a latin, facendo<br />

saltare la serranda di un negozio di tende in via Adige, poco distante dal<br />

centro. L’esplosione ha mandato in frantumi la vetrina del locale e danneggiato<br />

alcuni mobili all’interno. L’ordigno non era molto potente ma l’esplosione<br />

è stata comunque avvertita nella zona. Sulla vicenda indaga la squadra<br />

mobile di Latina che per il momento non esclude alcuna ipotesi. I titolari,<br />

che operano a Latina da un anno circa, hanno escluso di aver subito<br />

minacce in passato. Una settimana fa una bomba era stata ritrovata nei<br />

pressi di un cantiere edile ed è stata disinnescata poco prima che esplodesse.<br />

Microcriminalità: quattro arresti per rapina<br />

Quattro persone sono state arrestate dai Carabinieri per diverse rapine<br />

compiute nella Capitale. Tra gli arrestati due minorenni romene, che avevano<br />

portato via merce da un centro commerciale per il valore complessivo di<br />

due milioni di lire. Un romano di 30 anni è stato bloccato dopo una rapina<br />

in un supermercato del quartiere Casilino, nel corso della quale ha anche<br />

provocato lesioni a due commessi. Infine un immigrato del Bangladesh di<br />

22 anni che, nei pressi della stazione Porta Furba della metropolitana, aveva<br />

rapinato due suoi connazionali, è stato rintracciato e arrestato.<br />

Pineta di Castel Fusano: fermati dieci clandestini<br />

Dieci stranieri clandestini accompagnati in questura e tre baracche demolite.<br />

È il risultato di un controllo effettuato mercoledì mattina da Polizia e Vigili<br />

urbani di Ostia all’interno della pineta di Castel Fusano. I poliziotti hanno<br />

sorpreso gli extracomunitari a dormire nelle fatiscenti casupole in legno,<br />

divenute rifugio di fortuna. I fermati, perlopiù uomini, sono stati accompagnati<br />

nell’ufficio stranieri della questura: dopo l’identificazione sono stati<br />

rimpatriati nel loro paese d’origine.<br />

Ambiente: sequestrata discarica a Filacciano<br />

Mercoledì una discarica a ridosso del centro abitato è stata sequestrata a<br />

Filacciano, un paese dell’area Tiberina. I sigilli sono stati posti nella serata<br />

dai Carabinieri di Ponzano e dai colleghi del Noe, che, per verificare la situazione,<br />

hanno usato anche un escavatore. Nell’area, una collinetta verde,<br />

si erano accumulati tonnellate di rifiuti, ferrosi e di altro genere.<br />

Fede<br />

La fede<br />

percepisce<br />

la verità<br />

prima dell'esperienza.<br />

(Gibran)<br />

a cura di p. Leonardo Sapienza, R.C.I.<br />

Comune sono stati 488 impiegati, sia uomini<br />

che donne, e 306 liberi professionisti;<br />

netta prevalenza dei diplomati (641)<br />

sui laureati (320) e su coloro che hanno<br />

la licenza media (201).<br />

Tra le donne poi, in particolare, 275<br />

sono risultate le impiegate, 120 le professioniste<br />

e 107 le casalinghe.<br />

L'allontanamento temporaneo dei minori<br />

dai rispettivi nuclei familiari di origine,<br />

prevede l'affido presso altre selezionate<br />

famiglie, scelte dai servizi sociali<br />

delle circoscrizioni in collaborazione con<br />

le autorità giudiziarie. I periodi di affido<br />

possono durare alcuni giorni la settimana,<br />

oppure alcune ore tutti i giorni o,<br />

infine, alcuni periodi a tempo breve, determinato<br />

o ripetuto (fine settimana o<br />

vacanze).<br />

La tipologia di intervento basata sull'affido<br />

si inserisce prevalentemente, è<br />

stato sottolineato durante l'incontro, in<br />

un regime di consensualità dei genitori<br />

d'origine ed è indicato quando non si<br />

siano individuati fattori di rischio per lo<br />

sviluppo del soggetto in età evolutiva,<br />

tali da richiedere un allontanamento del<br />

minore a tempo pieno, come nel caso<br />

dell'adozione.<br />

L'affidamento familiare comunque<br />

non svolge solo una funzione protettiva<br />

nei confronti del bambino disagiato, ma<br />

prevede da parte delle istituzioni coinvolte<br />

un ampio progetto di recupero che<br />

coinvolge, oltre il minore, anche la famiglia<br />

di origine. A Roma sono, infatti,<br />

numerose le associazioni e gli enti che<br />

aiutano i nuclei familiari sia sul piano<br />

psicologico che materiale, fornendo validi<br />

ausili per un sicuro reinserimento nel<br />

tessuto sociale.<br />

«La campagna sull'affido ha posto in<br />

rilievo che esiste nella cittadinanza un<br />

profondo sentimento verso i valori della<br />

famiglia — ha affermato l'assessore Piva<br />

—. La famiglia è tornata ad assumere il<br />

suo ruolo centrale nella società, perché<br />

è la prima struttura in grado di aiutare i<br />

soggetti più deboli, come anziani e bambini.<br />

Ora dopo i risultati positivi della<br />

campagna di sensibilizzazione operata<br />

dal Comune, occorre quindi pensare in<br />

futuro a nuovi strumenti di sostegno<br />

che mantengano la famiglia ed i suoi valori<br />

al centro dell'interesse di tutti».<br />

ALESSANDRO TRENTIN<br />

Incontro culturale<br />

promosso<br />

dall'Associazione<br />

«Attilio Romanini»<br />

Giovedì 25 gennaio, alle ore 17,<br />

presso la nuova hall del Policlinioco<br />

Gemelli si svolgerà un incontro<br />

con il giornalista vaticanista Federico<br />

Mandillo, autore del volume<br />

«Imparare Roma».<br />

All'iniziativa culturale — promossa<br />

dall'Associazione «Attilio<br />

Romanini», operante all'interno<br />

dell'Università Cattolica, insieme<br />

con l'Associazione medici cattolici<br />

italiani (Amci) e l'Associazione regionale<br />

volontari assistenza sanitaria<br />

(Arvas) — interverranno l'Arcivescovo<br />

Crescenzio Sepe, il prof.<br />

Franco Splendori, presidente della<br />

sezione romana dell'Amci, e il<br />

prof. Armando Oberti, presidente<br />

dell'Editrice AVE.<br />

RADIO<br />

VATICANA<br />

OM: 1530 kHz - 196 metri<br />

(Per la zona di Roma<br />

anche Onda Media 527 kHz<br />

e FM 93.3 e 105 MHz)<br />

OC: nelle bande 49, 31, 25 e 19 metri<br />

VENERDÌ 19 GENNAIO<br />

00.10: Studio A (stereo): Con voi<br />

nella notte<br />

7.20-15.30-17.30-23-24: Orizzonti Cristiani<br />

7.30: Santa Messa in latino<br />

8-12-14-15-16-18-21-23.30: Radiogiornale<br />

in italiano, spagnolo, portoghese,<br />

francese, inglese, tedesco e polacco<br />

16.30: Musica Oggi di M. Di Battista/M.<br />

Lalia<br />

17: Liturgia delle Ore, celebrazione<br />

dei Vespri in latino<br />

20.20: Programma tedesco: Prisma-<br />

Magazin<br />

20.40: Recita del Santo Rosario in<br />

latino<br />

21.30: Programma francese: Oecuménisme<br />

et dialogue interreligieuxe 21.50: Programma inglese: Matters<br />

of fact / Against the floor / Where<br />

do we go from here<br />

22.10: Programma spagnolo: Charlas<br />

Biblicas


IN ITALIA<br />

PAGINA<br />

10 .<br />

MUCCA PAZZA Presidio dei Cobas a Pontevico<br />

Sanità: «Nessun rischio<br />

dal muscolo e dal latte»<br />

BRESCIA, 18.<br />

Nessun rischio dal consumo delle parti<br />

sicure della carne bovina, ossia del<br />

muscolo, e nessun rischio dal latte. Lo<br />

ha affermato ieri il ministro della Sanità,<br />

Veronesi, in una conferenza stampa sull’emergenza<br />

legata all’encefalopatia<br />

spongiforme bovina dopo la scoperta del<br />

primo caso di «mucca pazza» in Italia.<br />

L’eventuale abbattimento degli animali<br />

degli allevamenti sospetti, secondo il ministro,<br />

potrebbe destare allarmi nell’opinione<br />

pubblica ma è in realtà finalizzato<br />

soltanto a sradicare la Bse.<br />

«L'obiettivo — ha proseguito Veronesi<br />

— è di proteggere la salute del consumatore».<br />

La cosa certa è che il prione si<br />

annida soprattutto nel cervello, nel midollo<br />

spinale, nei gangli spinali e nelle<br />

terminazioni nervose. Di conseguenza,<br />

per il ministro, «la misura fondamentale<br />

per la sicurezza della popolazione è<br />

mangiare carne sana, non a rischio, e<br />

nel muscolo non c’è rischio. Siamo sicuri<br />

che lì il prione non c’è».<br />

Per il ministro «oggi la carne è più sicura<br />

che in passato perché grazie ai test<br />

possiamo riconoscere la malattia ed eliminare<br />

tutti gli animali infetti. Se c’è un<br />

elemento di sicurezza, questo c’è oggi».<br />

Inoltre «è molto difficile che la malattia<br />

di un bovino possa infettare la specie<br />

umana» poiché esistono «barriere immunologiche<br />

molto solide. La misura di rischio<br />

è di un caso su un milione». Nessun<br />

allarme anche per il latte. «Se il latte<br />

fosse portatore di prioni — ha detto<br />

— probabilmente saremmo tutti morti».<br />

Viminale: sospesa<br />

un'impiegata<br />

in seguito agli arresti<br />

per corruzione<br />

dei tre dirigenti<br />

MILANO, 18.<br />

Un'impiegata del ministero dell'Interno,<br />

Maria Barrancotto, è stata sospesa<br />

dalle funzioni nell'ambito dell'inchiesta<br />

della Procura di Milano su casi di presunta<br />

corruzione che martedì ha portato<br />

all'arresto di tre dirigenti del Viminale:<br />

il vice prefetto Alberto Maddalena, Luigi<br />

Taviani e Romano Celeste. I tre dirigenti<br />

sono accusati di aver ricevuto regali per<br />

favorire la vendita in Italia di una pistola<br />

elettrica di fabbricazione statunitense.<br />

L'impiegata sospesa è una collaboratrice<br />

di uno degli arrestati, Luigi Taviani,<br />

dirigente della Polizia di Stato, direttore<br />

della II divisione del servizio di Polizia<br />

amministrativa e sociale, componente<br />

della commissione consultiva centrale<br />

per il controllo delle armi. Maria<br />

Barrancotto è sospettata — riferisce<br />

l'Ansa — di aver tenuto i contatti tra<br />

Taviani e Fernando Cucchiella, il rappresentante<br />

della società statunitense<br />

che si è occupata dell'introduzione dell'arma<br />

in Italia per conto della Taser, la<br />

ditta produttrice della pistola. Cucchiella<br />

è accusato di aver corrotto i dirigenti<br />

del Viminale offrendo loro un viaggio<br />

negli Stati Uniti e costosi regali (macchine<br />

fotografiche, cineprese, orologi,<br />

ecc.). I regali sarebbero serviti per favorire<br />

la commercializzazione in Italia della<br />

pistola, un'arma — informa ancora<br />

l'Ansa — ritenuta in grado di tramortire<br />

una persona con una scarica da 50.000<br />

volts. Secondo il sostituto procuratore di<br />

Milano Paolo Ielo, titolare dell'inchiesta,<br />

dalle indagini è emersa «piena collaborazione<br />

dei vertici della Polizia, dai quali<br />

la notizia di reato è pervenuta alla magistratura».<br />

A rassicurare sono i dati raccolti in proposito<br />

fino ad ora.<br />

Ieri la Regione Lombardia ha confermato<br />

che tutti gli animali dell’allevamento<br />

di Pontevico dove è stata individuata<br />

una mucca colpita da encefalopatia<br />

spongiforme bovina dovranno essere<br />

abbattuti per legge e quindi inceneriti.<br />

«Non è affatto una decisione discrezionale<br />

— ha precisato l’assessore all’Agricoltura,<br />

Viviana Beccalossi — ma appunto<br />

l’adempimento di un obbligo previsto<br />

dalle disposizioni anti-Bse assunte<br />

a livello nazionale e approvate dall’Unione<br />

europea». Gli assessorati regionali all’Agricoltura<br />

e alla Sanità interverranno<br />

per assicurare il rimborso alla cascina<br />

«Malpensata» entro 30 giorni. I fondi necessari<br />

saranno anticipati dall’Asl di Brescia,<br />

in attesa dello stanziamento dovuto<br />

dallo Stato. Un risarcimento è previsto<br />

anche per i mangimi e per gli altri prodotti<br />

che dovranno essere distrutti. La<br />

Regione ha inoltre deciso contributi per<br />

agevolare il riacquisto di capi e per alleviare<br />

il danno dai mancati redditi dovuti<br />

al fermo aziendale.<br />

È cominciato oggi pomeriggio, intanto,<br />

davanti alla cascina «Malpensata» di<br />

Pontevico il presidio dei Cobas che protestano<br />

contro l’abbattimento dei 190<br />

capi dell’allevamento. Ai trattori già presenti<br />

nell'azienda si sono aggiunti appunto<br />

i mezzi dei comitati. Gli agricoltori<br />

monteranno un tendone del tutto simile<br />

a quello dei presidi degli anni scorsi<br />

contro le quote latte. Previsto un incontro<br />

fra i proprietari e un responsabile<br />

del ministero delle Politiche agricole.<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Venerdì 19 Gennaio 2001<br />

NAPOLI — Venticinque anni di impegno<br />

quotidiano e silenzioso al fianco dei più<br />

deboli: per festeggiare questo compleanno<br />

speciale la Chiesa di Napoli si è ritrovata<br />

nei giorni scorsi intorno ai volontari<br />

e ai religiosi che curano l'istituto Federico<br />

Ozanam, aperto un quarto di secolo fa nel<br />

capoluogo campano.<br />

L'istituto, opera speciale della Società<br />

di san Vincenzo de' Paoli, è presieduto da<br />

Livia Vannucchi. L'elenco delle opere promosse<br />

in tal senso dall'Ozanam è lunghis-<br />

Napoli: un quarto di secolo dell'Istituto Ozanam<br />

simo: accoglienza diurna per i senza fissa<br />

dimora che di notte sono ospiti del dormitorio<br />

comunale; un laboratorio di analisi<br />

cliniche gratuite per i meno abbienti; un<br />

centro di prevenzione oncologica e un poliambulatorio<br />

gestiti da una equipe di medici<br />

volontari; un servizio di raccolta e<br />

smistamento di indumenti e mobili per le<br />

famiglie in difficoltà; un centro di accoglienza<br />

per anziani, e una polisportiva ri-<br />

COMUNICAZIONI Pesanti ripercussioni in Borsa<br />

L'Autorità boccia<br />

l'accordo Seat Pg-Tmc<br />

ROMA, 18.<br />

Una doccia fredda. Così è giunto il no<br />

a larga maggioranza dell’Autorità per le<br />

garanzie nelle comunicazioni all’acquisto<br />

di Tmc da parte di Seat Pg sul mondo<br />

politico e, come c'era da attendersi,<br />

sui mercati finanziari, spiazzando le previsioni<br />

degli operatori. Ieri in Borsa il titolo<br />

Seat che, approfittando del recupero<br />

del settore media e tlc, era arrivato<br />

ad essere sospeso al rialzo nella convinzione<br />

che l’operazione avrebbe ottenuto<br />

disco verde, è stato punito infatti prima<br />

nella seduta serale e poi nella seduta<br />

odierna, con una pesante flessione.<br />

Nella desolazione i parenti dei defunti per la mancanza di loculi a Palermo<br />

Un problema di umanità e di pietà<br />

PALERMO, 18.<br />

Loculi esauriti, liste d'attesa lunghe<br />

diversi mesi per ottenere una assegnazione,<br />

bare in deposito anche da quaranta<br />

giorni e familiari dei defunti esasperati.<br />

È un vero è proprio stato di<br />

emergenza quello che si registra nei<br />

tre cimiteri palermitani: quello dei Rotoli<br />

(il più grande della città), quello<br />

di Santo Spirito e quello di Santa Maria<br />

di Gesù, il cimitero monumentale<br />

dove i 50 loculi ancora disponibili saranno<br />

assegnati nel corso delle prossime<br />

48 ore.<br />

Tutte le sepolture disponibili sono<br />

esaurite ed al momento è difficile ipotizzare<br />

una soluzione che rispetti la dignità<br />

dei defunti ed il dolore dei familiari,<br />

costretti a maratone tra i diversi<br />

uffici comunali dai cui dipendono i<br />

servizi cimiteriali.<br />

Il problema è esploso in tutta la sua<br />

drammaticità nei giorni scorsi, quando<br />

i direttori dei tre cimiteri hanno<br />

comunicato che erano quasi esaurite<br />

le migliaia di sepolture «recuperate»<br />

nel '98, quando si decise di utilizzare i<br />

loculi in cui non venivano tumulate<br />

salme da almeno cinquant'anni.<br />

MALTEMPO Riaperto l'aeroporto – Scuole chiuse<br />

Genova torna alla normalità<br />

dopo la bufera di neve e il gelo<br />

GENOVA, 18.<br />

Si è normalizzata stamani la situazione<br />

del traffico in città e sulle autostrade<br />

che circondano Genova, dopo i gravi disagi<br />

di ieri provocati da una bufera di<br />

neve durata sette ore e poi dal ghiaccio.<br />

Intanto il maltempo si sposta sul Nord-<br />

Est. Nevicate si registrano in Trentino-<br />

Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia<br />

ed anche Lombardia, tanto che si è resa<br />

necessaria la cancellazione di alcuni voli<br />

tra Ronchi dei Legionari e Malpensa.<br />

È tornato il sole in il Liguria ed anche<br />

l’aeroporto Cristoforo Colombo, chiuso<br />

ieri sera dalle 20 alle 21.30, è tornato alla<br />

normalità. Per il mancato arrivo ieri<br />

sera degli aerei, sono stati cancellati i<br />

voli della prima mattinata per Roma<br />

(due), Monaco e Zurigo. Dalle 10 circa<br />

sono nuovamente atterrati i primi voli in<br />

orario. Durante tutta la notte i mezzi<br />

dell’Amiu hanno sparso sale, che ha impedito<br />

la formazione del ghiaccio. Gli<br />

autobus urbani hanno potuto percorrere<br />

normalmente le strade cittadine e la<br />

chiusura delle scuole, disposta per oggi<br />

dal sindaco Giuseppe Pericu, ha ridotto<br />

il traffico usuale del mattino. Qualche<br />

difficoltà si è registrata solo nelle zone<br />

più alte della città, ma non ci sono frazioni<br />

isolate.<br />

Il maxi ingorgo sulle autostrade che<br />

cingono Genova si è risolto soltanto nelle<br />

prime ore di stamani, dopo oltre cinque-sei<br />

ore di blocco. L’intasamento delle<br />

carreggiate aveva impedito infatti ai<br />

mezzi spargisale di operare e si erano<br />

formate lastre di ghiaccio che avevano<br />

bloccato la circolazione. Da ovest a est,<br />

tra Voltri e Nervi, lungo circa trenta<br />

Per Giovanni Pillitteri, capo dei servizi<br />

cimiteriali del camposanto dei Rotoli,<br />

«Si potrebbero liberare le sepolture<br />

inutilizzate da trent'anni e liberare<br />

così 350 posti, ma l'emergenza si sposterebbe<br />

solo di un paio di mesi». In<br />

realtà, la soluzione definitiva al problema<br />

potrebbe arrivare dall'ampliamento<br />

del cimitero dei Rotoli (circa<br />

4.000 nuove sepolture), e dalla nuova<br />

zona del cimitero di Santo Spirito<br />

(10.000 loculi in più, anche se potenzialmente<br />

almeno 5.000 sepolture potrebbero<br />

già essere disponibili, ma la<br />

vertenza che da settimane contrappone<br />

i dipendenti ai dirigenti ha, di fatto,<br />

bloccato ogni attività dentro questo<br />

camposanto). Si tratta di opere<br />

previste dal nuovo piano regolatore<br />

ma lo strumento urbanistico non è ancora<br />

stato approvato, con tutto ciò<br />

che ne consegue. «Se non si troverà<br />

una soluzione entro la fine di questa<br />

settimana —aggiunge Pillitteri — non<br />

resterà che procedere alla sepoltura<br />

delle decine e decine di defunti in attesa<br />

nei campi di inumazione, una soluzione-tampone<br />

perché anche le aree<br />

con le semplici croci inserite nel terre-<br />

Vagoni all'amianto:<br />

archiviazione<br />

per Necci e Vaciago<br />

FIRENZE, 18.<br />

È stata archiviata a Firenze l’inchiesta<br />

che vedeva indagato per<br />

tentata truffa l’ex amministratore<br />

delegato delle Fs, Lorenzo Necci,<br />

accusato in merito alla vendita,<br />

poi mai realizzata, di vagoni coibentati<br />

con l’amianto alle ferrovie<br />

ucraine e bulgare. Accuse archiviate<br />

dal gip Crivelli anche per<br />

Cesare Vaciago, ex direttore generale<br />

delle Fs, e per altri cinque dirigenti.<br />

L’archiviazione è stata<br />

chiesta dal pm, Nannucci.<br />

Il borgo marinaro di Boccadasse<br />

chilometri la coda di camion e automobili<br />

era continua. La protezione civile,<br />

ambulanze del 118 e pattuglie della Polizia<br />

Stradale sono intervenute per soccorrere<br />

automobilisti che avevano a bordo<br />

malati o handicappati e per distribuire<br />

bevande calde. I mezzi spargisale<br />

hanno raggiunto contromano l’imbocco<br />

dell’autostrada A12, ed hanno consentito<br />

di ripristinare il traffico, ma le code<br />

si sono smaltite molto lentamente.<br />

Disagi per la neve ci sono stati in tutto<br />

il Nord. Bolzano si è svegliata questa<br />

mattina ricoperta di neve.<br />

no sono in via di esaurimento». Una<br />

prospettiva questa che ha gettato nel<br />

panico, durante queste ultime giornate<br />

coloro che attendono da settimane<br />

una sepoltura degna per i propri cari.<br />

«Il problema esiste e l'emergenza<br />

non è certo esplosa in queste ultime<br />

settimane — precisa Don Giuseppe<br />

Calafiore, Cappellano del cimitero dei<br />

Rotoli — perché da almeno dodici anni<br />

ci scontriamo con la cronica mancanza<br />

di sepolture conseguente al<br />

mancato ampliamento del cimitero.<br />

Però è anche un problema culturale:<br />

perché non dovremmo accettare la sepoltura<br />

in terra, perché si chiedono<br />

sempre spazi da «riempire» con marmi,<br />

statue e quant'altro? Nei cimiteri<br />

di Napoli — aggiunge il sacerdote —<br />

le casse vengono inumate per un anno<br />

prima di essere, eventualmente, trasferite<br />

nei loculi o nelle sepolture più<br />

grandi. Mancano gli spazi, è vero ma<br />

spesso manca la cultura della “semplicità”,<br />

così preziosa per ricordare degnamente<br />

coloro che vivono per sempre<br />

al cospetto del Signore».<br />

LUIGI PEROLLO<br />

Una decisione inaspettata anche per i<br />

protagonisti della vicenda, con Telecom<br />

Italia e Seat Pagine gialle pronte a bocciarla<br />

come «illegittima», preannunciando<br />

un immediato ricorso al Tar del Lazio,<br />

e il gruppo Cecchi Gori che pone<br />

polemicamente l’accento sui tempi lunghi<br />

della decisione.<br />

Eppure, secondo il presidente dell’Autorità,<br />

Enzo Cheli, la decisione non poteva<br />

essere diversa, con la normativa attuale.<br />

«Le norme che abbiamo dovuto<br />

applicare — ha spiegato — vietano in<br />

questo momento la possibilità, per un<br />

operatore di telecomunicazioni in posizione<br />

dominante, come quella di Telecom<br />

Italia, di acquisire il controllo, che<br />

in questo caso è già del 63,3%, di imprese<br />

concessionarie di radiotelevisione».<br />

La decisione di ieri, come accadde<br />

quando venne annunciata l’operazione,<br />

ha spaccato in due il mondo politico,<br />

con il Polo che la giudica «ineccepibile»<br />

e con la maggioranza molto critica.<br />

Spiazzato anche l'Esecutivo, con il ministro<br />

per le Comunicazioni, Cardinale,<br />

che parla di «colpo di scena». Il «no»<br />

dell’Autorità è stato determinato da<br />

«un’interpretazione restrittiva» delle norme,<br />

secondo il sottosegretario alle Comunicazioni,<br />

Michele Lauria, il quale ha<br />

però precisato che il Governo non sembrerebbe<br />

orientato ad emanare un decreto<br />

per modificare la legge 249 e dare<br />

il via all'accordo Seat-Tmc.<br />

Sul fronte sindacale, infine, il presidente<br />

della Federazione nazionale della<br />

stampa, Serventi Longhi, ha espresso<br />

preoccupazione per il futuro di Tmc.<br />

Agrigento:<br />

concluse<br />

le demolizioni<br />

di case abusive<br />

AGRIGENTO, 18.<br />

Anche l’ultima delle sei case abusive<br />

sta per essere demolita nella Valle dei<br />

Templi. Due ruspe del Genio Militare<br />

sono entrate in azione poco dopo mezzogiorno,<br />

mentre la Sovrintendenza non<br />

si è pronunciata sul ricorso, presentato<br />

in extremis, dalla famiglia Filippazzo,<br />

che aveva eccepito un difetto di notifica<br />

dell’ordine di demolizione. La Soprintendenza<br />

aveva comunque chiesto un<br />

parere alla Regione prima di sciogliere<br />

ogni riserva. Un centinaio di abusivi ha<br />

assistito al lavoro delle ruspe senza tuttavia<br />

dar luogo a disordini.<br />

Intanto migliorano le condizioni del<br />

carabiniere che ieri è rimasto contuso,<br />

cadendo da un'impalcatura mentre un<br />

centinaio di abusivi tentava di superare<br />

il cordone di sicurezza delle forze dell’ordine,<br />

mentre le ruspe entravano in<br />

azione per demolire la casa di Salvatore<br />

Zito.<br />

Per un sindaco che protesta, secondo<br />

l'Ansa, contro le demolizioni, quello di<br />

Agrigento, ce n’è un altro, Salvatore Petrotto,<br />

primo cittadino di Racalmuto,<br />

che parla di «rispetto delle leggi» e coniuga<br />

la solidarietà, offrendo un alloggio<br />

agli abusivi che rimanessero senza tetto.<br />

Petrotto sottolinea che «Racalmuto è<br />

disponibile a sostituirsi, per non continuare<br />

ad assistere a pietose e strazianti<br />

scene, rispetto all’atteggiamento di tutti<br />

i parlamentari della provincia, nazionali<br />

e regionali, i quali hanno promesso che<br />

per queste persone avrebbero trovato<br />

una soluzione».<br />

Uranio: accertamenti<br />

gratuiti per i militari<br />

Allarme anche per il plutonio<br />

ROMA, 18.<br />

Accertamenti sanitari gratuiti verranno<br />

disposti sia nei confronti dei militari<br />

che del personale civile «a vario titolo<br />

impiegato» nei Balcani. Lo ha ribadito il<br />

ministro della Difesa, Sergio Mattarella,<br />

durante una comunicazione alla Camera.<br />

Il ministro ha precisato che, «allo<br />

scopo di avviare nel più breve tempo<br />

possibile questa campagna di accertamenti,<br />

si sta procedendo alla definizione<br />

delle procedure attuative, di concerto<br />

con il ministero della Sanità e con il parere<br />

della Conferenza Stato-Regioni».<br />

Mattarella — secondo il quale tra i<br />

militari italiani che hanno prestato servizio<br />

in Bosnia e Kosovo sono stati accertati<br />

23 casi di malattia, con otto decessi<br />

— ha affermato di non sottovalutare il<br />

nuovo allarme plutonio, del quale sarebbero<br />

state trovate tracce nei proiettili<br />

sotto accusa. «Appare di sicura pericolosità<br />

— ha infatti detto il ministro — l’inalazione<br />

delle polveri prodotte dalle<br />

esplosioni» di proiettili all’uranio impoverito.<br />

«A maggior ragione — ha aggiunto<br />

— lo sarebbe se fosse confermata<br />

l’ipotesi di tracce di plutonio in quantità<br />

pericolosa».<br />

volta ai giovani del quartiere. Attualmente<br />

l'Ozanam offre anche un servizio di recupero<br />

scolastico per ragazzi delle elementari<br />

e medie, gestito dai volontari della<br />

Comunità di s. Egidio, un laboratorio di<br />

taglio e cucito, una scuola materna.<br />

Un centro che riesce, da venticinque<br />

anni, ad aggregare tante energie per<br />

diffondere una solidarietà a tutto campo,<br />

«che non solo allevi i bisogni ma cer-<br />

chi di rimuoverne le cause», ricorda una<br />

delle operatrici dell'istituto, Carmela Salomone.<br />

Tutte queste attività si fondano esclusivamente<br />

sul sostegno del volontariato:<br />

perciò, ogni risultato ottenuto dall'istituto<br />

è un piccolo prodigio di amore e solidarietà,<br />

un dono che si rinnova per centinaia<br />

di persone nel cui volto si rispecchia<br />

quello di Cristo sofferente.<br />

MARIANO DEL PREITE<br />

Messaggio<br />

della Presidenza C.E.I.<br />

agli alunni e alle loro famiglie<br />

sull'insegnamento<br />

della religione cattolica<br />

La Presidenza della Conferenza<br />

Episcopale Italiana ha inviato un<br />

messaggio agli alunni e alle loro famiglie<br />

sull'insegnamento della religione<br />

cattolica. Eccone il testo:<br />

Il termine per le iscrizioni all'anno<br />

scolastico 2001-02, fissato per il 25<br />

gennaio prossimo, è occasione per ribadire<br />

le responsabilità che tutti, docenti,<br />

genitori e studenti, hanno nei<br />

confronti della scuola, anche per<br />

quanto riguarda la scelta di avvalersi<br />

o meno dell'insegnamento della religione<br />

cattolica.<br />

1. La scelta per l'insegnamento<br />

della religione cattolica deve trovare<br />

attenta la comunità ecclesiale, consapevole<br />

dell'importanza della scuola e<br />

del suo compito di servizio educativo<br />

ad ogni persona, perché anche attraverso<br />

questa scelta viene costruita la<br />

proposta formativa delle giovani generazioni.<br />

È un appuntamento che,<br />

sebbene consueto, assume un particolare<br />

significato per il fatto che il<br />

prossimo anno scolastico vedrà l'avvio<br />

della riforma dei cicli dell'istruzione.<br />

La riforma dei cicli si presenta «finalizzata<br />

alla crescita e alla valorizzazione<br />

della persona umana, nel rispetto<br />

dei ritmi dell'età evolutiva,<br />

delle differenze e dell'identità di ciascuno,<br />

nel quadro della cooperazione<br />

tra scuola e genitori». Non deve pertanto<br />

dimenticare l'originale apporto<br />

educativo che l'insegnamento della<br />

religione cattolica, nel rispetto delle<br />

scelte di ciascuno, può offrire a tutta<br />

la scuola e agli alunni delle diverse<br />

età.<br />

2. Certo non da solo. Infatti, mentre<br />

è in atto una attenta riflessione<br />

dei Vescovi italiani per predisporre,<br />

secondo la loro competenza, i nuovi<br />

programmi di religione cattolica, va<br />

richiesto che anche altre discipline<br />

sappiano adeguatamente assumere la<br />

dimensione religiosa presente nella<br />

cultura di ogni popolo, e del popolo<br />

italiano in particolare. La religione,<br />

quella cattolica nel nostro contesto<br />

italiano ed europeo, come matrice di<br />

cultura e come esperienza di vita,<br />

nonché come fattore di socializzazione<br />

e di trasmissione di un patrimonio<br />

storico, è capace di rispondere alle<br />

fondamentali domande di significato<br />

offrendo, insieme alla consapevolezza<br />

Immigrazione: cento curdi sbarcati nel Salento<br />

OTRANTO — Sono un centinaio gli extracomunitari (tutti iracheni di etnia<br />

curda) sbarcati, la notte tra mercoledì e giovedì, clandestinamente sulle coste<br />

salentine e fermati da militari della Guardia di Finanza i quali hanno anche<br />

sequestrato un gommone abbandonato sulla spiaggia di Torre Veneri di<br />

Lecce.<br />

Falso in bilancio: a giudizio Paolo Berlusconi<br />

MILANO — Paolo Berlusconi e altre 12 persone sono state rinviate, giovedì,<br />

a giudizio dal Gip milanese Clementina Forleo per falso in bilancio, appropriazione<br />

indebita e violazioni fiscali per un’operazione da 11 miliardi 250<br />

milioni per l’acquisto, da parte della Paolo Berlusconi Finanziaria, della società<br />

immobiliare Vipi srl.<br />

Istat: inflazione al 2,5 % nel 2000<br />

ROMA — Inflazione stabile al 2,7% nel mese di dicembre. L’indice dei<br />

prezzi al consumo — secondo l'Istat — cresce mensilmente dello 0,1%,<br />

mentre nel 2000 la crescita media annua è stata del 2,5%, superiore alle<br />

stime del Governo che prevedevano il 2,3%, e a quelle della Ue (2,6 %). Le<br />

variazioni più rilevanti in tutto il 2000 sono risultate alle voci Abitazione, acqua,<br />

elettricità e combustibili (+5,8% sul ’99) e Trasporti (+4%). Si tratta<br />

delle due voci che risentono maggiormente dell’aumentodei prezzi del petrolio.<br />

Usura: un giro d'affari<br />

per 45.000 miliardi<br />

secondo la Confcommercio<br />

ROMA 16.<br />

È di 45 mila miliardi di lire il giro<br />

d’affari di usura e racket, fenomeni criminali<br />

«di natura diversa ma sempre più<br />

interconnessi tra loro, diventati una testa<br />

di ponte per la penetrazione della<br />

criminalità nell’economia legale». È stato<br />

Vincenzo Gervasio, vicepresidente<br />

della Confcommercio a delineare le dimensioni<br />

della criminalità legata al »pizzo»,<br />

intervenendo, ieri, ai lavori della<br />

prima Conferenza nazionale contro il<br />

racket e l’usura in corso a Roma.<br />

Un problema, quello dell’usura, reso<br />

ancora più grave dal fatto che «cresce la<br />

connivenza tra vittime ed usurai» e lo<br />

dimostra il calo delle denunce che si registrano<br />

in questi ultimi tempi. Tra le<br />

«linee di possibile azione» la creazione<br />

di una banca dati centralizzata che consenta<br />

alle forze dell’ordine di «disporre<br />

di precise informazioni su geografia, dimensioni<br />

e caratteristiche del fenomeno»,<br />

la «divisione netta tra le forze dell’ordine<br />

da destinare ad eventi straordinari<br />

e quelle che invece, strada per strada,<br />

casa per casa, devono vivere quotidianamente<br />

la vita dei quartieri» e «stanziamenti<br />

maggiori e diversamente programmati<br />

per la formazione del personale<br />

addetto alla sicurezza».<br />

delle proprie radici, il rispetto di<br />

quelle altrui. Nel recente messaggio<br />

per la giornata della pace, il Papa ha<br />

richiamato a tutti la responsabilità<br />

dell'educazione «per coniugare l'attenzione<br />

alla propria identità con la<br />

comprensione degli altri ed il rispetto<br />

della diversità».<br />

Ciò che si deve temere è l'ignoranza<br />

religiosa da cui possono facilmente<br />

nascere integralismi e superficialità.<br />

Per questo abbiamo accolto con<br />

soddisfazione la recente decisione<br />

della giurisprudenza che ha affermato<br />

come l'insegnamento della religione<br />

cattolica concorra, insieme con le<br />

altre discipline, alla valutazione dell'alunno<br />

nel nuovo esame di stato.<br />

3. Per questi motivi raccomandiamo<br />

a tutti voi, studenti e famiglie,<br />

l'adesione all'ora di religione. Rivolgiamo<br />

questo appello in modo particolare<br />

a voi studenti delle scuole superiori,<br />

chiamati a decidere personalmente,<br />

con una delle prime espressioni<br />

della vostra responsabilità. Superate<br />

la facile tentazione del disimpegno.<br />

Da parte nostra stiamo curando la<br />

preparazione di programmi che —<br />

sulla base della sperimentazione nazionale<br />

che ha coinvolto in modo diretto<br />

per due anni docenti, alunni,<br />

genitori e dirigenti scolastici — meglio<br />

assumano le vostre domande,<br />

per offrire risposte vere, non superficiali,<br />

ricche di valori spirituali e morali,<br />

in un fruttuoso confronto con le<br />

altre discipline.<br />

Ai docenti di religione, ai quali<br />

esprimiamo viva gratitudine, assicuriamo<br />

il nostro impegno sui vari problemi<br />

che attendono una soluzione,<br />

in particolare per il loro stato giuridico.<br />

Auspichiamo che si giunga ad<br />

una sollecita definizione dell'atteso<br />

provvedimento, purché non si esigano<br />

oggi dai docenti in servizio da<br />

molti anni titoli ingiustificati.<br />

A tutti, docenti, famiglie e studenti,<br />

che ricordiamo al Signore con affetto,<br />

va il nostro incoraggiamento,<br />

certi che l'insegnamento della religione<br />

cattolica continuerà ad essere apprezzato<br />

quale contributo prezioso e<br />

irrinunciabile per accompagnare il<br />

cammino della persona verso la maturità<br />

e aiutarla a familiarizzarsi con<br />

valori e conoscenze che sono un patrimonio<br />

di fede e di civiltà per tutti.<br />

Rissa in campo:<br />

arrestati<br />

cinque calciatori<br />

NAPOLI, 18.<br />

Cinque calciatori sono stati arrestati<br />

ad Ischia dopo una rissa avvenuta durante<br />

un incontro di prima categoria.<br />

Sei persone sono rimaste ferite, tra cui<br />

tre agenti di polizia del servizio d’ordine<br />

per la partita intervenuti per sedare la<br />

rissa alla quale hanno preso parte tutti i<br />

giocatori in campo.<br />

Due calciatori ed un poliziotto sono<br />

ricoverati all’ospedale Rizzoli di Ischia.<br />

L’incontro, disputato ieri al campo sportivo<br />

Rispoli, vedeva contrapposte una<br />

squadra isolana, la Fortitudo Epomeo<br />

Isola Verde, e la Bruscianese, formazione<br />

di un comune dell’entroterra napoletano.<br />

Gli incidenti sono avvenuti quando<br />

l’arbitro ha espulso due giocatori, uno<br />

per squadra, che avevano avuto uno<br />

scambio di insulti. La lite è rapidamente<br />

degenerata in una violentissima colluttazione<br />

la partecipazione corale delle due<br />

squadre ed anche di alcuni accompagnatori.<br />

Solo l’intervento degli agenti del<br />

commissariato di Ischia ha evitato conseguenze<br />

più gravi. Alla fine sono stati<br />

arrestati due giocatori della squadra di<br />

casa e tre della Bruscianese con l’accusa<br />

di rissa aggravata, resistenza e lesioni a<br />

pubblici ufficiali.


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Anno CXLI - N. 15 (42.653) CITTÀ DEL VATICANO Sabato 20 Gennaio 2001<br />

EL SALVADOR Dopo il sisma crescono i timori per l'attività del vulcano Llamatepec<br />

Le squadre di soccorso<br />

scavano ancora tra le macerie<br />

SAN SALVADOR, 19.<br />

Si scava ancora tra le<br />

macerie. Le squadre di soccorso<br />

non hanno ancora<br />

esaurito il lavoro nel Salvador<br />

sconvolto dal terremoto<br />

di sabato. In alcune località<br />

operano tuttavia da oggi le<br />

pale meccaniche che rimuovono<br />

terra e macerie. A<br />

quasi una settimana dal sisma,<br />

sempre più flebili sono<br />

infatti le speranze di trovare<br />

superstiti. Nella popolazione<br />

si va inoltre diffondendo<br />

timore per l'accresciuta attività<br />

del vulcano Llamatepec,<br />

anche se gli esperti si<br />

sono affrettati a ribadire<br />

che non esiste nessuna correlazione<br />

tra le attività vulcanica<br />

e sismica.<br />

Sembra ormai accertato<br />

che il numero delle persone<br />

rimaste senza casa sia di<br />

gran lunga maggiore delle 50.000 stimate<br />

dalle autorità (fonti Onu parlano anche<br />

di 200.000 senza tetto), mentre ampi<br />

settori della popolazione terremotata devono<br />

ancora ricevere gli aiuti internazionali.<br />

Mercoledì sera, dopo un acceso dibattito<br />

fra le forze di Governo (Arena) e<br />

di opposizione (Fmln), è stato approvato<br />

il bilancio preventivo dello Stato per il<br />

2001. Si tratta di 2.163 milioni di dollari<br />

Filippine: Estrada<br />

chiede l'elezione<br />

di un nuovo<br />

Capo dello Stato<br />

MANILA, 19.<br />

Il Presidente filippino Joseph<br />

Estrada, in un discorso alla Nazione,<br />

ha chiesto oggi elezioni anticipate<br />

per designare un nuovo Capo<br />

dello Stato da tenersi contemporaneamente<br />

ad una consultazione<br />

per il rinnovo del Congresso.<br />

«Io — ha dichiarato — non parteciperò<br />

alle elezioni e cederò la<br />

Presidenza al nuovo eletto».<br />

L'annuncio di Estrada — che,<br />

accusato di corruzione, sta affrontando<br />

un procedimento per la<br />

messa in stato d'accusa — è giunto<br />

al termine di una giornata convulsa,<br />

nella quale, oltre a ripetute<br />

manifestazioni di piazza, si sono<br />

registrate le prese di posizione dei<br />

vertici delle forze armate e di alcuni<br />

Ministri, tutte in favore delle<br />

immediate dimissioni di Estrada<br />

stesso. Secondo fonti locali riprese<br />

dall'«Ansa», il Ministro della difesa,<br />

Orlando Mercado, ed il Capo<br />

delle forze armate, generale Angelo<br />

Reyes, hanno a loro volta rassegnato<br />

le dimissioni. «Dobbiamo<br />

consentire al Presidente Estrada<br />

ed ai membri della sua famiglia di<br />

uscire di scena con dignità. Non<br />

dobbiamo essere vendicativi, né<br />

persecutori», ha dichiarato il generale<br />

Reyes. Il Governatore della<br />

Banca centrale, Rafael Buenaventura,<br />

ha dal canto suo annunciato<br />

di non dimettersi solo perché ha<br />

«il dovere di preservare il sistema<br />

finanziario».<br />

El Salvador: la farmacia di Comasagua distrutta dal terremoto<br />

Usa (oltre 4.200 miliardi di lire) che dovrebbero<br />

in parte confluire in un Fondo<br />

straordinario per la ricostruzione. Per<br />

quanto riguarda il vulcano Llamatepec,<br />

nel dipartimento di Santa Ana, il vulcanologo<br />

statunitense James Vallance ha<br />

confermato che un controllo aereo ha<br />

permesso di verificare un aumento della<br />

massa lavica all’interno del cratere. Vallance<br />

non ha voluto pronunciarsi sulla<br />

possibilità di una eruzione,<br />

ma le autorità locali si stanno<br />

preparando a decretare<br />

una eventuale evacuazione<br />

dei contadini della vallata<br />

che, pur intimoriti, hanno<br />

manifestato la loro opposizione<br />

ad abbandonare le loro<br />

case.<br />

Due forti scosse di terremoto<br />

hanno nel frattempo<br />

colpito il Messico. La prima<br />

di magnitudo 4,5 gradi sulla<br />

scala Richter è stata avvertita<br />

nettamente nello Stato di<br />

Guerrero e in particolare<br />

nella località balneare di<br />

Acapulco. Lo ha reso noto<br />

il Servizio sismologico nazionale.<br />

Il sisma, si è appreso,<br />

è avvenuto alle 9 locali<br />

di ieri (le 16 italiane) con<br />

epicentro nel Pacifico. I vigili<br />

del fuoco hanno ricevu-<br />

to numerose chiamate ed<br />

hanno segnalato che ad Acapulco si sono<br />

verificate numerose scene di panico.<br />

Nella serata di ieri è stato invece lo<br />

Stato del Chiapas ad essere colpito da<br />

un forte movimento tellurico, quantificato<br />

in 5,5 gradi sulla scala Richter. L’epicentro<br />

è stato localizzato sulla costa dell’Oceano<br />

Pacifico, a Nord della città di<br />

Tapachula, e a una profondità di 140<br />

chilometri.<br />

USA Fervono i preparativi per l'insediamento di Bush<br />

Il Presidente Clinton<br />

si congeda dalla Nazione<br />

WASHINGTON, 19.<br />

Un bilancio sintetico e positivo della<br />

propria Presidenza e alcuni moniti agli<br />

Stati Uniti per il futuro. Così si è articolato<br />

il commiato del Presidente Bill Clinton<br />

ai cittadini Usa, in un messaggio di<br />

pochi minuti diffuso ieri sera da tutte le<br />

televisioni. Clinton ha esordito dichiarando<br />

che in tutta la sua azione da Presidente<br />

ha cercato di dare agli statunitensi<br />

«gli strumenti per costruire il futuro<br />

e per realizzare i propri sogni». Il<br />

Presidente si è detto «soddisfatto» di lasciare<br />

al suo successore un Paese «in così<br />

buona salute». Clinton ha inoltre ricordato<br />

i risultati raggiunti, nell’economia<br />

(«non siamo mai stati così prosperi<br />

e non abbiamo mai avuto una crescita<br />

così continua»), nell’istruzione, nel sociale<br />

e in politica estera.<br />

Nel fare gli auguri al proprio successore,<br />

Clinton s’è congedato affermando<br />

che lascia la Presidenza «più idealista» e<br />

«con più speranza» di quando l’aveva<br />

assunta. «Anche se non avrò mai più<br />

una posizione così alta come quella di<br />

Presidente — ha affermato nel suo 15°<br />

ed ultimo discorso alla Nazione — sarò<br />

sempre orgoglioso del titolo di cittadino».<br />

A George W. Bush, Clinton ha detto<br />

infine di lasciare un Paese «pronto ad<br />

affrontare le sfide del futuro».<br />

Presso il «Lincoln Memorial», uno dei<br />

monumenti più popolari di Washington,<br />

sono intanto cominciate ieri le cerimonie<br />

che culmineranno nell’insediamento,<br />

sabato, del Presidente eletto George W.<br />

Bush. In questi giorni, nella capitale federale,<br />

Bush è atteso fra l’altro alla riu-<br />

nione d’inverno del Comitato nazionale<br />

repubblicano. Per oggi sono in programma<br />

manifestazioni presiedute dalla consorte<br />

del Presidente eletto e dal suo vice,<br />

Dick Cheney. Sabato, il giuramento<br />

avverrà a mezzogiorno: davanti alla cupola<br />

del Congresso, Bush giurerà nelle<br />

mani del Presidente della Corte Suprema<br />

e dopo aver così ufficialmente assunto<br />

la carica di 43° Presidente degli<br />

Stati Uniti d'America, rivolgerà un breve<br />

discorso alla Nazione. Eccezionali misure<br />

di sicurezza sono in via di allestimento<br />

nella città per evitare il verificarsi di<br />

manifestazioni e di incidenti.<br />

Ieri, la Commissione esteri del Senato<br />

Usa ha nel frattempo approvato all'unanimità<br />

la nomina di Colin Powell a Segretario<br />

di Stato. Powell, ex Capo di<br />

Stato Maggiore delle forze armate, è il<br />

primo nero ad assumere tale incarico. Il<br />

voto della Commissione deve essere comunque<br />

confermato dal Senato riunito<br />

in sessione plenaria.<br />

Stati Uniti:<br />

gli obiettivi<br />

dell'amministrazione<br />

di George W. Bush<br />

di GIUSEPPE FIORENTINO<br />

Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice<br />

Cappella Papale<br />

Celebrazione Ecumenica della Parola<br />

Notificazione<br />

Giovedì 25 gennaio 2001, alle ore 11, nella Patriarcale Basilica<br />

di San Paolo fuori le Mura, il Santo Padre Giovanni Paolo II<br />

presiederà, con i Rappresentanti delle altre Chiese e Comunità<br />

ecclesiali, la Celebrazione Ecumenica della Parola a conclusione<br />

della Settimana di preghiera per l'unitàdei Cristiani sul tema:<br />

«Io sono la via, laverità e la vita».<br />

* * *<br />

Nel cammino ecumenico, all'inizio del nuovo millennio, «ci<br />

anima la speranza di essere guidati dalla presenza del Risorto e<br />

dalla forza inesauribile del suo Spirito, capace di sorprese sempre<br />

nuove» (Novo Millennio ineunte, 12).<br />

* * *<br />

Lacelebrazioneecumenicaprevedeiseguenti momenti rituali:<br />

— «statio» presso il portone centrale della Basilica<br />

— processione verso l'Altare della Confessione e intronizzazione<br />

del Libro dei Vangeli<br />

— proclamazione della Parola di Dio:<br />

- memoria della Conversione di S. Paolo (Gal 1, 11-24)<br />

- esortazioni dell'Apostolo (2 Cor 5, 17-21; Ef 2, 13-22;<br />

Col 3, 9b-17)<br />

- Vangelo (Gv 14, 1-6)<br />

— omelia<br />

— professione di fede<br />

— segno di pace e inno alla carità (2 Cor 13, 1-8. 13)<br />

— preghiera al Padre per la comunionenell'unità (Gv 17)<br />

Atlante geopolitico<br />

Atlante geopolitico<br />

Pagina 2<br />

— Benedizione aaronitica.<br />

1. Tutti coloro che, in conformità al Motu Proprio «Pontificalis<br />

Domus», compongono la Cappella Pontificia e desiderano<br />

partecipare alla celebrazione liturgica, sono pregati di trovarsi<br />

alle ore 10.30 presso l'Altare della Confessione della Basilica di<br />

San Paolo fuori le Mura per occupare il posto che verrà loro indicato.<br />

2.Quantoall'abito,vorrannoattenersialleseguentiindicazioni:<br />

— i Signori Cardinali, i Patriarchi, gli Arcivescovi ed i Vescovi<br />

sulla veste propria indosseranno il rocchetto e la mozzetta;<br />

— gli Abati e i Religiosi: il proprio abito corale;<br />

— iPrelati: il rocchettoelamantelletta,olacotta,soprala veste<br />

paonazzacon fascia paonazza,a seconda del proprio grado;<br />

— i Cappellani di Sua Santità: la cotta sopra la talare filettata<br />

con fascia paonazza.<br />

Città del Vaticano, 17 gennaio 2001.<br />

Per mandato del Santo Padre<br />

✠ PIERO MARINI<br />

Vescovo tit. di Martirano<br />

Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie<br />

———————<br />

Per i componenti la Cappella Pontificia sarà a disposizione un<br />

servizio pullman, con partenza dalla piazza antistante l'ingresso<br />

dell'Aula Paolo VI alle ore 10. Quanti desiderano usufruirne sono<br />

pregati di darne comunicazione all'Ufficio delle Celebrazioni<br />

Liturgiche del Sommo Pontefice.<br />

Il Papa alla Delegazione Ecumenica della Chiesa Evangelica Luterana di Finlandia<br />

Siamo consapevoli della necessità di ripristinare<br />

l'unità piena e visibile fra tutti i discepoli di Cristo<br />

«Entrando nel terzo millennio,<br />

siamo consapevoli<br />

della necessità di impegnarci<br />

sempre più profondamente<br />

nel compito di ripristinare<br />

l'unità piena e visibile<br />

fra tutti i discepoli di nostro<br />

Signore Gesù Cristo».<br />

È quanto ha auspicato Giovanni<br />

Paolo II ricevendo in<br />

udienza nella mattina di venerdì<br />

19 gennaio la Delegazione<br />

Ecumenica della<br />

Chiesa Evangelica Luterana<br />

di Finlandia. «È con particolare<br />

gioia — ha detto il<br />

Santo Padre all'inizio del<br />

suo discorso — che vi do il<br />

benvenuto in Vaticano subito<br />

dopo la conclusione del<br />

Grande Giubileo dell'Anno<br />

2000. Durante quel tempo<br />

speciale di grazia moltissime<br />

persone hanno vissuto<br />

un profondo rinnovamento<br />

spirituale. Che il Signore ci conceda<br />

di iniziare questo nuovo millennio con<br />

fiducia saldamente radicata nel mistero<br />

salvifico della sua morte e della sua<br />

resurrezione!». «Ho vivi ricordi — ha<br />

proseguito ancora — delle grandi liturgie<br />

ecumeniche e degli incontri<br />

ecumenici durante l'Anno Santo. Fra<br />

questi la solenne celebrazione della<br />

Settimana di Preghiera per l'Unità dei<br />

Cristiani, con l'apertura della Porta<br />

Santa presso la Basilica di san Paolo<br />

fuori le Mura, dove ho accolto con<br />

gioia il Vescovo Ikka Kantola di Turku,<br />

insieme con i membri della delegazione<br />

della Chiesa Evangelica Luterana<br />

in Finlandia, presente a Roma<br />

per la Festa di sant'Enrico. Si è svolta<br />

anche la commemorazione dei testimoni<br />

della fede presso il Colosseo».<br />

«Sono lieto di apprendere<br />

— ha detto — che, sotto la<br />

guida del Consiglio Ecumenico<br />

di Finlandia, i cristiani<br />

di questo Paese hanno celebrato<br />

insieme il Grande<br />

Giubileo con il tema “Millennio<br />

2000 - Anno di speranza”.<br />

Nel corso dell'anno,<br />

la celebrazione del settecentesimo<br />

anniversario della<br />

Cattedrale di Turku, alla<br />

quale hanno partecipato numerosi<br />

delegati ecumenici,<br />

ha ricordato in modo eloquente<br />

la nostra storia comune».<br />

«Il Giubileo — ha<br />

continuato — è stato anche<br />

l'occasione per garantire<br />

che questioni di giustizia<br />

per i poveri e gli emarginati<br />

divenissero più centrali non<br />

solo per i cristiani in Finlandia,<br />

ma anche per la socie-<br />

tà finlandese nel suo com-<br />

Al Pontificio Istituto di Musica Sacra nel novantesimo di fondazione<br />

Il criterio che deve ispirare ogni composizione<br />

è quello di una bellezza che inviti alla preghiera<br />

«Il criterio che deve ispirare ogni composizione ed esecuzione<br />

di canti e di musica sacra è quello di una bellezza<br />

che inviti alla preghiera». Con queste parole Giovanni Paolo<br />

II si è rivolto ai docenti e agli alunni del Pontificio Istituto<br />

di Musica Sacra, ricevuti in udienza nella mattina di<br />

venerdì 19 gennaio, nella Sala Clementina, in occasione del<br />

novantesimo di fondazione. «In quest'occasione — ha detto<br />

il Papa —, dando uno sguardo all'attività sin qui svolta e<br />

considerando i progetti per il futuro, ringrazio Dio per l'opera<br />

compiuta dal Pontificio Istituto di Musica Sacra a beneficio<br />

della Chiesa universale. La musica ed il canto non<br />

sono, infatti, un puro decoro o un ornamento sovrapposto<br />

all'azione liturgica. Costituiscono, al contrario, una realtà<br />

Il Santo Padre ha ricevuto questa<br />

mattina in udienza Sua Eccellenza<br />

Reverendissima Monsignor<br />

Domenico De Luca, Arcivescovo<br />

titolare di Teglata di Numidia,<br />

Nunzio Apostolico in Marocco.<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha ricevuto questa<br />

mattina in udienza Sua Eccellenza<br />

il Signor Alwi Shihab, Ministro<br />

degli Esteri della Repubblica<br />

di Indonesia, e Seguito.<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha accettato la<br />

rinuncia al governo pastorale dell'Eparchia<br />

di Kanjirapally dei Siro-Malabaresi,<br />

presentata da Sua<br />

Eccellenza Reverendissima Monsignor<br />

Mathew Vattackuzhy, in<br />

conformità al canone 210 § 1 del<br />

Codice dei Canoni delle Chiese<br />

Orientali. . .<br />

Il Santo Padre ha accettato la<br />

rinuncia al governo pastorale della<br />

Diocesi di Buga (Colombia),<br />

presentata da Sua Eccellenza Re-<br />

NOSTRE INFORMAZIONI<br />

verendissima Monsignor Rodrigo<br />

Arango Velázquez, in conformità<br />

al canone 401 § 1 del Codice di<br />

Diritto Canonico.<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha accettato la<br />

rinuncia al governo pastorale della<br />

Diocesi di Neiva (Colombia),<br />

presentata da Sua Eccellenza Reverendissima<br />

Monsignor Hernando<br />

Rojas Ramírez, in conformità<br />

al canone 401 § 1 del Codice di<br />

Diritto Canonico.<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha accettato la<br />

rinuncia al governo pastorale dell'Ordinariato<br />

Militare per la Colombia,<br />

presentata da Sua Eccellenza<br />

Reverendissima Monsignor<br />

Álvaro Raúl Jarro Tobos, in conformità<br />

al canone 401 § 2 del Codice<br />

di Diritto Canonico.<br />

. .<br />

Provviste di Chiese<br />

Il Santo Padre ha nominato<br />

Vescovo di Kanjirapally dei Siro-<br />

plesso. Questo è un settore nel quale i<br />

cristiani del vostro Paese hanno operato<br />

in maniera efficace». «La verità salvifica<br />

del Vangelo — ha auspicato in<br />

conclusione — possa essere predicata<br />

più efficacemente agli Europei di oggi.<br />

Che lo Spirito Santo ci guidi nel rinnovare<br />

il nostro impegno».<br />

Pagina 5<br />

unitaria con la celebrazione, consentendo l'approfondimento<br />

e l'interiorizzazione dei divini misteri». «A novant'anni<br />

dalla fondazione — ha proseguito — , il vostro Istituto,<br />

grato al Signore per il bene compiuto, intende volgere lo<br />

sguardo ai nuovi orizzonti che l'attendono. Siamo entrati<br />

in un nuovo millennio e la Chiesa è tutta impegnata nell'opera<br />

della nuova evangelizzazione. A questa vasta azione<br />

missionaria non manchi il vostro contributo. A ciascuno di<br />

voi è chiesto uno studio accademico rigoroso, non disgiunto<br />

da costante attenzione alla liturgia ed alla pastorale».<br />

«Vi sia modello Maria — ha concluso — che seppe elevare<br />

a Dio il “Magnificat”, il canto della vera felicità».<br />

Pagina 5<br />

Malabaresi il Reverendo Sacerdote<br />

Mathew Arackal, finora direttore<br />

del «Peermade Development<br />

Society» nell'Eparchia di Kanjirapally.<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha nominato<br />

Vescovo di Buga (Colombia) Sua<br />

Eccellenza Reverendissima Monsignor<br />

Hernán Giraldo Jaramillo,<br />

finora Vescovo di Málaga-Soatá.<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha nominato<br />

Vescovo di Neiva (Colombia) Sua<br />

Eccellenza Reverendissima Monsignor<br />

Ramón Darío Molina Jaramillo,<br />

O.F.M., finora Vescovo di<br />

Montería.<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha nominato<br />

Ordinario Militare per la Colombia<br />

Sua Eccellenza Reverendissima<br />

Monsignor Fabio Suescún<br />

Mutis, finora Vescovo di Pereira.


DAL MONDO<br />

MARIO AGNES<br />

Direttore responsabile<br />

TIPOGRAFIA VATICANA<br />

EDITRICE<br />

«L'OSSERVATORE ROMANO»<br />

Redazione:<br />

via del Pellegrino<br />

00120 Città del Vaticano<br />

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Servizi fotografici<br />

de «L'Osservatore Romano»<br />

a cura di Arturo Mari<br />

Le foto dell'attività della Santa Sede<br />

sono del SERVIZIO FOTOGRAFICO<br />

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Tel. 06.698.84797 - Fax 06.698.84998<br />

E-mail: photo@ossrom.va<br />

.<br />

PUBBLICITÀ:<br />

PUBBLIETICA s.r.l.<br />

PAGINA<br />

Atlante geopolitico<br />

Atlante geopolitico<br />

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NECROLOGIE:<br />

Redazione<br />

de «L'OSSERVATORE ROMANO»<br />

Tel. 06.698.83461 - Fax 06.698.83675<br />

2 .<br />

Stati Uniti: gli obiettivi<br />

dell'amministrazione<br />

di George W. Bush<br />

GIUSEPPE FIORENTINO<br />

G li<br />

Stati Uniti sono pronti per la<br />

cerimonia di insediamento di<br />

George W. Bush quale 43° Presidente.<br />

Il 20 gennaio a Washington,<br />

lasciatosi alle spalle il lungo contenzioso<br />

con il candidato democratico<br />

Gore circa il conteggio dei voti in Florida,<br />

Bush diventerà a tutti gli effetti<br />

il successore di Bill Clinton. Ma quale<br />

programma contraddistinguerà il lavoro<br />

del Presidente eletto durante gli<br />

anni della sua permanenza alla Casa<br />

Bianca?<br />

Il punto fondamentale della sua<br />

campagna elettorale è stato un piano<br />

di riduzione fiscale generalizzata.<br />

«L'ho fatto in Texas da Governatore<br />

— ha più volte ripetuto — e lo farò a<br />

Washington da Presidente». Bush è<br />

inoltre favorevole a interventi sui sistemi<br />

pensionistico e sanitario per ridurne<br />

il tendenziale aumento dei costi.<br />

Sulla previdenza, ha promesso di<br />

consentire l'investimento sul mercato<br />

finanziario di una parte dei versamenti<br />

obbligatori alla «social security».<br />

Altro tema caro al Presidente eletto<br />

è l'aumento della spesa militare.<br />

Pur appoggiando la maggior parte delle<br />

linee di politica estera dell'amministrazione<br />

Clinton (dall'intervento in<br />

Kosovo alla distensione nei confronti<br />

della Cina), Bush ha più volte denunciato<br />

l'indebolimento della potenza<br />

militare statunitense e promette di<br />

modernizzare l'esercito e aumentare<br />

la paga ai militari. Inoltre è aperto<br />

sostenitore del rilancio del programma<br />

di difesa missilistica, il cosiddetto<br />

«scudo stellare».<br />

Contrario all'aborto, ma forte assertore<br />

della pena di morte, Bush, su<br />

tutte le questioni sociali, e in particolare<br />

sull'istruzione, sostiene la necessità<br />

di ridurre il potere del Governo<br />

federale a vantaggio dell'iniziativa dei<br />

singoli Stati e delle comunità locali.<br />

Dopo otto anni di continua crescita<br />

economica, Bush ha ottenuto il consenso<br />

dell'elettorato Usa promettendo<br />

di restituire l'enorme surplus ai cittadini<br />

sotto forma di riduzione delle<br />

tasse. La politica di riforme liberiste<br />

prospettata da Bush riguarda, come<br />

detto, anche il sistema sanitario e della<br />

previdenza sociale dove è probabile<br />

l'introduzione di un sistema concorrenziale<br />

fra i privati nell'offerta di servizi,<br />

per evitare che il sistema pubblico<br />

vada verso una crisi finanziaria.<br />

Quest'ultima idea riecheggia la sua<br />

proposta di un «buono-scuola» alle famiglie<br />

per la scelta dell'istituto preferito,<br />

pubblico o privato.<br />

A pochi giorni dal suo insediamento<br />

alla Casa Bianca, è stato lo stesso<br />

Presidente eletto a tracciare il suo<br />

programma di Governo e a lanciare<br />

un appello all'unità alla popolazione<br />

degli Stati Uniti. «Al Gore — ha sostenuto<br />

Bush in un’intervista rilasciata<br />

ad alcuni organi di stampa — ha fatto<br />

un’ottima campagna nella comunità<br />

afro-americana, ed è difficile convincere<br />

certa gente che sono una persona<br />

aperta e che sono buono. Tuttavia,<br />

ciò non mi impedirà di essere il<br />

Presidente di tutti e di continuare a<br />

rivolgermi anche alle persone che non<br />

mi hanno votato per vedere se possiamo<br />

lavorare insieme su temi come la<br />

pubblica istruzione». Bush ha anche<br />

illustrato i suoi progetti più immediati.<br />

«Un buon piano sull’istruzione.<br />

Una politica pubblica che abbia<br />

un’influenza positiva sulla vita della<br />

gente. Sono convinto — ha dichiarato<br />

— che il piano di riduzione delle imposte,<br />

proprio perché tocca coloro che<br />

si trovano al livello più basso della piramide<br />

economica, sarà buono per gli<br />

afro-americani che lottano per entrare<br />

nella classe media». «La nostra amministrazione<br />

— ha aggiunto — avrà<br />

successo rendendo il mondo più pacifico,<br />

costruendo alleanze, rafforzando<br />

i legami con i nostri amici quando<br />

non abbiamo bisogno gli uni degli altri,<br />

riducendo la minaccia delle armi<br />

di distruzione di massa, proteggendo<br />

noi stessi e i nostri alleati. La gente<br />

che vorrà trovare lavoro, troverà lavoro».<br />

Più volte, nell'arco della campagna<br />

elettorale, gli analisti hanno sottolineato<br />

che un'eventuale vittoria di Bush<br />

avrebbe significato un seppur parziale<br />

disimpegno militare statunitense<br />

da alcune zone «calde» del pianeta.<br />

Ma il Presidente eletto ha smentito<br />

questa ipotesi, sottolineando, ad<br />

esempio, che non verranno ritirate le<br />

truppe Usa di stanza in Kosovo e in<br />

Bosnia ed Erzegovina, ma ribadendo<br />

comunque che in futuro saranno gli<br />

alleati europei a dover garantire le<br />

operazioni di «peacekeeping» in quella<br />

regione. «A un certo momento della<br />

campagna elettorale ho sentito dire<br />

che avrei ordinato un ritiro precipitoso<br />

ma non è affatto così, ci stiamo<br />

consultando con i nostri alleati nella<br />

regione e questi sono perfettamente al<br />

corrente delle nostre intenzioni», ha<br />

dichiarato Bush. «Non ho in mente<br />

nessuna scadenza specifica — ha aggiunto<br />

— e onoreremo tutti gli impegni<br />

presi dal Presidente e dal Paese».<br />

Gli Stati Uniti — va ricordato — forniscono<br />

attualmente circa il 20 per<br />

cento degli uomini impegnati nella<br />

«Sfor», la forza di pace per la Bosnia<br />

ed Erzegovina, e nella «Kfor», il contingente<br />

internazionale dislocato in<br />

Kosovo.<br />

Parziale sorpresa ha destato anche<br />

la formazione del futuro Gabinetto.<br />

Bush, dopo aver scelto Dick Cheney<br />

quale vice Presidente, ha formato una<br />

«squadra» multietnica, dove spiccano<br />

i nomi di Colin Powell e di Condoleezza<br />

Rice (entrambi di colore), che ricopriranno<br />

rispettivamente le cariche di<br />

Segretario di Stato e di Consigliere per<br />

la sicurezza nazionale. Questi gli altri<br />

membri del nuovo Governo Usa (le<br />

cui nomine dovranno essere approvate<br />

dal Senato). Agricoltura: Ann Veneman,<br />

ex direttore delle risorse agricole<br />

in California; edilizia popolare: Mel<br />

Martinez, ex funzionario della contea<br />

di Orange, in Florida; commercio:<br />

Don Evans, ex Presidente della campagna<br />

presidenziale di Bush; difesa:<br />

Donald Rumsfeld, già alla guida del<br />

Pentagono durante l'amministrazione<br />

di Gerald Ford; istruzione: Rod Paige,<br />

ex responsabile del distretto scolastico<br />

di Houston, Texas; energia: Spencer<br />

Abraham, ex senatore del Michigan;<br />

giustizia: John Ashcroft, ex Senatore<br />

del Missouri; interni: Gale Norton, ex<br />

procuratore distrettuale del Colorado;<br />

sanità: Tommy Thompson, Governatore<br />

del Wisconsin; trasporti: Norman<br />

Mineta, attuale ministro del Commercio<br />

dell’amministrazione Clinton; tesoro:<br />

Paul O'Neill; reduci: Anthony<br />

Principi, ex sottosegretario nello stesso<br />

dicastero; commercio internazionale:<br />

Robert Zoellick, già funzionario<br />

del Dipartimento di Stato nell’amministrazione<br />

di George Bush; lavoro:<br />

Elaine Chao, ex direttrice dei Peace<br />

Corps (volontari della cooperazione<br />

internazionale), che ha sostituito Linda<br />

Chavez, in un primo tempo designata<br />

da George W. Bush, ma che ha<br />

rinunciato all'incarico per una sua<br />

presunta violazione della legge contro<br />

l'immigrazione clandestina.<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Sabato 20 Gennaio 2001<br />

Ue: il Parlamento di Strasburgo chiede la ratifica dello statuto della Corte Penale Internazionale permanente<br />

STRASBURGO — Il Parlamento europeo<br />

di Strasburgo ha approvato giovedì una risoluzione,<br />

presentata e sottoscritta dai<br />

principali gruppi parlamentari e nella quale<br />

si chiede a tutti i Paesi dell'Unione Europea<br />

e alla comunità internazionale in<br />

generale di ratificare al più presto il Trattato<br />

di Roma adottato dalle Nazioni Unite<br />

nel luglio del 1998 e che istituisce la nuova<br />

Corte Penale Internazionale permanen-<br />

te. La risoluzione del Parlamento europeo<br />

ricorda e valuta negativamente che per<br />

ora solo 27 Stati, otto dei quali dell'Unione<br />

Europea, hanno ratificato il trattato di<br />

Roma. Perché la nuova Corte possa costituirsi,<br />

sono necessarie almeno sessanta<br />

ratifiche.<br />

Il documento del Parlamento di Strasburgo<br />

chiede che tale obiettivo delle sessanta<br />

ratifiche venga raggiunto entro la fi-<br />

MEDIO ORIENTE Barak annuncia concessioni<br />

Negoziati ad oltranza<br />

tra israeliani e palestinesi<br />

sul piano degli Usa<br />

TEL AVIV, 19.<br />

Incontri ad oltranza fra negoziatori di<br />

Israele e dell'Autorità Palestinese (Ap) si<br />

svolgeranno a Taba, sul Mar Rosso, a<br />

partire da domenica. Lo ha annunciato<br />

il Presidente del Consiglio legislativo palestinese,<br />

Ahmed Qrei, precisando che<br />

l’obiettivo è quello di raggiungere un accordo-quadro<br />

prima delle elezioni israeliane<br />

del 6 febbraio.<br />

Allo scopo di fare il punto sullo stato<br />

dei negoziati e preparare una strategia<br />

da seguire negli imminenti colloqui di<br />

pace, il Primo Ministro israeliano, Ehud<br />

Barak, ha convocato per domani il Gabinetto<br />

ristretto. In un discorso televisivo,<br />

il Premier ha affermato che «dolorose<br />

concessioni» saranno necessarie per<br />

porre fine al conflitto con i palestinesi.<br />

Le posizioni delle parti appaiono però<br />

ancora lontane. Al termine di una riunione<br />

tra negoziatori che si è conclusa<br />

nella serata di ieri, il Capo della delegazione<br />

dell'Ap, Saeb Erekat, ha detto che<br />

non sono stati fatti progressi. Ad ogni<br />

modo, ha aggiunto, le discussioni sono<br />

state «serie e approfondite, ed hanno riguardato<br />

tutte le questioni all’ordine del<br />

giorno».<br />

Il negoziato si svolge in un clima di<br />

estrema tensione per i continui episodi<br />

di violenza che continuano ad insanguinare<br />

i Territori. Dal 28 settembre scorso,<br />

quando ha avuto inizio la nuova «Intifada»,<br />

i morti sono non meno di trecentonovanta,<br />

in maggioranza arabi.<br />

Due giorni fa a Gaza è stato ucciso il di-<br />

Camerun:<br />

discorso di Chirac<br />

al vertice<br />

franco-africano<br />

YAOUNDÉ, 19.<br />

È in corso da ieri, nella capitale del<br />

Camerun, il XXI vertice franco-africano<br />

sul tema dell'integrazione dell'Africa nel<br />

processo di globalizzazione economica.<br />

Nel discorso di apertura, il Presidente<br />

camerunese, Paul Biya, si è fatto interprete<br />

delle inquietudini e delle speranze<br />

che la mondializzazione suscita in Africa.<br />

Essa presenta delle «opportunità interessanti»,<br />

ma al tempo stesso può mettere<br />

in pericolo le già fragili economie<br />

del continente. Si pone, pertanto, il problema<br />

di protezione, almeno nella fase<br />

iniziale di adattamento.<br />

Nel successivo intervento il Presidente<br />

francese Chirac ha rilevato che l'Africa<br />

«è già nel processo di mondializzazione,<br />

ma in modo troppo parcellizzato perché<br />

possa beneficiare dell'espansione degli<br />

scambi». È auspicabile una più attiva<br />

presenza africana nell'Organizzazione<br />

mondiale del commercio (Wto).<br />

Il vertice si è aperto nello sgomento<br />

per l'assassinio del Presidente congolese<br />

Kabila. Al riguardo, Chirac ha detto che<br />

la visione francese dell'Africa non è «un<br />

atteggiamento compiacente che trascenda<br />

i valori ai quali aderiamo». Parigi<br />

«condanna, qui come in ogni altra parte<br />

del mondo, gli attentati alla vita, il ricorso<br />

alla violenza, la presa del potere con<br />

la forza, la violazione delle frontiere e le<br />

azioni di guerra».<br />

In margine ai dibattiti sulla globalizzazione,<br />

la conferenza di Yaoundé costituisce<br />

una occasione preziosa per consultazioni<br />

dirette tra le parti interessate sulle<br />

diverse crisi politico-militari che scuotono<br />

l'Africa.<br />

rettore della radiotelevisione palestinese,<br />

Hisham Mekki. L'omicidio è stato rivendicato<br />

da un gruppo palestinese estremista<br />

noto per attentati contro gli ebrei.<br />

Ieri, inoltre, in Cisgiordania è stato assassinato<br />

un ragazzo israeliano che si recava<br />

a trovare un'amica palestinese.<br />

Verificata l'impossibilità di trovare<br />

un'intesa prima della fine del mandato<br />

del Presidente degli Stati Uniti, Bill Clinton,<br />

che lascerà domani la Casa Bianca<br />

a George W. Bush, l'obiettivo è ora<br />

quello di raggiungere un accordo prima<br />

delle elezioni israeliane per la nomina<br />

del nuovo Primo Ministro. Un'eventuale<br />

elezione del leader della Likud e della<br />

destra, Ariel Sharon, potrebbe infatti<br />

cambiare completamente la situazione.<br />

Sharon ha più volte escluso nuove concessioni<br />

territoriali ai palestinesi, proponendo<br />

una serie di accordi temporanei<br />

di lungo periodo prima di arrivare a un<br />

trattato di pace vero e proprio.<br />

Il Presidente dell’Ap, Yasser Arafat,<br />

che ha recentemente incontrato al Cairo<br />

il Ministro degli esteri israeliano, Shlomo<br />

Ben Ami, pur ammettendo che<br />

neanche l'ultimo colloquio è stato coronato<br />

da successo, ha confermato che le<br />

parti continueranno a negoziare. «Abbiamo<br />

bisogno dell’aiuto della comunità internazionale<br />

per marciare verso la pace<br />

e per difenderla», ha aggiunto. L'Ap ha<br />

chiesto in particolare la partecipazione<br />

attiva dell’Unione Europea al negoziato,<br />

per affiancare gli Stati Uniti nella difficile<br />

mediazione.<br />

ne del 2001. Secondo gli eurodeputati, il<br />

raggiungimento di tale obiettivo deve essere<br />

una delle priorità della politica estera<br />

dell'Unione Europea appunto nei prossimi<br />

mesi.<br />

La risoluzione di Strasburgo indica come<br />

un segnale incoraggiante in questo<br />

senso, la decisione del Presidente degli<br />

Stati Uniti Bill Clinton di firmare il Trattato<br />

il 31 dicembre scorso. Anche se gli Usa<br />

Guinea-Liberia:<br />

in crisi i rapporti<br />

diplomatici<br />

MONROVIA, 19.<br />

La Liberia ha ritirato il proprio<br />

ambasciatore da Conakry in segno<br />

di protesta per asseriti atti di<br />

aggressione da parte del Governo<br />

della Guinea. Il quale, invece, denuncia<br />

dal settembre scorso incursioni<br />

nel Sud di bande armate irregolari<br />

provenienti dalla Liberia<br />

e dalla Sierra Leone. La Comunità<br />

economica degli Stati dell'Africa<br />

Occidentale (Ecowas) ha deciso di<br />

inviare una forza di interposizione<br />

alle frontiere fra i tre Paesi.<br />

JUGOSLAVIA Mutata la posizione del Presidente<br />

Kostunica riceverà<br />

il Procuratore del Tpi<br />

BELGRADO, 19.<br />

Il Presidente federale jugoslavo Vojislav<br />

Kostunica ha annunciato ieri, mutando<br />

la propria precedente posizione,<br />

che riceverà il Procuratore generale del<br />

Tribunale penale internazionale dell'Aja<br />

per i crimini di guerra e contro l'umanità<br />

nell'ex Jugoslavia, la svizzera Carla<br />

Del Ponte, attesa il 23 gennaio a Belgrado.<br />

«Avevo deciso di non vederla perché<br />

ritenevo che persone più competenti di<br />

me dovessero farlo, ma ho cambiato<br />

idea per molte ragioni», ha detto Kostunica<br />

in una conferenza stampa tenuta<br />

ieri. Nei giorni scorsi, i suoi stretti collaboratori<br />

avevano parlato di un calendario<br />

«sovraccarico» per spiegare il diniego<br />

del Presidente, che più volte in passato<br />

ha definito il Tribunale dell'Aja «troppo<br />

politicizzato».<br />

Kostunica ha spiegato che uno dei<br />

motivi che lo hanno indotto a mutare<br />

posizione è la promessa della signora<br />

Del Ponte di consegnargli l’elenco delle<br />

persone sulle quali il tribunale dell’Aja<br />

ha aperto un fascicolo segreto: «È vergognoso<br />

che esistano incriminazioni tenute<br />

segrete: farò conoscere la lista agli<br />

interessati, al Parlamento, al Governo<br />

federale e all’opinione pubblica, che deve<br />

essere informata». Altri elementi che<br />

hanno convinto il Presidente jugoslavo a<br />

confrontarsi con il Procuratore dell'Aja<br />

sono il desiderio di discutere dell’utilizzo<br />

da parte della Nato di proiettili all’uranio<br />

cosiddetto «impoverito» durante i<br />

raid della primavera 1999, un fatto che<br />

potrebbe spingere il Tribunale ad aprire<br />

una inchiesta sull’Alleanza atlantica, e i<br />

dubbi sollevati dalla stampa tedesca sulla<br />

strage nel villaggio kosovaro di Racak,<br />

dove morirono quaranta kosovari<br />

di etnia albanese: tale strage costituì la<br />

scintilla che fece scattare l’intervento internazionale<br />

contro la Jugoslavia.<br />

Sul piano internazionale, Kostunica<br />

sta conducendo intanto oggi a Sarajevo,<br />

dove si era già recato in forma privata<br />

nei mesi scorsi, la prima visita ufficiale<br />

di un Capo di Stato jugoslavo dopo la<br />

secessione bosniaca dall'ex Jugoslavia e<br />

la guerra del 1992-1995. In merito, gli<br />

ambienti politici bosniaci sottolineano<br />

l’apertura di una «nuova pagina» nei<br />

rapporti bilaterali.<br />

RUSSIA A New York convalidato fino al 25 gennaio l'arresto di Pavel Borodin<br />

Cecenia: Putin vara un Governo provvisorio<br />

MOSCA, 19.<br />

Il Presidente russo, Vladimir Putin, ha<br />

varato oggi per decreto la nascita di un<br />

Governo provvisorio che dovrebbe occuparsi<br />

del ripristino della vita civile in Cecenia.<br />

Nella Repubblica federata caucasica,<br />

frattanto, proseguono sparatorie<br />

sporadiche e attentati da parte della<br />

guerriglia separatista islamica. In un agguato,<br />

riferisce stamani l’agenzia «Interfax»,<br />

sono stati uccisi due militari delle<br />

Forze federali russe che stavano facendo<br />

compere nel mercato di Shali, nel Sud<br />

della Cecenia. Sempre nel Sud della Repubblica<br />

federata caucasica, le Forze di<br />

Mosca hanno condotto negli ultimi giorni<br />

una vasta operazione di rastrellamento<br />

— accompagnata da raid di elicotteri<br />

contro i rifugi della guerriglia — durante<br />

la quale sono state sequestrate numerose<br />

armi, nonché esplosivi.<br />

Putin, ieri sera, ha comunque ordinato<br />

allo stato maggiore di pianificare un<br />

graduale taglio del contingente militare<br />

schierato in Cecenia, i cui effettivi, secondo<br />

Mosca, sono stati già in parte ridotti<br />

negli ultimi mesi. Accanto a questo<br />

provvedimento, Putin, nel tentativo di<br />

normalizzare la situazione e avviare una<br />

ricostruzione delle strutture distrutte du-<br />

Bosnia ed Erzegovina:<br />

ingenti sequestri<br />

di armi illegali<br />

SARAJEVO, 19.<br />

La Sfor, la forza multinazionale<br />

in Bosnia ed Erzegovina, ha scoperto<br />

e sequestrato una grossa<br />

quantità di armi nascosta nel villaggio<br />

di Pantici, nei pressi di<br />

Zvornik. Una portavoce della Sfor<br />

ha detto ieri che il ritrovamento è<br />

avvenuto il 14 gennaio e che tutto<br />

il materiale bellico verrà distrutto.<br />

La settimana scorsa la Sfor aveva<br />

scoperto un altro deposito illegale<br />

di armi in una vecchia galleria<br />

ferroviaria presso Pale, a Est di<br />

Sarajevo. Anche queste armi saranno<br />

distrutte.<br />

rante la guerra, ha deciso la costituzione<br />

di un Governo provvisorio. L’Esecutivo,<br />

che lavorerà in collaborazione con<br />

l’autorità cecena filo-russa presieduta<br />

dall’ex muftì Akhmed Kadyrov, sarà<br />

guidato da un Premier russo: l’ex Governatore<br />

di Stavropol (Sud della Russia),<br />

Sviatoslav Iliasov.<br />

Ieri sera Putin, durante una riunione<br />

avuta con il Presidente e il vice Presidente<br />

della Duma di Stato (la Camera<br />

bassa del parlamento russo) — stando a<br />

quanto riferisce oggi l'agenzia «Interfax»<br />

—, ha ripetuto che la Russia intende<br />

rimborsare solo in parte le scadenze del<br />

debito ereditate dall'Urss. Il Presidente<br />

russo ha anche espresso un parziale dissenso<br />

con il suo Consigliere economico,<br />

Andrei Illarionov, che siedeva al suo<br />

fianco e che nei giorni scorsi si era pronunciato<br />

a favore del pieno rispetto da<br />

parte russa degli impegni con il «Club di<br />

Parigi», organismo che raccoglie gli Stati<br />

creditori. Per Putin i debiti vanno pagati,<br />

«ma fino a un certo punto» e che<br />

Mosca ha il diritto di chiedere al «Club<br />

di Parigi» una ristrutturazione del pesante<br />

debito ex sovietico. La richiesta di ristrutturazione<br />

del debito ereditato dal-<br />

devono ancora procedere alla ratifica del<br />

trattato di Roma, tale adesione costituisce<br />

infatti uno sviluppo importante e una svolta<br />

significativa. Gli Usa, nella conferenza<br />

dell'Onu a Roma del 1998 e nei numerosi<br />

incontri preparatori, si erano infatti opposti<br />

alla costituzione di un Tribunale permanente<br />

che avesse giurisdizione anche<br />

sulle truppe statunitensi impegnate in missioni<br />

internazionali.<br />

EX ZAIRE Martedì i funerali di Kabila a Kinshasa<br />

Kofi Annan lancia<br />

un appello per la pace<br />

KINSHASA, 19.<br />

Il Governo della Repubblica Democratica<br />

del Congo (Rdc, ex Zaire) ha confermato<br />

ieri sera ufficialmente la morte<br />

del Presidente Laurent-Désiré Kabila per<br />

le ferite riportate nell'attentato di martedì<br />

scorso. Il Ministro delle comunicazioni<br />

e portavoce governativo, Dominque<br />

Sakombi, ha letto alla televisione un comunicato<br />

in cui si sostiene che il decesso<br />

è avvenuto ieri mattina. È stato decretato<br />

un lutto di trenta giorni. I funerali<br />

di Stato saranno celebrati martedì<br />

prossimo a Kinshasa, ma domani a Lu-<br />

l'Urss è stata comunque finora respinta<br />

dal «Club di Parigi».<br />

Intanto, Putin sta studiando la situazione<br />

creatasi in seguito all'arresto a<br />

New York dell'ex tesoriere del Cremlino,<br />

Pavel Borodin, che ieri è comparso<br />

davanti al giudice Viktor Pohroleski, della<br />

Corte distrettuale di Brooklin dove<br />

l'arresto, in un'udienza di un quarto<br />

d'ora di carattere procedurale, è stato<br />

convalidato fino al 25 gennaio. «Il Presidente<br />

russo — a quanto ha detto ieri sera<br />

alla televisione russa “Ntv” la deputata<br />

Irina Khakhamada, vice capo gruppo<br />

dell'Unione forze di destra (liberali) —<br />

ritiene che si tratti puramente di una<br />

procedura giudiziaria e che le dichiarazioni<br />

diplomatiche non possano risolvere<br />

il problema». Borodin è stato arrestato<br />

su mandato di cattura internazionale<br />

emesso dalla magistratura svizzera che<br />

lo accusa di aver riciclato denaro «sporco».<br />

Il suo arresto è legato al fatto che<br />

Borodin, Segretario di Stato dell'Unione<br />

russo-bielorussa, giunto negli Stati Uniti<br />

per l'insediamento di George W. Bush,<br />

non ha fatto in tempo a ottenere il visto<br />

sul suo passaporto diplomatico (utilizzando<br />

il quale sarebbe stato con ogni<br />

probabilità immune dalle manette).<br />

bumbashi, capoluogo della regione natale<br />

del Katanga (sud-est), si terrà una cerimonia<br />

funebre privata. Una delegazione<br />

di autorità e di familiari si trova nello<br />

Zimbabwe per riportare in patria la salma<br />

di Kabila che, subito dopo il ferimento,<br />

era stato trasportato in un ospedale<br />

specializzato di Harare.<br />

Il portavoce governativo non ha fornito<br />

indicazioni sui responsabili e le circostanze<br />

del mortale attentato. Secondo<br />

fonti non ufficiali, a sparare contro il<br />

Presidente congolese sarebbe stato il capo<br />

delle sue guardie del corpo, poi abbattuto<br />

dai commilitoni. Il Ministro Sakombi<br />

ha invece reso pubblico un testamento<br />

politico del defunto Presidente in<br />

cui si esortano le forze armate e di polizia<br />

a mantenere la disciplina, a rispettare<br />

e proteggere la popolazione, a preservare<br />

l'integrità territoriale del Paese e a<br />

respingere oltrefrontiera gli «aggressori»<br />

(vale a dire rwandesi e ugandesi alleati<br />

dei movimenti ribelli congolesi, ndr.).<br />

Da Yaoundé (Camerun), dove partecipa<br />

al XXI vertice franco-africano, il Segretario<br />

generale dell'Onu, Kofi Annan,<br />

ha lanciato ieri un appello a tutte le parti<br />

belligeranti nell'ex Zaire affinché raggiungano<br />

un accordo di pace.<br />

A Bunia, località del Nord-Est al confine<br />

con l'Uganda, un aereo governativo<br />

ha bombardato ieri una posizione dei ribelli<br />

del «fronte di liberazione del Congo»<br />

(Flc). Nella stessa zona sono in corso<br />

oggi sanguinosi combattimenti tra comunità<br />

rivali di agricoltori e di allevatori<br />

di bestiame. La regione è sotto il controllo<br />

del Flc e di truppe ugandesi.<br />

.<br />

Scarseggia ancora<br />

l'elettricitàinCalifornia<br />

WASHINGTON — Si protrae e si<br />

aggrava la crisi energetica in California,<br />

dove giovedì per il secondo<br />

giorno consecutivo si sono verificate<br />

interruzioni dell'erogazione di<br />

elettricità in diverse città. Oltre un<br />

milione di persone sono rimaste a<br />

turno senza energia elettrica per<br />

periodi che sono variati da un'ora<br />

a un'ora e trenta minuti. In California,<br />

dove rimane in vigore lo stato<br />

d’emergenza energetica decretato<br />

mercoledì scorso dal Governatore<br />

Gray Davis, da tempo non si costruiscono<br />

nuovi impianti e l'erogazione<br />

di elettricità dipende dall’importazione<br />

dagli Stati vicini.<br />

Questi dalla fine degli anni '90<br />

hanno registrato un aumento dei<br />

consumi interni e una conseguente<br />

riduzione di eccedenze da vendere<br />

alla confinante California.<br />

Francia: riprendono<br />

i voli del Concorde<br />

PARIGI — Un aereo supersonico<br />

Concorde dell'Air France ha effettuato<br />

giovedì il primo volo di prova<br />

dopo il ritiro deciso sei mesi fa in<br />

seguito al tragico incidente nel<br />

quale morirono centotredici persone<br />

subito dopo il decollo da Parigi.<br />

Il velivolo, con a bordo solo l’equipaggio,<br />

ha volato dall'aeroporto<br />

Charles De Gaulle di Parigi alla<br />

base aerea di Istres, vicino a Marsiglia,<br />

nel Sud della Francia meridionale.<br />

L’aereo supersonico sarà<br />

sottoposto per due settimane a rigorosi<br />

test. Le cisterne dei Concorde<br />

sono ricoperte di un materiale<br />

studiato per impedire che eventuali<br />

ostacoli sulla pista possano causare<br />

danni alla carlinga.<br />

Yemen: liberato<br />

iltecnicotedescorapito<br />

SAN'A — È stato liberato giovedì<br />

sera il tecnico petrolifero tedesco<br />

rapito nello Yemen. Lo ha reso noto<br />

la polizia a San'a, aggiungendo<br />

che il rilascio è avvenuto «senza<br />

spargimenti di sangue». Luther<br />

Sellenberg, capo delle operazioni<br />

di una ditta che opera nella regione,<br />

era stato sequestrato da circa<br />

venticinque uomini armati della tribù<br />

Al-Karbi, che intendevano esercitare<br />

pressioni sul Governo yemenita<br />

e sulla stessa impresa affinché<br />

assumesse persone appartenenti<br />

a quel gruppo etnico, ha dichiarato<br />

un portavoce della ditta<br />

tedesca.<br />

W<br />

La SEGRETERIA di STATO comunica<br />

che è deceduto il<br />

Signor<br />

CANDIDUS STOCKER<br />

padre di Mons. Stephan Stocker, Segretario<br />

della Nunziatura Apostolica in Camerun.<br />

I Superiori ed i Colleghi partecipano<br />

al dolore di Mons. Stocker e dei suoi<br />

Familiari, assicurando la vicinanza nell'amicizia<br />

e nella preghiera per il caro<br />

defunto, che affidano al Signore risorto.<br />

.


ERZA T PAGINA .<br />

PAGINA<br />

3 .<br />

Il volume collettaneo «Ob rogatum meorum sociorum»<br />

Ricchezza e complessità<br />

del pensiero medievale<br />

ANGELO MARCHESI<br />

Il Dipartimento di Filosofia dell'Università<br />

di Parma ha curato una raccolta<br />

di studi filosofici di argomenti prevalentemente<br />

medievali dedicati dai colleghi<br />

alla memoria di Lorenzo Pozzi, attivo<br />

membro di quel Dipartimento e prematuramente<br />

scomparso nel maggio del<br />

1996.<br />

Il volume, attentamente curato dai<br />

colleghi Stefano Caroti e Roberto Pinzani,<br />

si intitola: Ob rogatum meorum sociorum,<br />

è stato edito da Franco Angeli<br />

(Milano, 2000; pp. 278) e si apre con<br />

una commossa commemorazione della<br />

figura di Lorenzo Pozzi, da parte del<br />

Preside di Facoltà: Arturo Carlo Quintavalle<br />

e del collega di Dipartimento: Alberto<br />

Siclari.<br />

Seguono i numerosi «saggi» degli amici<br />

e colleghi, preceduti dall'elenco della<br />

nutrita Bibliografia di L. Pozzi, docente<br />

di «Logica», presso il Dipartimento.<br />

Tra i vari contributi appaiono quindi<br />

più che giustificati numerosi «saggi» dedicati<br />

a problemi di «logica» medievale<br />

che, a motivo della loro terminologia<br />

tecnica e dell'uso di formule tecniche<br />

specifiche, possiamo qui solo ricordare<br />

sinteticamente.<br />

Un primo contributo, in tale settore, è<br />

costituito dal saggio di Dino Buzzetti su:<br />

L'argomemto dominante (risalente a<br />

Diodoro Crono) e la posizione di<br />

Scoto: a proposito di un «errore»<br />

interpretativo di J. Vuillemin (pp. 29-<br />

48); ad esso fa seguito il saggio di R.<br />

Pinzani: Suppositio terminorum e logica<br />

moderna, in cui vengono analizzate<br />

le varie prospettive proposte sul tema<br />

complesso della «suppositio» da parte di<br />

pensatori medievali come Lamberto<br />

d'Auxerre, Pietro Ispano, G. Ockham e<br />

Walter Burley (pp. 49-64).<br />

Sempre in questo settore (pp. 231-<br />

239) compare un contributo di Gino<br />

Roncaglia, intitolato: Mesino de Codronchi<br />

on mental Syncategoremata,<br />

(Mesino fu un pensatore di logica, operante<br />

presso l'Università di Bologna tra<br />

il 1382 e il 1394) e il saggio è collegato<br />

ai suoi commenti sul Perì hermenèias<br />

aristotelico.<br />

Va infine annoverato ancora nel settore<br />

degli studi di logica il saggio di Francesco<br />

Bottin: L'aristotelismo di Giacomo<br />

Zabarella: logica come metodologia<br />

(pp. 241-249), in cui vengono analizzate<br />

le tematiche del regressus nella «prova<br />

circolare», relativa alla prima figura del<br />

sillogismo (aristotelico), collegate alla<br />

consideratio mentalis, escogitata da G.<br />

Zabarella per spiegare tale tipo di dimostrazione<br />

«circolare».<br />

Tutti temi che avrebbero fatto la gioia<br />

di L. Pozzi e, probabilmente, la... tortura<br />

mentale di qualche studente che li<br />

doveva studiare e capire nelle loro sottili<br />

articolazioni!<br />

Ancora collegato alle tematiche di logica<br />

è il saggio di Paolo Lucentini su: Il<br />

Liber de accidentibus ermetico e il commento<br />

di H. aberundianus al Tetrabiblos<br />

di Tolomeo (pp. 93-103).<br />

Passando ora a saggi meno specifici,<br />

ma ugualmente rilevanti per una conoscenza<br />

meno superficiale del pensiero<br />

filosofico medievale, dobbiamo menzionare<br />

il saggio iniziale di Leonardo Verga<br />

su un tema di etica filosofica: Il carattere<br />

dinamico della legge morale (pp.<br />

17-27).<br />

In esso L. Verga, richiama sinteticamente<br />

le più recenti problematiche riguardanti<br />

la «negazione dell'etica come<br />

scienza del dover essere» e, successivamente,<br />

si impegna a mostrare come il<br />

doveroso riferimento alla «natura umana»<br />

per una fondazione della norma morale<br />

non implichi necessariamente una<br />

concezione della «natura umana» priva<br />

della sua dinamicità esistenziale e della<br />

sua dimensione storica.<br />

L. Verga, con opportuni rinvii testuali<br />

al pensiero etico-filosofico tomista<br />

(Summa Theol., I IIae, pp. 93-94) mostra<br />

poi come la «natura umana» vada<br />

intesa non come un qualcosa di rigidamente<br />

predeterminato, ma come un<br />

compito da realizzare, una perfezione<br />

da attuare nel concreto esercizio della libertà<br />

umana (cfr p. 25-26).<br />

Indirettamente legato a questa problematica<br />

etica risulta poi il saggio di Franco<br />

De Capitani: Il pensiero filosofico<br />

manicheo di s. Agostino, prima della<br />

conversione (pp. 65-92). De Capitani<br />

presenta con precisione la concezione filosofico-teologica<br />

e morale del manicheismo,<br />

con la sua caratteristica metafisica<br />

dualista, rifacendosi alle testimonianze<br />

agostiniane e ai testi fondamentali<br />

dei «manichei» di quel tempo. Richiama<br />

poi i «principi dell'antropologia manichea»<br />

e le susseguenti concezioni morali,<br />

con la distinzione tra gli iniziali<br />

«uditori» e i più progrediti «eletti» e con<br />

l'etica dei tre «sigilli» o ambiti morali<br />

(quello della mente, quello dell'azione<br />

esterna e quello degli appetiti sessuali,<br />

caratterizzato dalla negatività nei confronti<br />

della procreazione umana).<br />

Seguono due saggi di Alberto Siclari e<br />

di Roberto Silva che sono accomunati<br />

dallo studio del pensiero di Guglielmo<br />

di Saint-Thierry. Siclari si impegna, con<br />

provetta conoscenza, ad illustrare la<br />

concezione dell'amore di Dio e dell'amore<br />

del prossimo in quel pensatore del<br />

XII secolo, mentre Silva ha rintracciato<br />

negli scritti di Fulgenzio di Ruspe (sec.<br />

V-VI d.Cr.), con un documentato con-<br />

fronto sinottico, la fonte della dottrina<br />

trinitaria di Guglielmo di Saint-Thierry.<br />

Il pensiero medievale presenta ancora<br />

ambiti da scoprire!<br />

Segue un saggio di Ilaria Parri sul famoso<br />

Libro dei ventiquattro filosofi (pp.<br />

155-170) che ancor oggi rappresenta un<br />

testo in gran parte da scoprire per la<br />

sua origine incerta e la sua complessità<br />

dottrinale su Dio e le definizioni che lo<br />

riguardano, tra cui quella di «Dio» come<br />

«sfera infinita il cui centro è ovunque e<br />

la cui circonferenza non è in alcun luogo».<br />

Un testo dalla storia filologica complessa<br />

e ancora da chiarire.<br />

Con i saggi di Marchesi, di Caroti e di<br />

Ghisalberti si va verso il pensiero filosofico<br />

del secolo XIV, che si apre ad ulteriori<br />

interessi gnoseologici, fisico-cosmologici<br />

e dottrinali.<br />

Marchesi cerca di chiarire la differenza<br />

e la rilevanza della distinzione scotistica<br />

tra «conoscenza intuitiva e conoscenza<br />

astrattiva» nel pensiero di Duns<br />

Scoto (pp. 171-87), mentre Stefano Caroti<br />

fornisce ulteriori apporti (rispetto a<br />

precedenti documentate ricerche epistemologiche)<br />

nell'indagine sui: «Modi rerum<br />

e res artificiales in alcuni commenti<br />

parigini alla Physica del sec. XIV (pp.<br />

189-213).<br />

L'indagine di Caroti prende in attento<br />

esame opere edite e inedite di N. Oresme,<br />

di G. Buridano e di Alberto di Sassonia<br />

intese a stabilire, con riferimenti<br />

alla Physica aristotelica, le differenze tra<br />

res naturalis, ens, aliquid e le successive<br />

distinzioni tra sostanza e accidenti e<br />

tra forme accidentali e/o artificiali. Tutto<br />

questo documenta la complessità di<br />

tali discussioni gnoseologiche e cosmologiche<br />

nel sec. XIV che avviava il processo<br />

conoscitivo verso ulteriori traguardi<br />

scientifici.<br />

Il saggio di A. Ghisalberti infine ha<br />

per tema: L'evoluzione degli studi sul<br />

sec. XIV: Duns Scoto, G. Ockham e G.<br />

Buridano (pp. 215-29).<br />

Con riferimento agli studi degli ultimi<br />

trent'anni, Ghisalberti traccia un interessante<br />

bilancio delle più significative acquisizioni<br />

sul pensiero medievale del<br />

sec. XIV, mostrando come occorra abbandonare<br />

una concezione negativa del<br />

«nominalismo», inteso erroneamente come<br />

scetticismo, logicismo astratto e antimetafisico,<br />

e come la sottolineatura<br />

della libertà non significhi avversione ad<br />

un'etica filosofico-razionale (cfr p. 216).<br />

Ghisalberti mostra la verifica di tale<br />

prospettiva con un documentato riferimento<br />

alle ricerche sul pensiero di Duns<br />

Scoto sull'ens infinitum, sull'univocità<br />

dell'essere, vista poi correttamente articolata<br />

nei suoi modi intrinseci (finitezza<br />

o infinità) e quindi collegabile con la<br />

prospettiva dell'analogia.<br />

Successivamente viene chiarito l'apporto<br />

delle tesi nominalistiche occamiste<br />

con gli approfondimenti logico-linguistici<br />

mediante lo studio della filosofia naturale<br />

e con la distinzione, in sede filosoficoteologica,<br />

tra potentia absoluta e potentia<br />

ordinata riferita a Dio (cfr pp.<br />

223-26).<br />

Infine, nel campo etico, gli apporti<br />

delle riflessioni sull'etica filosofica da<br />

parte di G. Buridano che mostra come<br />

sia sostenibile l'esistenza della libertà<br />

nell'uomo (libertas oppositionis e libertas<br />

finalis ordinationis) e quindi non incompatibile<br />

un riferimento ad Aristotele,<br />

liberato da certe letture deterministiche<br />

di certi aristotelici radicali (cfr p. 229).<br />

In sintesi un volume che mostra la<br />

ricchezza e la complessità del pensiero<br />

medievale, contro certe sbrigative liquidazioni<br />

della cultura medievale, frutto<br />

solo di scarsa conoscenza e di superficiale<br />

informazione. Non a caso l'enciclica<br />

Fides et ratio di Giovanni Paolo II invitava<br />

a rimeditare e riconsiderare gli<br />

apporti, tutt'altro che superati, del pensiero<br />

filosofico e teologico patristico e<br />

medievale.<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Sabato 20 Gennaio 2001<br />

La mostra artistica e documentaria allestita a Roma presso il convento di Gesù e Maria<br />

«Accadimenti giubilari nel tempo e nell'attualità»<br />

MARCO BELLIZI<br />

Un rapporto felice e tormentato quello<br />

fra arte e fede. Felice perché grande<br />

e rilevantissima è stata la produzione artistica<br />

di ispirazione cristiana nei secoli<br />

scorsi. Tormentato per l'essenza stessa<br />

della ricerca artistica che in questo caso<br />

si fonde con una ricerca spirituale a volte<br />

febbrile, sinceramente protesa verso<br />

l'assoluto in uno sforzo che non può<br />

non essere sovrumano.<br />

È anche per questo encomiabile lo<br />

sforzo di allestire una mostra dai propositi<br />

ambiziosi: «Accadimenti giubilari nel<br />

tempo e nell'attualità», promossa dal<br />

Centro Internazionale di arte, cultura e<br />

spiritualità degli Agostiniani Scalzi della<br />

Chiesa e del Convento di Gesù e Maria<br />

in Roma.<br />

Un'esposizione, inaugurata l'8 gennaio<br />

con una Concelebrazione Eucaristica<br />

presieduta dal Card. Giovanni Canestri,<br />

dal triplice aspetto e dal triplice scopo:<br />

quello storico, per ricordare i ventiquattro<br />

pontefici che hanno indetto Giubilei,<br />

quello documentale per illustrare alcuni<br />

incontri del Santo Padre nell'anno 2000<br />

e quello culturale, con opere di più di<br />

cento artisti di varie parti del mondo,<br />

La «Fachada del Obradoiro»<br />

della cattedrale di Santiago di Compostela<br />

Il Natale del Grande Giubileo a Santiago di Compostela<br />

Dopo 700 chilometri un abbraccio e un'invocazione:<br />

«Amico mio, raccomandami a Dio...»<br />

GIOVANNI LUGARESI<br />

Natale a Santiago de Compostela, sulle tracce dell'Apostolo<br />

Giacomo. Un Natale diverso dagli altri, anche<br />

se il giorno nel quale si ricorda la Natività di Nostro<br />

Signore è sempre — eccezionalmente — uguale,<br />

da duemila anni a questa parte. Ma in certi luoghi,<br />

esso appare diverso, appunto, per la carica di emozione<br />

che quei luoghi medesimi suscitano e per quella<br />

commozione che la segue.<br />

Bene, Santiago de Compostela appare uno di questi<br />

luoghi. Il Natale 2000 non è stato certo come quello<br />

del 1999, l'«Anno Santo Compostelano», che viene celebrato<br />

ogni qual volta la festa liturgica annuale dell'Apostolo<br />

Giacomo, che cade il 25 luglio, coincide<br />

con una domenica, quanto a presenze di devoti.<br />

Ma ugualmente nel santuario-cattedrale i pellegrini<br />

non sono mancati<br />

alla Messa di<br />

mezzanotte, come<br />

non sono mancati<br />

l'indomani, alla<br />

solenne Messa di<br />

mezzogiorno, officiata,<br />

come quella<br />

della Notte Santa,<br />

dall'Arcivescovo.<br />

E in quelle due<br />

giornate, come del<br />

resto, in tutte le<br />

giornate nelle<br />

quali i pellegrini<br />

giungono in questo<br />

luogo remoto<br />

della penisola iberica<br />

(Galizia), è<br />

echeggiata l'antica<br />

invocazione<br />

nata dal cuore dei<br />

pellegrini: «Amico,raccomandami<br />

a Dio»... Oggi<br />

come ieri — un<br />

millennio fa —<br />

questa invocazione<br />

viene ripetuta<br />

dai devoti che affollano<br />

la cattedrale,<br />

arrivati da<br />

ogni parte del<br />

mondo, chi (anco-<br />

ra) a piedi, o in bicicletta, o a cavallo (questi, soltanto<br />

dalla Spagna e dal vicino Portogallo).<br />

Il percorso odierno ricalca l'antico «camino», lo si<br />

fa a tappe, ed è testimoniato anche da una ricca letteratura<br />

che va dal Dante Alighieri della «Vita nova»<br />

(«...chiamansi pelegrini in quanto vanno alla casa di<br />

Galizia, perocché la sepoltura di san Jacopo fu più<br />

lontana de la sua patria che da alcun altro apostolo...»)<br />

al Garcia Lorca di una delle liriche composte<br />

in galiziano, e oltre.<br />

Tanti italiani (ma anche francesi e tedeschi) incominciano<br />

il «camino de Compostela» a Roncisvalle, il<br />

luogo pirenaico legato al ricordo della famosa battaglia<br />

contro i Mori.<br />

Come «nasce» questo luogo di fede e di speranza,<br />

legato alla memoria dell'Apostolo per il quale la tradizione<br />

dice che qui venne in un primo tempo ad evangelizzare,<br />

per poi farvi definitivo ritorno dopo il martirio<br />

subito a Gerusalemme, è noto: nasce da un fatto<br />

miracoloso, che ancora incanta, a volte anche spiriti<br />

increduli.<br />

Decapitato nell'anno 44, i resti di s. Giacomo dove-<br />

che si sono misurati con la sfida di illustrare<br />

o ricordare gli accadimenti appunto<br />

di quest'anno straordinario.<br />

«Con la mostra noi speriamo di aver<br />

ottenuto un triplice risultato — spiega<br />

Fiorello F. Ardizzon, ideatore e organizzatore<br />

dell'esposizione —: quello di ricordare,<br />

seppure per brevi cenni, il succedersi<br />

degli Anni Santi nel tempo a<br />

partire dal 1300 fino ai nostri giorni, di<br />

documentare fotograficamente gli incontri<br />

del Santo Padre con tante categorie<br />

di persone durante questo Giubileo ed<br />

infine di aver sollecitato tanti artisti ad<br />

un momento di riflessione sull'importanza<br />

di un evento tanto intimo per ciascuno<br />

dei credenti.<br />

In verità alcuni hanno obiettato che<br />

imporre un tema a pittori e scultori è<br />

un limitarne la libertà di espressione,<br />

ma si dimentica che le opere di maggior<br />

valore che si sono accumulate nei secoli<br />

sono state quasi sempre determinate da<br />

una committenza che bene ha meritato<br />

nella realizzazione delle stesse. Una precisa<br />

richiesta porta gli artisti a documentarsi<br />

sul tema proposto, a riflettere<br />

sulle circostanze storiche e spirituali che<br />

hanno determinato fatti e personaggi,<br />

L'urna dell'Apostolo Giacomo Maggiore custodita nella cattedrale<br />

vano finire in pasto alle belve, senonché i discepoli li<br />

sottrassero allo scempio trafugandoli nottetempo e<br />

portandoli in riva al mare, dove una imbarcazione<br />

priva di vele e timone era in attesa. Guidata da un<br />

angelo, navigò fino alle coste della Galizia (esattamente<br />

a Padron) e lì i discepoli, dopo movimentate<br />

vicende, trovato un sarcofago di pietra, diedero ai resti<br />

dell'Apostolo sepoltura.<br />

Quella tomba doveva restare nascosta e dimenticata<br />

per tutto il tempo della invasione musulmana della<br />

Spagna e soltanto nel IX secolo fu ritrovata nel posto<br />

dove poi sarebbe sorto il celebre santuario.<br />

Data da allora la devozione, e con essa, l'inizio dei<br />

pellegrinaggi alla nuova sepoltura di san Giacomo:<br />

un incontro, per i credenti, con le radici stesse della<br />

fede rappresentate da chi era stato testimone della<br />

azione salvifica di Cristo.<br />

sulle esigenze culturali e documentaristiche<br />

di chi ha commissionato le opere,<br />

sulle esigenze estetiche dei luoghi ove le<br />

stesse vanno collocate».<br />

Un'impresa comunque non facile.<br />

Tanto è vero che sin dall'ideazione gli<br />

artisti si sono trovati di fronte a una materia<br />

talvolta troppo grande, in considerazione<br />

anche di quanto si stava dispiegando<br />

sotto i loro occhi durante 12 mesi<br />

di fede testimoniata con evidente vigore.<br />

Il risultato è quello di una esposizione<br />

dalla quale traspare costantemente questa<br />

ricerca sofferta, la manifestazione<br />

concreta che «l'arte ha bisogno della<br />

Chiesa» come l'uomo delle immagini e<br />

della musica così come dell'opera letteraria<br />

e teatrale. Lo si può constatare in<br />

quelle figure che si avvitano in uno sforzo<br />

commovente verso l'alto, presenti in<br />

molte opere, così come quell'umanità<br />

colta in una solitudine dalla quale viene<br />

si potrebbe dire «strappata» per grazia<br />

del messaggio giubilare.<br />

Diversi i ritratti del Santo Padre. Uno<br />

di questi, opera dell'artista Vero Strano,<br />

sarà donata a Papa Giovanni Paolo II:<br />

sullo sfondo è forte il richiamo alla memoria<br />

del martirio.<br />

Vista di Santiago di Compostela<br />

Non c'è pellegrino che non conosca la storia di<br />

Santiago, come non c'è studioso, o attento e sensibile<br />

lettore o curioso che non sappiano la storia dei pellegrinaggi<br />

che continuano come un millennio fa.<br />

Oggi, non portano certamente la conchiglia che serviva<br />

da piatto e da bicchiere, e nemmeno la zucca<br />

svuotata per riempirla d'acqua da bere, e nemmeno<br />

ancora i caratteristici bordone, cappellaccio e mantello,<br />

i pellegrini del terzo millennio, ma la strada (il<br />

«camino di Santiago») la percorrono in tanti ancora.<br />

Sono oltre 700 chilometri, dal confine francese a<br />

Santiago de Compostela, e nella settimana prenatalizia<br />

una ventina di persone si sono recate nell'apposito<br />

ufficio diocesano attiguo al santuario a chiedere<br />

«la Compostela», cioè il diploma-certificato dei «viandanti<br />

della fede». E anche per questo, come per altri<br />

casi, un elemento statistico testimonia eloquentemente<br />

i valori della religiosità. Nel 1999, su oltre 6 milioni<br />

di pellegrini a Santiago, ne sono stati «certificati»<br />

154 mila, dei quali 1961 italiani. Tali cifre rappresentano<br />

una sorta di primato, dal momento che in questo<br />

anno 2000 che è alla fine, i devoti sono stati com-<br />

Per la sezione «storica» si possono<br />

ammirare invece i ritratti dei Papi dei<br />

Giubilei, realizzati da Angelo Bottaro,<br />

accompagnati dagli stemmi pontifici,<br />

frutto dell'accurato studio e della realizzazione<br />

di Enrico Filadoro Caracciolo.<br />

Laddove la cronaca si fonde con la<br />

storia interviene la sezione documentaristica,<br />

nella quale attraverso le immagini<br />

fotografiche, fornite da «L'Osservatore<br />

Romano», si illustrano «Gli incontri giubilari<br />

del Santo Padre», da quello con i<br />

bambini, che si può dire abbia aperto<br />

l'Anno Santo, a quello con le famiglie,<br />

con gli artigiani, con gli agricoltori, con<br />

quanti hanno deciso di consacrare la<br />

propria vita a Dio.<br />

Fino al 21 gennaio continueranno a<br />

tenersi anche diversi concerti. I prossimi<br />

in programma sono quelli dell'arpista<br />

Franca Paola Amodeo venerdì 19 alle 19<br />

e del coro polifonico «Diapason 440» diretto<br />

da Mons. Renzo Cilia, domenica<br />

21 gennaio alle 19. È da segnalare che la<br />

mostra gode di un prestigioso e nutrito<br />

comitato d'onore oltre che del Patrocinio<br />

del Ministero per i Beni e le attività<br />

culturali, della Regione Lazio, della Regione<br />

Lombardia, del Consiglio provinciale<br />

di Roma e del Comune di Roma.<br />

La statua del santo in un particolare<br />

del «Portico della Gloria»<br />

opera del Maestro Mateo (1188)<br />

Pellegrini lungo<br />

il «Cammino di Santiago»<br />

plessivamente oltre 55 mila. La spiegazione di questa<br />

enorme differenza è nel fatto che nel 1999 si celebrava<br />

l'«Anno Santo Compostelano» (il prossimo sarà nel<br />

2004, il precedente era stato nel 1993), e in queste occasioni<br />

l'afflusso di pellegrini subisce un rialzo<br />

straordinario. E le motivazioni dei «viandanti della fede»,<br />

oggi come ieri, sono spirituali, come si può leggere<br />

del resto nelle note che i devoti stessi compilano alla<br />

fine del «camino»: penitenza, preghiera e desiderio<br />

di riconciliazione con Dio attraverso l'intercessione<br />

dell'Apostolo Giacomo.<br />

C'è anche chi viene a chiedere la grazia della guarigione<br />

da una malattia, come quello spagnolo colpito<br />

da emiparesi che nel 1999 è giunto a piedi accompagnato<br />

da un amico, o come un giovane cieco, che abbiamo<br />

incontrato la mattina di Natale alla Messa so-<br />

lenne e al quale la fidanzata descriveva i movimenti<br />

di quel grande (60<br />

chilogrammi) turibolo,<br />

che qui<br />

chiamano «botafumero».<br />

Sono due i<br />

«luoghi» e i «momenti»<br />

cruciali —<br />

per così dire —<br />

del santuario e<br />

del pellegrino, tralasciando<br />

altre<br />

particolarità pur<br />

significative, come<br />

il canto gregoriano<br />

della «Messa<br />

degli Angeli» del<br />

giorno di Natale,<br />

o come i rintocchi<br />

grevi,lentie solenni<br />

delle campane<br />

che scandiscono i<br />

quarti d'ora e le<br />

ore, o come ancoraisuoni<br />

che l'organo<br />

«romantico»<br />

(XVII-XVIII secolo)<br />

diffonde attraverso<br />

le sue cinquemila<br />

canne.<br />

Ilprimo: al centro<br />

dell'ingresso<br />

della cattedrale la<br />

colonna marmo-<br />

rea di Maestro Mateo (progettista principe dell'edificio,<br />

nella seconda metà del XII secolo), stupenda per<br />

decorazione del capitello e intarsi, reca profondi i segni<br />

di una fede che viene da lontano. E questi «segni»<br />

sono le impronte delle dita della mano destra che i<br />

devoti da secoli e secoli hanno appoggiato (e continuano<br />

ad appoggiare) come primo gesto di pietà.<br />

E l'altro «luogo» (e «momento») è rappresentato dalla<br />

tomba dell'Apostolo Giacomo, al centro dell'abside,<br />

sovrastata da un busto del medesimo santo ricoperto<br />

d'argento.<br />

Dopo essersi genuflessi davanti al sepolcro, i pellegrini<br />

raggiungono, salendo una scaletta, la statua. E<br />

ancora oggi, come da secoli avviene, accompagnano il<br />

gesto dell'abbraccio della statua stessa con quella invocazione,<br />

così insolita nelle preghiere ai santi, ma<br />

così eloquente e significativa: «Amico, raccomandami<br />

a Dio»... Nella sua semplicità di espressione essa è<br />

sintesi di tanti sentimenti, convincimenti... e di tanti<br />

chilometri percorsi: di dolori e di pianti, di fede e di<br />

speranza di milioni e milioni di pellegrini, che a Dio<br />

— tramite Santiago — hanno chiesto, o reso, grazia.<br />

È morto il poeta<br />

Gregory Corso<br />

Il poeta Gregory Corso è<br />

morto giovedì 18 in un ospedale<br />

di Minneapolis (Minnesota) all'età<br />

di 70 anni. Corso era stato<br />

il fondatore, con Allen Ginsberg,<br />

William Burroghs e Lawrence<br />

Ferlinghetti, della letteratura<br />

Beat nell'America degli<br />

Anni Cinquanta.<br />

Era nato a New York nel 1930<br />

ed aveva avuto un'infanzia e<br />

un'adolescenza segnate dall'abbandono<br />

e dall'internamento nel<br />

riformatorio.<br />

Durante il periodo di detenzione<br />

Corso si era avvicinato<br />

alla letteratura, leggendo i testi<br />

dei maggiori autori dell'800. Negli<br />

Anni Cinquanta conobbe Allen<br />

Ginsberg che lo introdusse<br />

nel «mondo» Beat. Le sue poesie<br />

sono caratterizzate dalla polemica<br />

contro ogni forma di<br />

convenzione sociale, a volte mitigata<br />

dalla nostalgia e dalla tristezza.<br />

Fra le sue raccolte poetiche<br />

ricordiamo «La bomba» (1958) e<br />

«Lunga vita all'uomo» (1962).


.<br />

PAGINA<br />

4 .<br />

La Settimana di Preghiera per l'Unità dei Cristiani<br />

Relazioni con il Consiglio<br />

Ecumenico delle Chiese<br />

JOHN MUTISO-MBINDA<br />

Le relazioni tra la Chiesa cattolica<br />

ed il Consiglio Ecumenico delle Chiese<br />

hanno luogo principalmente nel quadro<br />

del Gruppo Misto di Lavoro<br />

(GML), strumento di collaborazione<br />

istituito nel 1965 alla fine del Concilio<br />

Vaticano II. Negli ultimi trentacinque<br />

anni, contatti e collaborazioni si sono<br />

sviluppati intorno a quattro aree principali:<br />

1) la ricerca teologica di Fede e<br />

Costituzione; 2) la ricerca e la riflessione<br />

sulla Missione e l'Evangelizzazione;<br />

3) lo studio di modelli e tendenze<br />

nel settore dell'Educazione Cristiana<br />

e della Formazione Ecumenica; 4)<br />

la ricerca di metodi di collaborazione<br />

in campo sociale. È importante notare<br />

che anche le relazioni bilaterali hanno<br />

contribuito notevolmente ad individuare<br />

e a mettere a punto metodi di<br />

collaborazione. La sessione plenaria<br />

del GML, che ha luogo ogni anno,<br />

permette di valutare e programmare<br />

le varie attività, concentrandosi sulle<br />

tematiche sopra menzionate. Essa<br />

rappresenta inoltre un'occasione per<br />

scambiare in maniera proficua informazioni<br />

sulla situazione ecumenica in<br />

diverse regioni del mondo.<br />

Alcuni aspetti<br />

della collaborazione<br />

Nel corso del 2000, la collaborazione<br />

tra la Chiesa cattolica ed il Consiglio<br />

Ecumenico delle Chiese ha comportato<br />

una serie di attività, incontri,<br />

consultazioni e relazioni bilaterali. La<br />

sessione plenaria del GML, ospitata da<br />

Sua Santità Aram I, Catholicos di Cilicia<br />

degli Armeni, si è tenuta dal 25 al<br />

31 maggio 2000 in Libano, ad Antelias<br />

(Beirut). Nel contesto dello scambio di<br />

informazioni, i membri del Consiglio<br />

Ecumenico delle Chiese hanno parlato<br />

del lavoro della «Commissione Speciale»<br />

istituita dall'Assemblea di Harare<br />

nel 1998, con il duplice mandato di: 1)<br />

studiare ed analizzare l'intera gamma<br />

di questioni relative alla partecipazione<br />

ortodossa nel Consiglio Ecumenico<br />

delle Chiese; e 2) sottoporre proposte<br />

al Comitato Centrale sulle necessarie<br />

modifiche da apportare alla struttura,<br />

allo stile ed all'ethos del Consiglio<br />

stesso. Un rapporto interinale sul lavoro<br />

di tale Commissione sarà presenta-<br />

A Padova celebrazioni<br />

con rappresentanti<br />

di altre Confessioni<br />

La Diocesi di Padova<br />

ha in programma<br />

una serie di incontri<br />

in occasione della<br />

Settimana di Preghiera<br />

per l'Unità dei Cristiani<br />

incentrata quest'anno<br />

sul tema: «Io<br />

sono la via, la verità<br />

e la vita».<br />

«La preghiera per<br />

l'unità dei cristiani<br />

del 2001 — scrive<br />

don Giovanni Brusegan,<br />

delegato diocesano<br />

per l'ecumenismo<br />

e il dialogo —<br />

con la scelta di questo<br />

tema vuole indicarci<br />

l'unico modo<br />

mediante il quale<br />

possiamo procedere<br />

verso il raggiungimento<br />

dell'unità visibile.<br />

La meta del<br />

cammino è il Padre.<br />

La strada è Gesù, è<br />

vivere dietro a lui,<br />

come lui, nutriti della<br />

sua parola che svela<br />

il volto di Gesù, è vivere<br />

dietro a lui, come<br />

lui, nutriti della<br />

sua parola che svela<br />

il volto di Dio; la vita<br />

è vivere con lui che ci libera dal peccato<br />

e dalla paura di perdere le nostre identità<br />

di persone e di chiese».<br />

La settimana di approfondimento è<br />

iniziata con un incontro di studio per il<br />

clero, svoltosi in Seminario Maggiore a<br />

Padova sul tema: «Cattolici Luterani.<br />

Dalla controversia al dialogo: la giustificazione».<br />

Sono intervenuti il teologo cattolico<br />

Monsignor Luigi Sartori, la pastora<br />

luterana di Abano Terme Heike Luettgens<br />

e il biblista cattolico Monsignor<br />

Luigi Segalla.<br />

Successivamente in Casa Pio X si è tenuta<br />

una conferenza cittadina su: «La riconciliazione<br />

possibile. A proposito della<br />

Dichiarazione congiunta sulla giustificazione<br />

tra cattolici e luterani», con la<br />

partecipazione di Angelo Maffeis, teologo<br />

cattolico e la pastora luterana Heike<br />

Luettgens.<br />

to nel corso del prossimo incontro del<br />

Comitato Centrale del Consiglio Ecumenico<br />

delle Chiese, che avrà luogo<br />

dal 29 gennaio al 6 febbraio 2001 a<br />

Potsdam, in Germania.<br />

Oltre a consentire un valido scambio<br />

di informazioni sulla situazione<br />

ecumenica nel mondo, il sopra citato<br />

incontro di Beirut ha trattato i tre temi<br />

di studio attualmente affidati al<br />

GML: la natura e lo scopo del dialogo,<br />

il ruolo dei Consigli di Chiesa nel<br />

movimento ecumenico e le conseguenze<br />

ecclesiologiche del battesimo,<br />

con particolare riferimento al reciproco<br />

riconoscimento di tale sacramento.<br />

La prossima plenaria del GML, nel<br />

mese di maggio 2001, continuerà a riflettere<br />

sui tre temi.<br />

Per quanto riguarda la collaborazione<br />

con il cluster (nucleo operativo)<br />

del Consiglio Ecumenico delle Chiese<br />

per la missione e l'evangelizzazione,<br />

ricordiamo che da molti anni esso annovera<br />

nel suo staff una consultant<br />

cattolica, che assicura una presenza<br />

continua a Ginevra. L'incarico è svolto<br />

attualmente da Suor Elizabeth Moran<br />

(Missionary Sister of St. Columban,<br />

Scozia). Il Pontificio Consiglio<br />

per la promozione dell'unità dei cristiani<br />

ha recentemente rinnovato il<br />

suo mandato fino al 2003. Nello stesso<br />

settore, va menzionata anche la nomina<br />

da parte dello stesso Dicastero di<br />

altri tre esperti cattolici, che hanno<br />

partecipato ad una Consultazione sulla<br />

Missione e l'Evangelizzazione, tenutasi<br />

ad Amburgo, in Germania, dal 5 al 9<br />

giugno 2000.<br />

Nel quadro dell'educazione cristiana<br />

e della formazione ecumenica, una<br />

nuova commissione si è riunita a Stony<br />

Point (New York) dal 4 al 9 marzo<br />

2000 per definire gli scopi ed il metodo<br />

del suo futuro lavoro. Due esperti<br />

nominati dal Pontificio Consiglio per<br />

la promozione dell'unità dei cristiani<br />

hanno apportato il loro contributo a<br />

tale incontro.<br />

Nel contesto del Giubileo dell'Anno<br />

2000, il Consiglio Ecumenico delle<br />

Chiese ha inviato tre delegati all'Apertura<br />

della Porta Santa nella Basilica di<br />

San Paolo fuori le Mura, il 18 gennaio<br />

2000. Un rappresentante dello stesso<br />

Consiglio era presente anche alla<br />

Commemorazione dei Testimoni della<br />

Fede del XX secolo, celebrata il 7<br />

Cristo«Via,VeritàeVita»(Gv 14, 1-6):èiltemadella Settimana<br />

di Preghiera per l'Unità dei Cristiani di quest'anno<br />

«L'Islam di casa nostra» sarà invece il<br />

tema del convegno diocesano previsto<br />

per domenica 21 gennaio, dalle 15 alle<br />

18, alla Casa del Fanciullo a Padova. Interverranno<br />

Stefano Allievi, islamologo;<br />

Reza Mohaddes, esponente islamico;<br />

Brunetto Salvarani, editorialista, esperto<br />

di Islam; Mohamad Riad Zabadneh,<br />

esponente islamico e Giuliano Zatti, islamologo<br />

responsabile del gruppo diocesano<br />

di studio sull'islam. Il convegno —<br />

informano i promotori — si apre al dialogo<br />

interreligioso.<br />

La settimana di preghiera per l'unità<br />

dei cristiani si concluderà in Cattedrale,<br />

con una preghiera ecumenica con rappresentanze<br />

di altre confessioni, presieduta<br />

dall'Arcivescovo-Vescovo di Padova,<br />

Monsignor Antonio Mattiazzo.<br />

CLAUDIO ZERBETTO<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Sabato 20 Gennaio 2001<br />

maggio 2000. Durante gli anni in cui<br />

si è svolto il lavoro di preparazione<br />

per il Giubileo, il Consiglio Ecumenico<br />

delle Chiese è stato rappresentato da<br />

un Delegato Fraterno in alcuni incontri<br />

del Comitato Centrale del Giubileo.<br />

Il gruppo misto internazionale, nominato<br />

dal Consiglio Ecumenico delle<br />

Chiese e dal Pontificio Consiglio per la<br />

promozione dell'unità dei cristiani, come<br />

ogni anno si è riunito per determinare<br />

i testi della «Settimana di Preghiera<br />

per l'Unità dei Cristiani» 2001,<br />

sul tema: «Io sono la Via, la Verità e<br />

la Vita». L'incontro si è tenuto a Vulcan,<br />

in Romania, nell'ottobre del<br />

1999.<br />

Dal 14 al 21 novembre 2000, ventotto<br />

studenti e professori dell'Istituto<br />

Ecumenico di Bossey (Svizzera), sotto<br />

l'egida del Consiglio Ecumenico delle<br />

Chiese, si sono recati in visita a Roma.<br />

Il programma della visita, curato<br />

dal Pontificio Consiglio per la promozione<br />

dell'unità dei cristiani, comprendeva<br />

un'udienza privata con Papa Giovanni<br />

Paolo II. Il gruppo ha avuto<br />

inoltre l'occasione di incontrare officiali<br />

di vari Dicasteri della Curia Romana<br />

e rappresentanti dell'Unione Internazionale<br />

dei Superiori Generali;<br />

esso è stato ricevuto dal Movimento<br />

dei Focolari, dalla Comunità di S. Egidio,<br />

dall'Università Gregoriana e dal<br />

Centro Pro Unione. Il gruppo ha potuto<br />

anche effettuare visite guidate di<br />

luoghi di particolare interesse storico<br />

e religioso. È importante ricordare<br />

che un sacerdote cattolico nominato<br />

dal Pontificio Consiglio per la promozione<br />

dell'unità dei cristiani fa parte<br />

del corpo docente di Bossey.<br />

Prospettive per il futuro<br />

In veste di osservatori delegati, due<br />

officiali del Pontificio Consiglio per la<br />

promozione dell'unità dei cristiani<br />

parteciperanno alla riunione del Comitato<br />

Centrale del Consiglio Ecumenico<br />

delle Chiese, che si terrà a Potsdam,<br />

in Germania, dal 29 gennaio al 6 febbraio<br />

2001. Il primo dei due incontri<br />

annuali del Comitato Esecutivo del<br />

GML avrà luogo a Roma il 23 e 24<br />

marzo 2001; la plenaria del GML è<br />

prevista per i giorni 25-31 maggio a<br />

Dromentine, nell'Irlanda del Nord.<br />

Oria: il Padre<br />

vera e ultima meta<br />

del comune<br />

cammino di fede<br />

Intenso il calendario delle celebrazioni<br />

che si svolgono nella diocesi<br />

pugliese di Oria in occasione<br />

della Settimana di preghiera per<br />

l'Unità dei Cristiani.<br />

Presieduti dal Vescovo Marcello<br />

Semeraro, i riti vedono la presenza<br />

di diversi rappresentanti della<br />

Chiesa Ortodossa: Padre Antonio<br />

Lotti, parroco della parrocchia del<br />

Patriarcato di Mosca (comunità di<br />

Taranto-Francavilla Fontana); il<br />

Reverendo Evgeni Mhairov (Arcidiacono<br />

della Chiesa Ortodossa di<br />

Bulgaria); Padre Mihai Driga, sacerdote<br />

della Chiesa Ortodossa rumena<br />

in Bari.<br />

È presente anche il Reverendo<br />

Nunzio Loiudice, pastore battista<br />

della Comunità di Mottola.<br />

«Unità, unità. Risentiamo questo<br />

grido che sale dal cuore della<br />

Chiesa — ha detto il Vescovo<br />

Marcello Semeraro — mentre diamo<br />

inizio ad una nuova settimana<br />

di preghiera per l'unità della Chiesa,<br />

la prima del terzo millennio.<br />

«I tempi nuovi che il Signore ci<br />

dona — ha aggiunto — siano vissuti<br />

come occasione propizia per<br />

la ricomposizione dell'unità integrale<br />

fra i discepoli di Gesù: non<br />

siamo soltanto seguaci di Gesù,<br />

ma viventi di Lui, nello Spirito,<br />

come figli dell'unico Padre. Con<br />

la sua parola: “Io sono la via, la<br />

verità e la vita”, Gesù ci indica il<br />

Padre come la vera e ultima meta<br />

del comune cammino e si presenta<br />

come l'unica Via per arrivare a<br />

lui. Al di fuori di Gesù non è possibile<br />

incontrarlo. Egli ci rivela la<br />

presenza e l'amore di Dio per noi:<br />

Gesù è Verità. «Egli — ha proseguito<br />

il Presule — ci mette in comunione<br />

con la vita del Padre:<br />

Gesù è Vita. Questa “settimana”<br />

sia di riflessione, ma soprattutto<br />

di preghiera. La preghiera guiderà<br />

la speranza verso il suo compimento.<br />

L'unità dei cristiani discende<br />

dalla carità di Dio, lungo<br />

quei sentieri che la nostra preghiera<br />

s'impegna ad aprire».<br />

LORENZO RUGGIERO<br />

La Santa Messa in Cattedrale, ogni sera,<br />

animata dalle associazioni e dai Movimenti<br />

ecclesiali fa da filo conduttore alle celebrazioni<br />

per la Settimana di Preghiera per l'Unità<br />

dei Cristiani nella diocesi di Cesena-<br />

Sarsina.<br />

Apertosi giovedì 18 con un incontro a Palazzo<br />

Ghini (sala degli Angeli), animato dal<br />

Rabbino Capo della Comunità Ebraica di<br />

Bologna, dr. Alberto Sermoneta, il calenda-<br />

Cesena-Sarsina: incontri ecumenici<br />

La chiusura della Porta Santa<br />

nelle diocesi italiane<br />

Con animo colmo di gratitudine, per<br />

la densità spirituale e l'incisività delle indicazioni<br />

pastorali, è stato accolto il<br />

messaggio che l'Arcivescovo-Vescovo<br />

Beniamino Depalma ha inviato al popolo<br />

di Dio che è in Nola, per la conclusione<br />

dell'anno giubilare e l'inizio del millennio.<br />

È stato un andare alle sorgenti dell'essenziale<br />

per ritrovare il centro unificante,<br />

ciò che è fondante dell'esperienza<br />

cristiana e della trasmissione della fede.<br />

Nella Cattedrale di Nola dove ogni<br />

presenza umana, ogni gesto, ogni simbolo<br />

era un frammento di luce, riverbero<br />

di quella Luce che, come sul Tabor,<br />

trasfigura la realtà, una grande moltitudine,<br />

convenuta dalle varie parrocchie,<br />

ha riscritto, per così dire, la suggestiva<br />

pagina biblica di Sichem.<br />

Non una folla di curiosi, in cerca di<br />

emozioni, ma un popolo di Dio in ricerca,<br />

con la passione della verità, con una<br />

forte domanda di senso, col desiderio di<br />

una bellezza così difficile ed inafferrabile<br />

ma così vicina, fatta di pazienza, di<br />

ascolto, di silenzio, si è stretto intorno al<br />

suo Pastore come Israele intorno a Giosuè<br />

(Gs 24, 1 e sg).<br />

Pazienza, ascolto<br />

e silenzio<br />

Come Giosuè, dopo avere radunato<br />

tutte le tribù fa memoria delle tappe<br />

dell'esodo, invitando il popolo a comprendere<br />

gli interventi di Dio nella propria<br />

storia e ad accoglierlo in una nuova<br />

alleanza per rimettersi in moto verso la<br />

Terra promessa, il Vescovo ha richiamato<br />

i due poli del cammino di fatto.<br />

I due messaggi, dal titolo significativo<br />

«Siamo convertiti cristiani» (per la conclusione<br />

dell'anno santo dell'Incarnazione)<br />

e «Luce nuova del mattino» (per il<br />

passaggio del millennio) si sono configurati<br />

come due richiami, attraversati<br />

da un'unica tensione: la memoria narrativa<br />

dell'esodo e la profezia di un nuovo<br />

inizio.<br />

La comunità giunta al capolinea di<br />

Gerusalemme è stimolata a ripartire: il<br />

frutto di un'autentica conversione è rimettersi<br />

in viaggio da uomini nuovi, purificati<br />

nella memoria, liberati nello<br />

sguardo divenuto meno possessivo, ravvivati<br />

nella speranza che conduce al largo,<br />

in una dimensione affrancata da<br />

chiusure immanentistiche che fanno vivere<br />

la vita, la storia, la stessa esperien-<br />

rio degli appuntamenti prevede per il pomeriggio<br />

di domenica 21 la Concelebrazione<br />

Eucaristica per l'Unità dei Cristiani, presieduta<br />

in Cattedrale dal Vescovo Lino Garavaglia.<br />

Mercoledì 24 è in programma un incontro<br />

ecumenico di preghiera nella chiesa del<br />

Suffragio sul tema «Come facciamo a spere<br />

la strada?» (Gv 14, 5), condotto dal pastore<br />

avventista Daniele Monachini, dal sacerdo-<br />

La chiesa di san Biagio e la Cattedrale di san Lorenzo sono<br />

stati i luoghi deputati alla celebrazione del rito di chiusura<br />

dell'anno giubilare a Tivoli.<br />

Presbiteri, diaconi, accoliti, lettori e una grande ala di fedeli<br />

si sono stretti al Vescovo Pietro Garlato nella statio all'interno<br />

della chiesa di san Biagio, primo e suggestivo momento del rito<br />

di chiusura di questo Giubileo. Qui il Presule — attorniato<br />

dal diacono con l'Evangeliario e dai presbiteri vestiti di bianco,<br />

che insieme al popolo intonavano l'inno del Giubileo — ha<br />

letto una breve esortazione a ringraziare il Signore per i doni<br />

elargiti in questo anno di grazia.<br />

Con l'invocazione del diacono a compiere simbolicamente,<br />

e insieme realmente, questo cammino con il Vescovo, è iniziata<br />

poi la seconda parte del rito: il cammino processionale verso<br />

la Cattedrale per la Celebrazione Eucaristica.<br />

Molto suggestivo l'arrivo del corteo dalla strada di san Valerio,<br />

poiché le tenebre erano ormai scese e i canti e le fiaccole<br />

del corteo nel cuore della Tibur romana e medioevale — il<br />

duomo è sorto sul foro romano — davano la sensazione di<br />

una forte continuità con il passato anche remoto della Chiesa,<br />

una Chiesa che porta luce in senso reale e insieme simbolico<br />

nelle tenebre della storia.<br />

Di grande suggestione anche l'ingresso del Vescovo nella<br />

antica Cattedrale: il canto di «Osanna» ha accolto il Pastore<br />

che si avvicinava all'altare e che subito dopo compiva il solenne<br />

rito dell'aspersione con l'acqua benedetta.<br />

Il profeta Isaia (60, 1-6), la lettera di san Paolo agli Efesini<br />

(3, 2-3.5-6) hanno fatto da preparazione alla proclamazione<br />

del Vangelo di Matteo: il racconto dell'arrivo dei Magi. Dopo<br />

l'omelia di Mons. Garlato e gli altri momenti della celebrazione<br />

sostenuti dagli interventi del coro, vi è stato il momento<br />

conclusivo. Il Vescovo ha dichiarato chiuso il Grande Giubileo<br />

del 2000, lasciando ai fedeli la sua lettera pastorale Tutti chiamati,<br />

tutti inviati nella quale si sottolinea il senso perenne di<br />

missionarietà dell'uomo di fede.<br />

La benedizione del Presule ha concluso questo terzo momento,<br />

quello della Santa Messa, che ha visto la città storica,<br />

quella che le fonti ci dicono abbia visto molto presto le prime<br />

comunità cristiane celebrare la fractio panis nelle case di questi<br />

vicoli millenari, assistere ancora una volta ad un cammino<br />

cristiano. In queste vie, in queste case prima e in queste stesse<br />

chiese poi, si sono raccolti e hanno camminato insieme i<br />

primi cristiani di questa antica comunità che ha visto componenti<br />

di nobili famiglie convertirsi a Cristo anche a prezzo della<br />

vita.<br />

In queste anguste strade dove sono risuonati i nomi e poi il<br />

culto di Sinferusa, Amanzio, Getulio, e tanti altri, qui dove<br />

forte era la comunità dei gentili e poi si è insediata progressivamente<br />

quella dei cristiani, per secoli e secoli si sono susseguite<br />

sacre rappresentazioni e processioni che attraversano,<br />

come è accaduto oggi, i punti centrali della città, da un punto<br />

all'altro delle antiche mura che accolsero i primi vagiti del cristianesimo<br />

a Tivoli: la porta romana che immetteva nell'antica<br />

cattedrale e la porta Varana che vide nascere l'antica chiesa<br />

di Santa Maria de Gloria poi san Biagio: un percorso che abbraccia<br />

millenni di una delle città più antiche del Lazio, che<br />

ha dato i suoi martiri ad una fede che ha celebrato oggi la fine<br />

del secondo millennio e la chiusura, insieme apertura verso<br />

il mondo, di un altro anno di grazia.<br />

MARCO TESTI<br />

NOLA<br />

za ecclesiale, come se fossero l'unica<br />

possibilità data.<br />

La posta in gioco è molto alta: si tratta<br />

di tenere lo sguardo fisso su Cristo<br />

per fare la scoperta umanissima della<br />

Trascendenza del volto degli uomini, in<br />

un'inscindibile unità tra vita di fede<br />

ed impegno storico, con tutte le sue<br />

implicazioni di fatica, di rischio e di coraggio.<br />

L'anelito di un Incontro<br />

che deve «provocare»<br />

La memoria narrativa si è snodata<br />

con l'energia e l'umile fierezza di chi ha<br />

colto nelle numerose iniziative individuali<br />

e comunicatorie della Diocesi, nelle<br />

tante opere di quest'anno giubilare<br />

l'anelito di un Incontro che non deve rimanere<br />

esperienza isolata, nostalgia di<br />

un tempo forte ma deve provocare ad<br />

accompagnare un'esperienza di fede nel<br />

tempo e nello spazio ordinario dell'esistenza.<br />

Rileggere e ripercorrere le tappe del<br />

cammino giubilare è stato un individuare<br />

le piste rivelatrici di una pienezza che<br />

dischiude un futuro che non è pura attesa<br />

ma costruzione, di ciò a cui si anela,<br />

coinvolgimento in un'esperienza unitaria<br />

di progetto e di rinnovamento.<br />

«Luce nuova del mattino», con il suo<br />

richiamo alla luce e al giorno evangelici,<br />

è stata la profezia di un tempo nuovo,<br />

l'invito a guardare nella luce che viene<br />

dall'alto il cammino di questa Chiesa e il<br />

progetto che Dio ha su di essa, tutte le<br />

opportunità del Kairós all'interno di<br />

questa storia.<br />

Il filo rosso che unisce i due testi è la<br />

centralità della spiritualità: non la teologia<br />

spirituale degli addetti ai lavori ma<br />

la spiritualità di ogni credente che non<br />

può prescindere dal riferimento a Cristo<br />

come paradigma della propria vita, come<br />

sapienza capace di generare speranza<br />

e di orientare scelta e progetti.<br />

Senza questo legame la fede rischia di<br />

essere disancorata dalla verità, di ridursi<br />

a pura opinione, perde la sua forza critica<br />

e profetica capace di interagire con<br />

il quotidiano, di dare senso alla storia.<br />

Parola-chiave è l'accorato appello alla<br />

santità «diventare santi non è fuori moda<br />

non è privilegio di nessuno; la santità<br />

è la radice piantata in ciascuno di noi il<br />

giorno del Battesimo che chiede di diventare<br />

pianta rigogliosa e di portare<br />

frutti abbondanti. La santità ci deve ren-<br />

te ortodosso, Rev. Ian Toba e dall'incaricato<br />

diocesano per l'ecumenismo e il dialogo,<br />

don Bruno Benini.<br />

La Settimana si chiuderà giovedì 25 nella<br />

chiesa di san Giacomo in Cesenatico con<br />

un incontro sul tema «È piaciuto a Dio che<br />

abiti in Cristo ogni pienezza» (cfr Col 1, 19),<br />

condotto dal pastore luterano Goeden Henning,<br />

dal sacerdote ortodosso Rev. Ioan<br />

Rimboje dall'Arciprete, don Silvano Ridolfi.<br />

dere spirituali... in sintonia con lo Spirito<br />

del Signore... intimi della Trinità. A<br />

partire da un rinnovato impegno di santificazione<br />

personale potremo davvero<br />

ridisegnare il volto della nostra comunità<br />

civile... La santità deve costituire,<br />

perciò, il progetto di ognuno... la modalità<br />

privilegiata per comunicare il Vangelo...<br />

vocazione popolare».<br />

L'esperienza giubilare contemplata<br />

con lo sguardo attento della sentinella e<br />

con la tenerezza del pastore è rilanciata<br />

alla Misericordia del Padre e all'accoglienza<br />

libera e responsabile di tutto il<br />

popolo di Dio: il compimento cronologico<br />

è il Kairós di un nuovo tempo di grazia<br />

e di salvezza che fa della storia un<br />

tempo ed uno spazio in cui ciascuno<br />

può sentirsi a casa, tra fratelli.<br />

A nessuno è lecito sprecare o spegnere<br />

il soffio di novità che vibra nelle coscienze,<br />

a nessuno è dato quantificare<br />

ciò che attiene all'esperienza del Mistero<br />

né abbandonarsi alla nostalgia dell'irripetibilità<br />

e dell'unicità di un particolare<br />

momento.<br />

Ripartire creando contesti<br />

significativi per testimoniare<br />

La Chiesa che è in Nola deve ripartire<br />

dall'evento giubilare come da un momento<br />

formativo di elevata intensità, da<br />

continuare e da sentire in modo significativo<br />

nei processi ordinari delle comunità,<br />

creando contesti significativi per<br />

comunicare, testimoniare, elaborare valori<br />

e contenuti di vita cristiana, parlando<br />

al cuore con l'autenticità di relazioni,<br />

sollecitando le coscienze con proposte<br />

essenziali, radicalmente evangeliche.<br />

Comincia, dunque, un nuovo mattino,<br />

un nuovo tempo di cammino formativo,<br />

fondato «sul primato della parola, perché<br />

ci siano narratori appassionati ed<br />

entusiasti di Cristo, sul primato della<br />

Comunione perché germoglino semi di<br />

novità caduti nei solchi delle storie personali,<br />

sul primato della carità perché<br />

l'impegno politico e la responsabilità dei<br />

credenti e degli uomini di buona volontà<br />

costruiscano, con rinnovata creatività, il<br />

mondo nuovo che tutti sognano».<br />

È una consegna essenziale ed esigente,<br />

appassionata e carica di speranza,<br />

capace di elevare alla sapienza alta e di<br />

perseguire con lucidità le piccole cose: è<br />

la pedagogia del padre e del pastore sollecito<br />

del suo gregge.<br />

RACHELE SIBILLA<br />

TIVOLI TREVISO<br />

«Il Giubileo ci ha posto davanti agli occhi un evento di<br />

Chiesa universale ed un fervore di fede della nostra comunità<br />

diocesana imprevedibile alla vigilia, sia per il grande numero<br />

di pellegrini, sia per la qualità spirituale della loro partecipazione.<br />

E questo ci conferma che ogni progetto pastorale trova<br />

la sua efficacia ultima e determinante nella grazia dello Spirito<br />

Santo.<br />

La Chiesa è al servizio dell'annuncio cristiano». Con queste<br />

parole il Vescovo di Treviso, Mons. Paolo Magnani si è rivolto<br />

ai sacerdoti e ai fedeli presenti in Cattedrale per la chiusura<br />

del Giubileo diocesano. La Celebrazione Eucaristica è stata resa<br />

ancor più solenne dalla conclusione del XIV Sinodo della<br />

Diocesi trevigiana, che ha avuto per tema: «la parrocchia,<br />

centro di vita spirituale».<br />

All'omelia il Vescovo Magnani ha ricordato lo stretto legame<br />

tra i due eventi: l'uno universale, l'altro legato alla comunità<br />

locale. «Mai come questa sera — ha detto — l'espressione<br />

“rendiamo grazie a Dio” assume il suo vero peso e tutta la<br />

sua verità. Parrocchie, vicariati, fedeli singoli o associati nell'apostolato,<br />

gruppi e categoria professionali, tutte queste realtà<br />

hanno offerto segni di fede, di sincera conversione e di dedizione<br />

al prossimo».<br />

«Il Sinodo — ha aggiunto il Presule — ha espresso il progredire<br />

di un organismo vivo: la Chiesa vive, perché Cristo vive<br />

glorioso ieri, oggi e sempre».<br />

Mons. Magnani ha poi sottolineato alcuni principi evidenziati<br />

dall'evento sinodale e importanti per la Diocesi: quelli<br />

della vitalità, della comunione e della corresponsabilità. «La<br />

vitalità — ha spiegato — proviene dallo Spirito, il quale dà la<br />

vita, dimora nella Chiesa e nei cuori dei fedeli come in un<br />

tempio e in essi prega e rende testimonianza della loro adozione<br />

filiale», quello Spirito che «con la forza del Vangelo fa ringiovanire<br />

la Chiesa, continuamente la rinnova e la conduce alla<br />

perfetta unione col suo Sposo. La sinodalità è principio di<br />

vitalità non solo perché attraverso di essa la Chiesa si riforma,<br />

ma soprattutto perché attraverso essa la Chiesa si santifica, ritornando<br />

a Cristo suo unico principio».<br />

«Sinodalità — ha continuato — significa “camminare insieme”.<br />

In questo senso essa deve necessariamente rapportarsi al<br />

principio di comunione: non vi è Chiesa senza comunione con<br />

Dio e con gli uomini.<br />

La sinodalità, da questo punto di vista, è uno dei frutti visibili<br />

della comunione ecclesiale. Tuttavia essa non è l'unico.<br />

Ma la “communio” oltrepassa gli spazi della sinodalità organizzata<br />

e ciò comporta, per tutti noi, due conseguenze molto importanti.<br />

La prima ci ricorda che qualunque organismo sinodale<br />

non può reggersi nella sua operatività se esso non sia<br />

supportato dalla vera comunione ecclesiale.<br />

La seconda ci induce a escludere qualsiasi nostra pretesa di<br />

considerarci come delle persone particolarmente importanti<br />

solo perché siamo chiamati a far parte di un organismo ecclesiale<br />

importante».<br />

Infine il Vescovo di Treviso è tornato sulle tematiche giubilari.<br />

«La chiusura della Porta Santa — ha detto, riprendendo<br />

un concetto caro a Giovanni Paolo II — simbolizza semplicemente<br />

il termine dell'Anno giubilare; ma Gesù Cristo, Grazia<br />

incarnata, rimane, perché con la sua prima venuta sono iniziati<br />

gli “ultimi tempi”».<br />

C.Z.


.<br />

PAGINA<br />

5 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Sabato 20 Gennaio 2001<br />

«Il Giubileo è stato anche l'occasione per garantire che questioni<br />

di giustizia per i poveri e gli emarginati divenissero più centrali<br />

non solo per i cristiani in Finlandia, ma anche per la società<br />

finlandese nel suo complesso. Questo è un settore nel quale<br />

i cristiani del vostro Paese hanno operato in maniera efficace...<br />

Con lieti ricordi della mia visita nel vostro amato Paese<br />

undici anni fa, invoco su di voi e sugli abitanti della Finlandia<br />

le abbondanti benedizioni di Dio Onnipotente»<br />

(Alla Delegazione Ecumenica della Chiesa Evangelica Luterana di Finlandia)<br />

«A novant'anni dalla fondazione, il vostro Istituto,<br />

grato al Signore per il bene compiuto, intende volgere lo sguardo<br />

ai nuovi orizzonti che l'attendono. Siamo entrati<br />

in un nuovo millennio e la Chiesa è tutta impegnata nell'opera<br />

della nuova evangelizzazione. A questa vasta azione missionaria<br />

non manchi il vostro contributo. A ciascuno di voi è chiesto<br />

uno studio accademico rigoroso, non disgiunto<br />

da costante attenzione alla liturgia ed alla pastorale»<br />

(Al Pontificio Istituto di Musica Sacra)<br />

UDIENZA Il discorso del Santo Padre alla Delegazione Ecumenica della Chiesa Evangelica Luterana di Finlandia<br />

Siamo consapevoli della necessità di impegnarci sempre più profondamente<br />

nel compito di ripristinare l'unità piena e visibile fra tutti i discepoli di Cristo<br />

«Entrando nel terzo millennio, siamo<br />

consapevoli della necessità di impegnarci<br />

sempre più profondamente nel compito<br />

di ripristinare l'unità piena e visibile<br />

fra tutti i discepoli di nostro Signore Gesù<br />

Cristo». È quanto ha auspicato Giovanni<br />

Paolo II ricevendo in udienza nella<br />

mattina di venerdì 19 gennaio la Delegazione<br />

Ecumenica della Chiesa Evangelica<br />

Luterana di Finlandia. Questo è il<br />

testo del discorso del Santo Padre:<br />

Your Excellency,<br />

Dear Friends from Finland,<br />

It is a special joy for me to welcome<br />

you to the Vatican so soon<br />

after the conclusion of the Great<br />

Jubilee of the Year 2000. During<br />

that special time of grace a great<br />

many people experienced a deep<br />

spiritual renewal. May the Lord<br />

grant us to begin this new millennium<br />

with our trust firmly rooted<br />

in the saving mystery of his death<br />

and resurrection.<br />

I have vivid memories of the<br />

great ecumenical liturgies and<br />

gatherings which we celebrated<br />

during the Holy Year. Among them<br />

was the solemn inauguration of the<br />

Week of Prayer for Christian Unity,<br />

with the opening of the Holy Door<br />

at the Basilica of Saint Paul-Outside-the-Walls,<br />

where I welcomed<br />

with joy Bishop Ville Riekkinen<br />

from Kuopio, together with members<br />

of the Delegation of the Evangelical<br />

Lutheran Church of Finland<br />

present in Rome for the Feast of<br />

Saint Henrik. There was also the<br />

Commemoration of Witnesses to<br />

UDIENZA Il discorso di Giovanni Paolo II al Pontificio Istituto di Musica Sacra nel novantesimo anniversario di fondazione<br />

Il criterio che deve ispirare ogni composizione ed esecuzione di canti<br />

e di musica sacra è quello di una bellezza che inviti alla preghiera<br />

«Il criterio che deve ispirare ogni<br />

composizione ed esecuzione di canti e<br />

di musica sacra è quello di una bellezza<br />

che inviti alla preghiera». Con queste<br />

parole Giovanni Paolo II si è rivolto ai<br />

docenti e agli alunni del Pontificio Istituto<br />

di Musica Sacra, ricevuti in udienza<br />

nella mattina di venerdì 19 gennaio, nella<br />

Sala Clementina, in occasione del novantesimo<br />

di fondazione. Questo è il testo<br />

del discorso del Santo Padre:<br />

Venerati Fratelli nell'Episcopato<br />

e nel Sacerdozio,<br />

Cari Professori ed Allievi del Pontificio<br />

Istituto di Musica Sacra!<br />

1.Sono lieto di accogliervi in<br />

occasione del novantesimo anniversario<br />

del vostro Istituto, fondato<br />

dal mio venerato predecessore san<br />

Pio X nel 1910, con sede nel Palazzo<br />

di Sant'Apollinare. Ripenso alla<br />

visita che ebbi modo di farvi il 21<br />

novembre 1984, e con affetto porgo<br />

a tutti voi qui presenti il mio saluto<br />

cordiale. Saluto anche la Delegazione<br />

della Catalogna. Al tempo<br />

stesso, mi congratulo con le Personalità<br />

che sono state insignite del<br />

Dottorato «honoris causa», a motivo<br />

dei meriti acquisiti nel campo della<br />

Musica Sacra.<br />

Esprimo, in particolare, la mia<br />

riconoscenza all'Arcivescovo Zenon<br />

Grocholewski, Prefetto della Congregazione<br />

per l'Educazione Cattolica<br />

e vostro Gran Cancelliere, per le<br />

cortesi espressioni augurali che,<br />

anche a nome vostro, ha voluto rivolgermi.<br />

Riconfermo volentieri in<br />

questa circostanza la mia stima ed<br />

il mio compiacimento per il lavoro<br />

che tutti voi svolgete con senso di<br />

responsabilità e con apprezzata<br />

professionalità.<br />

In quest'occasione, dando uno<br />

sguardo all'attività sin qui svolta e<br />

considerando i progetti per il futuro,<br />

ringrazio Dio per l'opera compiuta<br />

dal Pontificio Istituto di Musica<br />

Sacra a beneficio della Chiesa<br />

universale. La musica ed il canto<br />

non sono, infatti, un puro decoro o<br />

un ornamento sovrapposto all'azione<br />

liturgica. Costituiscono, al contrario,<br />

una realtà unitaria con la<br />

celebrazione, consentendo l'approfondimento<br />

e l'interiorizzazione dei<br />

divini misteri.<br />

Auspico, pertanto, che tutti voi<br />

— docenti, discepoli e cultori di<br />

musica sacra — possiate crescere<br />

di giorno in giorno nell'amore di<br />

Dio «cantando e inneggiando al Signore<br />

con tutto il vostro cuore» (Ef<br />

5, 19) ed aiutare gli altri a fare altrettanto.<br />

2.È questa, in effetti, la specifica<br />

missione che sin dall'inizio i<br />

the Faith at the Colosseum, with<br />

the participation of distinguished<br />

representatives from all corners of<br />

the Christian world. Events such as<br />

these expressed our common faith<br />

in Jesus Christ, Lord of all times<br />

and of all peoples, “the same yesterday,<br />

today and for ever” (Heb<br />

13:8).<br />

I am pleased to know that, under<br />

the leadership of the Finnish<br />

Ecumenical Council, Christians in<br />

Finland celebrated the Great Jubilee<br />

together, with the theme “Millennium<br />

2000 – Year of Hope”.<br />

During the year, the celebration of<br />

the seven hundredth anniversary of<br />

Turku Cathedral, attended by<br />

many ecumenical delegates, was<br />

an eloquent reminder of our common<br />

history. The Jubilee was also<br />

the occasion to ensure that issues<br />

of justice for the poor and<br />

marginalized become more central<br />

not only to Christians in Finland<br />

but to Finnish society as a whole;<br />

and this too was an area in which<br />

Christians in your land worked together<br />

effectively.<br />

As we enter the Third Millennium,<br />

we are conscious of the need<br />

to commit ourselves ever more<br />

deeply to the task of restoring full<br />

and visible unity among all the disciples<br />

of our Lord Jesus Christ, so<br />

that the saving truth of the Gospel<br />

may be preached more effectively<br />

to the people of Europe today. May<br />

the Holy Spirit guide us as we renew<br />

our dedication to this task.<br />

Sommi Pontefici hanno affidato alla<br />

vostra benemerita Istituzione. Il<br />

mio pensiero va, anzitutto, al Motu<br />

Proprio di san Pio X, il quale nel<br />

1903, nella sua sensibilità liturgica,<br />

mise in risalto come la musica sacra<br />

sia «parte integrante della solenne<br />

liturgia, ne partecipi il fine<br />

generale, che è la gloria di Dio e la<br />

santificazione ed edificazione dei<br />

fedeli» (Inter sollicitudines, AAS 36,<br />

1903, 332). Frutto principale di quest'Istruzione<br />

fu l'istituzione, nel<br />

1910, della Scuola Superiore di Musica<br />

Sacra. Appena un anno dopo,<br />

san Pio X rese pubblica la sua approvazione<br />

alla Scuola con il Breve<br />

Expleverunt desiderii, ed il 10 luglio<br />

1914 la decorò con il titolo di «Pontificia».<br />

Anche il Papa Benedetto XV, alcuni<br />

giorni dopo l'elevazione al trono<br />

pontificio, il 23 settembre 1914,<br />

dichiarò che considerava la Scuola<br />

come un'eredità carissima lasciatagli<br />

dal suo Predecessore e che l'avrebbe<br />

sostenuta e promossa nella<br />

migliore maniera. Va, inoltre, ricordato<br />

il Motu Proprio Ad Musicae<br />

sacrae di Papa Pio XI, promulgato<br />

il 22 novembre 1922, in cui veniva<br />

ribadito il legame particolare<br />

tra la Scuola e la Sede Apostolica.<br />

Con la Costituzione Apostolica<br />

L'indirizzo d'omaggio dell'Arcivescovo Grocholewski<br />

In apertura di udienza, l'Arcivescovo<br />

Zenon Grocholewski, Prefetto della<br />

Congregazione per l'Educazione Cattolica<br />

e Gran Cancelliere del Pontificio<br />

Istituto di Musica Sacra, ha rivolto<br />

al Santo Padre il seguente indirizzo<br />

d'omaggio:<br />

Beatissimo Padre,<br />

il Pontificio Istituto di Musica Sacra<br />

si sente onorato di essere — nel suo<br />

90° anniversario di fondazione — ricevuto<br />

dalla Santità Vostra insieme ai<br />

cinque illustri Maestri, provenienti da<br />

altrettante Nazioni (Italia, Libano, Polonia,<br />

Spagna, Svizzera), ai quali l'Istituto<br />

ha conferito ieri il dottorato honoris<br />

causa, all'Onorevole Signor Jordi<br />

Vilajoana i Rovira, Consigliere della<br />

Cultura del Governo di Catalunya,<br />

agli altri Ospiti venuti a Roma per la<br />

festosa circostanza, nonché alla<br />

Orchestra «Cobla-La Principal de la<br />

Bisbal».<br />

Desideriamo esprimere alla Santità<br />

Vostra i sentimenti di sincera e filiale<br />

devozione e di ammirazione per il<br />

ricco contributo che Ella, quale Successore<br />

di Pietro, dà in ogni campo<br />

della vita della Chiesa.<br />

Nello stesso tempo l'Istituto — vo-<br />

With happy memories of my visit<br />

to your beloved country eleven<br />

years ago, I invoke upon you and<br />

the people of Finland the abundant<br />

blessings of Almighty God, “to<br />

whom be glory and dominion for<br />

ever and ever. Amen” (Rev 1:6).<br />

Questa è una nostra traduzione italiana<br />

del discorso pronunciato da Giovanni<br />

Paolo II:<br />

Eccellenza,<br />

Cari amici dalla Finlandia,<br />

È con particolare gioia che vi do<br />

il benvenuto in Vaticano subito dopo<br />

la conclusione del Grande Giubileo<br />

dell'Anno 2000. Durante quel<br />

Deus scientiarum Dominus del<br />

1931, la Scuola, denominata Pontificio<br />

Istituto di Musica Sacra, fu<br />

annoverata tra gli Istituti accademici<br />

ecclesiastici, e come tale proseguì<br />

con accresciuto impegno nella<br />

sua lodevole attività a servizio<br />

della Chiesa universale. Numerosi<br />

studenti, qui formati, divennero a<br />

loro volta formatori nelle rispettive<br />

Nazioni secondo lo spirito originario<br />

voluto da san Pio X.<br />

Vorrei, in questa circostanza,<br />

lendo rimanere sempre fedele alla<br />

volontà del suo grande Fondatore e<br />

promotore della musica sacra, san<br />

Pio X, nonché alle indicazioni del Magistero<br />

— riconferma il proprio impegno,<br />

nei cinque settori della propria<br />

attività nel campo della musica sacra,<br />

affinché la musica e il canto sacro<br />

corrispondano sempre di più alla loro<br />

vocazione, che è quella di lodare il<br />

Signore, d'esprimere la gioia cristiana<br />

e l'amore verso Dio, fonte di ogni<br />

bene, e di trasformare la nostra vita<br />

in un perenne canto nuovo.<br />

La musica sacra, in un certo senso,<br />

coinvolge la vita del cristiano in tutte<br />

le sue espressioni, sia liturgiche che<br />

esistenziali, elevandolo all'amore verso<br />

Dio e all'amore verso i fratelli.<br />

Non si può veramente cantare senza<br />

aprirsi a tale amore e lasciarsi da esso<br />

trasformare diventando così uomini<br />

nuovi, vale a dire uomini che vivono<br />

in unione con Cristo.<br />

In questo contesto, sono significative<br />

le parole di sant'Agostino: «L'uomo<br />

nuovo conosce il canto nuovo. Il<br />

cantare è segno di letizia e, se consideriamo<br />

la cosa più attentamente, anche<br />

espressione di amore. Colui dun-<br />

tempo speciale di grazia moltissime<br />

persone hanno vissuto un profondo<br />

rinnovamento spirituale. Che il Signore<br />

ci conceda di iniziare questo<br />

nuovo millennio con fiducia saldamente<br />

radicata nel mistero salvifico<br />

della sua morte e della sua resurrezione!<br />

Ho vivi ricordi delle grandi liturgie<br />

ecumeniche e degli incontri ecumenici<br />

durante l'Anno Santo. Fra<br />

questi la solenne celebrazione della<br />

Settimana di Preghiera per l'Unità<br />

dei Cristiani, con l'apertura della<br />

Porta Santa presso la Basilica di san<br />

Paolo fuori le Mura, dove ho accol-<br />

rendere onore ai professori che<br />

hanno lavorato nel vostro Istituto<br />

per molti anni e, in modo particolare,<br />

ai Presidi che si sono ad esso<br />

consacrati totalmente, con una speciale<br />

menzione per Monsignor Higini<br />

Anglès, Preside dal 1947 fino alla<br />

sua morte avvenuta l'8 dicembre<br />

1969.<br />

3.Il Concilio Ecumenico Vaticano<br />

II, muovendosi nella linea<br />

della ricca tradizione liturgica dei<br />

secoli precedenti, ha affermato che<br />

que che sa amare la vita nuova, sa<br />

cantare anche il canto nuovo. [... ] Tu<br />

canti, certo, lo sento che canti. Ma<br />

bada che la tua vita non abbia a testimoniare<br />

contro la tua voce. Cantate<br />

con la voce, cantate con il cuore,<br />

cantate con la bocca, cantate con la<br />

vostra condotta santa» (Disc. 34, 1-3.<br />

5-6; CCL 41, 424-426).<br />

La musica sacra va vista anche come<br />

espressione dell'unione che esiste<br />

tra la liturgia terrestre e la liturgia<br />

celeste. Il canto nuovo, il canto dell'uomo<br />

nuovo è quello che veramente<br />

sa mettersi in sintonia con il canto<br />

della Gerusalemme celeste, con le<br />

schiere angeliche che, mosse dall'amore,<br />

elevano in Cristo il loro cantico<br />

al Padre (Cfr Ap 4-5).<br />

Ancora sant'Agostino ci ricorda che<br />

è questo tipo di musica sacra che ci<br />

fa percepire che il canto dà forza,<br />

nelle difficoltà della vita, al nostro<br />

cammino e ci apre al riposo e alla<br />

gioia eterna: «Cantiamo qui l'alleluia,<br />

mentre siamo ancora privi di sicurezza,<br />

per poterlo cantare un giorno<br />

lassù, ormai sicuri. [...] Anche quaggiù<br />

tra i pericoli e le tentazioni, si<br />

canti [...] per sollevarci dalla fatica<br />

to con gioia il Vescovo Ville Riekkinen<br />

di Kuopio, insieme con i membri<br />

della delegazione della Chiesa<br />

Evangelica Luterana in Finlandia,<br />

presente a Roma per la Festa di<br />

sant'Enrico. Si è svolta anche la<br />

commemorazione dei testimoni della<br />

fede presso il Colosseo, con la<br />

partecipazione di illustri rappresentanti<br />

provenienti da tutto il mondo<br />

cristiano. Tali eventi hanno espresso<br />

la fede comune in Gesù Cristo,<br />

Signore di tutti i tempi e di tutti<br />

i popoli, «lo stesso ieri, oggi e sempre»<br />

(Eb 13, 8).<br />

Sono lieto di apprendere che, sot-<br />

la musica sacra «costituisce un tesoro<br />

di inestimabile valore, che eccelle<br />

tra le altre espressioni dell'arte,<br />

specialmente per il fatto che il<br />

canto sacro, unito alle parole, è<br />

parte necessaria ed integrale della<br />

liturgia solenne» (Sacrosanctum<br />

Concilium, 112).<br />

In effetti, da sempre i cristiani,<br />

seguendo i vari tempi dell'anno liturgico,<br />

hanno espresso riconoscenza<br />

e lode a Dio con inni e cantici<br />

spirituali. La tradizione biblica attraverso<br />

le parole del Salmista<br />

esorta i pellegrini, giunti a Gerusalemme,<br />

a varcare le porte del tempio<br />

lodando il Signore «con squilli<br />

di trombe, con timpani e danze,<br />

sulle corde e sui flauti, con cembali<br />

sonori» (cfr Sal 150). Il profeta<br />

Isaia, da parte sua, esorta a cantare<br />

sulle cetre nel tempio del Signore,<br />

in segno di gratitudine, tutti i<br />

giorni della vita (cfr Is 38, 20).<br />

La letizia cristiana, che il canto<br />

manifesta, deve scandire tutti i<br />

giorni della settimana e risuonare<br />

con forza la domenica, «giorno del<br />

Signore», connotato da un precipuo<br />

carattere gioioso. Un intimo legame<br />

raccorda tra loro, da una parte, la<br />

musica ed il canto e, dall'altra, la<br />

contemplazione dei divini misteri e<br />

la preghiera. Il criterio che deve<br />

[...] per alleviare le asprezze della<br />

marcia, ma cantando non indulgere<br />

alla pigrizia. Canta e cammina. [...]<br />

Se progredisci è segno che cammini,<br />

ma devi camminare nel bene, devi<br />

avanzare nella retta fede, devi progredire<br />

nella santità. Canta e cammina»<br />

(Disc. 256, 1. 2. 3.; PL 38, 1191-<br />

1193).<br />

Questa prospettiva spirituale, che<br />

oggi si presenta fondamentale per la<br />

vita della Chiesa, può considerarsi un<br />

auspicio per il benemerito Pontificio<br />

Istituto di Musica Sacra.<br />

Beatissimo Padre, sono ben lieto,<br />

come Gran Cancelliere, di presentarle,<br />

in questa fausta ricorrenza, il medesimo<br />

Pontificio Istituto di Musica<br />

Sacra, il quale, mentre ringrazia il<br />

Signore per le opere compiute durante<br />

questi suoi primi novant'anni di<br />

vita, si apre al nuovo Millennio con<br />

nuovo slancio in una sempre maggiore<br />

coscienza della sua importante<br />

missione nei confronti della Chiesa<br />

universale.<br />

Beatissimo Padre, attendiamo la<br />

Vostra parola e la Vostra benedizione,<br />

perché ci confermino in questo<br />

nostro comune proposito.<br />

to la guida del Consiglio Ecumenico<br />

di Finlandia, i cristiani di questo<br />

Paese hanno celebrato insieme il<br />

Grande Giubileo con il tema «Millennio<br />

2000 - Anno di speranza».<br />

Nel corso dell'anno, la celebrazione<br />

del settecentesimo anniversario della<br />

Cattedrale di Turku, alla quale<br />

hanno partecipato numerosi delegati<br />

ecumenici, ha ricordato in modo<br />

eloquente la nostra storia comune.<br />

Il Giubileo è stato anche l'occasione<br />

per garantire che questioni di giustizia<br />

per i poveri e gli emarginati divenissero<br />

più centrali non solo per i<br />

cristiani in Finlandia, ma anche per<br />

la società finlandese nel suo complesso.<br />

Questo è un settore nel quale<br />

i cristiani del vostro Paese hanno<br />

operato in maniera efficace.<br />

Entrando nel terzo millennio, siamo<br />

consapevoli della necessità di<br />

impegnarci sempre più profondamente<br />

nel compito di ripristinare<br />

l'unità piena e visibile fra tutti i discepoli<br />

di nostro Signore Gesù Cristo<br />

affinché la verità salvifica del<br />

Vangelo possa essere predicata più<br />

efficacemente agli Europei di oggi.<br />

Che lo Spirito Santo ci guidi nel rinnovare<br />

il nostro impegno per lo<br />

svolgimento di questo compito!<br />

Con lieti ricordi della mia visita<br />

nel vostro amato Paese undici anni<br />

fa, invoco su di voi e sugli abitanti<br />

della Finlandia le abbondanti benedizioni<br />

di Dio Onnipotente. «A Lui<br />

la gloria e la potenza nei secoli dei<br />

secoli» (Ap 1, 6).<br />

ispirare ogni composizione ed esecuzione<br />

di canti e di musica sacra<br />

è quello di una bellezza che inviti<br />

alla preghiera. Quando il canto e<br />

la musica sono segni della presenza<br />

e dell'azione dello Spirito Santo,<br />

favoriscono, in un certo modo, la<br />

comunione con la Trinità. La Liturgia<br />

diventa allora «opus Trinitatis».<br />

È necessario che il «cantare<br />

nella liturgia» scaturisca dal «sentire<br />

cum Ecclesia». Solo così l'unione<br />

con Dio e la capacità artistica si<br />

fondono in una felice sintesi nella<br />

quale i due elementi — il canto e<br />

la lode — pervadono l'intera liturgia.<br />

4.Carissimi Fratelli e Sorelle! A<br />

novant'anni dalla fondazione, il vostro<br />

Istituto, grato al Signore per il<br />

bene compiuto, intende volgere lo<br />

sguardo ai nuovi orizzonti che l'attendono.<br />

Siamo entrati in un nuovo<br />

millennio e la Chiesa è tutta impegnata<br />

nell'opera della nuova<br />

evangelizzazione. A questa vasta<br />

azione missionaria non manchi il<br />

vostro contributo. A ciascuno di<br />

voi è chiesto uno studio accademico<br />

rigoroso, non disgiunto da costante<br />

attenzione alla liturgia ed alla<br />

pastorale. A voi, docenti ed allievi,<br />

è domandato di valorizzare al<br />

meglio le vostre doti artistiche,<br />

conservando e promuovendo lo studio<br />

e la pratica della musica e del<br />

canto in quegli ambiti e con quegli<br />

strumenti che il Concilio Vaticano<br />

II ha indicato come privilegiati: il<br />

canto gregoriano, la polifonia sacra<br />

e l'organo. Solo così la musica liturgica<br />

potrà assolvere degnamente<br />

il suo compito nel contesto della<br />

celebrazione dei Sacramenti, e, in<br />

modo speciale, della Santa Messa.<br />

Vi aiuti Iddio a compiere fedelmente<br />

questa missione al servizio<br />

del Vangelo e della Comunità ecclesiale.<br />

Vi sia modello Maria, che<br />

seppe elevare a Dio il Magnificat, il<br />

canto della vera felicità. Sulle parole<br />

di questo cantico, nel corso dei<br />

secoli, la musica ha intessuto infinite<br />

armonie e i poeti hanno sviluppato<br />

un vasto e commovente<br />

laudario. A quelle voci possa associarsi<br />

anche la vostra nel magnificare<br />

il Signore ed esultare in Dio<br />

Salvatore.<br />

Da parte mia vi assicuro un costante<br />

ricordo nella preghiera e,<br />

mentre auguro che il nuovo anno<br />

da poco iniziato sia ricolmo di grazia,<br />

di riconciliazione e di rinnovamento<br />

interiore, a tutti imparto<br />

con affetto una speciale Benedizione<br />

Apostolica.


.<br />

PAGINA<br />

6 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Sabato 20 Gennaio 2001<br />

La spiritualità<br />

del beato Guglielmo Giuseppe Chaminade<br />

Dalla devozione a Maria all'alleanza con Lei<br />

LUIGI GAMBERO<br />

Pontificia Facoltà Teologica<br />

Marianum<br />

Il prossimo 22 gennaio sarà la prima<br />

volta che verrà celebrata la festa liturgica<br />

del beato Guglielmo Giuseppe Chaminade,<br />

maestro di vita cristiana e di devozione<br />

mariana, beatificato lo scorso 3<br />

settembre, proprio nell'anno 150° della<br />

sua morte.<br />

Nell'omelia durante la Santa Messa di<br />

beatificazione, Giovanni Paolo II sottolineava<br />

il suo amore verso Cristo, solidamente<br />

radicato nella concezione cristocentrica<br />

della Scuola Francese, e il filiale<br />

attaccamento a Maria.<br />

Ineffettiladottrinamarianadello Chaminade<br />

è costruita sul primato assoluto<br />

del Verbo Incarnato nell'economia della<br />

salvezza, per cui Cristo rimane pur sempre<br />

il punto di partenza e il traguardo finale<br />

della devozione alla Madre sua.<br />

Ma per comprendere gli aspetti peculiari<br />

della spiritualità mariana del nostro<br />

beato e le applicazioni pratiche che egli<br />

ne fa alla vita cristiana dei laici e delle<br />

persone consacrate, sarà opportuno considerare<br />

alcuni fatti specifici della sua<br />

esistenza, che hanno dato un impulso<br />

evidente alla sua dottrina.<br />

Presentimenti<br />

di una vocazione mariana<br />

Nato a Perigueux l'11 aprile del 1761,<br />

Guglielmo entrò a 11 anni nel Collegio<br />

San Carlo di Mussidan, dove ebbe modo<br />

di intensificare quella devozione alla<br />

Vergine che egli aveva già assorbito dalla<br />

sua educazione in famiglia. Infatti gli<br />

statuti del Collegio fanno fede che ai ragazzi<br />

si cercava di inculcare la pratica di<br />

una devozione particolare alla Madre di<br />

Dio; e fu durante gli anni di permanenza<br />

al San Carlo che Guglielmo decise,<br />

con l'autorizzazione del padre spirituale,<br />

di consacrarsi a Dio con voti privati, al<br />

fine di imitare meglio la vita e le virtù<br />

della Vergine santa.<br />

Durante quegli anni, si infortunò seriamente<br />

ad un piede. Dopo due mesi di<br />

inutili cure, si affidò all'intercessione<br />

materna di Maria, ottenendo una guarigione<br />

così improvvisa e inspiegabile da<br />

far pensare ad una specie di miracolo.<br />

In segno di gratitudine, decise di fare un<br />

pellegrinaggio al santuario di Nostra Signora<br />

di Verdelais, in occasione del quale<br />

sentì consolidarsi dentro di sé l'amore<br />

ardentechelo legava alla Madre celeste.<br />

Ordinato sacerdote nel 1785, a distanza<br />

di qualche anno, si trovò a dover affrontare<br />

le burrascose vicende della Rivoluzione<br />

Francese.<br />

Essendosi rifiutato di prestare giuramento<br />

alla Costituzione Civile del Clero,<br />

condannata dalla Santa Sede, fu costretto<br />

alla clandestinità per poter esercitare<br />

il ministero sacerdotale nella città di<br />

Bordeaux; e sovente lo fece a rischio<br />

della vita.<br />

A questo proposito i primi marianisti<br />

hanno tramandato degli episodi, sicuramente<br />

appresi da lui, che hanno del sorprendente<br />

e che dimostrano la premura<br />

con cui la Vergine santa ricambiava l'amore<br />

filiale del giovane presbitero. Ne<br />

ricordiamo uno.<br />

Un giorno il Padre Chaminade, braccato<br />

da alcuni poliziotti che lo avevano<br />

riconosciuto, si rifugiò in casa di amici e<br />

si mise a sedere su uno sgabello in loro<br />

compagnia. I sanculotti fecero irruzione<br />

nella casa, si guardarono intorno e stranamente<br />

se ne andarono. I presenti si<br />

stupirono perché sembrava che i sanculotti<br />

non avessero visto il sacerdote. Ma<br />

un bambino fornì la spiegazione: i sanculotti<br />

non potevano vedere il Padre,<br />

perché una bella Signora si era messa<br />

davanti a lui e lo nascondeva con il suo<br />

manto.<br />

Fatti di questo genere non sono facili<br />

da definire; confermano comunque che<br />

tra il giovane sacerdote e la Madre di<br />

Dio si stava rafforzando uno speciale<br />

rapporto di amicizia e di amore.<br />

L'esperienza di Zaragoza<br />

Uscito dalla clandestinità nel 1795 dopo<br />

la fine del regime del terrore, il Padre<br />

si trovò di nuovo nei guai dopo il<br />

colpo di stato del 18 Termidoro (17 settembre<br />

1797). Non riuscendo più a nascondersi,<br />

fu identificato ed espulso dalla<br />

Francia. Come luogo del suo esilio,<br />

scelse la città spagnola di Zaragoza, dove<br />

per tre anni visse nel silenzio e nella<br />

preghiera all'ombra del celebre santuario<br />

di Nostra Signora del Pilar.<br />

Ai piedi della taumaturgica statua della<br />

Madre di Dio ebbe le prime intuizioni<br />

sulla sua futura missione. Egli non parlò<br />

mai apertamente di esperienze mistiche<br />

riguardanti le sue future fondazioni; ma<br />

molti anni più tardi confiderà ai suoi<br />

primi religiosi: «Come vi vedo ora, vi ho<br />

visto tanto tempo fa, ai piedi della Vergine<br />

del Pilar».<br />

Impronta mariana<br />

dell'apostolato dei laici<br />

Rientrato a Bordeaux verso la fine del<br />

1800, il Padre riprese il ministero sotto<br />

varie forme; tuttavia le sue preferenze si<br />

volsero subito ai giovani, per i quali fondò,<br />

sotto forme nuove, delle Congregazioni<br />

Mariane. Ben presto sorsero gruppi<br />

anche per ragazze e per padri e madri<br />

di famiglia. I membri di queste associazioni<br />

erano invitati a nutrire una devozione<br />

intensa alla Madre del Signore,<br />

di cui celebravano in modo speciale il<br />

mistero dell'Immacolata Concezione,<br />

non ancora definito dogma di fede, ma<br />

praticamente riconosciuto dalla Chiesa<br />

universale.<br />

Però la dimensione più caratteristica<br />

della Congregazione del Padre Chaminade<br />

era l'impegno apostolico dei suoi<br />

membri, per i quali l'amore alla Vergine<br />

Immacolata costituiva un forte stimolo e<br />

la motivazione principale per una dedizione<br />

generosa all'attività apostolica.<br />

L'apostolato dei congregati si esprimeva<br />

principalmente nella coraggiosa testimonianza<br />

della fede in un mondo scristianizzato<br />

dagli effetti nefasti della rivoluzione;<br />

nel rendersi attivamente presenti<br />

alla vita della Chiesa; nel formare i cristiani,<br />

specialmente i giovani, alla pratica<br />

della fede; nel creare opere diverse di<br />

carità, di assistenza, di catechesi e di<br />

educazione religiosa.<br />

La molla potente che spingeva i congregati<br />

ad un impegno così generoso e<br />

difficile era la convinzione che Gesù, Figlio<br />

di Dio, si è fatto Figlio di Maria per<br />

la salvezza del genere umano.<br />

Con la fondazione delle Congregazioni<br />

Mariane, il beato Chaminade ha dimostrato<br />

di saper guardare al futuro della<br />

cristianità con occhi profetici, prevedendo<br />

l'importanzacheilruolo dei fedeli laici<br />

avrebbe avuto nellaChiesadel futuro.<br />

Non per nulla volle che anche i marianisti<br />

fossero in maggioranza dei religiosi<br />

laici, avendo imparato negli anni<br />

della Rivoluzione che i laici sarebbero<br />

potuti entrare dove le porte rimanevano<br />

chiuse ai sacerdoti.<br />

Fondatore<br />

di istituti religiosi mariani<br />

Alcuni congregati che vivevano con<br />

particolare intensità la loro fede e il loro<br />

impegno apostolico, ad un certo punto<br />

si rivolsero al Padre Chaminade per dichiararsi<br />

disposti ad abbracciare una vita<br />

di totale consacrazione a Dio per la<br />

salvezza delle anime e sotto la guida della<br />

Vergine Immacolata, trionfatrice sul<br />

male e sul peccato.<br />

Fu allora che il Padre, dopo aver atteso<br />

diversi anni con fede e con pazienza,<br />

ritenne giunto il momento stabilito dalla<br />

Provvidenza per realizzare il suo sogno<br />

più importante: fondare «l'uomo che<br />

non muore», ossia delle congregazioni<br />

religiose destinate a perpetuare in tutti i<br />

tempi l'azione apostolica che egli aveva<br />

iniziato sotto gli auspici e la guida della<br />

Vergine Immacolata. Nacquero così nel<br />

1816 le Figlie di Maria Immacolata<br />

(Suore Marianiste), con la collaborazione<br />

della sua congregata, la venerabile<br />

Adele di Tranquelléon, e nel 1817 la Società<br />

di Maria (Marianisti).<br />

Significativo è l'incontro avvenuto il<br />

1° maggio del 1817 tra il Padre e un suo<br />

congregato, Giovanni Battista Lalanne,<br />

futuro sacerdote e primo religioso marianista.<br />

Questo incontro ebbe una risonanza<br />

storica nella tradizione della Società<br />

di Maria. Lalanne espresse la decisione<br />

di impegnare radicalmente la sua<br />

vita a quegli ideali di consacrazione religiosa<br />

e di apostolato che il Padre era solito<br />

proporre ai congregati.<br />

Questi ebbe un sussulto di entusiasmo<br />

e di gioia, riconoscendo nelle parole di<br />

quel figlio spirituale un segno chiaro che<br />

era giunta l'ora della Provvidenza.<br />

Esclamò: «Ecco ciò che attendo da lungo<br />

tempo! Sia benedetto Dio che finalmente<br />

si è degnato di manifestare la sua<br />

volontà. È giunto il momento di attuare<br />

quel progetto che egli mi ispirò quasi<br />

trent'anni fa».<br />

I nuovi religiosi e religiose continuarono<br />

a curare con predilezione le Congregazioni<br />

Mariane dalle quali essi stessi<br />

provenivano. Le consideravano la loro<br />

«opera del cuore» e uno strumento particolarmente<br />

efficace per far conoscere,<br />

amare e servire Maria e per educare i<br />

cristiani alla fede, soprattutto i ragazzi e<br />

i giovani. Da queste esigenze apostoliche<br />

sono nate le numerose opere di educazione<br />

che i marianisti conducono un po'<br />

dappertutto nel mondo, vivendo la loro<br />

consacrazione a Dio sotto forma di alleanza<br />

con la Madre sua.<br />

La prova della croce<br />

Gli ultimi anni del fondatore furono<br />

duri e crocifiggenti, perché venne a trovarsi<br />

solo ed emarginato a causa di malintesi<br />

e incomprensioni con alcuni religiosi<br />

che avrebbero dovuto essere i suoi<br />

più stretti collaboratori. Egli sopportò<br />

tutto con spirito di fede e di rassegnazione<br />

alla volontà divina, senza mai perdere<br />

la fiducia nella protezione materna<br />

di Maria.<br />

Mai dubitò della vittoria finale della<br />

Madre di Dio sulle forze del male. Ormai<br />

avanzato negli anni e quasi cieco, si<br />

faceva accompagnare da un novizio alla<br />

statua dell'Immacolata nel giardino del<br />

noviziato di San Lorenzo a Bordeaux e,<br />

toccando la testa del serpente infernale<br />

riprodotto sotto il tallone della Vergine,<br />

ripeteva: «Ti ha schiacciato il capo e te<br />

lo schiaccerà sempre!».<br />

Il 22 gennaio del 1850, il beato Guglielmo<br />

Giuseppe Chaminade concludeva<br />

i suoi giorni terreni a Bordeaux nella<br />

sua residenza accanto alla chiesa della<br />

Madeleine.<br />

Insegnamento mariano<br />

del beato<br />

L'insegnamento mariano dello Chami-<br />

nade oscilla tra due verità universalmente<br />

riconosciute dalla tradizione cristiana,<br />

senza che siano state solennemente definite<br />

dal magistero ecclesiale. Si tratta<br />

della maternità spirituale della Vergine<br />

nei confronti dei credenti e della sua<br />

missione apostolica nella Chiesa di tutti<br />

i tempi.<br />

Sono verità che emergono dalla sua<br />

concezione fortemente cristologica della<br />

fede. Egli era convinto che Gesù, per diventare<br />

il nostro Redentore, abbia intenzionalmente<br />

scelto la via di farsi Figlio<br />

di Maria, assumendo così una dimensione<br />

essenziale alla sua nuova condizione<br />

di Verbo Incarnato. Si comprende allora<br />

come la figura e il ruolo della Madre diventino<br />

indispensabili per accedere alla<br />

verità del Figlio. Scrive lo Chaminade:<br />

«Non si può conoscere il mistero di Gesù<br />

Cristo senza vedere la purissima Maria<br />

in tutta l'economia della religione. In<br />

questa economia Gesù Cristo ha tutto<br />

dispostoinmodotale che la Vergine santa<br />

partecipasse e cooperasse a tutto».<br />

Maria madre spirituale<br />

dei credenti<br />

In Gesù i credenti formano un unico<br />

corpo mistico e pertanto Maria è madre<br />

non solo del suo corpo fisico, ma anche<br />

del suo corpo mistico che è la Chiesa,<br />

alla quale noi apparteniamo come membra.<br />

Questa consolante verità, fattasi<br />

sempre più chiara nella coscienza del<br />

popolo cristiano specialmente a partire<br />

dai secoli del tardo Medio Evo, ha esercitato<br />

un fascino penetrante nel pensiero<br />

dello Chaminade. Egli vedeva la funzione<br />

materna di Maria inserita nella missione<br />

affidatale dal Signore nell'ambito<br />

della storia della salvezza e che aveva<br />

Il rito di beatificazione di Guglielmo Giuseppe Chaminade presieduto da Giovanni Paolo II in Piazza San Pietro (3 settembre 2000)<br />

come obiettivo primario la generazione<br />

umana del Verbo eterno<br />

È proprio nel mistero dell'Incarnazione<br />

che il nostro beato vede il fondamento<br />

della maternità spirituale della Vergine<br />

santa, perché la generazione del capo<br />

del corpo mistico comporta la generazione<br />

delle membra. Su questo punto<br />

però il pensiero chaminadiano esige<br />

un'interpretazione molto accurata per<br />

non deviare verso conclusioni inconciliabili<br />

con la dottrina della fede. Egli scrive<br />

che la Madre del Signore ha generato fisicamente<br />

il Redentore e spiritualmente<br />

tutti i redenti.<br />

Questa specie di generazione spirituale<br />

va sicuramente intesa in senso analogico,<br />

perché in senso vero e proprio è il<br />

Redentore che genera la Chiesa e i cristiani<br />

alla vita della grazia. Alcuni Padri<br />

hanno usato un'immagine molto efficace<br />

per descrivere questa realtà: richiamandosi<br />

alla nascita di Eva dal fianco di<br />

Adamo dormiente, affermavano che la<br />

Chiesa è nata sul Calvario dal costato<br />

aperto del Redentore. Nella Chiesa ogni<br />

cristiano è pure generato alla grazia dal<br />

Redentore.<br />

Se lo Chaminade parla di un vero e<br />

proprio concepimento spirituale delle<br />

membra del Corpo mistico da parte di<br />

Maria, lo fa nel senso che i fedeli, uniti<br />

al Capo dalla sua grazia, formano un<br />

unico corpo con lui; e infatti sarebbe inconcepibile<br />

che un capo venisse concepito<br />

senza le sue membra. Pertanto<br />

quello di Maria è un concepimento in<br />

cui interviene una causalità di natura<br />

morale, nel senso che Maria concepisce<br />

i credenti con la forza del suo amore di<br />

madre. L'idea era già stata espressa da<br />

Agostino e il Vaticano II l'ha fatta sua<br />

nella Lumen gentium, dove si dice che<br />

«alla rigenerazione e formazione dei fedeli<br />

Maria coopera con amore di madre»<br />

(n. 63).<br />

La maternità spirituale di Maria, già<br />

effettiva nel mistero nell'Incarnazione, è<br />

stata solennemente proclamata da Gesù<br />

al Calvario, quando disse a Maria: «Donna,<br />

ecco tuo figlio», e all'apostolo Giovanni:<br />

«Ecco tua madre» (Gv 19, 26). Il<br />

Padre Chaminade paragona questi due<br />

momenti della storia della salvezza al<br />

concepimento corporeo e alla nascita<br />

dell'essere umano. La scena del Calvario<br />

aiuta a meglio comprendere come anche<br />

la maternità spirituale di Maria sia<br />

un grande dono lasciatoci dal Redentore<br />

pochi istanti prima di morire, quasi a titolo<br />

di legato testamentario.<br />

La Vergine santa esercita la sua maternità<br />

nei nostri riguardi donandoci Cristo,<br />

nostra salvezza e nostra vita, e aiutandoci<br />

a farlo crescere in noi fino a farci<br />

raggiungere l'età del cristiano maturo,<br />

così che Cristo possa essere «tutto in<br />

tutti» (Col 3, 11). L'amore materno della<br />

beata Vergine per noi attinge vigore e<br />

tenerezza dal fatto che in noi ella vede e<br />

ama il suo stesso Primogenito.<br />

La missione apostolica<br />

di Maria<br />

L'importanzachequestaverità assume<br />

agli occhi del nostro beato si spiega con<br />

il fatto che egli riconosce in essa il motivo<br />

ispiratore e la ragione che giustifica<br />

tutta la sua attività apostolica e quella<br />

delle sue istituzioni. Per missione apostolica<br />

di Maria egli intende «quel mandato<br />

che ella ha ricevuto da Dio di convertire<br />

e di santificare le anime per farle<br />

vivere di Gesù Cristo; ciò che è propriamente<br />

il compito di ogni apostolo».<br />

Chaminade espone questa dottrina<br />

nella lettera circolare del 24 agosto 1839<br />

ai predicatori marianisti degli esercizi<br />

spirituali: «Tutte le età sono segnate dalle<br />

battaglie e dai gloriosi trionfi dell'au-<br />

gusta Maria. Da quando il Signore ha<br />

posto l'inimicizia tra lei e il serpente infernale<br />

(cfr Gn 3, 15), ella ha costantemente<br />

vinto il mondo e l'inferno. Tutte<br />

le eresie — ci dice la Chiesa — hanno<br />

piegato la fronte davanti alla Vergine<br />

santissima e poco a poco le ha ridotte al<br />

silenzio del nulla».<br />

Dal testo citato emerge con chiarezza<br />

l'intenzione di cercare nella Scrittura e<br />

nella voce della Chiesa la legittimazione<br />

di questa verità. Nel trattato su La conoscenza<br />

di Maria spiega più diffusamente<br />

come la missione apostolica di<br />

Maria consista in una peculiare partecipazione<br />

all'opera salvifica di Cristo, il<br />

quale ha deciso di attribuire alla Madre<br />

un ruolo diretto nell'apostolato della<br />

Chiesa di oggi.<br />

Ella quindi, come Madre degli uomini,<br />

vuole che tutti ricevano la salvezza<br />

dal Figlio suo: «L'ambizione della Vergine<br />

santa — se è consentito attribuire<br />

questo termine alla più santa delle creature<br />

— è che tutti i figli generati dopo<br />

Gesù dalla sua carità, gli siano totalmente<br />

uniti, in modo da formare con lui un<br />

solo Figlio, un solo Gesù Cristo».<br />

Il beato Chaminade non nutriva dubbi<br />

sul ruolo reale e dinamico di Maria nell'apostolato<br />

futuro della Chiesa. Il 16<br />

settembre del 1838, presentando a Gregorio<br />

XVI i suoi due istituti religiosi,<br />

scriveva: «Questi due Ordini hanno preso,<br />

come nome distintivo, quello dell'augusta<br />

Maria. Possano essi farla conoscere,<br />

lodare e amare in tutto il mondo,<br />

perché sono intimamente convinto che<br />

Nostro Signore ha riservato alla sua santa<br />

Madre la gioia di essere il sostegno<br />

particolare della Chiesa in questi ultimi<br />

tempi».<br />

Nella sua mente la missione di Maria<br />

acquista dei connotati precisi di lotta<br />

vittoriosa contro i mali della società<br />

umana. Scriveva ancora con una terminologia<br />

che risente fortemente la mentalità<br />

del suo tempo: «Noi crediamo che<br />

all'augusta Madre di Dio — la quale sola,<br />

secondo la Chiesa, ha vinto tutte le<br />

eresie — sono riservati nel nostro tempo<br />

una grande vittoria e un bel trionfo sugli<br />

sforzi congiunti del filosofismo moderno,<br />

dell'indifferenza religiosa che ne deriva<br />

e dell'inferno che li ha vomitati dal<br />

pozzo dell'abisso».<br />

La storia dei nostri giorni sembra confermare<br />

le intuizioni profetiche del beato,<br />

giacché la Vergine santa sta diventando<br />

nella Chiesa un polo di attrazione<br />

sempre più irresistibile che richiama gli<br />

esseri umani alla salvezza in Cristo.<br />

Possiamo dire che anche il beato Giovanni<br />

XXIII abbia confermato la visione<br />

profetica dello Chaminade quando scrisse:<br />

«È sempre Maria a mostrare Gesù<br />

come a Betlemme, attirando le anime a<br />

lui. Per questo continueremo a pregare<br />

perché ella avvalori le preghiere del<br />

Successore di Pietro, dei Vescovi e di<br />

tutto il popolo cristiano, “assidui e concordi<br />

nella preghiera... con Maria la<br />

Madre di Gesù” (At 1, 14). Così si rinnoverà<br />

il prodigio come di una novella<br />

Pentecoste».<br />

L'impegno mariano<br />

dei fedeli<br />

L'atteggiamento del credente nei confronti<br />

di Maria deve ispirarsi il più possibile<br />

a quello di Gesù, che rimane sempre<br />

il modello supremo nella pratica di<br />

tutte le virtù. Ma lo Chaminade pone<br />

l'accento su una di queste virtù praticate<br />

dal Figlio di Dio fattosi Figlio di Maria:<br />

«Il suo amore per la Vergine santa,<br />

nel cui seno è stato concepito, ha dimorato<br />

nove mesi e dalla quale è nato. Egli<br />

l'ha associata a tutti i suoi misteri e l'ha<br />

resa madre di tutti quelli che sarebbero<br />

stati rigenerati in lui».<br />

Per conseguenza i cristiani, come figli,<br />

hanno il dovere di amarla, imitando<br />

il divino Modello, perché «Gesù ama teneramente<br />

la Madre sua e noi non sapremmo<br />

fargli cosa più gradita che<br />

amarla e onorarla come fa Egli stesso».<br />

Il cristiano dovrebbe arrivare al punto di<br />

poter dire parafrasando l'Apostolo: «Io<br />

amo Maria; meglio: Non sono io che l'amo,<br />

è il Cristo che l'ama in me».<br />

Pertanto, secondo il nostro beato, la<br />

pietà filiale del cristiano verso Maria deve<br />

essere una partecipazione a quella<br />

dello stesso Gesù.<br />

Egli non manca di proporre una traduzione<br />

pratica dell'amore filiale verso<br />

Maria in termini di vita vissuta. Pregarla,<br />

onorarla, imitare la sua vita e le sue<br />

virtù, nutrire una fiducia filiale nei suoi<br />

riguardi, vivere in unione con lei, obbedire<br />

a lei, lasciarsi docilmente educare<br />

da lei alla fede e alla vita cristiana, sono<br />

tutti atteggiamenti propri di un vero figlio<br />

verso una tale Madre.<br />

Ma la dimensione della pietà filiale<br />

che il beato raccomanda con particolare<br />

insistenza, consiste nella partecipazione<br />

alla missione apostolica di lei. Questa disposizione<br />

può spingere il credente fino<br />

al punto di consacrare la sua vita a Dio<br />

attraverso lei e stringere con lei una vera<br />

e propria alleanza, al fine di operare<br />

con maggiore efficacia per la gloria di<br />

Dio e la salvezza delle anime.<br />

Il beato Chaminade vedeva l'attuazione<br />

pratica di questa alleanza nella consacrazione<br />

pronunciata dai suoi congregati<br />

e più ancora dai membri dei suoi<br />

due istituti religiosi.<br />

Tuttavia egli la raccomandava a tutti i<br />

cristiani, come attuazione degli impegni<br />

assunti nel battesimo, dal momento che<br />

ogni consacrazione a Maria non è altro<br />

che una esplicitazione della consacrazione<br />

battesimale.


ASIA<br />

PAGINA<br />

7 .<br />

Il cammino<br />

della Chiesa<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Sabato 20 Gennaio 2001<br />

THAILANDIA Seconda Assemblea della «Pastorale Integrale Asiatica»<br />

Un nuovo modo di essere Chiesa<br />

all'inizio del Terzo Millennio<br />

Si è tenuta recentemente a Sam<br />

Phran, in Thailandia, la seconda Assemblea<br />

Generale della «Pastorale Integrale<br />

Asiatica» cui hanno preso parte Vescovi,<br />

sacerdoti, religiosi e laici. L'obiettivo<br />

dell'importante assise è stato anzitutto<br />

quello di ribadire la necessità di diffondere<br />

il messaggio del Vangelo capillarmente,<br />

a beneficio dei diversi strati della<br />

popolazione.<br />

Al termine dell'Assemblea, i partecipanti,<br />

sulla base delle testimonianze e<br />

dei contenuti emersi durante i lavori,<br />

hanno redatto un documento che sintetizza<br />

i principali orientamenti e le diverse<br />

prospettive in riferimento ai quali<br />

realizzare una sempre più efficace testimonianza<br />

di fede.<br />

Il tema di fondo è stato: «Un nuovo<br />

modo di essere Chiesa nel nuovo Millennio».<br />

I partecipanti sono convenuti da<br />

vari Paesi del Continente, tra i quali il<br />

Bangladesh, l'India, l'Indonesia, le Filippine.<br />

Partendo dal principio che la Chiesa<br />

deve essere simbolo e strumento di<br />

comunione, nel documento si sottolinea<br />

l'esigenza di rafforzare la collaborazione<br />

tra le diverse realtà attive nell'impegno<br />

di testimonianza.<br />

Essere strumenti<br />

di comunione<br />

Obiettivo, questo, realizzabile definendo<br />

meglio l'organizzazione di strutture<br />

ed organismi diretti a tenere viva la<br />

«fiamma» dell'apostolato.<br />

La Chiesa — si legge nel testo — deve<br />

essere «comunione di comunità», all'interno<br />

della quale intessere un costante<br />

dialogo di amore e di carità, grazie sempre<br />

al sostegno che viene dallo Spirito<br />

Santo. A tale riguardo si evidenzia che,<br />

con lo sguardo rivolto al passato, si può<br />

apprezzare con più chiarezza il fondamentale<br />

contributo di grazia legato alla<br />

presenza dello Spirito Santo, senza il<br />

quale «certi traguardi pastorali non sarebbero<br />

stati raggiungibili».<br />

Ecco allora l'interiore esigenza di affidarsi<br />

sempre più ad esso nel momento<br />

in cui, nel nuovo Millennio, ci si accinge<br />

a rinnovare, con più salda determinazione,<br />

l'opera di evangelizzazione. Lo Spirito<br />

Santo viene definito, sulla base dell'«Ecclesia<br />

in Asia», come «il primo<br />

agente dell'evangelizzazione».<br />

Un forte accento viene posto sulla<br />

Chiesa locale, e sul suo ruolo nell'ambito<br />

dell'azione di annuncio. Per la crescita<br />

spirituale del territorio — si afferma<br />

— la Chiesa locale è «via privilegiata»<br />

per approdare ad un alto livello di evangelizzazione.<br />

In questo contesto si inserisce l'opera<br />

dei sacerdoti, dei parroci e, ugualmente<br />

importante, l'azione dei laici, chiamati<br />

ad essere sempre più «araldi» del Vangelo.<br />

Si sottolinea poi che secondo le finalità<br />

proprie dell'«A.S.I.P.A.», un'attenzio-<br />

BANGLADESH Convegno dell'«Associazione per lo Sviluppo Umano»<br />

Sconfiggere la costante minaccia<br />

dello sfruttamento e dell'emarginazione<br />

L'«Associazione Asiatica per lo Sviluppo<br />

Umano» ha recentemente approvato<br />

a Dhaka, in Bangladesh, un nuovo progetto<br />

diretto a migliorare le condizioni<br />

di vita di donne e bambini in varie regioni<br />

del Continente.<br />

L'iniziativa nasce anzitutto dall'intento<br />

di venire incontro a quelle persone<br />

sulle quali grava la costante minaccia<br />

dello sfruttamento e dell'emarginazione.<br />

In Bangladesh questo fenomeno è diffuso<br />

e da tempo la Chiesa, con la collaborazione<br />

di movimenti e associazioni<br />

impegnati nel sociale, sta cercando con<br />

spirito di perseveranza di arginarlo. Alo<br />

Benedict D'Rozario, uno dei membri<br />

della Commissione esecutiva dell'«Associazione<br />

Asiatica per lo Sviluppo Umano»,<br />

spiega che in varie zone del Paese<br />

si stanno promuovendo incontri di studio<br />

e di riflessione per sensibilizzare le<br />

coscienze su questo delicato problema e<br />

per trovare adeguate e mirate strategie<br />

di intervento.<br />

L'«Associazione Asiatica per lo Sviluppo<br />

Umano» comprende ventitrè agenzie<br />

di sviluppo, molte delle quali legate e<br />

gemellate con i centri della Caritas attivi,<br />

oltre che in Asia, in Europa, in Canada,<br />

in Australia, in Nuova Zelanda.<br />

Ogni agenzia ha un suo rappresentante<br />

appartenente all'«Associazione Asiatica<br />

per lo Sviluppo Umano». Questo rappresentante<br />

è responsabile di trasmettere<br />

ai centri locali le decisioni che vengono<br />

prese nelle assemblee regionali e nazionali.<br />

Nell'ultima riunione plenaria i partecipanti<br />

si sono articolati in tre gruppi, e<br />

hanno avuto il compito di esporre la<br />

situazione dei diversi Paesi di provenienza.<br />

Si è trattato di un confronto utile e<br />

costruttivo, che ha permesso di definire<br />

meglio alcune progettualità in attesa di<br />

ne particolare va dedicata agli «ultimi»,<br />

ai poveri, ai più bisognosi. Queste persone<br />

— si legge nel documento — devono<br />

essere illuminate dalla luce del Vangelo,<br />

affinché esse possano guardare alla vita<br />

con serenità e con fiducia.<br />

In questo impegno ben si inscrive il<br />

servizio a sostegno della promozione<br />

umana di ogni individuo, a partire dai<br />

più svantaggiati.<br />

Nel testo si rileva poi che in sempre<br />

più diocesi e parrocchie è dato di riscontrare<br />

un deciso sforzo ad «essere<br />

sempre più Chiesa», nel segno di una<br />

solida e partecipata collegialità.<br />

Percorrere<br />

la via del dialogo<br />

Lungo questa via le varie comunità<br />

cristiane maturano la consapevolezza<br />

della necessità di alimentare i valori del<br />

dialogo e del confronto. Il documento fa<br />

riferimento agli insegnamenti del Concilio<br />

Vaticano II relativi alla famiglia.<br />

Al riguardo si ribadisce che essa, in<br />

qualità di Chiesa domestica, rappresenta<br />

la «cellula basilare» da cui partire per<br />

edificare un'autentica civiltà dell'amore.<br />

Al contempo essa costituisce un labo-<br />

essere tradotte in realtà. Durante la riunione<br />

è stata ribadita l'esigenza di aiutare<br />

le donne ad inserirsi in modo fattivo<br />

nel tessuto sociale, grazie ad un lavoro<br />

stabile e ad una altrettanto stabile assistenza<br />

sociale.<br />

Questi due fattori — hanno affermato<br />

i partecipanti all'incontro — costituiscono<br />

due riferimenti imprescindibili cui legare<br />

una concreta strategia di intervento<br />

a sostegno delle donne a rischio. In questo<br />

senso una preziosa azione viene svolta<br />

dagli operatori e dai volontari della<br />

Caritas del Bangladesh.<br />

Essi seguono con costante attenzione<br />

giovani donne che vivono situazioni di<br />

difficoltà, danno loro assistenza sottraendole<br />

dal rischio della prostituzione.<br />

Sull'importanza rivestita dalla riunione<br />

pone l'accento il capo del «Dipartimento<br />

di Ricerca e di Educazione» della<br />

Caritas del Pakistan.<br />

Questa assemblea — afferma — ha<br />

permesso di venire a conoscenza di molte<br />

cose nuove, e sicuramente, sulla base<br />

delle nuove cognizioni acquisite, la Caritas<br />

in Pakistan potrà ancora meglio qualificare<br />

la sua attività. Lo sfruttamento<br />

di donne e bambini — rileva Abid Gulzar<br />

— è purtroppo un fenomeno comune<br />

a molti Paesi dell'Asia.<br />

Ecco allora l'importanza di queste periodiche<br />

assemblee, le quali permettono,<br />

attraverso un costruttivo e aperto confronto,<br />

di realizzare un approccio corale<br />

nei riguardi di una questione che investe<br />

parimenti molte zone e regioni.<br />

Sull'importanza di una adeguata formazione<br />

umana e culturale dei bambini<br />

pone l'accento Haridas Varikottil Raman,<br />

appartenente alla Caritas dell'India.<br />

Un sistema adeguato di scolarizzazione<br />

— rileva — permetterebbe di sottrarre<br />

tanti adolescenti dalle strade e, di<br />

L'Arcivescovo di Calcutta, Mons. Henry Sebastian<br />

D'Souza, ha invitato i fedeli ad un più capillare<br />

impegno di educazione cristiana a fronte<br />

della «progressiva erosione» dei diritti umani<br />

che si riscontra in varie regioni del Continente.<br />

Durante un incontro svoltosi nei giorni scorsi<br />

a Calcutta, dedicato al tema del rispetto dei diritti<br />

fondamentali dell'individuo, il Presule ha richiamato<br />

l'esigenza di promuovere ulteriori sforzi<br />

affinché religiosi e laici, impegnati attivamen-<br />

La miseria di cui sono vittime donne e bambini è una delle «piaghe» del Continente<br />

Tale fenomeno è stato uno dei temi affrontati durante l'Assemblea<br />

ratorio dove mettere a punto gli strumenti<br />

diretti a forgiare le fondamenta di<br />

un'adeguata formazione cristiana. A<br />

questo punto — si sottolinea — anche la<br />

società nel suo insieme verrà beneficiata<br />

dall'opera di evangelizzazione intessuta<br />

nell'ambito familiare.<br />

Un altro aspetto analizzato nel documento<br />

riguarda la necessità di rafforzare<br />

il connubio tra fede e cultura. Si sottolinea<br />

il bisogno di incarnare il Vangelo<br />

nelle diverse realtà sociali anche attraverso<br />

un mirato approccio culturale, in<br />

grado di valorizzare il patrimonio spirituale<br />

proprio del Continente asiatico.<br />

Ecco allora che il versante squisitamente<br />

«umanistico» viene arricchito, in modo<br />

significativo, dai talenti di una tradizione<br />

religiosa volta a promuovere la dignità<br />

e la libertà di ogni persona.<br />

Quello della «missione» è un altro<br />

aspetto valutato con attenzione nel documento.<br />

La missione — si legge — deve<br />

coinvolgere direttamente religiosi e<br />

laici, uomini e donne. Tuttavia occorre<br />

evitare che il coinvolgimento sia «superficiale»<br />

o «solo emotivo».<br />

Esso deve essere, invece, nutrito da<br />

una solida formazione catechetica, che<br />

conseguenza, da tutti quei rischi nocivi<br />

che si legano a situazioni di forte disagio<br />

e indigenza.<br />

D'Rozario richiama gli aspetti attinenti<br />

allo sviluppo ambientale, nella consapevolezza<br />

che migliorando, attraverso<br />

determinate strutture e progetti, la qualità<br />

della vita nel suo insieme, ne beneficerebbero<br />

in primo luogo le fasce di popolazione<br />

più vulnerabili e indifese, appunto<br />

donne e bambini.<br />

Gli fa eco Padre Sagayaray, membro<br />

del «Centro dello Sviluppo Sociale ed<br />

Economico» dei Vescovi dello Sri Lanka,<br />

ed uno degli operatori della Caritas<br />

del Paese.<br />

Egli rileva che anche una sana educazione<br />

al rispetto dell'ambiente può configgurarsi<br />

quale utile strumento per promuovere<br />

il rispetto della persona, in primo<br />

luogo di coloro che sono svantaggiati.<br />

Non si parla mai troppo e non si fa<br />

mai abbastanza — sottolinea — in riferimento<br />

all'esigenza di tutelare i diritti di<br />

ogni uomo, soprattutto quando essi sono<br />

minacciati dall'egoismo, dall'ingiustizia,<br />

dall'indifferenza.<br />

Thelma Irene Rozario, dell'«Associazione<br />

Asiatica per lo Sviluppo Umano»<br />

richiama la necessità di una fattiva «cooperazione»<br />

a livello internazionale, nella<br />

consapevolezza che un Paese, da solo,<br />

non può affrontare con efficacia e con<br />

risultati duraturi un fenomeno complesso<br />

e spinoso come quello dello sfruttamento<br />

di donne e bambini.<br />

All'inizio del nuovo Millennio — sottolinea<br />

— la sfida a debellare lo sfruttamento<br />

non può non costituire, in queste<br />

regioni, una priorità, con la speranza<br />

che in breve tempo, grazie ad una cooperazione<br />

di vasto e solido respiro, possano<br />

essere raccolti cospicui frutti.<br />

India: l'Arcivescovo D'Souza in difesa dei diritti umani<br />

te nelle diverse realtà sociali, contribuiscano a<br />

tutelare anzitutto coloro che vivono nel bisogno<br />

e sono emarginati.<br />

Nello svolgere l'intervento sul tema «Una più<br />

alta educazione cristiana nel Terzo Millennio»<br />

l'Arcivescovo D'Souza ha posto l'accento sul fatto<br />

che occorre sempre più sensibilizzare la gente<br />

sull'autentico significato della vita, dono di<br />

Dio, inviolabile e sacro. Una più chiara consapevolezza<br />

di questa verità — ha rilevato il Presule<br />

anzitutto motivi l'adesione alla generosa<br />

opera di annuncio.<br />

Negli ultimi tempi in varie Diocesi del<br />

Continente si è registrato un più forte<br />

impegno nell'ambito della missione, nella<br />

consapevolezza che l'annuncio del<br />

Vangelo non deve essere limitato al proprio<br />

peculiare contesto di vita, ma deve<br />

allargarsi ad altri ambiti e realtà, secondo<br />

le caratteristiche di una vera testimonianza<br />

itinerante.<br />

L'adozione di nuovi programmi di<br />

formazione per la missione — si legge<br />

nel testo — da parte delle diocesi in risposta<br />

ai bisogni locali, ha creato un<br />

profondo senso di speranza e un rinnovato<br />

sentimento di fiducia nella realizzazione<br />

dei progetti pastorali futuri.<br />

Nel capitolo dedicato alle «sfide», il<br />

documento fa riferimento all'esigenza di<br />

radicare «l'armonia» anzitutto laddove è<br />

dominante la «diversità».<br />

È una sfida da vincere in funzione di<br />

una crescita spirituale completa e integrale,<br />

capace di inserire, in felice sintesi,<br />

gli elementi vivi e positivi appartenenti<br />

alla varie culture e alle diverse tradizioni.<br />

Armonia che quindi deve identificarsi<br />

nella capacità di ascolto e di dialogo,<br />

nella consapevolezza che tutti sono impegnati<br />

per la causa comune.<br />

Nel documento si fa poi riferimento<br />

alla volontà di seguire fedelmente gli inviti<br />

e i consigli dati dai Vescovi dell'Asia,<br />

diretti ad alimentare l'impegno di fede.<br />

I fedeli si devono «immergere» nel<br />

processo di rinnovamento della Chiesa,<br />

ad ogni livello, per essere essi stessi<br />

«strumenti privilegiati» di comunione.<br />

Al contempo nel documento si rivolge<br />

un invito ai Vescovi affinché proseguano,<br />

con la consueta tenacia, nel cammino<br />

pastorale fin qui promosso, allo scopo<br />

di continuare nel nuovo Millennio sia<br />

a mietere sia a raccogliere i frutti.<br />

Vincere la tendenza<br />

all'egoismo<br />

Un invito è anche formulato ai membri<br />

dei movimenti e delle associazioni<br />

impegnate in opere di solidarietà. Quest'opera<br />

deve essere tutelata in tutto il<br />

suo valore, poiché in un mondo troppo<br />

spesso segnato dall'egoismo e dalla sopraffazione,<br />

l'amore e la carità per il<br />

prossimo sofferente rappresentano un<br />

«tesoro» da custodire e da esaltare.<br />

Il testo sottolinea anche l'apporto che<br />

deve essere garantito dai mezzi di comunicazione<br />

di massa, chiamati a diffondere<br />

il Vangelo secondo le proprie<br />

caratteristiche e competenze.<br />

Nella conclusione il documento rinnova<br />

l'invito ad approfondire l'impegno di<br />

comunione, a unire le forze e ad agire<br />

«nel segno della collegialità» ai fini di<br />

una duratura e capillare opera di annuncio<br />

nelle diverse regioni del Continente<br />

asiatico.<br />

PAKISTAN La significativa azione svolta dai giovani<br />

In prima linea per combattere<br />

la discriminazione sociale<br />

La lotta contro la discriminazione sociale<br />

deve cominciare nell'ambito della<br />

famiglia, luogo privilegiato in cui forgiare<br />

l'educazione umana e religiosa dei<br />

giovani. Su questo principio ha posto un<br />

forte accento l'incontro, svoltosi recentemente<br />

a Lahore, in Pakistan che ha visto<br />

riuniti numerosi studenti pakistani e<br />

nepalesi.<br />

L'introduzione ai lavori è stata curata<br />

da Cecil Chaudry, segretaria esecutiva<br />

del «National Christian Action Forum»<br />

in Pakistan. Se anche la più piccola unità<br />

familiare — ha detto — contribuisce<br />

a promuovere i valori fondamentali della<br />

persona, ogni altro settore vitale della<br />

società beneficerà grandemente di questa<br />

testimonianza.<br />

Il tema dell'incontro, scandito da incontri<br />

di studio e di riflessione, è stato:<br />

«La risposta degli studenti alla discriminazione<br />

sociale nel Sud dell'Asia». Tra i<br />

problemi che segnano le regioni del Sud<br />

dell'Asia vi è, come è stato ricordato durante<br />

i lavori, il fondamentalismo. Questo<br />

problema — ha rilevato Cecil Chaudry<br />

— va affrontato con la massima determinazione<br />

e con la massima consapevolezza.<br />

Ed è proprio dal contesto familiare<br />

che deve nascere e maturare questa<br />

determinazione e questa consapevolezza.<br />

Durante i lavori è intervenuto il direttore<br />

della Caritas del Pakistan-Lahore,<br />

Raymond Rozario, che si è rivolto ai<br />

giovani incoraggiandoli, anzitutto, a realizzare<br />

una testimonianza di solidarietà<br />

a beneficio di coloro che sono nel bisogno.<br />

Questa testimonianza — ha affermato<br />

Raymond Rozario — non ha bisogno di<br />

gesti speciali, se non quelli compiuti nella<br />

quotidianità, nel segno della completa<br />

gratuità.<br />

Un altro problema sul quale si è concentrata<br />

l'attenzione dei partecipanti è<br />

FILIPPINE Incontro della Famiglia Domenicana<br />

Completa dedizione<br />

alla pace dei cuori<br />

«Nuove voci per il nuovo Millennio: la<br />

famiglia Domenicana in missione insieme»:<br />

è questo il tema generale dell'incontro<br />

svoltosi recentemente a Manila,<br />

nelle Filippine, presso l'Università «Sant<br />

Tomas», che ha visto la partecipazione<br />

di più di 150 tra religiosi, religiose e laici<br />

provenienti da varie parti del mondo.<br />

Gli ambiti di riflessione e di studio<br />

hanno riguardato, in particolare, la giustizia,<br />

la pace, la preghiera, la formazione,<br />

gli strumenti di comunicazione. Anzitutto<br />

i numerosi partecipanti sono stati<br />

concordi nel sottolineare che tali ambiti<br />

devono essere considerati come essenziali<br />

nella prospettiva di un impegno di<br />

evangelizzazione che dall'inizio del nuovo<br />

millennio deve ricevere un ulteriore e<br />

vigoroso impulso. Al contempo è stata<br />

ribadita l'esigenza — come, del resto,<br />

posta in evidenza dal tema di fondo<br />

scelto per l'assemblea — di una sempre<br />

più salda unità della grande famiglia Domenicana,<br />

al fine di promuovere un'azione<br />

pastorale di annuncio efficace e<br />

capillare.<br />

Nel Continente la vasta e preziosa<br />

presenza dei Domenicani garantisce,<br />

nell'ambito dell'opera di evangelizzazione,<br />

un contributo costante e un solido<br />

punto di riferimento. L'assemblea, infatti,<br />

è servita anche a fare un utile bilancio<br />

dell'azione pastorale svolta in Asia<br />

dalla famiglia Domenicana.<br />

Durante i lavori si è fatto riferimento<br />

alla missione promossa in Viêt Nam dalle<br />

sorelle Domenicane. Esse si dedicano<br />

in particolare alla formazione religiosa e<br />

culturale dei giovani. Gestiscono alcune<br />

scuole, nell'ambito delle quali danno vita<br />

ad un intenso programma di studi. Il<br />

loro compito consiste poi nel lavoro di<br />

catechesi, al quale si legano anche accurati<br />

corsi per coppie di fidanzati che si<br />

preparano al matrimonio.<br />

Le religiose organizzano incontri di<br />

preghiera ai quali prendono parte numerosi<br />

fedeli, in particolari i giovani. Le religiose<br />

Domenicane, è stato ricordato<br />

durante l'incontro, hanno la responsabilità<br />

di 33 missioni, 18 delle quali sono<br />

dedicate alla cura dei disabili. In questo<br />

modo la missione svolta dalle religiose si<br />

qualifica, nel segno della generosità e<br />

dell'abnegazione, come completa e di<br />

vasto respiro.<br />

A tale riguardo è stato posto l'accento<br />

sul fatto che le religiose, aiutate anche<br />

dai fedeli laici, sono impegnate a portare<br />

la Comunione ai malati, spostandosi<br />

da una località all'altra, talvolta anche<br />

di notte, lungo sentieri spesso pieni di<br />

insetti, nonché di serpenti. Durante l'assemblea<br />

è stato messo in evidenza l'importante<br />

contributo offerto, nell'opera di<br />

evangelizzazione, dai laici legati alla famiglia<br />

Domenicana. Essi, nelle varie regioni<br />

del Continente, insegnano catechismo,<br />

aiutano i parroci e i sacerdoti nelle<br />

varie comunità parrocchiali sostenendo i<br />

diversi programmi pastorali.<br />

quello relativo alla situazione critica dei<br />

rifugiati, numerosi nele varie regioni del<br />

Continente. A tale riguardo l'impegno di<br />

solidarietà deve essere prioritario, in<br />

funzione di un'accoglienza diretta a garantire<br />

un inserimento sereno e costruttivo<br />

nel tessuto sociale e civile.<br />

Molti studenti che hanno partecipato<br />

all'incontro sono impegnati in un'azione<br />

itinerante nella periferia di Lahore. Essi<br />

si recano in queste zone per vedere da<br />

vicino le diverse realtà sociali, spesso e<br />

tristi e gravi, che segnano il territorio.<br />

Si tratta di un impegno di sensibilizzazione<br />

che nel tempo ha dato buoni frutti,<br />

dal momento che è cresciuto il numero<br />

dei giovani coinvolti in quest'opera<br />

di testimonianza. Essi prendono conoscenza<br />

delle varie situazioni di dolore<br />

e di disagio e cercano di alleviare, anzitutto<br />

con il senso di una presenza amica,<br />

lo sconforto di persone che vivono il<br />

dramma dell'emarginazione.<br />

Va allo stesso tempo sottolineato che<br />

alcuni studenti pakistani presenti all'incontro<br />

sono stati essi stessi vittime di atteggiamenti<br />

e di situazioni di discriminazione,<br />

che hanno condizionato non poco<br />

la loro vita quotidiana.<br />

L'esperienza personale di questi giovani,<br />

proposta come segno eloquente e<br />

rappresentativo durante i lavori, ha costituito<br />

quindi un momento molto significativo,<br />

che ha portato i partecipanti a<br />

fare ciascuno un'attenta riflessione.<br />

All'incontro è intervenuto Padre Bonnie<br />

Mendes, sacerdote pakistano della<br />

Diocesi di Faisalabad, che ha posto l'accento<br />

sul significato e sul valore del rispetto<br />

dei diritti umani nella vita quotidiana,<br />

negli ambiti della famiglia, della<br />

scuola e del luogo di lavoro. Infatti, ha<br />

rilevato, in tali contesti spesso questi diritti<br />

non sono adeguatamente tutelati, a<br />

scapito di un sereno e proficuo rapporto<br />

interpersonale.<br />

— non può non portare anche ad uno stile di testimonianza<br />

che si distingue proprio per la tensione<br />

a tutelare i diritti della persona, anzitutto<br />

di coloro che sono nel bisogno.<br />

Si parla tanto di progresso in questi tempi, —<br />

ha affermato l'Arcivescovo — ma il progresso<br />

reale e giusto è solo quello che muove dal rispetto<br />

della vita e della persona, e che non va<br />

nella direzione opposta, minacciando sia l'una<br />

che l'altra.<br />

È stato sottolineato che il Viêt Nam è<br />

il Paese in cui si registra il maggior numero<br />

di laici Domenicani. Padre Joseph<br />

Nguyen Duc Hoa, dell'Arcidiocesi di<br />

Thành-Phô Hô Chí Minh, Hôchiminh<br />

Ville, ha rilevato che periodicamente i<br />

religiosi domenicani e i laici organizzano<br />

incontri, durante i quali essi pregano in<br />

spirito di profonda comunione e alimentano<br />

un costruttivo dialogo in funzione<br />

di strategie sempre più efficaci a sostegno<br />

dell'opera di annuncio.<br />

Sull'importanza di questa collaborazione<br />

si è soffermato Padre Kevin Toomey,<br />

«Dominican Asia-Pacific coordinator».<br />

Il religioso ha sottolineato che questi<br />

«meccanismi di cooperazione» hanno<br />

saputo dare nel tempo frutti cospicui.<br />

L'auspicio è che nel futuro, in virtù di<br />

una collaborazione sempre più fattiva, i<br />

frutti possano essere ancora più copiosi.<br />

Al costruttivo rapporto di lavoro fra<br />

religiosi, religiose e laici ha fatto riferimento<br />

suor Mary Grace Mulakara<br />

Chandy, con particolare riguardo alla situazione<br />

in India. Anche qui — ha detto<br />

la religiosa — è molto viva e seguita<br />

questa collaborazione. Al contempo ella<br />

ha fatto riferimento alla limitata disponibilità<br />

di fondi che si riscontra e che<br />

spesso condiziona la definizione e la realizzazione<br />

di specifici e ben mirati progetti<br />

pastorali.<br />

Suor Mary Grace Mulakara Chandy<br />

sottolinea poi che la famiglia Domenicana<br />

ha chiaramente compreso che la<br />

«creatività» e «l'innovazione» sono fattori<br />

quanto mai importanti nel contesto<br />

dell'opera di evangelizzazione. Da qui la<br />

fondamentale esigenza di promuovere,<br />

anzitutto, incontri di studio che raccolgono<br />

il maggior numero di membri della<br />

famiglia Domenicana al fine di approntare<br />

efficaci strategie di intervento<br />

nell'ottica di un adeguato aggiornamento,<br />

al mutare di tempi, dell'azione di annuncio.<br />

Sull'impegno in favore della giustizia<br />

e della pace ha posto l'accento Padre<br />

Kevin Toomey, sottolineando che gli<br />

aspetti legati all'una e all'altra devono rivestire<br />

la priorità. Questo impegno viene<br />

promosso dalla famiglia Domenicana dedicando<br />

particolare attenzione al dialogo<br />

interreligioso e al rispetto dei fondamentali<br />

diritti umani. In questo senso i Domenicani<br />

— è stato ricordato durante i<br />

lavori dell'assemblea — alimentano una<br />

costante azione a tutela dei più deboli e<br />

dei poveri. La loro presenza è accanto<br />

ai sofferenti, in particolare ai malati di<br />

AIDS.<br />

Sulla situazione nelle Filippine si è<br />

soffermato il Provinciale, Padre Quirico<br />

Pedregosa, che ha ricordato che il Paese<br />

reca con sé il bagaglio di un processo di<br />

colonizzazione che non sempre ha sortito<br />

effetti positivi. I Domenicani attivi<br />

nelle Filippine — ha detto Padre Pedregosa<br />

— lavorano intensamente al fine di<br />

promuovere una considerazione sempre<br />

più attenta nei riguardi degli indigeni.<br />

Allo stesso tempo essi si prodigano per<br />

rendere ancora più forti e saldi i legami<br />

tra le varie comunità religiose nel territorio.<br />

Nel suo intervento Padre Timothy<br />

Radcliffe, Maestro dei Frati Predicatori,<br />

ha posto l'accento sull'esigenza di dare<br />

priorità ad una «solida formazione» in<br />

tutti i settori dell'azione pastorale. Tale<br />

formazione deve riguardare gli studi teologici,<br />

nella prospettiva di una più «approfondita<br />

spiritualità» e nel segno di un<br />

lavoro collegiale finalizzato ad una sempre<br />

migliore qualità ed efficacia dell'opera<br />

di missione.<br />

Padre Radcliffe ha invitato ad un intelligente<br />

uso di Internet, in modo da favorire<br />

la conoscenza reciproca dei membri<br />

della famiglia Domenicana, della loro<br />

azione e del loro lavoro. Un rilievo<br />

che si inserisce nel contesto della valorizzazione<br />

dei mezzi di comunicazione<br />

quale via importante ai fini della diffusione<br />

del messaggio evangelico e dell'ottimizzazione<br />

delle caratteristiche dell'impegno<br />

pastorale.<br />

Durante l'assemblea è stata ricordata<br />

la presenza del Centro Domenicano internazionale<br />

di volontari, recentemente<br />

istituito, che viene a configurarsi quale<br />

ulteriore tassello di un prezioso mosaico<br />

in cui si riconosce la missione della famiglia<br />

Domenicana.<br />

L'assemblea era stata aperta dalla<br />

Santa Messa celebrata dal Cardinale Jaime<br />

L. Sin, Arcivescovo di Manila. Nell'omelia<br />

il Porporato ha ricordato l'esigenza<br />

da parte dell'Ordine dei Frati Predicatori<br />

di camminare sempre lungo il<br />

cammino dell'unità e dell'armonia, allo<br />

scopo di consolidare, su basi sempre più<br />

solide, una visione pastorale organica e<br />

di ampio respiro. Questo spirito di comunione<br />

— ha rilevato il Cardinale Sin<br />

— deve essere anche diretto ad affermare<br />

e a radicare concordia anche tra il<br />

prossimo, anche tra quelle persone alle<br />

quali i Domenicani si dedicano con cura<br />

e attenzione. Il Porporato ha quindi invitato<br />

i membri dell'Ordine a perseverare<br />

nella missione a sostegno della formazione<br />

dei giovani e dell'assistenza ai poveri.<br />

Questa missione deve essere sempre<br />

svolta con amore, in spirito di servizio,<br />

nel segno della carità e della fratellanza.


A ROMA<br />

PAGINA<br />

8 .<br />

CARITAS Sono raddoppiate in due anni<br />

Aumentano le famiglie<br />

senza una fissa dimora<br />

Nel 2000 sono quasi<br />

raddoppiate, rispetto all’anno<br />

precedente, le famiglie<br />

con minori in tenera<br />

età, prive di alloggio<br />

che la notte dormono<br />

nelle strade della Capitale.<br />

La presenza di questa<br />

nuova tipologia di utenza<br />

è stata rilevata dal<br />

Servizio di Pronto Intervento<br />

Sociale Notturno<br />

ed i volontari del gruppo<br />

itinerante della Caritas<br />

Diocesana di Roma.<br />

Fino a qualche anno<br />

fa i soggetti che usufruivano<br />

dei servizi notturni<br />

erano prevalentemente<br />

malati psichici, tossicodipendenti,extracomunitari<br />

senza documenti. Ma<br />

dal 1999 è emersa una<br />

nuova condizione di po-<br />

vertà: la carenza alloggiativa di interi<br />

nuclei familiari, italiani e stranieri, che<br />

nonostante la presenza di minori dormono<br />

in strada.<br />

Nel ’99 su 726 casi trattati dal Servizio<br />

di Pronto Intervento Sociale 130 sono<br />

stati casi di nuclei familiari con minori;<br />

nel 2000 su 860 casi complessivi,<br />

250 sono stati di famiglie prive di alloggio.<br />

Nel ’99 in 14 casi le famiglie avevano<br />

bambini con meno di un anno, in 18<br />

casi tra uno e tre anni, in 17 casi da 3<br />

ad 8 anni. Nel 2000 i bambini fino ad un<br />

Vigile urbano<br />

arrestato<br />

per minacce<br />

a testimoni<br />

Un vigile urbano di Terracina (Latina),<br />

Antonio Trillò, di 39 anni, è stato<br />

arrestato, giovedì pomeriggio, con l’accusa<br />

di aver minacciato alcuni testimoni<br />

che nei mesi scorsi lo avevano denunciato<br />

per una vicenda di abusivismo edilizio.<br />

Il vigile — riferisce l'agenzia «Ansa»<br />

— era finito in carcere nell’agosto scorso<br />

per una vicenda di tangenti in cambio<br />

di mancati controlli su alcune costruzioni<br />

abusive e una volta agli arresti<br />

domiciliari aveva cominciato a lanciare<br />

le sue minacce.<br />

Trattandosi di testimoni, le persone<br />

prese di mira acquisiscono automaticamente<br />

— ha spiegato il pubblico ministero,<br />

Giuseppe Chinè — lo status di<br />

pubblici ufficiali, elemento che per l’accusa<br />

contestata al vigile urbano Trillò si<br />

è trasformato in una vera e propria aggravante.<br />

Le minacce si riferiscono, in particolare,<br />

a due episodi: in un primo caso,<br />

Trillò aveva mandato un familiare a<br />

chiamare un operaio di una ditta che lo<br />

aveva denunciato; nel secondo lo stesso<br />

Trillò aveva avvicinato, con l’autovettura<br />

di servizio, un altro operaio che aveva<br />

reso delle dichiarazioni nei suoi confronti.<br />

In entrambi i casi aveva intimato ai<br />

testimoni di ritrattare tutto, altrimenti<br />

avrebbero passato guai peggiori.<br />

Il giudice per le indagini preliminari,<br />

Aldo Morgigni, ha firmato quindi una<br />

nuova ordinanza di custodia cautelare<br />

eseguita, mercoledì, dai carabinieri di<br />

Terracina.<br />

Bloccato l'ufficio<br />

anagrafe a Guidonia:<br />

manca l'impiegato<br />

A Setteville di Guidonia si nasce, si<br />

muore e ci si sposa, ma non risulta perché<br />

manca chi lo certifica, ossia l’impiegato<br />

dello stato civile. Dall’estate scorsa<br />

non risultano cambiamenti nella popolazione.<br />

A sollevare la questione sono state<br />

alcuni coppie di giovani sposi che, alla<br />

nascita del primo figlio, si sono presentati<br />

nella delegazione comunale per<br />

chiedere la copia del certificato di famiglia.<br />

Ma non c’è stato niente da fare:<br />

del nuovo arrivato non c’è traccia.<br />

Per risolvere la questione, in Comune<br />

è stato firmato un ordine di servizio per<br />

trasferire un impiegato nella delegazione.<br />

Il tutto, però, è stato bloccato dai<br />

sindacati che ritengono punitivo il trasferimento.<br />

«Il problema è serio e va risolto al più<br />

presto — spiega una coppia di sposi,<br />

che da quattro mesi aspetta la registrazione<br />

del primogenito —. Rischiamo di<br />

perdere gli assegni familiari, l’assegno<br />

per la maternità e anche l’iscrizione all’asilo<br />

nido».<br />

L’assessore al personale sostiene di<br />

aver trovato la soluzione. «Era già stato<br />

previsto il trasferimento di un impiegato,<br />

che purtroppo è malato — ha spiegato<br />

—. L’ho sentito e mi ha assicurato<br />

che a giorni comincerà a lavorare».<br />

anno sono stati 34, quelli fino a tre anni<br />

32 e tra i 3 e gli 8 anni 30.<br />

Proprio sulla base di questi dati che la<br />

Caritas romana venerdì ha inaugurato<br />

«La Casa di Cristian» che si pone come<br />

anello di congiunzione tra la fase di<br />

emergenza e il superamento della stessa.<br />

Il progetto offre risposte ai bisogni primari<br />

della famiglia nella sua quotidianità,<br />

momenti socializzanti e occasioni di<br />

interazione al fine di accompagnare il<br />

nucleo in un primo passo verso l'assestamento,<br />

oltre la fase dell'emergenza.<br />

Comune:<br />

sì del Consiglio<br />

all'Area<br />

metropolitana<br />

Via libera, giovedì sera, del Consiglio<br />

comunale alla delibera con cui la Capitale<br />

entra a fare parte della futura Area<br />

metropolitana di Roma. Con questo<br />

provvedimento, approvato con 33 sì della<br />

maggioranza, un no di FI e con i consiglieri<br />

An e Ccd che non hanno partecipato<br />

al voto, si chiede anche alla Regione<br />

di delimitare i confini dell’area, secondo<br />

le adesioni dei vari Comuni. Si<br />

prevede anche la costituzione del Consiglio<br />

dell’Area metropolitana, il nuovo<br />

parlamentino che sarà composto da 10<br />

consiglieri di ogni Comune, più 3 consiglieri<br />

per ogni Circoscrizione, futuri<br />

Municipi. Ma tale assemblea sarà operativa<br />

solo più avanti una volta costituita<br />

l’Area.<br />

Si definisce, infine, l’esecutivo dell’Area:<br />

sarà composto dai sindaci dei<br />

Comuni che vi fanno parte e i presidenti<br />

delle Circoscrizioni-Municipi di Roma.<br />

Già altri 25 Comuni del circondario, tra<br />

cui Monteporzio Catone, Ciampino e<br />

Frascati, hanno deciso di aderire all’Area<br />

metropolitana di Roma e un’altra<br />

decina si appresta a farlo, come Tivoli,<br />

Subiaco e Palestrina. Con la delibera<br />

che trasforma le 19 circoscrizioni in Municipi,<br />

con tanto di mini-sindaci, e che<br />

al massimo lunedì potrebbe avere il sì<br />

definitivo dell’aula, si comincia a definire<br />

il quadro della nuova dimensione metropolitana<br />

di Roma. La delibera sull’istituzione<br />

dei Municipi ha ottenuto<br />

giovedì, in apertura di seduta, il secondo<br />

voto favorevole (sono necessarie in<br />

tutto tre votazioni) con 31 sì della maggioranza,<br />

2 no di An e 4 astenuti di Ccd<br />

e Forza Italia.<br />

Pericolosa la statale<br />

155 Fiuggi-Frosinone:<br />

chiesto un vertice<br />

Una conferenza di servizi con la<br />

Regione Lazio, la Provincia di Roma,<br />

l’Anas e i sindaci dei comuni<br />

interessati sulle condizioni di sicurezza<br />

della strada statale 155, che<br />

collega Fiuggi con Frosinone.<br />

È quanto chiesto, giovedì, dal<br />

Prefetto di Frosinone, Paolo Coladarci,<br />

dopo l’ennesimo incidente<br />

avvenuto, mercoledì scorso, nel<br />

quale è morto un falegname di<br />

Fiuggi.<br />

«È una strada inadeguata e insidiosa<br />

— ha sottolineato Paolo Coladarci<br />

— e dopo parecchi anni di<br />

inutile attesa per avere i necessari<br />

interventi allo scopo di migliorare<br />

la statale è giunta l’ora di far partire<br />

le opere di ammodernamento».<br />

Sulla mancata ristrutturazione<br />

della statale 155 sono più volte<br />

esplose aspre polemiche. Dieci anni<br />

fa, per esempio, la Regione Lazio<br />

aveva stanziato ventitré miliardi<br />

di lire, ma il progetto per migliorare<br />

l’arteria non è stato mai<br />

attuato.<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Sabato 20 Gennaio 2001<br />

20 GENNAIO 2001<br />

Sabato della II settimana del tempo ordinario<br />

- Feria (verde) - S. Fabiano, papa e martire -<br />

Memoria fac. (rosso) - S. Sebastiano, martire<br />

- Memoria fac. (rosso) - Messa a scelta -<br />

Lezionario: Eb 9, 2-3.11-14 - Salmo 46; Mc 3,<br />

20-21 - Liturgia delle Ore (fino a Nona): Sab.<br />

II sett. - Ufficio della Feria - Messa vespertina<br />

(verde): tutto come alla Messa di domani<br />

- Primi Vespri della Domenica III del tempo<br />

ordinario<br />

Un'altra<br />

piccola vita<br />

rifiutata<br />

e oltraggiata<br />

Ha partorito in condizioni precarie,<br />

in casa, il suo bambino. Poi<br />

con l’aiuto della madre lo ha avvolto<br />

in un panno e lo ha nascosto<br />

in casa per tre giorni.<br />

Un episodio terribile, maturato<br />

non solo nella mente immatura e<br />

impaurita della giovane partoriente<br />

ma anche nei pensieri razionali<br />

della «nonna» del neonato.<br />

L'epilogo è stato ancora più<br />

sconcertante. Quando ha ripreso<br />

ad andare a scuola, in via Casetta<br />

Mattei, la giovane ha nascosto il<br />

piccolo nello zainetto e prima di<br />

entrare in classe lo ha gettato in<br />

un cassonetto dei rifiuti.<br />

La partoriente è una quindicenne<br />

rumena. Lei e la madre di 36<br />

anni sono state fermate dalla polizia<br />

con le accuse di infanticidio e<br />

occultamento di cadavere.<br />

A far emergere tutta la vicenda<br />

è stata una visita medica alla<br />

quale la minorenne si era sottoposta<br />

ieri pomeriggio, giovedì, nel<br />

policlinico «Umberto I» a causa di<br />

alcune disturbi conseguenti al<br />

parto.<br />

Secondo quanto spiegato dall'Ama,<br />

sarà purtroppo difficile recuperare<br />

il corpicino del neonato<br />

e quindi poter effettuare la necessaria<br />

autopsia. C'è da verificare<br />

infatti se il piccolo sia nato già<br />

morto.<br />

21 GENNAIO 2001<br />

Domenica III del tempo ordinario (verde) -<br />

Messa propria, Gloria, Credo - Lezionario: 1)<br />

Ne 8, 2-4.5-6.8-10: Lessero il libro della Legge<br />

e ne compresero la lettura - Salmo 18: Le<br />

tue parole, Signore, sono spirito di vita; 2) 1<br />

Cor 12, 12-30: Voi siete corpo di Cristo e sue<br />

membra, ciascuno per la sua parte - Vangelo:<br />

Lc 1, 1-4; 4, 14-21: Oggi questa Scrittura<br />

si è compiuta - Liturgia delle Ore: Dom. III<br />

sett. - Ufficio della Domenica<br />

Fede<br />

Vi raccomandiamo di essere non soltanto fieri, ma<br />

anche degni della vostra fede. Giacché il cristianesimo<br />

non può contentarsi di persone mediocri, non<br />

può essere vissuto in una maniera qualunque; o lo<br />

si vive in pienezza o lo si tradisce.<br />

(Paolo VI)<br />

a cura di p. Leonardo Sapienza, R.C.I.<br />

ANZIANI Una ricerca commissionata dall'assessorato alle Politiche sociali<br />

Ancora troppo poche<br />

le case di riposo nella Capitale<br />

Nella Capitale le case di riposo per<br />

anziani sono ancora troppo poche rispetto<br />

alle esigenze della città. È quanto<br />

è emerso da una ricerca su Le Case di<br />

Riposo pubbliche e private, la loro natura<br />

e i loro servizi, realizzata dal «forum<br />

degli assessorati» su incarico dell'Assessorato<br />

alle Politiche Sociali del<br />

Comune di Roma e presentata giovedì<br />

mattina nel corso di un incontro presieduto<br />

da Adalberto Thau, Presidente della<br />

commissione Servizi sociali del Comune.<br />

Dal censimento di 146 strutture residenziali<br />

pubbliche e private, di cui 83<br />

hanno accettato di rispondere al questionario<br />

formulato per l'indagine, risulta<br />

in prevalenza che si tratta di case di<br />

riposo appartenenti a enti religiosi o gestite<br />

da ordini ecclesiastici (73%). Dalla<br />

ricerca risulta inoltre che il 43% delle<br />

strutture conta meno di 25 camere; nella<br />

metà dei casi esiste una lista di attesa<br />

per l'accesso alla struttura stessa.<br />

Il Comune gestisce quattro case di riposo<br />

e due comunità di alloggio per un<br />

totale di 646 posti letto. Attualmente gli<br />

ospiti sono meno di 400 dal momento<br />

che le strutture si trovano in una fase di<br />

ristrutturazione per porre rimedio alle<br />

carenze createsi nel tempo; gli ingressi<br />

alle strutture sono bloccati e la lista di<br />

attesa per l'accesso cresce, in parte, anche<br />

per la necessità di definire il nuovo<br />

modello gestionale e organizzativo. Il<br />

Comune, inoltre, contribuisce al pagamento<br />

delle rette di circa mille anziani<br />

che vengono ospitati nelle case di riposo<br />

private. L'intervento del Comune è rivol-<br />

OPERE PUBBLICHE Rapporto del Campidoglio<br />

Roma Capitale: ritardi<br />

nell'attuazione della legge<br />

Dal 1992, anno del primo decreto attuativo<br />

della legge nazionale 396/90 «Roma<br />

Capitale», fino ad oggi sono stati<br />

stanziati complessivamente 1.694 miliardi,<br />

di cui 983 a favore del Comune di<br />

Roma. Il mega progetto che assegna risorse<br />

pubbliche per migliorare ed ammodernare<br />

strutture e infrastrutture della<br />

capitale, ha compiuto quindi dieci anni<br />

dalla sua approvazione. Giancarlo<br />

D'Alessandro, assessore capitolino ai<br />

Rapporti Istituzionali e a Roma Capitale<br />

— insieme ad alcuni esponenti del gruppo<br />

di ingegneri ed architetti, funzionari<br />

responsabili della progettazione e della<br />

realizzazione delle iniziative, e a Daniela<br />

Barbato, Dirigente Generale della Presidenza<br />

del Consiglio dei Ministri per l'ufficio<br />

Roma Capitale e Grandi Progetti —<br />

ha tracciato giovedì, durante una conferenza<br />

presso il Campidoglio, lo stato di<br />

attuazione delle relative opere.<br />

Secondo l'ultimo bilancio, il Comune<br />

in questi anni ha già impiegato nelle varie<br />

gare di appalto già espletate circa<br />

708 miliardi, pari al 83% dei fondi stanziati,<br />

mentre le spese già effettuate si<br />

aggirano intorno ai 550 miliardi. In totale<br />

i progetti approvati sono stati 155, ai<br />

quali si sono aggiunte la formazione di<br />

228 Conferenze di servizi che, concordando<br />

le varie amministrazioni pubbliche<br />

coinvolte, seguono la realizzazione<br />

delle opere.<br />

Sin dalla sua prima programmazione,<br />

la legge 396 si è prefissa di raggiungere<br />

degli interventi seguendo precisi obbiettivi<br />

fra i quali i principali sono: la realizzazione<br />

del Sistema Direzionale Orientale,<br />

che prevede il riassetto delle sedi di<br />

uffici e delle amministrazioni pubbliche<br />

decentralizzate, usufruendo dei beni<br />

pubblici; la tutela e la valorizzazione del<br />

patrimonio storico artistico di Roma con<br />

la realizzazione di parchi archeologici<br />

fra i quali quello dei Fori, dell'Appia Antica<br />

e di Villa Ada; la tutela dell'ambiente<br />

attraverso il risanamento dei fiumi<br />

Aniene e Tevere congiuntamente alla<br />

realizzazione di parchi naturali e aree<br />

per lo sport; il recupero edilizio di alcuni<br />

quartieri urbani e periferici, comprese<br />

le opere igienico sanitarie; la riqualificazione<br />

delle infrastrutture per la mobilità<br />

urbana e il potenziamento del trasporto<br />

pubblico su ferro; il potenziamento<br />

del sistema universitario con la<br />

realizzazione di nuovi atenei e di centri<br />

di ricerca; la costruzione di un polo europeo<br />

per l'industria e di un sistema<br />

congressuale; ed in ultimo la sistemazione<br />

delle istituzioni internazionali operanti<br />

a Roma.<br />

Fra le opere già realizzate o in cantiere<br />

vi sono il nuovo centro Congressi all'Eur,<br />

il Centro Agro-alimentare , l'Auditorium,<br />

i nuovi insediamenti dell'Università<br />

Roma Tre, il Polo Tecnologico, e il<br />

potenziamento del nodo ferroviario con<br />

la ristrutturazione delle stazioni Tiburtina,<br />

Ostiense, Trastevere, Porto Fluviale<br />

e Quattro Venti. Lo Sdo, invece, ha portato<br />

alla dislocazione volontaria di alcuni<br />

uffici pubblici come quelli dell'Inps,<br />

delle direzioni provinciali del Tesoro e<br />

delle Finanze, dell'Istat e del Ministero<br />

dell'Ambiente, creando una città policentrica.<br />

Ma le difficoltà dell'attuazione della<br />

legge, comunicano gli addetti ai lavori<br />

capitolini, sono state l'esiguità delle risorse<br />

disponibili rispetto a quelle necessarie,<br />

che hanno portato i vari soggetti<br />

pubblici coinvolti a sviluppare sinergie<br />

finanziarie con privati e aziende. Lo dimostra<br />

il fatto che solo i progetti che riguardano<br />

le stazioni ferroviarie ammontano<br />

a 6.000 miliardi, mentre la stima<br />

complessiva di tutti i lavori previsti dalla<br />

legge dieci anni fa era di 25 mila miliardi.<br />

Inoltre i tempi di erogazione da parte<br />

dei ministeri sono molto lenti e producono<br />

per i pagamenti un ritardo che<br />

varia dai i 7 ai 13 mesi. Infatti, le risorse<br />

previste per il '99, circa 163 miliardi, sono<br />

state erogate nel 2000, mentre la<br />

Commissione Nazionale per Roma Capitale<br />

ha deliberato le risorse per lo scorso<br />

anno, solo in novembre.<br />

Ad aggravare la situazione vi è anche<br />

un complesso iter burocratico fra le differenti<br />

istituzioni pubbliche che fra delibere,<br />

pareri e approvazioni, può arrivare<br />

anche a 25 passaggi.<br />

Alle risorse disposte dalla 396/90 si<br />

sono poi aggiunte quelle del finanziamento<br />

straordinario per la realizzazione<br />

del Piano di intervento per il 2000, previste<br />

dalla legge 651 del '96 che si aggirano<br />

introno ai 3 mila miliardi. Dall'esperienza<br />

di questa legge, l'Amministrazione<br />

Comunale ha proposto alla Commissione<br />

parlamentare Roma Capitale,<br />

che anche la 396 divenga più flessibile<br />

per ciò che riguarda la progettazione,<br />

ma più rigida per i tempi di realizzazione.<br />

Inoltre, si chiede sia prevista la possibilità<br />

di definanziare quelle opere che<br />

in corso di progettazione non sono più<br />

realizzabili o necessarie.<br />

RITA DIETRICH<br />

Fori Imperiali:<br />

a giugno sarà aperta<br />

la Via Biberatica<br />

Dal giugno prossimo anche la<br />

via Biberatica, nei Mercati di<br />

Traiano, come la via Sacra al Foro<br />

Romano, sarà restituita al transito<br />

e al pubblico con accesso gratuito<br />

da via IV Novembre anche<br />

per chi non pagherà il biglietto<br />

d’ingresso ai Mercati di Traiano.<br />

«Sarà restituita un’antichissima<br />

passeggiata romana per tabernae<br />

— ha detto il sindaco — luoghi di<br />

convivialità della Roma antica,<br />

che mantengono il loro aspetto a<br />

duemila anni di distanza».<br />

Il percorso, lungo circa un chilometro,<br />

riconnette anche parti<br />

del monumento finora trascurate,<br />

e oltre alla via Biberatica con le<br />

sue tabernae, include anche la più<br />

nascosta via della Torre, che conduce<br />

alla Torre delle Milizie, di<br />

cui sarà possibile la visita, e il<br />

Giardino delle Milizie.<br />

«Ci saranno passerelle ed elementi<br />

architettonici leggeri per superare<br />

le barriere architettoniche<br />

— ha detto la direttrice dei Mercati<br />

di Traiano — e le tabernae<br />

ospiteranno mostre temporanee<br />

sulla storia del monumento».<br />

to in particolare agli anziani con un reddito<br />

inferiore a 22 milioni annui.<br />

Nel tracciare il quadro della situazione<br />

e nel presentare il lavoro svolto, il direttore<br />

generale del Comune di Roma,<br />

Pietro Barrera, ha disegnato la strada<br />

percorsa dal luglio del 2000 da un gruppo<br />

di lavoro, da lui stesso presieduto,<br />

per la riforma del modello gestionale<br />

delle strutture residenziali per anziani,<br />

nel tentativo di «elaborare una proposta<br />

seria, meditata, supportata da dati, ma<br />

che ha bisogno di essere confrontata<br />

con gli anziani stessi della città».<br />

Attraverso il progetto di fotografare la<br />

realtà delle case di riposo comunali interpellando<br />

gli anziani stessi (120 ospiti<br />

intervistati), è stato possibile rilevare la<br />

qualità del servizio percepita dagli utenti<br />

stessi. Tra gli aspetti più apprezzati del<br />

servizio offerto, quello della tranquillità<br />

e della disponibilità del personale in alcune<br />

strutture. Tra quelli negativi, la<br />

scarsa qualità dei pasti e la mancanza di<br />

attività di animazione. «Ne deriva — ha<br />

detto Barrera nel corso dell'incontro —<br />

la necessità di proseguire l'impegno per<br />

riqualificare gli ambienti delle case di riposo,<br />

ma soprattutto di dedicare maggiore<br />

attenzione agli aspetti gestionali,<br />

sia nel versante “alberghiero” che in<br />

quello dell'animazione-assistenza».<br />

Tra le possibili soluzioni per migliorare<br />

i servizi c'è la prospettiva di affidare<br />

la gestione delle case di riposo ad un'azienda<br />

speciale del «Gruppo Comune di<br />

Roma» per rendere più rapida ed efficace<br />

la fase operativa. È stato fatto il nome<br />

della giovanissima azienda Farma-<br />

Non avevano<br />

l'autorizzazione<br />

Chiuse dai carabinieri<br />

due strutture<br />

Due case di riposo della zona dei Castelli<br />

Romani sono state chiuse, venerdì<br />

mattina, dai carabinieri perché prive<br />

delle autorizzazioni sanitarie ed amministrative.<br />

Le titolari sono state denunciate.<br />

Le due strutture sono state sgomberate,<br />

chiuse e sequestrate e i circa trenta<br />

anziani che vi erano ospitati sono stati<br />

momentaneamente sistemati in alberghi.<br />

Ciascun anziano pagava una retta<br />

mensile oscillante tra i due e i due milioni<br />

e mezzo.<br />

La prima casa di riposo — riferisce<br />

l'«Ansa» — si trova a Frattocchie, una<br />

frazione del comune di Marino, in una<br />

villetta ed era pendente nei suoi confronti<br />

un’ordinanza di sgombero dello<br />

scorso mese di ottobre emessa dal comune<br />

di Marino dopo un primo intervento<br />

dei carabinieri. In essa vi dimoravano<br />

una ventina di persone anche di 95<br />

anni. Le camere erano situate al primo<br />

piano al quale non si poteva accedere<br />

con ascensore e non erano rispettate le<br />

più elementari norme di sicurezza sanitaria<br />

e professionale.<br />

Analoga situazione i militari dell'Arma<br />

hanno trovato all’interno dell'«Oasi felice»,<br />

a Pavona (Albano Laziale) dove erano<br />

ospitati una decina di anziani. I carabinieri<br />

hanno denunciato in stato di libertà<br />

due donne, C.C. di 36 anni di Velletri<br />

e D.D., di 40, di Albano titolari rispettivamente<br />

della struttura di Frattocchie<br />

e di Pavona.<br />

Gli anziani erano accuditi da ex infermieri<br />

oppure da persone extracomunitarie<br />

non preparate professionalmente per<br />

queste funzioni.<br />

Giovanni Finazzo<br />

nuovoquestorediRoma<br />

Giovanni Finazzo è stato nominato<br />

nuovo questore di Roma. Finazzo,<br />

palermitano e nominato questore<br />

nel 1994, in passato ha diretto le<br />

questure di Trapani, Catania e, dal<br />

novembre 1998, quella di Milano.<br />

Incidenti stradali<br />

sulRaccordo:dueferiti<br />

Due persone sono rimaste ferite in<br />

due incidenti stradali avvenuti nella<br />

notte tra giovedì e venerdì sul<br />

Raccordo. La prima è un camionista<br />

che con il suo mezzo è andato<br />

a schiantarsi sullo spartitraffico.<br />

Poi, poco più tardi, un'automobilista,<br />

non vedendo la segnaletica<br />

posta per recuperare il mezzo pesante,<br />

ha perso il controllo della<br />

vettura ed è andato a sbattere<br />

contro il camion.<br />

Duplicavano carte<br />

di credito: sette arresti<br />

Nella notte tra giovedì e venerdì i<br />

Carabinieri hanno fatto irruzione in<br />

cinque diversi appartamenti della<br />

Capitale, arrestando cinque romeni<br />

e due italiani, sequestrando attrezzature<br />

utilizzate per la riproduzione<br />

delle carte di credito. Nel corso<br />

dell’operazione sono stati anche<br />

sequestrati più di 300 documenti<br />

italiani rubati in bianco.<br />

cap perché, come ha affermato al termine<br />

dell'incontro Amedeo Piva, assessore<br />

alle Politiche Sociali, «ha nel suo statuto<br />

la possibilità di gestire i servizi sociosanitari<br />

ed è una scelta che può risultare<br />

positiva». «La gestione affidata ad un'azienda<br />

del Comune — ha aggiunto —<br />

deve restare all'interno di una rete di<br />

servizi guidata dall'assessorato alle Politiche<br />

Sociali e dall'area dipartimentale<br />

della terza età». A questo, si aggiunge la<br />

necessità che i servizi innovativi introdotti<br />

nelle strutture residenziali comunali<br />

per anziani vengano gestiti dal dipartimento<br />

in piena collaborazione con l'azienda,<br />

ma con il coinvolgimento delle<br />

Circoscrizioni dove si trovano collocate<br />

tali strutture.<br />

L'insieme delle politiche e dei servizi<br />

per gli anziani, insomma, deve essere<br />

pensato nel contesto territoriale, creando<br />

una rete di solidarietà e di unione tra<br />

le diverse forze e associazioni che si occupano<br />

dell'universo della terza età,<br />

mantenendo vivo l'impegno ad aiutare<br />

gli anziani a vivere nella propria realtà<br />

sociale e culturale, a non strapparli dal<br />

loro contesto di vita, e a trasformare<br />

sempre più le case di riposo in strutture<br />

aperte alla socialità. Non si tratta, quindi,<br />

di pensare solamente alla ristrutturazione<br />

e alla modernizzazione delle strutture,<br />

ma di cambiare il clima che vi domina.<br />

Insomma, trasformare gli «alberghi»<br />

per anziani sempre più in «case»<br />

vere e proprie, sentite come tali da loro<br />

stessi.<br />

Durante l'incontro è stata più volte ricordata<br />

e presa come spunto per le<br />

prossime iniziative da adottare, la proposta<br />

di incontro e di scambi con gruppi<br />

giovanili, come è accaduto con grande<br />

successo in occasione del Grande Giubileo;<br />

inoltre, si guarda positivamente alla<br />

creazione di nuovi centri diurni, al desiderio<br />

di ospitare anziani di altre città<br />

per brevi periodi, ad aumentare le iniziative<br />

estive e le attività socioculturali<br />

per abbattere le mura che isolano troppo<br />

spesso l'anziano. Tra le novità, vi è<br />

quella del primo giornale telematico per<br />

le persone anziane che l'Amministrazione<br />

capitolina ha lanciato per prima in<br />

Italia all'indirizzo www.enonni.it. Si<br />

tratta di uno strumento che intende essere<br />

un altro dei canali utili a creare un<br />

campo sempre più ampio di servizi e informazioni<br />

per gli anziani.<br />

La questione del rinnovamento gestionale<br />

ha riportato l'accento infine anche<br />

sulla necessità di superare i vincoli della<br />

burocrazia, di pensare a nuove alternative<br />

tenendo conto della struttura della<br />

realtà territoriale.<br />

ELISABETTA ANGELUCCI<br />

RADIO<br />

VATICANA<br />

OM: 1530 kHz - 196 metri<br />

(Per la zona di Roma<br />

anche Onda Media 527 kHz<br />

e FM 93.3 e 105 MHz)<br />

OC: nelle bande 49, 31, 25 e 19 metri<br />

SABATO 20 GENNAIO<br />

00.10: Studio A<br />

7.20-15.30-17.30-23-24: Orizzonti<br />

Cristiani<br />

7.30: Santa Messa in latino<br />

8-12-14-15-16-18-21-23.30: Radiogiornale<br />

16.30: Obiettivo musica di A. Fasano<br />

17: Liturgia delle Ore: Celebrazione<br />

dei Vespri in latino<br />

20.20: Programma tedesco:<br />

Helene von Heyl - Kommentar<br />

der Woche; Barbara v. Stieglitz<br />

- Zur Liturgie des 2. Sonntags<br />

20.40: Recita del Santo Rosario<br />

in latino<br />

21.30: Programma francese: 3è dim. ord.: Entendre parler<br />

Jésus<br />

21.50: Programma inglese: With<br />

heart and mind / Against the<br />

floor / Matters of fact<br />

22.10: Programma spagnolo:<br />

Commentario a la Liturgia del<br />

Domingo<br />

DOMENICA 21 GENNAIO<br />

00.10: Studio A<br />

7.20-15.30-17.30-23-24: Orizzonti<br />

Cristiani<br />

7.30: Santa Messa in latino<br />

11.55: Angelus del Santo Padre<br />

14-15-16-18-21-23.30: Radiogiornale<br />

16.30: Festa Barocca di P. Morelli<br />

17: Liturgia delle Ore: Celebrazione<br />

dei Vespri in latino<br />

20.20: Programma tedesco: Sie<br />

schreiben – wir antworten<br />

20.40: Recita del Santo Rosario<br />

in latino<br />

21.20: Programma esperanto<br />

21.30: Programma francese:<br />

èL'invité du dimanche<br />

21.50: Programma inglese: Celebration<br />

– Saints Alive<br />

22.10: Programma spagnolo: La<br />

voz del Papa/Misiones y misioneros<br />

ed Radio Vaticano


IN ITALIA<br />

PAGINA<br />

9 .<br />

Inchieste<br />

e servizi<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Sabato 20 Gennaio 2001<br />

TORINO — Chi entra in Casa Giobbe,<br />

alla periferia di Grugliasco, ha la sensazione<br />

di essere accolto nel calore di una<br />

grande famiglia; c'è premura, attenzione,<br />

si respira serenità. Ed è una sensazione<br />

che sorprende, anche sapendo che gli<br />

ospiti sono malati di Aids. Il dolore c'è ed<br />

ha il volto di chi è costretto su una sedia<br />

a rotelle, di chi soffre di problemi cardiaci,<br />

di chi ogni giorno deve prendere decine<br />

di medicine per continuare a vivere.<br />

La morte ha più volte segnato la storia<br />

ECONOMIA Secondo i dati di un'indagine promossa dagli industriali liguri<br />

Segnali di ripresa a Genova<br />

ma resta il nodo della competitività<br />

GENOVA, gennaio.<br />

L'economia genovese, relativa alla città<br />

e all'intera provincia, evidenzia un<br />

andamento positivo: il fatturato e il carnet<br />

degli ordini sono aumentati nel settore<br />

meccanico, metallurgico, impiantistica<br />

e manutenzione, chimico e farmaceutico,<br />

energia, plastica e gomma, carta<br />

e grafico. Si sono rilevate corrette anche<br />

le previste riduzioni nel settore dei<br />

materiali da costruzione e nel tessile-abbigliamento.<br />

Sono i dati che sono emersi da un'indagine<br />

riferita all'andamento di un campione<br />

significativo di aziende associate<br />

all'Assindustria di Genova, relativi al primo<br />

semestre del 2000 e messi a confronto<br />

con il primo semestre dell'anno precedente<br />

e le previsioni per il secondo semestre.<br />

Dato l'ampio e consolidato campione<br />

e l'elevato tasso di associazionismo<br />

i risultati ottenuti forniscono informazioni<br />

e linee di tendenza attendibili<br />

per l'intera industria genovese.<br />

Gli andamenti appaiono soddisfacenti<br />

anche nel settore delle aziende di servizi:<br />

ciò vale soprattutto per Terminal<br />

Operators, i Servizi Avanzati e la Comunicazione.<br />

Non si evidenziano sensibili<br />

variazioni negli indici di riferimento. Le<br />

modeste flessioni percentuali emerse in<br />

alcune aziende interpellate sono compensati<br />

da quelle di segno positivo, a<br />

conferma di un trend costante nell'aumento<br />

generale di dette attività.<br />

Risulta stabilizzato il mercato del lavoro,<br />

confermato dall'indicatore «organici<br />

occupati» . Questo grazie alla media<br />

degli incrementi nel settore Impianti e<br />

Manutenzione, Chimica e Farmaceutica,<br />

Plastica e Gomma, Carta e Grafica, Servizi<br />

avanzati e Comunicazione, e dai cali<br />

nel comparto della Costruzione della<br />

cantieristica navale, Materiali da costruzione<br />

e Autotrasporti.<br />

Particolarmente soddisfacenti appaiono<br />

i risultati del ricorso alla Cassa Integrazione<br />

Guadagni, che dopo il picco<br />

dello scorso anno sembrano assestarsi<br />

sui livelli molto contenuti del 1998.<br />

Nel settore metalmeccanico e riparazioni<br />

navali si è passati ad esempio dalle<br />

2.386 ore del '98 — e le 714.578 del<br />

1999 — alle 17.224 del primo semestre<br />

del 2000. Gli impianti di manutenzione<br />

dalle 33.887 del '98 — assestatesi sulle<br />

31.833 del 1999 — alle 11.014 di quest'anno.<br />

Nel settore tessile e abbigliamento<br />

non vi sono state ore autorizzate dal<br />

1998 ad oggi. Nel settore grafico-cartotecnico<br />

e carta, le 11.611 ore del '98 si<br />

sono ridotte a 52 lo scorso anno per risalire<br />

a 10.100 nel primo semestre del<br />

2000. I trasporti fanno registrare un netto<br />

calo, con il passaggio da 87 ore del<br />

1998 — salite a 2.451 nel '99 — a sole<br />

21 quest'anno. Nettissimo poi è il calo<br />

nel settore Gomma e plastica, scesa da<br />

7.258 a 6.370, per toccare nel primo semestre<br />

2000 il record minimo di 480<br />

ore.<br />

È opportuno però non dimenticare<br />

che, nel corso del 1999, il ricorso alla<br />

Cassa Integrazione Guadagni era stata<br />

fortemente influenzata dall'elevato ricorso<br />

di una grossa azienda del settore siderurgico.<br />

In merito al tasso di assenteismo non<br />

si registrano variazioni di rilievo rispetto<br />

al precedente periodo, mantenendosi su<br />

livelli di poco superiori a quelli fisiologici.<br />

Ezio Amato, responsabile del Centro<br />

Studi Industriali di Confindustria Liguria,<br />

per quanto riguarda le prospettive<br />

dell'immediato futuro, dal suo autorevole<br />

osservatorio ritiene che «anche la se-<br />

Brindisi: favorire l'inserimento nel mondo<br />

del lavoro di disoccupati ed immigrati<br />

BRINDISI, gennaio.<br />

Tutela dei soggetti svantaggiati, lotta<br />

al razzismo e alla xenofobia, integrazione<br />

razziale: sono questi i presupposti<br />

con i quali la Provincia di Brindisi ha<br />

avviato il progetto «Welcome 1».<br />

Questo programma è nato con l'intento<br />

di favorire l'inserimento nel mondo<br />

del lavoro di disoccupati residenti nel<br />

territorio provinciale e di giovani immigrati.<br />

Il progetto, cofinanziato dal Fondo<br />

sociale europeo e dal ministero del<br />

Lavoro e della Previdenza sociale, vede<br />

la partecipazione di vari enti ed istituzioni<br />

locali e coinvolge anche la Spagna<br />

e la Germania.<br />

Il primo risultato di questa iniziativa è<br />

rappresentato dal Centro Servizi che ha<br />

sede a Brindisi e che offre sostegno a<br />

tutti i soggetti svantaggiati e di prima<br />

accoglienza. È la prima struttura di questo<br />

tipo che opera nella provincia brindisina.<br />

A gestirla sono quattordici giovani<br />

(sei italiani e otto albanesi) che hanno<br />

maturato la giusta esperienza frequentando<br />

un corso di formazione che li ha<br />

specializzati nell'offerta di particolari<br />

servizi.<br />

A partire dal 2001 il centro svolgerà<br />

anche attività di sportello.<br />

Intanto, gli operatori sono impegnati<br />

nell'attività di monitoraggio del territo-<br />

conda metà dell'anno in corso dovrebbe<br />

essere caratterizzata da andamenti abbastanza<br />

positivi sia con riferimento agli<br />

ordini, al fatturato, all'occupazione.<br />

Quest'ultima, in particolare, dovrebbe<br />

registrare qualche incremento nel comparto<br />

metallurgico e nella cantieristica<br />

navale». È quindi certo che «anche la<br />

nostra provincia sta attraversando un<br />

periodo di ripresa economica e che, di<br />

massima, la nostra economia è in linea<br />

con quella nazionale, giacché il confronto<br />

fra i nostri indicatori economici provinciali<br />

e gli indicatori nazionali evidenziano<br />

molte analogie».<br />

Ma due sono gli aspetti fondamentali<br />

che ritiene di dover sottolineare: «Il primo<br />

è che, nella nostra provincia, nei<br />

settori nei quali la ripresa è già in atto e<br />

Casa Giobbe di Grugliasco: da dieci anni accanto ai malati di Aids<br />

della casa e di chi ci opera. Ma al di sopra<br />

di tutto c'è il tentativo di assicurare a<br />

questi ammalati una buona qualità di vita<br />

e dare loro quell'affetto che non hanno<br />

mai ricevuto.<br />

Da dieci anni l'associazione Giobbe si<br />

occupa dell'accoglienza dei malati di<br />

Aids; grazie all'attività di operatori, religiosi,<br />

obiettori di coscienza e volontari si<br />

prende cura degli ultimi, degli emarginati,<br />

SVILUPPO Progettato anche un grande albergo - Le prospettive di lavoro<br />

Un nuovo porto per il rilancio di Castellammare<br />

NAPOLI, gennaio.<br />

Dopo anni e anni di crisi apparentemente<br />

irreversibile, dopo la progressiva<br />

chiusura di quasi tutti i grandi stabilimenti<br />

industriali del passato, Castellammare<br />

di Stabia, in provincia di<br />

Napoli, vara un progetto che nel giro<br />

di pochi anni potrebbe farne una perla<br />

turistica del mar Tirreno. Da qualche<br />

settimana sono infatti partiti i lavori<br />

per realizzare un albergo di lusso<br />

sulla spiaggia, dove oggi c'è lo scheletro<br />

di un ex cementificio (tanto deturpante<br />

per l'ambiente da essere chiamato<br />

«mostro di Pozzano»), e ad ottobre<br />

è stata posta la prima pietra del<br />

nuovo porto turistico, che dovrebbe<br />

dar lavoro a 500 persone rispondendo<br />

alla crescente richiesta di approdi sulla<br />

costa campana da parte di vacanzieri<br />

e diportisti.<br />

Una prospettiva concreta di sviluppo,<br />

dunque, per mettere definitivamente<br />

da parte il passato industriale,<br />

settore in cui negli ultimi 15 anni l'area<br />

torrese-stabiese ha visto sparire<br />

quattromila posti di lavoro, superando<br />

le delusioni suscitate dalla società<br />

«Tess», nata per promuovere il rilancio<br />

del territorio ma finora incapace<br />

di produrre grandi risultati.<br />

rio e nella predisposizione di una banca<br />

dati. Tutto ciò al fine di fornire successivamente<br />

agli utenti utili informazioni<br />

per quanto riguarda le opportunità di lavoro<br />

e la disponibilità di abitazioni e posti<br />

letto.<br />

Sempre nell'ambito del progetto «Welcome<br />

1», la Provincia ha avviato una serie<br />

di iniziative finalizzate a sensibilizzare<br />

l'opinione pubblica sui problemi del<br />

razzismo e della xenofobia.<br />

In tutte le scuole del Brindisino sono<br />

stati distribuiti «depliant» e materiale informativo.<br />

Questo progetto, quindi, sta favorendo<br />

la nascita di una vera e propria nuova<br />

cultura che ha come uno dei suoi<br />

punti saldi la convivenza sullo stesso territorio<br />

di popoli diversi. Ma sta anche<br />

contribuendo ad integrare nel tessuto<br />

produttivo locale tutti gli stranieri presenti<br />

nel territorio brindisino che, come<br />

è noto, ormai da anni ospita con spirito<br />

di accoglienza e solidarietà cittadini provenienti<br />

da Paesi che vivono situazioni<br />

di estremo disagio.<br />

Nel 1991, questa città fu una delle<br />

protagoniste del grande esodo albanese<br />

in Puglia. Da allora Brindisi, come del<br />

resto tutto il Salento, è stato sempre in<br />

prima fila nel campo dell'accoglienza.<br />

LORENZO RUGGIERO<br />

da tempo, quindi consolidata, si è assistito<br />

ad un incremento dei livelli occupazionali,<br />

mentre là dove la ripresa ha<br />

ancora la caratteristica di recupero, non<br />

vi sono ancora risultati positivi sul mercato<br />

del lavoro». La seconda osservazione<br />

«riguarda quanto già da tempo si va<br />

sottolineando e cioè la ridotta competitività<br />

e l'erosione dei margini delle aziende<br />

genovesi». Infatti «dall'analisi dei dati<br />

relativi all'andamento dell'inflazione,<br />

emerge ancora una volta che la nostra<br />

industria non ha scaricato a valle gli aumenti<br />

dei costi sostenuti, specialmente<br />

gli aumenti del prezzo del petrolio, con<br />

conseguente restringimento dei margini<br />

di profitto».<br />

GRAZIELLA MERLATTI<br />

Alla creazione dell'albergo sta lavorando<br />

un gruppo di imprenditori veneti,<br />

mentre il progetto portuale è<br />

condotto da una cordata locale, che<br />

dovrà investire 195 miliardi di lire. Le<br />

premesse ambientali per il successo<br />

dell'operazione ci sono tutte: la zona,<br />

dove la costiera stabiese confina con<br />

la penisola sorrentina, è tra le più suggestive<br />

della Campania anche se le<br />

sue bellezze sono state nascoste per<br />

decenni da ciminiere e da edifici industriali,<br />

rimasti a coprire il panorama<br />

anche dopo la fine delle attività lavorative.<br />

I tempi dovrebbero essere brevi:<br />

l'hotel a cinque stelle sarà pronto per<br />

l'estate 2002, il porto turistico entro il<br />

2004. Due investimenti che creeranno<br />

lavoro ma soprattutto rilanceranno<br />

sotto il profilo urbanistico e dell'immagine<br />

Castellammare di Stabia, città<br />

finora nota solo per le sue acque termali,<br />

per l'altissimo tasso di disoccupazione<br />

e per l'opprimente presenza<br />

della criminalità organizzata.<br />

Suggestivo il progetto del nuovo<br />

porto, che si candida ad essere il più<br />

grande approdo del Tirreno: oltre<br />

1.400 posti-barca, negozi, ristoranti,<br />

Il 25° Congresso<br />

nazionale del Centro<br />

italiano femminile<br />

ROMA — «Donne, credenti,<br />

cittadine» è il tema del 25° Congresso<br />

nazionale del Centro italiano<br />

femminile che si terrà a<br />

Roma dal 25 al 28 gennaio<br />

presso la Domus Mariae di via<br />

Aurelia.<br />

I lavori saranno aperti nel pomeriggio,<br />

alle 16, con una relazione<br />

di Alba Dini Martino sul<br />

tema: «Donne, credenti, cittadine:<br />

un'associazione nello spazio<br />

aperto della storia».<br />

Il giorno successivo, sia i lavori<br />

della mattina che quelli pomeridiani,<br />

saranno dedicati al<br />

dibattito in assemblea e alla<br />

formulazione delle mozioni.<br />

Sabato mattina, dopo la ripresa<br />

del dibattito, saranno avviate<br />

le operazioni di voto per l'elezione<br />

del consiglio nazionale.<br />

Nel pomeriggio è prevista l'approvazione<br />

delle mozioni e in<br />

serata la conclusione delle operazioni<br />

di voto.<br />

Domenica 28, alle 10, si svolgerà<br />

un dibattito sul tema: «Il<br />

Centro italiano femminile dalle<br />

origini agli anni Settanta. Il senso<br />

di una ricerca storica». I lavori<br />

si concluderanno in tarda<br />

mattinata con la proclamazione<br />

delle elette.<br />

di coloro che spesso società e famiglia<br />

hanno rifiutato. E dopo dieci anni si è fatto<br />

un bilancio delle attività, in un momento<br />

in cui, grazie alle nuove terapie mediche,<br />

sono cambiate le esigenze dei malati<br />

di Aids. Non si tratta più di accompagnare<br />

gli ammalati verso la morte (perché le<br />

possibilità di vivere più a lungo sono notevolmente<br />

aumentate) ma di aiutarli a<br />

reinserirsi nella società e soprattutto di<br />

venire incontro ai molteplici disturbi psichici<br />

che sempre di più sono caratteristici<br />

dell'Aids.<br />

E non mancano i progetti per il futuro.<br />

Presto partiranno i lavori per innalzare di<br />

un piano Casa Giobbe; il nuovo spazio sarà<br />

destinato in particolare ai malati di<br />

Aids che soffrono di disturbi psichici.<br />

Oltre a Casa Giobbe l'associazione promuove<br />

assistenza domiciliare e assistenza<br />

presso l'ospedale Amedeo di Savoia.<br />

MARCO BONATTI<br />

ISTRUZIONE Le attività degli istituti cattolici «Sacro Cuore» e «Artigianelli»<br />

Un rinnovato percorso formativo<br />

per i giovani di Trento<br />

TRENTO, gennaio.<br />

Un convegno, molto partecipato da<br />

studenti e docenti, per presentare un<br />

corso di studi che coniuga formazione<br />

umanistica e formazione professionale.<br />

L'Istituto Sacro Cuore e l'Istituto Artigianelli,<br />

scuole non statali cattoliche<br />

profondamente radicate nel tessuto sociale<br />

trentino, hanno voluto dare il mas-<br />

simo rilievo ad un'iniziativa concepita in<br />

spirito di collaborazione, quella<br />

dell'Istituto Tecnico per Periti<br />

in Arti Grafiche, che rappresenta<br />

una vera innovazione sul<br />

territorio. L'indirizzo formativo<br />

che ha preso avvio in questi<br />

giorni costituisce infatti un<br />

passo in avanti verso un programma<br />

di istruzione che sappia<br />

valorizzare tutte le sue<br />

componenti, offrendo così ai<br />

giovani, al tempo stesso, migliori<br />

sbocchi professionali ed<br />

una preparazione culturale all'altezza<br />

delle aspettative. Al<br />

convegno hanno relazionato<br />

suor Eugenia Libratore, presi-<br />

de dell'istituto Sacro Cuore, e<br />

fratel Guido Bertuzzi, direttore dell'Istituto<br />

Artigianelli.<br />

Da parte dei rappresentanti della pubblica<br />

amministrazione presenti all'incontro<br />

sono venuti ampi consensi ed il riconoscimento<br />

di un modello cui potranno<br />

ispirarsi anche altre realtà scolastiche.<br />

Suor Eugenia ha ripercorso le tappe che<br />

hanno portato al varo del nuovo Istituto:<br />

il «Sacro Cuore» ha messo a disposizione<br />

la propria tradizione culturale-educativa<br />

come esperienza propria nel campo<br />

dell'istruzione e gli «Artigianelli» il loro<br />

patrimonio professionale pratico-operativo<br />

nel campo della grafica.<br />

L'Istituto Sacro Cuore, con la sperimentazione<br />

di una scuola ad indirizzo<br />

tecnico-grafico di durata quinquennale<br />

unica nel contesto provinciale, permette<br />

di ampliare l'offerta formativa per i gio-<br />

giardini, magazzini, e poi una suggestiva<br />

passeggiata di fronte al mare,<br />

lungo un viale alberato, per raggiungere<br />

il centro cittadino.<br />

Il sindaco di Castellammare, Catello<br />

Polito, crede nel progetto e si prepara<br />

ad utilizzare i prossimi anni per la valorizzazione<br />

di altre risorse dell'area<br />

stabiese, come i siti archeologici — recentemente<br />

studiati anche dall'Università<br />

del Maryland — o il borgo marinaro<br />

dove sgorga un'acqua minerale<br />

tra le più conosciute della Campania,<br />

in modo da accentuare la vocazione<br />

turistico-culturale della zona.<br />

Il riscatto dunque è un'impresa possibile,<br />

anche grazie all'intesa sottoscritta<br />

con la Regione Campania e con<br />

«Sviluppo Italia», varie banche e gli<br />

imprenditori leader del territorio.<br />

Al progetto guardano con speranza<br />

anche i centri vicini: la rinascita di<br />

Castellammare di Stabia ovviamente<br />

avrebbe effetti positivi per il turismo<br />

in tutta la zona costiera e per l'economia<br />

della vicina Torre Annunziata, altro<br />

grande epicentro della crisi non<br />

solo occupazionale degli ultimi vent'anni.<br />

MARIANO DEL PREITE<br />

SOLIDARIETÀ La «Casa di Betania» di Paderno<br />

Piccola e familiare perciò efficace<br />

UDINE, gennaio.<br />

«Casa Betania», centro<br />

di accoglienza di Paderno,<br />

ha come finalità<br />

l'aiuto concreto alle persone<br />

in difficoltà. In<br />

questo luogo hanno trovato<br />

ospitalità e possibilità<br />

di un percorso di<br />

reinserimento sociale, alcolisti,<br />

ex carcerati, disabili<br />

psichici.<br />

Nata nel 1989, l'opera<br />

ha avuto varie sedi (Udine,<br />

Leonacco, Tricesimo),<br />

fino al trasferimento<br />

a Paderno nel 1997,<br />

in una casa con 12 posti<br />

letto. È stato il Vescovo<br />

emerito Monsignor Al-<br />

fredo Battisti a volere<br />

Iniziativa dei padri cappuccini di Fossano<br />

Capoverdiani a scuola di turismo<br />

ALESSANDRIA, gennaio.<br />

Il 30 ottobre scorso, diciotto giovani<br />

dell'Isola di Fogo, nell'arcipelago di Capo<br />

Verde, nell'ambito di un'esperienza<br />

di cooperazione terzomondiale, hanno<br />

iniziato a frequentare i corsi del locale<br />

Istituto Alberghiero per affinare le loro<br />

conoscenze in campo turistico-ricettivo,<br />

con l'intento di avviare una micro-imprenditoria<br />

autonoma al ritorno nella loro<br />

terra d'origine.<br />

L'iniziativa è del Centro Missioni Estere<br />

dei Cappuccini di Fossano — a pochi<br />

chilometri da Mondovì — che sono presenti<br />

nell'Isola di Fogo da cinquant'anni.<br />

A Capo Verde la risorsa principale è data<br />

dal clima, dalle spiagge, dal mare, dai<br />

paesaggi, dall'ospitalità della gente e il<br />

turismo rappresenta una voce importante<br />

nell'economia del futuro. Per questo<br />

è stato ideato l'inizio di una fascia di<br />

piccoli imprenditori per dare qualità alla<br />

prospettiva turistica.<br />

I diciotto ragazzi e ragazze dell'Isola<br />

di Fogo, in età compresa fra i 18 e i 25<br />

anni — coordinati da padre Ottavio Fasano<br />

— ritorneranno alle loro case per<br />

costituire la spina dorsale di progetti,<br />

iniziative e programmi grazie a quanto<br />

avranno appreso presso l'Istituto alberghiero<br />

di Mondovì. Sono tutti in possesso<br />

di un titolo di studio di scuola media<br />

superiore e comprendono l'italiano. Ol-<br />

vani trentini, consentendo loro la possibilità<br />

di inserirsi nel settore grafico-pubblicitario-editoriale<br />

senza doversi accontentare<br />

della sola qualifica di operai specializzati.<br />

«Avranno a disposizione una<br />

marcia in più — ha sottolineato suor<br />

Eugenia Libratore — perché è più alto il<br />

livello di formazione umana, culturale e<br />

professionale cui tenderanno gli allievi<br />

della scuola secondaria superiore». Ai<br />

ragazzi che provengono dagli «Artigianelli»,<br />

con qualifica di stampa e di prestampa,<br />

si offre al contempo l'opportunità<br />

di concludere il percorso formativo<br />

triennale di indirizzo grafico con gli Esami<br />

di Stato, come avviene per gli altri<br />

indirizzi di scuola secondaria superiore.<br />

La collaborazione fra «Sacro Cuore»<br />

ed «Artigianelli» è una realtà che vanta<br />

una già lunga storia: per primi i due<br />

fondatori, Teresa Verzeri e Lodovico Pavoni,<br />

furono accomunati dal medesimo<br />

ideale di educare cristianamente i giovani<br />

e di aprire loro le strade della vita.<br />

Percorsi comuni furono poi sperimentati<br />

con successo nella provincia di Brescia<br />

ed ora nel Trentino. «La novità — ha rimarcato<br />

ancora la preside dell'Istituto<br />

Sacro Cuore — non riguarda solo l'inte-<br />

fortemente Casa Betania, affinché «diventasse<br />

segno privilegiato dell'attenzione<br />

della Chiesa udinese ai poveri».<br />

Dal 1989 vi sono transitati una sessantina<br />

di ospiti (la casa è riservata ai maschi)<br />

inviati per lo più dai servizi sociali<br />

dei comuni. Hanno dai 20 ai 40 anni,<br />

l'età in cui è più facile un recupero.<br />

Attualmente il centro ospita sette persone.<br />

All'interno della struttura prestano<br />

il loro servizio due suore della Divina<br />

tre alle materie scolastiche specifiche,<br />

frequenteranno un corso di chitarra e<br />

uno di informatica.<br />

Dal 15 di novembre, ottenuto il libretto<br />

sanitario, sono stati avviati alla pratica<br />

nei laboratori. Il prof. Mario Berutti<br />

giudica positivamente l'iniziativa per la<br />

scuola stessa perché si tratta di una importante<br />

opportunità, anche sotto il profilo<br />

dello scambio culturale, per quanto<br />

concerne un'esperienza pilota nel quadro<br />

della cooperazione internazionale.<br />

L'iniziativa voluta dai padri cappuccini<br />

è affiancata da una associazione che<br />

comprende enti ed istituzioni del Cuneese,<br />

fra cui una ventina di Comuni, mentre<br />

contatti proficui sono stati già presi<br />

con l'associazione degli albergatori ed<br />

esercenti della provincia di Cuneo.<br />

A Fossano, invece, nella sala del castello<br />

degli Acaja, sono state organizzate<br />

due serate per far conoscere Capo Verde<br />

e la sua storia, con la proiezione di<br />

filmati e la comunicazione di testimonianze<br />

di alcuni volontari rientrati da<br />

poco dalla missione di quell'arcipelago.<br />

A Mondovì e Fossano, parrocchie, famiglie,<br />

gruppi e associazioni stanno cooperando<br />

attivamente per far sentire come<br />

a casa loro i giovani ospiti di Capo<br />

Verde.<br />

MARCO CARAMAGNA<br />

grazione tra una scuola e un centro professionale,<br />

ma la messa in rete di due<br />

realtà educative di matrice cattolica della<br />

città, operosamente integrate nel territorio<br />

trentino da oltre 150 anni. In<br />

questo momento in cui la scuola italiana<br />

è alla ricerca delle soluzioni migliori sul<br />

piano del riordino dei cicli, della defini-<br />

zione dei saperi, dell'autonomia e del-<br />

l'offerta formativa, i due Istituti<br />

si sono cimentati in un impegno<br />

che rappresenta anche un<br />

segno di comunione e di interazione<br />

in campo ecclesiale,<br />

dove ognuno è chiamato a<br />

mettere in comune quello che<br />

è e quello che ha». Fratel Guido<br />

Bertuzzi, direttore dell'Istituto<br />

Artigianelli, ha richiamato<br />

un'affermazione del professor<br />

Michele Colasanto: «Non si fa<br />

formazione continua in presenza<br />

di persone con un basso livello<br />

culturale». Per questo<br />

motivo gli «Artigianelli» si sono<br />

adoperati e si adoperano affin-<br />

ché il più alto numero possibi-<br />

le dei loro giovani consegua un diploma<br />

di Stato, oltre all'attestato di qualifica<br />

professionale. Fino allo scorso anno tutto<br />

ciò era possibile soltanto a mezzo di<br />

onerosi trasferimenti fuori provincia,<br />

ilchehafinito per scoraggiare molti candidati.«È<br />

con non poca soddisfazione —<br />

ha commentato fratel Guido Bertuzzi —<br />

che rileviamo come, con l'opportunità<br />

offerta di un percorso scolastico in città,<br />

ci siano stati allievi che hanno scelto di<br />

lasciare momentaneamente il lavoro per<br />

riprendere la scuola. Altro motivo di<br />

soddisfazione è il constatare che oltre il<br />

50% degli allievi dei terzi anni sia impegnato<br />

per prepararsi a sostenere il congiungimento<br />

con il quarto anno dell'IstitutoTecnicoper<br />

Periti in Arti Grafiche».<br />

MAURIZIO MELLARINI<br />

Volontà, suor Francesca e suor Fulgenzia,<br />

5 collaboratori e 4 volontarie.<br />

Il segreto di Casa Betania è l'ambiente<br />

familiare che dà fiducia e ricostruisce<br />

la persona. «Normalmente — spiega<br />

suor Francesca — la prima cosa, quando<br />

una persona arriva è trovarle subito<br />

un lavoro». Il resto rispecchia la vita<br />

normale di ciascun individuo, di ciascuna<br />

famiglia: «È importante che ognuno<br />

acquisisca amore per la casa, così poi in<br />

futuro avrà stimoli per auto-gestirsi. Insegniamo<br />

a tutti a preparare da mangiare,<br />

a fare la lavatrice, a gestire il proprio<br />

tempo».<br />

Le suore operano a stretto contatto<br />

con gli assistenti sociali per definire un<br />

piano di recupero, in comune accordo<br />

con l'interessato. Per quanto riguarda il<br />

denaro, vige l'amministrazione controllata,<br />

almeno nel primo periodo. Molti<br />

hanno problemi di alcol — spiegano i<br />

volontari — e tenderebbero a spendere<br />

tutto.<br />

«In questi anni i risultati in termini di<br />

reinserimento nella società sono stati eccellenti»,<br />

sottolinea Diego Cinello, presidente<br />

della Casa. Lo ribadisce anche<br />

Francesco Piani, assessore ai servizi sociali<br />

del Comune: «I risultati sono eccezionali<br />

sotto il profilo spirituale, ma anche<br />

sociale e medico. Lo posso testimoniare<br />

perché io stesso, come medico, ho<br />

inviato qui numerose persone. Il segreto<br />

sta nel fatto che si tratta di una struttura<br />

piccola».<br />

La retta, di un milione e 200 mila lire<br />

al mese, viene pagata per metà dagli<br />

ospiti e dai comuni. Ma per far quadrare<br />

i conti fino a oggi ci ha pensato la<br />

Caritas. Ora la Casa è divenuta ente giuridico<br />

autonomo e deve autoalimentarsi,<br />

sottolinea Cinello. E per questo serve la<br />

solidarietà di tutti gli udinesi.<br />

Casa Betania è e vuole restare una sede<br />

temporanea: al massimo un anno e<br />

mezzo, spiega Cinello. Ma con questo<br />

non vuol dire rompere un rapporto di<br />

affetti e di fiducia creatosi in questo<br />

periodo. Una volta uscito, chi ha frequentato<br />

Casa Betania, vi resta sempre<br />

attaccato, spiega suor Francesca. E la<br />

Casa resta comunque un punto di riferimento.<br />

CLAUDIO ZERBETTO


IN ITALIA<br />

PAGINA<br />

10 .<br />

MUCCA PAZZA Mangime contaminato a Lodi<br />

Torna l'allarme<br />

per le farine animali<br />

BERGAMO, 19.<br />

Torna l'allarme mangimi dopo che è<br />

risultato positivo alle analisi l’esame su<br />

una prima parte di farine fornite da una<br />

fabbrica di Lodi all’allevamento di Rovetta<br />

(Bergamo) nel quale 65 bovini erano<br />

stati posti sotto sequestro cautelativo<br />

circa un mese fa. Il materiale verrà distrutto<br />

mentre gli animali sono stati dichiarati<br />

a rischio di encefalopatia spongiforme<br />

bovina (Bse). Le analisi hanno<br />

confermato una contaminazione da<br />

frammenti di ossa di mammiferi, seppure<br />

ritenuta di modesta quantità e su un<br />

quantitativo piuttosto ridotto. Per l'Asl<br />

potrebbero essere rimasti nelle tubature<br />

degli impianti del mangimificio a causa<br />

della scarsa pulizia.<br />

Per una seconda parte di farine, che<br />

non è mai stata impiegata nell’allevamento,<br />

l’esito delle analisi dovrebbe arrivare<br />

a giorni mentre i 65 bovini «sospetti»<br />

dovranno essere sottoposti all’esame<br />

dell’encefalo per verificare la presenza o<br />

meno del prione del morbo della mucca<br />

«pazza». L’Asl di Bergamo ha comunque<br />

ribadito che la situazione nel Bergamasco<br />

è del tutto rassicurante e che i<br />

controlli avviati già nei mesi scorsi hanno<br />

messo in evidenza che non ci sono<br />

rischi. L’allevamento di Rovetta era sotto<br />

controllo dal dicembre scorso, appena<br />

giunta a Bergamo la segnalazione<br />

dell’Asl di Lodi riguardante il modesto<br />

quantitativo di mangime sospetto. I controlli,<br />

d'ora in poi, riguarderanno non<br />

solo le mucche in età avanzata ma anche<br />

i vitelli e le giovenche.<br />

A livello nazionale presto si potrebbe<br />

Csm: polemica<br />

dopo la decisione<br />

di alcuni componenti<br />

non togati<br />

di lasciare l'aula<br />

ROMA, 19.<br />

È polemica al Csm dopo la decisione<br />

dei componenti «non togati» del centro<br />

destra e di una parte di quelli del centro<br />

sinistra di abbandonare l'aula e di far<br />

mancare il numero legale.<br />

I componenti «togati» parlano di decisione<br />

«grave» e accusano i colleghi di<br />

paralizzare così l'attività dell'organo di<br />

autogoverno della magistratura. I «non<br />

togati» replicano affermando di aver<br />

esercitato un diritto.<br />

Il caso è scoppiato nel corso del procedimento<br />

relativo al trasferimento d'ufficio<br />

del presidente della sezione misure<br />

di prevenzione del Tribunale di Palermo<br />

Edoardo Corsini, il quale ha chiesto di<br />

essere difeso da un avvocato e non da<br />

un magistrato come prescrive una circolare<br />

del Csm per questo tipo di procedimento.<br />

A questo punto — riferisce l'Ansa<br />

— si è aperta una discussione per stabilire<br />

se la procedura di trasferimento<br />

d'ufficio potesse essere assimilabile al<br />

giudizio disciplinare, nel quale è appunto<br />

consentito al magistrato accusato di<br />

avvalersi della difesa di un avvocato del<br />

libero foro.<br />

Alcuni componenti «non togati» hanno<br />

chiesto di rinviare la discussione a<br />

tempo indeterminato ma la proposta è<br />

stata respinta. E dopo aver sollecitato<br />

un nuovo rinvio per consentire al plenum<br />

di riflettere sulla questione, hanno<br />

abbandonato l'aula facendo appunto<br />

mancare il numero legale e impedendo<br />

così al plenum di esprimersi sulla questione<br />

se consentire o meno a Corsini di<br />

farsi difendere da un avvocato.<br />

Alla Camera<br />

inizia l'iter della legge<br />

contro l'alcolismo<br />

ROMA, 19.<br />

Limiti più rigidi per la pubblicità, soprattutto<br />

a tutela dei minori, più controlli<br />

sulle strade, divieto di vendita di<br />

superalcolici sulle autostrade nelle ore<br />

notturne. È quanto prevede la leggequadro<br />

sull’alcolismo in iter al Parlamento.<br />

La commissione affari sociali della Camera<br />

ha concluso l’esame in sede redigente<br />

del provvedimento che ora sarà<br />

sottoposto all’assemblea di Montecitorio<br />

per le sole votazioni conclusive prima di<br />

passare all’altro ramo del Parlamento.<br />

Il testo definito dalla commissione affari<br />

sociali intende prevenire l’abuso di<br />

alcol ed aiutare chi ha problemi di questo<br />

genere a venirne fuori.<br />

Viene definita alcolica ogni bevanda<br />

contenente alcol con gradazione superiore<br />

ad 1,2 gradi e superalcolico ogni<br />

prodotto con gradazione superiore al<br />

21% in alcol in volume.<br />

Per quanto riguarda la pubblicità,<br />

quella dei superalcolici sarà vietata sulla<br />

stampa, quotidiana e periodica, destinata<br />

ai minori, nei cinema durante proiezioni<br />

di film anche questi destinati ai<br />

minori, all’interno di programmi radiotelevisivi<br />

per ragazzi, nonché nei 15 minuti<br />

che li precedono e che li seguono.<br />

arrivare anche alla distruzione della milza<br />

e della colonna vertebrale dei bovini<br />

(e quindi alla messa al bando della bistecca<br />

con l'osso) perché a rischio Bse.<br />

Queste almeno le ulteriori misure anti<br />

mucca «pazza» che, a seguito delle indicazioni<br />

del Comitato scientifico dell’Ue,<br />

presto potrebbero entrare in vigore in<br />

Europa e dunque in Italia. «Distruggere<br />

la colonna vertebrale dell’animale è una<br />

precauzione molto importante — è<br />

quanto sottolinea il direttore del laboratorio<br />

di veterinaria dell’Istituto superiore<br />

di sanità, Macrì — in questo modo infatti<br />

si eliminano delle strutture nervose<br />

che possono essere veicolo del prione.<br />

In termini pratici significa non mettere<br />

in commercio quelle parti di bistecca<br />

con l’osso che aderisce alle vertebre, la<br />

cosiddetta “T-bone steak”». Secondo l’esperto<br />

si tratterebbe di una misura precauzionale<br />

in più. Il Consiglio dei Ministri,<br />

riunitosi oggi, non ha preso alcuna<br />

decisione. Dovrà pronunciarsi prima l'Istituto<br />

superore di Sanità.<br />

Nel frattempo prosegue a Pontevico<br />

(Brescia) il presidio dei Cobas degli agricoltori<br />

nella cascina «Malpensata» dove<br />

è stato scoperto il primo caso di mucca<br />

«pazza» in Italia. Gli allevatori si oppongono<br />

all'abbattimento di tutti i capi. Il<br />

Governo potrebbe accontentarli e ipotizza<br />

di «riconvertire» i bovini rimasti come<br />

cavie da laboratorio.<br />

Clamorosa intanto la decisione presa<br />

oggi dalle varie associazioni di categoria:<br />

da lunedì per protesta tutti i macelli<br />

si rifiuteranno di abbattere i capi con<br />

più di 30 mesi d'età.<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Sabato 20 Gennaio 2001<br />

MUTUI L'Abi, contraria, si appella al Parlamento<br />

Ulteriore riduzione dei tassi:<br />

mozione della maggioranza<br />

ROMA, 19.<br />

Sulla vicenda dei mutui a tasso di<br />

usura si acuiscono i contrasti tra le forze<br />

politiche della maggioranza di Governo<br />

e il settore delle banche. I partiti della<br />

coalizione, infatti, hanno raggiunto ieri<br />

in Senato un accordo per dare un<br />

drastico taglio al tasso di rinegoziazione<br />

dei vecchi mutui, diventati nel frattempo<br />

usurari. La soglia massima di ricontrattazione<br />

— che il decreto legge del<br />

governo in fase di conversione a Palazzo<br />

Madama aveva fissato al 12,21% per le<br />

famiglie e al 12,71% per le imprese —<br />

viene abbattuta al 9,96%. La proposta<br />

della coalizione, che entro oggi sarà tradotta<br />

in emendamenti, prevede inoltre<br />

uno sconto di un punto percentuale e<br />

mezzo, all’8,46%, per i mutui fino a 150<br />

milioni contratti dalle famiglie per l’acquisto<br />

o la costruzione della prima casa.<br />

Le imprese, invece, dovrebbero avere<br />

una maggiorazione di un punto percentuale<br />

al 10,96%. L’ultima rata del 2000,<br />

infine, sarà calcolata al tasso del 9,96%.<br />

Ad esprimere la preoccupazione del<br />

mondo creditizio è l’Abi che si appella<br />

al Parlamento per ribadire la richiesta di<br />

non stravolgere il decreto legge del Governo:<br />

le ipotesi di modifica del decreto<br />

legge sui muti avrebbero un effetto insostenibile<br />

per il sistema bancario con un<br />

costo di oltre 5.000 miliardi. «È un vero<br />

e proprio “assalto alla diligenza”. Gli<br />

oneri sul sistema bancari, già gravosissimi<br />

nella misura di 2.500 miliardi nel decreto<br />

legge, sono saliti nella proposta di<br />

modifica della maggioranza a 5.500 e<br />

non a 4 mila come dichiarato. Sono pesi<br />

Mancanza di manodopera<br />

al Nord: sindacati d'accordo<br />

sulle proposte del ministro<br />

MILANO, 19.<br />

Un «accordo di principio» è stato raggiunto<br />

ieri a Milano al termine di una<br />

riunione-fiume sulla vicenda della «Franco<br />

Tosi», l'azienda che ha lanciato l'allarme<br />

sulla mancanza di manodopera<br />

specializzata al Nord. Allo stesso tavolo<br />

le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e<br />

Uil metalmeccaniche e il ministro dell’Industria,<br />

Enrico Letta. Obiettivo agevolare<br />

gli investimenti sia delle aziende<br />

settentrionali che intendono reperire<br />

manodopera specializzata dal Sud sia<br />

delle ditte del Mezzogiorno che vogliono<br />

creare sviluppo.<br />

In particolare Letta ha presentato al<br />

titolare della «Franco Tosi», Gianfranco<br />

Castiglioni, e ai rappresentanti sindacali<br />

una serie di proposte raccolte in un protocollo<br />

d’intesa che vuole essere un accordo<br />

di riferimento nazionale per le<br />

aziende che hanno necessità occupazionali.<br />

Le proposte tendono a favorire sia<br />

la mobilità dal Sud al Nord sia gli investimenti<br />

al Sud da parte delle imprese.<br />

Tra le ipotesi quella che le ditte paghino<br />

gli affitti dei lavoratori e detraggano poi<br />

fiscalmente quanto versato. Questo consentirà<br />

ai lavoratori intenzionati a trasferirsi<br />

al Nord di avere uno stipendio non<br />

decurtato dell’affitto.<br />

COMUNICAZIONI Telecom prepara il ricorso al Tar<br />

Seat Pg-Tmc: la parola<br />

passa all'Antitrust<br />

ROMA, 19.<br />

La scottante questione sull'accordo<br />

Seat Pg e Tmc passa ora all’Antitrust.<br />

Dopo il «no» dell’Autorità per le comunicazioni,<br />

la partita che il gruppo guidato<br />

da Roberto Colaninno sta giocando<br />

per acquisire Telemontecarlo si sposta<br />

infatti sul tavolo del Garante della concorrenza<br />

e del mercato, che con ogni<br />

probabilità darà il proprio parere sull’operazione<br />

al termine della sua istruttoria,<br />

mercoledì 24 gennaio.<br />

Oggi a Giuseppe Tesauro e agli altri<br />

quattro componenti il vertice dell’Antitrust<br />

arriveranno da Napoli le carte del-<br />

Fs: confermato<br />

lo sciopero<br />

del 26 gennaio<br />

ROMA, 19.<br />

Rimane confermato lo sciopero<br />

di otto ore dei ferrovieri proclamato<br />

per il 26 gennaio prossimo<br />

da Filt-Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti,<br />

Sma e Ugl. L’incontro di ieri al<br />

ministero dei Trasporti con il ministro<br />

Bersani, l’Agens, le Ferrovie<br />

dello Stato e le cinque sigle<br />

sindacali, rappresentate ai massimi<br />

livelli anche di categoria, non<br />

è servito dunque a scongiurare il<br />

blocco del trasporto ferroviario<br />

fissato per il 26 dalle 10 alle 18.<br />

insostenibili per le banche. È inaccettabile<br />

— conclude l’Abi — che la ricerca<br />

di una soluzione ragionevole sia ostacolata<br />

dall’ansia elettorale».<br />

Mentre le Federazioni dei consumatori<br />

ed i sindacati esprimono soddisfazione<br />

per «i primi importanti risultati», il ministro<br />

del Tesoro Vincenzo Visco, interpellato<br />

al suo arrivo a Bruxelles per la Riunione<br />

dei ministri finanziari dei Quindici,<br />

sottolinea che sulla rinegoziazione<br />

dei mutui usurari «bisogna essere molto<br />

equilibrati... Il Parlamento sta lavorando».<br />

Dal 22 la sessione invernale del Consiglio Episcopale Permanente della C.E.I.<br />

l’Autorità per le comunicazioni. Non<br />

verrà però trasmesso il parere non vincolante<br />

che era stato richiesto a norma<br />

di legge, ma la decisione conclusiva con<br />

la quale è stata bocciata l’operazione e<br />

sulla quale pesa ora l’incognita del ricorso<br />

al Tar annunciato da Telecom Italia e<br />

Seat. Il parere è ovviamente contenuto<br />

implicitamente nel «no» annunciato<br />

mercoledì sera.<br />

La partita è quindi divenuta ancor più<br />

complessa, anche se resta da verificare<br />

se e in che modo la secca bocciatura venuta<br />

da Napoli potrà influenzare il giudizio<br />

dell’Antitrust, che ha un approccio<br />

normativo differente alla questione.<br />

Intanto non si placano le polemiche.<br />

E mentre l'amministratore delegato di<br />

Seat, Pelliccioli, afferma che il progetto<br />

va comunque avanti, sul banco degli accusati<br />

finisce proprio una legge, la 249<br />

del ’97, che, benché non adeguata allo<br />

sviluppo registratosi nel mondo delle telecomunicazioni<br />

— come ammesso dalla<br />

stessa Autorità — allo stato attuale vieta<br />

l’operazione. Un divieto che Seat contrasterà<br />

attraverso il ricorso che Telecom<br />

(azionista di maggioranza con il<br />

63%) presenterà al Tar. Una battaglia<br />

che è appena agli inizi, perché Telecom<br />

ha 30 giorni per studiare le controdeduzioni<br />

e chiedere una sospensiva.<br />

Ma c’è anche chi lavora ad altre soluzioni<br />

e se si parla di possibili, ma difficili,<br />

interventi legislativi dell’ultima ora,<br />

c’è chi non esclude la possibilità di modificare<br />

lo scenario societario dell’operazione,<br />

facendo entrare un terzo socio a<br />

fianco di Telecom.<br />

Terrorismo: processo a «br»<br />

latitanti citati nel caso D'Antona<br />

ROMA, 19.<br />

Ci sono anche alcuni irreperibili i cui nomi sono comparsi nell’ambito dell’inchiesta<br />

sull’omicidio di Massimo D’Antona tra i 13 imputati da ieri sotto<br />

processo a Roma per aver fatto parte delle «br-pcc» fino alla fine degli Anni<br />

Ottanta. Tra loro Simonetta Giorgeri, Carla Vendetti, Nicola Bortone e Marcello<br />

Tammaro Dell’Omo. I loro nomi, e quelli di altre persone, furono indicati<br />

— in relazione alla ricostituzione delle «nuove br» — nell’ordinanza di custodia<br />

cautelare emessa nei confronti di Alessandro Geri, il giovane tuttora sospettato<br />

di essere stato il telefonista che annunciò la rivendicazione dell’omicidio<br />

D’Antona.<br />

Nel capo di imputazione si afferma che gli imputati hanno fatto parte di<br />

un’organizzazione «volta alla commissione di delitti contro la personalità dello<br />

Stato come dimostrato dagli attentati in danno del professor Ezio Tarantelli,<br />

dell’ex sindaco di Firenze Lando Conti, del senatore Roberto Ruffilli e dalla<br />

rapina con omicidi compiuta in via Prati di Papa».<br />

Il processo, davanti alla seconda Corte di assise, costituisce un’appendice<br />

dei procedimenti Moro-ter e Moro-quater.<br />

Consiglio dei Ministri:<br />

nomine ai vertici<br />

delle Forze armate<br />

ROMA, 19.<br />

Il Consiglio dei Ministri nella riunione<br />

di stamane ha disposto alcune nomine<br />

ai vertici delle Forze armate.<br />

Il gen. Rolando Mosca Moschini, attuale<br />

comandante generale della Guardia<br />

di Finanza, sarà dal 2 aprile prossimo<br />

il nuovo capo di stato maggiore della<br />

Difesa in sostituzione del gen. Mario<br />

Arpino, che diventerà il capo del Comitato<br />

militare dell'Ue.<br />

Il nuovo comandante della Guardia di<br />

Finanza sarà dal 2 aprile il gen. Alberto<br />

Zignani, attuale segretario generale della<br />

Difesa, il quale sarà sostituito dall'amm.<br />

Giampaolo Di Paola.<br />

Nella riunione di stamane il Consiglio<br />

dei Ministri anche un cambio al vertice<br />

della Marina: il nuovo capo di stato<br />

maggiore sarà l'amm. Marcello Di Donno,<br />

attuale comandante della squadra<br />

navale. Nell'Aeronautica è stato prorogato<br />

di 6 mesi l'incarico dell'attuale capo<br />

di stato maggiore gen. Andrea Fornasiero.<br />

È stato prorogato anche, di 12 mesi,<br />

l'incarico dell'attuale comandante generale<br />

dell'Arma dei Carabinieri gen. Sergio<br />

Siracusa.<br />

Da lunedì 22 a giovedì 25 gennaio<br />

2001, presso la sede della C.E.I., si<br />

svolgeranno i lavori della sessione<br />

invernale del Consiglio Episcopale<br />

Permanente.<br />

La riunione si aprirà, alle ore 17<br />

di lunedì 22, con la prolusione del<br />

Cardinale Presidente, Sua Eminenza<br />

Camillo Ruini.<br />

I Vescovi prenderanno in esame,<br />

URANIO Ma solo per l'uso dei proiettili in Kosovo<br />

Il gen. Arpino: il 1° luglio '99<br />

la prima informazione Nato<br />

ROMA, 19.<br />

La prima informazione ai vertici militari<br />

italiani da parte della Nato sull'impiego<br />

di proiettili all'uranio impoverito<br />

in Kosovo e sui loro possibili rischi per<br />

la salute risale al 1° luglio 1999. Lo ha<br />

affermato il capo di stato maggiore della<br />

Difesa gen. Mario Arpino (che dal 2<br />

aprile, come riferiamo a parte, sarà sostituto<br />

dal gen. Rolando Mosca Moschini)<br />

— riferisce l'Ansa — nel corso di<br />

un'audizione alla commissione Difesa<br />

della Camera. L'alto ufficiale ha aggiunto<br />

che «a differenza della Bosnia ed Er-<br />

CAMORRA La piccola vittima di Pollena Trocchia<br />

Omicidio di Valentina:<br />

catturato il mandante<br />

Indagati 5 medici<br />

per la morte<br />

di un detenuto<br />

PALERMO, 19.<br />

Indagine della Procura sulla<br />

morte di Salvatore Biondo, il detenuto<br />

deceduto il mese scorso in<br />

seguito ad un’operazione chirurgica<br />

all’ospedale civico. Sarebbero<br />

indagati cinque medici del nosocomio<br />

cittadino.<br />

Biondo aveva tentato di uccidersi<br />

dandosi fuoco riportando<br />

gravi ustioni.<br />

La morte potrebbe essere stata<br />

causata da errori nella somministrazione<br />

dell’anestetico.<br />

zegovina, il problema dell'uranio impoverito<br />

è stato preso più direttamente in<br />

considerazione in Kosovo. In Italia —<br />

ha ricordato — la questione era stata<br />

sollevata anche con interpellanze parlamentari<br />

a seguito delle quali lo stato<br />

maggiore della Difesa dispose all'epoca<br />

un'indagine da parte del Cisam (Centro<br />

interforze studi e applicazioni militari)<br />

«che fornì dati complessivamente rassicuranti<br />

in ordine alla pericolosità del<br />

materiale radioattivo suggerendo precauzioni<br />

in determinate circostanze». Intanto,<br />

a proposito del nuovo allarme suscitato<br />

dalla possibile presenza di plutonio<br />

nei proiettili all'uranio impoverito, il<br />

portavoce della Nato ha reso noto che<br />

tale presenza «è stata da tempo rilevata<br />

dagli scienziati ma le quantità trovate<br />

sono così basse da non presentare alcun<br />

motivo di preoccupazione».<br />

Si è appreso inoltre che è partito ieri<br />

sera per la Bosnia ed Erzegovina un plotone<br />

di militari italiani specializzati contro<br />

il rischio Nbc (Nucleare-batteriologico-chimico).<br />

Si tratta — ha commentato<br />

il presidente della commissione Difesa<br />

della Camera, Spini — di «una notizia<br />

importante che contribuisce a rassicurare<br />

anche se gli accertamenti compiuti finora<br />

hanno escluso pericoli radioattivi<br />

per i militari italiani».<br />

Infine, è stato reso noto che la commissione<br />

Difesa della Camera, nell'ambito<br />

dell'indagine conoscitiva di recente<br />

avviata sulla vicenda, ascolterà il 25 gennaio<br />

l'ematologo Franco Mandelli, presidente<br />

della commissione scientifica che<br />

sta verificando eventuali nessi tra i casi<br />

di cancro tra i militari e l'uranio impoverito.<br />

paziente. Gennaro Veneruso è accusato,<br />

oltre che di essere organizzatore e mandante<br />

della spedizione in cui fu uccisa<br />

Valentina Terracciano, anche del successivo<br />

agguato che portò all’uccisione dei<br />

due esecutori materiali del delitto di Pollena<br />

Trocchia.<br />

Quest'ultimo duplice omicidio avvenne<br />

qualche giorno dopo l’uccisione della<br />

bambina, nelle campagne di Cerveteri,<br />

in provincia di Roma.<br />

Valentina Terracciano morì a seguito<br />

delle ferite riportate in un agguato avvenuto<br />

il 12 novembre scorso davanti al<br />

negozio di fioraio di uno zio, a Pollena<br />

Trocchia, nella zona vesuviana. La bambina,<br />

che aveva due anni, fu raggiunta<br />

alla testa da un proiettile che i sicari,<br />

giunti sul luogo dell’agguato con una<br />

motocicletta, avevano sparato contro il<br />

padre, pregiudicato legato ad un clan<br />

camorristico della zona, ed allo zio. La<br />

bambina era in compagnia del padre e<br />

della madre. Valentina mori in ospedale<br />

dopo 24 ore di agonia. Quattro giorni<br />

dopo avvenne nelle campagne di Cerveteri,<br />

in provincia di Roma una sparatoria<br />

durante la quale morirono due persone<br />

ed altre due rimasero ferite. I sicari<br />

del clan Castaldo Veneruso erano andati<br />

a punire i killer della bambina per<br />

aver mancato il bersaglio della spedizione<br />

di morte, Raffaele, il padre della piccola.<br />

I due scampati all’agguato divennero<br />

allora collaboratori di giustizia ed<br />

aiutarono magistrati ed investigatori a<br />

far luce sulla vicenda.<br />

Maltempo:<br />

neve e gelo<br />

si spostano<br />

nel Triveneto<br />

Iniziative dell'Associazione Carità Politica<br />

Mediterraneo: più stretti rapporti culturali<br />

PIERO AMICI<br />

ROMA, 19.<br />

Non si può comprendere il significato<br />

della firma del protocollo d'intesa<br />

tra la Regione Calabria e l'Associazione<br />

internazionale «Carità Politica», avvenuta<br />

ieri nella sede del Pontificio<br />

Consiglio della Cultura, se non si ricorda<br />

che tale associazione, ispirandosi<br />

al Magistero sociale della Chiesa,<br />

«intende la parola “politica” nel suo significato<br />

più alto, di ricerca del bene<br />

comune». Tale concetto, richiamato<br />

ieri dal presidente dell'Associazione<br />

«Carità Politica», Alfredo Luciani, ha<br />

fatto da sfondo agli interventi del Cardinale<br />

Paul Poupard, Presidente del<br />

Pontificio Consiglio della Cultura; di<br />

tre Ambasciatori accreditati presso la<br />

Santa Sede: l'Ambasciatore d'Italia<br />

Raniero Avogadro, l'Ambasciatore del<br />

Marocco Abdelouhab Maalmi, l'Ambasciatore<br />

d'Albania Jul Bushati; e all'intervento<br />

del presidente della Regione<br />

Calabria Giuseppe Chiavalloti, i quali<br />

si sono soffermati da diverse angolature<br />

sul significato di questa intesa. Erano<br />

presenti tra gli altri anche altri<br />

poi, la bozza degli Orientamenti Pastorali<br />

per il prossimo decennio, che<br />

in questi mesi è stata oggetto di studio<br />

da parte delle Commissioni Episcopali,<br />

degli Uffici e dei Servizi pastorali<br />

della Segreteria Generale<br />

della C.E.I. e di numerosi organismi<br />

pastorali.<br />

Nell'ordine del giorno è prevista<br />

anche l'individuazione di indicazioni<br />

NAPOLI, 19.<br />

Gennaro Veneruso, di 44 anni, capo<br />

dell’omonimo clan camorristico, ritenuto<br />

organizzatore e mandante del raid<br />

durante il quale fu uccisa la piccola Valentina<br />

Terracciano, è stato arrestato dai<br />

carabinieri del comando di Napoli.<br />

L’arresto è avvenuto nella serata di ieri<br />

ma se ne avuta notizia solo stamani.<br />

Veneruso è stato catturato mentre si<br />

stava facendo prestare cure mediche in<br />

uno studio dentistico privato a Succivo,<br />

in provincia di Caserta. Il medico non<br />

vera a conoscenza dell’identità del suo<br />

Ambasciatori accreditati presso la<br />

Santa Sede. Con questo protocollo —<br />

ha ricordato il Card. Poupard — «l'Associazione<br />

“Carità Politica” e la Regione<br />

Calabria si impegnano ad instaurare<br />

un rapporto di collaborazione culturale<br />

i cui obiettivi vanno ben al di là<br />

dei confini regionali o nazionali, giacché<br />

questo accordo rappresenta un<br />

primo passo di un progetto più ampio,<br />

che vuole coinvolgere tutti i Paesi<br />

del Mediterraneo. E la presenza degli<br />

Ambasciatori accreditati presso la<br />

Santa Sede si giustifica proprio in<br />

questo orizzonte ampio del progetto,<br />

che vedrà coinvolti anche altri Paesi e<br />

Regioni del Mediterraneo». Del resto<br />

— ha osservato il Porporato — «questo<br />

Dicastero della Santa Sede non<br />

può che promuovere e sostenere tali<br />

iniziative, in cui la cultura viene valorizzata<br />

come strumento di dialogo.<br />

Non bisogna inoltre dimenticare che<br />

questa iniziativa si colloca idealmente<br />

nella scia del Messaggio del Santo Padre<br />

per la Giornata Mondiale della Pace<br />

2001, centrato proprio sul tema del<br />

dialogo tra le culture. Senza contare<br />

che il Mediterraneo è stato anche la<br />

procedurali per il lavoro delle Commissioni<br />

Episcopali e l'analisi di alcuni<br />

aspetti giuridici riguardanti le<br />

Caritas diocesane.<br />

Ampio spazio sarà anche dedicato<br />

all'esame del Rito del matrimonio.<br />

Al Consiglio verrà anche presentato<br />

il Nuovo regolamento della Consulta<br />

nazionale per la pastorale della Sanità.<br />

ROMA, 19.<br />

Dopo l’«assalto» ad Ovest, la neve e il<br />

gelo hanno spostato l'obiettivo sul Nord-<br />

Est d’Italia, colpendo Trentino Alto Adige,<br />

Veneto, Friuli Venezia Giulia ed anche<br />

Lombardia. La neve al Nord è riuscita<br />

a bloccare anche i lavori in Senato:<br />

la presidenza dell’assemblea di Palazzo<br />

Madama ha infatti annullato le sedute,<br />

fino a questa mattina compresa, accogliendo<br />

la richiesta della Lega. Su Genova,<br />

intanto, dopo la bufera che ieri si è<br />

abbattuta per sette ore mandando in tilt<br />

i trasporti, è tornato il sole, lasciando<br />

spazio alle polemiche.<br />

Sul Trentino la neve cade dalla notte<br />

scorsa e ha raggiunto i 10 centimetri<br />

nelle valli, senza però creare particolari<br />

difficoltà alla circolazione, fatta eccezione<br />

sulla statale della Val di Non, tra il<br />

passo della Rocchetta e Mollaro, dove<br />

alcuni camion sprovvisti di attrezzatura<br />

invernale si sono posti di traverso.<br />

Qualche problema in più in Alto Adige:<br />

Bolzano si è svegliata ricoperta di<br />

neve (parecchi centimetri), che ha causato<br />

disagi alla viabilità e ai trasporti<br />

pubblici. Sull’autostrada del Brennero il<br />

fondo è innevato; per i passi dolomitici<br />

aperti sono obligatorie le catene. Una<br />

frana è caduta sulla strada provinciale<br />

della Val d’Ultimo.<br />

Imbiancato anche il Veneto, sopra i<br />

300-400 metri; neve con punte di 90 centimetri<br />

sulle Prealpi (a Fratte-Fiorentini).<br />

Inferiore la quantità (15-25 cm) sulle Dolomiti.<br />

Nel Bellunese, a causa delle precipitazioni<br />

nevose, è stata chiusa parte<br />

della statale 619 di Vigo di Cadore. Nevica<br />

a Cortina in Valtellina e Valchiavenna;13<br />

cm sono stati registrati a Bormio.<br />

culla delle tre grandi religioni monoteistiche».<br />

Il presidente della Regione<br />

Calabria, questa regione-cerniera tra i<br />

popoli dell'area e anche per questo<br />

scelta per la firma del protocollo, ha<br />

sottolineato come l'approccio più consono<br />

a tali tematiche non può che essere<br />

quello della cultura e della solidarietà.<br />

Un aspetto che, unitamente a<br />

quello del rispetto reciproco, è stato<br />

richiamato anche dagli Ambasciatori<br />

del Marocco e dell'Albania, la cui cultura<br />

e le cui tradizioni arricchiscono<br />

del resto da secoli, con la presenza di<br />

un'operosa minoranza etnica, proprio<br />

la regione calabrese. Da parte sua<br />

l'Ambasciatore d'Italia presso la Santa<br />

Sede ha osservato come nel bacino<br />

del Mediterraneo si contino già da<br />

tempo iniziative che accomunano vari<br />

Paesi, specie di carattere economico,<br />

che però trovano spesso ostacolo nelle<br />

differenze culturali. Ecco perché questa<br />

nuova intesa, fondata essenzialmente<br />

sull'aspetto socio-culturale, potrebbe<br />

dare risultati lusinghieri «specie<br />

se si sarà capaci si puntare sulla rivitalizzazione<br />

dei grandi valori che sono<br />

stati tanta parte della plurimillenaria<br />

civiltà dei popoli del Mediterraneo».


L'OSSERVATORE ROMANO<br />

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S PEDIZ IONE IN A BBONAMENTO P OSTALE - ROMA<br />

C O N T O C O R R E N T E P O S T A L E N . 6 4 9 0 0 4<br />

GIORNALE QUOTIDIANO<br />

UNICUIQUE SUUM<br />

POLITICO RELIGIOSO<br />

NON PRAEVALEBUNT<br />

FILIPPINE La svolta in seguito alle manifestazioni e alla presa di posizione dei vertici delle Forze armate<br />

Gloria Macapagal Arroyo Capo dello Stato<br />

al posto del dimissionario Joseph Estrada<br />

STATI UNITI La cerimonia con il giuramento al Campidoglio di Washington<br />

L'insediamento di George W. Bush<br />

ABBONAMENTI 2 Anni Annuo Semestre<br />

VATICANO E ITALIA<br />

Quotidiano . . . . . . . . . . L. 726.000 - : 374,44 L. 372.000 - : 191,09 L. 186.000 - : 95,54<br />

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ESTERO (VIA ORDINARIA)<br />

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Anno CXLI - N. 16 (42.654) CITTÀ DEL VATICANO Domenica 21 Gennaio 2001<br />

All'inizio di un nuovo secolo e millennio Giovanni Paolo II rinnova l'invito ad una globale<br />

mobilitazione missionaria della Chiesa, formulato 10 anni fa con l'Enciclica «Redemptoris missio»<br />

«Ripartire da Cristo» comporta per la missione «ad gentes»<br />

un nuovo vigore e un rinnovamento dei metodi pastorali<br />

«L'esigenza di riprendere il largo, ripartendo da Cristo,<br />

comporta per la missione “ad gentes” un nuovo vigore<br />

e un rinnovamento dei metodi pastorali». È la consegna<br />

che il Santo Padre ha affidato sabato mattina, 20<br />

gennaio, ai partecipanti al Simposio nel decimo anniversario<br />

dell'Enciclica «Redemptoris missio», ricevuti in<br />

udienza nell'Aula Paolo VI. Questi i punti nodali del discorso<br />

del Santo Padre:<br />

» «Il presente Simposio, all'alba del nuovo millennio,<br />

intende porre in luce il valore primario che l'evangelizzazione<br />

riveste nella vita della Comunità ecclesiale. In<br />

effetti, la missione ad gentes è il primo compito affidato<br />

da Cristo ai suoi discepoli»;<br />

» «Fin dall'inizio del mio pontificato ho invitato ogni<br />

persona e popolo ad aprire le porte a Cristo. Quest'ansia<br />

missionaria mi ha spinto ad intraprendere molti<br />

viaggi apostolici; a connotare sempre più con un'apertura<br />

missionaria l'intera attività della Sede Apostolica<br />

ed a favorire un costante approfondimento dottrinale<br />

del compito apostolico che è di ogni battezzato. Ecco il<br />

contesto in cui è nata l'Enciclica Redemptoris missio,<br />

di cui celebriamo il decimo anniversario»;<br />

» «Quando, dieci anni or sono, pubblicai quest'Enciclica,<br />

ricorreva il venticinquesimo dell'approvazione<br />

del Decreto missionario Ad gentes del Concilio Vaticano<br />

II. In qualche modo, pertanto, l'Enciclica poteva<br />

essere come la commemorazione dell'intero Concilio, il<br />

cui scopo fu di rendere più comprensibile il messaggio<br />

della Chiesa e più efficace la sua azione pastorale per<br />

la diffusione della salvezza di Cristo nel nostro tempo»;<br />

» «Riprendendo i grandi temi trinitari delle mie prime<br />

tre Encicliche, intendevo piuttosto sottolineare con vi-<br />

MANILA, 20.<br />

Gloria Macapagal Arroyo è il nuovo<br />

Presidente delle Filippine. Fino a ieri vice<br />

Presidente ed esponente di spicco<br />

delle opposizioni, la Arroyo ha prestato<br />

giuramento alle 12 di oggi, ora locale (le<br />

5 del mattino in Italia), assumendo la<br />

carica di Capo dello Stato. La Arroyo<br />

succede a Joseph Estrada, dimessosi in<br />

seguito alle dure contestazioni di queste<br />

settimane. Estrada, accusato di corruzione,<br />

stava affrontando un procedimento<br />

per la messa in stato d'accusa. Ieri i<br />

vertici delle forze armate e alcuni Ministri<br />

hanno tolto il proprio appoggio ad<br />

Estrada, chiedendone la rinuncia alla carica<br />

di Presidente. Dopo una giornata<br />

convulsa in cui lo stesso Estrada ha annunciato<br />

nuove elezioni presidenziali —<br />

alle quali non si sarebbe peraltro candidato<br />

— sono giunte le sue dimissioni e<br />

la nomina della Arroyo quale nuovo Presidente.<br />

Una folla di oltre cinquantamila persone<br />

— secondo quanto segnala l'agenzia<br />

— «Ansa» si è raccolta davanti al Palazzo<br />

presidenziale di Manila per acclamare<br />

il nuovo Capo dello Stato. Durante<br />

il discorso tenuto subito dopo il giuramento,<br />

la Arroyo ha auspicato che le<br />

«dimissioni lungamente attese di Estrada<br />

aprano ora la strada alle Filippine del<br />

2000, libere dalla corruzione». Il nuovo<br />

Presidente ha preannunciato una dura<br />

lotta contro la povertà, un radicale cambiamento<br />

dei metodi della politica ed ha<br />

auspicato una vero sviluppo economico<br />

di cui possa beneficiare l'intera popolazione.<br />

Subito dopo il giuramento del nuovo<br />

Capo dello Stato, Joseph Estrada — come<br />

segnala ancora l'«Ansa» — ha lasciato<br />

il Palazzo presidenziale allontanandosi,<br />

insieme con la famiglia, per una destinazione<br />

non conosciuta. «Lascio la residenza<br />

presidenziale per amore della<br />

pace, e perché inizi il processo di risanamento<br />

del nostro Paese», ha detto in<br />

una dichiarazione diffusa subito prima<br />

di lasciare «Malacanang Palace». Nel documento,<br />

tuttavia, Estrada afferma di<br />

avere «forti e seri dubbi» sulla legalità e<br />

la costituzionalità della proclamazione<br />

della Arroyo quale Presidente. «Non desidero<br />

essere un ostacolo alla restaurazione<br />

dell’unità e dell’ordine nella nostra<br />

società civile», ha dichiarato ancora.<br />

«Lascio il Palazzo e il nostro popolo —<br />

ha concluso — con gratitudine per le<br />

opportunità datemi di servire il nostro<br />

popolo. Non mi sottrarrò ad eventuali<br />

future accuse. Faccio appello a tutti i<br />

miei sostenitori affinché si uniscano a<br />

me nella promozione di un costruttivo<br />

spirito nazionale di riconciliazione e di<br />

solidarietà». Un portavoce della Arroyo<br />

ha oggi dichiarato che Estrada sarà per-<br />

seguito penalmente per «saccheggio economico»,<br />

un crimine per il quale è prevista<br />

la pena di morte.<br />

Incidenti sono avvenuti questa mattina<br />

davanti al Palazzo presidenziale di<br />

Manila prima che Estrada accettasse<br />

di dimettersi. Secondo testimonianze<br />

oculari, nella zona sono avvenuti scontri<br />

tra forze dell’ordine e gruppi di manifestanti,<br />

tra i quali alcuni favorevoli ad<br />

Estrada. Un uomo è stato arrestato e sono<br />

stati esplosi alcuni colpi d'arma da<br />

fuoco.<br />

Si registrano già le prime reazioni internazionali<br />

agli avvenimenti nelle Filippine.<br />

Gli Stati Uniti, attraverso l'Ambasciata<br />

a Manila, hanno espresso viva<br />

soddisfazione per l'elezione della Arroyo.<br />

«Abbiamo avuto rapporti di lavoro<br />

eccezionalmente forti con il nuovo Presidente<br />

Arroyo in passato, e pensiamo di<br />

lavorare con lei per rapporti ancora più<br />

solidi tra Stati Uniti e Filippine in futuro»,<br />

afferma l’Ambasciata in un comunicato.<br />

L’Ambasciata Usa esprime inoltre<br />

compiacimento per il fatto che la crisi si<br />

sia risolta senza violenza e in linea con<br />

le procedure democratiche e costituzionali.<br />

Voti augurali del Santo Padre<br />

al 43° Presidente<br />

Giovanni Paolo II ha fatto pervenire al nuovo Presidente degli Stati<br />

Uniti d'America, George W. Bush, il seguente telegramma:<br />

On the occasion of your inauguration<br />

as the forty-third<br />

President of the United States<br />

of America I send warm<br />

greetings and good wishes,<br />

together with the assurance of<br />

my prayers that almighty God<br />

will grant you wisdom and<br />

strength of purpose in the exercise<br />

of your high office. As<br />

the world faces the challenges<br />

of the new millennium<br />

I pray that under your leadership<br />

the american people will<br />

discover in their rich religious<br />

and political heritage the spiritual<br />

values which will provide<br />

clear direction and a sound<br />

Il nuovo Presidente delle Filippine, Gloria Macapagal Arroyo, presta giuramento<br />

ethical foundation for building<br />

a society marked by authentic<br />

justice and freedom, with unfailing<br />

respect for the dignity<br />

and rights of each individual,<br />

especially the poor, the defenseless<br />

and those who have<br />

no voice. I likewise ask God,<br />

the Father of the nations, to<br />

guide your efforts to foster<br />

understanding, cooperation<br />

and peace among the peoples<br />

of the world. Upon you and<br />

your family, and upon the<br />

beloved american people I<br />

cordially invoke the Lord's<br />

abundant Blessings.<br />

IOANNES PAULUS PP. II<br />

WASHINGTON, 20.<br />

Giurando nelle mani del Presidente della<br />

Corte Suprema, William H. Rehnquist,<br />

George W. Bush assume oggi ufficialmente<br />

a Washington la carica di Presidente degli<br />

Stati Uniti d'America. La cerimonia — tempo<br />

permettendo, date le avverse condizioni<br />

meteorologiche di questi giorni — avverrà<br />

davanti al Campidoglio, sede del Congresso,<br />

da dove il 43° Presidente nella storia degli<br />

Usa rivolgerà un breve discorso al Paese,<br />

improntato, secondo alcune anticipazioni,<br />

sull'importanza dell'unità nazionale e<br />

sul proprio impegno ad un'amministrazione<br />

non di parte. Dopo il giuramento George<br />

W. Bush raggiungerà la Casa Bianca.<br />

La cerimonia di insediamento avviene in<br />

una Washington in cui le autorità — secondo<br />

quanto segnala l'«Ansa» — hanno predisposto<br />

eccezionali misure di sicurezza per<br />

scongiurare le annunciate manifestazioni di<br />

protesta. A questo scopo sono stati mobilitati<br />

oltre ottomila agenti di polizia. Alla vigilia<br />

dell'insediamento di George W. Bush,<br />

il Presidente uscente Clinton ha chiuso definitivamente<br />

le questioni in sospeso con il<br />

Procuratore indipendente, Robert Ray.<br />

gore la perenne urgenza che la Chiesa avverte del proprio<br />

mandato missionario, e indicare le vie nuove della<br />

sua realizzazione fra gli uomini dell'epoca attuale»;<br />

» «Se ogni popolo e nazione ha diritto a conoscere il<br />

lieto messaggio della salvezza, è nostro precipuo dovere<br />

aprire loro le porte verso Cristo, mediante l'annuncio<br />

e la testimonianza. E se talora la proclamazione<br />

del Vangelo e la pubblica adesione a Cristo sono per<br />

varie ragioni impedite, resta sempre al cristiano la<br />

possibilità di collaborare all'opera della salvezza attraverso<br />

la preghiera, l'esempio, il dialogo, il servizio<br />

umanitario»;<br />

» «Sono passati dieci anni da quando, con l'Enciclica<br />

Redemptoris missio, intesi mobilitare la Chiesa ad una<br />

globale missione ad gentes. Ripeto quest'invito ora, all'inizio<br />

di un nuovo secolo e millennio. Ogni Chiesa<br />

particolare, ogni comunità, ogni associazione e gruppo<br />

cristiano si senta corresponsabile di questa vasta azione<br />

là dove vive ed opera»;<br />

» «Mai si deve dimenticare che la fedeltà dell'evangelizzatore<br />

al suo Signore sta alla base dell'attività missionaria.<br />

Più la vita è santa, più efficace risulta questa<br />

sua missione. L'appello alla missione è appello incessante<br />

alla santità»;<br />

» «È questo il compito principale del Successore di<br />

Pietro, chiamato a garantire e promuovere la comunione<br />

e la missione universale della Chiesa. È dovere<br />

della Curia Romana e dei Vescovi che condividono con<br />

lui un così alto ministero. È responsabilità, altresì, a<br />

cui non si possono sottrarre i credenti d'ogni età e<br />

condizione».<br />

Pagina 5<br />

SALVADOR Emergenza dopo il terremoto<br />

Il Pam distribuisce aiuti<br />

a 200.000 senzatetto<br />

SAN SALVADOR, 20.<br />

Il Programma Alimentare Mondiale<br />

delle Nazioni Unite (Pam) ha distribuito<br />

finora novecento tonnellate di cibo alle<br />

popolazione del Salvador colpite dal tremendo<br />

terremoto del 13 gennaio scorso.<br />

Oltre duecentomila persone, rimaste<br />

senza casa, sono state raggiunge dagli<br />

aiuti, del valore di circa 465.000 dollari.<br />

«La popolazione che stiamo assistendo<br />

nelle zone extraurbane non ha più<br />

nulla», ha spiegato il responsabile del<br />

Pam nel Salvador, Guy Gavreau. «Oltre<br />

alla casa — ha continuato — queste<br />

persone hanno perso le scorte di grano<br />

che avevano immagazzinato nelle loro<br />

proprietà». «Questo — ha sottolineato<br />

— è una delle conseguenze del terremoto<br />

che sta causando i maggiori rischi di<br />

emergenza alimentare».<br />

Le zone isolate sono state raggiunte<br />

per via aerea con l'ausilio di elicotteri<br />

messi a disposizione dall'Aviazione salvadoreña<br />

e da quella statunitense.<br />

Intanto, mentre le scosse di assestamento<br />

proseguono, 200.000 senzatetto<br />

in tutto il Paese hanno chiesto e ottenuto<br />

le razioni alimentari di emergenza,<br />

composte da riso, fagioli e olio di mais.<br />

I rifornimenti saranno sufficienti per<br />

quindici giorni, un lasso di tempo nel<br />

quale si spera che la situazione torni alla<br />

normalità. Il Pam sta anche predisponendo<br />

un intervento di sei mesi, durante<br />

i quali le persone maggiormente colpite<br />

dalla sciagura riceveranno assistenza alimentare<br />

in cambio di lavoro, secondo il<br />

collaudato schema «Food for work».<br />

Missione del Presidente<br />

del Pontificio Consiglio<br />

«Cor Unum» per<br />

portare il conforto<br />

e l'aiuto del Papa<br />

Messaggio<br />

della Conferenza<br />

Episcopale<br />

Pagina 4<br />

NOSTRE INFORMAZIONI<br />

Il Santo Padre ha ricevuto in<br />

udienza nel pomeriggio di venerdì<br />

19 Sua Eminenza Reverendissima<br />

il Signor Cardinale Joseph<br />

Ratzinger, Prefetto della<br />

Congregazione per la Dottrina<br />

della Fede.<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha ricevuto oggi<br />

in udienza Sua Eminenza Reverendissima<br />

il Signor Cardinale<br />

Eduardo Martínez Somalo, Prefetto<br />

della Congregazione per gli<br />

Istituti di Vita Consacrata e le<br />

Società di Vita Apostolica, con<br />

Sua Eccellenza Reverendissima<br />

Monsignor Piergiorgio Silvano<br />

Nesti, Arcivescovo emerito di Camerino-San<br />

Severino Marche, Segretario,<br />

con il Reverendo Padre<br />

Jesús Torres Llorente, Sotto-Segretario,<br />

e con il Reverendo Padre<br />

Diego Di Odoardo, Capo Ufficio<br />

della medesima Congregazione.<br />

Il Santo Padre ha nominato<br />

Sua Eminenza Reverendissima il<br />

Signor Cardinale Edward Bede<br />

Clancy, Arcivescovo di Sidney,<br />

Suo Inviato Speciale alla IX Giornata<br />

Mondiale del Malato, in<br />

programma a Sidney l'11 febbraio<br />

2001.<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha nominato<br />

Nunzio Apostolico in Antigua e<br />

Barbuda, Barbados e nella Repubblica<br />

di Suriname Sua Eccellenza<br />

Reverendissima Monsignor<br />

Emil Paul Tscherrig, Arcivescovo<br />

titolare di Voli, Nunzio Apostolico<br />

in Trinidad e Tobago.<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha nominato<br />

Delegato della Sezione Ordinaria<br />

dell'Amministrazione del Patrimonio<br />

della Sede Apostolica il<br />

Reverendissimo Monsignor Carlo<br />

Liberati, finora Officiale della<br />

Congregazione delle Cause dei<br />

Santi.


DAL MONDO<br />

MARIO AGNES<br />

Direttore responsabile<br />

PAGINA<br />

TIPOGRAFIA VATICANA<br />

EDITRICE<br />

«L'OSSERVATORE ROMANO»<br />

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2 .<br />

EX ZAIRE Sanguinosi scontri tra comunità tribali alla frontiera con l'Uganda<br />

Mandela invita al dialogo<br />

tutte le parti belligeranti<br />

KINSHASA, 20.<br />

L'uccisione del Presidente<br />

della Repubblica<br />

Democratica del Congo<br />

(Rdc, ex Zaire), Laurent-<br />

Désiré Kabila, ha richiamato<br />

l'attenzione dell'opinione<br />

pubblica internazionale<br />

su questo Paese<br />

africano, sconvolto da<br />

una guerra che ha devastato<br />

l'economia nazionale<br />

e provocato centinaia<br />

di migliaia di morti,<br />

di profughi, di sfollati.<br />

L'Organizzazione dell'unità<br />

africana (Oua), nel<br />

condannare il delitto, ha<br />

deciso di convocare<br />

quanto prima una riunione<br />

del proprio organo<br />

per la gestione e il regolamento<br />

dei conflitti armati.<br />

Dal canto suo, l'ex<br />

Presidente sudafricano<br />

Nelson Mandela ha lanciato un appello<br />

affinché «il Governo di Kinshasa, l'opposizione<br />

armata e quella non armata<br />

prendano posto intorno a un tavolo come<br />

compatrioti e pongano il bene comune<br />

della popolazione al centro delle<br />

loro preoccupazioni». Mandela avverte<br />

che nessuno dei due schieramenti contrapposti<br />

è in grado di vincere la guerra<br />

e che la prosecuzione della lotta armata<br />

avrà come unico risultato la distruzione<br />

delle infrastrutture civili ed economiche<br />

MEDIO ORIENTE In due lettere di commiato<br />

Clinton esorta alla pace<br />

israeliani e palestinesi<br />

TEL AVIV, 20.<br />

In due messaggi separati, il Presidente<br />

uscente degli Stati Uniti, Bill Clinton, ha<br />

incoraggiato Israele e Autorità Palestinese<br />

(Ap) a superare le difficoltà attuali e<br />

a non perdere di vista l’obiettivo di raggiungere<br />

la pace che ora è «più vicino<br />

che mai».<br />

Nelle settimane scorse Clinton aveva<br />

sperato di potere ospitare a Washington<br />

il leader dell'Ap, Yasser Arafat, e il Primo<br />

Ministro israeliano, Ehud Barak, per<br />

la firma di un accordo-quadro sui principi<br />

di un trattato definitivo. Ma di fronte<br />

alle crescenti difficoltà, ha rinunciato<br />

ad inviare in Medio Oriente il suo emissario,<br />

Dennis Ross, per continuare nella<br />

mediazione.<br />

Agli israeliani Clinton ha detto di<br />

comprendere appieno il loro desiderio di<br />

sicurezza dopo 52 anni di lotte continue.<br />

Gli Stati Uniti, ha assicurato, saranno<br />

anche in futuro al fianco di Israele, che,<br />

ha annunciato, potrebbe essere il primo<br />

Paese al mondo a ricevere moderni aerei<br />

da combattimento F-22. Ma la migliore<br />

difesa per il Paese, ha ribadito, risiede<br />

nella firma di accordi di pace con<br />

i vicini arabi. «La meta è vicina, non<br />

perdetevi d’animo proprio ora», ha sot-<br />

e l'ulteriore massacro della popolazione<br />

inerme.<br />

La guerra, in corso dall'agosto del<br />

1998, oppone il Governo di Kinshasa e i<br />

suoi alleati (Angola, Namibia e Zimbabwe)<br />

ai movimenti ribelli che hanno il sostegno<br />

militare di Rwanda e Uganda. I<br />

tre Paesi alleati di Kinshasa hanno annunciato<br />

che manterranno gli impegni<br />

militari che avevano assunto con Kabila.<br />

Sul fronte contrapposto, i movimenti ribelli,<br />

che controllano le regioni dell'Est<br />

e parte di quelle centrali, hanno già reso<br />

tolineato. «Sono consapevole che le violenze<br />

degli ultimi tre mesi vi hanno causato<br />

dolore e sofferenza e che hanno<br />

scosso la vostra fede nel processo di pace,<br />

sollevando domande sulla possibilità<br />

di una futura coesistenza pacifica con i<br />

palestinesi, ma la violenza non prova<br />

che gli sforzi di pace erano troppo ambiziosi,<br />

anzi prova che non sono andati<br />

abbastanza avanti», si legge nella lettera<br />

di Clinton pubblicata dal quotidiano Yedioth<br />

Aharonot.<br />

Ai palestinesi il Presidente uscente ha<br />

ricordato invece che quanto hanno ottenuto<br />

finora è giunto loro solo mediante<br />

il negoziato. «Non siete mai stati tanto<br />

vicini ai vostri obiettivi a riavere la vostra<br />

terra, a fondare il vostro Stato e a<br />

costruire un futuro prospero per i vostri<br />

figli», ha rilevato. In una missiva apparsa<br />

sui quotidiani palestinesi, Clinton ha<br />

sottolineato che «questi otto anni di trattativa<br />

di pace non sono stati facili. Avete<br />

affrontato umiliazioni quotidiane, la pace,<br />

è vero, non ha ancora portato i suoi<br />

frutti. Posso capire la disillusione, la frustrazione,<br />

anche la rabbia, ma non è<br />

tempo di ascoltare le voci della vendetta<br />

e della disperazione, niente di quel che<br />

avete ottenuto è frutto della violenza, ne<br />

lo sarà».<br />

Intanto non si placano le violenze nei<br />

Territori, che dal 28 settembre scorso<br />

hanno causato non meno di trecentonovanta<br />

morti, in maggioranza palestinesi.<br />

Per fermare gli scontri e firmare un accordo-quadro<br />

prima del 6 febbraio,<br />

quando sono previste elezioni per il Premier<br />

in Israele, Arafat ha chiesto di avviare<br />

negoziati ad oltranza a Taba. Tel<br />

Aviv sta valutando la proposta.<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Domenica 21 Gennaio 2001<br />

Aiuti dell'Unione Europea all'Etiopia e all'Eritrea<br />

GOVERNATORATO DELLA CITTÀ DEL VATICANO POSTE VATICANE<br />

Busta-ricordo della serie tematica: «I Papi del Giubileo»<br />

In occasione della<br />

chiusura della Porta<br />

Santa della Basilica<br />

Vaticana viene edita<br />

una busta-ricordo della<br />

serie tematica «I Papi<br />

del Giubileo».<br />

Diritto della busta:<br />

La busta reca in alto,<br />

a sinistra, la scritta Poste<br />

Vaticane, preceduta<br />

dal logo del Governatorato<br />

dello Stato della<br />

Città del Vaticano.<br />

Al centro della busta,<br />

in alto, è riprodotto<br />

lo stemma di Sua San-<br />

tità Giovanni Paolo II.<br />

BRUXELLES — La commissione esecutiva<br />

dell'Unione Europea (Ue) ha approvato<br />

un piano di aiuti umanitari per sette milioni<br />

di Euro a favore dell'Etiopia e dell'Eritrea,<br />

devastate dalla guerra in cui si sono<br />

confrontate per oltre due anni. Il contributo<br />

— riferisce l'«Ansa» — servirà a finanziare<br />

programmi di riabilitazione delle popolazioni<br />

dei due Paesi sfollate per cause<br />

belliche. In particolare, cinque milioni di<br />

Euro sono destinati agli oltre 300 mila sfollati<br />

della regione del Tigré (nord dell'Etio-<br />

La salma del Presidente Kabila torna a Kinshasa dallo Zimbabwe<br />

Sotto il logo è raffigurato un dipinto del maestro Irio<br />

Fantini che ritrae il Santo Padre in preghiera con, sullo<br />

sfondo, un'immagine della Beata Vergine Maria.<br />

Sul lato destro dell'immagine sono riportate le scritte<br />

«IUBILAEUM A.D. 2000» e, in lingua italiana, inglese e<br />

tedesca, «Giubileo A.D. 2000 - Giovanni Paolo II».<br />

Sulla destra, è posto il francobollo da Lire 1.200 della<br />

serie «Anno Santo 2000», emesso il 4 febbraio 2000.<br />

L'annullo speciale, raffigurante il Santo Padre in atteg-<br />

noto che non riconoscono<br />

l'autorità del generale<br />

Joseph Kabila, figlio del<br />

Presidente ucciso, che è<br />

subentrato al padre alla<br />

guida del Paese.<br />

La guerra continua e<br />

il caos la violenza indiscriminata<br />

dilagano. Ieri,<br />

nella località di Bunia, a<br />

ridosso della frontiera<br />

con l'Uganda, si sono affrontati<br />

con l'impiego di<br />

armi pesanti una comunità<br />

di allevatori e una<br />

tribù di agricoltori e cacciatori.<br />

Il combattimento,<br />

provocato da una<br />

contesa territoriale, ha<br />

provocato 59 morti e<br />

sette feriti. Seimila abitanti<br />

della zona hanno<br />

varcato la frontiera rifugiandosi<br />

in Uganda.<br />

L'assistenza ai profu-<br />

ghi e agli sfollati è una delle più drammatiche<br />

emergenze nell'ex Zaire. L'Alto<br />

Commissario dell'Onu per i rifugiati<br />

(Unhcr), Ruud Lubbers, ha lanciato un<br />

appello a tutte le parti belligeranti a dare<br />

prova di moderazione per evitare che<br />

il Paese precipiti nella tragedia. «Il numero<br />

dei profughi — ha avvertito aumenta<br />

di giorno in giorno» e la situazione<br />

può divenire incontrollabile. Attualmente<br />

l'Unhcr mezzo milione di sfollati<br />

nel territorio dell'ex Zaire e 330 mila<br />

congolesi riparati nei Paesi confinanti.<br />

CAMERUN Concluso il vertice franco-africano<br />

Chirac condona i debiti<br />

a quindici Paesi poveri<br />

YAOUNDÉ, 20.<br />

Si è concluso ieri, nella capitale del<br />

Camerun, il XXI vertice franco-africano,<br />

al quale hanno partecipato il Presidente<br />

francese Chirac e i rappresentanti — Capi<br />

di Stato o delegazioni governative —<br />

di 52 Paesi africani.<br />

Al termine della conferenza, Chirac<br />

ha annunciato la decisione della Francia<br />

di condonare, per un ammontare di 500<br />

milioni di Euro, i debiti di diciannove<br />

Paesi poveri, quindici dei quali africani.<br />

Il vertice franco-africano è un forum<br />

informale, al termine del quale non vengono<br />

pubblicate dichiarazioni ufficiali.<br />

Lo scopo di questo annuale appuntamento<br />

è di passare in rassegna i principali<br />

problemi del continente africano.<br />

Quest'anno, il tema dell'incontro era<br />

l'integrazione dell'Africa nel processo di<br />

globalizzazione economica, in merito alla<br />

quale sono state formulate speranze<br />

ma anche riserve e richieste di misure,<br />

almeno temporanee, di protezione delle<br />

fragili economie del continente nero.<br />

Di grande importanza sono poi le<br />

consultazioni bilaterali e multilaterali<br />

che si svolgono in margine alle riunioni<br />

plenarie. Si tratta di contatti diretti che<br />

consentono spesso di rompere il ghiaccio<br />

tra Paesi in contrasto, di avviare a<br />

soluzione, o comunque sul binario del<br />

dialogo e dei negoziati, non poche crisi<br />

regionali.<br />

Al vertice di Yaoundé, durato due<br />

giorni, i riflettori sono stati puntati in<br />

particolare sulla situazione nella Repubblica<br />

Democratica del Congo (Rdc, ex<br />

Zaire), dopo l'assassinio del Presidente<br />

Kabila, e sulla crisi politica nella Costa<br />

(6 gennaio 2001)<br />

pia), mentre il resto dello stanziamento andrà<br />

a beneficio degli eritrei che versano in<br />

analoghe condizioni.<br />

I due Paesi del Corno d'Africa riceveranno<br />

altri finanziamenti da singoli Governi<br />

europei. Il Ministro olandese per la cooperazione<br />

allo sviluppo, Eveline Herfkens, ha<br />

deciso di erogare poco meno di cinque milioni<br />

di dollari per gli sfollati etiopici. Lo ha<br />

annunciato l'ambasciata olandese ad Ad-<br />

JUGOSLAVIA Mentre gli Stati Uniti revocano le sanzioni contro Belgrado<br />

Riallacciate con l'Albania<br />

le relazioni diplomatiche<br />

BELGRADO, 20.<br />

Fa segnare ulteriori e significative tappe<br />

il processo di normalizzazione dei<br />

rapporti internazionali della Repubblica<br />

Federale di Jugoslavia (Serbia e Montenegro)<br />

avviato dopo le elezioni federali,<br />

presidenziali e parlamentari, dell'autunno<br />

scorso. In particolare, i Governi della<br />

Jugoslavia e dell'Albania hanno provveduto<br />

ieri allo scambio di lettere diplomatiche<br />

con le quali hanno ufficialmente ripristinato<br />

le relazioni sospese nel 1999 in<br />

seguito allo scoppio del conflitto nel Kosovo.<br />

Il Governo federale di Belgrado ha<br />

d'Avorio. In merito all'ex Zaire, Chirac<br />

ha dichiarato, in una conferenza stampa,<br />

che è «illegittima e inaccettabile l'occupazione<br />

di una parte del territorio<br />

congolese da parte di Paesi stranieri». Il<br />

Presidente francese non ha fatto nomi,<br />

ma si riferiva chiaramente al Rwanda e<br />

all'Uganda che appoggiano militarmente<br />

i movimenti antigovernativi congolesi.<br />

Conclusi i lavori del vertice, Chirac ha<br />

dato inizio ieri sera a una visita ufficiale<br />

in Camerun, nel corso della quale incontrerà<br />

autorità politiche e operatori economici<br />

del posto.<br />

Sud Africa: l'epidemia<br />

di colera ha provocato<br />

settanta vittime<br />

giamento di preghiera,<br />

è tratto da un'opera<br />

del maestro Irio Fantini.<br />

Completano l'annullo<br />

il motto latino «IO.<br />

PAVLVS II PORTAM<br />

SANCTAM CLAVDIT e<br />

l'iscrizione «POSTE VA-<br />

TICANE<br />

2001».<br />

• 6 GEN.<br />

Rovescio della busta:<br />

In basso a destra, è<br />

riprodotta la sigla PV,<br />

seguita da una barra<br />

obliqua e dal numero<br />

41, identificativo della<br />

busta.<br />

La richiesta di invio delle buste ricordo va accompagnata<br />

dall'importo relativo (lire 4.000 cadauno oppure<br />

lire 6.000 racchiusa in un raccoglitore) pagato mediante<br />

vaglia postale internazionale o assegno circolare all’ordine:<br />

Poste Vaticane — Governatorato<br />

00120 Città del Vaticano<br />

Tel. 06 69883406 — Fax 06 69885378<br />

anche nominato il suo ambasciatore a<br />

Tirana, Stanimir Vukicevic, che aveva<br />

già ricoperto quel ruolo fino alla rottura<br />

dei rapporti fra i due Paesi.<br />

Nel frattempo, il Presidente federale<br />

jugoslavo Vojslav Kostunica, ieri in visita<br />

ufficiale a Sarajevo, la prima di un<br />

Capo di Stato jugoslavo dopo la secessione<br />

bosniaca dall'ex Jugoslavia e la<br />

guerra del 1992-1995, ha dichiarato che<br />

il suo Paese stabilirà, in parallelo con<br />

quelle allacciate con il Governo centrale<br />

di Sarajevo, «relazioni speciali» con la<br />

Repubblica Serba di Bosnia (Rs), l'entità<br />

Mosca insiste con Washington<br />

per la scarcerazione di Borodin<br />

MOSCA, 20.<br />

La Russia continua a sollecitare l’amministrazione di Bill Clinton per ottenere<br />

la scarcerazione di Pavel Borodin, l’ex tesoriere del Cremlino arrestato<br />

tre giorni fa a New York su mandato di cattura internazionale emesso dalla<br />

magistratura svizzera. E parla di una «trappola» studiata a tavolino. A poche<br />

ore dall’uscita di scena di Clinton, il ministero degli esteri russo in un suo comunicato<br />

fa riferimento proprio «all’amministrazione Clinton» anche se l’invito<br />

a Borodin a recarsi negli Stati Uniti è partito da un sostenitore del Partito<br />

repubblicano del neo Presidente, George W. Bush. Le sollecitazioni all’amministrazione<br />

uscente appaiono anche come un riferimento politico per quella<br />

che alcuni dirigenti politici russi e fonti giudiziarie considerano come una<br />

«trappola» studiata dagli americani a tavolino. Non viene dato credito a Mosca<br />

alla tesi di un invio «per errore» dell’invito sostenuta dall’imprenditore<br />

statunitense James Zenga, la cui firma compare sulla lettera inviata il 13 gennaio<br />

a Borodin, attuale Segretario dell’Unione russa-bielorussa.<br />

JOHANNESBURG, 20.<br />

L'epidemia di colera che ha colpito<br />

il Sud Africa all'inizio di agosto<br />

dello scorso anno continua a<br />

mietere vittime e secondo fonti<br />

ospedaliere ha già causato 70<br />

morti. Il Ministro della sanità della<br />

provincia di Gauteng (Johannesburg<br />

e Pretoria), Owen Ramokgopa,<br />

ha affermato che un focolaio<br />

di colera è stato trovato questa<br />

settimana lungo il fiume Jukskei,<br />

che attraversa la baraccopoli<br />

Alexandra a Johannesburg ed<br />

ha invitato la popolazione a non<br />

bere l'acqua del fiume.<br />

dis Abeba in un comunicato in cui si rende<br />

noto che il Governo dell'Aja intende in<br />

questo modo rispondere all'appello per la<br />

raccolta di fondi lanciato dalle agenzie<br />

umanitarie dell'Onu che operano in Etiopia.<br />

La somma stanziata dall'Olanda sarà<br />

distribuita in questo modo: 1,738 milioni di<br />

dollari alla Fao per un programma di ripresa<br />

dell'agricoltura; 3.098 milioni all'Unicef<br />

(Fondo dell'Onu per l'infanzia) per pro-<br />

Usa: iniziative federali<br />

per fronteggiare<br />

la crisi energetica<br />

in California<br />

WASHINGTON, 20.<br />

Il Governo della California ha ordinato<br />

ieri alla «Pacific Gas and Electric» e<br />

alla «Southern California Edison», le due<br />

aziende che erogano energia elettrica<br />

nello Stato, di continuare a fornire il<br />

servizio ai 24 milioni di utenti, nonostante<br />

che le due aziende rischino la<br />

bancarotta. Nei giorni immediatamente<br />

precedenti, le misure di risparmio sull’erogazione<br />

prese dalle aziende avevano<br />

provocato interruzioni di corrente elettrica<br />

in diverse città, con gravi disagi<br />

per un milione e mezzo di abitanti.<br />

In mattinata, mentre il Governatore<br />

della California Gray Davis firmava lo<br />

stanziamento straordinario da 400 milioni<br />

di dollari deciso giovedì dal Parlamento<br />

dello Stato per aiutare le aziende<br />

a pagare il combustibile, il Governo federale<br />

di Washington aveva ingiunto ai<br />

fornitori di gas naturale di continuare a<br />

garantire le forniture alle centrali, al di<br />

là della solvibilità delle aziende. L'ordinanza<br />

del Segretario Usa per l’energia<br />

Bill Richardson, richiesta personalmente<br />

dal Presidente Bill Clinton, rimarrà in vigore<br />

fino a martedì, quando toccherà alla<br />

nuova amministrazione di George W.<br />

Bush, da oggi insediato alla Casa Bianca,<br />

decidere se protrarla o revocarla.<br />

Tale seconda ipotesi appare più probabile,<br />

almeno in base alle dichiarazioni<br />

rilasciate ieri dallo stesso Bush, secondo<br />

il quale la crisi energetica della California<br />

non si risolverà con calmieri o con<br />

norme federali, ma lasciando le aziende<br />

libere di operare in base al mercato e<br />

abolendo le regole sulla produzione di<br />

energia stabilite un decennio fa in difesa<br />

dell’ambiente.<br />

Spagna: crolla<br />

un albergo<br />

a Palma di Maiorca<br />

MADRID, 20.<br />

Un uomo è morto e altri quattro sono<br />

stati feriti in un tragico incidente sul lavoro<br />

in Spagna, nelle isole Baleari, dove<br />

nel primo pomeriggio di ieri è crollato<br />

un albergo a Palma di Maiorca, l'Hotel<br />

Tivoli, nel quale una squadra di operai<br />

stava svolgendo lavori di ammodernamento.<br />

Per cause ancora non accertate<br />

la struttura, di tre piani, è crollata addosso<br />

agli operai che lavoravano all’interno.<br />

Uno degli operai è morto sotto le macerie,<br />

mentre i vigili del fuoco hanno<br />

estratto vivi quattro suoi compagni,<br />

prontamente ricoverati in ospedale. Due<br />

di loro sono giudicati dai sanitari in gravi<br />

condizioni.<br />

Il lavoro di rimozione delle macerie<br />

dell'albergo da parte delle squadre di<br />

soccorso si è protratto freneticamente<br />

per diverse ore, anche perché, come<br />

aveva dichiarato subito dopo il crollo<br />

il Ministro degli interni del Governo<br />

autonomo delle Baleari, Antonio Torres,<br />

ai giornalisti accorsi sul luogo dell’incidente,<br />

si ignorava il numero preciso degli<br />

operai che stavano lavorando nell'edificio.<br />

getti riguardanti la sanità, l'approvvigionamento<br />

idrico, l'assistenza alle donne e ai<br />

bambini: 25 mila dollari all'Ufficio per il<br />

coordinamento degli affari umanitari dell'Onu.<br />

«Con questo aiuto sostanziale — si<br />

legge nel comunicato — il Governo dei<br />

Paesi Bassi spera di contribuire ad attenuare<br />

le conseguenze del conflitto» sulla<br />

popolazione del Tigré e dell'Afar.<br />

La guerra etiopico-eritrea, scoppiata nel<br />

maggio 1998, si è chiusa il 12 dicembre<br />

scorso con il trattato di pace di Algeri.<br />

etnico-territoriale recepita insieme con<br />

la Federazione croato-musulmana all'interno<br />

dello Stato unitario bosniaco internazionalmente<br />

riconosciuto in base al<br />

piano di pace di Dayton del 1995. Entro<br />

un mese, ha aggiunto Kostunica in dichiarazioni<br />

rilasciate alla stampa al suo<br />

rientro a Belgrado, verrà anche istituito<br />

un comitato congiunto fra Jugoslavia e<br />

Bosnia ed Erzegovina che istituzionalizzerà<br />

la cooperazione fra i due Paesi.<br />

Altri due passi significativi hanno<br />

scandito la giornata di ieri: la revoca<br />

delle sanzioni statunitensi contro Belgrado<br />

e la riammissione della Jugoslavia<br />

nella Banca europea per la ricostruzione<br />

e lo sviluppo (Bers). Il Presidente statunitense<br />

Bill Clinton, con una delle sue<br />

ultime decisioni alla vigilia di passare le<br />

consegne al suo successore George W.<br />

Bush, che proprio oggi si insedia nell'incarico,<br />

ha emanato l’ordine di revoca<br />

delle sanzioni, «alla luce della pacifica e<br />

democratica transizione avviata» dalla<br />

nuova dirigenza jugoslava, nuovo presidente<br />

Vojislav Kostunica.<br />

Sempre ieri, il presidente della Bers,<br />

Jean Lemierre, ha consegnato al Vicepremier<br />

jugoslavo incaricato dell’economia,<br />

Miroslav Labus, il certificato di<br />

riammissione di Belgrado nell’istituto di<br />

credito. Labus ha inoltre annunciato all'agenzia<br />

di stampa jugoslava «Beta» di<br />

aver raggiunto con Lemierre un'intesa<br />

su una prima tranche di crediti a sostegno<br />

del sistema bancario e delle esportazioni.<br />

Ecuador: si teme<br />

un disastro ambientale<br />

QUITO — Una quantità imprecisata<br />

di un combustibile altamente inquinante<br />

è fuoriuscito nelle ultime ore<br />

dai serbatoi della petroliera «Jessica»,<br />

incagliatasi martedì scorso<br />

al largo dell’isola di San Cristobal,<br />

nelle Galapagos, costringendo le<br />

autorità ecuadoriane a chiedere<br />

urgente aiuto agli Stati Uniti. Nonostante<br />

le assicurazioni del Ministro<br />

dell’ambiente, Rodolfo Rendon, secondo<br />

cui «un disastro ambientale<br />

è già scongiurato», il direttore del<br />

Parco nazionale Galapagos, Eliecer<br />

Cruz, ha confermato la formazione<br />

di una macchia nera nelle<br />

acque dell'Arcipelago. «All’inizio<br />

— ha detto Cruz — credevamo<br />

che si trattasse di olio proveniente<br />

dalla sala macchine inondatasi dopo<br />

l’urto dello scafo contro il banco<br />

di sabbia, ma abbiamo dovuto<br />

ricrederci: era proprio il combustibile<br />

trasportato». La «Jessica»,<br />

partita dal porto di Guayaquil, trasporta<br />

960.000 litri di carburante,<br />

per due terzi diesel e per un terzo<br />

una miscela di bassa qualità denominata<br />

«Ifo» e composta da un<br />

prodotto denominato «Bunker». Il<br />

comandante della Marina, Francisco<br />

Andrade, ha confermato che<br />

nell’acqua è fuoriuscito il «Bunker»,<br />

prodotto gravemente dannoso<br />

per l’ambiente. «Il nostro timore<br />

— ha aggiunto Andrade — è per il<br />

maltempo che si annuncia e che<br />

potrebbe addirittura rovesciare la<br />

nave che non ha più motori».<br />

Nigeria: dieci morti<br />

indue sciagure stradali<br />

ABUJA — Dieci persone sono<br />

morte in due incidenti stradali venerdì<br />

in Nigeria. Otto poliziotti sono<br />

rimasti uccisi nei pressi del villaggio<br />

di Kutigi, mentre scortavano<br />

il Governatore dello Stato di Kwara,<br />

Mohammed Lawal, che si stava<br />

recando ad Abuja. Secondo le prime<br />

ricostruzioni, una delle auto<br />

del convoglio si è scontrata violentemente<br />

con un Tir causando un<br />

drammatico tamponamento a catena.<br />

Altre due persone, che viaggiavano<br />

su un autoarticolato, sono<br />

morte presso Lagos quando il<br />

mezzo è precipitato da un ponte.<br />

Gli inquirenti sono ancora al lavoro<br />

per stabilire le cause e l'esatta<br />

dinamica dell'incidente.<br />

Lutto nell'Episcopato<br />

Giunge la dolorosa notizia della<br />

pia morte di Sua Eccellenza Reverendissima<br />

Monsignor Luis Jean<br />

François Motte, O.F.M., Vescovo<br />

titolare di Sufes, già Ausiliare di<br />

Cambrai (Francia), avvenuta alle<br />

ore 13 di venerdì 19 gennaio.<br />

Il compianto Presule era nato<br />

in Mouvaux, diocesi di Lille, il 6<br />

febbraio 1913 ed era stato ordinato<br />

sacerdote il 26 luglio 1938. Il 16<br />

marzo 1968 era stato eletto alla<br />

Chiesa titolare di Sufes e nominato,<br />

allo stesso tempo, Ausiliare di<br />

Cambrai. Il 19 maggio dello stesso<br />

anno aveva ricevuto l'ordinazione<br />

episcopale. Aveva rinunciato all'ufficio<br />

pastorale il 9 maggio<br />

1985.


ERZA T PAGINA .<br />

PAGINA<br />

3 .<br />

Cento anni dalla nascita di Natalino Sapegno<br />

Un umanista esemplare<br />

per serietà e misura<br />

MARIO GABRIELE GIORDANO<br />

Negli anni cinquanta, quando il senso<br />

dell'autorità e del rispetto era ancora<br />

positivamente vivo, anche a causa del<br />

generalizzato prestigio di cui la categoria<br />

poteva ancora fregiarsi, bastava la<br />

presenza di un normale professore universitario<br />

per suscitare in un giovane un<br />

misto di soggezione e di ammirazione.<br />

È quindi facile immaginare come la<br />

soggezione potesse addirittura tradursi<br />

in trepidazione e l'ammirazione in venerazione<br />

quando si fosse eventualmente<br />

trattato di uno studioso di larga fama<br />

autore per altro di testi considerati quasi<br />

vangelo nel corso degli studi.<br />

Fu con questi sentimenti che molti di<br />

noi studenti della facoltà di lettere ci recammo<br />

una mattina nella Sala «De Sanctis»<br />

dell'Università di Napoli all'annunzio<br />

che Natalino Sapegno vi avrebbe tenuto<br />

una conferenza. L'occasione e il tema<br />

di quel lontano incontro si sono ormai<br />

perduti tra le nebbie della memoria<br />

ma non quel nome e le vive emozioni<br />

che accompagnarono l'avvenimento.<br />

L'illustre oratore parlò forse per più<br />

di un'ora con un tono freddo, uguale,<br />

quasi meccanico. Il suo volto affilato e<br />

severo non tradì l'ombra di un'emozione.<br />

La sua figura, quasi fosse quella del<br />

Farinata che ci proveniva dalle fresche<br />

letture dantesche, «non mutò aspetto /<br />

né mosse collo, né piegò sua costa».<br />

Tutto questo, in verità, ci deluse profondamente.<br />

Abituati al ciclonico e cordiale<br />

temperamento di quel pur rigoroso<br />

maestro che era Giuseppe Toffanin e ancora<br />

pieni di quell'entusiasmo per le lettere<br />

che nel fervore giovanile aveva bene<br />

o male determinato la nostra scelta<br />

sulla via degli studi, quella sorta di glaciale<br />

estraneità non solo al palpitante<br />

calore umano che in noi lo circondava<br />

ma anche al contenuto del suo stesso discorso<br />

ci parve un tradimento.<br />

Naturalmente, ognuno per proprio<br />

conto e in relazione alle individuali esperienze,<br />

abbiamo tutti nel tempo ricomposto<br />

in un giudizio quell'emotiva reazione<br />

che comunque coglieva, anche se<br />

in modo distorto due effettive qualità di<br />

Natalino Sapegno, una dell'uomo: l'aristocratico<br />

distacco, l'altra dello studioso:<br />

l'assidua vigilanza razionale.<br />

Ma, a cento anni dalla nascita, avvenuta<br />

ad Aosta il 10 novembre 1901, e a<br />

undici dalla morte, avvenuta a Roma<br />

l'11 aprile 1990, egli appartiene ormai<br />

alla storia della cultura italiana e si va<br />

quindi sempre più allontanando dall'impertinenza<br />

dell'aneddotica e dal condizionamento<br />

di più o meno umorosi ricordi<br />

personali.<br />

Certo è che il suo nome ha tenuto il<br />

campo per lunghi decenni anche al di<br />

fuori dei confini segnati dalla specificità<br />

dei suoi interessi culturali e con risonanze<br />

forse spesso maggiore rispetto a quella<br />

toccata a studiosi non meno meritevoli<br />

di lui.<br />

Formatosi nello stimolante clima della<br />

Torino del tempo, egli ne assorbì i più<br />

positivi umori anche di natura civile in<br />

presenza di figure come quelle di Gramsci<br />

e di Togliatti da un lato e di Gobetti<br />

dall'altro. Fu comunque il programma<br />

di quest'ultimo ad attrarlo in una diretta<br />

e attiva partecipazione tanto che «La Rivoluzione<br />

Liberale» si arricchì di una<br />

sua non occasionale collaborazione su<br />

temi che per altro rivelano un'ampia<br />

gamma di interessi culturali ed etico-civili<br />

vissuti in uno spirito fondamentalmente<br />

crociano.<br />

Fin da questa stagione e soprattutto<br />

in relazione alla produzione più propriamente<br />

letteraria che si presenta subito<br />

copiosa e ricca di fermenti, il crocianesimo<br />

di Sapegno non va in ogni modo inteso<br />

come passiva adesione a un criterio<br />

estetico o metodologico bensì come esigenza<br />

di una dimensione essenzialmente<br />

morale e di una strenua serietà di ricerca.<br />

Si tratta, in altre parole, di quella<br />

scientificità, di quella «coscienza vigile e<br />

obiettiva» che risultano già evidenti nei<br />

primi studi su Jacopone da Todi, sul<br />

movimento francescano, su Cecco Angiolieri,<br />

sul Dolce stil novo e su tanti altri<br />

aspetti e figure della letteratura trecentesca.<br />

Sulla sola base del saggio su Frate Jacopone<br />

uscito nel 1926, uno studioso come<br />

Federico Chabod poteva intanto già<br />

salutare in lui un ingegno «chiaro, limpido,<br />

quadrato e saldamente fondato».<br />

La notevole massa di interventi sul secolo<br />

troverà ad ogni modo con Il Trecento<br />

la sua sistemazione e il suo coronamento.<br />

L'opera, uscita nel 1933 nella<br />

collezione Vallardi, veniva a sostituire la<br />

trattazione di quel grande secolo della<br />

letteratura italiana operata ottant'anni<br />

prima da Adolfo Bartoli e successivamente<br />

da Guglielmo Volpi.<br />

La sua pubblicazione rappresentò<br />

quindi un significativo evento culturale<br />

che valse oltre tutto a consacrare in maniera<br />

alta e definitiva il nome dell'autore<br />

nel mondo della critica letteraria. Venne<br />

così, nel 1936, anche la cattedra universitaria<br />

di letteratura italiana che egli coprirà<br />

prima a Palermo e poi a Roma dove<br />

resterà per tutta la sua carriera fino<br />

al 1976.<br />

Nella nuova e più favorevole situazione,<br />

il lavoro critico ed esegetico di Sapegno<br />

continuerà senza posa passando da<br />

Boccaccio ad Ariosto, da Poliziano a<br />

Machiavelli, da Manzoni a De Sanctis,<br />

da Leopardi a Pascoli, da Carducci a<br />

Deledda. A conferirgli tuttavia la mag-<br />

giore notorietà sono state due opere destinate<br />

alla scuola: il Compendio di storia<br />

della letteratura italiana e la cura<br />

della Divina Commedia.<br />

Il Compendio, uscito in tre volumi tra<br />

il 1936 e il 1947, si impose subito nella<br />

scuola italiana con straordinaria ampiezza<br />

tanto da apparire un punto di riferimento<br />

obbligato.<br />

Esso di fatto si presenta con il distinto<br />

pregio di una rara compattezza metodologica<br />

mentre tocca vertici davvero<br />

esemplari per acume critico e gusto di<br />

lettura in alcuni capitoli come in particolare<br />

quelli dedicati a Petrarca, a Machiavelli,<br />

a Tasso, a Manzoni, a Leopardi,<br />

a Verga.<br />

Sempre su un piano di alta possibilità,<br />

la cura della Divina Commedia sembra<br />

invece nettamente più valida in termini<br />

didattici che in termini scientifici. Attuata<br />

nei tre volumi corrispondenti alle<br />

cantiche dantesche, essa uscì tra il 1955<br />

e il 1957 e, forse anche a rimorchio della<br />

precedente opera, conobbe una fortuna<br />

analoga a quella toccata al Compendio.<br />

Il lavoro è senza dubbio di enorme<br />

portata per ampiezza di informazione e<br />

perspicuità esegetica ma non rivela decise<br />

prese di posizioni sia in ordine ai particolari<br />

che in ordine al complessivo disegno<br />

del Poema.<br />

Dal pur ricco contesto di annotazioni,<br />

di riferimenti e di discussioni non emerge,<br />

in sostanza, con sufficiente evidenza<br />

un Dante di Sapegno ma anzi fa spesso<br />

capolino un Dante attardatamente romantico<br />

soprattutto per quanto riguarda<br />

il rilievo conferito ai personaggi a danno<br />

della compatta struttura generale.<br />

Nel 1944, egli si era intanto scritto al<br />

partito comunista italiano da cui si allontanò<br />

nel 1956 in seguito ai fatti di<br />

Ungheria anche se mai smentirà la sua<br />

inclinazione al marxismo.<br />

C'è però da osservare che queste pubbliche<br />

prese di posizione non sembrano<br />

trovare un significativo riflesso nella sua<br />

attività critica, come dimostrano le opere<br />

scritte a cavallo di quegli anni che rivelano<br />

una sostanziale continuità di metodo<br />

e di prospettive, e tanto meno nella<br />

concreta realtà della sua vita che resta<br />

quella di uno studioso estremamente<br />

schivo e riservato.<br />

C'è quindi da supporre che non sia<br />

stata estranea alla sua «conversione» al<br />

marxismo una sorta di accerchiamento<br />

psicologico tipico di quegli anni soprattutto<br />

in un ambiente accademico come<br />

quello di Roma mentre in lui restava essenzialmente<br />

ferma la lontana lezione<br />

del Foscolo e del De Sanctis unita a<br />

quella più vicina e viva del Croce.<br />

C'è chi, anche in occasione della ricorrenza<br />

centenaria, ha lamentato un<br />

caduta d'interesse per l'opera di Sapegno<br />

con un conseguente impoverimento<br />

degli stimoli culturali. Certo, almeno per<br />

quanto riguarda la scuola, la generalità<br />

dei testi succeduti a quelli dello studioso<br />

aostano non è in grado di reggere al paragone,<br />

ma è inevitabile che le cose si<br />

muovano anche se spesso a ritroso.<br />

Di lui tuttavia molto resta valido non<br />

solo come elemento di cultura storicamente<br />

acquisito ma anche come sollecitante<br />

esempio di serietà e di misura, come<br />

modello di sapiente equilibrio, che<br />

ha per altro trovato la sua migliore e<br />

più efficace mediazione in una singolare<br />

cifra stilistica che, per lucidità e decoro,<br />

non può che essere definita classica.<br />

Attilio Momigliano, riferendosi al suo<br />

Trecento, ebbe a dire di lui: «È uno studioso<br />

temeratissimo, misuratissimo [...].<br />

con quella specie superiore del buon<br />

senso che corrisponde all'umanità sana<br />

ed al gusto retto [...]. Si sente nelle sue<br />

inclinazioni qualche cosa di classico e<br />

una continua difesa contro gli eccessi».<br />

Si tratta di un giudizio che può essere<br />

agevolmente esteso ad ogni altro momento<br />

del suo lungo lavoro e che quindi<br />

suona anche riconoscimento e lode di<br />

una non comune coerenza.<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Domenica 21 Gennaio 2001<br />

Inaugurato a Roma l'«Istituto Casa Sollievo della Sofferenza — Mendel»<br />

Da una donazione di Luigi Gedda un nuovo impulso per la ricerca genetica<br />

MAURIZIO FONTANA<br />

Il Beato Padre Pio e Luigi Gedda: due vite luminose<br />

che, pur nella differenza delle vocazioni, hanno<br />

provvidenzialmente incrociato i loro passi. La<br />

cronaca ne dà felice testimonianza: è stato infatti<br />

inaugurato a Roma, giovedì 18 gennaio, il nuovo<br />

Istituto Casa Sollievo della Sofferenza-Mendel, ovvero:<br />

lo storico istituto di ricerca genetica fondato<br />

dal prof. Gedda nel 1953 (fu il primo istituto di genetica<br />

in Italia, prima cattedra di genetica medica<br />

e prima scuola di specializzazione nella materia),<br />

profondamente ristrutturato negli ambienti e rinnovato<br />

nelle attrezzature scientifiche, trova nuova vita<br />

grazie al legame e agli investimenti della Fondazione<br />

Casa Sollievo della Sofferenza — Opera di<br />

Padre Pio. Fu lo stesso Gedda a volere tale unione<br />

quando, nel 1997, donò alla Fondazione il suo istituto<br />

attraverso il quale aveva lasciato tracce indelebili<br />

nella storia della ricerca scientifica italiana.<br />

L'inaugurazione ufficiale del nuovo istituto —<br />

che si propone all'attenzione del mondo scientifico<br />

come punto di riferimento per la ricerca, la formazione<br />

e il dibattito etico in un settore tanto delicato<br />

della medicina — si è svolta nella storica sede di<br />

Viale Regina Margherita, arricchita dagli interventi<br />

del Card. Angelo Sodano, Segretario di Stato, del<br />

Card. Fiorenzo Angelini, del Vescovo Ausiliare di<br />

Manfredonia-Vieste Riccardo Ruotolo e del prof.<br />

Arcipelago delle Orcadi: il «Broch di Gurness» a Mainland<br />

Un viaggio nell'arcipelago scozzese delle Orcadi<br />

Tra resti di villaggi preistorici e imponenti megaliti<br />

sulle dolci colline che conobbero il dominio vichingo<br />

FRANCO PELLICCIONI<br />

In un rigido inverno di alcuni anni<br />

fa, provenendo dalle più settentrionali<br />

isole Shetland, giungemmo nello splendido<br />

arcipelago delle Orcadi. In «tempo<br />

reale» volevamo verificare lo iato che si<br />

era andato sottolineando tra i due arcipelaghi<br />

scozzesi. Constatandone le situazioni,<br />

una dopo l'altra, dopo i possibili<br />

mutamenti che gli isolani avevano<br />

dovuto fronteggiare, a causa dello<br />

sfruttamento delle riserve di petrolio e<br />

gas nel Mare del Nord.<br />

Dall'aereo immediata avemmo la<br />

percezione delle radicali differenze che,<br />

morfologicamente, contraddistinguevano<br />

gli arcipelaghi. Se le Shetland erano<br />

montagnose, caratterizzate da un ambiente<br />

aspro e duro, le Orcadi sembravano<br />

l'esatto contrario: terreni pianeggianti,<br />

paesaggi ondulati, colline dolci,<br />

senza evidenti spigolosità. Anche se altrettanto<br />

frastagliate e punteggiate da<br />

penisole, baie e profonde insenature,<br />

erano le linee costiere delle isole.<br />

Le oltre settanta isole (di cui solo 17<br />

abitate da ca. 20.000 individui), con<br />

un'area poco più estesa della Provincia<br />

di Pistoia, rappresentano un autentico<br />

paradiso per archeologi e naturalisti.<br />

Testimonianze di un passato, più o meno<br />

lontano, e attrattive naturalistiche,<br />

entrambe profuse a piene mani, vanno<br />

sapientemente a braccetto.<br />

La più grande delle isole, Mainland,<br />

di per sé è un autentico microcosmo<br />

dell'intero arcipelago. Possiamo visitare<br />

villaggi preistorici e imponenti megaliti.<br />

O addentrarci all'interno di immense<br />

tombe ipogee. Oppure osservare gli abbondanti<br />

resti della presenza colonizzatrice<br />

vichinga: antichi insediamenti medievali,<br />

palazzi di Vescovi e Jarls (Earls,<br />

cioè Conti) e, a Kirkwall, capoluogo<br />

dell'arcipelago, la grandiosa cattedrale<br />

di St. Magnus (1137). O possiamo interessarci<br />

al pirata John Gow di Stromness,<br />

la cui breve attività finì miseramente<br />

nel 1725, quando lui e i suoi uomini<br />

penzolarono da una forca londinese.<br />

O arrivare infine al nostro secolo:<br />

al monumento a Kitchener, a Marwick<br />

Head (qui davanti affondò la sua nave),<br />

e a Scapa Flow.<br />

Bruno Dallapiccola, Direttore scientifico del nuovo<br />

istituto. Erano inoltre presenti l'Arcivescovo Sergio<br />

Sebastiani, i Vescovi Elio Sgreccia e Luigi Sposito,<br />

e numerose autorità civili.<br />

Chiaramente il ricordo del prof. Gedda, morto lo<br />

scorso 26 settembre, è stato al centro di questo appuntamento:<br />

«È doveroso elevare un pensiero di<br />

gratitudine sentita e commossa al compianto ed indimenticabile<br />

prof. Luigi Gedda», ha affermato il<br />

Card. Sodano nel suo intervento, nel quale ha associato<br />

il nome dell'illustre scienziato a quello altrettanto<br />

illustre dell'abate Gregorio Mendel: «Nostro<br />

dovere è continuare nel solco finora tracciato e far<br />

sì che questo nuovo istituto di ricerca sia davvero<br />

al servizio dell'uomo, dell'umanità sofferente».<br />

Parole semplici ma significative nel tracciare i<br />

contorni di un'opera che si propone — ha ricordato<br />

il Card. Sodano — come «uno dei tanti contributi<br />

che i cattolici italiani offrono alla Nazione con<br />

profondo spirito di collaborazione con le istituzioni<br />

pubbliche per il bene della gente».<br />

Del resto l'attenzione alla gente, e in particolar<br />

modo all'umanità sofferente, fu al centro, per vie<br />

differenti, dell'opera delle due grandi figure alle<br />

quali è legato questo nuovo importante polo di ricerca<br />

medico-scientifica: Padre Pio e Luigi Gedda.<br />

Una fotografia all'ingresso dell'istituto ritrae i<br />

due insieme, nel 1957, a S. Giovanni Rotondo, in<br />

occasione del primo anniversario dell'Ospedale vo-<br />

Il porticciolo<br />

dell'isola<br />

settentrionale<br />

di Papa<br />

Westray<br />

L'insediamento<br />

neolitico<br />

di Skara Brae<br />

Popolato dai vichinghi nel corso del<br />

loro grande movimento verso Ovest e<br />

Sud-Ovest, l'arcipelago ha conosciuto<br />

precedenti ondate colonizzatrici, fin<br />

dall'epoca preistorica. Numerosi sono i<br />

resti di insediamenti neolitici e dell'età<br />

del bronzo, come l'insediamento di<br />

Skara Brae (ca. 3200 a.C.), sulla costa<br />

occidentale di Mainland.<br />

Nel 1850 una violenta tempesta<br />

strappò all'abbraccio plurisecolare della<br />

sabbia e dell'oblio dell'uomo quello<br />

che immediatamente apparve come un<br />

complesso insediamento in pietra, localizzato<br />

nelle immediate adiacenze di<br />

una spiaggia esposta a tutti i rigori dell'Atlantico.<br />

Allo stesso modo di Pompei,<br />

improvvisamente fu abbandonato dagli<br />

abitanti, che sul posto lasciarono le cose<br />

più preziose. La gente non ritornò<br />

più nel villaggio, che gradatamente andò<br />

ricoprendosi di uno spesso manto<br />

sabbioso.<br />

Altre eccellenti testimonianze preistoriche<br />

riguardano i megaliti situati sul-<br />

l'istmo che separa, nella Mainland cen-<br />

tro-occidentale, il loch di<br />

Harray da quello di Stenness:<br />

l'anello di Brodgar<br />

(forse un osservatorio<br />

astronomico o un centro<br />

cerimoniale) e le Standing<br />

Stones di Stenness risalenti,<br />

rispettivamente, al 2800<br />

e al 3000 a.C.<br />

Le Standing Stones un<br />

tempo erano dodici (ora ne<br />

rimangono solo quattro, la<br />

più alta raggiunge i 5 m);<br />

quelle di Brodgar sessanta<br />

(sono ora 27). Queste ulti-<br />

Un popolo dell'età del ferro innalzò,<br />

tra il 200 a.C e il 100 d.C., numerose<br />

torri di guardia (brochs). Stupende opere<br />

murarie alte anche 12 m, con un<br />

diametro fino a 18 m. Torri utilizzate,<br />

sia come postazioni elevate per allarmare<br />

gli insediamenti in caso di invasioni<br />

dal mare, che per proteggere all'interno,<br />

o nelle immediate adiacenze,<br />

coloro che vi si erano rifugiati. Situate<br />

nei pressi di campi coltivati, erano<br />

spesso dotate di pozzi. Sono un centinaio<br />

i brochs esistentisolonelleOrcadi.<br />

Come è accaduto per altre isole e arcipelaghi<br />

atlantici, anche in questo caso<br />

monaci irlandesi (Papae) anticiparono<br />

l'arrivo dei Finn-gaill («stranieri<br />

bianchi»), cioè dei vichinghi. Che giunsero<br />

nelle isole intorno al 780, nel corso<br />

dei loro spostamenti d'oltremare. In nome<br />

del re Harald Bellachioma, i Vichinghi<br />

presero possesso dei vari arcipelaghi,<br />

arrivando fino all'isola di Man<br />

ed alle Ebridi, solo durante una spedizione<br />

punitiva (X secolo) condotta contro<br />

le loro stesse colonie, divenute nel<br />

Suggestivaimmaginedelle«StandingStones»diStenness<br />

me sono particolarmente<br />

Particolare dell'Earl Palace a Birsay<br />

imponenti e affascinanti,<br />

certamente spettacolari. Poste ad intervalli<br />

di sei gradi, con un errore inferiore<br />

a meno di 1/6, formano un cerchio<br />

quasi perfetto, Un fossato, scavato nella<br />

viva roccia con asce di selce e altri<br />

utensili rudimentali, dall'ampiezza di 9<br />

m circonda l'anello.<br />

Nei pressi si trova un altro gioiello<br />

archeologico: la superba tomba a camera<br />

di Maeshowe (2800 a.C.). Ha<br />

un'altezza di 7 m e un diametro di 35<br />

ed è circondata da un fossato lungo 13<br />

m e profondo 2. Per arrivarci bisogna<br />

piegarsi in un angusto passaggio lungo<br />

11 m e non più alto di 1, 2 m, che durante<br />

il solstizio d'inverno viene inaspettatamente<br />

illuminato, sia pure per<br />

pochissimi minuti, dai raggi del sole<br />

che penetrano fin nella camera interna.<br />

Chi vi si calò nel 1861 si dovette ben<br />

presto accorgere di non essere stato il<br />

primo ad entrarvi! Sette secoli prima,<br />

nel 1152, era stato infatti preceduto dai<br />

vichinghi di Earl Rognvald, al rientro<br />

da una crociata a Gerusalemme. Come<br />

si può leggere attraverso i numerosi<br />

graffiti runici apposti da quegli antichi<br />

violatori di tombe.<br />

tempo sicuri rifugi donde partivano le<br />

scorrerie contro le coste norvegesi. Successivamente<br />

Sigurd Eysteinsson diventò<br />

primo Jarl delle Orcadi e Lord delle<br />

Shetland, conquistando anche parte<br />

della Scozia. Il dominio degli Jarls durò<br />

circa mezzo millennio, durante il quale<br />

il bondi, il colono vichingo, coltivò la<br />

terra e pescò in mare, tanto da essere<br />

definito un «agricoltore con barche da<br />

pesca», soprannome usato ancora oggi.<br />

L'islandese Orkneyinga Saga, la Saga<br />

degli «orcadiani» (XIII secolo), accenna<br />

al consolidarsi del potere normanno a<br />

partire dal 1100. Le Orcadi rimasero<br />

sotto sovranità norvegese e, poi, danonorvegese<br />

fino al 1469, quando, assieme<br />

alle Shetland, furono date in «garanzia-pegno»<br />

della dote della Principessa<br />

Margrete, andata in sposa a Giacomo<br />

III di Scozia. Da allora in poi le<br />

isole diventarono scozzesi.<br />

Così, come ancora oggi ricordano gli<br />

orcadiani, finiva l'Età d'oro dell'arcipelago,<br />

che aveva dato loro potenza, gloria<br />

e ricchezza, la cattedrale di St. Magnus,<br />

gli Jarls e un ruolo di tutto rispetto<br />

nel mondo nordico, come attesta<br />

luto dal beato di Pietrelcina. La loro vicinanza spirituale<br />

fu forte per l'intero corso della loro vita —<br />

lo ha ricordato il Card. Angelini — tanto che quarant'anni<br />

dopo quell'incontro, i loro itinerari in<br />

qualche maniera finirono per convogliare su un<br />

tracciato comune: fu nel 1997, quando il prof. Gedda<br />

decise quella donazione che oggi trova importante<br />

e fattivo compimento.<br />

E non fu una scelta, quella di Gedda, dettata solo<br />

dal legame con Padre Pio: la Casa Sollievo della<br />

Sofferenza è infatti l'unico istituto per la ricerca<br />

biomedica in Italia ad avere la classificazione nel<br />

settore delle malattie genetiche ed eredo-familiari.<br />

Un'opzione, quindi, pienamente in linea con quanto<br />

storicamente l'Istituto Mendel rappresenta nel<br />

panorama scientifico italiano.<br />

Da quella donazione ci sono voluti tre anni di<br />

preparazione e di lavori, ma oggi il prof. Dallapiccola<br />

può annunciare con orgoglio che «l'Istituto<br />

Mendel è tornato ai fasti delle origini».<br />

I nove miliardi di lire investiti per riammodernare<br />

i 2600 metri quadrati dell'istituto, le attrezzature<br />

all'avanguardia e, soprattutto, l'équipe che già conta<br />

40 ricercatori specializzati impegnati su una<br />

trentina di progetti, garantiscono il rilancio dell'istituto<br />

in quelle che lo stesso prof. Dallapiccola ha indicato<br />

come le sue quattro attività basilari: la ricerca<br />

(come contributo alla conoscenza delle basi biologiche<br />

delle malattie mendeliane rare e delle ma-<br />

La chiesa<br />

italiana<br />

di Lamb Holm<br />

La cattedrale<br />

di St. Magnus<br />

a Kirkwall,<br />

il capoluogo<br />

delle Orcadi<br />

il tesoro d'argento casualmente ritrovato<br />

nel 1858 nei pressi della spiaggia di<br />

Skaill. Novanta pezzi dal peso di più di<br />

sette chili: anelli, bracciali, collane e<br />

lingotti d'argento, oltre a monete di Baghdad<br />

e inglesi della seconda metà del<br />

X secolo.<br />

Gli abitanti delle Orcadi, contrariamente<br />

agli Shetlanders, che si esprimono<br />

anche in Norn, hanno conservato<br />

espressioni d'origine vichinga solo nella<br />

toponomastica e in pochi termini dialettali.<br />

Dal XVIII secolo Chiesa e Scuola<br />

insegnarono a servirsi esclusivamente<br />

dello scozzese. Il poeta Muir con fierezza<br />

avrebbe affermato di sentirsi «un<br />

orcadiano, un buon scandinavo». Le<br />

leggende locali peraltro continuano a<br />

parlare di giganti (Jotun), folletti (Trows)<br />

e nani (Dverg), simili a quelli esistenti<br />

nella terra dei fiordi.<br />

Le Orcadi occupano un posto di rilievo<br />

nella storia delle esplorazioni geografiche.<br />

Ben presto diventarono, per<br />

gli equipaggi delle navi, una sosta ob-<br />

bligata prima della traversata atlantica.<br />

Nel porto di Stromness si<br />

rifornivano d'acqua nel Login<br />

Well, un pozzo chiuso<br />

nel 1931. Qui attraccarono<br />

le navi di Cook al rientro<br />

in patria, nel 1780, quelle<br />

della spedizione Franklin<br />

per l'ultimo viaggio del<br />

1845 e, per quasi due secoli,<br />

quelle della Compagnia<br />

della Baia di Hudson.<br />

Qui si reclutarono marinai<br />

per le navi di passaggio,<br />

come per il lavoro d'oltremare.<br />

Tanto che la Compagnia<br />

nel 1702 vi creò un<br />

apposito ufficio che, nel<br />

tempo, assunse buona parte del personale<br />

da destinare con un contratto<br />

quinquennale alla Terra di Rupert (Canada<br />

settentrionale). Nel 1799, ben 416<br />

su 530 impiegati della Compagnia erano<br />

orcadiani.<br />

Oltre alle ripercussioni positive per la<br />

comunità, insite nelle rimesse di denaro<br />

di marinai e impiegati, v'erano altresì<br />

quelle di segno contrario! Per un<br />

lungo periodo di tempo la cittadina di<br />

Stromness fu solo un insediamento di<br />

donne, vecchi e bambini, per il brusco<br />

contrarsi della popolazione maschile,<br />

che verrà quasi perfettamente scandito<br />

da ogni nuovopassaggionavaleinrada.<br />

Era gente, quella orcadiana, abituata<br />

a guadagnarsi la vita con fatica e sempre<br />

pronta a partire. Le donne mettendosi<br />

a servizio nelle famiglie di Edimburgo,<br />

Newcastle e Londra. Gli uomini<br />

cacciando balene e pescando nelle lontane<br />

acque groenlandesi e islandesi.<br />

D'altra parte erano considerati pazienti<br />

pescatori, splendidi costruttori di imbarcazioni<br />

e saggi marinai. Sapevano<br />

leggere il vento, stimare una marea,<br />

salvarsi da una tempesta...<br />

lattie complesse, per migliorare diagnosi, prevenzione<br />

e cura); i servizi di genetica medica (proponendosi<br />

come punto nodale della rete territoriale<br />

dei servizi di consulenza genetica, di citogenetica e<br />

di medicina molecolare); la formazione e l'informazione<br />

(per far fronte in maniera seria e onesta<br />

al crescente interesse per la genetica, per rendere<br />

fruibili da quanta più gente possibile i progressi segnati<br />

dalla scienza); il dibattito etico e scientifico<br />

(per garantire e stimolare una profonda riflessione<br />

sul bilanciamento di ciò che scientificamente è possibile<br />

e ciò che invece è giusto fare).<br />

Un contributo che ambisce quindi a un ruolo di<br />

assoluto rilievo, rispondendo all'assoluta urgenza di<br />

un panorama medico-scientifico nel quale — come<br />

ha ricordato lo stesso prof. Dallapiccola — il miraggio<br />

di grandi e rapidi guadagni ha fatto convogliare<br />

moltissima gente, purtroppo anche personaggi<br />

privi di adeguata preparazione e senza scrupoli.<br />

Significativo è che in un campo decisivo come<br />

quello della genetica, ovvero il presente e il futuro<br />

della medicina, arrivi dal mondo cattolico un contributo<br />

scientifico qualificato e internazionalmente<br />

riconosciuto. Del resto — come ha ricordato il<br />

Card. Angelini — lo stesso Gedda, quando fu nominato<br />

titolare della prima cattedra di genetica in Italia,<br />

«non aveva altre ambizioni se non quella, profondamente<br />

cristiana, di porre dei fondamenti<br />

scientifici a quello che il Magistero della Chiesa diceva<br />

riguardo alla vita umana».


.<br />

PAGINA<br />

4 .<br />

Alla vigilia della memoria liturgica di sant'Agnese<br />

Il Santo Padre<br />

benedice gli agnelli<br />

Alla vigilia della memoria liturgica di sant'Agnese<br />

Vergine e Martire, il cui corpo riposa nella omonima<br />

Basilica sulla Via Nomentana e il cui capo si venera<br />

nella chiesa a lei dedicata a Piazza Navona, il Santo<br />

Padre — nella mattina di sabato 20 gennaio, nella<br />

Sala dell'Aula Paolo VI — ha benedetto gli agnelli la<br />

cui lana sarà usata per confezionare i Sacri Palli. La<br />

cerimonia, svoltasi alla presenza del Cardinale Angelo<br />

Sodano, Segretario di Stato, è stata diretta dai<br />

Cerimonieri Pontifici Mons. Enrico Viganò e Mons.<br />

Giulio Viviani. Erano presenti Sua Eccellenza Monsignor<br />

Raffaello Funghini, Decano del Tribunale della<br />

Rota Romana; i Camerlenghi del Capitolo della Basilica<br />

di san Giovanni in Laterano, Mons. Antonio<br />

Screnci e Mons. Giuseppe Gulizia; Mons. Gaetano<br />

Nicolosi della medesima Basilica e il dott. Francesco<br />

Lavezzo, Amministratore del Capitolo Lateranense;<br />

l'avvocato Giulio Dante, Avvocato Concistoriale;<br />

Padre Giacomo Briere, Abate del Monastero<br />

Trappista delle Tre Fontane — dove gli agnelli sono<br />

stati allevati — con un novizio e una suora cilena.<br />

Al termine della cerimonia, due Sediari hanno portato<br />

gli agnelli al Monastero delle Suore di Santa Cecilia<br />

in Trastevere. Saranno le religiose benedettine<br />

del Monastero a confezionare i Sacri Palli.<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Domenica 21 Gennaio 2001<br />

La solenne chiusura della Porta Santa,<br />

avvenuta sabato 6 gennaio, Epifania del<br />

Signore, ha offerto all'Arcivescovo di Ottawa,<br />

Mons. Marcel André Gervais, l'occasione<br />

per riflettere sul significato del Giubileo<br />

e sui suoi frutti, soprattutto in termini<br />

di una sempre più approfondita consapevolezza<br />

delle responsabilità dei cristiani<br />

come individui e come membri della<br />

grande famiglia umana.<br />

«Sebbene la Porta Santa sia stata chiusa<br />

— ha detto il Presule all'omelia — gli<br />

echi del Giubileo continuano attraverso le<br />

Ottawa: la celebrazione diocesana per la chiusura del Giubileo<br />

iniziative prese durante l'Anno di Grazia<br />

ed in tutti i progetti di ogni genere, tra cui<br />

la cancellazione del debito delle nazioni<br />

povere».<br />

«In comunione con i nostri fratelli e con<br />

le nostre sorelle del mondo — ha proseguito<br />

l'Arcivescovo — possiamo rendere<br />

grazie al Signore per questo anno straordinario,<br />

nel quale la Chiesa intera ha avuto<br />

l'occasione di rivivere e di constatare i<br />

EL SALVADOR Messaggio della Conferenza Episcopale del Paese duramente colpito dal terremoto<br />

«Venite a me, voi tutti,<br />

che siete affaticati e oppressi»<br />

Pubblichiamo in una nostra traduzione<br />

italiana il Messaggio dei Vescovi<br />

della Conferenza Episcopale di El Salvador,<br />

reso noto il 18 gennaio, all'indomani<br />

del terremoto che ha colpito<br />

il Paese del Centro-America:<br />

1. «Dio mio, Dio mio, perché mi<br />

hai abbandonato?»<br />

Costernati e turbati per la dolorosa<br />

tragedia che ha rattristato il nostro<br />

Paese lo scorso sabato 13 gennaio,<br />

quando la furia della natura ha seminato<br />

il suolo patrio di morte e distruzione,<br />

ci rivolgiamo a voi, sorelle e fratelli<br />

amati da Dio. Il primo sentimento<br />

che affiora nel nostro cuore è la desolazione:<br />

«Dio mio, Dio mio, perché mi<br />

hai abbandonato?». È stato lo stesso<br />

sentimento che ha provato Gesù Cristo<br />

nel momento supremo del suo consegnarsi<br />

alla morte per la nostra salvezza.<br />

Le strazianti immagini di questa<br />

prova sono impresse nella nostra mente<br />

e hanno fatto il giro del mondo. L'esperienza<br />

del terremoto è stata dura e<br />

in molti casi purificatrice. Ci è difficile<br />

comprendere le misteriose vie della<br />

Provvidenza. Tuttavia crediamo fermamente<br />

che il Dio che si preoccupa dei<br />

passeri del cielo vegli su ognuno di noi<br />

poiché ci ha creati a sua immagine<br />

(cfr Lc 12, 6-7).<br />

Ancoraunavoltail popolo salvadoregno<br />

ha dato prova di forza d'animo di<br />

fronte alle avversità e dal più profondo<br />

della sua fede cristiana è nata spontaneamente<br />

la supplica: «Proteggimi, o<br />

Dio: in te mi rifugio». Alle famiglie colpite<br />

dal terremoto, che hanno perso i<br />

loro cari e hanno subito gravi danni<br />

nella propria persona e nei propri beni<br />

materiali, rivolgiamo una parola di<br />

consolazione e di solidarietà. Come abbiamo<br />

detto quando ci ha colpiti l'uragano<br />

Mitch: «Che vi confortino, cari<br />

fratelli e sorelle, le consolanti parole di<br />

Gesù che desideriamo dire personalmente<br />

a ognuno di voi, dopo aver<br />

ascoltato con rispetto e amore la storia<br />

dellavostraimmensa sofferenza: “Venite<br />

a me, voi tutti, che siete affaticati e<br />

oppressi,eiovi ristorerò” (Mt 11, 28)».<br />

2. «Passandogli accanto lo vide e<br />

n'ebbe compassione» (Lc 10, 33)<br />

Nel linguaggio semplice e profondamente<br />

cristiano del nostro popolo si dice<br />

che «Dio non abbandona mai i propri<br />

figli». Il Signore però agisce a favore<br />

dei suoi figli e delle sue figlie attraverso<br />

persone che sanno avvicinarsi al<br />

fratello e alla sorella che giacciono feriti<br />

e angustiati sul margine della strada.<br />

Così è successo anche questa volta.<br />

Abbondano le testimonianze che lo<br />

dimostrano: nessuno è stato solo, sebbene<br />

a volte sia difficile riconoscere<br />

nella nostra tribolazione la sua presenzamisericordiosa<br />

e piena di tenerezza.<br />

Che il Signore benedica coloro che,<br />

dentro e fuori dal Paese, si sono avvicinati<br />

con amore alle vittime del disastro!<br />

È un gesto di solidarietà che non<br />

L'Arcivescovo Cordes porta<br />

il conforto e l'aiuto del Papa<br />

S.E. Mons. Paul Josef Cordes, Presidente del Pontificio Consiglio «Cor<br />

Unum», si recherà Martedì 23 gennaio in El Salvador, per portare il conforto<br />

e l'aiuto del Santo Padre alle vittime del terremoto che ha colpito il<br />

Paese.<br />

Insieme al Nunzio Apostolico, S.E. Mons. Giacinto Berloco, Mons. Cordes<br />

incontrerà alcune famiglie disastrate e, nel pomeriggio di Mercoledì 24<br />

gennaio, celebrerà la Santa Messa nella Cattedrale di San Salvador per le<br />

vittime del terremoto. Nel successivo incontro con l'Arcivescovo di San<br />

Salvador, Mons. Fernando Sáenz Lacalle, e gli altri membri della Conferenza<br />

Episcopale, consegnerà il dono del Papa di 100.000 US $, segno della<br />

sua vicinanza alle popolazioni colpite.<br />

Lo stesso giorno Mons. Cordes renderà visita al Presidente della Repubblica,<br />

Sig. Francisco Flores, e alle istituzioni che si occupano dei soccorsi,<br />

dello sgombero delle zone colpite e della ricostruzione.<br />

È previsto anche un colloquio con i rappresentanti delle varie organizzazioni<br />

cattoliche accorse per prestare il loro aiuto, tra le quali diverse Caritas<br />

nazionali e Manos Unidas assieme ad alcune ONG.<br />

dimenticheremo mai. Un gesto che si<br />

è fatto preghiera, compassione e azione<br />

decisa per alleviare la sofferenza<br />

delle famiglie colpite. Un gesto che deve<br />

ripetersi nel lungo cammino fino alla<br />

normalizzazione della loro vita. In<br />

questo cammino Cristo si renderà presente<br />

con discrezione, come è accaduto<br />

con i due discepoli che si dirigevano<br />

a Emmaus (cfr Lc 24, 13-35).<br />

3. «Mettiti nel mezzo!» (Mc 3, 3)<br />

Il Vangelo ci racconta che una volta<br />

Gesù entrò in una sinagoga, vide un<br />

uomo con una mano inaridita e gli disse:<br />

«Mettiti nel mezzo!» (Mc 3, 3). È<br />

un bel simbolo del criterio che deve<br />

guidare l'operato dello Stato e di ogni<br />

cittadino: porre al centro la persona<br />

umana, rispettando pienamente la sua<br />

eccelsa dignità. Porre al centro la persona<br />

significa promuovere e difendere<br />

i suoi diritti inalienabili. Porre al cen-<br />

tro la persona vuol dire imparare a incontrare<br />

Cristo non solo nella Parola<br />

di Dio e nell'augusto mistero dell'Eucaristia<br />

ma anche nelle «persone, specialmente<br />

i poveri, con i quali Cristo si<br />

identifica»(EcclesiainAmerica, n. 12).<br />

Attraverso questo fenomeno della<br />

natura Egli ci invita alla riflessione e<br />

all'impegno. È urgente che «tutti noi<br />

membri della Chiesa sappiamo discernere<br />

i segni dei tempi e cresciamo nella<br />

fedeltà al Vangelo; che ci preoccupiamo<br />

di condividere nella carità le angustie<br />

e le tristezze, le gioie e le speranze<br />

degli uomini, e così mostreremo<br />

loro il cammino della salvezza» (Preghiera<br />

Eucaristica, Vc).<br />

A volte si pensa che catastrofi come<br />

quella che abbiamo appena vissuto siano<br />

inevitabili. Tuttavia sappiamo che<br />

anche in queste dure circostanze vi sono<br />

pericoli che si possono prevenire.<br />

progressi nel cammino spirituale e pastorale,<br />

e, allo stesso tempo, riconoscere<br />

che c'è ancora tanto da fare».<br />

Mons. Gervais ha indicato il significato<br />

più profondo del Giubileo nella fede che<br />

«ci dispone a chiedere perdono, a soccorrere<br />

i bisognosi, e ci consola quando le<br />

cose vanno bene e quando vanno male;<br />

quando siamo confinati nel nostro letto, o<br />

siamo costretti ad affrontare povertà e miseria».<br />

«Siamo consapevoli delle nostre differenze<br />

e delle nostre specifiche culture —<br />

ha concluso —. Ma riconosciamo anche la<br />

nostra unità, la nostra comune umanità e,<br />

soprattutto, ci riuniamo per lodare Dio Padre,<br />

il Padre di tutti, il Padre di tutte le<br />

nazioni, il quale raduna insieme tutta la<br />

Chiesa Universale. Preghiamo affinché<br />

continuiamo ad essere uniti come suo<br />

popolo».<br />

FRANCIS PIRO<br />

Si è svolto nel pomeriggio di venerdì 19<br />

Il rito di muratura della Porta Santa<br />

della Basilica di San Pietro<br />

GIANFRANCO GRIECO<br />

È stato murato il retro della Porta<br />

Santa della Basilica di San Pietro, toccata,<br />

baciata e attraversata durante il<br />

Grande Giubileo dell'Anno 2000 da venticinque<br />

milioni di pellegrini giunti da<br />

ogni angolo della terra. Erano le 18 di<br />

venerdì 19 gennaio, quando nell'atrio<br />

della Cappella della Pietà, nella penombra,<br />

si svolgeva un rito carico di nostal-<br />

Un primo passo è quello di prendere<br />

coscienza del fatto che viviamo in una<br />

terra molto sismica e che occorre dunque<br />

prendere le dovute precauzioni. In<br />

secondo luogo è urgente far in modo<br />

che ogni salvadoregno possieda una<br />

casa degna e sicura.<br />

4. «Va' e anche tu fa' lo stesso»<br />

ComehafattoPapaGiovanniPaoloII<br />

con paterna sollecitudine poche ore<br />

dopo il terremoto, esprimiamo la nostra<br />

vicinanza spirituale alla popolazione<br />

colpita dal sisma, eleviamo ferventi<br />

preghiere per le vittime e facciamo<br />

giungere una parola di incoraggiamento<br />

ai sopravvissuti. Desideriamo essere<br />

solidali nel dolore e restare uniti nella<br />

speranza affinché, come il profeta,<br />

ognuno di voi, sorelle e fratelli provati<br />

dalle avversità, possiate dire: «Il Signore<br />

è in questo luogo e io non lo sapevo»<br />

(Gn 28, 16).<br />

Questa presenza del Signore si realizza<br />

attraverso ogni persona che serve<br />

con amore e disinteresse il fratello bisognoso.<br />

La Chiesa ha reagito immediatamente<br />

come il buon samaritano,<br />

cercandodi alleviare le necessità più<br />

urgenti. È perògiuntoil momento di<br />

farlo in modo ordinato e sistematico,<br />

per la qual cosa è urgente che, nelle<br />

parrocchie dove ancora non esiste, si<br />

organizzi la pastorale sociale. Abbiamo<br />

dato istruzioni alla rete della Caritas<br />

che si estende in tutte le Diocesi affinché<br />

si occupi prontamente ed efficacemente<br />

dell'emergenza.<br />

A nome del Dio della pace e dell'amore,<br />

vi benediciamo di cuore.<br />

San Salvador, 18 gennaio 2001<br />

✠ FERNANDO SÁENZ LACALLE<br />

Arcivescovo di San Salvador<br />

Presidente della CEDES<br />

✠ RODRIGO ORLANDO<br />

CABRERA CUÉLLAR<br />

Vescovo di Santiago de María<br />

Vice-Presidente della CEDES<br />

✠ JOSÉ OSCAR<br />

BARAHONA CASTILLO<br />

Vescovo di San Vicente<br />

✠ ROMEO TOVAR ASTORGA, ofm<br />

Vescovo di Santa Ana<br />

Segretario della CEDES<br />

✠ EDUARDO ALAS ALFARO<br />

Vescovo di Chalatenango<br />

✠ JOSÉ ADOLFO<br />

MOJICA MORALES<br />

Vescovo di Sonsonate<br />

✠ ELÍAS SAMUEL<br />

BOLAÑOS AVELAR, sdb<br />

Vescovo di Zacatecoluca<br />

✠ MIGUEL ANGEL<br />

MORÁN AQUINO<br />

Vescovo di San Miguel<br />

✠ GREGORIO ROSA CHÁVEZ<br />

Vescovo Ausiliare di San Salvador<br />

P. Luis Morao, ofm<br />

Amm.Ap. dell'Ordinariato Militare<br />

gia. Eccola la Porta Santa del Consorti<br />

che dall'interno della Basilica non si ammira<br />

più. Un muro color cenere ed una<br />

croce indicano che quella Porta è ormai<br />

chiusa e si aprirà, a Dio piacendo, per<br />

l'Anno Santo del 2025.<br />

Si era appena conclusa la Celebrazione<br />

Eucaristica del pomeriggio all'altare<br />

della Cattedra quando il Cardinale Arciprete<br />

Virgilio Noè, accompagnato dal<br />

Vescovo Piero Marini, Maestro delle Ce-<br />

lebrazioni Liturgiche Pontificie, da otto<br />

Canonici del Capitolo Vaticano, da quattro<br />

Penitenziari Francescani Conventuali<br />

della Basilica e dai chierichetti del Preseminario<br />

«S. Pio X», ha raggiunto l'atrio<br />

della Cappella della Pietà. Al rito di<br />

muratura della Porta erano presenti<br />

Mons. Franco Camaldo, Decano dei Cerimonieri<br />

Pontifici, Mons. Giuseppe Liberto,<br />

Maestro della Cappella Sistina, dirigenti,<br />

responsabili e maestranze della<br />

Patriarcale Basilica Vaticana.<br />

«Clemens X Pontifex Maximus, Anno<br />

IV, Jubilei, MDCLXXIV». Questa la<br />

scritta che orna l'architrave interno della<br />

Porta. La data scolpita è 1674. Sopra<br />

la scritta, il mosaico con l'Apostolo Pietro<br />

e il volto d'angelo che si posa sulla<br />

conchiglia. In alto le chiavi del Primato<br />

con la tiara al centro.<br />

Il rito è stato diretto da Mons. Enrico<br />

Viganò, Cerimoniere Pontificio. Dopo<br />

che il Vescovo Marini ha illustrato ai<br />

presenti lo svolgimento della cerimonia,<br />

il Cardinale Noè ha così pregato: «Signore,<br />

Dio nostro tu hai concesso all'Apostolo<br />

Pietro le chiavi del Regno: per<br />

aprirne la porta del perdono e della grazia,<br />

per chiuderla agli assalti del nemico<br />

dell'uomo.<br />

«Con sentimenti di gratitudine e di<br />

speranza copriamo oggi il segno della<br />

Porta Santa, la cui soglia, durante l'Anno<br />

giubilare, hanno varcato innumerevoli<br />

pellegrini per implorare misericordia<br />

e indulgenza, per celebrare i divini<br />

misteri, per venerare il sepolcro dell'Apostolo<br />

Pietro. Concedi ad essi, Signore,<br />

di rimanere saldi nella fede della Chiesa,<br />

fondata sulla roccia apostolica, e nella<br />

comunione con il Romano Pontefice,<br />

Successore di Pietro e Pastore della<br />

Chiesa universale.<br />

«E a noi dona, Signore,<br />

di perseverare<br />

nel servizio della Sede<br />

Apostolica, di accogliere<br />

con amore il<br />

suo Magistero, e di<br />

seguire le orme del<br />

Pastore che ci guida<br />

ai pascoli ubertosi<br />

della Città della vita.<br />

A te, Padre, che volgi<br />

lo sguardo sugli umili<br />

e sui piccoli per Cristo,<br />

Buon Pastore,<br />

nello Spirito di concordia<br />

e di pace, ogni<br />

onore e gloria nei secoli<br />

dei secoli».<br />

Mons. Viganò ha<br />

dato lettura del testo<br />

latino della pergamena<br />

che attesta l'apertura<br />

e la chiusura<br />

della Porta Santa della<br />

Basilica Vaticana<br />

da parte di Giovanni<br />

Paolo II: Notte di Natale,<br />

24 dicembre<br />

1999; 6 gennaio 2001.<br />

La pergamena è stata<br />

firmata dal Cardinale<br />

Arciprete, dal Vescovo<br />

Marini, dai Canonici,<br />

dal Rettore dei<br />

Penitenzieri O.F.M.<br />

Conv., da Mons. Lanzani,<br />

dal Maestro Liberto<br />

e da altre sei<br />

persone. La pergamena<br />

è stata collocata in<br />

una preziosa urna in<br />

bronzo realizzata dallo<br />

scultore di Köln, in<br />

Germania, Matthias<br />

Heiermann. L'opera<br />

con patina verde smalto rosso riporta il<br />

mistero della Santissima Trinità che ha<br />

guidato i giorni e le celebrazioni giubilari.<br />

Le immagini simboliche raffigurano il<br />

Padre, il Figlio e lo Spirito Santo.<br />

Insieme con la pergamena sono state<br />

collocate nell'urna le chiavi della Porta<br />

Santa e alcune medaglie: 17 di bronzo,<br />

in ricordo dei 17 anni trascorsi dall'ultima<br />

apertura della Porta Santa - Anno<br />

Santo straordinario della Redenzione,<br />

1983-1984; 22 d'argento, corrispondenti<br />

ai 23 anni di Pontificato di Giovanni<br />

Paolo II; una d'oro, a ricordo del bimillenario<br />

della nascita di Gesù; tre<br />

mattoni d'oro donati da Giovanni<br />

Paolo II ed uno dal Cardinale Arciprete<br />

Noè.<br />

L'urna bronzea è stata collocata in<br />

una cassetta di zinco, sigillata con nastro<br />

e ceralacca, e poi deposta nel vano<br />

del muro che chiude la Porta Santa.<br />

Una lastra di pietra bianca ornata dalla<br />

croce è stata posta sul vano murato.<br />

Mons. Viganò ha poi dato lettura del<br />

«Rogito», che è stato firmato anch'esso<br />

dai presenti. Infine, dopo il canto del<br />

«Padre Nostro», il Cardinale Noè ha impartito<br />

la solenne Benedizione.<br />

A Cristo, «Signore dei Millenni, ieri e<br />

oggi; Fine e Principio; Alfa e Omega. A<br />

lui la gloria nei secoli».


.<br />

PAGINA<br />

5 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Domenica 21 Gennaio 2001<br />

L'esigenza di riprendere il largo, ripartendo da Cristo,<br />

comporta per la missione «ad gentes»<br />

un nuovo vigore e un rinnovamento dei metodi pastorali<br />

«L'esigenza di riprendere il largo, ripartendo<br />

da Cristo, comporta per la<br />

missione “ad gentes” un nuovo vigore e<br />

un rinnovamento dei metodi pastorali».<br />

È la consegna che il Santo Padre ha affidato<br />

sabato mattina, 20 gennaio, ai<br />

partecipanti al Simposio nel decimo anniversario<br />

dell'Enciclica «Redemptoris<br />

missio», ricevuti in udienza nell'Aula<br />

Paolo VI.<br />

Ecco il testo del discorso del Papa:<br />

Venerati Fratelli nell'Episcopato,<br />

Carissimi Fratelli e Sorelle!<br />

1.Con viva gioia vi accolgo in<br />

occasione del vostro interessante<br />

Simposio, che si tiene a dieci anni<br />

dalla pubblicazione dell'Enciclica<br />

Redemptoris missio. Ringrazio<br />

quanti hanno organizzato questo<br />

Convegno e tutti saluto con affetto.<br />

In particolare, saluto e ringrazio il<br />

Signor Cardinale Jozef Tomko per<br />

le gentili parole con cui ha introdotto<br />

questo incontro.<br />

Il presente Simposio, all'alba del<br />

nuovo millennio, intende porre in<br />

luce il valore primario che l'evangelizzazione<br />

riveste nella vita della<br />

Comunità ecclesiale. In effetti, la<br />

missione ad gentes è il primo compito<br />

affidato da Cristo ai suoi discepoli.<br />

Risuonano, al riguardo, quanto<br />

mai eloquenti le parole del divino<br />

Maestro: «Mi è stato dato ogni<br />

potere in cielo e in terra. Andate<br />

dunque e ammaestrate tutte le nazioni...<br />

Ecco, io sono con voi ... fino<br />

alla fine del mondo» (Mt 28, 18-<br />

20). E la Chiesa, sempre memore<br />

del comando del Signore, non cessa<br />

di prendersi cura dei suoi membri,<br />

di rievangelizzare coloro che si sono<br />

allontanati, e di proclamare la<br />

Buona Novella a coloro che ancora<br />

non la conoscono. «Senza la missione<br />

ad gentes — scrivevo in proposito<br />

nell'Enciclica che quest'oggi<br />

ricordiamo — la stessa dimensione<br />

missionaria della Chiesa sarebbe<br />

priva del suo significato fondamentale<br />

e della sua attuazione esemplare»<br />

(Redemptoris missio, 34).<br />

Tenendo presente tutto ciò, fin<br />

dall'inizio del mio pontificato ho<br />

invitato ogni persona e popolo ad<br />

aprire le porte a Cristo. Quest'ansia<br />

missionaria mi ha spinto ad intraprendere<br />

molti viaggi apostolici; a<br />

connotare sempre più con un'apertura<br />

missionaria l'intera attività<br />

della Sede Apostolica ed a favorire<br />

un costante approfondimento dottrinale<br />

del compito apostolico che è<br />

di ogni battezzato. Ecco il contesto<br />

in cui è nata l'Enciclica Redemptoris<br />

missio, di cui celebriamo il decimo<br />

anniversario.<br />

2.Quando, dieci anni or sono,<br />

pubblicai quest'Enciclica, ricorreva<br />

il venticinquesimo dell'approvazione<br />

del Decreto missionario Ad gentes<br />

del Concilio Vaticano II. In<br />

qualche modo, pertanto, l'Enciclica<br />

poteva essere come la commemorazione<br />

dell'intero Concilio, il cui<br />

scopo fu di rendere più comprensibile<br />

il messaggio della Chiesa e più<br />

efficace la sua azione pastorale per<br />

la diffusione della salvezza di Cristo<br />

nel nostro tempo.<br />

Non si trattava, però, di un testo<br />

semplicemente commemorativo ed<br />

evocatore delle intuizioni conciliari.<br />

Riprendendo i grandi temi trinitari<br />

delle mie prime tre Encicliche,<br />

intendevo piuttosto sottolineare con<br />

vigore la perenne urgenza che la<br />

Chiesa avverte del proprio mandato<br />

missionario, e indicare le vie nuove<br />

della sua realizzazione fra gli uomini<br />

dell'epoca attuale.<br />

Queste motivazioni vorrei qui ribadire,<br />

poiché l'azione missionaria<br />

verso i popoli e i gruppi umani non<br />

ancora evangelizzati rimane necessaria,<br />

particolarmente in alcune<br />

aree del mondo e in determinati<br />

contesti culturali. A ben vedere,<br />

poi, la missione ad gentes si rende<br />

in questi anni ovunque necessaria,<br />

a causa dei rapidi e massicci flussi<br />

migratori che portano gruppi non<br />

cristiani in regioni di consolidata<br />

tradizione cristiana.<br />

Al centro dell'attività missionaria<br />

sta l'annuncio di Cristo, la conoscenza<br />

e l'esperienza del suo amo-<br />

re. A questo mandato esplicito di<br />

Gesù la Chiesa non può sottrarsi,<br />

perché priverebbe gli uomini della<br />

«Buona Novella» della salvezza.<br />

Quest'annuncio non toglie l'autonomia<br />

propria di alcune attività<br />

come il dialogo e la promozione<br />

umana, ma, al contrario, le fonda<br />

nella carità diffusiva e le finalizza<br />

ad una testimonianza sempre rispettosa<br />

degli altri nell'attento discernimento<br />

di ciò che lo Spirito<br />

suscita in essi.<br />

3.Si è appena concluso l'Anno<br />

giubilare, che ha segnato per la<br />

Chiesa un provvidenziale sussulto<br />

di entusiasmo religioso. Ai credenti<br />

d'ogni età e d'ogni cultura ho indicato,<br />

con la Lettera apostolica Novo<br />

Millennio ineunte, l'esigenza di<br />

riprendere il largo, ripartendo da<br />

Udienza del Santo Padre<br />

nel X anniversario dell'Enciclica «Redemptoris missio»<br />

All'inizio di un nuovo secolo e millennio Giovanni Paolo II rinnova l'invito ad una globale mobilitazione missionaria<br />

Cristo. È chiaro che questo comporta<br />

per la missione ad gentes un<br />

nuovo vigore, un rinnovamento di<br />

metodi pastorali. Se ogni popolo e<br />

nazione ha diritto a conoscere il<br />

lieto messaggio della salvezza, è nostro<br />

precipuo dovere aprire loro le<br />

porte verso Cristo, mediante l'annuncio<br />

e la testimonianza. E se talora<br />

la proclamazione del Vangelo<br />

e la pubblica adesione a Cristo sono<br />

per varie ragioni impedite, resta<br />

sempre al cristiano la possibilità di<br />

collaborare all'opera della salvezza<br />

attraverso la preghiera, l'esempio,<br />

il dialogo, il servizio umanitario.<br />

La Chiesa, radicata nell'amore<br />

trinitario, è missionaria per natura,<br />

ma occorre che lo diventi di fatto<br />

in tutte le sue attività. E lo sarà<br />

se vivrà pienamente la carità che<br />

lo Spirito diffonde nel cuore dei<br />

credenti e che — come insegnano i<br />

Padri — è «l'unico criterio secondo<br />

cui tutto deve essere fatto o non<br />

fatto, cambiato o non cambiato. È<br />

il principio che deve dirigere ogni<br />

azione e il fine a cui essa deve tendere»<br />

(ivi, 60).<br />

4.Carissimi Fratelli e Sorelle,<br />

sono passati dieci anni da quando,<br />

con l'Enciclica Redemptoris missio,<br />

intesi mobilitare la Chiesa ad una<br />

globale missione ad gentes. Ripeto<br />

quest'invito ora, all'inizio di un<br />

nuovo secolo e millennio. Ogni<br />

Chiesa particolare, ogni comunità,<br />

ogni associazione e gruppo cristiano<br />

si senta corresponsabile di questa<br />

vasta azione là dove vive ed<br />

opera. In effetti, ci sono oggi per<br />

tutti gli stati di vita nella Chiesa —<br />

per sacerdoti, religiosi, religiose,<br />

laici — possibilità inedite di cooperazione.<br />

Si moltiplicano le situazioni<br />

che mettono i fedeli di Cristo a<br />

contatto con i non cristiani. Ci sono<br />

istanze che permettono di operare<br />

pure a livello internazionale<br />

per tutelare i diritti umani, per<br />

promuovere il bene comune e migliori<br />

condizioni per la diffusione<br />

del messaggio della salvezza (cfr<br />

ivi, 82).<br />

Mai, però, si deve dimenticare<br />

che la fedeltà dell'evangelizzatore<br />

al suo Signore sta alla base dell'attività<br />

missionaria. Più la vita è<br />

santa, più efficace risulta questa<br />

sua missione. L'appello alla missione<br />

è appello incessante alla santità.<br />

Come non ricordare quanto, in<br />

proposito, scrivevo nell'Enciclica?<br />

«L'universale vocazione alla santità<br />

— notavo allora e ripeto quest'oggi<br />

— è strettamente collegata all'universale<br />

vocazione alla missione:<br />

ogni fedele è chiamato alla santità<br />

e alla missione» (ivi, 90). Solo in<br />

questo modo la luce di Cristo, riflesso<br />

sul volto della Chiesa, potrà<br />

illuminare anche gli uomini della<br />

nostra epoca.<br />

È questo il compito principale<br />

del Successore di Pietro, chiamato<br />

a garantire e promuovere la comunione<br />

e la missione universale della<br />

Chiesa. È dovere della Curia Romana<br />

e dei Vescovi che condividono<br />

con lui un così alto ministero.<br />

È responsabilità, altresì, a cui non<br />

si possono sottrarre i credenti d'ogni<br />

età e condizione.<br />

Consci di tale responsabilità, rispondiamo<br />

pure noi generosamente,<br />

Fratelli e Sorelle carissimi, a<br />

quest'appello senza soste dello Spirito<br />

Santo. Interceda per noi Maria,<br />

Stella della nuova evangelizzazione,<br />

e ci aiutino con il loro esempio<br />

e la loro protezione i santi Patroni<br />

Teresa di Gesù Bambino e<br />

Francesco Saverio.<br />

Con tali sentimenti, benedico volentieri<br />

tutti voi e il servizio ecclesiale<br />

che quotidianamente svolgete.<br />

Accolto da un canto africano eseguito<br />

dal Coro del Collegio Urbano, il Papa ha<br />

fatto il suo ingresso nell'Aula, accompagnato<br />

dai Cardinali Angelo Sodano, Segretario<br />

di Stato, e Jozef Tomko, Prefetto<br />

della Congregazione per l'Evangelizzazione<br />

dei Popoli.<br />

All'incontro hanno partecipato diciannove<br />

Cardinali; il Patriarca S.B. Ignace I<br />

Moussa Daoud, Prefetto della Congregazione<br />

per le Chiese Orientali, ventidue<br />

tra Arcivescovi e Vescovi, tra i quali<br />

l'Arcivescovo Leonardo Sandri, Sostituto<br />

della Segreteria di Stato — con l'Assessore,<br />

Mons. Pedro López Quintana —;<br />

gli Arcivescovi Giovanni Battista Re,<br />

Prefetto della Congregazione per i Vescovi,<br />

e José Saraiva Martins, Prefetto<br />

della Congregazione delle Cause dei<br />

Santi; l'Arcivescovo Charles Schleck, Segretario<br />

Aggiunto della Congregazione<br />

per l'Evangelizzazione dei Popoli, con<br />

incarico di Presidente delle PP.OO.MM.<br />

Erano presenti numerosi officiali della<br />

Curia Romana, duemila tra religiosi e<br />

religiose di Istituti missionari e studenti<br />

della Pontificia Università Urbaniana.<br />

Un canto latinoamericano, eseguito<br />

dalle suore del «Foyer Paolo VI», ed uno<br />

in coreano, proposto dalla corale del<br />

Collegio «Mater Ecclesiae» di Castel<br />

Gandolfo, hanno scandito le varie fasi<br />

dell'udienza.<br />

L'indirizzo d'omaggio del Cardinale Jozef Tomko<br />

In apertura di udienza il Cardinale<br />

Jozef Tomko, Prefetto della Congregazione<br />

per l'Evangelizzazione dei<br />

Popoli, ha salutato il Santo Padre con<br />

un deferente indirizzo d'omaggio.<br />

Successivamente Monsignor Ambrogio<br />

Spreafico, Rettore della Pontificia<br />

Università Urbaniana, ha presentato i<br />

lavori del Simposio. Il Card. Francis<br />

Eugene George, Arcivescovo di Chicago,<br />

ha tenuto, alla presenza del Papa,<br />

il discorso celebrativo. Questo il<br />

testo del saluto del Card. Tomko:<br />

Padre Santo!<br />

Dieci anni fa, proprio in questi giorni<br />

del mese di gennaio, veniva presentata<br />

la Vostra Lettera Enciclica<br />

«Redemptoris missio, circa la permanente<br />

validità del mandato missionario»,<br />

con la data del 7 dicembre 1990.<br />

Pochi giorni prima era scoppiata la<br />

«Guerra del Golfo» che aveva attirato<br />

l'attenzione del mondo sui campi di<br />

battaglia. Il fracasso delle armi e delle<br />

bombe minacciava di seppellire la<br />

voce che a nome di tutta la Chiesa rilanciava<br />

il grido dell'Apostolo delle<br />

Genti: «Non è infatti per me un vanto<br />

predicare il Vangelo; è per me un dovere:<br />

guai a me se non predicassi il<br />

Vangelo» (1 Cor 9, 16; cfr RM 1).<br />

Sono passati dieci anni pieni di avvenimenti<br />

sulla scena del mondo e<br />

nel campo della Chiesa. È passata,<br />

pur con i suoi strascichi dolorosi, la<br />

guerra del Golfo; nuovi conflitti piccoli<br />

o grandi ma sempre inutili e dolorosi<br />

sono stati accesi in altri posti. La<br />

stessa Chiesa cattolica ha conosciuto<br />

un periodo, che la storia dovrà ancora<br />

giudicare adeguatamente, con una<br />

fioritura di eventi ed incontri memorabili<br />

sia a Roma che in altre parti, con<br />

una serie impressionante di Assem-<br />

blee sinodali di vario tipo fino a quelle<br />

continentali, con le Conferenze e<br />

raduni, fino al Giubileo del 2000 appena<br />

terminato di cui sarà difficile fare<br />

ancora un bilancio che del resto<br />

va oltre ogni valutazione umana, e<br />

con una impressionante messe di documenti<br />

e messaggi spesso «bruciati»<br />

— come si esprimono i giornalisti —<br />

dalla moderna e vorticosa fretta di<br />

notizie sempre nuove.<br />

Eppure, in questa fiumana sempre<br />

più grande e più rapida, l'Enciclica<br />

«Redemptoris missio» non è affogata,<br />

anzi con il progredire degli anni, essa<br />

è più viva che mai ed esercita il suo<br />

benefico influsso magisteriale sui documenti<br />

dei Sinodi dei Vescovi, dei<br />

Dicasteri romani, delle Conferenze<br />

episcopali, dei singoli Vescovi, ed<br />

ampio è il suo impatto sull'attività<br />

missionaria in tutti i continenti. Ieri ne<br />

abbiamo avuto testimonianze particolareggiate<br />

nel Simposio sull'Enciclica<br />

che si è svolto nell'Aula Magna della<br />

Pontificia Università Urbaniana. Oggi<br />

risulta pienamente confermato quanto<br />

a soli due anni dalla sua pubblicazione,<br />

ha potuto affermare un autorevole<br />

Pastore della Chiesa: «Non c'è alcun<br />

dubbio che l'enciclica Redemptoris<br />

missio sia uno degli scritti pontifici<br />

più importanti di questo fine secolo.<br />

Soprattutto i primi tre capitoli sono<br />

d'interesse capitale. Questo non vale<br />

solo per i Paesi in cui si fa la missione<br />

ad gentes... ma tutto quello che in<br />

essa viene detto vale allo stesso modo<br />

per l'evangelizzazione del primo<br />

mondo» (Card. G. Danneels, «A due<br />

anni dalla Redemptoris missio», 5).<br />

Ed ancor recentemente, un eminente<br />

teologo ha scritto: «Ritengo che l'Enciclica<br />

Redemptoris missio sia uno<br />

dei testi più significativi del presente<br />

pontificato».<br />

Una grande Enciclica, quindi, con<br />

un importante influsso già esercitato<br />

nel passato decennio nei diversi campi<br />

della vita della Chiesa ma con molte<br />

potenzialità ancora non sufficientemente<br />

realizzate nell'attività dei cristiani<br />

in favore della missione «ad<br />

gentes». Un'Enciclica pertanto che si<br />

può chiamare profetica a doppio titolo:<br />

e cioè che precorre sotto molti<br />

aspetti i tempi ed allo stesso tempo<br />

indica le strade della missione. Mentre<br />

chiude e corona il magistero dei<br />

Pontefici Romani del secolo ventesimo<br />

e si può dire del secondo millennio,<br />

apre gli orizzonti per l'evangelizzazione<br />

rilanciandola verso il terzo<br />

millennio.<br />

La «Redemptoris missio» è una miniera<br />

tutt'ora aperta e piena di un patrimonio<br />

energetico che può e deve<br />

ancora per lungo tempo nutrire lo<br />

spirito e il coraggio missionario dei<br />

cristiani. Essa sviluppa il prezioso insegnamento<br />

missionario del Concilio<br />

Vaticano II, specialmente quello del<br />

Decreto «Ad gentes», dell'8 dicembre<br />

1965 e può giovarsi del notevole apporto<br />

dell'Esortazione Apostolica<br />

«Evangelii Nuntiandi» di Paolo VI,<br />

pubblicato sempre l'8 dicembre, ma<br />

del 1975. Ma questa Enciclica ribadisce<br />

la permanente validità del mandato<br />

missionario in una situazione<br />

nuova e con una impostazione nuova.<br />

Essa tratta alcuni temi che oggi vengano<br />

ampiamente discussi nel campo<br />

della teologia e della missiologia in<br />

specie e indica i paletti della fede sul<br />

difficile percorso del vivace dibattito<br />

tra le opinioni. Per fare qualche<br />

esempio, essa stabilisce e precisa il<br />

concetto della missione ad gentes. Ri-<br />

conduce la missione universale alla<br />

sua sorgente nell'«amore fontale»<br />

della Trinità che si effonde nella missione<br />

salvifica del Verbo fattosi carne,<br />

in virtù dello Spirito. Pone così le<br />

basi per i recenti sviluppi teologici<br />

della «missio Dei», e cioè della Trinità,<br />

mettendo a fuoco e recuperando il<br />

ruolo di Gesù Cristo, unico Salvatore<br />

degli uomini e della sua mediazione,<br />

nonché dell'opera per niente separata<br />

dello Spirito Santo. I primi tre capitoli<br />

sono oggi fondamentali per la teologia<br />

delle religioni e del pluralismo religioso<br />

e trovano nella recente Dichiarazione<br />

della Congregazione per la<br />

Dottrina della Fede «Dominus Iesus»<br />

giusto apprezzamento con ben dieci<br />

citazioni. Ma quante altre precisazioni<br />

magisteriali, per esempio sul Regno<br />

di Dio, sullo Spirito Santo protagonista<br />

della missione, sull'annuncio e<br />

dialogo che «resta orientato all'annuncio»,<br />

come si ribadisce nella Lettera<br />

«Novo Millennio ineunte», sono<br />

importanti per l'odierna missiologia.<br />

Nel campo della pastorale missionaria<br />

e dell'animazione, le indicazioni<br />

dell'Enciclica sono tuttora validissime<br />

e da attuare con maggior vigore. Si<br />

pensi soltanto alla presa di coscienza<br />

e corresponsabilità missionaria di<br />

ogni battezzato da tradurre in pratica,<br />

del coinvolgimento delle chiese giovani<br />

nella missione attiva, di apertura<br />

della missione agli areopaghi moderni,<br />

di una nuova concezione di tutta<br />

la pastorale in cui la missione diventa<br />

il cardine della pastorale quotidiana e<br />

di specifiche esortazioni per tutti gli<br />

operatori della missione.<br />

Finalmente nel campo dell'animazione<br />

e della spiritualità missionaria<br />

vi sono pagine profonde e lungimiranti<br />

sulla carità come l'anima della mis-<br />

sione, sul missionario come l'uomo<br />

delle beatitudini e come vero santo,<br />

sulla speranza e certezza della missione<br />

come opera di Dio e cooperazione<br />

degli uomini, sulla paresia e<br />

«tranquilla audacia» che deve animare<br />

tutti gli operatori e cooperatori della<br />

missione ad gentes, guardando<br />

verso quell'«albeggiare (di) una nuova<br />

epoca missionaria, che diventerà<br />

giorno radioso e ricco di frutti, se tutti<br />

i cristiani... risponderanno con generosità<br />

e santità agli appelli e sfide del<br />

nostro tempo» (RM 92).<br />

Poteva il Dicastero missionario e la<br />

Pontificia Università Urbaniana lasciar<br />

passare inavvertito il decimo anniversario<br />

di un tale Documento?<br />

Santo Padre, ecco la ragione di<br />

questo Simposio e di questo atto celebrativo,<br />

nel senso della memoria e<br />

della profezia, come anche la ragione<br />

della gratitudine, nostra e della Chiesa<br />

intera, per un prezioso dono che<br />

rivolgiamo all'Autore di quella che è<br />

stata chiamata la «magna charta della<br />

missione».<br />

Noi supponiamo pure la risposta<br />

che Lei, Santo Padre, ha già formulato<br />

in una simile occasione al nostro<br />

grazie dicendo: «Accogliendo con animo<br />

gioioso il vostro grazie per l'Enciclica<br />

sulla missione ad gentes, invito<br />

a considerarla come un impegno per<br />

voi, ed un appello che rivolgo a tutte<br />

le Chiese, a tutte le istituzioni missionarie,<br />

ai singoli fedeli» (L'Osservatore<br />

Romano, 12 aprile 1991). Ma oggi, dopo<br />

il termine del fruttuoso Giubileo<br />

della Salvezza, nell'iniziare il nuovo<br />

millennio, dopo dieci anni dalla pubblicazione<br />

di questa ormai gloriosa<br />

Enciclica, il ringraziamento è ancor<br />

più sentito e l'impegno nostro ancor<br />

più forte. Grazie, Santo Padre!


.<br />

PAGINA<br />

6 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Domenica 21 Gennaio 2001<br />

In occasione della Settimana di preghiera<br />

per l'Unità dei Cristiani, il Vescovo di<br />

Terni-Narni-Amelia, Mons. Vincenzo Paglia,<br />

si è recato — mercoledì 17 e giovedì<br />

18 gennaio — a Bucarest, in Romania, su<br />

invito del Patriarca ortodosso, Teoctist,<br />

per aprire le celebrazioni ecumeniche.<br />

Il Vescovo Paglia ha incontrato il Nunzio<br />

Apostolico, Arcivescovo Jean-Claude<br />

Périsset, e i rappresentanti dell'eroica<br />

Chiesa greco-cattolica romena.<br />

A conferma di un dialogo intenso — re-<br />

Iniziative ecumeniche della diocesi di Terni-Narni-Amelia<br />

so ancora più vivo dalla storica e indimenticabile<br />

visita di Giovanni Paolo II a<br />

Bucarest, dal 7 al 9 maggio 1999 — il Metropolita<br />

ortodosso di Moldavia e di Bucovina,<br />

Daniel Cobotea, sarà a Terni giovedì<br />

25 gennaio, Festa della Conversione di<br />

san Paolo.<br />

Il Metropolita Daniel sarà significativamente<br />

presente alla conclusione delle celebrazioni<br />

indette a Terni per la Settimana<br />

La Settimana di Preghiera per l'Unità dei Cristiani<br />

Dialogo tra mennoniti e cattolici a livello<br />

internazionale: impegno cristiano per la pace<br />

JOHN A. RADANO<br />

La terza sessione annuale del Dialogo fra Mennoniti e<br />

Cattolici a livello internazionale si è svolta dal 24 al 30<br />

novembre 2000. Essa si è proposta due obiettivi: a) ricercare<br />

ulteriore comprensione reciproca sulla storia,<br />

poiché le parti hanno studiato le sue implicazioni nella<br />

vita e nella testimonianza della Chiesa, quando quest'ultima,<br />

durante l'alto Medioevo, dopo Costantino, ha assunto<br />

importanza e influenza nell'ambito dell'Impero<br />

Romano; b) ricercare ulteriori elementi di convergenza<br />

circa la vita e l'insegnamento ecclesiali contemporanei,<br />

trattando il tema: «Che cos'è una Chiesa di pace?». Nelle<br />

prossime sessioni la riflessione continuerà su entrambi<br />

questi temi. Nel presente contributo commenterò il<br />

secondo.<br />

Il secolo appena trascorso è stato testimone di due<br />

guerre mondiali e di altri terribili conflitti. Per questo<br />

motivo, all'inizio del XXI secolo, si stanno compiendo<br />

sforzi nell'ambito del movimento ecumenico per rinnovare<br />

l'impegno per la pace. Per il 2001, il Consiglio Ecumenico<br />

delle Chiese ha dato formalmente inizio a un<br />

«Decennio per il superamento della violenza», nella<br />

speranza di contribuire allo sviluppo di una cultura di<br />

pace.<br />

Nel Dialogo fra Mennoniti e Cattolici a livello internazionale<br />

l'interesse per la questione della pace riemerge<br />

alla luce di due circostanze: i Mennoniti si identificano<br />

come una delle «Chiese storiche di pace»; ed i Cattolici,<br />

in questi anni più recenti, hanno affrontato la questione<br />

della pace in un modo nuovo, con una serie di testi, fra<br />

i quali la Gaudium et spes (Concilio Vaticano II) e le<br />

Encicliche papali a partire dalla Pacem in terris di Papa<br />

Giovanni XXIII fino alla Centesimus annus di Papa<br />

Giovanni Paolo II.<br />

Sul tema «Che cos'è una Chiesa di pace», una presentazione<br />

da parte mennonita ha esposto i vari atteggiamenti<br />

tenuti nei secoli dai cristiani al riguardo della testimonianza<br />

di pace e nei confronti della guerra.<br />

Alcuni seguivano la «giusta guerra», mentre altri, che<br />

costituiscono una minoranza, difendevano una posizione<br />

di pacifismo cristiano. Per un terzo gruppo la testimonianza<br />

di pace non era né una questione di fede né<br />

ecclesiologica.<br />

Riflessioni sulla Dichiarazione «Dominus Iesus» alla luce dell'impegno della Chiesa per l'Ecumenismo<br />

Card. EDWARD IDRIS CASSIDY<br />

Presidente del Pontificio Consiglio<br />

per la Promozione<br />

dell'Unità dei Cristiani<br />

Il 5 settembre 2000, la Congregazione<br />

per la Dottrina della Fede ha presentato<br />

una dichiarazione dal titolo Dominus Iesus<br />

— sull'unicità e l'universalità salvifica di<br />

Gesù Cristo e della Chiesa. Al documento<br />

è stato dato un ampio rilievo da parte dei<br />

mezzi di comunicazione sociale con resoconti<br />

purtroppo non sempre accurati, e<br />

spesso molto polemici. In vari ambienti, la<br />

Dichiarazione non è stata correttamente<br />

interpretata, e tali incomprensioni hanno<br />

suscitato delusione, ed anche dispiacere<br />

nell'ambito delle altre Chiese e Comunioni<br />

cristiane, le quali hanno visto nel testo un<br />

modo nuovo e negativo di considerare il<br />

movimento ecumenico, che si poneva in<br />

contrasto con la visione del Concilio Vaticano<br />

II.<br />

A distanza di qualche tempo dalla pubblicazione<br />

del documento, ed ora che le<br />

tensioni da esso provocate si sono alquanto<br />

ridimensionate, sembra opportuno riflettere<br />

su alcuni aspetti della Dichiarazione,<br />

secondo l'orientamento dato da Papa Giovanni<br />

Paolo II nell'Angelus del 1 o ottobre<br />

scorso. In tale circostanza, il Santo Padre,<br />

nel sottolineare l'importanza degli «elementi<br />

cristiani essenziali» richiamati nella Dichiarazione,<br />

affermava: essa «esprime ancora<br />

una volta la stessa passione ecumenica<br />

che è alla base della mia Enciclica Ut<br />

unum sint» (1).<br />

Per una corretta lettura della Dichiarazione,<br />

è necessario tenere a mente il suo<br />

scopo, descritto dal documento stesso:<br />

«[...] la presente dichiarazione interviene<br />

per richiamare ai Vescovi, ai teologi e a<br />

tutti i fedeli cattolici alcuni contenuti dottrinali<br />

imprescindibili, che possono aiutare<br />

la riflessione teologica a maturare soluzioni<br />

conformi al dato di fede e rispondenti alle<br />

urgenze culturali contemporanee» (2).<br />

Nel richiamare tali indispensabili elementi<br />

della dottrina cristiana, la Congregazione<br />

per la Dottrina della Fede si riferisce<br />

in primo luogo al «dialogo tra la fede cristiana<br />

e le altre tradizioni religiose» (3). La<br />

Dichiarazione sottolinea l'insegnamento<br />

tradizionale della Chiesa, così come esso è<br />

confessato nel Credo di Nicea e confermato<br />

dal Concilio Vaticano II, e cioè che Gesù<br />

Cristo, il Verbo di Dio fatto carne, Figlio<br />

del Padre, ha un ruolo assolutamente<br />

unico nella salvezza del mondo. Secondo<br />

quanto ha affermato il Papa nell'Angelus<br />

già citato, «con l'Apostolo Pietro noi confessiamo<br />

che in nessun altro nome vi è la<br />

salvezza».<br />

Nessun cristiano può evidentemente nutrire<br />

dei dubbi su tali essenziali elementi<br />

della fede cristiana e della missione al<br />

mondo. Infatti, Gesù stesso ha affermato:<br />

«Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno<br />

viene al Padre se non per mezzo di me»<br />

(Gv 14, 6), «nessuno conosce il Padre se<br />

non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia<br />

rivelare» (Mt 11, 27). Di fatto, numerose<br />

autorità delle altre Chiese e Comunioni<br />

ecclesiali hanno espresso il loro apprezzamento<br />

per l'idea guida che ha condotto alla<br />

pubblicazione di Dominus Iesus, e sono<br />

state concordi nell'affermare con la Santa<br />

Sede la necessità che sia chiarito, specialmente<br />

in questa nostra epoca, il ruolo unico<br />

di Gesù Cristo nella salvezza. Anche per<br />

queste stesse autorità, «certe teorie di tipo<br />

relativistico, che intendono giustificare il<br />

pluralismo religioso, non solo de facto ma<br />

Tuttavia per quanti sono stati chiamati in seguito<br />

Mennoniti, tale problema è stato percepito come una<br />

delle cause fondamentali dello scisma del XVI secolo. I<br />

primi Anabattisti e Mennoniti hanno promosso la separazione<br />

fra Chiesa e Stato e rifiutato la violenza.<br />

Al contempo, i Mennoniti, come tutti gli altri cristiani,<br />

vivono la propria fede ponendosi interrogativi e sperimentando<br />

debolezze. Per esempio, recentemente, in<br />

Germania il metodo a lungo utilizzato della non resistenza<br />

e della non partecipazione alla guerra è stato abbandonato<br />

senza che lo Stato abbia esercitato alcuna<br />

pressione.<br />

L'espressione «Chiese storiche di Pace» è stata adoperata<br />

per la prima volta nel 1935, in occasione di una<br />

conferenza che ha riunito i Mennoniti, i membri della<br />

Chiesa dei Fratelli (Church of the Brethren) e della<br />

Società degli Amici (Society of Friends, Quaccheri).<br />

Sebbene tali comunità abbiano idee diverse su altri temi,<br />

esse hanno riconosciuto la propria unità nella testimonianza<br />

di pace come insegnamento centrale del Vangelo.<br />

La presentazione da parte cattolica ha sottolineato<br />

che, sebbene la teoria della guerra giusta sia esistita sin<br />

dai tempi di Sant'Agostino, la storia cattolica si è svolta<br />

in modo ben diverso.<br />

Tuttavia, a partire dal tardo Rinascimento e dalla formazione<br />

del primo stato nazione, la tradizione di guerra<br />

giusta è diventata comune ai cristiani cattolici, luterani,<br />

riformati e anglicani.<br />

La riformulazione dell'insegnamento cattolico ha avuto<br />

inizio in particolare con il Concilio Vaticano II. La<br />

Costituzione pastorale Gaudium et spes nell'esortare a<br />

«considerare l'argomento della guerra con mentalità<br />

completamente nuova» (n. 80), nel condannare la «guerra<br />

totale» (n. 80), ha avuto parole di lode verso coloro<br />

«che rinunciano alla violenza nella rivendicazione dei loro<br />

diritti» (n. 78).<br />

Nell'Enciclica Centesimus annus (1991) Papa Giovanni<br />

Paolo II è andato oltre, sostenendo la non violenza<br />

come alternativa al conflitto armato (cfr n. 23).<br />

Si può affermare che, secondo l'insegnamento cattolico<br />

contemporaneo, la resistenza al male pubblico è un<br />

obbligo da osservare con metodi non violenti. Tuttavia,<br />

una volta che la resistenza non violenta è ripetutamente<br />

anche de iure (o di principio)» (4), sono<br />

oggi una minaccia per la fede cristiana.<br />

Sebbene tra coloro che hanno commentato<br />

positivamente questo aspetto della Dichiarazione,<br />

alcuni abbiano espresso riserve<br />

circa la formulazione ed uno stile al quale<br />

non erano abituati, non di meno si può affermare<br />

che non vi è stato un sostanziale<br />

disaccordo sul contenuto del documento.<br />

L'atmosfera polemica a seguito della<br />

pubblicazione della dichiarazione, ha purtroppo<br />

fatto sì che i mezzi di comunicazione<br />

sociale trascurassero, per la maggior<br />

parte dei casi, di mettere in rilievo il vasto<br />

consenso attorno all'affermazione cristiana<br />

della nostra fondamentale comprensione<br />

comune del ruolo unico di nostro Signore<br />

e Salvatore Gesù Cristo nell'opera della salvezza,<br />

e che, di conseguenza, fosse data<br />

poca importanza a tale consenso nelle successive<br />

discussioni sul documento.<br />

In effetti, l'acceso dibattito che aveva innescato<br />

la pubblicazione del documento, si<br />

è concentrato quasi interamente, almeno<br />

nell'emisfero occidentale, sul suo capitolo<br />

IV, L'Unicità e l'Unità della Chiesa. Anche<br />

a questo proposito si può sottolineare che<br />

le difficoltà non provenivano dalle principali<br />

tesi esposte nella Dichiarazione, ma<br />

piuttosto dall'assenza nel testo di ogni riconoscimento<br />

esplicito per ciò che è stato<br />

realizzato in campo ecumenico negli ultimi<br />

trentacinque anni, e per i progressi registrati<br />

dal movimento.<br />

Tuttavia, la Dichiarazione Dominus Iesus<br />

non riguarda direttamente il dialogo<br />

ecumenico. La Chiesa cattolica dispone di<br />

altri documenti che trattano con autorevolezza<br />

dell'impegno ecumenico, come la<br />

Lettera Enciclica di Papa Giovanni Paolo II<br />

Ut unum sint, ed il Direttorio per l'Applicazione<br />

delle Norme e dei Principi sull'Ecumenismo<br />

(1993). Non era certamente<br />

nelle intenzioni della Congregazione per la<br />

Dottrina della Fede sostituire Dominus Iesus<br />

ai documenti già esistenti su tale argomento.<br />

Essa intendeva richiamare alcune<br />

verità essenziali della dottrina cattolica alla<br />

base di ogni dialogo, sia esso di carattere<br />

ecumenico o di carattere interreligioso, allo<br />

scopo di respingere idee ed opinioni<br />

purtroppo diffuse in taluni ambienti di una<br />

insufficiente e ambigua presentazione della<br />

cristologia e della ecclesiologia cattolica.<br />

Nella Lettera Enciclica Ut unum sint,<br />

Papa Giovanni Paolo II sottolinea l'importanza<br />

per il dialogo ecumenico dell'amore<br />

per la verità:<br />

«L'amore della verità è la dimensione<br />

più profonda di una autentica ricerca della<br />

piena comunione tra i cristiani. Senza quest'amore,<br />

sarebbe impossibile affrontare le<br />

obiettive difficoltà teologiche, culturali, psicologiche<br />

e sociali che si incontrano nell'esaminare<br />

le divergenze. A questa dimensione<br />

interiore e personale va inseparabilmente<br />

associato lo spirito di carità e di umiltà.<br />

Carità verso l'interlocutore, umiltà verso la<br />

verità che si scopre e che potrebbe richiedere<br />

revisioni di affermazioni e atteggiamenti»<br />

(5).<br />

Una comprensione della natura della<br />

Chiesa, così come essa è stata fondata da<br />

Gesù Cristo, è questione centrale per quasi<br />

tutti i dialoghi teologici attualmente in corso.<br />

Chi è impegnato in una rigorosa ricerca<br />

teologica, riconosce senza difficoltà che<br />

molte altre questioni di fondamentale importanza<br />

per pervenire alla comunione pie-<br />

L'unicità e l'unità della Chiesa<br />

na e visibile tra i cristiani non possono essere<br />

risolte senza avere previamente raggiunto<br />

una comune comprensione di ciò<br />

che è la Chiesa. Dominus Iesus richiama il<br />

modo secondo il quale la Chiesa cattolica<br />

comprende la relazione tra la Chiesa una,<br />

santa, cattolica e apostolica fondata da<br />

Gesù Cristo, e la Chiesa cattolica governata<br />

dal successore di Pietro e dai Vescovi in<br />

comunione con lui. La dottrina cattolica<br />

afferma che la Chiesa fondata da Cristo e<br />

che Egli ha affidato, dopo la sua Resurrezione,<br />

alla cura pastorale di Pietro, sussiste<br />

nella Chiesa cattolica.<br />

La Dichiarazione della Congregazione<br />

per la Dottrina della Fede, richiamando<br />

ancora una volta l'insegnamento del Concilio<br />

Vaticano II, nel sottolineare che esiste<br />

un'unica Chiesa di Cristo, riconosce l'esistenza<br />

di altre Chiese particolari che «pur<br />

non essendo in perfetta comunione con la<br />

Chiesa cattolica, restano unite ad essa per<br />

mezzo di strettissimi vincoli, quali la successione<br />

apostolica e la valida eucaristia»<br />

(6). Le Chiese ortodosse e le Antiche Chiesedell'Orientesonounesempioal<br />

riguardo.<br />

Si ritiene invece mancante di quelle condizioni<br />

fondamentali che permetterebbero<br />

di considerarla Chiesa particolare nel senso<br />

appena indicato, una Comunità cristiana<br />

che non ha un episcopato radicato nella<br />

successione apostolica, o «la genuina ed integra<br />

sostanza del mistero eucaristico» (7),<br />

così come esso è stato trasmesso dalla Tradizione<br />

della Chiesa. La definizione del termine<br />

«Chiesa», ed il suo uso, in molte delle<br />

lingue parlate oggi designa semplicemente<br />

«una particolare società cristiana organizzata».<br />

Le Comunità ecclesiali originate<br />

dalla Riforma hanno modi differenziati<br />

di descrivere la Chiesa. Ad esempio, la<br />

Chiesa Presbiteriana degli Stati Uniti d'America,<br />

in un documento ufficiale che determina<br />

la sua Struttura di Governo, adotta<br />

la seguente definizione: «Le varie e diverse<br />

congregazioni di credenti, prese in<br />

senso collettivo, costituiscono l'unica Chiesa<br />

di Cristo, chiamata, in modo ridondante,<br />

la Chiesa» (8). I Luterani hanno una<br />

comprensione molto più profonda, affermando<br />

che la Chiesa è «laddove si predica<br />

il Vangelo e si amministrano i sacramenti<br />

secondo il Vangelo» (9).<br />

Il Prefetto della Congregazione per la<br />

Dottrina della Fede, il Cardinale Joseph<br />

Ratzinger, in una intervista pubblicata ne<br />

L'Osservatore Romano, ha affermato a tale<br />

proposito:<br />

«Il Concilio ha cercato di accogliere questo<br />

diverso modo di determinare il luogo<br />

della Chiesa, affermando che le Chiese<br />

evangeliche effettive non sono Chiese nello<br />

stesso modo in cui ritiene di esserlo quella<br />

cattolica, ma in esse esistono elementi di<br />

salvezza e verità» (10).<br />

La Dichiarazione Dominus Iesus richiama<br />

con chiarezza, al riguardo, l'affermazione<br />

conciliare, secondo la quale le altre<br />

Chiese e Comunità ecclesiali, «quantunque<br />

crediamo che abbiano delle carenze, nel<br />

mistero della salvezza non sono affatto<br />

spoglie di significato e di peso. Poiché lo<br />

Spirito di Cristo non ricusa di servirsi di<br />

esse come strumenti di salvezza, il cui valore<br />

deriva dalla stessa pienezza della grazia<br />

e della verità che è stata affidata alla<br />

Chiesa cattolica» (11). Inoltre, «i battezzati<br />

in queste Comunità sono dal battesimo incorporati<br />

a Cristo e, perciò, sono in una<br />

fallita, e in particolare quando interi gruppi o popolazioni<br />

sono a rischio, se l'intervento umanitario si rende necessario,<br />

la dottrina sociale cattolica permette un margine<br />

di azione, entro il quale le autorità politiche possono<br />

ricorrere all'uso limitato della forza.<br />

Tuttavia, la questione della forza o della guerra giusta<br />

svolge un ruolo relativamente subordinato nella visione<br />

ecclesiale della pace oggi.<br />

I Mennoniti e i Cattolici possono insieme rendere testimonianza<br />

di pace? Nel considerare le loro rispettive<br />

opinioni, il dialogo ha riscontrato alcune affinità, per<br />

esempio che la testimonianza di pace della Chiesa è radicata<br />

in Gesù Cristo (cfr Ef 2, 14-16); che la Chiesa è<br />

chiamata a essere segno e strumento efficace di pace,<br />

superando qualsiasi forma di ostilità e riconciliando tutti<br />

i popoli nella pace di Cristo. A proposito della spiritualità,<br />

i partecipanti alla sessione hanno riconosciuto<br />

che la loro testimonianza del Vangelo di pace può avere<br />

come conseguenza la sofferenza. Entrambe le comunità<br />

cercano di promuovere virtù pacifiche quali il perdono,<br />

l'amore per il nemico, il rispetto per la dignità dell'altro.<br />

Entrambe hanno creato strutture ed elaborato programmi<br />

istituzionali per realizzare la loro testimonianza<br />

di pace.<br />

La dottrina cattolica ha ammesso sempre più la superiorità<br />

degli strumenti non violenti e la necessità di rigettare<br />

l'uso della forza in ciò che si potrebbe descrivere<br />

oggi come cultura della morte. La tradizione cattolica<br />

continua a sostenere la possibilità di un uso molto limitato<br />

della forza da parte delle autorità politiche, sostenendo<br />

che essa va considerata come ultima risorsa e<br />

soltanto quando sono a rischio intere popolazioni. Storicamente<br />

i Mennoniti hanno rigettato l'uso di strumenti<br />

violenti per placare le dispute. Più di recente, molti appartenenti<br />

alla comunità mennonita si sono impegnati<br />

maggiormente nell'applicare la loro teologia della pace<br />

alla risoluzione di conflitti politici, pur continuando a<br />

considerare come responsabilità dello Stato il ricorso alla<br />

forza quale ultima risorsa in situazioni estreme.<br />

Mennoniti e Cattolici sono rimasti separati per secoli.<br />

È auspicabile che il dialogo possa sostenerli nella testimonianza<br />

comune del Vangelo di Cristo, che è un Vangelo<br />

di pace e riconciliazione.<br />

certa comunione, sebbene imperfetta con<br />

la Chiesa» (12).<br />

Papa Giovannni Paolo II, nella sua Lettera<br />

Enciclica Ut unum sint, definisce la<br />

«fraternità ritrovata» (13) come una delle<br />

principali acquisizioni del movimento ecumenico<br />

di questi anni. Affermando che «la<br />

consapevolezza della comune appartenenza<br />

a Cristo si approfondisce», il Santo Padre<br />

dichiara:<br />

«Bisogna ribadire a questo riguardo che<br />

il riconoscimento della fraternità non è la<br />

conseguenza di un filantropismo liberale o<br />

di un vago spirito di famiglia. Esso si radica<br />

nel riconoscimento dell'unico Battesimo<br />

e nella conseguente esigenza che Dio sia<br />

glorificato nella sua opera» (14).<br />

Papa Giovanni Paolo II si è valso di varie<br />

occasioni, che gli ultimi mesi dell'anno<br />

giubilare gli hanno offerto, per confermare<br />

che l'impegno della Chiesa cattolica nel<br />

movimento ecumenico è «irreversibile».<br />

— Il 18 settembre, Sua Santità ha ricevuto<br />

i membri della Commissione mista internazionale<br />

cattolica-riformata, che teneva<br />

in quei giorni a Roma la sua riunione annuale.<br />

Nel suo discorso, il Santo Padre<br />

parlando del dialogo in corso tra la Chiesa<br />

cattolica e l'Alleanza Mondiale delle Chiese<br />

Riformate, lo ha definito «un appello alla<br />

conversione, nel quale l'una e l'altra<br />

parte esamina davanti a Dio la sua responsabilità<br />

nel lasciarsi alle spalle i conflitti del<br />

passato. Ed è così — ha affermato ancora<br />

il Santo Padre — che lo Spirito infonde in<br />

noi il desiderio ardente di confessare insieme:<br />

“un solo corpo, un solo spirito ... un<br />

solo Signore, una sola fede, un solo battesimo.<br />

Un solo Dio Padre di tutti, che è al<br />

di sopra di tutti, agisce per mezzo di tutti<br />

ed è presente in tutti” (Ef 4, 4-6). E noi<br />

percepiamo tutto questo come un dovere,<br />

come qualcosa che deve essere fatta affinché<br />

il mondo creda (Gv 17, 21). Per questo<br />

motivo l'impegno dalla Chiesa cattolica<br />

neldialogo ecumenico è irreversibile» (15).<br />

— Pochi giorni dopo, Papa Giovanni<br />

Paolo II inviava un Messaggio agli illustri<br />

Rappresentanti delle Chiese e Comunità<br />

Cristiane e delle grandi Religioni mondiali,<br />

radunati a Lisbona per il XIII Incontro<br />

Internazionale sul tema: «Oceani di pace<br />

— Religioni e culture a confronto». Ricordando<br />

la sua visita a Bucarest nel 1998, ed<br />

il grido che si era spontaneamente levato<br />

dai fedeli cattolici ed ortodossi che assistevano<br />

alla Liturgia: Unitate, Unitate!, Sua<br />

Santità ha scritto nel suo Messaggio: «Sì,<br />

care sorelle e fratelli cristiani, quell'unità<br />

resta per noi un impegno prioritario» (16).<br />

— Giovanni Paolo II ha assicurato gli<br />

studenti dell'Istituto Ecumenico Universitario<br />

di Bossey, ricevuti in udienza il 16 novembre<br />

2000, che, nel grande compito di<br />

servire la causa dell'unità dei cristiani, essi<br />

avrebbero trovato «nella Chiesa cattolica<br />

un partner degno di fiducia» (17).<br />

— Il 2 dicembre 2000, Sua Santità incontrava<br />

un gruppo di Vescovi delle varie<br />

Chiese «amici del Movimento dei Focolari».<br />

Nel corso dell'udienza, improntata a<br />

grande cordialità, Giovanni Paolo II rivolgeva<br />

loro le seguenti parole:<br />

«Durante quest'Anno Santo, in modo<br />

speciale, l'intenso desiderio di obbedire al<br />

comandamento del Signore che tutti siano<br />

una cosa sola (Gv 17, 21), è stato al centro<br />

dello spirito giubilare. Sono lieto che<br />

abbiate potuto riflettere e pregare insieme<br />

di preghiera per l'Unità dei Cristiani. Dunque,<br />

aperte a Bucarest, le celebrazioni<br />

ecumeniche si concluderanno a Terni, a<br />

significare un fraterno abbraccio nel nome<br />

dell'«Unitate».<br />

Quel grido, infatti, resta un punto fermo<br />

nel cammino del dialogo ecumenico nella<br />

carità e nella verità. Proprio un anno fa, il<br />

18 gennaio 2000, Giovanni Paolo II ripeté<br />

— in occasione dell'apertura della Porta<br />

Santa della Basilica romana di san Paolo<br />

fuori le Mura — il grido che aveva ascoltato<br />

durante la Santa Messa celebrata a<br />

Bucarest, il 9 maggio 1999. «Unitate! Unitate!»<br />

erano state le parole dei cristiani —<br />

cattolici ed ortodossi — di Romania vedendo<br />

l'abbraccio tra Giovanni Paolo II e<br />

il Patriarca Teoctist. E nel nome di quell'«Unitate!»<br />

invocata dal Popolo di Dio i<br />

cattolici e gli ortodossi hanno proseguito<br />

il dialogo con lo slancio impresso dalla<br />

testimonianza del Successore di Pietro.<br />

CHIETI Incontro con l'Arcivescovo Menichelli<br />

Ricomporre le divisioni<br />

in nome della verità<br />

«Che siano una cosa sola perché<br />

il mondo creda». Dopo duemila anni,<br />

la supplica che Gesù rivolse al<br />

Padre, accorata e intima, ritorna attuale<br />

fra le lacerazioni delle nostre<br />

divisioni e i conflitti tra le religioni.<br />

E di nuovo, dopo tanto tempo, ci si<br />

ritrova a pregare attorno alla figura<br />

di Cristo: nella diocesi di Chieti-Vasto,<br />

è stato l'Arcivescovo Mons.<br />

Edoardo Menichelli a tenere il primo<br />

degli appuntamenti che, in questa<br />

Settimana di preghiera per l'unità<br />

dei cristiani, condurranno la<br />

Chiesa a riflettere sulla necessità di<br />

ricomporre le fratture dei cristiani.<br />

Ubbidienza e verità sono i due temi<br />

fondamentali di questa settimana,<br />

ha spiegato l'Arcivescovo che<br />

ha aggiunto: «Abbiamo una grazia<br />

da chiedere, che è quella dell'unità,<br />

e un peccato da riconoscere e per<br />

cui chiedere perdono: le nostre lacerazioni<br />

e divisioni».<br />

Ed è proprio dopo la contemplazione<br />

giubilare che appare ancora<br />

più significativo ritrovarsi insieme a<br />

pregare attorno al mistero di Gesù<br />

e della Chiesa, a ragione di una<br />

speranza e di un'invocazione da<br />

chiedere: lenire la sofferenza di essere<br />

disubbidienti all'invocazione di<br />

Cristo al Padre affinché i suoi siano<br />

una cosa sola.<br />

«Il Giubileo — ha spiegato il Presule<br />

— è stata una prolungata adorazione<br />

di Cristo: questa preghiera<br />

è un mettersi al suo cospetto». Perché<br />

soltanto Lui può salvare: «L'unità<br />

— ha sottolineato — si ha solo<br />

guardando e credendo in Lui; l'unità<br />

si fa solo su di Lui, unico salvatore,<br />

unica parola rivelata, unica<br />

verità».<br />

Per questo, la settimana di preghiera<br />

invita a riflettere sull'inquie-<br />

per questo grande obiettivo per il quale la<br />

Chiesa cattolica ha reiteratamente affermato<br />

il suo irrevocabile impegno. La via ecumenica,<br />

infatti, è la via della Chiesa» (18).<br />

— Nell'imminenza della conclusione dell'Anno<br />

Giubilare, ed in occasione dell'udienza<br />

concessa ai Cardinali, alla Famiglia<br />

Pontificia, alla Curia e alla Prefettura Romana,<br />

per la presentazione degli auguri<br />

natalizi, Giovanni Paolo II ha ricordato<br />

«con commozione» gli eventi ecumenici<br />

dell'Anno Santo, e ha dichiarato:<br />

«Di fronte alle persistenti fatiche del<br />

cammino ecumenico occorre non perdersi<br />

d'animo. Dobbiamo credere che il traguardo<br />

della piena unità di tutti i cristiani è<br />

realmente possibile, con la forza di Cristo<br />

che ci sostiene. Da parte nostra, accanto<br />

alla preghiera e al dialogo teologico, dobbiamo<br />

coltivare quell'atteggiamento spirituale<br />

che, proprio in quella suggestiva circostanza<br />

[l'apertura della Porta Santa in<br />

San Paolo fuori le Mura, il 18 gennaio<br />

2000], ho indicato come il sacrificio dell'unità.<br />

Con quelle parole volevo evocare la<br />

capacità di “mutare il nostro sguardo, dilatare<br />

il nostro orizzonte, saper riconoscere<br />

l'azione dello Spirito Santo che opera nei<br />

nostri fratelli, scoprire volti nuovi di santità,<br />

aprirci ad aspetti inediti dell'impegno<br />

cristiano”» (19).<br />

I discorsi e messaggi di Giovanni Paolo<br />

II sopra elencati non lasciano dubbi sulla<br />

sincerità ed il vigore dell'impegno che la<br />

Chiesa cattolica ha assunto per il movimento<br />

ecumenico, e che Egli ha voluto<br />

spiegare, durante il già citato Angelus di<br />

domenica 1° ottobre 2000 (20), chiarendo<br />

che la Dichiarazione Dominus Iesus non<br />

ha né l'intento di sostituirsi ai vari documenti<br />

della Chiesa in materia ecumenica,<br />

né essa intende annullarli, ma che il documento<br />

«esprime ancora una volta la stessa<br />

passione ecumenica che è alla base della<br />

mia Enciclica Ut unum sint».<br />

In effetti, si può affermare che l'impegno<br />

della Chiesa cattolica nel servizio dell'unità,<br />

è probabilmente l'impegno meglio<br />

definito e più coraggioso tra quelli che le<br />

Chiese e Comunità ecclesiali hanno assunto.<br />

Per la Chiesa cattolica, la via ecumenica<br />

è diventata la via della Chiesa (21). Essa<br />

è la via difficile, ma tanto ricca di<br />

gioia, dell'unità e della comunione fra i<br />

cristiani (22). La via che si apre davanti a<br />

chi la intraprende con un duplice amore:<br />

amore per la verità e amore per il compagno<br />

che la percorre insieme a lui, alla ricerca<br />

della verità. La Settimana di Preghiera<br />

per l'unità dei Cristiani 2001, la prima<br />

del nuovo millennio, offrirà ancora una<br />

volta ai cristiani, ovunque nel mondo, l'occasione<br />

di rinnovare il loro impegno per<br />

questo «nobilissimo scopo» (23), quando<br />

essi, radunati insieme, si rivolgeranno a<br />

Colui che è la via, la verità e la vita (Gv<br />

14, 6), Gesù Cristo, Colui che ha pregato il<br />

Padre per i suoi discepoli Come tu, Padre,<br />

sei in me e io in te, siano anch'essi in noi<br />

una cosa sola, perché il mondo creda che<br />

tu mi hai mandato (ibidem 17, 21).<br />

Nella Lettera Apostolica Novo Millennio<br />

ineunte, del 6 gennaio 2001, Giovanni Paolo<br />

II, nell'invitare l'episcopato, il clero e i<br />

fedeli a proiettarsi verso il futuro con coraggio,<br />

«fiduciosi nelle parole di Cristo:<br />

Duc in altum!», non tralascia di insistere<br />

sull'urgenza di promuovere la comunione<br />

nel delicato ambito dell'impegno ecumeni-<br />

tudine di Tommaso che chiede al<br />

Signore come fare a sapere la strada,<br />

e sulla risposta di Gesù: «Io sono<br />

la via, la verità e la vita».<br />

Ed ha sottolineato Mons. Menichelli:<br />

«Anche noi chiediamo la<br />

strada dell'unità e, ancora oggi, Gesù<br />

continua a riproporci la sua risposta<br />

perché soltanto attraverso di<br />

Lui si va al Padre. Tutti noi camminiamo<br />

verso una speranza e desideriamo<br />

essere rassicurati per non<br />

sbagliare strada. Il cammino dell'umanità<br />

va costruito passo per passo,<br />

lasciandoci illuminare dalla risposta<br />

di Gesù. E, fin quando non<br />

la capiremo, sarà ben difficile arrivare<br />

alla meta e percorreremo strade<br />

lunghe».<br />

L'unico modo per superare le lacerazioni,<br />

infatti, sembra essere<br />

quello di abbandonare i percorsi<br />

umani, quelli che seguono le nostre<br />

regole: «Bisogna tornare — ha avvertito<br />

l'Arcivescovo — ad ubbidire<br />

a Cristo, percorrendo la via della rinuncia<br />

a sé secondo il modello che<br />

l'Incarnazione, celebrata durante il<br />

Giubileo, ha reso visibile».<br />

E questo dell'ubbidienza è l'unico<br />

modo per non cadere nel soggettivismo<br />

e per non farsi lusingare dalle<br />

ideologie religiose: «Soltanto Gesù<br />

— ha concluso l'Arcivescovo — ha<br />

la signoria del vero amore che<br />

sconfigge le divisioni».<br />

Una settimana, questa proposta<br />

nella Chiesa di Chieti-Vasto, che è<br />

caratterizzata da diversi incontri<br />

che condurranno a riflettere sui primi<br />

versetti del capitolo di Giovanni;<br />

e, a pregare con l'Arcivescovo, il<br />

clero e i fedeli, ci sarà il pastore<br />

valdese Enos Mannelli che proporrà<br />

la sua testimonianza e la sua esperienza.<br />

AGNESE PELLEGRINI<br />

co. Dopo aver riflettuto sull'unità di Cristo<br />

col Padre «quale luogo sorgivo dell'unità<br />

della Chiesa e dono perenne che in lui<br />

questa, misteriosamente, riceverà fino alla<br />

fine dei tempi», il Santo Padre continua:<br />

«Quest'unità, che non manca di realizzarsi<br />

concretamente nella Chiesa cattolica,<br />

nonostante i limiti propri dell'umano, opera<br />

pure in varia misura nei tanti elementi<br />

di santificazione e di verità che si trovano<br />

all'interno delle altre Chiese e Comunità<br />

ecclesiali; tali elementi, come doni propri<br />

della Chiesa di Cristo, le sospingono incessantemente<br />

verso l'unità piena.<br />

«La preghiera di Cristo ci ricorda che<br />

questo dono ha bisogno di essere accolto e<br />

sviluppato in maniera sempre più profonda.<br />

L'invocazione ut unum sint è, insieme,<br />

imperativo che ci obbliga, forza che ci<br />

sostiene, salutare rimprovero per le nostre<br />

pigrizie e ristrettezze di cuore. È sulla preghiera<br />

di Gesù, non sulle nostre capacità,<br />

che poggia la fiducia di poter raggiungere<br />

anche nella storia, la comunione piena e<br />

visibile di tutti i cristiani» (24).<br />

——————<br />

1) L'Osservatore Romano del 2-3 ottobre<br />

2000, pp. 8-9.<br />

2) Congregazione per la Dottrina della<br />

Fede, Dichiarazione Dominus Iesus —<br />

L'unicità e l'universalità salvifica di Gesù<br />

Cristo e della Chiesa, n. 3.<br />

3) Ibidem.<br />

4) Ibidem, n. 4<br />

5) Giovanni Paolo II, Lettera Enciclica<br />

sull'impegno ecumenico Ut unum sint,<br />

n. 36.<br />

6) Dominus Iesus, n. 17.<br />

7) Ibidem.<br />

8) Form of Government of the Presbyterian<br />

Church USA, G-1.0400.<br />

9) Confessio Augustana, Art. 7.<br />

10) L'Osservatore Romano dell'8 ottobre<br />

2000, pp. 4-5.<br />

11) Dominus Iesus, n. 17, che cita Unitatis<br />

redintegratio, n. 3 e Evangelii nuntiandi,<br />

n. 4.<br />

12) Ibidem, che rinvia a Unitatis redintegratio,<br />

n. 3 e Evangelii nuntiandi, n. 1<br />

13) Giovanni Paolo II, Lettera Enciclica<br />

sull'impegno ecumenico Ut unum sint,<br />

n. 41.<br />

14) Ibidem, n. 42.<br />

15) L'Osservatore Romano del 20 settembre<br />

2000.<br />

16) Il Messaggio ha la data del 21 settembre<br />

2000 (cfr L'Osservatore Romano<br />

del 28 settembre 2000, p. 5).<br />

17) L'Osservatore Romano del 17 novembre<br />

2000, pp. 1 e 5.<br />

18) L'Osservatore Romano del 3 dicembre<br />

2000, p. 5.<br />

19) L'Osservatore Romano del 22 dicembre<br />

2000. La citazione del Santo Padre<br />

si riferisce alla sua Omelia durante la solenne<br />

celebrazione ecumenica del 18 gennaio<br />

2000 in San Paolo.<br />

20) L'Osservatore Romano del 2-3 ottobre<br />

2000, pp. 8-9.<br />

21) Giovanni Paolo II, Lettera Enciclica<br />

sull'impegno ecumenico Ut unum sint,<br />

n. 7.<br />

22) Ibidem, n. 2.<br />

23) Ibidem, n. 3.<br />

24) Lettera Apostolica Novo Millennio<br />

ineunte, n. 48.


.<br />

PAGINA<br />

7 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Domenica 21 Gennaio 2001<br />

L'entusiasmo spirituale che ha contrassegnato<br />

l'esperienza della XV Giornata<br />

Mondiale della Gioventù continua ad animare<br />

la vita della Chiesa in ogni parte del<br />

mondo e in modi diversi. È con la preghiera<br />

che le monache di clausura domenicane<br />

del Monastero di Santa Maria del<br />

Rosario, a Monte Mario in Roma, continuano<br />

a svolgere il loro servizio per le<br />

giovani generazioni cristiane.<br />

Durante la Giornata Mondiale della Gioventù,<br />

infatti, al gruppo delle novizie della<br />

L'«Introduzione» al volume biografico di Robin Anderson è stata scritta dal Card. Mayer<br />

Papa Pio VII, uomo di preghiera<br />

alla scuola di san Benedetto<br />

«Papa Pio VII (Barnaba Chiaramonti)»<br />

è il titolo del libro di Robin Anderson<br />

(Benedectina Editrice, Abbazia S.<br />

Paolo - Roma, 2000 - pagine 220, lire<br />

25.000). Il volume è stato edito nell'anno<br />

bicentenario dell'elezione di Pio VII<br />

al Pontificato. Pubblichiamo l'«Introduzione»<br />

al volume scritta dal Cardinale<br />

Paul Augustin Mayer:<br />

Il Grande Giubileo dell'anno 2000,<br />

mentre fa guardare ai compiti attuali e<br />

futuri dei seguaci di Cristo, invita pure a<br />

ricordare eventi e persone che, nel millennio<br />

passato, hanno sigillato la vita<br />

della Chiesa.<br />

Un tale evento eccezionale è stato l'elezione<br />

del Cardinale Barnaba Chiaramonti<br />

il 14 marzo 1800 nel Conclave<br />

convocato nell'Abbazia benedettina di S.<br />

Giorgio a Venezia. Il predecessore, Papa<br />

Pio VI, era morto il 29 agosto 1799 a<br />

Valence, come prigioniero dei Giacobini<br />

francesi. Roma e gli Stati Pontifici da<br />

tempo erano contesi da truppe francesi,<br />

austriache, napoletane, o da bande di<br />

«patrioti repubblicani» e da forze della<br />

resistenza popolare. La Curia pontificia<br />

era disorganizzata. Il Collegio cardinalizio<br />

disperso. Non pochi allora, con ansia<br />

sofferta o con mal celata soddisfazione<br />

credettero che con Pio VI anche il<br />

Papato sarebbe sparito.<br />

Il nuovo Papa però da uomo di preghiera,<br />

di viva intelligenza e di vasta<br />

cultura seppe presto dare nuova fiducia<br />

ai collaboratori intimiditi e al gregge disorientato.<br />

Egli aveva una natura profondamente<br />

religiosa, maturata alla<br />

scuola di san Benedetto, alla quale si<br />

era affidato dodicenne nell'Abbazia di<br />

Santa Maria del Monte a Cesena. Nel<br />

turbine creato dalla Rivoluzione Francese,<br />

già come Cardinale-Vescovo di Imola<br />

aveva saputo distinguere tra il riconoscimento<br />

di un governo e l'accettazione<br />

delle sue premesse ideologiche. Nella famosa<br />

omelia pronunciata nel Natale<br />

1797, il Cardinale Chiaramonti aveva affermato<br />

che democrazia e Vangelo possono<br />

coesistere, perché la democrazia,<br />

per sua stessa esistenza, postulava il sostegno<br />

delle virtù cristiane.<br />

Come Papa egli preferiva sempre la<br />

cura delle anime alle pur così impellenti<br />

preoccupazioni circa gli aspetti politici,<br />

economici e territoriali. Il libro descrive<br />

bene l'eccezionale fortezza d'animo con<br />

cui Pio VII resistette alle pressioni ed<br />

astuzie dell'Imperatore Napoleone, accettando,<br />

nell'esilio coatto, una via crucis<br />

irta di sofferenze ed umiliazioni. La<br />

natura così sensibile del Papa dovette<br />

soffrire non poco per i tradimenti, gli<br />

abbandoni, come per i rimproveri velati<br />

ed aperti, ma egli non cedette mai al risentimento.<br />

Nella mitezza profondamente<br />

benedettina era sempre pronto a perdonare.<br />

Con gioia Pio VII il 31 luglio<br />

1814, festa di sant'Ignazio di Loyola,<br />

emanò la Bolla della restaurazione della<br />

Compagnia di Gesù, assicurando così alla<br />

grande opera di rinnovamento cristiano<br />

una schiera di operai qualificati. Il<br />

lettore del libro non potrà non rilevare il<br />

problema acuto che lo Stato Pontificio,<br />

faticosamente ristabilito nel Congresso<br />

di Vienna (1815), doveva creare in vista<br />

dei nascenti nazionalismi.<br />

Ho accennato soltanto a qualche nota<br />

del ricco quadro che, con già provata<br />

maestria, il Prof. Robin Anderson offre<br />

in questa biografia di Papa Pio VII. Bisogna<br />

essergli grati per la «sodezza» e la<br />

vivacità dell'esposizione non appesantita<br />

da molte annotazioni a piè di pagina,<br />

ma evidentemente redatta da un vigoroso<br />

esame dei documenti e della letteratura<br />

pertinente. Nella vasta gamma degli<br />

eventi di un periodo storico quanto<br />

mai agitato, nel rapido alternarsi di sviluppi<br />

promettenti e di rotture dolorose,<br />

il Prof. Anderson ci fa conoscere ed<br />

amare in Pio VII una personalità profondamente<br />

nobile, mite e schietta, che<br />

sapeva irradiare la pazienza gioiosa di<br />

un animo anelante all'amore di Dio.<br />

In un Monastero di clausura romano con lo spirito della GMG<br />

comunità monastica è venuta in mente<br />

un'idea: creare nel monastero romano<br />

un'associazione — intitolata «Milizia del<br />

Monastero Invisibile» — che impegnasse,<br />

chiunque avesse voluto iscriversi alla recita<br />

quotidiana di un Mistero del Rosario<br />

a scelta dell'iscritto, pari a dieci Ave Maria,<br />

ogni sera alle ore 21, in comunione<br />

con le monache che allo stesso momento<br />

lo avrebbero recitato nella cappellina pri-<br />

vata del noviziato dove il Santissimo Sacramento<br />

è solennemente esposto giorno<br />

e notte.<br />

Durante la preghiera notturna, avendo<br />

l'iniziativa incontrato già molti iscritti, le<br />

stesse novizie hanno avuto l'idea di acquistare<br />

un'immagine della Madonna e di<br />

appellarla «Regina del Monastero Invisibile».<br />

L'immagine sarà fatta girare nelle case<br />

degli iscritti per una settimana. Anche<br />

questa idea è stata favorevolmente accolta:<br />

la Peregrinatio Mariae inizierà nel Monastero<br />

l'11 febbraio prossimo, anniversario<br />

della Prima Apparizione della Santissima<br />

Vergine a Lourdes.<br />

«Ringraziamo Dio per tanti innumerevoli<br />

benefici — dicono le monache —. Apriremo<br />

la porta della nostra clausura in processione<br />

cantando la Salve Regina domenicana,<br />

e la più piccola del monastero<br />

consegnerà la statua ad un iscritto della<br />

nostra Milizia del Monastero Invisibile».<br />

Un libro di G. Velocci edito dalla Libreria Editrice Vaticana<br />

John Henry Newman:<br />

il coraggio della verità<br />

EDMONDO<br />

CARUANA<br />

Si avvicina il secondo<br />

centenario della nascita di<br />

John Henry Newman (1801-<br />

1890), «questo singolarissimo<br />

spirito, la cui grandezza<br />

va sempre più crescendo»<br />

(Paolo VI). Egli abbracciò<br />

con la sua esistenza l'intero<br />

arco dell'Ottocento percorrendo<br />

un itinerario straordinario,<br />

segnato da tappe significative.<br />

Iniziò il cammino nell'università<br />

di Oxford dove<br />

s'impose come fellow e come<br />

tutor; si distinse come<br />

parroco della chiesa universitaria<br />

di St. Mary esercitando<br />

un grande fascino<br />

sulla gente, specialmente<br />

Le esequie di Mons. Antonio Tammaro, Vicario Generale della diocesi di Aversa<br />

Una vita sacerdotale offerta e sofferta per la Chiesa<br />

ERNESTO RASCATO<br />

La cattedrale di Aversa, nel pomeriggio del 19 gennaio,<br />

era gremita di fedeli ed autorità in occasione<br />

della celebrazione dei solenni funerali di Mons. Antonio<br />

Tammaro, Vicario Generale della diocesi, tornato<br />

alla Casa del Padre, dopo alcuni mesi di sofferenza.<br />

Una partecipazione corale e commossa, soprattutto<br />

da parte dell'intero presbiterio, del Capitolo cattedrale,<br />

dei religiosi, delle religiose, delle comunità parrocchiali<br />

di Casaluce e dei rappresentanti dei movimenti<br />

e delleaggregazionilaicali della Diocesi.<br />

«La Chiesa di Aversa piange la scomparsa terrena<br />

di Mons. Antonio Tammaro, lampada fulgente di<br />

questa Diocesi, uno dei figli migliori di questa Chiesa».<br />

Con queste parole il Cardinale Michele Giordano,<br />

Arcivescovo Metropolita di Napoli e Presidente<br />

della Conferenza Episcopale Campana, ha iniziato la<br />

Liturgia Eucaristica, concelebrata da Mons. Mario<br />

Milano, Arcivescovo-Vescovo di Aversa, da Mons.<br />

Serafino Sprovieri, Arcivescovo metropolita di Benevento,<br />

da Mons. Andrea Mugione, Arcivescovo di<br />

Crotone-Santa Severina e da Mons. Antonio Napoletano,<br />

Vescovo di Sessa Aurunca. Nella preghiera il<br />

profondo affettoaquestoelettofigliodellaDiocesi.<br />

Il compianto prelato era nato a Casaluce, un paese<br />

in provincia di Caserta, il 24 aprile 1931. La sua<br />

vocazione si era sviluppata all'ombra dell'antico santuario-castello<br />

della Madonna di Casaluce. Proveniva<br />

da una laboriosa e religiosissima famiglia. Formato<br />

nei seminari di Aversa e di Salerno, conseguì la licenza<br />

in S. Teologia all'Università San Tommaso<br />

«Angelicum» di Roma. Ricevette l'ordinazione sacerdotale<br />

il 27 giugno 1954. Impegnato subito pastoralmente<br />

nel suo paese d'origine, nel 1963 divenne parroco<br />

di S. Maria ad Nives, la parrocchia del santuario<br />

di Casaluce. Ha ricoperto molteplici uffici diocesani,<br />

spendendo abbondantemente la sua vita per la<br />

A Pontano, paese delle Marche colpito dal terremoto<br />

Mostra su Madre Teresa<br />

La ricostruzione delle zone e delle cittadine<br />

marchigiane colpite dal terremoto<br />

ha ridato vita alla popolazione che<br />

mai si è rassegnata a vivere in una condizione<br />

di estremo disagio. Con la forza<br />

della volontà e la tenacia operativa tutti<br />

si sono impegnati a recuperare quelle<br />

dimensioni sociali ed economiche che<br />

rendevano confortante la vita.<br />

Un contributo qualificato ha dato la<br />

Chiesa nelle sue diverse articolazioni<br />

con in testa le comunità parrocchiali e<br />

la diocesi. La pratica religiosa non è mai<br />

stata interrotta, essendo stata assicurata<br />

dalla presenza attiva di sacerdoti e di<br />

cooperatori pastorali. Sono state promosse<br />

iniziative per tenere salda la fede<br />

e potenziare i vincoli di comunione.<br />

In questo contesto è stata allestita<br />

una mostra fotografica documentativa<br />

della vita e delle opere di carità realizzate<br />

da Madre Teresa di Calcutta. L'iniziativa<br />

è stata preordinata nel ciclo natalizio<br />

per sottolineare l'alto valore del messaggio<br />

cristiano, soprattutto del Vangelo<br />

delle Beatitudini. Madre Teresa è la figura-simbolo<br />

dell'apostolato sociale, del<br />

Vangelo della carità cristiana e della solidarietà<br />

umana senza frontiere.<br />

A farsene carico è stata la parrocchia<br />

di san Salvatore in Sant'Angelo in Pon-<br />

vasta comunità diocesana. È stato anche professore<br />

di religione e di lettere classiche in vari istituti.<br />

Nella Curia, come Presidente dell'Ufficio amministrativo<br />

diocesano, primo Presidente dell'Istituto diocesano<br />

sostentamento del clero, Officiale del Tribunale<br />

ecclesiastico diocesano, docente all'Istituto<br />

scienze religiose San Paolo; Assistente Ecclesiastico<br />

dell'Azione Cattolica, degli «scouts» e dell'Unitalsi;<br />

Canonico effettivo del Capitolo cattedrale. Collaboratore<br />

diretto dei Vescovi Mons. Gazza e Mons. Chiarinelli.<br />

Il 21 giugno 1990 da Mons. Gazza nominato<br />

Vicario generale e confermato dal successore. Venne<br />

eletto Amministratore diocesano «sede vacante» per<br />

il trasferimento di Mons. Chiarinelli a Viterbo, è stato<br />

confermato Vicario generale dall'Arcivescovo Mario<br />

Milano.<br />

Il Cardinale Michele Giordano durante l'omelia ha<br />

illustrato il significato del mistero della morte e della<br />

vita, soffermandosi sull'offerta dell'esistenza del cristiano:<br />

«La vita del cristiano, del sacerdote in particolare,<br />

è un'esistenza che ha origine nell'Eucaristia e<br />

da Essa viene alimentata, fino a diventare essa stessa<br />

Eucaristia. Diventa così un'offerta a Dio; offerta del<br />

nostro lavoro quotidiano, della nostra gioia, della nostra<br />

sofferenza, fino al sacrificio più grande, supremo:<br />

cioè della distruzione dell'essere umano come<br />

corpo. E Mons. Tammaro in questi mesi è vissuto<br />

così, facendo della sua vita e del suo trapasso un'offerta,<br />

un sacrificio, una Messa».<br />

«Il suo corpo sofferente è diventato un'offerta in<br />

comunione con la morte del Maestro, un'offerta in<br />

servizio — ha detto il Porporato —. Il più grande dei<br />

servizi è l'offerta. Non è il fare, né lo strafare né l'efficientismo.<br />

È il sapersi donare fino all'estremo sacrificio.<br />

Un'offerta della propria vita: un corpo sparso<br />

in sacrificio per servire e per sperare. Queste sono le<br />

convinzioni ispiratrici di ogni sacerdote e di ogni cristiano.<br />

Il nostro fratello don Antonio le accolse e le<br />

tano, duramente provata dal sisma. Le<br />

foto sono del giapponese Morihiro Oki<br />

di Tokyo, che si può considerare «biografo»<br />

fotografico prestigioso e fedele di<br />

Madre Teresa. Morihiro Oki ha iniziato<br />

a lavorare su Madre Teresa sin dal 1974<br />

e ha concluso il suo «reportage» nel<br />

1997. In 23 anni di continuo intervento,<br />

l'artista è riuscito a ritrarre Madre Teresa<br />

con un linguaggio fotografico che<br />

non ha eguale.<br />

Nessun altro poteva essere additato<br />

all'attenzione della popolazione marchigiana<br />

meglio di Madre Teresa. E nessun<br />

altro documentario sarebbe stato più efficace<br />

di quello di Morihiro Oki. Lo ha<br />

sottolineato con la consueta freschezza e<br />

sensibilità pastorale l'Arcivescovo di Fermo,<br />

Benito Gennaro Franceschetti. «Il<br />

sorriso di Madre Teresa — ha detto il<br />

Presule — è stato specchio dell'amore di<br />

Dio. Un sorriso che nasceva da una fede<br />

profonda, testimoniata giorno per giorno».<br />

L'artista giapponese «racconta» una<br />

Madre Teresa conosciuta solo di fama.<br />

Ma le foto ne rivelano lo spessore spirituale,<br />

lo slancio di fede e il fuoco di carità<br />

che la divorava per servire Cristo<br />

nei poveri sofferenti e piagati.<br />

SUSANNA FAVIANI<br />

lica a Dublino, un collegio a Oxford,<br />

con intuito profetico difese con i suoi libri<br />

alcune verità della rivelazione, quali<br />

la funzione dei laici, il culto di Maria, il<br />

giusto rapporto tra ragione e fede, il Primato<br />

e l'Infallibilità del Papa. Creato<br />

Cardinale da Leone XIII, morì nel<br />

1890.<br />

A oltre cento anni dalla morte, Newman<br />

è sempre vivo nella Chiesa con<br />

l'esempio della vita e con la sua dottrina,<br />

fedele alla tradizione e aperta ai<br />

tempi nuovi; dottrina contrassegnata<br />

dall'amore per la verità. Recentemente<br />

uno dei più noti specialisti di Newman,<br />

G. Velocci, ha dedicato un libro precisamente<br />

a questo tema: Newman. Il coraggio<br />

della verità». (Libreria Editrice<br />

Vaticana, 2000).<br />

È un titolo che corrisponde alla realtà<br />

oggettiva perché Newman seguiva la verità<br />

sempre e dovunque:nelle molteplici<br />

esperienze, nei rapporti con gli altri, nella<br />

condotta morale, nella speculazione<br />

sui vari rami del sapere. Dall'amore per<br />

la verità scaturivano le sue intuizioni<br />

profetiche sulla Chiesa, sullo sviluppo<br />

del cristianesimo, sull'ecumenismo sull'assenso<br />

della fede, sul compito dei laici,<br />

sulla coscienza. Espresse la sua visione<br />

del mondo, della vita e della morte<br />

con la famosa epigrafe: Ex umbris et<br />

imaginibus in Veritatem.<br />

Nel suo libro il Velocci ha raccolto gli<br />

articoli più notevoli da lui scritti nello<br />

spazio di parecchi anni in cui ha frequentato<br />

Newman; nella disposizione ha<br />

seguito un ordine logico più che cronologico,<br />

dividendola in quattro parti.<br />

Nella prima parte traccia un profilo<br />

biografico di Newman, descrivendo con<br />

viva partecipazione il suo itinerario<br />

drammatico, che si snoda attraverso<br />

tappe di avvincente interesse. Lo presenta<br />

soprattutto come maestro di predicazione,<br />

attività che svolse con intelligenza<br />

e senso pastorale, come anglicano e come<br />

cattolico. Lo presenta anche come<br />

«uomo ecumenico», che promosse tra i<br />

primi il movimento per l'unità delle<br />

Chiese.<br />

Nella seconda parte, la più ampia, il<br />

Velocci raccoglie i temi di filosofia e<br />

teologia, in una vasta gamma che si può<br />

ritenere la sintesi del pensiero di Newman.<br />

Di notevole interesse il primo capitolo<br />

intitolato «Fede e coscienza», in<br />

cui si mette in risalto l'importanza della<br />

coscienza in rapporto alla fede; è nella<br />

coscienza che inizia, si svolge e matura<br />

la preparazione alla fede; è sempre nella<br />

coscienza che si salva la libertà della fede.<br />

Un altro tema fondamentale è «La<br />

problematica dell'assenso», argomento<br />

tamente teologico: «Senso e teologia della<br />

Provvidenza»; aspetto che, più degli<br />

altri, emerge nell'itinerario religioso di<br />

Newman, la costante coscienza della<br />

presenza di Dio e la fiducia nella sua<br />

guida sono un dato primario e fondamentale<br />

e costituiscono la base del suo<br />

pensiero e della sua azione.<br />

Nella seconda parte ci sono anche alcuni<br />

articoli sulla Chiesa, vista sotto<br />

aspetti diversi e complementari, come<br />

mistero e come istituzione, nella persecuzione<br />

e nella vittoria, nella decadenza<br />

e nella riforma, vista soprattutto come<br />

la comunità dei credenti in Cristo che<br />

nel corso del tempo attraverso lo studio,<br />

il lavoro, la preghiera è in continuo sviluppo<br />

verso la pienezza della verità e<br />

della santità.<br />

Un capitolo avvincente è quello di<br />

«Maria nel mistero di Cristo»; l'autore<br />

mette in rilievo il cammino di Newman<br />

verso la comprensione del mistero di<br />

Maria, l'intuizione con cui superò i pregiudizi<br />

dell'anglicanesimo che accusava<br />

di mariolatria il culto cattolico: interessante<br />

notare come il cammino verso la<br />

Chiesa cattolica fu parallelo al cammino<br />

verso la comprensione del mistero di<br />

Maria.<br />

Nella terza parte del libro vengono<br />

presentati quattro «personaggi storici visti<br />

da Newman»: san Paolo, san Tommaso<br />

D'Aquino, sant'Alfonso de Liguori,<br />

Alessandro Manzoni, che esercitarono<br />

un notevole influsso su di lui, ed egli<br />

seppe comprendere e ritrarre con fedeltà<br />

oggettiva e con originalità; ci fu con<br />

essi una specie di affinità elettiva.<br />

Il libro si chiude, nella quarta parte,<br />

con un capitolo dal titolo: «Newman e i<br />

Papi»; da oltre cento anni Newman non<br />

cessa di richiamare l'interesse dei Papi e<br />

d'imporsi alla loro considerazione, è divenuto<br />

ormai una presenza necessaria<br />

nella Chiesa.<br />

Da Leone XIII a Giovanni Paolo II, i<br />

Papi (specialmente Paolo VI) si sono rifatti<br />

all'umile e grande Cardinale; si potrebbe<br />

dire che dopo sant'Agostino e<br />

san Tommaso D'Aquino, egli è lo scrittore<br />

maggiormente citato nei documenti<br />

e discorsi pontifici degli ultimi cento anni;<br />

si è formata una specie di tradizione<br />

newmaniana, non senza l'intervento dello<br />

Spirito Santo che guida la Chiesa nelle<br />

sue scelte. Newman è diventato praticamente,<br />

secondo le previsioni di Pio<br />

XII, un dottore della Chiesa.<br />

Il bel libro di G. Velocci ci aiuterà a<br />

conoscere questo grande maestro il quale<br />

insegnerà anche a noi «il coraggio<br />

della verità».<br />

Il grande predicatore francescano fu tra i primi religiosi ad utilizzare il mezzo radiofonico per l'evangelizzazione<br />

Il Vescovo Vittorino Facchinetti, apostolo del Vangelo<br />

GINO CONCETTI<br />

Gli avvenimenti che si sono succeduti<br />

in Italia nella prima metà del secolo<br />

ventesimo hanno avuto un interprete religioso<br />

autentico e fedele, in Vittorino<br />

Facchinetti, Vescovo di Tripoli. Ma prima<br />

che accedesse alla guida di quella<br />

Chiesa, rinnovata dopo secoli di silenzio<br />

Vittorino Facchinetti fu un francescano<br />

e un sacerdote dal comportamento<br />

esemplare e dalle intuizioni pastorali audaci<br />

e lungimiranti.<br />

Nato a Gorlago (Bg) il 12 maggio<br />

1883, entrò giovanissimo nell'Ordine<br />

francescano dei Frati Minori. Fu ordinato<br />

sacerdote il 23 aprile 1907. Il suo primo<br />

campo di apostolato fu Milano nel<br />

convento di sant'Antonio, dove rimase<br />

fino al 1936. Si perfezionò negli studi a<br />

Lovanio. Fu insignito del titolo di «predicatore<br />

generale» (Roma 1918).<br />

Vittorino Facchinetti, da francescano<br />

e da sacerdote, operò secondo lo spirito<br />

del Vangelo, dedicandosi con tutte le<br />

sue capacità intellettuali e ministeriali alla<br />

diffusione del Vangelo e all'edificazione<br />

della Chiesa. Dotato di ragguardevole<br />

arte predicatoria, aprì un nuovo e inedito<br />

fronte di evangelizzazione. In quegli<br />

con i sermoni della domenica sera che<br />

attiravano numerosi ascoltatori. Nel<br />

1833 promosse il movimento di Oxford<br />

per rinnovare la Chiesa d'Inghilterra in<br />

piena decadenza; si applicò intanto allo<br />

studio dei primi secoli del cristianesimo<br />

e venne a scoprire che la vera Chiesa<br />

era quella cattolica alla quale si convertì<br />

dall'anglicanesimo nel 1845 «nel mezzo<br />

del cammino di sua vita».<br />

Raggiunta la pienezza della verità nella<br />

nuova confessione di fede, svolse un<br />

intenso apostolato nella città di Birmingham<br />

dove visse tutto il resto della vita.<br />

Fondò l'oratorio di san Filippo Neri, con<br />

annessa scuola e chiesa parrocchiale,<br />

campo fecondo del suo lavoro.<br />

Tentò di fondare una università catto-<br />

applicò con una genialità di una caratteristica tutta<br />

sua: lucida intelligenza per affrontare i problemi, coraggio<br />

unito a timidezza apparente, tenera e umile<br />

semplicità. Mons. Tammaro fu prete ventiquattro<br />

ore al giorno. Un servitore della Chiesa, con grande<br />

semplicità e serenità come una “Parola di Dio sommessa”».<br />

Semplicità e grande spirito di servizio sacerdotale<br />

attestato dall'Arcivescovo-Vescovo Mario Milano che<br />

ha sperimentato il suo fedele e diuturno servizio prestato<br />

e apprezzato in Diocesi. Il Presule aversano, visibilmente<br />

commosso, al momento del rito di commiato<br />

ha ringraziato ed ha ricordato che «la nostra<br />

comunità ecclesiale ringrazia il Signore per l'edificante<br />

testimonianza di vita sacerdotale e per il generoso<br />

servizio pastorale di Mons. Antonio Tammaro».<br />

Ne ha sottolineato le note del carattere e del servizio<br />

ecclesiale: «Confratello umile, discreto, che ha saputo<br />

collaborare con tre Vescovi con la sapienza che<br />

l'ha contraddistinto nell'edificazione di questa nostra<br />

comunità. Mons. Tammaro è stato di sostegno, di<br />

conforto, di aiuto, di consolazione per il Pastore di<br />

questa Chiesa. Grazie, don Antonio, per tutto quello<br />

che ci hai dato, per il tuo generoso servizio diocesano,<br />

per il servizio pastorale a Casaluce, per tutti gli<br />

impegni di Curia, grazie per la testimonianza di questi<br />

mesi: ci hai saputo edificare per lo spirito della<br />

sopportazione, per la gioiosa accettazione della sofferenza.<br />

Avevi scoperto il dono finale del dolore, che è<br />

dono divino nell'economia salvifica».<br />

La comunità diocesana di Aversa ricorda con profonda<br />

gratitudine don Antonio, abituato nelle sue<br />

escursioni alle altezze delle candide nevi delle grandi<br />

montagne dell'Abruzzo e della Valle d'Aosta. In pochi<br />

mesi ha dovuto affrontare l'ultima «scalata» della<br />

vita, una prova che non l'ha trovato impreparato,<br />

anzi che ha superato ed ha offerto per l'edificazione<br />

dell'intero Regno di Dio e per la sua famiglia diocesana.<br />

anni la radio era il nuovo mezzo di comunicazione<br />

e di informazione. Padre<br />

Vittorio Facchinetti intuì che poteva essere<br />

lo strumento più idoneo ed efficace<br />

per parlare di Dio agli uomini e alle<br />

donne del suo tempo. Nel 1926 ricorreva<br />

il settimo centenario della morte di<br />

san Francesco d'Assisi. Tutta l'Italia<br />

francescana si preparava a quell'avvenimento<br />

con iniziative spirituali, culturali<br />

e pastorali. Il padre Facchinetti vi s'inserì<br />

da protagonista. Chiese ed ottenne di<br />

utilizzare il mezzo radiofonico che non<br />

abbandonò più per molti anni. Le sue<br />

spiegazioni del Vangelo erano attese e<br />

convincenti.<br />

Il padre Facchinetti, da perfetto francescano,<br />

aveva ereditato da san Francesco<br />

non solo l'ardore per l'evangelizzazione,<br />

ma anche una fervida e profonda<br />

devozione a Gesù Eucaristia. Fondò associazioni<br />

per promuovere il culto eucaristico.<br />

Il motto riassuntivo era: purezza,<br />

amore, gioia in eterno.<br />

Il fuoco che aveva accumulato sentì il<br />

bisogno di espanderlo prima in Italia,<br />

poi tra gli italiani residenti nel nuovo<br />

mondo. Con particolare dilezione lo partecipava<br />

ai connazionali residenti in Libia.<br />

Abele Calufetti nell'opuscolo Nel<br />

cinquantenario della morte di Mons.<br />

Vittorio Facchinetti Ofm, Milano 2000<br />

osserva: «In quanto ai suoi viaggi a scopo<br />

di apostolato chi li può contare? Le<br />

sue prime mete preferite furono santuari<br />

storici e venerabili in Umbria e della<br />

Valle Reatina, La Verna, Subiaco e ogni<br />

altra località che avesse importanza dal<br />

punto di vista francescano, che poi illustrò<br />

egregiamente in vari istruttivi opuscoli».<br />

Le sue doti di apostolo e le sue qualità<br />

di francescano non sfuggirono alla<br />

Santa Sede e a superiori dell'Ordine.<br />

Nel marzo 1936 Pio XI lo nominò Vescovo<br />

e Vicario Apostolico della Tripolitania.<br />

La sua ordinazione avvenne il 26<br />

aprile. Calufetti rileva: «Non era certo<br />

facile il compito immane del nuovo pastore,<br />

che però svolse con encomiabile e<br />

indefessa dedizione. La Tripolitania musulmana<br />

impenetrabile alla conoscenza<br />

del Vangelo, doveva apprezzare l'opera<br />

difficilissima e molteplice del prelato<br />

missionario: chiese nuove o da migliorare,<br />

ospedali, orfanotrofi, asili, scuole».<br />

Mons. Facchinetti si distinse anche nella<br />

celebrazione del Congresso Eucaristico,<br />

che ebbe risonanza mondiale.<br />

Un Vescovo testimone, Angelo Barto-<br />

al quale Newman si applicò<br />

a lungo e con sofferto impegno,<br />

e su cui scrisse il<br />

suo capolavoro «La grammatica<br />

dell'assenso». Egli<br />

volle rispondere a due interrogativi:<br />

come giustificare<br />

la fede dei semplici cristiani<br />

(rudes) sprovvisti di validi<br />

motivi per credere? Come<br />

spiegare la resistenza degli<br />

intellettuali che hanno a disposizione<br />

serie argomentazioni,<br />

e tuttavia rifiutano di<br />

credere? Nel suo libro Newman<br />

si propose un altro<br />

scopo, e cioè scuotere i cristiani<br />

e suscitare in essi il<br />

cosiddetto «assenso reale»,<br />

che coinvolge tutta la persona<br />

e ha incidenza nella<br />

vita.<br />

Segue un articolo squisi-<br />

lomasi, ha scritto che il nuovo pastore<br />

«vinse le titubanze e le resistenze, in virtù<br />

della sua grande fede. Il Congresso fu<br />

un successo ecclesiale per la partecipazione<br />

dei fedeli, dei sacerdoti e di Vescovi.<br />

«Tutto quello che di grande e di<br />

bello poteva avere Tripoli in quei giorni<br />

fu mobilitato e organizzato per cantare<br />

un inno di fede e di amore a Gesù eucaristico».<br />

Gli avvenimenti posteriori appartengono<br />

alla storia militare. L'Italia, sconfitta,<br />

lasciò la Libia. Durante le operazioni<br />

belliche Mons. Facchinetti e tutta la fraternità<br />

francescana si prodigarono nell'assistenza<br />

ai profughi, ai feriti, agli<br />

sbandati. In particolare modo nell'assistenza<br />

alle donne e ai bambini, figli di<br />

connazionali trapiantati nel territorio libico.<br />

Grazie a Mons. Facchinetti, ai<br />

francescani fu concesso un «regime di libertà»<br />

e non di internamento, come invece<br />

accadde in altre parti del Medio<br />

Oriente e dell'Africa.<br />

La solerte opera fu riconosciuta dalle<br />

autorità dell'Italia democratica. Colpito<br />

da una malattia incurabile morì il 2 dicembre<br />

1950 in una clinica di Milano.<br />

Aveva 67 anni. Ha lasciato un patrimonio<br />

culturale di oltre 200 titoli e numerosi<br />

scritti inediti.


A ROMA<br />

PAGINA<br />

9 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Domenica 21 Gennaio 2001<br />

COMUNE Approvata la delibera sul decentramento amministrativo<br />

Le 19 Circoscrizioni<br />

trasformate in Municipalità<br />

Il Consiglio comunale, venerdì, ha approvato<br />

in via definitiva la delibera che<br />

istituisce i Municipi cittadini. Il provvedimento<br />

è stato approvato con 32 sì, 3<br />

no e 5 astenuti: poiché era la terza votazione<br />

(la prima era avvenuta martedì, la<br />

seconda giovedì), l’istituzione dei 19<br />

Municipi è ormai definitiva.<br />

Alle Municipalità che sostituiscono le<br />

attuali 19 Circoscrizioni, e che aggiungeranno<br />

una propria denominazione a<br />

quella di Roma, vengono assegnati numerosi<br />

compiti. Tra questi la gestione<br />

dei servizi demografici; sociali e di assistenza<br />

sociale; scolastici ed educativi;<br />

culturali, sportivi e ricreativi; di manutenzione<br />

urbana, gestione del patrimonio<br />

comunale, disciplina dell’edilizia privata;<br />

le iniziative per lo sviluppo economico<br />

dell’artigianato e del commercio<br />

(esclusa la grande distribuzione), le funzioni<br />

di polizia urbana nelle modalità<br />

che verranno stabilite dal regolamento<br />

del Corpo.<br />

I Municipi inoltre avranno autonomia<br />

amministrativa, finanziaria e gestionale,<br />

organizzeranno l’attività del personale<br />

assegnato, adotteranno il bilancio annuale<br />

e pluriennale. I Municipi infine<br />

parteciperanno al processo di costituzione<br />

dell'Area metropolitana, a cui, secondo<br />

una delibera approvata giovedì, prenderà<br />

parte anche la Capitale.<br />

L'approvazione della delibera sui Municipi<br />

è stata accolta con entusiasmo dal<br />

Sindaco Francesco Rutelli. «Si tratta —<br />

ha detto — di una decisione storica,<br />

una delle più importanti riforme fatte in<br />

REGIONE Consente l'accesso ai fondi europei<br />

Sì al documento unico<br />

di programmazione 2000-2006<br />

Il Documento Unico di programmazione<br />

2000-2006 (Docup) che consente<br />

l’accesso ai fondi strutturali comunitari,<br />

è stato approvato, venerdì, a maggioranza,<br />

dal Consiglio regionale del Lazio.<br />

Si tratta di una delibera della giunta<br />

regionale del 21 novembre scorso, su<br />

proposta dell’assessore al Bilancio Andrea<br />

Augello, che ha spiegato come «il<br />

documento movimenti qualcosa come<br />

1.770 miliardi» ed ha ricordato che attorno<br />

al Docup si è registrato ampio<br />

consenso. Il Lazio, ha detto Augello, è<br />

la terza Regione ad aver portato il Docup<br />

a Bruxelles.<br />

Il Docup obiettivo 2 è corredato da<br />

un parere di compatibilità ambientale.<br />

In questo si afferma, tra l’altro, che<br />

«occorre ridurre al minimo e razionalizzare<br />

l’uso di risorse non rinnovabili,<br />

contribuendo in questo modo alla tutela<br />

della biodiversità e al miglioramento degli<br />

ecosistemi». Nel parere si specifica<br />

che «occorre promuovere e divulgare le<br />

proposte di sviluppo finalizzate al miglioramento<br />

della qualità ambientale dei<br />

sistemi economici e produttivi, intendendo<br />

in questo privilegiare gli obiettivi di<br />

sostenibilità e di eco-efficienza».<br />

Il Docup sarà ora inviato al ministero<br />

del Tesoro per poi essere inoltrato alla<br />

Commissione Europea.<br />

Francesco De Angelis, vicepresidente<br />

della commissione consiliare bilancio,<br />

nell’annunciare il voto favorevole dei<br />

Ds, ha sottolineato il lavoro comune attorno<br />

al Docup. Enzo Di Stefano (Gruppo<br />

misto) ha auspicato una nuova fase<br />

di sviluppo per le aree industriali in declino.<br />

Giuseppe Paroncini (Ds) ha evi-<br />

Mucca pazza: i macellai<br />

lamentano ingenti perdite<br />

In due mesi 75 miliardi<br />

Non sanno più come bloccare l’emorragia<br />

di clienti i 2.500 macellai di Roma<br />

e provincia, che sostengono di «aver<br />

perso in due mesi 75 miliardi a causa di<br />

un crollo del 60 per cento delle vendite<br />

di tutte le carni, con picchi dell’80 per<br />

cento per il manzo. Secondo i dati Unisca-Confcommercio,<br />

la «mucca pazza»<br />

ha svuotato le tasche di ogni macellaio<br />

di circa 15 milioni al mese da quando è<br />

scoppiato l’allarme Bse.<br />

Crollano le vendite e di conseguenza<br />

anche i prezzi. Fogli alla mano, i commercianti<br />

mostrano le bolle di acquisto<br />

dei quarti di bue «prima e dopo» il caso<br />

della mucca pazza. Un chilo di manzo<br />

italiano è sceso, all’acquisto, dal prezzo<br />

di 8.000 lire a 7.400, ma la richiesta della<br />

fettina di manzo è quasi azzerata. Va<br />

male anche per il vitellone italiano, che<br />

prima della scoperta del caso di Brescia<br />

era schizzato a 9.500 lire al chilo. «Ora<br />

— dicono gli esercenti — lo paghiamo<br />

8.700 al chilo». Peggio va per la carne<br />

straniera. Il pregiato vitellone olandese è<br />

passato da 11.800 lire al chilo a 10.800 e<br />

la stessa fine ha fatto il vitellone austriaco<br />

(da 9.000 a 8.200) ed il manzo danese<br />

(da 9.600 a 8.200). L’unica sopravvissuta<br />

al crollo dei prezzi è la vitella italiana<br />

che è aumentata da 10 a 12.000 lire.<br />

questi sette anni, che vede Roma indubbiamente<br />

all’avanguardia sul fronte del<br />

federalismo». Il Sindaco ha ricordato<br />

che i Municipi saranno operativi da subito,<br />

«in primavera — ha detto — quando<br />

andremo a votare per il nuovo Sindaco,<br />

voteremo anche, per la prima volta<br />

per i presidenti dei Municipi. Il Comune<br />

— ha precisato — continuerà ad<br />

essere unitario e indivisibile».<br />

Per i capogruppo della maggioranza<br />

capitolina L’approvazione delle delibere<br />

sull’Area metropolitana e sui Municipi<br />

urbani «perseguita tenacemente dalla<br />

Varate dalla Giunta<br />

238 microzone<br />

catastali<br />

La Giunta capitolina ha approvato,<br />

venerdì, una delibera che<br />

suddivide il territorio comunale in<br />

238 microzone catastali omogenee,<br />

per ciascuna delle quali sono<br />

stati individuati gli elementi caratteristici<br />

(socio-demografici, urbanistici<br />

e infrastrutturali) e i valori<br />

di mercato per metro quadro delle<br />

tipologie edilizie più ricorrenti.<br />

La suddivisione è il primo passo<br />

per la revisione del catasto che ha<br />

il fine di assicurare equità per la<br />

tassazione sugli immobili (Ici).<br />

denziato l’enorme attesa da parte degli<br />

enti locali del Docup e le aspettative degli<br />

imprenditori.<br />

«Il Documento, frutto del positivo lavoro<br />

svolto dalla precedente giunta di<br />

centro sinistra, traccia le linee guida, le<br />

priorità e gli obiettivi di sviluppo della<br />

Regione — ha detto De Angelis — .<br />

Ora, è necessario accelerare i tempi e<br />

passare alla fase attuativa del programma<br />

per non perdere l’occasione di utilizzare<br />

rapidamente le risorse utili a garantire<br />

la crescita e lo sviluppo del tessuto<br />

economico e produttivo».<br />

maggioranza premia chi aveva creduto<br />

nel progetto di un decentramento solidale<br />

e vicino ai bisogni dei cittadini, e punisce<br />

chi, è il caso dell’opposizione, ha<br />

puntato tutto sull’ostruzionismo e sulla<br />

non partecipazione a una grande riforma<br />

civica».<br />

Per Marco Marsilio, capogruppo di<br />

Alleanza Nazionale in Campidoglio, però,<br />

«quella dei cosiddetti Municipi è una<br />

truffa lessicale, altro che la rivoluzione<br />

democratica o federalismo all’avanguardia<br />

proclamato da Rutelli. La verità è<br />

che si cambia nome alle cose lasciando<br />

inalterata la sostanza». Secondo Marsilio<br />

si sono presi «in giro i cittadini, e gli<br />

amministratori locali che hanno aspettato<br />

inutilmente per sette anni il varo di<br />

una riforma ormai improrogabile». Per<br />

il capogruppo di An il cambio di nome<br />

— Municipi invece che Circoscrizioni —<br />

e «la bizzarra trovata della fascia giallorossa<br />

per le cerimonie ufficiali sono le<br />

uniche vere novità». «Il resto — sottolinea<br />

— esiste già da anni. Esiste da tre<br />

anni l’elezione diretta dei presidenti, bisognava<br />

solo modificare una riga dello<br />

Statuto per passare dall’indicazione all’elezione<br />

diretta, esiste da anni la possibilità<br />

di darsi un nome in luogo del numero».<br />

«Quello che, invece, non esisteva<br />

— prosegue — continuerà a non esistere<br />

perché il Parlamento non ha fatto le<br />

leggi che servivano: la sbandierata autonomia<br />

finanziaria, organizzativa e gestionale<br />

non si potrà realizzare in mancanza<br />

di una riforma legislativa che la<br />

sinistra al Governo non ha saputo e voluto<br />

fare».<br />

22 GENNAIO 2001<br />

Lunedì della III settimana del tempo ordinario<br />

Feria (verde)<br />

S. Vincenzo, diacono e martire - Mem. fac. (rosso)<br />

Messa a scelta<br />

Lezionario: Eb 9, 15. 24-28; Salmo 97; Mc 3, 22-30<br />

Liturgia delle Ore: Lun. III sett.<br />

Ufficio della Feria<br />

Unione<br />

Ogni volontà seria di<br />

unione è già un passo<br />

realmente fatto verso<br />

l'unione.<br />

(Henri de Lubac)<br />

a cura di p. Leonardo Sapienza, R.C.I.<br />

CARITAS La nuova struttura ospiterà mamme e bambini italiani e stranieri<br />

La «Casa di Cristian»: un aiuto<br />

concreto alle famiglie povere<br />

La casa è un sogno per Ivan, Zani,<br />

Fatima, Rita e tanti altri bambini ospitati<br />

insieme con le loro mamme dalla nuova<br />

«Casa di Cristian», la struttura residenziale<br />

della Caritas diocesana inaugurata<br />

venerdì in via Monte Altissimo, nel<br />

quartiere Monte Sacro.<br />

La casa di accoglienza, aperta alle famiglie<br />

costrette da diversi motivi a vivere<br />

senza una fissa dimora, è una necessità<br />

dettata dall'emergenza freddo e dalla<br />

consapevolezza che in questo ultimo<br />

periodo sempre più famiglie straniere e<br />

italiane sperimentano la triste esperienza<br />

della strada. Nel 2000, infatti, sono quasi<br />

raddoppiate, rispetto all'anno precedente,<br />

le famiglie con minori in tenera<br />

età prive di alloggio.<br />

L'allarme è partito dal Servizio di<br />

pronto intervento sociale (Spis), che ha<br />

assistito negli ultimi anni ad un vero e<br />

proprio cambiamento di tendenza nel<br />

mondo dei senza fissa dimora, prima<br />

limitato ai singoli ed ora popolato da intere<br />

famiglie.<br />

Una situazione in continua evoluzione<br />

dovuta al fenomeno migratorio, alla richiesta<br />

di asilo politico, per cui le persone<br />

restano a Roma in attesa di una risposta<br />

che può arrivare anche dopo un<br />

anno, oppure all'instabilità lavorativa e<br />

agli alti costi degli appartamenti.<br />

In questi ultimi casi molte famiglie<br />

italiane rimangono senza casa a causa di<br />

uno sfratto e per la conseguente incapacità<br />

economica di prendere in affitto<br />

una casa. «Quando incontravamo le fa-<br />

miglie in strada non potevamo fare altro<br />

che proporgli diverse sistemazioni alloggiative<br />

— avverte Patrizia Arianna, responsabile<br />

della «Casa di Cristian» —. I<br />

bambini venivano assegnati ad un centro<br />

per minori e i genitori dovevano necessariamente<br />

sistemarsi in strutture diverse.<br />

Molti rinunciavano a tale soluzione<br />

e restavano in strada per evitare la<br />

disgregazione del nucleo familiare. Qualsiasi<br />

progetto di reinserimento sociale<br />

era destinato al fallimento».<br />

La «Casa di Cristian», pur essendo<br />

una residenza per mamme e bambini,<br />

permette ai familiari d'incontrarsi giornalmente<br />

e si pone innanzitutto come<br />

una risposta all'emergenza alloggiativa.<br />

Qui ciascuno elabora il suo progetto<br />

personale e il suo progetto di vita familiare.<br />

La finalità della casa, che accoglie attualmente<br />

venticinque persone di cui<br />

cinque mamme e venti bambini, è la risposta<br />

ai primi bisogni primari e la realizzazione<br />

di un sogno: la casa, un posto<br />

dove mangiare e dormire, un luogo da<br />

cui ripartire per continuare il proprio<br />

viaggio verso una vita dignitosa. E tutto<br />

questo è possibile solo attraverso un<br />

coordinamento con tutti gli altri servizi<br />

del territorio.<br />

Il reinserimento sociale resta comunque<br />

l'obiettivo primario. Le famiglie restano<br />

a Monte Sacro un breve periodo<br />

di tempo durante il quale cercano insieme<br />

agli operatori, una sistemazione diversa.<br />

Una volta superata l'emergenza le<br />

TRAFFICO Al fine di fornire utili informazioni e servizi agli automobilisti<br />

Da febbraio i dati della Sta sulla circolazione<br />

saranno utilizzabili per iniziative commerciali<br />

L'archivio contenente i dati di rilevazione<br />

sul traffico urbano forniti dall'Agenzia<br />

per la mobilità (STA), sarà messo<br />

a disposizione dei privati per sviluppare<br />

nuove iniziative imprenditoriali nel settore<br />

della cosiddetta nuova economia.<br />

L'iniziativa sarà lanciata nei prossimi<br />

mesi, tramite un apposito bando di gara<br />

pubblico, che fornirà ai vincitori l'opportunità<br />

di utilizzare i dati aggiornati<br />

sulla mobilità erogati dalla centrale operativa,<br />

situata in via Ostiense, per scopi<br />

commerciali. Ad annunciarlo è stato ieri<br />

venerdì, l'assessore capitolino alla mobi-<br />

Nettuno: nel poligono non sono stati<br />

mai testati i proiettili all'uranio<br />

Nel poligono militare di tiro di Nettuno non sono mai stati testati proiettili<br />

contenenti uranio impoverito. A comunicarlo, venerdì, è stato il direttore, col.<br />

Angelo Ambrosino, sulla base dei risultati dell’indagine svolta da una commissione<br />

mista militari-civili, che ha monitorato tutte le munizioni usate durante<br />

gli ultimi 20 anni.<br />

«Posso assicurare che qui non sono mai stati sperimentati proiettili all’uranio<br />

impoverito — ha affermato il col. Ambrosino — e sono soddisfatto di poter<br />

dare una risposta chiara ai dubbi sollevati. Chi ha posto l’interrogativo<br />

certo lo ha fatto in buona fede e sicuramente tanti cittadini di Anzio e Nettuno<br />

avranno avuto lo stesso dubbio che qui si sperimentano armi. Ebbene, abbiamo<br />

la possibilità di rassicurarli con dati di fatto, perché abbiamo controllato<br />

tutti i proiettili stoccati nei nostri depositi negli ultimi 20 anni».<br />

Dello stesso tenore un comunicato delle Rsu del poligono che, inoltre, chiedono<br />

appoggi e certezze sul mantenimento del Centro esperienze artiglieria a<br />

Nettuno. I lavoratori, infatti, temono che la vicenda dei proiettili all’uranio<br />

possa essere presa a pretesto «contro il poligono di Nettuno e il suo territorio».<br />

Incendi: distrutti<br />

un negozio all'ingrosso<br />

e un capannone industriale<br />

Due vasti incendi, nelle ultime ore,<br />

hanno devastato un centro all'ingrosso<br />

di carni all'Esquilino e un capannone industriale<br />

sulla Prenestina.<br />

Nel primo episodio, le fiamme hanno<br />

distrutto un esercizio commerciale di<br />

via Leopardi. L'incendio ha anche devastato<br />

due automobili parcheggiate per<br />

strada e danneggiate altre tre. Le fiamme<br />

hanno pure provocato una esplosione<br />

che ha divelto grate in ferro e porte,<br />

scaraventate contro il muro dell’edificio<br />

di fronte. Nelle vicinanze i Carabinieri<br />

hanno trovato una tanica da 25 litri con<br />

liquido infiammabile. I proprietari hanno<br />

detto di non avere mai ricevuto minacce.<br />

Gli investigatori, al momento,<br />

non privilegiano alcuna pista anche se<br />

ipotizzano che la causa dell’attentato<br />

potrebbe essere collegato ad uno screzio<br />

nell’ambito del lavoro.<br />

Nell'altro episodio le fiamme si sono<br />

sviluppate in un capannone industriale,<br />

dove vengono custoditi e lavorati materiali<br />

plastici e metalli. L’incendio, che<br />

ha sprigionato grandi colonne di fumo,<br />

ha coinvolto uno dei tre capannoni della<br />

ditta «Cosmitecnica» che si estende per<br />

600 metri quadrati in via dell’Omo, in<br />

prossimità del Raccordo, a poca distanza<br />

dalla via Prenestina.<br />

Guidonia Montecelio:<br />

rinvenuto un ordigno<br />

nella sede del municipio<br />

Un pacco contenente un rudimentale<br />

ordigno è stato lasciato, mercoledì sera,<br />

ma la notizia si è appresa venerdì, nel<br />

municipio di Guidonia Montecelio.<br />

A trovarlo nella scala che porta all’accesso<br />

degli uffici del sindaco, è stato un<br />

usciere del Comune, addetto alla chiusura.<br />

Pensando ad uno scherzo ha buttato<br />

il pacco in un cestino poi, dopo averne<br />

parlato con i colleghi, ha avvertito i carabinieri.<br />

Il pacco, che è stato recuperato dagli<br />

artificieri, conteneva una scatola rossa<br />

di cartone ed era composto da una<br />

bomboletta di clorato di potassio ed una<br />

miccia collegata ad una sigaretta che<br />

era stata lasciata accesa; ma il mozzicone<br />

si era spento prima di arrivare alla<br />

miccia. Accanto alla bomboletta c’erano<br />

anche dei fiammiferi.<br />

Gli artificieri hanno escluso che l’ordigno<br />

avesse una carica esplosiva capace<br />

di arrecare gravi danni.<br />

I carabinierihannointerrogatol’usciere<br />

e hanno anche aperto un’indagine.<br />

Non è la prima volta che nel palazzo<br />

comunale di Guidonia vengono commessi<br />

atti di intimidazione.<br />

lità Walter Tocci, durante una conferenza<br />

svoltasi presso la sede della STA, alla<br />

quale hanno partecipato, tra gli altri, il<br />

presidente dell'Atac Mario Di Carlo ed il<br />

sindaco Francesco Rutelli. La banca dati,<br />

è stato sottolineato, costituisce una<br />

risorsa unica e preziosa per lo sviluppo,<br />

tra l'altro, dei nuovi sistemi di informazione<br />

specializzata, come ad esempio i<br />

localizzatori satellitari installati sulle autovetture.<br />

Quest'ultimi, infatti, potrebbero<br />

essere aggiornati con i dati sul traffico<br />

della centrale operativa e consentirebbero<br />

ai conducenti di scegliere percorsi<br />

alternativi, evitando code ed ingorghi<br />

nelle strade. Le stesse informazioni<br />

fornite dalla STA potrebbero, inoltre, essere<br />

utilizzate per fornire altri servizi a<br />

misura delle esigenze di mobilità dei cittadini.<br />

La centrale operativa di via Ostiense,<br />

infatti, garantisce ogni giorno dalle ore 7<br />

alle 22, in stretto contatto con la Polizia<br />

Municipale, un'aggiornata informazione<br />

sul traffico, sia attraverso i tradizionali<br />

canali di informazione che quelli legati<br />

alle nuove tecnologie. Le informazioni<br />

per gli utenti sono visibili sui 52 pannelli<br />

a messaggio variabili, sparsi lungo le<br />

principali direttive, che segnalano rallentamenti<br />

o blocchi del flusso dei veicoli, I<br />

dati vengono poi trasmessi attraverso il<br />

servizio di televideo, il numero telefonico<br />

1518 del CCISS, oppure, attualmente<br />

soltanto in via sperimentale, tramite<br />

messaggi sms direttamente sul telefono<br />

cellulare. Infine, le informazioni saranno<br />

reperibili a partire da febbraio sul sito<br />

www2.sta.roma.it, mentre via e-mail in<br />

fase tuttavia sperimentale, gli utenti col-<br />

Fiumicino: «barbone»<br />

trovato morto<br />

nella sua roulotte<br />

Un'altra storia di estrema povertà<br />

e solitudine ha visto questa<br />

volta come vittima un uomo di 70<br />

anni, Eugenio Consorti, trovato<br />

morto sabato mattina a Fiumicino<br />

all’interno della roulotte in cui viveva<br />

da tempo, in via Carloforte,<br />

in uno spazio davanti alle scogliere.<br />

A trovare il corpo, poco dopo<br />

le 9.30, è stato il cognato che era<br />

andato a trovarlo. L'uomo, un<br />

«barbone», viveva nella zona da 6-<br />

7 anni.<br />

Secondo quanto si è appreso,<br />

Consorti, che indossava un maglione<br />

di lana e pantaloni, era su<br />

un materasso di gomma, avvolto<br />

da coperte. Gli agenti del Commissariato<br />

di Fiumicino per avvicinarsi<br />

hanno dovuto allontanare i<br />

suoi quattro cani, che sbarravano<br />

loro l’accesso come se volessero<br />

proteggere il padrone. Dentro la<br />

roulotte molta sporcizia, fuori i<br />

resti di numerose bottiglie vuote.<br />

Secondo alcune testimonianze, ultimamente<br />

l’uomo soffriva di forti<br />

bronchiti. Ma dovrà essere il medico<br />

legale ad accertare le cause<br />

della morte.<br />

legati potranno ricevere direttamente sui<br />

propri computer i dati richiesti.<br />

Il traffico cittadino è anche regolato<br />

da 60 telecamere collocate in punti nevralgici<br />

della circolazione e da 1.000<br />

punti di rilevamento dei passaggi dei<br />

veicoli. Alla centrale sono anche collegati<br />

400 semafori cosiddetti «intelligenti»,<br />

provvisti di sensori interrati che, in base<br />

all'andamento del passaggio dei veicoli,<br />

attivano con estrema rapidità e sincronizzazione<br />

le fasi di accensione e spegnimento<br />

delle luci semaforiche. L'innovativo<br />

sistema ha consentito una riduzione<br />

del 10% dei tempi di percorrenza sulle<br />

strade e del 23% del numero degli stop<br />

ai semafori. Entro l'anno dovrebbero entrare<br />

in funzione, inoltre, i 22 varchi<br />

elettronici che controlleranno gli accessi<br />

dei titolari di permesso nel centro storico:<br />

i varchi basati su telecamere collegate<br />

sempre alla centrale della STA, vigileranno<br />

sui trasgressori fotografando le<br />

targhe dei veicoli.<br />

In un anno di operatività la centrale<br />

operativa ha individuato, valutato e sottoposto<br />

a misure di intervento 13.258 situazioni<br />

di traffico, rilevando altresì<br />

3.000chiusuredistradee2.338incidenti.<br />

Finanziata con circa 36 miliardi, la<br />

centrale operativa permette, oltre ad<br />

una riduzione del traffico, una considerevole<br />

riduzione dei costi stimabili per<br />

gli spostamenti quotidiani di migliaia di<br />

cittadini. Secondo, infatti, i tecnici della<br />

Sta una riduzione media annua del 10%<br />

dei tempi di percorrenza lungo le strade<br />

della città, consente un risparmio per<br />

carburante ed usura dei veicoli, stimabile<br />

in circa 20 miliardi di lire.<br />

ALESSANDRO TRENTIN<br />

Narcotizzano coniugi<br />

mentre dormono<br />

e li derubano<br />

Due coniugi sono stati narcotizzati<br />

nel sonno da rapinatori, che poi<br />

hanno tranquillamente perpetrato<br />

la rapina. È avvenuto nella notte<br />

tra venerdì e sabato, in via Olbia.<br />

S.N., di 53 anni e la moglie, svegliandosi<br />

sabato mattina hanno<br />

scoperto che dall’appartamento<br />

mancavano argenteria e contanti,<br />

per il valore circa di 2 milioni di lire.<br />

La Polizia ha accertato che i<br />

rapinatori erano entrati con una<br />

scala da un appartamento vicino.<br />

Dal 30 chiusa di notte<br />

la tangenziale Est<br />

a san Lorenzo<br />

Il Comune ha deciso di estendere<br />

la chiusura notturna della Tangenziale<br />

Est anche nella zona di san<br />

Lorenzo. Il divieto di transito, dalle<br />

23 alle 6, sarà in vigore dal 30<br />

gennaio nel tratto compreso tra<br />

viale Castrense e Largo S. Passamonti.<br />

Sarà confermata la chiusura<br />

notturna del tratto compreso tra la<br />

Batteria Nomentana e la stazione<br />

Tiburtina. Durante la chiusura verranno<br />

sperimentate forme di viabilità<br />

alternativa utili a studiare le<br />

conseguenze dello smantellamento<br />

della Tangenziale.<br />

famiglie devono riappropriarsi della propria<br />

vita.<br />

Il lavoro e una nuova sistemazione alloggiativa<br />

sono le speranze condivise da<br />

tutti. Arrivati a questo punto la «Casa di<br />

Cristian» diventa un punto di passaggio<br />

per le mamme e i bambini, alcuni di loro<br />

hanno solo pochi mesi. L'ultima ragazza<br />

arrivata dalla strada ha partorito<br />

un bimbo da pochi giorni.<br />

Così la nuova struttura della Caritas<br />

rappresenta una vera e propria ancora<br />

di salvezza per molte famiglie disperate<br />

curde, russe, provenienti dall'ex Yugoslavia<br />

e per quelle italiane, ventiquattro<br />

in tutto su un totale di duecentocinquanta<br />

nuclei familiari registrati dallo<br />

Spis nel 2000; quasi il doppio rispetto ai<br />

130 del '99.<br />

È in base a questi dati che è emersa<br />

l'esigenza di una struttura residenziale<br />

familiare specifica capace di ridare speranza<br />

a quanti si trovano in difficoltà.<br />

«La struttura è stata pensata e realizzata<br />

esclusivamente per i nuclei familiari, per<br />

dare una risposta alla marginalità che<br />

crea le nuove povertà — ha detto Mons.<br />

Guerino di Tora, direttore della Caritas<br />

—. In questa casa c'è una grande famiglia<br />

multiculturale che rappresenta per<br />

noi l'impegno a costruire il disegno di<br />

Dio. Alla fine del Giubileo — ha proseguito<br />

Mons. Di Tora — abbiamo voluto<br />

esprimere un segno di speranza, una risposta<br />

alle esigenze dei poveri, un gesto<br />

concreto di carità cristiana».<br />

MADDALENA BUONFIGLIO<br />

Domenica 21<br />

il Cardinale Ruini<br />

inaugurerà i locali<br />

della Biblioteca<br />

dell'Almo Collegio<br />

Capranica<br />

Saranno inaugurati, domenica<br />

mattinata, dal Cardinale Vicario<br />

e Presidente della Conferenza<br />

Episcopale Italiana, Camillo<br />

Ruini, i locali e le nuove strutture<br />

della Biblioteca dell'Almo<br />

Collegio Capranica. I lavori di<br />

restauro sono stati realizzati<br />

grazie al contributo della Fondazione<br />

Cassa di Risparmio di<br />

Biella, della Biverbanca e della<br />

Conferenza Episcopale Italiana.<br />

Nella Biblioteca sarà collocata<br />

un'icona donata dal Vescovo ortodosso,<br />

Monsignor Vincenzo<br />

Ploiesteanu, Vicario Patriarcale<br />

di Sua Beatitudine Teoctist, Patriarca<br />

di Romania. La Biblioteca<br />

Capranicense raccoglie oggi<br />

circa quarantamila volumi.<br />

Veglia di preghiera<br />

organizzata<br />

dalla Caritas diocesana<br />

e dall'Azione Cattolica<br />

diocesana<br />

Sabato 20 gennaio, alle ore<br />

20, nella parrocchia di Santa<br />

Maria delle Grazie al Trionfale<br />

si terrà una veglia di preghiera<br />

«Il dialogo tra le culture per<br />

una civiltà dell'amore e della<br />

pace». La veglia è stata organizzata<br />

dalla Caritas diocesana<br />

e dall'Azione Cattolica diocesana<br />

per approfondire il messaggio<br />

del Santo Padre sul dialogo<br />

tra le culture.<br />

RADIO<br />

VATICANA<br />

OM: 1530 kHz - 196 metri<br />

(Per la zona di Roma<br />

anche Onda Media 527 kHz<br />

e FM 93.3 e 105 MHz)<br />

OC: nelle bande 49, 31, 25 e 19 metri<br />

LUNEDÌ 22 GENNAIO<br />

00.10: Studio A (stereo): Con voi<br />

nella notte<br />

7.20-15.30-17.30-23-24: Orizzonti Cristiani<br />

7.30: Santa Messa in latino<br />

8-12-14-15-16-18-21-23.30: Radiogiornale<br />

in italiano, spagnolo, portoghese,<br />

francese, inglese, tedesco e polacco<br />

16.30: «Giuseppe Verdi» (IV)<br />

17: Liturgia delle Ore, celebrazione<br />

dei Vespri in latino<br />

20.20: Programma tedesco: Weltkirchen-Magazin<br />

20.40: Recita del Santo Rosario in<br />

latino<br />

21.30: Programma francese: La Rome<br />

chrétienne: Les «tituli», Saint-<br />

Martin-aux- Monts<br />

21.50: Programma inglese: Angelus<br />

/ Rights or wrong / An extraordinary<br />

year / Ask the abbot<br />

22.10: Programma spagnolo: El Papa<br />

y el Gran Jubileo del Dos Mil


IN ITALIA<br />

PAGINA<br />

La<br />

situazione<br />

politica<br />

Dopo una settimana di forti contrasti,<br />

l’Ulivo ha registrato una giornata positiva:<br />

sono sfumate le tensioni sulle candidature<br />

dei sindaci e da Bertinotti sono<br />

giunti segnali significativi sulla volontà<br />

del Prc di «non compromettere il centrosinistra».<br />

Il candidato premier dell’Ulivo,<br />

Francesco Rutelli, ha incontrato<br />

in serata Antonio Bassolino a Napoli dopo<br />

la convention della Margherita campana.<br />

La decisione sul sindaco di Napoli<br />

— ha detto Rutelli — sarà presa d’accordo<br />

sia con Mastella che con Bassolino<br />

e sarà unitaria.<br />

Nell’Ulivo si è dunque diffusa la convinzione<br />

che per la vicenda di Napoli sono<br />

stati fatti passi avanti. Le ultime dichiarazioni<br />

di Antonio Bassolino sono<br />

state infatti interpretate (dallo stesso<br />

Mastella, da Veltroni e da Rutelli) come<br />

un segnale distensivo dopo gli interventi<br />

poco disponibili dei giorni scorsi. Mastella<br />

ha detto in serata di «non voler dividere,<br />

ma unire» e di esser disposto a<br />

farsi da parte «se c’è qualcuno con più<br />

chances di vincere». Insomma, con ogni<br />

probabilità, la questione sindaci sarà risolta<br />

tra qualche giorno in sede locale,<br />

ma ancora non si può dire chi, se Mastella<br />

o Bassolino, farà un passo indietro.<br />

Quel che è certo, è che né Rutelli,<br />

né Bassolino hanno interesse che la situazione<br />

si sblocchi con un intervento<br />

dall’alto.<br />

Collegato alla vicenda di Napoli è il<br />

via libera a Veltroni per Roma, che potrà<br />

giungere solo dopo lo sblocco della<br />

decisione sul capoluogo campano. Lo<br />

stesso segretario dei Ds da Ferrara è<br />

sceso in campo per sostenere la candidatura<br />

Mastella definendola «legittima e<br />

di livello» e per puntualizzare che le<br />

candidature si decidono «in ogni città»,<br />

perché «non ci può essere una ripartizione<br />

nazionale». Veltroni ha poi rimarcato<br />

che da parte di Bassolino «non c’è<br />

nessuna pregiudiziale, anzi si apprezza<br />

una candidatura come quella di Mastella».<br />

La vicenda delle candidature nelle<br />

grandi città (ancora aperta anche a Milano<br />

e a Torino) si intreccia però con le<br />

polemiche sull’«election day». Un tema<br />

che sarà affrontato nel merito la prossima<br />

settimana con una decisione definitiva;<br />

è evidente che se l’Ulivo vorrà contare<br />

su un effetto trascinamento di candidati<br />

leader di partito, le elezioni politiche<br />

e il primo turno delle amministrative<br />

dovranno tenersi nella stessa data.<br />

Proprio per questo dal Polo giungono<br />

pressioni per separare i due appuntamenti<br />

elettorali. L’ultima parola spetta<br />

al Governo che dovrà cercare di mediare<br />

tra queste due diverse istanze.<br />

Intanto, sulla scena politica si affaccia<br />

una nuova compagine. Si tratta del<br />

Nuovo Psi, nato ieri a Milano, con un<br />

congresso che di fatto fa tornare nell'arena<br />

politica nomi legati al Psi di Craxi<br />

proprio un anno dopo la morte del leader.<br />

Sarà un partito socialista che nasce<br />

dichiarandosi alternativo allo Sdi e ai<br />

Socialisti italiani. Gli interventi sono stati<br />

tanti, dopo i discorsi introduttivi di<br />

Bobo Craxi e Gianni De Michelis, ma la<br />

struttura del ragionamento è stata identica<br />

per tutti: bisogna allearsi con il centrodestra<br />

per far perdere questa sinistra<br />

«post comunista» che ha utilizzato i pm<br />

per eliminare gli avversari. Qualche differenza<br />

tuttavia si è potuta cogliere: da<br />

una parte, coloro che si riconoscono<br />

nella tendenza all’autonomia da entrambi<br />

i poli rappresentata da Bobo Craxi e<br />

Claudio Martelli; dall’altra, quelli che —<br />

come Gianni De Michelis, considerano<br />

strategica e senza alternative l’alleanza<br />

con la Casa delle Libertà. Due atteggiamenti<br />

diversi, dunque, che rappresentano<br />

le due anime del partito che però si<br />

presenta, almeno in queste prime fasi e<br />

da parte di qualcuno, astioso, mosso da<br />

una violenta polemica.<br />

Sciagura stradale<br />

nel Mantovano: morto<br />

il prefetto di Reggio Emilia<br />

MANTOVA, 20.<br />

Il prefetto di Reggio Emilia, Renato<br />

Stranges, è morto questa sera in un incidente<br />

stradale avvenuto sulla statale<br />

Sabbionetana a Villa Pasquali, nel Mantovano.<br />

L’alto funzionario statale viaggiava<br />

su un’auto assieme alla moglie, ad<br />

altre due persone, un uomo e una donna,<br />

ed all’autista.<br />

L’auto si è scontrata frontalmente con<br />

un’altra vettura guidata da una ragazza<br />

che, secondo una prima ricostruzione<br />

dell’incidente, avrebbe invaso l’opposta<br />

corsia di marcia durante un sorpasso.<br />

Nello scontro sono rimasti feriti tutti<br />

gli occupanti delle due vetture. Tre di<br />

loro si trovano ricoverati in gravi condizioni.<br />

All’ospedale Oglio Po di Casalmaggiore,<br />

si trovano la moglie del prefetto<br />

Elisa Lozzi, 59 anni, originaria di<br />

Matera e Felice Tromba, di Matera,<br />

amico del prefetto. All’ospedale Carlo<br />

Poma di Mantova si trova, in prognosi<br />

riservata, Silvia Ghidoni, 26 anni di Sabbioneta,<br />

che era al volante dell’auto che<br />

avrebbe causato l’incidente. Sono ricoverati<br />

ad Oglio Po, ma le loro condizioni<br />

non sarebbero gravi, l’autista del prefetto<br />

Daniele Campani, 34 anni, di Reggio<br />

Emilia, ed Elisabetta Carlucci, moglie di<br />

Felice Tromba.<br />

10 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Domenica 21 Gennaio 2001<br />

MUCCA PAZZA Acquistati da due aziende nel 97-99<br />

Bovini da Pontevico<br />

a Fondi: indagini<br />

LATINA, 20.<br />

Diciannove bovini della cascina «Malpensata»<br />

di Pontevico (Brescia) — dove<br />

è stato accertato il primo caso italiano<br />

di mucca «pazza» — sono giunti negli<br />

anni scorsi in due allevamenti di Fondi,<br />

in provincia di Latina. Lo ha reso noto<br />

ieri il presidente della Regione Lazio,<br />

Storace, precisando che l’arrivo degli<br />

animali è avvenuto in due fasi: il 9 luglio<br />

1997 e il 10 luglio 1999. Dei diciannove<br />

animali 7 sono ancora presenti nelle<br />

due aziende, e vengono in queste ore<br />

sottoposti a controllo, 8 sono stati macellati<br />

(sette fuori dal Lazio) nel periodo<br />

compreso fra l’ottobre 1998 e il novembre<br />

2000, 3 sono deceduti mentre l’ultimo<br />

è stato ucciso e consumato dagli<br />

stessi allevatori.<br />

I due allevamenti sono di media grandezza.<br />

I titolari, Alba Stravato e Franco<br />

Fiore, attraverso la Coldiretti hanno precisato<br />

che le stalle non sono state sequestrate<br />

e che un primo sopralluogo degli<br />

ispettori della Asl, giovedì, ha riguardato<br />

solo sette animali. «Gli impianti non sono<br />

sotto sequestro — ha confermato Enzo<br />

Galetto, direttore provinciale della<br />

Coldiretti — e i bovini controllati sono<br />

stati lasciati lì». Entrambe le aziende sono<br />

miste, producono cioè sia carne da<br />

macellare che latte.<br />

«È vero, li ho acquistati a Brescia —<br />

ha confermato Fiore — con regolare<br />

certificazione e in tempi non sospetti.<br />

Sono tranquillo perché so cosa mangiano<br />

i miei animali, non li allevo con merce<br />

di scarto».<br />

Dalla Regione<br />

Piemonte<br />

«buono» scolastico<br />

per le famiglie<br />

bisognose<br />

TORINO, 20.<br />

Un «contributo regionale per favorire<br />

le famiglie in condizioni di<br />

maggiore svantaggio economico e<br />

per le quali l’incidenza della spesa<br />

scolastica sul reddito è più elevata»:<br />

lo prevede un disegno di legge<br />

che sarà approvato lunedì dalla<br />

Giunta di centro destra che guida<br />

la Regione Piemonte e poi portato<br />

all’esame del Consiglio. I destinatari<br />

del contributo sono le famiglie<br />

degli alunni che frequentano<br />

le scuole statali e non statali (non<br />

solo paritarie, ma anche quelle<br />

pareggiate, parificate, legalmente<br />

riconosciute). «Il contributo da<br />

noi previsto — ha spiegato il presidente<br />

della Regione, Enzo Ghigo<br />

— si differenzia da misure di intervento<br />

simili previste da altre<br />

Regioni. Con questa legge si vuole<br />

infatti evitare ogni tipo di sperequazione;<br />

vengono, perciò, prioritariamente<br />

considerati il reddito<br />

della famiglia e l’incidenza della<br />

spesa scolastica su di esso, attraverso<br />

una graduatoria costruita in<br />

base al cosiddetto indice di incidenza<br />

della spesa scolastica. In<br />

questo modo, più basso è il reddito<br />

e maggiori sono le possibilità di<br />

entrare nella graduatoria e lo stesso<br />

avviene quanto più è alta la<br />

spesa scolastica. In questo modo,<br />

più basso è il reddito e maggiori<br />

sono le possibilità di entrare nella<br />

graduatoria e lo stesso avviene<br />

quanto più è alta la spesa scolastica.<br />

Siracusa: imprenditore<br />

mette una taglia<br />

sugli estorsori<br />

SIRACUSA, 20.<br />

Il titolare di una azienda agrituristica<br />

al quale domenica scorsa avevano incendiato<br />

un camion nelle campagne del Siracusano,<br />

Salvatore Tiralongo, ha messo<br />

una «taglia» di dieci milioni di lire da<br />

destinare a chi gli fornirà informazioni<br />

utili per risalire agli autori dell’attentato.<br />

Il protagonista dell’iniziativa ha fatto<br />

stampare centinaia di locandine, che<br />

propagandano la taglia, ma finora nessun<br />

commerciante si è reso disponibile<br />

all’affissione nel proprio locale.<br />

L’imprenditore, rientrato in Sicilia dopo<br />

una lunga esperienza di lavoro anche<br />

all’estero, aveva deciso di impiantare<br />

una azienda agrituristica a Santa Teresa<br />

Longarini, ad una decina di chilometri<br />

dal capoluogo. «Mi sto accorgendo di<br />

scontrarmi con un vero e proprio muro<br />

— ha detto Tiralongo — ma io ho deciso<br />

di andare sino in fondo. Non saprò<br />

darmi pace fino a quando su questa vicenda<br />

non si farà chiarezza e gli autori<br />

dell’attentato assicurati alla giustizia».<br />

Salvatore Tiralongo ha detto agli investigatori<br />

di non avere mai ricevuto minacce<br />

né richieste di «pizzo».<br />

Da Ivrea un ponte di solidarietà con bambini delle periferie urbane del Brasile<br />

IVREA — Il Progetto Catavento ha preso il<br />

nome del gioco della girandola e, da cinque<br />

anni, accoglie bambine e bambini di strada<br />

nella periferia di Barreiras, in Brasile. Sostenuto<br />

dalla Diocesi di Ivrea e attuato da don<br />

Guido Griffo con due laici volontari, Danilo e<br />

Marco, il progetto è cresciuto e, alla scuola<br />

iniziata con 60 bambini, si è aggiunta la scuola<br />

professionale «Fabinho e Marcone», la Fezenda<br />

Nadia e la Casa delle bambine. L'aiuto<br />

Oggi i veterinari proseguiranno nella<br />

«verifica approfondita su tutti i bovini<br />

presenti nei due allevamenti». Al momento<br />

comunque — fa sapere Storace<br />

— «non ci sono sintomi clinici da ricondurre<br />

alla malattia della cosiddetta mucca<br />

pazza».<br />

Il ministro Veronesi ha intanto chiesto<br />

alle autorità della Regione Lombardia<br />

di sospendere temporaneamente<br />

l’abbattimento dei capi bovini dell’allevamento<br />

di Pontevico per dare l’opportunità<br />

ai ricercatori dell’Istituto superiore<br />

di sanità e degli Istituti zooprofilattici<br />

sperimentali di utilizzare parte degli animali<br />

a scopo di ricerca. Il progetto di<br />

studio, in via di ultimazione, prevede la<br />

scelta di una quantità di capi non ancora<br />

definita. I bovini non utilizzati per la<br />

ricerca sono destinati all’abbattimento,<br />

come previsto dalla legge, e anche gli altri<br />

capi, una volta terminato lo studio,<br />

saranno uccisi e non entreranno nel ciclo<br />

alimentare.<br />

Il ministro Veronesi ritiene opportuno<br />

«non tralasciare questa possibilità di indagine<br />

scientifica qualora essa abbia<br />

fondati motivi di validità». La decisione<br />

è stata ovviamente accolta con soddisfazione<br />

dai Cobas che presidiano la cascina<br />

«Malpensata».<br />

Non si sa ancora invece se sparirà<br />

dalle tavole degli italiani la bistecca con<br />

l’osso. Si attende il parere dell’Istituto<br />

superiore di sanità ma la decisione dipenderà<br />

anche dalla possibilità di eliminare<br />

la colonna vertebrale dal ciclo di<br />

lavorazione dei macelli in tempi rapidi.<br />

Collisione al largo<br />

di Livorno fra traghetto<br />

e peschereccio<br />

LIVORNO, 20.<br />

Due navi sono entrate in collisione<br />

alle 4 della notte tra giovedì<br />

e venerdì a due miglia dal porto<br />

di Livorno. La prua del traghetto<br />

«Tirrenia» in rotta per Cagliari ha<br />

urtato contro la poppa del peschereccio<br />

«Egla» di ritorno dalla battuta<br />

di pesca, nello stesso punto<br />

dove nel 1991 si consumò la tragedia<br />

del «Moby Prince». Tanta<br />

paura (la poppa del peschereccio<br />

è stata letteralmente sfondata) ma<br />

nessuno dei marinai si è ferito<br />

nella collisione.<br />

I tecnici della capitaneria stanno<br />

cercando di appurare cosa abbia<br />

causato la collisione, visto che<br />

le due imbarcazioni stavano procedendo<br />

in senso opposto: la Tirrenia,<br />

che usciva dal porto, ha<br />

tamponato il peschereccio che invece<br />

stava rientrando in porto. Il<br />

mare era calmo e, in assenza di<br />

vento, la visibilità ottima. Le indagini,<br />

di carattere amministrativo,<br />

sono affidate all’ufficio preposto<br />

della «Compamare».<br />

Pecora malata<br />

in allevamento<br />

del Reggiano:<br />

sarà abbattuto<br />

tutto il gregge<br />

REGGIO EMILIA, 20.<br />

Un caso di encefalopatia spongiforme<br />

che colpisce i caprini e gli ovini è stato<br />

diagnosticato nei giorni scorsi in una pecora<br />

proveniente da un allevamento di<br />

Montecchio Emilia. L’animale, morto<br />

con una sintomatologia neurologica, era<br />

stato inviato dal proprietario all’Istituto<br />

zooprofilattico di Reggio Emilia. Il gregge<br />

(806 capi), del quale faceva parte la<br />

pecora, sarà abbattuto.<br />

Questa malattia è diversa dalla Bse in<br />

quanto è possibile il contagio da un animale<br />

all’altro e dalla pecora al suo<br />

agnello attraverso la placenta e non attraverso<br />

il latte, nel quale non è mai stata<br />

riscontrata infettività. Non è mai stata<br />

scientificamente rilevata neppure la<br />

trasmissione all’uomo per il quale, secondo<br />

i dati epidemiologici, non ci sono<br />

pericoli. Il gregge di Montecchio è stato<br />

posto sotto sequestro. Per disposizione<br />

regionale, l’abbattimento avverrà in<br />

tempi molto brevi.<br />

Nuovi sviluppi intanto nell’indagine<br />

sul traffico di bovini infetti da «tbc», leucosi<br />

e brucellosi tra Nicosia (Enna) e<br />

None (Torino) avviata dieci mesi fa dalla<br />

procura di Pinerolo e sfociata nella denuncia<br />

di 38 persone tra cui tre allevatori<br />

di Cerami. L’inchiesta si è estesa ora<br />

al sistema di controllo dei servizi veterinari<br />

in Sicilia, e in particolare in provincia<br />

di Enna, e su alcuni funzionari della<br />

Regione. L’ipotesi è che gli animali malati<br />

provenissero dai Paesi dell’ex Jugoslavia.<br />

Tra i reati ipotizzati quelli di truffa<br />

comunitaria, falsificazione di documenti<br />

sanitari e procurata epidemia.<br />

MUTUI Le proposte di modifica al decreto<br />

Nuova protesta dell'Abi<br />

Il Governo frena la maggioranza<br />

ROMA, 20.<br />

Nuova protesta delle banche, ieri,<br />

contro le modifiche che il Parlamento si<br />

appresta ad apportare al decreto legge<br />

del Governo sulla rinegoziazione dei<br />

mutui a tasso di usura. Le proposte<br />

emendative, secondo l’Abi, comportano<br />

«un peggioramento intollerabile, con il<br />

rischio di danni gravissimi a cascata».<br />

Per questo l’Associazione delle banche<br />

italiane si è rivolta al Governo, chiedendo<br />

di «difendere l’impianto originario»<br />

del provvedimento contro il tentativo<br />

dei partiti di scaricare sulle spalle del sistema<br />

creditizio, nell’imminenza delle<br />

elezioni, un onere quantificato in circa<br />

5.500 miliardi, a fronte dei 2.500 previsti<br />

dall’esecutivo. Il Governo non è rimasto<br />

sordo all’appello, il secondo nell’arco di<br />

due giorni, e si è affrettato a premere il<br />

pedale del freno, anche a costo di prendere<br />

le distanze dalla coalizione che lo<br />

sostiene. «Abbiamo qualche preoccupazione<br />

in ordine ai costi degli emendamenti<br />

della maggioranza», ha ammesso<br />

Gianfranco Morgando, sottosegretario al<br />

Tesoro, poche ore dopo che al Senato<br />

era scaduto il termine per la presentazione<br />

degli emendamenti (1.260 in tutto,<br />

di cui 1.200 firmati da Di Pietro, 2 della<br />

coalizione, 16 di An e nessuno di Forza<br />

Italia). A fine dicembre era stato lo stesso<br />

Presidente del Consiglio, Amato, a dire<br />

che «il decreto non è blindato». Tuttavia,<br />

ha osservato Morgando, «le modifiche<br />

introdotte in sede parlamentare,<br />

alle quali il Governo ha detto di non volersi<br />

opporre, devono tenere conto della<br />

compatibilità del sistema e della credibilità<br />

internazionale del Paese». Che la<br />

stessa maggioranza stia riflettendo sulle<br />

proposte di modifica appena presentate<br />

in vista di un eventuale ridimensionamento<br />

delle richieste lo ha confermato<br />

Luciano Guerzoni (Ds), presidente della<br />

commissione Finanze del Senato e relatore<br />

sul decreto legge. L’ipotesi allo studio<br />

è quella di alzare la soglia massima<br />

del tasso di rinegoziazione dei mutui<br />

usurari per le imprese, portandola all’11,46%<br />

dal 10,96%, previsto dall’emendamento<br />

della maggioranza. In questo<br />

modo si ridurrebbe l’onere per le<br />

banche.<br />

Da giugno mutui<br />

azioni e obbligazioni<br />

anche alle Poste<br />

ROMA, 20.<br />

Azioni, obbligazioni anche bancarie,<br />

fondi di investimento si<br />

compreranno e si venderanno da<br />

giugno anche agli sportelli degli<br />

uffici postali. Ma la novità è che<br />

le Poste potranno erogare anche<br />

mutui prima casa a prezzi competitivi<br />

rispetto a quelli delle banche.<br />

Lo prescrive il regolamento<br />

varato ieri Governo. Il bancoposta<br />

dovrà operare «in condizioni di<br />

parità concorrenziali con gli altri<br />

intermediari finanziari che esercitano<br />

lo stesso tipo di attività».<br />

Evaso dal carcere<br />

di Ferrara arrestato<br />

nel Padovano<br />

PADOVA, 20.<br />

È stato catturato ieri, venerdì, dalla<br />

squadra mobile di Padova Stefano Ghiro,<br />

il detenuto evaso nei giorni scorsi<br />

dal carcere di Ferrara scavalcando una<br />

rete di due metri sotto gli occhi di una<br />

guardia armata.<br />

Ghiro è stato catturato a Codevigo<br />

poco dopo le 19, mentre si trovava a<br />

bordo dell’auto di un complice, Giuliano<br />

Leopardi, arrestato per favoreggiamento.<br />

Da parte dei due non è stata posta alcuna<br />

resistenza agli agenti, una ventina,<br />

che hanno intercettato l'auto su cui<br />

viaggiavano lungo la Piovese. Gli investigatori<br />

padovani, che conoscono da tempo<br />

Ghiro per i suoi numerosi precedenti<br />

penali, sono giunti all’arresto attraverso<br />

un’intensa e complessa attività investigativa,<br />

svolta con discrezione tra i suoi<br />

amici e familiari.<br />

Ghiro, 41 anni, era in carcere a Ferrara<br />

per scontare una pena per numerose<br />

rapine, e proprio in questi giorni era<br />

sotto processo a Vicenza per altre 78 e<br />

per concorso nell’omicidio di un poliziotto<br />

e nel tentato omicidio di un collega<br />

di questi.<br />

finanziario annuo di circa 120 milioni viene<br />

coperto attraverso e sulle piazze, gesti di generosità<br />

di singoli, adozioni a distanza.<br />

L'obiettivo del Centro Missionario è di rendere<br />

totalmente sufficiente finanziariamente il<br />

progetto Catavento per il 2005, grazie alla<br />

produzione ortofrutticola e casearia della fattoria,<br />

alle commesse di lavoro della scuola<br />

professionale e al coinvolgimento di persone<br />

ed istituzioni di Barreiras. L'autosufficienza<br />

URANIO S'indaga su circa trenta vittime<br />

Anche il plutonio<br />

nell'inchiesta militare<br />

ROMA, 20.<br />

C’è anche il rischio plutonio nel fascicolo<br />

della procura militare di Roma, che<br />

da un anno indaga sui soldati italiani<br />

morti o ammalati dopo aver partecipato<br />

alle missioni di pace nei Balcani. Il pm<br />

militare, Antonino Intelisano, non ha voluto<br />

fornire particolari su questo aspetto<br />

dell’inchiesta. Tuttavia, alla domanda se<br />

l’eventuale presenza di plutonio nei<br />

proiettili all’ uranio impoverito sia oggetto<br />

dei suoi accertamenti, il procuratore<br />

ha confermato che «anche questo è<br />

un aspetto che stiamo seguendo, ovviamente».<br />

Secondo quanto si è appreso, sono finora<br />

una trentina, tra morti e malati, i<br />

casi di militari presi in considerazione<br />

nell’inchiesta sull’uranio impoverito<br />

aperta dalla procura militare di Roma.<br />

Un numero maggiore, quindi, di quello<br />

sul tavolo della commissione scientifica<br />

nominata dal ministro della Difesa, che<br />

lavora al momento su 23 casi, 8 dei quali<br />

relativi a militari deceduti.<br />

Quella della magistratura militare è<br />

un’indagine «a tutto campo», come più<br />

volte ha sottolineato lo stesso Intelisano,<br />

che non ha escluso di sentire come<br />

«persone informate dei fatti» i vertici militari<br />

e quelli politici della Difesa, «se sarà<br />

necessario ai fini degli accertamenti».<br />

L’indagine, tuttavia, prosegue nel massimo<br />

riserbo ed alcune persone sono già<br />

state ascoltate.<br />

Uno degli aspetti prioritari, ad avviso<br />

di Intelisano, è quello di avere «qualche<br />

certezza scientifica in più»: per questo il<br />

pm è in attesa dei risultati della Com-<br />

Non rispondono al Gip<br />

i tre funzionari<br />

del ministero<br />

accusati di corruzione<br />

MILANO, 20.<br />

Non hanno risposto alle domande del<br />

Gip il vice prefetto Alberto Maddalena e<br />

il dirigente del Viminale Luigi Taviani,<br />

arrestati per corruzione con l’accusa di<br />

aver ricevuto regali e chiesto denaro per<br />

favorire la vendita in Italia di una pistola<br />

elettrica.<br />

I due sono stati interrogati nel carcere<br />

militare di Santa Maria Capua<br />

Vetere.<br />

Ha invece risposto solo ad alcune domande<br />

il terzo arrestato, Romano Celeste,<br />

anche lui dirigente del ministero, in<br />

carcere con le stesse accuse. Poi anche<br />

lui si è avvalso della facoltà di non rispondere.<br />

I tre saranno interrogati di nuovo, dal<br />

Pm, mercoledì prossimo.<br />

Per l’accusa, Maddalena e Taviani<br />

avrebbero ricevuto in regalo un viaggio<br />

negli Usa a spese della società rappresentata<br />

dall’italoamericano Fernando<br />

Cucchiella che aveva intenzione di immettere<br />

sul mercato italiano una pistola<br />

in grado di paralizzare un uomo con<br />

una scarica elettrica. I due avrebbero<br />

anche chiesto 750 milioni, per loro e per<br />

gli altri componenti della Commissione<br />

ministeriale che avrebbe dovuto autorizzare<br />

la vendita dell’arma.<br />

Per quanto riguarda le accuse, il difensore<br />

dei tre, avv. Taormina ritiene<br />

che «nessun atto d’ufficio è stato compiuto<br />

dagli indagati, Cucchiella non ha<br />

presentato alcuna domanda di commercializzazione»<br />

e la ditta dell'italoamericano<br />

«aveva tutti i diritti di vendere in Italia<br />

quella pistola».<br />

amministrativa, invece, deriva dall'impegno a<br />

pagare gli studi e la preparazione di alcuni<br />

giovani volontari locali in grado di coordinare<br />

e gestire le varie attività.<br />

Recentemente, due giovani eporediesi, Sole<br />

e Valeria, hanno trascorso un breve periodo<br />

a Barreiras collaborando al Centro de defesa<br />

da crianca e do adolescente, tenendo un<br />

corso di taglio alla casa di passagem.<br />

MARCO CARAMAGNA<br />

missione di esperti nominata dalla Difesa,<br />

ma ha già acquisito una copiosa documentazione<br />

scientifica, italiana e straniera,<br />

sui possibili rischi dell’uranio impoverito<br />

contenuto nei proiettili.<br />

Altro aspetto centrale dell’inchiesta —<br />

in cui non vi sono ancora indagati, né<br />

vengono formalizzate ipotesi di reato —<br />

è quello di stabilire quali regole di comportamento<br />

sono state date ai nostri soldati<br />

in Bosnia ed Erzegovina e in Kosovo,<br />

quale era il grado di conoscenza del<br />

rischio uranio da parte dei comandanti<br />

e, conseguentemente, se sono ad essi attribuibili<br />

dei comportamenti colposi.<br />

Nel corso dell’inchiesta il procuratore<br />

militare di Roma ha anche esaminato<br />

un esposto, presentato da un comitato<br />

internazionale di giuristi, in cui si ipotizzano<br />

crimini di guerra contro i vertici<br />

Nato per l’utilizzo di proiettili all’uranio<br />

impoverito: questa documentazione —<br />

secondo quanto si è appreso — sarebbe<br />

stata trasmessa per competenza alla procura<br />

del tribunale dell’Aja contro i crimini<br />

nella ex Jugoslavia, che è pronta<br />

ad aprire una propria indagine.<br />

Riguardo al plutonio, lo stesso ministro<br />

Mattarella giovedì aveva messo in<br />

guardia dai possibili rischi ad esso collegati,<br />

ma numerosi scienziati avevano<br />

lanciato l’allarme da tempo. La Nato ha<br />

ammesso che è possibile che vi siano<br />

delle tracce di plutonio nei proiettili all’uranio<br />

impoverito, aggiungendo però<br />

che la quantità è così ridotta da escludere<br />

ogni rischio per la salute. Nonostante<br />

le rassicurazioni, anche in Parlamento<br />

da più parti si chiede chiarezza su questo<br />

aspetto della vicenda.<br />

Traffico di droga<br />

a San Vittore:<br />

in nove rinviati<br />

a giudizio<br />

MILANO, 20.<br />

Nascondevano la droga anche nelle<br />

scatolette di carne o di tonno che poi<br />

venivano consegnate ai detenuti: per un<br />

traffico di stupefacenti all’interno del<br />

carcere milanese di San Vittore il Gip<br />

Aurelio Barazzetta ha rinviato a giudizio<br />

nove persone. Altre sei verranno giudicate<br />

con rito abbreviato il 28 febbraio.<br />

La vicenda, nella quale non sono<br />

coinvolti né agenti né graduati della polizia<br />

penitenziaria, l’anno scorso ha portato<br />

agli arresti cinque persone. Dalle indagini<br />

condotte dai pm Licia Scagliarini<br />

e Marco Ghezzi, lo spaccio di eroina,<br />

cocaina e hashish è avvenuto tra il ’97 e<br />

il 2000.<br />

In pratica tre dipendenti delle due imprese<br />

private che si sono succedute nella<br />

gestione del cosiddetto sopravvitto,<br />

un servizio interno per la vendita di generi<br />

alimentari ai carcerati, acquistavano<br />

all’esterno o ricevevano dai parenti<br />

dei detenuti la droga.<br />

Gli stupefacenti, nascosti addirittura<br />

all’interno di scatole, scatolette e buste<br />

entravano a San Vittore e venivano recapitati<br />

dai cosiddetti spesini (detenuti è<br />

incaricati di distribuire il cibo proveniente<br />

dal sopravvitto nei vari raggi) ai carcerati.<br />

In cambio i tre ricevevano denaro, sigarette<br />

o un terzo dello stupefacente introdotto<br />

che ridestinavano allo spaccio<br />

nel carcere.<br />

Al centro del traffico, tra gli altri, c’è<br />

anche un infermiere che in cambio di<br />

catenine, orologi e denaro, spacciava<br />

non droga ma psicofarmaci.<br />

Napoli: per gioco sparano ai passanti<br />

NAPOLI — Tre giovani, tra cui un minorenne, sono stati denunciati sabato<br />

dai carabinieri per aver ferito un passante con due piombini esplosi da un<br />

fucile ad aria compressa. I tre, usciti in auto, avevano cominciato a sparare<br />

per gioco contro i cartelloni pubblicitari, prendendo poi di mira un 37enne<br />

che passeggiava per le strade del quartiere Vomero. Il passante è stato ferito<br />

solo lievemente alla gamba sinistra. I tre sono un idraulico di 20 anni,<br />

un pasticciere della stessa età e uno studente sedicenne.<br />

Minorenni rapinavano coetanei al luna park<br />

CASERTA — Cinque ragazzi, di età compresa tra i 14 ed i 16 anni, sono<br />

stati arrestati dai carabinieri a Casagiove, con l’accusa di concorso in rapina<br />

aggravata. I cinque si sarebbero resi responsabili, nel luna park di Casagiove,<br />

di una serie di aggressioni ai danni di coetanei, ai quali avrebbero<br />

portato via piccole somme di denaro. Ai minorenni sono state notificate ordinanze<br />

di misura cautelare di permanenza a casa da parte della procura<br />

presso il tribunale per i minorenni di Napoli.


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Anno CXLI - N. 17 (42.655) CITTÀ DEL VATICANO Lunedì-Martedì 22-23 Gennaio 2001<br />

ANNUNCIATO ALL'ANGELUS DOMINI, A POCHI GIORNI DALLA CHIUSURA DEL GRANDE GIUBILEO DEL 2000<br />

SI CELEBRERÀ IL 21 FEBBRAIO, VIGILIA DELLA FESTA DELLA CATTEDRA DI SAN PIETRO<br />

Giovanni Paolo II terrà un Concistoro<br />

Ordinario Pubblico<br />

per la nomina di trentasette nuovi Cardinali<br />

“<br />

Carissimi Fratelli e Sorelle!<br />

1. S i sta celebrando in tutto il<br />

mondo la Settimana di preghiera per l'unità<br />

dei cristiani, che ha quest'anno come<br />

tema le parole di Cristo: «Io sono la<br />

via, la verità e la vita». Essa si concluderà<br />

con la solenne celebrazione ecumenica,<br />

che avrò la gioia di presiedere nella<br />

Basilica di San Paolo fuori le Mura giovedì<br />

prossimo, 25 gennaio, alle ore 11.<br />

Quest'anno essa riveste un valore singolare,<br />

perché si svolge a pochi giorni dalla<br />

conclusione del Grande Giubileo, durante<br />

il quale abbiamo professato con gioia<br />

sempre nuova che Cristo è l'unico Salvatore<br />

del mondo «ieri, oggi e sempre».<br />

La ricerca dell'unità costituisce uno<br />

dei compiti più impegnativi a cui i discepoli<br />

di Cristo sono chiamati all'inizio del<br />

nuovo millennio. È in questa prospettiva<br />

di fede che andiamo incontro al futuro.<br />

Ci conceda il Signore la forza inesauribile<br />

del suo Spirito capace di sorprese<br />

sempre nuove!<br />

2. H o ora la gioia di annunciare<br />

che il 21 febbraio prossimo, vigilia della<br />

festa della Cattedra di San Pietro,<br />

terrò un Concistoro nel quale, derogando<br />

ancora una volta al limite numerico<br />

stabilito dal Papa Paolo VI e da me<br />

confermato nella Costituzione Apostolica<br />

Universi dominici gregis (cfr n. 33),<br />

nominerò trentasette nuovi Cardinali.<br />

Ecco i loro nomi:<br />

1. Mons. GIOVANNI BATTISTA RE,<br />

Arcivescovo tit. di Vescovío, Prefetto della<br />

Congregazione per i Vescovi;<br />

2. Mons. FRANÇOIS XAVIER NGU-<br />

YÊN VAN THUÂN, Arcivescovo tit. di<br />

Vadesi, Presidente del Pontificio Consiglio<br />

della Giustizia e della Pace;<br />

3. Mons. AGOSTINO CACCIAVIL-<br />

LAN, Arcivescovo tit. di Amiterno, Presidente<br />

dell'Amministrazione del Patrimonio<br />

della Sede Apostolica;<br />

4. Mons. SERGIO SEBASTIANI, Arcivescovo<br />

tit. di Cesarea di Mauritania,<br />

Presidente della Prefettura degli Affari<br />

Economici della Santa Sede;<br />

5. Mons. ZENON GROCHOLE-<br />

WSKI, Arcivescovo tit. di Agropoli, Prefetto<br />

della Congregazione per l'Educazione<br />

Cattolica;<br />

6. Mons. JOSÉ SARAIVA MARTINS,<br />

C.M.F., Arcivescovo tit. di Tuburnica,<br />

Prefetto della Congregazione delle Cause<br />

dei Santi;<br />

7. Mons. CRESCENZIO SEPE, Arcivescovo<br />

tit. di Grado, Segretario Generale<br />

del Comitato del Grande Giubileo;<br />

8. Mons. JORGE MARIA MEJÍA, Arcivescovo<br />

tit. di Apollonia, Archivista e<br />

Bibliotecario di Santa Romana Chiesa;<br />

Udienza alle Suore<br />

Agostiniane Serve<br />

di Gesù e Maria<br />

Giovanni Paolo II ha invitato la<br />

Congregazione delle Suore Agostiniane<br />

Serve di Gesù e Maria a seguire<br />

sempre il grande esempio<br />

lasciato dalla Fondatrice, Madre<br />

Maria Teresa Spinelli. È questa la<br />

consegna affidata dal Santo Padre<br />

alle religiose ricevute in udienza,<br />

nella mattina di lunedì 22 gennaio,<br />

nella Sala dei Papi, a conclusione<br />

delle celebrazioni per il<br />

150° anniversario della morte della<br />

Fondatrice.<br />

Pagina 4<br />

«I nuovi Porporati provengono da varie parti del mondo.<br />

Nella loro schiera ben si rispecchia l'universalità della Chiesa<br />

con la molteplicità dei suoi ministeri: accanto<br />

a Presuli benemeriti per il servizio reso alla Santa Sede, vi sono<br />

Pastori che spendono le loro energie a diretto contatto con i fedeli.<br />

Ho inoltre l'intenzione di annunziare prossimamente<br />

i nomi dei Cardinali che ho riservato “in pectore”.<br />

Altre persone vi sarebbero, a me molto care, che per la loro dedizione<br />

al servizio del Popolo di Dio ben meriterebbero<br />

di essere elevate alla dignità cardinalizia.<br />

Sperodiavereinfuturol'opportunitàditestimoniare,ancheinquestomodo,<br />

ad esse ed ai Paesi a cui appartengono la mia stima ed il mio affetto»<br />

9. S.B. IGNACE MOUSSA I DA-<br />

OUD, Prefetto della Congregazione per le<br />

Chiese Orientali;<br />

10. Mons. MARIO FRANCESCO<br />

POMPEDDA, Arcivescovo tit. di Bisarcio,<br />

Prefetto del Supremo Tribunale della<br />

Segnatura Apostolica;<br />

11. Mons. WALTER KASPER, Vescovo<br />

emerito di Rottenburg-Stuttgart, Segretario<br />

del Pontificio Consiglio per la<br />

Promozione dell'Unità dei Cristiani;<br />

12. Mons. ANTONIO JOSÉ GONZÁ-<br />

LEZ ZUMÁRRAGA, Arcivescovo di Quito<br />

(Ecuador);<br />

13. Mons. IVAN DIAS, Arcivescovo di<br />

Bombay (India);<br />

14. Mons. GERALDO MAJELLA<br />

AGNELO, Arcivescovo di São Salvador<br />

da Bahia (Brasile);<br />

Le Credenziali del nuovo Ambasciatore<br />

della Repubblica Islamica dell'Iran<br />

La Santa Sede conta sul<br />

sostegno delle autorità dell'Iran<br />

affinché ai cattolici<br />

sia assicurata la libertà di<br />

professare la fede e di continuare<br />

ad essere parte della<br />

ricca vita culturale della<br />

Nazione. Lo sottolinea Giovanni<br />

Paolo II nel discorso<br />

al nuovo Ambasciatore della<br />

Repubblica Islamica dell'Iran<br />

presso la Santa Sede,<br />

S.E. il Signor Mostafa Borujerdi,<br />

il quale, nella mattina<br />

di lunedì 22 gennaio, ha<br />

presentato le Lettere Credenziali<br />

con cui viene accreditato<br />

nell'alto ufficio.<br />

Pagina 5<br />

15. Mons.PEDRO RUBIANO SÁENZ,<br />

Arcivescovo di Bogotá (Colombia);<br />

16. Mons. THEODORE EDGAR Mc-<br />

CARRICK, Arcivescovo di Washington<br />

(Stati Uniti d'America);<br />

17. Mons. DESMOND CONNELL, Arcivescovo<br />

di Dublin (Irlanda);<br />

18. Mons. AUDRYS JUO-<br />

ZAS BAČKIS, Arcivescovo di<br />

Vilnius (Lituania);<br />

19. Mons. FRANCISCO JA-<br />

VIER ERRÁZURIZ OSSA,<br />

Arcivescovo di Santiago de<br />

Chile (Cile);<br />

20. Mons. OSCAR AN-<br />

DRÉS RODRÍGUEZ MARA-<br />

DIAGA, S.D.B., Arcivescovo<br />

di Tegucigalpa (Honduras);<br />

Il Santo Padre ha ricevuto oggi in<br />

udienza Sua Eminenza Reverendissima<br />

il Signor Cardinale Roger Etchegaray,<br />

Presidente del Comitato e<br />

del Consiglio di Presidenza del<br />

Grande Giubileo dell'Anno 2000,<br />

con Sua Eccellenza Reverendissima<br />

Monsignor Crescenzio Sepe, Arcivescovo<br />

titolare di Grado, Segretario<br />

Generale dei medesimi Comitato e<br />

Consiglio di Presidenza.<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha ricevuto questa<br />

mattina in udienza:<br />

Sua Eminenza Reverendissima il<br />

Signor Cardinale Angel Suquía Goi-<br />

21. Mons. BERNARD AGRÉ, Arcivescovo<br />

di Abidjan (Costa d'Avorio);<br />

22. Mons. LOUIS-MARIE BILLÉ, Arcivescovo<br />

di Lyon (Francia);<br />

23. Mons. IGNACIO ANTONIO VE-<br />

LASCO GARCÍA, S.D.B., Arcivescovo di<br />

Caracas (Venezuela);<br />

coechea, Arcivescovo emerito di<br />

Madrid (Spagna);<br />

Sua Beatitudine Ignace Moussa I<br />

Daoud, Patriarca emerito di Antiochia<br />

dei Siri, Prefetto della Congregazione<br />

per le Chiese Orientali.<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha ricevuto in<br />

udienza nel pomeriggio di sabato 20<br />

Sua Eccellenza Reverendissima<br />

Monsignor Giovanni Battista Re, Arcivescovo<br />

titolare di Vescovìo, Prefetto<br />

della Congregazione per i Vescovi.<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha ricevuto oggi in<br />

24. Mons. JUAN LUIS CIPRIANI<br />

THORNE, Arcivescovo di Lima (Perú);<br />

25. Mons.FRANCISCOALVAREZMAR-<br />

TÍNEZ, Arcivescovo di Toledo (Spagna);<br />

26. Mons. CLAUDIO HUMMES,<br />

O.F.M., Arcivescovo di São Paulo (Brasile);<br />

27. Mons. VARKEY VITHAYATHIL,<br />

C.SS.R., Arcivescovo Maggiore di Ernakulam-Angamaly<br />

dei Siro-Malabaresi<br />

(India);<br />

28. Mons. JORGE MARIO BERGO-<br />

GLIO, S.I., Arcivescovo di Buenos Aires<br />

(Argentina);<br />

29. Mons. JOSÉ DA CRUZ POLICAR-<br />

PO, Patriarca di Lisboa (Portogallo);<br />

30. Mons. SEVERINO POLETTO, Arcivescovo<br />

di Torino (Italia);<br />

31. Mons. CORMAC MURPHY-<br />

O'CONNOR, Arcivescovo di Westminster<br />

(Gran Bretagna);<br />

32. Mons. EDWARD MICHAEL<br />

EGAN, Arcivescovo di New York (Stati<br />

Uniti d'America).<br />

Desidero inoltre elevare alla dignità<br />

cardinalizia due venerati Presuli e tre<br />

benemeriti ecclesiastici, particolarmente<br />

meritevoli per il loro impegno al servizio<br />

della Chiesa. Essi sono:<br />

1. S.B. STÉPHANOS II GHATTAS,<br />

C.M.,Patriarca di Alessandria dei Copti;<br />

2. Mons. JEAN HONORÉ, Arcivescovo<br />

emerito di Tours;<br />

3. P. ROBERTO TUCCI, S.I., Presidente<br />

del Comitato di Gestione della Radio<br />

Vaticana;<br />

4. Mons. LEO SCHEFFCZYK, dell'Arcidiocesi<br />

di München und Freising;<br />

5. P. AVERY DULLES, S.I., Professore<br />

emerito nella Fordham University di<br />

New York.<br />

I nuovi Porporati provengono da varie<br />

parti del mondo. Nella loro schiera<br />

ben si rispecchia l'universalità della<br />

Chiesa con la molteplicità dei suoi ministeri:<br />

accanto a Presuli benemeriti<br />

per il servizio reso alla Santa Sede, vi<br />

sono Pastori che spendono le loro energie<br />

a diretto contatto con i fedeli. Ho<br />

inoltre l'intenzione di annunziare prossimamente<br />

i nomi dei Cardinali che ho<br />

riservato «in pectore». Altre persone vi<br />

sarebbero, a me molto care, che per la<br />

loro dedizione al servizio del Popolo di<br />

Dio ben meriterebbero di essere elevate<br />

alla dignità cardinalizia. Spero di avere<br />

in futuro l'opportunità di testimoniare,<br />

anche in questo modo, ad esse ed ai<br />

Paesi a cui appartengono la mia stima<br />

ed il mio affetto.<br />

3. A ffidiamo i nuovi eletti alla protezione<br />

di Maria Santissima, chiedendo-<br />

Le di assisterli nelle rispettive mansioni,<br />

affinché sappiano testimoniare con coraggio<br />

in ogni circostanza il loro amore<br />

per Cristo e per la Chiesa.<br />

(Angelus Domini, Domenica 21 gennaio)”<br />

NOSTRE INFORMAZIONI<br />

udienza Sua Eccellenza Reverendissima<br />

Monsignor Juliusz Paetz, Arcivescovo<br />

di Poznań (Polonia).<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha ricevuto questa<br />

mattina in udienza Sua Eccellenza il<br />

Signor Gustav Ortner, Ambasciatore<br />

d'Austria, in visita di congedo.<br />

. .<br />

Provvista<br />

di Chiesa<br />

Il Santo Padre ha nominato Vescovo<br />

di Tulle (Francia) il Reverendo<br />

Monsignor Bernard Charrier, finora<br />

Vicario Generale di Nantes.


DAL MONDO<br />

MARIO AGNES<br />

Direttore responsabile<br />

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«L'OSSERVATORE ROMANO»<br />

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2 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Lunedì-Martedì 22-23 Gennaio 2001<br />

CONAKRY — Il Programma alimentare<br />

mondiale (Pam) dell'Onu ha lanciato un<br />

appello alla comunità internazionale per i<br />

profughi e gli sfollati di guerra in Guinea.<br />

Dal settembre scorso, infatti, nel Sud di<br />

questo Paese dell'Africa Occidentale si<br />

susseguono scorrerie di bande armate irregolari<br />

provenienti dalla Liberia e dalla<br />

Sierra Leone. I combattimenti, che hanno<br />

provocato oltre 700 morti, impediscono al<br />

Pam di assistere centinaia di migliaia di<br />

profughi liberiani e sierraleonesi insediati<br />

MEDIO ORIENTE Nuove violenze a Gerusalemme e nei Territori palestinesi<br />

Cominciati in Egitto<br />

i negoziati ad oltranza<br />

IL CAIRO, 22.<br />

Le delegazioni di negoziatori di Israele<br />

e dell'Autorità Palestinese (Ap) hanno<br />

cominciato questa mattina la seconda<br />

sessione di negoziati ad oltranza a Taba,<br />

sulla sponda egiziana del Mar Rosso.<br />

Ieri notte, a conclusione della prima<br />

tornata di colloqui, le due delegazioni<br />

non hanno rilasciato dichiarazioni sull'andamento<br />

delle trattative. L’ufficio del<br />

Primo Ministro israeliano, Ehud Barak,<br />

ha comunque emesso un comunicato<br />

nel quale ha reso noto che si sono formate<br />

due commissioni. La prima sta affrontando<br />

le questioni relative alla definizione<br />

dei confini, alla sovranità su Gerusalemme<br />

e alla sicurezza, l’altra si occupa<br />

del ritorno dei profughi palestinesi<br />

del 1948.<br />

Secondo le previsioni, le trattative si<br />

protrarranno per sette o dieci giorni in<br />

un clima di grande discrezione. In caso<br />

di assoluta necessità saranno convocati<br />

al tavolo dei colloqui il Presidente dell'Ap,<br />

Yasser Arafat, e Barak.<br />

Per il Premier, in forte svantaggio nei<br />

confronti del leader della destra Ariel<br />

Sharon nei sondaggi elettorali in vista<br />

delle consultazioni del 6 febbraio prossimo,<br />

i negoziati rappresentano una buona<br />

occasione per ribaltare la situazione.<br />

Ieri il leader laburista ha confermato la<br />

volontà di portare avanti le trattative fino<br />

all'ultimo giorno del suo mandato.<br />

Barak ha però dettato alcune condizioni<br />

irrinunciabili. Da una parte il Premier<br />

non ha intenzione di concedere all'Ap il<br />

«diritto al ritorno» ai profughi e la sovranità<br />

sulla Spianata delle Moschee di<br />

Gerusalemme, dall'altra è deciso a garantire<br />

negli accordi definitivi la presenza<br />

in Cisgiordania dell’80 per cento dei<br />

coloni che vi abitano al momento.<br />

Sharon ha però avvertito i negoziatori<br />

di Taba, che nel caso venisse eletto Premier<br />

non si sentirebbe vincolato da<br />

un'intesa aggiunta in questi giorni. «Il<br />

Likud — ha detto — onora soltanto accordi<br />

internazionali ratificati dalla<br />

“Knesset”, e in Parlamento la politica di<br />

Barak non ha una maggioranza».<br />

Guinea: appello del Pam per i profughi e gli sfollati<br />

nella regione meridionale a ridosso delle<br />

frontiere con i Paesi di origine. A questa<br />

moltitudine di bisognosi si sono aggiunti<br />

150 mila abitanti del posto, che hanno abbandonato<br />

case e villaggi, fuggendo verso<br />

Nord in cerca di scampo. Infine, le incursioni<br />

armate dall'esterno stanno suscitando<br />

nella popolazione locale un pericoloso<br />

sentimento di ostilità nei confronti dei pro-<br />

Filippine: procedimenti giudiziari<br />

avviati contro Joseph Estrada<br />

MANILA, 22.<br />

«Una vittoria della democrazia». Così il Segretario Generale<br />

delle Nazioni Unite, Kofi Annan, ha commentato i recenti<br />

avvenimenti che nelle Filippine hanno portato alle dimissioni<br />

di Joseph Estrada dalla carica di Presidente e alla<br />

sua sostituzione da parte di Gloria Arroyo. Fonti ufficiali<br />

hanno nel frattempo reso noto che procedimenti giudiziari<br />

sono stati già intrapresi contro Estrada. Sotto la supervisione<br />

del procuratore Aniano Desierto, è stato costituito un<br />

gruppo di cinque persone che condurranno l’inchiesta sul<br />

«saccheggio economico» — reato punibile nelle Filippine<br />

con la pena di morte — di cui è accusato l'ex Presidente.<br />

Le altre accuse mossegli sono di spergiuro e di corruzione.<br />

Che Estrada sarebbe stato sottoposto a indagini e, nel ca-<br />

EX ZAIRE Vertice tra Angola, Namibia e Zimbabwe<br />

I tre Paesi alleati auspicano<br />

l'inizio di un dialogo di pace<br />

KINSHASA, 22.<br />

Situazione politico-militare fluida nella<br />

Repubblica Democratica del Congo<br />

(Rdc, ex Zaire) dopo l'uccisione, la settimana<br />

scorsa, del Presidente Laurent-Désiré<br />

Kabila. Domani, dopo i funerali di<br />

Stato a Kinshasa, il generale Joseph Kabila,<br />

figlio della vittima, dovrebbe assumere<br />

la carica di Presidente. Al riguardo,<br />

l'ambasciatore congolese a Bruxelles,<br />

Albert Kisonga, ha detto ieri di ritenere<br />

che si tratti di una «soluzione provvisoria».<br />

Joseph Kabila verrebbe messo<br />

alla guida del Paese «non soltanto per<br />

evitare un vuoto di potere, ma per superare<br />

nel modo migliore possibile questa<br />

fase di transizione».<br />

Angola, Namibia e Zimbabwe, alleati<br />

di Kabila nella guerra in corso dal 1998<br />

nell'ex Zaire, hanno annunciato che<br />

manterranno le rispettive truppe nell'ex<br />

Zaire; al tempo stesso hanno lanciato un<br />

appello a tutte le parti belligeranti ad avviare<br />

un dialogo di pace. Com'è noto,<br />

sul fronte opposto sono schierati tre movimenti<br />

ribelli al Governo di Kinshasa e<br />

il Rwanda e l'Uganda che li appoggiano<br />

militarmente. Ieri, al termine di un vertice<br />

tenuto a Luanda, i Presidenti del-<br />

l'Angola, José Eduardo dos Santos, della<br />

Namibia, San Nujoma, e dello Zimbabwe,<br />

Robert Mugabe, hanno anche invitato<br />

la coalizione nemica a non effettuare<br />

movimenti di truppe che alterino l'esistente<br />

equilibrio militare. Il proposto<br />

dialogo dovrebbe avvenire nel quadro<br />

dell'accordo di pace di Lusaka (Zambia),<br />

concluso nell'estate del 1999 ma rimasto<br />

di fatto lettera morta. Secondo<br />

notizie ufficiose, il Governo di Kinshasa<br />

avrebbe compiuto un gesto distensivo<br />

invitando il Rwanda e l'Uganda ai funerali<br />

di Kabila.<br />

Ieri, intanto, un gruppo militare congolese,<br />

che si definisce «consiglio nazionale<br />

per la resistenza e la democrazia»<br />

(Cnrd), ha rivendicato l'attentato contro<br />

Kabila e ne ha indicato l'esecutore materiale<br />

nella guardia del corpo Kasereka<br />

Rachidi. Kabila sarebbe stato soppresso<br />

il giorno dopo che aveva fatto giustiziare<br />

47 «patrioti». Il Cnrd, si richiamerebbe<br />

a un antico compagno d'armi di Kabila,<br />

Kisase Ngadu, che lo aiutò a prendere<br />

il potere e poi scomparve misteriosamente.<br />

Sabato, intanto, una folla immensa ha<br />

partecipato a un servizio funebre per<br />

Kabila a Lubumbashi, capoluogo della<br />

regione sud-orientale del Katanga in cui<br />

era nato. Come già detto, i solenni funerali<br />

di Stato sono in programma domani<br />

nella capitale.<br />

Fonti di organizzazioni umanitarie riferiscono<br />

che tra le 150 e le 250 persone<br />

sono rimaste uccise a Bunia (nord-est)<br />

nella battaglia tra due tribù rivali in cui<br />

è rimasto coinvolto anche l'esercito<br />

ugandese che controlla la regione.<br />

La situazione rimane dunque particolarmente<br />

difficile, mentre non si placano<br />

le violenze che dal 28 settembre scorso<br />

hanno causato non meno di trecentonovanta<br />

morti, in maggioranza palestinesi.<br />

Stamani un soldato israeliano è rimasto<br />

gravemente ferito nell’esplosione di una<br />

bomba nell’insediamento ebraico di Netzarim,<br />

nella «Striscia di Gaza». Lo ha<br />

annunciato un portavoce militare. Un<br />

ragazzo israeliano è stato inoltre accoltellato<br />

ieri sera nell'insediamento di Nevè<br />

Yaakov, alla periferia Nord-orientale<br />

di Gerusalemme.<br />

fughi, espatriati negli ultimi dieci anni per<br />

ragioni di sicurezza.<br />

Il Pam assiste attualmente 85 mila profughi,<br />

in maggioranza sierraleonesi, e 50<br />

mila sfollati guineani. Ma il rappresentante<br />

dell'agenzia dell'Onu a Conakry, Ardag<br />

Meghdessian, ha avvertito che le scorte di<br />

viveri disponibili si esauriranno alla fine<br />

di marzo. Il Pam sollecita pertanto nuovi<br />

finanziamenti da parte dei cosiddetti «do-<br />

STATI UNITI Nel discorso pronunciato a Washington<br />

Il Presidente Bush richiama<br />

al valore dell'unità<br />

WASHINGTON, 22.<br />

È iniziata con un momento di preghiera<br />

la prima domenica di George W.<br />

Bush come 43° Presidente degli Stati<br />

Uniti. Nella cattedrale episcopale di Washington,<br />

Bush ha partecipato ad una<br />

celebrazione interreligiosa guidata tra gli<br />

altri dall'Arcivescovo di Washington,<br />

Theodore Edgar McCarrick.<br />

Sabato, subito dopo il giuramento,<br />

Bush ha aperto la sua Presidenza con<br />

un discorso d’insediamento improntato<br />

al tema della riconciliazione. «Le nostre<br />

so, processato era stato preannunciato dalla Arroyo non<br />

appena assunto la carica di Capo dello Stato. Il Capo della<br />

polizia, generale Panfilo Lacson, accusato a più riprese dalle<br />

opposizioni di violazioni dei diritti umani durante il regime<br />

Estrada, si è nel frattempo dimesso ieri dall’incarico.<br />

Lo hanno annunciato fonti della Presidenza — riprese dall'agenzia<br />

«Ansa» — precisando che Gloria Arroyo ha accettato<br />

le dimissioni. Il primo atto della nuova Presidente è<br />

stato oggi la decisione di aprire nuove trattative con i ribelli<br />

musulmani che alimentano una guerra separatista nel<br />

Sud dell'arcipelago. Renato De Villa, nominato stamane<br />

«segretario esecutivo» del nuovo Governo, ha dichiarato<br />

che gruppi di negoziatori sono stati costituiti per riprendere<br />

il dialogo con il Fronte Moro di liberazione islamico.<br />

ECUADOR In seguito al naufragio della petroliera<br />

Galapagos: febbrili sforzi<br />

per contenere l'inquinamento<br />

QUITO, 22.<br />

Il Governo dell’Ecuador ha proclamato<br />

ieri ufficialmente lo «stato di emergenza<br />

ecologica» nelle isole Galapagos<br />

— dichiarate dall'Unesco patrimonio<br />

dell'umanità» — e minacciate da gigantesche<br />

chiazze di carburante fuoriuscito<br />

dalle stive della petroliera «Jessica», arenatasi<br />

nei giorni scorsi al largo dell’isola<br />

San Cristobal. In mare, si stanno riversando<br />

600.000 litri di nafta e di bunker.<br />

Quest'ultimo è una miscela per motori<br />

diesel marini considerata pericolosissima<br />

per l’ambiente e difficile da dissolvere,<br />

anche perché galleggia per qualche ora<br />

e poi affonda, attaccando alghe e altre<br />

specie acquatiche. Chiazze oleose hanno<br />

raggiunto spiagge delle isole San Cristobal<br />

e Santa Fe ed altre minacciano Plaza<br />

ed Espanola. Una ventina fra leoni marini,<br />

albatros, pellicani e sule dai piedi<br />

blu, uccelli tipici dell'arcipelago, hanno<br />

già subito gli effetti della «marea nera» e<br />

sono stati portati a San Cristobal per essere<br />

ripuliti e salvati. L'inquinamento<br />

non ha invece ancora raggiunto le spiagge<br />

dove vivono le testuggini marine che<br />

danno il nome all'arcipelago.<br />

Un comunicato del Presidente ecuadoriano<br />

Gustavo Noboa ammette le dimensioni<br />

della catastrofe ecologica —<br />

sulle quali dopo le prime notizie del<br />

naufragio il Governo di Quito aveva in<br />

parte minimizzato — e parla di una<br />

«marea nera» fra i 100 e i 130 chilometri<br />

quadrati di estensione. Noboa ha indetto<br />

per oggi una riunione speciale del Governo<br />

ed ha annunciato la convocazione<br />

con urgenza da varie parti del mondo di<br />

dieci scienziati ambientali per coordina-<br />

Costa Rica: terremoto<br />

nelle regioni del Centro-Sud<br />

SAN JOSÉ, 22.<br />

Un terremoto di magnitudo 4,3 sulla<br />

scala Richter è stato avvertito sabato nel<br />

Centro e nel Sud del Costarica. Lo ha<br />

reso noto il locale osservatorio di vulcanologia<br />

e sismologia (Ovsicori) senza<br />

precisare se vi siano state vittime e danni<br />

ma limitandosi a precisare che la<br />

scossa è stata avvertita alle 15.43 locali,<br />

le 22.43 italiane, e che il suo epicentro è<br />

stato localizzato a circa 60 chilometri a<br />

Sud della città di Quepos (a 210 chilometri<br />

dalla capitale).<br />

Una intensa attività sismica viene attualmente<br />

registrata nell'America centrale.<br />

Il 13 gennaio scorso, un forte terremoto<br />

(magnitudo 7,6-7,9 sulla scala Richter)<br />

ha colpito il Salvador causando<br />

— secondo il bilancio ufficiale più recente<br />

diffuso dalle autorità — 704 morti,<br />

3.800 feriti e 750.000 sinistrati. Il precedente<br />

bilancio del devastante terremoto<br />

parlava di 697 morti, di 3.440 feriti, di<br />

54.000 senza tetto, di 500.000 sinistrati e<br />

di 160.598 abitazioni distrutte. Il terremoto<br />

che ha colpito il Salvador è stato<br />

il più forte registrato negli ultimi 20 anni<br />

in America centrale. In una settimana<br />

si sono inoltre registrate 1089 scosse di<br />

replica, anche se di scarsa intensità. E<br />

ad oltre una settimana dal violento sisma<br />

del 13 gennaio, la terra ha continuato<br />

a tremare a causa delle continue<br />

scosse di assestamento. L’ultima, di una<br />

magnitudo di 3,4 gradi sulla scala Richter,<br />

è stata registrata ieri mattina alle<br />

6.45 (le 13.45 in Italia). Gli esperti non<br />

si sono pronunciati circa l'ipotesi che il<br />

terremoto che ha colpito il Costa Rica<br />

sia da mettere in relazione con il sisma<br />

che ha devastato il Salvador. Alcune<br />

fonti, tuttavia, parlando in una fenomenologia<br />

tellurica allargata all'intera area<br />

Centro-americana.<br />

La maggior parte delle vittime nel Salvador<br />

si sono verificate in due località<br />

sepolte dalle frane provocate dal sisma.<br />

In una in particolare — il quartiere di<br />

Las Colinas, nella città di Santa Tecla —<br />

centinaia di abitazioni sono state letteralmente<br />

inghiottite da un'enorme massa<br />

di terra e di detriti staccatasi da<br />

un'altura. Mentre i cadaveri recuperati<br />

dalle squadre di soccorso sono stati solo<br />

poche decine, centinaia sono le persone<br />

che tuttora mancano all'appello e che<br />

vengono annoverate nel numero dei dispersi,<br />

non riportato dai bilanci ufficiali<br />

delle vittime.<br />

La petroliera arenata<br />

re un piano di difesa e di recupero delle<br />

zone faunistiche minacciate dalla «marea<br />

nera». I primi ad arrivare nell'arcipelago<br />

sono stati i tecnici della «Strike<br />

Force» degli Stati Uniti, la struttura della<br />

guardia costiera specializzata nei disastri<br />

ambientali.<br />

Da parte sua, il Ministro dell’ambiente<br />

Rodolfo Rendon ha detto che forti<br />

onde hanno aperto altri squarci nello<br />

scafo della petroliera, che è inclinata sul<br />

fianco sinistro. A questo proposito il direttore<br />

della Marina mercantile ecuadoriana,<br />

Gonzalo Vega, ha chiesto di fare<br />

presto a prelevare il carburante rimasto<br />

nella «Jessica»: il mare mosso — una<br />

tempesta tropicale è annunciata nelle<br />

prossime ore — potrebbe infatti capovolgere<br />

o spezzare la nave, aggravando<br />

ancor più la situazione.<br />

India: sei morti<br />

in attentati<br />

nel Kashmir<br />

NUOVA DELHI, 22.<br />

Non meno di sei persone sono morte<br />

e oltre sessanta sono rimaste ferite in<br />

una serie di attentati attribuiti ai militanti<br />

separatisti musulmani nel Kashmir<br />

indiano, dove Nuova Delhi ha proclamato<br />

una tregua unilaterale nella lotta contro<br />

la guerriglia.<br />

L’incidente più grave è avvenuto a<br />

Nord di Srinagar, dove una mina è<br />

esplosa al passaggio di un autobus. Un<br />

soldato e tre civili morti, mentre altre<br />

trentacinque persone sono rimaste ferite.<br />

A Pulwama, una cittadina a Sud di<br />

Srinagar, altre due persone sono state<br />

uccise e venti ferite dal lancio di una<br />

granata ad opera dei guerriglieri. A Jammu,<br />

la capitale d’inverno dello Stato di<br />

Jammu e Kashmir, sei persone sono rimaste<br />

ferite nell’esplosione di una bomba<br />

nascosta all'interno di un cassonetto<br />

dell'immondizia nel centro della città.<br />

Nessuna delle differenti organizzazioni<br />

che conducono una lotta separatista nel<br />

Kashmir ha rivendicato la paternità degli<br />

attentati. Negli ultimi dodici anni oltre<br />

trentaquattromila persone sono morte<br />

in scontri ed attentati nel Kashmir, il<br />

solo Stato dell’Unione indiana a maggioranza<br />

musulmana.<br />

differenze sono a volte così profonde<br />

che più che un Paese sembriamo condividere<br />

un continente — ha detto —. Mi<br />

impegno solennemente a lavorare per<br />

costruire una singola Nazione basata<br />

sulla giustizia e sulle pari opportunità<br />

per tutti». Il discorso di Bush — come<br />

segnala l'agenzia «Ansa» — è apparso<br />

chiaro nelle sue linee di fondo: un appello<br />

all’unità, alla civiltà, alla compassione<br />

ed al coraggio. Il Presidente ha<br />

evitato qualsiasi riferimento alla natura<br />

contestata della sua vittoria. Ha comunque<br />

ringraziato il suo avversario Al Gore<br />

«per una competizione condotta con<br />

energia e conclusa con garbo». Bush si<br />

è anche impegnato «a promuovere le<br />

mie convinzioni con civiltà, a servire il<br />

pubblico interesse con coraggio, a lottare<br />

per maggior giustizia e compassione»<br />

nel Paese.<br />

Il nuovo Presidente ha chiesto agli<br />

statunitensi un ruolo più attivo nei rapporti<br />

con l'amministrazione. «Vi chiedo<br />

di essere cittadini — ha detto — cittadini,<br />

non spettatori. Cittadini, non soggetti.<br />

Cittadini responsabili». Bush ha anche<br />

dichiarato di sapere benissimo che<br />

molte cose ancora non funzionano negli<br />

Usa: «scuole fallimentari, pregiudizi nascosti,<br />

possibilità limitate dalle circostanze<br />

della nascita». Il Presidente ha quindi<br />

elencato brevemente le linee guida della<br />

sua amministrazione, con l’istruzione e<br />

la previdenza sociale in primo piano.<br />

«Ridurremo le tasse per restituire dinamismo<br />

alla nostra economia», ha detto<br />

nella frase più applaudita dell’intero discorso,<br />

pronunciato sotto una pioggia<br />

leggera che ha ridotto la presenza del<br />

pubblico. Un altro applauso si è levato<br />

dalla folla quando Bush ha promesso di<br />

«rafforzare le difese». Sul fronte della<br />

politica estera il Presidente ha lanciato<br />

un ammonimento «ai nemici della libertà<br />

e del nostro Paese». «Gli Stati Uniti<br />

— ha assicurato — restano impegnati,<br />

dalla storia e per scelta, a dar vita ad un<br />

equilibrio di potere che favorisca la libertà.<br />

Difenderemo i nostri alleati e i<br />

nostri interessi. Mostreremo la nostra<br />

determinazione senza arroganza».<br />

..<br />

W<br />

La PROVINCIA ROMANA dei Padri<br />

Scolopi i fratelli P. ALDO e P. ALES-<br />

SANDRO con le SORELLE, i FRATEL-<br />

LI, i COGNATI e i NIPOTI annunciano<br />

la scomparsa di<br />

Padre<br />

VITTORIO TARQUINI Sch.P.<br />

Penitenziere Straordinario<br />

della Basilica Vaticana<br />

avvenuta il 20 gennaio 2001.<br />

Le esequie avranno luogo a Roma<br />

martedì 23 gennaio 2001 alle ore 15.30<br />

nella Basilica di S. Andrea delle Fratte.<br />

.<br />

W<br />

Munito dei conforti religiosi, dopo<br />

una lunga e laboriosa vita, è spirato il<br />

Prof. RUGGERO MARIA<br />

RUGGIERI<br />

per molti anni titolare della Cattedra di<br />

Filologia Romanza presso il Magistero<br />

Maria S.S. Assunta — LUMSA e la Facoltà<br />

di Lettere — Magistero dell'Università<br />

La Sapienza di Roma.<br />

Ne danno il doloroso ma sereno annuncio<br />

i figli CORRADO con FEDERI-<br />

CA, STEFANIA con ROMANO, LAURA,<br />

GIUSTINO, ROSALBA con ENZO ed i<br />

NIPOTI tutti.<br />

I funerali si svolgeranno a S. Andrea<br />

delle Fratte in Via Capo Le Case, martedì<br />

23 alle ore 10.30.<br />

Roma, 22 Gennaio 2001<br />

.<br />

Russia: ribelli ceceni<br />

attaccano un ospedale<br />

MOSCA — Cinque poliziotti della<br />

milizia cecena filo-russa e quattro<br />

civili sono stati uccisi durante un<br />

assalto condotto dai guerriglieri<br />

ceceni domenica contro un ospedale<br />

di Gudermes. Intanto, il Capo<br />

dei servizi di sicurezza russi<br />

(«Fsb», ex «Kgb») Nikolai Patruscev<br />

è stato nominato dal Presidente<br />

russo, Vladimir Putin, Capo<br />

dell’«operazione antiterrorismo» in<br />

Cecenia. Lo ha annunciato lunedì<br />

l’agenzia «Interfax». Il Presidente<br />

russo — nel corso di una riunione<br />

del Consiglio dei Ministri — ha anche<br />

deciso una riduzione delle<br />

truppe russe nella Repubblica federata<br />

del Caucaso.<br />

natori», vale a dire Paesi ricchi e organizzazioni<br />

come l'Unione Europea.<br />

Nelle operazioni di assistenza ai profughi<br />

e agli sfollati della Guinea si prodigano<br />

anche i volontari di «Medici del mondo»<br />

(Mdm), una organizzazione non governativa<br />

francese. Oltre 120 mila persone<br />

beneficiano di assistenza medica in tredici<br />

centri sanitari aperti nel Sud del Paese.<br />

Dieci giorni fa, Mdm ha inviato sul posto<br />

un'altra squadra di operatori sanitari formata<br />

da quindici elementi.<br />

..<br />

W<br />

Il Cardinale PRESIDENTE e il SE-<br />

GRETARIO GENERALE unitamente ai<br />

MEMBRI e ai COLLABORATORI del<br />

Comitato Centrale del Grande Giubileo<br />

dell'Anno 2000, esprimono sentite condoglianze<br />

al Dott. Angelo Scelzo, Coordinatore<br />

delle Pubblicazioni, per la dipartita<br />

della cara mamma<br />

Signora ANNA CASCONE<br />

Ved. SCELZO<br />

ed elevano preghiere di suffragio chiedendo<br />

al Signore della vita di accogliere<br />

la sua anima benedetta nella Gerusalemme<br />

celeste.<br />

.<br />

W<br />

I COLLABORATORI e i TRADUTTO-<br />

RI dell'Ufficio Comunicazione e Documentazione<br />

del Comitato Centrale del<br />

Grande Giubileo partecipano commossi<br />

al lutto che ha colpito il Direttore Dott.<br />

Angelo Scelzo per la improvvisa scomparsa<br />

della<br />

MAMMA<br />

e assicurano preghiere in suffragio per<br />

la sua anima.<br />

Partecipano al lutto:<br />

— S.E. Mons. COX<br />

— MARIA GABRIELLA BOSSA<br />

— SALVATORE PUNZO<br />

— SALVATORE PASSARELLO<br />

— ALESSANDRO BONUSO<br />

— GIOVANNA LEONE<br />

— LUIGI MAESTRI<br />

— MIRELLA TARANTO<br />

— FRANCA DI STEFANO<br />

— EMMA CUTINI<br />

— FRANCO RUMORI<br />

Città del Vaticano, 22 gennaio 2001<br />

.<br />

W<br />

Sua Eccellenza Mons. FRANCESCO<br />

SAVERIO TOPPI, Delegato Pontificio<br />

per il Santuario della Beata Vergine del<br />

Rosario di Pompei, e tutta la COMUNI-<br />

TÀ ECCLESIALE partecipano con fraterna<br />

amicizia al grave lutto che ha<br />

colpito il Dott. Angelo Scelzo, Sotto-Segretario<br />

del Pontificio Consiglio delle<br />

Comunicazioni Sociali, per la morte della<br />

madre<br />

Signora ANNA CASCONE<br />

Ved. SCELZO<br />

ed assicurano preghiere di suffragio.<br />

Pompei, 22 gennaio 2001<br />

.<br />

W<br />

Il Rev.do don PASQUALE MOCERI-<br />

NO partecipa con affetto fraterno al dolore<br />

del Dott. Angelo Scelzo e della sua<br />

famiglia per la perdita della cara madre<br />

Signora ANNA CASCONE<br />

Ved. SCELZO<br />

ed affida all'intercessione della Vergine<br />

del Rosario di Pompei, che la Signora<br />

Anna tanto amò durante la sua vita terrena,<br />

preghiere di suffragio.<br />

Pompei, 22 gennaio 2001<br />

.<br />

W<br />

La REDAZIONE e tutti i COLLABO-<br />

RATORI de «Il Rosario e la Nuova Pompei»<br />

partecipano con affetto al dolore<br />

del Direttore della Rivista Dott. Angelo<br />

Scelzo, per la perdita della cara madre<br />

Signora ANNA CASCONE<br />

Ved. SCELZO<br />

ed assicurano preghiere di suffragio.<br />

Pompei, 22 gennaio 2001<br />

.<br />

W<br />

L'OSSERVATORE ROMANO, in tutte<br />

le sue componenti, partecipa con amicizia<br />

al dolore di Angelo Scelzo per la<br />

morte della madre,<br />

Signora ANNA CASCONE<br />

Ved. SCELZO<br />

ed assicura preghiere di suffragio.<br />

.<br />

W<br />

MARIO AGNES partecipa nella preghiera<br />

al dolore di Angelo Scelzo e dei<br />

familiari per la morte della mamma<br />

Signora ANNA CASCONE<br />

Ved. SCELZO<br />

.<br />

Città del Vaticano, 22 gennaio 2001


ERZA T PAGINA .<br />

PAGINA<br />

3 .<br />

Riflessioni sul nucleo fondamentale della società<br />

Problemi educativi<br />

nella famiglia italiana<br />

FERDINANDO MONTUSCHI<br />

La famiglia italiana cambia e periodicamente<br />

ne abbiamo qualche nuova, aggiornata<br />

immagine attraverso le ricerche sociologiche,<br />

le statistiche relative alla vita coniugale,<br />

all'indice di natalità, ai nuovi profili familiari<br />

proposti per il riconoscimento sociale, compresa<br />

la proposta di matrimonio fra persone<br />

dello stesso sesso.<br />

La vita sociale italiana fonda la sue radici,<br />

per volontà dei costituenti, sulla famiglia come<br />

nucleo vivo che garantisce non solo la<br />

«continuità» ma anche la «qualità» del vivere<br />

sociale. Vale dunque la pena di chiedersi se<br />

questo continuo cambiamento vada nella direzione<br />

di migliorare realmente la qualità<br />

della famiglia e del tessuto sociale, e quali<br />

nuovi problemi ponga in termini educativi.<br />

Vi sono cambiamenti legati alla modificazione<br />

del contesto sociale, ma anche a una<br />

nuova cultura della famiglia e a comportamenti<br />

individuali che tendono ad interpretare<br />

questa istituzione in forme atipiche.<br />

Abbiamo assistito a cambiamenti radicali<br />

sul piano sociale: il superamento della famiglia<br />

patriarcale, l'introduzione di nuovi rapporti<br />

tra i coniugi a seguito dei loro nuovi<br />

impegni lavorativi extrafamiliari, il cambiamento<br />

dei ruoli interni alla famiglia con l'ingresso<br />

generalizzato della donna nel mondo<br />

del lavoro, fino a giungere alla emanazione<br />

di norme che solo qualche decennio fa sarebbero<br />

apparse paradossali e ridicole come<br />

quella che concede al padre il congedo «per<br />

allattamento».<br />

Questi cambiamenti sono del tutto fisiologici<br />

e «normali» perché seguono i cambiamenti<br />

sociali e sono volti a conservare la<br />

connotazione e le funzioni primarie della famiglia,<br />

senza escludere la responsabilità delle<br />

politiche sociali in proposito.<br />

Si tratta di cambiamenti che lasciano sconcertati<br />

solo quanti sono legati a modelli rigidi<br />

di comportamento e coltivano pregiudizi inutili<br />

rimanendo ancorati a modelli non essenziali<br />

nella convinzione che solo attraverso di<br />

essi si possa conservare il senso e il valore<br />

della famiglia.<br />

* * *<br />

Questi cambiamenti vanno comunque tenuti<br />

distinti da quelli che, anche se in modo<br />

meno appariscente, incidono su questa istituzione<br />

per modificarne alcuni fondamentali<br />

elementi e per introdurre un nuovo rapporto<br />

fra libertà e responsabilità dei coniugi nei<br />

confronti della famiglia che hanno deciso di<br />

far nascere e dello Stato che ha registrato<br />

questa loro volontà.<br />

Il concetto di famiglia implica, di per sé,<br />

la libera scelta dei «fondatori» ma, in quanto<br />

istituzione, esige anche un impegno e un dovere<br />

sociale a fronte del suo riconoscimento.<br />

I cambiamenti a cui assistiamo al presente<br />

sembrano maggiormente interessati e legati a<br />

questa seconda esigenza: la ricerca di una<br />

via d'uscita supplementare, di un maggior<br />

margine di libertà da parte dei coniugi a scapito<br />

del dovere istituzionale di garantire unità,<br />

continuità e stabilità alla famiglia.<br />

Una libertà che non intende esaurirsi in<br />

una scelta ma che pretende venga protratta<br />

e garantita per altre scelte più vantaggiose e<br />

gratificanti — non appena l'occasione si presenterà<br />

— secondo la logica economica degli<br />

«affari privati».<br />

La famiglia subisce così una trasformazione<br />

concettuale e comportamentale spinta<br />

non solo da condizionamenti sociali e dall'adattamento<br />

a nuove condizioni di vita collettiva,<br />

ma sollecitata soprattutto da dinamismi<br />

affettivi, da nuovi diritti individuali e da nuove<br />

motivazioni che, condivisi, fanno opinione,<br />

diventano «cultura» sulla famiglia e<br />

assumono la connotazione di fenomeni sociali<br />

che avanzano con la pretesa di conservare<br />

immutati i tradizionali vantaggi e i tradizionali<br />

riconoscimenti «istituzionali» riservati alla<br />

famiglia, così come viene definita dalla Costituzione<br />

italiana.<br />

Questo desiderio di libertà, accompagnato<br />

da una reinterpretazione del dovere istituzionale<br />

e sociale da parte dei coniugi, sembra la<br />

spinta più forte dell'attuale cambiamento e<br />

insieme il cuneo più pericoloso che si insinua<br />

nella concezione della famiglia per trasformarla<br />

in un bene di «facile consumo sociale»:<br />

in uno dei prodotti «usa e getta» del<br />

mercato sociale, ancor più appetibile perché<br />

sostenuto dalle leggi dello Stato.<br />

Lo Stato continua a riconoscere la famiglia<br />

come suo sostegno, la scuola continua a considerare<br />

la famiglia come il suo interlocutore<br />

insostituibile e la famiglia, unilateralmente,<br />

riduce la dimensione del suo impegno e la<br />

portata del suo dovere istituzionale.<br />

Il clima diffuso di venerazione di ogni forma<br />

di libertà e di vantaggio personale può<br />

spiegare — anche se non giustificare — questo<br />

avanzamento di sempre nuove pretese,<br />

anche se molte forme di libertà dichiarate<br />

non sono che espressioni di insicurezza, bisogno<br />

di rinviare scelte importanti, manifestazioni<br />

di paura nell'assumere impegni definitivi<br />

e responsabilità vincolanti.<br />

Ma quello che più sorprende nel sollecitare<br />

un radicale cambiamento di questa istituzione<br />

è la pretesa di conservare immutato il<br />

riconoscimento sociale e istituzionale della<br />

famiglia dopo averla parzialmente distorta e<br />

svuotata delle sue essenziali prerogative.<br />

Gli effetti di questo avanzamento delle pretese<br />

di libertà, a fronte di un rilevante sconto<br />

sulle responsabilità, porta non solo a chiedere<br />

il riconoscimento di matrimoni fra persone<br />

dello stesso sesso ma produce anche alcu-<br />

ni effetti che meritano attenzione: nove bambini<br />

su dieci in Italia nascono fuori dal matrimonio<br />

(il 40% negli USA), un matrimonio su<br />

cinque si rompe (negli USA uno su tre).<br />

Questi fenomeni non possono sorprendere<br />

e, date le premesse, finiranno per essere accettati<br />

come «normali» fino a che non si considererà<br />

la famiglia come una sorta di «salvadanaio<br />

educativo» della comunità da cui si<br />

può attingere solo in rapporto a quanto si è<br />

disposti ad immettere.<br />

Proprio per arricchire — o riarricchire —<br />

questo patrimonio vale la pena di riconsiderare<br />

alcuni specifici aspetti della vita di<br />

famiglia.<br />

* * *<br />

Innanzi tutto possiamo uscire da una visione<br />

totalmente pessimistica fondata solo su<br />

statistiche allarmanti. Comparativamente, la<br />

famiglia italiana «tiene» come rivelano le recenti<br />

indagini Censis. Ci sono poi almeno<br />

due dati pedagogicamente rilevanti che meritano<br />

considerazione.<br />

Il primo riguarda l'evoluzione largamente<br />

positiva del rapporto di coppia dove i coniugi<br />

— specie se sono entrambi impegnati in attività<br />

lavorative extrafamiliari — hanno saputo<br />

capirsi, reinterpretare il loro tradizionale ruolo<br />

all'interno della famiglia ed esprimere una<br />

solidarietà ed un aiuto reciproco che li ha<br />

portati a dare la precedenza alla qualità<br />

della relazione evitando di chiudersi in difesa<br />

dei tradizionali ruoli e delle tradizionali funzioni.<br />

La citata norma sul congedo concesso al<br />

padre per accudire i figli, in sostituzione della<br />

madre, ha interpretato e ratificato dei<br />

comportamenti positivi già in atto.<br />

Questa evoluzione non è priva di problemi<br />

e non è mancato chi si è affrettato a coniare<br />

il nuovo e svalutante attributo di «mammo»<br />

per il padre disponibile a collaborare con la<br />

moglie ed a sostenerla nelle sue maggiori difficoltà.<br />

Un'arguzia forse gratuita che comunque<br />

segnala la necessità di ridare al padre un suo<br />

ruolo, una sua autorevolezza dopo la perdita<br />

— anche giuridica — dell'autorità di «capo<br />

famiglia».<br />

Un secondo risultato pedagogicamente rilevante<br />

riguarda il nuovo rapporto genitori e<br />

figli: un rapporto attualmente meno conflittuale<br />

rispetto a qualche decennio fa, come<br />

tutte le ricerche italiane tendono a sottolineare.<br />

Siamo in presenza di una famiglia «affettiva<br />

e non più normativa», come sostiene G.<br />

Charmet (I nuovi adolescenti), dove si obbedisce<br />

per amore e non per timore.<br />

Anche su questo punto l'educazione familiare<br />

richiede vigilanza e consapevolezza: i<br />

genitori non possono diventare semplicemente<br />

gli «amici» adulti dei figli per una loro migliore<br />

e più facile esperienza di vita, ed anche<br />

per una (anche se non dichiarata) più<br />

tranquilla gestione della vita di famiglia da<br />

parte dei genitori.<br />

I figli possono trovare altrove gli «amici»,<br />

ma in nessun altro luogo potranno trovare<br />

dei «veri» genitori. I «figli unici sindacalizzati»<br />

di sesso maschile che, in percentuale del<br />

60%, a trenta anni vivono ancora con la<br />

mamma («Corriere della Sera» del 12 gennaio)<br />

possono essere il risultato di questa<br />

nuova forma di relazione molle e di questa<br />

vita altamente attraente nell'ambito familiare.<br />

L'eliminazione delle difficoltà da parte dei<br />

genitori «ansiosi» non sempre è utile e spesso<br />

— come la iperprotezione — crea dipendenze<br />

che, apparentemente gratificanti, possono<br />

invece contenere e veicolare un tasso di passività,<br />

di fragilità, di indecisione, di paura.<br />

* * *<br />

Il vecchio errore dell'autoritarismo non si<br />

combatte con comportamenti opposti: e l'emergere<br />

del sentimento di incertezza, di paura<br />

da parte dei giovani nel dar vita ad una<br />

nuova famiglia sono un segnale ricorrente da<br />

non trascurare: rinviare nel tempo l'autonomia,<br />

ritardare l'uscita dalla propria famiglia<br />

di origine, preoccuparsi di mettere al mondo<br />

i figli (siamo agli ultimi posti nel mondo per<br />

natalità) e temere esageratamente per il loro<br />

futuro, aver paura di impegnarsi in una relazione<br />

stabile e ricorrere alla più «opportunistica»<br />

convivenza al posto del matrimonio:<br />

sembrano segnali di insicurezza più che segni<br />

di scelte autenticamente libere.<br />

La famiglia indubbiamente cambia, ma<br />

questo cambiamento non può rimanere nell'inganno<br />

e nell'equivoco: la libertà non può<br />

essere confusa con la incertezza; la responsabilità<br />

non può essere nascosta o messa in<br />

ombra dal continuo avanzare di pretese, né<br />

l'educazione può ridursi a soli slogan per nascondere<br />

la confusione fra piacere e felicità,<br />

fra diritto dei coniugi e diritti dei figli.<br />

È questo un momento ricco di novità che<br />

richiede una vigile «intelligenza pedagogica»<br />

per scoprire gli auto-inganni, per svelare gli<br />

equivoci e per rendere più umana quella<br />

realtà familiare che rimane il luogo privilegiato<br />

delle relazioni profonde, della fiducia,<br />

degli affetti, delle esperienze intime irrinunciabili.<br />

Lo stesso concetto di indissolubilità, che le<br />

statistiche sembrano costantemente assediare,<br />

rimane un riferimento vitale e un richiamo<br />

importante anche per quanti agiscono in<br />

senso contrario. E questo perché ogni persona<br />

ha bisogno di recuperare certezze e di<br />

sperimentare la felicità e non solo il piacere,<br />

attraverso quell'amore condiviso che ha radici<br />

nel tempo ma che in esso non può penosamente<br />

esaurirsi.<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Lunedì-Martedì 22-23 Gennaio 2001<br />

Le opere di Roberto Almagno ed Ernesto Porcari in mostra a Ferrara<br />

La scultura contemporanea<br />

tra «linea grafica» e «Classicismo»<br />

FRANCO PATRUNO<br />

Proviamo ad immaginare il grande<br />

Paul Klee in uno dei suoi corsi di<br />

pittura alla Bauhaus: il segno (che si<br />

costruisce nello spazio visivo secondo<br />

modulazioni che dal tenue si avvicinano,<br />

quasi musicalmente, al vibrato),<br />

sembra svilupparsi lentamente e<br />

risolversi in linee che evocano una<br />

foglia, un volto, un albero; oppure<br />

optano per una sorta di modello di<br />

casa piccola, con una luna che sembra,<br />

ironica e sorridente, abbozzata<br />

dalla mano gioiosa di un bambino.<br />

Quei segni alludono, per la nostra<br />

attuale lettura, ad un progetto di<br />

spazio mobile e già sembrano predisposti<br />

ad occupare non solo un ambiente<br />

ospitale per una scultura a<br />

schemi filiformi, ma pure insinuare<br />

una possibile trasformazione ludica<br />

di uno spazio urbano.<br />

Esercizi fantastici? Se si studiano<br />

attentamente le arti plastiche del secolo<br />

ormai trascorso, ci si accorge<br />

che a Klee sono debitrici molteplici<br />

«officine» grafiche, spaziali, plastiche<br />

e pubblicistiche. Lo stesso arredamento,<br />

poi, secondo canoni della<br />

Bauhaus, ha risentito felicemente del<br />

«cantiere in formazione» degli schizzi,<br />

dei quaderni e dei quadri del<br />

grande artista svizzero. Si potrebbe<br />

dire che anche quando Klee non è<br />

presente esplicitamente nell'atto del<br />

formalizzare, la memoria iconica degli<br />

artisti «naturaliter» lo include.<br />

Oggi, per una sensibilità altamente<br />

culturalizzata, spesso si preferisce la<br />

citazione come atto riconoscente o,<br />

come s'usa dire, come omaggio.<br />

Questa premessa di richiamo ad<br />

una specifica poetica, mi sembra necessaria<br />

per predisporre il visitatore<br />

alle due belle rassegne del Padiglione<br />

d'Arte Contemporanea del Palazzo<br />

Massari di Ferrara, all'interno di<br />

quella Galleria d'Arte Moderna che,<br />

nel complesso che vede la presenza<br />

«principe» del Palazzo dei Diamanti,<br />

da quasi mezzo secolo è riferimento<br />

«a tutto campo» per le manifestazioni<br />

artistiche del recente passato e dell'attuale<br />

panorama mondiale.<br />

Sembrano due volti di un unico<br />

segno che si svolge nello spazio: Roberto<br />

Almagno ed Ernesto Porcari disegnano<br />

le gallerie del Padiglione<br />

d'Arte Contemporanea quasi da tempo<br />

le abitassero. Non è una conseguenza<br />

dell'intelligente allestimento,<br />

ma un'implicita vocazione, probabilmente<br />

avvertita da Fabrizio D'Amico<br />

come tale, a portare a logica conseguenza<br />

i taccuini grafici di Klee. Ci<br />

si intenda: i due artisti sono diversi e<br />

solo l'accostamento verifica i rapporti;<br />

ma il loro evidente classicismo, simile<br />

all'equilibrio tra arsi e tesi del<br />

canto gregoriano, li rende partecipi<br />

non di un progetto ma, come da manuale<br />

cinquecentesco, di un'unica<br />

«officina».<br />

Spiego i termini: con «linea grafica»<br />

intendo il segno su carta che può<br />

alludere, o includere come modello,<br />

una realizzazione plastica, urbanistica<br />

ed architettonica. Si pensi, come<br />

già ho accennato, non solo ai disegni<br />

di Klee, ma a tutti gli sviluppi dell'attività<br />

di Gropius e di quel movimento,<br />

determinante non solo per le<br />

arti visive, che è stato la «Bauhaus».<br />

«Classicismo» è, invece, un appello<br />

all'equilibrio, al ritmo e alla simmetria,<br />

caratteristiche che appartengono<br />

ad una costante delle forme d'arte.<br />

Se nella rassegna di Almagno è<br />

prevalente il richiamo alla scrittura<br />

(secondo caratteristiche vicine sia alla<br />

pagina giapponese che cinese), in<br />

quella di Porcari la sensibilità atmosferica<br />

(proprio come umore della<br />

terra e vibrazione all'aria), ci rende<br />

prossimi a quel concetto di imitazio-<br />

ne della natura che, secondo un'interpretazione<br />

corretta di Aristotele,<br />

corrisponde ad un agire allo stesso<br />

modo in cui agisce la stessa natura.<br />

Paradossalmente, si potrebbe affermare<br />

che sono più «realiste» le linee<br />

di Kandinskij e di Klee che quelle di<br />

un quadro verista a forte componente<br />

riproduttiva. In questa mimesis<br />

della natura, avrei lasciato senza titoli<br />

le opere esposte, anche se vi sono<br />

chiare allusioni («Lunaria», «Vorrei<br />

volare» ecc.) ad intenzioni tematiche.<br />

Queste, però, rischiano di dare una<br />

lettura prevalentemente surreale di<br />

elementi ludici («alla Mirò» e «alla<br />

Calder») che al sottoscritto sembrano<br />

ingigantimenti felici di un'intuizione<br />

naturalistica.<br />

Particolarmente suggestive le<br />

«scritture» di Almagno, tirate, come<br />

si suol dire, febbrilmente dal legno e<br />

rese mobili e duttili, segniche a tutti<br />

gli effetti. Il movimento è costantemente<br />

curvilineo, anche quando gioca<br />

alla geometria del quadrato e<br />

sembra avere una vocazione alla definizione<br />

apparentemente conclusiva,<br />

come, appunto, in alcune forme delle<br />

scritture orientali. Importante è che<br />

occupino uno spazio fisico non solo<br />

su una parete ma, soprattutto, sulla<br />

pavimentazione.<br />

Volendo trarre significati o una visione<br />

del rapporto tra vita e scrittura,<br />

si potrebbe affermare che le «parole»<br />

di Almagno tendono a rendere<br />

relazionale lo spazio circostante. Ma<br />

l'operazione è estetica e non meramente<br />

funzionale: non si tratta, cioè,<br />

La commemorazione di Nello Vian nel primo anniversario della morte<br />

Una «penna amorosa» ed amica al servizio del Papa<br />

RAFFAELE ALESSANDRINI<br />

Una platea d'eccezione ha gremito l'Aula Vecchia<br />

del Sinodo in Vaticano, venerdì 19 gennaio, per l'intensa<br />

e commossa commemorazione dell'antico Segretario<br />

della Biblioteca Vaticana Nello Vian (1907-<br />

2000). È stata l'occasione per avvicinare, e meglio<br />

conoscere, l'uomo dallo stile di vita rigoroso e riservato;<br />

il cristiano dalla fede umile e cristallina; il<br />

sapiente servitore della Santa Sede; lo scrittore<br />

acuto; il biografo erudito — in costante ed ideale ricerca<br />

di dialogo storico con la santità: nomi famosi,<br />

ma anche meno noti, situati al di là della Chiesa visibile<br />

— dalla «penna amorosa»: come stupendamente<br />

ebbe a dirgli don Giovanni Battista Montini.<br />

Del futuro Paolo VI, Vian fu devoto amico, figlio spirituale,<br />

fin dai tempi della FUCI (1931) e del primo<br />

Movimento dei Laureati di Azione Cattolica. In seguito,<br />

all'epoca del pontificato, fu anche suo Bibliotecario<br />

personale.<br />

L'incontro, promosso dalla Biblioteca Apostolica<br />

Vaticana e dall'Istituto Paolo VI di Brescia, in collaborazione<br />

con l'Istituto dell'Enciclopedia Italiana, è<br />

stato presieduto dal Cardinale Paul Poupard, Presidente<br />

del Pontificio Consiglio della Cultura.<br />

Dopo gli interventi introduttivi dell'Arcivescovo<br />

Jorge María Mejía, Bibliotecario e Archivista di<br />

Santa Romana Chiesa, del Presidente dell'Istituto<br />

dell'Enciclopedia Italiana Francesco Paolo Casavola,<br />

del Presidente dell'Istituto Paolo VI Giuseppe Camadini,<br />

lo storico Massimo Marcocchi dell'Università<br />

Cattolica del Sacro Cuore ha svolto la relazione<br />

principale sul tema: «Nello Vian, amico e studioso<br />

di Paolo VI». Si sono succedute poi le testimonianze<br />

di informare ma di creare situazioni<br />

di stupore e di contemplazione. In<br />

questo senso, senza forzare oltre, mi<br />

sembra che i segni in legno dell'artista<br />

diventino «verbo» e non solo singoli<br />

accostamenti di parole. In questo<br />

senso, dalla gioia laboriosa della<br />

mano scultorea si liberano inviti a<br />

quel «fermarsi» o a quelle stasi dal e<br />

del rumore che solo il verbo che si<br />

inserisce nello spazio dona al visitatore.<br />

dell'italianista e accademico dei Lincei Vittore Branca;<br />

dell'Arcivescovo Pasquale Macchi che fu segretario<br />

particolare di Paolo VI; del Vicepresidente e<br />

direttore scientifico dell'Istituto dell'Enciclopedia Italiana,<br />

Vincenzo Cappelletti. Tra i molti intervenuti ricordiamo<br />

i Cardinali Silvestrini e Stickler; gli Arcivescovi<br />

Re, Bertone e Travia; i Vescovi Bertagna e<br />

Sanguineti; il Teologo della Casa Pontificia padre<br />

Cottier; i Prefetti della Biblioteca Apostolica Vaticana<br />

e dell'Archivio Segreto Vaticano don Farina e<br />

padre Pagano, il Presidente del Pontificio Comitato<br />

di Scienze Storiche Monsignor Brandmüller.<br />

Vian, come ha sottolineato Casavola, è stato per<br />

la cultura cattolica del Novecento un nome familiare<br />

non solo per il suo rigore esemplare e l'assoluta affidabilità<br />

scientifica, ma anche per il suo modo di<br />

vivere e di credere. In lui si rifletteva mirabilmente<br />

l'affinità elettiva con la spiritualità montiniana che,<br />

come ha ricordato Marcocchi, trova espressione a<br />

livello di vocazione, di competenza, di coscienza, di<br />

preghiera e di ricerca del vero. E proprio nella trasmissione<br />

del vero, che per Vian rappresenta la carità<br />

somma, si traduce l'essenza fondamentale dell'educazione<br />

montiniana: l'assolutezza di Cristo. Solo<br />

con la consapevolezza di un simile presupposto<br />

si può comprendere appieno l'esperienza spirituale<br />

e culturale di Nello Vian e la sua vasta e feconda<br />

produzione editoriale: dagli studi dedicati al suo<br />

maestro Giulio Salvadori, alle biografie su san Pio<br />

X, a san Filippo Neri, agli «Anni e opere di Paolo<br />

VI», ai numerosi epistolari e carteggi, impareggiabilmente<br />

curati e annotati, come quello tra Giuliotti<br />

e Papini; o come le oltre mille Lettere ai Familiari<br />

(1919-43) di Giovanni Battista Montini.<br />

La XXXXIII edizione del «Certamen Vaticanum» al Palazzo della Cancelleria Apostolica<br />

La lingua latina veicolo di una cultura ancora oggi feconda<br />

MAURIZIO FONTANA<br />

Roberto<br />

Almagno:<br />

«Balema»<br />

(1994)<br />

Ancheaglialboridelterzomillenniolalingua latina<br />

ha trovato la sua giusta e degna celebrazione:<br />

domenica21gennaiosi è svolta a Roma, nel Palazzo<br />

dellaCancelleriaApostolica, la tradizionale Festa del<br />

Latino, organizzata dalla Fondazione «Latinitas»<br />

che, come di consueto, in quest'occasione procede<br />

alla premiazione del Certamen Vaticanum, concorsointernazionalediprosaedipoesia<br />

nella lingua che<br />

fu di Virgilio. Il Certamen ha raggiunto quest'anno<br />

il ragguardevole traguardo della 43ª edizione.<br />

Di fronte a un pubblico numeroso — nel quale ricordiamo<br />

presenze illustri quali quelle del Card. Alfons<br />

Maria Stickler, degli Arcivescovi Giovanni Battista<br />

Re, Tarcisio Bertone, Giovanni De Andrea,<br />

Carlo Maria Viganò, dei Vescovi Bruno Bertagna e<br />

Franco Croci, del Prefetto della Biblioteca Apostolica<br />

Don Raffaele Farina e del Direttore della Libreria<br />

Editrice Vaticana Don Nicolò Suffi — raccolto nel<br />

cuore di Roma, nella preziosa cornice artistica e architettonica<br />

della Sala Riaria, è quindi risuonata la<br />

splendida lingua che fu di Orazio e di Cicerone, che<br />

ha dato voce per secoli alla creatività di letterati e<br />

di poeti, che ha mediato nell'antichità una cultura<br />

ancora oggi foriera di valori perenni.<br />

Una cultura che, proprio in virtù delle vette raggiunte<br />

nei suoi storici sviluppi, è capace, anche nella<br />

nostra contemporanea civiltà ipertecnologizzata,<br />

di stimolare la riflessione e la produzione artistica.<br />

Lo ha ben messo in evidenza il Presidente della<br />

Fondazione «Latinitas», Don Anacleto Pavanetto:<br />

«Il Certamen ha quest'anno registrato un grandissimo<br />

numero di partecipanti, superiore a quello di<br />

tutte le altre edizioni, anche come qualità delle<br />

composizioni sia in prosa che in poesia. E soprattutto<br />

è bello aver visto la risposta dei giovani che<br />

hanno dimostrato di voler dare un contributo alla<br />

formazione di questa umanità che rischiamo di perdere<br />

per mancanza di cultura classica».<br />

Del resto l'impegno della Fondazione «Latinitas»<br />

è proprio quello, riconosciuto ed apprezzato, di non<br />

R. Almagno:<br />

«Flutto»<br />

(1998-'99)<br />

far disperdere una cultura, quella latina, che è alle<br />

radici dell'intera civiltà occidentale, il portato di un<br />

mondo che, erede delle sparse sementi dell'antica<br />

sapienza, seppe indagare nei più intimi recessi dell'essere<br />

umano, seppe nutrirsi di sentimenti di profondissima<br />

religiosità e presentarsi pronto all'appuntamento<br />

con l'«evento» evangelico che rivoluzionò<br />

la storia.<br />

* * *<br />

A dimostrazione di come il messaggio della civiltà<br />

latina sia sempre in grado di lasciarci parole<br />

attuali, coinvolgenti ed emozionanti, ogni anno la<br />

Festa del Latino è caratterizzata dalla messa in scena<br />

di testi della classicità rielaborati all'uopo da latinisti<br />

moderni.<br />

Se l'anno scorso l'attenzione dei partecipanti venne<br />

indirizzata ai grandi temi dell'Ifigenia in Aulide,<br />

quest'anno la scelta degli organizzatori si è posata<br />

su un testo scritto da un monaco benedettino del<br />

XVIII secolo, Rufinus Widl, che s'ispirò a un racconto<br />

mitologico estratto dal primo libro delle Storie<br />

di Erodoto: l'Apollo e Giacinto. L'opera venne<br />

messa in musica tra il 1766 e il 1767 dall'undicenne<br />

Wolfgang Amadeus Mozart, dando vita a un intermezzo<br />

musicale che ottenne un enorme successo.<br />

L'intermezzomusicaleè stato messo in scena, per<br />

la regia di Paola Sarcina, grazie all'esecuzione dell'Orchestra<br />

da Camera dell'associazione «Music<br />

Theatre International», del coro polifonico «Hemiola»<br />

e dei cantanti solisti Luigi Petroni, Margherita<br />

Pace, Virna Sforza, Gabriella Martellacci, Rosalina<br />

Ruffolo.<br />

Oltre i virtuosismi mozartiani, la rappresentazione<br />

ha naturalmente regalato momenti d'intensa riflessione<br />

sul tema dell'amicizia, della sincerità dei<br />

sentimenti, e, soprattutto, proponendo gli accenti di<br />

una fortissima religiosità. «Potremmo riassumere il<br />

messaggio di quest'opera — ha affermato Don Pavanetto<br />

— usando le parole di Orazio quando dice<br />

che la divinità si lascia piegare da una preghiera<br />

R. Almagno: «Ranapoa» (1992)<br />

Ernesto Porcari: «Vela» (1997) E. Porcari: «Fiore astrale» (1995)<br />

fatta con sincerità e ritorna sempre benigna incontro<br />

all'uomo».<br />

* * *<br />

Dopo l'emozione artistica, la Festa del Latino ha<br />

raggiunto il suo momento culminante con la premiazione<br />

dei vincitori del Certamen Vaticanum.<br />

Nella sezione dedicata alla Prosa, il primo premio<br />

è stato assegnato a Mario Vitali per il suo componimento<br />

«Minima Grammaticalia»: un monito a tutti<br />

noi moderni affinché ricordiamo che tutto quello<br />

che noi crediamo d'inventare oggi, è stato in qualche<br />

maniera realizzato nel passato.<br />

Il secondo premio è andato a Oreste Carbonero<br />

per il suo «Infantis Iesu lacrimae», mentre tre<br />

menzioni di merito sono toccate a Gustav Wallner<br />

(«Italiane cor viride»), a Guido Angelino («Et ego<br />

italicus miles») e a Ferdinando Salvoni («Quomodo<br />

Dantes Alagherius Iubilaei vates habeatur»).<br />

Per quanto riguarda la sezione della Poesia, è stato<br />

Luigi Carta ad aggiudicarsi il primo premio per<br />

la sua opera «Villa Ferrigni ad Veseveum A.D.<br />

MDCCCXXXVI»: alle falde del Vesuvio, lì dove aveva<br />

riposato anche Giacomo Leopardi, il letterato ha<br />

rielaborato delle opere poetiche dell'artista tedesco<br />

August von Platen.<br />

Un ex aequo ha caratterizzato il secondo premio<br />

del Certamen: il riconoscimento è stato infatti assegnato<br />

a Orazio Antonio Bologna per il suo componimento<br />

«Musarum Sacerdos» e a Florindo Di Monaco<br />

per il suo «Fatima».<br />

Anche per questa sezione vi sono state tre menzioni<br />

di merito: a Oreste Carbonero («Desine, stulte<br />

pater, ridendo ignoscere proli»), a Mauro Pisini<br />

(«Hamaxosticus») e a Dante Salvo («Perfugae»).<br />

Nell'ambito della manifestazione, il prof. A. Taglieri<br />

ha presentato i risultati del corso intensivo di<br />

lingua latina svolto in autunno per iniziativa della<br />

Fondazione: il latino continua infatti ad affascinare<br />

e a garantire alle nuove generazioni gli strumenti<br />

per attingere ai preziosi tesori dellaculturaclassica.


.<br />

PAGINA<br />

4 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Lunedì-Martedì 22-23 Gennaio 2001<br />

UDIENZA Il Papa alla Congregazione delle Suore Agostiniane Serve di Gesù e Maria in occasione del 150° anniversario della morte della Fondatrice<br />

Seguite l'esempio di Madre Maria Teresa Spinelli, camminate<br />

sulle sue orme pregando per la diffusione del messaggio evangelico<br />

Giovanni Paolo II ha invitato le Suore<br />

Agostiniane Serve di Gesù e Maria a seguire<br />

sempre l'esempio della Fondatrice,<br />

Madre Maria Teresa Spinelli. È questa<br />

la consegna affidata alle religiose ricevute<br />

in udienza, nella mattina di lunedì 22<br />

gennaio, nella Sala dei Papi, a conclusione<br />

delle celebrazioni per il 150° anniversario<br />

della morte della Fondatrice.<br />

Ecco il discorso del Papa:<br />

Carissime Sorelle!<br />

1.Sono lieto di accogliervi<br />

quest'oggi e di porgervi il<br />

mio cordiale benvenuto, a<br />

conclusione delle celebrazioni<br />

per il 150° anniversario<br />

della morte della Madre Maria<br />

Teresa Spinelli, Fondatrice<br />

della vostra Congregazione<br />

religiosa. Vi saluto tutte con<br />

affetto. Uno speciale pensiero<br />

desidero riservare alla Superiora<br />

Generale, Madre Atanasia<br />

Buhagiar, alle sue Consigliere<br />

ed a quanti, a vario titolo,<br />

compongono il Comitato<br />

organizzatore delle feste<br />

centenarie. Con questa visita,<br />

voi intendete riaffermare sincera<br />

devozione al Vicario di<br />

Cristoepienaadesioneal Suo<br />

magistero, nello spirito della<br />

vostra Fondatrice, che vi ha<br />

lasciato in eredità la consegna<br />

di una fedeltà senza riserve<br />

al Successore di Pietro.<br />

A questa donna straordinaria<br />

giustamente voi guardate<br />

con profonda ammirazione.<br />

Nata a Roma nel 1789, e votatasi<br />

allo stato religioso nel<br />

1827, essa seppe farsi umile e<br />

generosa imitatrice di Santa<br />

Rita da Cascia. Sono certo<br />

che la rivisitazione, che in<br />

questo anno voi avete svolto,<br />

delle fonti della sua spiritualità<br />

e della sua opera susciterà<br />

in ognuna di voi, sue figlie<br />

spirituali, una viva consapevolezza<br />

della validità e<br />

dell'attualità del suo metodo<br />

apostolico. Potrete così offrire<br />

un significativo contributo<br />

all'impegno della nuova<br />

evangelizzazione, che interessa<br />

l'intera Comunità ecclesiale.<br />

2.In occasione di questa<br />

significativa ricorrenza, è vostro<br />

intendimento riflettere<br />

sulle intuizioni carismatiche<br />

che hanno segnato il nascere<br />

della vostra Famiglia religio-<br />

sa. Questo ritorno alle radici,<br />

che la Chiesa propone con<br />

insistenza agli Istituti religiosi,<br />

non è un guardare con<br />

nostalgia al passato. È piuttosto<br />

un riprendere nel presente,<br />

con rinnovato entusiasmo,<br />

l'impegno delle origini,<br />

mantenendo inalterato lo spirito<br />

dei Fondatori, pur con<br />

gli opportuni adattamenti<br />

che le mutate esigenze dei<br />

tempi impongono.<br />

Si è appena concluso l'Anno<br />

Santo e con la Lettera<br />

apostolica Novo Millennio<br />

ineunte ho voluto invitare la<br />

Chiesa a «prendere il largo».<br />

Questo ripeto a voi, carissime<br />

Sorelle: occorre ripartire<br />

Al termine della preghiera mariana dell'Angelus recitata in Piazza San Pietro<br />

Il saluto del Papa ai pellegrini italiani<br />

Al termine della preghiera dell'Angelus<br />

Domini — recitata insieme con i fedeli<br />

domenica 21 gennaio — Giovanni<br />

Paolo II, dopo aver impartito la Benedizione<br />

Apostolica, ha rivolto una particolare<br />

espressione di saluto ai numerosissimi<br />

gruppi di pellegrini presenti in Piazza<br />

San Pietro per il tradizionale appuntamento<br />

mariano.<br />

Ecco le sue parole:<br />

A tutti i pellegrini rivolgo<br />

un cordiale saluto. In particolare,<br />

il mio pensiero va ai<br />

gruppi parrocchiali provenienti<br />

da Lipari, Messina,<br />

Gela, Niscemi, Praia a Mare,<br />

Padova Venezia e Bolzano.<br />

Possa la visita alla tomba di<br />

san Pietro rafforzare in ciascuno<br />

di voi la fede in Cristo<br />

e il desiderio di rendere testimonianza<br />

al suo amore.<br />

Con l'augurio di una buona<br />

domenica e una buona<br />

settimana. Sia lodato Gesù<br />

Cristo!<br />

«È vostro intendimento riflettere sulle<br />

intuizioni carismatiche che hanno segnato<br />

il nascere della vostra Famiglia... Questo<br />

ritorno alle radici... non è un guardare<br />

con nostalgia al passato. È piuttosto<br />

un riprendere nel presente, con rinnovato<br />

entusiasmo, l'impegno delle origini...<br />

pur con gli opportuni adattamenti che<br />

le mutate esigenze dei tempi impongono»<br />

da Cristo! Sì, anche per voi è<br />

questo l'impegno prioritario.<br />

Non staccate lo sguardo dal<br />

volto del Signore: contemplatelo<br />

nell'orazione senza sosta<br />

e servitelo mediante l'azione<br />

caritativa fra i piccoli e i bisognosi.<br />

Vostro sforzo sia armonizzare<br />

la dimensione contem-<br />

plativa e l'impulso missionario,<br />

che costituiscono i due<br />

pilastri fondamentali della<br />

vostra identità religiosa, secondo<br />

l'esempio coinvolgente<br />

della Madre Spinelli.<br />

3.Chi permane in un<br />

contatto incessante con il Signore<br />

è in grado di meglio ri-<br />

L'indirizzo d'omaggio della Superiora Generale<br />

In apertura di udienza, Madre Atanasia Buhagiar,<br />

Superiora Generale delle Suore Agostiniane Serve<br />

di Gesù e Maria, ha rivolto a Giovanni Paolo II il<br />

seguente indirizzo d'omaggio:<br />

Beatissimo Padre,<br />

a nome di tutta la Congregazione delle Suore<br />

Agostiniane Serve di Gesù e Maria, ho l'onore di<br />

esprimere — non senza commozione — la gioia di<br />

trovarci quest'oggi qui, alla presenza di Sua Santità.<br />

Siamo un gruppo di Suore provenienti da diverse<br />

parti del mondo e di laici che collaborano<br />

con noi.<br />

L'Anno Giubilare appena concluso, che ha arrecato<br />

tanto beneficio spirituale a tutta la cristianità,<br />

è coinciso, per noi Agostiniane Serve di Gesù e<br />

Maria, con l'anno commemorativo del 150° della<br />

morte della nostra Fondatrice Madre Maria Teresa<br />

Spinelli. Attraverso il suo cuore generosamente<br />

consacrato al Signore, lo Spirito Santo ha suscitato<br />

nella Chiesa una nuova famiglia religiosa, fondata<br />

a Frosinone nel 1827. Per grazia di Dio, oggi, la nostra<br />

Congregazione è diffusa nei cinque continenti.<br />

La vita di Madre Spinelli è l'esempio di un amore<br />

straordinario che, attingendo forza dall'amore di<br />

Dio, è divenuto diffusivo di sé. La sua principale<br />

preoccupazione è stata quella di far conoscere e<br />

amare Dio attraverso la formazione spirituale e culturale<br />

dei fanciulli e della gioventù. In un'epoca in<br />

cui la dignità della donna non aveva pieno ricono-<br />

scimento, la sua azione di promozione sociale si<br />

presenta coraggiosa e innovativa.<br />

Il programma di vita e la missione che Teresa<br />

Spinelli ha scelto per le sue figlie spirituali è ben<br />

significato nel titolo dato alla Congregazione. La<br />

spiritualità agostiniana ci porta a trovare nella vita<br />

comune il mezzo privilegiato dell'incontro con Dio;<br />

il carisma specifico di immedesimazione a Cristo,<br />

Servo obbediente, ci spinge a farci carico delle necessità<br />

dei fratelli, soprattutto dei più piccoli, della<br />

gioventù, delle donne e delle famiglie, affinché Dio<br />

sia conosciuto e amato da tutti.<br />

Poiché ogni dono di Dio è dato per il bene comune,<br />

noi Agostiniane Serve di Gesù e Maria non abbiamo<br />

voluto essere sole nel vivere l'eredità spirituale<br />

della nostra Fondatrice ma abbiamo desiderato<br />

rendere partecipi del nostro carisma anche i laici,<br />

promuovendo associazioni e comitati che nelle<br />

diverse parti del mondo mantengono vivi e attuali<br />

gli insegnamenti di Madre Spinelli.<br />

L'anno commemorativo del 150° anniversario della<br />

morte della nostra Fondatrice è stato inaugurato<br />

il 22 gennaio 2000 a Roma, città natale della Serva<br />

di Dio, e si è concluso ieri nella cattedrale di Frosinone,<br />

ove Maria Teresa Spinelli ha dato avvio alla<br />

sua opera e ha concluso la sua intensa giornata<br />

terrena il 22 gennaio 1850.<br />

È per noi quindi motivo di grande gioia, oggi, coronare<br />

l'anno delle celebrazioni commemorative<br />

con questa desideratissima udienza papale proprio<br />

nel giorno anniversario della morte della nostra<br />

Fondatrice.<br />

La preghiamo, Santità, di estendere la Sua Benedizione<br />

Apostolica su tutta la nostra Congregazione,<br />

sui Laici nostri collaboratori, sui nostri familiari,<br />

sugli alunni delle nostre scuole e su tutti coloro<br />

che a diverso titolo vengono a contatto con le nostre<br />

comunità. Chiediamo umilmente di benedire in<br />

modo particolare quanti lavorano al processo di<br />

beatificazione della nostra Fondatrice perché possa<br />

giungere presto — a Dio piacendo — agli onori degli<br />

altari ed essere luminoso esempio di santità anche<br />

per il nostro tempo.<br />

Sull'esempio della nostra Madre che amava firmarsi<br />

«Sr. Teresa di S. Pietro», esprimiamo totale<br />

fedeltà alla Santità Sua ed al Suo alto Magistero,<br />

assicurando la nostra quotidiana preghiera perché<br />

il Signore La conservi a lungo alla guida della sua<br />

santa Chiesa e Le doni in sovrabbondanza il conforto<br />

e la luce dello Spirito Santo.<br />

Padre Santo, la Sua presenza e la Sua parola<br />

sono per noi di grande incoraggiamento. Come Maria,<br />

che meditava nel suo cuore quanto il Signore<br />

le diceva attraverso gli eventi, anche noi vogliamo<br />

fare tesoro di questo momento di grazia così importante<br />

e significativo.<br />

Grazie Santità!<br />

«La vostra Fondatrice e le sue prime<br />

compagne, imbevute di spiritualità<br />

agostiniana, poterono realizzare un modello<br />

di comunione improntato a quello della<br />

prima comunità apostolica. Su questa linea<br />

dovete continuare... anche voi, ben memori<br />

che la centralità della vita fraterna...<br />

si condensa nell'essere realmente<br />

“cor unum et anima una in Deum”».<br />

spondere alle attese degli uomini,<br />

specialmente di chi è<br />

in difficoltà. «Il Cristo raggiunto<br />

nella contemplazione<br />

è lo stesso che vive e soffre<br />

nei poveri» (Vita consecrata,<br />

82). Ciò comprese bene la vostra<br />

Fondatrice, che ne trasse<br />

la spinta ad offrire il calore<br />

d'una famiglia a tante creature<br />

prive di quella naturale.<br />

Solo chi ha incontrato personalmente<br />

Cristo può parlare<br />

di Lui con efficacia al cuore<br />

dei fratelli e condurli a fare<br />

un'esperienza così profonda<br />

della sua amicizia da sentirsene<br />

interiormente toccati e<br />

trasformati.<br />

La vostra Madre Fondatrice<br />

e le sue prime compagne,<br />

imbevute di spiritualità agostiniana,<br />

poterono realizzare<br />

un modello di comunione<br />

improntato a quello della<br />

prima comunità apostolica.<br />

Su questa linea dovete continuare<br />

a camminare anche<br />

voi, ben memori che la centralità<br />

della vita fraterna,<br />

espressa nella Regola di Agostino<br />

di Ippona, si condensa<br />

nell'essere realmente «cor<br />

unum et anima una in<br />

Deum».<br />

4.Carissime Sorelle! Voi<br />

siete parte viva della Chiesa,<br />

e la vostra Madre Fondatrice<br />

amava ripetere: «Di cuore offro<br />

a Dio questa mia vita per<br />

consumarmi a vantaggio della<br />

Chiesa e dei poveri peccatori».<br />

Seguite il suo esempio;<br />

camminate sulle sue orme,<br />

pregando comunitariamente<br />

ed ogni giorno per quanti si<br />

adoperano per la preservazionedella<br />

fede e per la diffusione<br />

del messaggio evangelico.<br />

Imploro su ciascuna di voi<br />

la continua assistenza della<br />

Vergine Santa, perché, aiutate<br />

da Lei, Madre e modello<br />

di ogni consacrazione, possiate<br />

essere fedeli alla vostra<br />

vocazione.<br />

Con tali voti, imparto di<br />

cuore una speciale Benedizione<br />

Apostolica a voi, al<br />

Consiglio Generale, ai membri<br />

della vostra Famiglia religiosa<br />

ed a quanti si uniscono<br />

a voi in questa significativa<br />

ricorrenza giubilare.


.<br />

PAGINA<br />

5 .<br />

SANTA SEDE<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Lunedì-Martedì 22-23 Gennaio 2001<br />

«L'apprezzamento dei valori presenti<br />

nelle rispettive culture deve essere<br />

accompagnato dal riconoscimento che<br />

ogni cultura ha necessariamente dei limiti.<br />

Tale consapevolezza aiuta ad evitare<br />

che l'orgoglio per la propria cultura<br />

si trasformi in isolamento<br />

o in pregiudizio e in persecuzione<br />

nei riguardi delle altre culture»<br />

«La diversità culturale può essere compresa<br />

nel più ampio contesto dell'unità<br />

dell'intera razza umana. Così diviene meno<br />

probabile che le differenze culturali<br />

siano fonte di incomprensione tra i popoli<br />

e la causa di conflitti e di guerre;<br />

diventa così più facile attenuare<br />

le rivendicazioni, talora esagerate,<br />

di una cultura contro l'altra»<br />

CREDENZIALI Il discorso di Giovanni Paolo II al nuovo Ambasciatore del Paese asiatico durante l'udienza per la presentazione delle Lettere<br />

La Santa Sede conta sul sostegno delle autorità dell'Iran<br />

affinché ai cattolici sia assicurata la libertà di professare la fede<br />

Il Santo Padre Giovanni Paolo II ha<br />

ricevuto oggi, lunedì 22 gennaio, alle<br />

ore 11, in solenneudienza,S.E. il Signor<br />

Mostafa Borujerdi, nuovo Ambasciatore<br />

della Repubblica Islamica dell'Iran presso<br />

la Santa Sede, il quale ha presentato<br />

le Lettere Credenziali con cui viene accreditato<br />

nell'alto ufficio.<br />

S.E. il Signor Ambasciatore, rilevato<br />

alla sua residenza da un Addetto di Anticamera<br />

e da due Gentiluomini di Sua<br />

Santità, è giunto alle 10.45 al Cortile di<br />

San Damaso, nel Palazzo Apostolico Vaticano,<br />

ove un reparto della Guardia<br />

Svizzera Pontificia rendeva gli onori.<br />

Al ripiano degli ascensori, S.E. l'Ambasciatore<br />

era ricevuto da un Gentiluomo<br />

di Sua Santità e, subito dopo, saliva<br />

alla seconda Loggia, dove si trovavano<br />

ad attenderlo gli Addetti di Anticamera<br />

ed i Sediari. Dalla seconda Loggia il corteo<br />

si dirigeva alla Sala Clementina, dove<br />

l'Ambasciatore veniva ricevuto dal<br />

Prefetto della Casa Pontificia, Monsignor<br />

James Michael Harvey, il quale lo accompagnava<br />

nella Biblioteca privata.<br />

Il Prefetto presentava al Santo Padre<br />

il nuovo Ambasciatore della Repubblica<br />

Islamica dell'Iran.<br />

Dopo la presentazione delle Lettere<br />

Credenziali da parte dell'Ambasciatore,<br />

aveva luogo lo scambio dei discorsi.<br />

Questo il testo del discorso del Papa:<br />

Your Excellency,<br />

I am very pleased to welcome<br />

you to the Vatican and<br />

to accept the Letters of Credence<br />

by which you are appointed<br />

Ambassador Extraordinary<br />

and Plenipotentiary of<br />

the Islamic Republic of Iran<br />

to the Holy See. The kind<br />

greetings which you bring<br />

from His Excellency President<br />

Seyed Mohammad<br />

Khatami evoke the memory<br />

of our cordial meeting within<br />

these very walls just three<br />

years ago: in the spirit of the<br />

friendship and respect which<br />

marked the President's visit<br />

to the Vatican I ask you to<br />

convey to him my own good<br />

wishes and assure him of my<br />

prayers both for his person<br />

and for the nation.<br />

Your Excellency has remarked<br />

upon the importance<br />

of a true dialogue between<br />

cultures if the efforts of men<br />

and women of good will<br />

throughout the world are to<br />

succeed in bringing about a<br />

lasting era of peace and fraternity<br />

for all peoples and<br />

nations. In fact, it was at the<br />

suggestion of President<br />

Khatami that the General Assembly<br />

of the United Nations<br />

declared this year of 2001 as<br />

the“InternationalYearof Dialogue<br />

among Civilizations”.<br />

Thus, this eminent international<br />

body representing the<br />

family of nations has called<br />

attention to the urgent need<br />

for people to acknowledge<br />

that dialogue is the necessary<br />

path to reconciliation, harmony<br />

and cooperation between<br />

different cultures and<br />

religious traditions. This is<br />

the approach that will ensure<br />

that all can look to the<br />

future with serenity and<br />

hope.<br />

Our world is made up of<br />

an amazing complexity and<br />

diversity of human cultures.<br />

Each of these cultures is distinct<br />

by virtue of its particular<br />

historical development<br />

and the resulting characteristics<br />

which make it an original<br />

and organic whole. Culture,<br />

in fact, is a form of<br />

man's self-expression as he<br />

travels through history; it is,<br />

in synthesis, “the cultivation<br />

of natural goods and values”<br />

(Second Vatican Ecumenical<br />

Council, Pastoral Constitu-<br />

tion on the Church in the<br />

Modern World Gaudium et<br />

Spes, 53). It is largely<br />

through culture that people<br />

acquire a sense of national<br />

identity and develop a love of<br />

their country: these are values<br />

to be fostered, not with<br />

narrow-mindedness, but with<br />

respect and compassion for<br />

the whole human family. As<br />

I had occasion to remark in<br />

my Message for the 2001<br />

World Day of Peace, efforts<br />

must be made “to avoid<br />

those pathological manifestations<br />

which occur when the<br />

sense of belonging turns into<br />

self-exaltation, the rejection<br />

of diversity, and forms of nationalism,<br />

racism and xenophobia”<br />

(No. 6).<br />

Hence, appreciation for<br />

the values present in one's<br />

own culture must properly<br />

be accompanied by the<br />

recognition that every culture,<br />

as a typically human<br />

and historically conditioned<br />

reality, necessarily has limitations.<br />

Such an understanding<br />

helps to prevent pride in<br />

one's own culture from becoming<br />

isolation or from<br />

turning into prejudice and<br />

persecution against other<br />

cultures. The attentive study<br />

of other cultures will reveal<br />

that beneath seemingly diver-<br />

Il nuovo Ambasciatore<br />

della Repubblica<br />

Islamica dell'Iran<br />

Sua Eccellenza il Signor Mostafa Borujerdi,<br />

nuovo Ambasciatore della Repubblica<br />

Islamica dell'Iran presso la<br />

Santa Sede, è nato nel 1962 a Teheran.<br />

È sposato e ha 3 figli. È Dottore in<br />

Teologia e Cultura islamica.<br />

Docente in vari atenei di Teheran, ha<br />

ricoperto i seguenti incarichi:<br />

Funzionario presso il Sotto-Segretariato<br />

per gli Affari Internazionali, Ministero<br />

della Cultura e dell'Orientamento islamico<br />

(1987-1991); Funzionario presso il Ministero<br />

degli Esteri (1991-1992); Consigliere<br />

del Sotto-Segretario per i Paesi<br />

Arabi e l'Africa, Ministero degli Esteri<br />

(1992-1993).<br />

È stato Incaricato d'Affari presso<br />

l'Ambasciata dell'Iran in Madagascar<br />

(1993-1996); Direttore di Sezione presso<br />

l'Ufficio per gli Studi politici ed internazionali,<br />

Ministero degli Esteri (1996-<br />

1998); Direttore Generale dell'Ufficio per<br />

le Ricerche islamiche, Ministero degli<br />

gent traits there are significant<br />

internal elements held<br />

in common. Cultural diversity<br />

can then be understood<br />

within the broader context of<br />

the unity of the entire human<br />

race. Thus, it becomes<br />

less likely for cultural differences<br />

to be a source of misunderstanding<br />

between peoples<br />

and the cause of conflicts<br />

and wars; it becomes easier<br />

to attenuate the sometimes<br />

exaggerated claims of one<br />

culture against another. In<br />

the dialogue of cultures, people<br />

of good will come to see<br />

that there are values which<br />

are common to all cultures<br />

becausetheyarerootedin the<br />

very nature of the human<br />

person. These are values<br />

which express humanity's<br />

most authentic and distinctive<br />

features: the value of<br />

solidarity and peace; the value<br />

of education; the value of<br />

forgiveness and reconciliation;<br />

the value of life itself.<br />

I am pleased to note that<br />

the Holy See and Iranian<br />

authorities have worked together<br />

to provide opportunities<br />

for such dialogue, not<br />

only as promoters of various<br />

meetings but also as active<br />

participants in them. I am<br />

thinking in particular of the<br />

Colloquium sponsored jointly<br />

Esteri (1998-2000); Direttore del Centro<br />

per le Ricerche islamiche di Teheran<br />

(2000).<br />

A Sua Eccellenza il Signor Mostafa<br />

Borujerdi, nuovo Ambasciatore della Repubblica<br />

Islamica dell'Iranpressola Santa<br />

Sede, giungano, nel momento in cui<br />

si accinge a ricoprire il suo alto incarico,<br />

le felicitazioni del nostro giornale.<br />

by the Pontifical Council for<br />

Interreligious Dialogue and<br />

the Secretariat for InterreligiousDialogueoftheOrganization<br />

for Islamic Culture and<br />

Communication, which took<br />

place in Rome last year on<br />

the theme of religious pluralism<br />

in Christianity and Islam.<br />

A further Colloquium,<br />

once again jointly sponsored<br />

by the Organization of Islamic<br />

Culture and Communication<br />

and the Pontifical Council<br />

for Interreligious Dialogue,<br />

is scheduled to take<br />

place in Tehran later this<br />

year on the theme of the religious<br />

identity and education<br />

of young people.<br />

Moreover, I wish to express<br />

appreciation for the<br />

regular bilateral Conferences<br />

which the Iranian authorities<br />

sponsor with other Christian<br />

Churches and Communities,<br />

the most recent one<br />

being held last year in<br />

Tehran on the theme “Islam<br />

and Orthodox Christianity”.<br />

Such dialogue will surely<br />

help Governments and legislators<br />

in safeguarding the<br />

civil and social rights of individuals<br />

and peoples, especially<br />

the fundamental right to<br />

religious freedom. It is this<br />

right which is a point of reference<br />

of all other rights and<br />

insomewaybecomesa measure<br />

of them, because it involves<br />

the most intimate<br />

realm of our personal identity<br />

and dignity as human beings.<br />

Accordingly, even in<br />

cases where the State grants<br />

a special juridical position to<br />

a particular religion, there is<br />

a duty to ensure that the<br />

right to freedom of conscience<br />

is legally recognized<br />

and effectively respected for<br />

all citizens and for foreigners<br />

residing in the country (cf.<br />

Message for the 1998 World<br />

Day of Peace, 1). Should<br />

problems arise, the effective<br />

way of preserving harmony<br />

is through dialogue. The<br />

leaders of nations have a<br />

special duty to be clear-sighted,<br />

honest and courageous in<br />

recognizing that all people<br />

have the same God-given<br />

rights and inalienable digni-<br />

ty, and in working with dedication<br />

for the common good<br />

of all.<br />

In this regard, the Holy<br />

See counts on the support of<br />

the Iranian authorities in ensuring<br />

that the Catholic<br />

faithful of Iran — present in<br />

that region of the world since<br />

the first centuries of Christianity<br />

— will enjoy the freedom<br />

to profess their faith<br />

and to continue to be a part<br />

of the rich cultural life of the<br />

nation. Although the Christian<br />

community is but a tiny<br />

minority in the overall population,<br />

it sees itself as truly<br />

Iranian; and after centuries<br />

of living alongside its Muslim<br />

brothers and sisters it is<br />

in a unique position to contribute<br />

to ever greater mutual<br />

understanding and respect<br />

between Christian believers<br />

and the followers of Islam<br />

everywhere.<br />

Mr Ambassador, I have<br />

touched here upon some of<br />

the commonidealsand aspirations<br />

which are the basis of<br />

the growing relationship of<br />

respect and cooperation between<br />

the Holy See and the<br />

Islamic Republic of Iran. I<br />

am confident that your<br />

tenure as your Government's<br />

representative will serve to<br />

strengthen the bonds which<br />

already unite us. Assuring<br />

you of every help and assistance<br />

as you seek to fulfill<br />

your lofty responsibilities, I<br />

pray that Your Excellency,<br />

and the Iranian Government<br />

and People whom you represent,<br />

will enjoy the abundant<br />

blessings of Almighty God.<br />

Dopo lo scambio dei discorsi, il Santo<br />

Padre si intratteneva a colloquio privato<br />

con l'Ambasciatore.<br />

Dopo l'udienza, nella Sala Clementina,<br />

prendeva congedo dal Prefetto della<br />

Casa Pontificia e si recava a far visita<br />

al Cardinale Segretario di Stato, S.<br />

Em.za Rev.ma il Signor Cardinale Angelo<br />

Sodano.<br />

Ecco il discorso dell'Ambasciatore al<br />

Santo Padre:<br />

In the Name of God, the Beneficient,<br />

the Merciful.<br />

It is a great honour for me to convey,<br />

in the beginning of my assignment<br />

in the Holy See, the warm greetings of<br />

Seyed Mohammad Khatami, the president<br />

of the Islamic Republic of Iran, to<br />

His Holiness Pope John Paul II.<br />

The importance of the relations between<br />

Iran and the Holy See, with approximately<br />

half a century record, is<br />

clear to His Holiness.<br />

Islamic Republic of Iran, as one of<br />

the most prominent Islamic countries,<br />

has a strategic significance in the Middle<br />

East and Persian Gulf. With its Islamic-Iranian<br />

history, culture and civilization,<br />

Iran has been able to preserve<br />

with the aid of the God, its real identity<br />

during thousands of years despite difficulties<br />

and ups and downs. In addition,<br />

it has been able to play a significant<br />

role in moving ahead the caravan<br />

of knowledge and spiritual thoughts<br />

and human virtues. The victory of the<br />

Islamic Revolution of Iran by the leadership<br />

of Imam Khomeini has been a<br />

turning point in the religious and political<br />

history of Iran.<br />

The Holy See as the most prominent<br />

spiritual center of Catholic Christianity<br />

also has a particular place in the<br />

world, guiding the followers of Jesus<br />

Christ in different parts of the world,<br />

and having them acquainted with his<br />

heavenly instructions and celestial messages.<br />

Understanding the importance of the<br />

Holy See and the prominent role of His<br />

Holiness the Pope, Islamic Republic of<br />

Iran puts great emphasis on developing<br />

bilateral and international cooperation<br />

in different fields.<br />

Beginning my assignment in this<br />

holy place with the apprehension of the<br />

significance of the relations, I hope,<br />

with God's help, to be able to expand<br />

the relations, through cooperation of<br />

the different institutions related to the<br />

Holy See, during the term of my assignment.<br />

Your Holiness,<br />

I have great pleasure to begin my<br />

mission in the first days of the year<br />

2001, which with President Khatami's<br />

proposal and the UN approval has been<br />

called The Year of Dialogue among Civilizations.<br />

I am sure His Holiness the<br />

Pope is aware, more than every other<br />

one, of the significance of dialogue<br />

among civilizations and its necessity for<br />

going toward a worldwide peace.<br />

In an era in which conflict among<br />

civilizations is propagated, the world is<br />

facing deep crises and challenges, and<br />

the human being has still on his conscience<br />

the shadow of the two destructive<br />

world wars, bringing up the idea of<br />

dialogue among civilizations by a country<br />

with great and historical civilization<br />

can draw a new perspective in human<br />

relations. The paradigm of dialogue<br />

among civilizations can, undoubtedly,<br />

create new relations in the field of international<br />

relations.<br />

A field in which violence and wrath<br />

will be substituted by tolerance and rationality<br />

and dialogue is introduced as<br />

the best human experience and the<br />

most economical fundamental and human<br />

way to resolve the disputes, to remove<br />

the differences of opinions, to develop<br />

and deepen cooperation and to<br />

propose common mutually agreed viewpoints.<br />

The divine tradition has put the seal<br />

of approval on the acceptability of this<br />

intellectual attitude and those selected<br />

people always took this attitude toward<br />

people. We hope that wise believers and<br />

followers of divine religions, before and<br />

more than anyone else, support this<br />

initiation and try to propagate it.<br />

In the world today, divine religions,<br />

especially Islam and Christianity, have<br />

a notable and historical mission. The<br />

most remarkable part of the problems<br />

contemporary human being is faced<br />

with nowadays, is undoubtedly caused<br />

by turning back on spirituality and<br />

heavenly message of the religion. Therefore,<br />

the solution will be returning to<br />

the religion.<br />

The essence of divine and abrahamic<br />

religions, based on monotheism, is<br />

founded on propagation of real spirituality,<br />

showing a human image of the<br />

life, turning to moral and human values,<br />

as well as to avoid anarchism and<br />

corruption.<br />

In this respect, mutual understanding<br />

of Islam and Christianity on common<br />

campaign against impiety and infidelity,<br />

opposing with any inhuman<br />

idea and project which leads humanity<br />

to annihilation and corruption is a<br />

must believed by all benevolent and pious<br />

people. In an age when impiety has<br />

challenged religion with all its possibilities,<br />

there exists no solution other than<br />

cooperation and mutual understanding<br />

between the followers of divine religions.<br />

Understanding this crucial reality, Islamic<br />

Republic of Iran, as an Islamic<br />

country, is ready to view proposals and<br />

organize meetings and effective dialogues<br />

between the followers of divine<br />

religions. Further more, it willingly accepts<br />

any program leading to expansion<br />

of cooperation between Islam and<br />

Christianity.<br />

Recognizing the difficulties that the<br />

human being is faced with, suggesting<br />

ways to counter and trying to resolve<br />

them is a responsibility which pious<br />

people can not neglect. It goes without<br />

saying that this process can not move<br />

ahead without cooperation of the followers<br />

of various religions.<br />

Your Holiness,<br />

The common belief of the followers<br />

of divine religions based on the innate<br />

generosity of human beings, the necessity<br />

of doing justice, mercy, benevolence,<br />

mutual respect, equality of human<br />

beings in the presence of the God<br />

Almighty, to help the poor and the<br />

weak, supporting the oppressed and abhorrence<br />

of cruels, condemning violation<br />

of people's legitimate rights, supporting<br />

the institution of family, and finally<br />

rejecting those projects and proposals<br />

leading to destruction of this sacred<br />

institution, all are the fields in<br />

which pious people can interact confidently.<br />

As you, we also believe that all the<br />

attempts, innovations and talents of the<br />

human being should be used to establish<br />

peace and justice, spirituality and<br />

liberty.<br />

I would like to conclude by wishing<br />

prosperity and exaltation for your holiness<br />

and all the true followers of divine<br />

religions and thanking God for undertaking<br />

this assignment in this situation.<br />

I hope to be able to take positive steps<br />

toward affinity between Islamic Republic<br />

of Iran and Holy See views in my<br />

term of assignment.


.<br />

PAGINA<br />

6 .<br />

LITURGIA DELLA PAROLA<br />

Ger 1, 4-5.17-19<br />

1 Cor 12, 31-13, 13<br />

Lc 4, 21-30<br />

Quando arriva la domenica, le famiglie<br />

animate da spirito cristiano mettono<br />

al primo posto la santificazione della<br />

festa, che ha al suo centro la partecipazione<br />

all'Eucaristia.<br />

Un giorno speciale<br />

per un «riposo attivo»<br />

1. Nello schema della creazione, tracciato<br />

nel libro biblico della Genesi, dopo i sei<br />

giorni di attività, Dio «si riposò». La sapienza<br />

del Creatore ha provvisto al vero bene<br />

dell'uomo stabilendo un giorno speciale in<br />

cui, sospesa la fatica del lavoro, deve iniziare<br />

un «riposo attivo» per la gloria di Dio,<br />

per l'armonia nella famiglia, per la promozione<br />

di gesti virtuosi e solidali.<br />

Nel giorno del Signore i credenti raggiungono<br />

il tempio e partecipano al sacrificio<br />

eucaristico. La riunione dei fedeli forma<br />

l'assemblea liturgica che celebra l'amore di<br />

Dio con il fervore della preghiera, con l'armonia<br />

melodiosa dei canti, con l'attenzione<br />

ad accogliere la Parola di Dio, con la gioia<br />

di ricevere il Pane di vita. La sosta alla fonte<br />

eucaristica rinnova le energie per l'esercizio<br />

della carità fraterna.<br />

È frequente incontrare all'ingresso delle<br />

chiese il monito efficace: qui si entra per lodare<br />

Dio, da qui si esce per servire il prossimo.<br />

Il culto gradito al Signore è quello reso<br />

credibile dalla solidarietà verso le persone<br />

che portano il peso della croce, il dramma<br />

della malattia, la privazione di beni necessari<br />

all'esistenza.<br />

2. La prima lettura ci introduce nel libro<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Lunedì-Martedì 22-23 Gennaio 2001<br />

L'Arcivescovo di Benevento, Mons. Serafino<br />

Sprovieri, circondato da 60 sacerdoti,<br />

religiosi, religiose, seminaristi ed<br />

una folla strabocchevole di fedeli ha presieduto<br />

nei giorni scorsi la Celebrazione<br />

Eucaristica per la Chiusura dell'Anno Santo,<br />

nella basilica Cattedrale dell'Assunta.<br />

Dopo i riti introduttivi della statio un folto<br />

gruppo di bambini ha preceduto il simbolico<br />

cammino fino al duomo dove si è<br />

svolto il rito dell'asperges.<br />

La Celebrazione è stata trasmessa dal-<br />

La chiusura dell'Anno Santo nell'Arcidiocesi di Benevento<br />

l'emittente diocesana «Radio Speranza»,<br />

al fine di raggiungere anche gli ammalati<br />

e gli anziani rimasti nelle loro case. All'omelia,<br />

l'Arcivescovo ha affermato: «Come<br />

Chiesa locale veniamo dall'Anno Mariano<br />

straordinario (1999), che ha visto peregrinare<br />

in tutte le 117 parrocchie dell'Arcidiocesi<br />

il venerato simulacro della Madonna<br />

delle Grazie, e dall'Anno Santo del<br />

Grande Giubileo 2000. Quanti doni spiri-<br />

La Settimana di Preghiera per l'Unità dei Cristiani<br />

Le antiche Chiese orientali e l'Anno giubilare<br />

JOHAN BONNY<br />

All'alba dell'Anno 2000, le antiche<br />

Chiese orientali hanno voluto partecipare<br />

all'apertura della Porta Santa della<br />

Basilica di San Paolo e alla celebrazione<br />

ecumenica di preghiera del 18 gennaio.<br />

Celebrazione ecumenica<br />

del 18 gennaio 2000<br />

Papa Giovanni Paolo II ha avuto la<br />

gioia di accogliere le delegazioni del Patriarcato<br />

copto ortodosso di Alessandria,<br />

del Patriarcato siro ortodosso di Antiochia,<br />

del Catholicossato armeno di Etchemiadzine,<br />

del Catholicossato armeno<br />

di Cilicia, come pure della Chiesa assira<br />

d'Oriente. Sulla soglia della Basilica Papa<br />

Giovanni Paolo II ha ricevuto da un<br />

diacono ortodosso il Libro dei Vangeli e<br />

lo ha mostrato ai presenti mentre la<br />

schola cantava: «Christus heri et hodie,<br />

Finis et Principium, Christus Alpha et<br />

Omega, Ipsi gloria in saecula!». Tre<br />

rappresentanti di altre Chiese e comunità<br />

ecclesiali sono allora saliti sulla soglia<br />

della Basilica e hanno ripetuto il gesto<br />

del Santo Padre, mostrando il Libro dei<br />

Vangeli verso i quattro punti cardinali,<br />

mentre la schola continuava a cantare<br />

«Christus heri et hodie». S.E. Amba Bishoi,<br />

Metropolita di Damiette (Egitto) e<br />

rappresentante di S.S. Papa Shenouda<br />

III, ha compiuto questo gesto a nome<br />

delle antiche Chiese orientali. Che segno<br />

eloquente e profetico di comunione spirituale!<br />

L'oriente e l'occidente cristiani,<br />

uniti in una comune proclamazione di<br />

fede in Gesù Cristo, uniti anche in un<br />

comune slancio d'evangelizzazione. La<br />

liturgia del 18 gennaio 2000 ha consacrato<br />

diversi decenni di riavvicinamento<br />

fraterno fra la Chiesa cattolica e le antiche<br />

Chiese orientali, aprendo al contempo<br />

nuove prospettive ecumeniche per il<br />

terzo millennio.<br />

Pellegrinaggio giubilare<br />

in Egitto e sul Monte Sinai<br />

Come aveva annunciato nella sua Lettera<br />

Apostolica sul «Pellegrinaggio ai<br />

luoghi legati alla storia della salvezza»,<br />

Papa Giovanni Paolo II ha auspicato di<br />

ripercorrere le «tracce della storia della<br />

Salvezza nella terra in cui essa si è sviluppata».<br />

Poiché risultava impossibile, per diverse<br />

ragioni politiche, andare a Ur<br />

(Iraq) sulle orme di Abramo, il Santo<br />

Padre ha voluto partecipare, come primo<br />

gesto del suo pellegrinaggio giubilare,<br />

a una commemorazione di Abramo<br />

«nostro Padre nella fede». Tale commemorazione<br />

ha avuto luogo mercoledì 23<br />

febbraio 2000, al termine dell'udienza<br />

generale a Piazza San Pietro. S.E. Mar<br />

Bawai Soro, Vescovo assiro della California<br />

occidentale (USA), accompagnato<br />

da alcuni sacerdoti e seminaristi, ha rappresentato<br />

la Chiesa assira d'Oriente.<br />

All'indomani di questa celebrazione di<br />

Abramo «nostro Padre nella fede», Papa<br />

Giovanni Paolo II è partito per l'Egitto.<br />

Fin dal primo giorno del suo viaggio,<br />

giovedì 24 febbraio, ha reso visita al<br />

Patriarca della Chiesa copta ortodossa,<br />

Papa Shenouda III. La visita ha avuto<br />

luogo nella residenza di quest'ultimo,<br />

nel quartiere Amba Roueiss del Cairo.<br />

Venerdì 25 febbraio, Papa Giovanni Pao-<br />

del profeta Geremia, la cui esistenza è stata<br />

tormentata da ostacoli di vario genere e da<br />

crudeli persecuzioni. Il grande Profeta<br />

avrebbe desiderato declinare la sua difficile<br />

missione; era davvero arduo e pericoloso<br />

l'incarico di annunciare la Parola di Dio ai<br />

poteri forti delle classi dominanti e al popolo<br />

di dura cervice!<br />

Ma il Signore fu vicino a Geremia con<br />

l'aiuto della grazia e con le parole della<br />

consolazione: «Io sono con te per salvarti».<br />

Dio, giusto e buono, non mette sulle spalle<br />

delle persone una responsabilità superiore<br />

alle forze. Dio vuole il nostro impegno per<br />

affrontare la via della santità e dell'apostolato,<br />

ma insieme ci garantisce il sostegno<br />

della sua onnipotenza. Allora possiamo dire:<br />

se Dio è con noi, quale forza malvagia<br />

potrà distruggere il suo progetto sulla nostra<br />

vita?<br />

lo II ha partecipato, con Papa<br />

Shenouda III e i capi delle altre<br />

Chiese e comunità ecclesiali<br />

d'Egitto, a una Liturgia della<br />

Parola che si è tenuta nella<br />

nuova cattedrale di Nostra Signora<br />

d'Egitto al Cairo.<br />

Fedeli delle diverse comunità<br />

cristiane hanno affollato la<br />

navata della cattedrale. Nel<br />

suo omaggio a Papa Giovanni<br />

Paolo II, Papa Shenouda III ha<br />

detto, fra le altre cose: «Grazie,<br />

Santità, per essere venuto<br />

in Egitto. Vorremmo che avesse<br />

il tempo per visitare tutti i<br />

luoghi santi del nostro Paese e<br />

tutti i grandi monumenti del<br />

passato della grande civiltà dell'Egitto,<br />

del nostro Paese, visitato<br />

da Abramo, il grande padre<br />

dei Padri, da Giacobbe,<br />

Giuseppe, dalle dodici Tribù e<br />

infine, a coronamento di tutto,<br />

dal nostro Signore Gesù Cristo,<br />

dalla Santa Vergine Maria e da<br />

san Giuseppe.<br />

Amiamo il nostro Paese e<br />

amiamo Lei, Santità. Preghiamo<br />

affinché possiamo essere<br />

una sola cosa in Cristo e pre-<br />

gare su un unico altare per ot-<br />

La Chiesa<br />

armena apostolica<br />

La visita che il Sommo Patriarca e<br />

Catholicos di tutti gli Armeni, S.S. Karekin<br />

II ha reso alla Chiesa di Roma e a<br />

Papa Giovanni Paolo II, il 9 e il 10 novembre<br />

2000, è stata indicata quale<br />

evento significativo dell'Anno Giubilare<br />

a Roma. La delegazione che accompagnava<br />

il Catholicos era costituita da<br />

quindici Vescovi e Arcivescovi armeni, e<br />

dal Ministro degli Affari religiosi della<br />

Repubblica Armena. Nel pomeriggio di<br />

giovedì 9 novembre, Papa Giovanni Paolo<br />

II ha ricevuto in udienza il Catholicos<br />

Karekin II, accompagnato dal suo seguito.<br />

Al termine di questa udienza i due<br />

capi di Chiesa hanno firmato un Comunicato<br />

congiunto, nel quale hanno dichiarato:<br />

«Noi guardiamo al futuro con<br />

speranza e fiducia. In questa congiuntura<br />

storica, scorgiamo nuovi orizzonti<br />

per noi cristiani e per il mondo. In Occidente<br />

e in Oriente, dopo aver fatto l'esperienza<br />

delle micidiali conseguenze di<br />

regimi e modi di vita senza Dio, molti<br />

anelano a conoscere la verità e la via<br />

che conduce alla salvezza. Insieme, guidati<br />

dalla carità e dal rispetto per la libertà,<br />

cerchiamo di rispondere al loro<br />

desiderio, per condurli alle fonti dell'autentica<br />

vita e della vera felicità». Nella<br />

mattinata di venerdì 10 novembre ha<br />

avuto luogo una celebrazione ecumenica<br />

nella Basilica di San Pietro, presieduta<br />

da Papa Giovanni Paolo II e dal Catholicos<br />

Karekin II, nel corso della quale è<br />

stata consegnata alla Chiesa armena<br />

apostolica una reliquia di San Gregorio<br />

Illuminatore, conservata fino a quel momento<br />

nel convento di San Gregorio Armeno<br />

a Napoli. La reliquia è destinata<br />

alla nuova cattedrale di Yerevan, che sarà<br />

dedicata in particolare a San Gregorio.<br />

La consacrazione di questo nuovo<br />

santuario è prevista per il 21 settembre<br />

2001, come evento culminante in Armenia<br />

delle celebrazioni del 1700° anniversario<br />

della proclamazione del cristianesi-<br />

mo come religione di Stato. Nella sua<br />

omelia, il catholicos Karekin II ha formulato<br />

al Papa il seguente voto: «Lo<br />

scorso anno, il nostro popolo si è preparato<br />

con entusiasmo e affetto ad accogliere<br />

Sua Santità nella nostra patria<br />

d'Armenia, dove si beneficia attualmente<br />

della libertà sotto lo sguardo del Monte<br />

Ararat. Purtroppo la salute del beato<br />

Catholicos Karekin si è aggravata e la<br />

sua visita non ha potuto aver luogo in<br />

quel momento. Noi però serbiamo ancora<br />

la speranza di poter accogliere Sua<br />

Santità e il nostro popolo attende con<br />

impazienza di celebrare il 1700° anniversario<br />

della Chiesa armena apostolica alla<br />

sua confortante presenza».<br />

La Chiesa<br />

malankarese ortodossa<br />

La Commissione mista per il Dialogo<br />

fra la Chiesa cattolica e la Chiesa siromalankarese<br />

ortodossa si è riunita dal<br />

26 al 30 settembre 2000 a Kottayam<br />

(Kerala). Come d'abitudine, le sottocommissioni<br />

locali hanno presentato testi<br />

preparatori riguardanti tre temi principali:<br />

l'ecclesiologia, la storia e la testimonianza<br />

comune. Rispetto all'ecclesiologia,<br />

i documenti discussi hanno fatto<br />

riferimento all'unità della Chiesa, così<br />

come ha trovato la sua espressione nella<br />

tradizione liturgica sira. Le fonti liturgiche<br />

della tradizione sira di fatto comprendono<br />

numerosi riferimenti impliciti<br />

ed espliciti alla Chiesa e alla sua unità.<br />

Riguardo alla storia, sono stati affrontati<br />

i diversi approcci e presentazioni locali<br />

di quel momento storico che è stato il<br />

«Coonen Cross Oath» (1653). Come è<br />

emerso dal dibattito, le fonti storiche su<br />

questo periodo, per la maggior parte<br />

conservate negli archivi di istituti o congregazioni<br />

cattolici, non sono ancora<br />

state oggetto di una lettura comune fra<br />

le Chiese coinvolte. Infine, nell'ambito<br />

della testimonianza comune, è stato redatto<br />

un nuovo progetto di provvisione<br />

pastorale riguardante i matrimoni misti.<br />

tuali ricevuti, quanti incontri, celebrazioni<br />

per categorie, pellegrinaggi a Lourdes,<br />

Terra Santa e Roma per videre Petrum e<br />

poi, la squisita accoglienza che le famiglie<br />

hanno offerto ai 4.000 giovani ospiti tra<br />

noi dal 10 al 14 di agosto e i tanti pellegrini<br />

italiani e stranieri incontrati in Pietrelcina<br />

(BN) terra natale del nostro amato<br />

Padre Pio... Tutti motivi per dire un grazie<br />

cordiale e sincero al Signore».<br />

Accogliete la promessa del pane di vita<br />

Le feste natalizie ci hanno ricordato che<br />

Gesù è l'Emmanuele, il Dio con noi e per<br />

noi, colui che mai ci abbandona, che ci accompagna<br />

sulla strada della salvezza, che<br />

ci promette un premio superiore non solo ai<br />

nostri meriti (che sono veramente esigui),<br />

ma anche ai nostri desideri.<br />

La Risurrezione di Cristo, che celebreremo<br />

a Pasqua, sarà il fondamento inconcusso<br />

della nostra speranza. L'ultima parola<br />

tenere l'unità, l'unità di fede». Nella sua<br />

omelia Papa Giovanni Paolo II ha fatto<br />

riferimento al processo di riavvicinamento<br />

ecumenico fra la Chiesa cattolica<br />

e le Chiese orientali in questi termini:<br />

«Ora, nel corso del XX secolo, lo Spirito<br />

Santo ha riavvicinato le Chiese e le Comunità<br />

cristiane in un movimento di riconciliazione.<br />

Ricordo con gratitudine<br />

l'incontro fra Papa Paolo VI e Sua Santità<br />

Papa Shenouda III, nel 1973 e la Dichiarazione<br />

Cristologica Comune che<br />

essi firmarono in quell'occasione.<br />

Rendo grazie a quanti hanno contribuito<br />

a quell'importante risultato, in<br />

particolare alla Fondazione pro Oriente<br />

di Vienna e alla Commissione Mista Internazionale<br />

fra la Chiesa Cattolica Romana<br />

e la Chiesa Copta Ortodossa. A<br />

Dio piacendo, questa Commissione Mista<br />

Internazionale e la Commissione<br />

Mista Internazionale per il Dialogo Teologico<br />

fra la Chiesa Cattolica Romana e<br />

la Chiesa Ortodossa presto torneranno<br />

a operare normalmente, in particolare a<br />

proposito di alcune questioni ecclesiologiche<br />

fondamentali che necessitano<br />

chiarimenti».<br />

Sabato 26 febbraio, Papa Giovanni<br />

Paolo II si è recato in visita al monastero<br />

ortodosso di Santa Caterina sul Monte<br />

Sinai (Egitto). Vi è stato calorosamente<br />

accolto da S.E. il Metropolita Damianos,<br />

Arcivescovo di Sinai e Igoumen del<br />

Monastero di Santa Caterina. Dopo una<br />

visita privata al monastero, il Papa si è<br />

riunito, per una Liturgia della Parola nel<br />

Giardino degli Ulivi, con i numerosi pellegrini<br />

presenti.<br />

Nella sua omelia il Santo Padre ha ricordato<br />

la vocazione ecumenica del luogo<br />

e della sua comunità monastica:<br />

«Prego affinché nel nuovo millennio il<br />

Monastero di Santa Caterina sia un faro<br />

luminoso che chiama le Chiese a<br />

conoscersi meglio reciprocamente e a<br />

riscoprire l'importanza agli occhi di Dio<br />

di ciò che ci unisce a Cristo».<br />

non appartiene alla morte che distrugge,<br />

ma alla vita che risorge, a Gesù vittorioso<br />

sul peccato e sulla sua conseguenza: l'enigma<br />

oscuro e doloroso della morte. Se noi<br />

credenti resteremo vitalmente uniti al Signore,<br />

avremo parte alla sua splendida vittoria<br />

e, al termine della nostra vicenda terrena,<br />

alla felicità nella Casa del Padre. Dovremo<br />

realizzare due presupposti essenziali: che<br />

ci manteniamo perseveranti nella via del<br />

bene sino alla fine e che «cristianizziamo il<br />

nostro essere con lo spirito delle Beatitudini»<br />

(Paolo VI).<br />

3. Nella seconda lettura incontriamo il celebre<br />

inno alla carità dell'apostolo Paolo.<br />

Sappiamo che è una pagina sublime, che<br />

commuove il nostro animo e che ci sprona<br />

10 novembre 2000 - Giovanni Paolo II con S.S. Karekin II, Catholicos di tutti gli Armeni, in occasione<br />

della Celebrazione Ecumenica svoltasi nella Basilica Vaticana<br />

Il progetto è stato poi sottoposto<br />

per l'approvazione alle autorità<br />

competenti delle Chiese<br />

coinvolte. La Commissione mista<br />

così tenta di aiutare le<br />

Chiese locali a trovare una soluzione<br />

a problemi pastorali in<br />

campo ecumenico.<br />

La Chiesa<br />

assira d'Oriente<br />

La sesta riunione annuale<br />

del Comitato misto per il dialogo<br />

teologico fra la Chiesa cattolica<br />

e la Chiesa assira d'Oriente<br />

si è tenuto dal 12 al 14<br />

ottobre 2000 ad Arezzo, grazie<br />

all'ospitalità di S.E. Monsignor<br />

Gualtiero Bassetti, Vescovo di<br />

Arezzo-Cortona-Sansepolcro.<br />

Come primo punto dell'ordine<br />

del giorno i membri del Comitato<br />

misto hanno terminato la<br />

redazione di un «Documento<br />

comune sulla vita sacramentale».<br />

Il Comitato misto ha così<br />

concluso la seconda fase delle<br />

sue attività, fase avviata nel<br />

1995, dopo la firma, nel 1994,<br />

della «Dichiarazione cristologi-<br />

ca comune», da parte di S.S.<br />

Al termine della Celebrazione il «Coro<br />

santa Cecilia» della Cattedrale, diretto dal<br />

M. Lupo Ciaglia, ha eseguito il Magnificat<br />

della lode e del ringraziamento. Infine il<br />

Vicario Generale ha dato lettura del Decreto<br />

arcivescovile che ha proclamato il<br />

2001 Anno del Discepolato nel segno di<br />

san Bartolomeo Apostolo, di cui Benevento<br />

conserva le reliquie dal 25 ottobre dell'838.<br />

PASQUALE MARIA MAINOLFI<br />

28 GENNAIO 2001 — IV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO<br />

a compiere la scelta impegnativa dell'amore<br />

che si dona a Dio nell'obbedienza e al prossimo<br />

nel servizio.<br />

San Paolo non ha scritto questo inno per<br />

dimostrare il suo genio di teologo e di mistico,<br />

ma per indicare ai credenti la via «migliore»,<br />

la via regale e sicura della carità,<br />

la via che fa sintesi del messaggio evangelico.<br />

San Giovanni non si stancava di ripetere<br />

ai cristiani la lezione dell'amore; e a<br />

chi gli faceva osservare la monotonia della<br />

lezione rispondeva: se la scelta dell'amore<br />

viene praticata, è sufficiente per la salvezza.<br />

Il Concilio Vaticano II ha ribadito con<br />

chiarezza: «Lo spirito di povertà e d'amore<br />

è la gloria e il segno della Chiesa di Cristo»<br />

(GS, 88). La nostra società è succube di un<br />

egoismo devastante che fa crescere per un<br />

verso l'avidità e per un altro verso la dispe-<br />

razione. L'egoismo diventa castigo di se<br />

stesso. Coloro che rincorrono avidamente il<br />

denaro, il piacere ed il potere — e mai si<br />

aprono alla solidarietà verso i poveri e i<br />

sofferenti — rimangono prigionieri della loro<br />

stoltezza. Il ricco epulone si accorse del<br />

suo errore quand'era troppo tardi. L'esercizio<br />

dei gesti di carità non deve essere rinviato<br />

al futuro, di cui non siamo padroni. Se<br />

accumuliamo tesori sulla terra, li esponia-<br />

Papa Giovanni Paolo II e di S.S. il Patriarca<br />

Mar Denkha IV. Come previsto,<br />

la terza fase di questo dialogo verte sulla<br />

costituzione della Chiesa. A mo' d'introduzione<br />

di questa terza fase, sono<br />

stati preparati e discussi due documenti:<br />

uno sulla nozione di «comunione», in<br />

una prospettiva biblica e l'altro sul Concilio<br />

di Firenze e sulla sua importanza<br />

ecumenica. Infine, per chiarire alcune<br />

questioni dottrinali legate ai primi concili<br />

ecumenici, il Comitato misto ha trattato<br />

anche il tema della controversia dei<br />

«Tre Capitoli» e il suo rapporto con la<br />

condanna di Nestore.<br />

Degno di menzione è anche il fatto<br />

che la Chiesa caldea e la Chiesa assira<br />

d'Oriente abbiano voluto celebrare il<br />

Giubileo dell'Anno 2000 in comune, dal<br />

23 al 31 ottobre 2000, in Iraq. In quei<br />

giorni, S.B. il Patriarca Mar Raphael Bidawid<br />

e S.B. il Patriarca Mar Dinkha IV<br />

hanno partecipato insieme a numerose<br />

celebrazioni liturgiche o incontri fraterni.<br />

Il 25 ottobre, i due Patriarchi, con i<br />

Vescovi e i fedeli che li accompagnavano,<br />

hanno visitato il monastero di Rabban<br />

Hormiz, vicino ad Alqosh, dove i<br />

Patriarchi della Chiesa d'Oriente hanno<br />

avuto per diversi secoli la loro residenza<br />

e dove sono conservate le loro tombe.<br />

Per tutti i partecipanti è stata un'esperienza<br />

molto simbolica e commovente il<br />

ritrovarsi nella culla storica della loro<br />

Chiesa particolare e commemorare insieme<br />

i loro Pastori e predecessori nella<br />

fede cristiana.<br />

Conclusione<br />

Nella sua Lettera Apostolica Novo<br />

millennio ineunte Papa Giovanni Paolo<br />

II scrive: «Il cammino ecumenico resta<br />

certo faticoso, forse lungo, ma ci<br />

anima la speranza di essere guidati dalla<br />

presenza del risorto e dalla forza inesauribile<br />

del suo Spirito, capace di sorprese<br />

sempre nuove» (n. 12). L'Anno Giubilare<br />

è stato in effetti caratterizzato da alcune<br />

sorprese nei rapporti fra la Chiesa cattolica<br />

e le antiche Chiese orientali.<br />

MARTINO GOMIERO<br />

Vescovo emerito di Adria-Rovigo<br />

mo alla rapacità dei ladri. Non possono dormire<br />

sonni tranquilli i ricchi blindati nelle loro<br />

case, che vengono prese di mira dalle<br />

bande criminali. La delinquenza sembra dare<br />

ragione alle parole del Signore: beati i<br />

poveri!<br />

Chiedere la grazia di agire<br />

con carità responsabile<br />

4. Il racconto evangelico non fa onore alla<br />

gente di Nazareth, rinchiusa nell'ottusità e<br />

nella stoltezza. Si verifica la «psicologia<br />

della folla», già presente in altre pagine<br />

evangeliche. Possiamo ricordare il miracolo<br />

della moltiplicazione dei pani che vede la<br />

gente pronta ad acclamare re Gesù; ma all'indomani<br />

quella gente rifiuterà di accogliere<br />

dalle labbra di Gesù la promessa del pane<br />

di vita.<br />

Il commento di Gesù alla profezia di Isaia<br />

all'inizio fila dritto e raccoglie consenso e<br />

favore. Però subito fa capolino il pregiudizio,<br />

si estende e prevale, fino a divenire<br />

una reazione minacciosa. Ma Gesù abbandona<br />

la sinagoga di Nazareth e continua altrove<br />

la sua missione.<br />

Il messaggio di Gesù non è una poesia<br />

da imparare a memoria e, tanto meno, una<br />

droga che addormenta la coscienza. I veri<br />

credenti non chiedono al Signore privilegi e<br />

favori, bensì la grazia di agire con carità responsabile<br />

e generosa.<br />

Aveva ragione s. Ireneo di affermare:<br />

«Credere a lui (a Gesù) è fare la sua volontà».<br />

Milano: incontri<br />

e celebrazioni<br />

nel segno del dialogo<br />

«Io sono la via, la verità e la vita»: è il<br />

cuore del brano di Vangelo (Gv 14, 6)<br />

scelto quest'anno per la riflessione e la<br />

preghiera per l'unità dei cristiani. Anche<br />

nell'Arcidiocesi di Milano i giorni dal 18<br />

al 25 gennaio sono vissuti con questa intenzione,<br />

e vari sono i momenti programmati<br />

dal Consiglio delle Chiese Cristiane<br />

di Milano, al quale aderiscono:<br />

Chiesa Anglicana, Chiesa Cattolica Ambrosiana,<br />

Chiesa Copta Ortodossa d'Egitto,<br />

Chiesa Copta Ortodossa d'Eritrea,<br />

Chiesa Cristiana Protestante (luterana e<br />

riformata), Chiese Evangeliche Battiste,<br />

Chiesa Evangelica Metodista, Chiesa<br />

Evangelica Valdese, Chiesa Ortodossa<br />

del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli,<br />

Chiesa Ortodossa Romena, Chiesa<br />

Ortodossa Russa del Patriarcato di Mosca,<br />

Chiesa Vetero Cattolica dell'Unione<br />

di Utrecht, Esercito della Salvezza.<br />

Il primo appuntamento è stato la sera<br />

di giovedì 18, con l'«Apertura della settimana»<br />

presso la chiesa prepositurale di<br />

s. Stefano a Sesto San Giovanni (zona<br />

pastorale omonima, n. VII); mentre venerdì<br />

19 sono stati «Parola e musica» a<br />

guidare i fedeli nella prepositurale dei<br />

s. Apostoli e Nazaro Maggiore in Milano,<br />

con l'«Incontro ecumenico delle corali<br />

cristiane». Sono seguite varie Celebrazioni<br />

ecumeniche della Parola nelle<br />

diverse chiese, anche distinguendo le<br />

singole zone pastorali in cui è suddivisa<br />

la diocesi. La zona I (Milano) ha il proprio<br />

incontro specifico lunedì 22 alle 21<br />

nella prepositurale di Santa Maria Assunta<br />

in Turro; la stessa data e ora vedrà<br />

chiamati i fedeli di altre tre zone: la<br />

III (Lecco) nella prepositurale di Santa<br />

Maria Nascente ad Erba; ancora la VI<br />

(per la parte più orientale), presso la<br />

parrocchia San Zeno in Treviglio; e ancora<br />

la VII (analoga situazione) nella<br />

prepositurale Santa Maria Assunta di<br />

Cernusco sul Naviglio. Sempre nella zona<br />

VII, ma in particolare per il decanato<br />

di Paderno Dugnano, la celebrazione<br />

ecumenica avverrà martedì 23 alle 21,<br />

nella chiesa dei Santi Nazaro e Celso in<br />

Dugnano, con la presenza di abuna (padre)<br />

Antonio Ava Shvenuti del monastero<br />

Copto Ortodosso d'Egitto «Anba Shenuda»<br />

di Lacchiarella. Mercoledì 24 alle<br />

21 la Chiesa Metodista di via Porro<br />

Lambertenghi a Milano accoglierà chi<br />

vorrà seguire il Culto evangelico, mentre<br />

giovedì 25 alle 18 sarà celebrato il Vespro<br />

ortodosso ancora presso la Chiesa<br />

Ortodossa Romena di Milano. Lo stesso<br />

giorno, altri due momenti di preghiera<br />

per la zona III saranno: alle 18.30 presso<br />

la prepositurale dis.Ambrogio a Merate<br />

(Lc) e alle 20.45 nella prepositurale<br />

San Nicolò di Lecco. Infine, venerdì 26<br />

gennaio a partire dalle ore 21, presso il<br />

Centro «Paolo VI» di Corso Venezia 11 a<br />

Milano, si affronterà il tema «Ospitalità<br />

eucaristica oggi». Saranno presenti: l'Arcivescovo<br />

Giuseppe Chiaretti, Presidente<br />

della Commissione Ecumenismo e dialogo<br />

della Cei; Paolo Ricca, docente presso<br />

la Facoltà Teologica Valdese di Roma;<br />

padre Traian Valdman, Vicario<br />

eparchiale delle Comunità Ortodosse<br />

Romene d'Italia.<br />

Il giorno precedente l'inizio di questa<br />

Settimana, si è celebrata la XII Giornata<br />

dell'Ebraismo. A Milano si è svolto un<br />

incontro con gli interventi del Card.<br />

Carlo Maria Martini, di Padre Francesco<br />

Rossi De Gasperis, docente presso l'Istituto<br />

Biblico di Gerusalemme, e di Giuseppe<br />

Laras, Rabbino capo di Milano.<br />

ALBERTO MANZONI


.<br />

PAGINA<br />

7 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Lunedì-Martedì 22-23 Gennaio 2001<br />

Mons. Giuseppe Burdisso, Protonotario<br />

Apostolico Soprannumerario e Segretario<br />

aggiunto della Conferenza Episcopale Umbra,<br />

celebrerà nella sera di mercoledì 31<br />

gennaio la Santa Messa di ringraziamento<br />

al Signore, nel trentesimo anniversario di<br />

ordinazione sacerdotale.<br />

La Celebrazione Eucaristica nel giorno<br />

in cui ricorre la memoria liturgica di san<br />

Giovanni Bosco avrà luogo, alle ore 19, in<br />

Palazzo di Assisi (Perugia), Villa santa Tecla,<br />

sede provvisoria della C.E.U. e del<br />

Il Simposio «A dieci anni dalla Redemptoris missio»<br />

Una Chiesa per il mondo<br />

MARCO IMPAGLIAZZO<br />

La commemorazione dell'enciclica<br />

Redemptoris missio, tenutasi<br />

nei giorni scorsi (19-20 gennaio)<br />

all'Università Urbaniana e successivamente<br />

nell'Aula Paolo VI alla<br />

presenza del Santo Padre, è stata<br />

l'occasione per riflettere in maniera<br />

approfondita sul mandato missionario<br />

dei cristiani, «il primo<br />

compito affidato da Cristo ai suoi<br />

discepoli», all'inizio di un nuovo<br />

secolo.<br />

Il simposio «A dieci anni dalla<br />

Redemptoris missio», apertosi nell'Aula<br />

Magna dell'Università Urbaniana,<br />

ha analizzato, nella prima<br />

sessione, il documento pontificio<br />

nel contesto storico del XX secolo,<br />

il suo impatto nel pensiero<br />

missiologico e teologico. Successivamente<br />

i relatori hanno riflettuto<br />

sull'influsso dell'enciclica nei documenti<br />

pontifici, sinodali e delle<br />

Conferenze episcopali e ne hanno<br />

valutato l'influenza sull'attività<br />

missionaria nei diversi continenti.<br />

Da tutti gli interventi e dal dibattito<br />

che ne è seguito sono emerse<br />

la forza e l'attualità della Redemptoris<br />

missio in un mondo che in<br />

questi ultimi dieci anni è profondamente<br />

cambiato: si pensi sol-<br />

tanto al crollo dei regimi comuni-<br />

sti in Europa o alle nuove sfide imposte<br />

dalla globalizzazione.<br />

La conclusione del Simposio si è tenuta<br />

nell'Aula Paolo VI dove dopo un saluto<br />

del Card. Jozef Tomko e un'introduzione<br />

del rettore dell'Urbaniana, Mons.<br />

Ambrogio Spreafico, il Card. Francis E.<br />

George, Arcivescovo di Chicago, ha<br />

svolto il discorso celebrativo dal tema:<br />

«Un Signore e una Chiesa per il mondo:<br />

commemorazione del decimo anniversario<br />

della Redemptoris missio». Al termine<br />

le migliaia di persone presenti, tra<br />

cui moltissimi studenti dell'Urbaniana e<br />

dei collegi missionari, hanno potuto<br />

ascoltare le parole del Papa che ha sottolineato<br />

l'esigenza che la missione «ad<br />

gentes» riprenda il largo, ripartendo da<br />

Cristo, con nuovo vigore e attraverso un<br />

rinnovamento dei metodi pastorali.<br />

Nelle parole del Papa è risuonata l'eco<br />

del recente documento Novo Millennio<br />

ineunte, che nella sua parte conclusiva,<br />

quasi a voler sottolineare che la<br />

missione è una delle eredità più importanti<br />

del Giubileo, indica la necessità di<br />

trovare nella missione «lo stesso entusiasmo<br />

che fu dei cristiani della prima<br />

ora».<br />

Il Papa chiede ai credenti di andare<br />

avanti con speranza, di «prendere il largo<br />

per la pesca» guardando al nuovo<br />

millennio come «oceano vasto in cui avventurarsi<br />

contando sull'aiuto di Cristo».<br />

Dopo il Giubileo la Chiesa si mette nuovamente<br />

in cammino, il passo dei credenti<br />

all'inizio del nuovo secolo «deve<br />

farsi più spedito — chiede il Papa — nel<br />

ripercorrere le strade del mondo».<br />

Effettivamente la missione per la<br />

Chiesa cattolica all'inizio di questo nuovo<br />

millennio, ha davanti a sé gli orizzonti<br />

del vasto mondo. Il secolo che si è appena<br />

concluso ha lasciato un'importante<br />

eredità da un punto di vista missionario:<br />

non solo perché è stato uno dei secoli<br />

più missionari della storia cristiana, ma<br />

anche perché l'annuncio del Vangelo di<br />

Gesù ha raggiunto «gli estremi confini<br />

della terra».<br />

Oggi le comunità cristiane vivono a<br />

contatto con popoli, culture, religioni<br />

che non avevano mai incontrato nella<br />

loro storia bimillenaria.<br />

Lo storico Andrea Riccardi nella sua<br />

relazione introduttiva ha messo ben in<br />

evidenza lo sviluppo dell'azione missionaria<br />

della Chiesa nel Novecento notando<br />

come proprio in questo secolo sia<br />

giunta «a maturazione quell'onda lunga<br />

ottocentesca di vita missionaria che portava<br />

fuori dai confini dell'Europa verso<br />

il Sud e verso l'Est».<br />

La Chiesa cattolica ha realizzato, nel<br />

secolo trascorso, una presenza inedita<br />

su scala mondiale passando da una realtà<br />

essenzialmente europea e americana<br />

a una dimensione universale. In America<br />

Latina le basi per una rinnovata<br />

evangelizzazione furono poste dal Concilio<br />

plenario latino-americano nel 1899 e<br />

da allora la Chiesa cattolica ha veramente<br />

realizzato nel continente una presenza<br />

nel cuore di popoli mai incontrati<br />

nella sua lunga storia stabilendo in essi<br />

comunità di notevole spessore.<br />

Certo la Chiesa resta una realtà missionaria<br />

in parecchie regioni e i missionari<br />

ne sono stati i protagonisti anche<br />

con il sacrificio della loro vita per comunicare<br />

il Vangelo. Quello del martirio è<br />

un tratto unificante della Chiesa latinoamericana<br />

in questo secolo, fino a anni<br />

recenti, che ha toccato la vita di Vescovi,<br />

preti, religiosi, religiose, laici.<br />

D'altra parte l'Africa è il continente in<br />

cui, nel Novecento, si è sviluppato il<br />

maggiore impegno missionario della<br />

Chiesa cattolica. Il suo sviluppo è dovuto<br />

principalmente alle energie missionarie<br />

scaturite dalle Chiese europee e, successivamente,<br />

da quelle nordamericane.<br />

Alcune premesse fondamentali erano<br />

state poste nell'Ottocento con la creazio-<br />

20 gennaio 2001: il coro del Collegio Urbano saluta<br />

con un canto africano l'ingresso del Papa nell'Aula<br />

Paolo VI nella giornata conclusiva del Simposio<br />

ne di grandi società missionarie e con<br />

l'apertura di missioni nel cuore del continente.<br />

Ma la comunicazione del Vangelo<br />

in terra africana è stata soprattutto<br />

un'impresa portata avanti, seppure tra<br />

grandi difficoltà, lungo il Novecento.<br />

In Africa i missionari europei non<br />

hanno trovato forme statuali come in<br />

Asia, ma si sono trovati nel cuore di<br />

uno scontro di civiltà, tra quella portata<br />

dalle potenze europee in piena espansione<br />

coloniale e quelle dei popoli africani,<br />

che entrava progressivamente in crisi<br />

sotto il peso della nuova dominazione e<br />

del nuovo stile di vita. Interi territori del<br />

continente per lungo tempo hanno vissuto<br />

in uno stato di incertezza politica e<br />

istituzionale.<br />

A questi elementi va aggiunto che la<br />

vita dei missionari e delle missionarie si<br />

è svolta in condizioni di estrema precarietà<br />

e di rischio. Il Novecento africano<br />

è stato il secolo di un grande martirologio<br />

di missionari sia nella stagione dell'«implantatio<br />

Ecclesiae», che in quella<br />

successiva degli Stati indipendenti e delle<br />

Chiese autoctone.<br />

Questa inedita presenza della Chiesa<br />

su scala mondiale è stata realizzata a<br />

partire da una grande responsabilità e<br />

passione per la missione.<br />

E qui si inserisce la storia dei documenti<br />

pontifici sulla missione nel XX se-<br />

colo, a partire dalla celebre lettera<br />

Maximum illud di Benedetto XV<br />

nel 1919, quando il Papa metteva<br />

in guardia la Chiesa dai nazionalismi<br />

raccomandando ai missionari<br />

di essere estranei a ogni spirito<br />

nazionale e a ogni colonialismo<br />

religioso e spirituale, di riconoscere<br />

il valore della civiltà nei paesi<br />

evangelizzati, di mirare alla costruzione<br />

di Chiese locali con un<br />

clero autoctono.<br />

Dopo il 1989 Giovanni Paolo II<br />

ha riproposto la missione della<br />

Chiesa in un mondo globalizzato,<br />

con messaggi che travalicano tutte<br />

le frontiere, ma anche di fronte<br />

a nuovi orizzonti.<br />

È indicativo rilevare che l'incipit<br />

della Redemptoris missio si<br />

apra con una preoccupazione:<br />

«La missione di Cristo redentore,<br />

affidata alla Chiesa, è ancora ben<br />

lontana dal suo compimento. Al<br />

termine del secondo millennio della<br />

sua venuta uno sguardo d'insieme<br />

all'umanità dimostra che tale<br />

missione è ancora agli inizi».<br />

Il Papa nota una certa crisi della<br />

missione e allo stesso tempo indica<br />

alla Chiesa «un nuovo inizio».<br />

«Sulla soglia di un mondo<br />

senza frontiere, globalizzato, tanto<br />

largo — ha detto Riccardi — il<br />

La chiusura dell'Anno Santo<br />

nella diocesi di Belluno-Feltre<br />

La Chiesa che è in Belluno-Feltre ha<br />

chiuso nei giorni scorsi, con la Celebrazione<br />

Eucaristica presieduta dal Vescovo,<br />

il Giubileo diocesano. La Santa Messa<br />

è stata resa ancor più solenne per il<br />

saluto che la comunità cristiana ha voluto<br />

riservare a Monsignor Pietro Brollo,<br />

oggi Arcivescovo di Udine.<br />

Momenti di gioia ma anche di commozione,<br />

dunque, per i fedeli che per<br />

cinque anni hanno avuto come Vescovo,<br />

Mons. Brollo, cui è succeduto Monsignor<br />

Vincenzo Savio.<br />

Dopo il saluto alla comunità feltrina,<br />

il Presule si è congedato definitivamente<br />

dalla diocesi con la solenne celebrazione<br />

in Cattedrale di Belluno. Erano presenti<br />

sacerdoti, religiosi e religiose, autorità<br />

civili e militari per un ringraziamento<br />

corale.<br />

Parole di vivo ringraziamento sono<br />

state espresse dal Vicario generale della<br />

diocesi, Monsignor Giuseppe Andrich,<br />

che ha sintetizzato i cinque anni di presenza<br />

del Vescovo Brollo e l'ultimo anno,<br />

vissuto nella luce del Giubileo.<br />

«Con questa celebrazione — ha detto<br />

il Vicario generale — ha termine un<br />

tempo propizio vissuto in comunione<br />

con la Chiesa e con tanti uomini di buona<br />

volontà. Il tempo di preparazione a<br />

quest'anno straordinario ha avuto inizio<br />

nel 1996-97 con la centralità data a Gesù,<br />

Redentore dell'uomo: nel segno della<br />

croce, consegnata a ogni comunità parrocchiale,<br />

è iniziato il cammino voluto<br />

dal Santo Padre e che per la nostra diocesi<br />

ha avuto una guida pastorale nuova:<br />

il Vescovo Pietro».<br />

La prima decisione, ha ricordato il Vicario,<br />

fu quella di aprire una missione<br />

sulle montagne dell'Albania «perché Gesù<br />

Cristo è presente nei più poveri e insieme<br />

a loro lo si serve in autenticità».<br />

«Il secondo anno 1997-98 — ha proseguito<br />

Monsignor Andrich — ci ha ricondotti<br />

alla sorgente dell'amore, allo Spirito<br />

vivificante. In quest'anno ha preso<br />

avvio la grande Missione per il Giubileo<br />

con l'intensa preparazione che ha raggiunto<br />

migliaia di laici. L'azione del Vescovo<br />

Pietro, di richiamare alla convergenza<br />

delle forze e all'unità, ha fatto<br />

compiere passi importanti per il futuro<br />

della nostra Chiesa».<br />

L'abbraccio benedicente riprodotto su<br />

cristianesimo si va ricollocando».<br />

E il Papa ha colto questo passaggio<br />

storico a un nuovo mondo come occasione<br />

di un «nuovo inizio» per la missione<br />

ad gentes, un inizio in cui fedeltà,<br />

tradizione si fondono con il nuovo.<br />

La missione, infatti, è la realtà di una<br />

Chiesa che nasce e rinasce, ma è anche<br />

la passione di una Chiesa che si sente a<br />

casa sua nel mondo e che considera<br />

ogni uomo e ogni donna come mondi<br />

che gli interessano e la riguardano.<br />

«Il genio della Chiesa cattolica — ha<br />

notato Riccardi —, quello che la sua<br />

storia ha svelato è proprio questa passione<br />

universale. In un mondo globalizzato,<br />

di fronte alle risorgenti frontiere<br />

etniche e di civiltà la Chiesa cattolica<br />

testimonia questa passione di universalità».<br />

Per i credenti dunque la missione resta<br />

un compito primario, un «nuovo inizio»,<br />

mentre si apre un secolo nuovo,<br />

ma anche ricorda loro la forza della fede.<br />

Il Card. George, nella sua relazione,<br />

lo ha messo ben in evidenza, quando si<br />

è chiesto: «Perché la missione? La nostra<br />

fede ci spinge ad affermare la verità<br />

su cosa crediamo». È quello che la Redemptoris<br />

missio ha ricordato con forza:<br />

«la missione è un problema di fede,<br />

è l'indice esatto della nostra fede in Cristo<br />

e nel suo amore per noi» (n. 11).<br />

un'icona collocata nelle chiese della diocesi,<br />

ha reso visibile il tema dell'anno<br />

1998-99 dedicato al Padre. «L'amore di<br />

Dio — ha affermato il Vicario generale<br />

— è stato il nucleo essenziale dell'annuncio<br />

portato nelle case della Missione<br />

per il Giubileo con il richiamo che il Vescovo<br />

continuamente faceva: «Se non<br />

amate le persone alle quali portate l'annuncio,<br />

non varcate la soglia della loro<br />

casa».<br />

Grandi assemblee, realizzate con<br />

straordinaria partecipazione hanno dato<br />

inizio a ciascuna forania alla missione di<br />

casa in casa. Dopo il triennio di preparazione,<br />

l'anno di grazia. «Affiorano nella<br />

nostra memoria riconoscente le immagini<br />

dell'apertura del Giubileo con la<br />

processione sotto la neve nella serata del<br />

Natale 1999 e l'ostensione del libro fatta<br />

dal Vescovo sulla porta della cattedrale.<br />

Era quello l'inizio dell'Anno Santo che<br />

questa sera concludiamo, nella gioia di<br />

aver vissuto un'esperienza straordinaria».<br />

Il sacerdote ha quindi voluto ricordare<br />

una celebrazione tra tutte come<br />

portatrice di una sensibilità nuova all'interno<br />

della Chiesa locale: la purificazione<br />

della memoria vissuta nella chiesa<br />

giubilare di Longarone.<br />

Monsignor Pietro Brollo ha ringraziato<br />

per le parole rivoltegli: «Grazie al Signore<br />

che mi ha concesso di vivere in<br />

questa amata e ricca diocesi — ha detto<br />

— un'esperienza pastorale serena, positiva,<br />

ricca di rapporti umani profondi e<br />

sinceri. Grazie a voi carissimi sacerdoti,<br />

diaconi, religiosi e religiose».<br />

Mons. Brollo ha poi rivolto un saluto<br />

particolare ai giovani «nei quali è riposto<br />

il futuro della nostra Chiesa e in particolare<br />

agli alunni del Seminario, agli<br />

11 giovani ai quali ho conferito il sacramento<br />

dell'Ordine, e a quelli ai quali ho<br />

amministrato il sacramento della Cresima,<br />

con la certezza che sapranno mantenere<br />

fede alle loro promesse».<br />

Infine Mons. Brollo ha invitato l'intera<br />

comunità diocesana ad accogliere il<br />

nuovo Pastore, Mons. Vincenzo Savio,<br />

con la disponibilità a riprendere con lui<br />

il cammino. «Il pellegrinaggio giubilare<br />

che abbiamo appena concluso e quello<br />

della nostra vita hanno un'unica meta:<br />

Cristo Signore».<br />

CLAUDIO ZERBETTO<br />

Mons. Giuseppe Burdisso celebra il XXX anniversario di sacerdozio<br />

Seminario Regionale. Mons. Burdisso, oggi<br />

ottantunenne, ha militato nella Federazione<br />

torinese della Gioventù Italiana di<br />

Azione Cattolica.<br />

Qui — ricorda in uno scritto inviato alla<br />

nostra redazione — si è «formato cristocentricamente<br />

all'apostolato. Trasferitosi a<br />

Roma, nei primi quattro anni ha collaborato<br />

con la dirigenza del Centro nazionale<br />

della G.I.A.C. e del Sindacato Nazionale<br />

della Scuola media. Poi, per diciotto anni<br />

ha prestato il suo servizio presso il Centro<br />

Sportivo Italiano.<br />

Quella di Mons. Burdisso è stata una<br />

vocazione adulta: all'età quarantasette anni,<br />

il 5 ottobre 1968, è entrato al Pontificio<br />

Seminario Regionale Umbro, sotto la guida<br />

di S.E. Mons. Carlo Urru, Rettore, e di<br />

Mons. Oscar Battaglia, Prefetto. Quattro<br />

anni dopo, nel 1971, veniva ordinato sa-<br />

cerdote dal compianto Vescovo Siro Silvestri.<br />

Il ministero presbiterale di Mons. Burdisso<br />

si è svolto in quest'ultimo trentennio<br />

al servizio dell'Episcopato Umbro. Attualmente<br />

oltre a ricoprire l'incarico di Segretario<br />

Aggiunto della Conferenza Episcopale<br />

regionale, collabora con la Parrocchia<br />

di Madonna Alta a Perugia, dove la domenica<br />

celebra la Santa Messa e amministra<br />

il Sacramento della Riconciliazione.<br />

Raccolta in un volume un'intervista al Cardinale López Trujillo<br />

Promozione dei valori della famiglia<br />

GINO CONCETTI<br />

La storia della Chiesa con la fine del<br />

secolo ventesimo e con l'apertura del<br />

nuovo millennio ha «voltato pagina».<br />

L'espressione corrente va però precisata<br />

per non ingenerare equivoci. Nella concezione<br />

della Chiesa la storia umana e la<br />

storia cristiana si susseguono senza soluzione<br />

di continuità. Tutto è presente,<br />

tutto è passato nel senso che il tempo<br />

fluisce come un fiume perenne.<br />

Entro questo «tempo» agiscono gli uomini<br />

e le donne, personaggi noti, celebri,<br />

e persone non celebri, ma con grandi<br />

risorse umane e spirituali. Anche queste<br />

scrivono la propria storia e contribuiscono<br />

allo sviluppo dell'umanità. Se<br />

credenti contribuiscono allo sviluppo<br />

della storia religiosa. Il Card. Alfonso<br />

López Trujillo appartiene a quella categoria<br />

di ecclesiastici che hanno fatto<br />

una ricca e irripetibile esperienza nella<br />

Chiesa per tutta la seconda parte del secolo<br />

ventesimo.<br />

Nato in Colombia l'8 novembre 1935<br />

è stato ordinato sacerdote il 13 novembre<br />

1960. Ha perfezionato gli studi teologici<br />

a Roma nei centri accademici<br />

pontifici, in pieno clima del Concilio Vaticano<br />

II. Tornato in Colombia fu subito<br />

investito di responsabilità ecclesiali. Il 25<br />

marzo 1971 fu nominato Vescovo ausiliare<br />

di Bogotá. D'allora il suo iter è stato<br />

progressivamente ascensionale. Arcivescovo<br />

di Medellín nel 1978, ha ricoperto<br />

grandi responsabilità nel Celam.<br />

Nel febbraio 1983 è stato nominato Cardinale<br />

e l'8 novembre 1990 Presidente<br />

del Pontificio Consiglio per la Famiglia.<br />

Autore di numerosi libri, tradotti in diverse<br />

lingue, alcuni dei quali sono stati<br />

segnalati in questo giornale. Quale responsabile<br />

dell'organismo pontificio per<br />

la famiglia, il Card. López Trujillo segue<br />

con attenzione e viva sollecitudine i problemi<br />

della famiglia, oggi sottoposta a<br />

insidiose aggressioni da parte di correnti<br />

laiciste e secolariste.<br />

Una vasta eco della molteplice e lunga<br />

opera ministeriale del Card. López<br />

Trujillo è stata registrata in un libro-intervista,<br />

uscito nel 1997 nell'originale<br />

spagnolo in Colombia. Ora è in commercio<br />

anche l'edizione italiana: «Testimonianze»,<br />

Edizioni Rinnovamento nello<br />

Spirito Santo (Via degli Olmi, 62) Roma<br />

2000, pp. 479, L. 28.000, E. 14,46.<br />

Il libro è sul modulo giornalistico: domande<br />

e risposte. Il giornalista è lo spagnolo<br />

José Luis Gutierrez García, direttore<br />

emerito della casa editrice Bac, la<br />

famosa biblioteca di autori cristiani. Le<br />

interviste iniziano con tematiche emerse<br />

dopo il Concilio Vaticano II e si dispiegano<br />

per tutto il secolo ventesimo. Praticamente<br />

seguono il lungo fecondo ministero<br />

del protagonista. Non sono però<br />

omesse testimonianze dirette sulla fami-<br />

Palermo: sito<br />

internet dedicato<br />

alla Cattedrale<br />

Ha quasi mille anni di storia, è stata<br />

eretta nel XII secolo dall'Arcivescovo<br />

Gualtiero «Offaimilio», è considerata<br />

uno dei monumenti più rappresentativi<br />

dell'età normanna in Sicilia, ampliata e<br />

rimaneggiata in più epoche, da sempre<br />

al centro della vita della città di Palermo,<br />

luogo-simbolo dell'unità della fede<br />

dei palermitani. Da oggi la Cattedrale<br />

entra nel web e si offre, a coloro che<br />

vorranno visitarla on-line, con il sito<br />

www.cattedrale.palermo.it, curato e<br />

realizzato dall'Associazione Culturale<br />

«Caput Seralcadi» nell'ambito del Progetto<br />

Cattedrale, che tra i propri fini<br />

persegue quello della promozione socioculturale<br />

del centro storico di Palermo e<br />

della valorizzazione di tutte le realtà che<br />

in esso sono presenti. «Questo sito internet<br />

— spiega Mons. Salvatore Napoleone,<br />

parroco della Cattedrale ed artefice<br />

di numerose iniziative volte, in questi<br />

anni, a conoscere sempre meglio questa<br />

chiesa così ricca di ambienti e testimonianze<br />

storiche e artistiche — vuole offrire<br />

al visitatore virtuale la possibilità di<br />

“entrare” nei diversi spazi della Cattedrale<br />

per conoscerla e studiarla “da vicino”,<br />

ed intende anche offrire a chi studia<br />

o compie ricerche su questo monumento<br />

la possibilità di avere uno spazio,<br />

denominato “Studi e Ricerche”, utilizzabile<br />

come preziosa risorsa per le proprie<br />

indagini e come luogo per divulgare studi<br />

e pubblicazioni relative al Duomo palermitano».<br />

All'interno del sito sono contenute<br />

tutte le notizie relative alla vita liturgica<br />

ed all'attività catechetica della<br />

Cattedrale oltre alle diverse attività di<br />

promozione umana della Parrocchia<br />

(Maria SS. Assunta). Ampio spazio inoltre<br />

al calendario liturgico, agli appuntamenti<br />

diocesani, a tutte le liturgie presiedute<br />

dall'Arcivescovo, il Card. Salvatore<br />

De Giorgi, alle diverse manifestazioni<br />

realizzate nel territorio in cui la Cattedrale<br />

è inserita (lo storico quartiere<br />

del Capo), ai servizi offerti dall'ufficio<br />

parrocchiale. «Cliccando» sulle diverse<br />

icone dell'home-page del sito, è possibile<br />

approfondire la storia del monumento e<br />

trovare una sezione dedicata a s. Rosalia,<br />

la patrona della città di Palermo.Riccoinfineilcorredofotografico.<br />

LUIGI PEROLLO<br />

glia d'origine, sulla genesi della vocazione<br />

al sacerdozio e sul suo sviluppo, sugli<br />

anni nel seminario di Bogotá.<br />

Il giovane sacerdote confessa la sua<br />

ammirazione e stima per i Vescovi della<br />

sua nazione insigniti di dignità cardinalizia.<br />

Con nostalgia e comprensibile soddisfazione<br />

il Card. López Trujillo ricorda<br />

i suoi anni di permanenza a Roma come<br />

studente ansioso di apprendere il sapere<br />

e di assorbire lo «spirito» ecclesiale «romano»<br />

in cui rifulge il ministero del successore<br />

di San Pietro e pastore della<br />

Chiesa universale.<br />

Un salto di qualità compie con la nomina<br />

a Vescovo ausiliare prima, poi titolare<br />

di sede. Nell'arcidiocesi di Medellín<br />

dà prova di fermezza e di coraggio contestando<br />

e riprovando le ondate di violenza<br />

contro il clero, combattendo una<br />

lotta senza quartiere contro il narcotraffico.<br />

Gli anni Ottanta sono caratterizzati<br />

dalla riforma concordataria e insieme<br />

dalla formazione di leader politici. Il Celam<br />

è al vertice delle sue sollecitudini<br />

pastorali, come si evince dalle conclusioni<br />

di Medellín e dalla conferenza di Puebla<br />

dal 1979. Quella di Medellín era stata<br />

celebrata dieci anni prima, nel 1968.<br />

Gli atti furono resi noti anche in Italia<br />

e molto apprezzate le conclusioni operative.<br />

L'America Latina, con l'impulso del<br />

rinnovamento democratico ed ecclesiale,<br />

era quasi un vulcano in ebollizione. Teologi<br />

di grido si battevano per la causa<br />

dei poveri, per la democrazia politica ed<br />

economica contro la resistenza armata<br />

di gruppi di potere. Sorse la corrente<br />

della teologia della liberazione. Alcune<br />

frange dettero inizio anche alla cosiddetta<br />

teologia della «rivoluzione». I fermenti<br />

erano attentamente seguiti da tutta la<br />

Chiesa e dagli organi responsabili di vigilanza<br />

e di tutela della fede. Furono<br />

emessi documenti di chiarificazione e di<br />

consolidamento della verità e furono riprovati<br />

errori e affermazioni che contrastavano<br />

i principi del Vangelo e la dottrina<br />

sociale della Chiesa. Paolo VI prima<br />

e poi Giovanni Paolo II intervennero<br />

con il loro magistero per ribadire la verità<br />

e le direttive da seguire. Di tutta la<br />

problematica López Trujillo si fa interprete<br />

e memoria fino alla enunciazione<br />

della nuova evangelizzazione, come metodo<br />

di propagazione della fede e di tutela<br />

dei valori umani fondamentali.<br />

La «chiamata» a Roma apre un nuovo<br />

capitolo nel suo ministero episcopale,<br />

quale collaboratore diretto del Vescovo<br />

di Roma e pastore della Chiesa universale.<br />

López Trujillo ha l'occasione di vivere<br />

intensamente lo spirito della comunione<br />

gerarchica e della collegialità episcopale.<br />

Ha contatti e relazioni, per ragioni<br />

di ministero, con Cardinali, Vescovi,<br />

con sacerdoti e responsabili di uffici<br />

e di istituzioni. Fa esperienza di collegia-<br />

lità, di ecumenismo. Si erge a difesa del<br />

celibato sacerdotale, della dignità della<br />

vita consacrata dei religiosi tradizionali<br />

e di nuove forme. Fa sua l'opzione per i<br />

poveri ma in costante collegamento con<br />

il Vangelo e le direttive del Papa espresse<br />

nelle Encicliche sociali e in documenti<br />

specifici.<br />

Ma dove il ministero episcopale rifulge<br />

con più intensità e nella difesa e promozione<br />

dei valori della famiglia e della<br />

dignità del matrimonio cristiano. Nel<br />

1994 fu celebrato l'anno internazionale<br />

della famiglia. Il Card. Trujillo fu attivo<br />

dinamicamente recando un contributo<br />

singolare sulle piste dottrinali del magistero<br />

della Chiesa cattolica che, specialmente<br />

da Leone XIII in poi si è distinto<br />

in enunciazioni dottrinali che hanno<br />

sensibilizzato non solo i cattolici.<br />

Verso la fine del secolo ventesimo la<br />

famiglia e l'istituto matrimoniale sono<br />

stati sottoposti ad aggressioni insidiose e<br />

subdole da parte di movimenti e forze<br />

che hanno avanzato proposte e forme di<br />

surrogatorie devianti. La donna con la<br />

sua dignità trascendente, il suo ruolo<br />

nella società civile e nella comunità ecclesiale<br />

ha avuto nel Card. Trujillo un<br />

avvocato attento e sollecito. Il problema<br />

della droga ha richiamato interventi mirati<br />

in difesa di giovani suggestionati da<br />

falsi miraggi. Un altro grave e lacerante<br />

problema è affrontato con sapienza<br />

evangelica è stato quello dei divorziati e<br />

risposati. Le linee esposte dai documenti<br />

del magistero pontificio sono state ribadite<br />

con chiarezza inequivocabile. La<br />

Chiesa non abdica alla verità per compiacere<br />

coloro che soffrono situazioni<br />

incompatibili con il Vangelo. La misericordia<br />

e il perdono non annullano i confini<br />

tra l'errore e la verità istituzionale.<br />

Il terrorismo demografico ha avuto dal<br />

Card. López Trujillo una replica energica<br />

e decisa.<br />

Nell'ultima parte le interviste riguardano<br />

il futuro che si apre sul terzo millennio<br />

cristiano. Il cuore del Card. López<br />

Trujillo pulsa per la «sua» America<br />

Latina e per il futuro assetto dell'Europa.<br />

Lo sforzo della Chiesa è quello di<br />

conservare, anzi incrementare il patrimonio<br />

religioso cristiano contro la tendenza<br />

nullificatrice delle correnti radicali<br />

e individualistiche. «L'America Latina<br />

ha carattere, ha un'anima — afferma il<br />

Card. López Trujillo —. Questa è la nostra<br />

grande vittoria». Per il vecchio continente<br />

europeo invece «vede» il recupero<br />

nella nuova evangelizzazione. «L'Europa<br />

— egli afferma — non ha perduto<br />

la battaglia. Si trova impegnata in essa,<br />

in pieno fragore. Penso che il Papa abbia<br />

fatto molto perché si ravvivi il fuoco<br />

della fede, e fra i pastori gli atteggiamenti<br />

non potrebbe dirsi che siano conformisti».<br />

Urbino: inaugurata<br />

la cappella universitaria<br />

A Urbino — la più prestigiosa città<br />

culturale e artistica delle Marche con<br />

una Università di 25 mila studenti — è<br />

stata inaugurata la cappella universitaria.<br />

A volerla è stato il nuovo Arcivescovo<br />

di Urbino-Urbania-Sant'Angelo in Vado,<br />

Mons. Francesco Marinelli, che vanta<br />

una lunga esperienza universitaria alla<br />

Pontificia Università Lateranense di<br />

Roma.<br />

La cappella sorge in una località di<br />

grande concentrazione della popolazione<br />

studentesca e in un colle ameno della<br />

città: nell'antico convento dei Cappuccini,<br />

lodato anche da Giovanni Pascoli nel<br />

suo Aquilone.<br />

«La maggiore struttura adibita all'accoglienza<br />

— ha spiegato l'Arcivescovo<br />

Marinelli — è costituita dai college universitari,<br />

capaci di 2.000 posti, dislocati<br />

sul colle dei Cappuccini. Ma la popolazione<br />

studentesca è in qualche modo<br />

presente su tutto il territorio della diocesi<br />

che poi, per ragioni di studio o di lavoro<br />

si reca all'università.<br />

L'università di Urbino, frequentata da<br />

studenti provenienti da ogni parte d'Italia,<br />

è — ha detto l'Arcivescovo — «un<br />

ecumene nazionale ed è la caratteristica<br />

fondamentaledell'Ateneofeltresco rispetto<br />

alle altre università marchigiane».<br />

Alla fine del secolo ventesimo l'università<br />

è entrata più decisamente nella cultura<br />

e nel tessuto della città e della regione.<br />

Merito della comunità dei credenti<br />

che ha posto le basi per un inserimento<br />

vivo della chiesa nell'ambito della vita<br />

universitaria. Non va infatti dimenticato<br />

che l'università dispone di un istituto superiore<br />

di Scienze religiose intitolato al<br />

celebre sacerdote Italo Mancini, «maestro»<br />

di filosofia nell'ateneo cittadino.<br />

Oggi la presenza nell'università dei cristiani<br />

si è fatta più sensibile.<br />

L'Arcivescovo Marinelli ha parlato di<br />

«questione universitaria» non nel senso<br />

di rapporti tra Chiesa diocesana e ente<br />

universitario. Il problema è costituito<br />

dalla carenza di sacerdoti idonei a impegnarsi<br />

nel ministero tra gli universitari.<br />

Forse un fattivo contributo alla soluzione<br />

potrebbe venire dagli istituti religiosi<br />

presenti in diocesi e nella stessa città di<br />

Urbino. Prezioso potrebbe essere l'apporto<br />

della diocesi di Pesaro con la quale<br />

Urbino è territorialmente collegata e<br />

quasi integrata. Sotto l'aspetto pastora-<br />

le, la cappella universitaria potrebbe essere<br />

espressione di entrambe le diocesi.<br />

In una prospettiva più ampia, si potrebbe<br />

considerare l'ipotesi che per il ministero<br />

pastorale per le università, operanti<br />

in regione fosse investita la Conferenza<br />

Episcopale Marchigiana, che avrebbe<br />

maggiori possibilità e disponibilità di sacerdoti<br />

qualificati.<br />

Per quanto la riguarda, la diocesi di<br />

Urbino ha deciso di fare della pastorale<br />

universitaria uno dei suoi impegni prioritari.<br />

Nell'allocuzione l'Arcivescovo Marinelli<br />

ha ricordato che da parte della<br />

Chiesa «la sollecitudine pastorale per la<br />

formazione delle giovani generazioni è<br />

stata costante. Convinta che la fede in<br />

Gesù è generatrice di cultura, la Chiesa<br />

legata all'università sin dalla sua origine,<br />

guarda ad essa, anche oggi con speciale<br />

attenzione». La pastorale universitaria<br />

s'inserisce armonicamente nel quadro di<br />

una pastorale organica, capace di coniugare<br />

la cura delle parrocchie con quella<br />

della realtà di categoria.<br />

La pastorale ecclesiale — ha soggiunto<br />

l'Arcivescovo — «è rispettosa del carattere<br />

proprio dell'istituzione universitaria.<br />

Essa si svolge nella convinzione che<br />

la fede non solo non invade terreni “profani”,<br />

ma che è di grande aiuto al raggiungimento<br />

delle finalità autentiche dell'università.<br />

«L'impegno culturale e l'impegno spirituale<br />

ed ecclesiale, lungi dall'escludersi<br />

o dall'essere in tensione tra loro, si sostengono<br />

a vicenda. L'intelligenza ha<br />

certo le sue leggi e i suoi percorsi, ma<br />

ha tutto da guadagnare dalla fede e dai<br />

suoi orizzonti».<br />

La cultura — ha ribadito con il recente<br />

magistero conciliare e pontificio<br />

Mons. Marinelli — «deve essere a misura<br />

della persona, senza rifugiarsi in un<br />

sapere asservito al pragmatismo o ridotto<br />

all'erudizione». Al contrario «deve dare<br />

senso alla vita e muoversi nella verità<br />

integrale». Allora «diventa apertura alla<br />

trascendenza e al mistero. È questo tipo<br />

di cultura — ha concluso Mons. Marinelli<br />

— che rivela la verità e la grandezza<br />

dell'uomo, creatura capace di prendere<br />

coscienza di sé e di riconoscersi avvolta<br />

da quel mistero supremo a cui la<br />

ragione e la fede insieme danno il nome<br />

di Dio».<br />

G.C.


A ROMA<br />

PAGINA<br />

MUCCA PAZZA Gli allevatori pontini pronti a bloccare la ferrovia per Napoli<br />

Indagini e sequestri a Latina:<br />

convocato vertice in Prefettura<br />

È stato convocato per domani, martedì,<br />

in Prefettura un incontro per fare il<br />

punto sulla vicenda «mucca pazza» in<br />

provincia di Latina. Alla riunione parteciperanno<br />

oltre ai vertici dell’azienda sanitaria<br />

anche i responsabili delle associazioni<br />

di categoria. Nell’incontro oltre al<br />

problema dei capi sotto sequestro cautelativo<br />

a Fondi si discuterà anche di quello<br />

che il presidente provinciale di Coldiretti,<br />

Daniela Santori, definisce «uno stato<br />

di allarmismo ingiustificato che sta<br />

mettendo in ginocchio tutta la filiera».<br />

Le associazioni agricole, inoltre, chiedono<br />

«che venga attivato subito un sistema<br />

che possa far partire al più presto<br />

l’operatività dei provvedimenti comunitari<br />

che prevedono il ritiro e lo smaltimento<br />

delle carni per i bovini di età superiore<br />

ai 30 mesi». Un ulteriore incontro<br />

è fissato per mercoledì 24 nella sede<br />

della Regione.<br />

Sabato scorso sono stati individuati i<br />

luoghi dove sono stati interrati i tre capi<br />

bovini provenienti dall’allevamento di<br />

Cascina Malpensata di Brescia e successivamente<br />

morti nelle due aziende di<br />

Fondi poste sotto sequestro. Sono stati<br />

gli stessi allevatori a fornire indicazioni<br />

al personale del Servizio veterinario della<br />

Asl sul luogo dove sarebbero sepolti<br />

gli animali, precisando che l’interramento<br />

è avvenuto in due momenti: tra settembre<br />

e ottobre 1999 e a settembre del<br />

2000.<br />

Dei tre capi due sarebbero morti per<br />

collasso e uno per complicanze dovute<br />

al parto. Le procedure di interramento<br />

si sono svolte nel rispetto delle leggi: i<br />

due allevatori di Fondi, infatti, hanno<br />

ottenuto l’autorizzazione del sindaco e<br />

hanno sottoposto ad una verifica sanitaria.<br />

Lunedì il direttore del dipartimento di<br />

prevenzione della Asl di Latina, Francesco<br />

Perretta, ha reso noto che i risultati<br />

degli esami sui mangimi sequestrati a<br />

Fondi si conosceranno soltanto domani<br />

pomeriggio o addirittura mercoledì mattina.<br />

Nel frattempo gli allevatori pontini<br />

si sono detti pronti a bloccare la ferrovia<br />

Roma-Napoli, probabilmente a Fon-<br />

TRASPORTI Saranno cambiati gli orari di molte linee<br />

Atac: dopo trent'anni<br />

tornano i filobus<br />

Il ritorno del filobus, la diversa pianificazione<br />

del servizio nei fine settimana<br />

e una rimodulazione del trasporto pubblico<br />

più vicina agli orari della città sono<br />

nei programmi di lavoro della nuova<br />

Atac Spa. Il piano è stato illustrato, sabato,<br />

in una conferenza stampa dall’amministratore<br />

unico, Mario Di Carlo.<br />

La nuova impresa, sorta dalle ceneri<br />

dell’ex azienda municipalizzata e della<br />

ex azienda speciale, più agile con i suoi<br />

800 dipendenti e un fatturato di 1.359<br />

miliardi, si rapporta ormai con Metroferro<br />

(metropolitana e ferrovie) e Trambus<br />

(trasporto su gomma e rotaie) come<br />

un committente nei confronti dei fornitori<br />

e si concentra sui compiti di governo<br />

e di regia. A giugno sarà presentata<br />

la proposta per una pianificazione diversa<br />

della rete nei fine settimana, quando<br />

ci sono diversi orari e diverse destinazioni,<br />

perché gli utenti si recano più volentieri<br />

nei parchi e nei luoghi di spettacolo<br />

e di attrazione. Questo consentirà, ha<br />

precisato Di Carlo, di dislocare i mezzi<br />

su alcuni depositi e tenerne chiusi altri<br />

dal venerdì al lunedì mattina. A questo<br />

si ricollega inoltre la riproposizione di<br />

un biglietto diverso, valido due-tre giorni,<br />

che si voleva lanciare l'anno scorso,<br />

ma non è stato poi possibile realizzare.<br />

Di Carlo ha annunciato inoltre che sarà<br />

l’80 — la linea Express che collega la<br />

IV Circoscrizione con il centro storico<br />

— il primo filobus che tornerà sulle<br />

strade di Roma da dove era scomparso<br />

dagli anni ’70. Si tratta di una scelta<br />

ecologica dal punto di vista ambientale<br />

ed acustico e non ha l’inconveniente del<br />

vecchio filobus perché non ha la neces-<br />

8 .<br />

sità, ha precisato l’amministratore dell’Atac,<br />

di essere alimentato in continuazione.<br />

È dotato, infatti, di batterie che<br />

gli consentono di essere sganciato o riattaccato<br />

alla rete di alimentazione. L’Atac<br />

ha richiesto al ministero dei Trasporti<br />

un finanziamento di 880 miliardi per<br />

poter sostituire con filobus tutte le attuali<br />

linee Express. Di Carlo ha annunciato,<br />

infine, l’acquisto di 1.000 autobus.<br />

Saranno investiti 60 miliardi per i tram<br />

e 20 per la metropolitana. Complessivamente<br />

saranno 123 i miliardi investiti<br />

quest’anno, 523 nel 2002, 466 nel 2003.<br />

di, qualora dal vertice di martedì Latina<br />

non arrivassero risposte concrete per<br />

salvare la filiera dei bovini.<br />

La decisione è venuta dopo una serie<br />

di riunioni che si sono svolte tra gli allevatori,<br />

pronti a bloccare la ferrovia qualora<br />

non venissero accettate le loro proposte,<br />

tra le quali indennizzi per i capi<br />

da abbattere dopo il blocco della lavorazione<br />

delle carcasse animali disposto<br />

dalla Ilsap.<br />

L’azienda, l’unica del genere in provincia<br />

di Latina, ha preso il provvedimento<br />

dopo il divieto di produrre alimenti<br />

per bovini con farine animali e la<br />

saturazione dei suoi depositi. Da qui<br />

l’impossibilità di macellazione, assorbita<br />

solo in parte dal vertiginoso calo delle<br />

vendite di carne. Nonostante i primi<br />

esami clinici fatti dalla Asl di Latina<br />

escludano la presenza di sintomi della<br />

Bse non è da scartare, infatti, l’azienda<br />

sanitaria sembra decisa ad abbattere i<br />

capi rimasti nelle due stalle di Fondi.<br />

Le associazioni, inoltre, chiedono che<br />

si adottino immediatamente le misure<br />

previste dall’Unione europea per una<br />

sorta di «rottamazione» dei capi oltre i<br />

trenta mesi.<br />

Coldiretti, Confagricoltura e Cia intanto<br />

studiano le contromisure per fronteggiare<br />

l’emergenza. «Se il problema sono<br />

i capi di oltre trenta mesi — ha spiegato<br />

Riccardo Ricciuti, presidente della Confagricoltura<br />

di Latina — siano stabiliti<br />

subito gli incentivi e noi abbatteremo i<br />

capi rinnovando le mandrie con nuovi<br />

animali, così staranno tutti più tranquilli».<br />

SOLIDARIETÀ La veglia di preghiera organizzata da Caritas e Azione Cattolica<br />

«Dialogo tra i popoli<br />

per una civiltà della Pace»<br />

uomini, donne e bambini stanno vivendo<br />

in Medio Oriente, tema questo di<br />

una delle due sezioni della mostra fotografica<br />

organizzata all'interno della chiesa.<br />

L'altra era sulla figura di Don Luigi<br />

Di Liegro e sulle iniziative della Caritas<br />

in Italia e nel mondo.<br />

Prima che iniziasse la veglia di preghiera,<br />

infatti, i vari gruppi di giovani<br />

che giungevano in chiesa sono stati invitati<br />

da alcuni volontari a seguire un<br />

«percorso» fatto di immagini e testi sui<br />

temi del dramma che si sta vivendo in<br />

Terra Santa e sulla figura carismatica di<br />

Di Liegro. Un legame forte e significativo<br />

tra due realtà in grado di fornire<br />

spunti di riflessione intensi su un problema<br />

che ancora interessa gran parte della<br />

popolazione mondiale: la ricerca della<br />

pace.<br />

«Ogni uomo che condivide i problemi<br />

dell'altro, al di là del credo religioso,<br />

quando si mette nei panni del proprio<br />

fratello sofferente fa la carità anche se<br />

dal punto di vista civile si parla di solidarietà».<br />

Così diceva Don Luigi Di Liegro<br />

e così sono stati chiamati a riflettere<br />

e ad agire i giovani presenti alla veglia.<br />

«Questa sera una grande famiglia è<br />

riunita sotto lo stesso tetto — ha detto<br />

Mons. Di Tora — per pregare affinché<br />

Dio ci conceda la grazia per realizzare<br />

un valore così grande come quello della<br />

pace e della solidarietà. La mostra su<br />

Don Di Liegro e sul conflitto arabo<br />

israeliano ci offre la possibilità di conoscere<br />

e approfondire due realtà legate<br />

intimamente. Come Gesù ha pregato<br />

Il cinquantesimo di ordinazione sacerdotale di Mons. Musaragno, fondatore del Centro «Giovanni XXIII» per studenti esteri<br />

Per don Remigio e i suoi ragazzi una festa che supera le diversità culturali<br />

Mezzo secolo di apostolato interamente dedito<br />

alla pastorale dell'accoglienza e della formazione<br />

di migliaia di giovani provenienti dai Paesi poveri.<br />

Si possono certamente sintetizzare così i cinquanta<br />

anni di vita e vocazione sacerdotale compiuti<br />

domenica scorsa, 21 gennaio, da Mons. Remigio<br />

Musaragno, fondatore del Centro culturale internazionale<br />

«Giovanni XXIII», la struttura che si affaccia<br />

su Lungotevere dei Vallati, e che da anni<br />

rappresenta un angolo di mondo dove culture diverse<br />

si incontrano e si intrecciano per dare vita<br />

a un abbraccio fraterno che supera ogni distanza<br />

e divisione. Ed è proprio nel suo Centro che<br />

Mons. Musaragno ha voluto celebrare, sabato pomeriggio,<br />

la Santa Messa per il 50° anniversario<br />

della sua ordinazione sacerdotale, assieme con i<br />

suoi amici, i 160 studenti che vi sono attualmente<br />

ospitati e provenienti da ben 56 Paesi diversi; assieme<br />

con gli ex studenti venuti con le loro giovani<br />

famiglie per esprimere tutta la gratitudine per<br />

il sostegno ricevuto, per la determinazione e la<br />

passione con cui ha portato avanti le loro cause e<br />

fatto riconoscere i loro diritti in una società ancora<br />

impreparata ad accogliere gli stranieri e poco<br />

disposta ad aprirsi loro.<br />

A prendere parte al suo giubileo sacerdotale in<br />

un clima davvero festante, sono stati anche, insieme<br />

con numerosi amici sacerdoti, l'Arcivescovo<br />

Oscar Rizzato, Elemosiniere di Sua Santità, i Vescovi<br />

Ausiliari di Roma, Mons. Luigi Moretti e<br />

Vigna Clara: tranciata<br />

conduttura Acea durante<br />

lavori per un parcheggio<br />

Duranti i lavori nel cantiere per<br />

un parcheggio sotterraneo, domenica<br />

mattina è stata tranciata una<br />

conduttura Acea, in via Maffeo<br />

Pantaleoni, nei pressi di via Flaminia.<br />

L’incidente ha provocato l’apertura<br />

di una voragine, in cui è<br />

caduta un'autovettura che era<br />

parcheggiata nella strada, e l’allagamento<br />

di uno scantinato. Sul<br />

posto sono giunti i tecnici dell’Acea<br />

e le squadre dei Vigili del fuoco<br />

che, con apparecchiature idrovore,<br />

hanno prosciugato il locale.<br />

Più convogli<br />

dalla stazione di Acilia<br />

sulla tratta Roma-Lido<br />

Un treno in più ha preso servizio,<br />

lunedì, dalla stazione di Acilia.<br />

Il provvedimento è stato preso<br />

dalla Metroferro dietro segnalazione<br />

del Comune e della XIII Circoscrizione<br />

per accogliere le richieste<br />

dei pendolari che ogni mattina<br />

trovano i vagoni partiti dal Lido<br />

stracolmi. «Dando seguito ai suggerimenti<br />

del comitato dei pendolari<br />

— ha spiegato il presidente<br />

della Circoscrizione — la nostra<br />

amministrazione ha fatto del miglioramento<br />

dei servizi offerti dalla<br />

Roma-Lido uno dei principali<br />

obiettivi da raggiungere».<br />

Mons. Vincenzo Apicella, il Vescovo Franco Croci,<br />

Segretario della Prefettura degli Affari Economici<br />

della Santa Sede.<br />

Al termine della Celebrazione Eucaristica<br />

Mons. Croci ha rivolto al «festeggiato» alcune parole<br />

di ringraziamento per l'opera svolta sinora<br />

instancabilmente. «L'aver scelto il nome del Papa<br />

buono, ora beato, come eponimo del suo Centro<br />

dice quasi il desiderio di don Remigio di volerne<br />

imitare la semplicità e la volontà di darsi a tutti<br />

senza distinzione di razza, di provenienza, di lingue<br />

e di costumi — ha affermato il Presule — .<br />

Qui veramente si respira questo senso di amicizia<br />

e di apertura, di stima e di fiducia reciproca, di<br />

riconoscimento dei valori di ciascun studente, di<br />

cattolicità e universalità che solo a Roma si percepisce<br />

sotto la guida e l'esempio di uno straordinario<br />

Pontefice, Giovanni Paolo II, che si è fatto<br />

missionario del Vangelo di Cristo in tutto il mondo<br />

e che ogni giorno ci insegna ad aprirci in senso<br />

universale verso tutti gli uomini, nostri fratelli.<br />

Qui, in questo Centro l'ideale missionario di don<br />

Remigio si è attuato».<br />

La festa per i suoi cinquant'anni di sacerdozio<br />

è proseguita con la presentazione del libro Studenti<br />

esteri in Italia (1960-2000) scritto da Mons.<br />

Musaragno e pubblicato dai suoi collaboratori in<br />

occasione di tale ricorrenza. Si tratta di un'opera<br />

che ripercorre le fasi del lungo itinerario compiuto<br />

da Mons. Musaragno nel far riconoscere i dirit-<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Lunedì-Martedì 22-23 Gennaio 2001<br />

Campidoglio:<br />

confermato il piano<br />

dei pullman turistici<br />

fino al 2002<br />

Il Campidoglio ha confermato il piano<br />

dei pullman turistici fino al 2002 e sta<br />

preparando alcune novità, tra le quali<br />

un nuovo grande parcheggio dentro<br />

quello del Galoppatoio di Villa Borghese,<br />

senza togliere posti a quelli delle auto.<br />

Lo ha annunciato, domenica, l’assessorato<br />

alla Mobilità, secondo il quale il<br />

piano del 2000, dopo «un difficile rodaggio<br />

iniziale ha funzionato molto bene,<br />

offrendo a operatori, turisti e pellegrini<br />

servizi e logistica all’avanguardia», permettendo,<br />

inoltre, unico caso in Europa,<br />

di prenotare via Internet il posteggio per<br />

i pullman. Oltre centomila, ha ricordato<br />

l’assessorato in una nota, sono stati i<br />

bus che hanno utilizzato i «check-point»<br />

e 40.000 i parcheggi; più di ottomila i<br />

permessi per la salita e la discesa dei<br />

passeggeri e 70.000 quelli richiesti e rilasciati<br />

via Internet.<br />

Il Campidoglio ha chiesto al Governo<br />

di confermare le sanzioni che prevedono<br />

multe cinque volte più alte per i bus turistici<br />

che non rispettano le regole.<br />

Rimarrà in vigore il divieto di ingresso<br />

ai pullman all’interno delle Mura Aureliane<br />

e nell’area intorno a San Pietro;<br />

verrà riformata la rete di Gran Turismo<br />

con nuove linee e entro la primavera saranno<br />

bandite le gare europee per la gestione.<br />

Sarà ristrutturato il servizio delle<br />

linee J e alcune di queste saranno accorpate,<br />

altre eliminate, ma il servizio, ha<br />

spiegato l’assessorato, sarà in grado di<br />

soddisfare la domanda determinata dal<br />

divieto di accesso dei pullman nell’area<br />

centrale. I bus che saranno risparmiati<br />

con la ristrutturazione della rete J saranno<br />

affidati all’Atac che li utilizzerà in periferia.<br />

«Il dialogo tra le culture per una civiltà<br />

dell'amore e della pace»: è questo il<br />

messaggio che, sabato scorso, centinaia<br />

di ragazzi e ragazze hanno condiviso durante<br />

la veglia di preghiera organizzata<br />

dalla Caritas diocesana e dall'Azione<br />

Cattolica romana nella parrocchia di<br />

S. Maria delle Grazie al Trionfale.<br />

Ragazzi e ragazze che, venuti da tutta<br />

la città, hanno portato con loro una forte<br />

testimonianza di amore e speranza<br />

per un mondo migliore, liberato dall'ingiustizia<br />

e dall'odio, costruito sulla base<br />

del rispetto reciproco tra le varie culture<br />

del mondo. Una veglia di preghiera, un<br />

momento preparato e voluto per approfondire<br />

il messaggio del Papa sul dialogo<br />

tra le culture. Un tema, questo, molto<br />

significativo in un momento in cui forti<br />

sono le tensioni nazionali ed internazionali.<br />

La veglia è stata presieduta da Mons.<br />

Felix Anthony Machado, Sotto-Segretario<br />

del Pontificio Consiglio per il dialogo<br />

interreligioso. Concelebravano Mons.<br />

Guerino Di Tora, Direttore della Caritas<br />

diocesana, e don Alberto Fusi, Assistente<br />

diocesano dell'Azione Cattolica. «All'inizio<br />

del nuovo millennio, più viva si<br />

fa la speranza che i rapporti tra gli uomini<br />

siano sempre più ispirati all'ideale<br />

di una fraternità veramente universale.<br />

Senza la condivisione di questo ideale,<br />

la pace non può essere assicurata in modo<br />

stabile». Sono le parole di Giovanni<br />

Paolo II nel Messaggio per la Pace, parole<br />

che portano subito a riflettere sulla<br />

condizione disperata che in questi giorni<br />

La droga continua<br />

ad uccidere:<br />

morto un uomo<br />

per overdose<br />

Si fa sempre più lunga la lista delle<br />

vittime della droga. Domenica, un uomo<br />

è stato trovato cadavere su una panchina<br />

di un parco pubblico, probabilmente<br />

stroncato da un’overdose di sostanze<br />

stupefacenti. La vittima è Marco Simonetti,<br />

di 38 anni, una vecchia conoscenza<br />

delle forze dell’ordine. Il corpo è stato<br />

scoperto nel parco di Villa Carpegna,<br />

nel quartiere Aurelio. Accanto al cadavere<br />

una siringa con la quale l’uomo si sarebbe<br />

iniettato la dose mortale di droga.<br />

Indagini sono in corso da parte dei Carabinieri.<br />

Intanto, un’operazione antidroga è<br />

stata eseguita, domenica, dalla polizia<br />

nella posta centrale, a Civitavecchia, avvenuto<br />

di fronte a decine di persone,<br />

che hanno assistito attonite all’arresto di<br />

tre uomini e all’inseguimento di un<br />

complice.<br />

Funzionari ed agenti in borghese stazionavano<br />

da alcuni giorni all’interno<br />

dei locali, fingendosi normali utenti, in<br />

attesa che qualcuno prelevasse uno scatolone<br />

del tipo usato per imballare televisori<br />

ed elettrodomestici, che sapevano<br />

pieno di sostanze stupefacenti (a quanto<br />

appreso cocaina), in giacenza nell’ufficio<br />

pacchi. Quando i corrieri si sono presentati,<br />

ad un cenno convenuto dell'impiegato<br />

postale, i poliziotti sono entrati<br />

subito in azione, arrestando tre uomini.<br />

Un complice, in attesa all’esterno a bordo<br />

dell’automobile nella quale avrebbero<br />

dovuto caricare la droga, è riuscito in<br />

un primo tempo a fuggire, ma è stato<br />

arrestato più tardi dopo un lungo inseguimento.<br />

ti degli studenti stranieri in Italia, nell'evidenziare<br />

i diversi elementi culturali, quale grande risorsa<br />

per l'arricchimento reciproco.<br />

Il libro consta di due parti. La prima è costituita<br />

da un'intervista fatta a Mons. Remigio da Rosetta<br />

Pellegrini, curatrice dell'opera insieme con<br />

Luciano Montemauri, da cui emergono i tratti<br />

fondamentali della sua personalità e della sua vita<br />

sempre dedita agli altri. La seconda parte si articola<br />

in tre fasi ed è una raccolta di alcuni editoriali<br />

che Mons. Remigio ha scritto nel corso di<br />

quarant'anni sulla rivista mensile Amicizia, da lui<br />

fondata e curata dagli studenti stessi, ospiti del<br />

Centro. «Gli studenti stranieri finivano per essere<br />

soltanto degli ascoltatori passivi, i semplici destinatari<br />

di messaggi elaborati da altri — ha affermato<br />

Mons. Musaragno — . Attraverso la rivista<br />

si è data voce, e si cerca tuttora di dare voce, a<br />

un mondo più ampio, internazionale, agli studenti,<br />

alle loro esperienze dentro le università. Soprattutto<br />

nelle università. Penso che questa azione<br />

abbia contribuito in qualche maniera a far apprezzare<br />

questa immigrazione, l'immigrazione intellettuale,<br />

come un dato importante non solo da<br />

un punto di vista dello scambio culturale, del<br />

confronto tra le culture, ma anche dal punto di<br />

vista della politica internazionale».<br />

Il primo gruppo di editoriali indicano le opere<br />

create da Mons. Remigio, tra cui rientrano la fondazione<br />

nel 1960 dell'Ucsei (Ufficio centrale stu-<br />

23 GENNAIO 2001<br />

Martedì della III settimana<br />

del tempo ordinario - Feria<br />

(verde)<br />

Messa a scelta<br />

Lezionario: Eb 10, 1-10; Salmo<br />

39; Mc 3, 31-35<br />

Liturgia delle Ore: Mart. III<br />

sett. - Ufficio della Feria<br />

Incidenti stradali:<br />

un morto<br />

tra Fiano e il Gra<br />

Un uomo morto e un altro è rimasto<br />

gravemente ferito in un incidente<br />

stradale avvenuto nella notte<br />

tra domenica e lunedì sulla diramazione<br />

Nord, tra Fiano e il Gra.<br />

Per cause ancora in corso di accertamento,<br />

all’altezza del km 20,<br />

un'auto ha tamponato un autotreno.<br />

Il conducente Roberto Capena,<br />

di 20 anni, è stato trasportato in<br />

gravissime condizioni all’ospedale<br />

Villa S. Pietro, dove poi è morto. Il<br />

passeggero, Luca Agostinelli, di 21<br />

anni, è stato portato all'Umberto I,<br />

dove è stato operato d’urgenza ed<br />

è attualmente ricoverato.<br />

Rubatainun'abitazione<br />

rara collezione<br />

di giocattoli d’epoca<br />

Una collezione di giocattoli d’epoca<br />

del valore di circa due miliardi<br />

è stata rubata dall’abitazione di un<br />

avvocato civilista. Il furto, avvenuto<br />

in un appartamento di via Giovanni<br />

Severano, nella zona di piazza Bologna,<br />

è stato scoperto domenica<br />

sera. Secondo i primi accertamenti<br />

i ladri, che hanno portato via anche<br />

gioielli e altri oggetti di valore,<br />

sarebbero entrati con chiavi false.<br />

Lite per motivi<br />

di viabilità: arrestate<br />

due persone<br />

Sono stati arrestati per violenza<br />

privata e lesioni due uomini che,<br />

per un banale motivo di precedenze,<br />

ad un incrocio, hanno picchiato<br />

selvaggiamente un operatore ecologico<br />

di 42 anni, che andava a<br />

prendere servizio a bordo di un ciclomotore.<br />

L'episodio è avvenuto<br />

lunedì mattina, intorno alle 5, tra<br />

la diramazione Nord e una strada<br />

comunale di Fiano.<br />

denti esteri in Italia) e del Centro di documentazione<br />

«Il Ponte», che raccoglie libri, riviste italiane<br />

ed estere riguardanti i problemi dei Paesi in<br />

via di sviluppo. Il secondo gruppo racconta le lotte<br />

degli studenti esteri per l'affermazione dei loro<br />

diritti e per la costituzione di una loro organizzazione<br />

unitaria. L'ultima parte, infine, indica delle<br />

piste di riflessione tracciate da Mons. Musaragno<br />

verso il riconoscimento del valore che ciascuna<br />

persona possiede, interpellando la coscienza e la<br />

responsabilità di ciascuno dinanzi al tema dell'accoglienza<br />

e dell'ospitalità degli immigrati. «L'impegno<br />

pastorale e formativo verso questi giovani<br />

era molto frammentato — ha affermato — , affidato<br />

a persone di buona volontà, ma senza che ci<br />

fossero linee guida di pastorale, né organismi per<br />

elaborarla e portarla avanti». Da qui la necessità<br />

di aprire un centro che accogliesse gli studenti<br />

più disagiati, laici e non laici, con la massima<br />

apertura verso tutti, senza distinzione. «Il Centro<br />

è d'ispirazione cattolica, ma non è solo per i cattolici;<br />

vi sono stati accolti studenti di altre religioni.<br />

Abbiamo sempre curato il dialogo e lo spirito<br />

di ecumenismo».<br />

Alla presentazione del libro sono intervenuti diversi<br />

collaboratori di Mons. Remigio, tra cui Maria<br />

Carlucci, Vice-direttrice del Centro «Giovanni<br />

XXIII», Alba Dini, membro dell'Ucsei, e alcuni<br />

rappresentanti degli studenti.<br />

ELISABETTA ANGELUCCI<br />

Fede<br />

La fede<br />

è una faccenda<br />

pericolosa<br />

per gli smidollati.<br />

(Sören Kierkegaard)<br />

a cura di p. Leonardo Sapienza, R.C.I.<br />

per l'unità dei discepoli donandogli la<br />

sua pace, così il Papa parla di dialogo<br />

tra le culture per una civiltà dell'amore.<br />

Dobbiamo tornare alla cultura della solidarietà<br />

e dell'accoglienza e il dialogo deve<br />

partire da noi stessi perché rappresenta<br />

l'espressione della diversità ed<br />

esprime la complementarità della Trinità.<br />

Il dialogo deve essere il fondamento<br />

della pace che Dio ci ha donato con la<br />

sua morte e resurrezione».<br />

Un augurio particolare ai presenti è<br />

stato fatto dal Vescovo Ausiliare, Mons.<br />

Vincenzo Apicella, intervenuto all'inizio<br />

della veglia, che ha richiamato tutti i<br />

presenti ad aprire il cuore e la mente in<br />

modo tale da poter comprendere le differenze<br />

che contraddistinguono l'umanità.<br />

«Trovarci qui, oggi, insieme Caritas e<br />

Azione Cattolica — ha detto il Vescovo<br />

— è un segno importante per tutti.<br />

Quando si parla di pace di parla di concretezza,<br />

di una sola persona: Cristo.<br />

Perché è solo in Gesù, con il suo sacrificio<br />

di amore per l'umanità, si realizza il<br />

bene più importante al quale dobbiamo<br />

aspirare, la pace. Lui ci ha indicato la<br />

via, ora sta a noi proseguire il progetto<br />

da lui iniziato».<br />

Tra canti, preghiere, momenti di riflessione<br />

personali e testimonianze, quelle<br />

centinaia di ragazzi e ragazze hanno<br />

offerto un bello spettacolo di come l'unità<br />

e la volontà possa fare molto, anche<br />

in situazioni difficili e disperate, dove<br />

abbattersi e mollare tutto sembra essere<br />

la soluzione migliore. Chiudere gli occhi<br />

non serve, perché la sofferenza dei fratelli<br />

deboli resta. Voltare la testa di fronte<br />

all'ingiustizia significa rendersi complici<br />

di atrocità verso l'umanità intera.<br />

«Gesù ci mette di fronte al servizio verso<br />

i più deboli — ha detto Mons. Machado<br />

nell'omelia — come misura della<br />

nostra risposta a Lui. Amare Dio è una<br />

cosa che comporta la beatitudine del fare.<br />

Don Di Liegro diceva che “non si<br />

può amare a distanza, restando fuori<br />

dalla mischia, senza sporcarci le mani”.<br />

Diceva che “non si può amare senza<br />

condividere”. L'amore di Dio si realizza<br />

con il servizio verso tutti. È questa la<br />

via alla pace che dobbiamo cercare e<br />

trovare perché non esiste pace senza<br />

amore».<br />

Una veglia per costruire la civiltà dell'amore<br />

e della giustizia. Giovani riuniti<br />

per proseguire il cammino di Gesù, del<br />

Papa e di Don Luigi Di Liegro, «perché<br />

— come diceva quest'ultimo — la gente<br />

ha diritto a queste cose: ha diritto alla<br />

casa, al lavoro, alle cure sanitarie, alla<br />

cultura e alla libertà».<br />

MASSIMILIANO PORZIA<br />

Tavola Rotonda<br />

del gruppo romano<br />

del Meic<br />

Domenica 28 gennaio, alle<br />

ore 11, presso la Sala Rettoria<br />

di s. Ivo alla Sapienza riprende<br />

il ciclo pastorale dell'anno su<br />

«Una fede/una Chiesa» con la<br />

Tavola Rotonda sul tema: «Una<br />

Chiesa in dialogo: identità e alterità».<br />

Parteciperanno P. Andrea<br />

Joos, docente di Ecumenismo<br />

alla Pontificio Università<br />

Lateranense, il Prof. Daniele<br />

Garrone, docente di Antico Testamento<br />

della Facoltà Valdese<br />

di teologia ed altri studiosi di<br />

altre culture religiose e laici.<br />

Prima della Tavola Rotonda, alle<br />

ore 10.15, Santa Messa in<br />

san Ivo.<br />

RADIO<br />

VATICANA<br />

OM: 1530 kHz - 196 metri<br />

(Per la zona di Roma<br />

anche Onda Media 527 kHz<br />

e FM 93.3 e 105 MHz)<br />

OC: nelle bande 49, 31, 25 e 19 metri<br />

MARTEDÌ 23 GENNAIO<br />

00.10: Studio A (stereo): Con voi<br />

nella notte<br />

7.20-15.30-17.30-23-24: Orizzonti cristiani<br />

7.30: Santa Messa in latino<br />

8-12-14-15-16-18-21-23.30: Radiogiornale<br />

in italiano, spagnolo, portoghese,<br />

francese, inglese, tedesco e polacco<br />

16.30: Etno Sounds di R. Franchina<br />

17: Liturgia delle Ore, celebrazione<br />

dei Vespri<br />

20.20: Programma tedesco: Gabi<br />

Verbeek, Clemens Behr Gesucht!<br />

Gefunden? Christliche Berufung im<br />

3. Jahrtausend<br />

20.40: Recita del Santo Rosario<br />

21.30: Programma francese: L'Eglise<br />

en Asie<br />

21.50: Programma inglese: Matters<br />

of fact / Against the floor / Once upon<br />

a parable<br />

22.10: Programma spagnolo: Dialogo<br />

con los oyentes


PAGINA<br />

9 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Lunedì-Martedì 22-23 Gennaio 2001<br />

IN ITALIA<br />

CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA La prolusione del Cardinale Presidente Camillo Ruini ai lavori della sessione invernale del Consiglio Permanente<br />

Dal Giubileo la spinta a un più convinto impegno di «conversione pastorale»<br />

per giungere ad un atteggiamento missionario più capillare e costante<br />

Venerati e cari Confratelli,<br />

ci ritroviamo all'inizio di questo nuovo anno, e<br />

con assai viva nei nostri animi l'esperienza spiri-<br />

tuale del Grande Giubileo, per riflettere insieme<br />

sul cammino delle nostre Chiese e del popolo ita-<br />

liano, alla luce appunto di ciò che nel Giubileo<br />

abbiamo visto e toccato con mano. Il Signore<br />

fatto bambino e uomo per noi illumini con il do-<br />

no dello Spirito Santo i nostri pensieri e le nostre<br />

deliberazioni, affinché possano essere pienamen-<br />

te conformi al suo progetto di salvezza e servire<br />

all'edificazione del suo Regno.<br />

Mi sia consentito porgere, a nome di tutti, le<br />

più vive e cordiali felicitazioni ai nuovi Cardinali,<br />

annunciati dal Santo Padre all'Angelus di ieri: in<br />

particolare ci rallegriamo con i Cardinali italiani<br />

e specialmente con il nostro qui presente Confra-<br />

tello Arcivescovo di Torino, Mons. Severino Po-<br />

letto, oltre che con il Prefetto della Congregazio-<br />

ne che segue specificamente noi Vescovi, Mons.<br />

Giovanni Battista Re.<br />

Gratitudine e ammirazione<br />

per tutto ciò che il Papa<br />

è stato ed ha significato<br />

nello svolgimento del Giubileo<br />

1. Il nostro pensiero si indirizza come sempre<br />

anzitutto al Santo Padre, con sentimenti di pro-<br />

fondo affetto e di sincera e vissuta comunione.<br />

Alla conclusione dell'Anno Santo sono straordina-<br />

riamente forti in noi, come in tutto il popolo di<br />

Dio e in tante persone aperte al bene e desidero-<br />

se di dare un senso alla propria vita, i motivi di<br />

gratitudine e di ammirazione per tutto ciò che il<br />

Papa è stato e ha significato nello svolgimento di<br />

questo Giubileo, la cui singolare portata e rile-<br />

vanza spirituale egli stesso aveva per primo per-<br />

cepito, interpretato e preparato.<br />

Gli ultimi mesi dell'Anno Santo, successivi alla<br />

riunione di settembre del nostro Consiglio Per-<br />

manente, hanno visto dirigersi a Roma un flusso<br />

crescente di pellegrini, spesso singole famiglie o<br />

gruppi di amici, mentre la loro partecipazione —<br />

per quanto è possibile valutare — diventava sem-<br />

pre più coinvolgente e motivata. (...)<br />

Quanto è avvenuto a Roma ha trovato d'al-<br />

tronde puntuale riscontro nelle singole Chiese lo-<br />

cali, dove l'Anno Santo è stato una robusta espe-<br />

rienza di riscoperta delle radici profonde della fe-<br />

de cristiana e delle sue capacità di interpellare<br />

pure oggi il nostro popolo, anche al di là delle<br />

persone normalmente inserite nella vita delle co-<br />

munità ecclesiali. I «Giubilei» per le diverse cate-<br />

gorie sociali e professionali, che si sono sovente<br />

ripetuti nelle varie sedi diocesane con spontanea<br />

e intensa partecipazione, rappresentano uno de-<br />

gli indicatori di questo interesse più vasto, che ci<br />

impegna a non lasciar cadere le possibilità di<br />

rapporto e coinvolgimento, allargando il respiro<br />

della nostra pastorale ordinaria e mettendola<br />

maggiormente in contatto con la vita reale della<br />

nostra gente e i vari ambiti in cui questa si svol-<br />

ge, dalla famiglia alle attività lavorative e profes-<br />

sionali, alla scuola e ai problemi della salute.<br />

Sembra questo anche il modo migliore per reagi-<br />

re positivamente a quella sindrome di stanchezza<br />

e rassegnazione che, in presenza di tante innega-<br />

bili difficoltà e spesso di un pesante carico di la-<br />

voro, insidia gli operatori pastorali, a cominciare<br />

dai nostri carissimi sacerdoti. L'Anno Santo ci ha<br />

fatto intravedere così anche nuovi spazi di pre-<br />

senza e di incidenza pastorale e socio-culturale<br />

nei quali può esprimersi ciascuna delle nostre<br />

Chiese particolari, con le sue peculiari risorse, fi-<br />

sionomia e capacità di iniziativa.<br />

Non possiamo inoltre trascurare il ruolo che<br />

non soltanto Roma ma tutta la Chiesa italiana ha<br />

svolto, nel corso del Giubileo, in rapporto alle<br />

Chiese sorelle d'Europa e del mondo. Ciò in pri-<br />

mo luogo sul piano dell'accoglienza, esercitata<br />

con animo fraterno soprattutto verso i giovani<br />

della Giornata Mondiale della Gioventù ed anche<br />

in altre circostanze e occasioni. Ma il contatto<br />

con le nostre comunità ecclesiali è stato assai ap-<br />

prezzato pure sotto altri profili, in particolare<br />

quello del poter fare esperienza di realtà cristiane<br />

ancora ben radicate tra la propria gente e al con-<br />

tempo complessivamente animate da un genuino<br />

spirito di fede e senso di appartenenza ecclesiale,<br />

oltre che ricche di iniziative concrete. Trova con-<br />

ferma così quel compito di testimonianza e servi-<br />

zio ad ampio raggio che la Chiesa italiana può e<br />

deve giocare nelle attuali circostanze, con umiltà<br />

che esclude ogni presunzione e però anche con<br />

fiducia e generosità, all'unico fine di contribuire<br />

all'evangelizzazione e inculturazione della fede in<br />

questo mondo soggetto a continue e spesso im-<br />

prevedibili trasformazioni.<br />

Proprio questi spazi aperti, che l'esperienza del<br />

Giubileo ha messo in qualche modo davanti ai<br />

nostri occhi, postulano d'altronde un più convin-<br />

to impegno nel senso di quella «conversione pa-<br />

storale» che già abbiamo concordemente ritenuto<br />

necessaria al Convegno di Palermo nel novembre<br />

1995 e che dovrà trovare più puntuale articola-<br />

zione negli Orientamenti pastorali per il decennio<br />

appena iniziato. Il suo scopo e significato può es-<br />

sere riassunto in un più pervasivo e costante at-<br />

teggiamento missionario, che può nascere solo<br />

da un più profondo inserimento in Gesù Cristo e<br />

che richiede comunità ecclesiali accoglienti per-<br />

ché plasmate dalla sequela del Signore e capaci<br />

di ascoltare e interpellare le persone concrete,<br />

con la loro cultura e mentalità, domande, ansie<br />

ed attese.<br />

«Novo Millennio ineunte»:<br />

un aiuto prezioso per la missione<br />

2. Al termine della celebrazione di chiusura<br />

della Porta Santa il Papa ha firmato la Lettera<br />

apostolica Novo Millennio ineunte, nella quale<br />

rende lode a Dio facendo memoria degli eventi<br />

giubilari ma nel contempo volge lo sguardo a<br />

Cristo e, a partire da lui, richiama alla nostra at-<br />

tenzione quelle grandi priorità e indirizzi spiritua-<br />

li e pastorali che il Giubileo ha messo in rinnova-<br />

ta evidenza e su cui dovrà esprimersi il genio<br />

proprio di ciascuna Chiesa particolare.<br />

Il nucleo essenziale di questa Lettera, come<br />

anche dell'esperienza dell'Anno Santo e dell'ere-<br />

dità che essa ci consegna, è individuato dal Papa<br />

stesso nella contemplazione del volto di Cristo,<br />

«considerato nei suoi lineamenti storici e nel suo<br />

mistero, accolto nella sua molteplice presenza<br />

nella Chiesa e nel mondo, confessato come senso<br />

della storia e luce del nostro cammino» (n.15).<br />

Perciò, nell'omelia della Messa di quella medesi-<br />

ma celebrazione, il mattino dell'Epifania, il Papa<br />

ha affermato che il programma proposto nella<br />

sua Lettera si potrebbe ridurre a una sola parola:<br />

Gesù Cristo.<br />

È nel capitolo II della Lettera che vengono<br />

presentati, con parole precise e commosse, la vi-<br />

cenda storica e il mistero di Gesù di Nazareth, il<br />

suo essere divino-umano e la sua autocoscienza<br />

di Figlio di Dio, che non lo abbandona nemmeno<br />

nell'ora della croce, come anche la necessità del-<br />

la luce della fede per entrare nel suo mistero e al<br />

contempo la validità della testimonianza storica<br />

dei Vangeli al suo riguardo. Si tratta di una mol-<br />

to sintetica ma altrettanto coinvolgente ed effica-<br />

ce catechesi cristologica, o forse meglio di un ap-<br />

proccio teologico e spirituale che ci accosta in<br />

modo dolce e attraente al mistero della nostra<br />

salvezza, aiutandoci a vedere nel volto di Cristo<br />

il volto di Dio Padre e il suo atteggiamento verso<br />

di noi.<br />

Su questo fondamento cristologico e teologale,<br />

la Lettera del Santo Padre ci invita a «prendere il<br />

largo» (cfr Lc 5, 4), cioè «a vivere con passione il<br />

presente» e «ad aprirci con fiducia al futuro»<br />

(n.1). La prima grande indicazione pastorale<br />

che ci viene offerta riguarda la santità, da pro-<br />

porre a tutti i credenti come «“misura alta” della<br />

vita cristiana ordinaria» (n.31), che va perseguita<br />

lungo vie molteplici e adatte alla vocazione di<br />

ciascuno. (...)<br />

Tutto ciò si concretizza anzitutto nella centra-<br />

lità della preghiera: qui la Lettera, mentre chiede<br />

alle comunità cristiane di diventare «autentiche<br />

“scuole” di preghiera», sottolinea come in Cristo<br />

e nello Spirito Santo sia data all'uomo la possibi-<br />

lità della più profonda e intima unione con Dio,<br />

e così la risposta piena a quell'esigenza di spiri-<br />

tualità e a quel bisogno di preghiera che sono<br />

oggi diffusi anche nel mondo secolarizzato (cfr<br />

n.33). Nella medesima prospettiva la Lettera ri-<br />

chiama la primaria importanza dell'ascolto della<br />

parola di Dio, dell'Eucaristia domenicale e del<br />

sacramento della riconciliazione, ricordando co-<br />

me l'Anno Santo sia stato particolarmente carat-<br />

terizzato dal ricorso a questo sacramento, anche<br />

da parte dei giovani, offrendoci così un messag-<br />

gio incoraggiante e da non lasciar cadere riguar-<br />

do alle possibilità, e al dovere pastorale, di una<br />

sua ripresa dopo il ben noto periodo di crisi (cfr<br />

n. 37).<br />

L'ultimo capitolo della Lettera è tutto dedicato<br />

a quella dimensione suprema della vita cristiana<br />

che è la carità e riesce ad operare, proprio in<br />

questa chiave, una sintesi efficace e salutare di<br />

istanze tutte pienamente valide ma talvolta non<br />

comprese, anche dai credenti, nella loro profon-<br />

da unità. In primo luogo l'istanza della comunio-<br />

ne ecclesiale e quella dell'amore operoso e con-<br />

creto verso ogni essere umano. La comunione<br />

«incarna e manifesta l'essenza stessa del mistero<br />

della Chiesa»: pertanto la grande sfida che sta<br />

davanti a noi è fare concretamente della Chiesa<br />

«la casa e la scuola della comunione», anzitutto<br />

promuovendo la spiritualità della comunione,<br />

con l'umiltà e il superamento degli egoismi che<br />

essa comporta, e valorizzando al contempo e co-<br />

stantemente verificando nella loro autentica ispi-<br />

razione evangelica i vari servizi ecclesiali alla co-<br />

munione, dal ministero petrino e dalla collegiali-<br />

tà episcopale fino al reciproco ascolto tra Pastori<br />

e fedeli. (...)<br />

Anche riguardo all'impegno di un amore ope-<br />

roso e concreto verso ogni essere umano la Let-<br />

tera opera una felice sintesi, che unisce la solida-<br />

rietà e la fraterna condivisione e accoglienza nel-<br />

le comunità cristiane nei confronti di tutti coloro<br />

che soffrono delle antiche e nuove povertà, la<br />

promozione della pace e la salvaguardia del crea-<br />

to alla coraggiosa sollecitudine per la vita di tutti<br />

gli esseri umani, dal concepimento fino al natu-<br />

rale tramonto, nonché alla pubblica rivendicazio-<br />

ne del legame che deve essere sempre mantenu-<br />

to tra le nuove potenzialità della scienza e della<br />

tecnica, specialmente nell'ambito delle biotecno-<br />

logie, e le esigenze fondamentali dell'etica. (...)<br />

Lo sbocco verso il quale si muove tutta la di-<br />

namica della Novo Millennio ineunte è chiara-<br />

mente quello dell'evangelizzazione e della missio-<br />

ne. Il Papa ribadisce in termini appassionati il<br />

suo appello alla nuova evangelizzazione e ad una<br />

nuova missionarietà, «che non potrà essere de-<br />

mandata ad una porzione di “specialisti”, ma do-<br />

vrà coinvolgere la responsabilità di tutti i membri<br />

del popolo di Dio» ed essere vissuta «quale impe-<br />

gno quotidiano delle comunità e dei gruppi cri-<br />

stiani», cercando di rispondere sempre meglio al-<br />

l'esigenza di inculturazione della fede, nella tota-<br />

le fedeltà all'annuncio evangelico e alla tradizio-<br />

ne ecclesiale (cfr n. 40). Nella medesima ottica<br />

vengono evidenziate la connessione e la comple-<br />

mentarietà tra la missio ad gentes e il dialogo in-<br />

terreligioso: dobbiamo proporre a tutti il dono<br />

della rivelazione del Dio-Amore e questo annun-<br />

cio non può essere, come ha sottolineato la Di-<br />

chiarazione Dominus Iesus, «oggetto di una sor-<br />

ta di trattativa dialogica»; nello stesso tempo<br />

dobbiamo sempre rimanere «intimamente dispo-<br />

sti all'ascolto», perché il mistero della salvezza è<br />

inesauribilmente ricco di dimensioni e di implica-<br />

zioni e perché lo Spirito di Dio «soffia dove vuo-<br />

le» (Gv 3, 8) e quindi la Chiesa sempre riceve ed<br />

apprende dall'esperienza umana universale, pur<br />

segnata da tante contraddizioni (cfr nn. 55-56).<br />

Cari Confratelli, da questa Lettera apostolica<br />

riceviamo dunque un aiuto prezioso per orienta-<br />

re tutta la vita e la missione delle nostre Chiese<br />

verso quel che è davvero importante ed essenzia-<br />

le, mettendo a frutto la grazia dell'Anno Santo e<br />

ricavandone gli impulsi per affrontare il cammi-<br />

no che ci attende con autentico atteggiamento di<br />

fede e slancio apostolico. Pur nelle diversità che<br />

derivano dal non essere focalizzata ad un evento<br />

determinato, come è stato il Giubileo, ma dal do-<br />

versi invece misurare con una prospettiva assai<br />

più ampia, sul piano sia temporale sia pastorale,<br />

è forte dunque l'auspicio che la Novo millennio<br />

ineunte possa svolgere per il futuro un ruolo di<br />

promozione, stimolo e raccordo analogo a quello<br />

che la Tertio Millennio adveniente ha mirabil-<br />

mente adempiuto, per ciascuna comunità cristia-<br />

na e per la Chiesa universale. Per parte nostra,<br />

nella stesura degli Orientamenti pastorali del<br />

prossimo decennio per la Chiesa in Italia — alla<br />

quale lavoreremo anche in questa sessione del<br />

Consiglio Permanente — potremo fare pienamen-<br />

te tesoro di questa nuova Lettera apostolica, che<br />

domanda essa stessa di essere tradotta «in orien-<br />

tamenti pastorali adatti alle condizioni di ciascu-<br />

na comunità» (n. 29): quanto finora abbiamo ma-<br />

turato nel lavoro di preparazione e stesura già si<br />

muove del resto in una linea di profonda sintonia<br />

con ciò che adesso riceviamo dalle mani del San-<br />

to Padre.<br />

Nessun vuoto trionfalismo<br />

ma solo la ricerca<br />

di un'esperienza di fede<br />

3. Lungo tutto l'arco del suo svolgimento il<br />

Giubileo è stato seguito con grande attenzione<br />

dai mezzi di comunicazione sociale ed alla sua<br />

conclusione sono stati numerosi i tentativi di una<br />

sua valutazione complessiva. Molto utile ed im-<br />

portante si è mostrato anzitutto il ruolo della te-<br />

levisione, che ha permesso a tutti — almeno in<br />

Italia — di seguire, per lo più in diretta, gli ap-<br />

puntamenti di maggiore significato.<br />

Tra coloro che hanno proposto delle analisi e<br />

dei giudizi di valore i pareri sono stati, come<br />

normale e prevedibile, assai diversificati. Parec-<br />

chi sono stati gli apprezzamenti, talvolta assai<br />

partecipi e motivati, mentre molte critiche o de-<br />

nunce di pericoli hanno trovato, anche tra i gior-<br />

nalisti e gli opinionisti non «di parte cattolica»,<br />

risposte e chiarificazioni puntuali. In questa sede<br />

vorrei quindi limitarmi a poche riflessioni, di or-<br />

dine piuttosto generale. Riprendo la prima dall'o-<br />

melia del Papa alla Messa di chiusura della Porta<br />

Santa: nel sentimento di gioia per il grande dono<br />

di questo Giubileo non vi è alcun «vuoto trionfa-<br />

lismo», tentazione estranea ad un anno che è sta-<br />

to intensamente penitenziale e segnato dalla ri-<br />

chiesta di perdono. Confondere con il trionfali-<br />

smo l'affermazione chiara della verità cristiana e<br />

del ruolo decisivo di Gesù Cristo per la salvezza<br />

del genere umano significherebbe ridurre a<br />

trionfalismo la missione e l'essenza stessa della<br />

Chiesa.<br />

Vi sono poi le preoccupazioni di chi teme che,<br />

anche nella celebrazione del Giubileo, la Chiesa<br />

non abbia dato rilievo adeguato a ciò che costi-<br />

tuisce la sostanza della fede cristiana e si sia im-<br />

pegnata piuttosto a difendere proprie posizioni<br />

etiche, o addirittura a perseguire malcelate finali-<br />

tà politiche. In realtà tutta la dinamica e la capa-<br />

cità di attrazione dell'Anno Santo sono scaturite<br />

proprio dalla schietta esperienza di fede, preghie-<br />

ra, amore, conversione che esso ha sempre di<br />

nuovo proposto e consentito ad ogni genere di<br />

persone, mentre sarebbe stato ben strano che nel<br />

corso del Giubileo la Chiesa avesse dovuto so-<br />

spendere il suo insegnamento morale, in rappor-<br />

to ai problemi concreti che anche in questo spa-<br />

zio di tempo non hanno mancato di porsi.<br />

Senza indulgere a errate generalizzazioni, l'im-<br />

pressione che ho ricavato dalla lettura di alcuni<br />

interventi va nel senso della conferma di quel di-<br />

stacco dell'attuale «cultura pubblica» dalla vita e<br />

dagli interessi reali delle persone e delle comuni-<br />

tà che è stata denunciata e analizzata nel recen-<br />

tissimo volume «Il progetto culturale della Chiesa<br />

italiana e l'idea di cultura», frutto di un conve-<br />

gno di studio della Facoltà Teologica dell'Italia<br />

Settentrionale. Mentre coloro che hanno effetti-<br />

vamente preso parte al Giubileo — persone delle<br />

più diverse provenienze e condizioni esistenziali,<br />

culturali e sociali — hanno cercato e trovato<br />

un'esperienza di fede e di Chiesa, alcuni com-<br />

mentatori non sono riusciti a leggere quanto ac-<br />

cadeva se non sostituendo alla sua sostanza uma-<br />

na e spirituale interpretazioni di altro genere, per<br />

lo più riconducibili a dibattiti ideologici o a pre-<br />

sunte ricerche e ambizioni di potere da parte del-<br />

la Chiesa. Mi spiace se questa osservazione può<br />

suonare troppo polemica: in realtà essa nasce<br />

piuttosto dalla preoccupazione che i limiti della<br />

nostra attuale «cultura pubblica» finiscano per in-<br />

cidere negativamente sulle coscienze delle perso-<br />

ne, che da essa non possono prescindere per<br />

esprimere compiutamente se stesse. Ne risulta,<br />

in positivo, una sfida che di per sé riguarda tutti<br />

e va per certi aspetti al di là delle diverse convin-<br />

zioni e appartenenze: la sfida cioè di radicare più<br />

autenticamente la «cultura pubblica» nelle effetti-<br />

ve esperienze, attese e preoccupazioni della gen-<br />

te, dando così alla stessa «cultura pubblica» nuo-<br />

va vitalità e attendibilità. Ogni passo in questa di-<br />

rezione sarebbe un vero servizio al bene delle<br />

persone e della nostra società.<br />

Una politica sempre<br />

più condizionata dall'avvicinarsi<br />

della scadenza elettorale<br />

4. Dopo il Giubileo continua naturalmente il<br />

nostro ordinario impegno pastorale, mai venuto<br />

meno. Appuntamenti particolarmente felici, pro-<br />

prio in questi giorni, sono la Giornata per l'ap-<br />

profondimento e lo sviluppo del dialogo tra cat-<br />

tolici ed ebrei, celebrata mercoledì scorso sul te-<br />

ma «Abramo ebbe fede in Dio» (Gn 15, 5-6), e la<br />

Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani,<br />

incentrata sulla parola del Signore «Io sono la<br />

via, la verità e la vita» (Gv 14, 1-6), che si con-<br />

cluderà giovedì con la celebrazione ecumenica<br />

nella Basilica di s. Paolo presieduta dal Santo Pa-<br />

dre. Confidiamo vivamente che anche in Italia,<br />

dopo le incomprensioni sorte in rapporto al Giu-<br />

bileo, il cammino ecumenico possa prendere rin-<br />

novato vigore, secondo il desiderio espresso an-<br />

che dai fratelli di altre Chiese e Confessioni cri-<br />

stiane.<br />

La situazione politica italiana appare sempre<br />

più condizionata dall'avvicinarsi della scadenza<br />

elettorale. Diventa al contempo più forte l'auspi-<br />

cio di un dibattito serio e anche serrato sui con-<br />

tenuti, che eviti invece le polemiche fine a se<br />

stesse e le reciproche delegittimazioni. Rimane<br />

intatta, in ogni caso, l'esigenza di arrivare ad af-<br />

frontare quelle questioni di maggior rilievo, isti-<br />

tuzionale, sociale ed economico, dalla cui ponde-<br />

rata e realistica soluzione dipendono in buona<br />

misura le possibilità e gli orientamenti dello svi-<br />

luppo del nostro Paese: anche per questo il pas-<br />

saggio elettorale non deve essere vissuto in modo<br />

tale da lacerare troppo profondamente il tessuto<br />

della convivenza civile.<br />

Si registrano da qualche tempo dei migliora-<br />

menti nell'ambito dell'economia e anche dell'oc-<br />

cupazione, mentre si è aperta una nuova fase del<br />

dibattito riguardo alle condizioni alle quali dei la-<br />

voratori potrebbero trasferirsi dal Mezzogiorno<br />

alle aree più industrializzate, o invece — più op-<br />

portunamente — le imprese stesse potrebbero di-<br />

slocare maggiormente nel Sud le attività produt-<br />

tive. Rimane presente, tuttavia, una specie di in-<br />

certezza di fondo, legata sia alla nostra situazio-<br />

ne complessiva sia all'evolversi del contesto eco-<br />

nomico internazionale, al quale l'Italia è intima-<br />

mente legata.<br />

Continua ad essere acuto e fortemente avverti-<br />

to dalla popolazione il problema della sicurezza<br />

dei cittadini, mentre negli ultimi mesi abbiamo<br />

dovuto purtroppo registrare anche qualche atten-<br />

tato dinamitardo, sia pure senza conseguenze<br />

gravi, e una certa ripresa dell'allarme per il ter-<br />

rorismo. Le relazioni sulle condizioni della giusti-<br />

zia, all'apertura dell'Anno Giudiziario, hanno an-<br />

cora una volta messo in evidenza alcuni motivi<br />

di disagio, da ricondurre in particolare alle diffi-<br />

coltà delle procedure processuali. Sono certa-<br />

mente molteplici i fattori che entrano in gioco<br />

nel vasto campo non solo della sicurezza ma più<br />

in generale della costruzione di rapporti il più<br />

possibile corretti tra le persone, le aggregazioni<br />

sociali, le istituzioni: come cristiani siamo chia-<br />

mati a dare anzitutto il contributo di uno stile di<br />

comportamenti caratterizzato dall'onestà e dal-<br />

l'impegno sincero per il bene comune. Non pos-<br />

so non ricordare qui un fatto che tutti noi, cari<br />

Confratelli, abbiamo appreso con gioia: l'assolu-<br />

zione piena del Cardinale Michele Giordano dalle<br />

accuse di gravissimi reati formulate nei suoi con-<br />

fronti. La sua innocenza, della quale erano stati<br />

certi fin dall'inizio della vicenda coloro che lo co-<br />

noscono di persona, è stata ora anche giudizial-<br />

mente riconosciuta, ad almeno parziale ripara-<br />

zione dell'offesa e del danno morale subiti da lui<br />

e dalla comunità cristiana.<br />

Le problematiche attinenti alla salute e alla<br />

malattia sono un altro dei temi che giustamente<br />

stanno più a cuore alla generalità della popola-<br />

zione e che richiedono un impegno tenace di<br />

molteplici soggetti, al quale anche la Chiesa in-<br />

tende dare tutto il proprio contributo, anzitutto<br />

sul piano dell'assistenza spirituale agli ammalati<br />

ma anche su quelli degli istituti sanitari cattolici<br />

e dei servizi di volontariato, oltre alla proposta<br />

costante di principi e criteri morali affinché tutto<br />

l'esercizio della medicina abbia il proprio punto<br />

di riferimento nel rispetto e nella promozione del<br />

bene integrale della persona umana. (...)<br />

Famiglia, biotecnologie e bioetica:<br />

interpretare e difendere i valori<br />

radicati nella natura stessa<br />

dell'essere umano<br />

5. Le questioni che si riferiscono alla vita e alla<br />

famiglia, alle biotecnologie e alla bioetica come<br />

ai mutamenti del costume e delle legislazioni, oc-<br />

cupano sempre più un posto di grandissimo rilie-<br />

vo nel confronto culturale e politico, in Italia co-<br />

me in Europa ed in genere nell'intera area «occi-<br />

dentale».<br />

Anche in questi mesi molte cose sono avvenu-<br />

te che esigono la più seria riflessione. Già ho<br />

avuto modo di esprimermi, ad esempio, sulla<br />

messa in vendita in Italia a fine ottobre della co-<br />

siddetta «pillola del giorno dopo», i cui effetti<br />

abortivi e non semplicemente contraccettivi non<br />

possono essere negati semplicemente cambiando<br />

il significato delle parole e limitando la gravidan-<br />

za, e quindi la possibilità di abortire, al periodo<br />

successivo all'annidamento del concepito nell'ute-<br />

ro della madre: rimane certo infatti che l'effetto<br />

di questa pillola è la morte del nuovo essere<br />

umano già concepito, che per continuare a vive-<br />

re e svilupparsi ha appunto assoluto bisogno di<br />

potersi annidare nell'utero.<br />

Allargando lo sguardo all'Europa, osserviamo<br />

purtroppo come, in materia di unioni diverse<br />

dall'autentico matrimonio, il Parlamento tedesco<br />

abbia definitivamente approvato, il 10 novembre<br />

scorso, una legge che istituisce le cosiddette<br />

«unioni registrate» anche tra persone del medesi-<br />

mo sesso, sostanzialmente assai simili al matri-<br />

monio: la Chiesa cattolica in Germania, partico-<br />

larmente attraverso il Presidente della Conferen-<br />

za Episcopale, Mons. Karl Lehmann, ha reagito<br />

con massima energia, denunciando «la promozio-<br />

ne ed il sostegno mirato dello stile di vita omo-<br />

sessuale» e sottolineando il contrasto con la Leg-<br />

ge Fondamentale della Repubblica Federale di<br />

Germania. Poco dopo, il 19 dicembre, il Senato<br />

olandese approvava in via definitiva una legge<br />

ancora più estrema, che consente veri e propri<br />

matrimoni tra persone dello stesso sesso ed an-<br />

che l'adozione, con l'unico limite che possono es-<br />

sere adottati solo bambini olandesi. Il 28 novem-<br />

bre, inoltre, la Camera olandese ha votato a fa-<br />

vore della legalizzazione dell'eutanasia. Molto<br />

netta anche qui l'opposizione della Chiesa,<br />

espressa in particolare dal Cardinale Adrian Si-<br />

monis.<br />

In effetti queste ed altre vicende degli ultimi<br />

anni obbligano a constatare come in non poche<br />

parti dell'Europa sembrino oggi prevalere orien-<br />

tamenti sempre più lontani da un'antropologia e<br />

da un'etica che tengano davvero conto del carat-<br />

tere inviolabile dell'essere umano e dell'indole<br />

specifica della famiglia, come società naturale<br />

fondata sul matrimonio. Ciò va di pari passo con<br />

le difficoltà, registratesi in sede di Unione Euro-<br />

pea, a riconoscere il contributo del cristianesimo<br />

alla nostra comune civiltà e richiede da parte<br />

della comunità ecclesiale «uno sforzo grande —<br />

come ha scritto il Papa nella Novo Millennio<br />

ineunte (n. 51) — per spiegare adeguatamente i<br />

motivi della posizione della Chiesa, sottolineando<br />

soprattutto che non si tratta di imporre ai non<br />

credenti una prospettiva di fede, ma di interpre-<br />

tare e difendere i valori radicati nella natura stes-<br />

sa dell'essere umano». Il Papa aggiunge che «La<br />

carità si farà allora necessariamente servizio alla<br />

cultura, alla politica, all'economia, alla famiglia,<br />

perché dappertutto vengano rispettati i principi<br />

fondamentali dai quali dipende il destino dell'es-<br />

sere umano e il futuro della civiltà»; precisa inol-<br />

tre (n. 52) che tutto questo «dovrà essere realiz-<br />

zato con uno stile specificamente cristiano», so-<br />

prattutto ad opera dei laici e rispettando l'auto-<br />

nomia e le competenze della società civile.<br />

Per parte mia vorrei sottolineare come, in rap-<br />

porto al contesto europeo — e senza attenuare<br />

per nulla il nostro impegno per l'edificazione del-<br />

la «casa comune» europea —, non dobbiamo<br />

avere remore o timori nell'affermare quei valori<br />

che sono particolarmente radicati nel nostro Pae-<br />

se. Noterei inoltre, in dialogo con qualche acuto<br />

osservatore, che la Chiesa è lontana dal desidera-<br />

re di ergersi come unica sostenitrice di una pro-<br />

spettiva antropologica ed etica che sia incentrata<br />

sulla persona ma che non rinunci a includere<br />

l'ambito della famiglia e quello della comunità,<br />

né concepisca l'apertura agli sviluppi attuali co-<br />

me alternativa alla conservazione e valorizzazio-<br />

ne delle nostre radici storiche e culturali. Consta-<br />

tiamo del resto con piacere che anche altre voci<br />

— non numerose, forse, ma capaci di esprimere<br />

valide e profonde motivazioni — a partire dai<br />

propri punti di vista propongono e sostengono<br />

orientamenti spesso non dissimili dai nostri sulle<br />

grandi questioni che in questo frangente storico<br />

interpellano ogni coscienza responsabile. (...)<br />

Nella medesima linea si colloca l'attenzione<br />

della Chiesa alle tematiche dell'educazione e<br />

quindi della scuola, oltre che a ciò che viene pro-<br />

posto a tutti, compresi i bambini e i ragazzi, at-<br />

traverso i mezzi di comunicazione e soprattutto<br />

la televisione, dove purtroppo sempre più spesso<br />

si dà largo spazio a programmi vuoti di ogni au-<br />

tentico significato e facenti leva sugli istinti e le<br />

curiosità più volgari. Altro problema delicatissi-<br />

mo, in rapporto non solo alla salute ma alla for-<br />

mazione delle persone, è quello della droga, a<br />

proposito del quale rincresce di dover constatare<br />

come persone investite di pubbliche responsabili-<br />

tà si esprimano in termini tali da consentire,<br />

quantomeno, interpretazioni «permissiviste» che<br />

certo non aiutano a sviluppare col necessario vi-<br />

gore quell'opera anzitutto educativa e preventiva,<br />

oltre che di autentico ricupero delle vittime della<br />

droga, che è un preciso dovere dello Stato come<br />

dell'intera società civile. (...)<br />

Uno sguardo al mondo:<br />

appelli alla pace e alla giustizia<br />

6. Il Messaggio del Santo Padre per la Giorna-<br />

ta Mondiale della Pace, dedicato al «Dialogo tra<br />

le culture per una civiltà dell'amore e della pa-<br />

ce», ha portato luce su problematiche universali<br />

ma che riguardano ormai da vicino anche il no-<br />

stro Paese. Il Papa ha riaffermato sia il valore e<br />

la funzione delle varie identità culturali e nazio-<br />

nali sia l'unità e la continuità della famiglia uma-<br />

na, che può far riferimento a valori universali<br />

perché radicati nella comune natura. La via per<br />

comporre questa unità con le diversità è dunque<br />

quella del rispetto reciproco e del dialogo tra le<br />

culture, che non devono né concepirsi come au-<br />

tosufficienti ed antagoniste né cedere ad una ri-<br />

schiosa omologazione. In rapporto al fenomeno<br />

delle migrazioni, il Papa sottolinea la complessità<br />

e difficoltà del problema, ma indica con chiarez-<br />

za alcuni fondamentali principi etici, a comincia-<br />

re da quello «secondo cui gli immigrati vanno<br />

sempre trattati con il rispetto dovuto alla dignità<br />

di ciascuna persona umana»: va dunque svilup-<br />

pata una cultura dell'accoglienza, che non ceda<br />

però all'indifferentismo circa i valori e che non<br />

trascuri l'equilibrio e la «fisionomia culturale» di<br />

un determinato territorio, che generalmente si<br />

connettono all'esperienza della propria nazione e<br />

al senso della patria; ma la condizione prima<br />

perché tale fisionomia possa permanere è la vita-<br />

lità intrinseca di quella determinata cultura, e<br />

non l'ingiusto divieto fatto ad altri di proporre le<br />

proprie istanze culturali, quando non siano in an-<br />

titesi con valori etici universali.<br />

Nel discorso del 13 gennaio al Corpo Diploma-<br />

tico il Santo Padre ha richiamato, insieme agli<br />

accordi di pace realizzati tra alcuni Paesi, come<br />

l'Etiopia e l'Eritrea, le molte e gravi situazioni di<br />

conflitto, in particolare quella che travaglia e in-<br />

sanguina la Terra Santa e quelle purtroppo nu-<br />

merose che riducono allo stremo molte popola-<br />

zioni africane. A questo proposito è doveroso fa-<br />

re commossa memoria dei quattro missionari ita-<br />

liani, tra cui due religiose, che sono stati uccisi<br />

in Africa nel solo mese di ottobre.<br />

Ma il Papa nel suo discorso ha ricordato con<br />

forza anche le pesanti ingiustizie sociali, che af-<br />

fliggono ad esempio alcune aree dell'America del<br />

Sud, e soprattutto, di fronte al diffondersi di leg-<br />

gi e modelli culturali che violano il diritto alla vi-<br />

ta e che tendono a ridurre l'uomo a ciò che egli<br />

è capace di fare o di produrre, ha lanciato un<br />

appello che va alle radici: «Sì, in questo inizio di<br />

millennio, salviamo l'uomo! Salviamolo tutti in-<br />

sieme». (...)<br />

Nel mondo in cui per molti aspetti diventiamo<br />

tutti sempre più vicini non sono rare purtroppo<br />

anche le grandi calamità naturali. Di fronte al si-<br />

sma che ha colpito pochi giorni fa l'America<br />

Centrale, facendo migliaia di vittime e ingenti<br />

danni in particolare nel Salvador, abbiamo senti-<br />

to il dovere di dare subito un primo segno di so-<br />

lidarietà, con uno stanziamento dai fondi 8 per<br />

mille per i provvedimenti di urgenza. Chiediamo<br />

ai fedeli e ad ogni persona di buona volontà di<br />

partecipare alla sottoscrizione indetta dalla Cari-<br />

tas e di essere vicini ai defunti e a tutti coloro<br />

che soffrono mediante la preghiera. (...)<br />

ROMA — Un bilancio del Giubileo, ma<br />

anche e soprattutto una lettura delle pri-<br />

me indicazioni pastorali per proseguire<br />

nelle Chiese locali il cammino di conver-<br />

sione e di rinnovamento iniziato proprio<br />

nell'Anno Santo: su questo si sofferma<br />

ampiamente il Card. Camillo Ruini, Pre-<br />

sidente della C.E.I., nella prolusione ai<br />

lavori della sessione invernale del Con-<br />

siglio Episcopale Permanente che si<br />

apre oggi, lunedì, per concludersi giove-<br />

dì 25. Nel suo intervento (del quale ri-<br />

portiamo ampi stralci), il Porporato parla<br />

esplicitamente della necessità di una<br />

spinta verso un più convinto impegno di<br />

«conversione pastorale», con un obietti-<br />

vo che può essere riassunto «in un più<br />

pervasivo e costante atteggiamento mis-<br />

sionario».<br />

Il Card. Ruini ha quindi individuato<br />

nella Lettera apostolica «Novo Millennio<br />

ineunte» un «aiuto prezioso per orienta-<br />

re la vita e la missione delle nostre<br />

Chiese verso quel che davvero è impor-<br />

tante ed essenziale, mettendo a frutto la<br />

grazia dell'Anno Santo».<br />

Come sempre, non manca nella prolu-<br />

sione del Presidente della C.E.I. un at-<br />

tenta lettura della situazione italiana,<br />

dalle vicende politiche «sempre più con-<br />

dizionate dall'avvicinarsi della scadenza<br />

elettorale», alle questioni legate al nuo-<br />

vo allarme terrorismo, fino al «disagio»<br />

del pianeta-giustizia. Significativi, poi, i<br />

passaggi dedicati alle tematiche legate<br />

alla famiglia, alla bioetica e alla salute.<br />

Nel corso dei lavori i Vescovi prende-<br />

ranno in esame la bozza degli Orienta-<br />

menti Pastorali per il prossimo decen-<br />

nio, che in questi mesi è stata oggetto di<br />

studio da parte delle Commissioni Epi-<br />

scopali, degli Uffici e dei Servizi pastora-<br />

li della Segreteria Generale. Nell'ordine<br />

del giorno è prevista anche l'individua-<br />

zione di indicazioni procedurali per il la-<br />

voro delle Commissioni Episcopali e l'a-<br />

nalisi di alcuni aspetti giuridici riguar-<br />

danti le Caritas diocesane.


IN ITALIA<br />

PAGINA<br />

10 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Lunedì-Martedì 22-23 Gennaio 2001<br />

TORINO —Il diritto all'istruzione sarà<br />

anche quest'anno l'obiettivo della campagna<br />

«Liberi di crescere» promossa dalla<br />

diocesi di Torino insieme alle congregazioni<br />

missionarie e alle Associazioni non<br />

governative di volontariato. Si tratta di<br />

realizzare quattro progetti nel Sud del<br />

mondo dove il diritto all'istruzione è ancora<br />

lontano, anzi è aumentato l'analfabetismo,<br />

mancano le strutture, i materiali, i<br />

docenti, spesso non esiste una vera e<br />

propria scuola pubblica e le famiglie degli<br />

studenti devono sostenere costi proibitivi,<br />

MUCCA PAZZA Partita la serrata dei macellatori – Minacce dai Cobas del latte<br />

Controlli su mangimi e allevamenti:<br />

sequestri in Veneto, Calabria e Sicilia<br />

ROMA, 22.<br />

I controlli e le indagini che si susseguono<br />

in Italia dopo la scoperta a Pontevico,<br />

nel Bresciano, del primo caso di<br />

mucca «pazza» stanno facendo emergere<br />

irregolarità negli allevamenti e nelle<br />

strutture collegate. È il caso di una cooperativa<br />

agricola di Marina di Ragusa<br />

dal quale proverrebbe una partita di<br />

mangime, contenente farina animale, sequestrata<br />

nei giorni scorsi in un allevamento<br />

di Piazza Armerina. Anche la<br />

cooperativa è stata posta sotto sequestro<br />

ma i responsabili escludono che l’azienda<br />

abbia mai prodotto nutrimento con<br />

farine animali: «Compriamo sul mercato<br />

internazionale le materie prime (soia,<br />

mais, orzo, fave, crusca), noi — dicono<br />

— le assembliamo aggiungendo integratori<br />

o vitamine».<br />

Partendo dalla cascina «Malpensata»<br />

di Pontevico gli investigatori sono giunti<br />

nei giorni scorsi alla cascina «Giuliana»<br />

di Camisano Vicentino, sequestrata anch'essa<br />

dopo la scoperta di un centinaio<br />

di vitellini morti e poi parzialmente seppelliti<br />

nell'azienda. Sulle cause dei decessi<br />

saranno fatte indagini approfondite<br />

sulla base delle indicazioni che giungeranno<br />

dalla magistratura, ma non è<br />

esclusa la possibilità che all’origine ci<br />

siano malattie neonatali. I vitellini possono<br />

infatti risentire di sbalzi di temperatura<br />

e di contaminazioni batteriche e<br />

virali. Ma le indagini riguardano anche<br />

un presunto traffico di animali importati<br />

clandestinamente ai quali venivano attribuiti<br />

i contrassegni di quelli morti.<br />

TELEFONIA E POSTE Si estende l'inchiesta romana<br />

Circa 150 rinvii a giudizio<br />

per l'acquisto di vecchi computer<br />

ROMA, 22.<br />

Circa 150 persone — per i quali il Pm<br />

Maria Cordova ha chiesto il rinvio a giudizio<br />

— sono coinvolte nell'inchiesta sulle<br />

presunte tangenti versate per forniture<br />

al ministero delle Poste di apparecchiature<br />

che sarebbero state obsolete da<br />

parte della Olivetti. Il numero degli indagati<br />

— secondo l'Agenzia Ansa — è<br />

più alto rispetto alla richiesta del Pm<br />

formulata nel ’96 perché nel corso delle<br />

indagini sono aumentati i filoni d’inchiesta.<br />

Anche il nome di Giulio Andreotti —<br />

insieme con altri noti della politica — è<br />

entrato nuovamente nell’inchiesta romana<br />

sulla telefonia e poste con una richiesta<br />

di rinvio a giudizio per ricettazione.<br />

La procura di Roma, che nel luglio del<br />

1996 aveva chiesto l’archiviazione per il<br />

senatore, ha dovuto riformulare il capo<br />

d’imputazione su richiesta del Gip Guglielmo<br />

Muntoni, ma — secondo quanto<br />

riferisce l'Ansa — chiederà l’assoluzione<br />

di Andreotti davanti al Gup Fabrizio<br />

Gentili poiché non ci sono gli elementi<br />

per procedere, così come aveva ritenuto<br />

cinque anni fa. Il Pm ha chiesto nuovamente<br />

il giudizio per Giorgio La Malfa e<br />

Carlo De Benedetti, mentre la parte relativa<br />

ai ministri delle poste in carica negli<br />

anni in cui erano state fatte le forniture<br />

sotto accusa (primi anni ’90) era<br />

stata valutata dal tribunale dei ministri<br />

che sei mesi fa aveva ritenuto di non<br />

dover procedere nei confronti di Oscar<br />

Mammì e Carlo Vizzini. Buona parte dei<br />

reati contestati compresa la corruzione<br />

sono già caduti in prescrizione.<br />

L’intera inchiesta scaturì dalle dichia-<br />

Dramma della solitudine:<br />

trovato dopo un mese<br />

il corpo di un pensionato<br />

TRENTO, 22.<br />

Dramma della solitudine in un<br />

condominio alla periferia di Trento.<br />

Protagonista un uomo di 71<br />

anni, Mario De Guelmi, morto<br />

per infarto probabilmente durante<br />

le feste natalizie. Il suo corpo è<br />

stato trovato solo ieri. Sabato sera,<br />

insospettito dalla prolungata<br />

assenza dell’anziano, un vicino di<br />

casa ha avvertito la Polizia. Gli<br />

agenti hanno tentato invano di<br />

forzare la porta e sono quindi intervenuti<br />

i vigili del fuoco che<br />

hanno raggiunto l’appartamento<br />

dal balcone. Il cadavere dell’uomo<br />

era riverso sul pavimento della<br />

cucina. Davanti alla porta d’ingresso<br />

erano ammassate numerose<br />

masserizie, quasi che l’anziano<br />

avesse tentato di barricarsi. Dai<br />

primi accertamenti del medico legale,<br />

il decesso dovrebbe risalire a<br />

circa 25 giorni fa. Descritto come<br />

persona molto riservata, De Guelmi<br />

sembra non ricevesse mai la<br />

visita di parenti e conoscenti, almeno<br />

secondo quanto ricordano i<br />

vicini di casa.<br />

I Carabinieri del Nas hanno inoltre sequestrato,<br />

in provincia di Cosenza, 330<br />

chilogrammi di carni bovine e caprine<br />

che, oltre ad essere prive dei bolli sanitari,<br />

avevano il «certificato di tracciabilità»<br />

modificato.<br />

Sotto sequestro, nelle province di Palermo<br />

e di Catania, anche 1.600 chili di<br />

mangime per suini risultati contenere farine<br />

animali prodotte da una ditta olandese.<br />

Oggi intanto è cominciata la serrata<br />

delle organizzazioni Assocarni, Cim,<br />

Uniceb, Ancalegacoop e Confcooperati-<br />

razioni di Giuseppe Parrella, ex direttore<br />

generale dei Telefoni di Stato, che, stando<br />

alle accuse, avrebbe ricevuto ingenti<br />

somme di danaro da imprenditori in<br />

parte poi ridistribuite ai politici.<br />

Secondo quanto raccontò Parrella, —<br />

riferisce ancora l'Ansa — l’imprenditore<br />

Giuseppe Ciarrapico avrebbe ricevuto<br />

tra il ’91 e il ’92 un miliardo di lire da<br />

destinare alla «corrente andreottiana».<br />

La Procura aveva chiesto l’archiviazione<br />

ritenendo che Ciarrapico avesse usato il<br />

nome di Andreotti solo per ottenere del<br />

denaro che altrimenti sarebbe finito ad<br />

una diversa corrente della Dc.<br />

La Provincia di Mantova<br />

vuole 500 mld dall'Enel<br />

per i fumi delle centrali<br />

MANTOVA, 22.<br />

L’Amministrazione provinciale<br />

di Mantova ha chiesto un risarcimento<br />

di 500 miliardi di lire, ad<br />

Enel, Elettrogen ed Eurogen per i<br />

danni causati dai fumi emessi dalle<br />

loro centrali termoelettriche di<br />

Ostiglia e di Sermide nel periodo<br />

che va dal 1988 al 1995. La lettera<br />

è stata spedita lo scorso 21 dicembre<br />

ma solo ieri se n'è avuta notizia.<br />

Nel 1997 i vertici dell’Enel<br />

erano stati citati davanti al pretore<br />

di Revere per le emissioni in<br />

atmosfera di ossido di zolfo e di<br />

ossido di azoto.<br />

Chiede un passaggio<br />

e viene uccisa<br />

con il guidatore in un agguato<br />

ve: per tre giorni non macelleranno gli<br />

animali superiori ai 30 mesi di età per<br />

protestare contro l'«eccessivo allarmismo»<br />

scatenato nei confronti dell'intero<br />

settore. L'iniziativa dovrebbe riguardare<br />

il 90% delle 2.000 strutture. Oggi i responsabili<br />

di categoria saranno ricevuti<br />

dal sottosegretario Fumagalli Carulli per<br />

cercare di trovare una mediazione.<br />

I Cobas del latte minacciano invece di<br />

portare le mucche adulte davanti alle<br />

prefetture da giovedì, se non saranno ricevuti<br />

dai ministri competenti e dal<br />

commissario per la Bse.<br />

Due anziane sorelle morte nel Vicentino<br />

per le fiamme sprigionate dalla stufa<br />

VICENZA, 22.<br />

Due anziane donne sono morte in un incendio verificatosi ieri sera, domenica,<br />

in un’abitazione a Mossano. L’allarme è stato dato questa mattina<br />

intorno alle ore 9 al comando provinciale del vigili del fuoco, che hanno<br />

operato a lungo nella zona con alcune squadre. Le vittime sono due<br />

sorelle, Rosa e Diletta Miottello, rispettivamente di 93 e 80 anni, che vivevano<br />

sole nell’edificio, una casa colonica alle porte del paese. Secondo i<br />

primi accertamenti, l’incendio, di modeste proporzioni, ha cominciato a<br />

svilupparsi già ieri sera all’interno di una stufa a legna posta al pianterreno<br />

dell’abitazione. Mentre la sorella più anziana era già a letto, nella<br />

camera da letto al piano superiore, l’altra si è svegliata accorgendosi del<br />

fumo, ed è scesa tentando di spegnere le fiamme, senza però riuscirci.<br />

Rosa Miottello è invece deceduta per asfissia nel suo letto. Ad accorgersi<br />

dell’incendio è stato il fornaio del paese, Gianfranco Mucchietto, che come<br />

ogni mattina si era recato a consegnare il pane.<br />

REGGIO CALABRIA, 22.<br />

Due persone, un uomo e una donna,<br />

sono rimasti uccisi sabato sera in un agguato<br />

compiuto a Candidoni. I due,<br />

Francesco Messina, 37 anni, e Vlasta<br />

Fogtikova, di 48, slovacca, braccianti<br />

agricoli, erano a bordo dell'automobile<br />

di proprietà dell'uomo quando sono stati<br />

raggiunti da colpi di fucile calibro dodici,<br />

caricato a pallettoni. Ancora oscuro<br />

il movente dell'agguato. Gli inquirenti ritengono<br />

comunque che l'obbiettivo dell'azione<br />

criminale fosse solo Messina,<br />

mentre la donna aveva presumibilmente<br />

chiesto un passaggio in auto per tornare<br />

a casa a San Ferdinando. I Carabinieri<br />

della Compagnia di Gioia Tauro, che<br />

stanno svolgendo le indagini, escludono<br />

che tra i due ci fosse una relazione.<br />

Messina e la donna sono stati raggiunti<br />

dai colpi alla testa ed in altre parti vitali.<br />

L’uomo è morto poco dopo il ricovero<br />

nell’ospedale di Polistena. La donna,<br />

portata in un primo tempo anche lei a<br />

Polistena, è stata trasferita successivamente,<br />

in coma irreversibile, nel Policlinico<br />

di Messina ed è morta nella serata<br />

di ieri, domenica. Il corpo è stato trasferito<br />

nell’obitorio ed è adesso a disposizione<br />

della Procura della Repubblica di<br />

Palmi, che coordina l’inchiesta.<br />

Tentata rapina<br />

nel Lodigiano:<br />

assassinato<br />

un uomo<br />

MILANO, 22.<br />

Un uomo è stato ucciso, ieri sera, nel<br />

Lodigiano durante un tentativo di rapina<br />

ai danni di un bar tabaccheria di Turano,<br />

lungo la statale che da Lodi porta a<br />

Casalpusterlengo. La vittima è il padre<br />

di una delle titolari del negozio, Piero<br />

Mondori, di 67 anni. A sparare è stato<br />

un giovane con accento lombardo che<br />

era entrato con il volto coperto da un<br />

passamontagna e con una pistola di piccolo<br />

calibro in pugno. Piero Mondori,<br />

che in quel momento si trovava nel retrobottega,<br />

sentendo il trambusto si è<br />

avventato contro il malvivente, il quale<br />

è riuscito a divincolarsi e gli ha esploso<br />

contro due colpi. Il primo gli ha sfiorato<br />

l’orecchio, il secondo lo ha ferito all’addome<br />

recidendogli una vena. Subito dopo<br />

il bandito è fuggito a piedi. Quando<br />

il rapinatore è entrato nella tabaccheria<br />

c’erano solo due avventori. A servire,<br />

dietro al banco, c’era Giovanni Gini, 50<br />

anni, marito di una delle cinque sorelle<br />

titolari del bar. Il malvivente, descritto<br />

dai testimoni come un italiano che parlava<br />

con accento del posto, impugnava<br />

una pistola che all’inizio è sembrata<br />

un’arma giocattolo. Ha intimato all’uomo<br />

di consegnare l’incasso, ma questi<br />

ha risposto di non avere le chiavi della<br />

cassa in cui era conservato il denaro.<br />

Proprio in quel momento si è affacciato<br />

Piero Mondori che non ha esitato a buttarsi<br />

contro il bandito. Questi, alto e robusto,<br />

ha avuto facilmente la meglio e<br />

dopo essersi rialzato ha esploso i due<br />

colpi di pistola e poi è fuggito. Mondori<br />

è stato trasportato all’ospedale di Casalpusterlengo<br />

dove pochi minuti dopo è<br />

morto per una emorragia inarrestabile.<br />

Due rapinatori<br />

minorenni arrestati<br />

nel Foggiano<br />

FOGGIA, 22.<br />

Ancora due minorenni sono i protagonisti<br />

di una rapina compiuta, ieri sera,<br />

in provincia di Foggia: due sedicenni sono<br />

stati arrestati dai carabinieri poco<br />

dopo aver rapinato 600.000 lire in un<br />

negozio nel centro di San Severo. Dall’inizio<br />

dell’anno, sono dieci i minorenni,<br />

tutti incensurati, arrestati in provincia di<br />

Foggia.<br />

I due sedicenni catturati ieri sera, armati<br />

con una pistola, erano entrati nel<br />

negozio e dopo aver minacciato il proprietario<br />

si erano fatti consegnare il denaro.<br />

All’uscita dal negozio, i due ragazzi<br />

sono stati bloccati e arrestati da un<br />

carabiniere libero dal servizio che si era<br />

accorto di quanto era accaduto.<br />

Dei ragazzi arrestati nel Foggiano in<br />

quest’anno, cinque — tutti quindicenni<br />

e sedicenni — sono stati sorpresi armati<br />

con pistole giocattolo mentre stavano<br />

compiendo rapine in esercizi commerciali.<br />

Tra gli episodi più singolari, una<br />

rapina compiuta da un gruppo di ragazzi<br />

in una stazione di servizio: i minorenni,<br />

dopo la rapina, sono rimasti appiedati<br />

perché l’auto utilizzata per la fuga sarebbe<br />

rimasta senza benzina.<br />

Diocesi di Torino: iniziative di alfabetizzazione in America Latina e Asia<br />

le bambine sono escluse da ogni ciclo<br />

scolastico.<br />

Questi i 4 progetti promossi dall'iniziativa.<br />

In Brasile «Liberi di crescere» sostiene<br />

un programma educativo e scolare per<br />

i meniños de rua dell'Associazione Uai<br />

Brasil e della Scuola-Famiglia agricola di<br />

Limeira (a 18 Km dal municipio di Pavao,<br />

Minas Gerais). In Bangladesh i contributi<br />

raccolti serviranno per pagare gli stipendi<br />

Emergenza rifiuti<br />

nel Napoletano:<br />

allarme<br />

dei sindaci<br />

NAPOLI, 22.<br />

Sos dei sindaci per l’emergenza rifiuti<br />

in molti comuni della provincia di Napoli,<br />

specie nell’area vesuviana, determinata<br />

dalla chiusura della discarica di Tufino<br />

avvenuta nei giorni scorsi. I disagi,<br />

che coinvolgono un milione di residenti,<br />

aumentano di ora in ora ed anche gli<br />

automezzi della nettezza urbana, che<br />

nei giorni scorsi hanno provveduto comunque<br />

alla raccolta, sono chiusi in deposito<br />

carichi di rifiuti. I sacchetti sono<br />

riversati nelle strade e sui marciapiedi<br />

accanto ai contenitori stracolmi, creando<br />

in molti casi intralcio alla circolazione<br />

pedonale ed automobilistica. Gli 81<br />

comuni coinvolti fanno parte del bacino<br />

di utenza «Consorzio Napoli 3» e tra<br />

questi vi sono centri come Cercola, Volla,<br />

Terzigno, san Giuseppe Vesuviano,<br />

Ercolano, Torre del Greco, Ottaviano,<br />

tutti con alta densità abitativa. Gli amministratori,<br />

per tamponare l’emergenza,<br />

stanno attivando dei siti locali temporanei<br />

dove poter collocare i rifiuti in<br />

attesa di trasferirli nei centri individuati<br />

dagli organi regionali e preposti alla raccolta.<br />

«Inizialmente — dice il sindaco di<br />

Volla, Giovanni Ciro Mastrogiacomo —<br />

la Regione ci aveva indicato un sito di<br />

“bagliamento” (sversamento di rifiuti indifferenziati)<br />

a Caivano, in attesa dell’apertura<br />

dei nuovi impianti. Stiamo però<br />

aspettando le nuove disposizioni». «Nel<br />

frattempo — aggiunge Mastrogiacomo<br />

— nel nostro Comune ci stiamo adoperando<br />

per raccogliere l’immondizia e depositarla<br />

in un sito temporaneo di stoccaggio».<br />

degli insegnanti (meno di un milione di lire<br />

all'anno) che seguiranno 426 alunni<br />

zingari, presenti non solo in 17 scuole, ma<br />

anche nei loro spostamenti: sostiene il<br />

progetto don Renato Rosso che sottolinea<br />

l'importanza per le famiglie nomadi e seminomadi<br />

di veder alfabetizzare i loro figli.<br />

Il terzo progetto, affidato alle Figlie di<br />

Maria Ausiliatrice, prevede la formazione<br />

scolastica e l'assistenza ai bambini poveri<br />

VIOLENZA STADI Cronaca di un'«altra» domenica<br />

Risse, tafferugli e feriti<br />

a Bergamo, Vicenza e Milano<br />

ROMA, 22.<br />

Tafferugli allo stadio di Bergamo dove<br />

giocavano Atalanta e Fiorentina. Una<br />

trentina di tifosi bergamaschi, per protesta<br />

contro le decisioni dell’arbitro si è<br />

sparpagliata intorno alla stadio lanciando<br />

bottigliette contro gli agenti che hanno<br />

dovuto usare lacrimogeni mentre la<br />

zona era tenuta sotto controllo da un<br />

elicottero dei carabinieri. I tifosi ospiti,<br />

su pullman scortati da camionette delle<br />

forze dell’ordine, sono stati accompagnati<br />

in stazione. In compenso, negli uffici<br />

della Questura sono stati accompa-<br />

Ottantenne deceduta<br />

per l'incendio<br />

della termocoperta<br />

MACERATA, 22.<br />

Una donna di 81 anni è morta<br />

intossicata dall’incendio della termocoperta<br />

a Gualdo. L’anziana<br />

vedova, che abitava insieme alla<br />

figlia, si era addormentata con la<br />

termocoperta accesa. Il surriscaldamento<br />

dei fili elettrici ha provocato<br />

un cortocircuito e la coperta<br />

ha preso fuoco, sprigionando un<br />

fumo denso e soffocante. Quando<br />

al mattino i familiari si sono accorti<br />

dell’accaduto, la donna era<br />

già morta. Sul posto sono intervenuti<br />

i carabinieri di Sarnano e i<br />

vigili del fuoco di Macerata.<br />

Sgomberate mille persone<br />

per far brillare ordigno<br />

bellico nel Bolognese<br />

BOLOGNA, 22.<br />

Oltre un migliaio di persone sono state<br />

fatte evacuare dalle proprie abitazioni<br />

ieri a Sasso Marconi per il brillamento<br />

di un ordigno da 250 kg della Seconda<br />

Guerra. L’ordigno bellico era stato trovato<br />

nell’area dell’ex campo sportivo cittadino,<br />

nel centro del paese, e poiché la<br />

spoletta non poteva essere rimossa si è<br />

proceduto al brillamento in loco.<br />

Ieri mattina alle 8 l’area compresa in<br />

un raggio di 300 metri dall’ordigno è<br />

stata evacuata; un’ottantina di persone,<br />

in gran parte anziane, sono state ospitate<br />

in un centro di accoglienza per la popolazione<br />

allestito presso il Centro Anziani.<br />

La bomba è stata spostata di alcuni<br />

metri, interrata a cinque metri di profondità,<br />

ingabbiata in una struttura in<br />

legno che fungeva da camera di espansione,<br />

ricoperta da 300 tonnellate di sabbia<br />

di fiume e fatta esplodere dagli artificieri<br />

del Genio pontieri di Piacenza.<br />

Alle 11.25 era tutto concluso. Successive<br />

rilevazioni strumentali hanno permesso<br />

di accertare che l’onda d’urto<br />

non era stata avvertita oltre 15 metri di<br />

distanza dal cratere; nessuna conseguenza,<br />

quindi, per gli edifici più vicini.<br />

del Myanmar, uno dei più poveri paesi del<br />

Sud-Est Asiatico. In Cameroun, a Ngaoundal,<br />

città di agricoltori, pastori e pescatori,<br />

l'istruzione è limitata e non obbligatoria:<br />

mancano sia le strutture, sia i mezzi alle<br />

famiglie per mantenere i figli a scuola.<br />

Per aiutare uno studente delle elementari<br />

bastano 55 mila lire l'anno. Questo progetto<br />

di aiuto scolare è curato dalle suore<br />

della Carità di Santa Giovanna Antida<br />

Thouret.<br />

MARCO BONATTI<br />

SARNO Vandali nel cimitero ristrutturato da poco<br />

Oltraggiate le tombe<br />

delle vittime dell'alluvione<br />

SALERNO, 22.<br />

Atti vandalici sono stati compiuti nella<br />

notte fra venerdì e sabato scorso a Sarno<br />

su alcune tombe e cappelle in cui riposano<br />

le vittime dell’alluvione del maggio<br />

del 1998.<br />

Secondo quanto si è appreso, nelle<br />

cappelle funerarie oggetto di atti vandalici<br />

— quattro o cinque tombe — sono<br />

state rotte vetrate, fotografie, arredi sacri.<br />

La polizia indaga per individuare i<br />

responsabili del raid nel cimitero di Sarno<br />

che venne devastato dall’alluvione di<br />

tre anni fa.<br />

Sciagura sul lavoro:<br />

elettricista precipita<br />

dal tetto di un capannone<br />

ROVIGO, 22.<br />

Un elettricista, Ugo Veronese,<br />

47 anni, residente a Lusia, è morto<br />

sabato scorso dopo essere caduto<br />

dal tetto di un capannone industriale<br />

di Rovigo dove era salito<br />

per effettuare alcuni lavori ad un<br />

impianto elettrico. L’uomo è precipitato<br />

per otto metri circa all’interno<br />

della struttura della Inprac,<br />

questo il nome dell’azienda, per il<br />

cedimento di un pannello in eternit<br />

del tetto dove era salito.<br />

gnati oltre 60 tifosi della Fiorentina che<br />

non hanno potuto seguire la partita in<br />

seguito ad un’aggressione ai danni dell’autista<br />

del pullman sul quale viaggiavano.<br />

Il pullman è stato dirottato direttamente<br />

in Questura, dove tutti gli occupanti<br />

sono stati trattenuti e quindi segnalati.<br />

A Vicenza ci sono voluti oltre 600<br />

agenti per evitare incidenti tra la tifoseria<br />

locale e quella del Brescia. È di sei<br />

contusi (quattro tifosi veneti e due rappresentanti<br />

delle forze dell’ordine) il bilancio<br />

complessivo degli incidenti avvenuti<br />

durante e dopo l’incontro tra Vicenza<br />

e Brescia. Il fatto più grave sulla<br />

gradinata Nord dove un gruppetto di sostenitori<br />

della squadra di casa ha cercato<br />

di avvicinarsi alla gradinata ospiti, riservata<br />

a quelli del Brescia. Gli agenti<br />

hanno fatto una carica. Le rispettive tifoserie<br />

si sono lanciate a vicenda razzi e<br />

petardi, per fortuna senza conseguenze<br />

per gli spettatori.<br />

A Milano, incidenti si sono verificati<br />

ad opera dei tifosi della Roma che si sono<br />

scagliati contro la polizia lanciando<br />

ogni sorta di oggetti, petardi e fumogeni.<br />

La polizia dapprima ha fatto una leggera<br />

carica quindi è arretrata sul lato<br />

opposto della curva. C’è stato qualche<br />

minuto di pausa, poi gli incidenti sono<br />

ripresi con maggiore violenza, tra inseguimenti<br />

sulle gradinate, lanci di lacrimogeni<br />

e ripetute cariche e controcariche.<br />

Diversi seggiolini sono stati divelti.<br />

Gli scontri all’interno dello stadio sono<br />

stati molto intensi e ci sono stati anche<br />

alcuni contusi sia tra i tifosi che tra le<br />

forze dell’ordine. La polizia ha operato<br />

anche alcuni fermi.<br />

Le cappelle oltraggiate sono state costruite<br />

da pochi mesi fa, nell’ambito della<br />

risistemazione dell’intera zona cimiteriale,<br />

grazie ad una gara d’appalto bandita<br />

dall’amministrazione comunale che<br />

nella cittadina è retta da un commissario<br />

prefettizio.<br />

Sono almeno una decina le denunce<br />

presentate al commissariato di Sarno<br />

sulle tombe danneggiate nel locale cimitero,<br />

che accolgono i resti delle vittime<br />

dell’alluvione del 5 maggio del 1998. I<br />

loculi sono stati realizzati di recente, su<br />

un’area messa a disposizione dal Comune,<br />

da una ditta privata risultata vincitrice<br />

di una regolare gara d’appalto.<br />

Le indagini degli agenti del commissariato<br />

di Sarno si stanno svolgendo ad<br />

ampio raggio, senza tralasciare alcuna<br />

ipotesi.<br />

Gli atti vandalici potrebbero essere<br />

stati compiuti da balordi, ma non si<br />

esclude la pista della vendetta da parte<br />

di chi avrebbe potuto avere interessi sulla<br />

realizzazione dei lavori.<br />

Non è la prima volta che nell’agro nocerino-sarnese<br />

i cimiteri vengono presi<br />

di mira da piccoli malviventi, spesso tossicodipendenti,<br />

che si divertono a danneggiare<br />

le tombe o a cercare oggetti di<br />

valore da poter rivendere.<br />

Il cimitero di Sarno di notte non è custodito.<br />

Proprio sabato mattina si è svolta<br />

al tribunale di Nocera Inferiore un’udienza<br />

del processo per la frana del ’98,<br />

che distrusse un intero quartiere di Sarno<br />

e costò la vita a 139 persone.<br />

Rapinavano banche<br />

per rifarsi dei debiti<br />

contratti giocando<br />

al video-poker<br />

TORINO, 22.<br />

Per pagare i debiti contratti giocando<br />

al video poker, un operaio ha messo a<br />

segno con due amici disoccupati una decina<br />

di rapine in pochi mesi: dopo l’arresto<br />

dei complici, avvenuto nei giorni<br />

scorsi, è stato individuato ed è finito a<br />

sua volta in manette.<br />

È accaduto a Chivasso, nel Torinese,<br />

dove vive l’operaio, Calogero Papalia, 24<br />

anni. Appassionato di video poker, il<br />

giovane ha conosciuto in alcuni bar della<br />

periferia di Torino altri due giocatori<br />

accaniti: Ignazio Sola, 25 anni, e Francesco<br />

Saronna, 45, entrambi di Leinì. A<br />

partire dall’estate, il terzetto, trovatosi a<br />

corto di soldi, ha cominciato a rapinare<br />

le banche della cintura torinese. In pochi<br />

mesi i tre hanno commesso una decina<br />

di colpi, per un bottino complessivo<br />

di circa cento milioni.<br />

Saronna, che ha un piccolo precedente<br />

per rapina risalente a oltre 15 anni fa,<br />

è stato riconosciuto dai militari durante<br />

la visione delle riprese fatte dalle telecamere<br />

di uno degli istituti di credito. Successivamente<br />

sono stati individuati i<br />

complici.<br />

Papalia, al momento dell'arresto, è<br />

stato trovato in possesso di una notevole<br />

somma in marchi tedeschi: il che fa<br />

supporre che avesse deciso di lasciare<br />

l'Italia per rifarsi una vita all'estero.<br />

L'esordio malavitoso dei tre, si nota,<br />

era stato alquanto «sfortunato». La loro<br />

prima rapina aveva fruttato appena 178<br />

mila lire. In seguito la banda si era rifatta<br />

riuscendo ad accumulare bottini per<br />

cento milioni.<br />

Droga: scoperto traffico internazionale<br />

PALERMO — Una associazione per delinquere dedita all’importazione di ingenti<br />

quantitativi di cocaina, hascisc e marijuana sull’asse Colombia-Spagna-Italia<br />

è stata scoperta dalla squadra mobile di Palermo, che lunedì ha<br />

eseguito 12 ordinanze di custodia cautelare. A capo dell’organizzazione due<br />

latitanti, i cui movimenti sono stati costantemente seguiti. Tre degli indagati<br />

sono stati arrestati a Torino con la collaborazione della squadra mobile del<br />

capoluogo piemontese, mentre per due trafficanti colombiani è stata già disposta<br />

l’estensione in campo internazionale del provvedimento restrittivo.<br />

Madre e figlio sfuggono ad un incendio<br />

LIVORNO — Si è buttata dalla finestra del primo piano della sua villetta in<br />

fiamme con il suo bimbo di due anni tra le braccia; lei si è fratturata entrambe<br />

le caviglie ma il piccolo è rimasto illeso. È accaduto nella notte tra<br />

domenica e lunedì a Segalari, in una villetta isolata nel bosco della zona di<br />

Castagneto Carducci. La donna, Angela Mosti, di 35 anni, che era sola in<br />

casa con il figlio Ludovico, quando ha visto il fuoco ha telefonato ai pompieri.<br />

In attesa dell’arrivo dei soccorsi, nel timore di restare imprigionata<br />

tra le fiamme, Angela ha preso il piccolo Lodovico e facendogli scudo con il<br />

suo corpo è saltata dalla finestra. Quando sono arrivati i pompieri, l’hanno<br />

trovata seduta davanti alla sua casa in fiamme, con le caviglie rotte, ma il<br />

suo bimbo in braccio sano e salvo. Per spegnere l’incendio i pompieri hanno<br />

impiegato quasi tre ore. La villetta è stata praticamente distrutta.<br />

Immigrazione: sbarchi di clandestini in Puglia<br />

LECCE — Sono complessivamente una quarantina gli extracomunitari bloccati<br />

lunedì lungo le coste pugliesi dalle forze di polizia che hanno anche arrestato<br />

due giovani albanesi, di 23 e 21 anni, trovati in possesso di 107 chilogrammi<br />

di marijuana. A quanto si è appreso, i due giovani sono stati notati<br />

dalle pattuglie dislocate sulla fascia costiera di Torre Sant’ Andrea, dieci<br />

chilometri a Nord di Otranto, mentre trascinavano sulla sabbia due grossi<br />

borsoni: contenevano la marijuana suddivisa in un centinaio di pani. Le forze<br />

di polizia durante i controlli sulla costa salentina hanno rintracciato una<br />

trentina di extracomunitari di varie nazionalità soprattutto asiatici: cinesi,<br />

tra i quali tre donne ed un ragazzo, indiani, molti curdi insieme con albanesi.<br />

Altri 10 albanesi sono stati scoperti mentre percorrevano a piedi una<br />

complanare della statale 16, nelle vicinanze di Mola di Bari.


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CONTO CORRENTE POSTALE N. 649004<br />

GIORNALE QUOTIDIANO<br />

UNICUIQUE SUUM<br />

POLITICO RELIGIOSO<br />

NON PRAEVALEBUNT<br />

ABBONAMENTI 2 Anni Annuo Semestre<br />

VATICANO E ITALIA<br />

Quotidiano . . . . . . . . . . L. 726.000 - : 374,44 L. 372.000 - : 191,09 L. 186.000 - : 95,54<br />

L'Osservatore della Domenica . — L. 87.000 - : 44,42 L. 43.500 - : 22,21<br />

Cumulativo . . . . . . . . . — L. 441.000 - : 228,27 L. 220.500 - : 114,14<br />

ESTERO (VIA ORDINARIA)<br />

Quotidiano . . . . . . . . . . — $ 366 —<br />

L'Osservatore della Domenica . — $ 81 —<br />

Copia L. 1.500 - : 0,78<br />

Copia arretrata L. 2.500 - : 1,30<br />

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Italia L. 3.000 - ; 1,55<br />

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Europa Extra euro L. 4.000 - US$ 3,00<br />

Extra Europa L. 6.000 - US$ 4,00<br />

Anno CXLI - N. 18 (42.656) CITTÀ DEL VATICANO Mercoledì 24 Gennaio 2001<br />

MEDIO ORIENTE Per valutare l'andamento delle trattative con i palestinesi<br />

Primi contatti tra Israele<br />

e la nuova Amministrazione Usa<br />

TEL AVIV, 23.<br />

Le prospettive dei negoziati tra Israele<br />

e Autorità Palestinese (Ap) in corso a<br />

Taba sono state al centro del primo colloquio<br />

telefonico tra il Premier di Tel<br />

Aviv, Ehud Barak, e il nuovo Segretario<br />

di Stato degli Usa, Colin Powell.<br />

Durante la conversazione Barak ha ribadito<br />

le posizioni già espresse in passato:<br />

Israele non ha intenzione di accettare<br />

un ritorno in massa di profughi palestinesi<br />

sul proprio territorio, non trasferirà<br />

all'Ap la sovranità sulla Spianata<br />

delle Moschee a Gerusalemme e garantirà<br />

ad almeno l’80 per cento dei coloni<br />

ebrei la possibilità di restare negli insediamenti<br />

in Cisgiordania e nella Striscia<br />

di Gaza. Barak e Powell, che hanno entrambi<br />

alle spalle una lunga carriera militare<br />

e si conoscono da tempo, hanno<br />

concordato di tornare a sentirsi periodicamente.<br />

Da parte sua il Presidente dell'Ap,<br />

Yasser Arafat, è partito per l’Arabia<br />

Saudita per una serie di incontri. Al momento<br />

non si hanno notizie sul contenuto<br />

dei colloqui.<br />

Intanto prosegue la maratona negoziale<br />

in corso a Taba, sulla sponda egiziana<br />

del Mar Rosso. Lo scopo delle delegazioni<br />

è quello di raggiungere un accordo<br />

prima delle elezioni per il Premier<br />

in Israele, in programma per il 6 febbraio.<br />

Ieri un leggero allentamento della<br />

tensione si è registrato dopo la decisione<br />

EX ZAIRE In margine ai solenni funerali di Kabila<br />

Il capo della diplomazia belga<br />

avvia consultazioni a Kinshasa<br />

KINSHASA, 23.<br />

Saranno celebrati<br />

oggi a Kinshasa i funerali<br />

di stato di Laurent-Désiré<br />

Kabila, il<br />

Presidente della Repubblica<br />

Democratica<br />

del Congo (Rdc, ex<br />

Zaire) assassinato la<br />

settimana scorsa in un<br />

oscuro complotto. Subito<br />

dopo la solenne<br />

cerimonia, il generale<br />

Joseph Kabila, figlio<br />

della vittima, dovrebbe<br />

prestare giuramento<br />

come nuovo Capo<br />

dello Stato. La capitale<br />

è fortemente presidiata<br />

dalle forze del-<br />

l'ordine congolesi ma<br />

anche dalle truppe alleate angolane.<br />

L'Unione Europea (Ue) ha condannato<br />

ieri il delitto e ha lanciato un appello a<br />

tutti le parti belligeranti affinché concludano<br />

una pace negoziata. I Quindici<br />

hanno anche ventilato l'imposizione di<br />

un embargo sulle vendite di armi ai Paesi<br />

africani impegnati militarmente nell'ex<br />

Zaire. Com'è noto, nel conflitto, in<br />

corso dal 1998, sono coinvolti Angola,<br />

Namibia e Zimbabwe, alleati del Governo<br />

di Kinshasa, e Rwanda e Uganda che<br />

sostengono invece i movimenti ribelli<br />

congolesi.<br />

Il Ministro degli esteri belga, Louis<br />

Michel, parteciperà oggi ai funerali di<br />

Kabila, e subito dopo visiterà altri quattro<br />

Paesi belligeranti — Angola, Zimbab-<br />

di Tel Aviv di alleggerire il blocco imposto<br />

ai Territori palestinesi consentendo a<br />

sedicimila pendolari palestinesi di tornare<br />

al lavoro in Israele.<br />

I negoziatori sembrano però ancora<br />

scettici sulla possibilità di giungere ad<br />

un'intesa significativa. «Le possibilità di<br />

arrivare a un ampio accordo sono molto<br />

scarse, direi perfino minime», ha detto<br />

Barak. «Ciò che ci possiamo aspettare è<br />

un contributo ad abbassare il livello della<br />

violenza e alcune intese sui punti di<br />

accordo e disaccordo per proseguire i<br />

colloqui dopo le elezioni», ha aggiunto.<br />

I colloqui, ha reso noto l'Ufficio del<br />

Premier, si basano sulle proposte avanzate<br />

dall’ex Presidente degli Stati Uniti,<br />

Bill Clinton. Il piano prevede la rinuncia<br />

palestinese al diritto al ritorno in Israele<br />

dei profughi del '48 in cambio del ritiro<br />

israeliano dalla quasi totalità dei Territori<br />

e da alcune zone di Gerusalemme. Le<br />

trattative sono al momento condotte da<br />

due commissioni: la prima si occupa<br />

della questione dei rifugiati del 1948, la<br />

seconda dei confini, di Gerusalemme e<br />

della sicurezza.<br />

Saeb Erekat, uno dei principali negoziatori<br />

dell'Ap, ha sottolineato che «le<br />

trattative sono destinate a fallire prima<br />

ancora di cominciare» a causa dei limiti<br />

imposti da Barak. Il Premier non intende<br />

infatti andare oltre le proposte di<br />

Clinton, mentre i palestinesi sostengono<br />

che il piano dell'ex Presidente pur con-<br />

La folla in attesa di visitare la camera ardente di Kabila<br />

we, Rwanda e Uganda — e due Stati,<br />

Gabon e Zambia, impegnati nelle iniziative<br />

di pace. Il Belgio, ex potenza coloniale<br />

in Congo, ritiene che si sia aperta<br />

una fase propizia per avviare un tentativo<br />

di mediazione.<br />

Domenica scorsa, in un vertice a<br />

Luanda, i Governi di Angola, Namibia e<br />

Zimbabwe hanno annunciato che manterranno<br />

le loro truppe nell'ex Zaire, ma<br />

al tempo stesso hanno auspicato l'avvio<br />

di un dialogo per porre fine al conflitto.<br />

Anche l'Uganda, in una lettera inviata al<br />

Consiglio di sicurezza dell'Onu per<br />

smentire qualsiasi implicazione nella<br />

morte di Kabila, si dice pronta a lavorare<br />

con i nuovi dirigenti congolesi per ristabilire<br />

la pace.<br />

tenendo «idee utili» implica una inaccettabile<br />

deviazione dalle risoluzioni dell’Onu.<br />

Anche il Presidente del Consiglio legislativo<br />

palestinese, Ahmed Qrei, ha dichiarato<br />

che le trattative si devono basare<br />

sul diritto al ritorno dei profughi e<br />

sul ritiro di Israele nei confini antecedenti<br />

il conflitto del 1967.<br />

Per riavvicinare le posizioni, che al<br />

momento appaiono inconciliabili, l’inviato<br />

speciale dell’Unione Europea (Ue) per<br />

il Medio Oriente, Miguel Moratinos, si è<br />

recato ieri sera nella regione. Frattanto,<br />

da Bruxelles, l’Ue ha espresso «pieno<br />

appoggio» ai negoziati. In una dichiarazione<br />

congiunta, i Ministri degli esteri<br />

dei Quindici hanno incoraggiato le due<br />

parti «a fare tutti gli sforzi possibili per<br />

giungere ad un accordo». L’Ue ha chiesto<br />

inoltre al Governo israeliano di «porre<br />

fine immediatamente alla sospensione<br />

dei pagamenti fiscali dovuti all’Amministrazione<br />

palestinese». Una misura, ha<br />

sottolineato l’Ue, «che ha avuto effetti<br />

devastanti sull’economia palestinese e<br />

sulla stabilità politica».<br />

Sul terreno intanto si registrano nuove<br />

violenze. Un soldato israeliano è stato<br />

ferito in modo grave nell’esplosione di<br />

una bomba telecomandata nella Striscia<br />

di Gaza. L’attentato è stato rivendicato<br />

dal gruppo Ezz el-Din Al-Qassam, braccio<br />

armato del movimento fondamentalista<br />

islamico Hamas.<br />

STATI UNITI I finanziamenti giungevano a organizzazioni internazionali<br />

Il Presidente Bush taglia<br />

i fondi federali per l'aborto<br />

JUGOSLAVIA Tra forze di sicurezza serbe e guerriglieri albanesi dell'«uçpmb»<br />

Altri scontri nella fascia smilitarizzata<br />

nel Sud della Serbia a ridosso del Kosovo<br />

BELGRADO, 23.<br />

È tornata a degenerare nelle ultime<br />

ore in cruenti scontri tra gruppi armati<br />

di guerriglieri di etnia albanese e forze<br />

di sicurezza serbe la tensione che da<br />

molti mesi si registra nella valle di Presevo,<br />

nella Serbia meridionale a ridosso<br />

del Kosovo. Nella zona è attivo un sedicente<br />

««esercito di liberazione di Presevo,<br />

Medvedja, Bujanovac» (uçpmb), dal<br />

nome delle tre città dove c'è una significativa<br />

presenza etnica albanese, un'organizzazione<br />

che dichiara la propria autonomia,<br />

ma che i responsabili delle<br />

missioni internazionali non nascondono<br />

di ritenere un'emanazione diretta dell'«esercito<br />

di liberazione del Kosovo»<br />

(uçk), l'organizzazione guerrigliera dei<br />

kosovari albanesi oggi formalmente disciolta.<br />

Secondo fonti locali, in scontri<br />

ieri intorno al villaggio di Serfe almeno<br />

tre serbi sarebbero rimasti uccisi e alcuni<br />

feriti, mentre ci sarebbero state vittime<br />

anche tra gli albanesi dell’«uçpmb».<br />

Sul piano più propriamente politico,<br />

intanto, il Presidente serbo Milan Milutinovic<br />

ha inviato al Parlamento serbo, insediatosi<br />

ieri dopo le elezioni di dicembre,<br />

una lettera per ufficializzare la nomina<br />

a Primo Ministro di Zoran Djindjic,<br />

la cui candidatura era stata decisa<br />

dall'«Opposizione democratica serba»<br />

(Dos), la coalizione che ha vinto anche<br />

le elezioni in Serbia dopo aver ottenuto<br />

la maggioranza in quelle federali del settembre<br />

scorso che hanno portato Vojslav<br />

Kostunica alla Presidenza della Repubblica<br />

Federale di Jugoslavia (Serbia e<br />

Montenegro). Si tratta di un atto formale<br />

necessario: in base alla costituzione è<br />

il Presidente serbo a proporre il Pre-<br />

ECUADOR Risorse straordinarie per contrastare la «marea nera» fuoriuscita dalla petroliera naufragata<br />

Galapagos: stato d'emergenza per la catastrofe ambientale<br />

QUITO, 23.<br />

Il Governo dell’Ecuador ha decretato<br />

ieri sera, in una riunione presieduta dal<br />

Presidente Gustavo Noboa, lo stato di<br />

emergenza per la provincia delle isole<br />

Galapagos minacciate da una catastrofe<br />

ambientale di grandi proporzioni in seguito<br />

al versamento in mare di 700.000<br />

litri di carburante dalla petroliera «Jessica»,<br />

arenatasi la settimana scorsa al largo<br />

dell'isola di San Cristobal. Il portavoce<br />

presidenziale, Gustavo Negrete, ha<br />

spiegato che l’emergenza permetterà di<br />

liberare risorse straordinarie per le operazioni<br />

di soccorso.<br />

I primi soccorsi ad arrivare sono stati<br />

quelli della «Strike Force» della guardia<br />

costiera degli Stati Uniti, una struttura<br />

specializzata in disastri ambientali. I tecnici<br />

statunitensi sono impegnati nel<br />

pompaggio del carburante dalle stive<br />

della «Jessica» e stanno lottando contro<br />

il tempo perché nelle prossime ore è annunciato<br />

un drastico peggioramento delle<br />

condizioni atmosferiche, con l'arrivo<br />

di una tempesta tropicale che potrebbe<br />

spezzare o affondare la nave, ora inclinata<br />

su un fianco e adagiata su una secca.<br />

Si è appreso che nei serbatoi della<br />

«Jessica» sono restati ormai soltanto<br />

WASHINGTON, 23.<br />

«Abbiamo un grande obiettivo verso<br />

cui lavorare: far nascere il giorno in cui<br />

ogni bambino sarà benvenuto alla vita e<br />

protetto dalla legge». Con questa frase il<br />

Presidente degli Stati Uniti, George W.<br />

Bush, ha commentato la propria decisione<br />

di tagliare i fondi federali in precedenza<br />

concessi alle organizzazioni internazionali<br />

che all'estero promuovono l’aborto<br />

come metodo di pianificazione fa-<br />

Colin Powell annuncia «una certa<br />

continuità» nella politica estera<br />

WASHINGTON, 23.<br />

La politica estera della nuova amministrazione Bush sarà all’insegna di una<br />

«certa continuità» per alcune questioni, ma porterà a termine anche dei sostanziali<br />

cambiamenti. Lo ha affermato ieri il nuovo Segretario di Stato Usa<br />

nel suo discorso di insediamento. Powell — secondo quanto segnala l'agenzia<br />

«Ansa» — comincerà già questa settimana a incontrarsi con i colleghi stranieri.<br />

Giovedì riceverà il Ministro degli esteri canadese, John Manley, e venerdì<br />

quello giapponese, Yohei Kono, entrambi a Washington. Lo ha annunciato il<br />

portavoce Richard Boucher, aggiungendo di prevedere anche una visita entro<br />

breve tempo da parte del Ministro degli esteri britannico, Robin Cook. Quanto<br />

ai viaggi, l’unico per il momento in agenda è quello che Powell effettuerà<br />

in Messico, dove accompagnerà il 16 febbraio prossimo il presidente George<br />

W. Bush. Powell, secondo fonti del Dipartimento di Stato, ha avuto anche<br />

una conversazione telefonica con il Ministro degli esteri svedese, Anna Lindh,<br />

Presidente di turno del Consiglio dei ministri dell’Unione europea.<br />

mier. Milutinovic, il cui mandato scade<br />

a dicembre, è l’unico esponente istituzionale<br />

rimasto al suo posto dopo le<br />

sconfitte elettorali registrate dall'ex dirigenza<br />

di Belgrado guidata da Slobodan<br />

Milosevic, e ha accettato un ruolo puramente<br />

notarile nella gestione delle istituzioni<br />

serbe.<br />

Nel frattempo, i Ministri degli esteri<br />

dei quindici Paesi dell'Unione Europea<br />

hanno deciso ieri a Bruxelles l'invio a<br />

Belgrado di una missione formata dal<br />

Ministro degli esteri svedese, Anna Lindh,<br />

presidente di turno dell’Ue, da quel-<br />

Montenegro: fissate per il 22 aprile<br />

elezioni politiche anticipate<br />

BELGRADO, 23.<br />

In Montenegro, che con la Serbia forma la Repubblica Federale di Jugoslavia,<br />

si terranno elezioni politiche anticipate il 22 aprile, dopo la crisi che ha<br />

investito la coalizione di maggioranza a causa della piattaforma sui rapporti<br />

con la Serbia. Rimane invece in sospeso la proposta del Presidente Milo Djukanovic,<br />

di convocare un referendum sull’indipendenza dalla Jugoslavia il 30<br />

giugno. I partiti montenegrini sono divisi sulla ridefinizione delle relazioni con<br />

la Serbia, che la dirigenza di Belgrado vuole su base federale e Djukanovic<br />

come unione fra Stati indipendenti. Proprio ieri, i Ministri degli esteri dell’Unione<br />

Europea hanno chiesto alle parti di raggiungere un nuovo accordo costituzionale<br />

in un «processo democratico ed aperto», ammonendo che non ci<br />

deve essere «un’azione unilaterale». Serbia e Montenegro, secondo il Ministro<br />

svedese Anna Lindh, presidente di turno dell'Ue, devono «cercare i modi di<br />

continuare a lavorare insieme all’interno del sistema». Dal Montenegro è arrivata<br />

una prima, cauta reazione di apertura del presidente del Parlamento<br />

Svetoslav Marovic, secondo il quale «dobbiamo tenere in considerazione i<br />

suggerimenti e le preoccupazioni della comunità internazionale».<br />

40.000 litri di «bunker», il più pericoloso<br />

dei carburanti a bordo, dato che galleggia<br />

solo per qualche ora e poi affonda,<br />

provocando gravissimi danni all'ambiente<br />

marino.<br />

Da parte sua, Eliacer Cruz, il direttore<br />

del Parco nazionale delle Galapagos<br />

dichiarato a suo tempo dall'Unesco patrimonio<br />

dell'umanità, ha indicato che<br />

dopo giorni di sforzi, i tecnici statunitensi<br />

ed ecuadoriani impegnati attorno alla<br />

petroliera sono riusciti a bloccare le perdite<br />

in mare. «Questa è una buona notizia<br />

— ha spiegato — ma ormai l’inquinamento<br />

c’è e ce lo porteremo dietro<br />

per anni». Le chiazze di «marea nera»<br />

fuoriuscite dalle stive della «Jessica»<br />

hanno già raggiunto alcune coste dell'arcipelago,<br />

in particolare nelle isole di San<br />

Cristobal e di Santa Fe, e minacciano<br />

quelle di Plaza e di Espanola. Diversi<br />

esemplari delle numerose specie animali<br />

delle Galapagos, leoni marini, albatros,<br />

pellicani, sule dai piedi blu, uccelli tipici<br />

dell'arcipelago, hanno già subito gli effetti<br />

dell'inquinamento. La «marea nera»<br />

non ha invece raggiunto, almeno per<br />

ora, le spiagge dove vivono e si riproducono<br />

le testuggini marine giganti che<br />

danno il nome all'arcipelago.<br />

miliare. La decisione di Bush ha coinciso<br />

con il 28° anniversario della controversa<br />

sentenza della Corte Suprema che<br />

nel 1973 legalizzò l’aborto, la cosiddetta<br />

«Roe contro Wade». Ma ha segnato anche<br />

una netta cesura con gli otto anni di<br />

amministrazione democratica: il ripristino<br />

dei fondi, bloccati da Ronald Reagan<br />

nel 1984, era stato, nel gennaio 1993, il<br />

primo atto ufficiale di Bill Clinton Presidente.<br />

lo belga Louis Michel, che gli succederà<br />

in luglio, dal rappresentante europeo<br />

per la politica estera e la sicurezza, Javier<br />

Solana, e da Chris Patten, responsabile<br />

della Commissione esecutiva dell'Ue<br />

per le relazioni esterne. La Missione, secondo<br />

fonti ufficiali di Bruxelles, sarà<br />

«un ulteriore segno» di sostegno alla democratizzazione<br />

avviata da Kostunica,<br />

ma anche un modo per rinnovargli la richiesta<br />

di «piena collaborazione» con il<br />

Tribunale penale internazionale dell’Aja<br />

per l'ex Jugoslavia e di assicurare «rispetto<br />

e protezione alle minoranze».<br />

L'OSSERVATORE<br />

LIBRI<br />

Oggi la pagina settimanale di<br />

articoli, schede e segnalazioni<br />

dedicata alle novità editoriali<br />

«Le ombre sull'Europa.<br />

Democrazie e totalitarismi<br />

nel XX secolo»<br />

di Mark Mazower<br />

edito da Garzanti<br />

Il fallimento<br />

delle varie<br />

ideologie<br />

nel tentativo<br />

di costruire<br />

un mondo<br />

migliore<br />

di DANILO VENERUSO<br />

Pagina 7<br />

Il portavoce di Bush, Ari Fleischer, ha<br />

confermato la decisione: «Il Presidente è<br />

convinto che i soldi dei contribuenti non<br />

debbano essere usati per procurare<br />

aborti». La decisione del Presidente è<br />

stata presa mentre migliaia di manifestanti<br />

confluivano su Washington per<br />

protestare contro l'aborto e contro la<br />

«Ru-486», la cosiddetta «pillola del giorno<br />

dopo». Il Capo di Gabinetto di Bush,<br />

Andrew Card, ha confermato ieri che<br />

l’amministrazione è pronta a riesaminare<br />

l’autorizzazione al commercio della<br />

«Ru-486», mentre il Segretario di Stato<br />

alla sanità designato, Tommy Thompson,<br />

ha espresso seri dubbi «sulla sua<br />

sicurezza».<br />

George W. Bush ha anche inviato un<br />

messaggio ai manifestanti confluiti nella<br />

capitale federale. «Ciò che ci unisce —<br />

ha sottolineato il Presidente — è il desiderio<br />

di edificare una cultura della vita<br />

che rispetti e protegga la persona in<br />

ogni momento e in ogni fase della sua<br />

esistenza. Le promesse contenute nella<br />

nostra Dichiarazione d'indipendenza<br />

non sono rivolte solo ai forti. Esse riguardano<br />

tutti, compresi i bambini non<br />

ancora nati». «Con la decisione di Bush<br />

— ha rilevato Douglas Johnson, Direttore<br />

del Comitato nazionale per il diritto<br />

alla vita — i soldi dei contribuenti Usa<br />

non saranno più spesi per cercare di legalizzare<br />

l'aborto in Paesi dell'America<br />

Latina e dell'Africa dove la popolazione<br />

è strenuamente contraria all'aborto».<br />

California: si discutono<br />

ulteriori misure<br />

per fronteggiare<br />

la crisi energetica<br />

WASHINGTON, 23.<br />

Dopo una settimana di ripetute interruzioni<br />

nell'erogazione in California dell'energia<br />

elettrica, il Parlamento dello<br />

Stato ha avviato ieri la discussione circa<br />

la possibilità di risolvere la crisi del settore<br />

energetico con un aumento delle<br />

tariffe e con l’acquisizione delle centrali<br />

idroelettriche da parte dello stato. A giudizio<br />

di alcuni commentatori, il passaggio<br />

della proprietà delle centrali ne garantirebbe<br />

il funzionamento al di là di<br />

ritorni di mercato immediati. Un eventuale<br />

passaggio della proprietà farebbe<br />

dello Stato della California una delle<br />

maggiori imprese idroelettriche degli<br />

Stati Uniti. Da parte loro, le aziende del<br />

settore, da mesi sull'orlo della bancarotta,<br />

chiedono alle autorità di poter aumentare<br />

le tariffe, bloccate in base alla<br />

legge del 1996 che consentì la «deregulation»<br />

nel settore, sollecitata peraltro proprio<br />

dalle aziende. Lo sblocco delle tariffe<br />

consentirebbe a queste ultime di scaricare<br />

sugli utenti il peso dell’aumento<br />

dei costi e del debito accumulato.<br />

Per far fronte al fabbisogno dello Stato,<br />

contando anche su uno stanziamento<br />

d’emergenza approvato dal Parlamento<br />

la settimana scorsa, le aziende continuano<br />

ad acquistare energia dagli Stati vicini,<br />

ma le scorte restano comunque sotto<br />

il limite di guardia. Ieri, l’«Independent<br />

System Operator», l'ente che controlla<br />

la distribuzione energetica nello Stato,<br />

ha decretato per il settimo giorno consecutivo<br />

un'allerta di terzo grado, il massimo,<br />

lo stesso livello che per un paio di<br />

giorni la settimana scorsa ha costretto a<br />

tagli dell’erogazione che hanno interessato<br />

un milione e mezzo di utenti.<br />

NOSTRE<br />

INFORMAZIONI<br />

Il Santo Padre ha ricevuto in<br />

udienza questa mattina Sua Eminenza<br />

Reverendissima il Signor Cardinale<br />

Jozef Tomko, Prefetto della<br />

Congregazione per l'Evangelizzazione<br />

dei Popoli.<br />

. .<br />

Provviste di Chiese<br />

Il Santo Padre ha nominato Vescovo<br />

di Bridgeport (U.S.A.) Sua<br />

Eccellenza Reverendissima Monsignor<br />

William Edward Lori, finora<br />

Vescovo titolare di Bulla ed Ausiliare<br />

di Washington.<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha nominato Ausiliare<br />

dell'Arcidiocesi di Denver<br />

(U.S.A.) il Reverendo Sacerdote José<br />

H. Gomez, del clero della Prelatura<br />

dell'«Opus Dei», finora Vicario<br />

Delegato per la Prelatura dell'«Opus<br />

Dei» nello Stato del Texas, assegnandogli<br />

la sede titolare vescovile<br />

di Belali.


DAL MONDO<br />

PAGINA<br />

Colombia:<br />

riparte<br />

il dialogo<br />

con le Farc<br />

BOGOTÁ, 23.<br />

Si è riaperto ieri il dialogo tra il<br />

Governo di Bogotá e le Forze armate<br />

rivoluzionarie della Colombia<br />

(Farc), interrotto lo scorso 14<br />

novembre. Come presupposto per<br />

il proseguimento dei negoziati di<br />

pace la guerriglia chiede la proroga<br />

a tempo indeterminato della<br />

concessione della «zona di distensione»<br />

che scade il 31 gennaio<br />

prossimo. Si tratta di un’area di<br />

circa 42.000 chilometri quadrati<br />

nel Sud del Paese.<br />

Intanto, l'Alto Commissario colombiano<br />

per la pace, Gomez Alzate,<br />

ha annunciato che «il Governo<br />

ha preparato un piano per il<br />

rilancio del processo di pace con<br />

le Farc, finalizzato al raggiungimento<br />

di accordi concreti in conformità<br />

alle aspettative del Paese».<br />

«Non si tratta di una controproposta<br />

alle richieste dei guerriglieri —<br />

ha aggiunto — ma di una possibile<br />

soluzione globale avanzata dal<br />

Governo».<br />

Sempre ieri Monsignor Pedro<br />

Rubiano Sáenz, Arcivescovo di<br />

Bogotá, ha rivolto un appello ai<br />

gruppi armati affinché sospendano<br />

le azioni di violenza e collaborino<br />

alla ricerca di un dialogo pacifico<br />

con l'Esecutivo. In particolare<br />

il Presule si è rivolto alle Farc<br />

perché liberino i prigionieri «dimostrando<br />

di volere la pace».<br />

2 .<br />

FILIPPINE Annunciate nomine di Governo<br />

Gloria Arroyo s'insedia<br />

nel palazzo presidenziale<br />

MANILA, 23.<br />

Il nuovo Presidente delle Filippine,<br />

Gloria Arroyo, si è insediata ieri nel palazzo<br />

presidenziale di Manila e ha subito<br />

annunciato alcune nomine in posti chiave<br />

del Governo. Ma l’ex Presidente Joseph<br />

Estrada, che sarà inquisito per «saccheggio<br />

economico», ha lasciato intuire<br />

— come segnala l'«Ansa» — di non voler<br />

uscire di scena ed ha affermato che<br />

la Arroyo non riveste che un ruolo provvisorio,<br />

ed è soltanto «il Capo dello Stato<br />

in esercizio».<br />

Alla folla accorsa per acclamarla, la<br />

Arroyo ha detto che accetta «il grande<br />

onore di risiedere nel palazzo Malacanang<br />

con profonda umiltà e le migliori<br />

speranze per il popolo». Ha aggiunto:<br />

«Non voglio essere un grande Presidente,<br />

ma un buon Presidente. Aiutatemi<br />

per favore». Il Presidente ha nominato il<br />

generale Renato de Villa, ex Capo delle<br />

forze armate, al posto di Segretario esecutivo<br />

del Gabinetto, una carica equivalente<br />

a quella di Primo Ministro. Quindi<br />

ha confermato il generale Angelo Reyes<br />

al posto di comandante in Capo delle<br />

forze armate e Orlando Mercado come<br />

Ministro della difesa.<br />

MARIO AGNES<br />

Direttore responsabile<br />

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L'OSSERVATORE ROMANO Mercoledì 24 Gennaio 2001<br />

BRUXELLES — La commissione esecutiva<br />

dell'Unione Europea (Ue) ha deciso la<br />

settimana scorsa di concedere nuovi aiuti<br />

all'Algeria, al Kenya, ai Paesi del Corno<br />

d'Africa (Etiopia, Eritrea, Somalia) e alle<br />

Filippine. Lo hanno annunciato fonti comunitarie<br />

di Bruxelles, precisando che i finanziamenti,<br />

per un ammontare di trenta<br />

miliardi di lire verranno gestiti dall'ufficio<br />

dell'Ue per i soccorsi umanitari (Echo). La<br />

fetta più grande (circa 18 miliardi di lire)<br />

sarà attribuita all'Algeria con l'obiettivo di<br />

BURUNDI I ribelli utilizzano le mine antiuomo<br />

Nuova tornata<br />

dei negoziati di pace<br />

BUJUMBURA, 23.<br />

Nuova tornata di colloqui ad Arusha<br />

(Tanzania) delle diciannove delegazioni<br />

burundesi che hanno firmato il trattato<br />

di pace del 28 agosto scorso. Alle consultazioni<br />

partecipano esponenti del Governo,<br />

del Parlamento e di diciassette<br />

partiti che rappresentano le comunità rivali<br />

degli Hutu e dei Tutsi. L'accordo,<br />

messo a punto dal mediatore di pace<br />

Nelson Mandela, è rimasto finora lettera<br />

morta per la mancata adesione dei gruppi<br />

armati Hutu.<br />

La guerra civile in Burundi, che si<br />

trascina dal 1993, ha provocato oltre 200<br />

mila morti. Essa oppone il Governo e<br />

l'esercito, dominati dalla minoranza Tutsi,<br />

ai movimenti ribelli dell'etnia rivale<br />

degli Hutu, che costituisce l'85 per cento<br />

della popolazione. Il testo redatto da<br />

Mandela, ma giudicato insoddisfacente<br />

dalla guerriglia Hutu, ha lo scopo di riequilibrare<br />

gli assetti del potere politico e<br />

militare tra le due etnie.<br />

La nuova tornata di negoziati, cominciata<br />

ieri, verte sulla scelta della personalità<br />

che dovrebbe governare il Paese<br />

durante la fase di transizione compresa<br />

tra la fine della guerra e lo svolgimento<br />

di libere elezioni.<br />

Come detto sopra, i gruppi armati<br />

Hutu si sono mantenuti estranei al processo<br />

di pace di Arusha, ma uno di essi<br />

— le «forze per la difesa della democrazia»<br />

(Fdd) — ha avviato il 9 gennaio<br />

scorso consultazioni preliminari dirette<br />

con il Governo di Bujumbura. Oggi, un<br />

Prosegue intanto, a carico dell'ex Presidente,<br />

l'inchiesta per il reato di «saccheggio<br />

economico», punito nelle Filippine<br />

con la pena di morte. «Il mantello<br />

dell’immunità è stato tolto. Adesso noi<br />

siamo obbligati ad avviare immediatamente<br />

l’inchiesta», ha detto l'ombudsman<br />

Aniano Desierto, aggiungendo di<br />

aver preparato un’ingiunzione formale<br />

che ordina a Estrada di rispondere alle<br />

accuse. Estrada è accusato di aver intascato<br />

2,6 milioni di dollari Usa (circa 5,3<br />

miliardi di lire) di tributi e di aver percepito<br />

tangenti dai boss del racket del<br />

gioco d’azzardo clandestino. Oltre a lui,<br />

sono indagate altre 18 persone, fra le<br />

quali sua moglie e suo figlio.<br />

Ma l’ex Presidente, in due lettere, datate<br />

20 gennaio e indirizzate al Presidente<br />

del Senato, Aquilino Pimentel, e al<br />

Presidente della Camera dei deputati,<br />

Arnulfo Fuentebella, definisce la signora<br />

Arroyo «Presidente facente funzioni».<br />

Tale dichiarazione — come segnala ancora<br />

l'«Ansa» — suggerisce che Estrada<br />

potrebbe rivendicare di nuovo il potere<br />

appellandosi alla Costituzione, nel momento<br />

in cui dovessero cadere le accuse<br />

contro di lui. «Con tale lettera — ha dichiarato<br />

il Presidente del Senato —<br />

Estrada cerca di porre le basi per una<br />

futura sfida di carattere costituzionale».<br />

Il Governo filippino ha dal canto suo ordinato<br />

oggi alle banche di congelare i<br />

conti del deposto Presidente compresi<br />

quelli intestati alla moglie. Contemporaneamente<br />

l'Esecutivo, su richiesta dell’ombudsman,<br />

ha vietato a Estrada di<br />

lasciare il Paese per un tempo indeterminato.<br />

Messico: colonna di fumo e lancio<br />

di pietre dal vulcano Popocatepetl<br />

CITTÀDELMESSICO,23.<br />

Una colonna di fumo<br />

alta otto chilometri, accompagnata<br />

da lanci di<br />

pietre e cenere, si è sprigionata<br />

ieri pomeriggio<br />

sul vulcano Popocatepetl,<br />

distante solo alcune decine<br />

di chilometri da Città<br />

del Messico. Secondo gli<br />

esperti, si tratta di una<br />

delle più grandi «fumate»<br />

del vulcano dall’inizio<br />

dell’ultima fase di attività<br />

nel 1994.<br />

L’attività del cratere è<br />

stata preceduta da un sisma<br />

di magnitudo 2,8<br />

della Scala Richter che è<br />

stato appena percepito<br />

dalla popolazione. Qual-<br />

che ora dopo il fenomeno, una ingente<br />

quantità di cenere è caduta sui villaggi a<br />

Sud e a Nord del cratere.<br />

Nel frattempo, il secondo pacco-bomba<br />

recapitato in meno di una settimana<br />

è esploso nelle ultime ore a Città del<br />

Messico causando il ferimento di una<br />

donna di 46 anni. Martedì, un analogo<br />

incidente aveva provocato la morte di<br />

portavoce del Fdd ha chiesto che il dialogo<br />

prosegua.<br />

Intanto, la guerra continua e con essa<br />

le perdite umane e le distruzioni. Fonti<br />

di organizzazioni umanitarie riferiscono<br />

che le mine anti-uomo, collocate dai ribelli<br />

nella provincia di Bujumbura Rurale<br />

costituiscono un grave pericolo per<br />

diecimila civili che abitano nella zona.<br />

La situazione è preoccupante in particolare<br />

a Tenga (15 chilometri a nord della<br />

capitale), dove le mine sono state piazzate<br />

nei pressi delle case, costringendo<br />

gli abitanti ad abbandonarle.<br />

Zimbabwe: il pubblico<br />

impiego minaccia<br />

il ricorso allo sciopero<br />

HARARE, 23.<br />

I dipendenti statali dello Zimbabwe<br />

(circa 140 mila) hanno intenzione<br />

di scioperare giovedì<br />

prossimo per protestare contro<br />

l'aumento del costo della vita. Il<br />

sindacato di categoria denuncia<br />

che, mentre l'inflazione è salita<br />

recentemente del 60 per cento, il<br />

Governo è disposto a concedere<br />

aumenti retributivi non superiori<br />

al 15 per cento. Il pubblico impiego<br />

sollecita pertanto l'avvio di<br />

nuovi negoziati salariali.<br />

Aiuti finanziari dell'Unione Europea a Stati africani<br />

finanziare l'assistenza ai profughi dell'ex<br />

Sahara spagnolo ospitati nella località di<br />

Tindoufi. Un pacchetto di interventi per<br />

circa otto miliardi è stato varato a beneficio<br />

delle vittime della carestia nel Corno<br />

d'Africa e in Kenya, colpiti da una devastante<br />

siccità che si protrae da tre anni.<br />

L'assenza di precipitazioni ha infatti bruciato<br />

i raccolti agricoli e decimato il patrimonio<br />

zootecnico. Infine, il residuo dello<br />

stanziamento (quattro miliardi di lire) sarà<br />

assegnato alle organizzazioni non governative<br />

delle Filippine per aiutare i profughi<br />

della regione musulmana di Mindanao,<br />

dove più di 600 mila abitanti vivono<br />

in condizioni di estrema precarietà.<br />

La commissione di Bruxelles — riferisce<br />

l'agenzia «Ansa» — ha messo in bilancio<br />

l'erogazione di nove miliardi di lire<br />

per finanziare progetti intesi a stimolare<br />

EL SALVADOR Ancora al lavoro i soccorritori<br />

Un milione di sfollati<br />

a causa del terremoto<br />

RUSSIA Putin attuerà una riduzione parziale del contingente schierato<br />

Il Cremlino cambia la tattica<br />

delle Forze federali in Cecenia<br />

MOSCA, 23.<br />

Dopo 14 mesi di conflitto<br />

e circa 3.000 caduti tra i<br />

militari russi (secondo le cifre<br />

ufficiali fornite da Mosca),<br />

cambia la tattica delle<br />

Forze federali in Cecenia. Il<br />

Presidente russo, Vladimir<br />

Putin, ha annunciato ieri<br />

una riduzione (parziale) del<br />

contingente schierato nella<br />

Repubblica federata caucasica<br />

e, soprattutto, il passaggio<br />

del comando dal ministero<br />

della difesa al Capo<br />

dei servizi di sicurezza<br />

(«Fsb», ex «Kgb») Nikolai<br />

Patrushev. La riduzione del<br />

numero degli effettivi non è<br />

stata precisata: secondo alcuni<br />

calcoli esso nei prossimi<br />

mesi non dovrebbe scen-<br />

dere però di più di 10.000<br />

unità rispetto ai 40-50.000 uomini attualmente<br />

schierati in Cecenia.<br />

Non si tratta comunque solo di questo<br />

né solo della designazione del fedelissimo<br />

Patrushev, ex compagno d’arme<br />

del Presidente, quanto piuttosto dell’avvio<br />

di una nuova strategia. Formalmente<br />

sotto il controllo delle Forze russe, la<br />

Cecenia non è più teatro da mesi di<br />

scontri militari su vasta scala, ma resta<br />

bersaglio di imboscate e attentati continui<br />

da parte della guerriglia islamico-separatista,<br />

che ieri ad esempio ha attaccato<br />

un ospedale a Gudermes e ha ucciso<br />

nove persone tra quattro civili e cinque<br />

poliziotti delle milizie cecene filorusse:<br />

e per limitare azioni di questo ti-<br />

L'alta colonna di fumo che si sprigiona dal Popocatepetl<br />

Luis Barreda Cortes, un bambino di 12<br />

anni, che aveva ricevuto una scatola<br />

contenente un presunto regalo. Nello<br />

scoppio avevano riportato ustioni anche<br />

i due genitori. Il sottosegretario del Governo<br />

del Distretto Federale ha escluso<br />

per il momento un nesso tra i due episodi,<br />

come invece lascerebbe supporre la<br />

loro dinamica del tutto simile.<br />

SAN SALVADOR, 23.<br />

Oltre un milione di<br />

persone sono rimaste<br />

senza tetto nel Salvador<br />

a causa del terremoto<br />

che il 13 gennaio scorso<br />

ha colpito il Paese.<br />

Lo ha annunciato oggi<br />

il Comitato di emergenza<br />

nazionale (Coen). Secondo<br />

l’organismo, che<br />

ha sempre utilizzato<br />

estrema prudenza nella<br />

diffusione delle notizie<br />

relative alla catastrofe, il<br />

sisma ha causato 726<br />

morti, 4.421 feriti,<br />

1.116.440 senzatetto. Circa<br />

duecentomila case sono<br />

rimaste danneggiate<br />

o distrutte. I conteggi<br />

sono però ancora provvi-<br />

sori. Gli esperti sono ancora al lavoro<br />

per verificare l'esatta entità dei danni<br />

nelle zone più difficili da raggiungere.<br />

Il Presidente Francisco Flores ha chiesto<br />

aiuti internazionali per fronteggiare<br />

la grave emergenza che rischia di mettere<br />

in ginocchio il Paese per diversi anni.<br />

Ogni giorno, ha rilevato il Capo di Stato,<br />

c'è bisogno di alimenti e medicine<br />

per circa sessanta tonnellate. Le scorte a<br />

disposizione del Governo per il momento<br />

sono limitatissime e non potranno durare<br />

più di una settimana. Dopo quella<br />

scadenza, se non giungeranno aiuti e<br />

Soldati federali appoggiati da blindati attaccano nei pressi di Shatoi<br />

po, Putin ritiene ora di dover fare affidamento<br />

sulle operazioni coperte dei<br />

servizi segreti e dei reparti speciali, più<br />

che su aviazione e artiglieria.<br />

Questo non significa che l’intervento<br />

armato nel Caucaso, a dispetto delle intermittenti<br />

proteste dell’occidente, sia finito.<br />

Putin ha subito chiarito che la riduzione<br />

delle truppe e il passaggio del<br />

comando all’«Fsb» (ex «Kgb»), non implica<br />

un allentamento dell’impegno contro<br />

i ribelli indipendentisti. «L’operazione<br />

antiterrorismo in Cecenia proseguirà<br />

— ha detto il Presidente russo — e non<br />

sarà meno intensa, solo che punteremo<br />

su altre Forze e altri mezzi».<br />

Quali mezzi, Putin non lo ha precisa-<br />

Indonesia: si estendono<br />

nelle Molucche le violenze<br />

a sfondo etnico-religioso<br />

JAKARTA, 23.<br />

Si sono estese ad una zona mai interessata<br />

prima dagli scontri armati, le<br />

violenze a sfondo etnico-religioso che,<br />

nell'arcipelago indonesiano delle Molucche,<br />

oppongono quasi quotidianamente<br />

esponenti delle comunità cristiana e musulmana.<br />

Ne dà notizia l'agenzia internazionale<br />

delle Congregazioni missionarie<br />

«Misna», citando il centro di crisi<br />

della diocesi di Ambon, secondo il quale<br />

nel villaggio di Wahai (sulla costa settentrionale<br />

dell'isola di Ceram) un attacco<br />

portato da un gruppo di musulmani armati<br />

ha causato nei giorni scorsi numerose<br />

vittime. A Wahai — come segnala<br />

la «Misna» — cristiani e musulmani convivevano<br />

pacificamente fino a pochi<br />

giorni fa.<br />

Otto musulmani sono stati intanto uccisi<br />

e altri 19 sono rimasti feriti ieri ad<br />

Ambon in seguito ad un conflitto a fuoco<br />

con una pattuglia della polizia indonesiana.<br />

Per vendicarsi dell’uccisione di<br />

alcuni correligionari, numerosi musulmani<br />

avevano attaccato la pattuglia, che<br />

ha risposto uccidendo tre degli assalitori.<br />

In seguito gli agenti hanno dato la<br />

caccia ai fuggitivi, uccidendone cinque.<br />

Una tendopoli per i profughi a Santa Tecla<br />

cure potrebbero svilupparsi pericolose<br />

epidemie.<br />

Intanto continua senza sosta l'attività<br />

dei soccorritori alla ricerca di eventuali<br />

superstiti. Ieri una unità cinofila specializzata<br />

ha segnalato sotto le macerie di<br />

una casa a Santa Tecla, la possibile presenza<br />

di una persona ancora viva. Se<br />

così fosse, ha precisato un volontario<br />

francese, potrebbe trattarsi di un muratore,<br />

Luis Alberto Alas, di 39 anni, travolto<br />

dal terremoto mentre lavorava alla<br />

costruzione di un balcone in una casa<br />

del quartiere residenziale.<br />

to nel dettaglio. Ma, secondo<br />

il giornale serale «Izvestia»<br />

è chiaro che l’impegno<br />

diretto dei servizi segreti dimostra<br />

che la priorità maggiore<br />

è ora quella di «neutralizzare»<br />

i capi più radicali<br />

e carismatici della guerriglia,<br />

a cominciare dagli<br />

inafferrabili Shamil Basaiev<br />

e Khattab. Ma nel mirino<br />

degli agenti di Patrushev<br />

potrebbe esserci anche lo<br />

stesso Presidente secessionista<br />

della Cecenia, Aslan Maskhadov,<br />

per il quale il<br />

cambiamento di strategia<br />

annunciato ieri non è, secondo<br />

«Izvestia», una buona<br />

notizia: l’avvio delle operazione<br />

speciali significa anche<br />

la fine di ogni ipotesi di<br />

trattativa sotterranea con<br />

Maskhadov, scrive il giornale.<br />

D’altro canto, se il taglio degli effettivi<br />

russi nel Caucaso potrà servire per attenuare<br />

le proteste dell’Assemblea parlamentare<br />

del Consiglio d’Europa (che<br />

proprio ieri ha minacciato nuove sanzioni<br />

contro le autorità di Mosca), il presidio<br />

dei territori da parte russa rimarrà<br />

comunque massiccio. Verrà ridotto il<br />

numero dei reparti inviati di rinforzo<br />

dalle regioni più lontane, ma il ministero<br />

della difesa manterrà comunque su<br />

base permanente in Cecenia una divisione<br />

di fanteria motorizzata di 15.000 uomini,<br />

mentre le truppe del ministero<br />

dell’interno schiereranno stabilmente<br />

una brigata di 7.000 militari.<br />

Afghanistan: i Taleban<br />

respinti dal distretto<br />

di Yakawlang<br />

ISLAMABAD, 23.<br />

L’opposizione afghana ha affermato<br />

ieri di aver riconquistato il distretto di<br />

Yakawlang, nell’Afghanistan centrale,<br />

dopo aspri combattimenti con le milizie<br />

dei Taleban. Lo afferma l’agenzia d’informazione<br />

«Aip». La notizia è stata<br />

confermata da fonti dei Taleban.<br />

Yakawlang, nella provincia di Bamiyan,<br />

è una delle posizioni che permettono<br />

di controllare le vie di comunicazione<br />

tra il centro ed il Nord dell’Afghanistan<br />

ed era stata catturata dalle milizie<br />

dei Taleban il 7 gennaio. La settimana<br />

scorsa il Segretario generale dell’Onu,<br />

Kofi Annan, ha accusato i Taleban di<br />

aver massacrato cento civili dopo essersi<br />

impadroniti della città di Yakawlang. I<br />

Taleban hanno respinto le accuse.<br />

Dal 19 gennaio una seconda raffica di<br />

sanzioni, che si aggiungono a quelle decretate<br />

l’anno scorso, sono state imposte<br />

ai Taleban dal Consiglio di Sicurezza<br />

delle Nazioni Unite. Le sanzioni sono<br />

state decise per il rifiuto opposto dai Taleban<br />

alla richiesta di arrestare ed espellere<br />

Osama Bin Laden, l’estremista saudita<br />

accusato di attentati anti-americani<br />

che hanno causato la morte di centinaia<br />

di persone innocenti.<br />

l'apprendimento nei Paesi comunitari. Il<br />

2001, infatti, è stato proclamato anno europeo<br />

delle lingue. Una attenzione particolare<br />

verrà prestata alle iniziative volte a<br />

incoraggiare il multilinguismo, a promuovere<br />

l'uso delle nuove tecnologie, a sostenere<br />

l'apprendimento delle lingue durante<br />

tutto l'arco della vita, a scambiare informazioni<br />

sui relativi metodi di insegnamento.<br />

Nei finanziamenti saranno privilegiati i<br />

progetti che coinvolgono più Stati e sono<br />

diretti ad un vasto pubblico.<br />

.<br />

Spagna:<br />

disinnescata<br />

autobomba<br />

nei Paesi Baschi<br />

MADRID, 23.<br />

La polizia spagnola è riuscita,<br />

con l'uso di un robot elettronico e<br />

dopo diverse ore di tentativi, a disattivare<br />

una forte carica di esplosivo<br />

che era stata individuata ieri<br />

sera all’interno di una vettura,<br />

parcheggiata nel quartiere residenziale<br />

di Neguri della città di<br />

Getxo, vicino Bilbao, nei Paesi<br />

Baschi. L’operazione ha comportato<br />

lo sgombero per misura precauzionale<br />

dall’intera zona di numerose<br />

persone. Secondo le prime<br />

notizie diffuse dagli organi di<br />

informazione locali, ma non ancora<br />

confermate da fonti ufficiali,<br />

sembra che la presenza dell’autobomba<br />

fosse stata segnalata alle<br />

forze dell’ordine di Getxo da alcune<br />

telefonate anonime che avevano<br />

attribuito il gesto all’Eta, l'organizzazione<br />

separatista armata<br />

dei Paesi Baschi.<br />

Il 24 luglio scorso la stessa organizzazione<br />

aveva fatto esplodere<br />

un’auto imbottita di esplosivo nello<br />

stesso quartiere, nei pressi dell’abitazione<br />

di Pilar Aresti, una senatrice<br />

del «Partito popolare»<br />

(Pp), quello guidato dal Primo Ministro<br />

spagnolo José Maria Aznar.<br />

Sempre a Neguri, poco prima,<br />

era stata fatta saltare in aria<br />

un’altra vettura e le due esplosioni<br />

avevano provocato un totale di<br />

undici feriti.<br />

India: prolungata<br />

la tregua nel Kashmir<br />

NUOVA DELHI — Il Governo indiano<br />

ha deciso di prolungare fino alla<br />

fine di febbraio la tregua unilaterale<br />

dichiarata due mesi fa nel<br />

Kashmir, il territorio a maggioranza<br />

musulmana dove è in corso una<br />

sanguinosa rivolta secessionista.<br />

Lo afferma martedì l’agenzia d’informazione<br />

«Uni». Il prolungamento<br />

della tregua è una sorpresa per<br />

gli osservatori che, dopo una serie<br />

di gravi attentati da parte dei secessionisti,<br />

ritenevano probabile<br />

un ritorno alla situazione di guerra<br />

aperta prevalsa fino all’inizio del<br />

dicembre dell’anno scorso. La<br />

Conferenza per la libertà — una<br />

coalizione dei gruppi politici vicini<br />

ai guerriglieri — ha accolto con favore<br />

la tregua da parte delle autorità<br />

indiane. Anche il Pakistan, che<br />

rivendica il Kashmir e sostiene i<br />

secessionisti, ha reagito positivamente,<br />

riducendo al minimo l’attività<br />

militare sulla «Linea di Controllo»,<br />

il confine provvisorio tra India<br />

e Pakistan nel Kashmir.<br />

Kirghizistan: in carcere<br />

leader dell'opposizione<br />

MOSCA — L'ex vice Presidente ed<br />

attuale esponente dell'opposizione<br />

politica della repubblica centroasiatica<br />

ex sovietica del Kirghizistan,<br />

Feliks Kulov, è stato condannato<br />

lunedì a sette anni di carcere<br />

in una colonia di lavori forzati per<br />

presunti abusi commessi quando<br />

era al Governo. Ne ha dato notizia<br />

l'agenzia russa «Interfax». Kulov,<br />

che è capo del partito «Dignità»,<br />

conduce da qualche anno una dura<br />

opposizione al Governo del Presidente,<br />

Askar Akaiev, in carica fin<br />

dall'acquisizione dell'indipendenza<br />

del Paese dopo la dissoluzione<br />

dell'Unione Sovietica.<br />

Mongolia: tempeste<br />

di neve nel Nord<br />

PECHINO — Non meno di 29 persone<br />

sono morte per il freddo e<br />

più di altre 800 sono rimaste ferite<br />

per le conseguenze di tempeste di<br />

neve nella regione settentrionale<br />

della Mongolia interna. Lo ha reso<br />

noto lunedì l'agenzia ufficiale<br />

«Nuova Cina» aggiungendo che le<br />

tormente devastanti hanno investito<br />

quest'anno 31 contee, colpendo<br />

in varia misura oltre un milione e<br />

mezzo di persone e danneggiando<br />

pesantemente bestiame e pascoli.<br />

W<br />

S.Em.za il Cardinale ANDRZEJ MA-<br />

RIA DESKUR, Presidente emerito, S.E.<br />

Mons. JOHN P. FOLEY, Presidente,<br />

S.E. Mons. PIERFRANCO PASTORE,<br />

Segretario, e tutto lo «Staff» del Pontificio<br />

Consiglio delle Comunicazioni Sociali<br />

partecipano commossi al dolore della<br />

Famiglia per la morte della<br />

Signora ANNA CASCONE<br />

Ved. SCELZO<br />

madredel Dott. Angelo Scelzo, Sotto-Segretario<br />

del Dicastero e invocano per<br />

Lei dal Signore della vita gioia senza fine<br />

alla Sua presenza.<br />

.


ERZA T PAGINA .<br />

PAGINA<br />

3 .<br />

ELZEVIRO L'importanza del greco e del latino<br />

Leggere nella lingua originale<br />

Platone e Cicerone<br />

è come prendere la vitamina C<br />

LUIGI M. PERSONÈ<br />

Il lettore non si stupisca.<br />

Cominciai il latino come per un<br />

gioco.<br />

Mi sembrò un balocco.<br />

Andò così. Forse l'avrò scritto qui.<br />

Conseguii la licenza elementare a 8<br />

anni.<br />

Sì, perché fui iscritto in prima elementare<br />

a 4 e non a 6 anni, secondo la<br />

legge.<br />

Debuttai con un sopruso, con un'ingiustizia.<br />

Fu opera di un mio prozio deputato<br />

al Parlamento che, richiestone, volle fare<br />

un piacere a mio padre.<br />

Mio padre, l'ho scritto chissà quante<br />

volte, ambiva di vedermi adulto, adulto<br />

per gli altri non per sé.<br />

Forse sarebbe stato felice di vedermi<br />

laureato a quattro anni.<br />

Ma questo non fu possibile.<br />

Si dov'è accontentare di vedermi in<br />

prima elementare a 4 anni.<br />

Sopruso e ingiustizia.<br />

Si aggiunse una disgrazia.<br />

Fui affidato ad una maestra delle «Comunali»<br />

che veniva, tutte le sere, a insegnarmi<br />

a scrivere, cominciando dalle<br />

aste.<br />

Un'ora.<br />

Appena usciva era aggredita dal babbo<br />

che voleva sapere del mio comportamento.<br />

Se la maestra gli riferiva qualcosa che<br />

non gli garbava, il babbo mi metteva<br />

per un'ora a un cantone con le braccia<br />

al sen conserte.<br />

La disgrazia fu questa.<br />

Gli esami, alla fine dell'anno scolastico,<br />

li sostenevo, da privatista, nelle pubbliche<br />

scuole.<br />

Nel passaggio dalla prima alla seconda<br />

classe ebbi tutti 10.<br />

Calamità maggiore non mi poteva capitare.<br />

Mio padre credette che quella fosse la<br />

regola.<br />

E fino alla terza liceale pretese da me<br />

quella votazione.<br />

Una follia che non poteva durare.<br />

Dovette accontentarsi di scendere fino<br />

all'8.<br />

Se, qualche volta, andavo sotto l'8<br />

erano per me guai.<br />

Non si parlava per due o tre giorni.<br />

Non un insulto, non un ceffone ma<br />

un mutismo che era quasi peggio.<br />

A 8 anni, con la licenza di maturità,<br />

come si chiamava allora la licenza elementare,<br />

dovevo iscrivermi alla prima<br />

classe del ginnasio.<br />

Il babbo si lasciò persuadere, specialmente<br />

da una sua pia sorella, sulla<br />

mia immaturità per intraprendere il ginnasio.<br />

Chiamò un sacerdote come precettore.<br />

Gli disse che in quell'anno doveva<br />

darmi un'infarinatura di latino.<br />

Eccomi a rosa-rosae.<br />

Mi misi a ripeterla come un motivetto<br />

che mi piacesse tanto.<br />

Più si procedeva e più mi divertivo:<br />

finché giunsi a una prima ginnasiale di<br />

Stato, con un professore, Innocenzo Negro,<br />

un sacerdote appena laureato.<br />

Don Innocenzo, fresco di studi, doveva<br />

farsi le ossa, come si dice; e se le fece<br />

col nostro aiuto di scolari, cercando<br />

di renderci lieta la sua missione.<br />

Se ci ripenso, mi pare che intendesse<br />

l'insegnamento proprio come una missione.<br />

Insomma, la gioia del latino la debbo<br />

a lui e a un altro professore, Fortunato<br />

Capuzzello, che ho già citato qui.<br />

Capuzzello aveva tradotto in versi italiani<br />

le virgiliane Georgiche e Bucoliche,<br />

per l'editore Loescher di Torino.<br />

Si accingeva a fare altrettanto per l'Eneide<br />

ma gli mancò il tempo.<br />

Ed eccomi al primo corso della facoltà<br />

di Lettere nell'università di Bologna.<br />

Avevo 17 anni. Il professore di latino,<br />

Giuseppe Albini, già scolaro di Giosuè<br />

Carducci.<br />

Per il volto fisico, era la fotocopia di<br />

Ugo Foscolo.<br />

Qualcuno gli rimproverava di far consistere<br />

la lezione nella sua versione dell'Eneide.<br />

Lì per lì sembrava giusto.<br />

Ma, a mano a mano che leggeva la<br />

sua traduzione, ricorreva al testo originario<br />

per farci notare come egli avesse<br />

inteso di interpretarne il senso nascosto,<br />

le finezze.<br />

Lezioni, dunque, più che istruttive.<br />

Al bravissimo Giuseppe Albini, che mi<br />

consentiva di accompagnarlo per la strada,<br />

hanno intitolato una strada a Bologna.<br />

Una strada a lui e una piazza al<br />

rettore e grecista Vittorio Puntoni, rettore<br />

e maestro di greco fin dal tempo del<br />

Carducci.<br />

Oh, eccoci al greco che mi viene sotto<br />

la penna.<br />

Se il latino mi divertiva, il greco mi<br />

strabaloccava.<br />

Alfa beta gamma. E poi, quei segni<br />

così strani. Una frenesia.<br />

Fra latino e greco me la spassavo.<br />

Quando da Bologna mi trasferii a Firenze<br />

trovai un latinista che io conoscevo<br />

già nel liceo, commentatore di mezza<br />

letteratura latina.<br />

Si chiamava Felice Ramorino.<br />

Della letteratura latina sapeva molto.<br />

Fin troppo.<br />

Ebbe la sciagurata idea di scrivere per<br />

Hoepli, un manuale di Letteratura ro-<br />

mana. «Il manualetto». Agli esami interrogava<br />

su quel manualetto.<br />

Pretendeva che lo sapessimo a memoria.<br />

Uno strazio.<br />

Per il greco non trovai a Firenze il<br />

sommo Girolamo Vitelli, andato in pensione;<br />

e nemmeno Giorgio Pasquali, grecista<br />

insigne, che, per ragioni di carriera,<br />

si trovava nell'università di Messina.<br />

Quando egli si insediò a Firenze io<br />

avevo esaurito i miei impegni per il<br />

greco col padre Ermenegildo Pistelli che<br />

si intrattenne in modo sublime su Euripide.<br />

A questo punto il mio benevolo e paziente<br />

lettore dirà: E a me che mene importa?<br />

Sono affari suoi (cioè miei).<br />

Rispondo. Se io con la mia anagrafe<br />

opulenta scrivo ancora in modo da farmi<br />

leggere, se forse opero in maniera<br />

decente, se ho un po' di giudizio lo debbo<br />

anche, o soprattutto, allo studio del<br />

latino e del greco.<br />

Sono lingue morte, si dice.<br />

Morte, perché non si parlano: ma servono<br />

a corroborare la mente e il carattere.<br />

Per riuscire in una certa maniera,<br />

specialmente per sapere governare, sono<br />

insostituibili.<br />

Sono come la ginnastica. A che serve<br />

nella vita pratica?<br />

A tenere elastici i muscoli, a dare forza<br />

all'organismo fisico.<br />

Tanti anni dopo mi avrebbe detto<br />

queste cose la regina Margherita quando<br />

mi ricevé nel quartiere della Meridiana,<br />

a palazzo Pitti, a Firenze.<br />

La regina Margherita aveva appreso il<br />

latino da Marco Minghetti.<br />

Si sentiva quello studio dal suo modo<br />

di ragionare.<br />

I suoi discorsi non erano improvvisati<br />

ma ponderati; tanto meno, i suoi giudizi.<br />

Sull'epistolario Margherita - Minghetti<br />

ha scritto Lilla Lipparini, figlia del poeta<br />

bolognese.<br />

Ed ora una leccornia che non so<br />

quanto mi faccia onore.<br />

Laureato nel 1923 a Firenze, a 21 anni,<br />

fui presentato al dotto latinista barnabita<br />

padre Domenico Bassi, famoso<br />

per i suoi studi su Seneca e su sant'Agostino.<br />

Ebbi non so se la furberia o l'audacia<br />

di presentarmi parlando in latino.<br />

Egli, rettore del famoso collegio fiorentino<br />

«Alla Querce» forse ne rimase<br />

sorpreso.<br />

Fatto sta che mi assunse immediatamente.<br />

Ora sento — spero che siano voci false<br />

— che vogliono ridurre l'insegnamento<br />

degli studi classici, sono lingue morte,<br />

ahinoi, si dice.<br />

Ci pensino questi riformatori. Riflettano.<br />

Si richiamino alle considerazioni di<br />

gente seria e famosa.<br />

Semmai se ne lasci approfondire lo<br />

studio.<br />

Io debbo quella che chiamano la mia<br />

«vivacità» in questa opulentissima anagrafe,<br />

proprio allo studio di quelle lingue<br />

«morte».<br />

Lingue morte che ravvivano, che insegnano<br />

a stare al mondo con una certa<br />

dignità. Magari ad arrivare sulla soglia<br />

dei cento anni onorevolmente, anche se<br />

umilmente.<br />

Insomma, leggere nell'originale Platone<br />

e Cicerone è come prendere la vitamina<br />

C.<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Mercoledì 24 Gennaio 2001<br />

In un recente volume di Pietro Addante<br />

Una chiara analisi dell'antropologia rosminiana<br />

AMBROGIO G. MANNO<br />

Con il volume La centralità della persona<br />

in Antonio Rosmini, Filosofia Etica<br />

Politica Diritto (Edizioni Spes), Pietro<br />

Addante offre un'analisi ampia e<br />

profonda del pensiero di Rosmini sulla<br />

persona umana. La sua ricerca si svolge<br />

su tutte le opere del Roveretano, dal<br />

Nuovo Saggio sulle origini delle idee alla<br />

Teosofia, e porta alla luce tutte le dimensioni<br />

della persona umana, dalla costituzione<br />

fisiologica all'antropologia generale,<br />

all'agire morale, al diritto, alla<br />

politica, alla sociologia, alla metafisica,<br />

alla religione e al soprannaturale.<br />

Come il sistema filosofico-teologico di<br />

Rosmini è il più poderoso del pensiero<br />

cattolico nei tempi moderni, così la persona<br />

umana, che ne costituisce la perla<br />

del Roveretano, è stata analizzata nella<br />

maniera più sistematica, da costituire a<br />

tutt'oggi un quadro di riferimento per<br />

tutti i problemi che si agitano nella nostra<br />

travagliata epoca.<br />

Il merito di Addante consiste specialmente<br />

nell'avere penetrato le profondità<br />

del pensiero rosminiano sulla persona<br />

umana e nell'averle portate alla luce in<br />

una trattazione sistematica, precisa e rigorosa,<br />

in modo che gli studiosi, e<br />

quanti vogliano conoscere «ciò che è<br />

l'uomo» per Rosmini, possono avere in<br />

quest'opera il quadro completo e adeguato.<br />

Il volume di Addante cade quanto<br />

mai opportuno nell'attuale momento<br />

culturale del «pensiero malato», come<br />

egli, in sintonia con Rosmini, si esprime,<br />

perché, crollati tutti «i grandi sistemi del<br />

passato», l'umanità si trova di fronte a<br />

un «vuoto culturale» tra i più tragici del-<br />

I «notturni» nell'arte dal XV al XIX secolo<br />

Con la fine del Romanticismo<br />

la luna tramontò sulla pittura<br />

LUCIANA FRAPISELLI<br />

«Il Bambino, il fuoco, la luna, la<br />

candela», un titolo inusuale per un libro,<br />

saremmo tentati di pensare si tratti<br />

di un romanzo misterioso, horror,<br />

come vanno di moda al momento attuale,<br />

o per lo meno di gusto romantico,<br />

tenebroso. Invece non è così: le tenebre<br />

però c'entrano, e il sottotitolo ce<br />

lo spiega: «I notturni nella pittura».<br />

L'autore, Umberto Nobile, medico, nipote<br />

del celebre aeronauta che sorvolò<br />

per due volte il Polo, si è dedicato in<br />

età matura alla storia dell'arte, ed ha<br />

pubblicato questo prezioso volumetto<br />

(edito da EdUP, Edistampa, Roma,<br />

1999) con puntigliosa precisione ed ampia<br />

informazione (schede biografiche e<br />

ricca bibliografia), intraprendendo un<br />

«viaggio notturno» nella pittura dal<br />

1450 al 1880.<br />

Nell'Introduzione l'autore dice di essersi<br />

ispirato ad una mostra svoltasi<br />

nel lontano 1940 a Hartford nel Connecticut<br />

e ad una del 1990-'91 all'Ashmolean<br />

Museum di Oxford. Il titolo<br />

si riferisce alle fonti di luce presenti<br />

nelle pitture notturne: il Bambino è Gesù<br />

Bambino, dal quale, nelle numerose<br />

«Natività» si irradia una luce soprannaturale,<br />

il fuoco, il «frate foco» di san<br />

Francesco, la luna, «l'occhio della notte»<br />

come l'aveva definita Esiodo, e infine<br />

la candela, la torcia, la lucerna.<br />

Il Bambino. Già nel Medioevo, nella<br />

Legenda aurea di Jacopo da Varagine<br />

era scritto che alla nascita di Gesù l'oscurità<br />

della notte si era trasformata<br />

nella luce del giorno, e s. Brigida di<br />

Svezia nelle sue Rivelazioni dice che da<br />

Gesù neonato si era diffusa una luce<br />

miracolosa. Nel 1423 Gentile da Fabriano<br />

nella sua celebre «Adorazione dei<br />

Magi» in un riquadro della predella dipinse<br />

la «Natività» con un cielo pieno<br />

di stelle ed uno spicchio di luna; Geertgentot<br />

Sint Jans (Gherardo di san Giovanni),<br />

fiammingo, qualche anno più<br />

tardi creò una «Santa Notte» che è un<br />

capolavoro di delicatezza; Giovanni Gerolamo<br />

Savoldo, bresciano, fu l'autore<br />

di tre Adorazioni dei Pastori: nella prima<br />

la luce emana soltanto dal Bambino,<br />

nella seconda le sorgenti di luce sono<br />

quattro: il Bambino, l'angelo, la luna<br />

e il fuoco, fuoco che si ritrova anche<br />

nella terza che è conservata in una<br />

collezione privata a Roma.<br />

Ma la più famosa «Natività» è «La<br />

notte»del Correggio (del 1530 circa), ora<br />

la storia, in quanto gli attuali «epigoni»<br />

del razionalismo e del positivismo si accaniscono<br />

nello smantellare «le costruzioni<br />

onnirisolutive» dei loro antenati,<br />

ma non sanno sostituire ad esse elementi<br />

validi e costruttivi, sicché «si agitano<br />

nel vuoto», carenti di principi etici, giuridici,<br />

politici, sociali, scientifici.<br />

Rosmini, grande metafisico, altissimo<br />

teologo, mistico profondo, ma anche<br />

mente vastissima nelle scienze, maestro<br />

di diritto, esperto in economia, fine diplomatico,<br />

sociologo premuroso del bene<br />

delle persone singole e dei popoli, ha<br />

tessuto su ciascuno di questi aspetti della<br />

persona umana un sistema di dottrine,<br />

di principi, di fenomenologia, oggettivo,<br />

«razionale», inequivocabile. Addante,<br />

nei nove capitoli in cui la sua opera<br />

si dispiega, ci presenta con analisi chiare,<br />

rigorosamente filologiche, le articolazioni<br />

dell'antropologia rosminiana e le<br />

scolpisce con viva partecipazione ed eloquente<br />

apologetica.<br />

Non possiamo neanche sommariamente<br />

entrare nell'analisi dei singoli argomenti.<br />

Ci limitiamo a due temi di più<br />

larga risonanza e densi di insegnamenti<br />

illuminanti per l'attuale situazione politica<br />

dell'umanità, che Addante ha messo<br />

in rilievo in quest'opera: 1) L'organizzazione<br />

democratica della società civile; 2)<br />

La costruzione dell'ordine internazionale<br />

con la «federazione» degli Stati dell'Europa,<br />

e gradualmente giungere ad una<br />

«società universale» mediante «la federazione<br />

di tutti gli Stati», fondata sui diritti<br />

umani. Sono temi sfuggiti spesso a<br />

molti ermeneuti.<br />

La «democrazia», che Rosmini teorizzava<br />

e auspicava, non era quella «limitata<br />

e astratta» della Dichiarazione dei di-<br />

Correggio,<br />

«La notte» (1530)<br />

Michael Wutky,<br />

«Vista notturna<br />

sul golfo di Napoli»<br />

(primi dell'800)<br />

JosephWrightofDerby, «Girandola a Castel S. Angelo» (1775)<br />

a Dresda, che fu pagata dal committente<br />

Alberto Pratonero «libre duecentootto<br />

di moneta vecchia reggiana per una tavola<br />

che Maestro Antonio da Correggio<br />

mi promette di fare in tutta excellentia<br />

dove sia depinto de Natività del Signore<br />

Nostro». Barenson affermò che Correggio<br />

non fu superato da nessuno nei giochi<br />

e contrasti delle luci. Anche Vasari<br />

nel 1538 si cimentò con il tema della<br />

nascita di Gesù «fingendo una notte illuminata<br />

dallo splendore di Cristo nato,<br />

circondato da alcuni pastori che l'adoravano»<br />

come scrisse egli stesso; il<br />

dipinto si trovava a Camaldoli.<br />

In Germania il tema della Natività<br />

fu trattato da Albrecht Altdorfer in due<br />

dipinti, uno a Vienna e l'altro a Berlino:<br />

il secondo fu definito «die kleine<br />

Caravaggio, «Natività» (1609)<br />

ritti del 1789, ma la democrazia della<br />

persona umana nella sua integralità,<br />

cioè promotrice e garante di tutte le dimensioni<br />

dell'uomo, di tutti i diritti della<br />

persona, «portatrice dei diritti» (cfr tutto<br />

il cap. 7).<br />

Rosmini non concepiva la democrazia<br />

come «istituzione politica», come «contratto<br />

sociale storico», quale ancora oggi<br />

qualche noto giurista si ostina a definirla,<br />

ma la vedeva nel suo fondamento<br />

metafisico e teologico e in quell'«Ordo<br />

aeternus» stabilito da Dio nella creazione<br />

dell'uomo (p. 41), per cui l'uomo ha<br />

uno «statuto ontologico».<br />

La democrazia perciò per Rosmini assume<br />

un potere e un dovere ontologico<br />

e metafisico, antropologico e teologico,<br />

perché aspetto di quell'essere morale<br />

dell'uomo, che deve coniugare «l'essere<br />

ideale con l'essere reale» e tradurlo in<br />

concreta realtà storica.<br />

In secondo luogo Rosmini, uomo di<br />

azione qual egli era, oltre che studioso<br />

instancabile, operava perché gli ideali di<br />

giustizia e di libertà si realizzassero.<br />

La statura eccelsa di questo pensatore<br />

si misura dalle sue idee politiche di «largo<br />

raggio». In un'Italia divisa da secoli<br />

in tanti «principati», come si potrebbero<br />

chiamare realisticamente; in un'Europa<br />

vissuta per secoli in guerre fratricide di<br />

proporzioni sempre più ampie; in un<br />

mondo costituito di Continenti lontani<br />

ed eterogenei e di popolazioni nella stragrande<br />

maggioranza ancora primitive e<br />

arretrate, Rosmini, quasi «pensatore dei<br />

nostri giorni», propugnava «la federazione<br />

europea sulla base della grande tradizione<br />

cristiana», e auspicava una «federazione<br />

di tutti i popoli della Terra sulla<br />

base dei diritti umani» (cap. 9).<br />

heilige Nacht» (la<br />

piccola Santa Notte).<br />

Nell'«Adorazione<br />

dei pastori» di Francesco<br />

Bassano, figlio<br />

di Jacopo (sembra<br />

che i Bassano nei loro<br />

«notturni» fossero<br />

i primi ad usare il<br />

motivo del lume di<br />

candela) introdusse<br />

nello sfondo la figura<br />

di un ragazzo che<br />

soffia sul fuoco, motivo<br />

che sarà ripreso<br />

molte volte nel '600<br />

da El Greco, Lievens,<br />

Honthorst, Terbruggen,<br />

La Tour.<br />

La luna appare<br />

per la prima volta in un «notturno» di<br />

Adam Elsheimer nella mirabile «Fuga<br />

in Egitto» (olio su rame del 1609), mentre<br />

in una splendida tela del Guercino<br />

intitolata «Paesaggio con carrozza» l'astro<br />

non è visibile ma è suggerito dal<br />

colore blu cobalto che inonda l'intera<br />

scena. Lo stesso colore investe tutta la<br />

scena della «Festa notturna a S. Pietro<br />

di Castello» del Canaletto, dove però<br />

appare anche la luna semivelata da<br />

una bianca nuvoletta.<br />

Abbiamo menzionato più sopra il lume<br />

di candela: a proposito del lume di<br />

una lampada esiste un'opera dello<br />

scozzese David Allan del 1775 che ci<br />

piace citare perché emblematica: essa<br />

illustra la nascita leggendaria dell'arte<br />

della pittura: una fanciulla di Sicione<br />

che amava un giovane in procinto di<br />

partire, per conservarne il ricordo, ne<br />

tracciò il profilo proiettato sul muro<br />

dalla luce di una lucerna.<br />

Alla fine del '500 Tintoretto però non<br />

usa un'unica fonte di luce, ma molteplici,<br />

per esempio nell'«Ultima Cena»<br />

nella chiesa di s. Giorgio Maggiore a<br />

Venezia, la luce proviene dal lampadario<br />

sospeso al soffitto, dalle aureole degli<br />

Apostoli e da quella abbagliante di<br />

Cristo. Dice l'autore del volume: «È<br />

possibile che Tintoretto nelle sue pitture<br />

con molteplici fonti di luce si sia ricordato<br />

del “Martirio di s. Lorenzo” di<br />

Tiziano del 1548-49 nella chiesa dei Gesuiti<br />

a Venezia».<br />

Lasecentesca«Natività»o «Adorazione<br />

dei pastori» del Caravaggio nel MuseoNazionaledi<br />

Messina è differente da<br />

quelle degli altri pittori: la luce non<br />

emana dal Bambino, ma tutti i personaggi<br />

sono illuminati da una luce lateralecheprovienedadestra<br />

e va a mettere<br />

in evidenza la figura della Vergine<br />

rannicchiata col Bambino avvolto<br />

in cenci: «È la sola Adorazione angosciosa<br />

della pittura italiana» annota<br />

l'autore, ben diversa dalla poetica «Natività»<br />

del bolognese Mastelletta nella<br />

Galleria Nazionale di Parma in cui la<br />

luce proveniente da uno squarcio fra le<br />

nuvole scure va ad illuminare nell'angolo<br />

in basso a sinistra il minuscolo<br />

gruppo della Madonna che abbraccia il<br />

Bambino.<br />

Benché Caravaggio non abbia avuto<br />

allievi, furono suoi seguaci numerosi<br />

pittori specialmente stranieri, nei Paesi<br />

Bassi soprattutto a Utrecht, da Dirk<br />

van Baburen a Hendrich Terbruggen, il<br />

già citato Elsheimer, Gerrit van Honthorst<br />

(più conosciuto col soprannome<br />

di Gherardo delle Notti) che creò una<br />

«Natività» in cui appare una candela<br />

che non dà luce, che simboleggia le cose<br />

terrene di fronte alla grandezza della<br />

luce divina che emana dal Bambino<br />

Gesù; suo era anche un bel quadro<br />

(che nel volume è riprodotto in fotografia)<br />

rappresentante «San Giuseppe falegname»<br />

già nella chiesa di s. Silvestro<br />

sopra Montecompatri, ma purtroppo<br />

trafugato.<br />

Il lorenese George de la Tour fu un<br />

grande pittore di scene a lume di candela:<br />

sua è la misteriosa «Maddalena<br />

penitente» in cui la candela è raddoppiata<br />

dall'immagine riflessa nello specchio.<br />

Ma esiste anche un «Maestro della<br />

Candela» (o Maestro Giacomo) conosciuto<br />

a Roma soltanto per una «Pietà»<br />

nella chiesa di S. Maria in Aquiro.<br />

Il grande Rubens eseguì una decina<br />

di versioni dell'«Adorazione dei pastori»<br />

e una «Fuga in Egitto» in cui sentì l'influenza<br />

dell'omonimo soggetto di Elsheimer.<br />

Anche l'altro grande del '600,<br />

Rembrandt, si cimentò spesso con dipinti<br />

a lume di candela («Negazione di<br />

S. Pietro» a Tokyo), dal nimbo del Salvatore<br />

(«Resurrezione» a Monaco), da<br />

Tintoretto,<br />

«Ultima Cena» (1592)<br />

una lanterna («Adorazione dei pastori»<br />

anch'essa a Monaco) etc.<br />

Il '700 non fu un secolo propizio per<br />

i «notturni», eccettuato qualche esempio<br />

di Giovanni Maria Crespi («Pastorale<br />

notturna»), Magnasco («Gesù cade<br />

sottolaCroce»)e il già citato Canaletto.<br />

Fu invece con l'avvento del Romanticismo<br />

che la notte esercitò una forte attrazione<br />

su poeti (Inni alla notte di Novalis,<br />

Le notti di Edward Young, Leopardi)<br />

e musicisti («I notturni» di Chopin,<br />

l'aria «Casta Diva» di Bellini etc.).<br />

Per ciò che riguarda i pittori, un magnifico<br />

esempio è la «Vista notturna sul<br />

golfo di Napoli» dell'austriaco Michael<br />

Wutky dei primi dell'Ottocento, in cui<br />

la luna che si affaccia fra le nuvole diffonde<br />

un lucore argenteo su tutto il<br />

quadro. Da citare le creazioni del gran-<br />

Appuntamenti<br />

culturali<br />

Roma, 24 gennaio<br />

Concerto perilnuovoanno<br />

Musiche di Debussy, Ravel e<br />

Gerschwin saranno eseguite, il<br />

24 gennaio alle ore 21, presso il<br />

Centro Saint-Louis de France, in<br />

occasione del «Concert de Nouvel<br />

An».<br />

Roma, 25 gennaio<br />

Inaugurazione<br />

dell'Anno Accademico<br />

all'Università «Roma Tre»<br />

Il 25 gennaio alle ore 10.30,<br />

presso l'Aula Magna del Rettorato<br />

dell'Università «Roma Tre»,<br />

si terrà la cerimonia di inaugurazione<br />

dell'Anno Accademico<br />

2000-2001.<br />

Milano, 26 gennaio<br />

Henri Cartier-Bresson<br />

«Henri Cartier-Bresson fotografo»<br />

è il titolo della mostra che<br />

sarà aperta, a Palazzo dell'Arengario,<br />

dal 26 gennaio al 18<br />

marzo.<br />

Parma, 27 gennaio<br />

George de La Tour,<br />

«S. Sebastiano<br />

curato da Irene»<br />

(1649)<br />

Gherardo delle Notti,<br />

«San Giuseppe falegname» (1616)<br />

de Turner e quelle di Caspar Friedrich,<br />

romantico per eccellenza, che nella<br />

«Notte di luna sul Baltico» contrappone<br />

gli attrezzi da pesca e le imbarcazioni,<br />

simboli delle fatiche della vita umana,<br />

alla luce della luna che qui simboleggia<br />

la divinità.<br />

Con la fine del Romanticismo tramonta<br />

anche la luna. Altre fonti di luce<br />

illuminano i dipinti di Ippolito Caffi<br />

(«La fiera dei moccoletti» del 1852), di<br />

Joseph Wright of Derby («Vesuvio in<br />

eruzione», «Girandola a Castel S. Angelo»),<br />

di Goya (Fucilazione del 3 maggio<br />

1808» eseguito nel 1814, in cui un fanale<br />

illumina la tragica scena).<br />

«Verdi Festival 2001»<br />

Il 27 gennaio alle ore 20.30, nel<br />

Duomo, l'esecuzione della<br />

«Messa da Requiem» di Verdi,<br />

diretta da Valery Gergiev, inaugurerà<br />

le manifestazioni del<br />

«Verdi Festival 2001».


.<br />

PAGINA<br />

4 .<br />

24 gennaio: festa del Vescovo di Ginevra, Dottore della Chiesa<br />

fondatore dell'Ordine della Visitazione, Patrono della stampa cattolica<br />

S. Francesco di Sales: catechista eccellente<br />

evangelizzatore appassionato, apostolo di carità<br />

COSMO FRANCESCO RUPPI<br />

Arcivescovo di Lecce<br />

Nella celebre Filotea il Vescovo di<br />

Ginevra scrive che «tutte le pietre preziose,<br />

gettate nel miele, diventano più<br />

splendenti, ognuna secondo il proprio<br />

colore» e spiega che in questo modo<br />

«ogni persona si perfeziona nella sua<br />

vocazione, se unisce tale vocazione alla<br />

devozione: la cura della famiglia è<br />

resa più leggera, l'amore fra marito e<br />

moglie più sincero, il servizio del principe<br />

più fedele e tutte le altre occupazioni<br />

più soavi e amabili...».<br />

Abbiamo citato questo celebre passaggio<br />

della Introduzione alla vita devota<br />

o Filotea che fa il paio con l'altra<br />

celebre opera, il Trattato dell'amor di<br />

Dio o Teotimo, perché in queste parole<br />

è tutta la sintesi della vita, della<br />

missione e del linguaggio di quello<br />

che, a buona ragione, non solo è considerato<br />

il patrono dei giornalisti, ma<br />

egli stesso è stato, dopo l'Apostolo<br />

Paolo, il primo grande giornalista e<br />

uno, dei più illustri comunicatori della<br />

storia della Chiesa.<br />

Eppure Francesco di Sales non era<br />

nato docile e soave, ma aveva avuto<br />

da ragazzo una educazione austera e<br />

severa, frammista ad una intensa religiosità<br />

fondata sul mistero di Cristo: i<br />

suoi biografi, infatti, annotano che in<br />

lui si trovano contestualmente influssi<br />

significativi dei francescani e dei domenicani,<br />

dei gesuiti e dei cappuccini.<br />

A studiar bene, però, la vita di questo<br />

grande santo, si scorgono due matrici<br />

spirituali, entrambi valide, quella giovannea<br />

e quella paolina: di Paolo aveva<br />

la tempra del lottatore, dell'apostolo<br />

indomito, coraggioso, instancabile,<br />

che aveva il compito di difendere la<br />

verità dall'insidia calvinista, e di Giovanni<br />

aveva, spiccatissimo quell'empito<br />

di carità, che gli consentì di essere<br />

sempre amabile e severo, forte e dolce,<br />

divenendo uno degli esempi più<br />

fulgidi di pastore della Chiesa.<br />

Apostolo della Savoia<br />

Catechista eccellente ed evangelizzatore<br />

appassionato, Francesco di Sales<br />

non disdegnò di intervenire negli<br />

affari temporali, quando questi toccavano<br />

l'altare. Quando, per esempio,<br />

dopo la pace di Lione, alcuni territori<br />

della Savoia furono ceduti alla Francia,<br />

subì un forte scossone il progetto<br />

di riorganizzazione cattolica di molte<br />

parrocchie: in quella occasione il Vescovo<br />

di Ginevra fu inviato a Parigi a<br />

trattare tale spinosa questione, per<br />

trovare una soluzione ragionevole, che<br />

fosse soprattutto in linea con il suo<br />

programma pastorale.<br />

Alla salvaguardia della fede, san<br />

Francesco di Sales si era dedicato già<br />

prima di essere nominato Vescovo e<br />

quando, nel giubileo dell'anno 600, si<br />

recò a Roma poté rendersi conto personalmente<br />

di quelli che erano i pro-<br />

getti del Papa e soprattutto poté toccare<br />

con mano il cammino della vera<br />

riforma cattolica, come veniva attuato<br />

da san Filippo Neri, santa Francesca<br />

Romana e san Giuseppe Calasanzio.<br />

I suoi interventi per così dire politici<br />

furono significativi nella vertenza<br />

franco-ispanica, a proposito del marchesato<br />

di Saluzzo, ma la sua mente,<br />

però, era sempre rivolta alla edificazione<br />

spirituale della sua gente e alla<br />

riforma pastorale delle comunità, facendo<br />

della terra di Savoia quasi un<br />

laboratorio pastorale al quale anche<br />

oggi, nel ventunesimo secolo, è utile<br />

guardare.<br />

La riforma<br />

di una grande diocesi<br />

La diocesi di Ginevra era una delle<br />

più grandi della zona, con 450 parrocchie,<br />

di cui circa 130 divenute protestanti,<br />

ma non aveva un clero adeguatamente<br />

preparato, per cui la prima<br />

preoccupazione del santo Vescovo fu<br />

quella della formazione dei preti e della<br />

organizzazione dei luoghi di formazione,<br />

tra cui i seminari, tenacemente<br />

voluti dal Concilio di Trento, ma che<br />

tardavano a nascere in quasi tutta la<br />

Chiesa.<br />

Francesco di Sales si dedicò personalmente<br />

alla formazione del clero,<br />

riunendolo periodicamente in decanati<br />

e impose il sistema del concorso per<br />

la provvista delle parrocchie, allo scopo<br />

di scegliere i migliori e stimolare la<br />

preparazione intellettuale e spirituale<br />

dei suoi preti.<br />

Seguendo le direttive conciliari,<br />

promulgò le costituzioni sinodali e<br />

scrisse una specie di direttorio pastorale<br />

per i confessori, dal titolo: Avvertimenti<br />

ai confessori che tanta fortuna<br />

ebbe nei secoli successivi.<br />

Non fu facile il cammino della riforma,<br />

perché trovò molte opposizioni<br />

sia nei preti, che nei monaci: i preti,<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Mercoledì 24 Gennaio 2001<br />

infatti, erano ancora legati all'antico<br />

sistema delle prebende e delle commendatizie,<br />

mentre i monaci, allo scopo<br />

di difendere la loro autonomia ed<br />

esenzione, si opposero alle sue indicazioni<br />

con ricorsi a Roma e alle stesse<br />

autorità pubbliche. Ma san Francesco,<br />

per così dire, snobbò gli antichi ordini<br />

e preferì sostenere e sviluppare i nuovi<br />

ordini, quali i Barnabiti che diffusero<br />

con le scuole la stessa cultura cattolica<br />

e gli dettero una valida mano<br />

per l'attuazione della riforma cattolica.<br />

Pastore amabile<br />

e affascinante<br />

L'attività costante di questo grande<br />

pastore fu rivolta alla formazione della<br />

gente, sia con la predicazione costante,<br />

sia anche con la direzione spirituale<br />

delle anime migliori. La sua predicazione<br />

era piana, calda, affascinante:<br />

la gente stava ad ascoltarlo senza fatica;<br />

i fedeli di ogni ceto e condizione<br />

lo seguivano non solo perché capivamo<br />

quello che diceva (il che, purtroppo,<br />

non sempre avviene nelle nostre<br />

prediche!) ma anche perché aveva il<br />

miele in bocca.<br />

La sua fama oratoria superava la<br />

diocesi e spesso era invitato fuori a<br />

predicare, come a Lione, a Grenoble e<br />

in altre lontane città della Francia.<br />

Ovunque portava la solidità della dottrina<br />

teologica con una veste semplice<br />

e suadente, che conquistava tutti,<br />

spesso, anche i lontani.<br />

Molte tempo dedicava poi alla direzione<br />

spirituale e nel 1604 ebbe la fortuna<br />

di incontrare la baronessa Giovanna<br />

Francesca Frémyot de Chantal,<br />

che guidò nella nascita di una congregazione<br />

religiosa femminile.<br />

Davvero feconda la vita di questo<br />

santo Vescovo, che anche oggi ci illumina<br />

con la sua dottrina e il suo fulgido<br />

esempio.<br />

Il Cardinale<br />

Angelo Sodano<br />

per la festa<br />

di sant'Andrea<br />

Corsini<br />

Il Cardinale Angelo Sodano, Segretario<br />

di Stato, celebrerà nel pomeriggio di<br />

domenica 4 febbraio, alle ore 16.30, la<br />

solenne Messa Pontificale per il settimo<br />

centenario della nascita di sant'Andrea<br />

Corsini, nella Cappella gentilizia della<br />

Patriarcale Arcibasilica Lateranense.<br />

La Commemorazione del Santo patrono,<br />

nel giorno della festa liturgica, è promossa<br />

da Mons. Franco Camaldo, Cerimoniere<br />

Pontificio e Cappellano dell'Insigne<br />

Cappella Corsiniana.<br />

Un volume sulla vita del Pastore che si recò in missione a Costantinopoli<br />

Germano di Capua<br />

artefice dell'unità della Chiesa<br />

Quanto siano intrecciate la storia civile<br />

e quella religiosa, con interferenze a<br />

volte inestricabili, ci è dato di verificare<br />

ogni volta che affrontiamo un tema di<br />

pregnanza valida, si può ben dire che lo<br />

sviluppo storico della vita della Chiesa<br />

sul posto si commisura a quello dalla vita<br />

civile in maniera direttamente proporzionale.<br />

Difatti, parlando di Capua, che ha<br />

una storia millenaria di una ricchezza<br />

incomparabile, le tradizioni di religiosità<br />

popolare affondano le radici nei tempi<br />

precristiani, come attestano del resto i<br />

numerosi reperti archeologici esistenti<br />

nella zona, e, arrivando ai secoli dopo la<br />

nascita di Cristo, s'innestano sul nuovo<br />

troncone di fede e via via si rafforzano<br />

per la presenza di santi, che operano nel<br />

territorio.<br />

Per questo, se si volesse studiare il<br />

profilo completo del martirologio capuano,<br />

non sarebbero pochi i santi da includervi.<br />

A tale discorso sulle glorie ecclesiastiche<br />

capuane ci induce la lettura di<br />

un libro da poco pubblicato su Germano<br />

di Capua, un santo Vescovo di quella arcidiocesi;<br />

vi si raccolgono alcune ricerche<br />

importanti illustrate in un ciclo di<br />

lezioni tenute nel maggio del 1998 a Piedimonte<br />

San Germano da docenti universitari<br />

e studiosi della materia di tutta<br />

Italia. Il soggetto delle indagini ci rimanda<br />

la mente al grandioso affresco di Pietro<br />

Annigoni dipinto nella cupola della<br />

basilica di Montecassino; non sappiamo<br />

se il pittore abbia letto la Vita Germani,<br />

un testo letterario agiografico di costruzione<br />

densamente semiotica, ma ha letto<br />

certamente il secondo libro dei Dialoghi<br />

di Gregorio Magno per la narrazione<br />

che riguarda la vita di san Benedetto.<br />

Ebbene, Annigoni affresca un'ardente<br />

palla di fuoco a ricordare la morte di<br />

san Germano nella visione che ne ha da<br />

Montecassino il santo di Norcia, proprio<br />

secondo il racconto di Gregorio Magno:<br />

«Davanti agli occhi di san Benedetto si<br />

presentò il mondo intero come raccolto<br />

sotto un unico raggio di sole. E mentre<br />

il venerabile padre fissava con intensità<br />

il suo sguardo su questo fulgore di luce,<br />

vide l'anima di Germano, Vescovo di<br />

Capua, portata dagli angeli in cielo dentro<br />

una sfera di fuoco».<br />

Germano muore nel 541 circa dopo<br />

una vita spesa al servizio della Chiesa di<br />

Roma; partecipa alla missione che nel<br />

519-520 ricompone il primo grande scisma<br />

ecclesiastico tra Roma e Costantinopoli<br />

e può considerarsi un pioniere<br />

dell'ecumenismo. Il libro che abbiamo<br />

tra mano è curato con meticolosa attenzione<br />

da Filippo Carcione e porta per titolo:<br />

Germano di Capua ambasciatore<br />

ecumenico a Costantinopoli e modello<br />

di santità per il cassinate.<br />

Ne scrive la prefazione l'Abate Ordi-<br />

Un recente libro sul rapporto del mondo contemporaneo con la fede<br />

«Se Dio c'è»: la consapevolezza della posta in gioco<br />

Il mondo contemporaneo vive un'epoca<br />

di incertezza e di disorientamento.<br />

Da un lato pare indirizzato verso un inevitabile<br />

destino di indifferenza nei confronti<br />

delle questioni ultime; dall'altro si<br />

moltiplicano in esso i segnali di un'inquietudine<br />

profonda: essa spinge a riproporre<br />

quelle che sono, per l'uomo, le<br />

domande decisive. Un libro di Sergio<br />

Zavoli recentemente pubblicato (Se Dio<br />

c'è. Le grandi domande. Dialogo con<br />

Piero Coda, Rai Eri-Mondadori, Roma-<br />

Milano 2000) si fa portavoce di questa<br />

inquietudine, che attraversa oggi non<br />

solo chi vive lontano dalla Chiesa oppure<br />

ai margini di essa, ma anche lo stesso<br />

cristiano, e indica un percorso efficace<br />

che può consentire di recuperare o rafforzare<br />

una dimensione di fede come risposta<br />

a quelle domande di fondo. La<br />

via scelta è quella del dialogo. Zavoli,<br />

cioè si rivolge a un uomo di Chiesa, il<br />

teologo Piero Coda.<br />

I temi che vengono affrontati sono<br />

quelli tradizionali della riflessione cristiana.<br />

L'avvio è dato dalla domanda sull'esistenza<br />

di Dio, e dalla consapevolezza<br />

della posta che in tale domanda è davvero<br />

in gioco: la possibilità, come viene<br />

detto, «di percepire l'identità, il volto,<br />

l'agire di quel mistero che è Dio, e di<br />

entrare in relazione con lui come lui è<br />

in relazione con noi». Una tale questione<br />

è affrontata all'inizio del colloquio<br />

perché gli interlocutori ben sanno, come<br />

afferma in maniera esplicita Piero Coda,<br />

che «paradossalmente il troppo parlare<br />

di religioni, come oggi si fa, rischia di<br />

mettere in ombra o addirittura di far dimenticare<br />

il vero protagonista di tanto<br />

discorrere: Dio stesso. Perché la religione,<br />

in definitiva, consiste nell'esperienza<br />

che noi facciamo di Dio, un'esperienza<br />

che per se stessa è plurale, a motivo della<br />

pluralità dei tempi, dei luoghi, in definitiva<br />

degli esseri umani e delle loro<br />

tradizioni. Dio, invece, è uno e unico».<br />

È poi affrontato il problema del male<br />

del mondo, considerato nelle sue molte-<br />

Torino. Chiesa di s. Francesco di Sales (1852) - dipinto dell'abside:<br />

il santo scrive i suoi trattati spirituali<br />

plici manifestazioni. Coda non si sottrae<br />

alle provocazioni del suo interlocutore,<br />

che danno voce a interrogativi da sempre<br />

dilaceranti sia per la coscienza comune<br />

che per il pensiero filosofico, e rivendica<br />

con adeguate argomentazioni il<br />

fatto che, nell'ambito della fede cristiana,<br />

la risposta a un tale problema «è data<br />

una volta per sempre in Cristo crocifisso<br />

e risorto». Il giornalista e il teologo<br />

passano quindi a discutere le diverse<br />

questioni, che accompagnano l'intera<br />

storia della riflessione cristiana, riguardanti<br />

non solo, in generale, la rivelazione<br />

dell'«eterno nella storia», ma soprattutto,<br />

in particolare, quell'evento straordinario<br />

dell'incarnazione che dev'essere<br />

pensato, appunto, come «un evento insuperabile,<br />

estremo», come il «massimo<br />

segno dell'amore di Dio nei confronti<br />

dell'umanità». E proprio a partire da<br />

qui, vale a dire dalla centralità dell'incarnazione<br />

e dall'inaudito della morte e<br />

della resurrezione di Cristo, è affrontato<br />

più volte nel libro — anche se tematicamente<br />

ciò avviene in particolare nel capitolo<br />

settimo — il problema, oggi così<br />

urgente, del dialogo del cristianesimo<br />

con le altre espressioni religiose. Giacché,<br />

come viene detto da Coda a Zavoli,<br />

«il dialogo è prima una necessità, poi<br />

un'ispirazione. Forse lei non lo crederà,<br />

penserà a un paradosso, ma proprio<br />

questa è la scoperta straordinaria: la<br />

condivisione di un bene più alto, l'amore,<br />

deve venire prima della globalizzazione.<br />

La sfida è questa: poter dire, nell'epoca<br />

dell'economicismo, che vincerà<br />

l'amore».<br />

Nelle altre parti in cui si articola questo<br />

colloquio, sono poi approfondite ulteriori<br />

questioni oggi particolarmente<br />

sentite. Vengono infatti messi in luce e<br />

precisati, ad esempio, i differenti aspetti<br />

e i molteplici volti di una Chiesa in cammino,<br />

la quale procede secondo quella<br />

sua propria dinamica vitale che «consiste<br />

in un movimento ritmico di sistole e<br />

diastole: di convocazione nel cenacolo<br />

intorno al Risorto e di esodo «fuori dalle<br />

mura» per incontrare Gesù crocifisso».<br />

Si passa quindi a presentare e a discutere<br />

il ruolo importante che oggi, all'interno<br />

della realtà ecclesiale e di fronte agli<br />

altri ambiti del sapere umano, può assumere<br />

la ricerca teologica. In particolare<br />

viene posto l'accento sul fatto che, all'interno<br />

del regime di autonomia acquisito<br />

nel periodo della modernità, le diverse<br />

scienze hanno bensì sviluppato positivamente<br />

numerose potenzialità dell'uomo,<br />

ma nel contempo hanno rischiato,<br />

e tuttora rischiano, «di perdere di vista<br />

la finalità ultima della loro ricerca e<br />

il criterio etico del loro stesso esercizio».<br />

Per questo, sostiene Coda, è necessario<br />

quel «riferimento sicuro alla dignità della<br />

persona» che la fede può appunto garantire<br />

e che la teologia, insieme agli altri<br />

suoi compiti, è chiamata ad articolare.<br />

Infine Zavoli e Coda concentrano il<br />

loro discorso sui modi in cui, nella realtà<br />

contemporanea, l'essere cristiani può<br />

essere testimoniato nel modo più pieno.<br />

In questo quadro, dopo aver approfondito<br />

il significato della preghiera, del<br />

culto, dei sacramenti, viene individuato<br />

soprattutto nella figura di Maria il modello<br />

di una fede «che si fa libertà e obbedienza,<br />

procedendo anche e soprattutto<br />

nel cammino della prova».<br />

Come si vede, dunque, quella che è<br />

svolta in comune dai due interlocutori è<br />

una riflessione a tutto campo. Ed essa,<br />

come accade in ogni vero dialogo, si<br />

svolge non senza il riferimento esplicito<br />

a quelle esperienze personali che fanno<br />

da sfondo privilegiato alle posizioni di<br />

volta in volta sostenute: nel caso di Sergio<br />

Zavoli, anzitutto il rapporto con il<br />

padre, accennato con delicatezza e pudore,<br />

ma anche, poi, le reiterate sollecitazioni<br />

«teologiche» a cui lo sottoponeva<br />

periodicamente Federico Fellini e il suo<br />

continuo e ricchissimo incontro con figure<br />

e situazioni le più diverse del nostro<br />

tempo; nel caso di Piero Coda, soprattutto<br />

la sua vasta esperienza di for-<br />

mazione filosofica, teologica, di dialogo<br />

con la cultura contemporanea e le altre<br />

religioni, l'incontro decisivo con Chiara<br />

Lubich. Il risultato di tale colloquio, allora,<br />

è un libro che accetta di confrontarsi<br />

con i pensieri e i dubbi della gente<br />

comune, con le opinioni diffuse, accogliendone<br />

bensì la provocazione, ma soprattutto<br />

cercando di cogliere in essi i<br />

segni di una disponibilità alla fede tuttora<br />

ampiamente presente, e che richiede<br />

di trovare corrispondenza in gesti significativi<br />

e profetici.<br />

Una riprova di questa situazione, sulla<br />

quale molto insiste Zavoli nelle pagine<br />

conclusive, è data dal recente raduno<br />

dei «due milioni di giovani venuti da<br />

centosessantotto Paesi del pianeta fino a<br />

Tor Vergata, per la celebrazione conclusiva<br />

del loro Giubileo». Giacché, nella<br />

«più inattesa e stupefacente delle assemblee<br />

convocate da questo Pontefice», è<br />

insita davvero, quale testimonianza nel<br />

presente e speranza per il futuro, «una<br />

risposta di senso a una nevrotica, sgomitante,<br />

pragmatica interpretazione dell'esistenza».<br />

Non solo. Proprio attraverso<br />

eventi di questo tipo, ma anche in virtù<br />

di altre esperienze, di grande importanza<br />

nella Chiesa di oggi — come ad<br />

esempio quelle, frutto di un quotidiano<br />

impegno, espresse dalle varie forme di<br />

volontariato, oppure quelle, ricche di<br />

potenzialità, attestate dai nuovi movimenti<br />

ecclesiali — emerge altresì l'urgenza<br />

di sperimentare ulteriori modi di<br />

apertura e di coinvolgimento, capaci<br />

davvero di creare quegli spazi nei quali<br />

tutti coloro che vengono in contatto con<br />

la comunità cristiana possano davvero<br />

«sentirsi a casa» in essa. Questa, di un'apertura<br />

e di un coinvolgimento nello spirito<br />

dell'amore che scaturisce dalla percezione<br />

viva di quel Dio Amore trinitario<br />

che in Cristo è entrato nel più profondo<br />

della storia dell'umanità, è un'esigenza<br />

che in verità attraversa tutto il<br />

dialogo tra Zavoli e Coda.<br />

ADRIANO FABRIS<br />

nario di Montecassino Dom Bernardo<br />

D'Onorio, il quale specifica: «Gli storici<br />

hanno ormai appurato che Germano ebbe<br />

un ruolo determinante, come delegato<br />

di Papa Ormisda, nella soluzione dello<br />

scisma venutosi a creare dopo che<br />

Acacio era succeduto a Gennadio sulla<br />

cattedra di sant'Andrea a Costantinopoli.<br />

Sotto di lui infatti erano cessate le relazioni<br />

tra Roma e la città sul Bosforo in<br />

seguito ad una non piena adesione alla<br />

fede di Calcedonia da parte di coloro<br />

che tacevano sul controverso termine di<br />

natura».<br />

Tra Oriente ed Occidente;<br />

tra liturgia e arte<br />

D'Onorio centra la questione dottrinaria<br />

ed introduce con saggezza i capitoli<br />

del libro.<br />

I titoli di questi indicano le sezioni di<br />

studio nelle quali si è articolata la serie<br />

di lezioni: san Germano tra Oriente ed<br />

Occidente, san Germano tra liturgia e<br />

arte, san Germano tra storia e culto,<br />

Dalla Terra s. Benedicti allo Stato feudale<br />

di s. Germano: il territorio e la formazione<br />

del Cassinate nel medioevo. Sono<br />

quattro le sezioni di studio e all'interno<br />

di ciascuna di esse, tre per ognuna,<br />

si svolgono gli approfondimenti.<br />

Nella prima sezione, del successo ecumenico<br />

della missione bizantina di Germano<br />

di Capua discute Filippo Carcione,<br />

che, partendo dall'esame della Vita<br />

Germani, tardiva rispetto ai Dialoghi di<br />

Gregorio Magno e al Liber Pontificalis,<br />

affronta i problemi biografici del santo,<br />

ma ne comprova la partecipazione all'importante<br />

ambasciata, studiata nel<br />

contesto politico-religioso dell'epoca.<br />

Rossana Avruscio si sofferma sui doni e<br />

sulle traslazioni di reliquie nel tempo del<br />

viaggio di san Germano e dell'impegno<br />

speso per la ricomposizione dello scisma<br />

acaciano, esaminando luoghi e monumenti.<br />

Sulla presenza di Germano nei<br />

Dialoghi di Gregorio Magno e sui rapporti<br />

con la spiritualità orientale indaga<br />

Francesco Pericoli Ridolfini, raffrontando<br />

il modello di visione latino (Benedetto<br />

e Germano) con quello greco (Antonio)<br />

e approfondendo la lezione escatologica<br />

dei Dialoghi tra Germano e Pascasio.<br />

Indagine sulla Basilica<br />

dei santi Stefano ed Agata<br />

La seconda sezione si apre con la lettura<br />

del Lezionario del «Codex Fuldensis»<br />

fatta dall'Arcivescovo emerito capuano<br />

Luigi Diligenza, il quale tratta il<br />

tema: «s. Germano e la liturgia a Capua<br />

nel sec. VI», scandendo i tempi liturgici<br />

per sostenere che «il Lezionario meditato<br />

da Alessandro, Germano, Vittore, Ve-<br />

scovi della Chiesa di Capua nella prima<br />

metà del sec. VI, con i loro fedeli era<br />

un richiamo necessario all'ascolto della<br />

Parola come punto chiave di tutto il<br />

processo di conversione».<br />

Di Giuseppina Torriero Nardone è<br />

l'indagine sulla basilica germaniana dei<br />

santi Stefano ed Agata con annotazioni<br />

estese sulla topografia cristiana dell'antica<br />

Capua. È di Maria Grazia de Ruggiero<br />

la ricerca di una iconografia germaniana<br />

attraverso le fonti per l'ispirazione,<br />

la cronachistica medioevale, il pannello<br />

di Monreale elastatuadifraCelso.<br />

La terza sezione è di carattere storico<br />

e si svolge attraverso le relazioni di Réginald<br />

Grégoire, di Alessandro Recchia e<br />

di Angelo Molle. Il primo analizza gli<br />

elementi prosopografici e il testo della<br />

Vita Germani in riferimento alle tipologie<br />

dell'agiografia latina altomedioevale;<br />

il secondo si trattiene sulla «Collectio<br />

Avellana» nei suoi dati statistici con nozioni<br />

di storia delle fonti del diritto canonico;<br />

il terzo sviluppa una rassegna<br />

bibliografica della figura e del culto di<br />

san Germano attraverso lo studio di testi<br />

che vanno dalla cronachistica medioevale<br />

alla storiografia moderna, arrivando<br />

fino al Lentini.<br />

I caratteri originari<br />

della terra di san Benedetto<br />

La quarta sezione si attaglia al territorio<br />

con gli interventi di Paola Visocchi<br />

sui caratteri originari della terra di san<br />

Benedetto, di Faustino Avagliano sullo<br />

sviluppo del territorio dalla donazione di<br />

Gisulfo II allo Stato feudale di san Germano,<br />

e di Maria Gabriella De Santis<br />

sul monachesimo benedettino e sull'attività<br />

educativa nel medioevo cassinate.<br />

Da quanto si è detto si evince l'importanza<br />

che ha Germano di Capua nella<br />

storia della Chiesa altomedioevale, ma<br />

pure il ruolo rilevante che svolge Capua<br />

nella storia civile come centro propulsore<br />

della vita di tutta l'antica Terra di Lavoro.<br />

In più deve sottolinearsi che il volume<br />

preso in esame, peraltro anche tipograficamente<br />

bene articolato in capitoli,<br />

sottocapitoli e capitoletti, è un punto<br />

di riferimento certo negli approfondimenti<br />

storici e storiografici su quel periodo,<br />

caratterizzato peculiarmente nel<br />

nostro territorio provinciale del tempo<br />

dalla presenza di san Benedetto e dal<br />

fervore degli albori del monachesimo<br />

europeo. Le lezioni riportate nel testo<br />

sono più che mai preziose per la riscoperta<br />

di un'epoca, sulla quale peraltro<br />

gli studi non sono facili, tanto che stentata<br />

è la ricerca di merito e limitata la<br />

bibliografia relativa. E deve ribadirsi, in<br />

conclusione, che anche le fonti sono di<br />

assai difficile reperibilità.<br />

GAETANO ANDRISANI<br />

Venezia: il Cardinale Marco Cé<br />

sul Giubileo appena concluso<br />

Il successo del Giubileo e la necessità di evitare i trionfalismi sono stati i temi<br />

tracciati dal Cardinale Marco Cé, Patriarca di Venezia, sabato mattina, 20<br />

gennaio, durante l'incontro con i giornalisti svoltosi nel Palazzo patriarcale<br />

per tracciare un bilancio dell'Anno Santo.<br />

Poche ore prima, il Porporato aveva presieduto la Celebrazione Eucaristica<br />

nella cappella san Teodoro della Basilica di san Marco per i giornalisti e gli<br />

operatori della comunicazione sociale della provincia di Venezia. «Il successo<br />

vero del Giubileo — ha spiegato il Cardinale Cé — sta nell'aver annunciato il<br />

Festeggiato, Gesù in persona. Questo ha fatto la Chiesa di Venezia. L'evento è<br />

incommensurabile, non si valuta a colpi di statistiche sull'afflusso di fedeli e<br />

non. I conti li farà Dio». Il Patriarca ha anche sottolineato la «missionarietà»<br />

dell'Anno Santo, che ha fatto proliferare in diocesi i gruppi d'ascolto.<br />

IL RETTORE<br />

PONTIFICIO ISTITUTO<br />

DI ARCHEOLOGIA CRISTIANA 00185 Roma<br />

Via Napoleone III, 1<br />

Tel. 06/4465574 - Fax 06/4469197<br />

Città del Vaticano, 22 gennaio 2001<br />

Prot. Nr. 0339<br />

BANDO DI CONCORSO<br />

Visto l'art. 12, a) degli statuti del Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana<br />

per la nomina dei professori;<br />

vista la proposta del Consiglio Accademico del Pontificio Istituto nella<br />

seduta del 8.1.2001;<br />

Bandisco<br />

Il Concorso pubblico per la nomina a docente Straordinario sulla cattedra<br />

di:<br />

Agiografia e Storia del Culto Cristiano<br />

La domanda, i titoli e le pubblicazioni in 5 copie devono essere inoltrate<br />

alla Segreteria Generale del Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana<br />

entro e non oltre 30 giorni dalla data di pubblicazione del presente<br />

Bando che è oggi affisso all'Albo dl Pontificio Istituto di Archeologia<br />

Cristiana.<br />

Le condizioni per l'ammissibilità sono quelle previste dalla Costituzione<br />

Apostolica «Sapientia Christiana» per la nomina a docente Straordinario.<br />

Prof. Philippe PERGOLA


.<br />

PAGINA<br />

5 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Mercoledì 24 Gennaio 2001<br />

VOLTERRA — La chiusura diocesana<br />

del Giubileo si è caratterizzata per la memoria<br />

degli eventi spirituali e pastorali e<br />

per il congedo pastorale con orientamenti<br />

e gli impegni affidati alla diocesi. Il Vescovo<br />

di Volterra, Mons. Mansueto Bianchi,<br />

ha affidato ai laici questi due momenti<br />

di riflessione e di proposta.<br />

Venerdì 5 gennaio la presenza di parroci,<br />

sacerdoti, religiosi e religiose presso<br />

l'altare e in mezzo alla gente è stata un<br />

segno di unità. D'altra parte, la partecipa-<br />

La Settimana di Preghiera per l'Unità dei Cristiani<br />

Le relazioni ecumeniche della Chiesa cattolica<br />

con la Federazione Luterana Mondiale<br />

e la Chiesa vetero-cattolica nell'Anno 2000<br />

La Celebrazione<br />

ecumenica in occasione<br />

dell'apertura<br />

della Settimana<br />

di Preghiera<br />

per l'Unità dei Cristiani<br />

a San Paolo fuori le Mura<br />

Come scrive l'Apostolo siamo «un<br />

solo corpo» (Col 3, 15). Tutti i cristiani<br />

hanno preso parte ai grandi avvenimenti<br />

ecumenici di quest'anno. Per la<br />

prima volta, il 18 gennaio 2000, all'inizio<br />

della Settimana di Preghiera per<br />

l'Unità dei Cristiani, l'apertura della<br />

Porta Santa di San Paolo fuori le Mura<br />

si è svolta in modo ecumenico.<br />

Il fatto che il Presidente della Federazione<br />

Luterana Mondiale, il Vescovo<br />

Christian Krause di Braunschweig, in<br />

Germania, abbia compiuto questo<br />

espressivo gesto di annuncio del Vangelo<br />

al mondo è stato un nuovo culminante<br />

momento sulla via comune dell'ecumenismo<br />

fra Cattolici e Luterani,<br />

lungo la quale, già lo scorso anno, il<br />

31 ottobre 1999, ad Augsburg, in Germania,<br />

si era fatto un passo importante<br />

con la firma della Dichiarazione Comune<br />

sulla Dottrina della Giustificazione.<br />

La liturgia ecumenica ha sottolineato<br />

in modo ancor più espressivo il vincolo<br />

interiore costituito dalla fede in<br />

un unico Signore, che anche lo scorso<br />

anno ha permesso fra Luterani e Cattolici<br />

nuovi sviluppi pastorali, teologici<br />

e anche a livello ecclesiale. Nonostante<br />

alcuni dubbi, soprattutto nell'ambito<br />

riformato e evangelico-luterano, circa<br />

la partecipazione all'apertura della<br />

Porta Santa per la questione delle indulgenze,<br />

il Presidente Krause ha affermato<br />

in una dichiarazione: «La preghiera<br />

comune non presuppone un<br />

completo accordo dottrinale; si basa<br />

soltanto sulla misericordia di Dio, che<br />

ci ha concesso di pregare e ci ha promesso<br />

che la preghiera nel nome di<br />

Gesù verrà esaudita».<br />

Gli altri rappresentanti della Federazione<br />

Luterana Mondiale che hanno<br />

preso parte, il 18 gennaio 2000, alla<br />

processione d'ingresso in Basilica e all'Ufficio<br />

Divino ecumenico, erano il<br />

Vescovo Ilkka Kantola di Turku (Chiesa<br />

Evangelica Luterana in Finlandia), il<br />

quale guidava anche la tradizionale delegazione<br />

ecumenica, presente ogni anno<br />

a Roma per la festa di sant'Enrico,<br />

le cui reliquie sono conservate nella<br />

Basilica di Santa Maria sopra Minerva;<br />

il Vice Decano della Chiesa Evangelica<br />

Luterana in Italia, Norbert Deneke;<br />

l'Oberkirchenrat Udo Hahn della Chiesa<br />

Evangelica Luterana Unita di Germania<br />

(VELKD, Hannover). La Chiesa<br />

vetero-cattolica era rappresentata a<br />

San Paolo dall'allora presidente dell'Unione<br />

di Utrecht dei vetero-cattolici,<br />

Arcivescovo Antonius J. Glazemaker, e<br />

dal Professore Jan Visser.<br />

Nell'ambito della Settimana di Pre-<br />

ghiera per l'Unità dei Cristiani ci si è<br />

riferiti esplicitamente alle possibilità di<br />

continuare il dialogo ecumenico con i<br />

vetero-cattolici. Nella Basilica di San<br />

Paolo, durante la celebrazione del 18<br />

gennaio, sono stati anche letti alcuni<br />

brani tratti dalle opere del Pastore<br />

evangelico Dietrich Bonhoeffer, ucciso<br />

in un campo di concentramento, e di<br />

altri testimoni della fede.<br />

Commemorazione<br />

ecumenica<br />

dei testimoni della fede<br />

del secolo XX<br />

Al di là di ogni confine confessionale,<br />

la testimonianza dei cristiani, che<br />

sono morti per la fede, è stata la più<br />

suggestiva spiegazione che potesse essere<br />

data dell'amore di Dio per il mondo<br />

il 7 maggio, al Colosseo, quando il<br />

Santo Padre ha presieduto, insieme ai<br />

rappresentanti delle Chiese e Comunità<br />

ecclesiali, la «Commemorazione dei testimoni<br />

della fede del XX secolo».<br />

Fra le innumerevoli e raccapriccianti<br />

testimonianze delle vittime della violenza,<br />

è stato letto anche un testo sul<br />

Pastore evangelico luterano Paul<br />

Schneider, morto il 18 luglio 1938 nel<br />

campo di concentramento di Buchenwald<br />

a seguito delle torture e degli<br />

esperimenti praticati su di lui dal regime<br />

di terrore nazionalsocialista. Durante<br />

l'Ufficio il Dr. Ishmael Noko, Segretario<br />

Generale della Federazione<br />

Luterana Mondiale, con sede a Ginevra,<br />

ha guidato la delegazione luterana.<br />

Commissione<br />

Internazionale<br />

luterana-cattolica<br />

per l'unità<br />

Sotto l'egida della Federazione Luterana<br />

Mondiale e del Pontificio Consiglio<br />

per la Promozione dell'Unità dei<br />

Cristiani, la commissione teologica di<br />

esperti si è riunita dal 5 al 12 settembre<br />

a Bose, una comunità monastica<br />

ecumenica presso Torino, in Italia, che<br />

ha conferito un carattere particolarmente<br />

spirituale alla riunione, grazie<br />

alla preghiera e all'Ufficio Divino, ai<br />

quali i componenti della commissione<br />

sono stati invitati a partecipare. Fin<br />

dall'inizio lo scopo del dialogo tra luterani<br />

e cattolici è stata l'unità piena e<br />

visibile della Chiesa. Durante la sua<br />

prima fase (1967-1971), esso si è concentrato<br />

sui temi del Vangelo e della<br />

Chiesa. Nella seconda fase (1973-1984)<br />

ha affrontato l'Eucaristia e il Ministero<br />

nella Chiesa. Nella terza fase (1986-<br />

1993) si è occupato di Chiesa e Giustificazione.<br />

Alla fine di ogni fase è stato redatto<br />

un documento di dialogo, che è stato<br />

pubblicato e che è sottoposto ai responsabili<br />

ecclesiali per la sua ricezione.<br />

Il tema centrale dell'attuale quarta<br />

fase è l'Apostolicità della Chiesa. In<br />

Il Cardinale Martini sul cammino ecumenico<br />

Un'invocazione allo Spirito<br />

In apertura della prima settimana di<br />

preghiera per l'unità dei cristiani del<br />

nuovo secolo (18-25 gennaio 2001) il<br />

Cardinale Carlo Maria Martini, Arcivescovo<br />

di Milano, ha rivolto un Messaggio<br />

a tutte le comunità della Diocesi ambrosiana<br />

e a tutte le comunità cristiane<br />

milanesi appartenenti a Chiese di diversa<br />

tradizione confessionale per esprimere<br />

la speranza e l'augurio «che lo Spirito<br />

di comunione e di riconciliazione trovi i<br />

cuori di tutti i battezzati vigili e docili a<br />

lasciarsi permeare dalla sua azione».<br />

«È lo Spirito infatti il vero e grande<br />

protagonista del movimento ecumenico<br />

— scrive il Cardinale Martini — e lo<br />

scopo dell'annuale settimana per l'unità<br />

è proprio quello di aprire i cuori perché<br />

affidino a Dio il cammino verso l'unità<br />

dell'unica Chiesa del Signore e sappiano<br />

innalzare anche oggi la preghiera di Gesù<br />

che invocò: “Come tu, Padre, sei in<br />

me e io in te, siano anch'essi in noi una<br />

cosa sola, perché il mondo creda che tu<br />

mi hai mandato” (Gv 17, 21)».<br />

«In questa preghiera per l'unità —<br />

prosegue — mi unisco a tutti voi, sorelle<br />

e fratelli, che partecipate agli incontri<br />

nelle vostre comunità parrocchiali e alle<br />

celebrazioni ecumeniche proposte dal<br />

Consiglio delle Chiese Cristiane di Milano;<br />

chiedo inoltre a tutte le comunità<br />

parrocchiali di non limitare a questa settimana<br />

l'impegno a favore dell'ecumenismo<br />

e invito le altre Chiese a perseguire<br />

una maggiore reciprocità negli scambi<br />

interconfessionali. La nostra Chiesa Ambrosiana<br />

è disponibile a collaborare alla<br />

diffusione, non solo al proprio interno,<br />

di una sensibilità ecumenica e intende<br />

continuare nella sua azione tesa sia a<br />

qualificare la propria iniziativa pastorale<br />

per la formazione al dialogo e alla cooperazione,<br />

sia a promuovere relazioni<br />

ecumeniche bilaterali e multilaterali».<br />

«Nell'ambito del dialogo multilaterale,<br />

che per l'ecumenismo costituisce una<br />

prospettiva importante anche se non<br />

unica né esclusiva, confermiamo — si<br />

legge nel Messaggio — l'adesione dell'Arcidiocesi<br />

di Milano al cammino del<br />

locale Consiglio delle Chiese, che si è<br />

costituito nel gennaio 1998, e, al termine<br />

del triennio ad experimentum, rinnoviamo<br />

l'accettazione dello statuto per il<br />

quinquennio gennaio 2001-gennaio 2006,<br />

durante il quale il servizio per l'ecumenismo<br />

e il dialogo comunicherà e aggiornerà<br />

le modalità di partecipazione<br />

da parte cattolica. Lo statuto delinea un<br />

organismo che può apparire debole, ma<br />

siamo convinti che nella sua debolezza<br />

si debba scorgere la sua vera forza,<br />

quella che permette al Consiglio di essere<br />

un importante strumento di comunione<br />

tra le Chiese, proprio perché non è<br />

un soggetto che gestisce direttamente<br />

iniziative pastorali, ma si limita a ispirarle<br />

e a proporle affinché le istituzioni<br />

delle Chiese le realizzino con spirito e<br />

metodi ecumenici. Confido che il Consiglio<br />

saprà interrogarsi sulle grandi sfide<br />

che società secolarizzata e pluralismo<br />

religioso pongono al cristianesimo e che<br />

non possono essere affrontate nell'ottica<br />

del particolarismo confessionale: la nostra<br />

Chiesa a Milano è consapevole di<br />

dover continuare il cammino intrapreso<br />

di relazioni e dialogo con le persone e le<br />

organizzazioni di diversa tradizione religiosa».<br />

«Lo Spirito, che invochiamo in questi<br />

giorni di preghiera per l'unità dei cristiani,<br />

aiuti — conclude il Cardinale — tutti<br />

a porre al centro della vita ecclesiale ed<br />

ecumenica delle nostre comunità soltanto<br />

Gesù Cristo “via, verità e vita”, come<br />

opportunamente ci richiama il tema della<br />

settimana di quest'anno: ripartire dal<br />

Dio Unico e Padre di tutti e procedere<br />

nella sequela e nella carità del Signore<br />

Gesù è il più eloquente frutto dello Spirito<br />

che grida «Abbà» nei nostri cuori».<br />

sostanza, la Commissione ha elaborato<br />

nelle sue ricerche storiche e teologiche<br />

un'interpretazione dell'apostolicità della<br />

Chiesa e dell'apostolicità del ministero<br />

ordinato ovvero consacrato secondo<br />

le tradizioni luterana e cattolica. Si<br />

è trattato dell'elaborazione di documenti<br />

di studio da parte di un gruppo<br />

di esperti, che si è riunito a Stoccarda,<br />

la scorsa primavera. La commissione<br />

per il dialogo ha poi prestato attenzione<br />

alla Dottrina della Chiesa e al modo<br />

secondo il quale il Magistero ecclesiale<br />

è applicato nelle diverse Tradizioni.<br />

Ulteriori temi di lavoro sono stati le<br />

Sacre Scritture, la Tradizione e «il<br />

perdurare nella fede».<br />

In tutti i casi si è trattato di esaminare:<br />

a] ciò che le due parti in dialogo<br />

possono dichiarare congiuntamente; b]<br />

dove esiste un accordo di base, anche<br />

se espresso in modo diverso; e c] i<br />

punti sui quali si registra ancora una<br />

divergenza. Ad un anno distanza dalla<br />

ratifica della Dichiarazione Congiunta<br />

sulla dottrina della giustificazione tra<br />

la Federazione Luterana Mondiale e la<br />

Chiesa Cattolica, i partecipanti hanno<br />

reso grazie per questo significativo traguardo<br />

ecumenico. Inoltre hanno esaminato<br />

della situazione attuale delle<br />

relazioni fra Luterani e Cattolici a livello<br />

mondiale.<br />

Consultazioni regolari<br />

fra la Federazione<br />

Luterana Mondiale<br />

e il Pontificio Consiglio<br />

per la Promozione<br />

dell'Unità dei Cristiani<br />

Nuovidocumentiecumenici<br />

Nell'atmosfera intensa dei grandi incontri<br />

ecumenici dell'anno giubilare, si<br />

è svolta a Roma, l'8 e il 9 maggio, l'incontro<br />

denominato Joint Staff Meeting,<br />

convocato regolarmente, una o<br />

due volte l'anno, a livello della direzione<br />

della Federazione Luterana Mondiale<br />

e del Pontificio Consiglio per la Promozione<br />

dell'Unità dei Cristiani. Esso<br />

ha trattato della ricezione della Dichiarazione<br />

Congiunta sulla Dottrina della<br />

Giustificazione.<br />

Accanto all'importante realizzazione<br />

dei risultati raggiunti a livello pastorale<br />

e nelle comunità, l'ordine del giorno<br />

dell'incontro comprendeva l'esame delle<br />

questioni da chiarire nella Dichiarazione<br />

congiunta, quali: la relazione fra<br />

la Parola di Dio e la dottrina ecclesiale,<br />

l'insegnamento della Chiesa, l'autorità<br />

al suo interno, la sua unità, il Ministero<br />

e i Sacramenti, e infine il rapporto<br />

fra giustificazione e etica sociale<br />

(Dichiarazione congiunta sulla dottrina<br />

della giustificazione, 43). Per l'elaborazione<br />

di un programma che deve<br />

dare seguito alla Dichiarazione Congiunta,<br />

la Federazione Luterana Mondiale,<br />

in occasione della riunione del<br />

suo Consiglio (Turku, Finlandia, giugno<br />

2001), ha costituito un suo gruppo<br />

La chiusura del Giubileo a Volterra<br />

zione dei fedeli laici da tutta la diocesi,<br />

con una convinta adesione ai vari momenti<br />

della liturgia, è il corrispettivo che<br />

sostiene il servizio dei consacrati.<br />

Primo luogo d'incontro il Santuario: dopo<br />

l'inno della «Peregrinatio Mariae», cantato<br />

da tutti in omaggio alla Madonna, il<br />

Vescovo ha distribuito ai laici della Valdelsa<br />

e della zona di Volterra un attestato<br />

di frequenza dei corsi triennali, un gesto<br />

di esperti che ha l'intenzione di collaborare<br />

in futuro con il Pontificio Consiglio<br />

per la Promozione dell'Unità dei<br />

Cristiani in vista della realizzazione di<br />

tale follow up.<br />

La Commissione Internazionale di<br />

dialogo, nella fase attuale, la quarta,<br />

sta già affrontando sul piano teologico<br />

le questioni più importanti tra quelle<br />

sopra ricordate. Il documento che la<br />

Commissione elabora attualmente suscita<br />

aspettativa poiché il dialogo cattolico-luterano,<br />

dopo aver chiarito questioni<br />

fondamentali al riguardo della<br />

dottrina della giustificazione, è giunto<br />

ormai ad affrontare i temi centrali,<br />

quali la Chiesa, il Ministero ed i Sacramenti.<br />

Conviene attendere i risultati ai<br />

quali perverrà la Commissione cattolica-luterana<br />

prima di affrontare il problema<br />

dell'ospitalità eucaristica, già<br />

sollevata da parte luterana. A questo<br />

proposito è importante fare adesso ciò<br />

che è possibile fare insieme, e non pretendere<br />

dall'altro passi che esso non è<br />

ancora in grado di fare.<br />

All'inizio di settembre, ad Hannover,<br />

il gruppo di lavoro bilaterale della<br />

Conferenza Episcopale Tedesca e della<br />

Chiesa Evangelica Luterana Unita di<br />

Germania (VELKD) ha presentato un<br />

ulteriore documento di dialogo: Communio<br />

Sanctorum. Die Kirche als Gemeinschaft<br />

der Heiligen. (Communio<br />

Sanctorum. La Chiesa: Comunità di<br />

Santi). Il testo, che è il risultato di un<br />

processo consultivo bilaterale a livello<br />

nazionale, ha analizzato gli accordi<br />

ecumenici fino ad ora raggiunti, orientandosi<br />

al superamento di riserve e<br />

ostacoli, fra i quali la questione dell'essenza<br />

della Chiesa, del suo Ministero e<br />

in particolare del Ministero del Vescovo<br />

di Roma.<br />

Oltre a questi argomenti, il gruppo<br />

di lavoro in Germania ha trattato della<br />

venerazione dei santi e di Maria, e dell'escatologia.<br />

In modo sistematico, il<br />

testo riconosce che l'unità da perseguire<br />

nella fede non è uniformità, ma una<br />

molteplicità differenziata, nella quale<br />

le differenze che permangono non<br />

hanno più forza divisiva della Chiesa.<br />

Anche in questo caso, come nella Dichiarazione<br />

Congiunta, si è ricercato<br />

un «consenso differenziato». Il documento<br />

Communio Sanctorum è un segno<br />

di speranza nell'anno giubilare.<br />

Esso ha dato un impulso importante<br />

all'ecumenismo, che alcuni definiscono<br />

a volte «stagnante», e si avvia ad essere<br />

progressivamente recepito a livello<br />

delle autorità ecclesiali e dei fedeli.<br />

Le parole del Santo Padre in occasione<br />

degli eventi ecumenici più importanti<br />

dell'anno giubilare vanno riaffermate<br />

con forza anche per le relazioni<br />

cattoliche-luterane: «Ogni anno giubilare<br />

è come un invito ad una festa<br />

nuziale. Accorriamo tutti, dalle diverse<br />

Chiese e Comunità ecclesiali sparse<br />

per il mondo, verso la festa che si prepara;<br />

portiamo con noi ciò che già ci<br />

unisce e lo sguardo puntato solo su<br />

Cristo ci consenta di crescere nell'unità<br />

che è frutto dello Spirito».<br />

di stima e di coinvolgimento nella vita pastorale.<br />

Al canto delle Litanie dei Santi si<br />

è mossa una lunga processione verso la<br />

Cattedrale: spiccavano labari e monture di<br />

fratelli e sorelle delle Misericordie e dei<br />

gruppi donatori sangue «Fratres», con i<br />

responsabili della Consulta diocesana,<br />

iscritti dell'Azione Cattolica, delle Acli,<br />

dell'Unitalsi e di altri gruppi.<br />

Piazza San Giovanni, con la sosta da-<br />

vanti alla porta della Cattedrale, si è<br />

riempita: intonando l'inno a Cristo, il Vescovo,<br />

il clero e i fedeli sono entrati nel<br />

tempio per la Celebrazione Eucaristica. È<br />

da segnalare la memoria dei doni spirituali<br />

del Giubileo in diocesi presentata da<br />

un sacerdote, una suora, una coppia di<br />

sposi, una volontaria della Caritas, un<br />

rappresentante del Comitato per il debito,<br />

una catechista, una ragazza e la proposta<br />

pastorale alla diocesi da un giovane.<br />

UGO BOCELLI<br />

L'ardente invocazione<br />

di san Vincenzo Pallotti<br />

«ut unum sint»<br />

Nel quadro della settimana di preghiera<br />

per l'unità dei cristiani, emerge come<br />

particolare riferimento, la celebrazione<br />

liturgica di san Vincenzo Pallotti, Fondatore<br />

dei Missionari Pallottini e di tutta<br />

l'Unione dell'Apostolato Cattolico. I vari<br />

istituti, comunità e gruppi e tutti gli<br />

aderenti alla spiritualità di questo santo<br />

dal respiro universale, invocano da Dio<br />

Padre, sulle orme del loro Fondatore il<br />

dono dell'unità e della pace.<br />

Sul filone della storia dei santi ognuno<br />

può trovare esempi luminosi in ogni<br />

secolo e in ogni età. Questo significa<br />

che nella vita della Chiesa non è mai<br />

mancata questa preghiera incessante a<br />

Dio Padre nello Spirito per mezzo di Gesù:<br />

«Nella irradiazione che emana dal<br />

patrimonio dei santi, appartenenti a tutte<br />

le comunità, il dialogo della conversione,<br />

verso l'unità piena e visibile appare<br />

allora sotto una luce di speranza» (Ut<br />

unum sint, 85). Pieno di speranza per<br />

l'unità dei cristiani fu anche san Vincenzo<br />

Pallotti che, con la preghiera, con l'apostolato<br />

e con la vita, si impegnò a<br />

rendere possibile la via della unità non<br />

solo tra i cattolici e tra i cristiani ma anche<br />

di tutto il genere umano. Una prova<br />

di quanto egli credesse a questo progetto<br />

ci viene non solo dai suoi scritti e dalla<br />

sua opera dell'apostolato cattolico,<br />

ma anche dalla sua vita. Quando il 22<br />

gennaio 1850 morì, Papa Pio IX non era<br />

a Roma, sappiamo che in quel periodo<br />

la situazione non era facile.<br />

La causa immediata della sua morte<br />

fu attribuita ad un suo gesto di carità,<br />

ma a Roma si sapeva, e si disse, che essa<br />

era avvenuta perché egli si era offerto<br />

vittima di espiazione per la sua Roma<br />

e per l'intera Chiesa.<br />

Questo santo, che visse nella prima<br />

metà dell'800, vede il fluire della storia<br />

umana alla luce della azione provvidenziale<br />

di Dio e distingue l'evento della<br />

creazione, l'evento della redenzione e<br />

l'evento della unità universale. La storia<br />

antica egli la vede proiettata verso la<br />

realizzazione messianica: è la storia della<br />

promessa della redenzione. L'incarnazione<br />

del Figlio di Dio di cui abbiamo<br />

celebrato il bimillenario, è la realizzazione<br />

di questa promessa. Ma se Cristo Gesù<br />

è il termine di questa promessa è anche<br />

il punto di partenza per una nuova<br />

storia. Nella luce di Cristo si apre la<br />

prospettiva di una storia tutta nuova.<br />

Dentro la comunità umana è presente<br />

Cristo che cammina accanto ad ogni uomo<br />

e conduce l'umanità verso l'unità<br />

universale. Vincenzo Pallotti vede questa<br />

storia umana proiettata verso l'unità<br />

universale di tutti gli uomini. Questo<br />

processo viene aperto dalla missione di<br />

Cristo e viene continuamente attuato<br />

dalla missione della Chiesa in tutti i suoi<br />

componenti: radunare e riunire i dispersi<br />

e formare un popolo solo nella unità<br />

della sola fede in Cristo Gesù.<br />

San Vincenzo Pallotti scrive: Gesù<br />

Cristo ha predetto che verrà un tempo<br />

in cui vi sarà un solo ovile e un solo<br />

pastore in tutto il mondo (OOCC, IV,<br />

168).<br />

Il brano del Vangelo di Giovanni (10,<br />

16) è il leit-motiv della sua preghiera e<br />

del suo apostolato. Ciò premesso, il santo<br />

stabilisce un paragone tra l'evento<br />

della incarnazione e l'evento della unità<br />

universale. Quanto all'evento della incarnazione<br />

così scrive: «Nei decreti della increata<br />

sapienza era stabilito che, per le<br />

opere buone, le preghiere e i desideri<br />

dei giusti, sarebbe venuto il futuro riparatore<br />

Gesù Cristo, e venne» (OOCC, IV,<br />

169). Secondo la concezione di questo<br />

santo tutta la storia della salvezza dell'antico<br />

testamento è orientata verso<br />

questo evento messianico ed in cui è inserita<br />

la cooperazione dei giusti.<br />

Quanto invece alla unità universale<br />

san Vincenzo avanza questa ipotesi:<br />

«Ora chi sarà così ardito di credere che<br />

non possa essere stato decretato altrettanto<br />

riguardo a quel momento in cui si<br />

vedrà tutto il mondo ridotto ad essere<br />

un solo ovile guidato da un solo pastore?»<br />

(OOCC, IV, 169).<br />

Pallotti fonda la sua affermazione sulla<br />

parola stessa di Gesù Cristo: ascolteranno<br />

e diverranno, che rivelano il disegno<br />

del Padre manifestato da Cristo. La<br />

Parola di Cristo è efficace, ed è da questa<br />

efficacia che nasce la certezza della<br />

unità universale di tutto il genere umano;<br />

termine questo che va oltre l'orizzonte<br />

dei fratelli separati. Pallotti si immerge<br />

nella contemplazione del disegno<br />

di Dio e la interpreta alla luce di questi<br />

grandi eventi verso cui si muove la storia<br />

universale.<br />

Tra tante lacerazioni e divisioni ancora<br />

una volta i santi di tutti i tempi ci<br />

chiamano alla speranza che l'unità dei<br />

cristiani è possibile. San Vincenzo però<br />

non si ferma alla contemplazione del<br />

mistero, ma agisce con una preghiera<br />

continua perché si faccia al più presto<br />

un solo ovile e un solo pastore. E quando<br />

non ha altro da fare, egli dice nella<br />

sua preghiera alla Regina degli Apostoli,<br />

non cesserà di pregare che vi sia un solo<br />

ovile e un solo pastore.<br />

Un altro brano che ricorre spesso nei<br />

suoi scritti è il capitolo 17, 22 di san<br />

Giovanni: ut unum sint. Egli lo ritiene<br />

talmente importante che ebbe a scrivere<br />

queste parole: «Prego il mio confessore<br />

o chi per esso mi farà la carità di assistermi<br />

che mi legga il capitolo 17 di<br />

san Giovanni che contiene la orazione<br />

del divin Redentore...» (OOCC, X, 403).<br />

Non è esagerato dire, con il Faller, che<br />

san Vincenzo è l'uomo fatto preghiera.<br />

Lo spessore spirituale di questo santo<br />

non poteva non tradursi in un progetto<br />

operativo di apostolato universale chiamando<br />

alla collaborazione non solo i sacerdoti<br />

e religiosi ma anche i laici di<br />

ogni grado sesso e condizione sociale.<br />

Paolo VI disse di lui «che ha fatto quel<br />

ponte fra clero e laicato che è una delle<br />

vie più percorse della spiritualità moderna».<br />

ANTONINO CELONA<br />

Un significativo volume di Tecle Vetrali edito dal Centro «Don Bosco» di Gatchina, vicino a San Pietroburgo<br />

Dialogo sull'esperienza dei santi tra i francescani e gli ortodossi russi<br />

GINO CONCETTI<br />

Dai documenti storici non risulta che<br />

san Francesco d'Assisi abbia inviato i<br />

suoi frati o le sue «sorelle», le «Povere<br />

Dame di san Damiano», in Russia. Risulta<br />

però che sia gli uni che le altre si<br />

spinsero verso i Paesi dell'Europa Orientale,<br />

in tempi successivi.<br />

Vivente ancora santa Chiara una lettera<br />

di questa fu scritta a sant'Agnese di<br />

Praga. Ma anche i frati del primo Ordine<br />

intrapresero una vasta opera di evangelizzazione<br />

verso quell'area, costituendo<br />

grandi comunità, come in Ungheria<br />

e in Ucraina.<br />

San Francesco aveva disegnato per i<br />

suoi frati il progetto missionario tra gli<br />

«infedeli» ossia tra i non cristiani. Si<br />

spiega perciò la priorità accordata ai<br />

frati che raggiunsero il Marocco e poi il<br />

Medio Oriente.<br />

La presenza<br />

dei Frati Minori<br />

in Russia<br />

Nell'Est europeo i francescani operarono<br />

sempre con grande discrezione, rispettosi<br />

della Chiesa ortodossa, delle sue<br />

tradizioni religiose e liturgiche. Gli eventi<br />

militari e politici interruppero, purtroppo,<br />

il flusso di comunicazioni e di<br />

persone. Ma con la riconquistata libertà<br />

da parte dei popoli d'Oriente furono riprese<br />

le relazioni di carattere religioso e<br />

intensificato il dialogo.<br />

Attualmente in Russia i Frati Minori<br />

vivono a San Pietroburgo, a Smolensk e<br />

a Novosibirsk.<br />

San Francesco rappresenta un Santo<br />

emblematico sia per le Chiese di Occidente<br />

che per quelle di Oriente. I francescani<br />

si sono fatti promotori di iniziative<br />

singolari, come le edizioni della Bib-<br />

bia e di opere di teologi e mistici francescani.<br />

Il dialogo è stato intensificato alla fine<br />

degli anni Novanta del secolo Ventesimo.<br />

Promotori furono i vertici dell'Ordine<br />

che hanno instaurato un canale privilegiato<br />

con le autorità della Chiesa Ortodossa<br />

Russa, precisamente con il Patriarcato<br />

di Mosca.<br />

Un esponente di questo intensificato<br />

dialogo è Tecle Vetrali, della Cattedra di<br />

teologia e spiritualità ecumenica di Venezia-Roma,<br />

curatore dell'opera collettiva<br />

Molteplici esperienze dell'unico Vangelo,<br />

Uno il Signore, edito dalla Tipografia<br />

del Centro Salesiano «Don Bosco»,<br />

Catchina 1999, con testi in italiano e in<br />

russo.<br />

Ci è caro ricordare che fondatore e<br />

direttore di quel Centro è stato Mario<br />

Gottardello, della famiglia salesiana, per<br />

molti anni direttore tecnico della Tipografia<br />

dell'Osservatore Romano, morto<br />

prematuramente.<br />

Un rapporto<br />

fraterno<br />

«Nello spirito di san Francesco —<br />

scrive Vetrali — non c'è spazio solo per<br />

rapporti di carattere fraterno. Nessuna<br />

meraviglia, quindi, che nella Chiesa russa<br />

si sia subito riconosciuta una Chiesa<br />

sorella. È nato, così, un fraterno rapporto<br />

tra i figli di san Francesco e i figli di<br />

san Sergio».<br />

Il dialogo su santi e tra fratelli della<br />

stessa fede e dello stesso battesimo è<br />

stato fecondo. Sono caduti i pregiudizi,<br />

gli steccati ideologici. Analizzando la vita,<br />

le virtù, la santità di alcuni giganti<br />

delle due realtà religiose è emerso subito<br />

il comune denominatore che per entrambe<br />

è il Vangelo.<br />

Il dialogo è stato costruito e consolidato<br />

su quel messaggio donato da Cristo<br />

a tutti i discepoli che credono in lui e<br />

accettano la fede e la verità da lui proclamata.<br />

«Questo rapporto fraterno — sottolinea<br />

Vetrali — ha portato a scoprire<br />

molte affinità tra la spiritualità ortodossa<br />

e quella francescana. Non si tratta —<br />

spiega Vetrali — di corrispondenze riconducibili<br />

a campo psicologico o culturale.<br />

La comunione è profonda, e tocca<br />

le stesse radici dell'esistenza: nasce dall'esperienza<br />

dell'unico Spirito Santo, che<br />

ci introduce nella comunione con l'unico<br />

Cristo e con l'unico Padre, illuminandoci<br />

con l'unico Vangelo».<br />

Un progetto realizzato<br />

con passione e con amore<br />

Il progetto, sorgente di dialogo, realizzato<br />

con passione e amore fraterno sulla<br />

misura dello stesso amore di Cristo per<br />

noi e fondato sull'unico Spirito e sull'unico<br />

Signore della gloria e della Chiesa,<br />

induce conseguentemente a scoprire e a<br />

ricercare l'unica e identica verità nell'unità,<br />

nella comunione.<br />

Ci si allontanerebbe da questa fonte,<br />

si tradirebbe la volontà del Signore, si<br />

altererebbe la sua dottrina, se si presumesse<br />

trarre insegnamenti e istituzioni<br />

antitetiche sia alla sostanza della dottrina<br />

sia alle forme istituzionalizzate e storicizzate.<br />

Vetrali lo riconosce con chiarezza: «Ci<br />

si è accorti che una vera comunione e<br />

unità si realizza nella condivisione delle<br />

proprie esperienze spirituali. Alla luce di<br />

questa esperienza, le nostre divisioni appaiono<br />

subito contraddittorie e senza<br />

senso: come possiamo continuare a vivere<br />

divisi mentre i nostri santi vivono e<br />

cantano unanimi nel cielo il dono della<br />

vita divina che Dio a tutti ha donato?».<br />

La via dell'unità basata sulla santità<br />

comune, universale risulta dunque la<br />

più immediata e la più efficace. Vetrali<br />

lo comprova in questa pubblicazione in<br />

cui figurano grandi santi della Chiesa ortodossa<br />

e della Chiesa cattolica.<br />

L'elenco comprende: san Sergio di<br />

Radomoz, san Serafim di Sarov, santa<br />

Elisabetta, granduchessa, suora e martire,<br />

san Nicola di Mira nella venerazione<br />

sia dei cristiani d'Oriente che di<br />

quelli di Occidente, san Francesco d'Assisi,<br />

sant'Antonio di Padova, santa Chiara<br />

d'Assisi.<br />

Una «galleria»<br />

di alto valore pedagogico<br />

e religioso<br />

In tutto, i santi e le sante sono sette,<br />

ma i profili sono otto, per l'evidente ragione<br />

della venerazione tributata a san<br />

Nicola di Mira dalle due Chiese.<br />

Per ciascun soggetto si forniscono i<br />

dati essenziali della vita, le prerogative<br />

della spiritualità e l'influsso sul popolo.<br />

Nell'insieme i profili costituiscono una<br />

«galleria» ecumenica di alto valore pedagogico<br />

e religioso.<br />

I cristiani di Occidente conosceranno<br />

meglio alcune figure di santi della Chiesa<br />

ortodossa e i cristiani di Oriente<br />

avranno modo di conoscere e apprezzare<br />

alcune grandi figure della Chiesa cattolica.<br />

Lo scopo della pubblicazione è dichiarato<br />

esplicitamente da Vetrali, un francescano<br />

sulla frontiera dell'ecumenismo<br />

e del dialogo interreligioso con l'Oriente<br />

ortodosso: «Noi vogliamo aiutarci a conoscerci<br />

nelle stesse radici e nei nostri<br />

testimoni più genuini. Sono testimonianze<br />

molteplici dell'unico Vangelo».<br />

Il fatto che il testo sia bilingue — russo<br />

e italiano — sta a significare che nel<br />

proposito del progetto francescano vi è<br />

non solo sincerità e parità di mezzi, ma<br />

decisa volontà a consolidare la comunione<br />

e l'unità.


.<br />

PAGINA<br />

6 .<br />

MONS. DOMENICO UMBERTO D'AMBROSIO, ARCIVESCOVO DI FOGGIA-BOVINO<br />

La coscienza di essere<br />

Chiesa in cammino<br />

La coscienza di essere Chiesa in cammino,<br />

in esodo non è un complesso d'inferiorità<br />

che mortifichi lo slancio dei discepoli<br />

di Cristo.<br />

La Chiesa sin dalle origini lo sa, anche<br />

se tende con il dinamismo dello Spirito<br />

a crescere e a espandersi. La forza<br />

non è data dalla «quantità» ma dalla<br />

«qualità» e dalla disponibilità a realizzare<br />

il progetto di Dio nella storia della<br />

salvezza.<br />

Lo sostiene con vigore Mons. Domenico<br />

D'Ambrosio, Vescovo di Foggia, in<br />

un intervento che ha concluso l'anno<br />

giubilare e ha schiuso un nuovo anno<br />

pastorale caratterizzato dal convegno<br />

diocesano e dal piano pastorale per i<br />

prossimi anni.<br />

Il «ringiovanimento»<br />

della fede<br />

L'obiettivo prioritario — ha detto<br />

Mons. D'Ambrosio — è stato «il ringiovanimento<br />

della fede e della testimonianza<br />

dei cristiani». Un obiettivo non<br />

lontano o irrealizzabile. I cristiani operano<br />

con Cristo e nella Chiesa.<br />

La fede si ringiovanisce con la preghiera,<br />

la partecipazione all'Eucaristia,<br />

la realizzazione delle opere. La testimonianza<br />

è invece il segno evidente della<br />

coerenza, della trasparenza tra quello<br />

che si proclama con le labbra e quello<br />

che si conferma con le opere.<br />

A considerare gli avvenimenti quotidiani<br />

si resta sorpresi. «Ci guardiamo attorno<br />

— rileva il Vescovo — e ci accorgiamo<br />

sempre più che nelle nostre chiese<br />

abbastanza affollate nei giorni di festa<br />

ma in qualche modo anche nella presenza<br />

significativamente apprezzabile alle<br />

proposte e iniziative di partecipazione,<br />

non fa da verifica evidente e confermante,<br />

la qualità e lo stile della presenza dei<br />

cristiani nell'animazione delle realtà<br />

temporali.<br />

«La fede e la testimonianza molto<br />

spesso perdono il loro smalto e si annacquano<br />

vistosamente nel risucchio della<br />

mentalità e della cultura imperante (superficiale,<br />

accomodante, realativista se<br />

non talvolta agnostica)».<br />

L'imperativo urgente, indifferibile è il<br />

mandato missionario che è permanente<br />

nella Chiesa e coinvolge tutti i cristiani.<br />

Non si può ammainare il Vangelo né riporlo<br />

in uno scrigno, anche se nobile.<br />

Obbedienza<br />

alla Parola di Dio<br />

Non si può neppure intimizzare la fede.<br />

Mons. D'Ambrosio è tassativo: «La<br />

fede in Cristo Gesù e l'attenta obbedienza<br />

al suo mandato di andare nel mondo<br />

e annunziare il Vangelo della salvezza ci<br />

impegnano nella riscoperta di una missionarietà<br />

che ora è un po' fuori e ai<br />

margini della nostra vita ecclesiale lasciata<br />

all'inventiva dei singoli che ne avvertono<br />

l'urgenza e la non dilazionabilità,<br />

ma non ancora scelta prioritaria ed<br />

essenziale del nostro programma di<br />

evangelizzazione».<br />

Mons. D'Ambrosio stabilisce delle<br />

priorità che devono essere tradotte in<br />

termini operativi in questo inizio di millennio.<br />

«Siamo chiamati — afferma — a intercettare<br />

la situazione attuale che ci<br />

trova in posizione di minoranza, come<br />

in uno stato di purificazione. Non siamo<br />

però fuori o estranei ai dinamismi della<br />

storia e dell'esistenza; non siamo contro<br />

in un atteggiamento di rifiuto pregiudiziale;<br />

non ci sentiamo sequestrati, prigionieri<br />

del contesto e come rinunciatari,<br />

quasi privi di fiducia nel dono ricevu-<br />

to dal Signore o senza il coraggio nella<br />

forza trasformatrice del Vangelo».<br />

Il cristiano è consapevole, dunque, di<br />

continuare la battaglia per la verità, disposto<br />

a usare solo e tutti i mezzi del<br />

Vangelo.<br />

Ma l'arma vincente è la fede omologata<br />

dalla coerenza di vita. Specifica<br />

Mons. D'Ambrosio: «Questa fede, rinvigorita<br />

e questa testimonianza resa credibile<br />

da gesti e segni concreti devono essere<br />

in grado di “suscitare in ogni fedele<br />

un vero anelito alla santità, un desiderio<br />

di forte conversione e di rinnovamento<br />

personale”».<br />

Il cristiano è pure colui che testimonia<br />

la speranza che proietta oltre l'orizzonte<br />

fisico e storico. La speranza, nella<br />

lotta, è ancora di sicurezza.<br />

La speranza si oppone alla paura, ai<br />

calcoli egoistici e utilitaristici. Animati<br />

dalla speranza i cristiani vivono l'oggi<br />

nel Signore e con il Signore che ha annunciato<br />

e attualizzato un regno di pace<br />

e di gioia eterna.<br />

«La certezza del regno — afferma<br />

Mons. D'Ambrosio — ci coinvolge nella<br />

quotidiana fatica di una realtà e di una<br />

storia da trasformare. Non ci perseguita<br />

l'ineluttabilità del fato; siamo costantemente<br />

liberati dalle catene delle nostre<br />

paure e condotti agli spazi della libertà,<br />

dell'amore di Dio.<br />

La speranza viene a noi da una visione<br />

di futuro che lasci spazio alla potenza<br />

di Dio e alla forza costruttiva delle<br />

beatitudini evangeliche, non da un ripiegamento<br />

ossessivo e analitico sui nostri<br />

mali».<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Mercoledì 24 Gennaio 2001<br />

Le Lettere pastorali<br />

dei Vescovi italiani<br />

Il distintivo del cristiano è l'amore<br />

nella sua duplice dimensione verticale e<br />

orizzontale. Amare Dio secondo il criterio<br />

della totalità e della radicalità.<br />

Amare il fratello con lo stesso amore<br />

con cui Cristo ci ha amati e ci ama.<br />

Nella dimensione sociale l'amore si dispiega<br />

verso i fratelli bisognosi di lavoro,<br />

di casa, di condivisione. I privilegiati<br />

del nostro amore sono gli ultimi, i più<br />

indigenti e i più derelitti.<br />

Singoli e l'intera comunità diocesana<br />

devono essere i primi nel rendere ai fratelli<br />

e alle sorelle il debito della carità,<br />

della condivisione.<br />

È il momento della evangelizzazione<br />

più intensa che è pure la più urgente.<br />

L'imperativo di Cristo di annunciare il<br />

Vangelo coinvolge tutti i battezzati.<br />

Nel segno<br />

della grazia giubilare<br />

Scrive il Vescovo: «Non possiamo tollerare<br />

ritardi e rimandi nell'annunzio del<br />

Vangelo agli uomini di buona volontà.<br />

Non possiamo saziarci alle sorgenti della<br />

salvezza in pochi pur sapendo che la redenzione<br />

di Cristo e la grazia di una salvezza<br />

piena e definitiva sono per l'uomo<br />

e per ogni uomo che in Cristo Gesù è<br />

stato cercato da Dio di cui è immagine<br />

e particolare proprietà».<br />

La Chiesa ha un traguardo immediato:<br />

il convegno diocesano e il piano pastorale.<br />

Saranno risposte — conclude<br />

Mons. D'Ambrosio — che «la nostra<br />

Chiesa vorrà dare al dono gratuito della<br />

grazia giubilare e al rinnovato compito<br />

missionario da essa scaturito».<br />

MONS. GENNARO PASCARELLA, VESCOVO DI ARIANO IRPINO-LACEDONIA<br />

Impegno di catechesi<br />

e pastorale vocazionale<br />

Sullo slancio suscitato dal Giubileo del<br />

2000, intensamente celebrato e dinamicamente<br />

partecipato in diocesi, il Vescovo<br />

Gennaro Pascarella propone il nuovo<br />

piano pastorale con priorità che devono<br />

orientare lo svolgersi della Chiesa di<br />

Ariano Irpino-Lacedonia nei primi anni<br />

del terzo millennio.<br />

Contro la tendenza secolarizzante<br />

Mons. Pascarella propone la riscoperta<br />

della mistagogia. «È in questa prospettiva<br />

— afferma il Vescovo — che bisogna<br />

ancora insistere sulla formazione e soprattutto<br />

sulla formazione all'ecclesiologia<br />

di comunione». La diocesi ha vissuto<br />

dei momenti di grande fervore religioso,<br />

ha intrapreso pellegrinaggi a Roma, in<br />

Terra Santa e a Montevergine. «Ma —<br />

si chiede il Vescovo — perché invece solo<br />

pochi hanno accolto l'invito a partecipare<br />

alle catechesi proposte durante<br />

l'anno o durante il Congresso eucaristico<br />

diocesano?<br />

«Certamente — rileva Mons. Pascarella<br />

— è più impegnativo ed esigente la<br />

partecipazione ad una catechesi; ma bisogna<br />

lasciarsi interrogare se esse non<br />

siano troppo fredde, intellettualistiche,<br />

staccate dalla vita, per cui non hanno<br />

presa sulla gente».<br />

In diocesi sono stati costituiti gli organismi<br />

di partecipazione nei vari settori<br />

come è previsto dalle norme canoniche<br />

e dal Concilio Vaticano II. Mons. Pascarella<br />

rileva che tali realtà sono «assolutamente<br />

necessarie perché l'ecclesiologia<br />

di comunione non rimanga a livello teorico,<br />

ma sia, con tutte le difficoltà delle<br />

cose umane, carne e sangue del popolo<br />

di Dio». Per il loro efficace funziona-<br />

«La Pesca miracolosa», opera di Raffaello, conservata nella Pinacoteca dei Musei Vaticani<br />

mento si richiedono persone qualificate,<br />

competenti, spiritualmente formate,<br />

consapevoli del loro ruolo e delle esigenze<br />

dei principi dell'ecclesiologia di comunione.<br />

Un'altra priorità è data dalla pastorale<br />

vocazionale. È un dovere imprescindibile<br />

promuovere le vocazioni, formarle, in<br />

particolare quelle che sono destinate al<br />

sacerdozio. Mons. Pascarella insiste:<br />

«C'è da crescere nella consapevolezza<br />

che essa non è un elemento secondario<br />

o accessorio, né un momento isolato o<br />

settoriale, quasi una semplice parte, per<br />

quanto rilevante, della pastorale globale<br />

della Chiesa: è piuttosto un'attività intimamente<br />

inserita nella pastorale generale<br />

di ogni chiesa, una dimensione connaturale<br />

ed essenziale della pastorale<br />

della Chiesa, ossia della sua vita e della<br />

sua missione».<br />

Mons. Pascarella ribadisce con forza<br />

l'impegno personale e diretto, chiedendo<br />

che venga superato il rischio della delega.<br />

«Tutti siamo responsabili delle vocazioni<br />

e di quelle sacerdotali in particolare»<br />

— ripete il Vescovo — che aggiunge:<br />

«Va preso sempre più sul serio —<br />

come singoli e come comunità ecclesiali<br />

— l'invito pressante del Signore: “Pregate<br />

il padrone della messe perché mandi<br />

operai nella sua messe”».<br />

Un'altra priorità è quella di aiutare e<br />

sollecitare i laici a scoprire la loro specifica<br />

vocazione e dar loro la possibilità di<br />

attuarla.<br />

Questo esige anzitutto di far sì che<br />

tramonti la «mentalità clericale», una<br />

mentalità che concentra nelle mani del<br />

prete il ruolo attivo nella Chiesa e fa dei<br />

laici dei semplici esecutori, rendendo<br />

concreta, ancora una volta, l'ecclesiologia<br />

di comunione. È in questa ottica che<br />

va vista la vocazione e la missione dei<br />

laici nella Chiesa e nel mondo.<br />

Nella Chiesa-comunione gli stati sono<br />

collegati tra loro e ordinati l'uno all'altro.<br />

«Laici, presbiteri, religiosi e religiose,<br />

tutti sono chiamati a vivere l'eguale<br />

dignità cristiana e la vocazione alla santità<br />

che consiste nella perfezione della<br />

carità; ma diversi e complementari sono<br />

i modi».<br />

La modalità specifica (anche se non<br />

esclusiva) dei laici è d'incarnare il mistero<br />

nella storia. È proprio compito specifico<br />

loro mostrare che la Chiesa è chiamata,<br />

in forza della sua stessa missione<br />

evangelizzatrice, a servire l'uomo. In<br />

concreto — spiega Mons. Pascarella —<br />

«sono chiamati ad annunciare e incarnare<br />

la forza “umanizzante” del Vangelo,<br />

sviluppando e traducendo in operatività<br />

storica la “cultura della solidarietà”».<br />

Il Vescovo si domanda se invece i laici,<br />

certi laici, non si stiano chiudendo<br />

solo nei servizi intraecclesiali (catechisti,<br />

animatori di liturgia, carità) ritirandosi<br />

sempre più dal sociale e dal politico.<br />

Con una serie di domande sul tipo «esame<br />

di coscienza» il Vescovo sollecita a<br />

interrogarsi sui vari settori pubblici e a<br />

dare risposte concrete in termini operativi.<br />

Sono chiamati in causa anche i preti<br />

per accrescere il rispetto, la comprensione<br />

e la fiducia nei confronti dei laici.<br />

«Tutto — afferma Mons. Pascarella —<br />

rimane lettera morta se — insieme alla<br />

formazione — non arriviamo a rendere<br />

operanti i luoghi di dialogo, di confronto<br />

e di comunione, in cui anche i laici<br />

possono esprimere secondo la loro dignità<br />

ed identità gli organismi di partecipazione».<br />

Il richiamo forte è per la evangelizzazione,<br />

grazia e vocazione della Chiesa<br />

sia universale che particolare. «E nella<br />

Chiesa — scrive il Vescovo — tutti, in<br />

forza del battesimo, devono sentirsi corresponsabili<br />

della missione e la testimonianza<br />

della vita cristiana è la prima e<br />

insostituibile forma della missione».<br />

Pastore, guida della diocesi è il Vescovo.<br />

Perciò — aggiunge Mons. Pascarella<br />

— «tutti, sotto la guida del Vescovo, sacerdoti,<br />

religiosi e religiose, laici, parrocchie<br />

e movimenti, famiglie e giovani,<br />

vivendo la comunione dobbiamo sentirci<br />

“missionari”, coscienti che la comunione<br />

rappresenta la sorgente e insieme il frutto<br />

della missione; la comunione è missionarietà<br />

e la missione è per la comunione».<br />

Il cammino cristiano, l'impegno missionario,<br />

il coinvolgimento nell'edificazione<br />

della Chiesa comportano la «Parresia<br />

evangelica» ossia la coraggiosa fierezza<br />

di appartenere a Cristo e la «differenza<br />

evangelica», ossia il non conformarsi<br />

alla mentalità dominante, il saper<br />

discernere e denunciare «i germi di morte»<br />

seminati nel nostro tempo.<br />

Due sono le armi vincenti: la Parola<br />

di Dio e la partecipazione ai sacramenti,<br />

in particolare all'Eucaristia. Il luogo privilegiato<br />

per ascoltare la Parola di Dio è<br />

la liturgia, in modo del tutto privilegiato<br />

la liturgia eucaristica. Parola di Dio ed<br />

Eucaristia sono strettamente collegate.<br />

«Non potrà esserci uno scatto di maturità<br />

nelle nostre comunità, se la Parola e<br />

l'Eucaristia non sono il centro della nostra<br />

vita. È nostra responsabilità non lasciar<br />

passare le grazie che il Signore ci<br />

ha dato con il Congresso eucaristico diocesano<br />

del settembre scorso. Non si potrà<br />

inoltre mai separare dalla Parola di<br />

Dio e dall'impegno etico della giustizia e<br />

della carità». Parola, Eucaristia e testimonianza:<br />

ecco il trinomio su cui deve<br />

basarsi l'azione del cristiano nel terzo<br />

millennio.<br />

MONS. GIANCARLO MARIA BREGANTINI, VESCOVO DI LOCRI-GERACE<br />

L'eredità dell'Anno Santo, patrimonio da valorizzare per il bene dell'intera comunità<br />

L'eredità del Giubileo è un patrimonio di valori<br />

che è entrato, a pieno titolo, nella realtà della<br />

diocesi di Locri-Gerace. Un patrimonio da conservare<br />

non in uno scrigno o in una pinacoteca.<br />

Come il seme del Vangelo deve crescere, svilupparsi,<br />

continuare a produrre frutti spirituali perché<br />

la porzione della Chiesa che è in Calabria<br />

partecipi ai benefici della Chiesa universale e simultaneamente<br />

alla sua missione di salvezza.<br />

Per queste finalità il Vescovo Giancarlo Bregantini<br />

ne ha fatto oggetto di una lettera pastorale<br />

alla diocesi che ha il timbro di un «manifesto»<br />

programmatico per il primo decennio del nuovo<br />

millennio. «Il Giubileo — scrive il Presule — ci<br />

ha ringiovaniti tutti, dietro un Papa dal passo<br />

lento ma giovane nel cuore. Abbiamo gustato la<br />

gioia “dell'appartenenza” a questa Chiesa. Abbiamo<br />

sentito dentro di noi, tra le nostre case, la<br />

bellezza delle vette».<br />

La santità non è una meta irraggiungibile. Tutti<br />

siamo chiamati a praticarla, a viverla, a testimoniarla.<br />

Ciascuno nel proprio ambito, nella<br />

propria individualità, nella propria condizione. È<br />

uno sviluppo consequenziale del nostro Battesimo,<br />

della nostra Cresima, della partecipazione<br />

assidua e costante all'Eucaristia. «Stiamo vedendo<br />

realmente — afferma Mons. Bregantini —<br />

che la santità fiorisce anche nelle nostre povere<br />

contrade, nei nostri umili luoghi di vita e di lavoro.<br />

Tante figure, anche recentissime, testimonia-<br />

no questa immolazione alla volontà di Dio,<br />

questo dedicarsi tutto ed eroicamente al suo regno!».<br />

In diocesi permangono tradizioni che non sempre<br />

coincidono con l'autenticità del Vangelo e lo<br />

spirito della liturgia. Mons. Bregantini denuncia<br />

che «alcuni gesti risentono molto ormai di una<br />

certa coercizione sociale. La messa del trigesimo<br />

o anniversario risulta più importante della messa<br />

domenicale. Il perenne color nero dà un'immagine<br />

di pesantezza a molte celebrazioni festive, in<br />

diversi paesi. Quasi a dire che nulla mai cambierà,<br />

perché la morte avvolge tutti noi e continuamente!<br />

Stridente contrasto con il mistero della<br />

Risurrezione che ogni domenica si celebra».<br />

A Reggio si è svolto il Giubileo delle Chiese di<br />

Calabria durante il quale è risuonato «fortissimo»<br />

l'appello al cambiamento. «È una speranza che<br />

manca alla nostra Chiesa. Una speranza che deve<br />

e può cambiare il nostro modo di vivere e gestire<br />

il mistero della morte». Si sono tenute le<br />

missioni popolari. «Puntando sui giovani — rileva<br />

il Vescovo — le missioni sono riuscite ed hanno<br />

rinnovato l'intera parrocchia». Puntare sui<br />

giovani significa creare i presupposti per uno sviluppo<br />

armonico, ordinato, efficace per tutta la<br />

realtà diocesana e regionale. Mons. Bregantini<br />

esorta i giovani a maturare, a formarsi, a specializzarsi<br />

ma non per lasciare la regione, se non<br />

per confrontarsi con altre realtà.<br />

Il Giubileo è stato l'occasione favorevole per<br />

ribadire la centralità di Cristo e quindi della Croce.<br />

La Croce «è veramente speranza solo quando<br />

c'è Maria ai suoi piedi». Sulle orme dei padri la<br />

diocesi «ha pensato di lasciare come ricordo di<br />

questo straordinario Giubileo, una grande croce,<br />

la croce fiorita, l'albero della vita, come è rappresentata<br />

nel portale del duomo di Stilo. Verrà<br />

posto in Quaresima, speriamo nel luogo più significativo,<br />

all'incrocio tra le due grandi strade,<br />

superstrada Ionio-Tirreno e SS 106».<br />

Nella luminosa prospettiva della Croce Mons.<br />

Bregantini lancia l'appello ai giovani per scoprire<br />

la vocazione al sacerdozio o alla vita religiosa.<br />

«Di certo — scrive — il Signore farà sgorgare nel<br />

cuore di molti giovani la fiamma della consacrazione<br />

sacerdotale e religiosa. Le realtà sono dure,<br />

lo sappiamo. Ma a me pare, nella lucidità della<br />

fede, di intravedere giorni di speranza». La pastorale<br />

giovanile va rinforzata. Il seminario sarà<br />

il vertice di questa impostazione pastorale.<br />

Il Giubileo ha fatto riscoprire la validità della<br />

pastorale programmata e organica e una più intensa<br />

vita di comunione e di collegialità. Ciò<br />

comporta un rinnovamento delle strutture e un<br />

più funzionale ruolo degli organismi collegiali sia<br />

a livello parrocchiale che diocesano. «Il Giubileo<br />

— scrive il Vescovo — ci impone di allargare i<br />

propri orizzonti oltre gli stretti, angusti confini<br />

parrocchiali, per respirare a livello vicariale. La<br />

vicaria oggi resta il passo decisivo. Anche per le<br />

scarse forze disponibili». Una ricerca di maggiore<br />

incisività nei consigli pastorali parrocchiali deve<br />

condurre verso questa direzione, verso la ecclesialità<br />

comunionale. Il Vescovo raccomanda la<br />

scelta «dei cinque responsabili dei cinque settori:<br />

catechesi, liturgia, carità, famiglia e giovani. Senza<br />

la loro presenza, il parroco resta solo, agisce<br />

ma non scava».<br />

Mons. Bregantini elabora un progetto per il<br />

prossimo decennio, determinando alcune priorità.<br />

Nel primo anno avviando il progetto, rimotivare<br />

i soggetti e attrezzare le comunità alla progettualità.<br />

Nel primo triennio, annunciare fortemente<br />

il kerigma, il messaggio centrale del Vangelo,<br />

con coraggio e senza paura. Poi scegliere la<br />

famiglia, che diventi dimensione pastorale centrale,<br />

fortemente legata con il mondo giovanile,<br />

incoraggiando e armonizzando movimenti e associazioni.<br />

Nel secondo triennio si vivrà l'esperienza<br />

del sinodo diocesano che occuperà diversi anni<br />

e che sarà una singolare esperienza ecclesiale.<br />

Nel triennio finale sarà obiettivo prioritario mettere<br />

in pratica le indicazioni sopra esposte con<br />

umiltà, nella consapevolezza di essere giudicati<br />

sull'amore.<br />

Nel progetto sono coinvolti tutti i soggetti attivi<br />

dell'evangelizzazione, della sacramentalizzazione<br />

e della catechesi. Riferendosi ai sacerdoti il<br />

Vescovo scrive: «Sono essi che maggiormente<br />

hanno sulle spalle la gioia e la fatica di questa testimonianza<br />

di speranza. Essi in particolare reggono<br />

la sfida e fanno maturare le risposte, dentro<br />

il laboratorio della fede».<br />

Stretti collaboratori dei presbiteri sono i catechisti.<br />

Mons. Bregantini ne traccia un profilo in<br />

questi termini: «Prima di tutto il catechista deve<br />

essere un credente entusiasta, convinto, appassionato.<br />

Corre sulle strade della vita, come Giovanni<br />

e Pietro. Accanto all'entusiasmo, il catechista<br />

sappia leggere negli occhi dei suoi ragazzi e<br />

giovani i grandi sogni che coltivano nel cassetto.<br />

Li conosca bene, li comprenda. Ne valorizzi le risorse,<br />

li stimoli fortemente, li impegni in tappe<br />

piccole ma concrete, ne sappia tracciare ritmi e<br />

tempi».<br />

Per i ragazzi dell'iniziazione cristiana «la meta<br />

sia quella di accompagnare i ragazzi con le loro<br />

famiglie a scegliere, creando un ambiente che stimoli<br />

fortemente i ragazzi». Per gli adolescenti,<br />

poi, si tenga presente l'importanza del volontariato,<br />

come segno di una vita spesa per gli altri,<br />

nella gratuità e nella gioia. Piccole scelte matureranno<br />

poco a poco le grandi scelte di donazione».<br />

Pagina a cura di<br />

GINO CONCETTI


L'OSSERVATORE IBRI<br />

PAGINA<br />

7 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Mercoledì 24 Gennaio 2001<br />

Leone XIII;<br />

sotto: Wilson<br />

(a destra) e Clemenceau<br />

alla Conferenza<br />

di Parigi del 1919<br />

«Le ombre sull'Europa. Democrazie e totalitarismi nel XX secolo» di Mark Mazower edito da Garzanti<br />

Il fallimento delle varie ideologie<br />

nel tentativo di costruire un mondo migliore<br />

DANILO VENERUSO<br />

Èdapocouscitala traduzione italiana di un volumedi<br />

Mark Mazower, docente alla London University,pubblicato<br />

per la prima volta in Gran Bretagna<br />

nel 1998 (Le ombre sull'Europa. Democrazie<br />

e totalitarismi nel XX secolo, Milano, Garzanti,<br />

2000, pp. 477, L. 49.000, «Collezione storica»).<br />

Si tratta di un esame della storia del secolo appena<br />

trascorso alla luce del rapporto, che è anche<br />

opposizione di fondo, tra «totalitarismi» e «democrazia»,<br />

della portata e dei limiti della «vittoria»<br />

della democrazia alla fine del secolo.<br />

Si deve dire preliminarmente che i criteri che<br />

presiedono alla sistemazione degli avvenimenti,<br />

all'interpretazione e al giudizio storico sono in linea<br />

generale persuasivi ed attenti, anche se con<br />

essi,come vedremo nel corso dell'esposizione, dovranno<br />

essere reintrodotti alcuni che, dagli anni<br />

Sessanta del Novecento, non sono più familiari alla<br />

storiografia soprattutto anglo-americana, mentre<br />

altri dovranno essere approfonditi o corretti.<br />

Come Mazower chiarisce nell'introduzione (pp.<br />

9-15), «la democrazia moderna, al pari dello Stato<br />

nazionale al quale è così strettamente associato, è<br />

fondamentalmente il prodotto della lunga opera<br />

di sperimentazione, interna ed internazionale, che<br />

seguirà il crollo del vecchio ordine europeo nel<br />

1914».<br />

L'affermazione con cui si apre il volume può<br />

però essere pienamente condivisa soltanto se si<br />

chiarisce la storia della «stretta associazione» tra<br />

democrazia moderna e Stato nazionale. È fuor di<br />

dubbio, infatti, che in Europa, lo Stato nazionale<br />

nasca nel grembo dell'opposizione liberale e poi<br />

anche democratica che assai presto si erge contro<br />

il tentativo di restaurazione monarchica ricercato<br />

dal Congresso di Vienna dopo la definitiva caduta<br />

di Napoleone Bonaparte nel 1815.<br />

Ma è anche vero che questo Stato nazionale<br />

comincia a staccarsi dall'area democratica per<br />

collocarsi in quella della conservazione degli Stati<br />

monarchici europei già a partire dal 1848, quando<br />

si trova possibile ciò che in passato non lo era,<br />

vale a dire una sorta di «compromesso storico»<br />

tra corone e principio nazionale proprio in quei<br />

popoli europei, come gli italiani e i tedeschi, che<br />

cercano una sistemazione statale alimentata da<br />

quelprincipionazionale che legittima tale ricerca.<br />

A sua volta, questo compromesso è insieme risultato<br />

e indicazione di un'impazienza che, seppure<br />

comprensibile in un periodo storico in cui<br />

sta emergendo un nuovo ordinamento del «concerto<br />

europeo», è all'antitesi della lenta sedimentazione<br />

propria di quel processo storico, necessariamente<br />

lungo, complesso e soprattutto indiretto,<br />

che, all'inizio dell'Ottocento, conduce gli Stati<br />

a sentirsi i contenitori politici di «nazioni».<br />

È proprio la loro fretta di inserirsi in modo<br />

compiutamente e soprattutto istituzionalmente riconoscibili<br />

nel «concerto europeo», allora di fatto<br />

coincidente con l'ordinamento internazionale sic<br />

et simpliciter, a privilegiare la visibilità sulla consapevolezza.<br />

Alla frettolosità di un processo cerca<br />

di porre rimedio la fondazione di uno «Stato forte»<br />

anche visibilmente: questo è il motivo per cui<br />

gli Stati nazionali di nuova istituzione, come l'Italia<br />

e la Germania, scivolano ineluttabilmente, per<br />

il fatto stesso della loro formazione in quelle circostanze,<br />

nelle spire di un autoritarismo che soffoca<br />

le potenzialità democratiche originariamente<br />

rilevabili del principio nazionale.<br />

Fin dalle origini della loro unificazione, pertanto,<br />

le classi politiche dell'Italia e Germania mostrano<br />

la comune tendenza a porre limiti invalicabili<br />

tra il processo che ha portato all'unificazione<br />

(genericamente indicato come «liberalismo», in<br />

opposizione al «neoassolutismo» del Congresso di<br />

Vienna) e la democrazia tanto in se stessa quanto<br />

come premessa per il socialismo.<br />

E questa comune tendenza spiega anche la diffusione<br />

e la profonda incidenza in ambedue gli<br />

Stati prima del nazionalismo in quanto si dichiara<br />

antidemocratico e poi l'impianto del fascismo,<br />

che del principio nazionale come principio generale,<br />

capace di condurre all'unità del genere umano,<br />

rappresenta non solo l'arresto ma addirittura<br />

il rovesciamento in un imperialismo inesorabilmente<br />

schiavistico.<br />

L'A. prosegue affermando, con una chiarezza<br />

interpretativa raramente finora mostrata dalla storiografia<br />

sull'argomento, che «il liberale Woodrow<br />

Wilson offre un mondo pronto per la democrazia,<br />

Lenin offre una società comunitaria emancipata<br />

dal bisogno e libera dalle sfruttatrici gerarchie del<br />

passato e Hitler inaugura una razza guerriera,<br />

purgata da elementi estranei, che realizza il proprio<br />

destino imperiale attraverso la purezza di<br />

sangue e l'unità di intenti», in un contesto storico<br />

in cui «ciascuna di queste tre ideologie contrapposte<br />

— democrazia liberale, comunismo e fascismo<br />

— si considera destinata a rifondare la società,<br />

il continente europeo e il mondo intero secondo<br />

un nuovo ordine».<br />

Il risultato della presentazione simultanea di<br />

queste tre ideologie è che «nel breve periodo sia<br />

Wilson che Lenin falliscono nel loro tentativo di<br />

costruire il mondo migliore che sognano»: di<br />

fronte a questo scacco si insinua di nuovo il nazionalimperialismo<br />

nella sua forma estrema di fascismo,<br />

il quale «diviene la prima grande ideologia<br />

che subisce una sconfitta totale per mezzo di<br />

quella stessa storia che esso presume di aver dominato».<br />

La riscoperta<br />

della democrazia<br />

La sconfitta del fascismo conduce gli europei,<br />

dopo il 1945, alla riscoperta della «tranquilla virtù<br />

della democrazia, con tutto lo spazio che lascia<br />

alla persona, all'individuo e alla famiglia». È in<br />

quel tempo che essi, non più come cittadini dell'Europa<br />

soltanto, ma come parte di quell'insieme<br />

più vasto che è l'Occidente, «devono affrontare la<br />

competizione non più della destra, ma bensì della<br />

sinistra»: è la guerra fredda, che ha termine nel<br />

1989 apparentemente con la vittoria della democrazia<br />

sul comunismo, in realtà, ed è questo il<br />

giudizio finale di Mazower, del capitalismo.<br />

Con il Mazower si fa più larga la strada per<br />

una considerazione della storia del continente Europa<br />

più complessiva e più soddisfacente di quanto<br />

finora si sia fatto proprio per l'esigenza da lui<br />

costantemente seguita di superare l'elemento particolare,<br />

per non dire fazioso e settario, delle<br />

ideologie in gioco che hanno sempre condizionato,<br />

e in parte continuano tuttora a condizionare,<br />

lo stesso lavoro storiografico.<br />

«Se c'è un elemento che accomuna tutte le<br />

ideologie — afferma infatti l'A. — è l'ambizione<br />

di presentare la propria cultura, si tratti del comunismo<br />

universale, della democrazia globale o<br />

di un Reich millenario come la “fine della sto-<br />

ria”». Per questo, «oggi è necessario un tipo di<br />

storia diverso, meno utile come<br />

strumento politico ma che<br />

ci porti più vicino alla realtà<br />

del passato, che veda il presente<br />

semplicemente come uno<br />

dei tanti possibili risultati che<br />

gli scontri e le incertezze dei<br />

nostri predecessori avrebbero<br />

potuto produrre». Ma questo è<br />

appena un inizio di una deideologizzazione<br />

della storia<br />

che può verificarsi non solo<br />

con una depurazione, ma anche<br />

con un arricchimento da<br />

ottenersi con il recupero di dimensioni,<br />

come quella religiosa,<br />

che lo stesso Mazower continua<br />

ancora a sottovalutare.<br />

La descrizione delle sconfitte<br />

e delle «vittorie», non sappiamo<br />

ancora quanto provvisorie,<br />

rinvia infatti alla necessità di<br />

un approfondimento delle motivazioni<br />

che stanno alla base<br />

di crolli che, occorre sottolinearlo,<br />

si realizzano proprio<br />

quando le ideologie si lanciano<br />

alla conquista del mondo con i<br />

favori, come si dice in gergo<br />

sportivo, dei pronostici.<br />

Così avviene con il fascismo,<br />

che nel 1939 scatena una guerra<br />

con la presunzione di vincerla,<br />

così avviene per il comu-<br />

nismo che perde la «guerra<br />

fredda» quando sembra proprio, negli anni Settanta<br />

del Novecento, che sia sul punto di vincerla,<br />

talché i liberaldemocratici, « vincitori» per ben<br />

due volte, prima sui fascisti, poi sui comunisti, lasciano<br />

l'impressione di riportare la vittoria per<br />

«suicidio» degli avversari piuttosto che per loro<br />

meriti intrinseci e definitivi.<br />

In effetti, dei due avversari epocali che la democrazia<br />

ha successivamente affrontato, il fascismo<br />

internazionale è stato messo fuori causa per<br />

mancanza di universalità: il nazionalismo estremizzato<br />

distrugge o schiavizza le altre nazioni nel<br />

momento che realizza la propria.<br />

Diversa è invece la storia del socialismo che,<br />

nonostante il largo seguito che ha sempre avuto,<br />

il disinteresse e l'abnegazione di molti dei suoi seguaci,<br />

la capacità di alcuni suoi capi, l'appoggio<br />

«Figlia del Tuo figlio» a cura di Claudio Toscani e Angelo Lacchini<br />

Un'antologia mariana dal '200 ad oggi<br />

RODOLFO DONI<br />

Qualche anno fa la Fordham University di<br />

New York tenne un convegno di tre giorni sul tema<br />

«La figura di Maria nella letteratura italiana»,<br />

convegno al quale parteciparono come relatori<br />

anche vari docenti e scrittori dall'Italia.<br />

Successivamente altri incontri e pubblicazioni<br />

su questa materia — ch'è materia inesauribile<br />

— sono seguiti. Oggi esce a cura di Claudio Toscani<br />

e di Angelo Lacchini, un volume-strenna<br />

Figlia del tuo Figlio, poesia mariana dal Duecento<br />

a oggi, promosso dal Centro Culturale e dal Comune<br />

di Castelleone di Cremona, dalla parrocchia<br />

dei ss. Filippo e Giacomo; sponsor la società<br />

Marsili e C., edizioni arti grafiche 2000. Menzioniamo<br />

promotori e sponsor anche perché meritevoli<br />

di queste iniziative culturali che tendono<br />

a riscoprire il sacro. Il sacro, come si sa, per secoli<br />

ha spaziato in arte pressoché totalmente: vedi<br />

anche le grandi tavole illustrative che si alternano<br />

nel volume alle poesie e ai commenti, andando<br />

dalla Assunta di Tiziano ai Frari a Venezia,<br />

alla morte della Vergine del Caravaggio del<br />

Louvre: una quarantina di immagini dei più<br />

grandi artisti. Oggi, e ormai da tempo, del sacro<br />

in arte si ignora o addirittura si contesta da<br />

qualche parte perfino la legittima presenza (viene<br />

in mente un'editrice quale Il Messaggero di<br />

Padova che a questa riscoperta del sacro in letteratura<br />

ha dedicato un'intera collana intitolata<br />

appunto «Tracce del sacro»).<br />

Ma di tutt'altra tensione e resa sono le delicate<br />

e forti immagini di Maria che escono dalle<br />

poesie antologizzate da Toscani e Lacchini.<br />

E qui sarebbe lungo ripercorrere il tragittodel<br />

volume citando autori e opere, che, d'altronde,<br />

generalmente si sanno, anche se l'esperienza<br />

di attento lettore e critico di Toscani non<br />

ha esitato a includere testi e autori meno conosciuti<br />

dal grande pubblico. Potremmo d'altronde<br />

anche indagare su qualche omissione, pur di<br />

poeta minore.<br />

Ma quel che piuttosto importa è seguire i curatori<br />

nello sguardo complessivo dove «pregnante<br />

— essi scrivono nella Introduzione — risulta essere<br />

la sostanza religiosa, ed esemplari ricorrono<br />

glianelititestimonialidi quasi tutti gli autori antologizzatiinuna<br />

sorta di emulazione e santità».<br />

di molti intellettuali e persone di cultura, è sempre<br />

fallito ogni volta che ha tentato di realizzare<br />

un proprio ordine diverso e alternativo alla democrazia.<br />

Così alla fine dell'Ottocento il socialismo rivoluzionario<br />

si trasforma in socialdemocrazia, e sorte<br />

non migliore ha Lenin con il suo bolscevismo già<br />

all'inizio quando, di fronte al rifiuto di larga parte<br />

della popolazione dell'ex-impero russo, non sa<br />

trovare di meglio che l'interpretazione autoritaria<br />

e terroristica della «dittatura del proletariato»,<br />

formula di per sé carica di ambiguità.<br />

Il colpo finale ad un comunismo separato dalla<br />

democrazia è dato dal fallimento della «rivoluzione<br />

culturale» in quanto realizzazione della perfetta<br />

eguaglianza considerata come assoluto, anzi<br />

come «l'assoluto». Il tentativo di assolutizzare una<br />

delle dimensioni nella quale si presenta la vita e<br />

pertanto la storia dell'uomo non può costitutivamente<br />

riuscire in quanto non lo permette il fatto<br />

che ogni dimensione della realtà riesce soltanto<br />

come limite: ciò significa che il principio di eguaglianza<br />

non può essere realizzato se non nel suo<br />

limite con la diversità che, a sua volta, ha il suo<br />

limite nell'eguaglianza.<br />

Di qui il successo finale di una democrazia che,<br />

sia pure pragmaticamente e, come ci si rende ben<br />

conto soltanto ora, senza farsene culturalmente<br />

consapevole, ha superato i suoi avversari, culturali<br />

prima che politici, perché ha considerato i loro<br />

punti focali, sia pure altamente apprezzabili, come<br />

la classe operaia come fonte ed epifonema di<br />

eguaglianza e la nazione, nei loro limiti e non come<br />

assoluti.<br />

Proprio questa mancanza di consapevolezza<br />

Questo lavoro non intende «censire una tesi<br />

ma testimoniare un valore» in questa figura tanto<br />

poco presente nei racconti delle Scritture<br />

quanto soggetto di un numero infinito di studi e<br />

opere d'arte di ogni campo: in questa figura «sono<br />

scritte le radici ultime del Cristianesimo»,<br />

mentre «le due anime del canto mariano — la<br />

devozione popolare e l'arte — sono scaturite dal<br />

bisogno di tenerezza materna, la prima, e dall'affermazione<br />

della donna come punta avanzata<br />

di un riscatto, la seconda; ma senza mai annullarsi<br />

in esse».<br />

Sono notazioni essenziali che fanno gli autori,<br />

insieme all'altra non meno propria, di aver ben<br />

tenuto conto nelle scelte dell'aspetto spirituale<br />

segnatamente mariano «come una delle più importanti<br />

linee della nostra tradizione poetica», e<br />

così l'accoglimento «dell'autonomia dell'ars poetica<br />

dalla sua occasione contenutistica».<br />

E qui si innesterebbe il discorso — che ad<br />

esempio già in quel convegno newyorchese fu dibattuto<br />

— e che via via sempre si riaffaccia nel<br />

rapporto fra sacro e poesia, come i due valori,<br />

sacro e arte coabitino nella stessa espressione e<br />

momento creativo dell'artista e del poeta, e del<br />

come la poesia diventi essa stessa «sostanza metafisica,<br />

interrogante mistero di parole di chi<br />

sulla pagina suscita sentimenti e immagini, ed<br />

esprime tempi, modi, richiami, segni e sensi dell'anima<br />

del mondo».<br />

La poesia sta al sacro come il sacro sta al testo<br />

che voglia esprimerlo, diceva già Klopstoc e<br />

aggiungeva: «Vi sono pensieri che è impossibile<br />

esprimere altrimenti che in poesia; è così conforme<br />

alla natura di certi argomenti il pensarli e<br />

dirli in poesia che troppo essi perderebbero se<br />

ciò avvenisse in altro modo»; mentre Pascal asseriva<br />

circa la cosiddetta forma: «Un medesimo<br />

significato cambia secondo le parole che lo esprimono:<br />

i significati ricevono dalle parole la loro<br />

dignità men che conferirla ad esse».<br />

Ecco perché dunque la figura di Maria ha trovato<br />

alta dignità di parole e di immagini nei più<br />

grandi poeti e artisti lungo il corso dei secoli, come<br />

questo volume ben testimonia: stabilendo appunto,<br />

così i due autori si sono proposti di evidenziare,<br />

una intera linea della poesia italiana<br />

dal Duecento ad oggi.<br />

spiega il motivo per cui la democrazia una volta<br />

«vittoriosa», per così dire, nella guerra fredda ha<br />

pensato bene di cavalcare anch'essa la tigre dell'assolutizzazione,<br />

sfornando un progetto di globalizzazione<br />

economica fondato su un capitalismo<br />

che non ha niente da invidiare ai progetti assolutistici<br />

del fascismo e del comunismo, in quanto<br />

intende destinare la stragrande parte dell'umanità<br />

a funzione di quella sua esigua parte fornita dei<br />

capitali e delle cognizioni scientifiche adatti a portare<br />

avanti le esigenze dei «beati possidentes».<br />

In questo modo però viene vanificato quel rapporto<br />

costitutivo con il limite che è nella democrazia,<br />

a sua volta ereditato dalla tradizione cristiana<br />

senza la quale le forme della moderna democrazia<br />

non possono neppure essere concepite:<br />

nonostante tutti i tentativi in proposito, infatti, la<br />

democrazia moderna non ha legami organici con<br />

la democrazia ellenica contenente gli schiavi e incapace<br />

di stabilire rapporti al di fuori della polis<br />

in quanto nell'impossibilità di riconoscere e di<br />

fondare l'eguaglianza tra gli uomini.<br />

La concezione<br />

del limite<br />

È la concezione del limite, infatti, che rende<br />

possibili quella legittimazione e quella giustificazione<br />

del potere senza il quale esso si riveste di<br />

quei caratteri assolutistici che hanno caratterizzato<br />

(e perduto) il fascismo e il comunismo.<br />

Comesottolineagiustamentelostesso Mazower,<br />

la formazione di una dottrina o di un'ideologia si<br />

riferisce sempre al lungo periodo: la catastrofe<br />

del processo nazionale presso gli italiani e i tedeschi<br />

nell'Ottocento mostra infatti che cosa possa<br />

comportare la forzatura dei tempi nella storia.<br />

Nella lunga, complessa e tormentata storia della<br />

proposta democratica è percepibile l'impronta<br />

di quel cristianesimo che sostiene che «tutti sono<br />

chiamati e pochi gli eletti».<br />

Come nella sfera principale tale affermazione<br />

prefigura l'ingresso nel Regno di Dio attraverso la<br />

perfezione spirituale, così nella sfera mondana in<br />

cui si trasferisce per il metodo cristiano dell'incarnazione<br />

essa prefigura un metodo che comporta<br />

il progresso dell'uomo, come persona e come<br />

membro della società anche nell'ambito culturale,<br />

politico, economico e sociale.<br />

La consapevolezza di questa potenzialità è del<br />

resto presente nel lancio della proposta di un'area<br />

democratica a livello mondiale da parte di Leone<br />

XIII con le encicliche emanate tra il 1885 e il<br />

1891 (Immortale Dei, Libertas, Rerum novarum)<br />

e con l'invito rivolto nel 1892 ai cattolici francesi<br />

di liberarsi dal peso di nostalgie monarchiche ormai<br />

fuori luogo e fuori tempo.<br />

Occorre però anche considerare che Leone<br />

XIII, dopo aver presentato la consonanza della<br />

democrazia con il cristianesimo, si preoccupa<br />

successivamente, nell'enciclica Graves de communi<br />

del 1901 (finora non esaminata secondo<br />

questa prospettiva) di chiarire l'incompatibilità<br />

della «democrazia cristiana» con la «democrazia<br />

sociale», ossia con il socialismo non in quanto esigenza<br />

profondamente cristiana di permeare la società<br />

di valori come la giustizia economica e sociale,<br />

bensì in quanto frutto di quella traduzione<br />

in termini soltanto materiali di quello che fu l'universo<br />

cristiano, facendo di esso un olismo (in cui<br />

ogni parte risulta eguale a se stessa) suscettibile<br />

di trasformare il progresso di cui parla san Paolo<br />

in una «tautologia» in cui né il pensiero né l'azione<br />

siano in grado di muoversi dalla posizione iniziale,<br />

nonostante la conclamata «dialettica» che<br />

resta per questo soltanto un'illusione.<br />

Che il chiarimento di Leone XIII colga nel segno<br />

è la stessa storia del socialismo a mostrarlo<br />

quando fallisce nel momento in cui tenta di realizzarsi<br />

in modo autonomo e alternativo alla democrazia.<br />

Ciò equivale a dire che la democrazia male si<br />

intende e peggio si realizza quando la si vuole costruire<br />

non solo contro ma anche solo indipendentemente<br />

dal cristianesimo.<br />

Davanti a questa esigenza si arrestano però<br />

molti, compreso lo stesso Mazower, che mai<br />

comprende la religione, con il suo grado di penetrazione<br />

e di influenza nella vita dell'uomo e della<br />

società, tra i fattori della storia contemporanea.<br />

È comprensibile ed anzi in qualche modo giustificabile<br />

la reticenza dell'A., che su questo punto<br />

ha ben presente, come gli storici del nostro<br />

tempo, i guasti e gli orrori delle guerre religiose<br />

intercristiane che hanno insanguinato l'Europa<br />

nel Cinquecento e nel Seicento.<br />

È anzi comprensibile come, secondo queste<br />

considerazioni, anche i responsabili culturali, politici<br />

ed economici dell'Europa e, più in generale,<br />

del mondo che fu arato dal cristianesimo abbiano<br />

diffidato delle proposte in questo senso che sono<br />

venute prima da Leone XIII e poi, cinquant'anni<br />

più tardi, da Pio XII. Ma ormai, per quanto riguarda<br />

la Chiesa Cattolica, il Concilio Vaticano II<br />

ha persuasivamente chiarito come il messaggio<br />

cristiano confluisca per via diretta nella sfera spirituale<br />

che è propria della Chiesa e per via indiretta<br />

nella sfera della vita civile con lo stesso metodo<br />

che è quello dell'amore che, concretamente,<br />

è quello del rispetto attivo per tutti gli uomini,<br />

per ogni uomo che viene sulla terra, e per tutte le<br />

sue esigenze.<br />

L'apporto<br />

del Cristianesimo<br />

D'altra parte, una proposta «spessa e viva» che<br />

viene da un contenuto concreto e incarnato come<br />

il cristianesimo non può essere sostituita in alcun<br />

modo dal ricorso della libertà, di cui si dimentica<br />

troppo facilmente che è un vettore che, se è via<br />

necessaria di perfezione per il vero e per il bene,<br />

può anche condurre al dispotismo e alla distruzione<br />

quando sia contraddittoriamente assolutizzata<br />

a favore di posizioni particolari.<br />

Lo dimostra la storia di quei totalitarismi che<br />

Mazower ha così bene descritto nel suo volume.<br />

Rosvita: il grande teatro<br />

di una suora del Medioevo<br />

Rosvita<br />

Dialoghi<br />

drammatici<br />

Garzanti<br />

A distanza di quindici anni vengono riproposti<br />

ne «I grandi libri Garzanti» i<br />

Dialoghi drammatici di Rosvita con testo<br />

a fronte, introduzione, traduzione e note<br />

di Ferruccio Bertini. Composti in latino<br />

sul finire del primo millennio dalla canonichessa<br />

benedettina di Gandersheim,<br />

scoperti nel 1494 da Conrad Celtis nel<br />

monastero di s. Emmerano a Ratisbona<br />

e pubblicati nel 1501, vennero accolti<br />

con entusiasmo dai primi umanisti e dagli<br />

uomini del Rinascimento, entusiasmo<br />

destinato a rinnovarsi nel corso dei secoli.<br />

Si pensi ad Erasmo di Rotterdam o<br />

a Le piacevoli notti di Straparola e, nel<br />

Settecento, ad uno dei più grandi illuministi<br />

tedeschi, Johan Christoph Gottsched.<br />

Per l'Ottocento basti ricordare<br />

Anatole France che s'ispirò al dramma<br />

rosvitiano «Conversione della prostituta<br />

Taide» per la sua Thaïs, e per il Novecento<br />

è sufficiente accennare ai club<br />

sorti in onore di Rosvita a Londra e New<br />

York, nonché alle recite dei suoi drammi<br />

nella piazza della cattedrale di Gandersheim.<br />

Come scrive nella Prefazione ai<br />

Drammi, Rosvita — nata nello stesso anno<br />

936 in cui Ottone I sale al trono di<br />

Sassonia — decide di cambiare genere<br />

letterario, passando dalle leggende ai<br />

drammi, nel timore che molti cristiani,<br />

attratti dal fascino e dallo stile di Terenzio,<br />

cui lei stessa si sentiva debitrice,<br />

abbandonassero la lettura dei testi sacri<br />

per dedicarsi a quelli profani e che, allettati<br />

dalla forma, finissero col provare<br />

eccessivo interesse per il contenuto. Nascono<br />

così i sei Dialoghi drammatici -<br />

«Conversione di Gallicano, comandante<br />

dell'esercito», «Martirio delle sante vergini<br />

Agape, Chionia e Irene», «Risurrezione<br />

di Drusiana e Callimaco», «Caduta<br />

e ravvedimento di Maria, nipote dell'eremita<br />

Abramo», «Conversione della prostituta<br />

Taide» e «Martirio delle sante<br />

vergini Fede, Speranza e Carità» — nei<br />

quali Rosvita fonde realtà e simbolo, fede<br />

e leggenda, elementi che, grazie all'amalgama<br />

di ingenuità e cultura, santità<br />

ed esperienza del peccato, conferiscono<br />

a queste «azioni» sacre e nel contempo<br />

pagane un innegabile ruolo di<br />

mediazione tra la drammaturgia del passato<br />

e quella cristiana. (francesco licinio<br />

galati)<br />

Rosvita, Dialoghi drammatici, Milano,<br />

Garzanti, 2000, pp. 313, L. 22.000<br />

Per una didattica<br />

dei beni culturali<br />

Cosimo Laneve<br />

Pedagogia<br />

e didattica<br />

dei beni<br />

culturali<br />

La Scuola<br />

Appare opportuno leggere il libro tenendo<br />

presenti il Primo rapporto sull'economia<br />

dell'arte e dello spettacolo della<br />

Fondazione Agnelli, secondo il quale l'Italia<br />

oggi «possiede più di 40 milioni di<br />

opere d'arte», e il quadro delle nuove<br />

lauree triennali (tra le quali quella in<br />

scienze dei beni culturali) e delle specializzazioni<br />

previste dai provvedimenti<br />

di riforma dei corsi universitari. Osserva<br />

Cosimo Laneve, docente nell'Università<br />

di Bari e all'Istituto Suor Orsola di Napoli,<br />

nell'Introduzione (alla nota n. 10):<br />

«Nel novembre scorso hanno preso servizio<br />

412 assistenti di museo. È una figura<br />

professionale inedita nella pubblica<br />

amministrazione: giovani specializzati<br />

che parlano bene l'inglese, conoscono<br />

perfettamente il museo che devono illustrare<br />

ai visitatori (...); ma assolutamente<br />

privi di competenze pedagogiche».<br />

Laneve, Nardelli, Pagano, Perla illustrano<br />

il concetto di bene culturale, affrontando<br />

in termini di dibattito l'aspetto<br />

estetico, quello storico e culturale, quello<br />

giuridico e della tutela; e soprattutto<br />

richiamano l'attenzione sulla necessità<br />

di diffondere una «cultura» dei beni culturali.<br />

La scuola si deve far carico del<br />

problema: ma occorre ricordare che la<br />

sua opera, anche la più adeguata, non è<br />

sufficiente. «È il mondo della “memoria”<br />

che deve condividere la responsabilità<br />

dell'educare. Spetta infatti a musei, biblioteche,<br />

archivi, pinacoteche, cineteche,<br />

teatri, fototeche ecc. migliorare la<br />

fruibilità dei Beni culturali, ma anche<br />

promuovere una didattica dei Beni culturali,<br />

mediante i laboratori, gli education<br />

service, gli atelier e così via» (p. 43). E<br />

gli autori ci accompagnano in un lungo<br />

viaggio nella memoria e nell'arte, nel<br />

territorio e nell'ambiente e nel paesaggio,<br />

nei luoghi dell'educare. Le prospettive<br />

affascinanti che ci lasciano intravedere<br />

fanno appello al senso di responsabilità<br />

di cittadini e di istituzioni. (francesco<br />

pistoia)<br />

Cosimo Laneve (a cura di), Pedagogia e<br />

didattica dei beni culturali, Roma, La<br />

Scuola, 2000, pp. 192, L. 30.000


I Quaderni de «L'OSSERVATORE ROMANO»<br />

I dieci volumi della collana<br />

dedicati al Grande Giubileo del 2000<br />

N. 28<br />

Verso il Grande Giubileo<br />

del 2000<br />

Per una lettura della «Tertio Millennio adveniente»<br />

- Testo e commenti<br />

N. 37<br />

MARCO IMPAGLIAZZO<br />

Gli Anni Santi<br />

nella storia<br />

1300-1983<br />

N. 44<br />

ALFREDO MARRANZINI<br />

Lo Spirito Santo<br />

forza della Chiesa<br />

N. 47<br />

Incarnationis Mysterium<br />

Bolla di Giovanni Paolo II per l'indizione<br />

del Grande Giubileo dell'Anno 2000<br />

N. 51<br />

Eucaristia Porta Santa Giubilare<br />

Presentazione di S. E. Card. Camillo Ruini<br />

(pp. 200 - L. 25.000)<br />

N. 35<br />

ALFREDO MARRANZINI<br />

Il Grande Giubileo<br />

Cammino con Cristo verso il Padre<br />

sotto la mozione dello Spirito<br />

Ordinazioni possono essere effettuate presso Messaggero Distribuzione: PADOVA, via Orto Botanico, 11 - 35123 PD - Tel. 049658288 - Fax 0498754359<br />

ROMA, via del Fontanile Arenato, 295 - 00163 RM - Tel. 0666166173 - Fax 0666167503 — MILANO, via Amendola, 7/A - 20096 Pioltello (MI) - Tel. 0292143585 - Fax 0292143611<br />

Per informazioni rivolgersi a: UFFICIO Marketing & Diffusione – Tel. 06.69899470/471 - Fax 06.69882818<br />

N. 41<br />

ALFREDO MARRANZINI<br />

Gesù Cristo unico Salvatore<br />

del mondo ieri, oggi e sempre<br />

Spunti dal Vangelo di Giovanni<br />

N. 46<br />

Nei «luoghi di Dio»<br />

Lettera del Papa sul pellegrinaggio ai luoghi legati<br />

alla storia della salvezza<br />

N. 50<br />

Alle radici della fede e della Chiesa<br />

Il pellegrinaggio giubilare di Giovanni Paolo II nei «luoghi»<br />

di Dio: da Ur dei Caldei, al Sinai, alla Terra Santa<br />

N. 53<br />

La Giornata Mondiale della Gioventù<br />

del Grande Giubileo del Duemila<br />

Testi e discorsi del Santo Padre e fotografie


A ROMA<br />

PAGINA<br />

COMUNE Per l'ormai imminente scioglimento del Consiglio<br />

Slitta l'approvazione<br />

del nuovo piano regolatore<br />

Il Consiglio comunale non adotterà,<br />

prima del suo scioglimento previsto per<br />

il prossimo 28 gennaio, il nuovo piano<br />

regolatore della città. È stata la stessa<br />

assemblea capitolina, lunedì sera, a constatare<br />

ufficialmente durante un lungo<br />

dibattito, l’impossibilità di arrivare all’approvazione<br />

del provvedimento nel<br />

poco tempo rimasto.<br />

Ad aprire la discussione su questo tema<br />

è stato il capogruppo dei Ds, Roberto<br />

Morassut, che ha sottolineato l’inopportunità<br />

e impossibilità di arrivare all’adozione<br />

del provvedimento in meno<br />

di una settimana e in poche sedute. Morassut<br />

ha insistito, comunque, sulla<br />

compattezza della maggioranza sui contenuti<br />

e gli obiettivi del nuovo piano regolatore,<br />

seppure con una discussione<br />

interna. Secondo Morassut, inoltre, il<br />

nuovo piano regolatore è stato discusso<br />

dalla città per tre mesi ed «è ben lontano<br />

dall’essere segreto come denunciava<br />

la destra».<br />

La maggioranza capitolina, tuttavia,<br />

ha osservato anche il capogruppo dei<br />

Verdi, Silvio Di Francia, ha dovuto<br />

prendere atto dell’atteggiamento ostruzionistico<br />

della destra che si dovrà così<br />

prendere la responsabilità di questo rinvio.<br />

Per il capogruppo di An, Marco<br />

Marsilio, «è una nostra vittoria politica<br />

perché il nuovo piano non è stato adeguatamente<br />

discusso. Anche nella maggioranza<br />

poi c’erano divisioni».<br />

«L’ostruzionismo del Polo — ha detto<br />

l’assessore alle politiche del territorio,<br />

Domenico Cecchini — ha impedito al-<br />

l’aula di discutere il piano. Grave errore:<br />

è un piano vivo nella città, già approvato<br />

da 13 circoscrizioni, conosciuto<br />

da decine di migliaia di cittadini, discusso<br />

in tanti incontri con associazioni ambientaliste,<br />

sindacali, e imprenditoriali.<br />

È un piano innovativo, rigoroso, riformatore».<br />

Secondo il presidente della Commissione<br />

Urbanistica, Fabrizio Panecaldo,<br />

uscito dalla maggioranza in polemica<br />

proprio sul piano regolatore, l’impossibilità<br />

di arrivare all’adozione del documento<br />

«è la dimostrazione che avevo ra-<br />

MUCCA PAZZA Trovate nel Viterbese 4 carcasse<br />

I grossisti romani minacciano<br />

il blocco delle importazioni<br />

Continua l'effetto<br />

«mucca pazza» sul mercato<br />

della carne bovina e<br />

ai malumori di allevatori<br />

e commercianti, lunedì<br />

si è aggiunta quella dei<br />

grossisti. I grossisti-importatori,<br />

aderenti alla<br />

Confcommercio, infatti,<br />

hanno annunciato a partire<br />

da lunedì uno stop<br />

delle importazioni di carne<br />

italiana ed estera.<br />

Nel momento in cui<br />

stiamo a andando in<br />

stampa, a Latina è cominciata<br />

la riunione presieduta<br />

dal prefetto La<br />

Rosa sulle misure da<br />

prendere per i bovini sequestrati<br />

a Fondi.<br />

Nel frattempo l’azienda<br />

sanitaria di Latina è<br />

risalita, attraverso i registri<br />

sequestrati nei due<br />

impianti di Fondi dove sono giunti bovini<br />

dalla cascina Malpensata, a cinque vitelli<br />

nati da vacche acquistate a Brescia.<br />

Quattro animali sono tornati in Lombardia,<br />

uno è in provincia di Frosinone.<br />

Ora spetterà alle Asl di competenza effettuare<br />

le verifiche su questi capi per<br />

accertare eventuali sintomi di Bse.<br />

Sempre lunedì i veterinari regionali<br />

dell’istituto zooprofilattico e dell’Asl di<br />

Latina si sono pronunciati sul numero<br />

di capi di bestiame dei due allevamenti<br />

posti sotto sequestro cautelativo a Fondi<br />

da abbattere: solo le otto mucche trovate<br />

nei due allevamenti di Fondi prove-<br />

Il ragazzino ucciso da auto<br />

a Tor Bella Monaca: residenti<br />

chiedono maggiore vigilanza<br />

Trecento persone, tra cui molte madri,<br />

hanno sfilato in corteo, lunedì, a<br />

Tor Bella Monaca per chiedere maggior<br />

vigilanza e sicurezza nelle strade del<br />

quartiere, dove martedì scorso è morto<br />

Daniele Buffa, di 12 anni, investito e ucciso<br />

da un’autovettura appena uscito da<br />

scuola.<br />

La manifestazione, partita alle ore 8<br />

da via Merlini, nei pressi della scuola<br />

frequentata da Daniele, si è conclusa alle<br />

11 davanti gli uffici dell'VIII Circoscrizione.<br />

I manifestanti hanno bloccato<br />

con un camion via di Tor Bella Monaca,<br />

creando disagi alla viabilità.<br />

Una delegazione di abitanti del quartiere<br />

è stata ricevuta dal presidente della<br />

Circoscrizione, Giuseppe Celli, e dal comandante<br />

dei vigili dell’VIII gruppo, Roberto<br />

Stefano. Ai due è stato consegnata<br />

una petizione per chiedere una vigilanza<br />

fissa davanti alle scuole del quartiere.<br />

La richiesta è stata accolta in parte: ci<br />

sarà un presidio fisso davanti le scuole<br />

di via San Biagio Platani, via Merlini<br />

(dove andava Daniele) e via Acquaroni.<br />

I manifestanti hanno anche chiesto<br />

che al posto della rotatoria di via Quaglia,<br />

all’incrocio con via Acquaroni (dove<br />

Daniele è avvenuto l'incidente) venga<br />

installato un semaforo.<br />

9 .<br />

gione quando il 20 ottobre scorso dicevo<br />

che il nuovo piano regolatore non si poteva<br />

adottare in quattro mesi».<br />

Sempre lunedì sera il Consiglio comunale<br />

ha però dato il via libera definitivo<br />

alla realizzazione del nuovo centro congressi<br />

dell’Eur. L’aula ha approvato con<br />

22 sì della maggioranza, 1 no e 6 astenuti<br />

del Polo, la convenzione tra Comune<br />

ed Eur spa che, individua quest’ultima<br />

società come proprietaria del futuro<br />

centro congressi e come stazione appaltante<br />

per la gara di realizzazione e gestione<br />

trentennale della struttura.<br />

Proteste dei senza casa<br />

e dei lavoratori in attesa di assunzione<br />

Proteste, lunedì pomeriggio, sotto il Campidoglio dei lavoratori del «Progetto<br />

Polis» in attesa di assunzione e dei senza casa che sollecitano il Consiglio<br />

comunale ad approvare la delibera di iniziativa popolare sul problema dell’emergenza<br />

alloggi. I lavoratori socialmente utili del «Progetto Polis» lamentano<br />

che, sebbene 450 di loro abbiano trovato lavoro in società del Campidoglio, i<br />

restanti 270 attendono ancora la delibera che prevede la loro definitiva assunzione.<br />

Una delegazione è stata ricevuta dai capigruppo della maggioranza e<br />

dagli assessori alle Grandi infrastrutture e ai Rapporti istituzionali, rispettivamente<br />

Dario Esposito e Giancarlo D’Alessandro, ricevendo assicurazioni sulle<br />

loro richieste, essendo prevista, nella seduta di martedì pomeriggio, l’approvazione<br />

dei provvedimenti sollecitati. L’Unione popolare ha ricordato che il piano,<br />

previsto dalla delibera, consiste nella destinazione ogni anno di risorse<br />

certe, tra l’altro, per il recupero e il risanamento di immobili dismessi e il sostegno<br />

economico per l’acquisto della prima casa alle famiglie che non possono<br />

accedere all’edilizia residenziale pubblica.<br />

Un'area del macello comunale<br />

nienti dall’azienda Greci di Pontevico,<br />

nel Bresciano saranno soppresse, più un<br />

vitellino nato da una di queste. Lo ha<br />

reso noto la Regione con una lettera inviata<br />

lunedì al ministero della Sanità per<br />

definire le azioni da intraprendere.<br />

Infine, grazie ad una segnalazione, i<br />

Carabinieri dei Nas di Viterbo e il personale<br />

dell’Asl hanno rinvenuto le carcasse<br />

di quattro mucche nel letto di un fosso<br />

in una del Viterbese. I militari e gli<br />

esperti dell’Asl hanno inviato dei campioni<br />

all’Istituto zooprofilattico per le<br />

analisi e hanno avviato indagini in tutti<br />

gli allevamenti della zona.<br />

Aperta ad Ostia<br />

la più grande biblioteca<br />

comunale<br />

Una biblioteca di 2.000 metri quadrati<br />

con vista sul mare, con 30.000 volumi,<br />

la seconda per grandezza a Roma dopo<br />

quella nazionale e la più grande di quelle<br />

comunali, è stata inaugurata, lunedì,<br />

nell’ex colonia marina Vittorio Emanuele<br />

III, ad Ostia.<br />

La biblioteca è stata intitolata alla<br />

scrittrice Elsa Morante e rientra nell’ambito<br />

della riqualificazione urbanistica del<br />

litorale. Per realizzarla ci sono voluti circa<br />

due anni di lavoro e tre miliardi e<br />

cento milioni di lire per le attrezzature e<br />

gli arredi, mentre per la ristrutturazione<br />

dell’edificio l’assessorato ai Lavori Pubblici<br />

ha impegnato circa due miliardi e<br />

700 milioni.<br />

All’interno sono state predisposte dieci<br />

postazioni multimediali, collegamenti<br />

in rete con le altre biblioteche romane,<br />

una nastroteca con le più importanti<br />

pellicole che hanno segnato la storia della<br />

filmografia moderna, una sala per ragazzi<br />

di circa 500 metri quadrati, un’emeroteca,<br />

una sezione musica, consultazione<br />

di cd e visione dvd, catalogo on line<br />

e un punto Informagiovani.<br />

La biblioteca, inoltre, sarà il palcoscenico<br />

per diverse attività culturali, mostre<br />

e spettacoli teatrali.<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Mercoledì 24 Gennaio 2001<br />

ECONOMIA Accordo tra Compidoglio, banche, sindacati e imprenditori<br />

Più facile l'accesso al credito<br />

per le piccole e medie imprese<br />

Un accordo per facilitare l'accesso al<br />

credito delle piccole e medie imprese è<br />

stato siglato dal Comune, insieme con le<br />

banche, i sindacati e le varie associazioni<br />

imprenditoriali. Il Protocollo d'intesa<br />

rientra nel quadro del Patto per lo Sviluppo<br />

e l'Occupazione ed è stato presentato<br />

lunedì mattina in Campidoglio dall'assessore<br />

capitolino alle Grandi infrastrutture,<br />

Dario Esposito.<br />

Inizia, dunque, una nuova fase per le<br />

60.415 piccole e medie aziende della Capitale,<br />

quelle che più frequentemente si<br />

trovano in difficoltà nel chiedere un finanziamento<br />

dal momento che non possono<br />

contare su grandi capitali o liquidità.<br />

Si calcola che nel Lazio il numero dei<br />

fallimenti abbia riguardato 2.323 imprese.<br />

Il credito è un mezzo incentivante<br />

dello sviluppo. Da qui la volontà e la necessità<br />

di offrire la possibilità per trovare<br />

strumenti di valorizzazione della propria<br />

attività e dare tutta la consulenza<br />

necessaria alle piccole e medie imprese,<br />

soprattutto a quelle operanti in settori<br />

innovativi.<br />

«Dall'accordo emerge la volontà di<br />

un'inversione di tendenza anche nel sistema<br />

bancario», ha detto l'assessore<br />

Esposito. Il cambiamento consiste nel<br />

fatto che le agevolazioni pubbliche non<br />

si dirigeranno più soltanto verso la grande<br />

impresa. È necessario portare anche<br />

alle piccole e medie imprese quelle risorse<br />

che spettano loro.<br />

L'elemento di grandissima novità di<br />

tale accordo, sottolineato più volte nel<br />

corso della conferenza stampa, risiede<br />

nel fatto che le banche tesoriere del Comune<br />

di Roma intendono dare accesso<br />

al credito guardando soprattutto alla<br />

qualità del progetto presentato dall'impresa,<br />

per puntare sulla qualità che dia<br />

competitività e battere la concorrenza<br />

dei Paesi europei più evoluti.<br />

Un traguardo, quindi, che mira a dare<br />

incentivi a chi possiede un buon progetto,<br />

a chi è in grado di costruire<br />

un'attività imprenditoriale che abbia credibilità,<br />

a mettere in primo piano la<br />

qualità del progetto e non solo l'affidabilità<br />

economico-finanziaria dell'imprenditore.<br />

Tale rapporto degli istituti bancari<br />

verso le piccole e medie imprese intende<br />

costituire un nuovo momento di fiducia<br />

ed avere risultati positivi per l'occupazione.<br />

Saranno i soggetti firmatari del Protocollo<br />

d'intesa a definire le modalità operative<br />

confrontandosi anche con la Regione<br />

Lazio per canalizzare tutte le agevolazioni<br />

pubbliche. L'accordo si prefigge<br />

anche altri obiettivi, tra cui un osservatorio<br />

sugli appalti per garantire maggiore<br />

trasparenza.<br />

Si è avvertita, inoltre, anche la necessità<br />

di una campagna informativa. Attraverso<br />

le giuste informazioni si intendono<br />

offrire tutte le opportunità possibili ai<br />

giovani imprenditori. Dal Comune di<br />

Roma sono stati stanziati 150 milioni di<br />

lire per adeguate campagne informative.<br />

Alberto Sera, Segretario Generale del-<br />

TRASPORTI Il «20 express» effettua tre fermate all'interno dell'università di Tor Vergata<br />

Inaugurata la linea veloce dell'Atac<br />

che collega Tor Bella Monaca e Anagnina<br />

Ieri, lunedì 22 gennaio, si è inaugurata<br />

la nuova linea-express dell'Atac. È<br />

contraddistinta dal numero 20. Collega il<br />

quartiere di Tor Bella Monaca al capolinea<br />

della metropolitana «A» nell'area<br />

dell'Anagnina. L'intera tratta viene coperta<br />

in mezz'ora e ciò costituisce un<br />

considerevole accorciamento rispetto ai<br />

tempi di percorrenza attuali. Ma vanno<br />

ben oltre le ambizioni dell'Azienda municipale<br />

dei trasporti, che persegue un<br />

forte potenziamento del servizio entro la<br />

fine di quest'anno, quintuplicando il volume<br />

complessivo di chilometraggio per<br />

ciascuna vettura.<br />

La «20 Express» si aggiunge ad altre<br />

cinque linee similari già attive. Le ricordiamo,<br />

anche per comodità del lettore,<br />

con il rispettivo numero di identificazione<br />

e con i relativi collegamenti. Linea<br />

90, da largo Labia alla Stazione Termini;<br />

linea 80, da piazza Vimercati a piazza<br />

San Silvestro; numero 60, da piazzale<br />

dei Partigiani a largo Pugliese; numero<br />

40 da Termini a piazza Pia. La linea 30,<br />

infine, si snoda da piazzale Clodio alla<br />

Laurentina, raggiungendo l'omonima<br />

fermata della metropolitana «B».<br />

Entriamo ora nel dettaglio della «20<br />

Express». Partirà da via Cambellotti, appunto<br />

a Tor Bella Monaca, avrà tre punti<br />

di sosta all'interno dell'Università Tor<br />

Vergata, proseguendo quindi per via<br />

Ciamarra e viale Heildelberg. La prima<br />

corsa è alle cinque e mezza del mattino,<br />

l'ultima a mezzanotte e mezza. Dieci<br />

fermate all'andata. Otto al ritorno. Frequenza,<br />

ogni sei minuti. E queste nuove<br />

vetture express presentano indubbie comodità<br />

e vantaggi. Hanno una lunghez-<br />

Appartamenti ex Ina:<br />

inquilini vogliono garanzie<br />

sulla vendita degli immobili<br />

Sono pronti a scendere in piazza entro<br />

febbraio gli inquilini ex Ina, in lotta<br />

contro la «Milano Centrale» (società del<br />

gruppo Pirelli) per il riconoscimento delle<br />

garanzie che tutelano la dismissione<br />

degli immobili di proprietà degli enti<br />

previdenziali. Gli inquilini, «sconcertati e<br />

preoccupati dall’arrivo delle lettere a casa»,<br />

si sono riuniti, lunedì, in più di 700<br />

per ribadire il «loro no» agli sfratti e per<br />

chiedere garanzie per le fasce più deboli,<br />

l’applicazione sul prezzo di mercato<br />

dello sconto previsto dalla normativa<br />

abrogata, la possibilità di acquistare gli<br />

immobili in forma associativa o cooperativa<br />

e un confronto costruttivo con la<br />

«Milano Centrale».<br />

L’assemblea degli inquilini ha rivolto<br />

un invito a tutti gli assegnatari delle case<br />

ex Ina affinché si tengano nei prossimi<br />

giorni incontri in tutti gli stabili per<br />

discutere con le famiglie e programmare<br />

iniziative comuni.<br />

«La cosa più sconcertante — ha spiegato<br />

Ugo Mauti, 51 anni, inquilino di<br />

uno stabile in via Guido Zanobini, a Cinecittà<br />

— e che la vendita delle nostre<br />

case viene pubblicizzata dalla Pirelli anche<br />

via internet».<br />

za di dodici metri, trascurano alcune soste<br />

considerate minori guadagnando in<br />

celerità e garantendo uno scorrimento<br />

privilegiato pure per le medie distanze.<br />

Soddisfatto e schematico, l'assessore<br />

capitolino ai Trasporti Pubblici, Valter<br />

Tocci, si è così espresso: «Abbiamo scelto<br />

questa zona perché riteniamo che<br />

tutta la periferia dell'Urbe vada tutelata,<br />

per rispetto ai diritti dei cittadini che vi<br />

abitano. Inoltre, la presenza di un comprensorio<br />

importante com'è quello dell'università<br />

di Tor Vergata, ha reso necessario,<br />

anzi, indispensabile, un collegamento<br />

tale da renderlo accessibile da<br />

Carabiniere ucciso<br />

accidentalmente<br />

durante un'esercitazione<br />

Un maresciallo dei Carabinieri<br />

del centro di perfezionamento al<br />

tiro della caserma di Forte Antenne,<br />

è morto martedì mattina dopo<br />

essere stato colpito da un proiettile<br />

sparato accidentalmente da un<br />

commilitone in uno dei locali dell’edificio<br />

antistante l’area del poligono,<br />

dove era in corso una esercitazione.<br />

Il proiettile ha raggiunto<br />

il sottufficiale trapassando una<br />

porta. A quanto si è appreso in<br />

quell’area le armi dovrebbero essere<br />

portate scariche.<br />

«Leonardo da Vinci»: a fuoco<br />

per due volte il motore<br />

di un aereo in fase di decollo<br />

Tanta paura ma fortunatamente nessun<br />

ferito grave tra i 68 passeggeri in<br />

quella che poteva diventare una sciagura<br />

aerea. Un Boeing 737 della Air Maroc,<br />

in partenza per Casablanca, è stato<br />

costretto per ben due volte a frenare la<br />

sua corsa prima del decollo.<br />

L'episodio si è verificato lunedì presso<br />

l'aeroporto Leonardo da Vinci. Erano le<br />

13 quando il velivolo si stava apprestando<br />

alla fase di decollo. Ma appena i motori<br />

hanno raggiunto la potenza di spinta<br />

una fiammata improvvisa. Il fumo ha<br />

invaso la carlinga e il panico si è fatto<br />

strada tra i passeggeri.<br />

Dopo alcuni minuti le persone sono<br />

state fatte scendere dall'aereo e, tempo<br />

5 ore, il danno è stato riparato. Poi la<br />

nuova partenza ma per la seconda volta<br />

una fiammata e il fumo ha invaso ancora<br />

l'abitacolo. Cinque passeggeri sono<br />

stati ricoverati per un'intossicazione e<br />

tranne alcuni, la maggior parte è ripartita<br />

con un aereo di un'altra compagnia.<br />

Momenti di paura si sono avuti anche<br />

in serata su un volo da Catania dell’Alitalia:<br />

l’airbus, poco prima di atterrare,<br />

ha compiuto un «salto» nel vuoto di 600<br />

metri a causa di una scia di un altro velivolo.<br />

Poi l'aereo è atterrato senza problemi.<br />

24 GENNAIO 2001<br />

S. Francesco di Sales, vescovo<br />

e dottore della Chiesa<br />

Memoria (bianco)<br />

Messa della Memoria<br />

Lezionario: Eb 10, 11-18; Salmo<br />

109; Mc 4, 1-20<br />

Liturgia delle Ore: Merc. III<br />

sett. - Ufficio della Memoria<br />

e per le varie zone cittadine». Sempre<br />

lunedì scorso si è proceduto ad affidare<br />

al settore privato la gestione di sei linee<br />

Atac. Anche qui le ricordiamo: la 053<br />

via Bitonto-piazza Piaggio; la 057 via Siculiana-via<br />

Degas; la 663 largo Cirò-largo<br />

Colli Albani; la 552 Cinecittà-piazza<br />

dei Mirti; la 213 largo Preneste-via Alessandrino;<br />

la 543 piazzale Gardenie-via<br />

Ventunni. E, con questo, Roma diventa<br />

l'unica (per il momento) città italiana ad<br />

avere stabilito una effettiva collaborazione<br />

con il settore privato dei trasporti.<br />

Le linee menzionate si aggiungono a<br />

una precedente, già affidata dal 1o gennaio<br />

scorso ai privati, cioè la «447», che<br />

collega la stazione di Rebibbia con via<br />

Venurini in zona La Rustica. «In questo<br />

modo — chiarisce l'assessore — si otterranno<br />

delle risorse da reinvestire per il<br />

potenziamento dei trasporti, sotto l'aspetto<br />

sia qualitativo sia quantitativo».<br />

Per intenderci, il personale impiegato<br />

precedentemente nelle linee ora gestite<br />

dai privati, sarà inserito in un circuito<br />

aggiuntivo di linee «con una bassa frequenza»,<br />

identificate con i numeri 81,<br />

85, 542, 112, 451, 508.<br />

Contemporaneamente con l'entrata in<br />

servizio delle ventuno linee affidate ai<br />

privati attraverso la gara internazionale<br />

conclusasi nello scorso novembre, l'azienda<br />

reinveste in nuovi servizi le risorse<br />

risparmiate. La «20 Express» ne è il<br />

primo esempio, ma sono già in corso le<br />

gare relative al secondo lotto di «cessioni»<br />

ai privati e per l'acquisto dei nuovi<br />

bus. Obiettivo finale: aumentare ulteriormente<br />

la frequenza dei passaggi.<br />

LAURA PICCINELLI<br />

Corazziere ferito<br />

da pannelli di legno<br />

caduti da un camion<br />

Un Corazziere di 50 anni è rimasto<br />

ferito, fortunatamente in modo non<br />

grave, martedì mattina, in via della<br />

Dataria: il militare è stato travolto<br />

da pesanti pannelli di legno che<br />

erano su un camion dell’Esercito.<br />

Durante una manovra, i pannelli —<br />

che dovevano essere portati nella<br />

vicina caserma dei Corazzieri di<br />

via XX Settembre — si sono abbattuti<br />

sull’altra sponda del rimorchio,<br />

investendo il Carabiniere. L'uomo<br />

è stato subito portato all'ospedale<br />

san Giacomo, dove i medici gli<br />

hanno riscontrato la frattura di due<br />

costole.<br />

Rubano vettura<br />

e tamponano l'auto<br />

di finanziere: fermati<br />

È andata male, la notte tra lunedì<br />

e martedì, a due ladri extracomunitari,<br />

che, subito dopo aver rubato<br />

una vettura, sono finiti contro l’auto<br />

di un finanziere. È avvenuto in<br />

viale Glorioso. I due, V.J., di 26 e<br />

S.V., di 24, dopo l’incidente sono<br />

fuggiti a piedi: il finanziere li ha<br />

raggiunti e, grazie all'aiuto di alcuni<br />

poliziotti, li ha arrestati per resistenza,<br />

lesioni a pubblico ufficiale<br />

e per la ricettazione dell’auto.<br />

Fede<br />

Il cristiano<br />

non aderisce alla fede<br />

perché è dolce,<br />

ma perché è vera.<br />

(François Mauriac)<br />

a cura di p. Leonardo Sapienza, R.C.I.<br />

la Uil di Roma e Lazio, si dice soddisfatto<br />

dell'accordo raggiunto perché «si tratta<br />

di un altro tassello importante per la<br />

lotta all'usura» che porta a sperare per<br />

un possibile cambiamento della difficile<br />

situazione. Roma è una «città a rischio<br />

per il sistema bancario». La Capitale, infatti,<br />

risulta la città dove si registra il<br />

maggior numero di fallimenti di impresa,<br />

dopo Napoli che ha il triste primato<br />

degli assegni emessi a vuoto, e dopo Milano<br />

e ancora Napoli che registrano il<br />

maggior numero di protesti bancari.<br />

Positivo anche il commento di Stefano<br />

Bianchi, Segretario Generale della<br />

Cgil di Roma e Lazio, poiché «l'accordo<br />

punta da un lato a migliorare il rapporto<br />

informativo e di consulenza e, dall'altro,<br />

rafforza il sistema delle garanzie,<br />

soprattutto nei confronti della piccola<br />

impresa».<br />

I criteri con cui si facilita l'accesso al<br />

credito per i finanziamenti alle piccole e<br />

medie imprese rappresentano senza<br />

dubbio l'elemento innovativo dell'accordo.<br />

Le imprese potranno fare un sospiro<br />

di sollievo puntando alla crescita e alla<br />

stabilizzazione dell'occupazione dei dipendenti.<br />

«Tutto ciò — ha aggiunto<br />

Bianchi — non è poco in un ambito, come<br />

quello romano, dove il giro di affari<br />

dell'usura è stimato dai 6.000 agli 8.000<br />

miliardi l'anno e coinvolge il 25% delle<br />

imprese» e il 60% delle imprese si trovano<br />

in condizione d'irregolarità.<br />

ELISABETTA ANGELUCCI<br />

Locali fatiscenti:<br />

chiusi 2 padiglioni<br />

dell'ospedale<br />

s. Camillo-Forlanini<br />

Fatiscenza dei locali, mancanza<br />

di sicurezza, spazi inadeguati all’assistenza<br />

dei ricoverati: questi i<br />

gravi motivi che hanno indotto la<br />

direzione generale dell’azienda<br />

ospedaliera san Camillo-Forlanini<br />

a disporre la chiusura temporanea<br />

dei padiglioni Specialistico e Cesalpino.<br />

I due padiglioni ospitano attualmente<br />

le unità operative di reumatologia<br />

e di medicina generale<br />

III, IV e VII, per un totale di 146<br />

posti letto.<br />

«Il provvedimento — afferma la<br />

direzione generale dell'azienda<br />

ospedaliera san Camillo-Forlanini<br />

— si è reso necessario per la riscontrata<br />

inidoneità dei suddetti<br />

locali ad ospitare attività di assistenza<br />

sanitaria, a causa delle precarie<br />

condizioni, dal punto di vista<br />

strutturale e della sicurezza, in<br />

cui versano tali spazi come risulta<br />

anche dalle numerose prescrizioni<br />

impartite dalla polizia giudiziaria<br />

nell’ambito dell’inchiesta penale<br />

avviata a suo tempo dalla Procura<br />

della Repubblica di Roma».<br />

Per limitare le difficoltà ai pazienti<br />

del nosocomio, i posti letto<br />

dei due padiglioni verranno trasferiti<br />

in attesa della ristrutturazione<br />

in altri locali dell’ospedale: settantanove<br />

posti letto verranno ricollocati<br />

da subito, gli altri, assicura la<br />

direzione, «nel più breve tempo<br />

possibile».<br />

RADIO<br />

VATICANA<br />

OM: 1530 kHz - 196 metri<br />

(Per la zona di Roma<br />

anche Onda Media 527 kHz<br />

e FM 93.3 e 105 MHz)<br />

OC: nelle bande 49, 31, 25 e 19 metri<br />

MERCOLEDÌ 24 GENNAIO<br />

00.10: Studio A (stereo): Con voi nella<br />

notte<br />

7.20-15.30-17.30-23-24: Orizzonti cristiani<br />

7.30: Santa Messa in latino<br />

8-12-14-15-16-18-21-23.30: Radiogiornale<br />

in italiano, spagnolo, portoghese,<br />

francese, inglese, tedesco e polacco<br />

10.30: Udienza generale del Santo<br />

Padre<br />

16.30: Christian Music di P. Famiglietti<br />

e A. Cimini<br />

17: Liturgia delle Ore: celebrazione<br />

dei Vespri in latino<br />

20.20: Programma tedesco: Die Römische<br />

Woche<br />

20.40: Recita del Santo Rosario in latino<br />

21.30: Programma francese: L'enseignement<br />

du Pape et des évêques<br />

21.50: Programma inglese: The Pope<br />

and the people / Rights or wrong /<br />

An extraordinary year / No excuses<br />

22.10: Programma spagnolo: La voz<br />

del Papa / Informaciones y Reflexiones<br />

Jubilares


IN ITALIA<br />

PAGINA<br />

10 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Mercoledì 24 Gennaio 2001<br />

NAPOLI — Un «campo di lavoro e di<br />

solidarietà» ha visto impegnati nei giorni<br />

scorsi a Napoli oltre 300 studenti delle<br />

medie superiori, per iniziativa del centro<br />

di pastorale giovanile «Shekinà» nel<br />

quartiere Vomero.<br />

I giovani per tre giorni hanno raccolto<br />

materiale scolastico, alimentare, igienico<br />

e altri utensili, da destinare ad alcuni<br />

centri di accoglienza operanti nella diocesi<br />

e da inviare ad alcune missioni in<br />

Africa.<br />

MUCCA PAZZA L'Istituto superiore di sanità è per l'eliminazione dal mercato<br />

Sulla bistecca con l'osso l'Italia<br />

seguirà la decisione del comitato Ue<br />

ROMA, 23.<br />

Sarà «uniformata» a quella europea la<br />

decisione che il ministro della Sanità,<br />

Veronesi, prenderà nei prossimi giorni<br />

sull’eventuale esclusione della colonna<br />

vertebrale dei bovini dal ciclo alimentare<br />

umano. Ieri il ministro ha ricevuto il parere<br />

(riservato) dell’Istituto superiore di<br />

sanità, in linea con quanto avevano suggerito<br />

il 12 gennaio gli esperti del comitato<br />

scientifico europeo. I colleghi di<br />

Bruxelles, secondo la portavoce del<br />

commissario Byrne, avevano affermato<br />

che la colonna vertebrale è considerata<br />

«materiale a rischio». Ma si trattava solo<br />

di una «semplificazione» del parere fornito<br />

dal comitato scientifico.<br />

È verosimile che l’Istituto superiore di<br />

sanità abbia detto «sì» all’esclusione della<br />

colonna vertebrale, ispirato ad un<br />

principio di precauzione già utilizzato<br />

per altri rischi biologici. Un parere dettato<br />

da diversi ordini di motivi: innanzitutto<br />

dall’inserimento dell’Italia, da parte<br />

dell’Ue, nella categoria 3 di rischio; e<br />

inoltre dall'effettiva presenza di Bse nella<br />

parte, anche se limitata per ora ad un<br />

solo caso. Del resto nei giorni scorsi il<br />

direttore del laboratorio di medicina veterinaria<br />

aveva anticipato che l’eliminazione<br />

della colonna vertebrale dei bovini<br />

— e quindi della bistecca con l'osso —<br />

poteva essere una misura precauzionale<br />

in più, che andrebbe ad aggiungersi a<br />

quella già adottata in Italia nell'ottobre<br />

scorso con la distruzione del midollo<br />

spinale e del cervello dell’animale al momento<br />

della macellazione.<br />

Il provvedimento del ministro dovrà<br />

tener conto anche della fattibilità di una<br />

eventuale esclusione della colonna vertebrale<br />

nella catena di macellazione dei<br />

bovini, un problema non risolvibile da<br />

un giorno all’altro. Ma è probabile che<br />

per la decisione si attenderà non solo il<br />

parere del comitato veterinario Ue di<br />

oggi a Stoccolma (sarà pronto tra giovedì<br />

e venerdì) ma anche quello del comitato<br />

dei ministri agricoli europei del 29 e<br />

30 gennaio.<br />

Nel frattempo resta alta in Italia la<br />

tensione per l'allarme mucca «pazza».<br />

Mentre proseguono i controlli a tappeto<br />

dei Nas (4.420 le ispezioni effettuate a<br />

ieri), è giunta al secondo giorno la protesta<br />

nei mattatoi che hanno deciso di<br />

non macellare i capi con più di 30 mesi<br />

a causa dei mancati interventi di sostegno<br />

da parte del Governo dopo la crisi<br />

del settore. Da Palazzo Chigi filtrano indiscrezioni<br />

su possibili prossime misure<br />

a favore degli operatori ma Assocarni ripete<br />

che se non arriveranno risposte<br />

concrete il fermo potrebbe riguardare,<br />

nei prossimi giorni, anche bovini più<br />

giovani. Il ministro delle Finanze, Del<br />

Turco, ha garantito che «quando gli effetti<br />

della crisi si faranno sentire anche<br />

il fisco dovrà fare la sua parte».<br />

Ieri, in Abruzzo, i Carabinieri del Nucleo<br />

regionale antisofisticazioni hanno<br />

sequestrato due allevamenti in provincia<br />

di Pescara e uno nel Chietino. Una novantina<br />

le mucche e i vitelli sui quali i<br />

veterinari del Servizio sanitario locale<br />

stanno ora eseguendo accertamenti su<br />

MUTUI Dure critiche da parte dei consumatori<br />

Il Presidente del Consiglio:<br />

«No a retroattività nel decreto»<br />

ROMA, 23.<br />

Il Presidente del Consiglio Giuliano<br />

Amato e i ministri del Tesoro Vincenzo<br />

Visco e della Giustizia Piero Fassino, ritengono<br />

che il dibattito parlamentare in<br />

corso sul decreto per i tassi sui mutui<br />

usurari «non debba avere esiti tali da introdurre<br />

criteri di retroattività e comunque<br />

da comportare, per il sistema finanziario,<br />

oneri capaci di pregiudicarne la<br />

stabilità e l’affidabilità internazionale il<br />

cui costo, in ogni caso, finirebbe con il<br />

riversarsi a carico dei consumatori». È<br />

quanto si legge in un comunicato diffuso,<br />

ieri, dall’ufficio stampa di Palazzo<br />

Chigi a proposito del dibattito in Parlamento<br />

sul decreto che riguarda i tassi<br />

sui mutui. «Il governo — ricordano nella<br />

nota — ha emanato, sulla questione<br />

dei tassi sui mutui, un decreto legge reso<br />

necessario dall’urgenza di garantire<br />

certezza di riferimenti ai cittadini e al sistema<br />

finanziario. Il provvedimento si è<br />

reso altresì necessario per fronteggiare<br />

una situazione di squilibrio generata dalla<br />

repentina e strutturale discesa dei tassi<br />

che ha determinato una brusca caduta<br />

della soglia di legge relativa alla determinazine<br />

dei tassi usurari, creando<br />

un differenziale imprevedibile, al momento<br />

dell’emanazione della legge 108<br />

del 1996». «Il decreto si è reso necessario<br />

anche per assicurare l’invarianza dei<br />

rendimenti dei titoli del debito pubblico,<br />

altrimenti esposti ad un obbligo di revisione<br />

determinando il venire meno del<br />

patto stipulato con i sottoscrittori, vulnerando<br />

le loro aspettative e producendo<br />

una pericolosa perdita di credibilità<br />

Migliorano i conti dell'Inps:<br />

nel 2000 il fabbisogno<br />

diminuito di 441 miliardi<br />

ROMA, 23.<br />

«Conti in netto miglioramento» nel<br />

2000 per l'Inps. In una nota, l’Istituto<br />

nazionale previdenza sociale sottolinea<br />

come il fabbisogno di cassa sia diminuito<br />

di 441 miliardi di lire rispetto alle previsioni,<br />

attestandosi sui 106.689 miliardi.<br />

Sempre nel 2000, la spesa per il pagamento<br />

delle rate nette di pensione<br />

(esclusi gli assegni agli invalidi civili e le<br />

pensioni del personale delle FS) è stata<br />

di 189.352 miliardi, con una diminuzione<br />

di 5.419 rispetto alle previsioni<br />

(–2,8%) e un incremento di 5.695 rispetto<br />

al ’99 (+3,1%). Questo incremento è<br />

«comunque inferiore — spiega l’Inps —<br />

all’incremento del pil nominale».<br />

Sull’andamento della spesa ha influito<br />

positivamente anche «il trend in diminuzione<br />

delle liquidazioni delle pensioni di<br />

anzianità». Nel 2000 sono state 123.253<br />

che, tenuto conto di circa 4.000 ulteriori<br />

liquidazioni derivanti da domande giacenti,<br />

fanno salire a 127.253 i trattamenti<br />

complessivi, con una diminuzione di<br />

47.147 pensioni (–27%) rispetto alle previsioni.<br />

Nel dettaglio, il fabbisogno di<br />

cassa dell’Inps accertato per il 2000 è risultato<br />

di 106.689 miliardi di lire, con<br />

una riduzione di 441 miliardi.<br />

del debito pubblico italiano sui mercati<br />

internazionali».<br />

Forti critiche alle decisioni annunciate<br />

da parte dell’Adusbef, associazione di<br />

consumatori, che minaccia il ricorso ai<br />

Tribunali: «Con queste dichiarazioni il<br />

Governo si schiera dalla parte delle banche<br />

e a difesa dell’illegalità. Se questo<br />

decreto dovesse passare senza prevedere<br />

l’applicazione della legge, l’Adusbef ricorrerà<br />

ai Tribunali di tutta Italia per difendere<br />

i principi fondanti di uno Stato<br />

di diritto, che devono valere per tutti i<br />

cittadini».<br />

Ferrovie: confermato<br />

lo sciopero indetto<br />

per venerdì 26<br />

ROMA, 23.<br />

Difficoltà in vista per chi venerdì<br />

26 gennaio dovrà viaggiare in<br />

treno o sui traghetti. Confederali<br />

e i sindacati autonomi Sma e Ugl<br />

hanno infatti proclamato uno<br />

sciopero nazionale di tutto il personale<br />

del gruppo Fs nell’ambito<br />

della vertenza per il rinnovo del<br />

contratto nazionale di lavoro. Dalle<br />

10 alla 17.59 sciopereranno il<br />

personale addetto alla circolazione<br />

dei treni e i marittimi in servizio<br />

sui traghetti a Civitavecchia e<br />

Messina; il restante personale<br />

sciopererà per l’intera giornata.<br />

Ischia: cominciato<br />

a Casamicciola<br />

abbattimento case abusive<br />

ISCHIA, 23<br />

È cominciato ieri, lunedì, l’abbattimento<br />

di una serie di costruzioni abusive<br />

nel Comune di Casamicciola Terme<br />

nell’isola di Ischia con la demolizione di<br />

un immobile di circa 60 metri quadrati<br />

non ancora completato, in esecuzione<br />

dell’ordinanza di abbattimento firmata<br />

dal commissario prefettizio Maria Elena<br />

Stasi. La costruzione è una pertinenza<br />

di una casa realizzata in una zona collinare<br />

di Casamicciola posta a circa 300<br />

metri dal livello del mare e priva di ogni<br />

autorizzazione amministrativa. La commissaria<br />

prefettizia ha applicato nell’ordinanza<br />

di demolizione le disposizioni<br />

contenute nell’art. 4 della legge sul condono<br />

edilizio del 1985 che dispone l’abbattimento<br />

anche in danno per le opere<br />

edilizie ex novo che non possono essere<br />

sanate. Le operazioni di abbattimento<br />

sono state appaltate alla ditta «Icemer<br />

Spa» di Napoli. La commissaria Stasi ha<br />

anche firmato altre 11 ordinanze di abbattimento<br />

per costruzioni abusive che<br />

dovranno essere eseguite nei prossimi<br />

giorni nel quadro della lotta all’abusivismo<br />

edilizio. È la prima volta che nel<br />

Comune di Casamicciola Terme viene<br />

eseguita una ordinanza di demolizione<br />

in danno del responsabile dell’abuso.<br />

indicazione dei Carabinieri che hanno riscontrato<br />

la mancanza della documentazione<br />

sanitaria, prevista dalla legge, e<br />

del marchio che viene solitamente applicato<br />

sulle orecchie dei capi di bestiame<br />

per indicarne la provenienza.<br />

In Piemonte invece la Giunta regionale<br />

ha chiesto al Governo lo stato di crisi<br />

per la zootecnia regionale, mentre è allo<br />

studio un nuovo progetto di filiera produttiva<br />

che dia la massima garanzia al<br />

consumatore.<br />

Preoccupati dalla mucca «pazza», gli<br />

italiani hanno aumentato il consumo di<br />

pesce (+15% nel 2000 rispetto al ’99)<br />

ma neanche per i prodotti ittici la sicurezza<br />

è garantita. L’allarme lo lanciano<br />

Legambiente e Uniprom (il consorzio<br />

che riunisce tutte le associazioni di categoria<br />

dei pescatori). La spigola che arriva<br />

sul piatto, avvertono, potrebbe infatti<br />

essere allevata ad antibiotici, nutrita con<br />

mangimi di dubbia provenienza e cresciuta<br />

in vasche pulite con sostanze tossiche.<br />

Se la maggior parte della produzione<br />

italiana è garantita, altrettanto<br />

non si può dire per quella che arriva<br />

dall’estero e che costituisce oltre il 60<br />

per cento del pesce consumato in Italia.<br />

Per scongiurare il rischio di una nuova<br />

emergenza alimentare, le due associazioni<br />

hanno presentato il «pesce biologico»,<br />

un progetto per portare entro un<br />

anno sulle tavole un prodotto interamente<br />

allevato secondo criteri di sostenibilità<br />

ambientale e il marchio «dop»<br />

(denominazione di origine protetta) per<br />

le specie ittiche tradizionali.<br />

Tornano in cella i detenuti<br />

scarcerati per la pagina<br />

sparita nell'ordinanza<br />

di custodia del tribunale<br />

di Busto Arsizio<br />

VARESE, 23.<br />

Sono tornati in carcere tutti i detenuti<br />

che ai primi di gennaio avevano riottenuto<br />

la libertà grazie a una pagina mancante<br />

nella voluminosa ordinanza di custodia<br />

cautelare del Tribunale di Busto<br />

Arsizio nei confronti delle persone arrestate<br />

l’11 dicembre nell’operazione «Infinito».<br />

La sparizione della pagina n. 1.568 (su<br />

1.572), contenente l’elenco delle esigenze<br />

di custodia cautelare, aveva fatto<br />

scattare — come riferisce l'Ansa — la<br />

nullità della misura riguardante una ventina<br />

di arrestati (su 59) accusati di reati<br />

che spaziavano dal traffico di sostanze<br />

stupefacenti alle rapine.<br />

L’ordinanza di custodia cautelare —<br />

sempre secondo l' Ansa — era stata dichiarata<br />

nulla dal Tribunale del Riesame<br />

proprio per la mancanza della pagina<br />

con le esigenze cautelari: un episodio<br />

che aveva suscitato scalpore e che ha<br />

portato gli organi superiori a interessarsi<br />

del tribunale di Busto Arsizio per verificarne<br />

la carenza di organici e mezzi.<br />

Carenza che avrebbe portato appunto<br />

alla svista della pagina mancante.<br />

Da allora a ieri mattina il sostituto<br />

procuratore del Tribunale di Busto Arsizio,<br />

Tiziano Masini, il quale aveva coordinato<br />

l’inchiesta, e il Giudice delle indagini<br />

preliminari hanno lavorato per riformulare<br />

l’intera ordinanza di custodia<br />

cautelare.<br />

L’ordinanza, ieri mattina, è stata consegnata<br />

a tutti i 59 indagati, e coloro<br />

che erano stati liberati sono stati riportati<br />

in carcere.<br />

Vasta operazione<br />

antidroga<br />

nel Vicentino<br />

VICENZA, 23.<br />

Una vasta operazione antidroga è stata<br />

compiuta a partire dalle prime ore di<br />

oggi, martedì, dai Carabinieri di Vicenza.<br />

I militari dell'Arma hanno in particolare<br />

eseguito 29 ordinanze di custodia<br />

cautelare nei confronti di elementi della<br />

criminalità italiana, nigeriana, albanese<br />

e ghanese ritenuti responsabili di un<br />

traffico internazionale di stupefacenti.<br />

Gli investigatori hanno così smantellato<br />

una organizzazione criminale che, secondo<br />

quanto si è appreso, operava oltre<br />

che in Veneto anche in Lombardia<br />

ed Emilia Romagna dove venivano spacciate<br />

quantità rilevanti di cocaina ed hashish.<br />

Quella di oggi è la fase conclusiva<br />

dell’operazione «Zorro», iniziata un anno<br />

fa e che ha portato nei mesi scorsi<br />

all’arresto di altre venticinque persone,<br />

tre delle quali fermati con carichi di<br />

droga negli aeroporti di Venezia, Milano<br />

e Verona.<br />

All’operazione, coordinata dal pm<br />

Paolo Pecori, che ha ottenuto i provvedimenti<br />

restrittivi dal gip Cecilia Carreri,<br />

sono stati impegnati un centinaio di militari<br />

dell’Arma, che si sono avvalsi anche<br />

di unità cinofile.<br />

Napoli: «Campo di solidarietà» per 300 giovani<br />

Dopo la raccolta — che ha visto i ragazzi<br />

bussare porta a porta alle case<br />

del quartiere, in stile missionario — i<br />

partecipanti all'iniziativa si sono radunati<br />

ogni sera per riflessioni sulla solidarietà,<br />

animate dal direttore del centro, don<br />

Massimo Ghezzi.<br />

È stata anche allestita una «tenda di<br />

preghiera» in un giardino pubblico, per<br />

invitare i passanti ad una pausa di rifles-<br />

Frana uno scavo<br />

nel Torinese:<br />

resta sepolto<br />

un operaio ROMA, 23.<br />

Un operaio di 68 anni, Antonio<br />

Ellè, di Torre Pellice, è morto a<br />

Settimo Torinese nel crollo delle<br />

pareti di uno scavo. L’incidente è<br />

avvenuto ieri verso le 14. L’uomo,<br />

che lavorava alla costruzione di<br />

uno scavo per fognatura, è stato<br />

improvvisamente investito dalla<br />

terra franata dalle pareti. Nonostante<br />

i pronti soccorsi, per l’operaio<br />

non c’è stato nulla da fare. È<br />

morto prima di essere trasportato<br />

in ospedale.<br />

Altro incidente ieri pomeriggio,<br />

all’ospedale Sant’Antonio Abate a<br />

Trapani. Un operaio di 26 anni,<br />

Ignazio Rizzo, che stava effettuando<br />

lavori di manutenzione ad un<br />

pannello elettrico è rimasto colpito<br />

da una violenta fiammata sprigionatasi<br />

improvvisamente dall’impianto.<br />

Il giovane è stato ricoverato<br />

d’urgenza al Civico di Palermo<br />

con ustioni di primo, secondo<br />

e terzo grado. I medici<br />

mantengono la prognosi riservata.<br />

L’incidente si è verificato dentro<br />

una cabina elettrica che dista poche<br />

decine di metri dall’ingresso<br />

del pronto soccorso. Ignazio Rizzo<br />

stava lavorando insieme ad un<br />

collega. Il giovane, secondo alcuni<br />

testimoni, avrebbe avuto la prontezza<br />

di togliersi subito il maglione<br />

incendiato.<br />

sione nell'affanno delle faccende quotidiane.<br />

All'iniziativa hanno partecipato numerosi<br />

giovani non impegnati in un cammino<br />

di fede, che desideravano ugualmente<br />

fare un'esperienza di solidarietà.<br />

Molti di loro, conoscendo l'attività del<br />

centro di pastorale giovanile, hanno deciso<br />

di frequentarlo anche in seguito.<br />

Un esempio questo di come la testi-<br />

monianza missionaria dei ragazzi sia<br />

preziosa per avvicinare e coinvolgere i<br />

coetanei «lontani». Un progetto pastorale<br />

questo, che — per indicazione del Card.<br />

Michele Giordano — vede tutta la Chiesa<br />

di Napoli rivolgere una attenzione<br />

prioritaria alle famiglie ed ai giovani.<br />

La nascita di «Shekinà» e di altri centri<br />

simili in tutta la diocesi è appunto<br />

uno dei frutti concreti di tale impegno.<br />

MARIANO DEL PREITE<br />

AMBIENTE Dopo la chiusura di una discarica<br />

Emergenza rifiuti<br />

nel Napoletano<br />

NAPOLI, 23.<br />

È emergenza rifiuti<br />

per molti comuni dell'area<br />

vesuviana e della Costiera<br />

Sorrentina. I sindaci<br />

hanno rivolto un<br />

appello ai cittadini a<br />

«contenere» i rifiuti, ed<br />

hanno chiesto l'intervento<br />

del Prefetto. Ma una<br />

risposta potrà arrivare<br />

solo dopo giovedì, come<br />

già annunciato dalla Regione<br />

Campania.<br />

Sono ormai cinque<br />

giorni che 72 comuni del<br />

Napoletano (circa un milione<br />

di abitanti) non sono<br />

coperti dal servizio di<br />

raccolta e smaltimento<br />

dei rifiuti a causa della<br />

chiusura della discarica<br />

di Tufino, ormai satura.<br />

I sacchetti cominciano a<br />

diventare parte integrante dell’arredo<br />

urbano, perché gli abitanti li depositano<br />

dove possono. I camion della nettezza<br />

urbana, colmi di immondizia, sono fermi<br />

nei depositi.<br />

Le amministrazioni comunali sono<br />

impegnate da giorni a tentare di trovare<br />

una soluzione ed individuare siti idonei<br />

per stoccare provvisoriamente i rifiuti.<br />

Ma non tutti i Comuni hanno la possibilità<br />

di risolvere autonomamente l’emergenza<br />

rifiuti: Terzigno, Massa di Somma,<br />

Portici ed Ercolano, che rientrano<br />

per buona parte nell’area protetta del<br />

GIUSTIZIA I documenti ritrovati alla Procura militare<br />

Il Parlamento intende indagare<br />

su 695 stragi naziste «dimenticate»<br />

ROMA, 23.<br />

Sono circa 15.000 le vittime dei crimini<br />

nazisti cui fanno riferimento 695 incartamenti<br />

trovati negli scantinati della<br />

procura generale militare, all’interno di<br />

un armadio sigillato. Si tratta di fascicoli<br />

rinvenuti solo nel maggio 1994 dal pm<br />

militare Antonino Intelisano, durante le<br />

indagini per il processo Priebke, e su cui<br />

proprio quattro giorni fa la Commissione<br />

Giustizia della Camera ha disposto<br />

un’indagine conoscitiva. Gli incartamenti<br />

sono dei rapporti redatti dall’Arma dei<br />

Carabinieri, acquisiti dalla procura generale<br />

militare nel 1946 e da questa archiviati<br />

negli anni successivi: proprio sulle<br />

modalità di questa singolare archiviazione<br />

la Commissione giustizia intende fare<br />

chiarezza, considerato che i documenti<br />

sembrano essere stati nascosti piuttosto<br />

che archiviati e che, su questa circostanza,<br />

non ha portato ad alcun risultato<br />

concreto una commissione di indagine<br />

istituita nel 1996 dal Consiglio della magistratura<br />

militare.<br />

La Commissione giustizia — si legge<br />

nel programma dell’indagine, che prevede<br />

le audizioni di alcuni magistrati militari<br />

— «potrà verificare non tanto se<br />

dalla lettura di quei fascicoli possano<br />

emergere nomi e responsabilità dei crimini,<br />

ma soprattutto quali siano stati, se<br />

vi sono stati, i condizionamenti subiti<br />

dalla magistratura militare e se sarebbe<br />

stato quindi possibile, a tempo debito,<br />

perseguire i colpevoli».<br />

Lo scopo finale dell’indagine conoscitiva<br />

parlamentare, insomma, è «individuare<br />

se vi sia stato un occultamento<br />

Scuola materna<br />

gestita da religiose<br />

rapinata nel Bresciano<br />

BRESCIA, 23.<br />

Hanno ripreso i loro impegni<br />

ma sono ancora molto spaventate<br />

tre suore di una scuola materna,<br />

aggredite e rapinate da alcuni<br />

malviventi, probabilmente slavi,<br />

che hanno portato via del denaro,<br />

probabilmente le rette pagate dai<br />

genitori dei bambini. L’episodio<br />

risale a venerdì sera ma lo si è appreso<br />

solo ieri, lunedì.<br />

Sulla rapina, avvenuta nella<br />

scuola materna «San Giuseppe» di<br />

Gambara, nella bassa Bresciana,<br />

indagano i Carabinieri della compagnia<br />

di Verolanuova. Le tre<br />

suore, di 50, 60 e 70 anni, nell’asilo<br />

deserto, sono state aggredite e<br />

minacciate con un cacciavite.<br />

Dentro la direzione, sotto la minaccia<br />

delle armi, le religiose sono<br />

state costrette a consegnare alcune<br />

offerte ricevute dai genitori dei<br />

bimbi e anche 100 mila lire, che si<br />

trovavano su un tavolo. Non appena<br />

i malviventi si sono dileguati<br />

le suore hanno avvertito i Carabinieri.<br />

durato cinquant’anni, per poi valutare<br />

l’opportunità di promuovere l’istituzione<br />

di una commissione di inchiesta, che verifichi<br />

gli ambiti delle eventuali responsabilità<br />

storiche, politiche e giuridiche».<br />

Intanto, a fronte dell’indagine della<br />

Camera, procedono anche le inchieste<br />

giudiziarie presso diverse procure militari.<br />

Il solo procuratore militare di Roma<br />

Intelisano, così, ha in corso tre indagini,<br />

riguardanti altrettanti eccidi nazisti. Al<br />

riguardo ha compiuto diversi atti istruttori,<br />

compresa l’acquisizione di documentazione<br />

dalla Germania.<br />

Il pm: 7 anni<br />

agli incendiari<br />

della «Fenice»<br />

VENEZIA, 23.<br />

Il pm di Venezia Felice Casson<br />

ha chiesto la condanna a sette anni<br />

di reclusione ciascuno per Enrico<br />

Carella e il cugino Massimiliano<br />

Marchetti, i due giovani elettricisti<br />

accusati di aver incendiato il<br />

teatro La Fenice il 29 gennaio 96.<br />

Secondo il Pm, un incendio alla<br />

Fenice «non era impensabile anzi»<br />

e un tale teatro «richiedeva minore<br />

menefreghismo» ma «nessuno<br />

dei responsabili intervenne» neppure<br />

«davanti a manchevolezze<br />

sotto gli occhi di una persona di<br />

media intelligenza».<br />

Sequestro Soffiantini: chiesta<br />

la conferma della condanna<br />

per il generale Delfino ROMA, 23.<br />

Il procuratore generale della Suprema<br />

Corte di Cassazione, Antonio Mura, ha<br />

chiesto stamani — innanzi alla seconda<br />

sezione penale — la conferma della condanna<br />

a tre anni e quattro mesi di reclusione,<br />

con l'aggiunta di due milioni di lire<br />

di multa, inflitti il 20 gennaio dello<br />

scorso anno dai giudici della Corte di<br />

appello di Brescia al generale Francesco<br />

Delfino, l’alto ufficiale dell'Arma dei Carabinieri<br />

che deve rispondere dell'accusa<br />

di truffa pluriaggravata nell’ambito del<br />

sequestro dell’imprenditore bresciano<br />

Giuseppe Soffiantini.<br />

In particolare sul generale grava la<br />

grave accusa di essersi indebitamente<br />

appropriato di un miliardo di lire sottratto<br />

ai familiari della vittima del sequestro<br />

con la promessa di adoperarsi per<br />

giungere alla liberazione del loro congiunto.<br />

L’imprenditore rapito — rimasto in<br />

mano ai carcerieri per 237 giorni — è<br />

presente in aula, a Roma. Il generale<br />

Delfino è difeso dagli avvocati Alessandro<br />

Gamberini e Raniero Della Valle. La<br />

parte civile è invece difesa dall’avvocato<br />

Franco Frigo.<br />

Un'emblematica immagine di una strada di Tufino<br />

Parco Nazionale del Vesuvio, incontrano<br />

difficoltà a localizzare siti provvisori.<br />

Il Prefetto in una nota inviata ai Comuni,<br />

allo scopo di prevenire situazioni<br />

di emergenza sanitaria, chiede «l’impegno<br />

di tutti i soggetti istituzionali coinvolti»<br />

e rimanda a quanto previsto dalle<br />

norme con «il ricorso temporaneo a speciali<br />

forme di gestione dei rifiuti». «Ma<br />

da soli — affermano i sindaci — non<br />

riusciremo a farcela. In alcuni comuni<br />

ad alta densità abitativa individuare un<br />

sito temporaneo è come trovare un ago<br />

nel pagliaio».<br />

La figlia del tabaccaio<br />

ucciso per rapina<br />

nel Lodigiano:<br />

«Mio padre temeva<br />

che sarebbe avvenuto»<br />

LODI, 23.<br />

«Mio padre se lo sentiva: aveva detto<br />

più volte che un rapinatore per fare un<br />

colpo nel nostro locale avrebbe dovuto<br />

ucciderlo». Parla con la voce rotta dai<br />

singhiozzi una delle cinque figlie di Piero<br />

Mondori, il tabaccaio di 67 anni ucciso<br />

domenica sera a Turano Lodigiano<br />

da un rapinatore solitario entrato nel<br />

bar-tabaccheria da lui comprato per le<br />

figlie. Intanto le indagini sul sanguinoso<br />

episodio hanno portato a un’ipotesi assai<br />

verosimile: il malvivente (si tratterebbe<br />

di un italiano) che ha ucciso Mondori,<br />

che l’aveva affrontato per impedirgli<br />

di sottrarre l’incasso di circa 600 mila lire,<br />

è probabilmente lo stesso che venerdì<br />

sera aveva rapinato, di circa un milione<br />

di lire Saverio Ippolito di 39 anni, in<br />

una tabaccheria-trattoria a Villanova Sillaro,<br />

sempre nel Lodigiano.<br />

«State attente, state attente, ci diceva<br />

sempre — ha sottolineato ancora la figlia<br />

in lacrime —. Si raccomandava<br />

sempre con noi ogni volta che leggeva<br />

la notizia di un tabaccaio rapinato. Ripeteva<br />

che le tabaccherie sono nel mirino<br />

dei banditi... E adesso è toccata a<br />

lui». Piero Mondori era un uomo che<br />

aveva sudato tutta la vita, da muratore,<br />

per investire i suoi risparmi in un bar<br />

tabaccheria, ricevitoria ed edicola, con<br />

un unico scopo: assicurare un futuro alle<br />

figlie Maura, Liliana, Maria Pia, Simona<br />

e Benedetta. Ma Piero, aveva<br />

molti motivi per essere costantemente<br />

preoccupato. Oltre che dallo stillicidio di<br />

rapine nella zona, l’ex muratore era rimasto<br />

choccato da due furti messi a segno<br />

dai ladri in una palazzina del centro<br />

di Turano Lodigiano.<br />

Camorra: in manette<br />

pericoloso latitante<br />

NAPOLI — Un pregiudicato, Antonio<br />

De Luise, di 37 anni, ritenuto<br />

esponente di spicco del clan dei<br />

Casalesi, è stato arrestato martedì<br />

dai Carabinieri del comando provinciale<br />

di Caserta e del Ros. Accusato<br />

di associazione camorristica<br />

e omicidio, era sfuggito al blitz<br />

che nei giorni scorsi ha portato all’arresto<br />

di 25 affiliati al clan.<br />

Castellamare:aggredito<br />

direttore del Comune<br />

NAPOLI — Il direttore generale del<br />

Comune di Castellammare di Stabia,<br />

Nicola Laudisio, di 58 anni, è<br />

stato aggredito lunedì pomeriggio<br />

da sconosciuti armati di spranghe<br />

di ferro. Colpito ad un braccio, è<br />

stato medicato in ospedale. Gli investigatori<br />

non escludono che l’aggressione<br />

avesse intenti intimidatori,<br />

legati alle funzioni istituzionali<br />

di Laudisio.<br />

Rapina: arrestati<br />

due militari a Belluno<br />

BELLUNO — Due militari in ferma<br />

volontaria, Luigi Stefanelli, di 20<br />

anni, e Paolo Antonio Vazzana, di<br />

21, sono stati arrestati per una rapina<br />

compiuta lunedì pomeriggio<br />

in un locale di videogiochi di Feltre,<br />

il cui titolare è rimasto ferito.


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Anno CXLI - N. 19 (42.657) CITTÀ DEL VATICANO Giovedì 25 Gennaio 2001<br />

Di fronte all'impressionante incremento della violenza in Colombia la supplica di Giovanni Paolo II<br />

affinché cessino i sequestri di persona, gli atti di terrorismo e si promuova un dialogo effettivo e leale<br />

Riscoprire il supremo valore della vita<br />

«Le notizie provenienti dalla<br />

Colombia, che parlano di un impressionante<br />

incremento di violenza,<br />

non possono che indurre<br />

a chiedere a tutti di riscoprire il<br />

supremo valore della vita: “Non<br />

si può parlare di pace quando<br />

manca la difesa di questo valore<br />

fondamentale” (Messaggio per la<br />

Giornata Mondiale della Pace<br />

del 2001, n. 19).<br />

Vorrei anche invitare tutte le<br />

parti a promuovere un effettivo e<br />

leale dialogo, mentre supplico<br />

che cessino i sequestri di persona,<br />

gli atti di terrorismo, gli attentati<br />

alla vita, come la piaga<br />

del narcotraffico. È ora di ritornare<br />

al Signore della Vita, affinché<br />

muova il cuore di tutti i colombiani<br />

e faccia loro comprendere<br />

che sono una sola grande<br />

famiglia». (Giovanni Paolo II,<br />

udienza generale del 24 gennaio)<br />

Jugoslavia: persistono<br />

le divergenze<br />

tra Kostunica<br />

e il Tribunale penale<br />

internazionale dell'Aja<br />

BELGRADO, 24.<br />

Il colloquio di ieri non ha riavvicinato<br />

le posizioni del Presidente<br />

della Repubblica federale di Jugoslavo<br />

(Serbia e Montenegro), Vojislav<br />

Kostunica, e del Procuratore<br />

generale del Tribunale penale internazionale<br />

(Tpi) dell'Aja per i<br />

crimini di guerra nella ex Jugoslavia,<br />

Carla Del Ponte. Lo ha reso<br />

noto un comunicato dell’ufficio<br />

presidenziale precisando che tra i<br />

due c'è stato «franco scambio di<br />

opinioni».<br />

Secondo il documento, Kostunica<br />

ha sottolineato che perché si<br />

avvii una collaborazione tra Belgrado<br />

e il Tpi «deve esistere una<br />

normativa coordinata con le leggi<br />

jugoslave». Del Ponte, aggiunge la<br />

fonte, non ritiene necessario un<br />

tale accordo preventivo.<br />

La presidenza jugoslava ha<br />

avanzato forti obiezioni sulla procedura<br />

giuridica, sull’esistenza di<br />

incriminazioni tenute segrete e su<br />

quello che ha definito il «lavoro<br />

politicizzato del Tribunale dell’Aja»,<br />

sottolineando «il pericolo di<br />

una giustizia selettiva che comporta<br />

una violazione dei principi<br />

giuridici basilari». «Esiste il pericolo<br />

che le tante accuse contro<br />

gran parte dei politici e dei militari<br />

serbi — si legge nel documento<br />

— si trasformino in una accusa<br />

collettiva a un intero popolo».<br />

Da parte sua Del Ponte ha manifestato<br />

disappunto per il colloquio<br />

attraverso le parole della<br />

portavoce Florence Hartmann. Il<br />

Procuratore sembra ora puntare<br />

sul dialogo che avrà oggi con altri<br />

rappresentanti politici jugoslavi.<br />

L’incontro con Kostunica, ha detto<br />

Hartmann, «non è stato né facile<br />

né difficile». «Al Presidente —<br />

ha aggiunto — non sono stati<br />

consegnati documenti relativi alle<br />

incriminazioni segrete». Il materiale,<br />

ha continuato il portavoce,<br />

verrà consegnato al Ministro della<br />

giustizia, Momcilo Grubac.<br />

Intanto all’Aja il Tpi ha nuovamente<br />

inviato a Belgrado un ordine<br />

di cattura per l’ex Presidente<br />

Slobodan Milosevic, del quale ha<br />

chiesto anche il sequestro dei beni,<br />

e per altri quattro latitanti eccellenti,<br />

il Presidente serbo Milan<br />

Milutinovic, l’ex Ministro della difesa<br />

jugoslava Dragoljub Ojdanic,<br />

l’ex Vicepremier Nikola Sainovic<br />

e l’ex Ministro degli interni della<br />

Serbia, Vlajko Stojiljkovic.<br />

MEDIO ORIENTE Dopo la brutale uccisione di due ebrei nei Territori<br />

Sospese le trattative di pace a Taba<br />

tra Israele e Autorità Palestinese<br />

TEL AVIV, 24.<br />

I colloqui tra Israele e Autorità Palestinese<br />

(Ap), in corso da giorni a Taba,<br />

sono stati sospesi ieri dopo l'uccisione di<br />

due israeliani. Al momento non è stato<br />

ancora accertato se gli omicidi abbiano<br />

una matrice politica o se si tratti di una<br />

faida criminale.<br />

Nelle ultime ore Hamas ha rivendicato<br />

la paternità dell'operazione che, si<br />

legge in un comunicato, è stata portata<br />

a termine per eliminare «due agenti dello<br />

Shin Bet», il servizio di sicurezza<br />

israeliano. Gli inquirenti seguono però<br />

anche la pista dell'omicidio di matrice<br />

malavitosa. L’area di Tulkarem, a ridosso<br />

del territorio israeliano, è infatti secondo<br />

gli esperti teatro di intensi traffici<br />

di merci rubate.<br />

Le due vittime, ha riferito il Governatore<br />

palestinese di Tulkarem, sono state<br />

uccise nel villaggio cisgiordano di Bal’a.<br />

Secondo le emittenti televisive e radiofoniche<br />

locali, i due sarebbero stati convinti<br />

da un connazionale arabo ad andare<br />

in Cisgiordania per comprare vasi di<br />

terracotta. Mentre pranzavano in un ristorante<br />

sarebbero stati rapiti da alcune<br />

Un momento dei disordini a Ramallah<br />

La catechesi del Santo Padre all'udienza generale<br />

L'impegno per un futuro<br />

degno dell'uomo<br />

«In un orizzonte spesso segnato dallo<br />

scoraggiamento, dal pessimismo, da<br />

scelte di morte, da inerzia e superficialità,<br />

il cristiano deve aprirsi alla speranza<br />

che sboccia dalla fede». È quanto ha<br />

detto Giovanni Paolo II ai pellegrini convenuti<br />

da diverse parti del mondo nell'Aula<br />

Paolo VI per partecipare all'udienza<br />

generale di mercoledì 24 gennaio.<br />

Questi i punti nodali della catechesi<br />

del Santo Padre:<br />

» «Se gettiamo lo sguardo sul mondo e<br />

sulla sua storia, a prima vista sembra<br />

dominare il vessillo della guerra, della<br />

violenza, dell'oppressione, dell'ingiustizia,<br />

del degrado morale. Ci sembra, come<br />

nella visione del capitolo 6 dell'Apocalisse,<br />

che per le lande desolate della<br />

terra corrano i cavalieri che reggono<br />

ora la corona del potere trionfatore,<br />

ora la spada della violenza, ora la bilancia<br />

della povertà e della fame, ora<br />

la falce affilata della morte»;<br />

» «Di fronte alle tragedie della storia e<br />

all'immoralità dilagante, viene da ripetere<br />

la domanda che il profeta Geremia<br />

rivolge a Dio dando voce a tanti sofferenti<br />

e oppressi»;<br />

» «A differenza di Mosè che dall'alto<br />

del monte Nebo contempla la terra promessa,<br />

noi ci affacciamo su un mondo<br />

travagliato, nel quale il Regno di Dio<br />

fatica a farsi strada»;<br />

» «È necessario un continuo sforzo di<br />

conversione che raddrizzi la rotta dell'umanità,<br />

perché liberamente scelga di<br />

seguire l'“arte di Dio”, cioè il suo disegno<br />

di pace e di amore, di verità e di<br />

giustizia»;<br />

» «Con la fede lo Spirito Santo depone<br />

nel cuore dell'uomo anche il seme della<br />

speranza»;<br />

» «L'amore per l'umanità, per il suo<br />

benessere materiale e spirituale, per un<br />

progresso autentico, deve animare tutti<br />

i credenti. Ogni atto compiuto per creare<br />

un futuro migliore, una terra più<br />

abitabile e una società più fraterna<br />

partecipa, anche se in modo indiretto,<br />

all'edificazione del Regno di Dio»;<br />

» «Su questa via siamo chiamati innanzitutto<br />

a cancellare la paura del futuro».<br />

Messaggio del Papa per la 35ª Giornata Mondiale<br />

delle Comunicazioni Sociali<br />

«“Predicatelo dai tetti”: il Vangelo<br />

Pagina 4 e 5<br />

nell'Era della Comunicazione Globale»<br />

«Oggi, festa di san Francesco di Sales,<br />

Patrono della stampa, ho firmato il Messaggio<br />

per la trentacinquesima Giornata<br />

Mondiale delle Comunicazioni Sociali,<br />

dal titolo: “Predicatelo dai tetti”: il Vangelo<br />

nell'Era della Comunicazione Globale».<br />

Lo ha detto Giovanni Paolo II durante<br />

l'udienza generale di mercoledì 24<br />

gennaio. Il Papa ha invitato a pregare<br />

«perché gli operatori della comunicazione<br />

sociale utilizzino questi strumenti per<br />

una sempre più concreta opportunità di<br />

conoscenza, di dialogo, di ricerca del<br />

senso della vita e di incontro con la Verità<br />

del Vangelo».<br />

La 35ª Giornata Mondiale delle Comunicazioni<br />

Sociali si celebrerà domenica<br />

27 maggio 2001. Il tema della Giornata<br />

riprende le parole di Gesù ai suoi discepoli<br />

(Mt 10, 27). «Non potrebbe essere<br />

altrimenti — scrive il Papa — perché<br />

noi predichiamo Cristo soltanto». Predicare<br />

dai tetti oggi significa — si legge<br />

nel Messaggio — proclamare la Parola<br />

di Gesù nel mondo dinamico delle comunicazioni<br />

sociali e attraverso di esso.<br />

«La Chiesa non può non impegnarsi<br />

sempre più profondamente nel mutevole<br />

mondo delle comunicazioni sociali —<br />

prosegue —. Il mondo dei mezzi di comunicazione<br />

sociale può a volte sembra-<br />

re indifferente e persino ostile alla fede<br />

e alla morale cristiana. Questo è dovuto<br />

in parte al fatto che la cultura dei mezzi<br />

di comunicazione sociale è così profondamente<br />

imbevuta di un senso tipicamente<br />

postmoderno che la sola verità<br />

assoluta è che non esistano verità assolute...<br />

Se qualcosa è degno di essere divulgato<br />

o fonte di intrattenimento, la<br />

tentazione di accantonare le considerazioni<br />

sulla sua veridicità diventa quasi<br />

irresistibile... Di conseguenza il mondo<br />

dei mezzi di comunicazione sociale a<br />

volte appare come un ambiente ancor<br />

più ostile all'evangelizzazione di quello<br />

pagano in cui agivano gli apostoli».<br />

«Tuttavia — si legge nel Messaggio<br />

—, per quanto il mondo dei mezzi di<br />

comunicazione sociale possa a volte<br />

sembrare in contrasto con il messaggio<br />

cristiano, offre anche opportunità uniche<br />

per proclamare la verità salvifica di<br />

Cristo... Consideriamo, ad esempio, le<br />

trasmissioni satellitari di cerimonie religiose<br />

che spesso raggiungono un pubblico<br />

mondiale, o alla capacità positiva di<br />

internet di trasmettere informazioni e<br />

insegnamenti di carattere religioso oltre<br />

le barriere e le frontiere».<br />

EX ZAIRE Celebrati a Kinshasa i funerali di Kabila — Il Ministro degli esteri belga Louis Michel sollecita segnali di apertura politica<br />

Vertice tra il Governo congolese e i tre Paesi alleati<br />

KINSHASA, 24.<br />

Sono stati celebrati ieri a Kinshasa i<br />

funerali di Stato del Presidente della Repubblica<br />

Democratica del Congo (Rdc,<br />

ex Zaire), Laurent-Désiré Kabila, assassinato<br />

la settimana scorsa in un oscuro<br />

complotto. Fonti ufficiali hanno annunciato<br />

che oggi la Corte suprema terrà<br />

una «udienza solenne» e si riunirà anche<br />

l'Assemblea costituente e legislativa<br />

(Parlamento di transizione non elettivo).<br />

A quanto è dato di sapere, le due istanze<br />

dovrebbero insediare alla Presidenza<br />

il generale Joseph Kabila, il quale, subito<br />

dopo l'uccisione del padre, ha assunto<br />

la guida del Governo.<br />

Ai funerali, celebrati nel Palazzo del<br />

popolo, hanno partecipato i Presidenti<br />

dell'Angola, José Eduardo dos Santos,<br />

della Namibia Sam Nujoma, dello Zimbabwe,<br />

Robert Mugabe, del Malawi, Bakili<br />

Muluzi, del Sudan, Omar el Bashir,<br />

dello Zambia, Frederick Chiluba. Com'è<br />

noto, i primi tre Paesi sono alleati del<br />

Governo di Kinshasa nella guerra che<br />

esso combatte dal 1998 contro movimenti<br />

ribelli dell'Est appoggiati militarmente<br />

dal Rwanda e dall'Uganda. Nel<br />

corso della cerimonia funebre, l'unico<br />

discorso è stato pronunciato dal Mini-<br />

persone con il volto coperto e poi uccisi<br />

in un luogo non lontano. Al momento la<br />

situazione è molto tesa nella zona. Re-<br />

Una immagine dei funerali del Presidente assassinato<br />

stro degli interni congolese, Gaetan Kakudji,<br />

ha invitato il Paese all'unità, a<br />

porre fine a sterili contese, a consolidare<br />

le istituzioni e ha respingere al di la del-<br />

parti dell’esercito israeliano hanno chiuso<br />

tutte le vie di accesso a Tulkarem e<br />

pattugliano l'area alla ricerca degli assassini,<br />

mentre a Ramallah si sono verificati<br />

nuovi disordini.<br />

I nuovi omicidi, che si aggiungono a<br />

quello del giovane Ofir Rahum caduto<br />

in una trappola la scorsa settimana, rischiano<br />

di far fallire le trattative di Taba.<br />

I negoziatori hanno infatti a disposizione<br />

poco tempo per giungere ad<br />

un'intesa. Entrambe le delegazioni hanno<br />

intenzione di arrivare ad un accordoquadro<br />

prima delle elezioni per il nuovo<br />

Premier in Israele, che si terranno il 6<br />

febbraio prossimo.<br />

Proprio quando il dialogo stava toccando<br />

punti delicati il Primo Ministro,<br />

Ehud Barak, ha richiamato la delegazione<br />

israeliana per urgenti consultazioni.<br />

Il Viceministro della difesa, Efraim<br />

Sneh, ha comunque sottolineato che i<br />

negoziati riprenderanno «molto presto».<br />

«Non c’è ragione di fermare il dialogo<br />

— ha detto — adesso che c’è un bagliore<br />

di speranza».<br />

«È impossibile — ha continuato —<br />

che pochi terroristi facciano saltare l’intero<br />

processo» di pace.<br />

le frontiere gli eserciti aggressori. Ha<br />

poi assicurato che le autorità condurranno<br />

un'inchiesta completa e trasparente<br />

sull'uccisione del Presidente.<br />

In serata, dopo l'inumazione delle<br />

spoglie di Kabila nel Palazzo delle Nazioni,<br />

si è tenuto una riunione tra il Governo<br />

congolese e i Presidenti dei tre<br />

Paesi alleati. Sulle decisioni adottate durante<br />

il vertice non sono state fornite informazioni<br />

ufficiali, ma già nei giorni<br />

scorsi l'Angola, la Namibia e lo Zimbabwe<br />

avevano annunciato che avrebbero<br />

mantenuto le rispettive forze nell'ex Zaire.<br />

Al tempo stesso, avevano lanciato un<br />

appello a tutte le parti belligeranti per<br />

l'avvio di un dialogo di pace e invitato<br />

la coalizione nemica a non effettuare<br />

movimenti di truppe che alterino l'attuale<br />

equilibrio militare.<br />

Ai funerali di Kabila ha partecipato<br />

anche il Ministro degli esteri belga, Louis<br />

Michel, che ha dato inizio a Kinshasa<br />

a un giro di visite nei Paesi coinvolti<br />

nel conflitto congolese. Il Belgio è l'antica<br />

potenza coloniale nella regione del<br />

Congo e, senza parlare di una mediazione<br />

ufficiale, ha attivato la propria influenza<br />

per propiziare una soluzione di<br />

pace. Prima della cerimonia funebre,<br />

Michel ha avuto un incontro con Joseph<br />

Kabila al quale ha prospettato «la necessità<br />

di un processo di legittimazione politica,<br />

di riprendere il processo di pace<br />

Provvista di Chiesa<br />

Pagina 6<br />

di Lusaka senza pregiudiziali e di dare<br />

segni di apertura». A Lusaka, capitale<br />

dello Zambia, tutte le parti belligeranti<br />

— il Governo di Kinshasa, i tre Paesi alleati<br />

e i movimenti ribelli con il Rwanda<br />

e l'Uganda — firmarono nell'estate del<br />

1999 un accordo di cessate-il-fuoco, rimasto<br />

però lettera morta. Il conflitto armato<br />

è infatti proseguito, e le due coalizioni<br />

nemiche si sono accusate a vicenda<br />

del mancato rispetto della tregua.<br />

NOSTRE<br />

INFORMAZIONI<br />

Il Santo Padre ha nominato<br />

Vescovo di Townsville (Australia)<br />

Sua Eccellenza Reverendissima<br />

Monsignor Michael<br />

Ernest Putney, finora Vescovo<br />

titolare di Mizigi ed Ausiliare<br />

di Brisbane.


DAL MONDO<br />

PAGINA<br />

2 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Giovedì 25 Gennaio 2001<br />

KIGALI — Le autorità del Rwanda hanno<br />

avviato una campagna sanitaria per<br />

arginare una preoccupante recrudescenza<br />

della lebbra e della tubercolosi. Lo riferisce<br />

l'agenzia di stampa «France-Presse»,<br />

che ha intervistato recentemente il Ministro<br />

della sanità, Ezechias Rwabuhili. In<br />

un rapporto redatto dal «Programma nazionale<br />

di controllo della lebbra e della<br />

tubercolosi», si parla di 62 persone colpite<br />

dalla prima malattia e di un costante aumento<br />

dei casi di tubercolosi. «Come<br />

ECUADOR Una parte della «marea nera» si sposta verso il centro dell'arcipelago<br />

Galapagos: una nuova falla causa<br />

un'altra fuoriuscita di petrolio<br />

QUITO, 24.<br />

Una nuova falla apertasi ieri pomeriggio<br />

nello scafo della «Jessica»,<br />

la petroliera incagliatasi otto<br />

giorni fa nell’arcipelago ecuadoriano<br />

delle Galapagos, ha causato<br />

una nuova fuoruscita in mare di<br />

carburante. Lo ha dichiarato il<br />

portavoce del ministero dell’ambiente<br />

ecuadoriano, Mauro Serbino.<br />

Il portavoce ha anche ricordato<br />

che la nuova falla è stata determinata<br />

dalle condizioni del mare,<br />

in netto peggioramento. Serbino<br />

ha quindi annunciato che ora i<br />

tecnici stanno cercando di riequilibrare<br />

la nave, inclinata a tribordo<br />

di 45 gradi. In zona sono arrivati<br />

nelle ultime ore tre rimorchiatori<br />

che cercheranno di spostare<br />

la petroliera per portarla al<br />

largo e farla affondare con i serbatoi<br />

scarichi.<br />

La «marea nera» prodottasi nell’arcipelago<br />

dopo l’incidente alla<br />

petroliera «si muove verso il Nord<br />

e verso il Centro dell’arcipelago».<br />

Lo ha nel frattempo dichiarato<br />

Eliacer Cruz, direttore del Parco<br />

nazionale delle Galapagos, mentre<br />

altre fonti sostengono che la chiazza di<br />

petrolio si estende ora per quasi 3.000<br />

chilometri quadrati.<br />

«Si tratta di una notizia buona e di<br />

una cattiva — ha spiegato Cruz rispetto<br />

agli spostamenti della “marea nera” —<br />

perché verso Nord significa in sostanza<br />

mare aperto, mentre verso il Centro<br />

Lavori di bonifica sulle coste delle Galapagos<br />

equivale a dire verso il cuore del nostro<br />

delicato ecosistema». Fonti locali, citando<br />

esperti all’opera per contenere il disastro<br />

ecologico, hanno ieri indicato che<br />

lo specchio di mare inquinato è ora di<br />

quasi 3.000 chilometri quadrati, anche<br />

se non è omogeneo, ma frastagliato in<br />

«isolotti» di 50-100 metri di diametro.<br />

GUINEA Aiuti del Pam a profughi e sfollati<br />

Proseguono gli scontri<br />

nel Sud del Paese<br />

CONAKRY, 24.<br />

Quattro morti e due feriti costituiscono<br />

il bilancio di scontri armati avvenuti<br />

ieri nel Sud della Guinea, regione confinante<br />

con la Liberia e la Sierra Leone.<br />

Secondo alcune fonti, si sarebbe trattato<br />

di un attacco di ribelli provenienti da oltrefrontiera,<br />

mentre altre testimonianze<br />

parlano di scontri tra profughi liberiani<br />

ospitati nella zona. Gli scontri, avvenuti<br />

nei dintorni della città di Guékédou, sono<br />

cessati in serata con l'arrivo sul posto<br />

di truppe guineane di rinforzo.<br />

Com'è noto, dal settembre scorso, la<br />

Guinea meridionale è vittima di frequenti<br />

scorrerie da parte di bande irregolari<br />

provenienti dai due Paesi confinanti, e<br />

gli scontri con l'esercito guineano hanno<br />

provocato oltre 700 morti. Le operazioni<br />

belliche hanno sconvolto la vita nella regione,<br />

che accoglie centinaia di migliaia<br />

di profughi liberiani e sierraleonesi. Decine<br />

di migliaia di rifugiati si trovano<br />

bloccati nei campi di raccolta, dove<br />

scarseggiano viveri e medicinali; altri sono<br />

fuggiti a Nord, per allontanarsi dalla<br />

zona dei combattimenti; infine numerosi<br />

sierraleonesi stanno rimpatriando a bordo<br />

di battelli che fanno la spola tra Co-<br />

MARIO AGNES<br />

Direttore responsabile<br />

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nakry e Freetown. Sono fuggiti a Nord,<br />

in cerca di sicurezza, anche decine di<br />

migliaia di guineani abitanti nella regione.<br />

Infine, a causa degli attacchi provenienti<br />

da Liberia e Sierra Leone, si sta<br />

sviluppando tra la popolazione guineana<br />

un sentimento di ostilità nei confronti<br />

dei profughi.<br />

Per porre fine alle incursioni e agli attacchi<br />

lungo le frontiere fra i tre Paesi,<br />

la Comunità economica degli Stati dell'Africa<br />

Occidentale (Ecowas) ha deciso<br />

di inviare nella zona una forza di interposizione<br />

che sarà formata da contingenti<br />

del Mali, del Niger, della Nigeria e<br />

del Senegal. Il loro arrivo e relativo<br />

spiegamento sono attesi entro due settimane.<br />

Prosegue intanto nella regione l'emergenza.<br />

Molte località, dove si trovano i<br />

campi profughi, sono chiuse da cordoni<br />

militari che impediscono l'accesso alle<br />

équipes del Programma alimentare mondiale<br />

(Pam) dell'Onu e delle organizzazioni<br />

non governative. Inoltre, ai 300<br />

mila rifugiati assistiti prima dello scoppio<br />

della crisi, si sono aggiunti ora 100<br />

mila sfollati guineani. Su richiesta del<br />

Pam, il ministero degli esteri italiano ha<br />

deciso di inviare sollecitamente in Guinea<br />

38 tonnellate di biscotti ad alto contenuto<br />

energetico, un alimento particolarmente<br />

adatto alle situazioni di crisi<br />

perché in grado di fornire un elevato apporto<br />

calorico. Il Governo italiano coprirà<br />

anche i costi del trasporto aereo dal<br />

deposito di Brindisi a Conakry. Alla distribuzione<br />

dei viveri ai profughi e agli<br />

sfollati provvederanno le strutture allestite<br />

sul posto dal Pam.<br />

Per quanto riguarda i lavori per<br />

estrarre il restante carburante nella<br />

petroliera, Cruz ha spiegato<br />

che «quello che c’era a babordo è<br />

stato estratto. Ora bisognerà ottenere<br />

una stabilizzazione dello scafo<br />

per poter operare nei serbatoi<br />

a tribordo». Comunque, ha detto<br />

sconsolato, «il novanta per cento<br />

del carico (960.000 litri) è ormai<br />

finito in mare.<br />

Sono decine gli animali (leoni<br />

marini, cormorani, foche, sule<br />

dalle zampe blu) contaminati, ha<br />

concluso Cruz, e quattro uccelli<br />

sono morti per effetto dell’idrocarburo.<br />

Per parte sua il Ministro<br />

dell’ambiente, Rodolfo Rendon,<br />

ha confermato che l’isolotto più<br />

colpito per il momento è quello di<br />

Santa Fé, che ospita colonie di<br />

leoni marini e di tartarughe marine.<br />

Lo stesso Ministro Rendon ha<br />

assicurato che fra poco partiranno<br />

le prime denunce contro la compagnia<br />

armatrice della petroliera.<br />

La Commissione europea ha intanto<br />

chiesto ieri leggi internazionali<br />

più dure sulla sicurezza della<br />

navigazione e ha deciso l’invio di<br />

Rwanda: campagna sanitaria contro la lebbra e la tubercolosi<br />

ovunque — sostiene il responsabile della<br />

sanità rwandese — la recrudescenza dei<br />

casi di tubercolosi è essenzialmente dovuta<br />

all'Aids, perché la tubercolosi è una<br />

delle più frequenti malattie cosiddette<br />

“opportuniste”». Il rapporto citato rileva<br />

che la diffusione della tubercolosi progredisce<br />

ininterrottamente dal 1990: 4.655 casi<br />

accertati nel '92, 6.240 nel '98, 6.557 nel<br />

'99. Per quanto riguarda la lebbra, il Mini-<br />

Romania: intossicati<br />

sessantacinque bimbi<br />

per aver mangiato<br />

pesce di un fiume<br />

inquinato da cianuro<br />

BUCAREST, 24.<br />

Venti bambini sono stati ricoverati ieri<br />

in ospedale a Iasi, nel Nord-Est della<br />

Romania, facendo salire così a 65 il numero<br />

dei piccoli ospedalizzati dopo aver<br />

mangiato pesci morti in seguito all’inquinamento<br />

da cianuro del fiume Siret.<br />

Secondo fonti mediche — come riferisce<br />

l'agenzia italiana «Ansa» —, sono attualmente<br />

ricoverati in ospedale anche<br />

una ventina di adulti, ma le loro condizioni<br />

non sembrano essere gravi.<br />

Nonostante il divieto delle autorità romene<br />

di mangiare i pesci morti, gli abitanti<br />

di queste regioni particolarmente<br />

povere — che ancora pagano la triste<br />

«eredità» di tanti anni passati sotto il regime<br />

comunista — continuano nella loro<br />

«pesca», costringendo la polizia a perquisire<br />

le case dei villaggi per sequestrare<br />

i pesci al cianuro. Per cercare di fermare<br />

queste pericolose «pesche» sono<br />

invece previste ricompense per chi consegnerà<br />

di sua iniziativa i pesci avvelenati<br />

da cianuro alle autorità romene.<br />

L’inquinamento delle acque è avvenuto<br />

mercoledì scorso, e — come riporta<br />

ancora l'agenzia di stampa sopra citata<br />

— sembra sia stato causato dalle perdite<br />

di un deposito in riva al fiume Siret. Il<br />

nuovo incidente è avvenuto — informa<br />

ancora l'«Ansa» — circa un anno dopo<br />

la catastrofe ambientale provocata a fine<br />

gennaio 2000 dalla fuoriuscita di acqua<br />

mista a cianuro da un bacino di depurazione<br />

delle miniere d’oro di Baia Mare,<br />

nella Romania nord occidentale.<br />

stro Rwabuhili ha affermato che «questa<br />

malattia esiste e non è stata ancora totalmente<br />

sradicata dal Paese». I sessantadue<br />

malati sono quelli ufficialmente recensiti<br />

e che si trovano attualmente sotto<br />

cura. «L'anno scorso abbiamo accertato<br />

solo due nuovi casi e nutriamo fiducia che<br />

quanto prima questa malattia scompaia<br />

completamente».<br />

Sul versante dell'Aids, in Rwanda il tas-<br />

Svizzera:<br />

tre neonati<br />

morti in ospedale<br />

per uno scambio<br />

di medicinali<br />

GINEVRA, 24.<br />

Tre neonati, ricoverati pazienti<br />

dell’Inselspital di Berna, sarebbero<br />

morti nell'ultimo mese a causa<br />

di uno scambio di etichette di medicinali<br />

nella farmacia dell'ospedale.<br />

Ai bimbi sarebbe stata somministrata<br />

una soluzione di calcio invece<br />

che dell'innocuo glucosio.<br />

Lo hanno annunciato fonti<br />

ospedaliere precisando che secondo<br />

i pediatri non vi è alcun dubbio<br />

che la morte del primo neonato<br />

sia dovuto all’errore commesso<br />

dalla farmacia. Gli altri due casi<br />

sono al momento oggetto di<br />

un’inchiesta.<br />

Il primo decesso era stato annunciato<br />

dai responsabili dell'Ospedale<br />

poco prima di Natale. Le<br />

analisi accertarono un eccesso di<br />

calcio nel sangue del piccolo. Immediatamente<br />

dopo i medici del<br />

reparto cure intensive di pediatria<br />

scoprirono che altri due neonati<br />

erano stati vittime dello stesso errore.<br />

Il 4 gennaio scorso è stata<br />

annunciata la morte del secondo<br />

bimbo cui era stato somministrato<br />

calcio, ieri è giunta la notizia del<br />

terzo decesso.<br />

La morte dei tre piccoli ha riacutizzato<br />

il dibattito sugli errori<br />

medici in Svizzera. La settimana<br />

scorsa in Ticino, è deceduto un<br />

paziente cui era stata amputata la<br />

gamba sbagliata.<br />

STATI UNITI L'amministrazione prospetta consistenti tagli alle tasse<br />

Il Presidente Bush prepara incontri<br />

con Tony Blair e con Vicente Fox<br />

WASHINGTON, 24.<br />

Attraverso una serie di conversazioni<br />

telefoniche, il Presidente degli Stati Uniti,<br />

George W. Bush, e il Segretario di<br />

Stato, Colin Powell, hanno ieri preparato<br />

alcuni prossimi incontri con leader<br />

stranieri. Bush — secondo quanto ha riferito<br />

il portavoce Ari Fleischer — ha<br />

parlato con il Primo Ministro britannico,<br />

Tony Blair (un incontro, hanno concordato,<br />

sarà utile al più presto), e con il<br />

Presidente messicano, Vicente Fox, che<br />

incontrerà il 16 febbraio, quando compirà<br />

la prima visita all’estero (e l’unica fi-<br />

nora annunciata ufficialmente). La conversazione<br />

con Blair è durata circa 10<br />

minuti.<br />

In vista dell’incontro, il Ministro degli<br />

esteri britannico, Robin Cook, sarà a<br />

Washington tra il 5 e il 7 di febbraio.<br />

Con Fox, la conversazione è stata ancora<br />

più breve. Ma la visita del 16 febbraio<br />

testimonia — secondo quanto segnala<br />

l'«Ansa» — l’attenzione che Bush intende<br />

dare all’America Latina. Dal canto<br />

suo, il Segretario di Stato, Colin Powell,<br />

incontrerà domani a Washington, il collega<br />

canadese John Manley.<br />

California: Washington impone<br />

una proroga della fornitura d'energia<br />

WASHINGTON, 24.<br />

Con una decisione a sorpresa, il Presidente George W. Bush ha deciso di<br />

intervenire nella crisi energetica che attanaglia la California, ordinando una<br />

proroga di due settimane della direttiva federale che impone alle aziende fornitrici<br />

di energia elettrica e gas naturale di continuare a rifornire lo Stato. La<br />

decisione è arrivata a poche ore dalla scadenza della direttiva, dopo che più<br />

fonti dell’amministrazione Bush avevano fatto capire che il Governo era<br />

orientato a non intervenire, ritenendo che spetti ai singoli Stati decidere su<br />

materie di questo genere. Senza una proroga dell’ordinanza federale, però, la<br />

California rischiava di trovarsi in seria difficoltà, con le aziende locali che distribuiscono<br />

l’energia elettrica — la «Pacific gas and electric» e la «Southern<br />

California Edison» — impossibilitate a far fronte alla domanda da parte degli<br />

utenti. L’ordinanza federale dà ora altre due settimane di respiro alle autorità<br />

della California, in attesa di trovare soluzioni di più lungo termine. Come segnala<br />

l'«Ansa», il Governatore Gray Davis, che aveva chiesto l’intervento federale,<br />

ha assicurato l’amministrazione Bush che non saranno necessarie ulteriori<br />

proroghe dopo questa.<br />

RUSSIA I magistrati preparano la richiesta agli Usa di estradizione per Borodin<br />

Il Governo elvetico respinge le proposte di Mosca<br />

GINEVRA, 24.<br />

La Confederazione elvetica ha ieri respinto<br />

il compromesso proposto dalle<br />

autorità di Mosca sul «caso Pavel Borodin»<br />

e si appresta a chiedere l’estradizione<br />

dell’ex tesoriere del Cremlino, arrestato<br />

negli Usa. Lo ha annunciato ieri a<br />

Berna l’Ufficio federale di giustizia.<br />

Mosca aveva chiesto venerdì scorso a<br />

Berna di ritirare il mandato di cattura<br />

internazionale contro Borodin, arrestato<br />

la settimana scorsa a New York su mandato<br />

di cattura della Procura di Ginevra<br />

che lo accusa di riciclaggio, e di rinunciare<br />

alla richiesta di estradizione dell’uomo<br />

politico russo. In cambio il<br />

Cremlino si impegnava a garantire che<br />

Borodin si sarebbe ugualmente presentato<br />

davanti alle giustizia ginevrina per essere<br />

interrogato. Ma gli svizzeri non<br />

hanno accettato. «In una nota del ministero<br />

degli esteri svizzero trasmessa all’Ambasciata<br />

russa a Berna è stata notificata<br />

la risposta negativa delle autorità<br />

inquirenti competenti», ha confermato<br />

all’agenzia di stampa «Ansa» il portavoce<br />

dell’Ufficio federale di giustizia Folco<br />

Galli.<br />

«Continuiamo quindi a preparare la<br />

richiesta di estradizione da inviare negli<br />

un gruppo di esperti e di tecnici nell’arcipelago.<br />

«Questo sfortunato incidente ci<br />

ricorda l’importanza di migliorare la<br />

qualità del trasporto marittimo nel mondo»,<br />

ha dichiarato Loyola de Palacio, vice<br />

Presidente dell’Esecutivo Ue e Commissario<br />

per i trasporti. La delegazione<br />

di esperti e tecnici europei — ha annunciato<br />

— partirà nelle prossime 24 ore.<br />

Stati Uniti entro il termine previsto. Ricordo<br />

inoltre che Borodin ha la possibilità<br />

di accettare in qualsiasi momento la<br />

sua estradizione in Svizzera per essere<br />

interrogato dal giudice istruttore di Ginevra»,<br />

ha aggiunto il portavoce. Stamani<br />

Aleksandr Rybin, portavoce dell’Ambasciata<br />

russa a Berna, aveva detto che<br />

la proposta di compromesso di Mosca è<br />

stata respinta dopo che il Procuratore<br />

del cantone di Ginevra, Bernard Bertossa,<br />

l’ha giudicata irricevibile.<br />

Secondo quanto riferisce la stampa<br />

russa Bertossa ritiene che il Governo di<br />

Mosca non abbia il potere giuridico di<br />

imporre a un Borodin libero di recarsi<br />

in Svizzera. Il «no» svizzero fornisce<br />

un’ulteriore prova della determinazione<br />

del Procuratore Bertossa sul caso. L’inchiesta<br />

ginevrina prosegue infatti benché<br />

in Russia il caso sia stato chiuso.<br />

Il Presidente russo, Vladimir Putin, in<br />

ogni caso non si dà per vinto e ha fatto<br />

sapere — tramite il capogruppo del partito<br />

governativo «Unità», Boris Gryzlov<br />

— di voler fare «tutto il possibile» per<br />

ottenere il rilascio di Borodin. La detenzione<br />

di Borodin è stata contestata nuovamente<br />

ieri anche dal Presidente della<br />

Bielorussia, Aleksandr Lukashenko, che<br />

è Presidente di turno dell’Unione russobielorussa.<br />

In visita a Mosca, Lukashenko<br />

ha accusato gli Usa di volersi ergere<br />

a difensori del denaro russo dopo averne<br />

riciclato a loro vantaggio e nelle loro<br />

banche «miliardi di dollari».<br />

Borodin, attuale Segretario generale<br />

dell’Unione russo-bielorussa, è stato arrestato<br />

all’aeroporto di New York mercoledì<br />

17 gennaio. Secondo i magistrati<br />

svizzeri, avrebbe «lavato» denaro frutto<br />

di presunte tangenti pagate da imprese<br />

ticinesi in cambio di appalti per la ristrutturazione<br />

del Cremlino.<br />

Intanto, i soldati federali russi cominceranno<br />

a ritirarsi dalla Cecenia a metà<br />

gennaio. Lo ha dichiarato oggi all'agenzia<br />

«Interfax» una fonte del ministero<br />

della difesa russo. Lunedì il Presidente<br />

russo, Vladimir Putin, aveva annunciato<br />

il principio di un ritiro parziale delle<br />

truppe di Mosca dalla Repubblica federata<br />

caucasica. Nel frattempo, nel territorio<br />

ceceno sei persone sono morte per<br />

l'esplosione di una mina ad Est della capitale<br />

Grozny. Le vittime sono tre civili<br />

e tre membri delle Forze speciali del ministero<br />

dell'interno russo (Omon). L'esplosione<br />

— riferisce l'agenzia di stampa<br />

«Interfax» — è avvenuta su una strada<br />

vicino al villaggio di Novogroznenskoie.<br />

Aumentano nel frattempo le dimensioni<br />

dei tagli alle tasse che il Presidente<br />

Bush s’appresta a proporre al Congresso:<br />

il piano decennale sarà più vicino ai<br />

1.600 miliardi di dollari che ai 1.300 miliardi<br />

di dollari finora previsti, supererà<br />

cioè i 3.000.000 di miliardi di lire. Lo ha<br />

reso noto ieri il portavoce del Presidente,<br />

spiegando che i tagli saranno maggiori<br />

perché si riferiranno agli anni fiscali<br />

2002-2011 e non, come inizialmente<br />

previsto durante la campagna elettorale,<br />

agli anni 2001-2010.<br />

La cifra finale non è stata ancora decisa<br />

e potrà ancora variare, in funzione<br />

delle previsione sull’andamento dell’economia<br />

nei prossimi anni. Il piano potrà<br />

poi essere, naturalmente, aggiustato di<br />

anno in anno. Bush intende trasmettere<br />

al Congresso una visione precisa dei<br />

propri programmi all’inizio di febbraio.<br />

Il Presidente non può, però, presentare<br />

un progetto di legge. Due senatori, uno<br />

repubblicano, Phil Gramm, e uno democratico,<br />

Zell Miller, si sono tuttavia già<br />

detti pronti a presentare un progetto di<br />

legge lungo le linee del piano Bush.<br />

Con un unico voto, il Senato degli<br />

Stati Uniti ha intanto avallato altre tre<br />

nomine del nuovo Gabinetto Usa, confermando<br />

le designazioni di Mel Martinez<br />

a Segretario di Stato all’edilizia e di<br />

Anthony Principi a responsabile del dipartimento<br />

dei reduci. Il Senato ha anche<br />

dato via libera alla nomina di Mitchell<br />

Daniels come direttore del bilancio<br />

della Casa Bianca. Restano ancora in sospeso<br />

sette nomine, fra le quali quelle di<br />

John Ashcroft (giustizia) e Gale Norton<br />

(interno), che devono ancora completare<br />

l’audizione in Commissione.<br />

Spazio: lanciata<br />

la navetta «Progress»<br />

che distruggerà la Mir<br />

MOSCA, 24.<br />

La navetta spaziale «Progress», destinata<br />

a distruggere alla fine di marzo la<br />

stazione orbitante Mir, è stata lanciata<br />

con successo questa mattina dalla base<br />

di Baikonur, nel Kazakistan. Lo hanno<br />

reso noto i responsabili della missione<br />

aggiungendo che, la navetta si è posta<br />

nell’orbita prevista circa dieci minuti dopo<br />

il lancio. L'aggancio della «Progress»<br />

con la stazione spaziale orbitante russa,<br />

da tempo in disuso, è previsto per le<br />

prime ore del mattino di sabato.<br />

Fissato in un primo momento per giovedì<br />

scorso, il lancio della «Progress»<br />

era stato rinviato per l’improvviso blocco<br />

del sistema di stabilizzazione della<br />

Mir, la stazione che da 15 anni orbita<br />

nello spazio e che sarà distrutta per<br />

mancanza di finanziamenti e per ragioni<br />

di sicurezza. «Progress» trasmetterà alla<br />

Mir una serie di impulsi che consentiranno<br />

di far scendere le 130 tonnellate<br />

della stazione orbitante nell’atmosfera,<br />

dove si disintegrerà. I rottami, alcuni<br />

dei quali potrebbero raggiungere il peso<br />

di settecento chili, dovrebbero ricadere<br />

in mare, in una zona disabitata dell’Oceano<br />

Pacifico, tra l’Australia e l’America<br />

del Sud.<br />

so di sieropositività è dell'11,1 per cento,<br />

mentre nel resto dell'Africa sub-sahariana<br />

è attestato intorno all'8 per cento. Si calcola<br />

che mezzo milione di rwandesi siano<br />

affetti dal «virus Vih». Secondo il «programma<br />

nazionale di controllo della lebbra<br />

e della tubercolosi», la malattia avrebbe<br />

ucciso finora circa 150 mila abitanti,<br />

compresi ventimila bambini. Nel bilancio<br />

dello Stato rwandese per l'anno Duemila,<br />

gli stanziamenti destinati alla lotta contro<br />

l'Aids sono stati pari a 600 mila dollari.<br />

Repubblica Ceca:<br />

Vaclav Havel firma<br />

la legge approvata<br />

dal Parlamento<br />

sulla Tv pubblica<br />

PRAGA, 24.<br />

La Camera dei deputati ceca ha adottato<br />

di nuovo la legge sulla televisione<br />

pubblica Ceska Televize (Ct), già votata<br />

il 13 gennaio ma rinviatale quattro giorni<br />

dopo dal Senato, che l’aveva emendata.<br />

La legge, che dovrebbe consentire di<br />

risolvere il conflitto che oppone da oltre<br />

un mese i giornalisti della Tv pubblica<br />

alla nuova direzione insediatasi in dicembre,<br />

è stata subito firmata dal Presidente<br />

della Repubblica Ceca, Vaclav Havel,<br />

e entrerà in vigore — ha precisato<br />

un portavoce della Camera — «nei prossimi<br />

giorni», con la pubblicazione sulla<br />

Gazzetta ufficiale.<br />

Solo 31 dei 179 deputati presenti (su<br />

200) hanno ieri votato in favore della<br />

versione emendata dal Senato e mirante<br />

a ridurre la norma a una serie di misure<br />

d’urgenza. Una grande maggioranza —<br />

formata soprattutto da deputati del Partito<br />

socialdemocratico (Cssd) del Primo<br />

Ministro, Milos Zeman, e del Partito democratico<br />

civico (Ods) del Presidente<br />

della Camera, Vaclav Klaus — ha confermato<br />

la validità del testo già adottato<br />

il 13 gennaio, e che apre la strada a rilevanti<br />

cambiamenti alla televisione pubblica.<br />

Secondo una clausola speciale e<br />

provvisoria della legge, la Camera dei<br />

deputati si appropria i poteri del Consiglio<br />

di amministrazione di Ceska Televize<br />

(Ct) per eleggere un amministratore<br />

ad interim dell’emittente pubblica, che<br />

dovrà guidarla fino all’elezione di un<br />

nuovo direttore generale da parte del futuro<br />

Consiglio di amministrazione.<br />

.<br />

Spagna: fallito<br />

attentato in Navarra<br />

MADRID — Un ufficiale dell’esercito<br />

spagnolo è scampato mercoledì<br />

ad un attentato con una bomba<br />

collocata sotto la sua auto a Zizur,<br />

presso Pamplona, in Navarra. Lo<br />

hanno detto fonti militari precisando<br />

che la bomba, agganciata per<br />

mezzo di una ventosa sotto l’auto<br />

del militare, è stata scoperta questa<br />

mattina alle 7.30. Le fonti non<br />

hanno fornito altri particolari della<br />

vicenda. I militari spagnoli sono<br />

spesso obiettivo degli attentati dei<br />

separatisti baschi dell’«Eta».<br />

Francia: esplode<br />

una bomba ad Annecy<br />

PARIGI — Una bomba ha danneggiato<br />

martedì il palazzo della giustizia<br />

ad Annecy, in Savoia, e per<br />

questo attentato la polizia francese<br />

privilegia «la pista corsa». L’ordigno<br />

è stato depositato davanti al<br />

portone del palazzo da due uomini<br />

in moto che sono subito fuggiti.<br />

L’inchiesta è stata affidata alla sezione<br />

anti-terrorismo della polizia<br />

che ha avviato accertamenti in ambienti<br />

corsi. Nei giorni scorsi i<br />

guerriglieri di un movimento clandestino<br />

hanno minacciato una<br />

campagna terroristica contro Parigi<br />

e Strasburgo a partire dal primo<br />

febbraio se le autorità francesi non<br />

arrestano gli assassini di un loro<br />

leader ucciso ad agosto assieme<br />

alla sua guardia del corpo.<br />

Caraibi: 52 clandestini<br />

dispersiinunnaufragio<br />

SANTO DOMINGO — Cinquantadue<br />

clandestini dominicani risultano<br />

dispersi — e le speranze di trovarli<br />

vivi diminuiscono di ora in<br />

ora — in seguito al naufragio dell’imbarcazione<br />

con la quale cercavano<br />

di raggiungere Portorico. Lo<br />

hanno reso noto martedì le autorità<br />

di Santo Domingo. Navi e aerei<br />

continuano a cercare i naufraghi al<br />

largo della costa orientale dell’isola.<br />

I soccorritori — ha detto la Marina<br />

dominicana — hanno recuperato<br />

un cadavere, dopo che lunedì<br />

erano stati salvati due uomini e<br />

una donna. Le altre 52 persone<br />

che erano a bordo mancano all’appello.<br />

Il gruppo di emigranti aveva<br />

lasciato sabato scorso Miches, circa<br />

160 chilometri ad Est della capitale,<br />

per raggiungere Portorico. Ma<br />

l’imbarcazione in legno con la<br />

quale tentavano l’impresa si è capovolta<br />

dopo aver imbarcato acqua,<br />

a poche ore dalla partenza.<br />

TRIGESIMO<br />

In occasione del trigesimo della scomparsa<br />

di<br />

Monsignor<br />

PATRICK SAINT-ROCH<br />

Professore ordinario di Storia<br />

del Culto cristiano e Agiografia<br />

il Pontificio Istituto di Archeologia lo ricorderà<br />

con una Messa celebrata nella<br />

basilica di Santa Prassede all'Esquilino<br />

(via S. Prassede, 9) martedì 30 gennaio,<br />

alle ore 11.<br />

.


ERZA T PAGINA .<br />

PAGINA<br />

3 .<br />

«Verità e metodo» di Hans-Georg Gadamer<br />

Una «fusione<br />

di orizzonti»<br />

ARMANDO RIGOBELLO<br />

L'editore Bompiani ha intrapreso una<br />

pubblicazione di classici filosofici, in traduzione<br />

con testo in lingua originale a<br />

fronte. La veste tipografica è prestigiosa,<br />

la collana «Il pensiero occidentale» è diretta<br />

da Giovanni Reale, insigne studioso<br />

di filosofia antica. Da poco, nella collana,<br />

è apparso il testo Verità e metodo<br />

di Hans-Georg Gadamer, traduzione ed<br />

apparati di Gianni Vattimo.<br />

L'introduzione della presente edizione<br />

è di Reale che efficacemente rivendica il<br />

carattere platonico dell'opera di Gadamer.<br />

Reale riporta, da un suo dialogo<br />

con Gadamer una significativa risposta<br />

di quest'ultimo: «...è vero. Nella mia ottica<br />

Platone mi ha sempre affascinato e<br />

in questo io mi trovo vicinissimo a lui,<br />

per il fatto che insisteva sulla dialettica<br />

della domanda e risposta» (p. IX). A<br />

questa professio fidei platonica si aggiunga<br />

la fides hegeliana sottolineata da<br />

Vattimo nell'Introduzione del 1972, ma<br />

di un Hegel che pone al centro focale<br />

del suo pensiero non tanto nel compimento<br />

dialettico della sintesi, della conciliazione,<br />

ma nell'antitesi che, nella dinamica<br />

dello spirito, è lo spirito oggettivo<br />

e quindi il rapporto con il costume,<br />

le istituzioni, pur sempre in confronto<br />

con la riflessione propria della coscienza<br />

morale.<br />

A queste considerazioni si aggiunge<br />

quanto, sempre Vattimo, osserva nella<br />

Postilla del 1983, ossia la ricomposizione<br />

del pensiero di Heidegger in Gadamer<br />

la cui opera, secondo la nota<br />

espressione di Habermas, potrebbe considerarsi<br />

un'urbanizzazione della filosofia<br />

heideggeriana. Il che significherebbe<br />

«una interpretazione meno esoterica, e<br />

anche meno polemica nei confronti delle<br />

esigenze diffuse nel pensiero contemporaneo,<br />

a cominciare dall'esigenza di<br />

fare realisticamente i conti con la scienza»<br />

(p. LVI).<br />

Delle due principali linee di sviluppo<br />

del pensiero di Heidegger: «l'attenzione<br />

alla portata ontologica del linguaggio»<br />

con la conseguente identificazione di linguaggio<br />

ed essere e la «meditazione sulla<br />

metafisica come storia e destino dell'essere»<br />

adamer avrebbe sviluppato in<br />

modo preminente soltanto la prima.<br />

* * *<br />

Mettendo insieme tre considerazioni:<br />

Gadamer vicino all'argomentare platonico,<br />

Gadamer impegnato nella dinamica<br />

dialogica nel contesto dell'evolversi delle<br />

istituzioni e del costume, e infine Gadamer<br />

che nel linguaggio e nel suo duttile<br />

articolarsi vede esprimersi il senso stesso<br />

della realtà, possiamo essere aiutati a<br />

comprendere il nucleo di dottrine che è<br />

l'asse portante dell'ampia opera di Gadamer.<br />

Verità e metodo, una verità che<br />

continuamente eccede l'impegno metodico<br />

del confronto, del dialogo in un<br />

orizzonte in cui la verità sfugge alle determinazioni<br />

e tende a riconoscersi in<br />

un divenire storico aperto.<br />

Gadamer tematizza la concezione heideggeriana<br />

dell'esistenza in direzione intersoggettiva,<br />

dialogica. Ciascuno di noi<br />

è storicamente situato e pensa, prende<br />

posizione e quindi interpreta all'interno<br />

di un orizzonte di senso. Ma nessuno è<br />

isolato, il suo discorso interpretativo avviene<br />

all'interno di una comunità di linguaggio.<br />

Il linguaggio stesso è segnato<br />

da differenze e relazioni a forte condizionamento<br />

storico.<br />

All'«ontologia generale» di Heidegger,<br />

Gadamer sostituisce una «fusione di<br />

orizzonti», mobile fusione di prospettive<br />

che si intrecciano sullo sfondo di una<br />

tradizione comune. Ogni variazione nell'orizzonte<br />

degli orizzonti in fusione avviene<br />

in uno scenario storico, si inscrive<br />

in una tradizione, la modifica ed insieme<br />

contribuisce alla sua continuità. Nessun<br />

esito nichilistico quindi, ma composizione<br />

attraverso la comprensione storica,<br />

interpretare è una continua opera di<br />

mediazione in un orizzonte aperto, sempre<br />

mobile ma mai collocato sull'abisso.<br />

La mediazione ermeneutica è ricondotta<br />

da Gadamer alla saggezza dell'etica<br />

aristotelica, corrisponde in qualche<br />

modo alla sapienzialità greca. La ragione<br />

ermeneutica, come il linguaggio, è<br />

coinvolta esistenzialmente e attualizza i<br />

dati della tradizione inscrivendoli nelle<br />

situazioni del presente.<br />

Una domanda che possiamo farci, anche<br />

in occasione di questa riedizione di<br />

Verità e metodo, è sullo spazio che la riflessione<br />

teologica e la stessa esperienza<br />

religiosa possono occupare nella prospettiva<br />

ermeneutica di Gadamer.<br />

Vattimo coglie nel segno quando, nella<br />

postilla del 1983 riconosce che la prospettiva<br />

di sviluppo in senso teologico<br />

che l'ermeneutica gadameriana avrebbe<br />

potuto suggerire, sviluppo che egli aveva<br />

previsto nella Introduzione del 1972,<br />

in realtà non è avvenuta, come invece si<br />

è verificato nella riflessione di Ricoeur e<br />

di Pareyson. Vattimo nota come sia difficile<br />

individuare un significato religioso<br />

dell'ermeneutica di Gadamer, sebbene<br />

«non manchi in Gadamer una sorta di<br />

religiosità secolare (nel senso di «una<br />

pietas verso la tradizione storica» e «i<br />

prodotti dello spirito carichi di significati<br />

conferiti loro nel passare delle generazioni»),<br />

«non è questa — conclude Vattimo<br />

— una idea del divino che possa in<br />

qualche modo stimolare elaborazioni<br />

teologiche» (p. LIX).<br />

Gadamer rimuoverebbe assieme alla<br />

riflessione sull'«oblio dell'essere» anche i<br />

motivi religiosi impliciti in quegli aspetti<br />

del pensiero di Heidegger che egli tralascia<br />

di seguire. Vattimo tuttavia cita in<br />

nota un articolo di H. Dreyfus, Holism<br />

and Hermeneutics, in «Review of Metaphysics»,<br />

ove il pensiero di Gadamer, assieme<br />

a quello di Ricoeur e di Rorty,<br />

rappresenterebbe in alcuni suoi aspetti<br />

«una versione religiosa del nichilismo».<br />

* * *<br />

Vattimo non pare condividere questo<br />

«modo in cui è recepita e elaborata l'ermeneutica<br />

nel quadro del pensiero americano<br />

contemporaneo».<br />

Anche a nostro parere l'orizzonte storicistico<br />

aperto in cui si muove il pensiero<br />

di Gadamer, la sua ermeneutica come<br />

storicismo linguistico ove la verità<br />

d'interpretazione si colloca nel sottile<br />

spessore ontologico di un metodo, non<br />

sono certo posizioni che stimolino originali<br />

ripensamenti teologici.<br />

D'altra parte nelle pagine di Gadamer<br />

non vi sono chiusure polemiche verso<br />

una concezione religiosa della vita e della<br />

realtà, ma una rispettosa considerazione<br />

dei fenomeni spirituali. Il salto<br />

qualitativo oltre l'orizzonte è comunque<br />

estraneo a Verità e metodo, l'attenzione<br />

ermeneutica si colloca altrove, in un terreno<br />

in cui storicità e linguaggio forniscono<br />

un sufficiente chiarimento al fluire<br />

orizzontale dell'esistenza.<br />

«La historia — osserva Gadamer in<br />

alcune considerazioni sul senso comune<br />

in Tommaso, Vico e negli sviluppi successivi<br />

— è dunque una fonte di verità<br />

totalmente diversa dalla ragione teorica»<br />

(p. 63). La ripubblicazione di Verità e<br />

metodo è un notevole avvenimento culturale,<br />

di una cultura che da decenni ha<br />

sempre più acquisito spessore anche in<br />

Italia. Basta riportare i titoli delle tre<br />

parti di cui si costituisce il volume per<br />

cogliere il nesso che presiede all'organizzazione<br />

del discorso e la sua stessa rilevanza.<br />

La prima parte è una «messa in chiaro<br />

del problema della verità in base all'esperienza<br />

dell'arte», ciò permette di<br />

affrontare nella seconda parte «il problema<br />

della verità e le scienze dello spirito»,<br />

per concludere nella terza indicando<br />

l'itinerario «dall'ermeneutica all'ontologia»<br />

attraverso «il filo conduttore del<br />

linguaggio». Si noterà come la riflessione<br />

sulla verità, connessa all'esperienza<br />

artistica, la qualifichi come veritàespressione.<br />

Non a caso il discorso, fortemente critico<br />

verso il concetto kantiano di «bellezza<br />

aderente», sviluppa poi in forma<br />

originale il pensiero di Kant sulla bellezza<br />

come «libero gioco» di «fantasia ed<br />

intelletto. Positivo è l'itinerario dell'ermeneutica<br />

all'ontologia, sull'esile filo<br />

conduttore del linguaggio.<br />

Anche Ricoeur delinea un itinerario<br />

analogo, ma giunge all'ontologia attraverso<br />

una più densa consistenza del soggetto<br />

le cui manifestazioni, ossia il cui<br />

linguaggio, non sono compiutamente ricomposte<br />

in una dialettica dello sviluppo<br />

storico. L'ermeneutica del soggetto<br />

in Ricoeur porta a complessità e contraddizioni<br />

colte in torsione prospettica<br />

dell'io sul proprio stesso esprimersi (soimême<br />

comme un autre) e denota un'interiorità<br />

complessa che ha le sue radici<br />

in Agostino e nella tradizione cristiana.<br />

* * *<br />

Più complesse sono le espressioni<br />

umane, meno pacificatrice appare la<br />

dialettica della storia. Dallo storicismo si<br />

passa all'escatologia.<br />

Non si può certo rimproverare Gadamer<br />

di non essere Ricoeur, si è voluto<br />

soltanto richiamare, in forma necessariamente<br />

schematica, che vi è anche un<br />

differente sviluppo del discorso ermeneutico.<br />

Quando si parla di ermeneutica,<br />

specie in Italia, si pensa prevalentemente<br />

a Gadamer e in realtà il contributo<br />

di Gadamer all'età ermeneutica della<br />

ragione è indiscutibile.<br />

Si aggiunga che egli si inserisce in<br />

una tradizione idealistica ed estetica e<br />

ciò lo avvicina alla nostra tradizione italiana,<br />

come pure quel suo provenire da<br />

Heidegger per poi differenziarsi dalla<br />

scuola heideggeriana per un umanistico,<br />

più pacato equilibrio è in sintonia con<br />

notevoli ambienti accademici italiani.<br />

Anche per questo è utile ricordare<br />

che vi è anche un'altra ermeneutica che<br />

passa per avventure spirituali e personali<br />

diverse e in un contesto speculativo<br />

ove l'esperienza cristiana non è solo una<br />

rilevante componente storiografica, ma<br />

un vissuto da cui emerge una autonoma<br />

proposta speculativa.<br />

Roma, 26 gennaio<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Giovedì 25 Gennaio 2001<br />

Centocinquant'anni dalla morte di Gaspare Spontini<br />

Un compositore di «transizione»<br />

ANTONIO BRAGA<br />

Dopo un secolo di quasi completo<br />

oblio, in occasione del centenario della<br />

morte, fu a partire dal 1951 che Gaspare<br />

Spontini cominciò a rinascere, con l'esecuzione<br />

delle sue maggiori opere liriche.<br />

Oggi, a centocinquant'anni dalla morte<br />

del musicista, possiamo fare il punto sul<br />

compositore preferito da Napoleone.<br />

Era stato destinato alla carriera religiosa,<br />

ma il ragazzo, ch'era nato il 14<br />

novembre del 1774, fu attratto dalla musica<br />

dell'organo di Jesi, dove era stato<br />

portato da uno zio paterno: Gaspare lo<br />

lasciò per chiedere aiuto ad un altro zio,<br />

quello materno, per dedicarsi alla musica.<br />

Infine anche quello paterno si rassegnò<br />

e lo aiutò ad intraprendere la carriera<br />

musicale.<br />

Il luogo ideale per iniziare gli studi,<br />

era Napoli, dove fu tratto per entrare al<br />

Conservatorio della Pietà, sotto la guida<br />

di Sala e Tritto. La sua prima opera, «I<br />

puntigli delle donne», fu eseguita a Roma<br />

nel '96: in questa città ebbe i suoi<br />

primi successi, e di lì partì alla conquista<br />

degli altri teatri.<br />

Piccinni lo seguì con affetto, dandogli<br />

Appuntamenti culturali<br />

«Caravaggio e i Giustiniani»<br />

La celebre collezione Giustiniani,<br />

circa settanta opere — tra le quali<br />

alcune celeberrime del Caravaggio,<br />

e, fra le altre, di Lotto, Veronese,<br />

Carracci, Poussin e Lorrain<br />

— verrà ricomposta, dal 26 gennaio<br />

al 15 maggio, nella sua sede<br />

originaria di Palazzo Giustiniani,<br />

per la mostra: «Caravaggio e i<br />

Giustiniani — Toccar con mano<br />

una collezione del Seicento».<br />

Il volume «Storia degli Italiani dalle origini all'età di Augusto»: opera postuma di Sabatino Moscati<br />

Nel 42 a.C. venne per la prima volta<br />

adottato ufficialmente il termine «Italia»<br />

DANILO MAZZOLENI<br />

Quando si parla del concetto di Italia<br />

come entità nazionale si pensa generalmente<br />

che esso sia sorto solo in epoca<br />

moderna, soprattutto nell'Ottocento,<br />

ma, in verità, per trovarlo attuato per<br />

la prima volta bisogna tornare indietro<br />

di molti secoli e risalire all'età romana,<br />

quando la penisola fu unita in un'unica<br />

realtà amministrativa, superando la<br />

parcellizzazione delle precedenti etnie<br />

italiche.<br />

Proprio alla Storia degli Italiani dalle<br />

origini all'età di Augusto è dedicato un<br />

recente volume edito dall'Editore Bardi<br />

di Roma (pp. 518, lire 80.000). Si tratta<br />

di un'opera postuma di uno dei nomi<br />

più illustri dell'archeologia del Novecento,<br />

Sabatino Moscati (prematuramente<br />

scomparso qualche anno fa), che<br />

è stata portata alla pubblicazione per<br />

concludere degnamente il lungo e articolato<br />

panorama scientifico dello<br />

studioso.<br />

L'Autore si propone di delineare «la<br />

storia della nostra gente», seguendo<br />

passo passo, attraverso i dati delle fonti<br />

letterarie e quelli ricavati dalle più recenti<br />

scoperte archeologiche, il progressivo<br />

passaggio dalla preistoria alla storia<br />

nella penisola, frutto di un processo<br />

di fusione di culture diverse, non solo<br />

autoctone, ma anche di ascendenza più<br />

ampiamente mediterranea o continentale(basticitareiGreci,iFenici,i<br />

Celti).<br />

Come osserva in proposito Moscati,<br />

«l'unità delle genti si misura a grandi e<br />

a brevi passi: sino al momento augusteo,<br />

quando la nazione si riconobbe<br />

nelle sue regioni» e in tale contesto gli<br />

Italiani «erano (e sono) protagonisti<br />

della sua identità».<br />

E — aggiunge nella postfazione al volume<br />

un altro grande storico dell'antichità<br />

(pure di recente scomparso),<br />

Giancarlo Susini — Sabatino Moscati<br />

«ci ha donato il paradigma del senso<br />

generale della storia, che le vicende degli<br />

uomini e delle genti palesano con<br />

segni molteplici e diversi».<br />

L'ampia e complessa materia, che richiedeva<br />

un poderoso sforzo di sintesi e<br />

Modena, 28 gennaio<br />

«Domenico Gnoli»<br />

La Palazzina dei Giardini sarà sede,<br />

dal 28 gennaio al 25 marzo,<br />

della mostra «Domenico Gnoli.<br />

Opere 1954 - 1969».<br />

Roma, 9 - 10 febbraio<br />

«XXI Convegno Bachelet»<br />

Il 9 e il 10 febbraio, presso la Domus<br />

Mariae si terrà il «XXI Convegno<br />

Bachelet» sul tema: «Cittadinanza<br />

e doveri inderogabili».<br />

Situla veneta<br />

in bronzo<br />

con raffigurazioni<br />

di animali<br />

fantastici<br />

(Museo Nazionale<br />

Atestino)<br />

Facce<br />

di moneta brettia<br />

di elaborazione di tanti dati eterogenei,<br />

è strutturata in tre grandi parti: le premesse<br />

storiche e gli apporti esterni; l'area<br />

centro-meridionale e quella centrosettentrionale.<br />

Da ultimo, si analizzano<br />

gli elementi che confluirono nella fisionomia<br />

dell'Italia e si ripercorrono i momenti<br />

più significativi dell'ascesa della<br />

fortuna di Roma, conquistatrice ed unificatrice<br />

della penisola.<br />

Leggendo questo sostanzioso volume,<br />

si scoprono vicende di popoli italici, di<br />

cui comunemente si ignora anche il no-<br />

me: si pensi, ad esempio,<br />

ai Brettii (forma greca del<br />

latino Bruzii), che secondo<br />

lo storico Strabone si erano<br />

distaccati dai Lucani dalla<br />

metà circa del IV secolo<br />

a.C., occupando gran parte<br />

dell'odierna Calabria. O<br />

agli stessi Itali, dai quali<br />

poi fu tratto il nome dell'intera<br />

penisola, ma che<br />

erano stanziati originariamente<br />

nell'estremo lembo<br />

del medesimo territorio calabro.<br />

A tale proposito, è interessante<br />

notare che per la<br />

prima volta il termine di<br />

Italia venne adottato ufficialmente<br />

nel 42 a.C. e che<br />

successivamente, nel tardo<br />

III secolo d.C., la denominazione<br />

si estese alla Sicilia<br />

e alla Sardegna.<br />

Tornando ai Brettii, la<br />

loro attività artigianale è<br />

legata indubbiamente alla<br />

cultura della Magna Grecia<br />

e si può individuare soprattutto<br />

in una produzione<br />

scultorea in pietra di tipo<br />

popolare e in varie figurine<br />

di bronzo di divinità ed<br />

animali. Sono documenti importanti<br />

anche i corredi funebri relativi a tombe<br />

a camera, in cui si sono trovati vari oggetti<br />

pertinenti a guerrieri o per i banchetti,<br />

spesso tuttavia di importazione.<br />

La documentazione conservata ha con-<br />

utili consigli; e da Roma fu chiamato alla<br />

corte palermitana, a sostituire il Cimarosa.<br />

Il salto definitivo lo compì recandosi<br />

a Parigi nel 1803, dove esordì<br />

come «allievo di Cimarosa» con l'opera<br />

«La finta filosofa», già eseguita a Napoli.<br />

Bruciò le tappe, superando gli ostacoli<br />

frapposti dai musicisti locali, ottenendo<br />

grande successo con il «Milton».<br />

Fu solo nel 1807 che trionfò con «La<br />

Vestale», suo indiscusso capolavoro. Il<br />

trionfo parigino ebbe vasta eco in tutta<br />

Europa: era divenuto il compositore ufficiale<br />

della corte napoleonica. Due anni<br />

dopo Spontini rinnovava il successo con<br />

il «Fernando Cortez», opera che adombrava<br />

le gesta dello stesso imperatore.<br />

Nel 1811 sposò la figlia di Erard, il noto<br />

costruttore di pianoforti; e nel 1814 si<br />

salvò con diplomazia dalla caduta dei<br />

sostenitori del Buonaparte, ottenendo<br />

dal re Luigi XVIII il titolo di «compositore<br />

drammatico del re».<br />

Tuttavia la Francia non era più per<br />

lui la terra promessa, e decise di accettare<br />

l'invito del re di Prussia Federico<br />

Guglielmo III: si trasferì a Berlino nel<br />

1820 come «direttore generale della musica»<br />

e «soprintendente della musica reale».<br />

Malgrado i successi, fu costretto a<br />

subire una lotta sorda da parte dei cortigiani<br />

che invidiavano la sua posizione.<br />

La sua «Agnese di Hohenstaufen», che<br />

Ceramica<br />

messapica<br />

rinvenuta<br />

a Cavallino<br />

in Puglia<br />

sentito di appurare che questo popolo<br />

aveva anche facoltà di emettere monete<br />

a livello federale o civico, fornite tuttavia<br />

di didascalie in lingua greca.<br />

Passando dall'Italia meridionale a<br />

quella settentrionale, i Veneti sono ritenuti<br />

dalle fonti una popolazione venuta<br />

dalla penisola anatolica, e in particolare<br />

dalla Paflagonia, prendendo parte al<br />

conflitto troiano e sbarcando poi nell'alto<br />

Adriatico sotto la guida di Antenore,<br />

oppure — secondo un'altra tradizione<br />

— al seguito di Diomede. Al di là<br />

Le regioni d'Italia al tempo di Augusto<br />

della tradizione leggendaria, gli elementi<br />

di base sono certamente frutto di<br />

una realtà storica.<br />

Nel territorio veneto, in un primo<br />

tempo emersero con un ruolo egemone<br />

le città di Este e Padova, in una fase<br />

apparse nel '29, ebbe solo un successo<br />

di stima, ed egli la modificò varie volte.<br />

Alla morte del re, nel 1840, le lotte<br />

che dovè affrontare furono ancora maggiori:<br />

l'episodio più grave avvenne quando,<br />

mentre dirigeva il «Don Giovanni» di<br />

Mozart, fu costretto a lasciare il podio<br />

da un gruppo di ascoltatori ostili.<br />

Pur conservando titoli ed appannaggio,<br />

lasciò Berlino e tornò a Parigi.<br />

Sopraggiunta la malattia, nel 1850 si<br />

ritirò a Majolati, accolto con onori regali<br />

dai suoi concittadini. Alla morte, si<br />

svolsero grandi cerimonie funebri, e fu<br />

sepolto nella Cappella dell'Ospizio Spontini,<br />

da lui fondato, nella sua città<br />

natale.<br />

Spontini è stato quindi fortemente rivalutato<br />

tra il 1950 ed il 55, anni in cui<br />

non solo «La Vestale» è tornata sulle<br />

scene, ma anche altre opere, come «Fernando<br />

Cortez», «Olympie» e «Agnese»<br />

sono state rieseguite. Oggi la visione globale<br />

del suo teatro lirico è quasi completa,<br />

ed egli appare come un compositore<br />

«di transizione» di grande vigore, conoscitore<br />

delle soluzioni estetiche del suo<br />

tempo, ed autore di grandi partiture, in<br />

specie quelle di gusto francese, nelle<br />

quali le proposte di Gluck vengono allargate<br />

e messe su un piano trionfalistico<br />

di grande effetto. Amato da Napoleone<br />

per il suo gusto marcato e marziale,<br />

Spontini in Germania si interessava alle<br />

nuove forme romantiche tedesche, e veniva<br />

rispettato dal giovane Wagner, che<br />

pure non era tenero con i musicisti italiani.<br />

Dopo la sua morte, la sua produzione<br />

cadde in letargo. Ancora negli anni Quaranta<br />

del secolo XX, Renè Leibowitz<br />

nella sua «Storia dell'Opera» ricordava<br />

di avere ascoltato una sola volta in gioventù<br />

«La Vestale».<br />

Assieme a Rossini e Cherubini, fu alla<br />

vetta della musica teatrale francese del<br />

suo tempo, tra periodo napoleonico e<br />

restaurazione: la sua strumentazione divenne<br />

sempre più raffinata e complessa.<br />

A lui si ascrivono anche alcune Cantate<br />

d'occasione per Napoleone e per il re di<br />

Prussia.<br />

Lamine in oro<br />

con iscrizioni<br />

in fenicio e in etrusco<br />

(Museo Nazionale<br />

Etrusco di Villa Giulia)<br />

Elmo sannita<br />

in bronzo<br />

(Museo<br />

Archeologico<br />

Nazionale<br />

di Chieti)<br />

che si può denominare protourbana,<br />

seguite da altri centri. Dal IV secolo<br />

a.C. ebbe inizio la conquista romana,<br />

favorita da alleanze con molte genti locali,<br />

che vennero confermate in occasione<br />

del duro conflitto contro i Galli.<br />

Dopo aver fondato una serie di colonie<br />

(fra le quali Aquileia), sul volgere del II<br />

secolo a.C. il capillare processo di romanizzazione<br />

in tutta la regione si poteva<br />

dire concluso.<br />

I Veneti, stando ai ritrovamenti effettuati,<br />

svilupparono in particolar modo<br />

l'artigianato del bronzo, lavorando soprattutto<br />

situle, recipienti decorati a<br />

sbalzo o mediante incisioni con scene<br />

belliche o di vita quotidiana disposte in<br />

fasce orizzontali. Basti ricordare la situla<br />

Benvenuti di Este, ritenuta la più indicativa<br />

attestazione dell'arte paleoveneta,<br />

ornata con un vero ciclo di rappresentazioni,<br />

animate da un vivo senso<br />

narrativo e caratterizzate da uno stile<br />

che si avvicina all'orientalizzante: un<br />

cavallo con un servo e un personaggio<br />

seduto, un banchetto, due figure maschili<br />

con ampi copricapi e pesanti<br />

mantelli, due pugili, e poi ancora leoni,<br />

centauri, contadini e buoi al pascolo,<br />

animali fantastici (una sfinge e un grifone),<br />

uno stambecco e un cervo, soldati<br />

con prigionieri.<br />

Dal territorio estense provengono ancora<br />

notevoli figurine bronzee votive a<br />

tutto tondo, riferibili ai secoli IV-II a.C.<br />

e in parte provenienti dall'area sacra<br />

della dea delle acque, Reitia. Sono<br />

combattenti rappresentati in varie attitudini,<br />

opera di singolare espressività e<br />

vivacità.<br />

L'arte dei Veneti raggiunse un ragguardevole<br />

livello anche con la ceramica<br />

decorata di tipo funerario, in particolare<br />

con i caratteristici vasi a stivale,<br />

databili fra il 750 e il 650 circa a.C. e<br />

di probabile ascendenza danubiano-balcanica.<br />

Centri principali di influsso della grecità<br />

furono, in territorio veneto, Adria,<br />

importante emporio commerciale in<br />

cui, specie in ambito ceramico, i prodotti<br />

di importazione convissero con<br />

quelli locali e poi Spina, polo di penetrazione<br />

etrusca nella valle padana. In<br />

tal modo, nel settore nord-orientale della<br />

penisola si avviò un'originale fusione<br />

di culture, alle quali si unirono ben<br />

presto la componente celtica e quella<br />

romana.<br />

Con i Veneti ebbero indubbi contatti<br />

anche alcuni popoli alpini, come i Reti<br />

e gli Euganei, etnie che talora si sovrappongono<br />

nelle testimonianze degli<br />

storici, i quali accreditano la notizia<br />

che essi fossero stanziati in origine in<br />

pianura e che si fossero rifugiati in<br />

montagna per sottrarsi alle invasioni di<br />

altri popoli.<br />

Le iscrizioni retiche rivelano singolari<br />

affinità con quelle etrusche, forse per<br />

una parentela originaria di genti che<br />

non erano indoeuropee. Produzione caratteristica<br />

di questo popolo furono<br />

boccali con beccuccio a rostro, spilloni<br />

bronzei a capocchia a vaso costolato e<br />

roncole, utensili inventati proprio dalle<br />

genti dell'odierno Trentino, mentre alla<br />

loro cultura appartengono santuari<br />

posti su alture, adibiti a libagioni e<br />

sacrifici animali e, talora, umani.<br />

I Reti utilizzavano per la sepoltura il<br />

rito della cremazione e ponevano le ceneri<br />

all'interno di urne chiuse da ciotole<br />

capovolte. Dalla necropoli di Meluno,<br />

presso Bressanone, provengono fibule<br />

di varia ed originale forma, databili<br />

fra la fine dell'VIII e la metà del VI<br />

secolo a.C., mentre borchie e bronzetti<br />

figurati raffiguranti guerrieri, cavalieri,<br />

devoti ed oggetti votivi, una parte dei<br />

quali legati alla tradizione iconografica<br />

etrusco-italica. Si produssero anche situle<br />

con elementi originali dal punto di<br />

vista tecnico.<br />

Dal IV secolo l'arte retica subì un indubbio<br />

influsso celtico, avvertibile soprattutto<br />

in elmi e fibule; di lì a poco<br />

anche questa cultura fu assorbita in<br />

quella romana e perse la propria individualità.<br />

Ripercorrendo le vicende dei popoli<br />

che abitarono la penisola italiana nel<br />

primo millennio prima di Cristo, si può<br />

affermare che emerge chiaramente<br />

quell'articolazione regionale, che risulterà<br />

fondamentale nella storia successiva<br />

e costituirà la base della suddivisione<br />

politica attuata in epoca augustea.<br />

Pur nella comunanza di influssi e di<br />

scambi commerciali e culturali, una<br />

più marcata autonomia si verifica tuttavia<br />

nelle isole maggiori, ossia in Sicilia<br />

e in Sardegna.


L'UDIENZA<br />

GENERALE<br />

PAGINA<br />

4 .<br />

La<br />

catechesi<br />

di Giovanni<br />

Paolo II<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Giovedì 25 Gennaio 2001<br />

L'impegno per un futuro degno dell'uomo<br />

«In un orizzonte spesso segnato dallo<br />

scoraggiamento, dal pessimismo, da<br />

scelte di morte, da inerzia e superficialità,<br />

il cristiano deve aprirsi alla speranza<br />

che sboccia dalla fede». È quanto ha<br />

detto Giovanni Paolo II ai pellegrini convenuti<br />

da diverse parti del mondo nell'Aula<br />

Paolo VI per partecipare all'udienza<br />

generale di mercoledì 24 gennaio.<br />

Questa è la catechesi del Papa:<br />

1.Se gettiamo lo sguardo<br />

sul mondo e sulla sua storia,<br />

a prima vista sembra dominare<br />

il vessillo della guerra,<br />

della violenza, dell'oppressione,<br />

dell'ingiustizia, del degrado<br />

morale. Ci sembra, come<br />

nella visione del capitolo 6<br />

dell'Apocalisse, che per le<br />

lande desolate della terra<br />

corrano i cavalieri che reggono<br />

ora la corona del potere<br />

trionfatore, ora la spada della<br />

violenza, ora la bilancia<br />

della povertà e della fame,<br />

ora la falce affilata della<br />

morte (cfr Ap 6, 1-8).<br />

Di fronte alle tragedie della<br />

storia e all'immoralità dilagante,<br />

viene da ripetere la<br />

domanda che il profeta Geremia<br />

rivolge a Dio dando voce<br />

a tanti sofferenti e oppressi:<br />

«Tu sei troppo giusto, Signore,<br />

perché io possa discutere<br />

con te; ma vorrei solo rivolgerti<br />

una parola sulla giustizia.<br />

Perché le cose degli empi<br />

prosperano? Perché tutti i<br />

traditori sono tranquilli?»<br />

(12, 1). A differenza di Mosè<br />

che dall'alto del monte Nebo<br />

contempla la terra promessa<br />

(cfr Dt 34, 1), noi ci affacciamo<br />

su un mondo travagliato,<br />

nel quale il Regno di Dio fatica<br />

a farsi strada.<br />

2.Sant'Ireneo nel II secolo<br />

individuava una spiegazione<br />

nella libertà dell'uomo<br />

che, invece di seguire il progetto<br />

divino di convivenza<br />

pacifica (cfr Gn 2), lacera le<br />

relazioni con Dio, con l'uomo<br />

e con il mondo. Scriveva,<br />

dunque, il Vescovo di Lione:<br />

«A essere manchevole non è<br />

l'arte di Dio, che è in grado<br />

di suscitare figli ad Abramo<br />

dalle pietre, ma è colui che<br />

non la segue ad essere causa<br />

della propria perfezione mancata.<br />

Non è infatti la luce a<br />

mancare per colpa di quelli<br />

che si sono accecati, ma<br />

quelli che si sono accecati rimangono<br />

nell'oscurità per<br />

colpa loro, mentre la luce<br />

continua a brillare. La luce<br />

non assoggetta nessuno per<br />

forza, né Dio costringe nessuno<br />

ad accettare la sua arte»<br />

(Adversus haereses IV, 39, 3).<br />

È dunque necessario un<br />

continuo sforzo di conversione<br />

che raddrizzi la rotta dell'umanità,<br />

perché liberamente<br />

scelga di seguire l'«arte di<br />

Dio», cioè il suo disegno di<br />

pace e di amore, di verità e<br />

di giustizia. È quell'arte che<br />

si rivela pienamente in Cristo,<br />

e che il convertito Paolino<br />

di Nola faceva sua con<br />

questo toccante programma<br />

di vita: «Mia sola arte è la fede<br />

e la musica è Cristo» (Carme<br />

XX, 32).<br />

3.Con la fede lo Spirito<br />

Santo depone nel cuore dell'uomo<br />

anche il seme della<br />

speranza. La fede è infatti,<br />

come dice la Lettera agli<br />

Ebrei, «fondamento delle co-<br />

“<br />

L'amore per l'umanità, per il suo benessere<br />

materiale e spirituale, per un progresso autentico,<br />

deve animare tutti i credenti. Ogni atto compiuto<br />

per creare un futuro migliore,<br />

una terra più abitabile e una società più fraterna<br />

partecipa, anche se in modo indiretto,<br />

all'edificazione del Regno di Dio<br />

se che si sperano e prova di<br />

quelle che non si vedono»<br />

(11, 1). In un orizzonte spesso<br />

segnato dallo scoraggiamento,<br />

dal pessimismo, da<br />

scelte di morte, da inerzia e<br />

superficialità, il cristiano de-<br />

All'udienza generale di mercoledì 24 gennaio 2001, nell'Aula<br />

Paolo VI, erano presenti i seguenti gruppi:<br />

Dall'Italia: Suore Domenicane dello Spirito Santo; Gruppi<br />

di Fedeli dalle Parrocchie: Santissimo Crocifisso, in<br />

Barletta; Sacro Cuore di Gesù, in Molfetta; Associazione<br />

Italiana Amici di Raoul Follereau; Associazione Cristiana<br />

Artigiani Italiani dalla Toscana; Istituto di Neuropsichiatria<br />

infantile, di Acireale; Movimento sacerdotale mariano, da<br />

Ischia; Scuola media «Pugliesi», di Ortona.<br />

Coppie di Sposi novelli.<br />

Gruppi di Fedeli da: Polonia; Lituania; Repubblica Slovacca.<br />

De France: Lycée Notre-Dame des Dunes, Dunkerque.<br />

From various countries: an international meeting of the<br />

Sisters of the Divine Saviour.<br />

From Australia: a group of Marist Brothers participating<br />

in a Mid-Life Spiritual Renewal Programme; a group of<br />

students from Chisholm Catholic College in Perth, Western<br />

Australia.<br />

From Japan: members of the Asahikawa Choir.<br />

From the United States of America: members of the<br />

Inter-faith Ministerial Council in the Diocese of Palm<br />

Beach, Florida; members of the Association of Eucharistic<br />

Education and Adoration in Chicago; students from the<br />

Rome Centre of Loyola University of Chicago; members of<br />

the choir and orchestra from Muskegon Catholic Central<br />

High School.<br />

ve aprirsi alla speranza che<br />

sboccia dalla fede. Ciò è raffigurato<br />

nella scena evangelica<br />

del turbine che si scatena<br />

sul lago: «Maestro, maestro,<br />

siamo perduti!», gridano i discepoli.<br />

E Cristo domanda lo-<br />

-<br />

”<br />

ro: «Dov'è la vostra fede?»<br />

(Lc 8, 24-25). Con la fede in<br />

Cristo e nel Regno di Dio<br />

non si è mai perduti, e la<br />

speranza della quiete serena<br />

riappare all'orizzonte. Anche<br />

per un futuro degno dell'uo-<br />

I gruppi presenti<br />

«Su questa via siamo chiamati a cancellare<br />

la paura del futuro. Essa attanaglia spesso<br />

le giovani generazioni, conducendole<br />

per reazione all'indifferenza,<br />

alla dimissione nei confronti degli impegni nella vita,<br />

all'abbrutimento di sé<br />

nella droga, nella violenza, nell'apatia.<br />

Bisogna far emergere la gioia<br />

per ogni bimbo che nasce»<br />

mo è necessario far rifiorire<br />

la fede operosa che genera la<br />

speranza. Di questa un poeta<br />

francese ha scritto: «La speranza<br />

è l'attesa trepidante<br />

del buon seminatore, è l'ansia<br />

di chi si candida all'eter-<br />

no. La speranza è infinitezza<br />

d'amore» (Ch. Péguy, Il portico<br />

del mistero della seconda<br />

Virtù).<br />

4.L'amore per l'umanità,<br />

per il suo benessere materiale<br />

e spirituale, per un progresso<br />

autentico, deve animare<br />

tutti i credenti. Ogni<br />

atto compiuto per creare un<br />

futuro migliore, una terra<br />

più abitabile e una società<br />

più fraterna partecipa, anche<br />

se in modo indiretto, all'edificazione<br />

del Regno di Dio.<br />

Proprio nella prospettiva di<br />

tale Regno, «l'uomo, l'uomo<br />

vivente, costituisce la prima<br />

e fondamentale via della<br />

Chiesa» (Evangelium vitae, 2;<br />

cfr Redemptor hominis, 14).<br />

È la via che Cristo stesso ha<br />

seguito, facendosi al tempo<br />

stesso «via» dell'uomo (cfr Gv<br />

14, 6).<br />

Su questa via siamo chiamati<br />

innanzitutto a cancellare<br />

la paura del futuro. Essa<br />

attanaglia spesso le giovani<br />

generazioni, conducendole<br />

per reazione all'indifferenza,<br />

alla dimissione nei confronti<br />

degli impegni nella vita, all'abbrutimento<br />

di sé nella<br />

droga, nella violenza, nell'apatia.<br />

Bisogna poi far emergere<br />

la gioia per ogni bimbo<br />

che nasce (cfr Gv 16, 21),<br />

perché venga accolto con<br />

amore e gli si prepari la possibilità<br />

di crescere nel corpo<br />

e nello spirito. In tal modo si<br />

collabora all'opera stessa di<br />

Cristo, che ha così definito la<br />

sua missione: «Io sono venuto<br />

perché abbiano la vita e<br />

l'abbiano in abbondanza»<br />

(Gv 10, 10).<br />

5.In apertura abbiamo<br />

ascoltato il messaggio che<br />

l'apostolo Giovanni rivolge ai<br />

padri e ai figli, agli anziani e<br />

ai giovani, perché continuino<br />

insieme a lottare e a sperare,<br />

nella certezza che è possibile<br />

vincere il male e il Maligno,<br />

in forza della presenza efficace<br />

del Padre celeste. Additare<br />

la speranza è un compito<br />

fondamentale della Chiesa. Il<br />

Concilio Vaticano II ci ha lasciato<br />

in proposito questa illuminante<br />

considerazione:<br />

«Legittimamente si può pensare<br />

che il futuro dell'umanità<br />

sia riposto nelle mani di<br />

coloro che sono capaci di<br />

trasmettere alle generazioni<br />

di domani ragioni di vita e<br />

di speranza» (Gaudium et<br />

spes, 31). In questa prospettiva<br />

mi piace riproporvi l'appello<br />

alla fiducia che feci nel<br />

discorso all'ONU nel 1995:<br />

«Non dobbiamo avere timore<br />

del futuro. (...) Abbiamo in<br />

noi la capacità di sapienza e<br />

di virtù. Con tali doni, e con<br />

l'aiuto della grazia di Dio,<br />

possiamo costruire nel secolo<br />

che sta per giungere e per il<br />

prossimo millennio una civiltà<br />

degna della persona umana,<br />

una vera cultura della libertà.<br />

Possiamo e dobbiamo<br />

farlo! E, facendolo, potremo<br />

renderci conto che le lacrime<br />

di questo secolo hanno preparatoilterreno<br />

a una nuova<br />

primavera dello spirito umano»<br />

(Insegnamenti XVIII/2<br />

[1995], p. 744).


L'UDIENZA<br />

GENERALE<br />

PAGINA<br />

Pellegrini provenienti da diverse parti<br />

del mondo hanno partecipato all'udienza<br />

generale svoltasi mercoledì mattina,<br />

24 gennaio, nell'Aula Paolo VI. Dopo<br />

aver pronunciato la catechesi in italiano,<br />

Giovanni Paolo II l'ha riassunta<br />

nelle diverse lingue, quindi ha rivolto<br />

espressioni di saluto ai gruppi presenti.<br />

Di lingua francese<br />

Siate gli artigiani della pace<br />

Ai fedeli di lingua francese il Papa<br />

ha detto:<br />

Chers frères et sœurs,<br />

Je salue cordialement les francophones<br />

présents à cette audience,<br />

en particulier les jeunes du lycée<br />

Notre-Dame des Dunes, de Dunkerque.<br />

Que votre pèlerinage sur la<br />

tombe de l'Apôtre saint Pierre ravive<br />

votre foi et fasse de vous des artisans<br />

de paix au milieu de vos frères!<br />

A tous, je donne de grand cœur<br />

la Bénédiction apostolique.<br />

Di lingua inglese<br />

Benedico voi<br />

e le vostre famiglie<br />

Il Santo Padre si è poi rivolto ai pellegrini<br />

di espressioneinglese provenienti<br />

da molte Nazioni. Ecco le sue parole:<br />

Dear Brothers and Sisters,<br />

I welcome the English-speaking<br />

pilgrims and visitors, especially the<br />

Asahikawa Choir from Japan, the<br />

choir and orchestra of Muskegon<br />

School, Michigan, and the students<br />

from Australia and the United<br />

States of America. Upon all of you<br />

and your families, I invoke the joy<br />

and peace of our Lord Jesus<br />

Christ.<br />

Di lingua tedesca<br />

Saluto e benedico<br />

tutti i pellegrini<br />

Nell'Aula Paolo VI erano presenti numerosi<br />

fedeli di lingua tedesca. Giovanni<br />

Paolo II ha detto loro:<br />

Liebe Schwestern und Brüder!<br />

Mit diesen Gedanken grüße ich<br />

die Pilger und Besucher, die aus<br />

den Ländern deutscher Sprache<br />

nach Rom gekommen sind. Ich lade<br />

Euch alle ein, in dieser Woche besonders<br />

für die Einheit der Christen<br />

zu beten. Euch, Euren Angehörigen<br />

daheim und allen, die mit uns über<br />

Radio Vatikan und das Fernsehen<br />

verbunden sind, erteile ich gern den<br />

Apostolischen Segen.<br />

Di lingua spagnola<br />

Cristo ha vinto<br />

la morte e il male<br />

Molti come sempre i pellegrini di<br />

espressione spagnola, provenienti anche<br />

da diversi Paesi dell'America Latina. Il<br />

Papa li ha salutati con queste parole:<br />

Queridos hermanos y hermanas:<br />

Saludo a los peregrinos de lengua<br />

española presentes hoy en esta audiencia<br />

y les animo a ser siempre y<br />

en todas partes sembradores de la<br />

GIANLUCA BICCINI<br />

«Le notizie provenienti dalla Colombia,<br />

che parlano di un impressionante<br />

incremento di violenza, non<br />

possono che indurre a chiedere a tutti<br />

di riscoprire il supremo valore della<br />

vita... È ora di ritornare al Signore<br />

della Vita, affinché muova il cuore di<br />

tutti i colombiani e faccia loro comprendere<br />

che sono una sola grande<br />

famiglia». È un appello accorato quello<br />

che Giovanni Paolo II ha rivolto<br />

con voce ferma e implorante al termine<br />

dell'udienza generale di mercoledì<br />

mattina, 24 gennaio, festa di san<br />

Francesco di Sales. Addolorato dai<br />

fatti di sangue che continuano ad accadere<br />

nel Paese latino-americano, il<br />

Papa ha invitato le parti in conflitto al<br />

dialogo, pregando per la cessazione<br />

dei sequestri di persona, degli atti di<br />

terrorismo e della piaga del narcotraffico<br />

che continuano a mietere vittime.<br />

È un segno di paterna attenzione<br />

per quelle popolazioni, che va ad aggiungersi<br />

alla recente nomina cardinalizia<br />

dell'Arcivescovo di Bogotá,<br />

Mons. Pedro Rubiano Sáenz, durante<br />

l'Angelus di domenica scorsa.<br />

Dal Continente Latino-Americano a<br />

quello Africano, la sollecitudine pastorale<br />

del Santo Padre non conosce<br />

5 .<br />

<br />

<br />

L'incontro<br />

nell'Aula<br />

Paolo VI<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Giovedì 25 Gennaio 2001<br />

I saluti ai pellegrini<br />

esperanza que brota de la victoria<br />

de Cristo sobre el mal y la muerte.<br />

Di lingua portoghese<br />

Crescere<br />

nell'unità della fede<br />

Rivolgendosi successivamente ai fedeli<br />

di lingua portoghese il Santo Padre<br />

ha detto:<br />

Caríssimos Irmãos e Irmãs!<br />

Com votos cordiais de graça, paz,<br />

saúde e alegria, saúdo quantos me<br />

ouvem, em língua portuguesa e peço<br />

ao Senhor que a todos faça crescer<br />

na fé e na adesão prática a Jesus<br />

Cristo, nosso Salvador. Na perspectiva<br />

da Festa da Conversão de<br />

São Paulo, rogo que rezem pela<br />

unidade da fé, para que todos os<br />

cristãos professem, com renovada<br />

alegria, que Cristo é o único Salvador<br />

do mundo «ontem, hoje e sempre».<br />

Di lingua lituana<br />

La vostra speranza<br />

è in Cristo<br />

Ad un gruppo di pellegrini giunti dalla<br />

Lituania il Papa ha detto:<br />

Sveikinu piligrimus lietuvius!<br />

Kartu su Bažnyčia visus jus<br />

kviečiu nukreipti savo pagrindinę<br />

viltį į Kristų, vienintelį mūsų Išganytoją.<br />

Kiekviename žingsnyje jus<br />

telydi ir teveda Marija, naujų amžių<br />

Žvaigždė. Linkėdamas viso kas geriausia,<br />

iš širdies laiminu jus ir visus,<br />

kas jums yra brangūs.<br />

Garbė Jėzui Kristui!<br />

Ed ecco una nostra traduzione italiana<br />

delle sue parole:<br />

Saluto i pellegrini lituani!<br />

Insieme con la Chiesa invito tutti voi<br />

ad indirizzare la vostra speranza princi-<br />

confini. Per questo era<br />

ancor più significativa la<br />

presenza nell'Aula Paolo<br />

VI del Vescovo di Kenge,<br />

Repubblica Democratica<br />

del Congo, Mons. Gaspard<br />

Mudiso. «Sono partito<br />

per l'Italia il giorno<br />

prima dell'attentato al<br />

Presidente Kabila — spiega<br />

il Presule —. Sono qui<br />

per testimoniare la mia<br />

gratitudine all'Associazione<br />

Italiana Amici di Raoul<br />

Follereau (Aifo), che sostiene<br />

il nostro ospedale<br />

di Kimbau». Insieme con<br />

Mons. Mudiso un centinaio<br />

di volontari dell'Aifo<br />

hanno voluto partecipare<br />

all'udienza generale per<br />

ricevere la benedizione<br />

del Santo Padre alla vigilia<br />

della Giornata Mondiale<br />

dei Malati di Lebbra,<br />

che si celebra domenica<br />

28 gennaio. La XLVIII<br />

Giornata dedicata alle<br />

persone colpite dal morbo di Hansen<br />

ha per tema: «Con gli ultimi per<br />

un'alternativa di giustizia». In Italia<br />

sarà celebrata nelle piazze delle prin-<br />

palmente in Cristo, unico nostro Salvatore.<br />

Vi accompagni e vi guidi in ogni<br />

passo Maria, Stella dei tempi nuovi. Vi<br />

auguro ogni bene e di cuore vi benedico<br />

insieme con quanti vi sono cari.<br />

Sia lodato Gesù Cristo!<br />

Di lingua slovacca<br />

Pregate<br />

per la piena comunione<br />

fra i credenti in Cristo<br />

Salutando quindi i pellegrini della<br />

Slovacchia il Santo Padre ha detto:<br />

Srdečne pozdravujem pútnikov zo<br />

Slovenska — pracovníkov Charitného<br />

domu vo Vrícku.<br />

Drahí bratia a sestry, zajtra sa končí<br />

Oktáva modlitieb za jednotu<br />

kresťanov. Modlime sa aj naďalej za<br />

plné spoločenstvo veriacich v Krista.<br />

Rád žehnám Vás i Vašich<br />

drahých vo vlasti.<br />

Pochválený buď Ježiš Kristus!<br />

Questa è una nostra traduzione italiana<br />

del saluto di Giovanni Paolo II:<br />

Saluto cordialmente i pellegrini dalla<br />

Slovacchia — i lavoratori della Casa<br />

Charitas di Vrícko.<br />

Cari fratelli e sorelle, domani termina<br />

l'Ottavario di preghiera per l'unità dei<br />

cristiani. Non cessiamo di pregare per la<br />

piena comunione fra i credenti in Cristo.<br />

Volentieri benedico voi ed i vostri cari<br />

in Patria.<br />

Sia lodato Gesù Cristo!<br />

Di lingua polacca<br />

Non cessiamo di pregare<br />

per l'unità dei cristiani<br />

Successivamente il Papa si è così rivolto<br />

ai pellegrini polacchi:<br />

Witam pielgrzymów z Polski:<br />

młodzież z parafii św. Marcina z<br />

Poznania, pracowników Polskich Linii<br />

Lotniczych «LOT», pielgrzymów<br />

indywidualnych z Polski i z emigracji.<br />

W tym tygodniu między 18 a 25<br />

stycznia Kościół cały modli się w in-<br />

La cronaca<br />

Giovanni Paolo II con Mons. Gaspard Mudiso Vescovo di Kenge e (al centro)ilPresidentedell'AIFO,EnzoZecchini<br />

cipali città con l'offerta di un barattolo<br />

di miele a quanti vorranno effettuare<br />

una donazione per progetti di prevenzione<br />

e cura della malattia.<br />

Diffusa ancora oggi in 91 Paesi del<br />

mondo, in 24 dei quali rappresenta un<br />

problema di salute pubblica, la lebbra<br />

continua a contagiare oltre duemila<br />

tencjach ekumenicznych o zjednoczenie<br />

chrześcijan. Ufam, że te modlitwy<br />

również w Polsce są zanoszone<br />

i że dzięki tym modlitwom stopniowo<br />

postępuje proces zbliżenia się<br />

rozdzielonych braci i jednoczenia<br />

się w Chrystusie.<br />

Wszystkim życzę dobrego roku.<br />

Pochwalony Jezus Chrystus!<br />

Alle Suore Domenicane<br />

dello Spirito Santo:<br />

rinnovato fervore<br />

nella totale consacrazione<br />

al Signore<br />

Dopo aver salutato i fedeli polacchi<br />

Giovanni Paolo II ha rivolto queste parole<br />

di benvenuto alle Suore Domenicane<br />

dello Spirito Santo:<br />

Rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini<br />

di lingua italiana. In particolare,<br />

alle Suore Domenicane dello<br />

Spirito Santo, che in questi giorni<br />

compiono la ricognizione canonica<br />

dei resti mortali del Fondatore,<br />

Monsignor Pio Del Corona. Auguro<br />

che questo evento sia loro di stimolo<br />

per un rinnovato fervore nella totale<br />

consacrazione al Signore.<br />

All'Associazione<br />

Amici di Raoul Follereau<br />

per la Giornata Mondiale<br />

dei malati di lebbra<br />

Salutando poi i membri dell'Associazione<br />

Amici di Raoul Follereau, giunti<br />

in occasione della Giornata Mondiale<br />

dei malati di lebbra, il Papa ha detto:<br />

Saluto i membri dell'Associazione<br />

Amici di Raoul Follereau, venuti in<br />

occasione della Giornata Mondiale<br />

dei malati di lebbra. Possa questa ricorrenza,<br />

che da diversi anni si rinnova,<br />

favorire il moltiplicarsi di progetti<br />

di ricerca scientifica e di gene-<br />

persone al giorno — l'India<br />

da sola conta il 73%<br />

del totale dei casi registrati<br />

—. Strettamente legata<br />

a condizioni di povertà,<br />

oggi essa è una<br />

malattia curabile, ma i<br />

medicinali, la prevenzione<br />

e il reinserimento delle<br />

persone guarite hanno costi<br />

sociali molto elevati.<br />

La Giornata costituisce<br />

il momento culminante di<br />

una intensa campagna di<br />

sensibilizzazione al fenomeno<br />

che si concentra<br />

nell'ultima settimana di<br />

gennaio di ogni anno.<br />

«Per noi è anche il quarantesimo<br />

di fondazione<br />

— commenta il Presidente<br />

dell'Aifo, Enzo Zecchini<br />

—. L'Associazione nacque<br />

infatti nel 1961 per promuovere<br />

programmi di<br />

sanità di base a favore<br />

degli hanseniani, ispirata<br />

dal messaggio di giustizia<br />

e di amore di Raoul Follereau».<br />

Nei giorni in cui la Chiesa celebra<br />

la Settimana di Preghiera per l'Unità<br />

dei Cristiani, tra le migliaia di pelle-<br />

rose iniziative a favore di quanti sono<br />

colpiti da questa malattia.<br />

La Giornata Mondiale<br />

delle Comunicazioni Sociali:<br />

un'occasione di riflessione<br />

sul ruolo e sull'importanza<br />

dei mass media<br />

nell'ambito della nuova<br />

evangelizzazione<br />

Ricordando la festa di san Francesco<br />

di Sales, Patrono della stampa, il Santo<br />

Padre ha sottolineato il significato della<br />

prossima Giornata Mondiale delle Comunicazioni<br />

Sociali, che si celebrerà il<br />

27 maggio 2001. Queste le sue parole:<br />

Oggi, festa di San Francesco di<br />

Sales, Patrono della stampa, ho firmato<br />

il Messaggio per la trentacinquesima<br />

Giornata Mondiale delle<br />

Comunicazioni Sociali, dal titolo:<br />

«Predicatelo dai tetti»: il Vangelo<br />

nell'Era della Comunicazione Globale.<br />

Il testo viene oggi diffuso, a<br />

cura del Pontificio Consiglio delle<br />

Comunicazioni Sociali.<br />

Auspico che la prossima Giornata<br />

per le Comunicazioni Sociali, che<br />

avrà luogo il 27 maggio 2001, costituisca<br />

per tutti un'occasione preziosa<br />

di riflessione sul ruolo e l'importanza<br />

dei mass media nell'ambito<br />

della nuova evangelizzazione. Preghiamo<br />

perché gli operatori della<br />

comunicazione sociale utilizzino<br />

questi strumenti per una sempre<br />

più concreta opportunità di conoscenza,<br />

di dialogo, di ricerca del<br />

senso della vita e di incontro con la<br />

Verità del Vangelo.<br />

Ai giovani, ai malati<br />

e agli sposi novelli<br />

San Francesco di Sales<br />

ha indicato<br />

la via della santità<br />

come una chiamata rivolta<br />

ad ogni stato della vita<br />

Quindi il Santo Padre si è rivolto ai<br />

giovani, agli ammalati e agli sposi novelli,<br />

ricordando la festa liturgica di<br />

san Francesco di Sales. Queste le sue<br />

parole:<br />

San Francesco di Sales, anticipando<br />

il Concilio Vaticano II, indicò la<br />

via della santità come una chiamata<br />

rivolta ad ogni stato di vita. Accogliete<br />

questo invito voi, cari giovani,<br />

e non arrendetevi alle lusinghe<br />

di una vita facile e banale, ma rispondete<br />

generosamente a Cristo<br />

che vi chiama a fare del Vangelo la<br />

vostra regola di vita. Il Signore offre<br />

a voi, cari ammalati, una via privilegiata<br />

per camminare in conformità<br />

alla sua volontà: sappiate cogliere<br />

tutte le occasioni di grazia della vostra<br />

particolare condizione. E voi,<br />

cari sposi novelli, seguendo gli insegnamenti<br />

di San Francesco di Sales,<br />

sappiate costruire ogni giorno la vostra<br />

adesione al Vangelo nella reciproca<br />

fedeltà e nell'amore.<br />

Infine il Santo Padre ha rivolto l'appello<br />

per la pace in Colombia che pubblichiamo<br />

in prima pagina, quindi ha<br />

guidato il canto del «Pater Noster» e ha<br />

impartito, insieme con i Vescovi presenti,<br />

la Benedizione Apostolica.<br />

grini convenuti da diverse parti nel<br />

mondo nell'Aula Nervi, va sottolineata<br />

la partecipazione di due diaconi anglicani,<br />

Justin White e Regan O'Callaghan,<br />

provenienti da Cambridge, e di<br />

alcune suore brigidine, l'Ordine religioso<br />

che ha nella promozione dell'Unità<br />

il carisma principale.<br />

Era anche presente una corale di<br />

210 elementi giunta dal Giappone. Si<br />

chiama «Asahikawa Choir» e da quarant'anni<br />

gira il mondo per portare,<br />

attraverso il canto, un messaggio di<br />

pace e di amicizia tra i popoli e tra le<br />

religioni. Il coro — diretto da Kazuia<br />

Oda — ha inserito nel proprio repertorio<br />

anche l'Inno del Giubileo, eseguito<br />

in lingua giapponese.<br />

Infine, tra i presenti, vi era un gruppo<br />

di Suore domenicane dello Spirito<br />

Santo, giunte a Roma per la ricognizione<br />

canonica dei resti mortali del<br />

fondatore, Mons. Pio Del Corona.<br />

Ordinato Vescovo di San Miniato a<br />

soli 35 anni da Papa Pio IX, Mons.<br />

Del Corona ha avviato la Congregazione<br />

nel 1876 a Firenze. «Ci occupiamo<br />

di assistenza all'infanzia e agli<br />

anziani — spiega la Superiora, M.<br />

Rosanna Tesi —: oltre che nel capoluogo<br />

Toscano, siamo a Carbonia, in<br />

Sardegna».


.<br />

PAGINA<br />

6 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Giovedì 25 Gennaio 2001<br />

Messaggio di Giovanni Paolo II in occasione della 35ª Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali che si celebrerà domenica 27 maggio 2001<br />

«“Predicatelo dai tetti”:<br />

il Vangelo nell'Era della Comunicazione Globale»<br />

«“Predicatelo dai tetti”: il Vangelo nell'Era<br />

della Comunicazione Globale» è il<br />

tema scelto da Giovanni Paolo II per la<br />

35ª Giornata Mondiale delle Comunicazioni<br />

Sociali che si celebrerà domenica<br />

27 maggio 2001.<br />

Il tema della Giornata riprende le parole<br />

di Gesù ai suoi discepoli (Mt 10,<br />

27). «Non potrebbe essere altrimenti —<br />

scrive il Papa — perché noi predichiamo<br />

Cristo soltanto».<br />

Ecco il testo del Messaggio del Santo<br />

Padre:<br />

1.The theme which I<br />

have chosen for World Communications<br />

Day 2001 echoes<br />

the words of Jesus himself. It<br />

could not be otherwise, for it<br />

is Christ alone whom we<br />

preach. We remember his<br />

words to his first disciples:<br />

“What I tell you in the dark,<br />

utter in the light; and what<br />

you hear whispered, proclaim<br />

upon the housetops” (Mt<br />

10:27). In the secret of our<br />

heart, we have listened to the<br />

truth of Jesus; now we must<br />

proclaim that truth from the<br />

housetops.<br />

In today's world, housetops<br />

are almost always marked by<br />

a forest of transmitters and<br />

antennae sending and receiving<br />

messages of every kind to<br />

and from the four corners of<br />

the earth. It is vitally important<br />

to ensure that among<br />

these many messages the<br />

word of God is heard. To<br />

proclaim the faith from the<br />

housetops today means to<br />

speak Jesus' word in and<br />

through the dynamic world<br />

of communications.<br />

2.In all cultures and at<br />

all times — certainly in the<br />

midst of today's global transformations<br />

— people ask the<br />

same basic questions about<br />

the meaning of life: Who am<br />

I? Where have I come from<br />

and where am I going? Why<br />

is there evil? What is there<br />

after this life? (cf. Fides et<br />

Ratio, 1). And in every age<br />

the Church offers the one ultimately<br />

satisfying answer to<br />

the deepest questions of the<br />

human heart — Jesus Christ<br />

himself, “who fully reveals<br />

man to himself and brings to<br />

light his high calling” (Gaudium<br />

et spes, 22). Therefore,<br />

the voice of Christians can<br />

never fall silent, for the Lord<br />

has entrusted to us the word<br />

of salvation for which every<br />

human heart longs. The<br />

Gospel offers the pearl of<br />

great price for which all are<br />

searching (cf. Mt 13:45-46).<br />

It follows that the Church<br />

cannot fail to be ever more<br />

deeply involved in the burgeoning<br />

world of communications.<br />

The global communications<br />

network is extending<br />

and growing more complex<br />

by the day, and the media<br />

are having an increasingly<br />

visible effect on culture and<br />

its transmission. Where once<br />

the media reported events,<br />

now events are often shaped<br />

to meet the requirements of<br />

“<br />

È di vitale importanza<br />

che all'inizio<br />

di questo nuovo millennio<br />

ricordiamo la missione<br />

ad gentes<br />

che Cristo ha affidato<br />

alla Chiesa...<br />

I mezzi<br />

di comunicazione sociale<br />

possono svolgere un ruolo<br />

essenziale<br />

nell'evangelizzazione diretta<br />

e nella trasmissione di verità<br />

e di valori<br />

che sostengono e accrescono<br />

la dignità dell'uomo...<br />

Che i cattolici impegnati<br />

nel mondo<br />

delle comunicazioni sociali<br />

predichino la verità di Gesù<br />

ancor più gioiosamente<br />

e coraggiosamente dai tetti<br />

-<br />

”<br />

the media. Thus, the relationship<br />

between reality and the<br />

media has grown more intricate,<br />

and this is a deeply ambivalent<br />

phenomenon. On the<br />

one hand, it can blur the distinction<br />

between truth and illusion;<br />

but on the other, it<br />

can open up unprecedented<br />

opportunities for making the<br />

truth more widely accessible<br />

to many more people. The<br />

task of the Church is to ensure<br />

that it is the latter which<br />

actually happens.<br />

3.The world of the media<br />

can sometimes seem indifferent<br />

and even hostile to Christian<br />

faith and morality. This<br />

is partly because media culture<br />

is so deeply imbued with<br />

a typically postmodern sense<br />

that the only absolute truth is<br />

that there are no absolute<br />

truths or that, if there were,<br />

they would be inaccessible to<br />

human reason and therefore<br />

irrelevant. In such a view,<br />

what matters is not the truth<br />

but “the story”; if something<br />

is newsworthy or entertaining,<br />

the temptation to set<br />

aside considerations of truth<br />

becomes almost irresistible.<br />

As a result, the world of the<br />

media can sometimes seem<br />

no more friendly an environment<br />

for evangelization than<br />

the pagan world of the Apostles'<br />

day. But just as the early<br />

witnesses to the Good News<br />

did not retreat when faced<br />

with opposition, neither<br />

should Christ's followers do<br />

so today. The cry of Saint<br />

Paul echoes among us still:<br />

“Woe to me if I do not<br />

preach the Gospel!” (1 Cor<br />

9:16).<br />

Yet, as much as the world<br />

of the media may at times<br />

seem at odds with the Christian<br />

message, it also offers<br />

unique opportunities for proclaiming<br />

the saving truth of<br />

Christ to the whole human<br />

family. Consider, for instance,<br />

satellite telecasts of<br />

religious ceremonies which<br />

often reach a global audience,<br />

or the positive capacities<br />

of the Internet to carry<br />

religious information and<br />

teaching beyond all barriers<br />

and frontiers. Such a wide<br />

audience would have been<br />

beyond the wildest imaginings<br />

of those who preached<br />

the Gospel before us. What is<br />

therefore needed in our time<br />

is an active and imaginative<br />

engagement of the media by<br />

the Church. Catholics should<br />

not be afraid to throw open<br />

the doors of social communications<br />

to Christ, so that his<br />

Good News may be heard<br />

from the housetops of the<br />

world!<br />

4.It is vital too that at<br />

the beginning of this new millennium<br />

we keep in mind the<br />

mission ad gentes which<br />

Christ has entrusted to the<br />

Church. An estimated two<br />

thirds of the world's six billion<br />

people do not in any real<br />

sense know Jesus Christ; and<br />

many of them live in countries<br />

with ancient Christian<br />

roots, where entire groups of<br />

the baptized have lost a living<br />

sense of the faith, or no<br />

longer consider themselves<br />

members of the Church and<br />

live lives far removed from<br />

the Lord and his Gospel (cf.<br />

Redemptoris missio, 33). Certainly,<br />

an effective response<br />

to this situation involves<br />

much more than the media;<br />

but in striving to meet the<br />

challenge Christians cannot<br />

possibly ignore the world of<br />

social communications. Indeed,<br />

media of every kind<br />

can play an essential role in<br />

direct evangelization and in<br />

bringing to people the truths<br />

and values which support and<br />

enhance human dignity. The<br />

Church's presence in the media<br />

is in fact an important aspect<br />

of the inculturation of<br />

the Gospel demanded by the<br />

new evangelization to which<br />

the Holy Spirit is summoning<br />

the Church throughout the<br />

world.<br />

As the whole Church seeks<br />

to heed the Spirit's call,<br />

Christian communicators<br />

have “a prophetic task, a vocation:<br />

to speak out against<br />

the false gods and idols of the<br />

day —- materialism, hedonism,<br />

consumerism, narrow<br />

nationalism...” (Ethics in<br />

Communications, 31). Above<br />

all, they have the duty and<br />

privilege to declare the truth<br />

—- the glorious truth about<br />

human life and human destiny<br />

revealed in the Word<br />

made flesh. May Catholics involved<br />

in the world of social<br />

communications preach the<br />

truth of Jesus ever more<br />

boldly and joyfully from the<br />

housetops, so that all men<br />

«Il mondo dei mezzi di comunicazione<br />

sociale può a volte sembrare indifferente<br />

e perfino ostile alla fede e alla morale<br />

cristiana... La sola verità assoluta<br />

è che non esistono verità assolute...<br />

Ciò che conta non è la verità...<br />

A volte appare come un ambiente ancor più<br />

ostile all'evangelizzazione di quello pagano<br />

in cui agivano gli apostoli»<br />

and women may hear about<br />

the love which is the heart of<br />

God's self-communication in<br />

Jesus Christ, the same yesterday,<br />

and today, and for ever<br />

(cf. Heb 13:8).<br />

From the Vatican, 24 January<br />

2001, the memorial of<br />

Saint Francis de Sales.<br />

Pubblichiamo la traduzione italiana<br />

dall'inglese del Messaggio del Santo<br />

Padre:<br />

1.Il tema che ho scelto<br />

per la Giornata Mondiale<br />

delle Comunicazioni Sociali<br />

2001 riprende le parole di Gesù<br />

stesso. Non potrebbe essere<br />

altrimenti perché noi predichiamo<br />

Cristo soltanto. Ricordiamo<br />

le parole che rivolse<br />

ai suoi primi discepoli:<br />

«Quello che vi dico nelle tenebre<br />

ditelo nella luce, e<br />

quello che ascoltate all'orecchio<br />

predicatelo sui tetti» (Mt<br />

10, 27). Nel segreto del nostro<br />

cuore, abbiamo ascoltato<br />

la verità di Gesù. Ora dobbiamo<br />

proclamare quella verità<br />

dai tetti.<br />

Nel mondo attuale i tetti<br />

sono quasi sempre caratterizzati<br />

da una foresta di trasmettitori<br />

e di antenne che<br />

inviano e ricevono messaggi<br />

di ogni tipo verso e da i<br />

quattro angoli della terra. È<br />

di importanza vitale garantire<br />

che fra questi numerosi<br />

messaggi vi sia la Parola di<br />

Dio. Oggi proclamare la fede<br />

dai tetti significa proclamare<br />

la Parola di Gesù nel mondo<br />

dinamico delle comunicazioni<br />

sociali e attraverso di<br />

esso.<br />

2.In tutte le culture e in<br />

tutte le epoche, e certamente<br />

nelle odierne trasformazioni<br />

sociali, le persone si pongono<br />

sempre le stesse domande<br />

fondamentali sul significato<br />

della vita: «Chi sono? Da dove<br />

vengo e dove vado? Perché<br />

la presenza del male? Che cosa<br />

ci sarà dopo questa vita?»<br />

(Fides et Ratio, n. 1). In ogni<br />

epoca la Chiesa offre l'unica<br />

risposta definitivamente soddisfacente<br />

agli interrogativi<br />

profondissimi del cuore umano:<br />

Gesù Cristo stesso, «che<br />

svela anche pienamente l'uomo<br />

all'uomo e gli fa nota la<br />

sua altissima vocazione»<br />

(Gaudium et spes, n. 22).<br />

Quindi la voce di noi cristiani<br />

non può mai tacere perché<br />

il Signore ci ha affidato<br />

la parola di salvezza alla<br />

quale ogni cuore umano anela.<br />

Il Vangelo offre la perla<br />

preziosa che tutti cerchiamo<br />

(cfr Mt 13, 45-46).<br />

Ne consegue che la Chiesa<br />

non può non impegnarsi<br />

sempre più profondamente<br />

nel mutevole mondo delle comunicazioni<br />

sociali. La rete<br />

mondiale delle comunicazioni<br />

sociali si sta estendendo e<br />

sta diventando sempre più<br />

complessa e i mezzi di comunicazione<br />

sociale hanno un<br />

effetto sempre più visibile<br />

sulla cultura e sulla sua trasmissione.<br />

Mentre un tempo<br />

gli eventi venivano semplicemente<br />

riportati, ora vengono<br />

spesso creati per soddisfare<br />

le esigenze dei mezzi di comunicazione.<br />

Quindi il rapporto<br />

fra la realtà e i mezzi<br />

di comunicazione sociale è<br />

divenuto sempre più intricato<br />

e questo dà vita a un fenomeno<br />

ambivalente. Da<br />

una parte può sfumare la distinzione<br />

fra verità e illusione,<br />

ma dall'altra possono<br />

schiudersi opportunità senza<br />

precedenti per rendere la verità<br />

il più possibile accessibile<br />

a un numero maggiore di<br />

persone. Il compito della<br />

Chiesa è di garantire che sia<br />

quest'ultima eventualità a<br />

realizzarsi.<br />

3.Il mondo dei mezzi di<br />

comunicazione sociale può a<br />

volte sembrare indifferente e<br />

perfino ostile alla fede e alla<br />

morale cristiana. Questo è<br />

dovuto in parte al fatto che<br />

la cultura dei mezzi di comunicazione<br />

sociale è così<br />

profondamente imbevuta di<br />

un senso tipicamente postmoderno<br />

che la sola verità<br />

assoluta è che non esistono<br />

verità assolute o che, se esistessero,<br />

sarebbero inaccessibili<br />

alla ragione umana e<br />

quindi irrilevanti. Da questo<br />

punto di vista ciò che conta<br />

non è la verità, ma «la storia».<br />

Se qualcosa è degno di<br />

essere divulgato o fonte di intrattenimento,<br />

la tentazione<br />

di accantonare le considerazioni<br />

sulla sua veridicità diventa<br />

quasi irresistibile. Di<br />

conseguenza il mondo dei<br />

mezzi di comunicazione sociale<br />

a volte appare come un<br />

ambiente ancor più ostile all'evangelizzazione<br />

di quello<br />

pagano in cui agivano gli<br />

apostoli. Tuttavia, proprio<br />

come i primi testimoni della<br />

Buona Novella non si tirarono<br />

indietro di fronte alle avversità,<br />

non dovrebbero farlo<br />

nemmeno gli attuali seguaci<br />

di Cristo. Il grido di san Paolo<br />

risuona ancora fra noi:<br />

«Guai a me se non predicassi<br />

il Vangelo!» (1 Cor 9, 16).<br />

Tuttavia, per quanto il<br />

mondo dei mezzi di comunicazione<br />

sociale possa a volte<br />

sembrare in contrasto con il<br />

messaggio cristiano, offre anche<br />

opportunità uniche per<br />

proclamare la verità salvifica<br />

di Cristo a tutta la famiglia<br />

umana. Consideriamo, ad<br />

esempio, le trasmissioni satellitari<br />

di cerimonie religiose<br />

che spesso raggiungono un<br />

«Per quanto il mondo dei mezzi<br />

di comunicazione sociale possa a volte<br />

sembrare in contrasto con il messaggio<br />

cristiano, offre anche opportunità uniche<br />

per proclamare la verità salvifica<br />

di Cristo... Consideriamo ad esempio<br />

le trasmissioni satellitari di cerimonie<br />

religiose... o alla capacità positiva<br />

di Internet di trasmettere informazioni»<br />

pubblico mondiale, o alla capacità<br />

positiva di Internet di<br />

trasmettere informazioni e<br />

insegnamenti di carattere religioso<br />

oltre le barriere e le<br />

frontiere. Quanti hanno predicato<br />

il Vangelo prima di<br />

noi non avrebbero mai potuto<br />

immaginare un pubblico<br />

così vasto. Nella nostra epoca<br />

è necessario un utilizzo<br />

attivo e creativo dei mezzi di<br />

comunicazione sociale da<br />

parte della Chiesa. I cattolici<br />

non dovrebbero aver paura<br />

di lasciare aperte le porte<br />

delle comunicazioni sociali a<br />

Cristo affinché la Sua Buona<br />

Novella possa essere udita<br />

dai tetti del mondo!<br />

4.È anche di vitale importanza<br />

che all'inizio di<br />

questo nuovo millennio ricordiamo<br />

la missione ad gentes<br />

che Cristo ha affidato alla<br />

Chiesa. Circa due terzi dei<br />

sei miliardi di abitanti del<br />

mondo non conoscono realmente<br />

Gesù Cristo e molti di<br />

loro vivono in Paesi con antiche<br />

radici cristiane, dove interi<br />

gruppi di battezzati hanno<br />

perso il senso vivo della<br />

fede o non si considerano<br />

più membri della Chiesa,<br />

conducendo una vita lontana<br />

dal Signore e dal Suo Vangelo<br />

(cfr Redemptoris missio, n.<br />

33). È chiaro che una risposta<br />

efficace a questa situazione<br />

esige qualcosa di più dell'opera<br />

dei mezzi di comunicazione<br />

sociale, tuttavia nella<br />

lotta volta a far fronte a<br />

certe sfide i cristiani non<br />

possono ignorare il mondo<br />

delle comunicazioni sociali.<br />

Infatti, mezzi di comunicazione<br />

sociale di ogni tipo<br />

possono svolgere un ruolo essenziale<br />

nell'evangelizzazione<br />

diretta e nella trasmissione<br />

di verità e di valori che sostengono<br />

e accrescono la dignità<br />

dell'uomo. La presenza<br />

della Chiesa nei mezzi di comunicazione<br />

sociale è un<br />

aspetto importante dell'inculturazione<br />

del Vangelo richiesta<br />

dalla nuova evangelizzazione<br />

alla quale lo Spirito<br />

Santo esorta la Chiesa nel<br />

mondo.<br />

Mentre l'intera Chiesa cerca<br />

di tener conto di quest'esortazione<br />

dello Spirito, i comunicatori<br />

cristiani hanno<br />

«un compito profetico, una<br />

vocazione: parlare contro i<br />

falsi dei e idoli di oggi, il<br />

materialismo, l'edonismo, il<br />

consumismo, il gretto nazionalismo...<br />

» (Etica nella comunicazione,<br />

n. 31). Soprattutto<br />

hanno il dovere e il privilegio<br />

di dichiarare la verità,<br />

la verità gloriosa sulla vita<br />

e sul destino dell'uomo rivelati<br />

nel Verbo incarnato.<br />

Che i cattolici impegnati nel<br />

mondo delle comunicazioni<br />

sociali predichino la verità di<br />

Gesù ancor più gioiosamente<br />

e coraggiosamente dai tetti<br />

cosicché tutti gli uomini e<br />

tutte le donne possano conoscere<br />

l'amore che è il centro<br />

della comunicazione che Dio<br />

fa di se stesso in Gesù Cristo,<br />

lo stesso ieri, oggi e sempre<br />

(cfr Eb 13, 8).<br />

Dal Vaticano, 24 gennaio<br />

2001, memoria di san Francesco<br />

di Sales.<br />

IOANNES PAULUS II


.<br />

PAGINA<br />

7 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Giovedì 25 Gennaio 2001<br />

VERCELLI — «L'Imitazione di Cristo»:<br />

per riflettere sull'attualità del messaggio<br />

di questo antico e diffusissimo libro sono<br />

stati promossi una mostra, presso il Museo<br />

del Tesoro del Duomo di Vercelli, e<br />

un convegno, presso il Seminario. È una<br />

iniziativa che, da una parte, tende a rivalutare<br />

il patrimonio storico-religioso della<br />

Chiesa eusebiana e dall'altra a rilanciare<br />

il messaggio attuale che da esso proviene.<br />

«A più di 500 anni dalla sua prima<br />

edizione e stampa — ha detto l'Arcivesco-<br />

La Settimana di Preghiera per l'Unità dei Cristiani<br />

Cattolici e Pentecostali:<br />

sfide e possibilità<br />

JUAN USMA GÓMEZ<br />

È difficile incontrare oggi una persona<br />

che non abbia mai sentito parlare dei<br />

pentecostali. Difatti, le comunità pentecostali<br />

hanno avuto un'eccezionale crescita<br />

numerica da quando sono comparse,<br />

nel primo decennio del XX secolo.<br />

Nel corso degli ultimi novant'anni, quella<br />

che era una piccola comunità di cristiani<br />

con un'esperienza di risveglio (revival)<br />

si è trasformata in una vera e propria<br />

forza cristiana di circa 450 milioni<br />

di fedeli (1).<br />

Innanzitutto è necessario osservare<br />

che il Pentecostalismo non nasce come<br />

conseguenza di una divisione interna o<br />

della separazione di una Chiesa o Comunità<br />

ecclesiale. Esso sorge, nell'ambito<br />

evangelico e del così detto Holiness<br />

Movement, come un movimento caratterizzato<br />

da un'esperienza spirituale, le<br />

cui connotazioni ed i cui segni riflettevano<br />

e/o ricordavano la descrizione biblica<br />

della Pentecoste (At 2); come un movimento<br />

avente quelle espressioni carismatiche<br />

che sono menzionate in modo<br />

particolare dall'apostolo Paolo nella sua<br />

lettera ai Corinzi (1 Cor 12).<br />

Per descrivere questa «effusione dello<br />

Spirito» in alcune comunità cristiane<br />

protestanti degli Stati Uniti e dell'Inghilterra,<br />

fu inizialmente utilizzato l'appellativo<br />

di «Nuova Pentecoste». Ben presto,<br />

il Movimento ed i suoi seguaci furono<br />

chiamati Pentecostali.<br />

Quello che si presentava e considerava<br />

se stesso come un Movimento di rinnovamento<br />

all'interno del cristianesimo<br />

fu guardato con sospetto dalle comunità<br />

cristiane. Il sospetto, la ridicolizzazione<br />

e l'essere respinti, così come le discussioni<br />

a carattere dottrinale all'interno<br />

dei gruppi pentecostali, «forzarono» questi<br />

ultimi a separarsi ed a distinguersi<br />

dagli altri.<br />

Questa distinzione e separazione aveva<br />

alla base ciò che si definisce il «Battesimo<br />

nello Spirito», un'esperienza che,<br />

tuttora, non ha una formulazione teologica<br />

precisa, accettata da tutti, ma che<br />

possiamo descrivere come quella effusione<br />

dello Spirito Santo nella vita di un<br />

convertito a Cristo che gli dà la forza di<br />

testimoniare il Signore Gesù di fronte al<br />

mondo. Tuttavia, essa non produsse una<br />

visione pentecostale specifica della Chiesa.<br />

Di fatto, l'interesse principale, e quasi<br />

esclusivo, dei pentecostali è «far in<br />

modo che tutti si salvino». Il carattere<br />

fortemente missionario del Pentecostalismo<br />

è influenzato soprattutto dal sentimento<br />

di urgenza di fronte all'imminenza<br />

della chiamata del Regno di Dio. Si<br />

tratta di un'escatologia radicale, in cui<br />

brilla la forza spirituale di cui è dotato il<br />

credente «battezzato nello Spirito». Le<br />

espressioni carismatiche che accompagnano<br />

l'essere battezzati nello Spirito<br />

(glossolalia, guarigione, profezia, ecc.)<br />

non sono viste come realizzazione delle<br />

capacità del singolo, ma solo come nuove<br />

possibilità date dallo Spirito Santo in<br />

questi tempi, poiché siamo «alla fine dei<br />

tempi».<br />

L'esperienza di questa nuova «effusione<br />

dello Spirito», di questo «essere riempiti<br />

di Spirito», di questa «Pentecoste<br />

personale», sfortunatamente sembra essere<br />

considerata da alcuni pentecostali<br />

come un'esperienza dello Spirito che va<br />

ben oltre la figura di Gesù.<br />

Quella che era nata come un'esperienza<br />

spirituale specifica di un piccolo<br />

gruppo, iniziò a farsi strada negli anni<br />

cinquanta all'interno delle comunità protestanti<br />

ed anglicane, e, nel 1967, comparve<br />

anche nella Chiesa cattolica (carismatici).<br />

Tale carattere «interconfessionale»<br />

o «transconfessionale» fa del Pentecostalismo<br />

uno dei movimenti missionari<br />

e spirituali più importanti del novecento.<br />

È chiaro che i fedeli cattolici che<br />

hanno fatto una simile esperienza rimanendo<br />

nelle proprie comunità di origine<br />

conservano la piena comunione, vissuta<br />

attraverso una particolare dimensione<br />

spirituale. Numerosi cattolici, comunque,<br />

hanno lasciato e continuano a lasciare<br />

la loro Chiesa per aderire a gruppi<br />

pentecostali.<br />

L'esperienza del «Battesimo nello Spirito»<br />

all'interno delle Chiese e Comunità<br />

ecclesiali haapertola porta ad un avvicinamento<br />

e ad un dialogo. Tuttavia, fino<br />

ad ora, essa non ha generato l'unità visibile<br />

tra molti dei gruppi pentecostali originari,chiamati«Pentecostaliclassici»,<br />

né<br />

ha frenato il sorgere di una terza onda<br />

conosciuta conilnome generico di «Pentecostali<br />

non denominazionali o Neopentecostali»,<br />

che considerano se stessi diversi<br />

dai Pentecostali classici e si differenziano<br />

dai Pentecostali confessionali<br />

in quanto non appartengono a nessuna<br />

Chiesa oComunitàecclesialeparticolare.<br />

Da ciò si capisce che il Pentecostalismo<br />

è un movimento estremamente eterogeneo<br />

dal punto di vista ecclesiale e<br />

teologico. Tuttavia, esso affonda le sue<br />

radici nella spiritualità cattolica, mediata<br />

da una corrente wesleyana, con una for-<br />

L'articolo «Le relazioni ecumeniche<br />

della Chiesa cattolica con la<br />

Federazione Luterana Mondiale e<br />

la Chiesa vetero-cattolica nell'Anno<br />

2000» pubblicato sull'«Osservatore<br />

Romano» di mercoledì 24 gennaio,<br />

a pag. 5, era di Matthias Türk, OfficialedelPontificioConsiglioper<br />

la<br />

Promozionedell'UnitàdeiCristiani.<br />

te tradizione orale incentrata sull'«esperienza<br />

spirituale», quid della fede (2).<br />

Nel corso della loro storia, è importante<br />

notare che l'approccio escatologico<br />

dei pentecostali è alla base delle tensioni<br />

anche con i fondamentalisti, in attrito<br />

con le incoerenze ed i problemi<br />

teologici e le loro conseguenze sulla<br />

realtà pastorale. Se, all'inizio, controversie<br />

e separazioni avevano luogo principalmente<br />

tra pentecostali e Chiese storiche,<br />

con il passare del tempo contrasti<br />

ed allontanamenti si registrarono tra<br />

pentecostali ed evangelici, tra pentecostali<br />

e fondamentalisti. Il Pentecostalismo,<br />

con la sua insistenza sull'imminenza<br />

del Regno e sull'esperienza della vitalità<br />

della Chiesa apostolica primitiva,<br />

parla di una discontinuità tra, da una<br />

parte, la storia cristiana autentica ed il<br />

rinnovamento e, dall'altra, il movimento<br />

di restaurazione. Tra i pentecostali, vi è<br />

l'opinione più o meno diffusa che il loro<br />

caso specifico sia un'esperienza totalmente<br />

nuova, che si fonda sulla testimonianza<br />

biblica.<br />

All'inizio del Dialogo internazionale<br />

Cattolico-Pentecostale nel 1972, il gruppo<br />

degli interlocutori pentecostali non<br />

aveva una formazione teologica, né voleva<br />

averla. Infatti, come conseguenza<br />

dell'enfasi posta sull'esperienza di fede e<br />

sulla testimonianza quale fonte della vita<br />

di fede della comunità, si era sviluppata<br />

una diffidenza nei confronti della teologia,<br />

considerata come un esercizio puramente<br />

speculativo, che, in un certo senso,<br />

si sostituisce alla fede professata e<br />

vissuta. Per questo motivo, durante il<br />

Primo quinquennio del Dialogo (1972-<br />

1976) (3), i pentecostali ricorsero ad un<br />

gruppo di teologi protestanti ed anglicani<br />

carismatici che li aiutò a formulare<br />

alcuni dei loro concetti.<br />

È importante sottolineare che, prima<br />

di avviare le conversazioni formali, fu<br />

presa la decisione che «il dialogo non si<br />

sarebbe concentrato sui problemi di unità<br />

strutturale, ma solo sulle questioni relative<br />

all'unità nella preghiera ed alla testimonianza<br />

comune» (4). L'intenzione<br />

era dunque quella di esplorare la dimensione<br />

spirituale e teologica della pienezza<br />

della vita nello Spirito, e di crescere<br />

nella comprensione e nel rispetto reciproci.<br />

Tale obiettivo è rimasto fondamentalmente<br />

invariato nel corso di tutti<br />

questi anni.<br />

Un altro elemento caratteristico del<br />

Dialogo Cattolico-Pentecostale è costituito<br />

dallo status dei membri pentecostali<br />

che, non avendo un proprio organismo<br />

internazionale rappresentativo, a volte<br />

prendono parte al Dialogo a nome delle<br />

loro comunità di appartenenza, altre<br />

volte vi partecipano con il permesso delle<br />

stesse, ma a titolo personale.<br />

Il Primo quinquennio mostrò che era<br />

possibile una convergenza teologica su<br />

alcuni aspetti della vita e della fede cristiana<br />

ed individuò, allo stesso tempo, i<br />

punti critici divisivi. Prima che tale fase<br />

si concludesse, fu presa la decisione di<br />

tenere un altro round di discussioni,<br />

della durata di altri cinque anni. In questo<br />

Secondo quinquennio (1977-1982)<br />

(5), i pentecostali, senza ricorrere all'assistenza<br />

dei carismatici protestanti ed<br />

anglicani, affrontarono insieme ai cattolici<br />

argomenti di vitale importanza, come<br />

le relazioni tra la Scrittura, la Tradizione<br />

ed il Magistero; l'interpretazione<br />

delle Scritture; il ruolo di Maria e il Ministero.<br />

Varie vicissitudini storiche, a<br />

cui si è aggiunta la pubblicazione di alcune<br />

notizie che si riferivano al carattere<br />

mariologico dei pentecostali, una<br />

questione che è tuttora causa di divisione,<br />

condussero ad una sospensione dei<br />

lavori della Commissione come tale.<br />

Nel 1984 si riallacciarono i contatti e<br />

si previde un Terzo quinquennio (1985-<br />

1989) in cui fu discussa la questione ecclesiologica,<br />

sulla base del concetto biblico<br />

di koinonia. Va notato che proprio<br />

in questo periodo il gruppo pentecostale<br />

comprendeva alcuni teologi, anche se il<br />

sospetto, nelle loro comunità, permaneva<br />

riguardo allo studio ed alle formulazioni<br />

teologiche (il che non significava<br />

essere meno fedeli alla dottrina). I risultati<br />

delle discussioni del Terzo quinquennio<br />

furono raccolti nella Relazione<br />

finale, dal titolo Prospettive sulla koinonia<br />

(6). Tale relazione evidenzia crescenti<br />

convergenze e, allo stesso tempo, mostra<br />

chiaramente l'esistenza di una differenza<br />

sostanziale tra cattolici e pentecostali<br />

circa quella che si ritiene essere la<br />

base comune. Difatti, «per i pentecostali,<br />

il fondamento dell'unità [con i cattolici]<br />

è una fede comune in un'esperienza<br />

comune con Gesù Cristo Signore e Salvatore,<br />

mediante lo Spirito Santo» (7).<br />

Da parte loro, i cattolici affermano che<br />

è possibile ammettere l'esistenza di «una<br />

certa, anche se imperfetta, koinonia»<br />

tra cattolici e pentecostali grazie al battesimo<br />

ed alla fede in Gesù Cristo (8).<br />

Se durante i primi due quinquenni<br />

l'interesse principale verteva sul riconoscimento<br />

di ciascuna delle due tradizioni<br />

coinvolte nel dialogo, nella propria dimensione<br />

confessionale, il Terzo quinquennio<br />

affrontò la questione dell'identità<br />

ecclesiale.<br />

Basandosi sui risultati ottenuti, la<br />

Quarta fase (1990-1997) si concentrò<br />

sulla missione della Chiesa, sull'evangelizzazione.<br />

Questo comportò non solo lo<br />

studio dei fondamenti biblici e sistematici<br />

dell'evangelizzazione ed il suo rapporto<br />

con la cultura e la giustizia sociale,<br />

ma richiese anche l'esame della questione<br />

del proselitismo (tema all'ordine del<br />

giorno sin dal 1972) e della possibilità di<br />

una testimonianza comune. La Relazione<br />

finale, intitolata Evangelizzazione,<br />

proselitismo e testimonianza comune<br />

(9) individuò un campo di lavoro comune<br />

e formulò alcune proposte che le<br />

Chiese locali avrebbero dovuto valutare,<br />

sempre nella prospettiva di superare il<br />

proselitismo e rendere una testimonianza<br />

comune. La Relazione Finale sottolineò<br />

anche il fatto che il mandato missionario<br />

non può essere realizzato se<br />

non si tiene conto dell'imperativo ecumenico.<br />

È innegabile che la tradizione<br />

ecclesiale di ognuno si riflette sull'evangelizzazione.<br />

Ma, se i missionari non riconoscono<br />

l'essere cristiano degli altri e<br />

negano a priori la validità di un'esperienza<br />

di fede diversa dalla loro, il loro<br />

stesso annuncio potrebbe venir percepito<br />

come proselitista, od esserlo di fatto.<br />

In questo senso, «è necessario saper distinguere<br />

con chiarezza le comunità cristiane[tracuii<br />

pentecostali], con le quali<br />

è possibilestabilirerelazioni ispirate alla<br />

dinamica ecumenica, dalle sette, culti<br />

ed altri fallaci movimenti religiosi» (10).<br />

Nel 1998 è stata avviata la Quinta fase,<br />

sul tema «il “Battesimo nello Spirito”<br />

e l'Iniziazione cristiana: prospettive bibliche<br />

e patristiche». Tale tematica non<br />

solo affronta la caratteristica principale<br />

del Movimento pentecostale e la struttura<br />

sacramentale cattolica, ma si concentra<br />

sulle fonti stesse della fede. Sulla base<br />

di questo primo studio congiunto dei<br />

testimoni dei primi secoli del cristianesimo,<br />

si desidera giungere a nuove intuizioni<br />

che possano dare un maggiore impulso<br />

alle relazioni tra cattolici e pentecostali.<br />

Tuttavia, non posso concludere senza<br />

prima aver segnalato il fatto che tuttora<br />

permangono serie tensioni e forti contrasti<br />

tra cattolici e pentecostali in varie<br />

parti del mondo, che «non solo contraddicono<br />

apertamente la volontà di Cristo,<br />

ma sono anche di scandalo al mondo e<br />

danneggiano la santissima causa della<br />

predicazione del Vangelo ad ogni creatura»<br />

(11). Cosciente della distanza che<br />

ancora separa le due parti, la stessa<br />

Commissione dichiara: «In realtà, ciò<br />

che ci unisce è molto più di ciò che ci<br />

divide. Anche se non ci è totalmente<br />

chiaro quale sarà il cammino futuro,<br />

siamo fermamente convinti che lo Spirito<br />

ci chiama ad andare ben al di là delle<br />

nostre divisioni attuali» (12).<br />

——————<br />

1) cfr D. Barret e T.M. Johnson, Annual<br />

Statistical Table on Global Mission:<br />

2000, in: International Bulletin of<br />

Missionary Research 1 (January 2000)<br />

vol. 24, pp. 24-26.<br />

2) cfr W. Hollenweger, Pentecostalism.<br />

Origins and Worldwide Development,<br />

Peabody 1997.<br />

3) Final Report of the Dialogue (1972-<br />

1976), in: Pontificio Consiglio per la Promozione<br />

dell'Unità dei Cristiani, Information<br />

Service 32 (1976/III) pp. 32-36.<br />

4) Relations with Pentecostals. Press<br />

Release, Rome, 26 October 1971, in: Information<br />

Service 16 (1972/I) p. 23.<br />

5) Final Report of the Dialogue (1977-<br />

1982), in: Information Service 55<br />

(1984/II-III) pp. 72-80.<br />

6) Perspectives on koinonia, Final<br />

Report of the Dialogue (1985-1989), in:<br />

Information Service 75 (1990/IV) pp.<br />

179-191.<br />

7) Perspectives on koinonia, 55<br />

8) Perspectives on koinonia, 54.<br />

9) Evangelization, Proselytism and<br />

Common Witness, Final Report of the<br />

Dialogue (1990-1997), in: Information<br />

Service 97 (1998/I-II) pp. 38-56.<br />

10) Giovanni Paolo II, Esortazione<br />

Apostolica Post-Sinodale Ecclesia in<br />

America, 49.<br />

11) cfr UR 1.<br />

12) Evangelization, Proselytism and<br />

Common Witness, 130.<br />

Vercelli: una mostra e un convegno su «L'Imitazione di Cristo»<br />

vo di Vercelli, Mons. Enrico Masseroni —<br />

comunica un messaggio attuale: l'imitazione<br />

di Cristo». Nella mostra (4-26 gennaio)<br />

sono stati esposti gli esemplari più importanti<br />

dal punto di vista storico e tipografico,<br />

provenienti dalla ricca collezione dell'Archivio<br />

e della Biblioteca Capitolare.<br />

Nell'introdurre i lavori del convegno, il<br />

Vicario Generale, Mons. Giuseppe Versaldi,<br />

ha ricordato le finalità storiche e pa-<br />

storali, alla luce del Giubileo. Nel suo intervento<br />

l'Arcivescovo Tarcisio Bertone,<br />

Segretario della Congregazione per la<br />

Dottrina della Fede, già Arcivescovo di<br />

Vercelli, ha detto che nel nuovo Millennio<br />

«non si tratta di inventare un nuovo programma<br />

perché c'è già, è quello di sempre,<br />

raccolto nel Vangelo e incentrato su<br />

Cristo. L'autore dell'“Imitazione di Cristo”<br />

ebbe una grande intuizione: finalizzare<br />

tutta la vita cristiana nell'imitazione di Gesù».<br />

L'Arcivescovo Masseroni, nelle conclusioni,<br />

ha messo in evidenza il rapporto tra<br />

la giornata di studio e il contesto ecclesiale<br />

vercellese. «Questa iniziativa — ha detto<br />

— si inserisce in un preciso cammino,<br />

collocandosi all'interno dell'intreccio tra<br />

memoria e profezia, perché “L'Imitazione”<br />

è stata scritta per gli occhi, per la bocca e<br />

per le orecchie, ma soprattutto per la Vita».<br />

(Giuliano TemporellI)<br />

Si è svolto nella mattina di mercoledì 24<br />

Il rito di muratura della Porta Santa<br />

della Basilica di Santa Maria Maggiore<br />

GABRIELE NICOLÒ<br />

Era stata aperta il primo gennaio del 2000 da Giovanni<br />

Paolo II la Porta Santa di Santa Maria Maggiore. Un segno<br />

forte, eloquente, con cui si era inaugurato l'anno nuovo, il<br />

nuovo secolo e il nuovo millennio. Un segno che si inscrive<br />

nella dimensione della spiritualità mariana, così viva e presente<br />

in questa Basilica. Attraverso la Porta, nel corso dell'Anno<br />

Santo, sono passati milioni di pellegrini per fare<br />

una sincera e profonda esperienza di conversione. Questa<br />

Porta — chiusa dal Cardinale Carlo Furno venerdì 5 gennaio<br />

2001 — è stata definitivamente murata nel corso del<br />

suggestivo rito svoltosi nella mattina di mercoledì 24 gennaio.<br />

Il rito è stato diretto dal Vescovo Piero Marini, Maestro<br />

delle Celebrazioni Liturgiche<br />

Pontificie, coadiuvato<br />

da Mons. Franco<br />

Camaldo, Cerimoniere<br />

Pontificio. Erano presenti<br />

il Cardinale Legato<br />

Carlo Furno, Arciprete<br />

della Patriarcale Basilica<br />

Liberiana di Santa Maria<br />

Maggiore; l'Arcivescovo<br />

Domenico Caloyera; il<br />

Vescovo Franco Gualdrini;<br />

i membri del Capitolo<br />

Liberiano; religiosi Penitenzieri<br />

domenicani.<br />

Erano anche presenti dirigenti,<br />

responsabili e<br />

maestranze dei Servizi<br />

Tecnici dello Stato della<br />

Città del Vaticano.<br />

Dopo che il Vescovo<br />

Marini ha illustrato ai<br />

presenti lo svolgimento<br />

della cerimonia, il Cardinale<br />

Furno ha pronunciato<br />

il saluto liturgico<br />

introduttivo e l'orazione.<br />

«Ora — ha pregato —,<br />

mentre il segno della<br />

Porta Santa viene murato,<br />

sale a te, Padre, la<br />

nostra voce supplice e<br />

grata. Ad essa si unisce<br />

la voce della “Salus Populi<br />

Romani”: ella prega<br />

per i suoi figli di Roma e<br />

di tutto il mondo; prega perché si compia il tuo disegno di<br />

salvezza: che tutti gli uomini conoscano te e il tuo Figlio<br />

Gesù».<br />

Quindi Mons. Camaldo ha dato lettura del testo latino<br />

della pergamena che attesta l'apertura e la chiusura della<br />

Porta Santa della Basilica. Il testo è stato firmato dal Cardinale<br />

Furno, dall'Arcivescovo Caloyera, dal Vescovo Gualdrini,<br />

da Mons. Camaldo, dai membri del Capitolo Liberiano,<br />

dai religiosi Penitenzieri domenicani, da rappresentanti<br />

dei Servizi Tecnici. Quindi la pergamena è stata posta in<br />

una preziosa urna, realizzata, in bronzo dorato, dalla scultrice<br />

Maria Antonietta de Mitrio. Essa si ispira al tema dell'Annunciazione:<br />

sono infatti raffigurate sul fronte la figura<br />

della Vergine Maria e sul retro quella dell'Arcangelo Ga-<br />

briele. È inoltre raffigurato il logo del Grande Giubileo.<br />

Insieme con la pergamena<br />

sono state collocate<br />

nell'urna la chiave<br />

della Porta Santa, un<br />

mattone dorato della<br />

Porta, e alcune medaglie:<br />

17 di bronzo, in ricordo<br />

dei 17 anni trascorsi<br />

dall'ultima apertura<br />

della Porta Santa (per<br />

l'Anno Santo straordinario<br />

della Redenzione, nel<br />

1984); 23 d'argento, corrispondenti<br />

ai 23 anni di<br />

Pontificato di Giovanni<br />

Paolo II; una d'oro, in<br />

ricordo del bimillenario<br />

della nascita di Gesù.<br />

L'urna è stata quindi<br />

collocata in una cassetta<br />

di zinco, sigillata con un<br />

nastro e della ceralacca<br />

e poi in un vano predisposto<br />

nel muro che<br />

chiude la Porta Santa.<br />

Una lastra di pietra ornata<br />

da una croce è stata<br />

posta dinanzi al vano<br />

e quindi murata. Dopo<br />

la recita del Padre Nostro,<br />

il Cardinale Furno<br />

ha impartito la benedizione.<br />

Infine Mons. Camaldo<br />

ha dato lettura del «Rogito»,<br />

che è stato firmato<br />

anch'esso dai presenti.<br />

Una riflessione del Vescovo di Como nel giorno della memoria liturgica del Patrono della stampa cattolica<br />

Giornalisti, incaricati di verità e di bontà<br />

ALESSANDRO MAGGIOLINI<br />

Non è un caso se san Francesco di<br />

Sales è proclamato dalla Chiesa Patrono<br />

dei giornalisti. Come uomo di lettere<br />

e uomo di Chiesa aveva tutti i titoli<br />

per scrivere sui trampoli e in un ecclesialese<br />

e in una ricercatezza che avrebbero<br />

fiaccato il lettore dopo qualche<br />

pagina. E invece, seppe liberarsi di pastoie<br />

e di vezzi, ed entrò nel suo lavoro<br />

— nel suo ministero — con la semplicità<br />

di un uomo di Dio che vuol<br />

parlare ai fratelli. A leggere l'«Introduzione<br />

alla vita devota» e il «Trattato<br />

dell'amore di Dio» — le due opere più<br />

sue—non si rischia il mal di testa. Capisce<br />

anche un bambino, pure quando<br />

l'Autore si inerpica nella spiegazione di<br />

problemi teologici tra i più ardui. Il<br />

linguaggio è lineare ed elegante. Da<br />

buon savoiardo addottorato a Parigi,<br />

scrive per paratassi, senza alcuna involuzione:<br />

soggetto, predicato e complemento.<br />

Pochi aggettivi, poiché gli aggettivi<br />

son come il fogliame di un albero<br />

e come le stampelle di uno sciancato<br />

che non riesce a reggersi. Semmai<br />

la lettura provoca qualche divertito<br />

sorriso davanti ai paragoni che il Santo<br />

usa: paragoni che si susseguono e<br />

che spiegano assai più di idee inanella-<br />

te, di giudizi collegati, di sillogismi tirati<br />

giù con logica implacabile, ma<br />

senza sfiorare la fantasia che pure è la<br />

«pazza di casa» dell'uomo, ma senza la<br />

quale difficilmente si giunge alla conoscenzaesattaanchein<br />

campo religioso.<br />

Facciamo tesoro di questo stile. E<br />

più a monte: facciamo tesoro della<br />

preoccupazione che il Santo ha di entrare<br />

nella mentalità dell'altro per capire,<br />

prima di rispondere, di correggere<br />

e di integrare. E chiediamo al Signore<br />

che ci dia la grazia di superare l'atteggiamento<br />

polemico che è sempre cattivo<br />

consigliere. Che, anzi, intento com'è<br />

a trovare i punti deboli della posizione<br />

dell'avversario, non riesce a raggiungere<br />

una vastità di orizzonte e una<br />

profondità di penetrazione dei problemi<br />

che si vogliono dibattere o semplicemente<br />

sciogliere. E soprattutto, invochiamo<br />

il Patrono perché ci dia la<br />

dolcezza di chi sa che la verità si impone<br />

da sé, con la propria forza e soavità:<br />

nel totale rispetto della persona<br />

che si ritiene sbagli.<br />

Sono già tante le grazie da invocare.<br />

Aggiungiamoneduechesonoin perfetta<br />

consonanza con il Santodeigiornalisti.<br />

Francesco di Sales ci renda capaci<br />

di essere talmente acuti e buoni nella<br />

ricerca della verità, da non stare a<br />

preoccuparci di stendere «pezzi» di<br />

bravura letteraria. In questo caso,<br />

spesso, si fa del narcisismo più che<br />

della letteratura. Si è, in altri termini,<br />

più preoccupati della forma, che non<br />

della concretezza degli avvenimenti<br />

che si vogliono raccontare. E, d'altra<br />

parte, occorre pure tendere a una<br />

scrittura che non si conceda al linguaggio<br />

corrente, povero, privo di sfumature,<br />

corrivo al turpiloquio, sempre<br />

sul punto di cedere agli slogan, magari<br />

con la pretesa di suscitare meraviglia,<br />

mentre si sta obbedendo a un linguaggio<br />

dolcemente imperato. Sto dicendo<br />

che, per raggiungere una prosa che sia<br />

a un tempo esteticamente accettabile e<br />

precisa e densa di significato, occorre<br />

liberare l'intelligenza da molte pastoie<br />

di scuola o di moda, e lasciare che il<br />

cuore si commuova di fronte ad avvenimenti<br />

tristi o lieti che meritano di essere<br />

presentati.<br />

Francesco di Sales ci suggerisce pure<br />

che, con la documentazione accurata,<br />

dobbiamo prestare attenzione tenerissima<br />

alle persone a cui ci rivolgiamo.<br />

La lettura o l'ascolto di un brano<br />

non segna una conquista, se costringe<br />

a una sorta di esaurimento nervoso.<br />

Occorre immaginare di essere accanto<br />

al lettore o all'ascoltatore attorno a un<br />

tavolo o seduti in pullman e lì semplicemente<br />

evocare ciò che abbiamo visto<br />

e udito e appreso. Come la nonna<br />

quando ci raccontava le favole.<br />

E poi. È costante il rischio di abbassare<br />

il tono e lo stile per rincorrere il<br />

prurito dei particolari macabri o/e scabrosi,<br />

e la propensione a seguire coloro<br />

che pensiamo debbano essere i nostri<br />

padroni ultimi — ancora i lettori<br />

o/e gli ascoltatori — anche nel lessico.<br />

Così si banalizza gradualmente il ministero<br />

del giornalista fino a renderlo<br />

specchio arido dell'arida esistenza di<br />

aridi lettori. Mentre,tra i lettori vi sono<br />

anche fratelli che attendono bellezza<br />

e speranza. E un po' di consolazione.<br />

E la gioia di vivere, dal momento<br />

che la mestizia sovrasta ogni giorno e<br />

ogni zona del nostro essere.<br />

Come giornalistisiamochiamatia interpretare<br />

gli utenti più a fondo: là dove<br />

sono veramente se stessi e silenziosamente<br />

attendono d'essere portati a<br />

un approdo di fraternità e a un approdoancorpiùlontanoevicinocheè<br />

Dio:<br />

il Dio di Gesù Cristo che toglie dal non<br />

senso e dall'assurdo in cui spesso ci si<br />

dibatte e si muore, poiché l'animo e il<br />

cuore sono come soffocati da una ferialità<br />

di cui non si è intuita la poesia.


AFRICA<br />

PAGINA<br />

8 .<br />

Il cammino<br />

della Chiesa<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Giovedì 25 Gennaio 2001<br />

Sono cinque i progetti realizzati in Ghana<br />

e in Costa d'Avorio grazie all'impegno<br />

di un Istituto bancario di solidarietà, fondato<br />

dal gesuita danese Anton Dekkers e<br />

da alcuni laici impegnati. Unico obiettivo<br />

dell'Istituto è la solidarietà con i poveri<br />

del Terzo Mondo.<br />

In Ghana il progetto lanciato in questa<br />

ottica consiste nella concessione di piccoli<br />

crediti, «City saings and loans». Ad Accra<br />

si contano sino a 15.000 membri, ognuno<br />

dei quali può ottenere fino a 600 dollari di<br />

Ghana: solidarietà con i poveri del Terzo Mondo<br />

credito con un interesse del 3,5%. In<br />

un'altra città del Ghana, a Tema, è stata<br />

invece fondata, sempre su iniziativa di<br />

questo gruppo, una cooperativa che raccoglie<br />

80 persone chiamata «Tie & dye<br />

producers society». Vi si lavora il tessuto<br />

batik in cotone, (il batik è un processo di<br />

decorazione di un tessuto mediante tintura),<br />

dopo averne coperto alcune parti con<br />

della cera o della stoffa così trattata.<br />

BURKINA FASO Il Card. Gantin conclude a Ouagadougou le celebrazioni del centenario dell'evangelizzazione<br />

Urge chinarsi sulle ferite del Continente<br />

con audacia e con coraggio profetico<br />

GIANFRANCO GRIECO<br />

«Una Chiesa che non è missionaria è<br />

una Chiesa morta». È stato questo uno<br />

dei concetti più incisivi espressi dal Cardinale<br />

Bernardin Gantin, Decano del<br />

Collegio Cardinalizio, Inviato Speciale<br />

del Santo Padre alle celebrazioni conclusive<br />

del centenario della Chiesa in Burkina<br />

Faso, durante la solenne Concelebrazione<br />

Eucaristica presieduta domenica<br />

mattina 21 gennaio 2001 nel santuario<br />

mariano di Yagma, vicino alla città<br />

capitale, Ouagadougou.<br />

A tutta la famiglia ecclesiale del Paese<br />

il Porporato, nativo del Benin, ha recato<br />

il paterno saluto, la vicinanza nella preghiera<br />

e l'incoraggiamento di Giovanni<br />

Paolo II, il quale conosce ed apprezza<br />

gli sforzi ed i meriti di questa Chiesa,<br />

nonostante le difficili situazioni che la<br />

feriscono ancora come la siccità e le altre<br />

avversità. Per ben due volte — nel<br />

1980 e nel 1990 — Giovanni Paolo II ha<br />

visitato questo Paese lasciando una serie<br />

di consegne sia sul piano della evangelizzazione<br />

che su quello della promozione<br />

umana. Nella capitale del Paese ha<br />

anche sede la «Fondazione Giovanni<br />

Paolo II per il Sahel»: una istituzione<br />

che in comunione con il Pontificio Consiglio<br />

della Giustizia e della Pace cerca<br />

da oltre vent'anni di lenire le ferite e di<br />

promuovere il senso della solidarietà e<br />

della condivisione.<br />

In un secolo — quello XX — che ha<br />

registrato «le pene, le sofferenze, la buona<br />

volontà e la generosità di numerose<br />

generazioni successive di apostoli, di uomini<br />

e di donne», il Cardinale Gantin ha<br />

reso omaggio ai numerosi pionieri dell'evangelizzazione<br />

del Paese che per<br />

ideali più alti hanno dato la vita.<br />

Una Chiesa, come quella del Burkina<br />

Faso, ancora giovane e, per questo fragile<br />

— ha rilevato il Cardinale — chiamata<br />

ora «Famiglia di Dio» è invitata ad<br />

organizzare «la propria evangelizzazione<br />

per essere fermento di un mondo che si<br />

trasforma rapidamente sotto i suoi oc-<br />

chi». Questo centenario — ha sottolineato<br />

il Card. Gantin — «non è un giorno<br />

di chiusura, ma di una nuova partenza».<br />

Si tratta — ha aggiunto — di «un nuovo<br />

invio verso quanti non conoscono ancora<br />

Gesù Cristo, o lo conoscono male, e<br />

verso tutti gli altri con i quali condividere<br />

la speranza che è in noi».<br />

Per affrontare questa «responsabilità<br />

missionaria universale», il Cardinale<br />

Gantin ha proposto la testimonianza<br />

evangelica, la conversione, la santità,<br />

come capacità di «chinarsi con audacia<br />

e con coraggio profetico» sulle ferite del<br />

Continente, per «essere fermento e per<br />

contribuire a far rinascere un mondo<br />

nuovo attingendo da Cristo l'energia necessaria<br />

per edificare una pace che ri-<br />

concilia i cuori nella verità e nella giustizia».<br />

È in Gesù Cristo — ha detto con forza<br />

il Cardinale Decano del Collegio Cardinalizio<br />

— che si possono «vincere le<br />

molteplici barriere di odio, di egoismo,<br />

di violenza e di passioni» in modo che<br />

l'Africa possa «offrire — ha continuato<br />

— una immagine diversa da quella dei<br />

suoi cadaveri e dei suoi rifugiati»; occorre<br />

presentarsi al mondo come «autentica<br />

famiglia di Dio». Il merito di una famiglia<br />

— ha sottolineato ancora — «è di<br />

fare in modo che nessuno si senta lontano<br />

da essa e che, al contrario, tutti possano<br />

sentirsi vicini, poiché per costruire<br />

la casa comune nessuno deve sentirsi di<br />

peso o inutile».<br />

CAPO VERDE Per 23 anni missionario nell'arcipelago della siccità<br />

Il cappuccino Padre Pio Gottin, pioniere<br />

dell'evangelizzazione e promotore di cultura<br />

EGIDIO PICUCCI<br />

Anche se ha un nome insolito,<br />

è sempre la massima<br />

onorificenza nazionale concessa<br />

a chi ha «bene meritato»<br />

del Paese, in questo<br />

caso della Repubblica di Capo<br />

Verde. Si tratta della<br />

«Medaglia del Vulcano» che<br />

il Presidente dell'arcipelago<br />

(dieci isole, di cui sette abitate)<br />

assegna a chi si è distinto<br />

per iniziative o attività<br />

a favore del suo popolo.<br />

Uno dei pochi a meritare<br />

l'onorificenza (che si ispira<br />

al vulcano dell'isola di Fogo)<br />

è stato il cappuccino torinese<br />

P. Pio Gottin (1924-<br />

1999) il quale, oltre ad aver<br />

dato vita a opere determi-<br />

nanti per lo sviluppo dell'isola di Brava,<br />

ebbe a che fare direttamente con il vulcano.<br />

Infatti, durante l'eruzione del<br />

1951, fu il primo ad accorrere in aiuto<br />

della popolazione travolta da dieci metri<br />

di lava, meritando encomi e riconoscimenti<br />

dal governo portoghese, al quale<br />

peraltro rimproverava un certo disinteresse<br />

per la colonia.<br />

La tempestività dell'intervento gli fu<br />

possibile perché in quell'anno si trovava<br />

nella parrocchia di S. Lourenço, un villaggio<br />

in gronda al vulcano, dov'era arrivato<br />

nel 1949, in tempo per raccogliere<br />

il testimone da P. Paolino da Busca, il<br />

primo cappuccino italiano morto nell'arcipelago.<br />

Soccorso l'ultimo sinistrato, P. Pio fu<br />

trasferito a Brava, la più piccola delle<br />

isole abitate (64 Kmq), dove rimase per<br />

23 anni, divenendo, come dicevano i<br />

confratelli, «sacerdote, re, governatore e<br />

impresario».<br />

Cominciò con un'opera umanissima e<br />

necessaria: aiutare i bambini, le vittime<br />

più esposte delle crisi (siccità) periodiche<br />

che flagellano la nazione. Proprio in<br />

quegli anni, infatti, le isole divennero<br />

più che mai un deserto galleggiante e a<br />

nulla servivano le rimesse dei 700 mila<br />

emigrati che assicurano la sopravvivenza<br />

ai 300 mila rimasti in patria.<br />

P. Pio corse ai ripari aprendo la scuola<br />

materna «Maria Immacolata», nella<br />

quale, oltre a nutrire l'anima dei bambini,<br />

si nutriva (e si nutre) anche il corpo<br />

con 300 pasti al giorno. Un'autentica<br />

provvidenza che meritò al cappuccino il<br />

titolo di «Pai do povo» (padre del popolo)<br />

e che lo fa sopravvivere nell'Istituto<br />

che fondò e a cui affidò la conduzione<br />

della scuola, e cioè le «Terziarie Francescane<br />

di Maria Immacolata» (Irmãs<br />

Franciscanas), il primo dei due Istituti<br />

secolari capoverdiani.<br />

Oggi «as Irmãs» lavorano in cinque<br />

Giovanni Paolo II a Bobo-Dioulasso (Burkina Faso) durante la visita pastorale compiuta il 19 gennaio 1990<br />

isole (più a Boston) e sono all'avanguardia<br />

sia nella catechesi che nella lotta<br />

contro la lebbra che, grazie all'aiuto di<br />

organismi internazionali e a una preparazione<br />

specifica in ospedali specializzati,<br />

hanno debellato assistendo gli hanseniani<br />

a Casa Betania (Fogo) e facendo<br />

una minuziosa opera di prevenzione nei<br />

maggiori villaggi del Paese.<br />

Nella piccola storia dell'arcipelago P.<br />

Pio sopravvive, invece, per aver spianato<br />

la strada ai mezzi di comunicazione<br />

di oggi con una pubblicazione modesta,<br />

ma coraggiosa: «Repique do Sino», rintocco<br />

di campana. Fu essa, infatti, a<br />

preparare il terreno a Radio Nova, la<br />

trasmittente che da S. Vicente copre oggi<br />

24 ore su 24 l'intero territorio nazionale,<br />

e a Terra Nova, il mensile cattolico<br />

che ha accompagnato i difficili anni<br />

del dopo indipendenza (1975) e quelli relativamente<br />

più facili di oggi. Radio e<br />

giornale sono diretti dal cappuccino locale<br />

P. Antonio Fidalgo.<br />

Nata come voce delle parrocchie e<br />

come collegamento con gli emigrati,<br />

«Repique» si stampava nella tipografia<br />

della missione, anch'essa dovuta a P.<br />

Pio, svolgendo una funzione preziosa,<br />

perché contribuì validamente alla difesa<br />

della cultura capoverdiana, dato che<br />

aveva più d'una rubrica in creolo, la lingua<br />

locale che i portoghesi avrebbero<br />

voluto cancellare.<br />

Il periodico arrivò ad avere duemila<br />

abbonati.<br />

La tipografia servì anche per frenare<br />

la fuga degli uomini verso l'America<br />

(Brava è conosciuta come l'isola della<br />

grande emigrazione), con comprensibili<br />

vantaggi per l'unità familiare. Inoltre entrò<br />

nelle simpatie dei giovani per l'insolito<br />

entusiasmo che in quegli si aveva<br />

per la scuola.<br />

A fianco della tipografia fu aperta una<br />

falegnameria che ha formato ottimi arti-<br />

giani, come la banda musicale<br />

preparò esperti musicisti<br />

e la schola cantorum famosi<br />

cantanti, nel cui repertorio<br />

figuravano anche<br />

le caratteristiche morne<br />

(canti mesti, nostalgici), alcune<br />

delle quali composte<br />

da Eugénio Tavares, uno<br />

dei maggiori poeti capoverdiani.<br />

L'attività maggiore di P.<br />

Pio e dei confratelli fu, comunque,<br />

la catechesi, tanto<br />

che a un certo punto essi<br />

annunciarono al Vescovo<br />

che nell'isola erano «diminuiti<br />

i battesimi». L'annuncio<br />

si capisce se si tiene<br />

conto che, all'arrivo, i religiosi<br />

dovettero provvedere<br />

anche al battesimo degli<br />

adulti, per cui i battesimi erano molti;<br />

più tardi, dovendo pensare solo i bambini,<br />

è ovvio che essi diminuirono. La catechesi,<br />

cioè, aveva dato buoni frutti,<br />

tanto che il Vescovo Mons. Colaço manifestò<br />

pubblicamente la propria ammirazione<br />

«per l'eroismo dei Cappuccini<br />

torinesi che hanno cambiato il volto di<br />

Capo Verde, perché nessuno ha lavorato<br />

tanto come loro».<br />

Nel 1978 P. Pio lasciò Brava tra il<br />

rimpianto generale e si riposò cambiando<br />

lavoro. La lunga permanenza nell'isola<br />

gli aveva fatto vivere indirettamente i<br />

disagi dell'emigrazione, per cui chiese di<br />

poter andare a Boston per assistere i capoverdiani<br />

«americani». Il tempo di rendersi<br />

conto della situazione, e poi la pianificazione<br />

di un lavoro metodico e intelligente,<br />

ammirato dai Cardinali Medeiros<br />

e Law, nonché dagli organismi legali,<br />

sociali ed educativi di Boston, di<br />

Brockton, di New Bedford e di Sciutate,<br />

i luoghi in cui ha lavorato per vent'anni<br />

con la solita dedizione e l'abituale originalità.<br />

Nel 1994 l'Arcivescovo di Boston, il<br />

Cardinale Bernard Francis Law, gli conferì<br />

il «Fitzpatrick Award», la massima<br />

onorificenza dell'arcidiocesi, assegnata<br />

annualmente a chi si distingue nell'assistenza<br />

agli immigrati o ai rifugiati. Fu in<br />

quell'occasione che l'ex parroco di St.<br />

Patrick, don John Mulloy, disse pubblicamente<br />

che «tutto ciò che P. Pio possiede,<br />

denaro, beni, tempo, tutto è per il<br />

suo popolo di adozione».<br />

Due anni prima il primo Ministro capoverdiano<br />

era volato a Boston per conferirgli<br />

la cittadinanza capoverdiana,<br />

mentre nel 1998 arrivò la «Medaglia del<br />

Vulcano», conferitagli per «i servizi prestati<br />

alla comunità cattolica capoverdiana<br />

nel corso di una vita di dedizione e<br />

di sacerdozio».<br />

Il Cardinale Gantin ha infine esortato<br />

tutti a fare in modo che ogni parrocchia<br />

sia «un luogo di incontro e di comunione»;<br />

ogni diocesi sia «un modello di semina»;<br />

ed ogni Paese si adoperi ad «offrire<br />

a tutti i suoi figli i mezzi ed una<br />

uguale opportunità di sviluppo e di prosperità».<br />

Nel corso della sua visita pastorale il<br />

Cardinale Gantin ha avuto modo di incontrare<br />

e di incoraggiare Vescovi, sacerdoti,<br />

religiosi, religiose e laici chiamati,<br />

dopo il Giubileo, a testimoniare<br />

Cristo «nuova eredità dell'Anno Santo»,<br />

ripartendo da Lui per contemplare il<br />

suo volto ed essere nel contempo testimoni<br />

del suo amore misericordioso nel<br />

contesto del Continente africano.<br />

Una terza cooperativa, conosciuta con il<br />

nome di «Can & Kaa Ltd», ormai svolge la<br />

sua attività in tre regioni del Paese. La<br />

produzione di questa cooperativa, formata<br />

da 200 membri, è molto varia.<br />

È stata poi fondata un'associazione<br />

femminile chiamata «Afpa» che è animata<br />

da 15.000 donne tutte impegnate nell'ambito<br />

dell'agricoltura e del giardinaggio.<br />

In Costa d'Avorio, a Bassam e nei din-<br />

torni, il progetto avviato si rivolge solo alle<br />

donne (2.000 persone), le quali possono<br />

disporre di quantità considerevoli di mercanzia<br />

da rivendere.<br />

I progetti riservati alle donne hanno la<br />

priorità, in quanto in molti Paesi in via di<br />

sviluppo le donne vengono ancora tenute<br />

poco in considerazione. «D'altro canto sono<br />

le donne — come affermano i promotori<br />

delle iniziative guidate dal gesuita danese<br />

e dai suoi collaboratori laici —, a<br />

gestire meglio i crediti concessi».<br />

ZAMBIA Testimonianza del Cardinale missionario<br />

I ragazzi bussano<br />

sempre alla mia porta<br />

Card. ADAM KOZŁOWIECKI<br />

Qui, a Mpunde, siamo veramente<br />

troppo pochi. Attualmente la Missione<br />

serve 37 «stazioni esterne» che distano<br />

anche più di 150 km da qui e<br />

sono raggiungibili solo percorrendo<br />

strade accidentate. Siamo due sacerdoti,<br />

il parroco, Rev. Jan Krzysztón,<br />

ed io, che sono il suo «decrepito» assistente<br />

di 89 anni.<br />

Padre Jan si occupa delle «stazioni<br />

esterne», perché a causa della<br />

mia età e della cattiva vista non<br />

posso più condurre l'auto, ma devo<br />

farmi condurre io da qualcun altro.<br />

Quest'anno mi hanno dovuto portare<br />

in 11 «stazioni» per le Confermazioni.<br />

Tuttavia non sto qui con le<br />

mani in mano. Svolgo i miei servizi<br />

sacerdotali: Santa Messa, predicazione,<br />

confessioni...<br />

Il problema più grande e che porta<br />

via molto tempo è costituito dalle<br />

persone che bussano continuamente<br />

alla mia porta quando devo risolvere<br />

i problemi della nostra gente, che<br />

vanno moltiplicandosi. La missione<br />

possiede una scuola rilevata dal Governo<br />

circa 20 anni fa. Ora è stata<br />

restituita alle suore, ma solo perché<br />

sia una Scuola secondaria superiore<br />

per ragazze. Ai ragazzi è stato detto<br />

di andare «da qualche altra parte».<br />

Molti di loro sono stati ammessi alla<br />

scuola governativa di Kabwe. Le<br />

famiglie sono per la maggior parte<br />

poverissime e non possono affrontare<br />

i costi dell'istruzione. I ragazzi<br />

hanno cominciato a bussare alla<br />

mia porta. Non posso certo dire loro<br />

che non sono affari miei. Appena ne<br />

aiuto uno, nei villaggi si diffonde la<br />

notizia che presso la Missione c'è<br />

una «mucca da mungere». Il numero<br />

delle persone che bussa alla mia<br />

porta è infinito. Comunque, la<br />

«mucca» è stata prosciugata (più di<br />

4 milioni di Kwacha - 1.250 dollari!).<br />

Molti bambini non vivono con i<br />

propri genitori, ma con una sorta di<br />

«parenti», molto spesso con «nonne».<br />

Cerco di non indagare troppo per<br />

non imbarazzarli. Appaiono trascurati.<br />

Un ragazzo tremava per la malaria.<br />

Gli ho detto: «Vai all'ospedale»<br />

e mi ha risposto: «Non ho soldi». Un<br />

altro aveva una grande piaga sul<br />

labbro superiore e 7 ferite sulle gambe.<br />

Quando gli ho detto di andare<br />

all'ospedale e di nuovo mi sono sentito<br />

rispondere: «Non ho soldi», ho<br />

sentito caldo sotto il colletto e mi<br />

sono ricordato di quando un certo<br />

signor Adolf Hitler mi invitò a trascorrere<br />

una vacanza ad Auschwitz<br />

e a Dachau, dove imparai ad aiutare<br />

me stesso e gli altri. Così ho preso<br />

il ragazzo e ho curato le sue piaghe.<br />

Di nuovo nei villaggi si è diffusa<br />

la notizia che presso la missione c'è<br />

un dottore-mago, addirittura specializzato<br />

in piaghe. Decine e decine di<br />

persone hanno cominciato a venirmi<br />

a trovare. Mi impegnano per un'ora<br />

o anche due al giorno e mi tolgono<br />

il tempo per curare la corrispondenza.<br />

Però imparo anche qualcosa.<br />

Quando arrivano molti ragazzi con<br />

le loro ferite e piaghe fanno un tale<br />

baccano che io non riesco a lavorare.<br />

Una volta che un ragazzo è stato<br />

troppo rumoroso, ho perso veramente<br />

la pazienza e l'ho rimproverato<br />

un po' troppo.<br />

Il giorno dopo, quando i ragazzi<br />

sono tornati per ricevere altre cure,<br />

lui si è seduto per terra piangendo e<br />

si è presentato per ultimo alla visita.<br />

Quando gli ho chiesto perché piangeva<br />

non mi ha risposto. Il giorno<br />

successivo è venuto e stava piuttosto<br />

bene. Mi aveva voluto dimostrare<br />

che gli era dispiaciuto di essersi<br />

comportato male.<br />

I Frati Minori presenti in ventiquattro Paesi del Continente<br />

Nel nome di san Francesco<br />

per servire i poveri e gli ultimi<br />

GINO CONCETTI<br />

Da poco la liturgia dell'Ordine ha celebrato<br />

l'anniversario dei primi martiri<br />

francescani che si erano spinti sulle coste<br />

occidentali dell'Africa con la benedizione<br />

di san Francesco. Il loro martirio<br />

fu salutato dal santo — uomo di pace<br />

— come una benedizione di Dio, come<br />

una sorgente per altri evangelizzatori e<br />

altri testimoni di Cristo.<br />

Sempre radicati sull'ideale evangelico<br />

e sul carisma missionario i Frati Minori<br />

ravvivano la loro presenza e la loro testimonianza<br />

in Africa, con una molteplicità<br />

di iniziative in molte nazioni. In una<br />

recente rassegna con dati statistici e documentazione<br />

fotografica s'illustra il<br />

progetto missionario per il prossimo millennio.<br />

Anzitutto si riafferma lo spirito<br />

autenticamente francescano. Sull'esem-<br />

pio di san Francesco l'evangelizzazione<br />

con la proclamazione della Parola di<br />

Dio, con l'annuncio del Vangelo nell'assoluta<br />

fedeltà a Dio e alla Chiesa. I mezzi<br />

più efficaci e adibiti sono la testimonianza<br />

e il dialogo. La testimonianza è<br />

data dalla coerenza della vita, vissuta<br />

nella perfetta conformità a Cristo e nella<br />

realizzazione di opere capaci di far crescere<br />

la popolazione nella fede e nella<br />

promozione umana, sociale, culturale.<br />

Alla testimonianza sono associati il<br />

dialogo e la fraternità. San Francesco<br />

non ha mai inviato per il mondo ad annunciare<br />

il Vangelo singoli individui. La<br />

formula preferita era sempre il gruppo<br />

che costituiva una nuova fraternità di<br />

frati sul modello della comunità apostolica.<br />

Il metodo era il dialogo, il colloquio<br />

pacifico, attento, umile e docile. La<br />

violenza verbale, tanto meno quella fisi-<br />

Mons. Taban Vescovo di Torit<br />

«missionario» tra i missionari<br />

Ama definirsi «un semplice missionario»;<br />

da vent'anni percorre in lungo<br />

e in largo la diocesi di Torit, nel<br />

sud del Sudan lacerato dalla guerra<br />

civile, affidatagli dal Santo Padre; a<br />

volte è l'unico legame della sua gente<br />

con la realtà circostante.<br />

Si tratta di Monsignor Paride Taban,<br />

un Vescovo che ha scelto di<br />

esercitare il suo apostolato episcopale<br />

come un itinerante del Vangelo.<br />

Da quando in questo vastissimo<br />

territorio ecclesiastico (circa 100 mila<br />

chilometri quadrati) è stata scoperta<br />

l'esistenza della tribù dei «catchipos»<br />

i cui membri, ignari delle questioni<br />

politiche e anche del Vangelo, sono<br />

tuttavia vittime delle conseguenze nefaste<br />

della guerra che perversa attualmente<br />

in Sudan, Mons. Taban<br />

non manca di trascorrere anche lunghi<br />

periodi tra di loro.<br />

Abitualmente lascia la propria residenza<br />

episcopale di mattina presto.<br />

Porta alle persone presso le quali si<br />

reca diversi doni: alimenti, abiti, prodotti<br />

farmaceutici, ecc. «Condividiamo<br />

ciò che abbiamo», ama spesso<br />

dire.<br />

Questo Pastore, che offre aiuto e<br />

conforto a tutti, senza fare alcuna distinzione<br />

di religione, di tribù o di<br />

appartenenza politica, confessa di<br />

parlare a tutti, di nutrirsi di quello di<br />

cui si nutrono gli altri e di indossare<br />

i loro stessi abiti poveri.<br />

Ha un solo desiderio: quello di<br />

rendersi accessibile a tutti, di poter<br />

essere avvicinato da chiunque, come<br />

Gesù. Nel 1994, Monsignor Taban ha<br />

posto mano all'opera di sviluppo della<br />

sua diocesi con la collaborazione<br />

di un piccolo gruppo di fedeli.<br />

In particolare si è dedicato all'apostolato<br />

tra le popolazioni che vivono<br />

nel deserto che fa parte della sua circoscrizione<br />

ecclesiastica.<br />

Attraverso l'uso della radio e del<br />

telefono riesce a mantenere un contatto<br />

costante con i suoi sacerdoti.<br />

Tale attività di riorganizzazione<br />

della Chiesa locale è stata avviata all'indomani<br />

della caduta del capoluogo<br />

della diocesi conquistato dai ribelli.<br />

In quella occasione Monsignor<br />

Paride Taban fu arrestato dai ribelli e<br />

tenuto in prigione per cento giorni in<br />

condizioni molto precarie.<br />

Rientrato tra i suoi si è dedicato<br />

con rinnovato vigore all'evangelizzazione,<br />

in particolare proprio di quello<br />

che egli ama chiamare il «nuovo Popolo<br />

di Dio» scoperto presso i «catchipos».<br />

Per svolgere questo apostolato ha<br />

imparato la loro lingua, oltre all'arabo,<br />

all'inglese e a diversi altri dialetti.<br />

Il Vescovo missionario non si stanca<br />

di incontrare, di parlare, di condividere.<br />

Egli è il primo a giungere nei<br />

luoghi di incontro e l'ultimo a partire.<br />

La sua ansia missionaria con conosce<br />

limiti o soste.<br />

ca, è totalmente estranea alla cultura e<br />

alla formazione del Frate Minore.<br />

La presenza francescana in Africa risale<br />

al tempo di san Francesco ma nel<br />

corso dei secoli è stata condizionata dalle<br />

evoluzioni culturali, politiche, militari<br />

e sociali che si sono verificate in quel<br />

continente. In non poche nazioni i Frati<br />

hanno dovuto lasciare quello che per<br />

anni avevano pazientemente costruito.<br />

Secondo le ultime statistiche, i francescani<br />

dell'Ordine dei Frati Minori sono<br />

presenti in Egitto, Libia, Marocco, Somalia<br />

(ora senza frati), Kenya, Uganda,<br />

Rwanda, Burundi, Tanzania, Malawi,<br />

Madagascar, Mauritius, Zambia, Repubblica<br />

Democratica del Congo, Repubblica<br />

del Congo (Brazaville), Repubblica<br />

Centroafricana, Mozambico, Zimbabwe,<br />

Sud Africa, Angola, Costa d'Avorio,<br />

Togo, Benin, Guinea Bissau. In totale<br />

sono 24 i Paesi africani dove i Frati<br />

Minori risiedono e svolgono attività di<br />

evangelizzazione e di promozione umana<br />

e culturale.<br />

Quanto a numero, una statistica assoluta<br />

non è possibile redigere perché non<br />

pochi religiosi svolgono il ministero nelle<br />

missioni africane per un periodo di temporaneo,<br />

in quanto vi vanno ad assolvere<br />

un compito di sostituzione o di<br />

integrazione di confratelli già stabili in<br />

loco.<br />

Secondo le informazioni rese note<br />

dall'Ordine, nel 2000 in totale i Frati stabili<br />

erano 700. Le comunità sono composte<br />

da frati di diverse nazionalità. Il<br />

loro impegno missionario consiste principalmente<br />

nella formazione dei candidati<br />

all'ordine e dei laici, nel lavoro pastorale<br />

sia nelle città che nelle zone rurali,<br />

nell'istruzione ed educazione della<br />

gioventù, nella cura degli ammalati, nella<br />

promozione dei ritiri e corsi spirituali,<br />

nell'assistenza dei poveri e dei rifugiati,<br />

nella predicazione, nella catechesi e nella<br />

celebrazione dei sacramenti.<br />

Purtroppo, lo sviluppo dell'Ordine in<br />

Africa dipende da diversi fattori, tra cui<br />

la crisi delle vocazioni di cui ancora soffrono<br />

molte nazioni europee. A questa<br />

crisi l'Ordine in parte supplisce con il<br />

potenziamento della formazione delle<br />

vocazioni locali, il cui completamento richiede<br />

notevoli risorse di persone ed<br />

economiche.<br />

E poi si devono superare le enormi<br />

difficoltà dovute a diversità di cultura,<br />

di mentalità e di stabilità politica. La<br />

speranza accompagna ovunque il francescano.<br />

È come un virgulto destinato a<br />

germogliare e a fiorire perché il protagonista<br />

è lo Spirito Santo, promesso e<br />

donato alla Chiesa e ai discepoli fedeli a<br />

Cristo.


A ROMA<br />

PAGINA<br />

MUCCA PAZZA L'Ama s'incarica dello smaltimento<br />

Regione: un contributo<br />

per abbattere i capi<br />

Un contributo di 500.000 lire da parte<br />

della Regione per i capi con oltre trenta<br />

mesi di anzianità da abbattere per rinnovare<br />

le mandrie e per quelli che<br />

muoiono in azienda per cause naturali.<br />

Lo ha annunciato martedì mattina l’assessore<br />

regionale all’Agricoltura, Antonello<br />

Iannarilli, intervenendo alla riunione<br />

in Prefettura a Latina sull’emergenza<br />

per «mucca pazza». La misura sarà inserita<br />

nel prossimo bilancio della Regione.<br />

Nel corso della riunione, gli allevatori<br />

hanno fornito il quadro della grave crisi<br />

che sta affrontando il settore, con perdite<br />

solo in provincia di Latina di circa<br />

200 milioni al giorno.<br />

Nel corso della riunione, inoltre, sono<br />

stati affrontati tutti i problemi del settore<br />

e quello delle mucche provenienti da<br />

Brescia è solo l’ultimo in ordine di tempo.<br />

La responsabile del servizio veterinario<br />

della Asl, Annarosa Centra, ha ribadito<br />

che i nove bovini provenienti dalla<br />

cascina Malpensata andranno abbattuti<br />

perché è previsto da un decreto legge<br />

ma intanto a Latina e provincia il blocco<br />

delle macellazioni per il mancato ritiro<br />

delle carcasse, la mancanza di un inceneritore<br />

per distruggere gli animali morti<br />

in azienda per cause naturali e il vertiginoso<br />

calo delle vendite rischiano di<br />

paralizzare l’intero settore.<br />

Peraltro da oggi, mercoledì, rischia di<br />

bloccarsi tutto lo smaltimento di grassi e<br />

ossa animali in gran parte delle macellerie<br />

della Capitale e dell'entroterra. Il servizio<br />

di igiene della Asl Rmh, su disposizione<br />

del sostituto procuratore Gianfranco<br />

Amendola, ha notificato alla società<br />

Latina: la Procura<br />

apre un'indagine<br />

su due centrali<br />

nucleari dismesse<br />

Forte rischio di inquinamento ambientale:<br />

con questa accusa, martedì, la<br />

Procura di Latina ha aperto un’inchiesta<br />

sulle due centrali nucleari ormai dismesse<br />

di Borgo Sabotino — a pochi chilometri<br />

da Latina — e del Garigliano, nel<br />

Comune di Castelforte, nel sud Pontino.<br />

A renderlo noto è stato il procuratore<br />

capo, Antonio Gagliardi, specificando<br />

che per il momento il fascicolo d’inchiesta<br />

è rivolto soltanto contro ignoti, mentre<br />

l’ipotesi di reato, se sarà confermata,<br />

è quella d'inquinamento ambientale.<br />

Nei prossimi giorni il magistrato ha in<br />

progetto di commissionare un apposito<br />

gruppo di studio per verificare se le due<br />

centrali nucleari in questione, dislocate<br />

sul territorio della provincia di Latina,<br />

hanno effettivamente contaminato o meno<br />

la zona circostante gli impianti. Lo<br />

studio verrà fatto anche sulle acque dell’intera<br />

costa.<br />

L'indagine è partita dalla denuncia<br />

presentata tempo fa presso la Procura di<br />

Latina da un avvocato di San Cosma e<br />

Damiano, Damiano Marcantonio Tibaldi,<br />

da anni impegnato sul fronte dei rischi<br />

ambientali connessi alla presenza<br />

della centrale nucleare sul Garigliano.<br />

Attualmente entrambe le centrali sono<br />

in fase di smaltimento da parte della società<br />

del gruppo Enel, che non produce<br />

più energia da una ventina di anni. Secondo<br />

il piano predisposto dalla società,<br />

le centrali saranno demolite definitivamente<br />

soltanto nel 2020.<br />

A Latina, tra l'altro, è presente anche<br />

un impianto — il Cirene — mai entrato<br />

in funzione.<br />

9 .<br />

«Eurograssi» di Pomezia un’ordinanza di<br />

interruzione della lavorazione di questi<br />

residui animali. Dal 1 gennaio, infatti, la<br />

società aveva bloccato la produzione di<br />

farine animali in cui è specializzata. Ora<br />

è stato fermato anche il secondo settore<br />

di lavorazione, quello dei grassi.<br />

Secondo l'amministratore delegato<br />

della società, i grassi animali non sono<br />

però inseriti nelle recenti normative sui<br />

divieti di produzione di farine animali,<br />

in quanto non sono compresi tra le proteine.<br />

Anche per questo l’Eurograssi ha<br />

inviato una memoria alla procura di Roma,<br />

indicando il diverso ciclo di produzione<br />

e chiedendo che possa essere<br />

mantenuta. La società, che ha stoccato<br />

circa 5.000 quintali di farine animali e<br />

che chiede indicazioni su cosa farne,<br />

con il nuovo provvedimento vede del<br />

tutto bloccata la sua attività. Questo<br />

comporterebbe il licenziamento dei 13<br />

addetti e la rescissione dei contratti con<br />

i 40 padroncini che ogni giorno riforniscono<br />

con i loro camion l’azienda di<br />

grasso e ossa animali.<br />

Per quanto riguarda lo smaltimento<br />

dei materiali a rischio Bse, poi, l’Ama<br />

ha intanto elaborato un progetto che<br />

prevede l’adeguamento del termodistruttore<br />

di Ponte Malnome e l’utilizzo di un<br />

impianto mobile specifico per l’incenerimento<br />

delle carcasse dei bovini. «Serviranno<br />

circa 2-3 mesi — ha detto martedì<br />

il presidente della società —, il tempo<br />

necessario per l’attuazione del progetto<br />

da realizzare attraverso un apposito finanziamento<br />

e le necessarie autorizzazioni<br />

da parte della Regione».<br />

Cocaina<br />

per 4 miliardi<br />

sequestrata<br />

a Civitavecchia<br />

Si servivano dell'indirizzo di un’ignara<br />

ottantenne di Civitavecchia per farsi spedire<br />

cocaina dalla Colombia e rivenderla<br />

sul mercato del Lazio.<br />

I carichi di droga viaggiavano immersi<br />

in un solvente all’interno di 2 cilindri<br />

contenenti liquido refrigerante per i motori<br />

dei frigoriferi. Il traffico è stato<br />

smantellato sabato scorso con l’arresto<br />

di quattro persone (il colombiano Luis<br />

Martinez; Cristiano Corsaro e Oscar<br />

Mazzarini, di Civitavecchia; Stefano<br />

Mucciarelli, di Bracciano) e il sequestro<br />

di otto chilogrammi di cocaina per un<br />

valore di quattro-cinque miliardi di lire.<br />

L’operazione è stata illustrata dal vicequestore<br />

Francesco Santoro e dei capitani<br />

della Guardia di Finanza Sergio Baffioli,<br />

comandante del secondo Gruppo<br />

Operativo aeroporto di Fiumicino, e Pietro<br />

Ventolo, del nucleo regionale antidroga.<br />

Le indagini hanno preso le mosse<br />

una decina di giorni fa, quando il carico<br />

è stato intercettato all’aeroporto di Fiumicino<br />

da Falim, un pastore tedesco<br />

della unità cinofile delle Fiamme Gialle,<br />

che ha riconosciuto l’odore della droga<br />

nel pacco, alla apparenza del tutto innocuo,<br />

diretto alla ottantenne e sul quale<br />

era specificato che, in caso di mancato<br />

recapito al destinatario, avrebbe dovuto<br />

essere riconsegnato al mittente. Lo scatolone<br />

è stato appositamente lasciato<br />

passare. Nel contempo, è stato posto<br />

sotto controllo il telefono della insospettabile<br />

nonna, alla quale il nipote Cristiano<br />

Corsaro si è rivolto più volte per sapere<br />

se il pacco fosse stato recapitato.<br />

SCIAGURE STRADALI Quattro feriti in 2 incidenti<br />

Donna travolta e uccisa<br />

sulla via Tiburtina<br />

Una persona è morta e altre quattro<br />

sono rimaste ferite in tre differenti incidenti<br />

stradali avvenuti, martedì, a Tivoli<br />

e nella Capitale.<br />

Nel primo, la vittima è una donna, di<br />

cui non si conoscono, al momento, le<br />

generalità. L'incidente è avvenuto sulla<br />

via Tiburtina, all’altezza del km. 18 tra<br />

Guidonia e Tivoli. La donna — riferisce<br />

l'agenzia «Ansa» — è stata investita da<br />

una motocicletta e successivamente da<br />

un’autovettura che sopraggiungeva dalla<br />

parte opposta.<br />

La polizia stradale sta ricostruendo<br />

l’esatta dinamica dell’incidente. L’Anas<br />

ha dovuto inviare sul luogo dell'incidente<br />

due squadre di cantonieri che hanno<br />

deviato il traffico su altre strade secondarie.<br />

Nel secondo, un operaio romeno di<br />

38 anni, Ionel Iordache, è in gravi condizioni<br />

dopo essere stato investito da un<br />

autobus di linea mentre andava al lavoro<br />

in bicicletta, a Tivoli. L’incidente è<br />

avvenuto lungo la via Tiburtina, all’altezza<br />

di Villa Adriana. L’uomo è stato<br />

trasportato d'urgenza in ambulanza all’ospedale<br />

di Tivoli e trasferito successivamente<br />

al Policlinico «Umberto I» di<br />

Roma. La prognosi è riservata.<br />

I rilievi sono stati eseguiti dai Carabinieri.<br />

Infine, tre passeggeri sono finiti in<br />

ospedale in seguito ad uno scontro tra<br />

un’automobile risultata rubata e un autobus<br />

dell’Atac avvenuto in via del Casale<br />

di San Basilio. Dopo l’incidente il<br />

conducente dell’autovettura, è fuggito<br />

facendo perdere le proprie tracce.<br />

Marta Russo: confermate le richieste del pg<br />

Il procuratore generale Luciano Infelisi, mercoledì, ha confermato le richieste<br />

di condanna per Giovanni Scattone e Salvatore Ferraro indicate all’inizio<br />

del processo di appello: per il primo imputato ha chiesto la condanna a<br />

22 anni, per Ferraro a 16 e per Liparota a 4 anni. Intanto il presidente della<br />

Corte d’assise d’appello, Francesco Plotino, a conclusione della seduta di<br />

mercoledì, ha deciso di anticipare di un giorno la camera di consiglio riducendo<br />

da due ad una le sedute dedicate alle controrepliche. Comincerà il 6<br />

febbraio, infatti, e non il 7 la camera di consiglio e ogni parte avrà a disposizione<br />

mezz’ora.<br />

Civitavecchia: rubato carico di tonno in scatola<br />

Due trattori stradali, con i relativi rimorchi carichi di tonnellate di scatole di<br />

tonno dal valore di alcune centinaia di milioni, sono stati rubati nella prima<br />

mattinata di martedì dal terminal della Compagnia Portuale, dove erano<br />

parcheggiati. I ladri hanno agito tra un passaggio e l’altro del vigilante dopo<br />

aver manomesso l’impianto di allarme. Nel pomeriggio, uno dei due<br />

mezzi è stato abbandonato nei pressi di Caserta dai ladri, che probabilmente,<br />

si sono imbattuti in un posto di blocco. Qualche giorno fa, in un’area di<br />

sosta vicina al terminal, era stato rubato un camion pieno di vestiti di marca.<br />

I malviventi erano stati sorpresi dalla Polizia stradale mentre, nei pressi<br />

di Napoli, si stavano spartendo la refurtiva.<br />

Fotocopiavano libri universitari: denunciati<br />

I titolari di sette librerie nei pressi di sedi delle tre università pubbliche della<br />

città sono stati denunciati martedì per violazione della legge sui diritti<br />

d'autore, che vieta di fotocopiare più del 15% di un libro. Le indagini della<br />

Guardia di Finanza, disposte dal pm Federico De Siervo, sono partite da un<br />

esposto di tre docenti universitari.<br />

Agliarrestidomiciliarispacciava droga: in carcere<br />

Era agli arresti domiciliari dal 18 maggio 1999 per l’omicidio dell’ex pugile<br />

Fabio Losacco, avvenuto l’anno prima, e dopo che nella sua abitazione in<br />

via Isole Curzolane al Tufello, la Polizia ha trovato un chilogrammo di hascisc<br />

e oltre 40 dosi di cocaina, Stefano Corsico, 23 anni, martedì è tornato<br />

in carcere per detenzione per spaccio di stupefacenti.<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Giovedì 25 Gennaio 2001<br />

I tre passeggeri, due donne e un uomo,<br />

sono stati portati d'urgenza nell’ospedale<br />

«Sandro Pertini». Una delle donne<br />

è stata subito dimessa. Gli altri due<br />

passeggeri, invece, guariranno in trenta<br />

e sette giorni e hanno già lasciato il nosocomio.<br />

Secondo una ricostruzione fatta dai<br />

tecnici dell’Atac, il conducente dell’autovettura<br />

si è immesso a velocità sostenuta<br />

da via Pollenza in via Casale di San<br />

Basilio, senza dare la precedenza all’autobus.<br />

SOLIDARIETÀ Progetto della Caritas in collaborazione con Comune e Ama<br />

In via Appia Nuova immigrati<br />

impiegati come «custodi di strada»<br />

Un'iniziativa per rendere più vivibili i<br />

quartieri e per favorire l'integrazione degli<br />

extracomunitari nella società. Un<br />

progetto organizzato dalla Caritas diocesana<br />

in collaborazione con l'assessorato<br />

alle politiche sociali del Comune e l'A-<br />

MA, che prevede l'utilizzo di cittadini<br />

stranieri disagiati in opere di pulizia delle<br />

strade, è stato presentato, martedì,<br />

nel corso di una conferenza stampa,<br />

svoltasi in Campidoglio.<br />

L'iniziativa avviata lo scorso 24 dicembre<br />

in IX Circoscrizione, ha coinvolto<br />

finora un gruppo di dieci extracomunitari,<br />

che hanno iniziato a svolgere in<br />

via Appia Nuova, una serie di servizi di<br />

ripulitura dei marciapiedi, antistanti i<br />

negozi posti lungo la strada, coadiuvando<br />

così le squadre degli operatori dell'A-<br />

MA. La gestione del servizio è stata affidata<br />

dal Comune alla Caritas, che opera<br />

attraverso le Cooperative sociali, mentre<br />

gli immigrati sono aiutati economicamente,<br />

grazie ai contributi dei commercianti,<br />

dei condomini e delle aziende,<br />

che hanno aderito all'iniziativa.<br />

Gli extracomunitari, definiti per il loro<br />

compito come «custodi di strada»,<br />

possono, infatti, utilizzare delle apposite<br />

divise, sulle quali sono stati apposti i<br />

marchi o i loghi delle aziende o di altre<br />

istituzioni del quartiere, che serviranno<br />

a pubblicizzare le attività. Il ricavato<br />

delle sponsorizzazioni viene poi utilizzato<br />

per retribuire gli stranieri o per finanziare<br />

progetti analoghi.<br />

«Si tratta di una iniziativa di doppia<br />

utilità: perché oltre ad aiutare gli extracomunitari<br />

a trovare una sistemazione<br />

Approvato dalla Giunta regionale<br />

il piano per lo Sdo a Pietralata<br />

Con l’approvazione del piano particolareggiato in variante del comprensorio<br />

di Pietralata, la Giunta regionale, mercoledì, ha dato il via libera alla realizzazione<br />

del Sistema Direzionale Orientale. La deliberà permetterà la realizzazione<br />

di un milione e 163 mila metri cubi, di cui 950 mila destinati alle attività<br />

direzionali (località a sud di via dei Monti Tiburtini) e 213 mila a nuove<br />

residenze (localizzate nei pressi dell’Ospedale Pertini).<br />

«Lo scorso agosto — ricorda la Regione — la Giunta aveva sospeso la delibera<br />

regionale approvata all’inizio di aprile del 2000 dal precedente Governo<br />

del Lazio, in quanto il Comune di Roma non aveva tenuto conto delle prescrizioni<br />

espresse dal Comitato tecnico consultivo che aveva approvato con riserva<br />

il Piano direzionale Orientale. In seguito il Campidoglio ha approvato le<br />

controdeduzioni accettando integralmente le modifiche richieste dal comitato<br />

tecnico consultivo». Per l’assessore regionale all’urbanistica, Dionisi «è un<br />

provvedimento di estrema importanza che Roma aspettava da anni». Dionisi<br />

spiega che la delibera fu sospesa per riportare il provvedimento all’esame del<br />

Comitato Tecnico Consultivo per fare chiarezza sulle richieste di modifica che<br />

«imponevano al Comune un programma coordinato di priorità».<br />

Furto in una villa<br />

a Torvaianica:<br />

arrestati i rapinatori<br />

Non sono valsi il sistema d’allarme e<br />

altre misure di sicurezza, nella villa di<br />

via Mare Adriatico, a Torvaianica, assalita,<br />

martedì, da due ladri di appartamento<br />

che sono riusciti a scardinare<br />

una cassaforte e a trafugare gioielli per<br />

60 milioni. I due sono stati poi arrestati<br />

da Carabinieri avvertiti dal proprietario<br />

della casa che era rientrato mentre i ladri<br />

erano al lavoro. Gli arrestati sono<br />

Giuseppe Di Bari, 34 anni, e Salvatore<br />

Muoio, 39 anni. I due uomini avevano<br />

studiato bene il furto poiché avevano<br />

bloccato l’allarme con poliuretano<br />

espanso per impedire che scattasse. Poi,<br />

una volta nella villa, avevano individuato<br />

la cassaforte riuscendo a smurarla, a<br />

portarla in giardino a ad aprirla. Mentre<br />

stavano uscendo, probabilmente per<br />

raggiungere un terzo complice che li attendeva<br />

in auto, è però rientrato il proprietario<br />

dell’abitazione che ha tentato<br />

di fermarli. Di Bari e Muoio sono fuggiti<br />

a piedi mentre l’uomo, dopo aver avvertito<br />

il «118», li ha inseguiti. A quel punto<br />

lo hanno minacciato con un coltello per<br />

farlo desistere, ma nel frattempo è arrivata<br />

una pattuglia dei Carabinieri che li<br />

ha arrestati con l’accusa di furto, rapina<br />

aggravata e minaccia.<br />

più dignitosa nella società, permette anche<br />

di migliorare la qualità della vita nei<br />

quartieri — ha dichiarato l'assessore<br />

Amedeo Piva —. Pur trattandosi di lavori<br />

modesti, in ogni caso gli stranieri si<br />

sentono utili al quartiere e non rimangono<br />

ai margini della collettività».<br />

Le attività di pulizia non costituiscono,<br />

tuttavia, un servizio di vigilanza in<br />

sostituzione delle attività di competenza<br />

dell'AMA, ma si affiancano al servizio<br />

istituzionale dell'azienda della nettezza<br />

urbana per garantirlo quotidianamente,<br />

nell'arco delle ore lavorative.<br />

L'iniziativa che prevede, tra le altre<br />

Lavoratori di pubblica<br />

utilità: sì del Campidoglio<br />

ai concorsi di assunzione<br />

Via libera, martedì, della Giunta<br />

comunale all’assunzione degli<br />

ultimi 300 lavoratori impiegati nei<br />

lavori socialmente utili (Lsu) e di<br />

pubblica utilità (Lpu) promossi<br />

dal Comune. Il Campidoglio ha<br />

deciso di dare il via ai concorsi riservati<br />

per l’assunzione di questi<br />

300 lavoratori: 32 bibliotecari, 44<br />

assistenti educativo culturali, 218<br />

tecnici per la gestione della cartografia<br />

ed il monitoraggio delle alberature.<br />

I concorsi si svolgeranno<br />

nelle prossime settimane.<br />

TRASPORTI Avviate le operazioni di ripulitura<br />

Una vernice speciale per bus<br />

e treni contro gli imbrattatori<br />

È partita oggi, con la ripulitura della<br />

prima delle 681 vetture delle linee metropolitane<br />

di Roma, l’operazione «treni<br />

puliti» con la quale Comune, Atac, Ama<br />

e Metroferro dichiarano guerra agli imbrattatori,<br />

i cosiddetti «writers».<br />

Con uno speciale procedimento, non<br />

solo verranno ripulite tutte le vetture<br />

dalle scritte vandaliche, ma sarà impedito<br />

ai «writers» di realizzare nuovamente<br />

i loro graffiti. La pulitura dei treni di<br />

Roma-Lido, Roma-Pantano, Roma-Viterbo<br />

e linee «A» e «B» del metró, è stata<br />

avviata ieri, martedì, nel deposito Ma-<br />

Chiosco in fiamme<br />

ad Ostia: probabile<br />

l'origine dolosa<br />

Un incendio è divampato, martedì, in<br />

un chiosco in legno in un’area ad Ostia,<br />

inserita nel programma «Punti verde<br />

qualità» del Comune.<br />

Le fiamme hanno danneggiato la<br />

struttura realizzata tra Via dei Pescatori<br />

e via Mar dei Coralli: sono intervenuti i<br />

vigili del fuoco e la polizia che non hanno<br />

trovato bottiglie incendiarie o tracce<br />

di liquido infiammabile che possano far<br />

presumere ad un incendio di natura dolosa.<br />

I vigili urbani hanno invece trovato<br />

una stufa che potrebbe essere rimasta<br />

accesa provocando il rogo. La polizia al<br />

momento non esclude alcuna ipotesi.<br />

«Non ho mai ricevuto minacce — ha<br />

detto Orlando Galimberti, concessionario<br />

dell’area — potrebbe anche trattarsi<br />

di un atto intimidatorio anche se preferisco<br />

pensare a uno stupido atto vandalico.<br />

Tuttavia, non ci fermeremo di fronte<br />

a questa minaccia, ma continueremo<br />

a lavorare per portare a termine questo<br />

progetto».<br />

Diversi elementi, comunque, indurrebbero<br />

ad un attentato: le fiamme si<br />

sarebbero propagate dall’esterno all’interno<br />

prima di avvolgere la porta d’entrata<br />

e annerire le pareti.<br />

25 GENNAIO 2001<br />

Conversione di san Paolo,<br />

Apostolo - Festa (bianco)<br />

Messa propria, Gloria<br />

Lezionario: At 22, 3-16;<br />

oppure 9, 1-22; Salmo 116;<br />

Mc 16, 15-18<br />

Liturgia delle Ore: Ufficio<br />

della Festa<br />

gliana Nuova della Metroferro dal vicesindaco<br />

Walter Tocci, dall’amministratore<br />

unico dell’Atac Mario Di Carlo, e dai<br />

presidenti di Ama, Daniela Valentini, e<br />

Metroferro, Franco Cervi.<br />

L’opera di pulitura, che dovrebbe<br />

concludersi in 4 mesi per un costo totale<br />

di circa 7 miliardi (5,5 per pulizia e protezione<br />

delle vetture, 1,5 per costi di<br />

mantenimento), verrà realizzata dalla<br />

«All Clean», società partecipata dell’Ama.<br />

La pulizia sarà fatta con un gel a<br />

bassissimo grado di tossicità che salvaguarda<br />

la verniciatura originale della<br />

carrozza. Verrà rimosso uno strato alla<br />

volta poi la vettura verrà asciugata e<br />

trattata con un prodotto ceramizzante<br />

privo di porosità che impedisce alla vernice<br />

di penetrare. Sarà inutile rifare i<br />

graffiti perché la vernice non si attaccherà<br />

più e per rimuoverla basterà un<br />

semplice lavaggio.<br />

I cantieri aperti saranno quattro: si<br />

parte dal deposito Magliana Nuova per i<br />

treni della metró «B» e della Roma-Lido<br />

(304 vetture), poi si passerà al deposito<br />

di Osteria del Curato, dove ci sono i treni<br />

della linea «A» (250 vetture), poi a<br />

Centocelle per i convogli della Roma-<br />

Pantano (60 vetture) e infine all’Acqua<br />

Acetosa per la Roma-Viterbo (67 vetture).<br />

Uno o due i treni al giorno che verranno<br />

puliti.<br />

«È un fatto positivo — ha detto Tocci<br />

— che aziende pubbliche si mettano insieme<br />

per fare qualcosa per la città. Era<br />

da tempo che i cittadini chiedevano<br />

questo intervento e ora sarà finalmente<br />

realizzato».<br />

Villa d'Este candidata<br />

a luogo<br />

protetto dall'Unesco<br />

Villa d’Este è candidata ad essere inserita<br />

nei siti più preziosi del pianeta,<br />

protetti dall’Unesco.<br />

A giorni il monumento estense, famoso<br />

per le fontane e il giardino, sarà visitato<br />

da una apposita commissione. I riflettori<br />

del mondo sono puntati sulla Villa<br />

dal gennaio 2000, quando anche il Capo<br />

dello Stato partecipò alla cerimonia<br />

per la riapertura delle fontane, al ritorno<br />

dei giochi d’acqua, grazie al nuovo<br />

impianto di depurazione. Il ministero<br />

per i Beni Culturali ha investito negli ultimi<br />

anni 15 miliardi di lire, utilizzati<br />

per il restauro della Fontana di Venere,<br />

dei Draghi, della Rometta, dell’Organo.<br />

È in fase di ultimazione la Fontana della<br />

Civetta. Il direttore della Villa, Isabella<br />

Barisi, ha puntato anche al rilancio del<br />

giardino con migliaia di piante e fiori.<br />

Mille le specie di rose antiche impiantate.<br />

Villa d’Este rientra nei cinque monumenti<br />

più visitati in Italia. Nel 2000 è<br />

stata visitata da 682.605 visitatori, il 42<br />

per cento in più rispetto al ’99 (479.602).<br />

Il direttore generale del Ministero, Mario<br />

Serio, su sollecito del soprintendente<br />

ai beni architettonici e ambientali del<br />

Lazio, Costantino Centrone, ha adeguato<br />

il prezzo del biglietto d’ingresso che a<br />

giorni passerà da 8 a 12 mila lire.<br />

Fede<br />

Non riesco a concepire un vero<br />

scienziato senza una fede profonda.<br />

La scienza senza religione è<br />

zoppa; la religione senza scienza<br />

è cieca.<br />

(Albert Einstein)<br />

a cura di p. Leonardo Sapienza, R.C.I.<br />

cose, la ripulitura dei giardini e dei parchi<br />

e la cancellazione dei graffiti dalle<br />

facciate dei palazzi, sarà estesa nei prossimi<br />

mesi in altri quartieri, ad iniziare<br />

probabilmente dal Centro storico. La<br />

Giunta Comunale ha anche proposto<br />

una delibera che prevede agevolazioni<br />

fiscali ai commercianti che aderiranno<br />

all'opera di solidarietà, che potranno<br />

avere uno sconto sul pagamento della<br />

tassa comunale di occupazione del suolo<br />

pubblico, in cambio della partecipazione<br />

economica al sostentamento degli extracomunitari.<br />

«È un fatto molto importante che diverse<br />

istituzioni, pubbliche e private,<br />

partecipino assieme in questa iniziativa<br />

— ha affermato Mons. Guerino Di Tora,<br />

direttore della Caritas diocesana —. Occorre<br />

accantonare la logica dell'assistenzialismo,<br />

per operare un'integrazione<br />

concreta degli stranieri nella società. L'iniziativa<br />

avviata in nona circoscrizione,<br />

costituisce dunque una risposta concreta<br />

ai bisogni delle persone in difficoltà».<br />

L'opera di pulizia in particolare ha interessato<br />

un tratto di Appia Nuova lungo<br />

circa 7 chilometri ed ha permesso di<br />

coinvolgere 450 imprese commerciali.<br />

La scelta della strada è stata effettuata<br />

sulla base della particolare densità abitativa<br />

e della elevata concentrazione di<br />

operatori del commercio. Progetti analoghi,<br />

è stato sottolineato durante l'incontro,<br />

sono stati avviati nelle città di Milano<br />

e Torino allo scopo sempre di aiutare<br />

gli emarginati e di rendere le strade più<br />

pulite.<br />

ALESSANDRO TRENTIN<br />

Vigile urbano<br />

di Velletri<br />

salva una bambina<br />

caduta in un pozzo<br />

Con un gesto di coraggio e di<br />

grande tempismo un Vigile urbano<br />

di Velletri, Gianfranco Marinelli,<br />

ha salvato martedì la vita ad<br />

una bambina di 7 anni, Pamela<br />

C., che era caduta in un pozzo<br />

profondo oltre tre metri, nel quale<br />

si erano raccolti due metri di acqua<br />

piovana.<br />

L’allarme è scattato quando i<br />

genitori non hanno più visto la<br />

piccola che giocava in giardino.<br />

Hanno chiamato immediatamente<br />

i Vigili del fuoco e sono corsi in<br />

strada in attesa del loro arrivo; in<br />

quel momento passava per caso<br />

un’automobile della Polizia municipale<br />

con a bordo Marinelli e un<br />

collega, i quali sono subito intervenuti.<br />

Marinelli si è calato nel pozzo,<br />

largo circa 4 metri e usato solitamente<br />

come cisterna per il recupero<br />

dell’acqua piovana, ed ha recuperato<br />

la piccola Pamela che<br />

respirava a stento.<br />

Entrambi sono stati poi soccorsi<br />

dai Vigili del fuoco del distaccamento<br />

di Velletri. La piccola è<br />

stata visitata da un medico, il<br />

quale l’ha trovata in buone condizioni<br />

di salute.<br />

«È stato un gesto veramente<br />

eroico, quello compiuto dal vigile<br />

urbano — ha afferma un parente<br />

della piccola — non so se tutti<br />

avrebbero avuto la forza di gettarsi<br />

nel pozzo pieno d’acqua».<br />

RADIO<br />

VATICANA<br />

OM: 1530 kHz - 196 metri<br />

(Per la zona di Roma<br />

anche Onda Media 527 kHz<br />

e FM 93.3 e 105 MHz)<br />

OC: nelle bande 49, 31, 25 e 19 metri<br />

GIOVEDÌ 25 GENNAIO<br />

00.10: Studio A (stereo): Con voi<br />

nella notte<br />

7.20-15.30-17.30-23-24: Orizzonti cristiani<br />

7.30: Santa Messa in latino<br />

8-12-14-15-16-18-21-23.30: Radiogiornale<br />

in italiano, spagnolo, portoghese,<br />

francese, inglese, tedesco e polacco<br />

16.30: «Avanti adagio: musica contro<br />

lo stress» di M. Guadagnini<br />

17: Liturgia delle Ore, celebrazione<br />

dei Vespri in latino<br />

20.20: Programma tedesco: Kreuz<br />

des Südens – Leben in jungen Kirchen<br />

20.40: Recita del Santo Rosario in<br />

latino<br />

21.30: Programma francese: Le chemin<br />

de l'unité<br />

21.50: Programma inglese: Matters<br />

of fact / Against the floor / Where<br />

do we go from here<br />

22.10: Programma spagnolo: Al Hilo<br />

de la noticia / Comentario de Libros


IN ITALIA<br />

PAGINA<br />

La<br />

situazione<br />

politica<br />

Sia la Casa delle Libertà che l'Ulivo<br />

ieri, martedì, hanno risolto due problemi<br />

di non poco conto riguardo alle candidature<br />

per le cariche di sindaco rispettivamente<br />

a Milano e a Napoli. Anzi, la<br />

Casa delle libertà di fatto ha risolto anche<br />

una questione di più ampia portata,<br />

relativa ai rapporti con la Lega Nord. In<br />

serata, infatti, Berlusconi e Bossi hanno<br />

raggiunto un accordo non solo su una<br />

candidatura unitaria per Milano, superando<br />

lo scoglio Albertini (che ha ritirato<br />

il suo veto), ma anche sulla suddivisione<br />

dei seggi alle prossime politiche.<br />

Entrambi hanno comunque spiegato che<br />

si tratta principalmente di un accordo<br />

sul programma. «Si dovrà distinguere<br />

tra quei collegi con la vittoria sicura e<br />

quelli in cui si dovrà combattere ma<br />

non ci saranno egoismi. Sui nomi vedremo<br />

in futuro — ha sottolineato Berlusconi<br />

— mentre sui numeri parleremo<br />

più avanti». A conferma di questo, anche<br />

Bossi ha precisato che «gli accordi<br />

non dipenderanno dal numero dei parlamentari,<br />

che non è importante, ma dalla<br />

sottoscrizione di un programma. Chi lo<br />

firma è con noi, chi non lo firma è contro».<br />

L'incontro tra il leader del Carroccio<br />

e quello del Polo sembra aver sciolto anche<br />

il nodo legato all'alleanza con il<br />

Nuovo Psi; nodo creato dallo stesso Bossi<br />

quando, nei giorni scorsi, aveva pubblicamente<br />

escluso la partecipazione della<br />

Lega ad un’alleanza elettorale che<br />

comprendesse anche il Nuovo Psi. Ieri,<br />

invece, Bossi è parso conciliante: «Mi<br />

pare che siano tutti ragazzi giovani. Certo<br />

ha lo stesso nome di quello di prima,<br />

ma sarebbe sciocco non capire che è<br />

cambiato tutto rispetto al passato».<br />

Come detto, anche il centro sinistra<br />

ha superato un ostacolo. La coalizione,<br />

dopo aver accantonato l'ipotesi di candidare<br />

Mastella a sindaco di Napoli, avversata<br />

da più parti e in particolare da<br />

Bassolino, ha trovato un accordo sul nome<br />

di Rosa Russo Jervolino. La candidatura<br />

della parlamentare del Ppi — annunciata<br />

ufficialmente dal leader del<br />

centro sinistra — Rutelli — toglie quindi<br />

le castagne dal fuoco al tavolo locale di<br />

confronto tra la coalizione di governo e<br />

Rifondazione comunista, fino a lunedì<br />

ancora in piena impasse. Nella riunione<br />

tenutasi nella sede dei Ds, infatti, il nome<br />

della Jervolino era stato fatto e auspicato<br />

più volte come l’unico in grado<br />

di riproporre agli elettori napoletani il<br />

modello di coalizione campano, ovvero<br />

quello che va dall’Udeur a Rifondazione<br />

comunista, secondo una collaudata formula<br />

che istituzionalmente governa alla<br />

Regione con Bassolino e al Comune.<br />

Qualche schiarita, poi, si registra più<br />

in generale nei rapporti tra centro sinistra<br />

e Prc. Bertinotti, infatti, ha apprezzato<br />

le parole di Rutelli «che si è dissociato<br />

dall’operazione militare portata<br />

avanti dai pasdaran in una guerriglia a<br />

sinistra della coalizione contro Prc» e gli<br />

ha indicato la strada possibile nei rapporti<br />

con il Prc: la non belligeranza, che<br />

Rifondazione ha già deciso alla Camera<br />

«con un atto generoso, unilaterale, senza<br />

scambi». «Non farci la guerra — ha<br />

aggiunto — noi lo abbiamo già deciso»<br />

per Montecitorio. Il segretario di Prc<br />

tuttavia conferma che il partito si presenterà<br />

al Senato, un punto che considera<br />

«irremovibile».<br />

Resta da segnalare, infine, il nuovo<br />

fronte aperto dalla guerra dei sondaggi,<br />

alla quale ha deciso di partecipare pienamente<br />

anche il centro sinistra. Una<br />

guerra di cifre che, tra numeri fortemente<br />

discordanti e difficilmente verificabili,<br />

rischia di rendere ancora più incomprensibile<br />

una campagna elettorale<br />

già tesa e confusa. Gli elettori più che di<br />

numeri avrebbero bisogno di programmi.<br />

Pacchetto sicurezza:<br />

maggioranza battuta<br />

ROMA — Maggioranza battuta alla<br />

Camera sul pacchetto sicurezza:<br />

per nove voti è stato approvato un<br />

emendamento delle opposizioni<br />

che cancella il primo articolo sulla<br />

concessione della custodia cautelare.<br />

Anche i Verdi hanno votato<br />

con le opposizioni.<br />

Ue: via libera<br />

a programma stabilità<br />

ROMA — La Commissione europea<br />

ha dato via libera mercoledì al<br />

programma di stabilità dell’Italia<br />

per gli anni 2001-2004. Tuttavia<br />

l'Italia non deve più rinviare la revisione<br />

del sistema pensionistico.<br />

Inoltre esistono «rischi» che gli<br />

obiettivi di deficit fissati per i prossimi<br />

anni «non siano pienamente<br />

rispettati».<br />

Umts: il Tar cancella<br />

la multa a «Blu»<br />

ROMA — Il Tar del Lazio ha depositato<br />

mercoledì la sentenza con la<br />

quale ha accolto il ricorso del consorzio<br />

«Blu», annullando le sanzioni<br />

di 4.000 miliardi di lire per l'asta<br />

per l'Umts. Il ministro delle Comunicazioni,<br />

Cardinale, non ha escluso<br />

un ricorso del Governo al Consiglio<br />

di Stato.<br />

10 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Giovedì 25 Gennaio 2001<br />

TRENTO — Anche in Trentino, come nel<br />

resto d'Italia, le famiglie con membri affetti<br />

da malattie degenerative e le organizzazioni<br />

che operano in loro favore hanno<br />

forte bisogno di sostegno.<br />

Da approfondite verifiche sullo scenario<br />

dei servizi alla persona emerge la necessità<br />

di un impegno costante di sensibilizzazione<br />

della comunità e di un conseguente<br />

aiuto concreto, da parte di chi è<br />

disponibile, nell'assistenza agli ammalati.<br />

Prendendo spunto da questa realtà, la<br />

MUCCA PAZZA Molte dichiarazioni contrastanti<br />

La gente disorientata<br />

dalla poca chiarezza<br />

ROMA, 24.<br />

L'opinione pubblica è disorientata dalle<br />

discordanti e contraddittorie dichiarazioni<br />

sull'emergenza mucca «pazza»<br />

espresse in questi giorni dalle autorità<br />

competenti. La gente, che avrebbe diritto<br />

di sapere con precisione cosa può<br />

mangiare e cosa non può mangiare, è<br />

invece tenuta nell'incertezza. Logica la<br />

paura del consumatore, attanagliato da<br />

una sorta di psicosi davanti al banco degli<br />

alimentari, quella stessa psicosi che<br />

ieri il ministro della Sanità, Veronesi, ha<br />

però definito «incomprensibile» perché il<br />

sistema di vigilanza «è l’elemento di garanzia<br />

per la sicurezza degli alimenti,<br />

carni comprese, che arrivano sulle nostre<br />

tavole». Nessun altro Paese, per Veronesi,<br />

«ha un’analoga rete di tecnici ed<br />

esperti di grande esperienza che controllano<br />

la catena alimentare».<br />

Tutt'altro che tranquillizzanti, di contro,<br />

le dichiarazioni del ministro delle<br />

Politiche agricole, Pecoraro Scanio, che<br />

ieri ha accusato la Commissione europea<br />

di aver sottovalutato anni fa l'allarme<br />

per l'encefalopatia spongiforme bovina.<br />

Secondo il ministro, un documento<br />

pubblico di Bruxelles suggerì la disinformazione<br />

come strumento per tranquillizzare<br />

l’opinione pubblica: «Per questo oggi<br />

non può dare lezioni» ha detto Pecoraro<br />

Scanio. Dura la replica della Commissione:<br />

la nuova crisi per la mucca<br />

«pazza» non è nata dalla mancanza di<br />

leggi ma dalla loro scarsa applicazione<br />

da parte di quegli Stati membri — Italia<br />

Approvata<br />

dal Senato<br />

la normativa<br />

sull'elettrosmog<br />

ROMA, 24.<br />

L’assemblea di Palazzo Madama ha<br />

approvato la legge-quadro contro l’inquinamento<br />

elettromagnetico. Il provvedimento<br />

passa ora all’esame della Camera.<br />

È la prima volta che il Paese si dà<br />

una normativa per il controllo delle<br />

emissioni radio ed elettromagnetiche.<br />

Nessun altro Paese della UE ha finora<br />

adottato analoghi provvedimenti.<br />

Il consiglio dei ministri ha anche dato<br />

via libera a 267 miliardi per ricerca, risanamento<br />

e innovazione tecnologica in<br />

tema di elettrosmog come prevede<br />

l’art.112 della Finanziaria 2001.<br />

In Italia ci sono almeno 2.000 tra<br />

scuole, palestre, asili e parchi gioco per<br />

bambini accanto a linee dell’alta e dell’altissima<br />

tensione e ad elettrodotti, accusati<br />

di provocare inquinamento elettromagnetico.<br />

Sono dati forniti dal sottosegretario<br />

all’Ambiente Valerio Calzolaio.<br />

Per 464 siti «sensibili» che si trovano<br />

fra i 60 e i 150 metri di distanza da elettrodotti<br />

da 60 a 380 Kw, esistono già le<br />

coordinate ma per molte regioni è necessario<br />

attendere maggiori informazioni.<br />

«Da una prima verifica, ancora da<br />

completare, emergono 464 siti prioritari<br />

per un eventuale risanamento per rientrare<br />

nel valore di 0,2 microtesla, limite<br />

che la Corte Costituzionale ha riconosciuto<br />

valido per la prevenzione dell’inquinamento<br />

elettromagnetico», ha precisato<br />

lo stesso Calzolaio.<br />

In Italia ci sono anche 160 siti — 132<br />

impianti radiotelevisivi e 28 stazioni radiobase<br />

per telefonia cellulare — fuorilegge.<br />

Mutui: si cerca<br />

di contenere<br />

l'onere del decreto<br />

ROMA, 24.<br />

La maggioranza al Senato prova a riscrivere<br />

l’emendamento al decreto sui<br />

mutui usurai: dopo i nuovi richiami<br />

giunti ieri dalla Banca d’Italia e il monito<br />

del ministro del Tesoro Visco a considerarli<br />

con la dovuta attenzione, il centrosinistra<br />

ha deciso di contenere a<br />

4.000 miliardi l’onere del provvedimento<br />

che ricadrà sul sistema bancario. Anche<br />

quella di ieri è stata una giornata molto<br />

convulsa contrassegnata da una guerra<br />

di cifre sull’effettivo costo della ricontrattazione<br />

da concedere ai consumatori.<br />

Da un lato, il Governatore della Banca<br />

d’Italia Antonio Fazio, in una lettera<br />

inviata ai presidenti delle commissioni<br />

Giustizia e Finanze, ha quantificato in<br />

5.100 mld di lire il costo delle modifiche<br />

che la maggioranza vorrebbe apportare<br />

al decreto, specificando che per il sistema<br />

creditizio sarebbe invece sopportabile<br />

un tasso di sostituzione dell’11,60% e<br />

un tasso famiglie prima casa del 9,60%;<br />

dall’altro versante, c’è una valutazione<br />

degli oneri che, secondo i partiti dell’Ulivo,<br />

non dovrebbe superare i 4.000 mld<br />

di lire ma che dovrebbe poggiare su tassi<br />

più convenienti per i clienti delle banche<br />

(9,96% tasso di sostitituzione, 8,46%<br />

prima casa, 11,46% imprese).<br />

compresa — che per anni si sono ritenuti<br />

indenni dal morbo.<br />

È dunque polemica tra Roma e Bruxelles.<br />

«Con Pecoraro Scanio ci siamo<br />

visti tante volte, non capisco perché non<br />

abbia espresso prima queste considerazioni<br />

— ha dichiarato il commissario europeo<br />

ai consumatori David Byrne —; il<br />

documento a cui fa riferimento è di dieci<br />

anni fa e non riflette il punto di vista<br />

ufficiale di allora. In quel momento i pareri<br />

erano tanti e diversi e successivamente<br />

molte leggi sono state spesso<br />

adottate nonostante la forte opposizione<br />

di alcuni Stati membri». Byrne cita un<br />

caso per tutti: la misura che obbliga a<br />

distruggere il materiale a rischio specifico<br />

è stata proposta dalla Commissione<br />

nel 1996 ma è stata accettata dai Quindici<br />

solo nel giugno 2000, quattro anni<br />

dopo. Tra gli oppositori del provvedimento<br />

c’era anche l’Italia, convinta, come<br />

altri Paesi europei, di essere indenne<br />

dalla Bse.<br />

Nel frattempo proseguono i controlli<br />

e una segnalazione delle autorità sanitarie<br />

della Lombardia ha permesso agli<br />

ispettori della Asl di Oristano di scoprire<br />

due sacchi di mangime fuorilegge, con<br />

farina animale, in un allevamento di Arborea.<br />

Altri 71 sacchi di mangime sospetto<br />

sono stati sequestrati in un altro<br />

deposito dell’Oristanese, a Marrubiu. La<br />

merce — riferisce l'Ansa — sarebbe arrivata<br />

alla «Agrisud» di Marrubiu dalla<br />

«Agribend Europa Italia» di Spessa Po<br />

(Pavia). Sequestro anche nel Maceratese<br />

dove sono stati bloccati 600 chili di<br />

mangime con frammenti ossei.<br />

Procede l'iter<br />

della legge<br />

sui «pentiti»<br />

Trentino: sostegno ai colpiti da malattie degenerative<br />

Fondazione Trentina per il Volontariato ha<br />

deciso di promuovere un'iniziativa specifica<br />

rivolta sia ai familiari di persone colpite<br />

dal morbo di Parkinson, dalla malattia<br />

di Alzheimer e da tumori in fase avanzata,<br />

sia ai volontari disponibili a sostenere<br />

i soggetti colpiti da tali patologie.<br />

Il progetto, intitolato «Il dono di un aiuto»,<br />

consiste nell'organizzazione di un<br />

percorso formativo — articolato in un<br />

AMBIENTE Oltre che in provincia di Napoli<br />

Rifiuti: emergenza<br />

anche nel Salernitano<br />

NAPOLI, 24.<br />

Continua l'emergenza rifiuti in Campania.<br />

Oltre che in provincia di Napoli<br />

(di cui abbiamo riferito ieri) la situazione<br />

appare particolarmente preoccupante<br />

anche in provincia di Salerno, dopo la<br />

chiusura della discarica di Parapoti disposta<br />

dalla magistratura per grave inquinamento<br />

ambientale. Per cercare di<br />

trovare una soluzione si è svolta ieri pomeriggio<br />

a Napoli una riunione tra il<br />

presidente della Regione Campania, Bassolino,<br />

e il prefetto di Salerno, Laudanna,<br />

il quale ha affermato: «La soluzione<br />

Biella: salite a tre<br />

le vittime<br />

dell'esplosione<br />

BIELLA, 24.<br />

Sono salite a tre le vittime della<br />

tragica esplosione verificatasi due<br />

settimane fa in un'azienda tessile<br />

di Vigliano (Biella). Dopo la morte<br />

del dipendente Carlo Coletta,<br />

42 anni, avvenuta a due giorni<br />

dall'esplosione, e quella di un altro,<br />

Graziano Roccato di 49, avvenuta<br />

ieri, nella successiva nottata<br />

è deceduto un altro dei feriti,<br />

Renzo Triban di 45 anni. Degli altri<br />

feriti, versano ancora in coma<br />

farmacologico Marco De Bernardi,<br />

Marco Falla e Pasquale Carà.<br />

ROMA, 24.<br />

La Camera ha approva a larghissima<br />

maggioranza la riforma della legge sui<br />

«pentiti». Il provvedimento ora torna al<br />

Senato per il via libera definitivo, dopo<br />

le modifiche introdotte a Montecitorio. I<br />

sì sono stati 351, 6 gli astenuti, nessun<br />

voto contrario.<br />

Il provvedimento è rimasto immutato<br />

nella sostanza. Novità sono state introdotte<br />

invece a Montecitorio sulla disciplina<br />

relativa ai testimoni: vengono previste<br />

forme di tutela e in grado di favorire<br />

il loro reinserimento nella società<br />

lontano dal luogo dove hanno reso la loro<br />

testimonianza. Le nuove norme prevedono<br />

un limite temporale entro il quale<br />

il collaboratore deve dire tutto quello<br />

che sa: sei mesi, durante i quali l’aspirante<br />

pentito resta in carcere o in una<br />

struttura segreta. Non più, quindi, dichiarazioni<br />

«a rate»: nei sei mesi il collaboratore<br />

deve raccontare fatti ed episodi<br />

«non noti» e «utili a prevenire crimini»;<br />

deve riferire tutto ciò che ha fatto e tutti<br />

i guadagni illeciti suoi e dell’organizzazione<br />

o di altri criminali di cui sia a<br />

conoscenza. Terminato il periodo, il giudice<br />

decide se ammetterlo al programma<br />

di protezione speciale.<br />

Caso Soffiantini:<br />

Cassazione conferma<br />

condanna gen. Delfino<br />

«corso di base» ed in tre «corsi specialistici»<br />

— con il quale si intende promuovere<br />

la diffusione di una cultura di solidarietà<br />

attiva.<br />

Il corso base prevede una serie di lezioni<br />

mirate a fornire le conoscenze e le<br />

nozioni essenziali per permettere al familiare<br />

e al volontario di offrire un aiuto psicologico<br />

ed operativo adeguato. Nei tre<br />

corsi specialistici, invece, si potrà appro-<br />

ACQUISTO TMC Esclusa l'ipotesi del decreto<br />

Telecom Italia e Seat Pagine Gialle<br />

accettano le condizioni contenute<br />

nella delibera dell'Antitrust<br />

ROMA, 24.<br />

Telecom Italia e Seat Pagine Gialle<br />

sono disposte ad accettare le condizioni<br />

poste dalla delibera dell’Antitrust<br />

per l’acquisto di Telemontecarlo ed<br />

esprimono, in una nota, la propria<br />

soddisfazione per la decisione adottata<br />

dall’organismo di garanzia «che autorizza<br />

l’acquisizione di Tmc da parte di<br />

Seat, pur condizionandone l’esecuzione».<br />

Le due società, aggiungono, «ritenendo<br />

palesemente illegittima la decisione<br />

assunta lo scorso 17 gennaio dal-<br />

Incidenti sul lavoro:<br />

ancora due lutti<br />

in Liguria e in Umbria<br />

PERUGIA, 24.<br />

Ancora due lutti sul lavoro in<br />

Liguria e in Umbria. Non s'interrompe<br />

la lunga sanguinosa<br />

catena. Un’autovettura ha investito,<br />

stamane, un gruppo di<br />

operai sull’autostrada Torino-Savona:<br />

uno è deceduto e altri due<br />

sono rimasti feriti. È accaduto<br />

all’altezza di Carcare. L'incidente<br />

mortale in Umbria si è verificato<br />

a Spoleto nel piazzale di un<br />

cementificio. Ne è rimasto vittima<br />

un autista napoletano di 55<br />

anni.<br />

dovrà essere immediata. Nella discarica<br />

di Parapoti venivano scaricati i rifiuti di<br />

oltre 70 Comuni del Salernitano per un<br />

totale di 1.100 tonnellate giornaliere. Il<br />

problema più grave è che nessuna collettività<br />

intende ospitare le discariche,<br />

anche se provvisorie».<br />

Da parte sua il magistrato che ha disposto<br />

la chiusura della discarica, il sostituto<br />

procuratore di Salerno Angelo<br />

Frattini, ha dichiarato: «Il mio interesse<br />

è solo il rispetto della legge. La discarica<br />

di Parapoti è stata gestita da oltre 6 anni<br />

in modo molto superficiale. L'area stava<br />

letteralmente crollando e ho dovuto<br />

prendere i provvedimenti del caso».<br />

Intanto, nel Napoletano, e in particolare<br />

nell'area vesuviana, per fronteggiare<br />

l'emergenza molti abitanti dei Comuni<br />

più vicini al capoluogo, tra cui Cercola<br />

(dove il sindaco ha deciso di adibire<br />

provvisoriamente a luogo di raccolta<br />

provvisorio il nuovo stadio completato)<br />

hanno deciso di trasportare i sacchetti<br />

di rifiuti a Napoli.<br />

Ma ieri sera il sindaco di Cercola ha<br />

rivolto un appello al prefetto dopo che<br />

circa duecento abitanti avevano incendiato<br />

per protesta i sacchetti di rifiuti<br />

davanti all'impianto sportivo. Il sindaco<br />

chiede «un intervento superiore per consentire<br />

la continuazione dei lavori di<br />

stoccaggio dei rifiuti».<br />

In provincia di Napoli sono 72 i comuni<br />

coinvolti nell'emergenza e la situazione<br />

è particolarmente preoccupante in<br />

quelli a più elevata densità abitativa come<br />

Castellammare di Stabia e Torre Annunziata.<br />

ROMA, 24.<br />

La Cassazione ha confermato la condanna<br />

a 3 anni e 4 mesi di reclusione<br />

per il generale dei carabinieri, Francesco<br />

Delfino, per truffa aggravata nell’ambito<br />

del sequestro dell’imprenditore<br />

Giuseppe Soffiantini.<br />

I supremi giudici hanno accolto le richieste<br />

del procuratore generale Antonio<br />

Mura che aveva chiesto la conferma della<br />

condanna emessa dalla Corte di appello<br />

di Brescia.<br />

Giuseppe Soffiantini è stato presente<br />

alla lettura del verdetto. «Sono contento<br />

di questa decisione dei giudici — ha detto<br />

— e del resto ho sempre avuto fiducia<br />

nella magistratura e negli inquirenti».<br />

Nella loro arringa, i difensori del gen.<br />

Delfino avevano cercato di smontare la<br />

configurazione giuridica dell’accusa di<br />

truffa pluriaggravata e truffa aggravata<br />

formulata a carico del loro assistito. Ma<br />

i loro sforzi sono risultati vani. Delfino,<br />

comunque, come ha sottolineato uno<br />

dei legali, non rischia di dover tornare<br />

in carcere in quanto la sua condanna —<br />

avendo già scontato alcuni mesi di carcere<br />

preventivo — è inferiore ai tre anni<br />

e, quindi, può usufruire delle misure alternative<br />

alla detenzione.<br />

l’Autorità di garanzia nelle Comunicazioni,<br />

di aver notificato al Tar del Lazio<br />

il proprio ricorso teso ad ottenere<br />

l’annullamento, previa sospensiva, della<br />

delibera stessa».<br />

Intanto i Ds chiedono una «iniziativa<br />

al Governo per risolvere la questione<br />

Seat-Tmc, dopo il parere positivo alla<br />

fusione dato dall’autorità per la concorrenza.<br />

La richiesta è stata fatta in<br />

un’interrogazione parlamentare del responsabile<br />

per le comunicazioni, Giuseppe<br />

Giulietti, e del capogruppo alla<br />

commissione Trasporti e telecomunicazioni,<br />

Giorgio Panattoni.<br />

Intanto per sbloccare la vicenda<br />

Seat-Tmc il ministro delle Comunicazioni,<br />

Salvatore Cardinale, ha escluso<br />

la strada del decreto, in quanto «non<br />

ci sono le ragioni di urgenza» necessarie,<br />

e perché in ogni caso i tempi parlamentari<br />

non ne consentirebbero la<br />

conversione in legge. «Sono sicuro —<br />

ha detto Cardinale a margine della<br />

presentazione di Smau Mediterraneo<br />

— che la decisione dell’Autorità per le<br />

comunicazioni costituisce un diaframma<br />

che può essere superato con un’ordinanza<br />

e con una sentenza del Tar.<br />

Per sbloccare la vicenda, in ogni caso,<br />

penso si debba arrivare in Parlamento,<br />

che è la sede più autorevole». Riguardo<br />

alla sentenza dell’Antitrust Cardinale<br />

ha spiegato che è stato dato «un sì<br />

molto condizionato, ma questo dovrebbe<br />

casomai determinare una decisione<br />

in Telecom per ricorrere al Tar<br />

oppure no. È un problema della Telecom».<br />

Trieste: troppi<br />

minorenni<br />

immigrati clandestini<br />

fondire la formazione su una singola patologia.<br />

«Il dono di un aiuto» rappresenta il frutto<br />

di una collaborazione sinergica che, oltre<br />

alla Fondazione trentina per il Volontariato,<br />

vede coinvolti l'Azienda sanitaria di<br />

Trento, la Lega per la lotta contro i tumori<br />

e le Associazioni Parkinson ed Alzheimer.<br />

La progettazione e la gestione formativa<br />

sono invece curate dall'Istituto regionale<br />

di studi e ricerca sociale.<br />

MAURIZIO MELLARINI<br />

Case a coppie «in prova»<br />

Un subdolo<br />

attacco<br />

alla famiglia<br />

CRIMINALITÀ Gravemente ferito figlio del titolare<br />

Sanguinosa rapina in tabaccheria<br />

a Napoli: presi i due banditi<br />

NAPOLI, 24.<br />

Sono ancora molto gravi, anche se<br />

leggermente migliorate, le condizioni di<br />

Massimo La Penna, 27 anni, figlio del titolare<br />

di una tabaccheria ferito ieri sera<br />

alla periferia di Napoli a colpi d'arma da<br />

fuoco nel corso di una rapina alla quale<br />

aveva cercato di reagire. Anche suo fratello<br />

Vincenzo, 30 anni, è rimasto ferito,<br />

in modo non grave. La madre dei due<br />

fratelli, Rita Russo, è rimasta a sua volta<br />

leggermente ferita da frammenti di vetro.<br />

Uno dei rapinatori, Giovanni Naboso<br />

di 21 anni, pregiudicato, è stato af-<br />

Malviventi<br />

arrestati in flagrante<br />

a Monza<br />

MILANO, 24.<br />

Due tossicodipendenti trentenni<br />

sono stati arrestati stamane a<br />

Monza durante un tentativo di rapina<br />

ad una tabaccheria. I due sono<br />

sospettati di essere i responsabili<br />

di un'altra trentina di rapine<br />

compiute a Milano e in Brianza<br />

tra cui quella compiuta nel capoluogo<br />

la vigilia di Natale e nel corso<br />

della quale fu ferito l'avventore<br />

di un bar. Sempre a Monza, nel<br />

corso di un'altra operazione, è<br />

stato arrestato un altro tossicodipendente<br />

ritenuto responsabile di<br />

varie rapine.<br />

TRIESTE, 24.<br />

Emergenza a Trieste per gli immigrati<br />

clandestini minorenni non accompagnati.<br />

L’allarme è stato lanciato dall’assessore<br />

comunale ai Servizi Sociali, Cominotto,<br />

che ha annunciato che il Comune<br />

non è più in grado di accogliere altri minori:<br />

a Trieste ce ne sono, al momento,<br />

175 a carico del Comune, mentre la capacità<br />

massima di accoglienza, in varie<br />

strutture cittadine, è di 120.<br />

«Il Comune di Trieste — ha detto Cominotto<br />

— non è più disponibile ad ammassare<br />

minori al di là delle capacità di<br />

decenza e dei limiti fisici e qualità dell’accoglimento,<br />

già valicati. Non accetteremo<br />

più di essere una “galera per minori<br />

in attesa di espulsione”».<br />

L’episodio che ha determinato la reazione<br />

dell'assessore è avvenuto quando<br />

«le forze di polizia hanno imposto al Comune<br />

di accogliere quattro minori stranieri<br />

non accompagnati», nonostante la<br />

totale indisponibilità di spazi d’accoglienza<br />

nelle strutture utilizzate finora<br />

per ospitare tali ragazzi. La stessa Procura<br />

della Repubblica avrebbe mantenuto<br />

un atteggiamento analogo a quello<br />

delle forze dell’ordine.<br />

FIRENZE, 24.<br />

Sempre più matrimoni falliscono<br />

troppo presto, persino nei primi<br />

mesi. Meglio provare prima e per<br />

questo il sindaco di Lastra a Signa,<br />

Carlo Moscardini (Ds), ha inteso<br />

dare una mano alle giovani coppie,<br />

mettendo loro a disposizione — per<br />

alcuni mesi e con un canone di locazione<br />

regolare — due case ristrutturate<br />

con finanziamenti regionali.<br />

Fin qui la notizia che, ad un'analisi<br />

superficiale, potrebbe far risaltare<br />

persino la bontà dell'idea. E<br />

del resto oggi si avverte una carenza<br />

di creatività da parte di politici e<br />

amministratori. Ma in questo caso<br />

specifico si è di fronte ad una trovata<br />

subdola, smaccatamente demagogica,<br />

dietro la quale si cela un<br />

riconoscimento delle «unioni di fatto».<br />

Ma oltre che propagandistica,<br />

in periodo di campagna elettorale,<br />

si tratta di una manovra che tenta<br />

di illudere soprattutto i giovani,<br />

proponendo loro un modello di<br />

unione anomalo, che stravolge il significato<br />

stesso di matrimonio. In<br />

ultima analisi si tratta dell'ennesimo<br />

attacco alla famiglia. Al sindaco<br />

ci permettiamo di chiedere<br />

quante famiglie regolari nel suo comune<br />

non hanno una casa e quante<br />

coppie di fidanzati non possono<br />

sposarsi perché non trovano un'abitazione:<br />

queste non avrebbero<br />

qualche diritto in più?<br />

frontato dai passanti mentre cercava di<br />

fuggire e a stento i Carabinieri lo hanno<br />

sottratto al linciaggio. L'altro era riuscito<br />

a fuggire con un bottino di circa<br />

700.000 lire ma è stato arrestato all'alba<br />

di stamane dai Carabinieri a Casoria, in<br />

casa di alcuni parenti. Si tratta di Ciro<br />

Casanova di 26 anni. Ieri sera era stato<br />

ferito dai rapinatori in modo non grave<br />

anche un artigiano, Vincenzo Albrizio di<br />

31 anni, che aveva cercato di impedirne<br />

la fuga gettando contro di loro una pedana<br />

di legno.<br />

Tra gli abitanti della zona dove è avvenuta<br />

la sanguinosa rapina, San Pietro<br />

a Patierno, sono ancora forti la tensione<br />

e la rabbia. Un commerciante, che ieri<br />

sera è stato tra i primi a soccorrere l'artigiano<br />

Vincenzo Albrizio, ha dichiarato<br />

all'Ansa: «Scrivete pure che siamo stanchi<br />

di subire rapine quasi tutte le sere.<br />

È impossibile andare avanti così. Abbiamo<br />

bisogno di una maggiore presenza<br />

delle forze dell'ordine».<br />

E in effetti la sanguinosa sparatoria di<br />

ieri sera è stata l'epilogo, a Napoli, di<br />

una giornata di violenza nel corso della<br />

quale sono state compiute tre rapine in<br />

dodici ore. Prima della rapina di ieri sera<br />

alla tabaccheria, in mattinata un bandito<br />

solitario aveva rapinato la cassa di<br />

un bar (circa 30.000 lire il modesto bottino)<br />

reagendo a colpi di pistola, andati<br />

fortunatamente a vuoto, al tentativo di<br />

opporsi del titolare. Nel pomeriggio due<br />

banditi avevano rapinato la cassa di un<br />

supermercato al Vomero. Uno dei malviventi,<br />

ferito dalla Polizia durante la fuga,<br />

è stato arrestato.<br />

Negozio per animali<br />

«copriva» traffico<br />

di droga a Palermo<br />

PALERMO, 24.<br />

Un negozio di animali a Palermo serviva<br />

da copertura per un grosso traffico<br />

di droga nella zona di San Lorenzo. La<br />

Polizia lo ha scoperto e all’alba di oggi<br />

ha eseguito 14 ordinanze di custodia<br />

cautelare. Nel corso dell’operazione sono<br />

stati sequestrati anche stupefacenti.<br />

I provvedimenti sono stati firmati dal<br />

gip Viola su richiesta dei sostituti procuratori<br />

Teresi, Gozzo e Paci. L’inchiesta è<br />

stata condotta dagli agenti del commissariato<br />

San Lorenzo e spunti investigativi<br />

sono stati forniti inoltre dal locale<br />

centro operativo del Sisde.<br />

Secondo l’accusa, il punto di riferimento<br />

per gli spacciatori era un negozio<br />

per animali dove venivano portati i cani<br />

e i gatti per essere tosati o lavati. In<br />

realtà, sostiene la Polizia, nell'esercizio<br />

si incontravano i narcotrafficanti per fare<br />

il punto dei loro affari, dividere le<br />

somme di denaro e distribuire ai vari<br />

spacciatori ingenti quantitativi di cocaina,<br />

hascisc ed ecstasy. Gli agenti sono<br />

riusciti a piazzare nel negozio una telecamera<br />

con la quale hanno filmato per<br />

circa un mese tutta l’attività illegale.<br />

Scoperto anche un «libro contabile» sul<br />

quale veniva registrato il movimento di<br />

denaro illecito.


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Anno CXLI - N. 20 (42.658) CITTÀ DEL VATICANO Venerdì 26 Gennaio 2001<br />

Giovanni Paolo II conclude a San Paolo, alla presenza di Delegati delle Chiese e Comunità ecclesiali, la Settimana di Preghiera<br />

per l'Unità dei Cristiani ed esorta a guardare al nuovo millennio come a un'immensa distesa d'acqua nella quale gettare le reti<br />

Ricchi dei segnali profetici<br />

e commoventi dell'Anno Giubilare<br />

proseguiamo insieme<br />

nel cammino verso la piena unità!<br />

«Con animo profondamente riconoscente, ripercorro<br />

con il ricordo l'Anno giubilare. Esso ha registrato,<br />

nell'impegno ecumenico, segnali davvero<br />

profetici e commoventi... Proseguiamo insieme,<br />

con nuovo slancio, nel cammino verso la piena<br />

unità! Cristo cammina con noi». Lo ha detto<br />

Giovanni Paolo II durante la Celebrazione ecumenica<br />

della Parola con i Rappresentanti delle altre<br />

Chiese e Comunità ecclesiali, presieduta nella<br />

mattina di giovedì 25 gennaio, festa della Conversione<br />

di san Paolo Apostolo, nella Basilica di<br />

san Paolo fuori le Mura, a conclusione della Settimana<br />

di preghiera per l'unità dei cristiani. Questi<br />

i punti nodali dell'omelia del Santo Padre:<br />

» «Io sono la via, la verità e la vita» — «Queste<br />

parole del Vangelo di Giovanni hanno rischiarato,<br />

come luce, la Settimana di preghiera<br />

per l'unità dei cristiani che si conclude oggi;<br />

esse rifulgono come una sorta di programma<br />

per il nuovo millennio»;<br />

» Non si debbono e non si possono sminuire<br />

le differenze tuttora esistenti tra di noi — «Il<br />

vero impegno ecumenico non ricerca compromessi<br />

e non fa concessioni per quanto attiene<br />

la Verità. Esso sa che le separazioni tra i cristiani<br />

sono contrarie alla volontà di Cristo; sa<br />

che esse sono uno scandalo, che indebolisce<br />

la voce del Vangelo. Il suo sforzo non è di<br />

ignorarle, ma di superarle»;<br />

» La consapevolezza di ciò che ancora manca<br />

alla piena comunione ci fa apprezzare maggiormente<br />

quanto già condividiamo — «Infatti,<br />

malgrado i malintesi ed i tanti problemi che ci<br />

impediscono ancora di sentirci pienamente uniti,<br />

importanti elementi di santificazione e di verità<br />

dell'unica Chiesa di Cristo, anche fuori dalle<br />

frontiere visibili della Chiesa cattolica, spingono<br />

verso la piena unità»;<br />

» Al di fuori della Chiesa cattolica non c'è il<br />

vuoto ecclesiale — «Esistono anzi molti frutti<br />

dello Spirito come, ad esempio, la santità e la<br />

testimonianza a Cristo, spinta a volte fino all'effusione<br />

del sangue, che inducono all'ammirazione<br />

e alla gratitudine»;<br />

» Rimane luminoso nella memoria l'incontro<br />

in questa Basilica, il 18 gennaio 2000... —<br />

«...quando per la prima volta una Porta Santa è<br />

stata aperta alla presenza di Delegati delle<br />

Cristo cammina con noi<br />

Medio Oriente: riprendono<br />

i colloqui israelo-palestinesi<br />

TEL AVIV, 25.<br />

Dopo una sospensione di due giorni,<br />

riprende oggi il negoziato di pace tra<br />

Israele e Autorità Palestinese (Ap) a Taba,<br />

sul Mar Rosso. L’annuncio è giunto<br />

in nottata da Gerusalemme, dove si è<br />

riunito il Gabinetto di pace presieduto<br />

dal Primo Ministro, Ehud Barak. I colloqui,<br />

interrotti a seguito dell'omicidio di<br />

due israeliani nei Territori, dovrebbero<br />

durare ancora una settimana. Dopo ci<br />

sarà una nuova interruzione, per le elezioni<br />

del 6 febbraio che designeranno il<br />

nome del nuovo Premier israeliano.<br />

Chiunque sia l'interlocutore futuro, i<br />

palestinesi hanno già sottolineato che<br />

perché il negoziato abbia un senso occorre<br />

che Tel Aviv accetti di trattare su<br />

alcuni punti fondamentali. È necessario<br />

che vengano rispettati i termini di riferimento<br />

del processo di pace, vale a dire<br />

le risoluzioni dell'Onu», ha detto il Capo<br />

dei negoziatori dell'Ap, Saeb Erekat. Ciò<br />

significa, per i palestinesi, un ritiro dai<br />

Territori occupati, lo smantellamento<br />

delle colonie, il diritto al ritorno dei profughi<br />

e la discussione su Gerusalemme.<br />

Dopo la maratona negoziale per raggiungere<br />

quanto meno un accordo-quadro<br />

prima che l'ex Presidente degli Stati<br />

Uniti Bill Clinton lasciasse la Casa Bian-<br />

“<br />

ca, anche il progetto di trovare un'intesa<br />

prima delle elezioni israeliane sembra<br />

di difficile realizzazione. La ripresa del<br />

dialogo è tuttavia ritenuta importante<br />

dalla nuova Amministrazione americana<br />

guidata da George W. Bush, impegnata<br />

a riportare le parti al tavolo del negoziato.<br />

Il Segretario di Stato Usa, Colin Powell,<br />

ha avuto ieri il suo primo colloquio<br />

telefonico ufficiale con il Presidente<br />

dell'Ap, Yasser Arafat, mentre nei giorni<br />

scorsi aveva sentito due volte Barak. Da<br />

parte sua Bush ha avuto colloqui con i<br />

leader di Arabia Saudita, Egitto e Giordania<br />

per sottolineare l’importanza che<br />

gli Usa attribuiscono al Medio Oriente.<br />

Intanto sul terreno le violenze non accennano<br />

a diminuire. Due palestinesi sono<br />

morti oggi dopo essere stati feriti da<br />

militari israeliani nella «Striscia di Gaza».<br />

Lo hanno reso noto da fonti ospedaliere<br />

precisando che Safwatt Qishta,<br />

di 16 anni, era rimasto ferito ieri in una<br />

sparatoria nei pressi di Rafiah Yam.<br />

Khalil Samir Al Sindi, di 22 anni, è morto<br />

invece a seguito delle ferite riportate<br />

in uno scontro a fuoco vicino Rafah.<br />

Stamani, inoltre, sono stati arrestati dalla<br />

polizia dell'Ap quattro membri di Al<br />

Fatah, il movimento guidato da Arafat,<br />

accusati dell'omicidio di due israeliani.<br />

Grande è la mia aspettativa per i viaggi che mi condurranno<br />

in Siria ed in Ucraina.<br />

È mio desiderio che essi contribuiscano<br />

alla riconciliazione e alla pace tra i cristiani.<br />

Ancora una volta mi farò pellegrino, in cammino sulle strade<br />

del mondo per testimoniare Cristo «via, verità e vita»<br />

-<br />

”<br />

Udienza di Giovanni Paolo II<br />

al Presidente della Repubblica di Grecia<br />

Giovanni Paolo II ha ricevuto in udienza nel pomeriggio di mercoledì 24 gennaio Sua Eccellenza<br />

il Signor Constantinos Stephanopoulos, Presidente della Repubblica di Grecia, e Seguito.<br />

Chiese e Comunità ecclesiali di tutto il mondo.<br />

Anzi, il Signore mi ha concesso ancora di più:<br />

ho potuto varcare la soglia di quella Porta,<br />

simbolo di Cristo, affiancato dal rappresentante<br />

del mio Fratello d'Oriente, il Patriarca Bartolomeo<br />

e dallo stesso Primate della Comunione<br />

Anglicana. Per un tratto — un tratto troppo<br />

breve! — abbiamo fatto strada insieme. Quanto<br />

è stato incoraggiante quel breve cammino, segno<br />

della provvidenza di Dio lungo la via che<br />

resta da percorrere!»;<br />

» Il Giubileo ha anche richiamato, in modo salutare,<br />

la nostra attenzione sulle dolorose separazioni<br />

che ancora permangono — «Non sarebbe<br />

onesto mascherarle o ignorarle. Esse<br />

non debbono tuttavia sfociare in rimproveri reciproci<br />

o provocare scoraggiamento. Il dolore<br />

per le incomprensioni o i malintesi deve essere<br />

superato con la preghiera e la penitenza,<br />

con gesti d'amore, con la ricerca teologica»;<br />

» Quanta est nobis via? — «Non ci è dato saperlo,<br />

ma ci anima la speranza di essere guidati<br />

dalla presenza del Risorto e dalla forza<br />

inesauribile del suo Spirito, capace di sorprese<br />

sempre nuove»;<br />

» Un compito fondamentale, in questa prospettiva,<br />

è la purificazione della memoria —<br />

«Nel secondo millennio siamo stati opposti e<br />

divisi, ci siamo reciprocamente condannati e<br />

combattuti. Dobbiamo dimenticare le ombre e<br />

le ferite del passato ed essere protesi verso<br />

l'ora di Dio che viene»;<br />

» Il dialogo della carità non sarebbe sincero<br />

senza il dialogo della verità — «Il superamento<br />

delle nostre differenze comporta una seria ricerca<br />

teologica»;<br />

» Non è tuttavia dato a noi di «fare l'unità» —<br />

«Essa è dono del Signore. Dobbiamo dunque<br />

pregare»;<br />

» Grande è la mia aspettativa per i viaggi che<br />

mi condurranno in Siria ed in Ucraina — «È<br />

mio desiderio che essi contribuiscano alla riconciliazione<br />

e alla pace tra i cristiani. Ancora<br />

una volta mi farò pellegrino, in cammino sulle<br />

strade del mondo per testimoniare Cristo “via,<br />

verità e vita”».<br />

NOSTRE<br />

INFORMAZIONI<br />

Pagina 4/5<br />

Il Santo Padre ha ricevuto in udienza nel pomeriggio<br />

di mercoledì 24 Sua Eccellenza il Signor Constantinos<br />

Stephanopoulos, Presidente della Repubblica<br />

di Grecia, e Seguito.<br />

. .<br />

Erezione di Esarcato Apostolico<br />

e relativa Provvista<br />

Il Santo Padre ha eretto l'Esarcato Apostolico per<br />

i cattolici di rito bizantino nell'ex-Repubblica Jugoslava<br />

di Macedonia, con territorio dismembrato dalla<br />

Diocesi di Križevci per i fedeli di rito bizantino.<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha nominato primo Esarca dell'Esarcato<br />

Apostolico per i cattolici di rito bizantino nell'ex-Repubblica<br />

Jugoslava di Macedonia Sua Eccellenza<br />

Reverendissima Monsignor Joakim Herbut, Vescovo<br />

di Skopje.<br />

. .<br />

Nomina di Vescovo Prelato<br />

Il Santo Padre ha nominato Vescovo Prelato di<br />

Chuquibamba (Perú) il Reverendo Monsignor Mario<br />

Busquets Jordá, sacerdote «fidei donum» della Diocesi<br />

di Girona (Spagna), finora missionario nell'Arcidiocesi<br />

di Arequipa.


DAL MONDO<br />

PAGINA<br />

2 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Venerdì 26 Gennaio 2001<br />

ECUADOR Arrestati il comandante e i membri dell'equipaggio della «Jessica»<br />

Galapagos: proseguono senza soste<br />

i tentativi di bonificare l'arcipelago<br />

QUITO, 25.<br />

Il tentativo di bonificare le<br />

coste delle Galapagos inquinate<br />

dalla «marea nera» causata dal<br />

naufragio della petroliera «Jessica»<br />

prosegue senza sosta,<br />

mentre sono stati tratti in arresto<br />

il comandante e l'equipaggio<br />

della nave.<br />

Sette tonnellate di nafta sono<br />

state ieri raccolte nella Baia<br />

Tortuga dell’isola di Santa<br />

Cruz. «La nafta — ha dichiarato<br />

il Governatore delle Galapagos,<br />

Fabian Parra — è stata<br />

tolta dalle spiagge con badili e<br />

secchi e immagazzinata poi in<br />

diversi serbatoi. All’apparenza,<br />

la marea nera non ha danneggiato<br />

alcun animale». A Santa<br />

Cruz sono presenti colonie di<br />

iguane marine, di sule e di leo-<br />

ni marini. La zona raggiunta<br />

dalla marea nera si trova sulla costa<br />

Sud-Ovest dell'isola di 986 chilometri<br />

quadrati, vicino a Puerto Ayora, una cittadina<br />

di 6.000 abitanti situata a circa 60<br />

chilometri a Nord-Ovest di San Cristobal.<br />

Ma in altre isole dell'arcipelago la situazione<br />

appare ben più grave. Si calcola<br />

che dalla nave siano fuoriusciti<br />

600.000 litri di petrolio che, secondo il<br />

direttore del Parco nazionale delle Galapagos,<br />

hanno raggiunto 3 delle 13 isole<br />

dell’arcipelago, tra cui quella di Santa<br />

Cruz, dove vivono foche, pellicani ed albatri<br />

oltre alle famose tartarughe, e le<br />

STATI UNITI Auspicata una «profonda collaborazione»<br />

Messaggio di Putin<br />

a George W. Bush<br />

WASHINGTON, 25.<br />

Un messaggio augurale rivolto al Presidentedegli<br />

StatiUniti,George W. Bush<br />

è stato ieri inviato dal Presidente russo<br />

Vladimir Putin, il quale — secondo<br />

quanto riporta l'«Ansa» — ha espresso<br />

la volontà del Cremlino «di proseguire e<br />

approfondire la cooperazione tra Russia<br />

e Stati Uniti». Putin ha anche sottolineato<br />

la necessità di rapporti tra Mosca e<br />

Washington in un quadro di reciproca<br />

collaborazione ed ha auspicato «una risposta<br />

congiunta alle sfide che il XXI secolo<br />

pone atuttala comunità mondiale».<br />

Il Presidente russo ha inoltre evidenziato<br />

come negli ultimi anni Russia e Usa abbiano<br />

migliorato i rapporti, con «vantaggio<br />

reciproco», e abbiano in diversi casi<br />

saputo «agire insieme o seguendo rotte<br />

parallele» nell’interesse «della pace e della<br />

stabilità internazionale».<br />

Li Zhaoxing, Ambasciatore di Cina a<br />

Washington, è stato intanto il primo diplomatico<br />

che il generale Colin Powell<br />

ha incontrato nelle nuove funzioni di Segretario<br />

di Stato. Ma il portavoce di Powell<br />

ha subito tenuto a precisare che la<br />

precedenza accordata ieri al diplomatico<br />

cinese non ha significato politico: Li sta<br />

MARIO AGNES<br />

Direttore responsabile<br />

TIPOGRAFIA VATICANA<br />

EDITRICE<br />

«L'OSSERVATORE ROMANO»<br />

Redazione:<br />

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de «L'Osservatore Romano»<br />

a cura di Arturo Mari<br />

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de «L'OSSERVATORE ROMANO»<br />

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Un leone marino vittima della chiazza di petrolio<br />

spiagge turistiche di Baia Tortuga. «Stiamo<br />

monitorando — ha detto il direttore<br />

del Parco — le isole di Santiago e di<br />

Bartolomé a Nord di Santa Cruz, dove,<br />

a quanto sospettiamo, potrebbe essere<br />

giunta la macchia di petrolio e potrebbero<br />

esserci animali colpiti». Da ricognizioni<br />

aeree si è calcolato che la macchia<br />

è ampia circa 3.000 chilometri quadrati.<br />

Il comandante e l’equipaggio della petroliera<br />

sono stati intanto arrestati. Lo<br />

hanno reso noto ieri fonti della marina<br />

mercantile ecuadoriana. Il comandante<br />

della «Jessica», Tarquinio Arevalo, e i<br />

suoi uomini non potranno parlare con i<br />

per lasciare Washington ed era in visita<br />

di commiato. Nell’agenda di Powell, ci<br />

sono, per oggi e domani, i primi incontri<br />

con suoi colleghi: il canadese John<br />

Manley e il giapponese Yohei Kono. Il<br />

primo degli europei dovrebbe essere il<br />

britannico Robin Cook, il 6 febbraio,<br />

mentre il Ministro degli esteri tedesco,<br />

Joschka Fischer, è atteso più tardi, sempre<br />

a febbraio. Quanto a un viaggio di<br />

Powell in Europa, fonti del Dipartimento<br />

di Stato lo giudicano «plausibile» per<br />

l’inizio di marzo. Powell ha anche avuto<br />

un’intensa attività telefonica, dedicata<br />

specialmente al Medio Oriente: ha già<br />

parlato almeno due volte con il Premier<br />

israeliano, Ehud Barak, e le fonti non<br />

escludono ulteriori contatti nelle prossime<br />

ore anche con il Presidente dell'Autorità<br />

palestinese, Yasser Arafat.<br />

Il Senato degli Stati Uniti ha intanto<br />

ieri ratificato all’unanimità la nomina di<br />

altri due Ministri designati dal Presidente<br />

Bush: Tommy Thompson (salute e<br />

servizi umani) e Norman Mineta (trasporti).<br />

Thompson, ex Governatore del<br />

Wisconsin, dovrà gestire la riforma della<br />

politica sanitaria. Mineta ha ricoperto lo<br />

stesso incarico durante l'amministrazione<br />

Clinton. Con i voti su Thompson e<br />

Mineta, sono 11 Ministri già confermati<br />

dal Senato Usa. Per tre dei quattro mancanti<br />

la conferma dovrebbe giungere<br />

martedì prossimo: si tratta di Christie<br />

Whitman (ambiente), Gale Norton (interno)<br />

ed Elaine Chao (lavoro). Più incerti<br />

i tempi del voto su John Ashcroft<br />

(giustizia). Sulla sua nomina, il Senato<br />

potrebbe pronunciarsi entro la fine della<br />

prossima settimana.<br />

Gran Bretagna: Blair<br />

nomina il Ministro<br />

per l'Irlanda del Nord<br />

LONDRA, 25.<br />

Il Premier britannico, Tony Blair, ha<br />

nominato John Reid Ministro per l’Irlanda<br />

del Nord poche ore dopo le dimissioni<br />

dall'incarico di Peter Mandelson. Lo<br />

ha annunciato ieri sera un portavoce del<br />

Governo di Londra, precisando che le<br />

funzioni di Reid, fino ad ora Ministro<br />

per la Scozia, verranno svolte dal responsabile<br />

del Dicastero dell’Energia<br />

Helen Liddel.<br />

Mandelson si è dimesso dopo essere<br />

stato accusato di essere intervenuto personalmente<br />

per favorire la concessione<br />

del passaporto britannico a un controverso<br />

uomo d’affari indiano, Srichand<br />

Hinduja.<br />

La giornata di ieri era iniziata con un<br />

lungo incontro a Downing Street tra<br />

Blair e Mandelson. Poche ore prima<br />

Mandelson aveva ammesso di avere fatto<br />

una telefonata nel 1998 a un Sottosegretario<br />

agli Interni per informarsi sulle<br />

possibilità di ottenere la cittadinanza da<br />

parte di Hinduja, uno dei finanziatori<br />

dello sfortunato Dome di Greenwich.<br />

Questo aveva causato una serie di richieste<br />

di dimissioni alle quali Mandelson<br />

ha ceduto.<br />

giornalisti prima di essere interrogati<br />

perché, secondo le<br />

autorità, potrebbero subire delle<br />

pressioni e fare dichiarazioni<br />

non pienamente rispondenti al<br />

vero sull’incidente.<br />

Un gruppo di tecnici nordamericani<br />

incaricati di recuperare<br />

il combustibile ancora presente<br />

nei serbatoi della nave<br />

hanno ieri segnalato di avere<br />

difficoltà a causa del peggioramento<br />

delle condizioni atmosferiche.<br />

D’altra parte, l’Istituto<br />

oceanografico militare ha<br />

annunciato mareggiate a partire<br />

da ieri notte. Da lunedì<br />

scorso a ieri l’inclinazione della<br />

«Jessica» è aumentata da 40 a<br />

60 gradi e la petroliera, gravemente<br />

danneggiata, è molto instabile.<br />

Tre esperti della speciale «ta-<br />

sk force» europea contro l’inquinamento<br />

marino provocato da incidenti in mare<br />

sono stati nel frattempo inviati dalla<br />

Commissione Ue nelle Galapagos per<br />

aiutare l’Ecuador nell’opera di disinquinamento<br />

delle acque e delle coste. L’invio<br />

dei tre esperti, dalla Spagna, dalla<br />

Francia e dalla Gran Bretagna, fa seguito<br />

ad una specifica richiesta delle autorità<br />

ecuadoriane giunta a Bruxelles. La<br />

«task force» europea collaborerà nella<br />

definizione delle migliori misure da<br />

prendere per minimizzare l’impatto dell’inquinamento<br />

e assicurare il risanamento<br />

dell’area colpita.<br />

Aiuti della Commissione Ue alle popolazioni del Pakistan, del Bangladesh e ai profughi delle Molucche<br />

BRUXELLES — La Commissione Ue ha<br />

stanziato circa 15 miliardi di lire (7,5 milioni<br />

di euro) per finanziare tre interventi<br />

a favore delle vittime della siccità che ha<br />

colpito il Pakistan, delle vittime dell’alluvione<br />

che ha devastato il Bangladesh, e a<br />

favore dei profughi fuggiti dall'arcipelago<br />

indonesiano delle Molucche. Gli aiuti saranno<br />

gestiti dall’Ufficio per gli aiuti umanitari<br />

dell’Unione europea (Echo)<br />

Turchia:<br />

ucciso il capo<br />

della polizia<br />

di Dyarbakir<br />

ANKARA, 25.<br />

Il capo della polizia di Dyarbakir, la<br />

maggiore città della regione curda controllata<br />

dalla Turchia, è stato ucciso in<br />

un attentato assieme ad altri cinque<br />

agenti. Lo ha reso noto il Primo Ministro<br />

Bulent Ecevit, precisando che il<br />

commando ha prima fatto esplodere<br />

una bomba contro la macchina in cui<br />

viaggiava Gaffar Okan e poi ha aperto il<br />

fuoco.<br />

Altri quattro agenti e uno dei terroristi<br />

sono rimasti feriti nella sparatoria<br />

che è seguita all'attentato.<br />

Okan era stato minacciato dall'organizzazione<br />

estremista Hezbollah per avere<br />

condotto lo scorso anno una serie di<br />

operazioni che avevano portato all’arresto<br />

di centinaia di presunti guerriglieri.<br />

«È certo che esistono persone che in<br />

Turchia non possono accettare la pace e<br />

l’ordine — ha detto Ecevit — ma non<br />

verrà permesso loro di raggiungere i loro<br />

obiettivi».<br />

L’assassinio di Okan fa seguito ad un<br />

attacco, sferrato il 4 gennaio scorso contro<br />

un Commissariato di polizia ad<br />

Istanbul, rivendicato dagli estremisti di<br />

sinistra appartenenti al Fronte di Liberazione<br />

del Popolo Rivoluzionario<br />

(Dhkp/C). L'azione era stata avviata come<br />

rappresaglia a seguito delle operazioni<br />

attraverso le quali la polizia turca ha<br />

represso un movimento di protesta in<br />

diversi Istituti penitenziari del Paese. In<br />

un comunicato, il Dhkp/C aveva annunciato<br />

nuovi attentati.<br />

Per l’intervento in Pakistan — che prevede<br />

operazioni anche nelle aree confinanti<br />

dell’Afghanistan e dell’Iran — saranno<br />

sborsati circa 8 miliardi di lire (4 milioni<br />

di euro) per cercare di mitigare gli effetti<br />

sulla popolazione della più lunga siccità<br />

degli ultimi trent’anni. Tre miliardi di<br />

lire (1,5 milioni di euro) andranno invece<br />

alla Croce rossa internazionale, a Medici<br />

senza frontiere e ad altre organizzazioni<br />

RUSSIA Dopo 14 mesi di guerra Mosca mira a neutralizzare i leader dei ribelli<br />

Il contingente federale in Cecenia<br />

sarà ridotto a quarantamila unità<br />

MOSCA, 25.<br />

Potrebbe scendere nei prossimi mesi a<br />

non più di 40.000 unità il numero degli<br />

effettivi del contingente militare russo<br />

dislocato in Cecenia, rispetto agli oltre<br />

80.000 schierati nella fase più accesa<br />

della guerra con la guerriglia islamicoseparatista.<br />

Lo ha affermato ieri l'ex<br />

Muftì, Akhmad Kadyrov, capo dell’amministrazione<br />

cecena filorussa.<br />

Commentando la notizia resa nota<br />

sempre ieri dell’avvio a metà febbraio di<br />

un parziale ritiro di reparti federali dalla<br />

regione, Kadyrov ha detto all’agenzia di<br />

stampa «Interfax» che in questa fase il<br />

ripiegamento delle unità «in eccesso»<br />

può essere solo utile. A suo giudizio, occorre<br />

infatti un maggiore impiego di reparti<br />

d'élite e unità dei servizi segreti<br />

per colpire le ultime formazioni ribelli<br />

ancora attive e sparpagliate ormai in<br />

piccoli «commando», nonché per neutralizzare<br />

i capi della guerriglia.<br />

Kadyrov si è detto pertanto d’accordo<br />

con la recente decisione del Presidente<br />

russo, Vladimir Putin, di trasferire il comando<br />

del contingente federale in Cecenia<br />

dallo stato maggiore della difesa ai<br />

vertici dei servizi segreti («Fsb», ex<br />

«Kgb»). Tale decisione è stata annunciata<br />

il 22 gennaio scorso dal Cremlino, insieme<br />

con l’intenzione di avviare una<br />

parziale riduzione del numero degli effettivi<br />

dislocati nella Repubblica federata<br />

caucasica da 14 mesi. Putin ha comunque<br />

precisato che l’operazione contro la<br />

guerriglia separatista prosegue e che si<br />

concentrerà ora soprattutto sulla caccia<br />

ai capi. Dall’inizio del conflitto, secondo<br />

le cifre ufficiali, le Forze federali hanno<br />

Francia: quattro marinai imprigionati<br />

in una nave rovesciatasi vicino al porto<br />

PARIGI, 25.<br />

È stato tratto in salvo<br />

uno dei cinque marinai<br />

intrappolati in una piccola<br />

nave da trasporto<br />

rovesciatasi ieri in Francia<br />

a soli 200 metri dal<br />

porto di La Turballe nella<br />

regione della Loira<br />

atlantica. Per i suoi<br />

quattro compagni ritenuti<br />

ancora in vita i tentativi<br />

di salvataggio sono ieri<br />

stati momentaneamente<br />

sospesi perché giudicati<br />

troppo pericolosi. Il<br />

Prefetto della regione ha<br />

riferito che il marinaio<br />

salvato è in stato di<br />

shock ed è leggermente<br />

ferito. Secondo i pompieri è stato possibile<br />

recuperarlo perché si trovava nella<br />

sala macchine. Gli altri invece si sono rifugiati<br />

in un compartimento stagno in<br />

una zona al momento irraggiungibile<br />

per i soccorritori.<br />

Comunque si è potuto pompare dell’ossigeno<br />

nel luogo dove si trovano e<br />

quindi si spera di poterli salvare. Il naufragio<br />

è avvenuto per ragioni ancora<br />

perso non meno di 3000 uomini in Cecenia.<br />

Ancora più gravi, e tuttavia non<br />

quantificabili esattamente, sarebbero le<br />

perdite tra i guerriglieri ceceni, ma pure<br />

tra la martoriata popolazione civile.<br />

Intanto, mentre la Duma di Stato (la<br />

Camera bassa del Parlamento russo) ha<br />

approvato ieri in seconda lettura il testo<br />

che trasforma in legge il decreto in favore<br />

degli ex Presidenti russi varato da Putin<br />

al momento della sua ascesa al Cremlino,<br />

nessuna revisione delle privatizzazioni<br />

in Russia, nessuna nazionalizzazione,<br />

ma anzi nuove leggi per «sburo-<br />

Non si allenta la morsa del gelo<br />

in Estremo Oriente e in Siberia<br />

MOSCA, 25.<br />

Si accentua l'ondata di gelo nell’Estremo Oriente russo e in Siberia, mentre<br />

i termometri hanno ripreso a scendere anche nella Russia europea, finora caratterizzata<br />

da un inverno insolitamente «mite». Casi di morti per assideramento<br />

o, ancor più di frequente, di amputazioni di arti mandati in cancrena<br />

dal freddo, sono stati segnalati anche nelle ultime ore, in varie regioni. La situazione<br />

più difficile resta in Estremo Oriente, nella regione di Vladivostok,<br />

dove circa 18.500 dei due milioni di abitanti della zona, sono alle prese da<br />

una settimana anche con il blocco degli impianti di riscaldamento, a causa di<br />

avarie e calcoli sbagliati delle autorità locali sulle scorte di combustibile. Ci si<br />

arrangia con le stufe, ma le temperature attorno ai meno 30 non danno tregua.<br />

L’uso di vecchie stufe elettriche è del resto alla base degli incendi che<br />

hanno provocato la morte di una decina di persone negli ultimi giorni. Le<br />

temperature sono intanto precipitate a meno 20 pure nella lontana Russia europea,<br />

compresa — ed è un fatto raro — la regione agricola meridionale di<br />

Voroniezh dove, secondo il giornale «Izvestia», sono a rischio le colture di<br />

grano. Anche a Mosca le massime non superano i 12-13 gradi sottozero.<br />

Soccorritori sul fondo della nave rovesciata<br />

ignote. L’imbarcazione, denominata<br />

«Iles du Ponant», ondeggia fortemente a<br />

causa del moto ondoso e l’intervento dei<br />

sommozzatori è particolarmente rischioso.<br />

Una quindicina di uomini hanno cercato<br />

inutilmente di praticare un’apertura<br />

nello scafo. È atteso l’arrivo di un elicottero<br />

con quattro sommozzatori artificieri<br />

e materiale speciale per cercare di<br />

aprire il fondo dello scafo.<br />

attive in Bangladesh per alleviare le sofferenze<br />

delle popolazioni colpite dall’alluvione<br />

che ha devastato le regioni occidentali<br />

del Paese. Aiuti per circa 4 miliardi di<br />

lire sono stati infine stanziati per assistere<br />

le oltre 400.000 persone che hanno dovuto<br />

abbandonare le proprie case nelle<br />

isole Molucche a causa delle violenze a<br />

sfondo etnico-religioso che imperversano<br />

nell'arcipelago dall'inizio del 1999.<br />

EX ZAIRE Dall'Assemblea costituente e legislativa<br />

Joseph Kabila<br />

proclamato Presidente<br />

KINSHASA, 25.<br />

Il generale Joseph Kabila è stato proclamato<br />

ieri Presidente della Repubblica<br />

Democratica del Congo (Rdc, ex Zaire)<br />

dall'Assemblea costituente e legislativa,<br />

il Parlamento di transizione non elettivo.<br />

Il nuovo Capo dello Stato succede nella<br />

carica al padre Laurent-Désiré Kabila,<br />

assassinato la settimana scorsa in un<br />

oscuro complotto.<br />

Joseph Kabila, che presterà oggi giuramento<br />

davanti alla Corte suprema, è<br />

stato proclamato Presidente per alzata<br />

di mano dai 225 membri dell'Assemblea<br />

Nigeria: Obasanjo<br />

attua un rimpasto<br />

dell'Esecutivo<br />

ABUJA, 25.<br />

Il Presidente della Nigeria, Olusegun<br />

Obasanjo, ha sciolto ieri il<br />

Governo e ha trasmesso al Parlamento<br />

perché l'approvi una nuova<br />

lista di Ministri. L'Esecutivo<br />

uscente era in carica dal maggio<br />

del 1999. Nel dare l'annuncio del<br />

rimpasto, Obasanjo ha dichiarato<br />

che il 2001 sarà un anno decisivo<br />

«per la sua Amministrazione, per<br />

il progresso della democrazia e<br />

per la Nigeria in quanto Nazione».<br />

cratizzare l'economia» e «liberalizzare le<br />

operazioni in valuta» sono state promesse<br />

dal Presidente Putin in una riunione<br />

al Cremlino con una quindicina tra i<br />

maggiori uomini d'affari del Paese.<br />

Infine, oggi alle 14.30 (le 20.30 in Italia)<br />

Pavel Borodin, l'ex tesoriere del Cremlino,<br />

arrestato a New York su mandato<br />

di cattura emesso dai magistrati della<br />

Svizzera, tornerà in aula e i suoi legali<br />

chiederanno al giudice di Brooklyn, a<br />

cui è affidato il caso, gli arresti domiciliari<br />

per Borodin in attesa che prosegua<br />

l'iter per l'estradizione.<br />

Svizzera: apertura<br />

a Davos del Forum<br />

economico mondiale<br />

BERNA, 25.<br />

Si apre oggi, nella stazione turistica<br />

elvetica di Davos, l'annuale Forum economico<br />

mondiale, che si concluderà<br />

martedì prossimo. Vi parteciperanno<br />

trenta Capi di Stato, Ministri di 80 Paesi,<br />

tremila rappresentanti del mondo politico<br />

e finanziario, delle università, dei<br />

mass media. La manifestazione si articolerà<br />

in centinaia di seminari e di gruppi<br />

di lavoro. Al centro dei dibattiti figurano<br />

la globalizzazione dei mercati, il sostegno<br />

alla crescita economica, l'esigenza<br />

di ridurre il divario tra Paesi ricchi e poveri.<br />

Tra le presenze di spicco annunciate<br />

quelle del Presidente jugoslavo Vojislav<br />

Kostunica, del leader palestinese Yasser<br />

Arafat e dell'israeliano Shimon Peres. Il<br />

tradizionale appuntamento di Davos costituisce<br />

infatti anche un'occasione privilegiata<br />

per avviare, in un contesto informale,<br />

contatti e consultazioni preliminari<br />

sulle crisi internazionali di natura politico-militare.<br />

Il Governo elvetico ha adottato imponenti<br />

misure di polizia per impedire i<br />

consueti disordini fomentati dal cosiddetto<br />

«popolo di Seattle», vale a dire i<br />

movimenti anti-globalizzazione.<br />

(che ne conta 300) presenti alla seduta.<br />

La vita è tornata alla normalità a Kinshasa,<br />

che ha ripreso oggi il suo aspetto<br />

normale dopo le convulse vicende dell'uccisione<br />

di Kabila e le manifestazioni<br />

di lutto nazionale.<br />

La comunità internazionale moltiplica<br />

intanto gli appelli e le iniziative per riportare<br />

la pace nel Paese, funestato dal<br />

1998 da una guerra civile in cui sono<br />

coinvolti altri cinque Stati africani: l'Angola,<br />

la Namibia e lo Zimbabwe, alleati<br />

del Governo di Kinshasa; il Rwanda e<br />

l'Uganda, che appoggiano militarmente i<br />

movimenti ribelli. L'ex Zaire è diviso in<br />

due, con le regioni orientali e parte di<br />

quelle centrali controllate dalla coalizione<br />

antigovernativa.<br />

Pur escludendo di essere impegnato<br />

in un tentativo di mediazione, il Ministro<br />

degli esteri belga Louis Michel, intervenuto<br />

ai funerali di Kabila, ha avviato<br />

consultazioni con tutti i Governi coinvolti<br />

nella crisi.<br />

Dal canto suo, il Consiglio di sicurezza<br />

dell'Onu ha invitato a New York per<br />

il 21 e il 22 dicembre i Ministri degli<br />

esteri dell'ex Zaire e degli altri cinque<br />

Paesi belligeranti. Infine, Algeria e Sud<br />

Africa, in una dichiarazione comune diffusa<br />

ad Algeri sollecitano un dialogo nazionale<br />

intercongolese e la riattivazione<br />

del processo di pace di Lusaka (Zambia).<br />

In questa capitale, nell'estate del<br />

1999, tutte le parti belligeranti (compresi<br />

i gruppi ribelli) firmarono un accordo di<br />

cessate-il-fuoco, che è rimasto però lettera<br />

morta.<br />

Austria: il 25 marzo<br />

le comunali a Vienna<br />

VIENNA — Sono state anticipate al<br />

25 marzo le elezioni comunali a<br />

Vienna che si sarebbero dovute tenere<br />

nell’autunno di quest’anno.<br />

La decisione, proposta e approvata<br />

mercoledì con i voti della maggioranza<br />

socialdemocratica, ha ricevuto<br />

l’appoggio dei Verdi e le critiche<br />

di «Fpoe» e «Oevp». Questi ultimi<br />

sono da febbraio scorso alleati<br />

nella coalizione di centrodestra<br />

che sostiene il Governo nazionale<br />

del Cancelliere Wolfgang Schuessel<br />

(Oevp). Il motivo principale per<br />

l’anticipo del voto, secondo i socialdemocratici,<br />

è il desiderio di risparmiare<br />

agli abitanti della capitale<br />

austriaca una campagna elettorale<br />

lunga quasi un anno.<br />

Papua Nuova Guinea:<br />

abbordata petroliera<br />

SYDNEY — La polizia in Papua<br />

Nuova Guinea è alla caccia di 15<br />

pirati armati che due giorni fa hanno<br />

abbordato e tentato di sequestrare<br />

una petroliera australiana<br />

che si accingeva a gettare l’ancora<br />

nel piccolo porto di Lorengau, nell’isola<br />

di Manus. I pirati sono riusciti<br />

a fuggire sulla lancia della<br />

petroliera, la «Pedro Navigator»,<br />

dopo una colluttazione con l’equipaggio<br />

e con la polizia, che non<br />

ha potuto sparare per timore di<br />

scatenare un’esplosione. Un poliziotto<br />

è rimasto lievemente ferito.<br />

La petroliera, di 3,3 tonnellate con<br />

un equipaggio di 13 persone, ha<br />

preso il largo da Lorengau senza<br />

consegnare il carico di 2,6 tonnellate<br />

di benzina e diesel e la provincia<br />

di Manus è stata sottoposta<br />

a regime di razionamento.<br />

Costa d'Avorio: varato<br />

un nuovo Governo<br />

ABIDJAN — Il Presidente della Costa<br />

d'Avorio, Laurent Gbagbo ha<br />

nominato ieri un nuovo Governo di<br />

coalizione formato da 28 membri,<br />

19 dei quali appartenenti al suo<br />

partito, il «fronte popolare». Cinque<br />

dicasteri sono stati assegnati<br />

al «partito democratico» (Pdci),<br />

due al «partito dei lavoratori» (Pit)<br />

e gli ultimi due a personalità indipendenti.<br />

Resta fuori dall'Esecutivo,<br />

come dal Parlamento, il «raggruppamento<br />

dei repubblicani»<br />

(Rdr), il partito dell'ex Premier<br />

Alassane Ouattara al quale è stato<br />

impedito di candidarsi sia alle elezioni<br />

presidenziali di ottobre sia a<br />

quelle legislative di dicembre.<br />

.<br />

W<br />

La SEGRETERIA di STATO comunica<br />

che è deceduto il<br />

Signor<br />

FRANCESCO STIRPE<br />

padre del Dott. Giovanni Stirpe, Officiale<br />

della Segreteria di Stato.<br />

I Superiori, i Colleghi e il Personale<br />

tutto della Segreteria di Stato partecipano<br />

al dolore del Dott. Stirpe e della sua<br />

Famiglia assicurandogli la vicinanza nell'amicizia<br />

e nella preghiera per il caro<br />

defunto, che affidano all'amore misericordioso<br />

del Signore risorto.<br />

Città del Vaticano, 25 gennaio 2001<br />

.


ERZA T PAGINA .<br />

PAGINA<br />

3 .<br />

«Da Don Bosco ai nostri giorni» di Morand Wirth<br />

Un libro che colma<br />

una lacuna<br />

GIUSEPPE COSTA<br />

La recente pubblicazione di Morand<br />

Wirth «Da Don Bosco ai nostri giorni»<br />

(Las, Roma, 2000 pp. 624) ripropone all'attenzione<br />

dei lettori uno dei più grandifenomenidella<br />

chiesa cattolica nel XX<br />

secolo,quellosalesiano per l'appunto comeebberoadefinirlo<br />

Pio XI e Paolo VI.<br />

L'autore senza esitazione e con coraggio<br />

esamina in toto la storia della Società<br />

di San Francesco di Sales dividendola<br />

in tre grandi periodi: il tempo del Fondatore<br />

(1815-1888); l'espansione dell'opera<br />

salesiana nel mondo (1888-1965); di<br />

fronte alle nuove sfide (1965-2000).<br />

Almeno 100 pagine conclusive poi<br />

vengono dedicate ad appendici con dati<br />

statistici, bibliografia e indici: tutti stru-<br />

menti preziosi per<br />

ulteriori approfondimenti.<br />

La prima parte<br />

scrive Wirth «mette<br />

in rilievo il ruolo<br />

del Fondatore,<br />

Giovanni Bosco,<br />

nato nel 1815 a<br />

Castelnuovo d'Asti,<br />

morto a Torino<br />

nel 1888. Egli<br />

ha piantato i tre<br />

primi pilastri che<br />

sostengono l'Opera<br />

salesiana: la Società<br />

di San Francesco<br />

di Sales<br />

(1859), l'Istituto<br />

delle Figlie di Maria<br />

Ausiliatrice<br />

(1872) e l'Associazione<br />

dei Cooperatori<br />

Salesiani<br />

(1876), ai quali si<br />

aggregarono poi altri gruppi». Il secondo<br />

periodo è segnato dai vari rettorati di<br />

don Michele Rua (1888-1910), di don<br />

Paolo Albera (1910-1921), di don Filippo<br />

Rinaldi (1922-1931), di don Pietro Ricaldone<br />

(1932-1951) e di don Renato Ziggiotti<br />

(1952- 1965). Con il rettorato di<br />

don Luigi Ricceri (1965-1977) ha inizio il<br />

terzo periodo che vede anche i rettorati<br />

di don Egidio Viganò (1977-1995) e di<br />

don Juan Edmundo Vecchi.<br />

Parallelamente vengono presentate le<br />

vicende delle Figlie di Maria Ausiliatrice<br />

ed in parte anche dei Cooperatori, degli<br />

Ex-allievi e delle altre istituzioni ed associazioni<br />

nate all'ombra del grande albero<br />

salesiano. Come conclusione poi l'Autore<br />

non manca di elencare una serie di<br />

problemi e di sfide.<br />

Eccole: la crisi vocazionale in Occidente,<br />

gli spostamenti della geografia salesiana,<br />

l'inculturazione del carisma salesiano,<br />

la costruzione della Famiglia salesiana,<br />

la comunicazione di massa nel<br />

mondo della globalizzazione, l'evangelizzazione<br />

dei giovani del terzo millennio<br />

divisi tra povertà estreme e sazietà prive<br />

di senso, tra indifferentismo e forme devianti<br />

della nuova religiosità.<br />

Obiettivamente il lavoro di Wirth<br />

non era dei più semplici e specie in tempi<br />

di polemiche sui manuali scolastici di<br />

storia, mi sia consentita qualche osservazione.<br />

Si trattava di mettere assieme avvenimenti<br />

che riguardano oltre 150 anni di<br />

storia complessa. L'Autore li affronta<br />

con un apparato scientifico che utilizza<br />

tutte le pubblicazioni esistenti e creando<br />

con ciò stesso un problema storiografico<br />

sul quale val la pena soffermarsi.<br />

Non possono infatti essere considerate<br />

allo stesso modo opere come le Memorie<br />

dell'Oratorio di san Giovanni Bosco e<br />

le Memorie Biografiche, lavori di grande<br />

respiro storico e severità metodologica<br />

(mi riferisco in particolare agli studi di<br />

Pietro Stella, di Pietro Braido e di Josè<br />

Prellezo), ad alcune monografie e agli<br />

studi dello stesso Istituto Storico Salesiano<br />

diretto da Francesco Motto e piccole<br />

pubblicazioni occasionali e devozionali o<br />

da ufficio promozionale.<br />

Il riferimento a tali studi poi evidenzia<br />

come esistono ancora intere aree della<br />

storia salesiana da esplorare come il<br />

ruolo e la funzione dei cooperatori salesiani<br />

— sui quali a detta dello stesso<br />

Wirth manca una «storia vera e propria»<br />

— e degli strumenti come il Bollettino<br />

Salesiano usati per la loro animazione.<br />

Utili a tal proposito potranno essere gli<br />

Atti del recente convegno organizzato a<br />

Roma dall'Istituto Storico Salesiano e<br />

dedicato alla rilevanza sociale salesiana<br />

nel primo Novecento.<br />

Quanto poi allo stile dell'opera va detto<br />

che l'Autore ha una narratività piacevole<br />

anche se spesso scivola nel parenetico<br />

esortativo giungendo a conclusioni<br />

per lo meno in qualche caso opinabili. Il<br />

punto di vista di Wirth è rigorosamente<br />

interno e questo più che esaltare il carisma<br />

a volte lo riduce.<br />

Il carisma infatti è anche una risposta<br />

alle domande che lo Spirito muove attraverso<br />

le vicende storiche nelle quali<br />

viviamo. Per non dire che la crescita<br />

qualitativa della più recente storiografia<br />

salesiana ci ha abituati a ben altro. Per<br />

il resto è un libro che si raccomanda e<br />

va a colmare una lacuna. A tutt'oggi infatti<br />

pur essendoci numerose monografie<br />

e trattazioni particolari mancava una<br />

storia completa dei salesiani. Esso più<br />

che come saggio storico va considerato<br />

un prezioso compendio compilativo dalla<br />

lettura piacevole e accattivante.<br />

Del resto si tratta del racconto di<br />

un'avventura, quella salesiana, veramente<br />

appassionante ed ancor'oggi epica come<br />

hanno dimostrato nell'anno giubilare<br />

le canonizzazioni di Monsignor Versiglia<br />

e di don Caravario nonché la spedizione<br />

missionaria sulla frontiera cinese. In<br />

conclusione ed a dimostrazione di quanto<br />

detto ecco due esempi. Il primo si riferisce<br />

all'inizio dell'opera salesiana in<br />

Spagna mentre il secondo elenca i motivi<br />

e le caratteristiche dell'espansione salesiana<br />

agli inizi del Novecento. «L'anno<br />

1886 fu segnato da un avvenimento degno<br />

di nota: lo storico viaggio di don<br />

Bosco a Barcellona.<br />

«Nel dicembre del 1885, don Branda<br />

gli aveva scritto in questi termini: “Qui<br />

si pensa e si parla di continuo del nostro<br />

re. Era naturale che questo gesto lo meravigliasse:<br />

durante il viaggio, infatti,<br />

aveva sentito una voce interiore che gli<br />

ripeteva: “Tibi dabo, tibi dabo, ti darò,<br />

ti darò...”».<br />

«Questi rapidi processi d'espansione<br />

avevano cause diverse: da una parte, gli<br />

inviti incalzanti delle gerarchie locali<br />

preoccupate della miseria religiosa delle<br />

popolazioni, soprattutto dei giovani; dall'altra,<br />

le pressioni dei governanti, desiderosi<br />

di favorire, con la formazione<br />

delle nuove generazioni, lo sviluppo industriale<br />

ed agricolo dei loro paese.<br />

«Ma lo slancio veniva anche dall'interno<br />

della Famiglia salesiana. In quegli anni,<br />

essa era attraversata da una forte<br />

corrente apostolica, di cui fa fede il numero<br />

di partenze verso le missioni.<br />

«La spedizione missionaria del 1891<br />

comprendeva 72 missionari; 92 partirono<br />

nel 1895, 126 nel 1898. Nel 1891 partirono<br />

anche 20 Figlie di Maria Ausiliatrice,<br />

26 nel 1892, 30 nel 1893, 32 nel<br />

1897. Accanto ai Salesiani, le Suore avevano<br />

un ruolo insostituibile, specialmente<br />

nelle missioni propriamente dette. Anche<br />

i cooperatori assolsero il loro compito,<br />

preparando il terreno, e talvolta<br />

dando inizio essi stessi alle fondazioni,<br />

come accadde per esempio in Messico».<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Venerdì 26 Gennaio 2001<br />

La mostra di Vasilij Kandinskij nel Complesso del Vittoriano<br />

Un graduale cammino dal figurativo all'astratto<br />

dal mondo fisico a quello interiore<br />

GUALTIERO DA VIÀ<br />

Spiegare il modo in cui la pittura di<br />

Vasilij Kandinskij diviene avanguardia<br />

storica del '900 è compito della mostra<br />

in corso a Roma, fino al 4 febbraio, nel<br />

Complesso del Vittoriano (catalogo<br />

Mazzotta). Si può qui cogliere il graduale<br />

processo che dal figurativo lo<br />

conduce all'astratto non senza valori<br />

estetici nei passaggi intermedi.<br />

Colpisce la sua repentina conversione<br />

dal diritto all'arte che però è un naturale<br />

sviluppo dai primi entusiasmi infantili<br />

per i colori, inconscio presagio<br />

di un futuro esito creativo.<br />

La nativa forte tendenza si ripresentava<br />

irresistibilmente se egli, a trenta<br />

anni, rifiutò in Russia (era nato a Mosca<br />

nel 1866) un'allettante docenza universitaria<br />

per fuggire a Monaco, la capitale<br />

artistica della Germania, dove fu<br />

prima allievo e quindi insegnante nella<br />

scuola del gruppo Falanx partecipando<br />

anche alle mostre della Secessione di<br />

Berlino e a quelle del Salon d'Automne<br />

e al Salon del Indipendants di Parigi ed<br />

entrando in contatto con i Postimpres-<br />

sionisti e con Van Gogh che li aveva<br />

superati con la sua bruciante<br />

passione e che<br />

gli diede un valido slancio<br />

a proseguire il cammino.<br />

L'officina di Kandinskij<br />

si muove tra simbolismo<br />

e Jugendstil ma<br />

anche sotto l'ispirazione<br />

che gli proveniva dalle<br />

favole e dal folklore della<br />

terra russa come<br />

Chagall, tanto diverso<br />

da lui. Fu una sorta di<br />

transito necessario ma<br />

il suo effettivo orientamento<br />

era, con il fascinoso<br />

cavaliere azzurro,<br />

verso l'espressionismo<br />

che gli garantiva una<br />

prima gratificante affermazione,<br />

lasciata alle<br />

spalle e la mimesi del<br />

reale da cui a lungo<br />

non era stato dato pre-<br />

scindere. Si rivelava nell'aspetto estremo<br />

ciò che aveva osservato Maurice<br />

Denis: «un dipinto prima di essere un<br />

cavallo o una donna nuda è un insieme<br />

di forme e colori disposti inuncertoordine».<br />

Era iniziata la liberazione dalla tirannia<br />

del contenuto già timidamente<br />

con gli Impressionisti e con maggiore<br />

modestia con i Macchiaioli nel concedersi<br />

certe indipendenze cromatiche<br />

(per tacere di altri precursori nei secoli<br />

passati). Le avanguardie avevano inaugurato<br />

l'abbrivio finale.<br />

Per Kandinskij è essenziale il periodo<br />

considerato dalla mostra (1896-1921):<br />

dall'arrivo a Monaco al ritorno a<br />

Mosca.<br />

Nella selezione delle opere esposte sono<br />

segnate le tappe dell'evoluzione del<br />

paesaggio, importante riferimento nel<br />

divenire dell'artista: sempre più ardente<br />

ed estuante, più sintetico nei piani e<br />

splendente nei colori e nella loro istintiva<br />

miscela. È anche da notare la presenza<br />

alla mostra delle xilografie forti e<br />

icastiche nei plurimi e netti contrasti di<br />

bianchi e neri e insieme raffinate in<br />

certe sottigliezze di segni, ma romantiche<br />

nei temi favolistici e simbolici.<br />

A Murnau, cittadina delle Alpi bavaresi,<br />

si era ritirato a dipingere con la<br />

moglie Gabriele pure pittrice: data a<br />

quel tempo il primo cedimento della<br />

forma rispetto alla realtà. La pittura ha<br />

il sopravvento. L'impianto figurativo<br />

consta di grevi, pastose stesure e di dilatati<br />

tocchi in cui la forma precipita e<br />

che trasportano l'artista all'astrazione.<br />

Uno dei significativi valichi è il dipinto<br />

con La gita in barca (1910) incluso<br />

nella rassegna. Nell'immagine appaiono<br />

embrionali reperti di identità ottiche<br />

che le trasfigurano conferendole<br />

un aspetto onirico.<br />

Kandinskij è in dirittura di arrivo al<br />

distacco dal mondo fisico per quello<br />

puramente interiore. Si aprono scenari<br />

complessi e meravigliosi corrispondenti<br />

a stadi creativi classificati secondo le<br />

origini nel suo celebre libro «Lo spirituale<br />

nell'arte» (1911) che è anche una<br />

dura contestazione del positivismo artistico.<br />

Dalla sua profonda interiorità scaturiscono<br />

straordinari prodotti: le impressioni<br />

dirette che recano ancora tracce<br />

Il nuovo Museo Diocesano di Arte Sacra di Genova nel Chiostro dei Canonici di san Lorenzo<br />

Salvaguardia e valorizzazione di un patrimonio spesso sconosciuto<br />

GRAZIELLA MERLATTI<br />

Padre don Bosco e<br />

del vivo desiderio<br />

in un giorno non<br />

lontano. Oh, se<br />

fosse possibile tale<br />

viaggio!”. Senza<br />

badare ai consigli<br />

di prudenza che<br />

avrebbero dovuto<br />

trattenerlo a Torino,<br />

don Bosco<br />

giunse a Barcellona<br />

nel mese di<br />

aprile del 1886. Il<br />

suo passaggio suscitò<br />

ovunque ondate<br />

d'entusiasmo.<br />

«Come dono, gli<br />

venne offerta la<br />

collina del Tibidabo<br />

che domina la<br />

città, perché costruisse<br />

sul culmine<br />

un nuovo tem-<br />

pio al Sacro Cuo-<br />

Lo scorso 15 dicembre è stato aperto al pubblico il<br />

Museo Diocesano di Arte Sacra di Genova, ubicato nel<br />

Chiostro dei Canonici di san Lorenzo, incastonato tra<br />

il Duomo, l'Archivio di Stato e Palazzo Ducale.<br />

L'inaugurazione di quest'opera ha coronato l'opera<br />

di recupero della zona di san Lorenzo, con la restituzione<br />

alla città, ai pellegrini e ai turisti di un polo mo-<br />

numentale e museale che comprende la Cattedrale, il<br />

Tesoro e appunto il Museo<br />

Diocesano. È una sorta di «tesoro<br />

nel tesoro»: non solo infatti<br />

sono pregevolissime tutte<br />

le opere esposte, ma lo stesso<br />

contenitore è un'opera d'arte<br />

d'eccezione, fruibile da tutti<br />

grazie all'eliminazione delle<br />

barriere architettoniche.<br />

Edificato come residenza<br />

collettiva dei Canonici della<br />

Cattedrale — cui è collegato<br />

attraverso un passaggio pensile<br />

— tra il 1176 e il 1184, inglobando<br />

un più antico palatium<br />

vescovile, il manufatto architettonico<br />

cominciò a subire rimaneggiamenti<br />

già nel secolo<br />

XII. Ampie trasformazioni e<br />

sopraelevazioni si susseguirono<br />

nel corso del '500, del '600 e<br />

del '700 fino all'abbandono ottocentesco,<br />

e ad una squalificante<br />

e devastante utilizzazio-<br />

ne abitativa.<br />

Individuato circa vent'anni fa come sede ideale del<br />

costituendo Museo Diocesano d'Arte Sacra, è stato sottoposto<br />

a restauri a cominciare dalla metà degli Anni<br />

Ottanta, per iniziativa delle Soprintendenze liguri, che<br />

hanno operato in stretta collaborazione con la Curia<br />

Arcivescovile e il Comune di Genova, proprietario dell'immobile.<br />

Così questo gioiello ai più sconosciuto è stato restituito<br />

al suo splendore grazie al restauro architettonico<br />

diretto dagli architetti Mario Semino e Gianni Bozzo.<br />

L'intervento di recupero funzionale è stato poi comple-<br />

Particolare del Chiostro<br />

dei Canonici di san Lorenzo<br />

«Il porto<br />

di Odessa»<br />

(1898)<br />

«Paesaggio con macchie rosse» (1913)<br />

tato dal progetto di allestimento curato dagli architetti<br />

Mario Semino, Giampaolo Bertolozzi e Matteo Lavarello.<br />

Per l'intervento di restauro sono stati complessivamente<br />

spesi circa 7 miliardi e 770 milioni.<br />

Il Chiostro, riportato all'antico splendore, rivela particolari<br />

e apparati decorativi sorprendenti, ricchi di stimoli<br />

e di interesse per visitatori di qualsiasi livello culturale<br />

come per appassionati e studiosi di storia, archeologia,<br />

arte, storia religiosa.<br />

Pregio dell'iniziativa, la cui direzione scientifica è af-<br />

fidata all'architetto Giulio<br />

Sommariva, è il suo essere volta<br />

a favorire la lettura non solo<br />

in chiave estetica, ma anche in<br />

un'ottica che ne recuperi il significato<br />

profondo di testimonianza<br />

storica e di fede.<br />

Nato dalla sentita urgenza di<br />

offrire una memoria storica<br />

delle complesse vicende della<br />

Chiesa di Genova, illustrandone<br />

il cammino, le tappe salienti<br />

nel corso dei secoli, le relazioni<br />

sempre ricche di reciproci<br />

apporti, e talvolta problematiche<br />

con la città e il suo territorio,<br />

il Museo Diocesano di<br />

Arte Sacra sarà luogo privilegiato<br />

di custodia, di salvaguardia<br />

e di valorizzazione di un<br />

patrimonio spesso nascosto e<br />

collocato in condizioni a rischio,<br />

comunque non fruibile.<br />

Il Museo prevede anche uno<br />

spazio riservato agli studiosi,<br />

per i quali saranno a disposizione le sale dell'Archivio<br />

Capitolare e di quello Diocesano e i depositi, ricchi e<br />

quasi del tutto inesplorati, con la possibilità di accedere<br />

ai codici miniati e alla produzione tessile per gli abiti<br />

liturgici.<br />

Notevole l'attenzione al mondo della scuola, cui è riservato<br />

il settore didattico, supportato da pannelli e<br />

mezzi informatici. Il Museo Diocesano così concepito<br />

viene a porsi come un punto nuovo e culturalmente vivo<br />

di riferimento per la città, ed ospiterà mostre temporanee<br />

e convegni culturali.<br />

«Il Reno»<br />

xilografia<br />

del 1903<br />

«Gita<br />

in barca<br />

(Lago)»<br />

(1910)<br />

«Mosca - Smolensk Boulevard»<br />

(1916)<br />

Il museo intende così offrirsi come «uno spazio prestigioso<br />

e affascinante che il grande pubblico non aveva<br />

finora potuto apprezzare, se non in rare occasioni»<br />

spiega il Conservatore del Museo.<br />

«Strutture architettoniche di epoche diverse, con apparati<br />

decorativi di sorprendente fascino, dagli eccezionali<br />

solai lignei policromi alle decorazioni parietali del<br />

XIII e XIV secolo, affreschi tardo settecenteschi del<br />

loggiato superiore, — prosegue il Conservatore — fanno<br />

da sfondo al percorso espositivo che accoglie manufatti<br />

significativi nella storia della Diocesi».<br />

Questo a partire dalla Lapide di Santolo alla cosiddetta<br />

Lastra dei Pavoni, che sono fra le prime testimonianze<br />

della presenza cristiana in città, dai preziosi reliquiari<br />

provenienti dall'abbazia di santo Stefano, ai luminosi<br />

Fondi oro di Barnaba da Modena (Madonna<br />

col Bambino e Polittico di san Bartolomeo) e Pier<br />

Francesco Sacchi (Polittico di san Lazzaro), dalle preziose<br />

tele di Perin del Vaga (Madonna in trono con<br />

Bambino e santi) e Luca Cambiaso (Crocifissione,<br />

Eterno Padre benedicente) alle grandi tele di Domenico<br />

Fiasella (Madonna di Loreto), Domenico Piola (Paliotto<br />

di san Giovanni), Gregorio De Ferrari (Transito<br />

di santa Scolastica e Tobi seppellisce i morti), Paolo<br />

Gerolamo Piola (I Santi Pietro e Paolo), tutte altissime<br />

«testimonianze della grande stagione artistica del Seicento<br />

genovese», che formano insieme «un ricchissimo<br />

patrimonio di opere d'arte che testimoniano la grande<br />

tradizione cristiana di una Repubblica che, nel 1637,<br />

avevavolutoincoronarela Vergine Regina della Città».<br />

Ancora, conclude Giulio Sommariva, oltre ai dipinti<br />

«ecco preziose testimonianze di quella produzione di<br />

argenteria per la quale Genova era nota, tra la seconda<br />

metà del Cinquecento e i primi decenni del Seicento.<br />

Produzione di cui, nonostante le requisizioni di fine<br />

Settecento, le chiese liguri conservano tuttora un ingente<br />

patrimonio di argenti del quale va, soprattutto,<br />

sottolineato l'ottimo livello “medio”».<br />

Accanto ad essi, sono conservati eccezionali testimonianze<br />

di tessuti operati, velluti e damaschi, spesso impreziositi<br />

da broccature in filo dorato, che rendevano<br />

splendenti pianete, piviali e dalmatiche. Esse sono documentate<br />

in particolare da una pianeta e da un paliotto<br />

in velluto rosso con broccature in oro tardo quattrocentesco<br />

della Cattedrale di San Lorenzo.<br />

«Composizione», acquarello del 1915<br />

L'artista in una foto del 1905<br />

della natura; le improvvisazioni che<br />

partono dall'inconscio, le composizioni<br />

frutto di una anche lunga elaborazione<br />

di pensieri e abbozzi.<br />

La fenomenologia dell'arte di Kandinskij<br />

è molteplice e l'anatomia delle<br />

singole opere, poliorganica.<br />

Morfemi (forme non significanti),<br />

segmenti, reticoli, filamenti di diversa<br />

dimensione per la parte grafica, macchie<br />

e striature per quella pittorica in<br />

spazi liberi di varia ampiezza ciascuno<br />

con una peculiare armonia e con tendenze<br />

centripete o centrifughe, complessi<br />

incupiti dalla stretta massa o luminosi<br />

per l'allentarsi dell'ordito, comunicando<br />

sensazioni di movimento, di flusso<br />

al pari di quello musicale.<br />

Kandinskij avvertiva che la sua pittura<br />

era musica, come ha documentato<br />

nel catalogo Claudio Strinati, aveva<br />

stretto rapporti di corrispondenza con<br />

Arnold Schomberg, musicista dodecafonico.<br />

Entrambi protagonisti della rivoluzione<br />

delle rispettive arti.<br />

Ritornato in Russia allo scoppio della<br />

Prima Guerra Mondiale, svolge<br />

un'intensa attività di organizzazione<br />

della cultura. Per amore di quei luoghi<br />

si riconverte al figurativo ma nel contempo<br />

la sua astrazione muta aspetto:<br />

gli elementi costitutivi acquistano maggiore<br />

evidenza coagulandosi in densi<br />

agglomerati.<br />

Nel 1920 riprende la via della Germania<br />

e, a contatto con la razionalità architettonica<br />

di Walter Gropius (insegna<br />

al Bauhaus di Weimar e Dessau), contraddice<br />

le sue erompenti, spontanee<br />

emozioni con un linguaggio pittorico<br />

geometrizzante. Ma questa fase va oltre<br />

la competenza della rassegna. Abolito<br />

dal regime nazista il Bauhaus, va a vivere<br />

in Francia a Neuilly-sur Seine e fa<br />

la conoscenza di Mondrian e Mirò. Qui<br />

muore nel 1944.<br />

Autentico avanguardista, Kandinskij<br />

è progenitore dell'informale europeo e<br />

dell'espressionismo astratto americano<br />

nel futuro incontro in arte tra intime<br />

sorgenticreativeeinattesi automatismi.<br />

Appuntamenti<br />

culturali<br />

Roma, 26 gennaio<br />

Storia e memoria<br />

della Shoah di Roma<br />

In occasione della prima «Giornata<br />

della memoria», il 26 gennaio<br />

alle ore 15, presso il Museo<br />

storico della liberazione<br />

in via Tasso, viene inaugurato<br />

un nuovo spazio dedicato alla<br />

Shoah.<br />

Città del Vaticano, 26 - 27 gennaio<br />

Congresso Internazionale<br />

di Musica Sacra<br />

Nell'Aula Nuova del Sinodo è in<br />

corso, fino al 27 gennaio, il<br />

Congresso Internazionale di<br />

Musica Sacra sul tema: «Tradizione<br />

e innovazione della musicasacranelleChiese<br />

cristiane».


.<br />

“<br />

“<br />

PAGINA<br />

4/5 .<br />

Rimane luminoso nella memoria l'incontro<br />

in questa Basilica, il 18 gennaio 2000,<br />

quando per la prima volta una Porta Santa<br />

è stata aperta alla presenza di Delegati<br />

delle Chiese e Comunità ecclesiali di tutto il<br />

mondo... Ho potuto varcare la soglia di quella<br />

Porta affiancato dal rappresentante del mio<br />

Fratello d'Oriente, il Patriarca Bartolomeo e<br />

dallostessoPrimatedellaComunione Anglicana...<br />

-<br />

-<br />

”<br />

... Per un tratto — un tratto troppo breve! —<br />

abbiamo fatto strada insieme. Quanto è stato<br />

incoraggiante quel breve cammino,<br />

segno della provvidenza di Dio lungo la via<br />

che resta da percorrere!... Quanta est nobis via?<br />

Non ci è dato saperlo, ma ci anima la speranza<br />

di essere guidati dalla presenza del Risorto<br />

e dalla forza inesauribile<br />

del suo Spirito, capace di sorprese sempre nuove<br />

”<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Venerdì 26 Gennaio 2001<br />

«Con animo profondamente riconoscente, ripercorro<br />

con il ricordo l'Anno giubilare. Esso ha registrato, nell'impegno<br />

ecumenico, segnali davvero profetici e commoventi...<br />

Proseguiamo insieme, con nuovo slancio, nel<br />

cammino verso la piena unità! Cristo cammina con noi».<br />

Lo ha detto Giovanni Paolo II durante la Celebrazione<br />

ecumenica della Parola con i Rappresentanti delle altre<br />

Chiese e Comunità ecclesiali, presieduta nella mattina di<br />

giovedì 25 gennaio, festa della Conversione di San Paolo<br />

Apostolo, nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, a<br />

conclusione della Settimana di preghiera per l'unità dei<br />

cristiani. Questo è il testo dell'omelia del Santo Padre:<br />

1.«Io sono la via, la verità e la vita»<br />

(Gv 14, 6). Queste parole del Vangelo di<br />

Giovanni hanno rischiarato, come luce,<br />

la Settimana di preghiera per l'unità dei<br />

cristiani che si conclude oggi; esse rifulgono<br />

come una sorta di programma per il<br />

nuovo millennio nel quale ci siamo avviati.<br />

Sono lieto di rivolgere un deferente e<br />

cordiale saluto ai Delegati delle Chiese e<br />

Comunità ecclesiali, che hanno accolto il<br />

mio invito e sono oggi qui presenti per<br />

prendere parte a questa Celebrazione ecumenica<br />

della Parola, con la quale intendiamo<br />

concludere in modo solenne i giorni<br />

dedicati ad una più intensa preghiera<br />

per la grande causa che sta a cuore a tutti<br />

noi.<br />

Attraverso i Membri delle Delegazioni<br />

qui convenute intendo far giungere ai responsabili<br />

ed ai fedeli delle rispettive<br />

Confessioni, insieme con il mio saluto,<br />

un fraterno abbraccio di pace.<br />

2.«Io sono la via, la verità e la vita».<br />

Il cuore dell'uomo, come quello dei discepoli<br />

di Gesù, resta spesso turbato di fronte<br />

agli eventi imprevedibili dell'esistenza<br />

(cfr Gv 14, 1). Molti, specialmente giovani,<br />

si interrogano sulla strada da percorrere.<br />

Nella tempesta di parole da cui sono<br />

ogni giorno assaliti, si domandano<br />

quale sia la verità, quale sia l'orientamento<br />

giusto, come si possa sconfiggere<br />

con la vita la potenza della morte.<br />

Sono interrogativi di fondo, che esprimono<br />

il risveglio in molti di una nostalgia<br />

della dimensione spirituale dell'esistenza.<br />

A questi interrogativi Gesù ha già<br />

risposto quando ha affermato: «Io sono la<br />

via, la verità e la vita». Compito dei cristiani<br />

è di riproporre oggi, con la forza<br />

della loro testimonianza, questo annuncio<br />

decisivo. Solo così l'umanità contemporanea<br />

potrà scoprire che Cristo è la potenza<br />

e la sapienza di Dio (cfr 1 Cor 1,<br />

24), che in Lui soltanto sta la pienezza di<br />

ogni umana aspirazione (cfr Gaudium et<br />

spes, 45).<br />

3.Il movimento ecumenico del ventesimo<br />

secolo ha avuto il grande merito di<br />

riaffermare chiaramente la necessità di<br />

questa testimonianza. Dopo secoli di separazione,<br />

di incomprensioni, di indifferenza<br />

e, purtroppo, di contrapposizioni, è<br />

rinata nei cristiani la consapevolezza che<br />

la fede in Cristo li unisce, e che essa è<br />

una forza capace di superare ciò che li<br />

separa (cfr Lettera Enciclica Ut unum<br />

sint, 20). Per grazia dello Spirito Santo,<br />

con il Concilio Vaticano II, la Chiesa cattolica<br />

si è impegnata in modo irreversibile<br />

a percorrere la via della ricerca ecumenica<br />

(cfr ib., 3).<br />

Non si debbono e non si possono sminuire<br />

le differenze tuttora esistenti tra di<br />

noi. Il vero impegno ecumenico non ricerca<br />

compromessi e non fa concessioni<br />

per quanto attiene la Verità. Esso sa che<br />

le separazioni tra i cristiani sono contrarie<br />

alla volontà di Cristo; sa che esse sono<br />

uno scandalo, che indebolisce la voce<br />

del Vangelo. Il suo sforzo non è di ignorarle,<br />

ma di superarle.<br />

Al tempo stesso, la consapevolezza di<br />

ciò che ancora manca alla piena comunione<br />

ci fa apprezzare maggiormente<br />

quanto già condividiamo. Infatti, malgrado<br />

i malintesi ed i tanti problemi che ci<br />

impediscono ancora di sentirci pienamente<br />

uniti, importanti elementi di santificazione<br />

e di verità dell'unica Chiesa di Cristo,<br />

anche fuori dalle frontiere visibili<br />

della Chiesa cattolica, spingono verso la<br />

piena unità (cfr Lumen gentium, 8, 15;<br />

Unitatis redintegratio, 3). Al di fuori della<br />

Chiesa cattolica infatti non c'è il vuoto<br />

ecclesiale (cfr Ut unum sint, 13). Esistono<br />

anzi molti frutti dello Spirito come, ad<br />

esempio, la santità e la testimonianza a<br />

Cristo, spinta a volte fino all'effusione del<br />

sangue, che inducono all'ammirazione e<br />

alla gratitudine (cfr Unitatis redintegratio,<br />

4; Ut unum sint, 12, 15).<br />

L'omelia di Giovanni Paolo II durante la solenne Celebrazione ecumenica della Parola<br />

nella Basilica di San Paolo fuori le Mura a conclusione della Settimana di Preghiera per l'Unità dei Cristiani<br />

I dialoghi che si sono sviluppati dal<br />

Concilio Vaticano II in poi hanno recato<br />

una nuova consapevolezza dell'eredità e<br />

del compito comune dei cristiani, ed hanno<br />

avuto risultati molto significativi. Non<br />

abbiamo certo raggiunto la meta, ma abbiamo<br />

fatto importanti passi in avanti.<br />

Da estranei e, spesso, avversari quali eravamo,<br />

siamo diventati vicini e amici. Abbiamo<br />

riscoperto la fraternità cristiana.<br />

Sappiamo che il nostro Battesimo ci inserisce<br />

nell'unico Corpo di Cristo, in una<br />

comunione non ancora piena, ma tuttavia<br />

reale (cfr Ut unum sint, 41 s). Abbiamo<br />

tutte le ragioni di lodare il Signore e<br />

di ringraziarlo.<br />

4.Con animo profondamente ricono-<br />

.<br />

Ricchi dei segnali profetici<br />

e commoventi dell'Anno Giubilare<br />

proseguiamo insieme<br />

nel cammino verso la piena unità!<br />

Cristo cammina con noi<br />

scente, ripercorro con il ricordo l'Anno<br />

giubilare. Esso ha registrato, nell'impegno<br />

ecumenico, segnali davvero profetici<br />

e commoventi (cfr Novo Millennio ineunte,<br />

12).<br />

Rimane luminoso nella memoria l'incontro<br />

in questa Basilica, il 18 gennaio<br />

2000, quando per la prima volta una Porta<br />

Santa è stata aperta alla presenza di<br />

Delegati delle Chiese e Comunità ecclesiali<br />

di tutto il mondo. Anzi, il Signore mi<br />

ha concesso ancora di più: ho potuto varcare<br />

la soglia di quella Porta, simbolo di<br />

Cristo, affiancato dal rappresentante del<br />

mio Fratello d'Oriente, il Patriarca Bartolomeo<br />

e dallo stesso Primate della Comunione<br />

Anglicana. Per un tratto — un trat-<br />

to troppo breve! — abbiamo fatto strada<br />

insieme. Quanto è stato incoraggiante<br />

quel breve cammino, segno della provvidenza<br />

di Dio lungo la via che resta da<br />

percorrere! Ci siamo ritrovati insieme con<br />

i rappresentanti di numerose Chiese e Comunità<br />

ecclesiali il 7 maggio, davanti al<br />

Colosseo, per la commemorazione dei Testimoni<br />

della fede del XX secolo: abbiamo<br />

sentito quella celebrazione come un<br />

seme di vita per l'avvenire (cfr Novo Millennio<br />

ineunte, 7, 41).<br />

Con gioia ho aderito all'iniziativa del<br />

Patriarca ecumenico, Bartolomeo I, di celebrare<br />

il millennio con una giornata di<br />

preghiera e di digiuno, alla vigilia della<br />

Trasfigurazione, il 6 agosto 2000. Penso<br />

pure con sentimenti di interiore commozione<br />

agli incontri ecumenici che ho potuto<br />

avere durante il mio pellegrinaggio<br />

in Egitto, al Monte Sinai e specialmente<br />

in Terra Santa.<br />

Ricordo inoltre con gratitudine la visita<br />

della Delegazione che mi ha inviato il Patriarca<br />

ecumenico per la festa dei Santi<br />

Pietro e Paolo, e la visita del Patriarca<br />

Supremo e Catholicos di tutti gli Armeni,<br />

Karekin II. Né posso dimenticare le persone<br />

di tanti rappresentanti delle altre<br />

Chiese e Comunità ecclesiali, che ho incontrato<br />

a Roma in questi ultimi mesi.<br />

5.Il Giubileo ha anche richiamato, in<br />

modo salutare, la nostra attenzione sulle<br />

dolorose separazioni che ancora perman-<br />

Sulla tomba dell'Apostolo delle Genti un nuovo, significativo «cenacolo di unità»<br />

GIAMPAOLO MATTEI<br />

Quest'anno tutti i cristiani celebreranno la Risurrezione<br />

di Cristo nella medesima data e il Successore di Pietro<br />

incoraggia «a trovare un consenso per una data comune<br />

di questa festa». Giovanni Paolo II parla dalla<br />

Confessione di san Paolo, in quel «cenacolo di unità»<br />

che è la Basilica Ostiense, nella festa annuale dell'«impegno<br />

ecumenico» spesso legata a grandi annunci e a<br />

grandi avvenimenti nella storia della Chiesa.<br />

Davanti alla tomba di Paolo — l'instancabile Apostolo<br />

delle Genti che ha percorso chilometri e chilometri con<br />

l'ardente passione di testimoniare il Signore Gesù — il<br />

Successore di Pietro ha affermato che i prossimi viaggi<br />

in Siria e in Ucraina lo vedranno ancora una volta pellegrino<br />

per testimoniare Cristo: «È mio desiderio che essi<br />

contribuiranno alla riconciliazione e alla pace tra i<br />

cristiani».<br />

«Duc in altum!» sembra quasi di sentire riecheggiare,<br />

sotto le splendide volte della Basilica, l'espressione usata<br />

dal Papa nella Lettera Apostolica «Novo Millennio<br />

ineunte». Sì, prende il largo con fiducia la «barca dell'ecumenismo»,<br />

la cui prua è decisamente rivolta verso la<br />

piena unità. E se anche il mare può essere a volte tempestoso,<br />

quanti sono sulla barca sanno bene di non essere<br />

mai soli.<br />

Giovanni Paolo II ha presieduto, nella mattina di giovedì<br />

25 gennaio, Festa della Conversione di san Paolo<br />

Apostolo, la Celebrazione Ecumenica della Parola insieme<br />

con i ventitré Rappresentanti delle altre Chiese e<br />

Comunità Ecclesiali che hanno risposto al suo invito, a<br />

conclusione della 34ª Settimana di Preghiera per l'Unità<br />

dei Cristiani,laprima del nuovo Millennio, che ha avuto<br />

per tema: «Io sonola via,la verità e la vita» (Gv 14, 6).<br />

Il 18 gennaio di un anno fa Giovanni Paolo II ha voluto<br />

che l'apertura della Porta Santa a san Paolo coincidesse<br />

proprio con la Settimana di Preghiera per l'Unità<br />

dei Cristiani. Per la prima volta nella storia dei Giubilei<br />

una Porta Santa è stata aperta — alla presenza di Delegati<br />

delle Chiese e Comunità ecclesiali di tutto il mondo<br />

— dal Successore di Pietro, dal Primate Anglicano e da<br />

un Metropolita ortodosso del Patriarcato Ecumenico di<br />

Costantinopoli. «Per un tratto — un tratto troppo breve!<br />

— abbiamo fatto strada insieme» ha ricordato il Papa<br />

suscitando l'applauso dei fedeli.<br />

Quarantadue anni fa Giovanni XXIII<br />

annunciava qui il Concilio Vaticano II<br />

Quarantadue anni fa, in questo giorno e in questo<br />

luogo, Giovanni XXIII annunciava il Concilio Ecumenico<br />

Vaticano II. Il Concilio e il Giubileo — due grandi<br />

avvenimenti della Chiesa nel XX secolo — sono passati<br />

qui, da san Paolo, implorando il dono dell'unità dei cristiani.<br />

Il Concilio ha indirizzato la Chiesa cattolica verso<br />

l'irreversibile cammino ecumenico. Il Giubileo del 2000<br />

è stato ricco di segni fraterni tra i cristiani: dalla purificazione<br />

della memoria al ricordo dei martiri. Concilio e<br />

Giubileo hanno bussato alla Porta di questa Basilica.<br />

Resta nel cuore dei cristiani anagraficamente meno giovani<br />

la figura paterna di Papa Roncalli, proclamato beato<br />

il 3 settembre scorso, che annuncia il Concilio. Ed è<br />

sempre viva nel cuore di tutti i cristiani l'immagine di<br />

intensa bellezza spirituale di Giovanni Paolo II, dell'Arcivescovo<br />

di Canterbury e del Metropolita ortodosso inginocchiati<br />

sulla soglia della Porta Santa che hanno poi<br />

aperto a sei mani.<br />

La coincidenza della conclusione della Settimana ecumenica<br />

con la Festa della Conversione di san Paolo —<br />

celebrazione già diffusa in Italia nell'VIII secolo ed entrata<br />

nel Calendario Romano sul finire del X secolo —<br />

conferma la consapevolezza che non può esserci vero<br />

ecumenismo se non nella verità e nella carità della conversione,<br />

della «metanoia». Sotto il tenero ed austero<br />

sguardo del Cristo dello splendido mosaico dell'abside,<br />

la parola «unità» ha un gusto speciale. Lo scorso anno il<br />

Papa la pronunciò anche in lingua romena, ricordando<br />

lo storico grido — «Unitate! Unitate!» — dei cristiani di<br />

Bucarest quel 9 maggio 1999 che vide Pietro celebrare<br />

l'Eucaristica nel cuore della capitale di Romania, con<br />

accanto il Patriarca ortodosso. E il tema della Settimana<br />

ecumenica di quest'anno è stato elaborato proprio in<br />

terra romena.<br />

La Parola di Dio incondizionatamente<br />

accolta e proclamata da tutti i cristiani<br />

Questa Celebrazione Ecumenica ha voluto indicare la<br />

volontà dei cristiani di avviarsi nel nuovo Millennio con<br />

sentimenti di riconciliazione. Ciò che unisce le Chiese e<br />

le Comunità Ecclesiali è la Parola di Dio, da tutti i cristiani<br />

incondizionatamente accolta e proclamata. La Parola<br />

di Dio proclamata nella Celebrazione di questa<br />

mattina è la Parola stessa che Pietro e soprattutto Paolo<br />

indirizzano alle Chiese oggetto della loro sollecitudine<br />

apostolica. Ed è la Parola trasmessa dal Vangelo.<br />

Giovanni Paolo II è giunto a San Paolo alle ore 11.<br />

Con tenerezza ha benedetto e baciato la piccola Martina,<br />

una bambina romana di pochi mesi, stupenda nel<br />

suo vestitino rosa. Sulla soglia della Basilica, prima ancora<br />

di dare inizio alla processione d'ingresso, il Papa,<br />

dopo aver salutato privatamente i Rappresentanti delle<br />

altre Chiese e Comunità ecclesiali, ha ripetuto le stesse<br />

parole di Pietro: «Grazie e pace sia concessa a voi in abbondanza<br />

nella conoscenza di Dio e di Gesù Signore nostro.<br />

Crescete nella grazia e nella conoscenza del nostro<br />

Salvatore Gesù Cristo. A lui la gloria, ora e nel giorno<br />

dell'eternità» (2 Pt 1, 2; 3, 18). Quindi ha invitato alla<br />

preghiera implorando la Grazia di Dio per prestare attento<br />

ascolto alla Parola e per cantare insieme la lode<br />

del Signore.<br />

La solenne processione d'ingresso del Papa e dei Delegati<br />

ecumenici, con la Croce ed il Libro dei Vangeli, è<br />

stata scandita dal canto del salmo 18, inno al Signore<br />

sole di giustizia. Il versetto 5 ne ha costituito l'antifona:<br />

«Per tutta la terra si è diffusa la voce degli Apostoli, è<br />

arrivata ai confini del mondo la loro parola». Il canto è<br />

stato eseguito dalla Cappella Sistina, diretta dal Maestro<br />

Giuseppe Liberto, coadiuvata dal coro «Mater Ecclesiae»<br />

guidato da suor Cecilia Stiz.<br />

Giunta la processione presso l'Altare, il diacono<br />

ortodosso, l'Archimandrita Matteo, ha collocato il Libro<br />

dei Vangeli sul tronetto davanti alla Confessione.<br />

Quindi il Papa ha infuso l'incenso nei turiboli e i due<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Venerdì 26 Gennaio 2001<br />

CONTINUA A PAGINA 6<br />

gono. Non sarebbe onesto mascherarle o<br />

ignorarle. Esse non debbono tuttavia sfociare<br />

in rimproveri reciproci o provocare<br />

scoraggiamento. Il dolore per le incomprensioni<br />

o i malintesi deve essere superato<br />

con la preghiera e la penitenza, con<br />

gesti d'amore, con la ricerca teologica. Le<br />

questioni ancora aperte non devono essere<br />

sentite come un ostacolo al dialogo,<br />

ma come un invito al confronto franco e<br />

caritatevole. Ritorna la domanda: Quanta<br />

est nobis via? Non ci è dato saperlo, ma<br />

ci anima la speranza di essere guidati<br />

dalla presenza del Risorto e dalla forza<br />

inesauribile del suo Spirito, capace di<br />

sorprese sempre nuove (cfr Novo Millennio<br />

ineunte, 12).<br />

Forti di questa certezza, guardiamo al<br />

nuovo millennio. Esso sta davanti a noi<br />

come una immensa distesa d'acqua nella<br />

quale dobbiamo gettare le reti (cfr Lc 5, 6<br />

s). Il mio pensiero va soprattutto ai giovani<br />

che edificheranno il nuovo secolo e<br />

potrebbero cambiarne l'impronta. La nostra<br />

testimonianza concorde è un dovere<br />

nei loro confronti.<br />

6.Un compito fondamentale, in questa<br />

prospettiva, è la purificazione della<br />

memoria. Nel secondo millennio siamo<br />

stati opposti e divisi, ci siamo reciprocamente<br />

condannati e combattuti. Dobbiamo<br />

dimenticare le ombre e le ferite del<br />

passato ed essere protesi verso l'ora di<br />

Dio che viene (cfr Fil 3, 13).<br />

Purificare la memoria significa anche<br />

edificare una spiritualità di comunione<br />

(koinônia), ad immagine della Trinità,<br />

che incarna e manifesta l'essenza stessa<br />

della Chiesa (cfr Novo Millennio ineunte,<br />

42). Dobbiamo vivere nel concreto la comunione<br />

che, quantunque non piena, già<br />

esiste tra noi. Lasciando alle spalle i malintesi,<br />

dobbiamo incontrarci, conoscerci<br />

meglio, imparare ad amarci reciprocamente,<br />

collaborare fraternamente insieme<br />

per quanto ci è possibile fare.<br />

Il dialogo della carità, tuttavia, non sarebbe<br />

sincero senza il dialogo della verità.<br />

Il superamento delle nostre differenze<br />

comporta una seria ricerca teologica.<br />

Non possiamo scavalcare le differenze;<br />

non possiamo modificare il deposito della<br />

fede. Ma possiamo senz'altro cercare di<br />

approfondire la dottrina della Chiesa alla<br />

luce della Sacra Scrittura e dei Padri, e<br />

spiegarla in modo che essa sia comprensibile<br />

oggi.<br />

Non è tuttavia dato a noi di «fare l'unità».<br />

Essa è dono del Signore. Dobbiamo<br />

dunque pregare, come abbiamo fatto durante<br />

questa settimana, perché ci sia donato<br />

lo Spirito dell'unità. La Chiesa cattolica,<br />

in ogni celebrazione eucaristica<br />

prega: «O Signore, non guardare ai nostri<br />

peccati, ma alla fede della tua Chiesa, e<br />

donale unità e pace secondo la tua volontà».<br />

La preghiera per l'unità è presente in<br />

ogni Eucaristia. Essa è l'anima di tutto il<br />

movimento ecumenico (cfr Ut unum sint,<br />

21).<br />

7.Il nuovo anno appena iniziato è un<br />

tempo quanto mai propizio per testimoniare<br />

insieme che Cristo è «la via, la verità<br />

e la vita». Avremo modo di farlo, e già<br />

si delineano spunti promettenti. Nel 2001,<br />

ad esempio, tutti i cristiani celebreranno<br />

la Resurrezione di Cristo nella medesima<br />

data. Ciò dovrebbe incoraggiarci a trovare<br />

un consenso per una data comune di<br />

questa festa. La vittoria di Cristo sulla<br />

morte e sull'odio ha ispirato anche l'iniziativa<br />

del Consiglio Ecumenico delle<br />

Chiese di dedicare i prossimi dieci anni a<br />

sconfiggere la violenza.<br />

Grande è la mia aspettativa per i viaggi<br />

che mi condurranno in Siria ed in Ucraina.<br />

È mio desiderio che essi contribuiscano<br />

alla riconciliazione e alla pace tra i<br />

cristiani. Ancora una volta mi farò pellegrino,<br />

in cammino sulle strade del mondo<br />

per testimoniare Cristo «via, verità e<br />

vita».<br />

La vostra presenza a questa celebrazione,<br />

carissimi Delegati delle Chiese e Comunità<br />

ecclesiali, mi incoraggia in questo<br />

impegno, che sento come parte essenziale<br />

del mio ministero. Proseguiamo insieme,<br />

con nuovo slancio, nel cammino<br />

verso la piena unità! Cristo cammina con<br />

noi.<br />

A Lui sia gloria nei secoli dei secoli.<br />

Amen.<br />

Le parole di ringraziamento del Santo Padre<br />

«Il Signore sia largo di benedizioni<br />

con ciascuno di voi e ricolmi<br />

dei suoi doni le vostre comunità»<br />

«Il Signore sia largo di benedizioni<br />

con ciascuno di voi e ricolmi dei suoi<br />

doni le vostre comunità». Con queste<br />

parole Giovanni Paolo II si è rivolto ai<br />

membri delle Delegazioni delle Chiese<br />

e delle Comunità ecclesiali che hanno<br />

partecipato alla Celebrazione ecumenica<br />

della Parola. Al termine dell'incontro<br />

conviviale svoltosi nell'Abbazia benedettina,<br />

il Papa ha detto:<br />

Sono molto lieto di questo momento<br />

conviviale, che mi offre<br />

l'occasione propizia per esprimere<br />

nuovamente la mia gratitudine a<br />

ciascuno di voi, venerati e cari<br />

Fratelli, che avete voluto prendere<br />

parte all'odierna celebrazione.<br />

Chers Frères, je suis heureux de<br />

passer ce moment convivial avec<br />

vous, profitant de l'occasion pour<br />

vous remercier de votre présence<br />

cordiale à la célébration de clôture<br />

de la Semaine de prière pour<br />

l'unité.<br />

Our common prayer at the<br />

Tomb of the Apostle Paul has<br />

been a source of great joy for me.<br />

I give thanks to the Lord for this<br />

moving sign of our commitment<br />

to Christian unity at the beginning<br />

of the Third Millennium. In<br />

a very special way, then I wish to<br />

express my gratitude to each of<br />

you for your presence today. May<br />

Christ, “the way, and the truth,<br />

and the life”, continue to guide<br />

and sustain us in fidelity to his<br />

will that all may be one.<br />

Ich freue mich, daß uns diese<br />

Stunde des brüderlichen Miteinanders<br />

geschenkt ist, nachdem<br />

wir vorher im gemeinsamen Gebet<br />

unsere Anliegen vor Gott getragen<br />

haben.<br />

Desidero specificamente ringraziare<br />

— la Delegazione del Patriarcato<br />

ecumenico, in rappresentanza<br />

di Sua Santità Bartholomaios I,<br />

Patriarca ecumenico;<br />

— la Delegazione del Patriarcato<br />

greco-ortodosso di Alessandria,<br />

in rappresentanza di Sua Beatitudine<br />

Petros VII, Patriarca grecoortodosso<br />

d'Alessandria e di tutta<br />

l'Africa;<br />

— la Delegazione del Patriarcato<br />

greco-ortodosso d'Antiochia, in<br />

rappresentanza di Sua Beatitudine<br />

Ignace IV Hazim, Patriarca grecoortodosso<br />

d'Antiochia e di tutto<br />

l'Oriente;<br />

— la Delegazione del Patriarcato<br />

di Mosca, in rappresentanza di<br />

Sua Santità Alessio II, Patriarca di<br />

Mosca e di tutte le Russie;<br />

— la Delegazione del Patriarcato<br />

di Serbia, in rappresentanza di<br />

Sua Beatitudine Pavle, Patriarca<br />

serbo;<br />

— la Delegazione del Patriarcato<br />

ortodosso di Romania, in rappresentanza<br />

di Sua Beatitudine<br />

Teoctist, Patriarca della Chiesa ortodossa<br />

Romena;<br />

— la Delegazione della Chiesa<br />

ortodossa di Bulgaria, in rappresentanza<br />

di Sua Beatitudine Maxime,<br />

Metropolita di Sofia e Patriarca<br />

di Bulgaria;<br />

— la Delegazione della Chiesa<br />

ortodossa di Grecia, in rappresentanza<br />

di Sua Beatitudine Christódoulos,<br />

Arcivescovo di Atene e di<br />

tutta la Grecia;<br />

— la Delegazione della Chiesa<br />

ortodossa di Polonia, in rapprsen-<br />

tanza di Sua Beatitudine Sawa,<br />

Metropolita ortodosso di Varsavia<br />

e di tutta la Polonia;<br />

— la Delegazione della Chiesa<br />

ortodossa d'Albania, in rappresentanza<br />

di Sua Beatitudine Anastas,<br />

Arcivescovo di Tirana, Durres e di<br />

tutta l'Albania;<br />

— la Delegazione del Patriarcato<br />

copto-ortodosso d'Alessandria,<br />

in rappresentanza di Sua Santità<br />

Shenouda III, Papa d'Alessandria<br />

e Patriarca della Sede di San Marco;<br />

— la Delegazione del Patriarcato<br />

ortodosso d'Etiopia, in rappresentanza<br />

di Sua Santità Abba Paulos,<br />

Patriarca d'Etiopia;<br />

— la Delegazione del Patriarcato<br />

siro-ortodosso d'Antiochia, in<br />

rappresentanza di Sua Santità Mar<br />

Ignatius Zakka I Iwas, Patriarca<br />

siro-ortodosso d'Antiochia e di tutto<br />

l'Oriente;<br />

— la Delegazione della Chiesa<br />

ortodossa sira del Malankar, in<br />

rappresentanza di Sua Santità Mar<br />

Baseios Marthoma Mathew II, Catholicos<br />

of the East;<br />

— la Delegazione della Chiesa<br />

Apostolica Armena, in rappresentanza<br />

di Sua Santità Karekin II,<br />

Patriarca supremo e Catholicos di<br />

tutti gli Armeni;<br />

— la Delegazione del Catholicossato<br />

di Cilicia degli Armeni<br />

(Atelias, Libano), in rappresentanza<br />

di Sua Santità Aram I, Catholicos<br />

di Cilicia;<br />

— la Delegazione della Chiesa<br />

assira dell'Oriente, in rappresentanza<br />

di Sua Santità Mar Dinkha<br />

IV, Catholicos e Patriarca della<br />

Chiesa assira dell'Oriente;<br />

— la Delegazione della Comunione<br />

Anglicana, in rappresentanza<br />

dell'Arcivescovo di Canterbury<br />

e Primate della Comunione Anglicana,<br />

Sua Grazia George L. Carey;<br />

— e, infine, le Delegazioni<br />

. della Federazione Luterana<br />

Mondiale;<br />

. dell'Alleanza Mondiale delle<br />

Chiese Riformate;<br />

— del Consiglio Metodista<br />

Mondiale;<br />

— dell'Alleanza Battista Mondiale;<br />

— del Consiglio ecumenico delle<br />

Chiese.<br />

Viva riconoscenza esprimo altresì<br />

all'Abate Generale, all'Abate<br />

ed alla Comunità monastica di<br />

San Paolo, che ancora una volta<br />

hanno offerto la loro generosa disponibilità<br />

e ospitalità. Il Signore<br />

sia largo di benedizioni con ciascuno<br />

di voi e ricolmi dei suoi doni<br />

le vostre comunità.<br />

Au terme de notre rencontre, je<br />

demande au Seigneur de vous bénir,<br />

vous et vos communautés,<br />

pour qu'ensemble nous témoignions<br />

chaque jour davantage du<br />

Christ ressuscité.<br />

May the Lord bestow his abundant<br />

blessings upon each of you<br />

and upon the communities which<br />

you represent<br />

Liebe Brüder, der Herr lasse<br />

sein Licht über euch leuchten<br />

und schenke euren Gemeinschaften<br />

Frieden und Heil.<br />

Al termine il Santo Padre ha detto:<br />

Speriamo che io possa andare<br />

sulle orme di Abramo dopo questo<br />

Anno giubilare.


.<br />

PAGINA<br />

6 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Venerdì 26 Gennaio 2001<br />

«L'attualità della Lettera ai Romani»: è<br />

il tema del convegno dei docenti che si<br />

svolgerà il 15 e il 16 febbraio nella Biblioteca<br />

della Sezione S. Tommaso a Napoli e<br />

nel Seminario Vescovile (ex Casa del fanciullo)<br />

a Pozzuoli. L'incontro è promosso<br />

dalla Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale,<br />

Sezione S. Tommaso d'Aquino, a<br />

Napoli.<br />

Nella mattina di giovedì 15 sono previsti<br />

gli interventi del prof. Romano Penna, e il<br />

prof. J.N. Aletti, S.J.. Seguiranno le rela-<br />

Napoli: Convegno sull'attualità della Lettera ai Romani<br />

zioni del prof. Dalmazio Mongillo, O.P., e<br />

del Prof. Luigi Longobardo. I temi trattati<br />

saranno: «Il contesto storico della Lettera<br />

ai Romani»; «La giustizia di Dio nella Lettera<br />

ai Romani»; «La coscienza nella teologia<br />

morale e la Lettera ai Romani»; «La<br />

Lettera ai Romani nella storia dell'interpretazione».<br />

Nel pomeriggio interverranno il prof.<br />

Antonio Pitta, il prof. Andrea Milano, il<br />

Sulla tomba dell'Apostolo delle Genti<br />

un nuovo, significativo «cenacolo di unità»<br />

CONTINUAZIONE DALLA PAGINA 4/5<br />

diaconi — ortodosso e latino, Scott Armstrong —<br />

hanno incensato il Libro dei Vangeli, il Santo Padre,<br />

i Rappresentanti delle altre Chiese e Comunità ecclesiali<br />

e l'assemblea. Il Santo Padre ha preso posto davanti<br />

alla Confessione, dove si trova la tomba dell'Apostolo<br />

delle Genti. I Delegati ecumenici si sono<br />

messiaccanto a lui, formando quasi un semicerchio.<br />

In ascolto delle Lettere di san Paolo<br />

Con una monizione, il Papa ha invitato all'ascolto<br />

della Parola di Dio proclamata in una serie articolata<br />

di letture tratte dalle Lettere dell'Apostolo Paolo. La<br />

prima lettura (Gal 1, 11-24) ha proposto la testimonianza<br />

stessa di Paolo circa la sua conversione. È<br />

stato poi eseguito il canto «Egregie doctor Paule».<br />

Hanno fatto seguito altre tre letture paoline: la riconciliazione<br />

in Cristo (II Lettera ai Corinzi); concittadini<br />

dei santi e familiari di Dio (agli Efesini) e la<br />

carità vincolo della perfezione (ai Colossesi). Esse sono<br />

state proclamate, in diverse espressioni linguistiche<br />

(inglese, greco, siro, copto, francese, tedesco,<br />

russo e serbo), da 10 componenti delle Delegazioni.<br />

L'alternarsi al leggio di cristiani di così diverse origini<br />

ha suscitato una profonda gioia. L'anelito all'unità<br />

che scaturisce dai testi di san Paolo è stato mirabilmente<br />

espresso con il canto «Ubi Caritas», antico inno<br />

le cui strofe hanno scandito, appunto, le letture.<br />

In ossequio al tema della Settimana di Preghiera<br />

per l'Unità dei Cristiani, il versetto al Vangelo ha riproposto<br />

il testo evangelico di san Giovanni: «Io sono<br />

la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre<br />

se non per mezzo di me». Il diacono ortodosso ha<br />

cantato per intero la pericope evangelica (Gv 14, 1-<br />

6). Dopo l'omelia del Papa, ha fatto seguito la professione<br />

di fede battesimale secondo il testo del Credo<br />

apostolico: un momento alto che ha scosso le coscienze.<br />

Celebrare la Parola di Dio con la sua Parola stessa<br />

ha caratterizzato anche lo scambio del segno di pace<br />

mediante il canto in sei riprese dell'inno paolino alla<br />

carità, intercalato dall'antifona «Maior est caritas».<br />

Ha suscitato profonda commozione il gesto di carità<br />

e di pace che tutti si sono scambiati, come segno di<br />

comunione fraterna. Un abbraccio di pace che è segno<br />

di speranza. Un abbraccio che ha spiritualmente<br />

raggiunto tutti i cristiani, ovunque essi si trovino.<br />

Ancora dal Vangelo di Giovanni è stata tratta la<br />

supplica, seguita dal «Kyrie eleison», del Papa e di 6<br />

Rappresentanti delle Delegazioni ecclesiali. La preghiera<br />

di supplica per la comunione nell'unità è culminata<br />

con il canto del «Pater noster». La Celebrazione<br />

si è conclusa con la Benedizione del Santo Padre,<br />

secondo la formula cosiddetta di Aronne.<br />

Successivamente il Papa ha condiviso l'agape fraterna<br />

nell'Abbazia benedettina di san Paolo. Al termine<br />

di questo momento conviviale il Santo Padre ha<br />

espresso gratitudine a quanti hanno partecipato alla<br />

Celebrazione ecumenica.<br />

Una corale partecipazione<br />

Nella Basilica Giovanni Paolo II è stato accolto<br />

dall'Abate di san Paolo, Dom Paolo Lunardon. Con<br />

lui erano, tra gli altri, l'Abate Generale della Congregazione<br />

Benedettina Cassinese, Dom Isidoro Catanesi;<br />

l'Abate emerito di san Paolo, Dom Luca Collino;<br />

il Priore di san Paolo, Dom Aldo Piccinelli; e la comunitàmonasticabenedettinadella<br />

Basilica Ostiense.<br />

Alla Celebrazione Ecumenica della Parola erano<br />

presenti i Cardinali Angelo Sodano, Segretario di<br />

Stato; Joseph Ratzinger, Prefetto della Congregazione<br />

per la Dottrina della Fede; Roger Etchegaray, che<br />

è stato Legato Pontificio per la chiusura della Porta<br />

prof. Adolfo Russo, il prof. Pio Colonnello.<br />

Temi delle relazioni: «La legge in conflitto<br />

nella Lettera ai Romani»; «La libertà di<br />

Dio e quella dell'uomo»; «Israele modello<br />

di salvezza alle altre religioni»; «Heidegger.<br />

Lettera ai Romani: esistenza e tempo<br />

cairologico».<br />

Nella mattina di venerdì 16, dopo la visita<br />

ai luoghi paolini di Pozzuoli, i lavori<br />

riprenderanno nel Seminario Vescovile.<br />

Interverranno i professori Bruno Forte,<br />

Cesare Marchiselli, Domenico Sorrentino,<br />

Pasquale Giustiniani. Seguirà un dibattito.<br />

Dopo sono previsti gli interventi dei professori<br />

Antonio Cioffi, Giuseppe Balido e<br />

Ciro Sarnataro. Tra i temi trattati, sempre<br />

con riferimento alla Lettera ai Romani:<br />

«La dottrina della predestinazione»; «L'ecclesiologia<br />

ministeriale»; «Le prediche di<br />

Roberto Bellarmino»; «Il commento di S.<br />

Gregorio Nazianzeno»; «Struttura logicoformale<br />

dei commenti agostiniani».<br />

26 gennaio: memoria liturgica di san Timoteo<br />

Una grande<br />

figura di Pastore<br />

COSMO FRANCESCO RUPPI<br />

Arcivescovo di Lecce<br />

Quando, nel pomeriggio del 18 marzo<br />

1983, Giovanni Paolo II entrò nella cattedrale<br />

di Termoli, per una breve visita<br />

privata, prima di raggiungere una grande<br />

piazza velocemente costruita per celebrare<br />

l'Eucaristia nella festa di san<br />

Giuseppe, con centomila fedeli, ebbe<br />

modo di venerare le reliquie di san Timoteo<br />

non senza meraviglia nel trovarsi<br />

dinanzi al discepolo prediletto di Paolo.<br />

Alla domanda se si trattasse di reliquie<br />

autentiche, prima di sentire la risposta<br />

di chi scrive, pronunciò una parola<br />

saggia che colpì le poche persone<br />

presenti, tra cui il venerando arciprete<br />

della cattedrale che subito dopo la guerra<br />

era stato testimone della prima ricognizione<br />

delle ossa del destinatario delle<br />

due famose Lettere dell'Apostolo delle<br />

genti, collocate nella cripta della cattedrale<br />

molisana nel lontano 1239, provenienti<br />

misteriosamente dall'Oriente, forse<br />

addirittura da Costantinopoli.<br />

Il Santo Padre disse, quasi tra sé e sé:<br />

tradizione fondata riconoscendo, con<br />

questo, che, come in tanti altri casi di<br />

reliquie antiche, più che la storia, con<br />

tutti i suoi rigori, quello che conta è la<br />

fondatezza della tradizione e, nel caso di<br />

san Timoteo, per la verità, di una tradizione<br />

mai contestata o rivendicata da altri<br />

paesi e altre regioni, come ha dimostrato<br />

con i suoi lunghi studi il compianto<br />

Vescovo Mons. Biagio D'Agostino,<br />

Vescovo di Vallo della Lucania, che era<br />

nativo di Termoli e fu sempre profondamente<br />

legato a quella città, prima e dopo<br />

il mandato episcopale.<br />

Le reliquie di san Timoteo, dunque,<br />

secondo la tradizione sono conservate a<br />

Termoli, ma secondo Eusebio di Cesarea<br />

che lo definisce primo Vescovo di<br />

Efeso, venne sepolto a Costantinopoli<br />

nella famosa chiesa che conservava le<br />

memorie degli apostoli.<br />

E tale notizia è più che fondata, perché<br />

davvero Timoteo, al pari di Tito, è<br />

considerato quasi il prolungamento visibile<br />

dell'apostolo Paolo e indubbiamente<br />

uno dei primi discepoli del Vangelo.<br />

Timoteo fu uno dei più importanti discepoli<br />

di Paolo e fu anche suo compagno<br />

di viaggio: il suo nome ricorre sei<br />

volte negli Atti degli Apostoli e diciotto<br />

volte nelle lettere di Paolo, una volta finanche<br />

nella Lettera agli Ebrei.<br />

Da ciò gli studiosi desumono che l'autore<br />

degli Atti non gli riconosca l'importanza<br />

che aveva agli occhi di Paolo, ma<br />

è molto più probabile che Luca non lo<br />

ritenesse funzionale ai suoi racconti e,<br />

comunque, le tante citazioni fatte da lui<br />

stanno ad indicarne importanza eruolo.<br />

Era nato a Listra in Licaonia, a duecento<br />

chilometri da Tarso, e come ricordano<br />

gli Atti (16, 1) la mamma era giudea,<br />

mentre il papà era pagano. Della<br />

mamma conosciamo anche il nome, Eunice,<br />

e conosciamo finanche il nome<br />

della nonna, Loide, il che fa supporre<br />

una certa frequenza di Paolo con la sua<br />

famiglia e il suo parentado: «Mi ricordo<br />

— gli scrive Paolo nella seconda Lettera<br />

— della tua fede schietta, fede che fu<br />

per prima nella tua nonna Loide, poi<br />

in tua madre Eunice, e ora, ne sono<br />

certo, anche in te» (1, 5).<br />

«Per questo motivo — continua Paolo,<br />

dandogli un segno di particolare<br />

amore e di stima — ti ricordo di ravvivare<br />

il dono di Dio che è in te per l'imposizione<br />

delle mie mani» e gli raccomanda<br />

di non vergognarsi della testimonianza<br />

che doveva rendere all'Apostolo<br />

che in quel momento era in catene.<br />

Durante il secondo viaggio missionario<br />

di Paolo, Timoteo è già con lui, affiancandosi<br />

a Silla e fu scelto perché<br />

«era assai stimato dai fratelli di Listra<br />

e Iconio» (At 16, 2), ma non essendo ancora<br />

circonciso, Paolo lo fa circoncidere<br />

«per riguardo ai Giudei che si trovavano<br />

in quelle regioni» (ib.).<br />

Con Paolo e Silla, Timoteo attraversa<br />

l'Asia minore, giungendo fino a Troade<br />

e alla Macedonia, ma quando Paolo e<br />

Silla vennero accusati e calunniati di disturbare<br />

l'ordine pubblico il giovane Timoteo<br />

non venne coinvolto in tale accusa,<br />

forse perché, dicono gli storici, venne<br />

riconosciuto come mezzo greco a<br />

causa del padre.<br />

Più volte Paolo si è servito di Timoteo<br />

per missioni delicate, come quando lo<br />

inviò a Tessalonica per avere notizie di<br />

prima mano sulla vita di quella comunità<br />

e soprattutto per confermarla nella<br />

fede e salvaguardarla dall'errore.<br />

Questa missione fu svolta, come al solito,<br />

con fedeltà alla Parola e all'Apostolo<br />

e così Timoteo poté portare a Paolo,<br />

con le offerte di carità, anche buone notizie<br />

sulla vita cristiana dei tessalonicesi.<br />

Timoteo collabora nella evangelizzazione<br />

di Corinto e lo troviamo anche ad<br />

Efeso, nel terzo viaggio missionario dell'Apostolo,<br />

anzi quando Paolo scrive le<br />

lettere a Filemone e ai Filippesi egli è<br />

certamente anche con lui.<br />

Sempre sulla testimonianza degli Atti,<br />

da Efeso Timoteo viene inviato in Macedonia<br />

insieme a un altro discepolo di<br />

nome Erasto, in occasione della famosa<br />

crisi ecclesiale che tanto afflisse l'Apostolo.<br />

Paolo mandò, infatti, la sua prima lettera<br />

ai Corinti proprio per mezzo di Timoteoed<br />

è celebre, al riguardo, l'espressione:<br />

«Vi ho mandato Timoteo, mio figlio<br />

diletto e fedele nel Signore: egli vi<br />

richiamerà alla memoria le vie che vi<br />

ho indicatoinCristo,come insegno dappertutto<br />

in ogni Chiesa» (1 Cor 4, 17).<br />

In questa stessa Lettera si trova l'elogio<br />

più bello di questo santo Vescovo<br />

che tutti desidereremmo meritare: dopo<br />

aver raccomandato alla comunità di Corinto<br />

di accoglierlo bene, perché non si<br />

trovi in soggezione, Paolo afferma che<br />

egli lavora, come lui, per l'opera del Signore:<br />

«Nessuno gli manchi di riguardo;<br />

anzi al contrario, accomiatatelo in<br />

pace, perché ritorni presso di me: io lo<br />

aspetto coi fratelli» (1 Cor 16).<br />

Ricorre quest'anno il venticinquesimo anniversario della morte<br />

Il venerabile Padre Gabriele Allegra: personalità insigne per dottrina e sapienza<br />

LEONARDO ANASTASI<br />

Oltre a una intensa vita interiore, il venerabile<br />

padre Gabriele Allegra, del quale ricorre il 25°<br />

della morte, eccelleva anche culturalmente. Basti<br />

pensare all'ardua impresa, a cui si sobbarcò, per<br />

tradurre in cinese la Sacra Scrittura. Si può senz'altro<br />

affermare che tale traduzione, che è poi<br />

la prima tradotta dalle lingue originali (ebraico,<br />

aramaico, greco) e con interpretazione cattolica,<br />

è una sua conquista.<br />

Dotato di una memoria e intelligenza non comuni,<br />

animato da un ardente zelo missionario,<br />

poté realizzare felicemente questo suo ardito progetto<br />

giovanile.<br />

La iniziò nel 1935, e la completò, in collaborazione<br />

con altri confratelli, il 2 agosto 1961. Undici<br />

volumi in tutto, con ampio commento.<br />

Parlando di lui, non si può non accennare, almeno<br />

sommariamente, questa sua primaria opera,<br />

definita «monumentale, colossale», che portò<br />

avanti «In mezzo alle lacrime, al sangue e allo<br />

schianto della bufera devastatrice della persecuzione<br />

comunista».<br />

Non si arrese di fronte alle tante difficoltà sopravvenute,<br />

continuava a lavorare con impegno<br />

tenace, pienamente fiducioso nell'aiuto del Signore<br />

e nella materna assistenza della Madonna:<br />

«Mater Immaculata — egli asserisce — sola dux<br />

nostra fuit».<br />

Si trattava di tradurre in cinese dalle lingue<br />

originali la Parola di Dio rivelata, la quale è stata<br />

dettata in tempi diversi, in diverse lingue, a diversi<br />

autori e di diversa cultura, per cui una stessa<br />

parola o frase cambia significato a seconda<br />

dell'epoca e della personalità dello scrittore.<br />

Si richiede la conoscenza di più scienze per<br />

farne una buona traduzione. Anzitutto ci vuole<br />

una esatta conoscenza delle lingue bibliche:<br />

ebraico, aramaico, greco.<br />

Unaconoscenzaperfettadellalingua, nella quale<br />

si vuole tradurre la Bibbia, perché la traduzione<br />

dia il vero senso o almeno il più vicino al senso<br />

voluto da Dio stesso, quando l'ha ispirato.<br />

Ecco perché il p. Allegra, per impadronirsi del<br />

pensiero, della cultura e della tradizione cinese,<br />

s'immerse nello studio dei classici, filosofi e poeti<br />

cinesi, nello studio dell'archeologia, della filoso-<br />

Santa a san Paolo il 5 gennaio scorso; Camillo Ruini,<br />

Vicario per la Diocesi di Roma; Edward Idris Cassidy,<br />

Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione<br />

dell'Unità dei Cristiani; Johannes Willebrands,<br />

Presidente emerito del Pontificio Consiglio per la<br />

Promozione dell'Unità dei Cristiani; William Wakefield<br />

Baum; Opilio Rossi; Paul Augustin Mayer; László<br />

Paskai; Giovanni Canestri; Jozef Tomko; Antonio<br />

María Javierre Ortas; Pio Laghi; Darío Castrillón<br />

Hoyos; Gilberto Agustoni; Francis Arinze; Jorge Arturo<br />

Medina Estévez; Salvatore De Giorgi; James<br />

Francis Stafford; Francesco Colasuonno; S.B. Ignace<br />

Moussa I Daoud, Prefetto della Congregazione per le<br />

Chiese Orientali, che il Papa — lo ha annunciato all'Angelus<br />

di domenica scorsa — creerà Cardinale nel<br />

prossimo Concistoro. Erano presenti numerosi Arcivescovi<br />

e Vescovi, fra i quali l'Arcivescovo Leonardo<br />

Sandri, Sostituto della Segreteria di Stato; l'Arcivescovo<br />

Jean-Louis Tauran, Segretario per i Rapporti<br />

con gli Stati; l'Arcivescovo Andrea Cordero Lanza di<br />

Montezemolo, Nunzio Apostolico in Italia; l'Arcivescovo<br />

Marcello Costalunga, Amministratore Pontificio<br />

della Basilica di san Paolo; l'Arcivescovo Oscar<br />

Rizzato, Elemosiniere di Sua Santità; gli Arcivescovi<br />

Giovanni Battista Re, Prefetto della Congregazione<br />

per i Vescovi, e Crescenzio Sepe (anch'essi saranno<br />

creati Cardinali nel prossimo Concistoro); l'Arcivescovo<br />

Carlo Maria Viganò, Nunzio Apostolico, Delegato<br />

per le Rappresentanze Pontificie; l'Arcivescovo<br />

Paolo Sardi, Nunzio Apostolico con incarichi speciali;<br />

il Vescovo James Michael Harvey, Prefetto della<br />

Casa Pontificia; il Vescovo Stanisław Dziwisz, Prefetto<br />

Aggiunto della Casa Pontificia; il Vescovo Salvatore<br />

Fisichella, Ausiliare per il Settore Sud e Presidente<br />

della Commissione per l'ecumenismo della Diocesi di<br />

Roma.<br />

Erano inoltre presenti gli Officiali ed il personale<br />

del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità<br />

dei Cristiani: il Vescovo Walter Kasper, Segretario<br />

del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità<br />

dei Cristiani (verrà creato Cardinale nel prossimo<br />

Concistoro); il Sotto-Segretario, Mons. Eleuterio F.<br />

Fortino; Padre Józef M. Maj; Don Johan Bonny;<br />

Mons. John A. Radano; Mons. John F. Mutiso-Mbinda;<br />

Padre Remi Hoeckman; Don Timothy Galligan;<br />

Don Matthias Türk; Padre Francis Kodiyan; Don<br />

Juan Fernando Usma Gómez; Don Oliver Lahl. Erano<br />

inoltre presenti il Vescovo Pierre Duprey, già Segretario<br />

del Pontificio Consiglio per la Promozione<br />

dell'Unità dei Cristiani, e numerose personalità impegnate,<br />

a vario titolo, nel dialogo ecumenico.<br />

Tra i Prelati della Curia Romana presenti, l'Assessore<br />

Mons. Pedro López Quintana, il Sotto-Segretario<br />

per i Rapporti con gli Stati, Mons. Celestino Migliore,<br />

e Mons. Mieczysław Mokrzycki, della Segreteria<br />

Particolare del Santo Padre.<br />

Era presente il Corpo Diplomatico accreditato<br />

presso la Santa Sede.<br />

I Rappresentanti delle altre Chiese<br />

e Comunità ecclesiali<br />

Numerosi i Rappresentanti delle altre Chiese e Comunità<br />

ecclesiali.<br />

In rappresentanza del Patriarca Ecumenico di Costantinopoli,<br />

Bartholomaios I, era presente S.E. Gennadios,<br />

Metropolita dei greci ortodossi in Italia,<br />

Esarca dell'Europa Meridionale, accompagnato dal<br />

Rev.mo Archimandrita Matteo Psomas.<br />

In rappresentanza del Patriarca greco ortodosso di<br />

Alessandria e di tutta l'Africa, Petros VII, era presente<br />

S.E. Seraphim, Metropolita del Kenya e di Irinoupolis.<br />

In rappresentanza del Patriarca greco ortodosso<br />

di Antiochia e di tutto l'Oriente, Ignace IV Hazim,<br />

S.E. Gabriel Saliby, Metropolita dell'Europa Oc-<br />

fia, della papirologia, delle lingue bibliche e di<br />

quella cinese, classica e moderna, della storia,<br />

della geografia.<br />

C'è stato, quindi, un lavoro immane di preparazione,<br />

difficilmente riscontrabile in una sola<br />

persona.<br />

E tutto ciò egli l'ha intrapreso esclusivamente<br />

per amore della Chiesa. Non fu mosso da motivi<br />

propagandisti e puramente culturali, ma piuttosto<br />

dall'urgenza di offrire uno strumento, il più<br />

adatto possibile, per l'evangelizzazione della Cina,<br />

e non un testo semplicemente letterario, ma<br />

la Parola autentica di Dio, destinata alla istruzione<br />

ed evangelizzazione dei fedeli.<br />

È di tale portata la traduzione cinese della Bibbia,<br />

che, per darne un giudizio adeguato, ci vorrebbe<br />

una persona, fornita di particolari doti intellettuali<br />

e spirituali.<br />

Raimondo Manzini sull'«Osservatore Romano»<br />

del 6 febbraio 1976, in occasione della morte del<br />

p. Allegra, dopo avere esaltato il valore e i pregi<br />

dell'opera monumentale, da lui compiuta con la<br />

traduzione della Bibbia in cinese, così conclude:<br />

«Quale scienziato, che avesse compiuto un simile<br />

monumento di cultura, sarebbe passato senza<br />

unaecoadeguatanellainformazionedel giorno?».<br />

Per convincerci con quale scrupolosa preparazione<br />

culturale il p. Allegra affrontò l'ardua impresa<br />

di tale traduzione, basti riflettere su quanto<br />

egli scrisse al dr. Dante Pollici, ex ambasciatore<br />

d'Italia a Singapore: «Mi sono tuffato — gli confida<br />

— nello studio della letteratura ellenistica e<br />

di quella latina, ho letto molte storie e monografie,<br />

sillogi di iscrizioni e di papiri, ho cercato, in<br />

una parola, di rifarmi un'anima antica, l'anima<br />

di un contemporaneo di Gesù e dei suoi apostoli,<br />

onde meglio comprendere il messaggio evangelico»<br />

(Test. 201/b).<br />

Si tenga anche presente che il p. Allegra non<br />

era esperto soltanto nel campo biblico, eccelleva<br />

anche in altre scienze sacre e profane. Era profondo<br />

conoscitore della teologia, filosofia, patrologia,<br />

mariologia, storia universale e in particolare<br />

della storia della Chiesa, dell'agiografia, delle<br />

varie spiritualità, in specie di quella francescana,<br />

delle lingue europee e orientali.<br />

«La sua cultura classica — asserisce il p. Cirillo<br />

Meacci, che gli fu vicino per molti anni e in<br />

cidentale e Centrale. In rappresentanza del Patriarca<br />

ortodosso di Mosca e di tutte le Russie, Alessio II,<br />

S.E. Innokentij, Vescovo di Korsun, Patriarcato di<br />

Mosca in Francia. In rappresentanza del Patriarca<br />

ortodosso di Serbia, Pavle, S.E. Lavrentije, Vescovo<br />

di Sabac-Valjevo. In rappresentanza del Patriarca ortodosso<br />

di Romania, Teoctist, S.E. Iosif, Arcivescovo<br />

per l'Europa Centrale e Meridionale. In rappresentanza<br />

del Metropolita ortodosso di Sofia e Patriarca<br />

di Bulgaria, Maxime, S.E. Galaktion, Metropolita di<br />

Stara Zagora. In rappresentanza dell'Arcivescovo ortodosso<br />

di Atene e di tutta la Grecia, Christódoulos,<br />

il Rev.mo Archimandrita Ignatios Sotiriadis, del Comitato<br />

sinodale per le relazioni interortodosse e intercristiane.<br />

In rappresentanza del Metropolita ortodosso<br />

di Varsavia e di tutta la Polonia, Sawa, il<br />

Rev.do Padre Piotr Nazaruk. In rappresentanza dell'Arcivescovo<br />

ortodosso di Tirana, Durres e di tutta<br />

l'Albania, Anastas, il Rev.mo P. Jani Trebicka, Segretario<br />

Generale della Chiesa ortodosso autocefala di<br />

Albania.<br />

In rappresentanza del Patriarca copto-ortodosso di<br />

Alessandria, Papa Shenouda III, era presente S.E.<br />

Barnaba El Soryani, Vescovo della Chiesa copto ortodossa<br />

in Italia. In rappresentanza del Patriarca ortodosso<br />

di Etiopia, Abba Paulos, S.E. Abune Yohannes,<br />

Vescovo della Chiesa ortodossa d'Etiopia in Italia,<br />

accompagnatodaTarekegneTaka,Presidente dell'Associazione<br />

delle Comunità Etiopiche in Italia. In<br />

rappresentanza del Patriarca siro ortodosso di Antiochia<br />

e di tutto l'Oriente, Mar Ignatius Zakka I Iwas,<br />

S.E. Mar Gregorius Yohanna Ibrahim, Metropolita<br />

di Aleppo. In rappresentanza del Catholicos della<br />

Chiesa ortodossa sira del Malankar, Mar Baseios<br />

Marthoma Mathew II, il Rev. P. Matthew Baby. In<br />

rappresentanza del Patriarca Supremo e Catholicos<br />

di tutti gli Armeni, Karekin II, il Rev.mo Arciprete<br />

Zadik Avedikian, Rettore della Cattedrale Apostolica<br />

Armena di Marsiglia. In rappresentanza del Catholicos<br />

di Cilicia degli Armeni, Aram I, S.E. il Vescovo<br />

Moushegh Mardirossian, Primate della West Coast<br />

(Stati Uniti d'America), accompagnato dai Signori<br />

John e Asdghig Bedrosian. In rappresentanza del Catholicos<br />

e Patriarca della Chiesa assira dell'Oriente,<br />

Mar Dinkha IV, il Rev.do Padre William Toma.<br />

In rappresentanza dell'Arcivescovo di Canterbury<br />

e Primate della Comunione Anglicana, George L. Carey,<br />

era presente S.E. Stephen Venner, Vescovo di<br />

Dover. In rappresentanza della Federazione Luterana<br />

Mondiale, S.E. Julius Filo, Vescovo della Chiesa<br />

Evangelica Luterana nella Repubblica Slovacca e Vice<br />

Presidente della Federazione Luterana Mondiale.<br />

In rappresentanza dell'Alleanza Mondiale delle Chiese<br />

Riformate, il Rev. Setri Nyomi, Segretario Generale.<br />

In rappresentanza del Consiglio Metodista Mondiale,<br />

il Rev. Joe Hale, Segretario Generale del Consiglio<br />

Metodista Mondiale. In rappresentanza dell'Alleanza<br />

Battista Mondiale, Branco Lovrec, Presidente<br />

dell'Unione Battista di Croazia. In rappresentanza<br />

del Consiglio Ecumenico delle Chiese, S.E. Jonas<br />

Jonson, Vescovo luterano di Strängnäs, Co-Presidente<br />

del «Gruppo Misto di Lavoro» tra la Chiesa cattolica<br />

e il Consiglio Ecumenico delle Chiese.<br />

Riprende il largo la «barca dell'ecumenismo» dopo<br />

questo intenso e fraterno abbraccio di pace. L'incontro<br />

a san Paolo è stata l'occasione per una preghiera<br />

comune e anche per una riflessione sui rapporti tra i<br />

cristiani suggerita dal Papa nell'omelia. Per il nuovo<br />

Millennio c'è un programma preciso, chiaro, da realizzare.<br />

È un programma che il Signore Gesù ha così<br />

sintetizzato: «Io sono la via, la verità e la vita». La<br />

missione dei cristiani è riproporre con la forza della<br />

testimonianza concorde questo annuncio decisivo.<br />

Cristo è la forza capace di superare ciò che divide.<br />

GIAMPAOLO MATTEI<br />

varie circostanze — era vastissima e davvero insolita<br />

in una persona dedita esclusivamente a<br />

studi e lavori sacri».<br />

Conosceva e citava i principali autori greci, latini,<br />

italiani. Poteva ripetere a memoria tutta la<br />

Divina Commedia.<br />

Così pure vasta e profonda era la sua conoscenza<br />

dei principali autori moderni occidentali e<br />

dei classici cinesi, antichi e moderni. Questo tesoro<br />

inestimabile di cultura sacra e profana, antica<br />

e moderna, ha reso di grandissimo valore il<br />

commento e la traduzione della «Bibbia» (Test.<br />

126, pp. 3-4).<br />

Quando essa uscì alla stampa, ne diedero<br />

grande rilievo con giudizi e apprezzamenti molto<br />

lusinghieri, non solo gli studiosi cattolici, ma anche<br />

i protestanti e i non credenti.<br />

Si può dire che l'opera del venerabile Gabriele<br />

Allegra è legata a un futuro speranzoso della Cina,<br />

nel senso che essa avrà una grande ripercussione<br />

nella vita sociale e religiosa di quell'immenso<br />

paese.<br />

Lo ha espressamente dichiarato il Card. Yupin:<br />

«La traduzione della Bibbia in cinese è la<br />

più grande impresa letteraria della Chiesa cattolica<br />

in Cina e una pietra miliare della sua storia.<br />

D'ora innanzi la storia della Chiesa in Cina si<br />

può dividere in due grandi periodi: prima e dopo<br />

la versione della Bibbia».<br />

* * *<br />

Il venerabile Gabriele Allegra ebbe inoltre il<br />

dono della sapienza. Essa si distingue dalla scienza.<br />

Nelle sue «Memorie autobiografiche» egli lo<br />

sottolinea: «La scienza è la cognizione di materie<br />

acquisite mediante lo sforzo dell'intelligenza<br />

umana. È il frutto del lavoro intellettuale...<br />

«La sapienza, però, è più che scienza. È il dono<br />

della Spirito Santo, è il dono della Madre celeste<br />

ai suoi figli... Questa sapienza, essendo un<br />

dono, non lo si acquista nelle sale delle biblioteche<br />

o davanti alle cattedre dei sommi maestri,<br />

ma nella preghiera davanti alla Eucarestia, pregando<br />

umilmente e fiduciosamente la Madre del<br />

Verbo» (Ms, I, 9, pp. 24-25).<br />

La scienza umana egli la coltivava con umiltà<br />

e devozione. «Se c'è umiltà e amore, ben venga<br />

la scienza! Ma se esse mancano, la scienza arida<br />

non solo non giova, ma fa danno» (Ms. II/c, 4,<br />

p. 3). Egli non studiava per pura curiosità. Tutti<br />

i suoi studi, sacri e profani, li faceva convergere<br />

per avere una conoscenza sempre più profonda e<br />

amorosa del Verbo Incarnato.<br />

«Oh! esclama, io bramo vedere il mio adorato<br />

Cristo nella natura, nella storia, nella Scrittura,<br />

nella Chiesa, nelle anime, dovunque... Voglio essere<br />

affascinato, sedotto da lui» (Ms. III, 5, pp.<br />

11-12).<br />

Egli la desiderava intensamente la sapienza. La<br />

chiedeva con insistenza alla Madonna. Scrivendo<br />

ai suoi genitori dalla Cina, li esortava di recitare<br />

per lui ogni giorno questa preghiera: «O santa<br />

Vergine, concedete a p. Gabriele la purezza degli<br />

angeli, l'umiltà di s. Francesco, e un po' la sa-<br />

pienza dei dottori per la gloria del Figlio vostro<br />

Gesù» (Ep. i, p. 125).<br />

Negli esercizi spirituali, fatti a Pechino dal 13<br />

al 21 luglio 1944, assorto nella contemplazione<br />

dei misteri di Cristo, dà libero sfogo al suo cuore<br />

con questa invocazione: «Vorrei l'intelligenza del<br />

mistero di Cristo, vorrei comprendere, per quanto<br />

è possibile a un povero peccatore pentito, le<br />

ininvestigabili ricchezze del Cuore di Gesù, l'eminente<br />

scienza della sua carità, la sua Regalità assoluta...<br />

Vorrei comprendere la storia, la filosofia<br />

e le scienze come una propedeutica (o avviamento)<br />

a Cristo, come una aspirazione a lui...».<br />

E gli rivolge questa ardente preghiera: «Dammi<br />

pure, o Padre, di leggere nel gran libro della<br />

natura la tua divina virtù, e nella storia la tua<br />

adorabile Provvidenza. Vorrei soprattutto coordinare<br />

tutte le cognizioni in un solo principio teologico:<br />

In principio era il Verbo, e il Verbo era<br />

Dio, e il Verbo si è fatto carne.<br />

«Fa' che anch'io, come s. Bonaventura e il<br />

mio caro fratello, il B. Giovanni Scoto, sappia<br />

mutare lo studio in continua preghiera, e studi<br />

soltanto per diventare un discepolo della divina<br />

Sapienza, cioè conoscerti meglio e amarti di più»<br />

(Ms. I, 2, pp. 42-44).<br />

Negli «Atti processuali» si legge: «In lui la<br />

scienza era diventata sapienza, la conoscenza<br />

delle cose teologiche era soffusa di una profonda<br />

unione, appunto perché scaturivano da un'anima<br />

colma di amore di Dio» (TDP: pp 450-51).<br />

In realtà i suoi scritti, nonché le sue prediche,<br />

sono soffusi di sapienza celeste. L'ha ottenuto tale<br />

dono dal Signore con una purezza angelica,<br />

una carità serafica e con una ardente preghiera.<br />

Era, poi, umile, mite, pacifico, paziente, per<br />

cui gli si possono applicare le parole di s. Giacomo:<br />

«La sapienza, che viene dall'alto, è anzitutto<br />

pura, poi pacifica, mite arrendevole, piena di misericordia<br />

e di buoni frutti, senza parzialità, senza<br />

ipocrisia. Un frutto di giustizia viene seminato<br />

nella pace per coloro che fanno opera di pace»<br />

(Gc 3, 17-18). Così egli visse.<br />

Il che emerge alla luce della eroicità delle sue<br />

virtù, evidenziate dalle molteplici testimonianze<br />

riportate nella cosiddetta Positio e approvate con<br />

Decreto Pontificio il 15 dicembre 1994.


ITALIA<br />

PAGINA<br />

7 .<br />

Il cammino<br />

della Chiesa<br />

SALERNO Un nuovo tempo di grazia e d'impegno<br />

Dal Grande Giubileo<br />

all'Anno Eucaristico<br />

FRANCESCO M. VALIANTE<br />

Dal Grande Giubileo del Duemila<br />

all'Anno Eucaristico diocesano: l'inizio<br />

del nuovo millennio segna un<br />

passaggio cruciale nel cammino pastorale<br />

dell'arcidiocesi di Salerno-<br />

Campagna-Acerno. Dopo lo straordinario<br />

anno di grazia giubilare, non<br />

c'è tempo per soste nostalgiche o per<br />

sterili bilanci. Si riparte subito nel segno<br />

dell'Eucaristia, Pane di Vita, fonte<br />

e culmine della vita della Chiesa.<br />

Ancora una volta la comunità ecclesiale<br />

è chiamata ad una grande mobilitazione<br />

spirituale. Anche sul piano<br />

organizzativo fervono progetti ed iniziative.<br />

Dopo l'indizione ufficiale, avvenuta<br />

da parte dell'Arcivescovo Gerardo<br />

Pierro il 21 settembre scorso,<br />

festa del Patrono san Matteo, sono<br />

state costituite cinque commissioni<br />

(biblico/teologica, liturgica, pastorale,<br />

caritativa e organizzativa) che<br />

avranno il compito di guidare le parrocchie<br />

e le zone pastorali, tenendo<br />

conto del Congresso Eucaristico diocesano<br />

che sarà celebrato nel 2002,<br />

dopo cinquant'anni a Salerno.<br />

L'Anno Eucaristico ha le sue radici<br />

profonde proprio nell'esperienza che<br />

l'arcidiocesi ha vissuto nel corso dell'Anno<br />

Santo del 2000. Il Verbo incarnato,<br />

di cui è stato celebrato il bimillenario<br />

della nascita, è vivo e presente<br />

nel sacramento dell'Eucaristia.<br />

E la memoria non può non ritornare<br />

ai momenti di impegno, di fatica, di<br />

gioia che hanno costellato il Grande<br />

Giubileo a Salerno. A cominciare dai<br />

tre anni intensi di preparazione, vissuti<br />

in linea con le sollecitazioni della<br />

«Incarnationis mysterium» e secondo<br />

le indicazioni della Lettera pastorale<br />

dell'Arcivescovo Pierro «Vivere il<br />

Grande Giubileo». Il Comitato diocesano<br />

costituito per l'occasione, guidato<br />

da Don Mario Salerno, si è fatto<br />

carico dei vari aspetti legati alla mobilitazione<br />

comunitaria e alla celebrazione<br />

dell'Anno Santo. Sin dal settembre<br />

1999 ha predisposto un calendario<br />

di appuntamenti ed ha portato<br />

avanti uno stile di impegno basato<br />

sulla collaborazione e sul coinvolgimento<br />

delle diverse realtà diocesane.<br />

È ancora ben vivo e palpabile il ricordo<br />

delle giornate giubilari celebrate<br />

in Cattedrale: dal Giubileo dei<br />

giornalisti a quello dei sordomuti, dal<br />

Giubileo dei politici a quello degli<br />

sportivi, dal Giubileo delle famiglie a<br />

quello dei gruppi, delle associazioni e<br />

dei movimenti. Così come restano indimenticabili<br />

le giornate giubilari vissute<br />

in altri luoghi significativi: il<br />

Giubileo dei malati e degli operatori<br />

sanitari, celebrato nel santuario dei<br />

santi Cosma e Damiano, ad Eboli; il<br />

Giubileo del clero, nel santuario della<br />

Madonna di Avigliano, a Campagna;<br />

il Giubileo dei ministranti, nel<br />

Seminario Metropolitano «Giovanni<br />

Paolo II», in località Pontecagnano-<br />

Faiano.<br />

Nei nove diversi luoghi giubilari<br />

della diocesi sono convenuti moltissi-<br />

mi pellegrini — singoli, famiglie e<br />

gruppi organizzati — che hanno vissuto<br />

intensamente l'esperienza di<br />

conversione e di penitenza dell'Anno<br />

Santo. Le parrocchie hanno avuto un<br />

ruolo fondamentale nel corso del<br />

tempo giubilare. In diverse comunità<br />

sono state celebrate Missioni popolari,<br />

si è riscoperto il culto delle «quarantore»,<br />

si è dato ulteriore impulso<br />

alla devozione mariana, ha ripreso<br />

vigore l'impegno caritativo e assistenziale<br />

verso gli ultimi, i sofferenti, i bisognosi.<br />

Sul piano formativo, i ritiri mensili<br />

del clero sono stati caratterizzati da<br />

riflessioni su temi giubilari: dalla carità<br />

alla comunicazione, dalla vita alla<br />

famiglia, dall'Eucaristia alla redenzione.<br />

Momento qualificante del<br />

cammino della Chiesa locale è stato<br />

il convegno diocesano celebrato dal<br />

31 agosto al 2 settembre sul tema «Il<br />

Giubileo, tempo di riconciliazione».<br />

Particolarmente significativa, tra le<br />

altre, è stata l'esperienza dell'accoglienza<br />

della Croce della Giornata<br />

Mondiale della Gioventù, che ha visto<br />

una grande e corale partecipazione<br />

dei giovani salernitani.<br />

Per quanto riguarda l'aspetto caritativo,<br />

l'intera comunità è stata coinvolta<br />

nella campagna per la riduzione<br />

del debito estero dei Paesi poveri,<br />

a favore della quale sono state destinate<br />

le offerte raccolte durante l'Avvento<br />

di fraternità e la Quaresima di<br />

carità. In prima fila la Caritas diocesana,<br />

che ha promosso e curato le<br />

diverse iniziative. Nel corso dell'Anno<br />

Santo è stato anche ampliato a Salerno<br />

il dormitorio-accoglienza per i<br />

senza fissa dimora e gli extracomunitari<br />

(la struttura era stata inaugurata<br />

nel 1999) e sono iniziate a Battipaglia<br />

le opere di ristrutturazione di un<br />

Centro di accoglienza.<br />

Dimensione centrale della spiritualità<br />

giubilare in diocesi è stata l'esperienza<br />

del pellegrinaggio, segno visibile<br />

di comunione, di preghiera e di<br />

conversione. Da ricordare, fra gli altri,<br />

i pellegrinaggi in Terra Santa, a<br />

Roma (con il passaggio attraverso la<br />

Porta Santa della Basilica di San Pietro<br />

e la partecipazione all'udienza di<br />

Giovanni Paolo II) e a Pompei. Molti<br />

gruppi della diocesi hanno poi partecipato<br />

alle Giornate Giubilari celebrate<br />

a Roma: tra questi, 500 giovani<br />

hanno preso parte alla GMG e 1.500<br />

bambini al Giubileo del 2 gennaio.<br />

«È stato un anno di grazia — sottolinea<br />

Don Mario Salerno — per chi<br />

ha liberamente accolto il seme della<br />

Parola nel suo cuore e per chi si è lasciato<br />

trafiggere dal mistero del Verbo<br />

incarnato. Un anno di grazia per<br />

chi si è aperto all'appello evangelico<br />

ed ecclesiale alla conversione e per<br />

chi si è posto, come pellegrino, sulle<br />

strade della storia per lievitarla con<br />

le opere di carità». «Questo tempo<br />

vissuto — aggiunge — rimane un<br />

kairòs, possibilità di salvezza per chi<br />

si apre al nuovo dello Spirito che attraversa<br />

le pieghe di una storia travagliata<br />

ma pur sempre aperta alla speranza».<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Venerdì 26 Gennaio 2001<br />

La storia, la fede, il territorio. Fra le<br />

molte iniziative portate a termine nel corso<br />

dell'Anno Santo appena concluso, diverse<br />

si sono qualificate sotto il profilo<br />

culturale, con lo scopo di rendere sempre<br />

più consapevoli i credenti dello stretto legame<br />

tra fede, storia della comunità e vita<br />

sociale sul proprio territorio.<br />

In questo solco si colloca l'opera realizzata<br />

a cura della commissione cultura del<br />

decanato di Brivio, nella zona pastorale III<br />

(Lecco) dell'arcidiocesi di Milano.<br />

VERCELLI Proposte dell'Arcivescovo Enrico Masseroni<br />

Fede, testimonianza e preghiera:<br />

i pilastri della vocazione al sacerdozio<br />

In un messaggio alla diocesi, l'Arcivescovo<br />

di Vercelli, Mons. Enrico Masseroni,<br />

affronta il tema delle vocazioni al<br />

sacerdozio, dichiarando che sono finiti i<br />

tempi in cui bastava qualche brillante<br />

«cireneo» a cui affidare il compito di risolvere<br />

il delicato problema. È pure finita<br />

la stagione in cui le vocazioni venivano<br />

fuori per generazione spontanea dai<br />

solchi periferici delle comunità. «Grazie<br />

a Dio — prosegue Mons. Masseroni —<br />

il diventare preti oggi non costituisce<br />

più il passaggio ad uno “status” sociale<br />

umanamente appetibile. Anzi. D'altra<br />

parte è pur vero che la figura del presbitero<br />

gode ancora di vasta popolarità in<br />

Italia, è stimato ed è amato, anche se<br />

sovente inascoltato. Il prete, nonostante<br />

il clima di secolarismo, resta pur sempre<br />

il segno di un mistero e uomo tra la<br />

gente. E ancora grazie a Dio, non mancano<br />

anche oggi dei giovani che guardano<br />

con rispetto e interesse l'ipotesi “prete”.<br />

E pure la Chiesa eusebiana ha qualche<br />

segnale di speranza guardando al<br />

proprio seminario».<br />

L'Arcivescovo si chiede a questo punto<br />

dove sta il «salto di qualità» nella cosiddetta<br />

pastorale delle vocazioni. «Vorrei<br />

dire, nel tono più schietto possibile<br />

— risponde — che il salto di qualità<br />

consiste anzitutto nel credere che il futuro<br />

delle nostre comunità e il destino<br />

delle nostre parrocchie non stanno nelle<br />

mani del Vescovo o del Papa. Perché in<br />

verità non mancano i soliti illusi a pensare<br />

che basti una qualche decisione<br />

dall'alto a riaffollare i seminari. No, il<br />

futuro delle nostre comunità, se comunità<br />

vogliono essere con la celebrazione<br />

dell'Eucaristia, dipende dal presente delle<br />

stesse comunità. La buona cultura ru-<br />

rale, che permane nel Vercellese, mi<br />

porta a pensare che non si raccoglie<br />

buon riso a settembre se si dorme nella<br />

stagione della semina».<br />

Per Mons. Masseroni la pastorale vocazionale<br />

deve avere due caratteristiche:<br />

la popolarità e la coralità. Il problema<br />

vocazionale appartiene al popolo di Dio<br />

e soprattutto al popolo della domenica:<br />

alla sua fede, alla sua testimonianza e<br />

alla sua preghiera. Forse nessun chiamato,<br />

sacerdote o persona consacrata che<br />

sia, è in grado di immaginare quante e<br />

quali mani hanno operato in quel «capolavoro»<br />

che si chiama vocazione. «Ogni<br />

storia personale — continua il messaggio<br />

— appartiene al mistero di Dio; ma<br />

non meno è opera collettiva di persone<br />

e di comunità, riconoscibili soltanto là<br />

dove le ombre del tempo si dissolvono<br />

nella luce della vita eterna. Sta qui dunque<br />

il primo passo di ogni pastorale vocazionale:<br />

il suo ritorno tra la gente, il<br />

recupero della sua popolarità».<br />

Ma insieme la coralità. Ciascuno nel<br />

popolo di Dio ha un compito preciso da<br />

svolgere. Anzitutto i genitori che sono<br />

chiamati a creare in famiglia un clima<br />

di fede idoneo a garantire le libertà «alte»<br />

dei figli. Là dove la vita è «imbastita<br />

guardando solo dai tetti in giù», è difficile<br />

che i figli riescano a guardare oltre.<br />

Così gli educatori della comunità cristiana<br />

e in particolare i catechisti sono chiamati<br />

a proporre una visione meno<br />

astratta della fede, non riducibile ad una<br />

manciata di valori etici per garantire un<br />

certo buonismo, bensì una visione di fede<br />

come esperienza di un Dio che interpella<br />

e chiama ciascuno, sollecitando risposte<br />

personali. Pure gli ammalati non<br />

devono stare fuori dal coro: la preghiera<br />

Milano: storia dell'antico decanato di Brivio<br />

Un lavoro di due anni per giungere ad<br />

una pubblicazione: Fides per millennium<br />

— Il decanato di Brivio storico erede dell'antica<br />

Pieve, presentato nelle settimane<br />

scorse, in particolare all'attenzione delle<br />

tredici parrocchie di questo decanato: Airuno,<br />

Arlate, Beverate, Brivio, Calco, Imbersago,<br />

Monte, Olgiate Molgora, Perego,<br />

Rovagnate, Santa Maria Hoè, San Zeno e<br />

Sartirana.<br />

Testimonianze e documenti raccolti per<br />

questo volume raccontano delle origini e<br />

delle prime notizie storiche, riguardanti<br />

popolazioni ancora pagane, e poi della<br />

lenta penetrazione del Cristianesimo in<br />

questo territorio, con la costituzione delle<br />

prime organizzazioni ecclesiastiche rurali.<br />

«La nostra comunità ha oltre mille anni<br />

di storia — spiega in proposito il decano,<br />

don Marino Rossi — e proprio all'inizio<br />

In Campania, rispettivamente ad Amalfi, Benevento e Salerno, le reliquie dei santi<br />

Andrea, Bartolomeo e Matteo<br />

Tre Apostoli per una Regione<br />

La Campania è l'unica Regione ad accogliere<br />

tra le sue città i resti mortali di<br />

tre Apostoli: s. Andrea in Amalfi, s. Bartolomeo<br />

in Benevento e s. Matteo in Salerno.<br />

Uniti nella «Campania felix» erano già<br />

uniti nella storia: insieme nel Collegio<br />

Apostolico e, in un momento critico della<br />

vita e dell'apostolato, Matteo, ebbe<br />

accanto a sé Andrea, ed il Vangelo di<br />

Matteo fu trovato sui resti mortali di s.<br />

Bartolomeo quando ne fu aperto il sepolcro.<br />

Oggi, in Salerno ed Amalfi il culto<br />

dell'Apostolo Patrono è vivissimo e largamente<br />

diffuso mentre a Benevento è<br />

andato via via indebolendosi anche a<br />

motivo della inagibilità della Basilica dedicata<br />

all'Apostolo.<br />

Ed è stato proprio l'Arcivescovo di<br />

Benevento, Mons. Serafino Sprovieri, ad<br />

immaginare un anno post-giubilare dedicato<br />

al tema del discepolato, coinvolgendo<br />

in quest'avventura pastorale l'Arcivescovo<br />

di Salerno-Campagna-Acerno,<br />

Mons. Gerardo Pierro e l'Arcivescovo di<br />

Amalfi-Cava de' Tirreni, Mons. Orazio<br />

Soricelli.<br />

Una programmazione pastorale che<br />

risponde puntualmente all'invito del<br />

Santo Padre che nella «Novo Millennio<br />

ineunte» ha invitato la Chiesa a «prendere<br />

il largo» (Lc 5, 6), fissando lo sguardo<br />

sul volto del Signore, un volto da contemplare<br />

facendo tesoro della testimonianza<br />

degli Apostoli per poi correre dai<br />

nostri fratelli a portare il grande annun-<br />

e l'offerta della croce vanno proposte a<br />

tutti i sofferenti, perché si sentano protagonisti<br />

e collaboratori dell'azione segreta<br />

di Dio nella storia di ogni vocazione.<br />

Naturalmente sono interpellati i giovani,<br />

i primi chiamati a pensare in grande<br />

la loro vita, senza condannarla all'eutanasia<br />

del vuoto e della noia. Sono i<br />

primi ad essere gelosi della loro libertà,<br />

da non bruciare nei vicoli ciechi del libertarismo,<br />

sono i primi a interrogare<br />

Dio sul proprio futuro per sentirsi veramente<br />

amati da Lui, il solo capace di<br />

gratificare la loro infinita sete di felicità.<br />

«Ma ovviamente — osserva infine Mons.<br />

Masseroni — nella comunità cristiana<br />

c'è il sacerdote, il coltivatore diretto delle<br />

vocazioni: il quale sa visibilizzare nella<br />

propria vita la bellezza e la gioia di<br />

aver detto di sì al Signore e sa dire a dei<br />

giovani del suo gruppo, soprattutto<br />

quelli dalla faccia pulita e dal cuore generoso:<br />

“Perché non fai un cammino di<br />

ricerca per capire che cosa vuole Dio da<br />

te?”. Infatti non va mai dimenticato che<br />

la pedagogia evangelica è discendente; è<br />

una pedagogia della “proposta”: “Non<br />

voi avete scelto me, ma io ho scelto voi”<br />

(Gv 15, 16). La proposta non è una battuta;<br />

è dialogo, accompagnamento; è<br />

guardare alla vita delle persone con<br />

amore. Insomma la coralità è il vero segreto<br />

per un salto di qualità di una pastorale<br />

delicata e problematica forse, ma<br />

certamente promettente. Senza mai dimenticare<br />

che nella strategia vocazionale<br />

di Gesù c'è per tutti un imperativo:<br />

pregate il padrone della messe che mandi<br />

operai nella sua messe».<br />

GIULIANO TEMPORELLI<br />

Amalfi: Duomo, sarcofago in marmo (sec. XVI), particolare dell'altare maggiore<br />

cio: «Abbiamo visto il Signore!» (Gv 20,<br />

25), proprio come i primi Dodici discepoli<br />

del Signore.<br />

Molte iniziative saranno vissute unitariamente<br />

dalle tre Chiese sorelle, altre<br />

risponderanno alla diversità dei problemi,<br />

delle attese ed anche della varietà<br />

dei doni e carismi che il medesimo Spirito<br />

accende in ogni Chiesa locale.<br />

Salerno ha concentrato la sua attenzione<br />

sull'Eucaristia come fonte e culmine<br />

della vita cristiana, Amalfi-Cava de'<br />

Tirreni sui temi del discepolato nei vangeli<br />

come caratterizzazione del tempo<br />

quaresimale e sulla famiglia. A Benevento<br />

l'intuizione iniziale si è rimpolpata diventando<br />

un itinerario fondamentale<br />

con molti stimoli ed iniziative spirituali e<br />

culturali. Sotto il titolo di «2001: Anno<br />

del Discepolato nel segno di san Bartolomeo<br />

Apostolo», si snoderanno diversi<br />

impegni: ricognizione delle reliquie, restauro<br />

e riapertura della Basilica dedicata<br />

al Patrono della città e dell'arcidiocesi,<br />

lezioni teologiche su i testimoni del<br />

laboratorio della fede nella Chiesa beneventana,<br />

peregrinazione delle reliquie<br />

nelle comunità parrocchiali che hanno<br />

come titolare il discepolo di Cana di Galilea,<br />

Lettera pastorale dell'Arcivescovo<br />

sul tema del discepolato, pellegrinaggi<br />

diocesani a Lourdes, Santiago de Compostela-Fátima,<br />

a Salerno-Amalfi, San<br />

Giovanni Rotondo e a Roma (per ringraziare<br />

il Santo Padre dei doni spirituali<br />

concessi all'arcidiocesi in questo anno<br />

straordinario), mese di maggio con testo<br />

unitario preparato da cinque esperti<br />

«Maria la perfetta discepola di Cristo»,<br />

mostra iconografica sull'Apostolo che<br />

sarà portata anche a Lipari donde il 25<br />

ottobre 838 giunsero le reliquie, restauro<br />

e ricollocazione in duomo delle statue<br />

marmoree degli atleti della Chiesa locale:<br />

Bartolomeo — Gennaro — Barbato,<br />

festeggiamenti civili e religiosi in onore<br />

dell'«Israelita in cui non c'è falsità» (Gv<br />

1, 47) e convegno pastorale diocesano<br />

su «Fede, magismo e superstizione oggi<br />

nel Sud».<br />

Mons. Sprovieri ha già consegnato,<br />

alle 117 parrocchie, 4 Basiliche e 7 Santuari,<br />

diffusi sull'ampio territorio della<br />

onusta e gloriosa Chiesa beneventana,<br />

l'icona con l'affresco di San Bartolomeo<br />

del XV secolo, ma la pubblicazione del<br />

volume «Tre apostoli una Regione», frutto<br />

d'un prezioso lavoro di tre équipes<br />

diocesane, segna l'abbrivio di un cammino<br />

serio e significativo.<br />

Martedì 30 gennaio sarà a Benevento<br />

il Direttore responsabile dell'«Osservatore<br />

Romano», il prof. Mario Agnes, per<br />

presentare al pubblico l'opera-prologo<br />

che rinverdisce alla Campania l'eccezionale<br />

privilegio di avere a fondamento<br />

delle Chiese locali «tre Colonne».<br />

Pagine pesate, scritte con certosina<br />

pazienza che aprono orizzonti appassionanti,<br />

una sorta di via devotionis capace<br />

di generare risposte originali alle sfide<br />

poste dalla storia.<br />

PASQUALE MARIA MAINOLFI<br />

NOVARA Il Vescovo per la festa di san Gaudenzio<br />

Responsabilità educativa<br />

e richiamo alle radici cristiane<br />

La responsabilità educativa verso i<br />

giovani, il richiamo alle radici cristiane<br />

e l'accoglienza di popoli con altra cultura<br />

sono stati i principali temi dell'omelia<br />

che il Vescovo di Novara, Mons. Renato<br />

Corti, ha tenuto nella festa di san Gaudenzio,<br />

Patrono della diocesi.<br />

All'inizio della Celebrazione Eucaristica,<br />

dopo il saluto alle autorità, Mons.<br />

Corti ha espresso un augurio particolare<br />

a Mons. Aldo Del Monte, Vescovo emerito<br />

di Novara, nel 30° di ordinazione<br />

episcopale. Il richiamo alla recente Lettera<br />

apostolica di Giovanni Paolo II<br />

(«Novo Millennio ineunte»), che dà uno<br />

sguardo verso il futuro, ha suggerito al<br />

Vescovo di Novara di parlare dei giovani<br />

e della responsabilità degli adulti nei<br />

loro confronti. Anche una giornata passata<br />

da Mons. Corti con 180 giovani lo<br />

ha sollecitato a «esprimere alcune riflessioni<br />

che toccano tutti noi da vicino,<br />

pensando alle migliaia di giovani della<br />

nostra diocesi, a quelli che stanno maturando<br />

un orientamento di vita e a quelli<br />

che sono immersi in una grande confusione».<br />

«La prima riflessione — ha proseguito<br />

il Vescovo — è che una società pensa<br />

seriamente al futuro se tiene in assoluta<br />

evidenza la questione educativa. La nostra<br />

città, la nostra società ha bisogno<br />

delle qualificate figure educative nelle<br />

famiglie, nelle scuole, naturalmente nei<br />

nostri Oratori, nelle associazioni e nei<br />

movimenti ecclesiali. Ne ha bisogno anche<br />

su altri fronti, come quello dello<br />

sport, della musica e dello spettacolo. Il<br />

futuro lo si prepara facendo crescere<br />

uomini capaci di farsi carico degli altri.<br />

A tal fine non bastano scelte minimaliste,<br />

né un rapporto con i giovani che, in<br />

realtà, li tradisce perché non punta sulle<br />

potenzialità che possono maturare oggi<br />

ed esprimere domani». Il Vescovo ha<br />

poi fortemente criticato i modelli culturali<br />

del mondo occidentale che, pur apparendo<br />

brillanti e fascinosi, in realtà<br />

conducono ad un progressivo impoverimento<br />

umanistico, spirituale e morale,<br />

che invece di aprire ai giovani l'orizzonte<br />

lo chiudono. «Ciò avviene — ha continuato<br />

— quando i giovani sono raggiunti<br />

e travolti da una cultura che ha<br />

perso la propria anima, ha messo Dio<br />

fuori dalla porta, rispetto alle scelte importanti,<br />

ha permesso che i mezzi prendano<br />

il posto dei fini, fa uso dei potenti<br />

mezzi mass-mediali per veicolare, sia tra<br />

i giovani che tra gli adulti, uno stile di<br />

vita dove l'effimero rischia di coprire un<br />

vuoto di valori e di speranza».<br />

Parlando del futuro Mons. Corti ha<br />

sottolineato la necessità di far crescere<br />

la consapevolezza delle radici cristiane,<br />

così da poter avere dei punti di riferimento.<br />

«Occorre dare a noi stessi e ai<br />

giovani — ha spiegato — uno stimolo<br />

perché guardiamo oltre l'esperienza individuale<br />

immediata e ci interroghiamo<br />

sulle differenze, scoprendo le ricchezze<br />

della storia degli altri e dei valori di cui<br />

sono portatori. Anche sul nostro territorio,<br />

che tocca con mano, in misura crescente,<br />

la novità della presenza di popoli<br />

che esprimono altre storie, culture e religioni,<br />

vanno praticate le due attenzioni<br />

accennate perché acquisti robustezza in<br />

noi il senso della nostra identità e trovi<br />

esplicito spazio l'esperienza della convivialità<br />

delle differenze».<br />

G.T.<br />

del terzo millennio è significativo proporre<br />

questo viaggio nella storia».<br />

«I fedeli e tutti gli abitanti di questi paesi<br />

— aggiunge — potranno conoscere le<br />

trasformazioni avvenute, dal punto di vista<br />

sociale, culturale, architettonico ed ecclesiale,<br />

insomma un vero e proprio patrimonio<br />

da trasmettere alle generazioni future.<br />

Credo che quest'ultimo sia un preciso dovere<br />

per le nostre comunità».<br />

ALBERTO MANZONI<br />

La centralità<br />

della Parola<br />

del Signore<br />

nel rinnovamento<br />

della pastorale<br />

In coincidenza con avvenimenti ecclesiali<br />

particolarmente importanti, come<br />

la conclusione del Giubileo, la Lettera<br />

apostolica del Papa a tutti i credenti<br />

«Novo Millennio ineunte» e il lavoro della<br />

CEI per definire il programma pastorale<br />

della Chiesa italiana, l'area evangelizzazione<br />

della CISM (Conferenza Italiana<br />

Superiori Maggiori) ha organizzato<br />

l'annuale convegno dei predicatori itineranti,<br />

invitandoli a riflettere sul tema<br />

«Le missioni al popolo per il rinnovamento<br />

della Pastorale in Italia».<br />

Vi hanno partecipato 150 religiosi/e di<br />

18 istituti maschili e 22 femminili, riuniti<br />

all'Antonianum in Roma dal 15 al 19<br />

gennaio «per definire — come ha ricordato<br />

il responsabile dell'area P. Ciro<br />

Stanzione — le coordinate biblico-teologiche<br />

che sovrintendono a qualsiasi progetto<br />

di pastorale di evangelizzazione e<br />

delineare, alla loro luce, le piste che i<br />

religiosi dovranno percorrere per promuovere<br />

lo sviluppo di tale pastorale».<br />

Il ministero<br />

delle missioni al popolo<br />

Il Convegno ha cercato di rispondere<br />

a una domanda centrale: se è vero che<br />

il servizio del primo annuncio (o prima<br />

evangelizzazione) è la spina dorsale del<br />

servizio di evangelizzazione, quale contributo<br />

il ministero delle missioni al popolo<br />

— ponte tradizionale tra le esigenze<br />

della pastorale ordinaria e le esigenze<br />

dell'evangelizzazione — può offrire alla<br />

Chiesa italiana?<br />

Per rispondere con maggior consapevolezza<br />

a questa domanda, ha ricordato<br />

P. Stanzione, è stato programmato un<br />

cammino triennale che, partito dal convegno<br />

di gennaio 2000 dal tema «checkup<br />

per il rinnovamento delle missioni al<br />

popolo», passando attraverso la riflessione<br />

sul «primo annuncio», da cui è emersa<br />

«la differenza tra pastorale ordinaria<br />

e pastorale di evangelizzazione», è giunto<br />

al tema di quest'anno.<br />

L'approfondimento favorito dal cammino,<br />

ha permesso di scoprire la necessità<br />

di far chiarezza sui presupposti biblico-teologici<br />

di ogni pastorale di evangelizzazione,<br />

cosa che è stata fatta con<br />

cicli di seminari dedicati all'argomento e<br />

frequentati da un'ottantina di religiosi e<br />

di religiose.<br />

«Oggi — ha concluso P. Stanzione —<br />

è necessario che si dica tutto quanto è<br />

possibile dire in tema di pastorale di<br />

evangelizzazione, di primo annuncio e<br />

di pastorale del primo annuncio».<br />

Ha introdotto i lavori del convegno il<br />

Vescovo di Anagni-Alatri, Mons. Francesco<br />

Lambiasi, Presidente della Commissione<br />

episcopale della CEI per la Dottrina<br />

della Fede, l'Annuncio e la Catechesi,<br />

il quale ha affermato chiaramente che la<br />

catechesi, la liturgia e l'esercizio della<br />

carità non sostituiscono l'evangelizzazione,<br />

e che il tasso di kerigmaticità della<br />

pastorale attuale è ancora debole.<br />

Mons. Bruno Maggioni ha sostenuto<br />

che la Parola non è il concime che favorisce<br />

la crescita, ma il seme che genera<br />

l'albero della fede.<br />

Il seme che genera<br />

l'albero della fede<br />

P. Innocenzo Gargano ha fatto notare,<br />

a sua volta, le esperienze di violenza<br />

e di manomissione che la Parola di Dio<br />

e il suo primato hanno sofferto nel corso<br />

della storia della comunità cristiana.<br />

P. Virginio Spicacci ha presentato le<br />

coordinate biblico-teologiche che si ricercavano,<br />

e cioè la centralità della Parola,<br />

dell'ascolto, della promessa, del<br />

suo adempimento, sia pure parziale, e<br />

infine del kerigma, definito l'«effatà» decisivo<br />

della storia, dalla cui «autorità»<br />

discende l'autorità della catechesi e della<br />

parenesi di tipo biblico.<br />

Mons. Ermenegildo Manicardi ha evidenziato<br />

le difficoltà degli stessi discepoli<br />

di Gesù ad accogliere il kerigma e, attraverso<br />

la lettura del Vangelo di Luca,<br />

ha identificato in Cristo l'adempimento<br />

pieno della promessa fatta da Dio ai padri<br />

e il rilancio della promessa stessa attraverso<br />

l'adempimento escatologico,<br />

confermando, con il Nuovo Testamento,<br />

le affermazioni fatte da P. Spicacci circa<br />

l'Antico.<br />

Un serio lavoro seminariale in gruppi,<br />

articolato in base a linee rivolte al ruolo<br />

che nella pastorale biblica giocano la catechesi<br />

e la parenesi, e al compito che<br />

nella stessa pastorale gioca l'annuncio (o<br />

Kerigma), ha aiutato i convegnisti a raggiungere<br />

acquisizioni e dilucidazioni teoriche<br />

di notevole rilievo.<br />

Al termine è stata lanciata la proposta<br />

di elaborare prototipi di primo annuncio.<br />

«Qualora tale proposta venisse accolta<br />

— ha affermato P. Stanzione —<br />

essa consentirebbe alle équipes dei missionari<br />

uno scambio fecondo e incentiverebbe<br />

l'auspicata formazione di gruppi<br />

permanenti di evangelizzazione».<br />

Anche se il convegno non ha proposto<br />

progetti operativi definiti, ha chiarito la<br />

problematica del primo annuncio e ha<br />

offerto preziosi orientamenti di carattere<br />

biblico-teologico a cui i predicatori delle<br />

missioni popolari potranno rifarsi per un<br />

apostolato efficace e sicuro.<br />

EGIDIO PICUCCI


.<br />

PAGINA<br />

8 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Venerdì 26 Gennaio 2001<br />

UnlibrettodisuorChiaraCristianaScandurasulla«Formadivita»delleseguacidellaSantadiAssisi<br />

«Lacondurròneldeserto»:gemmedellaspiritualitàclariana<br />

Beato Padre Modestino di Gesù e Maria<br />

(1802-1854)<br />

L'apostolo della cultura della vita<br />

ALFONSO D'ERRICO<br />

I veri eroi non sono quelli della forza,<br />

della scienza, dell'industria, dell'ardimento,<br />

ma sono invece gli eroi della virtù,<br />

perché solo da Dio viene allo spirito<br />

la virtù dell'eroe. Il Padre Modestino fu<br />

l'amante della virtù, la quale fu la Beatrice<br />

del suo cuore, il fremito misterioso<br />

che lo conquistò a Dio. Egli scandagliò<br />

il passato, traendone mille lampi di luce;<br />

fu padrone del presente con la costanza<br />

di un avvenire senza fine beato e glorioso,<br />

da lui creduto, sperato, amato solo<br />

per il Cielo.<br />

La vita<br />

specchio di Dio<br />

Nato a Frattamaggiore, vicino a Napoli,<br />

il 5 settembre 1802, dal padre funaio<br />

e dalla madre tessitrice, il futuro<br />

Padre Modestino Mazzarella ebbe fin<br />

dalla nascita un cuore aperto al sorriso<br />

della grazia divina, uno spirito illuminato<br />

per operare sempre il bene. L'aurora<br />

mette fine agli orrori della notte, annunzia<br />

vicino il nuovo giorno che sorge, ridesta<br />

nel mondo la vita e diffonde il sorriso<br />

in tutta la natura quando non ancora<br />

il sole, da cui prende la luce, si è affacciato<br />

all'orizzonte. Così il Beato, benché<br />

non ancora giunto a quella maturità<br />

di vita, in cui quasi sole dovrà risplendere<br />

con le sue virtù e diffondere il calore<br />

della sua beneficenza a favore della società,<br />

fin da piccolo dimostra chiaramente<br />

segni di predilezione divina. Questo<br />

dice lo spirito di semplicità e di candore<br />

che gli traspare dal volto. Questo<br />

dicono l'umiltà e il tratto di dolcezza<br />

per cui è reso accetto a tutti. Questo dice<br />

l'ubbidienza cieca ai suoi genitori,<br />

tanto da prevenirli in tutti i loro intimi<br />

desideri e soddisfarli completamente.<br />

Questo dice la fuga dalle chiassose compagnie<br />

dei suoi coetanei e dai loro trastulli.<br />

Questo dice il suo lungo trattenersi<br />

davanti alle sacre immagini, con un<br />

atteggiamento da commuovere gli astanti.<br />

Questo dice la fervida preghiera, che<br />

precede e suggella ogni sua azione. È<br />

l'aurora che sorge e manda i primi bagliori<br />

di luce.<br />

Accolto caritatevolmente, passò i primi<br />

anni della sua vita presso il Vescovo<br />

di Aversa, Agostino Tommasi, dove ricevette<br />

una discreta istruzione e fu di<br />

esempio e di guida ai suoi compagni di<br />

scuola. Ma, deceduto Mons. Tommasi,<br />

fu costretto a ritornare a Frattamaggiore,<br />

perché calunniato, percosso e scacciato<br />

vilmente dai suoi compagni. È il<br />

momento in cui particolarmente il demonio<br />

bussa alla porta del suo cuore<br />

giovanile per devastarlo e conquistarlo;<br />

è il momento in cui il Beato avverte in<br />

modo straordinario l'impeto di quella<br />

lotta furibonda, che inaridisce tanti fiori<br />

sullo stelo e schianta anche gli alberi secolari,<br />

dalle chiome superbe e dalle radici<br />

profonde; è la lotta della carne contro<br />

lo spirito, lotta che faceva gridare allo<br />

stesso Apostolo: «Chi mi libererà da questo<br />

corpo di morte?». Ebbene, Domenico,<br />

questo era il nome assunto al fonte<br />

battesimale, assistito dalla grazia divina,<br />

prega insistentemente per mantenersi fedele<br />

a Dio; egli prega fervorosamente<br />

perché Dio gli apra il sentiero da percorrere<br />

per poter meglio attuare le nobili<br />

aspirazioni del suo animo. Come Davide<br />

egli esclama: «Signore, insegnami a<br />

fare la tua volontà!».<br />

Questa insistente preghiera giunge accetta<br />

a Dio, il quale accoglie i suoi fervidi<br />

voti e gli addita il sentiero che deve<br />

battere per attuare in sé la volontà divina.<br />

A lui Dio apre un campo d'azione in<br />

cui potrà raccogliere i frutti saporosi del<br />

bene sociale.<br />

GIANFRANCO GRIECO<br />

L'amore a Cristo; la preghiera; il lavoro, la fraternità;<br />

il silenzio; la contemplazione; la Liturgia delle Ore;<br />

l'Eucaristia; la gioia; la verginità; la povertà; l'obbedienza;<br />

la clausura; la penitenza: sono queste le quattordici<br />

«vie» indicate da Suor Chiara Cristiana Scandura,<br />

O.S.C., nel libretto dal titolo: «La condurrò nel deserto.<br />

Riflessioni su alcuni aspetti della spiritualità clariana».<br />

Ottantotto le pagine. Il libretto è edito dalle<br />

Clarisse del Monastero santa Chiara di Biancavilla in<br />

provincia di Catania.<br />

L'intenzione di suor Chiara Cristiana è esplicita sin<br />

dalla prima pagina del volumetto: «Offro queste semplici<br />

riflessioni alle giovani che sono in ricerca della loro<br />

vocazione, a quanti simpatizzano per Francesco e<br />

Chiara d'Assisi, e, infine, ad ogni cristiano, poiché la<br />

ricchezza spirituale di un Ordine Religioso è patrimonio<br />

comune di tutta la Chiesa».<br />

Il volumetto si apre con una «scheda» su Biancavilla<br />

chiamata «piccola città di sole» e il Monastero che dal<br />

1935 ha aperto il suo cuore alle prime anime consacrate<br />

a Cristo e alla Chiesa.<br />

Attualmente le Sorelle clarisse sono diciotto e «nello<br />

scorrere silenzioso e paziente delle giornate intessute<br />

di lavoro e di preghiera, nella povertà reale di cuori<br />

aperti al mistero, accompagnano il cammino» di quanti<br />

vivono in spirituale comunione con queste sentinelle<br />

dell'aurora.<br />

Nel desiderio di essere tutta impregnata dello spirito<br />

Si aprono le porte<br />

dell'Ordine Francescano<br />

Il giovane Domenico, diretto dal P.<br />

Fortunato della Croce, Frate Alcantarino,<br />

residente nel convento di Grumo<br />

Nevano, vicino a Frattamaggiore, ed<br />

ispirato dalla grazia del Signore, chiese<br />

di essere ammesso nell'Ordine Francescano.<br />

Accettata la sua domanda, si recò<br />

subito al Convento di Noviziato in<br />

Piedimonte d'Alife, mistico monte illustrato<br />

dalle gesta di san Giovanni Giuseppe<br />

della Croce, dove assunse l'abito<br />

francescano e il nome di Modestino di<br />

Gesù e Maria. Con questo nome sarà<br />

conosciuto nei fervori dell'anno del suo<br />

tirocinio, con questo nome si consacrerà<br />

solennemente a Dio, con questo nome<br />

ascenderà alla vera gloria. Ma erta ed<br />

aspra era la strada di questa gloria: strada<br />

del Calvario, strada di penitenza,<br />

strada di nuda povertà su di una croce.<br />

Così ad una saggia scuola dell'abnegazione<br />

di sé il novizio Modestino a Piedimonte<br />

d'Alife e a S. Lucia al Monte in<br />

Napoli apprese le più profonde lezioni<br />

della perfetta ubbidienza, che dall'esercizio<br />

esterno si eleva all'assoggettamento<br />

del proprio volere per amore di Cristo;<br />

e, finito l'anno del suo tirocinio, inginocchiato<br />

davanti all'altare, con le lacrime<br />

agli occhi per l'intima commozione,<br />

mette le sue mani in quelle del suo superiore<br />

e pronuncia il giuramento solenne<br />

della sua irrevocabile consacrazione<br />

a Dio.<br />

Educato alla scuola di s. Francesco e<br />

di s. Pietro d'Alcantara, divenne sacerdote<br />

secondo il cuore di Dio e irradiò<br />

intorno a sé tanta luce di bontà e di fortezza.<br />

Amò il bene fino al sacrificio e all'immolazione<br />

della propria vita; amò la<br />

fortezza cristiana come la gemma più<br />

cara della propria vita, per cui non venne<br />

mai meno al proprio dovere e sopportò<br />

con grande rassegnazione le vicende<br />

dolorose della sua vita.<br />

Era ammirabile come suddito e come<br />

superiore. Come suddito emergeva fra i<br />

suoi confratelli per ubbidienza, per<br />

umiltà, per operosità, per esempio di<br />

ogni virtù religiosa. Come superiore poi<br />

dei conventi di Portici, di Mirabella<br />

Eclano, di Pignataro, cariche che accettò<br />

solo per ubbidienza, egli animava con<br />

l'esempio i suoi confratelli a salire generosi<br />

il monte della perfezione religiosa.<br />

Si faceva benigno conforto dei deboli,<br />

letizia dei mesti, consiglio dei dubbiosi e<br />

minaccioso profeta dei restii alla grazia.<br />

Egli fu il fervido dispensatore della parola<br />

divina tanto da commuovere i suoi<br />

uditori; fu l'infaticabile ministro della riconciliazione<br />

con il Cielo tanto da passare<br />

giornate intere al confessionale; fu il<br />

compagno dell'estrema lotta con la morte<br />

tanto da alleviare le ultime pene al<br />

moribondo.<br />

Passava la maggior parte della sua vita<br />

a visitare gli infermi, ad assistere i<br />

moribondi, a consolare gli afflitti e a tutti<br />

lasciava un consiglio, un ricordo, una<br />

benedizione. E poiché godeva dell'amicizia<br />

di Papa Pio IX, col quale si tratteneva<br />

in intimi colloqui, ottenne il permesso<br />

di poter fare ingoiare agli infermi,<br />

per devozione, bianche ostie, pezzetti di<br />

pane benedetto, su cui era impressa<br />

l'immagine della Vergine del Buon Consiglio.<br />

Pazzo d'amore per Maria!<br />

Due furono le stelle luminose del<br />

cammino terreno del Beato Modestino:<br />

la devozione verso la Vergine del Buon<br />

Consiglio e un'accesa carità.<br />

Grande è stata la sua devozione per la<br />

Vergine del Buon Consiglio tanto da essere<br />

chiamato da Pio IX «pazzo per la<br />

Madonna»! Fin da piccolo si affezionò<br />

talmente all'Immagine della Vergine, venerata<br />

sotto il titolo del Buon Consiglio,<br />

situata nel Succorpo della parrocchia di<br />

s. Sossio in Frattamaggiore, che sembrava<br />

di non poter vivere senza di Lei. La<br />

visitava più volte al giorno, cercava di<br />

aumentare il numero dei devoti, si privava<br />

del necessario per onorarla. Tutti i<br />

sabati e tutti i giorni che precedevano le<br />

feste della Vergine, si preoccupava di<br />

spazzare e ripulire con grande raccoglimento<br />

quel sacro luogo. In seguito, impedito<br />

di poter dare soddisfazione al suo<br />

animo, col permesso del suo Direttore<br />

spirituale fece dipingere un'altra immagine<br />

simile a quella della parrocchia e la<br />

espose alla pubblica venerazione nella<br />

vicina chiesa di s. Antonio. S'industriò<br />

di procurare a Maria una lampada e di<br />

farle la festa annuale, privandosi perfino<br />

del necessario nutrimento. Divenuto poi<br />

che animò Francesco e Chiara, suor Scandura medita<br />

ed invita a riflettere «sui vari aspetti della meravigliosa<br />

“Forma di Vita” da loro attuata e formulata, affinché<br />

l'amata Regola abbracciata, promettendone l'osservanza<br />

dinanzi alla Chiesa trionfante e militante, diventi<br />

sempre più vita della mia vita» (pag. 5).<br />

«L'amore a Cristo povero e crocifisso» — scrive suor<br />

Scandura — è il punto di partenza di tutta la spiritualità<br />

francescana e clariana. «Questo amore, che si<br />

esprime nella sequela, porta a specchiarsi continuamente<br />

nel Vangelo per conformare la propria vita a<br />

quella di Cristo Gesù Signore. Porta a detergere, mediante<br />

un cammino di conversione continua, le macchie<br />

della nostra anima, che offuscano l'immagine e la<br />

somiglianza di Dio in noi. Se facciamo professione di<br />

obbedienza, povertà e castità — prosegue — la facciamo<br />

per amore di Gesù Cristo che visse obbediente, povero<br />

e casto. Se facciamo voto di vivere in clausura è<br />

perché desideriamo essere adoratrici del Padre, come<br />

Cristo lo fu» (pag. 7).<br />

Alti e suggestivi i pensieri sulla preghiera: «Per pregare<br />

veramente è necessario essere presenti a Dio, conoscere<br />

cioè a Chi si parla e cosa si dice» (pag.13); sul<br />

lavoro: «il lavoro va svolto con devozione, nel senso<br />

che durante lo svolgimento quotidiano del lavoro ciò<br />

che dev'essere al centro della nostra attenzione non è<br />

il lavoro in se stesso. ma Dio per cui lavoriamo, Dio a<br />

cui offriamo il frutto del nostro lavoro» (pag. 21); sulla<br />

fraternità e sulla sororità: «In ogni Fraternità, ciascuna<br />

Sorella che la compone ha un carattere che le è pro-<br />

sacerdote, fu l'apostolo di questa devozione.<br />

In qualunque convento fu collocato<br />

dall'ubbidienza, vi impiantò la devozione<br />

alla Madonna del Buon Consiglio, ne<br />

celebrava la festa, ne decantava le lodi.<br />

Ma il suo particolare zelo per la Vergine<br />

si distinse a Napoli, nel rione Sanità.<br />

Mandato nella basilica con il titolo di<br />

Padre Sacrista vi espose prima un'immagine<br />

cartacea della Vergine e poi una<br />

bellissima su tela. Ben presto questa devozione<br />

per la Madonna si diffuse nella<br />

Sanità e in tutta Napoli.<br />

In quest'opera mariana molto ebbe a<br />

soffrire Padre Modestino per tante difficoltà<br />

insormontabili, ma sorretto e benedetto<br />

da Maria, superò ogni ostacolo.<br />

Grumo Nevano (Na) - Basilica di san Tammaro:<br />

la Madonna del Buon Consiglio con P. Modestino, opera del pittore P. Stefano Macario<br />

prio, dei talenti che le sono propri, dei limiti che le sono<br />

propri, ora il vivere insieme, beninteso con Cristo<br />

al centro della Comunità, ci offre l'occasione di conoscerci<br />

in profondità, e quindi, se lo vogliamo, di convertirci<br />

in profondità, con l'aiuto di Dio» (pag. 25).<br />

Alti e sublimi sono ancora i pensieri sui tre voti: verginità,<br />

povertà e obbedienza.<br />

Le brevi meditazioni altro non sono che alcune<br />

«gemme» della spiritualità francescana-clariana. La<br />

consegna di Suor Chiara Cristiana è marcata da forti<br />

sentimenti di condivisione. «La gioia e la pace soprannaturali<br />

che sperimento di continuo nel cuore, mi<br />

muovono a desiderare e a pregare affinché altre anime<br />

possano ascoltare docilmente la voce del Signore, lasciandosi<br />

attrarre dall'Amore fulgente che brilla sulla<br />

Croce di nostro Signore Gesù Cristo, dalla quale Egli<br />

continua a chiamare e ad attrarre».<br />

Il volumetto vuole soprattutto portare a Cristo e a<br />

Maria le anime giovani per cogliere in profondità il significato<br />

della propria vita e consacrarsi alla Chiesa<br />

che è Madre.<br />

Nella sua proposta condita da una semplicità tutta<br />

francescana, il volume di Suor Scandura coglie nel segno.<br />

Saranno tante — ce lo auguriamo — le giovani<br />

anime, che dopo aver letto e meditato queste parole di<br />

vita, sapranno certamente dire «Sì» — come la Vergine<br />

di Nazareth — a Dio Amore che salva e dà la vita.<br />

Suor Chiara Cristiana allora può rendere grazie a<br />

Dio, perché, dalle mura austere della clausura, sa parlare<br />

alle anime di Dio e del suo infinito amore per le<br />

creature.<br />

Sull'Altare di Maria celebrava ogni giorno<br />

la S. Messa, aveva il suo confessionale<br />

di fronte all'Immagine della Vergine,<br />

nella cappella di Maria visitava il SS. Sacramento<br />

e pregava con il popolo.<br />

Un'immagine simile a quella esposta nella<br />

Basilica l'aveva nella sua cella e una<br />

in miniatura, chiusa in una cornice d'argento,<br />

era solito portare nelle case degli<br />

infermi.<br />

Ogni giorno, dopo la S. Messa, era<br />

solito recitare le Litanie Lauretane alla<br />

Vergine del Buon Consiglio. Oltre alle<br />

feste e novene principali della Vergine<br />

praticava il pio esercizio del 26 di ogni<br />

mese. Con grande solennità celebrava la<br />

festa della Madonna del Buon Consiglio<br />

due volte l'anno: il 26 aprile, giorno dell'apparizione<br />

della Sacra Immagine in<br />

Genazzano, e la seconda domenica di<br />

novembre, in cui la Chiesa ricorda il patrocinio<br />

di Lei. Fece fare molte immagini<br />

di Maria in tela e le distribuiva a<br />

quelle chiese che desideravano impiantare<br />

la devozione alla Vergine. Distribuiva<br />

immagini di ogni dimensione, libretti,<br />

abitini della Madonna, e voleva che in<br />

ogni casa ci fosse qualcuna con il nome<br />

di Maria Consiglia, che in ogni famiglia<br />

si onorasse Maria con questo bel titolo.<br />

Modello per i pastori<br />

del popolo di Dio<br />

Grande è stata la carità praticata da<br />

Padre Modestino. Questa virtù lo trae<br />

per ogni via, per ogni vicolo, in cerca<br />

dell'indigenza entro i più umili e deserti<br />

tuguri, negli ospedali accanto ai letti degli<br />

infermi, nelle carceri fra gli infelici,<br />

umiliati dal delitto e dalla giustizia, nelle<br />

case del dolore e del pianto accanto ai<br />

morti e ai morenti: sempre generoso,<br />

sempre consolatore, sempre amico,<br />

sempre padre, che fa sue le sofferenze e<br />

le miserie, il pianto e la gioia altrui.<br />

Ma non meno dei corpi questo novello<br />

apostolo curava le anime: anzi queste<br />

erano la sua più intensa brama e il toglierle<br />

alla servitù del peccato e ricondurle<br />

al Redentore, il sostenerle nei pericoli,<br />

l'avviarle al bene, al meglio, alla<br />

più alta perfezione, era il gaudio della<br />

sua vita, il sollievo e la corona delle sue<br />

fatiche sacerdotali.<br />

«Costui ci legge nel cuore», dicevano<br />

alcuni che l'udivano; e il cuore del popolo<br />

e di ogni ceto di persone corrispondeva<br />

al grido e all'invito del Padre Modestino,<br />

che spronava a virtù, pacificava<br />

animi, purificava gli affetti e il vincolo<br />

coniugale e familiare; e procurava e<br />

promuoveva l'opera del Signore nella riforma<br />

dei costumi e nell'avanzamento<br />

della pietà.<br />

Padre Modestino compì l'apostolato<br />

della carità con la parola e con il sacrificio<br />

della propria vita. Nessuna difficoltà<br />

lo tratteneva, nessun pericolo l'avviliva.<br />

Se per beneficare il prossimo era necessario<br />

rinunciare al cibo e al riposo,<br />

egli si levava e correva là dove la carità<br />

lo chiamava. Se per beneficare il prossimo<br />

era necessario affrontare persecuzioni,<br />

disagi e insulti, egli volentieri lo faceva.<br />

Egli beneficò con la parola, con la<br />

preghiera, con l'esempio, beneficò nella<br />

vita e nella morte.<br />

Servire per amore<br />

La città di Napoli, nel 1854, è dominata<br />

dalla peste, che miete migliaia di<br />

vittime e semina ovunque la strage e la<br />

rovina. Terribile spettacolo! Le officine<br />

sono chiuse, il commercio è spento; un<br />

silenzio sepolcrale regna dovunque e solo<br />

si sente il lamento dei moribondi e il<br />

grido straziante dei superstiti. Con celerità<br />

l'epidemia si propaga, le case restano<br />

deserte e le vie sono ingombre di cadaveri.<br />

Non vi è chi dia una medicina<br />

agli ammalati, non vi è chi porga una<br />

parola, un conforto ai moribondi; ma<br />

tra lo squallore della città, che sembra<br />

la casa della morte, un uomo ansioso e<br />

sollecito corre dovunque. È Padre Modestino,<br />

il quale piange con quelli che<br />

piangono, solleva i moribondi, conforta<br />

i superstiti, ristora le arse labbra e asciuga<br />

il sudore di morte, mostra il Crocifisso<br />

e rasserena gli spiriti alla vista del Paradiso.<br />

Pertuttiha una parola di compatimento,<br />

di conforto e di pace. Non vi è<br />

sofferenza che lo trattenga sul suo cammino,<br />

non vi è mezzo che egli non adoperi<br />

a sollievo dell'umanità sofferente.<br />

Si prodiga per tutti e muore come vittima<br />

della peste all'età di 52 anni, il 24<br />

luglio 1854, consumato dall'ardente carità<br />

per Dio e per il prossimo.<br />

Dopo essere stato l'Apostolo ardente<br />

di Maria, dopo aver operato miracoli di<br />

ogni genere — guariva gli infermi, illuminava<br />

i ciechi — egli lasciava il campo<br />

di lotta per la pace del Cielo, l'esilio per<br />

la patria, il tempo per l'eternità, le tenebre<br />

per la luce. Moriva con la visione di<br />

Dio davanti al suo sguardo, Dio a cui<br />

egli aveva consacrato i pensieri più puri<br />

della sua mente, i palpiti più ardenti del<br />

suo animo, le azioni più eroiche della<br />

sua vita.<br />

Un cammino di speranza<br />

Il francescano che il Papa ha annoverato<br />

il 29 gennaio 1995 nell'albo dei Beati<br />

resta un modello di carità pastorale e<br />

un testimone della vita anche per i nostri<br />

difficili tempi segnati, come si esprime<br />

Giovanni Paolo II, da una «cultura<br />

di morte» e di violenza.<br />

Il Beato Modestino Mazzarella, sacerdote<br />

dei Frati Minori, proprio perché<br />

«santo» è un modello di forte attualità.<br />

Egli seppe inserirsi nel contesto socioculturale<br />

in cui la Provvidenza lo fece<br />

vivere e operare, non ricopiando alcun<br />

metodo pastorale, ma operando in maniera<br />

aderente alle necessità dell'ambiente<br />

umano che l'aveva espresso. Calandosi<br />

nella cruda realtà della sua gente,<br />

come tutti i grandi operatori di misericordia<br />

del suo tempo, che sono stati<br />

per Napoli una luminosa presenza del<br />

Cristo buon samaritano, Padre Modestino<br />

ne condivise i drammi, le sofferenze,<br />

le ingiustizie a cui più volte il popolo napoletano<br />

dovette sottostare.<br />

Uno degli ambiti pastorali cui diresse<br />

con particolare fervore il suo ministero<br />

fu la cura assidua delle partorienti.<br />

Nel momento in cui la legislazione di<br />

molti Stati, pur esaltando la dignità e i<br />

diritti dell'uomo, ne mette spesso a repentaglio<br />

il concepimento e ne rende incerti<br />

e indifesi la nascita e lo sviluppo<br />

integrale, il Beato ci ripete con l'eloquenza<br />

dei suoi gesti profetici e con la<br />

forza del suo amore al mistero della vita,<br />

che la vita donata ad ogni bambino e<br />

ad ogni essere umano è annunzio di una<br />

nuova speranza per il futuro dell'umanità,<br />

e che l'uomo non può camminare<br />

verso il futuro con un progetto di morte<br />

sistematica dei non-nati, ma con la volontà<br />

di edificare la vera civiltà dell'amore<br />

che accoglie e difende la vita!<br />

Difendendo la vita nascente, Padre<br />

Modestino si rendeva, di conseguenza,<br />

naturale difensore anche della famiglia<br />

che, come ha detto Giovanni Paolo II,<br />

«appartiene al patrimonio dell'umanità»<br />

ed è «il santuario della vita nascente».<br />

La difesa della famiglia e quindi della<br />

vita diventa oggi una particolare sfida<br />

per tutta l'attività della Chiesa e dell'evangelizzazione.<br />

Il Beato francescano,<br />

vero «evangelista della vita», ce lo ricorda<br />

e ci stimola a non stravolgere il senso<br />

della famiglia, a sostenerne l'indispensabile<br />

ruolo per la crescita della società,<br />

a garantire il rispetto della vita di<br />

ogni uomo, dal suo concepimento e fino<br />

al suo tramonto.<br />

Le clarisse in processione recitano il Santo Rosario - Monastero di s. Chiara,<br />

Biancavilla (Catania)


A ROMA<br />

PAGINA<br />

MUCCA PAZZA Gli allevatori davanti a Palazzo Chigi<br />

Regione: un'unità<br />

permanente di crisi<br />

Per fronteggiare l’emergenza «mucca<br />

pazza», la Regione ha deciso di istituire<br />

un’unità permanente di crisi. Sarà formata<br />

dai vertici amministrativi degli assessorati<br />

regionali della Sanità, dell’Agricoltura<br />

e dell’Ambiente e dai rappresentanti<br />

delle categorie agricole e imprenditoriali<br />

del settore zootecnico. La decisione<br />

è stata presa in una riunione tecnicooperativa<br />

che si è svolta mercoledì nella<br />

sede della Regione, promossa dall’assessore<br />

all’Agricoltura Antonello Iannarilli,<br />

e alla quale hanno preso parte i responsabili<br />

dei dipartimenti sanità e ambiente,<br />

e rappresentanti di Coldiretti, Cia, Confagricoltura,<br />

l’Ama e la «Trevi Macchine»,<br />

una società privata di smaltimento<br />

dei rifiuti.<br />

Il gruppo di lavoro in queste ore è già<br />

all'opera per affrontare i problemi connessi<br />

al morbo Bse, all’eliminazione dei<br />

residui della macellazione, in particolare<br />

delle parti molli e delle carcasse del bestiame,<br />

e allo smaltimento dei mangimi<br />

a base di farine animali.<br />

La Regione si è anche impegnata a fare<br />

investimenti per la realizzazione di un<br />

impianto di incenerimento adeguato alle<br />

esigenze degli allevatori laziali. A questo<br />

riguardo sono state prese in considerazione<br />

le proposte avanzate dall’Ama, e<br />

dalla «Trevi Macchine» che ha detto di<br />

poter realizzare, su qualsiasi terreno indicato<br />

e con fondi propri, un termodistruttore<br />

stabile di rilevante capacità.<br />

Intanto la procura vuole avere un<br />

quadro della situazione sui controlli eseguiti<br />

negli allevamenti e per questo ha<br />

Ostia: proteste<br />

dei ventisei pazienti<br />

del centro paraplegici<br />

contro il trasferimento<br />

I pazienti ricoverati nel centro paraplegici<br />

di Ostia sfileranno in corteo domenica<br />

prossima per protestare contro il<br />

provvedimento adottato dalla Regione<br />

Lazio che prevede il trasferimento dei<br />

malati in altra sede per tutto il periodo<br />

dei lavori di ristrutturazione della fatiscente<br />

struttura situata, attualmente, in<br />

viale Vega.<br />

«Da qui non vogliamo andar via nemmeno<br />

per un giorno — spiega Gennaro<br />

Di Rosa, uno dei 26 ricoverati — . Sfileremo<br />

per strada proprio davanti al centro<br />

insieme ai cittadini, alle associazioni<br />

e ai politici di qualsiasi colore che vorranno<br />

sostenerci in questa battaglia. La<br />

Regione Lazio lo scorso settembre ci<br />

aveva assicurato che saremmo potuti restare<br />

nella struttura per continuare ad<br />

esercitare le nostre attività. Non possiamo<br />

accettare — ha aggiunto Di Rosa —<br />

di farci rinchiudere in una stanza di<br />

ospedale».<br />

I lavori di ristrutturazione dell’intero<br />

edificio, già in ritardo di un decennio,<br />

prevedono, infatti, che i degenti vengano<br />

trasferiti presso quattro stanze dell’ospedale<br />

«G.B. Grassi» di Ostia.<br />

La paura dei paraplegici — riferisce<br />

l'agenzia «Ansa» — è che in questo modo<br />

il centro finisca per chiudere e non<br />

riaprire mai più.<br />

«Abbiamo paura — ha concluso Gennaro<br />

Di Rosa — che questo trasferimento<br />

possa essere il pretesto per allontanarci,<br />

ma per sempre».<br />

I malati preferiscono, invece, restare<br />

lì e seguire i lavori di ristrutturazione,<br />

sistemandosi in palestra o in piscina,<br />

continuando così a dipingere, a cantare<br />

e a lavorare la ceramica.<br />

9 .<br />

incaricato i Carabinieri del Nas di redigere<br />

quanto prima un’informativa. Se<br />

dovessero emergere atti veramente rilevanti,<br />

la procura aprirebbe ufficialmente<br />

un fascicolo.<br />

A dimostrazione della crisi che sta<br />

agitando la categoria degli allevatori,<br />

giovedì mattina un centinaio di questi<br />

aderenti a Confagricoltura, Coldiretti e<br />

Cia hanno manifestato davanti a Palazzo<br />

Chigi per chiedere al Governo, e al<br />

mondo politico in generale, dei punti di<br />

riferimento e certezze sul fenomeno della<br />

mucca pazza, e riconquistare così la<br />

fiducia dei consumatori.<br />

Per quanto riguarda i presunti casi di<br />

«mucca pazza» ad Ariccia e dintorni,<br />

mercoledì, il direttore generale dell’azienda<br />

sanitaria locale Rm H che ha<br />

competenza nell’area dei Castelli romani,<br />

Cesare Azzolini, ha dichiarato che<br />

nessun bovino infetto è mai stato segnalato<br />

nella zona.<br />

Infine, hanno dato esito negativo le<br />

analisi sui mangimi sequestrati nei due<br />

allevamenti di Fondi dove sono finiti 21<br />

capi provenienti dalla Cascina Malpensata<br />

di Brescia. I mangimi utilizzati nei<br />

due allevamenti sono conformi alle regole<br />

e non violano le norme sulle farine<br />

animali.<br />

Questo non vuol dire che i capi saranno<br />

salvati, poiché un decreto del 7 gennaio<br />

prevede l’abbattimento di tutti gli<br />

animali provenienti da allevamenti nei<br />

quali è stato riscontrato anche un solo<br />

caso di Prione della Bse. Per il procedimento,<br />

comunque, si attende una decisione<br />

del ministero della Sanità.<br />

La Sovrintendenza<br />

dice no all'edificazione<br />

nella zona<br />

di Tor Marancia<br />

Nell'area di Tor Marancia non si potrà<br />

costruire. Il sovrintendente archeologico<br />

di Roma, Adriano La Regina, ha infatti<br />

bloccato i progetti di lottizzazione<br />

previsti nella zona.<br />

Un coro di consensi alla decisione è<br />

arrivato da numerose forze politiche sia<br />

della maggioranza che dell'opposizione<br />

— da Rifondazione comunista, ai Verdi,<br />

ad An — che in questi anni, insieme<br />

con alcune associazioni ambientaliste, si<br />

sono battute contro la lottizzazione.<br />

In sostanza la Sovrintendenza ha deciso<br />

di porre il vincolo archeologico integrale<br />

sull’area a ridosso del parco dell’Appia<br />

Antica dove era prevista un'edificazione<br />

di due milioni di metri cubi per<br />

quattordicimila abitanti.<br />

Il capogruppo dei Verdi alla Regione<br />

Lazio, Angelo Bonelli, annuncia che raccoglierà<br />

le firme per autoconvocare il<br />

consiglio regionale e votare l’inserimento<br />

di Tor Marancia nel parco dell’Appia<br />

Antica.<br />

«L’attuale vincolo d’inedificabilità —<br />

affermano i capigruppo di An alla Regione<br />

e in Campidoglio, Fabio Rampelli<br />

e Marco Marsilio — era uno dei documenti<br />

fondamentali che la Regione Lazio<br />

attendeva per completare la valutazione<br />

di impatto ambientale. Questo parere<br />

boccia di fatto l’intera manovra urbanistica<br />

capitolina che poggia sulla tanto<br />

discussa lottizzazione».<br />

«Ora la vicenda passa in Regione —<br />

ha sottolineato il capogruppo del Prc<br />

Luigi Nieri — e sfidiamo il presidente<br />

della Regione Storace a confermare<br />

quanto sostenuto in passato».<br />

Sciagura stradale: una ventenne muore<br />

sulla provinciale Frosinone-Gaeta<br />

Una ragazza è morta in un incidente stradale avvenuto giovedì mattina a<br />

Lenola, nel Sud pontino, sulla provinciale 637 Frosinone-Gaeta. La vittima,<br />

Daniela Rosa Macaro, di 20 anni, si trovava a bordo di un'automobile che si<br />

è scontrata frontalmente, per cause in corso di accertamento, con un'altra<br />

autovettura. Il conducente di quest'ultima è rimasto leggermente ferito. Sul<br />

posto sono giunti Vigili del fuoco e ambulanza ma per la ragazza non c'è<br />

stato niente da fare: è morta sul colpo. I rilievi sull’incidente sono stati svolti<br />

dai Carabinieri. Mercoledì mattina, invece, un uomo di 70 anni è stato investito<br />

da un'automobile in via Fontana Candida ed è stato ricoverato in<br />

gravi condizioni nel policlinico Casilino. I medici si sono riservati la prognosi.<br />

Non sono ancora note le circostanze dell'incidente: non si sa, infatti, se<br />

l'uomo al momento dell'incidente stesse attraversando la strada o la stesse<br />

percorrendo. Il conducente dell’automobile, un giovane di 25 anni che si è<br />

fermato immediatamente per prestare i primi soccorsi, ha dichiarato di non<br />

aver visto l’anziano e di esserselo trovanti davanti all'improvviso. Poi, l'inevitabile.<br />

L’automobile è stata sequestrata e il giovane è stato indagato per<br />

omicidio colposo.<br />

Criminalitá: giovani rapinatori derubano un uomo<br />

nel garage della sua abitazione<br />

Tre giovani armati di pistola, mercoledì sera, hanno preso in ostaggio un<br />

uomo di trentotto anni nel garage della sua abitazione in via Ettore Ximeses,<br />

nel quartiere Parioli. I giovani malviventi lo hanno costretto a consegnare<br />

l'orologio e circa mezzo milione in contanti. Nei mesi scorsi si sono<br />

registrati diversi colpi dalla dinamica identica a quello avvenuto mercoledì<br />

sera. Le zone più colpite sono Ponte Milvio, Eur, Balduina ed il centro storico.<br />

Recenti inchieste delle Forze dell'ordine hanno dimostrato che gli autori<br />

delle rapine sono, per la maggior parte, giovani partenopei, pendolari<br />

del crimine. La mattina, infatti, prendono il treno per Roma, rubano gli orologi<br />

e poi ritornano a Napoli dove vendono ai ricettatori la roba rapinata.<br />

Tante le tecniche usate dai banditi, dallo scippo in motorino all'agguato nei<br />

garage.<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Venerdì 26 Gennaio 2001<br />

Manifestazione<br />

dei senza casa<br />

in Consiglio<br />

comunale<br />

Si è chiusa tra le proteste dei senza<br />

casa, mercoledì sera, la seduta del Consiglio<br />

comunale, dopo che è saltata l’approvazione<br />

di una delibera per l’acquisto<br />

di 500 alloggi di proprietà di enti da<br />

destinare ad altrettante famiglie in emergenza<br />

abitativa. A protestare sono stati<br />

una cinquantina di persone abitanti in<br />

residence o in scuole occupate aderenti<br />

al Coordinamento cittadino lotta per la<br />

casa, che hanno occupato l’aula consigliare<br />

per tutta la notte.<br />

Poco prima delle 20, quando l’aula ha<br />

deciso di accantonare la delibera per la<br />

necessità di un parere degli uffici, dai<br />

banchi del pubblico i manifestanti hanno<br />

cominciato a sbattere le sedie in terra,<br />

una è stata lanciata anche verso la<br />

paratia che protegge la zona degli scranni,<br />

senza raggiungerla. «È una delibera<br />

che non può essere approvata perché<br />

presenta più di una procedura di dubbia<br />

legittimità», ha detto il capogruppo di<br />

An, Marco Marsilio. «La responsabilità<br />

della non approvazione — ha detto il<br />

capogruppo del Prc, Luigi Nieri — è<br />

della destra e di An, nonostante la Regione<br />

l’abbia già approvata due volte. È<br />

un atteggiamento irresponsabile».<br />

«La delibera si deve votare — ha spiegato<br />

l’assessore ai Rapporti istituzionali,<br />

Giancarlo D’Alessandro — perché ci sono<br />

100 miliardi di fondi statali a disposizione<br />

ed è un provvedimento fondamentale<br />

per arrivare alla chiusura dei residence.<br />

Con questi fondi potranno essere<br />

acquistati 350 appartamenti in via del<br />

Tintoretto, 80 ad Acilia, 310 in provincia<br />

di Roma, quasi ottocento in tutto».<br />

SOLIDARIETÀ Iniziativa del Comune per favorire l'accesso al credito<br />

Un fondo etico per finanziare<br />

i soggetti del Terzo settore<br />

Rendere possibile l'accesso alle fonti<br />

di finanziamento ai soggetti dell'economia<br />

sociale e ideare dei meccanismi di<br />

riduzione dei rischi. Dopo l'accordo,<br />

presentato recentemente in Campidoglio,<br />

rivolto a favorire l'accesso al credito<br />

delle piccole e medie imprese di Roma,<br />

un'altra iniziativa parte ora dal Comune:<br />

perseguire l'obiettivo di favorire<br />

l'accesso al credito delle imprese no profit,<br />

ossia delle imprese del Terzo settore<br />

che puntano l'attenzione sulle persone.<br />

Con un seminario su Un'idea: dare credito<br />

al no profit svoltosi a Roma mercoledì,<br />

l'assessorato alle Politiche del lavoro<br />

ha presentato uno «studio di fattibilità»<br />

che rappresenta il primo passo nel<br />

definire strumenti utili alle realtà del<br />

mondo dell'economia sociale. Si è deciso,<br />

pertanto, di dare vita a un fondo etico<br />

rotativo di garanzia che possa essere<br />

utilizzato dal Terzo settore per accedere<br />

ai finanziamenti. Si tratta di un fondo in<br />

grado di favorire la semplificazione delle<br />

procedure e delle modalità per l'accesso<br />

al credito ordinario dei soggetti dell'economia<br />

sociale stipulando adeguate convenzioni<br />

con gli istituti di credito operanti<br />

sul territorio.<br />

Il fondo mira, inoltre, a favorire la definizione<br />

di strumenti adatti per il sostegno<br />

finanziario ai medesimi soggetti (associazioni<br />

di promozione sociale, associazioni<br />

di volontariato, cooperative sociali)<br />

nelle fasi di avvio, di studio, sviluppo<br />

e innovazione dei servizi; favorisce<br />

anche la stipula di convenzioni con<br />

gli istituti di credito per l'anticipazione<br />

su contratti e convenzioni stipulate con<br />

gli enti pubblici a tassi agevolati. Tra gli<br />

obiettivi fissati vi è inoltre l'intenzione di<br />

incentivare le strategie di comunicazione<br />

e di prevedere un monitoraggio sulle carenze<br />

e i bisogni di questo settore in<br />

crescita.<br />

Attualmente, il ruolo determinante dei<br />

soggetti del Terzo settore nello sviluppo<br />

dell'economia sociale è un dato di fatto.<br />

L'espansione raggiunta da questo settore<br />

negli ultimi anni evidenzia un sistema<br />

economico-sociale in crescita ma ancora<br />

poco considerato dal sistema economico<br />

finanziario tradizionale. È necessaria,<br />

pertanto, una concreta e strutturata affermazione<br />

del modello no profit nel<br />

mercato del lavoro e della produzione.<br />

Il Terzo settore deve essere in grado di<br />

interloquire con lo Stato e il mercato.<br />

Constatata l'assenza di tali iniziative a<br />

livello nazionale, il gruppo di lavoro che<br />

ha condotto la ricerca ha voluto considerare<br />

l'importanza che il Terzo settore<br />

sta avendo anche nel panorama europeo.<br />

La stessa Unione Europea, infatti,<br />

ha promosso diverse iniziative considerando<br />

il settore no profit un sistema<br />

economico a tutti gli effetti. Inoltre, nel<br />

corso della ricerca è nata l'esigenza di<br />

confrontarsi e conoscere i comportamenti<br />

degli altri governi nei confronti<br />

dell'economia sociale. Dalla studio è<br />

emerso che in Italia non esiste ancora<br />

oggi un ente che si occupi del Terzo settore<br />

nella sua interezza e che l'attenzio-<br />

COMMERCIO Verso la riqualificazione dell'intera area<br />

Entro il 15 marzo il trasferimento<br />

del mercato di piazza Vittorio<br />

Entro il prossimo 15 marzo il mercato<br />

di piazza Vittorio dovrà definitivamente<br />

lasciare la storica sistemazione, per essere<br />

trasferito nelle già individuate ex caserme,<br />

Sani e Pepe, che ospiteranno i<br />

banchi adibiti alla vendita di generi alimentari<br />

ed altro materiale di commercio.<br />

Lo ha stabilito una ordinanza del<br />

Campidoglio che per «motivi igienici e<br />

sanitari», obbliga i rivenditori a spostarsi<br />

nelle nuove sedi, situate sempre nel Rione<br />

Esquilino. Ad annunciare l'iniziativa<br />

è stato, ieri mercoledì, l'assessore al<br />

Commercio Franco Cioffarelli, assieme<br />

al direttore generale del Comune Pietro<br />

Barrera, nel corso di una conferenza<br />

stampa. Dopo numerosi rinvii e ripensamenti,<br />

i banchi del mercato dovranno<br />

dunque traslocare per permettere una<br />

riqualificazione dell'intera area, che verrà<br />

adibita a verde pubblico. Infatti, una<br />

volta scomparso il mercato, sarà effettuata<br />

una ripulitura della sede che diventerà<br />

accessibile a tutti. Gli operai del<br />

Comune cureranno gli spazi verdi, mentre<br />

saranno rifatti anche i marciapiedi<br />

ed allestiti motivi di decoro urbano, grazie<br />

anche all'intervento dell'Acea.<br />

L'intera zona sottoposta da anni a degrado<br />

è stata oggetto di polemica da<br />

parte degli abitanti anche per la massiccia<br />

presenza di venditori ambulanti oltre<br />

che per la mancanza soprattutto di un<br />

luogo di aggregazione, dove anziani, genitori<br />

e bambini, possano trascorrere in<br />

tranquillità alcune ore della giornata.<br />

Assediata da traffico e smog, piazza Vittorio<br />

con il suo bel giardino, è così rimasta<br />

per molti anni, abbandonata nell'incuria<br />

e soverchiata dall'ingombrante<br />

presenza del mercato. Tra l'altro l'obbli-<br />

Nominati tre esperti<br />

per redigere<br />

il nuovo statuto regionale<br />

Due ex presidenti della Corte Costituzionale<br />

— Antonio Baldassarre e Aldo<br />

Corasaniti — e il titolare della cattedra<br />

di Diritto Pubblico a «La Sapienza»,<br />

Achille Chiappetti, faranno parte del<br />

Gruppo di studio per adeguare lo statuto<br />

regionale alla legge che regola l’elezione<br />

diretta del presidente e l’autonomia<br />

statutaria delle Regioni. A stabilirlo<br />

è la delibera presentata dal presidente<br />

della Giunta Regionale, e approvata<br />

mercoledì.<br />

Entro tre mesi il Gruppo di studio dovrà<br />

formulare proposte tecniche sul<br />

nuovo statuto da sottoporre in seguito al<br />

vaglio degli organi politici. «Considerata<br />

la rilevanza e la complessità rappresentata<br />

dalla stesura del nuovo Statuto —<br />

spiega una nota — il governo regionale<br />

ha ritenuto opportuno costituire una<br />

équipe di esperti, di elevato livello professionale,<br />

scelti tra docenti universitari<br />

e profondi conoscitori della materia costituzionale,<br />

regionale amministrativa».<br />

Storace ha aggiunto che «lo statuto<br />

dovrà vedere anche la partecipazione<br />

della società attraverso le sue articolazioni<br />

e la Giunta ha il diritto-dovere di<br />

avanzare proposte».<br />

Per il 7 febbraio è previsto un incontro<br />

tra la Giunta ed il Gruppo di studio.<br />

go definitivo di trasferimento, è stato<br />

stabilito sulla base dei pericoli per l'igiene<br />

pubblica, provocati dalla presenza<br />

dei rifiuti che, dopo la chiusura pomeridiana<br />

del mercato, si accumulano tra i<br />

banchi. Odori maleodoranti e la presenza<br />

anche di topi, hanno sin dalla nascita<br />

del mercato, causato critiche, che tuttavia<br />

si sono sempre scontrate con la ferma<br />

opposizione dei proprietari dei banchi<br />

a trasferirsi.<br />

Parte dei banchi, stabilisce l'ordinanza,<br />

saranno allestiti nella ex caserma Sani,<br />

che è stata recentemente ultimata:<br />

nella sede saranno venduti i generi ali-<br />

Esalazioni di monossido<br />

avrebbero causato<br />

la morte di un anziano<br />

Un uomo di 90 anni, Luigi De<br />

Giovanni, è morto nel suo appartamento<br />

probabilmente per le esalazioni<br />

di monossido di carbonio<br />

provocate da un braciere sul quale<br />

era stata accesa della carbonella.<br />

La moglie, Giuseppina De Pretis,<br />

di 75 anni, è invece ricoverata<br />

in prognosi riservata nel policlinico<br />

Casilino. La scoperta è stata<br />

fatta nel pomeriggio di ieri, giovedì,<br />

in via delle Ciliege dai carabinieri<br />

della compagnia Casilino ai<br />

quali una parente della coppia, si<br />

era rivolta dopo aver bussato inutilmente<br />

alla porta.<br />

Fiamme in appartamento<br />

a Vigna Clara:<br />

un intossicato<br />

Un incendio è divampato, nella notte<br />

tra mercoledì e giovedì, per cause ancora<br />

in corso di accertamento, in un appartamento<br />

al terzo piano di un palazzo<br />

del quartiere Vigna Clara. I vigili del<br />

fuoco hanno tratto in salvo la famiglia<br />

che vi abita, un uomo è ricoverato all'ospedale<br />

Villa San Pietro.<br />

Nell’appartamento di via Napoleone<br />

Colajanni — riferisce l'agenzia «Ansa»<br />

— le fiamme sono divampate improvvisamente<br />

e hanno completamente distrutto<br />

due vani della casa: il salotto e<br />

l’ingresso. Le persone che si trovavano<br />

all’interno, i quattro componenti della<br />

famiglia Bozzi, padre, madre e due figlie,<br />

colti dalle fiamme nel sonno, sono<br />

state tratte in salvo dai vigili del fuoco<br />

intervenuti complessivamente con nove<br />

mezzi.<br />

Il padre, Giuseppe Bozzi, che aveva<br />

sintomi di intossicamento da fumo è stato<br />

trasportato d'urgenza all’ospedale,<br />

dov’è attualmente ricoverato.<br />

Le fiamme sono state domate dai vigili<br />

del fuoco dopo circa due ore di lavoro.<br />

Non ci sono state conseguenze per il<br />

resto dello stabile.<br />

26 GENNAIO 2001<br />

Santi Timoteo e Tito, Vescovi<br />

- Memoria (bianco)<br />

Messa della Memoria<br />

Lezionario: 2 Tm 1, 1-8; oppure:<br />

Tt 1, 1-5; Salmo: 88;<br />

Lc 22, 24-30<br />

Liturgia delle Ore: Ven. III<br />

sett. - Ufficio della Memoria<br />

mentari. In attesa di una ristrutturazione<br />

definitiva, che comunque dovrebbe<br />

sempre essere conclusa entro marzo, è<br />

invece l'altro edificio, la ex caserma Pepe,<br />

al cui posto il Comune ha deciso di<br />

allestire provvisoriamente una piattaforma<br />

dove, in caso di ritardo dei lavori,<br />

saranno sistemati i banchi adibiti alla<br />

vendita al commercio di merce varia.<br />

I venditori che non vorranno trasferirsi<br />

presso le due ex caserme, è stato comunque<br />

precisato, potranno scegliere<br />

sedi mercatali alternative. «In particolare,<br />

l'assessorato al Commercio ha individuato<br />

nel mercato di via Baccina — ha<br />

sottolineato Franco Cioffarelli — il mercato<br />

che può accogliere preferibilmente<br />

quei venditori che vorranno trasferirsi in<br />

altre zone».<br />

Alla riqualificazione di Piazza Vittorio<br />

contribuirà, inoltre, l'azienda per la nettezza<br />

urbana AMA, che in collaborazione<br />

con i commercianti, ha stipulato un<br />

accordo di ritiro dei cartoni utilizzati<br />

per l'imballaggio delle merci trasportate<br />

nei negozi, presenti lungo le tipiche gallerie<br />

pedonali che circondano l'area. La<br />

polizia municipale concorrerà, invece,<br />

assieme alle altre forze dell'ordine ad intensificare<br />

i controlli sulle attività illecite.<br />

Tra le novità, il direttore Pietro Barrera,<br />

ha citato, infine, l'accordo stipulato<br />

con l'associazione di rappresentanza<br />

della comunità cinese, per edificare all'interno<br />

di un'area specifica, situata<br />

fuori il Raccordo anulare, un apposito<br />

mercato dove saranno localizzate le attività<br />

commerciali, il cui esercizio non sarà<br />

concesso per la zona dell'Esquilino.<br />

ALESSANDRO TRENTIN<br />

Fiumicino: affidato l'incarico<br />

per la progettazione<br />

degli argini del Tevere<br />

Il Sindaco di Fiumicino, Giancarlo<br />

Bozzetto, in qualità di Commissario delegato,<br />

ha affidato alla Società di ingegneria<br />

«C. Lotti e Associati» l’incarico di<br />

progettazione esecutiva, direzione lavori<br />

e messa in opera di sicurezza idraulica<br />

del territorio del Comune di Fiumicino<br />

per eliminare il rischio di esondazione<br />

del Tevere. La Società, che è già al lavoro,<br />

dovrà presentare il progetto per il<br />

restauro degli argini nel tratto compreso<br />

tra il viadotto della Scafa ed il ponte 2<br />

Giugno, entro il 22 marzo. Nel caso di<br />

slittamento il decreto emesso prevede<br />

l’applicazione di una penale per ogni<br />

giorno di ritardo, e nel caso di superamento<br />

della data del 31 marzo prevede<br />

la revoca dell’affidamento contemplando<br />

comunque la penale.<br />

La scelta della Società è stata dovuta<br />

ai costi più contenuti per il compenso rispetto<br />

ad altre offerte e alla affidabilità<br />

della società stessa.<br />

«Un altro passo avanti importante —<br />

ha detto Bozzetto — per arrivare al più<br />

presto all’affidamento dei lavori, comunque<br />

entro la prima decade di aprile. Siamo<br />

anche soddisfatti per essere riusciti<br />

a mantenere le spese generali entro il 10<br />

per cento della somma complessiva messaci<br />

a disposizione».<br />

Fede<br />

La fede deve essere la luce che<br />

avvolge tutta la nostra vita e non<br />

solo le nostre ore di preghiera.<br />

(padre Gabriele di Santa Maria<br />

Maddalena, carmelitano)<br />

a cura di p. Leonardo Sapienza, R.C.I.<br />

ne rivolta al no profit sia ancora settoriale.<br />

La sfida lanciata dall'Amministrazione<br />

comunale è proprio quella di riuscire a<br />

mettere in comunicazione il soggetto<br />

che produce beni nazionali con il mondo<br />

bancario. Si è fatta l'ipotesi, pertanto,<br />

di un coinvolgimento delle banche<br />

tesoriere del Comune di Roma. Fino ad<br />

oggi è la Banca popolare Etica (creata<br />

nel 1998) a svolgere un ruolo in grado di<br />

soddisfare la domanda del credito sociale.<br />

Per la prima volta il settore no profit<br />

ha trovato un interlocutore in grado di<br />

tutelare i soggetti economicamente svantaggiati.<br />

È proprio del suo statuto, infatti,<br />

di «gestire risorse finanziarie orientandole<br />

verso la realizzazione del bene<br />

comune della collettività». Lo ha ribadito<br />

durante il seminario il Presidente della<br />

Banca Etica, Maurizio Valente, che<br />

ha sottolineato la necessità di concedere<br />

credito finanziario a chi viene generalmente<br />

escluso dai canali finanziari ufficiali,<br />

lanciando la sfida di una «finanza<br />

alternativa» che possa dimostrare la possibilità<br />

di gestire il credito come un diritto<br />

umano e finalizzarlo al miglioramento<br />

della qualità della vita. Occorre,<br />

quindi, un cambiamento di mentalità<br />

che metta a fuoco la valenza del lavoro<br />

no profit e permetta il credito confidando<br />

nelle idee, nei progetti, nelle persone.<br />

Nelle strategie del mercato classico<br />

difficilmente si dà credito all'idea.<br />

ELISABETTA ANGELUCCI<br />

Partita di calcio<br />

Roma-Napoli: controlli<br />

alla stazione<br />

per i tifosi napoletani<br />

Controlli approfonditi volti, in particolare,<br />

a verificare il possesso del biglietto<br />

dello stadio saranno compiuti domenica<br />

prossima nei confronti dei tifosi napoletani<br />

che arriveranno nella Capitale per<br />

assistere alla partita di calcio Roma-Napoli.<br />

I controlli saranno effettuati già nella<br />

stazione ferroviaria di arrivo dei tifosi<br />

napoletani, che però non si sa ancora<br />

quale sia.<br />

Si è appreso comunque che non si<br />

tratterà certamente della stazione Termini.<br />

È una delle misure concordate nella<br />

serata di martedì, e resa nota ieri, mercoledì,<br />

in Prefettura dal Comitato per<br />

l’ordine e la sicurezza pubblica a cui<br />

hanno partecipato il prefetto, Giuseppe<br />

Romano, i vertici provinciali delle forze<br />

di polizia e il neo questore Giovanni Finazzo<br />

che, in una ulteriore riunione tecnica<br />

nei prossimi giorni, predisporrà ulteriori<br />

misure di controllo.<br />

I tifosi napoletani che vorranno raggiungere<br />

lo stadio in autobus dovranno<br />

acquistare subito il biglietto, nella stessa<br />

stazione ferroviaria, come predisposto<br />

dall’Atac, per evitare che approfittando<br />

della confusione qualcuno possa evitare<br />

di pagare il biglietto, come del resto accade<br />

abbastanza usualmente in circostanze<br />

analoghe.<br />

Le forze dell'ordine saranno particolarmente<br />

impegante anche nell'evitare il<br />

ripetersi di atti vandalici che quasi per<br />

tradizione degli «ultrà» più scalmanati<br />

vengono rivolti verso i mezzi pubblici di<br />

trasporto.<br />

RADIO<br />

VATICANA<br />

OM: 1530 kHz - 196 metri<br />

(Per la zona di Roma<br />

anche Onda Media 527 kHz<br />

e FM 93.3 e 105 MHz)<br />

OC: nelle bande 49, 31, 25 e 19 metri<br />

VENERDÌ 26 GENNAIO<br />

00.10: Studio A (stereo): Con voi<br />

nella notte<br />

7.20-15.30-17.30-23-24: Orizzonti Cristiani<br />

7.30: Santa Messa in latino<br />

8-12-14-15-16-18-21-23.30: Radiogiornale<br />

in italiano, spagnolo, portoghese,<br />

francese, inglese, tedesco e polacco<br />

16.30: I Concerti del Carlo Felice di<br />

A. Fasano<br />

17: Liturgia delle Ore, celebrazione<br />

dei Vespri in latino<br />

20.20: Programma tedesco: Prisma-<br />

Magazin<br />

20.40: Recita del Santo Rosario in<br />

latino<br />

21.30: Programma francese: Les<br />

fruits du Renouveau<br />

21.50: Programma inglese: Matters<br />

of fact / Against the floor / Where<br />

do we go from here<br />

22.10: Programma spagnolo: Charlas<br />

Biblicas


IN ITALIA<br />

PAGINA<br />

La<br />

situazione<br />

politica<br />

Sembrava cosa fatta tra Berlusconi e<br />

Bossi, dopo l'accordo sulla lista unitaria<br />

per il Comune di Milano. Entrambi avevano<br />

dichiarato che non esisteva un problema<br />

relativo alla distribuzione dei collegi<br />

per le elezioni politiche e che la cosa<br />

importante era l'intesa sul programma.<br />

Ma mercoledì sera Bossi ha disertato<br />

il vertice della Casa delle libertà che<br />

doveva discutere, tra l'altro, dei collegi.<br />

Così Berlusconi ha incontrato solo Fini,<br />

Casini e Buttiglione.<br />

Il leader della Lega, indirettamente,<br />

cioè attraverso un'intervista, ha fatto conoscere<br />

le sue idee: «Credo che il Polo<br />

abbia cercato di abbassare il prezzo da<br />

pagare alla Lega. Cosa che non mi spaventa<br />

e non mi scandalizza. È la politica».<br />

Ma poi sui collegi rilancia, sostenendo<br />

che non è solo questione di numeri:<br />

«Dipende da quali collegi e da dove.<br />

Dieci in più o in meno non è importante,<br />

fatto comunque salvo il limite.<br />

Non saranno trentadue e non saranno<br />

meno di quaranta». Per i ministeri, la<br />

Lega ne vuole «più di uno. È importante<br />

ai fini delle riforme».<br />

Insomma, per la Casa delle libertà la<br />

questione Lega esiste ancora, anche se<br />

al termine dell'incontro di ieri sera i leader<br />

minimizzano e fanno capire che l'alleanza<br />

è solida nell’affrontare le questioni<br />

ancora aperte, a partire da quella dell’accordo<br />

possibile con Democrazia europea<br />

di Sergio D’Antoni. Accordo per il<br />

quale si stanno spendendo le componenti<br />

centriste della coalizione, in particolare<br />

il Cdu.<br />

Anche per l'Ulivo quella di ieri è stata<br />

una giornata di intenso lavoro diplomatico,<br />

nell'intento di smussare ogni angolo<br />

in vista del vertice di maggioranza<br />

convocato per oggi da Francesco Rutelli<br />

che, ottimista, dice di aspettarsi dalla<br />

sua coalizione «risposte sicure» su programmi,<br />

candidature e data delle elezioni<br />

(le posizioni sono molto diverse sul<br />

cosiddetto «election day»). Ma risposte<br />

le hanno chieste invece Mastella (Udeur)<br />

e Dini (Ri) che, dopo un incontro in<br />

mattinata, hanno deciso di disertare il<br />

vertice (in corso mentre andiamo in<br />

stampa), inviando in loro vece Manzione<br />

e Pisicchio. I due leader hanno anche<br />

scritto ai partner della Margherita,<br />

Castagnetti (Ppi) e Parisi (Democratici),<br />

chiedendo «pari dignità» nell’alleanza,<br />

anche per quanto riguarda la scelta dei<br />

candidati sindaci nelle grandi città e<br />

quella dei collegi uninominali. Già ieri<br />

l’Udeur aveva chiesto «un riequilibrio<br />

dei collegi della Margherita» considerando<br />

che il Ppi ha ottenuto il candidato<br />

sindaco di Napoli.<br />

Intanto stamane la Camera — dopo<br />

l'agitata seduta di ieri che aveva visto la<br />

maggioranza battuta — ha dato il via libera<br />

al pacchetto sicurezza, che ora dovrà<br />

passare al Senato.<br />

Le opposizioni, con An, Fi, Ccd e Lega<br />

(solo Prc ha votato contro), hanno<br />

appoggiato il piano del Governo, ma<br />

nelle dichiarazioni di voto hanno sottolineato<br />

i molti punti considerati negativi.<br />

«Non vi è nulla delle annunciate e propagandate<br />

misure per la sicurezza — ha<br />

detto Mantovano (An) — né alcuna certezza<br />

sulla esecutività della sentenza di<br />

condanna in primo e secondo grado».<br />

Pecorella (Fi) ha parlato di «una grande<br />

occasione perduta». Per Pisapia (Prc) si<br />

tratta di un provvedimento «controproducente<br />

se non criminogeno».<br />

Di diverso avviso, ovviamente, il ministro<br />

della Giustizia, Fassino, secondo il<br />

quale con il pacchetto sicurezza «si rafforzano<br />

gli strumenti per la lotta alla<br />

criminalità e per la tutela della sicurezza<br />

dei cittadini». «È significativo — ha aggiunto<br />

— che il Polo, dopo aver sostenuto<br />

che il Pacchetto sicurezza era inutile,<br />

lo abbia votato smentendo se stesso<br />

e riconoscendo così l’atteggiamento<br />

strumentale e di sabotaggio con cui ieri<br />

si era opposto all’art. 1 del pacchetto».<br />

È morto il presidente<br />

Anmic Alvido Lambrilli<br />

ROMA — È morto giovedì mattina<br />

a Roma Alvido Lambrilli, presidente<br />

dell'Anmic (Associazione nazionale<br />

mutilati e invalidi civili), considerata<br />

la più rappresentativa associazione<br />

italiana di disabili. Nato<br />

a Magliano in Toscana (Grosseto)<br />

nel 1920, Lambrilli costituì prima,<br />

nel 1956, e guidò poi ininterrottamente<br />

sino ad oggi l'associazione.<br />

Lambrilli ricoprì inoltre numerosi<br />

incarichi a livello nazionale e internazionale.<br />

Inflazione verso il 3%<br />

a gennaio<br />

ROMA — Un sensibile aumento<br />

dell'inflazione si è registrato — ha<br />

riferito giovedì mattina l'Istat —<br />

nel mese di gennaio. In base ai<br />

dati delle città-campione i prezzi al<br />

consumo sono infatti cresciuti dello<br />

0,4%, sfiorando il 3% rispetto al<br />

2,7 di dicembre.<br />

Mafia: torna in carcere<br />

Balduccio Di Maggio<br />

PALERMO — L'ex «pentito» di mafia<br />

Balduccio Di Maggio è tornato<br />

in carcere giovedì mattina in esecuzione<br />

di un ordine di custodia<br />

della Procura di Palermo per violazione<br />

degli obblighi degli arresti<br />

domiciliari e pericolo di fuga.<br />

10 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Venerdì 26 Gennaio 2001<br />

TARANTO — «L'Ancora» è l'ultimo nato<br />

tra i centri d'ascolto della diocesi di Taranto.<br />

È sorto a Grottaglie, nella parrocchia<br />

Maria SS. delle Grazie, sotto la guida<br />

del parroco don Giuseppe Cagnazzo che<br />

ha dato corpo a un'idea del suo predecessore,<br />

l'attuale Vescovo di Tricarico, Salvatore<br />

Logorio.<br />

La realizzazione del centro è stata avviata<br />

dopo un'attenta lettura dei problemi<br />

sociali e umani attraverso richieste di aiuto<br />

e sostegno, che non si limitavano alla<br />

A Grottaglie il più recente centro d'ascolto del Tarantino<br />

carità spicciola o al bisogno occasionale.<br />

La stessa Caritas parrocchiale si è resa<br />

conto della necessità di ampliare le sue<br />

capacità di rispondere alle richieste, affinando<br />

una cultura della carità. «Ci siamo<br />

accorti — dicono — che la prima richiesta<br />

di aiuto era l'ascolto, cioè la nostra disponibilità<br />

a risolvere problemi di diversa natura,<br />

che da soli non si è in grado di affrontare».<br />

MUCCA PAZZA Il ministro Veronesi: nel 2003 la fine dell'emergenza<br />

Scoperto un secondo caso<br />

in un allevamento nel Veronese<br />

VERONA, 25.<br />

Manca ancora la conferma<br />

dell’Istituto zooprofilattico<br />

di Torino,<br />

centro di riferimento nazionale<br />

per l’encefalopatia<br />

spongiforme bovina,<br />

ma è probabile che il<br />

prione della Bse abbia<br />

colpito di nuovo in Italia:<br />

dopo la mucca «103»<br />

della cascina «Malpensata»<br />

di Pontevico (Brescia),<br />

un bovino di quattro<br />

anni allevato nell’azienda<br />

agricola «Fattori»<br />

di Albaredo d’Adige, nel<br />

Veronese, è risultato positivo<br />

ai test rapidi. L'animale<br />

era stato macellato<br />

nei giorni scorsi in un<br />

mattatoio di Campo San<br />

Martino (Padova).<br />

La stalla è stata seque-<br />

strata dai Carabinieri del<br />

Nas, i quali, se il nuovo caso di mucca<br />

«pazza» sarà confermato, dovranno far<br />

luce anche su alcuni aspetti oscuri della<br />

vicenda. Il capo abbattuto aveva poco<br />

più di quattro anni: era nato nel 1996,<br />

due anni dopo cioè il divieto di utilizzazione<br />

di farine animali nei mangimi,<br />

unica via finora conosciuta quale causa<br />

di contagio. Inoltre, ci si chiede perché<br />

sia stata macellata una mucca da latte<br />

di soli quattro anni, se non presentava<br />

segni di malattia. Si è comunque appreso<br />

che quindici giorni prima aveva par-<br />

torito un vitellino morto ed appariva debilitata;<br />

forse l’allevatore ha ritenuto di<br />

non investire più denaro su di essa, nonostante<br />

la giovane età.<br />

«Se il caso di contaminazione verrà<br />

confermato — ha detto Aldo Graffelli,<br />

del sindacato veterinari — è possibile<br />

che ci sia stata una frode e l’animale abbia<br />

mangiato farine contaminate». Di<br />

conseguenza tutti i capi presenti nella<br />

fattoria, come prescrive la legge, verranno<br />

abbattuti. «Sono tutte mucche che<br />

nascono qui — ha ribattuto il proprieta-<br />

AMBIENTE Critiche dal Polo a Bassolino<br />

Rifiuti: ancora tensione<br />

in molti Comuni del Napoletano<br />

NAPOLI, 25.<br />

Ancora una giornata carica di tensione,<br />

ieri, nella maggior parte dei Comuni<br />

del Napoletano coinvolti nell'emergenza<br />

rifiuti a causa della chiusura della discarica<br />

di Tufino nel Nolano. Sono infatti<br />

ancora numerosi i Comuni che non hanno<br />

individuato un sito temporaneo nel<br />

quale scaricare i rifiuti raccolti la settimana<br />

scorsa e ancora chiusi nei camion<br />

della nettezza urbana. Alcuni dei Comuni<br />

coinvolti si trovano nell'area protetta<br />

del Parco nazionale del Vesuvio mentre<br />

altri, ad alta densità abitativa, non dispongono<br />

nei rispettivi territori di luoghi<br />

adatti a tale scopo. Il risultato è che nelle<br />

strade continuano ad ammucchiarsi i<br />

sacchetti dei rifiuti con grave rischio —<br />

sottolineano i sindaci — per la salute<br />

pubblica.<br />

A Cercola, dove l'altro giorno in segno<br />

di protesta gli abitanti avevano incendiato<br />

i sacchetti, il sindaco Di Dato<br />

ha ricevuto una delegazione di residenti<br />

nel quartiere di Caravita, dove si trova il<br />

campo di calcio non ancora completato<br />

adibito a provvisorio luogo di raccolta.<br />

Sull'emergenza rifiuti in Campania è<br />

intervenuto il ministro dell'Ambiente<br />

Bordon secondo il quale la vicenda chiama<br />

in causa «problemi accumulati in decenni<br />

di ritardi. Per risolvere i problemi<br />

sono stati presi accordi con le Fs e con<br />

le Regioni Umbria ed Emilia-Romagna<br />

per il trasferimento dei rifiuti. Però —<br />

ha aggiunto — il problema non riguarda<br />

soltanto la Campania ma anche altre regioni<br />

del Sud. In Campania comunque il<br />

ministero è intervenuto predisponendo<br />

appositi piani di gestione che prevedono<br />

tra l'altro l'avvio della raccolta differenziata».<br />

Il presidente della Regione Campania<br />

Bassolino (che è anche commissario<br />

straordinario per l'emergenza rifiuti)<br />

ha affermato da parte sua che il problema<br />

«troverà prestissimo una soluzione».<br />

Ma dall'opposizione di centro destra, in<br />

particolare da alcuni senatori di An che<br />

hanno scritto al Presidente Mancino, si<br />

chiede che il ministro Bordon risponda<br />

nell'aula di Palazzo Madama sulla difficile<br />

situazione che si è determinata in<br />

Campania anche a causa del «grave ritardo<br />

nell'attuazione del piano regionale,<br />

imputabile all'inerzia di Bassolino».<br />

Operai delle Fs<br />

morti per amianto:<br />

4 condanne a Vicenza<br />

VICENZA, 25.<br />

Il Tribunale di Vicenza ha condannato<br />

a pene detentive comprese<br />

tra i quattro e i sei mesi di reclusione<br />

quattro responsabili degli<br />

uffici sanitari delle Fs per la morte<br />

di due operai rimasti esposti all'amianto<br />

e per lesioni colpose nei<br />

confronti di un terzo. Gli imputati<br />

sono stati ritenuti colpevoli di<br />

aver omesso di esercitare controlli<br />

sui rischi dell'amianto nelle lavorazioni<br />

che si svolgevano nelle officine<br />

Fs di Vicenza e di informare<br />

i dirigenti dell'azienda e i lavoratori<br />

su tale rischio.<br />

Corte dei Conti: inaugurato<br />

l'anno giudiziario<br />

ROMA, 25.<br />

È aumentata del 39% in un anno e<br />

ammonta a 181 miliardi 673 milioni la<br />

somma che la Corte dei Conti è riuscita<br />

a recuperare nel 2000 attraverso sentenze<br />

di condanna e provvedimenti monitori<br />

(simili a patteggiamenti); tuttavia resta<br />

ancora alto il danno erariale e lo<br />

spreco nella gestione della cosa pubblica,<br />

soprattutto in materia fiscale e contrattuale,<br />

nell’amministrazione del demanio<br />

e del patrimonio e nel settore<br />

delle frodi comunitarie. È un quadro di<br />

luci ed ombre quello tracciato dal procuratore<br />

generale della Corte dei Conti,<br />

Vincenzo Apicella, nella sua relazione di<br />

inaugurazione dell’anno giudiziario. Alla<br />

presenza del Presidente della Repubblica<br />

Carlo Azeglio Ciampi, Apicella ha rilevato<br />

che nel 2000 sono stati «alti» gli interventi<br />

della Corte dei Conti nei giudizi di<br />

responsabilità in materia contrattuale e<br />

fiscale («specie a seguito di denunce, rispettivamente,<br />

dell’Autorità per la vigilanza<br />

dei lavori pubblici e del Secit»), e<br />

nelle gestioni fuori bilancio («un esempio<br />

è quello del giudizio aperto per la<br />

gestione della Missione Arcobaleno»). A<br />

testimoniare che la piaga della «malamministrazione»<br />

continua, vi sono i dati<br />

allegati alla relazione: alla fine del 2000<br />

risultano 103.261 vertenze pendenti e<br />

27.192 quelle aperte in un anno; sempre<br />

nel 2000 i sequestri ammontano a 273<br />

miliardi 600 milioni, mentre la somma<br />

recuperata attraverso le condanne è di<br />

181 miliardi 673 milioni (contro i 111<br />

miliardi e 538 milioni del ’99). Le pubbliche<br />

amministrazioni sono state però<br />

difese, sotto un certo aspetto, dallo stesso<br />

Apicella: la loro attività, ha detto, «è<br />

resa più faticosa, più lenta e più difficile,<br />

e anche esposta ad errori e a dubbi»<br />

dalle troppe leggi che «spesso accavallandosi<br />

e spesso contraddicendosi costitituiscono<br />

oggi il tessuto normativo del<br />

nostro ordinamento». Il pg ha infine<br />

concluso la sua relazione sottolinenando<br />

la necessità che, pur nel quadro delle riforme<br />

in senso federale, non venga mai<br />

messo in discussione il principio dell’unitarietà<br />

dello Stato. «In questo quadro<br />

— ha detto — la Corte dei Conti, così<br />

come è oggi articolata nei suoi compiti<br />

e nelle sue strutture decentrate, sente di<br />

poter svolgere, attraverso il controllo, il<br />

referto e la giurisdizione, la funzione di<br />

strumento di raccordo nell’ambito della<br />

finanza pubblica» tra comunità locali,<br />

regionali, europee e Stato.<br />

rio dell'azienda — e che<br />

alleviamo con mangimi<br />

naturali da noi arricchiti<br />

solo con integratori e sali<br />

minerali. Per il resto<br />

abbiamo il granturco dei<br />

nostri campi, mentre il<br />

mais lo acquistiamo».<br />

Di fronte al nuovo caso<br />

sospetto di mucca<br />

«pazza», è subito intervenuto<br />

il ministro della Sanità,<br />

Veronesi, che ha<br />

gettato acqua sul fuoco<br />

parlando di «allarmismi<br />

e di preoccupazioni ingiustificate».<br />

Con i controlli<br />

sanitari che vengono<br />

eseguiti e con l’eliminazione<br />

delle parti a rischio<br />

degli animali, «la<br />

carne che oggi arriva<br />

sulle nostre tavole — ha<br />

ribadito — è più che garantita».<br />

La scoperta di<br />

casi positivi di Bse è parte del processo<br />

di eradicazione del morbo. «Questo percorso<br />

può durare ancora circa 2 anni —<br />

ha detto Veronesi — dopodiché il patrimonio<br />

bovino potrà essere dichiarato indenne<br />

in quanto si sarà completato il ciclo<br />

di totale rinnovamento dei capi».<br />

Dal canto suo il ministro delle Politiche<br />

agricole, Pecoraro Scanio, ha annunciato<br />

che durante le prossime riunioni<br />

a Bruxelles chiederà un piano europeo<br />

per sostenere gli allevatori colpiti<br />

dalla crisi dei consumi.<br />

Il centro d'ascolto è sorto in una sede<br />

autonoma ma vicina alla parrocchia, e comunque<br />

agganciata alla Caritas parrocchiale.<br />

«Vi approdano — dice il parroco<br />

— forme diverse di povertà, a cui si cerca<br />

di dare una risposta adeguata. Indigenza,<br />

solitudine, emarginazione, alcolismo: sono<br />

questi i problemi di chi, vinta la diffidenza<br />

iniziale, si rivolgono al centro. Proprio<br />

l'alcolismo sembra essere tra i fenomeni<br />

in preoccupante espansione, soprattutto<br />

tra i giovani e non di rado tra le donne.<br />

Ma il centro, che è guidato da un consiglio<br />

direttivo coordinato dal parroco, ha<br />

assunto anche iniziative di solidarietà più<br />

ampie. L'ultima, in ordine di tempo, è il<br />

gemellaggio con la Diocesi pakistana di<br />

Multan e i «gemellaggi personali» con le<br />

famiglie del Pakistan per sostenere agli<br />

studi i ragazzi che frequentano le scuole<br />

cattoliche.<br />

SILVANO TREVISANI<br />

SANITÀ Rimossi numerosi ostacoli burocratici<br />

Approvata la legge<br />

sugli antidolorifici<br />

ROMA, 25.<br />

La commissione sanità del Senato ha<br />

approvato all’unanimità in sede deliberante<br />

e in via definitiva la legge che facilita<br />

la prescrizione e l’uso, soprattutto a<br />

domicilio, dei farmaci analgesici contenenti<br />

oppiacei per la terapia del dolore<br />

nei malati con patologie tumorali e degenerative.<br />

I farmaci oggetto della legge<br />

sono, in particolare i derivati di Codeina,<br />

Metadone, Morfina.<br />

La nuova legge modifica il testo unico<br />

delle leggi in materia di stupefacenti<br />

semplificando le procedure e rimuoven-<br />

Gela: pazienti<br />

guariti o no dimessi<br />

dopo 20 giorni<br />

CALTANISSETTA, 25.<br />

Per contenere i costi di gestione<br />

i pazienti ricoverati nel servizio di<br />

neuro riabilitazione della clinica<br />

convenzionata «Santa Barbara» di<br />

Gela, devono essere dimessi categoricamente<br />

dopo 20 giorni di degenza,<br />

con o senza guarigione avvenuta.<br />

Oggi è stata dimessa un’anziana<br />

donna colpita da ictus, non ancora<br />

guarita. Dovrà rivolgersi a<br />

strutture riabilitative pubbliche,<br />

che a Gela non esistono.<br />

MUTUI I Verdi non votano – Sconto prima casa all'8%<br />

La maggioranza approva<br />

un nuovo emendamento<br />

ROMA, 25.<br />

Le forze politiche della maggioranza<br />

hanno approvato ieri sera la nuova versione<br />

dell’emendamento al decreto legge<br />

del Governo in materia di rinegoziazione<br />

dei mutui a tasso di usura. I Verdi, però,<br />

non hanno partecipato al voto come<br />

ha detto Luciano Guerzoni (Ds), presidente<br />

della commissione Finanze del Senato<br />

e relatore del provvedimento.<br />

I punti-chiave dell’emendamento sono:<br />

tasso fisso di sostituzione al 9,96%;<br />

sconto all’8% per i mutui prima casa<br />

non di lusso; maggiorazione per le imprese<br />

all’11,46%; rinuncia all’inclusione<br />

dell’ultima rata del 2000 nella ricontrattazione.<br />

Per le banche l’onere è stimato<br />

in circa 3.900 miliardi.<br />

«I Verdi — ha detto Guerzoni — pur<br />

non partecipando al voto hanno, tuttavia,<br />

fatto sapere di condividere l’impianto<br />

del provvedimento». «I Verdi — secondo<br />

Guerzoni — riconoscono che c’è<br />

stato un miglioramento rispetto al decreto<br />

del Governo e che a questo risultato<br />

si è giunti anche per merito loro».<br />

Ciò nonostante «insistono sulla questione<br />

dell’estinzione anticipata dei vecchi<br />

mutui».<br />

La crepa in seno alla maggioranza potrebbe<br />

comunque ricompattarsi in aula<br />

al Senato. Il Sole che ride, ha fatto sapere<br />

il presidente della commissione finanze,<br />

«si aspetta una soluzione per<br />

quando il provvedimento andrà in aula»,<br />

cioè all’inizio della prossima settimana.<br />

La votazione degli emendamenti ha<br />

anche divergenze in seno alla Casa delle<br />

libertà. Forza Italia e Lega hanno votato<br />

contro l’emendamento della maggioran-<br />

Doping: Pantani indagato<br />

anche a Trento<br />

per frode sportiva<br />

TRENTO, 25.<br />

Nuovi guai giudiziari per Marco Pantani,<br />

già condannato per doping a Forlì<br />

e coinvolto come «atleta sottoposto a<br />

trattamento» nell’inchiesta di Ferrara.<br />

Anche la procura di Trento ha indagato<br />

il campione romagnolo per il reato di<br />

frode sportiva legato alla nuova legge<br />

401 sul doping. L’iscrizione nell'apposito<br />

registro (dove dall'anno scorso figurava<br />

il nome del medico Roberto Rempi, dello<br />

staff di Pantani) segue gli interrogatori<br />

dei compagni di squadra compiuti dai<br />

Carabinieri di Riva del Garda.<br />

L'atto è legato all’inchiesta del pm<br />

Giardina sui livelli di ematocrito superiori<br />

alla norma riscontrati nella tappa di<br />

Madonna di Campiglio del Giro d’Italia<br />

’99 (Pantani fu costretto per questo a ritirarsi<br />

dalla corsa). La posizione del ciclista<br />

si è evoluta giudiziariamente da<br />

persona lesa a persona indagata. Ciò in<br />

relazione alla perizia svolta dai consulenti<br />

del magistrato sul sangue di Pantani,<br />

che ipotizza una possibile stimolazione<br />

farmacologica dell’eritropoiesi. Tale<br />

ipotesi emerge dai risultati relativi a tutte<br />

e tre le metodologie usate dai periti<br />

per analizzare il liquido ematico prelevato<br />

il 5 giugno 1999.<br />

za, mentre Alleanza Nazionale, che ha<br />

condotto la corsa al ribasso nell’abbattimento<br />

dei tassi d’interesse, non ha preso<br />

parte al voto. I circa 1.200 emendamenti<br />

presentati dal senatore Antonio Di<br />

Pietro sono invece decaduti, perché lo<br />

stesso Di Pietro non era presente alla<br />

riunione delle commissioni Finanze e<br />

Giustizia di Palazzo Madama.<br />

Il decreto è adesso «pronto per l’aula»,<br />

dove la discussione dovrebbe iniziare<br />

il 30 gennaio prossimo. Le riunioni<br />

delle commissioni previste per oggi sono<br />

state annullate.<br />

Istat: persi 18.000 posti<br />

di lavoro in un anno<br />

nella grande industria<br />

ROMA, 25.<br />

Persi 18.000 posti di lavoro in<br />

un anno. Diminuiscono gli occupati<br />

nelle grandi imprese della<br />

carta e dell’energia, aumentano in<br />

quelle del commercio e della ristorazione.<br />

È quanto emerge dall’ultima<br />

rilevazione Istat sugli occupati<br />

nelle grandi imprese dell’industria<br />

e dei servizi. Il calo di<br />

occupati nella grande industria tra<br />

ottobre 1999 e ottobre 2000 è stata<br />

pari al 2,2% ma il dato registra<br />

riduzioni pari al 8,7% nell’industria<br />

della carta, pari al 7,4% in<br />

quella dell’energia.<br />

Napoli: fuori pericolo<br />

il tabaccaio ferito<br />

gravemente da rapinatori<br />

NAPOLI, 25.<br />

È stato dichiarato fuori pericolo, dopo<br />

un delicato intervento chirurgico, Massimo<br />

La Penna, 27 anni, il figlio del titolare<br />

di una tabaccheria di Napoli gravemente<br />

ferito martedì sera per essersi opposto<br />

a due rapinatori, successivamente<br />

arrestati. Durante la rapina erano rimasti<br />

feriti in modo non grave anche il fratello<br />

e la madre di Massimo La Penna e<br />

successivamente un artigiano, Vincenzo<br />

Albrizio, che aveva cercato di ostacolare<br />

la fuga dei malviventi. Le loro condizioni<br />

non destano preoccupazione.<br />

Il prefetto di Napoli Carlo Ferrigno e<br />

il questore Nicola Izzo hanno giudicato<br />

positivamente la reazione degli abitanti<br />

del quartiere di San Pietro a Patierno,<br />

che ha consentito di arrestare uno dei<br />

due rapinatori (l'altro è stato arrestato il<br />

mattino dopo a Casoria). Ma nel quartiere<br />

— dove martedi scorso in sole 12<br />

ore ci sono state tre rapine — non si è<br />

ancora placata l'esasperazione della gente<br />

che chiede maggiori e più efficaci misure<br />

di sicurezza. Il prefetto ha dichiarato<br />

che «un nuovo piano di controllo è<br />

allo studio e cercheremo di metterlo in<br />

pratica».<br />

do gran parte degli ostacoli burocratici<br />

che finora limitavano l’utilizzo a scopo<br />

terapeutico dei derivati dell'oppio, farmaci<br />

indispensabili nel trattamento delle<br />

sintomatologie dolorose più gravi.<br />

Secondo i dati di «Europe contre douleur»<br />

del Parlamento europeo, solo il<br />

20% dei malati interessati riusciva a usufruire<br />

di un’adeguata terapia antalgica.<br />

I farmaci contro il dolore sono il «miglior<br />

antidoto contro l’eutanasia». Questo<br />

il commento del ministro della Sanità,<br />

Umberto Veronesi, all’approvazione<br />

definitiva della legge.<br />

La federazione dei farmacisti (Federfarma),<br />

ha sottolineato che la legge era<br />

attesa «con ansia dai malati, in particolare<br />

quelli oncologici terminali, che ora<br />

avranno una vita più accettabile». Secondo<br />

la Federfarma era necessaria ed<br />

improcrastinabile una legge che «facilitasse<br />

la somministrazione delle terapie<br />

antidolorifiche, visto che i malati sono<br />

stati, fino ad oggi, i più scarsi utilizzatori<br />

di farmaci antalgici in Europa. A partire<br />

dalla data di entrata in vigore della<br />

legge — fa notare la Federfarma — il<br />

medico potrà prescrivere la terapia necessaria<br />

per 30 giorni anziché gli attuali<br />

8: la ricetta per la prescrizione dei farmaci<br />

sarà valida per 30 giorni contro gli<br />

attuali 10».<br />

La Società italiana di medicina generale,<br />

parla di una «svolta epocale attesa<br />

da tempo dai malati e dai loro familiari,<br />

che permetterà di lenire la sofferenza e<br />

di migliorare la qualità di vita di migliaia<br />

di persone».<br />

Avviata un'indagine<br />

sui neonati<br />

malformati<br />

nella zona<br />

di Augusta<br />

CATANIA, 25.<br />

Il Comitato Direttivo e scientifico del<br />

Registro siciliano delle malformazioni<br />

congenite ha chiesto l’autorizzazione ad<br />

effettuare un’indagine «per verificare la<br />

rilevanza epidemiologica e l’eventuale<br />

correlazione eziopatogenetica» dopo la<br />

diffusione di notizie sui bambini nati<br />

malformati nel 2000 nella zona di Augusta.<br />

La richiesta è stata inoltrata al direttore<br />

dell’Istituto superiore di sanità e all’assessore<br />

regionale alla sanità «per evitare<br />

inutili e prematuri allarmismi nella<br />

popolazione residente nel triangolo industriale<br />

Melilli-Priolo-Augusta».<br />

Secondo i dati dell’ospedale «Muscatello»<br />

di Augusta, nel 2000, vi sarebbe<br />

stata una percentuale del 5,6% di nati<br />

malformati a fronte di una quota del 2%<br />

indicata come fisiologica dall’Oms.<br />

La Sicilia, in base ai dati raccolti nei<br />

due centri istituiti dal sistema sanitario<br />

nelle province occidentali e orientali dell’isola,<br />

è allineata agli indici indicati dall’organizzazione<br />

mondiale della sanità.<br />

Due sole eccezioni sono rappresentate<br />

da Augusta e da Gela. In entrambe le<br />

città sono in funzione stabilimenti petrolchimici.<br />

Il dottor Ziino, primario di neonatologia<br />

a Palermo avverte: «I dati sono noti<br />

da anni e bisogna valutare tutto con<br />

cautela pur senza sottovalutare niente.<br />

Il fatto che ad Augusta ed a Gela si registrino<br />

rispettivamente il 5 e il 4 per<br />

cento di malformazioni nei neonati contro<br />

il 2 per cento generale rilevato dall’Oms<br />

può fare pensare. Tuttavia le cause<br />

possono attribuirsi ad altro».<br />

In fiamme il portone<br />

della Basilica di Superga<br />

Sarebbe incendio doloso<br />

TORINO, 25.<br />

Un incendio è divampato stamattina,<br />

attorno alle 6.40, nella<br />

Basilica di Superga. Le fiamme,<br />

che sono state subito domate,<br />

hanno danneggiato gravemente il<br />

portone d’ingresso, annerito la<br />

facciata. L’intero edificio è stato<br />

invaso dal fumo. Secondo i primi<br />

accertamenti si tratterebbe di un<br />

incendio doloso. L’allarme è scattato<br />

grazie all’autista dell’autobus<br />

che svolge il servizio Sassi-Superga<br />

che, accortosi del fuoco, ha avvertito<br />

subito i sacerdoti del convento<br />

che, a loro volta, hanno<br />

chiamato carabinieri e vigili del<br />

fuoco. La conferma che si tratterebbe<br />

di un incendio di origini dolose<br />

arriva dal ritrovamento dei<br />

resti di una tanica di plastica bruciata<br />

dalla quale emanava un forte<br />

odore di gasolio. Sulla vicenda<br />

indaga la Digos di Torino. «Gli<br />

elementi — sottolineano gli inquirenti<br />

— a disposizione fanno pensare<br />

che si tratti di un fatto premeditato»


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Anno CXLI - N. 21 (42.659) CITTÀ DEL VATICANO Sabato 27 Gennaio 2001<br />

INDIA Non meno di mille le vittime — Centinaia di persone sono ancora intrappolate sotto le macerie<br />

Catastrofico terremoto devasta<br />

lo Stato occidentale del Gujarat<br />

NUOVA DELHI, 26.<br />

Sono non meno di mille le vittime del<br />

violento terremoto che — a meno di<br />

due settimane da quello che ha devastato<br />

il Salvador — ha oggi colpito un'ampia<br />

fascia di territorio dell'India e alcune<br />

regioni del Pakistan. Secondo le autorità<br />

locali le vittime sono state 130 solo ad<br />

Ahmedabad e centinaia di persone sono<br />

morte in altre zone del Gujarat, lo Stato<br />

dell’India occidentale, dove è stato individuato<br />

l’epicentro del sisma.<br />

Come segnala l'«Ansa», centocinquanta<br />

persone sono morte nella città di<br />

Bhuj — nei pressi della quale è stato localizzato<br />

l'epicentro — per il crollo di<br />

un edificio di cinque piani. Decine di<br />

vittime si contano a Surat, a Bhavnagar<br />

e a Navsari. Centinaia di persone sono<br />

intrappolate tra le macerie degli edifici<br />

rasi al suolo dal terremoto. A causa della<br />

giornata festiva — in India ricorre oggi<br />

il 51° anniversario della nascita della<br />

Repubblica — la maggior parte delle<br />

persone era in casa, in attesa di assistere<br />

alla telecronaca della parata militare<br />

che si è tenuta a Nuova Delhi alla presenza<br />

delle massime autorità dello Stato.<br />

Testimonianze provenienti da abitanti<br />

della capitale e di Bombay riferiscono di<br />

scene di panico tra la popolazione delle<br />

due metropoli.<br />

La scossa è durata dai venti secondi<br />

ad un minuto ed è stata avvertita in posti<br />

distanti migliaia di chilometri dall’e-<br />

picentro, come Kathmandu in Nepal, e<br />

Chennai nel Sud dell’India. Nel Sindh,<br />

la regione meridionale del Pakistan che<br />

confina con il Gujarat, sono state segnalate<br />

quattro vittime, tutte nella città di<br />

Hyderabad.<br />

Mancano comunque ancora dati certi<br />

sui danni, così come sono discordanti le<br />

valutazioni circa l'entità del movimento<br />

tellurico, avvenuto poco prima delle 9<br />

locali (le 5 del mattino in Italia). In un<br />

primo momento il dipartimento sismologico<br />

indiano aveva quantificato la potenza<br />

della scossa in 6,9 gradi sulla scala<br />

Richter. Successivamente, l'ufficio cinese<br />

di sismologia ha invece reso noto che<br />

la scossa è stata pari a 7,8 gradi sulla<br />

scala Richter. Lo stesso dato è stato comunicato<br />

dall’osservatorio delle scienze<br />

della terra di Strasburgo. L’epicentro è<br />

MEDIO ORIENTE Non si fermano i disordini a Gerusalemme e nei Territori<br />

Il negoziato tra israeliani e palestinesi<br />

prosegue in Egitto tra forti divergenze<br />

TEL AVIV, 26.<br />

I negoziatori di Israele<br />

e dell'Autorità Palestinese<br />

(Ap) hanno riscontrato<br />

ieri sera «divergenze<br />

importanti» sulle questioni<br />

della sicurezza. Lo<br />

ha annunciato un esponente<br />

della delegazione<br />

dell'Ap al termine di una<br />

sessione di trattative a<br />

Taba, sulla sponda egiziana<br />

del Mar Rosso.<br />

Gli israeliani si sono<br />

recati a Eilat per consultazioni<br />

con il Primo Ministro,<br />

Ehud Barak. Stamani<br />

i colloqui sono ripresi<br />

regolarmente dopo<br />

un incontro chiarificatore<br />

tra i leader delle due<br />

delegazioni, il Presidente<br />

del Consiglio legislativo<br />

palestinese, Ahmad Qorei, e il Ministro<br />

della giustizia israeliano, Yossi Beilin.<br />

La divergenza di ieri, che ha provocato<br />

una brusca interruzione del dialogo,<br />

si è verificata quando gli israeliani hanno<br />

chiesto di installare tre stazioni di<br />

preallerta nella valle del Giordano per<br />

prevenire eventuali attacchi dall’Est. Il<br />

progetto è stato respinto energicamente<br />

dall'Ap e subito dopo i negoziati sono<br />

stati sospesi.<br />

In serata Barak ha detto di ritenere<br />

molto flebili le possibilità di un’intesa<br />

prima delle elezioni per la nomina del<br />

nuovo Primo Ministro, in programma<br />

per il 6 febbraio prossimo. Da parte loro<br />

TERZA PAGINA<br />

Il 27 gennaio 1901<br />

moriva a Milano<br />

Giuseppe Verdi<br />

di ANTONIO BRAGA<br />

Monografie<br />

Pagina 3<br />

Un sito Internet<br />

per l'«opera omnia»<br />

dell'Ipponate<br />

«Se l'età dei Padri<br />

non avesse avuto Agostino<br />

la storia dell'Occidente<br />

sarebbe stata diversa»<br />

di FRANCO MONTEVERDE<br />

Pagina 7<br />

Le delegazioni dei negoziatori riunite a Taba<br />

membri della delegazione dell'Ap hanno<br />

riferito di buoni passi avanti nella definizione<br />

dei confini tra Israele e il costituendo<br />

Stato palestinese. Secondo il Ministro<br />

per la programmazione di Tel<br />

Aviv, Nabil Shaat, l'Ap ha per la prima<br />

volta presentato una mappa basata sul<br />

principio di uno scambio di terre. Secondo<br />

il piano Israele annetterebbe una<br />

parte della Cisgiordania e in cambio cederebbe<br />

una zona del suo territorio.<br />

Sul terreno intanto la situazione appare<br />

quanto mai tesa dopo l’uccisione ieri<br />

sera di un israeliano, caduto in un agguato<br />

nei pressi di Gerusalemme. L'omicidio<br />

ha rischiato di provocare una nuo-<br />

stato localizzato dall'osservatorio francese<br />

a 25,56 gradi di latitudine Nord e<br />

65,6 gradi di longitudine Est.<br />

Una scossa di terremoto con una magnitudo<br />

di 4,6 gradi sulla scala Richter<br />

ha inoltre colpito oggi alle 17.42 locali<br />

(9.42 italiane) il Giappone meridionale, a<br />

circa 1.000 chilometri a Sud-Ovest di<br />

Tokyo. Non ci sono per ora segnalazioni<br />

di danni a persone o a cose.<br />

Venezuela: 24 morti<br />

in una sciagura aerea<br />

va battuta d’arresto nel<br />

negoziato. L'uomo è stato<br />

mortalmente ferito da<br />

colpi d’arma da fuoco<br />

mentre attraversava alla<br />

guida della sua automobile<br />

l’area industriale<br />

della città, sulla strada<br />

per Ramallah nei pressi<br />

dell’aeroporto di Atarot.<br />

L’attentato è stato rivendicato<br />

da un gruppo che<br />

si definisce «Brigate Thabet<br />

Thabet», ritenuto vicino<br />

ad Al Fatah, la<br />

principale componente<br />

dell’Organizzazione per<br />

la Liberazione della Palestina<br />

(Olp). In un comunicato<br />

i terroristi affermano<br />

che l’uomo è stato<br />

assassinato per vendica-<br />

re l’omicidio di Thabet<br />

Thabet, un dirigente di Al Fatah a Tulkarem<br />

ucciso il 31 dicembre scorso dagli<br />

israeliani.<br />

A Gaza, inoltre, due palestinesi sono<br />

stati uccisi da soldati israeliani. Fonti locali<br />

sostengono che i militari hanno<br />

aperto il fuoco senza motivo, mentre<br />

l'Esercito assicura che i due sono stati<br />

colpiti mentre cercavano di infiltrarsi in<br />

un insediamento ebraico.<br />

L’Ap assicura collaborazione con<br />

Israele nel tentativo di fermare le violenze,<br />

e ieri ha annunciato l’arresto di<br />

quattro attivisti di Al Fatah sospettati<br />

dell’uccisione due giorni fa degli israeliani<br />

Motti Dayan e Etgar Zaituni.<br />

Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice<br />

Festa della Presentazione del Signore<br />

Celebrazione Eucaristica con la partecipazione<br />

del Santo Padre Giovanni Paolo II<br />

Basilica Vaticana, 2 febbraio 2001<br />

Quinta Giornata della Vita Consacrata<br />

Indicazioni<br />

1. Alla celebrazione, che avrà inizio alle ore 17.30, prenderà parte il Santo<br />

Padre: Egli terrà l'omelia, guiderà il ringraziamento a Dio per il dono della vita<br />

consacrata e impartirà la Benedizione finale.<br />

2. Celebrerà la Santa Messa il Cardinale Eduardo Martínez Somalo, Prefetto<br />

della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica.<br />

Concelebreranno l'Eucaristia: l'Ecc.mo Mons. Segretario, i Sotto-Segretari<br />

e i Capi Ufficio del Dicastero per i Religiosi e gli Istituti Secolari, i presbiteri<br />

membri del Consiglio Direttivo dell'Unione Superiori Generali. Essi, muniti<br />

di apposito biglietto di invito rilasciato da questo Ufficio, vorranno trovarsi per<br />

le ore 17 nella Cappella di San Sebastiano, dove indosseranno le vesti sacre.<br />

3. La S. Messa sarà preceduta dalla benedizione delle candele e dalla processione.<br />

4. Coloro che, secondo la tradizione, desiderano offrire al Santo Padre un cero<br />

particolare, sono pregati di deporlo entro le ore 17 presso l'Altare della Confessione.<br />

5. Alla celebrazione sono invitati in modo particolare i membri degli Istituti<br />

di Vita Consacrata e delle Società di Vita Apostolica. I Sacerdoti vestiranno l'abito<br />

talare, i Religiosi l'abito corale.<br />

Città del Vaticano, 16 gennaio 2001<br />

✠ PIERO MARINI<br />

Vescovo titolare di Martirano<br />

Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie<br />

CARACAS, 26.<br />

Ventiquattro persone, tra le quali 4 italiani ed altri 16 turisti<br />

europei provenienti da Spagna, Francia e Gran Bretagna,<br />

sono morti in una sciagura aerea avvenuto ieri in Venezuela<br />

a Ciudad Bolivar, località a circa 450 chilometri ad<br />

Est di Caracas. Per cause ancora da accertare il velivolo,<br />

un vecchio Dc-3 della compagnia venezuelana «Rutaca»<br />

partito dal Parco nazionale Canaima e diretto all’isola Margarita,<br />

ha improvvisamente perso quota e si è andato a<br />

schiantare su una baraccopoli, prendendo fuoco. Quattro<br />

delle vittime sono venezuelani: tre membri dell'equipaggio<br />

e una guida turistica. Tre persone a terra — due bambini e<br />

un’anziana — sono rimaste ferite in modo grave. Il direttore<br />

della protezione civile venezuelana, Angel Rangel, ha dichiarato<br />

che l’inchiesta per accertare le cause della sciagura<br />

è stata affidata all’autorità dell’aviazione civile.<br />

SPAGNA Ucciso un impiegato civile della Marina<br />

Attentato dell'Eta<br />

a San Sebastian<br />

in un quartiere di caserme e di residenze<br />

di personale militare e sono stati immediatamente<br />

trasferiti all'ospedale di<br />

San Sebastian.<br />

L'attentato — come ha riferito l'agenzia<br />

di stampa «France Presse» — si è verificato<br />

alle 6.40 di questa mattina nel<br />

quartiere Loyola quando l'impiegato civile<br />

della Marina ha messo in moto la<br />

sua autovettura che è andata completamente<br />

distrutta per la violenza dell'esplosione.<br />

Il Ministro dell’amministrazione<br />

pubblica, Jesus Posada, in una dichiarazione<br />

alla radio, ha immediata-<br />

mente attribuito l’attentato all’organizzazione<br />

armata separatista basca «Eta».<br />

Si tratterebbe in tal caso del primo assassinio<br />

dell’«Eta» quest’anno, mentre<br />

l’anno scorso il gruppo separatista armato<br />

basco ha rivendicato 20 omicidi.<br />

Di recente — come ricorda l'agenzia<br />

di stampa francese sopra citata — due<br />

auto-bomba, che si sospetta opera sempre<br />

dell’«Eta», sono state scoperte nel<br />

Nord della Spagna, prima che esplodessero.<br />

La polizia avvertita da alcune telefonate<br />

anonime è riuscita a disinnescare<br />

gli ordigni esplosivi.<br />

EX ZAIRE Il Governo del Gabon si offre come mediatore tra le parti belligeranti<br />

Il Belgio chiede all'Ue di intensificare<br />

gli sforzi per porre fine alla guerra<br />

KINSHASA, 26.<br />

Si intensificano le iniziative della diplomazia<br />

internazionale per porre fine<br />

alla guerra che da due anni e mezzo insanguina<br />

la Repubblica Democratica del<br />

Congo (Rdc, ex Zaire). Una guerra che,<br />

secondo fonti dell'Onu, ha provocato —<br />

con i combattimenti, la fame e le malattie<br />

— un milione 700 mila morti. Una<br />

guerra nella quale sono coinvolti altri<br />

cinque Stati africani: Angola, Namibia e<br />

Zimbabwe, alleati del Governo di Kinshasa:<br />

Rwanda e Uganda, che appoggia-<br />

MADRID, 26.<br />

Era un impiegato<br />

civile, per l’esattezza<br />

un cuoco della Marina<br />

spagnola, la persona<br />

rimasta uccisa nell’esplosione<br />

di una<br />

bomba piazzata nella<br />

sua auto questa mattina<br />

a San Sebastian.<br />

La polizia spagnola lo<br />

ha identificato come<br />

Ramon Diaz Garcia,<br />

un uomo di 51 anni,<br />

sposato con due figli.<br />

Le stesse fonti di polizia<br />

riferiscono che<br />

anche due passanti<br />

sono stati leggermente<br />

feriti dalla «grossa<br />

esplosione» avvenuta<br />

no militarmente i movimenti antigovernativi<br />

dell'Est.<br />

La comunità internazionale si attende<br />

imminenti gesti distensivi e aperture politiche<br />

dal generale Joseph Kabila, che<br />

proprio oggi ha prestato giuramento davanti<br />

alla Corte suprema, assumendo<br />

formalmente la carica di Presidente della<br />

Repubblica. Succede nella carica al<br />

padre, Laurent-Désiré Kabila, assassinato<br />

la settimana scorsa in un oscuro<br />

complotto. Subito dopo il delitto, Joseph<br />

Kabila aveva preso la guida del Governo<br />

e mercoledì scorso era stato pro-<br />

L'Onu accusa la Liberia di fornire<br />

appoggio ai ribelli della Sierra Leone<br />

NEW YORK, 26.<br />

Il Consiglio di sicurezza dell'Onu — riferisce l'agenzia «France-Presse» —<br />

ha accusato ieri la Liberia di alimentare la guerra civile in Liberia attraverso<br />

commerci illeciti di armi e diamanti con i ribelli del «fronte unito rivoluzionario»<br />

(Ruf). Tra l'altro, questi ultimi si battono contro i «caschi blu» dell'Onu,<br />

che tentano senza successo di riportare la pace e l'ordine nella Sierra Leone.<br />

Secondo un rapporto di esperti indipendenti, preso in esame dal Consiglio di<br />

sicurezza, il Governo di Monrovia fornisce al Ruf materiali militari in cambio<br />

dei diamanti che i guerriglieri estraggono dalle regioni sierraleonesi sotto il loro<br />

controllo. In questo modo, il Ruf riesce ad evitare l'embargo posto mesi fa<br />

dall'Onu sulle pietre preziose della Sierra Leone, che possono essere commerciate<br />

solo se fornite di certificato di origine. Nel corso del dibattito al Palazzo<br />

di vetro, sono state formulate diverse proposte di sanzioni economico-commerciali<br />

nei confronti della Liberia. La Cina, uno dei cinque Paesi che dispongono<br />

in seno al Consiglio del diritto di veto, si è detta disposta ad approvare<br />

l'imposizione di un embargo solo a patto che sia limitato nel tempo.<br />

Il Santo Padre ha ricevuto questa<br />

mattina in udienza:<br />

Sua Eminenza Reverendissima il<br />

Signor Cardinale László Paskai, Arcivescovo<br />

di Esztergom-Budapest<br />

(Ungheria), con gli Ausiliari, le Loro<br />

Eccellenze Reverendissime i Monsignori<br />

Antal Spányi, Vescovo titolare<br />

di Tharros, e Miklós Beer, Vescovo<br />

titolare di Ceciri, in visita «ad limina<br />

Apostolorum»;<br />

le Loro Eccellenze Reverendissime<br />

i Monsignori:<br />

— István Seregély, Arcivescovo di<br />

Eger (Ungheria), con gli Ausiliari, le<br />

Loro Eccellenze Reverendissime i<br />

Monsignori Endre Kovács, Vescovo<br />

titolare di Media, István Katona,<br />

Vescovo titolare di Brescello, e András<br />

Veres, Vescovo titolare di Cissa,<br />

in visita «ad limina Apostolorum»;<br />

— Gyula Márfi, Arcivescovo di<br />

Veszprém (Ungheria), in visita «ad<br />

limina Apostolorum»;<br />

— Balázs Bábel, Arcivescovo di<br />

Kalocsa-Kecskemét (Ungheria), con<br />

l'Ausiliare, Sua Eccellenza Reverendissima<br />

Monsignor László Bíró, Ve-<br />

NOSTRE INFORMAZIONI<br />

scovo titolare di Castra di Galba, in<br />

visita «ad limina Apostolorum»;<br />

— Szilárd Keresztes, Vescovo di<br />

Hajdúdorog per i cattolici di rito bizantino<br />

(Ungheria); Amministratore<br />

Apostolico «ad nutum Sanctae Sedis»<br />

dell'Esarcato Apostolico di Miskolc<br />

per le parrocchie di fedeli di<br />

rito bizantino in territorio ungherese,<br />

in visita «ad limina Apostolorum»;<br />

— Endre Gyulay, Vescovo di Szeged-Csanád<br />

(Ungheria), in visita «ad<br />

limina Apostolorum».<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha ricevuto oggi in<br />

udienza Sua Eccellenza Reverendissima<br />

Monsignor François Xavier<br />

Nguyên Van Thuân, Arcivescovo titolare<br />

di Vadesi, Presidente del Pontificio<br />

Consiglio della Giustizia e della<br />

Pace, con Sua Eccellenza Reverendissima<br />

Monsignor Diarmuid<br />

Martin, Arcivescovo titolare di Glenndálocha,<br />

e con il Reverendo Monsignore<br />

Giampaolo Crepaldi, Sotto-<br />

Segretario del medesimo Pontificio<br />

Consiglio.<br />

clamato Capo dello Stato dalla Assemblea<br />

costituente e legislativa (Parlamento<br />

di transizione non elettivo).<br />

Il Ministro degli esteri belga Louis Michel,<br />

dopo avere partecipato ai funerali<br />

di Kabila, ha effettuato un giro di visite<br />

nei Paesi coinvolti nel conflitto. Il Ministro<br />

avrebbe registrato significative aperture<br />

all'ipotesi di una soluzione negoziata<br />

da parte dei dirigenti del Rwanda e<br />

dell'Uganda. E anche i tre Paesi alleati<br />

di Kinshasa, che pure hanno inviato rinforzi<br />

di truppe nell'ex Zaire dopo l'uccisione<br />

di Kabila, non chiederebbero di<br />

meglio che disimpegnarsi onorevolmente<br />

dalla guerra.<br />

Michel sollecita inoltre una più attiva<br />

partecipazione dell'Unione Europea (Ue)<br />

al processo di pace. «La preoccupazione<br />

per questa parte del mondo — afferma<br />

il Ministro — non deve essere inferiore<br />

a quella per i Balcani. L'Europa deve<br />

prodigare gli stessi sforzi e assumersi gli<br />

stessi rischi politici in Congo».<br />

Il Presidente del Gabon, Omar Bongo,<br />

si è offerto di affiancare l'ex Presidente<br />

del Botswana Ketumile Masire, mediatore<br />

ufficiale nella crisi congolese. A giudizio<br />

del capo della diplomazia belga,<br />

Bongo «è indiscutibilmente una personalità<br />

nei confronti della quale c'è un consenso<br />

molto largo».<br />

Fiducioso in una svolta si dimostra<br />

anche l'Onu, il cui portavoce Fred Eckhart<br />

ha dichiarato ieri che «c'è più speranza<br />

da tutte le parti per una ripresa<br />

del processo di pace», avviato nell'estate<br />

del 1999 a Lusaka (Zambia) con un accordo<br />

di cessazione del fuoco firmato da<br />

tutte le parti belligeranti ma rimasto di<br />

fatto lettera morta.<br />

Il Santo Padre ha accettato la rinuncia<br />

all'ufficio di Ausiliare di Southwark<br />

(Inghilterra), presentata da<br />

Sua Eccellenza Reverendissima<br />

Monsignor Charles Joseph Henderson,<br />

Vescovo titolare di Tricala, in<br />

conformità ai canoni 401 § 1 e 411<br />

del Codice di Diritto Canonico.<br />

. .<br />

Provviste di Chiese<br />

Il Santo Padre ha dato la Sua<br />

conferma all'elezione, effettuata dal<br />

Sinodo dei Vescovi della Chiesa<br />

Ucraina riunitosi a Lviv il 25 gennaio<br />

2001, di Sua Eccellenza Reverendissima<br />

Monsignor Lubomyr Husar,<br />

Vescovo titolare di Nisa di Licia,<br />

ad Arcivescovo Maggiore di<br />

Lviv degli Ucraini.<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha nominato Ausiliare<br />

dell'Arcivescovo di Southwark<br />

(Inghilterra) il Reverendo Monsignore<br />

John Hine, finora Vicario Generale<br />

della medesima Arcidiocesi, assegnandogli<br />

la sede titolare vescovile<br />

di Beverley.


DAL MONDO<br />

MARIO AGNES<br />

Direttore responsabile<br />

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2 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Sabato 27 Gennaio 2001<br />

NIAMEY — La Svizzera ha stanziato 4,7<br />

miliardi di franchi per realizzare cinque<br />

progetti di lotta contro la miseria nel Niger,<br />

che figura — riferisce l'agenzia<br />

«France-Presse» — al secondo posto nella<br />

lista dei Paesi più poveri del pianeta.<br />

La notizia del finanziamento elvetico è<br />

stata trasmessa giovedì dalla radio statale<br />

nigerina. La maggior parte dei fondi sarà<br />

investita in programmi di promozione dell'alfabetizzazione<br />

e dell'educazione di base.<br />

Un altro progetto riguarda la costru-<br />

CONSIGLIO D'EUROPA Espressa soddisfazione da parte della Russia<br />

Reintegrata a Strasburgo<br />

la delegazione di Mosca<br />

STRASBURGO, 26.<br />

La delegazione della Russia — che<br />

nell’aprile scorso era stata privata del diritto<br />

di voto all’Assemblea parlamentare<br />

del Consiglio d’Europa a causa della situazione<br />

in Cecenia — è stata reintegrata<br />

in tutti i suoi diritti ieri a Strasburgo.<br />

Con 88 voti a favore, 20 contro e 11<br />

astensioni, l’Assemblea, che ha in totale<br />

291 membri, ha ripristinato i diritti dei<br />

18 parlamentari russi, nonostante il persistere<br />

di critiche sulla situazione dei diritti<br />

umani nella Repubblica federata<br />

caucasica. «La ratifica dei poteri alla delegazione<br />

russa non significa che accettiamo<br />

quello che succede in Cecenia e<br />

che lo Stato russo sia innocente», ma<br />

soltanto che si è constatato un «cambiamento<br />

di atteggiamento alla Duma (Camera<br />

bassa del Parlamento russo) e in<br />

seno alla delegazione», ha dichiarato il<br />

relatore ungherese della Commissione<br />

affari politici, Matyas Eorsi.<br />

La maggioranza dei parlamentari del<br />

Consiglio d’Europa hanno seguito la<br />

raccomandazione delle Commissioni politica,<br />

giuridica e del regolamento, che<br />

intendevano dare una «nuova opportunità»<br />

alla delegazione russa di provare che<br />

Mosca è desiderosa e in grado di migliorare<br />

la situazione nella Cecenia.<br />

La Russia ha accolto con favore la decisione<br />

dell’Assemblea parlamentare del<br />

Consiglio d’Europa. «I delegati (dell’Assemblea)<br />

hanno osservato realisticamente<br />

la situazione e si sono resi conto che<br />

la Russia non è un alunno che può essere<br />

espulso dalla classe, e che la coopera-<br />

zione produrrà un risultato migliore del<br />

confronto», ha affermato l’agenzia «Interfax»,<br />

citando il ministero degli esteri.<br />

La decisione dell’Assemblea di Strasburgo<br />

è stata accolta con soddisfazione<br />

anche dal Presidente della Duma di Stato,<br />

Ghennadi Selezniov. «Penso che l’Assemblea<br />

del Consiglio d’Europa abbia<br />

preso una decisione corretta e sensata»,<br />

ha detto il comunista Selezniov, citato<br />

dall’agenzia «Itar Tass». «Noi stessi siamo<br />

interessati a risolvere tutti i problemi<br />

in Cecenia rapidamente, completamente<br />

e in modo civile», ha aggiunto, in<br />

relazione alle critiche persistenti sulla situazione<br />

dei diritti umani nella Repubblica<br />

federata del Caucaso.<br />

Intanto, il Governo federale russo ha<br />

stanziato ieri più di mezzo miliardo di<br />

dollari per il 2001 per la ricostruzione<br />

della Cecenia, devastata dal conflitto<br />

con la guerriglia secessionista, e per favorire<br />

il rilancio della vita civile nella regione.<br />

Lo ha reso noto Stanislav Iliasov,<br />

Capo del Governo locale ceceno filo-russo.<br />

Gran parte dei fondi stanziati saranno<br />

destinati a riedificare le case distrutte<br />

dai bombardamenti e a favorire il ritorno<br />

degli oltre 300.000 ceceni sfollati.<br />

Niger: progetti di sviluppo finanziati dalla Svizzera<br />

zione di strade nella regione meridionale<br />

di Gaya. Sono previste, infine, iniziative di<br />

sostegno all'edificazione dello Stato di diritto.<br />

Da diversi anni, con la cooperazione<br />

finanziaria della comunità internazionale,<br />

le autorità di Niamey stanno portando<br />

avanti un ambizioso piano di lotta contro<br />

la povertà, che colpisce oltre il sessanta<br />

per cento della popolazione.<br />

Intanto, il «club di Parigi», che riunisce i<br />

ECUADOR È ancora presto per una valutazione sui danni permanenti all'ecosistema dell'arcipelago<br />

Galapagos: prosegue la lotta contro il tempo<br />

per cercare di salvare la fauna dal petrolio<br />

QUITO, 26.<br />

Biologi chiamati da tutto il mondo<br />

stanno in questi giorni cercando di capire<br />

se le Isole Galapagos potranno tornare<br />

ad essere quelle che erano nove giorni<br />

fa, prima del disastro ambientale provocato<br />

dalla petroliera «Jessica». E la<br />

lotta contro il tempo prosegue sulle<br />

spiagge e nel mare dell’arcipelago dove<br />

si continuano a raccogliere animali imbrattati<br />

e sempre più numerosi sono<br />

quelli che muoiono a causa del gasolio o<br />

del «bunker», il combustibile speciale<br />

per pescherecci di cui era composto la<br />

maggior parte del carico della petroliera<br />

naufragata.<br />

È comunque presto per valutare in<br />

pieno i danni ambientali che il disastro<br />

delle Galapagos lascerà in maniera irreversibile.<br />

I comunicati ufficiali emessi<br />

dalla Presidenza non appaiono comunque<br />

improntati all'ottimismo. La biologa<br />

Cristina Burks, della «Clean Caribean<br />

Cooperative», sta tracciando la mappa<br />

delle zone colpite dalla marea nera. El<br />

Lavine, tecnico della «National Oceanographic<br />

and Atmospheric Administration»<br />

(Noaa), segue minuto per minuto<br />

le dimensioni e la direzione delle centi-<br />

Negata la libertà sulla parola<br />

all'ex tesoriere del Cremlino<br />

NEW YORK, 26.<br />

Pavel Borodin resta in carcere: il giudice Viktor Pohorelsky di Brooklyn ha<br />

negato all’ex tesoriere del Cremlino la libertà sulla parola. Il giudice ha ritenuto<br />

che al momento non sussistano gli elementi per aprire a Borodin le porte<br />

della prigione. Il magistrato americano si è riservato di valutare le richieste<br />

della difesa sulla eventuale nullità del mandato di cattura eseguito negli Usa.<br />

Su questo aspetto specifico — gli errori fattuali e di forma nel mandato di<br />

cattura americano del 17 gennaio — Pohorelsky ha dato alle parti tempo fino<br />

al 5 febbraio per integrare la documentazione sulla base del quale potrà essere<br />

espresso un parere definitivo. Il magistrato non ha comunque fissato una<br />

data per una nuova udienza. Dopo 20 minuti di Camera di consiglio Pohorelsky<br />

ha detto di non avere sufficienti elementi per esprimersi e ha fatto capire<br />

di voler approfondire la normativa in materia di rapporti tra Usa e Svizzera.<br />

Quanto alla richiesta di libertà su cauzione, Pohorelsky ha dichiarato di non<br />

individuare allo stato degli atti le «circostanze speciali» richieste dalla legge.<br />

naia di macchie che vagano fra le isole<br />

di Santa Fe e di Santa Cruz, anche se il<br />

grosso della marea nera è ormai in mare<br />

aperto. Queste due isole, le più colpite<br />

finora dalla sciagura ecologica, sono<br />

state chiuse ai turisti che pure stanno<br />

affluendo da ogni parte del mondo, attratti<br />

— come segnala l'«Ansa» — anche<br />

dalle notizie sul disastro.<br />

Altri cuccioli di leone marino sono<br />

stati nel frattempo presi sotto le cure<br />

dei tecnici del Parco nazionale oltre ai<br />

27 già recuperati. Lo stesso ente del Parco<br />

ha ammesso che la mancanza di reti<br />

e di frecce anestetiche aveva impedito<br />

nei primi giorni di portare soccorso agli<br />

enormi leoni marini adulti.<br />

Il direttore del Parco, Eliecer Cruz,<br />

ha riferito che almeno un centinaio di<br />

impiegati del Parco e centinaia di pescatori<br />

si sono uniti agli esperti della «Fondazione<br />

Darwin» ed alle squadre della<br />

Guardia costiera statunitense nell’opera<br />

di pulizia delle acque e delle coste. «Date<br />

le circostanze, stanno facendo un lavoro<br />

fantastico, malgrado la mancanza<br />

di equipaggiamenti e strutture adeguati»,<br />

ha dal canto suo sottolineato un ufficiale<br />

della Guardia costiera Usa.<br />

Il capitano della «Jessica» Tarquinio<br />

Arevalo, di 52 anni, arrestato ieri assieme<br />

ai 13 membri dell’equipaggio, ieri ha<br />

ammesso le proprie responsabilità. «Sono<br />

stato io, è stato un errore di calcolo»,<br />

ha detto analizzando le cause che<br />

hanno portato la petroliera ad arenarsi<br />

su un fondale di sabbia all’imboccatura<br />

della Baia del Naufragio, davanti all’Isola<br />

San Cristobal. «Si è trattato solo di un<br />

errore involontario», ha ripetuto.<br />

Jugoslavia: il Parlamento serbo<br />

concede la fiducia al nuovo Governo<br />

BELGRADO, 26.<br />

Il Parlamento serbo ha dato la fiducia<br />

ieri sera al Governo riformista presieduto<br />

da Zoran Djindjic. L'Esecutivo, scaturito<br />

dalle elezioni politiche del 23 dicembre<br />

scorso, è sostenuto da una forte<br />

maggioranza in Aula. Dopo un lungo dibattito,<br />

il Governo ha ottenuto centosessantotto<br />

voti a favore e cinquantacinque<br />

contrari.<br />

Presentando il programma ai deputati,<br />

Djindjic si è impegnato a promuovere<br />

una politica di riforme economiche e<br />

politiche in grado di migliorare il tenore<br />

di vita della popolazione della Serbia,<br />

che assieme al Montenegro costituisce la<br />

Repubblica Federale di Jugoslavia.<br />

Nel discorso di presentazione il Premier<br />

ha indicato alcuni punti essenziali.<br />

«Il Governo che oggi formiamo deve essere<br />

quello del cambiamento e della<br />

frattura assoluta con il regime», ha detto.<br />

La priorità, ha aggiunto, sarà quella<br />

di «armonizzare la legislazione serba<br />

con quella europea», con l’obiettivo di<br />

entrare nell’Ue «al massimo entro i<br />

prossimi dieci anni». Le linee fondamentali<br />

in economia saranno la lotta alla disoccupazione,<br />

il contenimento della spe-<br />

sa pubblica anche attraverso una riduzione<br />

dell’apparato burocratico, le privatizzazioni<br />

e le politiche di incoraggiamento<br />

per gli investimenti esteri.<br />

Per quanto riguarda i contenziosi regionali,<br />

Djindjic ha invitato il Montenegro<br />

a «ridefinire le sue relazioni con la<br />

Serbia in base al principio del minor rischio,<br />

riformando lo Stato esistente piuttosto<br />

che fondandone due nuovi».<br />

Sul fronte della sicurezza il Premier<br />

ha assicurato che Belgrado «sradicherà<br />

il terrorismo, come fanno i Paesi democratici».<br />

L'Esecutivo, ha aggiunto, condurrà<br />

inoltre una «lotta senza quartiere<br />

alla criminalità organizzata e agli abusi<br />

di potere che hanno caratterizzato questi<br />

ultimi anni». «Sarà un Governo di<br />

grandi riforme e azioni energiche che<br />

raggruppa strateghi ed esperti», ha sottolineato<br />

ancora Djindjic.<br />

Contro l'Esecutivo si è schierato il<br />

Partito radicale (Srs) di Vojislav Seselj e<br />

molti parlamentari del Partito socialista<br />

dell’ex Presidente jugoslavo Slobodan<br />

Milosevic. Usufruendo in massa del diritto<br />

di parola che concede a ognuno<br />

dieci minuti di esposizione, molti Parlamentari<br />

hanno esercitato un'azione di<br />

ostruzionismo.<br />

principali creditori pubblici del mondo, ha<br />

firmato giovedì un accordo per la ristrutturazione<br />

del debito estero del Niger. Per<br />

effetto dell'intesa, questo Paese dell'Africa<br />

Occidentale beneficia immediatamente di<br />

un condono per un ammontare di 78 milioni<br />

di dollari. Inoltre, il «club di Parigi»<br />

ha ridotto da 126 a 10 milioni di dollari le<br />

somme dovute dal Niger nei prossimi tre<br />

anni per il servizio del debito. Dal canto<br />

suo, il Governo di Niamey si è impegnato<br />

a destinare le risorse provenienti dalla ristrutturazione<br />

del debito estero al finanziamento<br />

di programmi prioritari nella politica<br />

di riduzione della povertà.<br />

Il trattamento di favore che i creditori<br />

del «club di Parigi» hanno riservato al Niger<br />

si inquadra nel programma di alleggerimento<br />

degli oneri finanziari dei Paesi<br />

poveri più indebitati (Ppte), programma<br />

varato nel 1996 dal Fondo monetario internazionale<br />

e dalla Banca Mondiale.<br />

STATI UNITI La Federal Reserve favorevole ai tagli del prelievo fiscale<br />

Quasi azzerata la crescita economica<br />

ma il Paese non va verso la recessione<br />

WASHINGTON, 26.<br />

La crescita economica negli Stati Uniti<br />

«ha rallentato in maniera drastica» ed<br />

è «probabilmente vicino allo zero in<br />

questo momento». Lo ha dichiarato ieri<br />

il Presidente della Federal Reserve, la<br />

Banca centrale Usa, Alan Greenspan in<br />

un'audizione alla commissione Bilancio<br />

del Senato. Greenspan ha tuttavia escluso<br />

pericoli incombenti di recessione ed<br />

ha anzi sottolineato che il surplus di bilancio<br />

lascia spazio a una politica di taglio<br />

delle tasse.<br />

Greenspan ha tuttavia aggiunto che il<br />

Congresso dovrebbe studiare dei meccanismi<br />

che assicurino una pronta sospensione<br />

di tali tagli nel caso il surplus si riduca<br />

nel corso dei prossimi anni. In precedenza<br />

Greenspan aveva espresso la<br />

sua preferenza per usare il surplus di bilancio<br />

per ripagare il debito nazionale, e<br />

in effetti in più occasioni ha ripetuto di<br />

ritenere questa soluzione come la più<br />

auspicabile. Tuttavia ora ritiene che il<br />

surplus sarà tale da permettere di ridurre<br />

il debito e offrire al tempo stesso ai<br />

cittadini una politica di riduzione del<br />

prelievo fiscale. Se l’economia americana<br />

dovesse continuare a rallentare, ha<br />

evidenziato Greenspan, il taglio delle<br />

tasse potrebbe portare «notevole beneficio».<br />

«I dati più recenti dimostrano che<br />

non esiste più una scelta tra riduzione<br />

delle tasse e ripianamento del debito nazionale<br />

— ha detto Greenspan —: entrambi<br />

possono aiutare a stimolare l’economia».<br />

Greenspan ha comunque<br />

La raccolta di campioni di acqua in uno specchio di mare davanti a San Cristobal<br />

messo in guardia dal ritenere una riduzione<br />

della politica di prelievo fiscale come<br />

un’operazione facile. «Storicamente,<br />

ogni manovra del genere richiede molto<br />

piùtempo di quanto alcuni possano pensare,<br />

tanto che le condizioni che un tale<br />

intervento si ripropone di curare, nel<br />

frattempo potrebbero essere cambiate».<br />

Greenspan ha fatto cenno, in particolare,<br />

al piano proposto dal Presidente<br />

Ford nel maggio 1975 in un frangente<br />

economico simile a quello attuale. I primi<br />

cambiamenti non furono introdotti<br />

se non dopo quattro mesi dalla loro pro-<br />

Scudo spaziale<br />

Usa: riuscito<br />

esperimento<br />

con arma laser<br />

Forum di Davos: discorso inaugurale<br />

del Presidente elvetico Leuenberger<br />

BERNA, 26.<br />

Prima giornata, ieri, del Forum economico<br />

mondiale di Davos (Svizzera) al<br />

quale partecipano una trentina di Capi<br />

di Stato, Ministri di ottanta Paesi e l'élite<br />

internazionale dell'imprenditoria e<br />

della finanza.<br />

Nel discorso inaugurale, il Presidente<br />

elvetico, Moritz Leuenberger, ha affermato<br />

che la manifestazione di Davos «è<br />

divenuta il simbolo di una civilizzazione<br />

globale in divenire, il simbolo di un<br />

mondo in cui le barriere cadono». A<br />

questo imperativo — ha sostenuto l'oratore<br />

— risponde perfettamente il tema<br />

scelto quest'anno dal Forum: sostenere<br />

la crescita economica e ridurre il divario<br />

tra Nazioni ricche e povere. Il Presidente<br />

ha poi accennato ai movimenti che<br />

contestano la globalizzazione, sottolineando<br />

che le organizzazioni non governative<br />

non hanno «una legittimità più<br />

grande di quella dei Governi democraticamente<br />

eletti».<br />

I lavori del Forum sono cominciati<br />

con un dibattito sull'economia americana<br />

che dà segni inquietanti di rallentamento.<br />

L'opinione prevalente degli analisti<br />

intervenuti nella discussione è che<br />

NEW YORK, 26.<br />

È pienamente riuscito un test condotto<br />

il mese scorso dall’aviazione militare<br />

americana per un sistema di «cannoni»<br />

laser in grado di colpire missili balistici<br />

in volo. Lo hanno reso noto a Washington<br />

fonti del consorzio industriale che<br />

riunisce le aziende «Lockheed Martin»,<br />

«Boeing» e «Trw» nel progetto per uno<br />

«scudo spaziale» da 240 milioni di dollari<br />

teso a mettere i primi cannoni laser in<br />

orbita intorno alla Terra, a scopo dimostrativo,<br />

entro il 2012. Il pieno successo<br />

dell’esperimento condotto l’8 dicembre<br />

scorso, durante il quale in 6 secondi un<br />

raggio laser ha individuato e abbattuto<br />

un missile in arrivo — ha commentato il<br />

maggiore Arnie Streland, numero due<br />

del comitato dell’aviazione che segue il<br />

progetto — prova che la tecnologia è a<br />

uno stadio avanzato. E che potrà essere<br />

messa a buon frutto se così deciderà<br />

l’amministrazione del Presidente degli<br />

Stati Uniti, George W. Bush.<br />

Dal canto suo, il Presidente russo,<br />

Vladimir Putin, ha affermato che l’installazione<br />

da parte degli Stati Uniti di<br />

un sistema di difesa antimissile «arrecherebbe<br />

un danno irreparabile all’architettura<br />

delle relazioni internazionali».<br />

Il leader del Cremlino, parlando davanti<br />

ad alti funzionari del ministero degli<br />

esteri russo, ha comunque aggiunto<br />

che le ultime dichiarazioni del Presidente<br />

americano George W. Bush testimoniano<br />

che «il dialogo può essere positivo».<br />

«Avremo da fare un lavoro difficile<br />

e delicato per mantenere l’accordo antimissile<br />

del 1972 (Abm)», ha precisato.<br />

Mosca si è sempre opposta al sistema<br />

antimissile ipotizzato dagli Usa.<br />

non si avrà recessione, anche se quest'anno<br />

la crescita scenderà probabilmente<br />

dal cinque per cento del 2000 all'1<br />

per cento. Si tratterà, pertanto, di un<br />

rallentamento perfino «rude», ma non di<br />

un crollo. In questa situazione, toccherà<br />

all'Europa assumere il ruolo di motore<br />

delle crescita economica mondiale.<br />

L'Alto Commissario dell'Onu per i diritti<br />

umani Mary Robinson, attesa domani<br />

a Davos, ha lanciato ieri da Ginevra<br />

un appello ai dirigenti dell'economia<br />

internazionale affinché si impegnino più<br />

attivamente contro la discriminazione<br />

nel mondo del lavoro. «Le inchieste —<br />

ha affermato — dimostrano che la discriminazione<br />

razziale nel settore del lavoro<br />

può avere gravi conseguenze sulle<br />

minoranze e sui lavoratori migranti,<br />

nonché sul futuro dei loro figli». A Davos,<br />

la Robinson parteciperà a un dibattito<br />

sulle scelte economiche nelle zone<br />

di guerra.<br />

Domani è atteso al Forum anche il<br />

Primo Ministro giapponese Yoshiro Mori,<br />

che pronuncerà un discorso davanti<br />

a una platea di dirigenti politici e di uomini<br />

d'affari. È la prima volta che un<br />

Capo di Governo nipponico partecipa al<br />

vertice mondiale di Davos.<br />

posta, vale a dire «quando la recessione<br />

era ufficialmente finita e si era iniziata<br />

con decisione la fase del recupero». «Occorre<br />

comunque mantenere un atteggiamento<br />

di cautela perché è vero che il<br />

surplus di bilancio è cresciuto in maniera<br />

sorprendente — ha detto Greenspan<br />

— ma le cose possono cambiare in fretta».<br />

Le proiezioni di surplus di bilancio<br />

che saranno annunciate la prossima settimana<br />

dal Senato dovrebbero indicare<br />

il nuovo totale a quota 5.700 miliardi di<br />

dollari, 700 miliardi in più rispetto alla<br />

proiezione dell'amministrazione Clinton.<br />

Filippine: Gloria Arroyo<br />

esclude il pericolo di golpe<br />

MANILA, 26.<br />

Non c’è nelle Filippine alcun pericolo di golpe né è pensabile che l’ex Presidente<br />

Joseph Estrada, travolto da uno scandalo di corruzione, torni al potere.<br />

È l’opinione del Presidente, Gloria Macapagal Arroyo, espressa ieri in una<br />

conferenza stampa nella quale il nuovo Capo dello Stato ha ampiamente rassicurato<br />

sulla solidità delle Istituzioni democratiche. Ieri la Arroyo ha dovuto<br />

comunque affrontare la prima crisi all'interno dell'Esecutivo con le dimissioni<br />

del Ministro della difesa, Orlando Mercado, che ha tuttavia ribadito la propria<br />

fedeltà al Presidente. Mercado ha avuto un ruolo di primo piano nella destituzione<br />

di Estrada la scorsa settimana, dopo che il procedimento per la messa<br />

in stato d'accusa dell'ex Capo di Stato si era arenato. Aveva dato infatti il suo<br />

sostegno all’allora vice Presidente Arroyo e alle centinaia di migliaia di persone<br />

che chiedevano in piazza le dimissioni di Estrada. In un'intervista Mercado<br />

ha assicurato che si «opporrà personalmente a qualsiasi tentativo di destabilizzare<br />

o minare l’autorità con avventurismo o metodi extra costituzionali».<br />

Argentina:<br />

cinque morti<br />

per un nubifragio<br />

a Buenos Aires<br />

BUENOS AIRES, 26.<br />

Cinque persone sono morte nella<br />

capitale argentina a causa di un<br />

violento acquazzone che si è abbattuto<br />

sulla città. Quattro donne<br />

tra gli ottanta e i novanta anni sono<br />

annegate quando la stanza nella<br />

quale dormivano, situata due<br />

piani sotto il livello della strada in<br />

una residenza per anziani, è stata<br />

inondata a causa delle precipitazioni.<br />

Un ragazzo di sedici anni è<br />

rimasto invece folgorato da un<br />

fulmine mentre era appoggiato all’intelaiatura<br />

che sorreggeva la<br />

tenda di una macelleria.<br />

In poco più di due ore su Buenos<br />

Aires, il cui sistema fognario<br />

è in grado di smaltire non più di<br />

40 millimetri d’acqua in un’ora, si<br />

sono riversati oltre 134 millimetri<br />

di pioggia. In alcuni quartieri situati<br />

nei pressi del centro l’acqua<br />

ha raggiunto i due metri di altezza.<br />

I danni sono molto gravi e la<br />

popolazione sta subendo pesanti<br />

disagi. Oltre tremila persone sono<br />

rimaste senza energia elettrica, i<br />

treni della linea metropolitana si<br />

sono bloccati e la circolazione<br />

stradale è al collasso.<br />

Putin: «inaccettabile»<br />

l'allargamento Nato<br />

MOSCA — L’allargamento della<br />

Nato è «sbagliato» e «inaccettabile»<br />

per la Russia. Lo ha dichiarato<br />

venerdì il Presidente russo, Vladimir<br />

Putin. «La normalizzazione<br />

delle relazioni con la Nato va<br />

avanti con difficoltà», ha aggiunto<br />

il leader del Cremlino, ricordando<br />

che i rapporti avevano fatto «un<br />

passo indietro dopo gli avvenimenti<br />

nei Balcani». La Russia aveva<br />

congelato le proprie relazioni con<br />

l’Alleanza Atlantica per diversi mesi<br />

dopo i bombardamenti sulla Jugoslavia<br />

della primavera 1999.<br />

Austria: 29 test positivi<br />

per maiali all'antibiotico<br />

VIENNA — Sono 19 in Stiria e 10<br />

in Bassa Austria i nuovi casi di<br />

maiali trattati con gli antibiotici,<br />

per accelerare la crescita, scoperti<br />

tra gli ultimi 103 controlli effettuati<br />

su allevamenti austriaci. Lo ha reso<br />

noto venerdì a Vienna il portavoce<br />

del ministero della sanità,<br />

Gerald Grosz. Giovedì si era appreso<br />

di altri 18 casi risultati positivi<br />

su 56 controlli. Le verifiche<br />

condotte per conto del Ministro<br />

della sanità austriaco, Herbert<br />

Haupt (Fpoe), potrebbero portare<br />

alle dimissioni del collega dell’agricoltura,<br />

il popolare Wilhelm<br />

Molterer (Oevp), del quale già da<br />

tempo le opposizioni socialdemocratica<br />

e Verde chiedono le dimissioni.<br />

Nel 2000 sono stati esportati<br />

in Italia, una delle principali destinazioni<br />

per le esportazioni austriache,<br />

404 maiali vivi e ben 33.800<br />

tonnellate di carne suina fresca,<br />

surgelata o congelata.


ERZA T PAGINA .<br />

PAGINA<br />

3 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Sabato 27 Gennaio 2001<br />

Il 27 gennaio 1901 moriva a Milano Giuseppe Verdi<br />

Dalle vette del melodramma alla grande musica spirituale:<br />

un faro luminoso che ancora oggi brilla con straordinaria vitalità<br />

ANTONIO BRAGA<br />

Giuseppe Verdi, a cento anni dalla morte, resta<br />

personaggio centrale della storia della musica<br />

italiana. Si è esitanti nello scegliere da quale<br />

angolazione accentuare la sua importanza nel<br />

melodramma romantico, e non solo: giacché in<br />

lui confluirono i simboli della società italiana<br />

ottocentesca, quelli che gli italiani considerano<br />

positivi, e della sua grandezza a lungo si gonfiarono<br />

le retoriche allocuzioni fatte lui vivente, ed<br />

anche dopo la sua morte.<br />

Con la Prima Guerra Mondiale, a ragione ed<br />

a torto, fu il simbolo dell'antiwagnerismo, quindi<br />

degli umori antigermanici; poi, con il periodo<br />

fascista, si puntualizzò il suo ruolo di patriota.<br />

Dopo la Seconda Guerra, Verdi ha continuato a<br />

riempire i teatri non solo con i suoi melodrammi<br />

più eseguiti, ma anche con quelli che erano<br />

stati messi da parte. Alla fine del XX secolo egli<br />

è stato riascoltato in tutta la sua produzione.<br />

Tanto fervore, unito ad incessanti nuovi studi,<br />

di singoli studiosi o della Società Verdiana,<br />

sono il segno evidente che in suo nome tutti<br />

concordano, in Italia come nel mondo, nell'indicare<br />

un artista di prima grandezza, forse il<br />

maggiore rappresentante dell'opera italiana dopo<br />

il Monteverdi. Come quest'ultimo segnò l'inizio<br />

del melodramma, datato 1600, così quello<br />

morto trecento anni dopo, nel 1901, ne ha rappresentato,<br />

in certo senso, la fine: almeno per<br />

quanto riguarda lo spettacolo popolare, basato<br />

sulla linea melodica, offerta dall'Italia al mondo<br />

da una miriade di ugole d'oro.<br />

Tirando le somme oggi, a cento anni dalla<br />

sua compianta scomparsa, ne dobbiamo affermare<br />

la straordinaria vitalità, ed anche — per<br />

alcune sue melodie —, l'epigrafica attualità del<br />

ricordo storico. Attraverso lui, noi posteri vedia-<br />

mo quello spaccato del<br />

pensiero italiano romantico<br />

che ci piace immaginare,<br />

fatto di idealismo, di sentimenti<br />

forti e nobili, di<br />

quell'arte cristallina che ci<br />

aiuta a rafforzare il quotidiano<br />

impegno contro le<br />

volgarità, le bassezze e le<br />

ipocrisie del nostro tempo.<br />

Una simile figura, che si<br />

rafforza nella lettura delle<br />

sue vicende biografiche —<br />

che sono quelle di un «liberale»,<br />

ossia di un laico che<br />

disprezza tutte le pastoie,<br />

le censure che limitano<br />

l'arte, ma che è fondamentalmente<br />

ancorato ai grandi<br />

principi morali e religiosi<br />

— resta ai nostri giorni,<br />

a noi attoniti osservatori<br />

del costume contemporaneo,<br />

come un faro luminoso,<br />

un punto d'arrivo per<br />

seguire il cammino verso<br />

la bellezza della musica, e<br />

quindi della riflessione che<br />

segue l'ascolto. È come un<br />

santo laico, un re del mon-<br />

do sonoro, visto come punto di approdo dei più<br />

nobili sentimenti. Solo ventitré anni dopo, moriva<br />

Puccini: e quell'opera «verista» che aveva visto<br />

in lui l'ultimo campione della melodia italiana.<br />

Poi, l'opera imboccava la temuta strada<br />

dell'«imbarbarimento» sotto l'urto delle nuove<br />

estetiche provenienti dal resto d'Europa, e perdeva<br />

quel fascino di spettacolo «per tutti» che<br />

aveva raggiunto nel XIX secolo.<br />

Già un secolo prima, grazie al connubio tra<br />

canto popolare e rifacimento colto, l'«opera buf-<br />

fa» italiana aveva fatto discendere dal piedistal-<br />

lo aulico l'opera seria, cara alla vecchia<br />

aristocrazia. E, si noti bene, il<br />

maggiore esponente di quel teatro, era<br />

morto esattamente un secolo prima del<br />

Nostro, l'undici gennaio del 1801: Domenico<br />

Cimarosa aveva, con il suo<br />

«Matrimonio segreto», concluso il cammino<br />

dell'opera buffa «napoletana» del<br />

XVIII secolo. Opera a cui il Verdi sicuramente<br />

pensò, quando già quasi ottantenne<br />

scrisse il «Fastaff», indicando il<br />

cammino della «nuova» opera buffa.<br />

Del Verdi «contadino», nato alle Roncole<br />

di Busseto, presso Parma, il dieci<br />

dicembre del 1813, si è detto quasi tutto.<br />

Più che contadino, il mondo semplice<br />

e sereno in cui nacque, era quello<br />

artigiano, giacché il padre gestiva una<br />

modesta locanda con annesso negozio<br />

di alimentari. Nessun antenato musicista:<br />

ma suo padre Carlo, si riforniva di<br />

derrate dal grossista Antonio Barezzi,<br />

uomo appassionato di musica, e capo<br />

della Società Filarmonica della cittadina:<br />

in quella zona, che è tra le più fertili<br />

di buoni «dilettanti» di musica.<br />

Questo sottile filo che legava il commercio<br />

del padre con quello del Barezzi,<br />

si rivelò il prezioso punto di partenza<br />

del ragazzo, già da piccolo taciturno<br />

e più che introverso, attento ascoltatore<br />

e buon lettore di libri. Infine, con l'acquisto<br />

della prima spinetta, entrava nel<br />

vivo della scelta musicale.<br />

IlBarezziimparavaatrattarlo sempre<br />

più come un figliolo suo, anche perché<br />

sua figlia Margherita aveva un debole<br />

per quel ragazzo di poche parole. Era<br />

necessario provare se le qualità musicali<br />

del giovane fossero davvero degne<br />

di interesse: e fu proprio il futuro suocero,<br />

il «dilettante» Barezzi, a mandarlo<br />

a Milano, perché l'istruzione musicale<br />

data al suo protetto fosse di qualità.<br />

Intanto, giungevano le prime risposte:<br />

pagine e pagine di pezzi per la banda<br />

locale, ouvertures, suites, sinfonie,<br />

rapsodie d'opere, ed altre forme, come<br />

ballabili e melodie, che mandavano in<br />

visibilio i suoi concittadini. Suonava<br />

Tito Ricordi e il musicista<br />

a Milano nel 1892<br />

anche l'organo in chiesa,<br />

oltre a dirigere i vari gruppi<br />

corali e strumentali; tutte<br />

attività che lo ponevano<br />

al centro dell'attenzione, e<br />

che ad altro sarebbero ampiamente<br />

bastate per vivere.<br />

Milano significava l'arte<br />

grande, quella che varca i<br />

confini di casa, quella che<br />

lo avvicinava ai grandi nomi<br />

del momento: Rossini,<br />

Bellini e Donizetti, in primo<br />

luogo. Lo scontro con<br />

quell'ambiente gli diede le<br />

prime delusioni: somma<br />

tra tutte, il rifiuto di accoglierlo<br />

al Conservatorio, da<br />

parte dei maestri giudicanti:<br />

episodio ingigantito nella<br />

memoria del frustrato<br />

giovane, poi radicato in<br />

fondo ai suoi pensieri, sino<br />

a spingerlo, in età matura,<br />

al rifiuto di far apporre il<br />

suo nome a quella Scuola. I rancori del Verdi<br />

«contadino» furono altrettanto forti quanto i<br />

suoi gesti di bontà e di solidarietà umana; ma<br />

era comprensibile che il giovane, ancora «dilettante»,<br />

e modesto pianista, non avesse le qualità<br />

per affrontare gli studi accademici, almeno nella<br />

considerazione degli aulici maestri.<br />

Daquesti rancori, che definirono presto il suo<br />

carattere, ne uscì col tempo solo per la presenza<br />

colta e discreta della Strepponi, sua seconda<br />

moglie.<br />

Per il momento, era necessario tornare a casa,<br />

rinunciando ai sogni di gloria. Tuttavia, un<br />

evento lo tenne agganciato a Milano, prima di<br />

Una recente raccolta di saggi di John Ronald Reuel Tolkien<br />

Quel filo che lega la fantasia al Medioevo<br />

ANDREA COLOMBO<br />

La fantasia ormai è diventata un gigantesco affare:<br />

perfino Il Signore degli Anelli di Tolkien, la saga della<br />

«terra di mezzo» scritta dal filologo di Oxford che<br />

amava descrivere le avventure di draghi, elfi e gnomi,<br />

dopo il lungometraggio a cartoni animati, sta<br />

per essere immortalato in un film hollywoodiano.<br />

Eppure, in origine, la «fantasy», ossia quel genere<br />

letterario del '900 che riportò alla ribalta miti antichi<br />

e inventò i mondi nuovi della fantascienza non era<br />

certo un affare da botteghini. Era piuttosto un'operazione<br />

culturale complessa che tentava di riabilitare<br />

quella fantasia detronizzata nei secoli dominati dal<br />

razionalismo e dall'illuminismo. All'interno di quest'operazione,<br />

sin dagli anni Trenta, ha giocato un<br />

ruolo fondamentale John Ronald Reuel Tolkien.<br />

L'autore del Signore degli Anelli, snobbato dai letterati<br />

di professione, e amato dai lettori piccoli e<br />

grandi di tutto il mondo (tanto che è diventato uno<br />

scrittore famosissimo, con club e associazioni a lui<br />

dedicati) fu soprattutto un creatore di favole, con un<br />

solido bagaglio culturale, radicato nello studio della<br />

letteratura medioevale nordica. Tutt'altro quindi che<br />

uno scrittore improvvisato e senz'arte, come alcuni<br />

critici hanno voluto far credere. Quest'aspetto dell'attività<br />

del narratore inglese emerge chiaramente<br />

dalla raccolta di saggi, fresca di stampa, intitolata «Il<br />

medioevo e il fantastico» (Luni editrice). Nelle pagine<br />

dedicate alla letteratura medioevale, all'arte del<br />

tradurre, alla funzione delle fiabe nella modernità, si<br />

svela la visione del mondo del «cantastorie» della<br />

«terra di mezzo».<br />

Come si evince dal titolo della raccolta se la fantasia<br />

è il motore della creatività tolkeniana, il punto di<br />

riferimento storico è invece il medioevo. Punto di<br />

partenza e di arrivo per il filologo inglese: un momento<br />

storico in cui, nell'Europa cristiana, avviene il<br />

passaggio dalla mitologia pagana al messaggio evangelico.<br />

È proprio in questo riferimento costante al<br />

Una pagina autografa di «Falstaff»<br />

partire: l'aver diretto tre<br />

esecuzioni della «Creazione»<br />

di Haydn, con discreto<br />

successo. Il direttore della<br />

Filarmonica milanese, il<br />

Masini, gli offrì il libretto<br />

dell'«Oberto conte di San<br />

Bonifacio», che il musicista<br />

mise in tasca prima di tornare<br />

a casa. Il ritorno, che<br />

durò tre anni, fu come una<br />

ascesa al successo locale:<br />

nominato direttore della<br />

banda, compositore comunale,<br />

organista della chiesa<br />

dei Francescani, ebbe modo<br />

di inondare la sua terra<br />

di musica sua. E nel '35<br />

sposava la cara Margherita,<br />

che in due anni gli diede<br />

due bambini.<br />

In tanta ammirazione,<br />

con una vita serena, egli<br />

non si sentiva appagato.<br />

Pensava a Milano, voleva<br />

rifarsi della sconfitta, come<br />

egli la considerava, dell'ambiente<br />

milanese. Il libretto<br />

dell'«Oberto» fu il<br />

suo passaporto per tentare<br />

di nuovo la sorte. Coprì di note quelle parole,<br />

con una musica che cancellava, rifaceva, spiava<br />

nei suoi effetti. Voleva vincere.<br />

La sua gente lo spingeva a tentare: era con<br />

lui, compatta, affettuosa. Aveva già venticinque<br />

anni, doveva far presto. A quel tempo, un musicista<br />

iniziava prima dei vent'anni o subito dopo:<br />

oppure mai. Con moglie e figli, aiutato dal<br />

suocero, prese la volta di Milano, con la partitura<br />

dell'«Oberto» nel bagaglio.<br />

Nel nome di Oberto s'aprì non tanto il successo,<br />

quanto il destino del compositore. Giu-<br />

Il contratto<br />

firmato nel 1839<br />

da Verdi e da Ricordi<br />

per l'«Oberto conte<br />

di San Bonifacio»<br />

seppina Strepponi, di due<br />

anni più giovane di lui, era<br />

molto cara all'impresario<br />

della Scala, Merelli. Voce<br />

ottima, coltissima (era figlia<br />

del compositore Feliciano<br />

Strepponi), impose la<br />

sua volontà, e fece eseguire<br />

l'opera per una serata di<br />

beneficenza. Il successo<br />

d'incoraggiamento, aprì le<br />

porte della Scala al giovane<br />

maestro, che fu ingaggiato<br />

per altre due opere: la prima,<br />

buffa, dal titolo «Il finto<br />

Stanislao».<br />

Ma una somma di disgrazie,<br />

sopravvenute dopo<br />

la firma con l'editore Ricordi,<br />

ridusse la vita di<br />

Verdi un cimitero: dall'aprile<br />

al giugno del nefasto<br />

1840 morirono la dolce moglie<br />

e i due figli, mentre ur-<br />

geva lavorare per l'opera<br />

buffa. Quello fu il più terribile insuccesso della<br />

sua vita. Che sollevò anche pena e solidarietà,<br />

in special modo nella Strepponi, che sentiva<br />

verso di lui un sentimento profondo d'amicizia,<br />

che lentamente divenne amore.<br />

Verdi tornò a Busseto, abbracciò il suocero,<br />

cercò di inserirsi tra la sua gente. Non riuscì:<br />

tornò a Milano, vagando attorno al portico della<br />

Scala (non vi era ancora la Galleria, e la piazza<br />

aveva tutt'altro aspetto). Ed in questo quadro,<br />

s'inserì la favola: Merelli incontra Verdi sotto la<br />

neve, gli mette in tasca il libretto del «Nabuccodonosor»,<br />

appena rifiutato dal Nicolai (autore<br />

delle «Allegre comari di Windsor», antenata del<br />

«Falstaff»). Lo stesso compositore ha scritto del<br />

«miracolo» avvenuto: a casa, alla luce di una<br />

candela, si apre la pagina con le parole del coro<br />

«Va', pensiero...».<br />

Una strana febbre s'impossessa del giovane,<br />

teso al riscatto. Inizia a mettere in musica il libretto.<br />

Per la musica, pensa a qualcosa di simile al<br />

«Mosé» del grande Rossini. Il resto è noto: il<br />

«Nabucco» (come venne detto subito) fu il primo<br />

trionfo di Verdi, l'inizio del suo cammino, il<br />

salto di qualità tanto covato in silenzio. Il Solera,<br />

autore di quel testo, viene subito ingaggiato,<br />

da Merelli e dall'editore Ricordi, ormai decisi a<br />

puntare su di lui, a scrivere «I Lombardi alla<br />

Prima Crociata», dove risuona il coro «O Signor,<br />

che dal tetto natìo...». Altro successo.<br />

Dal 1842 al '49, è un flusso continuo di melodie,<br />

di opere che accendono sentimenti profondi,<br />

che fanno urlare il pubblico. Sale ogni anno<br />

di più nella scala dei valori artistici, strappa il<br />

primato a quei compositori che lo hanno preceduto:<br />

Rossini ormai tace da un ventennio e vive<br />

a Parigi circondato di gloria; Bellini è morto nel<br />

'35, e Donizetti agonizza in una clinica per malati<br />

di mente, finché muore compianto nella<br />

sua Bergamo. Attorno a lui, colgono allori Mercadante<br />

e Pacini; molti altri sopravvivono lo<br />

spazio di un mattino.<br />

«Anni di galera», li definisce lui, perché costretto<br />

a scrivere in fretta, a raffinarsi senza<br />

uno spazio pacifico per la meditazione. Eppure,<br />

lo fa: «Ernani», «Macbeth» sono le punte di diamante.<br />

Oggi, si scopre che anche le altre opere erano<br />

degne di essere apprezzate: «I due Foscari»,<br />

«Giovanna d'Arco», «Attila», «I Masnadieri», «La<br />

battaglia di Legnano», «Il Corsaro», «Alzira»,<br />

«Luisa Miller», «Stiffelio», solcano tanti teatri,<br />

da Londra a Venezia a Napoli. La Scala viene<br />

abbandonata, e non vi tornerà che per una<br />

«première» alla fine della carriera, con «Otello»<br />

La casa natale<br />

di Verdi<br />

in un dipinto<br />

di Angelo Formis<br />

medioevo che si può trovare il filo d'Arianna dei bestseller<br />

tolkeniani, dall'Hobbit al Silmarillion.<br />

Così, nelle riflessioni sul poema in inglese antico<br />

«Beowulf», Tolkien scrive che in quei versi, «il Caino<br />

di indubbia ascendenza scritturale è connesso con<br />

eotenas (giganti) e ylfe (elfi). Ciò non è dovuto a una<br />

mera confusione — è piuttosto un'indicazione del<br />

punto preciso in cui l'immaginazione si accese meditando<br />

il vecchio e il nuovo. In questo punto la nuova<br />

Scrittura e la vecchia tradizione si toccarono e presero<br />

fuoco». Individuato il passaggio dal mito pagano<br />

al messaggio cristiano, Tolkien vede in un medioevo<br />

idealizzato quell'età, non certo oscura, che, come<br />

scrisse Regine Pernoud, «aveva visto dischiudersi il<br />

lirismo, sbocciare la letteratura romanzesca e innalzare<br />

le cattedrali di Chartres e Reims».<br />

È in questo contesto che Tolkien traccia il suo elogio<br />

dell'immaginazione, animato da un fondamento<br />

teologico stringente: «La fantasia — scrive — resta<br />

un diritto umano. Noi creiamo a nostra misura e secondo<br />

la nostra modalità derivata, perché siamo stati<br />

creati: e non soltanto creati, ma creati a immagine e<br />

somiglianza di un Creatore». Quindi, da questo punto<br />

di vista, l'uomo, in quanto immagine di Dio, può<br />

diventare, se sviluppa le sue potenzialità, un «subcreatore».<br />

Un creatore di favole appunto: non vane<br />

illusioni, per lo scrittore inglese, bensì sapienti guide<br />

nella realtà. Inventando (e riprendendo dall'antica<br />

mitologia nordica) personaggi immaginari, Tolkien è<br />

convinto di poter descrivere al meglio la realtà e indicare,<br />

in quei grandi affreschi dove va di scena l'eterna<br />

lotta fra le forze del bene e quelle del male, la<br />

via da seguire per non perdersi nei meandri del<br />

«mondo» (nel senso giovanneo del termine, come<br />

tentatore e pericoloso).<br />

In questi scritti Tolkien traccia una vera e propria<br />

«filosofia della fiaba», dove i racconti frutto della fantasia<br />

diventano strumenti per riscoprire, con «una<br />

chiara visione», la realtà, evadere dal «mondo» (inteso<br />

appunto come peccato e male) e consolarsi nella<br />

certezza del lieto fine di tutti gli eventi.<br />

e «Falstaff», le due opere scritte in collaborazione<br />

con il «milanese» Arrigo Boito.<br />

Esce dalla strettoia di lavoro quando può dire<br />

«basta!» a quell'affannoso obbedire ai teatri, all'editore.<br />

Ma lo fa in maniera impercettibile,<br />

quando soggetti a lui pienamente congeniali gli<br />

sono dati, con vero spirito di servaggio, da<br />

Francesco Maria Piave, o da Salvatore Cammarano.<br />

Egli li tortura con una quotidiana corrispondenza,<br />

a volte tenendoli presso di sé — in<br />

specie il Piave — in un dialogo che non permette<br />

fughe: perché egli sa quello che vuole, ma<br />

non sempre trova la parola giusta o la rima.<br />

Il Verdi «contadino», ormai ricco e proprietario<br />

della tenuta di Sant'Agata, suo rifugio preferito,<br />

paga il suo scotto alla iniziale povertà di<br />

cultura,sopratuttoletteraria,chenon ha potuto<br />

avere da giovane. Il Piave gli fa da spalla, lo accontenta,<br />

con una devozione, una umiltà, che<br />

fanno di lui il capro espiatorio del musicista,<br />

ma anche il compartecipe dei trionfi di quel<br />

grande.<br />

Egli procedeva d'istinto nella scelta degli argomenti:<br />

la sua corrispondenza porta in primo<br />

piano questo incessante lavorìo d'idee e di soggetti.<br />

Dopo tutte le opere precedenti, aveva saggiato<br />

il terreno, sapeva cosa lo avrebbe infiammato<br />

e quali sirene respingere. Così, dopo aver<br />

percorso il labirinto di cento storie, messe presto<br />

da parte, s'imbatté in quella che aveva destato<br />

tante battaglie in Francia, nei circoli letterari:<br />

«Le roi s'amuse» ovvero, per suggerimento<br />

di un censore veneziano (l'opera era scritta per<br />

Venezia) «Rigoletto».<br />

Il «Triboulet» di Victor Hugo si trasformava<br />

nell'italico Rigoletto. Coronava il tutto la canzonetta<br />

«La donna è mobile», dal repentino successo<br />

in tutto il mondo. La Corte di Mantova<br />

sostituiva quella francese, invisa alla censura:<br />

La stanza di Verdi all'Hôtel de Milan<br />

in Francia, per il timore che si pensasse all'imperatore,<br />

il dramma di Hugo fu proibito su tutti<br />

i teatri. Hugo vide con invidia trionfare la figlia<br />

proibita del suo testo, l'opera italiana che gli<br />

strappava la fama. Ed a Parigi, finché egli fu vivo,<br />

come in tutta la Francia, questa grande<br />

partitura non fu ascoltata.<br />

Dopo il teatro francese, lo spagnolo: «Il Trovatore»<br />

si trasferì a Roma e fu accolto con un<br />

trionfo memorabile. Tutto l'armamentario romantico<br />

è presente in questa storia, unita a melodie<br />

infocate ed esaltanti: «Di quella pira...» infiammò<br />

tutte le platee nel mondo. Ciò avveniva<br />

Le fiabe, in contrapposizione alle tragedie pagane,<br />

sono secondo Tolkien racconti dell'uomo che assumono<br />

come modello il racconto divino per eccellenza,<br />

il Vangelo, la Buona Novella. «La consolazione<br />

delle fiabe — scrive il filologo — l'improvviso capovolgimento<br />

felice è una grazia improvvisa e miracolosa.<br />

Non nega l'esistenza del dolore e del fallimento:<br />

la possibilità che ciò si verifichi è necessario alla<br />

gioia della liberazione; essa nega la sconfitta finale e<br />

universale, ed è in quanto tale un evangelium, che<br />

fornisce una visione fuggevole della gioia, quella<br />

gioia oltre le muraglie del mondo».<br />

I modelli letterari di Tolkien rimangono quelli delle<br />

sue letture d'infanzia quando, orfano povero nell'Inghilterra<br />

vittoriana di fine '800, scopriva i poemi<br />

epici e cavallereschi. Non vi è cenno in questi saggi<br />

dei dibattiti in corso nella letteratura anglosassone<br />

dell'epoca (la polemica di T.S. Eliot e dei poeti d'avanguardia<br />

contro il romanticismo per esempio) e i<br />

pochi riferimenti al presente sono quasi tutti negativi.<br />

Sarebbe, d'altronde, vano cercare riferimenti letterari<br />

contemporanei in un autore che idealizzava il<br />

medioevo e, in questo sì, si professava quindi come<br />

l'ultimo dei romantici. Tuttavia, nonostante l'impostazione<br />

tradizionalista di Tolkien, la sua opera rimane<br />

oggi, paradossalmente, più attuale che mai.<br />

A conclusione di una vita trascorsa a raccontare le<br />

meraviglie di un mondo immaginario, nel tempo libero<br />

lasciato dall'insegnamento di filologia nella prestigiosa<br />

oxfordiense, il Peter Pan della letteratura osservava:<br />

«Il regno delle fiabe è vasto, profondo, eminente<br />

e colmo di molte cose: vi si trovano animali e<br />

uccelli di ogni genere; mari sconfinati e stelle innumerevoli;<br />

bellezza che incanta e pericolo onnipresente;<br />

gioia e dispiacere taglienti come spade. Un uomo<br />

può, forse, ritenersi fortunato di avervi vagabondato,<br />

ma sono proprio la sua ricchezza e la sua stranezza<br />

a legare la lingua di un viaggiatore che volesse riferirle.<br />

E mentre egli si trova là, è pericoloso porre<br />

troppe domande, perché i cancelli si potrebbero<br />

chiudere all'improvviso, e perdersene le chiavi».<br />

a partire dal 1851, fino al '53. In quell'anno nasceva<br />

a Venezia «La Traviata», tratta da un altro<br />

dramma francese, di Dumas: «La Signora<br />

delle camelie». Una storia d'amore, un poeta ed<br />

una fanciulla morta precocemente del «mal sottile»,<br />

che fu quello che falciò il maggior numero<br />

di esseri umani nell'Ottocento.<br />

Non fu un successo, al primo apparire: una<br />

tubercolotica impersonata da una cantante bene<br />

in carne! E, sopra tutto, una protagonista «immorale»,<br />

che non sapeva vivere secondo i cànoni<br />

giusti. Anche se la morte la riscattava dal<br />

peccato, nel perdono divino. Eppure, questa risorta<br />

«Traviata» oggi è un pilastro del teatro<br />

musicale. Ancora una volta, Verdi non aveva<br />

sbagliato, a seguire il suo istinto.<br />

Dopo questa trilogia «romantica» sembrò al<br />

Nostro difficile superarsi: ma non si scoraggiò.<br />

Tecnica e maturazione artistica potevano sopperire<br />

alla geniale virata di bordo. L'eclettica partitura<br />

del «Vespri siciliani» risente del clima parigino<br />

del «grand-opéra», vi aleggia lo spirito<br />

grandioso ed esteriore di Meyerbeer, idolatrato<br />

dai francesi a lui contemporanei.<br />

«Simon Boccanegra» compare col suo triste<br />

dramma, ancora a Venezia, senza raggiungere<br />

la fama delle consorelle. «Il ballo in maschera»<br />

lo trasse a Roma, poi a Genova: città che in<br />

vecchiaia diveniva la sua residenza sul mare<br />

preferita. Con lui sempre, come un'ombra, la<br />

carissima moglie, «Peppina», la compagna da<br />

una vita, Giuseppina Strepponi.<br />

E con lei si traveste da «lupo della steppa»:<br />

una fotografia da Pietroburgo li ritrae comicamente<br />

infagottati in pellicce e colbacchi russi: è<br />

la creazione della «Forza del destino», presa da<br />

un dramma spagnolo abbastanza complicato,<br />

come piaceva a quei tempi. Quel dramma farraginosoproduce<br />

una musica eclettica, con la presenzadifra'Melitone,<br />

grande intuizione che precede<br />

il «Falstaff». Corre poi a Parigi per un altro<br />

dramma di ambiente spagnolo, ma tratto da<br />

Schiller, il «Don Carlos», più volte rimaneggiato,<br />

nelle due versioni in francese ed in italiano.<br />

Tutto questo lavoro — davvero instancabile<br />

— rende il Nostro un monumento di sé stesso<br />

già in vita. Accetta questo ruolo senza falso orgoglio,<br />

e neppure senza falsa umiltà. Il suo<br />

cammino ormai s'intreccia, a livello europeo,<br />

con un oppositore che è il suo esatto contrario,<br />

Richard Wagner. Eppure, i due grandi si scrutano<br />

senza toccarsi.<br />

Nascono i wagneriani ed i verdiani, due categorie<br />

sempre più rissose e determinate, in Italia<br />

ed in Europa. La Francia sta in mezzo, ma dopo<br />

la morte di Meyerbeer non ha che Gounod:<br />

ne beneficia il «Faust» di questi, che sulle scene<br />

dell'Opéra galoppa in pochi decenni verso la<br />

millesima rappresentazione.<br />

Con l'apertura del canale di Suez, opera del<br />

Lesseps, la Francia, non potendo prendere uno<br />

dei suoi musicisti, chiama Verdi: sarà «Aida» su<br />

un soggetto pseudo-egizio del Mariette, steso dal<br />

Du Locle in francese, e dal Ghislanzoni in italiano.<br />

Quest'opera è il trionfo della musica da<br />

«grand-opéra»:nulladi tanto semplice e grandioso<br />

come la marcia trionfale, o di tanto geometricamente<br />

perfetto quanto la scena del trionfo.<br />

Ma, dietro di quelle scene, il dramma umano<br />

di Aida si sente come nuovo, avvolto da una<br />

palpitante vita melodica e brillante di una stupefacente<br />

strumentazione. La tenzone col Wagner<br />

sembra avere apportato i suoi frutti: alcuni<br />

contemporanei già parlano di lui come «wagneriano».<br />

Oggi sappiamo che non era così; ma che<br />

il Nostro aveva saputo rinnovarsi, accettare alcuni<br />

suggerimenti scaturiti dalla rivoluzione<br />

wagneriana, restando sé stesso.<br />

L'avvicinamento ad Arrigo Boito è il momento<br />

successivo, quello che gli darà negli ultimi<br />

anni la possibilità di perfezionarsi ancora e di<br />

aprire le porte del nuovo melodramma<br />

italiano: «Otello» e «Falstaff», nate da<br />

quella collaborazione, sono, nel nome<br />

di Shakespeare, le grandissime partiture<br />

che vengono nel segno della estrema<br />

perfezione, del raffinamento completato.<br />

Il vegliardo ha ottant'anni nel '93,<br />

quando si affaccia al proscenio della<br />

Scala a ringraziare un pubblico delirante,<br />

formato in gran parte dagli italiani<br />

che si sono andati formando, una<br />

generazione dopo l'altra, al suono dei<br />

suoi canti. Gli ultimi anni passano nel<br />

chiudersi in sé stesso, tra pochi e fedeli<br />

amici. La gloria si ferma fuori dal cancello<br />

di Sant'Agata, dove si rifugia con<br />

la sua «Peppina». Altra donna lo serve,<br />

a fianco della cara moglie: è Teresa<br />

Stolz, accettata come una fresca mano<br />

che aiuta il vegliardo a superare le ansie<br />

della vecchiezza. La cantante e donna<br />

incantevole si avvicina al Maestro,<br />

sta ai suoi piedi, gli offre compagnia,<br />

anche dopo la scomparsa della carissima<br />

«Peppina».<br />

È il momento di prepararsi al pensiero<br />

della morte: già la «Messa da Requiem»<br />

per la morte di Alessandro<br />

Manzoni, altro vegliardo da lui amatissimo<br />

e venerato, aveva, dopo «Aida»,<br />

aperta la via alla grande musica spirituale.<br />

La religiosità dell'uomo è fuori<br />

discussione: il suo intimo colloquio con<br />

il Creatore si completa negli ultimi<br />

giorni con alcuni pezzi sacri, che rivelano<br />

il suo credo cristiano, profondamente<br />

in lui radicato.<br />

La sua preghiera si unisce a quella<br />

che egli definì «la sua opera più bella»:<br />

la Casa di Riposo per i Musicisti, fatta<br />

da lui erigere a Milano, ed erede dei<br />

suoi diritti d'autore. Sicuramente ad<br />

essa pensò, quando rese lo spirito a<br />

Dio, nella notte tra il 26 ed il 27 gennaio<br />

del 1901: si spense a pochi passi<br />

dalla Scala, nell'Hôtel de Milan, da lui<br />

preferito. La via sottostante era stata<br />

coperta da paglia, perché il calpestìo<br />

dei cavalli, trainanti le carrozze, non<br />

raggiungesse il Grande morente.


.<br />

PAGINA<br />

4 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Sabato 27 Gennaio 2001<br />

A Vercelli una giornata di studio con la partecipazione degli Arcivescovi Bertone e Masseroni<br />

L'«Imitazione di Cristo»<br />

tra storia e spiritualità<br />

La giornata di studio che si è tenuta il<br />

13 gennaio presso il Seminario<br />

arcivescovile di Vercelli sul tema della<br />

«Imitazione di Cristo» si inseriva in un<br />

preciso cammino diocesano iniziato con<br />

l'anno eusebiano (1996) e proseguito durante<br />

l'anno del Giubileo, per il recupero<br />

della memoria in funzione della profezia:<br />

lo ha ricordato all'inizio Mons.<br />

Giuseppe Versaldi, Vicario generale, che<br />

ha presieduto i lavori, e lo ha ribadito<br />

l'Arcivescovo di Vercelli Mons. Enrico<br />

Masseroni a conclusione dell'intensa<br />

giornata di studio, manifestando la sua<br />

gioiosa soddisfazione per lo svolgimento<br />

dei lavori.<br />

Camminare<br />

sulle orme di Gesù<br />

La prolusione è stata affidata a Mons.<br />

Tarcisio Bertone, Segretario della Congregazione<br />

per la Dottrina della Fede.<br />

Egli ha sottolineato la necessità, per la<br />

Chiesa, di continuare anche dopo il<br />

Grande Giubileo a camminare sulle orme<br />

di Cristo, come più volte ha richiamato<br />

Giovanni Paolo II, che a Cristo ha<br />

voluto dedicare un anno intero per la<br />

preparazione dell'Anno Santo. Per ciò<br />

che riguarda il celebre opuscolo, l'oratore<br />

si è riferito all'influsso enorme esercitato<br />

dalla «Imitazione di Cristo» sulla<br />

spiritualità di tanti cristiani, sacerdoti,<br />

religiosi e laici, facendo anche riferimento<br />

agli anni della sua formazione di giovane<br />

salesiano. Pur riconoscendo che<br />

oggi se ne deve registrare una minore<br />

influenza tra i fedeli, faceva riferimento<br />

alle cosiddette dimensioni orizzontali<br />

nella antropologia contemporanea; ma<br />

questo non dovrebbe impedire una autentica<br />

imitazione del Signore, che rappresenta<br />

ancor oggi, come del resto<br />

sempre, la vera via capace di condurre<br />

l'uomo alla salvezza.<br />

La prima relazione, affidata al prof.<br />

Giorgio Picasso, membro del Pontificio<br />

Comitato di scienze storiche e preside<br />

della Facoltà di Lettere della Università<br />

Cattolica di Milano, ha avuto per oggetto<br />

l'«Imitazione di Cristo» nella storia<br />

della spiritualità cristiana.<br />

Partendo da una analisi testuale dei<br />

quattro libri che compongono l'opera,<br />

avvalendosi altresì dei risultati la analisi<br />

informatica condotta nel 1994 dal Centro<br />

di ricerca della Università Cattolica<br />

di Laouvain-La-Neuve, l'oratore ha posto<br />

in rilievo lo spirito devoto che aleggia<br />

in modo costante tra le auree massime<br />

che si succedono di pagina in pagina:<br />

l'uomo è devoto, devoti sono i libri,<br />

gli amici, i fratelli, i tempi della meditazione<br />

e della stessa vita religiosa; l'anima<br />

è devota, devota è la preghiera e<br />

«devote» ci si deve esercitare spiritualmente.<br />

Preso atto di questa caratteristica, il<br />

relatore ha presentato una sintesi della<br />

dottrina della «devotio» dall'età patristica<br />

a quella medioevale, ricordando come<br />

per sant'Ambrogio questa sia la virtù<br />

principale, fondamentale in rapporto ad<br />

ogni altra, mentre per san Bernardo è<br />

simboleggiata nel vino che i servi alle<br />

nozze di Cana hanno chiesto al Signore:<br />

«Illi devotionem desiderant; vinum requirunt,<br />

fervorem flagitant», fino a giungere,<br />

attraverso la mediazione di san<br />

Bonaventura e dei Vittorini, all'esplosione<br />

della «devotio» che si ebbe nel movimento<br />

promosso da Gerardo Grote all'inizio<br />

del secolo XV e che diede origine<br />

a due movimenti religiosi, quello dei<br />

Fratelli della vita comune prima e poi ai<br />

Canonici regolari di Windesheim. Nacque<br />

il movimento della Devotio moderna<br />

che rispose alla esigenza i tanti spiriti<br />

nell'età dell'Umanesimo.<br />

Tra i religiosi che ne subirono l'influsso,<br />

il p. Picasso ha segnalato la Congregazione<br />

monastica di s. Giustina di Padova,<br />

istituita dal ven. Ludovico Barbo<br />

per la riforma del monachesimo italiano<br />

di antica tradizione benedettina. Tra<br />

quei monaci, il volumetto dell'«Imitazione»,<br />

in qualche codice copiato insieme<br />

alla Regola di san Benedetto, veniva Indicato<br />

come «libellus devotissimus».<br />

La preminenza<br />

della preghiera liturgica<br />

Venendo a tempi più vicini a noi, e<br />

prendendo le mosse a un saggio pubblicato<br />

nel 1971 nella rivista «Concilium»<br />

dal noto studioso della spiritualità del<br />

basso Medioevo, il p. François Vandenbroucke,<br />

che indagava sulle cause che<br />

avevano ridimesionata la lettura del<br />

celebre opuscolo, il relatore, come aveva<br />

già detto Mons. Bertone, ne attribuiva<br />

la causa ai mutamenti dei tempi. In<br />

alcuni casi si tratta di cambiamenti del<br />

tutto positivi, come quelli introdotti a<br />

seguito del Concilio Vaticano II sul primato<br />

della Sacra Scrittura nella vita della<br />

Chiesa (Dei Verbum), o sulla preminenza<br />

della preghiera liturgica su ogni<br />

altra pratica devota. Tuttavia, né la quotidiana<br />

lectio divina, né la partecipazione<br />

attiva (actuosa) alla Divina Liturgia,<br />

tolgono ogni spazio alla pietà privata,<br />

personale, prevista anche dalla Regola<br />

di san Benedetto. Preoccupante sarebbe<br />

Edizioni vercellesi dell'«Imitazione di Cristo» (1779)<br />

invece il fenomeno, se una certa disaffezione<br />

per il libro dell'«Imitazione» fosse<br />

conseguenza, come pare ad alcuni studiosi,<br />

della secolarizzazione invadente,<br />

che riesce perfino ad oltrepassare i recinti<br />

delle case religiose.<br />

Di carattere nettamente spirituale è<br />

stata la successiva relazione del prof.<br />

Brian McNeil, della Università di Vienna,<br />

e come sacerdote membro della<br />

antica Congregazione dei canonici rego-<br />

L. Curmer – «L'imitazione di Gesù Cristo» (Parigi, 1836)<br />

lari di Windesheim, ripristinata recentemente<br />

(1960) con alcune case. Dopo<br />

aver provato che l'autore dell'«Imitazione»<br />

doveva essere senz'altro sacerdote, e<br />

che il libretto era stato scritto per una<br />

lettura a voce alta in una comunità, egli<br />

si è soffermato, con riferimenti suggestivi,<br />

alla dottrina centrale della Croce<br />

nella «Imitazione di Cristo», e ha fatto<br />

subito notare come la croce di cui si<br />

parla nell'aureo libretto non sia tanto la<br />

Croce portata dal Signore<br />

Gesù sul Calvario e sulla<br />

quale è stato crocifisso,<br />

quanto piuttosto la croce<br />

quotidiana che noi portiamo<br />

sull'esempio di Cristo e con<br />

il suo aiuto. In modo particolare<br />

egli si è soffermato su<br />

una penetrante esegesi del<br />

capitolo 12 del Libro II: La<br />

via maestra della santa croce.<br />

È uno dei capitoli più<br />

ampi di tutta l'«Imitazione»<br />

e fin dall'inizio il tema è<br />

enunciato con molta chiarezza.<br />

Per molti è parola dura:<br />

prendi la tua croce; ma<br />

quando il Signore verrà a<br />

giudicarci, ci sarà nel cielo il<br />

segno della Croce e i servi<br />

della Croce in quel momento<br />

si avvicineranno con fiducia<br />

a Cristo giudice. «Perché,<br />

dunque, hai paura di<br />

prendere la Croce che è la<br />

via per il regno? Nella Croce<br />

è la salvezza; nella Croce è<br />

la vita; nella Croce è la difesa<br />

dal nemico; nella Croce è<br />

il dono della dolcezza del<br />

cielo... Prendi dunque la tua<br />

croce e segui Gesù; così entrerai<br />

nella vita eterna». Il<br />

Trento: il millenario<br />

del santuario di san Romedio<br />

Il santuario di san Romedio, uno dei<br />

più conosciuti e frequentati dell'arco alpino,<br />

ha festeggiato i mille anni di vita.<br />

La ricorrenza è stata celebrata nella<br />

giornata tradizionalmente dedicata al<br />

santo, un appuntamento che da sempre<br />

richiama una grande folla di fedeli.<br />

Quest'anno, in occasione del millenario,<br />

la Santa Messa nella chiesa maggiore,<br />

eretta nel 1536, con le pietre portate<br />

dai pellegrini, è stata celebrata dall'Arcivescovo<br />

di Trento Monsignor Luigi Bressan.<br />

Il Pastore della diocesi ha sottolineato<br />

il valore prezioso del raccoglimento, della<br />

preghiera e della ricerca interiore,<br />

momenti dello spirito che l'atmosfera di<br />

luoghi di culto come quello di san Romedio<br />

rende ancora più intimi ed arricchenti.<br />

Il santuario si erge su una roccia all'interno<br />

di una gola profonda: un angolo<br />

particolare e suggestivo della valle di<br />

Non, a pochissima distanza da Sanzeno,<br />

la località dove si consumò il sacrificio<br />

dei santi martiri d'Anaunia e dove oggi<br />

sorge la basilica a loro intitolata.<br />

Sono migliaia e migliaia i pellegrini<br />

che ogni anno visitano il santuario di<br />

san Romedio.<br />

La storia e la personalità del santo, la<br />

selvaggia bellezza della natura che circonda<br />

l'edificio, l'antichità che trasuda<br />

dalle pietre, dalle ripide scalinate, dai<br />

muri innalzati sulla nuda roccia, rappresentano<br />

motivi d'attrazione per la gente<br />

più diversa, alla ricerca di motivi per<br />

pensare e per pregare.<br />

La vita di san Romedio si inquadra<br />

nell'ambito dell'eremitismo diffuso in<br />

Europa nel X e XI secolo.<br />

Egli apparteneva a una ricca famiglia<br />

della nobiltà bavarese, era uomo di potere<br />

con grandi ricchezze e grande influenza<br />

politica. Un giorno Romedio,<br />

che era cristiano, partì pellegrino per<br />

Roma per visitare le tombe degli apostoli<br />

Pietro e Paolo.<br />

Durante il viaggio ebbe modo di approfondire<br />

la sua conoscenza del Vangelo<br />

e, messo in crisi dalla parola di Dio,<br />

decise di ritirarsi a far vita di penitenza.<br />

Donò i suoi ricchi possedimenti alla<br />

Chiesa di Trento e alla Chiesa di Ausburg,<br />

quindi volle visitare Sanzeno e la<br />

chiesetta allora edificata sulla terra del<br />

martirio dei primi tre cristiani venuti ad<br />

annunciare il Vangelo in valle di Non.<br />

Infine, su quella torre di roccia dove<br />

oggi sono scavate le fondamenta del<br />

santuario, si ritirò eremita e visse in penitenza<br />

e preghiera.<br />

I montanari della valle impararono<br />

presto a conoscerlo, fermandosi sovente<br />

con lui a pregare accanto alla croce che<br />

aveva piantato.<br />

Alla sua morte, lo seppellirono nella<br />

roccia, sopra la grotta dove era vissuto<br />

e ben presto la tomba dell'eremita Romedio<br />

divenne meta di pellegrinaggio.<br />

Attorno all'anno 1000 venne costruita<br />

la prima chiesetta e nel corso del secolo<br />

XII il culto, ormai consolidato in Trentino,<br />

Tirolo e Baviera, venne ufficialmente<br />

riconosciuto dal Vescovo di Trento.<br />

Da allora è continuato ininterrotto il<br />

flusso dei pellegrini, dalle terre di lingua<br />

italiana e di lingua tedesca.<br />

Così il santuario di san Romedio, costruito<br />

con le pietre portate dai fedeli,<br />

vede simbolicamente affratellate le popolazioni<br />

che stano al di qua e al di là<br />

del crinale alpino.<br />

Il sacro monumento, ricco di testimonianze<br />

artistiche dei secoli passati e di<br />

ex voto lasciati dai pellegrini, rimane<br />

ancora oggi, nella sua austerità e rara<br />

bellezza, un punto di riferimento per<br />

l'uomo che, nella pace dello spirito, cerca<br />

Dio.<br />

M. M.<br />

tema della «nostra croce» ritorna continuamente<br />

in tutto il capitolo, la cui conclusione<br />

si salda con il concetto iniziale,<br />

premettendo questa osservazione: «Ché,<br />

se ci fosse qualcosa di meglio e di più<br />

utile per la salvezza degli uomini, Cristo<br />

ce lo avrebbe certamente indicato, con<br />

la parola e con l'esempio. Invece egli<br />

esortò apertamente i discepoli che stavano<br />

con lui, e tutti coloro che desideravano<br />

mettersi al suo seguito, dicendo: Se<br />

uno vuol venire dietro a me, rinneghi se<br />

stesso, prenda la sua croce e mi segua»<br />

(Mt 16, 24; Lc 9, 23).<br />

La datazione<br />

del Codice B<br />

La terza lezione, tenuta dalla professoressa<br />

Caterina Tristano, docente ordinario<br />

di Paleografia latina nella Università<br />

di Arezzo, ha affrontato il problema<br />

della datazione del codice B — il celebre<br />

codice dell'«Imitazione» detto «de Advocatis»<br />

— dell'Archivio e Biblioteca Capitolare<br />

di Vercelli. La studiosa ha condotto<br />

una finissima analisi della scrittura<br />

del codice non datato, e attraverso puntuali<br />

comparazioni è giunta alla conclusione<br />

che si tratta di una scrittura minuscola<br />

della metà del secolo XV.<br />

I partecipanti alla Giornata di studio<br />

hanno avuto poi la possibilità di esaminare<br />

il prezioso codice esposto nella<br />

mostra bibliografica allestita dal prof.<br />

Francesco Malaguzzi, della Facoltà di<br />

Lettere nell'Università del Piemonte<br />

Orientale (Vercelli), presso il Museo del<br />

tesoro del Duomo, con il titolo: «I primi<br />

cinquecento anni di vita di un best seller.<br />

Le imitazioni di Cristo dell'Archivio<br />

Capitolare». Nella Mostra, che sarà<br />

aperta fino al prossimo 27 gennaio, in<br />

sette vetrine sono esposti esemplari significativi,<br />

a vario titolo, della fortuna<br />

del «piccolo» grande libro della «Imitazione».<br />

Si va dai formati tascabili, alla<br />

vetrina dedicata al codice De Advocatis,<br />

alle edizioni di pregio, alle illustrazioni<br />

di pregio, alle legature di pregio, fino,<br />

alle edizioni che testimoniano la grande<br />

fortuna dell'«Imitazione». Nell'ultima vetrina<br />

sono esposti alcuni esemplari di<br />

edizioni piemontesi dell'Imitazioni di<br />

Cristo. La maggior parte degli esemplari<br />

esposti provengono appunto dall'archivio<br />

Capitolare di Vercelli, ma alcuni<br />

pezzi provengono anche da altri musei<br />

vercellesi o da collezioni private. «Questo<br />

libro — ha scritto l'Arcivescovo nella<br />

presentazione del Catalogo — ripropone<br />

un itinerario di santità con linguaggio<br />

semplice adatto a tutti, rivolto a tutti.<br />

Non a caso l'«Imitazione di Cristo» è<br />

stato lungo i secoli un sostanzioso nutrimento<br />

della vita spirituale di molte generazioni<br />

di credenti, e a motivo della<br />

sua profondità teologico-spirituale conserva<br />

oggi la sua attualità, facendo eco<br />

a quel cristocentrismo che ha caratterizzato<br />

il recente evento conciliare».<br />

A. B.<br />

schede - schede - schede<br />

Gianfranco Ravasi, Videro il<br />

Bambino e sua Madre. Meditazioni<br />

sui Vangeli dell'infanzia, Áncora<br />

Editrice, Milano 2000, pp. 164,<br />

L. 23.000, E. 11,88. Biblista tra i<br />

più noti in Italia, Gianfranco Ravasi<br />

pubblicò nel 1984 la prima edizione<br />

di questo volume. Questa che viene<br />

presentata è la quarta edizione, aggiornata<br />

e arricchita. Due sono le<br />

a cura di GINO CONCETTI<br />

parti. La prima contiene le riflessioni<br />

sui due primi capitoli del Vangelo<br />

di Matteo; la seconda invece sui<br />

due primi capitoli del Vangelo di<br />

Luca. Averle chiamate «meditazioni»<br />

indica che Ravasi ha privilegiato<br />

una esegesi non strettamente scolastica,<br />

accademica come viene praticata<br />

nelle scuole teologiche e nei<br />

seminari.<br />

Silvano Zucal (a cura), Cristo nella filosofia contemporanea, Edizioni<br />

San Paolo, Cinisello Balsamo 2000, pp. 775, L. 70.000, E. 36,15. Docente<br />

di filosofia morale a Trento, Zucal ha sollecitato la collaborazione di un<br />

gruppo di qualificati studiosi per esplorare e quindi esporre in termini possibilmente<br />

accessibili al grande pubblico l'elemento religioso presente nei<br />

filosofi più rappresentativi dell'età contemporanea fino a tutto il secolo<br />

ventesimo. Una rassegna di vivo interesse e di alto spessore eruditivo, i cui<br />

risultati mostrano che il mistero di Dio e i valori religiosi sono tutt'altro<br />

che assenti nella filosofia. La prefazione è firmata da Bruno Forte, il noto<br />

e fecondo teologo di Napoli. L'introduzione è dello stesso Zucal.<br />

Massimo Sodi, Il rito e il messaggio,<br />

Edizioni Piemme, Casale<br />

Monferrato 2000, pp. 94, L.<br />

12.000, E. 6,20. Dalla riforma del<br />

Concilio è scaturita la riforma liturgica<br />

che la Chiesa ha adottato anche<br />

per il terzo millennio. Nonostante<br />

alcune incomprensioni è stata<br />

accettata perché consente al popolo<br />

di Dio di partecipare alla cele-<br />

brazione dei riti per essere stata resa<br />

comprensibile nel linguaggio.<br />

Massimo Sodi con profonda competenza<br />

espone alcune grandi tematiche<br />

liturgiche rispondendo, nella<br />

prima parte, a precise domande;<br />

nella seconda illustrando attraverso<br />

«dieci parole» le norme che regolano<br />

la celebrazione e il significato<br />

dei riti.<br />

Ambrogio Spreafico, La voce di Dio. Per capire i profeti, Edizioni Dehoniane,<br />

Bologna 1999, pp. 296, L. 24.000. I profeti sono portatori della Parola<br />

di Dio e autori di libri che fanno parte integrante della rivelazione biblica.<br />

Il Nuovo Testamento si legge alla luce dei loro scritti. Si comprende<br />

perciò il valore che hanno per la religione cristiana e per la Chiesa. Uno<br />

specialista, Ambrogio Spreafico, docente e rettore dell'Università Urbaniana<br />

di Roma, dopo una introduzione generale, introduce a leggerne i testi,<br />

dedica a ciascuno di essi un esame approfondito circa l'autenticità, il genere<br />

letterario e la struttura e un commento appropriato. Un testo per studenti<br />

di teologia e scienze religiose.<br />

Andrea Gasparino, Pregare con il<br />

Vangelo, Edizioni Elledici, Leumann<br />

2000, pp. 284, L. 18.000.<br />

E.9.30. Presso la editrice dei Salesiani<br />

padre Gasparino ha pubblicato,<br />

con questo, nove libri, tutti di<br />

grande spessore spirituale e pedagogico.<br />

Consiglia di leggere l'introduzione:<br />

in essa l'Autore rileva che<br />

durante il suo viaggio nel Sahara il<br />

Signore gli ha dato tanta luce da<br />

fargli riscoprire il Vangelo. Seguendo<br />

il testo sacro, riflette sugli avvenimenti<br />

della vita e della dottrina di<br />

Gesù. Partendo dall'Annunciazione<br />

fino a dopo la Risurrezione. Le meditazioni<br />

però sono «alate» nel senso<br />

che sono intrise di elevazioni spirituali<br />

e mistiche. Un sussidio quindi<br />

anche per pregare, per amare.<br />

Emanuele Curzel (a cura), In factis mysterium legere. Miscellanea di<br />

studi in onore di Iginio Rogger in occasione del suo ottantesimo compleanno,<br />

Edizioni Dehoniane, Bologna 1999, pp. 663, più illustrazioni, L.<br />

75.000, E. 38,74. Non solo nel Trentino, Mons. Iginio Rogger è una personalità<br />

«istituzionale». A lui si devono iniziative culturali, letterarie, archeologiche,<br />

liturgiche e storiche. Ed inoltre l'Istituto di scienze religiose. Ben<br />

se la merita questa miscellanea che gli amici e gli estimatori gli hanno voluto<br />

dedicare per una ricorrenza importante qual è l'ottantesimo anniversario<br />

della nascita. I saggi sono 32 classificati nelle sezioni di storia, liturgia,<br />

esegesi, filologia, teologia, filosofia e storia dell'arte.<br />

Felice Moscone, Parabole del<br />

Duemila per un cammino giubilare<br />

sui sentieri della speranza,<br />

Editrice Elledici, Leumann 1999,<br />

pp. 293, L. 36.000, E. 18,59. Un sacerdote,<br />

con responsabilità pastorali<br />

nella curia della Diocesi di Casale<br />

Monferrato, Felice Moscone ha inteso,<br />

con questo libro, dare prova<br />

che lo «stile delle parabole» non è<br />

né decaduto né anacronistico. Assunta<br />

nel suo verso giusto e ricca di<br />

contenuto, la parabola religiosa è<br />

piacevole, efficace e formativa.<br />

Complessivamente le «parabole» sono<br />

131. Il contenuto spazia sui vasti<br />

ambiti della vita quotidiana, della<br />

fede, della religiosità, della natura,<br />

delle relazioni umane. Non è un libro<br />

per rilassarsi, ma per crescere.<br />

Dal 20 al 22 febbraio il XLII Convegno Liturgico pastorale<br />

La Liturgia delle Ore, scuola ecclesiale di preghiera<br />

Il quarantaduesimo Convegno liturgico<br />

pastorale promosso dall'ALF Sacro<br />

Cuore - Opera della Regalità di Nostro<br />

Signore Gesù Cristo avrà luogo a Roma,<br />

presso la «Domus Mariae», dal 20 al 22<br />

febbraio.<br />

«La Liturgia delle Ore, scuola ecclesiale<br />

di preghiera»: questo è il tema di<br />

riflessione che farà da filo conduttore ai<br />

lavori.<br />

Tre sono i principali motivi che hanno<br />

determinato la scelta del tema.<br />

Anzitutto quello di individuare un<br />

«ganglio» della liturgia, ancora non del<br />

tutto approfondito, per essere fedeli alla<br />

«vocazione» essenzialmente liturgica dell'Opera<br />

della Regalità.<br />

Si intende poi porsi in continuità con<br />

il convegno svoltosi nel 2000, che aveva<br />

per tema «La celebrazione eucaristica,<br />

evento nello Spirito Santo».<br />

La Liturgia delle Ore dovrebbe, infatti,<br />

essere considerata nella sua imprescindibile<br />

relazione con la celebrazione<br />

eucaristica.<br />

Terzo obiettivo, infine, è quello di<br />

continuare a seguire le tracce, già in<br />

parte individuate con il Convegno svoltosi<br />

nel 2000 (ma non soltanto, anche<br />

con il lavoro precedentemente svolto<br />

dall'Opera della Regalità), di una<br />

spiritualità, da offrire soprattutto ai<br />

laici, che sia profondamente ancorata<br />

nella liturgia.<br />

Questo anche per rispondere — in<br />

obbedienza alla vocazione iniziale dell'Opera<br />

della Regalità — alle domande<br />

di spiritualità che l'uomo e la donna<br />

d'oggi pongono alla comunità cristiana<br />

(anche se, spesso, in modo confuso e<br />

inadeguato).<br />

A svolgere le varie relazioni sono stati<br />

chiamati diversi esperti e personalità del<br />

mondo ecclesiale e culturale.<br />

La prima relazione è stata affidata all'Arcivescovo<br />

Francesco Pio Tamburrino,<br />

Segretario della Congregazione per<br />

il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti,<br />

ed ha per titolo «La Liturgia delle<br />

Ore è sacrificium laudis».<br />

La riflessione che proporrà il Presule<br />

evidenzierà lo stretto rapporto che sussiste<br />

tra la Celebrazione Eucaristica e la<br />

Liturgia delle Ore.<br />

La dizione antica «sacrificium laudis»<br />

dovrebbe rappresentare il filo che unisce<br />

i due momenti sacramenti.<br />

L'intento pastorale e spirituale è quello<br />

di sottolineare come l'assenza di uno<br />

dei due elementi potrebbe danneggiare<br />

la fecondità dell'altro.<br />

La seconda relazione dal titolo «La Liturgia<br />

delle Ore, preghiera della Chiesa»<br />

è stata affidata a Padre Matias Augé,<br />

Rettore del Collegio dei Missionari Figli<br />

del Cuore Immacolato di Maria (Claretiani),<br />

Roma.<br />

Questa riflessione dovrebbe far passare<br />

la coscienza della presenza di Cristo,<br />

che sacramentalmente rivive nella Chiesa<br />

e con la Chiesa il suo rapporto con il<br />

Padre per la salvezza dell'umanità.<br />

In quest'orizzonte appare chiaro come<br />

ogni stile di preghiera nella Chiesa<br />

abbia il suo referente cristologico ed ecclesiale<br />

nella Liturgia delle Ore.<br />

L'intento pastorale è quello di far passare<br />

i fedeli, dalla concezione «giuridica»<br />

della preghiera, ad una visione sacramentale<br />

ed ecclesiale.<br />

Il terzo aspetto che sarà preso in esame<br />

durate i lavori («I Salmi, linguaggio<br />

privilegiato della Liturgia delle Ore») sarà<br />

svolto da don Renato De Zan, docente<br />

dell'Istituto di Liturgia Pastorale Facoltà<br />

Teologica Pontificio Ateneo S. Anselmo<br />

(Roma).<br />

Di fronte all'uso dei Salmi nella preghiera,<br />

possono affiorare molteplici interpretazioni<br />

ed altrettante proposte spirituali<br />

e pastorali.<br />

Deve invece emergere l'interpretazione<br />

cristologica ed ecclesiale della preghiera<br />

salmica.<br />

A Padre Jesús Castellano Cervera,<br />

Preside della Pontificia Facoltà Teologica<br />

e del Pontificio Istituto di spiritualità<br />

«Teresianum» (Roma), è stato richiesto<br />

di intervenire su «La preghiera cristiana:<br />

problematiche e prospettive» nell'intento<br />

di illustrare la bellezza e la fecondità<br />

della preghiera cristiana in senso globale.<br />

L'attualizzazione pastorale del pregare<br />

liturgico, nelle Lodi e nei Vespri, sarà<br />

trattata da don Antonio Donghi, assistente<br />

nazionale dell'Opera della Regalità<br />

e docente presso l'Istituto superiore<br />

di scienze religiose (Milano), nella relazione<br />

dal titolo «La Liturgia delle Ore<br />

come celebrazione comunitaria».<br />

Sul problema, particolarmente attuale,<br />

dell'individuazione di piste di preghiera<br />

da offrire ai laici, si è pensato di<br />

interpellare Paola Bignardi, Presidente<br />

dell'Azione Cattolica Italiana, in forza<br />

della sua esperienza maturata ai vertici<br />

di una grande aggregazione laicale ecclesiale.<br />

Infine, il Vescovo Luca Brandolini,<br />

Vescovo emerito di Sora-Aquino-Pontecorvo,<br />

presidente del Centro Azione Liturgica<br />

(Roma), con la relazione intitolata<br />

«La spiritualità della Liturgia delle<br />

Ore», è chiamato a trasmettere entusiasmo<br />

per la preghiera della Chiesa, poiché<br />

la Liturgia delle Ore, in un mondo<br />

alla ricerca di un'esperienza spirituale significativa,<br />

si propone come un metodo<br />

efficace.<br />

Com'è facilmente rilevabile dai titoli e<br />

dalla sequenza delle relazioni offerte, il<br />

tema generale sarà affrontato con ampiezza<br />

di prospettive e con la specifica<br />

intenzione di offrire spunti per una spiritualità<br />

che abbia al suo centro la liturgia<br />

(come sempre accade per la spiritualità<br />

cristiana), ma con un particolare attenzione<br />

di riguardo verso la condizione laicale.


.<br />

PAGINA<br />

5 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Sabato 27 Gennaio 2001<br />

Nella piccola chiesa del convento barese<br />

delle Carmelitane scalze, note in diocesi<br />

come le giuseppine, è stato ricordato<br />

di recente il centenario della nascita della<br />

Venerabile suor Elia di san Clemente che<br />

nacque a Bari il 17 gennaio 1901.<br />

La sua causa di canonizzazione iniziò il<br />

28 ottobre del 1953, mentre il decreto per<br />

l'introduzione della causa venne letto in<br />

Cattedrale il 30 novembre 1980. Il processo<br />

si aprì in Roma il 6 ottobre dell'anno<br />

dopo e si chiuse l'11 dicembre 1987. In<br />

Bari: il centenario della nascita della Venerabile suor Elia di san Clemente<br />

quel giorno la Congregazione delle Cause<br />

dei Santi riconobbe con decreto l'eroicità<br />

delle virtù e la dichiarò Venerabile.<br />

Oltre un migliaio erano i fedeli che<br />

riempivano la chiesa e le strade adiacenti<br />

al convento, mentre l'Arcivescovo di Bari<br />

e di Bitonto, Mons. Francesco Cacucci,<br />

celebrava la Santa Messa.<br />

All'omelia il Presule ha ricordato la figura<br />

dell'umile suorina morta a 26 anni<br />

La Settimana di Preghiera per l'Unità dei Cristiani<br />

Rapporti fra Cattolici e Anglicani<br />

nell'anno del Grande Giubileo<br />

TIMOTHY GALLIGAN<br />

1. «Quale occasione più propizia per<br />

incoraggiare il cammino verso la piena<br />

comunione che la comune celebrazione<br />

della nascita di Cristo?... rimane luminoso<br />

l'incontro ecumenico nella Basilica di<br />

san Paolo, il 18 gennaio 2000, quando<br />

per la prima volta nella storia una Porta<br />

Santa è stata aperta congiuntamente<br />

dal Successore di Pietro, dal Primate<br />

Anglicano e da un Metropolita del Patriarcato<br />

Ecumenico di Costantinopoli,<br />

alla presenza di rappresentanti di Chiese<br />

e comunità ecclesiali di tutto il mondo»<br />

(Papa Giovanni Paolo II, Lettera Apostolica<br />

Novo Millennio ineunte, n. 12). Il<br />

Papa ha voluto questo evento per dare<br />

inizio alla Settimana di Preghiera per<br />

l'Unità dei Cristiani, nell'intento di mostrare<br />

visibilmente «come l'impegno per<br />

la ricomposizione dell'unità dei cristiani<br />

sia comune e debba animare la grande<br />

preghiera che in questo periodo dell'anno<br />

giubilare si leva al Signore in ogni<br />

parte della terra» (Angelus, domenica 23<br />

gennaio 2000). Si è trattato di quello che<br />

la presentazione ufficiale della liturgia<br />

aveva definito «uno degli eventi ecclesiali<br />

più importanti dell'intero anno giubilare».<br />

Anche l'Arcivescovo di Canterbury<br />

aveva riconosciuto l'importanza di questo<br />

momento speciale per rendere una<br />

testimonianza cristiana ed è stato uno<br />

dei primi ad accettare l'invito del Santo<br />

Padre.<br />

La Comunione anglicana ha sostenuto<br />

pienamente gli eventi ecumenici presieduti<br />

in seguito dal Santo Padre. Il 7<br />

maggio il Vescovo di Winchester, Michael<br />

Scott-Joynt, ha preso parte alla<br />

Commemorazione Ecumenica dei Testimoni<br />

della Fede del secolo XX presso il<br />

Colosseo, una cerimonia che ha ricordato,<br />

fra i testimoni dell'Asia e dell'Oceania,<br />

l'esempio degli anglicani della Papua<br />

Nuova Guinea morti nei campi di<br />

concentramento giapponesi durante la<br />

Seconda Guerra Mondiale.<br />

Questa «testimonianza resa a Cristo è<br />

divenuta patrimonio comune di cattolici,<br />

ortodossi, anglicani e protestanti»<br />

(Tertio Millennio adveniente, n. 37).<br />

2. A maggio si è svolto in Canada un<br />

evento molto speciale, che potrà rivelarsi<br />

significativo per i futuri rapporti fra<br />

anglicani e cattolici. A Mississauga, nell'Ontario,<br />

il Cardinale Cassidy e l'Arcivescovo<br />

di Canterbury hanno presieduto<br />

un incontro di una settimana, una consultazione<br />

alla quale hanno partecipato<br />

un Vescovo cattolico e uno anglicano<br />

per tredici regioni del mondo nelle quali<br />

il rapporto è, o dovrebbe essere, importante:<br />

Australia, Brasile, Canada, Inghilterra<br />

e Galles, India (rito latino), Irlanda,<br />

Nuova Zelanda, Nigeria, Papua<br />

Nuova Guinea, Sudafrica, Uganda, Stati<br />

Uniti e Caraibi.<br />

L'idea di tenere una simile consultazione<br />

è nata in seguito alla visita dell'Arcivescovo<br />

di Canterbury a Papa Giovanni<br />

Paolo II nel 1996. Nella loro Dichiarazione<br />

Comune hanno suggerito che «sarebbe<br />

opportuno in questa fase del nostro<br />

cammino studiare ulteriormente come<br />

il rapporto fra la Comunione anglicana<br />

e la Chiesa Cattolica debba evolversi».<br />

Hanno anche definito il Grande<br />

Giubileo «un'opportunità per proclamare<br />

di nuovo la nostra fede comune... ».<br />

3. L'ordine del giorno era incentrato<br />

sulla valutazione del grado di comunione<br />

reale, ma non ancora completa, fra<br />

Anglicani e Cattolici. Per questo è stata<br />

riesaminata e discussa la comunione<br />

nella vita (come sono i rapporti nelle varie<br />

parti del mondo), la comunione nella<br />

fede (ciò che è emerso durante 30 anni<br />

di dialogo teologico, in particolare attraverso<br />

la commissione internazionale per<br />

il dialogo teologico, ARCIC) e lo scopo<br />

dell'unità piena e visibile (le difficoltà,<br />

gli ostacoli, e il grado di reale, ma imperfetta<br />

comunione fra Anglicani e Cattolici).<br />

Poiché la Comunione anglicana e<br />

la Chiesa cattolica sono entrambe presiedute<br />

da Vescovi, questi ultimi hanno<br />

costituito le risorse principali dell'incontro.<br />

Essi hanno collaborato nelle sessioni<br />

plenarie e nei dibattiti a gruppi di due e<br />

di più persone. L'incontro si è svolto in<br />

un clima d'intensa comunione di preghiera.<br />

A metà della settimana, tutti i partecipanti<br />

hanno preso parte alla Celebrazione<br />

dei Vespri nella Cattedrale cattolica<br />

di Toronto. La celebrazione è stata presieduta<br />

dal Cardinale Ambrozic, Arcivescovo<br />

di Toronto, e dal suo omologo anglicano.<br />

Nella cattedrale gremita erano<br />

presenti 1.200 fedeli, mentre all'esterno<br />

vi erano altre 200-300 persone. Durante<br />

la celebrazione, il Cardinale Cassidy ha<br />

letto un messaggio speciale del Santo<br />

Padre che assicurava i partecipanti della<br />

sua preghiera affinché l'incontro recasse<br />

frutti duraturi.<br />

Gli ultimi giorni sono stati dedicati al<br />

dibattito e alla preparazione della bozza<br />

di un piano d'azione e di una Dichiarazione.<br />

Appare chiaro da quanto hanno<br />

scritto i Vescovi, che, attraverso la liturgia<br />

e la preghiera comune e come risultato<br />

dei loro dibattiti, essi abbiano scoperto<br />

l'autenticità del rapporto speciale<br />

fra la Comunione anglicana e la Chiesa<br />

cattolica,menzionatoin Unitatis redintegratio<br />

n. 13. La loro Dichiarazione Communion<br />

in Mission (Comunione nella<br />

missione) parla di «intenso clima di amiciziae<br />

comunione spirituale», riferendosi<br />

non solo all'atmosfera piacevole e proficua<br />

dell'incontro, ma anche ai loro di-<br />

battiti sulla fede comune e alla collaborazione<br />

che si è sviluppata negli ultimi<br />

decenni. Tutto ciò si basa su di un'ampia<br />

accettazione del fatto che il dialogo<br />

ARCIC ha mostrato fino a che punto gli<br />

anglicani e i cattolici sono ora in grado<br />

di trovare un accordo anche in aree che<br />

nel passato erano controverse. Il comune<br />

patrimonio liturgico, condiviso da anglicani<br />

e cattolici, è anche parte costitutiva<br />

della loro comunione spirituale.<br />

4. Naturalmente sono stati affrontati<br />

anche problemi gravi ed ancora irrisolti.<br />

I partecipanti hanno riconosciuto il peso<br />

di note differenze, come quelle relative<br />

all'ordinazione delle donne. Essi hanno<br />

anche riconosciuto onestamente la difficoltà<br />

di progredire insieme in alcune<br />

aree quali il riconoscimento degli Ordini<br />

anglicani da parte della Chiesa cattolica.<br />

I Vescovi cattolici hanno sottolineato<br />

quanto la diversità della dottrina anglicana<br />

e l'enfasi posta sull'autonomia provinciale<br />

possano costituire un grave<br />

ostacolo per un dialogo internazionale<br />

credibile. Il dolore che questi ostacoli<br />

provocano in entrambe le parti non ha<br />

tuttavia impedito ai Vescovi di affermare<br />

che ciò che c'è di comune fra gli anglicani<br />

e i cattolici è più importante delle<br />

differenze esistenti fra di loro. Durante<br />

la settimana, lo scambio ha permesso<br />

ai partecipanti di ascoltarsi e comprendersi<br />

reciprocamente in modo da riconoscere<br />

gli uni negli altri elementi considerevoli<br />

della stessa fede, pur ammettendo<br />

la persistenza di ostacoli gravi. È<br />

stato importante che i partecipanti riaffermassero<br />

insieme il loro impegno per<br />

l'unità piena e visibile, pur rimanendo<br />

Storia della conversione di una giovane di Costantinopoli (1875-1904)<br />

La domenicana Cérès Syndika<br />

un giglio dal Bosforo<br />

È tutto uno scintillare di luci e di colori<br />

il Bosforo su cui si affaccia Costantinopoli,<br />

crocevia delle genti, anche oggi<br />

con il nome di Istambul. Figure di imperatori<br />

e di patriarchi vi sono passate, citate<br />

dai libri di storia, da Giustiniano a<br />

oggi. Ma nessun testo ha mai parlato di<br />

Cérès Syndika, una gentile ragazza costantinopolitana.<br />

Era nata sulle rive del Bosforo, il 2 ottobre<br />

1875: sua madre si chiamava Eugenia<br />

Sagredo, discendente dei nobili<br />

Sagredo, un tempo dogi di Venezia; suo<br />

padre era un ricco borghese dedito al<br />

commercio.<br />

Nel quartiere di Makri-keui, ella incontrò,<br />

ragazza di undici anni, le Suore<br />

Domenicane, giunte là come missionarie<br />

di Gesù Cristo, da Mondovì (Cuneo) e<br />

dedite all'educazione dell'infanzia e della<br />

gioventù: tra di loro si distingueva per<br />

l'ardore apostolico, suor Guzmana Romanengo<br />

(1858-1935) che in seguito<br />

avrebbe fondato le Domenicane del SS.<br />

Rosario ad Asti.<br />

«Voglio essere di Gesù»<br />

Nella scuola delle Domenicane, Cérès<br />

sovente si lamentava: «Io amo lo stesso<br />

Gesù che voi amate. Perché non posso<br />

venire con voi a pregare, a ricevere la<br />

Comunione?». Ella era di religione greco-ortodossa<br />

e non poteva certamente<br />

accostarsi all'Eucaristia nella Chiesa Cattolica.<br />

Suor Guzmana le diede in lettura<br />

una biografia di s. Teresa d'Avila. Cérès<br />

lesse con avidità e, attraverso la grande<br />

riformatrice del Carmelo, si sentì chiamata<br />

per nome dal Redentore: «Voglio<br />

essere anch'io tutta di Gesù e amare solo<br />

Lui».<br />

Aveva soltanto 13 anni, ma tra lei e<br />

Gesù cominciava un colloquio d'amore<br />

in cui il Maestro la conduceva alla verità<br />

tutta intera. Il 15 marzo 1890, scriveva:<br />

«Una sola grazia ti chiedo, Gesù, di tenermi<br />

lontana dalla vanità del mondo e<br />

di meritare di essere un giorno tua sposa...<br />

Ecco il sospiro del mio giovane<br />

cuore».<br />

Aveva ormai il forte desiderio di diventare<br />

cattolica. Ma come fare, in quel<br />

suo ambiente familiare così ostile alla<br />

Chiesa di Roma? Ciò che non è possibile<br />

agli uomini, lo è a Dio... e a Maria Madre<br />

di Dio, «santa Teotokos», come la<br />

pregano i cristiani d'Oriente. Rivolta alla<br />

Vergine, Cérès pregava: «Maria, tu leggi<br />

nel mio cuore quanto io amo Gesù e<br />

che non ho altro desiderio che attaccarmi<br />

a Lui solo. Ma vedi tu le difficoltà<br />

che mi restano da superare, prima che<br />

io diventi sua sposa».<br />

Nel 1892, ella raggiunse il padre che<br />

si era trasferito a Manchester, in Inghilterra:<br />

un'ortodossa in terra anglicana!<br />

Grazie però alle Missionarie Domenicane<br />

incontrate sul Bosforo, nell'autunno<br />

del medesimo anno, entrava a completare<br />

gli studi in un istituto tenuto da religiose<br />

cattoliche. Sentiva ormai che doveva<br />

far presto a diventare cattolica:<br />

«Solo Roma — scrisse Cérès — possiede<br />

la Verità tutta intera. Solo la Chiesa Cattolica<br />

è la vera Chiesa del Cristo».<br />

Cattolica<br />

Benché la sua famiglia passasse gravose<br />

difficoltà economiche, Cérès poté<br />

molto consapevoli della persistenza di<br />

ostacoli che non sembrano superabili<br />

dalle capacità umane.<br />

In particolare, i Vescovi hanno indicato<br />

che, in virtù di ciò che si ha in comune,<br />

dovrebbe essere possibile una maggiore<br />

comunione nella missione nel<br />

mondo. Essi hanno esortato alla preparazione<br />

di una «Dichiarazione Congiunta<br />

di Accordo», che possa esprimere gli<br />

elementi di fede comuni agli anglicani e<br />

ai cattolici, ed alla creazione di un nuovo<br />

gruppo di lavoro per la sua stesura.<br />

Ci auguriamo che fra breve possa essere<br />

annunciata la composizione di tale<br />

gruppo.<br />

La presenza di un Vescovo anglicano<br />

e di un Vescovo cattolico, entrambi della<br />

stessa regione del mondo, è stata particolarmente<br />

importante. Non solo i Vescovi<br />

hanno avuto l'occasione di discutere<br />

delle possibilità future in maniera realistica,<br />

ma, in quanto rappresentanti, è<br />

stato anche chiesto loro di informare i<br />

Vescovi della propria Provincia o Conferenza<br />

Episcopale in modo che si possano<br />

sviluppare nuovi rapporti. Quindi,<br />

durante l'incontro è stato vivamente raccomandato<br />

di instaurare il dialogo nazionale<br />

fra anglicani e cattolici laddove<br />

non esiste ancora.<br />

5. Si è trattato di un incontro unico<br />

nel suo genere. I Vescovi anglicani e<br />

cattolici non si erano mai riuniti in quel<br />

modo prima. La diversità geografica e la<br />

varietà di esperienze hanno permesso<br />

un reciproco arricchimento. I Vescovi<br />

hanno vissuto e pregato insieme, esperienza<br />

che ha contribuito in modo significativo<br />

all'esito positivo dell'incontro.<br />

raffinarsi sempre più nella sua cultura:<br />

suonava il pianoforte, dipingeva con gusto,<br />

conosceva e parlava assai bene il<br />

greco, il francese, l'inglese, il tedesco e<br />

l'italiano.<br />

Quando i suoi compresero che voleva<br />

diventare cattolica, la minacciarono<br />

aspramente. Ma ora ella non temeva<br />

più: era giunta la sua «ora», l'ora di Gesù.<br />

Il 7 ottobre 1897, il Vescovo cattolico<br />

di Manchester l'attendeva nella sua<br />

cappella. Ella si accostò all'Eucaristia.<br />

Quel giorno, festa della Madonna del<br />

Rosario, «la Regina delle Vittorie», scrisse<br />

alle «sue» suore di Makri-keui a Costantinopoli:<br />

«Sono cattolica e finalmente<br />

ho ricevuto il mio Sposo nel mio cuore».<br />

E rivolta al Signore: «Dimmi, o Gesù,<br />

dillo anche a me: “tu sei preziosa ai<br />

miei occhi e io ti ho molto amata”. In<br />

mezzo a tutti gli ostacoli, io mi ricorderò<br />

che non sono sola, e che Tu, o Gesù,<br />

sei con me e mi assicuri la vittoria».<br />

Con il cuore gonfio di lacrime, a metà<br />

marzo 1900, Cérès lasciava la sua famiglia<br />

a Manchester e giungeva a Genova<br />

in cerca delle suore Domenicane. A<br />

Mondovì ritrovò suor Guzmana e iniziò<br />

il suo itinerario di preparazione alla vita<br />

religiosa... Tornò ancora sul Bosforo dove<br />

i suoi genitori si erano di nuovo ristabiliti<br />

ma il suo cuore ormai pensava solo<br />

più a consacrarsi a Gesù per sempre.<br />

Nel dicembre 1902 giungeva ad Asti<br />

dove suor Guzmana Romanengo aveva<br />

fondato la sua nuova «famiglia» delle<br />

Domenicane del santo Rosario. Il 25<br />

marzo 1903, Annunciazione di Maria,<br />

nella cappella del Vescovado, Mons.<br />

Giacinto Arcangeli, Vescovo di Asti, consegnava<br />

a Cérès il bianco abito di s. Do-<br />

La settimana è iniziata con una sorta di<br />

«ritiro». Ogni giorno è stato caratterizzato<br />

dalla liturgia e dalla preghiera comuni.<br />

La consultazione è stata un'esperienza<br />

di «collegialità ecumenica». Incontrandosi,<br />

i Vescovi hanno sperimentato<br />

una crescente responsabilità per il rapporto<br />

ecumenico fra la Comunione anglicana<br />

e la Chiesa cattolica e per il proseguimento<br />

della missione della Chiesa.<br />

Il risultato più importante è stato sicuramente<br />

l'espresso desiderio dei partecipanti<br />

di permettere anche ad altri Vescovi<br />

di condividere la stessa esperienza<br />

di «collegialità ecumenica», dalla forza<br />

trasformatrice così grande. Hanno chiaramente<br />

affermato che ciò permetterebbe<br />

un progresso più rapido lungo il<br />

cammino verso l'unità piena e visibile.<br />

La dichiarazione conclusiva riflette il<br />

carattere realistico dell'incontro. Il grado<br />

di autentica comunione fra anglicani<br />

e cattolici è stato qualcosa che i Vescovi<br />

hanno vissuto e desiderato sottolineare.<br />

Essi ritengono che in questi anni siano<br />

stati compiuti progressi sul cammino<br />

verso la meta della comunione piena e<br />

visibile. Non si è trattato di un gruppo<br />

di entusiasti auto-selezionatisi. Si è trattato<br />

di Vescovi scelti da altri Vescovi<br />

per rappresentare la propria Provincia o<br />

Conferenza Episcopale. La loro esperienza<br />

e il loro desiderio che in futuro vi<br />

siano altre esperienze di scambio collegiale,<br />

suscitano la speranza reale che la<br />

Comunione anglicana e la Chiesa cattolica<br />

possano arrivare ad una comunione<br />

più ampia, piuttosto che ad ulteriori divergenze.<br />

menico. Coronato il suo «sogno di amore»<br />

a Gesù, quel giorno, ella annotò nella<br />

sua storia d'anima. «Il primo a chiedere<br />

gli affetti del mio cuore, fu il più<br />

bello, il più amabile, il più ricco, il più<br />

nobile di tutti gli sposi: ho scelto come<br />

unico amore dell'anima mia Gesù Cristo<br />

e voglio essergli fedele sino alla morte.<br />

Per Lui, con Lui, e in Lui, pregherò soffrirò<br />

e opererò per la sua gloria».<br />

Incaricata della piccola sacrestia della<br />

cappella del convento, suor Cérès era<br />

più contenta di una regina per la gioia<br />

di poter trascorrere tanto tempo in adorazione<br />

davanti a Gesù nel Tabernacolo,<br />

«ad immagine del cero acceso che indica<br />

la presenza di Lui e per Lui si consuma».<br />

Insegnante di lingue straniere per<br />

alcune ragazze alla scuola delle Domenicane,<br />

le sue allieve vedevano in lei non<br />

solo la raffinata preparazione, ma la<br />

presenza di Gesù vivo. I piccoli che frequentavano<br />

«l'oratorio» dalle suore, la<br />

cercavano, affascinati da una luce singolare<br />

che brillava in lei. Di famiglia distinta,<br />

plurilingue, coltissima, prediligeva<br />

i lavori più umili per mettersi all'ultimo<br />

posto...<br />

Il 5 maggio 1904, offriva a Dio la sua<br />

prima professione religiosa: «Il mio unico<br />

desiderio ora è di unirmi presto a te,<br />

Gesù... Là non temerò più di offenderti<br />

né di perderti. Ma sia sempre come Tu<br />

vuoi». Ed offrì la vita per la conversione<br />

dei suoi cari alla Chiesa Cattolica. Dolori<br />

atroci al capo erano causati da un tumore<br />

al cervelletto. Il 3 giugno 1904,<br />

primo venerdì del mese, dedicato al Sacro<br />

Cuore di Gesù, Cérès moriva.<br />

PAOLO RISSO<br />

nel giorno di Natale del 1927: il suo profondo<br />

zelo religioso, il candore dell'anima,<br />

la sua continua testimonianza di fede.<br />

Successivamente Mons. Cacucci ha benedetto<br />

la lapide che ricorda la Venerabile e<br />

che sarà processionalmente portata nella<br />

Vecchia città per essere apposta sulla casa<br />

nella quale nacque suor Elia.<br />

Al rito partecipavano commosse le<br />

quattordici carmelitane — la più giovane<br />

ha trent'anni, la più anziana 84 — che vivono<br />

in clausura nel convento di via De<br />

Rossi. Un tempo — posto com'è nei pressi<br />

della ferrovia e delle strade che portano<br />

fuori città — era un luogo quasi deserto.<br />

L'estensione urbana vede ora il monastero<br />

immerso in un centro nevralgico per<br />

uffici, commerci, da dove le monache testimoniano<br />

l'eterna presenza della grazia<br />

e della protezione divina.<br />

VITO MAUROGIOVANNI<br />

In un video le immagini della GMG 2000<br />

«Metterete fuoco<br />

in tutto il mondo»<br />

La gioia e la festa di quella giovane<br />

folla esuberante e multicolore proveniente<br />

da ogni parte del mondo<br />

per partecipare alla XV Giornata<br />

Mondiale della Gioventù, svoltasi a<br />

Roma dal 15 al 20 agosto scorso, può<br />

essere gustata e rivissuta grazie alla<br />

pubblicazione di quattro documentari<br />

che raccontano con parole ed immagini<br />

le giornate romane.<br />

Per chi fu presente è memoria di<br />

un evento che segna un ricordo di fiducia<br />

nel futuro, generatore di sconfinata<br />

speranza.<br />

Per chi non poté esserci, è indicazione<br />

di uno spaccato positivo del<br />

nostro tempo, uno squarcio di luce<br />

proveniente dal pianeta giovani, spesso<br />

agli onori della cronaca in negativo,<br />

non solo perché protagonisti delle<br />

stragi del sabato sera, ma per un<br />

suo diffuso scollamento dalle indicazioni<br />

della Chiesa, per un camminare<br />

lontano o fuori dalle sue strade.<br />

Si tratta di una panoramica ampia<br />

e significativa raccolta in un'unica videocassetta<br />

della durata di circa due<br />

ore, articolata, come già accennato,<br />

in quattro documentari realizzati con<br />

la collaborazione di Rai-Giubileo,<br />

Sat2000, l'emittente televisiva satellitare<br />

della Conferenza Episcopale Italiana,<br />

dalla Nova-T, la società di Produzioni<br />

Televisive dei Frati Cappuccini,<br />

la prima mettendo a disposizione<br />

il proprio materiale filmato e la seconda<br />

curandone il montaggio.<br />

Ciascun documentario ha la durata<br />

di circa 30 minuti. Il primo, «Metterete<br />

fuoco in tutto il mondo», ripercorre<br />

l'itinerario di quelle giornate indimenticabili<br />

a partire dalla cerimonia<br />

di apertura a San Giovanni in Laterano<br />

fino al rito di accoglienza in<br />

Piazza San Pietro, dalle suggestive<br />

immagini della Via Crucis ai colori<br />

dell'Incontragiovani, dal pellegrinaggio<br />

giubilare alla grande festa di Tor<br />

Vergata: è un'oculata raccolta dei<br />

momenti più alti e profondi della<br />

Giornata Mondiale della Gioventù letti<br />

attraverso gli interventi di Giovanni<br />

Paolo II.<br />

«Diario di una giornata» è il secon-<br />

do documentario, che si sviluppa sul<br />

racconto di Simona e Dario, due giovani<br />

torinesi che hanno partecipato<br />

alla GMG: i loro ricordi sono il filo<br />

conduttore di una lettura «dietro le<br />

quinte» della Giornata Mondiale dei<br />

Giovani.<br />

Il terzo, «Vi attendo tutti a Roma»,<br />

ripercorre il cammino preparatorio<br />

della XV Giornata Mondiale Giovani<br />

era iniziato all'indomani dell'edizione<br />

di Parigi 1997, per concludersi, di fatto,<br />

la mattina del 15 agosto 2000.<br />

Protagoniste di una degna preparazione<br />

dell'evento sono state molte<br />

Diocesi italiane, che hanno accolto<br />

tra il 10 ed il 14 agosto centinaia di<br />

migliaia di ragazzi provenienti da tutto<br />

il mondo, offrendo ospitalità e arricchendosi<br />

di un soffio di vitalità<br />

nuova e di esuberanza inattesa.<br />

«Grazie Tor Vergata!» è l'ultimo<br />

documentario, interamente dedicato<br />

al luogo che ha ospitato l'evento<br />

«simbolo» della GMG 2000: la costruzione<br />

del palco, le prove della festa,<br />

la veglia e la Messa conclusiva.<br />

A condurre lo spettatore le testimonianze<br />

di alcuni di quei due milioni<br />

di ragazzi presenti, che consegnano<br />

così, a chiunque si ponga in<br />

ascolto, un fresco stimolo a vivere<br />

oggi l'Evangelo.<br />

A una prima edizione di questa videocassetta,<br />

già disponibile dai giorni<br />

immediatamente precedenti il Natale<br />

nelle librerie cattoliche italiane, che<br />

si può richiedere contattando direttamente<br />

Nova-T (in via F. Bocca, 15 —<br />

10132 Torino — tel. 011/8991400, fax<br />

011/8987098 — e-mail:novat@in.it )<br />

al prezzo di lire 25.000, escluse le<br />

spese di spedizione, nei prossimi mesi<br />

farà seguito una seconda edizione,<br />

pensata per un pubblico europeo, a<br />

cura del Comitato Italiano per la XV<br />

Giornata Mondiale della Gioventù e<br />

del Pontificio Consiglio per i Laici.<br />

Perché anche l'incontro con il respiro<br />

e l'entusiasmo di tanta gioventù<br />

sia dono ed incoraggiamento a chi<br />

guarda con eccessiva apprensione l'aprirsi<br />

del terzo millennio cristiano.<br />

GRAZIELLA MERLATTI<br />

Un volume edito dalla Pontificia Università Gregoriana<br />

La rilevanza invalidante del dolo sul consenso matrimoniale<br />

Tra le innovazioni del nuovo Codice di diritto canonico<br />

(1983) suscita non poco interesse quella che<br />

si riferisce al canone 1098, nel quale si parla della rilevanza<br />

invalidante del dolo nel consenso matrimoniale.<br />

Si tratta di un cambiamento legislativo di notevole<br />

importanza nella disciplina canonica riguardo al<br />

matrimonio.<br />

Perché nel nuovo Codice, mentre nulla è cambiato<br />

quanto alla validità di un atto giuridico, anche quando<br />

esso è posto in essere col dolo, a meno che, come<br />

è previsto dal can. 125 § 2, il diritto non stabilisca<br />

diversamente, in materia di consenso matrimoniale<br />

invece, viene espressamente precisato che esso<br />

è nullo qualora sia ottenuto con dolo: «Chi contrae<br />

matrimonio, ingannato con dolo provocato per ottenere<br />

il consenso riguardante una qualità dell'altro<br />

contraente, che per natura sua può gravemente perturbare<br />

la comunanza della vita coniugale, contrae<br />

invalidamente» (can. 1098).<br />

Nel suo volume Maria Teresa Romano — La rilevanza<br />

invalidante del dolo sul consenso matrimoniale<br />

(can. 1098 C.I.C.): dottrina e giurisprudenza,<br />

Roma, Editrice Pontificia Università Gregoriana,<br />

2000, pp. 252, L. 26.000 — fa osservare che il cambiamento<br />

legislativo, rispetto al precedente Codice<br />

(1917), che non faceva alcun accenno al dolo provocato<br />

per ottenere il consenso matrimoniale, è di notevole<br />

importanza.<br />

Tanto più che il legislatore non si è limitato a sta-<br />

bilire soltanto la rilevanza invalidante del dolo sul<br />

consenso matrimoniale, ma ha voluto dare anche alcune<br />

indicazioni riguardanti sia il dolo sia la qualità<br />

della vita coniugale oggetto del dolo.<br />

L'Autore della pubblicazione si pone pertanto una<br />

domanda: «Il canone in questione rappresenta semplicemente<br />

una disposizione del diritto naturale,<br />

esprimendo conseguentemente la sola formulazione<br />

esteriore di un precetto esistente da sempre e come<br />

tale atemporale; oppure è l'espressione dell'intervento<br />

legislativo umano, del diritto positivo, mirato a disciplinare<br />

un'area del diritto non del tutto chiara?»<br />

(p. 7).<br />

Limitando l'ambito della sua ricerca al solo argomento<br />

della rilevanza invalidante del dolo sul consenso<br />

matrimoniale, l'Autore esamina, in primo luogo,<br />

l'iter che ha portato il legislatore all'attuale disposizione<br />

canonica.<br />

A questo scopo, prima analizza la disciplina dettata<br />

dalle norme generali sull'errore e sul dolo, poi<br />

passa all'analisi della più specifica normativa matrimoniale.<br />

In secondo luogo, studia la questione relativa<br />

alla ratio legis della nuova disposizione del Codice<br />

e ricerca le ragioni sostanziali che potrebbero costituire<br />

il fondamento di quanto è stato disposto dal<br />

canone 1098.<br />

In merito alla questione relativa alla natura dell'attuale<br />

disposizione codiciale circa il dolo: se cioè essa<br />

sia di origine naturale oppure meramente di diritto<br />

positivo, l'Autore esamina le varie posizioni dottrinali<br />

e giurisprudenziali sull'argomento, non mancando di<br />

soffermarsi pure sugli effetti pratici prodotti da una<br />

eventuale applicazione del canone 1098 anche ai matrimoni<br />

celebrati prima dell'entrata in vigore delle<br />

nuove disposizioni codiciali. Vengono studiate, pertanto,<br />

le diverse posizioni degli esperti sul delicato<br />

argomento.<br />

La conclusione cui l'Autore perviene è la seguente:<br />

«Dopo aver analizzato sia le posizioni dottrinali che<br />

quelle giurisprudenziali relative alla questione della<br />

possibile applicazione atemporale del nuovo canone<br />

1098, si può concludere che la soluzione della questione<br />

non è ancora pacifica (...). Non vi è dubbio<br />

che tanto in dottrina quanto in giurisprudenza, si è<br />

creata una frattura tra due posizioni precise: quella<br />

favorevole alla retroattività e quella favorevole alla<br />

irretroattività della nuova disposizione codiciale. Va<br />

evidenziato — osserva ancora l'Autore nella sintesi<br />

conclusiva del volume — che i fautori della tesi della<br />

retroattività, sia in ambito dottrinale che giurisprudenziale,<br />

sono numericamente inferiori rispetto ai<br />

sostenitori della tesi opposta e (...) le conclusioni cui<br />

giungono ed il percorso da questi compiuto per<br />

giungervi, sono poco convincenti e non condivisibili»<br />

(p. 214).<br />

PASQUALE PUCA


EUROPA<br />

PAGINA<br />

6 .<br />

Il cammino<br />

della Chiesa<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Sabato 27 Gennaio 2001<br />

Negli ultimi dieci anni in Slovacchia sono<br />

state costruite più di seicento chiese.<br />

Lo rende noto la Conferenza Episcopale<br />

Slovacca affermando che adesso nel Paese<br />

le chiese sono complessivamente<br />

3.200.<br />

Negli anni del regime comunista cecoslovacco<br />

era impossibile sperare di ottenere<br />

anche un semplice permesso per il<br />

restauro di vecchie chiese.<br />

Per legge venne abolito anche lo studio<br />

dell'architettura sacra a livello universita-<br />

Slovacchia: più di 600 nuove chiese in 10 anni<br />

rio in quanto non era prevista la costruzione<br />

di nuove chiese.<br />

Caduto il regime, lo slancio maggiore<br />

nell'opera di costruzione di edifici sacri si<br />

è verificato, in particolare, tra il 1994 e il<br />

1995. Ad esempio, nella sola diocesi di<br />

Košice sono state costruite ben cento<br />

chiese nel periodo compreso tra il 1990 e<br />

il 1995.<br />

Davanti a questi significativi dati, la<br />

UCRAINA/1 Per la Chiesa greco-cattolica il Sinodo per l'Europa del 1999 è stato un segno di speranza<br />

Una testimonianza segnata dalla persecuzione<br />

e dal movimento ecumenico<br />

MICHEL HRYNCHYSHYN<br />

Vescovo titolare di Zigri<br />

Esarca Apostolico<br />

per i fedeli ucraini di rito bizantino<br />

residenti in Francia<br />

Amministratore Apostolico<br />

per i fedeli ucraini di rito bizantino<br />

residenti in Germania<br />

Per gli abitanti dell'Ucraina e in particolare<br />

per la Chiesa greco-cattolica, l'Assemblea<br />

Speciale per l'Europa del Sinodo<br />

dei Vescovi, svoltasi nel 1999, è stato<br />

un segno di speranza. Per secoli la Chiesa<br />

e gli abitanti dell'Ucraina si sono trovati<br />

in circostanze sfavorevoli: occupazione,<br />

sfruttamento, persecuzione.<br />

La Chiesa in Ucraina ristabilì la piena<br />

comunione con il Successore di Pietro<br />

nel 1595.<br />

Il XX secolo è stato difficile e doloroso.<br />

In seguito alla disintegrazione dell'Impero<br />

austro-ungarico, l'Ucraina occidentale<br />

venne inglobata nella Polonia.<br />

Questa situazione perdurò fino allo<br />

scoppio della Seconda Guerra Mondiale<br />

quando vari regimi indesiderati si succedettero<br />

rapidamente nel Paese.<br />

All'invasione da parte delle forze russe<br />

all'inizio della guerra, seguì l'occupazione<br />

tedesca dal 1941 al 1944. Verso la<br />

fine della guerra l'Ucraina divenne definitivamente<br />

parte dell'Unione Sovietica.<br />

Quando i cristiani vennero<br />

dichiarati fuori legge<br />

Cominciò la persecuzione efferata dei<br />

credenti. Nel 1946 la Chiesa greco-cattolica<br />

fu eliminata. I cristiani furono dichiarati<br />

fuori legge. Dio fu proscritto.<br />

Non esisteva più. Lo stesso dicasi per la<br />

legge di Dio e per l'ordine morale.<br />

Tre generazioni sono state allevate in<br />

un clima di confusione morale privo dei<br />

principi della legge divina.<br />

Ciò ha inevitabilmente prodotto una<br />

società moralmente malata. Si proclamò<br />

«l'amore libero». La famiglia era minacciata.<br />

Il divorzio e l'abitudine di contrarre<br />

nuovi matrimoni divennero la regola.<br />

L'Unione Sovietica è stato il primo Stato<br />

a legalizzare l'aborto.<br />

Una inimmaginabile<br />

disgregazione morale<br />

Quando il sistema sovietico è crollato,<br />

nove donne su dieci non portavano a<br />

termine la loro prima gravidanza. La<br />

disgregazione della famiglia e il male<br />

dell'aborto continuano ancora oggi.<br />

Adesso il 40 per cento degli uomini e il<br />

18 per cento delle donne hanno problemi<br />

di alcolismo. La criminalità e la violenza<br />

sono diffusi. La corruzione è diventata<br />

uno stile di vita.<br />

Forse la società ucraina ha bisogno<br />

più di ogni altra cosa di cure morali. I<br />

mali sociali e morali richiedono attenzione<br />

e sollecitudine.<br />

Il Sinodo per l'Europa è stato per sua<br />

stessa natura un irresistibile invito alla<br />

rinascita spirituale e morale. Tutta l'Europa,<br />

inclusa l'Ucraina, deve fare un<br />

esame di coscienza onesto e coraggioso.<br />

Siamo invitati a guardare in volto i nostri<br />

mali morali e i nostri peccati.<br />

Non possiamo restare passivi o indifferenti.<br />

Tuttavia, la Chiesa in Ucraina<br />

sta risorgendo solo ora dalle ceneri del<br />

regime sovietico e non possiede gli strumenti<br />

per affrontare le sfide attuali.<br />

Lo sforzo di respirare<br />

con i due polmoni<br />

della cristianità<br />

Lo sforzo di tutto il Continente europeo<br />

per rinascere moralmente è però<br />

molto incoraggiante e utile. Si è detto<br />

più volte che l'Europa dovrebbe respirare<br />

con entrambi i polmoni.<br />

Per troppo tempo lo ha fatto con uno<br />

solo. La Chiesa in Ucraina riceve molto<br />

coraggio dall'esortazione a condividere<br />

la propria cultura liturgica con i cristiani<br />

d'Occidente. La liturgia, infatti, influenza<br />

il folklore popolare e la vita quotidiana<br />

del popolo slavo dell'Europa<br />

orientale.<br />

In passato l'Ucraina veniva isolata da<br />

un vero e proprio muro. Speriamo che<br />

l'esortazione del Sinodo a compiere sforzi<br />

comuni e congiunti contribuisca al superamento<br />

del muro invisibile che ancora<br />

esiste.<br />

Avendo riguadagnato la sua libertà e<br />

la sua indipendenza all'inizio dell'ultimo<br />

decennio del XX secolo, l'Ucraina tenta<br />

di trasformarsi in uno Stato democratico<br />

con una nuova Costituzione, libere<br />

elezioni e indispensabili strumenti di governo.<br />

UCRAINA/2 All'indomani della liberazione del Pastore dopo 18 anni di gulag<br />

Lo storico abbraccio tra Giovanni XXIII<br />

e l'eroico Metropolita Josyf Slipyj<br />

GIAMPAOLO MATTEI<br />

Un uomo alto, con la barba bianca<br />

ad incorniciare il volto austero anche<br />

se segnato dalle sofferenze, cammina<br />

con fiera lentezza nei corridoi del Palazzo<br />

Apostolico. È la sera del 10 febbraio<br />

1963. Improvvisamente l'uomo<br />

accellera il passo, anche se le sue<br />

gambe sono segnate da forti dolori.<br />

S'inginocchia e bacia i piedi di un altro<br />

uomo che non ha resistito ad attenderlo<br />

nel suo studio e, commosso,<br />

gli è andato incontro spalancando le<br />

braccia. È la cronaca dello storico abbraccio<br />

tra Giovanni XXIII e Josyf Slipyj,<br />

Metropolita di Lviv degli Ucraini,<br />

appena liberato, proprio su intervento<br />

del Papa, dopo 18 anni di prigionia<br />

nei lager dell'Unione Sovietica. Papa<br />

Giovanni aveva creato Slipyj Cardinale<br />

«in pectore» il 28 marzo 1960.<br />

Ricorda Mons. Loris Capovilla, segretario<br />

di Giovanni XXIII e unico testimone<br />

di quell'incontro: «Era la<br />

Chiesa delle catacombe che si prostrava<br />

davanti al Vicario di Cristo: la<br />

Chiesa della testimonianza, non delle<br />

parole; la Chiesa della storia, non della<br />

cronaca che fugge veloce. Ancora<br />

in ginocchio il Metropolita Slipyj pronunciò<br />

parole, stampate a fuoco nella<br />

mia memoria, esprimenti ardente fede,<br />

infrangibile comunione con la Sede<br />

Apostolica Romana, determinazione<br />

a vivere e a prodigarsi per il suo<br />

popolo».<br />

Il crollo dell'Unione Sovietica consente<br />

oggi di guardare alla testimonianza<br />

di Slipyj, e di tantissimi altri<br />

cristiani, con dati storici ancora più<br />

oggettivi. Nessuno può dire che si fa<br />

agiografia nel raccontare ciò che hanno<br />

vissuto i martiri del XX secolo. I<br />

veri autori delle biografie dei cristiani<br />

che hanno testimoniato anche con il<br />

sangue la loro fede sono, infatti, paradossalmente<br />

i loro stessi aguzzini. Nel<br />

caso di Slipyj finisce che si deve persino<br />

dire «grazie» agli implacabili agenti<br />

del famigerato servizio segreto Kgb.<br />

«Grazie» per aver annotato e registrato<br />

ogni parola di Slipyj e dei suoi<br />

ignobili accusatori nei processi e negli<br />

interrogatori. «Grazie» per aver requisito<br />

e fotografato le «prove» usate per<br />

condannarlo. Questo materiale consente<br />

di far comprendere che cosa è<br />

realmente accaduto.<br />

Gli studiosi infatti hanno potuto accedere<br />

agli atti giudiziari del processo<br />

contro Slipyj contenuti nei fascicoli<br />

68069 e 63258. Nel primo fascicolo il<br />

Kgb ha raccolto i documenti relativi<br />

al primo arresto avvenuto l'11 aprile<br />

1945 presso la Cattedrale di san Giorgio.<br />

Sono sette volumi e si concludono<br />

con la condanna del 3 giugno 1946<br />

a otto anni di lavori forzati. Il secondo<br />

fascicolo raccoglie, in undici volumi,<br />

gli atti del secondo arresto avvenuto<br />

mentre il Metropolita già si trovava<br />

in esilio in Siberia il 19 giugno<br />

1958. La condanna, il 17 giugno 1959,<br />

fu a sette anni di lavori forzati.<br />

Il 12 gennaio 1963, dopo 18 anni di<br />

prigionia, il Soviet Supremo dell'Urss<br />

decideva di concedere la libertà a que-<br />

sto «irriducibile oppositore», ma lo<br />

condannava all'esilio. Gli fu impedito<br />

di tornare a Lviv. Ma a Mosca, prima<br />

di partire per Roma, riuscì a conferire<br />

l'ordinazione episcopale al redentorista<br />

Vasyl Welyckowskyj. Era presente<br />

Mons. Johannes Willebrands, oggi<br />

Cardinale. E fu proprio Mons. Willebrands<br />

ad accompagnare Slipyj nel<br />

viaggio verso Roma in treno, attraverso<br />

Polonia e Cecoslovacchia fino a<br />

Vienna, dove si fermarono due giorni<br />

in Nunziatura. Poi sempre in treno,<br />

alle 22.15 del 9 febbraio 1963, giunsero<br />

alla stazione di Orte, a circa 80 chilometri<br />

da Roma, dopo una sosta a<br />

Venezia per pregare davanti alla Madonna<br />

in san Marco. Ad attenderlo a<br />

Orte c'erano Mons. Capovilla e Mons.<br />

Igino Cardinale, Capo del Protocollo<br />

della Segreteria di Stato.<br />

Mons. Capovilla, a nome del Papa,<br />

donò a Slipyj un anello e una croce<br />

pettorale. Quindi in auto Slipyj giunse<br />

all'Abbazia di san Nilo a Grottaferrata.<br />

La sera stessa Mons. Capovilla scrisse<br />

un biglietto per il Papa e lo fece scivolare<br />

sotto la porta della camera da<br />

letto per informarlo che Slipyj era arrivato<br />

e che tutto era andato per il<br />

meglio.<br />

Il giorno dopo avvenne l'atteso incontro.<br />

Era il 10 febbraio 1963: nella<br />

stessa data, tre anni prima moriva il<br />

Cardinale, beato e martire, Alojzije<br />

Stepinac, anch'egli particolarmente<br />

caro a Papa Giovanni. Una significativa<br />

coincidenza di date che unisce questi<br />

eroici Pastori che hanno resistito<br />

ad ogni tentativo, violento e subdolo,<br />

perpetrato dai comunisti per spezzare<br />

l'unità della Chiesa e l'inscindibile vincolo<br />

con il Successore di Pietro.<br />

Quando Papa Giovanni vide che Slipyj<br />

si era inginocchiato e gli stava baciando<br />

i piedi si affrettò a farlo rialzare<br />

citando la frase: «O felix hora<br />

quando Jesus vocat de lacrymis ad<br />

guadium spiritus» (Felice l'ora cui Gesù<br />

chiama dalle lacrime alla gioia dello<br />

spirito) tratta dall'«Imitazione di<br />

Cristo». Il Metropolita rispose con un<br />

versetto di Isaia: «Beati i piedi del<br />

Messaggero che annuncia la salvezza».<br />

E aggiunse: «Santità, vi ringrazio per<br />

avermi tirato fuori dal pozzo». Dopo<br />

un momento disse ancora, citando<br />

Daniele: «Il mio Dio ha mandato il<br />

suo Angelo che ha chiuso le fauci dei<br />

leoni ed essi non mi hanno fatto alcun<br />

male».<br />

Papa Giovanni lo condusse nella<br />

cappella privata per recitare insieme il<br />

Magnificat, davanti al quadro della<br />

Sacra Famiglia di scuola del Veronese.<br />

Poi ebbero un lungo colloquio nello<br />

studio. Il Papa chiese molte notizie<br />

sugli altri ecclesiastici nei lager. «C'erano<br />

con me cattolici e ortodossi laggiù<br />

ed io ero come il loro Vescovo»<br />

disse Slipyj che presentò una carta<br />

geografica dell'Urss sulla quale erano<br />

indicati tutti i gulag, alcuni dei quali<br />

aveva conosciuto personalmente. Il<br />

Papa conservò quella cartina tra i suoi<br />

ricordi più cari, fino alla morte. Vi annotò<br />

queste parole: «Il cuore è più vicino<br />

a chi è geograficamente più lontano,<br />

la preghiera corre a cercare<br />

quelli che maggiormente hanno bisogno<br />

di sentirsi compresi e amati».<br />

«L'Osservatore Romano», il giorno<br />

dopo, pubblicò tre fotografie dell'udienza<br />

registrando anche la commozione<br />

in tutto il mondo per la liberazione<br />

del Metropolita. Per anni nessun<br />

tentativo era stato tralasciato per far<br />

cessare quell'ingiusta condanna.<br />

Josyf Slipyj è morto nel 1984 a Roma,<br />

all'età di 92 anni. Le vergognose<br />

condanne sono state annullate dalla<br />

Repubblica ucraina nel 1991. Dal 1992<br />

Slipyj riposa nella cripta della Cattedrale<br />

di san Giorgio a Lviv, accanto al<br />

suo predecessore e maestro Andrej<br />

Szeptyckyj.<br />

Il compito non è facile poiché al momento<br />

del crollo del regime sovietico<br />

non c'erano ministri o sottostrutture governative<br />

in Ucraina diversamente da<br />

quanto accadeva in altri Stati satellite<br />

dell'Unione Sovietica.<br />

A causa della mancanza di savoir-faire<br />

le riforme sociali ed economiche sono<br />

molto in ritardo. La situazione disperata<br />

induce molti ucraini a emigrare. Sono<br />

molti ad andarsene, con le inevitabili<br />

conseguenze degli spostamenti, dello<br />

shock culturale, della separazione di<br />

membri della stessa famiglia, della sofferenza,<br />

dell'umiliazione, dello sfruttamento.<br />

Dal Sinodo si è levata<br />

una voce coraggiosa<br />

a difesa dei più deboli<br />

Fortunatamente il Sinodo per l'Europa<br />

ha elevato una voce coraggiosa a difesa<br />

degli emigrati e dei loro diritti umani<br />

fondamentali e incoraggia i fedeli ad<br />

accogliere e ad assistere in ogni modo<br />

chi cerca di migliorare la propria sorte.<br />

Il flagello del secondo millennio dell'era<br />

cristiana è stato costituito dalle divisioni<br />

che hanno tormentato l'Europa<br />

cristiana. È cominciato tutto con la separazione<br />

fra Est e Ovest — Bisanzio e<br />

Roma — nell'XI secolo, seguita dalle separazioni<br />

all'interno del mondo cristiano<br />

occidentale nel XVI secolo.<br />

Queste scissioni hanno avuto un impatto<br />

estremamente negativo su tutto il<br />

mondo cristiano. Durante il primo millennio<br />

cristiano erano soprattutto i Concili<br />

ecumenici a risolvere i problemi teologici<br />

e le difficoltà disciplinari, contribuendo<br />

in tal modo al mantenimento di<br />

un equilibrio.<br />

Il secondo millennio non ha goduto di<br />

questo sostegno fondamentale. I Concilii<br />

che si sono susseguiti non sono stati del<br />

tutto ecumenici perché non vi hanno<br />

partecipato i Vescovi d'Oriente. Questa<br />

privazione ha portato a squilibri teologici<br />

in particolare nell'area dell'ecclesiologia,<br />

incluso il Ministero petrino. L'Occidente<br />

cristiano ha perso i contatti con la<br />

ricca eredità dell'Oriente cristiano.<br />

Quel singolare<br />

«ecumenismo dei gulag»<br />

Due importanti fenomeni hanno caratterizzato<br />

la storia della Chiesa in questo<br />

secolo: il movimento ecumenico e la<br />

persecuzione dei cristiani. Entrambi<br />

hanno influito molto sulla vita della<br />

Chiesa, in particolare in Europa. Hanno<br />

arricchito i seguaci di Cristo e al contempo<br />

hanno posto loro una sfida.<br />

L'«ecumenismo dei gulag» è una singolare<br />

benedizione del passato recente.<br />

Come il chicco di grano deve morire per<br />

produrre numerosi frutti, così il sangue<br />

dei martiri che ha impregnato la terra<br />

europea recherà frutti.<br />

Varchiamo la soglia del Terzo Millennio<br />

con questa duplice eredità di sofferenza<br />

per il Vangelo e di più elevati rapporti<br />

fraterni fra persone che sono state<br />

separate.<br />

Come il Divino Maestro, un martire<br />

dona liberamente la propria vita. Si abbandona<br />

nelle mani del Signore. La speranza<br />

del martire è più forte della sua<br />

morte.<br />

Per sua stessa natura la testimonianza<br />

di un martire è universale, ossia ecumenica.<br />

Quanti hanno dato la propria vita<br />

per Cristo sono «uno» nel Battesimo e<br />

nella fede. Tutti i cristiani hanno parlato<br />

la stessa lingua nelle prigioni e nei campi<br />

di concentramento.<br />

Erano «uno» in Cristo. I loro vincoli<br />

di comunione trascendono tutte le divisioni.<br />

Dobbiamo essere più fedeli all'eredità<br />

comune dei martiri delle varie confessioni<br />

cristiane.<br />

Le parole<br />

della Divina Liturgia<br />

La Divina Liturgia si conclude con<br />

una nota positiva e incoraggiante. Avendo<br />

adorato Dio, condiviso i misteri e<br />

pregato insieme, alla fine della Liturgia<br />

la Chiesa congeda i fedeli con parole di<br />

incoraggiamento e di speranza.<br />

Le persone ricevono parole e benedizioni<br />

che permetteranno loro di vivere<br />

nel quotidiano gli impegni assunti al<br />

momento della condivisione del Sacrificio<br />

Eucaristico.<br />

Il congedo dei fedeli alla fine della celebrazione<br />

dei misteri nella liturgia bizantina<br />

è una particolare fonte di ispirazione.<br />

Dopo aver impartito la benedizione finale<br />

il sacerdote intona la dossologia:<br />

«Gloria a Te, Cristo Dio, nostra speranza,<br />

gloria a Te». Si tratta di una versione<br />

poetica e orante del tema del Sinodo<br />

per l'Europa del 1999. La risposta è:<br />

«Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito<br />

Santo, ora e sempre, e nei secoli dei secoli.<br />

Amen. Signore, pietà (tre volte).<br />

Benedici, Signore!».<br />

Le parole conclusive del congedo sono<br />

una confessione e una proclamazione<br />

di fede: «Il Risorto dai morti, Cristo, vero<br />

Dio nostro — per intercessione della<br />

sua Madre Immacolata, dei santi e gloriosi<br />

Apostoli Pietro e Paolo... e di tutti i<br />

santi — avrà pietà di noi e ci salverà,<br />

poiché è buono e pieno di amore per gli<br />

uomini. Amen».<br />

Conferenza Episcopale fa notare come,<br />

nonostante il periodo del regime ateista,<br />

la Slovacchia è un Paese fortemente cristiano.<br />

Le nuove tendenze dell'architettura sacra<br />

vedono con favore la costruzione di<br />

edifici di culto più piccoli e più raccolti, rispetto<br />

alle chiese monumentali del passato<br />

in cui potevano radunarsi migliaia di<br />

persone. La maggior parte delle spese<br />

per la costruzione è stata sostenuta dalla<br />

Conferenza Episcopale con il fondamentale<br />

apporto degli stessi fedeli.<br />

La rinascita di nuove chiese conferma<br />

la rinascita spirituale del popolo slovacco.<br />

La Chiesa ha saputo resistere eroicamente<br />

nelle catacombe e ora sta vivendo una<br />

nuova stagione di speranza. Lo ha confermato<br />

anche il toccante pellegrinaggio giubilare<br />

che la Chiesa che è in Slovacchia<br />

ha compiuto a Roma nel cuore del Grande<br />

Giubileo del 2000.<br />

ROMANIA La presenza dei Frati Minori Conventuali<br />

Al servizio<br />

del popolo cristiano<br />

EGIDIO PICUCCI<br />

L'affermazione è del prof. Radu Volpe:<br />

«Tutti i popoli dei dintorni della Dacia<br />

conoscono la data precisa di quando<br />

sono diventati cristiani poiché essi hanno<br />

adottato la nuova religione molto tardi.<br />

Il nostro popolo, invece, non può<br />

precisarlo, perché non ha il certificato<br />

di battesimo: è nato cristiano. Noi siamo<br />

romeni perché siamo cristiani e cristiani<br />

perché siamo romeni».<br />

Se il giudizio è vero — e lo è, confermato<br />

da tanti storici come Nifon Ploiesteanul<br />

e soprattutto da monumenti e<br />

da opere d'arte risalenti al II secolo — il<br />

merito è anche di tanti francescani che<br />

fin dal secolo XIII hanno lavorato in Cumania<br />

(così erano chiamate allora la Valacchia,<br />

la Moldavia e parte della bulgaria),<br />

su invito di Papa Gregorio IX con<br />

la Bolla «Cum hora undecima» dell'11<br />

giugno 1239.<br />

Quando le invasioni di vari popoli e la<br />

conquista della Moldavia da parte dei<br />

turchi, malgrado le prodezze di Stefano<br />

il Grande (1457-1504), resero necessaria<br />

una nuova evangelizzazione, «Propaganda<br />

Fide» affidò la regione ai Frati Minori<br />

Conventuali.<br />

Essendo la prima missione costruita<br />

dalla Congregazione (eretta il 14 gennaio<br />

1622), fu considerata la «figlia primogenita»<br />

e fu messa nelle mani di questi<br />

religiosi perché la diocesi di Bacău,<br />

città al centro della Moldavia, era allora<br />

guidata da Mons. Adamo Goski, conventuale,<br />

e perché il primo Vescovo della<br />

città era stato il suo confratello, Mons.<br />

Gerolamo Orsenigo.<br />

Nel cuore<br />

della Valacchia<br />

Altro motivo valido per la scelta fu<br />

trovato nella plurisecolare presenza degli<br />

stessi religiosi a Târgoviste, Valacchia,<br />

e in altri centri della zona, affidata<br />

al Ministro Provinciale della Polonia sotto<br />

l'autorità del Vescovo di Bacău.<br />

Il primo missionario fu il dalmata P.<br />

Andrea Bogoslavich, il quale, vedendo<br />

che la Moldavia e la Valacchia erano<br />

terreni buoni per l'apostolato e con molti<br />

centri cattolici abbandonati, una volta<br />

liberato dai Tartari che l'avevano fatto<br />

prigioniero insieme ad altri cattolici, si<br />

fermò a Husi, riportando al cattolicesimo<br />

più di ottanta famiglie, passate al luteranesimo<br />

per mancanza di missionari<br />

cattolici.<br />

Poco dopo si recò a Roma, espose la<br />

situazione al Ministro Generale dei Conventuali,<br />

P. Giacomo Montanari, alla cui<br />

obbedienza chiese di sottomettersi (egli<br />

era frate minore osservante) e tornò in<br />

missione il 25 aprile 1623.<br />

Lo accompagnò il confratello maltese<br />

P. Paolo Bonnici che, dopo un anno, si<br />

recò a Târgoviste, in Valacchia, nel convento<br />

in cui verso il 1580 era vissuto P.<br />

Girolamo Arsenigo e nel quale più tardi<br />

dimorarono P. Pietro Bruni da Perugia e<br />

P. Gregorio da Bari che si spinsero fino<br />

a Bucarest, dove costruirono la prima<br />

chiesa cattolica (1639).<br />

A questi missionari seguirono ovviamente<br />

molti altri, tra cui P. Vito Piluzzi<br />

da Vignanello, in Moldavia per più di 30<br />

anni, ricordato nella storia della letteratura<br />

romena come autore del secondo<br />

libro in lingua locale — «Dottrina cristiana»<br />

— scritto con caratteri latini invece<br />

di quelli cirillici, usati fino alla metà<br />

dell'800.<br />

Altri benemeriti furono P. Giovan Battista<br />

Borboni da Città di Castello, del<br />

quale è detto semplicemente che «pertransiit<br />

benefaciendo», e P. Silvestro<br />

d'Amelio da Foggia, espertissimo in romeno,<br />

tanto da poter scrivere vari libri,<br />

compreso un breve vocabolario, uno dei<br />

primi in questa lingua.<br />

I missionari ebbero infatti il gran merito<br />

di difendere il romeno e il moldavo,<br />

idiomi ritenuti essenziali per l'apostolato<br />

in mezzo ai cattolici, e in un momento<br />

cruciale, dato che la nobilità locale si<br />

vergognava di parlare la propria lingua,<br />

preferendo l'ungherese.<br />

Per questo aprirono scuole popolari<br />

nei villaggi e in qualche città (famoso il<br />

collegio Cipariu a Iaşi); scuole che fecero<br />

prendere coscienza alla gente della<br />

propria identità, difesa fino a quando<br />

non le furono riconosciuti tutti i diritti,<br />

negati perché considerata straniera.<br />

Scrivendo in romeno opere di considerevole<br />

importanza e usando caratteri latini,<br />

i missionari hanno trasmesso una lingua<br />

viva, popolare, fondamento di quella<br />

parlata oggi.<br />

A un certo punto la comunità cattolica<br />

aumentò considerevolmente per l'arrivo<br />

di molte famiglie venute dalla Transilvania,<br />

dalla Bucovina, dalla Polonia,<br />

dalla Bessarabia (dove i russi le costringevano<br />

a farsi ortodossi e a parlare la<br />

loro lingua) e da altri Paesi dell'occidente,<br />

o perché chiamate dai signori come<br />

agricoltori o venute spontaneamente per<br />

trovare miglior fortuna.<br />

Ad esse si aggiungevano altre famiglie<br />

provenienti dal protestantesimo, dal giudaismo,<br />

dalla stessa ortodossia («Tutto<br />

ciò che era di buono nell'alta società romena<br />

si faceva cattolica», scrisse una<br />

funzionaria statale) e da altre confessioni<br />

religiose, per cui a un dato momento<br />

i 29 religiosi presenti dovettero pensare<br />

a circa 70 mila battezzati distribuiti in<br />

222 villaggi che facevano capo a 24 parrocchie<br />

con 89 chiese e 12 cappelle.<br />

Il lavoro era reso più difficile dai problemi<br />

creati dal pluralismo etnico, linguistico<br />

e rituale: infatti molti piccoli<br />

gruppi di armeni, di ucraini e di romeniuniti<br />

avevano i loro riti i quali, secondo<br />

le disposizioni di «Propaganda Fide», andavano<br />

conservati. Ma dove trovare sacerdoti<br />

anche per loro?<br />

Naturale, quindi, che si pensasse a un<br />

seminario per la formazione di religiosi<br />

locali.<br />

L'idea andò in porto solo molto tempo<br />

dopo e per il momento si rimediò inviando<br />

alcuni giovani in Italia e in Polonia<br />

e facendo una convenzione con la<br />

Provincia Riformata d'Ungheria-Transilvania,<br />

che si impegnò a mandare sacerdoti<br />

per i cattolici di lingua ungherese.<br />

Altro rimedio venne dalla formazione<br />

di bravi «dascali», un'istituzione tutta<br />

moldava composta di collaboratori laici<br />

che sostituivano il sacerdote più o meno<br />

come fanno oggi i catechisti in Paesi di<br />

missione.<br />

Per essi fu aperta una scuola a Halauceşti,<br />

da cui uscirono ottimi elementi,<br />

capaci anche di rappresentare il missionario<br />

di fronte alle autorità civili.<br />

Difficoltà e debolezze non impedirono<br />

ai missionari di stare vicino alla gente,<br />

seguendola nei boschi e sui monti, dove<br />

si rifugiava per sfuggire alle guerre, alle<br />

vessazioni e alle imposte ingiuste, soffrendo<br />

freddo, fame («Il nostro cibo ordinario<br />

è miglio e acqua di fiume» scrisse<br />

nel 1653 un certo P. Valentini) e disagi<br />

di ogni genere.<br />

Ciò nonostante fu instancabile il loro<br />

impegno per salvare la fede cattolica<br />

nelle due regioni; incredibile la loro abilità<br />

diplomatica nel trattare con le autorità,<br />

sorprendente la chiara visione dei<br />

problemi della missione, che difesero da<br />

soprusi e ingiustizie, soprattutto quella<br />

di considerare stranieri i cattolici.<br />

Mons. Sardi e Mons. De Stefano insorsero<br />

decisamente, dimostrando che i<br />

cattolici erano indigeni, veri moldavi o<br />

valacchi, sudditi fedeli e meritevoli della<br />

patria.<br />

Una fiorente<br />

Provincia<br />

Con l'erezione della diocesi di Iaşi (27<br />

giugno 1884) e l'apertura del seminario<br />

diocesano, l'Ordine credette opportuno<br />

riunire i religiosi in Provincia, costituita<br />

il 26 luglio 1895.<br />

Essa oggi è formata da 257 professi,<br />

36 novizi, 56 postulanti e 167 seminaristi,<br />

distribuiti in 11 case. Trattandosi di<br />

una delle maggiori Provincie dell'Ordine,<br />

può aiutare i confratelli italiani, austriaci,<br />

tedeschi, americani e quelli impegnati<br />

in Turchia.<br />

Oltre a lavorare nelle parrocchie, essi<br />

dirigono la «Milizia dell'Immacolata» e il<br />

«Rosario vivente»; animano una piccola<br />

attività sociale a Suceava; pubblicano un<br />

mensile — Mesagerul Sfântului Anton<br />

— che ha una tiratuta di cinquecentomila<br />

copie; insegnano in un Istituto teologico<br />

frequentato da giovani di altri<br />

Istituti e nel quale per tre anni si approfondisce<br />

la spiritualità orientale.<br />

Una necessità, visto che i religiosi lavorano<br />

in un ambiente a larga maggioranza<br />

ortodossa.<br />

Altra presenza francescana in Romania<br />

si ha in Transilvania con un piccolo<br />

gruppo di Frati Minori di lingua ungherese,<br />

anch'essi impegnati nelle parrocchie<br />

e in attività promozionali.<br />

Dal 1992 sono presenti anche i Frati<br />

Minori Cappuccini della Provincia di Napoli,<br />

che hanno aperto un Seminario a<br />

Oneşti con una sessantina di ragazzi; il<br />

noviziato a Borzesti — con dieci novizi<br />

— e il Postulato a Nehoiu (150 Km da<br />

Bucarest) con 12 giovani. Avendo già<br />

avuto il primo sacerdote locale, essi sperano<br />

di impiantare l'Ordine in un Paese<br />

che ha propro in un cappuccino, Fra<br />

Geremia di Valacchia, l'unico «Fericitul»,<br />

Beato, elevato agli onori degli altari<br />

il 30 ottobre 1983.<br />

Fra gli Istituti femminili di ispirazione<br />

francescana va ricordata la presenza delle<br />

Suore Francescane Missionarie di Assisi<br />

(una cinquantina, distribuite in 7 case)<br />

che lavorano nella catechesi e nell'assistenza<br />

ai bambini sieropositivi presso<br />

la «Fondazione Bambini in Emergenza»<br />

a Singuremi, nella periferia della capitale.<br />

Un lavoro delicato e difficile che le<br />

suore svolgono con amore e competenza,<br />

contribuendo ad alleviare le sofferenze<br />

di piccoli a cui è vietato diventare<br />

grandi.<br />

Notevole anche la presenza e l'attività<br />

delle Clarisse Francescane del Santissimo<br />

Sacramento di Brăila, e delle Suorile<br />

Franciscane Sfintei Inimi, Suore<br />

Francescane del Sacro Cuore, che gestiscono<br />

una farmacia parrocchiale in cui<br />

si distribuiscono medicine gratis, assistono<br />

orfanatrofi con oltre mille bambini<br />

portatori di handicap e un gruppetto di<br />

anziani.


.<br />

PAGINA<br />

Monografie<br />

7 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Sabato 27 Gennaio 2001<br />

«Se l'età dei Padri non avesse avuto Agostino<br />

la storia dell'Occidente sarebbe stata diversa»<br />

FRANCO MONTEVERDE<br />

Sant'Agostino è, per riconoscimento<br />

unanime, uno degli uomini che più hanno<br />

onorato la Chiesa cattolica, la civiltà<br />

occidentale, l'umanità e hanno esercitato<br />

nel pensiero delle generazioni successive<br />

un'influenza così profonda e così<br />

duratura.<br />

Fu insigne filosofo, teologo, mistico,<br />

poeta e pastore; con estrema sensibilità<br />

storica seppe guardare nel mistero dell'uomo<br />

e nel destino dei popoli, e fu capace<br />

di dire ai contemporanei, che vivevano<br />

alla fine di un mondo, le parole<br />

opportune della fede e della speranza<br />

cristiana: fu interprete delle loro anime,<br />

consolatore delle angosce, guida sicura<br />

nei sentieri del mistero.<br />

Morendo ad Ippona nel 430 d.C., lasciò<br />

un immenso patrimonio di scritti<br />

che i posteri hanno diligentemente conservato<br />

e avidamente letto.<br />

Il patrimonio agostiniano è restato vivo<br />

attraverso i secoli, e i pensatori e gli<br />

scrittori occidentali si sono rivolti ad<br />

Agostino come a un grande maestro.<br />

Anche oggi, ognuno sembra trovare<br />

nelle sue opere qualcosa che lo attrae e<br />

lo stupisce: o l'altezza delle intuizioni<br />

metafisiche o la sicurezza delle dimostrazioni<br />

teologiche o la profondità dell'introspezione<br />

interiore o l'ardore delle<br />

ascensioni spirituali; o anche la luminosità<br />

dello zelo pastorale e la ricchezza<br />

sempre nuova della fantasia e del calore<br />

umano.<br />

Giovanni Paolo II, nella sua lettera<br />

apostolica «Augustinum Hipponensem»,<br />

raccomanda «di mantenere vivo e attraente<br />

il fascino di sant'Agostino anche<br />

nella società moderna, del suo ideale<br />

stupendo ed entusiasmante, perché la<br />

conoscenza esatta e affettuosa della sua<br />

vita suscita la sete di Dio, il fascino di<br />

Cristo, l'amore alla sapienza e alla verità,<br />

il bisogno della grazia, della preghiera,<br />

della virtù, della carità fraterna, l'anelito<br />

dell'eternità beata...».<br />

La pubblicazione in edizione latinoitaliana<br />

dell'«Opera Omnia» di sant'Agostino,<br />

rappresenta indubbiamente uno<br />

degli eventi editoriali e culturali più importanti<br />

degli ultimi anni. Questo grandioso<br />

progetto ha preso avvio nel 1965<br />

con le Confessioni, opera-cardine nel<br />

pensiero e nell'esperienza del Vescovo di<br />

Ippona, uno dei più grandi libri che siano<br />

mai stati scritti e una di quelle opere,<br />

così vicine alla sensibilità dell'uomo<br />

d'oggi, che più riescono a conquistare la<br />

mente e il cuore.<br />

Era, dunque, urgente che, in Italia, si<br />

promuovesse l'iniziativa di mettere in<br />

circolazione, per tutti, gli scritti di sant'Agostino.<br />

Questa edizione italiana sarà<br />

senz'altro utilizzabile da un vasto pubblico<br />

che non è e non può essere solo di<br />

specialisti.<br />

La pubblicazione di tutte le opere di<br />

Agostino in edizione bilingue latino-italiano<br />

(con testo latino criticamente accertato,<br />

anche se questa non è una nuova<br />

edizione critica del testo latino) è un<br />

fatto di grande rilevanza nel panorama<br />

editoriale italiano, mai tentato, e contribuirà<br />

in modo decisivo ad una sempre<br />

maggiore conoscenza della figura e del<br />

pensiero del Vescovo di Ippona. La pubblicazione<br />

dell'«Opera Omnia» comprende<br />

circa 50 volumi, con oltre 500 pagine<br />

ognuno in media, divisi in tre parti secondo<br />

il triplice genere letterario seguito<br />

dallo stesso Agostino nel recensire le sue<br />

opere, cioè: libri, lettere e discorsi.<br />

I libri sono raccolti secondo l'argomento:<br />

opere autobiografiche, filosoficodommatiche,<br />

morali, esegetiche, polemiche.<br />

Le opere polemiche sono distinte<br />

secondo gli avversari contro cui furono<br />

dirette: manichei, donatisti, pelagiani,<br />

ecc.<br />

La traduzione è stata fatta con grande<br />

impegno ed amore cercando di conciliare<br />

insieme la tinta e gli espedienti retorici<br />

del latino agostiniano che le esigenze<br />

ed i gusti di un lettore moderno.<br />

Un giudizio definitivo su questa enorme<br />

iniziativa editoriale non può certo<br />

darsi, ma è indubbio che si tratta di un<br />

fatto importante per l'editoria.<br />

La pubblicazione via Internet, dunque,<br />

delle opere di un uomo che fu insieme<br />

pastore di anime e grande pensatore,<br />

vuole soddisfare alle esigenze intellettuali<br />

degli studiosi e a quelle spirituali<br />

di chi, dietro un maestro così grande e<br />

sicuro, cerca la verità per trovarla,<br />

amarla e aiutare tutti quelli che gli stanno<br />

a cuore a trovarla e amarla.<br />

Nella pagina iniziale del sito appare il<br />

nostro programma in quattro grandi sezioni:<br />

a) pubblicare tutto sant'Agostino<br />

al più presto — perché la cosa principale<br />

per conoscere Agostino è di leggere<br />

tutto Agostino —; b) apprendere la vita<br />

di Agostino con gli occhi e il cuore del<br />

suo primo biografo, Possidio, e continuare<br />

nella sua conoscenza lungo un<br />

tracciato, preso dalle sue opere, che ne<br />

analizza la fisionomia caratteriale, intellettuale,<br />

morale e spirituale; c) fornire<br />

— attraverso una serie di apparati, tavole<br />

di confronto, sussidi vari — tutto l'occorrente<br />

per orientarsi nei luoghi, nei<br />

tempi storici e nelle varie circostanze<br />

della vita e delle opere del Santo; d)<br />

agevolare la comprensione del pensiero<br />

e dell'attività del Santo con l'aiuto dell'indice<br />

analitico di tutte le sue opere<br />

(sia nella versione latina, per il piacere<br />

di chi vuol sentire la voce dell'Autore,<br />

sia nella versione italiana). Inoltre stiamo<br />

preparando, rifacendoci all'opera di<br />

grandi studiosi, una lettura della vita,<br />

delle opere, del pensiero e della santità<br />

di Agostino. Stiamo raccogliendo anche<br />

una lunga serie di testi, divisi per temi o<br />

chiavi di lettura, che possono essere utili<br />

per chi volesse trovare almeno fintanto<br />

non si sia allenato per una ricerca personale,<br />

molto più vantaggiosa per i propri<br />

bisogni e gusti risposte sviluppate<br />

per la riflessione o la meditazione.<br />

Non le condizioni ambientali resero<br />

famoso Agostino, ma l'altezza del suo<br />

ingegno, la vastità degli interessi, la molteplicità<br />

veramente sorprendente degli<br />

scritti. Fu filosofo ma anche teologo,<br />

teologo ma anche pastore, pastore ma<br />

anche mistico, mistico ma anche polemista,<br />

polemista ma anche grande oratore,<br />

amante del suo popolo e mite con<br />

gli avversari.<br />

Agostino è filosofo, teologo, mistico e<br />

poeta insieme; e tutto ciò in grado eminente.<br />

Queste altissime qualità si completano<br />

a vicenda e creano un fascino a<br />

cui è difficile resistere. E un filosofo, ma<br />

non un freddo pensatore; è un grande<br />

pensatore che fa e disfà i suoi pensieri<br />

finché non ha trovato ciò che cercava.<br />

Le forze che lo sospingevano erano due:<br />

l'amore per la verità e la verità dell'amore<br />

o, più brevemente, l'amore per la<br />

verità amata e cercata con tutta l'anima.<br />

E un teologo, ma anche un maestro<br />

di vita spirituale; è un mistico, ma anche<br />

un pastore; è un poeta, ma anche<br />

un polemista. Ognuno perciò trova in<br />

lui qualcosa che lo attira e lo stupisce: o<br />

l'altezza delle intuizioni metafisiche, o la<br />

ricchezza e l'abbondanza delle dimostrazioni<br />

teologiche, o la forza e l'efficacia<br />

della sintesi, o la profondità psicologica<br />

delle ascensioni spirituali, o la ricchezza<br />

della fantasia, della sensibilità, dell'ardore<br />

mistico.<br />

L'Agostino perenne è l'Agostino della<br />

grande teologia: la teologia della Trinità,<br />

della Redenzione, della grazia, del «Christus<br />

totus», della storia; è l'Agostino del<br />

sapiente metodo teologico, che unisce<br />

insieme l'ardente desiderio di capire e la<br />

ferma adesione all'autorità della fede, il<br />

senso vivo del mistero e l'orientamento<br />

costante della scienza alla carità; è l'A-<br />

gostino dalla profonda esperienza reli-<br />

giosa, che sa suggerire la<br />

voce della preghiera, sa comunicare<br />

il fremito dell'amore,<br />

sa dire le parole della<br />

speranza.<br />

La dottrina agostiniana<br />

ha come merito principale<br />

la molteplicità degli aspetti<br />

e la forza della sintesi.<br />

In realtà Agostino è il<br />

grande pensatore che ha<br />

costruito sintesi grandiose e<br />

profonde sulle quali, poi,<br />

come su binari sicuri, si è<br />

mossa la cultura occidentale.<br />

Ricordo alcune coppie di<br />

termini, apparentemente<br />

opposti ma necessariamente<br />

uniti, che servono a costruire<br />

quelle grandi sintesi.<br />

1) Ragione e fede. La soluzione<br />

agostiniana del<br />

grande problema — un problema<br />

che attraversa, volere<br />

o no, ogni cultura —<br />

poggia sull'esaltazione di<br />

due primati, quello temporale<br />

della fede e quello assoluto<br />

della ragione. Luminosa<br />

distinzione, che permette<br />

alla linea dottrinale del Vescovo<br />

d'Ippona di passare<br />

incolume tra gli scogli opposti<br />

del fideismo e del razionalismo,<br />

unendo insieme,<br />

senza confonderli, gli<br />

apporti della ragione e della<br />

fede: della ragione, che non<br />

perde il suo primato in or-<br />

dine alla conoscenza della verità; della<br />

fede, che mantiene anch'essa il suo primato,<br />

ma temporale, non assoluto.<br />

Quando questi due primati sono stati separati<br />

l'uno dall'altro, o assolutizzando il<br />

secondo, quello della fede, o lasciando<br />

solo il primo, quello della ragione, la<br />

cultura ha imboccato filoni diversi, giungendo<br />

a conclusioni anch'esse molto diverse.<br />

In ogni caso è sempre istruttivo e<br />

stimolante vedere come il Vescovo d'Ippona<br />

li ha tenuti insieme dimostrandone<br />

le mutue esigenze e il radicamento nella<br />

struttura dello spirito umano.<br />

2) Dio e l'uomo. È l'altro grande binomio<br />

che il Vescovo d'Ippona non ha<br />

mai separato e alla cui conoscenza ha<br />

ricondotto tutto l'umano sapere. Se ha<br />

detto cose stupende su Dio, altrettanto<br />

stupende le ha dette sull'uomo. Agostino<br />

ha pensato a Dio in ordine all'uomo come<br />

l'Eterno all'interno dell'uomo («internum-aeternum»)<br />

e secondo la forma<br />

triadica che l'uomo possiede: Dio è la<br />

causa dell'essere, la luce del conoscere,<br />

la fonte dell'amore. E ha pensato all'uomo<br />

in ordine a Dio: l'uomo, perché immagine<br />

di Dio, è capace di Dio e bisognoso<br />

di Dio. Egli dimostra in tante sue<br />

Un sito Internet<br />

per l'«opera omnia» dell'Ipponate<br />

Informazioni su «www.augustinus.it»<br />

Scopo dell'iniziativa<br />

Pubblicare l'Opera Omnia di sant'Agostino nella<br />

lingua italiana e tutto quanto è a lui relativo. Principalmente<br />

ci sono tutti i suoi scritti in forma completa,<br />

in doppia versione:<br />

— Ogni testo è leggibile sul sito come qualsiasi<br />

pagina web.<br />

— Ogni testo è scaricabile sul computer del navigatore<br />

per una successiva lettura senza bisogno di<br />

tenere attivo il collegamento (sia in formato HTML<br />

sia in formato DOC).<br />

Il sito, dati i testi presenti in italiano, è in solo<br />

italiano e quindi, per ora l'obiettivo è orientato al<br />

pubblico di questa lingua.<br />

Stile del sito<br />

Orientato ai contenuti, fruibilità dei testi, facilità<br />

di lettura e collegamenti ipertestuali delle note (invece<br />

di inserire le note nel testo sono presenti dei richiami<br />

a piè pagina di ogni libro).<br />

Lavori realizzati<br />

— Il lavoro è iniziato a giugno 2000<br />

— La prima pubblicazione sperimentale è dell'ottobre<br />

2000<br />

— La versione attuale è stata pubblicata a fine<br />

dicembre 2000 e contiene:<br />

La più antica immagine di Agostino<br />

(Roma - Scala Santa)<br />

opere che solo in Dio trovano soluzione<br />

i problemi dell'uomo. Ma a Dio non si<br />

giunge se non per mezzo di Cristo.<br />

3) Libertà e grazia. È il terzo binomio,<br />

che nasce dalla profonda problematicità<br />

dell'uomo e su cui Agostino<br />

gettò tanta luce d'intelligibilità. Egli difese<br />

con molto equilibrio l'uno e l'altro<br />

termine: il primo per render conto della<br />

grandezza dell'uomo, il secondo per render<br />

conto della sua fragilità e per porvi<br />

rimedio. La sintesi agostiniana è entrata<br />

nei tessuti del pensiero occidentale e<br />

giova ricercarla nelle opere del Maestro<br />

per ritrovarla nella sua genuinità e nel<br />

suo equilibrio.<br />

4) Cristo e la Chiesa.<br />

5) Verità e amore. Altra sintesi che ha<br />

per base due termini che non si possono<br />

separare e che Agostino non ha mai separato.<br />

Scrutando nell'abisso dell'interiorità<br />

umana, dove abita la verità — «la<br />

verità abita nell'uomo interiore» —, scopre<br />

che l'uomo conosce ed ama; il suo<br />

verbo — quello che dice interiormente<br />

pensando, il verbo che non ha lingua —<br />

gli è unito tramite l'amore. E poiché<br />

ama la conoscenza e conosce l'amore, il<br />

verbo è nell'amore e l'amore nel verbo e<br />

tutti e due nello spirito che ama e dice<br />

il verbo, il quale altro non è che conoscenza<br />

amorosa. È facile capire come<br />

Agostino abbia parlato sempre della verità<br />

animata dall'amore e dell'amore illuminato<br />

dalla verità. Né intellettualismo,<br />

né volontarismo, ma simbiosi dell'uno<br />

e dell'altro per la compresenza<br />

dell'atto teorico e dell'atto volontario.<br />

Egli pertanto poteva dire, senza paura<br />

di essere frainteso: «Ama e fa' quel che<br />

vuoi».<br />

6) Amore privato e amore sociale. Un<br />

altro binomio, che serve ad Agostino<br />

per creare un'altra celebre sintesi, la sintesi<br />

delle due città. Si sa che l'autore<br />

della «Città di Dio» narra la storia dell'umanità<br />

raccogliendola in due città: la<br />

città dei giusti e la città degli iniqui. Le<br />

due città sono fondate su due amori,<br />

che sono appunto l'amore privato e l'amore<br />

sociale, cioè su egoismo e carità.<br />

Sono questi binomi i grandi binari su<br />

cui si è mossa la cultura occidentale. È<br />

utile tornare alle fonti e vedere come li<br />

ha impostati e risolti una grande mente<br />

che sentiva la vocazione del pensatore<br />

Benozzo Gozzoli - «Agostino visita gli eremiti di Monte Pisano» (S. Gimignano, chiesa di s. Agostino)<br />

— Le 4 opere consultabili: Le Confessioni, La Trinità,<br />

La Città di Dio, Le Ritrattazioni<br />

— La «Vita di sant'Agostino» di Possidio<br />

— Varie tavole di confronto<br />

— Alcuni sussidi<br />

Lavori da realizzare<br />

— Imminente inserimento del sito sui vari motori<br />

di ricerca presenti su Internet<br />

— A breve saranno inseriti il «Commenti al Vangelo<br />

di s. Giovanni» e i «Dialoghi»<br />

— Poi si procederà con i restanti libri<br />

— Si stanno raccogliendo gli indici analitici di<br />

ogni volume per porli, con ordine, in un unico indice<br />

analitico generale, sia nella lingua latina che in<br />

quella italiana<br />

— Inoltre raccoglieremo gli indici completi:<br />

— quello onomastico e quello scritturale<br />

— con l'intenzione di proporre anche una Biblia<br />

Augustiniana<br />

— Poi l'iconografia agostiniana (centinaia d'immagini<br />

di opere artistiche)<br />

— Aggiungeremo anche una bibliografia generale<br />

riguardante l'autore e i suoi libri<br />

— Sotto la voce Varie stiamo preparando delle<br />

raccolte utili: Milleloquium veritatis, Una pagina al<br />

giorno, Florilegio di frasi, Annus mystico-augustinia-<br />

ma che accettò per obbedienza il compito<br />

di pastore, e pastore per di più di<br />

una piccola diocesi africana. Brevi accenni<br />

che possono servire, a chi conosce<br />

la storia del pensiero occidentale, a ritrovarvi<br />

la presenza e l'influsso del pensiero<br />

agostiniano: dai tempi di s. Tommaso<br />

e s. Bonaventura — due grandi interpreti,<br />

anche se in misura diversa, dell'agostinismo<br />

— fino ai giorni nostri. Per<br />

riferirmi al pensiero contemporaneo, se<br />

anche si volesse prescindere dagli influssi<br />

di Pascal e di Kierkegaard — notoriamente<br />

debitore del pensiero agostiniano<br />

il primo, meno notoriamente ma non<br />

meno realmente il secondo —, non si<br />

può non constatare che alcune forme di<br />

esistenzialismo, lo spiritualismo di Bergson,<br />

Le Senne, Lavelle, Blondel, Sciacca,<br />

Guzzo, Carlini, Stefanini — per fare<br />

solo alcuni nomi —, il personalismo di<br />

Mounier, il problema dei valori dello<br />

Scheler, l'essere e la verità in Heidegger,<br />

la corrente neoscolastica e quella<br />

neo-agostiniana, e grandi pensatori di<br />

oggi come Jaspers, Gilson, Guitton ecc.<br />

Tutti si richiamano su argomenti non secondari<br />

ad Agostino.<br />

Senza dubbio, anche in Agostino,<br />

nus, Pensieri suddivisi a temi, La vita cristiana, Tavole<br />

di confronto e di concordanza, ecc.<br />

— Il completamento del lavoro avverrà non prima<br />

del giugno 2001.<br />

Contatti con i navigatori<br />

Per informazioni culturali e generali sul contenuto<br />

del sito si può prendere contatto con p. Franco<br />

Monteverde, che è il Redattore della Nuova Biblioteca<br />

Agostiniana, che cura la pubblicazione dell'Opera<br />

Omnia di s. Agostino, all'indirizzo info@augustinus.it<br />

I visitatori che vogliono essere informati sul procedere<br />

dei lavori del sito, possono chiedere l'inserimento<br />

in una lista (tipo «newsletter») all'indirizzo<br />

web@augustinus.it<br />

Per ottenere i libri direttamente dall'editore si<br />

può contattare Città Nuova Editrice all'indirizzo ordini@augustinus.it<br />

Ideazione e Realizzazione<br />

Contenuti: I vari traduttori della Nuova Biblioteca<br />

Agostiniana, con sede ufficiale a Roma e di cui<br />

moltissime attività sono a Tolentino.<br />

Curatore attuale: p. Franco Monteverde - info@augustinus.it<br />

Editore (dei libri NBA e del sito): Città Nuova<br />

Editrice, Roma - www.cittanuova.it<br />

Webmaster: Lorenzo Boccanera - web@augustinus.it<br />

Sandro Botticelli - «S. Agostino Vescovo»<br />

come in ogni uomo, ci sono<br />

limiti. Il lettore li troverà<br />

probabilmente nella erudizione,<br />

che, pur non essendo<br />

volgare, non spaziava liberamente<br />

nel mondo della<br />

letteratura greca; nella foga<br />

della polemica, che non gli<br />

permette sempre di limare<br />

il linguaggio; nella diversa<br />

maniera con la quale si<br />

muove nel mondo delle<br />

idee e in quello dei fatti;<br />

nella forza inesorabile della<br />

dialettica, che, illustrando<br />

una verità, sembra farne<br />

dimenticare un'altra. Questi<br />

limiti nascono sia dalla personalità<br />

di Agostino, che<br />

conobbe il tormento e la radicalità<br />

del convertito, sia<br />

dalla sua formazione filosofico-teologica,<br />

sia anche,<br />

anzi maggiormente, dal<br />

tempo in cui gli toccò di vivere.<br />

Ma essi non hanno<br />

impedito nel passato che<br />

fosse il maestro comune<br />

dell'Occidente cristiano. In<br />

realtà da lui ci vengono<br />

molte più luci che ombre.<br />

«Se l'età dei Padri», scrive<br />

Guitton, «non avesse avuto<br />

Agostino e l'età delle origini<br />

non avesse avuto Paolo, il<br />

corso della storia occidentale<br />

sarebbe stato completamente<br />

diverso».<br />

Ma Agostino, pur presente<br />

in molti rivoli, si trova<br />

nella sua interezza nella fonte, cioè nei<br />

suoi scritti. Egli può aiutarci, meglio di<br />

ogni altro, a risolvere i nostri problemi,<br />

che sono molti e gravi, ma non sono più<br />

gravi né più numerosi di quelli che tormentò<br />

l'epoca sua, un'epoca di profonde<br />

trasformazioni e di difficili passaggi<br />

da un mondo a un altro.<br />

Agostino interessa come uomo per i<br />

suoi errori e le sue conquiste, il suo vagare<br />

lontano dalla fede cattolica e il suo<br />

ritorno a questa fede, la sua conversione<br />

e le decisioni che l'accompagnarono, il<br />

suo servizio alla verità ritrovata, alla<br />

giustizia (che pose a fondamento della<br />

vita sociale), alla pace, al bene di tutti<br />

gli uomini anelanti a quella città, come<br />

egli spiega, «dove la vittoria è verità, dove<br />

la dignità è santità, dove la pace è felicità,<br />

dove la vita è eternità»: quattro<br />

stupende equazioni che rivelano l'uomo<br />

Agostino e l'animo di tutti gli uomini<br />

pensosi di sé. Egli ha quindi ancora<br />

qualcosa da insegnare: nel generale<br />

smarrimento dello scetticismo il metodo<br />

di cercare la verità, tra le nebbie del<br />

materialismo dilagante la forza purificatrice<br />

della spiritualità, nelle vuote pretese<br />

del razionalismo la luce della fede,<br />

nell'orgoglio del naturalismo il ruolo salvifico<br />

della grazia. A chi difende solo la<br />

fede ricorda le esigenze della ragione, a<br />

chi si appella alla sola ragione ricorda la<br />

necessità della fede; a chi nega la libertà<br />

ne ricorda l'esistenza e il pregio, a chi la<br />

esalta come l'unico elemento della salvezza<br />

ricorda la necessità della grazia.<br />

Interpretando la storia partendo dalla<br />

metastoria, egli ha messo le fondamenta<br />

per una civiltà dell'amore.<br />

Un'ultima ragione dell'attualità di<br />

Agostino: quella ecumenica. Nel momento<br />

triste e doloroso della divisione<br />

della cristianità occidentale, si discusse<br />

molto sulla vera interpretazione del pensiero<br />

agostiniano, e da sponde ormai<br />

lontane ci si appellò ad esso: questo<br />

stesso pensiero, studiato nelle sue fonti<br />

genuine, può essere un punto comune<br />

d'incontro ed un efficace punto di partenza<br />

per una sintesi nuova insieme ed<br />

antica, che riconosca gli aspetti dottrinali<br />

che uniscono e superi, nella verità e<br />

nella carità, quelli che dividono, preludendo<br />

così alla ricomposizione di quell'unità<br />

che fu il grande ideale di Agostino<br />

pensatore e pastore. La città di Dio<br />

non conosce che una sola vittoria, quella<br />

della verità: una vittoria che non umilia<br />

nessuno, e onora tutti.<br />

Non già che Agostino sia stato sempre<br />

approvato e seguito da tutti, ma è stato<br />

sempre presente come motivo di riflessione,<br />

stimolo di ricerca, punto di confronto,<br />

anche quando è stato criticato e<br />

interpretato in modo diverso.<br />

Agostino è un maestro, del resto,<br />

umile e discreto; che non si dà arie, che<br />

non si sente superiore agli altri, perché<br />

considera la verità un bene comune di<br />

tutti, che si limita ad esporre le sue faticose<br />

esperienze, che esorta tutti a farsi<br />

discepoli dell'unico Maestro affinché<br />

non si abbia bisogno di altri maestri.<br />

D'altra parte Agostino vero, quello della<br />

storia, quello degli scritti, è molto più<br />

ricco e più armonioso di quanto non appaia<br />

attraverso il prisma decompositore<br />

di certe correnti di pensiero che, più o<br />

meno a ragione, si richiamano a lui.<br />

Ora è questo, quello «vero», l'Agostino<br />

perennemente attuale. L'Agostino<br />

della filosofia cristiana: dell'«internumaeternum»,<br />

che richiama all'interiorità e<br />

fonda la trascendenza; dell'uomo «abisso<br />

profondo» e immagine di Dio, che da<br />

Dio ha l'essere, la conoscenza, l'amore,<br />

doni che solo in Dio può custodire; dell'uomo<br />

fragile e peccatore che anela alla<br />

libertà e alla salvezza che solo Cristo<br />

può dare; delle relazioni tra il tempo e<br />

l'eternità; delle grandi sintesi che uniscono<br />

i due poli senza confonderli; della<br />

città di Dio, che, fondata sull'amore «sociale»,<br />

è universale per sua natura, che<br />

«recluta cittadini da tutte le nazioni, raccoglie<br />

membri da tutte le lingue, non<br />

badando alle differenze di costumi, di<br />

leggi, d'istituzioni... non sopprimendo<br />

né distruggendo, anzi accettando e conservando<br />

tutto ciò che, sebbene diverso<br />

nelle diverse nazioni, tende al solo e medesimo<br />

fine della pace terrena, purché<br />

non impedisca la religione che c'insegna<br />

ad adorare l'unico, sommo e vero Dio».


A ROMA<br />

PAGINA<br />

Campidoglio:<br />

approvata<br />

la delibera<br />

per i senza casa<br />

Il Consiglio comunale ha approvato,<br />

giovedì sera, la delibera per<br />

l'edilizia residenziale pubblica con<br />

la quale si dà il via al reperimento<br />

di 698 alloggi per fronteggiare l'emergenza<br />

abitativa. Il voto è stato<br />

accolto da un lungo applauso di<br />

quanti, fra i «senza casa» che nella<br />

notte tra mercoledì e giovedì<br />

hanno occupato l’aula Giulio Cesare,<br />

erano ancora rimasti in<br />

Campidoglio, nonostante la stanchezza,<br />

a seguire l’andamento<br />

della seduta.<br />

La delibera è stata divisa in due<br />

parti e sottoposta in due tempi diversi<br />

al voto: la prima parte comprendeva<br />

tutto il testo della delibera<br />

ad esclusione di quelle parti<br />

che riguardavano i 353 alloggi che<br />

il Comune dovrebbe acquistare in<br />

via del Tintoretto e che ha creato<br />

in aula le maggiori contrapposizioni.<br />

La prima parte è stata approvata<br />

con 30 voti a favore, 16<br />

contrari ed un astenuto; la seconda<br />

parte, quella riguardante via<br />

del Tintoretto, è stata approvata<br />

con 28 voti a favore, 16 contrari<br />

ed un astenuto. Per i 698 alloggi il<br />

Comune ha a disposizione 50 miliardi<br />

del ministero dei Lavori<br />

Pubblici, 90 della Regione e 40<br />

che gli provengono dalle sue casse.<br />

Nell’accordo di programma è<br />

prevista anche la realizzazione di<br />

129 alloggi che saranno ricavati<br />

da edifici scolastici.<br />

SCUOLA Allarme dell'Opera Nomadi<br />

Ancora alta<br />

la dispersione<br />

TRAFFICO Bilancio della Polizia Municipale<br />

Romani indisciplinati: 2 milioni<br />

di multe lo scorso anno<br />

Sosta selvaggia, uso del telefonino alla<br />

guida, passaggio con il semaforo rosso:<br />

le contravvenzioni contro la «vivibilità<br />

urbana», la sicurezza e altri diritti delle<br />

persone rilevate nel 2000 a Roma dalla<br />

polizia municipale sono state 2.001.051,<br />

più del 30% rispetto all’anno scorso<br />

(1.493.259) mentre erano state 1.658.446<br />

nel 1998.<br />

Il bilancio di tre anni di lavoro è stato<br />

definito positivo dal direttore generale<br />

del Comune Pietro Barrera, a conclusione<br />

del suo mandato, e dal comandante<br />

della polizia municipale Sandro Renzi,<br />

secondo il quale «c’è da fare ancora<br />

molto».<br />

Mille nuovi vigili urbani e 19 nuovi dirigenti<br />

hanno potenziato l’organico che<br />

ha affrontato il Giubileo nel quale «Roma<br />

— ha detto Barrera — ha retto bene,<br />

senza avere il temuto collasso» pur<br />

non tralasciando l’attività quotidiana fatta<br />

di infrazioni al codice della strada,<br />

controllo degli ambulanti (50.000 accertamenti<br />

rispetto ai 24.000 del 1999) e<br />

delle affissioni pubbliche (24.000 verbali<br />

nel 2000, 8.000 nel 1999 e 3.000 nel<br />

1998). Se tutto ciò è stato fatto nel 2000,<br />

ha osservato Barrera, «siamo ottimisti<br />

sulla polizia municipale del 2001 che sarà<br />

ancora più attenta alla quotidianità e<br />

ai singoli». Per dare di più, però, ha rilevato<br />

Renzi, la polizia municipale «ha<br />

bisogno di una nuova legge» (l’attuale risale<br />

al 1986) «e di un maggiore riconoscimento<br />

economico».<br />

Barrera ha affrontato anche il problema<br />

dell'alto numero di incidenti: «Ventimila<br />

feriti in incidenti stradali a Roma<br />

Ruspa danneggia<br />

una tubatura: 70 famiglie<br />

prive di metano<br />

Una ruspa che stava compiendo lavori<br />

di posa in opera di cavi elettrici ha danneggiato,<br />

giovedì pomeriggio, una tubazione<br />

del gas in via di Tor Vergata, nei<br />

pressi del deposito Atac.<br />

Sono intervenuti i Vigili del fuoco con<br />

il carro rilevamento sostanze tossiche,<br />

sei squadre di Pronto intervento dell’Italgas<br />

ed altrettante dei Vigili Urbani.<br />

Tutta la zona è stata chiusa al traffico<br />

autostradale provocando disagi per i cittadini<br />

che stavano rientrando a casa dopo<br />

il lavoro.<br />

I tecnici dell’Italgas hanno abbassato<br />

la pressione della tubazione e chiuso la<br />

valvola di erogazione per verificare il tipo<br />

di riparazione necessaria dalla quale<br />

dipenderà il tempo di sospensione del<br />

flusso del gas agli utenti.<br />

Secondo quanto accertato dai vigili<br />

urbani e dai pompieri, il conducente<br />

della ruspa non aveva sulle mappe la segnalazione<br />

della presenza della tubazione.<br />

Una settantina di famiglie hanno subito<br />

la sospensione dell’erogazione del<br />

gas a causa dell’incidente.<br />

I tecnici dell’Italgas sono ancora al lavoro<br />

per sostituire la parte del tubo danneggiata.<br />

8 .<br />

Frequentano le scuole<br />

elementari ma poi a causa<br />

delle pressioni familiari<br />

finiscono sulla strada<br />

a mendicare o, in alcuni<br />

casi, a rubare. È ancora<br />

alto il fenomeno della dispersione<br />

scolastica tra i<br />

bimbi rom della Capitale<br />

soprattutto tra i nomadi<br />

tra gli 11 e i 14 anni.<br />

«All’alba del terzo millennio<br />

— ha detto il presidente<br />

di Opera Nomadi<br />

Massimo Converso —<br />

ancora un buon 40 per<br />

cento di bambini rom e<br />

sinti non è mai entrata<br />

in una classe e quasi il<br />

doppio non conclude il<br />

ciclo delle scuole medie<br />

dell’obbligo». Converso<br />

ha spiegato che il fenomeno<br />

della dispersione<br />

scolastica è molto alto<br />

soprattutto tra la comunità<br />

dei rumeni, «dove il<br />

bambino rappresenta<br />

per la famiglia una risorsa economica».<br />

La resistenza familiare sfocia in veri e<br />

propri sabotaggi al pulmino scolastico,<br />

che ogni mattina va a prendere gli alunni<br />

al campo nomadi del Casilino 900.<br />

«La situazione abitativa — ha detto<br />

Converso — è migliorata grazie alla<br />

chiusura del Casilino 700, ma ancora<br />

nel 2000 rappresentano una guerra», ha<br />

detto. «Quella dei vigili urbani non deve<br />

essere letta come un’azione repressiva<br />

contro i romani ma piuttosto come il rispetto<br />

del diritto a vivere in una città<br />

più ordinata e sicura. In sostanza, è una<br />

severità a fin di bene». Nel 2000 le infrazioni<br />

rilevate per manovre vietate sono<br />

state 248.169, per transito con il semaforo<br />

rosso 227.527, per uso del telefonino<br />

alla guida 167.679, e per altro genere<br />

150.937. Violazioni al codice della strada<br />

che possono essere un rischio per l’incolumità<br />

di pedoni e altri automobilisti.<br />

I concorsi truccati<br />

a Latina: chiesta<br />

la proroga delle indagini<br />

Il sostituto procuratore di Latina<br />

Chiara Riva ha chiesto ieri,<br />

giovedì, la proroga delle indagini<br />

per i concorsi scolastici truccati.<br />

Fino ad ora l’inchiesta ha portato<br />

all'arresto di 10 persone.<br />

In cambio di tangenti e richieste<br />

di favori si promettevano promozioni<br />

ai concorsi per l’abilitazione<br />

all’insegnamento nella scuola<br />

materna ed elementare, ma nel<br />

corso delle indagini si scoprì anche<br />

che c’erano state raccomandazioni<br />

per gli esami di Stato e<br />

per l’anno integrativo all’istituto<br />

magistrale.<br />

Voragine<br />

in un terreno<br />

a Marcellina<br />

Una voragine larga una cinquantina<br />

di metri e profonda più di venti si è<br />

aperta, nella notte tra giovedì e venerdì,<br />

in un terreno privato in località Sasseto,<br />

a Marcellina.<br />

La cavità, hanno accertato i Vigili del<br />

fuoco di Tivoli, continua ad allargarsi. A<br />

dare l’allarme ai carabinieri è stato il<br />

proprietario del fondo, Aurelio Lattanzi,<br />

avvertito a sua volta dal proprietario del<br />

terreno confinante. Quando Lattanzi ha<br />

raggiunto il suo pescheto ed ha visto<br />

che una parte del terreno era sprofondato<br />

ha avuto un malore ed è stato portato<br />

all’ospedale di Palombara Sabina.<br />

L’area è stata subito recintata. Sul posto<br />

sono accorsi anche i tecnici comunali<br />

e l’assessore ai lavori pubblici di Marcellina,<br />

Armando Marino. «Faremo dei<br />

sondaggi — ha assicurato Marino — nel<br />

frattempo abbiamo avvertito la Regione,<br />

la Provincia, la Prefettura e la Protezione<br />

civile».<br />

I vigili del fuoco non hanno nascosto<br />

preoccupazione. A trenta metri dalla cavità<br />

c’è sono un pilone dell’Enel e un<br />

gasdotto. Sotto la voragine potrebbe esserci<br />

un laghetto sotterraneo o un corso<br />

d’acqua.<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Sabato 27 Gennaio 2001<br />

27 GENNAIO 2001<br />

Sabato della III settimana del<br />

tempo ordinario - Feria (verde)<br />

- S. Angela Merici, vergine -<br />

Memoria fac. (bianco) - Messa<br />

mattutina a scelta - Lezionario:<br />

Eb 11, 1-2.8-19 - Salmo: Lc 1,<br />

68-75; Mc 4, 35-41 - Liturgia delle<br />

Ore (fino a Nona): Sab. III<br />

sett. - Ufficio della Feria - Mes-<br />

molto resta da fare per combattere la<br />

dispersione scolastica. Ancora una volta<br />

l’Opera Nomadi offre la propria esperienza<br />

per istituire corsi di aggiornamento<br />

gratuiti per gli insegnanti ma ci auguriamo<br />

che i distretti scolastici riprendano<br />

a collaborare con circoscrizioni, Asl<br />

ed il giudice per i minori di zona».<br />

Economia: Provincia<br />

e industriali firmano<br />

un'intesa per un piano<br />

di sviluppo territoriale<br />

Con la firma di un protocollo d'intesa<br />

tra l'Unione industriali di Roma e la<br />

Provincia si punta al rilancio dello sviluppo<br />

economico del territorio. L'accordo,<br />

firmato giovedì mattina, infatti, mira<br />

principalmente a favorire le iniziative<br />

nel campo dell’ambiente, della ricerca e<br />

dell’innovazione tecnologica e al rafforzamento<br />

della struttura finanziaria delle<br />

piccole e medie imprese.<br />

Il presidente dell’Unione industriali di<br />

Roma, Giancarlo Elia Valori, sottoscrivendo<br />

l’accordo, ha sottolineato che «è<br />

stata messa in cantiere una straordinaria<br />

modalità di dialogo permanente, che<br />

consentirà di avviare un processo di sviluppo<br />

coinvolgendo tutti i protagonisti,<br />

industriali, Provincia, lavoratori, tutte le<br />

forze sociali, politiche, sindacali presenti<br />

nel territorio».<br />

Il presidente della Provincia, Silvano<br />

Moffa, ha specificato che il protocollo è<br />

la conclusione di un anno di lavoro ed è<br />

il tentativo di mettere insieme competenze<br />

e professionalità nel settore degli<br />

appalti pubblici, dei “global service” e<br />

delle politiche ambientali e che il primo<br />

impegno sarà l’apertura di un tavolo di<br />

confronto con le organizzazioni sindacali.<br />

«L'intesa — ha aggiunto — è una cabina<br />

di regia e coordinamento da dove è<br />

possibile rilanciare l'economia sostenibile<br />

con un partner di grande fiducia».<br />

Il ventaglio dei settori previsto dall'intesa<br />

è ampio e va dalla formazione professionale,<br />

le politiche del lavoro, lo<br />

sport, il turismo e lo spettacolo, la tutela<br />

dell'ambiente, i lavori pubblici con<br />

viabilità e programmazione territoriale.<br />

Coppia di anziani ferita<br />

gravemente per lo scoppio<br />

di una bombola di gas<br />

Una bombola di gas è esplosa, giovedì,<br />

intorno alle 13, in un’abitazione di<br />

Selvacava, nel Comune di Ausonia, provocando<br />

il ferimento di un'anziana coppia<br />

di coniugi che è stata ricoverata in<br />

prognosi riservata. I coniugi sono stati<br />

soccorsi dai vigili del fuoco e dai carabinieri.<br />

L'uomo, Antonio Ambroselli, 74<br />

anni, è stato trasportato all’ospedale<br />

Sant'Eugenio di Roma per le gravi ferite<br />

riportate. I medici parlano anche di<br />

ustioni di secondo grado al volto, alle<br />

braccia e alle mani provocate dalla fiammata<br />

scaturita dalla bombola di gas difettosa.<br />

L’uomo è in prognosi riservata.<br />

La moglie, Ascenza Piccolini, 74 anni,<br />

è stata invece trasferita all’ospedale<br />

«Cardarelli», di Napoli. Anche per lei la<br />

prognosi è riservata. Le fiamme si sono<br />

sviluppate quando la donna ha acceso i<br />

fornelli alimentati dalla bombola. Ascenza<br />

Piccolini è stata investita in pieno e<br />

lo stesso è accaduto al marito che si trovava<br />

in cucina.<br />

Nell’abitazione, che ha subito gravi<br />

danni, c’erano altre due bombole di gas<br />

per alimentare le stufette da riscaldamento<br />

che per fortuna non hanno preso<br />

fuoco.<br />

sa vespertina (verde): tutto come<br />

la Messa di domani - Primi<br />

Vespri della Domenica IV del<br />

tempo ordinario<br />

28 GENNAIO 2001<br />

Domenica IV del tempo ordinario<br />

(verde) - Messa propria,<br />

Gloria, Credo - Lezionario: 1)<br />

Ger 1, 4-5.17.19: Ti ho stabilito<br />

profeta delle nazioni - Salmo<br />

VIABILITÀ Modifiche nel tracciato per limitare l'inquinamento acustico<br />

Scorrerà in galleria<br />

il «passante a Nord Ovest»<br />

«Il tracciato del “passante a Nord<br />

Ovest” che collegherà la cosiddetta via<br />

Olimpica alla Pineta Sacchetti, non porterà<br />

disagi alle abitazioni poste nelle vicinanze,<br />

in quanto rispetto al progetto<br />

originario, gran parte delle gallerie di<br />

collegamento saranno interrate, senza<br />

quindi provocare rumori del traffico».<br />

Lo ha assicurato, giovedì, l'assessore capitolino<br />

ai Lavori pubblici, Esterino<br />

Montino, nel corso di un sopralluogo di<br />

verifica del cantiere, posto nelle vicinanze<br />

del Ministero degli Esteri, tra via dei<br />

Colli della Farnesina e piazzale Volpi. La<br />

nuova arteria lunga 3,5 chilometri collegherà,<br />

salvo ritardi, entro il 2003 la zona<br />

di Monte Mario con quella del Policlinico<br />

Gemelli, oltrepassando la via Trionfale<br />

e permettendo alle autovetture, terminato<br />

il tracciato, di proseguire sino al<br />

Grande Raccordo Anulare. Il passante<br />

sarà interrato nel tratto iniziale della<br />

Farnesina, dall'altezza dell'Olimpica per<br />

proseguire sotto piazzale Volpi, via San<br />

Martino di Castrozza, piazza Passo del<br />

Pordoi ed un tratto della via Trionfale.<br />

All'altezza del Policlinico Gemelli si dirameranno<br />

le sopraelevate che permetteranno<br />

il collegamento con le arterie<br />

principali attigue.<br />

«Le proteste degli abitanti della zona<br />

della Farnesina hanno provocato una<br />

modifica al tracciato, perché smog e rumori,<br />

sarebbero stati troppo elevati —<br />

ha precisato l'assessore —. Comunque<br />

le modifiche al progetto non causeranno<br />

slittamenti nella consegna dei lavori,<br />

prevista entro tre anni».<br />

Il tracciato della strada, definita come<br />

l'opera di progettazione viaria più im-<br />

portante eseguita a Roma negli ultimi 50<br />

anni, è composto da due carreggiate in<br />

galleria per un totale di quattro corsie in<br />

ambedue i sensi di marcia. Le uscite<br />

previste sono nove, la prima delle quali<br />

in direzione Trionfale, è posta all'altezza<br />

di via Fani. Particolarmente curata è la<br />

disposizione delle uscite di sicurezza. Infatti,<br />

ogni 400 metri è stato posto un<br />

collegamento tra le due gallerie, mentre<br />

ogni 200 metri sarà situata un'uscita pedonale.<br />

Il passante il cui costo complessivo è<br />

di circa 238 miliardi, comprendenti il<br />

già previsto raddoppio della via Trionfale,<br />

nei pressi dell'ospedale San Filipppo<br />

Neri, consentirà di alleggerire il traffico<br />

non soltanto nel quadrante della Farnesina<br />

e della via Trionfale, ma anche nei<br />

tratti di Lungotevere, adiacenti il Ministero<br />

degli Esteri. Nelle intenzioni dei<br />

progettisti, inoltre, il passante farà calare<br />

il flusso dei veicoli anche lungo le direttrici<br />

di piazzale Clodio e via Baldo degli<br />

Ubaldi, sino all'Aurelia.<br />

Il raddoppio della Trionfale ed il passante<br />

elimineranno, inoltre, l'attuale<br />

strozzatura alla circolazione dei veicoli<br />

diretti al Policlinico Gemelli, che beneficerà<br />

tra l'altro anche della vicina fermata<br />

ferroviaria.<br />

L'assessore ha, infine, sottolineato che<br />

è stato raggiunto un accordo con l'Acea<br />

per chiudere un tratto dell'acquedotto<br />

del Peschiera, che avendo origine dalla<br />

zona del lago di Bracciano si dirama<br />

sotto la via Trionfale per diversi chilometri.<br />

ALESSANDRO TRENTIN<br />

MUCCA PAZZA Deciso dal Consiglio comunale<br />

In ospedali e mense scolastiche<br />

solo carne biologicamente sicura<br />

Nelle mense scolastiche solo carne<br />

biologicamente certificata: lo prevede un<br />

ordine del giorno approvato mercoledì<br />

dal consiglio comunale.<br />

Tra i vari punti esposti all'interno dell'ordine<br />

del giorno si chiede che, seguendo<br />

l’indirizzo adottato dalla Giunta<br />

capitolina, nelle mense di asili nido, elementari<br />

e case di riposo sia servita solo<br />

carne biologicamente certificata. Lo<br />

stesso criterio è stato richiesto anche negli<br />

ospedali. Inoltre, viene specificato<br />

che si deve intensificare l’allevamento<br />

della tenuta comunale di Castel di<br />

Guido.<br />

Laura Allegrini, presidente della commissione<br />

agricoltura regionale, garantisce<br />

la massima attenzione da parte della<br />

Regione e sottolinea che il problema vero<br />

è quello dell’incenerimento degli animali<br />

morti poiché i tre impianti esistenti<br />

nel Lazio non sono in grado di affrontare<br />

la situazione.<br />

Ma mentre nel resto d’Italia «mucca<br />

pazza» sta stroncando il settore dell’allevamento<br />

bovino, a Tolfa e Allumiere<br />

nell’entroterra di Civitavecchia, allevatori<br />

e macellai registrano addirittura un<br />

aumento delle vendite. I clienti vengono<br />

soprattutto da Roma e da Civitavecchia,<br />

ma anche da Viterbo e dalle città della<br />

Bassa Toscana. «Il rammarico è di non<br />

disporre di un numero di capi tale da<br />

far fronte a tutte le richieste», afferma<br />

Carlo Amici, presidente dell’Università<br />

Agraria di Allumiere, con l’analogo ente<br />

di Tolfa, proprietaria dei terreni da pascolo<br />

affittati agli allevatori locali.<br />

Il motivo di questa enorme richiesta<br />

delle carni locali risiede nel fatto che,<br />

Incidenti stradali:<br />

un morto<br />

a Isola Liri<br />

Una persona è morta e un'altra è rimasta<br />

ferita gravemente in due differenti<br />

incidenti avvenuti, giovedì, sulle strade<br />

del Lazio.<br />

Nel primo, un pensionato di 90 anni,<br />

Vincenzo de Gasperis, di Isola Liri, che<br />

era in sella alla sua bicicletta è stato investito<br />

da un'automobile nel centro del<br />

paese ed è morto in ospedale per le lesioni<br />

riportate. I carabinieri hanno effettuato<br />

i rilievi per ricostruire la dinamica<br />

dell’incidente.<br />

Nel secondo, un uomo di 32 anni,<br />

Mariano Teodori, è stato investito dall’auto<br />

guidata da un operaio di 42 anni,<br />

il quale prima è scappato, poi, una volta<br />

arrivato a casa, ha chiamato ai Carabinieri<br />

e ad alcuni ospedali per chiedere<br />

se avevano registrato degli incidenti.<br />

La vittima, Mariano Teodori, è ora ricoverato<br />

in prognosi riservata al Policlinico<br />

«Umberto I», l'uomo è stato soccorso<br />

solo grazie all’intervento di altri<br />

automobilisti di passaggio. L’incidente è<br />

avvenuto sulla Palombarese. Teodori<br />

stava camminando lungo il ciglio della<br />

strada, quando l’automobilista lo ha investito.<br />

L’uomo si è giustificato dicendo<br />

che gli era sembrato di aver travolto un<br />

albero o un animale, l'operaio è stato<br />

denunciato.<br />

70: La mia bocca annunzierà la<br />

tua giustizia; 2) 1 Cor 12, 31-13,<br />

13: Rimangono la fede, la speranza,<br />

la carità; ma di tutte più<br />

grande è la carità - Vangelo: Lc<br />

4, 21-30: Gesù come Elia ed Eliseo<br />

è mandato non per i soli<br />

Giudei - Liturgia delle Ore:<br />

Dom. IV sett. - Ufficio della Domenica<br />

come spiega Amici, «complessivamente<br />

sui nostri territori vivono allo stato brado<br />

o semibrado duemila bovini, tra fattrici<br />

e bestie da carne, ai quali ne vanno<br />

aggiunti altri 500 di allevatori che per il<br />

pascolo utilizzano terreni di loro proprietà.<br />

I nostri terreni non sono mai stati<br />

concimati con sostanze chimiche.<br />

Inoltre, da due anni, la zona è sottoposta<br />

ai severi controlli previsti dalle<br />

procedure europee per la conversione al<br />

biologico delle aziende dei soci che, ad<br />

Allumiere, sarà ufficializzata nel prossimo<br />

aprile; a Tolfa, qualche mese dopo.<br />

È nata<br />

Angelica Ridolfi<br />

Patrizia e Sandro Ridolfi sono<br />

stati allietati dalla nascita della secondogenita<br />

Angelica. La piccola<br />

è nata giovedì.<br />

«L'Osservatore Romano», in<br />

tutte le sue componenti, esprime<br />

gioiose espressioni augurali al collega<br />

Sandro, alla signora Patrizia<br />

e alla loro figlia Beatrice, alla quale<br />

affida una carezza per la sorellina<br />

Angelica.<br />

Carabiniere ucciso:<br />

indagato l'istruttore<br />

Giovedì è stato iscritto nel registro<br />

degli indagati il Carabiniere maresciallo<br />

istruttore che 3 giorni fa ha<br />

ucciso involontariamente Stefano<br />

Barlattoni, nel corso di una esercitazione<br />

nella caserma di Forte Antenne.<br />

L’istruttore, dopo aver ritirato<br />

i caricatori di tutti i presenti all’addestramento,<br />

come prevede la<br />

procedura, avrebbe dimenticato di<br />

scaricare la propria arma. Quando<br />

è proseguito l’addestramento il<br />

maresciallo ha sparato il colpo che<br />

ha ucciso Barlattoni<br />

Policlinico Umberto I:<br />

protesta dei precari<br />

Ennesima protesta dei precari del<br />

policlinico Umberto I, che venerdì<br />

pomeriggio hanno occupato l’androne<br />

della direzione generale per<br />

chiedere un incontro urgente con il<br />

direttore generale Riccardo Fatarella.<br />

I motivi della protesta sono<br />

la carenza di personale, i turni<br />

massacranti e di turn over.<br />

Avvocato intascava<br />

liquidazioni: arrestato<br />

Nonostante fosse stato cancellato<br />

dall’albo professionale, un avvocato<br />

romano ha continuato ad esercitare<br />

abusivamente la professione<br />

occupandosi solo di incidenti stradali<br />

per impossessarsi della liquidazione<br />

dei danni dalle compagnie<br />

di assicurazione, senza dare nulla<br />

ai clienti. I Carabinieri della stazione<br />

Bravetta, giovedì, lo hanno denunciato<br />

per esercizio abusivo della<br />

professione e appropriazione indebita.<br />

Fede<br />

La rovina totale della coscienza<br />

morale di un individuo e di<br />

un popolo è attuata soltanto<br />

quando scompare la fede.<br />

(S. Tommaso d'Aquino)<br />

a cura di p. Leonardo Sapienza, R.C.I.<br />

Indette le gare<br />

per i primi cantieri<br />

della metro C<br />

La Giunta capitolina, giovedì,<br />

ha approvato le delibere per la indizione<br />

delle gare per l’apertura<br />

dei cantieri nei primi due tratti<br />

della linea C della metropolitana:<br />

San Giovanni-Malatesta e Malatesta-Alessandrino.<br />

I lavori, che costeranno 30 miliardi,<br />

riguardano lo spostamento<br />

dei sottoservizi nella zona interessata<br />

allo scavo delle gallerie. In<br />

pratica, i lavori, definiti «apripista»,<br />

serviranno a sistemare il terreno<br />

prima dell'inizio degli scavi.<br />

Alle due gare faranno seguito<br />

quelle per l’affidamento della progettazione<br />

esecutiva e della costruzione.<br />

La Giunta ha anche approvato<br />

il documento di indirizzo per la<br />

realizzazione e la gestione della linea<br />

C. Ricordando che la linea<br />

sorgerà anche con il contributo<br />

dei privati, che compreranno i<br />

treni e il materiale ferroviario come<br />

binari, impianti e sistemi di<br />

controllo, l’assessore alla mobilità,<br />

Walter Tocci, ha sottolineato che<br />

si tratta di una procedura innovativa<br />

che consente di ottenere maggiori<br />

risorse finanziarie.<br />

«Il Comune — ha affermato<br />

Tocci — avrà ovviamente il compito<br />

di fissare i parametri del servizio<br />

e il controllo della gestione,<br />

con il risultato di aumentare gli<br />

standard di qualità e razionalizzare<br />

i costi». La società Metroferro<br />

ha fatto sapere di essere interessata<br />

alla realizzazione della linea C<br />

e di avere uomini, mezzi e esperienza<br />

con i quali è in grado di<br />

concorrere alla pari con altre<br />

aziende italiane e straniere.<br />

«Nei prossimi mesi — ha detto<br />

ancora Tocci — partiranno i primi<br />

cantieri e arriverà la risposta<br />

del Governo per il finanziamento<br />

delle tratte Alessandrino-Torrenova-Tor<br />

Vergata e piazza Venezia-<br />

Colosseo-San Giovanni. Il meccanismo<br />

è ormai avviato e potrà andare<br />

avanti anche durante la gestione<br />

del Commissario».<br />

RADIO<br />

VATICANA<br />

OM: 1530 kHz - 196 metri<br />

(Per la zona di Roma<br />

anche Onda Media 527 kHz<br />

e FM 93.3 e 105 MHz)<br />

OC: nelle bande 49, 31, 25 e 19 metri<br />

SABATO 27 GENNAIO<br />

00.10: Studio A<br />

7.20-15.30-17.30-23-24: Orizzonti Cristiani<br />

7.30: Santa Messa in latino<br />

8-12-14-15-16-18-21-23.30: Radiogiornale<br />

16: Dalla chiesa di Santa Maria in<br />

Trastevere, Celebrazione in occasione<br />

del centenario verdiano presieduta<br />

dal Card. Paul Poupard. Il<br />

coro e l'orchestra del Teatro dell'Opera<br />

di Roma eseguono la Messa<br />

da Requiem di Giuseppe Verdi<br />

16.30: Obiettivo musica di A. Fasano<br />

17: Liturgia delle Ore: Celebrazione<br />

dei Vespri in latino<br />

20.20: Programma tedesco: Helene<br />

von Heyl - Kommentar der Woche;<br />

Bernhard Koch - Zur Liturgie des 3.<br />

Sonntags<br />

20.40: Recita del Santo Rosario in<br />

latino<br />

21.30: Programma francese: 4è dim.<br />

ord.: Si Jésus nous parlait...<br />

21.50: Programma inglese: With<br />

heart and mind / Against the floor /<br />

Matters of fact<br />

22.10: Programma spagnolo: Commentario<br />

a la Liturgia del Domingo<br />

DOMENICA 28 GENNAIO<br />

00.10: Studio A<br />

7.20-15.30-17.30-23-24: Orizzonti Cristiani<br />

7.30: Santa Messa in latino<br />

11.55: Angelus del Santo Padre<br />

14-15-16-18-21-23.30: Radiogiornale<br />

16.30: Festa Barocca di P. Morelli<br />

17: Liturgia delle Ore: Celebrazione<br />

dei Vespri in latino<br />

20.20: Programma tedesco: Aldo<br />

Parmeggiani Aktenzeichen – Präsident<br />

Kim Dae Jong Friedensnobelpreis<br />

2000<br />

20.40: Recita del Santo Rosario in<br />

latino<br />

21.20: Programma esperanto<br />

21.30: Programma francese: L'invité<br />

du dimanche<br />

21.50: Programma inglese: Celebration<br />

– Saints Alive<br />

22.10: Programma spagnolo: La voz<br />

del Papa/Misiones y misioneros ed<br />

Radio Vaticano


IN ITALIA<br />

PAGINA<br />

9 .<br />

Inchieste<br />

e servizi<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Sabato 27 Gennaio 2001<br />

MONDOVÌ — Sul verde della collina che<br />

costeggia la strada fra Carassone e Braglia,<br />

si erge una bianca cascina ristrutturata<br />

nella quale, dal 1992, ha sede un<br />

centro di accoglienza per giovani in difficoltà.<br />

Nella struttura operano due coniugi monregalesi,<br />

Daniela e Daniele Tealdi, infermiera<br />

professionale la prima e insegnante<br />

il secondo, da sempre impegnati nel volontariato<br />

internazionale, in Burundi lei e<br />

in Costa d'Avorio lui.<br />

IMMIGRATI L'opera di accoglienza svolta a Firenze dal Centro Mercede<br />

Il dramma poco conosciuto<br />

dei piccoli stranieri abbandonati<br />

FIRENZE, gennaio.<br />

L'immigrazione ha tanti volti: quello<br />

oscuro della clandestinità, quello positivo<br />

di chi è riuscito a trovare in Italia casa<br />

e lavoro, quello temibile delle organizzazioni<br />

criminali che gestiscono traffici<br />

e speculazioni. Tra questi c'è anche il<br />

volto dei bambini e dei ragazzi: il volto<br />

di tanti piccoli stranieri in cerca di fortuna<br />

nelle città italiane .<br />

Un fenomeno che a Firenze è in costante<br />

aumento, e ha già raggiunto cifre<br />

preoccupanti. Una realtà sommersa, dalla<br />

quale periodicamente emergono storie<br />

particolarmente drammatiche che attirano<br />

l'attenzione dei giornali. Basta<br />

trascorrere qualche giornata al centro<br />

stranieri della Caritas fiorentina per rendersi<br />

conto della consistenza del fenomeno.<br />

«Sono sempre di più — spiega la<br />

responsabile del servizio stranieri, Anna<br />

Zucconi — i minori che bussano alla nostra<br />

porta per cercare un posto dove<br />

dormire, e purtroppo molto spesso non<br />

abbiamo risposte da dare».<br />

Le storie sono tutte simili: ragazzi venuti<br />

dall'Albania, dal Kosovo, dall'Africa,<br />

da soli o magari con un fratello o un<br />

altro parente che poi li ha abbandonati<br />

al proprio destino. Il loro passato spesso<br />

è un grande punto interrogativo, a volte<br />

è impossibile persino sapere l'età esatta.<br />

Giovanissimi, poco più che bambini, per<br />

loro la legge non prevede il rimpatrio: lo<br />

Stato italiano ha scelto di offrire accoglienza<br />

ai minori abbandonati che, evidentemente,<br />

non hanno molto da aspettarsi<br />

dalla propria famiglia. Di fatto però<br />

le strutture per far fronte a questa<br />

emergenza sono pressoché inesistenti. Il<br />

dilemma è difficile da risolvere: creare<br />

spazi per l'accoglienza consentirebbe di<br />

tenere questi ragazzi lontani dagli ambienti<br />

criminali, ma rischierebbe anche<br />

di creare un pericoloso effetto-richiamo,<br />

innescando un passaparola che nel mondo<br />

dell'immigrazione è sempre efficacissimo.<br />

Firenze ha già abbastanza problemi<br />

con l'immigrazione per correre anche<br />

questo rischio. D'altra parte, lasciarli<br />

per strada significa condannarli all'illegalità:<br />

rifiutare oggi una risposta di solidarietà<br />

a uno di questi ragazzi vuol dire,<br />

probabilmente, avere domani un problema<br />

di ordine pubblico in più.<br />

L'unica struttura di pronta accoglienza<br />

per minori abbandonati alla quale<br />

Caritas, Comune, Questura, Tribunale<br />

dei minori si rivolgono è il centro Mercede.<br />

La sede è in un grande stabile costruito<br />

nel 1959 dai padri Mercedari accanto<br />

al campo di calcio delle Due Strade,<br />

tra Firenze e il Galluzzo. Dal 1986,<br />

spiega il responsabile padre Dino Lai, la<br />

comunità ha accettato le sollecitazioni<br />

del Tribunale dei Minori e ha creato un<br />

centro con dieci posti letto per accogliere<br />

i ragazzi fermati dalle forze dell'ordine.<br />

«Il nostro compito — spiega padre<br />

Lai — è quello di cercare di mettersi in<br />

contatto con la loro famiglia, fare in<br />

modo che possano tornare a casa. All'inizio<br />

erano tutti italiani: mi ricordo che<br />

in occasione di un concerto di una nota<br />

cantante Firenze ne arrivarono una decina<br />

che erano scappati da casa per venire<br />

a sentirla. Poi è esplosa l'emergenza<br />

extracomunitari. Ragazzi che arrivano a<br />

Firenze in cerca di fortuna, è una città<br />

considerata ricca. Poi chiedono assistenza<br />

alla Caritas, oppure vengono fermati<br />

dai vigili o dalla Polizia, e arrivano qui,<br />

dovrebbero stare pochi giorni, in attesa<br />

di individuare la loro famiglia o di trovare<br />

altre sistemazioni, ma a volte restano<br />

Iniziative a Torino<br />

per la cooperazione<br />

internazionale<br />

TORINO, gennaio.<br />

Anche per il 2001 il Comune di<br />

Torino sostiene con finanziamenti<br />

mirati alcune iniziative di solidarietà<br />

e cooperazione internazionale<br />

fra i progetti presentati nei mesi<br />

scorsi dalle Organizzazioni non<br />

governative della città (Ong). L'ufficio<br />

comunale «Pace, solidarietà e<br />

cooperazione internazionale» ha<br />

selezionato 9 microprogetti, presentati<br />

rispettivamente dall'Associazione<br />

per la Partecipazione allo<br />

Sviluppo (Aps), dal Cisv (Comunità<br />

Impegno Servizio Volontario),<br />

dal Cicsene, dal Movimento per<br />

l'Autosviluppo e la Solidarietà<br />

(Mais), dal Movimento Sviluppo e<br />

Pace, dall'Associazione Internazionale<br />

Volontari Laici (Lvia), dal<br />

Mlal e dall'Iscos (Istituto Sindacale<br />

per la Cooperazione allo Sviluppo-Cisl).<br />

I progetti ammessi ai contributi<br />

(mai superiori a 30 milioni) sono<br />

di due tipi: iniziative di cooperazione<br />

vera e propria (per la quale<br />

sono stati stanziati quasi 178 milioni)<br />

e iniziative orientate alla<br />

promozione, a Torino, di maggiore<br />

sensibilità attorno ai temi della<br />

pace, dello sviluppo e della solidarietà<br />

(contributi per 43 milioni<br />

complessivi). MARCO BONATTI<br />

per anni. Solo uno, per ora, ha chiesto<br />

di poter essere riaccompagnato a casa».<br />

Dopo qualche giorno nel Centro Mercede,<br />

i ragazzi cominciano ad aprirsi, a<br />

parlare. «I nostri operatori sono molto<br />

bravi, riescono a conoscerli, a capire le<br />

loro necessità». Qualcuno viene dato in<br />

affidamento alle famiglie disponibili: una<br />

coppia, nella canonica di San Lorenzo<br />

alle Rose, accoglie anche 2 o 3 ragazzi<br />

per volta. Per altri sono gli stessi padri<br />

Mercedari a ottenere la tutela legale dal<br />

Tribunale dei minori. Questo vuol dire<br />

far uscire i ragazzi dalla clandestinità,<br />

Mondovì: una casa per giovani in difficoltà<br />

Al loro rientro in Italia alla fine degli<br />

anni '80, con don Gianni Martino, responsabile<br />

dell'Ufficio Missionario Diocesano,<br />

incontrarono padre Ambrogio Pessina, responsabile<br />

e coordinatore dei centri di accoglienza<br />

della PLOCRS (Provincia Lombarda<br />

Ordine Chierici Regolari Somaschi).<br />

In quel periodo, padre Ambrogio cercava<br />

locali e persone per avviare un nuovo<br />

centro di accoglienza e, nel contempo, la<br />

famiglia Calcagno-Fenoglio donava la Cascina<br />

Martello alla Diocesi, vincolandola a<br />

scopi sociali.<br />

L'allora Vescovo, Mons. Enrico Masseroni,<br />

mise a disposizione dei padri Somaschi<br />

il cascinale che, ristrutturato, accolse<br />

nel 1992 i primi ragazzi.<br />

Lasciati i rispettivi lavori, Daniela e Daniele<br />

si dedicarono completamente alla<br />

comunità che, oggi, può accogliere fino a<br />

INFANZIA Secondo i dati forniti dal ministero degli Affari sociali<br />

Al Nord il primato<br />

degli affidi familiari<br />

ROMA, gennaio.<br />

Affidi familiari troppo lunghi, in media<br />

quattro anni e mezzo. Un’opportunità<br />

per i minori in difficoltà, quella dell’affidamento,<br />

che vede nella Lombardia<br />

la prima regione per maggior numero di<br />

affidi attivati (16,4%) mentre Sicilia,<br />

Campania e Calabria sono in testa per<br />

numero di bambini negli istituti rispetto<br />

a quelli affidati.<br />

Lo rileva un’indagine svolta, per conto<br />

del ministero degli Affari sociali, dal<br />

Centro nazionale di documentazione per<br />

l’infanzia e l’adolescenza di Firenze,<br />

conclusa a novembre 2000.<br />

L’affidamento familiare interessa lo<br />

0,1% dei minorenni italiani (51,4% sono<br />

maschi, 48,6% femmine), complessivamente<br />

10.200 bambini (dati al 30 giugno<br />

1999). Per il 6,4% si tratta di bambini<br />

stranieri. L’età media dei bambini affidati<br />

è dieci anni e mezzo; in un caso su<br />

tre (33,3%) hanno 6-10 anni; seguono<br />

quelli con età 14-17 anni (26,4%); meno<br />

consistente il numero dei più piccoli (0-2<br />

anni) che riguarda solo il 4%. Ma è sulla<br />

durata dell’affido che il rapporto sottolinea<br />

un’attenzione: oltre il 49% dei minori<br />

sta vivendo l’esperienza dell’affidamento<br />

da oltre tre anni e di questi più<br />

della metà ha dai 5 ai 10 anni; la durata<br />

media complessiva è pari a 4 anni e<br />

mezzo «che supera la logica di una temporaneità<br />

dell’intervento. Si evidenzia,<br />

pertanto — osserva il rapporto — una<br />

considerevole tendenza a realizzare affidamenti<br />

prolungati nel tempo con un<br />

rafforzamento dei legami e del senso di<br />

appartenenza al nucleo affidatario soprattutto<br />

nel caso in cui il progetto abbia<br />

avuto inizio nei primi anni di età».<br />

Altro dato «significativo», per il rapporto,<br />

è che in media al momento dell’affido<br />

il bambino ha circa sei anni e mezzo.<br />

Non solo, il 46% del totale viene inserito<br />

in un altro nucleo familiare nei primi<br />

cinque anni di vita e di questi ben il<br />

22,7% tra gli 0 e i 2 anni (di cui il 6,2%<br />

nei primi sei mesi): «emerge quindi dif-<br />

LAVORO Un'azione organica a Perugia per la formazione e l'orientamento<br />

«Intesa» fra Caritas e Cisl contro la disoccupazione<br />

PERUGIA, gennaio.<br />

Nella consapevolezza che la mancanza<br />

di lavoro e l'esclusione sociale sono<br />

le due grandi sfide del nostro tempo, la<br />

Caritas diocesana, impegnata da diversi<br />

anni su questo «fronte», e la Cisl di Perugia,<br />

insieme ad altri organismi Cisl<br />

Umbria, hanno inteso allacciare una più<br />

organica collaborazione con l'obiettivo<br />

di promuovere il diritto al lavoro per chi<br />

è disoccupato, specialmente se giovane<br />

o soggetto svantaggiato.<br />

Una collaborazione che va a salvaguardare<br />

uno stato sociale che risponda<br />

e tuteli efficacemente i diritti fondamentali<br />

dei cittadini, in particolare dei più<br />

deboli.<br />

L'«Intesa di collaborazione» Caritas-<br />

Cisl è aperta ad altri soggetti sociali disponibili<br />

ad una organica azione finalizzata<br />

a rispondere ai bisogni primari di<br />

singole persone e di nuclei familiari,<br />

mettendo in campo le risorse umane ed<br />

organizzative di cui dispongono. Importante<br />

è esercitare in comunione un'opportuna<br />

opera di partecipazione sociale<br />

e di stimolo nei confronti delle istituzioni<br />

locali. Con queste ultime «si vuole interloquire<br />

— dichiarano i promotori dell'«Intesa»<br />

— affinché i nuovi servizi per<br />

l'impiego corrispondano ai compiti e alle<br />

finalità proprie e si faccia quanto è<br />

possibile per favorire una cultura attiva<br />

del lavoro e per creare tutte le occasioni<br />

di lavoro possibili».<br />

Sono due i principali ambiti di azione<br />

individuati e riportati nel documento di<br />

«Intesa». Il primo è, ovviamente, il «Lavoro»,<br />

visto come impegno prioritario,<br />

da attuare attraverso la creazione di un<br />

più stretto ed organico raccordo anche<br />

funzionale tra lo «Sportello per l'orientamento<br />

al lavoro» della Caritas diocesana,<br />

che rappresenta un recapito importante<br />

circa la domanda e l'offerta di lavoro<br />

domestico e di lavoro stagionale<br />

(specialmente per gli immigrati), ed il<br />

«Centro incontro lavoro» della Cisl comprensoriale<br />

di Perugia, che svolge un<br />

servizio di contatto tra la domanda e<br />

l'offerta di lavoro rivolto in particolare<br />

ai disoccupati e ai giovani in cerca di<br />

prima occupazione. Quest'azione comune<br />

dovrà concretizzarsi anche con la<br />

promozione sia «dell'accesso ai corsi di<br />

formazione e di riqualificazione professionale<br />

posti in essere dal sistema formativo<br />

regionale» — si legge nel documento<br />

—, sia di «iniziative di formazione<br />

alla nuova imprenditorialità con particolare<br />

riguardo alla riscoperta degli antichi<br />

mestieri e alle iniziative di cooperazione<br />

sociale», oltre al «concreto avvio<br />

di esperienze di lavoro cooperativo in<br />

settori in cui si rivela necessaria la fornitura<br />

di servizi (sanità, assistenza sociale,<br />

attività di cura alle persone, sport e<br />

tempo libero, cultura, ambiente, istruzione<br />

e formazione».<br />

Il secondo ambito di azione è lo «stato<br />

sociale», cioè la riorganizzazione e la<br />

gestione delle «politiche-servizi» socio-sa-<br />

garantendo per loro, e dargli<br />

la possibilità di studiare<br />

o di trovare un lavoro. «Abbiamo<br />

anche preso in affitto<br />

alcuni appartamenti, dove<br />

vengono sistemati i ragazzi<br />

più grandi e abbiamo<br />

creato alcune cooperative:<br />

la cooperativa Ovidio ad<br />

esempio si occupa di agricoltura,<br />

i ragazzi in questi<br />

giorni raccolgono olive. Altri<br />

fanno pulizie negli uffici<br />

o lavorano nell'edilizia.<br />

Vengono in Italia aspettandosi<br />

grandi guadagni, ma<br />

poi si accontentano di quello<br />

che possiamo offrirgli».<br />

L'esperienza, osserva padre<br />

Lai, ci dice che la scelta<br />

dell'accoglienza è vincente:<br />

«I ragazzi che passano da<br />

noi, in gran parte, si sistemano.<br />

Qualcuno, dopo<br />

qualche giorno, purtroppo<br />

se ne va e non lascia più<br />

tracce, torna nella clandestinità.<br />

Ma molti trovano<br />

un lavoro, una sistemazione.<br />

Firenze offre molte opportunità<br />

di lavoro, lavoretti<br />

semplici, che magari i nostri<br />

ragazzi non vogliono<br />

più fare. E al contrario del-<br />

le apparenze, è una città ben disposta<br />

verso gli stranieri». Anche la gente del<br />

quartiere, a parte qualche diffidenza iniziale,<br />

ha ben accettato la presenza del<br />

Centro: «Questa è una zona residenziale,<br />

di famiglie benestanti, avevano qualche<br />

timore.<br />

E ancora oggi se c'è qualche furto<br />

qualcuno viene subito ad accusare noi.<br />

Ma i più hanno capito che il nostro Centro<br />

è un parafulmine contro la criminalità:<br />

da noi vengono ragazzi benintenzionati,<br />

chi vuole rubare sta alla larga».<br />

RICCARDO BIGI<br />

nitarie «stimolate» proprio dalla nuova<br />

legislazione: Legge quadro sull'assistenza<br />

e Piani regionali sanitario e sociale.<br />

Caritas e Cisl sono impegnate, al riguardo,<br />

in quanto credono nel profondo<br />

cambiamento dell'attuale stato sociale.<br />

Pertanto «non basta offrire servizi su base<br />

universale — sostengono — perché<br />

tutti possano accedervi, ma che invece<br />

occorre attivare politiche sociali «selettive»<br />

e sempre più personalizzate (soprattutto<br />

per i soggetti deboli) con l'obiettivo<br />

di ridurre gli svantaggi che impediscono<br />

ad alcuni gruppi sociali un pari<br />

esercizio dei diritti, cioè non ci possono<br />

essere interventi uguali tra disuguali».<br />

Con questa prima «Intesa» Caritas e<br />

Cisl auspicano di poter dar vita ad una<br />

più stretta collaborazione mirata a promuovere<br />

politiche sociali ed azioni più<br />

adeguate ed efficaci, in particolare nel<br />

campo degli interventi rivolti agli anziani,<br />

immigrati, disabili e carcerati, impegnandosi<br />

ad elaborare appositi progetti<br />

operativi. Intanto, a fine gennaio saranno<br />

consegnati gli attestati di partecipazione<br />

a circa 100 extracomunitari che<br />

hanno seguito il «Corso di orientamento<br />

e formazione per l'accompagnamento al<br />

lavoro di immigrati» promosso dalla Caritas<br />

diocesana e dall'Assessorato alla<br />

formazione della Provincia di Perugia,<br />

che si è svolto tra il 1999 ed il 2000. Interverranno<br />

il presidente della Provincia,<br />

Giulio Cozzari, e l'arcivescovo Mons.<br />

Giuseppe Chiaretti e l'incontro sarà anche<br />

l'occasione per tracciare un «bilancio»<br />

di questa iniziativa e per parlare di<br />

nuovi progetti di collaborazione tra Caritas<br />

e Provinciaa a favore di persone in<br />

difficoltà in cerca di lavoro.<br />

R. L.<br />

un'adozione o ad un affido breve in<br />

strutture comunitarie».<br />

Al Nord il maggior numero di affidi, il<br />

53%, mentre la minore concentrazione<br />

si verifica nelle isole (9,6%). La Lombardia,<br />

in particolare, ha attivato il maggior<br />

numero di affidi, 1.672 pari al 16,4%; segue<br />

il Piemonte e la Puglia con circa<br />

l’11,4%, l’Emilia Romagna con il 9,1%, il<br />

Lazio con il 7,4%. Al Sud, il primato di<br />

bambini «istituzionalizzati» rispetto al<br />

numero di quelli dati in affidamento. In<br />

Sicilia, ad esempio, sono 2.247 i bambini<br />

inseriti in strutture contro i 523 dati<br />

in affidamento con un rapporto di oltre<br />

A Bari la «Giornata dei giornalisti e dei mass media»<br />

Distinguersi per amore alla verità<br />

BARI, gennaio.<br />

In occasione della ricorrenza di San<br />

Francesco di Sales si è tenuta a Bari, a<br />

cura dell'Ufficio Comunicazioni sociali,<br />

dell'Ufficio di Musica Sacra e dell'Istituto<br />

Superiore di Scienze religiose «Odegitria»,<br />

una «Giornata dei giornalisti e degli<br />

operatori della comunicazione». La<br />

Celebrazione Eucaristica si è tenuta nella<br />

Parrocchia del Salvatore del rione Loseto<br />

e all'omelia, l'Arcivescovo Francesco<br />

Cacucci, Presidente della Commissione<br />

episcopale per la Cultura e le Comunicazioni<br />

sociali Cei, ha ricordato come<br />

gli operatori dei mass-media debbano<br />

agire con onestà d'intenti e, accanto<br />

al rigore storico e all'ordine, la loro attività<br />

debba distinguersi per l'amore alla<br />

verità. Al riguardo ha citato il brano del<br />

Vangelo di Luca nel quale questi concetti<br />

appaiono splendere in tutta la loro verità.<br />

«Poiché molti han posto mano a<br />

stendere un racconto degli avvenimenti<br />

successi tra di noi — dice il brano evangelico<br />

— ... ho deciso anch'io di fare ricerche<br />

accurate su ogni circostanza fin<br />

dagli inizi e di scriverne un resoconto<br />

ordinato».<br />

La «Giornata» ha visto anche la partecipazione<br />

di don Franco Mazza, Vice<br />

Direttore dell'Ufficio Nazionale Comunicazioni<br />

sociali. Parlando del «giornalista<br />

nell'era digitale» don Mazza, sulla base<br />

anche dei documenti ecclesiali, ha ricordato<br />

come il giornalista realizzi in sé un<br />

potere educativo enorme fondamentale<br />

per la crescita di tutta l'umanità. Questa<br />

fusamente la presenza di affidi iniziati in<br />

età precoce». «L'affido familiare — ha<br />

spiegato il ministro per la Solidarietà sociale<br />

— non è un parcheggio, né deve<br />

essere un'adozione mancata. Occorre<br />

che i servizi sociali affinino le loro capacità<br />

perché valutino più attentamente<br />

l'opportunità di procedere subito ad<br />

possibilità raccoglie anche serie preoccupazioni<br />

costituite dalla perdita del valore<br />

intrinseco degli strumenti di comunicazione,<br />

dell'uniformità indifferenziata dei<br />

messaggi che vengono spesso ridotti a<br />

pura informazione e provocano scoraggiamenti<br />

nei rapporti interpersonali.<br />

Scaturisce anche di qui l'esigenza di<br />

un'etica della comunicazione sociale<br />

che, nel riconoscimento all'uomo della<br />

possibilità di cercare, ricevere e inviare<br />

informazioni e idee tramite qualsiasi<br />

mezzo e al di là di ogni frontiera, impegna<br />

i mass-media alla fedeltà ai principi<br />

per trasfonderli nelle «invocazioni» che<br />

nascono dal mondo che ci circonda. La<br />

tecnologia della comunicazione con i<br />

suoi nuovi traguardi non può così prescindere<br />

dalle responsabilità nelle implicazioni<br />

etiche determinate dalle sue<br />

enormi possibilità per il bene e per il<br />

male. L'incontro ha visto anche la proiezione<br />

del film «Christus» di Giulio Antamoro<br />

(1916) che è stato presentato da<br />

don Egidio Viganò, responsabile del settore<br />

cinema e spettacolo dell'Ufficio Nazionale<br />

per le Comunicazioni sociali.<br />

Don Viganò ha anche tracciato un<br />

excursus delle origini del cinema religioso<br />

e, nel corso della proiezione, sono<br />

state eseguite le musiche composte per<br />

il film eseguite dai maestri Giuseppe<br />

Massarelli e Miro Abbatichio. Agli incontri<br />

ha partecipato anche il coro della<br />

parrocchia San Salvatore.<br />

VITO MAUROGIOVANNI<br />

25 ragazzi ed è dotata di orto, frutteto e<br />

laboratori.<br />

Nel centro si alternano quattro operatori<br />

professionali ed una quindicina di volontari.<br />

Il programma terapeutico, della durata<br />

media di due anni, è personalizzato e si<br />

realizza attraverso la vita in comune,<br />

l'adesione alle regole, il colloquio personale,<br />

la terapia di gruppo e il lavoro manuale.<br />

MARCO CARAMAGNA<br />

minato con un rientro in famiglia; in 6<br />

casi su 10 quindi, afferma il rapporto, «i<br />

problemi che hanno indotto all’allontanamento<br />

dal nucleo di origine, non sembrano<br />

dunque essere stati superati».<br />

Abbandono, trascuratezza e problemi<br />

di droga sono i motivi più frequenti che<br />

spingono a scegliere per un minore la<br />

soluzione dell’affidamento familiare. Ma<br />

non solo, ci sono anche le condizioni<br />

economiche critiche della famiglia naturale<br />

o i conflitti insanabili di coppia.<br />

FRANCESCO RICUPERO<br />

Inaugurato il «Palazzo della Cultura»<br />

della Diocesi di Taranto<br />

TARANTO, gennaio<br />

Arcidiocesi di Taranto ha coronato un<br />

sogno lungamente inseguito e costato<br />

anni di lavoro e di impegno costante: la<br />

realizzazione di un «Palazzo della cultura».<br />

Si tratta di una istituzione che ha<br />

una valenza plurima all'interno della comunità<br />

diocesana, che è al contempo<br />

culturale, religiosa, teologica e sociale,<br />

ma ha anche una valenza simbolica per<br />

tutta la città, dal momento che vive e<br />

opera all'interno di un bellissimo palazzo,<br />

restaurato dalla diocesi, nel cuore<br />

della città vecchia. Il bellissimo quartiere<br />

storico di Taranto, «relegato» nell'isola<br />

che galleggia dividendo i due mari, ed<br />

è collegato alla terra ferma da due ponti<br />

situati alle due estremità, vive infatti un<br />

periodo delicato della sua storia, proiettato<br />

com'è a diventare il centro culturale<br />

e formativo del capoluogo, ma ancora<br />

alle prese con gravi problemi di recupero<br />

e risanamento, più marcati che in altre<br />

città.<br />

A questo significato di servizio alla comunità<br />

del credenti e di stimolo alla società<br />

civile ha fatto specifico riferimento<br />

l'Arcivescovo di Taranto Benigno Luigi<br />

Papa, nel corso della cerimonia di inaugurazione<br />

della struttura, svoltasi vener-<br />

4 bambini «istituzionalizzati» per ogni<br />

bambino affidato; in Campania (1.867 e<br />

615) il rapporto è di tre a uno; in Calabria<br />

(1.387 e 137) il rapporto è di dieci a<br />

uno. Più o meno lo stesso rapporto della<br />

Campania in Abruzzo mentre in Molise<br />

questo rapporto arriva ad 11 a 1. In<br />

Trentino Alto Adige la tendenza è oppo-<br />

sta (uno ogni due).<br />

Di solito (40,2%), la<br />

famiglia che accoglie<br />

un bambino affidato<br />

è composta da coniugi<br />

o conviventi. Nel<br />

67,2% dei casi i bambini<br />

affidati sono stati<br />

abbandonati o trascurati<br />

dalla famiglia di<br />

origine, nel 26,9%<br />

questo nucleo ha avuto<br />

problemi legati alla<br />

tossicodipendenza,<br />

nel 23,6% gravi problemi<br />

economici, nel<br />

21,5% conflittualità<br />

della coppia. Inoltre,<br />

nel 72,9% degli affidamenti<br />

familiari è giudiziario<br />

e solo il<br />

26,1% è consensuale.<br />

Dei 634 affidamenti<br />

familiari conclusi nei<br />

primi sei mesi del<br />

1999, il 42% si è ter-<br />

dì sera, con la partecipazione delle massime<br />

autorità cittadine, presente il Vescovo<br />

di Castellaneta Martino Scarafile.<br />

È partita circa dieci anni fa la ristrutturazione<br />

del Palazzo Visconti, il cui<br />

prospetto principale si affaccia sullo<br />

slargo laterale di Piazza Duomo, sul<br />

quale si affaccia anche il Palazzo Santa<br />

Croce, sede della Caritas diocesana, oltre<br />

alla Cattedrale San Cataldo. «In questo<br />

modo — ha commentato l'arcivescovo<br />

— teologia, liturgia e carità avranno<br />

comunanza anche fisica oltre che simbolica<br />

e un riferimento specifico alla Parola.<br />

La teologia rappresentata dal Palazzo<br />

della cultura mira alla conoscenza della<br />

Parola; la Cattedrale, come aspetto liturgico,<br />

mira alla testimonianza della Parola<br />

e infine la Caritas, alla piena attuazione<br />

della Parola». Quello riconsegnato alla<br />

comunità è un bellissimo palazzo nobiliare<br />

settecentesco, già appartenuto ai<br />

Visconti e venuto in proprietà dell'Arcidiocesi,<br />

ma che era in condizioni pietose,<br />

frammentato in numerose abitazioni,<br />

e con gli scantinati ridotti a discariche<br />

di inerti. Il progetto di recupero dell'importante<br />

immobile, che si sviluppa su<br />

sette livelli e in due palazzine che si affacciano<br />

in un elegante cortile riccamente<br />

decorato, per una superficie complessiva<br />

di 1.700 metri quadri, è stato realizzato<br />

dall'arch. Domenico Mancini. I lavori<br />

sono costato 2, 5 miliardi, in gran<br />

parte attinti ai fondi dell'otto per mille,<br />

a dimostrare come l'impiego delle risorse<br />

messe a disposizione dei contribuenti,<br />

ha sottolineato Mons. Papa, copra bisogni<br />

di varia natura, non ultimi quelli relativiallaculturaealla<br />

«carità culturale».<br />

Il Palazzo della cultura ospiterà l'Istituto<br />

di scienze religiose «Romano Guardini»<br />

riconosciuto dalla Pontificia Facoltà<br />

teologica dell'Italia Meridionale, il<br />

Centro di cultura dell'Università Cattolica<br />

del Sacro Cuore, il Tribunale ecclesiastico,<br />

L'Istituto per il sostentamento<br />

del clero.<br />

La cerimonia di presentazione dell'immobile<br />

restaurato alla città si è conclusa<br />

con l'inaugurazione dell'anno accademico<br />

dell'Istituto di scienze religiose. La<br />

prolusione, introdotta dal direttore<br />

Mons. Alessandro Greco, è stata tenuta<br />

dal preside della Pontificia Facoltà teologica<br />

dell'Italia Meridionale, che ha sede<br />

a Napoli, sac. prof. Adolfo Russo, il<br />

quale ha affrontato il tema: «Le sfide del<br />

terzo millennio alla teologia».<br />

«Il secondo millennio — ha tra l'altro<br />

detto il preside — si è chiuso con le lacerazioni<br />

profonde che hanno caratterizzato<br />

al storia della Chiesa e con una nostalgia<br />

di unità, che deve tramutarsi nell'impegno<br />

per ritrovarsi attorno all'unico<br />

Dio, con spirito ecumenico. Per i cattolici<br />

l'impegno, indicato dalla Gaudium<br />

et Spes dev'essere quella di mostrare il<br />

volto di Dio, come Padre amoroso e<br />

non come essere arcigno e distante dall'uomo.<br />

Queste sfide sono sufficienti ad<br />

impegnarci fortemente e a proiettarci<br />

costruttivamente nel terzo millennio della<br />

Cristianità».<br />

SILVANO TREVISANI


IN ITALIA<br />

PAGINA<br />

La<br />

situazione<br />

politica<br />

La riunione dell'Ulivo di ieri, giovedì,<br />

ha sciolto alcuni nodi importanti. Quattro<br />

ore per decidere che sulle candidature<br />

alle politiche l’ultima parola l’avrà il<br />

candidato premier, Rutelli, e per mettersi<br />

d'accordo sul sì all'accorpamento delle<br />

elezioni politiche con quelle amministrative,<br />

il cosiddetto «election day». Il<br />

tutto con l'aggiunta della ufficializzazione<br />

della candidatura di Veltroni per la<br />

carica di sindaco di Roma e la designazione<br />

di Fassino a vice premier.<br />

«Oggi è stata una svolta nella coesione»,<br />

ha commentato Rutelli, che ha anche<br />

annunciato per domenica un vertice<br />

dei segretari della coalizione per quel<br />

«chiarimento» e quella «ripresa di collegialità»<br />

chieste da Mastella e Dini, che<br />

ieri avevano disertato l'incontro, mandando<br />

due rappresentanti. Udeur e Rinnovamento<br />

chiedono, infatti, «pari dignità»<br />

e un «riequilibrio dei collegi della<br />

Margherita» soprattutto dopo la candidatura<br />

della Jervolino a Napoli. Per Rutelli,<br />

comunque, il chiarimento è già iniziato,<br />

«perché oggi abbiamo avuto una<br />

convergenza completa su tutte le decisioni».<br />

Il candidato premier ha così garantito<br />

che, dopo Napoli, si cambierà<br />

metodo sulla scelta di sindaci, evitando,<br />

come ha chiesto la leader dei Verdi,<br />

Francescato, «assi preferenziali». E comunque<br />

accelerando su Milano e Torino.<br />

Intanto proseguono le trattative con<br />

Rifondazione comunista. E nelle ultime<br />

ore sembra essersi registrato un certo<br />

disgelo. Il dialogo è ripreso e appare<br />

meno remota l’ipotesi di un’intesa solo<br />

elettorale e non programmatica anche<br />

per il Senato. Così si è passati dalla minaccia<br />

dei giorni scorsi di scatenare una<br />

«guerra totale» contro il Prc, determinato<br />

a correre da solo, a toni più concilianti<br />

culminati nella proposta di Folena,<br />

che ha offerto «unilateralmente» a Rifondazione<br />

la non belligeranza elettorale<br />

dell’Ulivo nei collegi al Senato, dopo<br />

quella decisa «unilateralmente» dai neocomunisti.<br />

Bertinotti ha apprezzato, ma<br />

ha ribadito che al Senato ci saranno anche<br />

i candidati del Prc.<br />

A distendere il confronto ha contribuito<br />

anche Veltroni, che dalle pagine di<br />

un quotidiano ha sostenuto che «la presenza<br />

di Rifondazione in Parlamento va<br />

tutelata e valorizzata, soprattutto se loro<br />

possono schierare personalità di spessore».<br />

E Bertinotti ha sottolineato positivamente<br />

la differenza di toni che si nota<br />

tra l’intervista di Veltroni e le critiche<br />

formulate nei giorni scorsi da dirigenti<br />

della Quercia. «La sostanza non cambia<br />

— afferma il segretario del Prc — ma in<br />

politica anche i toni contano e nei giorni<br />

scorsi si era fatto ricorso ad un armamentario<br />

d’altri tempi».<br />

Come detto, il coordinamento dell'Ulivo<br />

ha detto sì all'«election day», trovando<br />

un accordo che alla vigilia sembrava<br />

difficile. E anche il Prc considera «ragionevole»<br />

l’idea di votare nello stesso giorno<br />

per le politiche e le amministrative.<br />

Ma il Polo resta contrario, aprendo un<br />

nuovo fronte di scontro. «Insistiamo —<br />

ha spiegato Berlusconi — perché non si<br />

creino delle confusioni tra elezioni così<br />

importanti come le politiche ed elezioni<br />

amministrative». «Se si votasse in uno<br />

stesso giorno — ha aggiunto Berlusconi<br />

— si sommerebbero due campagne elettorali<br />

con caratteristiche molto diverse,<br />

si sommerebbero i comizi e ci sarebbero<br />

molte possibilità di brogli. La nostra<br />

proposta è: o in aprile elezioni nazionali<br />

e di seguito le amministrative, oppure in<br />

primavera elezioni nazionali e rinvio delle<br />

elezioni amministrative ad ottobre».<br />

Intanto continua il pressing della Casa<br />

delle libertà su D'Antoni, al quale è stato<br />

lanciato una sorta di ultimatum, facendo<br />

rilevare che lo spazio per un accordo<br />

tra Cdl e Democrazia europea si<br />

sta «progressivamente restringendo». Ai<br />

leader del Polo non sarebbe piaciuta<br />

una trattativa definita «estenuante» da<br />

parte di D’Antoni, né quella che è stata<br />

definita una «mancanza di chiarezza» da<br />

parte del leader di Democrazia europea.<br />

In sostanza D’Antoni deve far sapere al<br />

più presto alla Casa delle libertà con chi<br />

starà alle prossime elezioni.<br />

Cei: nominati il Direttore<br />

della Caritas e l'Assistente<br />

dell'Università Cattolica<br />

ROMA, 26.<br />

Il Consiglio Permanente della<br />

Conferenza Episcopale Italiana,<br />

nel quadro degli adempimenti demandati<br />

dallo Statuto, ha proceduto<br />

a diverse nomine tra cui:<br />

Don Vittorino Nozza, della diocesi<br />

di Bergamo, nominato Direttore<br />

della Caritas Italiana (succede<br />

a Don Elvio Damoli che ha<br />

concluso il suo mandato);<br />

Mons. Gianni Ambrosio, dell'Arcidiocesi<br />

di Vercelli, nominato<br />

Assistente Ecclesiastico Generale<br />

dell'Università Cattolica del Sacro<br />

Cuore (succede a S.E. Mons. Carlo<br />

Ghidelli nominato Vescovo di<br />

Lanciano-Ortona).<br />

10 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Sabato 27 Gennaio 2001<br />

TRENTO — Cappuccini e Francescani, a<br />

Trento, hanno unito le rispettive forze per<br />

dare una risposta concreta a chi è emarginato,<br />

a chi vive senza una casa e senza<br />

punti di riferimento. Sono i cosiddetti<br />

«barboni», ma anche persone che hanno<br />

sofferto oltremodo i drammi della vita e<br />

poi tanti immigrati, per lo più clandestini,<br />

che incontrano gravi problemi ad inserirsi<br />

nel tessuto sociale.<br />

Da tempo, presso il convento dei frati<br />

cappuccini di Trento, funziona la «mensa<br />

MUCCA PAZZA L'incertezza del ministro Veronesi<br />

Prima la psicosi degli altri<br />

ora le sue preoccupazioni<br />

ROMA, 26.<br />

Fino a qualche giorno fa le critiche alla<br />

«psicosi» per la mucca «pazza», agli<br />

«ingiustificati allarmismi», alle «esagerate<br />

preoccupazioni» sulla qualità della<br />

carne che arriva sulle tavole, «mai così<br />

garantita»; ieri una dichiarazione di tutt'altro<br />

tenore, niente affatto tranquillizzante<br />

riguardo la rilevanza statistica dei<br />

due casi finora scoperti, che crea ulteriore<br />

incertezza e disorienta i consumatori.<br />

Sembra quasi che il ministro della<br />

Sanità abbia imboccato la strada della<br />

confusione e della contraddittorietà dopo<br />

l'individuazione anche in Italia dell'encefalopatia<br />

spongiforme bovina (sul<br />

nuovo caso, in Veneto, si attendono notizie<br />

dall'Istituto zooprofilattico di Torino<br />

ma c’è il «forte sospetto» che il test<br />

anti-prione sia positivo).<br />

Se confermato sarebbe il secondo (in<br />

un bovino non clinicamente malato) su<br />

circa novemila analisi eseguite, «un'incidenza<br />

dell’infezione abbastanza elevata<br />

— ha detto Veronesi — un po' superiore<br />

a quella che mi aspettavo ma più bassa<br />

rispetto alla situazione di altri Paesi».<br />

In Svizzera sono stati accertati 366 casi<br />

positivi su 19.000 test compiuti, in Francia<br />

218 su 86.000 (in gran parte occulti,<br />

non clinicamente evidenti), pari ad<br />

un’incidenza di circa dieci volte superiore<br />

all’Italia; in Portogallo sono stati osservati<br />

503 casi clinici, ma sono stati fatti<br />

solo 250 test; in Germania, su 178.000<br />

analisi si sono evidenziati 17 casi, in<br />

Gran Bretagna 180.000, in Irlanda 500.<br />

Tuttavia, per capire il reale andamen-<br />

A Napoli<br />

trenta famiglie<br />

sfrattate<br />

occupano scuola<br />

NAPOLI, 26.<br />

Circa trenta famiglie, oltre cento<br />

persone, hanno occupato ieri<br />

sera la scuola «Pietro Colletta» di<br />

Napoli. L’occupazione è avvenuta<br />

dopo una giornate di forte tensione<br />

in seguito allo sgombero forzato<br />

di un edificio pericolante, poco<br />

distante della scuola, in via Martiri<br />

d’Otranto.<br />

Le forze dell’ordine, al termine<br />

di una giornata carica di tensione<br />

con manifestazioni e blocchi stradali<br />

organizzati dagli occupanti<br />

dell’edificio sgomberato, erano<br />

riuscite a far allontanare la gente<br />

dell’edificio pericolante dal sisma<br />

dell’80.<br />

A Milano, invece, una famiglia<br />

sfrattata, da due settimane vive in<br />

un’auto parcheggiata vicino ai<br />

giardini di piazzale Cuoco.<br />

Lei italiana, lui egiziano, un<br />

bimbo di 5 mesi, da quindici giorni<br />

non si lavano e vanno avanti a<br />

panini e latte scaldato al bar per il<br />

piccolo. Dalla casa, un monolocale<br />

in affitto di 18 metri quadri, in<br />

via Sottocorno, sono stati sfrattati<br />

per morosità.<br />

L’automobile è diventata la loro<br />

casa, ma è anche un indispensabile<br />

mezzo di trasporto di Ahmed<br />

per andare al lavoro. Così madre<br />

e figlio durante il giorno sono costretti<br />

a chiedere ospitalità a conoscenti<br />

o a rifugiarsi in qualche<br />

bar, dove stanno al caldo e lei<br />

può accudire in qualche modo al<br />

bambino.<br />

Guasto elettrico originò<br />

rogo in Duomo di Torino<br />

TORINO — Un guasto elettrico è<br />

all’origine delle fiamme che l’11<br />

aprile 1997 avvolsero la cupola del<br />

Duomo di Torino mettendo in grave<br />

pericolo la Sacra Sindone. Lo<br />

afferma la perizia depositata venerdì<br />

fugando così gli ultimi dubbi<br />

sull’ipotesi dolosa. Gli esperti parlano<br />

di una «combustione lenta»<br />

durata 4 ore e provocata dalla<br />

«tensione elettrica» accumulatasi<br />

all’interno della Cappella del Guarini<br />

nella quale erano in corso lavori<br />

di ristrutturazione. Per i periti<br />

l’incendio è divampato da un solo<br />

focolaio.<br />

Doping: chiesto rinvio<br />

a giudizio per Conconi<br />

FERRARA — Il prof. Francesco<br />

Conconi va processato per aver<br />

promosso, organizzato e costituito<br />

un’associazione a delinquere che<br />

avrebbe somministrato e fornito<br />

farmaci ad azione dopante (in particolare<br />

«Epo») ad un numero imprecisato<br />

di atleti impegnati in gare<br />

che per questo sarebbero state<br />

falsate. È la conclusione dell’indagine<br />

sul doping del pm ferrarese<br />

Soprani che venerdì ha depositato<br />

la richiesta di rinvio a giudizio per<br />

Conconi e altre 7 persone, quasi<br />

tutte suoi stretti collaboratori.<br />

to dell’infezione di Bse in Italia «bisogna<br />

attendere almeno 50.000 test» ha sottolineato<br />

Veronesi.<br />

«Non mi risulta che qualcuno abbia<br />

sbagliato — ha poi risposto il ministro<br />

davanti alle accuse di presunti ritardi e<br />

sottovalutazioni — abbiamo preso provvedimenti<br />

che hanno anticipato quelli di<br />

altri Paesi europei». Anche sulla «tolleranza»<br />

che la Sanità avrebbe avuto ammettendo<br />

la presenza di piccole componenti<br />

di farine animali nei mangimi, Veronesi<br />

ha spiegato che il ministero aveva<br />

anticipato con un'ordinanza ciò che poi<br />

è stato attuato da tutti gli altri. «C’è stato<br />

un certo ritardo in tutta Europa ma<br />

la nostra carne è sicura — ha ribadito<br />

Veronesi — mangiarla oggi non è più<br />

pericoloso; lo era dieci anni fa ma non<br />

lo sapevamo».<br />

I controlli, nel frattempo, proseguono<br />

e un’azienda nella quale vengono lavorate<br />

farine di origine animale è stata sequestrata<br />

oggi dai Carabinieri ad Acerra,<br />

nel Napoletano. La struttura, che si<br />

estende su una superficie di 20.000 metri<br />

quadrati, è risultata sprovvista delle<br />

autorizzazioni necessarie. All’interno di<br />

un deposito i militari hanno rinvenuto<br />

50 contenitori in nylon con farina di origine<br />

animale e un cumulo di oltre sette<br />

metri cubi costituito da materiale dello<br />

stesso tipo in attesa di essere lavorato e<br />

trasformato in mangime.<br />

Ieri il ministro delle Politiche agricole,<br />

Pecoraro Scanio, ha chiesto maggiori<br />

controlli anche sui concimi utilizzati in<br />

agricoltura.<br />

Trento: iniziative per i senza fissa dimora nel nome di san Francesco<br />

dei poveri» che tutte le sere garantisce un<br />

pasto caldo a chi lo richiede. A questa iniziativa,<br />

animata da un gruppo di volontari,<br />

lo scorso anno ne è seguita un'altra: in<br />

una sala vicino al convento è stato aperto<br />

un rifugio dove ripararsi nelle fredde notti<br />

invernali.<br />

L'ostello, con i suoi dieci posti disponibili,<br />

ha subito registrato il tutto esaurito e<br />

così quest'anno si è voluto fare di più, al-<br />

SICUREZZA Dibattito sui punti del «pacchetto»<br />

Contrasti tra maggioranza<br />

e Polo dopo il sì della Camera<br />

ROMA, 26.<br />

L'approvazione da parte dell'assemblea<br />

della Camera del cosiddetto pacchetto<br />

sicurezza (che passerà adesso all'esame<br />

del Senato) con 358 voti a favore,<br />

9 contrari e 4 astensioni, ha suscitato<br />

numerosi commenti. Come abbiamo riferito<br />

ieri il provvedimento ha avuto il<br />

voto contrario dell'opposizione di sinistra<br />

(Rifondazione comunista) mentre<br />

l'opposizione di centro destra ha votato<br />

a favore pur esprimendo valutazioni<br />

molto diverse rispetto a quelle manifestate<br />

da esponenti della maggioranza di<br />

governo.<br />

Al ministro della Giustizia Fassino il<br />

quale aveva rilevato che il Polo, dopo<br />

aver sostenuto che il pacchetto sicurezza<br />

era inutile, lo ha votato «smentendo<br />

se stesso e riconoscendo l'atteggiamento<br />

strumentale con cui si era opposto all'art.1»,<br />

ha replicato tra gli altri il vice<br />

capogruppo di An Gasparri: «Mentre il<br />

centro destra assume un atteggiamento<br />

responsabile e costruttivo, ricordiamo<br />

che il centro sinistra ha votato per l'abolizione<br />

dell'ergastolo al Senato, ha impedito<br />

il varo di norme più severe contro<br />

l'immigrazione clandestina, ha mortificato<br />

le forze dell'ordine e ha portato<br />

avanti, con il ministro Fassino, l'“indultino”,<br />

che rischia di far scarcerare migliaia<br />

di criminali».<br />

Per il coordinatore di Forza Italia<br />

Scialoja, «a giudicare dalle sue dichiarazioni<br />

dopo il voto, Fassino sembra deporre<br />

le vesti di Guardasigilli per indossare<br />

quelle di vice premier di Rutelli. È<br />

infatti stravagante che attacchi la condotta<br />

del Polo e passi invece sotto silen-<br />

Rischio frana: disposto<br />

nel Parmense lo sgombero<br />

di alcune abitazioni<br />

PARMA, 26.<br />

Una grande frana che già durante<br />

l'ondata di maltempo del novembre<br />

scorso provocò gravi danni sull'Appennino<br />

parmense si è rimessa in movimento<br />

a causa delle piogge dei giorni scorsi e<br />

minaccia in particolare alcune frazioni<br />

del Comune di Varsi. La Protezione civile<br />

ha pertanto disposto ieri pomeriggio<br />

lo sgombero di cinque abitanti della frazione<br />

Tosca e il sindaco di Varsi ha<br />

emanato la relativa ordinanza. Gli edifici<br />

interessati sono quattro, due dei quali<br />

gravemente lesionati. Successivamente,<br />

nella stessa serata di ieri, il responsabile<br />

della Protezione civile per l'Emilia-Romagna<br />

Demetrio Egidi ha reso noto che<br />

nella giornata di oggi si dovrà procedere<br />

allo sgombero di altre due persone (due<br />

anziani ammalati) e di una cinquantina<br />

di bovini.<br />

La Protezione civile regionale ha attivato,<br />

d'intesa con la Prefettura e con la<br />

Provincia di Parma, un centro operativo<br />

misto presso il Comune di Varsi. L'organismo<br />

dovrà monitorare l'andamento<br />

della frana in quanto nei prossimi giorni<br />

gli esperti ritengono possibili ulteriori<br />

smottamenti.<br />

lestendo un dormitorio attrezzato per trenta<br />

persone nel rione di Piedicastello. Nel<br />

nuovo impegno, i Cappuccini hanno trovato<br />

anche il sostegno della diocesi, del Comune<br />

di Trento e dei religiosi francescani.<br />

Significativa è la collaborazione che si è<br />

instaurata fra i Capitoli Provinciali dei due<br />

Ordini, che si sono riuniti ed hanno deciso<br />

di fare fronte comune nel portare avanti<br />

INFLAZIONE Allarmati sindacati e Confindustria<br />

Prevedibile impennata dei prezzi<br />

al consumo a causa del costante<br />

aumento delle tariffe<br />

ROMA, 26.<br />

Inflazione verso il 3% nel mese di<br />

gennaio. Un'impennata a sorpresa secondo<br />

gli esperti dovuta anche al rincaro<br />

dei prodotti alternativi alla carne rossa,<br />

quasi bandita dai mercati per effetto<br />

della cosiddetta «mucca pazza». Un balzo<br />

(in dicembre l'aumento era stato del<br />

2, 7%) che, al contrario, era scontato a<br />

causa di diversi fattori: dall'aumento<br />

delle tariffe elettriche e ferroviarie, a<br />

quello dei prezzi dei beni alimentari; dal<br />

Superenalotto più caro agli aumenti petroliferi,<br />

mentre all'orizzonte del 2001 si<br />

Deraglia l'«Intercity»<br />

Roma-Taranto<br />

Nessun ferito<br />

SALERNO, 26.<br />

Molto panico, ma nessun ferito<br />

tra i passeggeri dell’Intercity numero<br />

721 Roma-Taranto, deragliato,<br />

stamani, in località Romagnano<br />

nel comune di Buccino (Salerno).<br />

Da una prima ricostruzione<br />

sembra che a causare la fuoriuscita<br />

dai binari della ultime due carrozze<br />

sia stato il cedimento delle<br />

rotaie. L’incidente rischia di avere<br />

ripercussioni sul traffico ferroviario,<br />

in una giornata di sciopero di<br />

parte del personale.<br />

zio il voto contrario di Rifondazione comunista,<br />

che in questi giorni Rutelli non<br />

smette di corteggiare».<br />

Secondo il responsabile per la sicurezza<br />

del Ppi Borrometi invece le norme<br />

del pacchetto sono «di sicura efficacia<br />

per la tutela dei cittadini».<br />

In sintesi, il provvedimento contempla<br />

pene più severe per furti in appartamenti<br />

e scippi, niente condizionale per chi<br />

torna a commettere reati, ampliamento<br />

dei poteri di indagine della Polizia giudiziaria<br />

e possibilità di maggiori ricorsi al<br />

fermo di Polizia.<br />

annunciano altre raffiche di aumenti:<br />

gas, acqua, bollettino postale, canone telefonico.<br />

L'aumento dell'inflazione a<br />

gennaio ha sollevato l'allarme dei sindacati<br />

e della Confindustria. «Il tema dell’inflazione<br />

ci sta preoccupando da parecchi<br />

mesi e ci preoccuperà ancora di<br />

più se il trend andrà avanti», sottolineano<br />

i sindacati confederali, mentre minacciano<br />

di chiedere aumenti salariali.<br />

«Un aumento dell’inflazione — spiegano<br />

— rischia di mettere in discussione il<br />

modello di relazioni sindacali che abbiamo<br />

sperimentato in questi anni e la politica<br />

dei redditi basata sul tasso di inflazione<br />

programmata. Con un’inflazione<br />

che aumenta ci può essere un’esplosione<br />

di richieste salariali con il rischio che<br />

salti il modello di relazioni che ha consentito<br />

il risanamento». Secondo il sindacato<br />

Ugl «l’aumento dell’inflazione si<br />

riflette ancor più pesantemente sugli anziani<br />

e le giovani coppie con un figlio».<br />

Il presidente di Confindustria Antonio<br />

D'Amato teme la perdita di competitività<br />

del «sistema Italia».<br />

Ma il Governo non appare preoccupato.<br />

È un «allarme eccessivo» sottolinea il<br />

ministro delle Finanze Ottaviano Del<br />

Turco, il quale definisce il rialzo dei<br />

prezzi «una febbre passeggera», che il<br />

Governo può spegnere «lavorando innanzitutto<br />

in una direzione: il caro-tariffe...<br />

Al contrario sembra complicato immaginare<br />

ulteriori interventi sulla causa<br />

prima, cioè il petrolio». E sempre il ministro<br />

avverte: «Non è il caso, per ora,<br />

di cambiare le previsioni che fissano all'1,7%<br />

l'inflazione per l'intero 2001».<br />

Sul contratto delle Forze dell'ordine<br />

i Cocer ricorrono alla Corte europea<br />

ROMA, 26.<br />

I Cocer, i rappresentanti sindacali dei Carabinieri, e il Sap, la federazione<br />

sindacale della Polizia ricorreranno alla Corte di giustizia europea contro un<br />

contratto che «non è degno di un paese democratico», ma al Governo vogliono<br />

dare «un’altra possibilità» e l’occasione, dicono, sarà l’approvazione dei<br />

decreti di riordino delle carriere. «Ci rivolgeremo al parlamento europeo e all’Alta<br />

Corte di giustizia — ha dichiarato Filippo Saltamartini del Sap — per<br />

chiedere se in un paese democratico è possibile che un contratto di lavoro<br />

che riguarda le forze dell’ordine venga chiuso con la firma di appena il 10 per<br />

cento dei lavoratori». Una decisione, quella del ricorso, condivisa dai rappresentanti<br />

dei Cocer presenti che, comunque, dovranno sottoporre la proposta<br />

all’assemblea. Ma non sarà questa l’unica iniziativa dei rappresentanti di poliziotti,<br />

carabinieri e finanzieri che hanno deciso di non firmare il contratto di<br />

lavoro e adesso, dicono, hanno raggiunto un’unità senza precedenti.<br />

I Cocer della Guardia di Finanza, pur condividendo la protesta dei colleghi,<br />

hanno fatto sapere che non si rivolgeranno invece alla Corte di giustizia europea<br />

scegliendo altri sistema di lotta e protesta.<br />

Anziano muore<br />

sepolto nel crollo<br />

della sua casa<br />

PERUGIA, 26.<br />

Un uomo di 81 anni, Ferruccio<br />

Capecchi, è morto nel crollo della<br />

palazzina in cui viveva da solo a<br />

Castiglione del Lago.<br />

La sciagura è stata provocata<br />

da un'esplosione seguita ad una<br />

fuga di gas. A seguito dello scoppio,<br />

violentissimo, l'edificio si è in<br />

pratica aperto su un fianco.<br />

Sono subito intervenute due<br />

squadre dei Vigili del fuoco di Perugia<br />

ed una da Cortona.<br />

Le operazioni sono state particolarmente<br />

difficili per il pericolo<br />

di altri crolli.<br />

I pompieri sono comunque riusciti<br />

ad ispezionare prima la cucina<br />

e poi la camera da letto. In<br />

quest’ultimo locale è stato trovato,<br />

dopo molte ore di ricerche, il<br />

corpo senza vita dell'anziano.<br />

I Vigili del fuoco hanno recuperato<br />

anche altre bombole di gas<br />

che comunque sembrerebbero integre.<br />

questa iniziativa contro la povertà e l'emarginazione.<br />

L'amministrazione comunale, dal canto<br />

suo, ha deliberato di intervenire coprendo<br />

le spese di riscaldamento e di illuminazione<br />

dei locali, mentre la diocesi ha destinato<br />

parte dell'otto per mille. Dopo il 31<br />

marzo, terminata l'emergenza invernale, i<br />

religiosi ed i rappresentanti della città si<br />

ritroveranno per fare il punto della situazione<br />

e per decidere le iniziative future.<br />

MAURIZIO MELLARINI<br />

MUTUI Anche le banche dicono «no» alle modifiche<br />

Gli utenti ribadiscono:<br />

decreto incostituzionale<br />

ROMA, 26.<br />

Non c’è pace sul decreto legge del<br />

Governo per la rinegoziazione dei mutui<br />

a tasso di usura.L’Adusbef scende sul<br />

«piede di guerra» nella vertenza mutui.<br />

«Questa volta siamo perfettamente d’accordo<br />

con le banche — commenta Elio<br />

Lannutti, presidente dell’associazione<br />

dei consumatori — C’è tutto il tempo<br />

per cambiare il decreto sui mutui usurari<br />

introducendo la restituzione del “maltolto”<br />

dal primo aprile ’97 ad oggi».<br />

Adusbef ribadisce ancora una volta<br />

che «qualsiasi decreto che vuole dare in-<br />

Nuove norme<br />

della Federcalcio<br />

contro la violenza<br />

ROMA, 26.<br />

Regole dure contro la violenza sono<br />

state varate dalla Federcalcio per debellare<br />

gli episodi violenti e gli atti di razzismo<br />

dagli stadi. Ciò è stato fatto riscrivendo<br />

parte degli articoli del codice di<br />

giustizia sportiva e accogliendo le indicazioni<br />

che erano venuto dalla Lega di<br />

Milano per voce del suo presidente<br />

Franco Carraro.<br />

Se nello stadio verranno esposti simboli<br />

o scritte che incitano alla violenza o<br />

alla discriminazione razziale e territoriale,<br />

le società saranno ritenute responsabili.<br />

Ma, come aveva indicato Carraro,<br />

«la responsabilità è esclusa se altri sostenitori<br />

avranno annullato nell’immediatezza,<br />

con espressioni di correttezza<br />

sportiva l’offensività» dei cori o degli<br />

striscioni. Insomma, la revisione dell’articolo<br />

6 bis comma 2 non è altro che un<br />

incitamento al tifoso a prevalere su chi<br />

ha perso la sportività.<br />

Questa e le altre nuove norme entreranno<br />

in vigore dalla prima giornata del<br />

girone di ritorno, l’11 febbraio, ma varranno<br />

— ovviamente — anche per gli<br />

anticipi che si giocheranno il giorno 10.<br />

Se il tifo buono non dovesse prevalere<br />

su quello becero, multe salate e, in caso<br />

di recidività, la squalifica del campo.<br />

27 gennaio: si celebra<br />

la «Giornata<br />

della memoria»<br />

per non dimenticare<br />

l'orrore della shoah<br />

ROMA, 26.<br />

Si celebra domani, sabato 27<br />

gennaio, la «Giornata della memoria»,<br />

istituita lo scorso anno con<br />

legge dello Stato, per ricordare lo<br />

sterminio degli ebrei da parte dei<br />

nazisti durante la seconda guerra<br />

mondiale: una pagina atroce della<br />

storia del XX secolo, che in Italia<br />

fu preceduta dalla promulgazione<br />

delle infami leggi razziali del 1938.<br />

La data del 27 gennaio è stata<br />

scelta perchè in quel giorno, nel<br />

1945, fu liberato il campo di sterminio<br />

di Auschwitz, il più grande<br />

di tutti, assurto negli anni a tragico<br />

e mostruoso simbolo dell'orrore<br />

nazista. La «Giornata della memoria»,<br />

che viene celebrata già da<br />

oggi in tutta Italia in quanto quest'anno<br />

il 27 gennaio cade di sabato,<br />

festività settimanale ebraica, è<br />

stata istituita proprio perché non<br />

vada perduto, soprattutto tra le<br />

nuove generazioni, il ricordo di<br />

un tale abominio. Per questo in<br />

occasione della Giornata sono previste<br />

numerose iniziative specialmente<br />

nelle scuole.<br />

In un messaggio inviato stamane<br />

al Presidente dell'Unione delle<br />

Comunità ebraiche italiane Amos<br />

Luzzatto, il Presidente della Repubblica<br />

Ciampi ha affermato tra<br />

l'altro che «la shoah deve rappresentare<br />

un monito per tutta l'umanità<br />

contro l'odio razziale, etnico<br />

e religioso».<br />

terpretazioni autentiche a leggi vigenti<br />

che le banche avevano l’obbligo di rispettare<br />

e che non hanno rispettato, è<br />

chiaramente incostituzionale e sarà immediatamente<br />

impugnato nei tribunali<br />

della Repubblica». Contro quello che definisce<br />

balletto di cifre, l’Adusbef annuncia<br />

che presenterà una circostanziata<br />

denuncia alle procure della Repubblica<br />

affinché vengano individuati e perseguiti<br />

i responsabili di tali gravissimi depistaggi<br />

che hanno confuso la pubblica opinione.<br />

L’Associazione bancaria italiana è tornata<br />

oggi all’attacco delle modifiche apportate<br />

in Senato dai partiti della coalizione<br />

di Governo (esclusi i Verdi), esprimendo<br />

«netta insoddisfazione».<br />

L’emendamento approvato — che<br />

prevede, tra l’altro, un tasso d’interesse<br />

all’8% sui mutui delle famiglie per la prima<br />

casa non di lusso — è, secondo l’Abi,<br />

una modifica «significativamente<br />

peggiorativa rispetto a quanto previsto<br />

originariamente dal decreto del governo»,<br />

che addossava al sistema del credito<br />

circa 2.500 miliardi di oneri contro i<br />

3.900 degli ultimi ritocchi.<br />

Una via equa era stata indicata, spiega<br />

la nota dell’Abi, «dal presidente Sella<br />

per prevedere un trattamento di favore<br />

alle fasce realmente più deboli della<br />

clientela. Era stata poi ritenuta accoglibile<br />

l’ipotesi mediatoria formulata dal<br />

Governatore della Banca d’Italia, soprattutto<br />

per l’equilibrio che la contraddistingue<br />

nei confronti di tutte le categorie<br />

interessate».<br />

Cassazione: si farà<br />

a Pesaro il processo<br />

per i morti di epatite<br />

PESARO, 26.<br />

La Corte di Cassazione ha accolto il<br />

ricorso presentato dalla procura della<br />

Repubblica di Pesaro in merito al processo<br />

per omicidio colposo plurimo, riguardante<br />

le nove morti da epatite B<br />

nella divisione ospedaliera di Ematologia<br />

diretta dal prof. Guido Lucarelli.<br />

Viene così ribaltata la decisione del 10<br />

gennaio 2000 del tribunale pesarese che<br />

— accogliendo un’eccezione della difesa<br />

e annullando di fatto il rinvio a giudizio<br />

— ordinò la restituzione degli atti al pm<br />

per sottoporre il fascicolo al vaglio dell’udienza<br />

preliminare, come sancito dalle<br />

nuove norme sul giudice monocratico.<br />

Il dispositivo della Suprema Corte ha<br />

annullato «senza rinvio» l’ordinanza del<br />

tribunale di Pesaro, a cui gli atti vengono<br />

nuovamente trasmessi «per l’ulteriore<br />

corso».<br />

Ora il processo, che vede imputati lo<br />

stesso Lucarelli e l’ex direttore sanitario<br />

dell’ospedale «San Salvatore» Giovanni<br />

Fiorenzuolo, dovrà quindi riprendere dal<br />

punto in cui si era interrotto ed entrare<br />

definitivamente nella fase dibattimentale.


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Anno CXLI - N. 22 (42.660) CITTÀ DEL VATICANO Domenica 28 Gennaio 2001<br />

India: non meno di quindicimila le vittime del terremoto che ha colpito il Gujarat — A Bhuj 400 bambini sepolti nel crollo di una scuola<br />

Dalla solidarietà di tutti venga la capacità<br />

di lenire le conseguenze dell'immane tragedia<br />

NUOVA DELHI, 27.<br />

È di nuovo tempo che dalla<br />

solidarietà di tutti venga la capacità<br />

di lenire le conseguenze<br />

di un'immane tragedia. Le devastazioni<br />

causate dal violento<br />

sisma verificatosi ieri nelle regioni<br />

occidentali dell'India,<br />

uno dei Paesi più poveri del<br />

mondo, rischiano infatti di lasciare<br />

segni indelebili nell'esistenza<br />

di milioni di persone, se<br />

la comunità internazionale non<br />

si prodigherà nell'invio di aiuti<br />

immediati.<br />

Aumenta nel frattempo il bilancio<br />

delle vittime. Fonti ufficiali<br />

parlano di quindicimila<br />

morti, mentre si continua a<br />

scavare tra le macerie e una<br />

larga parte del Gujarat, la regione<br />

investita dal sisma, non<br />

è ancora stata raggiunta dai<br />

soccorsi. Tuttavia, secondo alcune<br />

testimonianze le vittime<br />

sono state seimila solo a Bhuj,<br />

la città più vicina all’epicentro<br />

del sisma. A Bhuj è avvenuta<br />

una vera tragedia nella tragedia.<br />

Quattrocento bambini sono<br />

rimasti sepolti sotto la macerie<br />

di una scuola, come hanno<br />

riferito funzionari indiani<br />

all'agenzia internazionale<br />

«France-Presse».<br />

Complessivamente, un bilancio di circa<br />

diecimila vittime appare per alcuni<br />

più che realistico. Un esperto del Dipartimento<br />

sismologico indiano ha infatti<br />

dichiarato che, data l’intensità del terremoto<br />

— quantificato in 7,9 gradi sulla<br />

scala Richter — e la configurazione della<br />

zona, c’è da attendersi che il bilancio<br />

della tragedia sarà «terribile». I soccorsi<br />

hanno tardato ad arrivare in molte zone<br />

del Gujarat dove secondo testimoni centinaia<br />

di persone scavano ancora con le<br />

mani nude tra le macerie nel tentativo<br />

di trovare ancora qualcuno dei loro cari<br />

in vita. Anche ad Ahmedabad, capitale<br />

del Gujarat, dove 30 ragazzi che erano<br />

andati a scuola per prepararsi agli esami<br />

di primavera nonostante il giorno fosse<br />

festivo (si festeggiava ieri in India<br />

il 51° anniversario della<br />

proclamazione della Repubblica)<br />

sono rimasti sepolti nel<br />

crollo dello stabile. Ma sarebbero<br />

diecimila, secondo valutazioni<br />

ancora provvisorie, le<br />

persone intrappolate sotto le<br />

macerie in diversi centri del<br />

Nord del Gujarat. Lo ha riferito<br />

la stessa agenzia «Unì», citando<br />

funzionari locali. Secondo<br />

la stessa fonte molte località<br />

dello Stato sono ancora isolate<br />

dal resto del Paese. In base<br />

a prime valutazioni, il maggior<br />

numero delle persone rimaste<br />

sotto le macerie si sarebbe<br />

registrato proprio a<br />

Bhuj. In questa città sono stati<br />

già recuperati oltre 1.200 cadaveri.<br />

I feriti sarebbero almeno<br />

15.000 in tutto lo Stato. Milioni<br />

di persone nel Gujarat hanno<br />

nel frattempo passato la notte<br />

all’aperto, in rifugi di fortuna,<br />

dopo che i sismologi hanno<br />

messo in guardia dalle scosse<br />

di assestamento. Il Centro sismologico<br />

di Bombay ne ha registrate<br />

ieri più di 80, di intensità<br />

tra i 3 e i 5,2 gradi sulla<br />

scala Richter. L'Esecutivo indiano, riunito<br />

ieri in seduta d’emergenza dal Primo<br />

Ministro, Atal Bihari Vajpayee, ha ordinato<br />

a «tutti i dipartimenti del Governo,<br />

alle forze armate e a tutti gli uffici pubblici»<br />

di dare «il massimo sostegno alle<br />

vittime». Cinque divisioni dell’esercito<br />

sono impegnate nelle operazioni di soccorso<br />

accanto ai pompieri e alla polizia<br />

locali. Decine di elicotteri sono partiti<br />

dalla base dell’aviazione militare a Bhuj<br />

per cercare di raggiungere i villaggi rimasti<br />

isolati. Le strade, i telefoni, la rete<br />

elettrica del Gujarat sono state gravemente<br />

danneggiati. Non sono mancate<br />

le polemiche sull’organizzazione dei soccorsi.<br />

Cittadini di Ahmedabad hanno affermato<br />

che cinque ore dopo la scossa<br />

Medio Oriente: per Barak<br />

un'intesa ora è «impossibile»<br />

TEL AVIV, 27.<br />

«Penso che i negoziatori stiano facendo<br />

un lavoro molto importante» e che<br />

«vi siano progressi molto interessanti su<br />

molte questioni, anche se sarà impossibile<br />

finalizzarli». Lo ha detto ieri sera il<br />

Primo Ministro, Ehud Barak, commentando<br />

le trattative in corso a Taba tra<br />

Israele e l'Autorità Palestinese (Ap). Il<br />

dialogo, ha aggiunto il Premier, sarà sospeso<br />

«domenica o lunedì» in quanto le<br />

delegazioni non appaiono in grado di<br />

raggiungere un accordo entro il 6 febbraio,<br />

data per la quale sono previste le<br />

consultazioni per l'elezione del nuovo<br />

Capo di Governo.<br />

Ieri il negoziatore palestinese Nabil<br />

Shaath, al termine di tre ore di colloqui<br />

svoltisi in mattinata e seguiti da una colazione<br />

di lavoro, ha segnalato che finora<br />

non è stato fatto «alcun progresso sui<br />

problemi in sospeso». In serata le delegazioni<br />

si sono incontrate a cena ad<br />

Eliat per discussioni informali, ma nemmeno<br />

questo ha sortito effetti. Stiamo<br />

«facendo il massimo per giungere a un<br />

qualche accordo. Non è facile, ma facciamo<br />

il possibile per trovare un quadro<br />

d’intesa», ha detto il Ministro degli esteri<br />

israeliano, Shlomo Ben Ami.<br />

Il dolore e la preghiera<br />

del Santo Padre<br />

Dolore per le vittime e vicinanza alle popolazioni<br />

terremotate del Gujarat, sono stati espressi<br />

dal Santo Padre, unitamente all'incoraggiamento<br />

ai soccorritori, in un telegramma, a firma del<br />

Cardinale Angelo Sodano, Segretario di Stato, inviato<br />

all'Arcivescovo Lorenzo Baldisseri, Nunzio<br />

Apostolico in India. Eccone il testo:<br />

Having learned with great sadness of the tragic<br />

earthquake which struck northwestern India, His<br />

Holiness Pope John Paul II has asked me to express<br />

to all concerned the assurance of his<br />

closeness in prayer. He commends the dead to<br />

the loving mercy of Almighty God and invokes the<br />

divine blessings of strength and consolation upon<br />

their families, the injured and all who have suffered<br />

loss. His Holiness likewise prays in a special<br />

way for the rescue-workers and all involved<br />

in providing assistance to the victims of this terrible<br />

disaster, encouraging them to persevere in<br />

their efforts to bring relief and support to the<br />

stricken population.<br />

Cardinal ANGELO SODANO<br />

Secretary of State<br />

Ahmedabad: la devastazione prodotta dal terremoto<br />

Sull’andamento dei colloqui giungono<br />

comunque informazioni contraddittorie.<br />

Secondo la stampa palestinese, gli israeliani<br />

avrebbero accettato di smantellare<br />

gli insediamenti, in particolar modo nella<br />

zona di Gerusalemme. Tel Aviv ha<br />

smentito.<br />

Intanto sul terreno non si placa l'ondata<br />

di violenza, cominciata il 28 settembre<br />

scorso a seguito di una visita del<br />

leader della destra, Ariel Sharon, alla<br />

Spianata delle Moschee di Gerusalemme.<br />

I morti accertati sono non meno di<br />

trecentonovanta. Stamani un palestinese<br />

sospettato di collaborare con Israele è<br />

stato ucciso a Nablus da tre uomini armati.<br />

Altri due palestinesi sono rimasti<br />

uccisi in una sparatoria con soldati<br />

israeliani nel Libano del Sud.<br />

Ieri inoltre, i servizi di sicurezza israeliani<br />

hanno arrestato sei componenti di<br />

una cellula palestinese ritenuti responsabili<br />

di ripetuti attacchi terroristici nella<br />

zona di Ramallah, in Cisgiordania. Lo<br />

ha annunciato la radio militare precisando<br />

che tutti i militanti catturati appartengono<br />

a «Forza 17», una unità di élite<br />

palestinese che garantisce fra l’altro la<br />

sicurezza personale di Arafat.<br />

«non vi era traccia di soccorritori»,<br />

mentre la popolazione<br />

stava disperatamente cercando<br />

di scavare tra le macerie dei<br />

palazzi con mezzi di fortuna.<br />

Il Gujarat è uno degli Stati<br />

più industrializzati dell’India e<br />

i danni economici causati dal<br />

terremoto sono incalcolabili,<br />

anche se le maggiori imprese<br />

impegnate nell’estrazione di<br />

petrolio, di gas naturale e in<br />

altre attività industriali hanno<br />

affermato che i loro impianti<br />

non hanno subito danni «irreparabili».<br />

La scossa principale<br />

è stata avvertita per un periodo<br />

tra i venti secondi ed il minuto<br />

in tutta l’India. La popolazione<br />

è uscita dalle case in<br />

preda al panico in posti distanti<br />

dall’epicentro migliaia di chilometri<br />

come Kathmandu in<br />

Nepal e Chennai nell’India del<br />

Sud. Nella capitale, Nuova Delhi,<br />

un forte tremore è stato<br />

avvertito poco prima dell’inizio<br />

della tradizionale parata militare<br />

con la quale si celebra l’anniversario<br />

dell’entrata in vigore<br />

della Costituzione repubblicana.<br />

Il sisma ha colpito con forza<br />

anche nel Pakistan meridionale,<br />

che confina col Gujarat,<br />

dove ci sono state non meno<br />

di otto vittime. Scene di panico si sono<br />

verificate nella metropoli di Karachi, vicina<br />

al confine con l’India.<br />

Lo spaventoso sisma ha provocato, oltre<br />

alle migliaia di vittime, anche un<br />

grave inquinamento ambientale per la<br />

fuoriuscita ed il riversamento in mare di<br />

combustibile nel porto di Kandla, uno<br />

dei più importanti dello Stato del Gujarat<br />

e dell’intero Paese. Secondo fonti governative,<br />

nel mare davanti alla cittadina<br />

portuale, sede di grandi insediamenti<br />

industriali e di depositi di petrolio, si è<br />

riversata un’enorme quantità di liquido.<br />

Non è stato ancora accertato se la fuoriuscita<br />

sia stata determinata dalla rottura<br />

di una conduttura o di uno dei depo-<br />

siti del porto. Quella verificatasi ieri è la<br />

più violenta scossa di terremoto<br />

registratasi in India negli ultimi<br />

cinquanta anni. Un terremoto<br />

di forza pari a quello di<br />

ieri si è verificato infatti nel<br />

1950. Tutti gli altri, compreso<br />

quello che nel 1993 ha causato<br />

la morte di circa diecimila persone<br />

nel vicino Stato del<br />

Maharastra, hanno avuto intensità<br />

minore.<br />

La Caritas Italiana ha inviato<br />

un primo contributo di 50<br />

milioni alle vittime della devastante<br />

scossa tellurica. «Come<br />

segno di solidarietà concreta<br />

— si legge in un comunicato<br />

— la Caritas italiana mette a<br />

disposizione di quella indiana,<br />

con la quale esistono già legami<br />

di collaborazione in progetti<br />

sociosanitari e cooperative di<br />

microcredito, un primo contributo<br />

di 50 milioni di lire per le<br />

prime necessità». Sono in corso<br />

ulteriori contatti per definire<br />

più specifiche modalità di<br />

intervento, allo scopo di rispondere<br />

ai bisogni immediati<br />

e affiancare la popolazione colpita<br />

nel difficile cammino di ricostruzione.<br />

Il Santo Padre ha ricevuto in<br />

udienza nel pomeriggio di venerdì<br />

26 Sua Eccellenza Reverendissima<br />

Monsignor Tarcisio Bertone, Arcivescovo<br />

emerito di Vercelli, Segretario<br />

della Congregazione per la Dottrina<br />

della Fede.<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha ricevuto questa<br />

mattina in udienza le Loro Eccellenze<br />

Reverendissime i Monsignori:<br />

— István Konkoly, Vescovo di<br />

Szombathely (Ungheria), in visita<br />

«ad limina Apostolorum»;<br />

— Mihály Mayer, Vescovo di<br />

Pécs (Ungheria), in visita «ad limina<br />

Apostolorum»;<br />

— Nándor Takács, Vescovo di<br />

Székesfehérvár (Ungheria), con<br />

l'Ausiliare, Sua Eccellenza Reverendissima<br />

Monsignor Péter Erdő, Vescovo<br />

titolare di Puppi, in visita «ad<br />

limina Apostolorum»;<br />

— Lajos Pápai, Vescovo di Győr<br />

(Ungheria), in visita «ad limina Apostolorum».<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha accettato la rinuncia<br />

al governo pastorale del Vi-<br />

Un palazzo di dieci piani parzialmente distrutto ad Ahmedabad, capitale dello Stato indiano del Gujarat<br />

Udienza: il Papa ai partecipanti al Congresso Internazionale di Musica Sacra<br />

«Durante il Grande Giubileo, il canto gregoriano,<br />

la polifonia, gli inni popolari, hanno offerto un contributo<br />

magnifico all'unità dei cuori nella fede e nell'amore»<br />

«Durante il Grande<br />

Giubileo, il canto gregoriano,<br />

la polifonia, gli inni<br />

popolari, hanno offerto<br />

un contributo magnifico<br />

all'unità dei cuori<br />

nella fede e nell'amore».<br />

Lo ha detto Giovanni<br />

Paolo II ai partecipanti<br />

al Congresso Internazionale<br />

di Musica Sacra,<br />

promosso dal Pontificio<br />

Consiglio della Cultura,<br />

ricevuti in udienza, nella<br />

Sala del Concistoro, nella<br />

mattina di sabato 27<br />

gennaio. All'inizio dell'udienza<br />

il Cardinale Paul<br />

Poupard, Presidente del<br />

Pontificio Consiglio della<br />

Cultura, ha rivolto al Papa<br />

un indirizzo di omaggio.<br />

Significativa la presenza<br />

di alcuni rappre-<br />

sentanti ecumenici, orto-<br />

dossi e luterani, e della comunità ebraica.<br />

Il Santo Padre ha ricordato come durante l'Anno Santo<br />

abbia avuto la gioia di vedere e di di ascoltare numerosi fedeli<br />

riuniti a Piazza San Pietro che celebravano all'unisono<br />

il rendimento di grazie della Chiesa. «Ringrazio ancora una<br />

volta — ha detto — quanti hanno contribuito alle celebrazioni<br />

giubilari: l'uso delle risorse della musica sacra, in particolare<br />

durante le celebrazioni papali è stato esemplare».<br />

«L'Anno giubilare — ha proseguito il Papa — è stato anche<br />

testimone di numerosi eventi culturali, in particolare<br />

concerti di musica religiosa. Questa forma di espressione<br />

musicale, che è un'estensione della musica sacra in senso<br />

stretto, è particolarmente significativa... La musica religiosa<br />

edifica ponti che collegano il messaggio di salvezza con<br />

NOSTRE INFORMAZIONI<br />

cariato Apostolico di Paksé (Laos),<br />

presentata da Sua Eccellenza Reverendissima<br />

Monsignor Thomas<br />

Khamphan, Vescovo titolare di Semina,<br />

in conformità al canone 401<br />

§ 1 del Codice di Diritto Canonico.<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha nominato Consultori<br />

del Pontificio Consiglio delle<br />

Comunicazioni Sociali gli Eccellentissimi<br />

Monsignori: Jan Chrapek,<br />

Vescovo di Radom (Polonia); Joseph<br />

Anthony Galante, Vescovo<br />

Coadiutore di Dallas (Stati Uniti<br />

d'America); Jean-Michel di Falco,<br />

Vescovo titolare di Vallis, Ausiliare<br />

di Paris (Francia); i Reverendi: P.<br />

Robert Astorino, M.M., Direttore<br />

esecutivo dell'agenzia cattolica di<br />

stampa «UCA News», Bangkok<br />

(Thailandia); Sac. Joseph Befe Ateba<br />

(Camerun), Segretario generale<br />

del CEPACS, Ufficio per le comunicazioni<br />

del «Symposium of Episcopal<br />

Conferences of Africa and Madagascar»;<br />

Sac. Franco Lever,<br />

S.D.B., Decano della Facoltà di<br />

Scienze della comunicazione sociale<br />

dell'Università Pontificia Salesiana,<br />

Roma; Sac. Dermod McCarthy, Direttore<br />

della programmazione religiosa<br />

televisiva della Radio Televisione<br />

Irlandese, Dublin (Irlanda); P.<br />

Robert A. White, S.I., Direttore del<br />

Centro Interdisciplinare sulla comunicazione<br />

sociale della Pontificia<br />

Università Gregoriana, Roma; Diacono<br />

William Kokesch, Direttore<br />

dell'Ufficio delle comunicazioni della<br />

Conferenza Episcopale Canadese,<br />

Ottawa (Canada); gli Illustrissimi Si-<br />

TERZA PAGINA<br />

Di fronte<br />

a una televisione<br />

sempre più sgradevole<br />

che fine ha fatto<br />

il senso di responsabilità<br />

pubblica?<br />

di GIUSEPPE COSTA<br />

coloro che, pur non accettando<br />

ancora del tutto<br />

Cristo, sono sensibili<br />

alla bellezza, perché la<br />

bellezza è cifra del mistero<br />

e richiamo al trascendente».<br />

«L'applicazione degli<br />

orientamenti del Concilio<br />

Vaticano II — ha affermato<br />

il Papa — circa<br />

il rinnovamento della<br />

musica sacra e del canto<br />

liturgico — in particolare<br />

nei Cori, nelle Cappelle<br />

musicali e nelle Scholae<br />

Cantorum — chiede<br />

oggi una solida formazione<br />

ai pastori e ai fedeli<br />

sul piano culturale,<br />

spirituale, liturgico e<br />

musicale. Essa domanda<br />

inoltre una riflessione<br />

approfondita per definire<br />

i criteri di costituzione e<br />

di diffusione di un repertorio di qualità, che permetta all'espressione<br />

musicale di servire in maniera appropriata al<br />

suo fine ultimo che è “la gloria di Dio e la santificazione<br />

dei fedeli”... Auspico che tale ricchezza aiuti la Chiesa<br />

orante, affinché la sinfonia della sua lode si accordi con il<br />

“diapason” di Cristo».<br />

«Sono certo — ha concluso Giovanni Paolo II rivolgendosi<br />

ai partecipanti al Congresso Internazionale — della vostra<br />

generosa collaborazione per conservare ed incrementare<br />

il patrimonio culturale della musica sacra al servizio di<br />

una liturgia fervorosa, luogo privilegiato di inculturazione<br />

della fede e di evangelizzazione delle culture».<br />

Pagina 3<br />

Pagina 5<br />

gnori: Prof. Mario Agnes, Direttore<br />

responsabile de «L'Osservatore Romano»;<br />

Patricia Bustamante Marin,<br />

Segretaria esecutiva del DECOS-CE-<br />

LAM e del SERTAL-CELAM, Bogotá<br />

(Colombia); Dott.ssa Daniela Frank,<br />

Direttrice del «Catholic Media<br />

Council», Aachen (Germania); Prof.<br />

Norberto González Gaitano, Decano<br />

della Facoltà di comunicazione sociale<br />

istituzionale della Pontificia<br />

Università della Santa Croce, Roma;<br />

Dott. Emilio Rossi, Presidente del<br />

Consiglio di Amministrazione del<br />

Centro Televisivo Vaticano e Presidente<br />

dell'Unione Cattolica Stampa<br />

Italiana; Russell Shaw, Washington<br />

(Stati Uniti d'America).<br />

. .<br />

Nomina<br />

di Vicario Apostolico<br />

Il Santo Padre ha nominato Vicario<br />

Apostolico di Paksé (Laos) il Reverendo<br />

Sacerdote Louis Marie Ling<br />

Mangkhanekhoun, attualmente Vicario<br />

Delegato del Vicario Apostolico<br />

di Vientiane, assegnandogli la sede<br />

titolare vescovile di Acque nuove<br />

di Proconsolare.


DAL MONDO<br />

MARIO AGNES<br />

Direttore responsabile<br />

PAGINA<br />

TIPOGRAFIA VATICANA<br />

EDITRICE<br />

«L'OSSERVATORE ROMANO»<br />

Redazione:<br />

via del Pellegrino<br />

00120 Città del Vaticano<br />

Segreteria di Redazione:<br />

Tel. 06.698.83461/06.698.84442<br />

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Servizi fotografici<br />

de «L'Osservatore Romano»<br />

a cura di Arturo Mari<br />

Le foto dell'attività della Santa Sede<br />

sono del SERVIZIO FOTOGRAFICO<br />

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.<br />

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de «L'OSSERVATORE ROMANO»<br />

Tel. 06.698.83461 - Fax 06.698.83675<br />

2 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Domenica 28 Gennaio 2001<br />

WASHINGTON — L’ufficio esecutivo dell’Fmi<br />

(Fondo monetario internazionale) ha<br />

autorizzato venerdì l’Albania a ricevere<br />

crediti per circa 6 milioni di dollari, dopo<br />

avere rivisto l’accordo concluso circa tre<br />

anni or sono sotto il titolo «Riduzione della<br />

miseria e incoraggiamento alla crescita».<br />

L’accordo prevede complessivamente<br />

la concessione all’Albania di fondi per 58<br />

milioni di dollari, dei quali Tirana ha finora<br />

ricevuto circa 46 milioni di dollari.<br />

Al termine della riunione dell’ufficio<br />

RUSSIA La malnutrizione nel Caucaso sta raggiungendo livelli allarmanti<br />

Cecenia: appello del Pam<br />

per i 335.000 profughi<br />

NEW YORK, 27.<br />

Il Programma alimentare mondiale<br />

(Pam) delle Nazioni Unite ha lanciato<br />

un appello alla Comunità internazionale<br />

per finanziare aiuti alimentari per<br />

335.000 profughi in condizione di grave<br />

indigenza nel Caucaso del Nord.<br />

Il Pam precisa che gli aiuti andranno<br />

a 175.000 persone in Cecenia e a 160 civili<br />

fuggiti in Inguscezia. Se vi saranno<br />

le condizioni minime di sicurezza, il<br />

Pam riprenderà l'attività umanitaria in<br />

febbraio, dopo un mese di sospensione<br />

dovuta ai rischi eccessivi per il persona-<br />

La Duma vara la legge<br />

sulla privatizzazione<br />

delle terre<br />

MOSCA, 27.<br />

Dopo 80 anni di collettivismo,<br />

la Russia è tornata ad avere una<br />

legge che autorizza la vendita ai<br />

privati delle terre. Ad approvarla<br />

è stata la Duma di Stato (la Camera<br />

bassa del parlamento russo),<br />

riuscendo infine a superare l’ostruzionismo<br />

dei comunisti e dei<br />

loro alleati, che per quasi dieci<br />

anni, anche dopo il crollo del regime<br />

sovietico, erano riusciti a<br />

impedire ogni passo del genere.<br />

La legge — riferisce oggi la<br />

stampa russa — è stata approvata<br />

con il voto favorevole di tutte le<br />

forze liberali e moderate, divenute<br />

maggioritarie alla Duma dopo le<br />

elezioni di un anno fa. Ha avuto<br />

229 voti a favore e 168 contrari. I<br />

comunisti asseriscono che la privatizzazione<br />

delle terre potrebbe<br />

far nascere «nuovi schiavi» perché<br />

i contadini non sono in grado di<br />

acquistarle. La loro obiezione è<br />

stata tuttavia respinta dalla maggioranza,<br />

che ha sottolineato come<br />

la legge approvata ieri riguardi<br />

per ora solo la compravendita<br />

dei terreni non agricoli.<br />

I terreni agricoli resteranno invece<br />

formalmente di proprietà<br />

dello Stato fino all’approvazione<br />

— considerata peraltro imminente<br />

— di un codice fondiario che dovrà<br />

sbloccare anche questi, ma<br />

prevedendo importanti sostegni<br />

creditizi per i contadini che vorranno<br />

comprarle. Non sarà inoltre<br />

consentito il latifondo, assicurano<br />

i deputati liberali e i moderati,<br />

che su questa materia godono dell’appoggio<br />

del Cremlino.<br />

Nel frattempo, la Russia non<br />

demorde e continua a chiedere il<br />

rilascio dell'ex tesoriere del Cremlino<br />

e attuale Segretario generale<br />

dell'Unione russo-bielorussa,<br />

Pavel Borodin, nonostante la decisione<br />

del giudice di Brooklyn<br />

(New York) che ha lasciato per<br />

ora in carcere il funzionario russo,<br />

accusato di riciclaggio di denaro<br />

dalla Procura Svizzera che aveva<br />

spiccato un mandato di cattura<br />

internazionale.<br />

le Onu nella regione a causa dei combattimenti.<br />

L'operazione di emergenza<br />

di 24 milioni di dollari durerà un anno e<br />

avrà lo scopo di assistere una popolazione<br />

stremata dalla guerra e costretta ancora<br />

molto spesso ad abbandonare le<br />

zone di residenza, rese invivibili dagli<br />

scontri armati e dagli attentati.<br />

«La gente della Cecenia è in condizioni<br />

davvero gravi», ha detto Angela Van<br />

Rynbach, vice Direttore del Pam per l'Asia<br />

e l'Europa Orientale. «Le opportunità<br />

di trovare cibo per sé e per la propria<br />

famiglia si sono drasticamente ridotte a<br />

causa dei combattimenti, della presenza<br />

di campi minati e della conflittualità<br />

presente sul territorio». Van Rynbach ha<br />

sottolineato inoltre come nonostante sia<br />

in corso da un anno la fuga dal territorio<br />

ceceno, nel solo mese di gennaio più<br />

di mille abitanti della Cecenia hanno attraversato<br />

il confine con l'Inguscezia. I<br />

residenti ceceni sono spinti a lasciare le<br />

proprie case anche dalla mancanza di<br />

gas e di elettricità, in un inverno particolarmente<br />

freddo.<br />

Una missione del Pam del settembre<br />

2000 nella capitale cecena, Grozny, aveva<br />

messo in luce come la gente rimasta<br />

in città non riuscisse ad assumere neppure<br />

i livelli minimi di nutrimento. Il<br />

rapporto descrisse gente ridotta a cercare<br />

la sopravvivenza attraverso azioni pericolose,<br />

illegali e distruttive, come il<br />

furto di parti in metallo di fabbriche abbandonate.<br />

La carenza di ferro a Grozny<br />

è tre volte superiore che nel resto<br />

della Federazione russa, secondo gli accertamenti<br />

sull'alimentazione familiare e<br />

circa il 40 per cento delle madri di neonati<br />

non è in grado di allattare perché<br />

ha perso il latte a causa della tensione e<br />

delle carenze nutritive.<br />

I ceceni rimasti a Grozny sono quelli<br />

che hanno le maggiori difficoltà, quasi<br />

impossibilitati a fuggire: si tratta spesso<br />

di anziani, bambini, infermi, disabili.<br />

Inoltre, mentre da parecchi mesi non si<br />

verificano combattimenti su vasta scala<br />

continuano quasi quotidianamente le<br />

azioni della guerriglia: un militare russo<br />

delle truppe del ministero dell’interno è<br />

morto e altri tre sono rimasti gravemente<br />

feriti ieri in seguito a un attentato dinamitardo<br />

compiuto a Grozny. Ne ha<br />

dato notizia l’agenzia «Interfax». I quattro<br />

militari erano a bordo di un veicolo<br />

che è saltato su un ordigno radiocomandato,<br />

collocato dai ribelli nei dintorni<br />

della procura militare di Grozny, nel<br />

centro della città. La guerriglia cecena<br />

negli ultimi mesi ha usato con crescente<br />

frequenza l’arma degli attentati. Tra i<br />

bersagli, oltre ai militari delle Forze federali<br />

e agli effettivi delle milizie cecene<br />

filo-russe — giovedì è stato ucciso in un<br />

agguato a Kurcialoi un ennesimo dirigente<br />

locale —, vi sono stati diversi civili.<br />

In uno degli agguati più sanguinosi,<br />

alcune settimane orsono, una bomba ha<br />

ucciso una quindicina di civili, tutti ceceni,<br />

colpevoli solo di essersi messi in fila<br />

per ritirare un passaporto russo: un<br />

gesto considerato dai guerriglieri alla<br />

stregua di un atto di «tradimento».<br />

ECUADOR Alla compagnia di navigazione<br />

Solo 800 lire di multa<br />

per il disastro delle Galapagos<br />

QUITO, 27.<br />

Sarà solo di 40<br />

centesimi di dollaro<br />

— circa 800 lire — la<br />

multa che la compagnia<br />

di navigazione<br />

proprietari della «Jessica»<br />

dovrà pagare<br />

per il disastro ambientale<br />

nelle Galapagos.<br />

Lo hanno rivelato<br />

ieri fonti giuridiche<br />

a Quito sottolineando<br />

l’assurdità del decrepito<br />

codice di navigazione<br />

dell’Ecuador.<br />

Oltre alla multa, la<br />

compagnia subirà<br />

una sospensione temporaneadell’immatricolazione<br />

della nave,<br />

galleggiante o affondata<br />

che sia. Fonti<br />

del Governo ed esper-<br />

ti prevedono intanto non meno di 30<br />

mesi d’attesa prima di capire a pieno le<br />

conseguenze che il combustibile scaricato<br />

in mare lascerà nell'arcipelago. Prosegue<br />

nel frattempo instancabile il lavoro<br />

dei volontari che continuano a raccogliere<br />

animali colpiti dal combustibile vischioso.<br />

Veterinari del Parco nazionale<br />

stanno curando 20 leoni marini colpiti<br />

da una grave forma di congiuntivite a<br />

causa della pellicola di olio che a tratti<br />

ricopre ancora il mare attorno alle isole<br />

di Santa Cruz, di Santa Fe e di San Cristobal.<br />

Continua il lavoro anche attorno<br />

allo scafo della «Jessica», ormai inclinato<br />

sul fianco destro di oltre 60 gradi. L’i-<br />

Il relitto della «Jessica» incagliato su un fondo sabbioso<br />

dea del Ministro dell’ambiente ecuadoriano,<br />

Rodolfo Rendon, è quella di stabilizzare<br />

la nave, svuotarne l’interno dagli<br />

ultimi residui di petrolio (si parla a livello<br />

ufficiale di circa 30.000 litri rispetto al<br />

milione iniziale) misti ad acqua di mare,<br />

per tentare poi, con l’aiuto di supporti<br />

esterni al galleggiamento, di portarla il<br />

più possibile al largo e affondarla in acque<br />

profonde. Ma le condizioni del mare<br />

e la mancanza di attrezzature adeguate<br />

hanno sinora impedito di realizzare<br />

questo progetto. La magistratura ha<br />

ieri confermato il fermo preventivo del<br />

comandante della nave e di tutto l’equipaggio.<br />

GOVERNATORATO DELLA CITTÀ DEL VATICANO<br />

POSTE VATICANE<br />

Annullo postale speciale in occasione<br />

della Esposizione Filatelica Internazionale<br />

«Hong Kong 2001»<br />

(1-5 febbraio 2001)<br />

In occasione della Esposizione Filatelica<br />

Internazionale «Hong Kong 2001», che si terrà<br />

ad Hong Kong dal 1° al 5 febbraio 2001,<br />

le Poste Vaticane porranno in uso uno speciale<br />

annullo, del quale si riproduce l'impronta.<br />

In esso è raffigurato un panorama stilizzato<br />

della città ed, in primo piano, dei delfini<br />

tratti dal logo della manifestazione stessa.<br />

Completano l'annullo le scritte «HONG<br />

KONG 2001 STAMP EXHIBITION» e «POSTE<br />

VATICANE • 1-5 FEBRUARY».<br />

Il bozzetto è stato realizzato a cura della Direzione delle Poste Vaticane,<br />

con la collaborazione di Orlando Tomassi delle Poste Vaticane.<br />

* * *<br />

Il materiale filatelico da obliterare con tale annullo, debitamente affrancato<br />

a cura dei richiedenti, con francobolli vaticani in corso, dovrà<br />

pervenire all'Ufficio Obliterazioni delle Poste Vaticane entro il 20 febbraio<br />

2001.<br />

Fmi: finanziamenti all'Albania per ridurre la miseria<br />

esecutivo, nel quale l’Albania è abitualmente<br />

rappresentata dal direttore esecutivo<br />

per l’Italia Riccardo Faini, responsabile<br />

della «constituency» che raggruppa, oltre<br />

all’Italia, Albania, Grecia, Malta, Portogallo<br />

e San Marino, il vice direttore generale<br />

dell’Fmi, Shigemitsu Sugisaki, ha dichiarato:<br />

«Le autorità albanesi sono riuscite a<br />

mantenere la stabilità macroeconomica,<br />

con una crescita del prodotto interno lor-<br />

Corea del Nord:<br />

relazioni<br />

diplomatiche<br />

con il Belgio<br />

PYONGYANG, 27.<br />

La Corea del Nord e il Belgio hanno<br />

allacciato relazioni diplomatiche. Lo ha<br />

annunciato ieri l’agenzia nordcoreana<br />

«Kcna», precisando che a tal proposito i<br />

Ministri degli esteri dei due Paesi si sono<br />

incontrati a dicembre dell’anno scorso<br />

e il 23 gennaio. Nel corso dei colloqui,<br />

le due parti hanno firmato un accordo<br />

per l’allacciamento delle relazioni<br />

diplomatiche a livello di Ambasciatori<br />

secondo la Convenzione di Vienna sulle<br />

relazioni diplomatiche, aggiunge l’agenzia<br />

nordcoreana. Il 16 gennaio, la «Kcna»<br />

aveva dato notizia dell’allacciamento<br />

delle relazioni diplomatiche fra la Corea<br />

del Nord e i Paesi Bassi. Il processo<br />

di apertura all’estero del regime comunista<br />

è iniziato lo scorso anno.<br />

Intanto, secondo quanto scrive la<br />

stampa sudcoreana, il leader della Corea<br />

del Nord, Kim Jong-Il, è favorevole ad<br />

una visita del Presidente degli Stati Uniti,<br />

George W. Bush, nella Corea del<br />

Nord. Kim — secondo l’agenzia «Tonhap»<br />

— avrebbe fatto una dichiarazione<br />

in tal senso durante il suo incontro<br />

con il Presidente cinese, Jiang Zemin,<br />

nel corso della sua recente visita segreta<br />

in Cina. Nel corso dello stesso incontro<br />

con il Presidente cinese — secondo la<br />

fonte sopra citata — il leader nordcoreano<br />

ha rinnovato la sua intenzione di<br />

compiere una visita nella capitale sudcoreana,<br />

Seoul quest’anno e la sua volontà<br />

di istituire una zona economica speciale<br />

ispirata al modello cinese.<br />

do intorno al 7 per cento, un’inflazione al<br />

2 per cento e le riserve esterne che hanno<br />

raggiunto un livello confortevole. Le<br />

autorità albanesi hanno inoltre fatto progressi<br />

nella riforma strutturale, in particolare<br />

in relazione alla privatizzazione delle<br />

imprese». Questi e altri progressi, in ambito<br />

di bilancio e fiscale, oltre che l’attenzione<br />

alla riforma nei settori dell’energia,<br />

in corso con l’aiuto della Banca Mondiale,<br />

STATI UNITI-GIAPPONE Bush telefona a Schroeder<br />

Colloqui a Washington<br />

tra i Capi delle diplomazie<br />

WASHINGTON, 27.<br />

Il Segretario di Stato Usa, Colin Powell,<br />

e il Ministro degli esteri giapponese,<br />

Yohei Kono, hanno constatato ieri i<br />

rapporti «estremamente cordiali» tra i<br />

due Paesi in un incontro al Dipartimento<br />

di Stato seguito da una colazione di<br />

lavoro. Lo ha riferito il portavoce di Powell,<br />

Richard Boucher, precisando che i<br />

due diplomatici hanno parlato di «molti<br />

argomenti bilaterali e internazionali»,<br />

comprese questioni economiche e commerciali.<br />

Tra i temi toccati nei colloqui figurano<br />

le situazioni in Corea del Nord, Russia,<br />

Cina, Birmania e Okinawa, dove i<br />

rapporti tra i marine della base americana<br />

e la popolazione locale sono nuovamente<br />

molto tesi.<br />

Powell ha ribadito che l’Amministrazione<br />

Bush continuerà a considerare la<br />

Corea del Nord come una questione trilaterale<br />

attribuendo, come ha fatto Clinton,<br />

«massima importanza» alle consultazioni<br />

con il Giappone e la Corea del<br />

Sud. Non sono invece stati toccati i temi<br />

relativi alla riforma del Consiglio di Sicurezza<br />

delle Nazioni Unite, dove il<br />

Giappone mira a ottenere un seggio permanente,<br />

e il programma di difesa antimissile<br />

americano, per il quale Tokyo<br />

«capisce» le esigenze di sicurezza degli<br />

Usa, mentre gli europei avanzano pesanti<br />

riserve e Russia e Cina sono apertamente<br />

contrarie.<br />

L’amicizia tra Usa e Giappone è elemento<br />

fondamentale della sicurezza<br />

asiatica, ha sottolineato Kono dicendosi<br />

«estremamente soddisfatto» del clima e<br />

delle prospettive delle relazioni bilatera-<br />

Forum di Davos:<br />

dibattiti sull'economia<br />

internazionale<br />

BERNA, 27.<br />

Proseguono, al Forum economico<br />

mondiale di Davos (Svizzera), i dibattiti<br />

sulla globalizzazione dei mercati, sui<br />

modelli di sviluppo e sulla lotta alla miseria<br />

nei Paesi del Terzo Mondo. Su<br />

questi temi si confrontano, in modo informale,<br />

Capi di Stato ed esponenti di<br />

Governi, e l'élite internazionale dell'imprenditoria<br />

e della finanza.<br />

Tra i tanti interventi va segnalato<br />

quello del vice-Premier e Ministro delle<br />

finanze russo, Alexei Koudrine, il quale<br />

ha annunciato che Mosca rimborserà integralmente<br />

il debito estero dell'era sovietica,<br />

e non chiederà un riscaglionamento<br />

dei pagamenti ai creditori del<br />

«club di Parigi».<br />

Anche nella tornata di ieri (i lavori del<br />

Forum si concluderanno martedì prossimo),<br />

ha tenuto banco la situazione dell'economia<br />

americana, avviata quest'anno<br />

verso un rallentamento drastico della<br />

crescita. Al riguardo, il Ministro francese<br />

dell'economia, Laurent Fabius, esclude<br />

che la situazione sia catastrofica, in<br />

quanto negli Usa ci sono «margini importanti<br />

per manovre di politica fiscale»<br />

e sui tassi di interessi.<br />

e del credito, hanno suggerito al Fondo di<br />

autorizzare ulteriori versamenti di fondi.<br />

Intanto, la lotta al crimine organizzato e<br />

ai traffici di droga, sigarette e clandestini<br />

è stato il tema centrale dei colloqui di venerdì<br />

a Ioannina (Nord della Grecia) fra il<br />

Ministro greco dell’ordine pubblico, Michalis<br />

Chrysochoidis, e il suo collega albanese,<br />

Ilir Gioni. All’incontro — informa<br />

l’agenzia greca «Ana» — hanno preso<br />

parte funzionari ministeriali e ufficiali delle<br />

Forze dell’ordine di entrambi i Paesi.<br />

EX ZAIRE Nel primo messaggio alla Nazione<br />

Joseph Kabila<br />

promette la pace<br />

KINSHASA, 27.<br />

Il generale Joseph Kabila, insediato<br />

ieri formalmente alla Presidenza della<br />

Repubblica Democratica del Congo<br />

(Rdc, ex Zaire), ha rotto il silenzio che<br />

osservava dal 16 gennaio, giorno del<br />

mortale attentato al padre, Laurent-Désiré<br />

Kabila. Poche ore dopo la cerimonia<br />

del giuramento, il nuovo Presidente<br />

ha rivolto un messaggio alla Nazione in<br />

cui promette di «lavorare per la pace»,<br />

di impegnarsi per porre fine alla guerra<br />

che insanguina il Paese da due anni e<br />

mezzo. Una volta raggiunto questo<br />

Tanzania: violenti scontri<br />

a Zanzibar<br />

tra polizia e dimostranti<br />

DAR ES SALAAM, 27.<br />

Sanguinosi scontri sono in corso<br />

da ieri nell'arcipelago di Zanzibar,<br />

in Tanzania, tra le forze dell'ordine<br />

e militanti del «fronte civico<br />

unito» (Cuf, opposizione) che<br />

reclamano la ripetizione — limitatamente<br />

alla regione autonoma insulare<br />

— delle elezioni politiche<br />

svoltesi nell'ottobre scorso. Secondo<br />

fonti non ufficiali citate dall'agenzia<br />

«Ansa», alcuni dimostranti<br />

sarebbero stati uccisi.<br />

li. Senza fissare date, Powell e Kono<br />

hanno infine convenuto sulla necessità<br />

di una visita a Washington «al più presto»<br />

del Premier giapponese Yoshiro<br />

Mori.<br />

Nelle stesse ore il Presidente degli<br />

Usa, George W. Bush, ha telefonato al<br />

Cancelliere tedesco Gerhard Schroeder.<br />

Lo ha reso noto la Casa Bianca, senza<br />

precisare i contenuti della conversazione.<br />

Il contatto giunge al termine della<br />

missione negli Stati Uniti del Coordinatore<br />

della politica tedesca verso gli Usa,<br />

Karsten Voight.<br />

Usa: allo studio misure<br />

per la riduzione<br />

del prelievo fiscale<br />

WASHINGTON, 27.<br />

Dopo l’appoggio espresso dal<br />

Presidente della Federal Reserve,<br />

Alan Greenspan, a una politica di<br />

riduzione delle tasse, l’Amministrazione<br />

Usa sta studiando un<br />

piano per attuare un alleggerimento<br />

del prelievo fiscale.<br />

Il Segretario del Tesoro Paul<br />

ÒNeill ha annunciato a questo<br />

proposito che una misura efficace<br />

e facile da applicare sarebbe quella<br />

di ridurre il prelievo operato direttamente<br />

dagli stipendi dei lavoratori.<br />

Germania: il Bundestag<br />

approva il progetto<br />

di riforma delle pensioni<br />

BERLINO, 27.<br />

Il Bundestag ha varato ieri il progetto<br />

di riforma pensionistica dopo mesi di<br />

scontri e schermaglie politiche fra maggioranza<br />

e opposizione. Votato con 319<br />

«sì» contro 258 «no» e solo quattro<br />

astensioni, il provvedimento è stato definito<br />

dal Ministro del lavoro, Walter Riester<br />

socialdemocratico «il più grande e<br />

importante piano di riforma del dopoguerra»<br />

in Germania. Al contrario, i deputati<br />

dell’opposizione — compatti nel<br />

voto contrario — hanno aspramente criticato<br />

il piano parlando di «imbroglio» e<br />

«progetto truffa». La riforma prevede un<br />

graduale rallentamento della crescita<br />

delle pensioni, con i «tagli» nelle prestazioni<br />

che saranno compensati dalla istituzione<br />

di fondi aggiuntivi di previdenza<br />

privata. Fino al 2030 il livello delle pensioni<br />

scenderà a tappe dall’attuale 70,7<br />

per cento del salario a non meno del<br />

67,9 per cento. Parallelamente, il livello<br />

dei contributi crescerà dall’attuale 19,1<br />

per cento a non oltre il 22 per cento. Il<br />

progetto di riforma passa ora all’esame<br />

del Bundesrat, la Camera alta delle Regioni,<br />

dove a differenza del Bundestag<br />

la coalizione rossoverde è in minoranza.<br />

Il voto è previsto per il 16 febbraio, con<br />

le opposizioni decise a dare battaglia.<br />

obiettivo — ha aggiunto — si terranno<br />

«elezioni libere e trasparenti».<br />

Com'è noto, nel conflitto congolese<br />

sono coinvolti altri cinque Stati africani:<br />

l'Angola, la Namibia e lo Zimbabwe, alleati<br />

di Kinshasa; il Rwanda e l'Uganda<br />

che combattono a fianco di movimenti<br />

antigovernativi dell'Est.<br />

«Insieme con i nostri alleati — ha annunciato<br />

Joseph Kabila — esamineremo<br />

le vie e i mezzi per rilanciare l'accordo<br />

di pace di Lusaka (concluso nell'estate<br />

del 1999 ma rimasto lettera morta, ndr.)<br />

e per giungere a un cessate-il-fuoco effettivo».<br />

Ma la pace passa per «il ritiro<br />

immediato degli Stati aggressori, vale a<br />

dire Rwanda e Uganda invitati a tornare<br />

a una politica di buon vicinato, di regolamento<br />

pacifico delle vertenze e di cooperazione.<br />

Sia all'interno che all'esterno il Governo<br />

di Kinshasa punterà sul dialogo e<br />

sulla riconciliazione. «I problemi politici<br />

di maggiore importanza dovranno essere<br />

risolti nel quadro del dialogo intercongolese»,<br />

previsto dall'accordo di Lusaka<br />

e che include sia l'opposizione politica<br />

che quella armata.<br />

Nel discorso presidenziale sono anche<br />

tracciate le linee di massima della politica<br />

economica e di quella estera, in riferimento<br />

ai rapporti con l'Europa e con<br />

gli Stati Uniti. Proprio ieri, il Presidente<br />

George W. Bush ha riconosciuto di fatto<br />

la legittimità del potere di Kabila, inviandogli<br />

un messaggio di condoglianze<br />

per la morte del padre.<br />

Ue-Egitto: conclusa<br />

un'intesa economica<br />

BRUXELLES — Unione Europea ed<br />

Egitto hanno siglato venerdì un accordo<br />

di associazione. A finalizzarlo<br />

sono stati l’Ambasciatore del<br />

Cairo presso l’Ue, Raouf Saad, ed<br />

il responsabile della Commissione<br />

dei «Quindici», Peter Zangl. L’intesa<br />

si iscrive nel quadro del processo<br />

di Barcellona, lanciato nel<br />

1995 fra i Paesi dell’Unione e dodici<br />

partner dell'area mediterranea.<br />

L’Egitto è la nona Nazione a raggiungere<br />

un accordo con Bruxelles:<br />

sono ancora in corso i negoziati<br />

con Algeria, Siria e Libano.<br />

Spazio: la «Progress»<br />

aggancia la «Mir»<br />

MOSCA — La navicella spaziale<br />

russa «Progress» si è agganciata<br />

sabato mattina alla Stazione spaziale<br />

orbitante «Mir», avviando la<br />

procedura per l'imminente distruzione<br />

dell’ormai inusata e danneggiata<br />

Stazione. Lo hanno comunicato<br />

i responsabili del Centro di<br />

controllo spaziale russo di Baikonur.<br />

Compito della navicella è<br />

quello di innescare, tramite il rifornimento<br />

di carburante, il distacco<br />

della «Mir» dalla sua orbita ed avviarla<br />

così verso il rientro nell’atmosfera<br />

previsto entro la fine di<br />

febbraio. I resti della Stazione orbitante<br />

dovrebbero finire nell’Oceano<br />

Pacifico nei primi giorni del<br />

prossimo mese di marzo.<br />

Iran: da sette giorni<br />

intense nevicate<br />

TEHERAN — Centinaia di villaggi<br />

e alcune città isolati, scuole chiuse,<br />

voli cancellati, migliaia di case<br />

a Teheran senza riscaldamento<br />

per un collasso nel sistema di distribuzione<br />

del gas. Queste le conseguenze<br />

delle nevicate che durano<br />

ininterrottamente da una settimana<br />

su gran parte dell’Iran, quali<br />

non si vedevano da diversi anni.<br />

Le aree più colpite sono quelle del<br />

Nord-Ovest del Paese, nelle province<br />

di Ardebil, Kermanshah, Kurdistan<br />

e Azerbaigian. La coltre di<br />

neve ha raggiunto quasi i due metri<br />

nella città di Astara, sul Mar<br />

Caspio, provocando la paralisi di<br />

quasi tutte le attività e l’interruzione<br />

delle linee telefoniche. Situazione<br />

critica anche nelle città di Khalkhal<br />

e Urmia, così come in diverse<br />

centinaia di villaggi, non più raggiungibili<br />

per le valanghe che si<br />

sono abbattute sulle strade.<br />

Spagna: altro attentato<br />

nei Paesi Baschi<br />

MADRID — Una bomba di fattura<br />

artigianale è esplosa sabato mattina<br />

davanti ad una Banca di Vitoria,<br />

capitale amministrativa del<br />

Paese Basco, causando danni rilevanti<br />

secondo quanto riferito dalla<br />

polizia. L’ordigno è esploso subito<br />

dopo le 7 davanti al Bancomat di<br />

una succursale della cassa di risparmio<br />

«La Caixa» provocando<br />

l’incendio dello stabile che è stato<br />

subito sgomberato. Nella notte tra<br />

venerdì e sabato erano state lanciate<br />

bottiglie molotov su una succursale<br />

del «Banco Hispano» a<br />

Berriz, vicino Bilbao. Atti di violenza<br />

di questo genere, piuttosto frequenti<br />

nel Paese Basco, sono attribuibili<br />

a gruppi di radicali indipendentisti<br />

vicini all’«Eta».


ERZA T PAGINA .<br />

Difronteaunatelevisione<br />

semprepiùsgradevole<br />

chefinehafattoilsenso<br />

diresponsabilitàpubblica?<br />

GIUSEPPE COSTA<br />

PAGINA<br />

Basta scorrere un po' i programmi televisivi<br />

per rendersi conto che volgarità<br />

e trivialità caratterizzano il sapore di<br />

molta produzione. Guardando i programmi<br />

di un qualsiasi palinsesto lo<br />

spettatore medio può facilmente rendersi<br />

conto — in non pochi casi con disgusto<br />

— che da una televisione «quizaiola»<br />

e becera si è probabilmente passati ad<br />

una televisione ancor più sgradevole dove<br />

l'audience non ha più senso e dove<br />

specie se si tratta di televisione a canone<br />

pubblico, non si comprende che fine abbia<br />

fatto il senso di responsabilità pubblica<br />

dichiquelprogrammahaprodotto.<br />

Ci troviamo spesso di fronte ad una<br />

televisione che non osserva codici professionali<br />

con riferimento ai minori (si<br />

veda la Carta di Treviso), che svuota di<br />

significato modelli educativo istituzionali<br />

quali la famiglia o che, comunque, ridicolizza<br />

e banalizza la vita.<br />

Dagli spot pubblicitari alle telenovelas;<br />

dai talk-show alle battute improvvisate<br />

dell'ultimo dei presentatori, non è<br />

difficile cogliere messaggi senza regole o<br />

comunque inviati a spettatori differenziati<br />

per età, sensibilità psicopedagogica<br />

e cultura.<br />

Stando così le cose ci si può anche<br />

chiedere se ha senso pagare un canone<br />

per una televisione che del suo triplice<br />

dovere di intrattenere, informare e formare,<br />

ha scelto soltanto la forma peggiore<br />

dell'intrattenimento.<br />

Che sia questo un adeguarsi a quella<br />

sorta di «sindrome tabloidale» che vede i<br />

media caratterizzati dalla ossessiva ricerca<br />

di un'audience e di soldi provenienti<br />

dalla pubblicità?<br />

In ogni caso per chi ha a che fare con<br />

un pubblico l'omologazione verso la non<br />

qualità, la caduta di stile, il pettegolezzo<br />

portato a spettacolo, la trivialità e il<br />

pornografico non sono mai permessi.<br />

Un servizio per tutti i cittadini e da questi<br />

sostenuto, infatti, deve fare la differenza.<br />

Indubbiamente l'intrattenimento televisivo<br />

di strada ne ha fatta tanta.<br />

Dai primi varietà a telecamera fissa<br />

con fotocopia di radio trasmissioni ai<br />

film western; dai quiz di «Lascia o raddoppia»,<br />

ai programmi culturali tipo<br />

«Tvsette» e via via passando attraverso<br />

gli immancabili ed eterni festival, i grandi<br />

sceneggiati a soggetto storico-letterario;<br />

ed ancora l'informazione scientifica<br />

di «Chekup» e «Quark», più popolare la<br />

prima e piuttosto snob la seconda; i processi<br />

alle tappe ciclistiche e alle partite<br />

di calcio, i processi in piazza tipo Samarcanda<br />

ad amministrazioni con amministrati<br />

e presentatori compiacenti,<br />

l'informazione trasformata in spettacolo<br />

(o in avanspettacolo?). E, al termine dell'edizione<br />

di prima serata le immancabili<br />

passerelle osé; la televisione come amico<br />

e convivente, il «Big Brother» che in Italia<br />

diventa «Il Grande Fratello» e poi ancora<br />

film, talk show (Funari, Maurizio<br />

Costanzo, Santoro, De Filippi, Sgarbi),<br />

ed ancora quiz e indovinelli resi più facili<br />

per adeguarsi alla stupidità collettiva.<br />

A pensarci, chi conosce un po' la televisione<br />

degli Stati Uniti s'accorgerebbe<br />

che i palinsesti italiani nazionali non<br />

brillano per la loro originalità. Dai giornalisti<br />

(e dalle giornaliste) che imitano<br />

colleghi e colleghe d'oltre oceano tuttavia<br />

senza mai raggiungere ad esempio la<br />

professionalità della rubrica televisiva<br />

americana «60 minutes» o le capacità di<br />

intrattenimento dei vari presentatori<br />

Dan Rather, Tom Brokaw, Larry King e<br />

Oprah Winfrey, o la performance di una<br />

serata da Oscar.<br />

Diciamo questo non per filoamericanismo<br />

di maniera — sia pure obbligatorio<br />

quando si tratta di massmedia — né per<br />

disconoscere i meriti di quanti lavorano<br />

nell'industria dei media o di quanti in<br />

questi cinquant'anni hanno fatto o cercato<br />

di fare una televisione di qualità<br />

ma piuttosto per la stima che abbiamo<br />

di questo lavoro e dei suoi addetti nonché<br />

per richiamare ad un discorso più<br />

ampio sul servizio televisivo italiano<br />

quale mi pare oggi vada fatto recuperando<br />

un dibattito che forse avrebbe dovuto<br />

farsi in anni passati.<br />

Troppe volte infatti lo spettacolo televisivo<br />

non è trattato come una vera e<br />

propria industria dove esperienza acquisita,<br />

economia e professionalità hanno<br />

un peso specifico determinante. Giocare<br />

a pallone di fronte a centomila spettatori<br />

non è la stessa cosa che giocare in un<br />

campetto così come per un commentatore<br />

televisivo avere milioni di spettatori<br />

non è la stessa cosa che trovarsi in una<br />

balera di periferia.<br />

La volgarità e la trivialità di non poche<br />

trasmissioni è la caduta di una professionalità<br />

che sa sempre e comunque<br />

guardare al suo pubblico.<br />

E del resto, comunque la si pensi, oggi<br />

è incontestabile il contributo che la<br />

televisione dà alla socializzazione di modelli<br />

e di linguaggi, pantografandone, in<br />

più o in meno, i processi. L'impatto culturale<br />

televisivo è di tipo istantaneo ed<br />

accelera i cambi culturali. La sua presenza<br />

in ogni casa riduce spesso la comunicazione<br />

fra i membri della stessa<br />

famiglia con la conseguenza che parte<br />

dell'educazione dei più giovani, più che<br />

3 .<br />

dalla famiglia, proviene da questo apparecchio<br />

televisivo diventato per non pochi<br />

un vero e proprio bisogno psicologico.<br />

Eppure c'è chi prova a resistergli<br />

non soltanto perché considera la televisione<br />

un vero e proprio «narcotico» delle<br />

masse ma anche per la difesa dei minori.<br />

Pur non facendo nostro lo scenario<br />

del romanzo «1984» di George Orwell né<br />

quello del cinema «Fahrenheit 451» di<br />

François Truffaut, ci rendiamo conto<br />

che l'utilizzazione positiva o negativa<br />

dell'immagine televisiva può dipendere<br />

anche da noi. Per quanto riguarda gli<br />

spettacoli violenti ad esempio è ampiamente<br />

dimostrato che il comportamento<br />

aggressivo anche futuro di molti bambini<br />

cresce in misura degli spettacoli violenti<br />

ai quali oggi assistono.<br />

È anche dimostrato che tali effetti sono<br />

aumentati da quando a partire dagli<br />

Anni Ottanta la televisione propaganda<br />

prodotti per i più piccoli. Altro discorso<br />

ancora andrebbe fatto sui programmi<br />

religiosi televisivi e su come viene trattato<br />

il contenuto religioso.<br />

Se a tutto questo si aggiungono gli<br />

aspetti politici ed economici del complesso<br />

fenomeno televisivo si comprende<br />

perché per la sua gestione debbano esserci<br />

delle «regole» di gioco e perché i<br />

giocatori debbono conoscere tali regole.<br />

Anche la necessità di vere e proprie<br />

scuole di formazione dai livelli elementari<br />

fino a quelli universitari si fa allora<br />

impellente e non dilazionabile così come<br />

senza fariseismi vanno dichiarati i doveri<br />

del servizio pubblico ed i limiti di<br />

quello commerciale.<br />

Nuove e più complesse prospettive<br />

derivano ancora dalla televisione satellitare<br />

e digitale soprattutto in ordine al<br />

numero pressoché infinito dei possibili<br />

canali di trasmissione. Di fronte a tanto<br />

splendore mediologico sorgono spontanee<br />

alcune domande quali l'esistenza o<br />

no di spettatori sufficienti per una così<br />

massiccia offerta, l'esistenza o no di<br />

programmi per colmare così tanti canali<br />

e l'esistenza o no di uno spettatore veramente<br />

desideroso di districarsi in questa<br />

babele, resa difficile dall'uso dei decoder<br />

e delle smart card.<br />

In conclusione di fronte a casi di volgarità<br />

e trivialità in programmi televisivi,<br />

ci chiediamo cosa potranno fare cittadini<br />

e comunità non reattive incapaci<br />

di accendere o spegnere il televisore o<br />

di cambiare programma. Resta infatti<br />

questa l'ultima carta da giocare.<br />

Pubblicati gli Atti del convegno sullo scrittore bellunese<br />

Dino Buzzati tra letteratura e giornalismo<br />

CLAUDIO TOSCANI<br />

Il suo è un nome che ricorre tanto<br />

sulla stampa quotidiana, quanto nell'editoria<br />

corrente (non c'è stagione che non<br />

venga riproposto qualche suo libro); sia<br />

nelle sale cinematografiche (magari d'essai,<br />

per letture filmiche o per adattamenti<br />

sceneggiati), sia nelle aule di un<br />

convegno letterario, come quello internazionale,<br />

tra il 18 e il 21 maggio '95,<br />

tenutosi a Feltre e a Belluno, che ha originato<br />

questi «Atti» ora pubblicati col titolo<br />

Buzzati giornalista (Milano, Mondadori,<br />

2000, pp. 568, L. 45.000).<br />

Lo dico subito: il Buzzati della stampa,<br />

oltre che un maestro della pubblicistica<br />

quanto a particolare magnetismo<br />

della scrittura, è un esempio di giornalismo<br />

morale, dittico che, correndo tempi<br />

di aggressioni, di speculazioni, di iperboli<br />

comunicative, rischia di apparire un<br />

ossimoro (quel che si dice una contraddizione<br />

in termini).<br />

Ma torniamo alla novità editoriale degli<br />

«Atti» e, cioè alla critica seria e degna<br />

che si esercita su di lui: il nome di<br />

Dino Buzzati (l'anno prossimo saranno<br />

trent'anni dalla sua scomparsa) è ormai<br />

indissolubilmente legato a quello della<br />

sua più nota e valida studiosa, Nella<br />

Giannetto, Ordinario di lingue e di letteratura<br />

allo Iulm di Feltre, custode e al<br />

tempo stesso infaticabile divulgatrice<br />

della poliedrica eredità dello scrittore<br />

bellunese.<br />

È lei che cura anche questi «Atti»,<br />

scrivendo in prefazione: «Buzzati è davvero,<br />

con i suoi talenti, e anche — se<br />

vogliamo — con i suoi limiti, un giornalista<br />

unico, di cui in fondo s'era detto finora<br />

relativamente poco. (...) Non solo<br />

perché la riflessione sullo scrittore ha indotto<br />

spesso a trascurare i molteplici ed<br />

articolati aspetti della sua attività giornalistica,<br />

ma anche per il troppo di approssimativo<br />

che è stato detto e scritto,<br />

anche in tempi recenti, sul rapporto fra<br />

questi due “mestieri” della scrittura cui<br />

il nostro grande bellunese si dedicò con<br />

uguale passione».<br />

Un Convegno, quest'ultimo, che ha<br />

registrato una partecipazione ricchissima<br />

di testimonianze che potevano venire<br />

solo da chi aveva lavorato accanto a<br />

Buzzati e, insieme, da chi sul suo lavoro<br />

«quotidiano» aveva maturato le<br />

più significative riflessioni critiche, analisi,<br />

comparazioni, ricerche e documentazioni.<br />

Da Gaetano Afeltra, quindi, a Indro<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Domenica 28 Gennaio 2001<br />

«Natività<br />

della Vergine Maria»<br />

(inizi del XVI secolo)<br />

Nikolai Ge<br />

«L'Ultima Cena»<br />

(1863)<br />

La mostra «Gesù Cristo» al Museo Statale Russo di San Pietroburgo<br />

Dall'icona come «custode dell'inesprimibile»<br />

al fecondo dialogo con l'arte europea occidentale<br />

ANNA BUJATTI<br />

Si parla di file di centinaia di visitatori<br />

per la Mostra dedicata a Gesù Cristo<br />

dal Museo Statale Russo a San Pietroburgo.<br />

Non è data a chi scrive la<br />

preziosa occasione di trovarsi tra quei<br />

visitatori, di cogliere in mezzo a loro il<br />

particolare clima della Mostra stessa.<br />

Le Mostre, lo sappiamo, sono fatte anche<br />

dai visitatori. Il monumentale Catalogo,<br />

dalle troppo sintetiche schede e<br />

dagli efficaci ma troppo rapidi saggi introduttivi,<br />

può solo suggerire alcune indicazioni<br />

che aiutino a spiegare le caratteristiche<br />

della Mostra e il grado di<br />

partecipazione suscitato.<br />

Abbiamo già avuto modo di ricordare,<br />

anche a proposito della Mostra Arte<br />

e sacro mistero, tenuta l'anno scorso a<br />

«Il Salvatore», icona del XVI secolo<br />

Montanelli, da Franco Di Bella a Guido<br />

Vergani, da Frontenac a Gramigna, da<br />

Marabini a De Michelis (senza dimenticare,<br />

ovviamente, la Giannetto, che da<br />

un ventennio a questa parte è la citazione<br />

più costante della bibliografia buzzatiana).<br />

Poderoso volume che si apre, dopo<br />

l'introduzione della curatrice, con il saggio<br />

di Afeltra, un direttore «storico» del<br />

quotidiano milanese, che rivede Buzzati<br />

tra «Corriere della Sera» e «Corriere<br />

d'informazione». E che si chiede se, nella<br />

esemplare passione per la scrittura<br />

del grande «subordinato»-amico, fosse<br />

nata prima la letteratura o prima il giornalismo.<br />

Domanda non oziosa se, cronologia<br />

a parte, risulta poi che le due<br />

vene sono in sostanza compresenti, dall'inizio<br />

alla fine, nell'organismo creativo<br />

buzzatiano, la prima sottesa sempre alla<br />

seconda, la seconda come «stile» della<br />

prima.<br />

«Buzzati giornalista e la politica» è il<br />

tema di Montanelli: non peregrino neanche<br />

questo, benché il soggetto fosse in<br />

ogni caso refrattario, ma che tuttavia,<br />

sulla politica ebbe intuizioni straordinarie<br />

e folgoranti (vedi Paura alla scala,<br />

per esempio).<br />

E così per cinquecento e passa pagine:<br />

da «Buzzati e la cronaca» di Di Bella<br />

(una «cronaca tinta di favola»), a un più<br />

erudito pezzo sulle «Strutture retoriche<br />

del giornalismo buzzatiano» di Walter<br />

Geerts, un microscopio sull'«artigianato»<br />

compositivo ed espressivo del grande articolista.<br />

Da «Buzzati inviato speciale» di<br />

Vergani a «Buzzati e le catastrofi» di Ivo<br />

Prandin.<br />

La griglia critico-analitica gira e Buzzati<br />

è visto, volta a volta, come<br />

«cacciatore di misteri», «cronista scrittore»,<br />

«corrispondente», «inviato» in Giappone,<br />

in India, in Africa o sulle navi in<br />

guerra.<br />

Poi c'è il Buzzati critico d'arte, cronista<br />

di mostre, critico teatrale, critico cinematografico.<br />

Quello che racconta i libri<br />

degli altri, il giornalista alpinista, il<br />

reporter sportivo, il pubblicista da rotocalco,<br />

l'elzevirista, l'opinionista e il commentatore<br />

di celebri processi.<br />

Seguono comunicazioni sulla lingua<br />

di Buzzati, sul «potere» delle sue parole,<br />

su alcuni suoi ritratti «eroici», su di lui<br />

come cronista musicale e come collaboratore<br />

di riviste.<br />

Contributi nazionali ed esteri, perché<br />

Buzzati è conosciuto fuori d'Italia come<br />

in patria, se non più, non parliamo in<br />

Henrik<br />

Siemiradzki<br />

«IlBattesimo<br />

di Cristo»<br />

(1878)<br />

Vicenza a Palazzo Leoni Montanari, come<br />

il Museo Statale Russo di San Pietroburgo<br />

sia, per particolari circostanze<br />

storiche, uno dei Musei russi più ricchi<br />

di opere d'arte religiosa. Ora, per la<br />

Mostra di cui parliamo, è stata tentata<br />

una scelta che potrebbe anche apparire<br />

arrischiata se le file dei visitatori non<br />

fossero lì a dimostrarne la validità: la<br />

scelta di presentare le opere d'arte e di<br />

fede legate alla figura di Gesù Cristo seguendo<br />

il filo tematico offerto dalle pagine<br />

evangeliche, in una sorta di continuità<br />

che, partendo dalla tradizionale<br />

pittura delle icone, si avventuri fino alle<br />

testimonianze della pittura più recente,<br />

dalle icone apparentemente lontanissima.<br />

Questa scelta, saldando momenti diversi,<br />

e in certe fasi anche apertamente<br />

in contrasto, della pittura russa di ispirazione<br />

cristiana, da un lato offre ai visitatori<br />

russi una immersione nel loro<br />

passato appunto come in un continuum,<br />

facendoli sentire partecipi di<br />

ogni suo aspetto, e da un altro lato,<br />

poiché la pittura di ispirazione religiosa<br />

al di fuori della tradizione delle icone è<br />

stata influenzata, a partire dal XVII secolo,<br />

dall'arte europea occidentale, costruisce<br />

anche un ponte verso la cristianità<br />

d'occidente, ossia verso l'altro<br />

polmone della cristianità, secondo<br />

la celebre espressione di Vjaceslav<br />

Ivanov.<br />

* * *<br />

La Mostra si apre con la Natività di<br />

Maria. Abbiamo più volte ricordato<br />

quanto profondamente sia radicata la<br />

venerazione della Madre di Dio in terra<br />

russa. Ma il far precedere alla Natività<br />

Francia, dove un'associazione di «amici»<br />

lo celebra da anni prima che da noi si<br />

facesse altrettanto (vedi la pubblicazione<br />

annuale di «Studi buzzatiani» fondati nel<br />

'96 dalla Giannetto).<br />

Scorrendo i saggi di questo volume si<br />

capisce quale e quanta originalità e quale<br />

talento caratterizzino l'impegno con<br />

cui Buzzati si votò al suo «meraviglioso<br />

mestiere».<br />

Una fatica che, come s'è detto, lo vide<br />

firma più unica che rara del giornalismo<br />

novecentesco: cronista di «nera», di<br />

«giallo», di «rosa», recensore, notista,<br />

saggista, titolista, direttore di fatto anche<br />

se non di nomina, collaboratore di<br />

prestigiose testate oltre a quella visceralmente<br />

amata del «Corrierone». Basterà<br />

ricordare, in più di quelle citate, «La<br />

Lettura», il «Corriere Lombardo», «Primato»,<br />

«Omnibus», «Oggi», «L'Europeo».<br />

Materiale, non per un congresso, ma<br />

per dieci, si legge in risvolto di copertina.<br />

In ogni caso, questo primo sul Buzzati<br />

giornalista, cose nuove ne ha scoperte<br />

e dette, e di dimenticate ne ha sicuramente<br />

riportate in vita.<br />

Ogni intervento sarebbe degno di ripresa,<br />

ma per chiudere ce ne vengono<br />

agli occhi due: «I racconti di Natale di<br />

Buzzati», a firma di Patrizia Zambon, e<br />

«Cronaca e racconto nei “Misteri d'Italia”<br />

fra scetticismo e tensione metafisica»<br />

di Giuseppina Giacomazzi.<br />

Quanto al primo, se si legge che Buzzati,<br />

sotto lo specifico del racconto «natalizio»<br />

compose una gran quantità di<br />

pezzi, bisogna anche ricordare che accolse<br />

il frangente, il modello, nella sua<br />

discrepanza tra giorno della serenità e<br />

della dolcezza, del riposo dell'anima e<br />

della pace, e giorno della corsa affannata<br />

al dono, della febbre regalizia e della<br />

dimenticanza di quel Dio che vive dove<br />

gli uomini sanno amare e solidalizzare,<br />

dove non si escludono a vicenda e non<br />

si dimenticano per disputare la gara alla<br />

spesa e al consumo.<br />

Nel saggio secondo, a parte la «magia»<br />

buzzatiana di sempre, un riguardo<br />

speciale è posto sull'onestà intellettuale<br />

che è alla base della sua innata e segreta<br />

religiosità. Non esente da disorientamenti<br />

e da dubbi, ma neanche da speranza.<br />

Una speranza trascritta e trascesa «nel»<br />

e «dal» racconto, e tuttavia arricchita da<br />

un tormento e da un'angoscia che la<br />

certificano in messaggi certi, anche se<br />

non espliciti.<br />

«Misteriosi», appunto.<br />

Svyatoslav Voinov<br />

«L'Annunciazione»<br />

(1916)<br />

Alexei Yegorov<br />

«La flagellazione<br />

di Cristo»<br />

(1814)<br />

di Gesù, la Natività di Maria e l'Annunciazione,<br />

ha qui alla Mostra un<br />

preciso significato, pone subito l'accento<br />

sul Mistero dell'Incarnazione, sulla<br />

missione del Figlio di Dio sulla terra<br />

per la salvezza degli uomini.<br />

Già in questi primi capitoli dedicati<br />

alla Nascita di Maria e all'Annunciazione,<br />

sono testimoniati i principali nodi<br />

storici occorsi lungo le linee portanti<br />

della pittura religiosa russa. Per la Nascita,<br />

accanto a una bellissima icona<br />

degli inizi del Cinquecento, proveniente<br />

da Tver, con la gioiosa, ma studiata armonia<br />

di tonalità rosse e azzurre, le figure<br />

ordinatamente disposte, in una luminosa<br />

architettura ad archi, è presentata<br />

una pittura a olio su tela, parte di<br />

una iconostasi posta nella Chiesa della<br />

Trinità a San Pietroburgo ricostruita<br />

dopo l'incendio del 1750.<br />

Attribuita al celebre ritrattista<br />

di corte Ivan Visnjakov,<br />

vi si legge l'influenza<br />

della pittura fiamminga,<br />

con la sua corposità, il suo<br />

gioco di ombre e di luci, i<br />

mossi panneggi, i realistici<br />

particolari delle scene di<br />

genere.<br />

Sul tema della Annunciazione,<br />

poi, ci si spinge fino<br />

a una tempera di Svjatoslav<br />

Voinov, del 1916, permeata<br />

di un simbolismo<br />

che gioca con la traslucida<br />

impenetrabilità della foresta<br />

russa, su cui si stagliano,<br />

ieratiche, le figure della<br />

Vergine e dell'Angelo, non<br />

estranee, nella loro geometrica<br />

compattezza, alla lezione<br />

del costruttivismo.<br />

È col regno di Pietro il<br />

Grande, e l'apertura del famoso<br />

«gran finestrone» sull'Europa,<br />

che vediamo l'arte<br />

dell'icona chiudersi nella<br />

sua tradizione, e l'arte religiosa<br />

in senso più lato tentare<br />

il confronto con l'arte<br />

occidentale. Nikolaj Leskov nel suo Angelo<br />

sigillato ha saputo far esprimere<br />

con nativa semplicità ai suoi personaggi,<br />

artigiani legati alle tradizioni della<br />

campagna russa profonda, il contrasto<br />

tra il pittore «uso a rappresentare il<br />

corpo dell'uomo terreno, amante della<br />

vita» e il pittore di icone che «raffigura<br />

un tipo di volto ultraterreno, del quale<br />

l'uomo materiale non può farsi neppure<br />

una vaga idea».<br />

Pure, la resa pittorica del «volto ultraterreno»,<br />

con la conoscenza della pittura<br />

occidentale finisce col modificarsi<br />

anche tra i pittori di icone, come il celebre<br />

Simon Ušakov che tende a rendere<br />

l'intima bellezza spirituale anche attraverso<br />

la raffinatezza della bellezza<br />

esteriore, secondo i canoni estetici di<br />

un certo classicismo. Una preoccupazione<br />

chiaramente avvertibile nei pittori<br />

di ispirazione occidentale che potremmo<br />

definire neoclassici, tra Sette e<br />

Ottocento, come Vladimir Borovikovskij,<br />

Orest Kiprenskij, Karl Brjullov,<br />

Aleksej Egorov.<br />

Nel celebre quadro di Egorov La flagellazione<br />

di Cristo, del 1814, il corpo di<br />

Cristo, pur sottoposto alla tortura, è come<br />

avvolto in una luminosità che ne<br />

esalta la perfezione delle linee isolandolo<br />

in mezzo alle figure dei flagellatori.<br />

Il poeta Konstantin Batjuskov nell'ammirarne<br />

i meriti stilistici aggiungeva<br />

tuttavia che nel quadro egli non cercava<br />

solo la maestria, ma cercava anche<br />

«cibo per il pensiero e cibo per il<br />

cuore».<br />

La pittura accademica, spesso legata<br />

a intensi soggiorni di studio in Italia,<br />

doveva venire scossa dalla presenza di<br />

una personalità come Aleksandr Ivanov<br />

che con il suo quadro Apparizione di<br />

Cristo al popolo, al quale lavorò per oltre<br />

vent'anni, poneva in modo nuovo,<br />

realistico e simbolico al tempo stesso, il<br />

rapporto tra Cristo e l'umanità risvegliata<br />

dalle Sue parole, dal Suo messaggio<br />

e dal Suo esempio.<br />

Cominciava ad imporsi una questione<br />

che nella seconda metà dell'Ottocento<br />

avrebbe suscitato appassionate discussioni,<br />

lacerazioni e contrasti: la<br />

questione della resa pittorica del Cristo<br />

uomo, del Cristo che sceglie di condividere,<br />

fino al martirio, fino alla morte<br />

sulla croce, la sofferenza dell'umanità.<br />

Come rendere la realtà della Sua sofferenza,<br />

lasciandone trasparire l'ineffabile<br />

natura divina? Ha Cristo un volto<br />

«simile a tutti i volti degli uomini», co-<br />

German Yegoshin<br />

«La Natività di Cristo» (1994)<br />

me avrebbe scritto Turgenev nel suo celebre<br />

poemetto in prosa Christos?<br />

I pittori realisti russi della seconda<br />

metà dell'Ottocento che per la loro ribellione<br />

all'Accademia si erano fatti peredvizniki<br />

o «ambulanti» come Il'ja Repin,<br />

Vasilij Surikov, Ivan Kramskoj,<br />

Nikolaj Ge, affrontarono la questione<br />

con grande consapevolezza ma anche<br />

con una irruenza sperimentale che li<br />

pose al centro di un acceso dibattito.<br />

Il quadro che scatenò i fulmini di<br />

Dostoevskij fu L'ultima cena di Nikolaj<br />

Ge, presentato alla Terza Mostra dei<br />

Peredvizniki nel 1873. Il pittore aveva<br />

scelto di evocare un momento mai raffigurato,<br />

il momento finale della cena,<br />

quando incombe il tradimento di Giuda<br />

e l'inevitabilità della Passione. È essenzialmente<br />

un dramma interiore, un<br />

Alexander Ivanov, «Cristo appare alla gente»<br />

(particolare, 1836-1855)<br />

dramma inespresso, affidato alla trama<br />

delle ombre e delle luci.<br />

«L'artista ha afferrato un solo raggio<br />

che risplende su tutto il gruppo e lo illumina<br />

come accade di solito ai lampi,<br />

quando, nella rapida luce, sole si afferrano<br />

le linee delle forme illuminate (...)<br />

Giuda si è come fuso, scomparendo in<br />

una macchia cupa, che ne nasconde il<br />

viso e la figura (...) Gesù Cristo, dopo<br />

aver detto e compiuto tutto ciò che doveva<br />

dire e compiere, è come sprofondato<br />

nel dolore (...) gli Apostoli appaiono<br />

turbati da un presentimento ancora<br />

oscuro»: così leggeva il quadro lo scrittore<br />

Ivan Goncarov.<br />

Armoniosi, seppure non così profondi,<br />

risultati nella ricerca di un equilibrio<br />

tra la resa «umana» della figura di<br />

Cristo e l'irrinunciabilità dell'aura divina,<br />

sono stati raggiunti sul finire del<br />

secolo da pittori di grande scuola e di<br />

vasta esperienza come Viktor Vasnecov<br />

e Michail Nesterov, che affrescarono o<br />

arricchirono di mosaici grandi cattedrali<br />

come la cattedrale di san Vladimiro<br />

a Kiev e la cattedrale di sant'Alessandro<br />

Nevskij a Varsavia: Vasnecov<br />

con temperamento energico ed epiconarrativo,<br />

Nesterov con trepida effusione<br />

lirica, diffuso misticismo intriso di<br />

intensa emotività popolare. Il grande<br />

quadro di Nesterov La santa Russia interpretava<br />

le attese messianiche che<br />

percorrevano la Russia sul finire del<br />

XIX secolo.<br />

Nel primo decennio del nuovo secolo,<br />

la sensazione dell'imminenza di una<br />

«apocalissi russa» è palpabile. È un clima<br />

di intensa creatività, di ricerca profonda,<br />

nell'ansia di una palingenesi<br />

spirituale e materiale. In questo ribollente<br />

crogiolo, quale ruolo poteva avere,<br />

in relazione con l'immaginario e<br />

con la sfera emotiva, l'arte di ispirazione<br />

religiosa?<br />

Vengono in mente esempi estremi e<br />

disparati come il quadro di Cristo sulla<br />

via di Emmaus che Pavel, il giovane rivoluzionario<br />

del romanzo di Gor'kij La<br />

Madre, appende in casa suscitando la<br />

sorpresa materna, o il Quadrato nero<br />

su fondo bianco che Kazimir Malevic<br />

dipinge nel 1913 e che definisce «icona<br />

del nostro tempo». Nel primo caso, un<br />

esempio di presenza, anche attraverso<br />

una immagine fisica, del messaggio<br />

evangelico; nel secondo caso, una reinterpretazione<br />

del concetto dell'invisibilità<br />

dell'essenziale, un ritorno all'icona<br />

come custode dell'inesprimibile.


.<br />

PAGINA<br />

4 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Domenica 28 Gennaio 2001<br />

Fra gli obiettivi prefissati dal Vescovo<br />

della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea<br />

Mons. Domenico Cortese per il Giubileo è<br />

da porsi come primario l'intensificarsi della<br />

comunione fraterna, anche con i fratelli<br />

di altre confessioni. Diverse sono state le<br />

iniziative per favorire il dialogo, a livello<br />

personale e comunitario con i Pastori e i<br />

fedeli di confessioni cristiane, con incontri<br />

di studio e di preghiera. La conclusione<br />

della settimana, come da una consolidata<br />

tradizione, si è svolta presso la Chiesa<br />

La Settimana di Preghiera per l'Unità dei Cristiani<br />

Fede e Costituzione<br />

Studio sull'Ecclesiologia<br />

JOHN A. RADANO<br />

Il movimento Fede e Costituzione,<br />

sorto nei primi anni del XX secolo, all'inizio<br />

del movimento ecumenico moderno,<br />

affronta questioni che hanno diviso i<br />

cristiani per molti secoli quali la fede<br />

apostolica e la struttura della Chiesa.<br />

Quando nel 1948 è stato creato il Consiglio<br />

Ecumenico delle Chiese (CEC), il<br />

nuovo Organismo ha incorporato tale<br />

movimento con il nome di Commissione<br />

Fede e Costituzione. Oggi la Commissione<br />

comprende 120 membri appartenenti<br />

soprattutto alle Chiese ortodosse, anglicane<br />

e protestanti affiliate al CEC; esso<br />

include tuttavia anche dodici teologi cattolici<br />

nominati dal Pontificio Consiglio<br />

per la Promozione dell'Unità dei Cristiani,<br />

che hanno diritto di voto e sono<br />

anch'essi membri a pieno titolo della<br />

Commissione. Fede e Costituzione costituisce<br />

dunque, nell'ambito del movimento<br />

ecumenico, l'organismo ufficiale di<br />

teologi più rappresentativo del mondo.<br />

Il suo carattere multilaterale, che comprende<br />

varie tradizioni cristiane, mostra<br />

il suo significato ecumenico.<br />

Tale carattere evidenzia anche la sfida<br />

che Fede e Costituzione si trova ad affrontare:<br />

essa ha il compito di promuovere<br />

il dialogo bilaterale che, al di là dei<br />

secoli di divisione, cerca di individuare<br />

prospettive comuni sui temi che hanno<br />

diviso i cristiani, contribuendo ad una<br />

loro permanente riconciliazione, oggi e<br />

in futuro. Uno dei più importanti e significativi<br />

contributi di Fede e Costituzione<br />

è il suo documento Battesimo,<br />

Eucaristia e Ministero (BEM), pubblicato<br />

nel 1982. Questo testo, che si basa su<br />

Mileto-Nicotera-Tropea: iniziative per il dialogo ecumenico<br />

del Purgatorio di Tropea, con la partecipazione<br />

di sacerdoti, religiosi e fedeli. Durante<br />

la settimana si sono avvicendati diversi<br />

presbiteri, fra i quali l'incaricato diocesano<br />

per l'Ecumenismo e il Dialogo don<br />

Pasquale Russo, P. Severino dei Frati Minori,<br />

Rettore della Chiesa del Purgatorio,<br />

Mons. Domenico Pantano, Vicario Episcopale<br />

per la Cultura e Don Ignazio Toraldo<br />

di Francia, Parroco della concattedrale.<br />

La testimonianza delle religiose del monastero «Beata Maria Gabriella dell'Unità» fondato nel 1996 in Pontinia<br />

La costante preghiera per una comunione piena e visibile<br />

Il monastero «Beata Maria Gabriella<br />

dell'Unità» appartenente all'Istituto «Serve<br />

del Signore e della Vergine di Matarà»<br />

della Famiglia religiosa del «Verbo<br />

Incarnato», è stato fondato nel 1996 in<br />

Pontinia, Latina. P. Carlos Miguel Buela,<br />

Fondatore della nostra Famiglia religiosa,<br />

cosciente del desiderio profondo<br />

del Cuore santissimo del Verbo Incarnato,<br />

nostro Salvatore, per cui Egli offrì<br />

Se stesso al Padre per radunare con la<br />

sua Passione e morte di Croce tutti i figli<br />

di Dio dispersi, ha voluto che il nostro<br />

monastero pregasse specialmente<br />

per l'unità dei cristiani, seguendo le orme<br />

di Cristo e della Beata Maria Gabriella<br />

dell'Unità, modello di offerta gradita<br />

a Dio per questa santa causa.<br />

La Settimana di Preghiera per l'Unità<br />

dei Cristiani ha per noi una forza del<br />

tutto speciale, perché vivendo ogni giorno<br />

il santo sacrificio di Cristo sull'altare,<br />

condividiamo non solo le angosce di Gesù<br />

per vedere i suoi finalmente uniti, ma<br />

anche i desideri più profondi che scaturiscono<br />

dal cuore di ogni credente che,<br />

lontano dal Gregge di Cristo, vuole tornare<br />

per essere membra vive nel suo<br />

unico Corpo. Il nostro silenzio, vissuto<br />

durante tutta la giornata, la nostra preghiera<br />

costante e il lavoro arduo della<br />

propria conversione del cuore, si trasfor-<br />

studi condotti per un periodo di oltre 55<br />

anni, mostra con quanta cura Fede e<br />

Costituzione si sia impegnata a individuare<br />

le convergenze su tali temi, e ne<br />

riflette la loro complessità. Il BEM ha<br />

avuto notevole impatto negli anni '80,<br />

nel corso dei quali circa 200 Chiese<br />

membre del CEC, oltre che la Chiesa<br />

cattolica ed altre Chiese che non fanno<br />

parte dell'organismo di Ginevra, hanno<br />

risposto ufficialmente al documento sul<br />

Battesimo, Eucarestia e Ministero, offrendo<br />

i loro commenti, positivi e negativi.<br />

Nel 1990, Fede e Costituzione ha<br />

valutato le risposte ricevute per comprendere<br />

in che modo il BEM abbia favorito<br />

l'unità tra i cristiani. Da tale esame<br />

è emerso che la maggior parte delle<br />

tradizioni cristiane può condividere molto<br />

di ciò che si è affermato nel documento.<br />

Tuttavia, numerose critiche, tra<br />

cui quelle mosse dalla Chiesa cattolica<br />

al riguardo del tema del ministero, hanno<br />

evidenziato la necessità di prestare<br />

una maggiore e più profonda attenzione<br />

all'ecclesiologia, al fine di individuare<br />

nuove convergenze al di là di quelle<br />

che il BEM aveva già evidenziato, e per<br />

risolvere alcune delle divergenze più<br />

spinose che esigono un'ulteriore riflessione.<br />

Negli ultimi anni, la Commissione Fede<br />

e Costituzione del CEC si è concentrata<br />

molto sul tema dell'ecclesiologia e<br />

continuerà a farlo in futuro. L'insieme<br />

dei suoi studi e attività attuali è molto<br />

ampio e diversificato. Consultazioni o<br />

piccoli gruppi di lavoro, programmati<br />

per l'anno 2001, tratteranno dell'ecclesiologia,<br />

del culto, dell'ermeneutica ecumenica,<br />

del ministero e dell'ordinazione,<br />

mano allora in un forte grido che raggiunge<br />

il Cielo essendo coscienti che l'unità<br />

è un dono di Dio, del suo Spirito,<br />

come l'ha appena indicato Giovanni<br />

Paolo II: «È sulla preghiera di Gesù,<br />

non sulle nostre capacità, che poggia la<br />

fiducia di poter raggiungere anche nella<br />

storia, la comunione piena e visibile di<br />

tutti i cristiani» (Giovanni Paolo II, Novo<br />

Millennio ineunte, 48). Perciò noi,<br />

piene di fiducia nella promessa del buon<br />

Pastore esprimiamo quello che tutti desideriamo<br />

e si è fatto sentire chiaramente<br />

alla fine della Liturgia della Parola del<br />

Santo Padre con tutti i rappresentanti<br />

delle altre confessioni nella Basilica di<br />

San Paolo fuori le Mura il 18 gennaio<br />

del 2000: «Unità unità unità». Quest'anno<br />

ci si invita a mettere l'attenzione su<br />

Cristo, Via, Verità e Vita (cfr Gv 14, 6),<br />

perché solo in Lui, per Lui e con Lui<br />

potremmo percorrere il cammino ecumenico<br />

che ci raduna nella Verità e ci<br />

conduce alla vera Vita.<br />

Le attività durante tutta questa settimana<br />

sono state indirizzate ad ottenere<br />

l'unica grazia che desiderano i nostri<br />

cuori, raccolti nel monastero, e che<br />

esprimono il desiderio di tanti uomini —<br />

e perché non di tutti gli uomini? — della<br />

piena e visibile unità desiderata da<br />

Cristo. Intensa già nei suoi preparativi,<br />

della fede apostolica, dell'antropologia.<br />

Fede e Costituzione prevede tra le sue<br />

attività anche la collaborazione con il<br />

Pontificio Consiglio per la Promozione<br />

dell'Unità dei Cristiani, per l'elaborazione<br />

dei testi relativi alla Settimana di<br />

Preghiera per l'Unità dei Cristiani<br />

(ottobre 2001), ed un incontro congiunto<br />

con la Conferenza delle Chiese Europee<br />

(KEK) per lo studio del suo documento,<br />

che commenteremo tra breve,<br />

relativo a «La natura e lo scopo della<br />

Chiesa» (n. 181); essa prevede anche di<br />

convocare un working group on Disabilities.<br />

Tuttavia il tema dell'ecclesiologia resta<br />

prioritario nell'ambito della ricerca<br />

di Fede e Costituzione. Anche se al suo<br />

ordine del giorno fin dall'inizio, è stato<br />

soprattutto nel corso dell'ultimo decennio<br />

che questo tema è emerso come<br />

priorità, e ciò per una serie di motivi.<br />

Due dei più importanti riguardano le risposte<br />

ufficiali al BEM, che hanno evidenziato<br />

la maggiore attenzione da attribuire<br />

all'ecclesiologia per sviluppare<br />

convergenze e consensi. Inoltre, occorre<br />

evidentemente riflettere ulteriormente<br />

sulla natura della Chiesa per giungere<br />

ad un accordo sullo scopo del movimento<br />

ecumenico, che il CEC e la Commissione<br />

Fede e Costituzione definiscono:<br />

l'unità visibile dei cristiani.<br />

Per ciò che riguarda lo scopo del movimento<br />

ecumenico, con il contributo<br />

della ricerca di Fede e Costituzione, le<br />

assemblee generali del CEC di Nuova<br />

Delhi (1961), di Nairobi (1975) e di Canberra<br />

(1991) hanno pubblicato tre dichiarazioni<br />

che sottolineano la natura<br />

dell'unità ricercata dalla Chiesa. Esami-<br />

Giovanni Paolo II presiede la Celebrazione ecumenica della Parola con i Rappresentanti delle altre Chiese e Comunità ecclesiali<br />

giovedì 25 gennaio, festa della Conversione di san Paolo Apostolo, nella Basilica di san Paolo fuori le Mura<br />

a conclusione della Settimana di preghiera per l'Unità dei Cristiani<br />

la settimana di preghiera ci sommerge<br />

in un clima di profonda tensione spirituale<br />

che è culminata il 25 gennaio, conversione<br />

di San Paolo, giorno che ci fa<br />

apprezzare la gioia inesprimibile della<br />

conversione di tutti i cuori a Cristo, Via,<br />

Verità e Vita. Con l'invocazione dello<br />

Spirito Santo, Fonte e Artefice di tutto il<br />

movimento ecumenico, abbiamo iniziato<br />

solennemente il presente ottavario. Oltre<br />

alle ore di preghiera personale e comunitaria<br />

che facciamo quotidianamente, si<br />

è aggiunta in questi giorni, durante la<br />

mattina, una liturgia della Parola con<br />

delle letture proposte per questa settimana.<br />

Continuiamo con l'esposizione di<br />

un tema in riferimento all'ecumenismo<br />

(quest'anno abbiamo riflettuto su alcuni<br />

discorsi, omelie, incontri e catechesi rivolti<br />

dal Santo Padre durante l'anno giubilare<br />

ai diversi rappresentanti delle altre<br />

confessioni cristiane). Abbiamo concluso<br />

con altre preghiere e litanie alla<br />

Madonna, Madre dell'unità, ai Santi che<br />

si sono offerti per questo scopo, alle<br />

Beate Maria Gabriella dell'Unità e Maria<br />

Elisabetta Hesselblad, rispettivamente<br />

Patrona e com-Patrona del nostro monastero.<br />

Nel pomeriggio abbiamo recitato<br />

il Santo Rosario meditato con diversi<br />

brani sull'unità della Chiesa e, dopo i<br />

Vespri e l'Adorazione Eucaristica, abbia-<br />

nando in successione tali dichiarazioni,<br />

alla luce di quanto è emerso nelle assemblee<br />

di Uppsala (1968) e di Vancouver<br />

(1983), è possibile osservare un'evoluzione<br />

della riflessione ecumenica sull'unità<br />

della Chiesa, riflessione che mostra<br />

una convergenza crescente su alcuni<br />

aspetti relativi alla natura della<br />

Chiesa. Citiamo, per mostrare quanto<br />

appena detto, alcuni passaggi della dichiarazione<br />

più recente (Canberra,<br />

1991):<br />

«L'unità della Chiesa alla quale siamo<br />

chiamati è una koinônia data ed espressa<br />

nella confessione comune della fede<br />

apostolica; una vita sacramentale comune<br />

iniziata con l'unico Battesimo e celebrata<br />

insieme in un'unica comunione<br />

(fellowship) eucaristica; una vita comune<br />

nella quale membri e ministri sono<br />

reciprocamente riconosciuti e riconciliati;<br />

e una missione comune ... Questa<br />

piena comunione si esprimerà, ai livelli<br />

locale e universale, per mezzo di forme<br />

conciliari di vita e di azione» (...) (n.<br />

2.1).<br />

Questa riflessione ecumenica sull'unità<br />

della Chiesa e le convergenze espresse<br />

nel BEM spingono ad approfondire lo<br />

studio ecumenico della sua natura e del<br />

suo scopo.<br />

Il primo risultato di questo studio, da<br />

parte di Fede e Costituzione, è il testo<br />

La Natura e lo Scopo della Chiesa.<br />

Tappa verso una Dichiarazione Comune<br />

(Documento Fede e Costituzione<br />

n. 181, 1998).<br />

Il testo principale, come dichiara la<br />

sua Introduzione, cerca di raccogliere le<br />

intuizioni dei numerosi dialoghi. Esso<br />

«rappresenta prospettive comuni che si<br />

possono senz'altro considerare come risultato<br />

dei dibattiti bilaterali e multilaterali<br />

degli ultimi cinquant'anni» (n. 5). Il<br />

documento esamina anche quegli argomenti<br />

sui quali persistono le divergenze,<br />

come il ministero nella Chiesa. Le prospettive<br />

comuni come anche le differenze<br />

e i disaccordi evidenziati nel documento,<br />

costituiscono aspetti significativi<br />

della natura della Chiesa. Il tempo che è<br />

stato necessario per raggiungere tali<br />

prospettive comuni, e anche per enucleare<br />

le questioni importanti non ancora<br />

risolte, mostrano che l'impegnativo<br />

lavoro del dialogo teologico deve essere<br />

accompagnato e sostenuto da una spiritualità<br />

profonda, paziente, di preghiera,<br />

che riconosca il motivo per cui si compie<br />

tale lavoro: la risposta alla preghiera<br />

che Gesù rivolge al Padre per l'unità dei<br />

suoi discepoli (cfr Gv 17, 21), una spiritualità<br />

che possa incoraggiare l'impegno<br />

costante verso un più profondo consenso<br />

sulla natura della Chiesa fondata da<br />

Cristo.<br />

Fede e Costituzione ha in programma<br />

di approfondire le convergenze e le divergenze<br />

menzionate nel suo documento<br />

n. 181 per migliorare tale testo. Essa<br />

chiede pertanto alle varie comunità cristiane<br />

di studiare il documento, di valutarlo<br />

criticamente e di comunicare le loro<br />

reazioni alla Commissione. Inoltre,<br />

nei prossimi anni, Fede e Costituzione<br />

promuoverà una serie di consultazioni<br />

su diversi aspetti dell'ecclesiologia. Ci<br />

auguriamo che questo costante studio<br />

teologico possa fornire, nel corso degli<br />

anni, intuizioni utili ad una riflessione<br />

ecumenica ancora più matura, che sottolinei<br />

le prospettive comuni sulla Chiesa<br />

e le divergenze ancora perduranti.<br />

mo riflettuto sulla vita di alcune persone<br />

che hanno contribuito con il loro sforzo<br />

e sacrificio a raggiungere l'unità della<br />

Chiesa.<br />

Nei Vespri della Festa dell'Apostolo<br />

delle genti, per concludere la settimana<br />

abbiamo fatto una Veglia di preghiera<br />

con l'esposizione dell'Eucaristia, Sacramento<br />

dell'unità, iniziando con la lettura<br />

e la meditazione del Capitolo 17 del<br />

Vangelo di Giovanni; in seguito abbiamo<br />

letto le testimonianze di alcuni Vescovi<br />

dell'Asia durante il Sinodo dell'anno<br />

scorso sui problemi dell'ecumenismo e<br />

del dialogo interreligioso, accompagnato<br />

da diverse preghiere, canti, suppliche e<br />

momenti di meditazione personale. Alla<br />

fine abbiamo cantato il Te Deum ringraziando<br />

Iddio per tutti i benefici concessi<br />

nel cammino percorso durante questa<br />

settimana.<br />

Nonostante questo sia il tempo in cui<br />

rafforziamo le nostre suppliche a Dio,<br />

l'unico che può fare il miracolo dell'unità,<br />

i nostri cuori non lasciano mai di<br />

palpitare all'unisono col Cuore di Gesù<br />

che ancora oggi soffre nel suo Corpo<br />

Mistico le dolorose piaghe delle divisioni<br />

fra i cristiani.<br />

MADRE MARIA DEL PILAR<br />

La Concelebrazione conclusiva è stata<br />

presieduta da Mons. Domenico Monteleone,<br />

Vicario Generale della diocesi, che ha<br />

messo in risalto il lungo cammino che con<br />

pazienza e tenacia sta portando avanti il<br />

Santo Padre. Fra i segni nuovi, che alimentano<br />

la speranza, ha detto Mons.<br />

Monteleone, è da ricordare l'apertura della<br />

Porta Santa della Basilica di San Paolo,<br />

in cui per la prima volta nella storia dei<br />

Giubilei abbiamo visto Giovanni Paolo II,<br />

con Rappresentanti di varie Chiese e comunità<br />

ecclesiali, aprire la Porta e pregare<br />

insieme. La preghiera sacerdotale di<br />

Gesù, l'unione intima con lui e con il Padre<br />

non riguarda solo i discepoli, ma ogni<br />

credente. Tutti siamo chiamati a dare il<br />

contributo per la costruzione della casa<br />

comune, nel nome di Cristo che ci affratella<br />

e unisce nello Spirito al Padre.<br />

DOMENICO PANTANO<br />

Si è svolto nel pomeriggio di venerdì 26<br />

Il rito della muratura<br />

della Porta Santa<br />

a san Giovanni in Laterano<br />

GIAMPAOLO MATTEI<br />

La Porta Santa della Cattedrale di<br />

Roma l'hanno varcata i giovani della<br />

Giornata Mondiale della Gioventù e i<br />

pellegrini della processione eucaristica<br />

che da qui, da san Giovanni, s'avvia<br />

nel giorno del Corpus Domini per<br />

attraversare le strade di Roma. Gli<br />

stipiti di marmo della Porta del Laterano<br />

sono stati levigati dalle mani<br />

oranti di milioni di uomini e di donne,<br />

venuti per cercare Gesù Cristo.<br />

La soglia di marmo è stata consumata<br />

dalle ginocchia dei romei. Adesso<br />

la Porta Santa è chiusa. Ma resta<br />

sempre aperta, anzi è più spalancata<br />

che mai, la vera Porta che è Gesù<br />

stesso. È attraverso di Lui che l'umanità<br />

del nuovo Millennio deve passare<br />

se vuole vivere in pienezza.<br />

Con il tradizionale rito della muratura<br />

della Porta Santa all'interno della<br />

Basilica di san Giovanni in Laterano,<br />

nel pomeriggio di venerdì 26 gennaio,<br />

sono terminate le cerimonie legate<br />

alla conclusione del Grande Giubileo<br />

del 2000. Nei giorni scorsi, infatti,<br />

il rito della muratura si era<br />

svolto nelle Basiliche Patriarcali di<br />

San Paolo fuori le Mura (17 gennaio),<br />

di San Pietro (19 gennaio) e di<br />

Santa Maria Maggiore (24 gennaio).<br />

Dopo che venerdì 5 gennaio il Cardinale<br />

Ruini, Legato Pontificio, aveva<br />

presieduto la cerimonia di chiusura<br />

della Porta Santa del Laterano, gli<br />

addetti alla Basilica avevano innalzato<br />

un muro all'interno della stessa<br />

Porta Santa, lasciando libero un vano<br />

percollocare l'urna con i documenti.<br />

Nel pomeriggio di venerdì 26 gennaio,<br />

il rito della muratura della Porta<br />

Santa all'interno della Basilica Lateranense<br />

è stato diretto dal Vescovo<br />

Piero Marini, Maestro delle Cerimonie<br />

Liturgiche Pontificie, coadiuvato<br />

da Mons. Renato Boccardo, Cerimoniere<br />

Pontificio.<br />

Erano presenti il Cardinale Camillo<br />

Ruini, Vicario di Sua Santità per la<br />

Diocesi di Roma e Arciprete della Basilica;<br />

il Vescovo Domenico Pecile,<br />

Vicario del Cardinale Arciprete per la<br />

Basilica; il Capitolo Lateranense; i religiosi<br />

Penitenzieri; Mons. Franco Camaldo,<br />

Decano dei Cerimonieri Pontifici;<br />

alcuni alunni del Pontificio Seminario<br />

Romano Maggiore, accompagnati<br />

dal Rettore, Mons. Pierino<br />

M. Fragnelli; Mons. Mauro Parmeggiani.<br />

Erano anche presenti dirigenti,<br />

responsabili e maestranze dei Servizi<br />

Tecnici dello Stato della Città del Vaticano.<br />

I canti sono stati eseguiti dal<br />

Coro della Diocesi di Roma, diretto<br />

da Mons. Marco Frisina.<br />

Dopo che il Vescovo Marini ha illustrato<br />

ai presenti lo svolgimento ed<br />

il significato della cerimonia, facendo<br />

riferimento alla tradizione storica e<br />

alle variazioni introdotte con gli ultimi<br />

Anni Santi, il Cardinale Ruini ha<br />

pronunciato il saluto liturgico e l'orazione.<br />

Mons. Boccardo ha dato lettura<br />

del testo latino della pergamena che<br />

attesta l'apertura e la chiusura della<br />

Porta Santa della Basilica Lateranense.<br />

La pergamena è stata firmata dal<br />

Cardinale Ruini, dal Vescovo Marini,<br />

dal Vescovo Pecile, dai membri del<br />

Capitolo, dai Penitenzieri, e da altri<br />

presenti. Per ultimo ha firmato lo<br />

stesso Mons. Boccardo. La pergamena<br />

è stata inserita in un contenitore<br />

di piombo sul quale è stato posto il<br />

sigillo del Maestro delle Celebrazioni<br />

Liturgiche Pontificie.<br />

È stata quindi preparata l'urna, appositamente<br />

commissionata, realizzata<br />

in fusione di bronzo dall'artista<br />

giapponese Kyoji Nagatami. Gli archi<br />

che caratterizzano l'opera rappresentano<br />

una stilizzazione della facciata<br />

della Basilica, al centro della quale<br />

c'è lo stemma di Giovanni Paolo II.<br />

Nell'urna, insieme con la chiave della<br />

Porta Santa, sono state collocate una<br />

Medaglia d'Oro del Grande Giubileo,<br />

indetto in occasione del Bimillenario<br />

della Nascita di Gesù, per ricordare il<br />

23° anno di Pontificato di Giovanni<br />

Paolo II coinciso con l'Anno Santo;<br />

23 Medaglie d'Argento per ricordare<br />

i 23 anni di Pontificato; 17 Medaglie<br />

di Bronzo per ricordare i 17 anni trascorsi<br />

dall'ultima apertura della Porta<br />

Santa, in occasione dell'Anno Santo<br />

Straordinario della Redenzione (1983-<br />

1984).<br />

L'urna è stata quindi collocata —<br />

insieme ad un mattone d'oro, dono<br />

del Cardinale Arciprete, e alla pergamena<br />

— in una cassetta di zinco, sigillata<br />

con una saldatura. Anche su<br />

questa cassetta è stato apposto il sigillo<br />

del Maestro delle Celebrazioni<br />

Liturgiche Pontificie. Gli addetti alla<br />

Basilica, dopo aver provveduto a<br />

svolgere questo lavoro, hanno collocato<br />

il contenitore nel vano al centro<br />

della Porta Santa. Il Cardinale Ruini<br />

e il Vescovo Marini hanno posto i<br />

primi due mattoni e gli addetti hanno<br />

poi completato l'opera. Il vano è<br />

stato velato con una lastra di marmo<br />

bianca sulla quale è incisa la Santa<br />

Croce. Un lungo applauso ha salutato<br />

la conclusione del lavoro.<br />

Il Cardinale Ruini ha guidato la recita<br />

del Padre Nostro «che compendia<br />

tutta la preghiera cristiana».<br />

Mons. Boccardo ha infine dato lettura<br />

del «Rogito» che è stato firmato<br />

dai presenti.<br />

In realtà, al termine del rito, c'è<br />

stato un altro momento al quale nessuno<br />

ha voluto rinunciare: la sosta<br />

davanti ai nuovi battenti esterni della<br />

Porta Santa, realizzata dal maestro<br />

Floriano Bodini e benedetta il 5 gennaio<br />

scorso, in occasione della cerimonia<br />

di chiusura. Al centro c'è Cristo<br />

in Croce abbracciato dalla Madre<br />

che stringe a sé il Bambino. Alta 3,60<br />

metri e larga 1,90, la preziosa opera<br />

reca la scritta: «Christus heri hodie<br />

semper»; le parole: «Jubilaeum A.D.<br />

2000» e lo stemma pontificio. La lavorazione<br />

ha richiesto due anni e<br />

mezzo. È nell'amore di Cristo sulla<br />

Croce e nella tenerezza della Mamma<br />

il ricordo, vivo e per questo rivolto<br />

verso il futuro, più autentico del<br />

Grande Giubileo dei duemila anni<br />

dell'Incarnazione. Quest'opera è essa<br />

stessa una lezione di catechismo giubilare.


.<br />

PAGINA<br />

5 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Domenica 28 Gennaio 2001<br />

«L'applicazione degli orientamenti<br />

del Concilio Vaticano II<br />

circa il rinnovamento della musica sacra<br />

e del canto liturgico — in particolare<br />

nei Cori, nelle Cappelle musicali<br />

e nelle Scholae Cantorum — chiede oggi<br />

una solida formazione ai pastori<br />

e ai fedeli sul piano culturale,<br />

spirituale, liturgico e musicale»<br />

«Una riflessione approfondita per definire<br />

i criteri di costituzione e di diffusione<br />

di un repertorio di qualità,<br />

che permetta all'espressione musicale di servire<br />

in maniera appropriata al suo fine ultimo<br />

che è “la gloria di Dio e la santificazione<br />

dei fedeli”... Auspico che tale ricchezza aiuti<br />

la Chiesa orante, affinché la sinfonia<br />

della sua lode si accordi con il “diapason” di Cristo»<br />

UDIENZA Il discorso di Giovanni Paolo II ai partecipanti al Congresso Internazionale di Musica Sacra promosso dal Pontificio Consiglio per la Cultura<br />

«Durante il Grande Giubileo, il canto gregoriano,<br />

la polifonia, gli inni popolari, hanno offerto un contributo<br />

magnifico all'unità dei cuori nella fede e nell'amore»<br />

«Durante il Grande Giubileo il canto<br />

gregoriano, la polifonia, gli inni popolari,<br />

hanno offerto un contributo magnifico<br />

all'unità dei cuori nella fede e nell'amore,<br />

trascendendo la diversità di lingue<br />

e culture». Lo ha detto Giovanni<br />

Paolo II ai partecipanti al Congresso Internazionale<br />

di Musica Sacra, promosso<br />

a conclusione dell'Anno Santo del 2000<br />

dal Pontificio Consiglio della Cultura, ricevuti<br />

in udienza, nella Sala del Concistoro,<br />

nella mattina di sabato 27 gennaio.<br />

Ecco il discorso del Santo Padre:<br />

Signor Cardinale,<br />

Cari amici,<br />

1.saluto cordialmente tutti voi,<br />

partecipanti al Congresso internazionale<br />

di Musica Sacra, ed esprimo<br />

la mia viva gratitudine alle autorità<br />

che hanno promosso l'incontro,<br />

il Pontificio Consiglio per la<br />

Cultura, l'Accademia Nazionale di<br />

santa Cecilia, il Pontificio Istituto<br />

di Musica Sacra, il Teatro dell'Opera<br />

di Roma e la Pontificia Accademia<br />

di Belle Arti e Lettere dei Virtuosi<br />

al Pantheon. Un grazie particolare<br />

va al Cardinale Paul Poupard<br />

per le gentili parole di saluto,<br />

che mi ha rivolto a vostro nome.<br />

Je suis heureux de vous accueillir,<br />

compositeurs, musiciens, spécialistes<br />

en liturgie et enseignants<br />

de musique sacrée, venus du monde<br />

entier. Vos compétences assurent<br />

à ce Congrès une réelle qualité<br />

artistique et liturgique, et une incontestable<br />

dimension universelle.<br />

Je souhaite la bienvenue aux Représentants<br />

qualifiés du Patriarcat<br />

œcuménique de Constantinople, du<br />

Patriarcat de l'Eglise orthodoxe<br />

russe et de la Fédération luthérienne<br />

mondiale, dont la présence<br />

constitue un appel stimulant à<br />

mettre en commun nos trésors musicaux.<br />

De telles rencontres permettront<br />

d'avancer sur le chemin de<br />

l'unité à travers la prière qui trouve<br />

une de ses plus belles expressions<br />

dans nos patrimoines culturelsetspirituels.<br />

Je salue enfin avec<br />

respect et reconnaissance les Représentants<br />

de la Communauté juive<br />

qui ont bien voulu apporter leur<br />

expérience spécifique aux spécialistes<br />

delamusiquesacréechrétienne.<br />

2.«Le chant de louange qui résonne<br />

éternellement au ciel et que<br />

Jésus Christ, souverain prêtre, a introduit<br />

dans cette terre d'exil, a<br />

toujours été continué par l'Eglise<br />

au cours des siècles, avec constance<br />

et fidélité, dans la merveilleuse<br />

variété de ses formes». La Constitution<br />

apostolique Laudis Canticum,<br />

par laquelle le Pape Paul VI promulguait<br />

en 1970 l'Office divin,<br />

dans la dynamique du renouveau<br />

liturgique inauguré par le Concile<br />

Vatican II, exprime d'emblée la vocation<br />

profonde de l'Eglise, appelée<br />

à vivre le service quotidien de l'action<br />

de grâce dans une continuelle<br />

louange trinitaire. L'Eglise déploie<br />

son chant perpétuel dans la polyphonie<br />

des multiples formes d'art.<br />

Sa tradition musicale constitue un<br />

patrimoine d'une valeur inestimable,<br />

car la musique sacrée est appeléeàtraduirela<br />

vérité du mystère<br />

qui se célèbre dans la liturgie (Cf.<br />

Sacrosanctum Concilium, n. 112).<br />

Dans la suite de l'antique tradition<br />

juive (Cf. 1 Ch 16, 4-9.23; Ps<br />

80), dont le Christ et les Apôtres<br />

étaient nourris (Cf. Mt 26, 30; Ep 5,<br />

19; Col 3, 16), la musique sacrée<br />

s'est développée au long des siècles<br />

sur tous les continents, selon le génie<br />

propre des cultures, manifestant<br />

le magnifique élan créateur<br />

déployé par les diverses familles liturgiques<br />

d'Orient et d'Occident. Le<br />

dernier Concile a recueilli l'héritage<br />

du passé et réalisé un travail<br />

systématique précieux dans une visée<br />

pastorale, consacrant à la musique<br />

sacrée tout un chapitre de la<br />

Constitution sur la Sainte Liturgie<br />

Sacrosanctum Concilium. Du temps<br />

du Pape Paul VI, la Sacrée Congrégation<br />

des Rites a précisé la mise<br />

en œuvre de cette réflexion par<br />

l'Instruction Musicam sacram (5<br />

mars 1967).<br />

3.La música sacra es parte integrante<br />

de la liturgia. El canto<br />

gregoriano, reconocido por la Iglesia<br />

como «el canto propio de la liturgia<br />

romana» (ibíd., n. 116), es<br />

un patrimonio espiritual y cultural<br />

único y universal, que se nos ha<br />

transmitido como la expresión musical<br />

más límpida de la música sacra,<br />

al servicio de la Palabra de<br />

Dios. Su influencia en el desarrollo<br />

de la música en Europa fue considerable.<br />

Tanto los doctos trabajos<br />

de paleografía de la Abadía de<br />

Saint-Pierre de Solesmes y la edición<br />

de las recopilaciones de canto<br />

gregoriano, fomentadas por el Papa<br />

Pablo VI, como la multiplicación<br />

de los coros gregorianos, han contribuido<br />

a la renovación de la liturgia<br />

y de la música sacra en particular.<br />

La Iglesia, si bien reconoce el lugar<br />

preeminente del canto gregoriano,<br />

se muestra también acogedora<br />

de otras formas musicales, especialmente<br />

la polifonía. En todo caso,<br />

es conveniente que estas diversas<br />

formas musicales sean acordes<br />

«con el espíritu de la acción litúrgica»<br />

(ibíd.). Desde esta perspectiva,<br />

es particularmente evocadora la<br />

obra de Pier Luigi da Palestrina, el<br />

maestro de la polifonía clásica. Su<br />

inspiración le convierte en modelo<br />

decompositoresdela música sacra,<br />

que élpusoalserviciodelaliturgia.<br />

4.The twentieth century, particularly<br />

the second half, saw a development<br />

of popular religious music<br />

in line with the desire expressed<br />

by the Second Vatican Council that<br />

it be “skilfully fostered” (Sacrosanctum<br />

Concilium, n. 118). This form<br />

of singing is particularly suitable<br />

for the participation of the faithful,<br />

both in devotional practices and in<br />

the liturgy itself. It requires of<br />

composers and poets qualities of<br />

creativity, in order to open the<br />

hearts of the faithful to the deeper<br />

significance of the text of which the<br />

music is the instrument. This is also<br />

true of traditional music, for<br />

which the Council expressed great<br />

esteem and requested that it be given<br />

“its proper place both in educating<br />

people's religious sense and in<br />

adapting worship to their native genius”<br />

(ibid., n. 118).<br />

Popular singing, which is a bond<br />

of unity and a joyful expression of<br />

the community at prayer, fosters<br />

the proclamation of the one faith<br />

and imparts to large liturgical assemblies<br />

an incomparable and recollected<br />

solemnity. During the<br />

Great Jubilee, I had the joy of seeing<br />

and hearing large numbers of<br />

the faithful gathered in Saint Peter's<br />

Square celebrating with one<br />

voice the Church's thanksgiving. I<br />

once again thank all those who<br />

contributed to the Jubilee celebrations:<br />

the use of the resources of<br />

sacred music, especially during the<br />

Papal celebrations, was exemplary.<br />

Gregorian chant, classical and contemporary<br />

polyphony, popular<br />

hymns, particularly the Hymn of<br />

the Great Jubilee, made possible<br />

liturgical celebrations which were<br />

fervent and of high quality. Organ<br />

and instrumental music also had<br />

their place in the Jubilee celebra-<br />

tions and made a magnificent contribution<br />

to the uniting of hearts in<br />

faith and charity, transcending the<br />

diversity oflanguages and cultures.<br />

The Jubilee year also saw the<br />

staging of numerous cultural<br />

events, particularly concerts of religious<br />

music. This form of musical<br />

expression, which is as it were an<br />

extension of sacred music in the<br />

strict sense, is of particular significance.<br />

Today, when we are commemorating<br />

the centenary of the<br />

death of the great composer<br />

Giuseppe Verdi, who owed much to<br />

the Christian heritage, I wish to<br />

thank the composers, conductors,<br />

musicians, performers, and also<br />

the heads of societies, organizations<br />

and musical associations for<br />

their efforts to promote a repertoire<br />

which is culturally rich and expresses<br />

the great values linked to<br />

Biblicalrevelation, the life of Christ<br />

and the Saints, and the mysteries<br />

of life and death celebrated by the<br />

Christian liturgy. Religious music<br />

likewise builds bridges between the<br />

message of salvation and those<br />

who, while not yet fully accepting<br />

Christ, are sensitive to beauty, for<br />

“beauty is a key to the mystery and<br />

a call to transcendence” (Letter to<br />

Artists, n. 16). Beauty makes a<br />

fruitful dialogue possible.<br />

5.L'applicazione degli orientamenti<br />

del Concilio Vaticano II circa<br />

il rinnovamento della musica<br />

sacra e del canto liturgico — in<br />

particolare nei Cori, nelle Cappelle<br />

musicali e nelle Scholæ Cantorum<br />

— chiede oggi una solida formazione<br />

ai pastori e ai fedeli sul piano<br />

culturale, spirituale, liturgico e<br />

musicale. Essa domanda inoltre<br />

una riflessione approfondita per de-<br />

finire i criteri di costituzione e di<br />

diffusione di un repertorio di qualità,<br />

che permetta all'espressione<br />

musicale di servire in maniera appropriata<br />

al suo fine ultimo che è<br />

«la gloria di Dio e la santificazione<br />

dei fedeli» (Sacrosanctum Concilium,<br />

n. 112). Ciò vale in particolare<br />

per la musica strumentale. Anche<br />

se l'organo a canne rimane lo<br />

strumento per eccellenza della musica<br />

sacra, le composizioni musicali<br />

odierne integrano formazioni<br />

strumentali sempre più diversificate.<br />

Auspico che tale ricchezza aiuti<br />

la Chiesa orante, affinché la sinfonia<br />

della sua lode si accordi con il<br />

«diapason» di Cristo Salvatore.<br />

6.Cari amici musicisti, poeti e<br />

liturgisti, il vostro apporto è indispensabile.<br />

«Quante composizioni<br />

sacre sono state elaborate nel corso<br />

dei secoli da persone profondamente<br />

imbevute del senso del mistero!<br />

Innumerevoli credenti hanno alimentato<br />

la loro fede alle melodie<br />

sbocciate dal cuore di altri credenti<br />

e divenute parte della liturgia o almeno<br />

aiuto validissimo al suo decoroso<br />

svolgimento. Nel canto la fede<br />

si sperimenta come esuberanza<br />

di gioia, di amore, di fiduciosa attesa<br />

dell'intervento salvifico di Dio»<br />

(Lettera agli Artisti, n. 12).<br />

Sono certo della vostra generosa<br />

collaborazione per conservare ed<br />

incrementare il patrimonio culturale<br />

della musica sacra al servizio di<br />

una liturgia fervorosa, luogo privilegiato<br />

di inculturazione della fede<br />

e di evangelizzazione delle culture.<br />

Vi affido per questo all'intercessione<br />

della Vergine Maria, che ha saputo<br />

cantare le meraviglie di Dio,<br />

ed imparto con affetto a voi e alle<br />

persone a voi care l'Apostolica Benedizione.<br />

L'indirizzo di omaggio del Cardinale Poupard I lavori<br />

All'inizio dell'udienza ai partecipanti<br />

al Congresso internazionale di Musica<br />

sacra, il Cardinale Paul Poupard,<br />

Presidente del Pontificio Consiglio<br />

della Cultura, ha rivolto al Santo Padre<br />

il seguente indirizzo di omaggio:<br />

Beatissimo Padre,<br />

Èveramenteungrande onore ed insieme<br />

una grande gioia per me oggi<br />

porgerLe il saluto dei relatori e partecipanti<br />

del Congresso Internazionale<br />

di Musica Sacra, promosso dal Pontificio<br />

Consiglio della Cultura e dall'Accademia<br />

Nazionale di Santa Cecilia,<br />

con la collaborazione del Pontificio<br />

Istituto di Musica Sacra e del Teatro<br />

dell'Opera di Roma, a conclusione<br />

del Grande Giubileo dell'Anno 2000 e<br />

ad inizio del nuovo Millennio.<br />

Questo Congresso è stato ideato<br />

come risposta ed attuazione delle parole<br />

d'incoraggiamento rivolte dalla<br />

Santità Vostra a tutti gli artisti nella<br />

Sua Lettera, che tanta eco ha suscitato<br />

nel mondo, accolta con favore e<br />

senso di responsabilità dai cultori di<br />

tutte le arti.<br />

Ella si indirizza anche ai musicisti,<br />

chiedendo loro un rinnovato interesse<br />

nei confronti della musica sacra e<br />

una più sensibile partecipazione alla<br />

vita liturgica della Chiesa.<br />

Abbiamo colto questa esortazione<br />

sentendoci particolarmente sollecitati<br />

non solo dalla Sua affermazione: «La<br />

Chiesa ha bisogno dell'arte», ma ancor<br />

più dalla sua domanda, che Ella<br />

stessa definisce «provocatoria», se<br />

l'arte abbia bisogno della Chiesa.<br />

Come non contemplare il connubio<br />

così denso e vitale tra l'arte e la fede,<br />

tra la musica e la Sacra Scrittura,<br />

tra il canto e la liturgia.<br />

Approfondire e studiare questo legame<br />

è stata una meta comune intrapresa<br />

dal Pontificio Consiglio della<br />

Cultura e l'Accademia Nazionale di<br />

Santa Cecilia.<br />

All'inizio di questo anno 2001 la nostra<br />

proficua collaborazione si attua<br />

con questo Congresso internazionale<br />

dedicato alla musica sacra, nel quale<br />

sono rappresentate le varie aree geografiche<br />

e culturali, le ricche tradizioni<br />

locali ed in cui decisivo è l'apporto<br />

dei Delegati fraterni inviati in rappresentanza<br />

del Patriarcato Ecumenico<br />

di Costantinopoli, del Patriarcato della<br />

Chiesa Ortodossa Russa, della Comunione<br />

Anglicana e della Federazione<br />

Luterana Mondiale.<br />

La loro significativa presenza e<br />

partecipazione è uno dei frutti più importanti<br />

della ricerca comune dell'unità,<br />

sulla scia del Concilio Ecumenico<br />

Vaticano II, che ha dedicato tanta importanza<br />

alla Sacra Liturgia e alla<br />

musica sacra che, per sua natura, è<br />

al servizio della preghiera e della celebrazione<br />

liturgica.<br />

La ricchezza inesauribile della tradizione<br />

musicale cristiana, disseminata<br />

di tanti notissimi capolavori quanto<br />

di nascoste creazioni popolari, trova<br />

nel dinamismo della ricerca creativa<br />

uno stimolo sempre più fecondo a<br />

trasmettere e diffondere quella bellezza<br />

capace, attraverso la musica e<br />

nella musica, di destare stupore, di<br />

esprimere i sentimenti più interiori e<br />

la stessa fede, e, come afferma la<br />

Santità Vostra, di invitare a gustare la<br />

vita e sognare il futuro. Giuseppe<br />

Verdi, di cui proprio oggi celebriamo<br />

il Centenario della morte, con una solenne<br />

esecuzione della sua Messa di<br />

Requiem, offerta nella meravigliosa<br />

Basilica di Santa Maria in Trastevere<br />

dai Complessi artistici del Teatro dell'Opera<br />

di Roma, è proprio uno dei<br />

testimoni dell'appello a penetrare con<br />

intuizione creativa nel mistero del Dio<br />

incarnato e, al contempo, nel mistero<br />

dell'uomo.<br />

Beatissimo Padre, voglia rivolgerci,<br />

ora, le Sue illuminanti parole, ed impartirci<br />

la Sua Apostolica Benedizione,<br />

per essere incoraggiati nel nostro<br />

impegno e proseguire con sempre<br />

maggiore slancio ed entusiasmo la<br />

nostra missione.<br />

Eccolatraduzione italiana delle parti<br />

del discorso pronunciateinaltre lingue:<br />

1. Sono lieto di accogliervi, compositori,<br />

musicisti, esperti di liturgia e insegnanti<br />

di musica sacra, venuti da tutto il<br />

mondo. Le vostre competenze assicurano<br />

a questo Congresso una reale qualità<br />

artistica e liturgica e un'incontestabile<br />

dimensione universale. Porgo il benvenuto<br />

ai qualificati rappresentanti del Patriarcato<br />

ecumenico di Costantinopoli,<br />

del Patriarcato della Chiesa ortodossa<br />

russa e della Federazione luterana mondiale,<br />

la cui presenza costituisce uno stimolante<br />

appello a mettere in comune i<br />

nostri tesori musicali. Simili incontri<br />

permetteranno di progredire lungo il<br />

cammino dell'unità attraverso la preghiera<br />

che trova una delle sue più belle<br />

espressioni nei nostri patrimoni culturali<br />

e spirituali. Saluto infine con rispetto e<br />

riconoscenza i Rappresentanti della Comunità<br />

ebraica che hanno voluto apportare<br />

la loro esperienza specifica agli<br />

esperti di musica sacra cristiana.<br />

2. «Il canto di lode, che risuona eternamente<br />

nelle sedi celesti, e che Gesù<br />

Cristo sommo sacerdote introdusse in<br />

questa terra di esilio, la Chiesa lo ha<br />

conservato con costanza e fedeltà nel<br />

corso di tanti secoli e lo ha arricchito di<br />

una mirabile varietà di forme». La Costituzione<br />

Apostolica Laudis canticum,<br />

con la quale Papa Paolo VI ha promulgato<br />

nel 1970 l'Ufficio divino, nella dinamica<br />

del rinnovamento liturgico inaugurato<br />

dal Concilio Vaticano II, esprime<br />

subito la vocazione profonda della Chiesa,<br />

chiamata a vivere il servizio quotidiano<br />

dell'azione di rendimento di grazie<br />

in una continua lode trinitaria. La<br />

Chiesa dispiega il suo canto perpetuo<br />

nella polifonia delle molteplici forme<br />

d'arte. La sua tradizione musicale costituisce<br />

un patrimonio di valore inestimabile,<br />

poiché la musica sacra è chiamata<br />

a tradurre la verità del mistero che si<br />

celebra nella liturgia (cfr Sacrosactum<br />

Concilium, n. 112).<br />

Seguendo l'antica tradizione ebraica<br />

del Congresso<br />

Su iniziativa del Pontificio Consiglio<br />

della Cultura e dell'Accademia Nazionale<br />

di Santa Cecilia, con la collaborazione<br />

del Teatro dell'Opera di Roma e del<br />

Pontificio Istituto di Musica Sacra, si è<br />

tenuto in Vaticano, dal 25 al 27 gennaio<br />

2001 un Congresso Internazionale di<br />

Musica Sacra sul tema: «Tradizione e innovazione<br />

della musica sacra nelle Chiese<br />

cristiane».<br />

Sono intervenuti trentanove specialisti<br />

provenienti da quattro Continenti e da<br />

tredici Paesi, assieme ad alcuni Delegati<br />

fraterni del Patriarcato Ecumenico di<br />

Costantinopoli, del Patriarcato della<br />

Chiesa Russa Ortodossa, della Comunione<br />

Anglicana e della Federazione Luterana<br />

Mondiale. Sono stati invitati a partecipare<br />

anche rappresentanti qualificati<br />

della Comunità ebraica, tenendo conto<br />

del legame originario fra la liturgia<br />

ebraica e la liturgia cristiana.<br />

Le diversità di origine e di preparazione,<br />

di cultura e di specializzazione degli<br />

intervenuti, hanno svelato l'immensa<br />

ricchezza spirituale e culturale del patrimonio<br />

della musica sacra. Dall'abbazia<br />

benedettina che coltiva quotidianamente<br />

il canto gregoriano al santuario che ac-<br />

CONTINUA A PAGINA 6<br />

(cfr 1 Cr 16, 4-9.23; Sal 80), di cui Cristo<br />

e gli Apostoli si erano nutriti (cfr Mt 26,<br />

30; Ef 5, 19; Col 3, 16), la musica sacra<br />

si è sviluppata nel corso dei secoli in tutti<br />

i continenti, secondo il genio proprio<br />

delle culture, manifestando il magnifico<br />

slancio creativo compiuto dalle diverse<br />

famiglie liturgiche d'Oriente e d'Occidente.<br />

L'ultimo Concilio ha raccolto l'eredità<br />

del passato e ha realizzato un lavoro<br />

sistematico prezioso in un'ottica<br />

pastorale, dedicando alla musica sacra<br />

un intero capitolo della costituzione sulla<br />

Sacra Liturgia Sacrosanctum Concilium.<br />

Al tempo di Papa Paolo VI la Sacra<br />

Congregazione dei Riti precisò la<br />

messa in atto di questa riflessione nell'Istruzione<br />

Musicam sacram (5 marzo<br />

1967).<br />

3. La musica sacra è parte integrante<br />

della liturgia. Il canto gregoriano, riconosciuto<br />

dalla Chiesa come «proprio della<br />

liturgia romana» (Ibidem n. 116), è<br />

un patrimonio spirituale e culturale unico<br />

e universale, che ci è stato trasmesso<br />

come l'espressione musicale più limpida<br />

della musica sacra, al servizio della Parola<br />

di Dio. La sua influenza sullo sviluppo<br />

della musica in Europa è stata<br />

considerevole. Il dotto lavoro paleografico<br />

dell'Abbazia di Saint-Pierre de Solesmes<br />

e l'edizione delle raccolte di canto<br />

gregoriano promosse da Papa Paolo VI,<br />

così come il moltiplicarsi dei cori gregoriani,<br />

hanno contribuito al rinnovamento<br />

della liturgia e della musica sacra in<br />

particolare.<br />

La Chiesa, sebbene riconosca il ruolo<br />

preminente del canto gregoriano, si mostra<br />

accogliente anche verso altre forme<br />

musicali, soprattutto la polifonia. In<br />

ogni caso, è opportuno che queste diverse<br />

forme musicali siano conformi «allo<br />

spirito dell'azione liturgica» (Ibidem).<br />

In questa prospettiva, particolarmente<br />

suggestiva è l'opera di Pier Luigi da Palestrina,<br />

il maestro della polifonia classica.<br />

La sua ispirazione fa di lui un modello<br />

per i compositori di musica sacra,<br />

che egli pose al servizio della liturgia.<br />

4. Il XX secolo, in particolare la sua<br />

seconda metà, ha assistito allo sviluppo<br />

del canto popolare religioso, in linea<br />

con il desiderio espresso dal Concilio<br />

Vaticano II che questa forma di canto<br />

fosse promossa «con impegno» (Sacrosanctum<br />

Concilium, n. 118). Essa è particolarmente<br />

adatta alla partecipazione<br />

dei fedeli sia nelle pratiche devozionali<br />

sia nella liturgia stessa. Richiede creatività<br />

poetica e compositiva per svelare al<br />

cuore dei fedeli il significato più profondo<br />

del testo di cui la musica è strumento.<br />

Ciò vale anche per la musica tradizionale,<br />

per la quale il Concilio ha<br />

espresso grande stima, chiedendo che le<br />

venisse dato «il posto conveniente, tanto<br />

nella educazione del senso religioso di<br />

quei popoli, quanto nell'adattare il culto<br />

alla loro indole» (Ibidem, n. 118).<br />

Il canto popolare, che è un vincolo di<br />

unità e un'espressione gioiosa della comunità<br />

orante, promuove l'annuncio<br />

dell'unica fede e dona alle grandi assemblee<br />

liturgiche una solennità incomparabile<br />

e raccolta. Durante il Grande Giubileo<br />

ho avuto la gioia di vedere e ascoltare<br />

numerosi fedeli riuniti a Piazza San<br />

Pietro che celebravano all'unisono il<br />

rendimento di grazie della Chiesa. Ringrazio<br />

ancora una volta quanti hanno<br />

contribuito alle celebrazioni giubilari:<br />

l'uso delle risorse della musica sacra, in<br />

particolare durante le celebrazioni papali<br />

è stato esemplare. Il canto gregoriano,<br />

la polifonia classica e contemporanea,<br />

gli inni popolari, in particolare l'Inno<br />

del Grande Giubileo, hanno reso possibile<br />

celebrazioni liturgiche ferventi e di<br />

alta qualità. Anche la musica organistica<br />

e quella strumentale hanno trovato il loro<br />

posto nelle celebrazioni giubilari e<br />

hanno offerto un contributo magnifico<br />

all'unità dei cuori nella fede e nell'amore,<br />

trascendendo la diversità di lingue e<br />

culture.<br />

L'anno giubilare è stato anche testimone<br />

di numerosi eventi culturali, in<br />

particolare concerti di musica religiosa.<br />

Questa forma di espressione musicale,<br />

che è un'estensione della musica sacra<br />

in senso stretto, è particolarmente significativa.<br />

Oggi, commemorando il centenario<br />

della morte del grande compositore<br />

Giuseppe Verdi che tanto dovette all'eredità<br />

cristiana, desidero ringraziare i<br />

compositori, i direttori, i musicisti, i<br />

cantanti e anche i responsabili delle società,<br />

delle organizzazioni e delle associazioni<br />

musicali per gli sforzi volti a<br />

promuovere un repertorio culturalmente<br />

ricco, che esprime i grandi valori legati<br />

alla rivelazione biblica, alla vita di Cristo<br />

e dei santi e ai misteri di vita e di morte<br />

celebrati dalla liturgia cristiana. La musica<br />

religiosa edifica ponti che collegano<br />

il messaggio di salvezza con coloro che,<br />

pur non accettando ancora del tutto Cristo,<br />

sono sensibili alla bellezza, perché<br />

«la bellezza è cifra del mistero e richiamo<br />

al trascendente» (Lettera agli Artisti,<br />

n. 16). La bellezza rende possibile un<br />

dialogo fecondo.


.<br />

PAGINA<br />

6 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Domenica 28 Gennaio 2001<br />

Il Cardinale Charles Journet<br />

a 110 anni dalla nascita e a 25 dalla morte<br />

Teologo del mistero della Chiesa del Concilio<br />

CIRIACO SCANZILLO<br />

Vescovo titolare di Bomarzo<br />

Sembra quasi naturale che un convinto<br />

discepolo di sant'Agostino e di san<br />

Tommaso, come si professa il Cardinale<br />

Charles Journet — «noi abbiamo trovato<br />

presso questi grandi dottori una teologia<br />

della Chiesa più vivente, più ampia, più<br />

liberatrice di quella racchiusa abitualmente<br />

nel quadro dei manuali. In essi<br />

noi sentiamo la presenza attiva di una<br />

visione di fede del mistero della Chiesa,<br />

intesa come un'espansione dell'Incarnazione,<br />

visione che ritroviamo presso i<br />

Padri latini come presso i Padri greci,<br />

che è fondata sull'insieme stesso del<br />

Nuovo Testamento» (C. Journet, L'Église<br />

du Verb Incarné, vol. I, pag. XVII,<br />

Desclée du Brouwer, 1955) —, trovi<br />

un'accoglienza fervida a Napoli dove è<br />

stato scritto il primo trattato separato<br />

intorno alla Chiesa, il De Regimine<br />

Christiano (1301-1302), del beato Giacomo<br />

da Viterbo, teologo agostiniano, divenuto<br />

Arcivescovo di Napoli, che, pur<br />

nel fervore della lotta politica, in cui nascono<br />

i primi trattati sulla Chiesa, con<br />

una preoccupazione polemica e giuridica,<br />

indaga con gli antichi teologi nella<br />

ricchissima fonte della sacra Scrittura:<br />

aliqua pauca et ex parte loqui suscepi...<br />

ex veridicis scripture fontibus derivata<br />

e con la luce proveniente dall'insegnamento<br />

dei Padri e dei dottori medioevali,<br />

in particolare di sant'Agostino<br />

e di san Tommaso, illumina l'aspetto<br />

misterico della Chiesa, descritto attraverso<br />

le quattro note que tanguntur in<br />

simbolo ubi dicitur et in unam sanctam,<br />

catholicam, et apostolicam ecclesiam<br />

con la debita attenzione alla historia<br />

salutis, «la seconda condizione che<br />

rende glorioso il regno della Chiesa è<br />

data dall'antichità delle sue origini... La<br />

Chiesa viene definita universale in relazione<br />

al tempo (Giacomo da Viterbo, Il<br />

governo della Chiesa [de Reg. Christ.],<br />

a cura di Aurelio Rizzicase e Giovanni<br />

Battista M. Marcoaldi, Nardini ed., Firenze<br />

1993, pagg. 155-156), poiché iniziò<br />

ad esistere fin dalla nascita del mondo e<br />

ci sarà fino a quando esso avrà termine:<br />

per questo si dice pure che abbia avuto<br />

inizio da Abele. Tuttavia Isidoro dice<br />

che «la Chiesa cominciò ad esistere<br />

quando lo Spirito Santo discese dal cielo,<br />

riempiendo di sé coloro che si erano<br />

radunati tutti insieme» (Isidoro di Siviglia,<br />

Ethimologiae, VIII, 1). In quell'istante<br />

essa cominciò certamente ad esistere<br />

in forma piena e compiuta in riferimento<br />

alle persone e alla grazia, poiché<br />

era ormai venuto il tempo in cui<br />

Dio aveva inviato suo Figlio; allora cominciò<br />

a esistere sia per quanto riguarda<br />

la diffusione del Verbo, sia per quanto<br />

riguarda le verità di fede esplicite e<br />

rivelate. In senso lato, tuttavia, prese a<br />

esistere fin dall'apparire del genere umano,<br />

si dice però che la sua esistenza abbia<br />

avuto inizio con Abele, in virtù dell'innocenza<br />

di quest'ultimo. L'unico corpo<br />

della Chiesa è peraltro costituito da<br />

coloro i quali furono prima di Cristo e<br />

sono dopo Cristo, che è il Capo di tutti,<br />

dal momento che tanto chi lo precedeva,<br />

quanto chi lo seguiva, gridava<br />

«Osanna, benedetto colui che viene nel<br />

nome del Signore!» (Mt 21, 9). Inoltre<br />

sia quanti precedevano e sia quanti seguivano,<br />

avevano l'identica fede, perché<br />

i primi credevano che si sarebbe avverato<br />

quello che noi oggi crediamo che sia<br />

ormai avvenuto» (X. X. Arquilliére, Le<br />

plus ancien traité de l'Église, Jacques<br />

de Viterbe, de Regimine Christiano<br />

[1301-1302]. Étude des sources et edition<br />

critique, Paris 1926, pag. 101), fino<br />

al compimento della stessa storia, quando<br />

finiranno le condizioni d'imperfezione<br />

ed allora nella consumazione «illo<br />

statu, plene gloriosa dicetur et erit, non<br />

habens maculam, neque rugam, neque<br />

aliquid huiusmodi».<br />

Il Card. Journet è nato a Ginevra il 2<br />

gennaio 1891 e morto a Fribourg il 15<br />

aprile 1975. Fu ordinato presbitero il 15<br />

luglio 1917. Dopo intense attività pastorali,<br />

il 2 ottobre 1924 fu nominato professore<br />

di teologia fondamentale e dogmatica<br />

al Seminario maggiore di Friburgo;<br />

qui nel 1926 fondò la rivista teologica<br />

Nova et Vetera, autentica specola attraverso<br />

la quale vengono seguite e valutate<br />

tutte le più notevoli manifestazioni<br />

del pensiero teologico con una presenza<br />

critica cospicua del nostro autore.<br />

CreatoCardinaledaPaoloVI<br />

il 25 gennaio 1965<br />

Nel 1961 ricevette il dottorato honoris<br />

causa dall'Università di Friburgo. Il 25<br />

gennaio 1965 fu creato Cardinale da<br />

Paolo VI, con il titolo di Santa Maria in<br />

Portico «Campitelli».<br />

Il Card. Journet è un teologo di chiara<br />

fama, con una produzione scientifica<br />

imponente. Ricordiamo alcune opere<br />

principali: L'esprit du protestantisme,<br />

Desclée de Brouwer, Paris 1925; L'Union<br />

des Églises, Grasset, Paris 1927;<br />

L'Église du Verb Incarné, I La hierarchie<br />

apostolique, 3ª ed., Desclée de<br />

Brouwer, Paris 1962 (edito per la prima<br />

volta nel 1942, riedito nel 1955); Saint<br />

Nicholas de Flüe, La Baconnière, Neuchâtel<br />

1942; Savonarole — dernière méditation.<br />

Traduction et présentation.<br />

Connaissance et inconnaissance de<br />

Dieu, LUF, Fribourg 1943 (tradotto in<br />

italiano); Les éxigences chretiennes en<br />

politique, LUF, Fribourg 1945; Destinées<br />

d'Israel, LUF, Fribourg 1945; Introduction<br />

à la theologie, Desclée de<br />

Brouwer, Paris 1947 (tradotto in italiano);<br />

L'Église du Verb Incarné, II La<br />

structure interne et son unité catholique,<br />

Desclée de Brouwer, Paris 1951<br />

(riedito nel 1962); Verité de Pascal. Essai<br />

sur la valeur apologétique des «Pensées»,<br />

Ouvre St. Augustin, St. Maurice<br />

1951 (tradotto in italiano); Les septes<br />

paroles du Christ en croix, Ed. du<br />

Seuil, Paris 1952; Primauté de Pierre<br />

dans la perspective protestante et dans<br />

la perspective catholique, Paris 1953;<br />

Esquisse du développement du dogme<br />

marial, Alsatia, Paris 1954; Notre-Dame<br />

des Sept-Douleurs, Oeuvre St. Augustin,<br />

St. Maurice, 1955; La Messe, présence<br />

du sacrifice de la Croix, Desclée de<br />

Brouwer, Paris 1957 (edito per la terza<br />

volta nel 1961, tradotto in italiano); Entretiens<br />

sur la grâce, Desclée de Brouwer,<br />

Paris 1957 (tradotto in italiano); Le<br />

Mal, Desclée de Brouwer, Paris 1961<br />

(tradotto in italiano); Le dogme, chemin<br />

de la foi, Fayard, Paris 1963; Théologie<br />

de l'Eglise, Desclée de Brouwer, Paris<br />

1958 (riedito nel 1960, tradotto in italiano);<br />

Le Message révélé, sa transmission,<br />

son développement, ses dépendences,<br />

Desclée de Brouwer, Paris 1964; Le<br />

mystére de l'Église selon le deuxième<br />

Concile Vatican, «Revue Thomiste»,<br />

Toulouse 1965 (ediz. e traduz. dal francese<br />

a cura del prof. Giovanni Volta:<br />

presentazione documentata e ben provveduta<br />

anche nelle notizie bio-bibliografiche<br />

circa il Card. Journet, Queriniana,<br />

Brescia 1966); Église du Verb Incarné.<br />

III Essai de theologie de l'histoire du<br />

salut, Desclée de Brouwer, Paris 1969<br />

(tradotto in italiano).<br />

La Chiesa<br />

del Verbo Incarnato<br />

Possiamo dire che il nostro Card.<br />

Journet è uno specialista negli studi di<br />

ecclesiologia. Egli è un autore, possiamo<br />

dire, nel senso etimologico della parola:<br />

«Su più di un punto — afferma il Card.<br />

Y. Congar (cfr le ampie recensioni ai<br />

primi due volumi dell'opera Église du<br />

Verb Incarné, in Sainte Église, Étude et<br />

approchez ecclésiologiqués, Paris 1964,<br />

pagg. 567-571; 659-669) — fa avanzare la<br />

teologia di queste questioni e apporta<br />

definizioni, distinzioni, luci, che resteranno<br />

acquisite... noi riteniamo [l'opera<br />

dello Journet] una teo-logia della Chiesa...<br />

le percezioni più originali del suo<br />

lavoro provengono dall'acutezza e dal<br />

vigore con le quali egli riallaccia la Chiesa<br />

al mistero libero e temporale di Dio<br />

(Incarnazione-Redenzione) e al suo mistero<br />

necessario ed eterno (Trinità, appropriazione<br />

dello Spirito Santo)».<br />

Pur essendo un esimio ricercatore della<br />

teologia speculativa — e presso di lui<br />

la stessa scolastica esprime la vivacità di<br />

un agile strumento di pensiero — lo<br />

stesso Card. Journet riconosce i limiti<br />

dell'indagine speculativa: «Se noi abbiamo<br />

amato tanto la teologia speculativa<br />

da dedicarle la maggior parte del nostro<br />

I lavori del Congresso Internazionale di Musica sacra<br />

CONTINUAZIONE DALLA PAGINA 5 tanti sfide da cogliere ora, in vista di<br />

coglie milioni di pellegrini provenienti<br />

da vari continenti, dai maestri di cappella<br />

specializzati nella polifonia classica ai<br />

compositori contemporanei di musica<br />

sacra, lo scambio di esperienze e di idee<br />

ha fatto emergere un'intento comune:<br />

servire il culto liturgico nella diversità<br />

delle situazioni concrete, ma ha anche<br />

messo in risalto le sfide nuove legate alle<br />

mutazioni culturali contemporanee.<br />

Infatti, le difficoltà e gli ostacoli incontrati<br />

dalla musica sacra oggi, vanno collegati<br />

allo smarrimento culturale più<br />

ampio, che caratterizza parte delle società<br />

odierne. Quindi si avverte la necessità<br />

di un'azione concertata ad ampio<br />

raggio culturale per invertire la tendenza<br />

ad un certo appiattimento della stessa<br />

musica sacra.<br />

La liturgia della Sinagoga, delle Chiese<br />

ortodosse, della Chiesa cattolica in<br />

India, come le esperienze d'inculturazione<br />

del canto liturgico intraprese dalla<br />

Chiesa in Africa da ben trentacinque anni,<br />

fanno percepire la necessità di superare<br />

una opposizione artificiale fra il patrimonio<br />

culturale sacro del passato e la<br />

creazione contemporanea, per vedere<br />

nel patrimonio gregoriano e classico non<br />

solo un retaggio prezioso e immutabile,<br />

ma anche una sorgente di ispirazione, in<br />

quanto questo patrimonio ci trasmette<br />

la chiave di ogni vera musica sacra:<br />

esercitare un autentico ministero in seno<br />

alla liturgia della Chiesa, avvalendosi<br />

delle concrete ricchezze culturali odierne<br />

per attuare i grandi principi che hanno<br />

presieduto alla creazione di questo<br />

immenso patrimonio.<br />

Nel corso della discussione sono apparsi<br />

alcuni punti fermi che sono altret-<br />

promuovere un profondo rinnovamento<br />

della musica sacra all'alba del nuovo<br />

millennio.<br />

1. La musica sacra è al servizio della<br />

liturgia. Quindi occorre fare riferimento<br />

a criteri specifici sia per la composizione<br />

sia per l'esecuzione di tale musica. Perché<br />

il canto gregoriano e la polifonia sacra,<br />

classica e contemporanea, svolgano<br />

la loro missione al servizio del culto e<br />

non siano soltanto oggetto di studio universitario,<br />

occorre — anche con aiuti<br />

economici esterni — dare un nuovo<br />

slancio ai cori delle cattedrali e dei santuari,<br />

ma anche appoggiare e sostenere<br />

le comunità più modeste con un repertorio<br />

adatto alle loro possibilità concrete,<br />

perché la musica sacra fa parte dell'annuncio<br />

del Vangelo e della celebrazione,<br />

da parte del popolo cristiano, del<br />

mistero d'amore e di salvezza attuatosi<br />

in Cristo.<br />

2. Attualmente si osserva ancora una<br />

mancanza di coesione negli intenti delle<br />

persone impegnate nella musica sacra.<br />

Occorre riconciliare le forze impegnate<br />

per riaffermare i valori della musica in<br />

cui la Chiesa crede. Si sottolinea l'importanza<br />

dell'istanza universitaria e la<br />

valenza delle cattedre di musica sacra in<br />

queste istituzioni creatrici di cultura.<br />

3. Il Concilio Vaticano II ha dato le<br />

indicazioni necessarie all'inculturazione<br />

della musica sacra nelle varie culture,<br />

perché la musica sacra è indissociabile<br />

dalla proclamazione della Parola di Dio.<br />

Il cristianesimo è aperto a tutte le culture.<br />

Questo universalismo mette la Chiesa<br />

a contatto anche con i limiti e con le<br />

imperfezioni legate alle culture e alla<br />

stessa natura umana.<br />

4. Si prende atto di una forte volontà<br />

di elevare il livello attuale della musica<br />

sacra. Poiché questa non ha il suo fine<br />

in se stessa, ma è un ministero in seno<br />

alla liturgia, occorre promuovere una<br />

vera cooperazione tra l'artista e la Chiesa<br />

per favorire la creazione di una musica<br />

liturgica di qualità, nucleo della musica<br />

sacra. Per superare l'individualismo,<br />

si avverte la necessità di aprirsi a<br />

realtà in cui il canto sacro viene coltivato<br />

quotidianamente, ad esempio i monasteri.<br />

5. La formazione nei seminari e nei<br />

noviziati deve includere lo studio e la<br />

pratica della musica sacra e l'acquisto<br />

dei criteri necessari al discernimento dei<br />

Pastori, reso più arduo e necessario dalla<br />

secolarizzazione della cultura dominante.<br />

6. La risposta alla crisi attuale della<br />

musica sacra sarà più adatta e più forte<br />

se risulta essere frutto di un impegno<br />

comune delle Chiese cristiane. La cooperazione<br />

in questo campo dalla forte<br />

valenza teologica, spirituale e culturale è<br />

una delle vie dell'impegno ecumenico.<br />

Questo Congresso ha dimostrato che<br />

la musica sacra intesa nel suo significato<br />

più ampio, cioè non solo la musica composta<br />

in vista della liturgia, ma anche la<br />

musica di ispirazione religiosa, è la via<br />

privilegiata, un ponte culturale fra il<br />

Vangelo di Cristo e quanti, pur essendo<br />

sensibili ai valori trasmessi dalla fede<br />

cristiana, non riconoscono in Gesù il<br />

Verbo di Dio incarnato per la nostra salvezza.<br />

È più che mai attuale l'affermazione<br />

di Dostojevski, ripresa da Giovanni<br />

Paolo II nella sua Lettera agli artisti:<br />

«La bellezza salverà il mondo».<br />

BERNARD ARDURA<br />

Segretario<br />

del Pontificio Consiglio della Cultura<br />

tempo, tuttavia ben sappiamo che vi è<br />

una sapienza più grande, quella di cui<br />

parla san Tommaso all'inizio della Summa<br />

Teologica e che consiste nel “patire”<br />

le cose di Dio». Quasi a commento ed<br />

esemplificando, al riguardo, aggiunge lo<br />

stesso autore, «nell'anima fedele invasa<br />

dalla carità teologale e dalle mozioni<br />

dello Spirito Santo, può sorgere una conoscenza<br />

sperimentale e incomunicabile<br />

dell'Amore divino che oltrepassa quanto<br />

possono dire di questo Amore le formule<br />

concettuali della fede e della teologia»<br />

(L'Église du Verb Incarné, vol. I, pag.<br />

XVIII, Paris 1955; cfr vol. III, pag. 175;<br />

A. Rosmini, a. IV, Delle doti del perfetto<br />

teologo, Antropologia soprannaturale,<br />

vol. I, cap. VIII, pag. 256, Casale Monferrato<br />

[TO] 1884).<br />

Due capitoli particolari<br />

In tema di visioni profonde e lungimiranti,<br />

e non abbiamo certo la pretesa di<br />

ricordarle tutte, citiamo due particolari<br />

capitoli: il capitolo III La Vierge est au<br />

coeur de l'Église, dove magistralmente<br />

viene collocata la Vergine nell'historia<br />

salutis, cioè nella condizione storica ed<br />

esistenziale, con i meravigliosi rapporti<br />

che legano la Vergine a Cristo e alla<br />

Chiesa.<br />

Afferma il Card. Journet: «Per parlare<br />

in modo appropriato, bisogna dire che<br />

la mariologia è una parte dell'ecclesiologia,<br />

che essa è quella parte dell'ecclesiologia<br />

che studia la Chiesa nel suo punto<br />

più eccellente e mai eguagliato. Maria è<br />

la realizzazione più pura e più intensa<br />

della Chiesa... nell'ordine delle grandezze<br />

di santità, che sono le grandezze supreme,<br />

Maria è intorno al Cristo, come<br />

la prima onda della Chiesa, generatrice<br />

di tutte le altre, fino alla fine dei tempi»<br />

(L'Église du Verb Incarné, vol. II, pagg.<br />

382-453).<br />

Il capitolo IV: l'Esprit divinisateur de<br />

l'Église si presenta per la ricchezza delle<br />

sue intuizioni come particolarmente importante<br />

per la ricerca ecumenica.<br />

Infatti, sull'impostazione delle relazioni<br />

tra Spirito, grazia e carità, non più a<br />

livello dell'individuo, ma a quello dello<br />

stesso Corpo di Cristo, che è la Chiesa,<br />

nota Emmanuele Lanne, si può rintracciare<br />

la differenza più profonda tra la visuale<br />

cattolica e quella della riforma circa<br />

la Chiesa ed anche forse, quella tra<br />

Oriente e Occidente, per cui conclude lo<br />

stesso autore: «La sintesi proposta dal<br />

Journet in questa materia, è senza dubbio<br />

quella più spinta, dal punto di vista<br />

dellariflessioneteologica,cheabbia scritto<br />

unteologocattolico»(L'ÉgliseduVerb<br />

Incarné,vol.II,pagg.454-549;cfrLo Spirito<br />

Santo e la Chiesa, a cura di Emmanuele<br />

Lanne,AVE,Roma 1970, pag. 13).<br />

Il Card. Journet, proseguendo nel suo<br />

disegno ecclesiologico, nel terzo volume,<br />

Église du Verb Incarné. III Essai de<br />

theologie de l'histoire du salut, risponde<br />

non solo ad un'esigenza profonda del<br />

trattato De Ecclesia, così espressa dall'illustre<br />

ecclesiologo P. Congar: «Io sono<br />

persuaso e convinto sempre più che soltanto<br />

e precisamente una percezione<br />

netta della situazione della Chiesa tra<br />

l'Antico Testamento e l'escatologia, cioè<br />

nel gran movimento, che va dalle promesse<br />

al loro compimento totale, può<br />

dare all'ecclesiologia il suo equilibrio e<br />

le sue vere dimensioni, questa situazione<br />

tra i due, tra il “già avvenuto” e il “non<br />

ancora” segna profondamente l'essere<br />

stesso della Chiesa e spiega un gran numero<br />

dei suoi caratteri» (Y. Congar,<br />

Sante Église, pagg. 570-608), ma anche<br />

partecipa vivamente ad una particolare<br />

suggestione, maturatasi nel clima ecumenico<br />

del Vaticano II e così espressa<br />

in un voto molto significativo manifestato<br />

dal professor Skydsgaard nell'udienza<br />

pontificia del 17 ottobre 1963: «Mi sia<br />

consentito segnalare un fatto che mi<br />

sembra estremamente importante: penso<br />

ai compiti di una teologia biblica, che<br />

si concentri nello studio della storia della<br />

salvezza nell'Antico come nel Nuovo<br />

Testamento. Più noi avanziamo nella<br />

comprensione della storia segreta e paradossale<br />

del popolo di Dio, più noi cominciamo<br />

anche a comprendere veramente<br />

la Chiesa di Gesù Cristo nel suo<br />

mistero, nella sua esistenza storica, nella<br />

sua unità. Mi permetta ancora Vostra<br />

Santità di esprimere la nostra viva speranza<br />

che le luci di una siffatta teologia<br />

concreta e storica, nutrita cioè di Bibbia<br />

e di insegnamento dei Padri, brillino<br />

sempre più nei lavori del Concilio».<br />

Teologia concreta e storica<br />

Paolo VI, accogliendo l'istanza, volle<br />

così rispondere: «Questi sviluppi che voi<br />

vi augurate, di una teologia “concreta e<br />

storica”, “centrata sulla storia della salvezza”,<br />

Noi li sottoscriveremo volentieri<br />

per quanto ci riguarda, e il suggerimento<br />

ci sembra del tutto degno di essere<br />

studiato ed approfondito. La Chiesa cattolica<br />

possiede delle istituzioni alle quali<br />

niente impedirebbe che si specializzassero<br />

di più in questo genere di ricerche,<br />

senza escludere, se le circostanze lo suggerissero,<br />

la creazione di un nuovo istituto<br />

a tale scopo».<br />

Storia di salvezza<br />

cristocentrica<br />

Questi voti non solo sono stati recepiti<br />

negli stessi documenti conciliari (cfr Optatam<br />

totius 14 e 16; Sacr. Conc. 16; Ad<br />

gentes 16 etc.) e nella Ratio fundamentalis<br />

institutionis sacerdotalis (n. 77),<br />

ma l'Istituto Ecumenico, fondato a Gerusalemme,<br />

traduce in termini operativi<br />

gli orientamenti testé descritti. Si può<br />

veramente concordare con Patrik Jacquemont,<br />

quando considera Oscar Cullmann<br />

«le veritable artisan de ce renouveau<br />

de la refléxion sur l'Histoire du<br />

salut», principalmente nelle due opere:<br />

Libera Università degli Studi S. Pio V<br />

Studi Politici<br />

e Istituzionali<br />

Aperte le iscrizioni presentiamo il programma<br />

del master e le modalità di accesso per chi volesse parteciparvi<br />

La libera Università «S. Pio V» con il patrocinio<br />

del Ministro per le Riforme Istituzionali e del<br />

Ministro per i rapporti con il Parlamento organizza<br />

anche masters complementari ai corsi di laurea.<br />

Sono aperte le iscrizioni a quello in «Studi Politici<br />

ed Istituzionali». Ad integrazione dell'articolo apparso<br />

sullo scorso numero di ottobre, pubblichiamo<br />

il programma del master, e le modalità di<br />

accesso per chi volesse partecipare.<br />

Il Corso, di durata biennale, è rivolto ai funzionari<br />

pubblici ed esperti della materia e intende<br />

fornire approfondimenti ed aggiornamenti con<br />

riferimento allo studio delle discipline trattate.<br />

Gli insegnamenti del corso sono: Diritto amministrativo:<br />

Diritto dell'Unione Europea; Diritto<br />

parlamentare; Diritto pubblico; Elementi di contabilità<br />

dello Stato e degli Enti pubblici; Elementi<br />

di diritto privato; Elementi di politica internazionale;<br />

Politica economica; Scienza delle finanze;<br />

Storia.<br />

Il corso si terrà in via delle Sette Chiese 139,<br />

Roma, presso la sede universitaria, ed avrà inizio<br />

nel mese di gennaio 2001. Consisterà in 100 ore di<br />

lezioni per anno di corso (10 per ciascuna disci-<br />

plina) così distribuite: 4 ore il venerdì pomeriggio<br />

e 4 ore il sabato mattina, per complessive 13<br />

settimane. È prevista inoltre una prova finale con<br />

rilascio del relativo diploma o attestato di partecipazione.<br />

Il Master è aperto, previa valutazione dei titoli e<br />

del curriculum, limitatamente ad un minimo di 20<br />

e ad un massimo di 30 partecipanti, a laureati in<br />

Cristo e il tempo e Il mistero della Redenzione<br />

nella storia. In riferimento a<br />

questa seconda opera del Cullmann, il<br />

Card. Journet afferma: «Ce n'est pas de<br />

l'exégèse catholique, c'est de l'exégèse<br />

protestante, avec ce grand livre de<br />

Oscar Cullmann, que nous vient la réponse<br />

exégetique stricle, serrée, cohérente,<br />

complète, exhaustive à l'exégèse<br />

heideggérienne de R. Bultmann et de<br />

son ècole, qui hélas a déjà fait tant de<br />

victimes ou de demi-victimes parmi les<br />

catholiques... mai nulle part l'affrontement<br />

avec Bultmann et avec l'école<br />

bultmanienne n'est aussi assidu, aussi<br />

soutenu, aussi puissant, et cela sur le<br />

terrain précis de l'exégèse et en utilisant<br />

comme armes les progres mêmes<br />

apportés par la Formgeschichte» (in<br />

«Nova et vetera», 1 [1967] 61-64).<br />

«Oscar Cullmann ha, a nostro parere —<br />

afferma il P. Luigi Bini — soprattutto il<br />

merito di richiamare con la sua ricerca<br />

seria, onesta e credente la nostra attenzione<br />

sul fatto cristiano come storia di<br />

salvezza cristocentrica e sul presente come<br />

tempo di tensione. Cose non nuove<br />

per noi. Ma forse non hanno sempre<br />

avuto nella nostra riflessione teologica<br />

sistematica il peso che la tradizione antica<br />

dava loro» (L. Bini, L'intervento di<br />

Oscar Cullmann nella discussione bultmaniana,<br />

pag. 308).<br />

Proprio la voce di questa tradizione<br />

antica, ascoltiamo in quest'opera del<br />

Card. Journet e non soltanto la voce di<br />

sant'Agostino e di san Tommaso.<br />

I valori teologici certi<br />

Ai teologi spetta — dice il Card. Journet<br />

— non di accontentarsi «per salvaguardare<br />

la loro ortodossia, di riprodurre<br />

indefinitamente i Padri greci, i padri<br />

latini, i medievali e i loro commentatori,<br />

i dizionari e i manuali, accompagnandoli<br />

qua e là con qualche riserva».<br />

Se i teologi — continua il Cardinale<br />

— non tentano «veramente di distinguere<br />

l'essenziale dall'accessorio, l'eterno<br />

dal passeggero, i valori teologici sicuri<br />

dal loro rivestimento pseudo-scientifico,<br />

accadrà fatalmente che molti credenti<br />

colti finiranno col rifiutare in perfetta<br />

buona fede anche l'essenziale, l'eterno, i<br />

valori teologici certi» (pag. 368, nella<br />

traduzione italiana del terzo volume).<br />

Proprio questo terzo volume, che offre<br />

un'ampia e documentata visione ecclesiologica<br />

con speciale riguardo agli<br />

aspetti storici, manifesta un impegno abbastanza<br />

rilevante dell'autore.<br />

È veramente un immane lavoro, suscettibile<br />

del resto di sviluppi ulteriori<br />

ed eventuali revisioni, e lo afferma lo<br />

stesso Journet, affrontare il problema<br />

della salvezza degli uomini attraverso la<br />

storia, ma è anche una grande fonte di<br />

gioia per noi, per la Chiesa, come avviene<br />

per ogni accostamento umile e fiducioso<br />

al mistero, scoprire una cosa che<br />

già la Chiesa certamente sapeva, ma<br />

senza supporne tutta l'esistenza, cioè<br />

che l'amore del suo Salvatore, che l'investe<br />

direttamente e con predilezione,<br />

l'oltrepassa tuttavia in qualche modo,<br />

scavalcando i mezzi visibili, di cui dispone<br />

per andare a prepararle ovunque nel<br />

mondo, per mezzo delle premurose iniziative<br />

della sua grazia, delle adesioni<br />

segrete che si ignorano e che essa ignora.<br />

Così si forma intorno a lei una zona<br />

indefinita di appartenenza già salutare,<br />

in cui è oscuramenteconsentitoevissuto<br />

ciò che essa apertamenteprofessa,in cui<br />

ella stessa è già presente in modo non<br />

certamente plenario, marealee iniziato.<br />

Le parole del Salvatore sulle pecore<br />

che non sono nell'ovile, ma sono già sue<br />

prendono con l'esperienza dei secoli<br />

risonanze sempre più ampie (cfr L'Église,<br />

l'unique Église, est plus vaste qu'elle<br />

ne sait, in L'Église du Verb Incarné,<br />

vol. III, pagg. 692-694).<br />

Scienze Politiche, Economia, Giurisprudenza,<br />

Lettere, Scienze dell'amministrazione, Sociologia<br />

e titoli equipollenti, nonché eventuali diplomati<br />

con formazione equivalente alla laurea (dipendenti<br />

di organizzazioni istituzionali od altro).<br />

La quota di partecipazione è di L. 5.000.000<br />

annui da versarsi a favore della Libera Università<br />

degli Studi «S. Pio V», Via delle Sette Chiese 139,<br />

00145 Roma, conto corrente bancario 32000/00,<br />

Banca Popolare di Sondrio — Agenzia 11 Roma —<br />

ABI 5696 — CAB 3200.<br />

La domanda di iscrizione, su carta semplice, va<br />

indirizzata al Magnifico Rettore, Rettorato della<br />

Libera Università degli Studi «S. Pio V», via delle<br />

Sette Chiese 139, 00145 ROMA, e deve essere<br />

inoltrata tassativamente entro il 3 febbraio 2001<br />

(fa fede la data del timbro postale).<br />

I Documenti da allegare sono: titolo di studio (in<br />

carta semplice o copia fotostatica non autenticata)<br />

con votazione degli esami di profitto, curriculum<br />

vitae e studiorum; eventuali titoli didattici, scientifici,<br />

culturali.<br />

L'esito della selezione sarà comunicato ai richiedenti<br />

tramite lettera raccomandata con tassa<br />

a carico.


PAGINA<br />

7 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Domenica 28 Gennaio 2001<br />

Domenica 28 gennaio 2001<br />

Giornata Mondiale dei malati di lebbra<br />

.<br />

Solidarietà con gli hanseniani<br />

DRĄŻEK CZESŁAW<br />

Sin dal 1954, l'ultima domenica del mese di gennaio,<br />

viene celebrata, per iniziativa di Raoul Follereau,<br />

la Giornata Mondiale dei malati di lebbra, che<br />

ha lo scopo di attirare l'attenzione delle società umane<br />

sui problemi di coloro che sono infettati dal batterio<br />

di Hansen. Questo morbo è ancora presente<br />

nel mondo, attacca le persone senza distinzione di<br />

età, di razza, di sesso, di continente. Tra i fattori che<br />

favoriscono lo sviluppo della malattia più spesso vengono<br />

indicati: la fame, l'indigenza, l'insufficiente alimentazione,<br />

l'assenza di igiene e di un elementare<br />

aiuto medico. Molti milioni di malati di lebbra continuano<br />

a vivere nell'abbandono, soffrono nell'isolamento,<br />

muoiono prematuramente, benché la lebbra<br />

sia ormai curabile e per la sua definitiva sconfitta<br />

servano fondi non eccessivamente elevati. Giovanni<br />

Paolo II disse che questo fatto non può non essere<br />

considerato «come uno scandalo per l'intera comunità<br />

internazionale» (Messaggio per la Giornata<br />

Mondiale dei malati di lebbra, 28 gennaio 1990).<br />

* * *<br />

Per secoli la lebbra destava paura e ribrezzo. Le<br />

persone da essa toccate venivano escluse dalla comunità<br />

dei sani. Fu soltanto Cristo a stendere la mano<br />

verso i lebbrosi, a toccarli e a sanarli (Lc 5, 12-13).<br />

Nella sua omelia del 21 settembre 1986 ai rappresentanti<br />

delle organizzazioni conosciute per la lotta<br />

contro la lebbra provenienti dall'Italia, dal Lussemburgo,<br />

dalla Svizzera, dalla Germania, dalla Francia,<br />

dal Belgio, dalla Gran Bretagna e dal Canada Giovanni<br />

Paolo II disse che la Chiesa imita attraverso i<br />

secoli, fino ai nostri giorni, questo «tocco» da parte<br />

diCristosullebbroso,evitato accuratamente da tutti.<br />

L'organizzazione dell'aiuto spirituale e materiale ai<br />

malati è ritenuto un'opera di carità comandata da<br />

Cristo. Il Santo Padre menzionò migliaia di sacerdoti,<br />

di medici, di religiosi, di missionari, di laici, di catechisti,<br />

di volontari divenuti amici dei lebbrosi fondando<br />

e mantenendo i lebbrosari, centri di cura medica<br />

e quelli di ricerca scientifica. Giovanni Paolo II<br />

toccando la problematica ricordò anche le grandi figure<br />

della Chiesa che nel passato si dedicavano ai<br />

lebbrosi: s. Francesco d'Assisi che si affrettava a portare<br />

aiuto ad un povero lebbroso in cui vedeva Cristo;<br />

il beato Damiano de Veuster, che visse tra i lebbrosi<br />

sull'Isola Molokai e morì contagiato da questo<br />

morbo; un missionario olandese, il beato Pietro Donders,<br />

che passò ventotto anni nel lebbrosario di Botavia;<br />

Raoul Follereau, scrittore e giornalista che visitò<br />

novantacinque paesi del mondo, organizzando<br />

l'aiuto per i lebbrosi; Marcello Candia, un industriale<br />

di Milano che lavorò nel lebbrosario di Marituba in<br />

Brasile.<br />

Tra questo gruppo di «Buoni Samaritani» Giovanni<br />

Paolo II annovera anche un suo connazionale, un<br />

gesuita polacco il servo di Dio P. Jan Beyzym (1850-<br />

1912) il quale per quattordici anni servì eroicamente<br />

in Madagascar i lebbrosi che vivevano in estrema indigenzamateriale,prividi<br />

una qualsiasi cura medica.<br />

«Ho saputo oggi — scriveva P. Beyzym ad un suo<br />

amico —, che il governo e la popolazione locale ritengono<br />

che i lebbrosi siano non degli uomini ma<br />

dei rifiuti della società umana. Li scacciano dalle città<br />

e dai villaggi, vadano dove loro pare, basta che<br />

non stiano insieme ai sani. Per loro un lebbroso è un<br />

lebbroso e non un uomo». E aggiungeva: «Questi<br />

sfortunati marciscono vivi, e di conseguenza sono<br />

estremamente ripugnanti e puzzano terribilmente;<br />

tuttavia non cessano per questo di essere nostri fratelli<br />

e bisogna soccorrerli». Desideroso di rendersi simile<br />

a quegli infelici in tutto, eccetto nel peccato, P.<br />

Beyzym pregava la Madonna «di concedergli una<br />

bella lebbra». Voleva accettare «questo piccolo dettaglio»<br />

per migliorare la sorte dei malati e «per salvare<br />

il maggior numero possibile di lebbrosi». Riteneva<br />

che da lebbroso avrebbe avuto il diritto di dire a Cristo:<br />

«Ho dato la mia anima per i miei fratelli».<br />

Un frutto durevole della sollecitudine di P. Beyzym<br />

per i malati è l'ospedale di centocinquanta letti,<br />

da lui costruito a Marana presso Fianarantsoa,<br />

con le offerte ricevute soprattutto dai suoi connazionali.<br />

È un'opera straordinaria e pionieristica creata<br />

molti anni prima di Albert Schweitzer. In un tempo<br />

in cui la lebbra era incurabile, i lebbrosi erano ritenuti<br />

«sepolcri viventi», quando gli ammalati venivano<br />

eliminati dalla società, il P. Beyzym bussava ai cuori<br />

degli uomini, raccoglieva i fondi necessari e costruiva<br />

per quegli sfortunati un vero ospedale, per curarli<br />

e per restituire loro la speranza.<br />

All'amore e alla solidarietà manifestatesi nell'opera<br />

missionaria di P. Beyzym oggi si ricollega l'Associazione<br />

degli Amici dei Lebbrosi che porta il suo no-<br />

me, sorta a Cracovia verso la fine del 1989. Il suo fine<br />

è l'aiuto materiale e spirituale nella lotta contro la<br />

lebbra (si tratta anche di lebbra nel senso morale) e<br />

le iniziative nel campo dell'educazione e dell'istruzione.<br />

L'Associazione sostiene tra le altre opere due centri<br />

di cura per i lebbrosi collegati con la Polonia e<br />

con i Polacchi. Il primo di essi, è l'ospedale costruito<br />

a Marana da P. Beyzym (oggi ampliato), e l'altro è<br />

l'ospedale di Jeevodaya, nello stato Madhja in India,<br />

fondato nel 1966 da Adam Wiśniewski, SAC, dove<br />

soggiornano circa duecentocinquanta malati, principalmente<br />

bambini (ha cura di essi la dottoressa Helena<br />

Pyz di Varsavia). Alcuni benefattori che sostengono<br />

l'Associazione si sono impegnati, tramite essa,<br />

nella cosiddetta adozione a distanza, che consiste nel<br />

regolare sostenimento dei costi di cura, di mantenimento<br />

e di istruzione di un bambino di Jeevodaya,<br />

per asciugare le sue lacrime e per aprirgli la prospettiva<br />

di una vita dignitosa.<br />

* * *<br />

Per tutti coloro che sono impegnati nella lotta<br />

contro la lebbra è di grande conforto l'esempio del<br />

Santo Padre il quale durante i suoi viaggi apostolici<br />

visita anche i lebbrosari incontrando i malati e il personale<br />

medico. Così è stato nel Brasile, nello Zaire,<br />

nella Corea del Sud, nella Costa d'Avorio, nelle Filippine,<br />

nel Madagascar e nella Guinea-Bissau. Le visite<br />

del Papa nei lebbrosari hanno un'enorme importanza<br />

per i malati.<br />

In molti paesi sopravvive fino ad oggi l'antica convinzione<br />

che la lebbra sia una punizione da parte di<br />

Dio. Spesso le persone guarite non possono tornare<br />

a una normale vita nella società perché quest'ultima<br />

non vuole accoglierle. Il Papa va dai lebbrosi per togliere<br />

loro «la maledizione e l'ignominia».<br />

Nei discorsi rivolti ai malati e a coloro che hanno<br />

cura di loro, ai rappresentanti delle organizzazioni<br />

che lottano contro la lebbra, o con parole rivolte al<br />

mondo in occasione della Giornata Mondiale dei Malati<br />

di Lebbra, Giovanni Paolo II tratta vari temi riguardanti<br />

il morbo di Hansen. Esprime a tutti la gratitudine<br />

per il coraggioso e disinteressato servizio rivolto<br />

ai più poveri tra i poveri; un servizio che arricchisce<br />

anche colui che dona, poiché è un paradosso<br />

d'amore il fatto che il debole sostenga il forte, e il<br />

malato curi il sano. Il Santo Padre parla della grande<br />

responsabilità che grava sui cristiani per il superamento<br />

di ogni isolamento e di ogni emarginazione<br />

dell'uomo nella società. Incontriamo fenomeni del<br />

genere ancora oggi, nel XXI secolo e sono un'ingiustizia,<br />

poiché nessuna malattia può escludere un uomo<br />

dall'ambiente umano. Giovanni Paolo II fa notare<br />

l'importanza della prevenzione della lebbra. Occorre<br />

combattere contro i pregiudizi che gli uomini<br />

attribuiscono a questa malattia. Occorre portare<br />

avanti le ricerche sul morbo di Hansen per precisarne<br />

la caratteristica, la sperimentazione dei nuovi farmaci<br />

e la produzione di vaccini antilebbra più efficaci<br />

possibili.<br />

Prendendo le difese dei malati di lebbra il Papa indica<br />

la dignità dei lebbrosi in quanto persone redente<br />

con il Sangue di Cristo sulla croce e fratelli più<br />

piccoli, con i quali il Salvatore si identifica in modo<br />

particolare. Un cristiano con lo sguardo fisso sul modello<br />

di Cristo dovrebbe vincere in sé l'orgoglio e<br />

chinarsi davanti ai fratelli più umiliati, specialmente<br />

davanti a coloro che sono tentati dalla disperazione<br />

e disprezzati dalla comunità umana.<br />

L'insegnamento e la condotta di Giovanni Paolo II<br />

nei riguardi dei malati di lebbra esprime l'«opzione<br />

preferenziale per i poveri», alla quale il Papa esorta<br />

la Chiesa intera tra l'altro nelle encicliche Sollicitudo<br />

rei socialis e Redemptoris missio. Non si tratta qui<br />

di un'azione pastorale immediata, una compassione<br />

superficiale o una commozione passeggera di fronte<br />

alla sofferenza dei vicini o dei lontani, ma di una<br />

reale e perseverante volontà di impegnarsi a favore<br />

del bene delle «immense moltitudini di affamati, di<br />

mendicanti, di senzatetto, senza assistenza medica e,<br />

soprattutto senza speranza di un futuro migliore»<br />

(Sollicitudo rei socialis, n. 42).<br />

* * *<br />

Molto rimane ancora da fare nel campo della lotta<br />

contro la lebbra e perciò Giovanni Paolo II esorta alla<br />

preghiera, alle iniziative nel campo dell'editoria e<br />

dell'istruzione e alla organizzazione dell'aiuto materiale.<br />

Lo scopo di tali sforzi è sensibilizzare l'opinione<br />

pubblica alla necessità e all'obbligo di portare<br />

l'aiuto ai malati di lebbra, alla cura medica, a dare<br />

loro la possibilità di una vita autenticamente umana.<br />

Questo tipo di attività e di impegno a favore dell'uomo<br />

sofferente esige da tutti una profonda conversione<br />

all'amore e alla solidarietà.<br />

Il Cardinale Carlo Maria Martini durante l'incontro a Milano con i giornalisti in occasione della festa del patrono san Francesco di Sales<br />

Conoscere la Sacra Scrittura aiuta ad imparare a comunicare con gioia e correttamente<br />

La Bibbia ha da insegnare qualcosa ai<br />

giornalisti? Certamente, e non soltanto<br />

sotto il profilo morale, come si potrebbe<br />

pensare a prima vista. L'analisi degli<br />

stessi moduli di narrazione della Sacra<br />

Scrittura può dare un valido aiuto a chi<br />

oggi lavora nel mondo dei mezzi di comunicazione<br />

sociale, sia carta stampata,<br />

sia emittenti radiotelevisive o anche<br />

nuove forme di trasmissione delle notizie.<br />

Lo ha fatto notare venerdì scorso<br />

l'Arcivescovo di Milano, Cardinale Carlo<br />

Maria Martini, durante l'annuale incontro<br />

con i giornalisti in occasione della ricorrenza<br />

della festa del patrono san<br />

Francesco di Sales che cade il 24 gennaio.<br />

Quest'anno v'è stata una novità<br />

nell'impostazione dell'ormai tradizionale<br />

appuntamento: si è svolto, infatti, sotto<br />

forma di una lezione del Cardinale agli<br />

allievi delle due Scuole di giornalismo<br />

con sede a Milano, quella dell'Istituto<br />

«De Martino» (facente capo all'Ordine<br />

professionale) e quella presso l'Università<br />

Cattolica del Sacro Cuore. Erano presenti<br />

anche docenti dei corsi stessi.<br />

Si è trattato comunque di un incontro<br />

aperto a tutti coloro che operano nel<br />

mondo della comunicazione sociale e<br />

che hanno potuto affrontare, grazie alle<br />

riflessioni del Porporato, alcuni aspetti<br />

solitamente non molto approfonditi.<br />

L'Arcivescovo ha avuto parole di stima<br />

per coloro che svolgono questo ruolo,<br />

«questa professione ardua e difficile»;<br />

ha citato il documento del Papa Giovanni<br />

Paolo II diffuso in occasione della<br />

Giornata Mondiale per le comunicazioni<br />

sociali e ha detto di condividere la sostanziale<br />

fiducia del Santo Padre negli<br />

strumenti e soprattutto nelle persone<br />

che li utilizzano. Il Cardinale Martini ha<br />

pure confidato che «di giornalistico nella<br />

mia vita c'è stato soltanto un piccolo sogno»,<br />

in giovane età, quando la vita casa-scuola<br />

«pareva molto monotona» e<br />

quello di giornalista appariva come un<br />

lavoro non monotono; «ma poi ho fatto<br />

altre scelte».<br />

Fra queste ultime c'è da annoverare<br />

quella grazie alla quale si è dedicato agli<br />

studi biblici. Si è trattato di una scelta<br />

fondamentale per il Porporato, che nella<br />

«lezione» tenuta al Centro Paolo VI ha<br />

indicato ai giovani futuri giornalisti<br />

quanto si possa attingere alle Sacre<br />

Scritture poiché sono «ricche di spunti<br />

comunicativi».<br />

Il servo di Dio Padre Jan Beyzym, Gesuita polacco, con i suoi malati di lebbra in Madagascar (1901)<br />

Una premessa è stata dedicata dal<br />

Cardinale ai tre tipi di narrazione, così<br />

come sono stati indicati dallo scrittore,<br />

Giovanni Covini: quella fatta da qualcuno<br />

che sa qualcosa a qualcuno che non<br />

la sa; quella di chi sa a chi già conosce<br />

l'argomento ma può essere interessato<br />

ad una diversa esposizione o interpretazione;<br />

infine, quella di qualcuno che<br />

non sa ad un altro che pure non sa.<br />

«Quest'ultimo pare un caso paradossale<br />

ma — ha detto l'Arcivescovo — è quello<br />

rappresentato dalla «profondità del dire<br />

che non tutti colgono»; e «chi maneggia<br />

la penna, il computer o il microfono deve<br />

avere una grande riverenza verso il<br />

linguaggio». Ha poi aggiunto: «Il quarto<br />

tipo è quello del raccontare di chi non<br />

sa a chi invece sa. E un esempio è quello<br />

dello studente impreparato che si trova<br />

di fronte il professore che lo interroga».<br />

Ma quali moduli informativi usa la<br />

Bibbia? C'è, anzitutto, l'informazione<br />

cronachistica; il nome stesso ci fa pensare<br />

al libro delle Cronache, ma anche ad<br />

altri libri storici come quelli di Samuele<br />

e dei Re, a molta parte del Pentateuco,<br />

ai Vangeli ed agli Atti degli Apostoli. Il<br />

modulo di questa modalità è la linea retta:<br />

i fatti sono narrati uno dopo l'altro,<br />

in modo semplice, ed è una forma che<br />

ha in sé il germe del giornalismo.<br />

Troviamo, poi, «l'informazione sintetica,<br />

o condensata, o valutativa», costituita<br />

non da una elencazione di avvenimenti,<br />

ma da una sintesi che ne dà il significato.<br />

«Basti pensare — ha spiegato<br />

a questo proposito il Cardinale — ad<br />

ampi brani dei Giudici, ancora dei Re e<br />

degli Atti, per esempio laddove (2, 42<br />

sgg.) si parla della primitiva comunità<br />

cristiana di Gerusalemme. La figura che<br />

può rappresentare questo modulo è il<br />

cerchio».<br />

Ancora, c'è l'informazione simbolica,<br />

«che ci consegna non solo la cronaca ed<br />

il senso degli eventi, ma li condensa in<br />

un'immagine, in un racconto denso di<br />

simboli». A tale riguardo si può citare il<br />

racconto — reale e simbolico al tempo<br />

stesso — che Luca fa (4, 16-30) della<br />

prima visita di Gesù a Nazareth, nella sinagoga,<br />

nella quale sono riassunte più<br />

visite ma soprattutto l'intera vita di Gesù.<br />

E qui la figura è l'elica, nella sua accezione<br />

di «una curva a spire che si avvolge<br />

su un cilindro».<br />

A questo punto il Cardinale è passato<br />

ad un altro livello di riflessione, domandandosi:<br />

quale relazione esiste tra la comunicazione<br />

biblica e la veridicità dei<br />

fatti? Ovvero: come si comporta la Bibbia<br />

e quali regole possiamo ricavarne,<br />

anche per aiutarci a togliere una certa<br />

pesantezza del comunicare che ha cura<br />

soltanto della pura oggettività?<br />

Anche in questo caso il Cardinale<br />

Martini ha suddiviso la riflessione in alcuni<br />

punti.<br />

Primo: «mi sembra che la Bibbia giudichi<br />

non solo sull'esattezza dei dettagli<br />

ma sulla giustezza della visione d'insieme»;<br />

e la gente anche oggi va aiutata ad<br />

esigere questa visione.<br />

Secondo: «la Bibbia ha la caratteristica<br />

di far conoscere onestamente i propri<br />

presupposti interpretativi senza messaggi<br />

subdoli o subliminali»; fatto che ci ricorda<br />

come non esistano la neutralità<br />

pura né l'informazione oggettiva. Per<br />

conseguenza: nel comunicare «è corretto<br />

lasciar trasparire il proprio punto di<br />

vista».<br />

Terzo «comportamento» della Sacra<br />

Scrittura: «l'informazione biblica è sempre<br />

sostenuta da un desiderio di comu-<br />

nicare la buona notizia. Più è grande<br />

questo desiderio, più suscita strumenti<br />

comunicativi», perciò nascono forme artistiche,<br />

curate, belle: il ritmo, la poesia<br />

eccetera.<br />

Ciò risulta pure constatando che «chi<br />

ritiene di non avere nulla da dire si rinchiude<br />

in sé stesso» e «si capisce se uno<br />

comunica con gioia e con gusto». Infine,<br />

quarta «regola»: «la narrazione biblica<br />

tende a coinvolgere il lettore, a suscitare<br />

una risposta che dà luogo ad una comunicazione<br />

successiva»; per la concretezza<br />

dell'oggi questo messaggio significa<br />

che «le emittenti più sono potenti e persuasive<br />

e più devono tener conto di un<br />

partner».<br />

Giungendo alle conclusioni, l'Arcivescovo<br />

ha esortato — giovani e non — a<br />

considerare che «l'etica dell'informazione<br />

non si fa solo in astratto ma anche<br />

attraverso l'autocorrezione continua,<br />

che si fa con il partner comunicativo».<br />

Assicurando ancora stima ed attenzione<br />

per i giornalisti, ha terminato dicendo:<br />

«Comunicate con gioia e comunicate eticamente».<br />

ALBERTO MANZONI


A ROMA<br />

PAGINA<br />

9 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Domenica 28 Gennaio 2001<br />

TRASPORTI Bandito un concorso per la realizzazione della nuova stazione<br />

Tiburtina diventerà il più importante<br />

scalo ferroviario della città<br />

«La Tiburtina sarà la prima “stazioneponte”<br />

italiana con un traffico ferroviario<br />

di primaria importanza poiché vi<br />

transiteranno oltre ai treni regionali e<br />

nazionali anche i convogli ad alta velocità».<br />

Lo ha affermato, venerdì, l'amministratore<br />

delegato delle Ferrovie dello<br />

Stato, Giancarlo Cimoli, durante la firma<br />

del protocollo d’intesa tra le FS e il<br />

Comune di Roma che disciplina il Concorso<br />

internazionale di progettazione<br />

della copertura della stazione ferroviaria<br />

di Roma Tiburtina.<br />

La cerimonia della firma si è svolta<br />

nel Palazzo dei Conservatori, in Campidoglio,<br />

a siglare il Protocollo d'intesa sono<br />

stati l’amministratore delegato Giancarlo<br />

Cimoli, il vice sindaco di Roma e<br />

assessore alla Mobilità, Walter Tocci, e<br />

l’assessore capitolino alle Politiche del<br />

territorio, Domenico Cecchini.<br />

«I tempi per la ristrutturazione dell'intero<br />

scalo ferroviario — ha aggiunto<br />

Giancarlo Cimoli — sono molto stretti,<br />

però contiamo di poterla ultimare entro<br />

e il 2004».<br />

Le procedure di pubblicazione del<br />

concorso saranno avviate entro il 15 febbraio<br />

prossimo.<br />

I partecipanti dovranno presentare<br />

una progettazione preliminare che sarà<br />

valutata da una giuria composta da architetti<br />

di fama internazionale.<br />

Al vincitore le Ferrovie dello Stato affideranno<br />

la progettazione definitiva ed<br />

esecutiva della copertura della cosiddetta<br />

«piastra ponte» (circa trentaduemila<br />

metri quadrati, già costruita sopra il fascio<br />

dei binari), dei servizi di stazione e<br />

dei collegamenti funzionali con i piazzali<br />

Est ed Ovest dello scalo ferroviario, rispettivamente<br />

sul fronte Pietralata e Nomentano.<br />

«L’intera opera costerà centoventi miliardi<br />

di lire — ha sottolineato l'ingegner<br />

Marcello Tringali, direttore dei lavori<br />

della stazione — con l'utilizzo di tecniche<br />

e materiali considerati all'avanguardia».<br />

Nel corso della cerimonia è stato sottolineato<br />

come la stazione Tiburtina sia<br />

destinata a divenire, entro brevissimo<br />

tempo, lo scalo delle linee ferroviarie veloci<br />

nazionali e internazionali di Roma e<br />

anche il più importante nodo di scambio<br />

delle rete di mobilità urbana e metropolitana<br />

della capitale.<br />

Le previsioni, secondo le FS, sono di<br />

un flusso quotidiano di oltre centoquarantamila<br />

frequentatori e settantamila<br />

passeggeri; oggi sono rispettivamente<br />

cinquantamila e trentamila. Le Ferrovie<br />

dello Stato ritengono che nel 2004 nella<br />

stazione transiteranno 457 treni in aggiunta<br />

ai cinquantasei ad alta velocità<br />

ed ai convogli merci.<br />

«Insieme all'Auditorium e al Centro<br />

Congressi dell'Eur — ha dichiarato l'assessore<br />

Domenico Cecchini — la riqualificazione<br />

della stazione Tiburtina è una<br />

delle tre grandi opere del nuovo assetto<br />

dato alla città».<br />

Il progetto di copertura della stazione<br />

rientra in un più ampio Piano di assetto<br />

che riguarda novantadue ettari con, tra<br />

l’altro, la ristrutturazione dell’attuale<br />

fabbricato viaggiatori, l’attrezzaggio della<br />

stazione «a ponte» che scavalca i binari,<br />

la realizzazione di un nuovo piazzale<br />

sul versante Est dove sarà allestito<br />

un punto di scambio tra bus, taxi e autovetture<br />

private.<br />

Nel versante Ovest è prevista la fermata<br />

della metropolitana, la nuova stazione<br />

autolinee e il capolinea degli autobus<br />

urbani. Due saranno i poli commerciali,<br />

ad Ovest e ad Est, collegati dalla<br />

«piastra ponte». A sua volta questo progetto<br />

è parte di un più ampio programma<br />

di riqualificazione urbanistica dell’in-<br />

«Libretto casa»: tra 10 giorni<br />

pronti i cd-rom contenenti<br />

le informazioni sui fabbricati<br />

Tra una decina di giorni al massimo i<br />

cd-rom che verranno utilizzati dagli<br />

esperti per la redazione del «libretto casa»<br />

saranno a disposizione dei cittadini.<br />

Ciascun cd-rom costerà circa 50.000<br />

lire e conterrà tutte le caratteristiche<br />

statiche, storiche, impiantistiche e del<br />

sottosuolo degli edifici della Capitale. «Il<br />

cd-rom — ha spiegato venerdì l'assessore<br />

ai Lavori pubblici, Esterino Montino<br />

— sarà compilato da ingegneri, architetti,<br />

geometri, geologi e agronomi con<br />

l’ausilio di un professionista e sarà distribuito<br />

in doppia copia: una rimarrà ai<br />

proprietari degli stabili, l’altra confluirà<br />

nella banca dati del Comune».<br />

Previste agevolazioni a fondo perduto<br />

pari al 30% per tutti coloro che decidano<br />

di dotarsi, indipendentemente dalla<br />

data di costruzione dello stabile in cui<br />

vivono, del fascicolo di fabbricato entro<br />

il 31 dicembre 2001. Per le dimore storiche<br />

le agevolazioni saliranno al 40 per<br />

cento.<br />

In caso di mancata redazione del libretto<br />

non sono previste sanzioni ma limitazioni<br />

per i proprietari degli immobili.<br />

Questi, infatti, non potranno chiedere<br />

all’amministrazione comunale licenze<br />

commerciali volture o concessioni edilizie.<br />

tera area che prevede la creazione di<br />

strade, parcheggi, strutture culturali e<br />

ricreative e ampie aree a verde. Si tratta<br />

dell’accordo Quadro sul nodo di Roma<br />

e dell’accordo di programma sottoscritto<br />

dalle Ferrovie dello Stato e dal Campidoglio.<br />

La riqualificazione dell’intera area<br />

comporterà investimenti per circa 440<br />

miliardi di lire che si aggiungono ai centoventi<br />

per la costruzione e l’attrezzaggio<br />

della «piastra ponte». Nel nuovo insediamento,<br />

a regime, saranno occupate<br />

circa 5.500 persone, in aggiunta agli addetti<br />

ai servizi di stazione e al nodo ferroviario.<br />

«È importante sottolineare che tutto<br />

quello che è stato realizzato fino ad oggi<br />

— ha detto Giancarlo Cimoli — non ha<br />

provocato disagi al traffico ferroviario.<br />

Sciagure<br />

stradali<br />

vicino a Frascati<br />

e nella Capitale<br />

Ancora sangue sulle strade: nelle ultime<br />

ore un giovane è morto a Frascati in<br />

un incidente sulla via Tuscolana; mentre<br />

al Prenestino una donna, con il figlio in<br />

braccio, è stata travolta da un'auto pirata<br />

ed ora si trova ricoverata in gravi<br />

condizioni all'ospedale san Giovanni.<br />

Nel primo incidente, avvenuto all'una<br />

di notte, l'auto condotta dall’uomo, proveniente<br />

da Frascati e diretta a Roma<br />

sulla Tuscolana, poco dopo l’incrocio<br />

con via di Vermicino, si è ribaltata andando<br />

ad urtare più volte il guard rail<br />

che delimita la carreggiata e il muro di<br />

cinta al lato della strada. Inutile l’intervento<br />

tempestivo dei Vigili del fuoco di<br />

Frascati, che hanno estratto il giovane<br />

dall’abitacolo dell’auto semidistrutta.<br />

Trasportato all’ospedale san Sebastiano<br />

con l’ambulanza del «118», il giovane, di<br />

cui non si conoscono ancora le generalità,<br />

è morto poco dopo.<br />

Nell'altro episodio una donna capoverdiana<br />

stava attraversando la strada<br />

con in braccio il figlio di un anno quando<br />

è stata investita da un auto pirata, il<br />

cui conducente non si è fermato a soccorrerla.<br />

Ora la donna, che ha 40 anni,<br />

è ricoverata in coma all’ospedale san<br />

Giovanni, mentre suo figlio, che ha riportato<br />

contusioni varie, guarirà in cinque<br />

giorni. L’incidente è accaduto intorno<br />

alle ore 20 di venerdì, in via degli Armenti.<br />

L’auto che l’ha investita, una<br />

Peugeot 205 scura, è stata rintracciata<br />

dalla Polizia in un deposito di autodemolizioni,<br />

in via Palmiro Togliatti, risultando<br />

rubata. La proprietaria ne aveva<br />

denunciato il furto poco prima, intorno<br />

alle ore 18.<br />

Brasiliana in manette<br />

a Fiumicino: aveva ingerito<br />

158 ovuli di cocaina<br />

Aveva più di un chilogrammo di cocaina<br />

pura nello stomaco una giovane<br />

brasiliana fermata e arrestata oggi, sabato,<br />

all’aeroporto di Fiumicino dagli uomini<br />

del comando «Gruppi aeroporti<br />

della Guardia di Finanza», in collaborazione<br />

con lo Svad (Servizio vigilanza antifrode<br />

doganale). P.F.C.M., 31 anni, poco<br />

prima di imbarcarsi a San Paolo del<br />

Brasile sul volo per Roma, via Amsterdam,<br />

aveva ingerito 158 ovuli contenenti<br />

1.105 grammi di cocaina con cui si sarebbero<br />

potute confezionare 7.700 dosi,<br />

che sul mercato avrebbero fruttato oltre<br />

un miliardo e mezzo di lire. Appena<br />

sbarcata a Fiumicino la donna è stata<br />

fermata dai finanzieri perché dopo un<br />

normale controllo dei documenti, appariva<br />

particolarmente agitata. Dopo aver<br />

chiesto l’autorizzazione al magistrato di<br />

turno, la brasiliana è stata condotta all’ospedale<br />

Grassi di Ostia. Un esame radiografico<br />

ha rivelato la presenza di numerosi<br />

corpi estranei nella cavità addominale.<br />

Un test ha confermato che si<br />

trattava di cocaina pura, così è scattato<br />

l’arresto. In una seconda operazione i finanzieri<br />

hanno arrestato per possesso di<br />

sostanze stupefacenti un cagliaritano di<br />

24 anni, disoccupato.<br />

Abbiamo lavorato incessantemente evitando<br />

di bloccare il passaggio dei convogli.<br />

Una volta terminati i lavori, la Tiburtina<br />

sarà, senza dubbio, la seconda<br />

stazione della Capitale per importanza e<br />

traffico ferroviario».<br />

Soddisfazione è stata espressa anche<br />

dall'assessore Valter Tocci. «Il Campidoglio<br />

ringrazia le Ferrovie dello Stato per<br />

gli interventi realizzati a Roma atti a migliorare<br />

la viabilità — ha dichiarato l'assessore<br />

capitolino alla Mobilità — . La<br />

costruzione del ponte sopra i binari della<br />

Tiburtina dimostra la volontà da parte<br />

di tutti di voler avvicinare sempre di più<br />

la periferia al centro della città. Il ponte,<br />

infatti, unisce Pietralata alla zona di<br />

piazza Bologna».<br />

FRANCESCO RICUPERO<br />

COMUNE Previste numerose modifiche<br />

Piano regolatore: firmata<br />

l'intesa tra Giunta e sindacati<br />

Intesa raggiunta tra il Comune e Cgil,<br />

Cisl e Uil sulle proposte integrative al<br />

nuovo piano regolatore formulate dai<br />

tre sindacati. La notizia è giunta venerdì<br />

dall'assessore alle Politiche del territorio,<br />

Domenico Cecchini che, con il vicesindaco,<br />

Walter Tocci, rappresentava il comune.<br />

L’intesa firmata tra Comune e sindacati,<br />

che convergono sulla utilità del<br />

nuovo piano regolatore e sui suoi contenuti<br />

— annuncia un comunicato — viene<br />

dopo una lunga serie di riunioni.<br />

Cgil, Cisl e Uil, spiega la nota, hanno<br />

Parcheggi: raggiunto<br />

un accordo<br />

con i 200 lavoratori<br />

Un accordo, che garantisce i<br />

200 lavoratori delle aree di sosta a<br />

pagamento, «anche in caso di risoluzione<br />

anticipata del contratto<br />

d’appalto», è stato siglato venerdì<br />

dal Comune, sindacati e dalla Sta.<br />

L’intesa impegna la Sta a garantire<br />

il rapporto di lavoro a tempo<br />

determinato per il periodo che intercorre<br />

tra l’indizione di una<br />

nuova gara di appalto e l’assegnazione<br />

delle aree di sosta. La società,<br />

inoltre, si è impegnata a tutelare<br />

i lavoratori qualora la società<br />

aggiudicataria del servizio dovesse<br />

risultare insolvente<br />

Domenica<br />

chiusa al traffico<br />

via dei Fori Imperiali<br />

Domenica prossima dalle ore 9 alle 18<br />

verrà chiusa al traffico via dei Fori Imperiali.<br />

Lungo la strada — si legge in un<br />

comunicato dell'assessorato capitolino<br />

alle Politiche ambientali — si svolgerà<br />

dalle ore 10 alle 16 una serie di iniziative<br />

ludiche, culturali, ricreative ed intrattenimenti<br />

musicali.<br />

Su un grande palco a via San Pietro<br />

in Carcere, si esibiranno le bande musicali<br />

dell'Arma, dell'Atac e dei Vigili urbani,<br />

il piccolo coro del Campidoglio e<br />

altri gruppi musicali.<br />

Per la gioia dei più piccoli, si terranno<br />

dei laboratori didattici per insegnare a<br />

riciclare ciò che non utilizziamo, laboratori<br />

espressivi e laboratori di trucco per<br />

bambini. giardino musicale con relativi<br />

giochi, giardino armonico con mostra di<br />

lavori fatti presso le scuole e distribuzione<br />

ai partecipanti di bulbi e vasi. Inoltre,<br />

spettacolo di burattini, trampolieri,<br />

giochi di movimento e di prestigio.<br />

Nell'ambito delle iniziative organizzate<br />

dal Campidoglio, alle ore 11, si svolgerà<br />

l'inaugurazione del nuovo Centro<br />

informativo Fori Imperiali su via dei<br />

Fori Imperiali angolo via Tempio della<br />

Pace.<br />

29 GENNAIO 2001<br />

Lunedì della IV settimana<br />

del tempo ordinario - Feria<br />

(verde)<br />

Messa a scelta<br />

Lezionario: Eb 11, 32-40; Salmo<br />

30; Mc 5, 1-20<br />

Liturgia delle Ore: Lun. IV<br />

sett. - Ufficio della feria<br />

Fede<br />

La Chiesa chiede che tutte<br />

le fedi abbiano gli stessi diritti,<br />

compresa la «fede» di<br />

chi non crede o crede di non<br />

credere.<br />

(Card. Franz Koenig)<br />

a cura di p. Leonardo Sapienza, R.C.I.<br />

CARITAS I locali potranno ospitare cento persone senza fissa dimora<br />

Aperto a Ponte Casilino<br />

un centro di accoglienza<br />

Il sogno è diventato realtà. È il sogno<br />

di Mons. Luigi Di Liegro, il compianto<br />

direttore della Caritas diocesana che<br />

chiese e ottenne dal Comune l'assegnazione<br />

e la ristrutturazione dei locali di<br />

Ponte Casilino per accogliere i barboni e<br />

i senza fissa dimora.<br />

Il progetto approvato da diversi anni<br />

è rimasto fermo per moltissimo tempo.<br />

I lavori in via Casilina Vecchia, 15, sono<br />

stati iniziati, interrotti e poi ripresi diverse<br />

volte fino alla completa ristrutturazione<br />

dell'edificio. Così venerdì la casa<br />

accoglienza è stata assegnata dal sindaco,<br />

Francesco Rutelli, alla Caritas diocesana<br />

alla presenza tra gli altri degli assessori<br />

capitolini Giusy Gabriele e Amedeo<br />

Piva, di Mons. Guerino Di Tora, direttore<br />

della Caritas, del vicedirettore<br />

Claudio Cecchini e del vicepresidente<br />

della Fondazione Di Liegro, Luigina Di<br />

Liegro.<br />

La struttura è composta da 45 stanze<br />

da due e tre posti letto comprensive di<br />

servizi igienici, disposte su tre piani e<br />

potrà ospitare circa cento persone. I primi<br />

ospiti sono i trentadue barboni del<br />

vicino centro di accoglienza della Caritas.<br />

Con l'inaugurazione della casa «Ponte<br />

Casilino», la Caritas diocesana conclude<br />

una fase importante delle sue iniziative<br />

progettate a favore dei senza fissa dimora.<br />

L'edificio ristrutturato è inserito in un<br />

complesso di capannoni e rappresenta<br />

solo la prima parte di un progetto più<br />

ampio che prevede la completa ristrut-<br />

concentrato la propria attenzione sulla<br />

massima incentivazione dei processi di<br />

demolizione e ricostruzione dei fabbricati,<br />

sulla adozione di interventi per favorire<br />

migliori condizioni di affitto per speciali<br />

categorie sociali, sulla riqualificazione,<br />

o rilocalizzazione, delle aree produttive,<br />

sullo smaltimento dei rifiuti e la<br />

conseguente destinazione delle discariche.<br />

I sindacati si sono anche espressi sulla<br />

estensione del metodo dello scavo archeologico<br />

preventivo, da realizzare mediante<br />

specifici finanziamenti statali, in<br />

modo da giungere alla definitiva definizione<br />

di una completa e dettagliata<br />

«Carta archeologica» della Capitale.<br />

La nota aggiunge che l’attenzione di<br />

Cgl, Cisl e Uil si è concentrata soprattutto<br />

sul quadrante nord-occidentale, per il<br />

quale si è convenuto di rafforzare le<br />

nuove centralità della zona della Massimina<br />

e di piazza dei Giureconsulti, e di<br />

collegare l’area di Santa Maria della Pietà<br />

all’Ipogeo degli Ottavi.<br />

Altri punti di interesse sono stati la riqualificazione<br />

del quartiere Esquilino,<br />

dal quale entro breve tempo sparirà il<br />

mercato di piazza Vittorio, e il tanto atteso<br />

prolungamento della linea metropolitana<br />

C.<br />

Per oggi, sabato, è previsto la ricezione<br />

da parte della Giunta, nella proposta<br />

del nuovo Piano, delle delibere relative<br />

ai Programmi di recupero urbano (articoli<br />

11) e alle compensazioni dei parchi,<br />

e l'inserimento nel Piano delle modifiche<br />

derivanti dalle osservazioni fatte dalle<br />

circoscrizioni.<br />

turazione degli altri spazi per l'allestimento<br />

della cappella, dei laboratori artigianali,<br />

del teatro e del cinema.<br />

Qui le persone ospitate potranno finalmente<br />

dare il via al proprio progetto<br />

di vita attraverso corsi di formazione al<br />

lavoro, percorsi di disintossicazione dall'alcol<br />

e dalla droga e di recupero delle<br />

proprie capacità personali, in stretta collaborazione<br />

con gli altri servizi sociali e<br />

di volontariato del territorio. Questo significa<br />

che la struttura non servirà solo<br />

a tamponare le emergenze e a fronteggiare<br />

le fredde serate invernali ma diventerà<br />

il luogo ideale per l'elaborazione<br />

di progetti specifici mirati sulla persona.<br />

Più specificatamente si tratta di una<br />

struttura di seconda accoglienza, ovvero<br />

del secondo gradino verso il reinserimento<br />

sociale. Il primo è rappresentato<br />

dagli ostelli e dalle mense, pensati per<br />

fronteggiare le emergenze legate alla fame<br />

e al freddo, poi immediate scattano<br />

altre esigenze dirette al recupero delle<br />

persone finite in strada. E in questo<br />

contesto s'inserisce la nuova struttura di<br />

Ponte Casilino.<br />

La responsabile della casa accoglienza,<br />

Renata Pizzagalli, sottolinea l'importanza<br />

della riabilitazione dei senza fissa<br />

dimora per reinserirli nella società.<br />

«Per ora manca un progetto preciso<br />

— dice — in questi ultimi anni abbiamo<br />

assistito ad un cambiamento del mondo<br />

dei barboni prima popolato in prevalenza<br />

da anziani e italiani ora da immigrati<br />

e giovani. Un fenomeno nuovo che ge-<br />

nera altra marginalità. Noi in quanto<br />

Caritas diciamo no alla pura assistenza,<br />

sì al cammino personale, al progetto di<br />

vita. È un mondo difficile quello dei senza<br />

fissa dimora, hanno vissuto in strada<br />

per molto tempo ed è difficile per loro<br />

tornare a rispettare le regole, anche le<br />

più elementari».<br />

«Questo centro di accoglienza si deve<br />

alla tenacia di Mons. Luigi Di LIegro e<br />

alle sollecitazioni del principe Ruspoli.<br />

La struttura è un importante segno di<br />

attenzione ai poveri e diventerà un luogo<br />

di incontro e di riflessione — ha sottolineato<br />

Mons. Di Tora —. Ponte Casilino<br />

rappresenta una risposta non solo<br />

ai problemi dell'emergenza ma è un vero<br />

e proprio progetto di reinserimento<br />

che potrà essere realizzato in sinergia<br />

con il Comune, i volontari e tutte le altre<br />

risorse del territorio».<br />

Il Sindaco Rutelli ha detto: «L'apertura<br />

del centro è solo la prima tappa della<br />

collaborazione possibile tra la Caritas e<br />

il Comune di Roma grazie alla quale<br />

molti barboni potranno essere accolti. È<br />

un passo importante per la città, grazie<br />

alla Caritas per averci incalzato». Il Sindaco<br />

ha anche ricordato che da quest’anno<br />

i turisti che lanceranno una monetina<br />

nella fontana di Trevi daranno un<br />

aiuto alle migliaia di barboni ed emarginati<br />

assistiti dalla Caritas. Il Comune ha<br />

deciso di devolvere alla Caritas il ricavato<br />

— circa 400 milioni l’anno — della<br />

montagna di monetine che periodicamente<br />

vengono raccolte dalla vasca di<br />

uno dei monumenti simbolo di Roma.<br />

MADDALENA BUONFIGLIO<br />

AEROPORTO Nei magazzini dei negozi<br />

Fiamme ma pochi danni<br />

al «Leonardo da Vinci»<br />

Un incendio si è sviluppato intorno alle<br />

14.45 di ieri, venerdì, all’interno di<br />

una ristretta area destinata allo stoccaggio<br />

di merci nei magazzini di alcuni<br />

esercizi commerciali, nell’area di transito<br />

tra il molo europeo e quello dei voli<br />

nazionali dell’aeroporto «Leonardo da<br />

Vinci» di Fiumicino.<br />

L’intervento di sei unità dei vigili del<br />

fuoco delle squadre degli Aeroporti di<br />

Roma è scattato immediatamente in seguito<br />

alla segnalazione dei sensori di rilevazione<br />

d’incendio e fumo. Nell’area<br />

sono stati subito isolati gli impianti elettrici<br />

e di ventilazione.<br />

Il transito dei passeggeri è comunque<br />

proseguito normalmente. Non si sono<br />

registrate scene di panico, anche se per<br />

qualche minuto si è sprigionato del fumo.<br />

Fortunatamente non si sono avuti<br />

neanche riflessi negativi sull’operatività<br />

dello scalo che ha proseguito a pieno<br />

ritmo.<br />

L'immediato intervento dei vigili del<br />

fuoco è stato possibilegrazie alla possibilità<br />

di intervenire direttamente nell’edificio<br />

passando dai piazzali delle piste. Le<br />

fiamme sono state spente immediatamente<br />

e i pompieri hanno potuto subito<br />

dedicarsi alla ricerca del focolaio dell'incendio,<br />

al fine di ricostruirne le cause e<br />

all'accertamento dei danni, che, come si<br />

accennava, non sono comunque particolarmente<br />

gravi.<br />

Il piano di sicurezza dell’aeroporto ha<br />

comportato anche l’intervento preventivo<br />

di sei autoambulanze, per fortuna rimaste<br />

comunque al margine dei piazzali.<br />

Piano pullman: Consiglio di Stato respinge ricorso<br />

È legittimo il piano messo a punto dal Campidoglio per disciplinare l’accesso<br />

dei pullman turistici nel centro storico. Lo ha stabilito il Consiglio di Stato<br />

che ha respinto il ricorso presentato da alcune organizzazioni di operatori<br />

turistici che chiedevano l’annullamento del provvedimento del Tar che<br />

aveva dato via libera al piano. Nell’ordinanza l’organo di appello della magistratura<br />

amministrativa motiva il rigetto sottolineando che «nell’attuale fase<br />

sono da privilegiare le esigenze di interesse pubblico» e che i rilievi<br />

mossi contro il Comune non sono «suscettibili di accoglimento». Intanto,<br />

sempre il Consiglio di Stato ha dato il via libera ai lavori del parcheggio<br />

sotterraneo di via Oslavia accogliendo così il ricorso del Campidoglio contro<br />

la sentenza del Tar che aveva decretato la sospensione dei lavori.<br />

Carne avariata: pm chiede giudizio per Cremonini<br />

Il sostituto procuratore della Repubblica di Rieti, Fabio Picuti, ha chiesto,<br />

venerdì, il rinvio a giudizio del presidente del consiglio di amministrazione<br />

dell’Inalca, Vincenzo Cremonini, del procuratore dello stabilimento di Rieti,<br />

Rodolfo Sassi e del direttore di produzione, Daniele Castelli. L’accusa è<br />

quella di detenzione di sostanze pericolose alla salute pubblica. L’inchiesta<br />

è stata avviata nel maggio del 1999 quando i Nas rinvennero all’interno di<br />

un capannone distante da quelli della produzione 100 quintali di scatolette<br />

di carne avariata. Sulla vicenda era già in atto un'indagine giudiziaria da<br />

parte del sostituto procuratore della Repubblica, Maria Cordova. In un esposto<br />

inviato al magistrato si rendeva noto che per confezionare le scatole da<br />

inviare ai Paesi in via di sviluppo veniva riciclata carne già confezionata.<br />

Sfruttava cinque extracomunitari: arrestato<br />

Aveva creato una piccola organizzazione per sfruttare il lavoro di 5 immigrati<br />

dall’Europa dell'Est, ai quali cedeva una piccola parte del salario che<br />

si faceva consegnare direttamente dagli imprenditori che gli offrivano il lavoro.<br />

L'uomo, Ruggero Bonorva, è stato arrestato. Le indagini erano partite<br />

dopo alcune segnalazioni giunte ai Carabinieri sulla sua attività. Sono così<br />

iniziati i controlli e gli appostamenti. Avuta conferma dell’attività di caporalato<br />

Bonorva è stato arrestato per sfruttamento della manodopera clandestina<br />

e favoreggiamento all’immigrazione. I 5 extracomunitari sono stati accompagnati<br />

in Questura in quanto nessuno era in possesso del permesso di<br />

soggiorno e per loro è scattato il provvedimento di espulsione.<br />

Continua ad estendersi<br />

la voragine a Marcellina:<br />

svuotato il gasdotto<br />

Continua ad allargarsi la voragine<br />

che si è aperta, all’alba di giovedì,<br />

in un pescheto di Marcellina,<br />

nei pressi di Mentana. Ieri,<br />

venerdì, ha sfiorato il gasdotto<br />

«Tranmed» proveniente dall’Algeria,<br />

che attraversa il terreno di<br />

proprietà di Aurelio Lattanzi. In<br />

meno di 24 ore il diametro della<br />

voragine si è allargato di 20 metri,<br />

passando da 50 a 70. La profondità<br />

si è assestata sui 30 metri, almeno<br />

così sembra, visto che il<br />

fondo è nascosto dall’acqua. I Carabinieri,<br />

nel frattempo, devono<br />

tenere a bada i curiosi che si accalcano<br />

sul posto, anche se l’area<br />

è stata recintata e la via comunale<br />

d’accesso chiusa al traffico.<br />

Intanto, lo stato d’allarme continua.<br />

La voragine rischia di allargarsi<br />

fino a un traliccio dell’Enel<br />

distante, fino ad ora, una ventina<br />

di metri. Per evitare fughe di gas<br />

sono state chiuse le centraline del<br />

metano di Palombara e Castel<br />

Madama mentre è stato portato a<br />

conclusione lo svuotamento del<br />

gasdotto. L'operazione si è conclusa<br />

senza particolari problemi.<br />

RADIO<br />

VATICANA<br />

OM: 1530 kHz - 196 metri<br />

(Per la zona di Roma<br />

anche Onda Media 527 kHz<br />

e FM 93.3 e 105 MHz)<br />

OC: nelle bande 49, 31, 25 e 19 metri<br />

LUNEDÌ 29 GENNAIO<br />

00.10: Studio A (stereo): Con<br />

voi nella notte<br />

7.20-15.30-17.30-23-24: Orizzonti<br />

Cristiani<br />

7.30: Santa Messa in latino<br />

8-12-14-15-16-18-21-23.30: Radiogiornale<br />

in italiano, spagnolo,<br />

portoghese, francese,<br />

inglese, tedesco e polacco<br />

16.30: «Giuseppe Verdi» (V)<br />

17: Liturgia delle Ore, celebrazione<br />

dei Vespri in latino<br />

20.20: Programma tedesco:<br />

Weltkirchen-Magazin<br />

20.40: Recita del Santo Rosario<br />

in latino<br />

21.30: Programma francese:<br />

La Rome chrétienne: Les «tituli»,<br />

Saint-Marc<br />

21.50: Programma inglese<br />

22.10: Programma spagnolo


IN ITALIA<br />

PAGINA<br />

La<br />

situazione<br />

politica<br />

Si inaspriscono i toni della polemica<br />

sull'ultimo fronte di scontro apertosi tra<br />

Casa delle libertà e Ulivo sul cosiddetto<br />

«election day», ovvero sulla scelta di far<br />

coincidere la data delle elezioni politiche<br />

con quelle amministrative. Di fronte a<br />

Rutelli che annuncia una decisione a favore<br />

di tale abbinamento, Berlusconi replica<br />

minacciando di portare il confronto<br />

nelle piazze, chiamando in causa il<br />

Quirinale e agitando il timore dei brogli.<br />

Un'accusa, questa, che il centro sinistra<br />

respinge come indegna di chi si candida<br />

a governare un Paese democratico e che<br />

tra l'altro era sempre stato favorevole all’abbinamento<br />

delle elezioni per combattere<br />

l’astensionismo.<br />

Dopo giorni di polemiche, ieri Rutelli<br />

ha dato fuoco alle polveri annunciando<br />

che ormai la maggioranza aveva deciso<br />

per l’abbinamento fra politiche e amministrative,<br />

e dunque il Governo agirà di<br />

conseguenza. Una posizione, confermata<br />

nel Governo dal sottosegretario Franceschini,<br />

alla quale Berlusconi ha risposto<br />

alzando i toni dello scontro: l’abbinamento<br />

sarebbe una «violenza» della<br />

maggioranza sull’opposizione, e il centro<br />

destra chiamerà i cittadini in piazza<br />

a difendere la democrazia. E chiede le<br />

politiche per il 22 aprile, spostando le<br />

amministrative in autunno.<br />

All’appello al popolo, Berlusconi ha<br />

poi aggiunto quello al Capo dello Stato,<br />

annunciando di voler chiedere l’intervento<br />

di Ciampi; su quest’ultimo punto<br />

però non c’è stata sintonia fra lui e il<br />

suo principale alleato, Gianfranco Fini,<br />

il quale ha sottolineato che l’abbinamento<br />

non è questione di competenza del<br />

Capo dello Stato, ed è semmai da denunciare<br />

che Rutelli abbia fatto un annuncio<br />

che sarebbe stato di competenza<br />

del Premier. Piena convergenza invece<br />

da parte di Fini nell’accusare la sinistra<br />

di volere l’abbinamento per fare confusione,<br />

creando il pericolo di brogli.<br />

Questa impostazione è respinta, oltre<br />

che dal centro sinistra, anche dai Presidenti<br />

delle Camere. «L’Italia è un Paese<br />

democratico», ha risposto secco Violante<br />

a chi gli poneva la domanda sui brogli.<br />

Identico nella sostanza il parere di<br />

Mancino che giudica «un po' troppo caricato»<br />

il timore di Berlusconi.<br />

L’Ulivo invita dunque Berlusconi, come<br />

fa Veltroni, a tornare a «toni civili»,<br />

perché ad insistere su questa strada si<br />

potrebbe trovare nel paradosso di chiedere<br />

la presenza di osservatori internazionali<br />

per garantirsi contro l’abbinamento<br />

che, ricorda il leader dei Ds, fu a<br />

suo tempo proposto proprio da lui. Del<br />

resto, osservano Castagnetti e Boselli,<br />

Berlusconi continua a cambiare idea: ieri<br />

aveva respinto l’ipotesi di spostare le<br />

amministrative a novembre, oggi dice<br />

che la accetterebbe.<br />

In attesa delle decisioni ufficiali sulla<br />

data delle elezioni, resta da segnalare il<br />

congresso del Pri, aperto con un discorso<br />

di La Malfa che ha spiazzato molti<br />

dei delegati per la sua netta apertura «a<br />

destra». «La combinazione di forze che<br />

può oggi portare al rilancio dell’Italia,<br />

allo sviluppo e all’occupazione è il centro<br />

destra», ha infatti affermato il segretario,<br />

suscitando la contestazione di decine<br />

di delegati capeggiati dall’esponente<br />

della minoranza, l’europarlamentare Luciana<br />

Sbarbati. Per quest'ultima, «ci sono<br />

varie possibilità di ricreare nel centro<br />

sinistra una dimensione laica cercando<br />

di recuperare anche altre forze, non solo<br />

quella repubblicana». Ma La Malfa è<br />

stato chiaro nel chiedere «un atto di coraggio»:<br />

«Il Pri deve prendere un’altra<br />

strada, allearsi con il centro destra» perché<br />

il centro sinistra è cambiato; nel periodo<br />

successivo a Prodi ha subito un<br />

collasso, ha esaurito la sua spinta propulsiva.<br />

Il dibattito, dunque, è acceso e<br />

solo domani si saprà se il Pri aderirà alla<br />

svolta proposta dal suo segretario.<br />

10 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Domenica 28 Gennaio 2001<br />

NAPOLI — Per offrire un punto di riferimento<br />

ai bambini delle scuole elementari<br />

provenienti da famiglie disagiate, la parrocchia<br />

di san Castrese e il suo centro sociale<br />

«La Famiglia» hanno creato a Marano<br />

(Napoli) un doposcuola aperto per l'intero<br />

anno scolastico, frequentato ogni<br />

giorno da decine di piccoli studenti seguiti<br />

da una folta équipe di volontari.<br />

L'iniziativa — spiega il parroco, don<br />

Giovanni Liccardi, che è anche segretario<br />

del centro — si rivolge anzitutto ai cosid-<br />

MUCCA PAZZA Martedì chiusi tutti i macelli<br />

Proseguono i sequestri<br />

di allevamenti e mangimi<br />

ROMA, 27.<br />

Si conosceranno lunedì o al più tardi<br />

martedì i risultati delle analisi che l'Istituto<br />

zooprofilattico di Torino, centro di<br />

riferimento nazionale per l'encefalopatia<br />

spongiforme bovina, sta effettuando sul<br />

cervello della mucca «pazza» scoperta in<br />

un allevamento del Veronese. I test (immunoistochimico,<br />

istologico e «westernblot»)<br />

sono ancora in corso. «Ad oggi<br />

non ci sono altri casi di positività — ha<br />

rassicurato Enrico Beccaria, direttore<br />

dell’istituto — su 846 reperti analizzati<br />

dall'inizio dell'anno». Tra dieci giorni<br />

aprirà il laboratorio distaccato di Cuneo,<br />

in seguito ne verrà inaugurato un altro<br />

a Vercelli. Con il potenziamento raddoppierà<br />

il numero dei campioni controllati,<br />

da 128 a 256 al giorno.<br />

A ieri, informa il ministero della Sanità,<br />

sono 8.675 le analisi fatte in Italia<br />

per verificare la presenza del morbo della<br />

mucca «pazza»; circa 7.000 quelle effettuate<br />

da quando il controllo è diventato<br />

obbligatorio.<br />

Ma aumentano, di giorno in giorno,<br />

anche i sequestri. Accertamenti sono in<br />

corso su un allevamento di Noci (Bari)<br />

dove ai bovini sono stati somministrati<br />

800 chili di mangimi prodotti anche con<br />

farine animali. I capi saranno controllati<br />

uno a uno. Tra i componenti del mangime<br />

le «farine di sangue spray», la cui<br />

commercializzazione è vietata dalla legge.<br />

Al momento tuttavia non solo ipotizzabili<br />

delitti contro la salute pubblica.<br />

A Mezzojuso, in provincia di Palermo,<br />

i Carabinieri hanno apposto i sigilli a<br />

Operai morti per tumore<br />

in stabilimento<br />

a Manfredonia:<br />

a giudizio ex dirigenti<br />

FOGGIA, 27.<br />

Chiesto il rinvio a giudizio di dodici<br />

persone, ex funzionari e dirigenti dell’ex<br />

stabilimento Anic di Manfredonia, nell’ambito<br />

dell’inchiesta sulle morti per tumore<br />

di numerosi dipendenti di quello<br />

stabilimento.<br />

Nell’impianto, successivamente divenuto<br />

«Enichem Agricoltura», nel settembre<br />

del 1976, avvenne l’esplosione di<br />

una torretta che provocò la fuoriuscita<br />

di arsenico. In conseguenza di quell’episodio,<br />

negli anni successivi sarebbero<br />

morti per tumore ai polmoni numerosi<br />

operai dello stabilimento.<br />

I magistrati del tribunale di Foggia<br />

hanno preso in esame la morte di sedici<br />

operai e la situazione di altri sei che<br />

avrebbero riportato lesioni, sempre a<br />

causa di tumori ai polmoni, alla colecisti<br />

ed alla laringe. La procura ipotizza che<br />

circa 1.900 operai, in quegli anni impiegati<br />

nello stabilimento, sarebbero stati<br />

esposti dal settembre del 1976 alle<br />

«escrezioni urinarie di arsenico» che sarebbe<br />

stata la causa dei tumori.<br />

Le indagini furono avviate dopo la denuncia<br />

presentata da un ex dipendente<br />

dello stabilimento, Nicola Lo vecchio,<br />

poi morto per tumore ai polmoni nell’aprile<br />

del 1997. L’ex operaio alcuni mesi<br />

prima della sua morte raccontò, durante<br />

un interrogatorio acquisito dai magistrati<br />

con la formula dell’ incidente probatorio,<br />

le circostanze nelle quali avvenne lo<br />

scoppio della torretta dell’arsenico.<br />

La bonifica dell’area dello stabilimento<br />

sarebbe stata realizzata da lavoratori<br />

non addestrati e privi delle adeguate<br />

protezioni nonostante la dispersione di<br />

circa 10 tonnellate di arsenico.<br />

Profanato un cimitero nel Bresciano<br />

BRESCIA — Un'incursione vandalica è stata compiuta la notte fra venerdì e<br />

sabato nel cimitero di Lonato. Alcuni sconosciuti, che non sembra abbiano<br />

lasciato tracce, si sono accaniti contro otto tombe, e in particolare contro<br />

quelle di due fratelli, un uomo e una donna di origine trentina, morti alcuni<br />

anni fa. La macabra scoperta è stata fatta sabato mattina dal custode del<br />

cimitero. La tomba della donna era stata aperta, e la bara dissotterrata e<br />

scoperchiata. Danneggiate più o meno gravemente le altre tombe. Nessuna<br />

scritta è stata lasciata dagli autori della profanazione.<br />

Truffa miliardaria all'Inps nel Cilento<br />

SALERNO — Ben 592 persone sono state denunciate per truffa aggravata ai<br />

danni dell’Inps a seguito di un’indagine della Guardia di Finanza di Agropoli.<br />

Nella truffa erano coinvolte aziende agricole e di allevamento operanti<br />

nel Cilento. Le indagini hanno portato, fra l’altro, all’accertamento dell’omesso<br />

versamento di contributi previdenziali ed assicurativi pari a circa 3<br />

miliardi; alla costituzione fittizia di aziende e di allevamento; alla simulata<br />

disponibilità di fondi agricoli.<br />

Squalificato per tre anni il calciatore Ferrigno<br />

FIRENZE — Massimiliano Ferrigno, il calciatore del Como che il 19 novembre<br />

scorso ferì gravemente con un pugno il giocatore del Modena Francesco<br />

Bertolotti, è stato squalificato dalla Commissione disciplinare della Lega<br />

di serie C fino al 31 dicembre 2003. La Commissione ha anche inflitto alla<br />

società lombarda l’ammenda di tre milioni di lire.<br />

Minaccia ed estorsione a Napoli: un arresto<br />

NAPOLI — È stato arrestato dai carabinieri un pregiudicato, Antonio Del<br />

Gaudio, 42 anni, con precedenti per reati contro il patrimonio. L'uomo aveva<br />

minacciato il titolare di un’impresa edile. L’arresto è stato effettuato dai<br />

carabinieri della compagnia di Castellammare di Stabia travestiti da operai.<br />

L’azienda edile era impegnata per conto del Comune di Castellammare in<br />

lavori sul litorale. Del Gaudio aveva cercato di ottenere un posto di lavoro,<br />

minacciando più volte di bruciare il cantiere se la società non lo avesse<br />

assunto.<br />

due stalle con 190 capi di bestiame. I<br />

militari hanno scoperto che due mucche<br />

erano senza il cartellino regolare e una<br />

era anche senza il «tagliando». Temendo<br />

che fossero capi infetti, per sicurezza il<br />

Nas ha sequestrato tutto l’allevamento.<br />

Le mucche erano in attesa di essere macellate.<br />

Altri dieci bovini sono stati posti<br />

sotto sequestro ad Altofonte perché privi<br />

di certificati medici.<br />

Cento chili di mangime per polli, di<br />

produzione ritenuta sospetta, sono stati<br />

bloccati in un allevamento nei pressi di<br />

Corridonia (Macerata). Il mangime potrebbe<br />

contenere tracce d’osso e materiale<br />

organico animale. Nei giorni scorsi,<br />

oltre sei quintali di mangime con tracce<br />

di tessuti animali erano stati sequestrati<br />

dal Nas in un'azienda di Monte San<br />

Martino. In Umbria i sequestri hanno riguardato<br />

in particolare un allevamento<br />

di bestiame nella zona dell’alto Tevere; i<br />

veterinari delle Asl hanno riscontrato nel<br />

cibo tracce di farine animali. Gli alimenti<br />

provengono dalla Lombardia. In ambienti<br />

sanitari si sottolinea, comunque,<br />

che la presenza delle tracce di farine<br />

animali non significa assolutamente che<br />

esistano rischi per il bestiame allevato in<br />

Umbria.<br />

Intanto Assocarni, Cim, Uniceb, Ancalega-Coop<br />

e Federagroalimentare Confcooperative<br />

hanno deciso una manifestazione<br />

a Roma per martedì con contemporanea<br />

chiusura di tutti i macelli<br />

contro il mancato riconoscimento da<br />

parte del Governo «dell'eccezionale stato<br />

di crisi che sta interessando il settore».<br />

Presunte complicità<br />

con Provenzano:<br />

sei arresti<br />

Nel Napoletano un doposcuola parrocchiale per bambini in difficoltà<br />

detti minori a rischio, «spesso privi di<br />

qualsiasi tipo di sostegno, costretti a vivere<br />

in ambienti disagiati dove la scuola<br />

viene considerata un lusso da non potersi<br />

permettere». Non potendo contare su famiglie<br />

che li spronino allo studio, questi<br />

bambini, se lasciati soli a se stessi, rischierebbero<br />

di abbandonare ben presto<br />

gli studi, oppure di proseguirli ma senza<br />

alcun profitto.<br />

Si continua<br />

a morire<br />

sui luoghi<br />

di lavoro ROMA, 27.<br />

Ancora due lutti sul lavoro. Un<br />

quotidiano stillicidio di morte che<br />

sembra non arrestarsi. Due incidenti<br />

mortali sono avvenuti, ieri,<br />

in Molise ed in Piemonte.<br />

Un imprenditore edile 63 anni,<br />

Felice del Papa, è deceduto, nella<br />

serata di ieri, a Campobasso per<br />

le gravi ferite alla testa, subite dopo<br />

una caduta dal secondo piano<br />

di una villetta, che stava costruendo<br />

ad Agnone in provincia di Isernia.<br />

Dopo un primo ricovero presso<br />

il locale ospedale, l’uomo è stato<br />

trasportato in mattinata nel reparto<br />

di rianimazione dell’Ospedale<br />

regionale di Campobasso, ma è<br />

morto nonostante un delicato intervento<br />

di neurochirurgia alla base<br />

cranica. Felice Del Papa, originario<br />

di Agnone, era titolare di<br />

una piccola impresa edile nella<br />

quale era impegnato anche nell’esecuzione<br />

manuale dei lavori.<br />

Nel secondo incidente, un operaio<br />

edile di 26 anni, Luca Fois, è<br />

morto in un cantiere edile sistemato<br />

su un lato di Palazzo Madama,<br />

a Torino. È precipitato da<br />

un’altezza di circa 30 metri mentre<br />

stava tirando una fune a cui<br />

era agganciata una putrella. Vicino<br />

a lui era un collega che, per lo<br />

spavento, è stato colto da infarto<br />

ed è ora ricoverato in gravi condizioni<br />

in ospedale.<br />

EMERGENZA RIFIUTI Allarme degli amministratori<br />

In gravi condizioni igieniche<br />

72 Comuni dell'area vesuviana<br />

NAPOLI, 27.<br />

È sempre più grave l’emergenza rifiuti<br />

nei 72 Comuni della provincia di Napoli<br />

dove da circa una settimana, a causa<br />

della chiusura della discarica di Tufino,<br />

nel Nolano, è stata sospesa la raccolta<br />

dei sacchetti. L’immondizia si accumula<br />

e cominciano a mancare i container<br />

utilizzati dai Comuni per lo stoccaggio<br />

provvisorio.<br />

Il clima di tensione è acuito dalle proteste<br />

che si susseguono nei centri interessati<br />

ogni volta che le amministrazioni<br />

comunali individuano un sito tempora-<br />

Napoli: protesta<br />

di sfrattati<br />

da palazzina pericolante<br />

NAPOLI, 27.<br />

Ventisei famiglie, sfrattate da<br />

una palazzina pericolante, hanno<br />

bloccato ieri sera alle 23 via Cesare<br />

Rosaroll, a Napoli, presso l'ex<br />

pretura. Una sessantina di persone,<br />

per lo più donne e bambini,<br />

hanno trascinato cassonetti della<br />

spazzatura e transenne al centro<br />

della strada per protesta contro la<br />

mancata assegnazione di alloggi<br />

provvisori da parte del Comune.<br />

Il blocco è stato rimosso dalla Polizia<br />

intervenuta in assetto antisommossa.<br />

Diverse famiglie hanno<br />

poi trascorso la notte in auto.<br />

PALERMO, 27.<br />

Sei persone, originarie di Cinisi (Palermo),<br />

tra le quali una donna, ritenute<br />

vicine al superlatitante Bernardo Provenzano,<br />

sono state arrestate stamane<br />

dalla Guardia di Finanza per associazione<br />

mafiosa.<br />

Gli arresti sono stati eseguiti nell'ambito<br />

di un'indagine coordinata dalle Procure<br />

di Palermo e di Caltanissetta nel<br />

corso della quale — informa l'Ansa —<br />

sarebbero emersi rilevanti interessi mafiosi<br />

nella gestione di opere pubbliche e<br />

di ingenti investimenti finanziari.<br />

Nel corso dell'operazione sono state<br />

eseguite anche numerose perquisizioni.<br />

Sempre nell'ambito della lotta alla<br />

mafia, beni per un valore di oltre un miliardo<br />

e mezzo sono stati sequestrati dalla<br />

Guardia di Finanza di Messina a due<br />

imprenditori ritenuti affiliati alla cosca<br />

dei Bontempo Scavò.<br />

Si tratta dei fratelli Calogero e Vincenzino<br />

Mignacca, i quali erano stati<br />

prima raggiunti da ordinanze di custodia<br />

cautelare e poi rinviati a giudizio.<br />

I due hanno precedenti per omicidio,<br />

tentato omicidio ed estorsione. Tra i beni<br />

posti sotto sequestro ci sono automobili,<br />

camion e un terreno.<br />

neo per il deposito dei sacchetti: gli abitanti<br />

non li vogliono sotto casa e le reazioni<br />

della gente creano ulteriori situazioni<br />

di crisi.<br />

Sono numerosi i Comuni che non riescono<br />

a reperire aree a causa della forte<br />

densità abitativa e della mancanza di<br />

suoli da adibire a discarica. E nelle ultime<br />

ore gli amministratori devono far<br />

fronte ad un nuovo problema: il reperimento<br />

dei contenitori dove i rifiuti dovrebbero<br />

essere depositati per alcuni<br />

giorni prima dell’invio in discariche dell’Emilia<br />

Romagna e a Roccarainola, nel<br />

Napoletano, che dovrebbe essere riattivata<br />

nei prossimi giorni. «Sul mercato<br />

— spiega il sindaco di Volla, Mastrogiacomo<br />

— non si trovano più i contenitori<br />

per lo stoccaggio dei rifiuti. Non siamo<br />

riusciti a trovarne disponibili nei vari<br />

punti vendita della regione». Il Comune<br />

di Volla, tra i primi ad individuare un sito<br />

temporaneo, ha dovuto cambiare<br />

area dopo le proteste degli abitanti. Anche<br />

a Cercola l’amministrazione sta cercando<br />

una nuova area dopo le proteste<br />

degli abitanti del quartiere Caravita.<br />

Sempre a Cercola potrebbero addirittura<br />

restare chiuse le scuole, a partire dalla<br />

prossima settimana, per motivi igienicosanitari.<br />

«Dopo quasi due settimane di<br />

emergenza — dice il sindaco Di Dato —<br />

non si è giunti ancora alla soluzione, e<br />

l’enorme quantità di rifiuti nelle strade<br />

ci sta portando al collasso». Ma il provvedimento<br />

potrebbe essere esteso anche<br />

altrove. Oggi gli amministratori interessati<br />

si riuniscono a Cercola per cercare<br />

una linea comune d’azione contro l’emergenza<br />

e i ritardi con cui — sostengono<br />

— si sta cercando una soluzione.<br />

Caso De Mauro: la Procura<br />

di Palermo chiede<br />

la riapertura delle indagini<br />

PALERMO, 27.<br />

La Procura di Palermo ha chiesto, ieri,<br />

all’ufficio del Gip la riapertura dell’inchiesta<br />

sulla scomparsa del giornalista<br />

Mauro De Mauro. L’iniziativa — secondo<br />

quanto riferisce l'Ansa — è collegata<br />

ad alcuni fatti nuovi, tra cui l’acquisizione<br />

delle dichiarazioni del pentito<br />

Francesco Di Carlo. Quasi contestualmente<br />

la magistratura di Pavia, che indaga<br />

sull’incidente aereo di Bescapè nel<br />

quale morì nel 1962 il presidente dell’Eni<br />

Enrico Mattei, ha inviato alla procura<br />

palermitana atti della propria inchiesta:<br />

verbali, testimonianze e rapporti. L’indagine<br />

di Pavia ipotizza un collegamento<br />

tra la caduta dell’aereo, che sarebbe<br />

stato sabotato, e la scomparsa di De<br />

Mauro: il giornalista dell’Ora se ne era<br />

occupato per la sceneggiatura di un film<br />

di Francesco Rosi. Le dichiarazioni di<br />

Francesco Di Carlo, «boss» di Altofonte,<br />

riaprono invece un’altra pista investigativa<br />

che conduce al golpe tentato nel<br />

1970 dal principe Junio Valerio Borghese.<br />

Secondo Di Carlo, il giornalista aveva<br />

appreso del progetto golpista e ne<br />

stava seguendo gli sviluppi quando la sera<br />

del 16 settembre 1970 fu rapito mentre<br />

tornava a casa, ucciso e il suo corpo<br />

sepolto alla foce del fiume Oreto.<br />

Da qui l'impegno dei volontari a seguire<br />

tutti i giorni ciascun alunno nei compiti,<br />

aiutandolo a superare le difficoltà di apprendimento<br />

e trasmettendo soprattutto il<br />

senso del valore dello studio.<br />

Non solo: l'équipe del centro cerca anche<br />

di stabilire un legame con le famiglie<br />

dei bambini, per evitare che l'ambiente<br />

domestico contrasti con il cammino che<br />

viene compiuto nel doposcuola.<br />

Un lavoro impegnativo, spesso difficile<br />

ma esaltante: questo il commento dei volontari<br />

che hanno aderito al progetto, attraverso<br />

il quale si cerca di offrire una<br />

concreta prospettiva di crescita educativa<br />

a bambini che, in caso contrario, potrebbero<br />

finire per abbandonare la scuola già<br />

a partire dalle elementari, con la conseguenza<br />

di compromettere gravemente il<br />

proprio futuro.<br />

MARIANO DEL PREITE<br />

La Giornata della memoria celebrata in tutto il Paese<br />

Accomunati nel ricordo<br />

le vittime della shoah<br />

e delle altre atrocità del nazismo<br />

ROMA, 27.<br />

Dall'8 settembre 1943 alla primavera<br />

del 1945 (fine della seconda guerra mondiale<br />

in Europa) furono 8.566 gli ebrei<br />

deportati dall'Italia e dalle isole greche<br />

del Dodecaneso, allora sotto amministrazione<br />

italiana, da parte dei nazisti.<br />

Di essi, 7.557 non fecero ritorno dai<br />

campi della morte. Sono le cifre spaventose<br />

della shoah in Italia, che si aggiungono<br />

ai milioni di morti in tutti i Paesi<br />

europei che nel corso della guerra vennero<br />

occupati dalla Germania nazista. I<br />

dati, diffusi dall'Ansa in occasione della<br />

Giornata della memoria che ricorre oggi,<br />

sono tratti dal libro che si intitola<br />

proprio «Memoria», di Liliana Picciotto<br />

Fargion del Centro di documentazione<br />

ebraica. Nelle città italiane il più alto<br />

numero di vittime si ebbe tra la comunità<br />

ebraica di Roma (1.680 morti). E a<br />

Roma, in occasione della Giornata in<br />

cui alle vittime ebree sono accomunate<br />

tutte le altre vittime delle persecuzioni<br />

naziste, ebrei e rom hanno voluto commemorare<br />

insieme lo sterminio comune.<br />

Un corteo composto da alcune centinaia<br />

di rom, tra cui numerosi bambini, è<br />

partito dalla Sinagoga e in un clima di<br />

intensa commozione ha percorso il<br />

quartiere ebraico diretto in via degli Zingari<br />

dove è stata scoperta una targa<br />

commemorativa per iniziativa dell'Opera<br />

nomadi, della Comunità ebraica e del<br />

Comune.<br />

Come annunciato in occasione della<br />

Giornata della memoria varie iniziative<br />

si sono svolte specialmente nelle scuole.<br />

Enel: presto<br />

nuove opzioni<br />

sulle tariffe<br />

anche familiari<br />

ROMA, 27.<br />

Presto nuove opzioni tariffarie dell'Enel<br />

basate su principi di certezza, trasparenza<br />

ed equità e differenziate per<br />

usi domestici, altri usi in bassa e media<br />

tensione, illuminazione pubblica in bassa<br />

e media tensione, alta tensione.<br />

Le famiglie possono usufruire dell’opzione<br />

4,5 Kw (in alternativa alla tariffa<br />

stabilita dall’Autorità per i contratti esistenti)<br />

e dell’opzione bi-oraria. L’opzione<br />

4,5 Kw è caratterizzata da prezzi inferiori<br />

a quelli che si applicano ai contratti<br />

esistenti di pari potenza. L'Enel<br />

applicherà tale opzione automaticamente<br />

ai clienti domestici che già hanno<br />

questo tipo di fornitura.<br />

L’opzione bi-oraria prevede tariffe differenziate<br />

per fasce orarie e stagionali e<br />

potrà essere applicata non appena verrà<br />

installato nelle abitazioni un contatore<br />

elettronico digitale telegestito.<br />

L'Enel ha poi predisposto opzioni tariffarie<br />

di base valide per tutte le forniture<br />

di energia e opzioni tariffarie speciali<br />

che il cliente può scegliere, se per<br />

lui più convenienti. I prezzi delle tariffe<br />

base e di quelle speciali decrescono automaticamente<br />

in funzione dell’aumento<br />

dei prelievi di potenza e di energia. In<br />

questo modo i clienti che usufruiscono<br />

delle forniture di energia per altri usi, in<br />

bassa e media tensione, non dovranno<br />

più determinare a priori il proprio profilo<br />

di prelievo.<br />

L’offerta di opzioni potrà essere ampliata<br />

in futuro, in seguito agli approfondimenti<br />

che l'Enel si propone di realizzare<br />

con le associazioni dei consumatori<br />

e delle piccole e medie imprese.<br />

Il Coni ha invitato le federazioni sportive<br />

a dare disposizione perché in occasione<br />

di tutti gli eventi agonistici «gli<br />

atleti dedichino una pausa di raccoglimento<br />

alla civile coscienza di quell'orrore».<br />

Il Movimento studenti dell'Azione<br />

Cattolica ha annunciato che, «per ricordare<br />

e attivare iniziative concrete che<br />

possano stimolare la riflessione», giovedì<br />

1° febbraio si terrà a Telese (Benevento)<br />

un convegno al quale interverrà tra gli<br />

altri Elisa Springer, sopravvissuta ad Auschwitz.<br />

Fisco: approvate<br />

le norme<br />

per lo Statuto<br />

del contribuente<br />

ROMA, 27.<br />

Via libera definitivo allo Statuto del<br />

contribuente. Il Consiglio dei ministri infatti<br />

oggi ha approvato un decreto legislativo<br />

che, in attuazione della legge<br />

n.221 del 2000 relativa allo statuto dei<br />

diritti del contribuente, apporta le necessarie<br />

modifiche alla normativa tributaria<br />

al fine di renderla coerente con le<br />

innovazioni introdotte dalla nuova normativa.<br />

Ecco le novità più rilevanti dello Statuto.<br />

Innanzitutto un nuovo rapporto. I<br />

rapporti tra contribuente e amministrazione<br />

finanziaria sono improntati al<br />

principio della collaborazione e della<br />

buona fede. Non ci sono sanzioni per<br />

inadempienze del contribuente riconducibili<br />

ad errori, ritardi od omissioni dell’amministrazione.<br />

I modelli di dichiarazione<br />

e le comunicazioni del fisco devono<br />

essere «comprensibili anche ai contribuenti<br />

sforniti di conoscenze in materia<br />

tributaria». Leggi trasparenti: l’introduzione<br />

di nuove tasse è possibile di regola<br />

solo per legge e non attraverso il canale<br />

accelerato del decreto-legge governativo.<br />

Semplificazione: il fisco si impegna a<br />

semplificare le normative tributarie e a<br />

renderle disponibili gratuitamente in forma<br />

elettronica, per esempio, tramite Internet.<br />

È ammesso l’accollo del debito<br />

d’imposta, cioè è possibile per un contribuente<br />

farsi carico delle tasse di qualcun<br />

altro. Ed ancora il silenzio-assenso<br />

(il fisco deve rispondere entro 120 giorni<br />

a chi chiede chiarimenti). Arriva in ogni<br />

Regione la figura del «garante del contribuente»,<br />

organo composto da tre persone<br />

esperte del settore.


L'OSSERVATOREROMANO<br />

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GIORNALE QUOTIDIANO<br />

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Quotidiano . . . . . . . . . . L. 726.000 - : 374,44 L. 372.000 - : 191,09 L. 186.000 - : 95,54<br />

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Europa Extra euro L. 4.000 - US$ 3,00<br />

Extra Europa L. 6.000 - US$ 4,00<br />

Anno CXLI - N. 23 (42.661) CITTÀ DEL VATICANO Lunedì-Martedì 29-30 Gennaio 2001<br />

All'Angelus domenicale in Piazza San Pietro dopo l'affettuoso saluto ai rappresentanti<br />

dell'Azione Cattolica Ragazzi giunti da tutta Roma e dal Lazio per celebrare la Giornata della Pace<br />

Giovanni Paolo II annuncia i nomi dei Cardinali<br />

riservati «in pectore» e quelli di altri cinque Presuli<br />

che saranno creati nel Concistoro del 21 febbraio<br />

“<br />

1. C on grande affetto saluto i<br />

numerosi ragazzi e ragazze di Roma<br />

e del Lazio, radunati in Piazza San<br />

Pietro per la «Giornata della Pace»,<br />

organizzata dall'Azione Cattolica<br />

Ragazzi. Grazie, carissimi, di essere<br />

venuti, insieme con i vostri genitori,<br />

sacerdoti ed educatori!<br />

In questo mese di gennaio, che<br />

ha visto la conclusione del Grande<br />

Giubileo, avete lavorato sul tema<br />

del dialogo tra le diverse culture,<br />

che ho proposto nel Messaggio del<br />

1° gennaio per la Giornata Mondiale<br />

della Pace. È importante che i<br />

bambini e i ragazzi, specialmente se<br />

cristiani, crescano con una mentalità<br />

aperta all'incontro con ogni persona,<br />

imparando a riconoscere in<br />

ciascuno un fratello. È così che si<br />

diventa apostoli di pace. Dico a voi<br />

e a tutti i ragazzi e ragazze d'Italia,<br />

incominciando da quelli dell'A.C.R:<br />

la Chiesa conta su di voi, perché<br />

l'umanità non conosca più le aberrazioni<br />

dell'odio razziale, etnico e<br />

religioso. A questo proposito, come<br />

non ricordare che ieri si è celebrata<br />

in Italia la «Giornata della memoria»,<br />

ricorrenza istituita proprio perché<br />

non si dimentichino gli orrori<br />

della Shoah e di ogni altra aberrazione<br />

umana, che scaturisce dal rifiuto<br />

del dialogo fra culture e religioni<br />

diverse. Le colombe, che i vostri<br />

rappresentanti faranno volare<br />

da questa finestra, siano un augurio<br />

di solidarietà e di pace per il<br />

nuovo anno da poco iniziato.<br />

2. F acendo seguito a quanto<br />

ho anticipato domenica scorsa, sono<br />

ora lieto di annunciare i nomi<br />

dei Cardinali che avevo riservato<br />

«in pectore» nel Concistoro del 21<br />

febbraio 1998.<br />

Il cordoglio del Papa per la morte<br />

della Regina Maria José di Savoia<br />

Appresa la notizia della morte della Regina Maria José di Savoia, il<br />

Santo Padre ha inviato a Sua Altezza il Principe Vittorio Emanuele di Savoia<br />

il seguente telegramma di cordoglio:<br />

Nell'apprendere la notizia della scomparsa della sua<br />

amata madre la Regina Maria José di Savoia le porgo sentite<br />

condoglianze per il lutto che ha colpito lei e la sua famiglia<br />

assicurando la mia spirituale vicinanza in quest'ora<br />

di grave prova. Mentre elevo al Signore datore di ogni ricompensa<br />

fervide preghiere di suffragio perché la accolga<br />

nel gaudio eterno invoco per tutti i congiunti il sostegno<br />

della speranza cristiana ed invio quale segno della mia intensa<br />

partecipazione al grande dolore una speciale confortatrice<br />

Benedizione Apostolica nella fede della Risurrezione<br />

in Cristo.<br />

IOANNES PAULUS P.P. II<br />

Analogo telegramma è stato inviato dal Cardinale Angelo Sodano, Segretario<br />

di Stato.<br />

La morte dell'ultima Sovrana d'Italia<br />

APPELLO DEL PAPA PER LE VITTIME DEL VIOLENTISSIMO TERREMOTO IN INDIA<br />

Unire le forze morali e materiali<br />

perché non manchino i necessari soccorsi<br />

a questi fratelli tanto duramente provati<br />

«Con grande preoccupazione seguo le notizie che<br />

giungono dall'India, dove due giorni fa si è verificato<br />

un violentissimo terremoto, che ha provocato migliaia<br />

di vittime e ingenti danni. Non è ancora superata<br />

l'emergenza in El Salvador, ed ecco un nuovo<br />

sisma, ancor più devastante. Invito tutti ad unire le<br />

loro forze morali e materiali, perché non manchino i<br />

necessari soccorsi a questi nostri fratelli e sorelle<br />

tanto duramente provati. Mentre prego per le vittime,<br />

assicuro la mia vicinanza, con sentimenti di<br />

profonda solidarietà, alle popolazioni indiane e pakistane,<br />

colpite da così immane sciagura».<br />

Udienza del Santo Padre alle Capitolari<br />

delle Maestre Pie Filippini<br />

(Giovanni Paolo II, Angelus, 28 gennaio)<br />

Potrebbero essere oltre trentamila le vittime - A Bhuj estratti vivi un bambino con la madre e una donna di 90 anni<br />

Nello Stato indiano del Gujarat è una vera ecatombe<br />

Pagina 2<br />

Pagina 2<br />

«Seguite Cristo secondo il vostro specifico carisma educativo, pedagogico e<br />

assistenziale». È stata questa la consegna che Giovanni Paolo II ha affidato alle<br />

religiose partecipanti al Capitolo Generale Ordinario delle Maestre Pie Filippini,ricevuteinudienzanellamattinadilunedì29<br />

gennaio, nella Sala dei Papi.<br />

Pagina 4<br />

Essi sono:<br />

— Mons. MARIAN JAWORSKI, Arcivescovo<br />

di Leopoli dei Latini<br />

(Ucraina);<br />

— Mons. JANIS PUJATS, Arcivescovo<br />

di Riga (Lettonia).<br />

«In pectore», cioè nel cuore, avevo<br />

domenica anche alcuni altri nomi,<br />

il cui annuncio, per ragioni diverse,<br />

ho ritenuto di rimandare fino<br />

ad oggi. Anch'essi, derogando al limite<br />

numerico fissato, saranno annoverati<br />

fra i Cardinali che creerò<br />

nel Concistoro del 21 febbraio.<br />

Tra essi, vi è innanzitutto:<br />

— Mons. LUBOMYR HUSAR, neoeletto<br />

Arcivescovo Maggiore di Lviv<br />

degli Ucraini. Nella sua persona,<br />

come pure in quella dei due summenzionati<br />

Presuli, intendo onorare<br />

le rispettive Chiese, che, specialmente<br />

nel corso del secolo ventesimo,<br />

sono state duramente provate<br />

ed hanno offerto al mondo l'esempio<br />

di tanti cristiani e cristiane, che<br />

hanno saputo testimoniare la loro<br />

fede tra sofferenze di ogni genere,<br />

culminate non di rado nel sacrificio<br />

della vita.<br />

Gli altri nomi sono quelli dei seguenti<br />

benemeriti Pastori:<br />

— Mons. JOHANNES JOACHIM<br />

DEGENHART, Arcivescovo di Paderborn<br />

(Germania);<br />

— Mons. JULIO TERRAZAS SAN-<br />

DOVAL, Arcivescovo di Santa Cruz<br />

de la Sierra (Bolivia);<br />

— Mons. WILFRID FOX NAPIER,<br />

Arcivescovo di Durban (Sud Africa);<br />

— Mons. KARL LEHMANN, Vescovo<br />

di Mainz (Germania).<br />

3. A ffidiamo ora le persone di<br />

questi generosi Pastori alla protezione<br />

della Vergine Santissima, affinché<br />

col suo aiuto possano proseguire<br />

con rinnovato impegno nel loro<br />

servizio alle rispettive Chiese particolari,<br />

suscitando in esse ulteriori<br />

frutti del Grande Giubileo appena<br />

celebrato.<br />

”<br />

(Angelus Domini, Domenica 28 gennaio)<br />

NOSTRE INFORMAZIONI<br />

Il Santo Padre ha ricevuto questa<br />

mattina in udienza Sua Eminenza<br />

Reverendissima il Signor Cardinale<br />

Vinko Puljić, Arcivescovo di Vrhbosna,<br />

Sarajevo (Bosnia ed Erzegovina).<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha ricevuto in<br />

udienza nel pomeriggio di sabato 27<br />

Sua Eccellenza Reverendissima<br />

Monsignor Giovanni Battista Re, Arcivescovo<br />

titolare di Vescovìo, Prefetto<br />

della Congregazione per i Vescovi.<br />

. .<br />

Il Santo Padre ha ricevuto questa<br />

mattina in udienza le Loro Eccellenze<br />

Reverendissime i Monsignori:<br />

— Ferenc Keszthelyi, Vescovo di<br />

Vác (Ungheria), in visita «ad limina<br />

Apostolorum»;<br />

— Béla Balás, Vescovo di Kaposvár<br />

(Ungheria), in visita «ad limina<br />

Apostolorum»;<br />

— Nándor Bosák, Vescovo di Debrecen-Nyíregyháza<br />

(Ungheria), in<br />

visita «ad limina Apostolorum»;<br />

— Gáspár Ladocsi, Ordinario Mi-<br />

litare per l'Ungheria, in visita «ad limina<br />

Apostolorum»;<br />

— Attila Miklósházy, Vescovo titolare<br />

di Castel minore, Incaricato<br />

dell'assistenza spirituale degli emigrati<br />

ungheresi, in visita «ad limina<br />

Apostolorum»;<br />

— Imre Asztrik Várszegi, Vescovo<br />

titolare di Culusi, Arciabate Ordinario<br />

dell'Abbazia di Pannonhalma<br />

(Ungheria), in visita «ad limina Apostolorum».<br />

Per la nomina<br />

a suo Inviato Speciale<br />

alle celebrazioni conclusive<br />

del centenario<br />

dell'evangelizzazione<br />

del Rwanda (Kigali, 8 febbraio)<br />

Lettera<br />

di Giovanni Paolo II<br />

al Cardinale<br />

Etchegaray<br />

Pagina 5


DAL MONDO<br />

MARIO AGNES<br />

Direttore responsabile<br />

PAGINA<br />

TIPOGRAFIA VATICANA<br />

EDITRICE<br />

«L'OSSERVATORE ROMANO»<br />

Redazione:<br />

via del Pellegrino<br />

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a cura di Arturo Mari<br />

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2 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Lunedì-Martedì 29-30 Gennaio 2001<br />

INDIA Potrebbero essere oltre trentamila le vittime del terremoto — Rischio di epidemie per la mancanza di acqua potabile<br />

Gujarat: è una vera ecatombe<br />

A Bhuj estratti vivi dalle macerie un bambino con la madre e una donna di novanta anni<br />

NUOVA DELHI, 29.<br />

Ha ormai assunto le proporzioni di una vera e propria<br />

ecatombe il bilancio del terremoto che venerdì scorso ha<br />

colpito lo Stato del Gujarat, nell'India occidentale. Il responsabile<br />

del Governo provinciale, Kesubhai Patel, ha dichiarato<br />

ieri che il numero delle vittime potrebbe superare<br />

le ventimila, ma altre fonti non escludono che i morti possano<br />

essere complessivamente oltre trentamila. Patel ha<br />

lanciato un appello alla popolazione perché osservi «la<br />

massima vigilanza» nelle prossime ore, durante le quali potrebbero<br />

esserci nuove scosse. Si ritiene inoltre che migliaia<br />

di persone — cinquantamila secondo alcune stime —<br />

siano ancora sepolte sotto le macerie nella zona del Kutch,<br />

quella che ha subito l’impatto più violento del sisma di 7,9<br />

gradi della scala Richter (il più violento che si sia verificato<br />

in India negli ultimi cinquanta anni).<br />

Forti scosse di assestamento, di intensità fino ai 5,9 gradi<br />

della scala Richter, hanno ieri nuovamente seminato il panico<br />

tra la popolazione e i sismologi ritengono che lo «sciame<br />

sismico» possa continuare ancora per parecchi giorni.<br />

Il Gujarat, uno degli Stati più industrializzati del Paese ed<br />

il secondo (dopo il vicino Maharastra) per gli investimenti<br />

stranieri, è in ginocchio. A Bhuj, la città più vicina all’epicentro<br />

quasi del tutto rasa al suolo, e ad Ahmedabad, la<br />

capitale dello Stato, si sono avute proteste per la lentezza<br />

dei soccorsi, mentre alcune aree rurali sono ancora isolate.<br />

Migliaia di persone stanno nel frattempo abbandonando le<br />

città distrutte con mezzi di fortuna. Ieri i militari inviati<br />

nella zona terremotata hanno estratto dalle macerie decine<br />

di persone ancora in vita. A Bhuj, in particolare, una squadra<br />

di soccorritori inglesi ha salvato un bambino di sette<br />

anni e la madre di ventotto a oltre sessanta ore dalla scossa<br />

di venerdì, mentre oggi è stata tratta in salvo una donna<br />

di 90 anni. Uno degli specialisti inglesi arrivati a Bhuj ha ricordato<br />

che nel terremoto che colpì la Turchia nell’estate<br />

MEDIO ORIENTE Nuove violenze nei Territori<br />

Interrotte le trattative<br />

tra israeliani e palestinesi<br />

TEL AVIV, 29.<br />

I negoziati di pace tra Israele e Autorità<br />

Palestinese (Ap) sono stati interrotti<br />

ieri con una dichiarazione di intenti, ma<br />

senza un intesa precisa. L’accordo è vicino<br />

e se ne intravedono già le linee generali,<br />

ha detto il Primo Ministro israeliano,<br />

Ehud Barak, ma non si può andare<br />

avanti nelle trattative senza conoscere<br />

l'esito delle elezioni per il nuovo Premier,<br />

fissate per il 6 febbraio.<br />

Malgrado le accuse del leader della<br />

destra, Ariel Sharon, secondo il quale la<br />

dichiarazione di Taba sarebbe solamente<br />

un manifesto elettorale, Barak ha informato<br />

i Ministri del suo Governo che i<br />

negoziati in Egitto sono stati fruttosi e<br />

che «Israele e i palestinesi non sono mai<br />

stati vicini a un’intesa come ora». Il Premier<br />

ha comunque escluso la possibilità<br />

di un vertice a breve con il Presidente<br />

dell'Ap, Yasser Arafat, un fallimento del<br />

quale lo penalizzerebbe gravemente sul<br />

fronte elettorale.<br />

Barak è persuaso che a Taba sia stata<br />

imboccata la via giusta verso un accordo<br />

definitivo. Per la prima volta, ha detto,<br />

l'Ap ha mostrato carte geografiche in<br />

base alle quali oltre la metà dei coloni<br />

potrebbero restare in Cisgiordania. Sulla<br />

di due anni fa ci furono persone tratte in salvo «anche dopo<br />

cinque giorni».<br />

Sempre più concreto si fa nel frattempo il rischio di epidemie.<br />

Tra le macerie degli edifici distrutti vi sono probabilmente<br />

ancora migliaia di corpi da recuperare. «Di notte<br />

fa freddo e questo è certamente un bene ma durante il<br />

giorno la temperatura arriva a 30 gradi — ha dichiarato il<br />

portavoce dell’esercito indiano — ma se i corpi delle vittime<br />

non verranno recuperati abbastanza in fretta non sappiamo<br />

che cosa potrà accadere». Già da ieri, in molti dei<br />

centri colpiti, la popolazione ha cominciato ad allestire pire<br />

giganti per compiere — secondo la tradizione hindu — la<br />

cremazione delle vittime. Secondo l’Organizzazione mondiale<br />

della sanità (Oms), tuttavia, la presenza di cadaveri<br />

rappresenta solo un rischio contenuto dal punto di vista<br />

della diffusione di malattie infettive. Il pericolo maggiore,<br />

invece, viene dalla mancanza di acqua potabile e dall’inquinamento<br />

del sistema idrico. Nelle città più colpite dal sisma,<br />

i superstiti cercano più acqua che cibo. Ma di acqua,<br />

hanno riferito, non se ne trova e quella che c’è è contaminata.<br />

Chi non riesce a resistere, beve anche quella rischiando<br />

di ammalarsi di colera. Sempre secondo l’«Oms», in situazioni<br />

di questo genere incide molto anche il generale<br />

aggravamento del quadro igienico-sanitario, soprattutto in<br />

un Paese comunque «a rischio» come l’India.<br />

Per rispondere all'emergenza nel Gujarat, il Governo indiano<br />

ha ieri chiesto un prestito straordinario di 1,5 miliardi<br />

di dollari statunitensi alla Banca mondiale e alla Banca<br />

asiatica per lo sviluppo. L’annuncio è stato dato dal Ministro<br />

delle finanze, Yashwant Sinha. Della somma complessiva,<br />

un miliardo di dollari dovrebbe essere erogato dalla<br />

Banca Mondiale, mentre per i restanti 500 milioni di dollari<br />

dalla Banca asiatica. L’Australia ha intanto oggi stanziato<br />

in favore delle popolazioni terremotate aiuti pari a 1,2 miliardi<br />

di lire.<br />

questione del ritorno dei profughi, ha<br />

aggiunto il Ministro della giustizia Yossi<br />

Beilin, è stato messo a punto un «modello<br />

concettuale per la loro riabilitazione».<br />

Molto lavoro resta invece ancora<br />

da fare per la definizione dello status di<br />

Gerusalemme.<br />

A questo punto del negoziato i dirigenti<br />

dell’Ap sembrano interessati a vedere<br />

Barak confermato Premier alle elezioni<br />

del 6 febbraio. Al contempo i palestinesi<br />

sanno che la popolarità di Sharon,<br />

il candidato della destra, è superiore<br />

al momento a quella del Primo Ministro.<br />

Ieri Mahmud Abbas, uno dei dirigenti<br />

dell’Olp, ha inviato una lettera a<br />

Sharon in cui auspica un dialogo proficuo,<br />

mentre la settimana scorsa a Vienna<br />

si sono incontrati emissari di Arafat e<br />

del leader della destra.<br />

Dai Territori intanto giungono notizie<br />

di altre violenze. Due ordigni sono<br />

esplosi ieri fra Netzarim e Karni, nella<br />

«Striscia di Gaza» al passaggio di un<br />

convoglio militare israeliano che è stato<br />

anche attaccato con armi automatiche.<br />

Altri ordigni sono stati fatti brillare da<br />

un artificiere. Nel campo profughi di<br />

Kalandya, vicino a Gerusalemme, un<br />

israeliano è stato assalito dalla folla e<br />

salvato da una pattuglia che si è fatta<br />

strada sparando e ha ferito gravemente<br />

un bambino arabo di dodici anni.<br />

In un comunicato apparso ieri sulla<br />

stampa palestinese, i leader dell'Intifada,<br />

hanno respinto «ogni tipo di coordinamento<br />

con le forze di occupazione» e<br />

hanno indetto nuove marce di protesta<br />

in occasione dell’inizio del quinto mese<br />

della rivolta, scoppiata il 28 settembre<br />

scorso.<br />

Tanzania: dilagano<br />

a Zanzibar<br />

gli scontri armati<br />

DAR ES SALAAM, 29.<br />

Situazione esplosiva nell'arcipelago semiautonomo<br />

di Zanzibar, in Tanzania,<br />

teatro durante il fine settimana di sanguinosi<br />

scontri tra le forze dell'ordine e i<br />

militanti del «fronte civico unito» (Cuf,<br />

opposizione). Secondo fonti non ufficiali,<br />

i disordini avrebbero provocato non<br />

meno di 37 morti, compresi sei agenti di<br />

polizia. Ieri, le forze di sicurezza hanno<br />

lanciato un'operazione repressiva, fermando<br />

circa 400 persone.<br />

Il Cuf, il cui leader Ibrahim Lipumba<br />

è stato arrestato giovedì scorso a Dar es<br />

Salaam, denuncia brogli su vasta scala<br />

nelle elezioni presidenziali e legislative<br />

di ottobre-novembre, e chiede che le votazioni<br />

siano ripetute.<br />

Le violenze peggiori (24 vittime) si sono<br />

scatenate nell'isola di Pemba, dove i<br />

militanti dell'opposizione, armati di machete,<br />

bottiglie incendiarie e pietre, danno<br />

battaglia alla forza pubblica, che<br />

avrebbe fatto uso delle armi da fuoco.<br />

Il Presidente del Togo Gnassingbé<br />

Eyadema, che esercita la presidenza di<br />

turno dell'Organizzazione dell'unità africana<br />

(Oua), ha lanciato un appello per il<br />

ritorno alla calma.<br />

Ecuador: la «marea<br />

nera» raggiunge<br />

altre due isole<br />

delle Galapagos<br />

QUITO, 29.<br />

La marea nera riversatasi nelle acque<br />

delle Galapagos dopo il naufragio della<br />

petroliera «Jessica» è arrivata sulle coste<br />

delle isole di Isabela e di Floriana, dove<br />

vivono la maggior parte delle circa diecimila<br />

tartarughe giganti, patrimonio naturale<br />

dell’area. Lo ha annunciato ieri il<br />

Ministro dell’ambiente ecuadoriano, Rodolfo<br />

Rendon. «La marea ha raggiunto,<br />

per il momento, alcune spiagge della<br />

parte sudorientale dell’isola di Isabela e<br />

alcune zone di Floriana — ha detto Rendon—.<br />

Si tratta di aree dove si trovano<br />

iguane marine e foche, ma non per il<br />

momento le tartarughe giganti».<br />

A portare la massa oleosa nella zona<br />

sarebbe stato un cambiamento delle correnti<br />

marine nell’arcipelago del Pacifico.<br />

Isabela, vasta circa 4.500 chilometri di<br />

metri quadrati, è la più grande delle isole<br />

dell’arcipelago e del Parco naturale e<br />

si trova circa 15 miglia ad Ovest di Santa<br />

Cruz. Nell’area sono state predisposte<br />

barriere per proteggere le spiagge dove<br />

si trovano le tartarughe. Questo ulteriore<br />

episodio di espansione della macchia<br />

di combustibile non sembra preoccupare<br />

in modo particolare gli scienziati che<br />

da tutto il mondo sono accorsi alle Galapagos:<br />

continuano a ritenere che gli effetti<br />

inizialmente temuti per l’arcipelago<br />

dal carburante finito in mare siano stati<br />

sopravvalutati e che il numero degli animali<br />

colpiti sia inferiore alle previsioni.<br />

In Ecuador si è intanto accesa la polemica<br />

per l'entità della multa — pari a<br />

circa 800 lire — che la compagnia di navigazione<br />

proprietaria della «Jessica» dovrà<br />

pagare per il disastro ambientale.<br />

Ucraina: battello<br />

sovraccarico affonda<br />

nel Mar Nero<br />

KIEV, 29.<br />

L’eccesso di carico ha provocato probabilmente<br />

ieri sera l’affondamento dell’imbarcazione<br />

ucraina «Pamiat Mercuria»,<br />

inabissatasi a 80 miglia dalla Crimea<br />

dove era diretta dopo la partenza<br />

da Istanbul. Lo hanno detto oggi fonti<br />

della protezione civile ucraina all’agenzia<br />

«Itar-Tass» precisando che i morti<br />

sono 14 e cinque i dispersi. Altre 32 persone<br />

si sono salvate con i canotti di salvataggio<br />

calati in mare subito dopo l’avaria.<br />

Tra i sopravvissuti c’è anche il comandante<br />

che ancora non è stato interrogato.<br />

La sua testimonianza dovrebbe<br />

offrire agli inquirenti un quadro più<br />

chiaro sulle cause del naufragio.<br />

A bordo, al momento dell’incidente,<br />

c’erano 25 membri dell’equipaggio e 26<br />

passeggeri. La nave era partita da Istanbul<br />

con un grande carico di merci acquistate<br />

in Turchia da piccoli imprenditori<br />

che viaggiavano sul «Pamiat Mercuria».<br />

Alle ricerche dei dispersi prendono<br />

parte aerei ed elicotteri militari che perlustrano<br />

il tratto di mare dove è avvenuto<br />

il naufragio. Quello di ieri è il più<br />

grave naufragio nel Mar Nero da quasi<br />

quindici anni. Nell’agosto 1986 nell’affondamento<br />

della nave «Ammiraglio Nakhimov»<br />

persero la vita 423 persone.<br />

Bhuj: i soccorritori estraggono viva una donna di 90 anni rimasta per tre giorni sotto le macerie<br />

Messaggio di cordoglio del Presidente Ciampi<br />

La morte di Maria José<br />

l'ultima Regina d'Italia<br />

GINEVRA, 29.<br />

Maria José di Sassonia Coburgo,<br />

ultima Regina d'Italia, è morta alle<br />

18.50 di sabato, all'età di 94 anni,<br />

nell'ospedale cantonale di Ginevra.<br />

Colpita un mese fa da un'affezione<br />

broncopolmonare, le sue condizioni<br />

fisiche si erano bruscamente aggravate<br />

a metà della settimana scorsa. Al<br />

momento del trapasso, erano raccolti<br />

intorno al suo capezzale i figli, i nipoti<br />

e altri congiunti.<br />

L'annuncio della scomparsa è stato<br />

dato dal Principe Vittorio Emanuele<br />

di Savoia, figlio della ex Sovrana e<br />

capo della casata. «Oggi è mancata<br />

mia madre Maria José — si legge in<br />

comunicato ufficiale — una delle più<br />

amate e stimate Regine d'Italia. È<br />

con dolore immenso che, assieme a<br />

mia moglie Marina e a nostro figlio<br />

Emanuele Filiberto, ne dò l'annuncio<br />

a tutti coloro che hanno conservato<br />

di lei un affettuoso ricordo». «Maria<br />

José — prosegue il testo — è stata<br />

una vera grande italiana, non solo<br />

per essere una Savoia, ma perché ha<br />

amato il nostro Paese fin dall'infanzia.<br />

Molti italiani la ricordano come<br />

crocerossina con i soldati, come alpinista<br />

con i montanari, come appassionata<br />

di musica e di arte, come autrice<br />

di amorevoli libri di storiografia<br />

sabauda. Assieme a tanti italiani diamo<br />

l'ultimo addio a una donna<br />

straordinaria, tenace e volitiva».<br />

A quanto si è appreso le esequie<br />

saranno celebrate venerdì prossimo<br />

nell'abazia di Hautecombe, nell'Alta<br />

Jugoslavia: si aggrava<br />

la crisi nel Sud della Serbia<br />

a ridosso del Kosovo<br />

BELGRADO, 29.<br />

Si aggrava la crisi nella valle Presevo,<br />

la zona smilitarizzata nel Sud della Serbia<br />

a ridosso del Kosovo, fissata in virtù<br />

dell'accordo concluso tra Belgrado e<br />

l’Onu che mise termine al conflitto del<br />

1999. Nella zona è attivo da mesi un sedicente<br />

«esercito di liberazione di Presevo,<br />

Medvedja, Bujanovac» (uçpmb), dal<br />

nome delle tre città dove c'è una significativa<br />

presenza etnica albanese. L'«uçpmb»<br />

si dichiara autonomo, ma il Governo<br />

di Belgrado e gli stessi responsabili<br />

delle missioni internazionali lo ritengono<br />

emanazione diretta dell'«esercito di<br />

liberazione del Kosovo» (uçk), l'organizzazione<br />

guerrigliera dei kosovari albanesi<br />

oggi formalmente disciolta.<br />

Quattro soldati jugoslavi sono stati feriti<br />

ieri in due diversi incidenti: il più<br />

grave è stato colpito da un «cecchino»,<br />

mentre gli altri tre militari hanno riportato<br />

ferite meno gravi quando il mezzo<br />

sul quale viaggiavano è saltato su una<br />

mina. Poche ore prima, era morto un<br />

altro soldato ferito venerdì.<br />

Sempre ieri, il Ministro degli esteri jugoslavo<br />

Goran Svilanovic ha chiesto una<br />

riunione urgente del Consiglio di sicurezza<br />

dell'Onu per stabilire mezzi atti a<br />

fermare l'attività dell'«uçpmb».<br />

Savoia, ove riposano da secoli le spoglie<br />

di duchi e Re appartenenti alla<br />

casata.<br />

Il Presidente della Repubblica Italiana,<br />

Carlo Azeglio Ciampi, ha inviato<br />

al Principe Vittorio Emanuele di<br />

Savoia il seguente telegramma di<br />

condoglianze: «Esprimo a Lei, alle<br />

sue sorelle Principesse Maria Pia, Gabriella<br />

e Beatrice e a tutti i familiari<br />

il mio commosso cordoglio per la<br />

scomparsa della Regina Maria José.<br />

Gli italiani ne ricordano insieme a<br />

me, con profondo rispetto, il grande<br />

amore per l'Italia, l'esemplare dignità,<br />

l'ammirevole riserbo, le convinte<br />

inclinazioni liberali».<br />

Maria José era nata a Ostenda il 4<br />

agosto 1906, figlia del Re Alberto e<br />

della Regina Elisabetta del Belgio.<br />

Educata nell'aristocratico collegio di<br />

Poggio Imperiale a Firenze, l'8 gennaio<br />

1930 si era sposata a Roma con<br />

il Principe Umberto di Savoia, erede<br />

al trono. Dal matrimonio erano nati<br />

quattro figli. Nella bufera dell'8 settembre<br />

1943, si era rifugiata in Svizzera<br />

con i figli, rientrando in Italia<br />

alla fine della guerra. Il 9 maggio<br />

1946, in seguito all'abdicazione del<br />

Re Vittorio Emanuele III, Umberto II<br />

e Maria José ascesero al trono. Meno<br />

di un mese dopo, il referendum istituzionale,<br />

che instaurò in Italia la<br />

Repubblica, li costrinse all'esilio. Nel<br />

1947 si era stabilita a Merlinge, nei<br />

dintorni di Ginevra, mentre Umberto<br />

II fissava la propria residenza a Cascais<br />

(Portogallo). Il consorte, morto<br />

nel 1983, riposa ad Hautecombe<br />

Russia: l'artiglieria<br />

bombarda postazioni<br />

dei ribelli in Cecenia<br />

MOSCA, 29.<br />

Nelle ultime ore si sono verificate numerose<br />

sparatorie in Cecenia tra i guerriglieri<br />

separatisti e le Forze federali. Elicotteri<br />

russi hanno inoltre compiuto ricognizioni<br />

tra le montagne del Sud della<br />

piccola Repubblica federata caucasica,<br />

dove successivamente è intervenuta l'artiglieria<br />

russa sparando alcuni colpi contro<br />

presunti basi dei ribelli.<br />

Intanto, un cittadino ceceno, legato<br />

secondo l'accusa alla guerriglia, è stato<br />

fermato ieri a Gudermes dall polizia locale<br />

filo-russa perché ritenuto coinvolto<br />

nel rapimento di Kenneth Gluck, il volontario<br />

americano di «medici senza<br />

Frontiere» sequestrato in Cecenia il 9<br />

gennaio scorso. Lo ha riferito l'agenzia<br />

di stampa russa «Interfax». Il fermato è<br />

un giovane accusato di aver trucidato<br />

un'intera famiglia cecena ad Alkhan<br />

Khale, ma vi sono indizi di un suo coinvolgimento<br />

anche nel rapimento di<br />

Gluck, ha dichiarato il Procuratore generale<br />

della Cecenia, Vsevolod Cernov,<br />

il quale a proposito del sequestro ha<br />

precisato che «è stata definitivamente<br />

accertata la responsabilità nell'episodio<br />

di una delle milizie» della guerriglia.<br />

.<br />

Portogallo: forti<br />

temporali nel Nord<br />

LISBONA — Non meno di quattro<br />

persone morte, strade interrotte,<br />

villaggi allagati e porti chiusi sono<br />

il bilancio dei più forti temporali<br />

degli ultimi anni abbattutisi nel<br />

Nord del Portogallo secondo un<br />

primo bilancio fornito domenica<br />

dal ministero della protezione civile.<br />

Il maltempo ha investito soprattutto<br />

le regione di Oporto, la seconda<br />

città del Paese e maggior<br />

centro industriale dove tra le vittime<br />

causate da alcune frane figurano<br />

anche due bambini di sei e otto<br />

anni. Numerose le case inondate e<br />

migliaia le persone trasferite in<br />

centri provvisori di accoglienza.<br />

Ex Zaire: revocato<br />

il coprifuoco notturno<br />

KINSHASA — Il Governo della Repubblica<br />

democratica del Congo<br />

(Rdc, ex Zaire) ha revocato domenica<br />

il coprifuoco notturno in vigore<br />

nella capitale Kinshasa dopo<br />

l’attentato del 16 gennaio scorso in<br />

cui è stato ucciso il Presidente<br />

Laurent Desirè Kabila. Lo ha annunciato<br />

la radio congolese. In seguito<br />

all’attentato a Kabila rigorose<br />

misure di sicurezza erano state<br />

adottate a Kinshasa.<br />

Usa: piccolo aereo<br />

precipita nel Colorado<br />

WASHINGTON — Dieci persone sono<br />

morte in un incidente aereo nel<br />

Colorado: subito dopo il decollo<br />

dall’aeroporto della Contea di Jefferson,<br />

nei pressi di Byers, un piccolo<br />

velivolo s’è schiantato al suolo,<br />

secondo informazioni della «Federal<br />

Aviation Authority». L’ultimo<br />

contatto radio con l’aereo è avvenuto<br />

quando si trovava 20 miglia<br />

da Denver. In quel momento, nella<br />

zona era in corso una nevicata.<br />

Indonesia: disordini<br />

tra polizia e studenti<br />

JAKARTA — Migliaia di studenti<br />

indonesiani che manifestavano lunedì<br />

a Jakarta contro il Presidente,<br />

Abdurrahman Wahid, hanno cercato<br />

di sfondare il cordone di agenti<br />

davanti al Parlamento, ma sono<br />

stati respinti dai gas lacrimogeni. I<br />

dimostranti si sono ritirati lanciando<br />

pietre contro la polizia. Gli studenti<br />

chiedono che il Presidente —<br />

coinvolto in due scandali per corruzione<br />

— si dimetta. Ma Wahid si<br />

è rifiutato, dicendo che era stato<br />

eletto dall’Assemblea del popolo.<br />

W<br />

«Bonum certamen certavi<br />

cursum consummavi<br />

fidem servavi»<br />

(S. Paolo, 2 Tim 4,7)<br />

È ritornato alla casa del Padre dopo<br />

lunga malattia offerta all'Amore di<br />

Cristo<br />

MICHELE SGARAMELLA<br />

Ne danno notizia a quanti lo hanno<br />

conosciuto la moglie ANNA, i figli RO-<br />

SITA e ROBERTO con i rispettivi coniugi<br />

MARIO e TOSHIE, i nipoti LUCA,<br />

MARINA, MICHELE.<br />

Le esequie avranno luogo, martedì 30<br />

gennaio, ore 11 presso la parrocchia S.<br />

Anna in Vaticano.<br />

.<br />

W<br />

L'OSSERVATORE ROMANO, in tutte<br />

le sue componenti, partecipa al lutto<br />

che ha colpito il collega Roberto per la<br />

morte del padre<br />

MICHELE SGARAMELLA<br />

Per quasi cinquant'anni dipendente<br />

delle Poste Vaticane ed assicura preghiere<br />

di suffragio.<br />

Città del Vaticano, 29 gennaio 2001<br />

.<br />

Lutto nell'Episcopato<br />

Giunge la dolorosa notizia della<br />

pia morte di Sua Eccellenza Reverendissima<br />

Monsignor Ivan Prasko,<br />

Vescovo emerito di Saints<br />

Peter and Paul of Melbourne degli<br />

Ucraini (Australia), avvenuta domenica<br />

28 gennaio.<br />

Il compianto Presule era nato<br />

in Zbaraz, eparchia di Ternopil<br />

degli Ucraini, il 1° maggio 1914 ed<br />

era stato ordinato sacerdote il 2<br />

aprile 1939. Il 10 maggio 1958 era<br />

stato eletto alla Chiesa titolare di<br />

Zigri e allo stesso tempo, con l'erezione<br />

dell'Esarcato Apostolico<br />

per i fedeli Ucraini e ruteni di rito<br />

bizantino residenti in Australia, ne<br />

era stato nominato primo Esarca<br />

Apostolico. Il 19 ottobre dello<br />

stesso anno aveva ricevuto l'ordinazione<br />

episcopale. Il 24 giugno<br />

1982, con l'erezione dell'eparchia<br />

di Saints Peter and Paul of Melbourne<br />

degli Ucraini, ne era divenuto<br />

primo Vescovo. Aveva rinunciato<br />

all'ufficio pastorale il 16 dicembre<br />

1992.


ERZA T PAGINA .<br />

PAGINA<br />

3 .<br />

Le «Selve» di Publio Papinio Stazio in una nuova edizione<br />

Un esercizio<br />

di alta letteratura<br />

BIAGIO BUONOMO<br />

Non basterà certo la comparsa di una<br />

nuova traduzione commentata delle Silvae<br />

(Selve, a cura di Luca Canali e note<br />

di Maria Pellegrini, Armando Dadò Editore,<br />

Locarno 2000) a far sì che Stazio<br />

riprenda il posto che comunque gli spetta<br />

nella storia della poesia latina.<br />

Sull'autore campano pende ancora —<br />

quasi come una sentenza inappellabile<br />

— il giudizio che, tra gli altri, il compianto<br />

Ettore Paratore gli riservò collocandolo<br />

nel girone — affollato in età flavia<br />

— degli onesti decoratori, degli scolastici<br />

imitatori del verbo virgiliano o,<br />

appunto con le Silvae, dei cortigiani dispensatori<br />

di versi su commissione.<br />

* * *<br />

Certo, Luca Canali offre, secondo il<br />

suo consueto, una versione accattivante<br />

del testo latino, per quanto risulti più efficace<br />

quando si impegna a restituire il<br />

«mantovano» spleen con cui Stazio avvolge<br />

certe descrizioni richiamandosi al<br />

destino dell'uomo e alla sua breve felicità.<br />

Lo stesso studioso, in una introduzione<br />

densa fino alla concitazione, si sforza<br />

peraltro di toccare le questioni che la<br />

critica sta tentando di risolvere da prospettive<br />

nuove e più attente alla specificità<br />

del dettato poetico di Stazio.<br />

Ma l'attenzione riservata al contesto<br />

storico-ideologico, peraltro letto abbastanza<br />

unilateralmente, rischia di mettere<br />

in ombra il discorso sui valori letterari<br />

trasmessi dall'autore della Tebaide.<br />

Anzi, le questioni richiamate — principalmente<br />

il carattere cortigiano della<br />

produzione di Stazio — indicano un approccio<br />

abbastanza datato, malgrado la<br />

suabrillantezzae alcune intuizioni felici.<br />

Ma proviamo comunque a fare ordine,<br />

seguendo Canali nei temi affrontati<br />

nell'introduzione. Il contesto, in primo<br />

luogo, è una dimensione spaziale. Stazio<br />

nasce a Napoli, ma il padre era originario<br />

di Velia, di una realtà cittadina, cioè,<br />

che univa alla percezione di un presente<br />

esiguo, la memoria di un passato remoto<br />

stretto alle radici stesse della civiltà<br />

greca.<br />

E a questa tradizione, sebbene ricompresa<br />

a un livello essenzialmente letterario,<br />

il padre di Stazio guardò nel trasferirsi,<br />

maestro di retorica, a Napoli, urbs<br />

graecissima tra le antiche colonie dell'Italia<br />

peninsulare, remota dalle inquietudini<br />

sociali ed economiche di Taranto o,<br />

come la più grande Pozzuoli, non troppo<br />

prossima ai corruschi scenari dinastici<br />

giulio-claudi.<br />

Dunque un'opzione preferenziale per<br />

la grecità, ma in forma, per così dire,<br />

incontaminata, insulare rispetto all'inevitabile<br />

melting pot di altre città. Ma lasciare<br />

Velia per Napoli implicava anche<br />

un orizzonte di ambizioni realistico, limitato<br />

e, alla fine, congruo con le attese<br />

di prestigio e benessere che poteva attendersi<br />

un nativo della remotissima Velia.<br />

L'ulteriore trasferimento a Roma —<br />

naturale prima tappa per un rethor in<br />

cerca di gloria — avviene, con ogni verosimiglianza,<br />

grazie all'affermazione del<br />

giovane — o meno giovane: nasce tra il<br />

40 e il 50 — Stazio negli Augustalia napoletani<br />

del 78 o dell'80.<br />

Petere Romam, dunque, con lentezza<br />

e prudenza, quasi controvoglia e per secondare<br />

le speranze di un figlio brillante,<br />

forse presagendone le disillusioni e il<br />

tardo e malinconico reditus a Napoli.<br />

Ma contesto è anche tempo, cronologia<br />

e quella staziana, malgrado le oscillazioni<br />

e le incertezze — nascita, morte,<br />

edizione delle opere — è abbastanza caratteristica.<br />

Per i poeti della sua generazione,<br />

il ricordo del tempo di Augusto è<br />

già paradigmatico e quindi incapsulato<br />

in una dimensione di irrepetibilità e, al<br />

contempo, di mimesi necessaria.<br />

D'altra parte la memoria augustea<br />

conduce anche a considerare possibile<br />

una collaborazione tutto sommato leale<br />

tra letteratura e sfera politica, sulla base<br />

di un'unità di intenti che da un lato non<br />

è solo cortigianeria, dall'altro non è solo<br />

manipolazione della libertà degli autori.<br />

Esatta o idealizzata, la forza di questa<br />

tradizione si riverbera al di là delle<br />

smentite, anche drammatiche, che subisce<br />

durante la successione giulio-claudia<br />

e approda nel normalizzante periodo flavio<br />

con forza intatta.<br />

* * *<br />

Stazio, affascinato da quel mito, compie<br />

il gran balzo verso Roma nella speranza<br />

del successo, ovviamente, ma più<br />

ancora di coglierlo proponendosi come<br />

il poeta epico dei tempi nuovi, in accordo<br />

con un principe — si tratta di Domiziano<br />

— tuttavia oscillante tra conservazione<br />

e autocrazia tanto nelle scelte politiche<br />

quanto ambiguo nelle opzioni culturali.<br />

Ma, al pari di Marziale e a differenza<br />

sia dell'aristocratico Silio Italico<br />

sia del benestante Valerio Flacco, Stazio<br />

vive esclusivamente della propria musa.<br />

Di qui la speranza, frustrata, dell'approdo<br />

a una condizione oraziana di<br />

commercio con il potere. La «cortigianeria»<br />

di Stazio è dunque frutto di un calcolo<br />

sbagliato, dell'ingenuità di un civis<br />

inquilinus — abbagliato dal ricordo di<br />

Mecenate, Augusto e del loro entourage<br />

letterario — e poi costretto a misurarsi<br />

con il moralismo filisteo e le ambiguità<br />

programmatiche dell'ultimo dei Flavi.<br />

Stazio cortigiano perché altro non poteva<br />

essere, quindi, almeno in quelle cir-<br />

costanze, ma senza alcuna vocazione e<br />

probabilmente non senza sofferenza, al<br />

di là del candore riposto nell'esercizio<br />

dell'adulazione. Nel merito dei titoli che<br />

Stazio attribuisce al suo princeps, nessuno<br />

tra questi eccede peraltro la misura<br />

già consueta in Virgilio e Orazio. Semmai<br />

è la diversa posizione di Stazio a<br />

renderli così diversi dalle lodi epifaniche<br />

che ad Augusto venivano dal circolo mecenatiano.<br />

Il fatto è che quest'ultimo, sebbene in<br />

forme in alcun modo riconducibili a una<br />

qualche forma di ufficialità, costituiva<br />

un frammento consapevole e, nella prospettiva,<br />

la più duratura cassa di risonanza<br />

del governo stesso. La sua era,<br />

nella sostanza, adulazione politica, pedina<br />

della costituzione e della legittimazione<br />

di un nuovo potere.<br />

E in modi e tempi diversi, la Consolatio<br />

ad Polibium, al di là delle personali<br />

attese di Seneca, non era forse, con tutto<br />

il suo carico di umiliante cortigianeria,<br />

il primo passo altrettanto politico<br />

verso il riaggregarsi, a Roma, di un<br />

fronte alternativo al burocratismo autocratico<br />

di Claudio?<br />

Stazio, dalle sue modestissime altezze<br />

sociali, nulla aveva invece da offrire con<br />

la sua poesia, ma al contrario, tutto sperava<br />

di ricevere attribuendo a Domiziano,<br />

oltre ai titoli di dio e Giove, tutti<br />

quelli che, in Princeps a diis electus, J.<br />

R. Fears giudica nient'altro che il frutto<br />

di un'esercitazione letteraria, sciolta da<br />

qualsiasi intenzione esplicitamente politica<br />

e meno che mai concordata con il<br />

trono.<br />

Si leggano dunque le Silvae dedicate<br />

a Domiziano come il tributo versato da<br />

un uomo in cerca di promozione sociale<br />

e, finalmente, come un esercizio di alta<br />

letteratura, di nobilissima tecnica compositiva<br />

erede di una tradizione in cui<br />

resta decisivo, tra gli altri, il retaggio<br />

ovidiano e talvolta la memoria metrica<br />

di Catullo e Orazio.<br />

Ma, nelle Silvae, c'è altro che semplice<br />

magistero compositivo? Canali è abbastanza<br />

esplicito nell'affermare che<br />

niente più vi sussiste se non un inesauribile<br />

bagaglio di annotazioni sulla quotidianità<br />

aristocratica e plebea del primo<br />

secolo dopo Cristo e, al limite, una cordialità<br />

amena e talvolta divertente.<br />

* * *<br />

Difficile non condividere, a meno di<br />

non voler ancora una volta considerare<br />

le condizioni, le circostanze in cui l'autore<br />

fu chiamato a porre mano alle Silvae.<br />

E infatti questi componimenti d'occasione,<br />

richiesti e messi su con una festinandi<br />

voluptas di cui Stazio si gloria<br />

ma che — lo testimonia la lunga gestazione<br />

della Tebaide e della stessa interrotta<br />

Achilleide — non apparteneva<br />

consustanzialmente alla sua maniera, restituiscono,<br />

sebbene a squarci, assai più<br />

di quanto sembrino promettere.<br />

Mi riferisco, beninteso, principalmente<br />

a quei momenti in cui Stazio ha potuto<br />

dare libero corso alla sua fantasia e<br />

alla sua sensibilità, richiamando la propria<br />

vicenda biografica: l'Egloga ad uxorem,<br />

il Somnus, l'Epicedion in puerum<br />

suum, quest'ultimo semplice e terso assai<br />

più dell'intenso ma slabbrato Epicedion<br />

in patrem. Ma c'è anche uno Stazio<br />

descrittore di attitudine non virgiliana,<br />

connotativa ma invece attenta al<br />

particolare, alla restituzione analitica<br />

della scena o dell'oggetto. Anche questa<br />

è l'arte e talvolta la poesia delle Silvae.<br />

Ma questo atteggiamento compositivo<br />

è avvertibile, sebbene sul piano dei registri<br />

poetici più alti — l'epica innanzitutto<br />

— se non nella rivoluzione, nella svolta<br />

rappresentata dalla Tebaide e, con intonazione<br />

diversa, dell'Achilleide.<br />

Giovanna Garbarino ha scritto in proposito<br />

pagine assai interessanti, sottolineando<br />

ad esempio l'originalità dell'opzione<br />

di Stazio rispetto sia al modello<br />

virgiliano sia all'eversione lucanea. La<br />

Tebaide inoltre, se evita diretti accenni<br />

encomiastici alla dinastia regnante come<br />

pure ogni tardo rimpianto repubblicano,<br />

tuttavia lascia trasparire — nella contrapposizione<br />

intestina, la fraterna<br />

acies, che costituisce il tema del poema<br />

— una condanna riflessa ma chiaramente<br />

decodificabile degli sconvolgimenti<br />

che seguirono la fine di Nerone.<br />

In questo senso, la stessa dedica a<br />

Domiziano può essere letta non solo come<br />

il dovuto e speranzoso omaggio al<br />

princeps, ma anche come un tributo al<br />

ruolo stabilizzatore della casa dei Flavi.<br />

Ma la Tebaide costituisce ancora una<br />

novità in quanto sovverte — ancor più<br />

radicalmente che non la Pharsalia — il<br />

principio che impone all'epica una o al<br />

massimo due figure dominanti e antagonistiche.<br />

Si tratta di un poema «senza<br />

eroe» — così scrive la Garbarino — in<br />

cui, oltre a quest'assenza, l'eclissi di<br />

ogni disegno provvidenziale lascia trasparire<br />

con drammatica evidenza le ragioni<br />

profonde, spirituali, del tramonto<br />

del genere epico, laddove Silio Italico e<br />

Valerio Flacco di questa crisi restituiscono<br />

solo le ragioni estrinseche, letterarie.<br />

È peraltro probabile che l'accomodamento<br />

idillico appena enunciato con l'Achilleide<br />

— nella quale pure ritorna la<br />

complessa eredità cui lo Stazio epico attinge:<br />

Virgilio e Lucano, Omero ed Euripide,<br />

Ovidio e Seneca — testimoni di un<br />

compromesso al ribasso con il quale, fatalmente,<br />

si estingue la grande tradizione<br />

dell'epica latina.<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Lunedì-Martedì 29-30 Gennaio 2001<br />

Nel parco di Lejre, in Danimarca, continua da oltre trent'anni un esperimento:<br />

riprodurre la locale vita quotidiana di 2500 anni fa<br />

Un laboratorio «en plein air»<br />

al servizio della ricerca culturale<br />

FRANCO PELLICCIONI<br />

Tempo addietro la storica danese<br />

Mette Olsen ci introdusse gradatamente<br />

all'interno di uno straordinario esperimento<br />

scientifico «lungo» oltre trent'anni,<br />

tuttora in corso. Archeologi, storici,<br />

medievalisti, artigiani del legno, del ferro,<br />

vasai e tessitori stanno infatti conducendo<br />

un'eccezionale sperimentazione<br />

nella quale, non solo «si ricostruisce»<br />

in base ai dati storico-culturali a<br />

disposizione, ma si cerca di arrivare a<br />

quelli anche attraverso la reale, quotidiana<br />

e pratica attuazione di tecnologie,<br />

attività — perfino comportamenti<br />

— risalenti fino all'età del ferro, e da<br />

quella al Medioevo ed oltre.<br />

Ecco, quindi, che in un movimentato<br />

paesaggio collinare, così atipico rispetto<br />

alla monotona e piatta morfologia danese,<br />

tra boschetti, paludi, laghetti e<br />

«strane» coltivazioni, sono state costruite<br />

abitazioni, fattorie e villaggi, vengono<br />

tessuti vestiti, forgiato il ferro (realizzando<br />

punte di freccia, lame di coltello<br />

e di spada, utensili), modellati vasi,<br />

ecc... Non meramente «replicando»,<br />

ma concretamente sperimentando la validità<br />

di teorie e di ipotesi scientifiche<br />

di tutto rispetto!<br />

I risultati ottenuti sono invero notevoli.<br />

Ad esempio, gli abiti d'epoca vi-<br />

chinga o medievale nordica, fatti indos-<br />

sare ai manichini di diversi<br />

musei, tra cui quello Nazionale<br />

di Copenaghen,<br />

provengono proprio da qui.<br />

Essi sono la ricostruzione,<br />

scientificamente accurata,<br />

di tessuti e vesti recuperati<br />

dagli studiosi nell'area<br />

scandinava. Come il vestito<br />

maschile medievale trovato<br />

nella palude di Backsten<br />

(Halland, Svezia) o il lungo<br />

vestito femminile scoperto<br />

in una tomba a L¢nne<br />

Heath, nei pressi di Varde<br />

(Jutland occidentale).<br />

Quella che avvicinammo<br />

era — ed è — una sperimentazione<br />

«in progress»,<br />

che vede anche la partecipazione<br />

di singoli e di famiglie<br />

danesi, che con entusiasmo<br />

accettano di trascorrere<br />

un periodo di tempo<br />

cercando di vivere «allo<br />

stesso modo» dei loro antenati.<br />

Parimenti è molto<br />

ti, in particolare in paludi e acquitrini,<br />

appartenenti a questo lungo periodo<br />

dell'età dell'Uomo.<br />

Per una migliore comprensione dell'epoca<br />

considerata va subito sottolineato<br />

come convenzionalmente gli studiosi<br />

danesi considerino età del ferro<br />

quella che va dal 500 a.C. al 1050 d.C.;<br />

un periodo lungo 1550 anni, che include<br />

l'età del ferro pre-romana (0), romana<br />

(400 d.C.), germanica (800 d.C.) e vichinga<br />

(1050).<br />

Nel progetto, che gradatamente prese<br />

forma a Gammel Lejre, una zona a pochi<br />

chilometri ad ovest dal centro della<br />

storica città di Roskilde, nel Sjælland,<br />

in un primissimo periodo vi lavorò<br />

un'équipe danese unitamente ad una<br />

internazionale. La Fondazione Carslberg<br />

finanziò i primi tre anni di attività.<br />

Ma già nel 1967 i visitatori attirati<br />

da ciò che si andava facendo a Lejre<br />

furono ben 55.000. Un'affluenza, questa,<br />

superiore alle più rosee aspettative,<br />

che naturalmente consentì ai ricercatori,<br />

e a tutti coloro che avrebbero lavorato<br />

alla sperimentazione «aperta» di<br />

Lejre, di potersi in futuro tranquillamente<br />

autofinanziare fino ai due terzi<br />

del bilancio. La rimanente parte sarebbe<br />

venuta dalla comunità locale, fortemente<br />

interessata alla bontà del progetto,<br />

oltre che dallo stesso Stato danese.<br />

Al tempo della nostra visita, i visita-<br />

tendono a rinnovarsi, ovviamente, di<br />

anno in anno. Anche in base ai nuovi<br />

ritrovamenti archeologici effettuati non<br />

solo in Danimarca.<br />

Vengono perciò costruite nuove abitazioni,<br />

si sperimentano altri utensili,<br />

nuove armi ecc., si testano ipotesi, condizioni,<br />

possibilità. Ad esempio, all'interno<br />

di un villaggio risalente all'epoca<br />

del ferro, interamente costruito con attrezzi<br />

e tecniche mutuate dai reperti archeologicidelperiodo,èstata<br />

ricostruita<br />

la fattoria del Capo scavata ad Hodde,<br />

vicino a Varde (Jutland occidentale).<br />

Il villaggio si trova all'interno di<br />

quello che può essere definito il «parco<br />

preistorico» di Lejre, sopra una bassa<br />

collina posta tra due laghetti: in tutto<br />

5-6 case e 3-4 capanne. Sono infatti gli<br />

stessi archeologi, che hanno portato alla<br />

luce le fondazioni di case e insediamenti,<br />

che suggeriscono ai colleghi del<br />

Centro la loro possibile ricostruzione in<br />

scala naturale, in modo da poter verificare<br />

tutte le diverse ipotesi.<br />

Sono così presenti nel parco, ad<br />

esempio, ponies islandesi e si impiegano<br />

repliche di armi, sempre dell'età del<br />

ferro, i cui originali consunti dal tempo<br />

sono stati più volte scoperti nelle paludi<br />

cosiddette «sacre». Come quella di Illerup<br />

Ådal, nei pressi di Skanderborg<br />

(Jutland). Armi e cavalcature che caratterizzavano<br />

i kæmper («giganti»), guer-<br />

quel luogo. D'altronde erano gli stessi<br />

ingredienti su cui i loro antenati avevano<br />

fatto affidamento... (nel centro, tra<br />

l'altro, si allevano pecore di Gotland, in<br />

grado di pascolare all'aperto tutto l'anno,<br />

oltre a mucche e, come abbiamo<br />

visto, anche i ponies islandesi). Sarebbero<br />

stati lì ancora per un'altra settimana.<br />

La Olsen ci riferì come nel corso della<br />

primavera numerose siano le telefonate<br />

e le lettere di persone che aspirano<br />

a compiere quest'inusuale esperienza.<br />

Alcuni vi giungono addirittura per la<br />

sesta o settima volta, ma per la maggior<br />

parte di essi sarà solo la prima...<br />

Tutti indistintamente sono alla ricerca<br />

delle proprie lontanissime radici. Tutti<br />

cercano di conoscere ciò che i loro antenati<br />

facevano 2-2500 anni fa!<br />

H¢rhaven, una moderna fattoria risa-<br />

lente al 1850, si trova nell'angolo di<br />

Recenti pubblicazioni sull'antica città di Catona<br />

Una millenaria tradizione religiosa e civile<br />

PIETRO BORZOMATI<br />

Particolare<br />

del villaggio<br />

dell'età del ferro<br />

(500 a.C.)<br />

nel parco di Lejre<br />

ambita la partecipazione di studenti ai<br />

«campi scuola», che annualmente vengono<br />

gestiti al suo interno. Ma è anche<br />

una sperimentazione «aperta», nel senso<br />

che continuamente, anno dopo anno,<br />

nell'ampio spazio attualmente disponibile,<br />

come in quelli di futura acquisizione,<br />

verranno testate altre affascinanti<br />

teorie e nuove ipotesi sul passato<br />

della Danimarca.<br />

L'idea di un laboratorio en plein air,<br />

in cui si potessero effettuare studi, ricerche<br />

e sperimentazioni su materiali,<br />

costruzioni et alia, «replicati» dagli originali<br />

rinvenuti qua e là dagli archeologi,<br />

venne nel 1964 ad un collega antropologo,<br />

il danese Hans Ole-Hansen,<br />

particolarmente interessato all'età del<br />

ferro, il cui aspetto tecnologico era<br />

maggiormente noto agli addetti ai lavori.<br />

Proprio in Danimarca numerosi erano<br />

stati fino ad allora i reperti ritrova-<br />

Lejre,<br />

Danimarca:<br />

famiglie<br />

e scolaresche<br />

nei pressi<br />

del laghetto<br />

del «parco<br />

archeologico»<br />

Negli Anni Venti in Italia il governo fascista attuò un<br />

progetto «politico» volto a consolidare il regime, anche<br />

accorpando antichi e gloriosi Comuni per creare le<br />

grandi metropoli; tra questi la civica amministrazione<br />

di Catona in provincia di Reggio Calabria subì l'onta di<br />

quel provvedimento che ledeva i più elementari diritti<br />

dei cittadini, che non poterono così più attendere all'amministrazione<br />

del loro Comune. Gli abitanti erano<br />

settemila ed il commercio degli agrumi, del legname,<br />

l'antico porto tra i più attivi dello «Stretto», numerose<br />

ed altre attività subirono una involuzione dovuta, soprattutto,<br />

al dolore ed alla rassegnazione.<br />

Il dibattito storiografico sul ventennio non ha mai<br />

preso in considerazione questi temi, salvo rari accenni<br />

non suffragati da ricerche e riflessioni; eppure la fine<br />

delle autonomie comunali in tutto il paese aveva segnato<br />

un irreversibile declino della democrazia e della<br />

libertà.<br />

Con questi sentimenti, e non certo per evocare «memorie»<br />

per inutili discorsi «apologetici», Giovanni Musolino<br />

(a cui si debbono studi preziosi come, ad esempio,<br />

la storia della Basilica di s. Marco, con prefazione<br />

dell'allora Patriarca il Beato Angelo Roncalli), ha licenziato<br />

alle stampe due tomi dedicati uno alla storia civile<br />

e l'altro a quella religiosa di Catona (Falzea editore).<br />

Contemporaneamente di Lillo Capua, prematuramente<br />

scomparso, si pubblica il volume «La Catona dei ricordi»,<br />

sempre per le edizioni Falzea di Reggio.<br />

Musolino, presbitero e catonese, visse a Venezia per<br />

lunghi anni; nella città della laguna, ed in altri paesi<br />

del mondo, per oltre sessanta anni, costantemente consultò<br />

archivi e biblioteche pubbliche e private per ricostruire<br />

il passato remoto e prossimo del suo paese natale.<br />

Storico attento e rigoroso offre oggi due volumi, i<br />

cui contenuti confermano l'utilità della storia locale<br />

per una serena ricostruzione di quella «generale», che<br />

Fabbro<br />

al lavoro<br />

tori raggiungevano il numero di<br />

70/80.000 all'anno, 25.000 dei quali erano<br />

studenti. Molte erano anche le famiglie,<br />

che arrivavano con i loro bambini<br />

a Lejre.<br />

Lo staff di coloro che lavorano nel<br />

Lejre Historisk-Arkælogisk Forsøgcenter<br />

(Centro Archeologico Sperimentale di<br />

Lejre) in inverno conta solo una quindicina<br />

di membri. Nel periodo «buono»<br />

(da maggio ad ottobre) questo numero<br />

tende a incrementarsi notevolmente.<br />

Tanto da arrivare ad una media di<br />

60/70 persone. Va ancora aggiunto come<br />

lo stesso Centro metta a disposizione<br />

finanziamenti per sperimentazioni<br />

in Archeologia.<br />

Al tempo della nostra visita, il direttore<br />

era uno zoologo e l'équipe di ricerca<br />

includeva due archeologi. Oltre a ceramisti,<br />

fabbri, tessitori, insegnanti di<br />

scuola elementare e media. Le ricerche<br />

Il pozzo<br />

con l'antico sistema<br />

a bilanciere<br />

per l'estrazione<br />

dell'acqua<br />

rieri dell'epoca che usavano sferrare attacchi<br />

fulminei contro fattorie e insediamenti.<br />

Nel corso della nostra visita a Lejre<br />

parlammo con la famiglia dell'ingegnere<br />

Jakob Bjerre, un esperto in cemento<br />

armato. Era quella la loro prima settimana<br />

di soggiorno, ma il professionista<br />

conosceva il parco fin da bambino. Del<br />

resto era la terza volta che d'estate rimaneva<br />

a Lejre. Ci stava così bene che<br />

avrebbe potuto viverci per tre anni. Anche<br />

i suoi bambini erano molto contenti<br />

di poter condurre sia pure per poco<br />

tempo una vita diversa dal solito.<br />

Era profondamente interessato all'età<br />

del ferro danese, una passione condivisa<br />

in pieno dalla moglie, un'insegnante<br />

che imparava a cucinare all'antica:<br />

pollo, minestra, cipolle, erbe. I cibi, ci<br />

disse, potevano essere preparati solo<br />

con ciò che si aveva a disposizione in<br />

non può prescindere da una attenzione agli eventi che<br />

si ebbero persino nel più remoto paese del mondo.<br />

La storiografia ha ignorato, ad esempio, un piccolo<br />

comune come Catona che ebbe rapporti commerciali<br />

con l'Europa ed il mondo nella sua millenaria storia, o<br />

ha ignorato che Federico II costruì una reggia sulle<br />

colline del paese e che il porto, sin dall'era più remota,<br />

ospitò le flotte dei grandi sovrani in epoche diverse e<br />

sino a cinquecento imbarcazioni da trasporto o da<br />

combattimento. Neppure gli storici più attenti del Mezzogiorno<br />

seppero analizzare i momenti di splendore di<br />

Catona e di altri centri che si alternavano a periodi di<br />

decadenza nel corso dei secoli.<br />

L'Autore individua le ragioni delle crisi, ad esempio,<br />

nei terremoti ed i maremoti frequenti, in altre calamità<br />

naturali, nelle razzie dei corsari e dei potenti della terra,<br />

dei greci, dei normanni, dei bizantini. Furono momenti<br />

drammatici che incentivarono le crisi in particolare<br />

a partire dall'età moderna, ma non riuscirono mai<br />

a piegare la grande fede dei catonesi in Dio Padre, in<br />

Cristo, nello Spirito Santo e nei santi Patroni Dionigi<br />

l'Areopagita e Francesco da Paola e, soprattutto, nei<br />

Sacri Cuori di Gesù e di Maria.<br />

Giovanni Musolino, nel secondo volume, in quasi<br />

mille pagine ricorda le radici della fede dei suoi conterranei<br />

attraverso una disamina della storia religiosa del<br />

piccolo centro calabrese ricca di spiritualità e pietà popolare.<br />

Una comunità protesa, quotidianamente, a ricordare<br />

l'Eucaristia ed il Cuore di Cristo, gratificata<br />

dal grande miracolo compiuto da Francesco da Paola,<br />

che partì da Catona ed attraversò lo stretto di Messina<br />

per recarsi in Sicilia sul suo mantello; miracolo ricordato<br />

anche da Liszt con un celebre brano musicale.<br />

Sulle tolde di tutte le navi del mondo accanto alle<br />

bandiere delle rispettive nazioni i marinai hanno innalzato<br />

l'effigie del Santo di Paola, che Pio XII proclamò<br />

Patrono della gente di mare. La gente di mare ricorda<br />

poi che Catona fu ricordata da Dante nella Divina<br />

L'edificio<br />

principale<br />

della fattoria<br />

ottocentesca<br />

inserita<br />

nel parco<br />

Un telaio<br />

verticale<br />

nord ovest dell'immenso<br />

terreno del Centro. Essa è<br />

composta da due case, anch'esse<br />

repliche costruite<br />

nel 1979, i cui originali<br />

provenienti da Tystrup sono<br />

esposti nel Museo all'aperto<br />

di Lyngby. Le abitazioni<br />

sono state realizzate<br />

così accuratamente che le<br />

persone che ci vivevano si<br />

sono trovate «a casa loro»<br />

allorché visitarono il centro.<br />

La presenza della fattoria<br />

cerca di dimostrare come<br />

lo iato che c'è tra l'età<br />

del ferro e il 1850 risulti inferiore<br />

rispetto a quello che<br />

esiste tra il 1850 e oggidì.<br />

Nella fattoria così si sperimenta,<br />

sempre con l'aiuto<br />

di volontari, che vi risiedono<br />

a turno per una quindicina<br />

di giorni, la vita giornaliera<br />

di agricoltori e artigiani<br />

di 150 anni fa.<br />

Prima di giungere nella<br />

fattoria ci interessammo a quanto si faceva<br />

in una fucina del XIX secolo. Qui<br />

si producono utensili ed armi medievali<br />

e vichinghe (coltelli, asce, ecc.) per<br />

esibirle nei musei danesi. Tutti gli oggetti<br />

metallici non originali esposti,<br />

chiodi compresi, provengono da qui. Al<br />

tempo della nostra visita vi lavorava<br />

un moderno fabbro, il venticinquenne<br />

Aron Hvid di Roskilde. Su un totale di<br />

nove anni di lavoro, cinque li aveva<br />

passati a Lejre (37 ore alla settimana),<br />

dove cercava di impossessarsi dell'arte<br />

e della tecnica dell'antica forgiatura.<br />

Nell'attiguo laboratorio di ceramiche<br />

incontrammo Inger Hildebrandt, una<br />

ceramista che con abilità riproduceva i<br />

vasi neri (jydepotte), cioè creati utilizzando<br />

argilla micacea e sabbia. Gli<br />

stessi che a centinaia di migliaia all'anno<br />

venivano prodotti in Danimarca nei<br />

secoli XVIII e XIX.<br />

Commedia come «punto» di riferimento per viandanti,<br />

pellegrini e marinai.<br />

L'Abbazia di san Dionigi, l'ospedale di santa Jerusalem,<br />

l'Abbazia di san Cono, istituzioni che operavano<br />

sin dall'età antica, ebbero ruoli civili e religiosi assai<br />

importanti.<br />

Nel 2001 sarà celebrato a Catona un convegno per<br />

ricordare i trecento anni della parrocchia.<br />

L'Autore ricorda inoltre che la Chiesa catonese ebbe<br />

crisi ed evoluzioni e si gloria «di aver dato alla Chiesa<br />

presuli illustri, sacerdoti e religiosi che diedero testimonianza<br />

di zelo pastorale». Da Catona, ai tempi di Pio<br />

X, partirono due santi Vescovi, Domenico Scopelliti e<br />

Giuseppe Romeo (che fu parroco del paese), rispettivamente,<br />

per Oppido Mamertina e Nocera de' Pagani.<br />

A Catona, alla fine del XIX secolo, Brigida Postorino<br />

(di cui è in corso il processo di beatificazione) fondò la<br />

Congregazione delle Figlie di Maria Immacolata, un<br />

istituto che il grande Arcivescovo di Reggio Card. Gennaro<br />

Portanova predilesse per l'impegno delle religiose<br />

nel mondo rurale ed, all'inizio del Novecento, tra gli<br />

emigranti calabresi in Argentina.<br />

I due tomi idealmente si completano infine con le riflessioni<br />

di Lillo Capua, che si è soffermato con suggestive<br />

descrizioni sulla Catona degli anni Cinquanta del<br />

secolo scorso.<br />

Interessanti ed originali notizie offre Musolino sulla<br />

pietà popolare dei catonesi: alla Vergine di Porto Salvo,<br />

ai Sacri Cuori, a Francesco da Paola, a s. Ignazio<br />

di Loyola, alla Vergine Addolorata, all'Immacolata, ma<br />

soprattutto a Gesù Eucaristia ed al Crocefisso.<br />

L'Autore ha lasciato con questa opera una traccia<br />

indelebile nella storia del Mezzogiorno, che gli storici<br />

non possono ignorare, in particolare per il fatto che<br />

studi come quelli di Musolino confermano l'ipotesi della<br />

valenza della storia «locale» e «regionale», per riflessioni<br />

critiche di fondo di un territorio più vasto quali<br />

sono, appunto, una nazione o un continente.


.<br />

PAGINA<br />

4 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Lunedì-Martedì 29-30 Gennaio 2001<br />

«Obiettivo del Capitolo<br />

è quello di consentire ai membri una più consapevole<br />

interiorizzazione delle Costituzioni,<br />

per vivere un'autentica spiritualità comunitaria,<br />

che sia testimonianza profetica<br />

dei valori del Regno.<br />

Di fronte al dilagare di una mentalità secolarizzata,<br />

l'osservanza della Regola<br />

vi sarà di aiuto per rafforzarvi nella tensione verso l'Assoluto»<br />

UDIENZA Il discorso di Giovanni Paolo II alle partecipanti al Capitolo Generale delle Maestre Pie Filippini<br />

Seguite Cristo secondo il vostro specifico<br />

carisma educativo, pedagogico e assistenziale<br />

«Seguite Cristo secondo il vostro specifico carisma<br />

educativo, pedagogico e assistenziale». È<br />

quanto ha raccomandato Giovanni Paolo II alle<br />

partecipanti al Capitolo Generale delle Maestre<br />

Pie Filippini, ricevute in udienza nella mattina di<br />

lunedì 29 gennaio, nella Sala dei Papi. Questo è<br />

il discorso del Papa:<br />

Carissime Figlie di santa Lucia<br />

Filippini!<br />

1.Sono lieto di accogliervi ed a<br />

ciascuna porgo un cordiale benvenuto.<br />

Vi ringrazio per questa visita,<br />

con la quale, in occasione del vostro<br />

Capitolo Generale Ordinario,<br />

intendete rinnovare l'espressione<br />

della vostra piena fedeltà e adesione<br />

al Successore di Pietro.<br />

Voi operate da anni in diversi<br />

Paesi del mondo e con amore vi ponete<br />

al servizio del Vangelo, attente<br />

alle necessità dei piccoli, dei poveri<br />

e dei sofferenti, cercando di ispirare<br />

il vostro ministero educativo a<br />

Gesù Maestro, in uno stile di sequela<br />

che fa leva sull'amore sponsale.<br />

Continuate su questa strada,<br />

cooperando a diffondere il Vangelo<br />

della carità nei nuovi campi di<br />

apostolato che il Signore vi affida.<br />

L'esperienza, maturata dal vostro<br />

Istituto in lunghi anni di servizio a<br />

Cristo e alla Chiesa, costituisce, all'inizio<br />

del nuovo millennio, una<br />

felice premessa per una ancor più<br />

feconda stagione di vita consacrata<br />

ed apostolica.<br />

2.Il vostro Capitolo Generale si<br />

svolge quando si è appena concluso<br />

il Grande Giubileo dell'Anno 2000.<br />

Esso tocca un tema che è per voi di<br />

grande interesse: «Le Costituzioni,<br />

lampada ai miei passi, luce sul mio<br />

cammino» (Sal 118). La scelta dell'argomento<br />

intende porre in evidenza<br />

la necessità di un rinnovato<br />

riferimento alla Regola, perché in<br />

essa e nelle Costituzioni è racchiuso<br />

un itinerario di sequela qualificato<br />

da uno specifico carisma autenticato<br />

dalla Chiesa (cfr Vita consecrata,<br />

37).<br />

Obiettivo fondamentale del Capitolo<br />

è, pertanto, quello di consentire<br />

ai membri una più consapevole<br />

interiorizzazione delle Costituzioni,<br />

per vivere un'autentica spiritualità<br />

comunitaria, che sia testimonianza<br />

profetica dei valori del Regno. Di<br />

fronte al dilagare di una mentalità<br />

secolarizzata, l'osservanza fedele<br />

della Regola vi sarà, care Sorelle,<br />

L'indirizzo d'omaggio<br />

della Superiora Generale<br />

Pubblichiamo il testo dell'indirizzo<br />

d'omaggio rivolto al Papa dalla<br />

Superiora Generale delle Maestre<br />

PieFilippini, Suor Mary De Bacco:<br />

Beatissimo Padre,<br />

A nome di tutte le Maestre Pie<br />

Filippini, voglio esprimere i nostri<br />

sentimenti di affetto e di viva gratitudine<br />

verso Vostra Santità, per<br />

il privilegio di quest'udienza in<br />

occasione del nostro Capitolo Generale.<br />

L'Istituto fu fondato nel 1692 dal<br />

Cardinale Marcantonio Barbarigo e<br />

santa Lucia Filippini. Nel 1707, dietro<br />

l'invito di Papa Clemente XI Lucia<br />

venne a Roma per iniziare l'opera<br />

delle Scuole per le fanciulle;<br />

da allora siamo sempre state al<br />

servizio dei Pontefici. Con san<br />

Pio X abbiamo cominciato la nostra<br />

missione per gli immigrati negli<br />

Stati Uniti, missione che si è<br />

poi estesa nei vari campi di educazione,<br />

in tutti i continenti e continua<br />

tuttora a fiorire.<br />

Santo Padre, oggi rinnoviamo di<br />

cuore il nostro impegno di servizio<br />

promettendo la nostra fedeltà e la<br />

di valido aiuto per rafforzarvi nella<br />

tensione verso l'Assoluto, non conformandovi<br />

allo spirito di questo<br />

mondo, ma progredendo giorno dopo<br />

giorno nella conformazione a<br />

Cristo.<br />

L'assemblea capitolare vi offre<br />

l'opportunità di riandare, con<br />

umiltà e coraggio, alle origini del<br />

vostro Istituto, attingendovi più intenso<br />

vigore per rispondere alle sfide<br />

che si presentano ora alla vostra<br />

intraprendenza apostolica. È guardando<br />

alla singolare esperienza del<br />

Card. Marcantonio Barbarigo e della<br />

giovane Lucia Filippini che voi<br />

potrete realizzare l'auspicato rinnovamento<br />

delle strutture e dei metodi,<br />

mantenendo saldo il riferimento<br />

alla Regola e alle Costituzioni, che<br />

racchiudono un itinerario di sequela<br />

di Cristo secondo il vostro specifico<br />

carisma educativo, pedagogico,<br />

assistenziale. Attraverso una maggiore<br />

adesione a Lui, pietra angolare,<br />

che «è lo stesso ieri, oggi e sempre»<br />

(Eb 13, 8), il dono che lo Spirito<br />

Santo ha fatto ai vostri Fondatori<br />

potrà continuare ad animare la<br />

vostra esperienza quotidiana.<br />

3.Come non ripensare in que-<br />

nostra quotidiana preghiera, personale<br />

e comunitaria. Seguendo<br />

l'esempio e obbedendo alle direttive<br />

di Vostra Santità, che ci chiede<br />

di vivere il nostro carisma «non<br />

come memoria del passato, ma<br />

come profezia dell'avvenire», cerchiamo<br />

di affrontare le sfide del<br />

cammino. Donne di speranza, fedeli<br />

al carisma dei nostri Fondatori<br />

e alla nostra missione di vita, vogliamo<br />

leggere sempre i segni dei<br />

tempi, come Vostra Santità instancabilmente<br />

ci propone. Santità, il<br />

Vostro esempio e la Vostra parola<br />

ci sono di stimolo e ci incoraggiano<br />

a continuare la nostra missione<br />

educativa.<br />

La preghiamo, Santità, di estenderelaSua<br />

benedizione su ognuna<br />

dinoi,sullanostre consorelle, sulle<br />

nostrefamiglie, alunni e benefattori,<br />

e sui nostri collaboratori laici.<br />

Chiediamo in modo particolare, di<br />

benedire il lavoro per il processo<br />

di beatificazione del fondatore, il<br />

Card. Marcantonio Barbarigo che,<br />

insieme al suo parente san Gregorio<br />

Barbarigo, è luminoso esempio<br />

anche per i nostri tempi.<br />

sta circostanza a quando, verso la<br />

fine del 1600, il Cardinale Marcantonio<br />

Barbarigo, coadiuvato dalla<br />

giovane Lucia Filippini, avviò<br />

un'ampia azione di sostegno umano<br />

e spirituale dei giovani, dedicandosi<br />

pure al miglioramento della<br />

condizione femminile ed al risanamento<br />

morale e culturale del clero<br />

e del popolo? Fu proprio a tal fine<br />

che furono costituite, attorno al<br />

1692, le «Scuole della Dottrina Cristiana»<br />

per le fanciulle del popolo,<br />

nella prospettiva del risanamento<br />

della famiglia e della società. Nasceva<br />

così un corpo di maestre valido<br />

e stabile, capace di attuare, con<br />

fedeltà e creatività, quel progetto di<br />

intervento educativo che avevano<br />

ideato il Barbarigo e la giovane Lucia<br />

Filippini.<br />

Il vostro Capitolo Generale, che<br />

si svolge all'alba del terzo millennio,<br />

costituisce quasi una sosta per<br />

considerare il cammino sinora<br />

compiuto e valutare l'inizio, più<br />

che mai promettente, di una nuova<br />

stagione di servizio ecclesiale in<br />

Italia, in Europa e nei territori di<br />

missione in cui siete presenti. La<br />

Chiesa, carissime Sorelle, si attende<br />

molto da voi: dal vostro esempio e<br />

dalla vostra generosa dedizione<br />

apostolica.<br />

Voi siete chiamate ad esercitare<br />

un singolare ministero educativo,<br />

che si estrinsechi in costanti segni<br />

di amore, specialmente verso i poveri,<br />

e che, attraverso le scuole, favorisca<br />

non solo una solida crescita<br />

culturale degli alunni, ma anche<br />

il loro consapevole avvicinamento<br />

alle perenni verità del Vangelo.<br />

4.Perché possiate proseguire<br />

con frutto questo vostro apostolato,<br />

sia vostra cura prioritaria coltivare<br />

una spiritualità personale e comunitaria<br />

che sappia armoniosamente<br />

fondere la salvaguardia dell'interiorità<br />

e la generosa dedizione alle vostre<br />

molteplici attività apostoliche e<br />

caritative.<br />

Per raggiungere questo obiettivo,<br />

nel corso dei lavori capitolari avete<br />

opportunamente individuato nella<br />

formazione alla vita consacrata, nello<br />

spirito di preghiera, nella comunione<br />

fraterna e nella missione nella<br />

Chiesa e nel mondo, le vie privilegiate<br />

per continuare ad essere, sull'esempio<br />

dei Fondatori, una presenza<br />

significativa nel nostro tempo.<br />

Di fronte al dilagante indiffe-<br />

“<br />

Il vostro<br />

Capitolo Generale,<br />

che si svolge<br />

all'alba<br />

del terzo millennio,<br />

costituisce<br />

quasi una sosta<br />

per considerare<br />

il cammino<br />

sinora compiuto<br />

e valutare<br />

l'inizio, più che mai<br />

promettente,<br />

di una nuova<br />

stagione di servizio<br />

ecclesiale<br />

in Italia, in Europa<br />

e nei territori<br />

di missione<br />

in cui siete presenti<br />

-<br />

”<br />

rentismo religioso, siete chiamate a<br />

realizzare la vostra specifica missione,<br />

soprattutto nel campo scolastico,<br />

tenendo conto delle difficoltà<br />

connesse ai diversi contesti culturali<br />

e locali. Siate coraggiose ed entusiaste,<br />

senza lasciarvi condizionare<br />

dagli ostacoli di ogni genere che potete<br />

incontrare.<br />

Rivivete in voi il sentimento infuocato<br />

di Paolo, che esclamava:<br />

«Guai a me se non predicassi il<br />

Vangelo!» (1 Cor 9, 16). Alla scuola<br />

dei vostri Fondatori, ponete il vostro<br />

apostolato sotto la protezione<br />

della Madre di Dio Maria, che la<br />

Chiesa venera «con affetto di pietà<br />

filiale come una Madre amatissima»<br />

(Lumen gentium, 53). Sono<br />

certo che, in tal modo, susciterete<br />

nell'animo di numerose giovani il<br />

desiderio di incontrare Cristo e di<br />

servirlo con «cuore indiviso» nei<br />

fratelli deboli ed indifesi.<br />

Con questi sentimenti, volentieri<br />

vi imparto, care Sorelle, una speciale<br />

Benedizione, che di cuore<br />

estendo a tutte le persone, specialmente<br />

giovani, verso le quali vi impegna<br />

il compito apostolico della<br />

vostra Famiglia religiosa.<br />

L'assise capitolare<br />

ha inaugurato il Terzo Millennio<br />

Nella novità dello Spirito e con la gioia nel cuore, l'Istituto delle Maestre<br />

Pie Filippini con il Capitolo Generale (5 gennaio-2 febbraio 2001) ha inaugurato<br />

il terzo millennio.<br />

«Le Costituzioni lampada ai miei passi, luce sul mio cammino» sono state<br />

oggetto di studio e di verifica alla luce delle nuove attese della Chiesa e del<br />

mondo.<br />

Il Capitolo si è aperto con le parole della Madre Generale: «... Dobbiamo<br />

essere donne di speranza: donne con una visione chiara del futuro e<br />

una volontà di impegnarci con l'aiuto del Signore... donne di conversione<br />

al futuro... ».<br />

Il Capitolo si è svolto con impegno in un clima di sereno e costruttivo dialogo,<br />

in sintonia di pensiero e di preghiera. Durante l'intero mese le capitolari<br />

hanno approfondito i principi «base e fondamento» della loro identità di Maestre<br />

Pie Filippini; hanno guardato al passato, con uno spirito di conversione<br />

verso il futuro, sempre coerenti con la loro missione nel mondo.<br />

Ha presieduto l'elezione della Superiora Generale Monsignor Natalino Zagotto,<br />

Vicario per le Religiose della città di Roma, il quale ha esortato le Maestre<br />

Pie Filippini ad essere «la tenerezza della Chiesa e la carezza di Dio, donne<br />

sempre in cammino, annunciatrici della Divina Parola con la loro forza<br />

dell'amore e della femminilità, ad imitazione della loro Fondatrice, santa Lucia<br />

Filippini».<br />

Al termine delle elezioni, il Consiglio Generale del Pontificio Istituto delle<br />

Maestre Pie Filippini risulta così formato: la Superiora Generale, Suor Mary<br />

De Bacco, oriunda degli Stati Uniti, è stata riconfermata per il secondo sessennio;<br />

Consigliere Generali sono state elette: Suor Emilia Cerrone, italiana;<br />

Suor Dorothy Di Cristofaro, americana; Suor Teresa Tassoni, italiana; Suor<br />

Terezinha Salgado, brasiliana.


.<br />

PAGINA<br />

5 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Lunedì-Martedì 29-30 Gennaio 2001<br />

Le parole pronunciate da Giovanni Paolo II al termine della preghiera mariana dell'Angelus recitata con i pellegrini radunati in Piazza San Pietro<br />

Esprimo apprezzamento a quanti, in vari modi, si impegnano<br />

per sconfiggere il morbo di Hansen e sono vicini a chi ne è colpito<br />

Al termine della preghiera mariana dell'Angelus<br />

Domini, recitata domenica 28 gennaio con i fedeli<br />

riuniti in Piazza San Pietro, Giovanni Paolo II ha<br />

rivolto particolari espressioni di saluto ai diversi<br />

gruppi di pellegrini. Ecco le sue parole:<br />

Desidero, inoltre, assicurare la<br />

mia solidarietà ed un particolare ricordo<br />

nella preghiera anche ai malati<br />

di lebbra, per i quali si celebra<br />

oggi l'annuale «Giornata Mondiale».<br />

Esprimo apprezzamento a quanti,<br />

in vari modi, si impegnano per<br />

sconfiggere il morbo di Hansen e<br />

sono vicini a chi ne è colpito. In<br />

particolare, saluto l'Associazione<br />

Italiana Amici di Raoul Follereau,<br />

che opera attivamente per sensibilizzare<br />

l'opinione pubblica circa<br />

questa malattia, sollecitando il necessario<br />

contributo di tutti per debellarla<br />

definitivamente.<br />

Saluto, ora, i gruppi parrocchiali<br />

provenienti da Genova, Chiavari e<br />

Romito Magra, augurando loro un<br />

fruttuoso pellegrinaggio alle Tombe<br />

degli Apostoli.<br />

Adesso, insieme con i ragazzi di<br />

Azione Cattolica che sono qui accanto<br />

a me, libererò alcune colombe<br />

come augurio di pace per l'intera<br />

umanità.<br />

Buona domenica a tutti!<br />

Per la nomina a suo Inviato Speciale alle celebrazioni conclusive<br />

del centenario dell'evangelizzazione del Rwanda (Kigali, 8 febbraio)<br />

Lettera del Santo Padre<br />

al Cardinale Etchegaray<br />

Com'è noto, in data 4 gennaio 2001, il Santo Padre ha nominato<br />

l'Em.mo Sig. Cardinale Roger Etchegaray, suo Inviato Speciale alle celebrazioni<br />

conclusive del centenario dell'evangelizzazione del Rwanda, in<br />

programma a Kigali l'8 febbraio prossimo.<br />

Il Cardinale Inviato Speciale sarà accompagnato da una Missione<br />

Pontificia composta da: Rev.do Sac. Silas Ngerero, del Clero diocesano<br />

di Kabgayi, Direttore Nazionale per il Rwanda delle Pontificie<br />

Opere Missionarie; Rev.do P. Pedro Sala, M. Afr. Superiore Provinciale<br />

dei Missionari d'Africa. Ecco la Lettera Pontificia:<br />

Venerabili Fratri Nostro<br />

Rogero S.R.E.<br />

Cardinali Etchegaray<br />

Saecularis iam appetit memoria<br />

ex quo ad Ruandenses<br />

regiones optatus Evangelii nuntius<br />

feliciter allatus est Dominique<br />

salus ac beneficia hominibus<br />

illis subministrari coepta<br />

sunt alacrem quidem per missionariorum<br />

operam, qui in<br />

gentes studio incensi, libenter<br />

longum iter quondam susceperunt<br />

et ad oras illas appule-<br />

runt salubre opportunumque<br />

spiritale auxilium ibidem incolis<br />

laturi.<br />

Maxime ideo decet et convenit<br />

ut eventus hic congruenter<br />

commemoretur et optimo iure<br />

extollatur. Celebratio enim<br />

haec copiam dat et facultatem<br />

non huius rei tantum memoriam<br />

repetendi, verum homines<br />

ad ferventiora religionis opera,<br />

firmiorem fidem certioraque<br />

proposita, pristinis illis ob oculos<br />

habitis exemplis, incitandi.<br />

Ipso igitur iuvante Domino,<br />

mensis Februarii VIII die Kigaliensi<br />

in urbe sollemnis erit a<br />

primaeva illa evangelizatione<br />

centesima anniversaria commemoratio,<br />

cui finem, praestabile<br />

veluti fastigium, Unitatis Reconciliationisque<br />

argumentum<br />

imponet. Compluribus inibi in<br />

locis antehac varii Ecclesiae<br />

coetus Magnum Iubilaeum perquam<br />

opportune celebrarunt,<br />

quae res digna habetur compa-<br />

ratio ad insignem hunc eventum<br />

agendum.<br />

Quocirca ut ritus hic magnificentius<br />

efficaciusque absolvatur,<br />

Ruandensis Episcoporum<br />

Conferentiae postulatis libenter<br />

occurrentes, mittere eminentem<br />

virum statuimus, qui partes<br />

Nostras sustineat et Personam<br />

agat. Ad te autem, Venerabilis<br />

Frater Noster, cum saepe<br />

alias nunc potissimum decurrimus,<br />

praestabile hoc ministerium<br />

tibimet committentes.<br />

Itaque permagna moti affectione,<br />

te MISSUM EXTRAORDI-<br />

NARIUM renuntiamus et constituimus<br />

ad celebrationem<br />

quam supra diximus agendam.<br />

Universis igitur participibus<br />

fidelibusque inibi cunctis animi<br />

Nostri affectionem ostendes,<br />

cum quamvis longo locorum<br />

intervallo separemur adsimus<br />

spiritu praesentes. Omnibus<br />

Nostro nomine Benedictionem<br />

Apostolicam impertias velimus,<br />

quae sit animorum renovationis<br />

signum et futuro de tempore<br />

supernarum gratiarum pignus.<br />

Ex Aedibus Vaticanis, die IV<br />

mensis Ianuarii, anno MMI,<br />

Pontificatus Nostri tertio et vicesimo.<br />

«Caro Papa, insegnaci a saper ascoltare»!<br />

GIANLUCA BICCINI<br />

«Prossimamente» aveva detto Giovanni Paolo<br />

II domenica 21 gennaio annunciando l'intenzione<br />

di rivelare i nomi di Cardinali riservati «in<br />

pectore». Lo ha fatto all'«Angelus» di domenica<br />

28, aggiungendo a quelli dei due Cardinali creati<br />

nel 1998, i nomi di altri cinque tenuti «nel cuore»,<br />

che saranno creati nel Concistoro del 21<br />

febbraio. Sono Pastori delle «Chiese del silenzio»<br />

— dell'Ucraina e della Lettonia —, di diocesi di<br />

antichissime tradizioni — della Germania — e<br />

di comunità più giovani, della Bolivia, e giovanissime,<br />

del Sud Africa.<br />

È stato un momento di grande gioia per i fedeli<br />

presenti in Piazza San Pietro e per la Chiesa<br />

universale. Ma al termine della preghiera mariana<br />

ve ne è stato un altro dolente e di grande<br />

commozione: quando il Papa ha ricordato le popolazioni<br />

indiane e pakistane, colpite nei giorni<br />

scorsi da un violentissimo terremoto.<br />

Durante l'«Angelus» del 28 gennaio si è svolto<br />

anche il tradizionale incontro del Santo Padre<br />

con i ragazzi dell'Azione Cattolica diocesana di<br />

Roma, cui si sono uniti quest'anno anche quelli<br />

delle diocesi Suburbicarie e del Lazio.<br />

Accompagnati da genitori, insegnanti e catechisti,<br />

la «Carovana della pace» — ottomila<br />

bambini delle parrocchie e delle scuole elementari<br />

e medie — era partita da Piazza Navona di<br />

buon mattino, dando vita ad un festoso corteo<br />

per le vie della città — ne diamo conto nella<br />

cronaca di Elisabetta Angelucci a pagina 9 —.<br />

Giunti in Piazza San Pietro, hanno issato un<br />

grande orecchio di cartone a simboleggiare la<br />

necessità di saper ascoltare gli altri.<br />

Veri «protagonisti» e «Araldi della pace» hanno<br />

gridato al Papa il loro desiderio che vengano<br />

rispettati i diritti dei lori coetanei laddove essi<br />

sono negati.<br />

Come segno concreto di solidarietà hanno<br />

raccolto offerte destinate alle case-famiglia<br />

«Gemma Vittori» e «La Perla», gestite dalle Suore<br />

Francescane Alcantarine a Manziana. Nei<br />

pressi del Lago di Bracciano, le due strutture di<br />

accoglienza si occupano di minori in difficoltà,<br />

prestando particolare attenzione alle famiglie di<br />

provenienza.<br />

La «Giornata della Pace» è da molti anni una<br />

tappa centrale nell'itinerario formativo ed educativo<br />

dell'ACR romana. Durante il mese di gennaio<br />

celebrazioni, incontri e momenti di preghiera<br />

hanno scandito il cammino dei giovanissimi<br />

associati.<br />

Nell'attesa di ricevere il saluto del Santo Padre<br />

hanno cantato, giocato e pregato, coordinati<br />

da infaticabili educatori. Questi ultimi hanno<br />

poi raccolto le offerte, per consegnarle nelle mani<br />

del Presidente, dott. Paolo Bustaffa, e dell'Assistente<br />

Ecclesiastico, don Alberto Fusi, dell'Azione<br />

Cattolica romana.<br />

Un improvviso sventolìo di palloncini gialli e<br />

blu ha salutato l'affacciarsi di Giovanni Paolo II<br />

dalla finestra dello studio privato. Con lui erano<br />

i piccoli Matteo Fincato, di 12 anni, e Giulia<br />

Lapponi, di 13, della parrocchia romana dei<br />

santi Angeli Custodi, i quali al termine dell'Angelus<br />

hanno liberato due colombe bianche, simbolo<br />

di pace.<br />

«Caro Papa — ha detto il piccolo Matteo —<br />

noi ragazzi dell'A.C.R. di Roma in questo mese<br />

della Pace abbiamo riflettuto sul tema dell'ascolto.<br />

Abbiamo capito che ascoltare Gesù, i nostri<br />

genitori, gli altri ragazzi, le persone che abbiamo<br />

intorno è indispensabile per crescere, per<br />

aprire il cuore ai loro bisogni».<br />

«Lo sai perché è importante tutto questo? —<br />

ha proseguito —. Perché solo donando agli altri<br />

un po' del nostro tempo possiamo sapere cosa<br />

pensano, cosa sognano, cosa ci dicono; possiamo<br />

capire i loro problemi e i loro desideri, possiamo<br />

conoscerli accettarli ed infine aiutali. Ed<br />

aiutare non è solo dare qualcosa, ma sedersi accanto<br />

all'altro per parlare e condividere con lui<br />

le cose buone e i problemi che ha. Infatti, come<br />

tu ci insegni, l'aiuto al prossimo non si ferma<br />

soltanto a quello materiale, solo ascoltando con<br />

il cuore si può offrire un aiuto con dolcezza. E<br />

poi ascoltare serve anche a noi: impariamo le<br />

cose nuove che gli altri ci dicono, cresciamo capendo<br />

gli errori e qual è la strada giusta da percorrere,<br />

anche perché attraverso gli altri, Dio<br />

stesso ci parla».<br />

«Ti ringraziamo — ha concluso — per l'esempio<br />

che ogni giorni ci dai: ascolti chi non ha voce<br />

e dai voce alle parole di Dio. Come te ci<br />

prendiamo un piccolo grande impegno: quello<br />

di non rimanere chiusi in noi stessi, ma di vivere<br />

sempre come persone “in ascolto” di Gesù e<br />

dei fratelli, perché certe volte è più faticoso ma<br />

è molto più bello. Ti volgiamo bene».<br />

I due ragazzi erano accompagnati dall'assistente<br />

diocesano dell'ACR, don Francesco Galluzzo<br />

e dai responsabili diocesani Roberto Cisiotta<br />

e Carmela Mascio.<br />

Tra i numerosi gruppi di pellegrini presenti in<br />

Piazza San Pietro erano anche i membri dell'Associazione<br />

Italiana Amici di Raoul Follereau (Aifo).<br />

Nell'ultima domenica di gennaio si celebra infatti<br />

da quarantotto anni la Giornata Mondiale<br />

dei Malati di Lebbra.<br />

«Con gli ultimi per un'alternativa di giustizia»:<br />

è lo slogan di quest'anno, in cui ricorre anche il<br />

quarantesimo di fondazione dell'Aifo. L'Associazione<br />

nacque nel 1961 per promuovere programmi<br />

di sanità di base a favore degli hanseniani,<br />

ispirata dal messaggio di giustizia e di<br />

amore di Raoul Follereau.<br />

Diffusa ancora oggi in 91 Paesi del mondo, in<br />

24 dei quali rappresenta un problema di salute<br />

pubblica, la lebbra continua a contagiare oltre<br />

duemila persone al giorno in quei luoghi dove<br />

regna l'indigenza.<br />

Santa Messa di Giovanni Paolo II con il nuovo<br />

Consiglio Generale dei Fatebenefratelli<br />

I membri del Consiglio Generale dell'Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Dio (Fatebenefratelli), insieme con alcuni<br />

componenti della Curia Generalizia, hanno partecipato, nella mattina di venerdì 26 gennaio, alla Santa Messa celebrata da<br />

Giovanni Paolo II nella Cappella privata.<br />

L'incontro con il Santo Padre si è svolto in occasione della rielezione del Priore Generale, Fra Pascual Piles, e della<br />

presentazione del nuovo Consiglio Generale dell'Ordine.<br />

Insieme con il Priore Generale erano presenti: il Segretario Generale, Fra José Luiz Muñoz (Spagna); Fra Donatus Forkan<br />

(Irlanda); Fra Emerich Steigerwald (Germania); Fra Luis Aldana (Colombia); Fra Pietro Cicinelli (Italia); Fra Vincent Kochamkunnell<br />

(India); Fra Léopold Gnami (Benin); Fra Fabian Hynes (Australia); Fra Félix Lizaso (Spagna); Fra Eliseo Paraboni<br />

(Italia); Fra Manuel Vargas (Portogallo); Fra Valentín Riesco (Spagna).


.<br />

PAGINA<br />

6 .<br />

LITURGIA DELLA PAROLA<br />

Is 6, 1-8<br />

1 Cor 15, 1-11<br />

Lc 5, 1-11<br />

Credo sia cosa buona e giusta avere<br />

spesso sulle labbra l'invocazione al<br />

Signore: «Verso la tua Parola guida il<br />

mio cuore». Quando il nostro spirito è costantemente<br />

rivolto alla divina parola, la nostra<br />

vita segue la luce sapienza e le nostre<br />

scelte vanno nella direzione della volontà di<br />

Dio.<br />

1. La familiarità con i Salmi ci insegna<br />

che la Parola di Dio brilla come una lampada<br />

sui passi dei credenti, splende come un<br />

faro di luce sul nostro difficile cammino.<br />

È da stolti camminare nell'oscurità delle<br />

tenebre, quando possiamo trovare la luce e<br />

la gioia della sapienza che il Signore ci ha<br />

comunicato.<br />

Si sprecano tante parole umane — attraverso<br />

i mezzi di comunicazione sociale —<br />

che producono confusione nelle coscienze,<br />

che creano falsi problemi, che inducono desideri<br />

e bisogni inutili, che abbassano il livello<br />

della condotta individuale e del costume<br />

sociale.<br />

In questi nostri tempi strani e convulsi<br />

sembra che la parola umana sia stata piegata<br />

a servizio della menzogna per ottenere<br />

consenso politico, per accrescere il profitto<br />

del denaro, per colpire i fondamenti della<br />

civiltà. Quando la parola diventa menzogna,<br />

non è difficile prevedere il tramonto della libertà<br />

e della democrazia.<br />

È necessario che noi cristiani restiamo discepoli<br />

di Cristo, fonte di verità, e che dedichiamo<br />

alla Parola di Dio il nostro cuore; allora<br />

la nostra vita verrà immersa nel fiume<br />

della carità.<br />

Non potrebbe essere gradita a Dio una at-<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Lunedì-Martedì 29-30 Gennaio 2001<br />

La Chiesa che è in Perugia-Città della<br />

Pieve ha celebrato di recente la Giornata<br />

diocesana dei fidanzati, caratterizzata dalla<br />

tradizionale festività del «santo anello»,<br />

una reliquia molto venerata, custodita nella<br />

Cattedrale di san Lorenzo.<br />

Anche quest'anno numerose coppie di<br />

giovani che si preparano al matrimonio<br />

sono giunte in Duomo per pregare dinanzi<br />

al reliquiario contenente quello che la tradizione<br />

popolare ritiene essere un anello<br />

della Madonna.<br />

tenzione alla Parola rivelata che si riducesse<br />

ad inutile curiosità o a mera conoscenza,<br />

lasciando la vita mediocre ed infruttuosa.<br />

2. Il profeta Isaia — di cui alla prima lettura<br />

odierna — si crede perduto all'irrompere<br />

della visione che gli manifesta la santità<br />

e la gloria del Signore degli eserciti.<br />

Iddio, tre volte santo, gradisce l'atteggiamento<br />

di umiltà del Profeta, gli perdona<br />

ogni peccato e gli infonde speranza.<br />

Immediatamente scatta la buona volontà<br />

del Profeta, che si dichiara pronto a svolgere<br />

la missione per la salvezza spirituale del<br />

popolo.<br />

Ogni battezzato deve avere nel cuore e<br />

sulle spalle un duplice compito: attendere<br />

alla propria santificazione e lavorare per il<br />

vero bene dei suoi fratelli.<br />

Per questa ardua missione è necessaria,<br />

prima di tutto, la liberazione da ogni legame<br />

di egoismo, palese o mascherato; poi è<br />

richiesta la supplica a Dio, ricco di miseri-<br />

A Perugia-Città della Pieve la Giornata diocesana dei fidanzati<br />

Al termine della Giornata, l'Arcivescovo<br />

Giuseppe Chiaretti ha presieduto la solenne<br />

Concelebrazione Eucaristica con i canonici<br />

del Capitolo della Cattedrale. «Oggi<br />

c'è tanto diffuso discredito del fidanzamento<br />

e della famiglia — ha ammonito il<br />

Presule all'omelia —. Proprio in questi<br />

momenti abbiamo bisogno di ribadire con<br />

energia e con forza una linea diversa di<br />

quella che viene proposta e che è di sfal-<br />

damento della visione cristiana della famiglia».<br />

«La via del cristiano — ha sottolineato<br />

Mons. Chiaretti — è una via austera<br />

ed il fidanzamento è tempo di cammino<br />

comune e di attenta preparazione al matrimonio,<br />

che è un sacramento».<br />

L'Arcivescovo ha rivolto alle coppie di<br />

fidanzati ed ai giovani un forte richiamo ai<br />

valori, esortando anche i genitori a seguire<br />

i loro figli nel cammino di preparazione<br />

Discepoli di Cristo, fonte di verità<br />

cordia, per ottenere gli aiuti del Cielo, senza<br />

dei quali le umane fatiche sono inutili.<br />

Quando il nostro rapporto con Dio è fondato<br />

sull'umiltà e sulla generosità del cuore,<br />

allora si può dire al Signore che chiama:<br />

«Eccomi, manda me!», con la serena fiducia<br />

che le nostre fatiche — garantite dall'amore<br />

onnipotente di Dio — non andranno incontro<br />

al fallimento.<br />

3. L'apostolo Paolo, che ci parla nella seconda<br />

lettura, mette una base solida alla<br />

nostra fede: la risurrezione di Cristo.<br />

La sua morte in croce è stata una sconfitta<br />

apparente; in realtà Gesù, strappando a<br />

Satana la maschera dell'inganno e dell'or-<br />

goglio, ha riportato vittoriosa sulla tragedia<br />

del peccato e della morte.<br />

È necessario che la risurrezione di Gesù<br />

operi nell'anima nostra la gioia della fede, il<br />

proposito del rinnovamento spirituale e l'impegno<br />

a lavorare per la vita della grazia,<br />

che il Signore ci ha donato in abbondanza<br />

Un ricordo nel trigesimo della morte dell'ingegnere, divenuto trappista<br />

Filiberto Guala e il suo itinerario vocazionale:<br />

un «imprenditore» anche nella vita monastica<br />

«Ancora oggi sconto quei due anni alla<br />

Rai. Arrivano qui giornalisti come lei,<br />

mi fanno domande sulla televisione e<br />

poi vedo sui giornali titoli tipo “dal potere<br />

alla trappa”, come se io in una azienda<br />

di proporzioni come la Rai contassi<br />

qualcosa»; così confidava bonariamente<br />

qualche anno fa Padre Filiberto Guala,<br />

già monaco trappista da vari anni.<br />

Della vita di questo monaco, morto<br />

nella trappa delle Frattocchie presso Roma,<br />

il 24 dicembre 2000, a fare notizia è<br />

soprattutto il suo passato di manager di<br />

alto livello nella amministrazione pubblica<br />

italiana che lo vide primo direttore e<br />

fondatore della RAI.<br />

È figura molto nota in Italia. L'ingegnere<br />

Guala organizzò e diresse tante<br />

iniziative per la ricostruzione del nostro<br />

Paese dopo la catastrofe bellica. Ma piace<br />

qui ricordare, più che la sua carriera<br />

professionale, il suo itinerario umano e<br />

spirituale durato ben 93 anni.<br />

La vita di Filiberto Guala può essere<br />

divisa nettamente in due periodi: fino al<br />

1960 (a 53 anni) fu protagonista della<br />

città; fino al 2000 (a 93 anni) fu protagonista<br />

della trappa.<br />

Nato a Torino il 18 dicembre 1907,<br />

era stato compagno al Politecnico di<br />

Pier Giorgio Frassati subendone il fascino<br />

assai stimolante. «Dopo la morte di<br />

Piergiorgio Frassati si formò a Torino<br />

un gruppo di amici provenienti da diverse<br />

regioni italiane, militanti nella FUCI:<br />

volevano vivere insieme la spiritualità di<br />

Piergiorgio. Ci incontravamo tre volte<br />

all'anno», ricorda Guala (Lettera del<br />

20.9.1998).<br />

Era un gruppo eccezionale di amici<br />

fraterni, che diverranno poi «personaggi»<br />

noti: Roberto Einaudi, Domenico<br />

Garelli, Carlo Carretto, Enrico di Rovasenda<br />

e altri.<br />

Nell'ambiente spirituale e apostolico<br />

della FUCI trovò in Mons. Giovanni Battista<br />

Montini, il futuro Paolo VI, un<br />

amico e un sicuro riferimento per il suo<br />

impegno di santificazione cristiana nel<br />

mondo, sempre dinamico in opere di<br />

bene. «Di fatto, mio padre spirituale era<br />

Mons. Montini. Restai sempre in rapporto<br />

con lui e quando venivo a Roma<br />

andavo da lui a confessarmi. “Lei deve<br />

essere un buon ingegnere e non un prete”<br />

mi disse Montini. La Chiesa ha bisogno<br />

di laici che abbiano delle posizioni<br />

determinanti nella struttura del paese».<br />

Certamente, Guala aveva ben chiaro<br />

che la vita cristiana è «vocazione», in<br />

senso stretto, anche per i laici. Ed egli<br />

la attuò nutrendosi alle sorgenti della<br />

preghiera e della passione per la salvezza<br />

delle anime.<br />

Nel 1938, Guala viene a contatto con<br />

Don Orione. «Don Orione andava a Genova<br />

tutti i giovedì. Io facevo con Don<br />

Orione il tragitto da Genova a Tortona,<br />

perché stavo a Saronno e lavoravo a Savona.<br />

Viaggiavamo insieme parlando e<br />

pregando, poi stavamo assieme alla sera.<br />

Così ogni giovedì. L'incontro con<br />

Don Orione è certo il più grande avvenimento<br />

della mia vita: mi ha fatto capire<br />

la vita di unione con Dio... Forse soprattutto<br />

mi ha aiutato ad aver fede».<br />

Da Don Orione attinse soprattutto<br />

l'attenta disponibilità alla Divina Provvidenza<br />

che conduce le vicende della vita.<br />

«Ricordo — continua Guala — la sua<br />

spinta alla disponibilità nell'affrontare<br />

qualunque impresa. Un bel giorno lui<br />

mi disse: Tu farai grandi cose nella vita.<br />

Io ti chiedo un impegno: quando ti diranno<br />

che devi fare una cosa molto difficile,<br />

e tutti dicono di non farcela, e ti<br />

dicono che non c'è nessun altro che la<br />

possa fare, in coscienza tu la devi fare».<br />

Con questo atteggiamento di coraggiosa<br />

intraprendenza, mai venuta meno,<br />

troviamo l'ingegnere Filiberto Guala direttore<br />

delle Acque Potabili del Piemonte,<br />

responsabile tecnico del piano di costruzioni<br />

INA-case (il Piano Fanfani),<br />

Amministratore delegato della RAI. «Ad<br />

un certo momento, mi chiesero di assumere<br />

la direzione della RAI, un'impresa<br />

nuova e ardua, dove non sapevano chi<br />

mettere. Decisero di chiedere a me. L'onorevole<br />

Scelba mi chiamò, mi parlò un<br />

poco e io gli dissi: “Guardi, lei lo sa, io<br />

penso di non essere preparato per fare<br />

questo”... Ed egli replicò: “Non c'è nessun<br />

altro di area cattolica che possiamo<br />

mettere!”. A queste parole, io mi sono<br />

rivisto, lì davanti, Don Orione e le sue<br />

parole. E gli ho detto “sì”».<br />

Contemporaneamente, Guala dava<br />

sviluppo ai suoi impulsi apostolici con<br />

l'animazione dell'Apostolato del Mare e<br />

con il coordinamento delle iniziative socio-caritative<br />

di Torino. «Io mi sono trovato<br />

a fare tante cose a Torino nel campo<br />

civile e sociale. C'era bisogno di chi<br />

si occupasse dell'assistenza religiosa degli<br />

operai nelle fabbriche. Mi fu indicato<br />

Don Giuseppe Pollarolo che stava a Milano<br />

e faceva molto bene, era anche noto<br />

predicatore. Così Don Pollarolo è venuto<br />

a Torino e abbiamo cominciato insieme<br />

il lavoro nelle fabbriche. In questo<br />

campo è Don Pollarolo quello che<br />

ha fatto tutto; ma io ero il responsabile<br />

della Caritas piemontese e quindi eravamo<br />

una cosa sola. Sempre insieme. Don<br />

Pollarolo era una persona meravigliosa;<br />

ha incantato tutta Torino». L'avere avviato<br />

una pastorale operaia popolare a<br />

Torino e in Italia nell'immediato dopo<br />

guerra è un altro dei meriti del dinamico<br />

ingegnere Guala.<br />

La sua vocazione sembrava bene delineata<br />

e stabile: un cristiano dei tempi<br />

moderni, bene formato, competente e<br />

brillante nelle imprese sociali e civili,<br />

apostolico nel suo sentire e operare. Eppure,<br />

ad un certo punto, in Guala esce<br />

allo scoperto, irrefrenabile, il suo prepotente<br />

desiderio di maggiore intimità con<br />

Dio e di contemplazione, che sempre<br />

aveva accompagnato il suo esuberante<br />

attivismo.<br />

La sua scelta fu una sorpresa per tutti.<br />

Ma lui spiegò che la decisione aveva<br />

radici lontane. «Gli incarichi manageriali<br />

li ho presi per accontentare gli amici<br />

che mi chiedevano o mandavano. Ma io<br />

non ci credevo tanto — riconobbe a distanza<br />

di anni —. Quando è morto Don<br />

Orione, ho cominciato a frequentare<br />

Tortona e l'Istituto Teologico, lì mi pareva<br />

casa mia, ecco. C'erano i chierici e<br />

così mi sentivo attratto, però non mi sono<br />

deciso perché lasciavo fare agli altri.<br />

Ma Don Orione non mi disse mai di lasciare<br />

il mondo e di andare con lui, ma<br />

mi considerava uno dei suoi: mi accen-<br />

nò una volta che mi vedeva in futuro sacerdote»<br />

(Lettera del 9.11.1963).<br />

Da allora passarono molti anni, con<br />

vari impegni pubblici. «Poi mi capitò<br />

una cosa curiosa. Il superiore generale<br />

degli Orionini, Don Carlo Pensa, mi telefonò<br />

dicendomi: “il tuo amico, Don<br />

Ignazio Terzi, vuole farsi trappista. Ora<br />

io vorrei che tu lo portassi in una trappa<br />

per esaminare se deve o non deve<br />

farsi trappista”».<br />

Furono insieme alla Trappa di Citeaux.<br />

Don Terzi non decise di entrare.<br />

«Passò un altro anno e mi ritrovai un'altra<br />

volta per una bella settimana di ritiro<br />

alla Trappa di Tamié, in Savoia. E<br />

decisi di farmi trappista».<br />

Restava solo da dare corso alla scelta<br />

con il distacco dai tanti impegni pubblici<br />

e con l'elezione di una Trappa come stabile<br />

dimora. Un'altra circostanza lo determinò.<br />

Dovendo accompagnare l'amico<br />

Don Pollarolo per una esperienza al<br />

monastero delle Frattocchie di Roma,<br />

Guala profittò per manifestare la sua intenzione<br />

all'Abate. «Questi mi disse che<br />

ero troppo vecchio: “Ma lei non sa che<br />

cosa vuol dire farsi frate; vuol dire che<br />

dove va non solo deve dire che tutto va<br />

bene, ma deve anche credere che tutto<br />

va bene”. Decisi di entrare lì. Era il<br />

1960».<br />

Tra i primi cui l'ing. Guala diede la<br />

notizia della scelta fu Don Carlo Pensa:<br />

«Voglio che Lei sia fra i primi ad avere<br />

notizia della mia entrata in religione,<br />

poiché, se Don Orione ne è il primo<br />

ispiratore umano, anche Lei tanto ha<br />

fatto per accompagnarmi verso questa<br />

meta».<br />

E poi spiegava «Sono certo che è Lui<br />

(Don Orione) che mi ha inoculato il bacillo<br />

della vita contemplativa, anche se<br />

per me egli pensava ad una vita attiva,<br />

ma sottolineando con tanta insistenza il<br />

dovere della preghiera e della interiorità»<br />

(Summarium ex processu canonizationis,<br />

p.684).<br />

Con l'11 novembre 1960, inizia la seconda<br />

parte della vita di Guala — monaco<br />

trappista. In realtà, dovette disimpegnare<br />

ancora alcuni incarichi amministrativi,<br />

quale quello di dirigente del<br />

progetto dell'Esposizione internazionale<br />

«Italia 61».<br />

Divenne trappista nel 1962 e fu ordinato<br />

sacerdote il 29 aprile 1967. Nel<br />

1972 si trasferì al monastero della «Madonna<br />

della Fiducia» a Morozzo, nei<br />

pressi di Mondovì, dove visse come eremita<br />

tentando una nuova fondazione.<br />

Finalmente, nel 1984, fece ritorno definitivo<br />

alle Frattocchie.<br />

La stabilitas del monastero sembra<br />

togliere argomenti alla cronaca di questa<br />

seconda fase della vita di Padre Filiberto<br />

Guala, ma dalla molta corrispondenza<br />

e dai colloqui con tante anime<br />

che a lui ricorrevano in cerca di grazia<br />

e di consiglio si può ricostruire una vivacità<br />

di percorso spirituale inarrestabile<br />

e sempre nuovo. A molti di questi scritti<br />

e testimonianze, oltre che al mio personale<br />

ricordo, ho attinto per stendere<br />

queste note biografiche.<br />

Ricercatissimo come confessore, in<br />

corrispondenza con vecchie e nuove conoscenze,<br />

esercitò un non piccolo apostolato,<br />

anche mediante la «Lettera ai<br />

nipoti» con cui faceva giungere periodicamente<br />

a tante persone ricordi, sprazzi<br />

di luce spirituale, consigli. «Sto sperimentando<br />

che, col declinare delle forze,<br />

cresce il dono del ricordo, del rivivere<br />

esperienze e incontri che si arriva a penetrare<br />

più profondamente». (Lettera a<br />

Don Ignazio Cavaretta, 14.2.1994)<br />

L'ingegnere e poi Padre Filiberto Guala<br />

è sempre stato un «imprenditore», nel<br />

senso etimologico della parola, non solo<br />

nella vita civile, ma anche in quella monastica.<br />

Non si è mai lasciato vivere o<br />

vivere di rendita. Già novantenne, aveva<br />

ancora progetti per la testa: «Voglio farti<br />

sapere che sono in un momento che potrebbe<br />

dare una svolta alla mia attività<br />

di ... vecchio novantenne. Il Signore sta<br />

cambiando il modello delle persone che<br />

vengono a confidarsi. Aumenta di giorno<br />

in giorno il numero di coloro che vedo<br />

per la prima volta: si aprono sul<br />

mondo sconvolgente dei loro guai e mi<br />

fanno intuire che forse non riescono a<br />

capire in profondità la “miseria” che ciascuno<br />

porta come conseguenza della<br />

propria storia personale. Ecco la svolta...<br />

Mi rendo conto che c'è più miseria<br />

di quella che conoscevo e quindi mi sento<br />

chiamato: 1) a dedicare più tempo a<br />

questi “miseri”, 2) a mobilitare i miei<br />

amici, come te, a sostenere questo<br />

“mondo” con la loro preghiera». E lanciò<br />

una crociata di preghiera «per sostenere<br />

il mondo». (Lettera circolare del<br />

14.3.1997)<br />

Sempre in cammino. Ad un amico artista<br />

di Cuneo, Viada, scrive: «Un anno<br />

fa ho pensato che mi resta ancora un<br />

passo da fare verso il Signore, per prepararmi<br />

ad adorarlo faccia a faccia:<br />

comprendere, adorare la sua maestà, il<br />

suo splendore».<br />

L'imprenditore aveva compreso con<br />

san Giovanni della Croce che «Quando<br />

si è dato tutto a Dio, molto ancora resta<br />

da fare e cioè lasciarsi “prendere” da<br />

Lui».<br />

FLAVIO PELOSO<br />

al matrimonio sacramentale. Un monito,<br />

infine, alle istituzioni politiche e culturali,<br />

perché «le gravi crisi sociali — ha sostenuto<br />

— hanno trovato spesso origine dalla<br />

dissoluzione della famiglia».<br />

Al termine della Celebrazione, durante<br />

la quale era stato posto sull'altare maggiore<br />

della Cattedrale, il reliquiario di rame<br />

e di argento — opera degli artisti Bino<br />

di Pietro e Federico e Cesarino del Roscetto<br />

— è stato riportato nella cappella,<br />

per l'atto di venerazione dei fedeli.<br />

4 FEBBRAIO - V DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO<br />

nel sacrificio del Calvario e ha messo a nostradisposizione<br />

nella fonte deiSacramenti.<br />

Ma in questa domenica, che vede l'Italia<br />

cattolica impegnata a celebrare la «Giornata<br />

per la Vita», noi credenti dobbiamo attivare<br />

tutte le energie di mente e di cuore, di preghiera<br />

e di illuminazione per contrastare<br />

ogni forma di egoismo — specialmente<br />

quello che blocca la vita nascente con il delitto<br />

abominevole dell'aborto — e far crescere<br />

il gusto della vita, la cultura dell'accoglienza<br />

di ogni bambino, la cultura della solidarietà<br />

da offrire alle persone deboli e anziane.<br />

4. Meditando il brano evangelico veniamo<br />

a comprendere la stima crescente che il popolo<br />

nutriva per Gesù, stima entusiastica<br />

che portava la folla a fare ressa intorno alla<br />

sua Persona.<br />

E Gesù era lieto di comunicare alla gente<br />

la Parola di Dio, stando sulla cattedra galleggiante<br />

di una barca da pesca.<br />

La situazione religiosa contemporanea,<br />

vista con occhio umano, non ci lascia intravedere<br />

folle numerose intorno ai pulpiti.<br />

Ci sono troppe distrazioni — non solo<br />

stravaganti, ma anche aberranti — che<br />

creano indifferenza attorno ai doni di Dio.<br />

Con quale risultato? Si può affermare che al<br />

Lodi: celebrazioni in onore<br />

del Patrono san Bassiano<br />

MARTINO GOMIERO<br />

Vescovo emerito di Adria-Rovigo<br />

vuoto delle chiese corrisponde il pieno delle<br />

prigioni. Non sembra un vero progresso!<br />

Un certo paganesimo strisciante toglie la<br />

gioia di partecipare alle celebrazioni religiose<br />

nel tempio e spinge non poche persone<br />

ad affollare gli stadi, dove si consumano «liturgie»<br />

di violenza e di delinquenza.<br />

Si realizza l'affermazione biblica: chi si<br />

allontana da Dio perisce!<br />

Il Giubileo porta ossigeno di speranza nei<br />

nostri cuori; il grande avvenimento ha risvegliato<br />

energie sopite, fame e sete di autentica<br />

spiritualità, entusiasmo di molti giovani<br />

onesti e aperti all'amore di Dio.<br />

Il Signore assista tutta la Chiesa, pastori<br />

e fedeli, perché sia pronta ad innalzare il<br />

vessillo della speranza e guidare le persone<br />

di buona volontà all'approdo della salvezza.<br />

L'umile barca, scelta da Gesù per parlare<br />

alla gente, era quella del pescatore Pietro;<br />

è stata una scelta di profondo significato.<br />

Pietro veniva chiamato (passando per varie<br />

esperienze, anche umilianti e dolorose)<br />

a diventare «pescatore di uomini», roccia di<br />

fondamento per la Chiesa, pronto a confermare<br />

nella fede i suoi fratelli.<br />

Da oltre 22 anni il Successore di Pietro e<br />

Vicario di Cristo si chiama Giovanni Paolo<br />

II; per lui ogni giorno si eleva a Dio la<br />

nostra preghiera. Durante il Giubileo ha donato<br />

il suo servizio alla Parola di Dio con<br />

gesti originali e forti. Gli conceda il Signore<br />

la consolazione di vedere la Chiesa lieta di<br />

ripartire da Cristo per offrire amore e pace<br />

alla famiglia umana.<br />

Nel volume «Il fascino di Dio»<br />

Suggestivi profili<br />

di agiografia agostiniana<br />

Sul carisma del grande Vescovo e dottore<br />

della Chiesa sant'Agostino è fiorita<br />

nei secoli una moltitudine di uomini e<br />

donne che hanno onorato la Chiesa e testimoniato<br />

con eroismo il Vangelo. Una<br />

fioritura che non cessa di espandersi e<br />

di moltiplicarsi per l'influsso dello Spirito<br />

nella perenne Pentecoste.<br />

Una tangibile testimonianza è data da<br />

una recente pubblicazione, riccamente<br />

illustrata dal geniale János Hajnal, edita<br />

a cura di Fernando Rojo Martínez: Il fascino<br />

di Dio. Profili di agiografia agostiniana,<br />

Pubblicazioni Agostiniane, Roma<br />

2000, pp. 346.<br />

Rojo Martínez è il postulatore dell'Ordine<br />

di sant'Agostino e quindi dotato di<br />

cultura e di competenza per redigere<br />

un'opera illustrativa della santità riguardante<br />

la gloriosa famiglia agostiniana.<br />

La «galleria» comprende 72 tra religiosi<br />

e religiose, di cui 13 santi ufficialmente<br />

dichiarati tali, 29 beati, 4 venerabili e 26<br />

servi di Dio senza contare ovviamente i<br />

meriti collettivi.<br />

Cronologicamente l'elenco si apre con<br />

santa Monica, madre di sant'Agostino,<br />

del quarto secolo, seguita dal figlio Agostino,<br />

da Alipio e Possidio, questi ultimi<br />

del quinto secolo. Si deve poi risalire al<br />

secondo millennio per avere un elenco<br />

di nomi nutrito e costante. Tra questi<br />

sono da ricordare Guglielmo di Malavalle,<br />

Giovanni Bono, Clemente da Osimo.<br />

Nel secolo XIV brilla la figura di san<br />

Nicola da Tolentino nelle Marche, la cui<br />

devozione oltrepassa i confini dell'Ordine<br />

agostiniano e della regione marchigiana.<br />

Gli fanno corona Giacomo da Viterbo,<br />

Chiara da Montefalco, Agostino<br />

Novello da Tarano, Cristina da santa<br />

Croce sull'Arno, Angelo da Furci, Federico<br />

da Ratisbona, Giovanni Bufalari da<br />

Rieti, Simone Fidati da Cascia, Guglielmo<br />

da Tolosa, Giulia della Rena da Certaldo.<br />

Nel secolo XV rifulgono Gundisalvo<br />

Nel cuore dell'inverno, come da antica tradizione, la diocesi di Lodi ha ricordato<br />

il Patrono, san Bassiano Vescovo — contemporaneo e amico di s.<br />

Ambrogio di Milano — morto il 19 gennaio 409. I suggestivi riti della festività<br />

nella Cattedrale romanica sono stati introdotti da una veglia notturna. All'indomani,<br />

dopo l'omaggio della municipalità all'urna del santo in cripta, il Vescovo<br />

Giacomo Capuzzi ha detto: «Bassiano che fu padre nella fede per la nostra<br />

gente ben sedici secoli orsono, potrebbe apparire lontano a noi, ormai<br />

entrati nel Terzo Millennio: ai nostri tempi le cose prendono sempre più un<br />

ritmo vorticoso ed assistiamo a modifiche tanto radicali e convulse... Ma proprio<br />

per questo, avvertiamo ancora di più l'estremo bisogno di stabili fondamenti<br />

del nostro essere e agire, affinché la cultura e la civiltà del popolo lendense<br />

non vengano svuotate dei valori più degni e più grandi. Chiediamo,<br />

perciò al santo Patrono, che attraverso la fede, rese salde e sicure le basi del<br />

nostro popolo di conservare e ravvivare fondamenti di rettitudine, di moralità,<br />

di fedeltà al dovere, di democrazia autentica, di rispetto reciproco, di concordia...».<br />

Il Presule di Lodi ha infine affidato al Patrono il disagio degli allevatori:<br />

«Sono vicino agli allevatori lodigiani — ha detto riprendendo parole<br />

del Papa —: in questi ambienti si sta vivendo un momento di grave difficoltà<br />

a motivo dell'allarme sociale causato dalla diffusione di un recente morbo».<br />

Subito dopo all'altare centrale del Duomo, sotto la statua in rame del Patrono,<br />

la Santa Messa è stata celebrata dal Vescovo di Vigevano Mons. Claudio<br />

Baggini, già vicario generale della diocesi di Lodi. (gianmario galmozzi)<br />

da Lagos, Antonio da Amandola, Rita<br />

da Cascia (una delle sante più popolari<br />

non solo in Italia), Cristiana da Spoleto,<br />

Elena Valentini da Udine, Isaia Boner,<br />

Giovanni da Sahagun, Cherubino Testa,<br />

Andrea da Montereale, Antonio della<br />

Torre da l'Aquila, Veronica Negroni da<br />

Binasco.<br />

Nel secolo XVI spiccano Grazia da<br />

Cattaro, Giovanni Stone, Cristina da<br />

L'Aquila, Tommaso da Villanova, Giovanni<br />

Battista Moya, Luigi de Montoya,<br />

Diego Ortis, Agostino de Coruña, Alfonso<br />

de Orozco. Nel secolo XVII Luigi Lòpez<br />

de Solis, Maria Giovanna Guillén,<br />

Giovanni Nicolucci da san Guglielmo,<br />

Antoniodella Natività e compagni martiri,<br />

i martiri giapponesi, Bartolomeo Gutiérrez,<br />

Maddalena da Nagasaki, Tommaso<br />

Jihyòe di sant'Agostino, Marianna<br />

di san Giuseppe, Guglielmo Tirry.<br />

Nei secoli XVIII e XIX brillano Caterina<br />

Maura di san Tommaso da Villanova,<br />

Tommaso Antonio Arbuati, Giuseppe<br />

Bartolomeo Menocchio, Anna Caterina<br />

Emmerick, Giovanni Battista Jossa, Maria<br />

Felicita Baseggio, Stefano Bellesini,<br />

Teresa Spinelli, Maria Candida di sant'Agostino.<br />

Il secolo XX è quello con più numerose<br />

figure: Pius Keller, Ezechiele Moreno,<br />

Raffaella della Passione Veintemilla,<br />

Elio del Soccorso Nieves, Abilio Gallego,<br />

Clemente Fuhl, Avellino Rodriguez e 97<br />

compagni martiri, Anselmo Polanco, Sebastiano<br />

Elorza, Teresa Fasce di Cascia,<br />

Miguel F. Zavala, Gregorio Suárez, Maria<br />

Luisa Godeau Leal, Mariano de la<br />

Mata, Giovanni McKniff, (morto nel<br />

1994) con il quale si chiude l'elenco<br />

aperto da santa Monica.<br />

Come emerge dai nomi l'Ordine agostiniano<br />

ha avuto una fioritura sorprendente<br />

di santi o di candidati alla santità<br />

in diverse parti del mondo. Ha avuto<br />

anche martiri, apostoli ed evangelizzatori.<br />

Di ognuno è redatto un adeguato<br />

profilo agiografico, con la collaborazione<br />

di più autori. Il grande artista Jànos<br />

Hajinal ha eseguito ispirate illustrazioni<br />

con il suo inconfondibile stile, noto per<br />

le opere che decorano molte chiese. Di<br />

ogni soggetto è fornita anche una sufficiente<br />

rassegna bibliografica.<br />

A mo' di prologo è stata riprodotta<br />

questa massima di sant'Agostino: «Onorarli<br />

e non seguirne l'esempio non è altro<br />

che adulazione menzognera». È un<br />

monito che non riguarda solo i seguaci<br />

di sant'Agostino. Del resto l'Ordine è vivo<br />

e vitale. Chissà quali e quanti altri religiosi<br />

e religiose hanno professato il<br />

Vangelo in grado eroico e fino ad oggi<br />

non sono stati inclusi nell'elenco agiografico.<br />

Fernando Rojo Martínez, facendosi<br />

promotore dell'opera, ha inteso anzitutto<br />

rendere omaggio ai santi e ai<br />

candidati alla santità per avere onorato<br />

l'Ordine, ma anche per trasmettere memoria<br />

del patrimonio agiografico, evangelico<br />

e culturale ai nuovi candidati ai<br />

quali è affidato lo sviluppo futuro di un<br />

Ordine, che è stato un «polmone» per la<br />

Chiesa cattolica, i cui effetti benefici<br />

hanno contribuito anche alla promozione<br />

della società. (g.c.)


.<br />

PAGINA<br />

7 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Lunedì-Martedì 29-30 Gennaio 2001<br />

Studiare la figura di Santa Caterina nel<br />

suo contesto storico, approfondirne gli<br />

scritti e diffonderli a livello nazionale ed<br />

internazionale. Questo è il «leitmotiv» dell'Istituto<br />

Senese di Studi Cateriniani, costituitosi<br />

il 21 giugno 2000 con atto notarile<br />

ma presentato ufficialmente a Siena nei<br />

giorni scorsi, durante una conferenza<br />

stampa, dall'Arcivescovo, Mons. Gaetano<br />

Bonicelli, dall'Arcivescovo emerito, Mons.<br />

Mario Ismaele Castellano, dai Vescovi senesi<br />

Alberto Giglioli e Alessandro Staccio-<br />

È nato l'Istituto Senese di Studi Cateriniani<br />

li e dal presidente, il docente universitario<br />

professor Giovanni Minnucci alla presenza<br />

del domenicano padre Cristian Steiner<br />

e di Mons. Bruno Ancilli.<br />

Le finalità dell'Istituto, che si propone di<br />

divenire un vero e proprio punto di riferimento<br />

per coloro che desiderano approfondire<br />

un messaggio straordinariamente<br />

attuale come quello cateriniano, sono state<br />

illustrate dal professor Minnucci.<br />

L'omelia dell'Arcivescovo Grocholewski nella festa liturgica di san Tommaso d'Aquino<br />

Teologia sapienziale e santità di vita Una<br />

L'Arcivescovo Zenon Grocholewski,<br />

Prefetto della Congregazione per l'Educazione<br />

Cattolica, ha celebrato, lunedì<br />

29 gennaio, la Santa Messa in onore di<br />

san Tommaso d'Aquino, patrono dell'Angelicum»,<br />

nell'attigua chiesa della<br />

Pontificia Università.<br />

Questo è il testo dell'omelia:<br />

La liturgia suole adoperare nelle Feste<br />

dei Santi quei testi biblici che sono idonei<br />

ad illustrare e a far capire le caratteristiche<br />

della santità del Personaggio di<br />

cui si celebra la festa.<br />

Quelli odierni, or ora proclamati, si<br />

possono considerare veramente appropriati<br />

per delineare la figura di Tommaso<br />

d'Aquino come filosofo e teologo santo,<br />

ossia veramente «saggio».<br />

La contemplazione<br />

delle realtà divine<br />

La prima lettura (Sap 7, 7-10.15-16)<br />

che abbiamo ascoltato fa l'elogio della<br />

sapienza e la descrive come tesoro superiore<br />

ad ogni cosa: agli scettri, ai troni,<br />

alla ricchezza, all'oro, alla salute, alla<br />

bellezza, alla stessa luce.<br />

Ma tale elogio è messo in risalto nella<br />

prospettiva di chi cerca e sceglie la sapienza<br />

... In questa prospettiva il testo<br />

biblico sottolinea che la sapienza è frutto<br />

di preghiera, di profonda vita interiore:<br />

«pregai e mi fu elargita la prudenza;<br />

implorai e venne in me lo spirito della<br />

sapienza... Mi conceda Dio di parlare<br />

secondo conoscenza e di pensare in modo<br />

degno dei doni ricevuti, perché Egli<br />

è guida della sapienza e i saggi ricevono<br />

da Lui l'orientamento. In Suo potere<br />

siamo noi e le nostre parole, ogni intelligenza<br />

e ogni nostra abilità».<br />

Fonte della vera sapienza è dunque<br />

Dio. Ed essa va impetrata nella preghiera.<br />

Questo testo biblico nell'odierna festa<br />

ci richiama al fatto che San Tommaso<br />

fu un ardente ricercatore della sapienza.<br />

Nelle prime pagine della Summa<br />

Theologiæ egli si pone l'interrogativo se<br />

la teologia sia una pura scienza o piuttosto<br />

sapienza. La sua risposta è chiara:<br />

«hæc doctrina maxime sapientia est inter<br />

omnes sapientias humanas, non quidem<br />

in aliquo genere tantum sed simpliciter»<br />

(S. Th., Pars prima, q. 1, art. 6).<br />

Colpisce in Tommaso il senso vivo<br />

della trascendenza della sapienza divina<br />

espressa nelle realtà umane e contenuta<br />

nella Rivelazione, in modo particolare<br />

nell'opera della creazione e della Redenzione.<br />

Perciò quello che costatiamo in lui<br />

non è soltanto lo sforzo dell'acutezza<br />

della sua intelligenza nell'apprendimento<br />

delle realtà divine, ma anche il vivo desiderio<br />

di contemplarle, di gustarle e di<br />

lasciarsene coinvolgere fino in fondo.<br />

Ecco perché egli nella sua Summa<br />

Theologiæ riporta, e potremmo dire anzi<br />

fa suo, quanto Dionigi detto Pseudo-<br />

Aeropagita affermava del suo maestro<br />

Ieroteo, «Hierotheus perfectus est in divinis<br />

non solum discens, sed etiam patiens<br />

divina» (S.Th., IIa — IIæ, q. 45,<br />

a. 2).<br />

La ragione profonda di questo atteggiamento<br />

di Tommaso si trova nella<br />

unione intima che egli effettuava nella<br />

sua vita tra studio, preghiera, contemplazione.<br />

Per lui infatti «manifestum est<br />

quod sapientia est donum Spiritus Sancti»<br />

(Ibid. a.1).<br />

È significativa al riguardo la sua preghiera:<br />

«Concedimi o Dio misericordioso,<br />

di desiderare ardentemente, investigare<br />

sapientemente, conoscere veramente<br />

ed adempiere perfettamente le cose<br />

che piacciono a Te a lode e gloria del<br />

Tuo nome ... Dammi o Signore Dio un<br />

cuore vigilante, che non sia allontanato<br />

da Te da alcuna curiosità di pensiero;<br />

un cuore nobile, che non sia travolto da<br />

alcun indegno affetto, ... Donami o Signore<br />

mio Dio un intelletto che Ti conosca,<br />

un amore che Ti cerchi, una sapienza<br />

che Ti trovi, una condotta che Ti<br />

piaccia, una perseveranza che Ti attenda<br />

fedelmente, una fiducia che infine Ti<br />

abbracci» (Opuscula Theologica, vol. II,<br />

Marietti, Torino, 1954, p. 285).<br />

La ricerca di Tommaso era certamente<br />

rigorosamente scientifica, ma essa<br />

non si fermava qui. La ricchezza interiore<br />

della sua intelligenza e della sua vita<br />

si dilatava non solo a riflettere, ad approfondire<br />

le verità divine, ma a viverle,<br />

ad immedesimarsi con esse di modo che<br />

si possa dire che la sua ricerca teologica<br />

era contemporaneamente un vero «pati<br />

divina».<br />

Tommaso infatti attraverso la sua riflessione<br />

comprendeva che il mistero divino<br />

non può essere puramente oggetto<br />

dell'intelligenza, ma coinvolge tutto l'uomo:<br />

la sua volontà, il suo cuore, la sua<br />

vita. Esso va approfondito, gustato, contemplato<br />

e vissuto. Ecco perché per lui<br />

l'ideale di una vera teologia era la conoscenza<br />

«per quandam connaturalitatem»<br />

(S.Th., IIa — IIæ, q. 45, a. 2).<br />

Tommaso<br />

fedele servitore della verità<br />

e trasformato da essa<br />

Il Vangelo (Gv 17, 11b-19) ci spinge<br />

ad una simile riflessione, anche se in<br />

una prospettiva un po' diversa.<br />

La preghiera di Gesù «Padre Santo,<br />

custodisci nel Tuo nome coloro che mi<br />

hai dato, perché siano una cosa sola<br />

con Noi ... Consacrali nella verità: la<br />

Tua parola è verità» è stato l'orizzonte,<br />

infatti, entro il quale Tommaso si è dedicato<br />

alla ricerca della verità, divenendone<br />

un fedele servitore.<br />

Non è il caso che io dimostri ciò a voi<br />

qualificati conoscitori della dottrina e<br />

della vita di San Tommaso. Mi sia però<br />

consentito fare riferimento a ciò che rileva<br />

a tale riguardo il famoso teologo<br />

domenicano, Yves Congar: «Un tale servizio<br />

[alla verità] non può farsi che per<br />

amore e nell'amore ... Ciò proprio perché,<br />

per [San Tommaso], la Verità non<br />

era semplicemente un oggetto da conoscere,<br />

non solamente un'idea, neanche<br />

una cosa, ma una persona vivente da<br />

amare, una persona vivente e misericordiosa<br />

che si offre essa stessa per prima<br />

al nostro amore e mette efficacemente<br />

nei nostri freddi cuori il germe vivo e<br />

caldo dell'amicizia. La Verità, ma quella<br />

verità che era... l'adorabile Trinità, il<br />

Dio Salvatore, il Verbo Incarnato, in<br />

fondo la Verità era Lui, Gesù Cristo (Les<br />

voies du Dieu vivant. Théologie et vie<br />

Spirituelle, Les Éditions du Cerf, Paris,<br />

1962, p. 304-305).<br />

Nella prospettiva della pagina evangelica<br />

odierna vorrei sottolineare che la<br />

consacrazione-santificazione nella verità<br />

che Gesù domanda per i suoi discepoli è<br />

la consacrazione nella relazione con Lui<br />

stesso, in vista della testimonianza e della<br />

missione. La consacrazione-santifica-<br />

zione, pertanto, è la condizione della testimonianza<br />

e della missione.<br />

La vita di San Tommaso, l'intera sua<br />

opera, può essere considerata «consacrata-santificata»<br />

al servizio della verità<br />

(anzi della Verità) perché penetrata e<br />

trasformata interiormente da essa. Egli<br />

è stato infatti non soltanto il fedele servitore<br />

e ricercatore della verità, colui<br />

che l'ha amata, ma anche colui che si è<br />

lasciato continuamente santificare dalla<br />

verità stessa. Egli cercava il Dio vivente<br />

come amico, il Dio fattosi vicino in Cristo,<br />

il Dio crocifisso, il Dio nascosto nell'Eucaristia.<br />

Era avido di penetrare con<br />

il suo intelletto, ma era più avido con il<br />

suo cuore di amare Dio; sotto l'influsso<br />

dello Spirito Santo passava dall'Eucaristia,<br />

dal Crocifisso alle altezze della Trinità<br />

e a questa sorgente beveva quella<br />

verità che egli presentava nei suoi scritti,<br />

quella verità dalla quale egli allo stesso<br />

tempo si faceva santificare.<br />

Questo atteggiamento di Tommaso<br />

nei confronti della verità è per tutti noi<br />

uno stimolo a saper tenere sempre presente<br />

che teologia, contemplazione e<br />

santificazione sono inseparabili: non si<br />

può penetrare il mistero divino senza lasciarsi<br />

guidare, trasformare da esso.<br />

In questo contesto è interessante<br />

quanto Giovanni Paolo II sottolinea nella<br />

recente Lettera apostolica «Novo Millennio<br />

ineunte» (6 gennaio 2001), che<br />

cioè «alla contemplazione piena del volto<br />

del Signore non arriviamo con le sole<br />

nostre forze, ma lasciandoci prendere<br />

per mano dalla grazia» (n. 20).<br />

L'atteggiamento di Tommaso è anche<br />

uno stimolo per comprendere e vivere<br />

in modo autentico il ministero teologico:<br />

ogni autentica riflessione teologica deve<br />

essere piena di spiritualità e la spiritualità<br />

piena di teologia.<br />

«Il tempo della memoria»:<br />

frammenti genuini di vita<br />

Sotto il significativo titolo «Il tempo<br />

dei ricordi» (Ed. Colonnese “Napoli<br />

2000”, pp. 104, s.i.p.) il settantanovenne<br />

Pasquale Marinelli con amoroso impegno<br />

tenta una utile escursione nella sua<br />

vita con l'unico libro nato in seguito alle<br />

sollecitazioni della figlia Gioconda che<br />

l'ha curato e vi ha premesso una nota.<br />

Il Marinelli indaga e mette a fuoco gli<br />

elementi ricorrenti di viaggi e incontri<br />

per riassaporare atmosfere e voci accolte<br />

nel fortilizio della memoria e ricostruisce<br />

spezzoni genuini con piena disponibilità<br />

per le esigenze comunicative<br />

di una rievocazione aperta e garbata.<br />

In realtà nel volumetto l'io rammemorante<br />

punta direttamente con consapevole<br />

partecipazione a far presente alcuni<br />

appuntamenti avuti da titolare di un'antica<br />

fonderia di campane maturato in<br />

denso e lungo periodo e il riflusso di ricordi<br />

costituisce le tappe della sua preparazione<br />

in anni turbinosi della Seconda<br />

Guerra Mondiale e della sua instancabile<br />

operosità dalla quale non si può<br />

prescindere per la larga pratica del successo.<br />

È un'alta testimonianza della concretezza<br />

legata a questi contatti ricchi di<br />

spunti per la carica di tensione che non<br />

lo lascia indifferente dinanzi al beato P.<br />

Pio da Pietrelcina e venato di profonda<br />

devozione e di forte ammirazione davanti<br />

al beato Giovanni XXIII e Giovanni<br />

Paolo II, che nel 1995 visitò la sua<br />

fonderia per la festa dei lavoratori ed ha<br />

voluto far collocare a perenne memoria<br />

la grande campana del Giubileo 2000 fusa<br />

ad Agnone dai Marinelli nei giardini<br />

vaticani.<br />

La cassa di risonanza del materiale indimenticabile<br />

restituisce in particolare la<br />

suggestiva serie di episodi deliziosi di<br />

campane a cominciare da quella di s.<br />

Gaetano a quelle del santuario di Polsi,<br />

da Tornareccio alla campana del dispetto<br />

in Sicilia e le campane di s. Emidio<br />

in Agnone rammentano all'Autore il suo<br />

felice matrimonio. La prestigiosa fonderia<br />

subì la notte del 12 marzo 1950 un<br />

tragico incendio che non lo distolse dalla<br />

ripresa lavorativa avvenuta il 22 agosto<br />

con la campana di s. Scolastica della<br />

badia cassinese.<br />

Il libro con i suoi impasti coloristici e<br />

tonali è un messaggio di insegnamento<br />

di vita per il ruolo svolto dal Marinelli<br />

come protagonista palese e sincero di<br />

una realtà che lo rende soddisfatto. Gli<br />

echi reperibili dei diversi appuntamenti<br />

giustificano il peso da lui avuto nell'arte<br />

campanaria.<br />

SALVATORE MOFFA<br />

Tommaso<br />

missionario della verità<br />

La seconda lettura, tratta dalla Lettera<br />

agli Efesini (Ef 3, 8-12), ci presenta,<br />

invece, Paolo chiamato al servizio del<br />

mistero di Cristo; chiamato cioè ad annunziare<br />

l'insondabile ricchezza di Cristo,<br />

a illuminare tutti sul mistero nascosto<br />

da secoli in Dio ed attuato in Cristo<br />

stesso. L'Apostolo sente questa missione<br />

come dono, come grazia: «A me l'infimo<br />

tra tutti i santi è stata concessa questa<br />

grazia...».<br />

Possiamo dire che quanto Paolo scrive<br />

di se stesso si può attribuire a Tommaso.<br />

Anch'egli si è sentito chiamato ad<br />

annunziare le profondità dei misteri divini.<br />

Dedicò tutta la sua vita a questo<br />

scopo, sia nei suoi scritti, sia nella predicazione.<br />

Egli può definirsi zelante e fedele<br />

missionario dei misteri divini.<br />

Anch'egli però sentiva come Paolo la<br />

distanza tra la grandezza della missione<br />

e la propria indegnità. Si comprende<br />

pertanto come ogni giorno impetrasse<br />

l'aiuto dello Spirito per diventare sempre<br />

più idoneo a compiere questo suo<br />

ministero di fedele servitore della verità.<br />

È illuminante al riguardo, sotto tutti<br />

gli aspetti, la preghiera che egli rivolgeva<br />

a Dio prima dello studio: «Degnati di<br />

infondere sulle tenebre del mio intelletto<br />

il raggio della Tua chiarezza ... Dammi<br />

l'acutezza dell'intelligenza, la capacità<br />

della memoria, il modo e la facilità dell'apprendere,<br />

la sottigliezza dell'interpretare,<br />

la grazia abbondante del parlare»<br />

(Opuscula Theologica, op.cit., pp. 285-<br />

286).<br />

Tommaso fa comprendere che, in<br />

qualsiasi prospettiva si guardi la teologia,<br />

non si può essere un vero teologo<br />

se non si vive in contatto con Cristo in<br />

una costante preghiera.<br />

Conclusione<br />

In questa Eucaristia che celebriamo è<br />

presente il Dio vivente, il Dio crocifisso<br />

e risorto per il quale Tommaso spese<br />

tutta la sua vita. Nell'Eucaristia il Dottore<br />

Angelico sintetizzava tutta la sua opera.<br />

In merito mi piace riportare la preghiera<br />

che egli, vicino alla morte a Fossanova,<br />

rivolse a Gesù Eucaristia: «Io Ti<br />

ricevo, prezzo della redenzione della<br />

mia anima, io Ti ricevo, viatico del mio<br />

pellegrinaggio per l'amore del quale io<br />

ho studiato, vegliato, lavorato, predicato<br />

e insegnato» (S. Thomas d'Aquin, Sa<br />

vie, par Guillaume de Tocco, et les témoins<br />

au procès de canonisation. Trad.<br />

Pègues-Maquart, Paris, Téqui, 1925, p.<br />

289).<br />

San Tommaso ha compiuto la sua<br />

opera di fedele servitore della verità vedendola<br />

incentrata nell'Eucaristia. Per<br />

amore dell'Eucaristia egli visse e scrisse.<br />

La sua famosa preghiera «Adoro Te devote,<br />

latens Deitas, quæ sub his figuris<br />

vere latitas» è da considerarsi — come<br />

nota Karl Rahner — il principio più intimo<br />

del suo pensare e del suo conoscere<br />

teologico (Glaube der die Erde liebt,<br />

Herder, Freiburg, 1966, p. 153).<br />

La festa di oggi non può lasciarci indifferenti.<br />

Essa è per tutti noi un appello,<br />

una provocazione a rivedere, ripensare<br />

e verificare la nostra missione di<br />

studiosi e di studenti di teologia, ed in<br />

genere delle scienze sacre.<br />

L'esempio di Tommaso stimoli in noi<br />

tutti la passione per la ricerca della verità<br />

che è Cristo stesso, verità che come<br />

Tommaso dobbiamo contemplare, gustare,<br />

amare, vivere e comunicare.<br />

Soltanto un tale modo di coltivare la<br />

teologia ci può rendere veramente saggi,<br />

santi.<br />

«All'indomani della proclamazione della<br />

nostra Santa a compatrona d'Europa avvenuta<br />

per opera di Giovanni Paolo II il<br />

primo ottobre 1999 — ha osservato il neo<br />

presidente Minnucci — abbiamo deciso,<br />

su sollecitazione del nostro Arcivescovo,<br />

dei Padri domenicani dell'Associazione internazionale<br />

dei Caterinati e della Provincia<br />

Romana di santa Caterina da Siena, di<br />

dare vita a questo nuovo strumento che si<br />

prefigge appunto lo scopo di studiare, approfondire<br />

e far conoscere anche tutti<br />

quei documenti meno noti della santa senese<br />

raccolti nella preziosa Biblioteca domenicana.<br />

Il nostro Istituto — ha spiegato<br />

ancora Minnucci — lavorerà in collaborazione<br />

con il Centro Studi Cateriniani di<br />

Roma e pubblicherà probabilmente anche<br />

alcuni testi inediti della Patrona d'Italia e<br />

d'Europa».<br />

ROBERTO ROMALDO<br />

raccolta di documenti del Magistero<br />

La Chiesa<br />

e l'ecologia<br />

GINO CONCETTI<br />

Nella seconda metà del secolo ventesimo<br />

è emersa alla coscienza mondiale<br />

una nuova «scienza»: l'ecologia. Le prime<br />

volte che se ne parlava negli anni<br />

della ricostruzione e soprattutto della rivoluzione<br />

tecnologica non pochi facevano<br />

fatica a comprenderne il significato e<br />

il contenuto. In Italia la questione fu<br />

sollevata dopo che altre nazioni avanzate<br />

ne discutevano di già.<br />

All'inizio non mancarono saggisti e informatori<br />

che mossero pesanti accuse<br />

alla Chiesa cattolica rea — secondo loro<br />

— di non interessarsi del problema ecologico,<br />

mentre già esplodevano i primi<br />

ingenti effetti devastanti.<br />

Accuse, superficiali quanto infondate.<br />

In nessun documento della Chiesa, in<br />

nessun libro sacro, in nessun testo dei<br />

Padri, di scrittori e teologi cristiani era<br />

possibile rinvenire un solo passo contro<br />

il rispetto della natura, dell'ambiente,<br />

dell'atmosfera, dei mari, della terra. Insomma<br />

del cosmo.<br />

Di mano in mano che il problema<br />

ecologico assumeva dimensioni macroscopiche<br />

è cresciuta la coscienza di reagire<br />

contro il progresso devastante.<br />

Le prese di posizione della Chiesa cattolica<br />

sono state uniformi, costanti e<br />

progressive. Sono stati editi molti seggi<br />

sulla questione ecologica da parte di<br />

teologi, filosofi, sociologi e più tardi di<br />

ambientalisti.<br />

Il rispetto<br />

del cosmo<br />

Il magistero della Chiesa, dal vertice<br />

ai pastori delle chiese locali, è entrato<br />

con tutta la sua autorità e forza nella<br />

questione ecologica per richiamare i responsabili<br />

dello sviluppo e del progresso,<br />

i rappresentanti del governo dei popoli<br />

al dovere di tutelare l'ambiente, di salvaguardare<br />

l'integrità e la purezza della<br />

natura.<br />

Sono state, altresì, edite pubblicazioni<br />

che riproducevano importanti documenti<br />

del magistero d'indole ecologica. Ma<br />

forse una pubblicazione così completa<br />

come quella curata da Giuseppe Dini<br />

non è facilmente reperibile sul mercato:<br />

La Chiesa, l'ecologia. Raccolta di interventi<br />

ufficiali, testi, discorsi, articoli, riflessioni<br />

riguardanti le variegate tematiche<br />

ambientali, espresse nell'area della<br />

Chiesa cattolica dal 1979 ad oggi, gruppo<br />

Agesci, Sant'Angelo in Vado (Pu)<br />

2000, pp. 221.<br />

A stare alla elevazione del sottotitolo<br />

può sembrare un progetto «presuntuoso»<br />

quello seguito dal Dini. In realtà si<br />

deve tener conto che è quasi impossibile<br />

fare una recensione e quindi una raccolta<br />

di tutto ciò che è stato scritto e detto<br />

sull'ecologia in area cattolica. Tuttavia è<br />

da prendere atto — e lo si deve riconoscere<br />

— che il progetto, nella sua semplicità<br />

e completezza, è pienamente riuscito.<br />

La presenza del magisterodellaChiesa<br />

è preminente: dal Concilio Vaticano II a<br />

Giovanni Paolo II è una sequenza di testi<br />

che da soli offrono materiale per uno<br />

sviluppo teologico, giuridico ed etico<br />

sulla questione ecologica.<br />

Il prezioso insegnamento<br />

dei Pontefici<br />

Non è detto però che prima del Vaticano<br />

II il magistero della Chiesa non si<br />

sia occupato di tematiche ecologiche.<br />

Spoleto: inaugurata<br />

la nuova Biblioteca Arcivescovile<br />

Si è inaugurata a Spoleto la nuova Biblioteca Arcivescovile. Formalmente<br />

costituita da Pio IX quando era Vescovo di Spoleto, nella nuova sistemazione<br />

la biblioteca è collocata in 4 sale del Palazzo Arcivescovile e raccoglie libri che<br />

fin dall'antichità appartennero ai Vescovi di Spoleto, ai quali si sono aggiunti<br />

fondi librari più moderni dovuti a lasciti e donazioni, per un totale di circa<br />

50.000 volumi.<br />

La «filosofia» che anima l'apertura di questo servizio è quella della stretta<br />

collaborazione con tutti gli operatori culturali della città di Spoleto con i quali<br />

si intende andare in rete e si rivolge particolarmente agli studenti universitari<br />

per offrire loro un'occasione e un luogo di studio.<br />

A fianco della Sala di lettura, in quella che l'allora Arcivescovo di Spoleto<br />

Ugo Poletti volle dedicare a Pio IX, vi è il «Gabinetto delle rarità» dove si conservano<br />

incunaboli, cinquecentine e volumi di particolare valore storico o bibliografico.<br />

I recenti lavori di restauro nell'Episcopio hanno fatto identificare il sito storico<br />

di una grande sala che note d'archivio indicavano affacciata sulla Valle,<br />

al lato Nord della Città di Spoleto, nei sotterranei del Palazzo.<br />

L'invaso architettonico, a suo tempo riempito — nequitia temporum — dai<br />

detriti del terremoto del 1703, è stato liberato e, restituita a nuova vita, la sala<br />

accoglie ora il fondo antico della Biblioteca.<br />

In apposito ambiente, vicino alla Direzione, è collocata, accanto alla schedatura<br />

cartacea tradizionale, un sistema di schedatura informatica tra i più<br />

moderni che permetterà di avere rapporti con le istituzioni europee. Mons.<br />

Riccardo Fontana, Arcivescovo di Spoleto-Norcia, così commenta il nuovo<br />

evento culturale: «La Chiesa locale vuole offrire il suo contributo al progetto<br />

culturale della Chiesa in Italia».<br />

LANFRANCO BUSETTI<br />

Nelle Encicliche sociali l'istanza e l'attenzione<br />

ecologica si accompagnano allo<br />

sviluppo industriale.<br />

Merito del Dini è di aver reperito anche<br />

testi del magistero episcopale. Il documento<br />

dell'episcopato lombardo è tra<br />

questi il più significativo e organico. L'episcopato<br />

riflette e, in certo senso, «rilancia»<br />

l'insegnamento dei Sommi Pontefici.<br />

La sollecitudine della Chiesa è così<br />

realmente corale, mondiale.<br />

A questa coralità partecipano i presbiteri,<br />

i religiosi e i laici nelle diverse articolazioni<br />

e organizzazioni. L'avere scelto<br />

san Francesco d'Assisi come patrono<br />

degli ecologisti non è stata una decisione<br />

casuale, ma un evento che fa il timbro<br />

della ecclesialità, della comunione,<br />

dell'universalità.<br />

Basterebbe il Cantico delle creature<br />

per dimostrare quel concetto e quale valore<br />

la Chiesa attribuisce alla natura.<br />

Non è, infine, marginale che il Dini<br />

abbia segnalato anche articoli e saggi<br />

della stampa quotidiana e periodica.<br />

Il rischio legato<br />

a «progressi incontrollati»<br />

Gli strumenti di comunicazione oggi<br />

esercitano un influsso notevole per la<br />

formazione di una «coscienza ecologica».<br />

La sensibilizzazione capillare, purtroppo<br />

— come si evince dall'esperienza —<br />

neppure basta. Lo comprovano le terrificanti<br />

tragedie che ogni anno si verificano<br />

sia con le inondazioni naturali sia<br />

con l'insensato comportamento di quelle<br />

persone che volontariamente distruggono<br />

migliaia di ettari boschivi, appiccando<br />

il fuoco come se si trattasse di un<br />

gioco circense.<br />

Dini ha un altro merito: quello di aver<br />

coinvolto nella scelta dei testi anche interventi<br />

di seguaci e organismi di altre<br />

religioni. Il Decalogo, ad esempio, di<br />

ispirazione biblica è stato redatto, grazie<br />

al dialogo e alla collaborazione tra cristiani<br />

ed ebrei.<br />

In esso prevale un elenco di doveri<br />

che ogni essere umano che crede in Dio<br />

creatore del cosmo deve adempiere con<br />

dignità e fedeltà.<br />

Dal magistero è sottolineato il grido<br />

di tutta l'umanità che è una sfida di dolore<br />

contro i progressi folli e incontrollati.<br />

Non è esagerato, tanto meno «terrorista»,<br />

il grido, più volte ripetuto da Giovanni<br />

Paolo II, che denuncia l'olocausto<br />

ambientale.<br />

Purtroppo non è solo ambientale.<br />

L'uomo stesso viene sconvolto nella sua<br />

natura, nelle sue qualità con cibi inquinati<br />

e inquinanti, o con la manipolazione<br />

genetica.<br />

AncherecentementeGiovanni Paolo II<br />

ha sollecitato un impegno mondiale<br />

maggiore per «scongiurare la catastrofe<br />

ecologica».<br />

Proteggere<br />

la vita<br />

La denuncia del Papa è stata ancora<br />

una volta puntuale e incisiva: «Soprattutto<br />

nel nostro tempo, l'uomo ha devastato<br />

senza esitazioni pianure e valli boscose,<br />

inquinando le acque, deformato<br />

l'habitat della terra, reso irrespirabile<br />

l'aria, sconvolto i sistemi idro-geologici e<br />

atmosferici, desertificando spazi verdeggianti,<br />

compiuto forme di industrializzazione<br />

selvaggia».<br />

Giovanni Paolo II ha chiamato in causa<br />

l'ecologia «umana» auspicando di<br />

rendere più dignitosa assistenza delle<br />

creature, proteggendone il bene radicale<br />

della vita in tutte le sue manifestazioni e<br />

preparando alle future generazioni un<br />

ambiente che si avvicini di più al progetto<br />

del Creatore» (17 gennaio 2001).<br />

Il problema ecologico, dunque, non è<br />

solo quello dell'ambiente naturale: esiste<br />

ed è grave quello che riguarda la vita<br />

umana che non può essere manipolata<br />

né con tentativi di ingegneria genetica<br />

né con la corruzione e la modificazione<br />

di prodotti alimentari.<br />

La soluzione non è di una sola nazione,<br />

neppure di un solo continente. È<br />

globale, mondiale. L'umanità nei suoi<br />

vertici deve studiare le soluzioni migliori<br />

per poter conciliare le esigenze del progresso,<br />

che è inarrestabile, e quelli della<br />

salvaguardia del creato e dell'integrità<br />

dell'essere umano, che è inderogabile e<br />

ineludibile.<br />

Il contributo<br />

della scuola<br />

Un contributo di non scarso rilievo lo<br />

deve dare la scuola. Dini auspica che la<br />

scuola sia «una palestra di ecologia per<br />

insegnare agli alunni di oggi, adulti di<br />

domani, che il dovuto rispetto alla terra,<br />

è rispetto per se stessi e che per attuare<br />

una vera tutela del pianeta dobbiamo<br />

davvero avere stili di vita diversi<br />

da quelli che stiamo tutt'oggi conducendo».


A ROMA<br />

PAGINA<br />

ACR Il tradizionale appuntamento dedicato ai temi dell'ascolto e del dialogo<br />

La Carovana della Pace<br />

invade le strade del Centro<br />

«Ascoltiamoci e pace si farà!»: questo<br />

uno dei tanti messaggi che si potevano<br />

leggere domenica mattina sugli striscioni<br />

colorati portati da migliaia di ragazzi e<br />

ragazze che sfilavano per le vie del Centro.<br />

È il corteo festoso della «Carovana<br />

della Pace», l'appuntamento tradizionale<br />

di fine gennaio promosso dall'Azione<br />

Cattolica Ragazzi (A.C.R.) insieme con i<br />

giovani delle parrocchie della città. Quest'anno<br />

la Carovana ha coinvolto anche<br />

i ragazzi di scuole, statali e non statali,<br />

e delle parrocchie di altre diocesi del Lazio,<br />

ed è tornata con un nuovo slogan<br />

«Senti che pace!». I ragazzi infatti, insieme<br />

con i loro educatori e i genitori,<br />

hanno celebrato la «Giornata della Pace»<br />

che rappresenta la conclusione di un<br />

percorso di riflessione, compiuto proprio<br />

in questo mese dedicato alla Pace,<br />

sui temi dell'ascolto e del dialogo.<br />

Nelle settimane scorse, i ragazzi si sono<br />

interrogati sul significato reale del<br />

mettersi in ascolto dell'altro, chiunque<br />

esso sia, su quali siano le caratteristiche<br />

del vero ascolto, per poi misurarsi con<br />

la propria capacità di aprire il cuore al<br />

bisogno dell'altro. Nel compiere questo<br />

itinerario i ragazzi hanno evidenziato<br />

come sia impossibile la pace lì dove venga<br />

meno la disponibilità all'apertura verso<br />

l'altro. «I ragazzi sono qui oggi, così<br />

numerosi, per manifestare la necessità<br />

di ascoltare gli altri, le persone che abbiamo<br />

vicino e, in modo particolare, la<br />

necessità di ascoltare il Signore — ha<br />

detto don Francesco Galluzzo, assistente<br />

diocesano dell'A.C.R. —. Quest'anno sono<br />

scesi in piazza e fanno questa “Carovana<br />

della Pace” proprio con l'intenzio-<br />

Comune:<br />

Enzo Mosino<br />

nominato<br />

Commissario<br />

Enzo Mosino, ex prefetto di Roma<br />

e attuale consigliere della Corte<br />

dei Conti, reggerà l'amministrazione<br />

capitolina fino alle prossime<br />

elezioni comunali. Divenute efficaci<br />

le dimissioni di Francesco Rutelli<br />

dalla carica di Sindaco, lunedì<br />

mattina il prefetto Giuseppe<br />

Romano ha provveduto alla nomina<br />

del Commissario ed ha sospeso<br />

il Consiglio comunale.<br />

Lo ha reso noto la prefettura di<br />

Roma, precisando che formalmente<br />

lo scioglimento del Consiglio<br />

comunale, richiesto dal prefetto,<br />

avverrà su proposta del ministro<br />

dell’Interno, con decreto<br />

del Presidente della Repubblica.<br />

Domenica sera l'ultima seduta<br />

del Consiglio comunale è durata<br />

solo pochi minuti poi si è sciolta,<br />

tra le polemiche, poco prima delle<br />

19, perché il Polo non ha partecipato<br />

al voto di una delibera facendo<br />

mancare il numero legale. Tra<br />

i provvedimenti saltati la vendita<br />

di 1.200 appartamenti comunali in<br />

Centro storico, l’affidamento di<br />

spazi comunali ad associazioni o<br />

centri sociali e l’istituzione di tre<br />

nuove società comunali, tra cui<br />

Matta Mondo, per la gestione dell’ex<br />

Mattatoio. «Ora — spiega la<br />

presidente del Consiglio comunale<br />

Luisa Laurelli — all’attenzione del<br />

Commissario ci sono circa 90 delibere<br />

tra quelle di Giunta e quelle<br />

non esaminate dal Consiglio». La<br />

più importante è quella del bilancio.<br />

Maltempo: allagamenti<br />

e problemi al traffico<br />

Numerose richieste d’intervento<br />

sono giunte lunedì ai Vigili del fuoco<br />

per gli allagamenti e le infiltrazioni<br />

provocati a scantinati e negozi<br />

dalla pioggia battente caduta in<br />

varie zone della città. Altre richieste<br />

d’intervento sono giunte per<br />

l’otturazione di scarichi fognari.<br />

Problemi anche alla circolazione<br />

automobilistica, in particolare a<br />

Ostia, per un allagamento in via<br />

Eschilo. Rallentamenti sul Muro<br />

Torto, sulla tangenziale, sulla<br />

Trionfale e sul Raccordo anulare.<br />

Violenza negli stadi:<br />

un arresto e 5 fermi<br />

Un ragazzo di 19 anni, Simone<br />

Giacci, è stato arrestato domenica<br />

pomeriggio nel corso di alcuni<br />

scontri avvenuti tra le Forze dell'ordine<br />

e alcuni tifosi nel corso<br />

della partita di calcio Roma-Napoli.<br />

Il giovane, sorpreso fuori dello stadio<br />

con una spranga di ferro, è<br />

stato rincorso da Poliziotti e Carabinieri.<br />

Nel tentativo di sottrarsi alla<br />

cattura, Giacci ha colpito un<br />

agente e un Carabiniere che hanno<br />

riportato lievi ferite. Cinque tifosi,<br />

privi di documento e del biglietto<br />

per la partita, sono stati portati<br />

in Questura e rispediti a Napoli<br />

con il foglio di via.<br />

9 .<br />

ne di testimoniare al mondo intero il bisogno<br />

di ascolto come primo passo di<br />

un dialogo che possa costruire la pace».<br />

Dopo essersi radunati in Piazza Navona,<br />

i ragazzi si sono messi in cammino<br />

muniti di striscioni inneggianti alla pace,<br />

fino a raggiungere Piazza San Pietro per<br />

prendere parte alla preghiera dell'Angelus<br />

e manifestare al Papa la loro gioia<br />

nel voler costruire la pace nel mondo.<br />

Molti anche i giovani delle parrocchie<br />

della periferia romana, come quella di s.<br />

Giovanni Evangelista. «Siamo qui per<br />

esprimere la nostra voglia di abbattere<br />

quei muri che ostacolano la pace — ha<br />

spiegato Laura Di Biagio —. Per la comprensione<br />

reciproca è necessario saper<br />

ascoltare l'altro. Il nostro stesso oratorio<br />

è un luogo di incontro di realtà diverse<br />

poiché è frequentato anche da ragazzi<br />

di altre religioni e di varie nazionalità.<br />

L'ascolto è il primo passo per rendere<br />

possibile un dialogo e insieme cerchiamo<br />

di arricchirci reciprocamente».<br />

Ad accogliere il corteo in Piazza San<br />

Pietro è stato il Cardinale Vicario Camillo<br />

Ruini, che nel salutare i ragazzi dell'Azione<br />

Cattolica e i vari gruppi che<br />

hanno partecipato a questa manifestazione<br />

ha sottolineato quanto sia importante<br />

dare un segno di pace, di amore e<br />

di speranza per l'avvenire. «La vostra<br />

voce chiede pace non soltanto per oggi<br />

ma anche per il futuro — ha detto il<br />

Porporato —. Sta a voi costruire la pace<br />

ogni giorno. Già adesso voi potete fare<br />

delle cose concrete per la pace, pregando<br />

il Signore, raccogliendo aiuti per<br />

bambini e ragazzi che hanno perso la loro<br />

famiglia e hanno bisogno di essere<br />

sostenuti nella loro crescita e nel loro<br />

cammino. Ma potete fare molto anche<br />

portando pace dentro le vostre famiglie<br />

affinché ci sia un buon clima, un buon<br />

rapporto con i vostri genitori e fratelli;<br />

pace anche nelle vostre scuole e tra i<br />

vostri amici. Voi potete dare una testimonianza<br />

importante, fare qualcosa di<br />

utile e di concreto. Voi potete essere<br />

una forza vera che crea migliore comprensione<br />

fra tutti, che crea capacità di<br />

perdonare e di andare d'accordo».<br />

Presenti anche don Alberto Fusi, assistente<br />

generale dell'Azione Cattolica di<br />

Roma, e il prof. Paolo Bustaffa, che ne<br />

è Presidente, il quale ha espresso la<br />

gioia veramente grande nel vedere così<br />

tanti giovani mettersi a servizio della<br />

Chiesa. «Cerchiamo sempre di metterci<br />

in dialogo e in ascolto degli altri fratelli»,<br />

ha affermato, aggiungendo che «insieme,<br />

oggi, si può gioire e fare festa<br />

ma anche pensare ancora una volta con<br />

maggiore impegno al “festeggiato”, il Signore<br />

Gesù».<br />

Ad accompagnare la manifestazione è<br />

stato un gesto concreto di solidarietà. I<br />

rappresentanti di ogni parrocchia hanno<br />

consegnato un salvadanaio contenente le<br />

offerte raccolte dai ragazzi durante questo<br />

mese. Quest'anno l'A.C.R. di Roma<br />

ha pensato di raccogliere i fondi per due<br />

case famiglia che si trovano a Manziana<br />

(Roma), «Gemma Vettori» e «La Perla»,<br />

gestite dalle Suore Francescane Alcantarine,<br />

dove vengono accolti minori e famiglie<br />

in difficoltà.<br />

ELISABETTA ANGELUCCI<br />

SANITÀ I lavori dovrebbero partire nei prossimi giorni<br />

Accordo per la ristrutturazione<br />

del centro paraplegici di Ostia<br />

I lavori di completa ristrutturazione e<br />

riqualificazione del centro paraplegici di<br />

Ostia, potranno partire entro le prossime<br />

settimane.<br />

È stato infatti raggiunto, domenica<br />

mattina, un accordo fra i degenti del<br />

Cpo e il direttore generale della Asl, Roma/D.<br />

Nella struttura potrà rimanere un presidio<br />

fisso di malati, così come era stato<br />

da loro richiesto. Lo ha garantito, durante<br />

un incontro tenutosi nella palestra<br />

dell’edificio di viale Vega, il direttore generale<br />

Marco Bonamico.<br />

«In questi giorni — ha sottolineato<br />

Bonamico — se ne sono dette tante. È<br />

nostra intenzione trovare una soluzione<br />

rapida a questo problema, per far decollare<br />

quanto prima i lavori di ristrutturazione<br />

del centro. Se la soluzione — ha<br />

aggiunto — è quella di permettere ad<br />

un numero di sette, otto malati di restare<br />

qui per controllare l’andamento dei<br />

lavori, sono pronto a prendermene fin<br />

d’ora ogni responsabilità».<br />

L’accordo raggiunto tra i ventisei degenti<br />

e la Asl Roma/D sarà firmato martedì<br />

mattina: i lavori, che avranno la durata<br />

di diciotto mesi per un costo complessivo<br />

di circa quindici miliardi di lire,<br />

potrebbero così partire già dalle prossime<br />

settimane.<br />

I paraplegici — riferisce l'agenzia di<br />

stampa «Ansa» — avevano programmato<br />

per domenica mattina una manifestazione<br />

in strada per protestare contro la<br />

decisione presa la scorsa settimana dalla<br />

Regione Lazio, di trasferire tutti i pazienti<br />

all’ospedale «G. B. Grassi» di<br />

Ostia nel periodo dei lavori di ristrutturazione.<br />

«Se ci spostassimo tutti — ha ribadito<br />

uno dei ventisei malati della struttura,<br />

Gennaro De Rosa — questo centro, unico<br />

in Italia verrebbe chiuso definitivamente.<br />

Dopo sette anni di lungaggini e<br />

prese in giro non ci fidiamo più e restare<br />

qui significherà scongiurare ogni pericolo».<br />

Se la firma dell’accordo, programmata<br />

per martedì mattina dovesse saltare, i<br />

malati attueranno lo sciopero della<br />

fame.<br />

PARROCCHIE Il rito della Dedicazione presieduto dal Cardinale Ruini<br />

S. Maria Josefa del Cuore di Gesù:<br />

la casa del popolo di Dio<br />

«Questa nuova chiesa, dedicata a santa<br />

Maria Josefa del Cuore di Gesù, viene<br />

finalmente a vivere undici anni dopo la<br />

nascita della parrocchia, un tempo relativamente<br />

lungo, nel quale la vostra comunità<br />

ha avuto la possibilità di crescere<br />

ed irrobustirsi. Ma io vorrei che questa<br />

giornata, questa consacrazione che<br />

oggi celebriamo fosse anche un punto di<br />

partenza per la fase nuova del cammino<br />

da voi intrapreso».<br />

Con queste parole, sabato pomeriggio,<br />

il Cardinale Vicario Camillo Riuni<br />

ha salutato i fedeli riuniti nella parrocchia<br />

di santa Maria Josefa del Cuore di<br />

Gesù, a Ponte di Nona per celebrare il<br />

rito della Dedicazione della nuova chiesa<br />

che può finalmente accogliere tra le sue<br />

mura gli abitanti del nuovo quartiere<br />

che sorge alle porte di Roma, nei pressi<br />

della via Prenestina.<br />

Presenti alla concelebrazione erano<br />

Mons. Gino Amicarelli, Direttore dell'Ufficio<br />

per l'Edilizia di Culto della Diocesi<br />

di Roma, il parroco, don Angelo Calabrese,<br />

alcuni padri Monfortani, l'ordine<br />

al quale è affidata la guida della parrocchia,<br />

e altri parroci e sacerdoti della<br />

zona.<br />

Il nuovo complesso, dedicato alla santa<br />

canonizzata dal Papa lo scorso anno<br />

e che comprende anche un'aula per<br />

conferenze, la canonica e gli uffici, diversi<br />

locali per le attività pastorali e un<br />

campo sportivo polivalente, è stato così<br />

inaugurato dopo undici anni dall'erezione<br />

della parrocchia, avvenuta nel lontano<br />

1989. Per tutti questi anni la comuni-<br />

tà parrocchiale si è dovuta accontentare<br />

di angusti locali dove celebrare la gloria<br />

del Signore, situazione che però non ha<br />

mai messo in discussione la fede e la<br />

gioia con la quale gli stessi hanno portato<br />

avanti un discorso caratterizzato dalla<br />

volontà e di perseveranza.<br />

Dopo aver consegnato gli strumenti<br />

giuridici al parroco il Cardinale Ruini ha<br />

ringraziato tutti coloro che hanno contribuito<br />

alla realizzazione della nuova<br />

chiesa, architetti e maestranze e, in particolare,<br />

le suore di santa Maria Josefa<br />

del Cuore di Gesù che con il loro contributo<br />

hanno permesso alla comunità di<br />

ritrovarsi finalmente in un luogo degno<br />

del Signore. «Questa nuova chiesa rappresenta<br />

la casa di Dio — ha detto il<br />

Porporato — ma è anche e soprattutto<br />

la casa del popolo di Dio. È nata dalla<br />

carità di molti e deve continuare a professarla,<br />

soprattutto verso coloro che<br />

verranno in seguito ad abitare in questo<br />

quartiere. Dovete aprire il vostro cuore<br />

a chi giungerà qui con la speranza di<br />

trovare un luogo sicuro ed accogliente,<br />

un vero e proprio punto di riferimento<br />

nella vita. Il carisma monfortano è il carisma<br />

di Maria che sempre veglierà il<br />

vostro cammino».<br />

Quella dedicata sabato è la trentanovesima<br />

chiesa inaugurata dal Cardinale<br />

Vicario in oltre dieci anni di servizio per<br />

la Diocesi di Roma. Altre dieci sono in<br />

costruzione e per dodici si sta realizzando<br />

il progetto. All'indomani del Giubileo,<br />

le periferia della città continuano ad<br />

avere ancora bisogno di chiese nuove e<br />

di centri parrocchiali per vivere e annunciare<br />

il Vangelo. «Dovete sentire<br />

questa chiesa sempre come vostra — ha<br />

aggiunto Ruini — e farla crescere nel<br />

suo servizio come luogo di preghiera e<br />

di comunione. Come comunità parrocchiale<br />

voi avete vissuto pochi anni in<br />

una situazione poco agevole. Altre hanno<br />

aspettato dieci, quindici anni prima<br />

di avere finalmente la loro chiesa. Sappiate<br />

apprezzare fino in fondo il dono<br />

che la Provvidenza vi ha concesso e con<br />

l'aiuto e la guida di Gesù riuscirete ad<br />

affrontare qualsiasi difficoltà che vi si<br />

parerà davanti».<br />

Particolarmente ricco di significati è<br />

stato il rito tradizionale di dedicazione<br />

vissuto con sincera commozione dai fedeli.<br />

Prima della liturgia della Parola il<br />

Cardinale ha benedetto l'acqua con la<br />

quale ha asperso l'assemblea, le pareti<br />

del tempio e l'altare nel quale sono state<br />

poi poste le reliquie di santa Maria Josefa<br />

del Cuore di Gesù e di san Luigi di<br />

Montfort, fondatore dei Missionari Monfortani.<br />

Il Porporato ha quindi unto l'altare<br />

Nella chiesa di san Bartolomeo all'Isola Tiberina l'annuale Celebrazione promossa dalla s. Egidio<br />

Santa Messa in ricordo delle tante vittime per il freddo nelle strade<br />

Commemorare i numerosi senza tetto che nel corso<br />

degli anni sono morti in strada, vinti dal freddo e dalla<br />

fame: per questo domenica si è celebrata la Santa<br />

Messa nella chiesa di san Bartolomeo all'isola Tiberina.<br />

La funzione, che si svolge con cadenza annuale, viene<br />

organizzata dalla Comunità di sant'Egidio per ricordare,<br />

nell'amore e nell'amicizia, la scomparsa di tante<br />

persone costrette a vivere nella solitudine e nell'indigenza.<br />

L'iniziativa prende avvio dal 1983, ossia da<br />

quando Modesta, un'anziana donna senza fissa dimora,<br />

muore in strada fra l'indifferenza di quanti passano<br />

oltre senza prestarle soccorso. Ora, ricordando Modesta,<br />

viene onorata anche la memoria di tutti gli sfortunati<br />

che hanno subito una sorte analoga.<br />

Concludere la propria esistenza nel freddo, senza ricevere<br />

l'amore dei propri cari ed il conforto di un funerale,<br />

è una preoccupazione costante nella vita dei<br />

barboni che, solo nella città di Roma, hanno raggiunto<br />

la cifra di 4.000. Una realtà triste e crudele, sfaccettatura<br />

scomoda della nostra società, che l'impegno continuativo<br />

ed articolato dei membri della Comunità di<br />

sant'Egidio non intende far scivolare nell'oblio della<br />

quotidianità. «Commemorare coloro che muoiono in<br />

strada è un gesto importante non solo per i senza tetto,<br />

ma anche per tutti noi che offriamo assistenza —<br />

ha affermato il signor Carlo Santoro, corresponsabile<br />

della mensa di via Dandolo, gestita dalla Comunità di<br />

sant'Egidio —. Questa celebrazione, infatti, ci consente<br />

di sottolineare che la vita non finisce con la morte ed,<br />

allo stesso tempo, ci aiuta ad acquisire la consapevo-<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Lunedì-Martedì 29-30 Gennaio 2001<br />

Anagni:<br />

personale carente<br />

al pronto soccorso<br />

La carenza di personale sta<br />

mettendo in difficoltà il pronto<br />

soccorso dell’ospedale di Anagni.<br />

Medici e infermieri non bastano<br />

e una situazione analoga si riscontra<br />

anche per la postazione del<br />

118. La situazione è stata sottoposta<br />

all’esame del direttore generale<br />

della Asl di Frosinone, Carmine<br />

Cavallotti, al quale si chiede un<br />

intervento urgente.<br />

I medici del pronto soccorso<br />

sono tre e sono sottoposti a turni<br />

massacranti e rischi per i sanitari<br />

e i pazienti. Stesso problema riguarda<br />

la postazione del 118.<br />

La voragine<br />

a Marcellina:<br />

si tratta di un «pozzo<br />

senza fondo»<br />

È un «sinkhole», una sorta di pozzo<br />

senza fondo, la voragine che si è aperta<br />

la notte tra mercoledì e giovedì scorso a<br />

Marcellina, in località Sasseto-Pozzo<br />

Grande, in un terreno privato.<br />

Lo hanno accertato sabato i geologi<br />

inviati dalla Regione Lazio. Una nuova<br />

voragine senza fondo che dista appena<br />

una dozzina di chilometri dal Pozzo del<br />

Merro di Sant’Angelo Romano, il sinkhole<br />

che con i suoi 310 metri accertati<br />

(ma il fondo non è stato ancora individuato)<br />

è il più profondo del mondo. Da<br />

questa mattina degli operai si sono messi<br />

al lavoro per recintare la zona con paletti<br />

e rete metallica.<br />

Nel frattempo lo sprofondamento del<br />

terreno pare che si sia assestato intorno<br />

ai 70 metri di diametro e i 30 di profondità.<br />

Da venerdì a sabato il diametro si è<br />

allargato solo di un metro. La voragine,<br />

ora, dista circa 20 metri da un traliccio<br />

dell’alta tensione e solo uno dal gasdotto<br />

che trasporta il metano proveniente dall’Algeria,<br />

che in quel tratto è stato interrotto.<br />

Soprattutto il gasdotto incute timori<br />

agli abitanti e ai tecnici intervenuti sul<br />

posto. Al fine di evitare pericolose fughe<br />

di gas nei giorni scorsi sono state chiuse<br />

le centraline del metano di Palombara e<br />

Castel Madama.<br />

La voragine, si ricorda, si era cominciata<br />

ad aprire all'alba di giovedì scorso,<br />

suscitando, oltre ai timori del proprietario<br />

del terreno, anche l'irresistibile curiosità<br />

di molti che hanno affollato<br />

l'area per osservare il particolare fenomeno.<br />

lezza che tutti noi, un giorno, saremo ricordati. Per tali<br />

ragioni la funzione odierna è divenuta un'occasione<br />

di festa che vede la partecipazione di un numero di<br />

persone sempre più ampio».<br />

L'assistenza nei confronti dei senza tetto, vissuta nell'amicizia,<br />

si manifesta in forme che variano in relazione<br />

alle esigenze degli appartenenti al composito panorama<br />

degli emarginati. «La mensa di via Dandolo è un<br />

punto di riferimento per coloro che non possiedono<br />

appigli nella società — ha precisato il signor Santoro<br />

—. Lì, assicuriamo cibo, invitando poi le persone a ricorrere<br />

alle strutture che offrono vestiario e docce. Assicuriamo<br />

loro anche la possibilità di inviare e ricevere<br />

la posta, di poter eleggere la residenza presso il nostro<br />

centro e, di conseguenza, di ricominciare ad esistere.<br />

La sera, invece, alcuni di noi si muovono per le strade<br />

dei diversi quartieri romani con l'intento di portare bevande<br />

calde e cibo ai senza tetto che non si muovono<br />

dai luoghi in cui si stabiliscono. Il nostro principale<br />

obiettivo, comunque, si concretizza sempre nel desiderio<br />

di instaurare un rapporto di amicizia con gli assistiti».<br />

Amore e fratellanza, rispetto e protezione sono i sentimenti<br />

che animano tutti gli operatori che offrono sostegno<br />

al prossimo, nell'intento di dare concreta attuazione<br />

al valore cristiano della solidarietà. «La mensa di<br />

via Dandolo diventa un luogo di amore ed affetto —<br />

ha proseguito il signor Santoro —. È lo spazio dove<br />

cerchiamo di ricostruire un tessuto familiare dove i<br />

singoli possano sentirsi accolti e protetti».<br />

30 GENNAIO 2001<br />

Martedì della IV settimana<br />

del tempo ordinario - Feria<br />

(verde)<br />

Messa a scelta<br />

Lezionario: Eb 12, 1-4; Salmo<br />

21; Mc 5, 21-43<br />

Liturgia delle Ore: Mart. IV<br />

sett. - Ufficio della Feria<br />

L'appuntamento liturgico che, con cadenza annuale,<br />

si svolge in un clima di preghiera, di festa e di amicizia<br />

fra assistenti ed assistiti, domenica 28 gennaio è stato<br />

presieduto da don Vittorio Ianari, sacerdote della Comunità<br />

di sant'Egidio, il quale ha evidenziato che Gesù<br />

per primo fu costretto a sperimentare il rifiuto e l'esclusione<br />

di cui sono vittime tante persone nella società<br />

attuale.<br />

«Gesù è vicino a noi perché ha sperimentato quel<br />

che hanno provato Modesta e tanti altri: emarginazione<br />

e rifiuto — ha proseguito don Vittorio Ianari —.<br />

Lui ci è vicino perché ha vissuto nell'intimo l'esclusione<br />

forte, violenta ed esplicita di coloro che Lo hanno<br />

messo ai margini della società».<br />

Ogni individuo si fermi ad offrire sostegno a colui<br />

che si trova in condizione di bisogno. È questo l'invito<br />

che don Vittorio Ianari ha implicitamente rivolto a tutti<br />

gli astanti con la donazione dell'immagine benedetta<br />

del buon Samaritano.<br />

«Oggi abbiamo celebrato la liturgia con le persone<br />

che vivono in strada e ricevono l'amore del Signore attraverso<br />

l'amicizia concreta di fratelli e sorelle — ha<br />

commentato il sacerdote —.<br />

«Anche loro possono imparare da Dio ad essere persone<br />

disposte ad aiutarsi vicendevolmente e ad avere<br />

compassione l'uno dell'altro, trovando conforto e consolazione<br />

in tutto questo».<br />

SIMONA RUBEIS<br />

Fede<br />

Abbiate fiducia nella fede, questa<br />

grande amica dell'intelligenza! Illuminatevi<br />

alla sua luce per raggiungere<br />

la verità, tutta la verità!<br />

(MessaggidelConcilioVaticanoII)<br />

a cura di p. Leonardo Sapienza, R.C.I.<br />

con il Crisma mentre i presbiteri hanno<br />

provveduto all'unzione delle pareti della<br />

chiesa. Dopo l'incensazione della sacra<br />

mensa alcuni ministri l'hanno ricoperta<br />

con una tovaglia adornandola con fiori e<br />

disponendovi i candelieri.<br />

Alla fine del Sacro rito la chiesa si è<br />

illuminata a festa.<br />

«Santa Maria Josefa del Cuore di Gesù<br />

— ha concluso il Cardinale — soleva<br />

dire alle sue suore che dovevano operare<br />

la carità sia materialmente che spiritualmente,<br />

aprendo il cuore a chiunque<br />

ne avesse bisogno. Anche voi siete chiamati<br />

a compiere questa missione, siete<br />

chiamati a testimoniare l'amore di Gesù<br />

verso tutti i fratelli che chiederanno il<br />

vostro aiuto, che vi tenderanno la mano.<br />

Sappiate fare buon uso degli strumenti<br />

che il Signore vi offre, compresa<br />

questa nuova chiesa dove da oggi vi riunirete<br />

per testimoniare la vostra fede incrollabile».<br />

Così, dopo cinque anni di messe celebrate<br />

in angusti locali, il quartiere di<br />

Ponte di Nona ha finalmente la sua<br />

chiesa, progettata dagli architetti Garofalo<br />

e Miurlo. Un luogo accogliente dove<br />

la nobiltà dei materiali utilizzati, il<br />

caldo del legno che ricopre il soffitto, le<br />

venature del marmo bianco e nero che<br />

corrono sulle sue pareti ben si sposano<br />

con il clima che accoglie il fedele ogni<br />

qualvolta varca la soglia per incontrare<br />

il Signore. Una vera casa, dove sentirsi<br />

amati e protetti, dove il cuore può abbandonarsi<br />

nelle mani del Signore. Una<br />

vera casa del popolo di Dio.<br />

MASSIMILIANO PORZIA<br />

È morto<br />

Michele Sgaramella<br />

È morto, all'alba di oggi, 29<br />

gennaio, nella clinica Villa Luisa,<br />

Michele Sgaramella, padre del nostro<br />

collega Roberto. Aveva 87<br />

anni.<br />

Entrato giovanissimo alle Poste<br />

Vaticane, Michele Sgaramella vi<br />

ha prestato lungo e generoso servizio<br />

per cinquant'anni.<br />

I funerali saranno celebrati<br />

martedì 30, alle ore 11, nella parrocchia<br />

di s. Anna in Vaticano.<br />

I colleghi de «L'Osservatore Romano»<br />

si uniscono al grande dolore<br />

di Roberto e dei suoi famigliari<br />

ed assicurano il conforto di cristiani<br />

suffragi.<br />

RADIO<br />

VATICANA<br />

OM: 1530 kHz - 196 metri<br />

(Per la zona di Roma<br />

anche Onda Media 527 kHz<br />

e FM 93.3 e 105 MHz)<br />

OC: nelle bande 49, 31, 25 e 19 metri<br />

MARTEDÌ 30 GENNAIO<br />

00.10: Studio A (stereo): Con voi<br />

nella notte<br />

7.20-15.30-17.30-23-24: Orizzonti cristiani<br />

7.30: Santa Messa in latino<br />

8-12-14-15-16-18-21-23.30: Radiogiornale<br />

in italiano, spagnolo, portoghese,<br />

francese, inglese, tedesco e polacco<br />

16.30: Gli introvabili di R. Franchina<br />

17: Liturgia delle Ore, celebrazione<br />

dei Vespri<br />

20.20: Programma tedesco: Corinna<br />

Mühlstedt 70 Jahre Radio Vatikan<br />

Der päpstliche Sender im Wandel<br />

der Zeit – 1. Von den Anfängen bis<br />

zum 2. Weltkrieg<br />

20.40: Recita del Santo Rosario<br />

21.30: Programma francese: L'Eglise<br />

en Europe<br />

21.50: Programma inglese: Matters<br />

of fact / Against the floor / Once upon<br />

a parable<br />

22.10: Programma spagnolo: Dialogo<br />

con los oyentes


IN ITALIA<br />

PAGINA<br />

La<br />

situazione<br />

politica<br />

Domenica di lavoro per i leader dell'Ulivo,<br />

che ieri sera hanno tenuto un<br />

vertice per prendere alcune decisioni relative<br />

alle candidature e alle quote per le<br />

prossime elezioni. Ma è stato anche il<br />

giorno del varo ufficiale della Margherita,<br />

che riunisce Democratici, Ppi, Udeur<br />

e Ri. In una riunione dei segretari dei<br />

partiti è stato deciso il simbolo unico, il<br />

comitato promotore e il presidente della<br />

nuova compagine, che è il candidato<br />

premier del centro sinistra, Rutelli. Durante<br />

l'incontro è stato anche sciolto il<br />

nodo della rappresentatività dei singoli<br />

partiti all’interno della nuova realtà della<br />

Margherita. Secondo quanto riferito<br />

dall'Ansa, sarebbe stato definito, in sostanza,<br />

il «peso» di ogni singolo partito<br />

che vi partecipa, e l’intesa sembra sia<br />

stata quella di fissare al 35% la rappresentanza<br />

di Popolari e Democratici, al<br />

20% quella dell’Udeur, e al 10% quella<br />

di Rinnovamento italiano.<br />

Dei collegi e delle quote si è invece<br />

parlato nel successivo vertice del centro<br />

sinistra. «Abbiamo risolto, mi pare — ha<br />

affermato Rutelli — tutti i problemi:<br />

quelli organizzativi, quelli del finanziamento,<br />

quelli dell’impostazione per la<br />

scelta dei collegi, delle candidature. Abbiamo<br />

iniziato a definire i metodi di lavoro,<br />

di collaborazione tra le forze dell’Ulivo».<br />

Un Ulivo, ha poi sottolineato,<br />

che «si semplifica, perché oggi è stata<br />

definitivamente varata la Margherita,<br />

che sarà presentata alla fine della prossima<br />

settimana. E per quanto riguarda le<br />

altre formazioni, i Verdi, i Socialisti e il<br />

Pdci troveranno le loro soluzioni nel<br />

corso della prossima settimana».<br />

Come detto, è stata affrontata anche<br />

la questione dei candidati a sindaco, dopo<br />

che Cento ha ribadito le rivendicazioni<br />

dei Verdi e Mastella le sue critiche su<br />

come si è giunti all’indicazione della Jervolino<br />

a Napoli. A quanto si apprende,<br />

sarebbe stato escluso un tavolo nazionale<br />

per la scelta dei candidati, ma si raccoglieranno<br />

i risultati di diversi sondaggi,<br />

alcuni dei quali già fatti, per individuare<br />

le soluzioni che hanno più probabilità<br />

di vittoria, e operare solo successivamente<br />

un riequilibrio della rappresentanza<br />

delle singole forze dell’Ulivo.<br />

Invece, sul problema della suddivisione<br />

dei collegi per le politiche, la discussione<br />

sarebbe stata interlocutoria, anche<br />

se pare sia prevalso l'ottimismo. Infatti,<br />

il varo definitivo della Margherita, viene<br />

fatto notare, aiuterebbe molto a trovare<br />

un metodo per la definizione delle quote<br />

di collegi spettanti a ciascun soggetto<br />

politico della coalizione.<br />

Resta aperto, intanto, lo scontro tra<br />

Ulivo e Polo sul cosiddetto «election<br />

day». Il centro sinistra ormai ha deciso<br />

per l'accorpamento delle elezioni politiche<br />

e amministrative, il Polo continua a<br />

sostenere la tesi opposta, anche se l'alleato<br />

Bossi non ritiene questo punto<br />

particolarmente rilevante. Tuttavia per<br />

Berlusconi — che ha rilanciato la proposta<br />

dell'elezione diretta del premier —<br />

«questa sinistra, con la sua maggioranza<br />

che in Parlamento non rappresenta più<br />

la maggioranza del Paese, temendo di<br />

perdere le elezioni e il potere, spinge il<br />

più in là possibile questo giorno».<br />

Resta infine da segnalare l'ufficializzazione<br />

dell'alleanza del Pri con il Polo. La<br />

«svolta storica», voluta dal segretario La<br />

Malfa, è stata votata durante la notte<br />

(con il 67,5% dei consensi) a conclusione<br />

di un congresso tormentato, segnato<br />

da forti contestazioni sia da parte dei<br />

gruppi romagnolo e campano, fautori di<br />

un’ipotesi autonomista, sia da parte dell’opposizione<br />

capeggiata dall’europarlamentare<br />

Luciana Sbarbati, che proponeva<br />

di restare nell’alleanza di centro sinistra.<br />

Quest’ultima, insieme all’on. Giannantonio<br />

Mazzocchin e ad altri delegati,<br />

ha deciso di non partecipare al voto.<br />

Operazione antidroga<br />

in Calabria<br />

VIBO VALENTIA — Dodici persone<br />

ritenute responsabili di traffico di<br />

sostanze stupefacenti (cocaina e<br />

marijuana) e di armi sono state arrestate<br />

oggi, lunedì, in una operazione<br />

congiunta di polizia e carabinieri<br />

a Vibo Valentia. Gli arresti<br />

sono stati eseguiti sulla base di ordinanze<br />

di custodia in carcere<br />

emesse dal gip del tribunale di Vibo.<br />

Nell'operazione sono stati impiegati<br />

duecento uomini con l’ausilio<br />

di unità cinofile.<br />

Eni-Montedison: Cirino<br />

Pomicino patteggia<br />

MILANO — Con la definizione della<br />

posizione di Paolo Cirino Pomicino<br />

— una pena complessiva in<br />

continuazione di un anno e 10 mesi<br />

— si è chiusa oggi, lunedì, l’udienza<br />

preliminare per i cosiddetti<br />

fondi neri Eni-Montedison. Aderendo<br />

all’accordo raggiunto tra il difensore<br />

dell’ex ministro, avv. Catalano,<br />

e il pm Greco, il gup ha rideterminato<br />

la pena che la corte<br />

d’appello aveva inflitto a Cirino Pomicino<br />

nella vicenda (un anno e<br />

otto mesi di reclusione e 25 milioni<br />

di multa) in relazione all’accusa di<br />

illecito finanziamento dei partiti,<br />

aggiungendo in continuazione due<br />

mesi di reclusione e una multa.<br />

10 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Lunedì-Martedì 29-30 Gennaio 2001<br />

FIRENZE — Sarà la collaborazione tra<br />

le suore, gli insegnanti e i genitori degli<br />

alunni a tenere una scuola cattolica che<br />

vanta una grande tradizione educativa e<br />

che rappresenta un'istituzione ormai storica<br />

per il quartiere fiorentino del Romito.<br />

La fine di questa importante realtà educativa<br />

era già stata annunciata: dopo circa<br />

70 anni di intenso impegno, la Scuola Materna<br />

ed Elementare Istituto San Gregorio<br />

avrebbe dovuto cessare la propria attività.<br />

Le gravi difficoltà economiche, soprattutto<br />

dovute al sempre minor numero di religio-<br />

Firenze: l'Istituto San Gregorio continuerà il suo servizio educativo<br />

se impegnate nell'insegnamento, avevano<br />

posto la Congregazione delle Mantellate<br />

Serve di Maria davanti alla dolorosa decisione<br />

di dover chiudere la scuola. L'Istituto<br />

San Gregorio sin dal 1929 ha rappresentata<br />

una significativa realtà nella zona<br />

del Romito: il suo progetto educativo è caratterizzato<br />

dall'attenzione integrale ed<br />

armonica della personalità infantile. Per<br />

questo l'Istituto ha sempre stimolato i ge-<br />

MALTEMPO Dal Sud al Nord le forti piogge causano allarme, difficoltà e danni<br />

Famiglie sgomberate nel Sarnese<br />

Strade bloccate da frane in Liguria<br />

SALERNO, 29.<br />

Le forti piogge che hanno investito<br />

la penisola durante il fine-settimana, e<br />

che continuano anche oggi, hanno fatto<br />

scattare l'allarme in Campania e in<br />

particolare nell'agro nocerino-sarnese.<br />

Intanto in Liguria dalle prime ore di<br />

stamattina è nuovamente interrotta<br />

per una frana la linea ferroviaria secondaria<br />

Genova-Ovada-Acqui Terme;<br />

e la statale 35 dei Giovi, che collega<br />

Genova alla pianura Padana, è bloccata<br />

per motivi analoghi nei pressi di<br />

Ronco Scrivia (occorreranno due giorni<br />

per riaprirla).<br />

In Campania si teme che il fiume Sarno<br />

straripi, dopo che nella notte tra sabato<br />

e domenica scorsi il corso d'acqua<br />

Comune Nocerino (formato dagli affluenti<br />

del Sarno Solofrana e Cavaiola)<br />

ha allagato le campagne di San Marzano<br />

per circa un chilometro quadrato,<br />

travolgendo gli argini su un fronte di alcune<br />

decine di metri. Nella zona sono<br />

confluite squadre dei Vigili del fuoco e<br />

personale della Protezione civile.<br />

Un centinaio di persone — quasi tutte<br />

di San Marzano — hanno già dovuto<br />

abbandonare le proprie abitazioni mentre<br />

quasi altrettante hanno preferito trascorrere<br />

la notte fuori di casa per paura<br />

delle ondate di piena. I Vigili del fuoco,<br />

dopo aver fatto sgomberare gli edifici a<br />

rischio, hanno tratto in salvo decine di<br />

animali dalle stalle allagate e hanno prestato<br />

soccorso a diversi automobilisti rimasti<br />

in panne con i loro veicoli.<br />

I danni sono già gravi, mentre l’acqua<br />

continua a fluire nella pianura distruggendo<br />

serre e coltivazioni. La zona colpita<br />

dall’alluvione è la stessa, anche se<br />

molto più ampia, già invasa dallo straripamento<br />

del fiume lo scorso 28 dicembre<br />

quando, per quasi una settimana, la<br />

pioggia cadde fortissima e la piena distrusse<br />

numerosi ettari di campi coltivati.<br />

Anche in quell’occasione furono fatte<br />

sgomberare dalle loro abitazioni centoventi<br />

persone.<br />

In alcune case di Sarno oggi manca<br />

l’energia elettrica. Analoga la situazione<br />

a San Marzano, ove il sindaco Andrea<br />

MAFIA Mentre un condannato si dà alla latitanza<br />

Si estendono le indagini<br />

sulla famiglia Di Maggio<br />

PALERMO, 29.<br />

L’inchiesta della Procura di Palermo<br />

che sabato ha portato all’arresto di sei<br />

persone, accusate di avere condizionato<br />

appalti pubblici e di essere in qualche<br />

modo collegate al boss latitante Bernardo<br />

Provenzano, coinvolgerebbe anche la<br />

famiglia del vecchio boss di Cinisi Procopio<br />

Di Maggio. I pm che coordinano<br />

le indagini avevano sollecitato anche l’emissione<br />

di un ordine di custodia cautelare<br />

per il figlio dell’anziano «padrino»,<br />

Gaspare Di Maggio, ma il Gip Florestano<br />

Cristodaro non ha ritenuto sufficienti<br />

gli indizi raccolti. La richiesta di custodia<br />

cautelare si basa su alcune conversazioni<br />

tra gli imprenditori Antonio Giannusa<br />

e Giuseppe Leone, entrambi arrestati,<br />

intercettate dagli investigatori. I<br />

due inquisiti parlano di condizionamenti<br />

in alcuni appalti pubblici, facendo più<br />

volte riferimento ai «fratelli Di Maggio».<br />

Gli inquirenti stanno esaminando il<br />

contenuto delle intercettazioni anche<br />

per decifrare i contorni della faida mafiosa<br />

che ha portato alla scomparsa di<br />

Giuseppe Di Maggio, fratello di Gaspare,<br />

ucciso nel settembre scorso con il metodo<br />

della «lupara bianca», e di un suo<br />

amico, Giampiero Tocco. Il cadavere di<br />

Di Maggio, avvolto in un sacco di plastica<br />

e zavorrato, riaffiorò dopo due settimane<br />

al largo delle coste di Cefalù. Tocco<br />

fu sequestrato davanti agli occhi della<br />

figlioletta, da una falsa pattuglia di<br />

polizia.<br />

La Corte di Cassazione intanto ha<br />

confermato la pena a quattro anni di<br />

carcere a Giovanni Vitale, figlio del boss<br />

mafioso di Partinico Vito Vitale, ma lui<br />

Annunziata ha minacciato polemicamente<br />

le dimissioni «se dal primo giugno<br />

non s'inizieranno i lavori di bonifica del<br />

fiume. La situazione è ancora più grave<br />

di quella del dicembre scorso — ha detto<br />

— siamo di nuovo all’emergenza e<br />

per risolvere il problema si fanno solo<br />

interventi-tampone».<br />

Tornando alla Liguria, per aggirare la<br />

frana di Ronco Scrivia i veicoli vengono<br />

dirottati sulla A7 Milano-Genova fra i<br />

caselli di Ronco e Isola del Cantone. I<br />

mezzi Anas sono al lavoro ma la rimozione<br />

dei detriti è estremamente difficoltosa<br />

a causa del luogo impervio.<br />

Emergenza rifiuti nel Napoletano:<br />

scuole chiuse e proteste degli abitanti<br />

NAPOLI, 29.<br />

Rubinetti a secco e strade stracolme d’immondizia: è particolarmente pesante,<br />

nell’ambito dell’emergenza rifiuti scoppiata in Campania, la situazione<br />

di Torre Annunziata. Alla mancata raccolta dell’immondizia, che in alcune<br />

strade si ammassa in cumuli di oltre due metri di altezza e di una decina di<br />

larghezza, si è aggiunta da alcuni giorni la mancata erogazione dell’acqua per<br />

la rottura di una condotta principale: per ripararla occorreranno alcuni giorni.<br />

La prima conseguenza è stata la chiusura delle scuole, disposta dalle autorità<br />

cittadine.<br />

La preoccupazione degli amministratori nasce anche dalle veementi proteste<br />

degli abitanti delle case popolari del quartiere periferico della città che<br />

sorge nei pressi dell’ex «Deriver», scelta dalla giunta per lo stoccaggio momentaneo<br />

dei rifiuti. L’altra sera gli abitanti hanno impegnato pesantemente<br />

polizia e carabinieri intervenuti per sedare tafferugli che hanno provocato alcuni<br />

feriti tra le forze dell’ordine ed i dimostranti.<br />

Intercettata<br />

autocolonna<br />

di contrabbandieri<br />

BARI, 29.<br />

Un'autocolonna di contrabbandieri<br />

è stata intercettata, alle prime<br />

ore di ieri, nelle campagne di<br />

Monopoli. L’operazione si è conclusa<br />

con il sequestro di sette<br />

quintali di sigarette, l’arresto di<br />

due persone e la denuncia a piede<br />

libero di un minorenne.<br />

Tre furgoni stipati di sigarette<br />

sono stati bloccati dai finanzieri in<br />

una stretta stradina di campagna<br />

mentre gli autisti si allontanavano<br />

dal litorale dove poco prima era<br />

giunto un motoscafo che aveva<br />

scaricato il tabacco.<br />

Operazione<br />

contro cosca<br />

camorrista<br />

nel Salernitano<br />

NAPOLI, 29.<br />

Un’operazione contro i clan camorristici<br />

attivi nel territorio di Eboli, nel Salernitano,<br />

è in corso dalle prime ore di<br />

questa mattina.<br />

Gli agenti della squadra mobile di Salerno<br />

stanno eseguendo 15 ordinanze di<br />

custodia cautelare nei confronti di altrettanti<br />

esponenti del clan Capozza-Fabbiano,<br />

nonché di alcuni pregiudicati appartenenti<br />

al disciolto clan capeggiato<br />

da Giovanni Maiale, ora collaboratore di<br />

giustizia.<br />

I reati contestati vanno dall’associazione<br />

camorristica finalizzata alle estorsioni,<br />

alle rapine, ai tentativi di omicidio,<br />

al traffico di droga, all’usura e al<br />

contrabbando di sigarette.<br />

I dettagli dell’operazione saranno forniti<br />

nel corso di una conferenza stampa<br />

che si svolgerà nella questura di Salerno.<br />

Nel Napoletano, invece, Giovanni<br />

Aversano, 41 anni, ex collaboratore di<br />

giustizia e ritenuto capo dell’omonimo<br />

clan attivo a Grumo Nevano, è stato arrestato<br />

dai carabinieri del gruppo di Castello<br />

di Cisterna.<br />

Il pregiudicato era ricercato da circa<br />

sei mesi dopo l’emissione nei suoi confronti<br />

di una ordinanza di custodia cautelare<br />

perché accusato di concorso in<br />

omicidio volontario. Aversano deve<br />

scontare una condanna a 13 anni di reclusione.<br />

I carabinieri erano da diverso tempo<br />

sulle sue tracce. L’uomo è stato intercettato<br />

e bloccato nei pressi del cimitero<br />

di Aversa (Caserta) mentre era fermo a<br />

bordo di un’autovettura.<br />

nitori a partecipare attivamente alla vita<br />

della scuola. Tale attenzione alle famiglie<br />

ha dato i suoi frutti anche in questo momento<br />

così critico per la scuola: proprio<br />

da un gruppo di genitori infatti è nato il<br />

desiderio di non disperdere questa ricca<br />

tradizione. Alcune famiglie hanno dato vita<br />

ad una cooperativa di genitori che, insieme<br />

alle suore, è subentrata alla Congregazione<br />

nella gestione della scuola. La<br />

presenza di due suore nel consiglio di<br />

amministrazione è fondamentale elemento<br />

di continuità con la tradizione dell'Istituto.<br />

Questa collaborazione di religiose e laici<br />

non solo garantisce la continuità scolastica<br />

per i bambini, attualmente 100 alla<br />

scuola elementare e 60 alla scuola materna,<br />

ma rappresenta un'esperienza importante<br />

di solidarietà tra religiose e famiglie<br />

che valorizza il ruolo attivo dei laici nella<br />

Chiesa.<br />

RICCARDO BIGI<br />

MUCCA PAZZA Allo studio aiuti per gli allevatori<br />

Negative le controanalisi<br />

sul secondo caso sospetto<br />

ROMA, 29.<br />

Mentre da Bruxelles si attendono decisioni<br />

sulla sorte della bistecca con l'osso,<br />

dall'Istituto zooprofilattico di Torino<br />

è giunto oggi un inaspettato quanto gradito<br />

verdetto: sono negative le controanalisi<br />

sul secondo presunto caso di mucca<br />

«pazza» registrato in Italia. L'animale<br />

morto era stato allevato in un'azienda di<br />

Albaredo d'Adige, nel Veronese.<br />

E altre buone notizie arrivano per gli<br />

agricoltori. «È ovvio che il fisco non potrà<br />

non tenere conto della drammatica<br />

situazione che si sta presentando per gli<br />

allevatori italiani in conseguenza dell’allarme<br />

per la mucca pazza» ha detto ieri<br />

in Abruzzo il ministro delle Finanze, Del<br />

Turco, impegnandosi a rappresentare il<br />

grave stato di crisi nella riunione interministeriale<br />

che si terrà domani a Roma<br />

e ad intervenire sulla Presidenza del<br />

Consiglio perché siano «studiate forme<br />

di sostegno sia sotto il profilo finanziario<br />

sia della pressione fiscale» per venire incontro<br />

alle esigenze degli allevatori in<br />

seguito alle restrittive misure adottate<br />

dal Governo a scopo precauzionale e<br />

che incidono pesantemente sulle economie<br />

delle imprese zootecniche.<br />

«La speranza — ha aggiunto Del Turco<br />

— è che da una situazione di emergenza<br />

e di sofferenza si possa uscire con<br />

una rinascita del settore sulla base di<br />

una nuova filosofia e di una nuova consapevolezza<br />

che puntino sulla qualità<br />

delle produzioni e sulla garanzia di sicurezza<br />

per i consumatori. Una rinascita<br />

che con il settore vitivinicolo già c’è sta-<br />

Violenza negli stadi:<br />

tafferugli e sassaiole<br />

tra «tifosi»<br />

ad Andria e Ancona<br />

ROMA, 29.<br />

La domenica calcistica è stata segnata<br />

da scontri e violenze tra «tifosi».<br />

Tafferugli sono scoppiati subito dopo<br />

la fine della partita tra Fidelis Andria e<br />

Avellino, conclusasi col punteggio di 1-1.<br />

Alcune decine di sostenitori di entrambe<br />

le squadre si sono affrontate sul terreno<br />

di gioco. Sono intervenuti in forze polizia<br />

e carabinieri — alcuni di loro hanno<br />

riportato negli scontri lievi contusioni —<br />

che hanno dovuto caricare più volte per<br />

calmare i gruppi più esagitati. Già prima<br />

dell’inizio della gara c’era stata tensione<br />

tra le forze di polizia e numerosi tifosi<br />

avellinesi — in tutto erano un migliaio,<br />

giunti con 13 pullman e auto private —<br />

che intendevano entrare pur sprovvisti<br />

di biglietto. Polizia e carabinieri sono<br />

riusciti a ricondurli alla ragione senza<br />

incidenti. Ma la tensione si è poi trasferita<br />

all’interno dello stadio dove le opposte<br />

tifoserie si sono «affrontate» con cori<br />

di scherno per tutta la durata della<br />

gara<br />

Alcuni incidenti hanno contrassegnato<br />

anche il dopo partita di Ancona-Torino.<br />

All’uscita dello stadio c’ è stata una sassaiola<br />

da parte di alcuni «tifosi» locali<br />

contro i pullman dei tifosi granata.<br />

Qualcuno ha raccolto la provocazione<br />

ed è uscito dal mezzo, affrontando gli<br />

avversari. La polizia è dovuta intervenire<br />

con una breve carica per separare le<br />

due tifoserie ed è riuscita a rimettere i<br />

torinesi sui pullman e ad allontanare gli<br />

anconetani. Gli incidenti sono avvenuti<br />

nell’area del parcheggio dello stadio<br />

dorico.<br />

ta. Speriamo di fare altrettanto con<br />

quello zootecnico».<br />

Ma i Cobas del latte non cambiano<br />

strategia. «Non sappiamo cosa fare degli<br />

animali perché il caos è totale e, se non<br />

verrà fatta chiarezza, entro il 2 febbraio<br />

porteremo le vacche a fine carriera dai<br />

prefetti» ha dichiarato il loro leader,<br />

Giovanni Robusti, che ha confermato<br />

oggi a Udine la protesta annunciata nei<br />

giorni scorsi. «Non si può fermare un<br />

processo produttivo che riguarda animali<br />

vivi — ha aggiunto — chiediamo che<br />

lo Stato faccia immediata chiarezza».<br />

Incidenti sul lavoro:<br />

agricoltore travolto<br />

e ucciso da trattore<br />

CHIETI, 29.<br />

Un agricoltore, Enrico La Palombara,<br />

di 65 anni, è morto ieri<br />

pomeriggio travolto dal trattore<br />

con il quale stava lavorando un<br />

terreno di sua proprietà alla periferia<br />

di Vasto, in provincia di<br />

Chieti. Il pesante automezzo e un<br />

piccolo rimorchio che vi era agganciato<br />

si sono ribaltati schiacciandolo.<br />

L’uomo è deceduto sul<br />

colpo. I Carabinieri hanno effettuato<br />

rilievi sul posto per ricostruire<br />

la dinamica dell’incidente.<br />

Ancora sangue<br />

sulle strade: cinque<br />

giovani morti<br />

tra sabato e domenica<br />

ROMA, 29.<br />

Ancora sangue sulle strade. Cinque<br />

giovani sono morti, tra sabato e domenica,<br />

in Lombardia e in Toscana.<br />

Tre giovani, di età compresa fra i 19<br />

ed i 22 anni, sono morti in due diversi<br />

incidenti stradali, avvenuti, sabato notte<br />

nel Milanese. Altri quattro ragazzi sono<br />

rimasti feriti. L’incidente più grave si è<br />

verificato sull’autostrada dei laghi, all’intersezione<br />

fra la A/8 per Varese e la A/9<br />

per Como. Un'autovettura con cinque<br />

giovani a bordo, ha centrato in pieno la<br />

cuspide che divide le due carreggiate, si<br />

è girata ed è rimbalzata sul tratto autostradale<br />

in direzione Como. Il conducente,<br />

Christian Panozzo, 22 anni, di Legnano<br />

(Milano), e uno dei passeggeri che si<br />

trovavano sui sedili posteriori, Andrea<br />

Lenna, 20 anni, di Canegrate (Milano)<br />

sono morti. Gli altri tre giovani sono<br />

stati ricoverati negli ospedali di Legnano,<br />

Garbagnate Milanese e Rho: le loro<br />

condizioni non sono gravi. L’altro incidente<br />

si è verificato a San Felice di Segrate,<br />

nell’hinterland milanese. Un’auto,<br />

con due giovani a bordo, è uscita di<br />

strada ed è finita in un fossato. Un ragazzo<br />

di 19 anni è morto, l’altro è rimasto<br />

ferito. In Toscana due giovani sono<br />

morti annegati in un torrente dopo che<br />

l’auto sulla quale erano a bordo è uscita<br />

di strada, probabilmente a causa della<br />

nebbia, ed è finita nel corso d’acqua.<br />

Un giovane che era con loro si è salvato.<br />

L’incidente si è verificato su una delle<br />

strade che collegano Montespertoli e<br />

Tavarnelle, a pochi chilometri da Firenze.<br />

I giovani morti sono Fabio Matteuzzi,<br />

20 anni, militare di leva, e Irene<br />

Giotti, 18 anni.<br />

CONVEGNO Presentato a Roma un «Osservatorio» nato dalla collaborazione tra la Pontificia Università Lateranense e la «Bocconi» di Milano<br />

Riscoprire la dimensione etica della finanza ed il valore d'impresa<br />

ROMA, 29.<br />

Individuare i criteri etici che regolano il mondo<br />

economico e riscoprire la vera finalità dell'impresa.<br />

Questi e molti altri sono gli obiettivi fissati dall'Osservatorio<br />

Finetica presentato venerdì 26 gennaio<br />

nel corso di un convegno svoltosi a Roma, presso<br />

la Pontificia Università Lateranense, sul tema Etica,<br />

Finanza e Valore d'Impresa. L'Osservatorio è<br />

nato nel 1998 dalla collaborazione della Pontificia<br />

Università Lateranense, attraverso il Centro Interdisciplinare<br />

Lateranense con i ricercatori della Scuola<br />

di Direzione Aziendale dell'Università Bocconi di<br />

Milano. Dopo due anni di cammino comune e di<br />

lavoro intenso è stato così presentato il frutto di tale<br />

connubio che ha come scopo primario quello di<br />

essere un punto di riferimento nel campo dell'etica<br />

e dei mercati finanziari, mettendo in evidenza come<br />

i due temi interagiscano tra loro e definendone<br />

le linee guida. Etica e finanza, due campi tra loro<br />

apparentemente agli antipodi, sembrano formare il<br />

binomio vincente nella prospettiva di recuperare<br />

un'economia secondo criteri che non siano svincolati<br />

da una visione dell'uomo, della vita e della società.<br />

Lontano dall'idea di essere un puro insieme di<br />

regole formali, una fredda razionalizzazione di criteri<br />

e comportamenti, l'etica diventa lo strumento<br />

necessario per risvegliare le vere finalità del mondo<br />

finanziario, per rispondere alle domande classiche<br />

dell'economia riguardo il ruolo della persona all'interno<br />

dell'impresa. «Mettere al centro il soggetto:<br />

ha fatto perdere le sue tracce prima dell’arrivo<br />

dei Carabinieri. Da venerdì pomeriggio<br />

i militari della compagnia di<br />

Palermo sono alla ricerca del giovane,<br />

che oggi ha 18 anni, il primo minore<br />

condannato in Italia con l’accusa di associazione<br />

mafiosa.<br />

La notifica dell’ordinanza di custodia<br />

cautelare è arrivata da Roma sul tavolo<br />

della Procura generale soltanto nel primo<br />

pomeriggio di venerdi e Giovanni<br />

Vitale, che ha una pena residua di due<br />

anni e mezzo, è riuscito a lasciare la sua<br />

abitazione di Partinico.<br />

ecco l'improcrastinabile imperativo per l'economia»<br />

ha detto durante il convegno il Vescovo Angelo<br />

Scola, Rettore Magnifico della Pontificia Università<br />

Lateranense. «Il soggetto inteso come individuo e<br />

come comunità ai suoi vari livelli: da quello primario<br />

della famiglia, alle forme più elementari di comunità<br />

civile, per passare a quelle nazionali e giungere<br />

fino all'organizzazione di un qualche governo<br />

mondiale».<br />

Il motivo per cui la Pontificia Università Lateranense,<br />

che per suo statuto si occupa di discipline<br />

filosofiche, teologiche e giuridiche in ambito ecclesiastico,<br />

presta la sua attenzione a un campo in cui<br />

è richiesta una specifica abilità tecnica, risiede «nella<br />

convinzione che dovendo l'economia rimettere il<br />

soggetto personale e comunitario al centro, i suoi<br />

cultori non potranno più esimersi dallo studio rigoroso<br />

dell'antropologia e dell'etica». Pertanto l'Università<br />

si sente in grado di poter interloquire con il<br />

mondo dell'economia che tocca la persona nella<br />

sua capacità creativa e nelle sue relazioni. Ogni iniziativa<br />

nell'ambito economico è eticamente rilevante,<br />

sia positivamente sia negativamente. L'etica è<br />

quindi una esigenza di ogni attività finanziaria.<br />

«L'etica — ha aggiunto il Rettore — sarà in grado<br />

di svolgere un'autentica funzione regolativa, di promozione<br />

e di critica verso la finanza». Tra le iniziative<br />

promosse in tal senso, il Rettore ha annunciato<br />

quella dell'Istituto Redemptor hominis, nell'ambito<br />

della Sezione di Dottrina Sociale, che prevede, a<br />

partire dal prossimo anno accademico, un Master<br />

riservato a laureati in antropologia ed etica della finanza.<br />

Le anime di entrambe le università, così diverse,<br />

si sono incontrate in un progetto comune e convergono<br />

verso un lavoro che vede momenti di confronto<br />

e di scambio. «È questo l'inizio di un percorso<br />

comune alle due università nel desiderio di<br />

produrre risultati utili per la crescita della nostra<br />

società» ha affermato nel corso del convegno il<br />

Prof. Carlo Secchi, Rettore Magnifico della Università<br />

Bocconi di Milano. L'uomo è portato a trattare<br />

il bene economico come una cosa da possedere,<br />

senza considerarne il significato e pertanto sono<br />

necessarie e urgenti delle regole da applicare in<br />

ambiti specifici. Tutta l'attività dell'Osservatorio Finetica<br />

è rivolta non solo ai rappresentanti del mondo<br />

accademico ed ecclesiastico che operano per<br />

costruire un mondo finanziario secondo i valori antropologici<br />

ed etici del Vangelo, ma anche al singolo<br />

risparmiatore, alle grandi società, a tutti coloro<br />

che operano nel mondo del mercato finanziario.<br />

Per tale occasione è stato presentato anche il volume<br />

Etica, Finanza e valore d'Impresa, edito da<br />

Egea, che ha dato il titolo al convegno e ha raccolto<br />

il frutto del lavoro svolto in due anni dai ricercatori<br />

di entrambe le università. Il testo attraversa<br />

tutta una serie di interventi per gettare le basi del<br />

lavoro da fare e dare riferimenti utili in questa materia;<br />

il libro, quindi, è rivolto ad inquadrare il<br />

campo dell'etica e dei mercati finanziari per tracciare<br />

le linee guida dell'Osservatorio etico.<br />

Durante il convegno sono stati pronunciati i punti<br />

di vista anche di chi opera nel campo della finanza.<br />

Il Presidente della Fondazione Cariplo, Giuseppe<br />

Guzzetti, ha affrontato il tema dell'atteggiamento<br />

delle Fondazioni bancarie nei confronti della Finanza<br />

Etica e sottolineato la volontà di perseguire<br />

«la finalità di migliorare la qualità della vita dell'uomo».<br />

È necessaria pertanto «la formazione di un<br />

nuovo concetto di economia e di finanzia, ed è in<br />

questo contesto che l'esistenza di un Osservatorio<br />

diventa per noi uno strumento molto importante».<br />

La Fondazione Cariplo ha compiuto un primo piccolo<br />

passo in tal senso, decidendo per «un insieme<br />

di criteri etici che potranno in futuro guidare l'attività<br />

di investimento»; tra le iniziative adottate,<br />

quella di dare vita ad un comparto europeo che investirà<br />

in azioni europee sulla base delle regole etiche<br />

elaborate dall'Osservatorio Finetica.<br />

Dal dibattito che è stato aperto nella seconda<br />

parte del convegno su Le prospettive e l'indirizzo<br />

della finanza etica in Italia, l'impatto sulla vita e<br />

sul valore delle imprese, è emerso in modo particolare<br />

che gli investimenti etici dimostrano di essere<br />

un'ottima fonte redditizia, nonostante in Italia si<br />

sia partiti in ritardo rispetto agli altri Paesi esteri:<br />

nel nostro Stato, infatti, si calcola che la quota degli<br />

investimenti etici sia dello 0,8%. Un dato significativo,<br />

sintomo del ritardo che si è avuto nel dare<br />

avvio al collegamento tra etica e finanza.<br />

ELISABETTA ANGELUCCI


L'OSSERVATOREROMANO<br />

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Anno CXLI - N. 24 (42.662) CITTÀ DEL VATICANO Mercoledì 31 Gennaio 2001<br />

VISITA «AD LIMINA» Giovanni Paolo II ai Vescovi della Conferenza Episcopale Ungherese<br />

Una società laica, in cui si fa sempre più<br />

silenzio su Dio, ha bisogno della vostra voce<br />

«Una società laica, in cui si fa sempre più silenzio su<br />

Dio, ha bisogno della vostra voce». È quanto ha raccomandato<br />

Giovanni Paolo II ai Vescovi della Conferenza Episcopale<br />

Ungherese, ricevuti in udienza nella mattina di martedì<br />

30 gennaio, in occasione della visita «ad limina Apostolorum».<br />

Questi i punti nodali del discorso pronunciato dal<br />

Santo Padre:<br />

» «Il pellegrinaggio alla Tomba del Principe degli Apostoli<br />

è un momento significativo nella vita di ciascun Pastore:<br />

gli offre l'occasione di esprimere la sua comunione col<br />

Successore di Pietro e di condividere con lui le sollecitudini<br />

e le speranze connesse col ministero episcopale»;<br />

» «La vostra visita si colloca nell'ambito di due grandi<br />

ricorrenze: è stata da poco chiusa la Porta Santa del<br />

Grande Giubileo e nella vostra Patria è in corso la celebrazione<br />

dei mille anni da che la vostra Nazione è diventata<br />

cristiana. Tali ricorrenze mi hanno già dato l'opportunità<br />

di salutarVi, sia per il tramite del mio Cardinale<br />

Segretario di Stato che ha fatto le mie veci in occasione<br />

della festa di santo Stefano, sia personalmente, quando<br />

pochi mesi fa siete venuti alla Tomba di San Pietro con il<br />

pellegrinaggio nazionale del vostro Paese»;<br />

» «Chi vuole affrontare efficacemente il futuro, deve ritornare<br />

alle proprie radici. Le celebrazioni giubilari qui a<br />

Roma, come quelle nel vostro Paese, si sono concentrate<br />

sull'evento storico da cui ha avuto origine il cristianesimo.<br />

Il Grande Giubileo ci ha invitati a volgere lo sguardo<br />

verso il momento in cui il Verbo di Dio ha preso la nostra<br />

natura umana ed è nato nel tempo»;<br />

» «Nella mia recente Lettera apostolica “Novo Millennio<br />

ineunte” ho offerto un programma esigente per l'avvenire,<br />

presentando alcune linee di fondo che ritengo importanti<br />

per non perdere di vista il volto del Salvatore e per mettere<br />

in pratica il messaggio evangelico»;<br />

» «Il primo compito dei Pastori della Chiesa è quello di<br />

annunciare le verità della fede, che culminano nell'Incarnazione<br />

e nel Mistero pasquale. Il nostro messaggio trae<br />

la sua forza dalla contemplazione del volto di Cristo Diouomo,<br />

morto e risorto per noi»;<br />

» «Più che mai sentiamo l'esigenza che la vita sia difesa<br />

e coltivata. Bisogna suscitare nel nostro mondo una vera<br />

“cultura della vita”. Mi è nota l'energia con cui Vi impegnate<br />

come difensori della vita. Ma nonostante la vostra<br />

instancabile dedizione, anche nella vostra Patria si notano<br />

i dati preoccupanti che segnalano in molti Paesi del<br />

vecchio continente il diffondersi di una cultura della morte<br />

sempre più preoccupante. Le statistiche dell'aborto<br />

pubblicate negli ultimi decenni nel vostro Paese sono allarmanti.<br />

Esse devono spingere a difendere senza timore e<br />

con chiarezza la vita umana in ogni fase della sua esistenza,<br />

dal concepimento fino alla morte naturale. Fate<br />

tutto il possibile per incoraggiare le donne incinte a portare<br />

a compimento la gravidanza»;<br />

» «Per dare alla società un'anima, può essere conveniente<br />

cercare d'allearsi con i Pastori e i cristiani di altre<br />

Chiese e Comunità ecclesiali. L'ecumenismo della testimonianza<br />

apre di fatto un ampio campo di collaborazione»;<br />

» «Gli attuali condizionamenti della Chiesa in Ungheria<br />

non devono essere identificati semplicemente con un contesto<br />

agnostico di indifferenza religiosa. Anche se estromesso<br />

o taciuto, Dio è presente. Certo: molti vivono come<br />

se Dio non esistesse»;<br />

» «Apriamo le nostre porte a tutti quelli che sinceramente<br />

sono in cerca di Dio! Chi chiede alla Chiesa la verità,<br />

ha diritto di attendersi che da essa gli sia esposta autenticamente<br />

ed integralmente la parola di Dio scritta o trasmessa»;<br />

» «La Chiesa nel vostro Paese è stata sottoposta a vari<br />

generi di persecuzione: vi sono state forme di persecuzione<br />

violenta, e ve ne sono state altre sofisticate e più sottili.<br />

Negli ultimi dieci anni la Chiesa ha vissuto una realtà<br />

diversa: la «svolta» ha portato non soltanto una nuova libertà,<br />

ma anche uno “choc consumistico”»;<br />

» «L'opera dell'evangelizzazione nel vostro Paese è di fatto<br />

così grande che richiede tutte le vostre forze ed energie...<br />

La pupilla privilegiata della vostra pastorale devono<br />

essere i giovani».<br />

INDIA Il terribile bilancio reso noto dal Ministro della difesa, George Fernandes — Migliaia di sopravvissuti cercano di lasciare con ogni mezzo la regione devastata<br />

Potrebbero essere oltre centomila le vittime del terremoto<br />

Continua senza sosta il lavoro delle squadre di soccorso — Una donna appena tratta in salvo dà alla luce un bambino<br />

NUOVA DELHI, 30.<br />

Una madre con il suo piccolo salvati<br />

oggi dopo essere rimasti intrappolati per<br />

100 ore sotto le macerie; una donna che<br />

dà alla luce un bimbo non appena<br />

estratta dalle rovine della sua casa dove<br />

è rimasta sepolta per tre giorni. Sono<br />

solo alcuni dei segni di speranza che in<br />

queste ore premiano il lavoro dei soccorritori<br />

all'opera nel Gujarat, lo Stato<br />

indiano maggiormente colpito dal terribile<br />

terremoto di venerdì scorso. Ma i<br />

loro sforzi devono fare i conti una desolante<br />

devastazione. Il tremendo sisma<br />

potrebbe infatti aver provocato la morte<br />

di oltre centomila persone. Un bilancio<br />

finale da cataclisma reso noto ieri dal<br />

Ministro della difesa, George Fernandes,<br />

nel corso di un’intervista alla rete televisiva<br />

britannica «Bbc». Durante l’intervista,<br />

il Ministro ha dichiarato anche che,<br />

soltanto nel Gujarat, si contano circa<br />

duecentomila feriti.<br />

I bilanci provvisori più recenti del numero<br />

dei morti causati dal sisma indicavano<br />

finora cifre attorno alle 20.000 vittime.<br />

«Se vogliamo parlare in termini di<br />

perdite di vite umane, allo stato la valutazione<br />

più corretta deve essere quella<br />

Atlante geopolitico<br />

Atlante geopolitico<br />

Filippine: Gloria<br />

Macapagal-Arroyo<br />

Presidente<br />

del rinnovamento<br />

di GIUSEPPE FIORENTINO<br />

Pagina 2<br />

L'OSSERVATORE<br />

LIBRI<br />

Oggi la pagina settimanale di<br />

articoli, schede e segnalazioni<br />

dedicata alle novità editoriali<br />

La vita nella Parigi tardomedievale<br />

rivive nelle «Opere» di François Villon<br />

edite da «I Meridiani» Mondadori<br />

Una poesia che passa<br />

dal gioco goliardico<br />

al sincero pentimento<br />

di GIOVANNI MARCHI<br />

Pagina 10<br />

di non meno di 100.000 vittime». È stata<br />

questa la dichiarazione fatta alla «Bbc»<br />

dal Ministro Fernandes. Il rappresentante<br />

del Governo indiano ha precisato poi<br />

che il numero dei feriti «dovrebbe essere<br />

alla fine il doppio, se non più, di quello<br />

attualmente raggiunto». Fernandes ha<br />

ricordato che la città di Bhuj, non lontano<br />

dalla quale è stato localizzato l’epicentro<br />

dello spaventoso terremoto, è<br />

stata completamente devastata. «La città<br />

vecchia — ha spiegato — ormai non esiste<br />

più».<br />

Indotti dal terrore di nuove, forti,<br />

scosse, centinaia di migliaia di sopravvissuti<br />

stanno intanto fuggendo con ogni<br />

mezzo dalle zone più colpite dal disastro,<br />

come Ahmedabad, la più grande e<br />

popolosa città del Gujarat. «Non possiamo<br />

fermare la gente o costringerla a restare»,<br />

ha affermato il responsabile locale<br />

delle forze di polizia, P.C. Panday,<br />

confermando che migliaia di abitanti,<br />

molti dei quali lasciati dal sisma senza<br />

casa, fanno ressa alla stazione ferroviaria<br />

in attesa di poter riuscire a salire sui<br />

treni. A suo dire, vanno in qualsiasi direzione,<br />

pur di allontanarsi da Ahmedabad.<br />

«Verso Bombay, molti — ha aggiunto<br />

— ma tanti anche alla volta di<br />

Nuova Delhi o di Rajasthan». I soccorritori<br />

continuano intanto a scavare, aggrappandosi<br />

alla possibilità — peraltro<br />

realistica — che anche a cinque giorni<br />

dalla tragedia ci siano dei sopravvissuti<br />

tra le decine di migliaia di persone sotto<br />

le macerie. Si fa sempre più grave nel<br />

frattempo l'emergenza sanitaria, dovuta<br />

soprattutto alla totale mancanza di acqua<br />

potabile in alcune zone. Aiuti finanziari<br />

per la ricostruzione e medicine,<br />

tende, generatori, coperte, attrezzature<br />

per purificare l’acqua sono stati già inviati<br />

o promessi da Usa, dalla Gran Bretagna,<br />

dalla Francia, dalla Cina, dalla<br />

Turchia, dal Canada, dal Giappone, dal<br />

Belgio, dalla Svizzera e dall'Olanda. L’Italia,<br />

che ha ieri inviato una missione<br />

nel Gujarat, manderà entro due giorni<br />

— secondo quanto segnala l'agenzia<br />

«Ansa» — un aereo con generi di prima<br />

necessità per la città di Rapar, uno dei<br />

piccoli centri più devastati dal sisma.<br />

I soccorsi alle popolazioni martoriate,<br />

private di tutto e a rischio di epidemie,<br />

restano prioritari. Il sisma ha anche seriamente<br />

colpito il prezioso patrimonio<br />

culturale della regione, danneggiando<br />

gravemente monumenti secolari, del cui<br />

recupero, al momento, nessuno può occuparsi.<br />

Per far fronte alle necessità immediate<br />

delle popolazioni terremotate e<br />

per avviare la prima fase di ricostruzione,<br />

il Governo di Nuova Delhi ha dovuto<br />

infatti chiedere un prestito straordinario<br />

alla Banca mondiale e alla Banca per<br />

lo sviluppo asiatico pari ad un miliardo<br />

e mezzo di dollari statunitensi.<br />

La disperazione di due donne sopravvissute al terremoto ma private della loro casa<br />

Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice<br />

Concistoro Ordinario Pubblico<br />

per la creazione dei nuovi Cardinali<br />

Notificazione<br />

Mercoledì 21 febbraio 2001, alle<br />

ore 10.30 sul sagrato della Patriarcale<br />

Basilica Vaticana, il Santo Padre Giovanni<br />

Paolo II terrà Concistoro Ordinario<br />

Pubblico per la creazione di<br />

quarantaquattro nuovi Cardinali.<br />

Gli Em.mi Membri del Collegio<br />

Cardinalizio ed i nuovi Cardinali sono<br />

pregati di trovarsi per le ore 10<br />

sul sagrato della Basilica, indossando<br />

la veste talare rossa, il rocchetto e la<br />

mozzetta.<br />

I Patriarchi, gli Arcivescovi, i Vescovi,<br />

gli Abati ed i Prelati Superiori<br />

dei Dicasteri della Curia Romana<br />

nonché i Membri della Cappella Pontificia<br />

che intendono partecipare al<br />

Concistoro vorranno trovarsi sul sagrato<br />

della Basilica per la medesima<br />

ora, con l'abito corale loro proprio.<br />

* * *<br />

Le visite di cortesia ai nuovi Cardinali<br />

si svolgeranno mercoledì 21 febbraio,<br />

dalle ore 16.30 alle ore 18.30,<br />

nei luoghi che saranno a suo tempo<br />

indicati.<br />

Giovedì 22 febbraio, festa della<br />

Cattedra di San Pietro, alle ore 10.30<br />

in Piazza San Pietro, avrà luogo la<br />

solenne Cappella Papale, durante la<br />

quale il Santo Padre presiederà la<br />

concelebrazione della Santa Messa<br />

con i nuovi Cardinali ai quali consegnerà<br />

l'Anello cardinalizio.<br />

I Cardinali di nuova creazione, in<br />

abito corale e portando con sé la mitra<br />

bianca damascata, sono pregati di<br />

trovarsi per le ore 10 presso la Cappella<br />

di San Sebastiano nella Basilica<br />

Vaticana, dove indosseranno le vesti<br />

sacre.<br />

Per la stessa ora, i Signori Cardinali<br />

e gli altri Membri della Cappella<br />

Pontificia, ciascuno con l'abito corale<br />

suo proprio, vorranno trovarsi sul sagrato<br />

della Basilica per occupare il<br />

posto che verrà loro indicato.<br />

CittàdelVaticano,29gennaio 2001.<br />

Per mandato del Santo Padre<br />

✠ PIERO MARINI<br />

Vescovo titolare di Martirano<br />

Maestro delle Celebrazioni<br />

Liturgiche Pontificie<br />

Pagine 4 e 5<br />

I secessionisti del Kashmir donano<br />

sangue per le popolazioni del Gujarat<br />

NUOVA DELHI, 30.<br />

La solidarietà verso le popolazioni<br />

del Gujarat colpite dal terremoto<br />

sembra non conoscere divisioni politiche<br />

o etnico-religiose. Tra gli aiuti<br />

inviati in India, spicca infatti quello<br />

del Pakistan, che oggi ha fatto giungere<br />

un aereo carico di medicinali e<br />

generi di soccorso ad Ahmedabad. Si<br />

attendono in giornata altri due aerei<br />

provenienti da Islamabad con materiale<br />

di emergenza. Un gruppo di separatisti<br />

del Kashmir ha inoltre ieri<br />

annunciato di aver cominciato a raccogliere<br />

sangue per le vittime del sisma.<br />

Il principale gruppo secessionista<br />

musulmano attivo nella regione<br />

himalayana, il Fronte di liberazione<br />

dello Jammu e Kashmir, ha reso noto<br />

che 47 litri di sangue sono già<br />

pronti per essere inviati nel Gujarat.<br />

La Conferenza Episcopale Italiana,<br />

NOSTRE<br />

INFORMAZIONI<br />

Il Santo Padre ha ricevuto questa<br />

mattina in udienza le Loro Eminenze<br />

Reverendissime i Signori Cardinali:<br />

— Bernardin Gantin, Decano del<br />

Collegio Cardinalizio;<br />

— Francis Arinze, Presidente del<br />

Pontificio Consiglio per il Dialogo<br />

Inter-Religioso.<br />

. .<br />

Riordinamento<br />

di Province ecclesiastiche<br />

Nella Regione ecclesiastica della<br />

Calabria (Italia) il Santo Padre:<br />

— ha eretto la Provincia ecclesiastica<br />

di Catanzaro-Squillace, elevando<br />

a Chiesa metropolitana l'omonima<br />

Arcidiocesi, finora «immediate<br />

subiecta Sanctae Sedi», assegnandole<br />

come suffraganee l'Arcidiocesi di<br />

Crotone-S. Severina e la Diocesi di<br />

Lamezia Terme, finora suffraganee<br />

di Reggio Calabria-Bova, e nominando<br />

Arcivescovo Metropolita di<br />

invitando la comunità ecclesiale e civile<br />

alla solidarietà concreta con la<br />

popolazione indiana, ha stanziato tre<br />

miliardi di lire dai fondi dell'otto per<br />

mille, che verranno affidati all'Episcopato<br />

locale. La Caritas Italiana ha<br />

già messo 300 milioni di lire a disposizione<br />

della Caritas Indiana e si è dichiarata<br />

pronta a sostenere specifici<br />

progetti di ricostruzione. La Croce<br />

Rossa italiana ha già inviato in India<br />

due ospedali da campo con una capacità<br />

di 350 posti letto, squadre mediche<br />

di sostegno, sacche di sangue<br />

per soccorrere le migliaia di feriti.<br />

L’Unicef ha inviato nel Gujarat 5<br />

squadre di soccorso, 10.000 kit di sopravvivenza,<br />

25.000 coperte e un milione<br />

di tavolette di cloro per potabilizzare<br />

l’acqua. Come primo contributo<br />

il Comitato italiano ha devoluto<br />

600 milioni di lire.<br />

Catanzaro-Squillace Sua Eccellenza<br />

Reverendissima Monsignor Antonio<br />

Cantisani;<br />

— ha eretto la Provincia ecclesiastica<br />

di Cosenza-Bisignano, elevando<br />

a sede metropolitana l'omonima<br />

Arcidiocesi, finora «immediate subiecta<br />

Sanctae Sedi» assegnandole<br />

come suffraganee l'Arcidiocesi di<br />

Rossano-Cariati e la Diocesi di Cassano<br />

all'Jonio, finora suffraganee di<br />

Reggio Calabria-Bova e la Diocesi di<br />

S. Marco Argentano-Scalea, finora<br />

«immediate subiecta Sanctae Sedi»<br />

e nominando Arcivescovo Metropolita<br />

di Cosenza-Bisignano Sua Eccellenza<br />

Reverendissima Monsignor<br />

Giuseppe Agostino.<br />

. .<br />

Provvista di Chiesa<br />

Il Santo Padre ha nominato Vescovo<br />

di Nîmes (Francia) il Reverendo<br />

Monsignor Robert Wattebled, finora<br />

Vicario Generale di Arras.


DAL MONDO<br />

PAGINA<br />

Atlante geopolitico<br />

Atlante geopolitico<br />

MARIO AGNES<br />

Direttore responsabile<br />

TIPOGRAFIA VATICANA<br />

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2 .<br />

Filippine: Gloria Macapagal-Arroyo<br />

Presidente del rinnovamento<br />

GIUSEPPE FIORENTINO<br />

«È<br />

tempo di sanare le ferite e<br />

ricostruire il Paese sarà un<br />

lavoro difficile e per questo<br />

prego che tutti uniamo le nostre forze,<br />

le nostre priorità, i nostri valori».<br />

Sono le prime parole pronunciate da<br />

Gloria Macapagal-Arroyo quando, sabato<br />

20 gennaio, ha assunto la carica<br />

di 14° Presidente delle Filippine, sostituendo<br />

il dimissionario Joseph Estrada,<br />

travolto dagli scandali. Diplomatici<br />

stranieri, i leader di Camera e Senato,<br />

i giudici della Corte Suprema le<br />

alte cariche delle Forze armate, ma<br />

soprattutto una folla festante hanno<br />

assistito alla cerimonia di giuramento<br />

della Macapagal-Arroyo svoltasi davanti<br />

ad un luogo altamente simbolico<br />

nella recente storia del Paese asiatico:<br />

quel santuario di Edsa davanti<br />

al quale, nel 1986, si svolsero le<br />

massicce manifestazioni che condussero<br />

alla destituzione di Ferdinando<br />

Marcos.<br />

Nel discorso succeduto al giuramento,<br />

la Macapagal-Arroyo ha illustrato<br />

alla folla i quattro punti fondamentali<br />

sui quali intende operare:<br />

«combattere la povertà; migliorare il<br />

livello morale del Governo e della società<br />

per poter dare basi forti e stabili<br />

ai governanti; cambiare il carattere<br />

della politica nazionale per poter<br />

creare un terreno fertile per le riforme;<br />

promuovere, divulgare solidi valori<br />

come l’etica del lavoro». «Chiedo<br />

il vostro sostegno e le vostre preghiere<br />

— ha concluso il nuovo Presidente<br />

—. Insieme possiamo raggiungere gli<br />

obiettivi prefissati. Questo è l’impegno<br />

nei confronti del Paese. Questo è l’impegno<br />

verso ogni filippino».<br />

Figlia di un ex Presidente, Diosdado<br />

Macapagal, al potere negli anni '60, la<br />

Macapagal-Arroyo, ha assunto la carica<br />

di Capo dello Stato in quanto vice<br />

Presidente. Guiderà il Paese in attesa<br />

di nuove elezioni presidenziali alle<br />

quali con ogni probabilità sarà la<br />

candidata da battere. Cinquantatré<br />

anni, sposata, tre figli, economista e<br />

leader del partito d’opposizione «Lakas»,<br />

entrò in politica con la Presidente<br />

Corazon Aquino, quando assunse<br />

l’incarico di sotto Segretario al<br />

commercio. Ha frequentato la «Georgetown<br />

University» a Washington, negli<br />

anni '70, dove ha studiato economia.<br />

Nel 1992 è stata eletta al Senato.<br />

Quando venne rieletta nel 1995, raccolse<br />

il maggior numero di voti mai<br />

registrato in elezioni nelle Filippine. E<br />

tre anni dopo è stata eletta vice Presidente<br />

con un numero maggiore di voti<br />

di quelli raccolti da Estrada in separate<br />

elezioni.<br />

L'uscita di scena di Estrada, per<br />

quanto avvenuta senza alcuna violenza,<br />

non è stata certo indolore. Lasciata<br />

la Presidenza mentre stava affrontando<br />

un procedimento per la messa<br />

in stato d'accusa davanti al Senato —<br />

procedimento comunque arenatosi<br />

per l'impossibilità di sollevare il segreto<br />

bancario sui suoi conti — l'ex Presidente<br />

ha subito avanzato riserve<br />

sulla legittimità della nomina della<br />

Macapagal-Arroyo, la quale, secondo<br />

lui, sarebbe solo un Capo di Stato «facente<br />

funzioni». «Me ne vado per<br />

amore della pace e per favorire il processo<br />

di risanamento del Paese», ha<br />

inoltre affermato Estrada mentre in-<br />

sieme con la famiglia si apprestava a<br />

lasciare il palazzo presidenziale.<br />

Il procedimento per la messa in stato<br />

d'accusa è iniziato sin dallo scorso<br />

mese di dicembre, ma la posizione di<br />

Estrada è diventata insostenibile<br />

quando i vertici delle forze armate e<br />

alcuni ministri, tra cui quelli economici<br />

lo hanno abbandonato, associandosi<br />

alla richiesta dell’opposizione di<br />

dimissioni immediate.<br />

In un primo momento, Estrada ha<br />

espresso l'intenzione di dimettersi solo<br />

a maggio dopo nuove elezioni presidenziali.<br />

L’opposizione gli ha, invece,<br />

posto un ultimatum: si doveva dimettere<br />

senza indugi il giorno 20 alle 6<br />

del mattino locali. Subito dopo la partenza<br />

di Estrada, fonti ufficiali hanno<br />

annunciato l'avvio di procedimenti<br />

giudiziari nei suoi confronti. Sotto la<br />

supervisione di un procuratore anticorruzione<br />

è stato costituito un gruppo<br />

di cinque persone che condurranno<br />

l’inchiesta sul reato «di saccheggio<br />

economico» — punibile nelle Filippine<br />

con la pena di morte — di cui è accusato<br />

l'ex Presidente. Le altre accuse<br />

mossegli sono di spergiuro e di corruzione.<br />

Che Estrada sarebbe stato sottoposto<br />

a indagini e, nel caso, processato<br />

era stato preannunciato anche<br />

dalla Macapagal-Arroyo non appena<br />

prestato giuramento. Ma mentre la<br />

nuova Presidente delle Filippine si insediava<br />

lunedì 22 gennaio nella sua<br />

residenza ufficiale a Manila, Estrada,<br />

come detto, ha affermato che ella riveste<br />

solo un ruolo provvisorio, ed è<br />

soltanto «il Capo dello Stato in esercizio».<br />

Tale dichiarazione, scritta in<br />

una lettera rivolta al Presidente del<br />

Senato, Aquilino Pimentel, lascia intuire<br />

che Estrada potrebbe rivendicare<br />

di nuovo il potere appellandosi alla<br />

Costituzione, nel momento in cui dovessero<br />

venire a cadere le accuse nei<br />

suoi confronti. È stato lo stesso Presidente<br />

del Senato a confermarlo. «Con<br />

tale lettera — ha dichiarato Pimentel<br />

— si pone la base per una sfida di carattere<br />

costituzionale».<br />

Di ben altro tenore le parole rivolte<br />

dalla Macapagal-Arroyo alla folla intervenuta<br />

durante la cerimonia di insediamento<br />

al Malacanang Palace.<br />

«Non voglio essere un grande Presidente<br />

— ha detto — ma un buon Presidente».<br />

«Aiutatemi per favore». La<br />

Macapagal-Arroyo ha inoltre assicurato<br />

che nelle Filippine non c'è alcun<br />

pericolo di un colpo di Stato né è pensabile<br />

che Estrada torni al potere. Il<br />

nuovo Governo filippino ha dovuto<br />

comunque affrontare una prima crisi<br />

con le dimissioni del Ministro della<br />

difesa Orlando Mercado, che ha tuttavia<br />

ribadito fedeltà alla Macapagal-Arroyo.<br />

Mercado ha avuto un ruolo di<br />

primo piano nella destituzione di<br />

Estrada, offrendo il suo sostegno all’allora<br />

vice Presidente Macapagal-Arroyo<br />

e alle centinaia di migliaia di<br />

persone che chiedevano in piazza le<br />

dimissioni del Presidente accusato di<br />

corruzione. L'ex Ministro della difesa,<br />

annunciando la sua rinuncia ha assicurato<br />

che si «opporrà personalmente<br />

a qualsiasi tentativo di destabilizzare<br />

o di minare l’autorità con avventurismo<br />

o metodi extra-costituzionali».<br />

Improntato ad uno sforzo negoziale<br />

è stato il primo atto della nuova Presidente<br />

che ha deciso di aprire trattative<br />

di pace con i ribelli separatisti<br />

musulmani attivi nel Sud delle Filippine<br />

e in particolare nell'isola di Mindanao.<br />

Renato De Villa, nominato<br />

dalla Macapagal-Arroyo Segretario<br />

esecutivo (una carica equivalente a<br />

quella di Primo ministro), ha annunciato<br />

la formazione di gruppi di negoziatori<br />

per discutere con i ribelli del<br />

Fronte Moro di liberazione islamico<br />

(Milf) le modalità di una sospensione<br />

delle ostilità nella regione segnata da<br />

un interminabile conflitto.<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Mercoledì 31 Gennaio 2001<br />

BUJUMBURA — Il Programma alimentare<br />

mondiale (Pam) dell'Onu ha lanciato<br />

lunedì un appello per soccorrere centomila<br />

persone minacciate dalla fame nel Centro-Nord<br />

del Burundi. Occorrono finanziamenti<br />

della comunità internazionale per<br />

fronteggiare una situazione che l'agenzia<br />

dell'Onu definisce «catastrofica». Nella<br />

provincia nord-orientale di Karuzi, la più<br />

colpita dalla crisi alimentare, il 24 per<br />

cento dei suoi 360 mila abitanti soffre di<br />

malnutrizione. Anche la sezione belga<br />

Burundi: appello del Pam per 100.000 abitanti minacciati dalla fame<br />

dell'organizzazione umanitaria «Medici<br />

senza frontiere» (Msf) è in piena emergenza.<br />

Infatti, nel suo centro nutrizionale<br />

terapeutico di Karuzi sono ricoverati attualmente<br />

940 bambini, 140 in più rispetto<br />

alla capacità di accoglienza. Ogni giorno<br />

— ha reso noto Jozefien De Rooze, coordinatrice<br />

di Msf-Belgio — affluiscono «da<br />

novanta a cento fanciulli, che vengono<br />

ospitalizzati per un periodo di quattro set-<br />

MUCCA PAZZA Intesa tra i Ministri dell'agricoltura<br />

L'Ue: deve essere distrutta<br />

la colonna vertebrale<br />

dei bovini di oltre 12 mesi<br />

BRUXELLES, 30.<br />

I lavori del Consiglio dei Ministri dell’agricoltura<br />

dell’Unione Europea si sono<br />

conclusi in nottata a Bruxelles, dopo<br />

dodici ore di trattative, con un accordo<br />

politico sulla messa al bando della colonna<br />

vertebrale nei bovini volto a limitare<br />

ulteriormente i rischi di diffusione<br />

della encefalopatia spongiforme bovina<br />

(Bse), il morbo cosiddetto della «mucca<br />

pazza». In precedenza, il responsabile<br />

per il settore della sanità della Commissione<br />

esecutiva dell'Ue, David Byrne,<br />

aveva confermato come fosse in preparazione<br />

un decreto che avrebbe seguito<br />

Portogallo: si aggravano<br />

le conseguenze<br />

dell'ondata di maltempo<br />

LISBONA, 30.<br />

Si sono rivelate ancora più gravi<br />

con il passare delle ore le conseguenze<br />

dell'ondata di maltempo<br />

che ha colpito il Portogallo negli<br />

ultimi tre giorni. Secondo il Ministero<br />

della protezione civile, ci sono<br />

stati sei morti, mentre centinaia<br />

sono i senzatetto e gravissimi<br />

sono i danni materiali. Tra l'altro,<br />

circa sessanta operai della cartiera<br />

di Palmaz, i cui macchinari sono<br />

finiti sott’acqua, sono stati messi<br />

in cassa integrazione.<br />

Schroeder e Blair<br />

discutono<br />

dell'integrazione<br />

europea<br />

BERLINO, 30.<br />

La questioni relative all'allargamento<br />

dell'Unione Europea — insieme alle altre<br />

rimaste aperte dopo il vertice dell'Ue<br />

stessa a Nizza nel dicembre scorso —,<br />

l'atteggiamento nei confronti della nuova<br />

amministrazione statunitense e lo stato<br />

dei rapporti bilaterali sono stati argomento<br />

di un colloquio che il Cancelliere<br />

tedesco Gerhard Schroeder ha avuto<br />

con il Premier britannico Tony Blair ieri<br />

sera a Berlino, all'antivigilia del suo incontro<br />

a Strasburgo con il Presidente<br />

francese Jacques Chirac.<br />

Dopo il colloquio non c'è stata conferenza<br />

stampa e nessuno dei due Capi di<br />

Governo ha rilasciato dichiarazioni. Un<br />

portavoce del Governo tedesco si è limitato<br />

a dire ieri sera che Schroeder e<br />

Blair hanno voluto verificare se i loro<br />

obiettivi fossero in sintonia in vista del<br />

prossimo consiglio europeo di Stoccolma.<br />

Tuttavia, secondo tutti i commentatori,<br />

Schroeder ha voluto contattare<br />

Blair per sollecitare un forte impegno<br />

della Gran Bretagna in favore dell’integrazione<br />

europea.<br />

Su tale argomento negli ultimi mesi<br />

c'è stata tutt'altro che sintonia tra i Governi<br />

dei due Paesi. Mentre quello di<br />

Berlino preme infatti in questa direzione<br />

— Schroeder e il suo Ministro degli<br />

esteri Joschka Fischer sono favorevoli a<br />

porre le basi per una costituzione europea<br />

—, Londra è su questo aspetto molto<br />

più prudente e mostra di preferire<br />

cooperazioni rafforzate e accordi intergovernativi,<br />

senza conferire ulteriori poteri<br />

alle istituzioni comunitarie, il Parlamento<br />

europeo di Strasburgo e la Commissione<br />

esecutiva di Bruxelles.<br />

GOVERNATORATO DELLA CITTÀ DEL VATICANO<br />

POSTE VATICANE<br />

Annullo postale speciale<br />

in occasione<br />

del 53° Convegno Filatelico a Roma<br />

(3-4 febbraio 2001)<br />

In occasione del 53° Convegno Filatelico<br />

di Roma, che si terrà dal 3 al 4 febbraio<br />

2001, le Poste Vaticane porranno in uso<br />

uno speciale annullo, del quale si riproduce<br />

l'impronta.<br />

In esso è raffigurato un particolare dell'Arco<br />

di Tito.<br />

Completano l'annullo le scritte «53° CON-<br />

VEGNO FILATELICO DI ROMA» e «POSTE<br />

VATICANE • 3-4 FEBB. 2001».<br />

Il bozzetto è stato realizzato a cura della<br />

Direzione delle Poste Vaticane, con la collaborazione<br />

di Orlando Tomassi delle Poste Vaticane.<br />

* * *<br />

Il materiale filatelico da obliterare con tale annullo, debitamente affrancato<br />

a cura dei richiedenti, con francobolli vaticani in corso, dovrà<br />

pervenire all'Ufficio Obliterazioni delle Poste Vaticane entro il 19 febbraio<br />

2001.<br />

«nel modo più aderente possibile» le indicazioni<br />

del Comitato Scientifico dell'Ue.<br />

Byrne aveva ricordato che secondo<br />

il Comitato «va eliminata la colonna negli<br />

animali oltre i dodici mesi nei casi in<br />

cui non è dimostrabile che è altamente<br />

improbabile l’incubazione di Bse».<br />

Per quanto riguarda le ripercussioni<br />

economiche di tali decisioni volte a salvaguardare<br />

la salute pubblica, la Commissione<br />

europea ha confermato ieri il<br />

rischio di una «esplosione» dei costi nella<br />

crisi: «i costi dovuti alle misure contro<br />

la Bse possono esplodere», ha dichiarato<br />

Gregor Kreuzhuber, portavoce<br />

del Commissario per l'agricoltura Franz<br />

Fischler. Nei giorni scorsi lo stesso Fischler<br />

aveva sottolineato il rischio di<br />

«costi immensi» per la crisi della «mucca<br />

pazza». Kreuzhuber ha aggiunto che la<br />

Commissione esaminerà domani a Bruxelles<br />

un progetto di aggiustamento di<br />

bilancio comunitario per il 2001 per tener<br />

conto dei costi aggiuntivi prodotti<br />

dalla lotta alla Bse.<br />

Nei giorni scorsi Fischler aveva avvertito<br />

che se i consumi di carne bovina calassero<br />

del 10 per cento nel 2001, i costi<br />

per l’Ue sarebbero di tre miliardi di euro,<br />

circa il triplo di quanto per ora previsto<br />

in bilancio per il settore della carne<br />

bovina. Ieri, il Commissario all'agricoltura<br />

ha riferito ai Ministri che la situazione<br />

si prospetta anche peggiore e<br />

che, secondo le cifre aggiornate al 26<br />

gennaio, la riduzione dei consumi a livello<br />

Ue ammonta al 27 per cento rispetto<br />

ai livelli di ottobre, con punte del<br />

40 per cento in Italia, in Spagna e in<br />

Grecia.<br />

Russia: prossima<br />

missione di Ivanov<br />

in Svizzera<br />

timane». L'organizzazione gestisce altri<br />

centri nutrizionali che distribuiscono una<br />

volta alla settimana viveri per i bambini a<br />

19 mila famiglie in gravi difficoltà. Le<br />

agenzie umanitarie internazionali temono<br />

che la situazione peggiori da qui ai prossimi<br />

raccolti agricoli attesi a maggio.<br />

La drammatica crisi alimentare è dovuta<br />

in gran parte alla guerra civile che devasta<br />

il Burundi dal 1993 e ha provocato<br />

oltre 200 mila morti. A causa dei combattimenti,<br />

decine di migliaia di famiglie rurali<br />

hanno dovuto abbandonare le case e i<br />

villaggi e non sono più in grado di provvedere<br />

al proprio sostentamento. Il conflitto<br />

oppone il Governo e l'esercito, dominati<br />

dalla minoranza Tutsi, all'etnia rivale<br />

degli Hutu, che costituiscono l'85 per cento<br />

della popolazione. Un accordo di pace,<br />

concluso il 28 agosto scorso, è rimasto<br />

senza esito per la mancata adesione dei<br />

gruppi armati della comunità Hutu.<br />

STATI UNITI Centomila miliardi di lire in quattro anni<br />

Bush propone<br />

un piano per la sanità<br />

Serie di incontri<br />

del nuovo Capo<br />

della diplomazia<br />

MEDIO ORIENTE Uccisi un palestinese e un colono<br />

Aumentano gli atti di violenza<br />

dopo l'interruzione del dialogo<br />

TEL AVIV, 30.<br />

Un’impennata di violenza si è registrata<br />

ieri nei Territori in concomitanza<br />

con l'interruzione dei colloqui di pace<br />

tra Israele e Autorità Palestinese (Ap). Il<br />

negoziato, che si è svolto nei giorni<br />

scorsi a Taba, sulla sponda egiziana del<br />

Mar Rosso, è stato rimandato a dopo le<br />

elezioni per il nuovo Premier in Israele,<br />

mentre proseguono gli scontri cominciati<br />

il 28 settembre scorso a seguito di una<br />

visita del leader della destra, Ariel Sharon,<br />

nella Spianata delle Moschee di Gerusalemme.<br />

MOSCA, 30.<br />

L’arresto negli Stati Uniti su<br />

mandato di cattura svizzero del<br />

Segretario dell’Unione russa-bielorussa,<br />

Pavel Borodin, sarà affrontato<br />

dal Ministro degli esteri russo,<br />

Igor Ivanov, nel corso della<br />

sua imminente visita in Svizzera.<br />

Lo ha detto un portavoce a Mosca.<br />

Il Capo della diplomazia russa<br />

farà tra domani e il 2 febbraio<br />

un viaggio in una serie di Paesi<br />

dell’Europa occidentale con una<br />

tappa in Svizzera, ha detto ieri il<br />

portavoce del ministero degli esteri<br />

russo, Aleksandr Iakovenko.<br />

Guinea Bissau:<br />

scontro tra l'esercito<br />

e ribelli senegalesi<br />

BISSAU, 30.<br />

Trenta ribelli senegalesi, appartenenti<br />

al «movimento delle forze democratiche<br />

della Casamance» (Mfdc), sono stati uccisi<br />

sabato dall'esercito della Guinea Bissau<br />

in un combattimento alla frontiera<br />

con il Senegal. Il Mfdc è un gruppo armato<br />

che lotta da diciotto anni per l'indipendenza<br />

della Casamance, regione<br />

meridionale del Senegal confinante con<br />

la Guinea Bissau.<br />

Fino a un anno fa, il Governo guineano<br />

tollerava la presenza sul proprio territorio<br />

di basi arretrate del Mfdc. La situazione<br />

è cambiata con l'insediamento<br />

a Bissau del Presidente Kumba Yala, il<br />

quale ha avvertito che non permetterà<br />

che il territorio nazionale venga utilizzato<br />

come base di partenza per destabilizzare<br />

gli Stati vicini. Oltretutto, i guerriglieri<br />

del Mfdc sono divisi in fazioni rivali<br />

che si combattono tra loro sul territorio<br />

guineano e compiono frequenti atti<br />

di banditismo nei confronti della popolazione<br />

locale.<br />

L'annuncio del sanguinoso scontro di<br />

sabato è stato dato ieri dallo stesso<br />

Kumba Yala, il quale non ha fornito indicazioni<br />

su eventuali perdite delle forze<br />

governative.<br />

WASHINGTON, 30.<br />

Il Presidente degli Stati Uniti, George<br />

W. Bush, ha trasmesso ieri al Congresso<br />

un progetto di spesa per la sanità, che<br />

prevede stanziamenti per 48 miliardi di<br />

dollari, circa 100.000 miliardi di lire, per<br />

i prossimi quattro anni. L'obiettivo del<br />

piano è di aiutare le persone anziane in<br />

difficoltà economiche ad acquistare le<br />

medicine che servono loro.<br />

La proposte di Bush contengono segnali<br />

di disponibilità al compromesso<br />

con il Congresso, dove i repubblicani<br />

vorrebbero un progetto di riforma del-<br />

WASHINGTON, 30.<br />

Una intensa attività diplomatica<br />

è in corso in questi giorni al Dipartimento<br />

di Stato Usa. Dopo gli<br />

incontri avuti con i Ministri degli<br />

esteri canadese e giapponese, il<br />

Segretario di Stato, Colin Powell,<br />

riceverà oggi il Capo della diplomazia<br />

giordana, Abdulilah al-Khatib,<br />

e il Ministro degli esteri messicano<br />

Jorge Castaneda, in vista<br />

della visita che il Presidente George<br />

W. Bush farà a metà febbraio<br />

nel Paese centroamericano.<br />

La nuova giornata di incidenti, che ha<br />

segnato l’inizio del quinto mese della<br />

nuova «Intifada», è cominciata con duri<br />

combattimenti nella «Striscia di Gaza»,<br />

dove è rimasto ucciso un palestinese<br />

ventunenne di Kahn Yunes. In serata,<br />

un nuovo agguato di matrice fondamentalista<br />

islamica ha destato costernazione<br />

e sdegno in Israele. Un colono di cinquantacinque<br />

anni, Aryeh Hershkovicz,<br />

è stato ucciso da due proiettili mentre al<br />

volante della sua automobile tornava dopo<br />

una giornata di lavoro nella colonia<br />

di Ofra, in Cisgiordania. Nei giorni scorsi<br />

la direzione dell’«Intifada» aveva avvertito<br />

che i negoziati israelo-palestinesi<br />

di Taba, anche se avessero portato ad<br />

un accordo, non sarebbero stati sufficienti<br />

a porre fine alla rivolta.<br />

Sul fronte delle trattative, del resto, le<br />

posizioni rimangono ancora molto lontane.<br />

Il negoziatore palestinese Ahmed<br />

Qrei ha precisato che l'Ap non accetterà<br />

le nuove offerte israeliane relative ad<br />

una cessione del 96 per cento della Cisgiordania.<br />

«Noi insistiamo per un ritiro<br />

dal 100 per cento», ha detto. «Se Israele<br />

volesse uno scambio di terre esso deve<br />

avvenire in dimensioni assolutamente<br />

eguali, non un centimetro di meno», ha<br />

aggiunto. Il negoziatore ha inoltre avvertito<br />

che i palestinesi considerano le<br />

posizioni israeliane espresse a Taba come<br />

un punto di partenza obbligato per<br />

ogni futuro negoziato. Se il leader del<br />

Likud, Ariel Sharon, fosse eletto Primo<br />

Ministro il 6 febbraio prossimo e tentasse<br />

di rimetterle in discussione, ha avvertito<br />

Qrei, «i palestinesi resisterebbero».<br />

Ex Zaire:<br />

Joseph Kabila<br />

negli Usa e all'Onu<br />

KINSHASA, 30.<br />

Il nuovo Presidente della Repubblica<br />

Democratica del Congo (Rdc, ex Zaire),<br />

Joseph Kabila, si recherà giovedì a Washington<br />

e venerdì a New York per consultazioni<br />

con esponenti del Governo<br />

Usa e delle Nazioni Unite.<br />

Questa missione all'estero del neo-Presidente<br />

congolese interviene nel momento<br />

in cui si moltiplicano le iniziative diplomatiche<br />

per porre fine alla guerra<br />

che da due anni e mezzo devasta l'ex<br />

Zaire e destabilizza gran parte dell'Africa<br />

Centrale. Com'è noto, nel conflitto<br />

sono coinvolti, da una parte, l'Angola, la<br />

Namibia e lo Zimbabwe, alleati di Kinshasa,<br />

dall'altra il Rwanda e l'Uganda,<br />

che appoggiano militarmente i movimenti<br />

congolesi antigovernativi.<br />

La visita di Kabila nella capitale americana<br />

non ha carattere ufficiale e, al<br />

momento, non è previsto un incontro alla<br />

Casa Bianca con il Presidente George<br />

W. Bush. A New York, invece, il leader<br />

congolese avrà un colloquio con il Segretario<br />

generale dell'Onu, Kofi Annan,<br />

e prenderà parte a una riunione del<br />

Consiglio di sicurezza dedicata alla crisi<br />

nell'ex Zaire.<br />

l’assistenza sanitaria più ampio e i democratici<br />

vorrebbero invece consolidare<br />

l’attuale sistema, chiamato Medicare.<br />

Anche il Presidente George W. Bush ha<br />

un piano più vasto. Ma, dopo contatti<br />

con esponenti del Congresso, ha preferito<br />

cercare di mandare rapidamente<br />

avanti la parte che riguarda gli anziani,<br />

in attesa di potere realizzare una riforma<br />

globale. Il gesto viene considerato<br />

un atto distensivo verso i democratici; e<br />

i repubblicani sembrano avallarlo.<br />

Intanto, il Senato degli Stati Uniti ha<br />

ratificato ieri la nomina di Elaine Chao<br />

a Ministro del lavoro. Per la Chao, un’emigrata<br />

di origine taiwanese, s’è pronunciata<br />

l’unanimità dei senatori.<br />

Già presente nell’amministrazione guidata<br />

dal Presidente George Bush, il padre<br />

dell’attuale, la Chao è stata scelta,<br />

come Ministro del lavoro, dopo l’abbandono<br />

di Linda Chavez, colpevole d’assistenza<br />

e ospitalità a un’emigrante clandestina.<br />

La Chao, moglie di un senatore,<br />

personifica l’attualità del sogno americano<br />

di tanti emigranti. Di fronte ai senatori<br />

della Commissione lavoro, s’era impegnata<br />

ad applicare «a pieno ed equamente»<br />

la legislazione sul lavoro, ma anche<br />

ad ammodernare il ministero e ad<br />

orientarlo verso Internet e la «New economy».<br />

Con la ratifica di Chao a Segretario<br />

del lavoro, restano da confermare<br />

solo le nomine di Christie Whitman<br />

(ambiente) e di Gale Norton (interno),<br />

che dovrebbero passare entrambe senza<br />

difficoltà, nonostante le polemiche che<br />

avevano inizialmente accompagnato la<br />

designazione della Norton.<br />

Yeltsin ricoverato<br />

in ospedale<br />

per infezione virale<br />

MOSCA — L'ex Presidente russo,<br />

Boris Yeltsin, è stato ricoverato<br />

martedì mattina in ospedale per<br />

un'infezione virale acuta che gli ha<br />

provocato febbre alta. Lo hanno riferito<br />

le agenzia di stampa russe.<br />

Yeltsin «resterà ricoverato alcuni<br />

giorni nel corso dei quali sarà sottoposto<br />

a cure intense», ha detto il<br />

portavoce Vladimir Shevcenko precisando<br />

che l'ex Capo di Stato è<br />

stato trasportato all'ospedale centrale<br />

del Cremlino.<br />

Giappone: peggiorata<br />

lasituazioneeconomica<br />

durante il 2000<br />

TOKYO — La situazione economica<br />

è peggiorata in Giappone nel<br />

2000. Lo ha reso noto lunedì il Ministero<br />

dell’interno nipponico precisando<br />

che il tasso annuo di disoccupazione<br />

è del 4,7 per cento.<br />

La percentuale è la stessa del<br />

1999, ma in numero assoluto i senza<br />

lavoro sono aumentati. In un<br />

Paese che fino a dieci anni fa aveva<br />

un tasso di disoccupazione inferiore<br />

al 3 per cento, i disoccupati<br />

sono saliti a 3,2 milioni. Per la prima<br />

volta si è oltrepassata la soglia<br />

dei 3 milioni. I consumi delle famiglie<br />

sono scesi dello 0,6 per cento.<br />

È il terzo anno consecutivo che si<br />

registrano cali.<br />

Kuwait: l'Emiro<br />

accetta le dimissioni<br />

del Governo<br />

KUWAIT CITY — Il Presidente del<br />

Kuwait, emiro Sheikh Jaber Al-<br />

Ahmad Al-Jaber Al-Sabah, ha accettato<br />

lunedì le dimissioni rassegnate<br />

dai Ministri del Governo in<br />

seguito a profondi dissidi interni.<br />

Lo ha annunciato l’agenzia di<br />

stampa kuwaitiana «Kuna» precisando<br />

che le dimissioni sono state<br />

presentate all’Emiro dal Principe<br />

ereditario e Premier Sheikh Saad<br />

Al-Abdallah Al-Salem Al-Sabah.<br />

Myanmar: delegati<br />

europei incontrano<br />

leader dell'opposizione<br />

YANGON — Una delegazione dell’Unione<br />

Europea (Ue) in visita nel<br />

Myanmar ha incontrato martedì la<br />

leader dell’opposizione al regime<br />

militare Aung San Suu Ky, che da<br />

oltre quattro mesi vive agli arresti<br />

domiciliari. I contatti con la signora<br />

Aung, premio Nobel per la pace,<br />

sono sempre stati strettamente<br />

controllati dalle autorità. L’unico<br />

diplomatico straniero a cui è stato<br />

consentito dallo scorso settembre<br />

di visitare la dirigente dell’opposizione<br />

è stato l’inviato speciale delle<br />

Nazioni Unite Razali Ismail.<br />

Spazio: prolungata<br />

per complicazioni<br />

la missione sulla Iss<br />

MOSCA — La prima missione a<br />

lungo termine sulla nuova Stazione<br />

spaziale internazionale (Iss) sarà<br />

prolungata fino a fine marzo per<br />

delle complicazioni insorte a bordo<br />

durante l’esecuzione di alcuni controlli.<br />

Lo ha reso noto lunedì l’agenzia<br />

di stampa russa «Interfax».<br />

Il rientro sarebbe dovuto avvenire<br />

a febbraio.


ERZA T PAGINA .<br />

PAGINA<br />

3 .<br />

ELZEVIRO Un'epidemia influenzale del primo '900<br />

Le aggressioni letali<br />

della «spagnola»<br />

LUIGI M. PERSONÈ<br />

Le aggressioni si ripetono.<br />

Ieri, la spagnola.<br />

Oggi, l'asiatica.<br />

Io penso ora se ci fossero i miei genitori.<br />

Mi pare di vedere mio padre che non<br />

aveva pace, uscendo dalla mia camera,<br />

come sperso fra stanza e stanza.<br />

E lo sguardo della mamma, come se<br />

volesse penetrarmi nell'anima.<br />

Poi spariva. Non la vedevo più.<br />

E tutto questo perché?<br />

Perché io avevo una febbrina, una<br />

febbrina che sarebbe risultata banale.<br />

Come se arrivasse un esercito di regolari<br />

soldati e fossero considerati stranieri<br />

e invasori.<br />

Come se si fosse sparato un botto che<br />

si riteneva una cannonata.<br />

Una banale febbrina, dicevo.<br />

Siamo nel 1918 o 1919.<br />

Infieriva la spagnola.<br />

Non si immagina la paura, l'angoscia<br />

che essa destava: come se arrivasse la<br />

notizia della condanna a morte.<br />

Ne erano colpiti parenti e conoscenti.<br />

Sarei stato colpito anche io. Quell'annunzio<br />

febbrile sembrava fatale.<br />

Per la verità, io me ne rendevo conto<br />

ma non potevo fare a meno di respirare<br />

quell'aria angosciata.<br />

Quando veniva il medico per visitarmi,<br />

lo assalivano per sapere se anche<br />

io fossi condannato a morte dalla<br />

spagnola.<br />

Egli diceva di no, che non si trattava<br />

di spagnolama disemplice infreddatura.<br />

I miei genitori, no; chi li persuadeva?<br />

Insomma, l'allarme era generale, profondo.<br />

In tutta Italia.<br />

Come se davvero si fosse soggetti all'aggressione<br />

dello straniero.<br />

Lo straniero era allora la Spagna, di<br />

cui la spagnola diventerebbe suddita e<br />

provocatrice.<br />

Non mancava chi reagiva fingendo<br />

una certa allegria.<br />

Ci si attaccava a una canzone molto<br />

nota.<br />

Una ragione tragica c'era.<br />

C'eraperché siaccumulavano i morti.<br />

Morti anche sotto casa. La spagnola<br />

era arrivata sotto casa. Era peggio di un<br />

esercito straniero.<br />

Pare che non ci fosse chi l'affrontasse,<br />

chi la stroncasse.<br />

Solo Alessandro Manzoni avrebbe potuto<br />

descrivere un male così impetuoso.<br />

Ma un Manzoni io non lo ricordo, anche<br />

perché non esisteva.<br />

Ricordo gli articoli dei giornali. Le<br />

cronache imperversavano. Gli allarmi<br />

toglievano il fiato.<br />

Io stavo per conseguire la licenza<br />

liceale. Sarebbe stato il caso di non andare<br />

a scuola.<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Mercoledì 31 Gennaio 2001<br />

«L'eredità Ferramonti» di Gaetano Carlo Chelli riproposto dall'editore Avagliano<br />

Un'interessante operazione di recupero letterario<br />

CLAUDIO ANGELINI IERO<br />

Notevole, per contenuti e pregi di<br />

scrittura, è il romanzo ottocentesco di<br />

Gaetano Carlo Chelli «L'eredità Ferramonti»<br />

(riproposto dall'editore Avagliano).<br />

Un romanzo naturalistico-sociale,<br />

alla maniera dei contemporanei scrittori<br />

francesi, che l'autore mostra di tener<br />

ben presenti: egli descrive degli ambienti<br />

piccolo-borghesi aventi per sfondo uno<br />

spazio fisico e storico, la Roma di fine<br />

'800, dove si muove e agisce una società<br />

diversificata e stratificata, con una classe<br />

dirigente, una burocrazia, e delle forti<br />

tensioni sociali.<br />

Non a caso la vicenda concepita da<br />

Chelli, con i suoi risvolti psicologici e<br />

culturali, è ambientata in una Roma, da<br />

poco capitale d'uno Stato unificato ma<br />

ancora molto composito per lingua, costumi,<br />

realtà regionali. Una Roma che<br />

non è più quella torpida e stagnante del<br />

Belli, senza alcuna mobilità di classi e di<br />

patrimoni, ma una città dove la nuova<br />

situazione politica ha messo in atto tante<br />

insolite piccole realtà, che potrebbero<br />

aspirare a esser paradigma d'una situazione<br />

più ampia e complessa, nazionale,<br />

con caratteristiche cioè ricorrenti e comuni<br />

a vari strati di popolazione.<br />

Non è questo tuttavia l'obiettivo dell'autore;<br />

egli ama più che altro narrare,<br />

non tanto le vicissitudini economiche e<br />

sentimentali d'una famiglia piccolo-borghese,<br />

descritta dall'ascesa al declino<br />

(una sorta di «dinastia» italiana). Chelli<br />

si compiace soprattutto di ritrarre con<br />

efficacia mentalità e costumi d'un ambiente<br />

sociale ristretto.<br />

Atteggiamento che può trovare giustificazione<br />

nelle stesse vicende biografiche<br />

del narratore, originario di Massa ma<br />

vissuto a Roma e impiegato nella Regia<br />

dei Tabacchi. Scopertosi scrittore negli<br />

anni del «Liberty», di Sommaruga e<br />

D'Annunzio, nonostante le collaborazioni<br />

alla «Cronaca Bizantina», Chelli rimase<br />

sempre piuttosto isolato, e attratto da<br />

aspetti della realtà più circoscritti e minuti.<br />

La trama del romanzo «L'eredità Ferramonti»<br />

è semplicissima: è la storia<br />

d'un uomo del popolo, Ferramonti appunto,<br />

che riesce ad arricchire mediante<br />

A questo ci si era ridotti: a pensare<br />

che nella scuola si potrebbe contrarre il<br />

morbo.<br />

E allora, che cosa bisognava fare?<br />

Starsene in casa, senza vedere nessuno,<br />

senza dare la mano a nessuno.<br />

Questa è la situazione apocalittica che<br />

io ho vissuto tanti anni fa.<br />

Ora si sparge qualche voce che mi riporta<br />

a quel tempo.<br />

I miei genitori non ci sono più.<br />

La mia anagrafe pare che sia allergica<br />

a certi contagi. Pare.<br />

Per essa non si va in galera ma nemmeno<br />

si è aggrediti, pare, dall'asiatica.<br />

Questavolta si ècambiato continente.<br />

Laminacciaverrebbedaterre lontane.<br />

È anche questo un progresso della<br />

tecnica? La tecnica è arrivata a farci comunicare<br />

con un mondo remoto, che<br />

non solo ci fa trovare dove si crederebbe<br />

di essere irreperibili ma ci farà vedere<br />

da dove si telefona, dove ci si trova.<br />

La tecnica sarebbe capace di scavalcare<br />

monti e mari per farci conoscere<br />

le grazie o disgrazie sociali, come<br />

l'asiatica.<br />

Ma l'asiatica ha meno fortuna della<br />

spagnola.<br />

Non ha, a quel che si crede, e pare<br />

che si creda bene, l'aggressività<br />

della sua antenata spagnola, quell'allarmismo.<br />

Se la tecnica ne favorisce l'ingresso, è<br />

utile anche per il regresso.<br />

I nuovi mezzi tecnici, le medicine che<br />

non esistevano per la spagnola esistono<br />

per l'asiatica.<br />

Al contrario della sua antenata, si è<br />

convinti che essa si possa sconfiggere.<br />

La tecnica che porta degli svantaggi,<br />

non essa ma chi la usa, trionfa soprattutto<br />

nel campo della medicina.<br />

Si vive più a lungo, non perché sia<br />

cambiata la natura dell'organismo umano<br />

ma perché ci sono i mezzi per combattere<br />

le malattie dalle quali non si<br />

usciva salvi.<br />

La mia nonna paterna, che ha avuto<br />

16 figli, solo 5 nehavistiin età matura.<br />

Gli altri sono morti bambini.<br />

Ora, questo non succede proprio nel<br />

tempo delle follie.<br />

Figuratevi che perfino la mucca è impazzita.<br />

Ma l'asiatica dovrà rinsavire.<br />

Dovrà assoggettarsi al suo destino di<br />

vinta.<br />

Un grave svantaggio in rapporto alla<br />

sua antenata spagnola.<br />

Ma non è il solo.<br />

Per la spagnola ci si consolava con la<br />

canzone di cui ho detto.<br />

Per l'asiatica una canzonetta non esiste.<br />

Non c'è un Odoardo Spadaro.<br />

Non c'è un Petrolini.<br />

Povera asiatica, ahilei.<br />

i proventi d'un forno ben avviato e gestito.<br />

A causa però della sventatezza dei<br />

suoi tre figli, due maschi e una femmina,<br />

dissoluto l'uno e più o meno ingenui<br />

gli altri due, il protagonista deve assistere<br />

da vecchio alla lenta dissoluzione delle<br />

sue sostanze e del suo nome.<br />

La mentalità gretta, i sentimenti d'arrivismo<br />

e nello stesso tempo le leggerezze<br />

di questa gente sono davvero messi<br />

ben in risalto, dall'autore, come pure la<br />

corruzione degli apparati burocratici e<br />

statali; non tanto forse nel loro immediato<br />

dispiegarsi quanto visti da una certa<br />

distanza, cioè negli effetti che producono.<br />

Il linguaggio ha un andamento ondulante,<br />

ora incalzante, serrato, ora largo,<br />

disteso; questo più che altro nella sintassi,<br />

perché nei dialoghi, a nostro giudizio,<br />

Chelli non riesce a esprimere degli<br />

impasti originali, realisti e nel contempo<br />

artistici.<br />

Quando, negli Anni '70, il romanzo fu<br />

riscoperto, Pasolini dette sull'autore un<br />

giudizio importante, affermando che,<br />

per meriti letterari, Chelli viene dopo<br />

Verga e prima di Svevo. È condivisibile<br />

ancora, tale apprezzamento? Certo, per<br />

affinità d'impostazione ideologica e stilistica,<br />

Chelli doveva essere caro all'autore<br />

di «Ragazzi di vita». Secondo noi, nonostante<br />

la giusta rivalutazione del romanzo,<br />

esso si mantiene complessivamente<br />

in un livello di medietà, senza assurgere<br />

alle alte sfere dell'arte; è piuttosto<br />

un importante indice d'un momento<br />

evolutivo, d'una tappa intermedia della<br />

narrativa italiana.<br />

La realtà sociale presa in esame da<br />

Svevo, quella che fa da sfondo ai suoi<br />

romanzi, è certamente sfaccettata e<br />

complessa, piccolo e medio borghese,<br />

ma di tipo ancora regionale, se vogliamo,<br />

sia pure col privilegio del caso, tipica<br />

cioè d'una regione, la Venezia Giulia,<br />

che seguita ad essere crocevia d'alcune<br />

delle più importanti culture europee. E<br />

nondimeno non omologabile, allora,<br />

quella realtà, al substrato socioculturale<br />

ampio e articolato, caratterizzato da<br />

mobilità e ricambio di classi, quale era<br />

già quello della Roma umbertina.<br />

La novità della narrazione di Chelli<br />

nell'«Eredità Ferramonti», sta, come ac-<br />

Una veduta dell'arcipelago delle Galapagos<br />

con in primo piano l'isola di San Bartolomé<br />

Il disastro ambientale che ha colpito l'arcipelago delle Galapagos<br />

I fragili equilibri<br />

di un ecosistema unico al mondo<br />

MARIA MAGGI<br />

Una «Geocheolone<br />

elephantopus»:<br />

la testuggine gigante<br />

simbolo delle isole<br />

«Galàpago», in spagnolo, significa testuggine.<br />

Le Galapagos sono isole del<br />

Pacifico in cui appunto vivono le testuggini.<br />

È un arcipelago di 13 isole<br />

principali, 6 più piccole e una quarantina<br />

di isolotti, tutti di natura vulcanica<br />

— il cono più alto raggiunge i 1860<br />

metri — al largo dell'Ecuador, proprio<br />

sulla linea dell'Equatore.<br />

Qui Charles Darwin arrivò nel 1835 a<br />

bordo della Beagle, un brigantino da<br />

240 tonnellate, che era salpato da<br />

Plymouth il 27 dicembre 1831 per un<br />

viaggio durato quasi cinque anni. Il 17<br />

settembre Darwin sbarcò sull'isola che<br />

gli inglesi chiamano Chatham e gli spagnoli<br />

San Cristobal.<br />

Proprio qui, a San Cristobal, nella<br />

Baia del Naufragio, a 800 metri dalla<br />

riva, il 16 gennaio scorso, si è arenata<br />

la nave cisterna Jessica, rovesciando in<br />

mare centinaia di migliaia di litri di<br />

gasolio e di bunker, un combustibile<br />

dal micidiale potere inquinante. È l'ultimo<br />

disastro ambientale dei nostri<br />

giorni. Una catastrofe che avviene in<br />

quello che è considerato un «santuario»<br />

della natura, un ecosistema unico dove<br />

vivono centinaia di specie autoctone.<br />

È inutile qui lamentare l'imperizia<br />

del capitano Tarquino Arevano, che ha<br />

fatto arenare la Jessica sopra una secca.<br />

Di certo il capitano Fitzroy, che guidava<br />

la Beagle — cui pure i mariani<br />

avevano dato il soprannome di «Coffin»,<br />

cioè «Cassa da morto» — era<br />

un'altra cosa: circumnavigò senza danni<br />

San Cristobal e, anzi, sostò in molte<br />

insenature. Darwin potè scendere a<br />

terra, tra nere lave basaltiche, acacie<br />

e cactus, e provare strordinarie emozioni.<br />

Qualche anno dopo, nel suo libro<br />

Viaggio di un naturalista intorno al<br />

mondo, scriverà: «Mentre camminavo<br />

incontrai due grosse tartarughe, ognuna<br />

delle quali non pesava meno di un<br />

quintale: quando mi avvicinai una mi<br />

guardò fisso e lentamente se ne andò,<br />

l'altra emise un sibilo profondo e tirò<br />

dentro il capo». Quelle emozioni sono<br />

state provate poi da migliaia di naturalisti<br />

e di amanti della natura che han-<br />

gnifiche, con le borse golari rosse nella<br />

stagione degli amori, le sule piederossi<br />

— la sola sula che abbia imparato a<br />

dormire sugli alberi — i cormorani di<br />

terra, dalle ali atrofizzate, i gabbiani a<br />

coda piatta, i famosi fringuelli di Darwin,<br />

plasmati dall'evoluzione, le iguane<br />

marine hanno regalato emozioni indimenticabili<br />

a chi ha avuto la gioia di<br />

osservarli.<br />

Due fringuelli, ad esempio, hanno<br />

catturato l'attenzione dei naturalisti.<br />

L'uno, il Geospiza difficili, è un «uccello<br />

vampiro»: si nutre del sangue delle<br />

sule, rompendo loro i vasi superficiali<br />

Un gruppo di otarie<br />

sulla spiaggia<br />

dell'isola di Santa Fé<br />

Un esemplare<br />

maschio<br />

di fregata<br />

Uno scorcio dell'isola Plaza Sur con i caratteristici cactus<br />

sono due o trecento, quasi tutti gente<br />

di colore, banditi per delitti politici dalla<br />

repubblica dell'Equador». Cinquanta<br />

anni fa la popolazione sfiorava il migliaio<br />

di persone. Oggi sono sedicimila.<br />

Ci sono i pescatori di oloturie o cetrioli<br />

di mare, che devono rifornire il mercato<br />

giapponese, ma anche gli yacht dei<br />

miliardari americani, e la flotta turistica<br />

a cui era destinato il carburante della<br />

Jessica. Il turismo porta ricchezza e<br />

pericoli.<br />

Per difendere la natura minacciata il<br />

governo dell'Ecuador ha trasformato<br />

l'arcipelago in parco nazionale. Sull'i-<br />

Una sula dai piedi azzurri<br />

no visitato il Parco Naturale delle Galapagos.<br />

La nave cisterna «Jessica» arenata nelle acque dell'arcipelago<br />

cennavamo all'inizio, nella «dilatazione»<br />

dello sfondo; la vicenda infatti s'inserisce<br />

bene nel complesso delle variegate<br />

forme che di sé offriva la capitale alla fine<br />

del XIX secolo. Ma la realtà trattata<br />

da Svevo è senza dubbio più ricca di implicazioni<br />

umane e morali.<br />

Il romanzo di Chelli non è particolarmente<br />

significativo sul piano artistico<br />

perché nell'insieme l'azione descritta riflette<br />

sentimenti e mentalità ristretti, la<br />

cui sostanza è destinata ad esaurirsi nel<br />

loro stesso ambito, fisico e culturale,<br />

senza grandi possibilità d'essere interpretata<br />

al di fuori di quello.<br />

È un po' il contrario di quanto avviene<br />

nei romanzi di Balzac o Flaubert,<br />

che anche nella raffigurazione d'ambienti<br />

e personaggi provinciali, aspirano a<br />

indagare e ritrarre sentimenti che sono<br />

di portata universale. Svevo assume rilievo<br />

di narratore europeo proprio perché<br />

ha evitato il rischio, perché è riuscito<br />

là dove Chelli non aveva né la formazione<br />

né la fisionomia per riuscire.<br />

Certo, Chelli ha il merito non piccolo<br />

di costituire un caso a sé nella rappresentazione<br />

della Roma di quell'epoca,<br />

dominata dall'estetismo di D'Annunzio e<br />

dai suoi romanzi tipo «Il piacere», che è<br />

l'esatto contraltare, espressione com'è<br />

d'ambienti d'élite, del romanzodiChelli.<br />

C'è però un personaggio, nell'«Eredità<br />

Ferramonti», che ambisce a diventare (e<br />

in parte vi riesce), culturalmente e umanamente<br />

rappresentativo d'un qualcosa<br />

di più, di un'epoca, d'una svolta storica.<br />

Si tratta di Irene, moglie di Pippo, secondogenito<br />

del Ferramonti, donna ambiziosa<br />

e talora crudele, che concentra<br />

su di sé molta dell'attenzione del lettore<br />

perché spregiudicata e nello stesso tempo<br />

dolce e persuasiva, subdola e arrivista<br />

ma bisognosa di delicatezza e comprensione,<br />

cosa che non potrà verificarsi,<br />

determinando il suo dramma.<br />

Se solo Chelli non avesse troppo concesso<br />

al modo distaccato e oggettivo dei<br />

naturalisti e avesse per primo ceduto al<br />

fascino della sua creatura, ne sarebbe<br />

derivato probabilmente un carattere letterario<br />

femminile degno di competere,<br />

nel bene e nel male, con le più famose<br />

eroine della narrativa europea.<br />

Forse, come Darwin, hanno crono- presso le penne remiganti e timoniere.<br />

metrato il loro passo: «Faceva cinquan- L'altro, il Camarhynchus pallidus, si<br />

taquattro metri in dieci minuti, cioè serve di strumenti, come rametti o spi-<br />

324 metri all'ora, cioè sette chilometri e ne di cactus, per estrarre larve o bruchi<br />

mezzo al giorno», scrisse l'autore de dalla corteccia degli alberi.<br />

«L'origine della specie».<br />

Si calcola che nell'arcipelago delle<br />

Il giovane Darwin regalò anche una Galapagos vivano cinquemila specie. Il<br />

confessione che fa sorridere noi che lo 40% di queste vivono solo qui.<br />

abbiamo sempre immaginato con la L'arcipelago costituisce un ecositema<br />

barba bianca e il profilo austero da pa- unico al mondo. Le isole sono di fordre<br />

dell'evoluzione: «Spesso mi sono mazione recente. L'arcipelago è situato<br />

inerpicato sul dorso di queste testuggini in prossimità di un punto caldo. Qui il<br />

e poi con qualche colpetto sulla parte magma dalle profondità è risalito alla<br />

posteriore dello scudo le ho indotte ad superficie lungo camini eruttivi, fino<br />

alzarsi e a camminare, ma è molto dif- ad emergere dall'acqua, dando luogo a<br />

ficile mantenervisi in equilibrio». nuove isole.<br />

Il nome scientifico di queste testuggi- Il clima dell'arcipelago, che pure si<br />

ni giganti, i più interessanti rettili del- trova all'Equatore, è mitigato dalle acl'arcipelago,<br />

è Geochelone elephantoque fredde della corrente di Humdoldt,<br />

pus. Ce ne sono 12 razze. Possono pesa- che lambisce le isole. Così per la sua<br />

re più di due quintali e il loro guscio origine vulcanica, per la sua lontanan-<br />

può raggiungere il metro e mezzo di za dal continente, per la sua unicità,<br />

lunghezza. Un tempo le isole ne erano l'arcipelago delle Galapagos è diventato<br />

invase: dopo due secoli di caccia indi- un laboratorio della vita. Un universo<br />

scriminata queste testuggini sono sul- semplice che si regge su equilibri fragil'orlo<br />

dell'estinzione.<br />

li, minacciati dall'uomo.<br />

Le testuggini giganti, le fregate ma- Qui, scriveva Darwin, «gli abitanti<br />

Appuntamenti culturali<br />

Roma, 1º febbraio<br />

Roma, 6 febbraio<br />

«Il filo spezzato»<br />

Un volume<br />

Il 1º febbraio alle ore 17, nella se- su Georges Dumézil<br />

de dell'Istituto Luigi Sturzo a Pa- e Mircea Eliade<br />

lazzo Baldassini (Via delle Coppel-<br />

L'Accademia di Romania (Piazza<br />

le 35), verrà presentato il volume<br />

Josè de San Martin) ospiterà, il 6<br />

di Nicola Mancino «Il filo spezza-<br />

febbraio alle ore 18.30, la presento»<br />

(Società Editrice Il Mulino).<br />

tazione del volume «Esploratori<br />

Presiederà Gabriele De Rosa.<br />

del pensiero umano. Georges Dumézil<br />

e Mircea Eliade» (Ed. Jaca<br />

Roma, 5 febbraio<br />

Book). Interverrà il Card. Paul Poupard.<br />

Le società asiatiche<br />

e l'idea di Dio<br />

Catanzaro, fino al 22 febbraio<br />

«L'idea di Dio nel mondo nelle so-<br />

Luca Giordano<br />

cietà asiatiche (India)» è il tema<br />

della relazione che Antonio Saccà e l'arte nel Catanzarese<br />

terrà, il 5 febbraio alle ore 16.30, Resterà aperta fino al 22 febbraio<br />

presso l'UNISPED (Via G. Ferrari a Palazzo Alemanni, la mostra<br />

1), nell'ambito di un ciclo di confe- «Luca Giordano e testimonianze<br />

renze di antropologia religiosa. I d'arte del Seicento nel Catanzare-<br />

prossimi appuntamenti esaminese». Tra le opere esposte, oltre a<br />

ranno i mondi sudamericano, quelle del pittore napoletano, an-<br />

greco, romano, ellenistico e criche paramenti sacri, oreficerie e<br />

stiano.<br />

sculture seicentesche.<br />

sola di Santa Cruz è stato creato il Centro<br />

di ricerche Charles Darwin per la<br />

tutela della fauna e della flora dell'arcipelago.<br />

Purtroppo c'è poco da fare contro la<br />

marea nera che avanza. San Cristobal<br />

è stata già contaminata. È stata investita<br />

anche l'isoletta di Santa Fé, dove vivono<br />

duecento leoni marini e migliaia<br />

di iguane marine. E anche Santa Cruz<br />

è minacciata.<br />

Darwin a Santa Fé aveva studiato le<br />

straordinarie iguane marine, Amblyrhynchus<br />

cristatus, «un animale dall'aspetto<br />

orribile, di un colore nero<br />

sporco, stupido e tardo nei movimenti»,<br />

«nell'acqua nuota con agilità e sveltezza,<br />

mediante un movimento serpentino<br />

del corpo». Darwin l'aveva presa più<br />

volte gettandola in acqua e quella sempre<br />

ritornava a terra. Così aveva concluso:<br />

«Questo singolare esempio di apparente<br />

stupidità può venir forse spiegato<br />

col fatto che questo rettile non ha<br />

mai avuto nemici terrestri, mentre in<br />

mare diviene facilmente preda dei numerosi<br />

pescicani. Può darsi, quindi,<br />

che, persuaso da un istinto fissatosi<br />

ereditariamente che la spiaggia è il suo<br />

luogo di salvezza, esso vi ricorra come<br />

a un rifugio».<br />

Le iguana marine sono dinosauri in<br />

miniatura, totalmente innocui, anche<br />

se, irritati, emettono sbuffi di vapore<br />

come i draghi delle fiabe. Darwin li<br />

studiò a tal punto da scrivere: «Aprii gli<br />

stomaci di parecchie iguana e li trovai<br />

pieni di un'alga tritata che cresce in<br />

forma di sottili espansioni fogliacee di<br />

un verde vivace o d'un rosso cupo».<br />

Ecco, la grande macchia nera non<br />

minaccia soltanto direttamente le iguana,<br />

i pellicani, i leoni marini, i rarissimi<br />

pinguini — gli unici che vivono e si<br />

riproducono all'Equatore — ma, fatalmente,<br />

si depositerà sui fondali e soffocherà<br />

le praterie di alghe, che sono l'alimento<br />

principale delle iguane marine.<br />

Non ci sarà insomma solo il danno<br />

immediato, computabile con l'aritmetica<br />

degli animali morti, misurabile nel<br />

degrado della costa. Ci sarà un prezzo<br />

da pagare nel tempo. Nel corpo degli<br />

animali marini le sostanze tossiche si<br />

accumuleranno. Gli scalini della scala<br />

alimentare porteranno ad una concentrazione<br />

di veleni. Assumeranno sostanze<br />

fortemente nocive, per esempio, anche<br />

gli squali e i tonni, che, pur nuotando<br />

in acque intatte, si nutriranno di<br />

animali contaminati.


.<br />

PAGINA<br />

4 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Mercoledì 31 Gennaio 2001<br />

«Il pellegrinaggio alla Tomba del Principe<br />

degli Apostoli è un momento significativo<br />

nella vita di ciascun Pastore... La vostra<br />

visita si colloca nell'ambito di due grandi<br />

ricorrenze: è stata da poco chiusa la Porta<br />

Santa del Grande Giubileo e nella vostra<br />

Patria è in corso la celebrazione<br />

dei mille anni da che la vostra Nazione<br />

è diventata cristiana...»<br />

«... Tali ricorrenze mi hanno già dato<br />

l'opportunità di salutarVi,<br />

sia per il tramite del mio Cardinale<br />

Segretario di Stato che ha fatto<br />

le mie veci in occasione della festa<br />

di Santo Stefano, sia personalmente,<br />

quando pochi mesi fa siete venuti<br />

alla Tomba di San Pietro con il<br />

pellegrinaggio nazionale del vostro Paese»<br />

VISITA «AD LIMINA» Il discorso di Giovanni Paolo II ai Vescovi della Conferenza Episcopale Ungherese<br />

Una società laica, in cui si fa sempre più<br />

silenzio su Dio, ha bisogno della vostra voce<br />

«Una società laica, in cui si fa sempre più silenzio su Dio,<br />

ha bisogno della vostra voce». È quanto ha raccomandato<br />

Giovanni Paolo II ai Vescovi della Conferenza Episcopale Ungherese,<br />

ricevuti in udienza nella mattina di martedì 30 gennaio,<br />

in occasione della visita «ad limina Apostolorum». Questo<br />

è il testo del discorso pronunciato dal Santo Padre:<br />

Bíboros Úr,<br />

Tisztelt Püspöktestvéreim!<br />

1.A mi Urunk Jézus Krisztus kegyelme, az<br />

Atyaisten szeretete és a Szentlélek egyesítő ereje legyen<br />

Mindnyájatokkal. Örömmel fogadlak Benneteket ad<br />

limina látogatástok alkalmából. Az Apostolfejedelem<br />

sírjához vezető zarándoklat jelentős esemény minden<br />

egyes Főpásztor számára: lehetőséget nyújt arra, hogy<br />

kifejezze közösségét Péter Utódjával és megossza vele<br />

püspöki szolgálatával járó gondjait és reményeit.<br />

Látogatástokat két jeles alkalom határozza meg:<br />

egyrészt röviddel ezelőtt zártuk be a Nagy Jubileum<br />

Szent Kapuját, másrészt hazátokban tovább tartanak<br />

annak millenniumi ünnepségei, hogy államiságtok<br />

kereszténnyé vált. Ez alkalmakból már lehetőségem<br />

nyílott, hogy üdvözöljelek Benneteket, előbb Bíboros<br />

Államtitkárom által, aki helyettesített Szent István<br />

ünnepén, majd személyesen, amikor, néhány<br />

hónappal ezelőtt, hazátok nemzeti zarándoklatát<br />

vezetve eljöttetek Szent Péter sírjához.<br />

2.Aki eredményes akar lenni a jövőben, vissza kell<br />

térjen saját gyökereihez. A jubileumi ünnepségek úgy<br />

Rómában, mint hazátokban, arra a történelmi<br />

eseményre koncentráltak, amely a kereszténység<br />

“<br />

bővelkedik anyagiakban, oly sok tagjának hittanúsága<br />

és életszentsége révén lelki kincsekben mérhetetlenül<br />

gazdag. Különösképpen a keresztény családokra<br />

gondolok, igazi «családegyházakra». A modern<br />

társadalom kihívásai közepette meg kell újítanunk a<br />

családpasztorációt. Ezt a kívánságomat már Rátok<br />

bíztam a feledhetetlen 2000. esztendő Szent István<br />

ünnepe alkalmából Hozzátok intézett üzenetemben.<br />

Így írtam benne: «Legyetek tudatában a család<br />

központi szerepének, a rendezett és virágzó társadalom<br />

érdekében» (i.h. 4.). Örülök annak, hogy közös<br />

körlevelet írva a családpasztorációról, a pasztorális<br />

gondok közepette kitüntető helyet biztosítottatok a<br />

családnak. Nagyra értékelem ezt a kollegiális tettet és<br />

kívánom, hogy ezt számos más intézkedés kövesse.<br />

Az evangelizáció műve hazátokban valóban olyan<br />

nagy, hogy minden erőtöket és energiátokat igénybe<br />

veszi. Rendelkezésre állnak a hagyományos<br />

«szószékek», mint a prédikáció, a katekézis, a<br />

lelkigyakorlatok, a körlevelek. De ugyanakkor vannak<br />

más fontos és új «areopágok», amelyek várnak Rátok:<br />

a rádió, a televízió, az új technológiák. Nehéz ugyan<br />

felhasználni és «evangelizálni» ezeket az új eszközöket,<br />

de fantáziával és bátorsággal lehetséges! Gratulálok a<br />

Katolikus Rádió megindításához. Egy ilyen intézmény,<br />

ha jól van vezetve és felhasználva, Számotokra,<br />

Főpásztorok számára egyfajta szószékké válhat,<br />

amelyről el tudjátok érni azokat is, akik eltávolodtak<br />

az Egyháztól.<br />

7.Kedves Testvéreim! Ha minden keresztény arra<br />

hivatott, hogy Krisztushoz legyen hasonló, még inkább<br />

Nella mia recente Lettera apostolica<br />

Per dare alla società un'anima, può essere<br />

«Novo Millennio ineunte»<br />

conveniente cercare d'allearsi con i Pastori<br />

ho offerto un programma<br />

e i cristiani di altre Chiese e Comunità<br />

esigente per l'avvenire,<br />

ecclesiali. L'ecumenismo della testimonianza<br />

presentando alcune linee di fondo<br />

apre di fatto un ampio campo<br />

che ritengo importanti<br />

di collaborazione. Gli attuali condizionamenti<br />

per non perdere di vista il volto<br />

della Chiesa in Ungheria non devono essere<br />

del Salvatore e per mettere<br />

identificati semplicemente con un contesto<br />

in pratica il messaggio evangelico<br />

-<br />

kezdetét jelentette. A Nagy Jubileum arra hívott, ” hogy<br />

tekintetünk vessük arra a pillanatra, amelyben Isten<br />

Igéje, Ő, aki ugyanaz tegnap, ma és mindörökké (vö.<br />

Zsid 13, 8), fölvette emberi természetünket és<br />

beleszületett az időbe. Hő kívánságom, hogy<br />

szemünket vessük az ember egyedüli Megváltójára,<br />

amint azt kifejeztem minap megjelent Novo Millennio<br />

ineunte kezdetű Apostoli Levelemben. Ebben a<br />

dokumentumban a jövő igényes programját hirdettem<br />

meg, kifejtettem néhány alapvető gondolatot, melyeket<br />

azért tartok fontosnak, hogy tekintetünk ne fordítsuk<br />

el az Üdvözítő arcáról, és hogy a gyakorlatban is<br />

foganatosítsuk az evangéliumi üzenetet.<br />

Az Egyház Főpásztorainak első feladata a<br />

hitigazságok hirdetése, amelyek a Megtestesülésben és<br />

a húsvéti misztériumban csúcsosodnak ki. Üzenetünk<br />

az értünk meghalt és föltámadt Istenember-Krisztus<br />

arcának elmélkedéséből meríti erejét. Csak azért, mert<br />

Isten Fia valóságosan emberré lett, lehetünk mi is,<br />

emberek, Benne és Általa, valóban Isten fiaivá. A<br />

hangsúlyt a Krisztusról való elmélkedésre helyezve<br />

világos jelét adjátok azon törekvésteknek, hogy<br />

missziótok lelki és pasztorális jelleget öltsön, s ez majd<br />

késedelem nélkül hatással lesz a Rátok bízottak<br />

életmódjára.<br />

3.Ebben az összefüggésben szeretném kifejezni<br />

nagyrabecsülésemet azon erőfeszítésteik iránt,<br />

amelyekkel ápoljátok részegyházaitok papságában,<br />

szerzeteseiben és laikus híveiben azt a hiteles<br />

lelkiséget, amely képessé teszi őket arra, hogy a<br />

jubileumi élményekből merített lelkesedés új<br />

lendületével válaszoljanak az egyes pasztorális<br />

kihívásokra. Ezzel kapcsolatban ismét arra a<br />

programra utalnék, amit Novo Millennio ineunte<br />

kezdetű Apostoli Levelemben adtam közzé,<br />

egybegyűjtve benne néhány igényes evangéliumi<br />

imperatívuszt. Krisztus azért jött, hogy életünk legyen<br />

és bőségben legyen (vö. Jn 10, 10). Az Őrá függesztett<br />

tekintet arra kötelez, hogy minden tekintetben<br />

elfogadjuk ezt az ajándékát, kezdve a fizikai életen.<br />

Sokkal inkább, mint bármikor, a harmadik évezred<br />

kell védeni Istent és embert. Nem vagytok e világból, esztendőben az Egyház egy másfajta valóságot agnostico di indifferenza religiosa<br />

de ne határoljátok el magatokat a világtól (vö. Jn 15, tapasztalt meg: a «rendszerváltás» nem csak újfajta<br />

19). Annak a laikus társadalomnak, amely egyre szabadságot hozott, hanem egyfajta «fogyasztói sokk»<br />

-<br />

inkább hallgat Istenről, szüksége van hangotokra. — ot is. Az anyagi javak kerültek előtérbe, olyan<br />

Hogy a társadalomnak lelket adjatok, meggyőző erővel sürgető erővel, hogy gyakran elfojtják a vallási és érvényes ez a Püspökre, aki nyája példaképe. Krisztus<br />

hat, ha szövetkeztek más egyházak és egyházi jellegű<br />

”<br />

erkölcsi értékek iránti vágyat. De az idő múltával, az legyen mindig életetek középpontja. Nagyon tetszik<br />

közösségek főpásztoraival. Az együttműködést széles ember, ha lelke táplálék nélkül marad és csak keze nekem az a mottó, amelyet a Magyar Millenniumnak<br />

területen teszi lehetővé a tanúságtétel ökumenizmusa. telik meg, megtapasztalja az ürességet: «Nem csak adtatok: «Múltunk a reményünk — Krisztus a<br />

4.Az Egyház aktuális környezetét Magyarországon kenyérrel él az ember, hanem minden igével, amely jövőnk». Krisztus lesz jövőtök, ha továbbra is<br />

nem csupán a vallásos közömbösség agnoszticizmusa Isten ajkáról való» (Mt 4, 4; vö. MTörv 8, 3).<br />

elmélkedtek arcáról; ha mindig inkább meg kívánjátok<br />

jelenti. Ha el is hárítják, vagy elhallgatják Őt, Isten Ezzel kapcsolatban ki szeretném fejezni élni az Egyházat mint kommuniót; ha a paphiány, a<br />

jelen van benne. Bizonyos: számosan úgy élnek, aggodalmam a vasárnappal kapcsolatban: egyre szerzetesi és szerzetesnői jelöltek hiánya láttán<br />

mintha Isten nem létezne. De az Őrá való vágyakozás inkább fenyeget a veszély, hogy elveszíti jelentőségét. elkötelezitek Magatokat a hiteles és lelkesítő<br />

mindig elevenen él a szívekben. Az ember ugyanis nem Dies Domini kezdetű Apostoli Levelemben a<br />

hivatásápolás mellett; ha segítitek a laikus híveket,<br />

hogy fölfedezzék és még inkább megélhessék saját<br />

hivatásukat, amelyet annyira sürgetett a II. Vatikáni<br />

Zsinat.<br />

“ Più che mai sentiamo l'esigenza che la vita sia difesa e coltivata. Bisogna suscitare<br />

Lelkipásztori teendőitek között a fiataloknak jusson<br />

nel nostro mondo una vera «cultura della vita». Mi è nota l'energia con cui Vi impegnate az első hely. Ebből a szempontból az elmúlt évek<br />

során nagy lépést tettetek előre, amikor számos<br />

come difensori della vita. Ma nonostante la vostra instancabile dedizione, anche nella vostra katolikus iskolát alapítottatok újjá s felállítottátok a<br />

Patria si notano i dati preoccupanti che segnalano in molti Paesi del vecchio continente Katolikus Egyetemet. Ezek az intézmények egyfajta<br />

il diffondersi di una cultura della morte sempre più preoccupante. Le statistiche dell'aborto «laboratóriumok», melyekben a fiataloknak<br />

pubblicate negli ultimi decenni nel vostro Paese sono allarmanti. Esse devono spingere megadatik, hogy fölkészüljenek az emberi<br />

a difendere senza timore e con chiarezza la vita umana in ogni fase della sua esistenza szabadsághoz méltó és az igazságon alapuló keresztény<br />

életvezetésre. Aki követi lelkiismerete hangját, annak<br />

-<br />

szüksége van, hogy hitelesen tökéletesítse is azt, a<br />

Tanítóhivatal által előadott igazságok jegyében.<br />

elégszik meg a pusztán emberivel, hanem az őt vasárnapot az Úr és az ember napjaként mutattam ” be. 8.Kedves Testvéreim, ezekkel a gondolatokkal<br />

meghaladó igazságot keresi, mert azt látja, ha nem is Meg óhajtom ismételni azt a gondolatot, amelyet kívántalak lelkesíteni Benneteket a Rátok bízott<br />

egészen világosan, hogy benne találja meg saját szívemen viselek: az ember, személy mivoltában nem lelkipásztori feladatok teljesítésében, hazátok<br />

életének értelmét. Az Egyház nagy és kedvező eshet a gazdasági érdekek rabságába. Ennek Egyházának szolgálatában. Ismerve azt az odaadást,<br />

lehetősége az, hogy az élet értelmét kutató kérdésre kockázata valóságos, mert a «fogyasztói társadalom», amellyel ellátjátok püspöki szolgálatotokat, szeretném<br />

választ tud adni. Tárjuk fel tehát kapuinkat mindazok amelyben Istent gyakran halottnak állítják be, kifejezni testvéri és hálás nagyrabecsülésemet. Minden<br />

előtt, akik őszintén keresik Istent! Aki az Egyházon az elegendő bálványt emelt, így a minden áron való profit helyzetben erősítsen Benneteket az a gondolat, hogy<br />

igazságot keresi, joga van arra, hogy hitelesen és bálványát. A Nagy Jubileum folyamán e Jézus Krisztus nem «menedzsernek» hívott, hanem<br />

teljességében része lehessen Isten Igéjében, legyen az az társadalomnak megnyilvánult egy másik arculata is: misztériumainak minisztereivé szentelt föl, amikor<br />

Írás által vagy a hagyomány útján (vö. Dei Verbum, számosan fedezték fel a kereszténység tartalékait, az barátainak hívott meg bennünket (vö. Jn 15, 14-15).<br />

10). Így az igazság keresését megvédjük a határozatlan, Egyház tartalékait, az oly sok hívő által tanúsított és<br />

Végezetül Titeket és küldetésteket, mint nyájaitok<br />

irracionális és szinkretiszikus vallásosság veszélyeitől, megélt hitet. Bár a látszat ellenkező benyomást kelt, a<br />

Főpásztorait, a Magyarok Nagyasszonya Szűzanya<br />

és Isten élő Egyháza «az igazság oszlopa és biztos keresztény hit mélyen belegyökerezett népetek lelkébe.<br />

Mária oltalmába ajánllak. Rátok, valamint<br />

alapja» lesz (1 Tim 3, 15).<br />

Rátok vár, hogy fölébresszétek Isten hangját az<br />

emberek lelkiismeretében.<br />

egyházmegyéitek papjaira, diakónusaira, szerzeteseire<br />

5.Az Egyházat különféle módon érte üldöztetés<br />

és laikus hívőire szálljon a mennyei kegyelmek bősége,<br />

hazátokban: előbb erőszak alkalmazásával, majd 6.A hit igazságának meg kell feleljen a megélt amelynek záloga az Apostoli Áldás, s melyet szívből<br />

kifinomultabb, szövevényesebb módon. Az utóbbi tíz tanúságtétel. Az Egyház Magyarországon, bár nem adok Mindnyájatokra.<br />

küszöbén, érezzük annak szükségét, hogy oltalmazzuk<br />

és ápoljuk az életet. Szükség van arra, hogy<br />

élesztgessük korunkban «az élet kultúráját».<br />

Ismeretes számomra elkötelezettségtek, amelynek L'indirizzo d'omaggio dell'Arcivescovo Seregély<br />

jegyében fáradoztok az élet védelmében. De<br />

fáradhatatlan munkásságtok ellenére hazátokban is<br />

mutatkoznak azok a nyugtalanító jelenségek, amelyek<br />

az öreg kontinens számos országában a halál<br />

kultúrájának mind nyugtalanítóbb terjedésére<br />

utalnak. Az utóbbi évtizedek abortusz-statisztikái<br />

riasztóak országotokban. Arra kell indítsanak, hogy<br />

félelem nélkül és határozottan kiálljunk az élet<br />

védelmében, annak minden egyes szakaszában, a<br />

fogamzástól egészen a természetes halálig. Tegyetek<br />

meg minden lehetőt, hogy gyermekeik kihordására<br />

bátorítsátok az áldott állapotban lévő anyákat.<br />

Ezekben a drámai időkben az Egyháznak fontos<br />

feladatai vannak. A keresztényeknek inkább azzá kell<br />

válniok, amire hivatottak: a föld sója és a világ<br />

világossága (vö. Mt 5, 13-14). Ez a nemes hivatás<br />

legfőképpen a Főpásztorokat kötelezi a Timóteushoz írt<br />

második levél szerint: készek kell legyenek, hogy akár<br />

alkalmas, akár alkalmatlan, hirdessék az igét (vö. 2<br />

Tim 4, 2). Álljatok ki mindenütt, ha úgy látjátok: meg<br />

Pubblichiamo il testo dell'indirizzo d'omaggio<br />

rivolto al Papa dall'Arcivescovo di<br />

Eger, Mons. István Seregély, Presidente<br />

della Conferenza Episcopale Ungherese:<br />

Sanctissime Pater!<br />

Occasione visitationis nostrae, «ad limina<br />

Apostolorum» pro primo gratias agimus<br />

Domino pro libertate nova nostrae Ecclesiae<br />

decem annorum. Gratiasque agimus,<br />

abhinc visitationis prioris nostrae, pro Vestra<br />

magnanimitate erga nostram ecclesiam<br />

hungaricam. Nominatim pro decreto<br />

«Hungarorum gens» quo novam distributionem<br />

dioecesium habemus in utilitate curae<br />

pastoralis (1993), dein pro visitatione secunda<br />

Vestra in Gyór et Pannonhalma<br />

(1996), pro pacto inter Sanctam Sedem et<br />

Rem Publicam Hungariae (1997). Gaudenter<br />

audivimus verba Vestra per legatum<br />

personalem in festo Sancti Stephani in anno<br />

elapso millennio nationali Budapestini.<br />

Nos caro animo commemoramus nominationem<br />

archiepiscopi hungarici Csaba Ternyák<br />

ad Sancram Congregationem Cleri et<br />

pro omnibus signis benevolentiae Vestrae<br />

semper vigentibus.<br />

Nos possumus imprimis nuntiare quanta<br />

proderant nobis illi anni praeparatorii;<br />

Christo, Spiritu Sancto et Patri, de baptismo,<br />

confirmatione et poenitentia dedicati.<br />

In anno Jubilei Magni Incarnationis pro toto<br />

populo vigor vivificans evaserunt celebratio<br />

mysterii sanctissimae Trinitatis et<br />

Eucharistiae, renovatioque cultus sanctissimae<br />

Deiparae Virginis Mariae in regeneratione<br />

vitae nostrae. Solemnitates, indulgentiae,<br />

praedicationes, imagines jubilares,<br />

praeces et hymni, peregrinationesque nos<br />

ipsos, pastores confirmaverunt in vita et<br />

missione vere christina. Multa legimus,<br />

meditati fuimus de iis et in munere nostro<br />

apostolico magis obligati facti sumus. Sincere<br />

dicere possum, talis refectio provisa<br />

non fuit in nostra aetate valde dechristianisata.<br />

Nos portamus patienter et cum fiducia in<br />

Deoconsequentiasvigesimi saeculi peracti,<br />

utcrucemnostram, quae manent ad finem<br />

vitae nostrae ut medium salutis.Cognoscimus<br />

etiam, quod vis noxia societatis consummationis<br />

hodiernae, quae nunc effundat<br />

in nostram regionem, non fiet facilior.<br />

Demografiae miseria obstat progressu<br />

vocationum, et in clero dioecesano, et in<br />

ordinibus religiosis. Formationem cleri<br />

nunc putamus bonam esse, et in theologia<br />

et in spiritualitate. Extremitates saepe incomprehensibiles<br />

in mundo adhuc non turbant<br />

vitam seminariorum nostrorum.<br />

Relatio ad vicinos regnos et ecclesias vivida<br />

est.<br />

Relatio ad gubernium hodiernum bona<br />

est. Praesesminister noster identidem declaravit<br />

necessitatem renovationis vitae<br />

moralis nostrae totius nationis, in qua Ecclesia<br />

debet majorem partem implere. Ideo<br />

valet una manifesta benevolentia erga nostrum<br />

servitium.<br />

Deformatio animi cogitandi in praeteritis<br />

exorta, in societate nostra tarde rectificatur.<br />

Instauratio hujius hereditatis in communicatione<br />

per catechesim, per litteraturam<br />

copiosam christianam et nunc jam in<br />

sexta parte Hungariae auscultabilis munere<br />

radionis catholicae adiuvatur.<br />

Consolatio nostra est spiritualitas marialis<br />

hungarorum, quae superavit exercitationes.<br />

Nos speramus, quod non obstante fragilitate<br />

nostra. Deipara beata Virgo, Magna<br />

Domina Hungarorum, cui sanctus Stephanus<br />

rex noster nos olim commendavit, nos<br />

non relinquit et poterimus in fidelitate ad<br />

Petri Successorem manentes, in tertio millennio<br />

vivere in vestigia Christi et salutem<br />

accipere in ordine Divinae Providentiae.<br />

Sanctissime Pater! Ad hoc petimus humuliter<br />

verba paterna, preces et benedictionem<br />

apostolicam Sanctitatis Vestrae!<br />


.<br />

PAGINA<br />

5 .<br />

La traduzione italiana del discorso<br />

del Papa ai Vescovi ungheresi<br />

Signor Cardinale,<br />

Venerati Fratelli nell'Episcopato!<br />

1.La grazia del Signore Nostro Gesù Cristo,<br />

l'amore di Dio Padre e la comunione dello<br />

Spirito Santo siano con tutti Voi e con ciascuno<br />

di Voi! Sono lieto di poterVi ricevere in<br />

occasione della vostra visita ad limina. Il pellegrinaggio<br />

alla Tomba del Principe degli Apostoli<br />

è un momento significativo nella vita di<br />

ciascun Pastore: gli offre l'occasione di esprimere<br />

la sua comunione col Successore di Pietro<br />

e di condividere con lui le sollecitudini e<br />

le speranze connesse col ministero episcopale.<br />

La vostra visita si colloca nell'ambito di due<br />

grandi ricorrenze: è stata da poco chiusa la<br />

Porta Santa del Grande Giubileo e nella vostra<br />

Patria è in corso la celebrazione dei mille<br />

anni da che la vostra Nazione è diventata cristiana.<br />

Tali ricorrenze mi hanno già dato l'opportunità<br />

di salutarVi, sia per il tramite del<br />

mio Cardinale Segretario di Stato che ha fatto<br />

le mie veci in occasione della festa di Santo<br />

Stefano, sia personalmente, quando pochi<br />

mesi fa siete venuti alla Tomba di San Pietro<br />

con il pellegrinaggio nazionale del vostro Paese.<br />

2.Chi vuole affrontare efficacemente il futuro,<br />

deve ritornare alle proprie radici. Le celebrazioni<br />

giubilari qui a Roma, come quelle<br />

nel vostro Paese, si sono concentrate sull'evento<br />

storico da cui ha avuto origine il cristianesimo.<br />

Il Grande Giubileo ci ha invitati a<br />

volgere lo sguardo verso il momento in cui il<br />

Verbo di Dio ha preso la nostra natura umana<br />

ed è nato nel tempo, Lui che è lo stesso ieri,<br />

oggi e sempre (cfr Eb 13, 8). È mio profondo<br />

desiderio che i nostri occhi rimangano<br />

fissi sull'unico Redentore dell'uomo, come ho<br />

rilevato nella mia recente Lettera apostolica<br />

Novo Millennio ineunte. In tale documento<br />

ho offerto un programma esigente per l'avvenire,<br />

presentando alcune linee di fondo che ritengo<br />

importanti per non perdere di vista il<br />

volto del Salvatore e per mettere in pratica il<br />

messaggio evangelico.<br />

Il primo compito dei Pastori della Chiesa è<br />

quello di annunciare le verità della fede, che<br />

culminano nell'Incarnazione e nel Mistero pasquale.<br />

Il nostro messaggio trae la sua forza<br />

dalla contemplazione del volto di Cristo Diouomo,<br />

morto e risorto per noi. Solo perché il<br />

Figlio di Dio è diventato veramente uomo,<br />

possiamo noi uomini, in Lui e attraverso di<br />

Lui, divenire realmente figli di Dio. Il rilievo<br />

da Voi dato alla contemplazione di Cristo sarà<br />

un segno chiaro della volontà di conferire alla<br />

vostra missione un'impronta spirituale e pastorale,<br />

che non mancherà di influenzare lo<br />

stile di vita di quanti Vi sono affidati.<br />

3.In questo contesto, vorrei esprimere il<br />

mio apprezzamento per i vostri sforzi volti a<br />

promuovere nel clero, nei religiosi e nei fedeli<br />

laici delle vostre Chiese locali un'autentica<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Mercoledì 31 Gennaio 2001<br />

spiritualità, che li metta in grado di affrontare<br />

le varie sfide pastorali con un nuovo slancio<br />

di entusiasmo nutrito dalle esperienze giubilari.<br />

Al riguardo, vorrei richiamarmi ancora al<br />

programma che ho delineato nella Lettera<br />

apostolica Novo Millennio ineunte: ho raccolto<br />

in essa alcuni esigenti imperativi evangelici.<br />

Lo sguardo fisso a Cristo, venuto perché abbiamo<br />

la vita e l'abbiamo in abbondanza (cfr<br />

Gv 10, 10), ci impegna ad accogliere questo<br />

suo dono in ogni suo aspetto, a cominciare<br />

da quello fisico. Più che mai, alla soglia del<br />

terzo millennio, sentiamo l'esigenza che la vita<br />

sia difesa e coltivata. Bisogna suscitare nel<br />

nostro mondo una vera «cultura della vita».<br />

Mi è nota l'energia con cui Vi impegnate<br />

come difensori della vita. Ma nonostante la<br />

vostra instancabile dedizione, anche nella vostra<br />

Patria si notano i dati preoccupanti che<br />

segnalano in molti Paesi del vecchio continente<br />

il diffondersi di una cultura della morte<br />

sempre più preoccupante. Le statistiche dell'aborto<br />

pubblicate negli ultimi decenni nel<br />

vostro Paese sono allarmanti. Esse devono<br />

spingere a difendere senza timore e con chiarezza<br />

la vita umana in ogni fase della sua esistenza,<br />

dal concepimento fino alla morte naturale.<br />

Fate tutto il possibile per incoraggiare<br />

le donne incinte a portare a compimento la<br />

gravidanza.<br />

In questi tempi drammatici la Chiesa assume<br />

una funzione importante. I cristiani devono<br />

diventare sempre più ciò che sono chiamati<br />

ad essere: sale della terra e luce del mondo<br />

(cfr Mt 5, 13-14). Tale nobile vocazione obbliga<br />

soprattutto i Pastori che, come si legge<br />

nella seconda Lettera a Timoteo, devono essere<br />

pronti a prendere la parola in ogni occasione<br />

opportuna e non opportuna (cfr 2 Tim 4,<br />

2). FateVi coinvolgere là dove pensate di dover<br />

difendere Dio e l'uomo! Non siete del<br />

mondo, ma non segregateVi dal mondo (cfr<br />

Gv 15, 19). Una società laica, in cui si fa sempre<br />

più silenzio su Dio, ha bisogno della vostra<br />

voce. Per dare alla società un'anima, può<br />

essere conveniente cercare d'allearsi con i Pastori<br />

e i cristiani di altre Chiese e Comunità<br />

ecclesiali. L'ecumenismo della testimonianza<br />

apre di fatto un ampio campo di collaborazione.<br />

4.Gli attuali condizionamenti della Chiesa<br />

in Ungheria non devono essere identificati<br />

semplicemente con un contesto agnostico di<br />

indifferenza religiosa. Anche se estromesso o<br />

taciuto, Dio è presente. Certo: molti vivono<br />

come se Dio non esistesse. Ma il desiderio di<br />

Lui è sempre vivo nei cuori. L'uomo, infatti,<br />

non si accontenta soltanto di quanto è umano,<br />

ma cerca una verità che lo trascende, perché<br />

avverte, anche se confusamente, che in<br />

essa sta il senso della propria vita. La risposta<br />

alla questione del senso della vita è la grande<br />

occasione favorevole della Chiesa. Apriamo<br />

dunque le nostre porte a tutti quelli che sinceramente<br />

sono in cerca di Dio! Chi chiede alla<br />

Chiesa la verità, ha diritto di attendersi che<br />

da essa gli sia esposta autenticamente ed integralmente<br />

la parola di Dio scritta o trasmessa<br />

(cfr Dei Verbum, 10). Così, la ricerca della<br />

verità viene protetta dai pericoli di una religiosità<br />

indeterminata, irrazionale e sincretistica,<br />

e la Chiesa del Dio vivente si rivela per<br />

quello che è, «colonna e sostegno della verità»<br />

(1 Tim 3, 15).<br />

5.La Chiesa nel vostro Paese è stata sottoposta<br />

a vari generi di persecuzione: vi sono<br />

state forme di persecuzione violenta, e ve ne<br />

sono state altre sofisticate e più sottili. Negli<br />

ultimi dieci anni la Chiesa ha vissuto una realtà<br />

diversa: la «svolta» ha portato non soltanto<br />

una nuova libertà, ma anche un «choc consumistico».<br />

I beni materiali sono messi in evidenza<br />

con un'insistenza tale da soffocare<br />

spesso qualsiasi desiderio di valori religiosi e<br />

morali. Ma col passare del tempo, se l'anima<br />

rimane senza nutrimento e soltanto le mani<br />

sono riempite, l'uomo sperimenta il vuoto:<br />

«Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni<br />

parola che esce dalla bocca di Dio» (Mt 4, 4;<br />

cfr Dt 8, 3).<br />

In questo contesto vorrei esprimere la mia<br />

sollecitudine riguardo al significato della domenica,<br />

che sempre di più è minacciata di<br />

svuotamento. Nella Lettera apostolica Dies<br />

Domini ho illustrato la domenica come giorno<br />

del Signore e giorno dell'uomo. Desidero<br />

ripetere un pensiero che mi sta molto a cuore:<br />

l'uomo, in quanto persona, non deve essere<br />

schiacciato dagli interessi economici. È<br />

questo un rischio reale, perché «la società dei<br />

consumi», dove Dio spesso viene dato per<br />

morto, ha creato idoli a sufficienza, tra i quali<br />

sta in evidenza l'idolo del profitto ad ogni costo.<br />

Durante il Grande Giubileo si è manifestato<br />

anche un volto diverso di queste società:<br />

molti uomini hanno riscoperto le riserve del<br />

cristianesimo, le riserve della Chiesa, cioè la<br />

fede testimoniata e vissuta da tanti credenti.<br />

Nonostante le apparenze che potrebbero dare<br />

l'impressione del contrario, la fede cristiana è<br />

radicata profondamente nell'anima del vostro<br />

popolo. Tocca a Voi risvegliare la voce di Dio<br />

nelle coscienze degli uomini.<br />

6.Alla verità della fede deve corrispondere<br />

la coerenza della vita. La Chiesa in Ungheria,<br />

non ricca di beni materiali, possiede inestimabili<br />

ricchezze spirituali, costituite dalle<br />

testimonianze di fede e di santità di tanti suoi<br />

membri. Penso in particolare alle famiglie cristiane,<br />

vere «chiese domestiche». Di fronte alle<br />

sfide della società moderna ci vuole una<br />

rinnovata pastorale della famiglia. Questo mio<br />

desiderio Ve l'ho già affidato nel Messaggio<br />

mandatoVi in occasione della festa di Santo<br />

Stefano in questo indimenticabile Anno 2000.<br />

Vi scrivevo allora: «Siate consapevoli della<br />

centralità della famiglia per una convivenza<br />

ordinata e florida» (l.c., 4). Sono lieto che abbiate<br />

dato alla famiglia un posto privilegiato<br />

nella gerarchia delle priorità pastorali, scrivendo<br />

una comune Lettera Pastorale sulla<br />

Famiglia. Apprezzo quest'azione concertata<br />

ed auspico che ne seguiranno tante altre.<br />

L'opera dell'evangelizzazione nel vostro<br />

Paese è di fatto così grande che richiede tutte<br />

le vostre forze ed energie. Ci sono gli «amboni»<br />

tradizionali come la predica, la catechesi,<br />

i ritiri spirituali, le Lettere Pastorali. Ma sono<br />

allo stesso tempo importanti i nuovi «areopaghi»<br />

che Vi attendono: la radio, la televisione,<br />

le nuove tecnologie. È difficile utilizzare ed<br />

«evangelizzare» questi nuovi mezzi, ma con<br />

fantasia e coraggio è possibile! Mi congratulo<br />

con Voi per l'iniziativa di voler realizzare una<br />

radio cattolica. Una tale istituzione, ben gestita<br />

e utilizzata, può diventare per Voi, Pastori,<br />

una specie di pulpito dal quale Vi sarà possibile<br />

raggiungere anche le persone che si sono<br />

allontanate dalla Chiesa.<br />

7.Cari Fratelli! Se ogni cristiano è chiamato<br />

a conformarsi a Cristo, tanto maggiormente<br />

lo è il Vescovo, che deve essere modello<br />

del suo gregge. Cristo sia sempre al centro<br />

della vostra vita. Mi piace molto il motto che<br />

avete scelto per il vostro millenario ungherese:<br />

«Il nostro passato è la nostra speranza —<br />

Cristo è il nostro avvenire». Cristo sarà il vostro<br />

avvenire se continuerete a contemplare il<br />

suo volto; se cercherete di vivere sempre di<br />

più la Chiesa-comunione; se Vi impegnerete<br />

in favore di un'autentica ed entusiasmante pastorale<br />

vocazionale per affrontare la scarsità<br />

di sacerdoti, religiosi e religiose; se aiuterete i<br />

fedeli laici a scoprire e vivere ancora di più la<br />

loro propria vocazione, su cui tanto ha insistito<br />

il Concilio Vaticano II.<br />

La pupilla privilegiata della vostra pastorale<br />

devono essere i giovani. A questo riguardo<br />

avete potuto fare negli ultimi anni un passo<br />

importante in avanti, rifondando numerose<br />

scuole cattoliche ed erigendo l'Università cattolica.<br />

Tali istituzioni costituiscono quella sorta<br />

di «laboratorio» in cui gli studenti hanno la<br />

possibilità di prepararsi a una vita cristiana<br />

degna della libertà dell'uomo e fondata sulla<br />

verità. Chi segue la voce della coscienza ha<br />

bisogno di autentica conoscenza conforme alle<br />

verità proposte dal Magistero.<br />

8.Con questi pensieri, cari Fratelli, ho voluto<br />

stimolarVi nell'esercizio dei compiti pastorali<br />

a Voi affidati a servizio della Chiesa<br />

nella vostra Patria. Consapevole della grande<br />

dedizione con cui svolgete il vostro ministero<br />

episcopale, vorrei esprimerVi il mio fraterno e<br />

grato apprezzamento. In ogni situazione Vi<br />

conforti il pensiero che Cristo Gesù non Vi ha<br />

preso a suo servizio come semplici «manager»,<br />

ma Vi ha consacrati ministri dei suoi<br />

Misteri, chiamandoVi a partecipare alla sua<br />

amicizia (cfr Gv 15, 14-15).<br />

Infine, affido la vostra esistenza e la vostra<br />

missione come Pastori dei vostri greggi all'intercessione<br />

di Maria, Magna Domina Hungarorum.<br />

Su di Voi, sui sacerdoti, diaconi, religiosi<br />

e laici nelle vostre diocesi discenda l'abbondanza<br />

delle grazie celesti, di cui è pegno<br />

la Benedizione Apostolica che a tutti imparto<br />

di cuore.


.<br />

PAGINA<br />

6 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Mercoledì 31 Gennaio 2001<br />

Pontificia Università Lateranense: convegno sul tema «Dignità del vivere e del morire»<br />

La Settimana di Preghiera per l'Unità dei Cristiani<br />

Rapporti fra Cattolici e Riformati<br />

durante l'Anno Giubilare 2000<br />

Le relazioni fra l'Alleanza Riformata<br />

Mondiale (ARM) e la Chiesa cattolica<br />

nel 2000 hanno rispecchiato in maniera<br />

significativa lo stato attuale dei rapporti<br />

fra le Chiese nate dalla Riforma del XVI<br />

secolo e la Chiesa cattolica. Nel contesto<br />

del movimento ecumenico moderno, ci<br />

sono stati buoni contatti fraterni, ma anche<br />

forti tensioni su questioni teologiche,<br />

che, dopo secoli, rimangono ancora<br />

irrisolte.<br />

Fra i contatti fraterni, ricordiamo l'invito<br />

esteso dall'Alleanza Riformata Mondiale<br />

al Pontificio Consiglio per la Promozione<br />

dell'Unità dei Cristiani ad inviare<br />

un osservatore all'incontro annuale<br />

del Comitato Esecutivo dell'ARM, che si<br />

è svolto nel mese di luglio 2000, a Bangalore,<br />

in India. Durante l'incontro, il<br />

Comitato ha riesaminato il programma<br />

completo di lavoro dell'ARM, le varie attività<br />

interne, i dialoghi teologici, ed ha<br />

elaborato piani di lavoro per il futuro, in<br />

particolare per il prossimo incontro del<br />

Consiglio Generale nel 2004.<br />

L'Alleanza ha anche invitato il Pontificio<br />

Consiglio per la Promozione dell'Unità<br />

dei Cristiani ad inviare un partecipante<br />

alla consultazione del febbraio<br />

2000, organizzata in collaborazione con<br />

la Conferenza Mennonita Mondiale e<br />

con la Federazione Luterana Mondiale,<br />

a Strasburgo, in Francia, per esaminare<br />

i rapporti fra la riforma magisteriale<br />

(Luterani e Riformati), la prima riforma<br />

(Valdesi, Hussiti) e la riforma radicale<br />

(Mennoniti, Quaccheri, Chiesa dei Fratelli<br />

[Brethren]). Lo scopo della consultazione<br />

era quello di comprendere se<br />

questi vari movimenti possano essere<br />

considerati come facenti parte di una<br />

sola riforma. I dibattiti hanno portato i<br />

partecipanti alla conclusione che i vari<br />

movimenti riformistici, che nel XVI secolo<br />

si opposero alla Chiesa costituita,<br />

erano così diversi gli uni dagli altri che<br />

è più corretto parlare di una pluralità di<br />

riforme piuttosto che di una sola riforma.<br />

Il rappresentante cattolico e gli altri<br />

cristiani invitati, oltre ai tre organismi<br />

promotori, hanno potuto apportare il loro<br />

contributo alle discussioni.<br />

Da parte sua, la Chiesa cattolica ha<br />

mantenuto fraterni contatti con l'Alleanza<br />

Riformata Mondiale durante l'Anno<br />

Giubilare invitandola, insieme ad altre<br />

comunioni cristiane mondiali, a due importanti<br />

servizi ecumenici.<br />

Il primo è stato il servizio ecumenico<br />

in occasione dell'apertura della Porta<br />

Santa nella Basilica di san Paolo fuori le<br />

Mura, il 18 gennaio 2000.<br />

L'Alleanza ha declinato l'invito per<br />

motivi che verranno esposti in seguito.<br />

Mileto: iniziative<br />

per il dialogo<br />

ecumenico<br />

Fra gli obiettivi prefissati dal Vescovo<br />

della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea,<br />

Mons. Domenico Cortese,<br />

per il Grande Giubileo è da porsi<br />

come primario l'intensificarsi della<br />

comunione fraterna, anche con i<br />

fratelli di altre confessioni. Diverse<br />

sono state le iniziative per favorire<br />

il dialogo, a livello personale e comunitario<br />

con i Pastori e i fedeli di<br />

confessioni cristiane, con incontri<br />

di studi e di preghiera. Si sono intensificate<br />

le iniziative promosse dal<br />

settore diocesano per l'Ecumenismo<br />

e Dialogo in collaborazione<br />

con il settore Missioni con una celebrazione<br />

particolare, oltre che nelle<br />

parrocchie, anche nelle cinque sedi<br />

delle zone pastorali, nella cattedrale<br />

di Mileto e nelle concattedrali di<br />

Nicotera e Tropea.<br />

La conclusione della settimana si<br />

è svolta presso la Chiesa del Purgatorio<br />

di Tropea, con la partecipazione<br />

di diversi sacerdoti, religiosi e<br />

fedeli. Durante la settimana si sono<br />

avvicendati diversi presbiteri, fra i<br />

quali l'incaricato diocesano per l'Ecumenismo<br />

e il Dialogo don Pasquale<br />

Russo, P. Severino dei Frati<br />

Minori Rettore della Chiesa del Purgatorio,<br />

Mons. Domenico Pantano,<br />

Vicario Episcopale per la Cultura, e<br />

Don Ignazio Toraldo di Francia,<br />

Parroco della concattedrale.<br />

La concelebrazione conclusiva è<br />

stata presieduta da Mons. Domenico<br />

Monteleone, Vicario Generale<br />

della diocesi, che ha messo in risalto<br />

il lungo cammino che con pazienza<br />

e tenacia sta portando avanti<br />

il Santo Padre. Fra i segni nuovi,<br />

che alimentano la speranza, ha detto<br />

Mons. Monteleone, è da ricordare<br />

l'apertura della Porta Santa della<br />

Basilica di san Paolo, in cui per la<br />

prima volta nella storia dei Giubilei<br />

abbiamo visto Giovanni Paolo II,<br />

con Rappresentanti di varie Chiese<br />

e comunità ecclesiali, aprire la porta<br />

e pregare insieme. La preghiera<br />

sacerdotale di Gesù, l'unione intima<br />

con Lui e con il Padre non riguarda<br />

solo i discepoli, ma ogni credente.<br />

DOMENICO PANTANO<br />

Per il secondo evento giubilare ecumenico,<br />

la Commemorazione ecumenica<br />

dei Testimoni della Fede del secolo XX,<br />

l'Alleanza ha inizialmente accettato l'invito,<br />

esprimendo il forte desiderio di essere<br />

presente. In seguito tuttavia, a causa<br />

di altri impegni che venivano a coincidere<br />

con l'evento ecumenico, essa si è<br />

trovata, con rincrescimento, nell'impossibilità<br />

di inviare un rappresentante. In<br />

un'altra occasione, i membri del Dialogo<br />

Internazionale tra cattolici e riformati,<br />

riunitisi dal 13 al 19 settembre 2000 nei<br />

pressi di Roma, sono stati ricevuti cordialmente<br />

da Papa Giovanni Paolo II. In<br />

conclusione, gli inviti reciproci, scambiati<br />

nell'anno appena trascorso come<br />

espressione della volontà di far partecipare<br />

gli uni alla vita degli altri, testimoniano<br />

l'esistenza di rapporti cordiali fra<br />

cattolici e riformati, nonostante la rottura<br />

provocata dalla Riforma 450 anni fa.<br />

Ciò non toglie, tuttavia, che ci siano<br />

state anche tensioni dovute a problemi<br />

irrisolti che risalgono all'epoca di questa<br />

stessa Riforma. A titolo di esempio,<br />

quando l'Alleanza Riformata Mondiale<br />

ha declinato l'invito per l'evento del 18<br />

gennaio, essa ha arrecato come motivazione<br />

il problema delle indulgenze associate<br />

all'Anno Giubilare.<br />

Per i cattolici, le indulgenze sono<br />

un'espressione della misericordia di Dio<br />

trasmessa mediante la Chiesa ai peccatori<br />

pentiti. Molti protestanti, invece, ritengono<br />

che proprio le indulgenze del<br />

XVI secolo siano la causa della Riforma<br />

ed associano ancora oggi il concetto di<br />

indulgenza agli abusi di quel periodo. In<br />

realtà, il conflitto relativo alle indulgenze<br />

è sintomatico di questioni più profonde.<br />

Oggi cattolici e riformati concordano<br />

sulla necessità di evitare abusi nel caso<br />

delle indulgenze e abusi di qualsiasi<br />

altro genere nella vita della Chiesa. Tuttavia,<br />

le indulgenze sollevano questioni<br />

specifiche sulla natura della Chiesa e<br />

sulla sua autorità; questioni sulle quali<br />

le due parti divergono. Mentre i cattolici<br />

credono che l'autorità della Chiesa di<br />

concedere indulgenze provenga da Dio,<br />

i protestanti hanno una concezione opposta.<br />

Su questo e su altri aspetti dell'ecclesiologia<br />

i cattolici, i riformati e altri<br />

protestanti sono in disaccordo dal<br />

tempo della Riforma. La disputa sulle<br />

indulgenze è servita a richiamare l'attenzione<br />

ancora una volta sull'importante<br />

dialogo relativo alla natura della Chiesa.<br />

Oggi questioni riguardanti la Chiesa<br />

sono divenute il fulcro di numerosi dialoghi<br />

bilaterali e multilaterali, tra cui<br />

quello internazionale tra cattolici e riformati.<br />

La seconda fase del dialogo cattolico-riformato<br />

(1984-1990) ha prodotto<br />

un documento intitolato Towards a<br />

Common Understanding of the Church<br />

(verso una comprensione comune della<br />

Chiesa) (1990). Questo documento, esaminando<br />

il modo in cui ogni parte comprende<br />

le questioni ecclesiologiche al<br />

centro dei conflitti del XVI secolo, ha<br />

sottolineato gli aspetti della fede apostolica<br />

condivisa oggi da entrambe le parti<br />

e le convergenze raggiunte su diversi<br />

punti, ha illustrato differenze e divergenze<br />

circa la comprensione della natura<br />

della Chiesa, che esorta a un dialogo<br />

costante, ed ha suggerito passi che potrebbero<br />

essere utili agli uni e agli altri<br />

nel pellegrinaggio ecumenico ancora da<br />

fare. Anche la fase attuale, che è la terza,<br />

cominciata nel 1998, si occupa di ecclesiologia.<br />

Il suo tema generale è:<br />

«Chiesa come comunità di testimonianza<br />

comune del Regno di Dio». Ci auguriamo<br />

che lo studio congiunto sulla no-<br />

«Dignità del vivere e del morire:<br />

“...nostra sorella morte...”». Questo è il<br />

tema del convegno svoltosi il 27 gennaio<br />

nell'Aula Paolo VI della Pontificia<br />

Università Lateranense. L'incontro è<br />

stato promosso dal Centro della Pastorale<br />

Sanitaria della Diocesi di Roma<br />

e dal Forum Regionale delle Associazioni<br />

Sanitarie Cattoliche del Lazio.<br />

zione biblica di Regno di Dio ci aiuti a<br />

trovare una comprensione comune della<br />

Chiesa. Tra gli argomenti esposti negli<br />

interventi su tale tema durante la recente<br />

sessione di questa fase figurava la ricerca<br />

biblica sulla nozione di Regno di<br />

Dio e il suo rapporto con la Chiesa, così<br />

come una riflessione sistematica sulla<br />

Chiesa quale segno e strumento del Regno.<br />

La terza fase esamina anche alcune<br />

delle convergenze sull'ecclesiologia che<br />

sono già state individuate, nella speranza<br />

di approfondirle. In particolare, la seconda<br />

fase ha sostenuto che è possibile<br />

individuare una convergenza fra la nozione<br />

di Chiesa dei riformati come<br />

«creatura verbi» e quella dei cattolici come<br />

«sacramento di grazia». Ci sono dunque<br />

stati interventi da parte cattolica<br />

volti ad analizzare temi quali «la Chiesa<br />

come creatura verbi e sacramentum<br />

gratiae nella teologia patristica» e la «riflessione<br />

sistematica sulla Chiesa come<br />

creatura verbi e sacramentum gratiae».<br />

Da parte riformata, gli interventi hanno<br />

affrontato il tema «sacramentalità e strumentalità:<br />

una rilettura di Towards a<br />

Common Understanding of the Church<br />

numero 13». Questo studio sarà ulteriormente<br />

approfondito.<br />

Ricevendo i membri della Commissione<br />

di dialogo il 18 settembre 2000, Papa<br />

Giovanni Paolo II ne ha lodato lo studio<br />

incentrato su questioni relative alla<br />

Chiesa ed al Regno di Dio, con queste<br />

parole di incoraggiamento:<br />

«Nella storia recente abbiamo assistito<br />

all'agonia causata da ideologie che hanno<br />

cercato di eliminare Dio e il suo Regno.<br />

Quant'è importante, all'inizio del<br />

nuovo millennio, per tutti i cristiani, a<br />

lungo separati gli uni dagli altri, sentirsi<br />

profondamente sfidati dall'esortazione<br />

del Signore: “Il tempo è compiuto e il<br />

regno di Dio è vicino; convertitevi e credete<br />

al Vangelo!” (Mc 1, 15). Che il vostro<br />

dialogo incarni lo spirito di amore e<br />

stima fraterni necessari ad abbracciare<br />

queste parole del nostro Salvatore!».<br />

Riaperta la biblioteca del convento di s. Matteo, situato vicino a S. Giovanni Rotondo<br />

Nucleo fondamentale dell'attività culturale<br />

punto di incontro per gli studiosi<br />

A pochi chilometri da S. Giovanni Rotondo,<br />

sull'antica Via dei romei che salivano<br />

al Monte dell'Arcangelo (a Sante<br />

Mechele), alto, solenne, maestosamente<br />

immerso nel verde che preannuncia la<br />

Difesa (nel cuore del Parco Nazionale<br />

del Gargano) si erge il Convento di s.<br />

Matteo.<br />

Sovrasta, il Santuario, l'antica valle di<br />

Giano e l'odierno abitato di S. Marco in<br />

Lamis, là dove anticamente sta(ba)t ara<br />

dedicata al mitico dio bifronte: Janua<br />

(porta di pace e di cielo) e dove oggi<br />

esiste e resiste il mistico culto per l'apostolo<br />

di Cafarnao, scrittore del Vangelo<br />

di Cristo: Levi il pagano gabelliere, scriba<br />

raffinato.<br />

Così il messaggio che parte da questo<br />

sacro luogo è rivolto, oggi, essenzialmente<br />

agli intellettuali, ai docenti, agli<br />

studenti, a ogni persona che intenda acquisire<br />

varie conoscenze e il convento è<br />

diventato, nel tempo, un centro (oltre<br />

che liturgico e di pellegrinaggio) «completo<br />

e particolarmente adatto allo studio<br />

e alla riflessione».<br />

Convegni<br />

e pubblicazioni<br />

Condizione, quest'ultima, testimoniata<br />

dalla recente riapertura della biblioteca:<br />

nucleo fondamentale dell'attività culturale<br />

del santuario, «punto di incontro<br />

per gli studiosi insieme ai quali i frati vivono<br />

un'intensa esperienza» anche attraverso<br />

convegni e pubblicazioni.<br />

Nella sala dove si è svolta la cerimonia<br />

di riapertura, la «modernità degli<br />

impianti fa splendido contrappunto alla<br />

suggestione delle antiche architetture»,<br />

le pietre dell'antico lanificio, dove i frati<br />

provvedevano al loro sostentamento (ridisegnato<br />

come aula magna), parlano e<br />

ripetono gli interventi e fanno riecheggiare<br />

le parole di soddisfazione che i relatori<br />

hanno voluto porgere al folto e<br />

qualificato pubblico presente in sala.<br />

Il primo indirizzo di saluto è stato del<br />

padre A. Marracino il quale dopo aver<br />

giustificato i due anni di forzata chiusu-<br />

Il saluto ai convegnisti è stato rivolto<br />

dal Presidente Coordinatore del Forum<br />

Regionale, Antonino Bagnato. I lavori<br />

sono stati introdotti dal Cardinale Vicario<br />

Camillo Ruini. Le conclusioni sono<br />

state illustrate da Mons. Armando<br />

Brambilla, Vescovo ausiliare delegato<br />

per la Pastorale Sanitaria della Diocesi<br />

di Roma.<br />

Sono intervenuti, tra gli altri, Biju<br />

Giovanni Paolo II riceve in udienza i membri della Commissione mista internazionale di dialogo<br />

tra cattolici e «World Alliance of Reformed Churches» (18-9-2000)<br />

ra, a nome di tutta la comunità conventuale,<br />

ha espresso apprezzamento per il<br />

lavoro svolto dai tanti collaboratori di P.<br />

Mario Villani bibliotecario e anima della<br />

rinnovata struttura che si riapre.<br />

Un prezioso tesoro<br />

di volumi<br />

Poi si è soffermato sul rapporto: antica<br />

biblioteca — moderna realtà virtuale.<br />

Il Sindaco di S. Marco in Lamis, on. M.<br />

Galante, riconoscendo al Convento di s.<br />

Matteo il ruolo di «presidio culturale imprescindibile<br />

per la Capitanata» ha sostenuto<br />

che la nuova biblioteca, forte di oltre<br />

70.000 volumi, può essere punto di<br />

riferimento per l'intero Meridione.<br />

Importante, ben articolato e completo,<br />

ci è sembrato, poi, l'intervento del<br />

Padre Provinciale: Donato Sardella, il<br />

quale partendo dalle 162 Costituzioni<br />

Generali dell'Ordine e citando s. Francesco,<br />

là dove invita i frati a dedicarsi allo<br />

studio per rispondere alle esigenze culturali<br />

del proprio tempo nell'annuncio<br />

del Vangelo, ha fatto un lungo excursus<br />

storico dell'impegno dei frati nell'ambito<br />

dell'azione culturale: «Tutti i frati — ha<br />

detto — dal Sarteano al Pacioni, dal Capestrano<br />

a Manicone, dal 1200 a oggi,<br />

nelle biblioteche (luoghi di approfondimento)<br />

hanno spinto a studiare il passato<br />

per progettare il presente. Da luogo<br />

per recuperare una dimensione totale —<br />

ha aggiunto —, la biblioteca francescana,<br />

da quella di S. Giovanni dei Gelsi in<br />

Campobasso a quella della Madonna<br />

della Vetrana in Castellana Grotte, e in<br />

special modo quella del Convento di s.<br />

Matteo, si deve trasformare in una rete<br />

di opportunità (rapporti, interessi, intrecci)<br />

ad integrazione dei servizi del<br />

territorio».<br />

La suggestiva presenza<br />

degli ex voto<br />

L'editore P. Malagrinò ribadendo, invece,<br />

l'unicità di questa biblioteca, che<br />

conserva anche importanti ex voto e al-<br />

Duval, docente dell'Istituto Teologico<br />

Pastorale «Redemptor Hominis» della<br />

Pontificia Università Lateranense; Maurizio<br />

Calipari, Officiale della Pontificia<br />

Accademia per la Vita.<br />

Nell'ambito del convegno si è svolta<br />

una tavola rotonda dedicata al tema:<br />

«Quale dignità possibile per chi muore,<br />

oggi?».<br />

Durante i lavori sono stati trattati di-<br />

La morte di suor Anna Torazza, Figlia di Maria Ausiliatrice<br />

Una vita spesa<br />

nella fedeltà a Cristo<br />

Il 2 gennaio 2001, nell'Ospedale «S.<br />

Giovanni Battista» di Torino, è morta<br />

suor Anna Torazza, nata a Torino il 15<br />

settembre 1945. Professa a Pessione (Torino)<br />

il 5 agosto 1967, apparteneva all'Ispettoria<br />

Piemontese «Maria Ausiliatrice».<br />

«L'avventura di essere innamorata di<br />

Gesù è il dono più grande e più bello<br />

che mi è stato dato e la certezza di incontrarlo<br />

presto faccia a faccia, per vivere<br />

persa in Lui per l'eternità, mi riempie<br />

di gioia e mi fa felice». Queste parole,<br />

scritte da suor Anna nell'aprile del<br />

'97, mentre da anni sta combattendo<br />

contro il male che la mina, esprimono<br />

l'orientamento costante della sua esistenza:<br />

un amore appassionato a Gesù<br />

e, in Lui, alla vita.<br />

Si sono «incontrati» molto presto suor<br />

Anna e Gesù. Prima di tutto in casa, dove<br />

mamma e papà pregano con i loro<br />

quattro figli e, in nome di Gesù, esercitano<br />

la carità. In parrocchia, dove Anna<br />

riceve la Prima Comunione e la Cresima<br />

quando non ha ancora sei anni. A scuola,<br />

in piazza Maria Ausiliatrice 27, dove<br />

la cappella custodisce i segreti più intimi<br />

dei «sì» d'amore detti da suor Anna a<br />

Gesù, a cominciare dalla prima chiamata<br />

avvenuta in quinta elementare: «Alla<br />

fine dell'anno scolastico ho sentito fortemente<br />

in cuore la chiamata a seguire<br />

Gesù. Sapevo di essere piccola, non mi<br />

pareva ancora tempo di manifestare<br />

quanto sentivo ad alcuno. Allora sono<br />

andata in cappella ed inginocchiata alla<br />

balaustra ho detto a Gesù: “Se tu mi<br />

chiami io ti voglio seguire e voglio essere<br />

tutta tua già fin da ora, ma guarda<br />

come sono piccola, se proprio mi vuoi<br />

per te, chiamami quando avrò l'età di<br />

quindici o sedici anni”». Gesù ha accolto<br />

questa preghiera. A diciassette anni,<br />

questa volta nella Basilica di Maria Ausiliatrice,<br />

Anna avverte che la Madonna le<br />

dice con forza: «Tu sarai Figlia di Maria<br />

Ausiliatrice». Nel silenzio di quella sera<br />

Anna pronuncia il suo «sì» definitivo.<br />

L'anno successivo entra come aspirante<br />

nell'Istituto, dove da qualche anno l'ha<br />

preceduta la sorella, suor Bianca.<br />

In noviziato Anna trova la parola che<br />

l'accompagnerà per tutta la vita: «Ti benedico<br />

padre». In questa frase suor Anna<br />

sente espresso il suo fascino per gli<br />

atteggiamenti di Gesù verso il Padre. Un<br />

fascino che a partire dagli entusiasmi di<br />

novizia, ancora vivi nella memoria delle<br />

sue compagne, si traduce in ricerca<br />

quotidiana di Gesù riconosciuto e amato<br />

negli altri; in fiducia sempre più totale<br />

in Lui; in abbandono: «È Gesù che piano<br />

piano mi ha condotta a non appoggiarmi<br />

sulle creature, ad essere solida<br />

interiormente, a non spaventarmi della<br />

la quale sono annessi un antiquarium,<br />

un lapidarium medievale e una raccolta<br />

di paramenti, ha chiesto che possa diventare<br />

più intensa l'attività di raccordo<br />

col mondo dei laici e col mondo universitario<br />

(ivi compresa l'organizzazione di<br />

stage per studenti).<br />

A P. Mario Villani, infaticabile operatore<br />

culturale, studioso di storia sacra e<br />

vero motore della operatività di questo<br />

centro librario, è toccata la parte del padrone<br />

di casa, di colui che ha fatto e<br />

che fa la storia di questa prestigiosa biblioteca,<br />

coadiuvato ultimamente dal dr.<br />

M. Starace e da E. Corcelli che insieme<br />

a tanti ha voluto ringraziare.<br />

Come pure altri ringraziamenti, alla<br />

Comunità francescana di s. Matteo, sono<br />

stati rivolti in quella sede dal dr. Zelante<br />

(per la Cassa Rurale), dal dr. Fusilli<br />

(Presidente del P.N.G.) e dal dr. Mercurio<br />

(in rappresentanza della Provincia<br />

di Foggia).<br />

Una felice sintesi<br />

dei diversi saperi<br />

Tutti hanno avuto modo di sottolineare<br />

l'importanza di una biblioteca viva<br />

che diventa un Centro-studi che possa<br />

coniugare religiosità e ambiente — etica<br />

ed economia, che, in rete, possa far superare<br />

la solitudine comunicativa dell'odierna<br />

tecnologia telematica per avvicinare<br />

le persone allo studio, all'approfondimento,<br />

al piacere di scorrere i fogli<br />

dei 10 incunaboli, delle 200 cinquecentine,<br />

delle circa 1.000 seicentine per capire<br />

come e cosa scrivevano quelli che,<br />

prima e dopo Gutemberg, hanno rivoluzionato<br />

il mondo, sconfiggendo l'ignoranza<br />

e l'analfabetismo (internet a parte)<br />

per capire se il mondo di oggi può<br />

accettare la sfida del futuro rimanendo<br />

ancorato comunque al cuore antico del<br />

sapere.<br />

MATTEO COCO<br />

versi argomenti. Tra questo: «La malattia<br />

e la morte nella società del benessere<br />

e dei desideri»; «Verso la conclusione<br />

della vita: le responsabilità etiche<br />

dell'intervento socio-sanitario».<br />

Alcuni interventi hanno focalizzato i<br />

diversi aspetti legati al tema di fondo:<br />

gli aspetti spirituali, clinico-assistenziali,<br />

psicologici, legislativi, della comunicazione<br />

di massa.<br />

novità, a non aver timore degli insuccessi;<br />

perché so per esperienza che con Lui<br />

“sono più che vincitrice”».<br />

I primi venti anni della sua vita religiosa<br />

sono donati con gioia alle ragazze<br />

e alle sorelle come maestra elementare e<br />

assistente, poi come Vicaria e Direttrice.<br />

Intanto suor Anna custodisce e matura<br />

in cuore il desiderio della vita missionaria.<br />

Anche a questa chiamata sente il bisogno<br />

di rispondere il suo «eccomi» presentando<br />

all'ispettrice la domanda che è<br />

«espressione di un lungo cammino». La<br />

volontà di Dio, invece, le indica come<br />

campo della sua missione l'economato<br />

ispettoriale. Per lunghi anni si dedica a<br />

questo servizio con intelligenza, dedizione<br />

e grande attenzione alle persone. I<br />

nuovi progetti, le ristrutturazioni delle<br />

case devono essere fatti per poter vivere<br />

meglio la vita di sorelle e per adeguare<br />

gli ambienti alle urgenze dell'oggi, alle<br />

esigenze dei giovani, dei bambini, perché<br />

anche loro possano trovarsi di casa,<br />

e in una bella casa! I laici che collaborano<br />

con lei sentono il rispetto per le loro<br />

competenze, la stima e anche l'incitamento<br />

a fare sempre meglio. Uno di loro<br />

scrive: suor Anna «fu non solo punto<br />

di riferimento ed un'interlocutrice irreprensibile<br />

nel lavoro, ma anche e soprattutto<br />

un esempio per tutti noi di rettitudine<br />

e serena dedizione civile e religiosa,<br />

nonché fonte e veicolo di energia».<br />

Vive con lo stesso impegno e passione<br />

il cammino di unificazione delle Ispettorie<br />

del Piemonte dando il suo apporto<br />

equilibrato e saggio: prima di tutto occorre<br />

dare possibilità di vita a tutti nelle<br />

nostre comunità locali e ispettorali, aprire<br />

opportunità d'incontri veri tra le persone,<br />

di approfondimento spirituale, di<br />

scambio autentico. La logica dei piccoli<br />

passi, assunta nel Capitolo XX, è stata<br />

la sua prospettiva.<br />

Dopo qualche anno, giunge per suor<br />

Anna la più grande chiamata missionaria:<br />

Gesù le chiede di associarsi alla sua<br />

«missione» redentrice accogliendo la malattia.<br />

Per circa dieci anni suor Anna<br />

continuerà il suo servizio all'Ispettoria<br />

(IPM e poi IMA), accettando il male dalle<br />

mani di Dio, ma nello stesso tempo,<br />

senza mai arrendersi nella lotta contro<br />

di esso, sempre sorretta dalla fiducia in<br />

Gesù e da quell'amore alla vita che l'accompagnerà<br />

fino agli ultimi giorni. «Tutta<br />

la lotta contro la malattia (carcinoma)<br />

l'ho fatta e sostenuta nella certezza<br />

che sono sulla roccia che è Gesù, che<br />

sono preziosa ai suoi occhi, che per Lui<br />

valgo e sono da Lui profondamente<br />

amata».<br />

Nel suo «ultimo Avvento» vissuto all'ospedale,<br />

a suor Bianca che le è particolarmente<br />

vicina, ai fratelli Cristina e<br />

Bartolomeo, alle sorelle dell'Ispettoria<br />

che l'assistono o la vanno a trovare, comunica<br />

le sue riflessioni sulla vita guardata<br />

dal punto di vista del Calvario dove<br />

sente di essere salita insieme a Gesù e a<br />

Maria. Di lì è pronta a salire al Padre<br />

con Gesù, pur mantenendo viva la speranza<br />

di poter ridiscendere, con Maria,<br />

per annunciare la Pasqua.<br />

«Maria Aiuto dei Cristiani» è l'ultima<br />

invocazione ripetuta da suor Anna nella<br />

notte del 2 gennaio, quando la Madonna<br />

viene a prenderla e la trova con la lampada<br />

accesa, ben alimentata dall'olio di<br />

una vita vissuta in attesa dello Sposo.<br />

Sono passati pochi giorni da quando<br />

suor Anna aveva detto a suor Gemma:<br />

«Sta' tranquilla! Quando ritornerò avrò<br />

già visto la Madonna e allora diventerà<br />

tutto più semplice, tutto più facile».<br />

Queste parole, un po' misteriose, a<br />

noi suonano come una promessa: suor<br />

Anna, ora che hai visto la Madonna,<br />

sappiamo che sei tornata tra noi, nella<br />

tua comunità, nella tua Ispettoria, nella<br />

tua famiglia. Guarda Maria per noi, e<br />

facci sentire che con Lei tutto è più facile,<br />

tutto si semplifica nell'unica ricerca<br />

di Gesù! (c.c.)<br />

Pellegrinaggio<br />

nella chiesa di Nazareth<br />

a Barletta<br />

L'Arcivescovo di Trani-Barletta-<br />

Bisceglie, Mons. Giovanni Battista<br />

Pichierri, ha guidato nei giorni<br />

scorsi un pellegrinaggio nella chiesa<br />

dedicata alla Vergine di Nazareth,<br />

a Barletta. La chiesa è Sede<br />

vescovile e nella successione ha<br />

annoverato i Cardinali Maffeo<br />

Barberini — futuro Papa Urbano<br />

VIII — Michele Angelo Tonti, Domenico<br />

Rivarola e Angelo Piazza.<br />

Ancora oggi, Roma ricorda questa<br />

storia con la presenza del «Collegio<br />

nazareno», fondato dal Cardinale<br />

Tonti — già Arcivescovo Nazareno<br />

in Barletta — con san Giuseppe<br />

Calasanzio. Nel 1982 Giovanni<br />

Paolo II ne ha rievocato il<br />

350° di fondazione. In occasione<br />

del pellegrinaggio Mons. Pichierri<br />

ha sottolineato i legami dell'arcidiocesi<br />

del Nord barese con la Casa<br />

di Nazareth e ai grandi personaggi<br />

che «hanno fatto la storia di<br />

tutti i tempi». (c.l.)


.<br />

PAGINA<br />

7 .<br />

La Famiglia Rogazionista celebra il 150° anniversario della nascita del Fondatore<br />

L'anno del beato<br />

Annibale Maria Di Francia<br />

ANTONIO FIORENZA<br />

La Famiglia Rogazionista (i Rogazionisti,<br />

le Figlie del Divino Zelo, le Missionarie<br />

Rogazioniste, gli Ex-Allievi, le Associazioni<br />

e i Gruppi ecclesiali rogazionisti,<br />

gli Amici delle Opere di Padre Annibale,<br />

gli Educatori e i Benefattori) celebra<br />

il 150° anniversario della nascita del<br />

Fondatore, il beato Annibale Maria Di<br />

Francia (Messina, 5 luglio 1851-2001).<br />

L'evento assume particolare importanza<br />

perché ricorre a circa dieci anni dalla<br />

beatificazione (7 ottobre 1990) e nella<br />

prospettiva della canonizzazione.<br />

La ricorrenza è stata preparata dalla<br />

lettera circolare, Sulle Orme di Padre<br />

Annibale, indirizzata alla Famiglia Rogazionista<br />

dal Superiore Generale dei Rogazionisti,<br />

P. Giorgio Nalin, e dalla Superiora<br />

Generale delle Figlie del Divino<br />

Zelo, Madre M. Diodata Guerrera.<br />

La lettera testimonia l'amore che lega<br />

le due Famiglie religiose al comune Fondatore<br />

ed esprime la comunione spirituale<br />

tra loro e con quanti, consacrati e<br />

laici, condividono lo stesso carisma. In<br />

essa viene riproposta la via di santità<br />

percorsa da Annibale M. Di Francia,<br />

mosso e animato dalla comprensione<br />

ispirata, che egli ebbe fin da giovane,<br />

delle parole di Gesù: «La messe è molta<br />

gli operai sono pochi, pregate dunque il<br />

padrone della messe perché mandi operai<br />

nella sua messe» (Mt 9, 35-38).<br />

La riflessione della lettera circolare,<br />

infatti, verte essenzialmente sulla testimonianza<br />

di santità di Padre Annibale e<br />

vuole essere, nella linea del primato della<br />

vita spirituale, un richiamo alla riscoperta<br />

della santità come vocazione fondamentale<br />

e impegno prioritario nella<br />

specificità del carisma rogazionista.<br />

«L'anno 2001 sarà per noi l'“Anno di<br />

Padre Annibale” — scrivono P. Nalin e<br />

M. Diodata nell'introduzione alla loro<br />

lettera —: anno interamente dedicato alla<br />

lode al Signore per il dono del Beato<br />

Padre Fondatore, durante il quale siamo<br />

chiamati a rivisitare la storia, la figura e<br />

l'opera dell'apostolo della preghiera per<br />

le vocazioni e padre degli orfani e dei<br />

poveri; anno in cui siamo invitati ad accostarci<br />

alla persona di Padre Annibale<br />

per riscoprire il suo cammino di santità<br />

affinché la sua vita e le sue opere diventino<br />

sempre più stimolo e luce per il nostro<br />

impegno apostolico e la nostra crescita<br />

in Cristo».<br />

L'«Anno di Padre Annibale», si legge<br />

ancora nella circolare, «avrà inizio il 31<br />

gennaio 2001, per noi festa del Nome<br />

SS. Di Gesù, e si concluderà nella stessa<br />

data dell'anno successivo. La “grande<br />

supplica” che caratterizza questa festa<br />

— (preghiera di ringraziamento e di invocazione<br />

che si rivolge al Signore in<br />

questo giorno in tutte le Comunità delle<br />

Famiglie religiose di Padre Annibale) —<br />

ne costituirà l'atto di apertura e di chiusura».<br />

Per la Famiglia rogazionista il 2001,<br />

che segna l'inizio del terzo millennio, è<br />

dedicato a Padre Annibale Di Francia,<br />

per la Chiesa universale è «anno vocazionale».<br />

Nella lettera che accompagna<br />

il Messaggio del Papa per la XXXVIII<br />

Giornata Mondiale per le Vocazioni si<br />

dice, infatti, che la Sede Apostolica ha<br />

accolto «la continua e pressante richiesta<br />

dei Centri Internazionali e Nazionali<br />

per le vocazioni di celebrare l'inizio del<br />

terzo millennio, come anno vocazionale»<br />

(cfr Congregazione per l'Educazione<br />

Cattolica, prot. 54/2001).<br />

La singolare coincidenza è provvidenziale.<br />

I figli e le figlie di Padre Annibale<br />

sono chiamati a riscoprire e ravvivare<br />

durante quest'anno il rapporto personale<br />

con il loro Fondatore per meglio conoscere<br />

e continuamente ripensare il<br />

suo messaggio, la sua testimonianza di<br />

santità vissuta nella dedizione incondizionata<br />

alla causa delle vocazioni e al<br />

servizio del prossimo più bisognoso (i<br />

piccoli e i poveri); trovano, pertanto,<br />

nell'anno vocazionale spinta e sostegno<br />

per approfondire e vivere il loro carisma<br />

che li vuole nella Chiesa testimoni di<br />

una pastorale vocazionale fondata sul<br />

primato della preghiera. A loro volta, i<br />

pensatori e gli operatori della pastorale<br />

vocazionale nella Chiesa potranno essere<br />

illuminati e orientati dalla testimonianza<br />

e dalla intraprendenza di Padre Annibale<br />

Di Francia che nella preghiera universale<br />

e incessante al Padrone della messe<br />

ha individuato l'«asse portante» e la «ragion<br />

d'essere» della pastorale vocazionale.<br />

Per la celebrazione dell'«Anno di Padre<br />

Annibale» è stato predisposto un<br />

programma di massima, comunicato nei<br />

giorni scorsi, nel quale si precisano innanzitutto<br />

gli obbiettivi: promuovere il<br />

culto del beato Annibale per rendere<br />

gloria a Dio e diffondere la conoscenza<br />

della sua vita, del suo carisma e della<br />

sua missione, sorgenti di promozione<br />

umana e strumenti efficaci per la nuova<br />

evangelizzazione; favorire lo studio, l'approfondimento<br />

e l'interiorizzazione della<br />

testimonianza di santità di Padre Annibale;<br />

suscitare un crescente amore verso<br />

la sua persona, fonte di rinnovamento<br />

spirituale e di fedeltà creativa al carisma<br />

di fondazione.<br />

Diversi sono gli impegni previsti dal<br />

programma generale che vuole essere<br />

soprattutto occasione di riflessione, di<br />

interiorizzazione, di cultura, di testimonianza<br />

evangelica, di carità, di riaffermazione<br />

e proposta di valori umani e<br />

sociali nella linea pedagogica dell'esperienza<br />

cristiana vissuta da Annibale M.<br />

Di Francia.<br />

Convegni di studi, corsi di esercizi<br />

spirituali, pubblicazioni di articoli e saggi<br />

storici riproporranno la figura umana,<br />

religiosa e sacerdotale del Di Francia<br />

per evidenziare la sua esperienza di Dio,<br />

la sua originale intelligenza delle pagine<br />

evangeliche che insegnano la preghiera<br />

per le vocazioni (cfr Mt 9, 35-38; Lc 10,<br />

2), la sua dedizione agli ultimi, il suo zelo<br />

sacerdotale, il suo attaccamento alla<br />

Chiesa, al Papa e ai Vescovi, la sua profonda<br />

spiritualità eucaristica e mariana.<br />

Inoltre, concrete iniziative di opere di<br />

carità, specialmente in terre di missione,<br />

segneranno il 2001 del suo spirito evangelico.<br />

Sono stati anche programmati concorsi<br />

storici, artistici e letterari con premi<br />

per alunni di scuole elementari, medie<br />

e superiori.<br />

Particolare significato assume anche il<br />

pellegrinaggio dell'insigne reliquia del<br />

Cuore di Padre Annibale durante quest'anno<br />

per tutte le Case delle Figlie del<br />

Divino Zelo e dei Rogazionisti in Italia e<br />

all'estero.<br />

Il centro delle celebrazioni resta però<br />

Messina, città natale di Padre Annibale<br />

e della sua Opera, luogo dove riposano<br />

le sue spoglie mortali, nel Tempio da lui<br />

edificato e denominato della «Rogazione<br />

Evangelica».<br />

Un fitto programma è stato previsto<br />

per la festa liturgica del beato, il 1° giugno,<br />

data scelta per la celebrazione ufficiale<br />

del 150° anniversario della nascita,<br />

che di per sé ricorre il 5 luglio.<br />

In quella occasione converranno a<br />

Messina pellegrini da ogni parte del<br />

mondo dove operano i Rogazionisti e le<br />

Figlie del Divino Zelo; le due Famiglie<br />

religiose, in concomitanza con la celebrazione<br />

del 1° giugno, terranno, sem-<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Mercoledì 31 Gennaio 2001<br />

pre in Messina, le rispettive Conferenze<br />

dei Superiori Maggiori.<br />

I momenti principali della celebrazione<br />

sono previsti dal 31 maggio al 2 giugno.<br />

La sera del 31 una fiaccolata accompagnerà<br />

l'Urna contenente il Corpo<br />

di Padre Annibale che per la seconda<br />

volta (la prima volta avvenne in occasione<br />

della beatificazione nel 1990) dal<br />

Tempio della «Rogazione Evangelica» —<br />

Santuario s. Antonio — viene portato<br />

nel Duomo, dove avrà luogo una veglia<br />

di preghiera; il 1° giugno, sempre nel<br />

Duomo, è prevista nella prima metà della<br />

giornata una solenne Concelebrazione<br />

Eucaristica; di pomeriggio presso il Santuario<br />

della Madonna della Guardia, nell'omonima<br />

contrada in località Faro Superiore,<br />

luogo della morte di Padre Annibale,<br />

ci sarà il raduno della Gioventù<br />

rogazionista; concluderà la serata uno<br />

spettacolo musicale cittadino per far<br />

giungere il messaggio di Annibale Di<br />

Francia ad un più vasto e variegato pubblico;<br />

il 2 giugno, infine, avrà luogo il<br />

meeting della Famiglia rogazionista.<br />

Per le celebrazioni sono stati costituiti<br />

una commissione composta da Rogazionisti,<br />

Figlie del Divino Zelo e membri<br />

del laicato rogazionista, e un comitato<br />

d'onore cui hanno aderito esponenti del<br />

mondo della cultura, autorità religiose,<br />

civili e militari della città di Messina e<br />

della Regione Sicilia.<br />

L'Anno di Padre Annibale per la Famiglia<br />

Rogazionista vuole significare la<br />

piena accoglienza del messaggio di conversione<br />

e di rinnovamento del Grande<br />

Giubileo appena concluso; vuole esserne<br />

il prolungamento nell'impegno a percorrere<br />

il cammino di santità nella specificità<br />

del carisma rogazionista, nella testimonianza<br />

della carità e nell'intraprendenza<br />

per la nuova evangelizzazione.<br />

Nello stesso tempo, questo speciale anno<br />

rappresenta l'occasione propizia per<br />

riscoprire la figura e l'opera del Sacerdote<br />

messinese che, per il suo ardente<br />

zelo apostolico e la sua carità senza limiti,<br />

è divenuto «cittadino» di molti Paesi<br />

e «padre» per un numero di figli sempre<br />

crescente.<br />

Il Card. Sodano<br />

conferisce l'ordinazione<br />

episcopale<br />

a Mons. Badini<br />

Confalonieri,<br />

Vescovo di Susa<br />

Il Cardinale Angelo Sodano, Segretario di<br />

Stato, conferirà l'ordinazione episcopale a<br />

Mons. Alfonso Badini Confalonieri, Vescovo<br />

eletto di Susa, mercoledì 31 gennaio, alle<br />

ore 17, nella Patriarcale Basilica di San<br />

Pietro.<br />

Conconsacranti saranno l'Arcivescovo<br />

Agostino Cacciavillan, Presidente dell'Amministrazione<br />

del Patrimonio della Sede<br />

Apostolica, e l'Arcivescovo Francesco Monterisi,<br />

Segretario della Congregazione per i<br />

Vescovi.<br />

Pubblicati gli atti del seminario promosso nel '99 dal Pontificio Consiglio per i Laici<br />

I Movimenti ecclesiali<br />

nella sollecitudine dei Vescovi<br />

Chiesa» — fanno parte gli interventi di<br />

Mons. Stanisław Ryłko, Segretario del<br />

Pontificio Consiglio per i Laici, sul tema:<br />

«L'avvenimento del 30 maggio 1998 e le<br />

sue conseguenze ecclesiologiche e pastorali<br />

per la vita della Chiesa»; di Guzmán<br />

Carriquiry, Sotto-Segretario del medesimo<br />

Pontificio Consiglio, sul tema: «I<br />

movimenti ecclesiali nel contesto religioso<br />

e culturale di oggi»; di Padre Fidel<br />

González Fernández, professore di storia<br />

della Chiesa presso le Pontificie Università<br />

Urbaniana e Gregoriana, su: «Carismi<br />

e movimenti nella storia della<br />

Chiesa».<br />

«I movimenti nella vita delle Chiese<br />

locali» è il tema della seconda parte che<br />

raccoglie gli interventi della tavola ro-<br />

tonda e che si apre con l'introduzione<br />

del Cardinale Lucas Moreira Neves, allora<br />

Prefetto della Congregazione per i<br />

Vescovi. Fanno seguito le esperienze pastorali<br />

dei Vescovi: «I movimenti “sale<br />

della Chiesa”» del Card. Adrianus Johannes<br />

Simonis; «Lo Spirito oltrepassa le<br />

frontiere» del Card. Miloslav Vlk; «Il dono<br />

di Dio e il compito del Vescovo» del<br />

Card. Jean-Marie Lustiger; «Il soffio dello<br />

Spirito» di Mons. Robert Sarah; «Accompagnare<br />

i movimenti» di Mons.<br />

Theodore McCarrick; «I movimenti e la<br />

sfida nichilistica dell'Occidente» di<br />

Mons. Carlo Caffarra.<br />

Quindi, ecco le testimonianze di movimenti<br />

e comunità: Gérald Arbola (Comunità<br />

dell'Emmanuele); Chiara Lubich<br />

(Movimento dei Focolari); Mons. Luigi<br />

Giussani (Comunione e Liberazione); Kiko<br />

Arguello (Cammino Neocatecumenale);<br />

Andrea Riccardi (Comunità di Sant'Egidio);<br />

Salvatore Martinez (Rinnovamento<br />

nello Spirito Santo).<br />

La terza parte del volume ha per titolo:<br />

«Carisma e discernimento. Aspetti<br />

giuridici». Contiene la relazione di<br />

Mons. Lluís Martínez Sistach, Arcivescovo<br />

di Tarragona (Spagna), su: «La libertà<br />

di associazione nella Chiesa»; del gesuita<br />

Padre Gianfranco Ghirlanda, professore<br />

alla Pontificia Università Gregoriana,<br />

su: «Criteri di ecclesialità per il riconoscimento<br />

dei movimenti ecclesiali<br />

da parte del Vescovo diocesano»; di<br />

Giorgio Feliciani, professore all'Università<br />

Cattolica del Sacro Cuore di Milano,<br />

su: «I movimenti ecclesiali e i compiti<br />

del Vescovo diocesano».<br />

Anche solo sfogliando le pagine di<br />

questa preziosa documentazione si avverte<br />

la vivacità dell'esperienza ecclesiale<br />

dei movimenti che hanno saputo liberare<br />

in tanti fedeli laici di ogni età uno<br />

slancio missionario, condizione indispensabile<br />

alla Chiesa. Questo obiettivo —<br />

rammenta il Papa — si raggiunge solo<br />

laddove essi si inseriscono con umiltà<br />

nella vita delle Chiese locali e sono accolti<br />

cordialmente da Vescovi e sacerdoti<br />

nelle strutture diocesane e parrocchiali.<br />

L'attività dell'Istituto «Veritatis Splendor» di Bologna, frutto del Congresso Eucaristico Nazionale del 1997<br />

Un centro di cultura aperto ai giovani studiosi cattolici<br />

A Bologna si concludono il 23 febbraio<br />

2001 le lezioni della Scuola di Anagogia<br />

III che, a causa dei lavori di ristrutturazione<br />

che rendono inagibile la<br />

sede dell'Istituto «Veritatis Splendor» (in<br />

via Riva di Reno), si sono svolti in Seminario.<br />

Le lezioni hanno avuto inizio il 13<br />

ottobre, con la prolusione di Mons. Inos<br />

Biffi. Si sono poi tenute ogni venerdì.<br />

Le tre lezioni rimanenti saranno tenute<br />

dal Cardinale Giacomo Biffi, Arcivescovo<br />

di Bologna, nei giorni 9, 16 e appunto<br />

23 febbraio, dalle ore 18.30 alle ore<br />

19.45.<br />

Il corso è aperto a tutti gli interessati,<br />

perciò non richiede il possesso di titoli<br />

di studio precedenti, né si rilasciano titoli.<br />

È possibile frequentare come una<br />

vera e propria scuola o come semplici<br />

uditori; nel primo caso sono previste iniziative<br />

sussidiarie tra cui un ulteriore<br />

appuntamento settimanale in cui riprendere<br />

i temi esposti nelle lezioni per una<br />

migliore assimilazione.<br />

«Il termine anagogia letteralmente significa<br />

essere condotti in alto» spiega<br />

Don Santino Corsi, dell'Istituto «Veritatis<br />

Splendor». «La nostra scuola vuole<br />

essere un cammino che esige una guida<br />

e si propone di avviare al piacere razio-<br />

nale della scoperta di come il visibile<br />

trovi nell'invisibile sapienza di Dio la sua<br />

origine e il suo compimento. Oggi non<br />

si sa più cos'è l'anagogia, perché tende<br />

a prevalere la preoccupazione per i problemi<br />

immediati, ovvero per tutto ciò<br />

che si riferisce al quotidiano. Normalmente<br />

frequentiamo una scuola “catagogica”,<br />

cioè una scuola che ci porta in<br />

basso, per cui il nostro pensiero è totalmente<br />

ossessionato dai pensieri di ogni<br />

giorno. L'anagogia, invece, ci guida alla<br />

libertà, ovvero ci introduce alla conoscenza<br />

della verità. Anagogia, dunque,<br />

vuol dire salire in alto per contemplare<br />

il mistero a cui il Signore ci ha chiamato.<br />

Questo esige che disponiamo la nostra<br />

mente a compiere l'itinerario che la<br />

conduce dentro i misteri di Dio».<br />

Mons. Inos Biffi, dopo aver spiegato<br />

lo scorso anno come il Mistero, contemplato<br />

razionalmente dalla teologia, venga<br />

celebrato, reso presente e attingibile<br />

dalla liturgia, ha affrontato nelle lezioni<br />

il rapporto tra anagogia e vita cristiana.<br />

Il Mistero, infatti, è destinato a diventare<br />

vita, santità, in ogni credente.<br />

Chi ha seguito le lezioni degli anni<br />

scorsi ha avuto modo di verificare che<br />

questo modo di procedere non significa<br />

GIAMPAOLO MATTEI<br />

La maturità ecclesiale è una sfida,<br />

una via da percorrere e costituisce la<br />

«tappa nuova» da raggiungere per i movimenti<br />

e le nuove comunità. La loro<br />

novità inattesa, e talora persino dirompente,<br />

non ha mancato di suscitare interrogativi,<br />

disagi e tensioni. L'itinerario<br />

della maturità ecclesiale esige da parte<br />

dei movimenti una sempre più salda comunione<br />

con i Pastori e la condivisione,<br />

nell'ambito della comunione e missione<br />

delle Chiese locali, delle loro ricchezze<br />

carismatiche in modo umile e generoso.<br />

Il Pontificio Consiglio per i Laici ha<br />

pubblicato un volume che raccoglie gli<br />

atti del seminario promosso a Roma dal<br />

16 al 18 giugno 1999, in collaborazione<br />

con la Congregazione per i Vescovi e la<br />

Congregazione per la Dottrina della Fede,<br />

sul tema: «Movimenti ecclesiali e<br />

nuove comunità nella sollecitudine pastorale<br />

dei Vescovi».<br />

Il libro fa parte di «Laici oggi», collana<br />

di studi a cura del Pontificio Consiglio<br />

per i Laici (Libreria Editrice Vaticana,<br />

2000 - pagine 258, Lire 20.000). È<br />

edito in italiano, in francese, in inglese e<br />

in spagnolo.<br />

La pubblicazione intende proporsi come<br />

un aiuto prezioso ai Vescovi, e a<br />

quanti hanno responsabilità pastorali nei<br />

confronti dei movimenti, per orientarsi<br />

nell'esercizio del loro delicato compito.<br />

Si inserisce, dunque, in un progetto<br />

apostolico che ha ricevuto un impulso<br />

straordinario dallo storico incontro del<br />

Papa con i movimenti e le nuove comunità,<br />

il 30 maggio 1998 in Piazza San<br />

Pietro. In quella occasione Giovanni<br />

Paolo II parlò di «una nuova Pentecoste»,<br />

riconoscendo nello sviluppo dei<br />

movimenti e delle nuove comunità un<br />

motivo di speranza per l'azione missionaria<br />

della Chiesa.<br />

Al seminario del 1999 hanno partecipato<br />

i Vescovi diocesani e i Capi di diversi<br />

Dicasteri della Curia Romana invitati<br />

dal Pontificio Consiglio per i Laici.<br />

Oltre cento Cardinali e Vescovi di ogni<br />

parte del mondo si sono così ritrovati<br />

per tre giorni di lavoro e di preghiera<br />

nella sede del Pontificio Ateneo «Regina<br />

Apostolorum».<br />

Accanto alle relazioni, il programma<br />

prevedeva un ampio spazio dedicato alla<br />

discussione. In questi momenti si è avuto<br />

uno scambio assai intenso e proficuo<br />

tra i partecipanti. Nel volume, ad esempio,<br />

è stato pubblicato il coinvolgente<br />

dialogo su «i movimenti, la Chiesa, il<br />

mondo» che il Cardinale Joseph Ratzinger,<br />

Prefetto della Congregazione per la<br />

Dottrina della Fede, ha avuto con i Vescovi<br />

partecipanti al seminario.<br />

La prefazione del volume è stata curata<br />

dal Cardinale James Francis Stafford,<br />

Presidente del Pontificio Consiglio<br />

per i Laici, che mette in risalto come<br />

nella Chiesa la dimensione carismatica e<br />

la dimensione istituzionale siano complementari.<br />

Appoggiandosi al Magistero<br />

di Giovanni Paolo II, ricorda come la<br />

Chiesa abbia nella sua essenza un profilo<br />

mariano e un profilo petrino. «Vi è<br />

però — scrive il Card. Stafford — una<br />

stretta analogia tra il profilo marianopaolino<br />

della Chiesa e la sua dimensione<br />

carismatica, da una parte, e tra il profilo<br />

petrino-apostolico e la sua dimensione<br />

istituzionale, dall'altra».<br />

Il Messaggio inviato da Giovanni Paolo<br />

II ai partecipanti al seminario apre significativamente<br />

questa ricca documentazione.<br />

Le parole del Papa illuminano<br />

ed incoraggiano.<br />

Le relazioni tenute al seminario sono<br />

divise nel volume in tre parti. Della prima<br />

— «La realtà dei movimenti nella<br />

prenderla troppo alla lontana ma, al<br />

contrario, collocarsi nella posizione in<br />

cui la panoramica è migliore, perché tra<br />

tutti i punti di vista possibili sceglie<br />

quello di Colui che di tutte le cose è autore<br />

e redentore.<br />

A quanti l'hanno già percorso, l'itinerario<br />

«anagogico», superata una certa<br />

vertigine iniziale, ha offerto la possibilità<br />

di gustare conoscitivamente le risposte<br />

esaltanti offerte dalla parola rivelata alle<br />

domande essenziali che l'uomo si pone<br />

su di sé, sul suo destino, sul mondo di<br />

cui fa parte.<br />

Esse sono tutte esplicitazioni di un'unica<br />

risposta che è Gesù Cristo. Certo è<br />

una risposta sorprendente e che, infatti,<br />

rimane spesso incompresa. È una risposta<br />

sconcertante perché si presenta, a<br />

prima vista, come una domanda.<br />

Nelle scorse lezioni dedicate a definire<br />

l'identikit del «Festeggiato» il Cardinale<br />

Biffi ha portato a rivivere, attraverso le<br />

testimonianze evangeliche, l'impatto<br />

sconvolgente e affascinante con Gesù di<br />

Nazareth. Egli è stato per gli uomini<br />

della sua generazione e rimane per gli<br />

uomini di tutti i tempi un interrogativo.<br />

«Chi è costui? Da dove viene?», si chiede<br />

la gente ed egli stesso si informa a ri-<br />

Lo storico incontro del Papa<br />

con i Movimenti ecclesiali<br />

in Piazza San Pietro (30 maggio 1998)<br />

guardo: «La gente chi dice che io sia?»,<br />

«E voi chi dite che io sia?».<br />

Per chi non sfugge questa divina provocazione<br />

e concorda con Pietro, riconoscendo<br />

che Egli è il Cristo, il Figlio<br />

del Dio vivente, Gesù, da personaggio irriducibile<br />

a ogni schema di comprensione<br />

usuale, da caso a cui non si riesce a<br />

dare una spiegazione adeguata, da «domanda»<br />

insolubile, diventa «risposta» a<br />

tutte le nostre altrettanto insolubili questioni,<br />

compreso l'enigma del male, in<br />

tutte le sue forme, e della morte.<br />

Nel ciclo di lezioni è stata offerta l'occasione<br />

di approfondire ulteriormente<br />

questa dimensione del Cristo, cioè i suoi<br />

legami oggettivi con l'universalità delle<br />

cose, secondo la prospettiva del cristocentrismo.<br />

Poiché il suo essere Signore<br />

del mondo e della storia è legato agli<br />

eventi che seguono la conclusione della<br />

sua vicenda terrena visibile, e che sono<br />

enunciati nei simboli apostolici negli articoli<br />

riguardanti la discesa agli inferi,<br />

l'ascensione al cielo e l'intronizzazione<br />

alla destra del Padre, sono stati in specifico<br />

considerati questi tre momenti dell'«avventura<br />

cosmica del Figlio di Dio».<br />

L'Istituto «Veritatis Splendor per la ricerca<br />

e la formazione culturale cattoli-<br />

ca» nasce come emanazione della «Fondazione<br />

Card. Giacomo Lercaro», in spirito<br />

di fedeltà alla sollecitudine pastorale<br />

e all'attenzione al mondo dei giovani e<br />

alla cultura che fu propria del grande<br />

Arcivescovo di Bologna.<br />

Esso è uno dei frutti più preziosi del<br />

23° Congresso Eucaristico Nazionale.<br />

Voluto dall'Arcivescovo di Bologna, Cardinale<br />

Giacomo Biffi, l'Istituto ha sede a<br />

Bologna — con due residenze, una per i<br />

ragazzi e l'altra per le ragazze — e si rivolge<br />

alla «giovane» intelligenza cattolica<br />

italiana (principalmente a studenti universitari<br />

e neolaureati) per offrirle un itinerario<br />

formativo coerente con la fede e<br />

la dottrina cattolica e avviarla alla ricerca<br />

sotto la guida della intelligenza «matura».<br />

Due sono le caratteristiche originali<br />

dell'Istituto «Veritatis Splendor»:<br />

primo, esso non vuole essere solo un<br />

pensionato universitario cattolico, ma<br />

un vero centro di cultura, in cui i giovani<br />

sono formati e avviati alla ricerca<br />

scientifica; secondo, punto di riferimento<br />

dell'attività culturale dell'Istituto è la<br />

cattedra episcopale in quanto tale che,<br />

nella Chiesa Cattolica, è cattedra di verità.<br />

L'Istituto si situa nel contesto del<br />

«progetto culturale» della Chiesa italiana<br />

al quale intende contribuire.


.<br />

PAGINA<br />

8 .<br />

Raccolte in un volume quattordici riflessioni scritte dal Rettor Maggiore, Don Vecchi<br />

Temi fondamentali<br />

di spiritualità salesiana<br />

Don Juan Edmundo<br />

Vecchi, Rettor Maggiore<br />

della Congregazione Salesiana,<br />

ottavo successore<br />

di san Giovanni Bosco,<br />

ha raccolto quattordici riflessioni<br />

nel volume «Spiritualità<br />

Salesiana - temi<br />

fondamentali» (Ed. Elledici,<br />

Leumann-Torino 2001,<br />

pp. 238, L. 28.000, E<br />

14,46). Di seguito pubblichiamo<br />

l'Introduzione<br />

scritta dall'autore:<br />

Colloco queste riflessioni<br />

sulla Spiritualità Salesiana<br />

nel contesto di tre<br />

avvenimenti molto significativi.<br />

Il primo è il Giubileo<br />

del 2000. Esso richiama<br />

ad una conversione personale<br />

e mette a fuoco le<br />

condizioni e le vie per<br />

evangelizzare il mondo<br />

che entra nel terzo millennio:<br />

secolare, tecnologico,<br />

pluralista, libero, unificato<br />

e diviso. Il punto centrale<br />

di riflessione è il valore<br />

che può avere Cristo e la<br />

fede nella nostra attuale<br />

situazione; e quindi la coscienza<br />

della propria originalità<br />

che i cristiani debbono<br />

acquisire, la trasparenza<br />

della loro testimo-<br />

nianza, la loro presenza-<br />

lievito nel mondo. È un invito a riscoprire<br />

la nostra vocazione in un mondo<br />

che ha bisogno di segni, di vedere e<br />

toccare.<br />

Nell'ambito più ristretto della Vita<br />

consacrata ci sono stati un approfondimento<br />

e una presa di coscienza, e<br />

questo è il secondo avvenimento, sul<br />

contributo specifico della consacrazione<br />

religiosa alla comunione ecclesiale<br />

ed alla cultura. Dai religiosi si attende<br />

un messaggio ed una proposta di spiritualità.<br />

In questo nostro tempo di<br />

molteplici forme di religiosità e di ricerca<br />

di senso, il loro compito consiste<br />

nell'offrire esempi e percorsi di vita<br />

spirituale cristiana.<br />

Si è riflettuto molto sullo specifico<br />

del cristiano nel contesto secolare<br />

odierno e del consacrato che si propone<br />

di seguire radicalmente Cristo. La<br />

conclusione è che non sono i segni<br />

esterni, né il lavoro apostolico o professionale<br />

ciò che caratterizza il religioso<br />

nel mondo, ma il tipo di esistenza<br />

che si propone di realizzare, costruita<br />

sul riconoscimento della presenza<br />

e azione di Dio.<br />

Nella Congregazione ha avuto luogo<br />

il Capitolo Generale 24 (CG24). Le<br />

ispettorie prima ne hanno sentito parlare<br />

da coloro che vi hanno preso parte.<br />

In seguito hanno ricevuto il documento.<br />

È da supporre che non soltanto<br />

l'abbiano letto, ma l'abbiano studiato<br />

nelle comunità ed in adunanze di<br />

direttori. Oggi sono arrivate al momento<br />

forse più importante nel processo<br />

di assimilazione e di applicazione:<br />

i Capitoli ispettoriali.<br />

Il CG24 si propone di impiegare<br />

meglio le nostre forze che Dio ci manda<br />

per espandere il lavoro educativo e<br />

pastorale. Ciò però esige una condizione:<br />

una maggiore qualità religiosa,<br />

apostolica e formativa nei singoli salesiani<br />

e nelle comunità. C'è un equivoco<br />

da dissipare: che la possibilità di<br />

animare i laici si giochi tutta sulla nostra<br />

abilità di coordinamento e di organizzazione.<br />

Il CG24 scommette sulla<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Mercoledì 31 Gennaio 2001<br />

31 gennaio: memoria di san Giovanni Bosco, sacerdote<br />

fondatore dei Salesiani, padre e maestro dei giovani<br />

Celebrazioni a Torino, a Valdocco e a Bra<br />

È stata dedicata ad Internet ed al suo<br />

impatto sulla vita di ogni giorno — la<br />

cosiddetta new economy — l'edizione<br />

2001 di «DonBoscoInsieme», tradizionale<br />

manifestazione giovanile proposta dagli<br />

ex allievi/e salesiani che ha aperto a Torino<br />

le celebrazioni nell'ambito della festa<br />

liturgica di san Giovanni Bosco.<br />

Sulla new economy i giovani salesiani<br />

hanno aperto un confronto che si collega<br />

con i temi del Giubileo, e in particolare<br />

con la campagna per la riduzione<br />

del debito estero dei Paesi in via di sviluppo.<br />

«Abbiamo riflettuto a lungo sui<br />

problemi che la globalizzazione comporta<br />

per le nazioni più povere — spiega<br />

Paolo Ferrero, uno degli organizzatori<br />

—. In un mondo caratterizzato da<br />

un'eccessiva tecnologizzazione è necessario<br />

capire se e come si possa operare<br />

nell'economia salvaguardando valori come<br />

la giustizia e la tutela delle fasce più<br />

deboli. Vogliamo per questo offrire ai<br />

partecipanti al nostro convegno gli strumenti<br />

per valutare correttamente le conseguenze<br />

dell'applicazione di Internet<br />

nell'economia».<br />

Nella Basilica di Maria Ausiliatrice a<br />

Valdocco, cuore del mondo salesiano, si<br />

svolgono anche tutte le celebrazioni liturgiche,<br />

come il ricordo della beata<br />

Laura Vicuña, la memoria di san Fran-<br />

nostra capacità di comunicare «mistica»,<br />

entusiasmo per la missione educativa<br />

e di condividere la spiritualità<br />

salesiana.<br />

A queste circostanze: nuova evangelizzazione,<br />

rinnovamento della vita<br />

consacrata, CG24, ne aggiungo uno<br />

che vi riguarda in forma molto personale.<br />

La vostra vita è oggi caratterizzata<br />

da un fatto: siete chiamati ad animare<br />

un porzione, sebbene minima,<br />

della Congregazione, con ripercussioni<br />

su una ispettoria e più lontanamente<br />

sull'ambito nazionale. A voi il Signore<br />

affida la responsabilità di imprimere<br />

un orientamento fruttifero alla vita<br />

della Congregazione in questa parte<br />

del mondo.<br />

L'Esortazione Vita Consecrata ci ha<br />

abituati a contemplare delle icone bibliche.<br />

La principale è quella della<br />

Trasfigurazione, una pagina inesauribile<br />

su due versanti: la contemplazione<br />

di Cristo come Messia, Figlio di<br />

Dio e Redentore attraverso la passione<br />

e la morte; l'esperienza di fede e di<br />

sequela degli apostoli e di tutti i credenti.<br />

Nella storia personale di Cristo, la<br />

Trasfigurazione avviene alla conclusione<br />

della predicazione e prima di affrontare<br />

la passione. Nella storia dei<br />

discepoli è collocata come passaggio<br />

da una loro adesione umana, di simpatia<br />

verso Lui, a quella fede robusta<br />

che sarà messa a prova con la morte<br />

di Gesù. È un momento singolare di<br />

illuminazione collegato alla prima<br />

chiamata a seguire Gesù e a tutti gli<br />

altri gesti con cui Egli ha riconfermato<br />

l'invito.<br />

In che cosa consiste questo momento<br />

di grazia? In primo luogo nel godere<br />

di una speciale intimità con Gesù.<br />

Parlano di questa particolare confidenza<br />

il gesto di Gesù, che tra tutti gli<br />

apostoli ne sceglie tre, la solitudine in<br />

cui avviene il fatto, la preghiera e lo<br />

stesso luogo: la cima di un monte.<br />

Nell'intimità, gli apostoli hanno una<br />

visione convincente di Gesù alla luce<br />

cesco di Sales, le funzioni della novena.<br />

Mercoledì 31 gennaio la Santa Messa<br />

delle 8.30 è celebrata da Don Juan E.<br />

Vecchi, Rettor Maggiore, mentre alle 10<br />

la solenne Concelebrazione Eucaristica è<br />

presieduta dall'Arcivescovo di Torino,<br />

Mons. Severino Poletto. Nel pomeriggio:<br />

alle 15 la benedizione dei bambini, alle<br />

16 i vespri solenni e altre due Messe alle<br />

17 e alle 18.30. In serata, alle 21, la Santa<br />

Messa per la Famiglia salesiana è presieduta<br />

da Don Luigi Testa, Ispettore<br />

del Piemonte.<br />

Domenica 4 febbraio la parrocchia e<br />

l'oratorio di Valdocco festeggiano Don<br />

Bosco alle 10 con la Santa Messa, mentre<br />

domenica 18 febbraio si svolgerà la<br />

presentazione della tradizionale «strenna»<br />

del Rettor Maggiore alla Famiglia<br />

salesiana: un messaggio che fa il punto<br />

sulla vita della congregazione e indica<br />

un orientamento per l'anno che inizia.<br />

Nell'Archidiocesi di Torino la presenza<br />

dei Salesiani di Don Bosco è diffusissima,<br />

perché qui la Congregazione si<br />

mise a servizio della Chiesa locale nelle<br />

parrocchie, negli oratori, nelle scuole<br />

come nella formazione professionale.<br />

Altri momenti di celebrazione nella festa<br />

del santo sono dunque in programma,<br />

tra l'altro, a Bra, dove i Salesiani<br />

sono presenti con la scuola, l'oratorio, il<br />

dell'esperienza religiosa<br />

del proprio popolo, rappresentata<br />

da Mosè ed<br />

Elia, e di quello che essi<br />

stessi avevano vissuto. È<br />

una illuminazione ed una<br />

grazia che viene dal Padre.<br />

Si sentono rapiti, attratti,<br />

presi da questo mistero.<br />

«È bello stare qui». Rimaniamo<br />

qui per sempre.<br />

È un collocarsi definitivamente<br />

nella vita. Dopo<br />

aver assaggiato quello che<br />

significava conoscere e seguire<br />

Cristo, consegue il<br />

desiderio, il proposito ed<br />

il gusto di stare con lui.<br />

Gli apostoli hanno pure<br />

la conferma autorevole<br />

che questa attrazione è<br />

autentica e piena di valore<br />

reale, non di pura fantasia<br />

o solo sentimento: è quindi<br />

un'indicazione definitiva<br />

per il futuro: «Questo è<br />

il mio figlio diletto, ascoltatelo!».<br />

Ricevono così una chiave,<br />

una lanterna, per affrontare<br />

la vita quotidiana<br />

dove il Gesù glorioso si<br />

nasconde sotto le apparenze<br />

comuni e addirittura<br />

si perde sotto volti sfigurati<br />

e vite deturpate.<br />

«I discepoli, che hanno<br />

goduto dell'intimità del<br />

Maestro, avvolti per un momento nello<br />

splendore della vita trinitaria — si<br />

legge nell'Esortazione Vita Consecrata<br />

— sono subito riportati alla vita quotidiana<br />

dove non vedono che Gesù solo,<br />

nell'umiltà della natura umana e sono<br />

invitati a tornare a valle, per vivere<br />

con Lui la fatica del disegno di Dio...»<br />

(VC 14). Anche per noi come per gli<br />

apostoli la Trasfigurazione è un invito<br />

a contemplare di nuovo Cristo, a gustare<br />

la sua parola ed il suo mistero,<br />

per immergersi poi nel lavoro sapendo<br />

scorgere dappertutto il suo volto.<br />

Nella letteratura del Movimento Mistico<br />

Ebraico dell'Europa Orientale del<br />

secolo XIII si legge questo racconto.<br />

Un rabbino era stato incarcerato a<br />

San Pietroburgo. Un giorno, mentre<br />

attendeva di comparire di fronte al tribunale,<br />

il comandante delle guardie,<br />

che gli era diventato amico, entrò nella<br />

sua cella e si mise a conversare con<br />

Lui.<br />

«Non vi sembra strano — gli disse<br />

— che Dio Onnisciente domandi ad<br />

Adamo: “Dove sei?”».<br />

«Credete voi — rispose il rabbino —<br />

che la Scrittura abbraccia tutti i tempi,<br />

tutte le generazioni e tutti gli individui?<br />

Ebbene — concluse — in ogni<br />

tempo Dio interpella ogni uomo e gli<br />

dice: “Dove sei?”. Dei giorni e degli<br />

anni a te assegnati ne sono trascorsi<br />

molti: nel frattempo nella tua vita e<br />

nel tuo mondo, dove sei? Dio dice per<br />

esempio: “Ecco sono già quarantasei<br />

anni che sei in vita. Dove ti trovi?”».<br />

All'udire il numero esatto dei suoi<br />

anni, il comandante si controllò a<br />

stento, posò la mano sulla spalla del<br />

rabbino e disse: «Bravo!». Ma il cuore<br />

gli tremava.<br />

Forse qualcuno potrebbe sentire<br />

questa domanda come un'accusa o<br />

una condanna; in realtà il Signore ci<br />

richiama a saggezza e responsabilità,<br />

ad una forma di vita vigilante affinché<br />

possiamo sfruttare e godere della ricchezza<br />

che essa contiene.<br />

centro giovanile, i cooperatori. Nella comunità<br />

di viale Rimembranze dal 25 al<br />

27 gennaio, presso la chiesa dell'Istituto,<br />

si è tenuto un triduo di preparazione alla<br />

festa che è stata celebrata domenica<br />

28, mentre il 31 vi è la celebrazione per<br />

L'attualità del messaggio del santo piemontese<br />

L'evangelizzazione<br />

del mondo<br />

ANTONIO CAVALLERI<br />

Proclamiamo ad alta voce, all'inizio<br />

del terzo millennio, che Gesù Cristo,<br />

unico Salvatore del mondo, è lo stesso<br />

ieri, oggi e sempre (cfr Eb 13, 89). Con<br />

questo motto — in comunione con tutta<br />

la Chiesa — vogliamo entrare nel mistero<br />

di Cristo, del suo amore, per comprendere<br />

meglio la verità del suo Vangelo<br />

e rivestirci della sua umanità e spiritualità.<br />

Desideriamo partire dal Salvatore<br />

che è venuto sulla terra per togliere il<br />

peccato del mondo e per ridonarci la<br />

pace e la vita eterna.<br />

Don Bosco — profondamente uomo<br />

di Dio, ricco delle virtù della sua gente,<br />

aperto alle realtà del suo tempo, ricolmo<br />

dei doni dello Spirito Santo — viveva<br />

«come se vedesse l'invisibile». Accorgendosi<br />

della situazione grave di tanti<br />

giovani poveri e abbandonati dai genitori,<br />

pregando, meditando e consigliandosi<br />

con persone sante, decise di accogliere<br />

in una misera tettoia (la cappella Pinardi)<br />

diversi monelli di strada dando loro<br />

una dignità umana e mettendosi totalmente<br />

al loro servizio. Pensò di realizzare<br />

con l'aiuto di Dio un grande progetto.<br />

Si mise all'opera e, con fermezza e<br />

costanza, fra ostacoli e fatiche, con la<br />

sensibilità di un cuore generoso, riuscì<br />

nell'impresa. Il Dio dell'amore e della<br />

pace lo premiò. Non fece passo, non<br />

pronunciò parola, non mise mano ad<br />

impresa che non avesse di mira la salvezza<br />

della gioventù. Per questo ha posto<br />

al centro della sua vita il primato di<br />

Dio, di Gesù Cristo, della grazia, della<br />

persona, dell'interiorità. Ha messo a disposizione<br />

dei suoi ragazzi il suo «cuore»<br />

di Padre: «Chiamatemi Padre e sarò<br />

felice» (MB XVII, 175). «In qualsiasi parte<br />

vi troverete ricordate che qui a Torino<br />

avete un Padre che vi ama nel Signore»<br />

(MB XI, 387).<br />

Il Padre della gioventù aveva capito la<br />

parola di s. Paolo, là dove dice: «Fratelli,<br />

Cristo ci ha liberati perché restassimo<br />

liberi; state dunque saldi e non lasciatevi<br />

imporre di nuovo il giogo della schiavitù»<br />

(Gal 5, 1). Il Maestro della gioventù<br />

anche in questo campo aveva anticipato<br />

i tempi. I nostri giovani purtroppo, insofferenti<br />

di qualsiasi pastoia, si nutrono<br />

di molti surrogati di libertà. Sono tante<br />

le droghe che danno l'illusione della libertà.<br />

Al contrario «nessuna legge umana<br />

vi è che possa porre così bene la libertà<br />

dell'uomo, quanto il Vangelo di<br />

Cristo affidato alla Chiesa» (GS 41).<br />

«Il Concilio Vaticano II ha affermato<br />

con chiara visione che “l'umanità vive<br />

oggi un periodo nuovo nella sua storia”<br />

(GS 4), ed ha conosciuto che sono sorte<br />

“iniziative atte a promuovere sempre di<br />

più l'attività educativa” (GE, proemio).<br />

In un'epoca di trapasso culturale la<br />

Chiesa nel settore educativo avverte con<br />

preoccupazione l'urgente necessità di<br />

superare il dramma di una profonda rottura<br />

tra Vangelo e cultura (cfr EN 20),<br />

che sottovaluta ed emargina il messaggio<br />

salvifico di Cristo» (Giovanni Paolo<br />

II, Iuvenum Patris, 1).<br />

«Non scoraggiatevi — aggiunge il Papa<br />

ai Salesiani — nel percorrere questa<br />

privilegiata via dell'amore che è l'educazione.<br />

Vi conforti l'inesauribile pazienza<br />

di Dio nella sua pedagogia verso l'umanità,<br />

esercizio incessante di paternità rivelata<br />

nella missione di Cristo, Maestro<br />

e Pastore, e nella presenza dello Spirito<br />

Santo, inviato a trasformare il mondo.<br />

La nascosta e potente efficacia dello Spirito<br />

è diretta a far maturare l'umanità<br />

sul modello di Cristo. Egli è l'animatore<br />

della nascita dell'uomo e del mondo<br />

nuovo (cfr Rm 8, 4-5). Così la vostra fa-<br />

A Valdocco si svolgono numerose celebrazioni in memoria di Don Bosco<br />

tutti gli allievi e gli insegnanti della<br />

Scuola Salesiana braidese, costituita dalla<br />

Media, dall'Istituto Tecnico Industriale<br />

e dal Centro professionale.<br />

Domenica 4 febbraio alle 9.30 durante<br />

la Santa Messa della Comunità oratoria-<br />

tica educativa appare un ministero di<br />

collaborazione con Dio e sarà certo feconda»<br />

(Id. 20).<br />

La pastorale giovanile si è proposta in<br />

questi anni un obiettivo molto preciso:<br />

l'educazione alla fede, alla vita sacramentale<br />

che trasforma, rinnova, opera<br />

la salvezza dei ragazzi di Don Bosco e di<br />

oggi — delusi e abbandonati «per trascuratezza<br />

di molti genitori» (MB VII,<br />

872) — ottenuta tramite l'evangelizzazione<br />

o catechesi a seconda che si tratti di<br />

giovani o iniziati alla fede o già introdotti.<br />

L'elemento informativo (le conoscenze,<br />

le idee) è alla base di una mentalità<br />

di fede, ed è conseguentemente esigita<br />

in ogni azione catechistica, che deve destare<br />

e nutrire la fede.<br />

Il fenomeno giovanile è di grande attualità<br />

per gli aspetti insoliti, nuovi e<br />

fortemente sradicati dalla tradizione,<br />

che presenta; è in tutti indiscutibile e assillante<br />

l'urgenza di trovare nuove vie,<br />

nuovi itinerari per evangelizzare o catechizzare<br />

i giovani oggi (cfr CT 19). A<br />

questo proposito Giovanni Paolo II afferma<br />

che Don Bosco «insegna a integrare<br />

i valori permanenti della tradizione<br />

con le “nuove soluzioni”, per affrontare<br />

creativamente le istanze e i problemi<br />

emergenti e per essere educatori capaci<br />

di una fedeltà antica ed insieme attenti,<br />

come Lui, alle mille necessità dei<br />

giovani di oggi, per trovare nella sua<br />

eredità le premesse per rispondere anche<br />

oggi alle loro difficoltà e alle loro attese»<br />

(Iuvenum Patris 13).<br />

Naturalmente evangelizzare significa<br />

annunciare il messaggio della salvezza<br />

all'uomo non in maniera qualsiasi, ma<br />

in modo che lo ascolti, lo comprenda e<br />

lo accolga. È necessario conoscere la<br />

persona a cui è rivolto, la situazione storica<br />

in cui vive, in modo da adattare il<br />

messaggio alla sua capacità di ascolto e<br />

di comprensione.<br />

La catechesi oggi deve diventare sempre<br />

più biblica, qualsiasi strada si voglia<br />

percorrere: deve essere concepita come<br />

«una introduzione al senso profondo della<br />

vita», o semplicemente come «educazione<br />

alla vita»: «Nella comunità parrocchiale,<br />

può trovare normalmente l'ambiente<br />

adatto per una piena presentazione<br />

della Parola di Dio. Qui, più che altrove,<br />

la catechesi può divenire unitariamente<br />

insegnamento, educazione, esperienza<br />

di vita» (RdC 149). Per arrivare<br />

ad una vera e nuova evangelizzazione è<br />

necessaria da parte della Chiesa, una testimonianza<br />

di unità ed una ricerca comune<br />

e sincera del bene e della verità.<br />

È inoltre primordiale nell'evangelizzazioneunasilenziosa<br />

testimonianza di povertà<br />

e di distacco, di purezza e di trasparenza,<br />

di abbandono nell'ubbidienza e<br />

nella Provvidenza — come ci insegna il<br />

santo torinese — che diventa una predicazione<br />

eloquente, capace di impressionare<br />

anche i non cristiani di buona volontà,sensibiliacerti<br />

valori (cfr EN 69).<br />

Occorre anche riesprimere il contenuto<br />

della fede con modi adatti all'uomo<br />

contemporaneo, cioè si deve sempre tener<br />

presenti, nell'esporre il messaggio<br />

cristiano, i problemi umani. Compito<br />

della catechesi — seguendo questa strada,<br />

meglio percorribile, accettata, anzi<br />

desiderata specialmente dai giovani, come<br />

faceva il Padre e Maestro della gioventù,<br />

cointeressati alla ricerca sempre<br />

inesauribile della Verità — è quello di<br />

svelare (togliere il velo) il vero e arcano<br />

volto della realtà: quello materiale che<br />

ci circonda e l'uomo stesso. Si tratta<br />

con questa catechesi di capire il problema<br />

dell'esistenza con la formula: l'uomo<br />

interroga e Dio risponde.<br />

«La Parola di Dio deve apparire ad<br />

na, si terrà il rito del «rinnovo della promessa»<br />

per tutti gli aderenti all'Associazione<br />

dei Cooperatori salesiani, il ramo<br />

laico e secolare della Congregazione, voluto<br />

da don Bosco nel 1877, presente a<br />

Bra con oltre 200 iscritti. Una realtà importante<br />

non solo da un punto di vista<br />

numerico ma soprattutto per le numerose<br />

attività in cui i cooperatori sono impegnati:<br />

dal laboratorio «Mamma Margherita»<br />

che si occupa di allestire mostre-vendita<br />

a favore dei missionari salesiani,<br />

al teatro, al servizio di animazione<br />

in oratorio.<br />

A Chieri si è svolta nella sera di giovedì<br />

25, nel teatro dell'Istituto san Luigi,<br />

la tavola rotonda «Violenti perché». L'incontro<br />

ha affrontato il tema della violenza<br />

giovanile, analizzandone le cause e<br />

cercando spunti per la gestione dei conflitti;<br />

intervengono operatori dello «Spazio<br />

Adolescenti» dell'Asl 8 di Chieri ed<br />

esperti del Gruppo Abele. Moderatore, il<br />

salesiano Don Domenico Ricca, cappellano<br />

al carcere minorile torinese «Ferrante<br />

Aporti». Venerdì sera, 26 gennaio<br />

presso l'oratorio Santa Teresa, si è tenuta<br />

una preghiera per i giovani, animata<br />

da Don Domenico Machetta della Fraternità<br />

di Nazareth.<br />

MARCO BONATTI<br />

ognuno come un'apertura ai propri problemi,<br />

una risposta alle proprie domande,<br />

un allargamento ai propri valori ed<br />

insieme una soddisfazione alle proprie<br />

aspirazioni (...). Cristo può essere accolto,<br />

se presentato come evento salvifico<br />

presente nelle vicende quotidiane degli<br />

uomini» (RdC 52.55). Non si tratta evidentemente<br />

di fermarsi ad un superficiale<br />

soddisfacimento delle esigenze, dei bisogni<br />

e aspirazioni giovanili, ma di partire<br />

da queste per coglierne il significato<br />

ed il limite e per innestare nelle persone<br />

«l'uomo nuovo» di Cristo.<br />

Proprio per questa necessità di cogliere<br />

Dio che crea e salva nel cuore del<br />

mondo, bisogna avere una maggiore attenzione<br />

alla realtà delle situazioni di vita.<br />

Don Bosco anche in questo è stato<br />

un grande educatore e pedagogista. Paolo<br />

VI diceva ai salesiani il 20.12.1971:<br />

occorre anche oggi «trovare la chiave,<br />

per entrare nella psicologia contorta e<br />

avviluppata di questa nuova ed esaltante<br />

gioventù». Naturalmente l'educatore<br />

«dovrà seguire uno specifico itinerario<br />

pedagogico che, mentre puntualizza la<br />

dinamica evolutiva delle facoltà umane,<br />

suscita nei giovani le condizioni di una<br />

libera e graduale risposta» (Iuvenum<br />

Patris 15).<br />

Certamente per un'efficace catechesi<br />

è necessaria una forte collaborazione da<br />

parte dei genitori. Se ogni cristiano è responsabile<br />

della Parola di Dio ed è, per<br />

sua natura e vocazione catechista, a<br />

maggior ragione sono «catechisti» i genitori,<br />

non solo in forza del battesimo e<br />

della Cresima, ma soprattutto in forza<br />

del sacramento del Matrimonio. Essi, infatti,<br />

nella famiglia «che si potrebbe<br />

chiamareChiesadomestica,devono essereperilorofiglii<br />

primi maestri di fede».<br />

È nella famiglia cristiana, arricchita<br />

dalla grazia e dalla missione del Matrimonio-sacramento,<br />

che fin dalla più tenera<br />

età, i figli imparano a conoscere e<br />

ad amare Dio e il prossimo, secondo la<br />

fede che hanno o ricevuta nel Battesimo<br />

(cfr RdC 183, 195). Come la Chiesa sta<br />

in ascolto della Parola di Dio e la proclama<br />

con ferma fiducia, così la famiglia<br />

cristiana, quale «Chiesa domestica», è<br />

chiamata ad accogliere e ad annunciare<br />

la Parola di Dio. Così diventa sempre<br />

più «comunità credente ed evangelizzante».<br />

Naturalmente occorre tener presente<br />

che là dove mancano la preparazione<br />

umana e religiosa di base e in seguito la<br />

collaborazione della famiglia, le altre<br />

istituzioni possono fare ben poco, cioè<br />

sono come paralizzate nella loro azione<br />

pedagogica, didattica e religiosa.<br />

Il Concilio Vaticano II, nel decreto<br />

sull'educazione cristiana al n. 11 conferma<br />

e insegna: «Siccome nella famiglia<br />

nascono i nuovi cittadini della società, i<br />

quali per la grazia dello Spirito Santo diventano<br />

col Battesimo figli di Dio (...), i<br />

genitori devono essere per i loro figli i<br />

primi maestri della fede», cioè i primi<br />

catechisti in ordine di natura, i vicari di<br />

Dio, i veri ministri (servitori) di Cristo e<br />

della Chiesa, i missionari dell'amore e<br />

della vita, i maestri di verità e i sacerdoti<br />

nella loro «Chiesa domestica». Tocca<br />

sempre ai genitori, padre e madre, aperti<br />

al discorso religioso, «promuovere nell'infanzia<br />

la prima sensibilizzazione al<br />

fatto religioso, all'idea di Dio e rafforzarla<br />

nella fanciullezza; stimolare nella<br />

preadolescenza una progressiva spiritualizzazione<br />

della terminologia religiosa;<br />

chiarire nella giovinezza il processo religioso»<br />

(N. Galli).<br />

L'originalità e l'insostituibilità del ministero<br />

di evangelizzazione della famiglia<br />

cristiana derivano dal fatto che «la catechesi<br />

familiare precede, accompagna ed<br />

arricchisce ogni forma di catechesi». La<br />

catechesi familiare, concordata e programmata<br />

«dalla prima infanzia alle soglie<br />

della maturità, diventa scuola permanente<br />

di fede e segue le grandi tappe<br />

della vita, come un fatto che rischiara la<br />

strada al bambino, all'adolescente e al<br />

giovane».<br />

Don Bosco dunque ha assunto nei<br />

confronti dei suoi giovani la dolcezza<br />

del Buon Samaritano che è venuto per<br />

annunciare ai ragazzi poveri ed abbandonati,<br />

feriti nella loro dignità umana e<br />

cristiana, il lieto messaggio di amore, di<br />

speranza, di fiducia in un futuro migliore;<br />

per proclamare la liberazione ai traviati,<br />

schiavi tante volte dei mali degli<br />

altri e soffocati dalla violenza; per dare<br />

la luce a quei monelli di strada che erano<br />

ciechi moralmente e spiritualmente,<br />

ma non sempre colpevoli, per salvarli<br />

dalle loro tristi situazioni; per ridare loro,<br />

attraverso i sacramenti della riconciliazione<br />

e dell'Eucaristia, il volto del sorriso<br />

e della pace interiore e per diventare<br />

Lui stesso «Padre, Maestro» e Guida<br />

sicura per indirizzarli sulla via del bene.<br />

Solo il cristianesimo può risolvere i nostri<br />

problemi.<br />

Si tratta infine con questa catechesi di<br />

far scoprire all'uomo che, nonostante il<br />

suo progresso scientifico e tecnologico<br />

«l'uomo può organizzare la terra senza<br />

Dio, ma senza Dio egli in fondo non<br />

può che organizzarla contro l'uomo»<br />

(Paolo VI, PP, 42).


I Quaderni de «L'OSSERVATORE ROMANO»<br />

I dieci volumi della collana<br />

dedicati al Grande Giubileo del 2000<br />

N. 28<br />

Verso il Grande Giubileo<br />

del 2000<br />

Per una lettura della «Tertio Millennio adveniente»<br />

- Testo e commenti<br />

N. 37<br />

MARCO IMPAGLIAZZO<br />

Gli Anni Santi<br />

nella storia<br />

1300-1983<br />

N. 44<br />

ALFREDO MARRANZINI<br />

Lo Spirito Santo<br />

forza della Chiesa<br />

N. 47<br />

Incarnationis Mysterium<br />

Bolla di Giovanni Paolo II per l'indizione<br />

del Grande Giubileo dell'Anno 2000<br />

N. 51<br />

Eucaristia Porta Santa Giubilare<br />

Presentazione di S. E. Card. Camillo Ruini<br />

(pp. 200 - L. 25.000)<br />

N. 35<br />

ALFREDO MARRANZINI<br />

Il Grande Giubileo<br />

Cammino con Cristo verso il Padre<br />

sotto la mozione dello Spirito<br />

Ordinazioni possono essere effettuate presso Messaggero Distribuzione: PADOVA, via Orto Botanico, 11 - 35123 PD - Tel. 049658288 - Fax 0498754359<br />

ROMA, via del Fontanile Arenato, 295 - 00163 RM - Tel. 0666166173 - Fax 0666167503 — MILANO, via Amendola, 7/A - 20096 Pioltello (MI) - Tel. 0292143585 - Fax 0292143611<br />

Per informazioni rivolgersi a: UFFICIO Marketing & Diffusione – Tel. 06.69899470/471 - Fax 06.69882818<br />

N. 41<br />

ALFREDO MARRANZINI<br />

Gesù Cristo unico Salvatore<br />

del mondo ieri, oggi e sempre<br />

Spunti dal Vangelo di Giovanni<br />

N. 46<br />

Nei «luoghi di Dio»<br />

Lettera del Papa sul pellegrinaggio ai luoghi legati<br />

alla storia della salvezza<br />

N. 50<br />

Alle radici della fede e della Chiesa<br />

Il pellegrinaggio giubilare di Giovanni Paolo II nei «luoghi»<br />

di Dio: da Ur dei Caldei, al Sinai, alla Terra Santa<br />

N. 53<br />

La Giornata Mondiale della Gioventù<br />

del Grande Giubileo del Duemila<br />

Testi e discorsi del Santo Padre e fotografie


L'OSSERVATORE IBRI<br />

PAGINA<br />

10 .<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Mercoledì 31 Gennaio 2001<br />

Pieter Bruegel<br />

«I ciechi»<br />

(1568); sotto:<br />

«Nozze<br />

di contadini»<br />

(1565)<br />

La vita nella Parigi tardomedievale rivive nelle «Opere» di François Villon edite da «I Meridiani» Mondadori<br />

Una poesia che passa<br />

dal gioco goliardico al sincero pentimento<br />

GIOVANNI MARCHI<br />

È mai possibile che per una delle forme<br />

più alte della poesia lirica e drammatica<br />

francese, come propone Mario<br />

Luzi nella prefazione alle Opere di François<br />

Villon, nella nuova edizione rivista<br />

e accresciuta dei Meridiani, a cura di<br />

Emma Stojkovic Mazzariol, si sia incerti<br />

se ascriverla alla maniera o all'autenticità,<br />

al gioco goliardico o alla tragica confessione<br />

(François Villon, Opere, con<br />

prefazione di Mario Luzi, Milano, Mondadori,<br />

I Meridiani, 2000, £ 85.000)? Se<br />

nel mistero, e, nel suo piccolo, nell'ambiguità,<br />

risiede spesso il fascino della<br />

poesia, sembrerebbe difficile ondeggiare<br />

tra così opposti estremi per Villon, anche<br />

se nella sua epoca, al tramonto del<br />

Medioevo, la Francia, con le calamità<br />

della Guerra dei Cento anni e di alcuni<br />

terribili inverni polari che l'afflissero, abbia<br />

attraversato uno dei suoi periodi più<br />

confusi e più neri.<br />

Ma che il poeta proponga nelle sue<br />

poesie un'alternanza continua tra seduzione<br />

e pentimento, un ondeggiare nel<br />

percorso tra bene e male, nella opposizione<br />

tra buone intenzioni e pratica di<br />

ogni giorno, secondo la confessione di<br />

Ovidio: «Video meliora proboque, deteriora<br />

sequor — Vedo il meglio e lo approvo,<br />

ma poi seguo il peggio», è senz'altro<br />

accertato. Giovanni Macchia osservò<br />

che in una delle sue poesie, nel<br />

Dibattito tra il cuore e il corpo, Villon<br />

accenna a un'oscura fatalità che aveva<br />

facile vittoria della sua volontà.<br />

L'educazione cristiana ricevuta da<br />

bambino dalla mamma e dal canonico<br />

Guillaume, il trascorrere della gioventù<br />

spensierata e l'amore alla vita si uniscono<br />

ben presto in Villon alle frequentazioni<br />

delle sale da gioco e delle taverne,<br />

seguite da furti, risse e delitti, in compagnia<br />

dei «clerici vagantes» (che giravano<br />

in cerca di avventure per Parigi, come<br />

in tutte le città d'Europa, sedi di università,<br />

e il pensiero corre subito per l'Italia<br />

a Cecco Angiolieri) o per aver fatto poi<br />

parte, come sostengono alcuni, delle<br />

bande criminali dei Coquillards, che infestavano<br />

città e campagne, imparandoneilgergo,chepoiutilizzeràinseiballate<br />

loro rivolte, su come abbandonare<br />

quellavitadistentie salvarsi dagli sbirri.<br />

Ciò che oggi ancor più impressiona è<br />

il fatto che François de Montcorbier, o<br />

des Loges, detto Villon, nato tra il 1431<br />

e il 1432, e di cui non si hanno più notizie<br />

certe dopo il 1463, sia stato capace<br />

di trasferire queste esperienze in grande<br />

poesia, con l'intensa l'emozione della vita<br />

vissuta, tra il rimpianto delle piccole<br />

e grandi gioie della vita e il pentimento<br />

delle colpe, tra cui quella di avere il 5<br />

giugno 1455, poco più che ventenne, ferito<br />

a morte chi l'aveva provocato, fuggendo<br />

da Parigi, dove presto tornerà,<br />

dopo il perdono della vittima e la grazia<br />

del re. Orfano di padre, era stato allevato<br />

da Guillaume de Villon, rettore di<br />

una chiesa del quartiere latino, «plus<br />

per il passaggio nella città del nuovo re<br />

Luigi XI, ma nel novembre 1462, coinvolto<br />

in altra rissa, sarà ancora rinchiuso<br />

nella prigione dello Châtelet e condannato,<br />

come recidivo, all'impiccagione,<br />

contro cui si appellerà, e la pena capitale<br />

gli verrà commutata il 5 gennaio<br />

1463 nel bando da Parigi per dieci anni.<br />

Da allora si perderà di lui ogni traccia.<br />

«Èlaprimavoceschietta,inconfondibile,<br />

che si alza ad affermare sicuramente<br />

la virtù poetica della Francia (come<br />

scrisse Vittorio Lugli nel suo splendido<br />

libro della poesia francese Da Villon a<br />

Valéry del 1949) e insieme sembra annunciare<br />

alcuni fra i caratteri essenziali<br />

di quella poesia. [...] Non occorre avvicinare<br />

Villon ai poeti maledetti o irregolari<br />

dell'Ottocento per sentire la sua modernità,<br />

che è nel lirismo fresco, nel ripiegarsi<br />

dell'uomo sopra se stesso, nel<br />

confessarsi ai fratelli per averne il conforto<br />

dell'umana pietà. Per questo egli si<br />

colloca tra i poeti di ogni tempo e di<br />

ogni luogo, mentre tutto francese è il<br />

renza, e che si rivela nella confessione<br />

espressa in quattro sezioni del gran Testamento<br />

riferite all'atto di contrizione,<br />

al rimpianto del passato e all'evocazione<br />

della morte, alla vecchiaia e alla decadenza<br />

fisica, all'amore e alla rinuncia.<br />

Ma sono molto pochi i critici che si sono<br />

trovati d'accordo con questa interpretazione.<br />

La sua prima opera del 1456 è un<br />

poemetto di 40 ottave di tono grottescoparodistico,<br />

il Lais — il Lascito, che si<br />

apparenta al tipo letterario tradizionale<br />

del Congedo, nel quale si raffigura come<br />

un giovane cavaliere dal cuore affranto<br />

che parte per Angers, abbandonando l'amatissima<br />

prigione, per la crudeltà della<br />

sua donna, lasciando i suoi beni, immaginari<br />

s'intende, a parenti, amici, conoscenti<br />

e sconosciuti. Al protettore Guillaume<br />

lascia il bruit, la sua fama, alla<br />

donna il suo cuore come ricordo, a un<br />

ricco commerciante un raccolto di<br />

ghiande, ricavato da un saliceto (un dono<br />

perciò impossibile), tra una passerel-<br />

«Le piacevoli notti» del cinquecentista Giovan Francesco Straparola<br />

Racconti di magia e fiabe in bergamasco<br />

FRANCO LANZA<br />

Nel secolo «aureo» della prosa volgare,<br />

narrativa o trattatistica o storiografica<br />

che fosse, si aprì quasi improvvisamente,<br />

poco dopo gli anni Cinquanta,<br />

uno spazio d'attenzione e di consumo<br />

che non può certo dirsi accademico né<br />

cortigiano (per il mediocre livello dei<br />

fruitori) e nemmeno popolare o piccolo<br />

borghese (per via delle ambizioni aristocratiche<br />

affioranti nonostante tutto<br />

dalla sua accessibilità).<br />

Era infatti il 1550 quando uscì a<br />

stampa a Venezia, presso Orfeo dalla<br />

Carta, il primo tomo delle Piacevoli notti<br />

di Giovan Francesco Straparola, un<br />

letterato da Caravaggio che probabilmente<br />

era giunto in quella capitale europea<br />

dell'editoria già in età matura (la<br />

sua nascita si usa porre per congettura<br />

nell'ultimo decennio del Quattrocento)<br />

ed aveva al suo attivo un canzoniere,<br />

(Opera nova, 1508) composto di sonetti,<br />

strambotti, epistole e capitoli, con l'aggiunta<br />

di una Littera d'amore ed una<br />

canzonetta di congedo.<br />

Le notizie su questo novellatore sono<br />

scarsissime, e desta sorpresa il fatto<br />

che le Piacevoli notti siano, al contrario,<br />

un volume tanto diffuso nel secondo<br />

Cinquecento da ritenersi un vero e<br />

proprio best seller con le sue venti e più<br />

edizioni, tutte veneziane, fino al nuovo<br />

secolo.<br />

La «cornice» anche qui, come negli<br />

altri cinquecentisti, serve ad introdurre,<br />

o suggerire, con un più od un meno di<br />

convenevolezza, un ambiente e un clima<br />

sociale in cui ambientare le novelle.<br />

L'immancabile lieta brigata, al seguito<br />

di Ottaviano Sforza trasferitosi da<br />

Lodi a Venezia per rancori di famiglia,<br />

si è ricomposta nell'isola di Murano come<br />

in una piccola corte, alla quale afferiscono<br />

elementi della nobiltà locale.<br />

Del gruppo fanno parte due gentiluomini<br />

e dieci dame che, al servizio della<br />

nobile Lucrezia figlia di Ottaviano e<br />

sposa di Gianfrancesco Gonzaga fratello<br />

del marchese di Mantova, trascorre<br />

que père et plus doux que mère — più<br />

che padre e più dolce di una madre», al<br />

quale dovrà il nome, le buone relazioni,<br />

la formazione intellettuale e spirituale e<br />

una calda vita affettiva e comunitaria.<br />

Per merito suo potrà studiare, diventare<br />

baccelliere e maestro nelle Arti liberali<br />

nel 1452 e avere licentiam docendi.<br />

Oltre che nella rissa, in cui c'era scappato<br />

il morto, Villon sarà coinvolto con<br />

tre complici in un grosso furto con scasso<br />

al Collège de Navarre (avevano rubato<br />

un sacco pieno di monete d'oro), per<br />

cui dovrà fuggire di nuovo da Parigi,<br />

con peregrinazioni che lo porteranno a<br />

Blois, alla corte del principe poeta Charles<br />

d'Orléans, dove parteciperà a un<br />

concorso di poesia. Nell'estate 1461 è di<br />

nuovo a regime di carcere duro nelle<br />

prigioni del Vescovo di Meung-sur-Loire,<br />

da cui lo libererà l'amnistia, promulgata<br />

novellando la maggior parte delle serate,<br />

ricalcando evidentemente la cornice<br />

del Decameron.<br />

Va detto però che le figure umane sono<br />

degli stereotipi che non approdano<br />

mai al ritratto: Ludovica, Vicenza, Alteria,<br />

Lionora, Lauretta e via dicendo sono<br />

intercambiabili, e le qualità che potrebbero<br />

caratterizzarle, dai «costumi<br />

lodevoli» al «vago e delicato viso», dal<br />

«chiaro ed amoroso sguardo» alle «dolci<br />

ed affettuose parole» e alle «egregie e<br />

virtuose opere» sono anch'esse degli stereotipi<br />

che avendo per paragone le stelle<br />

sono facilmente riconducibili al dizionario<br />

galante del Petrarca, del Boccaccio,<br />

del Sannazaro. Più riconoscibili<br />

le figure di contorno (che mancano nel<br />

Decameron) ma soltanto perché si tratta<br />

di nomi storici: Bernardo Capello,<br />

Pietro Bembo, Giambattista Casali,<br />

Evangelista Cittadini, Benedetto Trevigiano<br />

e molti altri fanno da coro (silenzioso)<br />

alle novelle che non hanno altra<br />

giustificazione alla coesistenza se non il<br />

tempo di carnevale, le musiche e le<br />

danze di interludio e l'enigma che alla<br />

fine di ogni favola viene proposto agli<br />

ascoltatori.<br />

In sostanza, non sono molte le novità<br />

introdotte dallo Straparola nella tradizione<br />

novellistica: ed ancor oggi ci interroghiamo<br />

sulle ragioni nascoste del<br />

suo successo in quel grande mercato<br />

dell'effimero che è l'editoria veneziana<br />

del Cinquecento. Una risposta la fornisce<br />

Donato Pirovano nell'introduzione<br />

al vol. XXIX della fastosa collana dei<br />

Novellieri italiani dell'ed. curata da<br />

Enrico Malato (G.F. Straparola, Le piacevoli<br />

notti a cura di D. Pirovano, ed.<br />

Salerno, Roma 2000, due tomi di pp.<br />

880, s.i.p.).<br />

Dunque, secondo il prefatore «la diversificazione<br />

sociale e culturale del<br />

pubblico nel pieno Cinquecento sembra<br />

essere molto più complessa di quello<br />

che può apparire a un primo e rapido<br />

esame. A parte i ceti culturalmente elitari,<br />

a parte le accademie, le università<br />

e i circoli letterari più esclusivi, che<br />

realismo discorsivo e arguto, entro cui a<br />

tratti si accende il fervore, si leva il canto<br />

lucido e commosso». Gautier fu tra i<br />

primi a rivalutarlo, inserendolo con felice<br />

intuizione tra i suoi Grotesques.<br />

La sua poesia essenziale e universale<br />

fa, della sua esperienza, da una parte<br />

una specie di trasformazione radicale<br />

della poesia cortese, tra cui opera e di<br />

cui utilizza temi, toni e forme, dall'altra<br />

uno specchio della condizione umana,<br />

come si esprime lui stesso in un emistichio<br />

della ballata del concorso di Blois:<br />

«Je ris en pleurs — Rido tra le lacrime».<br />

Domenico Giuliotti, ispirandosi a un'interpretazione<br />

cristiana della sua opera<br />

da parte di André Suarès del 1914, presentò<br />

un Villon edificante, nel suo libro<br />

Il merlo sulla forca (1934), che accetta,<br />

come espiazione e redenzione per la<br />

condotta trascorsa, la povertà e la soffe-<br />

privilegiavano generi e forme dell'alta<br />

letteratura, e senza voler ammettere<br />

una richiesta, improbabile quanto anacronistica,<br />

di lettori di estrazione popolare,<br />

esisteva una fascia di pubblico intermedia<br />

alquanto diversificata per origine<br />

sociale, per preparazione culturale<br />

e per interessi letterari, e dunque in<br />

questo ampio orizzonte è lecito supporre<br />

frange di tolleranza e strati di lettori<br />

interessati a consumi letterari vari ed<br />

eterodossi rispetto agli orientamenti<br />

culturali dominanti».<br />

Questo per quanto riguarda la diffusione.<br />

Ma per la ragione di essa, e per<br />

gli elementi che l'hanno valorizzata,<br />

converrà pensare all'ampiezza tematica<br />

delle strutture, che vanno dalla fiaba<br />

per bambini al racconto di magia per<br />

adulti, dalla novella sentimentale a<br />

quella di puro intreccio, ed anche al<br />

modo di esporla. Perché se è vero che<br />

l'imitazione delle fonti è talora pedissequa,<br />

e se le censure formulate dal De<br />

Sanctis e dal Croce sul novelliere dello<br />

Straparola (superficialità, debolezza<br />

psicologica, gusto eclettico) restano tuttora<br />

pesanti, è anche vero che da questo<br />

repertorio hanno preso il volo, ritagliati<br />

da mani più abili, autentici capolavori<br />

della tragicommedia barocca e<br />

del melodramma.<br />

Appunto la denominazione di repertorio<br />

si addice al cumulo, anche se disordinato:<br />

tanto che non vi mancano<br />

favole tradotte dal latino di Girolamo<br />

Morlini, e due sono addirittura presentate<br />

in dialetto bergamasco (V, 3) e in<br />

dialetto pavano (V, 4). Sono opzioni linguistiche<br />

naturali nel corpo della Repubblica<br />

Veneta, che da Bergamo aveva<br />

tratto la maschera di Arlecchino e<br />

dal contado di Padova quella di Ruzante.<br />

Straordinaria mescolanza di componenti<br />

eterogenee, che risulteranno in<br />

seguito disponibili per la libellistica di<br />

Ferrante Pallavicino e la vena aneddotica<br />

di Gerolamo Brusoni: gli avventurieri<br />

e i poligrafi del Seicento dovranno<br />

tutti qualcosa allo scombinato pamphlet<br />

dello Straparola.<br />

la di personaggi generici, come il barbiere,<br />

il ciabattino, il rigattiere, e la schiera<br />

tradizionale di accattoni, malati, frati e<br />

beghine. Che poi sia un poemetto natalizio,<br />

tutto percorso da brividi di gelo, come<br />

dice al verso 10, «sur le Noël, morte<br />

saison — a Natale, morta stagione», perché<br />

usato da Villon come alibi al furto<br />

del collegio di Navarra, compiuto attorno<br />

al Natale del 1456, lasciamone discutere<br />

ai vari studiosi che se ne sono interessati.<br />

Sugli stessi nuclei tematici di gioventù,<br />

vecchiaia, povertà, amore e morte,<br />

si svolgerà cinque anni dopo, con ampiezza<br />

ben maggiore, che comprende<br />

186 strofe di otto versi d'impianto narrativo,<br />

la successiva versione del gran Testamento,<br />

genere in auge nella letteratura<br />

del Medioevo, che gli consentirà di<br />

affrontare tutti gli argomenti e di adottare<br />

vari toni. Nella successione di ottave<br />

di ottosillabi sono intercalati brani lirici<br />

diversi, tre rondeaux e soprattutto<br />

sei ballate, scritte prima del 1461-62, data<br />

di composizione del Testamento, quasi<br />

che l'autore avesse voluto includervi<br />

la propria antologia poetica, o meglio,<br />

come si espresse Paul Zumthor, proporne<br />

un montaggio drammatico. Gli sono<br />

congeniali la varietà degli stili, la fraseologia<br />

letteraria e nobile, i linguaggi tecnici,<br />

come quelli dei legali o dei bottai,<br />

e la lingua parlata, perfino quella volgare,<br />

e anche il gergo; gli piacciono le variazioni<br />

sullo stesso tema, come quelle<br />

sul biblico interrogativo dell'Ubi sunt?,<br />

di cui dà varie prove, come nella Ballata<br />

delle dame d'un tempo, in quella dei<br />

Signori e in quella in antico francese:<br />

«Ditemi dove, su quali rive / è Flora, la<br />

bella Romana, / dov'è Arcipïada o Taìde,<br />

/ che era la sua cugina germana, /<br />

Eco che parla se si propaga / brusìo di<br />

voci su fiume o stagno, / che beltà aveva<br />

ben più che umana? / Ma ove son le<br />

nevi dell'altr'anno?» È diventato proverbiale<br />

il suo ritornello: «Mais où sont les<br />

neiges d'antan?»<br />

Villon non riuscirà mai a risolvere la<br />

contraddizione che portava in sé e che<br />

rivela nei versi, alcuni, pieni di doppi<br />

sensi e di ambiguità come in un cinico e<br />

grossolano Quatrain, altri con cui cerca<br />

d'intenerire i lettori sulla sorte delle vittime,<br />

come nella Ballata degl'impiccati:<br />

«Fratelli umani, che ancor vivi siete, / il<br />

cuor vostro non sia duro con noi, / ché,<br />

se pietà di noi miseri avrete, / più pronto<br />

Dio avrà mercé di voi. / Appesi, cinque,<br />

sei, qui ci vedete: / la nostra carne,<br />

fin toppo nutrita, / è ormai da tempo<br />

disfatta e marcita, / e noi, ossa, andiamo<br />

in cenere e polvere. / Della nostra<br />

disgrazia nessun rida, / ma Dio pregate<br />

che ci voglia assolvere».<br />

Il punto di partenza realistico, che ha<br />

come luogo Parigi e dintorni, tra la fine<br />

del 1461 e l'inizio del 1463, nel colmo<br />

della sua sfortuna, e che gli fa insistere<br />

sulle disgrazie, sulla fuga della giovinezza,<br />

sulla povertà, sullo spettro della<br />

morte, si trasformerà a poco a poco in<br />

creazione letteraria che lo libererà dall'angoscia<br />

e gli farà recuperare toni più<br />

distesi e vari. L'amata città è sempre<br />

presente, in un quadro straordinariamente<br />

mosso di varia umanità, tra chierici,<br />

personaggi del Parlamento e uomini<br />

d'affari, mercanti e artigiani, soldatacci<br />

e sbirri, principi e signori, frati e monache,<br />

con i suoi conventi, le chiese, le<br />

vie, tra cui rue Saint-Antoine, e poi<br />

Saint-Benoît le Bestourné, di cui il suo<br />

protettore è cappellano, la Sorbonne, i<br />

tribunali, le prigioni e le taverne e in<br />

lontananza le forche, continuo monito<br />

per i delinquenti. E poi seguono le immagini<br />

diverse delle dame e dei signori<br />

del tempo che fu, della bella Elmiera,<br />

delle parigine, della grossa Margot, dei<br />

ragazzi perduti, ecc.<br />

Il Testamento è nettamente diviso in<br />

due parti, la prima di 800 versi, severa e<br />

lirica meditazione sull'esistenza dell'uomo<br />

sulla terra; la seconda di 1200 versi,<br />

con aneddoti, riflessioni e reminiscenze,<br />

che documentano buone conoscenze<br />

della letteratura classica e della Bibbia,<br />

nonché di opere contemporanee e con<br />

una serie di lasciti, comici e buffi, sarcastici<br />

e osceni, con l'eccezione di alcune<br />

ballate di una solenne purezza, come<br />

quella per pregare Nostra Signora, nel<br />

ricordo di sua madre: «Donna del ciel,<br />

della terra reggente, / e sovrana delle<br />

inferne paludi, / accogli questa tua umil<br />

credente / [...] Sono una donna poveretta<br />

e anziana, / che niente sa, libri<br />

mai ho veduti. / Dipinto in chiesa, ove<br />

son parrocchiana, / il paradiso vedo, arpe<br />

e liuti, / e un inferno ove bollono i<br />

perduti; / l'un m'angoscia, l'altro è gioia<br />

e allegrezza. / La gioia fammi avere, o<br />

diva eccelsa, / cui deve il peccatore ausilio<br />

chiedere, / pien di fede, senza indugio<br />

o lentezza; / viver voglio e morire<br />

in questa fede».<br />

Le Poesie diverse e le Ballate in argot<br />

completano le Opere di Villon che risultano<br />

così complete e del tutto rinnovate,<br />

per l'introduzione quasi raddoppiata,<br />

per l'attenzione rivolta ai numerosi nuovi<br />

studi sull'autore, per le note che dànno<br />

conto di tutti gli aspetti filologici, linguistici<br />

e letterari che lo riguardano, per<br />

la bibliografia aggiornata. A fronte del<br />

testo francese riappare la bella traduzione<br />

poetica di Emma Stojkovic Mazzariol,<br />

che oltre al significato testuale è<br />

riuscita, con la collaborazione di Attilio<br />

Carminati, a mantenere il fascino del ritmo<br />

e dell'aura poetica di Villon.<br />

Il nichilismo<br />

di Tommaso Landolfi<br />

Riproponendo Ottavio di Saint-Vincent — apparso<br />

la prima volta in volume nel 1958, dopo essere<br />

stato pubblicato a puntate su «Il Mondo» negli<br />

anni 1956-1957 col titolo Ottavio l'impostore —<br />

Adelphi aggiunge un nuovo tassello all'edizione<br />

delle opere complete di Tommaso Landolfi. Si<br />

tratta di un racconto di intensa profondità, la cui<br />

struttura è tutta giocata sul valore semantico de-<br />

Tommaso<br />

Landolfi<br />

Ottavio<br />

di Saint-<br />

Vincent<br />

Adelphi<br />

gli episodi che s'incastrano l'uno nell'altro a significare la radicale vacuità<br />

delle cose e l'inconsistenza dei personaggi. Nella notte in cui il giovane<br />

poeta Ottavio di Saint-Vincent sta pensando al suicidio quale unica soluzione<br />

per i mali che l'affliggono, rimane colpito dalla voce melodiosa di una<br />

duchessa che confessa ad un misterioso personaggio di sentirsi profondamente<br />

annoiata, nonostante la sua immensa fortuna, e di attendere qualcosa<br />

che valga a cambiare radicalmente la sua vita: «Mi piacerebbe elevare<br />

qualcuno, che so un giovane povero, un uomo disperato, a una condizione<br />

pari alla mia, anzi alla mia medesima... Immagino di trovarlo una notte sul<br />

mio cammino, quest'uomo, ubriaco, addormentato, incosciente, e di raccoglierlo<br />

ed accoglierlo qui: sì che al mattino si svegliasse padrone per un<br />

tempo di tutto quanto vede delle mie sostanze, della mia stessa persona».<br />

Sono queste parole, casualmente captate, a convincere Ottavio che il «nuovo»,<br />

ossessivamente atteso, è in dirittura d'arrivo: indispensabile saperlo<br />

afferrare, cercando il modo di mettersi sotto la protezione della duchessa.<br />

Riesce così ad ottenere ricchezza e potere, ma non ad affrancarsi dalla<br />

noia che l'affligge e dal vuoto che l'opprime, soprattutto perché gli manca<br />

la cosa cui maggiormente aspira, l'amore della duchessa. Quando finalmente<br />

la duchessa gli si dichiarerà, sarà però troppo tardi, perché Ottavio avrà<br />

già sperimentato a sufficienza che la scena del mondo è popolata soltanto<br />

da fantasmi che «si aggirano lugubri e solitari nei castelli in rovina». Donde<br />

la drastica decisione: «Addio, Signora. Ah, come non vedete che noi tutti<br />

veniamo dalla stessa noia e andiamo verso lo stesso nulla?». Questa la dichiarazione<br />

di nichilismo assoluto che conclude il racconto, tutto snodato<br />

tra ombre, maschere e finzioni in cui sono condensate le più segrete ossessioni<br />

di chi è consapevole di muoversi tra i labirinti del destino e le illusioni<br />

dei fantasmi. (francesco licinio galati)<br />

Tommaso Landolfi, Ottavio di Saint-Vincent, Milano, Adelphi, 2000, pp. 89,<br />

L. 12.000<br />

Antonio Balsemin<br />

Sta sera<br />

ve conto...<br />

Editoriale<br />

Padova<br />

Viaggio nella memoria<br />

in dialetto veneto<br />

È il Liber Tertius di un singolare autore sessantenne,<br />

tassista di origine veneta e uomo di<br />

buona cultura, che mentre guida nel traffico<br />

romano ambisce di contribuire con le sue opere<br />

alla conservazione sia del suo dialetto veneto,<br />

sia della memoria delle cose di una volta: usanze,<br />

storie, mestieri, ricorrenze stagionali, paesaggi<br />

e persone. Non è la solita «operazione no-<br />

stalgia» o il solito sfogo di chi con la memoria vorrebbe tornare al passato,<br />

ma è un'operazione culturale ben programmata, che l'A. affronta con i propri<br />

mezzi, scarsi dal punto di vista economico (ma il libro è un'ottima edizione)<br />

e ricchi nella impostazione ideologica. Infatti, presenta i racconti in<br />

dialetto e in lingua italiana a pagine affiancate, ma all'inizio dà ampio conto<br />

dei criteri della trascrizione, dei problemi linguistici, delle regole di grammatica<br />

e di pronuncia che ha seguito, sulla base di un'ottima documentazione.<br />

Inizia con una toccante dichiarazione di fede («Mi, drento de mi, el<br />

Creator lo sento!») e poi narra di un viaggio di nozze in carriola, della nonna<br />

venditrice di granite, dei tagliatori d'erba e dei maniscalchi, dei giochi<br />

dei bambini e del contatto schietto con la natura e con gli animali, di una<br />

vita dura e libera. Il tutto è raccontato con arguzia, che inizia dall'ironia<br />

verso se stesso («Mi autoproclamo cantastorie») e costella qua e là i brevi<br />

brani rendendo la lettura ancor più piacevole. Le descrizioni di persone e<br />

luoghi sono accurate, vivide e precise, come se venissero da una lunga<br />

esperienza letteraria di bozzettismo. Sarebbe ambizione dell'Autore contattare<br />

altre persone che, in altre ragioni, si applichino — finché c'è tempo —<br />

ad un altrettanto sistematico recupero dei vari dialetti e delle loro capacità<br />

espressive. (domenico volpi)<br />

Antonio Balsemin, «Sta sera ve conto... (Questa sera vi racconto)», Padova,<br />

Editoriale Padova, 2000, pp. 207, L. 25.000<br />

Lo smisurato universo<br />

del pensiero mistico<br />

Avrebbe potuto offrire un sottotitolo questo libretto<br />

e non sarebbe stato di troppo. A maggior chiarimento<br />

bisogna perciò puntare l'attenzione sul<br />

primo termine del titolo: Introduzione, quasi si intendesse<br />

procedere ad un tentativo di propedeutica<br />

in materia. Chiaro allora che il termine mistica<br />

è preso nella sua accezione più vasta, in una<br />

valutazione ampliore sensu. In senso generico, e<br />

Marco Vannini<br />

Introduzione<br />

alla mistica<br />

Morcelliana<br />

di questo l'Autore è perfettamente cosciente oltre che a darne una plausibile<br />

o giustificata ragione. Nella stessa breve rassegna bibliografica si<br />

guarda bene dal citare il recente Nuovo Dizionario di mistica Edizione Vaticana<br />

(1998). L'intento suo precipuo è quello di dar spazio a più voci, e ne<br />

segue infatti una gamma pressoché indefinita di mistiche, quasi imprevedibile:<br />

si passa da quella greca (Platone) a quella idealistica (Hegel), dalla<br />

buddista alla cristiana. Avvertito (pro bono pacis) il lettore, il Vannini procede<br />

sicuro nella trattazione, prospettando il discorso su due parametri: temi<br />

e figure ovvero l'uno generico-teoretico, l'altro specifico-pratico. Si delineano<br />

quindi le delucidazioni psico-filosofiche: l'io, spirito/psiche, contraddizioni<br />

del sentimento, vera analisi, ecc. si direbbe — a nostro avviso — una<br />

specie di prolegomeni, quasi praeambula fidei, ovvero la segnalazione di<br />

quelle scintille più o meno vivaci della cosiddetta inclinazione naturale, propria<br />

nell'uomo a conoscere e ad avvicinarsi a Dio. A questa parte introduttiva<br />

sulla tematica seguono le figure, cioè i vari campioni della mistica, siano<br />

essi santi (Bernardo, Giovanni della Croce, E. Stein) o personaggi di rilievo<br />

(N. Cusano, Simone Weil, Wittgenstein): due pagine scarne — quasi<br />

d'obbligo — per ciascuno, in forma di elzeviri o schegge: una ripresa di articoli<br />

precedenti «in forma rivista». Spetterà al lettore poi di riprendere il discorso<br />

a più ampio respiro. Bisogna comunque riconoscere una certa novità<br />

oltre genialità: l'A. stesso la definisce «una chiara e inusuale guida» per<br />

giungere «alla scoperta della mistica ovvero della vita dello spirito». Un auspicio<br />

forse per interpretare un approccio, un tentativo sui generis di ecumenismo<br />

interreligioso. (arnaldo pedrini)<br />

Marco Vannini, Introduzione alla mistica, Brescia, Morcelliana, 2000, pp.<br />

113, L. 20.000<br />

AA. VV.<br />

Il Museo<br />

Centrale<br />

del<br />

Risorgimento<br />

Palombi<br />

Il Museo Centrale<br />

del Risorgimento<br />

Il Museo Centrale del Risorgimento di Roma fu<br />

aperto al pubblico, nei nuovi locali all'interno del<br />

Vittoriano, il 24 maggio del 1935. Da allora, tranne<br />

che per la ricorrenza di eventi particolari quali<br />

la Repubblica Romana, l'unità di Italia, Roma<br />

capitale e la morte di Garibaldi, non ha mai mostrata<br />

al pubblico la sua preziosa collezione d'arte<br />

e di cimeli storici. Si tratta di circa 250 dipinti,<br />

150 sculture, disegni, acquerelli, frutto di donazioni e di acquisti o di lasciti<br />

di artisti e di patrioti risorgimentali, di grande pregio, sia per il loro valore<br />

artistico che come testimonianza di quel periodo storico. Una selezione di<br />

queste opere celebra,dopoventianni,laparzialeriapertura del Museo. L'arte<br />

è il linguaggio prescelto per illustrare la vita politica, economica, sociale,<br />

culturale italiana del XVIII e del XIX secolo, colta nelle sue trasformazioni e<br />

nella sua relazione con la storia europea. I dipinti, le sculture e i disegni,<br />

quasi tutti esposti per la prima volta al pubblico, vanno dalla seconda metà<br />

del Settecento, alla fine della prima guerra mondiale. Tra gli artisti il siciliano<br />

Ettore Ximenes, autore di grandi monumenti celebrativi, i fratelli Girolamo<br />

e Domenico Induno che parteciparono agli eventi risorgimentali tracciandone<br />

un resoconto puntuale e drammatico, i pittori-soldato tra cui Aldo<br />

Carpi, medaglia d'oro a Firenze per i disegni di guerra. (barbara tagliolini)<br />

AA.VV., Il Museo Centrale del Risorgimento, la collezione d'arte, Roma,<br />

Palombi, 2000, pp. 144, s.i.p.


A ROMA<br />

PAGINA<br />

INCENDI Altri roghi nella notte sull'Aurelia e sul litorale a sud della Capitale<br />

Fiamme in un edificio dell'Eur:<br />

paura ma nessun ferito<br />

Paura, momenti di<br />

tensione ma alla fine<br />

nessun ferito e situazione<br />

sotto controllo. È il<br />

bilancio dell'incendio<br />

che è divampato nel pomeriggio<br />

di ieri, lunedì,<br />

all’interno di un palazzo<br />

di più di dieci piani in<br />

via dell’Esperanto, all’Eur.<br />

L ’incendio è scoppiato<br />

al quarto piano, nella<br />

stanza adibita a cancelleria,<br />

della Nalco Italia,<br />

una società americana<br />

che produce e commercializza<br />

sostanze chimiche<br />

per il trattamento<br />

delle acque industriali e<br />

che ha sede a Cisterna<br />

di Latina.<br />

Tutti coloro che si trovavano<br />

negli uffici dal<br />

primo al sesto piano sono<br />

scesi per strada, mentre tutti quelli<br />

degli altri piani sono usciti sui balconi o<br />

si sono rifugiati sulla terrazza, non potendo<br />

scendere perché il fumo si levava<br />

verso i piani superiori e aveva invaso<br />

anche le scale. Pattuglie di Polizia e Vigili<br />

Urbani, e numerosi automezzi dei<br />

Vigili del fuoco, sono intervenuti dopo<br />

le telefonate di alcuni inquilini di un palazzo<br />

di fronte che avevano visto fiamme<br />

e fumo uscire dalle finestre degli uffici<br />

della Nalco.<br />

È stata invece Elena Mellara, che la-<br />

Campidoglio:<br />

Enzo Mosino<br />

nomina<br />

6 subcommissari<br />

Il Commissario del Comune, Enzo<br />

Mosino, sarà coadiuvato da sei subcommissari<br />

e da un capo di gabinetto. La<br />

squadra dei «tecnici» è stata presentata<br />

lunedì pomeriggio in Campidoglio dallo<br />

stesso Mosino, il quale ha chiarito il<br />

programma del suo lavoro: «Mantenere<br />

il livello degli attuali servizi occuparsi<br />

dell’ordinaria amministrazione, consultare<br />

le forze politiche rappresentate finora<br />

in consiglio comunale prima di adottare<br />

provvedimenti importanti, come ad<br />

esempio il bilancio; consultare i presidenti<br />

delle Circoscrizioni che restano in<br />

carica».<br />

Il capo di gabinetto è Marcello Fiori,<br />

ex vicecapo di gabinetto del Sindaco<br />

Rutelli. I subcommissari — che si occuperanno<br />

delle competenze ripartite prima<br />

fra gli assessori — sono l’avvocato<br />

dello Stato, Ettore Figliolia (politiche del<br />

lavoro e turismo); il consigliere per gli<br />

affari istituzionali e politici del ministero<br />

dell’Interno, Harald Bonura (politiche<br />

economiche e commercio); il viceprefetto,<br />

Benedetto Basile (anagrafe); l’ex vicecommissario<br />

straordinario al Giubileo,<br />

Stefano Landi (lavori pubblici); il prefetto,<br />

Ezio Monaco (casa, servizi sociali e<br />

sanità); il capo del dipartimento spettacolo<br />

del ministero dei Beni culturali, Rosa<br />

Rummo (cultura).<br />

Il commissario Mosino non ha invece<br />

ritenuto di dover mantenere la figura<br />

del direttore generale, incarico finora ricoperto<br />

da Pietro Barrera, perché, ha<br />

spiegato, «ci sarebbe stato un surplus di<br />

figure dirigenziali. Ho stima di Barrera<br />

per il lavoro fatto, ma per ora non penso<br />

di dovermi avvalere di questa<br />

figura».<br />

Tentata rapina a un furgone<br />

portavalori: sparatoria<br />

fra guardie e malviventi<br />

Sparatoria fra guardie giurate e rapinatori<br />

ieri, lunedì, in piazza Roselle, nei<br />

pressi della via Appia.<br />

Due metronotte della ditta «Sipro»<br />

erano entrati nel Credito Cooperativo di<br />

Roma per prelevare un plico contenente<br />

denaro mentre un terzo vigilante era rimasto<br />

alla guida del furgone portavalori.<br />

Usciti dalla banca, i due hanno visto un<br />

uomo sospetto che si avvicinava a loro e<br />

che ha estratto una pistola; accanto c’era<br />

un complice.<br />

Una delle guardie ha quindi reagito<br />

ingaggiando la sparatoria. Gli inquirenti<br />

(sull'accaduto indaga la Squadra Mobile)<br />

hanno raccolto sull'asfalto una decina<br />

di bossoli, testimonianza di una sparatoria<br />

piuttosto accesa. Fortunatamente<br />

i colpi non hanno raggiunto nessun<br />

passante.<br />

Le due guardie giurate sono comunque<br />

riuscite a salire sul furgone che si è<br />

allontanato in fretta per mettersi al sicuro.<br />

Fallito dunque il colpo, i due banditi<br />

hanno raggiunto un complice che li<br />

aspettava in auto (forse una Lancia Thema)<br />

in via Siria, prima di dileguarsi nel<br />

traffico.<br />

11 .<br />

vora di fronte la stanza adibita a cancelleria,<br />

a chiamare il responsabile della sicurezza<br />

che si trovava al quinto piano.<br />

«Ho aperto una finestra — ha detto<br />

Mellara — poi ho visto del fumo uscire<br />

dalla fessura sotto la porta della stanza<br />

che era chiusa a chiave e ho sentito anche<br />

un crepitio. Alcuni colleghi, dopo<br />

aver aperto la porta, hanno preso degli<br />

estintori per cercare di spegnere il fuoco<br />

ma le fiamme erano troppo alte».<br />

L’incendio comunque è stato spento<br />

dai Vigili del fuoco in breve tempo. Le<br />

operazioni si sono concluse<br />

senza feriti; i pompieri<br />

hanno subito isolato<br />

l’ala del quarto piano.<br />

La torre conta complessivamente<br />

13 piani,<br />

tutti occupati da uffici.<br />

In particolare ai piani<br />

quarto, quinto e sesto si<br />

trovano i locali della<br />

Nalco.<br />

Altri incendi si sono<br />

poi sviluppati nel corso<br />

della notte fra lunedì e<br />

martedì. Il primo allarme<br />

è scattato all’una,<br />

nell’area industriale che<br />

si trova sul litorale a sud<br />

di Roma, tra Anzio e<br />

Nettuno. Complessivamente<br />

5.000 metri quadri<br />

che ospitano vari capannoni<br />

industriali, do-<br />

ve, per cause ancora in<br />

corso di accertamento, le fiamme sono<br />

divampate in un magazzino della ditta<br />

«Imflex», che produce materassi. Le<br />

fiamme hanno distrutto un capannone e<br />

danneggiato in parte un altro che ospitava<br />

gli uffici. Un’ora dopo, un altro incendio<br />

è divampato sulla via Aurelia, all’altezza<br />

del km.13, distruggendo le carcasse<br />

di un centinaio di auto in un deposito<br />

di autodemolizioni. Sempre lunedì<br />

invece un incendio aveva distrutto il<br />

ristorante «La campagnola» a sant'Agostino,<br />

nei pressi di Civitavecchia.<br />

MALTEMPO Ad Ostia negozi e scantinati allagati<br />

Auto precipita in un canale:<br />

donna annega nel Frusinate<br />

Il violento nubifragio che si è abbattuto<br />

negli ultimi due giorni sul Lazio ha<br />

provocato la morte di una persona oltre<br />

ad ingenti danni. Nel Frusinate un’automobile<br />

è precipitata in un canale e la<br />

conducente, Addolorata Eramo, di 45<br />

anni, è annegata, mentre un uomo, Desiderio<br />

Di Leonardo, che si trovava con<br />

lei si è salvato. L'autovettura, secondo i<br />

Carabinieri, a causa del fondo stradale<br />

bagnato in prossimità di una curva non<br />

avrebbe frenato finendo la corsa nel canale,<br />

il Rio Molle, in piena per le abbondanti<br />

piogge che costeggia la strada.<br />

Automobilista ubriaco<br />

semina terrore per le vie<br />

di Tivoli: arrestato<br />

Un giovane di Tivoli che guidando<br />

ubriaco ha prima ferito un<br />

automobilista, poi è finito contro<br />

un negozio e infine stava investendo<br />

due pedoni è stato arrestato,<br />

lunedì, dai Carabinieri. G. F., 28<br />

anni, alla guida della sua auto ha<br />

impazzato per le vie di Tivoli. Prima<br />

si è scontrato con una vettura<br />

ferendo il conducente: quindi, dopo<br />

essere fuggito, è finito contro<br />

la serranda di un locale, infine,<br />

per un soffio, non ha investito 2<br />

ragazzi. L'uomo è stato arrestato<br />

mentre minacciava un barista,<br />

perché voleva bere alcolici gratis.<br />

Rieti:<br />

procedimenti<br />

per evasione fiscale<br />

Rinvio a giudizio per evasione fiscale:<br />

questa la richiesta fatta lunedì dal sostituto<br />

procuratore della Repubblica di<br />

Rieti, Fabio Picuti, per il titolare del<br />

Gruppo Commerciale «Emmezeta»,<br />

Maurizio Zamparini, del figlio Andrea e<br />

dell’ex direttore dello stabilimento di<br />

Rieti, Antonio Mazzocchetti.<br />

Il procedimento è stato chiesto a conclusione<br />

dell’inchiesta sulla contabilità in<br />

nero dell'azienda che ha preso il via da<br />

una denuncia dell’ex direttore dello stabilimento<br />

di Rieti, Antonio Mazzocchetti,<br />

subito dopo il suo licenziamento dall’azienda.<br />

Dalle indagini della Guardia di<br />

Finanza è risultato che l’Emmezeta<br />

avrebbe tenuto una contabilità in nero,<br />

utilizzando i soldi di false fatture e la<br />

vendita di prodotti ai dipendenti senza<br />

alcun scontrino o ricevuta.<br />

Intanto, a Rieti, è attesa per oggi,<br />

martedì, la sentenza del processo nei<br />

confronti di tre ex parlamentari reatini e<br />

di un consigliere comunale del capoluogo,<br />

accusati di concussione perché<br />

avrebbero ricevuto, dal '90 al '94, circa<br />

300 milioni di lire dal Gruppo Emmezeta<br />

per aver facilitato il suo insediamento.<br />

Davanti al giudice anche l’ex vicesindaco<br />

di Cittaducale, accusato di aver firmato<br />

licenze riconosciute illegittime.<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Mercoledì 31 Gennaio 2001<br />

Di Leonardo è riuscito ad uscire dall’abitacolo<br />

della vettura e a dare l’allarme.<br />

Ma quando sul posto sono arrivati<br />

Vigili del fuoco e Carabinieri la donna<br />

era già annegata.<br />

Due ore di pioggia intensa hanno allagato<br />

molte strade della XIII Circoscrizione,<br />

costringendo i vigili urbani a vietare<br />

l’accesso ai veicoli in alcuni tratti, e<br />

provocato smottamenti dell’asfalto.<br />

La pioggia ha provocato in alcune zone<br />

pozze profonde 20 centimetri e allagato<br />

negozi e scantinati. La conseguenza<br />

è stata il blocco del traffico e centralini<br />

dei vigili urbani, dei vigili del fuoco,<br />

sono stati intasati dalle richieste di intervento.<br />

«Si è determinata una situazione<br />

di emergenza sul territorio, dove dal 15<br />

gennaio sono al lavoro i tecnici della<br />

Circoscrizione che stanno provvedendo<br />

alla posa di nuove tubature drenanti —<br />

ha spiegato il presidente della Circoscrizione,<br />

Paolo Orneli —. Abbiamo a disposizione<br />

12 miliardi per affrontare il<br />

problema, il primo appalto è già partito,<br />

altri due saranno avviati a metà febbraio<br />

e ai primi di marzo e prevedono la sostituzione<br />

dei pozzetti assorbenti, la manutenzione<br />

e la loro pulizia. Invitiamo la<br />

cittadinanza a segnalarci i disagi, per risolvere<br />

rapidamente il problema».<br />

Problemi, infine, anche in provincia<br />

di Latina. La situazione più seria si è registrata<br />

nel Sud Pontino, dove a seguito<br />

di una frana è stata fatta sgomberare<br />

una palazzina dell’Iacp a San Cosma e<br />

Damiano. Non si registrano feriti o danni<br />

alle persone, anche se la pioggia non<br />

agevola l’intervento del personale dei vigili<br />

del fuoco e della protezione civile.<br />

Ardea: agente insegue<br />

uno spacciatore e trova<br />

75 chili di marijuana<br />

Tre sacchi di juta, nascosti sotto alcuni<br />

cespugli, che contenevano complessivamente<br />

75 chili di marijuana, sono stati<br />

scoperti da un agente del commissariato<br />

di Polizia Tuscolano nelle campagne di<br />

Ardea. È avvenuto lunedì in via Ciampino,<br />

sotto il ponte della linea ferroviaria<br />

Roma-Napoli.<br />

L’agente, che era libero dal servizio,<br />

passando per la strada ha notato un uomo<br />

che, vedendolo, ha tentato di nascondersi.<br />

L’agente è sceso dall’auto e si<br />

è messo a inseguirlo per la campagna.<br />

L’uomo fuggendo si è sbarazzato, lanciandolo<br />

in un fosso, di un involucro<br />

che conteneva quattro pacchetti di marijuana.<br />

È stato subito dopo che, guardandosi<br />

intorno, l’agente ha scoperto i<br />

sacchi di juta che contenevano 57 confezioni<br />

di marijuana.<br />

La disperazione, invece, ha portato<br />

un madre a denunciare il proprio figlio<br />

tossicodipendente. La donna non ne poteva<br />

più delle botte e delle continue richieste<br />

di denaro del figlio per potersi<br />

comprare la droga. T. O., di 46 anni, si<br />

è rivolta alla Polizia e lunedì, dopo l’ennesima<br />

lite, gli agenti hanno arrestato il<br />

figlio, Mauro Mazzarisi, di 24 anni, con<br />

le accuse di estorsione e lesioni aggravate.<br />

VIAGGIO NEI RIONI La quiete e la familiarità delle botteghe artigiane<br />

Borgo: tra le vie cariche di storia<br />

sopravvive l'atmosfera di un paese<br />

È il più giovane per età ma è tra i più<br />

ricchi di storia dell'antica Roma. Ci riferiamo<br />

al Rione Borgo, sulla riva destra<br />

del Tevere, in una pianura che era chiamata<br />

Ager Vaticanus, fra l'omonima collina,<br />

il Gianicolo e Monte Mario.<br />

Il saggista Mario Villa dice testualmente<br />

che «i primi padroni del luogo furono<br />

gli Etruschi e Plinio ricorda un elce<br />

del Vaticano di data antecedente alla<br />

stessa Roma». Divenne poi proprietaria<br />

di questo sito Agrippina, madre di Caligola,<br />

e da lei passò in eredità alla figlia<br />

chiamata poco fantasiosamente Agrippina<br />

a sua volta e distinta rispetto a quella<br />

con la qualificazione di Minore. Agrippina<br />

Minore, madre di Nerone, arricchì il<br />

territorio di numerosi monumenti, tra i<br />

quali la villa imperiale con gli annessi<br />

Giardini.<br />

Qui si rifugiarono gli scampati all'incendio<br />

dell'Urbe, appiccato, sembra, per<br />

un capriccio del despota, finché Domiziano<br />

e Traiano vi costruirono le «naumachie»,<br />

cioè il circo per le rappresentazioni<br />

navali. Tracce dell'opera vennero<br />

scoperte fra piazza Risorgimento e Castel<br />

Sant'Angelo, il mausoleo di Adriano<br />

poi trasformato in fortezza papale, integrata<br />

nelle mura fatte costruire da Aureliano<br />

attorno alla città.<br />

Con l'avvento del Cristianesimo, la regione<br />

divenne rilevantissimo centro religioso:<br />

infatti accoglieva la tomba di San<br />

Pietro e vi sorgeva la prima basilica dedicata<br />

all'apostolo, fatta erigere da Costantino.<br />

«La Sapienza»:<br />

studenti soddisfatti<br />

ma restano molti<br />

problemi da risolvere<br />

Scarsa sollecitazione della partecipazione<br />

attiva degli studenti; inadeguatezza<br />

degli spazi in cui si tengono le lezioni<br />

e dell'uso di adeguati sussidi didattici.<br />

Ma a parte queste mancanze, prevalgono<br />

le opinioni positive tra gli studenti<br />

dell’Università «La Sapienza».<br />

È questo il quadro che emerge dalla<br />

Rilevazione delle opinioni degli studenti<br />

sulle lezioni dell'università romana condotta<br />

dal Nucleo di valutazione per la<br />

didattica, che ha raccolto il 10% dei dati<br />

di tutti gli atenei d’Italia.<br />

L'indagine è partita nel maggio ’99<br />

con la distribuzione di questionari in<br />

1.277 corsi e nello stesso mese del 2000<br />

in 1.481 corsi.<br />

I dati rilevano che l’area della soddisfazione,<br />

circa il 77 %, prevale su quella<br />

dell’insoddisfazione, 15,2%. Gli ambiti in<br />

cui sono più evidenti le insoddisfazioni<br />

degli studenti riguardano l’opinione che<br />

non venga sufficientemente chiarita l’utilità<br />

scientifico professionale dei contenuti,<br />

la partecipazione attiva degli studenti<br />

e gli spazi.<br />

Chiarezza delle lezioni, interesse e loro<br />

utilità per preparare gli esami risultano<br />

insoddisfacenti per circa il 15%, del<br />

tutto insoddisfacenti in circa il 30% dei<br />

questionari. Quote di insoddisfazione<br />

più ridotte riguardano l’assenza dei docenti<br />

dalle lezioni (5,7%) e la non reperibilità<br />

dei professori negli orari di ricevimento,<br />

la regolarità dei corsi (8%) e la<br />

corrispondenza tra temi affrontati a lezione<br />

e i programmi d’esame (5,5%).<br />

Per quanto riguarda le facoltà, infine,<br />

l’incidenza del miglioramento è più forte<br />

a Medicina mentre l’insoddisfazione è<br />

cresciuta a Statistica e Lettere.<br />

Operaio cade dalla scala:<br />

in prognosi riservata<br />

Stava montando un controsoffitto<br />

quando è caduto dalla scala da<br />

un’altezza di 3 metri. Giancarlo<br />

Berardi, un operaio di 36 anni, è<br />

ora ricoverato in prognosi riservata<br />

nell’ospedale San Giovanni di<br />

Roma. L’incidente è avvenuto lunedì<br />

nel locale di una società, nel<br />

quartiere Casilino.<br />

Tentano di corrompere<br />

Carabiniere: arrestati<br />

Due extracomunitari sono stati arrestati<br />

per tentata corruzione di un<br />

Carabiniere. È accaduto lunedì in<br />

un supermercato di Tivoli. Gli uomini<br />

facevano la spesa, mentre un<br />

terzo rubava delle vettovaglie.<br />

Quando due Carabinieri in borghese<br />

lo hanno fermato, il ladro ha<br />

tentato di ribellarsi, mentre gli altri<br />

hanno cercato di corrompere uno<br />

dei due militari con 200.000 lire.<br />

Aggrediscono autista<br />

di un bus: fermati<br />

Due uomini, R.C., di 27 anni, e<br />

G.L., di 25, lunedì sono stati fermati<br />

per aver aggredito un autista<br />

della Trambus, nella zona Prenestina.<br />

A bloccarli ci hanno pensato<br />

due Carabinieri che poi li hanno<br />

consegnati agli agenti di Polizia<br />

del commissariato Prenestino.<br />

31 GENNAIO 2001<br />

S. Giovanni Bosco, sacerdote,<br />

pastore e maestro della<br />

gioventù - Memoria (bianco)<br />

Messa della Memoria<br />

Lezionario: Eb 12, 4-7.11-15;<br />

Salmo 102; Mc 6, 1-6<br />

Liturgia delle Ore: Merc. IV<br />

sett. - Ufficio della Memoria<br />

E vi fiorirono monasteri ed edifici di<br />

culto, nonostante i pontefici seguitassero<br />

a soggiornare in Laterano a causa dell'insalubrità<br />

del sito.<br />

Tante preziosità andavano però meglio<br />

protette. Non siamo ancora al sacco<br />

di Roma, ma settecento anni prima, alla<br />

fine del nono secolo, orde saracene<br />

giunsero da Ostia e, senza difficoltà, razziarono,<br />

saccheggiarono, distrussero, inducendo<br />

Leone IV a correre ai ripari,<br />

con la costruzione del fortilizio detto poi<br />

Città Leonina, e a mano a mano con ulteriori<br />

barriere difensive che non impedirono<br />

tuttavia le immani distruzioni dei<br />

Lanzichenecchi nel 1527. Sessant'anni<br />

dopo, il territorio dell'antico Ager Vaticanus<br />

divenne il quattordicesimo rione<br />

di Roma, fu dotato di una bandiera e,<br />

va da sé, di uno stemma: un leone in<br />

campo rosso adagiato su una cassa di<br />

ferro. Sarebbe, questa, testimonianza<br />

forse mitica d'un tesoro rinvenuto in Castel<br />

Sant'Angelo.<br />

Il nucleo del nuovo rione non subì<br />

particolari modificazioni urbanistiche, se<br />

si escludono i ricorrenti lavori per la basilica<br />

di San Pietro e la complessa manutenzione<br />

di Castel Sant'Angelo. Vennero<br />

però costruite la chiesa della Traspontina,<br />

sant'Anna dei Palafrenieri e<br />

abbellite le logge vaticane.<br />

Procediamo rapidamente nella storia,<br />

e anche quella relativamente prossima a<br />

noi ha, specie in questo rione, una rilevanza<br />

notevole. «Il 2 ottobre 1870 —<br />

spiega ancora il Villa — gli abitanti di<br />

Borgo votarono unanimemente per l'annessione<br />

al Regno d'Italia: così cessava<br />

per Borgo il potere temporale dei Papi,<br />

ma avveniva anche una separazione fisica<br />

del rione dal Vaticano, ad opera delle<br />

leggi delle guarentigie. E da questo momento<br />

avviene ciò che taluni hanno<br />

chiamato ironicamente il secondo sacco<br />

di Roma, e il rione Borgo fu testimone<br />

del sorgere entro pochissimo tempo del<br />

quartiere di Prati di Castello, in una vasta<br />

area immediatamente a ridosso dei<br />

suoi confini».<br />

Inoltre, demolendo l'insieme urbanistico<br />

che occupava l'attuale via della<br />

Conciliazione, si cancellò un patrimonio<br />

architettonico considerevole, con l'abbattimento,<br />

fra l'altro, di notevoli edifici<br />

storici come san Giacomo a Scossacavalli.<br />

Ne risultò il dimezzamento del rione,<br />

che fu ridotto al triangolo delimitato<br />

da via di Porta Angelica, Porta pur essa<br />

abbattuta, il Passetto e Borgo Angelico.<br />

Insomma: il più giovane dei rioni romani,<br />

a esclusione di quelli «piemontesi»,<br />

acquistò una fisionomia particolare, di<br />

tranquillità persino eccessiva.<br />

Infine, la rivoluzione del traffico e<br />

l'incremento della motorizzazione veicolare<br />

tentarono di omogeneizzarlo. Se n'è<br />

salvato. È uno dei rioni più dolci, vivibili.<br />

Noterà il lettore che, in questa tappa<br />

del nostro viaggio, ci stiamo soffermando<br />

puntigliosamente sui trascorsi storici<br />

del comprensorio, proprio per rimarcarne<br />

le peculiarità rispetto alle altre aree<br />

urbane. Intendiamo qui evidenziare tuttavia<br />

il suo maggiore monumento, a cui<br />

si giunge dritti dritti attraverso Ponte<br />

Sant'Angelo, costruito da Adriano, strada<br />

obbligata per romei e fedeli diretti<br />

inizialmente verso la tomba di Pietro e<br />

poi alla Città del Vaticano e alla basilica<br />

delle origini, nei Giubilei che presero a<br />

fiorire. Sant'Angelo perché Papa Gregorio<br />

Magno ebbe la miracolosa visione<br />

(siamo nel VI secolo) di un angelo nell'atto<br />

di rinfoderare la spada per annunciare<br />

la fine della peste a Roma. Toccò<br />

a Clemente IX l'intelligente risistemazione<br />

del ponte, affidandone il compito al<br />

Bernini che ne fece una splendida testimonianza<br />

del suo barocco. Da ricordare,<br />

non solo accidentalmente, che la<br />

piazza antistante il Castello e il Ponte<br />

ospitava le esecuzioni capitali.<br />

Ma, da via della Traspontina a vicolo<br />

del Campanile, a via Dell'Erba a via dei<br />

Cavalieri del Santo Sepolcro, proseguendo<br />

poi per via dei Corridori, piazza Pia,<br />

via del Borgo di Santo Spirito, piazza di<br />

Porta Cavalleggeri, via del Falco, via del<br />

Mascherino, via Tre Pupazzi, piazza delle<br />

Vaschette e via degli Ombrellari, è<br />

Fede<br />

La ragione non basta a sostenere<br />

l'uomo. C'è bisogno della fede per<br />

mantenere l'uomo all'altezza della<br />

verità che la ragione insegna.<br />

(Ernst Hello)<br />

a cura di p. Leonardo Sapienza, R.C.I.<br />

Ponte sant'Angelo (fotografia del 1908) e una veduta di Piazza San Pietro<br />

con l'antica spina di Borgo (fotografia del 1890)<br />

tempo di entrare nella contemporaneità.<br />

Uno sguardo alla chiesa di Santo Spirito<br />

in Sassia e all'omonimo ospedale, al palazzo<br />

Torlonia, ai palazzi Rusticucci e<br />

Cesi, e poi ancora al palazzo Serristori.<br />

Sì, è proprio vero, siamo in un'oasi tra i<br />

trafficatissimi Lungotevere e piazza Risorgimento.<br />

Vi si respira la buona aria<br />

tranquilla che valorizza il vivere e le<br />

conseguenti azioni.<br />

Un intenso turismo, non solo religioso.<br />

Ristoranti, trattorie, qualche sopravvissuta<br />

osteria, viottoli ancora in pietra,<br />

librerie, edicole di giornali, negozi colmi<br />

di souvenirs: un clima cosmopolita più<br />

qui che in altre zone della capitale. Pellegrini,<br />

certo, ma tante famiglie con i<br />

bimbi per mano, scolaresche, studenti<br />

isolati, comitive in viaggi organizzati.<br />

Tutti, o quasi, verso Castel Sant'Angelo<br />

e i Musei Vaticani, e ovviamente la basilica<br />

più celebre del mondo intero.<br />

In particolare, i giardini del Castello<br />

esprimono una forte «romanità» non integralista,<br />

tuttavia, bensì aperta all'innesto<br />

di altre culture. Insomma, una Roma<br />

verace e caratteristica, non esclusivista<br />

e meno che mai prepotente, consapevole<br />

del proprio valore, del passato e<br />

augurabilmente di un avvenire che difficilmente<br />

può soggiacere alle «mode», al<br />

tempo, persino.<br />

Il traffico automobilistico limitato, anche<br />

precluso, fa giungere all'orecchio<br />

voci umane, dialoghi, addirittura impressioni.<br />

Si direbbe che tutti gli abitanti si conoscano,<br />

forse è così. C'è atmosfera<br />

confidenziale nei locali pubblici. Simona,<br />

che gestisce un ristorante a Borgo<br />

Pio, dice che questo borgo è un paese,<br />

con tanti artigiani nei viottoli, e poi botteghe<br />

d'artisti estemporanei. Turismo a<br />

frotte ma non frettoloso. Pochi parcheggi<br />

per i residenti. Prezzi molto alti delle<br />

abitazioni da quando il rione è stato<br />

classificato Centro storico. Birrerie allegre<br />

di gioventù.<br />

Miglioramento del traffico con l'apertura<br />

del sottopassaggio sul Lungotevere<br />

e minor assordamento di motori imballati<br />

nelle soste. «Sciami di coleotteri volanti<br />

attorno alla Mole Adriana — dice<br />

ancora Simona —. Saranno pericolosi?<br />

Da dove verranno?».<br />

Un centinaio di botteghe artigiane per<br />

3.500 residenti e settecento stranieri. Pochi<br />

uffici pubblici. Molti mercatini dell'usato.<br />

Molti empori con ogni bendiddio.<br />

Due superstiti negozi di alimentari<br />

con scansie e ghiottonerie in bellavista e<br />

bottegaie vecchio stampo. Antiquari e<br />

cartolai e giocattolai. Una pace che esalta<br />

la vita, la rende amabile, amata.<br />

LAURA PICCINELLI<br />

RADIO<br />

VATICANA<br />

OM: 1530 kHz - 196 metri<br />

(Per la zona di Roma<br />

anche Onda Media 527 kHz<br />

e FM 93.3 e 105 MHz)<br />

OC: nelle bande 49, 31, 25 e 19 metri<br />

MERCOLEDÌ 31 GENNAIO<br />

00.10: Studio A (stereo): Con voi<br />

nella notte<br />

7.20-15.30-17.30-23-24: Orizzonti cristiani<br />

7.30: Santa Messa in latino<br />

8-12-14-15-16-18-21-23.30: Radiogiornale<br />

in italiano, spagnolo, portoghese,<br />

francese, inglese, tedesco e polacco<br />

10.30: Udienza generale del Santo<br />

Padre<br />

16.30: Novità e Curiosità discografiche<br />

di M. Guadagnini<br />

17: Liturgia delle Ore: celebrazione<br />

dei Vespri in latino<br />

20.20: Programma tedesco: Die Römische<br />

Woche<br />

20.40: Recita del Santo Rosario in<br />

latino<br />

21.30: Programma francese: L'audience<br />

générale au Vatican<br />

21.50: Programma inglese: The Pope<br />

and the people / Rights or wrong<br />

/Anextraordinaryyear/No excuses<br />

22.10: Programma spagnolo: La voz<br />

del Papa / Informaciones y Reflexiones<br />

Jubilares


IN ITALIA<br />

PAGINA<br />

12 .<br />

MALTEMPO Violente bufere in Puglia e in Sardegna<br />

Permane nel Sarnese<br />

lo stato d'allarme<br />

SALERNO, 30.<br />

Mezza Italia è ancora sotto la pioggia<br />

e resta preoccupante la situazione nella<br />

zona di Sarno e di Quindici, nel Salernitano,<br />

ove è ancora vivo il ricordo dell’alluvione<br />

che due anni fa uccise 160 persone,<br />

e dove la messa in sicurezza dei<br />

centri abitati non si è ancora realizzata.<br />

La notte è trascorsa senza spiacevoli<br />

novità, dopo che ieri era stato disposto<br />

lo stato di allarme. I tecnici tengono sotto<br />

costante controllo i pluviometri: la<br />

pioggia ha superato oggi i 150 millimetri.<br />

Il fiume Sarno e i suoi affluenti,<br />

straripati nei giorni scorsi in alcuni tratti,<br />

non hanno causato ulteriori danni.<br />

A Sarno, Quindici e San Felice a Cancello<br />

lo stato d'allarme è stato prorogato<br />

fino a domani. La polizia municipale ha<br />

pattugliato le zone a rischio, invitando<br />

la popolazione a fare attenzione al suono<br />

delle sirene, segnale che avrebbe dato<br />

il via al piano di sgombero generale.<br />

Ieri hanno lasciato le proprie case anziani<br />

e disabili. Sgomberi mirati anche a<br />

Siano, Bracigliano e San Marzano, dove<br />

c’è ancora lo stato di preallarme. Sia a<br />

Sarno che a Quindici diverse persone si<br />

sono fatte ospitare da parenti o amici<br />

che abitano in zone più sicure.<br />

I problemi sono due: da una parte la<br />

tenuta delle montagne da dove nel ’98 si<br />

staccò la colata di fango assassina. Dall’altra,<br />

il livello minaccioso del fiume.<br />

Sempre in Campania, ieri si sono verificati<br />

disagi anche nel Golfo di Napoli:<br />

lo scirocco e il mare forza 4 hanno provocato<br />

l’annullamento di alcune corse<br />

dei traghetti veloci. Chiusa per frana la<br />

Ragioneria dello Stato<br />

e Svimez propongono<br />

modifiche all'attuale<br />

sistema pensionistico<br />

ROMA, 30.<br />

Aumentare la partecipazione di giovani,<br />

donne e anziani al lavoro e impedire<br />

che si vada in pensione troppo presto:<br />

potrebbe essere questa — secondo la<br />

Ragioneria generale dello Stato — la<br />

strada per tenere sotto controllo i conti<br />

della previdenza pubblica.<br />

In uno studio la Ragioneria sostiene<br />

che bisogna agire su elementi strutturali<br />

passando da un tasso di attività attuale<br />

di poco superiore al 50% sul totale della<br />

popolazione a uno dell'80%. Tra il 2000<br />

e il 2050 — rileva il documento — la popolazione<br />

anziana dovrebbe raddoppiare<br />

rispetto ai più giovani. Nello stesso periodo,<br />

in assenza di modifiche nel mercato<br />

del lavoro, la popolazione in età attiva<br />

è destinata a ridursi toccando nel<br />

2050 un calo del 30%. Una soluzione potrebbe<br />

essere l’aumento dei tassi di attività<br />

con la crescita della partecipazione<br />

femminile e dei giovani al lavoro mentre<br />

è improbabile che la sola immigrazione<br />

possa risultare decisiva.<br />

Anche in vista della verifica della spesa<br />

previdenziale, la Ragioneria consiglia<br />

quindi requisiti più rigidi per andare in<br />

pensione (in modo da ritardare l’età oltre<br />

i 57 anni previsti); propone poi di<br />

prevedere un più consistente flusso di<br />

immigrati e un maggior ricorso al parttime.<br />

Infine, suggerisce una uscita più<br />

rapida dei ragazzi dal mondo della scuola<br />

attraverso le lauree brevi per passare<br />

al mondo del lavoro.<br />

Un forte invito ad apportare correttivi<br />

al sistema pensionistico arriva anche<br />

dalla Svimez (associazione per lo sviluppo<br />

dell'industria nel Mezzogiorno).<br />

carreggiata Nord della A/3 Napoli-Salerno,<br />

vicino a Vietri sul Mare.<br />

Continuano intanto le difficoltà in Liguria.<br />

Da ieri mattina, come abbiamo<br />

già riferito, sono interrotte per frane la<br />

linea ferroviaria secondaria Genova-Ovada-Acqui<br />

Terme (che resterà chiusa per<br />

un mese) e la statale 35 dei Giovi (non<br />

sarà riaperta prima di giovedì). Problemi<br />

anche all’aeroporto di Genova, spazzato<br />

dal vento forte che ha impedito alcuni<br />

atterraggi.<br />

Un forte acquazzone accompagnato<br />

da una tromba d’aria si è abbattuto nel<br />

corso della notte sul Salento. I vigili del<br />

fuoco sono al lavoro soprattutto per rimuovere<br />

alberi abbattuti, per demolire<br />

cornicioni pericolanti e per liberare le<br />

carreggiate da cartelloni divelti. Non sono<br />

stati segnalati danni alle persone. La<br />

bora è tornata da ieri sera a soffiare su<br />

Trieste, con raffiche che stamani hanno<br />

raggiunto i 137 km l’ora.<br />

C’è neve sui valichi appenninici dell’Umbria.<br />

Sui passi di Colfiorito, Bocca<br />

Trabaria e della Somma — sulla Flaminia<br />

— alcuni automezzi sono rimasti<br />

bloccati e c’è voluto l’intervento della<br />

polizia stradale.<br />

Il maltempo sta flagellando l’Iglesiente,<br />

in Sardegna. Il porto industriale di<br />

Portovesme è chiuso da stamattina per<br />

le condizioni proibitive. Una nave panamense<br />

ha rotto cinque cavi d’ormeggio<br />

rischiando di finire sulla banchina, e solo<br />

un tempestivo intervento ha evitato il<br />

peggio. Allagamenti a Gonnesa, Siliqua,<br />

Iglesias e San Benedetto dove è interrotta<br />

la strada che porta fino ad Arenas.<br />

L'OSSERVATORE ROMANO Mercoledì 31 Gennaio 2001<br />

TORINO — Si fa sempre più solido il<br />

ponte tra Santena, Carmagnola e il Camerun:<br />

lo scorso inverno la santenese Franca<br />

Ratto Caranzano dava alle stampe le<br />

sue poesie raccogliendole nel volume<br />

«Col cuore in mano», oggi il ricavato delle<br />

vendite è stato spedito a don Roger<br />

Gwoodog Biyiha, trentatreenne parroco di<br />

Hikoamaen, diocesi di Eséka.<br />

Così quasi 8 milioni di lire sono stati<br />

devoluti alla diocesi camerunense in continuità<br />

con il «Progetto Africa» avviato dal-<br />

TRASPORTI Riapre a settembre il tunnel del Bianco<br />

Accordo per la ferrovia<br />

ad alta velocità Torino-Lione<br />

ROMA, 30.<br />

Italia e Francia hanno raggiunto l’accordo<br />

per la linea ferroviaria ad alta velocità<br />

che collegherà Torino a Lione.<br />

L’apertura della nuova linea è prevista<br />

per il 2015; l’accordo è firmato per parte<br />

italiana dal ministro dei Trasporti<br />

Bersani e da parte francese dal ministro<br />

Gayssot.<br />

Da Torino a Barcellona in quattro ore<br />

contro le 11 necessarie oggi, da Torino a<br />

Londra in cinque ore anziché in nove,<br />

70 milioni di tonnellate di merci tolte<br />

dalla strada e portate sui treni: sono al-<br />

Scuola: per il 2001<br />

aumenti<br />

per 3.760 miliardi<br />

ROMA, 30.<br />

Gli aumenti contrattuali per gli<br />

insegnanti sono pari, complessivamente,<br />

a 3.760 miliardi nel 2001;<br />

a 4.160 miliardi nel 2002; a 4.360<br />

miliardi nel 2003. Lo sottolinea<br />

una nota del dipartimento della<br />

Funzione Pubblica.<br />

«Sulla base di queste risorse —<br />

prosegue la nota del dipartimento<br />

— i contratti in corso di negoziazione<br />

potranno prevedere un aumento<br />

medio, a regime, di circa<br />

300.000 lire lorde mensili, pari a<br />

circa 210.000 lire medie al netto<br />

dei contributi e Irpef».<br />

Un «ponte» di aiuti fra la provincia di Torino e la diocesi di Eséka<br />

l'operatore pastorale Pierlorenzo Caranzano,<br />

carmagnolese, figlio di Franca, ben<br />

cinque anni fa, quando ricevette dal Vescovo<br />

di Eséka la delega a operare in Italia<br />

a favore di quella diocesi.<br />

Nei piani di don Roger c'è una scuola<br />

professionale, da aprire prossimamente<br />

appoggiandosi ai suoi referenti in Italia<br />

del Progetto Africa: «Sto cercando fondi e<br />

una figura che sappia dirigere e sia capa-<br />

MUCCA PAZZA Altri sequestri di aziende e mangimi<br />

Gli allevatori protestano<br />

in piazza Montecitorio<br />

ROMA, 30.<br />

Tensione ed incidenti questa mattina,<br />

a Roma, in piazza Montecitorio. Centinaia<br />

di appartenenti alle organizzazioni<br />

agricole stanno manifestando contro i<br />

divieti (il divieto di vendita della bistecca<br />

con l’osso oltre i 12 mesi) per la cosiddetta<br />

«mucca pazza» (l’encefalopatia<br />

spongiforme bovina). I manifestanti sono<br />

giunti a pochi metri dal portone<br />

principale della Camera, con alcuni poliziotti<br />

che a fatica hanno impedito il loro<br />

ingresso. Dalla piazza sono partite uova<br />

marce e arance che si sono infrante<br />

contro il portone del palazzo. Sempre<br />

oggi un altro gruppo di allevatori protesta<br />

davanti al Senato e il terzo in via XX<br />

Settembre davanti al ministero per le<br />

Politiche agricole.<br />

Fin dal primo mattino gruppi di allevatori<br />

hanno cominciato ad attraversare<br />

le vie centrali della città suonando fischietti<br />

e tamburi. La polizia stradale è<br />

intervenuta sul Grande Raccordo anulare<br />

dove, in coincidenza con lo svincolo<br />

della Roma-Napoli si era formato un<br />

concentramento di una quarantina di<br />

mezzi. Dopo il blocco, gli allevatori sono<br />

stati accompagnati nell’area di servizio<br />

Casilina, da dove hanno raggiunto<br />

Roma con altri mezzi.<br />

Intanto i lavori del Consiglio dei ministri<br />

dell’agricoltura dell’Ue si sono conclusi<br />

oggi a Bruxelles, al termine di dodici<br />

ore di trattative, con un testo unanime<br />

per la messa al bando della colonna<br />

vertebrale nei bovini.<br />

cuni dei vantaggi della nuova linea che<br />

dovrebbe essere pronta nel 2015.<br />

I treni passeggeri viaggeranno a 220<br />

km/h, quelli merci a 120.<br />

La Torino-Lione fa parte della direttrice<br />

sud-europea Barcellona-Kiev. Nel<br />

progetto è lunga 254 km, di cui 98 nel<br />

tratto alpino (78 in galleria), mentre il<br />

tunnel di base (due gallerie) sarà di 52<br />

km. Esiste, tuttavia, un itinerario alternativo,<br />

presentato dalla Provincia di Torino,<br />

tracciato sul versante destro della<br />

Dora Riparia, passando dalla Valle Sangone<br />

e dell’interporto di Orbassano: in<br />

totale 116 km, da Orbassano a St-Jeande<br />

Maurienne, con 80 km in galleria.<br />

Previste tre «stazioni di intervento»<br />

(Venaus, La-Praz e St-Martin-La Porte),<br />

una stazione di soccorso sotterranea a<br />

Modane, uscite di evacuazione ogni 100<br />

metri e speciali impianti anti-fuoco.<br />

Intanto, il traforo del Monte Bianco,<br />

chiuso dopo il rogo del 24 marzo 1999,<br />

riaprirà in settembre. Ad annunciarlo è<br />

stato il ministro dei Trasporti, Nerio Nesi:<br />

«L’accordo è stato raggiunto. Abbiamo<br />

messo finalmente una data e sarà<br />

quella di settembre».<br />

La Conftrasporto si «schiera, totalmente,<br />

a fianco del ministro dei Lavori<br />

Pubblici a sostegno della riapertura del<br />

tunnel del Monte Bianco, senza forme<br />

di contingentamento alcuno», specificando<br />

in una nota che «i due punti di riferimento<br />

basilari sono la sicurezza e la<br />

mobilità garantita» e concordando «sulla<br />

definizione di precise e severe modalità<br />

di sicurezza», posto che «non può accettare<br />

forme di contingentamento generalizzato<br />

che penalizzano solo l’economia<br />

nazionale».<br />

Cermis: i piloti Usa<br />

violarono sette norme<br />

e il piano nautico ROMA, 30.<br />

I piloti americani che il 3 febbraio<br />

1998 provocarono la tragedia del Cermis,<br />

nella quale persero la vita 20 persone,<br />

lo fecero in modo cosciente, violando<br />

ben sette norme e il piano nautico al<br />

quale avrebbero dovuto attenersi. A<br />

questa conclusione è giunta la relazione<br />

dell'on. Olivieri, illustrata oggi alla commissione<br />

d’inchiesta. «Abbiamo ricostruito<br />

il volo dei marines, dall’inizio fino<br />

al momento della tragedia, e non c’è<br />

dubbio che quello sia stato un volo temerario<br />

e sconsiderato», ha detto Olivieri.<br />

Secondo il relatore, il lavoro dalla<br />

commissione, che ha affrontato anche<br />

una trasferta oltre oceano e svolto una<br />

trentina di audizioni, «costituisce un importante<br />

precedente perché — ha detto<br />

— è la prima tragedia che trova una risposta».<br />

Risposta che, proprio per le indicazioni<br />

che fornirà a Governo e Parlamento,<br />

ha permesso di «creare un precedente<br />

importante: disegnare cioè un<br />

tragitto su cui innescare una modifica<br />

del Codice civile in relazione al risarcimento<br />

delle vittime, in caso di attività<br />

militari, che dovranno essere inquadrate<br />

nella dizione “pericolosa” con obbligo di<br />

risarcimento».<br />

Il testo conferma l’accordo politico<br />

che i Quindici avevano raggiunto nel pomeriggio<br />

di ieri, e precisa che la Commissione<br />

Ue intende presentare «già al<br />

prossimo Comitato Veterinario europeo<br />

un progetto di misure e la loro applicazione<br />

tecnica». La riunione del Comitato<br />

è attesa il prossimo 6 febbraio.<br />

Intanto sull'inaspettato, quanto gradito<br />

verdetto delle controanalisi negative<br />

sul presunto caso di «mucca pazza» registrato<br />

in Italia si susseguono i commenti<br />

positivi, ma «non si deve abbassare<br />

la guardia». Tuttavia proseguono a<br />

tappeto i controlli ed i sequestri.<br />

Anche ieri i servizi veterinari dell’Asl<br />

di Crotone e Carabinieri del Nucleo antisofisticazioni<br />

e sanità hanno sequestrato<br />

circa 70 bovini che sarebbero stati alimentati<br />

con mangimi contenenti farine<br />

animali. Il sequestro è stato fatto in un<br />

allevamento di Cirò Marina, nel crotonese.<br />

Del sequestro sanitario, fatto a scopo<br />

cautelativo, è stata informata l’autorità<br />

giudiziaria. I capi di bestiame sequestrati<br />

(mucche e vitelli) sono stati affidati in<br />

custodia allo stesso allevatore, in attesa<br />

che vengano effettuati i test di laboratorio<br />

sugli animali.<br />

Sempre ieri, ottanta quintali di mangimi<br />

per uso zootecnico misti a pasta alimentare<br />

sono stati sequestrati dai Carabinieri<br />

in due distinte località nelle campagne<br />

di San Marco La Catola (Foggia).<br />

Controlli sono stati disposti per accertare<br />

la composizione dei mangimi e stabilire<br />

se contengano farine animali.<br />

La Cassazione<br />

ripristina la confisca<br />

di Punta Perotti<br />

«ecomostro» di Bari<br />

BARI, 30.<br />

La Corte di Cassazione ha disposto il<br />

ripristino della confisca delle costruzioni<br />

e del suolo dove sorge la lottizzazione di<br />

Punta Perotti, sul litorale sud di Bari. Il<br />

provvedimento è definitivo in quanto<br />

non sono previsti altri gradi di giurisdizione.<br />

I Matarrese, autori delle costruzioni,<br />

hanno preannunciato un ricorso<br />

per risarcimento danni contro il Comune<br />

di Bari che, secondo loro, avrebbe rilasciato<br />

le necessarie autorizzazioni.<br />

In particolare la Cassazione ha annullato<br />

senza rinvio la sentenza emessa il 5<br />

giugno 2000 dalla Corte di appello di Bari<br />

che aveva assolto tutti gli imprenditori<br />

e aveva revocato la confisca del complesso<br />

residenziale di Punta Perotti.<br />

Quindi è stata riattivata la sentenza<br />

emessa dal Gup della pretura di Bari,<br />

Maria Mitola, che il 10 febbraio 1999,<br />

con rito abbreviato, aveva confiscato la<br />

costruzione ritenendola abusiva e aveva<br />

altresì disposto l’assoluzione dei costruttori<br />

con la formula «perché il fatto non<br />

costituisce reato». In appello invece i<br />

Matarrese furono assolti con la formula<br />

più ampia («perché il fatto non sussiste»).<br />

Il ritorno alla formula assolutoria<br />

del gup comporta proprio il ripristino<br />

della confisca.<br />

La struttura di Punta Perotti è di<br />

300.000 metri cubi — dieci volte più<br />

grande del «Fuenti», l’albergo abbattuto<br />

sulla Costiera amalfitana — ed è composta<br />

da tre edifici di 13 piani ciascuno<br />

perpendicolari rispetto al mare. Adesso,<br />

a meno di clamorose sorprese, anche<br />

per l'«ecomostro» di Bari si apre la strada<br />

dell'abbattimento.<br />

Catturato<br />

il «braccio destro»<br />

del boss Provenzano<br />

PALERMO, 30.<br />

Arrestato il boss latitante Benedetto<br />

Spera, considerato il braccio destro<br />

del capomafia Bernardo Provenzano.<br />

Spera è il capomafia di Belmonte<br />

Mezzagno ed era ricercato da quasi<br />

nove anni. È stato condannato per le<br />

stragi di via D’Amelio, per quella di<br />

Capaci ed a suo carico ha pendenti diversi<br />

processi per omicidio. Nel corso<br />

dell’operazione è stato arrestato anche<br />

un primario di Palermo che doveva<br />

curare il latitante.<br />

Gli investigatori della squadra mobile<br />

sono riusciti a localizzare il casolare<br />

nelle campagne di Mezzojuso, a<br />

40 chilometri da Palermo, dopo vari<br />

mesi di intercettazioni con microspie.<br />

In questo modo i poliziotti hanno individuato<br />

il medico che è indiziato di<br />

aver curato Spera, il quale avrebbe disturbi<br />

alla prostata. La cattura del<br />

boss di Belmonte Mezzagno, che era<br />

ricercasto da circa nove anni, è avvenuta<br />

durante un’operazione che in<br />

realtà era mirata all’arresto del corleonese<br />

Provenzano, l’ultimo dei grandi<br />

capi di Cosa Nostra che è latitante<br />

da 37 anni. Dalle registrazioni ambientali<br />

gli investigatori avevano avuto<br />

l’impressione che una delle voci fosse<br />

quella di Provenzano.<br />

ce di amministrare, altri che abbiano un<br />

mestiere e lo mettano a disposizione per<br />

trasmetterlo ai giovani».<br />

Ora il «Progetto Africa» intende darsi<br />

una veste più stabile e nuovi strumenti<br />

per rendere immediati i contatti con il Camerun:<br />

ci si affiderà alle nuove tecnologie<br />

di Internet, «abbiamo intenzione di aprire<br />

anche un nostro sito», annuncia Pierlorenzo<br />

Caranzano.<br />

Il primo atto del «Progetto Africa» fu<br />

l'invio di fondi per la costruzione di uffici<br />

nuovi a servizio delle scuole di Eséka. Nel<br />

1998 venne sistemata una canonica di<br />

campagna, a Song-Mbong, grazie alla<br />

quale la comunità locale ha potuto nuovamente<br />

ospitare un parroco e rifiorire. Il<br />

«Progetto Africa» sta inoltre permettendo<br />

a sette ragazzi, tra i 12 e i 26 anni, di<br />

mantenersi agli studi con il sistema delle<br />

adozioni a distanza.<br />

MARCO BONATTI<br />

CEI Conclusi i lavori del Consiglio Permanente<br />

Le consegne<br />

del Grande Giubileo<br />

ROMA, 30.<br />

È stato presentato oggi il comunicato<br />

finale dei lavori della sessione<br />

invernale del Consiglio Permanente<br />

svoltosi a Roma dal 22 al 25 gennaio.<br />

Molti sono stati i richiami alla straordinaria<br />

esperienza giubilare che ha<br />

segnato il cammino di tutta la Chiesa.<br />

Il Giubileo — è stato rilevato —<br />

ha lasciato intravedere il desiderio di<br />

un rinnovato rapporto con Dio e di<br />

un coinvolgimento ecclesiale di tante<br />

persone che non sempre vengono<br />

raggiunte dalla pastorale ordinaria;<br />

come anche ha indicato la strada di<br />

un più puntuale e proficuo incontro<br />

con la vita reale della gente nei vari<br />

ambiti in cui questa si svolge.<br />

Per uno sguardo complessivo dell'Anno<br />

giubilare e per le indicazioni<br />

che da questo evento si possono trarre,<br />

è stata rilevante la riflessione sulla<br />

Lettera apostolica Novo Millennio<br />

ineunte che il Papa ha firmato al termine<br />

della celebrazione di chiusura<br />

della Porta Santa. La Lettera apostolica<br />

appare particolarmente appropriata<br />

all'attuale cammino della Chiesa<br />

in Italia, laddove lo stesso Giovanni<br />

Paolo II rinnova il suo appello alla<br />

nuova evangelizzazione e ad una<br />

nuova missionarietà.<br />

Alle linee portanti della Lettera<br />

apostolica si armonizzano pienamente<br />

gli Orientamenti pastorali della<br />

C.E.I. per il prossimo decennio che<br />

sono in elaborazione, presentati in<br />

bozza da Mons. Corti, Vice Presidente<br />

della C.E.I.. Circa la stesura del<br />

testo che dovrà essere presentato alla<br />

prossima Assemblea Generale di<br />

maggio, la forte sintonia tra la bozza<br />

degli Orientamenti e la Lettera apostolica<br />

ha fatto maturare tra i Vescovi<br />

la scelta di un documento breve<br />

che, mettendo più chiaramente al<br />

centro la «missionarietà» quale dimensione<br />

essenziale e quotidiana di<br />

ogni credente e di ogni comunità ecclesiale,<br />

sappia descrivere i problemi<br />

e le necessità dell'oggi tracciando<br />

precise linee di impegno pastorale.<br />

Un momento importante del Consiglio<br />

Permanente è stato l'aggiornamento<br />

sul lavoro di revisione della<br />

«Versione italiana della Bibbia per<br />

l'uso liturgico». Il Card. Tettamanzi,<br />

Coordinatore del Comitato ristretto,<br />

ha detto che sta per essere completata<br />

la revisione di tutti i libri biblici.<br />

La bozza degli Orientamenti pastorali<br />

e la Prolusione del Card. Ruini<br />

hanno offerto l'occasione di manifestare<br />

la preoccupazione per alcune<br />

problematiche presenti nella società<br />

civile italiana e nel panorama europeo.<br />

In primis, l'emergere di una<br />

cultura pubblica distaccata dalla vita<br />

e dagli interessi reali delle persone e<br />

delle comunità. Si è fatto anche cenno<br />

allo scadimento di molti programmi<br />

televisivi, distanti da una logica di<br />

reale servizio alla persona e ai cittadini.<br />

Particolare richiamo si è fatto,<br />

inoltre, al mondo politico affinché,<br />

mentre si avvicina la scadenza elettorale,<br />

sappia dare testimonianza di un<br />

dibattito serio e serrato sui contenuti,<br />

evitando polemiche fini a se stesse<br />

e reciproche delegittimazioni.<br />

Il tema dell'economia e dell'occupazione<br />

ha riproposto il problema del<br />

divario tra Nord e Sud. Dal Consiglio<br />

Permanente giunge un invito a cambiare<br />

il modello di investimento al<br />

Sud: non stile assistenziale ma collaborazione<br />

progettuale capace di mettere<br />

in risalto la tipicità del territorio.<br />

Le singolari esperienze del «progetto<br />

Policoro» e dei gemellaggi tra Diocesi<br />

del Nord e del Sud portano con sé il<br />

riuscito incontro tra esigenze lavorative,<br />

evangelizzazione e formazione e<br />

il raccordo tra culture diverse.<br />

Alcune sottolineature hanno riguardato<br />

i temi della sicurezza dei<br />

cittadini, della ripresa del terrorismo<br />

e della condizione della giustizia che,<br />

proprio in apertura dell'Anno Giudiziario,<br />

è stata indicata come precaria,<br />

specie per i disagi dovuti alle difficoltà<br />

delle procedure processuali.<br />

Si è fatto cenno alle problematiche<br />

attinenti la salute e la malattia: la<br />

Chiesa italiana darà ad esse la propria<br />

attenzione anche attraverso la<br />

Consulta nazionale per la Pastorale<br />

della Sanità, di cui, durante i lavori<br />

del Consiglio Permanente, è stato approvato<br />

il nuovo regolamento.<br />

In questo solco si inseriscono le osservazioni<br />

sull'incidenza del confronto<br />

culturale e politico circa le questioni<br />

della vita, della famiglia e delle<br />

biotecnologie. In rapporto al contesto<br />

europeo, oltre al richiamo di quei valori<br />

che sono particolarmente radicati<br />

nel Paese, è stato menzionato l'apporto<br />

alla costruzione della «casa comune»<br />

dei laici cristiani, capaci di<br />

proporre e testimoniare i valori fondamentali<br />

e imprescindibili, nel rispetto<br />

dell'autonomia e delle competenze<br />

della società civile.<br />

È stata completata, da parte di<br />

Mons. Caprioli, Presidente della<br />

Commissione Episcopale per la liturgia,<br />

la presentazione, già avviata nella<br />

riunione del Consiglio Permanente<br />

di Torino, dell'adattamento del Rito<br />

del matrimonio (Editio typica altera),<br />

tenendo conto anche delle osservazioni<br />

fatte in quella sede. È stata<br />

inoltre approvata la proposta della<br />

Commissione Episcopale per la famiglia<br />

e la vita, avanzata dal Presidente,<br />

Mons. Lanfranconi, di un Incontro<br />

nazionale delle famiglie italiane<br />

con il Santo Padre, in occasione del<br />

XX anniversario della Familiaris<br />

consortio. Nella preparazione dell'Incontro<br />

si prevedono momenti diocesani<br />

e regionali, per poi confluire in<br />

un raduno nazionale a ottobre.<br />

Una particolare attenzione è stata<br />

riservata alla scuola cattolica con l'intervento<br />

di Mons. Nosiglia, Presidente<br />

della Commissione Episcopale per<br />

l'educazione cattolica, la scuola e l'università.<br />

È stata indicata alle scuole<br />

cattoliche la necessità di una riorganizzazione<br />

della loro presenza sul territorio.<br />

L'attuazione di ciò potrebbe<br />

avvenire con l'elaborazione di un<br />

«progetto diocesano di scuola cattolica»<br />

che va costruito in collaborazione<br />

con le Congregazioni e Istituti religiosi<br />

presenti in diocesi, con le Federazioni<br />

delle scuole cattoliche, con<br />

i centri di formazione professionale<br />

di ispirazione cristiana.<br />

Infine il Consiglio Permanente, nel<br />

quadro degli adempimenti demandati<br />

dallo Statuto, ha proceduto alle seguenti<br />

nomine: Mons. Andrea Bruno<br />

Mazzocato, Vescovo di Adria-Rovigo,<br />

eletto membro della Commissione<br />

Episcopale per i problemi sociali e il<br />

lavoro, la giustizia e la pace; Mons.<br />

Roberto Amadei, Vescovo di Bergamo,<br />

eletto membro della Presidenza<br />

della Caritas Italiana; Mons. Francesco<br />

Montenegro, Vescovo ausiliare di<br />

Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela,<br />

eletto membro della Presidenza della<br />

Caritas Italiana; Mons. Eduardo Davino,<br />

Vescovo di Palestrina, eletto<br />

Presidente del Collegio dei revisori<br />

dei conti della C.E.I.; Mons. Carlo<br />

Mazza, della diocesi di Bergamo,<br />

confermato Direttore dell'Ufficio Nazionale<br />

per il tempo libero, turismo e<br />

sport; Don Vittorio Nozza, della diocesi<br />

di Bergamo, nominato Direttore<br />

della Caritas Italiana; Mons. Gianni<br />

Ambrosio, dell'arcidiocesi di Vercelli,<br />

nominato Assistente Ecclesiastico Generale<br />

dell'Università Cattolica del<br />

Sacro Cuore; Mons. Domenico Calcagno,<br />

Economo della C.E.I., confermato<br />

Revisore dei conti della Caritas<br />

Italiana; Sig. Claudio Cecchini, della<br />

diocesi di Roma, confermato Revisore<br />

dei conti della Caritas Italiana;<br />

Rag. Carlo De Strobel, della diocesi<br />

di Roma, confermato Revisore dei<br />

conti della Caritas Italiana; Don Carlo<br />

Nanni, della Società Salesiana di<br />

S. Giovanni Bosco, confermato Consulente<br />

Ecclesiastico dell'Unione Cattolica<br />

Italiana Insegnanti Medi;<br />

Mons. James Schianchi, della diocesi<br />

di Parma, confermato Assistente Ecclesiastico<br />

Nazionale del Movimento<br />

Rinascita Cristiana; Mons. Vittorio<br />

Peri, della diocesi di Assisi-Nocera<br />

Umbra-Gualdo Tadino, confermato<br />

Consulente Ecclesiastico Nazionale<br />

del Centro Sportivo Italiano; Dott.<br />

Francesco Antonetti, della diocesi di<br />

Roma, nominato Presidente della<br />

Confederazione delle Confraternite<br />

d'Italia.<br />

Criminalità: primario ucciso in Calabria<br />

VIBO VALENTIA — Agguato mortale, martedì, all’interno dell’ospedale di Vibo<br />

Valentia. Sotto i colpi di un «killer» ancora sconosciuto, è finito il primario<br />

di urologia dell’ospedale di Vibo Valentia, Costanzo Catuogno, 50 anni,<br />

catanzarese, il quale è stato raggiunto da 4 colpi di pistola: 3 alla testa e<br />

uno all’addome. L’uomo, immediatamente soccorso da infermieri e medici,<br />

è spirato mentre lo trasportavano in elicottero verso l’ospedale di Catanzaro.<br />

Il primario si stava recando, come ogni mattina, al lavoro e si trovava in<br />

un corridoio quando è stato avvicinato dal suo omicida. Prende sempre<br />

maggiore consistenza, intanto, l’ipotesi che il dott. Costanzo Catuogno sia<br />

stato ucciso per una vendetta legata alla sua attività professionale. Le indagini<br />

di Polizia e carabinieri, col passare delle ore, s’indirizzano sempre più<br />

lungo questa pista, escludendo di conseguenza altre ipotesi.<br />

S'indaga a Padova sull'assassinio di un tassista<br />

PADOVA — Potrebbe non essere stata la rapina il movente dell’omicidio del<br />

tassista Pierpaolo Lissandron (38), di Vigodarzere, ucciso, lunedì sera, a<br />

Padova con un colpo di pistola sparato alla nuca a distanza ravvicinata<br />

mentre era nella sua auto. Il denaro presente nell’auto, infatti, non è stato<br />

toccato. I soldi, circa 400 mila lire, erano infatti ancora nel portafogli, nel<br />

portaoggetti della portiera del taxi, quando è arrivata la polizia e non<br />

c’erano segni evidenti nella vettura che l’omicida abbia cercato qualcosa.

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